I don't care what they say, I'm in love with you.

di SakuraSan96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Vorrei dunque assegnare questo premio a.. Nicole Johnson! – Annunciò finalmente il preside.

Il pubblico vide una figura alzarsi e camminare verso il palco, ove il preside attendeva. Era Nicole. La ragazza più bella e volenterosa di tutto il liceo. Tutti i ragazzi le cadevano ai piedi.

 I suoi capelli biondi emanavano un profumo di fiori di ciliegio ed erano splendenti. I suoi occhi.. Beh.. quelli rapivano l’animo di tutti coloro che osavano incrociarli. Freddi come il ghiaccio ma luminosi come il cielo d’estate. E il suo corpo minuto la rendeva ancora più graziosa.

Alcune ragazze non facevano che invidiarla. Molte invece la veneravano. Era una brava persona, ma dal carattere difficile.

Prego – Disse il preside porgendo alla ragazza il microfono.  Ella a sua volta annuì lievemente.

Grazie davvero signor preside, sono molto felice di esser riuscita a scrivere una così buona poesia da arrivare addirittura al primo posto. Vorrei ringraziare anche la prof.ssa Plumb per avermi sostenuto. Ma soprattutto la mia migliore amica Juliette, per aver sopportato le mie richieste.. – Finì coll’arrossire per gli applausi.

Tornò al suo posto con il trofeo appena ricevuto, acclamata da tutti i suoi compagni. Si sedette accanto a Juliette e iniziarono a parlare.
Hai visto? Alla fine ce l’hai fatta! Ma figurati non avevo dubbi – Disse Juliette mettendo le braccia conserte.

Beh.. non me l’aspettavo lo ammetto. Però sono felice. Mi porterò a casa anche il premio di poesia a quanto pare.. – Continuò Nicole soddisfatta.

Finita finalmente la conferenza, toccò loro tornare in classe per continuare le lezioni pomeridiane.

Le due frequentavano la scuola privata che rispondeva al nome di “Harvard”, come quel famoso college. In due anni Nicole riuscì a farsi riconoscere, in bene, da tutti. Pur rimanendo con un carattere cocciuto e riservato, entrò nei club più importanti, quali: club di informatica, club di pallavolo e nel club di trigonometria. Le serviva per i crediti, affinché potesse arrivare agli esami con un buon punteggio.

Non pensava ad altro che alla scuola e alla pallavolo.
 
--------
Un normale giorno di febbraio, Nicole si svegliò tardi la mattina. Facendo comunque tutto in fretta e furia, arrivò in ritardo per la scuola. Ci rimase male; non era mai successo.

Andò in vicepresidenza per aspettare di entrare l’ora successiva. Ormai conosceva la strada a memoria. Girato l’angolo del corridoio vide finalmente le “sedie dell’attesa”. Venivano chiamate così perché era sicura una cosa: se ti sedevi lì, non importava per quale motivo, dovevi sempre aspettare.

C’erano 12 sedie disposte a semicerchio, per ora tutte vuote. Accanto ad una c’era la porta dell’ufficio del vicepreside, Nicole si sedette dalla parte opposta, vicino una finestra.

Alle 8.23 era ancora lì, a fissare il “panorama”, se così si può chiamare. Fuori dalla finestra si vedeva semplicemente la strada, con dei palazzi attorno. Si accennava la vista del cortile del liceo, ma a malapena.

Il fatto che non c’era nessuno, a Nicole non poté che dare fastidio.

Com’è che nessun’altro faccia ritardo? Siamo 2.000 alunni e sono la sola che ha infranto la puntualità oggi?– Si chiedeva. Sospirò continuando ad osservare fuori con aria seccata.

Alle 8.46 vide una figura alta avvicinarsi. Non riuscendo a percepire o a vedere il volto a causa del controluce, distolse lo sguardo poco incuriosita. Quella figura era Nate Smith. Un ragazzo abbastanza popolare dal carattere solare e gioioso, per sentito dire. Avvicinandosi sempre di più, si sedette nella sedia accanto la porta del vicepreside, sbadigliando.

Il grande orologio appeso nel corridoio non faceva che ticchettare. Quel rumorino procurava a Nicole un leggero nervosismo. Pochi minuti dopo, Nate si accorse della presenza della ragazza. La guardò per un secondo e tornò a sbadigliare appoggiando la testa al muro. Al contrario degli altri ragazzi, a Nate non interessava molto Nicole. Ammetteva che era una bella ragazza, ma non conosceva nulla di lei.

Precisamente alle 8.50, il vicepreside uscì dal suo ufficio per invitare i ritardatari a compilare il permesso d’entrata. I due no, non erano nella stessa classe. Nate era decisamente più grande di Nicole di un paio d’anni.

Entrarono nell’ufficio e dettando nome, cognome e classe, venne riempito il permesso. I due si conoscevano di vista.. e di nome, per quante volte furono chiamati sul palco.

Johnson?! Come mai in ritardo? – Replicò il vicepreside.

Mi dispiace, ma oggi mi sono svegliata tardi.. – Disse in tono dispiaciuto Nicole.

Va beh, capita a tutti qualche volta. Ma a questo qui capita troppo spesso! – Disse indicando Nate.

Il signorino Smith non fa che entrare in ritardo ultimamente. Vero? – Continuò il vicepreside scherzando.

..Il sonno è importante, sa? – Disse Nate spezzando uno sbadiglio. A Nicole scappò un risata per la frase.

Su dai, prendete questi permessi e tornate in classe – Concluse il vicepreside facendoli uscire dall’ufficio. I due, guardata la porta chiudersi alle loro spalle, si incamminarono per raggiungere le proprie classi.

In quella scuola c’erano ben 4 piani, compreso il piano terra. In quest’ultimo vi erano 5 sezioni di scuola media. Poche vero? Quella scuola era propriamente un liceo. In esso presenti circa 12-13  sezioni, pur essendo privato. Sia Nicole che Nate erano nella L, la sezione ove si dice che si studiava molto.

La vicepresidenza si trovava al primo piano. Nicole, pur essendo in quel liceo da due anni, non aveva mai notato la classe di Nate. Salirono insieme le scale per il secondo piano. All’inizio del corridoio, eccola: la 2° L. Nicole sospirando guardò Nate.

Ci si vede, Smith. – Disse appoggiandosi al muro attendendo il suono della campanella.

Nate fece un cenno con la mano per salutare la ragazza. 



******

Salve! 
Qui è 'autrice' che parla:)
Spero vivamente che questo primo capitolo di questa storia vi sia piaciuto.
Se siete arrivati fin qui a leggere vi ringrazio davvero!
A presto!


Sakura

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Guardando il ragazzo allontanarsi, pensava a cosa le avrebbe detto la prof.ssa di inglese. Di sicuro avrebbe pensato che l’avesse fatto apposta, visto che quel giorno avrebbe dovuto interrogarla.

Suonò la campanella. Nicole sorpresa, sussultò. Sospirando, bussò alla porta della classe. Appena entrò fu fulminata, come aveva previsto, dalla prof che stava per uscire. Accennando un inchino, salutò la donna e, dopo aver posato il foglio del permesso sulla cattedra, andò a sedersi al suo posto.

Nicole adorava quel suo posto. Era lontano dalle pettegole della classe e aveva accanto la finestra, dove poteva abbandonarsi fra i suoi pensieri guardando fuori.

Juliette era seduta davanti a lei. Accanto e dietro si ritrovava due ragazzi che, come Nate, per sua fortuna non la calcolavano più di tanto ma erano simpatici quando serviva.


Quello stesso giorno, Nicole invitò Juliette a casa sua per aiutarla a studiare. Presa la strada diretta per la destinazione, Juliette cambiò discorso.

Allora? Che hai fatto per un’ora? Anzi meglio, com’è stato saltarsi un’ora? – Disse con un fare ironico.

Dai Juliette, sai che non l’ho fatto di proposito.. Quell’arpia mi ha pure fulminato appena sono entrata! – Replicò sbruffando Nicole.

Ma sì! Che te ne frega, la odiano tutti quella prof. Comunque.. seriamente.. che hai fatto un’ora sulle sedie dell’attesa? – Chiese abbastanza incuriosita Juliette.

Bah, niente di che. Ho fissato l’esterno della finestra pensando. Ma pensa un po’.. Ad essere entrati in ritardo in tutta la scuola eravamo due! Sono rimasta sorpresa.. – Rispose alzando lo sguardo.

Davvero!? Strano in effetti.. Chi era l’altro che è arrivato tardi? – Riprese Juliette.

Nate Smith.– Rispose Nicole spostandosi un ciuffo che si era appoggiato sugli occhi.

Ahah, quello è un ritardatario fisso ormai! Me lo aspettavo. Ma dimmi.. non l’hai trovato carino? – Juliette sembrava non volere più smettere di fare domande ma Nicole non accennava a qualche lamentela.

Sinceramente? Beh.. Non mi interessa come ragazzo. A parte che spesso è circondato da galline. Poi.. se proprio devo giudicare l’aspetto fisico, è carino sì. – Disse per concludere con il discorso che stava iniziando a seccarla.

Arrivate a casa di Nicole, Juliette salutò la madre come se ormai la conoscesse da una vita e andarono in camere di Nicole per studiare.


*****


Il giorno successivo, per paura di arrivare di nuovo in ritardo, Nicole si svegliò mezz’ora prima del normale. Disse al padre di non voler il passaggio visto che era una bella giornata. Così si incamminò per le vie di Boston per arrivare a scuola.

Mancavano ancora 10 minuti abbondanti al suono della campanella. Nicole decise quindi di andare a rilassarsi nel cortile, ove di solito gli studenti adoravano passare il pranzo o addirittura dipingere.


Arrivata la colpì subito la bellissima vegetazione curata del giardino. Andò a sedersi all’ombra di un albero. Sospirando guardò davanti a sé.

Ma che..?!– Pensò la ragazza appena vide che qualcun altro aveva avuto la sua stessa idea, ma a quanto pare, molto prima.

Nicole tirò fuori la sua macchina fotografica professionale, una Canon costata a lei 3 mesi di part-time, e mise a fuoco per vedere meglio il viso di quella figura dormiente.

Con sua sorpresa sussurrò – Nate? – Alzando lo sguardo sul ragazzo. A quanto pare era arrivato presto pure lui. Nicole guardò l’orologio, stava già per suonare la campanella.

Venne presa dal dubbio. Che dovrei fare? Svegliarlo? Ma se poi se la prende con me? Alla fine, posò la macchina fotografica e si alzò andando verso di lui.

Si accovacciò non molto vicina, ma riuscì inconsciamente a notare la bellezza del suo volto. Il dubbio di svegliarlo si faceva più indeciso.


Alla fine si decise.

Tentennando la sua voce chiamava il suo nome. Piano piano Nicole aumentava di un decibel la sua voce per farsi sentire; ma niente. Stava per smettere quando involontariamente gli diede uno scossone con la mano.

Nate sussultò e aprì gli occhi ancora assonnato. Nicole scossa dall’inaspettata scena, si sedette, o meglio cadde accanto al ragazzo.

Emh.. Scusa, ti ho svegliato volutamente perché pensavo che oggi saresti voluto entrare prima e visto che la campanella sta per suonare.. – Disse Nicole cercando il suo sguardo.

Non mi pare di averti chiesto nulla. – Replicò in tono acido il ragazzo. Nicole lo fulminò.

Beh, hai ragione. Scusa di nuovo allora. Avevo pensato che magari oggi non avresti voluto fare ritardo. – Disse Nicole alzandosi.

Tsk.. Gentile da parte tua. Grazie, ne terrò conto. – Rispose infine stiracchiandosi.

Bene, allora ciao. – Disse Nicole smettendo di guardarlo.

A presto, Johnson. – Replicò sorridendole.

Nicole accennò ad un mezzo sorriso per quanto era bello il suo, ma subito si girò e se ne andò. 


_____________________________
 

Ma salveee! 
Vi ringrazio di cuore per aver letto fino a qui!
Spero la storia vi stia piacendo:3
A questa storia ci lavoro ormai da settimane..
E mi piace davvero molto come sta venendo:)
Vorrei sapere le vostre opinioni! Sia buone che cattive, ovvio:3


A presto


Sakura

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Arrivata in classe, ancora semivuota, Nicole si diresse al suo posto. Nell’attesa dell’arrivo del prof. di biologia, fissava la parte del cortile visibile dalla sua finestra.

Chissà se avrà ascoltato il mio consiglio quel pallone gonfiato.. – Pensava fissando un albero in fiore.


****

DRIIIIIN

Finalmente suonò quella dannata  campanella che diede inizio alle vacanze di Pasqua. Duravano solo una settimana, ma agli studenti bastava per riposarsi.

Per le seconde classi arrivò quindi il momento delle gite. Nicole non sembrava particolarmente entusiasta.

Andarono in una città vicino Boston, per “esplorare” i suoi giardini e le sue riserve naturali. Sai che noia!

Il secondo giorno dopo le vacanze, Nicole si ritrovò alle prese per chiudere finalmente la valigia. Dopo aver passato un’ora e mezza al telefono con Juliette per parlare del più e del meno, si buttò sul suo letto.

Non ricordava che fissare il soffitto fosse così rilassante.

La sua camera era molto vivace; la tinta color pesca rendeva tutto più acceso. Aveva persino il lampadario color pesca!

Eppure non le piaceva tanto.

Intanto si abbandonava ai suoi pensieri. Ad un certo punto ripensa ad una scena di qualche giorno fa.

Perché mai decise di svegliare quel Nate? Non poteva farsi gli affari suoi?

Neppure Nicole sapeva la vera ragione, magari pensava di fargli un favore. Ma da quel giorno non l’ha più visto, e Nate non sembrava molto felice per il “premuroso” gesto di Nicole.
 

*****

.. Ah e ricordati di.. –

..Di non parlare con chi non conosco. Lo so mamma.. non ho più 13 anni. – Disse Nicole interrompendo il solito discorsetto pre-partenza della madre.

D’accordo. Allora ci vediamo tra 3 giorni.. Mi dispiace che tuo padre non ha potuto salutarti, ma sai com’è per via del lavoro. – Ribatté la madre attraverso il finestrino ormai abbassato della macchina.

Va beh, fa nulla. A presto. – Disse salutando finalmente la donna, che si allontanò velocemente dal posto.

Che palle.. – Pensò Nicole non appena vide l’autobus aspettare gli studenti.

Mentre si dirigeva verso quest’ultimo, molti ragazzi la salutavano. Ella a sua volta ricambiava con un sorriso e un cenno della mano.

Arrivata per posare la valigia, le scivolò. Cadde sul piede di un ragazzo.

Ah! – Esclamò per il dolore.

Oh no, scusami tanto! – Disse Nicole preoccupata.

Il ragazzo alzò lo sguardo per fulminare il “malfattore”. Purtroppo per lui si trattava di Nicole.
Eccone un altro al quale questa ragazza non faceva né caldo né freddo.

Sta’ più attenta la prossima volta. – Replicò con tono distaccato posando la valigia all’interno dell’autobus.

Scusa ancora.. e grazie per l’aiuto. – Disse Nicole abbozzando un sorriso.

Di niente.. – Rispose a sua volta il ragazzo ricambiando il sorriso.

Trovata Juliette, le due cercarono posto all’interno del mezzo.
Per tutto il viaggio parlarono e ascoltarono musica. Ma non che quello si potesse considerare “viaggio”: 30 minuti scarsi si autobus non era certo granché.
L’hotel era abbastanza confortevole per loro fortuna.

Arrivarono a destinazione alle 9.47; dopo essersi sistemati all’interno dell’hotel, vennero riuniti nel salone per iniziare le visite nei vari centri naturali.
Nel loro programma spuntò fuori anche una visita al college più nominato degli Stati Uniti: Harvard.
Molti studenti erano entusiasti all’idea, fra loro c’era anche Nicole.
Così il pomeriggio del primo giorno passò in fretta qua e là fra i giardini. Gli studenti tornarono stanchi a causa delle lunghe camminate. Ormai erano pronti solo a dormire.
 
Nicole! Nicoleeee!! – Esclamò Juliette dando continui scossoni alla ragazza, che si era buttata a letto per la stanchezza.

Che c’è? – Rispose di malavoglia Nicole.

Dai vestiti che.. dobbiamo uscire! – Disse entusiasta Juliette continuando a punzecchiare Nicole.

Ma tu sei pazza! È tardi e poi.. sono stanca.. – Ribatté quest’ultima portandosi sopra la testa il cuscino.
Juliette sospirò e provò a convincerla.

Forza, ci saranno molti ragazzi! E poi andiamo semplicemente a prenderci un gelato.. abbiamo persino il permesso dei prof! – Disse sperando di riuscire a convincere l’amica.

Uffa, ho capito! Ma vengo solo perché non voglio che tu vada sola! E anche perché ho voglia di gelato.. – Concluse ridacchiando Nicole.
Dopo essersi preparata, finalmente le due poterono uscire dalla camera per incontrarsi con gli altri.

Giunsero nel salone ma videro che erano presenti solo un paio di ragazzi.

Dove sono gli altri? – Sussurrò Nicole.

Non ne ho idea! Non ci sono neppure i prof.. – Balbettò Juliette guardandosi attorno.

Ah beh.. fa nulla. Ciaoo.. – Disse Nicole provando a tornare in camera, ma fu afferrata da Juliette.

Uno di quei ragazzi lo conosco. Sono della nostra scuola. Magari vogliono uscire.. – Replicò la ragazza cercando di convincere per l’ennesima volta l’amica.

E d’accordo! Ma glielo chiedi tu. – Disse Nicole incrociando le braccia. Juliette esultò in modo silenzioso ringraziandola.

Avvicinandosi a loro Juliette salutò il ragazzo che affermava di conoscere.

Hey, Chris! – Esclamò salutando il ragazzo con la mano – Pure voi volevate uscire per un gelato? – Chiese ingenua.

Oh, Juliette. Quanto tempo! Comunque sì.. ma a quanto pare ci hanno abbandonato tutti.. Oh scusa, lui è Mark. – Rispose il quel ragazzo presentando il suo migliore amico dagli occhi verdi.

Nicole aveva già visto quello sguardo, ma dove?

Piacere, Mark! Io sono Juliette, un’amica di vecchia data di Chris. – Disse ridendo. – Oh, e lei è Nicole. Ma scommetto che la conoscevate già! – Concluse facendo un’espressione sarcastica.

Ma che dice?!– Pensò Nicole accennando un sorriso ironico.

Certo che la conosciamo. È stata premiata così tante volte! – Disse Chris spezzando il ghiaccio.

Nicole inarcò le sopracciglia e spostò lo sguardo su Mark.

Beh, diciamo pure che la prima volta che l’ho notata è stata stamane.. – Replicò Mark in un tono alquanto irritante.

Che amore di ragazzo.. – Pensò infastidita Nicole.

Eheh.. Per fortuna per qualcuno non dò molto nell’occhio a quanto pare. – Disse la ragazza facendo il sorriso più falso che avesse mai fatto in vita sua.

Juliette e Chris si guardarono e dissero, rompendo la tensione che si stava creando, di uscire per prendere questo benedetto gelato o anche a fare semplicemente una passeggiata.



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Salveeeeeee!!
Quanto tempo, eh?
Vi ringrazio di cuore se siete arrivati a lettere addirittura fin qui!
Spero continuiate a seguirmi :)
Per favore recensitee
Al prossimo capitolo 



Sakura

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