La figlia del male

di Maya92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Strani pensieri ***
Capitolo 3: *** Canti di Natale parte1 ***
Capitolo 4: *** Canti di Natale parte2 ***
Capitolo 5: *** Everything I do, I do it for you ***
Capitolo 6: *** Cattivi presagi ***
Capitolo 7: *** Segreti ***
Capitolo 8: *** La guerra ha inizio ***
Capitolo 9: *** Rinascita ***
Capitolo 10: *** Libertà ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


La maggior parte dei personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling. questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
Buon giorno ^^ mi presento sono Maya 92 questa è la mia primissima fan fiction, e vi chiedo perdono in anticipo per le miliardi di storpiature che troverete xD. In realtà la storia è ambientata in un ipotetico settimo anno dove tutti sono tornati a scuola in attesa della guerra contro voldemort, e ultima novità i protagonisti saranno due nuovi personaggi xD spero vi piaccia almeno un po’ anche se non si attiene completamente alla storia reale , fatemi sapere cosa ne pensate e siate clementi xD buona lettura :D

CAPITOLO 1
Anche se i tempi che correvano non erano dei più allegri e spensierati, il settimo anno dei nostri amici si aprì come sempre, con la cena di benvenuto per i nuovi allievi, anche se quell’anno, com’era prevedibile, gli iscritti furono molti di meno. La Sala Grande era gremita di gente, piena di cibo e luminosa grazie ai suoi candelabri sospesi per aria… proprio come l’avrebbe desiderata il buon vecchio Silente. La sua mancanza si sentiva, l’accoglienza offerta da Piton non era certo minimamente paragonabile. Finito lo smistamento tutti iniziarono a cenare e a dare il benvenuto ai nuovi piccoli arrivati. Senza dover immaginare molto il motivo quell’anno i nuovi arrivi a serpe verde si erano quasi duplicati, ma come si mormorava tra le tavolate, specialmente di Grifondoro, meglio pochi ma buoni! Erano seduti al grande tavolo anche Harry, Ron Hermione e Victor inseparabili come sempre, men che meno in un momento difficile come lo era questo. Improvvisamente il grande portone della sala Grande si aprì e Gazza fece il suo ingresso con il suo passo saltellante, correndo (se si poteva definire correre) verso il tavolo dei professori. Si avvicinò a Piton, gli disse qualcosa all’orecchio e andò via così com’era entrato. Doveva essere successo però qualcosa di più importante del previsto dato che subito il nuovo preside si alzò e prese la parola.
-Ascoltate tutti bene, ho un annuncio da fare… sta per entrare un nuovo allievo che presto sarà smistato in una delle case. Esigo … che tutti voi lo trattiate con il massimo rispetto dato che entrerà a far parte direttamente del settimo anno! Sono stato chiaro?-

Un si non molto convinto si propagò per la stanza, ma immediatamente il silenzio calò, poiché aveva fatto il suo ingresso una strana figura incappucciata.
-non promette niente di buono-  furono le uniche parole di Hermione alle orecchie dei suoi amici.
Il nuovo alunno iniziò il suo cammino lungo il corridoio, verso il preside. Ad un certo punto piano, con una grazia quasi regale alzò le mani e si tolse il cappuccio.
-miseriaccia!-
-Ronald!-
- Beh Herm, non puoi certo negare che passi inosservata … - affermò anche Harry dando man forte all’amico.
- l’unico che non dice una parola è il nostro caro Victor … cos’è il gatto ti ha mangiato la lingua? - disse Ron.
I tre amici risero, è Victor si sveglio dal suo coma momentaneo, sorridendo a sua volta ma rimanendo a fissare la nuova arrivata.
Era senza dubbio bellissima, con lunghi capelli corvini e occhi azzurri come il ghiaccio. Aveva subito attirato a se gli sguardi ammirati degli uomini e quelli un po’ meno compiaciuti delle ragazze. Il suo passo era svelto, sicuro e proseguendo nel suo percorso, nonostante gli occhi fissi ed il mormorio della gente, arrivò e si accomodò sulla sedia in attesa del cappello parlante.
Piton riprese la parola, era arrivato il momento delle presentazioni.
- Come ho già detto in precedenza, pretendo per lei il massimo rispetto. In caso contrario ve la vedrete direttamente con me … il suo nome … è  Cassandra Artemisia … Riddle! -

Il gelo calò nella stanza… Riddle?! Com’era possibile? Doveva esserci un errore non poteva essere una Riddle figlia di QUEL Riddle … anche i professori erano rimasti senza parole, congelati da quel nome, nei loro volti si leggevano solamente dubbio e paura.
- Perché lo ha permesso?-
Fu Harry il primo a distruggere quel silenzio che si era creato.
- Perché ora? Per avere una spia in più? Per avere un complice in più all’interno del castello? Come se Voldemort non ne avesse già abbastanza! -

-Erano proprio queste le reazioni che non volevo si creassero. Ora è cortesemente invitato e rimettersi in ordine al suo posto…-

-Al mio posto?! Lei non pretenderà che io stia fermo a guardare?-

-Qui non si parla di LEI signor Potter, ma come sempre è troppo egocentrico per capirlo. Se la cosa non le sta bene può anche accomodarsi fuori. Altrimenti  STIA SEDUTO AL SUO POSTO!-

- Harry dai basta non è il caso tanto la situazione non cambierà-  i suo tre amici tentarono di calmare Harry e lui si sedette, anche se tremante di rabbia. Questa cosa non stava succedendo veramente, non poteva …
Tutte quelle voci e chiacchiere non avevano minimamente turbato la tranquillità di Cassandra, anzi il suo sguardo era talmente freddo da non lasciar trasparire la benché minima emozione. Finalmente il cappello arrivò e Piton glielo posò sulla testa.

-Una …Riddle?! Ma… bhè ecco io… -

Anche il cappello non riusciva quasi a crederci ma presto cercò di riacquistare il suo contegno.

-Beh mia cara che posso dire… da quello che vedo sei una ragazza testarda… ma anche molto coraggiosa e fiera…-
A quelle parole dal tavolo Grifondoro scaturirono urla e no di protesta e disapprovazione!

-Silenzio, SILENZIO!- intervenne prontamente il preside. Il cappello continuò:

- Ragazzi miei mi dispiace tanto ma le sue qualità non sembrano proprio quelle di una serpeverde…ma … non posso non tener conto della stretta parentela con salazar serpe verde… deciso: Slytherin:!-

Questa volta fu il tavolo degli Slytherin ad emettere un boato ma stavolta di approvazione e di benvenuto per la nuova arrivata.
Neanche dopo tutti questi eventi la piccola di casa Riddle sembrava turbata o felice … Con gli occhi di tutti puntati addosso inizio ad andare verso il tavolo della sua nuova casa.
Tutti nel bene o nel male  sapevano che quell’arrivo avrebbe sconvolto parecchie vite e soprattutto ostacolato molti piani.
 Mentre si dirigeva al suo posto la nuova slytherin si fermò un attimo si girò verso Harry e gli sorrise… un sorriso freddo… di sfida…. Che preannunciava l’inizio di tutto.





















CAPITOLO 2
Erano passati alcuni giorni dall’inizio della scuola e la vita sembrava, in apparenza, svolgersi normalmente. In realtà nell’aria si sentiva un senso di inquietudine. I ragazzi stavano attenti a ciò che dicevano, facevano attenzione che nessuno li ascoltasse mentre parlavano e in fondo il motivo si sapeva bene, nessuno si fidava più come prima. Bisognava stare attenti ormai, e soprattutto bisognava stare attenti a lei, anche se in realtà Cassandra, non aveva dato modo durante quel periodo di essere al centro dell’attenzione, ma in fondo chi non parlerebbe della figlia di tu-sai-chi.
La lezione di pozioni si stava svolgendo regolarmente con il professor Lumacorno che spiegava e intanto cercava di capire se qualcuno si fosse preoccupato di aprire libro durante le vacanze. Anche quell’anno per ironia della sorte serpe verde e grifondoro avevano moltissime lezioni insieme. Pozioni era una di quelle.

-allora ragazzi, chi sa dirmi gli ingredienti principali del distillato della morte vivente e come si presenta?-
Hermione Granger prese subito la parola.

-Allo stadio intermedio è color ribes nero, poi passa al lilla chiaro, infine, mescolando il distillato in senso orario, diventa definitivamente limpido come l'acqua e gli ingredienti principali sono Succo di Fagioli Soporosi e Radici di Asfodelo-

-antiorario…-

Tutti si girarono verso il fondo della classe da dove partì quella voce come se provenisse dall’oltretomba.
Hermione cambiò subito espressione indispettita più che dalla correzione in sé, dalla persona da cui proveniva.
-come scusa?-

Cassandra aveva capito di averla infastidita ma la cosa non le interessava minimamente, anzi provava quasi piacere nel poterla stuzzicare un po’, in fondo aveva sentito parlare della sua reputazione di miss so tutto io, era ora che qualcuno la facesse scendere dal suo piedistallo!

-oh era una sciocchezza in realtà, hai detto senso orario anziché antiorario, ma purtroppo hai dimenticato un ingrediente molto importante… forse il più importante… l’infuso di Artemisia … -



 
-Oddio ma chi si crede di essere quella? Insomma ho detto orario anziché antiorario chiunque avrebbe capito chè è stato un banale errore di distrazione …. E poi hai dimenticato un ingrediente molto importante… forse il più importante… l’infuso di Artemisia… non mi stupisce che si chiami come una pianta velenosa!-

-oh Hermione è fastidio quello che sento nella tua voce?- la provocò Victor divertito.

-Victor per favore non ti ci mettere pure tu!-

Le lezioni erano finite e i tre amici si dirigevano vero la Sala Grande per il pranzo. Parlavano e chiacchieravano ma Harry non era più lo stesso, non rideva e non scherzava più, i pensieri lo tormentavano. Erano tornati a scuola perché sapevano che lì avrebbero trovato gli ultimi Horcrux  ma non era solo questo. Non poteva sopportare l’idea che la figlia dell’uomo che aveva assassinato i suoi genitori potesse girare libera e spensierata per i corridoi di quella scuola. E proprio mentre Harry pensava a quelle cose Cassandra uscì dalla sala grande con dietro uno stormo di serpi che la seguivano come cagnolini.
I loro sguardi si incrociarono ancora una volta, era una specie di gioco un gioco che però non avrebbe avuto un lieto fine.

-basta, basta! io non posso sopportare che la figlia di uno sporco assassino giri libera per questi corridoi. È un insulto a tutto il mondo magico -

In realtà quello di Harry voleva essere uno sfogo con i suoi amici, ma la serpe verde percepì subito le parole del ragazzo.

-Se hai qualcosa da dirmi ,Harry Potter, abbi almeno il coraggio, e l'educazione, di dirmele in faccia-

A quella provocazione tutti si ammutolirono e ben presto una gran folla accerchiò i due giovani, curiosi di quello che stava per accadere. Potter e Riddle di fronte l’uno all’altro, tutti sapevano che prima o poi sarebbe successo era solo questione di tempo.

-Coraggio? E di cosa dovrei avere paura? Se sei vile solo la metà di quanto lo è quel mostro che ritieni di chiamare padre allora non ho nulla di cui preoccuparmi. E si Riddle, ho qualcosa da dirti, la tua presenza qui è un insulto per tutti noi, per tutti quelli che sono morti e per tutti quelli che moriranno in questa dannata guerra! Quindi perché non fai un favore a tutto il mondo, TORNATENE DA DOVE SEI VENUTA-

Tutti erano pietrificati, nessuno aveva il coraggio di intervenire. Neanche Ron, Hermione e Victor riuscivano a dire qualcosa.  Le persone attorno ai due ragazzi iniziarono ad indietreggiare temendo la probabile reazione di Cassandra, eppure lei fece qualcosa che sconvolse ancora di più i partecipanti alla faida: si girò e senza dire nemmeno una parola andò via.
Nessuno poteva crederci , ci si aspettava come minimo un tentativo di avada kedavra e invece nulla. Ma per Harry questo fu forse l’insulto peggiore così continuò.

-te ne vai? Ed ero io il vigliacco? Torna qui riddle affrontami se hai il coraggio, affronta la persona che presto ucciderà tuo padre. Forse così capirai cosa si prova a non avere nessuno accanto a te! Forse così capirai quanto può essere ingiusta e dolorosa la vita. Voldemort mi ha portato via tutto quello che avevo e che amavo! Affrontami ora Riddle,siamo solo io e te nessun padre e nessuna madre… che poi vorrei tanto sapere chi è stata quella donna che ha avuto il coraggio di dare alla luce la figlia del male , vorrei proprio… -

Harry non riuscì a finire la frase. La bacchetta gli cadde, si portò le mani alla gola. Stava soffocando ma nessuno capiva come. Cadde in ginocchio e subito I suoi tre amici gli corsero in contro per aiutarlo.  
-Harry harry che hai che ti succede?!-

Tutti avevano capito che l’artefice era Cassandra ma non aveva bacchette in mano e nessuno l’aveva sentita pronunciare incantesimi. Come poteva essere possibile allora?
Cassandra si girò lentamente, con uno sguardo che avrebbe fatto raggelare il sangue di Voldemort in persona. Si avvicinò ad Harry, si inginocchio e parlò così piano che a malapena i 3 amici accanto riuscirono a sentire.

-Non devi mai più osare hai capito Harry Potter? Non devi mai più osare rivolgerti a me in quel modo e dire cose di cui non sai un bel nulla. Vuoi vendicarti su di me per quello che mio padre ti ha fatto? Bene fallo, ma se osi ancora una volta dire certe cose il tuo collo si spezzerà così velocemente che neanche tu te ne accorgerai, e come vedi … io non ho bisogno di un bastoncino di legno per farlo. Quindi stai attento Harry Potter, se pensate che Voldemort sia forte, vuol dire che non avete mai avuto a che fare con me… -

Detto ciò si alzò ed Harry tornò a respirare, tornando pian piano di un colorito quasi normale.

-Che succede qui?-

Piton era arrivato seguito dagli altri professori. La McGrannitt a quella scena corse subito in aiuto di Harry.

-Signorina la magia per questi scopi è severamente vietata. Il preside dovrebbe prendere immediatamente provvedimenti.-

Disse la professoressa guardando Piton in cagnesco.
L’insegnante era riluttante ma non poteva non intervenire.

-Sono certo che la signorina Riddle sia stata provocata… comunque la voglio nel mio ufficio adesso.e voi via non avete nient’altro da guardare-

Disse il prof oltrepassando Harry senza neanche considerarlo. Cassandra a quel punto fu costretta a seguire il professore, ma prima lanciò un ultimo sguardo al prescelto ancora mezzo moribondo e al gruppetto di amici. La guardavano con odio naturalmente, Hermione, Ron. Poi il suo sguardo si posò su Victor  e notò qualcosa di strano. Nel suo sguardo non c’erano né odio ne rancore, era qualcosa di più insolito, qualcosa tipo… dispiacere?!

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Capitolo 2
*** Strani pensieri ***


Allora piccola premessina prima della lettura del capitolo. Mi piace immaginare Victor (che poi è il vero protagonista della FF) come chris hemsworth. Ma poi i gusti son gusti e siete liberissime/i di immaginarlo come volete :D detto questo spero di avervi fatto incuriosire almeno un altro po’ xD buona lettura :D

CAPITOLO 3 


Victor stava attraversando uno dei tantissimi corridoi della scuola di magia. Era di ritorno dall’infermeria dove Harry era stato accompagnato dopo il piccolo “incidente” ,com’era stato definito dal preside, di quella mattina. Naturalmente Harry era voluto ritornare nel suo dormitorio nonostante le proteste di Madama Chips. Il giovane era troppo orgoglioso per ammettere anche a sé stesso quello che la figlia del suo peggior nemico gli aveva fatto.

 Il bel biondino si stava dirigendo verso l’aula di storia della magia una materia che lo annoiava a morte. Come se non bastasse alla sua poca voglia di partecipare alla lezione si aggiungeva uno strano pensiero: Cassandra. Le parole dette dall’amico quella mattina sembravano proprio averla infastidita, quasi ….ferita . Ma quello era solo un suo (stupido) pensiero. Inoltre non l’aveva più vista nemmeno alle lezioni. 
Proprio mentre la sua mente vagava nell’infinito e oltre,la vide. Victor si avvicinò alla grande vetrata per cercare di capire se fosse stato solo frutto della sua mente. No, lei era li, seduta sul prato all’ombra di un grande albero. 
Il suo cuore iniziò a battere più velocemente, ma perché si comportava così?  lo assalì una  incontrollabile  voglia di raggiungerla ma il suo istinto gli diceva anzi gli gridava di non farlo,che era la decisione sbagliata. La più sbagliata che potesse prendere.


Le era sempre piaciuta la sensazione del  vento fresco sul viso, delicato,dolce  come poche cose nella sua vita lo erano state. Ripensava ancora alle parole che Potter gli aveva sputato addosso quella mattina. Stupido Potter come si era permesso di anche solo osare pensare certe cose. Contro di lei aveva tutto da perdere ma era troppo stupido e presuntuoso anche solo per capirlo.

-Ciao-

Cassandra saltò in aria, strano nessuno la coglieva mai di sorpresa doveva davvero essere troppo presa dai suoi pensieri. Si voltò e lo vide, era l’amico di quello stupido bambino sopravvissuto.
 Doveva ammettere che era proprio un bel ragazzo , alto con quei capelli color del miele e quegli occhi azzurri, così penetranti e profondi.
 Era diverso da tutto quello che aveva visto nella sua vita.
Così diverso anche da lei, così fredda e austera. notte e  dì. La freddezza del ghiaccio ed il calore del fuoco.
Ma a cosa stava pensando? Era diventata stupida all’improvviso?
 
-ciao- rispose con la sua solita voce atona e piatta , forse fin troppo, sperando che lui non si fosse accorto di quell’attimo di debolezza.
Un silenzio imbarazzante calò, nessuno dei due sapeva cosa dire, ma in effetti cosa voleva da lei?

-ti ha mandato Potter? Perché se è così stamattina ho già detto tutto quello che avevo da dire… o forse non sono stata abbastanza chiara?-

-no no, anzi lo sei stata fin troppo. No non mi manda Harry, è che ti ho vista qui… sola… -

Cassandra proprio non capiva. Si sforzava ma non capiva cosa volesse da lei quel ragazzo, sembrava in imbarazzo, e a dirla tutta la cosa la divertiva.

-… sono abituata a stare sola , non ho bisogno del principe azzurro che mi salvi tranquillo, se era solo per questo puoi anche andare. E poi scommetto che se i tuoi amichetti sapessero che sei qui con la figlia del mostro scatenerebbero la loro ira funesta contro di te. Quindi fai un favore ad entrambi, vattene!-

Detto questo si rigirò dandogli le spalle. Cassandra sentì i passi del ragazzo che a poco a poco si allontanavano, doveva ammettere che un po’ gli dispiaceva ma era meglio così. Ad un tratto però si fermò.

-senti come hai fatto?-

Quel ragazzo era incomprensibile anche quando parlava pensò indispettita e divertita al tempo stesso.

-Come ho fatto a fare cosa?-

-Non avevi bacchetta in mano ti ho vista, e poi l’ hai detto tu stessa: non ho bisogno di un bastoncino di legno per farlo. Che significa?-
 Victor si avvicino e si sedette quasi istintivamente vicino a lei.

Cassandra non si aspettava quel gesto, non si aspettava tanto “coraggio” o tanta stupidità forse, ma entrambe le cose aveva imparato col tempo andavano a braccetto. Lo guardò negli occhi, solo per un istante ma le sembrò un eternità. Erano così belli, così profondi così.. dolci!

- non ti ha insegnato nessuno che i segreti non vanno svelati ai nemici? – e nel rispondere così Cassandra sorrise in una maniera così sensuale e provocante da lasciare il povero Victor quasi senza fiato.
 Era bella Cassandra e ne era consapevole, tutti gliel’avevano sempre ripetuto sin da bambina. Ma la sua era una bellezza pericolosa, come quella ammaliatrice di una sirena. E Victor stava per diventare il suo malcapitato marinaio.

-comunque-  aggiunse lei rompendo l’incantesimo che si era creato –il problema del tuo caro amico Potter è che crede di essere il solo al mondo ad aver vissuto senza nessuno. Anche io ho passato quasi tutta la mia vita da sola, e dovevo passare il tempo in qualche modo. Ho imparato da sola , ad incanalare tutti i miei poteri e poterli usare senza l’uso della bacchetta. Ci sono voluti tantissimi anni, e fatica, ma alla fine ci sono riuscita. Quindi dì di stare attento al tuo amico, perché potrei colpire da un momento all’altro-  disse lei ridendo.

- lo … lo farò- Victor era spaventato ma anche affascinato da quella ragazza. C’era qualcosa di attraente in lei che andava oltre la bellezza fisica. Qualcosa di più profondo.

- comunque adesso vado, ci vediamo in giro … Victor -

e detto questo gli posò un bacio leggero sulla guancia. Poi avvicinandosi piano al suo orecchio disse – è un vero peccato che tu sia così amico di Potter … Un vero peccato- si alzò e andò via lasciando il nostro povero marinaio ancora seduto.

 E mentre la piccola Riddle si allontanava,Victor ripensava al fatto che non sarebbe dovuto andare da lei e che magari se adesso fosse in quella stupida aula, a seguire quella stupida lezione, non proverebbe l’ irrefrenabile desiderio di correrle dietro, buttarla per terra,  baciarla fino a non avere più respiro e Dio sa solo cos’altro. Ma purtroppo le cose proibite si sa, sono sempre quelle più eccitanti.
   

Ook ragazze spero che il nuovo cap vi sia piaciuto , per ora è un periodo un po’ incasinato ma cercherò di essere sempre veloce nell’aggiornare :D. Intanto ringrazio infinitamente tutte le persone che hanno letto i cap precedenti e un grandissimo GRAZIE  a chi ha commentato. Anche questa volta mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensate :) un bacio grande grazie a presto :D

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Capitolo 3
*** Canti di Natale parte1 ***


Piccolo avviso prima della lettura, da questo capitolo succederanno delle cose non inerenti al libro ma spero comunque saranno di vostro gradimento :) inoltre mi sembrava giusto informarvi che i capitoli che ho postato e Canti di Natale parte 1 e 2 erano già “ preparati”. Quindi per gli altri ci vorrà un pochino più di tempo. Grazie a tutti quelli che hanno letto e commentato buona lettura :)


Canti di Natale parte 1

Dicembre era ormai arrivato, e con lui il freddo , la pioggia e la tanto attesta neve. Hogwarts sembrava così diversa in quel periodo. Tutto era ricoperto da quel candore, la cima delle torri, gli immensi prati. Tutti sembravano strani in quel periodo, più euforici .
I ragazzi pregustavano già l’idea delle imminenti vacanze di natale. Tutti tranne Cassandra. Lei odiava tutto questo, odiava quel mese, odiava la neve, e tutto  ciò la rendeva più scorbutica del solito.
Quel giorno era domenica e il castello era semivuoto perché molti studenti avevano deciso di recarsi ad Hogsmade. Cassandra era affacciata ad una delle immense vetrate del castello … osservava i ragazzi che lentamente salivano sulle carrozze che li avrebbero portati a destinazione. Ad un tratto li vide, Harry Potter ed i suoi fedeli amici, l’idiota rosso, la saccente mezzosangue… mancava Victor. Dove poteva essere? Strano erano inseparabili quei quattro.

-ciao –

Cassandra si girò era lui, in tutto il suo splendore. Dal giorno dell’ “incidente” con Potter e della loro prima chiacchierata si era creato qualcosa di strano. Un gioco di sguardi, frecciatine e scherzi , nato all’improvviso e cresciuto a poco a poco, ma era qualcosa che nessuno più di lei capiva quanto fosse sbagliato.

-ciao- disse lei , con qualcosa di strano nella voce un pizzico di gioia forse.
Qualunque cosa fosse Victor sembrò accorgersene perché sul suo viso si aprì un sorriso raggiante.

- senti… hai da fare oggi? –

-no, nulla in particolare. Perché?- rispose lei incuriosita.

- beh, volevo chiederti se … ti piacerebbe venire con me ad Hogsmeade! Per una semplice passeggiata, ti offro una burrobirra, e passiamo una mattinata … diversa-

Cassandra non se lo aspettava. Non si aspettava una richiesta simile,l’aveva colta decisamente alla sprovvista. Non sapeva cosa fare, cosa dire … come giustificarsi …

-Beh vedi ecco io … -

Il sorriso di Victor si spense e la delusione si accese nel suo volto, ma cercò di non darlo molto a vedere.

-No no tranquilla io ecco… lo capisco non dovevo neanche chiedertelo! Scusami tanto ciao-

Disse frettolosamente e girandosi per andar via. Voleva sprofondare sapeva che non avrebbe mai accettato. Sapeva benissimo che lei non era come le altre e non lo sarebbe mai stata.  C’era qualcosa , una forza troppo grande che si opponeva a loro.

-no aspetta! Io non è che non voglia venire anzi…. Il fatto è che, oddio io odio essere in imbarazzo è qualcosa che non sopporto! Ti odio… (piccolo sospiro)… vedi il fatto è che io non sono mai stata ad Hogsmeade … -

Adesso era lui quello colto alla sprovvista.

-Non sei mai stata ad Hogsmeade?-

-no…- rispose lei senza guardarlo. Era la prima volta che la vedeva così indifesa, quasi piccola e ingenua. Sapeva che era a disagio si vedeva e lui non volle infierire più di tanto.

-beh e qual è il problema? Sarà un onore per me accompagnarti per la prima volta-





Arrivarono ad Hogsmeade prima di quanto immaginasse. Cassandra si sentiva totalmente spaesata,quello che vedeva era così diverso da tutto quello a cui era abituata. Nella strada principale  era stata tolta la neve per permettere alle persone di poter camminare tranquillamente, ma i tetti delle case ne erano ricolmi. Da queste  e dai locali usciva un rivolo di fumo dai camini. I negozi erano già addobbati a festa, con ghirlande, candele e dolciumi di ogni tipo.
 Tantissime persone entravano nelle botteghe e ne uscivano con pacchi regalo in previsione del Natale . I bambini ridevano e tiravano le mani dei genitori per convincerli a comprare qualcosa che avevano appena visto, o che magari sognavano da tempo. Cassandra si sentiva frastornata da quel turbinio di sensazioni che provava. Istintivamente e senza accorgersene prese la mano di Victor iniziando a trascinarlo per quella grande via, fermandosi davanti a tutte le vetrine proprio come se fosse una di quelle bambine felici.
Victor però si accorse di quel gesto e le strinse la mano ancora di più , sorridendo vedendola spensierata come mai prima.
Ad un tratto lei si fermò di colpo. Qualcosa in una vetrina aveva attirato la sua attenzione. Era una collana …
Era strano, di oggetti preziosi ne possedeva , ma quello non aveva nulla a che fare con tutto ciò che aveva visto prima. Era semplice ma bellissima proprio per questo.
Un semplice filo d’oro con un piccolo ciondolo a forma di cuore d’acqua marina. Si girò versò Victor, ecco perché l’attraeva tanto, i suoi occhi erano dello stesso colore limpido di quella pietra.

-Ti piace? –

- mmm… carina.- disse lei dandogli poca importanza.  Aveva già perso fin troppo del suo contegno.
-ti và di andare a prendere qualcosa di caldo da bere?-

Ancora una volta purtroppo , il suo entusiasmo prese il sopravvento tradendola.



Erano seduti nella locanda finalmente al caldo, con le mani attorno ad una tazza di burrobirra  fumante. Victor l’avrebbe potuta guardare per ore senza mai stancarsi. Specialmente quel giorno era uscita una parte di lei mai vista prima. Così piccola , quasi ingenua e timida lei che solitamente non lasciava mai trasparire emozioni e debolezze.

-Ti piace?-

-si molto … - rispose Cassandra allontanando il viso dalla tazza. Ad un tratto si mise a ridere.

-cosa c’è? –

-sei sporco … sul naso – disse mentre avvicinava la mano al suo viso per pulirlo. Stava ancora sorridendo ma quando se ne accorse cercò di ricomporsi.

Victor era felice che finalmente dopo mesi fosse riuscito a farla sorridere per la prima volta … anche se in realtà rideva di lui, ma non importava.

-Mi piace l’inverno, mi piace tanto Dicembre, le feste l’aria natalizia, i regali … a te piace il natale? –

Cassandra si incupì improvvisamente e Victor pensò di aver detto qualcosa di sbagliato.

-no .. non mi piace il Natale, non mi piace Dicembre… non mi piacciono le feste in generale. –

-neanche il tuo compleanno?- disse Victor per “rimediare”.

-SPECIALMENTE il mio compleanno … - evidentemente fallì nel suo intento … che ragazza difficile.

- a proposito quando sei nata?- Cassandra esitò un po’, ma poi rispose:

- il 18 … Dicembre-

-il 18? Ma è …-

-tra due giorni si lo so, ma non c’è niente di eclatante in questa notizia è un giorno come tutti gli altri quindi per favore chiudiamola qui grazie.-

-Ma … -

-GRAZIE- disse con fare minaccioso. Se il discorso per lei si concludeva lì bene, il giovane non era tanto stupido da continuare a parlarne, ma perché era così restia a prendere quell’argomento. Purtroppo sapeva che se era un no era un NO!



Tornarono al castello che era già l’ora di cena. Victor stava procedendo verso la Sala Grande ma Cassandra si fermò improvvisamente  prima di varcare la soglia. Sapeva che non potevano entrare insieme, sapeva che non era il caso che Victor si facesse vedere con lei …
Durante la cena il preside prese la parola, doveva comunicare qualcosa:

-Come ben sapete questi non sono tempi tranquilli per il mondo magico, quindi Il ministero della magia e la nostra scuola hanno creduto fosse meglio che per quest’anno nessuno torni a casa per le feste. È un fattore di sicurezza.-

Dai tavoli si iniziarono a sollevare voci e commenti di protesta . La McGranitt prese allora la parola:
-ragazzi questa decisione non è stata presa contro di voi , ma per voi, per tenervi al sicuro. Ma la bella notizia è che la sera di Natale per festeggiare daremo un bellissimo ballo –

Disse la professoressa con le migliori intenzioni e con un gran sorriso stampato in faccia. Ma non sarebbe bastato così poco per rallegrare i ragazzi delusi e che avevano già preparato i bagagli per tornare dalle famiglie. Cassandra questo lo sapeva bene. Non serviva la magia per capire cosa stessero pensando i suoi compagni.

Gli sguardi taglienti come lame la penetravano fino all’anima e lei per la prima volta non riuscì a sostenere quel peso, un peso infondo troppo grande per una ragazza di 18 anni. Così Cassandra, la figlia del Signore Oscuro, colui che non doveva essere nominato, si alzò e usci quasi di corsa dalla sala grande desiderando che quegli sguardi ricolmi d’odio finissero, desiderando di essere in qualsiasi altro posto al mondo, desiderando forse veramente per la prima volta di non essere mai nata.



Cassandra fu svegliata da un lieve raggio di sole che aveva fatto capolino tra le nubi invernali. Aprì gli occhi e desiderò immediatamente richiuderli. Si sentiva strana la piccola Riddle da quando era lì e non capiva neanche lei il perché. Si sentiva sola ma non era la stessa sensazione che provava da bambina. Tutti la odiavano lì, la disprezzavano per una colpa che in fondo non aveva neanche commesso. Additata e disprezzata per quel fardello che era il suo cognome . “Forse non sarei mai dovuta venire qui …”  Si ritrovò a pensare. Si alzò con quei pensieri dal letto e andò a prepararsi per le lezioni.

Mentre camminava per i corridoi qualcuno la chiamò, ma avrebbe riconosciuto la sua voce tra milioni.

-Cassandra , Cassandra aspetta-

Victor la raggiunse col fiatone.

-Certo che vai veloce tu … Senti , so che probabilmente mi torturerai e poi mi ucciderai lentamente e dolorosamente, ma volevo farti gli auguri e darti … questo!-

Cassandra era senza parole. Il ragazzo le stava porgendo un piccolo scatolino color porpora con un bellissimo fiocco in organza d’oro.
Non sapeva cosa fare non sapeva come comportarsi …

-beh in effetti ho la tentazione di cruciarti e non è neanche furbo da parte tua portarmi uno scatolo con i colori dei grifondoro!- disse lei provando a smorzare la tensione … invano.

- per tua informazione non sono “i colori dei grifondoro” (disse facendole il verso) siamo in periodo natalizio e … oh avanti non fare l’antipatica come sempre. Prendilo .. per favore.-

Cassandra allungò la mano per prenderlo e vide che tremava. Era un tremore talmente lieve che nessuno avrebbe potuto percepirlo, tutti tranne lei perché era qualcosa che non le era mai successo. Scartò lentamente il regalo, aprì lo scatolino di velluto blu e la vide … era la collanina che avevano visto insieme ad Hogsmade! Cassandra era senza parole, lui era l’unico che riusciva a fargli quell’effetto e lo detestava.

-so che avrai cose mille volte più belle e preziose ma ho pensato che …-

-No … è bellissima … ti ringrazio Victor – e sorrise, il suo vero primo sorriso . non un ghigno, non una risata di scherno ma un vero sorriso che proveniva dal cuore.

-dovresti farlo più spesso sai?-

-cosa?-

-sorridere … hai un sorriso bellissimo- disse il ragazzo accarezzandole il viso delicatamente.

- ora devo andare ci vediamo e buon compleanno!-
Victor si allontanò lasciando ancora la ragazza con quella strana sensazione addosso, pensando che quel giorno magari non sarebbe stato tanto male e che forse, per il suo compleanno, d’ora in poi avrebbe potuto fare una piccola eccezione e sorridere di più.


Spero vi sia piaciuto commentate e fatemi avere le vostre opinioni :) la seconda parte sarà un pò più movimentata eheh xD Grazie a tutte un bacio grande a presto :D

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Capitolo 4
*** Canti di Natale parte2 ***


Voglio ringraziare tutti quelli che leggono e mi fanno sapere ciò che pensano e in particolare Luna per le belle recensioni che mi lascia :) buona lettura.

Canti di Natale parte 2

Durante le “vacanze” di Natale che si stavano svolgendo ad Hogwarts, i professori naturalmente sospesero le lezioni sostituendole con delle “attività” ricreative.
La professoressa McGranitt per esempio,costringeva gli alunni a prendere lezioni di danza  in previsione del Ballo di Natale, un momento che già i nostri quattro eroi avevano vissuto non molto felicemente ai tempi del Torneo Tremaghi e che per loro sfortuna si stava ripetendo.

 Nonostante gli anni trascorsi Ron faceva ancora fatica a non cadere per terra ogni due passi e cosa ancora peggiore continuava a pestare i piedi della povera Hermione come se fosse un elefante imbizzarrito.

Madama Bump invece aveva organizzato, con grande entusiasmo degli alunni, un torneo di Quidditch e quel pomeriggio si sarebbe svolta la finale: Grifondoro vs Serpeverde.

I ragazzi si stavano già dirigendo verso il campo tutti rivestiti dei colori della loro squadra. Ron, Harry e Victor si stavano incamminando invece verso  gli spogliatoi per prepararsi, anche Victor infatti faceva parte della squadra da qualche anno come Cacciatore. Mentre scherzava e rideva con i suoi amici vide in lontananza Cassandra.

-ragazzi voi andate ho dimenticato una cosa vi raggiungo lì- e detto questo iniziò a correre per raggiungere la ragazza.

- ehi, che fai qui?-

-perché? – rispose lei.

- non vieni alla partita? C’è la finale non puoi mancare.-

-oh no non mi piace il Quidditch sembrate tanti avvoltoi che rincorrono delle palle- disse lei ridendo.

- oh beh grazie per il complimento! Avanti non vieni a fare il tifo per me?-

-Per te? E perché dovrei , tu sei l’avversario … il nemico. Dammi una sola buona ragione per stare dalla tua parte.-

Disse Cassandra avvicinandosi sempre di più al suo viso. Victor si era accorto che in realtà non si riferiva più soltanto alla partita, ma a qualcosa di più importante.
 Anche il nostro bel Grifondoro però sapeva di non essere niente male e di essere molto “apprezzato” dal gentil sesso e in fondo anche a lui piaceva provocare, così a sua volta  aumentò maggiormente la vicinanza tra loro.
Potevano entrambi sentire i loro respiri caldi sulla pelle.

- perché sono sicuro che anche tu in fondo pensi sia giusto … perché sono sicuro che alla fine vinceremo noi … e perché ti prometto che non te ne farò pentire … -

Cassandra provò un brivido sulla pelle, qualcosa mai provato prima. Voleva annullare le distanze tra di loro, baciarlo. Lo desiderava come non aveva mai desiderato nulla in vita sua. Victor avvicinò la mano al suo viso e la accarezzò delicatamente. Cassandra era bloccata , non aveva più nessuna padronanza del suo corpo era completamente persa negli occhi dell’altro. Ma all’improvviso qualcosa scattò in lei, un pensiero che la fece risvegliare dal quel sogno e la fece tornare alla realtà. Si allontanò da lui di scatto e aggiunse:

-bene Victor verrò alla partita ma sappi che non  farò il tifo per te … sono una Serpeverde io, non una traditrice. – e sorridendo andò via.



La partita era finita con la vittoria (naturalmente) dei Grifondoro. I professori avevano dato il permesso di fare una piccola festa di vittoria nella Sala Grande. Vi erano naturalmente tutti i Grifondoro, qualche Tassorosso e Corvonero e nessun Serpeverde come era ben prevedibile. Quando la squadra entrò nella Sala tutti li acclamarono come degli eroi e in fondo lo erano , avevano vinto contro i loro più acerrimi rivali.

La festa proseguiva tra musica, risate e divertimento quando all’improvvisò a poco a poco calò il silenzio. Tutti erano girati verso la grande entrata. La piccola Riddle era lì ferma e aveva attirato a sé l’attenzione di tutti. Harry subito scattò , raggiungendola con grandi passi veloci, i suoi tra amici lo fermarono ad un millimetro dal viso della ragazza.

-Che cosa vuoi Riddle? Vuoi rovinare anche questa serata? Non sei bene accetta qui.-

Le sue parole non la scalfirono minimante.

-sai pensavo che un minimo di galanteria la conoscessi, non è educato fiondarsi così su di una ragazza. Comunque calmati Potter non sono qui per te né per rovinare la vostra patetica festicciola. Sono qui per lui-  disse indicando con lo sguardo Victor.

Victor era un stupito ma allo stesso tempo molto contento anche se non poteva darlo a vedere di fronte agli amici.

-ragazzi fate continuare la festa io ci metto un attimo, andate forza- si stava dirigendo verso l’uscita quando harry lo trattenne per il braccio.

-sei impazzito Victor? Che ti salta in mente?-

-Harry per venire fin qui con tutti voi avrà qualcosa da dirmi, ci metto un attimo.- disse cercando di divincolarsi. Harry aumentò la stretta.

-Victor è da un po’ di giorni che ti osservo, sei strano, e passi troppo tempo con quella lì, pensi che non me ne sia accorto? È pericolosa stai solo cadendo nella sua trappola, ti vuole fare allontanare da noi non lo capisci?.-

Victor si stava veramente arrabbiando.

-Harry per l’amore del cielo vuoi piantarla? Non tutto gira attorno a Voldemort! E poi sono grande abbastanza per difendermi da solo in caso di “pericolo” . fai un favore a te stesso torna alla festa e goditi la serata è un consiglio da amico. Torno subito-

E detto questo si liberò dalla presa di Harry. Il ragazzo continuava a fissare le spalle dell’amico che si allontanava, poi guardò Cassandra e Dio,avrebbe scommesso quello che voleva,  quello sul suo viso era un ghigno soddisfatto.


-scusa io non volevo creare tutto questo casino, forse non dovevo venire … -

- no figurati Harry è così, pensa troppo. E poi mi ha fatto piacere che tu sia venuta non me lo aspettavo (disse sorridendo). Ehi ma … quella è la mia collana!-

Cassandra si maledisse mille volte come poteva negare l’evidenza?

-si … è la tua collana ecco … non l’avevo mai messa quindi volevo vedere come mi stava. E poi … -
- e poi?-

-e poi mi ricorda il colore dei tuoi occhi …-

Ma cosa aveva detto? Era impazzita? Ma sei scema o cosa ? si ritrovò a pensare. Teneva lo sguardo basso e Victor poteva giurare che le sue guance si erano lievemente tinte di rosso. Il ragazzo decise di farlo. Le prese la mano e disse:

-Cassandra ascolta … verresti con me al ballo di domani?-
Cassandra si sentì sprofondare e adesso? Che casino nel quale si stava cacciando. Allontanò la sua mano dalla presa di Victor.

- Victor senti io non penso di venire al ballo, e anche se decidessi … non verrei con te!-

Victor si sentì morire, era sicuro che avrebbe accettato si era accorto che anche lei non era indifferente alle sue attenzioni.
-Ma … ma perché?-

Cassandra tornò quella fredda di un tempo.

-Senti Victor è stato … divertente … passare del tempo con te, i regali le passeggiate e tutto il resto. Ma ora stiamo … stai … oltrepassando un confine pericoloso. Non è il caso che tu passi tutto questo tempo con me e soprattutto non è il caso che tu ti affezioni a me! Sai benissimo anche tu che questo non è possibile. Ora ciao torna alla festa, divertiti e trovati qualcuna da portare al ballo. –

Stava scappando, Cassandra stava letteralmente scappando da lui, ma non poteva permetterglielo. La prese per il braccio e la fece girare con forza. Lei non voleva neanche guardarlo.

-guardami, guardami Cassandra. A me non importa quello che la gente pensa o dice e non dovrebbe importare nemmeno a te.-

- a me non importa e lo sai benissimo-

- e allora qual è il tuo problema?-

-IL MIO PROBLEMA, VICTOR, SEI TU! Noi non potremmo mai stare insieme, mettitelo bene in testa. Quindi dimenticami … sarà molto meglio per entrambi.-

Victor lasciò la presa dal suo braccio e la ragazza scappò via. Sapeva di averlo ferito, sapeva che adesso l’avrebbe odiata ma era moto meglio così. Ma allora cosa era quella tristezza che provava? Perché gli occhi le bruciavano? Perché in cuor suo voleva correre da lui?




Tutti quella sera nel castello si stavano preparando per il tanto atteso Ballo di Natale. Tutti tranne la piccola Riddle. Lei era seduta nel suo letto a guardare fuori dalla finestra tentando disperatamente di richiamare a sé tutta la pazienza che aveva in corpo per non uccidere all’istante quelle ochette delle sue compagne di stanza, che urlavano, ridevano e spettegolavano eccitatissime per la serata.

Le odiava … stupide oche … finalmente però, dopo il suo ennesimo rifiuto all’ennesimo tentativo di convincerla ad andare alla festa, uscirono.
 Aaaah cosa era quella cosa che sentiva? SILENZIO, che bella sensazione. Si rimise a sedere a letto e a guardare fuori dalla finestra. Milioni di pensieri le vagavano per la testa, anche se un po’ monotematici … Chissà come stava Victor. Chissà com’era in abito da sera, bellissimo sicuramente, lui era sempre bellissimo. Chissà chi aveva portato alla festa … beh chiunque tu sia sappi che sei solo un rimpiazzo … Chiuse gli occhi voleva addormentarsi e non risvegliarsi più. La sua vita, la sua intera vita era sempre stata solo una sofferenza per un motivo o per l’altro. Sua madre … suo padre … Victor.

Aprì gli occhi … e se per una volta facessi IO quello che voglio … se per una volta smettessi di pensare alle conseguenze, cosa è giusto o è sbagliato … se per una volta VIVESSI IO LA MIA VITA.


La Sala Grande era splendida. Il bianco e l’argento predominavano. Le candele sospese a mezz’aria illuminavano l’ambiente donandogli un atmosfera unica. le colonne erano ricoperte da ghirlande verdi. E di fronte all’entrata un immenso albero bianco con bellissime decorazioni in oro lasciava senza parole tutti quelli che entravano.

La festa era cominciata già da un po’ e anche le danze si erano aperte. Le coppie erano formate. Ron con Hermione, Harry con Ginny. Tutti erano eleganti e belli e sembravano divertirsi nonostante la lontananza da casa. 
Ad un certo punto però tutti si fermarono, qualcosa o meglio qualcuno aveva attirato la loro attenzione, e si dirigeva fiera ed elegante verso la preda che aveva puntato.

-Potrei avere l’onore di questo ballo?-

Victor era al tavolo delle bevande, con un bicchiere in mano e quando si girò quasi  gli cadde dalle mani.

Cassandra era li ed era la cosa più bella che avesse mai visto. Indossava un leggero abito rosa antico che ne avvolgeva delicatamente le curve e ne esaltava la carnagione chiara come la neve. Un piccolo strascico appena accennato. Il corpetto invece creava un effetto vedo non vedo grazie a meravigliosi ricami in argento a forma di grandi fiori. Nessun gioiello , non ne aveva bisogno. I capelli raccolti con qualche ciocca lasciata a contornarle il viso. Era perfetta.

Senza aspettare risposta lo prese per mano trascinandolo in quella che era diventata per l’occasione la pista da ballo. Tutti la guardavano ma questa volta non perché fosse la figlia di Tom O. Riddle alias Voldemort. Ma per ammirarla in tutta la sua bellezza. La McGranitt fece a tutti segno di riprendere le danze e così fu.

-non mi aspettavo che venissi-

-lo so … la tua accompagnatrice mi starà sicuramente odiando …  -

-non ho portato nessuno al ballo-

-perché?- chiese lei stupita ma allo stesso tempo molto felice della notizia.

-la ragazza che volevo portare mi aveva rifiutato … portando un'altra avrei preso in giro me stesso e lei. Ed io non sono uno che gioca con i sentimenti delle persone.-

Era una frecciatina per caso quella?

-mi dispiace per quello che ti ho detto …-

-cosa è cambiato da ieri sera?-

Era molto serio in volto, era sicuramente ancora arrabbiato. Voleva delle risposte, era giusto .

-vieni seguimi.-


Stavano facendo una passeggiata fuori, le stradine nel parco erano state liberate dalla neve e ricoperte da candele tracciando il cammino  per le coppiette che desideravano un po’ di intimità. E in fondo qui era molto più tranquillo per parlare. Si sedettero in una panchina di pietra. La notte era fredda e il vestito di Cassandra era troppo leggero per una serata del genere. Un brivido le salì lungo la schiena. Victor se ne accorse e le poggiò la sua giacca sulle spalle. Lei lo guardò e sorrise.

-è questo che mi ha fatto cambiare idea, il modo in cui mi tratti. Nessuno mi ha mai trattata così. La gente mi rispetta solamente per timore , accontentavano ogni mio capriccio solo per paura, nessuno si è mai preoccupato di ciò che volessi veramente. Tu invece sei … diverso. Sei gentile con me perché vuoi esserlo. Tu hai voluto cercare in me qualcosa che gli altri avevano sempre dato per scontato e messo da parte. Io non ho mai potuto vivere a pieno la mia vita Victor, non sono mai stata libera di viverla come volevo, tutti hanno sempre deciso per me sin dall’inizio … e ora tutto questo che provo per me è nuovo …e ho paura.-

Victor era commosso da tutto quello, dalla sua fragilità, dal fatto che finalmente stava iniziando ad aprirsi e a confidarsi con lui e senza pensarci due volte la prese tra le braccia e la strinse.
Cassandra rimase ferma inizialmente non sapeva come comportarsi, ma era stanca di pensare, era stanca di farsi scrupoli voleva lasciarsi andare ne sentiva il bisogno. Ricambiò l’abbraccio. Un gesto semplice ma che le scaldò il cuore .
Si allontanarono non sapendo quanto tempo fosse passato, un minuto, un ora, un eternità.

Victor le scostò una ciocca di capelli che le era caduta sul viso.

-Sei veramente bellissima stasera-

Cassandrà si sentiva viva per la prima volta. I loro volti iniziarono ad avvicinarsi lentamente, sentivano i loro respiri caldi, le loro labbra si sfiorarono …

-Victor!-

I due ragazzi si allontanarono risvegliati bruscamente da quel momento magico.

Erano Potter con la Mezzosangue e pel di carota, pensò Cassandra infastidita e che mai come in quel momento avrebbe desiderato ucciderli nella maniera più atroce.

-Harry, Ron ,Hermione? Che ci fate qui? Mi avete seguito?-

-si e abbiamo fatto bene a quanto pare! Victor sei impazzito per caso che stavi facendo?-

-Harry adesso basta mi stai facendo veramente innervosire. Possibile che non ho la possibilità di avere cinque minuti di … privacy?- disse il ragazzo esasperato.

-privacy? Ma ti senti quando parli? Victor, che ti prende lei è il nemico è la figlia di Voldemort l’uomo che dobbiamo uccidere o te ne sei dimenticato forse.-

-No non me ne sono dimenticato Harry. (Cassandra intanto aveva una faccia un po’ indispettita, andiamo in fondo stavano parlando di uccidere suo padre in sua presenza un po’ di tatto) ma qui Voldemort non c’entra, questa cosa riguarda me e lei. NON VOLDEMORT, NON VOI, SOLO ME E LEI.-

Cassandra a quelle parole si sentì in dovere di intervenire.

-Potter ascolta. So che non ti fidi di me ed è comprensibile. Ma ti assicuro che non ho la ben che minima intenzione di far del male a Victor. Devi credermi-

- crederti? Perché dovrei credere ad una lurida serpe come te …-

-adesso stai proprio esagerando Harry , non ti permetto di rivolgerti così a lei-

Quelle parole lo avevano proprio irritato. Victor ed Harry erano ad un centimetro l’uno dall’altro le cose non si stavano mettendo affatto bene. Ron si frappose tra loro.

-ragazzi io credo che adesso stiamo tutti un po’ esagerando che dite. Harry se questo è quello che vuole bene se la sbrighi da solo , sono fatti suoi e piangerà lui le conseguenza se ce ne saranno.-

-Ron ma che dici? Ma siete impazziti tutti ? Lei è la figlia di Voldemort. Come potete anche solo pensare di fidarvi di lei?-

Hermione intervenne.

-Harry non è che noi ci fidiamo di lei, ma ci fidiamo di Victor e siamo sicuri che lui non farebbe mai niente per metterci in pericolo … in fondo lei non ha mai dato modo di essere …-

-cosa? COSA? Una sua complice? È SUA FIGLIA DANNAZIONE. Sapete che vi dico ? non mi interessa, fate quello che volete in fondo questa è la MIA guerra e posso anche combatterla da solo! –

E detto questo Harry  se ne andò lasciando Hemione in lacrime tra le braccia di Ron e Victor con un aria tra il triste e l’arrabbiato .
Cassandra non aveva parole, non poteva crederci. Harry Potter aveva appena abbandonato i suoi migliori amici.



Spero tantissimo che questo capitolo vi sia piaciuto  :D datemi le vostre opinioni a presto
Ah il vestito se magari foste curiosi è quello che Sandra Bullock indossò agli oscar di quest’anno , ho solo cambiato il colore :D

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Capitolo 5
*** Everything I do, I do it for you ***


Buongiorno a tutti :D innanzitutto mi scuso del ritardo. Per ora infatti è un periodo in cui sono particolarmente impegnata e non riesco a scrivere assiduamente. Mi scuso anche del capitolo, avrei voluto dedicargli più tempo e onestamente non è uno dei miei preferiti ma spero che siate clementi e che vi piaccia comunque almeno un po’ :) come magari avrete capito dal titolo mi ha molto ispirato la canzone “everything I do I do it for you” di Bryan Adams. a presto baci e buona lettura :D

Everything I do , I do it for you

 

Era passato quasi un mese dalla notte di Natale da quando Victor e Cassandra erano diventati una “coppia”. Alla ragazza in realtà non piaceva per niente quel termine affermava infatti che  “non le si addiceva” ma ciò nonostante per tutti lo erano. Li si vedeva sempre insieme (non mano nella mano naturalmente, quello non era veramente da lei) ridevano, scherzavano, si sedevano sempre insieme a lezione. Ma naturalmente non tutti i pettegolezzi parlavano di quanto fossero carini o quanto stessero bene insieme… Cassandra ormai era per tutti quella che aveva distrutto il gruppo di amici più famoso dell’intera Hogwarts e molti iniziarono a chiedersi se quello non fosse solamente un piano escogitato fin dall’inizio …

 

 

Victor e Cassandra erano seduti insieme a studiare. La ragazza ad un certo punto sentì uno sguardo fisso su di lei e senza neanche alzare gli occhi dal libro disse:

-che c’è?-

-cosa?- rispose Victor con l’aria di un bambino che prova a fare l’innocente .

-Perché mi stai fissando? Sai che non lo sopporto-

-non posso semplicemente guardarla mia ragazza?-

- … cosa devi chiedermi Victor?- (faccia di lui :  -_-“ )

- ascolta Cassandra … sai che ci tengo tantissimo a te e mi sembra di avertelo dimostrato più volte … ma se ci pensi , io in realtà non so praticamente nulla di te.-

Finalmente Cassandra spostò il suo sguardo dal libro al ragazzo .

- cos’è non ti fidi di me per caso?-

-no Cassandra questo non c’entra niente e lo sai benissimo … semplicemente … io non so nulla di te! Del tuo passato, della tua famiglia …-

Victor sapeva che sarebbe stato colpito da una maledizione senza perdono era solo questione di minuti. Cassandra chiuse con un colpo secco il libro, ecco che si stava preparando all’attacco …

-cosa vuoi sapere?-

Il ragazzo rimase per un attimo esterrefatto , pensava avrebbe reagito molto peggio conoscendola.

-beh ad esempio non so… parlami di tua madre! Chi è? O della tua infanzia … parlami di quello che vuoi –

Cassandra sapeva che quel momento sarebbe arrivato prima o poi , il momento delle mille domande, così anche se difficilmente iniziò a parlare:

-mia madre … in realtà non so molto di lei , non l’ho mai conosciuta. Mio padre mi ha sempre raccontato che mi abbandonò alla nascita. Era una Veela. (Cassandra sorrise vedendo l’espressione di Victor). Si narrano molte leggende sulle Veela. Da sempre sono considerate creature maligne, donne bellissime, capaci di sedurre qualsiasi uomo sulla terra, anche se questo fosse il peggior nemico. È per questo che sono tanto pericolose, potrebbero uccidere la loro preda senza che questa se ne renda conto.

Le Veela sono creature fedeli … non sopportano che le si inganni e possono essere terribili con chi infrange una promessa , inoltre non esiterebbero neanche un secondo a sacrificarsi per amore. Queste creature oltre che i normali poteri di una strega possiedono la capacità se adirate, di trasformarsi in delle furie con lunghi artigli da rapace e non c’è alcun modo di fermarle se non dopo aver ucciso la loro vittima.

Si so cosa stai pensando, sembrano tanto carine e invece … Per quanto riguarda mio padre invece beh, lui scomparve per 13 anni … 13 lunghi anni e quando ricomparve  ormai io ero troppo grande ed anche il tempo trascorso era troppo  … naturalmente ero felice che lui fosse tornato!

È per questo che sono così Victor, è per questo che odio le feste. Non c’era compleanno, Natale in cui io non fossi sola. Ma col tempo ho imparato a tenere per me tutto quello che provavo bello o brutto che fosse, ed è per questo che non riesco ad aprirmi, per me è tutto nuovo.-

Victor l’aveva ascoltata senza mai interromperla.

-quindi tu … tu hai mai usato …-

-i miei poteri da Veela con te? No Victor io non uso quasi mai quella parte di me e comunque ora sai che non sto con te per un piano o cose simili altrimenti avrei potuto fare cadere ai miei piedi direttamente Potter non credi?

Victor continuava ad ascoltarla ed effettivamente tutto ciò che diceva aveva senso, perché usare lui quando poteva benissimo fare diventare Harry il suo burattino.

Un'altra domanda però gli sorse spontanea.

-ma non hai mai pensato di cercare tua madre?-

-mia madre? E a che scopo? Se non mi voleva alla nascita non penso mi avrebbe aperto il suo cuore da adulta-

Victor sapeva si sarebbe pentito delle parole che stava per pronunciare.

-ma … non hai mai pensato che magari lei in realtà … non ti abbia abbandonata?-

Cassandra si girò verso di lui, con un espressione tra l’arrabbiato e il confuso.

-che vuol dire?-

Ecco ma poteva esistere uomo più stupido sulla faccia della terra?

-semplicemente non capisco come mai ti abbia abbandonata! Insomma  doveva certamente sapere chi fosse tuo padre non credo possa averla “costretta”, e se ha deciso di stare con lui nonostante tutto perché abbandonarti ?-

-Victor mi stai veramente dando sui nervi smettila adesso ok? Non so quali pensieri ti stiano passando per la mente ma è ora che tu la smetta.-

Detto questo Cassandra si alzò di colpo andando via e lasciando il povero Victor solo con sé stesso ed i suoi pensieri.

 

 

Cassandra camminava spedita per il lungo corridoio che l’avrebbe portata a lezione ancora arrabbiata per la discussione di qualche ora prima. Sentì una voce chiamarla ma lei fece finta di niente proseguendo. Una mano le strinse il braccio e la costrinse a fermarsi.

-Cassandra senti mi dispiace io non dovevo intromettermi hai ragione ti chiedo scusa-

Era strano Victor era l’unica persona con la quale non riusciva ad essere arrabbiata. Sospirò.

-no hai ragione è che a me non piace parlare di tutto questo scusa …-

- ti prometto che non ti chiederò più niente allora –

Un gentile sorriso si aprì sulle labbra del ragazzo. Era così dolce, lui che cercava sempre di rasserenarla, di dirle la cosa giusta solo per farla sorridere. Lo prese per mano, lì davanti a tutti e insieme iniziarono ad incamminarsi verso l’aula. 

 

 

Le  lezioni erano finite e gli studenti dopo il pranzo si stavano recando tutti o verso la biblioteca per studiare o alle proprie sale comuni per un po’ di meritato riposo. Mentre i fidanzatini dell’anno uscivano dalla Sala Grande incrociarono Harry che li guardò e li oltrepassò come se niente fosse. Cassandra lanciò un occhiata verso Victor e vide che il suo viso si era oscurato. Era dal giorno della lite che non si parlavano e sapeva che la cosa lo feriva. Ron ed Hermione tentavano di mettere la pace , cercavano spesso di parlare con Harry e spiegargli la situazione ma lui era proprio una testa dura. Non sopportava di vedere Victor così e non poter fare niente specialmente perché sapeva che in fondo era lei la causa di tutto.

-Victor senti io mi sono ricordata che avevo promesso di aiutare Pansy e le altre per un compito urgente ci vediamo dopo ok?- e dopo avergli posato un leggero bacio sulle labbra scappò via senza dargli il tempo di riflettere … aspetta un momento … da quando Cassandra aiutava qualcuno per un compito?

 

 

-Potter, Potter fermati devo parlarti … -

Il ragazzo proseguiva per la sua strada incurante dei richiami anzi aumentando sempre più il passo ma qualcosa alla fine lo costrinse a fermarsi : era come paralizzato.

-Perché con te devo sempre usare le maniere forti me lo spieghi?-

-Liberami Riddle adesso-

-non credo che tu sia nella posizione di dare ordini Potter quindi calmati. Prometto di liberarti ma tu ascoltami … ho solo bisogno di parlarti.-

Vedendo che il ragazzo non rispondeva ma neanche imprecava contro di lei mantenne la promessa liberandolo. Forse era disposto ad ascoltarla e lei non si fece sfuggire l’occasione.

-ascoltami bene Potter perché non ti dirò queste cose un’altra volta. Non sono solita mettere in scena questi teatrini quindi già da questo dovresti capire le mie intenzioni. A me non interessa che tu mi creda o no ma io ci tengo veramente a Victor e non gli farei mai niente del male. Tu hai le tue buone ragioni per non fidarti di me questo lo capisco … ma … per favore … non avercela con lui. Lui ci sta male ed io non sopporto di vederlo così, anche se quando è con me prova ad essere allegro e spensierato so che in realtà sta pensando ad altro. –

Harry la stava ascoltando in silenzio voleva veramente capire fino a che punto fosse disposta a spingersi.

-Lui è l’unico che sia mai riuscito a vedere in me qualcosa di diverso.

 Non sei stupido Potter anzi,  forse entrambi siamo gli unici a capire veramente come finirà tutto questo. Sappiamo entrambi che una guerra ci sarà e che soltanto uno ne uscirà vincitore … proprio per questo Potter ti prego, non costringermi ad allontanarmi da lui adesso. Prova a non vedermi come la figlia di Voldemort ma solo come Cassandra una semplice ragazza che tiene veramente al tuo migliore amico. Arriverà il momento dell’odio , arriverà il momento di lottare e allora saremo solo tu ed io te lo prometto, ma non adesso. Quello che avevo da dirti te l’ho detto, ora spetta solo a te decidere.-

Dicendo questo Cassandra si voltò e si allontanò non lasciandogli il tempo di replicare.

 

 

 

 

La piccola Riddle era nella Sala Comune assorta nella lettura di un libro di fronte al camino scoppiettante quando sentì che qualcuno si sedette nel divano accanto a lei: era Victor.

-ciao-

-ciao – disse lei sorridendo e chiudendo il libro.

Victor la attirò a sé , la strinse tra le braccia mettendosi a guardare le fiamme ardenti nel camino.

-Oggi ho parlato con Harry sai , mi ha chiesto scusa , o meglio non è che mi abbia chiesto proprio scusa però gli dispiaceva per come si era comportato …-

-ah bene sono contenta, era ora che quello stupido rinsavisse –

Era bello stare al caldo tra le grandi e forti braccia del ragazzo, la facevano sentire protetta. Lui continuò:

-Harry mi ha detto che sei andata a parlargli … grazie.-

Cassandra si irrigidì Ma che cavolo stupido Potter ma che motivo c’era di dirglielo?

-come mai l’hai fatto? In fondo lo odi … -

-si potrò anche odiare lui ma di certo a te ci tengo.-

Quelle erano le prime vere parole dolci che gli diceva e Victor si sentì ancora più felice.

-Vieni con me ho una sorpresa per te!-

 

 

 

 

-posso aprire gli occhi adesso?-

-Aspetta ancora un momento … ok ora puoi-

Cassandra aprì gli occhi intorpiditi e si ritrovò in una splendida camera da letto. Al centro della stanza c’era un enorme baldacchino sui colori del bronzo. Ovunque ci si girasse vasi di rose rosse attiravano lo sguardo e bellissime candele illuminavano la stanza donandole un atmosfera ancora più romantica. Un profumo dolce ti inebriava , tutto era perfetto sembrava di essere all’interno di un bellissimo sogno.

-ti piace?-

Le parole di Victor la riportarono alla realtà.

-Victor è … bellissimo … non so cosa … che significa?-

Il ragazzo la fece girare. Si tenevano per mano, si guardavano , lui parlò:

-Tu sai cosa significhi per me Cassandra … non mi sono mai lasciato intimorire né da te né da tutti quelli che dicevano che non valesse la pena tentare. Dal primo momento in cui ti ho vista ho capito che tutto sarebbe cambiato,che la mia vita sarebbe stata diversa. Ho fatto di tutto per farmi notare da te non mi sono mai arreso neanche quando mi dicevi che tutto questo era impossibile e ora che ci sono riuscito, ora che tu sei mia,che sei qui con me, ora che ti sei insinuata e ti sei impossessata della mia vita e della mia anima … ti chiedo di tenermi con te per sempre così come sono.

Non c’è più nulla al mondo per cui valga la pena lottare e vivere , sarei disposto a sacrificare la mia vita per te e quando verrà il momento non allontanarmi, non buttare all’aria tutto questo per un uomo che non hai neanche mai conosciuto veramente, per uno sconosciuto che chiami padre. Ormai Cassandra tutto quello che esiste al di fuori di noi non ha senso e qualsiasi cosa dico, ogni mio singolo respiro, qualsiasi cosa faccio … la faccio per te. Ti amo Cassandra-

Se Cassandra in quel momento non fosse stata tra le braccia di Victor sicuramente le sue gambe non l’avrebbero sorretta. Quelle cose , quelle parole così dolci, aveva appena detto di amarla. Victor l’aveva cambiata questo era certo, come poteva lei rinnegare tutto quello che era nato tra di loro? ma come poteva allo stesso tempo tradire suo padre... Cassandra provò a parlare ma dalla sua bocca non uscì alcun suono e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Victor se ne accorse, sorrise:

- non sono stupido, non voglio che tu mi risponda adesso, sono sicuro che quando arriverà il momento il tuo cuore ti dirà cosa è giusto fare… e poi non ti ho portata qui per farti piangere!-

Prese tra le braccia la ragazza e la adagiò  delicatamente sul letto,lui le si mise sopra facendo peso sulle braccia e iniziò a baciarla. Le loro lingue iniziarono una danza frenetica , le loro mani si accarezzavano dolcemente e con passione allo stesso tempo. Si desideravano come mai prima, come se sentissero che dovevano godere di ogni singolo istante che gli rimaneva, come se sapessero che presto tutto quello gli sarebbe stato strappato via. Ma in quel momento niente oltre loro due esisteva. Al di fuori di quella stanza nulla aveva importanza e i loro corpi si intrecciavano bisognosi di sentirsi un’unica cosa. Fecero l’amore non sapendo bene quanto tempo alla fine fosse passato, neanche quello era importante ,speravano anzi che il tempo si fermasse, desideravano che l’alba non arrivasse mai perché quella stanza era diventata il loro piccolo mondo, un mondo dove non esistevano nessun Harry Potter nessun Voldemort, né Serpeverde né Grifondoro, nessuna guerra … il quel mondo esistevano solo loro, Victor e Cassandra.

 

Finalmente una scena d’amore  :D non sono molto brava con queste cose credo si sia capito vi chiedo scusa xD spero comunque la storia stia continuando a piacervi. Per quanto riguarda la descrizione della Veela alcune cose sono state prese da internet altre completamente inventate xD il prossimo capitolo (che anticipo sin da ora arriverà in ritardo :( ) sarà il penultimo o l’ultimo devo pensarci ancora un po’! detto questo grazie a tutti quelli che mi seguono in silenzio e a tutti quelli che invece mi fanno sapere ciò che pensano! Un bacio a tutti a presto :D

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Capitolo 6
*** Cattivi presagi ***


Cattivi Presagi


I mesi passavano velocemente, tanto che la primavera era ormai alle porte. I quattro amici avevano finalmente risolto i loro conflitti, Harry e Cassandra non si potevano certo definire grandi amici ma, come affermavano loro stessi la loro era una “convivenza pacifica”.

I due giovani amanti erano seduti all’ombra di un albero sulla riva del lago. Erano in silenzio mentre Victor le accarezzava dolcemente i capelli. Spesso le parole tra loro non servivano, bastava uno sguardo per capirsi, perché quella che si era creata tra loro era una magia più forte di qualsiasi altra. Erano andati contro tutto e tutti e adesso sembrava che potessero finalmente godersi quegli attimi preziosi.

-come si chiama quella favola che mi hai raccontato l’altro giorno?-

Disse Cassandra mentre si godeva le delicate carezze del ragazzo.

-Romeo e Giulietta e non è una favola è una tragedia di un grande scrittore inglese: Shakespeare! Ma davvero non lo conosci? Certo che sei proprio ignorante.-

La prese in giro Victor ridendo!

-non sono ignorante … semplicemente non conosco il mondo babbano, sono cresciuta con le fiabe di Beda il Bardo IO … piuttosto mi chiedo come mai tu la conosca?!-

-beh, i miei genitori non si sono mai soffermati su pregiudizi come quelli sulla purezza del sangue e a mia madre piaceva tantissimo l’arte ecco tutto .-

Cassandra pensava che in fondo quella era una bella cosa, se ci fossero stati meno pregiudizi forse il loro mondo sarebbe stato molto migliore.

-Victor … com’è tua madre?-

Quella domanda colse di sorpresa il ragazzo , ma rispose senza pensarci due volte:

-è bellissima … è davvero una bellissima donna. Ha stupendi occhi verdi e lunghi capelli biondi che però spesso tiene raccolti. È dolce ed è sempre gentile con tutti. Ricordo che ogni notte, quando ero piccolo,  mi cantava una canzone e rimaneva con me finché non mi addormentavo. O ancora che quando stavo male, magari avevo la febbre troppo alta, lei non si allontanava mai e rimaneva tutta la notte con me. Penso che le piaceresti sai? Devo fartela conoscere un giorno di questi.-

Victor però si accorse troppo tardi dell’aria malinconica di Cassandra. Purtroppo le parole gli erano uscite senza pensare e senza riflettere veramente su cosa diceva. Cercò di cambiare subito discorso.

-comunque per tua informazione, Romeo e Giulietta non è affatto una storia stupida…-

-beh cosa c’è di bello in due ragazzi che si uccidono?-

-ma mica devi vederla così! Sono due innamorati che si uccidono perché convinti che non potranno mai stare insieme-

-sembri una femminuccia (disse Cassandra ridendo) e poi avanti nessuno nella vita reale si ucciderebbe davvero “per amore”-

-io per te lo farei …-

Victor era diventato improvvisamente serio, troppo serio. Lo guardò negli occhi e vi lesse qualcosa di strano: passione, amore, tristezza … paura …

Ma Cassandra non poteva lasciarsi travolgere in quel modo. La piccola Riddle ormai non era più quella di prima e lei se ne era accorta. Avrebbe mandato tutti al diavolo per poter semplicemente stare con lui, per poter guardare per l’eternità quel sorrido tanto radioso che ormai aveva illuminato la sua vita e il suo cuore. Cassandra però sapeva che i fatti non sarebbero mai equivalsi ai pensieri, doveva riuscire a mantenere un certo distacco da lui, non poteva lasciarsi completamente andare altrimenti non sarebbe mai più riuscita a liberarsi da quelle catene che la legavano a Victor …

-Beh io no , caro il mio Romeo. Quindi prima di fare una qualche stupidaggine sappi che non sono il tipo che si ucciderebbe per qualcuno .- disse lei ridendo, alzandosi e correndo via da lui.

Victor decise di stare al gioco.

-ah si? E brava adesso ti faccio vedere io… - disse mentre si alzava per inseguirla.
Cassandra era velocissima ma al tempo stesso leggiadra e delicata come una ninfa. Victor però riuscì a raggiungerla e a farla cadere a terra.

Si stesero sul prato  e lui la bloccò col suo corpo. Le risate dei due ragazzi riecheggiavano per tutto il lago. Si guardarono e poco dopo iniziarono a baciarsi. Victor non sapeva se il quel momento fosse stata la sua parte Veela a fargli totalmente perdere il controllo ma in realtà non gli interessava. Ormai era consapevole di quello che provava per Cassandra. La desiderava, desiderava le sue carezze, i suoi baci, quelle labbra che per lui erano ormai come un dolce veleno del quale non  poteva più fare a meno. Non capiva cosa gli avesse fatto, giorno dopo giorno la sua anima si stava ammalando, era terribile il pensiero di poterla perdere e lui non lo avrebbe mai permesso.

- scusate il disturbo …-

I due ragazzi si allontanarono e videro davanti a loro Harry, Ron ed Hermione. Certo che quei tre sapevano proprio quando arrivare , pensò Cassandra.
 Fu Harry a rompere il silenzio:

-scusa Victor non volevamo disturbarvi ma … dovrei parlarti di una cosa … in privato…-

Cassandra notò che i tre erano terribilmente seri, e vide che a quelle parole anche Victor cambiò espressione.

-arrivo … torno subito-

Detto questo i quattro amici si allontanarono quanto bastava per non farla ascoltare.

Cassandra notò la faccia preoccupata di Hermione e quella seria dei tre ragazzi. Gesticolavano, erano molto nervosi.

Cosa stava succedendo? Perché lei non doveva ascoltare? Poteva forse essere quello che pensava? …

“ –Mi raccomando Cassandra, ricordati quello che ti ho detto, devi prestare la massima attenzione e non abbassare mai la guardia-
-certo padre, non vi deluderò … “

-Cassandra …?-

Immersa nei suoi pensieri non si era accorta che Victor l’aveva raggiunta e la stava chiamando.

-Ehi tutto ok?-

- si si ero sovrappensiero, tu invece? Tutto bene?-

- si tutto bene ma ora devo andare un attimo con Harry e gli altri,dobbiamo finire una cosa, ci vediamo dopo ok?-
E detto questo , sfoggiando il suo miglior sorriso, Victor le posò un leggero baciò sulle labbra e si allontanò con gli altri.

La ragazza era nervosa, un brutto presentimento la stava attanagliando come le spire di un serpente. Doveva fare qualcosa, doveva capire se la sua sensazione era fondata.
Aveva l’impressione che il piccolo mondo che si era a poco a poco costruita stesse lentamente iniziando a sgretolarsi …




Ed eccomi qui col nuovo capitolo :D scusate ancora per questi ritardi, purtoppo non ho molto tempo a disposizione :( come avevo promesso ad una persona cercherò di allungare maggiormente la storia , spero comunque stia continuando a piacervi :D ora vi lascio a presto un bacio :)
ah se magari foste curiosi io immagino Cassandra come Olivia Wilde ( che secondo me è una donna bellissima **) e penso che lei e lui stiamo veramente bene insieme xD a presto un bacio :)

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Capitolo 7
*** Segreti ***


Allora ragazzi chiedo immensamente scusa per l'enorme ritardo! con questo capitolo entriamo nel vivo della storia , buona lettura :)

Segreti


Cosa stava succedendo? Possibile che i suoi presentimenti fossero fondati?
Miliardi di pensieri affollavano la mente di Cassandra. Da quando Victor era andato via con Harry e gli altri,  non aveva più avuto sue notizie.
Cassandra era preoccupata, aveva il presentimento che fosse qualcosa di molto più serio , qualcosa che avrebbe distrutto quella nuova tranquillità che lentamente si era impadronita della sua vita.
L’ora di cena era arrivata, decise così di andare nella Sala Grande.
Appena entrata il suo sguardo cadde sul tavolo Grifondoro e , come aveva immaginato, i quattro amici non erano lì.

Cassandra si sedette fiera come una regina al suo posto, nessuna preoccupazione traspariva dal suo volto,ma dentro di lei, un incendio divampava impetuoso. Doveva fare qualcosa e doveva farlo alla svelta.

L’indomani era domenica e tutti i ragazzi si stavano godendo la bella giornata che ormai la stagione offriva. Mentre Cassandra era seduta sulla riva del lago nero, qualcuno le si mise accanto. Non le serviva girarsi per capire chi fosse.

-Ciao …-

- … Ciao –

Victor sapeva che era arrabbiata.

-    Che fine hai fatto ieri?-

-    …oh niente di particolare, te l’ho detto, dovevo fare una cosa con Harry e gli altri, scusa se ti ho lascito sola.-

-    E cosa?-

Il ragazzo iniziava a sentirsi sotto interrogatorio. C’era qualcosa che non andava. Era capitato altre volte infatti che, a causa di un suo impegno, o per lo studio o per il Quidditch,fosse costretto a lasciarla sola, ma lei non si era mai comportata così. Perche voleva tanto sapere cosa avesse fatto?!

-Niente di particolare, abbiamo dei compiti arretrati per Piton .. ma perché sei così curiosa? Sei diventata una fidanzatina gelosa all’improvviso ? – disse Victor ridendo.

 Ma il sorriso si spense immediatamente. Lo sguardo di Cassandra metteva letteralmente i brividi.

-    Cassandra che hai? Cosa c’è che non va? –

-    Non lo so Victor, dimmelo tu … c’è qualcosa che non va?-

I due ragazzi si guardavano con sfida. C’era tensione tra loro, come se entrambi sapessero troppo. Come se entrambi avessero un enorme segreto da nascondere all’altro.

-Tu non mi mentiresti mai vero Victor? –

Victor la scrutò per un attimo.

-no mai …-

Cassandra lo scrutò per un attimo.

Poi il suo viso si rilassò, emanando una calma quasi inquietante … sorrise …

-bene … allora non c’è nulla che non vada Victor … ora devo andare, ho una cosa da fare.-

Disse così , poi, gli prese il volto tra le mani e lo baciò. Senza guardarlo scappò via. Victor rimase lì, fermo, assaporando ancora quel bacio che sapeva di addio.





Cassandra sapeva che lo avrebbe trovato nella sala comune, nel suo “regno” in dolce compagnia di una delle troiette di turno, ed infatti non appena entrò , lo vide seduto nella sua poltrona con la prescelta del giorno. Draco Malfoy alcune volte era fin troppo prevedibile. Tutta la scuola aveva pensato che al suo arrivo lo avrebbe immediatamente spodestato dal suo regno. Ma la cosa non le interessava minimamente. Si avvicinò , incurante del “disturbo” che avrebbe arrecato.

-    Malfoy ho bisogno di parlarti … adesso!-







Erano passate diverse ore dalla conversazione con Draco e adesso Cassandra stava aspettando guardando fuori dalla finestra. La pioggia batteva forte sui vetri … anche il tempo aveva capito cosa presto sarebbe accaduto …

La piccola Riddle non voleva arrivare a tanto , ma non aveva scelta. Tutto quello che aveva creato con Victor era troppo prezioso perché una stupida e insulsa guerra lo distruggesse.
Sentiva il vociare delle sue compagne di stanza in sottofondo, senza capire realmente di cosa stessere parlando. Ma ad un tratto si sentì morire.

Cassandra cadde a terra premendosi la testa , credeva le sarebbe scoppiata tanto era lacerante il dolore. Sentiva delle urla , le sue urla. Suo padre era furioso, lo sentiva e forse sapeva anche il perché. Le due compagne di stanza le corsero incontro ma Cassandra non riusciva a capire nulla di quello che dicevano.

A poco a poco, le urla iniziarono a cessare e la testa a pulsare sempre meno. Anche se ancora dolorante, si costrinse con tutte le sue forze ad alzarsi. Doveva correre da Victor , ormai non le rimaneva più molto tempo.





Correva, correva come non aveva mai fatto in vita sua, doveva trovarlo e doveva farlo subito! Alla fine di quel corridoio vide Malfoy, era sconvolto ma la cosa non le interessava anzi, la furia la pervase. Lo prese e lo spintonò al muro.

-Cosa di quello che ti ho detto, non hai ben capito? QUALE PARTE?  Non doverli perdere MAI di vista o il dovermi portare quello che cercavano?-

Malfoy tossì , aveva dei tagli lungo il viso doveva essere successo qualcosa. Lo lasciò andare.

-    Io … mi dispiace li ho seguiti, erano in una stanza e noi abbiamo provato a prendere per primi quell’oggetto ma … poi Goyle …

-    Io non me ne faccio nulla delle tue scusa Malfoy … vai via… -

Draco andò . Lei aveva fallito ed ora, la cosa migliore da fare era trovare alla svelta Victor e raccontargli ciò che stava per accadere.

Ma  fu proprio lui a trovarla per primo.

-Cassandra … che ci fai qui a quest’ora?-

Harry era li, ma era rimasto qualche passo indietro. Anche loro sembravano un po’ provati.

-Cosa avete fatto Victor?-

Le lacrime premevano per uscire ma lei fu più forte, riuscendo a ricacciarle indietro.
Victor però notò il suo comportamento e le prese le mani per calmarla.

-Cassandra che succede? Che hai?-

-TU NON DOVEVI MENTIRMI VICTOR , NON SU QUESTO!-

- ma di cosa stai parlando?-

-DEGLI HORCRUX VICTOR! Di cosa altrimenti!-

Victor spalancò gli occhi. Harry strinse i pugni a causa della rabbia.

Il ragazzo lasciò andare le sue mani , era sconvolto.

-Tu … tu sapevi tutto e … non mi hai mai detto niente?... SAPEVI DOVE ERANO NASCOSTI?-

Harry si intromise.

-E naturale che lo sapeva Victor… è SUA FIGLIA! LEI è SEMPRE STATA DALLA SUA PARTE!-

Adesso fu Cassandra e prendere per mano il ragazzo.

-    No Victor non è vero! O meglio forse era così all’inizio .Io ero stata mandata qui per tenervi d’occhio ma… poi ho conosciuto te e devi credermi , tutto è cambiato. Victor credimi, non sarei qui per avvisarvi che dovete andare via! Lui sa che avete distrutto quell’oggetto e… -

Lo sconcerto iniziale di Victor però si era tramutato in rabbia. Si allontanò malamente da lei. Lui si era aperto, si era fidato … e lei lo aveva usato in quel modo.

-    Tu … mi hai fatto … mi hai fatto credere che a me ci tenevi … INVECE ERA TUTTA UNA BUGIA! Io mi sono illuso che per te valessi qualcosa. Mi sono messo contro il mondo intero per te, ho litigato con i miei amici per te e per cosa? Per essere ripagato così? Ma sai cosa ti dico? Che ho smesso di fidarmi di te! Cos’è la tua? una trappola per portare me ed Harry dal tuo caro paparino? Beh tesoro mi dispiace non ci casco più … dal male può nascere solo male ma io l’ho capito troppo tardi.-

Quelle parole per Cassandra erano state peggio di una pugnalata. Forse, se l’avesse cruciata , avrebbe provato meno dolore.

Victor le aveva voltato le spalle lasciandola lì, sola in mezzo a qual corridoio vuoto, ma ad un tratto delle voci ruppero quel silenzio spezzato solo dai passi dei due ragazzi.
Due dei quattro caposcuola correvano dalla loro parte urlando e a quelle parole, Harry e Victor si voltarono verso Cassandra, vedendo solo consapevolezza nel suo sguardo! Le parole rimbombavano per tutto il corridoio…

-Mangiamorte… i mangiamorte sono ad Hogwarts!-






Allora voglio fare delle precisazioni. La storia, come avevo già detto, è ambientata in un ipotetico settimo anno dove tutti sono tornati a scuola in attesa della guerra contro voldemort e nella ricerca degli ultimi Horcrux.
La ricerca e la distruzione della coppa Tassorosso e degli altri Horcrux è stata prima! i quattro (nella mia storia) amici sono a scuola appositamente per la ricerca degli Horcrux ma la guerra inizia ora e non con il loro rientro :)
Detto ciò spero che il capitolo sia piaciuto almeno un pò, mi farebbe molto piacere sapere che ne pensate :) grazie a tutti quelli che seguono :) un bacio alla prossima!

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Capitolo 8
*** La guerra ha inizio ***


Bene ragazzi eccomi con il nuovo capitolo :) spero vi piaccia, buona lettura e fatemi sapere!

* queste frasi sono direttamente prese dal film (o libro).



La guerra ha inizio


-I mangiamorte? Siete sicuri? –

Harry e Victor cercarono di calmare i due ragazzi e di farli parlare.

-    Vi assicuro che erano Mangiamorte! Stavamo ispezionando i corridoi e li abbiamo visti dalla finestra e non erano soli! Dobbiamo avvertire i professori , dobbiamo fare qualcosa!-

La ragazza era in lacrime, mentre il compagno parlava con Harry e Victor. E adesso? Cosa avrebbero fatto? Li avevano colti di sorpresa, nessuno si aspettava quell’attacco immediato, direttamente ad Hogwarts poi. Cosa dava la sicurezza a Voldemort di poter arrivare a scuola e vincere su tutti?

Le urla però, avevano riscosso il successo sperato e ragazzi e professori iniziarono ad affollare i corridoi. La Professoressa McGranitt capeggiava gli insegnanti .

-Cosa sta succedendo ragazzi, cosa sono queste urla?-

-Mangiamorte professoressa, i Mangiamorte sono qui a scuola e non sono soli! Si stanno preparando per attaccare!-

A quelle parole ci fu un boato generale .
Il panico e la paura si impadronirono dei ragazzi e anche dagli occhi dei professori traspariva lo stesso terrore, ma cercarono in tutti i modi di mantenere la calma.

- Madama Chips si faccia aiutare a portare tutti gli studenti in una parte sicura del castello. Io e gli altri professori cercheremo di creare una barriera per rallentare il loro cammino.-

I ragazzi in preda al terrore , iniziarono a seguire quelli che li avrebbero portati in un luogo sicuro. Hermione e Ron intanto, avevano raggiunto gli altri due amici e tutti e quattro insieme si diressero verso la McGranitt.

-Professoressa ci lasci venire con voi la prego, noi potremmo essere d’aiuto!-

-No ragazzi è troppo pericoloso, per favore seguite gli altri vostri compagni …-

La professoressa non riuscì a finire la frase, una voce si propagò per tutta la scuola. Una voce che sembrava provenire direttamente dall’inferno!

-So che molti di voi vorranno combattere; alcuni di voi penseranno perfino che combattere sia saggio, ma è una follia! Consegnatemi Harry Potter! Fatelo e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry Potter e io lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e sarete ricompensati. Avete un'ora.-*

Il sangue si gelò nelle vene dei presenti.
-Io devo andare …-

-no Harry non puoi è troppo pericoloso!-

-Hermione hai sentito? Vuole me! È la cosa migliore, lo affronterò solo… in fondo, è una guerra tra noi due.-

-Harry, se tu vai io vengo con te-

-No Victor è meglio che voi tre rimaniate qui , nel caso … beh si, nel caso qualcosa andasse storto.-

Un sorriso amaro si aprì nelle labbra del giovane. Hermione a quelle parole scoppiò in lacrime. I quattro amici si abbracciarono.

Cassandra intanto, osservava la scena da lontano. Una morsa le attanagliò lo stomaco … era questo che le persone chiamavano “rimorso”? Decise che doveva fare qualcosa, avvisarli prima che fosse troppo tardi.

-Victor … Harry non può vincere, VOI non potete vincere, ti prego devi ascoltarmi! Io posso provare a parlargli e …-

- E cosa Cassandra? Dovremmo arrenderci così senza fare nulla? SENZA COMBATTERE? No mi dispiace, tu e tuo padre non avete capito proprio nulla!-

-Victor, se dico queste cose è perche sono certa di ciò che dico. C’è ancora l’ultimo Horcrux da distruggere e non sarà facile, credimi.-

-Harry sa già cosa dobbiamo distruggere, non preoccuparti … anzi,forse dovresti iniziare  a pregare per quell’essere che chiami padre.

Victor si stava allontanando ma Cassandra lo trattenne per il braccio.

-Victor non sarà così facile … vieni con me! Saresti al sicuro così ed io …-

-  TU COSA CASSANDRA? Noi due non abbiamo più nulla da dirci! Mi hai tradito, tu sapevi tutto, sapevi quali fossero gli Horcrux e dove fossero nascosti ma hai preferito tacere. Una volta ti dissi,che quando sarebbe arrivato il momento, il tuo cuore ti avrebbe portato a fare la scelta giusta … quel momento è arrivato e tu, tu hai fatto la tua scelta. Speravo solo sarebbe stata diversa …-

Cassandra si sentì profondamente ferita da quelle parole. Come poteva essere così insensibile e non capire che in fondo, quello rimaneva pur sempre suo padre…

Sentì qualcosa svegliarsi dentro di lei. Se quello stupido preferiva voltarle le spalle e seguire i suoi amichetti da quattro soldi bene! Lei era una Riddle e i Riddle, come le avevano sempre insegnato, non avevano bisogno di nessuno …  

Il suo cuore, la sua mente, i suoi occhi si iniettarono di qualcosa che aveva quasi rimosso, che era quasi riuscita a dimenticare … rabbia, rancore, odio …

-Bene Victor … avevi una sola possibilità di salvarti e tu l’hai rifiutata … spero non te ne pentirai quando sarà ormai troppo tardi. Come ti ho già spiegato, le Veela non sono sempre carine e gentili… tu e i tuoi amici fareste meglio a guardarvi le spalle …-

 Detto ciò, si voltò e si allontanò.  La caccia era aperta.






Alla fine Harry decise di andare.

Victor, Hermione e Ron avevano raggiunto l’ingresso della scuola, anche se le indicazioni della professoressa McGranitt erano diverse.
Avevano trovato,poco prima, il cadavere di Piton nella rimessa delle barche, scoprendo che era stato lo stesso Voldemort ad ucciderlo.

I tre trovarono lì all’entrata altri compagni, tra i quali Neville, che avevano deciso di lottare e non arrendersi fino all’ultimo. Tutti sapevano che Harry era la loro ultima speranza e ora, tutti pregavano in silenzio di vederlo tornare sano e salvo.

Ad un tratto però scorsero qualcosa avvicinarsi. Tutti impugnarono istintivamente le bacchette, ma non appena si resero conto della scena che gli si presentava davanti, persino la forza che gli permetteva di reggersi in piedi, scomparve.

Voldemort stava facendo il suo ingresso, trionfante, alle spalle i mangiamorte e altri servitori. Ai lati Cassandra ed Hagrid, con in braccio Harry.

Il suo corpo esanime.

No … Harry non poteva essere morto. Non così. Voldemort non poteva vincere davvero…
Victor cercò istintivamente lo sguardo di Cassandra e vide che anche lei lo guardava.

-Bene, bene, bene … e così,questa guerra, sembra essere giunta alla fine! È ora di arrendersi … come vedete .. non avete più alcuna speranza ora che il bambino sopravvissuto .. o forse è meglio dire, che ERA sopravvissuto, è morto!-

Una risata riecheggiò alle spalle di Voldemort.

Nessuno aveva parole, tutti erano troppo turbati dalla vista del corpo esanime di Harry. Ma stupendo tutti, fu Neville a fare un passo avanti e a parlare.

-Ti sbagli Voldemort …Non importa che Harry sia morto. La gente muore tutti i giorni, amici, familiari. Si... abbiamo perso Harry stanotte, ma lui è ancora con noi, qui dentro –disse toccandosi il petto- , e così Remus... Tonks... tutti loro... Non sono morti invano! Il cuore di Harry batteva per noi, per tutti noi! Non è finita! Non ancora… Ragazzi andiamo!-*

E dicendo così,sfoderò la spada di Godric Grifondoro e si fiondò su Voldemort. Tutti a quel punto, spinti dal desiderio di difendere ciò che di più caro gli rimaneva, seguirono Neville e la lotta iniziò.

Ma ad un tratto, accadde qualcosa che lasciò tutti senza fiato. Harry si svegliò e ,divincolandosi dalla presa ancora salda di Hagrid,  scese a  terra. Era vivo e adesso, fronteggiava ancora una volta il suo nemico.

-Pensavi che uccidermi fosse tanto facile Voldemort? Beh ti sbagli … Neville , la spada! Uccidi Nagini, è lì!-

Senza farselo ripetere due volte e senza che nessuno dei servitori di Voldemort avesse tempo di fare qualcosa, Neville si scagliò contro il serpente mozzandogli con un sol colpo la testa! I ragazzi sorrisero vittoriosi, ora che anche l’ultimo Horcrux era stato distrutto, le carte in tavola si erano ribaltate!

Ma qualcosa non andava … Voldemort non si contorse dal dolore e dalla rabbia come al solito anzi… una risata riecheggiò sonoramente.

-Harry … Harry … pensavo che tu fossi molto più furbo ragazzo mio… pensavate veramente che il mio ultimo Horcrux sarebbe stato qualcosa di così … banale? –

Nessuno capiva, tutti erano in silenzio… cosa se non Nagini, che non perdeva mai di vista e portava sempre con sè ..

Fu allora che Victor capì … ora, tutto aveva veramente un senso:

“-Io non ho mai potuto vivere a pieno la mia vita Victor, non sono mai stata libera di viverla come volevo, tutti hanno sempre deciso per me sin dall’inizio…

-Victor, se dico queste cose è perche sono certa di ciò che dico. C’è ancora l’ultimo Horcrux da distruggere e non sarà facile, credimi.-“

Victor si girò verso Cassandra. Lei teneva lo sguardo basso. Fu allora che le parole gli uscirono quasi automaticamente.

-Tu … sei tu l’ultimo Horcrux …-


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Capitolo 9
*** Rinascita ***


  Parlare di morte è come parlare di denaro – noi non sappiamo né il prezzo né il valore.

CHARLES BUKOWSKY


RINASCITA



Il silenzio era calato.

Victor aveva davvero accusato Cassandra di essere l’ultimo Horcrux rimasto?

Lo sguardo di tutti vagava tra le due figure in piedi, l’una di fronte l’altra.

Anche gli stessi Mangiamorte, sembravano essere stati colti di sorpresa.

La spada di Godric Grifondoro cadde dalle mani di Nevill, come se il suo peso fosse diventato insostenibile. Il suono sordo della lama di metallo fu l’unica cosa che ruppe, per un momento, quel macabro silenzio.

Nella mente di tutti aleggiavano gli stessi, tremendi, pensieri.

Se Cassandra era veramente l’ultimo Horcrux, non c’era davvero più nulla da fare.

Pur mettendo da parte il fatto che, avrebbe pur sempre significato uccidere una ragazza di appena 18 anni , la giovane Riddle era veramente troppo forte e tutti, ne avevano avuto la prova durante la lite furiosa con Harry.

Inoltre, se avesse deciso di combattere , la sua natura Veela sarebbe fuoriuscita e le Veela, potevano essere vere e proprie macchine da guerra.

Voldemort aveva fatto bene i suoi calcoli.

-    No questo non è possibile! Se fosse stato così io l’avrei visto, Piton me l’avrebbe detto alla fine …-

-    Potter … pensi veramente che qualcuno ne fosse a conoscenza? E poi … chi se non mia figlia, sangue del mio sangue .. anima della mia anima …-

Un’agghiacciante risata riecheggiò per tutto l’atrio.

-Beh Voldemort, se pensi che mi farò degli scrupoli ad uccidere una ragazza, ti sbagli…-

I mangiamorte si prepararono alla lotta e così anche Harry e tutti quelli pronti a seguirlo, fino alla morte.

La battaglia in un attimo ricominciò.

Victor si affiancò ad Harry.

-Tu vai da lui …a lei ci penso io … -

E così, senza neanche aspettare una risposta, Victor raggiunse Cassandra.

E lei lo stava aspettando.   

Victor la guardò e per un attimo, il tempo sembrò fermarsi. Neanche la lotta aveva più veramente importanza.
Cassandra era li e si ergeva fiera e potente come una regina. Proprio come la prima volta che la vide entrare nella Sala Grande, proprio come quando capì, che lei nel bene o male, avrebbe per sempre stravolto la sua vita.

E così fu …

Ma adesso, lei era veramente il nemico da distruggere e nessuna scelta, avrebbe potuto cambiare le cose.

-    Ora capisco molte cose. Il perché non ti lasciassi mai andare … il perché non avessi mai voluto veramente amarmi… ma spiegami solo una cosa … perché io? Insomma , in fondo io sono solo un personaggio secondario, il vero protagonista qui è Harry. Se avessi fatto innamorare subito lui,avresti potuto ucciderlo molto più facilmente …-

Cassandra lo guardava con rabbia, le mani così strette, che avrebbero potuto sanguinare.

-sei solo uno stupido Victor.-

-e tu una bugiarda …

-Io non ti ho mai mentito Victor, non su quello che provavo per te … -

-Cosa provavi Cassandra? In fondo se ci pensi bene, TU cosa hai fatto per me? Cosa hai fatto per dimostrarmi che ero importante? –

la rabbia cresceva … Fu la giovane Riddle a parlare.

-Sai che uno di noi due dovrà morire alla fine di questa battaglia … e sai anche, che tu non sei abbastanza forte per battermi …-

Victor strinse con più forza la bacchetta che impugnava, poi la guardò …

-    Si è vero , io non sono forte quanto te e probabilmente, sarò io quello che piangeranno alla fine della guerra, ma almeno io Cassandra, combatterò e morirò per qualcosa in cui veramente credo! Puoi dire lo stesso?-

Gli occhi di Cassandra si iniettarono di sangue e senza che il ragazzo avesse il tempo di rendersene conto, fu spinto lontano cadendo rovinosamente al suolo.

Cassandra in un attimo gli fu sopra e lo sollevò, prendendolo dalla camicia della divisa.

-    Pensi davvero che mi farò scrupoli ad ucciderti Victor? Pensi questo? È per questo che sei venuto TU, a lottare con me? Beh non hai capito nulla  … IO sono stata creata per uccidere e per difendere il Signore Oscuro a costo della mia vita!-

Victor tossì, poi rispose:

-No … ti hanno fatto credere, per tutta la vita, di essere semplicemente uno scrigno che dovesse contenere e proteggere qualcosa di importante. Ma non hai mai capito, Cassandra, che l’unica cosa preziosa qui sei tu … E sono venuto a lottare io con te … perché se dovessi morire, voglio che sia tu ad uccidermi!-

I due ragazzi si fissarono per un attimo negli occhi, l’unico desiderio era quello di potersi stringere, di poter stare l’uno tra le braccia dell’altro ancora una volta … ma sapevano che non era possibile.

-    Combatti Victor … e uccidimi … -

Il ragazzo sgranò gli occhi … quella richiesta, sapeva di triste preghiera.

Di nascosto, strinse la bacchetta e la puntò su Cassandra lanciandole uno Stupeficium.

La ragazza colta alla sprovvista, non riuscì a schivarlo e venne scagliata via. Il suo corpo fu scaraventato  contro una colonna.

Victor  sapeva che le parole che stava per pronunciare, avrebbero irritato la ragazza, ma arrivati a quel punto, che importanza aveva?

-Ti sei mai chiesta come viene creato un Horcrux, Cassandra?

La ragazza rialzandosi, lo guardò.

-Per creare un Horcrux, bisogna commettere un assassinio …-

Cassandra iniziò a capire …

-Cosa stai tentando di dirmi Victor-

La rabbia cresceva sempre di più. Se quello stupido aveva deciso di farsi ammazzare, ci stava riuscendo.

-Tua madre non ti avrebbe mai abbandonata Cassandra, non aveva motivo lo sai benissimo.-
La giovane Riddle lo interruppe.

-Lui non l’avrebbe mai uccisa, non avrebbe mai potuto farlo.-

-No forse no. Ma hai detto tu stessa che per amore una Veela sarebbe disposta a dare la vita e se solo tuo padre gliel’avesse chiesto …-

Ecco. L’aveva detto. Cassandra provò in tutti i modi a contenere la rabbia, ma senza risultato, ed il giovane vide che le unghia di lei, si trasformarono in artigli.

-STAI ZITTO!-

Cassandra si avvicinò lui a passi svelti, Victor ebbe appena il tempo di lanciarle un incantesimo che la colpì di sfuggita ad una guancia. Un rivolo di sangue le macchiò il volto .
Lei non ci fece neanche caso tanto era forte la collera e colpì Victor al volto.

Il ragazzo cadde a terra, ma ormai Cassandra non era più in se e non si sarebbe fermata.

 La lotta  tra i due continuò incessante, fin quando Victor, dopo l’ennesimo colpo, non si alzò più da terra. Il suo corpo era inerme, dalla sua fronte, un rivolo di sangue si faceva strada lungo il suo viso.

Cassandra si bloccò di colpo.

Senza pensarci, corse verso di lui.

-VICTOR!-

Si inginocchiò accanto al corpo e lo prese tra le braccia, come volesse cullarlo. Cosa aveva fatto.
 Dai suoi occhi, uscirono prepotenti lacrime che non volevano cessare.

-Victor… Victor,ti prego rispondimi! Ti prego Victor, non puoi morire…-

Lui  non rispose.

Per Cassandra, il mondo si era fermato. Si guardò intorno … un numero incalcolabile di corpi era riverso in terra … Vi erano mangiamorte, ma anche giovani ragazzi,che avevano preferito combattere e morire, rinunciando a tutto quello che la vita,aveva ancora da offrirgli .
Sangue, urla, lacrime .. morte.

E ora anche Victor… Lei aveva combattuto e ucciso, l’unica persona che l’avesse veramente amata, che l’avesse veramente fatta sentire viva, per cosa?

Piangeva Cassandra, come mai aveva pianto in vita sua. Voleva morire Cassandra, perché solo adesso capiva, che aveva vissuto la sua intera vita per qualcun altro e mai per se stessa. Fino a quando non incontrò Victor. E adesso, lei l’aveva distrutto.

Ad un tratto però … sentì un lamento, quasi impercettibile, ma lei lo sentì. Guardò in basso, Victor aveva aperto gli occhi.

Cassandra pensò che il suo cuore avrebbe potuto scoppiare, tanta era la gioia. Lo strinse.

-Victor-

-ahi … credo di … avere qualcosa di rotto…-

-scusami Victor, scusami per tutto. Per essere stata così cieca da non capire …-

Era la prima volta che Victor la vedeva piangere, seppur con fatica, le accarezzò il viso, asciugando le lacrime che stavano cadendo.

-Non voglio che piangi. Doveva finire così Cassandra, non piangere … sono solo contento sia tu a farlo…-

Victor sorrise, quel sorriso, che era riuscito a scaldarle il cuore così tante volte. E solo adesso, lei capì veramente e capì, finalmente, qual’era il suo posto nel mondo.

-No Victor … non è così che deve finire …-

Poggiandolo delicatamente a terra, Cassandra si alzò e si allontanò.

La battaglia infuriava ancora, nessuno sembrava voler perdere, ma lei , poteva ribaltare le sorti di quel mondo, tanto sbagliato,che sin da bambina aveva odiato, ma che aveva scoperto poter essere anche tanto bello.

Era il momento perfetto, tutti erano troppo presi a combattere per occuparsi di lei.

-VOLDEMORT!-

Tutti si bloccarono di colpo, voltandosi verso di lei.

Cassandra era lì, con la spada di Godric Grifondoro in mano.

-Cosa stai facendo?- urlò rabbioso il Signore Oscuro.

-Per tutta la vita … mi hai fatto credere, che ero importante solo perché dovevo racchiudere e proteggere la TUA anima… Ma nessuno ha mai pensato alla mia! Adesso però, ho capito qual è il mio vero compito … far si che le persone a cui tengo, vivano in un mondo sicuro … in un mondo del quale TU non fai parte!

-Cosa stai facendo? NO, FERMATELA!-

Ma Cassandra agì prima che qualcuno potesse anche solo pensare di intervenire.

Alzò la spada e, con un colpo secco, si trafisse l’addome.

Tutti i presenti, per un motivo o per un altro, urlarono. Victor, nonostante le ferite, corse verso di lei, riuscendo a prenderla prima che cadesse in terra.

Harry capì che era il momento di agire e finalmente, dopo l’ultima lotta con Voldemort, riuscì a sconfiggerlo … per sempre!

I Mangiamorte e gli ultimi seguaci del Lord Oscuro, scapparono. Harry e gli altri sapevano che la loro cattura era solo questione di tempo e quello, non era il momento adatto.

Adesso infatti, tutti osservavano Victor, seduto a terra, che stringeva il corpo di Cassandra. Nessuno riusciva ancora a credere a quello che era successo.
Cassandra si era sacrificata per loro.

Qualcuno si commosse vedendo i due innamorati in quello stato.
Victor piangeva.

-Perché Cassandra, perché l’hai fatto?-

Cassandra era pallida, il suo corpo iniziava a diventare freddo e una macchia rosso scuro si apriva sempre di più nella camicetta, lungo l’addome.

Aveva ancora però, la forza di stringere la mano di Victor e parlare.

-Se non l’avessi fatto Victor … tu saresti morto… te l’ho detto che le Veela darebbero la vita per l’uomo che amano. Victor ascolta …-

Le sue parole furono spezzate da un colpo di tosse.

-Shhh … non ti sforzare. Andrà tutto bene.-

-No Victor ascolta … mi dispiace … veramente. Voglio che tu sappia che … mi dispiace averti mentito, su di me, sugli Horcrux, ma ti prego di credermi,quando dico che non ho mai mentito su quello che provavo per te. –

Gli occhi le si riempirono di lacrime e lentamente, iniziarono a scenderle lungo il viso.

-Chi avrebbe mai detto che saresti persino riuscito a farmi piangere –disse sorridendo- vorrei solo Victor … che tu mi ricordassi,  per i bei momenti passati insieme. Avrei tanto voluto conoscere tua madre … -

Victor non pensava che quella sera, avrebbe potuto provare un dolore più forte di quello infertogli dalle ferite, ma questo … questo lo superava mille volte.

-Victor … io avevo solo paura , paura di quello che stavo iniziando a provare per te, perché sapevo che era sbagliato e sapevo, che probabilmente ci avrebbe distrutto. Ho preferito morire piuttosto che vederti cadere in questa stupida guerra … ho preferito morire piuttosto che farmi odiare ed essere costretta a passare tutta la mia vita lontana da te … proprio come Romeo e Giulietta no? Non è così che si chiamava la favola? …-

-Si, era così che si chiamava la favola …-

Cassandra sorrise , gli accarezzò il volto …

-Grazie per avermi fatto capire, che questo mondo può essere bello! Ti amo Victor …-

-Cassandra … Cassandra … CASSADRA! NO ! Ti prego Cassandra non morire … Cassandra!-

Le urla agghiaccianti del giovane riecheggiavano per tutto l’atrio, le lacrime rigavano il volto di molti dei presenti.
Dal cielo, iniziò a piovere, come a voler cancellare tutto dolore ed il sangue versato quel giorno.
Come a voler mascherare le lacrime, perché in fondo la pioggia, ti aiuta a non piangere da solo.*





Beh eccomi ancora qua … scusate il ritardo! :) allora spero vi sia piaciuto il capitolo e non odiatemi per favore, ma doveva andare così xD il prossimo capitolo sarà veramente l’ultimo, un piccolo epilogo anche se il capitolo più importante era questo! Fatemi sapere cosa ne pensate per favore altrimenti le 10 piaghe d’Egitto si abbatteranno sui nostri protagonisti e li farò morire tutti nel prossimo capitolo xD
a parte gli scherzi vorrei veramente sapere cosa ne pensate! P.s. domani parto e tornerò il 19 aggiornerò appena torno :D grazie a tutti quelli che mi seguono, un bacio!
*la frase è di De Andrè

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Capitolo 10
*** Libertà ***


Voglio ringraziare tutti quelli che, anche silenziosamente, mi hanno seguito. Tutti quelli che con i loro commenti, mi hanno dato il coraggio di proseguire in questa mia prima esperienza. Luna, che sin dal primo capitolo, mi ha sempre reso partecipe dei suoi pensieri …
Ely, che mi ha dato consigli su come migliorare sempre più la FF, grazie !
Grazie a tutti quelli che l’hanno aggiunta nelle seguite o, addirittura, nelle preferite!
Grazie. Maya.
 

Libertà


L'anima libera e' rara, ma quando la vedi la riconosci: soprattutto
perché provi un senso di benessere, quando gli sei vicino.

Charles Bukowski





Il cielo era grigio quel giorno.

Al castello, tutti si stavano preparando per la cerimonia che si sarebbe svolta a momenti.

La guerra era finalmente terminata, ma per molti, fu caro il prezzo da pagare.

Nei giorni che seguirono la guerra, tutti volevano dare una mano, per far si che la normalità, tornasse il prima possibile. Ora, era arrivato il giorno dei ricordi.

Tutti i parenti degli studenti furono convocati ad Hogwarts per stare accanto ai figli, ma anche per partecipare alla cerimonia di commemorazione che era stata organizzata in onore dei caduti.
Victor era nella sua stanza, stava fissando dalla finestra, il grande parco allestito per l’occasione e le persone, che iniziavano a prendere posto.

Bussarono alla porta, Harry entrò.

-    Ehi Victor … dobbiamo andare, la cerimonia sta iniziando!-

Il ragazzo continuò a fissare fuori dalla finestra, non parlò.

Harry si avvicinò all’amico e gli posò una mano sulla spalla. Era dal giorno della battaglia che Victor parlava a stento. Sembrava come in trans.

-Victor, capisco cosa stai provando, ma proprio per questo devi venire. Devi farlo per te, devi farlo per LEI!-

Victor continuò a non rispondere, si allontanò da Harry e uscì dalla stanza.




Una parte del parco di Hogwarts era stata allestita con bare di marmo bianco, monumenti, che avrebbero ricordato per sempre, che nella vita esistono persone disposte a morire per i propri ideali e per la libertà.

Molti, prima di sedersi, passavano attraverso le sculture,leggendo i nomi che vi erano incisi sopra, cercando magari, quello di un amico, un fratello, un figlio.

 Una statua, al centro, riportava una frase:

“ Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto; porto su di me le cicatrici
come se fossero medaglie, la libertà ha un prezzo alto, alto quanto quello
della schiavitù. L'unica differenza è che si paga con piacere, e con un sorriso...
anche quando quel sorriso è bagnato dalle lacrime.”*

Victor prese posto insieme ad Harry, accanto a Ron ed Hermione. Lo sguardo di Victor si posava, lentamente, su tutti i presenti.

 Ad un tratto, si soffermò su una figura particolare. Una donna. Una donna bellissima. Aveva lunghi capelli biondi, elegantemente acconciati. Un candido vestito bianco che le donava un aria quasi angelica. Anche se il sole quel giorno era coperto dalle nuvole, era come se quella donna emanasse una luce propria. Che fosse veramente un angelo, venuto per vegliare sui presenti ed infondergli un po’ di coraggio?

 Sentendosi osservata, la donna si girò ed i loro sguardi si incrociarono.

I suoi occhi, erano di un azzurro chiarissimo, così dolci, così … familiari…

La McGranitt arrivò.

Victor, che si era distratto un attimo, si rigirò verso la donna ma lei, non c’era più…

La cerimonia ebbe inizio.
Victor pensò che tutto questo non aveva senso! Come si fa a dire parole di conforto ad una madre che piange il proprio figlio, consapevole che non lo vedrà mai più, o che non potrà mai più stringerlo tra le braccia.

La rabbia iniziò a crescere.

Il ragazzo chiuse gli occhi, sperando che tutto finisse al più presto.



Quando la commemorazione finì, le persone iniziarono a disperdersi, magari riunendosi in gruppetti a parlare, provandosi a dare conforto a vicenda.

Anche le famiglie di Victor e di Ron erano lì, stavano parlando dell’accaduto.

-Tesoro come stai?-

Era la madre che gli parlava.

-Mamma sto bene … davvero …-

-Harry e gli altri mi hanno detto cosa è successo Victor, se vuoi parlare io e tuo padre siamo qui …-

-MAMMA … ho solo bisogno di essere lasciato in pace!-

Il ragazzo si allontanò. Era stanco … perché nessuno lo capiva? Stanco che tutti si preoccupassero per lui, stanco che tutti gli chiedessero come stesse … Ma come poteva stare? In pochi giorni, il mondo che credeva perfetto, gli si era lentamente sgretolato sotto i piedi, in pochi minuti aveva perso lei …

Senza neanche accorgersene si era avvicinato ai monumenti disposti nel prato.
Iniziò a  leggere i nomi.

Finì …

Ricominciò da capo …

Di nuovo …

Di nuovo…

Il ragazzo si bloccò … il suo nome non c’era.

Harry e gli altri, vedendolo cercare e ricercare tra i nomi, si avvicinarono.

-Victor tutto ok?-

-il suo … non c’è-

Era stato un sussurro, i ragazzi non capirono.

-Cosa?-

- IL SUO NOME NON C’è!-

Victor era furioso, adesso tutti avevano sentito.

La professoressa McGranitt, si avvicinò.

-Signor Thompson, non è come pensa … -

-Perché cosa penso professoressa? Che siete degli ipocriti? Ma no, come potrei mai!
Cassandra ha dato la vita per salvarci il culo , ma tutti voi siete troppo egoisti per capirlo! Voi la vedrete sempre e solo, come la figlia di Voldemort, e nessuno, NESSUNO , riuscirà mai a mettere da parte quella parte di lei!-

-Signor … Victor, se lei si calma, io sono disposta a spiegarle ogni cosa-

-Spiegarmi cosa? Cosa c’è da spiegare?A nessuno di voi, lei è mai piaciuta! È vero ci ha mentito ..
-Victor-

-  … non ci ha detto che era lei l’ultimo Horcrux, ma alla fine lei si è uccisa per noi! Si è uccisa per salvarci …-

-Victor-

-… e adesso, mi volete far credere, che non merita neanche che il suo nome sia inserito in quei monumenti? Cosa ha di diverso lei dagli altri? …

-VICTOR!-

Il ragazzo si bloccò di colpo. Quella voce …

Si girò e la vide. Cassandra era lì, davanti a lui.

Come poteva essere? Istintivamente, come se non avesse più padronanza del suo corpo, si avvicinò a lei.

Avvicinò la mano tremante al suo viso, ma non aveva il coraggio di toccarla. Aveva paura che lei si sarebbe dissolta, portata via dal vento che soffiava.

Cassandra gli prese la mano e se la portò al viso. Allora non era un sogno …

-che … che significa questo?-

Tutti avevano la stessa espressione, come se avessero visto un fantasma.

-Se mi avesse dato il tempo, signor Thompson, le avrei spiegato tutto!

Il giorno della battaglia, io e Madama Chips decidemmo di portare di nascosto,la signorina Riddle , in infermeria. Avevo un presentimento, così decisi di seguirlo. Era solo un’idea la mia, ma seguendola, arrivai a lei.-

Tutti si girarono verso la donna indicata dalla professoressa, era la donna bionda che Victor aveva visto prima alla cerimonia.

-Lei è una Veela, la sorella della madre di Cassandra e ,dopo che gli spiegai la situazione, decise di seguirmi qui. Fortunatamente, la mia supposizione era fondata.

La madre di Cassandra non era stupida e la amava più di qualsiasi altra cosa, compì così una potente stregoneria, perfino io, ne avevo solo sentito parlare.
Fece in modo che, se qualcuno avesse mai provato ad ucciderla, sarebbe stata distrutta solo l’anima di Voldemort, lasciando intatta la sua. Poi Madama Chips, ha fatto il resto.-

-Perché … ma perché non me lo avete detto prima?-

-Perché la nostra era sola un ipotesi! Non eravamo sicuri di questo e la signorina Riddle stava molto male … non volevamo darle false illusioni!

-Ma adesso sono qui …-

Victor si rigirò verso Cassandra, era ancora pallida, ma bellissima come sempre.

-Cassandra, dovresti tornare a letto sei ancora debole.-

Era stata la donna a parlare.

-Si io … dammi solo cinque minuti ti prego.-

La Veela sorrise –va bene- disse, e se ne andò.

Ecco dove Victor aveva già visto quegli occhi, erano gli stessi che lo avevano fatto innamorare, gli stessi che adesso, stava guardando di nuovo.

La abbracciò.

-io … pensavo di averti persa per sempre, non avrei mai pensato …-

-Ehi … adesso basta, di lacrime ne sono state versate abbastanza, adesso è il momento dei sorrisi. Victor, vorrei solo che tu mi perdonassi! So che ti ho mentito, so che sono imperdonabile , ma spero che tu riesca … col tempo …-

-Cassandra … tu, durante quella maledetta battaglia, mi hai solo dato la conferma di una cosa che sapevo da tempo, quanto tu sia splendida! Tu sei stata disposta a dare la vita per me ed io … ora siamo solo tu ed io, per sempre!

-per sempre! anche se ... mia zia mi ha chiesto di andare a vivere con lei … in Francia.-

Victor rimase in silenzio… - e tu?-

Cassandra sorrise, - io … gli ho detto … che da adesso, voglio poter decidere della mia vita ... e la mia vita è qui! Ma … prima devo fare una cosa – si allontanò da lui, e gli tese la mano – Ciao, piacere , io sono Cassandra, SOLO Cassandra –

Victor rise – ed io sono Victor … sai somigli molto ad una ragazza che frequentavo tempo fa!-
Cassandra rise. Si guardarono  , si baciarono.

Si baciarono, forse veramente per la prima volta, assaporando quel momento unico, magico, un momento che preannunciava l’inizio di una nuova vita!


 

*
Paulo Coelho - Lo Zahir

Eccoci giunti alla fine! Che tristezza ;(  in teoria non doveva finire così, Cassandra DOVEVA morire , ma , essendo un inguaribile romantica non potevo fare altro xD
Spero tanto di leggere i vostri commenti :) un bacio alla prossima!

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