Lucky rain.

di givemetherapy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Io e Zack che stiamo insieme?! No mai. O almeno…questo era quello che pensavo fino a poche settimane fa.
Tutto è iniziato un maledetto giorno di pioggia di metà maggio. Io e la band stavamo uscendo dal locale in cui avevano appena suonato. E manco farlo apposta fuori non pioveva, no era peggio. Sembrava che l’acqua la buttassero giù, non so chi, a secchiate.
“Fantastico!” esclamai seccata.
Sentii il rumore di passi dietro di me e mi girai.
“Tieni, fa freddo. Copriti o finirai con l’ammalarti!” mi disse Zack.
Calma! Non ci siamo mai sopportati in tutta la vita e lui adesso viene da me e mi porge la sua felpa? Fin da quando era bambino e veniva a casa nostra per giocare con mio fratello Jack non l’ho mai sopportato. Poi con la crescita non parliamone!  L’ho sempre trovato narcisista con quel suo continuare a pensare ai muscoli. E manco lo trovavo bello anche se tutte la pensavano contrariamente. Pure sua sorella Rebecca. Non aveva nulla di interessante, nulla! Zero al quoto.
“No grazie…faccio una corsa e vado sul bus, tranquillo. Grazie lo stesso.”
“Insisto, prendila!” Si tolse la felpa e me la posò sulle spalle. Arrossìì.
Possibile che fosse un suo ennesimo scherzo?! Si, possibile. Me lo sentivo. Doveva essere per forza uno scherzo e c’era lo zampino di Reb. Salgo sul bus e chi vedo?! Reb intenta a baciarsi (bleah che schifo) con mio fratello.
“Ragazzi vi prego!” urlai mettendomi una mano davanti la bocca per non vomitare e chiudendo gli occhi.
Sentii una cuscinata arrivarmi dritta in testa.
“Sorellina cara…non ti farebbe poi così tanto schifo se avessi un fidanzato! O hai intenzione di morire zitella?!”
Dio quanto odio Jack che fa così!!! Lo strozzerei! Me è solo per la mia amica che non lo faccio anche se la tentazione è molto forte. Alzai gli occhi al cielo e non lo degnai di uno sguardo.
“Ma perché hai la felpa di mio fratello?”
“Ma bho! Me l’ha data lui…è venuto li da me e mi fa ‘tieni fa freddo, finisci con l’ammalarti’ ma io ho gentilmente rifiutato l’offerta ma lui ha insistito e me l’ha messa sulle spalle. Non capisco che gli prenda a quel ragazzo!”
“Che c’è di strano?! Ha solo voluto non farti ammalare…bhà hai un cervello contorto cara Ellie” rispose placida Reb dandomi una pacca sulla spalla.
Rimasi li in piedi imbambolata a pensare per qualche minuto poi mi coricai sul divano con le cuffiette e finii con l’addormentarmi. Strano ma la felpa non la tolsi, era come se mi proteggesse da qualche probabile pericolo. E poi…devo ammetterlo ma il profumo di Zack è troppo buono! Come è possibile che non me ne sia mai accorta in tutti questi anni?!

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Spero che questa mia FF sia di vostro gradimento. =)
Recensite in tanti! Baci
-Rebecca.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La mattina seguente mi svegliai grazie al baccano che quei 4, anzi 5 compresa Reb, deficienti stavano facendo. Stiracchiai le braccia al cielo e vincendo qualsiasi forza di gravità esistente al mondo misi le gambe giù dal divano e mi alzai, barcollando. Alex mi guardò stralunato. Mi tastai la criniera che avevo al posto dei capelli ma era fuori posto come al solito. Nulla di preoccupante. Mi guardai i piedi ma erano ancora i miei. Alzai lo sguardo sulle gambe e non si erano trasformate in zampe di struzzo. Per fortuna! Solo dopo mi ricordai della felpa di Zack che indossavo. All’improvviso questa si trasformò in una camicia di forza da cui non riuscivo più a uscire. Accorgendomi della figura di merda enorme che stavo facendo abbandonai il mio tentativo di escapologia, il primo della mia vita e anche l’ultimo, e mi sedetti al tavolo nascondendomi dietro la mia tazza di latte.
“Che hai da guardare Alex?!” gli urlai contro innervosita.
“Nulla. Si ma calma è! E’ strano vederti con QUELLA felpa indosso.” Disse sottolineando più e più volte la parola quando.
“Zack è stato gentile a prestarmela ieri sera e avendo ancora freddo la notte l’ho tenuta su così stavo meglio a dormire.”
La verità era che avere su quella felpa mi faceva stare a mio agio. Forse è perché il suo profumo era base di oppiacee e quindi era ovvio che stavo rilassata e a mio agio. Zack mi guardava quasi compiaciuto di quello che avevo appena detto, sembrava come fiero di aver fatto quel gesto. Che avesse strane idee in testa?!
Finii la colazione il più velocemente possibile, mi lavai il viso e me andai a correre. Una corsa mattutina in piena solitudine con le cuffie dell’ mp3 nelle orecchie, solo io e la musica, era una cose unica. Era ed è tuttora uno dei pochi metodi che in qualsiasi situazione emotiva sono, sia che abbia subito in torto, che sono arrabbiata o triste, mi permette di scaricare tutte le cose negative e di affrontare la situazione al meglio. Da una parte mi scarica delle cose negative e dall’altra mi carica di cose positive. Un toccasana. Ritornai al bus.
“Finalmente! Ma dove eri finita?! Ti ho chiamata un casino di volte, hai una cellulare usalo! Mi hai fatto preoccupare, e dai muoviti a fare le valigie che oggi si torna a casa. Stasera ultimo concerto del tour.” Fece una pausa per riprendere fiato “ah e già che ci sei fai anche la mia che devo uscire con Reb!”
Lo guardai sconcertata! Bella la scusa di dover uscire con la mia amica, ma dico siete stai insieme 24 h su 24 per 3 mesi interi di tour non è che adesso se per oggi non uscite muore qualcuno! Anzi io sarei molto più contenta di non dover fare la valigia di Jack!
“Scordatelo fratellino!”
“ Va bene allora dirò ad Alex che due anni fa gli sbavavi dietro come una lumaca!”
“No! Ti prego no! Non farlo! Ok, faccio anche la tua valigia.”
Brutto schifoso di un ricattatore! Tutta colpa mia che un bel giorno mica l’ho nascosto bene il mio diario segreto, no troppo facile, così lui ha letto tutto. Della mia cotta di Alex, del primo bacio datomi a tradimento da uno, dal primo tiro di sigaretta. Tutto, tutto quello che non doveva sapere della mia vita. I due piccioncini uscirono per andare a pranzo e rimasi sul bus a fare le valigie insieme agli altri ragazzi. Mentre stavo completando la valigia di Jack trovai una lettera di Reb. Perché non leggerla?!
“Non dovresti leggere le cose di tuo fratello, lo sai che dopo si incavola!” disse Rian ridacchiando.
“Lo so benissimo, ma come lui legge le mie cose private anche io lo faccio con lui”
“V per vendetta!” esclamò Rian. Sul bus scoppiarono risate a non finire.
Aprii la lettera che diceva così:
 
Caro Jack,
domani (anzi oggi per te che la starai leggendo il 7 giugno stesso) 7 giugno 2012 è un anno che stiamo insieme. Ti rendi conto?! Già un anno…Guarda quante cose sono successe nell’arco di questi 365 giorni passati insieme. Ho conosciuto un ragazzo premuroso, romantico e anche saggio. Strano vero? Mh, diciamo che da uno come te non ci si aspetta certe cose. Fai prevalere quel tuo lato da ‘cazzone’, se si può dire e si lo dico, e non quello di ragazzo venticinquenne con la testa sulle spalle e con lati più umani. Questo non lo capisco proprio ma non è per rimproverarti che ti ho scritto questa lettera. Ti ho voluto scrivere per dirti quanto sei speciale per me. Sei la persona più speciale della mia vita, con quel tuo modo folle di comportarti mi hai fatto sempre sorridere anche nei miei momenti difficili. dovrei dire nostri? In fondo quando due stanno insieme è come se fossero una persona unica, due cuori che si fondono insieme e stanno attaccati grazie a quella colla speciale chiamata amore.  Anche quando abbiamo dovuto affrontare il problema di una mia probabile gravidanza tu non ti sei fatto più di tanti problemi, anzi mi hai risposto ‘è lo cosa più bella che potesse accadermi nella vita’ e mi hai baciata.
 
Com’è che io non lo sapevo?! Vabbè, mi misi seduta e continuai a leggere la lettera.
 
Non hai pensato a quello che i miei genitori e anche i tuoi e le nostre intere famiglie avrebbero potuto dire, non hai pensato ai problemi che comporta avere un bambino. Non hai proprio pensato a nulla. Quando ripenso che sei rimasto un po’ deluso dal risultato negativo del test mi viene da sorridere…mi fa tenerezza pensare a te come padre e chissà un giorno potrà anche succedere. Ma con questo non farti strane idee, ho usato un condizionale non è una certezza!
 
Oddio no! Non sono ancora pronta per essere zia!
 
Sai Jack è proprio questo tuo essere un eterno Peter pan che amo, sei sempre allegro e non perdi il sorriso nemmeno un secondo. Non ho mai conosciuto una persona così solare come te. Hai portato il sole nella mia vita. Sei tu il mio sole. Ti amo Jack Bassam Barakat, io ti amo più di qualsiasi altra cosa. Spero che di anni come questi ce ne altri 50, anzi di più!
Ti prego tienimi al tuo fianco per il resto delle nostre vite, come so che terrai al meglio delle condizioni questa lettera, e so che lo farai.
Con amore,
la tua innamorata. –Rebecca.
 
Lessi la lettera tutta d’un fiato. Non avevo mai sentito parlare così Reb, è una ragazza innamoratissima e un po’ la invidio anche. Si, insomma la sua era una relazione stabile, in un anno di relazione i litigi con Jack quanti saranno stati? Tre o quattro, al massimo. Non litigano mai, sono sempre d’accordo su tutto e se su qualcosa non sono d’accordo tutto si sistema in due secondi senza il bisogno di discussioni inutili. Vorrei davvero avere anche io una relazione così con l’uomo giusto per me. Chissà se arriverà…




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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Al pomeriggio partimmo tutti per l’ultima tappa del tour: Baltimora. Ognuno dei ragazzi andò a casa propria con la promessa di trovarci alle 18:00 davanti al locale della città dove dovevano suonare. Io e Jack salutammo Alex, Rian, i fratelli Merrick, e andammo a casa nostra. I nostri genitori non sapevano che il tour finiva quel giorno così quando ci videro arrivare fu una grande sorpresa. Mamma corse da noi e ci abbracciò entrambi. Era così radiosa! Ci costrinse a sederci sul divano e a raccontarle tutto. Le raccontammo tante cose ma molte altre dovevano ancora essere raccontate.
“Oddio mà s’è fatto tardissimo! Stasera abbiamo l’ultimo concerto e dobbiamo prepararci.” Esclamò Jack alzandosi per andare a prepararsi.
“Sisi tranquillo piccolo” disse mamma. Jack alzò gli occhi al cielo e le diede un piccolo bacio sulla guancia. Godevo letteralmente quando mamma lo chiamava così! E’ un nome che lui odia. Non permette neanche a Reb di chiamarlo così, gli vanno bene tutti i soprannomi ma non essere chiamato piccolo. Io rimasi in salotto con mamma a parlare. Jack andò a farsi una doccia quando usci mi sbraitò di muovermi a preparami se volevo andare anche io. Andai a farmi una doccia pure io e mentre stavo prendendo i miei jeans dall’armadio suonarono alla porta. Era Reb. Gli urlai di entrare e leo fece esattamente come consigliato.
“Ellie! Ellie! Elliiie! Ho delle novità!” disse sbraitando salendo le scale di corsa e catapultandosi in camera mia. Aprii la porta di scatto.
“Hei ciao Reb, ma prego entra pure.”
“Cos’è non ti interessano queste novità?!”
“Si, dai spara che succede?” mi infilai i jeans e la maglietta dei Ramones.
“Zack”
Al solo sentire quel nome avvampai. Mi girai di fretta verso la finestra e la aprii. Mi scusai dicendo che nella stanza c’era parecchio caldo. Ma il caldo in quel momento lo sentivo solo io. Ma che mi prendeva? Prima a sentire il suo nome rimanevo più che indifferente adesso invece avvampavo. Forse mi stavo prendendo una cotta per lui. Ma non lo volevo ammettere. Nemmeno a me stessa.
“Zack? Che c’entra lui?” cercai di tenere un tono il più calmo possibile senza far trapelare nessun sentimento, dovevo essere indifferente come sempre. Deglutii. Respirai a fondo e mi girai verso Reb.
“Ho parlato con lui e so che gli piace una ragazza! Il nome di lei non lo so ma so che la conosce da un po’ di tempo, che è carina, e che ha dei bellissimi occhi marroni. Ti rendi conto? Mio fratello che, forse, si fidanza! Non vedo ora di conoscerla una santa come lei!”
Ridacchiai. “Mannò dai…stare con tuo fratello non è come stare con il mio, mi chiedo come fai. Tu si che sei una santa!”
Le nostre risa si alzarono all’unisono.
“Mh, si hai ragione!” esclamò dopo averci pensato su due minuti.
In quel momento Jack entrò noncurante nella mia stanza con l’asciugamano arrotolato attorno alla vita.
“Ellie hai visto la mia maglia…” non finì la frase “Ah, Reb com’è che sei qui? Ciao bella” e le diede un bacio a stampo.
“No, la tua maglia, qualsiasi maglia non l’ho vista. Sparisci adesso!” lo buttai fuori dalla stanza.
Quando anche il signorino Jack finalmente era pronto andammo tutti e tre al locale. Tutto sold out. E’ stato il più bel concerto di tutto il tour. Alla fine del concerto ci aspettava una mega festa organizzata dai nostri amici della città.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Io non sono una ragazza festaiola però devo ammettere che questo party è riuscito piuttosto bene. Jack e Rebecca erano in pista che ballavano, Alex e Rian facevano lo stesso con le rispettive fidanzate e di stare li a guardarli proprio non mi andava. Presi una birra al bancone del bar, entrai in casa e salii le scale e andai in terrazza. Notai una figura nera ma non riuscii subito a riconoscerla in mezzo al buio della notte. Avvicinandomi di più alla ringhiera alla quale questa figura era appoggiata riconobbi che era lui. Zack. Avvampai ancora. Ma non come avevo fatto a casa con Reb. Mi avvicinai a lui e come lui mi appoggiai alla ringhiera. Silenzio.
 
“Come mai anche tu qui?” mi domandò sorseggiando la sua birra.
“Noia. E tu?”
“Centrato in pieno”
 
Sorrisi. Alla fine era anche piacevole stare in sua compagnia. Penso che mi sarei ricreduta da li a poco delle mie convinzioni precedenti.
 
“Davvero un concerto magnifico!” ero un bel po’ agitata e non sapevo proprio di che parlare, il concerto è stata la prima cosa passatami nel cervello.
“Sono contento che ti sia piaciuto…poi quando siamo qui, nella nostra città è tutto diverso. C’è un’atmosfera diversa, anche la stessa aria che respiriamo è diversa”
“E’ aria di casa nostra”
“Davvero non capisco come per tutti questi anni non ci siamo sopportati Proprio non lo capisco.”
 “Anche io me lo chiedo sai?” Oddio ma come parlo? Mi stava succedendo qualcosa, questi cambiamenti iniziavano a farmi strana.
“Insomma in questi tre mesi di tour ho scoperto una Ellie diversa dalla solita che conoscevo io sempre sull’attenti, pronta a fare a pugni con me, scorbutica non che tu non lo sia ancora, e schizzinosa. Ti trovo molto più simpatica”
“Dici davvero?”
“Si! Dico davvero”
 
Oddeo che bello! Zack che mi trovava simpatica e non la noiosa sorella del suo amico. Mi stavo esaltando, solo mentalmente però, se l’avessi fatto davvero avrei potuto dare l’idea di essere completamente schizzata. Il che non è del tutto falso per me. Zack prese due sdraio da dietro le ante della porta finestra e le aprì. Mi invitò a sedermi.
 
“I prodigi di casa Merrick!” esclamò lui. Scoppiammo a ridere. Restammo li a parlare tutta sera. Stavo bene in sua compagnia, sapevo che di lui mi potevo fidare nonostante avessimo instaurato da ben poco il nostro rapporto di amicizia. Ma non è questo che conta. Quel che conta  è che per tutta sera avevo il sorriso sulle labbra. Ero felice. Ebbene si, ero felice. E finalmente l’avevo capito. Cosa? Semplice. Ero innamorata. Di chi? Di quel ragazzo che era steso sulla sdraio di fianco a me in piena notte sul terrazzo di casa sua nel bel mezzo delle party che i nostri amici avevano fatto in onore alla band nel giardino di casa.
 
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Anche se nessuno mi caga la storia io sono già al 4° capitolo ù.ù
Grazie a quelle pochissime ragazze che hanno recensito i capitoli precedenti.
Grazie a Ellie, che segue questa storia con molto apprezzamento e mi sfinisce perché io aggiorni sempre. Ti amo bella.
Grazie a Chià per il tuo consiglio, come promesso l’ho messo in pratica.
Buona lettura!
-Rebecca.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Non mi interessava se si era fatto tardi volevo ancora stare li con lui. Sebbene mi fossi addormentata. Al mattino mi svegliai con una coperta leggera stesa sulle gambe. Guardai alla mia destra e vidi la sdraio di Zack vuota. Mi misi seduta con i gomiti appoggiati alle gambe e le mani sul viso. Il risveglio era pur sempre un qualcosa di tragico per me. Mi alzai e scesi giù in cucina. Passando per il salotto vidi Jack e Alex addormentati su un divano, Mickey Mouse, all’ anagrafe Matt Flyzik che dormiva con la testa sulle braccia sul tavolo e Rian steso sul pavimento a russare. Avete presente il rumore di una ruspa? Ecco lui era uguale. Ma Zack?! Dov’era? E’ vero che questa è casa sua e poteva essere dove voleva lui ma non vederlo mi creava un non so chè…un senso di inadeguatezza e di smarrimento. Scossi la testa leggermente per togliermi questi pensieri e raggiunsi Reb in cucina.
 
“Reb” sbadigliai.
“Oi Ellie! Dove eri finita ieri sera?”
“Mi annoiavo e sono salita in terrazza”
“Ah capito” bevve l’aspirina e si girò verso di me.
“E’ proprio vero che Jalex esiste!” esclamai.
 
Mi propose di andare a fare colazione. Accettai. Andammo al nostro bar preferito, quello sull’angolo della piazza. La proprietaria era un’amica di mamma, la conoscevo fin da quanto ero in fasce. E’ un bar tranquillo, ci sedemmo al tavolino speciale, quello dove io e lei parlavamo di tutto e di tutti, quello dove Jack si dichiarò a Reb, quello dove…quello dove ogni qualsiasi cosa bella era successa li. O forse lo stesso tavolino dove qualcosa di bello doveva ancora succedere. Sarah, la proprietaria, ci portò la nostra solita colazione: cappuccino e croissant al cioccolato. Presi in mano la tazza e ci soffiai sopra per togliere un po’ di calore, non so come ma riuscii a incantarmi a fissare il nulla. Non avevo un punto fisso dove stavo guardando.
 
“Ellie?!” esclamò Reb passando una mano davanti ai miei occhi.
“Eh si dimmi Reb!” saltai sulla sedia e sbambolai da quello stato di trance.
“Ti vedo pensierosa, che succede?”
 
Sentii le guance diventarmi un fuoco. Dirglielo o non dirglielo? Questo è il dilemma! Deciso Glielo dico. In fondo era la mia migliore amica e su di lei potevo contare sebbene fosse la sorella del ragazzo che mi piaceva. Ma questo era solo una piccolezza. Sapevo che Reb non mi avrebbe mai messo in imbarazzo con lui, o almeno lo speravo vivamente! Dopo un attimo di esitazione le confessai tutto, per filo e per segno, senza trascurare nulla nemmeno un piccolo particolare. Reb non disse nulla finì di consumare la colazione. Dopo di chè mi parlò.
 
“Ellie mi sorprendi! Come è potuto succedere?! Insomma voi due vi odiate!!!”
“Ma lo so! E’ colpa sua! Se non mi avesse prestato quella maledetta felpa a me non succedeva nulla e avremmo potuto odiarci tranquillamente per il resto dei nostri giorni! E invece no! Mi ha fatto innamorare di lui, per colpa sua adesso spero sempre di ricevere un messaggio o una chiamata da un numero che non ho nella rubrica e sperare che sia lui. Il suo profumo…mi ha invaso le narici e non se ne va più via. Mi ha letteralmente stregata”
“Io non so nulla di tutto questo”
“Grazie sei una vera amica!” Sorrisi a trentadue denti e la abbracciai. Uscite dal locale ritornammo una a casa dell’altra. Prima di salutarmi Reb mi diede un bigliettino con scritto un numero.
 
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Holaaa :)
Un grazie mille va alle ragazze che hanno recensito e messo tra preferito/seguite/ricordate la mia storia. Grazie!
Mi scuso per i capitoli un po’ corti ma d’altronde la mia vena artistica dopo un po’ svanisce e non voglio tediare troppo i miei lettori con capitoli troppo lunghi.
Con questo penso di aver detto tutto…e quindi vi auguro buona lettura!
-Rebecca

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Rigirai quel fogliettino tra le dita per tutto il giorno. Reb non mi aveva detto di chi era il numero ma avevo potuto intuire benissimo. In una mano tenevo il bigliettino e nell’altra il cellulare. Uno sguardo al cellulare, uno al numero, uno al cellulare e uno al telefono. Gli occhi iniziarono a farmi male. Dalla disperazione mi buttai sul letto emettendo un verso che doveva essere uno sbuffo ma in verità si rivelò un misto tra un ringhio e un qualcosa di ignoto. Atterrai con la faccia sul cuscino. Non respirai per…diciamo 5 minuti. Alzai la testa di scatto e boccheggiai come un tonno per riprendere fiato. Mi misi seduta a gambe incrociate. Mi dondolavo avanti e indietro come fossi una matta e poi mi decisi. Composi quel numero. Schiacciai il bottone verde. Il telefono squillava a vuoto.
 
“Ma che volevi? Che ti rispondesse e ti dicesse che ti ama? Ma ti prego Ellie…sii ragionevole voi vi odiate. ODIATE. Stupida. Stupida. Stupida” mi ripetei mentalmente quando, per disgrazia o per fortuna, una voce rispose alla chiamata.
 
“Pronto?”  Una parola. Una semplicissima, banale, subdola parola. La sua voce. La sua bellissima, dolce, fottutissima voce. Un mix letale per la mia salute psichica.  
“Hei Zack…” dissi esitante, le parole mi si fermavano in gola, dovevo spingerle per buttarle fuori. “Sono io, Ellie!”
“Ellie! Come mai questa chiamata?”
 
Ero nella merda più assoluta. C’ero dentro fino al collo…anzi c’ero dentro tutta! Che cazzo di scusa mi inventavo adesso?! Decisi di buttarmi. Qualsiasi cosa avessi detto sarebbe andata bene.
 
“Ehm...mi chiedevo se andavamo al cinema insieme…si insomma tutta la band, ti va?” appena pronunciai quelle parole me ne pentii subito, all’istante. Inizia a darmi dei pugni sulla testa.
“Mh…si dai, perché no? Facciamo stasera?”
 
Ha detto si! Ha detto si! Ha detto si! Oddio ero euforica. Come udii le ultime due parole saltai giù dal letto e mi misi in piedi.
 
“Ouhm…si stasera è perfetto. Avviso io gli altri. Ciao Zack, e scusa ancora il distrubo.”
“Ok, ma và tranquilla! A stasera.”
“A stasera!”
 
Schiacciai il bottone rosso. Chiamata terminata. Inizia a urlare una serie di si a dismisura. Chiamai Reb e le dissi tutto, accettò anche l’invito per la serata. Chiamai anche gli altri ragazzi e nessuno aveva impegni. Era una pazzia quella che avevo fatto?!
 
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Rieccomi qui con il sesto capitolo!
Spero sia di vostro gradimento! :)
-Rebecca

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Zack’s Pov.
 
“Si, stasera le confesso tutto!” questo era quello che pensai per tutta la giornata dopo la chiamata di Ellie. La Sua chiamata. Ellie aveva incominciato a piacermi già dopo poco l’inizio del tour. Ma…non l’ho mai confidato a nessuno, nemmeno al mio migliore amico, Rian. E men che meno avevo il coraggio di dire tutto a lei. Ma siamo matti? No no no non ci penso nemmeno! Cazzo Zaaack! Quanto mi odio quanto faccio così. Si, mi odio. Questa maledette timidezza mi impedisce di dire alla ragazza che mi piace che voglio stare con lei, che la vorrei stringere tra le mie braccia, che….che la vorrei fare mia. Dovevo tirare fuori le palle, dovevo farlo. Sono o non sono uomo?! Ero deciso. Quella sera le avrei detto tutto, ogni singola cosa. Prima di uscire mi feci una doccia. Mi spogliai e mi posizionai sotto il getto d’acqua calda. Tutti i dubbi e le incertezze accumulate durante la giornata scivolarono via da me come l’acqua a contatto con la mia pelle. Mi insaponai il corpo e mi sciacquai. Spensi l’acqua. Quando aprii il box doccia il denso e caldo vapore lasciò il posto all’aria fresca che veniva dalla finestra aperta. Presi un salviettine e me lo avvolsi attorno al bacino, poi presi un altro asciugamano e mi ci strofinai il volto e i capelli cosi da asciugarli. Mi misi davanti allo specchio. Restai li a fissare il mio volto. Aveva un non-so-chè che non mi piaceva. Presi schiuma da barba e rasoio e mi rasai. Finita questa operazione mi passai il dorso della mano su guance e collo. Rasatura a dir poco perfetta. Due gocce di dopobarba e andai a vestirmi. Indossai jeans e camicia e ovviamente le mie inseparabili Nike. Ero pronto. O quasi.
 
“Rebecca sei pronta?!” le urlai dalle scale.
“Arrivo! 5 minuti!”
 
E fu così che i 5 minuti si trasformarono in 20 minuti passati ad aspettarla in macchina fuori casa. Quando salii in macchina la squadrai da capo a piedi.
 
“Il vestito…”
“Che ha?”
“Non è troppo corto? Insomma…lo sai come la penso…sembri troppo donna e attiri molti, anche troppi, sguardi indiscreti.” Non mi ritengo un fratello troppo oppressivo ma mia sorella è ancora una ragazzina, quei vestiti così corti…per fortuna che c’eravamo io e Jack a badare a lei. Reb è pericolosa.
“Oh Zack! Manco fossi nostro padre! Come se a te non piacesse che la tua morosa metta su cose del genere…e poi è un semplice vestito!”
“Tu sei mia sorella e questo è un conto la mia morosa è un altro conto”
 
Discussione finita. Parcheggiai l’auto ed entrammo al cinema. Lei era già li che aspettava insieme a suo fratello. Era a dir poco…incantevole. Jack ci salutò per primo. Lei si girò verso di noi, era bellissima. Misi le mani in tasca e abbassai lo sguardo per nascondere l’agitazione. Almeno avrei dato una minima parvenza di calma no? Poco dopo arrivarono anche e Alex e Rian con le rispettive ragazze. Entrammo in sala e ci sedemmo. Per fortuna le luci si spensero alla svelta così potei tirare un sospiro di sollievo. E così anche quella sera non le dissi nulla e mi tenni tutto dentro. Sarei potuto esplodere a presto. D’altronde cosa volevo pretendere? Che appena le dicevo che mi piaceva lei mi cadeva ai piedi? Non esiste. Ci siamo sempre odiati noi. Dovevo continuare a fingere di odiarla e a recitare la parte del fratello rompi palle della amica. Era un bene sia per me che per lei. Ogni tanto durante il film le lanciavo occhiate furtive. Una volta i nostri occhi si incontrarono, ero talmente debole che non riuscii a sostenere il suo sguardo. Usciti dal cinema Reb mi disse una notizia a dir poco meravigliosa vista la sua gioia. Vorreste sapere cosa eh? Ellie sarebbe stata a dormire da noi. Bella. Bella. Bella merda! Questo significava un’ennesima notte in bianco. 

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E finalmente capiamo un po’ che cavolo gira nel cervello di Zack. Forse anche più avanti avremo un pov di Zack. Chissà…
Buona lettura!
-Rebecca







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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Durante il tragitto verso casa Merrick vedevo Zack agitato, come per tutta la serata, continuava a sfregare le mani sul volante. Chissà che gli girava per la testa…io in compenso non ho mai tolto lo sguardo da lui per tutta la sera. Quando i nostri sguardi si incontrarono nella sala del cinema mi sentii raggelare il sangue. I suoi occhi sono un qualcosa di indescrivibilmente meraviglioso. Lasciammo la macchina in garage e salimmo in casa. Io e Reb andammo nella sua stanza e ci preparammo per dormire. Dopo esserci messe il pigiama ci sdraiammo sul letto, sul suo fantastico letto matrimoniale.
 
“Senti ma…che aveva Zack stasera? L’ho visto molto agitato, di solito non è così”
“Già…forse la ragazza che gli piace gli avrà dato buca o robe così, chissà”
“Già…bhè fortunata quella li!” sospirai.
 
 Quanto volevo fossi io. Non potevo dirglielo, era matematicamente impossibile che lui corrispondesse i miei sentimenti. In quel momento entrò in stanza Zack. Che figura di merda! Ci diede la buona notte e se ne andò via. Ok, quella notte sapevo che non avrei chiuso occhio e così fu. Però lo sognai. Sognai che io e lui stavamo insieme felici e contenti come nelle favole. Sognai che mi baciava e non volevo che quel momento finisse mai. Sognai lui nella sua semplicità, nella sua irraggiungibilità.
 
Al mattino mi svegliai e vidi che Reb non c’era più nel letto. Mi alzai e mentre stavo andando in bagno sentii piangere dalla stanza di Zack. Senza pensare un secondo di più entrai e vidi Reb in lacrime tra le braccia del fratello.
 
“Che succede?” Zack non pianse. Era una roccia. Stava soffrendo in una maniera disumana eppure neanche una lacrima gli rigava il volto. Non ho mai conosciuto una persona forte come lui.
“Papà…ha avuto un incidente.” Non gli lasciai finire la frase. Avevo capito tutto. Non poteva essere vero! Lui era un uomo cosi forte, no non era vero.
“Mi…mi dispiace ragazzi!” li abbracciai istintivamente. Erano così deboli, avevano bisogno di tutto il sostegno possibile.
 
 Non potevo e non dovevo lasciarli soli. Io restai a casa con Reb mentre Zack andò all’ospedale dalla madre. Reb si alzò dal letto del fratello, andò in camera sua e si buttò sul suo di letto. Restò così per giorni. Io in pratica mi trasferii da loro in quel periodo. Ero l’unica persona con cui lei volesse parlare. Di lei rimaneva solo l’involucro ma della vera Reb non ce n’era neanche più l’ombra. Dovevo far tornare il sole nella vita di quella ragazza. E come lo avrei fatto? Semplice. L’avrei tirata per un braccio fuori da quello schifo di stanza, l’avrei buttata sotto la doccia, le avrei sistemato i capelli e l’avrei portata a mangiare un gelato. Detto fatto.
 
“Il 23 si parte” esclamai dando l’ultima leccata al mio cono gelato al gusto di nocciola. Il mio preferito oltretutto.
“Cosa stai dicendo?!” rispose dubbiosa mettendo in bocca l’ennesima palettina di gelato
“Hai capito benissimo baby! Andiamo in Italia!”
“Stai scherzando vero?!”
“Ho la faccia di una che scherza secondo te?” dissi puntandomi l’indice verso il volto.
“No no. E come mai?”
“Devi staccare da questo ritmo di vita, dopo questo brutto colpo ti ci vuole qualcosa di nuovo. Un bel viaggio non ti farà male! Poi devi conoscere i miei nonni!!!”
 
Reb urlò un grazie e mi buttò le braccia al collo e mi diede un fragoroso bacio sulla guancia. Era euforica. Finalmente dopo tanto tempo la vedevo sorridere. Ero fiera di me. Si perché ero riuscita a far tornare il sorriso alla mia migliore amica e poi perché il mio piano aveva funzionato! I giorni prima della partenza passarono velocemente, non combinammo nulla di particolarmente interessante a dir la verità. Ce la spassavamo come ragazzi normalissimi e non come componenti di una rock band o appartenenti alla ‘crew’. Zack non diede mai segni di cedimento, anzi era il primo che quando dovevamo fare qualcosa organizzava tutto lui e faceva di tutto pur di divertirsi e far divertire. Però non bisticciavamo più come prima. Era diverso tra di noi. Parlavamo come persone civili, non ci guardavamo più in cagnesco, non parlavamo alle spalle l’uno dell’altra. Qualcosa stava cambiando e decisamente in meglio.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Il giorno della partenza arrivò. Ci ritrovammo tutti quanti all’aeroporto e ci imbarcammo. Grazie alla mia immeritata benignità lasciai sedere Jack vicino a Reb, sapevo di aver fatto una buona azione. Per mia sfortuna Alex era seduto insieme a Lisa, Rian insieme a Cassee…e io…vicino a Zack. Non che mi dispiacesse! Niente affatto ma ero più che altro agitata, ero preoccupata del fatto di riuscire a costruire una conversazione logica senza balbettii, risate isteriche e robe del genere. E devo dire che sono riuscita a mantenere la calma e a parlare in una maniera decente. Mi stupisco di me stessa. Presi mp3 e pc portatile e iniziare a sentire musica e scrivere.
 
“Che scrivi di bello?” mi domandò Zack incuriosito.
“Ah…no niente di che…butto giù pensieri alla rinfusa” mi tolsi le cuffiette dalle orecchie e rilessi ciò che avevo scritto.
“Posso leggere?” No! No che non puoi! Sto scrivendo a te, sto scrivendo di tutti i sentimenti che provo per te, no che non puoi leggere! Ero disperata.
“Si, leggi pure. Ad un patto però!”
“Quale?”
“Che tu non mi prenda in giro.” Zack accettò il patto e iniziò a leggere.  Quando ebbe finito di leggere mi restitui il pc.
“Fortunato”
 
Disse solo quella parola. Cosa intendeva dire? Forse che anche a lui farebbe piacere che una ragazza scrivesse del genere sul suo conto? Bhè in verità è già successo anche se lui non ne sapeva nulla. O chissà che altro voleva dire…è proprio vero che dietro alle parole a volte si celano dei misteri. Riflettei molto su quella parola. Chiusi il pc e ritornai con le cuffiette nelle orecchie a drogarmi di musica. Cercai una posizione comoda per riuscire a dormire ma non la trovai.
 
“Posso?” domandai timidamente a Zack appoggiando la testa sulla sua spalla
“Certo!”
 
Di nuovo il suo profumo. Una droga. I suoi muscoli. Una protezione. Lui. Ragione della mia vita.
Mi addormentai sulle note di the kill dei thirty seconds to mars.
 
“Hei Ellie! Svegliati…siamo arrivati.” Disse una voce dolce svegliandomi.
 
Quando aprii gli occhi e vidi che era Zack gli sorrisi e lui ricambiò. Scendemmo dall’aereo e aspettammo fuori dall’aeroporto che i taxi arrivassero per portarci a casa. Avremmo risieduto a casa dei miei nonni materni, due teneri vecchietti che ci avrebbero viziato e coccolato come fossimo tutti figli loro. Finalmente in Italia. Come mettemmo piede in casa i miei nonni ci accolsero calorosamente, tipica caratteristica degli italiani. Dopo i saluti si sistemammo ognuno nelle proprie stanze: Reb e Jack, Rian e Cassee, Alex e Lisa in tre stanze separate e io nella stanza di mamma quando era giovane e Zack in un'altra stanza. Quella casa era immensa! Per farci stare tutti nonna ci diede stanze che erano anni che non utilizzava. Dopo averci riempito con un bel pranzo all’italiana io e Jack portammo i ragazzi a fare un giro del posto.
 
Nel frattempo si era fatta sera e decidemmo di mangiare fuori, così andammo in un ristorante. Il nostro ristorante di fiducia li servivano un fritto misto da paura! Tremendamente buono e nemico della linea…Mangiammo tutti quanti di gusto e penso che da quel giorno li tutte le mattine ci stava una bella corsa e un bell’ allenamento per smaltire la ciccia in più. Nel dopo cena raggiungemmo dei nostri amici in spiaggia. Eravamo tutti in cerchio attorno al falò. C’era chi aveva la chitarra in mano e suonava. C’era chi picchiettava con le mani su un tamburello improvvisato. Chi cantava. Chi rideva e chi invece come Zack se ne andò via con una scusa. Lo seguii con lo sguardo. Con le mani nelle tasche dei pantaloni camminava sulla battigia, poi non lo vidi più. Di scatto mi alzai e lo seguii. Lo vidi. Era seduto con le gambe piegate con le braccia attorno ad esse a guardare il mare. Di sera era così affascinante. Era li fermo come una roccia, impassibile. Anche quel venticello che c’era non sembrava dargli fastidio, non muoveva un solo muscolo. Mi avvicinai a lui.
 
“Hei, come mai qui da solo?” gli domandai standogli dietro la schiena ancora in piedi.
“Oi, riflettevo…”
 
Appoggiai la mia borsa sulla sabbia e mi sedetti di fianco a lui. Restammo in silenzio per un bel po’.
 
“Mi manca” disse lui rompendo quello spesso strato di ghiaccio. “Mi manca papà, Ellie, mi manca”
 
Non avevo mai visto piangere un ragazzo forte come lui eppure in quel momento le lacrime gli stavano rigando il volto. Era irriconoscibile. Il ragazzone tutto muscoli, forzuto e timido di sempre non esisteva più. Annullato. Mi ritrovavo di fronte ad un ragazzo con le sue paure, che deve affrontare i suoi demoni ma non sa come farlo, un ragazzo che ha bisogno di sentire calore umano, un ragazzo in lacrime per la morte del padre. Un ragazzo debole e indifeso.
 
“Abbiamo litigato pochi mesi fa e da li non ci siamo più parlati. Mi sento in colpa, con tutti quello che ha fatto per me guarda io come l’ho ripagato. Ripagato con un silenzio di un figlio cocciuto che non voleva ammettere di aver sbagliato. Dio quanto sono stato stupido!”
 
Si diede un pugno sulla coscia. Le lacrime continuavano a scendergli sulle guance. Lo abbracciai. Fino a pochi giorni fa al pensiero di abbracciarlo mi sarei tagliata le vene piuttosto di farlo eppure adesso ero io ad abbracciarlo e consolarlo.
 
“Non devi avere rimorsi Zack, nessuno. Anche se in questi mesi non vi siete parlati sappi che lui è sempre stato fiero di te. Ne sono certa. Come sono certa del fatto che quando sentiva nominare il tuo nome gli spuntava un sorriso pieno di orgoglio per quel figlio che dopo molti anni e con tanti sacrifici ha fatto del suo sogno realtà” mi sciolsi dall’abbraccio e gli asciugai le lacrime.
“Tu…dici davvero?”
“Si, dico davvero.”
“Grazie Ellie. Grazie”
 
Avrei voluto sentirmi dire quelle parole all’infinito. Gli risposi con un sorriso. Calò di nuovo il silenzio, questa volta era carico di gratitudine. Lui continuò a guardare il mare e io…guardavo lui con la coda dell’occhio. Zack se ne accorse e diventai rossa. Si mise a ridere e dopo un momento di esitazione feci lo stesso. Poi d’improvviso lo baciai. Un fulmine a ciel sereno. Non mi interessava sbagliare, non mi interessava nulla, volevo solo baciarlo. All’inizio non sembrava convinto poi si sciolse e iniziò a baciarmi anche lui. Quando sfiorai le sue calde labbra un brivido mi percorse la schiena. Labbra cosi dolci e morbide. Le nostre lingue si sfiorarono delicatamente. Avevo il cuore che batteva all’impazzata.
 
Possibile che mi fossi innamorata?! Si, possibile. Io con lui stavo bene, mi sentivo protetta e poi quel bacio…Ci staccammo l’uno dall’altra dolcemente quasi a non lasciarci mai. Riaprii gli occhi e realizzai ciò che era appena successo. Mentalmente mi diedi della scema. Ci guardammo negli occhi e sulle mie labbra comparve un sorriso, un sorriso da innamorata, di quelli che non vanno più via finché il sogno non svanisce. Avevo fatto una cazzata. Ma di quelle grosse! Eppure volevo assaporare di nuovo quelle labbra. Ma no! Non potevo farlo. In fondo io e lui siamo sempre stati nemici. Non doveva succedere un’altra volta. Non dovevo e non potevo farlo succedere di nuovo.
 
Mi stavo per alzare quando Zack mi prese per un braccio e mi tenne a sedere. Mi prese con decisione per i fianchi e mi attirò a se. Mi accarezzò il viso e mi baciò. Gli buttai le braccia al collo. Ci baciammo. Le sue labbra erano di nuovo sulle mie. Sentivo il suo cuore battere, andava anche più veloce del mio. Smisi di pensare a tutto e mi concentrai solo su quel bacio. Quell’eterno bacio. Le sue labbra si stavano staccando dalle mie.
 
“No no, ancora. Ti prego ancora.” Pensai.
 
Purtroppo ci dovettimo staccare per riprendere fiato. Erravamo li sulla spiaggia. Di notte. Con le mie gambe sulla sue. Uno di fronte all’altro con le fronti attaccate. Sospirai. Lui mi scostò una ciocca di capelli dagli occhi e iniziò a parlare.
 
“Ci credi se ti dico che mi piaci da morire?”
“Si, ti credo”
 
Fottuta. Ero fottuta. Mi sono fottuta da sola con quel primo bacio. Mi scoccò un rapido bacio a stampo prima di ritornare dagli altri ragazzi al falò. Ci rialzammo e mano nella mano ritornammo da loro.
 
---

Saalveee :)
Quanto amo questo capitolo!
Finalmente Zack e Ellie si baciano! Era oraaa u.ù
Devo dire che questo è e sarà uno dei capitoli più lunghi della storia ma non potevo spezzarlo! O no?
Buona lettura e recensite pinguini.
-Rebecca.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Arrivammo dai ragazzi entrambi sorridenti al massimo. Guardai Reb e con un solo sorriso mi disse ‘Spero siate felici insieme, vi auguro tutto il bene del mondo’
 
“Wo ragazzi! Fermi tutti un’attimo” disse Alex. Ci avvicinammo ancora di più. “Nuova coppia in arrivo” urlò. Mi strinsi ancora di più l braccio di Zack e iniziai ad arrossire.
 
Ci sedemmo con loro e subito le ragazze mi chiesero che era successo e robe così e lo stesso fecero i ragazzi con Zack.
 
“No dicci ma come hai fatto a conquistare il cuore del tenebroso Zack?” domando incuriosita Lisa.
“N…non lo so nemmeno io! E’ stato tutto così…così veloce! Un colpo di fulmine e bum..ci siamo piaciuti. Strano è?” Ci mettemmo tutte quante a ridere.
“Zack, caro il mio ragazzo” esordi Jack dandogli una pacca sulla spalla “ti faccio tanti tanti ma tanti auguri. Se la sopporti per un tempo ragionevole giuro che ti pago” Bell’augurio da mio fratello!
 
Per tutto il resto della serata parlammo di questo nuovo sentimento nato tra me e Zack ma c’era qualcuno che non ne era molto contento e quel qualcuno era mio fratello. Rientrati in casa diedi il bacio della buona notte a Zack e andai nella mia stanza. Anche se ormai la si poteva abbandonare. Mentre mi stavo mettendo il pigiamo Jack entrò nella mia camera.  
 
“C’è qualcosa che devo sapere?” disse.
“Cos’è adesso non si bussa più?” iniziai a tremare. Avevo paura della sua reazione.
“Bhe ecco vedi…” Jack non mi lasciò finire la frase.
“Spero sia la persona giusta per te”
 
Whaat?! Non ti arrabbi? Non mi dici che sono una stupida a mettermi con Zack? Nulla di tutto questo. No. Si congratula con me e mi abbraccia. Siamo sicuri che sia mio fratello e non un alieno?!
 
“Si, ne sono sicura” mi sedetti sul mio letto. Jack si sedette di fianco a me e mi abbracciò.
“Anche se è il mio migliore amico sono pronto a spaccargli la faccia se osa farti soffrire” mi sussurrò nell’orecchio prima di sciogliersi dall’abbraccio.
“Tranquillo, all’autodifesa ci penso io!” esclamai facendo l’occhiolino.
Ci augurammo la buonanotte e usci dalla stanza.
 
Mi infilai sotto le lenzuola e cercai di addormentarmi. Cosa che non avvenne mai. Mi alzai e di soppiatto entrai nella stanza di Zack.
 
“Si può?” Domandai sottovoce.
“Ovvio!” Mi stesi sul letto accanto a Zack. “Staremo un po’ stretti…” Zack si spostò per farmi più spazio.
“No va bene così” Eravamo attaccati. La mia schiena contro il suo petto. Lo sentivo che si alzava e si abbassava ad ogni respiro. Sentivo il suo respiro sul mio collo. Mi baciò i capelli. Mi strinsi ancora di più a lui. Passò un braccio attorno al mio bacino e mi abbracciò. Stavo bene tra le sue braccia.
“Non sai da quanto aspettavo questo momento” dissi.
“E tu non sai da quanto tempo aspettavo fossi mia” rimasi stordita da quelle parole.
 
Io dico…in pratica ci siamo dichiarati poche ore fa e lui già mi dice una cosa del genere…mi faceva sentire importante! Ci demmo la buona notte e ci addormentammo.

---
 
Aloha!
Mi scuso per la brevità di questo capitolo ma è stato un capitolo di duro lavoro per me.
Speriamo in un undicesimo capitolo migliore.
A tutti buona lettura e recensite pinguini! U.ù
-Rebecca.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Zack’s pov.
 
Finalmente era mia. Finalmente i miei sogni si sono avverati. Davvero non avrei mai detto che potesse succedere in questo modo. Penso che quella sera in spiaggia me la ricorderò per sempre. Per tutta la mia vita. E adesso era li, nel letto di fianco a me. Le scostai i capelli dal collo e le diedi un leggero bacio dietro l’orecchio. La abbracciai e mi addormentai con il braccio sotto la testa.
 
Al mattino mi alzai di buon’ora. Mi feci una doccia e scesi in cucina dove trovai la nonna di Ellie.
 
“Nonna! Nonna! Nonna!” gli urlai correndole incontro sulla terrazzina. Voleva farsi chiamare cosi da tutti. Ormai ci trattava come suoi nipoti e noi come la nostra vera nonna.
“Abbassa la voce che svegli gli altri! Ah…bella la ragazzina tua” la guardai stralunato. Com’è che sapeva già tutto? I poteri delle nonne. Capiscono subito tutto al volo prima che ti glielo dica. Donne…belle strane!
“Chi te l’ha detto?”
“I tuoi occhi”
 
Ci sedemmo al tavolo in terrazza e facemmo colazione insieme. Le dissi tutto anche se sapeva ormai tutto visto che i miei occhi parlavano! Preparai una bella colazione per la mia bella e gliela portai in camera.
 
“Hei bella…svegliati” le diedi un bacio stampo sulle labbra. Sembrava biancaneve, la carnagione c’era…i capelli un po’ meno, al posto di un bel caschetto di capelli lisci aveva una criniera di capelli ricci. Ma questi erano solo dettagli!
 
Aprii i bellissimi occhi nocciola e mi salutò con uno di quei suoi bellissimi sorrisi.
 
“Buongiorno” le porsi il vassoio con la colazione. Mi sedetti sul letto e la guardai sorseggiare la spremuta d’arancia.
“Dormito bene?”
“Fin troppo” rispose lei addentato il cornetto. Le sorrisi.
 
Le scoccai un ultimo bacio sulla fronte e la lasciai nella stanza. Io portai via il vassoio con quello che rimaneva della colazione e mi vestii per andare in spiaggia. Arrivati in spiaggia trovammo già Jack e mia sorella spaparanzati al sole. Mia sorella e la mia ragazza si misero subito a parlare. E sentii che parlavano della serata e nottata di entrambe.
 
“Chi viene con me in acqua?” domandò Jack.
Nessuno dei 4 esitò a dare la risposta e dopo 10 secondi eravamo già tutti in acqua. Ci scatenammo in una battaglia a chi schizzava più acqua. Purtroppo noi ragazzi perdemmo. Ma dico, come si fa a perdere contro due ragazze?! Che delusione.
 
Nonostante tutto un velo sottile di tristezza c’era ancora così iniziai a nuotare verso gli scogli, che stavano al largo. Mi fermai un attimo e vidi che Ellie mi segui.
 
“Che ci fai qui? Torna indietro che hai paura dell’acqua troppo alta!”
“Ehm…troppo tardi, ormai sono qui e continuo fino agli scogli” disse rimettendosi a nuotare. 
 
Quanto era testarda quella ragazza! Arrivati agli scogli ci sdraiammo a prendere il sole.
 
“La prossima volta io opto per il materassino!” esclamò Ellie. Scoppiammo a ridere.
“Sai che messo così sembri un sirenetto?” disse lei guardandomi. Ero coricato su un fianco con la testa appoggiata sul braccio.  
Mi guardai il petto d’istinto. Rialzai lo sguardo verso di lei. “allora è meglio che mi cambio posizione”
 
Mentre parlavo con lei tenni gli occhi chiusi per non accecarmi con la luce del sole. Sentii qualcosa salirmi sulla spalla. Aprii gli occhi e vidi che era un granchietto. Lo presi per una chela.
“Hei tu bello, come osi salire sulla spalla del sirenetto?” detto questo lo presi e me lo tolsi dalla spalla.
Ellie mi guardò come per dire ‘ma con chi mi sono messa insieme io?!’
“Che c’è? Non parli mai con gli animali te?” mi scusai.
“Sei strano forte!”
 
Si buttò in acuqa. “Muoviti che ho fame!” Ritornammo all’ombrellone dove c’erano tutti i ragazzi.
 
---

Dopo attenta riflessione ho deciso di continuare questa storia.
Spero solo non sia noiosa.
Baci e buona lettura pinguini.
-Rebecca.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Zack si sdraiò a prendere un po’ di sole. Vedendolo così bello coricato sulla sdraio a occhi chiusi non resistetti più. Dovevo fargli uno scherzo era, come dire…d’obbligo!
 
“Gli facciamo uno scherzo?!” mi propose Alex. Si, anche lui con la mia stessa mente geniale!
“Ovvio!” Preparammo tutto il necessario.
 
Reb era l’addetta al video. Alex era quello che doveva lanciare la secchiata d’acqua gelida e Jack e Rian gli sarebbero saltati addosso mentre era ancora sotto shock dalla secchiata e io…essendo la mente non potevo essere anche il braccio. Mi sembra ovvio. Il piano riuscii alla perfezione e come da manuale il video finii subito su youtube. Tutti quanti ce la ridevamo alla grande.
 
“Carra il mio sirenetto tutto bagnato!” esclamai.
“Oh lo sapevo che dietro a tutto c’eri tu!” disse asciugandosi il viso.
“Oh poveriiiino”
 
 Zack iniziò a correre verso di me. Io cercai di dileguarmi ma lui mi prese in spalla. Continuavo a urlargli di mollarmi ma lui zero, non mi mollava. Mi agitavo ma lui zero, non mi mollava. In compenso mi buttò in acqua.
 
“Oh poverina, la mia sirenetta tutta bagnata!” che presa per il culo.
 
 I ragazzi erano belli tranquilli a ridersela. No, e chi vedo? Jack che filma tutto. Brutto bastardo! Mi catapulto da lui.
 
“No Jack ti prego non metterlo in linea! Ti prego no!” lo pregai in turcomanno antico.
E lui cosa fa? Alza la mano dove ha l’i-phone al cielo cosi non riesco a prenderglielo. Bastardo di un gigante. Il brutto di essere bassa.
“Troppo tardi!”  la mia reputazione di ragazza dal cuore di ghiaccio era compromessa.
“Brutto scimmione che non sei altro!” gli urlai dietro stizzita.
 
La nostra giornata in spiaggia fu tutta cosi in pratica. C’è a dire la verità tutte le giornate passate insieme erano così. Ci divertiamo con poco noi. Molto poco a volte. Troppe volte.
 
“Io e Zack dobbiamo andare via, voi state qui quanto volete. Ciao!” disse Reb prima di sparire dalla spiaggia con suo fratello. Perché Zack se ne va senza dirmi nulla? Bho. Magari….bhè avranno avuto una buona ragione, no?! Si infatti. Bhè io in compenso rimasi in spiaggia con i ragazzi a giocare al gioco della bottiglia. Penitenza: dare un bacio stampo sulle labbra. Non ero molto entusiasta delle penitenza ma vabbè giocai lo stesso. Feci girare la bottiglia e chi segna? Jack.
 
“Oh no! No! No! No! Non ci penso nemmeno! Bleeeah mio fratello noo! Non potete farmi questo ragazziii” li pregai in aramaico.
“Uccidetemi” esclamò Jack alzandosi in piedi.
“Eddai ragazzi non fate così!” disse Rian.
“Ah no?! Mi tocca baciare sto…sto…sto….coso!” risposi alquanto schifata.
“Il ‘coso’ ha anche un nome” rispose in tono Jack.
“Se se Jack…”
“Ok….visto che siete voi due si annulla sto giro! Dai Ellie tocca di nuovo a te.” Disse Lisa. La più saggia di tutti.
 
Girai la bottiglia, di nuovo. Stavolta segnò Alex. Jack scoppiò a ridere sapendo della mia vecchia cotta per lui. Io al contrario rimasi di…sasso.
 
“Allora?” domandò Alex.
Dopo questo istante di trance pagai la mia penitenza. Non che mi dispiacesse affatto…anzi…Dopo di me toccava a Jack. Girò la bottiglia. Chi usci? Dico solo questo. Jalex exist. Avete capito vero? Immagino di si. Lisa aveva un espressione tra il seccato e ‘fermi-tutti-lui-è-il-mio-uomo-e-lo-bacio-solo-io’.
 
“Eddai Lisa…non guardarmi così! Io amo solo te…e anche Jack…no dai scherzo. Amo solo è un gioco, questo! C’è che devo dirti…attiro io!”
“Amoreee mio!” esclamarono all’unisono i due.
 
Bleah che schifo.
 
“No, ok è tardi andiamo a casa.” Esclamò Casse seccata dal gioco.
 
Tornammo a casa ma dei fratelli Merrick manco l’ombra. Mentre aiutavo nonna a preparare la cena li vidi rientrare.
 
---

Aloha!
Ecco qui l’ennesimo noioso capitolo della storia. Chissà perché i Merrick sono scappati via così. Bhà…vedrò di inventarmi qualcosa xD E la scena del gioco della bottiglia devo dire che è venuta molto bene…sisisi
Buona lettura piccioni!
-Rebecca.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Zack’s pov.
 
“Mi serve il tuo aiuto” dissi a Reb mentre usciva dal bar della spiaggia.
“C..cosa?”
“Si, è vero” dissi seccato. Non mi piaceva dover chiedere aiuto. Non parliamo poi a doverlo chiedere a mia sorella. “Mi serve l’aiuto di una ragazza”
“E…come mai?” era sempre più curiosa.
“Ellie” gli dissi solo questo. Mi presa per la mano e mi trascinò con lei.
 
Entrammo in un negozio di vestiti. Reb mi disse di aspettarla li all’entrata. Così feci. La vidi venire verso di me con in mano un vestito blu, una giacca di pelle nera e delle scarpe.
 
“Tieni.” Mi disse sbolognandomi la roba.
“Le piacerà?!” domandai tutto preoccupato.
“Ovvio”
 
Pagai e ritornammo a casa. Entrai di soppiatto nella nostra stanza. Posai gli abiti sul letto e con delicatezza chiusi la porta. Lei stava aiutando la nonna a preparare la cena.
 
“Ellie hai visto la mia maglia della Diesel?!” era solo una scusa per farla venire da me. Non avevo neanche una maglia della Diesel io!
“No…prova a vedere in camera”
“Ci sono ma non la vedo!”
Aprì la porta.
“E quelli?!”
“Vestiti che ti porto fuori a cena” dissi abbracciandola da dietro. La baciai sul collo.
 
Ellie avvisò la nonna che non ci saremmo stati a cena. Ci preparammo. Quando vidi Ellie con quel vestito mi venne un piccolo mancamento. Era incantevole. Quel vestito le esaltava tutte le curve. Una dea. I lunghi ricci le cadevano fluidi sulla schiena. Gli occhi: incantevoli. Poi con il tacco alto quelle meravigliose gambe venivano slanciate ancora di più. No ok stop. Zack basta farsi strane idee.
 
“Allora, come sto?” mi domandò sfoderano un sorriso troppo sexy a cui a stento si resiste.
Scossi la testa per scrollare via i miei ‘pensieri’. “Sei una favola!”
“Oh grazie” Arrossii. “Su muoviti anche tu però!”
 
Si, giusto. Dovevo vestirmi. D’altronde non potevo uscire in costume. Indossai il mio gessato nero. Anche se ero in vacanza non potevo non prendermelo su in valigia! Camicia bianca, cravatta nera e scarpe nere.
 
“Andiamo?”
“Si mio principe” rispose lei dandomi un bacio sulle labbra.
 
La presi a braccetto e andammo al piano di sotto. Sceso l’ultimo scalino un boato si levò dal tavolo dove stavano cenando tutti quanti.
 
“Che schianto ragazzi!” esclamò Rian.
“Attenta a non fartelo scappare! Guarda che figo…” disse Lisa.
 
Erano tutti felici per noi. Li salutammo e uscimmo di casa. Mi portò in un ristorante bellissimo. La cena era squisita e la serata una cosa a dir poco magnifica. Finita la cena rimanemmo seduti al tavolo mano nella mano.
 
“Non abbiamo avuto molto tempo per stare soli…Volevo dirti che a te ci tengo davvero tanto. Sei speciale. Ti voglio un bene dell’anima” mi disse.
“Anche io…”
 
Poi ci alzammo e uscimmo dal ristorante. Andammo in spiaggia. Il mare di sera è una cosa meravigliosa. Ci togliemmo le scarpe e camminammo in riva al mare. Le passai un braccio attorno le spalle. Rigorosamente sempre mano nella mano. La baciai.
 
---
 
Heilààà :)
Ennesimo Zack’s pov. Si, ci stava! Poi il prossimo capitolo…ok, non anticipo nulla. Ciao piccioni pinguini.
-Rebecca.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Quel bacio. Oddio quel bacio era come il nostro Primo bacio. Così…così…bello è dir poco. Ma non so come descriverlo! C’è una cosa magnifica. Restammo li a guardare in perfetto silenzio le onde che si infrangevano sulla riva. Ci mettemmo le scarpe e tornammo alla macchina. Salimmo a bordo e in men che non si dica eravamo davanti alla porta di casa.
 
“Non voglio entrare” dissi. Zack mi guardò stranito. “Non voglio che questa serata finisca” mi torturai le unghie dall’agitazione. Non mi ero resa pienamente conto di cosa stavo dicendo con quelle parole, o forse si? Sta di fatto che avevo parlato.
“Non so se…”
“No Zack, niente se o ma. Io ti desidero, ti voglio. Voglio averti tra le mie braccia adesso e per tutta la notte per tutte le notti”
“Anche io ti desidero più di qualsiasi altra cosa Ellie…”
“Ecco allora metti in moto la macchina e andiamo da un’altra parte. Questa sera siamo solo io e te”
 
Ripartimmo. Andammo alla casa sulla spiaggia di famiglia. Lasciammo la macchina nelle vicinanze. Zack scese in fretta e mi apri la portiera. Mano nella mano entrammo in casa. Nemmeno il tempo di accendere le luci e chiudere la porta che le nostre labbra già si sfioravano e le nostre lingue si assaporavano. Baci pieni di passione.  Zack mi mise con la schiena attaccata alla porta. Non potevo muovermi. Potevo solo stare li e godere dei suoi bollenti baci sul collo. Con una mano era appoggiato alla porta e con l’altra sentivo che mi accarezzava la coscia. Avvolsi una gamba alla sua e me lo tirai ancor di più a me.
 
“Dov’è la camera?” chiese lui non smettendo di baciarmi. La sua mano saliva sempre più su. Un brivido mi percorse la schiena.
“Di..di..sopra” accennai.
 
Mi prese in braccio e salii le scale. Riuscii ad aprire la porta seppur di spalle e in braccio a lui che lo baciavo. Stima. Sentito il ‘click’ della porta che si apriva Zack ci si precipitò dentro. Con estrema semplicità mi tolsi i tacchi. Ci staccammo solo qualche secondo per respirare. Eravamo fronte contro fronte. Naso contro naso. Occhi negli occhi. Sentii le sue braccia circondarmi i fianchi. Una leggere sensazione di freddo mi pervase la schiena. Zack abbassò con delicatezza la zip del vestito. Con altrettanta delicatezza mi accarezzò prima una spalla abbassandomi una spallina del vestito e poi quell’altra. Il vestito scivolò a terra. Lo gettai via con un gesto dei piedi e avanzavamo sempre più verso il letto.
 
Forse stavo sbagliando o forse no. Non lo so. So che quello che stavo facendo lo stavo facendo con il cuore e con l’anima. E poi a dircela tutta…non mi importava molto sbagliare quanto spogliare quel corpo. Il suo bellissimo corpo.
 
Passo dopo passo ogni bottone della camicia era sbottonato. Toccai con il polpaccio il freddo legno del letto. Mi lasciai cadere all’indietro. Zack rimase in piedi davanti a me. Afferrai il colletto della camicia e lo baciai facendolo chinare su di me. Si sbarazzò velocemente della camicia. Si staccò dalle mie labbra, mi guardò e vidi la fossetta. Stava sorridendo. Gli slacciai la cintura e cosi feci anche con i pantaloni. Si fermò. Rimase seduto sulle mie gambe e mi fissò dritto negli occhi.
 
“Siamo sempre in tempo per tornare indietro”
Le nostre mani si intrecciarono.
“Non adesso che inizia il bello” risposi.
Di nuovo la fossetta.
 
Il respiro si faceva sempre più affannoso. Le lingue due fiumi in piena. I cuori due martelli pneumatici. Non c’era lembo di pelle che non mi accarezzò. Mi prese le braccia, me le accarezzò e me le alzò. Labbra. Collo. Spalle. Seno. Pancia. Mi baciò ovunque. Con il tallone toccavo ogni centimetro di pelle della sua gamba. Con una mano mi teneva per la mano e con quell’altra mi slacciò il reggiseno. Usò molta abilità. Poi…lo sentii entrare dentro di me. Feci una smorfia di dolore. Lui se ne accorse.
 
“Perdonami” mi sussurrò con un filo di voce.
 
Una, due, tre spinte e anche più. Mi sentivo strana. C’era qualcosa di nuovo…bhè era tutto nuovo. Ma questo era qualcosa di particolare…una sensazione dal basso ventre. Inarcai la schiena per il piacere.
 
“Zack!” Esclamai. Ridacchiai. Adesso era tutto chiaro, quella strana sensazione, tutto si era spiegato con un semplice nome.
 
Le spinte continuarono finchè non venne anche lui. Lo sentii uscire dal mio corpo. Si sdraiò di fianco a me. Entrambi stanchi. Entrambi con il fiatone. Entrambi con il cuore a mille. Entrambi sudati. Entrambi felici. Cercai la sua mano e la strinsi. Ci guardammo intensamente negli occhi.
 
“Ti amo” gli dissi.
 
Il primo ti amo detto su quel letto cigolante.
 
“Anche io Ellie”. Mi baciò . Appoggiai la testa sul suo petto con lui che mi abbracciava.
 
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L’avevo detto io che era un capitolo bomba!
Buona lettura
-Rebecca.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Non c’erano molte cosa di dirgli e quelle poche che c’erano erano banali. Preferii starmene in silenzio ad ascoltare il battito del suo cuore che pian piano si stava regolarizzando.
Però una cosa da dirgli c’era.
 
“Grazie” Si, grazie. Grazie per la bella serata passata insieme e per avermi fatta sentire speciale e importante. Zack non disse nulla in risposta. Mi sorrise e basta. Iniziò a coccolarmi. Mentre lui mi accarezzava la schiena io iniziai a fare dei piccoli disegni con il dito sul suo petto. Disegnai la mia iniziale poi un cuore e ancora la sua iniziale.
 
“Per sempre” disse lui. Mi baciò la testa.
“Com’è che il mio guerriero è stanco?” scherzai.
Rise mettendosi un braccio sotto la nuca. “Colpa tua cara mia!”
“Mia?!”
“Si! Mi hai fatto impegnare troppo e guarda adesso come sto stanco!” Oh povero cucciolo! Un po’ di vita dopo una serata così! Il guerriero sirenetto sbadigliò.
Gli diedi un bacio stampo.
“Dormi bello mio” gli dissi tornando alla mia posizione originale.
“Impossibile riuscire a farlo dopo una serata del genere.”
 
Bum. Bum. Bum. Bu-bum. Bu-bum. Il battito del cuore aumentò quando mi baciò. Mi addormentai. Quando mi svegliai sentii il suo respiro sulla mia schiena. Eravamo mano nella mano dalla sera prima, non mi ha lasciata nemmeno un secondo. Cercai di alzarmi ma lui con il braccio mi attirò a se. Sorrisi spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
“Buongiorno” glielo sussurrai vicino all’orecchio. Comparve la fossetta. Gli scoccai un bacio sulla guancia.
“Che ore sono?” disse Zack aprendo lentamente gli occhi.
“Le 12:30”
“Meglio muoversi qua!”
 
Gli posai una mano sul petto e lo costrinsi a stare a letto. Iniziò a fare tutte le facce buffe. Non resistetti. Presi il suo i-phone e iniziai a scattargli foto a dismisura. Passammo quasi tutto il pomeriggio a letto a ridere e farci foto. Quando iniziò a farsi tardi ci vestimmo e tornammo a casa.
 
“Dove siete stati?” tuonò Jack seduto sul divano del salotto.
“Siamo stati…via…” abbozzai una frase.
“Mi hai fatto preoccupare! Cavolo avvisare no?!”
“Oh piano fratello! Ero con Zack!”
“Chissene, sei mia sorella! Mi sono preoccupato quando ho visto che non siete tornati questa mattina”
“Hei Jack tranquillo” disse Zack dandogli una pacca sulla spalla.
 
Zack e io andammo in camera a cambiarci. Cenammo e con i ragazzi uscimmo per andare in discoteca. Io e mio fratello eravamo come di casa li, tutte le estati andavamo li a ballare. Inatti il titolare nonché barista ci offriva sempre da bere. Appena entrammo Jack prese per la mano Reb e sparirono in mezzo alla pista a ballare. Li seguii con lo sguardo. All’inizio ballavano normalmente quando il dj invece ha messo su un pezzo più lento e con movimenti più sensuali allora li è stata la fine. I corsi di ballo orientale di Reb in certi casi diventavano utili. Un ballo cosi affiatato non l’ho mai visto, dico davvero. Anche perché poi mio fratello non era di certo un gran ballerino, diciamo che se la cava. Sembravano una cosa sola: i movimenti di lei assecondati benissimo dai movimenti di lui. Io invece me ne stavo comodamente seduta al bancone a parlare con il titolare. Sapendo del nostro arrivo nel locale e dell’amore smisurato di Jack per la macarena il dj mise su la musica. In due secondi la pista si riempi e tutti ballavano la macarena. Jack vedendomi seduta mi trascino in pista a ballare. Che odio! Però lo stesso fece Reb con suo fratello. Il che non mi faceva sentire l’unica idiota a ballare. All’inizio mi vergognavo molto però dopo iniziai a divertirmi davvero tanto. Dopo qualche giro di macarena tornò la solita musica da discoteca. Ringrazia davvero tanto il dj per avermi salvato la vita! Mi concedetti un drink.
 
“Mi concede un ballo, principessa?” mi girai verso Zack.
“Certo” con il drink in mano mi diressi verso la pista con lui.
 
Eravamo due pazzi scatenati. Lui che si passava due dita sugli occhi a ‘la febbre del sabato sera’ e io che tentavo di ballare il boogie boogie che su quella musica…non era proprio il massimo! A fine serata ci rintanammo in un Irish pub. Ognuno aveva in mano un boccale di birra. Giocammo al gioco dell’alafabeto. Era semplice. Consisteva nel battere veloce le mani e uno ciascuno dire la lattera con un corrispondente stato, se non ti veniva il nome come penitenza di beveva un bicchierino di wiskhey. Alla fine persero Lisa e Cassee. Io e Reb si eravamo un po’ brille. Un po’ molto brille. Ritornammo a casa tutti quanti belli felici.
 
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Aloha!
Oddio che schifo di capitolo! Sono senza idee ç__ç ma so che voi mi perdonerete, vero?! Si che lo farete! #speranza
Vi auguro una buona lettura ;)
-Rebecca.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


L’estate passò in fretta. E arrivò anche il giorno della partenza. Questi mesi passati in Italia sono stati fantastici. Li ho conosciuto l’amore, ho rafforzato amicizie e sono cresciuta come persona. Ripensandoci devo proprio ammettere che quella pioggia di quel giorno di metà maggio era davvero fortunata. Grazie mille. Si, perché è anche grazie a lei che ho potuto conoscere uno Zack migliore, più dolce, più uguale a me, più tutto. A no..anche meno antipatico. Ho scoperto uno Zack tutto nuovo e ora…tutto per me.
 
Ormai siamo tornati in America a casa nostra. Alcuni vivono in casa assieme e altri come me e Zack che pur essendo fidanzati viviamo ancora nelle nostre case di famiglia, chi come Jack e Reb che quando sono andati a vivere sotto lo stesso ci hanno informato che stanno per diventare genitori e che molto presto convoleranno a nozze. Finalmente sarò zia! E chi come Rian e Alex che vivono le loro relazioni come hanno sempre fatto in pace e tranquillità senza matrimoni e figli, per fortuna!
 
Bhè buona fortuna Reb!
 
E che dire di me…quest’anno faccio l’ultimo anno di college, sono fidanzata felicemente con un meraviglioso e famoso bassista, sto per diventare zia, la mia migliore amica e mio fratello si sposano, sono sempre in tour con la band e in estate si parte per l’Italia…questa è la mia vita. Una vita felice e sempre piena di avventure.
 
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Aloha!
Ebbene si…è finita la storia! Sisi *annuisce con la testa*
Non ho voluto dilungarmi molto in questo ultimo capitolo, l’ho tenuto abbastanza breve…anche perché non sapevo più che scrivere! xD
Spero vi sia piaciuta questa mia prima vera storia completa. #sisentepotente
Grazie alle mie lettrici, a chi ha recensito sempre, a chi a messo la storia nelle preferite/seguite/da recensire/etc…Grazie mille! E un grazie mille va a lei…Ellie.
La ragazza che più di tutto mi ha ispirato per scrivere questa demenziale storia dedicata e scritta per lei. Ti voglio bene, sei e sarai la mia lettrice preferita.
Baci,
Rebecca.

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