Tell me.

di muahaha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo_Incubi ***
Capitolo 2: *** Cap.1 _ S.H.I.E.L.D.'s Army ***
Capitolo 3: *** Cap.2_Coming Back ***



Capitolo 1
*** Prologo_Incubi ***


Il semi-dio avanzò, avvolto nel suo drappo verde scuro. Sotto il copricapo dorato, il volto era impassibile, una pallida, statuaria maschera d’odio.
Nonostante l‘orrore che avevo in corpo, la cosa riuscì a sorprendermi. Ero convinta che i cattivi ridessero, una volta vinti i nemici.
Loki impose le mani sul suo rivale, accasciato a terra, e per un attimo i suoi occhi chiari bruciarono. Ed eccolo, il sogghigno che stavo aspettando.
“Salutami il tuo caro padre, fratello.”
Il mio urlo fu coperto da un boato assordante.

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Capitolo 2
*** Cap.1 _ S.H.I.E.L.D.'s Army ***


Mi svegliai in piena notte, completamente fradicia di sudore. Un altro incubo.
Magari a Fury questo sarebbe piaciuto.
Mordendomi il labbro, presi in mano il cordless e pigiai i tasti, uno per uno, per non sbagliare numero. Non potevo comunicare direttamente con la S.H.I.E.L.D., ma potevo sempre usare un Avenger come intermediario…
“Chi è l’idiota che mi chiama a quest’ora?” gracchiò una voce familiare e assonnata dall’altra parte della cornetta. “Che diamine… anche Iron Man ha bisogno di dormire, di tanto in tanto!”
“Tony, sono Billie,” borbottai, passandomi una mano sul volto. “E non ho meno sonno di te, quindi sbrigati a mettermi in comunicazione con Fury. Forse abbiamo qualcosa.”
Il suo interesse era palpabile. Sembrava già più sveglio.
“Loki?”
“E Thor. Siccome il tuo collega non fa una bella fine, datti una mossa.”
“Agli ordini!”
Ci volle solo qualche squillo a vuoto. Grazie al cielo.
“Agente Taylor, ci sono novità?”
Ed eccola, la voce del grande capo. Dio, quanto non lo sopportavo.
“Loki ha intenzione di uccidere Thor,” gli risposi, senza troppi preamboli e con un tatto degno di me.
“Ma gli dei non erano immortali?”
“Non ne ho idea. Non credo che gli interessi molto, visto che ha già fatto fuori suo padre.”
“Il dio Odino?”
“Già, lui. Oppure conta di farlo a breve.” Corrugai la fronte, perplessa. “Un dio può uccidere un altro dio? Perché se fosse così, si spiegherebbero parecchie cose.”
“Be’, se si vuole far conto delle leggende, anche Zeus ha ucciso suo padre, no?”
“Stark!” abbaiò Fury, infastidito dalla sua intromissione.
“Salve, agente. Volevo solo darvi una mano con le indagini, visto che ultimamente, quaggiù, è una noia mortale.”
“Crono non era un Titano?” obbiettai, ancora proiettata sulla discussione precedente, e potei sentire l’applauso di Tony anche dall’altra parte della cornetta.
“Ottima risposta. Il dibattito va avanti da secoli, ma se vuoi puoi venire da me e ne parliamo… o facciamo qualcos’altro, ti va?”
“Agenti, non mi sembra il momento,” grugnì Fury. “Tutti a raccolta qui. Io penso a contattare l’agente Romanoff e l’agente Barton.”
“Io voglio vedere cosa succede a Banner se lo svegliano con una chiamata del genere,” mi anticipò Tony. “Ah, e voglio anche dare fastidio a Capitan Ghiacciolo.”
“E io cerco di rintracciare Thor,” sospirai. “O ci pensa qualcuno di voi con i vostri macchinari super-tecnologici? Dubito che uno come lui abbia un cellulare.”
“Secondo te la Tim prende, ad Asgard?”
“Ora basta,” ci interruppe Fury. “A Thor ci penso io. Voi preoccupatevi di raggiungere la base entro i prossimi dieci minuti, intesi?”
“No problem. Taylor, ci vediamo lì.”
“Solo se stavolta riesci a trovare la strada,” ghignai, mettendo giù.
Evviva l’ultima parola, con lui.

Il teletrasporto era quanto di più utile ci potesse essere per gli spostamenti, davvero. Specialmente alle due e mezzo di notte, quando non c’erano proprio tutti quei trasposti pubblici in giro.
Arrivai alla S.H.I.E.L.D. non appena mi fui messa un paio di jeans e un’innocua t-shirt dei Queen, scelta apposta per Stark… giusto in tempo per vedere sfrecciare fuori dalla finestra un Iron Man a caso.
Una manciata di secondi dopo, Tony entrò nella stanza, salutandomi con un veloce cenno del capo.
“Salve, Stark.”
“Billie, stavolta hai superato te stessa. Ero convinto di poter riuscire a batterti.”
“Non è facile vincere con qualcuno che sa usare il teletrasporto,” lo informai, sfoderando il mio miglior sorriso sornione, e lui alzò le sopracciglia nella sua massima espressione di sorpresa.
“Davvero straordinario.”
Mi avevano studiato a lungo, lui e Banner. Fury mi aveva trovato mentre scaraventavo contro un muro un ragazzo senza neanche toccarlo, e solo perché avevo la luna storta. Era venuto di notte, senza far rumore, assieme ai suoi uomini, e mi aveva rinchiuso in una specie di enorme, circolare teca di vetro… almeno finché i due super-scienziati non avevano capito che qual era la fonte del mio potere - ovvero la mia mente. Mi avevano spiegato che avevo possibilità infinite, che avrei potuto imparare qualsiasi cosa, con il giusto allenamento e il tempo adeguato. Il che poteva anche significare decenni.
E da lì, da quando avevo capito come potevo controllarmi, mi avevano preso come una specie di Avenger onorario. Era più comodo tenermi d’occhio, così.
“Tu mi sottovaluti,” lo accusai. “Sapevi che era solo questione di tempo, sei tu che mi hai dato l’idea.”
“Lo sapevo, ma non avevo idea che riuscissi a imparare così velocemente. Forse dovremmo prenderti in squadra a tempo pieno.”
Rimasi lusingata. Tutti gli umani ammiravano gli Avengers, e io non ero da meno.
Gli sorrisi, e lui mi rispose con un sogghigno.
“Non spetta a te deciderlo,” ribatté Fury, arrivando con Natasha e Clint al seguito.
“No, però è un’idea grandiosa.”
“Sempre più modesto,” sospirò Thor, arrivando dall’altra parte, e facendomi sobbalzare.
Santo cielo, ma i supereroi arrivano sempre tutti insieme?
“Thor! Allora sei qui!”
Corrugò la fronte, confuso.
“Non dovrei?”
“Che ci siamo persi?”
Ed ecco anche il Capitano con il professor Banner. Sì, evidentemente i vari Superman del pianeta arrivano tutti come un sol uomo.
“Ancora nulla,” fece la Vedova Nera. Era lei quella che mi faceva più paura di tutti. Anche più di Hulk. “Vi stavamo aspettando.”
“Sì, e prima di cominciare volevo mettere ai voti un piccolo dettaglio,” iniziò Stark, poggiando la sua mano sulla mia spalla.
“Ovvero?”
“Ovvero lei. Mi sembra che sia ora che inizi a collaborare con noi a tempo pieno.”
Sette paia d’occhi mi fissarono, giudicandomi.
“Per me non c’è problema,” annuì Clint, convinto. “Una in più non fa male.”
“E c’è carenza di donne,” sottolineò Tony.
“Va bene,” ci richiamò Fury, guardandoci tutti. “Alzi la mano che vuole che l’agente Taylor diventi un membro ufficiale degli Avengers.”
I primi furono Barton, Banner e Stark. L’agente Romanoff la levò subito dopo, e anche il Capitano e Thor non ebbero problemi. L’unico a non supportarmi fu, stranamente, Fury.
“Allora è deciso,” annunciò il Capitano Rodgers. “Benvenuta, agente Taylor.”
Il che, detto da Capitan America, faceva un certo effetto.
“Vi ringrazio molto,” risposi, colpita. “Davvero, io…”
“Bene, siamo tutti molto contenti e via dicendo,” mi interruppe bruscamente il signor agente capo. “Ma siamo qui per parlare di cose più importanti. Thor, quando hai visto tuo padre per l’ultima volta?”
“Mio padre è nella sua dimora su Asgard, come da millenni a questa parte,” rispose, con la sua voce profonda. “Non credo che viaggerà fin qui, neanche se ne avessi bisogno io stesso.”
“Non è a quello che mi riferivo. Prego, agente, è il suo momento.”
Ingoiai il boccone, ripromettendomi che avrei trovato il modo per ripagarlo del suo sarcasmo, e mi rivolsi ai vari eroi.
“Grazie ai miei, ehm… poteri psichici, sono in grado di instaurare connessioni con il cervello altrui mentre sono nella fase REM del sonno. Non riesco a vedere il futuro, ma riesco a vedere le aspirazioni e le intenzioni delle persone. E stanotte mi sono connessa con la mente di Loki.”
“È impossibile,” mi fermò Thor, esterrefatto. “Mio fratello è rinchiuso nel mio mondo, senza alcuna possibilità di contatti con l’esterno.”
“Temo che non lo sia più.”
La voce di Fury ci fece tremare tutti. Loki a piede libero non era una bella cosa, e loro lo sapevano meglio di me.
“È fuggito dalla prigione stanotte,” continuò. “E nessuno sa come localizzarlo.”
Un gemito mi sfuggì dalla bocca, memore della visione di quella notte. Mi guardarono tutti, in cerca di spiegazioni.
“Thor, credo che intenda uccidere tuo padre,” mormorai. “E poi passerà a te.”
Ci squadrammo tutti, preoccupati. C’era già andato vicino una volta.
“Non ho intenzione di lasciar morire mio padre per mano di mio fratello,” tuonò Thor, alzandosi in piedi. “Torno ad Asgard.”
Restammo a guardarlo mentre lasciava la stanza da solo.
“No, aspettate.”
Ero quasi certa che nessuno sentisse lo stomaco attorcigliarsi piacevolmente a quella voce, ma ci girammo comunque tutti verso Tony.
“Se Loki ha qualcosa che uccide gli dei, sta’ pur certo che cercherà di ucciderti. E ci riuscirà, visto che non avrai nessuno a guardarti le spalle.”
“Cosa potete fare voi umani, se anch’io sono inerme?”
Rabbrividii.
“Possiamo dargli fastidio, tanto per cominciare,” buttò lì Clint.
“Oppure asfissiare. Dubito che la composizione chimica dell’aria sia la stessa,” replicò Banner, sistemandosi gli occhiali.  
“La mia armatura può filtrare l’aria e sfruttare l’energia biochimica dell’ATP contenuta naturalmente nel corpo per produrre azoto e ossigeno, qualsiasi cosa ci sia all’esterno,” ci informò Tony. “Non ho problemi.”
“Bene. Allora siete in due contro un semidio che non ha problemi ad uccidere gli immortali,” commentò Natasha, secca. “Cosa avete in mente di fare?”
“Andare là, fermare Loki e tornare qua,” rispose Thor, e Tony gli mise una mano sulla spalla.
“Io tifo per lui. Piano semplice, senza particolari da ricordare. Mi piace. Facciamolo.”
Banner alzò gli occhi al cielo, e io sospirai.
Santo cielo, quei due erano senza speranza.



*ehm ehm*
Salve a tutti :)
Per questo capitolo (e per i seguenti) mi baso solo sui film, ignorando completamente i fumetti. E' stata una scelta sofferta, ma necessaria ;)
Fatemi sapere che ne pensate!
Abbracci,
H.


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Capitolo 3
*** Cap.2_Coming Back ***


“Torneranno.”
Il Capitano Rodgers stava facendo rimbalzare una pallina di gomma a stelle e strisce, mentre il professor Banner non faceva altro che togliersi gli occhiali, pulirli con la cravatta e rimetterseli. Natasha e Clint continuavano a scambiarsi occhiate dense di preoccupazione, e io andavo avanti a borbottare frasi confortanti da ore, senza che nessuno avesse il cuore di zittirmi.
“Voglio dire, stiamo parlando di Thor e Tony. Il figlio di Odino e il più grande genio del paese. Torneranno di sicuro.”
“I tuoi mugugni sarebbero più utili se fossero la diretta conseguenza di uno dei tuoi sogni,” mi rinfacciò Fury. “Nell’attesa, potresti farti una dormita.”
“Non è esattamente il clima adatto al riposo,” osservai, amareggiata. “Faccio un tentativo. C’è un divanetto, qualcosa…?”
“Ti ci accompagno,” si offrì Clint, alzandosi in piedi, e io gli sorrisi. Tra tutti, era quello con cui andavo più d’accordo, in quella gabbia di matti.
“Grazie.”
Lasciammo la stanza fianco a fianco. La tensione era palpabile.
“Non ti preoccupare. Un paio d’ore e saranno qui, vedrai.”
Gli ero estremamente grata per quelle bugie spudorate. Ne avevo bisogno.
“Lo spero tanto,” sospirai, incrociando il suo sguardo.
“Anch’io. Stark mi deve dieci dollari.”
Scoppiai a ridere come un’idiota.
“Be’, al massimo… Santo cielo!”
C’era stato un lampo di luce azzurrognola proveniente dallo studio del professor Banner. Con il cuore in gola (io, almeno) spalancammo la porta e ci precipitammo dentro, preparati al peggio.
“Ehi, è grandioso rivedervi, ragazzi. Non siete qualche altro strano inganno del tipo losco qui presente, vero?”
Il sollievo mi travolse. Tony era lì e, a giudicare dal suo sarcasmo, stava anche bene. Anche Thor non sembrava ferito, mentre l’uomo (il semi-dio, più che altro) che tratteneva portava i macabri segni di una lotta persa.
“Io ho un nome,” ringhiò sdegnosamente Loki, tenuto per i polsi da suo fratello. Provai un involontario moto di pietà, che mi affrettai a reprimere.
“Vostro padre?”
Per un momento avevo completamente dimenticato lo scopo di tutta l’operazione, contenta com’ero di riavere indietro quei due. Clint, come al solito, era più pragmatico di me - e anche più sveglio, a dirla tutta.
“Odino sta bene,” rispose il dio degli inganni, con un’espressione insofferente che trasudava disprezzo a ogni sillaba. “Mi hanno fermato prima che riuscissi a prendere possesso di ciò che mi spetta. Sono arrivati al momento opportuno, come fanno sempre tutti i maledetti supereroi!”
Clint mi batté una pacca sulle spalle, ammirato.
“Bel lavoro, Billie. Sono contento che tu sia entrata in squadra.”
Ridacchiai, imbarazzata, e Loki piantò i suoi occhi freddi su di me. Mi imposi di non abbassare lo sguardo.
Ok, lo ammetto: incontrare uno che avrebbe potuto essere senza problemi il villain di un film o di un libro era quasi la realizzazione di un sogno. Era una cosa triste da ammettere per un supereroe, ma al cinema avevo sempre tifato per i cattivi. E poi era emozionante essere nella trama, anche se dalla parte dei buoni. Ti faceva sentire importante.
Per quello non abbassai lo sguardo. Neanche quando iniziò a ghignare, con una risata lenta, gelida, che metteva i brividi.
“Come stanno i tuoi genitori, ragazzina?”
Digrignai i denti, completamente immemore di tutto quello che avevo pensato poco prima. Avevo voglia di prenderlo a pugni, ma Tony mi mandò un’occhiata di avvertimento che mi calmò, almeno in parte.
“Esattamente come tuoi, bastardo” sibilai, velenosa. Lui rise più forte, scuotendo la testa.
“Sei uno spasso…”
Mi avvicinai, già col pugno alzato, ma qualcuno mi afferrò da dietro, trattenendomi. Mi voltai, e vidi che era stato il Capitano.
I rinforzi erano arrivati.
“Portatelo via,” ordinò Fury, sbrigativo, e Thor non se lo fece ripetere due volte. Uscì, scansandoci tutti e trascinandosi dietro il fratello… che, dal canto suo, continuava a fissarmi con un ghigno sul volto pallido e affilato.
Grazie al cielo, scomparve in fretta. Rabbrividii.
A distogliermi ci pensò una voce estremamente familiare.
“Allora, ti sono mancato?”
Ah, il caro, vecchio Stark. Era fantastico riavere qualcuno con cui scambiare frecciatine sarcastiche, pacate discussioni sui generi musicali … o anche abbracci, a volte. Poche volte.
“Lo zucchero tenetevelo per dopo,” sogghignò Clint, divertito. “Dobbiamo decidere cosa fare di Loki. Non possiamo tenerlo lì vita natural durante.”
“Sicuri? Perché io su Asgard non ce lo riporto,” mise in chiaro Tony, togliendosi l’elmo. “È stato un delirio. Ho anche la netta sensazione di non stare per niente simpatico al paparino di Thor.”
“E io ho la netta sensazione che un dio millenario non gradisca le battute di spirito,” sospirai. “Sei un caso perso, Tony.”
“Detto da una ragazza che stava per fare rissa con il figlio del suddetto dio millenario, suona quasi come un complimento.”
“Ok, ora basta,” grugnì Fury, infastidito. “Signori, io ho il consiglio da tenere buono. Voi fate quello che vi pare.”
“Io ho voglia di un caffè” propose Banner, alzando la mano. “Chi è con me?”
“Io preferirei uno shawarma…” azzardò Tony, e alzammo tutti lo sguardo al cielo.
“Bene. Tu vai a prendere lo shawarma, così lo puoi pucciare nel caffè.”
Tra le risate, mi chiesi se Thor avrebbe sentito la mancanza di suo fratello. Ne dubitavo, ma…
“Che dite, ne portiamo un po’ anche a Loki?”
“Ma che pensiero gentile,” commentò Natasha, storcendo persino gli angoli della bocca in un‘imitazione di sorriso. “Potresti portarglielo tu, visto che ci vai così d’accordo.”
“Magari stavolta passo, eh?”




Beh, salve!
Posto festeggiando la fine della scuola, quindi sono estremamente gasata... xD
Sì, lo so, è una nota inutile. Passiamo alle cose serie...
Volevo ringraziare la mia fedele recensitrice devilcancry
, che illumina le mie giornate con i suoi commenti :)
E anche Ellah_Gore, LoveDolphin e Strix, che hanno aggiunto la mia storia tra le seguite... e soprattutto ShipperFatale, che l'ha inserita addirittura tra i PREFERITI! :D
Davvero, non vi ringrazierò mai abbastanza. Mi rendete felice :)
Bacioni!
H.

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