I Never Forgot You

di mangakagirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ichi ***
Capitolo 2: *** Ni ***
Capitolo 3: *** San ***
Capitolo 4: *** Yon ***
Capitolo 5: *** Go ***
Capitolo 6: *** Roku ***
Capitolo 7: *** Nana ***
Capitolo 8: *** Hachi ***
Capitolo 9: *** Kiu ***
Capitolo 10: *** Ju ***
Capitolo 11: *** Juichi ***
Capitolo 12: *** Juni ***
Capitolo 13: *** Jusan ***
Capitolo 14: *** Juyon ***
Capitolo 15: *** Jugo ***
Capitolo 16: *** Juroku ***
Capitolo 17: *** Junana ***
Capitolo 18: *** Juhachi ***
Capitolo 19: *** Jukiu ***
Capitolo 20: *** NiJu ***
Capitolo 21: *** NiJuichi ***
Capitolo 22: *** NiJuni ***
Capitolo 23: *** NiJusan ***
Capitolo 24: *** NiJuyon ***
Capitolo 25: *** NiJugo ***
Capitolo 26: *** NiJuroku ***
Capitolo 27: *** NiJunana ***
Capitolo 28: *** NiJuhachi ***
Capitolo 29: *** NiJukiu ***



Capitolo 1
*** Ichi ***


I Never Forgot You

1.

-Domani saranno tre mesi- disse atono Conan camminando accanto ad Haibara, una delle tre persone che gli era stata più accanto negli ultimi tre mesi. La bambina annuì perdendo lo sguardo sui piccoli Ayumi, Genta e Mitsuiko che ridevano camminando davanti a loro. Si voltò verso l’ex liceale e gli fece un piccolo sorriso.
-Verrò con te pomeriggio-
Lui annuì perdendo a sua volta lo sguardo sul cielo azzurro che si stagliava sopra le loro teste e che ricordava vagamente i suoi occhi…


***
 

Lasciò scorrere le lacrime sul volto, senza nasconderle: ormai non le tratteneva da tempo. In ginocchio, davanti ad una piccola lapide su cui vi era inciso un nome troppo importante, piangeva silenziosamente perso nell’assordante silenzio che regnava nel cimitero di Beika, dove solo i grilli cantavano annoiati sotto il caldo cocente di giugno.
Ai spuntò alle sue spalle, dopo averlo lasciato solo per dieci minuti com’era solita fare, e versò dell’acqua nel vaso di fiori appoggiato sul marmo bianco della tomba. Quel rito si ripeteva da tre mesi: lei o Hattori lo accompagnavano quasi tutti i giorni lì, andavano a prendere l’acqua per i fiori lasciandolo da solo, perso nei suoi pensieri, a parlarle. Era raro che lo lasciassero andare senza nessuno, perché il ragazzo rimaneva ore e ore a contemplare quella lapide, la lapide del suo amore, e non mai riusciva a staccarsene per tornare a casa.
-Ciao amore- sussurrò Shinichi fissando gli ideogrammi incisi sul marmo: Ran Mouri. -Domani saranno tre mesi che te ne sei andata, e ancora stento a crederci…- continuò senza curarsi che Haibara ascoltasse tutto. La bambina vi era abituata e lo lasciava fare: dopotutto chi era lei per impedirgli di parlare con la ragazza che aveva sempre amato?
-Mi manchi tanto. Le cose sono sempre più diverse senza di te. Hattori verrà a trovarci domani, credo si fermi quasi due settimane… Tuo padre continua a bere, ma questa non è una novità, vero?- chiese sorridendo come se lei potesse rispondergli, ma la risposta non venne e Conan abbassò il capo con amarezza mentre le lacrime scivolavano a terra attirate dalla forza di gravità.
-Già…- aggiunse in un sussurro - nulla è come era prima, senza di te -
Haibara sospirò inginocchiandosi a sua volta e contemplò la lapide che già conosceva a memoria per via della quotidiane visite. Fissò qualche secondo gli ideogrammi del nome della ragazza e ascoltò in silenzio le dolci parole che, come ogni volta, le rivolgeva il ragazzo.
Parlava al presente: quante volte aveva cercato di convincerlo a decidersi di parlare di lei al passato? Sapeva che era difficile da accettare, ma Shinichi doveva farsi una ragione della sua morte, per quanto ingiusta e inavvertita fosse stata… eppure lui non lo faceva. Sembrava quasi che non la sentisse quando glielo diceva.
Dopo all’incirca mezz’ora, Haibara fissò l’orologio mentre Kudo taceva da qualche minuto, e decise che per quel giorno sarebbe potuto bastare: era stati lì quasi un’ora.
-Kudo, vieni…- disse piano alzandosi e prendendogli una mano per sollevarlo da terra. Il ragazzo annuì, anche se sarebbe rimasto per tutta la vita lì, accanto a lei, e si alzò stringendogli la mano, come a ringraziarla, poi la lasciò dolcemente. Si avviarono all’uscita del cimitero sentendo il sole picchiare violentemente sulle loro teste.
Conan svoltò a destra con la bambina e camminò piano, guardandosi attorno senza vedere veramente ciò che lo circondava: negozi, studentesse in divisa delle medie e del liceo, bambini insieme alle proprie mamme, auto sfreccianti per la strada, marciapiedi affollati di gente in giacca e cravatta che tornava con l’aria stravolta dagli uffici… Una chioma castana, lunga fin sotto le spalle, e un paio di occhi azzurro-lilla che si guardavano attorno con aria occupata lo stravolsero facendogli perdere un battito.
Non ne era sicuro, ma… somigliava terribilmente a…
-RAAAAAAANN!- urlò cominciando a correre a perdifiato schivando persone, bambini e biciclette. Si faceva spazio tra la folla con le mani, aprendosi a fatica piccoli varchi, e non sentiva minimamente Haibara che lo chiamava correndogli sconvolta dietro. Il suo obbiettivo era davanti a lui e ignorava le sue grida, ma non era disposto a mollare: quella era Ran, non si poteva sbagliare…
-KUDO!- urlò la piccola scienzata col fiatone e, cercò allungando una mano, di afferrarlo per un polso, ma il ragazzo scattò in avanti con più foga e tenne gli occhi fissi sulla chioma castana che si muoveva velocemente zigzagando tra la folla. Una donna gli tagliò la strada e. arrivato all’incrocio, perse di vista la ragazza che inseguiva poggiando le mani sulle ginocchia  respirando faticosamente. Haibara sbucò da un gruppo di vecchiette che parlavano occupando tutto il marciapiede, impedendo alla gente di passare come se fossero nel salotto di casa loro, e gli si parò davanti con il fiatone.
-Sei… sei impazzito…?- ansimò poggiandosi una mano sul petto, cominciando a guardarsi attorno come stava facendo il ragazzo con espressione disperata -Kudo!-
-Ran… era qui… stava camminando su questo marciapiede… L’ho persa di vista, dannazione!- imprecò Shinichi guardandola finalmente negli occhi. Haibara trattenne il fiato qualche secondo e lo guardò con espressione dapprima sconvolta, poi seria. Lo afferrò per le spalle e disse decisa:
-Kudo, che stai dicendo? Ma che hai…?-
-Haibara, credimi. Ran era qu…-
-Kudo, Ran è morta- aggiunse lei interrompendolo. Gli occhi dell’ex liceale si incupirono di botto: sentire pronunciare quelle parole per l’ennesima volta era la cosa peggiore che potesse capitargli. La bambina sospirò, sapeva che gli faceva male, ma continuò per il suo bene: - Non tornerà… non può tornare. Cerca di essere realista, ti sei sicuramente sbagliato…-
Shinichi annuì fissando l’asfalto mentre un lieve pizzicorio, che ricacciò subito indietro, cominciò a farsi strada nei suoi occhi.
-Torniamo a casa ora- disse Haibara lasciandogli andare le spalle, gli afferrò una mano e cominciò a guidarlo tra il traffico umano, facendo attenzione a non finire per terra.



Mangakagirl’s Corner:
Minna Konnichiwa! X)
Sn tornataaaaaaaa! Yeeeeee! ^.^
Nd tutti: nn potevi stare dv stavi??? -.-
E no! Sn qui! E sn qui con la famosa storia ke dovevo pubblicare da un mese, ovvero da qnd ho finito di pubblicare Trio KHK! Pardon x il ritardo clamoroso!!!! >.<
Allora allora… primo chappy! L’attesa vi ha ripagato o volete prendermi a pomodori già dall’inizio??? *^* please! Non fatelo!
Nn preoccupatevi vedendo il chappy corto: è solo il primo di ben 29 lunghi chapters!
La storia nn è molto malinconica, tranquilli! Ci sn scene romantiche… scene comiche… scene tristi… scene d’azione… insomma, il mio solito stile! ;)
Fatemi sapere assolutamente ke ne pensate lasciando un commentino, ancke piccolo piccolo, per favore!
Arigatò! by Mangakagirl! ^.^

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Capitolo 2
*** Ni ***


2.

DIN DON DIN DON DIN DON!

Conan aprì la porta stizzito e si preparò a dirne quattro a quel maledetto postino che, da giorni, non faceva altro che rendergli la vita impossibile.
-Giuro che se non la pianti ti faccio licenziare dalle poste! Hai rotto! Queste sono manie di persecuzione! Tu sei uno stalker…!- sbraitò puntando gli occhi sull’individuo che suonava il campanello con insistenza, e sobbalzò tacendo di botto scoprendo che non era il solito postino: cappello degli New York Yankees calato in testa, polo nera e jeans, incarnato olivastro e occhi smeraldini lo scrutavano con espressione divertita e furbetta.
-Da quando hai una relazione col postino, Kudo?- domandò sghignazzando come un matto Hattori.
-Hattori! Ma allora non era il postino che rompeva le palle…eri Tu!- esclamò Shinichi in miniatura puntandogli un dito al petto.
-Signorsì! Gentile come al solito, vero Kudo? Mi sa che il postino avrebbe rinunciato al tentativo di conquistarti se avesse sentito come lo insultavi…! Ahia!- il detective del Kansai si ritrovò una o più costole incrinate per il pugno che il bambino gli aveva assestato nello stomaco.
-Ma falla finita, Romeo!- sbottò Conan afferrando la sua borsa e portandosela in casa seguito dall’amico. Heiji sorrise divertito e fiero di sé per quello che era riuscito a fare: distrarre Kudo da quella giornata. Si buttò sfinito e accaldato sul divano, mentre il piccoletto apriva il frigo in cerca di qualcosa da offrirgli da bere, e ripensò a quello che stava accadendo: esattamente tre mesi prima, Ran era morta.
Da allora andava a Tokyo ogni settimana, tanto che i bigliettati sostenevano che fosse il miglior cliente della JR Central*, la linea ferroviaria che collega Tokyo e Osaka. Ogni volta che era a Tokyo  andava con lui a trovarla al cimitero, esattamente come faceva Haibara.
-Ecco- disse il ragazzo distogliendolo dai suoi pensieri porgendogli un bicchiere di succo d’arancia -Kogoro deve fare la spesa, quindi non ho altro…- aggiunse sconsolato sedendosi accanto a lui sul divano.
-Tranquillo, va benissimo- rispose Hattori sorseggiando la bevanda fredda e dolciastra. Sperò di non aver fatto notare a Kudo la sua espressione pensierosa, ma era troppo tardi: Shinichi abbassò il capo e sospirò.
-Oggi sono esattamente tre mesi…- sussurrò piano cominciando a tormentarsi le dita con foga. Il ragazzo del Kansai posò il bicchiere vuoto sul tavolino davanti al divano e gli rispose:
-Andiamo adesso? Kazuha è dal parrucchiere e arriverà a Tokyo solo nel pomeriggio…-
Shinichi annuì e balzò giù dal divano dirigendosi verso la porta d’ingresso seguito da Hattori.

***

Esattamente come il giorno prima, uscirono dal cimitero dopo all’incirca un’ora, durante la quale il detective dell’est tacque insolitamente, senza rivolgere nessuna parola all’amata ormai defunta. Heiji si afferrò il colletto della t-shirt e lo allontanò dal corpo sventolandosi con una mano: quell’estate era davvero torrida.
-Cavolo, ad Osaka non c’è questo caldo appiccicoso!- esclamò camminando accanto all’ex liceale che si osservava attorno con sguardo perso nel vuoto. Percorsero quasi 300 metri sui marciapiedi affollati, quando Kudo vide di nuovo una chioma castana destreggiarsi tra la folla di gente. Spalancò gli occhi e non ebbe più dubbi quando la ragazza si voltò un secondo indietro per osservare la vetrina di un negozio: occhi azzurro-lilla, frangetta che ricadeva ribelle sugli occhi, labbra rosee e lineamenti fini.
-Ran…- sussurrò accellerando il passo facendosi largo tra la folla con Heiji sconvolto alle calcagna -RAAAAAAN!- urlò cominciando a correre all’impazzata.
-OHI KUDO!- gridò il detective dell’ovest col tipico accento del Kansai correndogli dietro senza capire che cosa stesse succedendo. Shinichi non gli rispose e tentò di non perdere di vista la ragazza, ma fu inutile: era sparita tra la gente.
-Maledizione!- imprecò battendo un pugno su un muro nervoso: l’aveva persa per la seconda volta. Heiji si materializzò al suo fianco e lo fissò stizzito.
-Che ti prende, eh?- articolò tra l’affanno.
Il ragazzo gli spiegò che aveva visto Ran per la seconda volta e che non era riuscito a fermarla. L’amico sbarrò gli occhi, poi lo guardò con espressione comprensiva.
-Kudo…-
-Non sono pazzo! Era lei!- sbottò Shinichi guardandolo deciso.
-Io credo che tu… - sospirò - ti sarai confuso, Kudo. Ran non c’è più…-
Altra pugnalata. L’ex liceale sbuffò col morale a terra sentendo la rabbia sbollire: ma perché dovevano avere maledettamente ragione? Hattori cercò qualcos’altro da aggiungere per consolarlo, ma il bambino scosse la testa.
-Tranquillo… torniamo a casa- disse piano cominciando a camminare per raggiungere la via di casa.

***

H. 17.00  

DIN DON DIN DON DIN DON!

Conan scrutò l’orologio e disse tra sé e sé : “Non può essere il postino!”. Andò ad aprire e rimase sopreso nel vedere una ragazza con un sorrisone e una coda di cavallo fare capolino sulla soglia di casa accanto al solito enorme trolley fucsia.
-Ah, ma allora è una cosa delle vostre parti!- esclamò sorridendole il bambino, felice di vederla -Cos’è? Se ad Osaka non vi attaccate al campanello non vi fanno entrare in casa?!-
La ragazza scoppiò a ridere e lo abbracciò forte mentre la voce di Hattori esclamava furbetta e divertita:
-Paura che fosse il postino, eh Kudo?!-
Il ragazzo rise a sua volta e ammise: -Sì, giusto un po’!-
-Postino? Ma che dite?!- chiese Kazuha entrando in casa con l’enorme trolley, lo posizionò accanto all’ingresso e si diresse verso il suo ragazzo che stava comodo comodo sul divano. -Ciao, amore!-
-Ciao, principessa. Ma non eri andata dal parrucchiere? A me sembra che i tuoi capelli siano come al solito…- rispose Heiji facendola ridere.
-Avevo caldo e li ho legati. Fuori ci sono più di 35°C! Ma come fate a vivere in questa città?- domandò rivolta a Conan che si sedè accanto al ragazzo.
-Non me lo chiedere… è sempre stata calda, ma mai come quest’anno-
Kazuha si illuminò e battè le mani davanti al petto fissandolo, mentre lui e l’amico si scambiavano un’occhiata perplessa.
-Ti ho portato una cosa!- esclamò rivolta a Shinichi, poi afferrò il trolley e lo posò con poca grazia sul tavolo, dove cominciò a rovistare tra i vestiti. Qualche secondo dopo tirò fuori un portafogli con la bandiera inglese e lo passò al bambino con un sorriso.
-Me lo sono fatta portare da una mia amica che è andata a Londra. Spero ti piaccia, Kudo…-  Già, lei sapeva tutto di Kudo.
Il ragazzo lo prese in mano e lo osservò con un sorriso malinconico, ricordando che la prima e ultima volta che era stato a Londra, Ran era con lui.
-Una volta eliminato l’impossibile, tutto ciò che resta, per quanto improbabile possa sembrare, è la verità- lesse le parole scritte in inglese su di esso e alzò lo sguardo su Kazuha -Grazie davvero. Mi piace un sacco- disse con tono un po’ elegiaco, ma la ragazza sorrise comunque soddisfatta.
-Meno male- sospirò mentre la porta si apriva mostrando un Kogoro Mouri super agitato irrompere nella stanza.
-Ragazzi, fortuna che siete già arrivati!- esclamò sollevato avvicinandosi a loro con gli occhi più rilassati. Si sedè su una sedia e cominciò a sventolarsi con una mano, allentando il nodo della cravatta nera con l’altra. -Uff… che caldo maledetto che c’è!- aggiunse accettando volentieri il bicchiere di aranciata che Conan gli porgeva -Grazie, allora… grandi notizie! Stasera, me l’ero totalmente dimenticato, sono invitato alla festa delle Celebrità di Tokyo! Avete presente quella festa i cui nomi dei partecipanti sono stati scelti e pubblicati su tutti i giornali a marzo?- i ragazzi annuirono e lui posò il bicchiere sul tavolo dopo averlo trangugiato in un solo sorso -Quella! E voi dovete venire con me, quindi tutti a prepararsi…-
-Come come?!- esclamarono in coro i tre ragazzi sconvolti mentre lui si alzava diretto verso il bagno.
-Devo portare i membri della mia famiglia, quindi voi verrete con me… che c’è che non capite?!-
Kazuha arrossì un po’ e guardò con un’occhiata in tralice Heiji restando in silenzio. Kogoro emise un piccolo “Oh” e sospirò.
-Credo di avere capito Kazuha…- cominciò guardandola  comprensivo  -Ma da quando lei non è più qui con noi, voi siete la mia famiglia- spiegò con un sorriso sotto lo sguardo triste di Conan. La ragazza gli sorrise e fece per dire qualcosa, ma Kogoro la interruppe:
-So per certo che se fosse qui, lei la penserebbe come me e insisterebbe che tu e Hattori venisse con noi…- indicò lui e Conan con un dito. La ragazza, dopo un attimo di silenzio, annuì.
-Va bene… allora vado a prepararmi- rispose riconoscente sparendo con il trolley fucsia in camera di Ran, ormai diventata sua da quando andava a trovare Conan tutte le settimane.
-Su, scattare!- Kogoro battè le mani in direzione dei due ragazzi rimasti in stanza -Vi voglio pettinati, vestiti e lavati entro le 18.30 o vi porto con me come siete siete-
I due detective sorrisero e sparirono nella camera che Kogoro divideva con Conan per obbedire agli ordini di quel detective un po’ andato.
 
*La linea ferroviaria è davvero esistente. Quasi Tutte le informazioni le ho cercate su internet e mi sn documentata x avere una fict realistica.

 
Mangakagirl’s Corner:
Minna Konnichiwa! Salve mondo, come va? Eccomi quaaaaaaa (tono lirico ^.^) con il mio secondo capitolo!
Ke ne pensate?? Sì, sì, lo so ke è corto, ma ero all’inizio e li facevo corti!
Fatemi sapere con una recensione, please *^*!
Starete sicuramente pensando: Cos’è sta lagna? Aveva detto che c’era azione, romanticismo… bla bla bla… Qui nn c’è nnt!
Avete ragione! Ma tranquilli ke il prossimo capitolo sarà quello decisivo da cui partirà tutta la storia, quindi non perdetevelo! ;)
Grazie a: Kaity, Sherry Myano, LucyloveAnimemanga e Shinichi e Ran amore x aver commentato il primo capitolo.
Grazie a: Shinichi e Ran amore e Kaity per aver messo la storia tra le seguite e preferite.
Arigatò!  Mangakagirl! ^.^
Ps: il titolo dei capitoli sn i numeri in giapponese x ki nn lo sapesse. Ve ne eravate accorti???? Fatemi sapere! ^-^

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Capitolo 3
*** San ***


3.

Un sacco di persone si voltarono ed ammirarono la bellissima Kazuha in abito nero che sfilava tra loro per il salone del Mandarin Oriental Hotel*, uno dei più prestigiosi hotel di Tokyo,  con lo sguardo fisso a terra dall’imbarazzo. Ma le persone non si limitarono ad osservare solo lei, ma anche il detective più rinomato del Giappone, dopo Kudo e Hattori ovviamente: Mouri Kogoro il Dormiente. L’uomo si destreggiò con facilità tra la folla e presentò ai ragazzi un bel po’ di gente famosa.
-Uff…- sbuffò guardandosi attorno speranzoso -… la mia dolce Yoko non deve essere ancora arrivata! Oh…- sbarrò gli occhi sorpreso vedendo un uomo basso e panciuto avvicinarsi a lui con un sorriso -…ragazzi, venite qui!-
L’omone si fermò proprio davanti a lui e scoppiò in una risata fragorosa.
-Mouri, che piacere rivederti!-
-Anche per me è un vero piacere. Ragazzi lui è Hiroshi Morikawa, il direttore dell’omonima e famosissima azienda di elettrodomestici- disse Kogoro stringendogli calorosamente la mano.
-Oh-oh- esclamò Morikawa sorridendo gentile a Kazuha -Questa signorina è tua figlia? Mi avevano detto che era molto graziosa-
Il sorriso di Kogoro svanì immediatamente mentre Shinichi, al suo fianco, sentì una voragine aprirsi dentro il suo corpo. Morikawa osservò il cambiamento dell’uomo con perplessità e fece per aggiungere qualcosa, ma Kogoro tornò a sorridere malinconico e scosse piano la testa.
-No, lei è la sua migliore amica. Mia figlia è mancata esattamente tre mesi fa…-
Morikawa impallidì e balbettò mortificato:
-Oh, Mouri io… io non ne sapevo nulla… mi dispiace, se solo…- ma il detective scosse ancora la testa sorridendo.
-Tutto bene, non ti preoccupare, non potevi sapere- si voltò verso Kazuha riacquistando l’espressione serena e allegra che aveva poco prima -Comunque lei è Toyama Kazuha, mentre lui è Hattori Heiji e…- posò una mano sulla spalla del bambino che aveva accanto -… lui è Edogawa Conan, un parente di un amico di mia figlia-
Morikawa sorrise a tutti gentilmente, poi si voltò indietro e cercò qualcuno con lo sguardo.
-Lasciate che vi presenti mia figlia… emm, Tesoro! Potresti venire qui un attimo…?- domandò apparentemente a nessuno guardandosi attorno.
 Qualche secondo dopo una giovane ragazza con un vestito fucsia lungo fino alle caviglie si voltò interrompendo la sua conversazione con un paio di donne e li raggiunse.
Kogoro, Kazuha e Hattori impallidirono mentre Shinichi perse due o più battiti: occhi azzurro-lilla, capelli lisci e castani che cadevano fino a metà schiena sciolti, corpo da sportiva, e sorriso un po’ imbarazzato sulle labbra.
-Mouri, ti presento mia figlia- annunciò trionfante l’uomo posandole una mano sulla spalla mentre lei, con la scusa di fare un piccolo inchino, si sottraè dolcemente al tocco del padre.
-Piacere, sono Morikawa Ran- disse con un tono di voce molto simile ad uno che il gruppetto conosceva bene.
Kogoro impallidì ancora di più e indietreggiò non riuscendo ad aggrapparsi ad Heiji, quindi cadde a terra senza forze. Kazuha emise un piccolo urlo e aiutò il ragazzo a rimettere in piedi il detective pallido come un lenzuolo che fissava Ran pietrificato.
-Mouri, che ti prende?- domandò allarmato Morikawa trascinando il detective su una sedia e passandogli un bicchierino di sakè -Bevi questo. Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma!-
Hattori fissò serio e incredulo Ran commentando sottovoce mentre si allontanava da Kogoro:
-In un certo senso…-
La ragazza dal vestito fucsia fissò con una strana espressione la scena, per poi puntare seria gli occhi in quelli di Kazuha, Hattori e Conan. L’ex liceale si sentì folgorato: Ran era lì, era davvero lì, quelli erano i suoi occhi.
Il detective dell’ovest lo fissò pronto a scattare nel caso svenisse anche lui, ma, per fortuna, Kudo si limitò ad impallidire e cercare di dirle qualcosa.
-Scusatemi- disse lei allontanandosi decisa da loro senza aggiungere altro e ascoltare cosa voleva dirle il bambino. I tre rimasero basiti e si scambiarono un’occhiata sconvolta.
Poco dopo Hattori si avvicinò a Kogoro e lo guardò preoccupato.
-Ohi, tutto bene?- domandò con l’accento del Kansai, l’uomo annuì buttando giù l’ennesimo bicchierino di sakè e sghignazzò con le guance già paonazze:
-Tuuttoooo a meeraviglia! Ahaha! Oh, YOKO! Mia dolce Yoko sei qui!- si alzò correndo verso l’idol appena entrata nella sala piantandolo in asso. Il ragazzo sbuffò infastidito e tornò da Kazuha che cercava di scorgere tra la folla la ragazza identica a Ran.
-Mi giro un secondo e quel detective da strapazzo già si ubriaca!- esclamò stizzito.
-Non è possibile, ma l’hai vista?!- domandò la ragazza non ascoltandolo mentre si  appoggiava al tavolo del buffet con una mano; il ragazzo annuì mentre Conan fissava il vuoto. “Solo questa ci mancava!” pensò Hattori notando il comportamento del migliore amico e chiedendosi perché la sfiga li perseguitasse così assiduamente in quel periodo.
Passarono un’ora e mezza buona a guardarsi attorno senza fare nulla, limitandosi ad arrossire ogni volta che Kogoro alzava la voce o rideva a crepapelle a braccetto con Yoko Okino e la gente li fulminava come a dire “Ditegli di darsi un contegno!”.

Poco dopo, l’orchestra cominciò a suonare una musica lenta e noiosa che fece appesantire le palpebre di Heiji e Kazuha, i quali si appoggiarono con la schiena contro una parete ignorando le occhiatacce che gli rivolgevano i camerieri sdegnati, mentre Conan, seduto su una sedia, si reggeva la testa con una mano ripensando a quella ragazza così simile a Ran.
-Heiji…- disse annoiata Kazuha con gli occhi socchiusi -…mi sto rompendo. Qui ci guardano tutti male solo perché non siamo ultra miliardari o famosi…è snervante…-
-Non sai cosa darei per un po’ di azione in questa stupida serata…- rispose lui sbuffando annoiato, fulminò con lo sguardo un uomo che voleva avvicinarsi a Kazuha, e che all’occhiataccia si allontanò impaurito, e chiuse gli occhi.
All’improvviso il buio invase la lussuosissima sala dell’hotel e gli invitati tacquero sorpresi, mentre il frastuono di alcuni vassoi caduti di mano ai camerieri ruppe il silenzio formatosi. Un urlo gelò il sangue nelle vene a tutti contemporaneamente al rumore di una porta che si spalancò e si richiuse con forza accompagnata da mugulii disperati.
-O mio Dio!-  e - Ma che succede?!- si alzarono nella stanza quando un altro urlo fece tacere di nuovo tutti con brividi di terrore. Ma che stava accadendo?
-LASCIAMI!- gridò la voce di una ragazza mentre la stessa porta di prima si riapriva rumorosamente come se le avessero tirato un calcio -LASCIAMI ANDARE, MALEDETTO! AIUTATEMI!-
Hattori corse immediatamente verso lo spiraglio di luce che proveniva dalla porta che si stava chiudendo in fretta e ignorò Kazuha che lo chiamava impaurita.
Conan balzò giù dalla sedia, come se il suo istinto di detective, rimasto atrofizzato per ben tre mesi, si fosse risvegliato all’improvviso; corse a sua volta verso la porta, la spalancò con poca grazia e cercò di orientarsi nel corridoio dove non si erano attivate le luci d’emergenza.
“Non è un black-out…” pensò guardandosi attorno, poi udì la voce della ragazza provenire dalle scale e cercò di raggiungerle a tentoni, incespicando sui pesanti tappeti in stile moderno che ricoprivano il corridoio. Rischiando più volte di cadere e rompersi l’osso del collo, riuscì a salire tutti i gradini delle lucidissime e scivolose scale, arrivando all’ultimo piano col cuore in gola. Udì dei passi rimbombare nella tromba delle scale ma li ignorò, individuò la porta della terrazza e forzò la maniglia per aprirla. Ci provò più volte senza successo, poi si infuriò e girò la rotella sulla scarpa destra assestandole un colpo secco, che la spalancò con un boato incredibile.
Si ritrovò immerso nella notte sotto il cielo stellato e si guardò attorno in cerca di una figura o del possibile rapitore. Aveva seguito le urla della ragazza per tutte le scale: non potevano essere altro che lì. Corse verso il centro della terrazza e quasi cadde su qualcosa che giaceva a terra e che non aveva notato per il buio: un corpo.
-Stai bene?- domandò preoccupato prendendo la testa della ragazza tra le mani, le girò il volto e sbarrò gli occhi non appena incrociò i suoi.
-S-sì, ma tu… che diavolo ci fai qui?- domandò lei con tono arrabbiato mettendosi a sedere e massaggiandosi la nuca sotto lo sguardo sorpreso dell’ex liceale.
-Ran…- disse piano lui col cuore che batteva all’impazzata: era davvero lei, Ran Morikawa.
-Ohi…!- urlò Hattori con l’accento del Kansai arrivando sulla terrazza col fiatone                  - L’hai trovata, Kud…Conan?- si corresse quando vide che non era solo.
Il bambino lo guardò incerto e annuì mentre la ragazza si alzava stizzita in piedi liberandosi dalla sua presa bruscamente.
-Ma siete idioti?! Come diavolo vi salta in mente di seguire uno che ha cercato di uccidermi? Volevate morire anche voi!?-
I due ragazzi la guardarono scioccati con gli occhi interrogativi: ma li stava insultando?! Hattori fece per parlare ma la ragazza si voltò verso il bambino incespicando nel lungo abito.
-Soprattutto tu! Ma dico, sei impazzito?! Un bambino di 6…7 anni?- chiese ridendo con tono sprezzante -Che sale fin qui per salvare qualcuno che è stato rapito? Ma che ti passa per il cervello, eh?!-
Conan la guardò semplicemente sconvolto con un’ intensa voglia di risponderle per le rime, ma Hattori lo fece per lui:
-Senti un po’, Barbie California, ti abbiamo appena salvato la vita e tu, invece di ringraziarci, ci insulti? Non è che preferivi morire per caso? Bastava dirlo, sai? Ti avremmo lasciata tra le grinfie di quel maniaco volentieri se avessimo saputo che ci avresti ripagato così…-
La ragazza rise ancora sprezzante e scosse la testa dirigendosi verso le scale. Hattori lanciò un occhiata a Kudo e sbuffò sonoramente.
-Ma tu guarda la gente di oggi!-
La ragazza scese velocemente le scale alzando l’abito per non inciampare, mentre la voce del detective dell’ovest la chiamava.
-Ohi, dov’è l’aggressore? Morikawa!-
Si fermò stizzita a metà rampa e urlò infastidita:
-MI HA DATO UNA BOTTA IN TESTA, NON HO IDEA DI DOVE SIA!-
Riprese a scendere le scale e finalmente, all’ultimo gradino, la luce tornò ad illuminare i corridoi. Lasciò cadere la gonna del vestito e si diresse a passo spedito verso la sala, col fiatone e il cuore che batteva forte. Una ragazza con la coda di cavallo e un abito nero la fermò con aria allarmata afferrandole un polso.
-Hai visto un ragazzo con la pelle scura e gli occhi verdi? O un bambino di 7 anni?- domandò con gli occhi lucidi. Lei sospirò spazientita e annuì, si voltò verso le scale e gliele indicò con il dito. La ragazza annuì ringraziando e corse verso di esse.
 “Heiji, dove sei finito?” pensò impanica salendo i primi gradini, mentre un ragazzo scendeva stizzito blaterando tra sé e sé.
-Heiji!- esclamò sollevata Kazuha saltandogli al collo -Heiji, sono morta di paura! Dov’è Kudo?-
-Qui- rispose lui sciogliendo l’abbraccio mentre l’interpellato spuntava alle sue spalle. La ragazza sospirò e abbracciò inaspettatamente anche lui, facendolo rimanere un po’ sorpreso.
-State bene… ma che è successo, Heiji?-
Il ragazzo del Kansai raccontò velocemente di Morikawa e la guidò fino alla sala, dove cercarono Kogoro.
-Ohi, zietto, torniamo a casa- disse Hattori scuotendolo per un braccio mentre lui, con la cravatta legata sulla fronte, beveva un grosso calice di birra.
-Mmmaaaaaaa quale cascia, scusciaaa?- domandò totalmente andato strascicando le parole, singhiozzò con le guance rosse mentre il ragazzo sospirava stizzito.
-Casa tua, Kogoro, casa tua!-
-Ioo non ho una casciaaaaaa! Io vivo con Yokooooo! GO GO YOKO! GO GO YOKO!- urlò alzandosi in piedi e alzando il calice sopra la sua testa. La cantante spuntò dietro di lui con un sorriso dispiaciuto e disse:
-Sono mortificata, davvero! Ma se voi volete andare, state tranquilli. Lo rimando a casa io con un taxi più tardi, appena finisce la festa…-
Hattori sospirò e annuì ringraziando, poi si guardò attorno perdendosi nel fiume umano che lo circondava. Ma dov’erano finiti Kazuha e Kudo?!
-Uff… ma dove sono ora?- sbuffò facendosi largo tra la gente. Scorse per un colpo di fortuna Conan e lo afferrò per un polso senza avvisarlo, trascinandolo tra la folla, poi cercò la ragazza accellerando il passo.
-Hattori, non sono una bambola!- si lamentò Shinichi cercando di liberarsi dalla sua presa.
-Sei piccolo e fragile, ricordatelo! Quindi dammi la mano, non ho voglia di cercarti di nuovo dopo che troverò Kazuha…-
-Ma dov’è Kogoro?- chiese lui ignorando le parole “piccolo” e “fragile”.
-Con Yoko ad ubriacarsi, ma sta tranquillo, ha detto che ce lo riporta lei a casa appena finisce questa stupida festa… Oh, Kazuha, ma dove sei?!-
Il bambino sbuffò sonoramente e prese il controllo della situazione cominciando a trascinare personalmente Hattori, il quale non oppose resistenza. Dopo qualche minuto scorsero Kazuha e riuscirono a ricongiungersi.
-Cavolo, ma dov’eri?- esclamò piccato Hattori afferrandole la mano per non perderla: con Kudo da una parte e Kazuha dall’altra sembrava un maestro d’asilo!
-Guarda che non mi sono mossa da dove tu mi hai detto di aspettarti- gli fece notare lei con tono infastidito.
-Lasciamo perdere che è meglio…- disse a denti stretti Hattori dirigendosi verso la hall dell’hotel. Chiamarono un taxi e tornarono a casa, dove crollarono in un sonno profondo in pochi secondi.

* È  un lussuosissimo Hotel che c’è a Tokyo. L’ho letto su Google, ci sn anke le foto dell’interno: è semplicemente FAVOLOSO!^-^



Mangakagirl’s Corner:
Eccomi quaaaaaaaa! Tadààààààààà! Qui si entra nel vivo della storia O.O!
Allora allora voglio sapere TUTTOOOOO! TUTTO QUELLO KE VI PASSA X LA TESTA LEGGENDO QST CHAPPY!
Ke ve ne pare di qst strana ragazza????????? e della reazione del povero Shin???? E di qnd Morikawa li insulta x averla salvata?????
Fatemi sapere assolutamente!!!!!! E ke ne pensate di Kogoro ke si ubriaca??? xD
Grz 1000000 a coloro ke hanno recensito lo scorso capitolo e a ki ha aggiunto la storia tra le preferite.
Arigatò v.v
Al prossimo capitolo! Mangakagirl! ^-^  
ps: avete notato le è + lungo degli altri capitoli??? contenti??? ^---^

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Capitolo 4
*** Yon ***


4.

Il bambino si inginocchiò davanti alla piccola lapide e sospirò posando un dito su di essa. Faceva male, terribilmente male sapere che lei dormiva lì sotto…
-Ciao amore- sussurrò con tono malinconico -Non immagini cosa sta succedendo qui… ieri, alla Festa delle Celebrità, tua padre è addirittura quasi svenuto… No, tranquilla, sta bene. Solo che…- parlava esattamente come se la ragazza fosse lì ad ascoltarlo e interagisse con lui. Sapeva bene che quel comportamento, ad Ai in particolare, metteva i brividi, ma in quel momento era solo e poteva fare come meglio credeva -…solo che alla festa c’era una ragazza totalmente uguale a te, amore. Mi si è fermato il cuore, credevo fossi davvero tu…-
Andò avanti a spiegarle tutto ciò che era accaduto utilizzando come sempre il presente: il passato sarebbe stato come ammettere davvero che Ran non c’era più…

***

Dietro un grosso albero dai rami rigogliosi e pendenti verso terra, una figura scrutava irrequieta un bambino con gli occhiali che parlava da solo. L’individuo ascoltò ogni parola con attenzione, sorridendo di tanto in tanto, con un pensiero fisso nella mente.
“Sbrigati. Non ho tempo da perdere…”

***

Il telefono di casa Mouri squillò tre volte prima che il piccolo detective, incitato dalle “gentili” parole di Hattori andasse a rispondere con uno sbuffo.
-Pronto?-
-Emmm, ciao… tu devi essere quel bambino con gli occhiali di ieri sera… com’è già che ti chiami?- la voce di Ran Morikawa scosse l’ex liceale come investito da una secchiata d’acqua.
-Conan… ma sei Morikawa?- domandò sorpreso mentre la ragazza, la stessa che la sera prima lo aveva insultato per averle salvato la vita, scoppiava a ridere imbarazzata.
-Sì, sono io. Emm… ho chiamato perché mi sono resa conto di non essere stata molto carina con te e quel ragazzo dalla pelle scura ieri. Così mi chiedevo… vi va di uscire per rimediare?-
Conan sbarrò gli occhi e fece cenno ad Heiji di avvicinarsi. Il detective dell’ovest scosse la testa spaparanzato sul divano mentre il migliore amico lo fulminava con lo sguardo. Si alzò sconsolato si trascinò fino alla cornetta del telefono mentre Conan ripeteva:
-Vorresti uscire con me e Hattori per farti perdonare il fatto di averci insultati nonostante il fatto che ti abbiamo salvato la vita ieri sera, Morikawa?-
Hattori sbarrò gli occhi per poi puntarli in quelli di Kazuha che, al sentire le parole di Kudo, si alzò in piedi con fare minaccioso.
“Opsss! Siamo messi male…!” pensò Hattori sorridendo in difficoltà alla ragazza che si stava avvicinando pericolosamente alla cornetta per informare la ragazza dall’altra parte che lui era già fidanzato.
-Ma certo che ci sarebbe anche Kazuha!- esclamò Conan ripetendo le parole che gli aveva appena detto Morikawa con un gocciolone imbarazzato sulla testa -Noi senza di lei non-ci-muoviamo!-
La ragazza del Kansai abbandonò lo sguardo omicida e afferrò la cornetta con un sorriso.
-Ciao Morikawa! Sì, sto bene… allora dove ci troviamo?- breve pausa - Torre di Tokyo… ok allora a dopo! Ciao-
Chiuse con un ampio sorriso mentre Heiji la scrutava basito per il repentino cambiamento di umore: prima voleva ammazzarla, poi era contenta di uscirci insieme?! Il ragazzo fece per dire qualcosa, ma lei lo interruppe:
-Coraggio, preparatevi che si va via subito-

***

-Allora, perché non andiamo a vedere quel bellissimo thrilller che è uscito ieri? Il cinema è proprio qua dietro…!- propose Ran Morikawa entusiasta indossando maglia e pantaloncini corti neri.
-Ma è un film vietato ai minori di 14 anni… Conan non potrebbe entrare…- rispose Kazuha ricordando il trailer visto qualche giorno prima in tv. Conan rise con gli occhi ridotti a trattini: quel corpo non gli permetteva nemmeno di guardare un film in santa pace! Eppure lui ne aveva ben 17 di anni…
-E allora?- domandò Ran come se non ci fosse alcun problema. Hattori la fissò un po’ stizzito: si era ripromesso di non attaccarsi più con lei perché aveva proposto di fare pace con quell’uscita, ma gli sembrava che fosse un po’ troppo menefreghista come ragazza. E lui non le sopportava proprio le ragazze con quel carattere!
-E allora cosa? Se non può non può!- rispose mentre Kazuha lo fulminava per il tono un po’ arrogante che aveva usato.
-Ma scusatemi… piantiamolo in un baby parking e andiamoci a vedere il film senza di lui, no? Esistono apposta!-
-Ma assolutamente no!- risposero in coro Hattori, Kazuha e Conan sdegnati: lui aveva 17 anni! Era oltraggioso anche solo pensare una cosa del genere!  
La ragazza rimase stupita dall’improvvisa e simultanea reazione dei tre a battè un paio di volte le palpebre.
-Emm, ok… era un’idea…- disse piano mentre Kazuha si accorse di averla un po’ spiazzata. Si guardò attorno e propose un con un sorriso:
-Perché non ci facciamo un giro per i negozi? Qui non ci sono mai venuta per fare shopping…-
I ragazzi, a malincuore, annuirono firmando la loro condanna mentre Ran accolse con entusiasmo l’idea. Girarono circa una decina di negozi, poi la ragazza dagli occhi azzurro-lilla propose di entrare in una lussuosa gioielleria.
-Ma tanto non potremmo comprare nulla…- disse Kazuha in imbarazzo cercando di dissuaderla dall’idea, ma lei scosse la testa con un sorriso.
-E allora?- disse di nuovo mentre Hattori si morse la lingua per non risponderle “ E allora la pianti con ‘sta frase?!” -Non dobbiamo comprare per forza, possiamo anche solo dare un’occhiata. Non ti piacciono i gioielli per caso?- Kazuha arrossì e scosse la testa.
-Li adoro…- ammisse imbarazzata mentre l’altra scoppiava a ridere e l’afferrava per un polso trascinandola all’interno del negozio. Ovunque si girassero, Hattori e Conan erano circondati da ragazze che lanciavano urletti non appena vedevano il gioiello dei loro sogni. Sospirarono scuotendo la testa contemporaneamente mentre le altre due  si avvicinavano al bancone su cui erano esposti gli anelli con diamante.
-Sono favolosi…- disse Kazuha immaginandosi come sarebbe stato indossarne uno al dito.
All’improvviso un uomo con un passamontagna entrò nel negozio sparando in aria e  una serie di urla femminili si levò.
-ZITTE! FERMI TUTTI O AMMAZZO QUALCUNO!- urlò sparando ancora mentre le clienti si accovacciavano a terra con gli occhi chiusi e le mani sulla testa. Kazuha e Ran rimasero immobili voltandosi verso Hattori e Conan che scrutavano il ladro con odio. Quest’ultimo si avvicinò alla cassa e ordinò alla commessa di riempire il sacco che le porgeva con il contenuto della cassa e tutti i diamanti che erano esposti sul bancone. La donna cominciò ad eseguire gli ordini tremando e, non appena finì, l’uomo afferrò la borsa e si voltò verso i presenti.
-Ora io me ne vado. Guai a voi se fate un passo falso. Anzi, per esserne sicuri…- si voltò verso Conan, gli puntò la pistola addosso e sparò.
Ran si tuffò addosso al bambino e lo schiacciò a terra evitando che venisse colpito dalla pallottola. Conan, sotto la ragazza, rimase senza fiato e perse i suoi occhi in quelli di lei azzurro-lilla, che lo scrutarono allarmati per un attimo. L’ex liceale provò una strana sensazione: era troppo simile a lei, il profumo  però sembrava…
 La ragazza si rimise in piedi in fretta mentre il ladro, rimasto pietrificato qualche secondo per la sua agilità, le puntò la pistola addosso.
-Avevo detto niente passi fals…- ma l’urlo di Morikawa lo fece tacere mentre con un preciso e rapido calcio gli fece volare la pistola dalla mano. Lo colpì con una serie di pugni allo stomaco a velocità esemplare e infine lo stese a terra con un potente calcio sul mento, che gli spaccò il labbro. La ragazza espirò allontanando dal corpo le braccia piegate e le mani a pugno poi si voltò verso i presenti.
-State tutti bene? Chiamate la polizia… e un’ambulanza- aggiunse guardando come aveva ridotto il povero ladro. Hattori la fissò sbalordito mentre Conan si alzava in piedi senza toglierle gli occhi di dosso.
-Quelle mosse…- sussurrò a voce bassa -… le aveva usate Ran nell’incontro per vincere il titolo di campionessa nazionale…-
La ragazza sembrò quasi sentirlo e si voltò verso di lui.
-Sono una karateka… pratico karate da quando ho 6 anni e ammiravo molto la capionessa nazionale dell’anno scorso… per questo ho imparato ad usare le sue tecniche d’attacco… Tu stai bene?- Il bambino annuì mentre lei guardava schifata il ladro che giaceva a terra.
-Andiamo, non voglio essere qui quando arriverà la polizia… non so se posso usare le arti marziali e ridurre la gente in questo modo senza essere punita…- aggiunse uscendo dal negozio afferrando Kazuha per un polso.
Hattori guardò sbalordito l’amico poi le seguirono per le vie di Beika, senza dire nulla…



Mangakagirl’s Corner:
Konnichiwa!  ^-^ Eccomi di nuovo quaaaaaaa! *tono lirico*
Allora allora…. Ke ve ne pare???? Ma ke diavolo ha qst Morikawa, eh??? O.o
Ma io nn lo so, lasciare un 17enne in un baby parking…. Mah -.- !
Cmq… nn spetta a me giudicare ma a voi!
Fatemi sapere ke ve ne pare e quale idea vi state facendo di lei ^-^
A proposito, ma ki è l’individuo ke spiava Shin??? O.O
Cm ho già dtt, ormai siamo entrati nel pieno della storia!
Grz a ki ha messo la storia tra le preferite e a ki ha recensito lo scorso capitolo!
Arigatò v.v! mangakagirl! ^.~

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Capitolo 5
*** Go ***


5.

Due giorni dopo, Conan si svegliò di buon’ora e lasciò un bigliettino sul suo futon, in modo che Heiji potesse leggerlo non appena si fosse svegliato: “Sono da Agasa”.
I suoi ideogrammi erano ordinati e leggermente personalizzati: non era la tipica scrittura disordinata da ragazzo di 17 anni. Si vestì e uscì di casa diretto a villa Agasa.
-Shinichi! Vieni vieni, che ci fai qui?- domandò il dottor Agasa trovandosi davanti alla porta un piccolo bambino di 7 anni.
-Salve dottore- lo salutò con un sorriso lui -C’è Haibara?-
-Certamente, è in laboratorio- rispose il doc seguendolo nel soggiorno -Vai pure da lei. Hai già fatto colazione?- il ragazzo scosse il capo -allora ve la porto di sotto, nemmeno lei l’ha fatta…-
L’ex liceale scese le buie scale che portavano al laboratorio e aprì piano la porta mentre il tastinare sul computer lo investì in pieno. Una bambina della sua età, seduta davanti ad esso, era intenta a scrivere strane formule che comparivano sullo schermo a velocità impressionante; si voltò verso di lui e gli sorrise per un attimo.
-Ciao Kudo, come mai qui?-
-Ciao. Ho bisogno di parlarti: è importante- rispose lui afferrando uno sgabello e posizionandolo accanto a lei. La bambina tornò a tastinare imperterrita e annuì.
-Parla-
-Due giorni fa…- cominciò il ragazzo -…io, lo zietto, Kazuha e Hattori siamo andati alla festa delle Celebrità di Tokyo. Lì…- fece una breve pausa come se stesse per dire una cavolata -… c’era anche Ran-
Haibara si bloccò e si voltò lentamente verso di lui con gli occhi sbarrati.
-Come scusa?-
-Ran Morikawa. Era lei la ragazza totalmente uguale a Ran in tutto e per tutto, tranne per il carattere: quello è totalmente diverso dal suo…-
-Kudo, ma che stai dicendo?- domandò la bambina confusa col terrore che l’amico fosse impazzito.
-Si chiama Ran Morikawa- ripetè Kudo -è la figlia di Hiroshi Morikawa, il proprietario dell’omonima ditta di elettrodomestici. È quella ragazza che ho visto quando siamo usciti dal cimitero, ricordi?- lei annuì -bè, era alla festa. Kogoro vedendola è quasi svenuto: è uguale a Ran, Haibara, e ha fatto delle cose che mi hanno insospettito… in più sa anche praticare il karate e ha usato le stesse mosse che Ran ha usato al torneo nazionale per stendere un ladro in gioielleria…-
Haibara scosse la testa chiudendo gli occhi e scompigliandosi i capelli castano chiaro.
-Cosa vuoi esattamente, Kudo?- domandò sbrigativa sapendo che non era lì solo per dirle quelle cose.
-L’antidoto. Voglio indagare su di lei con la mia vera identità- rispose deciso lui.
 La bambina lo guardò seria e impassibile incrociando le braccia al petto.
-No- scosse il capo -abbiamo cose più importanti a cui pensare. È uno spreco utilizzare l’antidoto per cose così futili-
Conan si trattenne dal risponderle male e si limitò a dire serio:
-Senti, ora che Ran è m…- non riuscì a dirlo: era più forte di lui. In tre mesi non era riuscito a pronunciare quella frase nemmeno una volta.
Haibara aspettò in silenzio che continuasse.
 -… l’Organizzazione sembra anche essersi dileguata, quindi dimmi per cosa vale la pena utilizzarlo-
La bambina scosse il capo con forza.
-Kudo, è una follia! Solo perché le somiglia fisicamente e sa praticare il karate, non vuol dire che sia lei! Ran è morta Kudo: abbiamo assistito al suo funerale, abbiamo visto il suo cadaver…-
-Smettila! Lo so…- la interrupe lui nascondendo gli occhi dietro la frangetta: sentire quelle parole faceva troppo male, erano come coltellate in pieno petto scagliate senza tregua -Ma non posso vivere senza indagare su di lei e togliermi il dubbio che Morikawa e Ran non siano la stessa persona, anche se so che è una follia. Sono un detective… seguo solo l’istinto…- disse piano mentre Haibara cercava di aprirgli gli occhi.
-E che cosa farai quando la verità ti cozzerà davanti agli occhi? Quando scoprirai che non è lei?- domandò tagliente.
Perché doveva essere così diretta?
“Kudo, perché ti vuoi fare del male da solo? Non hai già sofferto abbastanza?” pensò mentre lui apriva sospirando un cassetto della scrivania. Tirò fuori una scatoletta di latta ed estraè da essa una piccola bustina trasparente contenente una capsula rossa e bianca. Si alzò e si diresse sconsolato verso la porta, fermandosi a fissarla per un attimo.
-È un rischio che devo correre, Haibara-
 La porta si aprì e il professor Agasa apparve con un vassoio in mano annunciando trionfante:
-La colazione!- notò il silenzio che regnava nella stanza e come i due ragazzi sembravano seri -Tutto bene qui dentro? Shinichi, non rimani più?-
-Scusi doc, ma ora devo andare- disse il ragazzo voltandosi verso Haibara e guardandola negli occhi - So a cosa vado incontro, ma ormai non ho più nulla di importante da perdere…- disse atono cominciando poi a risalire i gradini della scala.
-Avrai sempre qualcosa da perdere e qualcosa per cui varrà la pena andare avanti, Kudo. Non lo dimenticare- disse lei tornando a tastinare sulla tastiera del computer con più foga sotto gli occhi sconvolti del professore.
Shinichi fece un salto al cimitero e riuscì. solo dopo quasi tre ore, ad andare via con molto fatica.

***

-Ma dov’eri?- domandò Hattori preoccupato mentre lui metteva piede in casa -Ti rendi conto che sono quasi le 14.00?!-
-Ti avevo lasciato un biglietto che ero fuori, no? Se eri preoccupato perché non hai chiamato al cellulare?- rispose Conan togliendosi sulla soglia di casa le scarpe com’era usanza in Giappone. Kazuha comparve davanti a lui e gli mise in mano con espressione arrabbiata il suo cellulare. Conan sbarrò gli occhi e rise imbarazzato.
-Ops! Non mi ero accorto di averlo lasciato a casa… scusate -
Hattori sbuffò buttandosi scompostamente sul divano imitato dall’amico, che si fece serio all’improvviso.
-Sono stato da Haibara, devo parlarvi- disse fissando prima lui, poi la ragazza, che si sedè a gambe incrociate sul pavimento accanto al divano per approfittare del fresco che emanava: come al solito era una giornata torrida.
-Tutto bene, Kudo?- domandò Hattori fissandolo sospettoso, lui sospirò passandosi una mano tra i capelli, poi tirò fuori dalla tasca la bustina contenente l’antidoto.
-Sto per fare un pazzia, e ho bisogno di voi…-
-Kudo che vuoi fare con quello?!- domandò allarmato Heiji come se avesse appena tirato fuori un coltello per fare harakiri. Il ragazzo lo ignorò e andò avanti a spiegare.
-Abbiamo notato tutti che Morikawa Ran è l’esatta fotocopia della nostra Ran, vero?- Kazuha annuì seria -Bè, potrebbe avere qualcosa di più in comune con lei, apparte il nome e l’aspetto, no…?-
Kazuha sbarrò gli occhi sconvolta ed esclamò sporgendosi verso di lui:
-Che intendi, Kudo?!-
-Voglio indagare su di lei…- rispose lui sospirando -… e voglio farlo con la mia vera identità. Voglio scoprire se potrebbe davvero essere lei o no, ma ho bisogno del vostro aiuto…-
 Hattori lo fissò serio mentre Kazuha gli rivolgeva uno sguardo comprensivo.
-Oh, Kudo- sospirò mentre il ragazzo dalla pelle scura la interruppe bruscamente -Kudo, senti, Ran è…- fece una pausa: sapeva che gli faceva male sentirlo, ma anche lui, come Haibara, voleva aprirgli gli occhi -…è morta e quella ragazza non potrà mai essere lei-
Conan sospirò deluso che anche il suo migliore amico non riuscisse a capirlo.
-Hattori, lo so…- disse piano -ma cerca di metterti nei miei panni: è talmente uguale a lei che non riesco quasi a guardarla in faccia e a dormire la notte. Se un giorno venissi a sapere che era lei e che io non ho fatto nulla per scoprirlo…- scosse la testa capendo che le sue parole non stavano né in cielo né in terra. Dopo qualche secondo di silenzio da parte di tutti aggiunse pianissimo -Vorrei solo provarci, anche se so che mi farò del male da solo…-
Dopo circa un altro minuto di silenzio, Kazuha si alzò in piedi e gli posò le mani sulle spalle sospirando.
-Io ti aiuterò, Kudo- disse fissandolo negli occhi -Da quando ho scoperto chi sei veramente, ho capito che nulla o quasi è impossibile. Ho potuto osservarti questi tre mesi sotto una luce diversa e ho capito quanto tu stia lottando con te stesso per tirare avanti senza di lei e in un corpo che non ti appartiene. So quello che provi da quando Ran non c’è più, ho potuto tastare il tuo dolore. Provo i tuoi stessi sentimenti e ho i tuoi stessi dubbi nei confronti di quella ragazza e, come te, se un giorno venissi a sapere che era lei e che noi non abbiamo fatto nulla per scoprirlo…- fece anche lei una pausa a quel punto -…Bè…Conta pure su di me-
Il ragazzo le sorrise riconoscente e lei si girò verso Hattori.
-Tu che farai?- il ragazzo stette in silenzio qualche secondo, poi chiuse gli occhi e sospirò.
-Ovvio, lo aiuterò anche io. A che servirebbero gli amici altrimenti?- sorrise all’ex liceale con aria furbetta. Il bambino si sentì crescere dentro un senso di gratitudine smisurato mentre Kazuha saltava al collo del ragazzo dalla gioia.
-Grazie mille, Hattori… so che non vuoi sentirtelo dire ma… ti voglio bene-
Hattori arrossì e gli diede un colpetto sulla testa rispondendo con tono divertito:
-Se, se, se, va bene… ma non prenderti troppe confidenze perché cominci a farmi paura- Kazuha, in braccio a lui, scoppiò a ridere mentre lui continuò -Ti ricordo che ho già la ragazza!-
Shinichi sghignazzò divertito e rispose:
-Sta’ tranquillo che, senza offesa Kazuha, non mi metterei mai con un uno fissato con le manie di grandezza come te!-



Mangakagirl’s Corner:
Ok, avevo deciso di mettere un solo capitolo al giorno, ma il 4 era trpp corto”°>.<°”
così mi sn messa una mano sulla coscienza e ho detto:
Dai, ne metto un altro!
Ke ve ne pare di qst????
Shinichi vuole riacquistare la sua identità!!!!!! O.o
WOW!
Nd tutti: ma sei scema o cosa??? -.- L’hai scritta tu la storia!!
Vero ^-^” è ke mi faccio prendere dal capitolo!
Cmq, ke ne pensate di Haibara e della nuova novità di Shinichi?
Secondo voi, cosa accadrà??? Fatemi sapere!!!
Mangakagirl! ^.^

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Capitolo 6
*** Roku ***


6.

Kazuha si infilò difficoltosamente gli shorts di jeans sotto la maglietta rosa salmone mentre aspettava che qualcuno risopondesse al telefono che teneva attaccato all’orecchio grazie alla spalla. Saltellò su un piede cercando di farli salire sopra i fianchi e, mentre ci riuscì, finalmente qualcuno rispose.
-Pronto?- domandò una voce allarmata.
-Morikawa!- esclamò Kazuha abbottondandosi i pantaloncini -Sono Toyama-
-Aaah, ciao!- rispose l’altra con tono allegro -Hai per caso bisogno di qualcosa?-
-Sì, ti va di uscire?- domandò Kazuha arrivando al sodo.
-Aaah…- disse incerta Ran rimanendo in silenzio qualche secondo.
“Eh no, bella! Non smonterai tutti i piani che ci siamo fatti io e Kudo per tutta la sera!” pensò Kazuha imbronciandosi, poi pianificò in fretta come convincerla e disse con tono dispiaciuto:
-Oh, credevo ti facesse piacere uscire con me… però ti capisco, ci conosciamo da poco… starai pensando che sono un’invadente rompi scatole… mi dispiace…- finse di mettersi a piangere lasciando la ragazza dall’altra parte del telefono sconvolta.
-NO NO NO!- esclamò Ran dall’altra parte cercando di rimediare al guaio mortificata, mentre Kazuha sorrideva fiera di sé -Certo, certo che mi va… stavo solo pensando se avevo già qualche impegno… ma non piangere, ti prego! Non penso affatto quello cose di te!-
-Sul serio?- chiese Kazuha con vocetta fintamente incrinata dalle lacrime come una vera attrice. ”Sto per scoppiare a ridere!” pensò premendosi una mano sulla bocca.
-Ma certo!- rispose Ran dall’altra parte -Mi piace la tua compagni…-
-Ok perfetto- la interruppe la ragazza sbrigativa tornando euforica -Ci vediamo alle 14.00 al Beika park…-
-Alle 14.00? Tra meno di un’ora?!- ma la ragazza del Kansai già non la stava più a sentire.
-Non fare tardi! A tra poco!- chiuse il telefono e si precipitò in salotto dove l’aspettavano Hattori e Conan.
-Tutto secondo il piano, manchi solo tu Kudo!- esclamò parandosi davanti a loro. Conan si alzò e tirò fuori l’antidoto.
-Ok, ho chiamato Haibara e mi ha assicurato che durerà circa 24 ore , quindi dovremmo avere tutto il tempo che ci serve…- si avviò verso il bagno con Heiji che si rivolse a Kazuha:
-Aspettaci qui-
La ragazza si sedè sul divano cominciando a mordicchiarsi il labbro inferiore. “Speriamo vada tutto bene!”

***

Conan si sedè sulla tavoletta abbassata del gabinetto sotto lo sguardo attento di Hattori.
-Sicuro di quello che fai?- domandò e lui annuì guardandosi attorno.
-Hai preso tutto?-
Il detective dell’ovest annuì indicandogli gli abiti poggiati sul marmo del lavandino che era andato a prendere circa un’ora prima a villa Kudo.
-Ok, procediamo- disse inghiottendo la pillola aspettando il fatidico momento…
Un dolore atroce gli trapassò il cuore qualche secondo dopo costringendolo a reprimere un gemito. Dopo nemmeno una manciata di secondi cominciarono gli spasmi veri e propri, che lo fecero cadere sul freddo pavimento di marmo scuro urlando. Si strinse la maglia in prossimità del cuore mentre Hattori si chinava preoccupato accanto a lui passandogli una mano sulla fronte grondante di sudore per spostargli i capelli. Kudo lanciò un urlo lancinante sentendo le ossa cominciare a bruciare insopportabilmente.
-Tranquillo, Kudo- disse il detective del Kansai cercando di confortarlo massaggiandogli la schiena bollente con una mano -tra poco sarà tutto finito…-
L’ex liceale urlò ancora più forte e, con il cuore che batteva frenetico contro la scatola toracica e gli occhi chiusi, cominciò a dimenarsi freneticamente mentre le ossa sembravano plasmarsi dentro il suo corpo.
-Kudo, tra poco sarà tutto finito- ripetè Hattori seriamente preoccupato che la trasformazione stesse durando così a lungo; Shinichi provava sollievo solo con la faccia poggiata al marmo freddo del pavimento e sentiva la voce del ragazzo lontana, sempre più lontana…
 Urlò per più di 10 minuti in preda a dolori mai provati durante le altre trasformazioni, poi, finalmente, sentì quello più lacerante di tutti trapassargli il cuore da parte a parte e ringraziò il cielo.
Hattori, nonostante avesse assistito ad altre trasformazioni, rabbrividì non appena la schiena su cui poggiava la mano divenne quella di un adulto e il bambino tornò ad essere ciò che era veramente: un 17enne.  Shinichi, semi nudo e coperto di sudore, cominciò a respirare più lentamente con il viso ancora premuto sul pavimento mentre il suo migliore amico tirava un sospiro di sollievo.
-Finalmente, avevo paura che non ce l’avresti fatta…- disse piano mentre il ragazzo, ad occhi chiusi, sorrideva stremato. Hattori lo girò lentamente sulla schiena e lo aiutò a sedersi, il tutto molto delicatamente perché gemeva ad ogni movimento, poi gli sorrise osservandolo: pettorali scolpiti, braccia e gambe ben assestate, visino pallido e inconfondibili occhi blu come l’oceano.
-Direi che c’è tutto!- disse divertito battendogli piano una mano sulla spalla mentre lui si osservava a sua volta.
-Ci mancava solo che mancasse qualcosa…- commentò Shinichi con la sua vera voce da liceale facendo quasi rabbrividire l’amico, non più abituato. Il ragazzo sorrise divertito e lo aiutò ad alzarsi in piedi, poi lo afferrò per le spalle e lo spinse verso la doccia.
-Ok, scusa se te lo dico, ma tanto sono il tuo migliore amico… sei totalmente sudato e la cosa fa un po’ schifo, ecco…- disse mentre Shinichi lo fulminò -…quindi fatti un doccia, vestiti e vieni di là. Hai 10 minuti o perderemo la carrozza, Cenerentolo…-
-Grazie, Battista. Lo terrò a mente per la tua prossima busta paga!- rispose cinico il detective dell’est sghignazzando mentre Hattori lo guardava sdegnato di essere stato paragonato al maggiordomo.  Si avviò verso la porta e girò la chiave per uscire.
-Ok, Holmes… ora muoviti che abbiamo fretta- disse aprendola mentre l’interpellato apriva a sua volta il rubinetto della doccia -Ah un’altra cosa…- aggiunse prima di chiudersela alle spalle.
-Che c’è?- domandò Shinichi sbuffando voltandosi verso di lui.
-Bentornato, Kudo- gli sorrise prima di sparire definitivamente dietro la porta. Il ragazzo sorrise a sua volta togliendosi quei pochi abiti che lo coprivano ed entrò nella doccia.
-Grazie, Hattori…- rispose infilando la testa sotto il getto caldo dell’acqua.

***

Non appena Heiji tornò in salotto, Kazuha scattò in piedi come un pupazzo a molla e domandò tutto d’un fiato col tipico accento del Kansai:
-Si è trasformato? Sta bene? Ha urlato come un pazzo! Dio, stavo svenendo a sentirlo! Ma dov’è? C’è qualche problema? Parla Heiji!-
-Calma!- esclamò Heiji costringendola a sedersi sul divano, le si sedè accanto e aggiunse -Sta bene, la trasformazione è durata più del solito, ma sta bene… Si sta facendo una doccia perché ha sudato molto, ma tra poco sarà pronto-
Kazuha sospirò sollevata e chiudendo gli occhi appoggiò la testa alla spalla del ragazzo. Dopo qualche secondo di silenzio disse piano:
-Avevo i brividi talmente urlava… deve aver sofferto moltissimo…-
-Pensa come mi sentivo io che ero con lui e non potevo aiutarlo- confessò Hattori piano mentre lei annuiva.
-Deve essere terribile, per te… per lui…-
Qualche minuto dopo il ragazzo scrutò l’orologio sbuffando: 13.33.
“Kudo, vediamo di darci una mossa!” pensò allontanando dolcemente da sé la testa di Kazuha.
Sentendo la porta del bagno aprirsi, scattarono entrambi in piedi e trattennero il fiato. Hattori aveva il terrore di vedersi spuntare davanti non Kudo, bensì Conan che lo avvisava che l’antidoto non aveva funzionato, ma rimase a bocca aperta non appena lo vide:
i capelli, ancora bagnati, cadevano disordinatamente sulla fronte coprendogli un po’ gli splendidi occhi blu oceano; indossava una camicia bianca con i primi tre bottoni lasciati involontariamente aperti per la fretta, che facevano intravedere i pettorali da urlo, e un jeans molto chiaro con alcuni strappi in prossimità delle ginocchia e della coscia sinistra.
Kazuha rimase letteralmente senza fiato e arrossì deglutendo rumorosamente senza staccargli gli occhi di dosso: doveva ammetterlo, era assolutamente un gran bel vedere!
-Grande Kudo!- esclamò entusiasta Hattori col tipico accento del Kansai -Ma vediamo di non tirarcela troppo… e tu- disse rivolto a Kazuha con aria furbetta -Chiudi la bocca e inghiottisci la saliva: stai sbavando come un bulldog-
La ragazza arrossì ancora di più, diventanto viola se possibile, mentre lui aggiunse divertito -Cavolo, Kudo! Una comparsa e già mi hai stregato la ragazza. Guarda un po’ qui…- passò la mano davanti al suo viso come se fosse imbambolata. Lei sbuffò ma poi scoppiò a ridere: aveva capito che il suo ragazzo scherzava, non sarebbe mai stato geloso del migliore amico che era 3 giorni su 365, se andava bene, un liceale e il resto un bambino.
-Ah, ma piantala baka!- gli disse dandogli una spintarella mentre l’altro sghignazzava divertito, poi si voltò verso Shinichi e disse sorridente tornata del colore normale -Stai benissimo Kudo!-
Il ragazzo gli rivolse un sorriso sincero e riconoscente: da quando Ran non c’era più, lei gli era stata vicina come una sorella, guadagnandosi il posto di migliore amica insieme ad Haibara.
-Grazie Kazuha-
All’inizio aveva continuato a chiamarla Toyama poi, qualche settimana dopo la morte di Ran, gli venne spontaneo chiamarla per nome talmente tante volte l’aveva consolato durante una delle crisi che aveva attraversato e da cui non credeva sarebbe riuscito ad uscire. La ragazza, invece, continuava a chiamarlo Kudo, forse per il fatto che Hattori facesse lo stesso… ma a lui non importava molto: gli bastava sapere che avrebbe potuto contare su di lei in qualsiasi momento.
-Emm…- li interruppe Hattori scrutando l’ora -se avete finito, sarebbero le 13.37, meglio avviarsi, no?-
I due annuirono e Kazuha scoccò un bacio sulle labbra di Heiji divertita. 
-E questo?- domandò il ragazzo con finto tono noncurante.
-Per farmi perdonare- rispose lei. Lui emise uno “Tsk” poi sorrise e la baciò ancora. Di solito evitavano di baciarsi davanti a Kudo, per non ricordargli Ran, ma in quel momento non riuscirono a trattenersi e Shinichi li guardò sorridendo malinconico. Poco dopo uscirono di casa e si avviarono di fretta al Beika park: avevano una missione da compiere…



Mangakagirl’s Corner:
Minna Konnichiwa! Ahahaha! Carino come chappy, vero?? Cmq, vi consiglio di immaginarvi x qst capitolo lo Shinichi Kudo più bello che abbiate mai visto, altrimenti non rende bene la cosa ^-^
Nel prossimo capitolo vedremo l’incontro tra Shin e Morikawa. O.o
Ke accadrà???? Bhò! Lo scopriremo insieme nella prossima puntanta, no, scusate, prossimo capitolo! ^-^”
Fatemi sapere ke ve ne pare di qst chappy per favore ;)
Arigatò a ki ha aggiunto la storia tra le preferite e le seguite e a Ki ha recensito i capitoli Yon e Go: Shinichi e Ran amore, Kaity e LucyloveAnimemanga.
A presto
Mangakagirl! 

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Capitolo 7
*** Nana ***


7.

Durante il tratto di strada tra casa Mouri e Beika park, ogni ragazza che passava si voltava imbambolata verso Shinichi. Una andò addirittura a sbattere contro un palo distratta dalla sua apparizione angelica e Hattori sbuffò irritato:
-Kudo, piantala di tirartela! Stai attirando l’attenzione di ogni donna, ragazza o bambina che passa! Persino una vecchietta si è voltata a guardarti!-
-Non me la sto tirando, scemo!- rispose lui stizzito scompigliandosi i capelli in imbarazzo e provocando una risatina di una ragazza sui 12anni.
“Come se fossi tornato me stesso per rimorchiare ragazzine delle medie!” pensò evitando di guardarla direttamente negli occhi. Arrivarono al Beika park 10 minuti prima delle 14.00 e lo trovarono deserto, se non per una ragazza che si guardava irrequieta attorno seduta su una panchina. Kazuha sorrise e le si materializzò davanti con un saltello.
-Ciao Morikawa! Sei in anticipo!-
La ragazza sorrise con un sospiro di sollievo e rispose alzandosi:
-Emm… già, per paura di arrivare tardi sono scesa di casa troppo presto- cominciò a grattarsi la testa imbarazzata.
-Ah, spero che non ti dispiaccia se abbiamo portato un amico…- continuò Kazuha sbattendo le ciglia, la ragazza scosse la testa e si guardò attorno interrogativa. Shinichi le si avvicinò facendole sbarrare gli occhi, le porse una mano e la fissò negli occhi: ogni sua espressione era un indizio importantissimo per un detective come lui.
-Kudo Shinichi, piacere- le disse cordialmente provando una strana sensazione: presentarsi ad una ragazza che, in teoria, conosceva dall’infanzia era fuori da ogni criterio di razionalità.
Ran battè una paio di volte le palpebre, deglutì e gli strinse la mano annuendo; si fissarono qualche secondo in silenzio, studiandosi a vicenda, poi il ragazzo fece un sorriso furbetto.
-Non toccherebbe a te presentarsi?-
La ragazza mollò la sua mano come se scottasse e riprese il controllo di sé abbozzando un sorriso.
-Sì, scusa… Sono Morikawa Ran, piacere- disse inchinandosi appena come era solito nella tradizione giapponese. Hattori non si fece sfuggire nessun particolare e pensò perplesso “Ran era solita inchinarsi?”
-Bè, perché non andiamo al centro commerciale?- propose come da piano Kazuha prendendo in mano la situazione.

***

-Era da un sacco che non venivo qui- esclamò Ran guardandosi estasiata attorno -Perché non cominciamo da quel negozio?- propose indicando un negozietto di abbigliamento.
Dentro il negozio Kazuha si guardò attentamente attorno ricordando le parole di Shinichi: “Cerca dei vestiti sullo stile di Ran e chiedile che ne pensa”. Individuò un ripiano pieno di magliette che sarebbero piaciute a Ran e, afferrandone una rossa, il colore preferito della ragazza, con un panda che si abbracciava ad un cuscino, domandò alla nuova amica: -Morikawa, non è carinissima?-
L’interpellata la guardò interrogativa mentre Hattori e Shinichi, fingendo di essere intenti dietro lo scaffale per uomini, le puntarono gli occhi addosso in cerca di indizi dalla sua reazione: la ragazza fece una smorfia disgustata e scosse la testa in imbarazzo.
-Emmm… non è il mio genere… è un po’ troppo… tenera e appariscente… e poi io non amo il rosso- rispose cercando di non offenderla.
Kudo sbarrò gli occhi pensando “Non è possibile! È il suo colore preferito!” mentre Ran afferrava una maglia dagli appendiabiti e la mostrava a Kazuha sorridente.
-Mi piace qualcosa di questo genere-
La ragazza del Kansai osservò inorridita la maglia nera e strappata con un lugubre teschio dalle cui cavità oculari usciva sangue e dalla cui bocca spuntava fuori un serpente.
-Da quando ti piace questa roba?!- domandarono schifati i tre ragazzi quasi in coro mentre lei batteva le palpebre perplessa.
-Perché? Non mi sembra ci sia nulla di strano, vanno così di moda… comunque la vostra è una domanda strana se mi permettete. Ci conosciamo solo da una settimana, è normale che non sappiate i miei gusti, no?- Kazuha la osservò allibita e Hattori cercò di aggiustare la situazione cambiando argomento.
-Ok… chi vuole un gelato?-
Morikawa accettò di buon grado la proposta e trascinò Kazuha fuori dal negozio per un polso. La ragazza stupì ancora di più i ragazzi quando prese i gusti liquirizia e caffè, che Ran odiava profondamente.
“Uff… Ran prendeva sempre un gelato alla frutta, perché ora questo?” pensò Shinichi osservando il suo cono.
-Non preferivi i gusti alla frutta?- domandò Kazuha ricordando quello che gli aveva detto Kudo.
-No, non mi piacciono molto…- rispose la ragazza un po’ in imbarazzo grattandosi la testa.
“2 a 0 per Morikawa” pensò Hattori rivolgendo lo sguardo al migliore amico che lo fissava confuso. Decisero di riprendere il giro per il centro commerciale e il detective dell’ovest con la sua ragazza si fiondarono davanti ad un negozio che vendeva katana.
-Wow, ma quella è fantastica!- esclamò Kazuha fuori di sé -Dobbiamo entrare!-
-Io passo- disse Shinichi alzando un braccio mentre si sedeva su una panchina in mezzo al lungo corridoio del centro commerciale sorridendo.
-Anche io- disse Ran imitandolo mentre i due sparivano all’interno del negozio come razzi lasciandosi dietro una nuvoletta di polvere.
-Sono amanti del kendo a quanto sembra…- disse Ran al liceale guardandolo con un sorriso.
-Sì- rispose lui -Hattori lo pratica, mentre Kazuha è una aikidoka-
Morikawa annuì distrattamente e fissò con occhi pensierosi per un po’ la vetrina del negozio, mantenendo un breve silenzio.
-Credo che Toyama mi confonda con la sua amica- disse all’improvviso sorprendendo Shinichi; si voltò e lo guardò con un sorriso -Me ne ha parlato l’altro giorno…Tu la conoscevi questa Ran?-
Il ragazzo fu pervaso da un’ondata di emozioni molto forti, tra cui prevaleva la malinconia. Fissò lo sguardo nel vuoto e sorrise tristemente mantenendo per qualche attimo il silenzio.
-Eravamo amici di infanzia e lei, oltre ad essere la mia migliore amica, era la ragazza di cui ero innamorato praticamente da sempre - confessò mentre ogni ricordo legato a Ran riaffiorava nella mente -Poi, un giorno, io sono dovuto…sparire. Ha sofferto moltissimo per colpa mia, nonostante le fossi comunque accanto in qualche modo…-
Fece una pausa e spostò lo sguardo sulla ragazza che lo fissava in modo indecifrabile, senza far trasparire nessuna emozione.
-Ma il destino non era dalla nostra parte e, tre mesi fa, ha spezzato il filo rosso che legava i nostri mignoli dalla nascita- disse rassegnato perdendosi nei suoi occhi azzurro-lilla.
-Cosa le diresti se fosse qui?- domandò atona lei fissandolo profondamente. Shinichi ci aveva pensato milioni di volte da quando era morta.
-Le direi che la amo- non esitò a rispondere -E che mi dispiace di averla fatta soffrire, le spiegherei cosa è successo veramente e le racconterei tutta la verità, quella che…-
-Tsk- Ran lo interruppe con tono sprezzante mentre il ragazzo la fissava interrogativo: lui le stava confessando cosa avrebbe detto alla ragazza che amava e lei sbuffava?
-Scusa, ma non sono riuscita a trattenermi. Credo sia anche per questo che non voglio avere un ragazzo per ora…- disse sprezzante irritando a morte Shinichi.
-Non ti seguo, sai?- esclamò lui sentendo la rabbia montare dentro.
-Ma credi davvero che Ran ti ascolterebbe? Che accetterebbe le tue misere spiegazioni? La sola verità è che voi ragazzi pensate di aggiustare tutti i casini che combinate con 4 parole ben assestate… Ma tu credi davvero che Ran accetterebbe di tornare a stare con te dopo tutte queste belle parole?- il tono di Morikawa era così sprezzante e strafottente che stava distruggendo la barriera di autocontrollo di cui era dotato il detective dell’est.
-Io non ho mai detto che Ran dovrebbe tornare con me dopo averle detto la verità- disse secco Shinichi -Lei sarebbe libera di fare quello che vuole, anche di non vedermi mai più. Io la amo e accetterei tutto pur di saperla felice…-
-Kudo, stai usando il presente!- esclamò Ran puntando le mani sulla panchina con forza -Ti ricordo che Ran è diventata una stella*, Kudo, e non tornerà! Devi concretizzare la cosa e fartene una ragione per ricominciare da capo…-
-Ma che ne sai tu di quello che provo?- quasi urlò infuriato Kudo mentre lei sbuffava sonoramente.
-Lo so benissimo- lo zittì -Perché non molto tempo fa, esattamente come te, anch’io ho perso una persona a cui ero legata da un fortissimo legame e so come ci si sente. Ma ho concretizzato la cosa e ho ricominiciato da capo la mia vita. Non puoi vivere con la speranza che torni e parlare di lei al presente, perché nulla la farà tornare indietro!-
Il cuore di Shinichi cominciò a battere furiosamente dalla rabbia. Quella maledetta ragazza aveva ragione, ma la voglia di scagliarsi contro di lei era troppo forte per essere repressa. Fortunatamente Hattori e Kazuha uscirono dal negozio impedendogli di sbottare.
-Scusate l’attesa- esclamò la ragazza del Kansai con un sorriso che svanì non appena vide i due ragazzi squadrarsi seri in volto -Emmm… tutto bene?-
Ran smise di fissare Shinichi, mise su un sorrisone sereno e annuì voltandosi verso di lei.
-Certo, tutto bene-
-Forse è meglio tornare a casa…- propose Heiji fissando l’amico, che si alzò dalla panchina con sguardo serio.
-Vado in bagno-
Hattori lo guardò allarmato col terrore che il ragazzo sentisse i primi sintomi dell’APTX che faceva cilecca e fece per seguirlo.
-Vengo con te-
Kudo scosse la testa e si allontanò velocemente.
Entrò nella toilette degli uomini e si chiuse a chiave in un bagno puntando i pugni sulla porta e abbassando lo sguardo con gli occhi serrati, mentre le parole di Morikawa gli rimbombavano nella mente:
“Devi concretizzare la cosa e ricominciare da capo…”
Ma come poteva fare una cosa del genere? Chi era lei per rivolgergli quelle parole? Non si conoscevano nemmeno! Quella non poteva essere Ran: lei era gentile, sensibile, dolce, si preoccupava sempre prima degli altri che di se stessa.
Morikawa era insensibile, distaccata, lunatica e schietta, gli ricordava un po’ Sonoko Suzuki. Sentì gli occhi pizzicare in modo fastidioso ma ricacciò in fretta le lacrime: non doveva cedere, non per l’ennesima volta.
“Concretizzare la cosa e ricominciare una nuova vita? Non so come fare…”
Qualche minuto dopo, sentendo il rumore di qualcuno che usciva e sbatteva la porta del bagno, si ricordò di essere al centro commerciale, dove vi erano anche Kazuha e Hattori. Già, Hattori: era sicuramente preoccupato per lui non vedendolo tornare, forse pensava che si stesse trasformando. Sospirò, girò la chiave nella serratura, facendola scattare, e uscì dal bagno evitando volontariamente di osservare il proprio riflesso sullo specchio. Camminò per il corridoio affollato finchè non raggiunse di nuovo i tre ragazzi, che lo aspettavano seduti sulla stessa panchina dove, poco prima, aveva discusso con Morikawa.
-Ohi Kudo, stai bene?- sussurrò preoccupato col tipico accento del Kansai Hattori. Il detective dell’est annuì e girò, senza farsi notare dalle due ragazze, il dito indice per dirgli “ Ti spiego dopo”.
-Stavamo pensando di andare a mangiare qualcosa…- disse Ran guardandolo serena nonostante lui non le avesse rivolto la parola -Ti va?-
Shinichi, preso com’era dai suoi pensieri, annuì appena mentre lei esclamò:
-Perfetto! Allora andiamo al ristorante panoramico del Beika center building*…-
Kazuha e Hattori annuirono compiaciuti, non essendoci mai andati, ma Shinichi scosse la testa e disse secco:
-No-
I tre ragazzi lo guardarono sbalorditi, poi Ran fece un mezzo sorrisetto e gli domandò ironica:
-Perché? Troppi ricordi forse?-
Shinichi non le rispose ma si limitò a squadrarla serio: stava iniziando a dargli sui nervi.
-Ascolta, ricordare non vuol dire per forza soffrire o riaprire ferite mal cicatrizzate. I ricordi fanno parte di noi, Kudo, e rievocarli non significa sempre dover poi stare male. Se lei fosse qui…- Il ragazzo pensò sorridendole ironico: “Ma sentitela, prima fa la distaccata, poi diventa sensibile e profonda…” -…vorrebbe sicuramente che tu venissi con noi e per una sera smettessi di macerarti nei ricordi-
Shinichi la fissò ancora analizzando quello che la ragazza gli diceva ma, soprattutto, come glielo diceva: era dolce, sincera e non c’era più traccia di ironia come poco prima nella sua voce.
-Morikawa- disse Kazuha interrompendo il filo dei suoi pensieri -Se non se la sente, non dobbiamo forzarlo…-
Ran fece una smorfia sdegnata e fece per dire qualcosa ma la voce di Shinichi uscì quasi contro la sua volontà sorprendendo i presenti e se stesso.
-Nessun problema, Kazuha, ha ragione: devo guardare in faccia alla realtà e affrontare le cose… Vada per il Beika center building-
Si incamminò con un sorrisetto sulle labbra lasciando i due ragazzi del Kansai attoniti, mentre Ran sorrise a sua volta e lo seguì soddisfatta, imitata dopo qualche secondo dalla coppietta.

* è un eufemismo giapponese che corrisponde al nostro “è diventato un angelo”
* è il ristorante in cui vanno Ran e Shinichi la sera della recita scolastica. Vol 26 del manga ed ep. 207 della versione italiana dell’anime.


Mangakagirl's Corner:
Ciao! hahahaah! ke ve ne pare dell'incontro tra Shin e Morikawa?
e dell'inizio in cui shin strega le ragazza???
cmq è strana cm ragazza -.-" lo ammetto!
è lunatica -.-"
e il povero Shin??? lei gli dice ke deve concretizzare la cosa...
ma lui nn ci riesce *^*
Ho usato il beika center building apposta ^-^
vedremo cosa accadrà nel prossimo chappy!
fatemi sapere ke ve ne pare di qst!
grz a ki ha recensito gli scorsi capitoli!
mangakagirl! ^-^

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Capitolo 8
*** Hachi ***


8.

Le porte dell’ascensore si spalancarono rivelando un piano arredato lussuosamente, avvolto da piacevoli luci soffuse e dalla tranquilla musica di un pianoforte posto su un piccolo palco sopraelevato. I quartetto si avviò alla cassa dove una giovane donna con i capelli neri raccolti in una crocchia li accolse sorridente.
-Buonasera. Desiderate un tavolo per quattro?- domandò cortesemente. Ran annuì guardandosi attorno estasiata.
-Da questa parte. Prego, seguitemi- aggiunse una nuova donna arrivata dalla sala, che li guidò in mezzo ad eleganti tavoli imbanditi; pur essendo solamente le 19.30 il ristorante pullulava di gente. La cameriera mostrò loro un tavolo posto accanto ad una pianta rigogliosa e disse:
-Ecco qui, accomodatevi-
Shinichi si sedè per primo e Ran prese posto al suo fianco senza domandargli se per lui andava bene. Hattori rimase sorpreso qualche secondo, per poi prendere posto di fronte a lui e accanto a Kazuha. La cameriera consegnò loro quattro menù e si congedò con un tipico inchino giapponese. Ran aprì il suo esclamando:
-Cavolo, era tempo che non venivo in questo ristorante. Come al solito non so cosa prendere…!- lesse tutta la colonna degli antipasti frettolosamente poi domandò a Kazuha se preferiva mangiare il pesce o la carne.
Shinichi afferrò a caso un menù e si perse il loro scambio di battute: era troppo intento ad osservare il tavolo a cui mesi prima aveva cenato con Ran. In quel momento vi erano seduti 2 suoi coetanei che chiacchieravano e ridevano e, per un attimo, ebbe l’impressione di rivedere se stesso e la ragazza al loro posto. Una voce familiare e cristallina lo costrinse a voltarsi.
-Kudo, stai leggendo il menù al contrario!- gli fece notare Ran con un sorriso -Non sapevo che il grande detective potesse leggere gli ideogrammi al rovescio e con le pagine chiuse…!- la sua risata contagiò tutti, compreso Shinichi che mai avrebbe creduto di riuscirci in una particolare situazione come quella.
-Hai deciso cosa vuoi?- domandò Ran senza smettere di sorridergli mentre lui posava il menù facendo spallucce.
-Prendo quello che prendete voi- le rispose con tono rilassato abbandonandosi in una comoda posizione sulla sedia, mentre la ragazza sfogliava le pagine del pesce; alla fine ordinò per loro due sushi di tonno e salmone.
La serata passò velocemente e il ragazzo, nonostante i ricordi legati a quel posto, non pensò nemmeno una volta alla triste situazione che viveva da tre mesi. Rise per tutto il tempo rendendosi conto che forse avrebbe potuto vivere molte altre serate come quella se solo avesse ricominciato a frequentare i luoghi e le persone legate a Ran. Verso le 23.00 Hattori guardò l’orologio e sbarrò gli occhi.
-Emmm… ragazzi, qui si sono fatte le 23.00!-
-Oh, hai ragione- disse Ran osservando l’orologio a parete del ristorante -Ma pima di tornare a casa…- li fissò con un sorriso -… vi va di andare al secondo punto di osservazione della Torre di Tokyo? È qui accanto e so che chiude alle 24.00 questo periodo…*-
I tre ragazzi annuirono e si alzarono, pagarono il conto e raggiunsero la Torre, dove salirono al secondo punto di osservazione, a 250m di altezza, con l’ascensore. Lo trovarono deserto e ne furono estasiati: la vista della città era tutta per loro.
Ran e Shinichi si avviarono verso il binocolo rimanendo incantati dal panorama: Tokyo, rischiarata dalla luna piena, pullulava di mille luci e colori dovuti ai cartelli pubblicitari e ai lampioni. Somigliava ad un magnifico cielo stellato; i palazzi di fronte alla Torre rilettevano la sua luce rossa come illuminati dal tramonto e nel cielo sopra di loro, nero come l’inchiostro, le stelle erano flebili, sovrastate dalla luce della luna piena.
Una brezza tiepida scosse i capelli di Ran, che li portò dietro le orecchie sorridendo serena davanti a quel meraviglioso spettacolo, mentre Shinichi la osservava senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso: era come se il suo sguardo fosse rimasto vittima di una calamita. Sentendosi osservata, poco dopo la ragazza si voltò verso di lui e gli sorrise.
-Bellissima, vero?- gli chiese avvicinandosi a lui per non urlare e rompere l’atmosfera.
-Già- rispose lui senza confessarle che in realtà si riferiva a lei. Improvvisamente si sentì terribilmente in colpa nei confronti della sua Ran, la Ran che non c’era più e che non sarebbe più tornata: ma che stava facendo?
Spostò lo sguardo sulla città assumendo involontariamente uno sguardo malinconico.
-So cosa stai pensando- sussurrò Ran imitandolo -Anche io vorrei che quella persona di cui ti ho parlato prima fosse qui con me- fissò una stella in alto -Le cose sarebbero molto diverse se fosse qui, in questo momento…- continuò quasi in modo impeccertibile, poi sorrise non appena Shinichi la guardò sorpreso e fece per dirle qualcosa, e disse con tono allegro -Ma so che se fosse qui, nonostante non l’abbia mai conosciuta, lei non vorrebbe vederti così, quindi su con la vita, ok?-
Shinichi rispose flebilmente al suo sorriso dolce, mentre lei guardò l’orologio esclamando:
-Ops! È davvero tardi adesso! Sono quasi le 23.45. se non ci muoviamo rimarremo chiusi qui sopra…- si voltò cercando Hattori e Kazuha e con Shinichi li notò in un angolo intenti a baciarsi passionalmente -Romeo e Giulietta, scusate se interrompo la vostra pomiciata, ma non è che potete continuare giù? Non vorrei rimanere tutta la notte qua sopra…-
Hattori arrossì fino al midollo mentre Kazuha si staccava e rispondeva annuendo tranquilla, Kudo scoppiò a ridere a crepapelle vedendo il migliore amico simile ad un peperone borbottare qualcosa tipo “Non stavamo pomiciando…”
Giù, sotto la Torre, chiamarono due taxi e cominciarono a salutarsi.
-Bè, è stata una giornata fantastica, grazie ragazzi…- disse Ran guardandoli con un sorriso. Kazuha annuì, poi tacque arrossendo visibilmente.
-Senti…- cominciò imbarazzata -…so che ci conosciamo da solo una settimana ma…posso chiamarti Ran*?-
La ragazza tacque guardandola sorpresa per alcuni secondi, poi le rispose comprensiva:
-È perché ti ricordo quella tua amica, vero?- la ragazza del Kansai annuì e lei rispose con un sospiro -Certo che puoi… va bene se io ti chiamo Kazuha, allora?-
Lei si sentì pervadere di gioia e le fece un grosso sorriso.
-Bè, ora devo andare- disse Ran -Mi ha fatto piacere conoscerti, Kudo. Ricordati quello che ti ho detto…- aggiunse con uno strano tono aprendo la portiera del taxi. Vi entrò e li salutò con la mano mentre lui si sentì pervadere da una strana sensazione, come se fosse osservato.
L’aveva provata altre volte, ne era certo…
Si guardò attorno ma non notò nulla di insolito. Salirono a bordo di un altro taxi e raggiunsero in poco tempo casa Mouri, in cui Kogoro aveva lasciato un biglietto dove avvisava che avrebbe dormito fuori.
-Meglio- disse Hattori -Se ti dovessi trasformare stanotte, non avremmo nessuno che ci romperà le scatole almeno-

*A dir la verità non so se la Torre di Tokyo chiuda a quest’ora o se rimanga sempre aperta… in ogni caso scusate la mia ignoranza e prendete per buone queste mie supposizioni! Rimedierò xD

*Non sono pazza! In Giappone, se non si conoscono da molto tempo, non si chiamano mai per nome. Pensate ad Haibara e Conan: loro si chiamano sempre per cognome. Lo stesso Shinichi chiama Hattori per cognome e viceversa, quindi il fatto che Kazuha voglia chiamare Morikawa per cognome dopo così poco tempo è un po’ imbarazzante, per qst arrossisce.


Mangakagirl's Corner:
eccomi quaaa!
ke ve ne pare di qst chappy, eh???
mi sn impegnata!
e qst strana Morikawa???
mamma mia, nn smetterò mai di dirlo. è lunatica!
Shin si sta confondendo....
 e ke presenza avrà sentito shin????
vi è piaciuto cm chappy?????
ho rievocato i ricordi di shinnnnnn *tono da fantasma*
grz a ki ha recensito gli scorsi chappy!
a presto!
mangakagirl!

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Capitolo 9
*** Kiu ***


9.

Shinichi spalancò gli occhi in un bagno di sudore sentendo il battito cardiaco accellerato. Si girò tra le lenzuola del futon, si alzò sui gomiti con la pancia rivolta verso di esso e osservò l’ora sulla sveglia posata precedentemente sul pavimento: 4.51.
“No, non può essere…” pensò, ma un dolore lo colpì al cuore facendogli sbarrare gli occhi e cadere sul materasso senza fiato.
“Dannazione!” si voltò a fatica verso Hattori, che dormiva nel futon accanto a lui dandogli le spalle, e allungò un braccio per svegliarlo ma una fitta ancor più dolorosa glielo impedì lasciandolo di nuovo senza respiro.
Il ragazzo trattenne un gemito e cercò di pronunciare il nome dell’amico ma la voce non gli uscì. Allungò ancora il braccio ma un'altra fitta glielo impedì nuovamente.
“Uno può morire con te Hattori!” imprecò mentalmente stringendosi con una mano all’altezza del cuore, provando a richiamarlo più volte senza successo. Capì che l’unica soluzione era approfittare dei pochi secondi che aveva tra uno spasmo e l’altro; aprì la bocca per provarci ma uno spasmo irregolare lo fece urlare di dolore.
-Hattori!- riuscì ad aggiungere dopo di esso senza fiato mentre il detective dell’ovest si voltava verso di lui assonnato. Non appena notò che il ragazzo stava male si alzò e si sedè in fretta accanto al suo futon.
-Kudo, stai male?!- domandò allarmato accendendo una abat-jour.
-Ma va?!- gracchiò ironico il ragazzo chiudendo gli occhi per dolore. Lanciò un urlo che rimbombò in tutta la casa cominciando ad ansimare. Hattori cercò di calmarlo ma lui continuò ad urlare e a contorcersi stringendosi disperatamente il cuore.
Dopo quasi mezz’ora, finalmente, il dolore lancinante, quello decisivo che precedeva la trasformazione, gli trapassò il cuore fino a farlo urlare da perdere il fiato.
Hattori, nonostante fosse più che abituato a vederlo rimpicciolire, era accaduto quello stesso pomeriggio,  rabbrividì nuovamente non appena il corpo del liceale rimpicciolì tornando ad essere quello di Conan.
L’ex liceale, sudato fradicio, respirò affannosamente per alcuni secondi, poi chiuse gli occhi all’improvviso come se fosse morto. Il ragazzo del Kansai cominciò a strattonarlo in preda al panico.
-Ohi Kudo!- esclamò con l’accento della sua regione -Non fare scherzi idioti! Apri gli occhi!-
Ma non accadde nulla. Hattori ci mise un po’ a capire che era svenuto, si sdraiò lentamente nel proprio futon osservandolo con attenzione aspettando che si svegliasse, ma non accadde…

***

Una luce lo accecò facendolo sobbalzare, scattò a sedere ma due mani lo spinsero con forza per le spalle sul futon. Osservò allibito il suo aggressore tra le macchie scure che gli si erano formate davanti agli occhi per via del movimento brusco e riconobbe a stento una piccola figura.
-Haibara?!-
-Sei pazzo, Kudo?! Vuoi svenire di nuovo?- lo rimproverò lei in tono gelido prendendo in mano lo stetoscopio.
-Che ci fai qui?! E come ti salta in mente di puntarmi una lampadina in un occhio?!- sbraitò lui tutto di un botto.
La ragazza lo fulminò ed infilò le mani sotto la sua maglia posando l’attrezzò gelido in corrispondenza del cuore.
-Mi ha chiamato Osaka, era in preda ad una crisi di nervi. Dice che sei svenuto subito dopo la trasformazione, che è durata stranamente una buona mezz’ora, e che, nonostante abbia cercato di svegliarti più e più volte, non ti sei mosso di un millimetro. Credimi, era seriamente preoccupato, non l’avevo mai visto così…- disse estraendo l’oggetto dalla sua maglia -Battito regolare. Hai due grandi amici, sai? Kazuha ha due occhiaie paurose: dice che non è più riuscita a dormire dopo la tua trasformazione perché le tue grida continuavano a rimbombarle nella testa tanto da averla fatta piangere tutta la notte. Mi scuserei con loro fossi in te e li ringrazierei-
Conan la fissò allibito e si mise piano a sedere con l’aiuto della mano che gli porgeva. La ringraziò e lei chiese incuriosita:
-Allora, come è andata? Hattori mi ha detto che non gli hai ancora raccontato nulla di te e Morikawa. Che è successo?-
Il ragazzo si alzò.
-Te lo racconto subito, ma voglio che lo sentano anche gli altri-
 Si avviarono in cucina, Conan si scusò con i due ragazzi e sedè con la bambina sul divano.
-Kogoro è uscito- spiegò Kazuha all’occhiata interogativa dell’ex liceale -Non so dove sia, ma sembrava importante. Ha detto che non tornerà per cena, quindi di non aspettarlo…-
-Bando alle ciance!- esclamò Hattori incuriosito guardando il migliore amico contento che si fose ripreso -Parliamo di cose serie: che è successo Kudo? Cosa hai scoperto?-
Lui sospirò e cominciò a parlare fissando il vuoto.
-Quando tu e Kazuha siete entrati in quel negozio, io e Morikawa ci siamo seduti su quella panchina e mi ha confessato che, secondo lei, Kazuha la confonde con Ran. Poi mi ha chiesto se io conoscevo Ran…- Hattori lo guardò speranzoso mentre lui taceva.
-Allora?!- esclamò irritato dall’attesa.
-Le ho risposto di sì, che era la ragazza che amavo e che, se fosse viva, non la farei più soffrire. Morikawa mi ha chiesto cosa le direi se fossedavvero viva e io ho risposto che le avrei detto che la amavo, che le avrei raccontato la verità…-
Haibara sbarrò gli occhi: Kudo non aveva mai parlato di lei al passato, nemmeno una volta.
-Morikawa mi ha interrotto bruscamente dicendo che ero uno stupido se pensavo che dopo averle detto la verità lei si sarebbe messa con me… Ovviamente le ho spiegato che io non obbligavo nessuno a fare niente, specie Ran, ma lei mi ha detto che dovevo accettare la realtà, perché parlavo al presente, e concretizzare la sua morte- sottolineò con amarezza le ultime parole, poi alzò il capo verso Haibara e aggiunse con un sorriso triste -E aveva ragione: Ran è morta e non tornerà più-
 I tre si guardarono perplessi e la piccola disse seria:
-Incredibile Kudo, finalmente l’hai capito…-
Lui la guardò sorpreso mentre lei continuò con tono strano -Mi piacerebbe proprio conoscerla questa ragazza che è riuscita a fare in…- guardò l’orologio che aveva al polso e valutò -… 10 minuti? In 10 minuti quello che io, Hattori e Toyama tentiamo di fare da tre mesi…-
Il bambino la fissò ancora basito, poi chiese con tono confuso:
-Ma che intendi?-
Lei sbuffò irritata, poi sorrise mellifluamente.
-Bè, anche se non te ne sei mai accorto, io, Hattori e Toyama cerchiamo da ben tre mesi di farti capire che Ran è morta.
Ma tu, ovviamente, preferisci dare ascolto ad una ragazza che le somiglia e hai deciso di concretizzare la cosa solo da ieri- rise sprezzante per poi guardarlo negli occhi seria -Ora, permittimi di dirti una cosa. Spero solo che tu non ti innamori di lei, Kudo, perché non credo che sarebbe disposta a stare con uno che torna bambino una volta ogni discesa in terra di uno Shinigami* anzi, credo che non crederebbe proprio alla tua storia. Ricordati che lei non è Ran, Kudo: non aspetterà che tu torni una volta ogni 1000 anni ad essere te stesso-
Kazuha spalancò la bocca sconvolta fissando la bambina che aggiunse:
-Ti dirò di più: secondo me non troverai mai una persona disposta a stare con te finchè sei così…-
-Smettila- sbottò la ragazza del Kansai avvicinandosi a lei minacciosa -Ma che razza di amica sei? Come ti permetti di dirgli una cosa del genere?!-
Haibara sbarrò gli occhi stupita dalla sua reazione, poi, incrociando le braccia al petto, li ridusse a fessure.
-Sentiamo- disse con tono acido -Chi sarebbe mai disposto ad accettare la sua vita per come è ora?-
Kazuha la fulminò ed inveì contro di lei furiosa.
-Tu sei una Bugiarda! Dici queste cose perché sei innamorata di lui! Prima c’era Ran nel suo cuore e sapevi benissimo che non potevi nulla contro di lei, poi Ran è morta… Non sto insinuando che tu sia felice di questo!- la zittì prima che lei intervenisse sdegnata -Ma comunque avevi trovato un lato positivo nella disgrazia perché avevi una possibilità con Kudo. Ora che lui ha incontrato un’altra ragazza, però, le cose sono tornate come prima. Ecco perché dici…-
-Hai preso un granchio Toyama. Le cose non stanno affatto così, voglio solo che Kudo si renda conto che nella situazione in cui si trova…- la interruppe alzandosi in piedi con voce tremante dalla rabbia.
-Smettetela- disse serio Shinichi attirando l’attenzione su di sé. Ringraziò in modo sbrigativo Haibara per averlo visitato e Kazuha per essersi preoccupata per lui, poi uscì di casa sbattendosi rumorosamente la porta alle spalle lasciando i tre ragazzi sconvolti.

***

-Ciao amore- disse sottovoce inginocchiato davanti alla lapide di Ran. Passò un dito su di essa, disegnandone il contorno curvilineo e notò che era, stranamente, pulita. Pensò fosse opera di Kogoro poiché lui non andava a trovarla da un po’.
Sospirò immaginando il dolce viso della ragazza dagli occhi azzurro-lilla e le raccontò tutto quello che era successo in quei giorni, senza omettere alcun particolare. Ad un tratto sentì dei passi muoversi sulla ghiaia e uno strano istinto gli consigliò di nascondersi dietro un’alta lapide poco distante da quella di Ran: non sapeva cosa l’aveva spinto a farlo, ma sentì la necessità di compiere quel gesto…
Tirò fuori uno specchietto e osservò di nascosto il riflesso di una donna totalmente vestita di nero, con occhiali scuri, guanti neri, capelli raccolti sotto un cappello nero in una crocchia, che si fermava davanti alla tomba di Ran.
Non l’aveva mai vista nonostante conoscesse tutte le persone che avevano avuto a che fare con lei; la donna si abbassò sugli avampiedi e sospirò guardando la lapide con espressione che il ragazzo non riuscì a captare per via delle lenti scure, il cellulare le squillò improvvisamente e si rimise in piedi.
-Pronto. Sì, certo… va tutto secondo i piani…- la voce era vagamente familiare ma Shinichi non riusciva a ricollegarla ad un viso -… Forse. Non ne sono sicura… Se soffrisse di più potrebbe far cadere i suoi sospetti…- disse incerta ammutolendo quando la persona dall’altro capo parlava. Una raffica di vento forte scosse le tegole di un capannone sgangherato lì vicino impedendo all’ex liceale di sentire decentemente il resto della conversazione.
-No… è trop… ne rip…op… ok… tran… enso io… sì…ut…- la ragazza terminò in fretta la conversazione e fissò ancora la lapide stringendo un pugno lungo il corpo, poi si allontanò in fretta verso l’uscita con i suoi anfibi neri e Shinichi decise di seguirla: non centrava nulla con quella donna lui… eppure si sentì terribilmente coinvolto in quello che aveva appena udito.

*Dio della morte o.O

 


Mangakagirl’s Corner:
Salve! Come va?
Io ok… Allora… emm… vedo già un paio di persone pronte a lanciarmi un pomodoro marcio addosso! Please, nn fatelo!
So ke il comportamento di Haibara nn è carino (me ne sn accorta -.-) xò lo fa x Shin, x nn procurargli altre delusioni: xkè Morikawa nn è Ran, nn acceterebbe mai anzi, nn crederebbe mai a Shin secondo me!
Ke poi Haibara sia innamorta di Shin (i lanciatori prendono la mira) è risaputo.
VIAAAAAAAA! Scappo  a prendere un ombrello ke ho una pioggia di pomodori in arrivo.
*torna, apre l’ombrello*
Eccomi =) cmq … (apparte il teatrino xD)
Ke ve ne è parso cm chappy???
Vi fa pena il povero shin durante la trasformazione?
Ipotesi sull’identità della donna?
Opinioni su qll ke dice Haibara???
Fatemi sapere XDDDDDDDDDDDD!
Arigatò a ki ha recensito lo scorso e i precedenti chappy!   v.v grz 100000!
Arigatò a ki ha aggiunto la storia tra le preferite: mi lusingate! Grz 10000!
A presto! Mangakagirl ^-^

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Capitolo 10
*** Ju ***


10.

La donna misteriosa uscì dal cimitero e svoltò a sinistra camminando a passo spedito, mentre Conan, a debita distanza, la inseguiva con discrezione.
“Chi è quella donna e cosa significano le sue parole?”
Svoltò a destra attraversando sulle strisce pedonali e la vide imboccare una delle principali vie di Tokyo, molto affollata come tutti i giorni.
“Dannazione, spero di non perderla!”
La donna era agile e si destreggiava con agilità tra il fiume umano di gente e cosplayer che erano presenti nella via. Forse proprio per la loro presenza passò totalmente inosservata come se indossasse normali abiti. L’ex liceale trovò maggiori difficoltà a seguirla e dovette nascondersi dietro una signora molto grassa quando si voltò indietro per scrutarsi alle spalle.
Shinichi la osservò col fiato sospeso, mentre lei sembrò essersi convinta che dietro non ci fosse nessuno e continuò il suo cammino. Entrò nella stazione di Beika con passo spedito mentre il bambino le stava alle calcagna senza farsi notare. Fu un attimo di distrazione, una persona che tagliò lui la strada, e la ragazza sparì dalla sua vista in prossimità dei bagni femminili.
-Dannazione- imprecò il bambino guardandosi attorno.
Da dietro una colonna la donna lo guardò di nascosto col cuore accellerato sorridendo sollevata: stava per scoprirla. Non appena lo vide allontanarsi per cercarla, attraversò in fretta il corridoio e raggiunse gli armadietti blindati della stazione. Prese la sua chiave e, da uno di essi, tirò fuori un borsone nero. Si guardò attorno e constatò che il luogo era deserto, così si sfilò tutti gli abiti neri e rimase con jeans e maglietta a maniche corte; sciolse la crocchia e i capelli le caddero fin sotto le spalle mentre si sfilava gli occhiali da sole. Sorrise osservandosi allo specchio soddisfatta mentre si toglieva con un fazzoletto il rossetto scuro: aveva imparato dalla migliore quella dote del travestimento.

***

-Eccoti Disgraziato! Ma dov’eri? Sono le 14.00 passate!- esclamò stizzito Hattori scrutando l’orologio. Credeva che il ragazzo fosse fissato a tornare a quell’ora!*
Shinichi alzò le spalle e gli si avvicinò con una strana luce che gli illuminava gli occhi.
-Scusa, ma avevo altro da fare…- gli raccontò dell’incontro con la ragazza vestita di nero e propose  furbetto -Hattori, ti va di indagare con me?-
Il ragazzo del Kansai lo guardò stupito: erano tre mesi Shinichi Kudo si rifiutava di indagare su un caso. Annuì eccitato e sorrise.
Kazuha li guardò basita mentre Conan aggiungeva sempre più coinvolto:
-Allora andiamo alla centrale: abbiamo bisogno di un piccolo permesso per accedere ai filmati della videocamera di sicurezza del cimitero-
Hattori annuì alzandosi prontamente dal divano, mentre Conan si accorse solo in quel momento dell’espressione strana di Kazuha.
-Kazuha, te lo porto sempre via… mi dispiace… è che…-disse dispiaciuto ma lei scosse la testa e sorrise.
-Non importa, andate pure… Vorrà dire che mi darò allo shopping-
Shinichi le sorrise sollevato: non gli piaceva affatto farla arrabbiare.
-Grazie, davvero. Per sdebitarmi appena andremo fuori ti offrirò la cena. Promesso!-

***

I due detective raggiunsero la centrale di polizia di Tokyo e salirono all’ultimo piano con l’ascensore. Si destreggiarono in un corridoio pieno di poliziotti che bevevano caffè, chiacchieravano e portavano pile di scartoffie in equilibrio precario da una parte all’altra, raggiungendo una macchinetta davanti alla quale c’era la persona che cercavano: Miwato Sato. La donna si voltò ridendo alla battuta fatta dal suo collega e sbarrò gli occhi vedendoli.
-Hattori, Conan?! Che ci fate qui?!- eclamò abbracciandoli esterrefatta. Il detective del Kansai sorrise mentre Wataru Takagi li raggiungeva a sua volta tra la contentezza e la sorpresa.
-Ragazzi, ma che piacere vedervi! Come state?- disse.
-Bene, grazie- risposero in coro i due felici.
-Cavolo… non ci vediamo da…- il poliziotto tacque rendendosi conto di aver toccato un tasto dolente.
-Dal funerale di Ran- finì Sato con tono triste mentre il sorriso svaniva lentamente dal suo volto.
Già. Prorio così: come già detto, Shinichi non partecipava ad un caso dal giorno della morte di Ran e, di conseguenza, non avevano più avuto occasione di vedersi.
La morte di Ran. Il ragazzo sentì gli occhi pizzicare fastidiosamente ma si diede un contegno ricacciando indietro quello che si sarebbe potuto trasformare in un pianto.
Hattori annuì debolmente lanciando un’occhiata in tralice a Kudo, mentre Sato chiese:
-Come sta Mouri? Si è ripreso?-
Il ragazzo del Kansai sbuffò mentalmente: parlare di altro no, eh?
-Sì, sta bene ora. Ha superato la cosa… sentite siamo qui per chiedervi un favore- cambiò in fretta il discorso senza sembrare scortese: aveva la strordinaria dote di cambiare discorso passando da un argomento all’altro, come quando da geografia passò a parlare alla prof. di quante uova depongono gli struzzi in un anno.
-Che genere di favore?- domandò sorpresa Sato.
-Abbiamo bisogno di un permesso per accedere ai contenuti delle telecamere del cimitero di Beika- rispose Conan riprendendo controllo di sé e guardandola con aria sicura e furbetta.

***

Il responsabile della sicurezza smanettò per qualche minuto col computer lanciando di tanto in tanto occhiate in tralice ai due detective che erano piombati nel suo studio con un mandato della polizia per accedere alle videocamenre.
-Ecco qua- disse premendo “invio” per aprire il video della telecamera puntato sulla lapide di Ran -Le registrazioni dal 9 marzo a stamattina… siete fortunati che la telecamera è posizionata in questo modo: altrimenti non avreste visto nulla-
Hattori si avvicinò scrutando il monitor e ringraziò. L’uomo uscì e li lasciò soli mentre lui spostava la freccetta su “Play” e guardava Conan.
-Ok Kudo…- disse sapendo per certo da dove sarebbe cominciato il filmato -…sei pronto?-
Il ragazzo annuì debolamente con gli occhi vuoti fissi sul monitor ma l’amico esitò.
-Sicuro che…?-
Il bambino annuì con decisione senza farlo parlare e cliccò lui stesso su “Play”.
Le immagini cominciarono a scorrere con velocità X8 ma ciò non impedì loro di assistere al funerale.
Per Conan fu come vederlo per la prima volta: non ricordava quasi nulla di quei momenti, di quel giorno, di quel tempo passato inginocchiato davanti alla sua tomba. In quegli attimi la sua mente era vuota, priva di ogni capacità deduttiva, priva della capacità di concretizzare la cosa. Non riusciva a credere che la ragazza che amava fosse morta: non poteva crederlo. Era successo all’improvviso, per uno scherzo del destino e lui non era riuscito a risolvere quel caso: non sapeva perché Ran fosse morta.
Si rivide mentre passava il dito sul suo nome scolpito sulla lapide e cercò di ricordare cosa pensò in quel momento: Nulla colmerà il suo vuoto.
Aveva ragione: nulla l’aveva fatto.
Hattori lo fissò in tralice e disse mantenendo un tono abbastanza normale:
-Kudo… siamo qui per indagare sulla donna, ricordi?-
-Certo, lo so, tranquillo- rispose lui ricacciando quel pizzicorio indietro come poco prima: la sua capacità di farsi passare il magone stava migliorando.
Qualche minuto dopo, quando scorrevano sulle schermo le immagini di circa una settimana dopo il funerale, comparve sullo schermo una donna vestita di nero che fece sobbalzare entrambi i detective.
-Guarda! È lei!- esclamò Conan fermando l’immagine col mouse. La studiarono qualche secondo per poi far riprendere il filmato. Col passare del tempo si accorsero che, oltre a lei, altre due ragazze erano andate a trovare Ran senza seguire un criterio temporale. Sembravano apparentemente scollegate tra loro, ma la certezza di Conan era solo una: né lui, né Ran le conoscevano.
E per quale motivo avrebbero dovuto fare visita alla tomba di una ragazza che non conoscevano?
Il nastro terminò quasi due ore dopo andando a velocità X16, dopodichè i ragazzi si fissarono qualche secondo in silenzio e decisero di tornare a casa.

***

Kazuha, sulla via di casa, si fermò ad osservare la vetrina di un negozietto di vestiti. Sospirò fissando una maglietta che le sembrava stupenda ma fuori dalla sua portata e fece per rincamminarsi verso casa Mouri, ma una voce vagamente familiare, proveniente dal vicolo accanto al negozio, la pietrificò.
-Sì, sembra che tutto fili liscio… Sai che non abbiamo mai la certezza di niente. Cosa?! No! Non puoi farlo… non puoi fare una cosa del genere, è tropp… No, ascoltami! Ma lo ucciderai!- esclamò la voce dal vicolo con tono agitato e impaurito. Dopo una breve pausa sospirò arrendevole -D’accordo… ma promettimi che non lo ucciderai… sì, certo-
La ragazza del Kansai udì il suono che indicava che la chiamata era terminata e si rese conto di avere il cuore che batteva furiosamente contro lo sterno. Doveva tornare a casa, subito. Prese tutto il coraggio che aveva e passò in fretta davanti al vicolo, lanciandogli un’occhiata in tralice. Sbarrò gli occhi: non c’era nessuno.

*Anche nel capitolo 5 Conan tornava alle 14.00 a casa.


Mangakagirl's Corner:
Minna konnichiwa! scste, ma sn di fretta =(
allora ke ve ne pare???
mi avete dtt le vostre idee su ki è la donna, ma dopo qst chappy ke pensate di lei???
siete felici ke SHINICHI torni ad indagare???
e ke ne pensate di qll ke Kazuha ha sentito????
ki parlava nel vicolo secondo voi???
fatemi sapere!
thanks!
arigatò a ki ha recensito lo scorso chappy: GENTILISSIMIIIIIIIIII!
GRZ 1000000!
mangakagirl!

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Capitolo 11
*** Juichi ***


11.

-Ricapitoliamo Hattori- disse Conan con la mano sotto al mento seduto sul divano di casa Mouri -3 ragazze…-
-…Ovvero la stessa ragazza- disse Hattori completando la sua frase -Va a trovare senza un apparente criterio logico o temporale Ran, quando noi sappiamo per certo che non ha mai avuto a che fare con lei-
Come avevano capito che le tre ragazze erano la stessa persona era un mistero, ma dai due detective migliori del Giappone non ci si poteva spettare altro, no?
Conan annuì mentre sentirono la porta di casa chiudersi. Kazuha entrò in soggiorno e si sedè su una sedia con aria agitata fissando il vuoto. Heiji aspettò che dicesse qualcosa ma, non accadendo, la salutò un po’ stizzito:
-Ciao Kazuha-
Lei sobbalzò vedendoli per la prima volta e li salutò in modo sbrigativo e agitato.
-Che ti prende?- domandò il suo ragazzo notando che qualcosa non andava.
-Nulla- rispose lei cercando di mascherare la sua agitazione. Lui alzò un sopracciglio e continuò:
-Ti ricordo che stai parlando con un detetive…- la ragazza scosse il capo con forza sorridendo forzatamente.
-Non ho nulla, tranquillo!-
Conan si guardò attorno con un altro sospetto oltre allo strano comportamento di Kazuha.
-Ma Kogoro non è proprio tornato da stamattina?-
-No- rispose Hattori -Io credo che stia…-
-…indagando su Morikawa Ran- terminò Shinichi per lui mentre Hattori annuì -Credo dovremmo farlo anche noi-
Kazuha scosse la testa agitata mentre il suo ragazzo rispose:
-Sì, hai ragione, dovremmo organizzare un’altra uscita…-
-NO!- esclamò Kazuha attirando su di sé gli sguardi allibiti dei due -Io non credo che dovremmo uscire con lei…- spiegò sorridendo imbarazzata.
-Perché?- domandò stupito Conan.
-Perché…- rispose lei senza una giustificazione decente -Perchè non vedete che siamo sempre noi ad organizzare un’uscita?! Vuol dire che a lei non piace uscire con noi, quindi niente uscita!-
Il suo cellulare squillò e la ragazza ne approfittò per troncare il discorso che stava per nascere.
-Pronto?- domandò sollevata con un sorriso.
-Ciao Kazuha!- pronunciò allegra una voce che conosceva bene.
-R-RAN?!- esclamò quasi urlando.
L’altra stette un po’ in silenzio e disse sorpresa:
-Tutto bene? Sei strana… ti ho disturbata?-
-S-sì, certo tutto bene!- si affrettò a rispondere lei lanciando un’occhiata impanicata ai due ragazzi che stavano cominciando ad aggrottare la fronte per quel comportamento strano.
-Emmm… posso aiutarti?- domandò la ragazza del Kansai sperando in una risposta negativa.
-Domani sera darò una piccola festa a casa mia con tre amici. Mi farebbe piacere che tu e Hattori veniste… e ovviamente anche Conan!-
Kazuha sbarrò gli occhi e ripetè:
-Una festa… domani sera? E dovrebbe venire anche Conan?-
Hattori e Kudo si lanciarono un’occhiata soddisfatta.
-Se questa non è fortuna!- esclamò Hattori voltandosi verso Kazuha e incitandola ad accettare, ma lei tacque ascoltando Ran.
-Non potete mancare!- disse convincente -Ci tengo moltissimo, vi prego venite!-
-Ma…- cominciò incerta la ragazza del Kansai mentre Conan la guardava speranzosa. Sopirò rassegnata e le rispose:
-Va bene…-
-Fantastico! Allora domani alle 18.00 a casa mia. Non c’è bisogno che veniate eleganti. Se non sai dov’è casa mia chiedi al tassista, lui lo sa sicuramente. Ora devo andare… Ciao!-
Kazuha cercò di fermarla per aggiungere qualcosa ma lei chiuse.

***

Una volta arrivati a Villa Morikawa rimasero a bocca aperta: dire che era il doppio di Villa Kudo era poco!
Hattori fece un fischio di ammirazione e suonò il campanello con Kazuha accanto che si guardava nervosamente attorno. Il cancello si aprì di scattò permettendo ai ragazzi di attraversare il viale di ciottoli in mezzo ad un enorme, curato e rigoglioso giardino che portava alla porta di ingresso, ma si bloccarono a metà strada non appena una voce li chiamò con tono allegro:
-Ciao ragazzi! Venite, sono qui!-
Conan si voltò mentre Morikawa in bikini li salutava dall’acqua con le braccia sul bordo della super piscina olimpionica che aveva nel giardino. La ragazza si issò con la sola forza delle braccia al bordo e uscì dall’acqua mentre loro mettevano su un sorriso incerto. Ran li raggiunse con le infradito camminando sul praticello che profumava di erba appena tagliata e disse con un sorriso:
-Cominciavo a temere che non sareste venuti… sono le 18.30 passate…-
Hattori si giustificò spiegando che per strada c’era traffico mentre la ragazza annuiva.
-Vi va un tuffo in piascina? Si muore di caldo oggi… i costumi ve li do io…-
I ragazzi rifiutarono lasciandola un po’ dispiaciuta.
-Ok, allora datemi 10 minuti per farmi una doccia e arrivo… voi intanto fate come a casa vostra-
-Ok, grazie- risposero in coro i due detective mentre lei accendeva lo stereo con un telecomando. Una dolce musica si diffuse nel giardino grazie alle casse attaccate ai muri esterni della casa. Non appena sparì dentro, Hattori osservò l’enorme buffet allestito nel salotto grazie alla vetrata trasparente che lo divideva dal giardino.
-Cavolo! Buffet per un esercito e piscina olimpica lunga 50m x 25m! E sarà profonda almeno 3 metri!- esclamò il ragazzo avvicinandosi al bordo -Non si fanno mancare nulla questi Morikawa!-
Voltandosi estasiato verso Kazuha notò che continuava a mordersi il labbro inferiore e sbuffò esasperato.
-Insomma, che ti prende?! È da ieri che sei irrequieta- la ragazza gli lanciò un’occhiata supplichevole e lui le si avvicinò cominciando a preoccuparsi.
-Kazuha, cominci a preoccuparmi. Ne parliamo da soli?- le sussurrò mentre lei annuiva.
-Sì, è meglio…- gli confessò mentre lui si voltava verso Shinichi.
-Kudo, ci scusi un attimo? Torniamo subito…- il ragazzo annuì sereno mentre i due si allontanarono repentini sparendo dietro un muro della casa.
Shinichi si avvicinò al bordo della piscina e si abbassò rimanendo in equilibrio sugli avampiedi. Si specchiò sull’acqua e cominciò a studiare la piscina: come diceva Hattori, era profonda almeno 3 metri. Immerse una mano rabbrividendo: con quella giornata torrida doveva essere calda o perlomeno riscaldata, mentre invece era fredda come ghiaccio. Che motivo c’era di tenere la temperatura così bassa?
“Che strano…”
Una figura furtiva gli si avvicinò di spalle affondando silenziosamente i sandali nel prato e gli posò una mano sulla spalla. Conan, non avendola sentita arrivare, quasi cadde in piscina e cercò di mantenersi in equilibrio agitando le braccia. Si voltò verso l’aggressore pronto a mandarlo a stendere poiché era quasi certo che si trattasse di quell’idiota di Hattori, ma le parole gli morirono in gola non appena si accorse che non si trattava di lui, bensì di Ran.
La ragazza scoppiò a ridere, poi disse dispiaciuta:
-Scusa, non volevo spaventarti! Perdonami!-
L’ex liceale la osservò con attenzione: i lunghi capelli ricadevano sulla schiena e sulla fronte ancora umidi, indossava un abito corallo lungo fino al ginocchio con i lacci che si legavano dietro al collo, mentre i suoi occhi, nonostante brillassero per via delle risate, sembravano nascondere una strana nota elegiaca che al ragazzo non sfuggì.
-Già finito?- le domandò per cominciare un discorso: era lì per indagare su di lei in fondo.
-Emm… sì- rispose lei osservandosi i sandali mentre puntellava meglio gli avampiedi nel terreno per mantenere l’equibrio ed essere alla stessa altezza del bambino.
-Ti va di fare un gioco?- gli domandò sorridendo.
Il ragazzo rimase perplesso. Perché dovevano giocare?
-Emmm…- cercò una risposta gentile per rifiutare ma lei insistè.
-Nascondino?-
-No, grazie, ma…-
-Oh, andiamo!- rispose lei ridendo mentre lui scuoteva la testa cercando di parlare -Sei difficile! Tutti amano nascondino! Vabbè… Mmmm… magari preferisci un quiz?-
Conan riflettè sulla possibilità di poter farle a sua volta delle domande con quel gioco e accettò mentre lei gli rivolgeva un’occhiata speranzosa.
-Bene, allora…- Ran appoggiò la mano sopra il mento e il gomito sulle ginocchia rimanendo in equilibrio precario -…Chi ha scritto Sherlock Holmes?-
Il bambino sorrise e rispose sicuro:
-Ovviamente Arthur Conan Doyle! Ma che domanda!-
-Oooh…!- esclamò la ragazza ammirata -Che bravo, alla tua età già conosci un autore straniero… bè, d’altronde, vivi anche con un detective… un’altra domanda… vediamo… quanto fa 30 fratto 1000?-
-0.03- rispose annoiato il ragazzo: ma che domande! Era un liceale lui!
-Ok, ok- rispose Ran notando il suo tono -Passiamo a qualcosa di difficile. Se in 5 minuti percorro 500metri, in un’ora quanti ne percorro?-
Conan rispose dopo nemmeno mezzo secondo.
-6 km all’ora-
Ran sorrise divertita.
-Ma sei un piccolo genio! Vediamo se sia questa… se sbagli fai una penitenza, ok?-
L’ex liceale annuì annoiato infilandosi le mani in tasca mentre l’espressione della ragazza si fece improvvisamente seria.
-Io sono mai stata innamorata?-
Shinichi sbarrò gli occhi: e quellla domanda da dove usciva? Per lei, lui era solo un bambino di sette anni, quindi una domanda del genere era più che insolita… La fissò un attimo allibito mentre lei da seria schioccò la lingua divertita.
-3 secondi sono scaduti. Farai la penitenza! Vediamo… -
Mentre Conan fece per ribattere Hattori e Kazuha arrivarono.
-Eccovi! Scusa, ma non era una festa questa?- domandò guardandosi attorno il ragazzo del Kansai un po’ stizzito -Dov’è la gente?-
Ran si alzò dimenticandosi completamente di Conan e gli sorrise.
-Mi hanno appena chiamato due amici dicendo che non potranno venire… quindi aspettiamo solo più una persona-
Il campanello suonò e i ragazzi si voltarono verso il cancello.
-Eccola!- esclamò Ran correndo verso di esso. Non appena tornò al suo fianco vi era una ragazza che, apparentemente, dimostrava 20 anni, con occhi ghiaccio, capelli neri, corti da una parte e lunghi fin sopra la spalla dall’altra, occhi e labbra truccati di scuro, maglia con teschi e strappi, jeans neri attillati e anfibi del medesimo colore lunghi fino al ginocchio con lacchi e borchie. Hattori la scrutò tra lo sconvolto e il disgustato, notando che Morikawa sembrava meno a suo agio di qualche secondo prima.
-Emm… lei è Kuroi Aya, una mia amica- la presentò senza guardarla negli occhi -Aya, loro sono Hattori Heiji, Toyama Kazuha e il piccolo Conan…-
La nuova arrivata alzò una mano in segno di saluto.
-Piacere-
-Piacere- disse il ragazzo del Kansai scrutandola attentamente -Hai un nome davvero strano: Aya, colore, e Kuroi, nero. Non è un controsenso?-
La donna fece un sorrisetto vago scrutandoli con gli occhi color ghiaccio, il cui sguardo penetrava in fondo a chiunque la guardasse. Shinichi rabbrividì: quello sguardo era stranamente familiare… ma dove l’aveva già incrociato…
-Bè…! Non stiamo qui a perdere tempo!- esclamò Ran afferrando Kuroi per un braccio -Mangiamo qualcosa, ho fatto preparare un enorme buffet per tutti…- prese anche la mano di Kazuha e trascinò entrambe le ragazze dentro il salotto.
Alzò la musica con il telecomando e intraprese una conversazione con Hattori e Kazuha chiedendo notizie sulla loro regione. Si sa, quando Hattori comincia a parlare del Kansai, perde completamente la cognizione del tempo e di dove si trova.
Conan si avvicinò al buffet con scarso interesse, limitandosi ad osservare la casa e i lussuosissimi mobili: aveva uno strano presentimento…
Ma non sapeva darsi una risposta.
Poco dopo, quando Hattori si fermò a riprendere fiato, Ran si scusò con lui e si avvicinò a Conan, prese un piatto pieno di takoyaki dal tavolo e glielo porse.
-Tieni, non essere timido, prendi ciò che vuoi.  Questi sono buonissimi-
Il liceale accettò per educazione e ne addentò uno nonostante non avesse particolarmente fame per farla felice. Ran sorrise e tornò a parlare con Heiji lasciandolo col suo piatto.
Dopo aver finito il secondo takoyaki, Shinichi si sentì strano: la stanza cominciò a vorticare vertiginosamente e l’aria sembrò mancargli dai polmoni.
“Ma che…?!”
Cercò di tenersi al tavolo per non cadere a terra e sentì il cuore battere furiosamente; vagò con lo sguardo per il salotto, che in quelle condizioni sembrava ancora più grosso, in cerca di Hattori per chiedergli aiuto, ma l’unica persona che gli venne incontro fu Kuroi che, sorridendo melliflua, lo afferrò per una spalla portandolo verso il giardino.
-Non hai una bella cera, meglio uscire e prendere un po’ d’aria, non credi?-
Conan non ebbe nè il tempo nè la forza di ribattere, che già si trovava nel giardino mentre la ragazza lo trascinava verso la piscina.
La vista gli si appannò velocemente e sentì le gambe cedere mentre lo spingeva verso il bordo dell’enorme vasca: non capiva cosa voleva, non capiva cosa stava facendo.
Si rese a malapena conto dell’affilato coltello da cucina che aveva tirato fuori da sotto la maglia quando lo sollevò da terra reggendolo per il braccio destro.
-Scusa Co…- furono le uniche parole che percepì prima di urlare con le poche forze che gli rimanevano mentre lei incideva a fondo nella carne tagliando dal gomito al polso.
Dal braccio cominciò a scorrere moltissimo sangue, forse aveva toccato l’arteria, e l’ex liceale se lo afferrò con la mano sinistra capendo solo due cose:
qualcuno l’aveva drogato e quella ragazza, Kuroi Aya, stava tentando di ucciderlo.
La donna, tenedolo ancora sollevato per il braccio sanguinante, lo gettò nella piscina con noncuranza, avvolse velocemente il coltello in un guanto estratto dai jeans e scavalcò la siepe di casa Morikawa sparendo nel tramonto senza lasciare traccia.
Shinichi scalciò verso la superficie dell’acqua: aveva un disperato bisogno di aria ma le forze lo abbandonavano ogni secondo che passava.
Stava perdendo troppo sangue, era inutile tentare di raggiungere la superficie: sapeva che sarebbe morto.
Una serie di bollicine raggiunsero la superficie mentre l’acqua prendeva velocemente il posto dell’aria nei suoi polmoni. Attorno a lui divenne tutto nero.

Mangakagirl's Corner:
Eccomi qui!
Ciao! cm è?
mi stavo chiedendo cm stesse venendo la fict...
ne ho lette di molto belle ultimamente e guardando la mia nn so cosa pensare...
cmq, ecco il chappy dell'intro!
ma andiamo x ordine:
1. secondo voi xkè Kazuha è agitata?
2. ki è sta Aya Kuroi e xkè tenta di uccidere Shinichi???
3. sono stata troppo splatter? troppi dettagli macabri??
4.Ke accadrà adesso secondo voi???
5. Shinichi morirà???
nd tutti: -.-"
ringrazio coloro ke hanno recensito l'ultimo chappy : ARIGATò!
coloro ke hanno messo la storia tra le seguite e preferite: arigatò!
spero ke continuerete a seguirmi ;)
Mangakagirl! 

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Capitolo 12
*** Juni ***


12.

L’urlo di un bambino e il rumore di un corpo che cade in acqua scossero Hattori che si guardò repentinamente attorno: Kudo era sparito.
Kazuha urlò inorridita notando una chiazza rosso scarlatto allargarsi nell’unico angolo visibile della piscina dal solotto. Il ragazzo del Kansai fu scosso da un brivido e corse immediatamente fuori seguito dalle due ragaze qualche secondo più tardi. Rimase senza fiato vedendo il corpo del suo migliore amico galleggiare inerme sull’acqua mentre una pozza scarlatta si allargava attorno a lui. Immediatamente fece per tuffarsi in piscina ma Ran scattò più veloce di lui, chiamando il bambino con voce strozzata, e si tuffò.
Lo raggiunse nuotando come un fulmine verso il centro della vasca e lo afferrò da sotto le braccia, voltandogli il viso fuori dall’acqua. Nuotò col fiatone fino alla scaletta, la risalì velocemente e lo sdraiò sul praticello verde tremando come una foglia.
-NO! APRI GLI OCCHI!- urlò con voce strozzata dal pianto cominciando ad effettuargli il massaggio cardiaco con lo scopo di fargli uscire l’acqua dai polmoni -CORAGGIO! NON PUOI MORIRE, DANNAZIONE, NON PUOI!-
Scoppiò a piangere sotto gli sguardi sconvolti di Kazuha e Hattori e premendo entrambe le mani sul suo sterno con movimenti meccanici urlò:
-CORAGGIO! APRI GLI OCCHI! APRI GLI OCCHI!-
Fissò Hattori con le lacrime che le appannavano la vista e ed esclamò:
-Non stare lì impalato! Muoviti e ferma l’emorragia o morirà dissanguato!-
Il ragazzo si scosse come investito da una secchiata ghiacciata e tirò fuori dalla tasca un fazzoletto legandolo stretto attorno alla ferita dell’amico: da bianco divenne velocemente rosso sangue. Strinse più forte che riusciva non curandosi di sporcarsi le mani di sangue scarlatto e caldo, ma non potè fare a meno di fissare allibito Ran che cercava disperatamente di rianimare il bambino.
-Svegliati, Coraggio! NON PUOI MORIRE!- urlò tra i singhiozzi sollevandogli la testa, gli tappò il naso e posò le proprie labbra sulle sue facendogli la respirazione bocca a bocca. Hattori ordinò a Kazuha di chiamare un’ambulanza mentre Morikawa riprendeva a schiacciare forte il petto di Kudo.
-Coraggio, coraggio…!- sussurrò agitatissima non vedendo reazioni da parte del bambino. Si riavvicinò alle sue labbra e ripoggiò ancora le proprie su di esse infondendogli tutta l’aria che poteva.
“Non puoi morire! Non devi morire!” pensò chiudendo gli occhi disperata.

***

Shinichi sentiva premere sul suo petto mentre una voce lo supplicava di aprire gli occhi. Avrebbe voluto farlo, sapeva di chi era quella voce, la conosceva benissimo, ma non ne aveva la forza. Era tutto nero e ormai sapeva che non ci sarebbe stato più nulla da fare: stava morendo. Un tiepido calore si posò su quelle che erano state le sue labbra non appena vennero a contatto con qualcosa di morbido e infinitamente dolce. Sentì i polmoni gonfiarsi d’aria mentre una strana sensazione di benessere si infondeva in tutto il suo corpo.
Sentì la voce lontana di un ragazzo ordinare a qualcuno di chiamare un’ambulanza.
-Coraggio, coraggio…!- era il sussurro di quella voce preoccupata che conosceva da ben tutta la vita.
Nuovamente percepì lo stesso calore di poco prima sulle labbra e la sensazione di benessere nel corpo.
“Devo aprire gli occhi… devo farlo per lei… per Ran
Con estrema fatica e una forza di cui non aveva idea quale fosse la fonte, aprì debolmente gli occhi mettendo a fuoco la figura di Ran a pochi centimetri dal suo viso, che riprese un po’ di colore non appena capì che era vivo.
-Sei vivo- sussurrò sorridendogli con le lacrime agli occhi.
-Conan- lo chiamò Hattori che ancora premeva forte sulla ferita per cercare di fermare l’emorragia. Con estrema lentezza l’ex liceale cercò di girarsi verso di lui, ma lo sforzo fu troppo grande e la vista divenne totalmente nera. Shinichi svenne mentre sentiva le voci preoccupatissime di Ran e Hattori divenire sempre più lontane.


Mangakagirl's Corner:
Cavolo... il capitolo + corto che abbia mai postato! ù.ù
MANNAGGIA A ME QND L'HO SCRITTO! "°>.<°"
cmq, eccomi quaaaaaaaaa *tono lirico* x la seconda volta in un dì!
qlcn, ChibiNekoChan e Roxina, mi ha kiesto di fare loro un regalino e postare un altro chappy xkè nn resistevano...
sn stata Brava eh?? *^*
vi ascolto!!
xD
ci tengo alle mie fan! ^-^
anke se probabilmente con qst chappy corto ora saranno + impazienti di prima x leggere il prox!! -.-"
Allora ke ve ne pare????????
ma ke ha Morikawa???????? o.O
salvare la vita a Shin????!!!!
povero Shin! sta morendo dissanguato! =(
Fatemi sapre ke ne pensate di qst microchappy =)
ne approfitto x ringraziare quindi:
Roxina, LucyloveAnimemanga e ChibiNekoChan x aver recensito Juichi.
arigatò v.v
vado ora! xD
mangakagirl!


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Capitolo 13
*** Jusan ***


13.
Aprì lentamente gli occhi e una macchia di luce lo accecò costringendolo a serrarli ancora. Odore di disinfettante e un dolore in corrispondenza della piega del braccio sinistro come se un ago vi fosse conficcato dentro; per non parlare dell’atroce male che provava al destro: se glielo avessero tagliato non avrebbe sentito nulla probabilmente. Aprì di nuovo gli occhi con gesto stanco rendendosi conto di essere sdraiato su un letto, un letto di ospedale a giudicare dalla puzza di disinfettante e dalla quiete che lo circondava. Si voltò lentamente verso sinistra e, osservandosi attorno, capì che aveva ragione: una camera di ospedale.
“Non sono morto a quanto pare…”
Si rese subito conto che qualcuno era stato lì da poco e, a giudicare dal modo in cui aveva lasciato la sedia e dal cappello abbandonato ai piedi del suo letto, dedusse che sarebbe tornato presto. Inspirò a fondo mentre gli sembrava che il corpo si risvegliasse da giorni di atrofismo. La porta si aprì lentamente e un ragazzo dalla carnagione scura entrò nella stanza senza guardare il letto. Non appena si voltò verso di lui, il suo viso si illuminò mostrando un ampio sorriso.
-Kudo! Ti sei svegliato finalmente!- esclamò avvicinando la sedia al letto -Cavolo, cominciavi a preoccuparmi! Quell’uccellaccio del malaugurio di un medico diceva che le probabilità che non ti svegliassi crescevano di giorno in giorno, ma tu hai la pellaccia dura Kudo! Non basta un dissanguamento ad ucciderti, vero?-
Conan gli sorrise debolmente mentre lui si metteva più comodo sulla sedia.
-Allora, come ti senti apparte gli scherzi?-
-Debole- rispose lui con voce paurosamente bassa e gracchiante.
-Ehhhh…- disse Hattori facendo una smorfia per il tono debole e scoraggiante del bambino -Vedrai che ti riprenderai presto… ne sono sicuro. Comunque, che è successo Kudo? Come hai fatto a finire nella piscina? È stata quella brutta figlia di buona donna e ferirti, vero?-
Il ragazzo annuì debolmente mentre cercava invano di alzare il braccio destro, quello ferito, per vedere com’era ridotto.
-Per un pelo Kudo non sei morto dissanguato. Quella maledetta stava per recidere l’arteria radiale dicono i medici… a quest’ora saresti stato all’altro modo senza l’intervento di Morikawa… a proposito Kudo, non possiamo più fidarci di lei-
-Perché?- domandò stanco il bambino chiudendo gli occhi.
-Perché sei quasi morto a casa sua… e io credo sia successo qualcosa che ci è sfuggito in quella villa… Inoltre il suo comportamento è la cosa che mi insospettisce di più…-
Tacque mentre il bambino emetteva un piccolo gemito cercando di voltarsi verso di lui col busto.
-Ma da quanto sono così?- domandò con voce dolorante Conan.
-Due giorni e mezzo… nemmeno più di tanto… comunque ascoltami, Morikawa, non appena abbiamo sentito il tuo urlo, è uscita di corsa con me e Kazuha. Quando abbiamo visto che eri mezzo dissanguato in piscina, io stavo per tuffarmi in acqua ma lei l’ha fatto al posto mio, ti ha steso sul prato e a cominciato a dire cose come se ti conoscesse. Tipo: “ Coraggio, apri gli occhi, non puoi morire, non devi morire…”
Secondo te non sono cose che si dicono a chi conosci? E poi è venuta qui ogni giorno, si siede su questa sedia e dice cose tipo: “Mi dispiace, è tutta colpa mia… Per favore perdonami… Svegliati, ho bisogno di sapere che stai bene…”-
Il ragazzo si fermò mentre Shinichi trafficava con la flebo attaccata al braccio.
-Kudo, non toccare nulla, per l’amor del Cielo! Mi stai dando retta?-
-Sì, Hattori, e ti do pienamente ragione…- rispose lui guardandolo negli occhi dopo uno sbuffo -Che motivo avrebbe per comportarsi in questo modo con un bambino che conosce appena? Proprio non me lo spiego…-
-Nè io né Kazuha ci fidiamo più di lei. Per questo non la lasciamo mai sola con te in stanza quando viene qui. Inoltre ho parlato ad Haibara della cosa ed è d’accordo con me: vorrebbe vederla, ma non riescono mai ad incontrarsi… Arrivano sempre in orari diversi. Fortuna che Kazuha e lei la pensano uguale: non vogliono entrambe che stia sola con te-
-Kazuha e Haibara…? Ma non av…-
-Tranquillo- rispose l’amico sorridendo -Avevano fatto pace subito dopo che te n’eri andato… Ora sono come prima, anzi…- fece una smorfia divertita -… Più unite di prima!-
Qualcuno bussò alla porta e il ragazzo del Kansai lanciò un’occhiata a Kudo per ricevere ordini. Il bambino annuì e Hattori disse:
-Avanti-
Una bambina con dei pantaloncini corti e larghi beije e un top dolcevita nero entrò nella stanza sbarrando gli occhi non appena vide che il degente era sveglio.
-Kudo, finalmente ti sei ripreso- disse senza riuscire a trattenere un espressione sollevata.
-Ciao- disse il ragazzo contento di vederla: l’ultima volta che si erano visti aveva interrotto la sua discussione con Kazuha e credeva di averla irritata parecchio.
-Kazuha?- domandò la ragazza guardandosi attorno mentre Hattori strizzava l’occhio a Shinichi come dire “Te lo dicevo, no?”
-Arriva più tardi…- rispose gentile.
-Allora, come ti senti Kudo? Il braccio fa male?- domandò Ai tornando a rivolgersi al ragazzo sdraiato sul letto.
-Debole, fa male- rispose meccanicamente lui cercando di muoverlo.
-Hai idea di chi fosse quella tipa e del perché volesse ucciderti? Comunque la tua cara amichetta…- lo canzonò con tono duro -… Bè, avrei qualche sospetto su il suo comportamento. Osaka, gliene hai già parlato?-
-Già fatto L. Macbeth, tranquilla!- rispose lui ridendo.
-No, nessuna idea- confessò Conan mentre qualcuno bussava di nuovo alla porta. Hattori e Haibara si guardarono interrogativi: Kazuha sarebbe arrivata solo più tardi.
-Vado io- disse la scienziata avvicinandosi alla porta. Si trovò davanti una ragazza con occhi azzurro-lilla e capelli castani lunghi fino a metà schiena che indossava un leggero vestito azzurro lungo fino al ginocchio. Immediatamente sbarrarono entrambe gli occhi: Haibara provò una sgradevole sensazione, come una ventata ghiacciata, e sentì un odore familiare, maledettamente familiare.
Morikawa le sorrise qualche secondo più tardi mentre Hattori si era alzato dalla sedia e aveva aperto di più la porta per farla entrare, visto che Haibara sembrava essersi paralizzata.
-Ciao… Emm, grazie- disse rivolgendosi al ragazzo, poi sorrise di nuovo alla bambina -Tu devi essere la fidanzata di Conan, vero? Che carina che sei!-
-No- rispose dura lei sembrando molto più adulta di quanto non dovesse essere -Io sono solo la sua migliore amica-
La ragazza tramutò la sua espressione in una elegiaca e annuì.
-Certo… Scusa-
Si voltò verso il letto e vide che Conan era sveglio e quasi scoppiò a piangere. Si sedè al posto che Hattori le aveva lasciato libero e gli prese una mano cominciando ad accarezzarla dolcemente e a parlargli.
Haibara si allontanò da lei senza toglierle gli occhi di dosso fino a trovarsi con le spalle al muro. Il ragazzo del Kansai le lanciò un’occhiata stupita: era la prima volta che la vedeva, perché una reazione così strana?
Le diede un colpetto col gomito senza attirare l’attenzione di Ran e le lanciò un’occhiata interrogativa. Lei non rispose e continuò a fissare qulla ragazza.
“Questo odore… Non mi sto sbagliando… Ne sono sicura… Lei è una di Loro” pensò rabbrividendo mentre il cuore le batteva fortissimo.
-Pss… Tutto bene?- le domandò il ragazzo mentre lei annuiva lievemente.
Il rumore di qualcuno che bussò alla porta attirò nuovamente l’attenzione di tutti e Ai andò ad aprirla trovandosi davanti un’altra figura, questa volta dall’alta coda di cavallo e gli occhi smeraldini.
-Ciao Haibara, come sta? Ci sono nov..?- domandò bloccandosi non appena vide che Ran era in stanza.
-Si è svegliato- disse atona la scienzata facendola entrare. Kazuha squadrò Morikawa seria in volto, per poi girarsi verso Conan.
-Ciao- disse dolce -ti sei svegliato… come ti senti?-
-Debole- rispose lui abbozzando un sorriso.
-Bè, qui siamo in troppi…- disse la ragazza fulminando Morikawa -Meglio se noi due usciamo, perché se ci becca l’infermiera si arrabbia-
La ragazza annuì rassegnata e si alzò lanciando un’occhiata depressa al bambino.
-Riprenditi, ok?- gli disse con un minuscolo sorriso. Lui annuì e la seguì con lo sguardo finchè non sparì fuori dalla porta con Kazuha. Hattori tornò a sedersi al suo posto mentre Haibara si avvicinava al letto fissando il vuoto. Shinichi la guardò interrogativo finchè lei non alzò lo sguardo e disse atona:
-Non mi fido di lei. Ho una brutta sensazione… Credo sarebbe meglio capire chi è veramente-
-Già, proprio per questo io e Hattori andremo ad Hokuei per indagare su di lei…- disse Conan, ma lei lo fissò più intensamente negli occhi.
-Kudo, credo tu non abbia afferrato a pieno: fa parte di Loro-
-Cosa?!- domandarono stupiti i due detective mentre lei annuiva.
-Ho sentito la Loro presenza, l’odore di quella ragazza è lo stesso che aveva mia sorella Akemi quando era nell’Organizzazione…-
-Kudo, dobbiamo assolutamente raccogliere più informazioni possibili su di lei!- disse Hattori deciso all’ex liceale.
-Già- annuì lui -Lo penso anche io-
-I dottori dicevano che se ti fossi svegliato, essendo un bambino, in un mese circa saresti tornato ad avere il pieno utilizzo del braccio… Uscirai di qui molto presto e…-
-Prepara i biglietti per Hokuei, Hattori, perché non abbiamo più tempo da perdere- lo interruppe lui deciso.
-Perché Hokuei?- domandò Haibara seria.
-Perché il padre di Morikawa, alla Festa delle Celebrità, ha detto a Kogoro che sua figlia era arrivata da tre mesi circa da Hokuei*… Quindi vuol dire che è lì che è cresciuta ed è lì che partiremo a raccogliere informazioni su di lei- le spiegò.


*Non è stata scelta a caso da me come città Hokuei, infatti è l’unione della città natale di Gosho Aoyama, Daiei, e Hojo. Si trova nella prefettura di Tottori ed è nata appena nel 2005. Per maggiori info : Wikipedia ;)

Mangakagirl's Corner:
eccomi!
salve a tutti!
ooooooh ooooooooooh o.O
QUI LE COSE SI FANNO INTERESSANTI, VERO?!
Morikawa sembra far parte di Loro...
Haibara ha sentito la loro presenza...
aya kuroi è sparita...

shin e hattori stanno x partire x hokuei...
secondo voi se morikawa fa davvero parte di Loro cosa vorrà mai da shin?
secondo voi, cosa accadrà ad Hokuei???
kissà ki risponderà in modo giusto alla domanda! >.<
arigatò a ki recensito lo scorso capitolo v.v
a presto
mangakagirl!

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Capitolo 14
*** Juyon ***


14.

-Hokuei: creata l'1 ottobre 2005 dall'unione delle due cittadine Hojo e Daiei. Nel 2006 aveva una popolazione di 15.894 abitanti e una densità di 278,11 ab./km². La superificie totale del territorio comunale è di 57.15 km² -
-Cavolo Hattori, fai paura- commentò annoiato Conan camminando appena fuori dalla stazione della città con il braccio destro fasciato e legato al collo.
-Hey! L’ho imparata a memoria solo per te! È questo il tuo ringraziamento?- sbraitò il ragazzo del Kansai stizzito col suo tipico accento attirando l’attenzione di alcuni abitanti del luogo.
-Qual è la prima scuola?- domandò l’amico ignorando la sua affermazione. Il ragazzo sbuffò sonoramente prendendo in mano un biglietto su cui vi erano scritte le scuole che aveva frequentato Ran Morikawa.
Come le aveva trovate solo Dio lo sapeva!
Arrivarono alla scuola elementare circa mezz’oretta dopo prendendo un pullman di linea. Non appena entrarono raggiunsero la segreteria dove li accolse una giovane ragazza con un caschetto castano.
-Buon giorno, serve aiuto?-
-Emm… Sì. Mia sorella frequentava questa scuola elementare, ma ha perso la foto della prima e della sesta classe. Mi chiedevo se era possibile vederle…-
-Mmm… Sì. Penso di sì. Il nome di sua sorella?-
-Morikawa Ran-
La donna cominciò a tastinare sulla tastiera del computer che aveva sulla scrivania e poco dopo sorrise trionfante.
-Ecco… Classe prima, sezione B. Ran Morikawa è questa bambina qui- disse indicandola con l’indice girando lo schermo verso i ragazzi. Hattori sbarrò gli occhi:
una bambina di 6 anni, seduta a gambe incrociate, sorrideva alla fotocamera indossando una tuta rosa con la testa inclinata poggiata sulla mano destra, a sua volta poggiata sul ginocchio destro. Gli occhi erano azzurro pallido, i capelli corti e castano scuro. Per dirla tutta, non assomigliava molto a quella Ran che conoscevano loro.
-Sì, è lei…e quella della sesta classe?- domandò lanciando un’occhiata veloce a Conan.
-Eccola- disse poco dopo la donna mentre l’immagine appariva sullo schermo.
Una ragazzina di 12 anni sorrideva un po’ smorfiosamente alla forocamera con indosso una gonna blu e una maglietta bianca; gli occhi era sempre azzurro pallido ma, questa volta, i capelli erano lunghi fino alla vita.
-Era cambiata molto…- commentò Hattori fissando la foto.
-Sì, lo penso anche io- disse la donna sorridendogli -Che faccio? Le vuoi su una pen drive?-
-No, grazie lo stesso, volevo solo rivederle- disse il ragazzo sorridendo imbarazzato.
-Ma lo sai che ha fatto la stessa cosa una donna vestita completamente di nero tre mesi fa?- domandò ridendo la segretaria -Anche lei mi ha chiesto di vedere le foto, però poi non le ha volute-
Conan si allarmò e chiese:
-Per caso può descrivercela? Aveva gli occhi azzurro-lilla?-
-Mmmm…- fece la donna portando una mano al mento e guardando in alto -A dire la verità, credo che portasse gli occhiali da sole. Mi ha detto di avere la congiuntivite e di non volersi mostrare in pubblico con quegli occhi spaventosi che si ritrovava-
Conan e Hattori si guardarono seri, poi salutarono la donna e si diressero verso la scuola media.
Lì, fu detta loro la medesima cosa e decisero di recarsi alla Yuraikuei High School*: il liceo che, in teoria, avrebbe dovuto frequentare la ragazza. Speravano si trovasse lì per i corsi estivi.
-Salve- disse loro la segretaria non appena entrarono.
-Emm… salve. Senta, potrebbe chiamarmi Ran Morikawa? Sono suo cugino e vorrei vederla per una cosa importante…-
-Mi dispiace, ma quella ragazza non studia più qui, è negli Stati Uniti-
-Come, scusi?!-
-Ma sì, mi ricordo bene il suo nome perché abbiamo dovuto fare milioni di documenti per trasferirla a New York…-
-Ma com’ è possibile? Non è in Giappone, quindi?!-
-No, non mi risulta…- rispose la donna perplessa.
-Possiamo vedere la sua ultima foto di classe, quella di seconda…-
-Mi dispiace, ma è andata a gennaio negli Stati Uniti, quindi non ha fatto la foto della seconda…-
Hattori guardò sbalordito il migliore amico, poi tornò a guardare la segretaria.
-Quella di prima?-
-Sì, in quella dovrebbe esserci…- disse la donna cominciando a tastinare rumorosamente sulla tastiera -…Non so perché interessi così tanto quella ragazza, mesi fa anche un’altra donna ha voluto vedere la foto,… eccola- girò lo schermo verso  ragazzi indicando una ragazza.
Aveva i capelli lunghi fin sotto le spalle, marroni e lisci, ma non aveva la frangia, bensì il ciuffo a sinistra; gli occhi erano sempre azzurro pallido, le labbra sottili  e i lineamenti fini. Tutto sommato ricordava la Morikawa che conoscevano, ma non era uguale a lei…
-Oh- disse Hattori scrutandola per bene -Sì, in effetti la ricorda un po’…-
-Già- rispose l’ex liceale mentre la donna li scrutava un po’ perplessa.
-Bè, grazie mille. È stata gentilissima- disse Hattori congedandosi con la donna.
-Figuratevi, è il mio lavoro, arrivederci-
-Arrivederci- la salutarono loro uscendo dalla scuola.

*La scuola frequentata da Gosho! Sono andata a cercarmela su internet. xD

***

Conan osservava il paesaggio scorrere veloce dal finestrino del treno su cui era per tornare a Tokyo. Con il viso poggiato sulla mano sinistra, l’unica rimasta funzionante, la sua mente vagava lontano per ricombaciare tra loro tuti i pezzi di quel puzzle intricato che gli si apriva davanti.
-Ohi Kudo, tutto bene?- domandò Hattori seduto di fronte a lui con le braccia appoggiate al tavolino che li separava. Il bambino tacque con gli occhi persi fuori e il ragazzo del Kansai sospirò.
“Forse una settimana in ospedale è stata poca…” pensò.
-Sì- rispose a scoppio ritardato l’ex liceale senza staccare gli occhi dal finestrino sorprendendolo -Tutto bene-
-Che ne pensi di quello che hanno detto le tre segretarie? Della donna vestita di nero?-
-È  sicuramente lei: Ran Morikawa. Aveva ragione Haibara: è una di loro. Ha indagato sulla vera Morikawa per poi assumerne l’identità non appena ha scoperto che era in America-
-Quindi, quella ragazza che ti ha aggredito…- entrambi vennero folgorati dalla verità.
-Vermouth- dissero in coro assottigliando gli occhi.
-Ecco perché aveva gli occhi familiari- disse Conan ripensando al suo aspetto -Sicuramente ha cercato di uccidermi per vendicare la morte di Ran, la sua Angel-
-Credi lo farebbe davvero?-
-Lo ha fatto- disse Shinichi deciso -Ha cercato di uccidermi perché non l’ho salvata, perché non ho risolto il caso legato alla sua m… scoparsa- terminò cambiando repentinamente parola abbassando lo sguardo. Hattori lo scrutò comprensivo.
-Credo proprio che Vermouth, o questa Ran Morikawa, vogliano vendicarsi della morte di Ran, quindi il loro obbiettivo sono io- aggiunse l’ex liceale.
-Come fai ad esserne sicuro?- domandò Hattori.
-Perché la falsa Morikawa ha cominciato a girare per le scuole a marzo, quando Ran è morta. Vuol dire che ha assunto l’identità di Morikawa quando ha saputo che Kogoro avrebbe partecipato alla Festa delle Celebrità di Tokyo. Era ovvio che io ci sarei andato, ho una certa fama per essere sempre al suo fianco durante un caso, no? Quindi alla festa ha catturato per caso la nostra attenzione perché qualcuno l’ha aggredita, e da allora ha cominciato a frequentarci… per poi attaccarmi per mano di Vermouth…-
-Perché non farlo da sola?- domandò Hattori confuso.
-Perché se, come è successo, il piano fosse fallito, lei non sarebbe stata incolpata da noi. Difatti, non è stata lei ad attacarmi, ma Vermouth che poi è sparita senza lasciare tracce. Aya Kuroi non è mai esistita. Ma come diavolo abbiamo fatto a non pensare che fosse una trappola?!- esclamò battendo un pugno sul tavolino -In fondo tu avevi detto a Kuroi che aveva uno strano nome e lei aveva anche sorriso melliflua: era una presa in giro! Era così sicura che non avremmo sospettato di lei, che si è messa quel nome per prenderci per il c…!-
-Kudo- disse Hattori per calmarlo. Sapeva che odiava ammettere i propri errori.
-Sì, scusa- disse sbrigativo l’ex liceale -è che non mi capacito di essermi fatto ingannare così facilmente! E poi c’è un’altra cosa… -
-Perché Morikawa ti ha salvato la vita?- finì per lui Hattori mentre l’altro annuiva. Si allargarono attimi di silenzio, in cui le loro due menti lavorarono incessantemente.
-Fortuna che siamo quasi arrivati a Tokyo- disse il ragazzo del Kansai poco dopo con un sorriso -Ho una fame pazzesca!-
-Anche io ora che ci penso- ammise Conan mentre il suo stomaco brontolava sonoramente.


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
allora???!??!??!??! allora?!??!??!??!?!?
^-^
ke ne pensate di qst chappy?!???!?!?
faccio i complimenti a ki aveva cpt ke Kuroi era Vermouth! ;)
la verità è smpr una sola ragazzi! e qui la verità è ke Morikawa nn è Morikawa! O.O
ma allora ki è?!?!??!??!
idee??? dubbi??? ipotesi?????
fatemi sapere tuttooooooo! ^-^
Arigatò a ki ha recensito lo scorso chappy v.v
arigatò a ki ha aggiunto la storia tra le preferite: MI RIEMPITE IL CUORE DI GIOIA! *^*
ARIGATò GOZAIMASU!!!!
al prox chappy!
Mangakagirl!

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Capitolo 15
*** Jugo ***


15.

Conan aprì la porta di casa seguito da Hattori e un delizioso odore di ramen e onigiri li avvolse in pieno. Il bambino si accorse solo in quel momento di essere esausto, avvisò l’amico che andava in bagno e si fece una rapida doccia fredda: come al solito la giornata era torrida. Il ragazzo del Kansai si avvicinò al divano di casa Mouri e si sorprese nel vedere che sopra vi era sdraiata Kazuha che dormiva profondamente. La osservò qualche minuto, poi si inginocchiò accanto al divano e cominciò ad accarezzarle i capelli. Non riuscendo a svegliarla, le diede un tenero bacio sulle labbra raggiungendo così il suo intento: due occhi verde smeraldo si aprirono piano piano fino a tuffarsi nei suoi.
-Ma allora è vero che le principesse si svegliano con il bacio del vero amore- sussurrò Heiji sorridendo mentre lei sbadigliava.
-Ciao Amore- disse Kazuha sorridendogli mentre si strofinava un occhio.
-Ciao principessa, dormito bene?-
-A meraviglia- rispose lei con una smorfia -Non riuscivo ad addormentarmi per via di questo caldo infernale…-
-Mah, non mi sembra…! Dormivi così bene- disse il ragazzo divertito.
-Mah! Questo non è affatto vero…- affermò la ragazza mentre lui le si sedeva accanto nel posto che gli aveva fatto.
-Allora? Come è andata?- domandò qualche secondo dopo averlo baciato nuovamente.
 Il ragazzo valutò se dirle la verità o meno: in fondo aveva il diritto di saperla.
-Te lo racconto non appena arriva anche Kudo- rispose decidendo che era la cosa più giusta nei confronti dell’amico. Lei annuì e si alzò camminando verso il piano cottura, prese la pentola con il ramen e la posò sul sottopentola per evitare di bruciare il tavolo, versò una generosa porzione di ramen nel piatto dei due ragazzi e ne riservò una modesta per sé pentendosene subito dopo: e se faceva schifo?
Heiji l’avrebbe derisa per tutta la vita, se lo sentiva!
-Qualcosa non va?- domandò il ragazzo notando il suo viso che da rosa diventava rosso fiamma.
-Emmm… no… ecco…- balbettò valutando se prendere i piatti e lanciarli fuori dalla finestra per evitare che lo mangiassero o limitarsi a fare finta di niente.
-Ciao Kazuha- disse Conan uscendo dal bagno con vestiti puliti addosso e capelli ancora bagnati.
-Ciao Kudo- lo salutò lei con un sorriso imbarazzato mentre lui si sedeva al proprio posto.
-Wow, ramen e onigiri… Mi piacciono molto!- commentò osservando ammirato il proprio piatto e il vassoio di polpette di riso posato al centro della tavola.
“Ok, sono fritta!” pensò la ragazza rassegnandosi all’idea che lanciare fuori i piatti non era più possibile. Anche Heiji si sedè a tavola e poco dopo lo imitò anche la ragazza pregando tutti i templi shintoisti e buddisti del Giappone che la cena fosse commestibile.
- Itadakimasu! - dissero in coro i due ragazzi inforcando le bacchette.
-Itadakimasu- disse sconsolata la ragazza assaggiando un po’ del suo ramen: non era poi così male…
-Mmmm! Kazuha, è ottimo!- esclamò Heiji sorridendole mentre lei faceva un sospiro di sollievo.
-Già, delizioso!- aggiunse Conan che era costretto a destreggiarsi con la mano sinistra per prendere gli spaghetti.
Poco dopo, finita la cena, Kazuha domandò ai ragazzi cosa avessero scoperto ad Hokuei su Morikawa. Conan si fece all’improvviso serio.
-Crediamo sia un membro dell’Organizzazione- disse guardandola mentre lei rabbrividiva.
-Cosa?!-
I ragazzi le spiegarono tutti i collegamenti che avevano fatto, tutti gli indizi che avevano trovato e l’ipotesi sul perché avesse tentato di uccidere il povero Kudo.
-C-cavolo! Tutto sembra tornare…- commentò la ragazza del Kansai stringendosi con le mani le braccia: sembrava che nella stanza la temperatura fosse scesa di almeno una decina di gradi.
-Bè, sono tutte supposizioni ma, come dici tu, tutto sembra tornare- disse Hattori poggiandosi allo schienale della sedia con le braccia incrociate al petto.
Conan taceva da un po’ fissando serio il vuoto: mille pensieri gli ingombravano la mente, mille domande e neanche una risposta. Perché doveva essere tutto così difficile? Perché non poteva vivere una vita da normale 17enne con la ragazza che amava?
Perché era tornato bambino e perché lei era morta: ecco la risposta.
Sospirò chiudendo gli occhi, poi si rese conto che Ai, di tutta quella storia, non ne sapeva ancora nulla.
-Vado da Haibara- disse alzandosi in piedi -Lei ci ha spinti sulla pista giusta, è giusto che sappia cosa abbiamo scoperto - aggiunse all’occhiata interrogativa del migliore amico.
-Ok, ma non fare tardi Kudo- gli raccomandò il ragazzo mentre lui apriva la porta di casa.
-Hattori- disse guardandolo con un sorriso -Ho 17 anni, non sono un bambino-
-E invece lo sei. Ricordati che sei piccolo e fragil…-
Conan alzò gli occhi al cielo e uscì velocemente di casa sbattendo la porta senza farlo finire: gliela avrebbe fatta pagare per tutte le volte che lo aveva decantato come “piccolo e fragile”. Poco ma sicuro!

***

Nella polverosa e buia stanza arredata con pesanti tende pregiate e mobili lussuosi ormai in rovina, tra una coltre di acre fumo di sigarette e odore di alcool, sedevano su alcune poltrone ormai sgualcite Gin, Vermouth e Rum.
L’uomo,  con un braccio appoggiato al bracciolo, fumava la sua sigaretta buttando il fumo fuori dalla bocca. I suoi occhi su posarono su Rum, l’ultimo membro entrato a far parte dell’Organizzazione. Cosa aveva fatto per aggiudicarsi la fiducia della sua Vermouth, proprio non lo capiva.
-Bè Rum, ormai sei nell’Organizzazione da tre mesi… E ancora non ci hai detto nulla di te- disse guardandola con un mezzo sorriso -Cos’è, forse non ti fidi?- aggiunse sporgendosi in avanti. La donna sorrise melliflua dalla sua poltrona mentre si ritoccava il trucco scuro sulle labbra.
-Allora? Chi eri nel passato?- insistè a chiedere Gin buttando fuori una grossa nuvola di fumo.
-Ti basti sapere che con il mio passato ho chiuso- rispose calma lei senza nemmeno guardarlo negli occhi continuando a passarsi il rossetto nero sulle labbra.
L’uomo la guardò un po’ stupito, poi sorrise mellifluo: quella risposta non se la aspettava da una novellina.
Vodka entrò nella stanza indossando come al solito i suoi occhiali scuri e si diresse verso la sua poltrona.
-Oh, ma guarda un po’ qual buon vento- commentò guardando Rum -Da quanto non ti si vedeva, Rum-
La donna si limitò a sorridere appena mentre lui si mise dietro la sua poltrona e le poggiò le mani sulle spalle.
-Togli quelle mani Vodka, non ho voglia di giocare con te- disse calma ma decisa continuando a sorridere come se stesse raccontando una fiaba ad un bambino.
L’uomo cercò di carezzarle la guancia ma lei lo scostò con decisione da sé mentre Gin scoppiava a ridere.
-Vodka, non sei desiderato a quanto sembra- disse mentre il socio, imprecando, usciva stizzito dalla stanza sbattendo la porta con decisione. Vermouth lanciò un’occhiata alla donna, lei solo ne capì il significato, mentre Gin spense la sigaretta sul bracciolo bruciandolo e si alzò in piedi.
-Non sa nulla di buone maniere quell’idiota, vero Vermouth?- domandò con tono divertito alla donna, che annuì sorridendo.
-Ma forse tu le conosci queste buone maniere, vero Gin?-
L’uomo le si avvicinò repentino baciandola avidamente, poi si voltò verso Rum.
-Vattene, per oggi non mi servi più- le ordinò.
La donna si alzò in piedi e uscì rapidamente dalla stanza, raggiunse l’uscita dell’edificio e si confuse tra la folla di gente che si trovava in qualche via parallela a quella di dove era situato il covo dell’Organizzazione. Finalmente poteva respirare aria pura e andare a casa a farsi una doccia per togliere l’odioso odore di fumo che le impregnava gli abiti e i capelli.  


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
allora allora????
anzitutto, ke ne pensate del momento KazuhaXHeiji?????
kawai, ehhh???? *^*
poi, lo so ke dopo i *** sembra ke cominci una favola, xò
ke ne pensate di qll ke accade nella stanzaa "buia e polverosa" ?????
Nuovo membro dell'organizzazione: RUM!
ragazze e ragazzi, ve lo dico, tenetela ben presente xkè sta x arrivare una svolta nella storia 
ke nemmeno vi immaginate lontanamente O-O
Nd tutti: sa, piantala di fare la misteriosa e muoviti a postare!
nd me: X(
arigatò ai miei vekki e nuovi recensori x avere appunto recensito gli scorsi chappy!
grz a coloro ke aggiunto  la storia tra le seguite e ricordate!
la mia faccia è così ---> *^* e così ---> *////*
ArIGATò GOZAIMASU!
kissssssssss
mangakagirl!

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Capitolo 16
*** Juroku ***


16.

Haibara aprì la porta e sbarrò gli occhi trovandosi davanti un bambino di 7 anni con  gli occhiali e il braccio destro fasciato.
-Kudo, sei impazzito?! Mi hai fatto morire di paura!- sbraitò facendolo entrare in casa mentre lui sorrideva imbarazzato -Vieni, siediti. Ma hai visto l’ora?- aggiunse spingendolo sul divano con fare brusco.
-Anche io sono felice di vederti- disse un po’ stizzito Shinichi mentre lei lo squadrava da capo a piedi accigliata.
-Ma guarda la mano! È gonfissima. Stupido, vuoi che vada in cancrena?-
-Cos…?- cercò di domandare prima che lei gliela afferrasse e gliela schiacciasse per far ricircolare per bene il sangue.
-Haibara, fa malissimo, piantala!- sbraitò stringendo i denti mentre lei gli rivolgeva un’occhiata gelida.
-Avevi solo da pensarci prima. Allora, che ci fai qui?- domandò sbrigativa studiando la mano che stava visibilmente sgonfiando mentre il bambino si mordeva la lingua per non mandarla a stendere.
-Sono qui… AHIA! Sono qui per dirti di Morika -ahia!- awa- disse mentre lei gli apriva e chiudeva le dita con fare brusco.
-Parla. Cos’hai scoperto?-
-Avevi ragione tu, è sicuramente un MIB-
La bambina si fermò sbarrando gli occhi spaventata e, involontariamente, strinse la presa sulla mano dell’ex liceale.
-AHIA! HAIBARA!- sbottò lui sottraendosi dalla presa mentre lei sembrava scuotersi da quella fase di blocco in cui era caduta.
-Scusa- sussurrò fissandosi le mani spaventata, poi si voltò a guardarlo -Ma ne sei certo?-
-Ovvio che no- rispose lui con una smorfia di dolore massaggiandosi con la mano sinistra la destra -Ma abbiamo numerosi indizi che ci portano a questa conclusione…ahi…-
La bambina riafferrò la mano e ricominciò a muoverla, questa volta delicatamente, con movimenti lenti e precisi.
Il bambino le raccontò come stavano le cose: della strana donna vestita di nero che li aveva preceduti andando nelle scuole a vedere le foto delle vera Morikawa, dei collegamenti che c’erano tra lei e Vermouth e della sua possibile voglia di vendicarsi per la morte di Ran, la sua Ran.
Haibara ascoltò tutto con attenzione, interrompendo il silenzio che li circondava solo per chiedere conferme e ulteriori informazioni.
Alla fine dell’intero resoconto, Conan si sentì più stanco di quando era arrivato a casa Mouri e sbadigliò visibilmente.
-Sei stanco?- domandò la scienzata al suo fianco.
-Da morire- rispose lui mentre lei tastava delicatamente il braccio in corrispondenza della ferita procuratagli da Vermouth.
-Fa male?-
-Sì, un po’- ammise  l’ex liceale alzandosi lentamente dal divano -Scusa Haibara, ma ora vado a casa. Ho bisogno di una dormita…- sfilò il braccio dalla sua presa.
-Sì, fammi sapere se ci sono novità-
Il bambino annuì e uscì diretto a casa Mouri che erano già le 23.30 passate.

***

Gin entrò nel laboratorio per sbaglio: cercava l’archivio e sbadatamente era finito lì. Lì dove aveva lavorato Sherry per ben 18 anni. Ancora non capiva come avesse fatto a scappare e a far perdere le sue tracce, ma di una cosa era sicuro: se l’avesse ritrovata, l’avrebbe uccisa con le sue mani.
Mentre stava per chiudere la porta un particolare attirò la sua attenzione, si avvicinò alla scrivania dove vi era una cassetto e notò che era socchiuso, come se qualcuno avesse avuto fretta di andarsene di lì e l’avesse lasciato in quel modo per distrazione. Era sicurissimo che fosse sempre rimasto chiuso quel casseto dopo la scomparsa di Sherry, così lo aprì per cercare di capire se fosse solo un’impressione il fatto che qualcuno fosse entrato nel laboratorio. Tra tutte le scartoffie ne mancava solo una, come potere non notarlo: si passava dalla progetto 68 al 70.
Gin cercò meglio in tutta la stanza, ma come immaginava era sparito: qualcuno era entrato nel laboratorio.
Sorrise mellifluo e uscì dal laboratorio chiudendolo a chiave anche se ormai non ce n’era più bisogno: chiunque vi fosse entrato aveva già trovato ciò di cui aveva bisogno.
Attraversò a passo spedito un lungo e buio corridoio, fino ad arrivare nella stanza con i mobili e le poltrone lussuose. All’interno vi era solo Vermouth che fumava una sigaretta e tastinava davanti al portatile che teneva sulle gambe. Gin le si avvicinò da dietro e la fece sobbalzare.
-Gin, vuoi farmi morire di paura?- chiese con tono mellifluo voltandosi a guardarlo, ma lui non la degnò di uno sguardo. Dopo attimi di silenzio, fissando davanti a sé,  disse:
-Di un po’ Vermouth, sbaglio o Rum non ha ancora partecipato a nessuna delle nostre missioni?-
La donna inspirò una lunga boccata dalla sigaretta e rispose piatta.
-No-
-Come pensavo. Allora bisogna rimediare… Voglio metterla alla prova… Hai sentito della festa che un certo Morikawa terrà domani sera?-
La donna scosse la testa e lui sorrise fissando lo schermo del computer.
-Non è una cosa grave, del resto domani sera Morikawa non esisterà nemmeno più…- scoppiò a ridere mentre Vermouth serrava la presa attorno al computer ridendo a sua volta.
Gin smise di ridere all’improvviso, per poi dire con tono crudele:
-Sai, credo che qualcuno qui dentro ci stia prendendo in giro… E io odio essere preso in giro- voltò il viso della donna verso di lui e la guardò negli occhi color ghiaccio -Se dovesse fallire, non esiterò ad ucciderla, Vermouth. Chiaro?-
Lei sorrise e tornò al suo tastinare come se nulla fosse mentre l’uomo le massaggiava le spalle: con l’Organizzazione non si doveva scherzare.


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
sn un po' di fretta!
1. Mi scs se il chappy è corto ma vi giuro ke i prox saranno molto + lunghi,
pieni di sorprese eccc... xciò vi prego di resistere!
2. ke ne pensate del dialogo tra Haibara e shin???!??!??
fatemi sapere!
3. O.O Gin!! ke ne pensate di qll ke ha scoperto Gin?!??!
cosa sta accadendo??? e le frasi finali????
fatemi sapere please!
Arigatò a ki ha recensito lo scorso chappy
(state diventando smpr + numerosi! Ragazzi e Ragazze: Grz di cuore! *^*)
Arigatò a ki ha aggiunto la storia tra le preferite e seguite: siete FANTASTICI! v.v
al prox chappy!
gomennasen se è corto anke il corner: è ke sn così di fretta! >.<
baci
mangakagirl!

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Capitolo 17
*** Junana ***


17.

Ran spalancò gli occhi in un bagno di sudore. A stento per il caldo era riuscita ad addormentarsi e ora le sembrava di essere appena uscita da un coma profondo. Si scompigliò i capelli guardando l’ora sullo schermo del cellulare. Si alzò e camminò scalza sul parquet di legno, scese le scale, anch’esse di legno, e, come tutte le altre mattine, trovò la casa totalmente deserta. Morikawa era fuori dal mattino alla sera per la sua azienda e il personale arrivava solo dopo le 10.00 per pulire l’enorme casa. Fino a quell’ora sarebbe stata sola. Senza curarsi di indossare il costume, la ragazza si tuffò con la camicia da notte nell’acqua ghiacciata della piscina: da quel giorno, non aveva mai rialzato la temperatura.
Nonostante fosse scossa da brividi di freddo per via dell’enorme sbalzo termico tra l’acqua e l’esterno, si immerse totalmente di almeno 2 metri nuotando con gli occhi chiusi. Tutti i rumori lì sotto erano amplificati e le orecchie le facevano male per la pressione che l’acqua esercitava sul timpano, ma non le interessava.
Doveva schiarirsi le idee, mettere a posto le informazioni, ripensare alle tracce che si era lasciata dietro: non poteva sbagliare.
Dopo un po’ si accorse che i suoi polmoni la stavano supplicando di uscire e riprendere fiato; scalciò verso la superficie e riemerse inspirando a fondo con la bocca. Si guardò attorno mentre i ricordi riaffioravano nella sua mente tanto velocemente quanto la pozza di sangue che si allargava attorno al bambino che, qualche giorno prima, galleggiava inerme proprio in quella piscina, proprio in quel punto. Uscì dall’acqua tremando e corse gocciolante nel bagno accanto alla sua camera, lasciando impronte bagnate su tutto il pavimento.
Non appena il getto d’acqua calda della doccia la investì si sentì più rilassata che mai, poi, qualche secondo dopo, la nuvola di vapore caldo attorno a lei si fece soffocante, costringendola a lavarsi molto velocemente i capelli e ad uscire per respirare di nuovo aria fresca e farsi passare l’improvvisa nausea che le era venuta.
Dopo essersi asciugata il corpo decise di lasciare i capelli bagnati. Ci avrebbero pensato i 35°C della temperatura esterna ad asciugarglieli. Si vestì, raggiunse il salotto e sentì il cellulare vibrare, così lo afferrò e rispose.
-Ciao Rum- disse Gin con tono stranamente giocondo.
-Gin- disse lei cercando di mantenere un tono normale -Quale onore?-
-Ho un piccolo favore da chiederti- Ran assottigliò gli occhi -Hai presente chi è Morikawa Hiroshi?-
-Ditta Morikawa intendi?- domandò Ran con lo stesso tono tranquillo di prima ma rabbrividendo.  
-Bingo. Stasera darà una piccola festicciola al Palace Hotel…- l’uomo fece una pausa -Dovrai farlo fuori-
La ragazza sbarrò gli occhi mentre il suo cuore perse un battito.
Si allargò un interminabile silenzio durante il quale Gin sorrise mellifluo.
-Prendi le sembianze di uno degli invitati, dopo tutto Vermouth ti ha istruita bene in questo campo, e alle 23.00 esatte sparagli: un colpo dritto al cuore. Io seguirò ogni tuo movimento e se non lo farai…- pausa in cui scoppiò a ridere -…Inutile dirti che quel posto diventerà anche la tua tomba, vero?-
La ragazza cadde sulle ginocchia ascoltando la voce dell’uomo pietrificata.
-E anche se riuscissi a salvarti la pelle, sappi che ti cercherò fino in capo al mondo Rum, ti troverò, puoi starne certa, e ti ucciderò. Di te non rimarrà altro che un misero ricordo, anche se ho i miei dubbi che riusciresti a scappare: non sai che sorpresa ho preparato per stasera- scoppiò nuovamente a ridere mentre Ran si sentiva il petto scoppiare.
-Ricorda: h.23.00.  Ti terrò d’occhio. Troverai ciò che serve dietro la pianta che c’è vicino alla finestra-
Gin chiuse il telefono mentre lei lo lasciò cadere a terra. Si guardò le mani tremando e deglutì a fatica.
Alzò lo sguardo e si mise in piedi afferrando il cellulare, vi compose sopra un numero e aspettò: era ora.

***

Drinnn! Drinnn!

Conan si alzò di malavoglia dal divano su cui era seduto scompostamente con accanto Hattori che fissava il soffitto annoiato e fiacco per il caldo.  Raggiunse la stazione del cordless poggiata sopra il mobile del corridoio e lo prese in mano con lentezza da automa.
-Pronto?- disse piatto.
-Ciao! Sei il piccolino che vive da Mouri vero?- esclamò una voce che conosceva.
-Morikawa-san?-
-Esatto. C’è lì Mouri?-
-No, mi spiace- rispose il bambino che era improvvisamente attento a quello che gli diceva -Aveva bisogno?-
-Sì, ma posso dirlo anche a te. Stasera al Palace Hotel festeggerò i 25 anni della mia azienda e volevo invitarvi. Portate anche quei due ragazzi della volta scorsa ovviamente!-
Conan sorrise con aria soddisfatta e furba: quale occasione migliore per indagare ancora sulla ragazza.
-Ci sarà anche Ran-oneesan*?- domandò con vocetta infantile mentre l’uomo scoppiava a ridere.
-Certo, certo. Allora verrete?-
-Ovvio- disse con aria trionfante Shinichi aggrottando un po’ le sopracciglia “Sarebbe da polli farsi sfuggire questa occasione”
-Ok, vi aspetto alle 21.00 allora-
Conan chiuse e tornò in soggiorno dove Hattori chiese ancora fissando il soffitto:
-Chi era?-
-Morikawa-san. Stasera festa al Palace Hotel-
Il ragazzo del Kansai lo fissò sorridendo con aria furba mentre lui lo ricambiava.
-Non mancheremo vero?-
-Ovvio che no- rispose l’ex liceale mentre Kazuha annunciava che era in bagno a farsi una doccia.
Qualche secondo dopo il ragazzo si alzò dal divano stiracchiandosi, afferrò il cellulare e disse che usciva a fare due passi. Conan rifiutò l’invito di seguirlo e, non appena uscì di casa, si sentì pervadere da una strana sensazione.
Una volta scoperta la vera identità di Morikawa cosa sarebbe successo? Faceva davvero parte dei MIB?
Il desiderio che dietro la sua identità si celasse la sua Ran era vivo nel suo cuore dal primo giorno, ma ovviamente sapeva che era impossibile.
Era una criminale, un membro di quella maledetta organizzazione che gli aveva rovinato la vita, un’erbaccia da estirpare, un pericolo per le persone che lo circondavano.
Se era davvero lui il suo obbiettivo, l’avrebbe affrontata, avrebbe scoperto chi era e l’avrebbe sbattuta in galera. Occasione migliore di quella sera per accertarsi definitivamente di chi fosse non si sarebbe mai più presentata.
E tra questi pensieri, senza rendersene conto, si ritrovò in camera di Ran, davanti alla sua scrivania. La scrivania sulla quale era poggiato un portafoto. Si avvicinò lentamente ad essa e lo prese in mano con delicatezza osservando la foto al suo interno: Lui e Lei, con lo sfondo del Tropical Land alle spalle, sorridevano alla fotocamera facendo V con le dita.
Quella giornata non se la sarebbe mai dimenticata.
Da allora la foto era sempre stata sulla scrivania, Ran la custidiva come un tesoro, la osservava miliardi di volte e, a volte, diceva al piccolo Conan quanto fosse buffo Shinichi con quel cappotto verde che gli avevano regalato i suoi genitori per i 16 anni, di quanto fosse uno scemo a non farsi sentire, di quanto fosse crudele a non farsi mai vedere. Sentire quelle parole facevano sentire Shinichi uno schifo, un vero e proprio schifo.
Una strana sensazione di bagnato si allargò sul suo viso mentre il ragazzo sbarrava gli occhi accorgendosi solo in quel momento di stare piangendo. Si asciugò l’occhio destro con il dorso della mano e osservò come piccole sfere cristalline lo ricoprissero. Ma da quanto stava piangendo?
Dei passi si fermarono sulla soglia e il ragazzo, sentendosi osservato, sorrise posando la foto sulla scrivania.
-Entra- le disse mentre la ragazza del Kansai avanzava lentamente fino a lui.
-Scusa, non volevo disturbarti- disse piano lei parlando ai suoi capelli visto che lui non dava la minima impressione di volersi girare a guardarla.
Shinichi rise e si rese conto i essere uno stupido: dov’era finito il suo autocontrollo? La sua sicurezza? La determinazione di cui era stato dotato fino a quel maledetto 9 marzo?
-Tutto ok, solo…- fece una pausa guardando fuori dalla finestra e riacquistando la calma. Si voltò a guardarla ma non appena incrociò i suoi occhi sentì la barriera di autocontrollo che aveva appena eretto frantumarsi come un vetro colpito da un proiettile.
-Solo…- disse mentre nuove lacrime cominciavano a scorrere sul viso di entrambi.
-Mi manca tanto, Kudo- singhiozzò Kazuha cadendo sulle ginocchia e stringendolo a sé.
Come lui, anche Kazuha ultimamente era dotata di scarso autocontrollo e di una valanga di emozioni.
A volte, come al ragazzo, anche a lei la diga che le conteneva finiva col straripare. Shinichi sorrise mentre lei piangeva e le massaggiò la schiena.
-Ehy, ehy…- sussurrò ridendo tra le lacrime -…Dai Kazuha… se ci vedesse così…- singhiozzò silenziosamente -…Che direbbe, eh?-
-Che sono una piagnucolona- singhiozzò la ragazza con la voce soffocata dalla maglia del bambino visto che aveva la testa affondata nella sua spalla.
-Che siamo dei piagnucoloni- la corresse lui continuando a sorridere -Dai, dai, calmiamoci…- rise mentre l’immagine di Ran che dava loro dei Piagnucoloni si apriva nella sua mente.
Heiji tornò a casa ed entrò nella stanza sbattendo un paio di volte gli occhi: vedeva la sua ragazza abbracciare un bambino che sorrideva e piangeva allo stesso tempo.
-Eh…- cercò di dire mentre Conan gli sorrideva sconsolato con un’espressione colpevole che diceva “Siamo scoppiati a piangere”
-Kazuha- Hattori chiamò la ragazza che non lo degnò di una risposta continuando a singhiozzare -Dai Kazu, che stai allagando Kudo-
-N-non mi chiamo Kazu- disse sdegnata alzando la testa e lasciando andare piano il bambino mentre Heiji sorrideva trionfante: sapeva che odiava a morte essere chiamata Kazu.
-Se continui a piangere così ti chiamerò per sempre Kazu- disse mentre lei faceva il broncio.
-Come sarebbe?! E io ti chiamo Zucca Vuota allora!-
-Ma sentila! Chi ha la zucca vuota?!- Heiji attaccò volutamente a discutere riuscendo a stento a non ridere: voleva distrarre sia lei sia Kudo.
-Tu!- rispose offesa Kazuha mentre il ragazzo le si fiondava addosso e cominciava a farle il solletico -No! Heiji! Heiji! Ahahahaahah! No dai bastaaaaaaaahahahaha!-
-No no! Mi hai chiamato Zucca Vuota, quindi paghi!-
Qualche secondo dopo il ragazzo smise di torturarla e, mentre lei riprendeva fiato, la osservò in viso: quei suoi occhi verdi erano stupendi.
-Che c’è?- domandòsottovoce Kazuhasorridendo.
-Sei splendida- disse semplicemente Heiji mentre lei arrossiva un po’. Il ragazzo la baciò sulle labbra mentre lei gli circondava il collo con le mani. Poco dopo quell’appassionante bacio, Kazuha lo guardò malinconica.
-Vorrei aiutare Kudo- ammise.
-Tutti lo vorremmo- rispose Heiji con tono elegiaco, quando all’improvviso la porta di casa sbattè.
-Ma cosa…!?- esclamò Hattori alzandosi in piedi accorgendosi solo in quel momento di essere rimasto per tutto il tempo solo con la ragazza.
“Che razza di idiota che sono!” pensò raggiungendo in fretta il soggiorno: di Kudo neanche l’ombra.
-Heiji?-
-Kudo: deve averci visti mentre ci baciavamo e ha pensato di andarsene. Razza di Idiota!- disse con tono di rimprovero aprendo la porta di casa indossando in fretta le Converse nere che c’erano all’ingresso.
Il ragazzo corse in strada guardandosi attorno, dopo un po’ di indecisione decise di prendere a sinistra e, passando davanti al bar Poirot, vi lanciò dentro un’occhiata: ma di Kudo neanche l’ombra.
Svoltò l’angolo e ringraziò il cielo mentre la figura di un bambino con un braccio fasciato aspettava all’incrocio che il semaforo diventasse verde per attraversare.
-Ohi KUDO!- urlò con il tipico accento del Kansai mentre lui si voltava interrogativo.
-Hattori?-
-Tu idiota! Dove te ne stai andando? Guarda che non… Kudo non volevamo che te ne andassi… Sono io un’idiota, in un momento come quello… baciare Kazuha…- si impappinò il ragazzo abbassando imbarazzato lo sguardo.
Conan scosse la testa con aria interrogativa.
-Hattori, hai battuto la testa?-
-Eh?-
-Farnetichi cose strane, mi segui per strada urlando…-
-Ma… tu te ne sei andato perché… hai visto me e Kazuha e…-
-Ma no- rise Conan -Ho un appuntamento con Haibara da stamattina, sto andando da lei. Non me ne sono andato per te e Kazuha-
Il ragazzo del Kansai lo fissò qualche secondo sbalordito, poi cercò di dire qualcosa ma l’ex liceale aggiunse:
-Bè, vado che sono già in ritardo. Ci vediamo tra un po’. Preparati in tempo per la festa-
Attraversò le strisce pedonali voltandogli le spalle mentre lui lo seguiva ancora stupito con lo sguardo. “Ho davvero preso un granchio?” pensò mentre faceva lentamente dietrofront per tornare all’agenzia.
Conan sorrise fissando la strada che scorreva sotto i suoi piedi.
“Hattori, è proprio facile mentirti, perché credi sempre ciecamente a tutto quello che ti dico…”

*Visto che sono praticamente estranei un bambino come lui di solito usa questa particella dopo il nome dell’interessato. Onee-san x girls, onii-san x boys. Cmq, x la cronaca, ki segue l’anime sa ke è anke la particella con cui si rivolgono i Det. Boys a Ran e Sonoko e Kazuha…


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
allora, eccomi quaaaaaaa!
nd tutti: smpr le stesse cose dici???
nd me: >.< sn le mie frasi fisse!
vabbè...
allora allora...
capitolo pieni di info e tristezza devo dire -.-"
MI SCUSO PROFONDAMENTE CON KI è RIMASTO DELUSO SCOPRENDO L'IDENTITà DI RUM:
ma mi sembra ovvio ke la cosa nn si limiterà a qst scoperta!
ne vedrete delle belle... a sì sì se le vedrete... u.u
a PARTIRE DEL CHAPPY 18! ^---------^
cmq...
ke ne pensate voi di qst capitolo???
qnt sono rimasti delusi???
qnt nn vogliono + seguire la fict x via dell'identità di morikawa? >.<
vi è piaciuto il momento Heiji e Kazuha?
povero hattori o povero kudo secondo voi???
avete cpt significato del pensiero finale di shin, vero???
bè, ora la pianto qui ke sta venendo un corner + lungo del capitolo ^-^"
Arigatò a tt coloro ke mi statno seguendo e hanno recensito lo scorso capitolo!
v.v
al prox chappy
mangakagirl!

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Capitolo 18
*** Juhachi ***


18.

-Shinichi, ciao!- esclamò il doc aprendo la porta e trovandosi davanti un piccolo bambino di 7 anni.
-Salve professore, come mai così allegro?- domandò notando il sorriso a 362 denti che si apriva sul suo volto.
-Caro Shinichi, il qui sottoscritto Hiroshi Agasa è stato invitato ad un ricevimento per sola gente importante!-
-Anche lei al Palace Hotel?- domandò annoiato il ragazzo mentre il sorriso sul suo volto sfumava.
-E tu come lo sai?!-
-Perché sono stato invitato anche io- rispose con gli occhi annoiati mentre lui quasi cadeva a terra dalla delusione.
-Haibara?-
-Sono qui- rispose la bambina uscendo dal laboratorio. Indossava un vestito bianco e un paio di leggins neri lungo fino al ginocchio che la facevano sembrare molto più grande di quanto già non fosse. Shinichi la osservò qualche secondo poi le sorrise mentre lei arrossiva impeccertibilmente.
-Hai bisogno?- domandò per interrompere quel silenzio che si era formato.
-Verrai alla festa?-
-C’è Morikawa?- il bambino annuì mentre lei lo scrutava negli occhi attentamente -Allora sì-
-Potrebbe esserci qualche altro membro dell’Organizzazione- disse serio il bambino avvicinandosi a lei -è pericoloso per te-
-Anche per te- disse lei non arretrando di un millimetro. Il bambino la scrutò attentamente negli occhi.
-Qualcosa mi dice che non ci sarà verso di convincerti a rimanere, vero?-
-Allora il tuo istinto da detective ogni tanto torna in funzione- disse ironica mentre tra loro continuava una tagliente battaglia di sguardi.
-Starai vicino a me tutta la sera, intesi?- disse lui più serio di prima. La bambina sorrise continuando a fissargli gli occhi blu come l’oceano.
-Perché no? Dopotutto, qualche tempo fa, sei stato tu a dirmi di non scappare dal destino… perché ci sei tu a proteggermi, no*?-
Il ragazzo annuì concedendosi  per un attimo ad un breve sorriso, poi le voltò le spalle.
-Bè, sono venuto solo per sapere questo…-
-Perché menti?- domandò Haibara. Il professore, per fortuna, era sparito in cucina prima ancora che i due cominciassero a parlare. Conan si bloccò.
-Che intendi?- domandò dandole ancora le spalle.
-Prima di venire qui non sapevi nemmeno che il doc fosse stato invitato alla festa… Sei venuto qui per un altro motivo. Quale?-
L’ex liceale sorrise e alzò le spalle.
-Nulla-
-Holmes, non mi lascio ingannare da te. Ti conosco troppo bene-
Il bambino tacque per un po’, poi si avviò alla porta di casa.
-A stasera- disse uscendo di casa sotto lo sguardo attento di Haibara.

*Vol 34 file 7 Haibara dice esattamente queste parole che, pur non essendo una Haibara Fan, mi hanno colpita molto.
^-^ VAI HAIBARAAA!

***

Il Palace Hotel era un lussuosissimo albergo nel centro di Tokyo con ben 25 piani. A circa metà, un intero piano senza camere era adibito alla festa del signor Morikawa. Enormi porte finestre davano su una Tokyo in procinto di essere avvolta dalla tenebre, in quella notte stellata di quella sera di Giugno inoltrato. Enormi tavole imbandite erano posizionate davanti alle finestre per lasciare spazio al centro della sala pullulante di persone famose. Leggere tende semitrasparenti che cadevano dal soffitto permettevano di osservare l’incanto della città, lussuosi tappeti ingombravano i pavimenti e camerieri eleganti sfilavano tra gli ospiti versando champagne nei calici vuoti e servendo stuzzichini su vassoi argentati.
Shinichi, seduto accanto al buffet da ormai quasi un’ora, si osservava attorno attento in cerca di una ragazza.
-Allora?- domandò Haibara al suo fianco indossando un abitino celeste.
-Nulla, sembra che non ci sia!- sbuffò l’ex liceale mentre Hattori gli si avvicinò con Kazuha al suo fianco.
-Niente. Nessuno l’ha vista a quanto pare, e chiedere al signor Morikawa è un’utopia: talmente tanta gente gli svolazza attorno stasera che nemmeno si riesce a chiamarlo!- sbuffò Hattori stizzito.
-A proposito, lo zietto?- domandò Kazuha.
-Ho provato a chiamarlo, mi ha detto che anche se sarebbe venuto volentieri, aveva del lavoro da sbrigare. Mi ha raccomandato di tenere gli occhi aperti… dopo quello che è successo in piscina…- rispose Conan osservandosi il braccio fasciato con occhi seri.

***

Hattori aveva abbandonato la giacca elegante da più di un’ora: nonostante ci fosse l’aria condizionata, per via della marea umana di gente presente, dentro la sala si moriva di caldo. Si rigirò per l’ennesima volta le maniche della camicia per lasciare scoperte le braccia, ma ormai erano arrivate al capolinea e più di così non sarebbero salite.
-Kudo, non sai come ti invidio! Con quella bella camicia leggera leggera a manica corta e quel gilè azzurro e quei pantaloncini corti…! Ah, se solo anch’io fossi tornato bambino!-
L’ex liceale lo fulminò con lo sguardo.
-A te il caldo dà alla testa, Hattori. Potessi, farei volentieri cambio di corpo sedutastante- gli disse stizzito mentre Haibara sghignazzava al suo fianco.
-Uffa… Sono quasi le 23.00 e Morikawa ancora non si è fatta viva- sbuffò il ragazzo del Kansai mentre Conan annuiva.
-Speriamo di non essere venuti per niente-


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
ok gente, avevo scritto ke l'azione cominciava
in qst chappy ma ho sbagliato ^-^"
gomennasen!
x farmi perdonare volo a postare il chappy 19
RAGAZZE E RAGAZZI TENETEVI FORTE:
NN SCHERZO!
nel prox chappy ne vedrete delle belle con l'inizio dei guai...
correte a leggerlo!
grz a ki ha recensito lo scorso chappy v.v
mangakagirl!

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Capitolo 19
*** Jukiu ***


19.

L’avevano cercata per tutta la sera per un motivo a lei oscuro, ma aveva imparato da una maestra del travestimento. Morikawa finalmente uscì dal bagno abbandonando il travestimento da cameriera che aveva inscenato fino a quel momento e si mischiò alla folla entrando dalla parte opposta di dove si trovavano Hattori e gli altri. Scrutò l’orologio sulla parete: 22.57.
Ancora tre minuti e avrebbe dovuto agire. Si guardò attorno e individuò la pianta designata da Gin, la raggiunse e si abbassò sugli avampiedi col cuore che batteva all’impazzata. Infilò la mano tra le foglie e ne estrasse una pistola. Il solo tocco col metallo freddo la fece rabbrividire mentre deglutiva a fatica: improvvisamente la saliva si era volatilizzata dalla sua bocca. Aveva bisogno di aria, sarebbe voluta uscire, ma non poteva. Scrutò l’ora: 23.00. Era tempo di agire.
Si alzò in piedi con sguardo determinato, inspirò a pieni polmoni e decise: gettò l’arma a terra, poi corse nel palco allestito per Morikawa e lo spostò bruscamente dal microfono mentre lui faceva il suo discorso di ringraziamento.
-Ran? Che ti prend…?!- domandò l’uomo mentre la folla di gente davanti al palco si guardava perplessa. Ran lo zittì con un cenno di mano e prese il microfono.
-Ascoltatemi: dovete immediatamente abbandonare l’hotel. Sta per esplodere una bomb…-
Non fece in tempo a dirlo che un’enorme spostamento d’aria e un boato assurdo riempirono il piano facendo tremare il pavimento. Le finestre tremarono pericolosamente e le persone cominciarono ad urlare e a correre verso il corridoio per raggiungere il primo piano e l’uscita.
Ran si alzò da terra dopo essere caduta per l’esplosione, e posò il microfono sull’asta mentre il cuore le batteva a mille: stava facendo una follia.

***

Gin sorrise all’interno della sua macchina ascoltando grazie al microfono piazzato nel piano allestito per Morikawa le parole di Rum:
-Ascoltatemi: dovete immediatamente abbandonare l’hotel. Sta per…-
Non stette nemmeno ad ascoltare il finale della frase e premè annoiato il bottone del detonatore che teneva in mano.
Sapeva che non l’avrebbe fatto, che l’avrebbe deluso: d’altronde, lei era una traditrice. Ad un tratto sentì macchine con sirene accese avvicinarsi e sbarrò gli occhi riconoscendo dallo specchietto retrovisore una persona che conosceva bene: Akai che guidava un’autovolante affiancato da Jodie e James Black.
-Ha avvisato l’FBI, piccola…- imprecò mettendo in moto e partendo a tutta velocità -Me la pagherai Rum. Se non morirai per qualche miracolo stanotte, ti cercherò fino in capo al mondo e ti ucciderò con le mie mani- giurò a se stesso.

***

Hattori sbarrò gli occhi cadendo quasi per terra quando una seconda bomba esplose facendo saltare in mille pezzi tutte le enormi finestre della sala.
-Dannazione, usciamo da qui!- imprecò afferrando Kazuha per un polso. Un’enorme ingorgo di gente cercava di uscire dalla sala urlando e pregando. Il ragazzo cercò con lo sguardo il migliore amico e rimase scioccato quando lo vide camminare in mezzo alla sala diretto verso Morikawa.
-Ohi Kudo!- urlò senza ricevere risposta.
Shinichi camminava dritto verso Morikawa: era ora della verità.
Lei sapeva delle bombe, quindi era legata alla faccenda.
Doveva sapere la verità, smascherarla e sbatterla in galera.
Non l’avrebbe passata liscia, no.
La ragazza scese giù dal palco con gli occhi spaventati e incitò la gente a scappare via con più velocità. Incrociò lo sguardo del bambino che le si avvicinava e sentì il battito accellerare: questa volta non ci sarebbe riuscita.
-Hai finito di giocare Morikawa, ormai sei in trappola. Chi sei veramente?- domandò Shinichi serio e deciso fissandola negli occhi. La ragazza barcollò mentre un'altra esplosione riempiva di fumo e panico l’enorme sala: Gin aveva piazzato le bombe sui muri esterni del palazzo e all’interno, ma per ora detonava sole le esterne.
-Perché me lo chiedi? Lo sai chi sono- rispose  lei cercando di mantenere un tono calmo e convincente.
-Non ho voglia di giocare. So che fai parte dell’Organizzazione. Voglio sapere chi sei e perché hai tentato di uccidermi- ribattè l’ex liceale avvicinandosi sempre di più sotto lo sguardo esterrefatto di Hattori, Kazuha e Ai, gli unici rimasti in sala.
Ran lo fissò dritta negli occhi, e sorrise: era inutile negare l’evidenza, sarebbero morti tutti quanti. La verità. Era ora di dire la verità.
-Io sono Ran Mouri, la tua Ran- disse lentamente rompendo il silenzio formatosi nella sala sorridendo elegiaca mentre lui sbarrava gli occhi.
Il cuore perse un battito mentre la mente cominciò a ricollegare tutti i pezzi del puzzle che aveva collezionato nelle ultime settimane: i sospetti dell’inizio era fondati…
La ragazza lo guardò mortificata continuando a sorridere.
-Ma che…?- tentò di domandare Shinichi, ma lei lo interruppe.
-È la verità, quella che tu non hai mai saputo dirmi, Shinichi-
Il ragazzo si sentì trapassare da mille lame affilate: se sapeva chi era, allora…
-Ran- sussurrò pietrificato.
-Già, sono sempre stata io- disse lei continuando a sorridere -Per tutto questo tempo, sono sempre stata io… Mi dispiace, ho dovuto farlo, ma l’ho fatto per te, per recuperare la formula dell’APTX…-
-Cosa?!- esclamò il bambino riprendendosi non appena sentì cosa aveva detto.
Ran tirò fuori dalla tasca del vestito elegante un foglio piegato in quattro e glielo lanciò. Il bambino lo prese al volo e lo aprì: APOTOXINA4869.
Trattenne il respiro mentre lei con un sorriso cadde a terra sulle ginocchia come priva di forze.
-Vermouth mi ha raccontato tutto di te. So ogni cosa. Per questo con lei ho inscenato la mia morte: per entrare nell’Organizzazione e recuperare la formula. Non è stato facile prendere una decisione del genere: abbandonare la mia vecchia vita per la formula. Ma l’ho fatto per te, perché tu non potevi più restare così… perché io non riuscivo più a vivere senza di te…- lacrime cominciarono a scorrerle sul viso cadendo sulla gonna di raso nera mentre Shinichi la fissava come paralizzato: ma cosa stava dicendo?
-Grazie a Vermouth, ho scoperto tutta la verità su di te e ho deciso di aiutarti. Ho ingerito un farmaco che simulava la morte e mi sono lasciata alle spalle tutto quanto. Ci ha pensato lei a risolvere il resto, a riempire la mia tomba con sacchi di sabbia per simulare il peso del corpo e…-
Conan rise sprezzante sorprendendola.
Si sentiva Umiliato. Si sentiva Tradito. Si sentiva preso in giro…
Soprattutto si sentiva un Cretino: per tre mesi aveva creduto che Ran fosse morta e ora lei gli stava dicendo che aveva inscenato tutto per lui, per lui che mai le aveva chiesto una cosa del genere.
-Ma sentila Hattori- disse riferendosi all’amico che ascoltava tutto a bocca aperta -Per tre mesi ho pianto su sacchi di sabbia, e tutto perché lei ha dovuto inscenare la sua morte per me. Generoso da parte tua Ran, dico sul serio…- parlava con tono ironico, fissandola negli occhi mentre i pugni tremavano incontrollabilmente. La ragazza si fissò le mani posate per terra, poi tornò a guardarlo.
-Mi dispiace. Ti prego di perdonar…-
-Perdonarti?!- sbottò Shinichi che ormai non riusciva più a trattenere la valanga di emozioni che ribollivano al suo interno -Come speri che io possa perdonarti!? Tu non ti rendi conto di quello ho passato! Ma come pensi che mi sia sentito io negli ultimi tre mesi, eh?!- urlò mentre il pavimento tremava per un’altra esplosione, ma non c’era esplosione più grande di quella che stava avvenendo all’interno del suo corpo di bambino di 7 anni.
-Sono venuto tutti i santi giorni a piangere sulla tua tomba, ho parlato con te come se potessi rispondermi! Ho troncato tutte le amicizie che si legavano a te, ho smesso di frequentare tutti i posti legati a te, ho impiegato ogni singolo instante degli ultimi tre mesi a pensare che ero un fallito perché non ero riuscito a risolvere il caso legato alla tua morte! Ho smesso di indagare, di aiutare tuo padre… E ora tu vieni a dirmi che hai fatto tutto questo per me? E come pensi che mi senta io a sentire queste parole!? Dovrei esserne fiero?! Dovrei esserti debitore?!-
Ran tremò fissandolo negli occhi mentre il rombo di un’esplosione li scosse come un fulmine a ciel sereno.
-Credevo che avresti capito- disse a mezza voce delusa, ma l’ex liceale scosse la testa.
-Forse sei tu che non capisci: nel momento in cui è morta la falsa te, è morto il mio vero io- disse più serio che mai mentre lei impallidiva ancora di più -Shinichi Kudo ha smesso di esistere, Conan Edogawa ha smesso di esistere. Dal giorno in cui sei morta non ho sperato altro che una macchina mi mettesse sotto mentre attraversavo, che un pazzo mi sparasse mentre entravo in un negozio, che un maledettissimo miracolo desse fine alla mia insulsa vita- fece una pausa mentre lei si irrigidì senza sapere più cosa fare -Ora, non puoi pretendere che io ti perdoni- aggiunse più serio che mai abbassando di un tono la voce.
Un nuovo boato, questa volta più forte di tutti, scosse l’intero edificio mentre l’odore acre del fumo si fece più denso e insopportabile. Conan si voltò verso Hattori e, per un attimo, si scambiarono un’occhiata profonda: sapevano entrambi benissimo quali erano i pensieri dell’altro.
-Muoviamoci ad uscire di qui- disse autoritario afferrando il polso di Ai dirigendosi verso il corridoio per raggiungere il primo piano e la salvezza.
Hattori annuì e fece cenno a Kazuha di seguirlo, ma la ragazza gli disse di aspettare e si avvicinò a Ran posandole una mano sulla spalla. Lei alzò lo sguardò e fu grata a Kazuha che le sorrise comprensiva.
-Andiamo- le disse mentre lei annuiva e si alzava in piedi.
Riuscirono ad uscire dal palazzo e ad allontanarsi quanto bastava per non essere travolti dalla cascata di vetri che si frantumarono non appena l’ultima bomba scoppiò facendo saltare in aria l’ultimo piano dell’edificio. Conan non degnò nessuno di uno sguardo, passò meccanicamente il foglio dell’APTX ad Haibara e si diresse verso casa con la ragazzina accanto. Hattori lanciò un’occhiata a Kazuha, accanto a Ran, e comprese dal suo sguardo come stavano le cose. Le fece capire che rispettava la sua scelta, ma seguì il migliore amico: no, lui non poteva biasimarla come faceva lei, non dopo aver visto cosa aveva passato negli ultimi tre mesi il suo migliore amico.
Il signor Morikawa si avvicinò a Ran asciugandosi la fronte con un fazzoletto e disse:
-Io… Qualcuno mi spiega che è successo? Ma tu sei o non sei mia figlia?-
-Mi dispiace signor Morikawa, ma io non sono sua figlia. Lei sta studiando in America-
-Ah- rispose Morikawa con sguardo perplesso -Bè, allora immagino che troverai presto una sistemazione, vero? Se non sei mia figlia è inutile che vivi con me- aggiunse cordialmente.
Ran annuì e l’uomo si allontanò congedandosi con un inchino come se nulla fosse: ma come poteva lasciar correre così la cosa?! Aveva appena scoperto che sua figlia in realtà era in America…!
-Ran- disse Kazuha attirando la sua attenzione -Sei…sei davvero tu?- domandò con le lacrime agli occhi.
Lei annuì non riuscendo più a trattenere un gemito e le si fiondò al collo scoppiando entrambe in lacrime.
-K-Kazuha- balbettò tra i singhiozzi mentre lei annuiva ridendo e piangendo.
-Mi sei mancata tantissimo!- ammise la ragazza del Kansai affondando la testa nella spalla della migliore amica.
-Ho combinato un casino… un casino …- riprese a dire Ran -Stava andando t-tutto bene… ma Gin ha s-scoperto ogni cosa… Quello che ho fatto è stato tutto inutile K-Kazuha… tutto inutile-
La ragazza del Kansai l’abbracciò ancora più forte mentre un uomo con i baffetti si avvicinò repentino loro.
-Kazuha! Kazuha stai bene! Sono venuto appena alla radio hanno detto cosa stava succedendo…- Kogoro si fermò non appena le due ragazze sciolsero l’abbraccio e Ran lo guardò dritto negli occhi.
Quello sguardo, quante volte l’aveva incrociato… per ben 17 anni…
Eppure quella era Morikawa, non Ran… Ma… proprio ora…
-Ciao papà- disse lei sorridendo tra le lacrime.
-Ran- Kogoro si sentì folgorato. La strinse tra le braccia e cominciò a piangere e a ridere -Ran! Ran, Dio… sei viva!-
-Mi dispiace papà- disse Ran con la voce soffocata dai suoi vestiti.
-Non importa… Non importa… Non voglio sapere nulla per ora, tesoro… Mi racconterai quello che è successo se e quando ti sentirai pronta…- scoppiò a ridere -Vieni qui Kazuha! Non piangere in disparte, unisciti a noi!-
La ragazza li abbracciò entrambi e insieme, poco dopo, si diressero alla macchina per tornare a casa.


Mangakagirl's Corner:
minna konnichiwaaaaaaa!
ok, a qst punto so ke mi odiate, vero???? xD
Andiamo! IO, LA + GRANDE SFEGATATA FAN DI RANXSHINICHI
POTEVO DAVVERO FARE FUORI RAN E SPEZZARE IL LORO FILO ROSSO DEL DESTINO???!!!!
aaaaaaaaaaaAAAAAAAA!
*skiva i pomodori*
suvvia ragazze e ragazzi, nn potevo farla davvero fuori! ^------^
Piaciuto il colpo di scena??? xD
ve lo aspettavate una cosa del genere o no???
ehhhh ehhh???? *^*
Ran Mouri= Ran Morikawa= Rum
ahahahah xD
mi dispiace di avervi dovuto mentire tt le volte ke mi kiedevate:
ma Ran è viva?? T.T
c'è la possibilità che torni???
ma se vi avessi risposto di sì, nn ci sarebbe stato qst colpo di scena, no???!! ;)
e, tra parentesi, qst nn è ke l'inizio!!!
mancano anco 10 capitoli, kissà cosa NN succederà!
RAN ha avvisato l'FBI, Shinichi sembra nn volerla perdonare...
a proposito: siete d'accordo con lui???
avreste reagito così anke voi?
io credo di sì...
ora cosa accadrà?????
ipotesi???
vabbè, nn spetta a me giudicare ma a voi!
Fatemi s-a-p-e-r-e!! PLEASE!
GOMENNASEN ancora x avervi dovuto mentire ^-^"
grz 100000000 a tutti!
al prox chappy
mangakagirl!


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Capitolo 20
*** NiJu ***


20.

Fissava il soffitto con la mente totalmente assente. Avevano riaccompagnato Haibara a casa del Doc, che alla fine alla festa non era nemmeno andato, senza dire una parola ed erano tornati a casa Mouri. Il desiderio di andare a villa Kudo si era affacciato nella sua testa ma sapeva che sia lì, sia a casa sua, l’avrebbe raggiunto. Sentì Hattori chiudere l’acqua della doccia e chiuse gli occhi abbandonando tutte le forze che aveva sul divano su cui era sdraiato.
Perdonarla? Ma come avrebbe potuto?
No.
Non ci sarebbe riuscito. Non poteva, ecco la risposta.
Sentì la chiave girare nella toppa della porta di casa e udì la voce di Kogoro che, tutto felice, chiamava a gran voce lui e l’amico del Kansai. L’uomo comparve nel salotto dove si trovava, e con un gran sorriso disse:
-Ok Conan, tieniti forte: non so se è un sogno o la realtà e come sia possibile ma… Ran è viva!-
Il ragazzo non fece una piega, non emise alcun suono, non fece trasparire alcun emozione, mentre nella stanza entrarono due ragazze con aria provata.
Fu la sola consapevolezza che lei lo stesse guardando che, non appena Hattori entrò nella stanza, lo fece alzare dal divano e dirigere nel bagno senza proferire parola e incrociare lo sguardo di nessuno.
-Ma che ha? È impazzito? Ran è viva cavolo! Dovrebbe essere al settimo cielo…-
Hattori incrociò lo sguardo di Ran e capì che le doveva una spiegazione: forse per farle pesare meno quello che già la sovrastava da troppo. Le afferrò un polso e disse:
-Vieni, voglio parlarti un attimo-
Kogoro assistè alla scena sbigottito mentre lei annuiva e lo seguiva mentre la portava in quella che era stata la sua camera. Il ragazzo chiuse a chiave la porta e la guidò al centro nella stanza, tacendo qualche secondo per raccogliere le idee.
-Senti- disse decidendo di passare dritto al punto mentre lei lo guardava con aria sfinita dal pianto -Io ho capito che quello che hai fatto l’hai fatto a fin di bene ma…- la fissò dritto negli occhi azzurro-lilla -Per Kudo accettare la tua morte è stato davvero difficile, anzi, credo che non l’abbia mai accettata. Come ti ha detto prima, lui si è sempre sentito in colpa per non essere riuscito a scoprire come eri morta e chi l’aveva fatto… Per cui… Te lo dico da amico Ran: non aspettarti che ti perdoni in fretta o che le cose ritornino com’erano prima subito. Ha bisogno di tempo e di pensare a fondo alla cosa. Capito?-
Lei annuì mentre lui sorrideva comprensivo, le accarezzò una guancia e uscì dallla stanza lasciandola sola: sola come lo era stato Kudo negli ultimi tre mesi.

***

La mattina seguente, a tavola, l’atmosfera a colazione era densa e tesa come una corda di violino. Kogoro continuava a parlare con la figlia sorridendo e sghignazzando per tutto il tempo mentre lei lanciava occhiate al bambino seduto di fronte a lei che, da quando avevano parlato la sera prima, non aveva più incrociato il suo sguardo nemmeno una volta.
-Voglio che tu sappia cosa è successo- disse all’improvviso attirando l’attenzione di tutti su di sé: solo Shinichi fu impassibile e continuò a mangiare.
-Ma sei sicura? Così presto?- domandò il padre comprensivo mentre lei annuiva.
-Non posso scendere nei minimi particolari ma, in poche parole, sono riuscita ad entrare in un’organizzazione criminale e a far arrestare i suoi membri dall’FBI-
-Organizzazione criminale?! Perché?!- domandò sconvolto Kogoro.
-Per una cosa legata alla scomparsa di Shinichi- rivelò la ragazza fissando il bambino che continuava imperterrito a non alzare lo sguardo nemmeno ora che sembrava in procinto di svelare la sua vera identità -L’ho fatto per lui, ma non sono per nulla pentita perché ho raggiunto parzialmente il mio obbiettivo- si voltò verso Hattori sorridendo appena -Jodie mi ha mandato un messaggio: hanno arrestato tutti, manca solo Gin…-
-Cosa?! Gin è fuggito? Ma era il più pericoloso…-
-Già- Ran sorrise elegiaca abbassando lo sguardo -Sono sotto la protezione dell’FBI adesso, per evitare che mi trovi per vendicarsi. Stanno facendo il possibile per trovarlo ma, a quanto pare, è sparito nel nulla- alzò lo sguardo su Conan e disse come rivolta solo a lui -Jodie mi ha detto tutto questo stamattina per messaggio. Non sono entrata nell’Organizzazione solo per la formula, ma anche per sradicare ogni singola erbaccia che ha messo in difficoltà Shinichi negli ultimi tempi-
-Ma se Gin ti dovesse trovare?- domandò Kazuha allarmata mentre la ragazza si girava verso di lei.
-Mi ucciderà- disse arrendevole sospirando mentre suo padre spalancava la bocca senza parole.
-R-Ran- disse ridendo per sdrammatizzare -Ma che dici? È uno scherzo, vero? Gin…?!-
La ragazza lo guardò seria chiudendo il discorso che stava per cominciare l’uomo: lui non poteva capire, ma presto gli avrebbe raccontato tutto. Forse.
Per ora gli sarebbe dovuto bastare quello che aveva detto e non fare altre domande, specialmente su Shinichi. Se il ragazzo credeva che l’avrebbe tradito senza prima chiedergli il permesso di poter raccontare la verità si sbagliava di grosso: non l’avrebbe mai fatto.

***

Circa un’ora dopo Ran uscì dal bagno dopo essersi fatta una doccia, lasciando i capelli bagnati: ci avrebbe pensato il caldo infernale che c’era fuori ad asciugarglieli. Conan le passò davanti senza degnarla di uno sguardo, si avvicinò alla porta di casa e uscì sbattendola. La ragazza sospirò ed entrò nella sua stanza sorprendendosi di trovarvi dentro Hattori e Kazuha.
-Scusa se siamo entrati senza chiedere- fece il ragazzo mentre lei sorrideva scuotendo la testa.
-Non fa niente, tranquilli. Potete entrare ogni volta che volete- disse lei guardandosi attorno: la stanza sembrava essere quella che aveva lasciato tre mesi prima.
-Certo che qui non è cambiato nulla- sussurrò abbassando gli occhi sulla foto posata sulla scrivania.
-È stata una volontà di Kudo- disse Hattori seduto sul suo letto. La ragazza si voltò sorpresa e gli si avvicinò avida di altre informazioni.
-Cosa è successo in questi tre mesi?- domandò con un filo di voce.
Kazuha e Hattori si scambiarono un’occhiata che Ran non riuscì a decifrare, poi la ragazza le fece cenno di sedersi.
-Tutto è cominciato da quando tu sei apparentemente morta…- cominciò Kazuha ricordando ogni singolo giorno.

*Flashback*
-Kudo, per l’amor del Cielo, mangia qualcosa- disse sconsolata la ragazza seduta accanto al futon del bambino rannicchiato su di esso. Erano praticamente tre giorni che stava in quella posizione: da quando era tornato dal funerale. Ed erano altrettanti giorni che taceva senza rivolgere la parola a nessuno, che piangeva silenziosamente affondando il viso nel cuscino, che pregava che tutto quello che gli stava accadendo fosse solo un incubo.
-Kudo- sussurrò Kazuha posandogli una mano sulla spalla -Non puoi digiunare così a lungo, finirai con l’ammalarti-
Silenzio.
Come se gli importasse davvero mangiare, come se desiderasse davvero alzarsi da quel futon e rientrare a far parte del mondo, di quel mondo di cui Lei non faceva più parte...
*Fine flashback*


Ran ascoltava il racconto fissandosi le ginocchia che aveva portato al petto e su cui aveva affondato il mento. Shinichi che piangeva: forse non l’aveva mai visto, se non quando avevano 6 anni ed erano cascati giù dall’altalena perché si erano dati una spinta troppo forte.
-Comunque non è tutto- aggiunse il ragazzo al suo fianco portando le mani dietro la testa e fissando il soffito -Ha avuto diverse crisi, a volte ti vedeva anche se non c’eri o sentiva la tua voce svegliandosi nel cuore della notte urlando il tuo nome-
-Ogni volta che l’accompagnavamo al cimitero non voleva saperne di andarsene. Se ne stava lì, sulla tua tomba, a piangere intere ore senza mai smettere di parlarti- disse Kazuha -Ha tagliato i ponti con tutti: Sonoko, Detective Boys, Sato, Takagi… Le uniche persone con cui è sempre voluto stare siamo io, Heiji e Ai. Il resto del mondo è sparito nel nulla…-
-Come le ha superate le crisi e i momenti critici?- domandò debolmente Ran fissando l’amica negli occhi verde smeraldo.
-Col tempo- sospirò -Non è stato facile, ma siamo quasi riusciti a fargli riprendere una vita normale: uscivamo, andavamo a prenderci il gelato, andavamo al cinema… Ma abbiamo sempre dovuto fare parecchia attenzione a non frequentare luoghi legati a te, perché altrimenti gli tornavi in mente e taceva depresso fino alla fine della giornata-
Continuarono per l’intera mattina a raccontarle le giornate monotone dell’ex liceale e della sua scelta di rinunciare alla sua carriera di detective per sempre.
-L’ha detto una settimana dopo la tua morte, dopo che lui ed Heiji avevano indagato giorno e notte, 24ore su 24, dentro quel maledetto salotto dove eri stata trovata morta… Il caso era stato chiuso…- disse Kazuha rievocando il ricordo di Shinichi che rinunciava alla sua dote più grande.

*Flashback*
-Rinuncio, rinuncio per sempre- disse piano fissando il tappeto rosso della sala con aria afflitta. Hattori si voltò verso di lui con occhi interrogativi.
-Come?-
-Se non sono riuscito a risolvere il caso legato alla m…- tacque trattendendo un gemito e ricacciando indietro le lacrime -…scomparsa di Ran, non c’è più alcun motivo per cui debba continuare ad essere un detective-
-Ohi Kudo…- disse sconvolto Hattori.
-No, non cambierò idea Hattori, d’ora in poi esisterà solo più il Detective dell’ovest, perché quello dell’est è morto una settimana fa- concluse serio fissandolo dritto negli occhi.
*Fine flashback*


Ran capì che il ragazzo aveva ragione: gli aveva rovinato la vita negli ultimi tre mesi.
Ripensò per un attimo allo sguardo che Shinichi aveva assunto quando gli aveva detto che se aveva finto di morire era stato per lui: i suoi occhi blu, blu come l’oceano, avevano perso qualcosa, qualcosa di inconfondibile che distingueva Shinichi Kudo da qualsiasi altra persona.
Avevano perso quel qualcosa che glieli illuminava quando arrivava alla verità di un caso, ma scoprendo quella terribile verità, invece di illuminarsi, questa volta gli occhi di Shinichi avevano perso quel qualcosa, qualcosa che non sarebbe tornato.
“Ho spento io la luce degli occhi di Shinichi?”si chiese Ran afflitta abbassando lo sguardo sul lenzuolo mentre gli occhi bruciavano incontrollabilmente.
La risposta era più che ovvia, e lei la conosceva bene.

***

-Ciao Kudo- disse Haibara aprendo la porta mentre lui si fiondò dentro casa -Come vanno le cose?- domandò chiudendo la porta.
-Bene… Tu piuttosto?- domandò lui con un tono che più falso non si poteva. Haibara lo fissò negli occhi e sospirò.
-Perché menti?-
-Mentire? Di nuovo con questa storia?- domandò perplesso il ragazzo -Io non sto mentendo, Haibara-
-E con Ran come va allora?- domandò tagliente la scienzata che non sopportava le bugie, se non quelle a fin di bene. Shinichi si voltò velocemente cercando il doc con lo sguardo.
-È tutto apposto Haibara, sta’ tranquilla- disse mentre lei gli posava una mano sulla spalla stringendo la presa.
-Sei un bugiardo- disse piano mentre il professore scendeva velocemente le scale di casa.
-Shinichi! Shinichi, per tutti i templi shintoisti del Giappone! Benedetto ragazzo, ma che hai per la testa?!- esclamò agitato il doc afferrandolo per le spalle mentre lui lo scrutava sconvolto.
-Ha battuto la testa, professore?- domandò preoccupato cercando di liberarsi dalla presa.
-Tu! Tu hai battuto la testa! Ai mi ha raccontato tutto di ieri sera. Perché diavolo non vuoi perdonare Ran?! Fino a ieri mattina ti maceravi nel dolore sperando che la ragazza tornasse, e ora che è tornata l’aggredisci e decidi di troncare ogni cosa?!-
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia lanciando un’occhiata indecifrabile ad Haibara, poi riuscì a liberarsi con un gesto secco dalla presa del doc e fece un passo indietro.
-Professore, mi permetta: quello che faccio sono affari miei. Comunque, come può pretendere che io la perdoni? Per tre mesi ho creduto che fosse morta e ieri spunta fuori come un fungo dicendo che se l’ha fatto è solo per causa mia. Come crede che mi senta, eh professore? Le farebbe piacere che la donna che ama si fingesse morta spezzandole il cuore, per poi tornare in vita dicendo che è praticamente colpa tua se l’ha fatto?!-
Il doc rimase di stucco osservandolo allibito.
-Io…- balbettò non sapendo cosa dire. Il ragazzo annuì e afferrò il polso di Haibara.
-Appunto, non c’è nulla da dire- disse serio trascinandola nel seminterrato dove c’era il laboratorio.
Poco dopo, nel laboratorio, Shinichi si appoggiò alla scrivania mentre Haibara prendeva in mano il foglio nell’APTX in silenzio. Forse era stato troppo duro, forse non avrebbe dovuto fulminare Haibara, ma la verità è che probilmente nessun capiva come si sentiva in quel momento.
-Non sono arrabbiato con te perché gli hai raccontato la verità- disse all’improvviso rompendo il silenzio mentre la ragazza si bloccava -So che l’hai dovuto fare, siamo tornati che era quasi l’una di notte, una spiegazione era più che lecita e tanto, prima o poi, avrebbe scoperto la cosa-
Haibara si girò verso di lui cercando di mantenere uno sguardo impassibile, ma non le riuscì. Incurvò le labbra facendogli un piccolo sorriso, come se gli fosse riconoscente per aver capito la cosa. Il ragazzo rispose nel medesimo modo, poi lei gli si avvicinò mostrandogli il foglio che teneva in mano.
-Ho fatto 5 copie e sto ricopiando tutti i dati sul computer. Non vorrei mai che, per qualche malaugurata disgrazia, perdessimo i dati-
-Non ti credevo così perfettina- sghignazzò il bambino mentre lei si sedeva davanti al pc senza rispondergli.
-Ascolta- disse all’improvviso la bambina dopo minuti di tastinare in silenzio -Voglio avvisarti Kudo: c’è la solita probabilità che la cosa non funzioni o peggio…- lo guardò negli occhi con sguardo preoccupato -… che ti uccida essendo molto più potente di tutte le altre, o ancora… che sia io a sbagliare qualcosa-
-Errare è umano, Haibara- disse tranquillo il ragazzo sicuro di quello che diceva.
-Sì ma… Io non voglio che tu muoia- ammise la ragazzina con gli occhi stranamente lucidi sorprendendolo, e non poco.

DRRR DRRR DRRR.

Il cellulare di Shinichi prese a vibrare sulla scrivania su cui il ragazzo l’aveva posato ed entrambi si voltarono a guardarlo. Il ragazzo lo afferrò e lesse il kanji che si illuminava sullo schermo: Ran.
Le chiuse il telefono in faccia mentre Haibara lo fissava un po’ stupita.
-Allora- continuò Shinichi posando il telefono come se nulla fosse -Se dovesse funzionare, lo prenderai anche tu?-
La piccola scienzata si voltò fissando il vuoto sorpresa. Non aveva pensato a quello. L’antidoto l’aveva sempre studiato per far tornare Kudo al suo vero aspetto e non aveva mai pensato che avrebbe potuto prenderlo anche lei.
-L’Organizzazione è dietro le sbarre, tutta- aggiunse Shinichi serio -Solo Gin manca all’appello: è riuscito a fuggire. Ma non appena lo prenderanno non ci sarà più nessuno che potrà ostacolare Shiho Miyano. Pensaci Haibara: potresti ricominciare una nuova vita-
-Prima- disse piano la ragazza tornando a fissare lo schermo -Sarà meglio provare a creare l’antidoto e sperare che funzioni. Kudo…- si voltò verso di lui -…Ti va di restare qui per un po’ di tempo e aiutarmi?-


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa! ^-^
salve a tutti!
eccomi quaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
allora, nuovo capitolo!
dunque, ke ne pensate??
Ran mi fa un po' pena effettivamente...
ma sono stata trpp cattiva??
ke ne pensate del comportamento di Shin??
bah... -.-
adesso andrà anke a lavorare all'antidoto con Haibara...
E GIN???!?!?!?
O.O
nn so se avete afferrato
(nd tutti: Mangakagirl, nn siamo scemi! -.-)
ma l'Organizzazione è dietro le sbarre, compresa Vermouth x ki me l'ha kiesto,
ma Gin NO!
Cercherà Ran!
la troverà???
ipotesi su cosa accadrà???
fatemi sapere...
Cavolo, mi rimangono sl 9 capitoli! T.T
"°>.<°"
ARGGGGGHHH!
Mi piace così tanto sapere ke ne pensate di qst storia!
Ah, e ke ne pensate di qll ke Kazuha e Hattori raccontano a Ran???
la ragazza gli ha tolto la luce dagli occhi...
*tono di ki sussurra nel vento*
nd tutti: ?
nd me: lasciamo stare, nn so manco io ke sto scrivendo! O.O
Ah, e ke ne pensate di Haibara ke dice a shin tra le lacrime:
...nn voglio ke tu muoia...
-.-
Sn una RANXSHIN! RICORDATEVELO! ><
Ah, anco una cosa: Shin ke kiude il telefono a Ran???!??!?! o.o
xkè secondo voi???
ora vi lascio ke sicuramente nemmeno la metà di voi arriverà
a leggere sto corner lungo
quanto il Nilo! -.-"
Arigatò a ki ha recensito lo scorso chappy v.v
al prossimo!
mangakagirl!

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Capitolo 21
*** NiJuichi ***


21.

-Kudo, ma ne sei sicuro?- domandò Hattori seduto sul suo letto mentre piegava le maglie che il bambino gli passava.
-Hattori, per l’ennesima volta: sì - rispose annoiato rovistando nel suo armadio scegliendo i vestiti da 17enne che più amava: ovviamente, villa Kudo era piena delle sue cose.
Dopo qualche secondo Hattori si fece serio e si bloccò fissandogli le spalle, visto che si trovava dietro di lui seduto sul suo letto.
-Credi che allontanarti da lei sia la cosa migliore?-
Conan si voltò scocciato e lo fissò negli occhi smeraldini.
-Ma fino a ieri sera tu non la pensavi come me?- chiese ironico.
-Io continuo a essere dalla tua parte Kudo- disse l’amico sicuro -Solo mi chiedo se trasferirti a casa del doc per lavorare 24 ore su 24 all’antidoto non sia troppo…-
Il ragazzo riprese a rovistare nell’armadio tirando per sbaglio fuori il maglione fatto a mano che Ran gli aveva regalato tempo prima.
-La cosa è perfetta- disse serio sotterrando l’indumento nel profondo della sua montagna di vestiti -E poi non ci lavoreremo 24 ore su 24. Se ci stancassimo troppo potremmo commettere degli errori e allora…- si voltò e gli lanciò un paio di t-shirt addosso -…qualcuno ci rimetterebbe davvero le penne: io- sottolineò la parola davvero con enfasi mentre l’amico sospirava.
-Sai cosa intendevo. Comunque, come vuoi…- disse arrendevole mentre qualcosa cominciò a far vibrare il letto.

DRRR DRRR DRRR     

Hattori fissò il telefono di Kudo perplesso mentre sullo schermo appariva: Ran.
Il bambino mollò le maglie che aveva in mano addosso all’amico, si avvicinò al letto, prese in mano l’apparecchio e chiuse la telefona senza rispondere come poco prima, mentre il ragazzo del Kansai lo guardava un po’ perplesso.
-Dicevamo?- domandò Conan per non fare pesare la cosa e cambiare argomento.
-Non le rispondi?- domandò l’amico ignorando la domanda vedendo che il telefono aveve ripreso a vibrare. Shinichi lo riafferrò e lo spense buttandolo sul letto, poi tornò all’armadio.
-Hattori, sai anche piegare le camicie?- domandò prendendone una molto stroppiciata dal mucchio e osservandola perplesso. Il ragazzo sospirò e la prese non appena gliela porse.
-Sì, Kudo- rispose lasciando cadere l’argomento “Ran”.

***

-Dunque dunque…- riflettè Shinichi seduto davanti al pc del laboratorio dettando un po’ di formule ad Haibara mentre ticchettava una penna sulla scrivania.
- … (20/x2 * 1093g) + (460x±23½)+960Hgmm/30 = 6%… Emm… Haibara?-
-Mmmm…-
-Ma ci capisci davvero qualcosa?!- domandò osservando la formula perplesso grattandosi la testa con la penna.
-Certo, l’ho scritto io…- rispose concentrata senza staccare gli occhi dallo schermo.
Il suono del campanello e del doc che parlava gioiosamente con qualcuno li distraè entrambi. Si scambiarono uno sguardo perplesso, poi si alzarono e uscirono dal laboratorio diretti in soggiorno.
-Non immagini quanto sia contento di vederti!- esclamò il doc mentre Ran sorrideva. Shinichi e Haibara uscirono dal laboratorio e lui e la karateka si scambiarono un lungo sguardo silenzioso.
Ran non aveva idea che il ragazzo si trovasse lì, e fece per dirgli qualcosa ma il bambino prese la mano di Haibara e si voltò tornando nel laboratotio senza dire una parola. Rimase profondamente delusa mentre il doc mormorava dispiaciuto:
-Vedrai che gli passa… I ragazzi sono un po’…-
-Va’ tutto bene professore- disse lei guardandolo sorridendo con espressione triste -Ora devo andare però-
La ragazza uscì lasciando l’uomo solo e perplesso: ma perchè era coinvolto in quella situazione?!
 

*~*~*~*

10 giorni dopo

-Kudo- balbettò Haibara con gli occhi spalancati chiudendo la capsula dopo aver ricontrollato tutti gli ingredienti uno ad uno per la sesta volta.
Erano passati 10 giorni, dieci lunghi giorni di notti in bianco, studi approfonditi e andidoti buttati via prima che il ragazzo li assumesse.
Ora sembrava essere arrivato quello giusto.
Shinichi alzò la testa dalle braccia appoggiate sulla scrivania dopo essersi appisolato, secondo lui, qualche secondo: in realtà aveva dormito così per tutta la notte.
-Vuoi una mano con la bilancia?- domandò con voce assonnata aprendo gli occhi.
-No- rise la ragazzina avvicinandosi a lui -L’antidoto dell’APTX4869 è pronto-
Shinichi sbarrò gli occhi svegliandosi completamente e scattò in piedi osservando la capsula sulla mano dell’amica.
La guardò come a chiedere “Sei sicura questa volta?”
Lei annuì.
-Potresti morire- disse seria -Ma è lui: l’antidoto definitivo, non ci sono dubbi-
Il ragazzo inspirò a fondo, poi disse:
-Ok-
Prese in mano la capsula rossa e bianca e guardò Haibara negli occhi.
-Prendo la coperta- disse lei avvicinandosi alla scrivania e afferrando la famosa coperta che doveva coprire Kudo durante la trasformazione per evitare che la ragazza lo vedesse nudo. Tornò dal ragazzo e lo avvolse con cura, poi lo guardò negli occhi infondendogli tutte le emozioni che provava: aveva deciso che se l’antidoto lo avesse ucciso, l’avrebbe seguito.
Shinichi osservò un’ultima volta la capsula, poi la ingerì senza pensarci più: se doveva morire, sarebbe stato durante l’atteso gesto di tornare se stesso e riappropriarsi della propria vita.
Avevano pianificato come comportarsi durante la trasformazione tante volte, ma era sicuro che nessuno dei due avrebbe fatto le cose come deciso.
Dopo nemmeno una manciata di secondi, una fitta la cuore lo costrinse a gemere mentre sbarrava gli occhi senza fiato: la trasformazione stava avendo inizio.
Haibara lo fissò preoccupata mentre un’altra fitta lo travolse come uno tsunami facendolo urlare: non era la solita trasformazione, era qualcosa il cui dolore che provocava era moltiplicato per 100.
Shinichi si afferrò la maglia all’altezza del cuore cominciando a sudare mentre la febbre saliva vertiginosamente, si accasciò a terra urlando come un ossesso mentre nuove fitte lo scuotevano da parte a parte.
Voleva vomitare, gli mancava l’aria, ogni vena sembrava dover scoppiare da un momento all’altro, le ossa, bollenti come lava, si plasmavano dentro il suo corpo mentre le cellule si riproducevano a velocità esemplare.
Il cuore batteva all’impazzata contro le sterno come se volesse sfondarlo mentre ogni  movimento del corpo era ostacolato da dolori lancinanti. Spasmi frequenti e regolari si alternavano circa ogni 8 secondi mentre il ragazzo urlava fino a rimanere totalmente  senza fiato.
Dopo quella che parve un’eternità, arrivò lo spasmo decisivo: il dolore più tremendo di tutte le trasformazioni, un dolore mai provato prima.
Shinichi urlò così forte che Haibara credè di svenire dalla preoccupazione che la divorava ma, finalmente, il corpo del bambino si plasmò sotto il suo sguardo tornando ad essere definitivamente quello di Shinichi Kudo.
Il ragazzo respirò a fatica sdraiato a terra, continuando a gemere perchè ogni movimento era uno sforzo immane, mentre Ai lo girò sulla schiena, inginocchiata accanto a lui, con mani tremanti e sguardo pietrificato.
-K-Kudo- sussurrò pianissimo mentre il ragazzo cercava di aprire gli occhi -K-Kudo?-
Lui fece un breve sorriso e la guardò con i suoi occhi blu come l’oceano.
-Ci sei riuscita Haibara- mormorò impeccertibilemente mentre lei scoppiava in lacrime: non sapeva se era per la gioia o per la preoccupazione e non le importava, piangeva e basta. Lo aiutò ad alzarsi mentre lui si teneva stretta la coperta attorno alla vita. La ragazzina osservò il suo corpo da liceale per poi asciugarsi le lacrime e ridere.
-Ce l’hai fatta Kudo, finalmente se tornato te stesso: definitivamente- disse felice scompigliandogli i capelli mentre lui faceva una smorfia.
-Dai, che mi spettini!- scherzò mentre lei scoppiava ancora di più a ridere.
-Sei tutto sudato e ti preoccupi di spettinarti?- domandò ironica alzandosi in piedi -Dai, va’ a farti una doccia ora…-
-E tu?- domandò alzandosi in piedi.
-A me penseremo più tardi, voglio vedere se la cosa dura-
Shinichi la fissò divertito e uscì dal laboratorio diretto al bagno mentre Haibara si avvicinava ad un cassetto.
Ne estrasse una pillola identica a quella che aveva dato a Kudo: l’aveva creata segretamente e contemporaneamente a quella ingerita dal ragazzo senza che lui se ne accorgesse.
L’aveva ricontrollata meno volte dell’altra ma non le importava: l’unica cosa importante era che quella del migliore amico aveva funzionato. Dopo averla osservata attentamente, la portò alla bocca chiudendo gli occhi. 


Mangakagirl's Corner:
Ciao :)
cm è?
allora, la storiella qui procede...
Kudo va' a stare da Haibara...
e...
TA DAAAAAAN! O.O
Shin è tornato Shinichi Kudo!
yeeeee!
contenti???
fatemi sapere...
e...
Mah! o.O
Haibara ha ingerito un qualcosa ke ricorda l'antidoto!
>.< ke accadrà??
grz a ki ha recensito lo scorso capitolo
e alle nuove persone ke hanno aggiunto la storia tra le seguite:
Arigatò v.v
mangakagirl!

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Capitolo 22
*** NiJuni ***


22.

Shinichi, il vero Shinichi, indossava un paio di jeans chiari e una camicia bianca con i primi tre bottoni sbottonati per il caldo. Osservava seduto sul pavimento della camera di Ai la luna piena dall’enorme porta finestra aperta con lo sguardo assente. Non c’era nessun suono apparte il canto annoiato dei grilli nascosti nei cespugli del giardino di villa Agasa.
-Bella vero?-
-Magnifica- rispose il ragazzo senza voltarsi mentre una ragazza sui 17/18 gli si sedeva accanto con le gambe flesse. Shiho perse i suoi occhi grigi in quelli blu come l’oceano di Shinichi ed entrambi sorrisero.
-Ancora non ho capito perché non mi hai aspettato per assumere l’antidoto…E se fossi stata male?- domandò il detective un po’ sdegnato ridendo.
-Non potevo trasformarmi davanti a te- rispose lei ridendo a sua volta -Sei un maniaco, Kudo?-
-Ma no!- esclamò il ragazzo distogliendo lo sguardo mentre arrossiva come un peperone. Qualche secondo dopo estrasse il cellulare dalla tasca e lo posò sul pavimento, perché seduto in quel modo gli dava fastidio. Shiho osservò qualche secondo l’oggetto poi domandò con una punta di curiosità:
-Ma, sbaglio, o è da un po’ che non chiudi le telefonate senza rispondere?-
Il liceale osservò lo schermo del cellulare, poi tornò ad osservare la luna.
-Si sarà stufata- disse piano assottigliando gli occhi come accecato dalla luce del satellite terrestre.
Shiho osservò il ragazzo qualche secondo poi sorrise fissando a sua volta la luna.
-Fino a ieri sera venivamo ad osservare la luna crescente con le sembianze di bambini di sette anni… Oggi la luna è piena e noi siamo tornati adulti. È strano, vero?-
Il ragazzo annuì, ma lei sapeva bene che la sua mente era altrove, lontano da quel posto… immerso nei ricordi del passato. Chissà a cosa era legata la luna in ciò a cui stava pensando…
Probabilmente ricordava quando Ran, osservandola, l’aveva aspettato per due ore all’appuntamento con il rischio che qualcuno l’aggredisse*.
Ora Ran era chissà dove, felice o infelice che fosse, lontano da lui.
-Bè- disse Shinichi alzandosi in piedi -Si è fatto tardi. Ci vediamo domattina…-
-‘Notte- disse Shiho afferrando la mano che le porgeva per alzarsi.
-Buonanotte- rispose lui dirigendosi al piano inferiore per raggiungere casa sua.

***

DRRR DRRR DRRR DRRR DRRR

Shinichi aprì un occhio e afferrò il cellulare lasciato sul comodino sbadatamente acceso, fissò lo schermo sbuffando: Hattori. Si erano sentiti il pomeriggio prima, qualche ora prima della trasformazione, se non ricordava male, che poteva volere?
-Pronto?- bofonchiò assonnato.
-Kudo, Ran è con te?- domandò il ragazzo del Kansai con un tono che al detective non piacque per nulla. Si alzò a sedere di scatto e guardò l’ora: 8.33.
-No, perché?- domandò con tono poco tranquillo.
-Perché è sparita. Due giorni fa ha deciso di fare una sorpresa ad Eri ed è andata alla stazione per prendere un treno e raggiungerla nella città in cui risiede ora. L’abbiamo chiamata più volte al cellulare ma dava staccato, pensavamo che volesse passare del tempo tranquilla con lei e non abbiamo insistito ma… Poi abbiamo chiamato da Eri per sentirla e lei ci ha detto che non è mai arrivata e che nemmeno sapeva che fosse viva!-
Shinichi si sentì percorrere da un brivido: esattamente da due giorni Ran aveva rinunciato a chiamarlo almeno 6 volte al giorno come aveva fatto negli ultimi 10 giorni.

Gin.

Solo il ricordo di quel nome bastò a fargli capire la situazione e a farlo balzare giù dal letto.
-Hattori, vieni immediatamente a casa mia, in fretta!- ordinò cominciando a vestirsi di fretta e furia. Chiuse la chiamata con lui e sentì il campanello suonare. Andò ad aprire con fare sbrigativo e si trovò davanti Shiho con aria preoccupata.
-Kazuha mi ha appena chiamata… voleva sapere se Ran…-
-Entra- la interruppe Shinichi afferrandola per un braccio e tirandola dentro casa. Corse in camera togliendosi la maglia con cui aveva dormito e si infilò una t-shirt nera a maniche corte, poi tornò nel corridoio, dove trovò Shiho nella posizione in cui l’aveva lasciata che lo guardava agitata.
-Gin- disse sicuro afferrandola nuovamente per mano e portandola in salotto dove la fece sedere sul divano -Gin l’ha rapita, ne sono certo. Sta arrivando Hattori, dopodichè andremo all’FBI a parlare con Vermouth: lei sa sicuramente dove avrebbe potuto portarla-
-Vengo anche io- disse lei alzandosi in piedi, ma Shinichi la spinse di nuovo sui cuscini per le spalle.
-No. È pericoloso e abbiamo pur sempre davanti Gin…-
-Non mi importa- rispose sicura fulminandolo con i suoi occhi grigi: sembrava che gli stesse leggendo l’anima, che potesse vedere ogni singolo pensiero nascosto dietro il suo sguardo blu oceano.
-Ok, ma starai sempre accanto a me… Promesso?- disse sbrigativo Shinichi che non aveva voglia di dicutere.
-Kudo…- disse lei piccata pronta a ricordargli che non era più una bambina.
-Promesso, Shiho?- domandò quasi supplichevole il ragazzo lasciandola di stucco.
Lei lo scrutò incerta, poi annuì debolmente mentre il campanello suonava nuovamente. Si alzò dal divano e seguì Shinichi che andò ad aprire la porta. Si trovarono davanti un ragazzo affaticato e col fiatone che indossava un cappellino degli New York Yenkees.
-Il cancello era aperto- disse mentre riprendeva fiato e Shinichi chiudeva la porta di casa con fare sbrigativo -Ho chiamato un taxi, scommetto che volevi andare dall’FBI-
-Esatto- rispose Shinichi mentre un taxi bianco si fermava davanti al cancello di casa Kudo -Andiamo- aggiunse dirigendosi verso la vettura con i due amici dietro.
-Ma siete tornati normali?!- domandò sconvolto alla ragazza.
-Già- rispose lei sbrigativa salendo sul sedile posteriore.

***

-So che lo sai- disse sbrigativo il detective dell’est fulminando Vermouth -Dove può aver portato Gin un suo ostaggio?-
-Cool Guy, si può sapere che ti prende?- domandò piccata la donna dagli occhi color ghiaccio seduta sul letto della sua cella. Grazie a Jodie avevano potuto accedere alla stanza in cui era tenuta sotto sorveglianza per essere interrogata dall’FBI.
-Hanno rapito la tua Angel- disse sbrigativa e acida Shiho con le braccia incrociate al petto mentre lei la fulminava accorgendosi della sua presenza solo in quel momento.
-Fosse un’altra, mi metterei ad insulatarti Traditrice maledetta- sputò velenosa la donna, poi si rivolse a Shinichi -Ma visto che è di Angel che parliamo, eviterò. Come ha fatto a rapirla?-
-Non lo sappiamo, vogliamo sapere dove l’ha portata. Per favore Vermouth!- esclamò esasperato lui cominciando a perdere le speranze. La donna ragionò qualche secondo facendo vagare lo sguardo nella stanza ripensando ai discorsi tenuti con l’uomo. Dopo circa un minuto la sua mente si illuminò e guardò Shinichi.
-Okuho-cho*, ma non ne sono sicura…- disse incerta mentre il ragazzo ringraziava il cielo.
-Grazie- disse uscendo in fretta dalla stanza.
-COOL GUY- urlò la donna costringendolo ad arretrare con Miyano -Se non fosse lì, non darmi la colpa: non ne sono sicura. E mi dispiace per il braccio- disse guardando l’arto ancora fasciato che il ragazzo aveva ricominciato ad utilizzare.
-Sì, ho capito- rispose Shinichi con un mezzo sorriso -Ora dobbiamo andare-

*Ma chi si ricorda il capitolo 647 del manga ^.^ ??????
IOOOOOOOO! È il boschetto in cui quel maledetto figlio del sindaco, Okuda Makoto, cerca di far passare Shinichi per un assassino!!! (ROBA DA PAZZI! SHIN UN ASSASSINO?!??!? O.O)  
E la cosa bella sapete qual è?????!!! Che sto scrivendo qst chappy proprio il gg in cui su Italia 2 danno quegli episodiiiiiii! YEEEEEEEEEE! ^-^ 22/5

*Film “Incrocio nell’antica capitale” (uno dei miei preferiti xD)


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
ahahah
certo ke x qll ke ho scritto nel corner dell'altro chappy
vi ho fatti tutti preoccupare sulla sorte della povera Haibara xD
scusate! nn volevo mettervi in agitazione, cmq come potete leggere
Shiho sta benissimo: l'antidoto ha funzionato ^-^
nd tutti: Va' al diavolo Mangakagirl! -.-
nd me: T.T
allora.... emmm...
GIN HA RAPITO RAN!
e shinichi sembra finalmente interessarsi della cosa!
nd tutti: -.- ERA ORA!
nd me: sì, infatti -.-!
Okuho-cho! cavolo, ne vedrete delle belle!
già al 22° chappy T.T
VOGLIO PIANGERE!!!!!!!
fatemi sapere ke ve ne pare del chappy, please!
grz a coloro ke hanno recensito lo scorso chappy:

Martins, Shinichi e Ran amore, WinryRockbell, LucyloveAnimemanga, 88roxina94, SherryHolmes, Kaity e ChibiNekoChan
ARIGATò GOZAIMASU RAGAZZE E RAGAZZI! v.v
al prox chappy!
mangakagirl

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Capitolo 23
*** NiJusan ***


23.

Premessa: per avere bene un’idea di come si svolgono i fatti di qst capitolo, vi consiglio vivamente di andarvi a rivedere gli ep 520-521 dell’anime e a rileggere i chappy 647 e seguenti del manga prima di leggere qst chappy. Lo dico in modo che abbiate bene l’idea della posizione della capanna rispetto al lago e e del suo aspetto perché non sono molto brava a descriverli ed è fondamentale x capire come si svolgono le cose! ^.^ Mangakagirl

Quel bosco lo conosceva molto bene: Okuho. Nemmemo un anno prima un certo Okuda Makoto l’aveva invitato lì per indagare una seconda volta sul caso di omicidio-suicidio del sindaco Inohara. Ricordava benissimo che in quella occasione, per una strana scelta del destino, era tornato momentaneamente un liceale ed era riuscito a smascherare quel maledetto ragazzo che cercava di metterlo in cattiva luce accusandolo di essere un assassino.
Ora nel bosco si trovava sempre sotto le sembianze di un liceale, ma per un altro motivo: Ran.
Ovunque si girasse riconosceva ogni singola foglia, ogni singolo ramo, ogni singolo albero e ogni singolo sasso come se fosse rimasto tutto impresso nella sua mente: cosa alquanto impossibile visto che era rimasto in quel bosco per massimo due giorni e da allora di tempo ne era passato.
A volte la paura ti fa vedere cose che non ci sono, ti deforma la mente e ti mette in testa strani presentimenti.
Erano arrivati nel bosco grazie al dottore Agasa e il ragazzo era stato chiaro: non si doveva azzardare a scendere dalla macchina per nessun motivo, perché se Ran fosse stata ferita o se avessero avuto il bisogno di scappare, il doc doveva essere pronto a ingranare la marcia e portarli il più lontano possibile da lì. Si erano separati: Miyano con Kudo e Hattori da solo. Cercavano in ogni angolo remoto del bosco e ogni tanto si incontravano scambiandosi semplici occhiate cariche d’ansia con cui si capivano al volo. Shiho quasi inciampò su una radice che fuori usciva dal terreno e Kudo la afferrò al volo per una mano.
-Grazie- disse la ragazza riconoscente mentre lui si guardava attorno.
Erano in quel bosco da un’ora, ma di Ran nemmeno l’ombra, eppure un’altra cosa faceva sentire Shinichi ancora più agitato: la consapevolezza che Ran sarebbe potuta benissimo non essere lì.
Un urlo squarciante rimbombò in tutto il bosco facendo sbarrare gli occhi dei tre ragazzi. Il detective dell’est scattò verso la fonte da cui proveniva senza pensarci due volte: non era la sua mente a farlo muovere, il corpo prendeva le decisioni da solo, come una sorta di “cervello d’emergenza” che lavorava al posto di quello vero mentre quest’ultimo era momentaneamente fuori uso per via della paura che lo attenagliava

***

-Allora, vuoi deciderti a rispondere, Rum?- domandò mellifluo Gin alla ragazza che teneva legata ad una sedia dentro la piccola capanna che c’era sopra il lago. Ran tacque mentre lui le prendeva le spalle e le stringeva forte tra le mani facendola gemere.
-Sei ostinata piccola traditrice, devo dire che eri anche un buon membro… Avevi un buon cervello che sapevi far lavorare- la guardò dritta negli occhi con i suoi da maniaco -Chi sei veramente e perché sei entrata nell’Organizzazione?-
La karateka non rispose: no, lei non l’avrebbe mai tradito. Mai.
-Via Rum, lo sai che mi piace giocare col cibo pirma di assaporarlo…- disse Gin ridendo -Voglio sapere chi si cela dietro il tuo falso nome e perché hai rubato il progetto 69-
Ancora una volta non rispose e Gin le pianto una gomitata nelle costole facendola gemere di dolore.
-Inizio a scocciarmi, sono due giorni che ti tengo prigioniera e non parli, mi hai stufato- sputò l’uomo arrabbiandosi seriamente stingendole il mento nella mano destra obbligandola a fissarlo neglio occhi.
-Per l’ultima volta. Chi sei e perché sei entrata nell’Organizzazione-
Ran tacque nuovamente fissandolo con aria decisa e sicura: non aveva paura, poteva farle ciò che voleva, non avrebbe parlato. Non vi era alcuna possibilità che da lei risalisse a Shinichi, con Vermouth avevano calcolato ogni singolo dettaglio, cancellato tutte le tracce che avevano lasciato e depistato ogni sospetto dei membri dell’Organizzazione.
-Hai deciso da sola del tuo destino- disse Gin qualche secondo dopo tirandola in piedi dal mento mentre lei aveva le mani legate. La spinse verso la porta della minuscola capanna e afferrò la spranga di ferro appoggiata alla parete di legno. Aprì la porta e la ragazza urlò più forte che poteva prima che lui la colpisse in mezzo alle scapole e dietro al collo intontendola.
-Avrai una morte lenta e sofferente. Addio mia dolce Rum- disse sorridendole mellifluo mentre la lanciava giù dalla scogliera che si affacciava sul lago alta almeno 8 metri.

***

-KUDO!- urlò Shiho seguendo a perdifiato il ragazzo che correva tra la boscaglia. Non gli importava nulla dei rami che gli laceravano i vestiti o gli graffiavano le caviglie e le gambe quando ci passava in mezzo.
L’urlo era quello di Ran, ne era certo. Sentiva a malapena il rumore dei due amici che lo seguivano imprecando quando le sterpaglie li graffiavano o rimanevano impigliati ai cespugli con gli abiti. Finalmente intravide l’uscita dalla boscaglia delineata dai raggi di sole che filtravano tra le fronde degli alberi e accellerò ancora di più la corsa ignorando i suoi poveri polmoni che chiedevano pietà, per non parlare dei polpacci che, nel giro di pochi minuti, erano pullulanti di acido lattico.
Uscì dalla coltre di foglie e vide Gin osservare dal bordo della scogliera il lago sotto di lui. Subito il suo cervello riattaccò la spina spegnendo il “cervello d’emergenza” ; al ragazzo fu chiaro cosa era successo e gli saltò addosso dalle spalle cadendo con lui a terra.
Cominciarono a lottare furiosamente e a riempirsi di pugni e calci nel basso ventre e allo stomaco, Hattori raggiunse finalmente Kudo, la cui rabbia e adrenalina avevano di nuovo fatto scollegare il cervello vero e fatto attivare l’altro, e colpì Gin con la spranga che aveva abbandonato sul terreno. Il detective dell’est si alzò in piedi ansimando mentre l’uomo si toccava il punto in cui era stato colpito con una smorfia di dolore.
-Bastardo!- urlò Shinichi mentre Gin, inaspettatamente, si alzò velocemente tirando fuori una pistola. Hattori lo afferrò da dietro riuscendo a fargliela cadere di mano, ma l’uomo reagì piantandogli una gomitata nelle costole così forte che il ragazzo gemè e cadde a terra con gli occhi sbarrati e le braccia che si stringevano il busto.
Shiho afferrò la pistola a terra e sparò alla mano di Gin che intanto, repentina, aveva tirato fuori dall’impermeabile nero un coltello che stava per conficcarsi nel ventre di uno Shinichi preso alla sprovvista. L’uomo urlò dal dolore mentre il sangue prendeva a colare dalla ferita e il detective osservava allibito la scienzata.
-Kudo, Ran!- urlò lei mentre il cervello del liceale tornava a collegare nuovamente la spina. Senza pensare a Gin che avrebbe potuto attaccare Miyano, si voltò verso la scogliera, prese la rincorsa e si lanciò, aspettando che l’acqua fredda gli gelasse ogni centimetro della pelle non appena vi sarebbe caduto dentro.


Mangakagirl's Corner:
Eccomi quaaaaaaaa!
allora, ke ve ne pare???
AZIONE AZIONE AZIONE!
Ran nelle grinfie di Gin e Shinichi ke la cerca disperato!
Ran è caduta nel lago, dannazione!
shinichi lotta con Gin...
ops!
si tuffa anke lui!
ke accadrà???
avete seguito il mio consiglio e rivisto qll puntate????
fatemi sapere! ^---^
grz a tutti coloro ke hanno recensito lo scorso chappy e ne approfitto
x ringraziare Pad x avere recensito in un giorno tt i capitoli:
pazzoide xD
Arigatò gozaimasu!
mangakagirl!

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Capitolo 24
*** NiJuyon ***


24.

“È finita, questa volta è davvero finita. Ma a cosa è servito tutto questo?
A niente, assolutamente a niente.
Questa volta non è affatto come le altre, no, questa volta è diversa. L’ultima volta che ero stata qui c’era anche Shinichi, eravamo qui per un caso del destino.
Ora, invece, nessuno ha la minima di idea di dove mi trova o del perché sia proprio qui.
Questa volta non è solo una recita, questa volta il cadavere che troveranno, se mai lo troveranno, sarà vero.
Eppure sono contenta di una cosa: quello che ho fatto è stato per Shinichi.
Proprio per lui, anche se ‘sta volta non verrà. Non potrà venire, perché nessuno sa che sono qui, e anche se lo sapesse non verrebbe. Non l’ha detto esplicitamente, ma il messaggio era chiaro: lui mi odia.
E come dargli torto in fondo?
Gli ho rovinato gli ultimi tre mesi della sua vita.
Però, nonostante questo, io continuo ad amarlo.
Esattamente come da quel giorno a New York*, il giorno in cui ho scoperto che non era un semplice amico ma qualcosa di più, molto di più per me.
Ahahaha.
Incredibile, sto proprio per morire: vedo Shinichi nuotare verso di me.
Shinichi…
…Se solo fosse vero…”


Una serie di bollcine salirono veloci verso la superficie del lago, mentre Ran chiudeva gli occhi perdendo conoscenza e l’acqua le inondava i polmoni.
Shinichi si diede la spinta più forte che poteva con le gambe e le braccia avvicinandosi di più alla ragazza.
“Resisti!”
Riuscì ad avvicinarsi a lei e le afferrò un polso serrando bene la presa, poi si spinse verso la superficie mentre i polmoni chiedevano disperatamente rifornimento di aria. Non appena il viso infranse la superficie, Shinichi inspirò a pieni polmoni e passò le mani sotto le braccia di Ran tirandole fuori il viso dall’acqua.
Era stanco morto per via della corsa, della tensione, e dello scontro con Gin, ma non poteva assolutamente arrendersi, così nuotò fino alla spiaggetta di ciottoli di dorso per controllare che il viso di Ran non venisse di nuovo sommerso dall’acqua. la sdraiò a fatica facendo appello a tutte le forze che gli rimanevano e si sedè accanto ad essa tossendo. La osservò preoccupato mentre numerose goccioline colavano dalla frangetta sul viso e si accorse che la ragazza non respirava più.
-No- disse piano scuotendo incredulo la testa. Le posò entrambe le mani sullo sterno e cominciò ad esercitare una modesta pressione per liberare i polmoni dall’acqua.
-Coraggio-  disse passandole una mano dietro al collo sollevandole appena la testa, mentre con l’altra le tappava il naso, poi poggiò le labbra sulle sue fredde e pallide. Espirò tutta l’aria che aveva nei polmoni della karateka, dopodichè si staccò guardandola agitato.
-Resisti- disse riposizionando le mani sullo sterno e riprendendo a schiacciare ritmicamente. Per la seconda volta posò le labbra sulle sue ed espirò più aria che poteva, poi si staccò e la guardò preoccupato continuando a ripetere disperatamente il movimento ritimico con le mani.
Finchè, per miracolo, la ragazza cominciò a tossire riacquistando visibilmente colore e sputando acqua.
Shinichi chiuse gli occhi e si abbandonò ad un grandissimo sospiro lasciando che tutto il peso del suo corpo gravasse sulle mani poggiate parallelamente sul terreno dietro la schiena. Ran emise un debole gemito e tentò di aprire gli occhi: una macchia luminosa e informe la accecò poi, mettendo piano piano a fuoco, riconobbe una figura familiare. Un paio di occhi blu come l’oceano la scrutavano sollevati.
-Shin…ichi…- sussurrò battendo gli occhi debolmente -Shinichi- ripetè più sicura mettendolo definitivamente a fuoco. Tentò di alzarsi sui gomiti, ma le forze cedettero facendola cadere a terra e sbattere la schiena dolorante sui ciottoli duri. Il ragazzo le passò silenziosamente una mano dietro il collo e una sotto le gambe mettendola a sedere sulle sue, che erano flesse.
-Shinichi- ripetè stancamente la ragazza con occhi socchiusi -P-Perché… Perché sei venuto a salvarmi?- gli occhi le si riempirono di lacrime e singhiozzò -Tu mi odi-
Il liceale la guardò per alcuni interminabili secondi con espressione indecifrabile, poi sorrise debolmente.
-Perché ti amo. Nonostante tutto quello che è successo, tutte le cose che ho detto, non potrò mai smettere di amarti. Quando ho saputo che eri stata rapita, ho subito pensato che Gin ti avrebbe uccisa. L’idea di vivere ancora con la consapevolezza che eri morta, morta veramente, mi distruggeva interiormente e non ho esitato un secondo per venirti a cercare. Perchè non potrei vivere se tu morissi davvero, Ran-
La ragazza rimase senza parole, col cuore che batteva all’impazzata contro il petto di Shinichi e il fiato sospeso:
forse, tutto quello che aveva fatto, non era stato del tutto inutile.
Non appena le labbra del ragazzo si poggiarono sulle sue fu percossa da un brivido: la stava baciando.
Sentiva il suo dolce sapore mischiato a quello dell’acqua del lago e il suo tiepido calore.
Era davvero Shincihi, il ragazzo a cui aveva distrutto la vita degli ultimi tre mesi facendogli credere di essere morta.
Ma ora, che stava esplorando ogni angolo della sua bocca, capì che era stata perdonanta, che forse aveva ancora una speranza e che il ragazzo aveva compreso il suo sacrificio per lui. Gli affondò le mani tremanti per il freddo e la debolezza tra i capelli mentre lui la stringeva più forte a sé e desiderò che il momento, quel momento magico e indescrivibile, durasse per sempre.
Non appena si staccò, Shinichi le sorrise come mai aveva fatto prima, leggendole l’anima attraverso gli occhi azzurro-lilla, poi si alzò e la posò per terra perché, per quanto volesse tenerla in braccio, le forze gli mancavano proprio. Si passò un suo braccio attorno alle spalle e, afferrandola per la vita, cominciò a risalire la stradicciola che raggiungeva il punto da cui era saltato.
Non appena giunsero alla fine, videro Gin sdraiato a terra privo di sensi e Hattori che lo guardava con aria sfinita e il fiatone. Shiho si voltò verso i due e corse in contro a Shinichi gettandosi tra le sue braccia piangendo e affondando il viso nella t-shirt nera bagnata. Il ragazzo sorrise flebilmente e, con la mano destra, quella che non reggeva la vita di Ran e che era ancora fasciata, le massaggiò la schiena.
-Ehy, ehy…- le sussurrò dolcemente ridendo -Va tutto bene… Ora sei libera… Shiho-
La scienzata alzò la testa fino ad affogare i suoi occhi in quelli blu come l’oceano del ragazzo e sorrise, poi si voltò verso Ran e la abbracciò a sua volta.
-Grazie- le sussurrò mentre la karateka sorrideva scuotendo la testa.
-Di niente, Haibar…- disse prima che la testa girasse vertiginosamente, le forze cedessero e la vista si facesse completamente nera.
Shinichi l’afferrò al volo prima che caddesse a terra, e Miyano lo rassicurò.
-Tranquillo Kudo, è solo l’ansia. Ha vissuto troppe emozioni tutte in una volta e credo sia debilitata…-
-Torniamo dal doc- disse Hattori raggiungendoli mentre si trascinava dietro Gin per il colletto della giacca nera.
-Sì- annuì Shinichi richiamando tutte le poche forze che gli rimanevano, prese in braccio la ragazza e si inoltrò con i compagni nel bosco.

*Episodio: Shinichi a New York o manga n°35 ^.^ leggere x credere!


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwaaaaaaaaaaaaaaaaa!
cm ve la state passando???
io bn...
ALLORAAAAAAA!
Capitolo Molto RANXSHINICHI! *^*
ooooooooo
awwwwwwwwww 
*^*
visto ke brava????
si sn baciatiiiiiii!
vi è piaciuto????
è venuto bn???
è romantico????
FATEMI SAPERE KE SN AGITATA!
><
e se pensate ke d'ora in poi le cose andranno cm in tt le altre fict, vi sbagliate di grosso!
ne vedrete ancora!
(sn perfida lo so! ma vi anticipo ke nessuno + si farà male,
nessuno + morirà, nnt cose tragike insomma!)
Arigatò a Just a Llittle Wizard ke ha recensito lo scorso chappy!
spero recensirete in tnt qst qui!
^^
arigatò a ki ha aggiutno la storia tra le seguite!
un bacio!
mangakagirl!

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Capitolo 25
*** NiJugo ***


25.

Ran spalancò gli occhi inspirando a pieni polmoni. L’aria sapeva di disinfettante e la quiete che la circondava le fece dedurre di trovarsi in un ospedale. Si guardò attorno spostando piano la testa e la flebo attaccata al suo braccio sinistro le fece capire che aveva ragione: una stanza di ospedale.
Mosse piano le gambe che parevano addormentate e sentì un peso sulla coperta, si alzò piano sui gomiti e vide la figura di un ragazzo con il viso affondato nelle braccia poggiate sul letto che dormiva. Ran sentì il cuore in gola, avvicinò le gambe al corpo per evitare di muoverlo ma il ragazzo, disturbato dai suoi movimenti, si svegliò aprendo piano gli occhi. Si stiracchiò alzando le braccia verso l’alto e sbadigliò vistosamente, per poi girarsi verso la ragazza che lo guardava esterrefatta.
-‘Giorno- le disse sorridendo mentre si stropicciava un occhio. Ran lo fissò qualche altro secondo, quando un flashback la fece sobbalzare sul letto stupendolo.
-Gin- disse agitata guardandolo negli occhi -I-io ero caduta nel…- cercò di formulare un discorso sensato ma, non riuscendoci, portò una mano alla fronte: aveva così tanta confusione nella testa che non ricordava nulla.
-Arrestato- spiegò Shinichi sorridendole incoraggiante -Grazie a te. È dall’FBI-
La ragazza alzò lo sguardo confuso su di lui e, dopo attimi di silenzio, domandò esterrefatta come se l’avesse visto solo in quel momento:
-Shinichi?-
Il ragazzo sorrise annuendo.
-Solo Shinichi Kudo ormai- aggiunse mentre lei cercava di dire qualcosa ma nulla usciva dalla sua bocca. La karateka si guardò attorno mentre il ragazzo la osservò un po’ incerto: era strana.
-Che è successo?- domandò lei dopo due minuti buoni di silenzio che Shinichi le aveva lasciato per ambientarsi e schiarirsi le idee -N-non…- chiuse gli occhi sospirando, quando percepì qualcosa di tiepido e tremante sulle labbra.
Spalancò gli occhi trovando il viso del ragazzo vicinissimo al suo che la baciava dolcemente a fior di labbra.
Fu in quel momento che tutto tornò…

Non appena le labbra del ragazzo si poggiarono sulle sue fu percossa da un brivido: la stava baciando. Sentiva il suo dolce sapore mischiato a quello dell’acqua del lago e il suo tiepido calore.
~ ~ ~
“Ahahaha.
Incredibile, sto proprio per morire: vedo Shinichi nuotare verso di me.
Shinichi…
…Se solo fosse vero…”
~ ~ ~
Non appena giunsero alla fine, videro Gin sdraiato a terra, privo di sensi, e Hattori che lo guardava con aria sfinita e il fiatone. Shiho si voltò verso i due e corse incontro a Shinichi gettandosi tra le sue braccia, piangendo e affondando il viso nella t-shirt nera bagnata.


Shinichi si staccò un po’ imbarazzato e distolse lo sguardo dai suoi occhi, che lo fissavano allibito. Ran si passò una mano sulle labbra, fissandosi poi le dita tremanti come se vi fosse rimasto il segno del suo bacio.
-Perché mi hai salvato?- domandò sottovoce continuando a fissarsi le dita perplessa mentre lui la guardava un po’ stupito, poi comprese: probabilmente voleva sentirselo dire di nuovo, voleva avere la conferma che non era solo frutto della sua imaginazione, ma la realtà.
-Perché ti amo- rispose sicuro mentre lei annuiva emettendo un piccolo “Ah” come se le avesse detto “Il cielo è azzurro”.
Shinichi la fissò per capire quele fosse la sua reazione, ma quando non arrivò, si alzò in piedi e aggiunse un po’ incerto:
-Emmm… Forse è meglio che chiami un’infermiera…-
 Si voltò dirigendosi verso la porta, quando Ran lo fermò afferrandolo per un polso.
-Ho tante cose da spiegarti- disse fissando il pavimento mentre lui si girava -Perciò…- alzò lo sguardo incrociando i suoi occhi blu -…Non scappare come sempre, ok?-
Il ragazzo sorrise e Ran fece lo stesso.
-Agli ordini- esclamò Shinichi portando una mano alla fronte imitando il saluto dei soldati, poi liberò dolcemente il braccio dalla presa e uscì dalla stanza.
Ok, forse Ran non stava male, forse era solo sconvolta dal bacio e dalla dichiarazione.
Nel corridoio incontrò un’infermiera che gli domandò se l’amica fosse sveglia. Non appena seppe la risposta, la donna si precipitò nella camera lasciandolo solo.
Faceva, come sempre, un caldo tremendo e attorno a lui regnava una noiosa pace che costrinse il ragazzo a trovarsi un occupazione. Raggiunse la fine del corridoio con l’intenzione di scendere alla macchinette delle bibite, ma Shiho gli si parò davanti reggendo una lattina di tè freddo alla pesca.
-Ciao- disse il ragazzo sorridendole.
-Ciao, tieni- disse lei porgendogli la bibita -Avevo il presentimento che ne avessi bisogno-
-Già, fa caldissimo qui dentro!- esclamò sollevato il ragazzo indietreggiando verso il muro, per poi poggiarvi le spalle e godere della momentanea freddura che emanava. Chiuse gli occhi sollevando il capo verso l’alto e poggiando la lattina fredda sulla fronte mentre Miyano si posizionava accanto a lui per approfittare a sua volta della frescura.
-Si è svegliata?- domandò curiosa fissandolo mentre apriva la lattina.
-Sì, proprio poco fa…- disse lui sorseggiando la bevanda dolciastra.
-Sono felice- ammise Shiho incurvano le labbra in un sorriso -Davvero tanto felice-
-Credevo avesse perso la memoria- ammise con una smorfia Shinichi mentre lei si voltava stupita.
-Come?!-
-Perché mi ha chiesto cos’era successo e sembrava molto confusa…- spiegò il ragazzo -Ma accennando appena il discorso le è ritornato tutto in mente- aggiunse arrosssendo un po’ e voltando il viso dall’altra parte. La ragazza capì al volo a cosa si riferisse con “Accennando appena il discorso” e sospirò.
-L’hai baciata, vero?- domandò fissando il soffitto. Il detective annuì bevendo ancora sperando che il calore che sentiva alle guance sparisse presto.
-Dice che ha delle cose da spiegarmi… Credo si riferisca agli ultimi tre mesi- disse poco dopo gettando la lattina nel cestino delle lattine. L’infermiera che poco prima era entrata nella stanza di Ran uscì chiudendo la porta e Shinichi la fermò.
-Come sta?- domandò con tono incerto.
-Sta bene, tranquillo- rispose lei con un sorriso -Si è rimessa in pieno, i valori sono tornati normali e il suo corpo non è più debilitato... Tutto apposto, insomma! Può uscire quando vuole. Puoi andare da lei se ti va- si allontanò verso le scale mentre Shinichi si voltava verso Shiho.
-Vieni anche te?-
-Se non disturbo i piccioncini- disse lei un po’ fredda avvicinandosi alla porta della karateka. Il ragazzo sospirò alzando gli occhi al cielo: a volte non sembrava affatto Haibara, a volte tornava seria e fredda come lei.
Entrarono nella stanza e trovarono Ran seduta sul letto, con le gambe raccolte al petto e il viso poggiato alle ginocchia: non indossava più il pigiama ma vestiti di tutti i giorni. La flebo era sparita dalla stanza e si fissava le mani che stringevano le ginocchia come se fosse ipnotizzata da esse, come se le parlassero.
-Eccomi- disse Shinichi per attirare la sua attenzione mentre si sedeva sulla solita sedia accanto al letto. Shiho fece lo stesso con un’altra e fissò la ragazza che si girava lentamente a guardarli.
-Ciao- disse alla scienzata con voce debole.
-Ciao, come ti senti?- domandò lei mentre la karateka annuiva.
-Sto bene-
-Volevo ringraziarti, Mouri- continuò l’altra mentre Ran la fissava un po’ stupita -Per quello che hai fatto all’Organizzazione e per aver recuperato la formula-
Lei scosse la testa e tornò a fissarsi le mani mentre il ragazzo la guardava preoccupato.
-Ran, va tutto bene?- domandò incerto.
-Sì- rispose lei degnandosi di guardarlo -Solo che, quello che sto per raccontare è difficile…- ammise abbozzando un sorriso -Ma tu hai il diritto di sapere come sono andate le cose-
Shiho si alzò ma Ran, con movimento fulmineo, le afferrò un polso scuotendo la testa.
-No, voglio che ascolti anche tu- spiegò all’occhiata interrogativa della ragazza, che annuì e tornò a sedersi.
-Tutto è iniziato qualche giorno dopo San Valentino…- cominciò a raccontare chiudendo gli occhi come se rivivesse la scena...

Dondolava sull’altalena lentamente, cullata dal vento. Provava così tanta rabbia nei suoi confronti che, se lo avesse avuto davanti, gliene avrebbe dette e date tante. Le aveva di nuovo dato buca, aveva detto che ci sarebbe riuscito, che sarebbe andato da lei per San Valentino, invece non l’aveva fatto…
All’ultimo l’aveva chiamata depresso e le aveva detto di non potersi muovere da dov’era. Come risposta gli aveva chiuso il telefono in faccia. Ma com’era possibile non potersi muovere da dov’era?
 Una figura si avvicinò a lei mentre si asciugava una lacrima col dorso della mano sinistra.
-Are you crying, Angel?- domandò una voce familiare. Ran alzò lo sguardò pietrificata.
-Chi sei?- domandò alla donna davanti a lei con capelli color platino e occhi color ghiaccio.
-Chris Vineyard. Sei così per Shinichi Kudo, vero?-
Ran sbarrò gli occhi rimanendo senza parole: uno, non la conosceva se non per il cognome uguale a quello di Sharon; due, lei conosceva Shinichi.
-Com…?!-
-Io so tutto, Angel. Sono qui apposta per te. Ho una proposta da farti… è ora che tu sappia ogni cosa-

-Vermouth mi raccontò tutto…- disse Ran -…E immaginerete che per me non fu difficile crederle, giusto? Ho sempre sospettato che tu fossi Shinichi-guardò Shinichi - E quando lei mi ha spiegato che ti eri rimpicciolito da quella giornata al Tropical Land per colpa di un veleno, APTX4869, non ho potuto far altro che crederle. Per questo ho accettato la sua proprosta: rinunciare alla mia vita di normale studentessa ed entrare nell’Organizzazione per recuperare la formula e farti tornare normale-
Shinichi la fissò serio ed attento ad ogni parola, che gli sembravano quasi impossibili: Vermouth era la causa di tutto, proprio come aveva sospettato.
-Bè, quello che accadde dopo è semplice… Qualche giorno dopo la pubblicazione dei partecipanti alla Festa delle Celebrità, assunsi un veleno che simulava la morte che mi aveva fornito Chris e…- assottigliò gli occhi malinconica mentre riafforavano i ricordi…

Ingerì la pillolina apparentemente insignificante e, qualche secondo dopo, si addormentò profondamente cadendo sul tappeto di villa Okurashi. Erano lì per risolvere un caso, lì dove c’erano anche Shinichi, Hattori e suo padre. Sarebbero stati disperati non appena avessere scoperto che era apparentemente morta, ma era l’unica soluzione, e lei lo sapeva bene: non poteva più tornare indietro.

Shinichi ricordò i fatti dal suo punto di vista stringendo i pugni sopra le ginocchia: lei lo stava raccontando solo come una parte del suo piano, lui ricordava quel giorno come se fosse un incubo:  il giorno in cui era morta anche una parte di lui assieme alla ragazza…

-Dov’è Ran, Hattori?- domandò guardandosi attorno. Come al solito avevano appena risolto un difficile caso di omicidio, il detective dell’Est e il detective dell’Ovest insieme.
-Non lo so, è da un po’ che non la vedo- rispose l’amico sbadigliando. Kudo si guardò attorno e raggiunse la sala dove erano stati quasi  due ore prima dell’omicidio per il ballo organizzato dalla vittima: Ginzo Okurashi.
-Ran-nee…-
Quello che vide entrando nella grande sala gli gelò il sangue nelle vene: sdraiata sull’enorme tappeto rosso che la ricopriva per intero, Ran giaceva priva di vita, avvolta nel suo vestito scarlatto lungo fino alle caviglie.
Corse subito accanto a lei e si inginocchiò chiamandola a gran voce.
-Ran, Ran svegliati! Ran, stai male? Coraggio, Ran!- la scosse appena quando uno strano odore che, per sua disgrazia conosceva bene, gli salì al naso: mandorla amara.
-No- disse piano scuotendo la testa incredulo, cominciò a tremare scuotendola ancora di più -Ran, Ran svegliati! RAN!-
-Ohi Kudo- disse annoiato il detective del Kansai entrando nella sala -Che hai da urlar…?- si bloccò fissando la ragazza inerme mentre l’amico la muoveva disperato.
-RAN! RAN, SVEGLIATI!- urlò Shinichi mentre le lacrime gli solcavano incontrollabilmente il viso. Hattori si precipitò di fronte a lui e posò una mano sulla gola della ragazza: battito assente.
-Kudo- disse piano sbarrando gli occhi mentre percepiva anche lui l’odore della mandorla amara, ma Shinichi non lo ascoltò e fece per effettauare la respirazione bocca a bocca; il detective dell’Ovest riuscì a fermarlo.
-NO KUDO! È stata avvelenata col cianuro, morirai anche tu!- esclamò afferrandolo per i polsi.
-Non me ne fotte niente Hattori!- imprecò liberandosi -Sta morendo, dannazione! Dobbiamo fare qualcosa!-
-Kudo, è già morta- sussurrò l’amico moritficato mentre lui spalancava gli occhi.
No.
Non poteva essere morta.
Lei era la sua ragione di vita, l’unico motivo per cui valeva andare avanti pur essendo un bambino. Lei non poteva morire, non doveva morire…

Quello che era accaduto dopo, Shinichi non lo ricordava bene, sapeva solo che in quel momento le lacrime premevano per uscire e lui doveva trattenerle.
-Vermouth è riuscita a sostituire il mio corpo nella bara e a risolvere tuti gli altri problemi…- continuò Ran senza accorgersi della reazione del ragazzo -… Da lei ho imparato l’arte del travestimento e ho potuto assumere l’identità di Morikawa Ran, una ragazza su cui aveva indagato andando nelle sue scuole e  di cui sapeva che era lontana dal Giappone per studi…
Ho cercato per tre mesi di appropriarmi della formula, ma senza successo. Ero costantemente alla prova e avevo sempre Vodka che mi faceva il filo alle calcagna. Vermouth non voleva assolutamente che io avessi contatti con gente che apparteneva al mio passato, ma io, con i suoi insegnamenti, mi travestivo da persone che non esistevano e andavo ugualmente al cimitero per vederti. Ho sempre ascoltato cosa mi dicevi, Shinichi- disse guardandolo negli occhi -Ma non potevo mai uscire allo scoperto o consolarti, nemmeno quando piangevi disperato… Questo, faceva male-
Il ragazzo annuì.
-Già, faceva molto male- disse con tono cupo.
-Bè, arrivò il giorno del ricevimento… E ancora niente formula. Sapevamo entrambe che tu ci saresti andato con Kogoro che, guarda caso, si è rivelato un grande amico di Morikawa, così Vermouth ha ideato un piano: tu mi avresti sicuramente riconosciuta e avresti indagato su di me, così, perché non precederti?
Mi disse che dovevamo attirare la tua attenzione, guadagnare la tua fiducia, per poi metterti fuorigioco in modo da non avere nulla tra i piedi mentre cercavamo di rubare la formula.
Per questo ha inscenato il blackout, la mia aggressione e il resto. Io sono andata con le mie gambe sul terrazzo, dove era già posizionata la spranga, e ho solo finto di essere svenuta, aspettandoti: eravamo entrambe sicure che, anche se ultimamente sembrava che non fossi più sulle scene del crimine con papà, una situazione del genere avrebbe attirato la tua attenzione- la ragazza sospirò -Ed avevamo ragione: infatti mi hai raggiunta sulla terrazza, e io ho finto di essere arrabbiata per insospettirti ancora di più…
In seguito le uscite sono servite ad aumentare la tua fiducia in me, ma una situazione mi ha particolarmente messa in difficoltà, persino più dell’incontro con te, papà, Hattori e Kazuha alla festa, in cui non potevo fare trasparire nessuna emozione: … - si bloccò sorridendogli -… Il nostro incontro con le tue vere sembianze-
Shinichi sghignazzò alzando lo sguardo  e disse:
-Sapevo che ti avrei messa in difficoltà… Anche se devo ammettere che non ti sei lasciata sfuggire nessuna emozione… apparte lo shock iniziale-
-Già, hai ragione- ammise Ran ridendo -Ma mai più pensavo che saresti ricorso all’antidoto di Haibara per mettermi alla prova, sai?-
-Sono imprevedibile, lo sai?- domandò furbo ammiccando mentre lei arrossiva.
-Già… Però anche quella volta sono riuscita a sviarti… Con la faccenda del concretizzare la mia morte soprattutto…-
-Già… Hai ragione- riconobbe Shinichi ripensando alla situazione mentre Shiho ascoltava il tutto con apparente noia: in realtà era molto interessata e spaventata dalla cosa allo stesso tempo.
-Però poi sono dovuta passare alle maniere forti… Vermouth sosteneva che tu avevi sicuramente più di qualche dubbio su di me se ti eri trasformato in te stesso per l’appuntamento, ci aveva spiati tutto il giorno, così decise che era ora di metterti fuori gioco…- abbassò il tono di voce fissando il lenzuolo del letto -Ecco il perché della festa in giardino-
-Non c’era nessun altro che doveva venire, dico bene?- domandò Shinichi tornando serio. Ran scosse la testa piano e, dopo qualche secondo di silenzio, il ragazzo notò lacrime scorrerle sul viso. Lei si voltò verso di lui e disse con voce rotta dal pianto:
-Non doveva succedere Shinichi, avrei dovuto impedirglielo… avrei dovuto…- le lacrime presero il sopravvento mentre gli fissava il braccio ancora fasciato -V-Vermouth non ha presente la differenza tra uccidere e mettere fuori gioco… S-sei quasi morto… sei…- i singhiozzi coprirono le sue parole e il ragazzo la fissò un minuto senza fare nulla, poi si alzò e la strinse tra le braccia massaggiandole la schiena.
-Va tutto bene…- sussurrò un po’ serio mentre lei scuoteva la testa stringendolo di più.
-Sei quasi morto! Ed è stata tutta colpa mia… avrei dovuto fermarla… e pensare che mi aveva anche detto di diminuire la temperatura della piscina… sapeva che ti saresti dissanguato…- dopo circa due minuti si calmò un po’ e Shinichi la lasciò andare asciugandole gli occhi con il suo fazzoletto. Tornò a sedersi mentre Shiho la osservava impassibile mentre respirava a fondo per riacquistare il suo autocontrollo.
-Abbiamo litigato parecchio, io e lei…- continuò a raccontare con ancora la voce rotta dal pianto -… ma venivo a trovarti lo stesso in ospedale… Mi rimproverò di aver fatto trasparire troppe emozioni per salvarti… Ma come poteva pretendere che me ne stessi lì a guardarti morire?-
Shinichi la fissò mentre tornava del colorito normale e finiva di singhiozzare.
-Riuscii a rubare la formula durante quel periodo che tu e Hattori eravate via… Vermouth era furiosa: sapeva che stavate indagando a fondo su di me, anzi, era sicura che già aveste capito chi fossi… Dopodichè c’è stata la festa di Morikawa.
Gin aveva scoperto che mancava qualcosa dal laboratorio e i sospetti erano caduti su di me: io, che ancora non avevo partecipato a nessuna delle loro missioni inventando scuse ogni volta. Mi ordinò di uccidere Morikawa, ma io non sono un assassina. E, bè… Quello che è successo dopo lo sapete…- terminò abbassando lo sguardo.
Tutti i tasselli si incastravano, tutto tornava, tutto coincideva. Shinichi ripensò a tutti i fatti e sospirò: in tre mesi, ne erano successe di cose…
Ma soprattutto: Shinjitsu wa itsumo hitotsu.


Mangakagirl's Corner:
Papparappapapàààààààà!
nd tutti: ?
nd me: MINNA KONNICHIWAAAAAAAAAAAAA!
salve a tutti! :D
cm è??????
io bene!
ke ne pensate di qst capitolo???? O.O
si spiega tutta la storia!
ecco il perchè a tutte le vostra domande!
ecco perchè Ran ha finto la sua morte!
soddisfatti???
domande a cui nn ho risposto?
fatemi sapere! ;) sn qui apposta!
povero shin, pensava ke Ran avesse perso la memoria!
sì, però, anke lei:
shin: perchè ti amo
ran: ah
-.-"
Lo so, l'ho scritto IO!
xò è strana qll ragazza!
si è rimbambita!
deve essere il caldo... ummm...
vabbè! :D
ancora la storia nn è finita!!!!
felici???
o nn vedete l'ora ke vi lasci in pace???
Arigatò a ki ha recensito lo scorso chappy e alle persone ke hanno aggiunto la storia tra le preferite
e ricordate...
ARIGATòòòòòòò!
v.v
al prox chappy!
mangakagirl!

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Capitolo 26
*** NiJuroku ***


26.

Qualcuno bussò alla porta e Ran diede il permesso di entrare. Sulla soglia comparve Kogoro affiancato da Eri, entrambi con aria preoccupata.
-Ran!- esclamò l’uomo vedendola sveglia -Grazie al Cielo!-
Shinichi e Shiho si alzarono mentre i genitori della ragazza si precipitavano verso di lei. Eri tremava da capo a piedi e l’abbracciò stretta.
-Tesoro mio… perché nessuno mi ha detto che eri viva?- domandò tra le lacrime mentre lei le dava flebili pacche sulla spalla.
-Va tutto bene mamma- rispose mentre la donna si staccava per lasciare anche al padre la possibilità di abbracciare la figlia. Dopo un altro lungo abbraccio, Ran si alzò in piedi mentre i due, emozionati, la guardarono con occhi lucidi.
-Ran, ma che altro è successo? Nessuno ha voluto dirci nulla…- domandò Kogoro lanciando un’occhiataccia a Kudo che, per molte volte, aveva ripetuto all’uomo che doveva essere Ran a raccontare la propria versione dei fatti.
La ragazza sospirò e indicò loro il letto.
-Sedetevi- disse mentre Shiho si spostava verso la finestra, si appoggiava al davanzale e incrociava le braccia fissandola.
-Quello che sto per dirvi può sembrarvi inverosimile ma… è la verità- spiegò prima di inspirare a fondo per darsi coraggio.
Durante il racconto, i due genitori sbarrarono gli occhi increduli e inorriditi:
com’era possibile che la loro “Bambina” avesse fatto tutte quello cose?
-Ma- disse Kogoro sconvolto quando ebbe finito -Cosa centrerebbe Kudo in tutta questa storia? E cos’è la famosa formula di questo ATGX2849? Non…-
-APTX4869- lo corresse la ragazza lanciando poi una breve occhiata al detective, che annuì impeccertibilmente: era il segno che poteva finalmente dire tutta la verità -Era la formula per far tornare Shinichi un… adulto, perché…- fece una pausa abbassando lo sguardo sospirando mentre Kogoro spalancava la bocca confuso. Ran tornò a fissarlo negli occhi e si decise a dire la verità -…perché Conan era Shinichi-
Silenzio.
Mouri fissava la figlia con gli occhi sbarrati mentre Eri guardava Shinichi come se fosse un marziano.
La stessa persona?! Come potevano essere la stessa persona?!
Ma a Kogoro non interessava come fosse accaduto e se fosse vero, gli interessava solo che per colpa Sua, Ran aveva dovuto mettere su quella recita rischiando di morire. Scattò in piedi e balzò addosso a Shinichi afferrandolo per la gola e stampandolo contro il muro. Lo teneva sollevato da terra e così stretto che il ragazzo divenne rosso in pochi secondi e cominciò a dimenarsi senza fiato.
-PAPà!- urlò sconvolta Ran afferrandogli il braccio che teneva Shinichi sollevato per la gola, cercando di allontanarlo. Shiho corse in suo aiuto mentre il liceale cominciava a diventare viola.
-Tu! Tu-piccolo-sudicio-maledetto-verme-moccioso-detective! IO TI AMMAZZO!-
-PAPà!- urlò ancora Ran tentando con la scienzata di allentare la presa che aveva sul collo del ragazzo.
-TU! HAI MANDATO MIA FIGLIA DRITTA NELLE MANI DI QUEI CRIMINALI! COME OSI CHIAMARTI ANCORA UOMO! TU! IO TI…-
Shinichi portò le mani attorno al collo e cercò di liberarsi.
-S-se ti può far star meglio… io non le ho d-detto nulla… N-non ha saputo niente da m-me…-  gracchiò il ragazzo con un filo di voce guardandolo negli occhi mentre lui stringeva la presa.
Fortunatamente qualcuno bussò alla porta: Hattori entrò nella stanza seguito da Kazuha e, non appena vide il migliore amico stampato al muro e sollevato da terra, si fiondò su Kogoro e riuscì a liberarlo. Shinichi cadde a terra tossendo, Ran si abbassò accanto a lui preoccupata facendogli aria con le mani e domandò:
-Stai bene?-
Il ragazzo annuì inspirando velocemente mentre Hattori esclamò al detective dormiente:
-Ohi Mouri! Ma che ti salta in testa, eh?!-
-Tu!- rispose l’uomo puntandogli un dito al petto -TU SAPEVI TUTTO E NON HAI DETTO NULLA, VERO!?-
Il ragazzo del Kansai sbarrò gli occhi e si voltò verso Kudo, ancora per terra. Kogoro lo afferrò per il colletto della camicia e lo costrinse a voltarsi.
-Hattori! Come hai potuto non dire nulla! Non dirmi che Ran era sparita per colpa sua! Io mi fidavo di te!-
Ran scattò in piedi e allontanò con forza il padre da Heiji, poi gli si piantò davanti guardandolo dritto negli occhi.
-Nessuno sapeva nulla del mio piano, te l’ho già detto. Ho fatto tutto da sola: Shinichi non mi ha mai detto o chiesto nulla. Sono stata io. Se devi prendertela con qualcuno quella sono io, non Shinichi nè tantomeno Hattori. Chiaro?-
Mouri la fissò perplesso, poi si riprese.
-Ma perché tutto questo per lui, eh? Perché mai, Ran? Lui, lui che ti ha fatto soffrire così tanto, che ti ha mentito per tutto questo tempo…-   
La ragazza tacque fissandolo seria negli occhi, mentre Eri si alzò dal letto.
-Perché ne è innamorata- rispose per lei la donna attirando su di sé l’attenzione di tutti.
-Ma che diavolo vuol dire?! Come si fa ad essere innamorata di qualcuno che non ti sta mai accanto?! Rischiare la vita…-
-Tu non l’avresti fatto con me?- domandò seria Eri fissandolo negli occhi mentre attorno si apriva il silenzio. Gli occhi di tutti erano puntati su Kogoro, in attesa di risposta,  mentre la moglie continuava: -Possiamo anche non andare d’accordo, va bene, ma per me non rischieresti la vita? Sono pur sempre tua moglie dopotutto, ci siamo amati per tanto tempo…-
-Ma certo che lo farei- rispose l’uomo deciso, poi si voltò verso Ran -Ma quello che ha fatto lei è diverso e, soprattutto, inutile visto che non lo rivedrà mai più…-
-Scordatelo- disse secca Ran mentre la madre la sosteneva -Tu non puoi decidere della mia vita. Quello che ho fatto l’ho fatto per lui e non me ne pento: lo rifarei ora stesso se fosse necessario-
-Inoltre, nessuno a te ha mai imposto se noi due potevamo frequentarci o no, quindi non lo farai con nostra figlia, che è la donna più coraggiosa che abbia mai conosciuto-
L’uomo sbuffò sonoramente: era visibilmente contrariato dalle loro affermazioni, ma sapeva bene che avevano ragione. Nesuno gli aveva mai imposto di vedere o no la persona che amava.
-Va bene, puoi frequentarlo ma…- fissò Shinichi dritto negli occhi -…niente più segreti pericolosi o giuro che ti stronco la carriera, moccioso detective, e lo giuro su mia figlia-


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ke ve ne pare di qst chappy???
se credete ke qst è l'ostacolo x i nostri eroi vi sbagliate!
-.-
sn stata + monella diciamo... e lo scoprirete nel prox chappy!
allora allora...
emm...
ho temuto io stessa x la vita di shinichi -.-!
povero! KOGORO VOLEVA AMMAZZARLO!
 e Ran??? mmmm....
vi convince il suo comportamento???
fatemi sapere!
arigatò a ki ha recensito allo scorso chappy!
baciiii
mangakagirl!

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Capitolo 27
*** NiJunana ***


27.

-Shin-Chan! Tesoro mio adorato! SHIN-CHAN!- urlò Yukiko stritolando il figlio e baciandogli ogni centimetro libero di faccia.
-Mamm…Mamma mi soffochi- cercò di lamentarsi il liceale mentre guardava supplichevole il padre che sghignazzava dandogli pacche sulle spalle.
-IL MIO ADORATO BAMBINO! IL MIO TESORO! SEI TORNATO GRANDE AMORE MIO!- urlò stordendogli un timpano abbracciandolo sempre più forte mentre lui diventava viola, non dalla vergogna, ma dal fatto che non respirava più.
-Suvvia, Yukiko, proprio bambino non più- sghignazzò Yusaku -è appena tornato adulto!-
-Per me sarà sempre il mio bambino!- sbraitò la donna baciandogli la guancia con insistenza. Shinichi, per miracolo, riuscì a sottrarsi repentino dalla presa allontanandosi per riprendere fiato.
-Mamma… stai un po’ più in là che non si sa mai che ti torna questo attacco di Shinichite acuta e mi fai fuori! Non c’è riuscita l’Organizzazione, ma ci pensi tu…- disse scherzoso il ragazzo mentre la madre lo guardava con occhi emozionati sorridendo.
-Scusa amore mio, ma sei troppo bello… e poi sei tornato ad essere il mio bambino…-
-Liceale- la corresse nuovamente Yusaku.
-Liceale, bambino! È la stessa cosa!- sbuffò Yukiko ridendo un po’ stizzita -Shin-chan, ma dov’è Ran?-
Il ragazzo rimase qualche secondo stupito: da due giorni, ovvero da quando era uscita dall’ospedale, lui e la ragazza non si erano sentiti nemmeno una volta.
Sembrava quasi che…
Era come se non avessero l’esplicito bisogno l’uno dell’altro.
Quasi come se si fosse intraposto qualcosa tra loro.
Perché Ran era cambiata, era…
-A casa sua- rispose con tono distratto perdendosi visibilmente nei suoi pensieri.
Yukiko si scambiò una fugace occhiata con il marito, poi tornò a fissare il figlio un po’ preoccupata.
-Come sarebbe? Perché non vi vedete…? Volevamo ringraziarla per quello che ha fatto…-
Shinichi fu costretto ad uscire dai suoi pensieri per risponderle con tono un po’ malinconico fissando il vuoto:
-Ran è cambiata… Non è la stessa che conoscevi… Io non…- sospirò -… non la capisco più…-
-Non credi che possa essere solo sconvolta moralmente?- domandò la madre mentre lui si rimmergeva nei suoi pensieri.
Sconvolta moralmente?
Sì, aveva rischiato di morire molte volte, ma quello più sconvolto doveva essere lui, no?
Lui aveva saputo che la ragazza che amava era viva dopo tre mesi, giusto?
Lui doveva essere sconvolto moralmente…
No, non era quello.
Ran aveva deciso di costruirsi un muro attorno, e lui l’aveva capito.
L’aveva vista prendere in mano quei mattoni invisibili e posizionarli uno sopra l’altro tra loro, l’aveva vista lottare per lui fino a doversi allontanare da lui…
Non capiva il senso di quel muro, di quella barriera che li divideva…
Erano di nuovo soli, di nuovo uno separato dall’altra, di nuovo ognuno per la sua strada…
Senza accorgersene Shinichi uscì dal salotto e cominciò a risalire le scale per raggiungere la sua stanza, quando sua madre lo richiamò alla realtà.
-Shinichi, non ti capisco… Senti- lo guardò negli occhi, quelli blu come l’oceano che aveva preso dall’incrocio dei suoi occhi e quelli di Yusaku, -Se organizzassi una festa alle 18.00  qui, a casa nostra, e venisse anche lei… Ti… Ti darebbe fastidio?-
-Va bene- rispose un po’ assente tornando a salire le scale.
-Ma…- la donna cercò di fermarlo ma fu inutile, si voltò verso il marito e si fissarono incerti:
cosa stava accadendo ancora tra Shinichi e Ran?

***

Fissava il muro di fronte a sè sdraiata su un fianco sul suo letto. Le voci di Kazuha ed Hattori risuonavano nella casa mentre si battibeccavano un po’.
Loro credevano che stesse dormendo, in realtà lei di dormire non aveva neanche la forza.
Si sentiva vuota, le mancava per l’ennesima volta qualcosa, qualcosa che ci doveva  finalmente essere e che non c’era. I due fuori sembravano stare davvero bene insieme, anche se spesso litigavano per cavolate: cosa c’era tra loro che a lei mancava?
-Heiji… No! Noahahaahahahaha! No, smett… AHAHAHAAH!-
-Chi è che hai chiamato di nuovo Zucca vuota?- domandò divertito il ragazzo mentre lei rideva a crepapelle.
-Scus… ahahaah! Scusahahaahh! Basta, per fav…! Ahahaha!-
Poco dopo la ragazza si calmò e smise di ridere.
Probabilmente Heiji aveva ascoltato le sue suppliche e aveva smesso di farle il solletico, pensò Ran voltandosi dall’altra parte fissando il muro attaccato al suo letto.
Felicità.
Eccola lì, di nuovo quella maledetta vocina interna: erano giorni che le parlava, che le suggeriva le risposte alle sue domande, ma Ran aveva smesso di ascoltarla da tempo.
Il telefono squillò e ringraziò che, da quando era andata via, Kogoro avesse scollegato la base del cordless dalla sua camera e l’avesse spostata in cucina. Sentì Hattori rispondere al telefono ed ascoltò con scarsa attenzione cosa diceva.
-Signora Kudo, salve! Certo… come? Ma certamente… è gentile da parte sua… Ok, riferisco alle dame. A che ora? Ok… a dopo allora!-
-Che succede Amore?- domandò Kazuha dolcemente.
-La madre di Kudo ha organizzato una festicciola per Ran e Shinichi alle 18.00  e ci ha invitato. Quindi vai a svegliare la Bella Addormentata e preparatevi, che voi donne siete lentissime…-
Ran udì una botta, che ricondusse ad uno scapaccione dietro il collo, e chiuse gli occhi: non aveva nessuna intenzione di muoversi da dov’era anche se stava nel letto da due giorni. La porta della camera si aprì lentamente e Kazuha entrò sedendosi sul suo letto e massaggiandole un braccio.
-Ran- la chiamò piano scuotendola appena, ma la ragazza fece finta di dormire -Ran, svegliati… Dai tesoro, che il ballo ci aspetta-
Nessuna risposta.
Kazuha la guardò comprensiva. Sapeva che stava solo fingendo si dormire.
-Ran- disse un po’ afflitta -è da quando sei tornata che te ne stai qui a fingere di dormire… Lo sappiamo che non dormi, lo abbiamo capito da subito... La signora Kudo ha organizzato una festa, è quello che ci vuole per te...-
-Non vengo- disse Ran atona con gli occhi chiusi.
-Perché? Ran, tu hai qualcosa che non va… La ragione è Kudo? Ti ha detto qualcosa che…-
-Non centra nulla lui- rispose lei aprendo piano gli occhi mentre Kazuha le massaggiava dolcemente il braccio.
-E allora cosa succede?- domandò come una sorella -Perché non vuoi venire?-
-Non mi va…- disse mettendosi piano a sedere sul letto -Solo questo-
-Io non capisco, Ran- ammise dispiaciuta la sua migliore amica cercando di farsi guardare negli occhi -La vita è tornata quella di prima, il tuo sogno di star…-
-Kazuha- la interrupe stanca la karateka -Tu va’ pure, io starò bene… anche da sola…- disse sorridendole appena.
-Se non vieni tu- disse sicura la ragazza -Nemmeno io vado-
Ma perché dovevano rendere tutto così difficile? Lei voleva solamente capire cosa non andasse…
Sapeva che la ragazza lo faceva perché era la sua migliore amica, ma…
-Tu vai, io…- ma Kazuha scosse il capo incrociando le braccia la petto.
-No, scordatelo. Vado solo se vieni anche tu… Però sappi che se non vieni ti guarderò tutto il giorno così- mise su il broncio di una bimba di 7 anni -per farti ricordare che non ci siamo andate per colpa tua!-
La karateka la fissò e non potè fare a meno di sorridere: riusciva sempre a tirarla su di morale… 
Sospirò guardando fuori dalla finestra, come a valutare di andare in base al tempo, poi sospirò ancora e annuì debolmente.
-Hai vinto- ammise mentre la ragazza sorrideva contenta.
-Sì! Allora scegliamo il vestito!- esclamò afferrandola per un polso e trascinandola verso l’armadio come una bambola. Ran aprì l’anta e rimase un po’ delusa: vuota.
-Kudo mi ha detto che hai sempre voluto riporre i vestiti in quest’altro armadio così, mentre tu eri in ospedale, e noi siamo venuti a prenderti degli abiti puliti, già che c’eravamo li abbiamo spostati…- spiegò Kazuha aprendo l’anta accanto mentre la karateka rimaneva sempre più stupita.
I suoi vecchi abiti, quelli colorati e semplici, quelli che distinguevano la vera Ran da Morikawa.
Li osservò un po’ indecisa e ne spostò un paio per studiarne i particolari che ormai aveva dimenticato.
-Questo, questo qui è bellissimo- disse Kazuha tirando giù una gruccia con un vestito corallo che, si capiva dallo sguardo, adorava e avrebbe desiderato indossare. Ran le sorrise tastandone la stoffa con due dita.
-Mettilo tu- disse mentre la ragazza sbarrava gli occhi.
-Com… perché?! È perfetto per te!-
L’altra scosse la testa tornando a fissare i vestiti davanti a lei: ognuno era legato ad un ricordo, ognuno aveva una storia…
Lo sguardò si soffermò su un modello lilla chiaro, lungo fino a metà coscia, con le maniche corte e uno scollo a V da cui si vedeva una maglietta bianca attaccata. Sorrise malinconica mentre i ricordi riaffioravano alla velocità della luce.

Il cuore della donna che si ama… Chi mai potrebbe dedurlo accuratamente?

-Perché io metto questo- rispose in ritardo a Kazuha prendendolo in mano mentre la ragazza lo osservava un po’ arrabbiata -È quello di Londra- precisò prima che aprisse bocca per farle cambiare idea.
-Ah- emise lei stupita, per poi sorridere comprensiva -Allora è perfetto. Su, vestiamoci e poi trucchiamoci un po’, altrimenti si farà tardi e Heiji comincia a rompere!-


Mangakagirl's Corner:
Minna konnichiwaaaaaa!
ahahahah
tataaaaaaaaaaaaan! X)
spiegato il mistero!
visto ke nn è colpa mia se tra Ran e Shin nn c'è anco il momento romanticoso????
NN è colpa dell'organizzazione, nn è colpia MIA, nn è colpa di Shinichi
(x una volta!)
ma è colpa di RAN!
nd tutti: ovvero tua xkè sei tu ke scrivi la storia! -.-"
no signore! mi dispiace ma sn i personaggi ke fanno da sè...
io mi limito a ben poco... sl a dire cm si svolgono i fatti...
nd tutti: -.- MA SMETTILA!
uffa...
cmq, ke ve ne pare di qst capitolo???
dunque dunque...
la nostra Ran ne sta combinando un'altra! ora fa anke la barriera x separsi da Shin!
aaaaaaaarg!
mi fa esasperare!
povero Shinichi T.T
però... ora con sta festicciola di Yukiko... vedremo...
fortuna ke c'è kazuha, eh??? ^_^
la ADORO! LEI E HATTORI SN I MIEI MITI! *^*
cmq, carina la scelta di ran riguardo il vestito vero??? ^-^
ho dtt: QUI CI VUOLE QLL DI LONDRA!
Infatti è qll... andatevelo a rivedere se nn ve lo ricordate: episodio 621 anime
fatemi sapere ke ve pare di qst chappy!
arigatò a ki ha recesnito lo scorso! v.v
baciiiiii
mangakagirl!

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Capitolo 28
*** NiJuhachi ***


28.

Hattori bussò con insistenza alla porta del bagno sbuffando. Era quasi un’ora che erano chiuse lì dentro. Cosa stessero facendo era prevedibile, ma proprio non capiva come si faceva ad impiegare così tanto tempo a truccarsi!
Una Kazuha molto stizzita aprì la porta e lo fulminò.
-Siamo pronte, siamo pronte! Quanta fretta!-
-Eh, Cenerentola, la corrozza non aspetta mica noi!- sbraitò il ragazzo col tipico accento del Kansai.
-La carrozza sono i nostri piedi, Mister Rompi-Palle-Matricolato!- rispose la ragazza con lo stesso accento mentre Ran usciva dal bagno chiudendo la porta.
Heiji le fissò un paio di secondi entrambe, poi sorrise e disse voltandosi:
-Quasi un’ora per essere appena truccate… Già pensavo che stavate passando lo stucco sullo guance…-
Kazuha alzò il pugno per piantarglielo in testa: non aveva ancora capito che lui adorava vederla arrabbiata, ma Ran la fermò al volo.
-Su, andiamo- disse sorridendole in imbarazzo mentre lei la fulminava come a dire “Ce n’è anche per te!”.
Si avviarono a villa Kudo a piedi circa 10 minuti prima delle 18.00.
La casa era abbastanza vicina, quindi ci misero appena cinque minuti; non appena si avvicinarono al muro del giardino udirono risate, schiamazzi e musica di sottofondo.
-Uh uh! La signora Kudo in 4 e 4 = 8 ha messo su una festicciola coi fiocchi!- esclamò Kazuha con gli occhi emozionati mentre varcavano il cancello.
Il giardino era tutto addobbato con festoni di carta, palloncini e nastrini attorno ai rami più bassi degli alberi; solitario, se ne stava in un angolo il barbecue con sopra la carne che sfrigolava e fumava mentre dalla porta d’entrata aperta i ragazzi intravedevano figure che ridevano e parlavano o si muovevano da una parte all’altra del salotto.
Ran sentì un blocco allo stomaco: ormai di tornare indietro non se ne parlava, non con Kazuha e Hattori attenti ad ogni suo movimento e pronti a fermarla nel caso avesse cambiato idea.
Deglutì avanzando nel viottolo che portava all’ingresso mentre tre piccoli bambini uscivano correndo dalla porta. Si fermarono non appena li videro e la femminuccia sorrise con occhi gioiosi.
-RAN-ONEESAN!- urlò correndole in contro mentre lei si abbassava lentamente sugli avampiedi e abbozzava un sorriso.
-Ciao Ayumi- disse piano mentre lei le si gettava al collo.
-Ran-oneesan*! Che bello vederti! Mi sei mancata tanto!-
La ragazza le carezzò piano la testa con lo sguardo perso e serio mentre anche Genta e Mitsuiko si avvicinavano a lei.
-Ran-oneesan! Finalmente sei arrivata!- disse Mitsuiko mentre la piccola Ayumi si staccava dalla ragazza.
-Tra un po’ mangiamo la carne arrostita!- disse Genta pregustando il barbecue che fumava in lontananza.
“Pensa sempre a mangiare!” pensò Hattori ridendo con gli occhi ridotti a trattini osservando la scena con le mani in tasca.
-Questa è per te!- esclamò Ayumi tirando fuori dalla tasca della gonnellina viola una collana -Mi spiace che sia semplice, ma non abbiamo avuto il tempo di farla più particolareggiata…- aggiunse mentre Ran la prendeva tra le dita: un filo di lana rosa con un ciondolino a forma di orchidea bianca.
-L’orchidea* come Ran- ci tenne a precisare Mitsuiko mentre Ayumi saltellava impaziente.
-Grazie- disse la karateka abbozzando un sorriso -è davvero bellissima-
-Posso mettertela?- domandò la bambina, le annuì e spostò tutti i capelli in avanti mentre lei le andava dietro e le passava il filo di lana attorno al collo.
Trafficò qualche secondo poi esclamò soddisfatta:
-Fatto!-
-Grazie, è davvero molto bella, vero Kazuha?- domandò voltandosi verso la ragazza, che annuì sorridendo -Ora fatemi entrare- disse ai bambini alzandosi in piedi mentre loro si disperdevano sghignazzando nel prato per giocare a nascondino.
Era ora di entrare in scena.
Arrivò sulla soglia della porta, quando una ragazza dai capelli corti e castano chiaro, accanto ad un ragazzo con dei cerotti sul viso, si voltò verso di lei rimanendo qualche secondo pietrificata. Si scosse e le corse in contro con le lacrime agli occhi mollando al ragazzo il bicchiere di succo che reggeva.
-Ran!- esclamò piangendo mentre le si buttava al collo. La ragazza la strinse forte mentre anche a lei salivano le lacrime agli occhi.
-Ran, sei viva… S-Sei viva… M-Mi sei m-manca-ta tan-to…- singhiozzò mentre lei sorrideva battendole una mano sulla schiena.
-Ciao Sonoko- disse staccandosi dall’abbraccio.
-Oh Ran, è così bello vederti!-
Il ragazzo si avvicinò alla karateka e le sorrise mentre Ran capiva che tutto quello era vero: era tornata alla sua vecchia vita ed era circondata dalle persone che conosceva da sempre. Quel ragazzo l’aveva sostenuta tante volte durante le gare di karate, avevano persino combattuto insieme…
-Kiogoku!- esclamò abbracciandolo forte mentre lui rideva.
-Cavolo, che accoglienza!- disse lui rispondendo all’abbraccio -Non mi dirai che ti sono mancato anche io?- domandò ironico mentre lei gli tirava un piccolo pugno sul petto ridendo con le lacrime.
-Scemo, certo che sì- rispose lei mentre tutti e quattro scoppiavano a ridere.
Successivamente Ran salutò l’ispettore Megure, Sato, Chiba, Shiratori, Yumi, Naeko,  e Takagi, poi rispose al cenno di mano del Professor Agasa e andò in contro a Yukiko.
-Ciao- le disse sorridendo asciugandosi le lacrime che aveva versato per la commozione.
-Ciao- rispose la donna con gli occhi lucidi -Come va tesoro?-
-Bene- annuì la karateka poggiando la testa sul petto della donna mentre lei le carazzeva i capelli: era sempre stata come una seconda mamma e l’ammirava molto, inoltre era come una figlia per Yukiko, che aveva sempre sperato che diventasse sua nuora.
-Oh, tesoro, è così coraggioso quello che hai fatto… è così bello averti qui…- singhiozzò Yukiko dandole baci sconnessi sulla fronte mentre Yusaku le raggiungeva.
-Ciao Ran- disse l’uomo accarezzandole la testa teneramente mentre lei sorrideva.
-Salve signor Kudo- lo salutò la ragazza staccandosi da Yukiko.
-Sei stata bravissima Ran, la ragazza più coraggiosa che io conosca, davvero- si congratulò mentre lei arrossiva.
-Grazie- rispose in imbarazzo mentre Takagi chiamava agitato i signori Kudo per la carne  sul barbecue che si stava bruciando.
-Scusaci- dissero in coro mentre lei annuiva.
-Figaratevi- rispose mentre si allontanavano in giardino. Sospirò e notò Shiho in un angolo che la guardava sorridendo.
-Ciao- la salutò mentre si staccava dal muro a cui era appoggiata e la raggiungeva.
-Ciao, com’è?-
-Bene- rispose Ran abbozzando un sorriso -Sono davvero contenta che tu sia qui, Shiho-
-Già, e lo sono solo grazie a te- rispose la scienzata abbracciandola -Grazie- le sussurrò in un orecchio, poi staccandosi rise.
-Di niente- rise a sua volta l’altra mentre gli occhi di Shiho si illuminarono notando la persona alle spalle di Ran.
-Bè, vi lascio soli- disse allontanandosi in giardino con aria serena mentre Ran la fissava stupita e interrogativa.
-Ciao- disse una voce che conosceva bene. Si voltò sbarrando gli occhi incrociando quelli blu come l’oceano del ragazzo che le stava di fronte.
-Ciao- disse piano con tono atono.
Shinichi la osservò qualche secondo, notando con gioia che indossava l’abito di quel giorno, quel giorno in cui si era dichiarato a lei, poi percepì di nuovo quelle strana sensazione: la barriera, quella maledetta barriera di mattoni invisibile che si contrapponeva tra loro separandoli.
La poteva toccare con la mano, la sentiva solida e impenetrabile sotto le dita, sentiva che stava diventando sempre più spessa ogni secondo che passava.
-Come stai?- le domandò fissandola negli occhi azzurro-lilla mentre lei annuiva.
-Bene- rispose sempre atona abbassando lo sguardo a terra: quello del ragazzo era troppo penetrante, sembrava che le stesse leggendo l’anima…
-Ran, io…- disse Shinichi quando una vocetta chiamò a gran voce:
-CONAN!-
Il ragazzo si voltò e sorrise vedendo i Detective Boys corrergli in contro trascinandosi dietro anche Miyano con un’espressione annoiata sul volto.
-Ehy ragazzi…- disse divertito Shinichi con le mani sui fianchi -…Come mai da queste parti?-
-Stavamo pensando- disse Mitsuiko con aria concentrata -Che visto che tu in realtà sei un grande detective…-
-… Potresti aprire un’agenzia investigativa e lavorare con noi…- continuò Genta con entusiasmo.
-…Perché noi siamo sempre i Detective Boys! Vero Conan? Vero?- domandò Ayumi con espressione speranzosa.
-Aah…- disse Shinichi un po’ incerto su cosa rispondere fissando Shiho che non sembrava minimamente volergli dare una mano -…bè, io devo finire di andare a scuola… non posso ancora aprire un’agenzia investigativa ragazzi…-
I tre bambini lo guardarono delusi abbassando i pugnetti che avevano alzato speranzosi di sapere la risposta.
-Oh- disse Ayumi fissando lo sguardo a terra mentre Shinichi si agitava col terrore che scoppiasse a piangere.
-No, no!- disse agitando le mani in avanti per fermare il pianto che stava per scoppiare -Intendevo… Non posso aprirla adesso! Ma appena finirò il liceo la aprirò sicuramente…-
I tre alzarono lo sguardo tornando a sorridere speranzosi.
-E saremo ancora i Detective Boys, vero?- domandò Mitsuiko mentre lui annuiva un po’ in imbarazzo.
-Ma sì, certo, i Detective Boys…-
-Evviva!- esclamò Ayumi afferrando la mano di Shiho e cominciando a saltellare mentra la scienzata annuiva sorridendo -Visto Ai-chan?! Le cose sono tornate come prima! Visto?-
 
Le cose sono tornate come prima.
Le cose sono tornate come prima.
Le cose sono tornate come prima.
 
Sentendo queste parole, Ran indietreggiò di qualche passò sbarrando gli occhi.
No, le cose non erano tornate come prima.
Era una bugia.
Nulla era più come prima e nulla sarebbe più tornato come prima.
Ayumi si sbagliava, nulla era più come prima.
-La carne!- esclamò Genta distraendola dai suoi pensieri e facendola tornare al presente. Seguì il gruppetto che si dirigeva verso i vassoi di carne mentre nella sua mente continuavano a rimbombare quelle parole:
Le cose sono tornate come prima.

***

Shinichi si avvicinò ad Hattori premendosi le mani sulle orecchie come lui mentre Kogoro e Sonoko gareggiavano al karaoke con tutti gli ospiti che li incitavano attorno allo schermo piatto su cui spuntavano le parole.
-Dio ce ne liberi! Quanto manca alla fine della canzone?!- domandò supplichevole ad Hattori mentre l’amico scuoteva la testa chiudendo gli occhi all’acuto di Mouri.
-Spero poco! Le mie orecchie stanno chiedendo pietà!- rispose l’amico costretto ad urlare per sovrastare lo starnazzamento di Sonoko.
Finalmente, dopo quella che parve un’eternità, il microfono passò in mano a Yukiko, cantante oltre che attrice, ed a una imbarazzatissima Kazuha.
-Oh no! Tappati di nuovo le orecchie Kudo, ne prevedo delle belle anche qui- disse Hattori rassegnato fissando la sua ragazza. Fu quando la canzone cominciò che spalancò la bocca fissandola allibito mentre Shinichi rideva entusiasta.
-Cavoli Hattori, è bravissima!- esclamò all’amico mentre lui continuava a fissare imbambolato la ragazza.
-Non è possibile- disse -Sarà tua madre che canta-
-Ma che dici!?- insistè Shinichi applaudendo forte e incitando la ragazza a proseguire -Sta cantando quasi tutta la canzone da sola!-
Alla fine del duetto, serie di applausi e fischi si levarono nella sala mentre Kazuha diventava viola e rideva imbarazzata. Hattori le corse in contro lasciando Kudo da solo, mentre il sorriso di Shinichi andava via via sparendo mentre si guardava attorno.
Dov’era Ran?
Passò davanti a Miyano, poggiata sulla colonna della porta che portava al corridoio, e andò in cucina trovandola vuota. Tornò in salotto guardandosi attorno mentre la voce della scienzata disse:
-Se la stai cercando, è salita al piano superiore 10 minuti fa-
Shinichi si voltò e le sorrise riconoscente, poi tornò nel corridoio e prese a salire le scale.
Per quale motivo si era isolata?

* suffisso usato dai Detective Boys.
*Lo preciso solo per chi nn lo sapesse: Ran in giapponese significa orchidea --> Mi raccomando: memorizzate bene qst ideogramma xkè lo ritroverete nel prox e ultimo chappy.



Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
penultimo capitolo...
mi credete ke sto quasi piangendo!?
nn è possibile... l'ho iniziata ieri....
ed è già finita T.T
vabbè... lascio i miei pensieri x l'ultimo corner di domani *sniffff*
Ke ve ne pare?????
Yukiko (cm l'ammiro "°>.<°")
ha messo su una festicciola nnt male!
ci sn tutti!
e Ran???
aaaa poverina... ma finalmente ha cpt ke deve riprendere a vivere normalmente...
o! o.o cosa vedo adesso?????!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
le cose sono tornate come prima!!!!!!!!!!!???????????
e Ran ke fa????
un tuffo al cuore??!?!??!?
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaarg!
RAN MA QNT SEI PROBLEMATICA!
nd tutti: ancora con sta storia????!!!!!!!!! sei Tu ke scrivi!
nd me: No >< sn loro ke combinano sti casini assurdi!
uffa...
-.-
ho odiato i detective boys qnd hanno interrotto il povero Shin ke nn riesce a capire cos'è sta barriera!!!!!!!!
Shin-chan T.T
E ke succederà adesso -.- ?
ultimo capitolo il prossimo   T.T
BUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!
vado a piangere in un angolo!
grz a chi ha recensito lo scorso chappy!
fatemi sapere le vostre impressioni su qst!
un bacioooooooooo
mangakagirl!
ps: tenete d'occhio l'ideogramma! 
><

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Capitolo 29
*** NiJukiu ***


29.

Voleva stare da sola.
Salì le scale credendo che nessuno la stesse guardando e si infilò nella prima camera che aveva di fronte.
Un lettino singolo, un grosso armadio, una scrivania con sopra un computer, foto di squadre di calcio e di un ragazzo sulle pareti, una libreria piena di libri scolastici, un comodino con sopra alcuni gadget che ben conosceva e una sedia con le rotelle: in tutte le stanze in cui poteva entrare, si era ritrovata in quella di Shinichi.
Sbuffò con lo sguardò afflitto e si avvicinò lentamente alla libreria sul lato destro della camera. Osservò gli scaffali un po’ impolverati e sospirò passando il dito sulle copertine dei libri di scuola: Formule di matematica, Il mondo in mano, Storia del periodo Edo, Il piacere delle scienze…
Si fermò osservando un volume che non era un libro di scuola, ma aveva ugualmente un’aria familiare. Lo sfilò dal ripiano  e si sedè sul letto mentre una valanga di ricordi la travolgeva in pieno come acqua ghiacciata…
Aveva regalato lei quell’album a Shinichi, il giorno del suo quattordicesimo compleanno. Ricordava benissimo che, quel 4 maggio, Shinichi era a letto con la febbre e che i suoi genitori erano già partiti da qualche mese. Quel sabato aveva portato l’album a casa sua e avevano passato l’intera giornata ad incollarvi dentro le foto, scegliendo quelle più buffe e quelle più significative che li ritraevano: lo avevano fatto insieme.
Sospirò e lo aprì, non accorgendosi di aver saltato una pagina, sorridendo non appena vide la prima foto: Shinichi, lei e Sonoko in una delle principali vie per cosplayer di Tokyo. Non sapeva nemmeno come avevano fatto a trascinarselo dietro quella volta, specialmente vestito com’era: da Doraemon!
Scoppiò a ridere guardando tutte le foto di quella giornata ormai lontanissima, ma ben vivida nella sua mente; poi le foto cambiarono: gite scolastiche, visite al parco, museo di scienze naturali…
Ran tornò malinconica: in tutte quelle foto sorrideva, e il suo sorriso non era per nulla forzato, ma sereno e spontaneo, il sorriso di una ragazza normale che aveva fatto cose normali. Rivederle le faceva male al cuore, come se glielo comprimessero nel petto, come se la barriera che la circondava si stesse incrinando pericolosamente, pezzo per pezzo, ad ogni foto formando crepe profonde sulla sua superficie.
Arrivarono anche le foto del corso di cucina e la ragazza sorrise nuovamente: in Giappone il corso di cucina era una cosa normale, eppure i ragazzi lo prendevano sempre male e non volevano parteciparvi. Ricordò che anche Shinichi all’inizio era restio, poi, con il passare delle lezioni, ci aveva preso gusto ed era anche diventato abbastanza bravo: la sua specialità era il sushi.
Voltò pagina e ricevette un colpo profondo e doloroso: il festival di fine anno del primo anno di liceo.
Faceva male, troppo male, la barriera attorno a lei era incrinata seriamente questa volta e minacciava di esplodere in mille frammenti da un momento all’altro.
Quella giornata le tornò in mente inondando ogni angolo del suo cervello mentre le lacrime cominciavano a scorrere incontrollabilmente sul viso.
Era stata pessima all’inizio: la recita era stata un fiasco, nessuno era andata a vederla per il caldo dovuto al condizionatore della palestra rotto*e la vendita di manga scritti dagli studenti del club di disegno non era stata possibile per via della mancanza di inchiostro per fotocopiare i vari tankabon*.
In più, durante il ballo attorno al falò, Sonoko aveva ballato per tutto il tempo con il suo fidanzato di allora, mentre lei era stata costretta a riordinare da sola il teatro nonostante fosse un lavoro da svolgere il giorno dopo tutti insieme. Quando era uscita ricordava di avere avuto solo voglia andare dritta a casa, così aveva cercato Shinichi per non tornare da sola, ma il ragazzo era circondato da tutte le sue spasimanti che si battibeccavano per chi dovesse ballare con lui. L’aveva chiamato più volte, ma senza successo e, in più, si era beccata una serie di insulti dalle ragazze. Cose tipo:
-Ci stai appiccicata tutto l’anno, ora lasciacelo un po’ a noi!-
Quella frase l’aveva mandata in bestia, tanto che aveva mandato la ragazza a quel paese e si era diretta a passo di marcia verso il cancello della scuola senza pensare più a nulla, quando aveva sentito la voce di un ragazzo che mandava via in malo modo tutte le spasimanti e qualcuno che le afferrava un polso.
Non appena si era voltata si era trovata davanti Shinichi che la guardava incerto con i suoi occhi blu che brillavano per via dell’enorme fiamma che ardeva accanto a loro. Si era scusato con lei e le aveva proposto di ballare arrossendo appena, mentre lei accettava sfinita e poggiava la testa al suo petto cingendolo con le braccia.
Ed era stato proprio in quel momento che qualcuno aveva scattato la foto che ora osservava tra le lacrime: la foto che la ritraeva ad occhi chiusi, con la testa attaccata al petto di Shinichi. Ricordava come se fosse stato in quel momento che percepiva il cuore del ragazzo battere all’impazzata all’unisono con il suo.
Se quella foto, che risaliva all’anno prima, era lì, in un album cominciato a 14 anni, significava che Shinichi aveva continuato ad aggiorarlo anno per anno, giorno per giorno, con le foto dei momenti più importanti della sua vita, perché quello che c’era scritto sulla prima pagina che aveva saltato era Momenti più importanti di sempre.
L’aveva scritto lui, con il suo pugno, quel 4 maggio non appena avevano finito di incollare le prime foto. E poteva esserci solo un motivo per cui l’aveva fatto.
Era proprio per quella consapevolezza che ora Ran non riusciva a smettere di piangere, che non non si era accorta che qualcuno era entrato nella stanza chiudendo piano la porta, che si era seduto dietro di lei e la stava osservando.
Fu solo quando due braccia la cinsero da dietro la schiena che sobbalzò lasciando cadere l’album a terra e smise per qualche secondo di piangere.
-Perché stai piangendo?- le sussurrò nell’orecchio una voce che ben conosceva e che la fece rabbrividire. Sentiva il suo cuore batterle forte contro la propria schiena e il suo petto alzarsi ed abbassarsi regolarmente, ma non aveva il coraggio di rispondergli. Dopo qualche secondo si voltò e incrociò i suoi occhi blu come l’oceano leggendone l’espressione preoccupata.
-L-Le cose non sono t-tornate com’erano prima…- singhiozzò con gli occhi pieni di lacrime -Nulla è come era… Nulla tornerà ad essere quella di un tempo…- aggiunse abbassando lo sguardo e afferrando il copriletto, per poi stringerlo forte nel pugno.
Shinichi le posò una mano sulla guancia coperta di lacrime e la costrinse ad alzare gli occhi per incrociarli con i suoi.
-Hai ragione- disse serio fissandola attentamente mentre lei smetteva per qualche secondo di piangere ascoltandolo -Nulla è tornato come prima… Le cose non sono come prima Ran, ma non lo sono perché prima facevano schifo-
Come quando una palla da baseball colpisce a tutta velocità una vetrata di cristallo finissimo, aveva usato un tono deciso e diretto che infranse in pieno la barriera invisibile di Ran,  facendola esplodere in miliardi si schegge che si trasformarono in luce non appena toccarono il suolo.
La ragazza rimase scioccata e senza fiato, come se fosse rimasta indifesa senza quella barriera attorno, e sobbalzò quando lui alzò la mano sinistra e le mostrò il mignolo.
-Ti ricordi quello che ti avevo detto al centro commerciale il giorno che tu mi hai detto di concretizzare la tua morte?- le domandò mentre lei annuiva appena non capendo bene cosa centrasse  -Quel giorno ti ho detto che il destino era stato avverso nei nostri confronti e aveva spezzato il filo che ci legava…- Shinichi scosse la testa sorridendo appena -Mi sbagliavo. Il destino non ha mai spezzato il legame che c’è tra noi, ha solamente preso il nostro filo per un po’ di tempo per raggiungere un obbiettivo fondamentale: renderlo indistruttibile, Ran-
Lei rimase qualche secondo senza fiato ragionando su quelle parole, così profonde da sembrarle quasi poetiche, poi sollevò lentamente e tremante il suo mignolo sinistro come se avesse paura di guardarlo.
Fu solo un secondo, un attimo, ma lo vide chiaramente: il bagliore rosso scarlatto che riconduceva il suo dito a quello del ragazzo.
Era come se qualcosa di caldo e protettivo fosse legato alla sua falange e non potè fare a meno di sorridere: Shinichi aveva ragione, il loro filo era spesso, scarlatto e, soprattutto, indistruttibile ora.
Alzò lo sguardo su di lui, che si era accorto di averle fatto capire cosa intendeva con quella frase, e sorrise ancora mentre le ultime lacrime scorrevano da sole sulle guance rosee; gli si buttò tra le braccia e appoggiò la testa al suo petto, proprio come nella foto del ballo, provando la stessa sensazione di protezione di allora.
Sentiva il cuore del ragazzo battere all’unisono con il suo, mentre le carezzava i capelli e la stringeva a sé come per proteggerla da pericoli invisibili, ma non ce n’era bisogno: Ran sapeva che con lui non correva nessun pericolo, che la barriera che si era creata attorno ora non serviva più e non era mai servita. 
Fu nel momento in cui il ragazzo pronunciò quelle due parole che si sentì finalmente completa, provando quel sentimento che sul letto di camera sua, qualche ora prima, cercava disperatamente: felicità.
-Ti amo-
Aveva sentito il suo cuore accellerare mentre lo diceva, le sue corde vocali vibrare mentre l’aria vi passava attraverso, il rimbombo della sua voce riecheggiare nella propria testa così dolcemente che le parve la voce di un angelo, un angelo dagli occhi blu come l’oceano.
Si staccò lentamente da lui e lo fissò negli occhi per interminabili secondi, non saziandosi mai di quel colore così puro che sembrava quasi steso con un pennello dall’artista migliore di tutto l’universo. Gli sorrise flebilmente e si avvicinò alle sue labbra sussurandovi qualche secondo prima di sfiorarle:
-Ti amo anche io-
Il calore che percepiva sulle labbra era così dolce da togliere il fiato e la delicatezza di Shinichi mentre l’abbracciava stretta a sé, quasi come se temesse che potesse sparire da un momento all’altro, la commossero tanto che ricominciò a piangere silenziosamente.
Aveva ragione lui, come al solito del resto: il destino li aveva separati quel qualche tempo e aveva prelevato il filo rosso dai loro mignoli, ma non per spezzare il loro legame, bensì per renderlo indistruttibile e ineguagliabile con altri.
Loro avevano potuto constatarlo osservandone il suo bagliore lucente che andava dal mignolo di lei a quello di lui.
Perché il filo rosso del destino è un legame invisibile agli occhi degli uomini, ma visibile agli occhi del cuore di chi ama davvero.

Yes…
 …You Weren’t With Me, But…
… I Never Forgot You,..
 

Fine


*Sembra fatto apposta, ma nel manga lo dicono davvero ke la recita del primo anno è stato un fiasco x via del condizionatore rotto! Vol 26 manga.
*Nome del formato dei manga come Detective Conan. Comunque la vendita dei manga nn c’è e l’ho inventata io.

 
 



Mangakagirl's Corner:
L’ultimo capitolo di I Never Forgot You.
Non può che iniziare che con il mio solito e allegro Minna Konnichiwaaa!
Mi viene da piangere, anzi sto piangendo,  perché ci ho messo tre mesi a scrivere questa storia, ma sono felicissima perché mi piace davvero tanto e l’ho scritta col cuore. Vorrei ringraziare due persone che mi stanno sempre accanto:
ARIGATò Nee-chan x avermi consigliato e sopportato mentre la buttavo giù e x avermi ascoltata qnd le facevo il resoconto di ogni capitolo x avere consigli. (strano che ti mi sopporti ancora vero? ^-^ ma in fondo sei la mia sorellina <3)
ARIGATò Mari-chan x avermi aiutata nei momenti morti e per avermi sopportata e supportata x tt qst tempo. Mi hai aiutata tantissimo, cm qnd, nel momento di crisi in cui ero, hai sparato di mettere per il capitolo 23 un posto con un lago e un bosco senza avere mai visto né letto il manga o l’anime di Conan. Solo grz a te mi è venuto in mente Okuho (Cm hai ftt, lo sai solo te!) ARIGATò  xkè mi sopporti tt i santi gg qnd ti stresso raccontandoti qualke scoperta ke riguarda Conan (e di cui nn ti frega assolutamente nnt -.-“) …
E anke se nn ti piace sentirtelo dire, noi saremo sempre tu Hattori e io Kudo: l’Est e l’Ovest.
Ora passo ai ringraziamenti x tt i miei lettori di EFP: ragazzi, ok sto piangendo x l’ennesima volta, ma GRZ INFINITE!
Le vostre recensioni sn bellissime: tutte, dalla prima all’ultima, da qll + lunga a qll + corta, da qll + Pazzoide xD a qll + seria.
Snz di voi, cm ho dtt anke in TRIO K.H.K., la storia si sarebbe fermata ai primi capitoli, ma Voi avete dtt la vostra rendendomi la ragazza + soddisfatta della Terra! Vi adoro!
La storia era anke deprimente a volte, me ne sn accorta ^-^”, ma avete continuato a leggere e recensire lo stesso *^*
Qlcn mi ha kiesto: continuerai a scrivere vero?
Ma Certo! lo sto già facendo a dire la verità: sto sviluppando un’idea suggeritami da una delle mie recensitrici, Neko-chan, dv parlerò attreverso una piccola raccolta di one-shot alcuni momenti nn descritti nella storia ( sto smpr parlando di I never forgot you) … X cui aspettatemi ;)
(Oddio, sembro Shin qnd dice a Ran negli ep dopo Okuho: perciò aspettami “°>.<°”)
Dp qst parentesi inutile -.-“ , passo ai veri ringraziamenti:
grz a tt coloro che hanno messo la storia tra le preferite:

billina_93, ChibiNekoChan,  Kaity, LucyloveAnimemanga, Mangaforever457, ShellingFord, Sherry Jane Myers,  SherryHolmes, shinichi e ran amore,  Shinichi Kudo,  __MyOwnForgottenWorld___
grz a tt coloro che l’hanno messa tra le seguite:
88roxina94,  ChibiNekoChan,  ChibiRoby, ciachan, Kaity, Marissa Atwood, shaula, ShellingFord, SherryHolmes, thethunder
Grz a coloto che l’hanno messa tra le ricordate:
billina_93, I_Am_She, Mangaforever457
Ho smpr controllato ki la aggiungeva da qlc parte: nn mi ero dimenticata di citarvi, tranquilli! ;) e se ho dimenticato qlcn chiedo umilmente perdono v.v
Ovviamente Un GRAZIE, anzi, un ARIGATò speciale a coloro che hanno recensito ogni capitolo della stoia
(nn siete in ordine di preferenze o altro, è casuale! ) :

ChibiNekoChan: detta Neko-chan! Grz 1000! Mi hai dato un sacco di idee e mi sn scompisciata con le tue recensioni! E le nostre conversazioni in giapponese?! xD
AliHolmes: detta Ali! Stai ancora leggendo la storia ma sn felicissima che ti piaccia! Un grz di cuore x il tempo che passi a recensirmi!
shinichi e ran amore: detto shin! Grz 10000! Smpr puntuale e preciso! Grz  anco x le info sulla torre di Tokyo!
Kaity: grz 100000! Mi segui da TRIO K.H.K.! lo apprezzo tantissimo! ^_^
Martins: detta Marta! Thanks x le tue recensioni! :D
SherryHolmes: detta sherry! Grz 10000! Ahahaha le tue recensioni sn smpr frizzanti ed esuberanti! Mi mancheranno!
Sherry Jane Mayers: Detta sherry-chan! Arigatò! Anche tu mi segui da TRIO K.H.K.  e con le tue “pillole di saggezza” e i tuoi colpi di scena mi hai ftt morire! xD
LucyloveAnimemanga: Detta Lucy o Lucy-chan! Sei dolcissima Lucy-chan! *^*
Ha smpr ftt delle recensioni ULTRA SIMPATICHE in cui pikkiavi qlcn o odiavi qlcn (Ran) e facevano congiure contro il povero shin ahahaha xD! Ancora ce lo rimprovera vero shin???
Shin: vero -.-
 Inoltre hai trovato tempo x seguirmi nonostante avessi gli esami, quindi uno stratosferico ARIGATò!

Just a little wizard: ahahahah! Già mi viene da ridere con te piccola Pazzoide! Detta Pad (o pazzoide xD è uguale) ma le tue recensioni????!!!! Ke devo dire??? Ahahahaha mi sn ritrovata compiti in classe, temi, conversazioni tra i personaggi e te o me ke nn centravo nnt!! Ahahahaah! E qnd ti sei messa a recensire la storia (le storie anzi!) tt in un giorno! Ahahah pazzoide ci sta proprio! spero di leggere presto altri tuoi poemi epici Pad, mi divertono trpp e mi mancherai tanto!
88roxina94: detta Tonia! *^* cavolo, qnd leggevo le tue recensioni ero così: *^* Sn così belle e precise! Nn vedo l’ora di leggerene ancora! Spero mi seguirai ancora in futuro! Davvero tanto tanto! Adoro il tuo modo di scrivere!!!!!!
Winryrockbell: detta Winry! Arigatò x aver trovato del tempo x recensirmi!
Spero di nn avere dimenticato nessuno! Cavolo, se l’ho ftt linciatemi, me lo merito!
Ragazzi e ragazze: GRZ INFINITISSIME!
Davvero di cuore!
Aaaaa dimenticavo…
Ahahhaha xD
Ma vi è piaciuto almeno il chappy???!!!! sto chappy finale?????? fatemi sapere!
Un finale del genere ha deluso qlcn??? ^-^ spero di no! Cavolo, nn sapete qnt tempo x scrivere sto capitolo! e la frase inglese finale di Shin??? Piaciuta???
È di vitale inportanza farmelo sapere!!!!!!!!!!!! Nn dormo più se nn lo fate!!!!!!!
Un grosso Sayonara (arrivederci nn addio!) e a presto con le mie nuove fict prossimamente sui vostri schermi! Arriveranno, ve lo assicuro….
Anzi, ne ho già  una bella e pronta sul pc… quindi mi vedrete presto: assicurato ;)
By vostra Mangakagirl ^.~

MINNA KONNICHIWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! ^-^

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