Set Fire To The Rain

di samy_97_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando capisci che non è bene minacciare le persone con i coltelli da cucina. ***
Capitolo 2: *** Quando capisci che i vecchi e brutti non sono sempre vecchi e brutti. ***
Capitolo 3: *** Quando capisci che alla sfiga non c’è mai fine! ***
Capitolo 4: *** Quando capisci che le fruste e i capelli non stanno bene insieme. ***
Capitolo 5: *** Quando capisci che tuo fratello è senza alcuna speranza. ***
Capitolo 6: *** Quando capisci che la tua salvezza dipende da una perla. Il che, è piuttosto preoccupante. ***
Capitolo 7: *** Quando capisci che tutto è cambiato… ma non in meglio! ***
Capitolo 8: *** Quando capisci che tutto prima o poi ti si ritorce contro. ***
Capitolo 9: *** Quando capisci di dover ringraziare quel santo che ha inventato le punizioni con il Principe dei Chiwawa Hitleriani. ***
Capitolo 10: *** Quando capisci che tuo padre non è adatto a fare la Mew Mew. ***
Capitolo 11: *** Quando capisci che ti sei fregata con le tue stesse mani. ***
Capitolo 12: *** Quando capisci che, dopotutto, ogni cosa può sempre peggiorare. ***
Capitolo 13: *** Quando capisci che i sonni non sono rivelatori. Che poi, chi è che ha detto questa stronzata? ***
Capitolo 14: *** Quando capisci che Aladdin e il Ghiacciolo per antonomasia non possono convivere. ***
Capitolo 15: *** Quando capisci che tuo fratello avrebbe bisogno di una museruola. ***
Capitolo 16: *** Quando capisci che Twilight non è famoso -né apprezzato- fra i demoni. ***
Capitolo 17: *** Quando capisci che Inuyasha non è così stupido come sembra. Forse. ***
Capitolo 18: *** Quando capisci che hai l’Alzheimer giovanile. ***
Capitolo 19: *** Quando capisci che la sfiga si metterebbe le lenti a contatto pur di trovarti. ***
Capitolo 20: *** Quando capisci che gli evidenziatori ambulanti sono un pericolo per la comunità. ***
Capitolo 21: *** Quando capisci che devi considerare tutti i pro e i contro degli accordi. ***
Capitolo 22: *** Quando capisci che Kagura è pericolosa come la peste apocalittica. ***
Capitolo 23: *** Quando capisci che la telepatia, purtroppo, esiste. ***
Capitolo 24: *** Quando capisci che, a quanto pare, la sfiga non trova più le lenti a contatto. O forse si? ***
Capitolo 25: *** Quando capisci che verrai bocciata in matematica. ***
Capitolo 26: *** Quando capisci che lo shopping non fa per te. ***
Capitolo 27: *** Quando capisci che... “You and me together, nothing is better!” ***



Capitolo 1
*** Quando capisci che non è bene minacciare le persone con i coltelli da cucina. ***


Set Fire To The Rain


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1. Quando capisci che non è bene minacciare le persone con i coltelli da cucina.

E' iniziato tutto una domenica di ottobre, lo stesso giorno in cui, alta in cielo, c'era la luna piena.

E, nel mio personalissimo gergo, Luna Piena è uguale a Niente Poteri Demoniaci.

Aspettate un attimo! Forse è meglio che mi presenti: mi chiamo Ayame Taisho e sono una mezzo demone diciottenne. Vivo in una kawaiissima villa, insieme alla mia famiglia adottiva a Tokyo, in Giappone, nel Mondo.

Inu Taisho, mio padre adottivo, è un demone maggiore molto affascinante, con i capelli color della luna e sorriso ammaliante. E’ proprietario di una catena di hotel che mamma Izayoi, famosa arredatrice (umana), arreda con particolare buongusto.

Inu ha due figli: Inuyasha, un mezzo demone cane, e Sesshomaru un demone completo che purtroppo non ho mai avuto l’occasione di conoscere.

Il mio fratellone mezzo demone ha quattrocento anni portati anche troppo bene: intellettualmente ne dimostra circa cinque o sei, invece fisicamente è un gran pezzo di gnocco.

Mai come nostro padre, comunque.

Questo è l’unico giorno al mese in cui io, come tutti i mezzo demoni al mondo –anche se siamo veramente pochi- perdo tutti i poteri demoniaci e resto una semplice e inutile umana.

Non che avere i capelli castani e gli occhi color del cioccolato come quelli di mia madre naturale mi dispiaccia, ma quando perdo i poteri mi sento molto vulnerabile e, nel remoto caso, in cui Kyosuke mi attaccasse non sarei capace di difendermi.

Anzi…nel caso Kyosuke decidesse di farmi il culo io non potrei farlo a lui.

Parentesi: Kyosuke è un demone lupo, sconfitto molti anni orsono da Inu, che, come tutti gli sconfitti che si rispettino, vuole la sua vendetta.

E, ironia della sorte, la sua vendetta sono io, perciò si diverte come un matto attaccarmi e –ma questo non lo sa nessuno- cerca continuamente di rubarmi un bacio. E' il suo morboso e malato desiderio.

Detto tra noi, è successo una sola volta e si è preso tanti di quelle botte che se le sarebbe ricordate per il resto della vita e ci avrebbe ripensato pure all’Inferno. Chiusa parentesi.

Comunque, l’unica cosa soprannaturale che ho anche quando sono totalmente umana è l’immancabile inclinazione a cadere, inciampare e finire con il muso a terra. E quando non hai la robustezza da mezzo demone è particolarmente doloroso.

Sto proprio cercando di arrivare incolume in cucina per un bicchiere d’acqua. Sfortunatamente tutto il resto della famiglia è andata al centro commerciale, mentre io preferisco non uscire in questi giorni. E’ sempre meglio per un mezzo demone tenere nascosto l’unico giorno al mese in cui rimane totalmente indifeso.

Prendo un bicchiere dalla credenza e lo metto sotto il rubinetto quando, tra lo scroscio dell’acqua, mi sembra di sentire la porta all’entrata aprirsi.

Sono tornati presto… chiudo l’acqua e aspetto di sentire il solito coro di saluti.

Invece nessun suono arriva alle mie orecchie, se non dei passi felpati che si avvicinavano alla cucina. Ok, inizio a preoccuparmi.

Se fossi nelle mie normali condizioni sarei schizzata fuori dalla porta e, magari, sarei saltata addosso a chiunque si fosse infiltrato in casa mia, ma essendo umana afferro di riflesso un coltello e lo punto verso la porta.

Quasi quasi mi aspetto che a sbucare dalla porta sia Kyosuke, visto che era da parecchio che non si fa vedere –ringraziamo Kamisama per ciò!-, ma colui che varca la porta non gli assomiglia per nulla. Il mio cuore inizia a battere furiosamente, ed è una cosa che odio visto che è perfettamente udibile da orecchie demoniche.

Per un attimo sono tentata di dire “Inu, cosa hai fatto ai capelli e alla faccia?” visto che il ragazzo gli assomiglia parecchio. Mi correggo: sono due gocce d’acqua.

E che gocce d'acqua: stessi capelli color argento, stessi occhi d’ambra e perfino le stesse voglie sulle guance, solo che quelle del mio padre adottivo sono blu, mentre quelle del ragazzo davanti a me sono rosa-violette e -ora che lo guardo bene- ha una mezzaluna stampata in fronte.

E poi Inu non ha uno sguardo così gelido. Questo tipo tra poco mi azzanna, altro che!

E’, comunque, da stupro immediato.

Non smetto di brandire il coltello, tanto per sicurezza, e, quando il tipo si avvicina ulteriormente, lo porto più velocemente che posso davanti a me e lo tengo con entrambe le mani: meglio evitare che mi cada in un piede.

Il ragazzo-demone non sembra avere fretta e tanto meno paura o timore e si avvicina lentamente, scrutandomi con sguardo indagatore.

-Chi sei?- chiedo prendendo coraggio. Dopotutto, anche se senza poteri, sono una mezzo demone.

Lui non mi risponde subito, ma continua ad avvicinarsi a me, lento ed elegante. Quando è un po’ più vicino -maledetta vista scadente!- noto che è assolutamente rilassato, neanche gli stessi chiedendo se desidera un the.

La sua figura è alta e slanciata e il suo volto è talmente bello da farlo apparire un Angelo, come quelli che si vedono nei libri di religione occidentale.

-Potrei farti la stessa domanda.- sussurra e la sua voce pare, alle mie deboli orecchie umane, la più suadente e carezzevole del mondo. Affila gli occhi di una delicatissima forma a mandorla non troppo pronunciata.

Mantiene sempre la stessa espressione, di beneamata neutralità. Che abbia qualche malattia che riduce la mimica facciale?

Si ferma quando è a pochi millimetri dalla punta del coltello, come per farmi intendere che il fatto che glielo puntassi addosso non gli faceva ne caldo ne freddo. Ad un tratto mi arriva una zaffata del suo profumo: non riesco a capire esattamente che odore sia, ma lo trovo estremamente piacevole.

-A dire il vero…- tento di spiegare, e lui stringe ancora di più gli occhi, riducendoli a una fessura e continua a guardarmi da testa a piedi, la fronte leggermente aggrottata come se lo schifasse la sola vista del mio corpo.

Potrei prenderlo anche come un affronto personale, caro il mio Angelo.

Per fortuna sento la porta aprirsi nuovamente e odo i passi della mia famiglia dirigersi in cucina, forse con l’intenzione di salutarmi, parlando a gran voce.

Il primo ad entrare nella stanza è proprio Inu Taisho che si gela alla vista del ragazzo che era davanti a me. Egli non cambia espressione alla vista del padrone di casa.

Io abbasso il coltello più tranquilla, tanto ora l’avrebbe sistemato lui, vero?

Silenzio…

Vero???

Inu non sembra volersi muovere e il demone lo degna solamente della rotazione totale del corpo, dopo di che c'è solo un intenso scambio di sguardi.

-Ehi, sento odore di demone!- Inuyasha irrompe in cucina seguito a poca distanza da Izayoi e, entrambi, spalancano i loro occhioni.

Alla fine, dopo secondi intensi in cui sono l’unica che non stava scrutando qualcun altro, Inuyasha si decide a parlare e, di conseguenza, ad illuminarmi.

-Sesshomaru!- dice con rabbia, rivolto al demone davanti a loro.

Eh?

Un attimo, Sesshomaru non è il nome dell’altro figlio di Inu? Questo ghiacciolo sarebbe il primogenito di Inu Taisho?

Spalanco la bocca dalla sorpresa e, come per confermare la conclusione a cui ero appena arrivata, l’Angelo occidentale si decide a salutare: -Padre, Inuyasha… Izayoi-

Fu più o meno in quel momento che mi resi conto di aver appena minacciato mio fratello adottivo con un coltello da cucina.

A quanto pare, però, oltre ad essere umana sono anche invisibile oggi e scompaio di fronte –anzi dietro- all’immensa magnificenza di Sesshomaru, tanto che Izayoi si accorge di me solo dopo svariati minuti passati in sua contemplazione.

Non che, dalla mia parte, mi dispiaccia tanto guardargli il didietro visto che, fasciato in quei pantaloni, è veramente un bel sederino, ma preferisco che le persone sappiano che ci sono pure io, tutto qui.

-Oddio, tesoro!- esclama ad un tratto Izayoi e distoglie tutti gli altri da quello scambio di sguardi. Anche l’Angelo occidentale gira di poco la testa per fissarmi.

E adesso per quale motivo mi stanno fissando tutti preoccupati?

-Cosa ci fai tu con quel coltello in mano?- mi chiede –Lo sai che ti puoi far male!-

Ma certo, la mia immancabile imbranataggine potrebbe anche decidere di farmi cadere di mano il coltello e nel giro di pochi secondi potrei anche trovarmi una ferita da pronto soccorso. –Izayoi, lo so che sono incapace a fare qualsivoglia attività, ma non certo fino a questo punto!- borbotto colpita nell'orgoglio lasciando però che Izayoi mi prenda di mano l’arma contundente e la riponga nel cassetto.

-No, certo che no cara.- mi dice accondiscendente, poi sembra ripensarci –Ma cosa ci facevi con un coltello in mano?-

Adesso anche Inuyasha e padre mi fissano curiosi. Dannato giorno di Luna Piena!

-Ehm… beh…- su su Aya-chan, sai mettere tre parole in riga? –Io, uhm, stavo bevendo e l’ho sentito entrare, così ho preso delle precauzioni.-

-In pratica- Inuyasha, tieni chiusa quella boccaccia! –Pensavi fosse un ladro e hai pensato di poterti difendere con un coltello?-

Piego la testa da un lato e incrocio le braccia sotto il seno.

-E con questo?- sbotto irritata. Inuyasha non si prende nemmeno la briga di rispondermi e scoppia a ridere di gusto.

Era così ridicolo secondo lui? Se avessi avuto i miei poteri demoniaci di sicuro gli avrei mostrato le zanne, ma com’è che si dice?, Rimedi estremi, estremi rimedi.

Dannato cagnolino, la pianti di aggravare ancora di più la figura da chiodi che ho appena fatto?

Inu si passa una mano sul viso e, finalmente, accorre in mio soccorso –Inuyasha, smettila di ridere di tua sorella.-

Si, Inuyasha, smettila di ridere di tua sorella, dannazione!

-Credevo che la ragazzina che avevate adottato fosse una mezzo demone- dice Sesshomaru, tornando a fissarmi.

Aspetta, è una mia impressione o il fratellino è un tantinello disgustato?

-Infatti è una mezzo demone.-

Lui non si prende la briga di rispondere e mi lancia un’ultima occhiataccia prima di rigirarsi verso suo padre, senza degnare di uno sguardo Inuyasha.

-Bene, figlio, andiamo in salotto. Sono proprio curioso di sapere dove sei stato in questi ultimi anni.- dice Inu tentando di alleggerire l'atmosfera pesante che si poteva tagliare con delle forbici. Anzi, con delle cesoie, quelle belle grosse.

Sesshomaru non si scompone e si limita a sorpassare il padre e svoltare a destra, diretto al salotto.

Quando i due demoni scompaiono, mi giro verso Izayoi un po’ sorpresa.

-Cioè… non ha salutato e ha sibilato si e no due parole messe in croce…-

Izayoi si appoggia con la schiena al lavabo e sospira affranta.

-Sesshomaru non ha mai avuto un bel rapporto con gli altri, in particolare con gli umani o i mezzo demoni.-

Inuyasha sbuffa risentito correggendo la madre –La verità è che disprezza tutti, indifferentemente che siano umani o mezzo demoni.-

Abbasso la testa.

-Ma com’è possibile?- dico pensando a voce alta. –Non può essere così cattivo come dite voi.-

Mio fratello mi squadra sospettoso –E perché mai?-

-Beh, semplicemente perché è parente tuo e di Inu. E voi siete così buoni…-

Inuyasha e Izayoi si sorridono, poi il mio fratellone viene verso di me e mi circonda le spalle con un braccio.

-Chi lo dice che sono buono, micia?- ironizza mentre con una mano mi scompiglia i capelli.

-Quante volte ti ho detto che odio quel soprannome, Fuffy?-

Inuyasha scoppia a ridere e, poco dopo, ci uniamo anche Izayoi ed io.


Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Buongiorno a tutti, bella gente! Allora, avrei un sacco di cose da dire, per cui inizio subito. Questa fic, come avrete capito, è ambientata in un ipotetico futuro in cui Inu Taisho non è morto e si è fatto una nuova famiglia, con la reincarnazione della sua dolce Izayoi e con il figlio minore Inuyasha. A questa bella combricola si è aggiunta Ayame, una piccola e sbadata mezzodemone. Teoricamente la ragazzina raffigurata nella foto a inizio capitolo è proprio lei; ovviamente il disegno non l'ho fatto io, ma l'ho trovato girovagando per il web.

La fic è sopratutto comica (o almeno così la vorrei far sembrare), ma non mancheranno romanticismi e colpi di scena (si, perché le scene romantiche proprio non posso saltarle!).

I titoli dei capitoli (che come vedrete in seguito iniziano tutti con “Quando capisci che...”) si riferiscono al percorso di Ayame, che nel corso della storia imparerà diversi valori. Non vi dico quali, altrimenti vi rovino la sorpresa ;)

Ringrazio Lirin Lawliet che con la sua meravigliosa fic “Smells Like Teen Spirit” mi ha dato l'ispirazione e Anto_P che, con “Blue”, mi da la forza di andare avanti e scrivere sempre meglio.

Grazie ragazze!

Spero di non aver fatto errori (non esitate a segnalarmeli) e di non aver reso i personaggi OOC; nel caso prendetelo come licenza poetica ;)

Infine, spero che a tutti voi il primo capitolo di questa pazza storia sia piaciuto e che la seguirete e recensirete!

Un abbraccio,

°°Samirina°°



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Capitolo 2
*** Quando capisci che i vecchi e brutti non sono sempre vecchi e brutti. ***


Set Fire To The Rain


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2. Quando capisci che i vecchi e brutti non sono sempre vecchi e brutti.

Driiin… Driiiiiiiiin… DRIIIIIIIIN!!!

-Dannata sveglia!- ringhio dandole una manata e facendola finire addosso al muro. Il tutto è seguito da uno CRASH della sveglia che va in mille pezzi.

Dannazione, mi toccherà comprarne un’altra.

Sbadiglio alzandomi e, pigramente, mi dirigo verso il bagno. Bagno personale visto che la casa è talmente grande che, oltre alla stanza da letto, possiedo una cabina armadio gigantesca, un bagno gigantesco e vicino ai miei alloggi –neanche fossi la figlia di Re Sole- c’è anche una biblioteca.

A dire il vero confina anche con le stanze di Inuyasha, ma la sfrutto solo io visto che per Inuyasha i libri sono utili solo per aizzare il fuoco nel camino.

Prima di scendere a colazione indosso la classica divisa della scuola giapponese, cioè il fuku alla marinara.

Quando sono pronta mi guardo allo specchio e, non che fosse una novità, trovo pietosa la mia immagine: chi l’aveva detto che i demoni sono tutti belli e affascinanti? No perché, se me lo ritrovo tra le mani gli infilo due dita in gola e gli faccio vomitare tutte le stronzate che ha sparato.

Stamattina, poi, sono anche peggio del solito. Certo durante la notte ho riacquistato i miei capelli neri e gli occhi color del carbone, ma dopotutto non sono tutto quello splendore con quella maledetta divisa scolastica che ha la maglia che arrivava a mala pena all’ombelico –ergo, se alzi le braccia sei fregata- e quella dannatissima gonna a quadri che è lunga come quella di Sailor Moon.

Ma dico io, per questi giapponesi è tutto ok se si vede il culo, ma guai se non porti le calze!

Mi verrebbe da graffiare lo specchio, ma poi dovrei ricomprare anche quello. O forse lo devo ricomprare comunque visto che riflette i sacchi della spazzatura anziché le persone.

Decido di scendere prima che mi venga qualche strano tic all’occhio e, alla velocità della luce, mi fiondo in cucina pronta a mangiare le leccornie che Izayoi prepara per colazione.

-Buon giorno a tutti!- non finisco neanche di parlare che sento un delizioso profumino provenire dal forno.

-Mamma sta preparando un dolce.- dice Inuyasha seduto al tavolo.

-Mmmm- sussurro ispirando ancora quel delizioso profumo.

Ma… dov’è Izayoi?

-Ma… si brucerà se Izayoi non sta attenta. Dov’è?- visto che in cucina non c’era traccia della mia madre adottiva vado a sbirciare in salotto, aspettandomi di trovarla spaparanzata sul divano, ma scorgo solo l’elegante figura di Sesshomaru seduto a gambe accavallate, mentre legge un libro. Ora che sono ritornata in possesso dei miei poteri demoniaci riesco a sentire molto meglio il suo odore. Penso si avvicini a quello che si sente nelle giornate d’inverno, in montagna, quando fa molto freddo.

-Non vieni a fare colazione con noi?- dico avvicinandomi un po’ e aspettando la sua risposta. Affermativa, ovviamente, visto che adesso fa parte anche lui della famiglia.

Aspetto qualche secondo ma nessuna risposta giunge alle mie orecchie; mi avvicino fino a che non mi ritrovo davanti a lui. Sta tranquillamente leggendo quel suo maledettissimo libro senza degnarmi di uno sguardo.

Ho capito che per lui sono uno scarto della società e un esperimento transgenico riuscito male, ma un po’ di educazione gli potrebbe solo giovare.

Incrocio le braccia e gli ripeto con calma la domanda: magari non ha sentito.

-Ti ho chiesto: non vieni a fare colazione con noi?-

Sesshomaru non da segno di avermi sentita e gira tranquillamente una pagina snobbandomi alla grande. A quel punto iniziano a girarmi le scatole, così gli prendo il libro di mano e lo chiudo con un tonfo.

Non faccio neanche in tempo a rendermi conto di cosa ho avuto veramente la faccia tosta di fare (!) che il mio fratellone si alza e, molto elegantemente, mi solleva da terra prendendomi per il collo.

Ooooh, ma che fratellone premuroso che ho! E’ talmente delicato che quasi non li sento gli artigli che mi penetrano la pelle. Davvero dolce.

Faccio un piccolo appunto: mia madre era una sacerdotessa e da lei ho ereditato la capacità di controllare il mio potere demoniaco e mi ha insegnato a dosarlo, per farlo affluire nella quantità desiderata nel mio corpo.

E’ anche per questo che ho deciso di eliminare quelle deliziose orecchi feline e le ho fatte diventare normali orecchie umane.

Dunque, mentre il mio fratellastro mi tiene per il collo, libero parte del mio potere demoniaco e, come conseguenza, fanno la loro improvvisa comparsa le mie orecchie da pantera.

Sesshomaru probabilmente è rimasto un po’ sorpreso visto che ha spalancato di poco gli occhi, per poi ritornare impassibile.

Dovrei pensare positivo sul fatto di quella malattia che influisce la mimica facciale. O forse è solamente molto ma molto capace.

-Non osare mai più mancarmi di rispetto, capito mezzo demone?- parla lentamente, come se stesse parlando con una ritardata mentale e questo mi fa imbestialire ancora di più.

Lo guardo con sfida e so come devono sembrare i miei occhi in questo momento: neri come l’onice pura e ardenti come fiamme. Dopotutto da mio padre ho ereditato anche la capacità di controllare il fuoco.

Sesshomaru indurisce lo sguardo e stringe ancora di più la presa sul mio collo, forse aspettandosi che annuisca spaventata o che lo supplichi di perdonarmi.

Beh, non succederà nulla di tutto questo.

Gli metto le mani sul polso e inizio a stringere a mia volta per costringerlo a mollarmi a terra e quando capisco che non lo farà mai, utilizzo il potere del fuoco e lo concentro sulle mani.

Dopo un po’ iniziamo entrambi a sentire un terribile odore di carne bruciata. Solo allora Sesshomaru lascia la presa, ma non smette di guardarmi minaccioso.

Chi vuole cane arrosto???

Penso che non si azzardi a farmi altro solo perché Inu e Izayoi sono appena scesi e ci aspettano per colazione.

-Se pensi di farmi paura- gli dico –solo perché sei un demone completo ti sbagli di grosso. Non pensare che sarò la tua servetta o che mi farò sottomettere: non mi sono mai fatta comandare da nessuno e non ho intenzione di cominciare ora.-

Scuoto la testa e faccio sparire le orecchie, poi mi avvio in cucina, lasciandolo a leggere il suo stupido libro.

Quando entro i volti di Inuyasha e Inu si girano verso di me e, mentre Inuyasha mi guarda orgoglioso (per cosa poi?), Inu ha uno sguardo di rimprovero.

-Mi ha presa per il collo.- sussurro –Non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa da lui.-

Inu sorride, consapevole di quel lato del mio carattere, ma mi riprende comunque.

-Devi avere pazienza, cara.-

Io annuisco. Prima di andare a scuola mi sarei scusata.


A metà della colazione alzo lo sguardo e vedo Sesshomaru dirigersi verso la porta d’ingresso.

-Figliolo, vai a lavoro?- gli chiede Inu distogliendo per un attimo l’attenzione dalla sua terza fetta di torta.

Sesshomaru si limita ad annuire e a continuare per la sua strada.

Mi alzo di scatto, e gli corro dietro. Mi devo scusare, no?

-Sesshomaru, aspetta!- gli urlo e arrivo vicino a lui mentre si infila un giubbetto leggero e si sistema la cravatta. Dove starà andando?

Non sono cazzi tuoi, Ayame.

Aspè… adesso ho pure la doppia personalità che mi rispondo da sola???

No: io sono la parte razionale e intelligente!

-Volevo scusarmi per le bruciature.- gli dico, aspettandomi almeno una parola, anche “Va bene” o “Si”.

Invece mi guarda dall’alto in basso e poi esce senza proferire verbo. Figuriamoci nomi, aggettivi e quant’altro.

Rimango a bocca aperta e ritorno in cucina ancora stupita.

-Insomma, Ayame, perché diavolo gli hai chiesto scusa?-

Io scuoto la testa, in fondo un po’ lo capivo –Magari si deve ancora ambientare. Ti ricordi quanto antipatica ero il primo periodo che sono stata qui?-

-Avevi undici anni!- dice. Io scuoto di nuovo la testa.

-Non c’entra.- e la conversazione finisce là.

Aiuto Izayoi a spreparare e poi prendo la cartella, avviandomi a scuola insieme ad Inuyasha.

Abbiamo appuntamento con Kagome a metà strada. Per un po’ rimaniamo zitti e io ne approfitto per pensare che Inuyasha sembra nutrire molto rancore verso suo fratello, ma dopotutto è anche l’opposto visto che da quando abitano sotto lo stesso tetto non si sono mai rivolti la parola.

-Inuyasha, perché provi rancore per tuo fratello?- gli chiedo dopo qualche minuto di silenzio.

Voglio ricostruire il puzzle della sua vita, anche per sapere con chi ho realmente a che fare.

Lui alza la testa al cielo e si perde nei ricordi –Come sai bene è nato prima lui di me ed è un demone completo. Penso che, anche se sembra impossibile, abbia sofferto molto quando papà ha lasciato sua madre per la mia e lo abbia odiato quando ha dato alla luce un figlio con lei. Capisci…mi odiava perché sono il frutto di una presunta debolezza di nostro padre.-

-Ed ora?-

-Adesso non più, tanto che ha anche acconsentito a tornare ad abitare con noi, ma di sicuro non ci adora.- dice e poi porta le braccia dietro la testa, girandosi verso la mia parte e sorridendo allegro.

-Comunque i geni migliori di papà li ho presi io, non lui!-

Ecco, lo sapevo che non può fare un discorso totalmente serio!

Ma non resisto dallo scoppiare a ridere.

Sento da distante il profumo di Kagome e, stranamente, anche quello di Sango e Miroku. Questi ultimi due sono fidanzati, mentre Kagome è segretamente infatuata di mio fratello, ma lui tonto com’era non ha capito i segnali che lei continua ostinatamente a inviargli.

-Ma… Inuyasha?- gli chiedo prima di raggiungere i nostri amici –Lui non poteva andare ad abitare con sua madre?-

Inuyasha scuote la testa.

-Sua madre è ancora peggio di lui. Cioè, come carattere e aspetto si somigliano molto, ma lei non ha mai provato affetto per lui, quindi appena raggiunta la maturità l’ha lasciato a sé stesso. L’ho vista una sola volta nella mia vita e mi basterà per sempre. Ehi, Kagome!-

E poi lo biasimavano se era diventato gelido come un ghiacciolo?

-Comunque, Ayame, questo non giustifica tutto ciò che ha fatto.-

Ecco, come non detto.

-Ehi, Inuyasha, Ayame!-

-Ciao Kagome! Come va?- le chiedo mentre ci incamminiamo verso la scuola superiore Musashi.

-Tutto ok, grazie. Voi?-

Io guardo Inuyasha. –Beh, ieri pomeriggio Sesshomaru è tornato a casa. Anzi è venuto ad abitarci.- dice lui guardando davanti a sé.

-Sesshomaru? Intendi il tuo fratellastro?- gli chiede Miroku e Inuyasha annuisce.

-E…?- chiede Sango affiancando il fidanzato.

-E ci detesta. Ed è anche un gran maleducato a dirla tutta. E poi è così… così…-

-… freddo?- mi suggerisce Inuyasha.

-Freddo? Ma se è gelido come i venti del nord le mattine di dicembre?- ironizzo alzando gli occhi al cielo.

-Ragazzi, mi sa che siamo in ritardo!-

Guardiamo tutti Kagome che ha appena parlato e poi iniziamo a correre verso la scuola.


Io e Inuyasha arriviamo davanti alla porta della 2H appena dopo la professoressa Kaede, l’insegnante di lingua giapponese.

E’ una vecchietta molto simpatica, la sua unica particolarità è che le manca l’occhio destro.

Da qui la mia convinzione che la scuola faccia veramente male alla salute. Comunque…

Kaede inizia a recitarci quasi a memoria una sfilza di regole grammaticali, frasi complesse e espressioni algebriche… no, quelle no.

Comunque, quell’ora mi era parsa interminabile ma, grazie a Santa Luminosa, anche quella volse al termine

-Da notare volse al termine!

Perché?

Mi sento importante a dire cose complicate!

No comment…-

Quando la campanella suona chiudo con un tonfo il libro e mi alzo dirigendomi da Inuyasha che chiacchiera, stranamente, con Shiori, una nostra compagna anche lei demone.

Vado vicino a Shiori-tutta-tette e cerco di capire di cosa stanno parlando.

-Insomma, neanche la preside Kagura può essere così maligna da cambiarci il professore di storia giapponese a metà anno!- dice Inuyasha.

-Speriamo almeno sia carino. Altrimenti sai che noia?-

Ovviamente a Shiori-tutta-tette importa poco dell’argomento “studio storia”. Preferisce concentrarsi sulla matematica: i numeri le sono utili per contare quanti ragazzi riesce a portarsi a letto.

-Nuovo professore?- dico starnutendo quando Shiori-tutta-tette mi passa accanto e lascia una scia di profumo terribile per il mio povero naso.

-E quando ce lo dovremmo avere questo professore?-

Io guardo l’orario appeso al muro e sospiro. –Ora.-

Inuyasha sbuffa annoiato. –Sarà un’idiota senza cervello. Magari pure brutto e antipatico.-

-E vecchio con un principio di demenza- aggiungo io, ridacchiando.

-Sarebbe una grande sfortuna.- dice una voce dalla porta.

Solo in quel momento noto che nella classe è tornato il silenzio e che alcuni simpaticissimi pinguini iniziano a zampettare allegramente di fianco a noi. O forse è tutto dettato dall’atmosfera gelida che si è creata in un istante.

Guardo prima i miei compagni di classe e poi, molto lentamente, mi giro verso la porta.

Colui che vedo mi fa schizzare gli occhi fuori dalle orbite fino a Uranio.

Altro che vecchio e brutto: in nostro nuovo professore non è altro che Il Vento Del Nord! Sesshomaru Taisho!

-TU!- sbotta infuriato Inuyasha –Cioè… TU!-

Nooo, che perle di saggezza! Resterà sicuramente impressionato.

-Vedo che il tuo vocabolario non è aumentato negli anni.- dice sedendosi comodamente sulla cattedra.

Io, intanto, prendo in considerazione di iniziare a costruire un pupazzo di neve, tanto per ammazzare il tempo.

-Per chi non mi conoscesse, sono Taisho-sensei- e a quel punto tutti si girano verso di noi. Devono aver capito che è –purtroppo- imparentato con noi. –E sarò il vostro insegnante di storia giapponese fino a quando non prenderete il diploma.-

Oddeo, così tanto? E io che speravo di cavarmela con un paio di lezioni!

-A proposito… Taisho?... Tutti e due. Fuori.- dice mentre tira fuori dei fogli dalla sua beneamata borsa.

Inuyasha si dirige verso la porta con passo veloce e io lo seguo un po’ più titubante, poi mi chiudo la porta alle spalle.

Merda, merda, merda. E merda, giusto per sicurezza.

-Inuyasha?- gli chiedo quando siamo seduti in corridoio. –Ti ricordi tutte quelle cose che ho detto stamattina sul fatto che lo comprendevo e tutte le altre cazzate? Si? Beh, dimenticatele!-


-Cioè, vi siete fatti buttare fuori dal nuovo professore?-

Guardo Sango corrucciata –Sango, stai zitta, va!-

Kagome si avvicina ad Inuyasha e gli mette una mano sul braccio per consolarlo. Quanto sono kawaii quei due???

Anche Miroku poco dopo mi avvicina a me e con uno sguardo rammaricato allunga una mano sul mio sedere. Mi giro e gli stampo una cinquina sulla guancia destra e Sango fa lo stesso sulla sinistra.

-Amooore!- piagnucola lui –La stavo solo consolando!-

-Col cavolo!- dice Sango tirandogli le orecchie.

No, loro non sono mica tanto kawaii

Scuoto la testa rassegnata.

Ehi, ragazzi, io faccio una piccola deviazione.- dico salutandoli con la mano. –Ci vediamo a casa, Inuyasha.-

Kagome e Sango si avvicinano per darmi un bacino mentre Miroku sorride massaggiandosi le guance.

Io ridacchio e mi avvio verso la fioreria più vicina.

Spingo la porta e una campanella tintinna per segnalare la mia presenza.

Una donna sulla cinquantina sbuca dal retro bottega e mi sorride gentilmente. –Il solito, cara?-, mi chiede affabile. Io annuisco e lei inizia a prepararmi un piccolo e delicato mazzolino di gardenie bianche e lo lega con un nastrino nero.

Le gardenie sono simbolo di gioia e felicità, e di solito porto sempre quelle ai miei genitori, per augurar loro di essere felici anche se non sono più in questa terra.

Pago e ringrazio la fioraia e inizio a camminare verso il cimitero.

Avevo fatto seppellire i miei genitori in questa parte della città così li avrei avuti un po’ più vicini, infatti li vado a trovare quasi ogni giorno.

Oltrepasso file e file di tombe fino a che non arrivo a quella più bella. E’ di colore grigio, abbastanza grande e con varie rientranze, così da poter appoggiare i fiori.

Prima di farlo, però, cambio l’acqua e butto via quelli vecchi; poi riaccendo un piccolo bastoncino di incenso che rilascia un piacevole profumo.

Mia madre adorava l’incenso.

Mi siedo davanti alla tomba e mi faccio sfuggire una lacrima.

-Ciao mamma, ciao papà.-



Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Salve a tutti, gente! Beh, beh, che dire? Innanzitutto spero che questo capitolo vi sia piaciuto tanto quanto il precedente! In ogni caso, vi devo assolutamente ringraziare per le magnifiche recensioni: non avrei mai pensato di riceverne così tante già al primo capitolo!

Dunque, parliamo un po' del capitolo: Ayame ha il primo e vero incontro con Sesshomaru. Come vi è sembrato? E' stato troppo OOC? Ho pensato che non può essere tutto rose e fiori, specialmente all'inizio. Ovviamente i rapporti tra di loro si scioglieranno, visto che sono fratelli, ma dato il carattere irascibile e testardo di Ayame e quello leggermente antipatico di Sesshomaru non sarà facile.

A proposito: come noterete in questa mia storia Shiori non è una mezzo-demone, bensì un demone completo e il suo carattere è molto diverso da quello nell'anime. Non chiedetemi il perché di questa scelta: semplicemente vedo benissimo quel personaggio in questo ruolo. =)

Troverete le risposte alle vostre magnifiche e stupende recensioni al massimo entro domani!

Oh, e vi invito a passare a leggere “Blue” di Anto_P e “Smells Like Teen Spirit” di Lirin Lawliet.

Non mi sembra di dover dire nient'altro se non: GRAZIE! A chi, ovviamente, ha recensito e a chi ha messo questa storia tra le preferite, le seguite o le “da ricordare”! Grazie infinite!

Un abbraccio,

°°Samirina°°






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Capitolo 3
*** Quando capisci che alla sfiga non c’è mai fine! ***


Set Fire To The Rain




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3. Quando capisci che alla sfiga non c’è mai fine!

I miei genitori erano morti otto anni prima durante un viaggio a cui io non avevo voluto assolutamente partecipare e avevo preferito andare a stare una settimana da un’amica.

Quattro giorni dopo la partenza mi è stata data la notizia della loro morte: erano stati sorpresi da un incendio e mio padre, per salvare mamma, era stato sepolto con lei nelle macerie.

Potete immaginare il mio shock: una mezzo demone, odiata da quasi tutti e pure orfana.

Per fortuna la mia famiglia conosceva bene Inu Taisho e lui, con la moglie, si presero la briga di portarmi con loro.

Ricordo bene che, quando me lo dissero, non usarono parole come “adottare” o simili, ma Inu mi chiese semplicemente se avevo voglia di andare a stare un pochino con loro.

Quella volta annuii e andai a casa con loro, appena una settimana dopo il funerale.

Penso sia inutile dire che senza la famiglia Taisho ora non sarei qui, e non solo fisicamente.

-Ciao mamma, ciao papà.- dico sedendomi davanti alla tomba.

-Spero stiate bene lì dove siete ora. Adesso è autunno e le giornate si fanno sempre più corte e fredde. Mi dispiace perché i fiori e gli alberi stanno ingiallendo e per un po’ non ci saranno più farfalle e uccellini. E poi sono triste anche perché non ci diete voi, ovviamente.

Comunque ieri è tornato l’altro figlio di Inu, Sesshomaru. Oh, non avete idea di quanto sia diverso da loro! E’ così freddo e insensibile che se lo conosceste dubitereste che faccia parte di questa famiglia. In più è il mio professore di storia giapponese e appena è entrato in classe ha mandato me e Inuyasha fuori.

Certo… è vero che l’abbiamo un pochino insultato, ma non sapevamo che fosse lui il nostro professore!

Mi ha pure preso per il collo, così gli ho abbrustolito un braccio…

Ma vi assicuro che ha iniziato lui a non rispondermi e allora… beh lo sapete come sono fatta, no?

Comunque poi gli ho chiesto scusa. A dire il vero più perché me lo aveva chiesto Inu che perché volessi realmente farlo.

Beh…- guardo l’orologio –E’ davvero tardi e per me è ora di tornare a casa. Ciao mamma, ciao papà, a presto.-

Esco dal cimitero e penso che, purtroppo, tutti i colori dell’estate stanno scemando.

Mi piace anche l’autunno e perfino l’inverno, ma la mia stagione preferita è la primavera: tutti i boccioli e le foglioline nuove sugli alberi donavano un colore allegro al mondo.

Per quello l’inverno non mi dispiaceva. Senza l’inverno non ci sarebbe stata nemmeno la primavera.

Però quella mancanza di colori non mi andava proprio giù!

Mentre faccio la strada inversa passo nuovamente davanti alla fioreria e mi viene un’idea.


Venti minuti dopo sono davanti alla porta di casa con uno splendido mazzo di fiori in mano.

Entro correndo e cerco Inuyasha.

-Inuyasha, Inuyasha, guarda!- grido trovandolo sul tavolo in cucina intento a studiare. Strano! –Non sono bellissimi? Non ne ho presi tanti perché non avevo tanti soldi con me, ma sono belli, vero?- gli dico sventolandogli davanti al naso i fiori.

Lui starnutisce e mi guarda di traverso.

-Non ti piacciono?- gli chiedo delusa.

Lui scuote la testa. –Invece di pensare a cose ridicole come i fiori ti conviene metterti a studiare.-

Io lo guardo offesa, per poi fare il broncio.

-Antipatico!- dico mettendo il mazzolino in un vaso –E comunque non c’è niente da studiare per domani!-

-Oh si, invece! Il professor Taisho- dice scimmiottandolo –Ci ha dato più di cinquanta pagine di storia da studiare. Per domani.-

Io lo guardo stralunata –Ma va! Sei esagerato come sempre.-

-Domani interrogo su tutto il periodo di Edo.-

Io mi giro sentendo la voce di Sesshomaru provenire dalla porta.

Beh, è stato anche gentile ad informarmi.

Tutto il Periodo di Edo? Ma saranno almeno 200 anni di storia!

Gentile un cazzo!

-CHE COSAAAAAAAA?!?-

Sesshomaru non risponde e, con la sua solita flemma, si avvicina ai fornelli e si versa una tazza di caffè freddo iniziando a sorseggiarlo lentamente e guardandomi di traverso per l’urlo appena lanciato.

-Tutto il periodo Edo?- ripeto.

Inuyasha annuisce e fulmina con lo sguardo il fratello. E’ chiaro come il sole che vorrebbe saltargli addosso e iniziare a picchiarlo, ma ovviamente non può per molte ragioni che non sto qui ad elencare perché devo assolutamente andare a studiare.

Il caro fratellone, d’altro canto, arriccia le labbra in un sorriso di scherno… Sorriso, ma che parolona. Diciamo che si capisce che è un sorriso solo perché ha cambiato di un paio di millimetri la sua espressione facciale.

Prima di salire di corsa in camera mia prendo il vaso di fiori con l’intenzione di portarlo con me, ma poi vedo le nuvolette di nervoso che salgono dalla testa di Inuyasha e glieli poggio sul tavolo.

-Sono per te. Spero ti facciano tornare di buon umore, Inuyasha.- gli dico sorridendo.

Lui ricambia distrattamente e allora gli tiro un orecchio. A quel punto cerca di acchiapparmi, ma sono già lontana.

Tiè! Ecco cosa succede a non dar retta ad Ayame Taisho: subirai la mia vendetta. Muahahahah!

-Buono studio.- gli dico da brava sorellina salutandolo con una mano.

Ovviamente non cago Sesshomaru neanche di striscio. Dannato lui e la sua idea malata di fare il professore.

Apro la porta della camera e spalanco la finestra per far entrare un po’ d’aria fresca poi apro il libro.

Vado alla prima pagina del periodo Edo e batto le mani.

-Bene iniziamo. Dunque il periodo Edo inizia nell’anno 1603 e termina nel 1868…-

Si, ce la posso fare! Ti farò vedere i kappa verdi, mio caro Angelo-Ghiacciolo!


* * *


Uhm, ci siete? Si? Perché se ci siete… scappate!

Io quel bastardo lo ammazzo!

Lo soffoco con i suoi stra-dannati libri di storia! Gli faccio ingoiare carta stampata finche non rimpiangerà di non aver ucciso prima chi l’ha inventata, la stampa.

Stupido Principe dei Demoni, stupido stupidissimo Sesshomaru!

Me l’ha fatta l’interrogazione! Porca paletta se me l’ha fatta! Solo che quel dannatissimo mi ha interrogata sul periodo di Azuchi-Momoyama, ovvero quello prima del periodo Edo!

E ho preso quattro, ho preso! Porco Homer Simpson!

-Ayame???- mi chiede titubante Sango mentre ci accompagna a casa.

-Stammi lontana perché ho proprio bisogno di picchiare qualcuno. Ma cos’ha quello lì? Un tarlo malato nel cervello? O forse è proprio bastardo dentro!-

Gli altri mi lasciano sfogare fino a che non finisco tutti gli epiteti conosciuti e non, quindi mi lasciano sbollire per benino.

Saluto Kagome, Sango e Miroku che prendono la direzione opposta alla nostra e ci avviamo anche noi verso casa.

Quattro! La mia media è calata a picco!

Cioè, anche Inuyasha è stato interrogato ma lui la media ce l’aveva già bassa e poi è abituato alle bastardate del fratello.

Insomma, io sapevo che era stronzo, ma farmi studiare apposta 50 pagine per poi interrogarmi su qualcos’altro è davvero troppo!

In più stanotte ho dormito poco e quando non ho le mie otto ore di sonno divento nervosa. Punto.

Arrivo a casa e sbatto la porta, con tutta l’intenzione di prendere un cacciavite e andare a bucare le ruote della Mercedes metallizzata nuova di zecca di Sesshomaru.

Un attimo! Lo posso fare anche con gli artigli!

Mi giro per ritornare sui miei passi quando Inuyasha mi mette una mano sulla spalla.

-Non mi fermare! Se non faccio a pezzi la macchina faccio a pezzi lui!-

-Non è quello… è che, uhm, Sesshomaru è, ecco…- cerca di trovare le parole esatte.

-Cosa? Uno stronzo? Penso ne sia già consapevole.-

-No, è sulle scale.-

Mi giro lentamente e vedo, appunto, Sesshomaru fermo ai piedi delle scale che mi ringhia contro.

Mi trattengo dal farlo anch’io. Insomma, sono una persona ben educata, io!

Il mio professore si avvicina lentamente e si porta davanti a me.

-Non osare mai più a parlare di me in quel modo, immonda mezzosangue.-

Immonda mezzosangue? A me?

-L’unica cosa immonda che c’è qui dentro sei tu!- gli sibilo.

Sta volta mi uccide! Lo vedo da come stringe i pugni! Oh, ma gli farò vedere tutte le costellazioni possibili ed immaginabili! Sono pronta Sesshomaru, e tu?

DRIIIIN!

Maledetto campanello!

Essendo la più vicina alla porta distolgo di malavoglia lo sguardo e apro.

L’essere che mi trovo davanti ha la straordinaria capacità di farmi girare le palle ancora di più.

-Kyosuke.-

-Ciao dolcezza. Mi è sembrato di sentire i tuoi toni soavi da lontano, quindi sono passato per un salutino.-

Cioè, va bene. C’è Sesshomaru e c’è Kyosuke.

Ma se ci sono Sesshomaru e Kyosuke tutti e due in una volta i miei nervi non possono tenere il ritmo.

-CHE CAZZO VUOI?!?-

Gli urlo e, inavvertitamente, lo spedisco lontano un paio di metri.

Poi tento di chiudergli la porta in faccia, ma lui si alza e la blocca con un piede.

Alla sfiga non c’è mai fine.

-Non mi inviti ad entrare?- mi chiede mellifluo, con uno sguardo da pesce lesso: probabilmente pensa che sia sexy.

-Fossi matta!- dico provando a chiudere la porta, ma di nuovo lui la blocca.

-Kyosuke, dannato! Esci da qui!-

Inuyasha al mio soccorso, kya!

-Uhuh, ciao Inuyasha! Tutto bene, si?-

Vedo che Inuyasha non intende rispondergli e lo guarda con gli artigli sguainati.

Poi il demone-lupo sposta lo sguardo a Sesshomaru e il suo sguardo si fa un po’ confuso.

-E tu chi sei?- chiede.

-Potrei farti la stessa domanda.- risponde mio fratello guardandolo glaciale e pronto a saltargli addosso al primo passo falso.

Aspetta, aspetta… questa cosa mi sa tanto di deja-vù!

Guardo in alternanza i due che si stanno scannando con lo sguardo senza sapere l’identità dell’altro e mi viene quasi da ridere.

Cioè, se decidessero di farsi fuori a vicenda per me sarebbe più che ok.

-Beh,- dice Kyosuke –Se non sbaglio sei Sesshomaru, giusto?-

Lui annuisce una sola volta, dopotutto perfino mettere in moto i suoi muscoli per qualcosa che non fosse ringhiare e/o combattere era impensabile per lui.

Kyosuke non sembra esserne irritato e si rigira verso di me.

Cosa vuole adesso???

-Quindi era lui che insultavi mentre stavi tornando a casa, vero?-

Dannato lupastro! Stattene zitto, palla di pelo troppo cresciuta!

Gli chiudo la porta in faccia senza dire una parola e lo sento ridere dall’altra parte e allontanarsi.

Adesso se mi giro Sesshomaru mi ammazza di brutto, altro che!

Non faccio neanche in tempo a ruotare il busto di 180 gradi che Sesshomaru mi pianta i suoi artigli su una spalla.

Lo guardo per un attimo aspettandomi che faccia altro, tipo prendermi e buttarmi fuori di casa a calci in culo o mettermi in forno per poi mangiarmi.

Quando vedo che se ne sta impalato gli prendo il polso e lo tolgo lentamente dalla mia spalla.

-D’accordo, serve altro?- gli chiedo quando vedo che non muove un muscolo e mi fissa aspettando una qualche strana reazione che, però, tarda ad arrivare.

Intanto mi giro e guardo la ferita: sono solamente cinque buchi che si stanno già richiudendo. Sbuffo solo un pochino quando noto che ho i buchi pure sulla maglietta.

Beh, chiederò a Izayoi di aggiustarla.

Alzo la testa e guardo un po’ stupita Inuyasha e Sesshomaru che continuano a fissarmi.

-Ebbene?- dico spostando la testa incontrando prima lo sguardo di uno poi dell’altro.

Sesshomaru non risponde e si gira solamente, andandosene imperterrito.

Così mi volto verso Inuyasha domandandogli con lo sguardo di spiegarmi ciò che, come era palese, ignoravo e che aveva lasciato di stucco il caro e gelido Fuffy.

-Di solito gli artigli di Sesshomaru rilasciano un veleno letale. E’ strano che tu non ne abbia sentito l’effetto.-

Ed è per questo che ho avuto l’onore di vedere il Grande Principe Dei Demoni cambiare così efficacemente espressione facciale? E’ per questo che il grande Sesshomaru ha dovuto mettere in moto più muscoli del suo solito?

-Bah, probabilmente l’ho purificato.- dico dopo averci pensato un attimo –Non riesco ad usare molto bene i poteri spirituali e probabilmente si sono manifestati da soli.-

Scuoto le spalle e mi avvio verso la mia camera per lavarmi e cambiarmi.

Io non capisco perché tutti e due hanno avuto questa reazione spropositata… cioè, sembra abbiano visto un pinguino nel Sahara!


Due ore dopo mi trovo sul divano con un bel Nintendo DS in mano.

Mi acciambello e lo accendo.

-Bene, a noi due, Mario!- sussurro iniziando a saltare sopra a funghetti malefici e ad altri esserini di dubbia provenienza.

Ma cosa sono? Porcini ghignanti???

Dopo pochi minuti Inuyasha mi raggiunge.

-Ehi sorella, che fai?- mi chiede sedendosi a fianco a me.

-Uccido i porcini!- gli rispondo cercando di schivarne uno volante. Mio fratello si sporge verso di me e guarda per un po’ lo schermo, per poi sbuffare ed accendere la tv.

Fa un po’ zapping sui canali finché, con un altro sbuffo, si ferma in un canale in cui fanno 24 ore su 24 soap opera smielose dove lei e lui si amano alla follia, ma poi l’altra fa il filo a lui e lui ci casca, lei si offende e si mette con l’amico, ma lei molla l’amico perché si rende conto di non amarlo abbastanza e lui lascia l’altra perché gli ha fatto le corna.

Tutte più o meno così, insomma.

-Ti odio!-

-No, amore mio, posso spiegare! E’ tutto un equivoco, io ti amo!-

-Vattene! Le tue erano tutte menzogne! Vattene!-

-E trottolino amoroso e dù dù dà dà dà.-

Inuyasha sghignazza sotto i baffi e cambia canale, grazie a tutti i Kami. Quelle cose mi fanno vomitare anche il pancreas.

Io ritorno al mio gioco, finché non sento dei passi silenziosi e ben conosciuti che si avvicinano.

Alzo la testa e noto che Sesshomaru è appena oltre la soglia e ci guarda con fare accusatorio. Scusaci tanto se ci siamo seduti sul divano di casa nostra e scusaci ancora di più se siamo costretti a respirare il tuo stesso ossigeno!

Quando lo vedo che si siede (ovviamente nel posto più lontano possibile da noi) penso che, alla fine, se gli fa così ribrezzo stare vicino a dei mezzo demoni potrebbe anche cambiare stanza.

Ad un tratto sento provenire dal Nintendo un suono sordo, come di due piatti che sbattono e abbasso incuriosita lo sguardo.

Il mio omino giace morto con i porcini maledetti tutti sopra di lui.

Mi ci vuole un po’ per capacitarmi di cosa è appena successo.

NO! Quale sciagura! Sono morta. Devo iniziare tutto daccapo!

A quel punto chiudo con un tonfo il Nintendo e lo guardo con astio, come se fosse colpa sua se mi ha fatto perdere e non della mia idiozia che mi ha fatta distrarre senza mettere in pausa.

Lo appoggio sopra il tavolino in equilibrio precario e inizio a guardarmi intorno per cercare qualcosa da fare e, inavvertitamente, lo sguardo mi cade su Sesshomaru.

Il Gelido Vento del Nord è placido placido mentre legge il suo libro. Ogni tanto gira una pagina molto sciallamente e torna a leggere.

Tutto sommato è bello. Molto bello.

Proprio nell’esatto momento in cui quel pensiero ha deciso di attraversare la mia mente Sesshomaru alza lo sguardo.

I suoi occhi ambra si fondono con i miei onice e restiamo incantati per un attimo.

-Ragazzi siamo a casaaaaaa!- sento la porta aprirsi e poi le urla di Inu raggiungono le mie orecchie. Distolgo imbarazzata gli occhi da quelli del mio fratellastro e li poso sulla porta.

Pochi secondi dopo vedo entrare un’Izayoi saltellante che sventola in mano un cartoncino colorato, seguita da Inu che ci viene a salutare.

-Ciao ragazzi. Avete passato una bella giornata?- ci chiede passando lo sguardo da Inuyasha a me e poi a Sesshomaru.

Io e Inuyasha mugugniamo e Sesshomaru si limita a rispondere –Si.-

Izayoi, che non vede l’ora di dire la sua, non fa caso alle nostre risposte e alza in alto il cartoncino, che ho capito essere una foto, mostrandolo come se avesse vinto il Nobel per la Scienza.

-Guardate cos’ho trovato mettendo a posto i miei documenti in ufficio!- ci dice passando davanti a Sesshomaru e dirigendosi verso di noi.

Mi mette a un centimetro dalla faccia la foto e, quando la metto a fuoco, resto di stucco.

La foto mostra una bambina di circa sette anni, con i capelli neri e gli occhi color del scuri che sorride contenta all’obiettivo.

Sono io!

-E questa mocciosa chi è?- chiede Inuyasha stranito. Lo guardo, convinta che stesse scherzando, ma quando vedo che è serio non posso fare a meno di fare il broncio.

-Come chi è?- chiede Izayoi –E’ Ayame, ovviamente!-

Lui mi fissa, come se non potesse credere ai suoi occhi e alterna lo sguardo dalla foto a me e poi viceversa.

-In effetti, c’è somiglianza…-

Sbuffo risentita –Certo che si!-

A quel punto Sesshomaru si alza, molla in libro sul divano ed esce dalla stanza velocemente, come se volesse scappare.

Lo guardo stralunata e poi sento Inuyasha dire: -Forse è meglio che la mettiate via. E per via intendo via-via.-

Io annuisco, cercando di capirne il motivo, ma poi prendo la foto e mi alzo per portarla in camera mia. Mentre salgo le scale sento la porta della stanza di Sesshomaru sbattere.


Non riesco ancora a capacitarmi della reazione di Sesshomaru davanti a una semplice foto.

-Grazie Ayame, abbiamo finito.- mi dice Izayoi.

-Sicura che non c’è da lavare altro?- le chiedo guardandomi intorno alla vana ricerca di qualche altra stoviglia sporca.

Izayoi scuote la testa e mi dice che posso andare, così le do un bacio e mi avvio verso la mia camera.

Inavvertitamente, quando passo davanti al salotto, mi cade lo sguardo sulla poltrona che qualche ora prima Sesshomaru aveva occupato con la sua elegante persona e noto che non aveva ancora recuperato il libro che stava leggendo.

Mi avvicino e lo prendo in mano, intenzionata a portarglielo in camera.

Dopotutto è sempre mio fratello, no?

Anche se è freddo, antipatico, non mi considera e ha cercato di uccidermi già due volte non significa che non avremmo potuto avere un bel rapporto in futuro… no?

Ok, ok, lasciamo perdere che è meglio.

Prendo comunque il libro e decido di portarglielo: non può azzannarmi, almeno che non decida che gli ho insudiciato il libro. E la probabilità che ciò avvenga rasenta il 99,9%.

Busso alla porta della sua camera sperando che apra o che almeno mi dia il permesso di entrare, ma ovviamente dalla stanza proviene solo il silenzio.

Allora decido di aprire lo stesso: non posso mica lasciargli il libro davanti alla porta come se fossi il postino!

Appena spalanco la porta e sbircio all’interno della stanza mi si gelano le ossa: Sesshomaru mi fissa come una iena guarda il suo spuntino di mezzogiorno. Non voglio essere il suo spuntino di mezzogiorno!

-Io ti ho…!- mi blocco quando vedo cosa porta addosso. Anzi, cosa non porta addosso, visto che ha solo uno striminzito asciugamano legato in vita.

Si deve essere appena fatto la doccia visto che ha i capelli color della luna bagnati e goccioline che gli scivolano per il corpo. E che corpo, oserei dire!

-Cosa vuoi?- mi chiede tagliente, guardandomi come se mi volesse incenerire con lo sguardo. E se fosse capace l’avrebbe già fatto, ne sono sicura.

-Io… beh, io sono venuta per… per…ehm…-

Accidenti a me, ma perché devo balbettare solo perché il mio fratellastro è davanti a me quasi come mamma l’ha fatto? Vabbè che è dannatamente bello ed è così sexy che…

-Allora?- sbotta lui, iniziando a ringhiare.

-Io sono venuta per… per darti… ehm…-

Cos’è che dovevo dargli???

-Si chiama libro.- dice avvicinandosi e prendendomelo di forza dalla mano.

-Ora puoi andare.-

Mi da le spalle e appoggia il libro sul comodino poi, quando vede che sono impalata sull’uscio, mi guarda con la coda dell’occhio.

-E allora?-

Io resto impalata a guardare la sua schiena, le sue gambe e le sue braccia muscolose, esito di centinaia di anni di combattimenti.

Certo che i maschi della famiglia Taisho non scherzano mica in fatto di bei corpicini.

Ad un tratto Sesshomaru inizia ad avvicinarsi e io sento le guance andare letteralmente a fuoco. Tra poco morirò di autocombustione se continuo così.

Il mio –bellissimo- fratellastro mi mette una mano sulla spalla e stringe leggermente.

-Sessh…-

Non faccio nemmeno in tempo a finire il suo nome che mi da una spinta e finisco col fondoschiena a terra nel corridoio. Infine Sesshomaru mi chiude la porta in faccia e gira la chiave.

In tutto questo tempo non penso di aver cambiato mai espressione: sempre stupita, ero!

Prima per Sesshomaru (sbavo ancora al solo ricordo!) e poi per la posizione alquanto ridicola che ho in questo momento.

Quando riprendo possesso di me stessa, cioè dopo qualche minuto, mi rendo conto che mi ha sbattuta fuori dalla sua camera proprio come si manda fuori il cane quando rompe.

Certo, io lo stavo fissando e probabilmente avevo anche sbavato, però che comportamento rozzo!

Mi alzo in piedi e decido che sono assolutamente offesa.

-Prego, eh!- gli urlo e poi me ne vado ancora rossa in volto.

-Ehi, Ayame, che succede?- mi chiede Inuyasha aprendo la porta della sua stanza e mettendo la testa fuori.

-Niente! Assolutamente niente!-

Cioè, quel giorno me ne era successa una più del demonio.

Avevo preso quattro per colpa di Sesshomaru, avevo incontrato Kyosuke per colpa di Sesshomaru, avevo fatto una figura da popoci davanti a Sesshomaru e ero stata sbattuta fuori dalla stanza da Sesshomaru.

Per non parlare della sua spropositata reazione davanti alla mia foto di quando ero piccola.

Quell’uomo era stato capace di rovinarmi una giornata intera! Nessuno mi aveva mai rovinato una giornata intera!

Ma da domani devo cercare di non litigarci. Dopotutto, come mi piace precisare, è mio fratello e dovrò conviverci per secoli ancora, quindi tanto vale fare qualche sforzo in più e ingoiare i quintali di orgoglio che si oppongono.

Si! Farò così!



Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Salve a tutti! Mi scuso per il ritardo: ho avuto la settimana piena e in più davanti a me se ne apre una da animatrice! Per cui dico subito che le risposte alle vostre recensioni le troverete al massimo in un paio di giorni.

Ringrazio comunque tutti quelli che hanno recensito (i vostri commenti mi riempiono il cuore di felicità), coloro che hanno aggiunto questa storia ai preferiti, seguiti e “da ricordare”, e anche chi ha solamente letto.

Comunque parliamo del capitolo: si è capito un poco il passato disastroso di Ayame. La sua vita, ovviamente, non può essere tutta rose e fiori, altrimenti non sarebbe realistico!

Secondo: Sesshomaru. Beh, ho inquadrato anche meglio il suo carattere. Povera Ayame, l'ha proprio fatta dannare! Ad ogni modo, mi sono divertita tantissimo a scrivere questo capitolo ;) In particolar modo quando entra in scena Kyosuke. Vi avverto: non prendetelo sotto piede, come ha fatto Ayame; più avanti le darà abbastanza grattacapi. Non dico altro!

Terzo: la foto. Scommetto che molti di voi sanno il motivo della reazione di Sesshomaru, al contrario della nostra protagonista che, poveretta, non ci capisce una cippa lippa.

Beh, che altro dire? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

Ovviamente l'immagine a inizio capitolo (come tutte le altre che posterò) non sono mie, ma le ho trovate girovagando per internet.

Infine, come al solito vi segnalo due fanfic: “Blue” di Anto_P e “Smells Like Teen Spirit” di Lirin Lawliet.

Mando a tutti un abbraccio e GRAZIE di tutto!


°°Samirina°°


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Capitolo 4
*** Quando capisci che le fruste e i capelli non stanno bene insieme. ***


Set Fire To The Rain




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4. Quando capisci che le fruste e i capelli non stanno bene insieme.

E’ proprio vero che la sera i propositi sembrano un niente mentre il mattino dopo sembrano insormontabili.

Però mi sono fatta una promessa, quindi devo mantenerla.

Annuisco al nulla mentre scendo le scale, già vestita e pronta per andare a scuola diretta a colazione.

Passo davanti al salotto e vedo che, come tutte le mattine, Sesshomaru è seduto sul divano a leggere un libro. Decido di iniziare a sfruttare il proposito e mi avvicino a lui.

Come poso chiedergli se vuole venire a colazione con noi?

Vieni…?” No, sembra un ordine.

Hai intenzione…?” No, direbbe subito di no.

Saresti così gentile…” No, sembra che lo stia pregando.

Opterei per una richiesta…

-Sesshomaru, ti andrebbe di venire a fare colazione con noi?-

Lui alza gli occhi dal libro.

-No.-

Molto lapidario...

Alzo le spalle e me ne vado. Dopotutto non posso sperare di farla franca già la prima volta.

Mi siedo al tavolo e aspetto che Izayoi mi offra una fetta della torta nuova appena sfornata.

Mmmm, crostata ripiena di marmellata alla fragola. L’adoravo! Dura fuori e morbida dentro, un contrasto splendido.

Un po’ come Sesshomaru…

-Uno yen per i tuoi pensieri.- mi dice Inu fissandomi.

Io scuoto le spalle e addento la fetta di torta, poi, come dal nulla, mi viene un’idea.

Cioè, chiamarla idea è troppo: diciamo un’ideuzza, anzi un’ideina.

Mi alzo e prendo un vassoio, poi ci appoggio una fettina di torta su un piatto e un bicchiere di succo alla pera.

-Cosha shtai fashendo?- mi chiede Inuyasha con la bocca piena.

-Qualcosa di utile alla comunità.- gli rispondo prima di dirigermi in salotto con il vassoio.

Vado davanti a Sesshomaru e aspetto che alzi lo sguardo dal libro.

Quando lo fa gioisco mentalmente: è sempre un passo avanti.

-Visto che non vieni di là con noi ho pensato di portarti la colazioni qui!- dico sorridendogli.

Lui sgrana gli occhi e fissa per un attimo me e poi la colazione.

-Il cibo umano non è di mio gradimento.- dice dopo qualche secondo tornando impassibile.

Il mio sorriso si spegne e lo guardo tornare a leggere.

-Beh, nel caso cambiassi idea ti appoggio il vassoio sul tavolino.- dico e poi me ne vado a mani vuote.

Salgo le scale e prendo lo zaino di Inuyasha e il mio e vedo, con mio sommo orrore, che siamo in ritardo. Tremendamente in ritardo.

Il mio caro professore di storia può anche permettersi di partire più tardi, visto che lui possiede una Mercedes che è anche capace di scavalcare le altre vetture con la sola forza dell’accelerazione.

Noi, invece, dobbiamo arrivare fino all’edificio scolastico con la sola forza delle nostre gambe e il sudore della nostra fronte.

Ok, forse sto esagerando!

-Inuyasha!-

-Si?-

Prendo un po’ di slancio e gli lancio la cartella.

Fu così che gli arrivarono circa cinque chili di libri in faccia.

Proprio in quel momento Inu scende le scale, pronto pronto per andare al lavoro.

Proprio in quel momento Sesshomaru decide che è ora anche per lui di prepararsi.

Proprio in quel momento Izayoi esce dalla cucina.

Ci ritroviamo tutti e cinque in corridoio e ci guardiamo l’un l’altro; poi il nostro sguardo cade, quasi contemporaneamente, su Inu.

-Ehm… papà?- disse Inuyasha mentre suo padre saltella per tutto il corridoio cercando di infilarsi le scarpe e la giacca insieme.

-Tesoro…- inizia Izayoi, non sapendo come andare avanti.

Sesshomaru alza un sopracciglio. E’… come dire? Disgustato? Schifato? Disguschifato?

Inu, dall’alto della sua potenza demoniaca ci degna con un’intelligentissima espressione stupefatta. –Che c’è?-

Io alzo un dito e lo punto contro il mio padre adottivo.

-Hai ancora la maglia del pigiama.- che, senza tanti giri di parole, era blu a pois rosa. Quasi quasi avrei preferito quella con gli orsetti.

Lui si piazza una mano in fronte e si esibisce in un ridicolo –Per dindirindina!- e poi scappa in camera a cambiarsi.

Io e Inuyasha ci fissiamo sconcertati: alla faccia del Grande Generale Cane!

Scuoto le spalle e ci avviamo fuori di casa.

Prima di varcare il cancello do un’occhiata all’albero di giuggiole che torreggia allegro e pieno di frutti –acerbi- nel nostro giardino.

-Inuyasha!- dico con una rinnovata allegria. –Guarda, c’è una giuggiola matura!- gli dico indicando un frutto quasi del tutto marrone in uno dei rami più alti dell’albero.

Sento Inuyasha sbuffare spazientito e mi sembra quasi di vedere Sesshomaru alzare gli occhi al cielo poco dietro di noi.

-Dai, muoviti a prenderla che siamo in ritardo!-

Io annuisco e piego leggermente le gambe e mi do una spinta, finendo leggera nell’aria.

Prendo con calma la giuggiola e la mostro felice ad Inuyasha restando sospesa per aria, poi inizio a mangiarla sputando il nocciolo a mangiamento finito.

-Eddai, scendi!- mi urla Inuyasha seccato.

-Sei solo invidioso perché non sai volare!- lo sfotto sentendo la macchina di Sesshomaru partire in quarta. Questo mi fa ricordare che siamo assolutamente in ritardo, quindi scendo e, insieme ad Inuyasha, iniziamo a correre verso scuola.


* * *


Sono due dannatissime settimane che gli porto la colazione e due dannatissime che la ritrovo intatta. Ok che Il cibo umano non è di suo gradimento, Signor Sesshomaru, ma la sua regale boccuccia potrebbe anche degnarsi di assaggiarne una puntina! Almeno avrei un po’ di soddisfazione.

Scuoto la testa e gli poso il solito vassoio sul solito tavolino. Sesshomaru segue i miei movimenti finchè non esco dal salotto, poi come tutte le mattine ritorna al suo libro.

-Non capisco perché ti ostini tanto.-

-Guarda, Inuyasha, non ne ho la più pallida idea.- dico prima di dare un bacio a Izayoi e uno ad Inu.

-Noi andiamo, ciao!-

Urla Inuyasha prima di chiudere dietro di noi la porta di casa.

-Però…- dico dopo qualche minuto di cammino –Certo che potremmo chiedere a Sesshomaru di accompagnarci in macchina, qualche volta.-

Inuyasha si volta e mi guarda con gli occhi sgranati come se avessi detto che volevo crocifiggere il Dalai Lama.

-Beh, non ho mica detto che voglio farmi il bagno nell’acido muriatico, eh!-

Lui scuote la testa e alza gli occhi al cielo, per poi aumentare il passo.

Quando arriviamo all’incrocio principale della via troviamo, come ogni mattina, Kagome che ci aspetta.

-Kagome!- la salutiamo io e mio fratello.

Quando Inuyasha le sorride calorosamente, Kagome arrossisce a abbassa il viso, nascondendolo tra i capelli. Certo che anche mio fratello ha la perspicacia di uno gnu: si vede lontano un miglio che piace a Kagome, come si vede lontano un miglio che lei piace a lui.

Ma come ho detto appena mezzo secondo fa, se le persone hanno la perspicacia di uno gnu c’è poco da fare, bisogna solo aspettare che si sveglino.

Batto una mano sulla spalla a Kagome.

-Dai, Kagome-chan! Sento che questa sarà una bellissima giornata!-

-Chissà perché io sento tutto il contrario…- sussurra Inuyasha mentre superiamo il cancello della scuola e ci mescoliamo alla marmaglia di studenti.


Alla prima ora abbiamo il principe dei ghiaccioli.

Come sempre appena il Nobile Sesshomaru mette piede in classe i pinguini iniziano a zampettare allegri e spensierati in giro per la classe e, appena le sue Nobili Natiche poggiano sulla sedia, ho la vaga sensazione di un soffio di aria gelida sul collo.

La classe è in un silenzio totale anche quando il professore prende dei fogli e li distribuisce alla classe. Fatalità quando passa davanti a Shiori-tutta-tette lei, come tutto il resto della fauna femminile –e una parte di quella maschile- della scuola si gira a fissargli il sedere.

Beh, non posso fare a meno di pensare di essere stata quantomeno fortunata: due settimane prima l’unica parte coperta era proprio il sedere. E si, anche quella subito davanti.

Comunque io, da persona ben educata che sono, mi limito a fissare la scheda.

Subito mi salta all’occhio la sfilza di nomi che la scheda riporta.

Dinastia Joseon, Dinastia Yamato, Aiko Y., Hitachi Y…

E oddio, anche Sarifuma Kefò, Tayato Sumisura –che doveva essere di sicuro un sarto- Takeo Takanarma (?) e Sotuto Manontanto.

No, cioè, Sotuto Manontanto??? Ma che razza di nomi!

-Vi do una settimana.- dice Sesshomaru, distogliendoci dalla “contemplazione” della lista –Scegliete un nome della lista e fatemi una ricerca di almeno venti pagine. Non una in meno.- io mi volto lentamente verso Inuyasha e lo guardo mentre fissa la scheda probabilmente chiedendosi da dove accidenti escono quei nomi sconosciuti.

Anche io me l’ero chiesto, ma dopotutto se dovevamo fare un personaggio a scelta era tutto più facilitato, no?

-Taisho…- chiama ad un tratto il professore.

Io alzo gli occhi e vedo che sta guardando proprio me. Cosa accidenti vuole ancora?

-Tu farai la relazione su Ashikaga Takauji, sempre se desideri recuperare il quattro.- dice, non aspettando risposta.

-E io?- fa Inuyasha, aspettando che gli siano date istruzioni anche a lui.

Il professor Taisho alza gli occhi e lo fissa gelido per qualche istante. –Per te è lo stesso. Sono certo che non riuscirai a recuperare in ogni caso.- dice e poi inizia a sfogliare il libro di testo.

Io guardo Inuyasha che è rimasto un po’ sorpreso, mentre gli altri compagnucci di classe ridacchiano alla pseudo-battuta-malsana di Sesshomaru.

-Andate a pagina 394.- ci ordina il professore e noi non possiamo fare altro che obbedirgli.

Quando suona la campanella di fine giornata sono stremata: non ho fatto altro che prendere appunti e la relazione di venti pagine non ha fatto altro che ronzarmi in testa.

-Anche a voi Taisho ha dato una relazione di venti pagine?- ci chiede Miroku avvicinandosi insieme a Sango.

Inuyasha annuisce. –Mi chiedo ancora se quello di insegnare sia una cosa seria o se sia solo un hobby. Che poi non capisco cosa ci fa a scuola se odia gli umani, stare in mezzo alla gente e parlare.-

Io e Kagome ci guardiamo e scuotiamo la testa all’unisono.

Mi piace il rapporto che ho con quella ragazza: è molto spontaneo e ci capiamo in un lampo. Sorrido per quel piccolo pensiero.

-Andiamo al caffè questo pomeriggio?- ci chiede Sango e tutti noi annuiamo allegri. Quel pomeriggio con gli amici mi ci voleva proprio.

Ad un tratto sento qualcuno che mi picchietta una spalla. Mi giro e vedo che Kagome indica con un dito un ragazzo che muove le braccia nella nostra direzione.

-Cavolo, è Bankotsu!- sussurro sgomenta –Non credevo fosse già tornato!-

-Beh, vai da lui.- dice ovvia Kagome.

Io mi giro e mi avvio verso di lui, passando davanti al parcheggio dove uno scocciato Sesshomaru cerca di salire in auto sempre fermato dalla preside Kagura che, a quanto pare, ha un paio di ragioni per trattenerlo nel parcheggio ormai semi-deserto.

E non oso pensare a quali esattamente.

Arrivo di fronte a Bankotsu e, prima di poter dire qualcosa, lui mi coinvolge in un abbraccio stritolatore che mi fa quasi mancare il respiro.

-Non pensavo fossi già tornato.- gli dico sorridendo.

Lui si imbarazza appena e si passa una mano sulla nuca, accarezzandosi appena i lunghi capelli neri, in quel momento raccolti in una treccia che di ordinato aveva ben poco.

-Beh, mio padre ha accorciato il viaggio!-

Io annuisco e per una attimo non so più cosa dire. –Ti andrebbe di uscire con noi, oggi?- gli chiedo.

Lui scuote leggermente la testa. –Mi spiace ma devo aiutare mia madre e mio fratello a svuotare le valigie e a dare un aspetto migliore alla casa.-

Io annuisco solamente.

-Però la prossima volta accetto!- mi dice, dopo di che si sporge e mi da un bacino sulla guancia. Io gli sorrido e lo saluto con la mano mentre se ne va.

-Ma ti piace!- dice malizioso Miroku mentre ci avviamo a casa.

-Assolutamente no!- dico alzando un sopracciglio e rimanendo seria mentre mi piacerebbe alla grande ridergli in faccia.

Bankotsu è bello, simpatico e mi piace stare con lui, tanto quanto mi piace stare con Miroku. Quindi no, non mi piace per niente.

Miroku, a quanto pare non è tanto convinto, ma ci pensa Sango a farlo stare zitto, prendendolo per un orecchio e trascinandolo verso casa.

-Ci vediamo dopo, allora?- ci urla Kagome da lontano.

-A dopo!- le urla di rimando Inuyasha e ce ne torniamo a casa con gli strepiti piagnucolosi di Miroku nelle orecchie.

-Siamo a casa!- dico entrando.

Per tutta risposta sento delle imprecazioni provenire dalla cucina.

Mi avvicino e vedo Inu che cerca di srotolarsi la frusta dai capelli imprecando contro tutti i Kami mai esistiti.

-Oh, buon giorno…- gli dico osservandolo mentre aziona l’aggeggio e arrotola ancora di più la fluente chioma come se fosse panna montata.

All’ennesima imprecazione scoppio a ridere e mi avvicino spegnendo “l’aggeggio infernale”.

-Pensare che ho combattuto contro centinaia di demoni e mi faccio sconfiggere da una trusta!- borbotta.

-Frusta, è una frusta!- gli dico continuando a ridere.

A quel punto Inuyasha e il suo Regal Fratello spuntano dal corridoio e vengono a vedere cosa succede. Come da copione Inuyasha scoppia a ridere e Sesshomaru solleva un sopracciglio.

-Ehilà, figli!- sorride sornione Inu mentre alza la frusta ancora imprigionata nei suoi capelli.

Inuyasha, ancora scosso dalle risate, sposta una sedia dal tavolo e ci si butta sopra di peso, tanto che mi chiedo per quale arcano motivo sia ancora integra.

Scuoto la testa e prendo la frusta dalle mani di Inu, iniziando a sfilargli i capelli arrotolati stretti.

Noto con piacere che Sesshomaru non ha ceduto alle avances di Kagura. Non perché sono gelosa di Sesshomaru, scherziamo, ma Kagura è una delle rare donne che mi piacerebbe tanto vedere bruciare su un rogo.

-Ahia, ahia!- inizia a borbottare Inu e per ripicca gli tiro una ciocca di capelli.

Ci metto circa dieci minuti, ma alla fine la frusta è praticamente libera, se non per qualche capello che rimane incastrato.

-Ehi, mai pensato di tagliarti i capelli? O per lo meno lascia fare a Izayoi!- gli dico iniziando a lavare la frusta.

Il mio padre adottivo mi guarda con la stessa identica espressione che aveva usato il figlio minore quella stessa mattina.

-Ma perché oggi mi guardate tutti come se avessi detto che voglio fare il bagno nell’acido muriatico?- sbotto e metto la frusta in lavastoviglie perché non ho assolutamente più voglia di togliere quei dannati capelli lunghi come l’autostrada Milano-Napoli.

-Io salgo- dico –Spiegatelo voi a Izayoi!- scappo ridacchiando e facendo una linguaccia a Inuyasha che cerca di prendermi per un braccio.

Mi metto a fare i compiti, che sono veramente tanti, e il tempo passa in fretta.


Mi alzo dalla sedia della scrivania verso le quattro (miracolo!!!) e mi preparo per uscire. Dopotutto avevo proprio bisogno di un po’ di svago dopo quei primi giorni di convivenza forzata con Sesshomaru.

Sebbene il Principe dei Ghiaccioli non facesse niente, riusciva lo stesso a consumarmi tutta l’energia. Come, non lo so.

-Ehi, Inuyasha, sei pronto?- chiedo a mio fratello. Lui si infila una felpa col cappuccio rossa ed esce dalla sua stanza.

-Si.- annuisce e si avvia giù per le scale.

Io lo seguo già pregustando il pomeriggio di sole e supero mio fratello saltellando felice.

-Ciao Inu, ciao Izayoi e ciao Sesshomaru!- dico affacciandomi al salotto dove il Principe dei Ghiaccioli leggeva, come al solito, un libro seduto sul divano.

Ma non ha altro da fare? Quel libro è infinito?

Scuoto le spalle e faccio per andarmene quando vengo bloccata dalla lenta e bassa voce di Sesshomaru.

-La ricerca.- mi dice solamente. Io mi volto e vedo che non mi sta guardando, allora annuisco convinta e sorrido.

-Pensavo di passare in biblioteca a prendere i libri prima di tornare a casa!-

Lui non mi risponde, né da segno di avermi sentita, così sospiro e me ne vado.

Appena spalanco la porta il sole autunnale mi inonda la faccia e sorrido al cielo: quello sarebbe stato un pomeriggio coi fiocchi.



Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Buongiorno, o buona sera, dipende ;) Allora, come vi è sembrato questo capitolo? Devo dire che non mi soddisfa pienamente. A voi l'ardua sentenza!

Dunque... non c'è moltissimo da dire: Ayame porta la colazione a Sesshomaru tutte le mattine. Vi dice nulla questa cosa? Beh, al nostro bel Principe dei Demoni: si.

Sesshomaru da alle sue classi una ricerca: questo fatto sarà di importanza rilevante nel prossimo o forse nei prossimi due capitoli.

Cosa ne pensate di Inu? E Inuyasha e Kagome? Non vi preoccupate, si evolverà anche la loro storia =)

Beh, come al solito vi segnalo: “Blue” di Anto_P e “Smells Like Teen Spirit” di Lirin Lawliet. Correte a leggerle ;)

L'immagine ad inizio capitolo l'ho trovata per il web, ma l'ho modificata io. Queste immagini sono il mio tormento xD

Infine, ringrazio chi ha recensito (lettori silenziosi, ditemi cosa ne pensate!) e chi ha aggiunto questa storia ad una delle sue liste, anche se è solo agli inizi.

GRAZIE!


°°Samirina°°


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Capitolo 5
*** Quando capisci che tuo fratello è senza alcuna speranza. ***


Set Fire To The Rain


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5. Quando capisci che tuo fratello è senza alcuna speranza.

Un pomeriggio coi fiocchi! PFUI!

All’inizio si, non ci piove, ma mi chiedo come Inuyasha abbia la straordinaria capacità di rovinare tutto in mezzo secondo netto.

Insomma, all’inizio del pomeriggio ci siamo trovati, abbiamo mangiato un gelato e abbiamo chiacchierato. E’ stato fantastico!

Ma poi Miroku e Sango sono dovuti andare via e siamo rimasti solo in tre.

Ovviamente ad Inuyasha è venuta una fame ingestibile e l’ho dovuto accompagnare al bar a prendersi un panino con salame e mortadella insieme!

Insomma, si è preso un panino con in mezzo salame e mortadella! E l’ha pure mangiato!

Vabbè, sorvoliamo sulle abitudini alimentari di Inuyasha.

Insomma, quando siamo tornati al parco dove abbiamo lasciato Kagome, abbiamo trovato Koga il demone lupo che le stava facendo una corte serrata.

Ovviamente Inuyasha è andato su tutte le furie e si è messo a spintonare Koga, che ha reagito, che ha picchiato Inuyasha, che ha picchiato Koga (che uccise il gatto che si mangiò il topo che mio padre al mercato comprò…)e si sono messi a darsele di santa ragione.

Kagome si è incazzata, li ha mandati al diavolo e se ne è andata.

Tutto questo in breve, tralasciando i vari “Dannato”, “Bastardo” e i vari epiteti che si sono detti quei due.

Alla fine ho mollato un calcio a Koga, uno ad Inuyasha e ho preso quest’ultimo per le orecchie e l’ho trascinato prima in biblioteca e poi a casa.

-Ma porca miseria!- sussurro arrabbiata chiudendo la porta in faccia a Inuyasha.

Lui la riapre e continua con la sua lista di insulti rivolti al demone lupo.

-Dannato bastardo!-

-La pianti?- sbotto lanciando la borsa con i libri sul tavolo della cucina –Ho capito cosa pensi di lui, potresti darti una calmata?-

-Ci stava provando con Kagome!-

Alzo gli occhi al cielo incrociando le braccia. –Certo che si. Nel caso tu non te ne sia accorto, Kagome è carina, dolce, gentile e solare.- decido di non continuare per non far calare a picco la mia autostima che di fatto, è molto poca. -E’ ovvio che ci provi con lei.-

-Non deve osare mettere le mani su Kagome!- continua lui come se non mi avesse sentita.

-Ma sei matto?- mi metto ad urlare io. –Cosa cavolo spari? Kagome non è mica tua. Non è di tua proprietà. Non state nemmeno insieme, quindi non puoi pretendere di avere qualche diritto su di lei.- inizio a gesticolare come sempre, quando sono nervosa.

Inuyasha, grazie a tutti i Kami per avermi risparmiato i timpani, si zittisce.

Stringe i pugni e sposta lo sguardo a terra, mordendosi il labbro, poi dopo aver sussurrato un “dannazione” si gira e se ne va.

Supera Sesshomaru, gira l’angolo e sparisce nel piano superiore.

Il Demone Maggiore lo segue con lo sguardo e poi si gira a fissarmi. Io alzo beatamente gli occhi al cielo e mi giro, con tutta l’intenzione di preparare un caffè.

Poi ci penso e mi rendo conto che se bevo anche solo un millilitro di caffeina è probabile che salirò e strozzerò Inuyasha.

Quindi è meglio di no.

-Vuoi un caffè?- chiedo a Sesshomaru che è ancora fermo sullo stipite della porta a fissare non so che cosa.

Lui annuisce una sola volta e si siede.

Preparo il caffè e prendo una tazzina, poi ci verso il liquido scuro e gliela metto davanti. Dopo di che mi siedo di fronte a lui e lo fisso mentre si porta la tazzina alle labbra –per inciso- senza prima sterilizzarla.

E tutto ciò è molto molto molto positivo.

Lo guardo bere un po’ del liquido caldo e non posso fare a meno di mettermi a fissare le sue labbra che si posano sul bordo della tazzina. Cavolo è sexy perfino quando beveva un fottuto caffè.

Dio… ho pensato sexy???

E’ ufficiale litigare con Inuyasha mi fa male… aspetta… perché ho litigato con Inuyasha?

Non me lo ricordo più…

-C’è qualche problema?- mi chiede Sesshomaru, distogliendomi dall’interessante osservazione.

Mi riprendo abbastanza in fretta e sposto lo sguardo dalle labbra di Sesshomaru agli occhi ambra di Sesshomaru.

-No, cioè si, cioè più o meno… E’ che Inuyasha…-

-Non mi importa dei vostri problemi.- mi interrompe lui prendendo un altro sorso di caffè –Ma risolveteli: detesto sentire urlare.-

Si alza e se ne va nell’altra stanza.

Ma se fino a un secondo prima mi aveva chiesto se c’erano problemi…?

Scuoto la testa e alzo le spalle. Comunque ha ragione: devo andare a parlare con Inuyasha.

Dopotutto devo essere una brava sorella e devo aiutarlo, non stargli contro.

Annuisco al nulla e salgo le scale, diretta nella stanza di Inuyasha. Oddio, stanza per modo di dire: io la definisco più la grotta di un Australopiteco o al massimo di un Homo Habilis.

Busso e poi entro senza aspettare il permesso.

Vedo mio fratello disteso sul letto con le braccia incrociate dietro alla testa che fissa il soffitto, trovandolo, con molta probabilità, molto interessante.

-Una volta lo era.- dice all’improvviso, mentre mi avvicino a lui.

Non aggiunge altro, ma io sto zitta, anche se non ho capito un’emerita mazza.

Lo guardo interrogativa e restiamo zitti per alcuni secondi, poi lui si gira verso di me e mi guarda negli occhi.

-Una volta Kagome era mia.- mi dice con un immensa tristezza negli occhi.

-Cosa?- gli chiedo strabuzzando gli occhi. Kagome ha la mia età, come era possibile che fossero stati insieme?

-Non in questa vita.- mi spiega –Ma tanto tempo fa.-

Alza le spalle e continua a guardare il soffitto, assente.

-Di a papà e mamma che non scendo a cena stasera.-

-Sei sicuro?-

-Si-

Io annuisco e gli poso un bacio su una guancia. –Mi dispiace, Inuyasha.- dico prima di chiudermi la porta della sua camera alle spalle.

Scendo le scale pensierosa, cercando di riflettere sulla frase di Inuyasha.

Cosa voleva dire “Non in questa vita ma tanto tempo fa?”.

Insomma, Inuyasha ha quattrocento anni suonati e, che io sapessi, non è mai morto, quindi per “altra vita” non poteva certo intendere la sua.

-Sesshomaru, Inuyasha non è mai morto, vero?- gli chiedo sedendomi accanto a lui sul divano.

Non dico neanche cosa sta facendo, visto che è talmente palese che potrei giocarci la mia vita.

-No, purtroppo.- dice non staccando gli occhi dal libro. Quasi mi sembra di sentire un sospiro di dispiacere.

Questo si che si chiama amore fraterno!

Ma quindi cosa accidenti intendeva quando parlava di altra vita?

Bene, di sicuro stare nella stessa stanza con il Principe Ghiacciolo non favorisce la mia concentrazione, per cui prendo bagagli e bagaglietti e esco in giardino.

Mi guardo un poco attorno e decido di sedermi sotto un albero poco distante dall’entrata per vedere quando sarebbero tornati Izayoi e Inu.

Allora, i punti sono tre:

1. Inuyasha è morto

2. Kagome è morta

3. Inuyasha stava scherzando

La prima opzione direi di no: il Chiwawa Hitleriano ha detto che Inuyasha è sempre sfuggito ai suoi tentativi di omicidio (o almeno il senso era quello) e mio fratello non stava scherzando poco prima quando aveva blaterato quella cosa sulla “vita passata”, quindi per esclusione l’opzione giusta era la due, ovvero “Kagome è morta e poi è resuscitata”.

La accendiamo? Si? No? Bene la accendiamo. E la risposta giusta è laaaaaa… ok non lo so.

Ma lo scoprirò, fosse l’ultima cosa che faccio!

Li devo pur aiutare in qualche benedetto modo, no?

Oh, vi prego Buddha, Dio, Confucio, Dalai Lama, Babbo Natale e Coniglio di Pasqua: mandatemela buona!

Alzo gli occhi e vedo la macchina di Inu e Izayoi entrare nel vialetto, poi svoltare a destra e scomparire nel retro della casa, dove si trova il garage.

Dopo qualche minuto Inu gira l’angolo e si dirige verso di me. Io rimango seduta e lo guardo avvicinarsi con il suo passo felino.

Inu è proprio un bell’uomo, non mi stancherò mai di dirlo.

E poi, assomiglia in modo terribile a Sesshomaru, anche più di quanto assomiglia ad Inuyasha.

Hanno lo stesso sguardo fiero, noto mentre Inu si inginocchia davanti a me e mi fissa sorridendo un pochino.

E hanno anche le stesse labbra… chissà come sarebbe avere Sesshomaru a questa distanza…

A quel pensiero sento le guance andare letteralmente a fuoco e lo sguardo del mio padre adottivo farsi preoccupato.

-Tesoro, c’è qualcosa che non va? Non ti senti bene?-

Ayame Taisho, ti ordino di smettere di sovrapporre il volto di Sesshomaru a quello di Inu!

-N-no, sto bene!- gli dico tentando di tenere a freno la voce.

Ecco dove finisce tutto il tuo sangue demoniaco…

Dove?

In Culonia!

-Bene, allora entriamo?- mi chiede sorridendomi affettuosamente e porgendomi la mano.

La devo smettere di pensare a Sesshomaru, magari prima della prossima reincarnazione!

.

Un attimo! Mi è… com’è che si dice quando succede quella cosa nella testa?

Quella cosa che fa “plic”…?

Ah si! Mi si è accesa la lampadina!

Reincarnazione, questa è la risposta! Kagome si è reincarnata!

-Inu,- mi decido a chiedergli quando ormai siamo dentro casa –tu credi alla reincarnazione?-

Lui mi guarda per qualche attimo e poi annuisce. –Certo.-

Io rimango allibita.

-Solo “certo”? Cioè, nessuna di quelle storie sulla credenza, sulla religione eccetera?- gli chiedo seguendolo su per le scale in camera.

-No, io ne sono certo.-

Aggrotto le sopracciglia. –Come mai?-

-Beh,- mi dice lui fermandosi in mezzo al corridoio –prendi Izayoi. Lei è la reincarnazione della madre di Inuyasha. Sono uguali identiche.-

Io strabuzzo gli occhi.

-Ma lei non ricorda niente?- gli chiedo.

Lui scuote la testa. –No, ma si è innamorata anche in questa vita di me. E io amo lei, s’intende. Non per quel che è stata, ma per quel che è ora.- sorride e poi gira i tacchi dirigendosi in camera.

-A proposito, io e Izayoi questa sera usciamo a cena. Ve la caverete da soli?-

-Certo!- gli dico io donandogli un sorriso grande come Piazza del Popolo.

Mi metto a ragionare sulla frase detta da Inu.

Lui non ama Izayoi perché è la donna che aveva perso quattrocento anni prima, ma si è innamorato di lei per la sua personalità e per il suo carattere che ha acquistato vivendo in questo tempo… giusto?

Cioè, signori Taisho, capisco che le vostre regali signorie hanno centinaia di anni alle spalle e che quindi conoscete dei paroloni che io nemmeno mi posso immaginare, ma non potreste essere un po’ più chiari quando parlate? E’ molto difficile capire cosa spiega Sesshomaru quando usa termini difficili. Caspiterina, siamo nel ventunesimo secolo, aggiornatevi!

-Inu, Izayoi,- dico a voce alta dal corridoio –Io vado a farmi la doccia, voi divertitevi stasera!-

Senza rispondermi Izayoi esce, bella come una star del cinema, e mi posa un bacio sulla guancia, seguita da Inu in giacca e cravatta.

Sono tutti e due magnifici e ho come la sensazione che sta sera non torneranno tanto presto.

Ridacchio a quel pensiero e entro in camera mia, prendo lo stereo e lo collego all’IPod, lo metto in bagno e mi spoglio, entrando in doccia.


Yeah, yeah, yeah, oh yeah!

Baby dance with me,

And feel the waves,

Feel the waves…

Baby come with me,

Fall into place,

Fall in place…

You will want,

Wa-wa-wa want speaking,

Is no time,

And my se-se-se-sexy bikinis will drop.

Tic-tac-toe go play me nonstop

Tonight I will make you mine.

Boy you make me high, I I I want you to try-y-y,

Get back A.S.A.P.

Boy you make me high, I I I want you to try-y-y,

Get back A.S.A.P.

Boy you make me high, I I I want you to try-y-y,

Get back A.S.A.P.

Boy you make me high, I I I want you to try-y-y,

Get back A.S.A.P.

Yeah, yeah, yeah, oh yeah

You will want,

Wa-wa-wa want speaking,

Is no time,

And my se-se-se-sexy bikinis will drop.

Tic-tac-toe go play me nonstop,

Tonight I will make you mine.

Boy you make me high, I I I want you to try-y-y,

Get back A.S.A.P.

Boy you make me high, I I I want you to try-y-y,

Get back A.S.A.P.

Boy you make me high, I I I want you to try-y-y,

Get back A.S.A.P.

Boy you make me high, I I I want you to try-y-y,

Get back A.S.A.P.

Boy you make me high (hi-hi-hi-hi), to (to-to-to-to),

Get back A.S.A.P.

Boy you make me high (hi-hi-hi-hi), to (to-to-to-to),

Get back A.S.A.P.

Boy you make me high (hi-hi-hi-hi), to (to-to-to-to),

Yeah, yeah, yeah, oh yeah.

Boy you make me high (hi-hi-hi-hi), to (to-to-to-to),

Get back A.S.A.P.”


(Yeah, yeah, yeah, oh yeah!

Baby balla con me,

e senti le onde,

senti le onde…

baby vieni con me,

cadi dentro questo posto,

sprofonda nel posto…

tu mi vorrai,

Vu-vu-vu vuoi parlare,

Non è tempo,

Ed i miei se-se-se-sexy bikini lascerò cadere.

Tic-tac-toe suonami senza fermarti

Stasera voglio farti mio.

Ragazzo mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,

Torniamo A.S.A.P.

Ragazzo mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,

Torniamo A.S.A.P.

Ragazzo mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,

Torniamo A.S.A.P.

Ragazzo mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,

Torniamo A.S.A.P.

Yeah, yeah, yeah, oh yeah

tu mi vorrai,

Vu-vu-vu vuoi parlare,

Non è tempo,

Ed i miei se-se-se-sexy bikini lascerò cadere.

Ragazzo mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,

Torniamo A.S.A.P.

Ragazzo mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,

Torniamo A.S.A.P.

Ragazzo mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,

Torniamo A.S.A.P.

Ragazzo mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,

Torniamo A.S.A.P.

Ragazzo mi rendi felice (hi-hi-hi-hi),

To (to-to-to-to),torniamo A.S.A.P.

Ragazzo mi rendi felice (hi-hi-hi-hi),

To (to-to-to-to),torniamo A.S.A.P.

Ragazzo mi rendi felice (hi-hi-hi-hi),

Yeah, yeah, yeah, oh yeah

Ragazzo mi fai felice, io io io voglio provarti – i – i,

Torniamo A.S.A.P.)


Mi metto a cantare a squarciagola, sfogandomi e facendo uscire tutto il nervosismo da dentro. Mi sento libera quando canto, libera proprio come una farfalla che vola nel cielo.

Mi sembra quasi di sentire i vetri della mia camera vibrare e minacciare di rompersi sotto il suono della mia voce, ma non ci metterei la mano sul fuoco.

Quando chiudo il getto dell’acqua e la musica sento uno strano silenzio in casa, ma dopotutto Inuyasha probabilmente dorme, Inu e Izayoi sono usciti e Sesshomaru è silenzioso.

Quindi non c’è da meravigliarsi se non si senta una mosca volare.

Mi asciugo e decido che, visto che sono le otto passate, ho fame, quindi mi infilo una maglietta da uomo, una di quelle che uso per dormire, e scendo per prepararmi un toast.

Una magra cena, in effetti, ma non ho voglia di far bollire l’acqua o cuocere una bistecca quindi opto per qualcosa di semplice e veloce.

Entro in cucina e la trovo deserta come in effetti mi aspettavo, tranne per un piccolo particolare: un’agenda di pelle nera, posata sul tavolo.

Di chi può essere?

Mi avvicino e decido di vedere a chi appartiene.



Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Ragazze: grazie! Mi avete lasciato un sacco di recensioni in questo capitolo: sono commossa! Non me ne sarei mai aspettata così tante, figuriamoci al quarto capitolo!

Grazie, grazie, grazie!

Sono così felice! Mi avete decisamente migliorato la settimana! Mille volte grazie! :D

Bene, ora che mi sono sfogata, posso iniziare con le note. Dunque, spero che in questo capitolo le cose si siano fatte un po' più chiare: tutto ciò che è successo nel manga e nell'anime è successo anche in questa storia. Inuyasha e Kagome sono stati insieme nell'Epoca Sengoku e lui ha rincontrato lei nel ventunesimo secolo. Ovviamente Kagome non ricorda.

Probabilmente una delle poche differenze con l'opera originale è che Kagura è ancora in vita: ma potevo non metterla? Mi piace un sacco far ingelosire Ayame U.U Anche se temo che un giorno di questi mi aspetti fuori casa xD

In questo capitolo Sesshomaru non compare molto, infatti i personaggi principali sono Inuyasha, Ayame e, indirettamente, Kagome.

Devo ammettere che è stato molto difficile scriverlo: parlare di Inuyasha mi risulta molto più difficile che parlare di Sesshomaru. Per quanto poco, quest'ultimo, apparentemente ha un carattere lineare, mentre Inuyasha è molto più difficile da prevedere.

Beh, spero che questo capitolo piaccia come quello precedente =)

Vi ringrazio ancora per le recensioni (troverete la risposta al massimo domani) e chi ha inserito questa storia in una delle liste.

Ah, un'ultima cosa: probabilmente il prossimo capitolo sarà tra due settimane: la settimana prossima vado in vacanza e questa sarò un po' impegnata con i vari preparativi!

Un abbraccio a tutte =)

°°Samirina°°

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Capitolo 6
*** Quando capisci che la tua salvezza dipende da una perla. Il che, è piuttosto preoccupante. ***


Set Fire To The Rain


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6. Quando capisci che la tua salvezza dipende da una perla. Il che, è piuttosto preoccupante.

Apro l’agenda sulla prima pagina e cerco un nome che possa dirmi a chi appartiene, ma anziché una pagina con i dati personali, ne trovo una del tutto strana e insolita.

Anzi, trovo una cosa del tutto strana e insolita: un fiore essiccato spicca nel bianco della pagina in tutta la sua antica bellezza.

E' un semplice fiore rosso che, di sicuro, aveva passato giorni migliori: gli mancano due, tre petali e quelli rimanenti sono diventati scuri, opachi e rinsecchiti.

E' contenuto in una busta, così che non si rovini, ma un altro particolare attira la mia attenzione. A fianco al fiore secco c’è un nome, scritto con una grafia sottile e precisa, molto bella.

-Rin…- leggo. Mai sentito un fiore di nome “Rin”…

Sto per girare pagina, per cercare almeno un nome, quando un ringhio dietro di me mi fa sobbalzare e l’agenda mi cade di mano.

Mi inchino a prenderla e nel mentre mi giro verso la porta, il luogo di provenienza del ringhio.

Quasi mi immagino chi sia: dopotutto la mia sfiga ha colpito ancora.

E infatti Sesshomaru si erige in tutta la sua stazza e la sua regalità, il suo viso stravolto da una smorfia di rabbia. E’ la prima volta che assume un’espressione non apatica e lì per lì non capisco per quale ragione.

Solo quando sussurra (anzi, ringhia!) –Cosa diavolo stai facendo con la mia agenda?- mi rendo conto che, forse, sono seriamente nei guai.

-Io, beh, volevo solo sapere di chi era e quindi…- mi blocco quando vedo che inizia a venirmi incontro infuriato, i capelli argentati che oscillano sotto i suoi flessuosi movimenti e gli occhi color ambra colmi di ira.

Mi strappa l’agenda di mano e la apre sulla prima pagina, controllando probabilmente che il fiore non si sia rovinato.

Cavolo, tutta sta storia per un fiore? Se vuole gliene secco un altro…

Lo fisso cercando di capire per quale motivo è così irato e noto che stringe possessivamente l’agenda. Che abbia qualche appuntamento segreto scritto all’interno?

-Non ti azzardare mai più a toccare le cose che non ti appartengono- ergo, che appartengono a lui.

-E ora vattene! Non voglio più vedere la tua faccia.-

Sgrano gli occhi, come può aver detto una cosa simile?

Cioè, passi il fatto che mi ha ringhiato contro, che mi guarda dall’alto in basso come se fossi un pupazzo di creta uscito male, ma che mi dica di sparire è troppo!

Razza di damerino, ma chi ti credi di essere? Il principe Alberto?

Ma adesso ti faccio vedere io cosa penso del tuo caratteraccio, cretino! Non sei altro che un Bastoncino Findus Surgelato*! E surgelato pure male!

No, no, FERME! Dove andate, gambe? Fermatevi, Il Chiwawa Hitleriano è dall’altra parte!

No, giratevi, non in camera mia, accidenti!

Ammettilo, doppia personalità “intelligente”, qui c’è il tuo zampino!

In effetti… no! Hai fatto tutto da sola, mia cara!

Cioè, in pratica ho lasciato che Sesshomaru mi ordinasse di sparire dalla faccia della Terra senza oppormi?

Ma come siamo argute!

Sono caduta veramente in basso!

Ma è possibile che con lui non riesco a essere me stessa? Cioè, con lui sono me stessa e non chi vorrei essere. Ma sono troppo me stessa, dannazione!

Bah…

Meglio andare a dormire ora, sto schiattando dal sonno.

Dunque, penso sia il caso di rivedere la lista delle mie priorità e, visto che sarà una cosa lunga, tanto vale mettersi distesi comodi e pensarci con la testa sul cuscino.

Numero uno: ovviamente, sopravvivere. Il che è parte integrante della

Numero due: ovvero, fare pace con Sesshomaru.

Numero tre: far tornare best friends forerver Inuyasha e Kagome e, magari, anche farli accoppiare.

Numero quattro: recuperare il voto in storia ergo fare la ricerca di 20 pagine su un tizio chiamato Ashikaga Takauji che probabilmente non conoscevano neppure i suoi genitori, conseguenza delle poche (anzi nulle) informazioni che si sapevano sul suo conto.

Insomma, alla fine sono messa da Dio, no?

Oh, ti prego Coniglio Pasquale, portami un paio delle tue uova piene di culo!


* * *


Alla domanda di Izayoi su come è andata la giornata le ho detto che è meglio stendere un velo pietoso sulle cinque ore appena trascorse, altrimenti mi sarei depressa ancora di più e sarei arrivata a guardare soap opera per tutto il pomeriggio.

Dopo di che ho preso e mi sono chiusa in camera mia, senza mangiare e in compagnia dei polverosi libri vecchi che avevo preso dalla biblioteca e che mi servivano per portare a termine il punto Numero quattro.

Gli altri li avevo buttati, nel corso della giornata, nel dimenticatoio, a parte il Numero uno che magari potevo tenermelo stretto ancora un po’ visto che Sesshomaru aveva deciso che ignorarmi, non guardarmi in faccia, non toccarmi e cercare di non stare più di due nanosecondi in mia presenza avrebbe fatto bene al suo spirito ferito. Si nota l’ironia?

Inuyasha e Kagome, invece, hanno fatto gli arrabbiati per tutto il giorno.

Kagome si è addirittura messa a sbraitargli addosso a ricreazione.

Ma è chiaro che io non posso risolvere i problemi di due asini con dei cosciotti di prosciutto negli occhi: insomma, sarò anche una mezzo demone ma non faccio miracoli.

Certo che, in quanto a miracoli lassù devono averli finiti: me ne servirebbero proprio un paio, anche perché in questi dannatissimi libri del cakkio non c’è un’informazione su Ashikaga Takauji che sia una, se non che è preceduto da Pinco Pallino Boaretto e seguito da Mario e Luigi!

Nemmeno se scrivo una parola per riga riesco a riempire venti pagine.

Ok, ok, non è questo il problema, lo ammetto!

Il problema è che mi sento tanto, tanto, tanto in colpa per Sesshomaru! E il punto è che non ho neanche capito cosa lo ha fatto arrabbiare!

Io ho anche provato a chiederglielo ma lui mi ha ripetuto che non mi voleva più vedere e mi ha lanciato un’occhiataccia made in Chiwawa-Hitleriano e allora ci ho rinunciato.

E pensare che stava andando tutto così bene, abbiamo perfino bevuto il caffè assieme! Cioè, non che bere il caffè insieme sia sinonimo di amicizia, ma almeno riuscivamo a convivere pacificamente, per la gioia di Inu.

Adesso, invece, visto che la mia stupidità e il suo odio rasentano l’apice delle probabilità umane mai sperimentate sono in merda. Totale merda, giusto per essere precisi.

Vabbè, Ayame, concentriamoci sulla ricerca.

Considerando che internet è severamente proibito, come accidenti farai a fare venti pagine di ricerca?

Mi alzo dalla scrivania frustrata, e inizio a guardarmi intorno, come se l’ispirazione potesse saltare fuori dai muri azzurri.

Ad un tratto lo sguardo mi cade sul portagioie e, in quel momento, mi viene l’illuminazione: ricordo che, qualche anno fa, Inu mi ha regalato una cosa veramente speciale.

Si tratta di una semplice perla blu, ma ha un potere straordinario: quello di far viaggiare il possessore indietro nel tempo.

In pratica tu prendi questa perlina di un mezzo centimetro, la stringi fino a spaccarti le dita e pensi intensamente al posto in cui vuoi andare; dalla grandezza della perla dipendono le ore che trascorri nel passato

Prendo in mano la perla e penso che l’avrei dovuta usare per tornare indietro dai miei genitori. Ma per quale ragione vederli per quatto ore e poi essere obbligata a ritornare nel presente?

Per questa ragione è ancora intatta.

Però dovrò pure farci qualcosa con quella perla, no?

E perché non usarla per andare nell’epoca di Nanboku-chō, cercare Ashikaga Takauji, magari chiedere un’udienza e farmi raccontare la sua storia in modo così dettagliato da riuscire a riempire le mie agognate venti pagine?

E perché sto pensando ponendomi da sola delle domande?

Dunque è così che farò! Mi metterò d’accordo con Inuyasha e domani pomeriggio, appena tornata da scuola, mi darò da fare per quella relazione di Ashikaga Takauji!


* * *


-Insomma, Inuyasha, avete capito?-

Guardo i miei amici. Miroku guarda Sango, Sango guarda Kagome, Kagome guarda Inuyasha e Inuyasha guarda me. No, mi sa che non hanno capito proprio un cakkio.

-Insomma, non è mica difficile da capire! Dovete semplicemente coprirmi per quattro ore, questo pomeriggio!-

-Ma perché?-

-Perché di si, Miroku, e no, non ho appuntamenti segreti prima che me lo chieda. Ho solo bisogno di… andare in un posto per la mia ricerca. E’ di vitale importanza!- dico dopo una pausa. –Per favore!-

-Dove devi andare?- chiede Sango, con un sopracciglio inarcato.

Io sospiro. -Nel passato. Voglio andare nel tempo di Ashikaga Takauji e chiedere un'udienza o qualcosa del genere.- sussurro a denti stretti.

Tutta colpa tua, Sesshomaru Taisho!!! Razza di Chiwawa Hitleriano, cubetto di ghiaccio andato a male! Un giorno me le pagherai! Tutte!

Muahahahahahahahahah!

.

Ok, meglio che lasciamo stare...

-Allora?- chiedo nuovamente, implorandoli.

I quattro si guardano di nuovo e poi annuiscono titubanti.

-Cosa dobbiamo fare?- mi chiede Sango, portandosi al mio fianco.

-Non lo so. Speravo aveste una buona idea a dire il vero. Io ho bisogno di quattro ore in assoluta tranquillità, e nessuno, in particolar modo Inu e Sesshomaru, devono sapere che sto facendo qualcosa di strano.-

Kagome si gira e mi guarda un po’ dubbiosa.

-Ma sei sicura che non sia pericoloso?-

Io scuoto la testa –No, e poi sono una mezzo demone per qualcosa, no?-

-Beh, se la metti così… facciamo che questo pomeriggio lo passiamo insieme a… in biblioteca…-

-Grande, così giustificherò la presenza della mia ricerca!- Sango-chan, sei un genio!

-… e poi ci rimaniamo fino a… uhm le sette?-

Io annuisco convinta e mi appunto mentalmente che dovrò partire subito, appena arrivo a casa se voglio essere di ritorno per le sette.

-Quindi- conclude Sango sorridendo –Se vogliamo che la recita funzioni dobbiamo stare in biblioteca fino alle sette! E così ne approfittiamo per portarci avanti con lo studio!-

Inuyasha e Miroku si bloccano di botto, mentre Kagome annuisce convinta e continua a camminare, seguita da me e Sango.

Io scoppio a ridere e aumento il passo avviandomi verso casa.

-Bene, allora io vado- dico salutandoli con la mano –Mi raccomando non studiate troppo e grazie ancora per l’aiuto!-

Mi lascio alle spalle i mugugni infelici e le preghiere di Miroku e Inuyasha che sono terrorizzati all’idea di passare ore ed ore in biblioteca in compagnia di quelle due pazze sclerotiche.

In effetti anche io avrei preferito farmi un bagno nell’acido muriatico.

Apro il cancello di casa ed entro.

Passo in cucina e mi metto una tavoletta di cioccolato in tasca, poi prendo un foglietto e scrivo un appunto per i miei genitori e lo attacco al frigo con una calamita con la forma di meringa. Comprata da Inu, tra l'altro.

Decido di muovermi, almeno finché non c’è nessuno in casa, così non dovrò dare spiegazioni inutili e poco proficue al fine della mia ricerca.

Salgo in camera e prendo in mano una borsa abbastanza grande, dentro ci infilo un paio di blocchetti e cinque o sei penne, nel caso decidessero di scaricarsi proprio nel clou, un paio di matite, un temperino che sicuramente non mi sarebbe servito, il cellulare e l’IPod.

Dopo di che prendo in mano la perla blu e inizio a pensare intensamente alla mia meta: il periodo Nanboku-chō, nell’epoca di Ashikaga Takauji.

Tutto intorno a me si fa strano, l’aria sembra appesantirsi e sento lo spazio e il tempo che si deformano.

Ok, non so se capiate in che senso lo spazio e il tempo che si deformano e non so nemmeno se sia il modo giusto di dirlo, ma se foste qui capireste cosa intendo.

Insomma, sento che sto cambiando epoca, ma d’improvviso un pensiero entra prepotentemente nella mia mente: Chissà come era Sesshomaru nell’età della supremazia dei demoni…



* Grazie a Didichan, per questo xD


Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Salve a tutti!

Intanto, come al solito, un immenso GRAZIE per tutte le recensioni! Sono sempre più stupita di quanto possa piacere questa storiella!

Perdonate il ritardo, ma come ben sapete sono stata in montagna =) Non so il piano vacanziero dei miei genitori per le prossime settimane, ma in ogni caso il capitolo 7 non dovrebbe arrivare tanto tardi.

Comunque, questo capitolo: quasi tutte avevate indovinato di chi era l'agenda. Però non ciò che c'era dentro. Eheheh, sono ancora capace di stupirvi, qualche volta ;)

La reazione di Sesshomaru è esagerata per voi? Ha fatto bene o ha fatto male? Non dimentichiamoci che parliamo del Principe dei Demoni (o Principe dei Chiwawa Hitleriani, come le piace chiamarlo la nostra Ayame), un demone che odia ogni singolo essere vivente che respira la sua stessa aria.

Ricordo che Ayame non sa ancora dell'esistenza della piccola Rin, quindi purtroppo non ha tatto in questa faccenda.

In quanto alla perla: è assolutamente inventata. Ovviamente è un oggetto demoniaco, che solo un demone o un mezzo demone può utilizzare e sono molto rare. Inu Taisho, essendo un grande demone, ne ha regalata una ad Ayame. Ma stiamo parlando di Inu, non di un demone qualunque.

Questo capitolo è un po' di passaggio, ma il prossimo, a mio avviso, è molto importante. E personalmente lo adoro.

A proposito, giusto perché lo sappiate: la canzone nello scorso capitolo si chiama Get Back ed è di Alexandra Stan, quella che ha cantato Mr. Sexobeat, giusto per capirci!

Come ultima cosa, ringrazio chi ha inserito questa storia tra le liste, nuovamente chi ha recensito e invito i lettori silenziosi a lasciare un commentino.

Mando a tutte un abbraccio e un grazie dal profondo del mio cuore. Buone vacanze!!!

°°Samirina°°

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Capitolo 7
*** Quando capisci che tutto è cambiato… ma non in meglio! ***


Set Fire To The Rain


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7. Quando capisci che tutto è cambiato… ma non in meglio!

Quando apro gli occhi mi ritrovo in un bosco di betulle, talmente fitto che quasi non vedo la luce del sole.

Mi guardo un po’ intorno e non vedo altro che alberi. Alberi grandi, di qualche centinaio d’anni, con grandi foglie verdi e lunghi rami che, nella penombra, assomigliano a delle lunghe e affilate dita.

Mi alzo da terra, decisa ad andare verso un villaggio per chiedere del palazzo di Ashikaga Takauji e vedere se, effettivamente, la perla aveva funzionato o se ero capitata in Culonia 2 La Vendetta.

Inizio ad alzarmi in aria e supero i rami più alti: davanti a me si estendono metri e metri di bosco che dall’alto assomiglia ad una gigantesca macchia verde.

Inizio ad andare in una direzione a caso, aguzzando lo sguardo sperando di scorgere un qualche villaggio dove chiedere informazioni.

Dopo qualche minuto mi arriva alle narici un odore terribile di lupo che proviene da qualche parte sotto di me, subito seguito da un urlo penetrante che squarcia la quiete del bosco.

Sobbalzo e seguo il mio fiuto che –sempre se non ci sono inconvenienti- mi porterà alla fonte del grido.

Bah, pure l’eroina mi tocca fare oggi…

Vedo che, come avevo immaginato, i lupacchiotti se la sono presa con un umano: una bambina, ad essere precisi, che si era arrampicata sopra un albero per sfuggire ai denti affilati degli animali.

Superwoman alla riscossa!

No, aspetta, non era Superman? Vabbè, è lo stesso…

Calo vicino alla bambina e la prendo in braccio, tornando a librarmi in cielo subito dopo.

-Tutto bene, piccola?- le chiedo fermandomi a mezz’aria.

Lei si asciuga le lacrime con le manine e mi guarda negli occhi

Si, grazie.- dice regalandomi un sorriso a trentadue denti. A me viene un colpo quando vedo il suo viso: questa bambina è identica spiaccicata a me!

Cioè, non ha i tratti demoniaci come i capelli neripiùnerodelnero o gli occhi piùprofondidell’oceano, ma comunque siamo identiche e per poco non la lascio cadere nel vuoto.

-Grazie per avermi salvata da quei lupi. Io sono Rin, tu come ti chiami?-

Ma che bambina dolce come un mashmellow.

Prego, Rin-chan. Io sono Ayame! Lo sai che hai lo stesso nome di un fiore?-

La piccola Rin sorride felice e si stringe di più a me.

-In che villaggio abiti?- le chiedo intenzionata a riportarla a casa e poi ritornare alla mia ricerca. Insomma, d’accordo che sono la salvatrice di bambine, ma ho qualcosa di molto più importante da fare.

La piccola Rin, per tutta risposta, inizia a tormentarsi il kimono bianco e arancione (almeno l’epoca l’avevo azzeccata) e imbroncia la boccuccia.

-Io non vivo in nessun villaggio, io viaggio con due demoni.- dice scuotendo la testa e facendo dondolare il buffo codino che teneva a destra. Ma cos’era, un cane?

-Oh, allora devono essere due demoni molto gentili.- e molto strani, pure.

Rin annuisce. –Mi puoi riportare da Jaken?-

Io annuisco e mi faccio indicare la strada, chiedendomi chi possono essere quei due demoni che tenevano con loro una piccola bambina umana.

Voliamo per qualche minuto e Rin non fa altro che ridere e indicarmi le varie farfalle o le nuvole in cielo. Io rido con lei, non riuscendo a fare altro e, fino a che non arriviamo a destinazione, giochiamo a riconoscere le forme delle nuvole.

Poco dopo arriviamo sopra una radura incastrata tra il verde della vegetazione e Rin mi dice che possiamo scendere. Già da lontano posso vedere un omino verde, minuscolo, che agita le braccia nella nostra direzione e una specie di demone-cavallo a due teste che bruca pacifico l’erba.

Quando poso Rin a terra la vedo correre dal demone verde –cos’è, una rana antropomorfa?- che urla e strepita con una voce talmente gracchiante che è quasi un insulto per le mie povere orecchie.

-Il padrone non è ancora tornato, Rin, come hai osato allontanarti? E soprattutto farti riaccompagnare a casa da una mezzo demone!-

Bah, casa è una parola grossa… e sbaglio o ha detto mezzo demone con tono parzialmente disgustato?

Perché lui è un demone, scusate?

Rin, che fino a quel momento si stava guardando i piedini nudi, si gira verso di me.

-Aya-chan, sei una mezzo demone?- chiede spalancando gli occhioni color cioccolato fusoconunpizzicodicacao.

Io annuisco e mi inginocchio vicino a quello che ho capito chiamarsi Jaken.

-Scusi, signor Jaken, io starei cercando il palazzo di Ashikaga Takauji. Mi potrebbe indicare la strada? E’ molto importante.-

Il nanerottolo mi fissa con le braccia incrociate e mi squadra dall’alto in basso; ho tutta l’intenzione di picchiarlo quando le sue parole mi fermano di botto. –Mi sa che sei in ritardo di un’epoca intera.-

-Perché, in che epoca siamo?-

-Nell’Epoca Sengoku, ovviamente.-

SDOOONG!

No, non può essere! Tutto ciò è falso, mi oppongo vostro onore!

Mi porto le mani sulla testa e assumo un’aria particolarmente afflitta.

Io-non-ci-posso-credere! Non posso avere così tanta sfiga!!!

Chissà come era Sesshomaru nell’età della supremazia dei demoni…”

O forse si!

-No, no, no! Ma si può essere più cretini? E adesso come accidenti faccio? Quello mi uccide se non gli porto la ricerca su Ashikaga Takauji, anzi mi boccia a prescindere!

Sigh, tanto vale che mi costituisca e che mi faccia mangiare…-

Mi siedo ai piedi dell’unico albero solitario che c’è in quella radura e per poco non mi metto a piangere.

Non è possibile, non ho altre perle e su Ashikaga Takauji non c’è un emerito cakkio in nessun libro. E io devo riempire venti –e dico e ripeto venti- pagine.

Rin si avvicina a me e mi accarezza un braccio.

-Sono sicura che Jaken ti dirà tutto quello che sa sull'uomo che cerchi.-

Io lo guardo con gli occhi che brillano, ma lui smente in fretta la bambina.

-Non se ne parla nemmeno, non starò un minuto di più con una mezzo demone e certamente non ho intenzione di spiegare alcunché! Se lo sapesse il padrone.-

Io mi butto ai suoi piedi, congiungendo le mani in segno di preghiera.

-La prego signor Jaken! La prego, mi salverebbe la vita! A casa mia c'è un demone molto cattivo e se non gli porto una ricerca su quel tipo non ho neanche idea di cosa mi farà! La prego, lei è la mia unica speranza!-

Il nanetto ci sta a pensare un po' poi alza gli occhi al cielo.

-Spera di ricordarti tutto...-

Tiro fuori penna e libretto degli appunti e mi preparo.

-Mi appunterò tutto!- sussurro sorridendogli e sedendomi davanti a lui.


Due ore e mezzo dopo ero ancora a prendere appunti.

Non ci crederete ma quel rospo sa più di quello che sembra ad una prima impressione.

Vabbè dai, ho la ricerca e tra qualche ora me ne tornerò a casa. Cosa può succedere di peggio?

Ad un tratto Jaken smette di parlare io fermo la penna a mezz'aria: ho sentito un odore che ha un qualcosa di famigliare.

-Oh, è arrivato il padrone!- strilla il rospo tutto allegro e inizia a saltellare intorno alla radura, mentre Rin si apre in un sorriso da svenimento.

Io mi guardo un poco intorno, cercando di capire per quale ragione sentissi uno stato di inquietudine salirmi per la spina dorsale.

Mi giro e guardo oltre gli alberi, nello stesso punto dove Jaken sta dirigendo la sua corsetta dondolante, e ciò che vedo mi fa raggelare.

No, no, no, oh NO!

Rin lancia un gridolino e fa un salto per aria -Signor Sesshomaru!-

Oh, Kami, ma perché PENSO! Perché, perché, perché?

-Signor Sesshomaru, signor Sesshomaru, venga, vorrei presentarle Ayame! Lei mi ha salvata dai lupi!-

Sesshomaru, volta la sua regale testa verso Jaken e poi esce completamente dagli alberi.

Devo piantarmi le unghie sulle cosce per non scoppiare a ridere per il modo in cui è vestito: il kimono è per la maggior parte bianco, con un favo rosso ed una corona di fiori sul colletto e sulle maniche. Ha un Sashinuki Hakama allacciato alle caviglie che produce il famoso effetto "pallone". Le sue calzature consistono in bassi stivali a punta che gli arrivano all'altezza delle caviglie. Porta i capelli sciolti al vento e ha una protezione appuntita posta sulla sua spalla sinistra, attaccata alla parte superiore della sua corazza.

E' palese la differenza tra questi abiti d'epoca e quelli che porta nella mia, tuttavia riescono a conferirgli la stessa maestosità e imponenza che lo caratterizzano. Probabilmente è la classica persona che starebbe bene anche con un sacco delle spazzatura in plastica.

Sesshomaru non da segno di avermi riconosciuta, grazie a Dio, ma si avvicina ugualmente e mi fissa negli occhi.

-Quindi tu hai salvato Rin?-

Io annuisco. -Comunque avevo intenzione di togliere il disturbo. Prego e ciao.- dico bloccando sul nascere le proteste della bambina.

Dio, mi sento un mostro. E non ho capito niente, tra parentesi.

Non credevo di essere una persona così insensibile! Come ho fatto a non capire che Rin era una bambina e non un fiore?

Povero Sesshomaru, deve aver sofferto molto per la sua morte, per quello se l'è presa tanto con me quando gli ho rovinato il ricordo di lei.

Stupida Ayame, sei stupida e insensibile. Dovrai passare all'auto-flagellamento.

Mi metto a raccattare in fretta la mia roba, ancora sorpresa che Sesshomaru non stesse facendo nessun commento aspro sul mio essere mezzo demone (cosa assolutamente strana, per non dire impensabile) quando parla.

-Sei solo una mezzo demone.- dice schifato.

Come non detto!

Appoggio la mia borsa di nuovo a terra e mi giro verso il demone. Chissà come mai, ma ha sempre la straordinaria capacità di farmi andare fuori dai gangheri.

-Senti un po’ tu, razza di…-

Il mio monologo viene interrotto da un ululato e da un urletto di Rin che corre e si rifugia vicino a noi.

Qualche secondo dopo sento un penetrante odore di lupo e vedo una figura saltare dal bosco, fare la tripla capriola carpiata in aria e atterrare in una impeccabile posa da culatt… ehm da “persona dell’altra sponda”.

-Ma ciao Honey!- dice il lupastro esibendosi in un sorriso a 36 zanne. –Come stai?-

Io alzo gli occhi al cielo e mi dimentico momentaneamente di rispondere indietro a Sesshomaru. Ma cosa ho fatto di male per ritrovarmelo anche nel passato?

Un attimo… ma lui non dovrebbe sapere chi sono visto che siamo nel passato, giusto?

-Cosa vuoi?- gli chiedo senza giri di parole e sperando di sbrigarmela in fretta. Dopotutto non voglio mica che il principe dei Bastoncini Findus decida di uccidermi, giusto?

-Ma quello che voglio sempre, dolcezza. E, si, se ti stai chiedendo come faccio a conoscerti anche in quest’epoca la risposta è…- e qui fa una pausa di suspense -…che la mia memoria trascende il tempo!-

-Ehm… e allora?-

Chi mai gli aveva chiesto niente?

Kyosuke fa una faccia un po’ sorpresa ma –purtroppo- non si perde d’animo.

-Hai proprio sfortuna, vero Ayame?- mi chiede ridendo.

Ma non mi dire!

Lo guardo assottigliando lo sguardo, certa che avrebbe detto qualcosa che avrebbe fatto cadere la mia (non)perfetta copertura.

Lui fa un paio di salti e si posiziona davanti a me prendendomi il mento tra le dita ignorando alla grande Sesshomaru il Principe dei Bastoncini Findus Surgelati. Gli mollo un ceffone sulla mano e mi allontano di qualche passo, cercando di scostarmi da Rin che, nel frattempo, si è andata a nascondere dietro a Sesshomaru.

-L’hai capito, non è vero?- mi sussurra Kyosuke –Lo sai chi è lei, no? Dovresti averlo capito dalla somiglianza…-

Spalanco gli occhi, non capendo di che parla.

-Dovresti averlo capito… chi è Rin!-

Io lo guardo e, improvvisamente, tutto assume un significato diverso.

Tutti i comportamenti di Sesshomaru, tutte le sue cattiverie, tutto, prende un significato nuovo.

Possibile… possibile che io sia la reincarnazione di Rin? La reincarnazione di quella piccoletta che più di cinquecento anni prima della mia nascita era tanto affezionata a Sesshomaru?

All’improvviso mi torna in mente il giorno in cui ha visto la mia foto quand’ero piccola o quando mi ha scoperta rovistare tra le sue cose.

Tutto questo è perché gli ricordo la piccola Rin. Mi tratta male perché sono una sofferenza continua per lui, perché ogni volta che gli sto vicino gli ricordo la bambina, gli ricordo la sofferenza.

Perché, ne sono sicura, anche lui ha provato dolore quando lei se ne è andata.

Sposto lo sguardo alla bambina che ci guarda curiosa e stringe le manine al kimono di Sesshomaru e impallidisco. Ad un tratto tutto inizia a girare e sento di aver un’irrefrenabile voglia di scoppiare a piangere.

Kyosuke mi prende il mento e inizia ad avvicinare il suo volto al mio; io non faccio niente, lo guardo soltanto senza capire veramente che cosa vuole fare, senza reagire in alcuno modo.

Poi, sento le labbra di Kyosuke che si poggiano sulle mie e la sua lingua e mi accarezza le labbra…

Oddio, ma che schifo!!!

Alzo il braccio e gli mollo un ceffone in piena faccia, tanto forte che probabilmente lo schiocco si è sentito fino alla mia epoca. Beh, di sicuro l’ha sentito lui.

-Caspita, non pensavo di averti scioccata così tanto!-

-Non osare mai più brutto schifoso che non sei altro!-

Kyosuke ridacchia e con una mano blocca il pugno che tento di rifilargli.

Mi passo l’altra mano sulla bocca e lo guardo in cagnesco.

-Sparisci, evapora, ebolli, eclissati, fai un po’ quello che ti pare, basta che sparisci dalla mia vista!- gli sussurro poco prima di mollargli un calcio che lui, prontamente, evita.

Guardo Sesshomaru e noto che mi sta fissando con un misto di curiosità e… beh e freddezza, ma questo si sapeva già, no?

Sorrido ironica e piego le gambe, prendo lo slancio e mi butto addosso a Kyosuke.

-Sai? Ho sempre detestato i lupi!-

Avrò preso anche questo tratto da Rin?

Inizio a tempestarlo di pugni e di calci, ma lui li para tutti, come c’era da aspettarsi.

Allora mi concentro e aumento il mio potere demoniaco fino a farmi comparire le orecchie. Dopodiché unisco le punte delle dita fino a creare un cerchio e concentro la mia energia.

-Fuoco!- sussurro e creo una sfera di fuoco che si scaglia contro il mio avversario. Lui, ovviamente, la evita ma io con un gesto della mano la blocco e la faccio tornare indietro.

Esulto quando riesco a colpirlo alle spalle.

-Sei migliorata, dolcezza.-

Sorrido ironica –Si, lo so grazie.-

Kyosuke ridacchia divertito e mi fa un cenno di saluto con la mano.

-Ci vedremo presto.-

Non faccio seguire la sua ritirata ad un fiume di parolacce solo perché Rin deve rimanere piccola e innocente ancora qualche anno.

Ma giuro che se solo prova a ripresentarsi... beh nello stesso posto dove mi trovo io, faremo un bel barbecue al lupo.

Mi rilasso un poco e scuoto la testa facendo sparire le orecchie, dopodiché mi rigiro verso il gruppo di demoni e non e li guardo, aspettando una qualche possibile reazione.

Sesshomaru mi fissa gelido e si va a sedere ai piedi dell'albero, Jaken va di fianco al suo padrone mentre Rin mi fissa curiosa portandosi un ditino sulle labbra.

-Aya-chan... cos'è questa musica?-

Affino l'udito e, come volevasi dimostrare, sento una musichetta e la mia chiappa destra che inizia a vibrare.

Prendo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e vedo che l'intelligentone che mi sta telefonando è Inuyasha.

-Pronto?- esclamo in un tono del tipo se-ti-prendo-ti-trituro.

-Dannazione, tra quanto torni???-

-E ciao anche a te…- sussurro allontanandomi dal gruppetto che mi guarda curioso. Cioè, non che Sesshomaru sappia fare un’espressione curiosa, diciamo che lui mi sta solo guardando.

-Eddai, Ayame, sono ore che studio, NON NE POSSO PIU’!-

-Tesoro, immagino che per il tuo cervellino studiare per più di dieci minuti di fila sia alquanto traumatizzante, ma ricordati che manca ancora un’ora prima che rimetta piede a casa.-

Dall’altra parte dell’apparecchio (mi chiedo come faccia a funzionare) Inuyasha ringhia frustrato e, dopo un sospiro, domanda: -Ma almeno tutta questa baggianata che abbiamo messo in piedi è servita a qualcosa?-

-Uhm, si, si, ho tutte le informazioni che mi servono…-

-Ma?- mi chiede diffidente. –Con te c’è sempre un “ma”-

Ridacchio forzatamente e appoggio una mano sulla corteccia dell’albero che avevo raggiunto camminando.

-Uhm, diciamo che ho sbagliato di un po’…- sussurro.

Ad un tratto a Rin-chan viene l’assurda idea che voglia scappare quindi si mette a correre e a gridare.

-Aya-chan, Aya-chan, dove vai?-

Cerco di farle segno di stare in silenzio, prima che il mio intelligente –si fa per dire- fratellone capisca di chi è quella vocetta squillante.

-Te ne vuoi andare, Aya-chan?- le faccio segno di no con la testa e metto l’indice davanti alla bocca, nel gesto universalmente tradotto con “taci!”

-Ayame…- riporto l’attenzione al cellulare e quasi mi sembra di vedere la vena sulla fronte di Inuyasha iniziare a pulsare.

-Razza di pazza, sei finita nell’Epoca Sengoku, vero?-

-Non l’ho fatto apposta!- sbotto. Dopotutto non è mica colpa mia se penso a Sesshomaru pure quando vado al bagno!

Ok, forse è meglio che questo non lo sappia mai.

-Torna subito a casa!- mi urla lacerandomi il timpano.

-Non posso!- urlo a mia volta –Devo aspettare ancora un’ora, capito?, sessanta minuti, tremilaseicento secondi. Conta fino a tremilaseicentouno e vedrai che sono da te!-

-Se papà lo sapesse…-

-Ma lui non lo deve sapere e nemmeno… l’altro.-

Sento silenzio per qualche secondo. –Parli di mio fratello?-

-Beh di sicuro non del mio. Ringraziando il cielo.-

-Beh, teoricamente…-

-Ma stattene zitto, Inuyasha!-

.

Oh, merdaccia.

-Beh, sappi che non ti aiuterò più del dovuto!-

-Non lo fai mai…-

Sussurro prima di chiudergli il telefono in faccia.

Così impara quel… quel… troglodita!

-Aya-chan? Conosci Inuyasha?- mi chiede Rin tirandomi per la maglia.

Io le sorrido –Ho un fratello che si chiama Inuyasha, ma non credo sia quello di cui parli tu.-

Ti prego, ti prego, fai che tra i demoni Inuyasha sia un nome comune!

-Oh…- dice lei delusa –Forse no!-

Io le sorrido e guardo l'orologio. Ancora cinquanta minuti... come li avrei utilizzati?

Prendo Rin-chan per mano e la conduco vicino a Jaken e a Sesshomaru, che ci controlla con sguardo indagatore.

Ad un primo impatto sembra che in quest’epoca il glaciale Sesshomaru sia molto meno… glaciale.

Sembra più... rilassato, tranquillo, non ha continuamente quell'aria tesa e irascibile che lo caratterizza tanto nel mio tempo. Chissà perchè, magari potrei chiederglielo...

No, no, meglio di no! Non voglio diventare una polpettina di carne. Tanto ci penserà il mio Sesshomaru ad uccidermi con le sue mani quando tornerò.

Mi siedo vicino a Rin e le passo il mio IPod, mettendole una cuffietta sull’orecchio, mentre l’altra la metto a me.

Faccio partire la musica e immediatamente Rin inizia a ridere e a muovere le braccia al ritmo della musica.

Sorrido e penso che è proprio strano stare così vicina a Sesshomaru (insomma, mi è a meno di due metri!) senza essere riempita di insulti, occhiatacce e/o essere mandata fuori dalla classe. I pinguini ci sono, in ogni caso!

Insomma, il tempo passa in fretta e ad un tratto inizio a sentire quella sensazione che ho sentito alla partenza: lo spazio e il tempo si deformano, ma prima di sparire del tutto faccio in tempo a dire a Rin di mettersi vicino a Sesshomaru e scatto loro una foto con il mio cellulare.



Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Salve gente! Chiedo scusa per il ritardo, ma sono stata male. L'influenza ha colpito ancora -.-”

In ogni caso, faccio questo aggiornamento lampo Perché domani parto nuovamente per la montagna.

Ringrazio, come sempre, le magnifiche persone che hanno recensito -non so quando avrò tempo di rispondervi, ma cercherò di fare in fretta!- e quelle che hanno aggiunto questa storia nelle loro liste.

Dunque, parliamo, come al solito, del capitolo: qui, finalmente, si capiscono un bel po' di cose. Ditemi: chi di voi si aspettava che Ayame fosse realmente la reincarnazione di Rin? Beh, lei no, sicuramente.

Spero di aver reso bene sia Rin che Jaken -quella ranocchia mi piace da morire xD- .

In ogni caso, Ayame non si smentisce mai. Ricordatelo, tutti voi U.U xD

E, un'altra cosa importante: compare Kyosuke. Tenetelo d'occhio, mi raccomando ;)

L'immagine a inizio pagina l'ho fatta io, e ne sono orgogliosa U.U Giusto perché lo sappiate xD

Un bacio e grazie ancora a tutti voi **

°°Samirina°°

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Capitolo 8
*** Quando capisci che tutto prima o poi ti si ritorce contro. ***


Set Fire To The Rain



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8. Quando capisci che tutto prima o poi ti si ritorce contro.

La prima cosa che sento quando metto piede nella mia camera è Inu che chiede ad Inuyasha dove “accidenti” sono e lui che risponde titubante che non lo sa.

Allora faccio un salto fuori dalla finestra, faccio il giro del giardino ed entro dal cancello principale, dando l’impressione di essere stata fuori per tutto il pomeriggio. E in effetti è vero.

-Buona sera!- dico allegra entrando in casa e togliendomi le scarpe.

-Dove eri?- chiede Izayoi senza salutarmi.

-Oh, sono passata per il cimitero, tornando. Però la fioraia era già chiusa e non ho potuto prendere i fiori.- dico sorridendo.

Non avevo mai raccontato una bugia ad Izayoi, tranne quando dovevo coprire Inuyasha e, considerando che succedeva molto spesso, avevo imparato a mentire abbastanza bene.

Izayoi si distende in un sorriso e mi invita a sedermi a tavola perché la cena è pronta.

-Sesshomaru?- chiedo cercando di evitare le domande sul pomeriggio in biblioteca a cui non avrei saputo rispondere.

-Beh, ha detto che rimaneva a scuola fino a tardi.- mi risponde Inu. –A proposito, mi sono sempre dimenticato di dirti una cosa riguardo quella perla che ti ho regalato un paio di anni fa.-

A quelle parole per poco non mi soffoco con il riso e riesco miracolosamente a tirare una boccata d’aria senza disastrosi risultati.

Che tempismo!

-Vedi,- dice lui senza accorgersi di nulla –ho scoperto che, se per caso dovessi parlare con persone nel passato, quando tornerai nel presente esse “recupererebbero” il ricordo dell’incontro. In altre parole potresti cambiare il passato. Per cui nel caso un giorno dovessi usarla ti prego di fare attenzione.-

Sbianco all’improvviso e guardo Inuyasha di sbieco, cercando di non farmi vedere e lui ricambia con gli occhi spalancati.

-Sono fottuta.- gli mimo con le labbra e lui annuisce esageratamente.

Ad un certo punto sentiamo la porta sbattere e dei passi frettolosi dirigersi verso di noi.

Mi correggo: adesso sono fottuta!

Mi alzo di scatto. –Beh, sono sfinita, buona notte a tutti!- dico e scappo su per le scale e poi dentro la mia camera.

Faccio in tempo a sentire Inu che saluta Sesshomaru e quest’ultimo che ringhia frustrato prima i chiudermi a doppia mandata al bagno e iniziare a riempire la vasca d’acqua e, infine, infilarmici dentro.

Cavolo, è proprio tutta un’altra cosa ragionare nell’acqua calda, con i vapori che ti annebbiano la mente e le palpebre che si chiu… NO!

Sveglia, sveglia, sveglia Ayame!

Ma accidenti a Inu, non poteva ricordarsela prima quella cosa sulla perla? Adesso Sesshomaru sa che oggi sono andata nel passato e la prima cosa che farà sarà… beh penso si sappia già. No? Beh, uccidermi, ovviamente, o comunque torturarmi fino a farmi patire le pene dell’inferno tutte in una volta.

A meno che non trovi un modo per farmi perdonare…

Stranamente mi viene un’idea che reputo abbastanza buona ed esco di fretta dalla vasca, con l’unico risultato di scivolare sulla ceramica bagnata e di sbattere la testa, non so dopo quali capriole, sulla porta.

-Ahi, ahi, ahi…- sibilo mettendomi un asciugamano intorno al corpo e tastandomi la testa. –Accidenti, ma devo farmi sempre male?-

Sbuffo ed esco dal bagno fiondandomi nella scrivania e cercando di non sbattere mignolini del piede nei maledetti angoli dei mobili.

Anche perché, considerando la mia sfiga cronica, ho la sensazione che i mobili si dotino di vita propria e si spostino nell’esatto istante in cui ci passo vicino a piedi nudi. Ma, in ogni caso, questo è un altro discorso.

Dicevo, mi siedo sulla scrivania e collego il cellulare al computer cercando la foto che avevo scattato quel pomeriggio. Quando la trovo la copio sul computer e cerco di migliorarla con Photoshop.

Desidero regalarla a Sesshomaru, magari incorniciata, così oltre al fiore avrà qualche ricordo materiale di lei.

Si, mi sembra proprio una bella idea!

Peccato che prima del prossimo secolo non riuscirò ad avvicinarmi a lui neanche di un millimetro! Non oso immaginare quanto arrabbiato sia in questo momento.

Però, effettivamente... non sento nessuno rumore provenire dalla cucina se non il chiacchiericco dei miei parenti.

Che il Chiwawa Hitleriano abbia deciso di rintanarsi nella sua cuccia?

-Bah...- sussurro e alzo le spalle.

Almeno fino a domattina non è problema mio.

-Ayame.-

Ehm... dicevo... ora SI che è un problema mio!

Accidenti, mi sembrava troppo bello per essere vero!

Mi giro lentamente, dimenticandomi momentaneamente di essere coperta solamente da uno striminzito asciugamano che mi copre si e no dal seno a metà delle cosce.

Quando mi rendo conto di tutto ciò divento del colore dei pomodori maturi, ma ho ancora un po' di intelligenza per portare indietro una mano alla ceca e spegnere velocemente il computer prima che il mio adorato fratellino capisca ciò che voglio fare.

Mi guarda dall'alto in basso e inizia ad avvicinarsi lentamente.

Io sento le guance andarmi a fuoco e, più lui di avvicina più il mio cuore aumenta i suoi battiti: sto proprio finendo male!

Sesshomaru si ferma solamente quando i nostri nasi si sfiorano e mi prende il mento tra le dita come poco prima aveva fatto Kyosuke.

-Non farlo mai più.- mi ordina senza distogliere gli occhi dai miei neanche per un secondo.

Annuisco, incapace di parlare, anzi incapace anche di pensare.

Cavolo, Sesshomaru è un dio in terra e ora quel dio in terra mi è a un soffio e per soffio intendo proprio s-o-f-f-i-o.

Dio, quanto mi piacerebbe baciarlo, sentire le sue labbra sulle mie, le sue braccia stringermi…

Non faccio in tempo neanche e finire il pensiero che il demone si allontana ed esce dalla mia camera, senza dire altro.

Mi porto una mano al cuore e lo ascolto battere furioso, sembra quasi che mi voglia uscire dal petto.

Oh, ce l’ho avuto così vicino…

Santa patata, ma cosa mi sta succedendo? Che mi stia iniziando a piacere mio fratello?

Scuoto la testa e mi inizio a cambiare lentamente, cercando di fare chiarezza nella mia mente: con il mio viaggio nel tempo ho scoperto un altro lato di Sesshomaru, più dolce, più umano. E devo dire che mi ha colpita: insomma, non è da tutti i demoni prendersi cura di una piccola bambina umana e amarla così tanto anche dopo 500 anni.

Forse, alla fine è più simile a Inu di quanto voglia ammettere…


* * *


-Insomma, VUOI CORRERE?-

Entro in classe con una scivolata mezzo secondo prima che suoni la campanella.

Io e Inuyasha ci avviamo verso i nostri banchi con il fiatone e a ragione direi: questa mattina, tanto per cambiare, la sveglia non ha suonato e quindi ci siamo fatti il tragitto casa-scuola in tre minuti netti.

Si, lo so che è la mia sveglia che non ha suonato, ma dopotutto non è mica colpa mia se ieri sera mi sono scordata di accenderla!

Insomma, tutta colpa di Sesshomaru!

Ieri sera sono stata un’ora sveglia a pensarlo e a pensare al bacio mancato. Cioè, magari lui a baciarmi non c’aveva manco l’idea, ma, cavolo, la possibilità di era presentata nitida-nitida nella mia mente.

Se penso a quanto mi sarebbe piaciuto mi viene quasi da piangere! E se penso che non dovrei fare certi pensieri su mio fratello maggiore piango veramente.

Scuoto la testa e mi siedo sul banco ancora con il fiatone.

-Seduti- sibila Sesshomaru, allegro (?) come al solito entrando in classe.

Quando lo vedo il mio cuore sussulta e inizia la sua corsa forsennata. Mi sembra così strano aver provato qualcosa che non sia questo per lui.

Ok, cerco di spiegarmi: all’inizio lo detestavo con tutto il mio cuore, mentre ora sono terribilmente attratta da lui in un modo quasi ridicolo. Insomma, ci conosciamo da quasi due settimane eppure in così poco tempo i miei sentimenti sono palesemente cambiati e anche i suoi.

Ma se fosse solo perché gli ricordo Rin? Non per quello che sono ora ma per quello che sono stata?

Questa opzione mi fa intristire in un modo assurdo.

-… tre giorni! Cosa ho detto Taisho?-

Alzo lo sguardo e incontro gli occhi ambra dell’oggetto del mio tormento.

Il mio cervello emette un eeeeeehm di protesta che a quanto pare Sesshomaru nota. Che il bel demone sappia leggere anche nel pensiero?

-Se hai qualcosa di più importante a cui pensare, ti prego di metterci tutti al corrente.- dice continuando a fissarmi con gli occhi socchiusi, tipico di quando è irritato per qualcosa.

Ma come siamo simpatici! Massi, io e te potremmo andare a fare spettacoli alla Tv tipo Ale e Franz...

Boccheggio per qualche secondo e abbasso lo sguardo scuotendo la testa.

Sento Shiori ridacchiare soddisfatta, ma il mio adorato professore non fa niente per zittirla. Ma brutta oca schifosa, se ti prendo ti spenno!

Meglio che me ne vada, altrimenti rischio veramente di scoppiare e di strozzarla con le mie stesse mani.

-Posso… potrei uscire?- sussurro ricatturando la sua attenzione.

Sesshomaru sembra pensarci un po’ indeciso tra il “si, così sparisci dalla mia vista” e il “no, sennò ti farei un piacere troppo grande”.

Alla fine opta per il si, così mi alzo in fretta dalla sedia e mi precipito alla porta decisa a non entrare più fino alla fine dell’ora.

Mi chiudo la porta alle spalle e tiro un grande sospiro di sollievo.

Beh, ormai tanto vale ammetterlo a me stessa: mi sto innamorando di Sesshomaru, altro che attrazione e attrazione. E sapere che mi considera meno di zero mi ferisce parecchio, ma dopotutto non posso pretendere in due settimane di prendere il posto di Rin nel suo cuore.

-Aaaaah, pensa ad altro!- mi dico iniziando ad incamminarmi per il corridoio.

Ho tanta voglia di stare a scuola quanta ne ho di fare del bungee jumping senza elastico, ma alla fine non penso di avere molta scelta.

Giro per i corridoi senza una meta e, ad un tratto, scorgo Kagome che si dirige verso il bagno delle ragazze.

-Ehi, Kacchan!- la saluto, avvicinandomi.

Kagome si gira verso di me e mi rivolge un sorrisino stentato.

-Scoppiamo di gioia oggi, vero?-

Lei sospira affranta e si appoggia al lavandino, io la imito subito.

-Prima tu?- le chiedo.

Lei sospira e annuisce –E’ per Inuyasha- spiega –E’ così immaturo e temo che non ricambierà mai i miei sentimenti per lui.-

-Ti posso garantire che tiene molto a te, in quanto al fatto che è un immaturo ti do assolutamente ragione: su di lui 500 anni sono sprecati!-

Kagome ridacchia, ma poi si intristisce nuovamente –Ho paura che si sia arrabbiato seriamente per Koga!-

-Non è colpa tua, Kagome, lui è convinto che tutto debba andare come vuole lui, ma le persone non sono tutte uguali. Penso che debba capire i tuoi bisogni, Kagome, e non paragonarli ad… beh a quelli degli altri…-

Stavo quasi dicendo a quelli della Kagome del passato, ma penso che la mia amica non sarebbe felice nel sentire ciò: si deprimerebbe ancora di più e si convincerebbe di essere un rimpiazzo.

E allora saremmo obbligati a sorbirci l’ostilità e la depressione che, in questi casi, la circondano come un’ombra.

Brr, mi vengono i brividi solo al pensiero!

-Bah, passo il testimone…- sussurra.

-Allora, diciamo che mi piace una persona. Ogni volta che lo penso o lo vedo lo stomaco mi si attorciglia, la testa inizia a girare e il cuore battere forte.-

-Ma?-

-Ma… ma lui non mi considera ovviamente. Mi sa che questa cosa non porterà da nessuna parte.-

-E tu ti arrendi così? Senza lottare?- Kagome mi sorride e mi prende per le spalle –Non è da te, Aya-chan.-

Le sorrido, riconoscente: ha ragione, farò di tutto per fargli cambiare idea. Sono o no Ayame Taisho?

Ridacchio e do il cinque a Kagome, a cui è tornato il sorriso.

-Oggi pomeriggio mi devi accompagnare in un posto.- dico accompagnandola in classe.

Lei annuisce. -Dove?-

-In argenteria. Devo comprare un portafoto.-

Lei annuisce e mi manda un bacio prima di sparire nella sua classe.

Io aspetto che la campanella suoni e intanto passeggio per i corridoi senza una meta precisa.

-Ehi, Ayame.-

Mi giro e vedo Bankotsu che cammina verso di me.

Beh, vedo che i corridoi sono molto popolati a quest’ora!

-Bravo, sei appena tornato e già ti fai sbattere fuori?- gli dico alzando un sopracciglio ironica.

Lui si passa una mano tra i capelli –E’ una dote innata.- dice e tutti e due scoppiamo a ridere.

Passiamo l'ora insieme, fino a che non suona la campanella, parlando del più e del meno.

-Come va a casa?- gli chiedo ad un certo punto mentre ci dirigiamo in cortile.

-Tutto ok, grazie, ci siamo riambientati in fretta al ritmo frenetico di Tokyo.-

-Pensa che io abito qui da anni e non mi sono ancora abituata.- dico ironica, facendolo ridere.

Ad un tratto vedo Inuyasha venirmi incontro.

-Ma cosa ti è preso, accidenti?- inizia ad urlarmi contro palesemente arrabbiato.

-Uffa, Inuyasha, possibile che tu non faccia altro che criticarmi? Insomma, non avevo voglia di sorbirmi le sue cattiverie, sono uscita per questo!-

Ok, se fossi stata Pinocchio il mio naso si sarebbe allungato fino all’inverosimile. E’ anche vero che se fossi Pinocchio adesso sarei dentro una cassetta della Disney.

Inuyasha assume una faccia sorpresa, ma non dice altro visto che Sesshomaru ci passa a pochi metri e ci lancia un occhiata di fuoco made in Chiwawa Hitleriano.

Sospiro e scuoto le spalle, insofferente, chiedendomi per quale arcano motivo, quell’altezzoso barboncino ringhiante dovesse, per l’appunto, ringhiare ogni volta che ci vede.

Ogni volta che mi vede. Sono quasi onorata.

Scuoto la testa e penso a cosa potrò comprare quel pomeriggio.


Alle quattro puntuale, Kagome si fa trovare a casa mia.

-Aspettami lì fuori.- le urlo e saluto Inuyasha dall’entrata.

-Dove vai?- mi chiede sospettoso guardandomi dall’alto in basso.

-Esco con Kagome.- gli dico guardando a mia volta dall’alto in basso. –Ed è meglio che non ti faccia vedere da lei perché vestito così hai il sex appeal di un termosifone…-

Lui arrossisce di rabbia e se ne va con un “umpf” che, sono sicura, gli provenga esattamente dal centro dell’orgoglio. Che è smisurato, tra parentesi.

-Ehi.- mi saluta la mia migliore amica con il suo solito sorriso che, puntualmente, mi fa sciogliere. Riesco a capire molto bene cosa ci trova mio fratello in lei.

-Miroku e Sango?- le chiedo mentre ci dirigiamo in centro dove sono concentrati i negozi. Dove Kagome e Sango-chan mi portano molto spesso anche se contro la mia volontà.

-Saranno da qualche parte a…- Kagome arrossisce d’imbarazzo –Fare quello che fanno di solito, insomma.-

Io annuisco divertita e ridacchio, pensando a quanto Kagome fosse pudica. Insomma, in confronto a me che mi sono immaginata almeno dieci volte nell’ultima ora come sarebbe fare “flik-flok” con Sesshomaru, lei è proprio una santa.

E ovviamente visto che ci ho pensato, ecco che parte il film mentale.

Sesshomaru che mi accarezza la guancia, per poi posare il polpastrello sulle mie labbra. Poi sostituisce a quel polpastrello le sue e mi bacia con passione…

-Aya-chan, mi stai ascoltando?-

Oh, beh, tanto mi sono già abbassata a fare pensieri poco casti sul mio professore di storia giapponese, per cui peggio di così non può andare.

-Ehm no… stavi dicendo?-

Kagome alza scherzosamente gli occhi al cielo e mi rifila uno scherzoso pugnetto sulla spalla che, ovviamente, non mi provoca neanche un minuscolo dolore.

-Dicevo, anzi ti chiedevo, se hai qualche idea sul portafoto.-

Scuoto la testa. –No… pensavo a qualcosa di molto semplice, così da mettere in risalto la foto…- dico più a me stessa che a lei. Non voglio che la sua attenzione, o quella di chiunque altro, sia attirata dal portafoto che è solo un involucro, bensì dalla foto, la più perfetta che avessi mai fatto.

Si, lo so che “più perfetta” non si dice, ma cercate di capire lo stato del mio ultimo neurone, grazie.

Scorgiamo da lontano l’insegna del negozio in cui siamo dirette e acceleriamo il passo.

Entriamo spingendo la porta in vetro e una campanella tintinna annunciando la nostra presenza. Qualche secondo dopo dal retrobottega esce un ragazzino, probabilmente poco più piccolo di noi, tutto lentigginoso e con i capelli legati in una codina alta.

-Kohaku!- esclama Kagome, e ci metto un attimo a riconoscere il fratellino della nostra amica Sango.

Ha due anni in meno di noi, ma è un tornado di energia e simpatia.

Gli sorrido e lui ci saluta dolcemente, chiedendoci cosa può fare per noi.

-Mi piacerebbe vedere un portafoto.- gli spiego mentre Kagome inizia a curiosare in giro.

Lui annuisce e inizia a tirare fuori una quantità inimmaginabile di portafoto: ovali, quadrati, rettangolari, con disegni, senza disegni, grossi, fini, colorati, grigi, bianchi, neri, -STOP!- gli dico ad un tratto. –Penso che sceglierò fra questi, grazie! Non voglio vedere tutto il negozio!-

Lui arrossisce e annuisce imbarazzato, piegando la testa in segno di scuse.

Inizio a squadrare tutti i portafoto, cercando quello che fa a caso mio e intanto cerco di fare conversazione.

-Allora, da quanto è che lavori qui?-

-Non molto in effetti… cercavo qualcosa da fare ed eccomi qui.-

Sorrido. –Beh, non mi sembra tanto male, no?-

-Si, beh… c’è talmente tanto lucido che ne uscirò accecato!-

Al che scoppio veramente a ridere.

Ad un tratto il mio occhio cade su un altro portafoto, esposto in vetrina, completamente in vetro e un po’ convesso. Glielo indico e lui me lo tira fuori.

Non costa neanche molto…

Mi giro verso Kagome e la chiamo, distogliendola dall’ammirazione di una vetrinetta.

-Trovato qualcosa?- le chiedo quando mi raggiunge.

Lei annuisce mostrandomi un cagnolino in miniatura fatto in Swarovski.

-Voglio regalarlo ad Inuyasha.- mi dice a trentadue denti e io annuisco, trovando che sia proprio una buona idea.

Mentre mostro il portafoto a Kagome il campanello trilla e, automaticamente, mi giro verso la porta per vedere chi è entrato.

Rimango letteralmente scioccata quando vedo che sulla soglia c’è Sesshomaru. Lui ci squadra e mi fissa infastidito, probabilmente chiedendosi per quale motivo gli fossi di nuovo tra i piedi.

Scommetto che se adesso provassi a parlargli mi scannerebbe come quando ci siamo conosciuti. Mi dispiace tantissimo che il rapporto che si era creato tra di noi si sia distrutto in così poco tempo. Anche se, pensandoci bene, è colpa mia se l’ho fatto arrabbiare facendo quel viaggio nel passato.

Scuoto le spalle e lo saluto con un cenno del capo, tornando a rivolgere la mia attenzione al portafoto che Kohaku sta incartando.

Glielo indico con il dito -Hai presente quella plastica con tutte le bolle? Ecco, facci un paio di giri per favore, so già che dal tragitto fino a casa cadrà almeno cinque volte!-

Kohaku annuisce divertito e fa come gli ho chiesto, girando il portafoto almeno tre volte nella plastica.

Devo ammetterlo: scoppiare quelle bolle mi fa impazzire!

-Grazie mille!- dice Kagome con un piccolo inchino mentre Kohaku ci consegna i pacchetti.

Guardo Sesshomaru che è rimasto a fissarci per tutto il tempo; in effetti avevo sentito una sensazione agghiacciante di lame che mi perforavano la schiena... il mio adorato professore deve essere parecchio furioso con me.

Pensare che ci eravamo legati... e dire di essere in qualche modo “legata” a Sesshomaru Taisho è un onore di cui si possono vantare in pochi.

Mah, che pensieri... quasi quasi adesso mi fermo e mi metto a battere la testa sul muro, tanto per schiarirmi le idee.

-Allora...- mi ero quasi dimenticata che Kagome era con me nella via verso casa -Com'è avere il Taisho-sensei come fratello?-

-Beh, che dire,- inizio gesticolando teatralmente -E' sempre stato il mio sogno inespresso avere un fratello gelido come le vette dell'Himalaya che, oltre che fratello, è anche il mio professore di storia giapponese...-

Kagome ridacchia.

-Insomma, lo è sempre stato, ma ovviamente non te l'ho mai detto perché mai avrei pensato che tale immenso desiderio si sarebbe potuto avverare.- concludo ironica.

Kagome, a quel punto, scoppia a ridere.

Grazie a dio che sono riuscita a farla ridere... mio fratello ha certi brutti effetti su di lei...

-Dai, sii seria!-

-Beh, Sesshomaru è semplicemente di più!- dico ghignando, ma poi torno seria. -Penso che ci sia di più in lui... anzi, ne sono sicura. C'è di più del demone freddo e insensibile che vuole sembrare.-

-E' per lui il portafoto vero?-

Io annuisco imbarazzata e Kagome spalanca gli occhi, colta da una rivelazione.

-Ma allora è lui che...- riesco quasi a sentire l’eco del ti piace che si perde nei meandri della città.

-Shhh!- dico fin troppo forte.

Kagome si zittisce subito e io mi guardo in giro circospetta, dopodiché annuisco.

-E' una cosa tanto brutta?-

La mia amica ci pensa un attimo, poi si gira verso di me sorridendo radiosa. -Per niente! E' solo un po' strano. Oltre a me lo sa qualcun altro?-

Scuoto forte la testa. -Non dirlo a nessuno, specialmente ad Inuyasha, ti prego! Quello mi scuoia viva e poi da il mio cadavere in pasto ai corvi!-

Kagome mi sorride. -Tranquilla, sarò muta come una tomba!-

-Grazie, Kacchan!-



Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Salve a tutti! Perdono per il ritardo, ma tra ultimi compiti e vacanze varie, mi ritrovo un po' in ritardo. Spero che, quando inizierà la scuola, riuscirò ad aggiornare con più frequenza. In ogni caso, come sempre, vi ringrazio di cuore per le magnifiche recensioni! Troverete le risposte entro un paio di giorni ;)

Ringrazio tantissimo anche chi ha inserito questa storia in una delle liste e anche chi solamente legge -vi invito a lasciare una recensioncina, per dirmi cosa ne pensate ;) -

Bene, direi che possiamo passare al capitolo: dunque, molte di voi mi hanno chiesto se Sesshomaru si sarebbe ricordato di aver visto Ayame nel passato e la risposta è: si. Ovviamente se si cambia il passato, ci sono ripercussioni anche nel presente: è un dato di fatto xD Insomma, sennò sarebbe troppo semplice, no?

Tra l'altro, in questo capitolo, si vede un po' il rapporto di reciproca fiducia che c'è tra Kagome e Ayame: si vogliono bene, non c'è nulla da fare.

Uhm e poi... sisi, lo so che lo stavate aspettando un po' tutti: ad Ayame inizia a piacere Sesshomaru! Ma attenzione: “piacere” non significa “amare”. Ma... il bel demone? Secondo voi che cosa ne pensa? Si, è molto arrabbiato con Ayame per aver invaso la sua privacy e aver scoperto un lato di lui che voleva tenere nascosto... a voi le conclusioni!

Oh, e penso sia il caso di aggiungere un'altra parte a questa super-nota: la spiegazione dell'immagine iniziale. Dunque, penso che quelle dei capitoli precedenti siano abbastanza chiari -in caso contrario, chiedete- e suppongo che anche questa lo sia. In ogni caso, ho inserito questa immagine come tributo alla piccola Rin e a Sesshomaru, perché il suo affetto per Rin è uno dei -tanti- temi di questo capitolo.

Bene, spero che via abbia soddisfatto ;)

Un abbraccio e alla prossima =)

°°Samirina°°



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Capitolo 9
*** Quando capisci di dover ringraziare quel santo che ha inventato le punizioni con il Principe dei Chiwawa Hitleriani. ***


Set Fire To The Rain


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9. Quando capisci di dover ringraziare quel santo che ha inventato le punizioni con il Principe dei Chiwawa Hitleriani

Non avevo mai capito, fino a quel momento, la difficoltà di quello che stavo facendo. Cioè, di solito la gente normale non fa questi disastri, ma si sa, la classe non è acqua.

E infatti stavo rinscatolando il portafoto con molta classe, se così possiamo definirla.

Insomma, avevo stampato la foto, l’avevo inserita nella cornice e poi si era posto l’enorme problema: come avrei dovuto consegnargliela?

Avevo quindi optato per rimetterla nella scatola. Non l’avessi mai fatto!

Non capivo se era la cornice a non voler rientrare nella custodia o era la custodia che si era improvvisamente rimpicciolita.

Ad un tratto do uno spintone e, finalmente, la scatola si richiude.

Mi asciugo il sudore dalla fronte e guardo contenta il mio operato: sembrava quasi che non l'avessi mai tolta!

Brava, brava, Aya-chan! Ottimo lavoro!

Sospiro e penso a come dargliela: insomma, mica potevo andare lì e dire “Ehi, Sesshomaru, questo è per te, spero mi perdonerai, tante belle cose!”

Cioè, sarebbe stato proprio da stupidi, no?


Il giorno dopo, appena finito di cenare, decido che è venuto il momento di consegnare il regalo a Sesshomaru. Avevo rimandato tutto il giorno, ma non potevo mica farlo all’infinito, no?

Salgo le scale e mi avvicino alla stanza del mio fratellone che, come al solito, non aveva voluto cenare con noi.

Busso e questa volta decido di aspettare che mi inviti ad entrare.

-Sesshomaru, vostra altezza, posso entrare?-

Ok, che uscita terribile, potevo anche risparmiarmela, adesso no che non mi farà en…

-Cosa vuoi?-

Come non detto!

-Io volevo, beh…- Sesshomaru inarca un sopracciglio, chiaro segnale che sta per chiudermi la porta in faccia –Io ho pensato che ti avrebbe fatto piacere averla.- dico porgendogli la scatola che lui guarda insospettito.

-Tranquillo, non ci ho messo dentro bombe.- dico cercando di alleggerire la situazione. Chissà perché, chissà se ho ingerito allucinogeni a cena, ma mi sembra di vedere l’ombra di un sorriso a stento trattenuto nel viso angelico di Sesshomaru.

Mi sento prendere la scatola di mano e la porta mi viene sbattuta in faccia.

Sicuramente sono stati gli allucinogeni.

Beh, almeno ha accettato il regalo. E comunque non ho decisamente tempo di perdermi in questi pensieri futili: la ricerca va consegnata dopodomani e devo ancora finire di ricopiarla.

Mi siedo alla scrivania pensando.

Si, lo so che probabilmente vi starete sbellicando dalle risate, ma anche io sono capace di pensare, anche se non si direbbe.

Inizio a battere a computer la ricerca dal punto in cui mi ero interrotta il giorno prima.

Dopo qualche ora sento bussare alla porta. Mi blocco e invito chiunque sia ad entrare.

Inu fa la sua entrata e mi sorride. –Sei ancora in piedi, tesoro?-

Io annuisco stancamente. –Sto finendo la ricerca per Sesshomaru.-

Lui si siede sul letto e mi fa cenno di mettermi accanto a lui.

-Sei stata molto brava in queste settimane, Ayame.- dice abbracciandomi forte. Mi sento così al sicuro tra le sue braccia che so che potrei restarci per sempre.

-Brava a mettermi nei casini?- sussurro tra me e me, ma a Inu non sfugge nulla.

Ride. –No, brava perché hai saputo trattare Sesshomaru bene come non ho fatto neanche io. Gli hai fatto capire che c’è qualcuno che tiene a lui, e questo l’ha colpito credimi.-

Ambè, se io gli ho fatto capire che tengo a lui, non riesco ad immaginari quali inspiegabili forme di affetto deve avere ricevuto durante la sua infanzia.

Sua mamma gli aveva fatto fare bungee jumping senza elastico il suo primo giorno di vita? O gli aveva fatto costruire un igloo in giardino e lo aveva fatto vivere lì anche in inverno? Ecco il perché del suo carattere gelido…

Ok, ho assolutamente bisogno di una lunga dormita.

-Non... non l’ho fatto con questo scopo, l’ho fatto perché lo sentivo…- sussurro sentendo il cuore battere veloce e Inu mi stringe di più. Mi sento così tanto amata in questo momento, che quasi mi viene da piangere.

-Ti lascio ai tuoi affari, e porta pazienza con quel testone di Sesshomaru!- dice facendomi l’occhiolino.

Ridacchio e lo guardo uscire.

Non ho avuto il coraggio di dirgli del viaggio, ma dopotutto penso lo sappia già.

Lui sa sempre tutto.

Finisco in fretta di battere a computer la ricerca e, mentalmente, ringrazio il rospo verde che ha accettato di raccontarmi tutta sta roba.

Faccio, finalmente, partire la fotocopiatrice e vado a mettermi in pigiama.

Non ce la facevo più! Maledette pagine!

Penso di aver perso almeno tre ore di sonno. E io quando non dormo sono nervosa. Molto nervosa!


Ti prego, fai che vada bene, ti prego fai che vada bene, prego nel tragitto banco-cattedra del professore.

Sesshomaru mi prende dalle mani i fogli non degnandomi neanche di mezza occhiata e da uno sguardo veloce alle pagine.

-Al posto.- sibila gelido, muovendo a mala pena le labbra.

Torno al posto e, solo allora, mi azzardo a tirare un sospiro di sollievo. Molto molto piano, però, perché potrebbe anche essere che le delicate orecchie del Professore-Ghiacciolo lo captino e, per caso, trovi qualche imperfezione nel mio compito che lo porterà a mettermi l’ennesimo quattro.

La lezione passa molto lenta, ma io mi sto già pregustando la ricreazione: Kagome aveva deciso di dare il regalo ad Inuyasha e, quando me l’aveva detto quella mattina, avevo fatto fatica a non mettermi a saltellare dalla felicità.

Desidero un sacco vederli insieme, anche perché Inuyasha si merita una persona dolce e gentile come Kagome.

-Ehi, Kacchan!- le dico raggiungendola in cortile. –Allora?-

Lei non mi risponde e vedo che è intenta a guardare la scatolina, stringendola tra le mani come se non sapesse se dargliela oppure tenersela.

-E se non gli piace?- mi chiede con voce tremante.

Oddio, è proprio da Kagome prendere una decisione e poi tirarsi indietro all’ultimo.

-Vedrai che gli piacerà. Anche se gli regalassi una foglia lui l’apprezzerebbe.-

-Dovevo regalargli una foglia?- mi chiede girandosi di scatto spaventata e spalancando gli occhioni color del cioccolato.

No, testa di medusa, NO!

-No, Kacchan, dico solo che qualunque cosa gli regalassi, a lui piacerebbe perché gliel’hai regalata tu. Mi spiego?-

La vedo scuotere la testa.

Ovviamente no…

Ad un tratto mi giro e vedo Shiori-guardiamo-il-culo-del-professor-Taisho avvicinarsi a passo spedito.

-E adesso che cosa vuole?- sussurro piano, sperando che non stia venendo verso di noi.

Per non so quale Kami, Shiori si blocca proprio davanti a noi, e ci guarda dall’alto in basso, concentrata. Probabilmente si chiede per quale motivo è venuta fino a lì, da due stupide plebee: poverina, il suo cervello è talmente piccolo che non se lo ricorda.

-Oh, cos’è?- chiede prendendo di mano a Kagome la scatolina.

-No, ridammela…- dice lei tentando di afferrarla, ma Shiori se la porta all’orecchio e inizia a scuoterla.

-E’ delicata, stupida!- sibilo io, già pronta a balzargli addosso. Non le avrei lasciato rovinare l’oggetto che avrebbe fatto far pace Kagome e mio fratello.

-Davvero? Oooops!- dice santarellina, mentre lascia scivolare la scatola a terra.

Sento distintamente il rumore del cristallo che va in frantumi e, probabilmente, anche Kagome perché trattiene il fiato e si porta le mani alla bocca.

-Razza di idiota!- urlo io mentre raccolgo la scatolina con tutta l’intenzione di saltarle addosso e staccarle i capelli uno per uno.

A quanto pare, però, non avevo fatto i conti con il classico orgoglio di demone, perché la stronzetta non si lascia mica offendere e mi prende il polso, con tutta l’intenzione di farmi paura.

-Come ti permetti, mezzo demone?-

-Come ti permetti tu di far piangere la mia amica, piuttosto!- sibilo io.

Sento una rabbia enorme montarmi dentro, ma era una rabbia fredda che porta con sé un’energia diversa dal solito: l’energia spirituale.

Mi libero dalla sua stretta e la prendo per una spalla.

Quel semplice contatto la fa urlare e indietreggiare, mentre dalla sua spalla si alza un penetrante odore di carne bruciata.

Oddio, l’ho purificata!

-Cosa succede qui?-

Sento la voce glaciale di Sesshomaru che ha la facoltà di calmarmi all’istante.

Mi volto verso di lui e noto che intorno a noi si è radunata una folla di curiosi, probabilmente attirati dal fumo.

Ma farvi i cazzi vostri mai, eh? Che cavolo vogliono? Una seduta spirituale anche loro? Perché se vogliono li accontento subito.

-Ho detto: cosa succede qui?- ci richiede perentorio Sesshomaru.

Shiori, ripresasi dall’iniziale stato di shock, non perde occasione per fare la vittima. –Ayame mi ha bruciata!- piagnucola guardando Sesshomaru come se fosse veramente lei la vittima.

-No, lei non…- tenta di dire Kagome, ma viene immediatamente zittita da Sesshomaru.

-Seguitemi.-

Quella parola, così semplice, mi fa capire che non devo temerlo e, stupidamente, penso che lui mi proteggerà sempre.


Cinque minuti dopo siamo entrambe davanti alla cattedra di Sesshomaru, mentre Shiori da la sua fantasiosa versione della storia.

Io aggrotto le sopracciglia ad ogni parola, mordendomi la lingua per evitare di intervenire. Sesshomaru era stato chiaro: prima lei, poi io.

-...e quindi mi ha preso la spalla e mi ha bruciata!-

Sesshomaru, il mio adoratissimo professore, non dice niente e di volta verso di me.

-Ha rotto una cosa a Kagome e l'ho insultata. Poi lei ha insultato me e io l'ho presa per la spalla. Non pensavo di poterla purificare: se l'avessi saputo sarei stata più attenta.- mi sarei limitata ad incenerirla, avrei tanto voluto aggiungere, ma era meglio non peggiorare la mia situazione.

Il professor Taisho ci fissa, come a voler capire con la forza della mente chi deve punire. Shiori è abbastanza tranquilla: è sicura che punirà me, visto che io sono una mezzo demone mentre lei è un demone completo.

-Shiori, tu mi porterai una relazione di cinque pagine entro questa settimana. Potrai scegliere chi vuoi. Tu, Ayame... sei in punizione per la prossima settimana: passerai un'ora con me a scuola dopo le lezioni.-

Non so se essere sollevata perché non ha punito solo me o se essere disperata perché per il prossimi sette giorni dovrò rimanere un'ora in più a scuola con la sola compagnia del Principe dei Barboncini Rabbiosi.

-E' tutto. Shiori, puoi andare.- sibila gelido e mi ritrovo a pensare che più che un invito sembra una minaccia.

-Bene, allora poss...-

-No.- ...o andarmene anche io... no, eh?

Mi siedo su una sedia e aspetto paziente che Sesshomaru inizi a parlare.

-Farai un ripasso di tutto il programma, da cima a fondo.- dice dopo qualche secondo e io spalanco gli occhi.

-Tu... tutto il programma?- chiedo titubante.

-Si.- dice lui, criptico, senza lasciarmi una via d’uscita.

-Ah…- sussurro, non riuscendo a trattenere la delusione. Ma, infondo, cosa mi aspettavo? Che l’avesse fatto per… per… per passare un po’ di tempo con me?

Subito, a quel pensiero, sento una morsa dolorosa allo stomaco che mi fa trattenere il fiato per qualche secondo.

Alzo gli occhi sul mio fratellastro e lo guardo, ma è come se non lo vedessi.

-Inizieremo dopodomani.-

Mi alzo e annuisco, credendo che, alla fine, più di qualche parola non riuscirò mai a scambiarla con lui. Mi piacerebbe così tanto, però, che lui si aprisse con, me ma, d'altronde, chi sono io per lui? Nessuno, appunto.

Torno in classe e mi siedo al mio posto, rendendomi conto che riesco a rovinarmi una bella giornata d’autunno in quattro e quattr’otto.


-Ehi, Ayame, ci sono le giuggiole, ne vuoi?- mi chiede Izayoi quella mattina.

Io guardo i frutti succosi e ne afferro un paio, portandoli alla bocca e sorridendo. Io adoro le giuggiole, anzi le amo con tutto il mio cuore.

Come ogni mattina prendo il vassoio della colazione e lo porto a Sesshomaru che è seduto sul divano a leggere.

Lui alza semplicemente gli occhi su di me, per poi ritornare ai suoi affari.

Classica routine. Per fortuna oggi, oltre ad essere il giorno della prima lezione pomeridiana con Sesshomaru è anche sabato, ergo domani vacanza assoluta.

Penso già a come passerò la giornata insieme a Inu, Izayoi ed Inuyasha. E Sesshomaru, ovviamente, ma lui non partecipava mai molto alle nostre attività familiari.

Esco di casa e guardo il cielo.

-Che fortuna: siamo a novembre e c’è ancora il sole!-

Inuyasha sbuffa e mi passa a fianco con le braccia incrociate dietro la testa. –Ma tu riesci ad essere felice per tutto? Muoviti che questo pomeriggio hai addirittura ore in più!-

-Ma uffa, possibile che tu sia sempre capace di rovinarmi la giornata?-

Lui ridacchia e se ne va, lasciandomi indietro.

-Aspettami, antipatico!- urlo, ma la ma voce viene coperta dal rombo della macchina di Sesshomaru che parte verso la scuola.

Se qualche volta ci desse un passaggio…

Inuyasha non mi aspetta e inizia a correre felice come non lo era da tempo. E ci credo: grazie a me (come mi piace precisare) non solo ha fatto pace con Kagome, ma si sono pure dichiarati.

E’ successo mentre io e Shiori stavamo discutendo con Sesshomaru: il mio intelligentissimo fratellone è andato a consolare Kagome, mettendole un braccio intorno alla spalle. Lei ha abbassato la testa e gli ha mostrato il regalino distrutto, confessandogli che era per lui.

Allora mio fratello, guardandola intensamente, le ha detto che non gli importava del regalo e che il regalo che gli faceva continuamente era restare al suo fianco, poi l’ha baciata.

Ora, non so dove avesse letto quel discorso o se, da dietro, Miroku glielo avesse suggerito. Non avrei mai e poi mai immaginato che Inuyasha che di per sé è una persona abbastanza rozza, poco intuitiva e ha il sentimentalismo di un gabinetto, sarebbe mai riuscito a tirare fuori quel poco di romanticismo che gli avrebbe fatto conquistare Kagome.

Ovviamente io so tutta la scena perché Kagome si è premurata di raccontarmela almeno cento volte. Sta di fatto che è da due mattine che i due si presentano a scuola a manina, per la gioia di Sango e Miroku che già pregustano le uscite a quattro.

-Inuyasha!- esclama Kagome non appena ci vede. Mio fratello si avvicina e i due si scambiano un bacio che mi fa arrossire, cosa che Miroku non evita di far notare a tutte le persone che ci passano a fianco.

Lo prenderei a calci all’istante, se potessi.

Entriamo a scuola e superiamo a fatica quella lunga e noiosa giornata: due ore di letteratura con Kaede (e, credetemi, sarebbe più emozionante restare a guardare l’acqua che liscia un sasso), un’ora di storia giapponese (come se non bastasse l’ora in più pomeridiana), un’ora di educazione fisica (ancora pallavolo!) e infine una terribile e asfissiante ora di matematica. Allora, non che la matematica non mi piacesse, sia chiaro. Quella sfilza di numeri e frazioni hanno un linguaggio loro che, a volte, mi diverto a cercare di comprendere. Sta di fatto che, fatalità, non si sa per quale caso straordinario, la nostra insegnante è Kikyo, una donna talmente impassibile che mette in soggezione la gente solo standole a due metri di distanza.

Credo sia molto adatta alla matematica. Se la guardo nel contesto della guerra me la immagino come un’astuta e calcolatrice stratega.

Si, insomma, quando suona la campanella non faccio altro che sentirmi più triste di prima: fuori c’è il sole e l’aria frizzantina riempie i polmoni e io devo starmene ancora in quella scuola grigia tra quattro mura.

Sospiro e esco insieme agli altri, ma mi fermo in portineria, aspettando che Sesshomaru si faccia vedere per iniziare la lezione.

Ritarda ben mezz’ora durante la quale vengo richiamata da almeno tre bidelli, due professori e perfino la preside che, non so per quale motivo, se ne va con un sorriso soddisfatto sulle labbra.

Insomma, nel giro di trenta minuti mezza scuola sa che sono in punizione con Sesshomaru, e l’altra metà probabilmente lo saprà domani perché Shiori andrà a smaronarlo in giro.

Magnifico…

-Seguimi.-

Ancora quella parola, ancora quelle sensazioni che sembrano quasi assopite dentro di me.

Lo seguo in un’aula vuota e lì mi fa sedere davanti a lui, ordinandomi di tirare fuori il libro. Me lo fa aprire proprio all’inizio, al Paleolitico e dice che inizieremo proprio da lì.

-E come facciamo? Abbiamo solo una settimana…-

-Se preferisci ne facciamo due.- mi dice gelido, squadrandomi con le sopracciglia alzate.

-No, no, grazie!-

Inizio a ripetere tutto, sotto il suo sguardo attento e lui mi corregge sulla forma dell’esposizione e sui contenuti se sono errati. Nel tempo di un’ora mi ritrovo ad aver studiato ben tre periodi, forse non molto lunghi, ma sempre tre Ere.

Mi stupisco di quanto sia riuscita a parlare e a studiare in un’ora. A casa studio altrettanto incessantemente, ma a volte non trovo le parole o, lo ammetto, mi distraggo a guardare fuori dalla finestra.

Invece parlare a Sesshomaru mi sembra talmente facile e spontaneo che quasi non ho sentito il tempo che passava e la mia mente sarebbe capace di studiare ancora ore.

Ad un tratto lui interrompe i miei pensieri.

-Ti sei resa conto delle cose che hanno un’importanza che magari gli altri non riescono a comprendere?- mi chiede non guardandomi e mettendo il libro dentro alla valigetta.

Annuisco. –Si, e mi dispiace tanto per il fiore. Se l’avessi saputo…- stavo per dire che non l’avrei fatto, ma so che sarebbe successo lo stesso: la curiosità mi divora ogni volta e non riesco a trattenerla.

Sesshomaru alza la testa e mi guarda scettico, come intercettando i miei pensieri.

-Però,- dico guardandolo –penso anche che non si possa smettere di vivere perché si è persa la persona più importante della propria vita. E non mentirmi, Sesshomaru, tu amavi Rin. Nella radura ho visto come la guardavi: come se fosse la cosa più importante, come se avessi paura che un alito di vento te la portasse via.-

Forse non è il caso di sbattere in faccia al Principe dei Demoni tutti i suoi sentimenti, ma a quel punto non riesco più a fermarmi e, dopotutto, il mio interlocutore non mi ha ancora interrotto, quindi lo prendo come un invito ad andare avanti.

-Penso sia giusto che si ricordino costantemente le persone che ci hanno amati e che abbiamo amato, ma non bisogna dimenticarsi di vivere, di apprezzare quelle piccole cose che rendono bella l’esistenza. Non si può dimenticare che ci sono persone intorno a noi che vorrebbero vederci felici e in pace con noi stessi. Non si può rimanere attaccati ad una persona che non c’è più per il resto della vita, perché non si riescono più a apprezzare quelle vive che ci stanno accanto giorno per giorno. Il tempo è sempre troppo poco per vivere, e… e io non posso pretendere che tu decida di ascoltare i miei consigli se sono io la prima a non farlo. Scusami.- dico scappando via.

E’ vero quello che gli ho detto: so che amava quella bambina più di ogni altra cosa e che ne ha custodito il ricordo gelosamente per tutti questi anni, ma quando era morta si era chiuso in sé stesso senza permettere agli altri di infrangere la sua corazza fatta di ghiaccio e tristezza.

Mi rincuora il fatto che non mi abbia interrotta con una delle sue gelide uscite, ma io voglio a tutti i costi quel Sesshomaru che avevo visto nel mio viaggio nel tempo, quello sereno che infondeva un’immensa sicurezza a coloro che gli stavano intorno. Non perché disprezzassi quello che era diventato negli anni, anzi, ma l’avevo visto tremendamente in pace con sé stesso e, vedendo che era felice, mi sentivo felice anche io.

Quindi voglio che sia felice, e per essere felice deve smettere di soffrire per Rin.

Quando arrivo alla mia meta mi piego su me stessa e cerco di riprendere un po’ di fiato: dopotutto mi sono fatta mezza città di corsa e, sicuramente, non ho potuto mettermi a saltare sui tetti (cosa molto entusiasmante in mancanza di alberi).

Cammino per il cimitero, percorrendo una strada che ormai so a memoria e arrivo davanti alla tomba dei miei genitori.

-Ciao mamma, ciao papà.- sussurro cambiando i fiori. –Io… proprio non so da dove cominciare.- faccio una pausa, per cercare le parole. –Penso che non verrò più qui per molto tempo. Ho capito che in tutti questi anni non sono veramente andata avanti con la mia vita, restando sempre incatenata al vostro ricordo. Ho solo fatto finta di aver superato la vostra perdita, ma non sono mai riuscita a capire che le altre persone potevano essere importanti tanto quanto voi, e riuscivo ad essere totalmente in pace con me stessa solo quando sentivo che mi eravate accanto. Ecco perché vengo qui spesso. Ma, alla fine… qui ci sono solo i vostri corpi, che non oso pensare a come siano ridotti in questo momento. So, sento, che il vostro spirito viaggia sempre accanto a me, nelle cose che mi circondano e nei momenti che vivo. Mi spiace non averlo capito prima.

So che probabilmente sembrerà strano, ma è stato proprio Sesshomaru a farmelo capire. Io e lui, dopotutto, sotto questo punto di vista siamo molto simili.-

Faccio un sospiro e sento il cuore che inizia a battere forte, lo stomaco che si stringe e le mani che sudano.

- E io vorrei… vorrei tanto che… che fosse felice.- sussurro, rendendomi improvvisamente conto che è diventata la mia priorità.

Mi alzo e spengo l’incenso che probabilmente aveva riacceso il custode. Mi sento bene, in pace con me stessa, come se delle porte si fossero improvvisamente aperte. Vedo il futuro spalancarsi davanti ai miei occhi.

Mentre esco dal cimitero, una leggera brezza si alza e io guardo il cielo, beandomi dello spettacolo del tramonto, immaginando le anime dei miei genitori che mi volteggiano a fianco, soddisfatti della loro figlia.



Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Salve a tutti! Dunque, prima che mi dimentichi, devo fare un annuncio: visto che queste vacanze -purtroppo- sono finite, ho deciso che aggiornerò una volta a settimana. Pensavo il sabato, a dire il vero, ma se per caso avete qualche altra preferenza, non c'è che da chiedere.

Come al solito, ringrazio chi ha inserito questa storia in una delle liste e, in particolare, chi ha recensito. Ho notato che le recensioni sono un po' calate, ma suppongo che sia a causa delle vacanze: spero di risentirvi tutti al più presto!

Direi che possiamo passare al capitolo.

Si, il portafoto serviva esattamente per quella foto, che Sesshomaru ha accettato. Avete indovinato, come sempre U.U ;)

In questo capitolo, ho cercato di mettere in evidenza il lato di sacerdotessa di Ayame. Non sono sicura che un mezzo-demone possa avere anche poteri spirituali, però dopotutto nel manga non mi sembra sia specificato, per cui...

In ogni caso: lei non ne ha controllo.

A dire il vero, ho già pensato ad un sequel. Non ho ancora iniziato a scriverlo e non sono nemmeno sicura che lo farò: dipende come va questa storia: a voi la scelta! In ogni caso, in questo ipotetico sequel saranno messi in evidenza molti aspetti che ho tralasciato in questa fic, come il rapporto Kagome-Inuyasha, il carattere di Kagome e i poteri di Ayame. Non svelo altro, altrimenti potrei anche spoilerare questa fic, e non mi pare il caso xD

Però voi ditemi cosa ne pensate, eh? =)

Tornando al capitolo: ne sono piuttosto soddisfatta, sopratutto per l'ultima parte. E' un punto focale del racconto. Vi ricordate che, all'inizio, avevo detto che questa storia sarebbe stata un po' il “percorso” di Ayame? Ecco, in questo capitolo ha fatto un grande passo avanti nella sua vita.

Beh, non mi pare ci sia altro.

Ora, la foto a inizio capitolo: teoricamente, Ayame ha i capelli e gli occhi neri, non marroni. Purtroppo hanno chiuso picknik e non ho idea di come fare a modificare le foto. Però quella è Ayame, sisi. L'ho scelta per la spada che tiene in mano Sesshomaru: lui tiene Ayame nelle sue mani, e lei non può fare altro che accettare questa cosa. Tuttavia, anche lei ha una certa influenza su di lui, simboleggiata dalla mano che, nelle foto, tiene sul mento a Sesshomaru.

Dunque, credo sia davvero tutto. Spero recensirete!

Un abbraccio,

°°Samirina°°

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Capitolo 10
*** Quando capisci che tuo padre non è adatto a fare la Mew Mew. ***


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10. Quando capisci che tuo padre non è adatto a fare la Mew Mew.

Quel pomeriggio torno a casa più allegra del solito.

-Ehi, Ayame, pensavo tornassi a casa con Sesshomaru.- mi dice Inuyasha. –Fuori fa già buio.-

-Sono passata al cimitero e poi mi sono goduta il tramonto.- gli rispondo sorridendogli.

Lui non può fare che sorridermi di rimando e mi segue in cucina.

-Sembri… felice.- noto che tentenna, ma lo posso capire: quando torno dal cimitero di solito non è che sono il ritratto della gioia assoluta.

-Eh già!- dico mentre metto i fiori freschi su un vaso. –Belli, vero?- gli dico indicandoli.

Lui annuisce e mi continua a guardare.

-Ok, Inuyasha Taisho, ti conosco abbastanza da sapere che c’è qualcosa che vuoi chiedermi. Sputa il rospo!-

-Ok, ok. Volevo sapere come era andata la lezione con Sesshomaru…-

Sono stupita da questa richiesta, di solito ad Inuyasha queste cose non interessano minimamente anzi meno ha a che fare con fratello meglio sta.

-Magnificamente. Sesshomaru mi ha… particolarmente ispirata, diciamo.- dico sorridendo. Sesshomaru mi ha aiutata molto, anche se probabilmente lui non lo sa.

-Anche lui sembrava particolarmente ispirato quando è tornato a casa.- mi risponde con tono indagatore e leggermente corrucciato.

Lo guardo incrociare le braccia e sospiro. –Cosa ti ha detto?-

-Cosa mi avrebbe dovuto dire?-

Apro la bocca per parlare, ma poi la richiudo subito. –Stai cercando di fregarmi, Inuyasha.- dico contrariata.

Lui sghignazza. –Hai ragione, sta di fatto che quando è tornato a casa, beh… mi ha salutato.-

Spalanco gli occhi. –Ha fatto cosa?-

-Mi ha salutato. “Ciao fratello”, ha detto! E di sua spontanea volontà!-

Lo seguo in salotto e continuo a guardarlo ad occhi spalancati mentre lui si siede sul divano e accende la tv.

-Sono rimasto in stato di shock per almeno dieci minuti.-

Si rialza e mi viene vicino, prendendomi per le spalle.

-Non so cosa tu gli abbia fatto, ma continua perché è spettacolare!-

Aspetto che Inuyasha si risieda sul divano tutto pimpante e salgo in camera mia.

Apro il libro di biologia, consapevole che dovrei studiare, ma non riesco a smettere di pensare alle parole di Inuyasha: “Non so cosa tu gli abbia fatto, ma continua perché è spettacolare!”

Cosa gli avevo fatto? Niente! Non gli avevo fatto proprio niente, gli avevo esposto solo quello che pensavo, ma quante probabilità c’erano che un demone orgoglioso come Sesshomaru ascoltasse i miei consigli? Meno di zero, appunto.

Che fosse accaduto il miracolo?

Se così fosse significava che lassù, i miracoli, non li hanno ancora finiti! Ma che magnifica notizia!

Sospiro e mi porto una mano al cuore, sentendolo battere forsennato, come poco prima al cimitero se non di più.

Cosa mi sta succedendo?

Scuoto la testa e apro la finestra, lasciando che l’aria gelida ma piacevole mi schiarisca i pensieri, poi porto la mia attenzione al libro di biologia.


-Ayame, è pronta la cena!- mi chiama Izayoi e mi distoglie dal mio studio.

Sospiro, segretamente sollevata, e scendo le scale già sentendo l’odorino del riso e degli Onigiri che tanto adoro. Proprio non so come faccia Sesshomaru ad odiare il cibo umano.

Ed ecco nuovamente le mani sudate, lo stomaco sottosopra e il cervello in pappa… inizia a succedere troppo spesso per i miei gusti. E non mi spiego nemmeno il perché!

Mi siedo a tavola e mi rendo conto solo in questo momento di quanta fame ho. A quanto pare lo studio e la pace interiore consumano molte energie… beh sullo studio non c’era dubbio, altrimenti perché avrei sempre una fame da bufala?

No, non occorre che rispondiate: si chiamano domande retoriche, queste!

-Tesoro, tieni la ciotola col riso.-

Annuisco ad Izayoi e tendo la mano, contemporaneamente Inu mi passa un piatto con gli Onigiri da mettere in tavola.

-Grazie mamma, grazie papà.- dico prendendo i cibi dalle loro mani e appoggiandoli davanti a me.

Immediatamente tutto si blocca: Izayoi smette di riempire le ciotole e mi fissa come una trota fuor d’acqua, Inu rimane con la mano a mezz’aria e spalanca la bocca talmente tanto che riesco a vedere pure le tonsille e dalla mia destra percepisco assoluto silenzio segno inconfutabile che Inuyasha ha smesso di masticare come un maiale.

Mi guardano tutti e tre stravolti, come se avessero appena assistito all’ascesa al cielo della Vergine Maria.

Se non avessero parlato entro tre secondi netti avrei veramente detto qualche stronzata che avrebbe seriamente rovinato l’atmosfera.

Improvvisamente Izayoi lascia cadere la ciotola e mi salta praticamente addosso, tirandomi in piedi e stritolandomi in un abbraccio spacca mandibola.

-Non riesco a respirare, mi stai stritolando!-

Mi lascia quando ormai sento l’ultimo grammo di ossigeno uscire dai polmoni. Inizio a respirare, sentendomi il viso rosso e caldo.

-Ma si può sapere cosa…?- chiedo rimanendo in piedi.

-Ci hai chiamati mamma e papà…- dice Izayoi con le lacrime agli occhi e le mani sulla bocca, pronta a reprimere un singhiozzo se si fosse presentato.

Arrossisco leggermente e abbasso lo sguardo imbarazzata, evitando di guardare i miei famigliari negli occhi.

-Non me ne ero neanche accorta a dire il vero.-

Izayoi, mamma, mi abbraccia di nuovo, grazie a Dio con più delicatezza.

-E’ bello che tu finalmente stia meglio, tesoro.- dice Inu sorridendo dolcemente.

Allora non ero stata solo io a rendermi conto che non avevo seriamente superato tutto, anche se a prima vista poteva sembrare così!

E’ vero, in questo momento mi sento davvero parte di quella famiglia, come mai prima d’ora.

Mentre la mamma (che bello dirlo!) mi scioglie dall’abbraccio, sento una presenza dietro di me. Mi volto e vedo Sesshomaru che, in tutto il suo regale splendore si accomoda nella sedia a fianco alla mia e ci guarda non emettendo alcun suono.

D’altro canto, noi lo guardiamo stupiti e tutti ci chiediamo la stessa cosa: per quale ragione Sesshomaru Taisho, Principe dei Demoni, Re delle freddure e insegnante di storia Giapponese a tempo pieno, si sta sedendo a tavola con noi, quando ha fatto espressamente intendere che non si sarebbe mai abbassato a tanto?

Sono quasi tentata di gridare Dov’è Sesshomaru, che ne hai fatto del mio adorato fratello super bello? Ma sono troppo impegnata ad asciugarmi le mani sudate sui pantaloni e a cercare di calmare il cuore. Kamisama, sembro posseduta!

Certo che pregare i Kami qui non serve proprio a niente, tanto vale che mi converta al Buddhismo o al Cristianesimo! O al Johnny Deppismo.

Mi siedo e inizio a mangiare in silenzio notando che mamma a volte mi lancia qualche occhiatina felice e Inuyasha non fa altro che guardare me e Sesshomaru alternativamente. A quanto pare solo il Grande Generale Cane ha messo da parte tutti questi piccoli “miracoli familiari”, visto che si sta ingozzando peggio di Inuyasha. Veramente, non so che buget mensile spenderemo in cibo. Probabilmente se mangiassimo solo la metà potremmo diventare pluri miliardari in pochi anni. Vabbè che, alla fine, non mi posso lamentare visto che probabilmente i miei figli saranno coperti economicamente fino alla pensione… e devo ricordare che i mezzo demoni vivono centinaia di anni?

-Ayame, mi stai ascoltando?-

-Uh? Scusa Inuyasha, ero tra le nuvole. Dicevi?-

-Mi chiedevo…- cos’era quel tono? –se avessi caldo, a dire il vero. Perché io ho tanto caldo!-

Lo fisso. Ok… e allora? Cioè, io effettivamente sto bene…

No, forse no, considerando che ho le mani bagnate dal sudore e, ora che me lo fa notare ho dei fiotti di calore enormi.

Mi alzo e metto le mani sotto l’acqua ghiacciata e spalanco gli occhi quando noto che l’acqua evapora sotto il calore della mia pelle.

Qui c’è qualcosa che non va…

Inuyasha si alza e mi viene vicino. –Scotti.-

-Ma no! Tu dici? Come sei arguto! Vuoi un abbraccio?- gli dico.

Mi stanno seriamente girando le palle. Com’è sta storia che adesso mi vanno in palla i poteri demoniaci e quelli spirituali? Ho una specie di crisi adolescenziale per demoni?

-Io esco.- dico togliendo le mani dal rubinetto prima che la stanza si riempia di nebbia.

-Il giubino!- mi urla Izayoi dalla cucina, probabilmente preoccupata che possa prendere freddo.

-Si, mamma!- le urlo prima di uscire dalla porta con in giubino in questione sopra le spalle.

Sbuffo sonoramente. Era una serata perfetta: io avevo chiamato Inu e Izayoi per la prima volta papà e mamma, e loro erano felici, Inuyasha non aveva più il muso per il litigio con Kagome e Sesshomaru era venuto a cenare con noi. Beh, cenare era un parola grossa visto che si era solamente seduto a tavola ma, insomma, era un grande passo avanti!

No che ho i fiotti di calore.

Ma che accidenti mi sta succedendo?

Cammino per la città e, devo dire, che il freddo mi da un bel po’ di sollievo: tempo cinque minuti e sto già molto meglio.

Decido di allungare la passeggiata, dopotutto mi piace da morire camminare, anche se preferirei farlo in un prato fiorito con erba verde e soffice e non in una città piena di grattacieli e cemento. Beh, devo accontentarmi.

Mi fermo in un parco e mi siedo in una panchina. Non capisco perché mi stia tutto sfuggendo di mano. Sta di fatto che devo cercare di calmarmi, e cosa c’è di meglio che la meditazione?

No, non c’entra niente con tutti gli “Om”, “Em”, o “Um”: quelle cose sono totalmente inutili, almeno per noi demoni.

La nostra meditazione consiste nel raggiungere l’armonia interiore e la pace dei sensi, riuscendo a controllare il nostro vortice demoniaco che non è altro che il potere racchiuso nel nostro animo.

Chiudo gli occhi e mi lascio andare. Mi concentro per vedere all’interno della mia anima e quello che scorgo con gli occhi della mente non mi piace per nulla: la mia anima è agitata come un mare in tempesta e non riesco a scorgere il mio vortice demoniaco.

Faccio respiri profondi e riesco a rilassarmi quel poco che mi serve per poter scorgere una specie di tromba d’aria: il mio potere demoniaco. A fianco c’è una specie di sfera ramificata color rosa brillante, che non è altro che la mia energia spirituale.

Guardo con attenzione e vedo che in un punto le ramificazioni rosa si mescolano con il turbine di vento. No no, cosa brutta. Moooolto male!

Decido di agire su quel punto e inizio a sgrovigliare i nodi; sono molto stretti e faccio una fatica immane a rimanere rilassata, ma alla fine, grazie a Kamisama, ce la faccio.

Poi inizio a lavorare sul turbine demoniaco, cercando di ritrarlo e tenerlo sotto controllo smussandone i contorni e diminuendone la potenza. Piano pano e con calma riesco a ridurlo a due terzi del suo iniziale volume, ma sento che non riesco ad andare oltre. Eppure non capisco: sono libera adesso, libera dalle catene che mi tenevano legata al passato e ai ricordi. Quale sentimento o preoccupazione può creare così tanto scompiglio nel mio animo?

Decido di non pensarci e inizio ad accarezzare la sfera rosa, facendo si che riassorba le ramificazioni. L’energia spirituale è molto più facile da “lavorare” di quella demoniaca: innanzitutto è meno distruttiva e quindi più facile da controllare e poi per la maggior parte delle volte è sopita e si risveglia solo quando ho bisogno d’aiuto. Insomma, è molto più facile conviverci!

Sempre se non si tiene conto che sono uno scherzo della natura, un ibrido, un miscuglio tra il bianco e il nero, il sole e la luna, il cielo e la terra, io e Sesshomaru.

Quando mi sento abbastanza calma decido di tornare a casa, per non far preoccupare troppo i miei.

Giro le chiavi nella toppa ed entro. Sento delle voci provenire dal salotto e mi dirigo lì, trovando Inu, Izayoi, Inuyasha e Kagome, che non so quando fosse arrivata, seduti sul tappeto che urlavano ininterrottamente “Merda!” passandosi le carte da gioco.

Spalanco gli occhi e mi giro verso Sesshomaru e lo vedo seduto sul divano che legge il suo solito libro.

Se scopro quando è il suo compleanno almeno so che regali fargli.

Mi rigiro verso il resto della mia famiglia. –Sto via un’ora e voi diventate tutti pazzi?- chiedo sarcastica mettendo le mani sui fianchi.

-Sesshomaru la pensa nello stesso modo, temo.- dice Inu prima di sbottare un “Merda!” e alzarsi ridendo e sfottendo gli altri per la vincita.

-Sono il Generale Cane, volevate che non vincessi una stupida partita a carte? Pfui, non c’è niente e nessuno che mi possa battere!-

Chissà perché, ma mi ricorda tanto i cartoni animati con le paladine della giustizia, per esempio Tokyo Mew Mew: “Angeli protettori della Terra custodi, nya!”

Si, anche se non me lo vedrei proprio con un vestitino rosa a pallone e un cuore peloso in mano. In effetti questa visione ha un che di raccapricciante.

Alzo le spalle e mi vado a sedere a fianco di Sesshomaru. Immediatamente sento il senso di angoscia stringermi il petto e le mani sudare, ma non ci faccio caso perché, cazzarola, ho appena fatto un’ora di meditazione.

-Tesoro di papà, sei felice che abbia vinto?- mi chiede Inu sorridendomi raggiante.

-Felice come un vampiro con un paletto conficcato nel cuore.- dico ironica e Kagome, Inuyasha e Izayoi scoppiano a ridere.

E, ma forse è solo una mia sensazione, anche il Gelido Vento del Nord emette un suono non ben identificato che mi fa voltare di scatto.

I nostri occhi si incrociano e posso dire per certo che il mare mosso si è trasformato in uno tsunami in piena regola. Quasi quasi lo chiamo Katrina!

Distolgo lo sguardo e riinizio a rilassarmi, cercando di non pensare alle sensazioni tumultuose che, in realtà, mi si agitano dentro.


-Cosa ci fai qui, Kagome?- le chiedo mentre la guardo mettersi in pigiama.

-Beh, Inuyasha mi ha invitata a dormire qui e ha detto che non ti dovevo dire niente per farti una sorpresa.-

-Hai capito i piccioncini…- sussurro maliziosa facendo arrossire la mia amica di botto.

-Non… non per quello che pensi! Dormirò in camera con te come al solito!-

-Va bene, Kacchan, tranquillizzati e soprattutto non urlare: devo ricordarti che siamo in una casa di demoni?-

Lei, se possibile arrossisce ancor di più e si fa piccola piccola, come se volesse confondersi con il parquet.

Mi butto a letto e le faccio cenno di stendersi a fianco a me. Lei mi prende in parola e, prendendo la rincorsa, si butta sul mio letto. Ci manca poco che si metta ad urlare –Banzaiiiiiiii.- e saremmo stati proprio a cavallo.

Ci abbracciamo, proprio come quando eravamo più piccole.

-Sai, sono proprio felice in questi giorni.-

-E ci mancherebbe anche altro!- sbotto –Se Inuyasha non ti tratta come una principessa alla prima occasione gli taglio i gioielli di famiglia e li grattugio nella pastasciutta! Oppure… oppure potrei darlo in pasto al fratello di Bankotsu!-

Kagome scoppia a ridere. –Oddio, quello gay?-

-Esattamente. Sono sicura che un bocconcino come mio fratello non se lo lascia mica scappare, a costo di fargli la corte per tutta la vita!-

-Santo cielo, sei proprio malvagia, Ayame Taisho!- dice ancora scossa dalle risate. –Me lo immagino: seguito da Jakotsu fino alla fine dei suoi giorni!-

-Mah, ripensandoci opto per la grattugia: non augurerei una simile tortura neanche al mio peggior nemico.-

-Neanche a Kyosuke?- mi chiede spalancando gli occhi.

-Oh si, a lui si.- rispondo malvagia. Mi piace vedere la mia amica ridere, mi piace davvero tantissimo.

-Dove sei andata stasera?- mi chiede dopo che le risa si sono calmate.

-Oh, beh, sai penso di aver un po’ perso il controllo di me.-

-Dei poteri demoniaci?-

Annuisco. –E anche di quelli spirituali. Ti ricordi l’altro giorno con Shiori? Ecco, la stavo purificando alla grande. E stasera mi si è alzata la temperatura di tipo dieci gradi. Non capisco perché… anche se è da qualche giorno che, ogni tanto, sento lo stomaco attorcigliarsi, le mani sudare e il cuore batte fortissimo; per non parlare della testa: sembra sempre così leggera, che mi sembra di essermi intontita all’improvviso.-

Kagome resta in silenzio per un po’.

-Non so proprio cosa mi stia succedendo.- le dico prima di addormentarmi.



Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Buon Sabato a tutti! Beh, innanzi tutto: come è andato il rientro a scuola? Il mio è stato traumatizzante... Esigo le vacanze T_T

Beh, beh, bando alle ciance e passiamo a qualcosa di più importante: ringrazio, come al solito, tutti voi per le magnifiche recensioni e per aver messo questa storia in una delle vostre liste.

Passando al capitolo: non mi sembra ci sia molto da dire, anche perché è un capitolo un po' di passaggio. In ogni caso, qui avete potuto vedere un'Ayame un po' più matura, in particolar modo verso la sua famiglia.

E si, anche Sesshomaru che scende a cena. Che le parole di Ayame abbiano sortito l'effetto sperato?

Non mi pare di avere altro di particolarmente importante da dire.

Ora, l'immagine: il capitolo è un tributo ad Ayame, quindi quella nella foto è lei. Me la sono sempre immaginata amante della natura e degli animali, quindi secondo me quest'immagine rende benissimo.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, che recensirete in tanti e, specialmente, vi auguro una buona scuola!

Un abbraccio,

°°Samirina°°

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Capitolo 11
*** Quando capisci che ti sei fregata con le tue stesse mani. ***


Set Fire To The Rain


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11. Quando capisci che ti sei fregata con le tue stesse mani.


-Ehi, Aya-chan!-

Di chi è questa voce che osa svegliarmi?

-Daaaaai, sono già le nove e abbiamo tante cose da fare!-

Chi cavolo è il cretino che si permette di svegliare me medesima con queste urla assordanti alle nove di domenica mattina?

-Ayame, Inuyasha ci aspetta!-

KACCHAAAAAAAAAAAAAAAN!

-Cosa c’è?- mi chiede Kagome leggermente spaventata.

Ops, non mi sono resa conto di aver urlato veramente. Povera Kacchan, è ovvio che si sia spaventata: appena svegliata la mia voce deve assomiglia a un gesso che striscia nella lavagna.

Ma questi, ovviamente, sono dettagli.

Tossisco un po’. –Scusa.-

-Fa niente.- dice lei sorridendo. –Però ti alzi adesso?-

Ho la voglia di alzarmi di un orso in letargo.

-Si, Kacchan, si.- dico e faccio uno sforzo, tirandomi a sedere. Mi guardo un po’ intorno da brava rimbecillita, come ogni domenica mattina.

Durante la settimana potevo sopportare di svegliarmi anche all’alba, cosa che, effettivamente, mi piaceva molto ma toccatemi la domenica mattina e vi ritroverete Jakotsu alle calcagna per il prossimo millennio. Io vi ho avvertiti.

Mi preparo e mi lavo con una calma asfissiante tanto che quando esco dalla mia stanza trovo Kagome che mi aspetta battendo il piede a terra.

-Allegria! Forza, forza, andiamo a mangiare!-

Ci dirigiamo verso la cucina, io che non faccio altro che sbadigliare e Kagome che non fa altro che sorridere ai muri.

-Uhm, Aya-chan… mi sa che ti sei messa la maglietta storta.-

Oh porca vacca…

-Magnifico- sibilo. –Aspetta un attimo che me la tolgo e la giro.-

Mi fermo davanti alla porta –aperta- del salotto e mi sfilo la maglietta dalla testa, rimanendo in reggiseno, incurante del fatto che Sesshomaru –che sta beatamente leggendo un libro- ha alzato gli occhi per osservarmi.

Divento di tutte le tonalità del rosso, e mi muovo a mettermi la maglia dritta. Probabilmente Kagome non se ne è accorta perché inizia a parlarmi come se niente fosse.

-Sai, ho pensato a quello che mi hai detto ieri sera, e sono arrivata ad una conclusione.-

-Davvero?- dico interessata, mentre il mio cervello si concentra su quello e non su un modo per a) portare al più presto Kagome lontano da lì e b) cancellare la memoria degli ultimi due minuti a Sesshomaru.

-Si! E’ così ovvio e non so come ho fatto a non pensarci prima! Ayame, questi sono chiari sintomi: tu sei innamorata!-

-Che cosa hai detto?-

-Ho detto che sei in-na-mo-ra-ta.-

-CHE COSA SONO IO???- urlo, ormai in preda al panico.

Innamorata? Io? E di chi??? Oddio… Sono innamorata di mio fratello!

Non posso essere innamorata di mio fratello! Cioè è una cosa oscena, una cosa orribile, fuori dalla società, fuori… un attimo… Sesshomaru non è veramente mio fratello.

E’ solo mio fratello adottivo, e, tra parentesi, conviviamo insieme a meno di un mese, quindi non è poi così terribile come cosa… giusto?

Se non contiamo, ovviamente, che non ricambierà mai il mio amore, visto che è freddo, associale, e gelido come l’inverno…

-Oh cavolo…-

E se dovesse scoprirlo? Mio Dio, non mi parlerà più, non avremo mai più un minimo contatto e probabilmente se ne andrà odiandomi per il resto della vita. Che, per inciso, sarà molto ma molto lunga.

Sempre se, ovviamente, prima di andarsene non mi uccide per aver osato una simile oscenità.

-Aya-chan, sei sicura di stare bene?-

La guardo con occhi spiritati –Non proprio. Stavo pensando alle conseguenze di quello che mi hai appena detto.-

-Beh, non può averlo capito no? Non lo avevi capito neppure tu… e poi diciamocelo, sarà pure un genio, la persona più intelligente che abbiamo mai conosciuto, ma è pur sempre un uomo e gli uomini, che mondo è mondo, di queste cose non ci capiscono un emerito cazzo.-

Effettivamente… bastava che nascondessi il reato molto bene e non l’avrebbe mai capito. Sesshomaru non può essere così intelligente, no?

Tiro un micro sospiro di sollievo e, inconsciamente, mi giro verso il divano e incontro due occhi d’ambra. Mi congelo sul posto e Kagome con me quando vede cosa –chi- sto fissando.

Sono fottuta. FOTTUTA! E per chi non l’avesse capito FOT-TU-TA!

-Taisho-sensei, la prego di non fare caso a quello che abbiamo appena detto!- dice Kagome e mi trascina via prima che faccia qualche cazzata.

-Ouf, per un pelo eh Ayame?... Ayame?-

Niente da fare, sono ancora congelata.

-Ayame? Ehi!- inizia Kagome prendendomi per le spalle e scuotendomi come una lattina di coca-cola.

-Kagome? Che succede?- le chiede preoccupato Inuyasha entrando in cucina e guardandoci con un sopracciglio alzato.

-I mezzo demoni possono entrare in stato di shock?- chiede Kagome guardandomi con le mani sui fianchi; povera ragazza, le sto proprio mandando il cervello in pappa.

-Non credo…- dice Inuyasha grattandosi la testa, -cosa è successo?-

Kacchan scuote la testa esasperata. –Niente. Le ho solo fatto capire che è innamorata. Ma non mi sembra una tragedia, alla fin fine…-

-Zittaaaaaaaaaaaaaa!- le urlo tappandole la bocca troppo tardi. –Kagome!!!-

Lei mi rivolge un sorriso dispiaciuto. –Beh, almeno ti sei risvegliata da quello stato catatonico.-

Mi sbatto una mano sulla fronte, troppo disperata anche per dirle parole.

Come poteva essere successo? Come avevo potuto farmi fregare in questo modo? Innamorarmi di Sesshomaru! Di Sesshomaru, non so se ho reso l’idea!

Mi siedo su una sedia e scorgo Inuyasha guardarci con la faccia di uno che non ci capisce niente. Posso aspettarmi il contrario, povero caro?

-Quindi in pratica, ogni volta che penso a lui mi agito talmente tanto che per il controllo?- chiedo retorica. –Ma che mezzo demone esemplare che sono!- sbuffo nevrotica.

Inuyasha punta il suo ditino demoniaco prima verso di me e poi verso la sua ragazza, soffermandosi su quest’ultima.

-C’è qualcosa che mi dovete dire?-

Guardo minacciosa Kagome, facendole intendere che l’avrei strozzata se avesse detto anche solo un parola, in particolar modo con Sesshomaru in salotto.

Santo Johnny Depp, in quale guaio mi sono cacciata?

-E’ un segreto! Ayame non vuole che lo sappia nessuno.-

-Neanche il tuo super adorato fratellino?- mi chiede facendo la faccia da cucciolotto.

-Soprattutto il mio super adorato fratellino.- dico irremovibile e con una sopracciglia alta. Sant’Ubaldo Baldassini, che testa di cavolfiore mi ritrovavo per fratello?

Prevedo che sarà una settimana molto, molto, molto lunga.


Un fiume che scorre. Acqua calma e animo rilassato. Acqua ferma, posso vedere i miei poteri sul fondo. Il vortice demoniaco si è ingrandito, ma per fortuna l’energia spirituale si è ramificata solo di poco.

Inizio ad accarezzare il vortice, smussandone le punte e gli angoli, concentrando l’energia in una parte minima di spazio e ora…

-Ayame!-

Ouch!

-Ba…Bankotsu!- dico cercando di trattenere il bastardo che sta per uscire dalle mie labbra.

-Ho interrotto qualcosa?- mi chiede sedendosi accanto a me in una panchina in entrata. Sto aspettando Sesshomaru per la terza lezione di storia, ma non sono per niente entusiasta di vederlo.

A parte il fatto che ho appena scoperto di amarlo, ogni volta che sono in sua presenza perdo il controllo di me e le emozioni mi sopraffacciano. E, voi capirete, passare un ora da sola con lui in un’aula di scuola non è proprio il massimo della tranquillità.

E dopo l’esperienza estremamente disastrosa di ieri (sono andata a casa che tremavo come il mio cellulare quando lo metto in vibrazione) ho deciso di intensificare la meditazione, facendola in ogni momento libero. E a Sesshomaru piace farsi attendere.

-Oh, no, non ti preoccupare.- gli dico sorridendo.

-Bene.- lo guardo mentre si passa una mano tra i capelli e non posso fare a meno di trovarlo estremamente affascinante. –Sai, ieri mio fratello è tornato. Jakotsu, intendo.-

Toh, parli del diavolo e spuntano le corna!

-Come se l’è passata in America?- chiedo io.

-Oh, bene, ma dice che gli mancavano i ragazzi giapponesi.- mi risponde scoppiando a ridere.

-Proprio tipico di lui!- dico ridacchiando. Avevo conosciuto Jakotsu un paio di anni prima della sua partenza: diciamo che ogni volta che stavo con lui mi facevano male gli addominali dal tanto ridere.

Era terribilmente ambiguo e adorava parlare con le ragazze di smalti, acconciature e ombretti: infatti si pasticciava il viso peggio delle matrioske.

-E tu come te la passi?-

-E’ tutto straordinariamente quotidiano.- gli rispondo sorridendo e pensando che non sono affari suoi i miei problemi.

E poi cosa avrei potuto dirgli? Eh, sai Bankotsu, sono innamorata del professor Taisho, nonché mio fratello, nonché un demone cane, probabilmente uno dei più potenti al mondo. E poi ho giusto un paio di problemini a controllare il mio intero essere quando sono in sua presenza, e rischio di scoppiare da un momento all’altro. Per cui ti converrebbe allontanarti, a meno che tu non voglia morire, dico. In definitiva potrebbe andar peggio, no? Per esempio potrebbe piovere!

Scuoto la testa e sorrido, tutta quest’ironia in questo momento non fa per me.

Alzo gli occhi e vedo che, dal fondo del corridoio stanno arrivando la preside Kagura e Sesshomaru. Probabilmente lei lo sta accompagnando alla macchina e si è dimenticata che deve trattenersi oltre l’orario scolastico.

Beh, insomma, si vede lontano un miglio che lui non la fila di striscio, anzi sembra che la eviti come le mosche evitano la carta moschicida.

Non che sia gelosa, eh, Sesshomaru è grande e vaccinato per me può fare quello che gli...

Ok, sono gelosa da far schifo!

Lei può stargli vicino senza essere azzannata e senza destare sospetti, mentre io dovevo mandare una lettera con la marca da bollo solo per salutarlo la mattina.

-Beh, vedo che le lezioni pomeridiane ti aspettano. Ti chiamo stasera, allora.-

No, aspetta… Cos’è che fai tu?

Non mi lascia nemmeno il tempo per rispondere e se ne va, pochi millesimi di secondi prima che Sesshomaru si avvicini e me e mi lanci un’occhiata gelida come una tormenta di neve.

-Muoviti!- sibila tra i denti, e io mi affretto a trotterellargli dietro per non farlo arrabbiare ancora di più.

Raggiungiamo la classe in assoluto silenzio, e intanto mi gongolo nella soddisfazione di aver visto la preside abbandonata all’entrata della sua scuola.

Odio quella donna tanto quanto il demonio odia l’acqua santa.

Mi siedo sulla solita sedia e apro il libro.

-Dove siamo arrivati?- mi chiede Sesshomaru alzando per un momento gli occhi su di me.

Acqua calma e animo rilassato, acqua calma e animo rilassato…

-Al periodo Kamakura, Sesshomaru.- dico sovrappensiero, mentre cerco di calmare l’uragano che mi agita l’anima.

-Non ti permetto di avere tutta questa confidenza con me! Per te sono solo e soltanto il professor Taisho!- dice con rabbia repressa, aggrottando le sopracciglia in un’espressione molto infastidita.

Annuisco scusandomi immediatamente e promettendogli che non succederà più.

-Ti conviene. Sbrigati, apri la pagina che non sono di certo qui per perdere tempo con te.-

Annuisco e faccio come dice, domandandomi il perché del suo comportamento.

Sembra che più che un “non sono certo qui per perdere tempo con te”, sia “vorrei essere tutto fuorché qui con una come te, per cui sbrighiamoci che non ti sopporto più”.

Abbasso la testa, iniziando a ripetere il contenuto del paragrafo e costringendomi a non incontrare i suoi occhi color del miele per tutto il resto dell’ora.


Orribile. La lezione più orribile della mia vita.

Penso che la mia giornata non possa essere più brutta di così, proprio non possa.

Oh, ma che scema: certo che può! Fuori piove e io non ho l’ombrello.

Ottimo! Mi toccherà farmi tutta la strada a piedi fino a casa.

Prendo un sospiro e vado sotto la pioggia, lasciando che mi bagni i capelli e i vestiti e lasciandomi alle spalle la scuola e Sesshomaru.

Mi ha ferita con il suo comportamento. Mi sono sentita così esclusa dalla sua vita, peggio di quando ci siamo conosciuti, peggio di tutte le situazioni che si sono create da quando sua altezza ha deciso di vivere con noi.

Scoppio a piangere sotto la pioggia, incurante delle auto che mi passano a fianco inzuppandomi, incurante delle persone a cui vado addosso mentre cerco di veder qualcosa oltre il mare di ombrelli intorno a me, ma estremamente consapevole del dolore al petto che mi toglie quasi il fiato.

Non mi sono mai arresa nella mia vita, e mi sono sempre convinta che, se una cosa si desidera veramente, bisogna combattere per ottenerla. Ma quel pomeriggio, dopo tutti gli sforzi che ho fatto per cercare di conquistare la sua fiducia, mi sono sentita così respinta che sarei stata meglio se mi avesse rifilato una sberla in pieno viso.

Arrivo a casa che non so se è più fradicio il prato o se sono più fradicia io.

Salgo in fretta in camera mia, mi faccio una doccia e mi cambio, sentendomi molto meglio calda e asciutta. Scendo in cucina e mi guardo intorno, cercando una forma di vita che non siano gli acari della polvere sotto il tavolo.

-Mamma? Papà? Inuyasha?- chiamo guardandomi intorno.

Ad un tratto sento una presenza dietro di me e mi giro lentamente, trovandomi faccia a faccia con Kyosuke.

-Sono usciti tutti.- dice angelico. –Devi essere proprio distrutta se non hai sentito la mia presenza quando sei entrata!-

-Stai zitto, Kyosuke, e vattene. Oggi non è giornata.- sibilo laconica, cercando di sbolognarmelo al più presto. Ho tutto fuorché le palle di litigare con lui.

-Perché, tesorino? Posso consolarti io, se vuoi.- dice avvicinandosi a me –Non lo vuoi un altro bacio come quello nel Sengoku?-

Scuoto la testa schifata. –No, è stata l’esperienza più brutta di tutta la mia vita.-

-Mmm, farò finta di crederti…- mi dice accarezzandomi lo zigomo. Io, per tutta risposta, gli mollo un ceffone e lo spingo, sperando che capisca che se ne deve andare, altrimenti subirà tutta la furia del mio cuore spezzato.

-Ecco perché mi piaci tanto, Aya-chan. Lo sai che sei proprio carina?-

-Si, tutto quello che non sei tu, deficiente!- sibilo risentita. Voglio che se ne vada immediatamente.

Con una mossa fulminea, Kyosuke, mi prende per le spalle, sbattendomi addosso al muro bloccandomi tra esso e il suo corpo.

-Mollami, stronzo!- mi metto ad urlare. –Non ho nessuna intenzione di fare quello che ti sta passando per la mente.-

Non sono lucida, non sono calma e non riesco a pensare, a reagire.

-No? Ne sei proprio sicu…- non finisce nemmeno la frase che mi viene staccato di dosso e buttato sopra al tavolo che scricchiola pericolosamente.

Guardo Sesshomaru che lo sovrasta e lo prende per il collo, tenendolo sollevato da terra. Non mi ero nemmeno accorta che fosse ritornato da scuola.

E’ così bello in questo momento: i capelli argentati gli ricadono delicatamente su una spalla e i suoi occhi hanno un aspetto terrificante ed sono di un colore che passa dall’oro al rosso sangue.

-Pensi di potermi sconfiggere così, Sesshomaru?-

Sesshomaru non dice niente e si limita a stringere la presa, così Kyosuke porta entrambe le mani al suo polso e pianta gli artigli.

Mi aspetto che, da un momento all’altro, Sesshomaru lo faccia volare dall’altra parte della casa, ma il demone lupo è stranamente tranquillo, come se sapesse di avere il coltello dalla parte del manico.

-Sesshomaru?- chiedo preoccupata quando vedo che allenta la presa fino a mollarlo. Kyosuke ride e guarda il suo nemico mentre inizia pericolosamente a barcollare.

-Ma cosa…?- chiedo ancora immobilizzata, senza muovere un muscolo.

-Gli ho iniettato un veleno che sicuramente metterà in difficoltà anche il grande Principe dei Demoni. Sarà un miracolo se sopravvivrà. Come si dice? “Mors tua vita mea”-

-NO!- urlo, e gli corro incontro, cercando in qualche modo di aiutarlo.

-Sta indietro!-mi sibila, ma vedo che ha gli occhi vacui e che fa fatica a mantenere l’equilibrio.

Kyosuke ride, mentre io sono sempre più terrorizzata: non è possibile che un demone maggiore come Sesshomaru si senta in difficoltà per un semplice veleno.

-Allora, Ayame, niente più scocciature, non è vero?- mi sussurra prendendomi il mento.

-Tu sei una scocciatura!- gli urlo arrabbiata e terribilmente preoccupata per Sesshomaru che inizia a barcollare, ma cerca in ogni modo di stare concentrato sul nemico.

-Perché non vuoi capirlo, mio tesoro, che tu sei mia?-

-Vattene!- dico stringendo i pugni e sentendo chiaro e tondo l’energia dentro di me sfogarsi. Tutto il rancore, il nervoso e l’agitazione di quei giorni si manifestano in una grande onda d’urto che colpisce il demone lupo all’improvviso e scagliandolo addosso al muro, lasciandolo interdetto per qualche secondo.

Ne approfitto per andare da Sesshomaru e lo prendo per il braccio. Appena lo tocco lo sento caldo, tanto caldo che, potrei scommetterci, ha la febbre.

-Sesshomaru…- dico preoccupata, cercando di fargli capire che si deve sedere, altrimenti peggiora solamente la sua situazione.

-Non ho bisogno del tuo aiuto!- mi risponde con voce bassa e sofferente, sebbene tenti di nasconderlo. Scuoto la testa, rendendomi conto che il suo orgoglio è più smisurato di quello che pensavo.

Intanto Kyosuke si alza e ci guarda soddisfatto. Il suo sorriso sparisce non appena sentiamo entrambi, in contemporanea, mio padre entrare dalla porta e dirigersi a passi veloci verso di noi.

Il Generale Cane e il demone lupo fanno in tempo a fissarsi solo per qualche secondo, prima che quest’ultimo –non senza un sorriso sornione- sfondi la finestra e se ne vada, senza aver il coraggio di affrontare mio padre.

Inu guarda astioso, come non l’ho mai visto, la finestra infranta che ha lasciato a terra una miriade di cocci di vetro, poi sposta lo sguardo verso di noi.

Mi guarda palesemente spaventato per la mia sorte, ma poi sposta lo sguardo dietro di me e spalanca ancora di più gli occhi.

Gli sguardi di padre e figlio si incontrano per un attimo, poi Sesshomaru sviene e si accascia addosso a me, privo di conoscenza.

Lo prendo saldamente per le spalle, accompagnando la sua scivolata verso terra.

Inu non si muove e rimane a fissare la scena, mentre io appoggio la testa di Sesshomaru sulle mie gambe e gli poggio una mano sulla fronte sentendola bollente.

Il veleno deve fare effetto molto in fretta se nel giro di dieci minuti uno dei più potenti demoni del mondo è stato messo al tappeto senza sforzi.

Guardo papà, sperando in un aiuto e quando vedo che è incantato e che non muove un muscolo mi vengono le lacrime agli occhi.

Per fortuna mamma decide di entrare proprio in questo momento –santa Izayoi!- e quando vede la scena terribile che si presenta nella sua cucina caccia un urletto e mi corre incontro.

-Oddio, Sesshomaru, cosa… cosa…?-

Scuoto la testa. –Aiutalo, mamma.- la imploro, sperando che mi dica almeno cosa dovevo fare.

Lei annuisce e si alza, andando davanti a suo marito e iniziando a scuoterlo lentamente. –Tesoro? Tesoro? Ti prego, Sesshomaru ha bisogno di te.- papà la guarda e sembra riprendere conoscenza. –Tuo figlio ha bisogno di te.- dice mia madre e Inu si sveglia del tutto.

Viene verso di noi e lo prende in braccio, annunciando che lo porta nella sua camera.

-Cosa devo fare?- chiedo a mamma alzandomi.

Lei ci pensa un attimo. -Prendi del ghiaccio e una bacinella di acqua, dobbiamo fargli scendere la febbre.-




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Buona Domenica a tutti! Mi spiace di aver ritardato, ma ieri sono stata via tutto il giorno: spero che per voi faccia lo stesso. Come al solito, vi ringrazio per le meravigliose recensioni: cavolo, abbiamo quasi superato i sessanta! Vi sono davvero molto grata!!!

Troverete le rispose entro un paio di giorni, anche perché, purtroppo, nella mia scuola sono già partiti con le interrogazioni -.-”

Comunque: come vi è sembrato il capitolo? E' pieno di rivelazioni e devo dire che è assolutamente uno dei miei preferiti. Mi sono divertita da morire a scriverlo ;)

Beh, si, alla fine la nostra Aya-chan capisce di essere perdutamente innamorata di Sesshomaru, anche se lui non la tratta poi tutto sto gran che. Spero che abbiate capito il motivo per il quale è stato antipatico con lei, durante la punizione!

Ecco, vi avevo detto di tenere sotto controllo Kyosuke? Ha combinato la sua.

In questo capitolo, oltre a tutto il resto, ho cercato di mettere un po' in evidenza, anche se sarà più accentuato nei prossimi capitoli, i sentimenti che Inu ha nei confronti del figlio maggiore: mi piacciono da morire questi due, insieme.

Beh, non mi sembra che ci sia altro da dire: se avete domande, basta chiedere ;)

Ora, l'immagine: volevo simboleggiare un po' l'amore che Ayame si è trovata a provare per Sesshomaru, anche se quest'immagine, a dire il vero, non rende molto l'idea del “senso unico” che ha questo sentimento, per ora. Beh, è bellissima, in ogni caso ;)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che recensirete in tanti **

Un bacio,

°°Samirina°°

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Capitolo 12
*** Quando capisci che, dopotutto, ogni cosa può sempre peggiorare. ***


Set Fire To The Rain



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12. Quando capisci che, dopotutto, ogni cosa può sempre peggiorare

Se non fossi disperata al massimo, questa situazione potrebbe anche sembrarmi divertente.

Insomma, sono qui da una mattinata intera e non c'è nessun miglioramento, anzi va sempre peggio. E si, vi assicuro che è possibile!

Ok, forse dovrei chiarire il “qui”: è la camera, anzi il letto, di Sesshomaru.

Ieri sera quando papà ha portato Sesshomaru nella sua stanza, io e Izayoi abbiamo provato in tutti i modi a fargli scendere la febbre: con impacchi di acqua fredda, con le medicine e abbiamo perfino provato con del ghiaccio che si è sciolto nella sua fronte in meno di un minuto, così abbiamo dovuto raccogliere l'acqua prima che Sesshomaru annegasse.

Ad ogni modo, dopo le prime due ore relativamente stabili, il paziente ha iniziato a delirare. Cioè, non che effettivamente parlasse -mi sarebbe risultato strano visto che non parla nemmeno quando è in salute-, più che altro aveva iniziato ad agitarsi sul letto e a ringhiare, come se nei suoi sogni stesse combattendo contro un avversario impossibile da sconfiggere.

Infine, non per voto unanime, ho deciso che sarei rimasta io a sorvegliarlo finché non fosse stato meglio. Non sopporto l'idea di essere la causa della sua immensa sofferenza e voglio cercare di fare quello che posso per farlo guarire, anche se significa saltare scuola e rimanere in questa camera per tutto il tempo.

Non che mi dispiaccia saltare la scuola, sia chiaro.

Ad ogni modo, se non fossi disperata, ripeto, questa situazione potrebbe anche sembrarmi divertente.

Perchè? Beh, ho fatto la notte in bianco per stare accanto al Principe dei Fluffy Flufflosi che si dimenava come se gli stessero mordendo la coda.

Insomma, non è divertente?

Ok, forse oltre al sonno ho perso pure la testa, visto che sto parlando mentalmente e qualcuno di non ben identificato.

Scuoto la testa e cerco di concentrarmi sul libro di geografia che ho in mano, cercando di imparare a memoria i nomi degli Stati dell'America e delle loro capitali.

Impresa impossibile: vedo Sesshomaru disteso dall'altra parte del letto che inizia ad agitarsi colto dai brividi della febbre.

Mi alzo in fretta e vado a recuperargli un'altra coperta dalla mia camera, sperando che il freddo gli passi, e inizio ad asciugargli la fronte imperlata di sudore con un panno bagnato.

Proprio non so che cosa fare. Tenerlo al caldo o lasciarlo scoperto così che la febbre si sfoghi?

Lo guardo con il cuore che duole. Il suo bel viso è corrugato in un'espressione di dolore, gli occhi serrati e il respiro affannoso che, ogni secondo che passa, diventa sempre più difficoltoso -lo vedo da come ansima con la bocca semichiusa-.

Inizio distrattamente ad accarezzargli la fronte, desiderando di procuragli un po' di sollievo.

Se solo fossi stata meno stupida e mi fossi tolta da sola dai casini, adesso lui non sarebbe su un letto a contorcersi dal dolore.

Stupida che non sono altro, stupida, stupida, stupida!

Stringo le labbra cercando di trattenere le lacrime che premono per uscire. E’ troppo doloroso vedere l’uomo che amo soffrire in questo modo.

Ridacchio mentalmente pensando che, se fossi cresciuta nella sua epoca di sicuro non mi sarei spaventata per una cosa così da poco; ma io non ero così forte, non ero capace di affrontare tutta quella situazione da sola, senza un aiuto, un supporto morale.

Lo guardo nuovamente e vedo che stringe forte le lenzuola.

Cosa farebbe se fosse al mio posto? Quasi me lo immagino a rinfacciarmi la debolezza dei sentimenti umani che noi mezzo demoni siamo soliti a sentire.

Di sicuro lui non sarebbe rimasto qui a disperarsi come me, ma avrebbe fatto qualcosa di concreto per risolvere la situazione nel migliore dei modi, senza arrendersi.

Sorrido leggermente e gli metto inzuppo il panno sull’acqua fredda rimettendoglielo sulla fronte, poi prendo il libro di geografia e concentrandomi sullo studio, un po’ più fiduciosa.


Quando sento mia madre rientrare da lavoro si devono essere fatte le due. Chiudo il libro –con cui non ho concluso un’emerita cippa lippa- e mi siedo meglio sul letto di Sesshomaru, ascoltando i passi di Izayoi salire per le scale e dirigersi in camera.

Prima di entrare bussa leggermente.

-Come sta?- mi chiede preoccupata. Sorrido pensando a come Izayoi riesca ad affezionarsi ad ogni cosa che respira in meno di un secondo.

-Insomma… ho la sensazione che peggiori sempre di più. Ha continuamente i brividi e non so proprio cosa fare.-

Lei si avvicina e gli posa una mano sulla fronte. –E’ caldo, ma se è come dici probabilmente la malattia non è ancora arrivata all’apice. Bisogna portare un po’ di pazienza, vedrai che tra qualche giorno inizierà a stare meglio.-

Le sorrido leggermente, volendo tanto credere a quello che mi ha detto.

Sciacquo il panno nell’acqua fredda cambiata da poco e glielo rimetto sulla fronte, vedendo che si rilassa impercettibilmente.

Io e Izayoi restiamo sedute sul letto per qualche minuto senza dire nulla, finché non sentiamo la porta sbattere e Inuyasha salutare a gran voce.

-Vado giù, Ayame.- dice mamma lasciandomi un bacino sulla fronte e andando a salutare mio fratello. Poco dopo anche lui fa capolino nella stanza lanciandosi occhiate preoccupate a destra e a sinistra, forse temendo che Sesshomaru spunti da un momento all’altro alle sue spalle perfettamente in salute.

-Ehi, sorellina.-

-Ciao Inu-chan. Come è andata la scuola?-

-Pallosa come al solito. Ad ogni modo Kagome mi ha detto di consegnarti questi appunti.- dice passandomi alcuni fogli che metto immediatamente nel comodino sopra il libro di geografia senza degnarli di un’occhiata.

Inuyasha guarda Sesshomaru, volendo sembrare assolutamente disinteressato, ma noto infondo ai suoi occhi la preoccupazione di vedere il fratello così conciato.

-Sta peggio di stamattina,- gli dico intuendo cosa volesse sapere. –la febbre si è alzata. Ho paura che… Kyosuke ha detto che sarà un miracolo se sopravvivrà.-

Non dico più niente perché la voce mi si blocca in gola, e abbasso la testa per non far vedere ad Inuyasha la disperazione che mi coglie.

-Ma figurati, Ayame!- dice con tono arrabbiato –Ho cercato così tante volte di ucciderlo che ho perso il conto. E il fatto che sia ancora qui dimostra quanto abbia la pellaccia dura. Mi hai sentito, dannato?- grida rivolgendosi a lui. –Se muori lo interpreterò come un affronto personale! Non posso essere più debole di un maledetto veleno!-

Mi metto quasi a ridere nel vedere la scenata di Inuyasha. Un modo alternativo per dimostrare che sotto sotto tiene a Sesshomaru.

Sorrido e abbraccio Inuyasha che, per una volta, non commenta e poi lo lascio scendere per il pranzo visto che sento distintamente la sua pancia brontolare.

Ridacchio e prendo i fogli che mi aveva portato mio fratello, iniziando a leggerli e a cercare di studiarli.

Kagome ha una scrittura molto piccola e fluida, e a volte devo concentrarmi per capire cosa scrive, anche considerando che devo fermarmi ogni cinque minuti per controllare come sta Sesshomaru e vedere se ha bisogno di qualcosa.

Mi faccio uno piccolo schema mentale: oggi ha scuola i miei compagni hanno avuto un’ora buca (a causa dell’assenza di Sesshomaru), una di matematica, una di economia domestica e due di letteratura.

Per letteratura me la cavo in poco, l’importante è studiare bene gli appunti di matematica e, soprattutto, riuscire a risolvere le espressioni.

Gli ultimi due fogli sono diversi. Molto più curati e lisci degli altri che ha scritto Kagome a lezione e noto che la scrittura è molto più ordinata: sicuramente sono gli appunti supplementari che avevo chiesto a Sango di prendermi per biologia. Avevo notato di essere un po’ indietro col programma e visto che nella classe della mia amica stavano facendo un piccolo ripasso dell’argomento, le avevo chiesto di aiutarmi. Grazie ai Kami lei aveva accettato volentieri.

Sospiro e riprendo quel maledetto libro di geografia ripetendo come un mantra il capitolo da studiare.


Dopo più di due ore lo chiudo, ritenendomi soddisfatta del mio operato. Mi giro verso Sesshomaru e gli appoggio una mano sulla fronte, sentendo che gli è salita ancora la febbre. Se tutto va bene sarà a 42-43 e passa… per fortuna che è un demone, altrimenti a quest’ora sarebbe morto da un pezzo.

Rabbrividisco leggermente pensando a cosa sarebbe successo se Kyosuke avesse avvelenato me. A quest’ora non sarei sicuramente qui per raccontarlo.

Scuoto leggermente la testa e scendo in cucina con l’intenzione di prendere del ghiaccio per raffreddare l’acqua nella bacinella.

-Come sta?- mi chiede Izayoi dal divano della sala. Le vado vicino e le do un bacio sulla guancia.

-La febbre le è salita ancora. Pensavo di mettergli dei panni bagnati anche sui polsi, magari riesco a tenere un po’ a bada la temperatura.-

Lei annuisce. –Cerca di non coprirlo molto anche se ha freddo, altrimenti la febbre non scende più. E devi dargli da bere.-

Annuisco e la ringrazio per i consigli e ritorno dal demone.

Mi chiudo la porta alle spalle e mi volto verso Sesshomaru. Ansima e stringe le coperte talmente forte che vedo le nocche bianche.

Mi siedo sul letto e gli accarezzo leggermente la fronte sudata, poi gli rimetto il fazzoletto bagnato e gli faccio scivolare qualche goccia di acqua tra le labbra screpolate.

Vedo che deglutisce, così ripeto l’azione per qualche volta, fino a che non prende a tossire e il viso non gli diventa rosso per lo sforzo.

Cazzo…

Lo prendo di peso per le spalle e lo abbraccio, iniziando a battergli la schiena e a massaggiargliela fino a che la tosse non si placa, lasciandolo solamente scosso dai brividi.

Lo tengo abbracciato ancora un po’, accarezzandogli i capelli color della luna che gli ricadono stranamente composti sulla schiena. Come fa ad averli sempre così in ordine? I miei anche con un alito di vento si riempiono di nodi e sono talmente nodosi che la sera mi ci vuole almeno mezz’ora per farli tornare ad uno stato dignitoso.

Mi devo far insegnare il suo trucco!

Lo riappoggio sui morbidi cuscini, stando attenta a non fargli sbattere la testa.

Non devo farlo mai più bere da disteso, altrimenti la prossima volta si soffoca per davvero e poi bye-bye Sesshomaru!

Inizio a passargli dell’acqua fredda sul viso e sulle braccia, e lo copro solo con una coperta, anche se mi stringe il cuore vederlo rabbrividire.

Mi siedo nuovamente accanto a lui e prendo i libri di scuola, cercando di far passare le ore.


Verso sera sento bussare alla porta e vedo Inu entrare. Mi rivolge un sorrisino forzato e poi posa gli occhi sul figlio.

Non dice niente e si avvicina sedendosi accanto a me. Vedo che lo guarda con occhi pieni di tristezza e penso che, magari, vuole stare qualche minuto solo con lui.

-Papà, vorrei andare a farmi una doccia… staresti tu un pochino qui con lui?- gli chiedo sfiorandogli la mano. Lui annuisce e io esco dalla stanza entrando nella mia.

Prendo un pigiama pulito e un asciugamano e vado sotto il getto dell’acqua calda. Mi rendo conto di essere tesa solo quando inizio rilassarmi gradualmente grazie all’acqua che mi accarezza la pelle.

E come potrebbe essere altrimenti? So che detto così può sembrare ridicolo, ma Sesshomaru sta morendo, o per lo meno ci è molto vicino e non riesco a sopportarlo e, ancora di più, non riesco a sopportare di non riuscire a fare nulla per alleviare la sua sofferenza.

Mi sfrego il sapone sulla pelle, poi esco dalla doccia e mi avvolgo l’asciugamano intorno al corpo.

Raccolgo i capelli umidi con una coda e mi infilo il pigiama, poi mi avvio nella camera di Sesshomaru, non senza aver preso un libro e qualche quaderno di scuola.

Quando entro vedo che Inu è nella stessa identica posizione di poco prima, con l’unica differenza che con una mano accarezza dolcemente la guancia di Sesshomaru.

Sicuramente se fosse stato sveglio gli avrebbe ringhiato contro, ma visto che era incosciente mio padre ne ha voluto approfittare.

Chissà se, nel passato, era mai successa una cosa del genere tra di loro, se Inu si fosse mai lasciato andare a sentimentalismi con il suo primogenito.

Quando mi sente toglie la mano, colto in fragrante, e io mi avvicino lentamente cercando di non disturbare oltre l’atmosfera che si è creata tra di loro.

-Ho sbagliato tutto con lui.- dice mio padre ad un certo punto. –L’ho educato come mio padre aveva educato me a suo tempo, ma non mi sono mai reso conto che non era questo quello di cui aveva bisogno. Era affetto quello che cercava, e ne io ne sua madre gliel’abbiamo dato, lasciandolo a sé stesso. Ha imparato tutto da solo, ma nel modo sbagliato.- fa una pausa, poi riprende a parlare. –Nemmeno con Inuyasha ci sono riuscito pienamente, ma lui mi assomiglia di più e, alla fine, siamo riusciti ad andare d’accordo e a formare una famiglia, ma lui…-

Non termina la frase e mi accorgo che ha gli occhi lucidi. Lo abbraccio commossa, cercando le parole per dirgli che lui non è stato un cattivo genitore, anzi aveva insegnato tanto a tutti noi ed ero sicura che anche Sesshomaru lo pensi.

Gli sposto i capelli –così simili ai suoi- raccolti dalla spalla e ci appoggio la testa, cercando di confortarlo.

-Sono sicura che ti vuole bene, papà.-

Lui annuisce, stando zitto e rimaniamo in quella posizione per un po’, fino a che mamma non lo chiama per la cena.

-Beh, scendo Ayame. Vuoi qualcosa?-

Io scuoto la testa e lo guardo uscire e chiudersi la porta alle spalle.

-Di nuovo soli, eh Sesshomaru?- sussurro al nulla e mi soffermo a guardarlo attentamente.

E’ bello, anche tutto sudato. La forma del viso è quasi femminea, e gli occhi sono così lunghi e affusolati che sembrano disegnati, ma nell’insieme da un senso di protezione che non avevo mai provato in tutta la mia vita.

E' come se sentissi che se fossi morta, lui sarebbe riuscito a riportarmi in vita, salvandomi e tenendomi con lui per l’eternità.

E lo vorrei tanto, così tanto che fa quasi male.

Scuoto la testa e mi alieno da qualsiasi cosa che non sia Sesshomaru e il letto su cui mi trovo, e resto a guardarlo dormire agitato per quelle che mi sembrano ore.

Ad un certo punto mi alzo e vado alla finestra, guardando il cielo stellato, in cui la luna fa la sua bella figura. Una luna quasi piena che rischiara di poco il mondo.

Un attimo… quasi piena?

-Eccheppalle!- sbotto a voce piuttosto alta, rendendomi conto che la mattina dopo mi sarei ritrovata umana.

Quando si dice la coincidenza…

Uno sbadiglio mi coglie impreparata, così torno a sedermi sul letto e prendo il cellulare con tutta l’intenzione di spegnerlo, ma vedo che c’è un messaggio.

Curiosa schiaccio la bustina e vedo che è di Kacchan.

-Ehi, tutto ok? Inuyasha mi ha detto quello che è successo. Mi dispiace tanto, Aya-chan :( Almeno adesso lo avrai tutto per te XD K.-

Ridacchio e le rispondo.

-Ciao, Kacchan, insomma si va avanti :( Grazie infinite per gli appunti di oggi, dopo mando un sms anche a Sango. Sisi, è lo stesso un bel vedere XD Sogni d’oro :) A.-

Invio e scrivo velocemente un messaggio anche a Sango. La ringrazierò come si deve appena la vedo. Spengo il cellulare e lo appoggio sul comodino, indecisa se accendere la tv, leggere un libro o andare in internet.

Alla fine, dopo essermi assicurata che Sesshomaru sia a posto, mi stendo sotto le coperte e prendo sonno.


Non so a che ora mi sveglio, ma appena apro gli occhi mi rendo conto che c’è qualcosa che non va.

Oltre alla familiare sensazione che provo quando sono umana –la mancanza di udito e di vista- sento anche il letto traballare sotto di me e, ancora mezza insonnolita, mi rendo conto un po’ in ritardo che è Sesshomaru la causa di tutto ciò.

Accendo frettolosa l’abat-jour sul comodino e, dopo un’iniziale abbagliamento, mi accorgo che il demone vicino a me si sta contorcendo dal dolore… al petto?

Mi avvicino e noto che sta respirando affannato, cercando di prendere alcune boccate d’aria che sembrano non bastargli mai.

Che stia avendo una specie di crisi respiratoria? In questo caso dovrei fargli espandere i polmoni, se sta disteso non è il massimo.

Lo prendo per la spalle e lo sollevo delicatamente, poi mi metto dietro di lui e gli faccio appoggiare la schiena a me.

Sesshomaru è tutto raggomitolato su sé stesso, così devo fare un po’ di forza per fargli aprire le spalle così che i polmoni si espandano.

Gli massaggio il torace per qualche minuto, fino a che non sento il suo respiro tornare abbastanza normale e il cuore calmarsi leggermente, poi gli sento la febbre.

Ha la febbre ancora parecchio alta…

Sospiro e gli appoggio la testa sulla mia spalla, lasciando la lampadina accesa e coprendoci entrambi: è meglio che per stanotte stia seduto, così nel caso avesse un’altra crisi sarei molto più tranquilla.

Poggio la testa sulla sua e mi addormento, cullata dal suo respiro sulla pelle e dal suo dolce peso su di me.


Riprendo possesso dei miei deboli sensi all’improvviso, per un fastidioso brivido che mi percorre tutta.

Mugugno qualcosa, ancora in dormiveglia e mi decido ad aprire gli occhi solo per capire la causa di quel freddo improvviso.

Immediatamente vedo e sento che c’è qualcosa che non va: ieri sera mi sono addormentata con Sesshomaru, ma in questo momento, lui, non è nel mio campo visivo.

Quando la mia mente si rende conto di ciò, mi sveglio del tutto e inizio a guardarmi intorno. Per poco non caccio un urlo quando lo vedo seduto –o per meglio dire, appoggiato alla testiera del letto- che mi fissa stralunato, facendo fatica a tenere gli occhi dorati aperti.

Ci guardiamo per qualche secondo, lui con la bocca leggermente aperta, che ansima per lo sforzo ed io che cerco ancora di riprendere possesso dei miei pochi neuroni, svegliandoli dal letargo e costringendoli a riprendere le loro normali –si fa per dire- attività quotidiane.

-Sesshomaru, che cosa…?- gli chiedo vedendolo in quello stato pietoso.

Lui continua a guardarmi stralunato, come se non credesse ai suoi occhi.

Rin…- sussurra –Rin…-

E in quel momento mi sento veramente sola.





Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Buon Sabato a tutti! Eccomi qui con un altro capitolo ^^

Grazie mille per le recensioni, cari lettori! Siete fantastici!

Mamma, che felicitudine! ^^

Beh, insomma... credo che il capitolo si spieghi da solo (anche perché sono un filino di fretta xD), comunque vediamo una Ayame cotta come un pero U.U

Che dite? Vi piace o no? ;)

A dire la verità, io di questo capitolo amo più di tutto il resto la fine: insomma, alla fine Sesshomaru è ancora così legato a Rin che la vede anche in Ayame. Credo che l'ultima frase basti a farvi capire come si sente la ragazza.

Beh, spero che vi sia piaciuto, insomma.

L'immagine, si riferisce, più che altro, a Sesshomaru che si “affida” ad Ayame, per così dire. In ogni caso, mi piace da morire, anche perché l'ho modificata io U.U

Spero recensirete in tanti ^^

Un bacio,

°°Samirina°°



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Capitolo 13
*** Quando capisci che i sonni non sono rivelatori. Che poi, chi è che ha detto questa stronzata? ***


Set Fire To The Rain



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13. Quando capisci che i sonni non sono rivelatori. Che poi, chi è che ha detto questa stronzata?

-Rin…- sussurra –Rin..-

Dopo quelle parole qualcosa, non so esattamente cosa, ma sono abbastanza propensa a pensare che si tratti del mio cuore, si spezza.

Trattengo il respiro per qualche secondo, fino a che Sesshomaru non alza una mano e, con molta delicatezza, mi accarezza una guancia.

-Rin…- sussurra di nuovo e la sua bocca si piega in una smorfia di assoluta sofferenza.

Non andartene di nuovo, Rin…- mi dice prima di prendermi per un braccio e attirarmi a sé, abbracciandomi.

Sta delirando. Mi rendo improvvisamente conto che probabilmente è così, e mi lascio abbracciare senza oppormi in alcun modo.

-Sesshomaru io non…- vorrei dirgli che non sono Rin, ma probabilmente quando si sveglierà non ricorderà niente, quindi perché farlo soffrire ulteriormente? -…non me ne andrò, te lo prometto.-

Lui sospira più tranquillo e mi stringe un po’ più forte, come tranquillizzato da quella mia affermazione. Da mio canto, sento in cuore che batte sempre più forte, a causa di quell’abbraccio caldo, ma estremamente dolce.

-Adesso dormi, starai meglio.-

Sesshomaru non risponde e si stende sul materasso, girandosi su un fianco e si addormenta dopo pochi minuti.

Solo allora lascio andare le lacrime che fino ad allora avevano cercato prepotentemente di uscire. Kamisama, come sono piagnucolona.

Gli accarezzo dolcemente la guancia, conscia che quando –e se- starà meglio non potrò mai più godermi quei piccoli istanti di dolcezza con lui.

Mi alzo dal letto cercando di frenare le lacrime che scorrono copiose sul mio viso e vado alla finestra: fuori piove a dirotto e il cielo è coperto da spessi nuvoloni grigi che mettono tristezza. Sembra che il cielo pianga con me il mio dolore; ora che ricordo, anche il giorno del funerale dei miei genitori pioveva…

Inizio a cantare una canzone malinconica, sperando scioccamente che questa mia ninna-nanna lo faccia sentire un po’ meglio.

I let it fall, my heart,

And as it fell you rose to claim it.

It was dark and I was over,

Until you kissed my lips and you saved me.


My hands, they were strong,

but my knees were far too weak,

To stand in your arms without falling to your feet,


But there’s a side to you that I never knew, never knew.

All the things you'd say, they where never true, never true,

And the games you'd play, you would always win, always win.


But I set fire to the rain,

Watched it pour as I touched your face,

well it burnt while I cried,

Cause I heard it screaming out your name, your name!


When I lay with you

I could stay there, Close my eyes,

feel you here forever,

You and me together, nothing is better!


Cause there’s a side to you that I never knew, never knew,

All the things you'd say they where never true, never true,

And the games you'd play, you would always win, always win.


But I set fire to the rain,

Watched it pour as I touched your face,

well it burnt while I cried,

Cause I heard it screaming out your name, your name!

I set fire to the rain

and I threw us into the flames

well it felt something died

Cause I knew that was the last time, the last time!


Sometimes I wake up by the door,

that heart you caught must be waiting for ya.

Even now when we're already over

I can’t help myself from looking for ya


I set fire to the rain,

Watched it pour as I touched your face,

well it burnt when I cried,

Cause I heard it screaming out your name, your name

I set fire to the rain,

and I threw us into the flames

Cause I knew that that was the last time, the last time!”



(Ho lasciato che il mio cuore si innamorasse

E mentre si stava innamorando, tu l’hai reclamato

Era buio e mi sentivo sfinita

Finché non mi hai baciato sulle labbra e mi hai salvato.

Le mie mani erano forti,

ma le mie ginocchia erano decisamente troppo deboli

Per stare tra le tue braccia senza cadere ai tuoi piedi

Ma c’è un lato di te che non avevo compreso

Tutte le cose che dicevi non erano mai vere

E i giochi che hai fatto, li hai sempre vinti


Ma io ho dato fuoco alla pioggia

L'ho osservata cadere mentre ti toccavo il viso

Beh bruciava mentre piangevo

Perché l’ho sentita gridare il tuo nome, il tuo nome!


Quando sono con te potrei stare lì,

Chiudere gli occhi, percepire che sarai qui per sempre

Io e te insieme, non c'è niente di meglio!

Perché c’è un lato di te che non avevo compreso

Tutte le cose che dicevi non erano mai vere

E i giochi che hai fatto, li hai sempre vinti.


Ma io ho dato fuoco alla pioggia

L'ho osservata cadere mentre ti toccavo il viso

Beh bruciava mentre piangevo

Perché l’ho sentita gridare il tuo nome, il tuo nome!


ho dato fuoco alla pioggia

e ho gettato me e te nelle fiamme

E sembrava che qualcosa fosse morto

Perché sapevo che era l’ultima volta, l’ultima volta!


A volte mi sveglio vicino alla porta,

quel cuore che hai rapito deve aspettare te

anche adesso che è già finita tra noi

non riesco a far capire a me stessa che non devo cercarti


ho dato fuoco alla pioggia

L'ho osservata cadere mentre ti toccavo il viso

Beh bruciava mentre piangevo

Perché l’ho sentita gridare il tuo nome, il tuo nome!


ho dato fuoco alla pioggia

e ho gettato me e te nelle fiamme

Perché sapevo che era l’ultima volta, l’ultima volta!)


Accompagno le ultime note con un singhiozzo e, forse presa dalla disperazione, forse perché da umana il mio cervello è più limitato del solito, avvicino lentamente il mio viso al suo e poggio le mie labbra sulle sue.

Immediatamente il profumo delle tempeste di neve mi fa girare la testa e mi sento scendere in gola il freddo dei cristalli.

Mi rialzo un po’ ansimante e con il cuore che batte forte, toccandomi le labbra stupita: davvero ho avuto il coraggio di fare una cosa del genere?

* * *



Passò una settimana, la più lunga della mia vita.

Sesshomaru continuava a stare male, ad avere crisi respiratorie e non si era mai più svegliato dopo il giorno della Luna Piena.

Io non ero più tornata a scuola e avevo passato tutte le mie giornate a inzuppare fazzoletti di stoffa nell’acqua fredda.

Odierò per sempre i fazzoletti da inzuppare nell’acqua fredda! Accidenti di fazzoletti… ok, sto divagando! Insomma, non c’erano stati miglioramenti a parte, forse, la febbre un pochino più bassa. Non ne ero certa visto che i termometri normali misurano fino a 42°, ma lo avevo notato dal fatto che ringhiava e delirava meno delle prime notti.

-NO Sango! Non ho intenzione di fare corsi supplementari di spagnolo… no, non ne vedo l’utilità!- le mie riflessioni sono interrotte da Sango, che sta continuando a insistere da una buona mezz’ora sul fatto che vuole che facciamo un corso di spagnolo insieme. Ma a me che serve lo spagnolo? Il cinese, magari, o l’inglese… che me ne frega dello spagnolo?

-Eddai, Aya-chan! Sarà divertente!-

-No, Sango! Ho ben altro da fare che studiare materie in più!-

-Uffa! Almeno Kagome aveva la scusa che doveva stare con Inu-chan… tu non hai il fidanzato.-

Evito di rispondere alzando bonariamente gli occhi al cielo. Parlare con Sango è una manna dal cielo: con la sua voce pacata riesce a distrarmi totalmente da quello che ho intorno. E in questo momento me lo posso permettere visto che Sesshomaru, a fianco a me, è particolarmente tranquillo.

-Ad ogni modo, Bankotsu mi ha di nuovo chiesto come stai. Non lo reggo più quel ragazzo! Vuoi degnarlo di una telefonata o vuoi che ci uccida i neuroni?- mi chiede ironica.

-Si, si,- dico ridacchiando –lo chiamo immediatamente. Ciao Sango-chan!-

Chiudo la telefonata e cerco nella rubrica il numero di Bankotsu.

Dopo tre squilli ricevo risposta.

-Ayame! Come stai?-

-Ciao anche a te!- dico ironica –Insomma, ho ancora l’influenza. Tu?-

-Bene, grazie. Ma un demone può prendere l’influenza?- mi chiede confuso.

-Se sei particolarmente sfigato come me, si! E io ne sono la prova vivente. Ad ogni modo scusa se non mi sono fatta sentire prima: ho avuto un po’ di tregua solo negli ultimi due giorni.-

Sto mentendo alla grande ovviamente, ma quella dell’influenza era la scusa che avevamo rifilato a tutti e tutti ci avevano creduto. Ovviamente, come si fa a dubitare della parola di Inu Taisho?

-Non c’è problema. Mi devo scusare io se sono stato un po’ asfissiante.-

Nuoooo, te ne sei reso conto, tesoro?

-Tranquillo!-

-Bene, ti lascio allora. Magari vengo a fare un giro uno di questi giorni.-

Coooooosa? Ma stiamo scherzando? Tu prendi troppo iniziative, caro mio!

-NO!- rispondo troppo in fretta –Cioè, ti attaccherei la malattia e se sono stata messa a KO io che ho le difese immunitarie forti come dei lottatori di sumo, tu sicuramente muori nel giro di due giorni.-

-… E’ davvero così grave?-

-No. Ma è veramente meglio se non vieni.-

-D’accordo.- dice con una nota di delusione –Allora ci vediamo appena torni a scuola. A presto, Ayame.-

-Ciao.-

E grazie all’Onnipotente anche questa è fatta.

Mi metto più comoda e prendo il libro dal comodino e inizio a leggerlo. Ho scoperto una passione per la lettura in questi giorni di solitudine.

Ad un tratto sento un rumore strano, come quello di un rubinetto intasato.

Aguzzo l’udito e sento di nuovo questo rantolo, che ha un che di fastidioso e irritante. Alzo gli occhi dalle pagine scritte e mi guardo un po’ in giro, posando prima gli occhi sulla porta del bagno e poi sul ragazzo a fianco a me.

Spalanco gli occhi quando vedo Sesshomaru con gli occhi aperti, con la testa girata verso di me, che mi chiama cercando di alzare la voce il più possibile.

Non mi aspettavo che il rubinetto intasato fosse la voce melodiosa di Sesshomaru, così sussulto e, dato che mi ero seduta al limite del letto, scivolo e sbatto il fondoschiena per terra.

-Ahia!- sbotto, alzandomi e cercando di non inciampare sui miei stessi piedi.

Pure dal letto dovevo cadere…

Mio fratello sospira e poi apre leggermente la bocca –Ayame.- sussurra dolorante –Acqua.-

Mi guardo intorno cercando un bicchiere e lo noto sulla scrivania, così lo prendo e vado in bagno facendo scorrere un po’ di acqua fredda e riempiendolo fino all’orlo.

Torno da Sesshomaru e, prima di farlo bere, lo sollevo e gli faccio appoggiare la testa nell’incavo del mio gomito, poi gli accosto il bicchiere alle labbra semi-chiuse e lo inclino un po’, evitando di lavarlo completamente.

Poco alla volta il liquido finisce e Sesshomaru sospira soddisfatto, chiudendo gli occhi e abbandonandosi del tutto su di me.

Sorrido soddisfatta della fiducia che prova verso di me, tanto da lasciasi andare anche quando sta male, tanto da fidarsi di me anche quando è in ballo la sua salute. Rimango immobile, guardandolo, senza avere il coraggio di muovere un muscolo per paura di rompere quel fragile equilibrio che si era creato.

-Ayame…- sussurra Sesshomaru ad un certo punto con voce roca.

-Dimmi, ti serve qualcosa?-

-Ho… ho freddo. E caldo.-

Sorrido intenerita. –D’accordo, altezza. Vediamo cosa possiamo fare, ok?-

Non aspetto la sua risposta e lo appoggio sul cuscino, coprendolo fino alla vita, poi prendo la bacinella con l’acqua fredda e, si avete indovinato, il santissimo fazzoletto e lo immergo.

-Posso… posso aprirti la camicia?- gli chiedo con le mani ferme ai primi bottoni, senza aver il coraggio di andare avanti.

Lui annuisce, senza aprire gli occhi, così gliela apro circa fino a metà, poi inizio a passargli il fazzoletto sul collo e sul torace, alternando uno all’altro.

Lo vedo rabbrividire di tanto in tanto, ma noto che si rilassa molto e tiro un sospiro di sollievo quando vedo che il suo respiro ritorna regolare. Rimango per qualche altro minuto a rinfrescarlo e poi appoggio il fazzoletto sul bordo della bacinella e mi riavvicino a Sesshomaru perché, insomma, mica posso lasciarlo a torso nudo pronto pronto per chiunque voglia dare una sbirciatina.

Sono sicura che se Kagura ne avesse l’occasione si tramuterebbe in una mosca per vedere questa scena, ci metterei i capelli sul fuoco!

Inizio a chiudere i piccoli bottoni, ma mi fermo a metà iniziando a guardare con la bava alla bocca il fisico statuario del mio fratellone.

Sembra scolpito dalle mani magiche di Michelangelo, ma è mille volte più bello di una semplice e comune statua di marmo.

Immagino come sarebbe passare una mano su quel torace scolpito, sentire i muscoli contrarsi e il suo respiro aumentare…

Arrossisco e mi affretto a chiudergli la camicia e a coprirlo con la coperta: ogni volta che lo vedo mi sento una pervertita della peggior specie. Un po’ come Miroku, per intenderci.

Mi siedo a fianco a lui, nello stesso posto che occupo da giorni e giorni, e mi porto le gambe al petto, abbracciandole e appoggiando la testa sopra le ginocchia.

Finalmente sta meglio. Dopo una settimana di incubi notturni, di sonno agitato e di febbre alta, finalmente inizia a stare un po’ meglio.

Sorrido vedendolo riposare tranquillo, cercando di non pensare a niente e crogiolandomi nella felicità di vedere Sesshomaru vivo.




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Buona Domenica! Mi scuso per il giorno di ritardo ma, lo ammetto, il tempo che dovevo usare per pubblicare il capitolo l'ho sprecato dormendo. Beh, quando il divano chiama, solitamente io rispondo U.U Spero mi perdonerete xD

Intanto, come al solito, grazie mille per le vostre bellissime recensioni! Siete tutti dolcissimi e mi migliorate decisamente le giornate U.U Amo questa storia e sono felicissima nel sapere che riesco a trasmettere un po' del mio amore anche a voi!

Beh, passiamo subito al capitolo: eh si, Sesshomaru non si è accorto che Ayame non è Rin e lei, sicuramente, non è andata a mettere i puntini sulle i. Per chi se lo stesse chiedendo, il demone le ha confuse a causa dell'odore: Ayame, essendo umana, non ha quella fragranza tipica dei mezzodemoni ed essendo la reincarnazione di Rin, i loro odori si assomigliano molto.

Oltre alla parte iniziale, tutto il resto del capitolo è un po' di passaggio. Chi di voi è contento che Sesshomaru stia guarendo, alzi la mano xD

Oh, la canzone è, appunto, Set Fire To The Rain di Adele e è un po' la sigla di questa fic. Ora avete capito perché!

Quella nell'immagine iniziale è Ayame da umana: volevo mostrarvela, in qualche modo, e quale occasione migliore di questa?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi invito a recensire: si, anche voi lettori silenziosi ;)

Un bacione e a sabato prossimo!

°°Samirina°°

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Capitolo 14
*** Quando capisci che Aladdin e il Ghiacciolo per antonomasia non possono convivere. ***


Set Fire To The Rain



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14. Quando capisci che Aladdin e il Ghiacciolo per antonomasia non possono convivere.


TOC TOC

-Si?-

-Ayame, io e la mamma andiamo.-

Alzo lo sguardo dal libro che sto leggendo e sorrido al demone che fa capolino dalla porta.

-Va bene, buona giornata, papà.-

Lui annuisce e entra avvicinandosi a me e dandomi un bacio sulla fronte.

-Si è più svegliato da ieri?- mi chiede posando lo sguardo sul figlio maggiore.

Scuoto la testa. –No, ma ha passato una notte decisamente tranquilla. Praticamente niente incubi e non ha avuto crisi respiratorie.-

-Direi che sta migliorando. Merito della migliore crocerossina del mondo.- mi dice facendomi l’occhiolino, mentre io alzo scherzosamente gli occhi al cielo.

Lo guardo interamente e noto che è vestito elegante. Anche nella penombra della stanza noto una cosa un po’ strana, anzi decisamente buffa.

Diciamo pure ridicola.

-Ehm, papà… devi andare ad una conferenza importante?-

Lui mi guarda con la faccia da fesso e annuisce.

-Beh, per quanto gli umani non abbiano una vista tanto sviluppata… non credo che passi inosservato che ti sei messo la giacca nera e i pantaloni blu, sai?-

Mio padre spalanca gli occhi e si schiaffa una mano sulla fronte.

-Oh cavolo! Grazie Ayame!- dice uscendo di corsa dalla camera e fiondandosi in camera sua.

-Izayoi! Dove sono i miei pantaloni neri?-

La mamma sale le scale e si ferma davanti alla porta della camera di Sesshomaru.

-Davanti ai tuoi occhi, caro! E si considererebbe un demone maggiore?- dice rivolta a me.

-Ti ho sentita!- urla papà e Izayoi alza gli occhi al cielo e scuote la testa divertita.

-Izayoi?...- si sente dopo qualche secondo.

-Arrivo, arrivo!-

Io scoppio a ridere, coprendomi la bocca con la mano per non svegliare Sesshomaru.

Mi erano mancate da morire quelle dolci scene di vita famigliare, anche se in quei giorni ero troppo addolorata per riderci su.

-Che succede?- mi chiede Inuyasha entrando in camera e appoggiandosi sullo stipite della porta.

-Il Grande Generale non trova i suoi pantaloni neri.- dico ridacchiando. Inuyasha, non stupito dalla situazione, fa un mezzo sorriso.

-Dove devi andare vestito così, fratellone?- gli chiedo avvicinandomi e sorridendogli maliziosa.

Lui osserva i primi due bottoni slacciati della divisa e rialza lo sguardo su di me, sorridendo malizioso a sua volta.

-Devo pur tenermela la mia donna in qualche modo, no?-

-Vedi di non farmela morire per collasso.-

-Sono davvero così affascinante?-

-Proprio come Brad Pitt in Troy o Orlando Bloom in Pirati dei Caraibi. Vedi un po’ tu!-

Inuyasha fa un viso soddisfatto e si guarda le unghie con finta modestia.

-Ci andrò piano allora.- mi dice prima di avvicinarsi e darmi un bacio sulla guancia.

Scende insieme a mamma e papà e pochi minuti dopo sento la porta chiudersi e la macchina partire.

Mi siedo di peso sul letto, facendolo abbassare di colpo e prendo gli altri appunti che Sango mi ha fatto recapitare da Inuyasha e inizio a leggere e a ripetere le ultime lezioni di biologia durante le quali ero stata assente.

LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA, dice il titolo.

Magnifico. Molto molto meglio della riproduzione umana, comunque. Come se, a 18 anni, non sapessimo che i bambini non li porta la cicogna.

Mah, mi sto distraendo!

Dunque…

La fotosintesi clorofilliana (dal greco φώτο- [foto-], "luce", e σύνθεσις [synthesis], "costruzione, assemblaggio") è un processo chimico grazie al quale le piante verdi producono sostanze organiche – principalmente carboidrati – a partire dall'anidride carbonica atmosferica e dall’acqua metabolica, in presenza di luce solare. La serie di reazioni chimiche che costituiscono la fotosintesi rientra tra i processi anabolici (di sintesi) dei carboidrati ed è del tutto opposta ai processi inversi di catabolismo (ossidazione).


Durante la fotosintesi, con la mediazione della clorofilla, la luce solare permette di convertire sei molecole di CO2 e sei molecole d'acqua in una molecola di glucosio (C6H12O6), zucchero fondamentale per la vita della pianta. Come sottoprodotto della reazione si producono sei molecole di ossigeno, che la pianta libera nell'atmosfera attraverso gli stomi.


La fotosintesi clorofilliana è il processo di produzione primaria di composti organici da sostanze inorganiche nettamente dominante sulla Terra e, probabilmente, rappresenta la prima forma di processo anabolico sviluppato dagli organismi viventi. Inoltre la fotosintesi è l'unico processo biologicamente importante in grado di raccogliere l'energia solare, da cui, fondamentalmente, dipende la vita sulla Terra.


La quantità di energia solare catturata dalla fotosintesi è immensa, dell'ordine dei 100 terawatt, che è circa sei volte quanto consuma attualmente la civiltà umana. Oltre che dell'energia, la fotosintesi è anche la fonte di carbonio dei composti organici degli organismi viventi. La fotosintesi trasforma circa 115 · 109 chilogrammi di carbonio atmosferico in biomassa ogni anno.”


Ok… terache? Chi mai li aveva sentiti i terawatt? Secondo me li avevano inventati solo per scriverli nei libri di scienze sul paragrafo della Fotosintesi Clorofilliana!

D’accordo, mi serve seriamente un po’ di aria fresca.

Guardo Sesshomaru e lo vedo abbastanza tranquillo, così mi limito a rinfrescargli un po’ la fronte.

Solo dieci minuti, poi ritorno…

Lo guardo un’ultima volta e poi esco dalla stanza, dirigendomi verso la mia e prendendo l’IPod e cercando una canzone allegra e iniziando ad aprire tutte le finestre che trovo sulla mia strada, lasciando entrare una fresca e frizzante aria autunnale e un po’ di sole.


Largo a sua maestà!

Largo al grande Alí!

Voi, proprio voi, via da quel bazar!

Ehi tu, proprio tu, c'é una grande star!

Se il fato vorrà il suo sguardo v'incontrerà!

Campane suonate, tamburi rullate,

guardate é proprio là!

Grande Alí, principe Alí, Alí Ababua!

Faccia in giù, sempre più in giù, con umiltà!

Se il posto non perderai, in prima fila sarai!

É uno spettacolo che mai più tornerà!

Grande Alí, eccolo lì, Alí Ababua!

Muscoloso, meraviglioso, vale per tre!

Ci piace a sua signoria!

É mitico alla follia!

É un'altra categoria!

É il grande Alí!

Sono d'oro i suoi mille cammelli!

(E vediamo i cammelli che entrano in campo)

E i pavoni color viola e blu!

(Praticamente favolosi e d'alta moda)

Le sue bestie son veri gioielli!

Che cos'é?

Uno zoo?

Beee io lo so,

è un serraglio di sangue blu!

GRANDE ALI'

sempre oltremodo affascinante

CHE PEDIGREE

sempre ammodo, sempre seducente

ALI' ABABUA

Quel physique, RADICAL CHIC,

E' PROPRIO FIC!

TOGLIETE IL VELO PERCHE'

io lo amo in modo travolgente

SAPETE CHE E' DEMODE'

il mio cuore è proprio incandescente

SARA' UNA GRANDE SOIREE

guardate che sguardo impertinente

COL PRINCIPE ALI'

Le sue scimmie son cento e son bianche!

Che belle scimmie! Che belle scimmie!

Puoi vederle anche senza pagar!

Le sue schiave non sono mai stanche!

Sì lo amano!

Si prodigano con lealtà tutte ai piedi del loro principe Alì

Grande Alí...

Grande Alí.. Bello così c'é solo Ababua!

Lui lo sa che la sua sposa é già qui!

Per questo viene tra voi!

Più bello di tutti i play-boy!

Con gli elefanti e poi lama fantastici,

orsi e leoni e tromboni!

I suoi fachiri poi i cuochi e fornai tutti cantano in cor

Alí! Alí! Alí!”


Nemmeno coi 40 suoi ladron

Alí Babà é ricco quanto te!

Il cielo ti aiuta tu sai perché!

La mia magia ha un certo "nonsoche"!

Adesso la tua forza é mitica

e quando vuoi la puoi adoperar!

Saran finiti tutti i tuoi guai

se questa lampada vorrai sfregar!

Ed io dirò: "Bonjour monsieur,

che cosa scrivo sul carnét?"

Chiedi pure tutto ciò che vuoi

a un amico amico come me!

Eh eh eh!

La vita é un ristorante,

é come un gran buffet !

Perché tutto ciò che chiedi avrai,

grazie a un amico come me!

Oh son felice di servirti,

sei il boss, il re, la star!

E dolci d'ogni tipo assaggerai,

gradisci ancora un po' di baklavá?

Si vive in serie A, dimentica la B!

Comanderai la servitù

per dormire fino a mezzodí!

WHAHAHA! OH MA! WHAHAHA! NO NO! WHAHAHA! NANANAA!

Un amico come ...(SWISSH)!

La mia leggiadria é la fantasia!

É stregoneria! Questa é magia!

Stai a guardare... UHUUUUUU

...son qui per te!

Ma se dico: "ABRACADABRA via di qua!" Loro spariranno tutte e tre!

Attento agli occhi che ti schizzan via,

per le sorprese che io ti farò!

Sono una polizza di garanzia

e tutte le fatiche per te mi accollerò!

Non vedo l'ora di aiutarti sai!

Tu chiedi pure tutto ciò che vuoi!

Una lista lunga quanto la vorrai

di desideri tuoi esaudirò!

Oh Mister Aladdin

questo mondo é qui per te!

E capirai che solo io

sono il grande amico tuo,

vero amico tuo!

Non c'é altro...

amico...

come...

MEEEEEEE!

Un amico grande come me!”


Mi metto a cantare a squarciagola, prima l’una e poi l’altra canzone, ballando per casa e, ad un certo punto, prendendo una scopa e iniziando a roteare con quella.

Scoppio a ridere come un scema pensando che, si, ci voleva proprio dopo una settimana di buio e oscurità. Appoggio la scopa e mi guardo un po’ intorno sorridendo e immaginandomi la fioca luce di novembre diventare quella estiva calda e accecante.

Uff, ho una voglia infinita dell’estate! Altro che l’inverno e il vento talmente freddo che ti congela pure il pancreas. Cioè, non che proprio ghiacci il pancreas, è solo un modo di dire…

SI! Lo so che avevate già capito prima, ma meglio evitare che andiate a raccontare in giro che Ayame dice cose del genere, giusto per salvaguardare quel poco di orgoglio che mi è rimasto.

Non che sia molto, in effetti…

Scuoto la testa e sento un brivido, così richiudo tutte le finestre mettendo l’IPod in tasca e iniziando a canticchiare qualche canzone a caso.

Mi guardo un po’ intorno e mi convinco che sia tutto in ordine, così salgo le scale e mi dirigo verso la camera di Sesshomaru con il sorriso sulle labbra.

Appena giro l’angolo, però il sorriso schiatta alla grande: Sesshomaru è seduto con la schiena appoggiata alla testiera del letto e mi guarda palesemente contrariato.

Io rimango ferma sulla porta senza sapere esattamente cosa dire. In quel momento sento chiaramente la mia energia demoniaca scoppiare e sfuggire dal mio controllo.

-Uh, ehm… ti ho svegliato?-

-Si.- soffia lui tra le labbra assottigliando gli occhi.

Magnifico, il Principe dei Chiwawa Hitleriani è tornato in tutto il suo splendore.

-Scuuuusa.- gli dico sfoderando il mio sorriso migliore. –Vuoi qualcosa? Un po’ d’acqua?- zucchero? Acqua e zucchero? Acqua, zucchero e acido solforico?

-Si.-

Ma… ma… Wow! Chi se lo sarebbe mai immaginato? Cioè… wow! Che discorso, che discorso! Signor Johnny Depp, sono commossa!

Il mio ultimo neurone è commosso, perché sta partecipando al funerale del penultimo che Sesshomaru ha gentilmente e affettuosamente ucciso con la sua gelida uscita.

Ad ogni modo vamos a prendere questo sacrosanto bicchiere di acqua.

E grazie tante Ayame per esserti presa cura di me in questi terribili e infiniti giorni, tu, o raggio di sole, che mi sei stata a fianco come nessun’altra prima d’ora (se non si conta la mia antica spazzola che contribuisce a lisciare i miei capelli d’argento a ogni alba) e che mi hai curato con quelle splendide mani e con tutta la tua maestria…

Grazie… al cazzo!

-Ecco l’acqua.- dico porgendogli il bicchiere. Non lo devo aiutare di nuovo vero?

Il Gelido Vento del Nord mi prende il bicchiere di mano e si arrangia, quindi deduco che no, non lo devo aiutare.

Mi siedo sul letto, in attesa che Sesshomaru mi guardi in tralice e che mi sussurri un gelido –cosa ci fai nel mio letto?-

Domanda che, ovviamente, non avrebbe ricevuto risposta visto che avrei dovuto ammettere di aver dormito tutto il tempo con lui. Anzi, direi proprio a pochi millimetri di distanza dal suo corpo scolpito e surriscaldato.

Ci tengo a precisare che, considerando che non sono per nulla schizzinosa, tale cosa non mi ha fatto schifo. Per niente.

Dunque, visto che ho questi cinque minuti di pausa in cui Sesshomaru sta analizzando con occhi critico ogni acaro di polvere (me compresa) presente nella stanza, ne approfitto per fare il punto della situazione.

Mettetevi comodi che inizio ad illustrarvi la situazione assai delicata in cui mi trovo:

1.Sua Altezza Reale il Principe dei Demoni è stato avvelenato una settimana fa per colpa della sottoscritta e secondo la prima legge di Keplero che dice che il Sole occupa uno dei due fuochi dell'ellisse che descrive la Terra e il caratteraccio di Sesshomaru sommato alla situazione imbarazzante in cui si trova e moltiplicato per la mia sfiga cosmica, possiamo dedurre che sia leggermente incazzoso con me.

2.Per la suddetta settimana ho invaso il suo spazio vitale (anche se è praticamente impossibile non farlo, visto che è grande almeno il doppio di Tokyo) con la mia assidua e asfissiante presenza, dormendo addirittura sotto le sue stesse coperte. Poco importa se fosse perché volevo prendermi cura di lui.

3.Ho interrotto il suo Regale sonno cantando a squarciagola una canzone tanto volgare come quella del genio di Aladdin.

Conclusione?...

-AYAME!-

-Eh? Si?-

-Mi stai ascoltando?-

-Uh, ehm… mi devo essere persa qualcosa.- gli rispondo spostando lo sguardo dal suo volto al copriletto. Uh, ma guarda che fantasia carina, questo copriletto!

-Ti ho chiesto per quanto tempo ho dormito.-

Lo guardo sorpresa e vedo che mi sta fissando negli occhi, serio.

-Oh. Beh, nove giorni esattamente.- dico prendendomi un ciuffo di capelli e mettendoli dietro l’orecchio.

Sesshomaru spalanca gli occhi e socchiude le labbra, sorpreso.

Sospiro leggermente e sto per dirgli che dovrebbe rimettersi a dormire, ma proprio in quel momento suona il telefono di casa. Entrambi ci voltiamo verso il cordless che c’è nel comodino e mi allungo per prenderlo.

Appena vedo il numero trattengo il fiato: è il numero della scuola.

-Chi è?-

-Se tutto va bene è la professoressa Kikyo che mi dice che ho preso l’insufficienza nell’ultimo compito, altrimenti…- lascio la frase in sospeso e unisco le mani in preghiera.

Ti prego Bhudda, fai che non sia la preside Kagura! Se mi accontenti faccio il voto di castità per i prossimi cinquant’anni!

-Cosa stai facendo?- mi chiede il mio adorato fratellone soffiando tra i denti.

-Prego di aver preso quattro in matematica.- sussurro prima di rispondere.

-Pronto? Casa Taisho.-

-Sento che stai meglio.- dice una voce femminile dall’altra parte.

Lancio un’occhiataccia al soffitto, lasciando intendere al signor Bhudda che avremmo fatto i conti più tardi.

-Si, grazie preside. Le serve qualcosa?- così poi mi lascia in pace?

-Due cose, in effetti. Primo, volevo che mi dicessi quando hai intenzione di tornare a scuola.-

Io guardo Sesshomaru che mi fissa senza espressione. –Mi sto rimettendo abbastanza in fretta… ma devo vedere quando starò meglio.-

-Bene.- chissà perché ho l’impressione che non gliene fregasse niente –Poi vorrei sapere tra quanto tornerà Sesshomaru.-

Brutta strega, da quando gli dai del tu?

-N-non lo so, penso qualche giorno.-

-Strano perché tuo fratello ha detto che è già a casa.-

Oh cazzo! Pensa, pensa, pensa!

-Si, è già a casa, ma tornerà a scuola tra qualche giorno.-

Ma vai Ayame, ma chi sei! Un genio, un genio, un genio!

-Allora potrei parlargli?-

-E’ sotto la doccia!- dico allontanandomi da Sesshomaru per evitare che mi prendesse il cordless di mano. Non ho intenzione di lasciare Kagura tubare al telefono con lui!

-Non sento il rumore dell’acqua.- essei sorda!

-Vuole che vada a controllare?- dico con un ghigno.

-No! Non serve. Digli che può restare a casa per un’altra settimana perché abbiamo convocato la supplente.-

-La supplente?-

-Si. Ha iniziato oggi e insegnerà per una settimana. Arrivederci.- e mi sbatte il telefono in faccia.

-Ma anche no…- sussurro alla cornetta che fa tutututu.

Poggio la cornetta sul comodino e guardo il mio meraviglioso fratello che è nella stessa posizione di poco fa. Riesco quasi a sentire il rumore delle sue rotelle che girano.

-Sesshomaru?- gli dico dolcemente, attirando la sua attenzione. –Tutto bene?-

Lui annuisce e si ristende sul cuscino, con tutta l’intenzione di tornare a dormire senza degnarmi di un’occhiata.

Ok, Ayame, devi chiederglielo! Non hai scelta, sei costretta…

-Sesshomaru?-

Lui non mi degna neanche di aprire gli occhi, figuriamoci di rispondermi, ma io lo prendo lo stesso come un invito ad andare avanti.

-Dovrei… sentire se hai la febbre.-

-Muoviti.- sibila, desideroso di tornare alla sua pace interiore che io, da brava mentecatta, avevo brutalmente interrotto.

-Non fare scatti, ok?- gli sussurro prima di avvicinarmi e, dopo avergli sollevato la frangia, posargli le labbra sulla fronte.

Lo sento irrigidirsi e trattenere il respiro, mentre rimango qualche secondo in quella posizione, beandomi del suo profumo che mi sta facendo perdere la testa.

Ci vuole un autocontrollo immenso per impedirmi di fare la stessa cosa della notte di luna piena. Appena realizzo che quel bacio c’è stato veramente e che non è stata solo un’immagine partorita dalla mia mente malata e indubbiamente psicopatica, arrossisco di botto e mi rialzo.

-E’ ancora abbastanza alta. Buonanotte.- borbotto, tanto che mi chiedo se Sesshomaru abbia capito qualcosa di quello che ho detto e esco dalla camera prendendo al volo il libro di scienze.

Scendo dalle scale talmente velocemente che più di una volta rischio di inciampare (e grazie ai super-sensi dei demoni!) e alla fine inciampo veramente cadendo con la faccia sul bracciolo del divano.

Mi tiro su, con non so quale forza derivata da non so quale divinità, e mi siedo composta sul divano, iniziando la mia immancabile yoga (no, non lo yogurt, anche se ne mangerei uno volentieri).

Ne sono convinta… se qualcuno dovesse scoprirlo mi toccherebbe fare harakiri!




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Buona domenica a tutti! Dunque, prima che mi dimentichi: credo sia meglio, per un po' spostare il giorno di pubblicazione da “sabato” a “sicuramente un giorno nel week end”: come avrete notato, il sabato non ci sono mai T_T Però la spiegazione è semplice: con queste ultime giornate di sole, chi me la fa fare di stare chiusa in casa? Nessuno, appunto U.U

Allora, passando al capitolo: vi è piaciuto? Eh? A me si U.U Ed è raro che un mio capitolo mi piaccia così tanto. Ne sono soddisfatta, ecco. Credo sia uno dei miei preferiti ^^

Le due canzoni, ovviamente sono quelle di Aladdin, che mi piacciono da impazzire xD Insomma, chi è che non si fa travolgere dal ritmo del Genio Blu?

Beh, credo che, alla fine, il capitolo parli da sé: Sesshomaru sta meglio e Aya-chan sprizza gioia da tutti i pori xD E ditemi: Inuyasha è o no un figo? U.U xD

In quanto all'immagine iniziale: non so esattamente perché l'ho messa, so solo che mi piace da morire. Prendetela come un'Ayame che tiene in “scacco” Sesshomaru, dato che lui è bloccato a letto. Ma la domanda è: per quanto ancora? Eheh, io lo so, ma non velo dico xD

Infine: grazie per le recensioni (mi fanno sempre piacere) e voi, lettori silenziosi o che vi fate sentire una volta ogni tanto: ditemi che cosa ne pensate! I vostri consigli o le parti che vi sono piaciute di più mi fanno capire le parti in cui devo migliorare!

Grazie a tutti quelli che hanno aggiunto la storia ad una delle liste e... al prossimo week end xD

Un bacione,

°°Samirina°°

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Capitolo 15
*** Quando capisci che tuo fratello avrebbe bisogno di una museruola. ***


Set Fire To The Rain


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15. Quando capisci che tuo fratello avrebbe bisogno di una museruola.

E, alla fine, è sempre la solita tiritera: Il fiume scorre e l'acqua è agitata, così faccio qualche respiro profondo e, finalmente, riesco a vedere sul fondo i miei poteri. Ovviamente il mio vortice demoniaco è grande come il Central Park a New York, e sta quasi risucchiano il potere spirituale. Passo le mani intorno al vortice e ne smusso gli angoli, rimpicciolendolo gradualmente.

Non so per quante ore resto a fare meditazione, ma devono essere parecchie perché ad un certo punto sento la chiave girare nella toppa.

-Buon giorno, ragazzi!- dice mio padre alzando la voce dall’ingresso.

Io apro gli occhi e incontro quelli color miele di mio padre.

-Inuyasha è fuori con Kagome.- dico sorridendogli dalla mia postazione rilassata sul divano

-Facevi meditazione?- mi chiede mio padre sedendosi a fianco a me.

-Si- rispondo arricciando il naso –Non riesco proprio a controllarmi…-

Inu mi fa una carezza di incoraggiamento e io gli sorrido di rimando, mentre mi viene un’idea.

-Mamma, stai facendo il the?-

-Si amore, vuoi una tazza?-

-Dopo magari. Ho una sorpresa per voi, aspettate qui qualche minuto.-

Salgo le scale a apro lentamente la porta della camera di Sesshomaru e mi avvicino alla finestra aprendola un po’ per far passare la luce.

-Sesshomaru? Sesshomaru… svegliati!- gli sussurro scuotendolo piano per una spalla.

Lui stringe gli occhi e poi li apre, sbattendoli per mettermi a fuoco.

-Ayame… cosa c’è?-

-Scusa se ti ho svegliato. Pensavo che a mamma e papà avrebbe fatto piacere vederti sveglio.-

Sesshomaru si punta sui gomiti e si tira lentamente a sedere guardandomi un poco confuso.

-Sempre se vuoi.- aggiungo mettendogli una mano sul braccio.

-Si. Falli pure venire.-

Gli sorrido a trentadue denti e mi alzo uscendo di corsa dalla camera.

-Mamma, papà, avete finito di bere il the?- chiedo già pregustando il momento. Aaaah, mi sento un folletto malvagiamente intelligente quando mi vengono queste idee.

Probabilmente la frase sopra ha una grammatica di dubbia provenienza, ma comprendetemi, sono in una fase abbastanza critica.

Dicevo… prendo mamma e papà per un braccio e li porto velocemente davanti alla camera di Sesshomaru.

I miei genitori restano interdetti per qualche attimo e poi Izayoi, con un urletto, si tuffa su Sesshomaru e ci manca poco che non lo faccia fuori con uno dei suoi abbracci-tenaglie.

-Oh, sono così contenta che tu stia meglio Sesshomaru, così contenta!-

Guardo Sesshomaru che si lascia spupazzare senza muovere un muscolo, ma noto bene il suo viso ampiamente sorpreso: a quanto pare non si aspettava una reazione così... esagerata da nostra madre.

-Mamma... mamma lo strozzi!- dico divertita, trattenendo a stento le risa.

Lei si stacca, abbassando la testa e scusandosi, poi si gira verso Inu e gli riserva un sorriso dolcissimo.

-Caro, è proprio bello che sia guarito, vero?-

-Si.-

Io e Izayoi ci guardiamo e poi sposto lo sguardo verso Sesshomaru. Mi sorprende tanto vedere nei suoi occhi tristezza, che però cerca di nascondere con la sua classica espressione gelida.

-Quello che voleva dire,- mi intrometto io, sotto lo sguardo imbarazzato di mio padre –è che è davvero molto, molto felice di vedere che stai meglio. Vero?-

Inu inizia ad annuire mentre io lo guardo con sguardo omicida e con l’occhio che inizia ad avere un tic nervoso. –Vero.-

A quel punto non posso evitare di schiaffarmi una mano sulla fronte con espressione afflitta. Possibile che mio padre sia così in imbarazzo davanti a suo figlio?

-Quindi, caro, perché non glielo dici tu?- dice Izayoi in un ultimo, disperato tentativo di rendere quelle lunghe ore in cui Inu si era lamentato della sua relazione con Sesshomaru per lo meno un po’ proficue.

Inu guarda prima me poi sua moglie e infine Sesshomaru, distogliendo in fretta lo sguardo.

-Mi… mi fa piacere che tu sia vivo.- dice imbarazzato, al che sia io che Izayoi ci guardiamo afflitte.

-Non ho parole! Alla faccia del Grande Generale Cane, eh?- dico a Izayoi mentre usciamo dalla camera, arrendendoci all’evidenza. –Ma anche quando ti ha fatto la proposta di matrimonio era così?-

-Assolutamente. Ad un tratto ho avuto paura che mi svenisse tra le braccia. Devono essere stati i cinque minuti più imbarazzanti dei suoi 1000 anni.-

-Oh, mai più imbarazzanti di questi.- rispondo indicando col dito la porta della camera aperta, consapevole che eravamo ancora perfettamente udibili.

-Che cosa deprimente!- dice mia madre versandomi una tazza di the.

-Decisamente! Lasciamoli un po’ lì, magari capita il miracolo.-

Io e mamma ci guardiamo per qualche secondo. –Naaaaaaaaa!- diciamo poi in coro, prima di scoppiare a ridere come due pazze.

E’ proprio così che ci trova Inuyasha quando torna.

-Ma che succede? Avete un attacco di isteria acuta?-

-No, Inuyasha. E’ che ci è appena arrivato il ciclo e questo è uno degli effetti collaterali. Vuoi unirti a noi?- chiedo ironica sollevando un sopracciglio.

Inuyasha arrossisce di botto e inizia a scuotere le mani davanti a sé. –No, no, grazie.- dice prima di scappare al piano di sopra.


* * *


Non mi sono mai accorta di quanto sono innamorata della mia dolce e confortevole camera prima di questo momento.

-Aaaaah, casa dolce casa.- sussurro prima di buttarmi di schiena sul letto. Spalanco le braccia e mi godo della morbidezza del mio materasso, su cui non dormivo da un bel pezzo.

C'è qualcosa che manca, però, ed è il profumo di Sesshomaru. In queste settimane mi sono così abituata a sentirmelo sempre addosso che adesso mi manca parecchio.

Mi ci riabituerò.

Chiudo un poco gli occhi, ma poi li spalanco subito: scema, scema, scema! Come posso essermi dimenticata una cosa del genere???

Faccio un salto in piedi e mi fiondo fuori dalla camera, alla ricerca disperata di mio fratello. Si, quello sano, nel caso ve lo stiate chiedendo.

Scendo dalle scale (resistendo alla tentazione di lasciarmi scivolare dal corrimano) e sbircio in cucina, ma essa è decisamente vuota.

Sento delle voci provenire dal salotto, così immagino che Inuyasha sia insieme a mamma e papà, ma mi sbaglio anche questa volta.

Allora, c'è sicuramente da dire che, come avrete capito, la mia famiglia non ha nulla che si potrebbe definire normale: nessuna macchina famigliare, nessuna donna di casa casalinga e nessun marito impiegato in una piccola azienda. Non ci sono gli allegri marmocchi che corrono per casa o che devastano il giardino. E non c'è nemmeno un cane, o meglio, nessun cane inteso come simpatico amico a quattro zampe e scodinzolante chiamato comunemente Fido o Tobi.

Insomma, nessuna famiglia della serie “Mulino Bianco” (anche se, effettivamente, devo ancora conoscerla questa famiglia in stile Mulino Bianco).

Nessun componente di questa famiglia ha trascorso la propria felice e problematica infanzia in questa casa.

E allora perchè, mi chiedo, Inu e Izayoi stanno guardando la cassetta del Re Leone?

-Ehm, scusate se interrompo il ricongiungimento di Simba con il suo zoo, ma per caso avete visto Inuyasha? E' quel tipo un po' strano, con delle carinissime orecchie bianche sulla testa che gironzola sempre per casa senza fare mai un minimo di fatica, sempre se non si conta lo zapping con il telecomando, ovviamente. E' vostro figlio.- spiego, per paura che Simba e Nala li abbiano rintontiti.

Izayoi fa una risatina e mi risponde girando leggermente la testa, senza staccare gli occhi dal televisore.

-Penso sia andato a farsi la doccia, mia cara.-

Alzo gli occhi al cielo e lascio i miei genitori al loro cartone animato –Kamisama!- e mi dirigo verso la camera di mio fratello.

-Ehi, Inu-chan? Posso entrare?-

-Si, si.-

Entro e mi guardo intorno. La tana di Inuyasha si potrebbe riconoscere anche fra milioni: stanza più disordinata di così non esiste né in questo universo, né in altri.

E per fortuna, altrimenti esisterebbero anche molti Inuyasha. Ve li immaginate? Un branco di Inuyasha che gira per i mondi. Brrrr!

Arrivo alla sua scrivania evitando le torri di cd, quelle di dvd e le tonnellate di vestiti sparsi sul pavimento.

-Ehi, dov'è la sedia?- gli chiedo guardandomi intorno e cercando di trovarla in tutto quel casino. Mio fratello mi indica una pila di vestiti sotto la quale, probabilmente, c'è la sedia.

E io che pensavo fosse una riproduzione del monte Fuji in miniatura!

Rinuncio all'idea di sedermi e mi affianco a lui.

-Allora, com'è la nuova professoressa di Storia?- gli chiedo sinceramente curiosa.

-La professoressa Nakayama è simpaticissima!- dice rianimandosi immediatamente -Abbiamo riso tutta la lezione e ci ha dato pochissime pagine da studiare per casa. Tutta un'altra storia, in confronto a Sesshomaru!-

Guardo Inuyasha con un sopracciglio alzato.

-Carino il modo in cui parli di tuo fratello che ha rischiato di morire!- gli dico palesemente ironica.

-Oh, non farla tanto lunga, Aya-chan. Dopotutto è vivo no? Ma questo non vuol dire che sia un bravo professore.-

-Io lo trovo bravo, invece. Tu sei prevenuto. E comunque hai la delicatezza di tuo padre, Inuyasha.- gli rispondo girando i tacchi e uscendo dalla camera.

Inuyasha, non felice, mi segue. -Lo stai difendendo?-

-Sto dicendo come la penso! Te l'ho già detto, sei prevenuto nei suoi confronti!-

-Lo stai difendendo.- afferma.

Sbuffo e mi dirigo verso la mia camera, con tutta l'intenzione di entrarci e di non uscirci per il resto della serata, ma mio fratello mi blocca.

-Dove stai andando?-

-Su Marte!-

-No intendevo... pensavo che dormissi ancora con Sesshomaru.-

Guardo mio fratello con aria omicida e sento chiaramente le mani che prudono per l'immenso desiderio che ho di picchiarlo a sangue.

Quando si rende conto della gaffe -considerando la vicinanza tra la camera di Sesshomaru e il punto in qui ci troviamo- spalanca gli occhi e in quattro secondi netti è chiuso in camera sua.

-Apri questa cazzutissima porta, scemo di un fratello!- urlo mentre prendo a pugni la suddetta porta.

-Fossi matto!-

-Giuro che la scardino!!! Apri Inuyasha, ho una voglia pazzesca di prenderti a pugni e di cambiarti i connotati!-

Con un calcio riesco ad aprire la porta e subito mi tuffo addosso a Inuyasha che non fa in tempo a spostarsi e gli piombo sopra, iniziando a prenderlo a pugni.

-Razza di scemo! Quando imparerai a tenere la tua boccaccia chiusa? Il giorno del mai?-

-Eddai, non è poi così grave!-

-Ah no? Ti faccio vedere io quanto è grave!- dico rifilandogli un pugno nel naso.

Mio fratello mi da uno spintone e riesce ad uscire dalla camera, mente io mi alzo velocemente e gli corro dietro: non ho mica intenzione di farmelo scappare!

Lo raggiungo a metà delle scale e il resto dei gradini li facciamo rotolando l'uno sull'altra.

-Ragazzi, insomma! Ancora!- ci dice Inu quando ci vede darcele di santa ragione. -Sembrate dei bambini!-

-Tsk! Ti ricordi come ti ho ridotta la prima volta, vero sorellina?- mi dice Inuyasha sbattendomi sul pavimento e mettendosi a cavalcioni su di me.

-Ti ricordi come ti ho ridotto io la penultima, vero fratellone?- rispondo io ribaltando le posizioni e tirandogli una ciocca di capelli.

-Vi ricordate come vi ho ridotti io quando avete rotto il parquet?- ci urla Izayoi, ormai prossima alla crisi isterica (probabilmente avevano interrotto il film mentre Timon e Pumba facevano la Hola).

Io e Inuyasha ci guardiamo e poi rifissiamo nostra madre, dopo di ché scattiamo in piedi e ci mettiamo rigidi.

-Sissignora.- diciamo in coro mettendoci nella classica posa da soldato.

-Bene, ora fate la pace come due bravi bambini e tornate nelle vostre camere!-

Io e Inuyasha ci guardiamo e ci scambiamo un sorriso tirato e iniziamo a salire le scale. Appena svoltato l'angolo iniziamo a riempirci di insulti.

-Cretino!-

-Stupida!-

-Razza di idiota!-

-Mocciosa!-

-Ah, mocciosa io? Senza di me a quest'ora avresti Koga sulla coscienza e Kagome non ti guarderebbe più in faccia!-

-Senza di me Kyosuke a quest'ora di avrebbe fatta già fuori. O peggio: ti avrebbe costretta a sposarlo!-

A quella visione raccapricciante rabbrividisco per un secondo.

-Ma chi ti credi di essere, razza di egocentrico?-

-In questa casa c'è un solo egocentrico e sicuramente non sono io!-

-Ah, e chi sarebbe? Il cane?- dico isterica.

-Esattamente!-

-Ma Inuyasha... noi non abbiamo un cane...- dico un tantino perplessa.

-Ed è qui che ti sbagli.- dica soddisfatto indicando un punto dietro di me.

Mi giro a rallentatore e vedo -orrore degli orrori- Sesshomaru che ci guarda palesemente irritato. Molto irritato.

-Ah...- sussurro -Abbiamo un chiwawa...-

Sesshomaru mi fulmina con lo sguardo. -Smettetela con questo baccano. Mi infastidite.-

Io annuisco, sentendomi un po' colpevole di averlo svegliato.

-Ma... Oh! Riesci a camminare!- gli dico meravigliata e felice.

-Certo.- dice ovvio, voltandoci le spalle e sparendo nella sua camera, così vicina alla mia.

Io lo inseguo e chiudo la porta dietro di me, lasciando Inuyasha solo nel corridoio.

-Cosa ci fai qui?- mi chiede tagliente. Questo tono mi ferisce, ma cerco di non darlo a vedere.

-Scusa se ti abbiamo svegliato... prima di andare a letto volevo vedere com'è la temperatura.-

-Sto bene.- dice secco.

-Ti prego, lasciami solo sentire come stai...- lo imploro.

-Va bene.- dice con un sospiro. Io gli sorrido e gli passo il termometro.

Aspetto per i cinque minuti necessari e poi me lo faccio ripassare.

-40 e 7- sussurro, mentre il panico riprende possesso di me. -Si è alzata.-

Guardo Sesshomaru e cerco di prendere una decisione. Se è sveglio e cosciente vuol dire che la guarigione è in atto, ma perchè, allora, la febbre si è alzata di nuovo?

-Distenditi.- gli ordino e lui mi ascolta senza obiettare.

Vado a prendere la solita bacinella di acqua fredda e gli bagno la fronte, sperando con tutto il cuore che quello basti a fargli passare la febbre.

-Come ti senti?-

-Sto bene.-

-Seriamente, Sesshomaru! Devi dirmi esattamente cosa ti senti, altrimenti non sono in grado di capire di cosa hai bisogno per guarire!- dico con la voce impregnata del panico che mi aveva colta appena Kyosuke l'aveva avvelenato.

-Ho... mal di testa.- dice lui dopo qualche secondo -E mi gira. Mi sento tanto… debole, e ho sonno.-

Sospiro e gli appoggio il fazzoletto bagnato sulla fronte, capendo di non potere fare altro se non aspettare che la malattia guarisca da sola.

Mi alzo dal letto per tornare in camera. Sono terrorizzata all'idea di lasciarlo da solo, ma so anche che non gradirebbe affatto la mia presenza nel suo letto, specialmente in quelle condizioni.

Mi dirigo verso la porta,rassegnandomi all'idea di una notte in bianco, concentrata ad ascoltare se il suo respiro rimane regolare.

-Ayame...- mi sento chiamare proprio mentre ho la mano sulla maniglia della porta.

Mi giro. Lo sguardo di Sesshomaru è rivolto dall'altra parte e non incontra il mio.

-Posso… posso restare qui con te, stanotte?- gli chiedo, titubante.

Lui finalmente si gira e i miei occhi incontrano i profondi pozzi d'ambra che sono i suoi. -Si.- sussurra.

Mi avvicino a lui e mi siedo sul letto, iniziando a rinfrescargli la fronte con acqua fredda e, nel mentre, sorrido intenerita nel vedere come si rilassa sotto il mio tocco.

-Domani tornerai a scuola?- mi chiede in un sussurro.

-No. Tornerò dopodomani e solo se starai un po’ meglio, altrimenti mi faccio qualche altro giorno di vacanza.-

-Perché sei rimasta qui con me?- mi chiede dopo qualche minuto, mentre sta per sprofondare nell’oblio del sonno.

-Perché…- Perché ti amo! Perché ti amo così tanto, Sesshomaru!

-Perché è colpa mia se Kyosuke ti ha ridotto così.- dico, senza il coraggio di rivelargli quello che provo realmente.

Non potrò farlo mai. Dovrò vivere con questo sentimento che mi cresce dentro giorno per giorno, senza mai poter far avverare il mio desiderio.

Ma guarda te se mi dovevo innamorare proprio del mio fratellastro!

Sesshomaru non mi dice altro e si addormenta praticamente subito, così mi butto anche i vicino a lui dopo aver messo la sveglia per le nove di domani mattina.

Sogni d’oro… amore mio.




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Buon giorno a tutti! Chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto la febbre U.U purtroppo mi è passata e domani devo ritornare a scuola T_T In ogni caso: grazie mille per le recensioni! So che la scuola sta impegnando un po' tutti, tuttavia ho lo stesso una richiesta da fare a chi non recensisce sempre e sopratutto a chi ha smesso di recensire: sono solo undici parole! Vi occupano cinque minuti del vostro tempo e anche meno se siete veloci! Mi farete davvero felice!

Comunque, passando al capitolo: che ve ne pare? Sesshomaru sta decisamente meglio, dato che ha iniziato a tornare freddo e gelido come al solito. E vi è piaciuto l'ultima scena con Ayame? Spero di non aver reso Sesshomaru troppo OOC, ditemi voi!

In quanto all'immagine: questa non ha una spiegazione, proprio no. Mi piaceva. Punto. Spero che sia lo stesso per voi ;) Oh, e ricordo che tutte le immagini che metto a inizio capitolo sono prese dal web e, al massimo, io le modifico!

Detto questo, vi saluto e alla prossima!

Un bacione,

°°Samirina°°

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Capitolo 16
*** Quando capisci che Twilight non è famoso -né apprezzato- fra i demoni. ***


Set Fire To The Rain



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16. Quando capisci che Twilight non è famoso -né apprezzato- fra i demoni.

Il giorno dopo mi sveglio pochi minuti prima del suono della sveglia, così la spengo per evitare di svegliare Sesshomaru prima del dovuto.

Vado in bagno piano, cercando di fare meno rumore possibile e mi vesto con una semplice e comoda tuta, poi scendo e faccio colazione. Ovviamente Inuyasha, mamma e papà sono già usciti da un pezzo e questa mattina non li ho nemmeno salutati.

Inuyasha è andato a scuola, insieme a Kagome, Sango e Miroku. Un po’ mi manca andare a scuola con loro, perché dopotutto mi diverto insieme ai miei migliori amici.

Scuoto la testa e penso che, alla fine, la scuola non è poi così importante: anche se perdo uno o due anni ne ho altri centinaia per recuperare, quindi sicuramente non è questo il mio problema.

Preferisco mille volte restare con Sesshomaru nel momento del bisogno.

Mi alzo e metto la tazza nel lavandino, poi risalgo in camera mia e prendo tutto il necessario per portarmi avanti con i compiti per i prossimi giorni.

Poggio la pila di quaderni e libri sulla scrivania di Sesshomaru e afferro una penna, pronta per iniziare anche quel giorno.

-Bene, direi che possiamo iniziare con matematica.- sussurro a me stessa, determinata, aprendo il libro. Guardo gli esercizi che, ai miei occhi, sembrano un insieme di numeri e lettere senza senso.

No, direi che non facciamo matematica, oggi.

Apro il libro di antologia e vedo che c’è da fare un testo. Niente male: con i testi me la cavo abbastanza, non dovrebbe essere troppo difficile.

-Se non sei soddisfatto di ciò che hai non stai vivendo abbastanza. La vita non l’apprezzi abbastanza fino a quando non sbatti di fronte al dolore, fino a quando non comprendi che ne hai solo una da vivere. Perché lasciarsela sfuggire, vivere col rimpianto di come poteva essere, andare sempre e solo alla ricerca? Fermiamoci ogni tanto, godendo di ciò che si ha. Basta leggere un libro, ascoltare la musica, e quasi ogni dolore và via.-

Commenta questa frase con i tuoi pensieri personali e le tue esperienze.”

Aggrotto leggermente la fronte. Cosa bisognava scrivere? O meglio, cosa avrei voluto scrivere?

Io sono soddisfatta della mia vita? Certo. Ho una famiglia che mi vuole bene e degli amici fantastici.

Vorrei cambiare qualcosa del mio passato? Certo. In primis la morte dei miei genitori e poi la malattia di Sesshomaru.

Però, se questi fatti negativi non fossero accaduti, io non sarei quella che sono in questo momento.

Mi spiego. Ragionando per assurdo e ammettendo che i miei genitori non fossero morti, a quest'ora io vivrei dall'altra parte del Giappone e non conoscerei ne Inuyasha ne... ne Sesshomaru.

Solo il pensiero che lui non faccia parte della mia vita mi fa stringere lo stomaco in una morsa dolorosa. Come posso pensare di svegliarmi la mattina e di non ritrovarmi nella mia bella villa a Tokyo, con la torta di Izayoi per colazione e il bacio di Inu ogni mattina?

Come posso pensare di andare a scuola senza Kagome, Inuyasha, Sango e Miroku e di avere un professore di Storia Giapponese che non sia Sesshomaru?

Tante volte, nella mia vita, mi sono chiesta come potesse essere stata la mia vita se i miei genitori non fossero morti, desiderandola e piangendola. Ma ora mi chiedo come potrei mai essere me stessa senza tutto ciò che mi è capitato, cose brutte comprese.

Avrei mai capito il valore della vita, senza la morte dei miei genitori?

Avrei capito l'immenso sentimento chiamato amore, senza Sesshomaru?

So la risposta: no.

Forse me ne sarei resa conto, ma mai in modo così profondo e radicato in me.

E, ora, so cosa scrivere.


Ci metto un paio d’ore a scrivere il tema, ma alla fine sono parecchio soddisfatta di me. Spero lo sia anche la professoressa, ovviamente.

Mi rendo conto solo adesso di quante cose ho imparato grazie a Sesshomaru, di come solo la sua presenza e le poche parole che ci siamo scambiati mi abbiano fatto capire cose che, altrimenti, non avrei mai compreso o accettato.

Forse era destino che incontrassi Sesshomaru nella mia vita, ma sono state anche le mie scelte ad avermi portata su questa via e davanti alle scelte che essa comporta.

Non esiste Destino tanto forte da spezzare la scelta del nostro cammino.

Sorrido lievemente e mi giro a guardare Sesshomaru. Sussulto quando vedo che è sveglio e che mi fissa.

-Santa Margherita di Savoia!- sibilo portandomi una mano al petto. –Da quanto sei sveglio?-

Sesshomaru alza un sopracciglio. –Da mezz’ora, più o meno.-

-Perché non mi hai avvertita?- chiedo spalancando gli occhi.

-Eri così concentrata…- sussurra socchiudendo gli occhi e guardandomi intensamente.

Arrossisco leggermente sotto quello sguardo e mi sveltisco a cambiare argomento, evitando di diventare color Pomodoro San Marziano.

-Beh, comunque ho finito. Cosa facciamo?- dico sorridendo e lasciandomi cadere sul letto provocando uno scossone a Sesshomaru che mi guarda un tantino scocciato.

-Cosa facciamo?- ripete, allibito, come se non credesse che mi stessi rivolgendo proprio a lui.

Che esagerato, mica mi sono messa a cantare Noi vogliamo Sesshomaru porno star, Sesshomaru porno star, Sesshomaru porno star!

Cioè, non che lo vogliamo, ma non mi sono mica espressa ad alta voce!

-Si! Potremmo giocare a carte, a Monopoli, vedere un film, raccontarci i nostri segreti…- inizio a dire contando le attività sulla punta delle dita.

Alzo gli occhi e vedo che mi fissa decisamente contrariato. Ci guardiamo per qualche secondo fissi negli occhi.

-Stiamo giocando a chi ride per primo?-

-Non dire sciocchezze…- dice distogliendo lo sguardo.

Io sbuffo, facendomi venire in mente qualcosa da fare.

-Ok, allora facciamo uno scambio.- gli dico illuminandomi.

Sesshomaru si rigira verso di me, emettendo un sospiro rassegnato. –Sentiamo.-

-Allora, adesso tu ti trasferisci in camera mia e io metto a posto la stanza: cambio le lenzuola e faccio passare un po’ di aria. In cambio tu mi spieghi il programma di storia che stanno facendo in questi giorni in classe con la supplente, così non mi ritrovo indietro e quando torniamo a scuola non mi dai l’insufficienza.-

Lo lascio pensare per qualche minuto alla mia proposta e alla fine accetta con un cenno del capo.

Fuck yeah!

Ok, lo so che è un po’ fuori luogo, ma avevo tanta voglia di dirlo!

Sesshomaru si alza dal letto, lanciandomi un’occhiataccia ammonitiva del tipo: Osi aiutare me? Il grande Sesshomaru? Siediti e rimpiangi il tuo errore per il resto della vita!

Lo accompagno nella mia stanza e faccio un sopralluogo veloce per vedere se c’è qualcosa fuori posto. Ad un tratto noto il blocco per gli appunti che la sera precedente avevo lasciato sul letto. Niente di male, se non fosse stato per le centinaia di “S” contornate da cuoricini di varie dimensioni.

Mi butto sul letto di peso, mettendo la mano sotto la schiena e strappo il bigliettino, nascondendolo nel pugno.

-Cosa stai facendo?- chiede Sesshomaru, nuovamente allibito nel giro di dieci minuti.

-Io, ehm… stavo vedendo se il letto è morbido.-

Lui alza un sopracciglio, probabilmente chiedendosi se sono realmente stupida o se fingo di esserlo. E la risposta, nel caso ve lo stiate chiedendo, è la seconda. Chiusa parentesi.

Mi alzo e lo lascio solo con un sorrisino tirato, dirigendomi nuovamente nella sua camera.

Spalanco la finestra e lascio entrare un po’ d’aria. Il cielo è grigio e spessi nuvoloni coprono il pallido sole; sospiro dicendomi che quello è solo l’inizio e che ci vuole ancora molto prima dell’arrivo della primavera: devo portare pazienza!

Porto la mano fuori dalla finestra e faccio bruciare lentamente il pezzo di carta che avevo strappato dal blocchetto. Meglio eliminare in modo definitivo le prove del delitto!

Cambio le lenzuola e ne metto di azzurre, al posto di quelle bianche che finiscono dritte dritte nel cesto della biancheria sporca.

Alla fine, dopo circa dieci minuti, mi guardo intorno per vedere se c’è qualcos’altro che devo fare. Lo sguardo mi cade casualmente sulle mensole sopra la scrivania: non le avevo mai osservate attentamente, ma in quel momento noto che, molto in fondo e un po’ nascosta, c’è la foto incorniciata che gli avevo regalato appena tornata dal viaggio nel tempo.

Spalanco gli occhi un po’ stupita: pensavo l’avesse buttata o chiusa in un cassetto, invece la piccola Rin sorride in tutto il suo splendore proprio sulla mensola più alta della sua camera.

Sorrido leggermente, sempre con il cuore che batte a trecento all’ora, e ritorno da Sesshomaru.

-Ho finito!- dico spalancando la porta.

Sesshomaru mugugna qualcosa e chiude il libro che stava sfogliando prima del mio ritorno: Twilight.

-Che sciocchezze.- dice posandolo sul comodino e guardandomi con un sopracciglio alzato.

Benedettissimo sopracciglio! Ti verrà un crampo al muscolo, prima o poi!

-A me piace.- rispondo piccata facendo spallucce.

-E’ una bella storia d’amore. I protagonisti sono totalmente diversi eppure riescono a stare insieme, anche dopo mille difficoltà.-

Sesshomaru non risponde e mi rivolge uno sguardo che non riesco ad identificare, così alzo le spalle e gli sorrido.

-Torniamo in camera tua?- gli chiedo, cercando di immaginare cosa desiderasse in quel momento.

Al contrario di come immaginavo, Sesshomaru scuote la testa e la mia attenzione si sofferma sui suoi capelli che gli scivolano leggeri sulle spalle.

Ho voglia di toccarli, penso incondizionatamente, già pregustando i fili di seta tra le mie dita. Per quanto l’abbia già fatto mentre era ammalato, sarebbe tutt’altra cosa mentre lui è sveglio, ma so che non me lo permetterebbe mai.

Mi siedo sul letto davanti a Sesshomaru, che è seduto con la schiena appoggiata alla testiera, e gli metto in grembo il libro di storia.

-Mi sembra strano che tu ti voglia applicare così tanto sullo studio, Taisho.- mi dice serio, ma noto una punta di divertimento nella sua voce.

-Beh, sa professore, mi sono resa conto che una settimana e mezza senza Storia Giapponese non è stata una settimana degna di essere vissuta.- gli dico sorridendogli a trentadue denti e guardandolo con un’espressione divertita.

-Dunque provvediamo a renderti più piacevole almeno questa.-

-Oh, non vedo l’ora!-


L’ora seguente la passo insieme a Sesshomaru che mi spiega moltissime pagine di storia. Alla fine sono talmente sovraccarica di informazioni che temo lo scoppio del mio cervello.

-Ok.- dico ad un certo punto –Mi sono persa tra le Epoche! Possiamo continuare domani?-

Devo avere una faccia terribilmente confusa perché Sesshomaru distende le labbra in un microscopicissimo sorriso, che sorriso non si può definire alla fine. Direi piuttosto una smorfietta minuscola, minuscola, ecco. Ad ogni modo mi stupisce lo stesso!

Sto per prendergli il libro dalle mani, quando lo vedo piegarsi su se stesso con una smorfia di sofferenza impressa sul volto, mentre con una mano si preme il torace.

Inizia a respirare forte e si accartoccia sempre più su sé stesso, tremando dal dolore.

Mi precipito su di lui, provando a raddrizzarlo, ma incontro la sua resistenza che è molto maggiore di quando stava male.

-Sesshomaru, Sesshomaru, lo so che fa male, ma devi cercare di alzarti. Così stai solo peggio!- dico, mentre continuo a tirarlo cercando di fargli prendere aria.

Mi posiziono dietro di lui e inizio a tirarlo verso di me, sussurrandogli all’orecchio e massaggiandogli un po’ la schiena e un po’ il torace.

Dopo qualche minuto riesco finalmente a farlo appoggiare totalmente su di me, e poco a poco il dolore al torace gli passa.

Rimaniamo in quella posizione entrambi, lui ansimante per lo sforzo e io preoccupata delle sue condizioni. Dopo qualche altro minuto mi azzardo a chiedergli come sta, anche se mi dispiace spezzare il silenzio e l’atmosfera che si è creata.

Cerco un attimo le parole giuste, proprio per non mandare tutto in Culonia.

-Etchù!-

Ecco, forse non era proprio questa la mia idea!

-Ehm, volevo dire: come stai?-

-Scoppio di salute.- mi risponde lui atono, non riuscendo a trattenere un sospiro. –E immagino che non sia la prima volta che mi succede, visto il modo in cui hai padroneggiato la situazione.-

Quanto gli costa saper di dover dipendere da qualcuno?

-Beh, proprio padroneggiato la situazione no… diciamo che mi sono arrangiata come ho potuto… OK! Lo ammetto! Sono stata brava, lo so!- dico con finta modestia, iniziando a guardarmi soddisfatta le unghie.

Sesshomaru non risponde, ma sono convinta al 110% che abbia alzato gli occhi al cielo. Stai diventando prevedibile, caro il mio Vento del Nord!

-Comunque no, non è la prima volta. Ma di solito non è mai successo mentre eri sveglio, hai sempre dormito come un opossum. No, era un ghiro, mi sa.-

Lui non risponde e si alza, cercando di fare il più piano possibile: ho come la sensazione che abbia ancora male.

Sono quasi tentata di urlargli: Nuo! Torna giù!, ma mi mordo la lingua e mi convinco che è meglio se sto zitta.

-Ho sonno.- mi dice poi, guardandomi negli occhi.

-Si, hai ragione. Resta pure qui e riposati. Buona notte.- sussurro, chiudendo la porta dietro di me e scendendo in cucina.

Chissà perché ho la netta sensazione che volesse mandarmi via…

Sento di aver leggermente fame, così guardo l’ora.

-Cavolo, è già mezzogiorno e mezzo. Tra poco Inuyasha dovrebbe tornare a casa, mentre mamma e papà oggi rientreranno un po’ dopo…- ricapitolo ad alta voce.

Decido di preparare la tavola e, già che ci sono, mi faccio un toast, giusto per non rimanere con la pancia vuota. Rimango per qualche secondo ad osservare il toast, prima di addentarlo nervosa: cosa avevo fatto per meritarmi quel tono di voce dal Re dei Barboncini Incazzosi?

Capisco, magari, che lui è l’unico al mondo che non ha bisogno di aiuto, ma ci vuole tanto ad ammettere che non può farcela da solo? Ha paura che mettiamo in dubbio la sua forza?

Cavolo, anche i nostri fedeli acari della polvere capiscono che Sesshomaru è uno degli esseri più forti del pianeta, che potrebbe distruggere una città con la stessa velocità con cui io apro una scatoletta di tonno. Ma anche lui avrebbe bisogno di contare su qualcuno, qualche volta.

Per la disperazione lascio cadere la testa sul tavolo, ma purtroppo non mi rendo conto della reale forza con cui lo faccio, così sento uno spaventoso “crick” e vedo una crepa che si dirama per almeno dieci centimetri sul legno.

Oh cakkio… quante possibilità ho di incolpare Inuyasha e passarla liscia?

Faccio un rapido calcolo sulle dita e me ne rendo conto: meno di zero.

Potrei provare a spacciarla per arte moderna. Speriamo solo che ad Izayoi piaccia, altrimenti sono fregata: chissà per quale gene sfigato, ma questo è il suo tavolo preferito. O meglio era. Perché adesso non è più.

Nascondo il corpo del delitto con la tovaglia, sperando con tutto il cuore che Izayoi non se ne accorga... almeno fino a che non sprepara. Per quel momento mi sarò già nascosta in Uzbekistan.

Piano geniale!

-Ehi, sorellina! Perché guardi il soffitto con quella faccia malvagia?-

Alzo gli occhi e vedo che Inuyasha se ne sta fermo davanti a me con lo zaino di scuola ancora in spalla. Ero talmente presa dal mio piano che non mi sono nemmeno accorta che è ritornato.

-Inuyasha, ho bisogno del tuo parere.- dico risoluta.

-Dimmi.-

Alzo la tovaglia e gli mostro la crepa. –Dici che mamma mi ammazza subito o mi fa fare prima testamento?-

Inuyasha spalanca gli occhi e successivamente li alza al cielo.

-Dico che ti conviene scappare subito su Venere. Anzi su Plutone che è più lontano. E si, inizia subito a fare testamento.-

Emetto un rantolo spaventato, ricordando l’ultima volta che avevamo rotto un mobile di Izayoi: le conseguenze furono così gravi e devastanti che ancora oggi tutti coloro che vi hanno assistito evitano di farne parola. In particolar modo io e Inuyasha. Soprattutto io e Inuyasha.

Chiudo gli occhi e domando a mio fratello come è andata a scuola.

-Tutto bene. Miroku si è preso un’altra strigliata da Sango perché continuava a guardare la nuova studentessa della 2A.- mi dice ridacchiando e io immagino che vedrò Miroku con la cinquina della sua ragazza stampata a fuoco sulla guancia.

-E con Sesshomaru?- aggiunge, guardandomi pensieroso.

Alzo le spalle e non ricambio il suo sguardo, per non fargli capire quanto mi aveva ferita il suo pluricentenario fratello.

-Non so se sia più simpatico da sveglio o da addormentato.-

-Ti ha trattata male, eh?- mi chiede sedendosi davanti a me.

-Sei intuitivo come Jessica Fletcher, Inuyasha. Comunque si. Immagino che il suo orgoglio sia scattato nell’esatto momento in cui l’ho aiutato con la crisi respiratoria.- non avevo problemi ad ammettere queste cose ad Inuyasha. Per quanto fosse immaturo e profondo come una pozzanghera durante la siccità, è sempre stato il mio migliore amico e mi ha sempre capita come nessun altro.

-Beh, e non potevi lasciarlo lì?-

Lo guardo alzando un sopracciglio. –Come no.- ribatto –Lo guardo soffocare dopo una settimana e mezza d’inferno.-

Lui alza le spalle. –Ci vuole ben altro per soffocare Sesshomaru. Anche se io opterei per una pallina da ping-pong ben ficcata in gola. Ad ogni modo proprio non so come tu faccia a sopportarlo.-

-Me lo chiedo anch’io, anche perché, diciamocelo, non brillo proprio in fatto di pazienza. Ma cosa vuoi: sarà il destino mio e di tutte le mie reincarnazioni future. Sempre se Sua Altezza non schiatta prima, ovviamente.- dico amareggiata.

-Se vuoi ti aiuto!- mi dice Inuyasha tirandosi su la manica della divisa e mostrandomi il muscolo.

Io ridacchio e scuoto la testa. –E’ triste, però. Cioè… papà ha detto che si è innamorato di mamma per come lei è in questa vita, tu ami Kagome perché è sé stessa, eppure mi sembra in continuazione che Sesshomaru non veda veramente me, ma solo un riflesso di Rin.-

Inuyasha mi guarda qualche secondo, senza sapere cosa ribattere, poi tira un pugno al tavolo urlando.

-Insomma, chi cavolo è quel… quel… mastino cresciuto nella Germania Nazista per trattare così mia sorella?-

Sorpasso l’epiteto che gli ha dato, e non gli chiedo se per caso mi ha letto nella mente, perché sono troppo occupata a guardare il tavolo che cade a terra spaccato in due parti –strano a dirsi- perfettamente simmetriche.

Inuyasha resta immobile, con la mano ancora chiusa a pugno mentre guarda i resti di quello che fu stato il tavolo preferito di nostra madre e che adesso non è altro che un ammasso di legna da ardere.

-Eheh… oooops!- sibila mentre io mi schiaffo una mano sulla fronte.

-Prepariamo la navicella spaziale, Inuyasha! Oltre che da Izayoi, ora dovremmo anche scappare dal fratellone che sarà allegro come un mastino cresciuto nella Germania Nazista.-

In questi pochi giorni mi sono resa conto che è meglio non svegliare Sesshomaru: egli ha ucciso per molto meno!

-Perché?-

-Perché negli ultimi giorni l'abbiamo svegliato almeno tre volte e penso di avergli provocato un trauma: hai presente la canzone del genio di Aladdin?-

Inuyasha annuisce, lasciando perdere per qualche secondo il tavolo.

-Ecco, devo averla erroneamente cantata ad alta voce, svegliandolo.-

Inuyasha resta immobile per qualche secondo poi scoppia a ridere come un pazzo.

-Devi averlo veramente scioccato tanto! Per lo meno hai una bella voce.- mi dice sorridendo e mostrandomi scherzosamente i canini affilati.

Rido anche io, di rimando, dimenticando per un secondo il problema -anzi i problemi- che avremmo dovuto riaffrontare di lì a poco.

Sfortunatamente ci pensa il nostro simpatico fratellastro ad apparire silenziosamente in cucina e, successivamente, a sbottare un sonoro: -Cosa avete combinato?-

Io e Inuyasha ci blocchiamo, con il riso ancora sulle labbra, e ci giriamo a fissare la figura di Sesshomaru che, non so per quale ragione, sembra avere intorno a sé un'aura di malvagità pazzesca.

Proprio in quel momento sentiamo la porta di casa aprirsi e Izayoi salutarci a gran voce, ignara di ciò che vedrà appena entrerà in cucina.

Io e Inuyasha guardiamo la porta della cucina e ho la sensazione che nemmeno Sesshomaru abbia l’ardire di respirare.

Sentiamo, come in un film horror, i passi tichettanti di Izayoi avvicinarsi alla cucina e, quando si affaccia, il suo viso passa da un’espressione felice a una sorpresa e infine arrabbiata.

Lentamente passa lo sguardo dal tavolo –dall’ex tavolo- a noi e, a quel punto, chiudo gli occhi.

-INUYASHA, AYAME, SESSHOMARU!




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Ciao a tutti e buon week end! Dunque dunque: sono felicissima! E sapete perché? Abbiamo superato le 100 recensioniiiii ** Voi non avete neanche idea di quanto immensa sia la mia gioia!

Grazie, grazie, grazie all'infinito!!!

Comunque, prima che mi dimentichi: la prossima settimana, purtroppo, l'aggiornamento salta, dato che a causa del ponte vado a Roma ** Per cui, l'aggiornamento verrà spostato al week end successivo. Sono emozionatissimissima!

Bene, passiamo al capitolo: Ayame e Sesshomaru, piano piano, stanno legando sempre più. E il nostro caro principino prima o poi capirà di aver bisogno di Aya-chan U.U Spero vi sia piaciuta la scena finale: io mi sono divertita da morire a scriverla ;)

Beh, a dire il vero spero vi sia piaciuto tutto il capitolo xD E spero recensirete in molti, dato che ci sono due settimane di tempo =)

Penso sia tutto!

Un bacione,

°°Samirina°°

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Capitolo 17
*** Quando capisci che Inuyasha non è così stupido come sembra. Forse. ***


Set Fire To The Rain


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17. Quando capisci che Inuyasha non è così stupido come sembra. Forse.


-... e ha urlato “Inuyasha, Ayame, Sesshomaru” come se avessimo fatto esplodere la cucina. Che poi, sinceramente, non ho ancora capito cosa c’entri Sesshomaru con questa storia, ma Izayoi era tanto convinta e nessuno di noi tre aveva cuore di dirle il contrario.- spiego a Kagome quella stessa sera.

-Ma le avete detto che è stato un incidente?- mi chiede lei dall'altra parte del telefono.

-Ovviamente, ma le ha risposto che le sembrava ovvio e che se così non fosse stato ci avrebbe già spediti tutti e tre in Antartide con il primo volo.-

Kagome scoppia a ridere. -Scommetto che vi ha puniti!-

-A dire il vero no, ma penso sia stato per le ultime pietose settimane che abbiamo passato. Forse non se la sentiva di rovinarci anche i prossimi dieci anni.- dico ironica. -Comunque ha asserito che le sembra che stiamo tutti bene, anche troppo bene, e quindi domani tornerò a scuola.-

-Finalmente! Ti sei persa un sacco di cose!-

-Tipo le fusa tra te e Inuyasha? Perché quelle le ho già sentite ieri e l'altro ieri mentre eravate al telefono.-

-N-non intendevo quello!- risponde Kagome, e sono assolutamente certa che la mia amica sia arrossita come un peperone.

-Ah no?!?-

-NO! Intendevo il programma di storia, per esempio, quello che ci ha spiegato la signorina Nakayama!-

-Ah per quello tranquilla: ho ricattato Sesshomaru perché me lo spiegasse!- dico mentre infilo i libri per il giorno dopo nella cartella.

-E come l'avresti ricattato, scusa?- mi chiede Kagome, mettendo in evidenza il “ricattato”.

Resto per qualche secondo in silenzio, con un quaderno sollevato in aria e quando capisco dove vuole andare a parare le rispondo con un -Sapessi...- alquanto malizioso.

-...-

Silenzio...

-Kacchan? Kacchan? Scherzo, per Arnold Schwarzenegger, scherzo!-

Dall'altra parte della cornetta proviene un sospiro e Kagome prende a ridacchiare nervosa.

-Kamisama, Kacchan, vuoi che sia così malvagia da far si che Kagura si trasformi in una Preside-Emo-Depressa?- le chiedo ironica.

-Perchè non lo è già, scusa?-

Non le rispondo e tutte e due scoppiamo a ridere.

-Ma secondo te è sposata? O almeno è mai stata fidanzata?- mi chiede Kagome, calmate le risate.

-Fammi la domanda di riserva, Kacchan!-

-Quanto fa 58943909032 diviso 87397874 sommato agli anni di Gesù Cristo divisi per 3?-

-Diciamo che non penso, considerando il suo carattere irascibile.- dico atona, rispondendo alla prima domanda.

-Aaah, nessuno sa mai cosa rispondere quando faccio questa domanda!-

-Ma non mi dire...- borbotto ironica.

Sto per distendermi a letto per chiacchierare in pace con Kagome, quando la porta della mia camera si apre e entra Sesshomaru.

Rimango interdetta per un attimo, e mi dimentico di rispondere a Kagome.

-Mi serve il telefono.- mi dice tendendo la mano.

Io lo guardo sorpresa e poi nascondo il cordless dietro la schiena. -Quale telefono?- chiedo facendo un sorriso a trentadue denti.

Sesshomaru mi guarda con un sopracciglio alzato e io ne approfitto per arretrare fino alla scrivania e nascondere il telefono dentro un cassetto.

-Quello che hai dietro la schiena.-

-Non ho proprio niente dietro la schiena.- gli rispondo mostrandogli i palmi delle mani, vuoti.

Sesshomaru alza gli occhi al cielo e si avvicina a me, poi mi abbraccia e mi appoggia i palmi delle mani dietro la schiena.

Rimango con gli occhi spalancati per qualche secondo, mentre il cuore inizia a battermi a mille. Almeno fino a che non mi rendo conto del cassetto che si apre e di mio fratello che tira fuori il telefono ancora acceso.

Me lo mostra con il sopracciglio alzato.

-Oh, ma guarda un po'... che sorpresa, eh?- dico sfoderando la mia migliore espressione angelica.

Sesshomaru affila gli occhi e mi gira le spalle per andarsene, probabilmente sfinito da tanta idiozia.

-Aspetta! Chi devi chiamare?-

-Kagura.- mi risponde lui atono, voltandosi leggermente.

-E perché devi chiamare Kagura?- gli domando prendendolo per la camicia, con la voce che mi sale di un’ottava.

-Non sono affari tuoi.- dice con un sospiro, ma non mi sembra che sia arrabbiato o irritato, almeno non questa volta.

-Ma…-

Sesshomaru si volta e, forse rendendosi conto che non l’avrei mollato, mi risponde. –Devo domandarle quando dovrò tornare a scuola.-

-Ma… ma tra una settimana!- gli urlo dietro, mentre lo vedo uscire dalla mia stanza una volta liberatosi dalla mia stretta.

Uff, così non posso stare più al telefono con Kagome. Un attimo… KAGOME!

-Sesshomaru! C’è un piccolo problema!- urlo correndogli dietro e fermando con una mano la porta della sua stanza che si sta per chiudere.

-Che c’è ancora?-

-Dammi un secondo.- gli dico prendendogli dalle mani il cordless.

-Ehi, Kacchan! Ci sei ancora?-

-Si…-

-Ci vediamo domani allora!-

-Buona notte…-

Chiudo il telefono e lo passo a Sesshomaru che mi guarda con gli occhi assassini: non posso evitare di pensare che ha degli occhi splendidi, anche quando cercano di fulminarti e/o trafiggerti.

Trafiggere o non trafiggere, Sesshomaru mi chiude la porta in faccia.

Ma come siamo di buon’umore…

Sto per andarmene quando sento il rumore dei tasti del telefono e mi viene in mente un’idea geniale, degna di Einstein.

Ritorno lentamente sui miei passi, mi accuccio davanti la porta della cuccia di Sesshomaru e appoggio l’orecchio al legno.

Mi aspetto di sentire, chessò, la sua voce o il tututu del telefono, invece dopo alcuni passi c’è il silenzio assoluto. Cavoli, mi sembra di essere al Grande Fratello mentre stanno per eliminare un concorrente, tanta è la tensione; che poi, mi chiedo, per quanto ridicolo sia il programma, me li volete fare morire tutti, questi poveri concorrenti? Che bisogno c’è di aspettare dieci minuti per dire ‘sto cazzutissimo nome?

Uno dopo un po’ sbotta anche “E che cazzo, volete dire chi esce dalla casa si o no?” e gli viene una crisi isterica nel vedere le percentuali dei voti che scorrono in fondo al televisore.

Pensandoci bene… chi è il cretino che vota? Cioè, capiamoci, anche io voterei se ci fosse l’opzione “Eliminare direttamente il programma”.

Insomma, ve lo immaginate?

-Se volete eliminare Elisa premete 1; se volete eliminare Enrico premete 2; se volete eliminare il programma premete 3.-

Sono sicura che con una sola votazione Alessia Marcuzzi guadagnerebbe tanti di quei soldi che perfino i nipoti sarebbero esonerati dalle tasse.

Ad ogni modo, tutto questo, è servito per descrivere lo stato di ansia che mi pervade in questo momento, davanti la camera di Sesshomaru, intenta ad ascoltare una conversazione che, però, non arriva.

Che la stanza sia insonorizzata così bene?

Ad un tratto non sento più il sostegno del legno (ho fatto la rima ^^) e cado in avanti. O meglio: rischio di cadere in avanti visto che due occhi gelidi come il Polo Nord riescono a congelarmi sul posto.

Guardo Sesshomaru con la bocca spalancata.

-Cosa stai facendo?- mi chiede con voce tagliente, ma –potete pure non crederci, perché alla fine non ci credo nemmeno io- leggermente divertita.

-Ehm… io… cercavo di capire la differenza tra il legno del parquet e quello della tua porta.-

Momento, momento, momento… cos’è che ho detto?

-Sai qual è la differenza tra me e te, Ayame?-

-Che io sono quaggiù e tu sei lassù?- rispondo, cercando di non svenire di botto nel sentire il mio nome uscire dalle sue labbra.

-No. Che io mi faccio gli affari miei e tu ti fai gli affari tuoi e miei. Vedi di farti solo i tuoi.-

Poi mi richiude la porta in faccia.

...

Sesshomaru ha fatto una battuta? Sesshomaru? Battuta? Oh.Mio.Dio!

-MAMMAAAAAAAAAA! SESSHOMARU HA ANCORA L’INFLUENZA!-


* * * *


-Sei terribile, Ayame!- dice Sango ridendo, mentre ci avviamo a scuola.

-Senti un po’, secondo me ce l’aveva davvero l’influenza!-

-Effettivamente, pensare al professor Taisho che fa una battuta è come pensare a Miroku fedele: impossibile!- dice Kagome, facendo scoppiare a ridere Inuyasha, al quale era teneramente abbracciata.

Miroku sorride imbarazzato e si porta un braccio dietro la testa, ma ritorna subito serio quando sente l’occhiataccia di Sango percorrerlo tutto, dalla testa ai piedi.

-Dai, Sanguccia, Kagome scherzava ovviamente! Io non penso ad altre che a te!-

-Come no!- dice Sango alzando gli occhi al cielo, ma alla fine so che ne è convinta: Miroku sprizza amore da tutti i pori.

Arriviamo ridendo e scherzando a scuola e anche, stranamente, in orario.

Superiamo il cancello e mi guardo intorno: mi è mancata quella sensazione di routine che mi pervade ogni volta che supero i cancelli della scuola Musashi.

Sono curiosissima di incontrare la professoressa Nakayama e appurare se è davvero così brava e simpatica come dicono Inuyasha e Kagome.

Sono talmente persa nei miei pensieri che non vedo nemmeno Bankotsu che si avvicina a noi, se non quando si rivolge direttamente a me.

-Ayame! Che piacere rivederti! Come stai?- mi chiede sorridendomi a trentatré denti.

-Bene grazie!-

-Posso abbracciarti senza rischiare il contagio?-

Annuisco e nel giro di un secondo mi ritrovo tra le sue braccia calde.

Beh, dopotutto non sarebbe così male, in mancanza di Sesshomaru.

Mi sciolgo dall'abbraccio da orso di Bankotsu e lui se ne va, dicendo che deve andare in classe a ripassare biologia per la verifica.

-Almeno qualcuno che si impegna...- commenta Sango ironica, guardando Miroku con un sopracciglio alzato.

Quest'ultimo, però, è troppo impegnato a fare i cuoricini con le dita per dar retta alla frecciatina della sua fidanzata.

-Tra rose e fior, nasce l'amor...-

Mi avvicino a Miroku e gli tiro un pugno in testa -Scendi dalle nuvole, Baka!-

Lo avrei picchiato ancora se Inuyasha non mi avesse presa per le spalle e non mi avesse portata di peso in classe.

Dannato depravato! La prossima volta che mi vieni sotto mano ti strappo gli attributi!


Cinque lunghe e infinite ore dopo, tiro un sospiro di sollievo.

-Finalmente è finita questa giornata!- sbotto mentre mi avvio a casa -Non ne posso più!-

Inuyasha ridacchia e mette un braccio sulle spalle a Kagome che mi guarda di sottecchi con gli occhi che brillano. E' in paradiso ogni volta che Inuyasha la guarda.

Sorrido leggermente e mi volto verso Miroku e Sango che stanno bisbigliando qualcosa sotto voce, tenendosi per mano.

Beati loro che possono urlare a tutto il mondo ciò che provano l'uno per l'alta, mentre io devo stare attenta addirittura a come lo guardo. Insomma, devo stare attenta a non sbavare in continuazione, s'intende!

-Ehi, avete voglia di venire a fare merenda a casa nostra?- chiedo ai miei amici, prima di dividerci.

Sango e Miroku si fissano a vicenda, mentre Kagome mi guarda indecisa.

-Ma Ayame,- mi dice mio fratello -c'è Sesshomaru a casa!-

Io alzo un sopracciglio e incrocio le braccia -E allora?-

Inuyasha, Miroku, Sango e Kagome si guardano titubanti. -Noi verremmo, ma beh...-

-Eddaiiiiii! Mica vi mangia! Lui si fa i cakki suoi e noi i nostri! Perpiacereperpiacereperpiacere!- dico facendo gli occhi da cucciolo: sicuramente con quest'arma super micidiale non sapranno dire di no!

-D'accordo! Insomma, non è mica un mostro!- dice Kagome sorridendo radiosa.

Le sorrido di rimando e guardo anche gli altri, che annuiscono a loro volta.

-Bene, a oggi pomeriggio, allora!-

Ci salutiamo e ognuno va per la propria strada.

-Sai che li hai condotti a morte certa?-

Ridacchio e guardo Inuyasha storto.

-Dai, Inucchan! Cosa vuoi che sia! Non è mica detto che stia con noi!-

Inuyasha sembra pensare a ciò che gli dico e annuisce: insomma, volete proprio che il Re dei Barboncini Rabbiosi decida proprio oggi di stare proprio in cucina?


-Sesshomaruuuuuu!-

-Non gridare.-

-Eddai! Devono venire Kagome, Sango e Miroku tra dieci minuti! Devi proprio stare qui?-

-Voi non state in cucina, di solito?-mi chiede, deciso a non alzarsi dal divano.

-Si, ma tu da qui ci senti!-

-Perché, avete qualcosa da nascondermi?- mi chiede, per nulla interessato.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo impercettibilmente. -No, ma un po' di privacy non farebbe male.-

-Prima pensa tu a rispettare la privacy degli altri, poi vienimi a fare la paternale.-

H3, colpita e affondata!

-Dai, Sesshomaru! Sei stato chiuso in camera per quasi due settimane, che differenza ti fa un'ora in più?-

-Nessuna. Ma proprio perché sono stato chiuso in camera per così lungo tempo, è bene che ci esca, non credi?-

Razza di antipatico!

Sesshomaru mi fissa con un sorrisetto soddisfatto e non accenna a cedere alle mie suppliche.

Me ne torno in cucina con il morale sotto i piedi: speriamo solo che i miei amici non si accorgano che Sesshomaru è in salotto, altrimenti scappano come le zanzare scappano dall'Off Active.

-Allora?- mi chiede Inuyasha appena entro in cucina.

-Tuo fratello non ha intenzione di alzare il suo Ragal Sedere dal divano neanche se scoppiasse la Terza Guerra Mondiale.- dico con un sospiro.

Mio fratello va ad aprire, mentre io rimango in cucina, metto l'acqua per il the a bollire e preparo i piatti con i biscotti.

-Ciao, Kacchan!-dico a Kagome appena entra in cucina e, come al solito, mi salta addosso coinvolgendomi in un abbraccio stritolatore.

Saluto anche gli altri e, nel giro di cinque minuti, siamo tutti e cinque a ingozzarci di biscotti al cioccolato.

-Inuyasha! Conteniti!- sussurro ad un certo punto a mio fratello, che cerca di rubare gli ultimi biscotti dal piatto di Miroku.

-Allora, Ayame, come ti è sembrata la signorina Nakayama?- mi chiede proprio Miroku -che era straordinariamente riuscito ad acciuffare l'ultimo biscotto, con grande scontento di Inuyasha-.

Ci penso un attimo.

Mi aveva accolta con un sorriso a trentadue denti, si era presentata e aveva iniziato a parlare come una furia, riempiendomi di domande e di spiegazioni inutili (insomma, lo sapevo che lei era la professoressa Nakayama e che sostituiva il professor Taisho nell'ora di storia giapponese!).

Però, stranamente, aveva qualcosa che non mi convinceva.

-Beh, insomma... non è che non sia simpatica, ma ho notato che non riesce a... beh a...-

-A cogliere il significato di ciò che spiega.- interviene Sango, aiutandomi a concludere la frase. -L'ho notato anche io. Sotto questo punto di vista il professor Taisho è molto, ma molto più bravo.-

Annuisco convinta, riconoscendo nelle parole di Sango anche ciò che penso io.

Dalla loro parte, Inuyasha, Kagome e Miroku ci guardano come se fossimo delle aliene con tanto di pelle verde e di orecchie a punta.

-State scherzando... vero?- ci chiede Inuyasha con la bocca spalancate e le orecchie basse.

Io e Sango ci guardiamo e scuotiamo la testa all'unisono.

-Io vi ritengo strane!- sbotta ad un tratto Inuyasha alzando le mani.

In effetti è strano che anche Sango consideri bravo quella sottospecie di ghiacciolo al cianuro, ma mi fa piacere avere un'alleata in questa battaglia decisamente impari.

Ad un tratto sento dei passi che, dal salotto, si dirigono nella nostra direzione e, a quanto sembra, li sente anche Inuyasha visto che spalanca gli occhi e rotea la testa.

-Ma non avevi detto...?- mi sussurra scocciato.

-E che ne so io! Non sono mica Edward Cullen!-

-Nel senso che non luccichi?-

-Nel senso che non leggo nel pensiero, Baka! E, no, non luccico per tua informazione!- ribatto tagliente, alzando a mia volta gli occhi al cielo.

Ma quanto può essere... scemo Inuyasha, a volte?

I nostri amici ascoltano il nostro scambio di battute senza capirci un'emerita mazza. Almeno fino a che Sesshomaru non entra in cucina, allora tutti si pietrificano sul posto, tranne Inuyasha che dà, molto poco elegantemente, una testata al tavolo.

Sesshomaru ci guarda, dall'alto della sua eleganza, e decide che può tranquillamente non darci retta.

Solo Sango ha coraggio di borbottare un timido -Salve, professor Taisho.-

Sesshomaru si gira verso di lei e la fissa per qualche secondo. Mi chiedo quanto si diverta a mettere in soggezione la gente.

Parecchio a quanto pare.

Alla fine stacca gli occhi dalla mia amica e sussurra un “Ciao” appena percettibile. Sango abbassa lo sguardo e arrossisce.

-Sesshomaru, vuoi un caffè?- gli chiedo, alzandomi in piedi.

-Si, grazie.-

Annuisco e metto la moka da caffè a scaldare sul fuoco.

Per qualche minuto un silenzio tombale riempie la cucina, e sono quasi tentata di mettermi a ballare sul tavolo per rompere quel silenzio opprimente, ma penso che alla fine è meglio se non mi rendo ulteriormente ridicola. Specialmente agli occhi di Sesshomaru.

Ad un tratto Kagome rompe il silenzio: -Sapete, i miei genitori hanno deciso di comprare un animale domestico: abbiamo scelto un gatto.-

-Perché non un cane? Non è l'animale domestico per eccellenza?- chiede Miroku sorseggiando il suo the.

-A dire il vero, mio fratello Sota voleva tanto un cane, ma non possiamo e sopratutto non vogliamo tenerlo. Insomma, i gatti sono molto più indipendenti di un cane e noi non stiamo a casa tutto il giorno. Poi sono molto più puliti e autosufficienti.-

Io annuisco.

-Per non parlare dell'intelligenza!- dico convinta, e Kagome annuisce energicamente.

-E poi hanno un musetto adorabile!- dice ancora, non accorgendosi della faccia da cane bastonato di Inuyasha.

Mi giro verso Sesshomaru e noto con una punta di divertimento che anche lui è leggermente contrariato.

-Adorabilissimi. Chi non vorrebbe un gatto?-

Kagome annuisce con gli occhi a cuore, mentre Sango e Miroku scoppiano a ridere, accorgendosi della gaffe della nostra amica.

Rido anche io mentre verso il caffè nella tazza e lo passo a Sesshomaru, cercando di non versarglielo completamente addosso.

Kacchan alza lo sguardo e incontra quello di Inuyasha. Poi sposta gli occhi sulle sue orecchie pelose e spalanca gli occhi.

-Oh…Inuyasha scusa!- dice congiungendo le mani.

Io scoppio a ridere a mia volta, tanto che mi devo attaccare al mobile se non voglio piegarmi in due dalle risate.

Inuyasha incrocia le braccia e gira la testa da un lato, mormorando un –Tsk!- parecchio irritato.

La mia amica si alza e si avvicina alla sua sedia iniziando a scusarsi talmente tante volte che alla fine Inuyasha è costretto a perdonarla per sfinimento.

Ah, l’amore…


DRIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

No, cazzutissima sveglia, non mi sei per nulla mancata.

Sbadiglio e mi alzo da letto, dando una manata alla malaugurata sveglia che si spegne di botto. Vado in bagno e mi guardo allo specchio.

Kamisama, che faccia da culo…

Scuoto la testa: la mattina sono seriamente impresentabile.

Mi lavo il viso e i denti e indosso la mia bellissima ed elegantissima (?) divisa scolastica bianca e nera, poi scendo a colazione.

Come quasi ogni mattina sento l’odorino della torta appena cucinata che aleggia per la cucina e trovo Izayoi intenta a preparare la tavola.

-Ciao mamma!- le dico dandole un bacio sulla guancia e prendendole di mano i piatti.

-Ciao tesoro. Saresti così gentile da andare a chiamare gli altri?-

Annuisco e salgo le scale, passando davanti alla camera di papà e Inuyasha e bussando chiamandoli a gran voce.

E poi dovremmo essere noi donne a metterci secoli per prepararci la mattina!

Mi fermo davanti la camera di Sesshomaru e accosto l’orecchio, sentendo silenzio assoluto dall’altra parte. Decido di svegliarlo: dopotutto non può mica fare i funghi a letto tutto il giorno, no?

Apro silenziosamente la porta e scruto nella semi-oscurità la figura di mio fratello rannicchiata sotto le coperte.

Sorrido malandrina e, prendendo la rincorsa, salto nel suo letto, provocando uno scossone a tutto il mobile.

-Buongiorno!- gli urlo praticamente nelle orecchie. Sesshomaru scatta a sedere e si guarda in giro per qualche secondo, per poi posare lo sguardo su di me e iniziare a guardarmi con aria omicida.

-Come stai?-

-Stavo meglio prima.-

Ridacchio. –Dopo ti porto la colazione, va bene?-

Sesshomaru annuisce e io esco dalla stanza.

Mi piace da morire rompergli le scatole, ora che non mi considera più uno scarto della società. Anzi, devo dire che si comporta anche abbastanza amichevolmente.

Quando non desidera porre immediatamente fine alla mia vita, ovviamente, il che accede almeno l’80% delle volte.

Scendo in cucina e, insieme ai miei familiari, faccio colazione.

-Papà, oggi a che ora tornate?- chiede Inuyasha tra un boccone e l’altro di dolce al cioccolato.

-Aspetto vostra madre e poi torniamo a casa insieme. Saremo a casa per… le quattro?-

Mamma annuisce. –Devo finire un lavoro importante.-

-D’accordo.- dice mio fratello –Allora io esco con Kagome.-

Mamma sorride divertita, probabilmente chiedendosi anche lei per quale motivo aveva voluto sapere a che ora tornavano se aveva già in programma di uscire con Kagome.

Segreti Inuyasheschi, immagino.

Prendo un vassoio e ci metto sopra un bicchiere di succo di frutta e una fetta della torta al cioccolato di mamma dicendomi che, dopotutto, era inutile cercare di ragionare come Inuyasha: solo lui sapeva che cosa gli passava per la testa. E per fortuna.

-Inuyasha, aspettami pure fuori: io vado a portare la colazione a Sesshomaru e poi arrivo.-

Non do a Inuyasha nemmeno il tempo di rispondere e mi fiondo al piano superiore (per quanto ci si possa fiondare da qualche parte con un vassoio colmo in mano) irrompendo nella camera di Sesshomaru.

Il mio Angelo Occidentale apre gli occhi e mi guarda intensamente.

Non so cosa leggo esattamente in quegli occhi, ma per qualche secondo rimango ferma sulla porta, interdetta.

Mi decido ad entrare e gli poso il vassoio sul comodino, salutandolo, ma non aspettandomi una sua risposta o una sua parola: la routine era sempre stata quella.

Contrariamente da come immaginavo, Sesshomaru mi chiama proprio mentre sto per uscire dalla stanza.

-Avvicinati.- mi sussurra lentamente e io non posso fare altro che obbedire, chiedendomi cosa lo porta ad aprire la Sua Regal Bocca, facendo prendere inutilmente aria alle Regali Corde Vocali.

Mi metto a fianco a lui domandandogli che cosa gli serve.

Sesshomaru non risponde e mi fissa qualche secondo prima di prendermi per un polso e tirarmi verso di sé.

Io, che sicuramente non mi sarei mai aspettata un gesto del genere, non oppongo resistenza e nel giro di mezzo secondo mi ritrovo addosso a Sesshomaru, con le mai appoggiate sul suo petto.

Non faccio nemmeno in tempo a domandarmi perché lo abbia fatto, che posa le sua labbra sulle mie.

Rimango interdetta. Insomma Sesshomaru che sta baciando me! ME! IO! Ma vi rendete conto?

E questo bacio è assolutamente meglio di quello che gli ho dato io, nella notte di Luna Piena, dopo che si è svegliato credendomi Rin.

E... se mi stesse baciando solo perché gli ricordo Rin?

Può essere che abbia sviluppato un affetto profondo per me solo perché gli ricordo lei?

Sicuramente è così, si comporta in questo modo solo per provare la sensazione di averla di nuovo al suo fianco, forse sta solo cercando di immaginare che ci sia lei al mio posto.

A questo pensiero sento il mio cuore spezzarsi e, sebbene voglia restare in questa posizione tutta la vita, faccio forza sulle braccia e mi stacco da lui.

Abbasso la testa, non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi, poi mi giro e scappo via.





Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Eeeeeeh tadan! Vi ho fatti aspettare due settimane, ma questo è un capitolo bello tosto! Ditemi, chi di voi si aspettava che il primo passo lo avrebbe fatto Sesshomaru?

Devo ammettere che la scena del bacio è stata un po' difficile da scrivere, ma mi è piaciuto un sacchissimo!!! Beh, ditemi le vostre opinioni: cosa vi aspettate nei prossimi capitoli? Spero che non pensiate che ora sarà tutto rose e fiori, vero? Insomma, stiamo parlando sempre di Sesshomaru, dopotutto.

A proposito, vi devo ringraziare per le recensioni e le opinioni che mi avete lasciato: sono splendide, come sempre e troverete la vostra risposta nel giro di un paio di giorni -spero ^^-

Beh, come ultima cosa, l'immagine a inizio capitolo:come sempre, io l'ho solo modificata, quella originale l'ho trovata girovagando per il web. Mi è piaciuta parecchio e ho voluto inserirla in questo capitolo proprio perché mi ricorda un contrasto: la ragazza è Ayame, ma lo sfondo e gli abiti sono chiaramente quelli del Sengoku, il che è un riferimento a Rin.

Bene, spero che, tutto sommato, il capitolo vi sia piaciuto! Alla settimana prossima ;)

°°Samirina°°

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Capitolo 18
*** Quando capisci che hai l’Alzheimer giovanile. ***


Set Fire To The Rain



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18. Quando capisci che hai l’Alzheimer giovanile.

Dal giorno del bacio passa una settimana intera.

Quando sono tornata a casa, quel giorno, avevo deciso di chiedere il motivo del suo gesto a Sesshomaru. Volevo sapere se veramente, mentre mi baciava, sognava di aver Rin vicino a lui, oppure se ricambiava il profondo sentimento che mi lega a lui.

Mi ero detta che, dopotutto, invece di rimanere con il dubbio atroce di quello che sarebbe potuto succedere, sarebbe stato meglio domandare.

Non ne ho mai avuto l’occasione.

Appena l’ho incontrato in cucina si è premurato di dirmi che ciò che era successo la mattina era stato un errore che non si sarebbe ripetuto mai più.

Un errore…

Forse lo era veramente. Un errore che Sesshomaru non avrebbe mai voluto commettere e che non commetterà più.

Ma io si. Io l’avrei voluto così tanto…

Ma dopotutto cosa sono io per lui? Una sorella acquisita, una mezzo demone capitata tra capo e collo e, sfortunatamente, terribilmente simile a Rin.

Anche se la differenza tra me e Rin è fondamentale: Rin è il suo tutto, io sono solo il suo qualcosa. Se mi va bene.

Però io sono viva, Rin è morta.

Ad ogni modo questo non sembra proprio importargli.

Comunque, cinque giorni dopo il bacio, Sesshomaru è tornato a insegnare e i pinguini hanno messo pianta stabile in classe nostra: dopo la malattia sembra essere ancora più scorbutico e freddo di prima.

Le lezioni allegre e spensierate della professoressa Nakayama sono solo un lontano ricordo e, il professor Taisho, dopo aver asserito che eravamo indietro col programma, si è premurato di riempirci di pagine da studiare.

Fortunatamente mi ha abbonato gli ultimi giorni di punizione.

E, giusto per mettere la ciliegina sulla torta, ci ha consegnato le relazioni. Grazie a tutti i Kami mi ha dato 8. Ma immagino sia solo perché le informazioni me le ha date il suo amico rospo.

Ad ogni modo, sto letteralmente da schifo.

Non solo ho rifiutato il mio Angelo Occidentale di cui sono letteralmente innamorata, ma lui si è anche allontanato da me, come se in queste ultime settimane non avessimo condiviso nulla.

Ho la sensazione che, ad ogni difficoltà che si contrappone tra di noi, egli si ritiri e si richiuda nuovamente in sé stesso ed è difficilissimo instaurare nuovamente un rapporto.

Ma non so se questa volta ho voglia di rifare nuovamente tutto daccapo. Sono sempre io quella che si deve impegnare per ottenere un risultato e lui è sempre lì passivo, senza fare nulla.

Aspettare Sesshomaru è come aspettare la pioggia in un periodo di siccità.

Sospiro e appoggio la testa sulla mano.

-Cosa c’è, Ayame?- mi chiede Kagome.

-Nulla Kacchan, nulla.-

-A me non sembra. Sono giorni che sei sempre triste e affranta.- mi dice a sua volta Sango, dal posto che occupa vicino a Miroku.

Io alzo le spalle e porto alle labbra la cioccolata calda che abbiamo ordinato tutti al cameriere. Non ho voglia di parlare, non ho voglia di pensare, non ho voglia di fare nulla.

Kagome porta una mano sulla mia e mi guarda dolcemente, ma io non ho voglia di rispondere al suo sorriso. Avrei solo bisogno di addormentarmi e stare in stato d’incoscienza per sempre, senza più sofferenza, senza più dolore.

-Ehilà, cameriera!-

Alzo lo sguardo verso Miroku che ha chiamato una cameriera tutta boccoli e tette.

-Mi dica, signore.-

-Avremmo voglia di un dessert, cosa ci consigli?-

La cameriera inizia ad elencare tutti i dolci, ma Miroku è decisamente concentrato su tutt’altro e Sango-chan se ne è decisamente accorta: posso sentire la sua rabbia crescere ogni secondo di più.

Alla fine Miroku si decide per un tiramisù e, appena la cameriera si gira, la sua mano si fionda verso il suo sedere. Non arriva mai a destinazione, perché Sango lo prende per un orecchio e tira senza complimenti verso il basso, così la mano di Miroku si ferma a mezz’aria.

Inuyasha scoppia a ridere e anche a me scappa un sorrisino a quella scena così divertente.

-Sempre il solito, eh Miroku?- dice mio fratello cercando di calmare Sango che stava per staccare l’orecchio al fidanzato.

Guardo quella scena con una certa malinconia, immaginando Sesshomaru al mio fianco.

Sento il cuore che si spezza nel rendermi conto che mai e poi mai potrà essere così, che mai e poi mai il mio sogno potrà avverarsi.

Perché Sesshomaru è il mio sogno.

Mi alzo dalla sedia, non riuscendo a sopportare quel dolore che mi ha colta all’improvviso.

-Dove vai, Ayame?- mio chiede Sango distogliendo per un attimo lo sguardo da Miroku.

-Via… io… devo… fare una cosa importante…- dico in preda alla confusione, poi prendo la giacca e la sciarpa ed esco frettolosamente dal bar.

Non ce la faccio a stare in mezzo all’amore quando so che il mio non sarà mai ricambiato.

Kamisama, da quando sono diventata così malinconica? Qual è stato il momento preciso in cui tutto intorno a me ha perso i suoi colori e si è dipinto di un terribile e opaco grigio? Da quando tutte le cose belle si sono dimostrate così prive di alcuna attrattiva?

Mi perdo tra i miei pensieri e non mi accorgo di Kagome che mi cammina a fianco fino a che non cattura la mia attenzione.

-Ayame… sembri così triste.- asserisce.

-No, la verità è che sono felice dentro: fuori non si vede.- ribatto io ironica. Non so se sia una buona idea raccontarle la verità.

Kagome sospira, ma a quanto pare non si arrende: mi prende per mano e mi porta fino ad una panchina del parchetto più vicino e mi ci fa sedere con la forza.

Incrocio le braccia, decisa a non parlare, e inizio a guardare i bambini che salgono sullo scivolo o si dondolano sull’altalena.

-Aya-chan… è ovvio che è successo qualcosa con Sesshomaru.-

Scuoto la testa, non volendo rievocare quel momento, bello e brutto allo stesso tempo.

-Ti ha trattata male, Ayame?-

Scuoto più forte la testa e mi copro le orecchie con la mano, sentendo le lacrime scendere copiose.

Kagome mi abbraccia e allora scoppio in un pianto disperato, che in quella settimana non mi ero mai concessa.

Kagome mi culla tra le sue braccia alcuni minuti, mentre io rischio seriamente di soffocare nel mare di lacrime che sto versando per quello stupido Demone Maggiore.

-Mi ha baciata…- sussurro ancora tra le lacrime, sentendo l’impellente bisogno di confessare tutto alla mia migliore amica. Kagome trattiene bruscamente il respiro e io continuo.

-Ma io l’ho interrotto e sono scappata. Avevo paura che l’avesse fatto perché gli ricordo Rin… ma quando sono tornata da scuola mi ha detto che è stato un errore che non si sarebbe ripetuto mai più.-

Kagome aspetta che i miei singhiozzi si plachino e poi parla: -Ayame, anche nel caso in cui lui provasse qualcosa per te… è ovvio che abbia detto così, prima che tu potessi chiedergli qualsiasi cosa. Ti rendi conto cosa succederebbe se tu andassi a raccontare questa cosa a qualcuno?- aggiunge quando nota la mia espressione sorpresa.

Io trattengo il fiato.

-Non ci avevi pensato, eh?- scuoto la testa, incapace di dire nulla. –Intanto c’è da precisare che tu sei ancora minorenne e, in secondo luogo, sei la sua alunna. La nostra società non permette relazioni tra adulti –in particolar modo tra demoni centenari- e minorenni. E poi immagino che il suo orgoglio abbia ricevuto una bella batosta.- conclude ridacchiando.

Cretina! Cretina Ayame, tanto tanto tanto cretina!

-Cosa pensi che dovrei fare adesso? Non si fa più nemmeno avvicinare! Scappa!-

-Aspetta il momento opportuno.- mi dice lei, facendomi l’occhiolino.


* * *


Aspetta il momento opportuno.

-E quando cavolo sarà questo momento opportuno?!?- sbotto battendo una mano sul tavolo.

I miei parenti –si, anche Sesshomaru nel caso ve lo stiate chiedendo- alzano la testa e mi guardano palesemente stupiti.

-Cara, sicura di sentirti bene? Sei venuta a casa con una faccia stasera…- dice mamma guardandomi preoccupata.

Dal mio canto, arrossisco come un pomodoro. –E’ tutto ok. Pensavo a voce alta.-

-Tu pensi?!?- dice Inuyasha, non riuscendo ad evitare la solita frecciatina.

Sto per rispondergli a tono, quando squilla il telefono.

Sesshomaru si alza e va a rispondere, chiamandomi poco dopo.

Mi alzo, chiedendomi chi possa essere a quest’ora, e prendo il cordless dalle mani del mio fratellastro che mi fulmina con lo sguardo.

Devo averglielo ferito parecchio, l’orgoglio…

-Pronto?-

-Ehi, Ayame!-

-Ban… Bankotsu?- chiedo sorpresa dalla voce che sento al di là della cornetta. Cosa vorrà ancora?

-No, Peter Pan!-

Ridacchio divertita. –E i bambini sperduti?-

-A casa loro!-

Restiamo in silenzio per qualche secondo, poi mi azzardo a fare la domanda che più mi spaventa: -Come posso aiutarti?-

-Ho chiamato per sapere a che ora ci dobbiamo trovare domani pomeriggio.-

Rimango un attimo interdetta. Chi è che si doveva trovare domani pomeriggio?

-Eh?-

-Ma si, mi hai detto oggi che accettavi di uscire con me.-

Sento il fischio di Inuyasha provenire dalla cucina, ma non ci faccio molto caso: in ogni caso ci penserò dopo a picchiarlo. La domanda più importante è: quand’è che gli avrei detto che accetto di uscire con lui?

-Ma se oggi non ci siamo nemmeno visti!-

Silenzio dall’altra parte.

-E’ un modo carino per dirmi che hai cambiato idea?-

-No! Cioè si, cioè… io davvero non ricordo di averti nemmeno parlato oggi.-

-Beh, allora ti rifaccio l’offerta: vuoi uscire con me domani?-

Determinato il ragazzo...

-A dire la verità io domani pomeriggio dovrei studiare per… per…-

Mi guardo un po’ intorno per farmi venire una buona idea e lo sguardo mi cade su Sesshomaru.

-Per l'interrogazione di storia giapponese! Sessh... ehm il professore ha detto che interrogherà sicuramente e non posso farmi trovare impreparata.-

Si, yes, yeah! Sei un genio, Ayame!

-Oh, sarà per la prossima volta, allora.- risponde Bankotsu un po' deluso.

Sono tentata a rispondergli con un “come no” molto ironico, ma preferisco salutarlo educatamente. Dopotutto lui non c'entra con i miei problemi personali. Non ancora per lo meno.

Appoggio il cordless sul tavolino in entrata e ritorno in cucina.

-Perché hai rifiutato?- mi chiede sottovoce Inuyasha, senza lasciarmi il tempo di appoggiare il fondo schiena alla sedia.

Io alzo un sopracciglio. -Non ci voglio uscire con lui!-

Mio fratello fa una faccia sorpresa.

-Pensavo ti piacesse.-

-Pensavi male, come sempre, Inucchan.-

-Eppure oggi l'hai accettato il suo invito.-

-Ti assicuro che non mi ricordo nemmeno di averlo visto, oggi.- rispondo sempre sussurrando. -Pensavo si fosse inventato tutto.-

-No... Ma dove ce l'hai la testa in questi giorni?- dice incrociando le braccia.

Alzo le spalle e finisco di masticare. -Non ne ho idea.-

Possibile che mi fossi dimenticata addirittura di una cosa di questo genere?

Sesshomaru è dannoso... oltre a farmi disperare mi provoca pure l'Alzheimer giovanile.


Circa un quarto d'ora dopo sono seduta sul divano con le braccia incrociate a guardare il nulla.

O meglio, a pensare. Perché, si, signore e signori io so pensare! E in questo periodo mi riesce anche piuttosto bene.

Il centro dei miei pensieri è, ovviamente, il Signor Demone Maggiore Sesshomaru Taisho.

Dunque, Kagome ha detto che devo aspettare il momento opportuno, quindi sicuramente non posso fiondarmi nella sua stanza a chiedergli perdono in ginocchio per la cagata stratosferica che ho fatto.

Bisogna aspettare, anche se è una delle cose più difficili che abbia mai fatto. E se Kagome si sbagliasse? E se lui pensasse veramente solo a Rin?

-AYAME!-

Sobbalzo e mi giro di scatto, trovandomi a cinque centimetri dal viso di un Inuyasha piuttosto nervoso.

-E' da dieci minuti che provo a chiamarti!-

-Scusa, Inucchan. Ero persa nei miei pensieri.- dico poggiando i palmi delle mani uno sopra l'altro e facendo la mia migliore espressione da cucciolo indifeso.

-E piantala di chiamarmi Inucchan!-

Gli faccio la linguaccia e lo invito a sedersi a fianco a me.

So che dovrò sorbirmi il terzo grado di Inuyasha, ma alla fine è anche giusto così: è mio fratello e deve far parte della mia vita anche se non saprà mai chi è la causa del mio malumore.

-Ma dimmi, Aya-chan.- dice mettendomi un braccio attorno alle spalle. Questo non prevede niente di buono...

-A cos'è che pensavi? O meglio:a chi?-

Lo sapevo io!

-A nessuno!- dico distogliendo lo sguardo e diventando rossissima.

Inuyasha sorride malizioso e mi risponde con un “Si,e io sono la regina di Inghilterra”.

-Beh,- sussurro -Come età e capelli ci siamo...-

Mi guadagno un'occhiataccia da Inuyasha, ma la sua battutaccia viene interrotta da Sesshomaru che entra in sala e ci guarda con le sopracciglia aggrottate.

-Dove l'avete messo il telefono?-

-Devi chiamare di nuovo Kagura?- gli chiedo con una punta di fastidio nella voce.

Sesshomaru mi fulmina con lo sguardo.

-Non è affar tuo. Dov'è?- chiede riferendosi al telefono che io sto spingendo tra i cuscini del divano.

-Non ne ho idea! Sarà a casa sua a guardarsi la tv. O fuori col fidanzato, sempre se ce l'ha.-

-Il telefono.- precisa lui.

-Boh.- gli rispondo io guardandolo angelica, facendogli ben intendere che se non chiama Kagura stiamo tutti meglio, me per prima.

Sesshomaru aggrotta le sopracciglia. -Userò quello in camera mia.-

Azz...

Mi giro e mi imbroncio.

Vedo con la coda dell'occhio che Inuyasha è rimasto immobile, nella stessa identica posizione di qualche minuto prima.

Chissà a cosa sta pensando...

-Per tutti i Kami...- esclama ad un certo punto.

Io mi giro a guardarlo e noto che ha gli occhi e la bocca spalancati –quasi quasi mi aspetto di vedere la bavetta alla bocca- e mi sta guardando come se fossi una foca che tiene una palla in equilibrio sul naso.

-Inuyasha?-

-Non ci posso credere…-

-Inuyasha? Vuoi dirmi che cavolo ti prende o devo indovinare io?- lo riprendo innervosita.

-Tu… tu e… tu e Sess…-

Non riesce a finire la frase perché lo soffoco con il cuscino e glielo tengo premuto sulla faccia fino a che non smette di blaterare.

-Hai finito, razza di checca isterica?-

Lui annuisce e io gli tolgo il cuscino dal viso, facendogli prendere una boccata d’aria.

Mi metto un dito davanti al naso, intimandogli di stare zitto, e gli faccio strada fino alla mia camera, dentro la quale ci chiudiamo.

-Ayame. Dimmi che ho capito male.- dice Inuyasha, terribilmente serio.

-Hai capito male!- dico immediatamente e Inuyasha sembra rilassarsi. –Lui non c’entra nulla. Sono io.-

Inuyasha spalanca gli occhi scioccato e io abbasso la testa, sommersa da quel suo sguardo inquisitore.

-Ayame… ma…-

-Mi spiace Inuyasha, proprio non ho potuto farne a meno. Ti prego di non essere in collera con me… e ti supplico Inuyasha: non devi dirlo a nessuno!-

Mio fratello stringe i pugni a mi guarda deluso. –Proprio lui… con tutti quelli che… Non lo accetto, Ayame!-

A quel punto quasi scoppio a piangere, quindi purché ciò non accada mi metto ad urlare.

-Perché pensi che io accetti questa cosa, eh Inuyasha? Pensi di capire come mi sento, come soffro ogni giorno? Tu non puoi sapere quanto sto male perché so che non sarò mai ricambiata, quindi non ti permetto di prenderla come una cosa personale! Non quando non ce ne sarà motivo: le cose resteranno per sempre così, a meno che non peggioreranno e, credimi, peggioreranno.

Non ti ho chiesto di accettarlo, ma tieni per te le tue opinioni.- sbraito, uscendo dalla camera.

Cavolo! Non è giusto che si arrabbi con me solo perché mi sono innamorata della persona che odia di più sulla faccia della terra!

Non controllo io i miei sentimenti, altrimenti mi sarei già innamorata di Bankotsu e tanti saluti.

-Ayame, santo cielo, dove stai andando?- mi chiede Izayoi, spuntando dalla cucina con un piatto bagnato in mano.

-Esco.-

-Fuori piove! Ti prenderai un accidente!- mi dice tutta preoccupata, attirando lo sguardo di papà dal divano.

-Non mi farò niente. Metterò il cappuccio.- dico prendendo la giacca a vento e uscendo alla fredda pioggia invernale.

Sento le proteste di Izayoi, ma non le do retta, esco dal cancello e lascio che la pioggia mi bagni il viso, mescolandosi alle mie lacrime.





Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Buona domenica a tutti, carissimi! Intanto, devo ringraziarvi: abbiamo superato abbondantemente le 100 recensioni ** Sono strasupermegafelicissimissima!!!! E ovviamente è tutto merito vostro: grazie infinite!

Aaaallora, intanto: spero che il capitolo vi sia piaciuto. Delusi dalla reazione di Sesshomaru? Speravate che si chiarissero? Eheh, ce ne vuole di strada ancora ^^

Comunque, sono un po' di fretta oggi, quindi vi spiego subito l'immagine: i due si danno le spalle e io l'ho inteso come un allontanamento (basta guardare che faccia ha Maru xD).

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio, come sempre!

Un bacione,

°°Samirina°°

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Capitolo 19
*** Quando capisci che la sfiga si metterebbe le lenti a contatto pur di trovarti. ***


Set Fire To The Rain



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19. Quando capisci che la sfiga si metterebbe le lenti a contatto pur di trovarti.

Rientro in casa circa un'ora dopo, bagnata dalla testa ai piedi.

Sgattaiolo al piano superiore cercando di fare il meno rumore possibile: non ho voglia che Izayoi si accorga che sono tornata, altrimenti attaccherebbe una solfa infinita, che è sicuramente meglio rimandare a domani mattina.

Passo davanti alla camera di Sesshomaru e la sento silenziosa, segno che sta dormendo.

Al contrario, dalla camera di Inuyasha provengono delle urla che posso sentire solo grazie al mio udito demoniaco: Kagome sta chiaramente urlando qualcosa ad Inuyasha dal telefono.

-Ma Kagome...-

-Kagome un corno! E' tua sorella, dovresti appoggiarla!-

Beh, almeno Kacchan è dalla mia parte...

Alzo le spalle e passo oltre, entro nella stanza adibita a biblioteca che confina con la mia camera, decidendo di leggere qualcosa visto che non ho sonno.

Apro la porta, convinta di poter rintanarmi lì dopo essermi fatta la doccia per stare in santa pace, invece vedo una luce fioca provenire da dietro uno scaffale.

Aggrotto le sopracciglia e sbircio dietro lo scaffale. Per poco non mi viene un colpo: Sesshomaru è seduto elegantemente su una poltrona e sta sfogliando l’ennesimo libro grande come un armadio.

Rimango per qualche secondo a guardarlo, chiedendomi se sia proprio quello il momento opportuno di cui ha parlato Kagome.

Decido che, no, non è quello. Così prendo un libro a caso dalla scansia e entro in camera mia, fiondandomi immediatamente sotto la doccia.

-E tu vorresti spacciarti per mezzo demone, Ayame?- mi dico mentre mi asciugo i capelli. -Codarda come sei?-

Scuoto la testa affranta e mi butto a peso morto sul letto. Sono sfinita, completamente.

Mi accoccolo sotto le coperte e apro il libro che avevo preso qualche minuto prima: Jane Eyre.

Sicuramente è un libro di mamma, perché io non ho mai letto classici di questo genere.

Mi abbandono all'odore inebriante delle pagine stampate ed entro nell'Inghilterra del 1820, dimenticandomi per qualche momento dei miei problemi.


***

Sto correndo, lo sento. Le mie gambe si muovono velocemente, per scappare il più lontano possibile.

Sento un dolore all'occhio, ma ho troppa paura per preoccuparmene. Il mio cuore batte forte e non ho più aria nei polmoni.

Mi costringo a correre più veloce, girandomi per una frazione di secondo per vedere quanto lontano sia il mio inseguitore affamato.

I lupi, cinque o sei non riesco a contarli, corrono con la lingua fuori e mi stanno per raggiungere.

Mi rigiro, con le lacrime che scorrono copiose dai miei occhi e continuo a correre.

Non voglio morire! Non voglio morire!

Penso a quel bel demone dai capelli bianchi come la neve e lo imploro di aiutarmi, come io avevo aiutato lui.

Ad un tratto inciampo e, allora, so che per me è finita: non rivedrò mai più quel demone.

Mi giro e vedo i lupi balzarmi addosso. Apro la bocca per urlare, ma nessun suono esce dalle mie labbra.


***


Mi sveglio di soprassalto, terrorizzata, e inizio a dimenarmi cercando di srotolarmi dalle coperte che mi sembrano ancora le zampe dei lupi che mi tengono imprigionata nella loro morsa ferrea.

Ad un tratto cado dal letto e sbatto, con ben poca delicatezza, il deretano a terra.

Continuo a scalciare le coperte finché non mi libero, poi appoggio la schiena al comodino e mi passo una mano sul viso, rendendomi conto di stare ancora piangendo.

Che incubo terribile. Mai mi era capitata una cosa del genere, un sogno così vivido e ricco di particolari. Sto ancora tremando dal terrore.

Mi alzo lentamente e mi attacco al comodino fino a che non mi rendo conto di aver recuperato la stabilità, poi poso lo sguardo sull'ora: le cinque e mezzo del mattino. Sicuramente non riuscirò più ad addormentarmi.

Sospiro e chiudo il libro ancora abbandonato sul letto, poi mi siedo cercando di riprendere possesso di me.

Ho seriamente bisogno di uscire da questa camera.

E così faccio: spengo l’abat-jour e mi chiudo la porta alle spalle, cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare i miei familiari: l’avete mai sentita Izayoi, quando si sveglia presto? No? Beh, siete fortunati. In quanto a malignità assomiglia a Ursula della Sirenetta.

Faccio un sorrisetto e apro la finestra della cucina, facendo entrare l’aria fredda che mi fa rabbrividire. Poso i gomiti sul davanzale e guardo il cielo buio e senza stelle.

Quel buio mi fa ritornare in mente il sogno, e tutte le immagini mi ritornano prepotentemente in mente, facendo aumentare nuovamente i battiti del mio cuore, ma più cerco di pensare ai particolari più sembrano sfuggirmi dalla mente.

Ci rinuncio, segretamente soddisfatta: meno ricordo di questo sogno, meglio sto. Anche perché non ne capisco il senso.

Immancabilmente, i miei pensieri corrono a Sesshomaru. Mi è mancato da morire in queste settimane, ma non ho mai avuto il coraggio di andargli vicino e parlargli, spiegarmi. Anche perché quando ci provo se ne va o mi congela con una delle sue uscite.

Eppure ho così tanta voglia di sentire ancora il suo sguardo su di me, le sue mani che mi sfiorano e, soprattutto, le sue labbra sulle mie. A quel pensiero arrossisco e mi crogiolo nel ricordo, uno dei più belli della mia vita.

Rimango a pensare per un tempo che mi sembra infinito e me ne rendo conto solo quando sento dei passi scendere le scale e, poco dopo, un’Izayoi sonnolenta fa il suo ingresso in cucina.

-Ciao mamma.-

-Ciao tesoro, cosa ci fai già in piedi?- mi chiede venendomi vicino e posandomi un bacio sulla guancia.

-Ho fatto un incubo stanotte, mi sono svegliata alle cinque e mezza e non sono più riuscita a dormire.- le dico ricambiando al bacio.

-Tutto bene?-

-Si, non ti preoccupare. Ti aiuto a preparare la colazione.-

Restiamo in silenzio per qualche minuto, durante il quale si sente solo il tintinnio delle stoviglie riecheggiare per la cucina.

-Ayame, cosa è successo ieri sera?- mi chiede ad un certo punto Izayoi, distogliendomi dalla contemplazione delle tazze da caffè.

Sospiro. –Ho litigato con Inuyasha, avevo bisogno di un po’ d’aria. Adesso sto meglio.- dico veloce e coincisa, senza voglia di dire altro.

Izayoi sembra capirlo perché non mi chiede altro, né del sogno, né della litigata con mio fratello e si fa solamente aiutare a preparare la colazione.

Le sono molto grata per questo, anche perché sono sicura che Inu sappia già tutto e, di conseguenza, anche lei. Sante madri del XXI secolo. Ma non avete altro da fare?!?!

Ad ogni modo all’ora prestabilita, Inu e figli (si, anche Sesshomaru!) scendono a colazione, anche se quest’ultimo, considerando che è obbligato a sedersi vicino a me, per rimediare a ciò sposta la sedia al limite del tavolo, accertandosi che le nostre aure non si sfiorino nemmeno.

Ovviamente questo non fa altro che deprimermi di più e passo tutta la colazione a uccidere con la forchetta la fetta di torta margherita che ho sul piatto.

Inuyasha, ad un certo punto, si degna di rivolgersi a me.

-Oh, ma la vuoi piantare?- sbotta infastidito.

Ok, forse era meglio se stava zitto.

Mollo la forchetta sul tavolo e, prima di rispondergli male davanti a tutti, mi alzo e me ne vado. Mio fratello, che non sopporta essere snobbato, mi segue scocciato.

-Ma che accidenti vuoi, Inuyasha? Litigare ancora?- gli dico ad un tratto girandomi verso di lui.

-La devi piantare!-

-Santo Dalai Lama! Qual è il tuo problema?- inizio a gridare. –Mi vuoi lasciare in pace, si o no?-

-Tu, Ayame, non ti rendi conto di quello che stai facendo!-

-Tu, Inuyasha, non ti rendi conto che a me di quello che a te va bene oppure no, non me ne frega un cavolo.- dico prendendo la cartella e uscendo dalla porta.

-Tutti, ma lui no!-

-Santo cielo! Io lo amo e non smetterò solo perché a te non va bene!-

-Stai sbagliando!-

-E LASCIAMI SBAGLIARE!- gli urlo in faccia, tanto forte che temo che abbiano sentito pure i vicini.

Inuyasha si zittisce e mi guarda sconvolto, dopo di ché porta lo sguardo dietro alle mie spalle e assume un'espressione a dir poco terrorizzata.

Mi giro lentamente, e incontro gli occhi infuocati di Kagome.

Ora, so perfettamente che quello sguardo non è per me, ma mi fa tremare ugualmente le gambe e mai e poi mai desidererei essere al posto di Inuyasha.

-Inuyasha! Sei un... un... Ma perché qualche volta non te ne stai un po' A CUCCIA?- dice Kacchan incazzata nera, sotto gli sguardi basiti di Sango e Miroku, che probabilmente non stanno capendo un cippa lippa di quello che sta succedendo.

Dopo le parole di Kagome, Inuyasha chiude automaticamente gli occhi, come se si aspettasse qualche strana catastrofe naturale. Tipo un meteorite o uno tsunami. Il che non mi dispiacerebbe, in questo momento, specialmente perché Sesshomaru sta uscendo adesso dalla porta.

A quella vista lo scruto e poi abbasso lo sguardo, incapace di sostenere i suoi occhi d’ambra.

Egli ci passa davanti, ignorandoci totalmente, mentre tutti noi restiamo in silenzio, guardando la sua maestosa ed elegante figura entrare in auto e partire diretto a scuola.

Cerco di non mostrare la mia sofferenza e mi avvio anche io, seguita subito da Kagome, Sango e Miroku, mentre Inuyasha rimane indietro e ci segue solo qualche secondo dopo sbuffando.

-Ragazzi… ci siamo persi qualcosa…- dice Miroku indicando sé stesso e Sango, la quale sospira pesantemente e tira un pugno sulla spalla al fidanzato, sussurrandogli un –Insensibile!- che tutti riusciamo a sentire.

Lancio uno sguardo di riconoscenza a Sango e ignoro completamente Inuyasha che non fa altro che guardarmi arrabbiato, guadagnandosi continue occhiatacce da Kagome.


La mattinata passa lentamente, sono distratta in continuazione e i miei pensieri sono divisi tra Sesshomaru e la litigata con Inuyasha, che spero risolvere al più presto. Ma tutto dipende da lui: doveva capire ciò che provo.

L’ora di Storia Giapponese arriva inaspettata e dolorosa. Appena Sesshomaru entra in classe il mio cuore inizia a battere più velocemente e lo stomaco mi si stringe in una morsa dolorosa.

La sua bellezza è qualcosa che mi destabilizza ogni volta: la sua pelle morbida e vellutata, dalle tonalità pallide come i capelli; mi piacerebbe da morire accarezzare quei fili d’argento, sentirli sotto le mie mani.

Persa tra i miei pensieri, noto poco dopo che Sesshomaru è seguito da Kagome, Sango e qualche altro loro compagno.

-Buongiorno professor Taisho.- diciamo tutti in coro.

-Oggi loro- dice indicando Kacchan e gli altri. –Passeranno quest’ora con noi. Trovatevi un posto.-

Kagome non esita e si fionda al mio fianco, mentre Sango si siede su un banco libero poco dietro di noi. Sorrido alla mia amica e sposto un po’ il libro, permettendole di vedere.

Sesshomaru si siede alla cattedra e tira fuori il suo libro, aprendo una pagina.

-Pagine 232. Gli Haiku- inizia attaccando con la spiegazione –furono creati in Giappone nel XVII secolo, più o meno durante il Periodo Edo, ma derivano dal tanka, componimento poetico di 17 sillabe. La lunghezza dei versi dipende dal contenuto dell'Haiku, purché sia sempre di 17 sillabe.

L'Haiku è una poesia dai toni semplici, senza alcun titolo, che elimina fronzoli lessicali e congiunzioni, traendo la sua forza dalle suggestioni della natura e delle stagioni: per via dell'estrema brevità la composizione richiede una grande sintesi di pensiero e d'immagine. Soggetto dell'Haiku sono scene rapide ed intense che rappresentano appunto, in genere, la natura e le emozioni che esse lasciano nell'animo del poeta. L'ultimo verso è, tradizionalmente, il cosiddetto riferimento stagionale (kigo), cioè un accenno alla stagione che definisce il momento dell'anno in cui viene composta o al quale è dedicata.-

Rimaniamo tutti in silenzio a quella spiegazione e l’unico rumore, oltre alla voce del sensei, è quello di alcune penne che prendono appunti.

Sesshomaru ci spiega le vite di alcuni autori, poi ci fa leggere alcuni Haiku. Mi piacciono molto, e anche Kagome sembra gradire, visto che mangia con gli occhi tutti i versi.

-Ayame. Leggi tu i prossimi tre.- dice prendendomi in contropiede.

Mi schiarisco la voce e inizio a leggere gli Haiku, con una pausa tra l’uno e l’altro.

-“Senza di te la distanza mi nega una rosa,

neanche il ricordo regala luce all’attesa,

solo le tue labbra sono l’unico mio desiderio”- dico con voce chiara e sicura, mettendo ciò che sento in ciò che leggo, come se stessi dedicando la poesia al mio Sesshomaru.

-“Mi manchi tu infinitamente

e la mia ansia in un sepolcrale autunno

è un’alta marea incontrollabile”-

Mi manchi Sesshomaru, come fai a non capirlo? Come fai a non vedere le migliaia di emozioni che mi colgono ogni volta che ti vedo, ogni volta che mi stai a fianco?

-“Amami, amami come sei ,

lascia che sia il tuo sguardo di rosa

ad accarezzare i miei sentimenti…”-

Ora mi rendo conto della reale forma di queste poesie: brevi e coincise, eppure capaci di trasmettere sentimenti veri e profondi, in tutta la loro completezza.

-Basta così.- mi dice Sesshomaru, interrompendo la mia lettura, con un tono che a me sembra più basso del solito.

Kagome mi guarda rapita.

-Che c’è Kacchan?- le sussurro.

-Sei stata bravissima. Hai letto quei versi con un trasporto tale che anche Inuyasha è rimasto sorpreso.-

Mi volto verso di lui e lo vedo fintamente concentrato sul libro, poi alzo gli occhi e incontro quelli d’ambra di Sesshomaru. Il mio cuore salta qualche battito e abbasso subito lo sguardo, arrossendo.

Che abbia capito ciò che si agita nel mio cuore?

Ad ogni modo, durante le ore scolastiche non ho più occasione di incontrare Sesshomaru, nemmeno per i corridoi, fino all’ultima ora.

Entra in classe durante l’ora di Arte, interrompendo un lungo monologo sul Discobolo, insieme alla preside Kagura.

Appena la vedo, i miei istinti omicidi, assopiti, riemergono e penso a I 1000 e 1 modi per uccidere Kagura, scritto da Ayame Taisho, prossimamente in tutte le librerie.

-Bene ragazzi, come ho detto alle altre due classi, il professor Taisho ed io abbiamo organizzato una gita in montagna la prossima settimana, esattamente fra otto giorni. Partiremo la mattina presto, dormiremo in una baita e torneremo a casa nel pomeriggio del giorno dopo.-

Un grido di giubilo si alza dai miei compagni, prepotentemente interrotto da un “Basta!” di Kagura.

-Dicevo, con voi verranno la 2A e la 3C, e noi due saremmo i vostri accompagnatori. Vi preghiamo, anzi vi obblighiamo, di comportarvi bene, altrimenti la gita verrà annullata! Riceverete la comunicazione ufficiale tra qualche giorno.- dice, semplice, veloce, coincisa ed odiosa come al solito.

Sesshomaru ci spiega qualche altro particolare e ci raccomanda, nuovamente, di comportarci bene.

Da mio canto, io sono contentissima: la gita la faremo anche con Kagome, Sango, Miroku e Bankotsu. Ci sarà da divertirsi!

Senza contare che ci sarà Sesshomaru e dovremmo passare per forza 24 ore insieme: magari troverò anche il momento opportuno per dirgli ciò che provo, o almeno per farglielo capire, visto che ci sarà sempre Kagura in mezzo alle palle.

Quella donna mi irrita solo a pensarla! E già la odiavo prima, figuriamoci adesso quando la vedo sempre attaccata a Sesshomaru, come una seconda pelle. Per non parlare quando cerca di sedurlo.

Mi vengono i brividi solo a pensarci: sembra il pesce rosso dei miei vicini quando fa gli occhi dolci per ricevere un po’ di cibo.

Effettivamente, non so quanto i pesci rossi possano fare gli occhi dolci. Mah, passiamo oltre.

Ovviamente, la prima cosa che faccio quando vado a casa è cerchiare sul calendario il giorno della partenza.

-CHE COSAAAA?- urlo, quando vedo il quadratino con il giorno: sfiga vuole che, proprio quel giorno, ci sarà la Luna Piena.

-Merda, merda, merda…- continuo a dire mentre scendo le scale, diretta a pranzo.

Chissà come mai la fortuna è cieca, ma con me la sfiga ci vede benissimo.

-Cosa c’è, Ayame?- mi chiede mio padre non appena mi vede scendere con il passo di un elefante in un pavimento di parquet.

-C’è che il primo giorno della gita corrisponderà a quello di Plenilunio!- gli dico con voce strozzata.

-Oh… ma ci sarà anche il giorno dopo, no?- mi chiede papà, preoccupato.

-Non è questo il problema: andremo in montagna e il primo giorno faremo un’escursione. Tu capisci questo cosa vuol dire?- gli chiedo isterica, sperando che capisca la gravità della situazione. –Morirò!-

Mio padre alza un sopracciglio alla vista delle mi braccia spalancate teatralmente e scuote la testa sorridendo.

-Ci saranno i tuoi fratelli. Spero che in due riusciranno a tenerti in piedi per mezza giornata.- dice ridacchiando e affiancandomi nella strada per la cucina.

Sospiro amareggiata e mi siedo al mio posto, mentre mamma ci serve il pranzo.

-Sesshomaru?- chiede papà con la bocca piena.

-E’ a scuola.- dico io ricevendo un’occhiataccia da Inuyasha.

Me l’ha detto mentre uscivamo.- dico piccata. –C’eri anche tu, ma probabilmente eri troppo occupato a sbaciucchiarti con Kagome.-

Inuyasha arrossisce, mentre Izayoi e Inu si lanciano un’occhiata mezza maliziosa e mezza preoccupata, per l’evidente stato di tensione tra me ed Inuyasha.

Sto zitta per il resto del pranzo, immaginando tutte le varie disgrazie che sicuramente mi capiteranno durante la gita: cadrò in almeno due burroni e cadrò con la faccia sulla neve ogni due passi. Per non parlare di tutti quegli alberi! Tremo al solo pensiero!

-Bene, vado a fare i compiti!- dico, ancora con la bocca mezza piena, alzandomi di scatto e fiondandomi in camera, sotto gli sguardi basiti dei miei familiari.

La verità è che non ho voglia di stare vicino ad Inuyasha: per quanto voglia fare pace, ce l’ho parecchio con lui.

E come potrebbe essere il contrario? Mi ha ferita tremendamente con il suo comportamento, mettendo l’odio per suo fratello al di sopra dei miei sentimenti.

Scuoto la testa e apro il libro di matematica, iniziando a fare gli esercizi, da me tanto odiati.


Un paio di ore dopo chiudo il libro, completamente sfinita e prendo il telefono, componendo il numero di Kagome.

-Ehi, Kacchan.-

-Ciao, Ayame. Come stai?-

-Insomma! Ho appena finito matematica. Non so come, ma ha il potere di prosciugare tutte le mie energie.-

Kagome resta in silenzio per qualche secondo. –Non intendevo in quel senso.-

-Ah…-

-Allora, come stai?-

-Sinceramente? Di merda, Kacchan.- dico con un sospiro, provando uno sfarfallio allo stomaco quando sento la voce di Sesshomaru, appena rientrato, che saluta i miei familiari.

-Lo sapevo io! E’ tutta colpa di Inuyasha! MI SENTI, INUYASHA? SEI UNO SCEMOOOOOO!-

-Kagome, per le mutande di Merlino, mi hai assassinato un timpano!-

-Scusa, Aya-chan… ma mi ha sentito secondo te?-

-Non ne dubito…- dico ironica.

-Io ho provato a parlargli, ma ha la testa più dura di un cocomero!-

Alzo le spalle al nulla, e sospiro. –Non ci puoi fare niente Kacchan, ma non litigate per me. Non ce n’è bisogno. Lo so che Inuyasha ha ragione, ha perfettamente ragione…- lascio in sospeso la frase, non sapendo più come continuare.

-Ayame, testa di rapa! Non devi ascoltare quello che dice quello scemo! Voi due siete fatti l’uno per l’altra e non te lo dico solo per consolarti. E’ così, ed è proprio per questo motivo che Inuyasha si è arrabbiato così tanto: dopotutto se lui non ricambiasse il problema non si porrebbe, no?-

Rimango interdetta. Kagome sta davvero dicendo che Sesshomaru ricambia i miei sentimenti? Sogno o son desta?

-Kacchan, cosa stai dicendo?- dico in un sussurro.

Kagome, dall’altra parte della cornetta ridacchia. –Quello che ho detto, Aya-chan. E credimi, questa gita sarà rivelatrice: me lo sento!-




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Buona domenica a tutti! Come va la scuola? Personalmente, non vedo l'ora che arrivino le vacanze di Natale .-.

Beh, passiamo alle cose importanti: ma grazie infinite per tutte le vostre magnifiche recensioni ** Mi migliorano decisamente la giornata! E ovviamente grazie a chi ha aggiunto la storia in una delle proprie liste ;)

Dunque, il capitolo: spero vi sia piaciuto come quello della settimana scorsa. Diciamo che in questo capitolo Sesshomaru fa solo da comparsa, ma è importante per capire i sentimenti di Ayame e di Inuyasha. No, lui non è per nulla felice della situazione. Premetto che la spiegazione degli Haiku l'ho presa direttamente da Wikipedia, dato che non sapevo nemmeno che esistessero prima di fare qualche ricerca, e anche quei tre che ho riportato li ho trovati in giro per il web.

Che ne pensate di Kagome? Il suo ruolo è molto importante nella vita di Ayame e, dopotutto, è anche l'opposto ;)

L'immagine: a dire il vero non c'entra nulla con il capitolo, prendetela come uno dei tanti pensieri che Ayame fa prima di andare a nanna xD

Beh, è tutto: un bacione e alla prossima settimana ;)

°°Samirina°°

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Capitolo 20
*** Quando capisci che gli evidenziatori ambulanti sono un pericolo per la comunità. ***


Set Fire To The Rain



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20. Quando capisci che gli evidenziatori ambulanti sono un pericolo per la comunità.

DRIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

Chi è che rompe? Io voglio dormire!

-Ayame, svegliati! E' il giorno della gita!-

Voglio decisamente dormire!

-Dai, Ayame, lo so che sei sveglia!- mi urla Kagome in un orecchio.

Un attimo... cosa ci fa Kagome a casa mia?

-Dai, Aya-chan! Io mi sono già lavata!-

Ah, giusto: oggi si va in gita e ieri sera Kacchan si è fermata a dormire a casa nostra.

-Mi alzo, mi alzo...- sbadiglio, cercando di mettere a fuoco quello che mi sta intorno.

Sbuffo, come ogni volta, per la fastidiosa mancanza di colori e odori.

-Come fate voi umani a sopportare colori così sbiaditi ogni giorno?- chiedo leggermente scorbutica in direzione di Kagome.

Lei mi fa la linguaccia e mi spinge in bagno, lanciandomi i vestiti dietro.

Mi lavo i denti e il viso lentamente, poi tolgo il pigiama e metto i vestiti pesanti: essendo umana sento molto il freddo e andare in montagna con la neve non aiuta per nulla. Perché non ho deciso di rimanere a casa?

-Aww, Aya-chan, come sei carina!- mi dice la mia amica con gli occhi a cuoricino.

-Kagome, esci dalla modalità Fluffluosa.- le dico atona, giù pregustando le terribili scivolate che mi aspetteranno non appena varcherò la porta della mia camera. Perché si, anche le scale sono un problema!

Mi attacco al corrimano con tutte le mie forze e mi sforzo di mettere un piede davanti all’altro e centrare i gradini: oltre al mio scarso equilibrio, ci si mette pure il sonno che mi fa sbadigliare ogni secondo. Kagome è dietro di me che non sa se tenermi per un braccio oppure togliersi dai piedi.

Comunque, arrivo a metà scale ancora viva e senza escoriazioni. Purtroppo per il mio povero cuore, mi passa vicino Sesshomaru.

Si ferma solo per un secondo e mi guarda alzando un sopracciglio, poi ci da le spalle e continua la sua discesa.

Kamisama, perfino quando scende le scale è bellissimo!

A quel punto inciampo sui miei stessi piedi, come c'era da aspettarsi. Effettivamente, sono sorpresa di essere riuscita ad arrivare viva fino a questo punto.

Mi sento cadere in avanti e chiudo gli occhi, cercando qualcosa a cui aggrapparmi che, ovviamente, non trovo.

Aspetto l’impatto molto doloroso con gli spigoli dei gradini, ma il mio corpo viene sollevato in aria e vengo portata in posizione orizzontale.

Mi azzardo ad aprire gli occhi solo quando la testa smette di girare alla velocità della luce e, inaspettatamente, incontro due occhi d’ambra contornati da un viso dai lineamenti perfetti.

Ayame, ci ricordiamo come si fa a respirare? Inspiro, Espiro, Inspiro, Espiro…

Il demone mi guarda attentamente con gli occhi un po’ socchiusi, come se mi stesse studiando, e io non posso fare a meno di arrossire sotto quello sguardo indagatore.

Subito mi do della stupida: a così poca distanza lui può sentire il mio cuore che batte a mille e può vedere le mie guance infiammate come pomodori.

Dopo qualche secondo mi lascia scendere e se ne va senza dire un’altra parola, lasciandomi con lo stomaco stretto e il cuore che batte a trecento all’ora.

-Aya-chan, tutto ok?- mi chiede Kagome facendo gli scalini due a due (quanto la invidio!) e poggiandomi la mano sulla spalla.

Io annuisco, incapace di parlare.

Kagome ride della mia espressione e mi tira verso la cucina, salutando i miei genitori e Inuyasha che sono già seduti a ingozzarsi.

-Buongiorno. Pronte per la partenza?- ci chiede Izayoi, dolce come al solito.

Kagome annuisce entusiasta, mentre io mi accascio sulla sedia, ogni secondo più depressa.

-Non sarà così male, Ayame…- mi dice Kagome, per tirarmi su il morale.

Scoppio a ridere, isterica. –Ripetimelo durante l’escursione tra la neve.-

-Sono certo che Bankotsu sarà più che felice di portarti in braccio per tutta la strada.- dice Inuyasha, improvvisamente.

Non rispondo alla sua frecciatina, limitandomi ad ascoltare Kagome esclamare un –Inuyasha!­- e lanciargli un’occhiataccia.

Mio fratello alza le spalle.

Io sospiro e mi passo una mano tra i capelli –castani- strizzando gli occhi dal nervoso.


-Siete sicuri di aver preso tutto?- ci chiede Izayoi.

-Si, mamma.- rispondo io e mi metto il borsone in spalla.

-Inuyasha? Pigiama, spazzolino, si?-

Izayoi è decisamente più agitata di noi per questa gita.

-Si, mamma. Ho tutto.-

-Sessh…- Izayoi si gira verso Sesshomaru, pronta a fare anche a lui una lista delle probabili cose dimenticate, ma si blocca alla vista del suo sopracciglio alzato e della sua espressione contrariata.

Io e Kagome ci guardiamo e ridacchiamo di nascosto.

-Arrivederci!- saluta Kagome, uscendo dalla porta, mentre io ed Inuyasha la seguiamo.

Izayoi e Inu ci salutano dalla porta, mentre noi tre ci stiamo per avviare a scuola a piedi, con le nostre borse sulle spalle.

-Salite.- dice una voce gelida dietro di noi.

Tutti e tre ci congeliamo letteralmente sul posto, e ci guardiamo prima di girarci simultaneamente verso Sesshomaru, il quale ci fissa dal finestrino della sua auto.

D’accordo… dov’è la fregatura?

-Allora? Se non vi muovete vi lascio qui.- dice alzando un sopracciglio e facendo rombare la sua auto.

Inuyasha è immobile, mentre io mi apro in un sorriso a trentadue denti e prendo Kagome per un polso trascinandola verso la macchina.

Sesshomaru ci apre il bagagliaio e, una a una, impiliamo le valigie a fianco alla sua.

Inuyasha guarda suo fratello come se gli fossero improvvisamente spuntate due teste e quattro occhi e si accomoda, ancora sorpreso, nel sedile posteriore della macchina.

Kagome, ovviamente, prende posto vicino a lui e io rimango in piedi davanti alla porta, con un’espressione da cretina.

Allora, diciamocelo: questa situazione sta realmente iniziando a stancarmi.

D’accordo che Kagome vuole che io sia felice e desidera prendere il posto del putto alato col culo per aria, alias Cupido, ma Sesshomaru, grande demone centenario acuto come una tigre, potrebbe anche capire ciò che lei sta cercando di fare, o no?

Alzo le spalle e mi siedo di fianco a Sesshomaru, nel bel sedile in pelle. Rabbrividisco al contatto con la stoffa fredda e il demone maggiore sembra accorgersene, infatti accende il riscaldamento al massimo e in poco tempo nell’abitacolo si diffonde un calduccio rassicurante.

Bravo cagnolone!

Sesshomaru guarda attentamente la strada, stringendo delicatamente il volante con una mano sola e mi incanto a guardare il suo profilo, così perfetto e armonioso.

Questo ragazzo, sebbene probabilmente non ne sia a conoscenza (oppure ne è a conoscenza ed è così sadico da approfittarsene senza riserve), ha un’ascendente su di me che quasi mi spaventa: gli basta un’occhiata e io perdo presa sul mio corpo, oltre che sui miei due poteri e sul mio cervello. In pratica: mi frega non appena i suoi regali polmoni si espandono innescando una complessa catena, che ora non sto qui a spiegare, che permette alle sue due sottili labbra di separarsi e di far scivolare fuori il fiato.

Ok, ok, basta pensieri smielosi. Piuttosto godiamoci le nostre ultime ore di vita.

Dunque…

-Posso accendere la radio, Sesshomaru?-

Il diretto interessato non risponde, per cui, molto liberamente, prendo il suo silenzio come un’affermazione.

Inizio a cambiare stazione, finché non arrivo ad una dove stanno trasmettendo una canzone che reputo carina: Non ho mai smesso di Laura Pausini.


Hai visto il giorno della mia partenza

Nel mio ritorno c'è la tua poesia

Stare lontani è stata una esperienza, comunque sia

Non ho mai smesso di amare te

Non ho mai tolto un pensiero a te

Non ho mai smesso”


-Fa schifo!- sbotta Inuyasha, al secondo verso della canzone.

-Sempre simpatico come delle sardine sott’olio…- sussurro acida, prima di chiudere definitivamente la radio, visto che sicuramente, con l’umore che si ritrova, non gli andrà bene nessuna canzone.

Guardo dallo specchietto retrovisore e vedo che Kagome scrive qualcosa sul suo cellulare e poi lo mostra al fidanzato.

-Stronzate.- dice lui.

Kagome scrive qualcos’altro.

-Tsk! Voglio proprio vedere come finirà questa storia. Bene per lei, no sicuramente. Verrà il giorno in cui gli dirò “Te l’avevo detto!” e a quel punto…-

-Non parlare come se non ci fossi!- sbotto mettendomi in ginocchio sul sedile e guardandolo negli occhi.

Lui ghigna, in modo alquanto inquietante e non mi risponde.

Kami, datemi la pazienza, perché domani a quest’ora starò pestando Inuyasha come uno zerbino.

Vedo con la coda dell’occhio che Sesshomaru ci scruta, diffidente, senza capire nulla di ciò che ci stiamo dicendo.

Pochi minuti dopo arriviamo a scuola e vedo due pullman che aspettano solo noi davanti al parcheggio.

Sesshomaru parcheggia la sua lucente auto con una mossa felina, poi ci fa scendere tutti e ci passa le nostre borse, dirigendosi poi verso la preside Kagura.

Sango e Miroku ci vengono incontro.

-Non ditemelo: gli avete fatto mangiare una zolletta di zucchero, stamane!-

Io scoppio a ridere. –No Miroku, probabilmente il Natale che si avvicina lo ha fatto diventare più buono.-

Miroku mi fa l’occhiolino e mette un braccio intorno ai fianchi di Sango, iniziando a palparle il sedere. Pochi secondi dopo si sente lo schiocco di uno schiaffo.

Inuyasha e Kagome alzano gli occhi al cielo, mentre Sango guarda il fidanzato con rabbia, pronta a dargli un’altra sberla.

Io mi inizio a guardare intorno, avendo la bruttissima sensazione di non avere tutto sotto controllo: non sento i rumori, tutto alle mie orecchie è ovattato, e mi sembra continuamente di non riuscire a vedere chiaramente i colori e le forme.

Sono fottutamente sorda e cieca. E pensare che oggi i miei sensi amplificati mi sarebbero serviti più del solito.

Ad un tratto, vicino alla strada, noto una figurina colorata che agita le braccia nella nostra direzione. Aguzzo lo sguardo, cercando di capire chi fosse, ma ovviamente non vedo niente.

-Ehi, Inuyasha?- gli chiedo, ingoiando a fiotti l’orgoglio –Chi è quel tipo che agita le braccia?-

Inuyasha si gira verso il punto che gli indico e spalanca i suoi occhioni. –Oh, dannazione! E’ Jakotsu! Scusatemi.- dice allontanandosi da noi, e andando a rifugiarsi dietro uno dei pullman.

Che demone virile e coraggioso…

Mi avvicino alla figurina e, passo dopo passo, riesco a riconoscere Jakotsu e inorridisco alla vista dei suoi abiti: pantaloni verde mela, talmente stretti che giurerei di riuscire a vedere il sangue pulsare sotto la pelle, maglioncino aderente viola shocking e occhiali da sole.

-Gioia! Da quanto tempo!- dice il diretto interessato coinvolgendomi in un abbraccio stritolatore.

-Jako! Come te la sei passata in America?- chiedo, non appena riesco a respirare.

-Una meraviglia! Ma l’aria di Tokyo mi mancava. Uhuh, quella chioma argentata deve appartenere a tuo fratello Inuyasha! Certo che non me lo ricordavo così ben palestrato!- dice spalancando gli occhi in un’espressione di assoluto apprezzamento.

Seguo il suo sguardo e scoppio a ridere. –No, Jako-kun, quello è Sesshomaru, il fratellastro di Inuyasha. E il mio.- aggiungo, asciugandomi le lacrime.

-Wow. Me lo presenti?-

-Frena i tuoi bollenti spiriti, Jakotsu.-

Jako si intristisce. –Dici che è già occupato? Beh, vorrei ben dire, con un culo del genere…-

A quel punto Sesshomaru si gira nella nostra direzione e, anche se non riesco a vederlo bene in faccia, sono sicura che ci abbia lanciato un’occhiata infuocata.

Sospiro e cerco di cambiare discorso, per salvaguardare la nostra vita.

-Come mai sei qui?-

-Oh, ho accompagnato quella testa calda di mio fratello. Anche se mi è sparito di vista.- risponde, iniziando a guardarsi intorno, come se si fosse dimenticato di Bankotsu.

Io annuisco.

-Allora, me lo presenti tuo fratello?-

Scherziamo vero? Già mi immagino l’incontro tra Jakotsu (Jakotsu, intendiamoci!) e Sesshomaru: il primo che ci prova spudoratamente, lanciandogli occhiate languide e sparando apprezzamenti a tutto spiano, il secondo che aggrotta la sopracciglia, chiedendosi che razza di essere abbia avuto il coraggio di presentarsi al suo cospetto e magari pensando quanto inutili e ridicoli siano gli umani.

Anzi, sicuramente appena vedrà questa sottospecie di travestito che assomiglia ad un evidenziatore non ci penserà due volte e tirerà fuori i suoi artigli velenosi, eliminandolo all’istante.

Probabilmente andrà proprio così.

-Se il suo bel faccino è l’ultima cosa che vuoi vedere prima di raggiungere Bin Laden, allora posso anche accontentarti.- dico alzando le spalle.

Jakotsu scoppia in una risata.

-Ammettilo che ti piace!- esulta, spiazzandomi con un sorriso da 350 watt.

Che cosa?

Come avrà fatto a capirlo?

Non può essere così evidente! Sto facendo tutto il possibile per nasconderlo ad occhi esterni!

-Di chi… di chi stai parlando?-

-Come di chi sto parlando? Di Bankotsu, naturalmente!-

A quell’affermazione, per poco non mi sciolgo ai suoi piedi dalla contentezza. Come ho potuto pensare che uno come Jakotsu abbia così tanto intuito da scoprire il mio più grande segreto?

-Allora???-

-No, Jako-kun, no. E non capisco perché continuiate a dirlo tutti.-

-E’ così palese!-

Palese un corno! Se fosse davvero così palese, Sesshomaru l’avrebbe capito e non mi fulminerebbe con lo sguardo ogni volta che ci parlo.

-No, è palese che nessuno qui ha capito un accidente!- sbotto, attirando gli sguardi di un paio di gruppetti vicino a noi.

Arrossisco e abbasso lo sguardo, cercando di tenere un basso profilo.

-Ehi, fratello, la stai già torturando?-

Oh, KAMISAMA!

-No, no. Le stavo solo facendo qualche domandina innocente.-

Bankotsu alza un sopracciglio, incredulo. E ha ragione!

-Penso che i miei amici mi stiano cercando.- dico, per sfuggire a quella situazione imbarazzante.

Jakotsu mi saluta con una mano, augurandomi buon viaggio.

-Ehi, gioia: carino il nuovo colore di capelli!- mi urla da lontano.

A quel punto non so se tornare indietro e picchiarlo o scavarmi la fossa.

Non c'è che dire: Jakotsu quando ci si mette è simpatico come un ausiliario della sosta!


Siamo in viaggio da un paio d’ore. E’ orribile stare rinchiusi in questo catorcio, stretta tra il finestrino e Kagome, senza potermi nemmeno sgranchire le gambe.

Ma sapete qual è la cosa più terribile?

Mi scappa la pipì!

Ok, lo so che non è il caso di preoccuparsi tanto per una cosa del genere, non dopo tutti gli altri problemi che mi assillano al momento (Bankotsu dietro di me, Inuyasha davanti e Sesshomaru a pochi sedili di distanza, seduto con Kagura!) ma proprio non posso farne a meno!

La mia vescica implora pietà!

-Ayame, stai bene?- mi chiede Kagome, poggiandomi preoccupata una mano sulla spalla. –Soffri di mal d’auto?-

Guardo la mia amica malissimo. –Zitta, Kacchan, ci mancherebbe solo questa. No devo andare al bagno, a dire il vero.-

-Oh, tra qualche chilometro, prima di iniziare a salire in montagna, ci fermeremo in un AutoGrill.-

Sospiro, già pregustando il bagno che mi attenderà a braccia aperte, anzi a tavoletta alzata.

Ok, lo so che non faceva ridere, ma voi avete mai provato a fare battute con la vescica piena? Beh, io non ci riesco!

-Grazie al cielo.- sussurro, prima di rimettermi le cuffiette dell’IPod e perdermi tra le note.


-Bagno, bagno, bagno!- esclamo non appena scendiamo dall’autobus, nel parcheggio dell’AutoGrill.

-D’accordo, andiamo, ma smettila di saltellare, mi metti agitazione!- esclama Kagome, smettendo di cercare con lo sguardo Miroku e Sango che erano saliti sull’altro autobus.

-Grazie, Kacchan!- esclamo prendendola per il polso e trascinandola verso il bagno.

Seguiamo i cartelli e, finalmente, arriviamo al tanto agognato bagno.

Spalanco la porta e mi fiondo sul primo gabinetto libero.

-Ah, finalmente!- dico estasiata, risalendo le scale che ci avrebbero portate al parcheggio dove ci aspettavano gli autobus.

Kagome ridacchia.

-Kacchan?- la chiamo. –Per quanto io apprezzi quello che stai facendo per me… non litigate tu e Inuyasha, per favore.-

-Te l’ho già detto: io sto dalla parte di chi sta facendo la cosa giusta, Inuyasha o non Inuyasha.-

Scuoto la testa. –Inuyasha vuole la mia felicità, Kagome, ma lo sta dimostrando nel modo sbagliato. La mia felicità è lui e a mio fratello questo non va bene perché gli ha fatto cose terribili. Ma è cambiato.- sospiro osservandolo da lontano, mentre da indicazioni a un gruppo di ragazzi.

-E come potrebbe essere altrimenti?- mi dice di rimando Kagome, sorridendo. –Inuyasha capirà.-

Io annuisco e le sorrido.

-Forza, salite tutti quanti, altrimenti non arriviamo più!- ordina Kagura. –Stessi posti di prima e non fate confusione.-

A quel punto io e Kagome scoppiamo a ridere, sovrastando il chiacchiericcio dei nostri compagni.

Kagura ci lancia un’occhiataccia, ma non ci dice nulla, troppo occupata a mantenere l’ordine.

-Allora ragazzi.- esclama Bankotsu rimanendo in piedi, mentre noi altri ci accomodiamo sui sedili. –Adesso ci sarà la parte più divertente del viaggio: il Karaoke!-

Il ragazzo ci guarda tutti con gli occhi che brillano, mentre un altro tipo mostra a tutti i microfoni collegati all’autoradio del pullman.

Io guardo la mia amica e mi faccio piccola piccola nel sedile.

-Se qualcuno ti dovesse domandare: tu non mi conosci!-

Kagome ridacchia, ma annuisce, ben sapendo quanto mi vergogni a cantare in pubblico.

Bankotsu fa partire la musica e la voce di una ragazza inizia a cantare il testo di una canzone che non conosco. Poco dopo tutti i miei compagni si mettono a cantare con lei, inclusa Kagome.

-Ehi Ayame. Ti va di cantare qualcosa?-

Mi giro a rallentatore, spaventata dal possessore di quella voce, e mi trovo ad un palmo dal viso di Bankotsu. Faccio un salto sul sedile e arrossisco tremendamente, domandandomi per quale arcana ragione quel tipo debba sempre mettermi in imbarazzo e farsi vedere interessato a me nei momenti meno opportuni. Ovvero quando c’è Sesshomaru nei dintorni.

-Ehm… veramente… io non so cantare.-

Bankotsu alza un sopracciglio. –Perché ti sembra che la tipa che sta cantando adesso lo sappia fare?-

Ascolto più attentamente e, sebbene non abbia più il mio udito da demone, posso sentire delle note più acute che sicuramente non fanno parte della canzone.

Sposto gli occhi su Kagura e Sesshomaru e per poco non scoppio a ridere: la preside si preme i palmi delle mani sulle orecchie, mentre Sesshomaru, apparentemente rilassato, ha gli occhi chiusi e i pugni serrati, segno che non ne può più.

-Allora?-

-Non se ne parla Bankotsu. Non davanti a tutti!-

-D’accordo.-

Eh? Si è arreso così, con facilità? Wow!

-Però prima della fine della gita, quando saremo soli, mi canterai una canzone a mia scelta.-

Azz… c’è la fregatura!

-Affare fatto.- sempre se riusciremo a stare soli, ovviamente! Cosa che non accadrà!

-Però, pensa quanto si può comporre con sette note!- dice una ragazza poco distante alla sua compagna, che annuisce convinta.

E pensa con ventun lettere quanto si può rompere i coglioni. E che la acca è muta!

Sospiro e mi metto composta sul sedile e guardo fuori dal finestrino: stiamo già salendo, e fra poco scenderemo sulla neve fredda e scivolosa.

Santo Nicolas Cage, salvami tuuuu!

Però, devo ammettere che da qui il panorama è proprio bello: si riescono a vedere le piccole case e i grattacieli di Tokyo.

Oh, oh… cos’è questo giramento di testa?

Ommioddio, sto per svenire!

-Kagome?- dico con voce debole. –Credo di aver appena scoperto di soffrire di vertigini!-

Ora ne sono proprio certa… quando la sfiga mi cerca, riesce a trovarmi con estrema facilità!



Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Ciao a tuttissimi! Scusate per il ritardo, ma la scuola mi sta letteralmente uccidendo. E mancano 16 giorni per le vacanze di Natale T_T Non credo che sopravviverò! Comunque, come sempre vi ringrazio per le vostre bellissime recensioni! Troverete le risposte al più presto ;)

Allora, che ne pensate del capitolo? Eravate un po' tutti curiosi di sapere cosa sarebbe successo durante la gita, e questo è solo l'inizio! Beh, non posso fare a meno di mettere l'accento, almeno per un po', su Jakotsu, uno dei miei personaggi preferiti. Ammettetelo: quanto divertente è? XD

In quanto ad Ayame, è confusa: vorrebbe stare con Sesshomaru ed è gelosa, ma allo stesso tempo ne ha timore, perché non riesce a prevedere la sua reazione.

L'immagine: sono Ayame e Sesshomaru. Carina, vero? Come al solito, io l'ho solo modificata ;)

Spero che vi siate divertiti e che questo capitolo, perché no, vi abbia alleggerito un po' la giornata di studio.

Un bacione,

°°Samirina°°

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Capitolo 21
*** Quando capisci che devi considerare tutti i pro e i contro degli accordi. ***


Set Fire To The Rain



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21. Quando capisci che devi considerare tutti i pro e i contro degli accordi.

Non appena scendo dall’autobus sento l’aria gelida di montagna investirmi e non posso fare a meno di rabbrividire.

Dannata Luna Piena! Accidenti, accidenti, accidenti!

Sesshomaru ci dice di avviarci verso la baita, che ci avrebbe ospitati fino alla fine della nostra gita.

Tutti ci guardiamo intorno, cercando con lo sguardo questa fantomatica baita, ma non vediamo altro che alberi, sentieri tortuosi e tanta, tanta, tanta neve bianca.

-Mi scusi, Taisho-Sensei… io non la vedo proprio, questa baita.- dice una ragazza della classe di Bankotsu.

-Certo che non la vedi. E’ dietro quelle montagne, in una vallata. Sono almeno tre ore di cammino.-

Dopo aver pacificamente sganciato la bomba, Sesshomaru si volta e va a frugare nel gavone dell’autobus alla ricerca del suo bagaglio, mentre noi ci zittiamo di botto.

-Tre ore…- dice Kagome, scioccata.

-In mezzo alla neve e al ghiaccio, su e giù per i pendii…- entrambe ci guardiamo negli occhi con le bocche spalancate dallo stupore.

Non appena i nostri compagni metabolizzano la notizia, si levano dei sussurri di scontento che Kagura zittisce immediatamente con la sua occhiataccia.

-Tre ore di cammino…- ci sussurra Sango, non appena il nostro gruppo si riunisce.

Io non oso dire nulla, terrorizzata di interrompere quel fragile equilibrio che sono riuscita a creare tra il mio corpo e il mio cervello e che mi impedisce di farmi prendere dal panico.

Inuyasha recupera anche il mio bagaglio e me lo infila sulle spalle, guardandomi con aria tesa e preoccupata.

-Muoviamoci, voglio arrivare alla baita prima di domani mattina.- dice Kagura, iniziandosi ad avviare verso il sentiero più vicino, ovviamente quello che ai miei occhi è il più ghiacciato, il più scivoloso e il più ripido.

-Forza Ayame, dai, vieni…- dice Sango, tirandomi per un polso, visto che non ho intenzione di seguire il gruppo.

-Sto io con lei, voi andate avanti.-

Guardo Inuyasha con gli occhi spalancati: dovrebbe essere arrabbiato, come mai ha deciso tutto ad un tratto di stare solo con me? Ha intenzione di trattarmi ancora male?

Gli altri fanno come ha detto Inuyasha, così mio fratello ed io restiamo indietro di qualche metro.

Inuyasha mi tende la mano e io la afferro, titubante, facendomi tirare in avanti. Devo stare costantemente attenta: la neve è scivolosa anche con gli scarponcini e rischio di cadere in continuazione.

-Mi dispiace.- sbotta ad un certo punto Inuyasha.

Faccio in tempo a girare la testa verso di lui, sorpresa, che inciampo (che novità!) e cado sulla neve.

Mio fratello scoppia a ridere e si ferma a fianco a me, tenendosi la pancia. –C’è poco da ridere!- sussurro mentre mi alzo in piedi e riprendo a camminare, instabile.

-Aspetta!- Inuyasha mi affianca, smettendo di ridere, e continuiamo a camminare per qualche altro minuto, inoltrandoci nel bosco.

Mi concentro sul rumore lieve della neve che scricchiola sotto i nostri scarponi, sospirando. Mi dispiace avere l’opportunità di essere finalmente in mezzo alla natura e di non poterne godere appieno per colpa della mia immensa imbranataggine.

-Stavi dicendo, prima?-

Inuyasha sospira. –Ho sbagliato. Devo… non devo… dovrei…- inizia a balbettare portandosi una mano dietro la nuca, imbarazzato.

Alzo un sopracciglio, ma me ne sto zitta e lo lascio continuare.

-Avrei dovuto appoggiarti. Sono tuo fratello, no? E poi, effettivamente, non è poi così male. Ma tu non digli che te l’ho detto!-

Scoppio a ridere e salto al collo del mio fratellone, felice del fatto che abbiamo fatto pace. Inuyasha mi abbraccia a sua volta e poi mi prende per mano, così mi affido a lui, riuscendo a non cadere per parecchi metri.

Raggiungiamo gli altri e Kagome nota subito la serenità nei nostri volti, così con un urletto salta in braccio al suo fidanzato e gli stampa un bacio sulle labbra.

Mi giro imbarazzata e cerco di pensare a qualcosa che non siano i continui schiocchi che provengono da Kagome e Inuyasha e, di riflesso, quelli di Sango e Miroku.

Ma non hanno null’altro da fare?!?!

-Ayame!- cerco con lo sguardo il possessore della voce, e vedo Bankotsu sbucare dal gruppo di ragazzi davanti a noi.

-Bankotsu!- esclamo, sorridendo.

Il ragazzo guarda le due coppiette che si sbaciucchiano come se il mondo dovesse finire in questo istante e mi guarda con pietà.

-Ti porto via, vuoi?-

Annuisco speranzosa. –Si, ti supplico! E’ uno strazio sentire tutti questi schiocchi sulle orecchie. Tuttavia… mi sa che dovrai prenderti la responsabilità di farmi arrivare viva alla baita.-

-D’accordo! Sarò la tua Body Guard! Dunque, mia protetta- inizia, guardandosi intorno con aria da 007 –Facciamo quel sentiero: mi sembra molto meno ghiacciato e la neve non è ancora stata calpestata.-

-Non voglio affogare nella neve!- gemo, terrorizzata alla sola idea.

Bankotsu scoppia a ridere e mi prende per mano.

Sospiro affranta: mi sono già pentita di aver accettato la proposta. Ora Bankotsu si sentirà libero di prendersi troppe libertà e questo non va bene, no no!

Marciamo per qualche tempo senza parlare, e io devo togliermi almeno tre dei cinque strati di maglioni che mi sono infilata stamane: chi l’avrebbe mai detto che avrei avuto caldo a camminare sulla neve?

Effettivamente la teoria Bankotsu si è rivelata giusta: abbiamo superato molti dei nostri compagni e siamo quasi arrivati alla cima del gruppo, dove ci sono Sesshomaru e Kagura.

E soprattutto… NON SONO ANCORA CADUTA! Yeeeeeeeeee! =D

-Aya-chan…- sussurra ad un tratto Bankotsu, scuotendomi dai miei pensieri –Dunque… direi che ora siamo soli: devi rispettare il patto!-

A quelle parole sussulto, distolgo lo sguardo da terra e prendo una radice dritta nel piede, che mi fa inevitabilmente cadere.

Le ultime parole famose…

-Cazzarola!- sbotto, massaggiandomi il didietro, la parte che ha risentito più di tutte della caduta.

-Male?- mi chiede il mio compagno di avventura (o disavventura, che a dir si voglia), tendendomi una mano preoccupato.

-Beh, bene no di sicuro…- sussurro, riprendendo a camminare.

-Memories, dei Within Temptation.- dice ad un certo punto –La conosci?-

Sono tentata di dirgli di no, ma mi ritrovo ad annuire, per paura di ricevere una proposta ancora più terribile.

-Allora canta!-

In quel momento mi viene in mente il cartone Disney “La Sirenetta” (che i miei genitori avevano guardato ultimamente), nel punto in cui Ursula chiede ad Ariel di cantare e poi le ruba la voce.

Un attimo… Bankotsu non può rubarmi la voce, vero?

-Ayame?-

Io annuisco e ricreo la dolce melodia della canzone nella mia mente, poi inizio a cantare.


In this world you tried

not leaving me alone behind

There's no other way

I prayed to the gods let him stay

The memories ease the pain inside,

now I know why

All of my memories keep you near

In silent moments imagine you'd be here

All of my memories keep you near

Your silent whispers, silent tears

Made me promise I'd try

to find my way back in this life

I hope there is a way

to give me a sign you're ok

Reminds me again it's worth it all

so I can go home

All of my memories keep you near

In silent moments imagine you'd be here

All of my memories keep you near

Your silent whispers, silent tears

Together in all these memories

I see your smile all the time

All the memories I hold dear

Darling, you know I'll love you

'til the end of time

All of my memories keep you near

In silent moments imagine you'd be here

All of my memories keep you near

Your silent whispers, silent tears

All of my memories...”


-In questo mondo hai provato

A non lasciarmi indietro da sola.

Non c’è nessun’altra strada

Ho pregato gli dei di farlo restare.

I ricordi alleviano il dolore che ho dentro,

ora so perché.


Tutti i miei ricordi ti tengono vicino

Nei momenti silenziosi immagino che tu sia qui.

Tutti i miei ricordi ti tengono vicino

I tuoi sospiri silenziosi, lacrime silenziose.


Mi hai fatto promettere che avrei provato

A trovare la mia via del ritorno in questa vita.

Io spero che ci sia un modo

Di darmi un segno che stai bene.

Ricordami ancora che è tutto sbagliato

Così posso andare a casa.


Tutti i miei ricordi ti tengono vicino

Nei momenti silenziosi immagino che tu sia qui.

Tutti i miei ricordi ti tengono vicino

I tuoi sospiri silenziosi, lacrime silenziose.


Insieme in tutti questi ricordi

Vedo il tuo sorriso

Tutti i ricordi che possiedo, caro

Tesoro, lo sai che ti amerò

Fino alla fine dei giorni


Tutti i miei ricordi ti tengono vicino

Nei momenti silenziosi immagino che tu sia qui.

Tutti i miei ricordi ti tengono vicino

I tuoi sospiri silenziosi, lacrime silenziose.


Tutti i miei ricordi...-




Mi volto verso Bankotsu e attendo la sua reazione, che tarda ad arrivare.

Penso ad un rapido ed efficiente modo per attirare la sua attenzione, ma il fato viene in mio soccorso: inciampo.

-Aaaaahia!- esclamo, sentendo un dolore acuto alla caviglia.

-Ayame! Ti sei fatta male?- dice Bankotsu piegandosi a fianco a me.

-No, ho urlato per schiarirmi le corde vocali!- lo aggredisco.

-Penso di essermelo meritato! Ad ogni modo canti benissimo, mi hai stupito!-

Lo fulmino con lo sguardo. –Aiutami ad alzarmi, piuttosto.-

Bankotsu mi tende una mano, ma appena mi metto in piedi sono costretta a accucciarmi: la caviglia destra mi fa malissimo e non riesco a reggermi in piedi.

-Ti sei slogata la caviglia, Aya-chan…-

Nuooo, che intuito!...

-A quanto pare hai fallito il tuo incarico da Body Guard. Non credere che ti pagherò!-

Bankotsu ridacchia alla mia battuta e si inginocchia. –Forza, sali sulle mie spalle.- dice tranquillo.

Eheh… COSA?

-Seriously?!?!-

-Mh, mh.-

Sospiro e mi accoccolo sulla sua schiena, mentre egli si rialza e procede nella neve.

Come fa a stare in equilibrio, proprio non lo so. So solo che vorrei tanto, ma tanto, avercelo io, il suo equilibrio. Lo chiederò la prossima volta che soffierò le candeline.

Ad ogni modo viaggiare sulla schiena di Bankotsu è scomodo oltre ogni dire: ricevo continui scossoni e, quando perde leggermente l’equilibrio, ho la sensazione di cadere all’indietro.

Sicuramente stare in groppa a Sesshomaru sarebbe tutt’altra cosa. Chiudo gli occhi e mi immagino che al posto di Bankotsu ci sia Sesshomaru: i suoi capelli argentei mi solleticano il viso e le sue mani mi tengono per le gambe...

Okok Ayame! Niente sconcerie in pubblico! Riprendi il controllo di te, per l’amor di Dio!

Riapro gli occhi e, quasi casualmente, poso lo sguardo sul gruppo poco distante da noi. Con mio sommo orrore, vedo che siamo all’altezza di Kagura e Sesshomaru: entrambi, se solo girassero un po’ la testa, ci potrebbero vedere. Per Kagura non mi preoccupo, è talmente concentrata su Sesshomaru che non si accorgerebbe nemmeno di una valanga, così guardo il mio fratellastro: le sta dando retta e ad un tratto le dice qualcosa che la fa scoppiare a ridere.

Stringo più forte la presa sulle spalle di Bankotsu, presa dall’irritazione: come si permette quella lì di flirtare con il mio demone?

-Tutto bene, Ayame?-

Io cinguetto un –Si, Bankotsu. Una meraviglia.- talmente forte e talmente falsamente che spero che Sesshomaru se ne accorga.

-La caviglia?-

Scocco un’occhiata a Sesshomaru e vedo che sta ancora parlando con Kagura. Bene. Vuoi la guerra, Fluffy? E guerra avrai!

-Oh, mi fa ancora male, ma per fortuna ci sei tu che mi porti in braccio per tutto il viaggio. Non saprei come fare, altrimenti!- esclamo alzando sempre di più la voce. A quel punto, finalmente, Sesshomaru gira leggermente lo sguardo, posandolo su di noi.

Non mi sfugge l’occhiataccia che ci riserva, così appoggio il mento sulla sua spalla.

Ok, forse lo so che è infantile, oltre che tremendamente inutile, cercare di far ingelosire Sesshomaru con Bankotsu, ma odio con tutte le mie forze vederlo vicino a Kagura. Odio quando parla con lei, odio quando camminano fianco a fianco, odio quando lei gli fa gli occhi dolci, odio anche quando respirano la stessa aria!

E sia chiaro: non sono gelosa! Vorrei semplicemente che Kagura venisse seppellita adesso, in questo momento, da una valanga, talmente in profondità che nemmeno un branco di San Bernardo sarebbe capace di ritrovarla!

Dopo altri dieci minuti di cammino ci fermiamo in una radura, (Grazie Kami!) visto che siamo arrivati a metà del viaggio.

Bankotsu mi fa scendere e si sgranchisce un po’ la schiena.

-Scusa Bankotsu. Non devo essere proprio un peso piuma! Se solo non avessi perso i miei poteri demoniaci…-

Il ragazzo ridacchia. –Non ti preoccupare. Non è certo questa fatica che mi spaventa!-

Ridacchio imbarazzata, ma mi giro subito sentendo le grida di Inuyasha e Kagome che ci chiamano.

-Ehi, siete spariti per un’ora e mezza!- dice Kagome sedendosi a fianco a me nella neve.

Massi, Kacchan, rincara la dose. Ricordami ancora la mia imbranataggine fino alla fine dei secoli, amen.

-Abbiamo preso un sentiero meno accidentato, ma sono stata capace lo stesso di cadere.- sussurro imbarazzata. –Mi sono slogata una caviglia. Bankotsu mi ha dovuto portare in braccio per l’ultima mezz’ora.-

Stanno tutti zitti, tranne Kagome, che inizia a farmi domande a raffica riguardanti la mia salute.

-Sto bene, Kacchan. Domani mattina sarò guarita, non ti preoccupare.-

Kagome annuisce, ma non smette nemmeno per un secondo di guardarmi con preoccupazione. Assomiglia molto a Izayoi, in questo momento.

Vorrei dirle di Sesshomaru, ma suppongo che mi dovrò trattenere fino all’arrivo alla baita.

Cazzaroletta!

-Però, Ayame… così non stai tenendo un piede in due scarpe?- dice Inuyasha, facendo una battuta che riusciamo a capire solo io e Kagome, la quale si premura di far sentire a tutti i nostri compagni il suo disaccordo.

-INUYASHA!!!-

-E’ vero!-

-Ma stai zitto!-

Sospiro frustrata e scuoto la testa, salutando con un sorriso Bankotsu che va verso i suoi amici.

Non so se sono contenta che mi lasci sola, oppure se preferisco stare con lui piuttosto che con Inuyasha che non fa altro che lanciare frecciatine a destra e a manca.

-Andiamo a vedere il panorama, ragazzi?- suggerisce Miroku, cercando di calmare le acque.

Io annuisco e mi alzo in piedi, gemendo per il dolore alla caviglia che questo movimento ha causato.

-Sei sicura di farcela?-

Inuyasha! Al posto del cervello hai l'osso, come le seppie? Sono arzilla più o meno come una nonnina con il deambulatore!

Scuoto la testa in direzione di Inuyasha e lui mi prende in braccio.

Insieme a Miroku, Sango e Kagome superiamo alcuni alberi e, davanti a noi, si apre un panorama mozzafiato: il terreno orizzontale si interrompe bruscamente e si apre un burrone altissimo, una specie di incontro tra più pendii che formano una valle non molto grande, bianca di neve.

Il bianco paesaggio mi fa spalancare gli occhi dalla meraviglia, e non posso fare a meno di sorridere radiosa.

-Ne è valsa la pena, eh ragazzi?- sussurra Sango, teneramente abbracciata a Miroku.

Noi tutti annuiamo, mentre io mi stringo di più a Inuyasha, stampandogli un bacio sulla guancia e facendolo borbottare imbarazzato.

Mangiamo un panino a testa e poi Kagura ci richiama e ci intima di continuare il cammino.

Questa volta è Inuyasha a prendermi in braccio e devo dire che è molto più sicuro viaggiare sulle sue spalle che non su quelle di Bankotsu. Senza togliergli nulla, ovviamente.

Ad un tratto mi lascio scappare uno sbadiglio e realizzo che sono veramente stanca. Dopotutto la notte scorsa non ho dormito un gran ché a causa dell’ansia, quindi perché non utilizzare Inuyasha come letto provvisorio?

Appoggio la testa alla sua spalla e chiudo gli occhi, lasciandomi cullare dal passo cadenzato del mio fratellone.

Destra, sinistra, destra, sinistra, destra…


***

Attorno a me vedo tutto buio. Riesco solamente a distinguere il sentiero di terra battuta sulla quale sto correndo a perdifiato.

Tutto il mio corpo è teso per la corsa e io lo sprono a correre sempre più velocemente.

Sento il rumore delle zampe dei miei inseguitori e il loro respiro affannato sulla pelle, come se mi fossero appena dietro, mentre so che non è così, almeno non al momento.

Mi giro per accertarmene e con orrore vedo che i lupi, cinque mi sembra, sono sempre più vicini.

Mi rigiro e inizio a piangere, cercando di correre più veloce.

Imploro il demone bianco di aiutarmi, si salvarmi la vita, di non andarsene lasciandomi sola.

Poi inciampo.

Faccio in tempo a girarmi e a cercare di gridare, che i lupi mi balano addosso e i loro denti si conficcano nella mia carne.

***


-Ayame? Ayame?-

Sento qualcuno chiamarmi e riesco a riemergere dall'oscurità.

-Tutto bene, sorellina?- mi chiede Inuyasha non appena gli rispondo debolmente -Hai iniziato a borbottare qualcosa sottovoce e tremavi tutta.-

Stringo più forte le spalle di Inuyasha e cerco di ricacciare indietro le immagini del sogno che prepotentemente si affacciano ai miei ricordi.

-Ho fatto un incubo. E' tutto ok. Posso scendere? Ho voglia di sgranchirmi un po' le gambe.-

Inuyasha mi fa scendere riluttante e io inizio a marciare sulla neve, vicino ai miei compagni.

Ogni volta che appoggio il piede a terra vedo la Costellazione di Orione chiara e nitida davanti ai miei occhi, ma non importa: ho bisogno di schiarirmi un po' la mente.

E' la seconda volta che faccio questo sogno, ora me ne rendo conto.

Sono sempre inseguita dai lupi e, alla fine, inciampo e loro riescono a prendermi. Tuttavia, c'è un particolare, un particolare secondario che non riesco a mettere a fuoco... qualcosa di importante che mi dimentico sempre...

Continuo a pensarci per tutto il resto dell’escursione, isolandomi dalle allegre chiacchiere dei miei amici che, dopo qualche tentativo, non mi parlano più.

Probabilmente credono sia concentrata al fine di non inciampare. Beh, molto realistico, in ogni caso.

-Guardate, ecco la baita!- esclama Kagome ad un certo punto, indicandoci un puntino lontano che si distingue appena nel bianco.

Un sorriso compare inaspettato sul mio volto, per cinque validi motivi:

1) Per quanto il freddo della neve mi anestetizzi la caviglia, ho un male terribile e, ormai, penso di essere diventata un’ottima astronoma.

2) Non vedo l’ora di andare sotto la doccia: a causa delle cadute ho neve e aghi di pino anche… beh, avete sicuramente capito dove.

3) Sono curiosissima di vedere la reazione di Kagura quando saprà che non potrà dormire in camera con Sesshomaru.

4) Ho una voglia matta di dire a Kagome di quello che è successo con Bankotsu, mentre eravamo soli. Cioè, di quello che è successo con Sesshomaru, a causa (o per merito) di Bankotsu.

5) Sono STANCA MORTA!

6) … Ah, no avevo detto cinque! Scusate!

Insomma, alla fine arriviamo a questa baita che, più che una baita, assomiglia a una catapecchia. Non oso immaginare quanti spifferi ci saranno dentro. Grazie ai Kami che mi sono portata i maglioni pesanti!

Prima di entrare ci togliamo gli scarponi e li mettiamo ordinatamente sul lato destro della baita, poi entriamo tutti insieme.

L’interno, devo ammetterlo, è molto più carino di quanto avessi immaginato: è tutto in stile rustico, di quel colore tipico delle case di montagna che a me piacciono tanto.

Penso sia una piccola baita a gestione familiare (che tanto piccola non deve essere, visto che ospiterà poco meno di sessanta studenti urlanti e in preda agli ormoni) e all’interno c’è un delizioso profumo di pancake appena sfornati.

Il mio stomaco brontola in risposta, suscitando una risata ad Inuyasha, il quale si zittisce solamente quando gli pesto il piede con tutta la mia forza.

Pochi minuti dopo Kagura entra in quella che dovrebbe essere la hall con una vecchietta, probabilmente la padrona, che mi fa sussultare non appena la vedo: è piccola e rugosa, proprio il genere di vecchiette che vedrei bene nel ruolo di strega.

No, quello è di Kagura.

-Ragazzi, questa è la padrona. Come è ovvio che sia, dovete portare rispetto e non rovinare la baita. Sceglietevi le stanze. Avete il pomeriggio libero. Fate quello che volete, basta che non ci rimanete tra i piedi.-

Dopo aver ascoltato il discorso illuminante di Kagura, ci affrettiamo a scegliere le stanze. Ovviamente io , Kagome e Sango ci prendiamo quella da tre.

Lungi da noi l’idea di rischiare di stare in stanza con una come Shiori.

Saliamo le scale e apriamo la porta della stanza numero 18. L’unica cosa negativa di questa stanza è che è nel piano di quelle dei maschi.

Beh, almeno io e Sesshomaru saremo più vicini. Spiritualmente, ma comunque più vicini.

-Ehilà ragazze!- ci chiama Miroku, avviandosi con Inuyasha e altri compagni alle loro stanze.

-Ehi, ragazzi. Avete la stanza accanto alla nostra?- chiede Sango, dopo aver dato un bacio a fior di labbra al fidanzato.

Lui scuote la testa. –No, nella stanza vicino alla vostra c’è il professor Taisho.- dice tranquillo.

-Stai scherzando?- chiedo, terrorizzata.

-No.- dice una fredda voce dietro di me.

Mi volto e vedo la figura di Sesshomaru avanzare placida ed elegante verso di noi.

-Qualche problema?- aggiunge, rivolgendosi a me.

Io mi affretto a scuotere la testa, e lui ci supera ed entra nella sua stanza senza dire più una parola.




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Salve a tutti e buona domenica! Innanzitutto, ringrazio tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo. Vi adoro!!!

Chi di voi è stato a casa sabato? ** Io sono stata talmente bene che, quasi quasi, domani ripeto l'esperienza xD

Beh, passiamo alle cose importanti: cosa ne pensate del capitolo? Bankotsu si sta facendo più castelli in aria del dovuto, non è vero? E, secondo voi, Ayame riuscirà a trovare il suo momento opportuno prima della prossima glaciazione?

Sicuramente Kagura farà di tutto per metterle i bastoni tra le ruote, potete starne certi U.U

A proposito: la canzone è, appunto, Memories. Vi consiglio di ascoltarla, perché è veramente dolcissimissima **

E, un'altra cosa: qualcuno di voi ha capito la vera natura dei sogni ricorrenti di Ayame? Dai, dai, sono sicura che con un po' di impegno ci arrivate tutti!

Come ultima cosa, l'immagine: beh, credo sia l'ennesima che mi piaceva da morire e che, in qualche modo, dovevo inserire da qualche parte! Come al solito, io l'ho solo modificata ^^

Un bacione e spero recensirete in tanti!

°°Samirina°°

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Capitolo 22
*** Quando capisci che Kagura è pericolosa come la peste apocalittica. ***


Set Fire To The Rain



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22. Quando capisci che Kagura è pericolosa come la peste apocalittica.

Dopo quell’ennesima e terribile figura di merda con Sesshomaru, dentro di me nasce l’enorme desiderio di salire sul punto più alto della baita e provare a volare senza i miei poteri demoniaci.

Kagome mi trascina dentro la nostra stanza prima che svenga sul corridoio o che, peggio, scoppi a piangere istericamente davanti a tutti.

-Kacchan…- sussurro. –Com’è possibile che riesca sempre a combinare casini???- chiedo alla mia amica con un fil di voce.

-Su, su, Aya-chan.- dice Kagome, mentre mette negli armadi le poche cose che ci siamo portate via. –Cosa vuoi che ci sia di così grave?-

Io sospiro e le passo anche i vestiti di Sango, dopodiché racconto ciò che è successo quella stessa mattina con Bankotsu.


-Ok, lasciatelo dire, testa di cocomero: a volte sei tale e quale a tuo fratello! Non capite niente!- sbotta Kagome, mentre ci avviamo alla hall dell’albergo.

-Non l’ho fatto apposta, Kacchan. Ero arrabbiata!-

-Eri gelosa!- precisa Kagome con una smorfia.

Io abbasso la testa, triste. Kagome ha ragione: non ho capito niente. Non ho capito che anziché far ingelosire Sesshomaru dovrei dimostrargli quanto tengo a lui, dovrei essere io a espormi, visto che il primo è stato lui.

Lui mi ha baciata e io l’ho rifiutato! Ma, Kamisama, perché mi hai fatta nascere così cretina?

Scema Ayame, scema!

-Aya-chan?- mi richiama Kagome.

-Scusa Kacchan. Pensavo a quanto sono cretina.-

Kagome scuote la testa e mi mette la mano sulla spalla.

-Non darti la colpa, Ayame. Nessuno sa come comportarsi in questi casi.-

Io scuoto la testa. –No, hai ragione tu. Devo trovare il momento opportuno e devo scusarmi. E anche al più presto.-

Fa troppo male questa situazione.

Kacchan mi sorride e mi prende per mano, avviandosi verso una stanza che funge da salotto, dove molti dei nostri compagni si sono radunati dopo aver messo a posto le loro stanze.

Adocchiamo poco distante Inuyasha, Miroku e Sango.

-Ehi, Sango-chan!- dice Kagome. –Abbiamo messo in ordine anche i tuoi bagagli!-

-Grazie ragazze, siete dei tesori.- ci sorride Sango, dalla sua postazione in braccio a Miroku.

Mi accoccolo a terra, vicino alla poltrona su cui sono seduti Miroku e Sango e inizio a massaggiarmi distrattamente la caviglia.

Per qualche minuto i miei amici ed io parliamo del più e del meno, fino a che qualcuno non decide di proporre una battaglia a palle di neve.

Ovviamente Inuyasha e Miroku saltano subito in piedi e si uniscono al gruppetto, mentre Sango li segue poco dopo: le sfide risvegliano il suo spirito combattivo.

Io parteciperei volentieri, ma, d’altro canto, conciata così non durerei a lungo e sarei subito eliminata, quindi io e Kagome ci limitiamo ad uscire e ad osservare gli altri che giocano.

Ad un certo punto ci azzardiamo a camminare un po’ in mezzo alla neve, senza avvicinarci di molto al campo di battaglia, e ci rifugiamo sotto un pino.

-Allora, le cose tra te ed Inuyasha vanno alla grande, eh?- chiedo a Kagome.

Massi, facciamoci un po’ i cavoli suoi!

Lei arrossisce e nasconde il viso tra i capelli. –Già! E’ così dolce con me…-

Io le sorrido, felice. So quando Inuyasha ami Kagome e, visto che lei è la reincarnazione della donna che ha amato molti secoli prima, sono propensa a pensare che non se la farà scappare tanto facilmente.

Ad un certo punto, il diretto interessato si accorge di noi e con una mira da maestro, bisogna ammetterlo, mi lancia una palla di neve dritta in faccia.

Rimango per un attimo interdetta, con il viso ghiacciato e la neve che scende fin sotto il giubbotto.

Razza di… di mentecatto!

Mi alzo furiosa, faccio anche io una palla di neve, molto grande, e gliela lancio addosso.

Chissà per quale sfortunata combinazione di astri, Sesshomaru passa proprio in quel momento dietro ad Inuyasha, quest’ultimo si abbassa e… in quattro e quattr’otto il Principe dei Chiwawa Hitleriani si ritrova con la mia palla di neve spiaccicata in faccia.

Inuyasha scoppia a ridere, mentre io sbianco violentemente.

Come è possibile che capitino tutte a me?!?!

Sesshomaru si gira a rallentatore verso di me e, con molta grazia, si toglie la neve dal viso. A quel punto non so se sto per morire d’infarto davanti a tutta la sua bellezza o se sto per morire per mano sua.

Al contrario di ogni mia prospettiva (ovvero che la furia di Sesshomaru si concentri solamente sulla sottoscritta), egli con una mossa fulminea si china a terra e prende un'abbondante quantità di neve tra le braccia: Inuyasha non fa nemmeno in tempo a dire “A”, che si ritrova sommerso di neve bianca dalla testa ai piedi.

A quel punto sono io che scoppio a ridere talmente forte che sento male alla pancia.

Inuyasha mi guarda malissimo e io mi affretto a nascondermi dietro a Kagome. Non vogliamo mica polpette di Ayame, alla fine della gita.

Inuyasha ci raggiunge correndo e cerca di prendermi.

-Piccola peste, tutta colpa tua!- dice scherzosamente, mentre mi rincorre intorno a Kagome.

-Ehi- dice ad un tratto quest’ultima, cercando di salvarmi dalla furia distruttrice di Inuyasha –Non mi va mica bene che tu rincorra altre ragazze!-

Mio fratello si ferma di botto, prende Kagome per le braccia e la stringe a sé, poi la bacia. Vedo Kacchan che si scioglie tra le sue braccia e ricambia con amore il bacio, tuffando le mani tra i suoi capelli.

Rimango a osservali per qualche secondo, incantata, poi sento un familiare dolore all’altezza del cuore, così li lascio soli e vado vicino alla baita.

Mi rannicchio su una panchina che è malamente appoggiata ad un parete e guardo i miei amici tirarsi le palle di neve e insultarsi gratuitamente.

Ma come sono pucciosi…

Santo cielo, ma in che epoca sono finita? Io volevo vivere nelle foreste, volevo essere un’Amazzone!

Beh… magari proprio un’Amazzone no… magari una Ninfa…

-Oddio, ma cosa sto pensando?- sussurro a me stessa, scioccata.

-Me lo chiedo spesso anche io.-

Per poco non caccio un urlo. Mi giro e vedo che, in piedi al mio fianco, c’è Sesshomaru.

-Mai più.- sussurro portandomi una mano al cuore. –Ti prego, non farlo mai più!-

Sesshomaru guarda davanti a sé, ma sono quasi certa che le sue labbra si siano incurvate in un piccolo sorriso.

A quel gesto sento un calore pervadermi tutta e sono improvvisamente felice: insomma, Sesshomaru ha sorriso! E, cosa non meno importante, è qui con me e mi sta parlando anche se l'ho trattato malissimo.

Che sia questo il momento opportuno di cui ha parlato Kagome?

E anche se non lo fosse... che cosa ho da perdere?

Tanto vale tentare, toglierci ogni dubbio e metterci l'animo in pace. Un attimo... perché sto parlando al plurale? Ehi, tutti voi: Sesshomaru è MIO!

-Sesshomaru?- lo chiamo, timida.

Il mio Angelo Occidentale volta leggermente la testa e mi guarda con un sopracciglio leggermente alzato.

-Io volevo chied...-

-Sesshomaru!-

Chi è quel dannato che mi ha interrotto? Ah, certo... Kagura!

Brutta strega! Malefica, Voldemort e Jafar messi insieme ti fanno un baffo!

Sant'Ubaldo Baldassini, ti prego, manda una folgore dal cielo e colpiscila dritta in testa! Oppure dalla direttamente a me, la folgore: io so esattamente dove mettergliela!

-Sesshomaru!- chiama di nuovo la Strega, facendo finta di non essersi accorta di me.

Momento, momento... come si permette di chiamarlo per nome???

-Sesshomaru, volevo andare a fare una passeggiata, mi accompagni?- gli chiede, sorridendo. –E tu non sei a giocare con gli altri?- mi chiede non appena mi vede.

-A quanto pare no!- rispondo, scorbutica.

Kagura affila lo sguardo e mi guarda malissimo, a causa del mio tono di voce.

Beh, cos’altro si aspetta? Ha appena rovinato il momento opportuno che avevo faticato tanto a trovare per una stupida passeggiata!

Sesshomaru, d’altro canto, non le da retta e Kagura è costretta a ripetergli nuovamente la domanda.

-No, non ho voglia.- le risponde Sesshomaru e io, mentalmente, inizio a ballare la conga.

-Allora starò io qui con te.-

No! NO! Cazzarola, ma tornatene nella tua tana, e lasciaci in paceeeeeeeeeeeeeee!

La odio, la odio, la odio!!!

Restiamo tutti in silenzio per qualche minuto: io a pensare a come prendere Sesshomaru per un braccio e portarlo via da lì, Kagura a fissarlo e il diretto interessato a guardare il nulla.

-Tu non hai proprio nessun altro posto dove andare?- mi chiede Kagura ad un certo punto.

Io alzo lentamente lo sguardo e la fisso, Sesshomaru fa altrettanto, ma giurerei di averlo visto lanciarle un’occhiataccia.

-Si sta così bene qui, non è d’accordo?- le rispondo angelica. Sono sicura che in questo momento non desidera altro che uccidermi molto lentamente e dolorosamente.

E voi non immaginate quanto è ricambiata.


-No, non è possibile! Come fa quella donna ad essere sempre in mezzo?- esclama Kagome, non appena le racconto l’accaduto.

In questo momento siamo nella nostra camera: ci stiamo cambiando per andare a cena. E siamo tremendamente in ritardo, tra parentesi.

-Non lo so Kacchan, accidenti a lei!!!- ringhio, estremamente frustrata. –So solo che la detesto con tutto il mio essere, umano e demoniaco!-

Sento Kagome sospirare, poi si chiude in bagno. Intanto io mi spoglio e resto in biancheria intima, cercando qualcosa da mettere.

Opto per un paio di jeans e un maglione viola molto pesante e li poso sul letto.

-Aya-chan? Mi potresti passare i pantaloni neri, per piacere? Sono nel secondo cassetto.-

Inizio a rovistare tra i suoi vestiti. –Kacchan, non trovo nessun paio di pantaloni neri!-

Kagome sospira ed esce dal bagno, anche lei in intimo, e mi mostra i pantaloni neri che avevo proprio davanti agli occhi.

-Eheh… trovati!- esclamo, mettendomi una mano dietro la nuca, imbarazzata.

Ad un certo punto sento delle voci provenire da fuori la nostra stanza, ma non me ne preoccupo, almeno fino a che la porta non si apre e Bankotsu e Inuyasha entrano senza permesso.

Il sorriso muore sui loro visi e iniziano a squadrarci dall’alto in basso. In quanto a me e Kagome arrossiamo come dei semafori e iniziamo a gridare, fino a che i due non chiudono la porta.

Io e la mia amica ci guardiamo, ancora rossissime, e ci sbrighiamo a vestirci. Nel frattempo mi preparo mentalmente tutti gli insulti possibili ed immaginabili che ho intenzione di rivolgere a quei due idioti.

Quando siamo pronte, spalanchiamo la porta.

-Ma non si usa bussare, razza di trogloditi?- grido in faccia a due imbarazzatissimi ragazzi.

-Scusate… pensavamo foste pronte: Sango e Miroku sono già scesi…-

-Non mi importa quello che pensavate, io…- mi zittisco perché, proprio in quel momento, dalla stanza a fianco alla nostra esce Sesshomaru.

-Comunque, carino il reggiseno con i cagnolini, Ayame.- dice Bankotsu, guardandomi maliziosamente, senza accorgersi di nulla.

Arrossisco ancora di più e gli lancio un’occhiataccia terribile.

Quando riavrò i miei poteri demoniaci, vede cosa gli succede!

Sesshomaru chiude a chiave la porta della sua stanza e si avvicina a noi, perfettamente calmo e a suo agio, con la solita espressione fredda.

-Muovetevi, tra poco servono la cena.- ci sussurra, non appena ci passa a fianco.

-Si, Taisho-Sensei.- dice Bankotsu, altrettanto calmo, mentre io rischio seriamente di morire per autocombustione.

Che fine deplorevole...

Guardo Kagome e Inuyasha e sto per intimar loro di muoverci, ma li vedo entrambi imbarazzati a morte, tanto che non si guardano nemmeno in faccia.

Bankotsu scoppia a ridere. -Non ditemi che non vi siete mai in biancheria intima!- dice, alludendo forse al fatto che stanno insieme da un bel po', ormai.

-MACCHEPENSIIIII!- grida Kagome, arrossendo ancora di più e nascondendo il viso dietro le mani.

Mio fratello gli lancia un'occhiataccia degna di Sesshomaru e gli intima di farsi una valanga di cavoli suoi.

Io sospiro e alzo gli occhi al cielo, poi mi avvio in sala da pranzo, lasciando gli altri indietro.

Bankotsu mi affianca quasi subito.

-Ma tuo fratello non ha veramente mai visto una donna nuda? Sembra scioccato!-

-Non mi interessano gli affari privati di Inuyasha, santo cielo! Non mi sono mai documentata, in merito!-

Figuriamoci se vado a chiedere ad Inuyasha certe cose! Mi vergogno solo all'idea! Bleah…

-D’accordo… - sussurra, facendo cadere il discorso.

Mi giro a guardarlo, sorpresa da questa sua resa spontanea e senza condizioni.

E’ davvero bello, Bankotsu. Molto bello. Ma non può essere messo a confronto con Sesshomaru: lui è semplicemente splendido.

Sento inspiegabilmente voglia di vederlo, e al più presto. Aumento il passo e poco dopo, tutti e quattro, entriamo in sala.

Rimango bloccata davanti a ciò che mi si presenta davanti: c’è gente sopra alle sedie, gente che si rincorre e addirittura gente che si tira dietro le posate.

Caspiterina, sembra la Terza Guerra Mondiale!

Le uniche due persone sedute sono ovviamente i due professori, e fatalità sono seduti vicini.

Stringo la mascella e ruoto gli occhi al cielo, scocciata dall’ennesimo tentativo di Kagura di rimorchiare il mio Sesshomaru.

Mio… lo sto chiamando così un po’ troppo spesso… speriamo non mi sfugga anche in pubblico!

-Andiamo a sederci lì.- dice Kagome indicando dei posti non molto lontani dai due, così mi avvio di buon passo: chissà che non riesca a rovinare a Kagura anche questo momento.

Mi siedo e mi rendo conto che riesco a sentire abbastanza bene ciò che dicono: che mi stiano ritornando i poteri demoniaci?

-…io questi mocciosi non li sopporto proprio più…- sta dicendo Kagura. –INSOMMA! VOLETE FARE UN PO’ DI SILENZIO?-

Di conseguenza al suo grido tutte le posate tornano a posto e i nostri compagni si siedono tranquilli e sereni al loro posto.

C’è solo una ragione per questa improvvisa calma: Kagura fa paura! Molta paura!

-Certo che possiede una persuasione disarmante…- commenta distrattamente Inuyasha mentre giocherella con la forchetta.

Io ridacchio e spalanco gli occhi alla vista delle immense portate che stanno portando in sala.

La vecchietta di questa mattina è ferma sull’uscio della porta e coordina con voce gracchiante i vari figli, nipoti e pronipoti.

-Forza, forza, muovetevi, i nostri ospiti non possono aspettare per secoli! Asuka, con quei piatti! Non fare tremare quelle mani, nipote degenere! Aaaah, ai miei tempi i giovinastri correvano dalla mattina alla sera, senza oziare! Mah, gioventù bruciata!-

Io e Inuyasha ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere, nel sentire le parole della donna che, per inciso, non sta muovendo un dito.

-Ayame… cosa…?- mi chiede Bankotsu, a voce un po' troppo alta, dalla posizione davanti a me, guardandomi con gli occhi spalancati.

Aggrotto le sopracciglia, ma qualche secondo dopo capisco di cosa sta parlando: il giorno di Luna Piena è finalmente finito.

All’esclamazione di Bankotsu tutti si voltano di me, e vedono i miei occhi e i miei capelli cambiare colore, mentre io sento il potere demoniaco ritornare.

Mi guardo un attimo in giro, passando i miei occhi nuovamente neri su tutti i tavoli circostanti.

-Beh? Che avete da guardare?- sbotto, infastidita. –Lo spettacolo è finito!-

Gli sguardi di alcuni dei miei compagni restano puntati su di me per qualche altro secondo, poi tornano tutti ai loro affari.

Che razza di impiccioni…

-E’ stato magnifico!- esclama Bankotsu, adorante, neanche avesse visto l’ascesa al cielo della Vergine Maria.

-Eheh… non esagerare…-

-Ti assicuro che è stato stupendo, mai vista una cosa del genere!-

Santo cielo, mi ero dimenticata di quanto Bankotsu potesse essere insistente, a volte…

-Si, è stato stupendo!- scimmiotta Inuyasha, ghignando.

Gli lancio un’occhiataccia ed evito di rispondere a Bankotsu, sperando che se ne dimentichi e che la smetta di adularmi in questo modo imbarazzante.

Mangiamo cinque (e dico CINQUE!) deliziose portate, poi ci disperdiamo tutti quanti: c’è chi va in camera, chi rimane in sala da pranzo, mentre Inuyasha, Kagome, Sango, Miroku ed io ci riuniamo vicino ad un grande caminetto, acceso per l’occasione, che si trova in salotto.

Mi siedo davanti alle fiamme, beandomi del piacevole tepore, visto che avevo sofferto il freddo per tutto il giorno.

-Allora, cosa facciamo?- chiede Sango a voce alta.

-Io avrei un’idea…- sussurra malizioso Miroku, beccandosi immediatamente uno schiaffo dalla sua ragazza.

Tutti scoppiamo a ridere, almeno fino a che non vediamo entrare nella stanza Shiori con le sue amichette del cuore.

-Kagome! Giochiamo a Kagome Kagome!- sibila la vipera, sghignazzando.

Mi alzo, già pronta a cantarle l’Ave Maria in Turco-Cinese (che, per inciso, non esiste), che Kacchan salta in piedi e annuisce.

-Si, si, è da un secolo che non ci gioco! Io sto al centro!- esclama, contenta.

Noi la guardiamo stranita e perfino Shiori è sorpresa dal fatto che non abbiamo fatto storie.

Ci prendiamo tutti per mano, chi più impacciato chi meno, e iniziamo a girare intorno a Kagome, cantando.


In delle rovine in cui non si riesce a vedere il sole,

c’è un corridoio deserto

nel fondo del quale si trova una stanza

in cui ci sono dei bambini che il mondo ha dimenticato.

-Eccoti! Stavamo aspettando che tu venissi da tanto tempo!

Sono felice! Siamo tutti felici!

Ora vieni a giocare con noi!-

Kagome, Kagome,

non cercare di scappare!

Kagome, Kagome,

a cosa ti piace giocare?

Nel pomeriggio o all’alba

puoi unirti a noi!

Kagome, Kagome,

chi è l’uomo dietro di te?”


Alla fine del verso, sono proprio io che mi fermo dietro alla mia amica.

Non può indovinare al primo colpo! Siamo almeno in dieci, non può indovinare.

-Dietro di me c’è… Ayame!-

Sussulto, sorpresa.

-Ho ragione?- chiede Kacchan, aprendo gli occhi e voltandosi. I nostri occhi si incontrano e lei sorride, soddisfatta.

-Ma come hai fatto?- chiede Miroku, sorpreso.

-Indovino sempre. Quando ero piccola ci giocavo spesso, non ho mai sbagliato una volta.- dice sorridendo e mettendosi al mi posto.

Io mi siedo a terra, mettendo le mai davanti agli occhi. Anche io ci giocavo spesso, da piccola.


In un orfanotrofio nel profondo della foresta

Si studia una scienza proibita

Col cervello dei bambini

si cerca il segreto dell’immortalità.

I bambini dell'orfanotrofio giocano con i professori

cantando una canzone questi li circondano formando una gabbia.

Kagome, Kagome,

alcuni perdono a questo gioco.

Kagome, Kagome,

non puoi scappare da qui!

All’alba e al pomeriggio

c’è una decapitazione.

Kagome, Kagome,

chi è l’uomo dietro di te?”


Mi concentro e cerco di capire chi c’è dietro di me. Ascolto i rumori e annuso gli odori. Ad un tratto un’immagine mi balena in mente: Miroku. E’ Miroku dietro di me, ne sono sicura.

Però… dalla porta è appena entrato qualcun altro.

Un intenso odore di neve e giornate invernali mi invade.

Sesshomaru…

-Dietro di me c’è… Sesshomaru!- esclamo. Mi alzo e mi giro.

Ho ragione: Sesshomaru mi sta fissando dalla porta e io gli sorrido, felice di aver indovinato.

Shiori sbuffa. –Mi sono stufata. Questo gioco è noioso. Ragazze, andiamo nelle nostre camere.-

Tutte le sue amiche la seguono e noi la guardiamo uscire a testa alta dalla porta.

-Stupida…- sussurra nevrotico mio fratello Inuyasha.

-Ehi, Sesshomaru, giochi con noi?- chiedo, sperando che acconsenta.

Maru alza un sopracciglio, guardandomi sorpreso. –Non ci pensare nemmeno.-

-Dai! E’ divertente.-

-E’ ridicolo.-

Tutta questa situazione è ridicola, a pensarci bene…

-Non è vero… e poi è per passare il tempo.-

Lui non mi risponde più e si va a sedere sulla stessa poltrona su cui erano seduti Miroku e Sango quel pomeriggio, iniziando a leggere il suo immancabile libro.

Dannatissimo libro!

Mi imbroncio, sospirando e incrociando le braccia.

Che nervoso… odio quella sensazione di non riuscire a scavalcare il muro che erige in continuazione tra di lui e il mondo esterno.

Miroku sussurra qualcosa all’orecchio di Sango e poco dopo se ne vanno, dandoci la buona notte.

Guardo Inuyasha, interrogativa.

-La nostra stanza e off limits per le prossime due ore.- dice alzando gli occhi al cielo.

Wow… quei due si danno proprio da fare…

-E noi?- chiedo, sperando che i miei amici abbiano qualche buona idea.

Kagome si guarda un attimo intorno e sembra colta da un’improvvisa rivelazione.

-Aaaaaaw!- sbadiglia, molto falsamente. –Sto morendo di sonno. Inuyasha, accompagnami a letto!- dice, prendendo mio fratello per un braccio e trascinandolo al secondo piano.

Prima di uscire dalla stanza mi fa l’occhiolino.

Aggrotto le sopracciglia, chiedendomi a cosa fosse dovuta quella reazione, poi mi guardo anche io intorno.

Con una stretta allo stomaco noto che io e Sesshomaru siamo rimasti soli nel salotto.

Bene, Ayame. Questo è il momento opportuno. Sbrigati e fai quello che devi fare. Non essere codarda, questa volta!

Mi avvicino a Sesshomaru e mi limito a guardarlo per qualche secondo.

-Sesshomaru?- lo chiamo a voce bassa, ma sono sicura che mi abbia sentito piuttosto bene.

Alza quasi immediatamente lo sguardo e per un attimo mi perdo nei suoi magnifici e profondi occhi color miele: sono mille volte più belli di quelli di Inuyasha, e hanno la capacità di farmi battere forte il cuore. Il quale, tra parentesi, in questo momento sembra volermi uscire dalla cassa toracica.

Ora o mai più!

-Io… volevo scusarmi.- inizio, torturandomi le mani e posando lo sguardo a terra. –Cioè… per quello che è successo… mentre stavi male…-

Non voglio dirlo espressamente, non penso ce la farei. Speriamo solo che capisca.

-Non volevo avere quella reazione, anzi. E’ solo che… che ho avuto paura.- termino, guardandolo finalmente negli occhi.

Il suo volto è inespressivo, come al solito. Perché? Non potrebbe almeno farmi capire cosa ne pensa?

Cerco di trovare le parole giuste, sebbene il coraggio e la grinta che riempivano il mio animo non appena avevo iniziato si stanno dissolvendo.

-Credevo pensassi a Rin, data la mia somiglianza con lei. Avevo paura che fosse stato il dolore per la sua perdita ad averti spinto a fare quel gesto. Non so se sia per questo, però io non… non sarei voluta andare via.- termino sussurrando e puntando lo sguardo nuovamente a terra.

Per tutti i Kami, ho le guance in fiamme! Devo essere color rosso-pastello-acceso!

A quel punto, proprio in quel momento, entra in salotto Kagura.

Dannata donna… quanto ti odioooo!

-Sessh… cosa ci fai qui?- chiede rivolgendosi a me, con una faccia scioccata.

Kagura-sama… non vede? Sto ballando la lap dance!

-Nulla, nulla.- dico, cercando di non farle notare l’estremo rossore sulle mie guance. –Stavo proprio andando nella mia stanza. Buona notte.-

Mi giro e me ne vado, cercando di apparire calma e serena, sebbene senta la mia anima in preda alla confusione e al tormento più assoluto.

Salgo lentamente le scale e mi azzardo a sospirare solo quando non sono più a portata del loro orecchio demoniaco.

Penso di aver bisogno di un lunghissimo sonno.

Apro la porta della mia stanza e la richiudo alle mie spalle, poi ho la decenza di alzare lo sguardo.

Inuyasha e Kagome mi fissano, entrambi rossissimi, e solo in quel momento mi rendo conto come sono conciati: Inuyasha è a torso nudo ed è praticamente disteso sopra la mia amica, che ha le mani strette sulle sue spalle.

-Ommioddio! Scusate!- grido, aprendo la porta del bagno e chiudendomi dentro.

Che ennesima, terribile figura di merda! Beh, tanto ormai, una più o una meno non fa differenza…

Sospiro e scuoto la testa, poi tiro giù la tavoletta del gabinetto e mi siedo sopra, iniziando a fare un po’ di meditazione.

La mia anima, ovviamente, è agitata come non mai e ci metto molto tempo per arrivare ad uno stato mentale decente per riuscire a vedere la mia energia spirituale e il mio vortice demoniaco.

Come mi aspettavo le due energie sono legate tra di loro da stretti nodi che cerco subito di sciogliere.

Santo cielo, tutta colpa di quel Principino Demoniaco!

Adesso starò tutto il tempo in ansia, fino a che non capirò qual è la verità: lui tiene veramente a me, oppure avevo ragione io sin dall’inizio nel credere che pensasse ancora a Rin?

Tuttavia questa volta devo aspettare una sua mossa, anche una minima. Non posso pretendere che accada tutto velocemente, come l’ultima volta. Conoscendolo, Sesshomaru farà un passetto alla volta, per sondare il terreno. E io, in quei momenti, sarò lì ad aspettarlo.




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Ma ciao a tutti e buona domenica! Allora, prima di tutto volevo annunciarvi una cosa: per quest'anno ho completamente finito i compiti e le interrogazione e mi sento libera come una colomba. Giorno di gaudio!

Tutto qui: volevo rendervi partecipi della mia immensa felicità U.U

Allora, cosa ne pensate di questo capitolo pieno di avvenimenti? Credo che molti di voi vogliano picchiare a morte Kagura, dopo aver rovinato ad Ayame il tanto ricercato momento opportuno per ben due volte.

Si, nemmeno a me sta tanto simpatica.

In quanto ad Inuyasha e Kagome... allora, quanto carucci sono? Ho voluto dare un po' di spazio a queste scene dato che nell'anime si baciano all'ultima puntata.

La canzone che c'è in corsivo -e che volevo mettere ad ogni costo- è “Kagome Kagome”, anche se è un po' diversa da quella dell'anime. Il fatto che Kacchan riesca a capire sempre chi c'è dietro di lei è un chiaro riferimento alla “Kagome passata”, come ho appunto voluto precisare all'inizio.

Passiamo all'immagine: se, con un po' di fantasia, riuscite a fare finta che le cose bianche che scendono da cielo siano fiocchi di neve, avrete Sesshomaru e Ayame che si abbracciano teneramente in un campo innevato. Adoro anche questa immagine, senza ombra di dubbio!

Infine, ringrazio tantissimo chi ha recensito. Cavolo, siete sempre di più! In particolar modo ringrazio chi ha inserito la storia in una delle proprie liste e invito i lettori silenziosi e chi non recensisce più da tanto tempo a darmi una sua opinione sulla storia. Detto questo, vi saluto e ci sentiamo domenica prossima, il primo giorno in cui saremo ufficialmente in vacanza.

Un bacione,

°°Samirina°°

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Capitolo 23
*** Quando capisci che la telepatia, purtroppo, esiste. ***


Set Fire To The Rain



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23. Quando capisci che la telepatia, purtroppo, esiste.

La mattina dopo mi sveglio abbastanza di buon umore, anche se un po’ su di giri. Infatti apro gli occhi e vedo che Kagome e Sango stanno ancora dormendo alla grande.

Ieri sera Sango è rientrata parecchio tardi e non appena è arrivata Inuyasha se ne è andato. Preciso immediatamente che non ho la più pallida idea di ciò che hanno fatto mio fratello e Kagome ieri sera mentre io ero in bagno, visto che, per l’appunto, ero in bagno.

Guardo l’orologio e vedo che sono solamente le 7 e la colazione, per tutti, è alle 8, così mi accoccolo nuovamente sotto le coperte.

La mia mente va, ovviamente, a Sesshomaru che probabilmente sta dormendo nella stanza a fianco. Ad un certo punto mi ritorna in mente che ieri sera ho lasciato Sesshomaru da solo con Kagura. Chissà cosa hanno fatto…

Chissà cos'ha cercato di fare lei!

A quel pensiero mi vengono i brividi, così mi alzo immediatamente dal letto e mi chiudo in bagno, fiondandomi sotto la doccia.

Spero tanto che Kagura non gli abbia messo le mani addosso! E se l’avesse fatto, Sesshomaru che reazione avrebbe avuto? Kagura è una donna di infinita bellezza e grazia…

-Aaaaaaaaah!- grido frustrata, cercando di cacciare dalla mia mente quelle orribili immagini.

Non posso farmi prendere dal panico anche per questo: non ho bisogno di altre preoccupazioni, io!

-Ayame? E’ successo qualcosa? Ti abbiamo sentita urlare!- la voce di Sango mi arriva chiara alle orecchie.

Cerco di uscire dalla doccia e per poco non mi uccido nel tentativo: ho dimenticato di mettere un tappeto a fianco alla doccia e, di conseguenza, scivolo.

-E’ tutto ok!- grido, cercando a tentoni qualcosa su cui aggrapparmi. Trovo un asciugamano e mi aggrappo. Sfortunatamente l’asciugamano è in bilico su quei cosi di metallo, quindi oltre a tirare giù l’asciugamano tiro giù l’utensile, che cade a terra facendo un fracasso terribile.

-Ayame!-

-Sto bene…- sussurro, abbandonandomi sul pavimento.

Sono mezza morta di prima mattina… non oso immaginare cos’altro succederà prima di sera!

 

-Ahahah!-

-C’è poco da ridere, Inuyasha! Pensavamo si fosse uccisa!-

-Non farla tanto lunga, Sango. Sappiamo tutti che Ayame ha la delicatezza di un elefante in un negozio di porcellane.-

-Ce l’hai ancora con me per ieri sera?- sbotto, punta sul vivo.

Inuyasha si imbroncia e volta lo sguardo da un’altra parte.

-Cos’è successo ieri sera?-

-Dopo che voi due siete andati via sono stata un po’ in sala con Sesshomaru e Inuyasha e Kagome sono andati nella nostra stanza.- spiego, decisa a sputtanare quell’antipatico di mio fratello. –Quando sono entrata erano mezzi nudi.-

Miroku e Sango assumono un’espressione maliziosa, mentre Kagome si imbarazza.

-Non eravamo mezzi nudi!- strilla. –Io ero del tutto vestita!-

-Tu, magari... il mio fratellone: no!-

Miroku mi guarda con l'aria di uno che la sa lunga: -Chissà cosa sarebbe successo se non li avessi interrotti, Ayame...-

-Insomma! La volete piantare di parlare degli affari nostri? Una dose in endovena di cavoli vostri mai, eh?- urla Inuyasha, al limite dell'imbarazzo.

Kagome, sono sicura, tra pochi minuti mi sviene in braccio, quindi inizio a farle aria con la mano, scostandole la sedia per evitare che cada a terra.

-Kacchan, tutto ok? Vado a prenderti un paio di biscotti al cioccolato?- dico indicando il carrello della colazione, dietro cui si trova uno dei tanti parenti della vecchina nullafacente.

Kagome scuote la testa. -Non voglio i biscotti...-

Sento improvvisamente un intenso profumo di neve e vedo con la coda dell'occhio Sesshomaru entrare e andarsi a sedere sul tavolo più distante dal carrello con il cibo.

-Sai cosa vorrei io?- chiedo sovrappensiero, non rendendomi conto di quello che dico. –Vorrei tanto il mio Se…-

Mi blocco, evitando di completare il nome. Lo sapevo che prima o poi mi sarei fregata con le mie stesse mani!

-Se…?- mi chiede Miroku, sollevando un sopracciglio.

-Se… semaforo!- esclamo. Solo dopo mi rendo conto di avere detto una cavolata stratosferica, ma ormai non posso più tornare indietro.

-Vorresti il tuo semaforo?- mi chiede Miroku, sconcertato.

-Ehm, si… sai che utile avere un semaforo? Vado a prendere la colazione.- dico, defilandomi.

Che baggianata ho detto… beh, in ogni caso l’importante è esserne convinti: il resto viene da sé.

Cerco di stare in fila il più possibile, cercando di far passare l’imbarazzo. Ci manca solo che l’udito demoniaco del Principino abbia sentito.

-Ayame?-

Per poco non caccio un urlo nel ritrovarmi Inuyasha a un centimetro dall’orecchio.

-La prossima volta evita di arrivare come un fantasma, grazie!-

Inucchan sbuffa. –Il giorno di Luna Piena ti ha rincoglionita?-

-Ci penso da sola a darmi della cretina cinquanta volte al giorno, non mi servi anche tu, grazie!-

Inuyasha mi sorride ironico. –Semaforo, eh?-

-Piantala, idiota!- sibilo dandogli un pugnetto sulla spalla e riempiendo un piatto di biscotti a caso.

-Non vuoi il latte, micino?- mi sussurra Inuyasha, probabilmente in vena di scherzi.

-Sei nervoso perché non trovi più l’osso di gomma?- sibilo prima di voltargli le spalle e tornare al tavolo degli altri.

Inuyasha scoppia a ridere.

Brutto idiota…

 

Alla fine della colazione Kagura ci fa riunire tutti nel salotto.

-Questa mattina andremo a pattinare. Poco distante da qui c’è un laghetto, che d’inverno è adibito a pista di pattinaggio. Tra dieci minuti vi voglio tutti qui.-

Ma cos’è, una persecuzione? Proprio a pattinare sul ghiaccio, dovevamo andare?

Io lo sapevo che sarebbe stata una giornata orribile! I Kami mi vogliono punire!

Inuyasha, conscio dei miei pensieri, ridacchia e inizia a farmi Pat-Pat sulla spalla. La mia faccia è più o meno questa ---------> -.-“

-Inuyasha? Sai dove te lo metto il tuo pat-pat?-

Mio fratello inizia a ridere come un mentecatto e si avvia nella sua stanza, seguito da un Miroku altrettanto divertito.

-Io quei due li appendo al soffitto per le orecchie, se non la smettono!-

Sango alza gli occhi al cielo. –Che ci vuoi fare, Ayame? I maschi hanno una sensibilità grande come una capocchia di spillo…-

Io annuisco gravemente.

Ad ogni modo, dieci minuti dopo partiamo tutti insieme alla volta della pista di pattinaggio.

Oggi mi sono vestita molto più leggera di ieri, infatti da mezzo demone non sento molto il freddo e troppi strati sarebbero stati ingombranti.

Sesshomaru e Kagura sono in cima alla fila e, come al solito, la preside cerca di stare vicino al mio demone il più possibile.

Ma se hai freddo, non potevi vestirti di più?

Non camminiamo molto e, fortunatamente, riesco a godermi molto di più la natura.

Sorrido sentendo il leggero scricchiolio della neve, il profumo del bosco e ammirando lo spettacolo degli alberi coperti da fiocchi bianchi; pensandoci bene, questo odore è molto simile a quello di Sesshomaru.

Mi riempio i polmoni di quella dolce fragranza, e mi viene in mente il bacio che mi ha dato: anche in quel momento il profumo di neve mi circondava da tutti i lati.

Oh, come sarebbe bello riprovare la sensazione delle sue labbra sulle mie, delle sue braccia che mi stringono, dei nostri respiri che si mescolano…

-Ayame? Respira, stai andando in iperventilazione.- mi sussurra Inuyasha ad un orecchio, non trattenendo un sorrisino sarcastico.

Io sbuffo, arrabbiata con me stessa per essere stata colta il flagrante, e aumento il passo.

Poco dopo arriviamo a quello che dovrebbe essere la pista di pattinaggio, ma che in realtà  non è altro che un laghetto ghiacciato. Noto che, poco distante, c’è una specie di catapecchia dove si affittano i pattini.

I miei amici si fiondano verso la casupola, cercando di arrivare per primi e trovare il loro numero di pattini; nel giro di cinque minuti la pista si riempie di ragazzi urlanti, che si spintonano e cercano di stare in equilibrio.

-Ehi, Ayame, non vieni?- mi grida Bankotsu da bordo pista.

Io mi avvicino lentamente, con le braccia incrociate. –No, Bankotsu.-

-E perché?-

Alzo un sopracciglio. Mi sta prendendo per i fondelli?

-Non riesco a stare in equilibrio nemmeno sulle mie gambe, vuoi che ci riesca con quei cosi?-

Bankotsu annuisce gravemente, probabilmente ricordandosi della scarpinata che ieri è stato costretto a farsi con la sottoscritta in spalla.

-E’ un peccato però…-

Lo interrompo prima che gli possa venire in mente di farmi compagnia. –Non credere. Divertiti!- concludo, salutandolo con una mano e allontanandomi.

Santo cielo, Bankotsu si è proprio montato la testa. Dannazione a me! Ma perché non penso, qualche volta?

Kagome, Inuyasha, Miroku e Sango si stanno divertendo come dei bambini, per non parlare di tutti gli altri: penso che, questa volta, i nostri professori ci abbiano azzeccato di brutto.

Rimango un po’ vicino alla pista, da sola, salutando Kacchan e Sango con la mano quando passano vicino al punto dove mi trovo io.

Le mie amiche si sono mostrate dispiaciute per il mio rifiuto, ma sanno che non devono insistere.

A meno che non mi vogliano portare all’ospedale con l’osso del collo spezzato, s’intende.

Ad ogni modo mi basta stare qui, guardare le persone a cui voglio bene divertirsi e, perché no, lanciare qualche occhiatina a… un attimo… dov’è Sesshomaru?

Che sia andato in un posticino appartato con Kagura? E se stessero...?

No, no, non può essere! Non dopo che gli ho praticamente confessato il mio amore!

-Ayame.-

-Aaaaaaaaaaaah!-

-Non urlare.- dice una fredda voce dietro di me.

-S… S… esshoma…ru…- sussurro, con il cuore a mille –Non… non ti avevo sentito arrivare!-

-L’avevo notato.- mi gela il demone, alzando l’elegante sopracciglio.

Mi incanto un attimo a guardare i suoi affusolati occhi ambrati e mi sembra di perdermi dentro. Sento il cuore che mi batte all’impazzata, ma non me ne vergogno, questa volta.

Voglio che senta e che veda, voglio che capisca, voglio fargli capire.

Sesshomaru, con mio sommo dispiacere, interrompe il nostro contatto visivo e punta gli occhi verso la pista di pattinaggio.

-Non pattini?- mi chiede.

Io lo guardo come se fosse un alieno. -Stai scherzando, spero. Inciampo anche da ferma, figuriamoci a stare il equilibrio su due lame... Sul ghiaccio, per giunta!-

Dopo aver sbottato suddette parole, mi rendo conto di aver fatto un’altra figura di merda –si, detto proprio papale papale.-

Santo cielo ma quante figuracce sto collezionando con Sesshomaru in questi giorni? Centinaia, migliaia, centinaia di migliaia.

Povera me, mi dovrò vergognare per anni…

-Ti insegno io.-

E, detto e ripetuto, i demoni vivono cent… Cosa? COSA?

Ha… ha detto che mi insegna? Lui? A pattinare?

Spalanco gli occhi e mi impietrisco.

-Veramente?- sussurro con un fil di voce, tanto che mi chiedo se l’udito sopraffino di Sesshomaru mi abbia sentito.

-Si.- dice lui, avviandosi verso la casupola.

Lo seguo e lui mi porge un paio di pattini, poi ne prende uno anche per sé.

Tre minuti dopo siamo nella pista di pattinaggio sotto gli sguardi increduli e divertiti dei miei compagni.

Cerco di aggrapparmi con tutte le mie forze al corrimano in legno che delimita la pista, con tutta l'intenzione di non staccarmi più da lì.

-Se stai attaccata al bordo non imparerai a pattinare nemmeno tra cent'anni.- soffia tra i denti il mio fratellone, che è perfettamente in equilibrio su quegli aborti di pattini.

Lo guardo sofferente e allungo le braccia, cercando di stare in equilibrio sulle lame fine come un foglio di carta da lucido. Mi stupisco che non si rompano sotto il mio peso.

-Allora?-

Cerco di non alzare gli occhi al cielo per la poca pazienza del mio Sensei e piuttosto mi faccio coraggio, prima di staccare prudentemente le mani dal sostegno in legno.

Spalanco le braccia per ritrovare quel minimo equilibrio che mi è venuto a mancare non appena ho lasciato l’appoggio e inizio a muovere le gambe, sperando di andare avanti grazie a qualche miracolo miracoloso.

-Così non ti muoverai di un centimetro.-

Ottimo! Grazie, Sesshomaru-sensei, di essere qui con me a dirmi cosa sto sbagliando. Potrebbe anche dirmi la cosa giusta da fare, adesso?

-Devi spingere il pattino verso l'esterno, per far scivolare l'altro in linea retta.-

Mi stai leggendo nel pensiero, razza di cagnolino fluffluoso?

Tengo i miei pensieri per me e faccio come mi dice. Anzi, provo a fare come mi dice, perché appena do la fantomatica spinta verso l'esterno cado a terra come un pera.

-Ahi, ahi, ahi... spinta verso l'esterno, eh?- chiedo retorica a Sesshomaru.

Lui mi guarda con una sopracciglia alzata. -Sii più delicata.-

-Non avevi specificato!- gli rispondo facendo il broncio, che gli fa alzare gli occhi al cielo. A quel punto non riesco a trattenere un sorriso.

Avrei una voglia pazzesca di saltargli addosso e abbracciarlo, ma purtroppo non siamo in una fiction…

E tutto ciò è reso ancora più traumatico dal fatto che non riesco ad alzarmi in piedi! Questo cakkio di ghiaccio è talmente scivoloso che rende vano ogni mio tentativo!

Sospiro affranta e prendo seriamente in considerazione di uscire dalla pista a gattoni, quando un’affusolata e pallida mano aperta entra nella mia visuale. La afferro senza esitazioni e in un attimo mi ritrovo in piedi.

Mi aggrappo al suo braccio, evitando per un soffio di trovarmi nuovamente spiaccicata sul ghiaccio e riesco a ritrovare un minimo di stabilità.

Faccio per un attimo caso alle persone intorno a noi che ci fissano, chi divertito, chi sorpreso, chi tremendamente invidioso (come Kagura! Tiè, razza di strega!) e mi chiedo per quale motivo Sesshomaru non se ne preoccupi.

Solo quando egli mi stringe più forte le mani e il mio cuore fa qualche decina di capriole carpiate, mi rendo conto che agli occhi degli altri siamo solo fratello e sorella.

Ok, ok, l’ho capito solamente perché Miroku ha detto a Sango che siamo due fratellini carini, ma comunque la conclusione è sempre quella.

Ad ogni modo ci godo da morire per l’espressione che ha in questo esatto momento Kagura: un curioso misto tra Voldemort e Crudelia DeMon. Che ai suoi occhi assomigli ad un cucciolo di dalmata a forma di Harry Potter?

-Forza, prova adesso.- mi riprende Sesshomaru distogliendomi dai miei pensieri.

Stringo le sue mani e inizio a procedere titubante sul ghiaccio.

Dopo qualche metro mi rendo conto che è più facile di quello che credevo: basta capire la dinamica del movimento e il gioco è fatto.

Quando mi rendo conto che pattinare è diventata una cosa abbastanza naturale, concentro la mia attenzione sul demone davanti a me.

La bellezza dei suoi occhi affilati e dorati mi strega nuovamente e per qualche secondo non riesco a fare altro che perdermi in quelle pozze dorate. Poi porto la mia attenzione alla sensazione delle sue mani fredde sulle mie che, tuttavia, mi paiono tiepide.

Mmmh, forse mi sarei dovuta vestire di più. Con la fortuna che ho, domani sarò a casa con la broncopolmopleure. Ok, forse non so se questa malattia esista veramente, ma passiamo oltre.

Riporto la mia attenzione su Sesshomaru e noto che mi guarda interrogativo. Lo guardo interrogativa a mia volta.

-Mi stai ascoltando?- dice dopo qualche secondo.

-Ehm no... dicevi?-

Vedo Sesshomaru alzare gli occhi al cielo. Eh, caro Fluffy, penso tu ormai abbia capito che la mia capacità di attenzione rasenta il sotto zero, specialmente in questi casi.

-Ti ho detto che penso sia arrivato il momento di lasciarti.-

-Lasciarmi?- sussurro, inorridita. Perché mi vuole lasciare? Ho fatto qualcosa di male? E cosa più importante... quand'è che noi due siamo stati insieme?

A quanto pare il mio super arguto fratellone, che deve aver capito la mia attuale incompetenza mentale, precisa la sua affermazione.

-Lasciarti le mani.-

Per poco non mi sciolgo dal sollievo, prima di rendermi conto del reale significato di della frase appena pronunciata.

Tuttavia, non faccio nemmeno in tempo a dire “A” che Sua Altezza mi lascia le mani e io parto in avanti alla velocità della luce. Al contrario delle mie aspettative, però, riesco a rimanere in equilibrio e ad andare avanti in linea retta.

Mi giro verso Sesshomaru per comunicargli la mia vittoria e, appena volto la testa... inciampo.





Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Salve a tutti, ragazzi! Sono superfelicissima di essere in vacanza, sisi ** Non vedevo l'ora che arrivasse il Natale e che, sopratutto, le scuole chiudessero!

Dunque: vi è piaciuto il capitolo??? Sesshomaru ha reagito come vi aspettavate oppure no? E' molto confuso per la confessione di Ayame e, anche se non lo da a vedere, non sa come comportarsi. Quindi opta per una via di mezzo, giusto per sondare il terreno.

E Ayame ha, più o meno, imparato a pattinare: mi sembra un buon risultato per lei, anche se il finale è piuttosto prevedibile: inciampa.

L'immagine è molto semplice: volevo dare l'idea che, in un certo senso, Sesshomaru stesse provando a proteggere Ayame, tenendola stretta a sé. So che i vestiti dell'Epoca Sengoku non c'entrano tanto, ma basta che usiate un po' di immaginazione!

Poi, che altro dire? Vi ringrazio, come al solito, delle vostre magnifiche recensioni che mi fanno sempre gioire! Grazie infinite!

E per ultima cosa, ma non meno importante, vi auguro un felicissimo Natale insieme alla vostra famiglia e a tutti coloro a cui volete bene!



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Quanto bella è questa foto? =D

Un bacione e ancora buone Feste a tutti!

°°Samirina°°

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Capitolo 24
*** Quando capisci che, a quanto pare, la sfiga non trova più le lenti a contatto. O forse si? ***


Set Fire To The Rain


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24. Quando capisci che, a quanto pare, la sfiga non trova più le lenti a contatto. O forse si?

-Aaaaaah!-

-Sango-chan, ti imploro: non gridare! Mi uccidi i timpani!-

-Non è mica colpa mia! Guarda quanto piove!- mi risponde la mia compagna dal sedile vicino al mio. -Faremo un incidente!-

-Ottimismo portami via...- sussurro ironica, spostando lo sguardo fuori dal finestrino.

-Effettivamente,- dice Miroku spuntando dai sedili dietro di noi. -queste gocce sembrano palline da ping pong.-

-Palline da ping pong? Ma se sono grosse come le corazze dei Cartaginesi?!?- ribatte Sango, che per poco non ha una crisi di panico.

La mia amica detesta con tutto il suo essere viaggiare con qualsiasi condizione atmosferica che non sia il sole, specialmente se si stratta di macchine o autobus in cui lei è dentro. Dice che le sembra molto più sicuro viaggiare sulle sue gambe.

-Dai, amoruccio, vedrai che arriveremo a Tokyo sani e salvi.-

-E al massimo ti salvo io!- le dico, facendole l'occhiolino e mostrandole i muscoli.

Sango si fa scappare una risatina e si rilassa sul sedile.

Pericolo scampato! Posso finalmente accendere l'IPod e rilassarmi con un po' di musica.

Questa mattina, dopo un paio d’ore, siamo passati alla casupola e abbiamo preso i nostri bagagli. Abbiamo salutato la vecchina (che, stranamente, era in cucina a comandare i vari nipoti a ‘mo di Hitler) e ci siamo dovuti rifare tutto il percorso in mezzo al bosco per arrivare al pullman.

Inuyasha ed io eravamo tranquilli, ma ho dovuto portare un paio di volte Kagome in spalla perché non ce la faceva più.

Beh, non possiamo dire che non ce la siamo sudata in tutti i sensi, questa gita. Voglio vedere se i professori avranno qualcosa di cui lamentarsi, questa volta.

E, beh, probabilmente non ci crederete mai ma… NON SONO CADUTA NEMMENO UNA VOLTAAAAAAA!!!

E, cosa altrettanto importante, non ho fato altre figuracce con Sesshomaru. Beh, mettiamo i puntini sulle “i”: dopo aver pattinato con lui non abbiamo più avuto l’occasione né di parlare, né di avere qualsiasi altro tipo di contatto.

Però almeno, in questo modo, ho evitato di rendermi ulteriormente ridicola.

Al ritorno ho cercato in tutti i modi di evitare Bankotsu, così sono finita nell’autobus con Miroku e Sango e ho lasciato i due piccioncini a coccolarsi in santa pace.

Purtroppo mi sono dovuta subire le pippe mentali di Sango-chan.


But I set fire to the rain,

Watched it pour as I touched your face,

well it burnt while I cried,

Cause I heard it screaming out your name, your name!


When I lay with you

I could stay there, Close my eyes,

feel you here forever,

You and me together, nothing is better!”


Ascolto questa canzone più e più volte: la adoro. Mi ricorda Sesshomaru, mi ricorda il bacio che gli ho dato mentre era incosciente e mentre mi prendevo cura di lui.

Queste parole mi scaldano il cuore e, ogni volta che le ascolto, mi ricordano le emozioni che ho provato quel giorno. E ogni secondo Sesshomaru mi manca sempre di più.

-Ehi, Ayame, che c’è?- mi chiede Sango ad un tratto.

Mi giro e guardo la mia amica che mi fissa preoccupata. –Nulla, Sango, perché?-

-Sei diventata rossa d’improvviso…-

-No, no, no, stavo pensando a beh… ecco…-

Sango scoppia a ridere. –Tranquilla, Aya-chan, non voglio saperlo a tutti i costi. Basta che non mi muori di combustione spontanea!-

Sorrido dolcemente alla mia amica, pensando a che tesoro di ragazza è Sango.

-Io voglio saperlo, inveceeeeeeee!-

Tutto il contrario del suo ragazzo!

-Miroku!-

-Scusa, Sangucciaaaaa!-


-Ragazzi, muovetevi!- urla Kagura, per incentivarci ad uscire velocemente dagli autobus.

-Ha ragione: insomma, non siamo mica qui a smacchiare i leopardi!- dico io a voce alta, tanto che mi sente addirittura Bankotsu che è a qualche metro da noi.

Kagura mi lancia un’occhiataccia e dice qualcosa a Sesshomaru che, sfortunatamente, non riesco a sentire.

Brutta strega! Ma se vuoi la guerra, guerra avrai.

-Ehi, Sesshomaru!- grido avvicinandomi un po’, giusto per non farmi sentire da metà scuola. –Li in fondo ci sono mamma e papà!-

Sesshomaru segue con lo sguardo il mio dito e annuisce una sola volta con la testa.

-Andiamo insieme a salutarli?- gli chiedo, sempre avvicinandomi e guardando Kagura con la coda dell'occhio. Mia cara professoressa, non la mando a quel paese perché mi dispiacerebbe per la gente del posto.

Sesshomaru mi guarda per qualche secondo poi, senza mezza parola, si incammina verso le due figure che si stanno sbracciando per essere notate.

Io esulto internamente perché, per una volta, Sesshomaru mi ha dato ascolto e ha causato un profondo malcontento in Kagura. Tiè!

-Ragazzi, vi siete divertiti?- ci chiede Izayoi abbracciando prima me e poi Sesshomaru che, stranamente, non fa obiezioni.

-Si mamma.- le rispondo con un sorrisone, poi do un bacio a papà che mi stringe a sua volta.

-Inuyasha?- chiede Inu, guardandosi intorno.

Io faccio spallucce. -Non ne ho idea... oh no!- esclamo vedendo il diretto interessato affiancato da un evidenziatore ambulante -e ancora mi chiedo se non abbia solo quel genere di vestiti, nell’armadio-.

-Ehm... scusate un attimo, devo andare a fare una cosa!- dico guardando mamma, papà e Sesshomaru.

Mi dirigo verso il gruppetto di corsa e salto addosso a Jakotsu.

-Jakoooooo! Da quantoooooo!- il ragazzo si sbilancia e, se non fosse per Bankotsu, sarebbe caduto a terra sotto il mio peso massimo.

-G-gioia, a cosa devo tutta questo entusiasmo?-

-Ma nuuuuulla, Jako! Perché non andiamo a fare una passeggiata???-

Jakotsu guarda prima me e poi Inuyasha con una faccia da cucciolo, poi si apre in un sorrisone.

-Perchè non vai con Bankotsu? Inuyasha si era appena proposto di accompagnarmi alla macchina.- dice, con un tono dolce come il caramello. Mi stanno venendo le carie!

Mio fratello mi guarda spalancando gli occhi, cercando un aiuto che, tuttavia, non arriva.

Pensa, pensa, pensa Ayame!!

-Allora noi andiamo.- esclama Jakotsu prendendo Inuyasha per un braccio e portandolo via.

Ma com’è possibile che mi freghino sempre?

Guardo Bankotsu e noto che mi fissa, così sposto lo sguardo sull’asfalto.

-Allora, Ayame…-

No, no, no,…

-Ti va di uscire con me, uno di questi giorni?-

Ho detto NO, vostro onore! Opponetevi, vi supplico!

-A dire il vero Bankotsu… in questi giorni avrei parecchio da fare…-

Ossignore, fai che Sesshomaru non stia ascoltando! Farò tutto quello che vuoi per i prossimi cinquant’anni!

Bankotsu scoppia a ridere, come se avessi detto qualcosa di estremamente divertente. Alzo gli occhi dall’asfalto e li punto sui suoi, contrariata.

-Ebbene?-

-Penso, ormai, di aver capito voi donne.- dice Bankotsu, con un’aria da saccentone che mi andare su tutte le furie.

-Allora forza, tira fuori quella teoria dall’inferno del neurone e illuminami con la tua saggezza.-

Bankotsu ghigna. –Voi donne rifiutate noi uomini per testare il nostro interessamento, quindi permettimi di farti una seconda richiesta: vuoi uscire con me?-

Lo guardo con gli occhi fuori dalle orbite. Vi prego, Kami, ditemi che questo ornitorinco privo di quel poco di cervello che credevo avesse scherza.

Aspetto qualche secondo per permettere a Bankotsu di scoppiare a ridere, dire che stava scherzando e ammettendo che in questo periodo un’uscita proprio non si può fare, ma il mio interlocutore sta zitto.

-Ascolta, onde evitare altri fraintendimenti: a me piace un’altra persona.- gli dico, cercando di restare calma e adottando la solita tecnica delle acque calme e rilassanti.

Bankotsu, però, non sembra crederci. –Ayame, Ayame,- dice, dando sfoggio a tutta la sua vanità. –i segnali che mi hai dato in questi giorni sono stati abbastanza chiari…-

Un attimo… quali segnali???

-… è ovvio che ti piaccio, e probabilmente questa è un’altra tattica femminile. Immagino che questa “altra persona” mi assomigli molto.-

-A dire il vero no.- sbotto acida. –Lui è molto più bello. Anzi, a dire il vero non sembrate nemmeno della stessa specie!-

Poi mi giro e me ne vado.

Certo che Bankotsu sa proprio come conquistarla una ragazza. Fa il carino e poi… Puf! Ecco che compare il suo vero Io! E che Io del cacchio!

-Inuyasha, muovi il culo. Mamma e papà ci aspettano alla macchina.- dico incazzata nera, prendendo Inuyasha per un orecchio soffice e tirandolo verso il parcheggio della scuola.

Jakotsu, povera anima, ci guarda andare via con gli occhi fuori dalle orbite.

-Ahi, ahi, ahi... Ayame, dannazione, mi fai male! Ma cosa cavolo ti prende?-

-Non sono affari tuoi!- esclamo nervosa.

Oh, i miei poveri nervi! Prima o poi esploderanno!

-Inuyasha caro, ti sei divertito?- chiede Izayoi, non appena mio fratello prende posto nel sedile posteriore dell'auto.

-Si, mamma!- risponde, guardandomi storto.

Per tutto il tragitto verso casa e per le ore successive non facciamo altro che discutere sul viaggio e i nostri genitori hanno voluto sapere tutto: del tempo, di com'era fatta la casa e di quante cadute sono riuscita a collezionare in questi ultimi due giorni.

Adoooooro questo lo interessamento nei miei confronti...

Ad ogni modo, dopo cena chiamo Kagome e le racconto di Bankotsu.

-Kagome, giuro, l'avrei pestato seduta stante! “Immagino che questa altra persona mi somigli molto”- ripeto le parole di Bankotsu, facendogli il verso.

Kagome ride. -E cosa gli hai risposto?-

-Che il ragazzo che mi piace è molto più bello di lui e che non sembrano nemmeno della stessa specie!-

Rimaniamo zitte per qualche secondo poi entrambe, simultaneamente, scoppiamo a ridere.

-Ahahah, Ayame, sei proprio una sagoma!- dice Kagome tra le risa.

-Grazie Kacchan!-

Parliamo qualche altro minuto, poi saluto la mia amica e medito di andare a letto.

Non si direbbe, ma ho proprio voglia di farmi una bella dormita nel mio confortevole lettino.

Scendo le scale e saluto mamma e papà, dando loro la buona notte, e faccio un cenno ad Inuyasha che è stravaccato sul divano davanti alla tv.

Vorrei andare a salutare anche Sesshomaru, ma non so se sia esattamente la mossa migliore da fare, così lascio perdere.

Tanto lo rivedrò domani mattina, no?

A meno che stanotte non ci sia la fine del mondo... Ayame, ma che pensieri fai?

Mi cambio e mi stendo sotto le coperte, poi apro il libro che ho sul comodino e inizio a leggere.

Tuttavia i miei occhi scorrono sulle parole senza capirle davvero e sono costretta a leggere più e più volte la stessa riga per ricavarne una parvenza di significato.

Alla seconda pagina sbuffo e alla terza sto per chiudere il libro, quando sento bussare alla porta.

Alzo confusa la testa e sento nuovamente qualcuno che bussa.

-Avanti.- dico a bassa voce.

La porta si apre lentamente ed entra lui.

Lui, con i suoi lunghi capelli argentati.

Lui, con i suoi occhi color dell'oro fuso.

Lui, con la sua camminata flessuosa ed aggraziata.

Si, insomma avete capito: Lui! Sesshomaru!

Chiude la porta e si avvicina lentamente al mio letto, mentre io cerco di ordinarmi mentalmente uno, di respirare e due, di smettere di pare certi pensieri riguardanti il suo bel pigiamino blu.

Potete immaginare di che pensieri si tratti.

-S-Sesshomaru, cosa ci fai qui?- sussurro, come se avessi paura che parlando troppo forte lui se ne vada.

Lui non mi risponde, ma si siede sul letto e inizia a fissarmi.

Annego nei suoi occhi e decido che è meglio stare in silenzio, onde evitare balbettamenti inutili e molto poco proficui.

Il cuore mi batte fortissimo dentro la cassa toracica e dire che sembra volermi uscire dal petto è un eufemismo in piena regola.

Vorrei allungare una mano per carezzare la pelle liscia del suo viso, ma i miei muscoli sembrano irrigiditi sotto lo scorrere violento del sangue: riesco quasi a vederlo, all’interno del mio corpo, come un mare in tempesta alimentato da quella pompa che è il mio cuore agitato.

Come in un sogno, il suo volto si avvicina al mio e io chiudo gli occhi di riflesso. Poi sento le sue labbra sulle mie.

E in quel momento il mondo esplode. Mille lucine colorate compaiono davanti ai miei occhi, tanto che sono costretta a serrarli.

Tutto il mio corpo, sconquassato dai battiti violenti del mio cuore, si protende verso il ragazzo che mi sta davanti, cercando un contatto che non riesce a raggiungere perché Sesshomaru mi tiene saldamente per le spalle.

Quando si stacca dalle mie labbra rimango immobile, cercando di trattenere dentro di me la magnifica sensazione che il suo sapore mi procura.

Dopo qualche secondo apro lentamente gli occhi e vedo che il viso del mio demone è poco distante dal mio e che i suoi occhi mi squadrano per vedere la mia reazione.

Vorrei saltargli addosso e baciarlo ancora, ma mi limito a fargli il sorriso più raggiante di cui sono capace: a quel gesto vedo che si rilassa impercettibilmente e la presa sulle mie spalle si scioglie.

Sesshomaru appoggia la fronte sulla mia e, ad un soffio dalle mie labbra, sussurra: - Senza di te la distanza mi nega una rosa, neanche il ricordo regala luce all’attesa, solo le tue labbra sono l’unico mio desiderio.-

Il mio cuore fa una capriola e lui azzera nuovamente la distanza tra di noi, mentre le sue mani mi circondano dolcemente i fianchi.

Questa volta il bacio è più passionale e le sue labbra si muovono sulle mie ad un ritmo che poco dopo riesco a seguire anche io.

Porto le mani sulle spalle e una la faccio finire tra i suoi capelli, toccandoli come desideravo fare tante settimane fa. Li stringo, prima piano e poi un po’ più forte fino a tirarli; a quel punto una sua mano sale lungo il mio braccio e raggiunge la mia guancia bollente, posandosi delicatamente lì.

Dopo un tempo che mi pare infinito, eppure estremamente breve, Sesshomaru si stacca.

-S-Sesshomaru…- soffio con voce roca, non appena recupero un po’ di fiato.

Il demone mi guarda, in attesa di ciò che sto per dirgli. E credetemi: sono molte le cose che vorrei dirgli, tuttavia opto per quella che al momento mi preme di più.

-Sesshomaru. Io… io…- ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, -…grazie.-

Cazzarola Ayame, è proprio così difficile dire due minuscole parole?

Sesshomaru –risulta anche a me difficile crederlo- mi sorride e mi accarezza la guancia con un dito; sembra quasi che abbia capito ciò che voglio dirgli in realtà.

A quel punto non resisto e allungo il collo baciandolo nuovamente.

Ci baciamo per minuti e minuti e minuti, senza mai essere sazi l’uno dell’altra. E mi sembra così bello, così impossibile che ho terrore di risvegliarmi domani mattina e scoprire che si è trattato tutto di un sogno.

-Maru?- sussurro ad un certo punto. –Resti a dormire con me, stanotte?-

Lui alza un sopracciglio stupito non tanto dalla richiesta, quanto dal soprannome che gli ho affibbiato, ma non obbietta e mi trascina sotto le coperte insieme a lui.

Così, cullata dal respiro regolare del mio demone, cado serena tra le braccia di Morfeo.


DRIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

-Dannata sveglia!- esclamo, prendendola dal comodino e facendole fare un volo addosso al muro.

Ancora con gli occhi chiusi sento il CRASH della sveglia che va in frantumi. Se continuo così dovrò spendere un capitale per comprare sveglie.

Ad ogni modo adesso posso continuare a dormire tranquilla, penso e mi giro a pancia in giù prendendo il cuscino e stringendolo a me.

Eppure… eppure c’è qualcosa… come un pizzicorio al cervello che mi prega di ricordare qualcosa di molto importante.

Alzo le spalle e mi giro dall’altra parte, ma vado a sbattere contro qualcosa di solido.

Aggrotto immaginariamente le sopracciglia e passo pigra una mano su quella cosa, per cercare di capire quale oggetto alieno si sia stabilito nel mio letto.

Inizialmente, a causa del tessuto morbido che sento sotto le dita, penso sia un pupazzo, ma poi sento quella cosa sollevarsi e poi una voce. –Ayame!-

A quel punto caccio un urlo e cado dal letto.

Spalanco solo in quel momento gli occhi e mi ritrovo con il cuscino che mi preme sul viso e la testa appoggiata malamente al pavimento.

-Cosa...? Ma cosa...?- borbotto, cercando di rialzarmi. L'unico risultato è una testata sullo spigolo del comodino.

Alla fine mi ristendo sul pavimento, aspettando che il dolore alla testa si plachi e insultando, nel frattempo, tutti i Kami di cui mi vengono in mente i nomi.

Nel bel mezzo di un lungo monologo contro Inari, il Kami del riso che, tra parentesi, ieri sera mi è andato di traverso rischiando di soffocarmi (Il riso, non Inari!), sento il cuscino alzarsi da solo.

Spalanco gli occhi e vedo che davanti a me, in piedi, c'è Sesshomaru che mi guarda con un sopracciglio alzato.

Probabilmente si sta interrogando su quanta idiozia può essere racchiusa in una sola persona.

-Sesshomaru! Qual buon vento?- chiedo sorridendo a trentadue denti, ignara del motivo per cui il mio fratellone super bello si trovasse lì, in camera mia, a quell'ora del mattino.

-Sono qui da ieri sera.- mi risponde atono. Secondo me, alla fine della frase ci vuole aggiungere anche un bel “Baka”, ma è troppo educato per farlo.

-Per tutte le volpi di Inari! Mi ero completamente dimenticata!-

Sesshomaru sospira e io mi affretto ad alzarmi.

-Scuuuuuuuusa, Maru! Lo sai che la sveglia mi rincitrullisce!- dico indicando i pezzi superstiti della sveglia.

-E non solo quella.- dice incrociando le braccia al petto.

Io gonfio le guance e faccio il broncio. Sto per ribattere, quando mamma ci chiama.

-Sesshomaru, Ayame, è pronta la colazione!-

-C-colazione?- sussurro, guardando l'orario sul mio cellulare. -Oh no, siamo terribilmente in ritardo! E non ci siamo nemmeno vest... Sesshomaru? Com'è che tu sei già vestito e io no?-

-Io mi sono svegliato due ore fa.- dice guardandomi fissa, con un'ombra di divertimento nello sguardo.

Non ci penso due volte e mi fiondo in bagno, cercando di diventare Speedy Gonzales. Ad un tratto, però, mi viene un'idea.

-Ehi, Maru? Sei ancora lì?-

-Si.-

-Mi accompagneresti a scuola in macchina, per favore?-

Dall'altra parte della porta sento il silenzio per qualche secondo, poi un sospiro.

-Va bene. Basta che tu non mi faccia arrivare in ritardo.-

-Graaaaaaazie!- esclamo felice.

-E non urlare.- mi riprende lui, prima di aprire la porta e uscire.

-Grazie.- sussurro, prima che lui se ne vada del tutto.

Beh, visto che Sesshomaru mi accompagnerà a scuola ho ancora un bel po’ di tempo…

-Ayame, la colazione!-

Come non detto!


Faccio colazione insieme ai miei familiari e seguo, con un sorrisetto sarcastico, Inuyasha uscire dalla porta, diretto a scuola a piedi.

Lancio un’occhiata divertita a Sesshomaru, il quale alza semplicemente gli occhi al cielo.

Quando salgo in camera per prendere i libri decido di truccarmi un pochino: un po’ di matita e uno strato leggero di ombretto. Non molto, altrimenti sembro un panda e sicuramente ciò non servirebbe a sedurre Sesshomaru.

Prendo lo zaino e mi fiondo giù per le scale, facendone due a due senza inciampare. Una bella conquista per me!

Saluto i miei genitori e poi mi dirigo verso la macchina super-tecnologica di Sesshomaru.

-Ciao!- dico non appena mi accomodo sul sedile in pelle.

Lui non mi risponde e si limita a mettere in moto la macchina e a partire in quarta.

Per i primi minuti di viaggio non parliamo, come al solito. Eppure mi sembra strano: dopotutto ieri sera ci siamo baciati! Deve essere cambiato qualcosa fra di noi, per forza.

Non può essere ritornato il Gelido Freddo del Nord –incazzato, per di più- che ho conosciuto mesi fa!

Mi giro a guardarlo e lo vedo concentrato sulla strada; non mi guarda nemmeno con la coda dell’occhio.

Santa Maria Maddalena, mandami l’illuminazione! Fammi capire per quale motivo il Principe dei Chiwawa Hitleriani è ancora così indifferente nei miei confronti!

Santa Maria Maddalena? Almeno tu!

Sigh, che immensa depressione…

Sospiro e mi giro verso il finestrino, guardando distrattamente le persone che camminano sul marciapiede di fianco a noi. Cerco tra i passanti volti a me familiari, come per esempio quelli di Inuyasha o Kagome, ma non vedo nessuno.

Che siano rimasti indietro?

Sospiro e mi rivolto verso Sesshomaru, pensando a qualcosa di intelligente da dirgli.

-Allora… sei felice di ritornare a scuola?-

Il mio demone non si prende nemmeno la briga di rispondermi: si volta e mi lancia semplicemente un’occhiataccia, che mi fa capire quanto sia poco incline a fare conversazione.

Per il resto del viaggio non dico nemmeno una parolina-ina-ina, nemmeno quando –non si sa come- sbatto il ginocchio nello spigolo del porta-oggetti che si trova sulla portiera dell’auto. E, in quel caso, la parolina che avrei voluto dire sarebbe stata contro la famosa Inari di questa mattina.

Sesshomaru parcheggia con un’unica, elegante manovra e spegne l’auto. Per un nano-secondo spero che mi dica qualcosa, giusto per darmi una spiegazione per l’assurda freddezza di questa mattina.

Tuttavia l’unica cosa che mi dice prima di scendere –con le movenze di un Felino Regale- è: “Muoviti, altrimenti ti chiudo dentro.”

Che si sia arrabbiato per questa mattina?

Accidenti alla mia rincoglionitezza acuta!

Però non era arrabbiato quando ha accettato di accompagnarmi a scuola…

Devo essermi persa qualcosa nel lasso di tempo vestimento-salita in macchina…

Mi affetto a seguire Sesshomaru che mi sta lasciando allegramente indietro quando, svoltato l’angolo che porta al cortile, ci fermiamo entrambi di botto.

Una grande massa di studenti è riunita attorno a qualcosa che ne io ne Sesshomaru riusciamo a vedere. Faccio un paio di passi avanti quando sento dei sussurri che mi fanno accapponare la pelle: Ecco Ayame…”, “E’ arrivata!”, “Eccola lì, eccola lì!” e l’ultimo, il più terribile di tutti Bankotsu, è arrivata Ayame!”

A quel punto mi volto e incontro gli occhi dorati di Sesshomaru: se non lo conoscessi bene direi che non gliene frega nulla, data l’inespressività del suo volto, ma posso scorgere in fondo ai suoi occhi un briciolo di curiosità.

Ad un certo punto la folla si separa –neanche fosse arrivato Mosè in persona- e spunta lui, il mio incubo: Bankotsu!

Aiuto… non la vedo bene!

Un attimo… cos’è quella cosa che ha in mano? Un… un microfono?

Non faccio nemmeno in tempo a pensarlo che egli –dopo aver detto molto teatralmente “Per te, Ayame”- inizia a cantare.


Ricorderò e comunque e so che non vorrai..

Ti chiamerò perché tanto non risponderai..

Come fa ridere adesso pensarti come a un gioco..

E capendo che ti ho perso..

Ti scatto un' altra foto..


Perché piccola potresti andartene dalle mie mani..

Ed i giorni da prima lontani saranno anni..

E ti scorderai di me..

Quando piove i profili e le case ricordano te..

E sarà bellissimo..

Perché gioia e dolore han lo stesso sapore con te..

Io vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse..

E tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse..

E voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare..

E voglio indifferenza semmai mi vorrai ferire..”


No, no, NO, Grande Demone Celeste, ti prego NOOOOOOOOO!

Fai terminare questo strazio! Ti imploro! Non mangerò più cioccolata per il resto della mia vita, non picchierò più Inuyasha, non farò più pensieri sconci su Sesshomaru, ma ti prego basta!

Non ho il coraggio di girarmi a guardare Sesshomaru e ho come la sensazione che non riuscirei a farlo nemmeno se lo volessi: son paralizzata dall’orrore!

E in più ci si mettono anche i bisbigli dei miei compagni, che non fanno altro che ridacchiare e indicarmi con le ditina altamente accusatrici.


E riconobbi il tuo sguardo in quello di un passante..

Ma pure avendoti qui ti sentirei distante..

Cosa può significare sentirsi piccolo

Quando sei il più grande sogno il più grande incubo..

Siamo figli di mondi diversi una sola memoria..

Che cancella e disegna distratta la stessa storia..

E ti scorderai di me...

Quando piove i profili e le case ricordano te..

E sarà bellissimo..

Perché gioia e dolore han lo stesso sapore con te..

Io vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse..

E tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse..

E voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare..

E voglio indifferenza semmai mi vorrai ferire..


Non basta più il ricordo ora voglio il tuo ritorno!!!!

Nananana nanana.. nananana..


E sarà bellissimo..

Perché gioia e dolore han lo stesso sapore lo stesso sapore con te..

Io vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse..

E tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse..

E voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare..

E voglio indifferenza semmai mi vorrai ferire..”



Non appena la canzone finisce un silenzio assordante riempie il cortile e perfino i compagni si zittiscono, tutti pronti per cogliere la mia reazione.

Dalla mia parte, sto pregando perché qualche sadica divinità, non importa di quale culto o religione, sia così crudele da colpirmi con un fulmine in questo esatto istante.

Ovviamente non succede nulla di tutto ciò e, per qualche interminabile secondo di sconfinato terrore, continuo a fissare il sorriso soddisfatto di Bankotsu.

Quando riprendo possesso del senso del tatto, mi accorgo di essere arretrata fino a far scontrare la mia schiena con il torace di Sesshomaru che, Grazie Kamisama!, non si è mosso da lì.

Bankotsu mi fissa, pieno di aspettative, ma io non riesco nemmeno a chiudere la bocca, figuriamoci mettere in funzione le corde vocali per parlare.

L’unica cosa di cui sono sicura, in questo momento, è il torace muscoloso di Sesshomaru su cui sono appoggiata: è l’unico punto fermo nel mare di orrore che è in questo momento la mia mente.

-Su, su, muovetevi ragazzi. Lo spettacolo è finito!- urla una voce, che mi sembra quella di Miroku, e la folla inizia a disperdersi.

Con un lampo di consapevolezza –tutta la mia mente è occupata a urlare “no” in tutte le lingue del mondo- mi rendo conto che anche Sesshomaru si stacca da me e se ne va dopo aver sussurrato un indispettito “Tsk”.

-Ayame, stai bene?- mi chiede Kagome, avvicinandosi e sfiorandomi leggermente la spalla con una mano. Forse ha paura che scoppi in una crisi isterica.

-No che non sta bene! Ma lo vedete che faccia ha?- ribatte Inuyasha, spalancando teatralmente le braccia.

-Sicuramente migliore di quella che avresti tu in una situazione del genere!­- ribatto acida, lanciando un’occhiata di fuoco a mio fratello, che a sua volta mette il broncio.

Sango fa un sorrisetto ironico, contenta che mi sia minimamente ripresa dallo shock, mentre Miroku scoppia a ridere.

-C'è ben poco da ridere.- lo riprende Kagome, lanciandomi l'ennesima occhiata preoccupata.

Proprio in quel momento suona la campanella, così ci precipitiamo per i corridoi, diretti alle nostre classi.

-Poi ne parliamo.- mi minacciano Kagome e Sango, mentre Miroku scappa nella direzione opposta alla nostra. Io annuisco, non sapendo se prendere la frase come un avvertimento o una minaccia.

Probabilmente la seconda.





Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Scusate, scusate, scusate per il terribile ritardo! Purtroppo il mio computer è andato partito per la tangente e mi è appena arrivato. Ho scritto col portatile, ma lì non avevo l’HTML e scaricare Open Office o qualsiasi altra cosa significava diventare imbecilli: è talmente lento che a volte faccio fatica pure ad aprire Word.

In ogni caso mi scuso tantissimo e, sebbene sia in ritardo, vi auguro un Buon Anno, una Buona Befana (io ho ricevuto un sacco di dolcetti **) e un buon rientro a scuola.

Allora, dopo questa premessa vi chiedo: come vi è sembrato il capitolo? Per me è stato un po’ difficile scriverlo, a dire il vero e mi ero un po’ bloccata sulla scena tra Sesshomaru e Ayame (vi è piaciuta? **), dato che non sapendo come avrebbe reagito Sesshomaru in una situazione del genere, non sapevo se l’avevo fatto OOC o no. In ogni caso, ho pensato che a Sesshomaru piace avere tutto sotto controllo, per questo è stato lui ad andare da Ayame e non viceversa. Spero di non avere sforato del tutto!!!

La canzone è “Ti scatterò una foto” di Tiziano Ferro e l’ho vista decisamente ottima per una scena come questa xD

E di Bankotsu, che ne pensate? Io ero costantemente imboressata xD

Come sempre, vi ringrazio tantissimo per le meravigliose recensioni e anche di aver inserito la mia storia in una delle vostre liste!!!

L'immagine: Allora, direi che è di facile comprensione: Ayame e Sesshomaru finalmente insieme!!!

Credo di avere detto tutto.

Invoco di nuovo il vostro perdono per il ritardo e vi mando un bacione!


°°Samirina°°


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Capitolo 25
*** Quando capisci che verrai bocciata in matematica. ***


Set Fire To The Rain



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25. Quando capisci che verrai bocciata in matematica.

Le lezioni sono lente e pure i miei compagni quando passano vicino al mio banco: sono tutti intenti a guardarmi e ridacchiare.

Per un paio di volte ho la tentazione di alzarmi in piedi e prendere a pugni Shiori e con lei le sue ochette, in particolar modo quando, al cambio dell'ora, mi sussurra all'orecchio: -Che prodotto usi per attirare questo genere di ragazzi, Ayame?-

-La benzina.- le rispondo. -Quella che adesso vorrei usare con te.-

E a quel punto se ne va offesa, alzando il suo nasino demoniaco verso l'alto e lasciandomi in pace per il resto delle ore scolastiche.

-Muoviamoci, muoviamoci, muoviamoci!- esclamo, non appena adocchio i miei amici. -Dobbiamo uscire da questo edificio prima che lui mi veda!-

-Lui chi?- mi chiede Inuyasha, tonto come al solito.

-Voldemort in persona!- ribatto, continuando a guardarmi intorno al modo di James Bond.

-Dubito che ti troverà, in mezzo a tutta questa gente.- dice pacata Sango, come se stessimo facendo una normale e innocua passeggiata.

Stiamo scappando, altroché!

-Dici?- sussurro alla mia amica, senza smettere di lanciare occhiatine tutto intorno a me.

-S... OH!-

Quell'”oh” mi preoccupa...

-Ayame!-

Ma porca...

Adocchio un cassonetto della spazzatura in un angolo e mi fiondo dietro, facendo segno ai miei amici di starsene zitti e di proseguire per la loro strada.

Mi rannicchio e chiudo chi occhi, sperando che Bankotsu non capisca dove sono, altrimenti sarei davvero capace di commettere un omicidio.

-Che stai facendo?- mi riprende, ad un tratto, una voce tagliente che conosco bene.

Alzo lo sguardo e vedo la magnifica figura di Sesshomaru vestita di bianco. Ovviamente ha il suo immancabile sopracciglio alzato.

-Shhhhhh!- sussurro, muovendo una mano. -Mi sto nascondendo. Da Bankotsu.-

Sesshomaru guarda in un punto alle mie spalle e poi riporta lo sguardo su di me.

-Sta parlando con Inuyasha.-

-Oh no! Fai finta di far qualcosa, non ti deve vedere parlare con me. Non mi deve trovare, ne oggi ne mai!-

Il mio demone mi guarda qualche altro attimo, poi si volta e inizia a camminare verso il parcheggio. Io lo guardo sorpresa, poi scatto in piedi e inizio a corrergli dietro.

Dopotutto, anche se Bankotsu mi dovesse vedere, non penso si azzarderebbe a interrompermi mentre parlo con un professore.

E per oggi l'ho scampata.

-Mi dai un passaggio?- gli chiedo non appena arriviamo alla sua macchina, parcheggiata nello stesso posto di questa mattina.

-Sali.- risponde lui, senza perdersi in inutili verbi, sostantivi e frasi complesse.

Beh, almeno lui conosce la tecnica del risparmio. Proprio come quella che fanno le casalinghe: nei giorni di “prendi due, paghi uno” riempiono il carrello di prodotti che bastano per tutto l'anno successivo, in attesa del prossimo saldo.

Ad ogni modo non credo che a Sesshomaru-sono-il-Principe-dei-Demoni interessino le casalinghe e gli sconti.

Saliamo in macchina in silenzio e il mio demone parte sgommando per il cortile della scuola, sorpassando gruppi di alunni in divisa invernale che si stringono tremanti le sciarpe attorno al collo.

Io sono quasi tentata di aprire il finestrino per lasciare entrare un po’ di aria fredda nell’abitacolo, ma temo che Sesshomaru mi salti al collo, per cui mi accontento di aprirmi il cappotto.

-Grazie.- sussurro, non appena la scuola diventa un puntino negli specchietti retrovisori. –Mi hai salvato la vita, Sesshomaru.-

Lui lancia semplicemente un’occhiatina in mia direzione, per poi continuare a fissare la strada.

Ma cosa devo fare per causargli una minima reazione? Ballare la lap-dance sul tavolo della cucina? Iniziare a recitare le poesie al contrario?

Santa… no, ho capito che pregare gli dei non serve più a nulla ormai. Faccio spallucce al nulla e mi accoccolo meglio sul sedile, godendomi il resto del viaggio.

Non c’è che dire: Sesshomaru guida come un Dio. Vabbé, forse è meglio che precisi: non guida solo come un Dio, è anche tremendamente bello, intelligente e bacia in una maniera che mi fa girare la testa.

Sfortunatamente ha un caratteraccio. Un terribile caratteraccio, giusto per essere precisi.

Entriamo nel cortile e Sesshomaru parcheggia la macchina e scende.

Io lo seguo, titubante, all’interno della casa e lo guardo togliersi il cappotto e appenderlo all’entrata.

Si gira all’improvviso verso di me e si avvicina lentamente, con uno sguardo indecifrabile. Io sono prossima all’autocombustione.

Poi alza una mano e, semplicemente, mi toglie una foglia che mi era rimasta impigliata tra i capelli.

Rimango imbambolata e lo guardo voltarmi le spalle e andare via, senza dirmi mezza parola.

Chiudo gli occhi e sospiro, decisamente delusa. Mi spoglio e salgo nella mia camera, senza passare per la cucina.

Speravo che Sesshomaru dimostrasse un cambiamento nei miei confronti, eppure così non è stato. Certo, mi ha scarrozzata con la sua macchina, ma a parte questo non ha dimostrato nessun segno di ciò che è successo tra noi ieri sera.

Che abbia avuto qualche ripensamento? Dopo tutto quello che abbiamo passato…

-Ayame!?-

Quando è entrato?

-Che c’è, Inuyasha? Ero alle prese con le mie elucubrazioni mentali. Mi hai interrotta!- dico scendendo le scale.

-Aya-chan! Non ti abbiamo più vista, a scuola: ero preoccupata!- esclama Kagome, uscendo dal salotto, diretta verso di me.

Alla vista della mia migliore amica, il mio animo si placa un poco.

Forse potrei chiedere consiglio a lei…

-Sono scappata Kacchan. Non volevo certo che Bankotsu facesse un bis del concerto di questa mattina.- le rispondo, forse un po’ più acida e nervosa del dovuto.

Lei sembra accorgersene. –Qualcosa non va?-

Arriccio per un attimo il naso e poi annuisco.

-Ti scoccia venire un attimo in camera mia?- chiedo.

Kagome scuote la testa e mi sorride, iniziando a salire le scale.

-Quanto a te, botolo ringhioso, osa origliare e ti strappo le orecchie.- minaccio Inuyasha prima di sparire al piano superiore.

Mio fratello, ormai abituato ai miei sbalzi d’umore, annuisce mesto e si rifugia in salotto.

-Ebbravo Inucchan.- sussurro, seguendo la mia amica in camera.

Kagome si siede sul letto e io mi accomodo sul tappeto di fronte a lei.

-Dunque, dimmi tutto!-

Io prendo un profondo respiro e inizio a raccontarle dall’inizio alla fine gli avvenimenti della sera prima e di questa mattina.

Speriamo che mi sia d’aiuto…


Mezz’ora dopo da casa Taisho si leva un urlo: -SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!-

-Kagome! I miei timpani!- dico, tappandomi le orecchie sensibili al grido perforante della mia amica.

-E tu pensi ai timpani in un momento del genere?!? Ayame è fantastico, magnifico!- continua a dire percorrendo a grandi passi la mia stanza.

-Te l’avevo detto che la gita in montagna sarebbe stata rivelatrice! Te l’avevo detto! Sei stata così brava Ayame, così brava e coraggiosa! E’ ovvio, ovvio, che è pazzo di te! E chi non lo è? Kamisama, finalmente ce l’hai fatta! E’ magnifico, Aya-chan! Aya-chan?- dice ad un tratto, avvicinandosi a me. –Tutto ok?-

-Sono solo un po’ intontita dal tuo monologo. Dammi cinque secondi…-

-Ma che cinque secondi e cinque secondi! Dovresti fare i tripli salti di gioia!- mi riprende, sempre sorridendo a trentadue denti.

-Li farei, anche, se non fosse che è tutta oggi che mi ignora…- ribatto, incassando la testa tra le spalle. A quanto pare a Kagome era sfuggito un punto focale del mio racconto.

-Ma certo che si! Si comporta come fa di solito. Immagina se cambiasse comportamento davanti alla professoressa Kagura!-

In effetti la visione ha un che di raccapricciante…

-Quindi… per te è questa la spiegazione?- chiedo, titubante.

-Si, Aya-chan!- mi risponde convinta, dopo avermi preso le mani.

Io le sorrido. -Grazie Kacchan!-

-Di nulla! Ora torniamo da Inuyasha?-

Annuisco, saltando mentalmente di gioia repressa: per la prossima ora mi toccherà vederli fare le fusa come due volpini.


Io proprio non capisco a cosa serva tutta questa letteratura. Insomma, d’accordo che l’Iliade è un’opera mondiale e d’accordo che non è nemmeno la cosa più brutta del mondo, ma a cosa serve leggere passi e passi dell’opera e rispondere alle domande a piè pagina?

Dopo cena mi piacerebbe anche starmene davanti alla tv invece che chiusa in camera.

D’accordo ,d’accordo lo so che questo pomeriggio avrei potuto anche fare qualcosa, invece di chiacchierare con Kagome e Inuyasha, però questi professori potrebbero anche fare a meno di riempirci di compiti come dei tacchini il giorno del Ringraziamento.

Forse è meglio se mi concentri.

Dunque… Come fa Paride ad uccidere Achille?

Beh, ovviamente colpendolo nel suo punto debole, ovvero il tallone…

Ma scusate: se Achille sapeva che il suo punto debole era il tallone, per quale ragione lo ha tenuto scoperto? Sarebbe stato molto più intelligente coprirlo, magari con strati di bronzo e ferro…

A quell’epoca si utilizzava il ferro?

Chiudo di scatto il libro. Ho capito che per stasera i compiti sono finiti: copierò domani mattina a scuola da qualche compagno che ha avuto la pazienza di fare tutti questi esercizi.

Prendo la matita e me la metto in equilibrio sul naso.

Chissà se stasera Sesshomaru verrà… mi piacerebbe tanto, però…

Scuoto la testa: santo cielo, sono stata quasi sempre una persona convinta di ciò che vuole e di ciò che è, e per uno sciocco demone mi ritrovo a farmi tutte queste pippe mentali?

Sveglia Ayame, è ora di prendere in mano la situazione! Sailor Ayame in azione!

Ok, saltiamo questa imbarazzante scena e passiamo a quella dopo, ovvero: io che mi alzo, che esco dalla porta e che mi posiziono davanti a quella di Maru.

Dunque… adesso?

Beh, Ayame, diciamo che quando sei davanti ad una porta devi bussare ed entrare, no?

E se me lo ritrovo mezzo nudo?

Ho detto bussare e poi entrare.

Busso alla porta e pochi secondi dopo sento la voce di Sesshomaru dire “avanti”. Apro la porta mentre mi preparo psicologicamente a vederlo in mutande, e tiro un sospiro di sollievo quando vedo che è perfettamente vestito e chino sulla sua scrivania.

Grazie Kamisama. Non sarei resistita ad una diversa apparizione.

-Ciao.- sussurro, restando impalata sull’uscio.

Lui posa la penna rossa e si volta verso di me, iniziando a squadrarmi come al solito.

-Ciao.- dice. –Puoi avvicinarti: ho già mangiato, stasera.-

Arrossisco di botto e muovo qualche passo verso di lui. Mamma mia, non mi sono mai sentita più stupida di questo momento.

Sesshomaru sta continuando a squadrarmi e questo sicuramente non aiuta.

-Cosa stai facendo?- gli chiedo dando una sbirciata ai fogli posati ordinatamente sulla sua scrivania.

-Correggo dei compiti.- mi risponde.

-Oh.- guardo il primo foglio, pieno di segni rossi. -C'è qualcuno che è capace di fare più errori di me, allora!-

-Purtroppo si.-

Lo guardo e vedo che un microscopico sorriso compare sulle sue labbra. A quel punto ridacchio anche io, felice che Kagome avesse ragione.

In questo momento ho una voglia pazzesca di baciarlo, per cui... lo faccio.

Insomma, sono o non sono Ayame Taisho?

Abbasso la testa e poso le mie labbra sulle sue.

Lui risponde al bacio –al che faccio un salto di gioia mentale- e mi prende per i fianchi, stringendo leggermente e costringendomi a sedermi sulle sue ginocchia.

Kamisama, quanto lo amo!

Porto le mie braccia attorno il suo collo e stringo con tutta la forza che ho, senza nessuna paura di fargli del male. Dopotutto è un demone, no?

Mi stacco dalle sue labbra solamente quando mi sento sollevare da terra e depositare sul letto. Poi, Sesshomaru si stende sopra di me e poggia i gomiti a lato della mia testa: io lo guardo come un assetato guarda l’ultimo bicchiere d’acqua presente sulla faccia della terra o come Lady Gaga guarda una batteria nuova di zecca.

Poso lo sguardo sulle sue labbra, rosse come una ciliegia e deglutisco. Davvero sono stata io ad averle baciate per tutto questo tempo? Come è possibile che Sesshomaru, Sesshomaru, abbia scelto di baciare me e non una demone avvenente come Kagura?

-Non sei Rin.- mi dice ad un tratto.

Io lo guardo un po’ stralunata, indecisa se prendere quella frase come una domanda o un’affermazione.

-Che vuoi dire?-

-Le assomigli. Molto. Tuttavia siete così diverse… Tu assomigli più a un’aquila predatrice, mentre lei era più un pettirosso da proteggere.-

Rimango allibita da quelle parole, uscite proprio dalla bocca di Sesshomaru. Era la cosa più simile ad un complimento che mi avesse mai fatto.

-Visto che siamo in vena…- dico titubante, mentre lui lascia la sua posizione e si limita a stendersi a fianco a me. -Perché stamattina mi hai ignorata?-

Lui passa un dito sulle mie labbra, anch’esse rosse e gonfie. –Non vogliamo mica che la gente inizi a farsi idee strane.-

-Per esempio che passiamo la notte insieme…- dico, ipnotizzata dal suo tocco.

-E che le passiamo a baciarci.- conclude lui.

A quella parola –baciarci- il mio cuore fa una capriola e lo stomaco mi si stringe. Ovviamente la mia energia demoniaca sfugge al mio controllo e in un attimo la temperatura del mio corpo sale.

Sesshomaru stacca la sua mano da me.

-Controllati.- mi sussurra.

-Scusa.- dico, facendo rimpicciolire lentamente il mio vortice demoniaco.

Il mio demone scuote la testa e sospira, poi mi attira a sé e mi abbraccia. Io stringo la maglietta del suo pigiama e appoggio la testa sul suo petto.

-Buona notte.- gli dico, strusciando la guancia sulla morbida stoffa.

-Anche a te.-

Oh, lo sarà sicuramente.


Cammino a cinque centimetri dal suolo e poco ci manca che mi metta a spargere petali di rosa intorno a me augurando “peace and love” a tutti. Inuyasha mi guarda con il sopracciglio alzato, ma non ci faccio caso: insomma, dopotutto sono solo la persona più felice nella faccia della terra.

-Stanotte hai ricevuto l’illuminazione dal Buddha, sorellina?- mi chiede Inuyasha, fissandomi con la forchetta a mezz’aria.

-Mmmm, molto meglio Inuyasha, molto meglio.- ribatto sorridente.

Lui alza le spalle e riporta l’attenzione sulla sua colazione.

-Tesoro, potresti…?- inizia Izayoi, ma io la interrompo sorridente.

-Eccomi, mamma.- dico, prendendogli le due tazze colme di latte dalle mani.

-Ayame, inizi seriamente a preoccuparmi.- dice Inuyasha, riportando l'attenzione su di me.

Io gli sorrido. –Ho avuto un’idea per evitare Bankotsu, questa mattina.- butto lì.

-Ovvero?-

-Ovvero farò finta di essere presa da un’incontenibile voglia di musica.- dico, mostrandogli l’IPod –E non lo sentirò.-

Inuyasha mi guarda scettico, ma non ribatte.

-Buon giorno!- esclama nostro padre entrando in cucina, seguito da Sesshomaru che si limita a fare un cenno con la mano.

Io non posso fare a meno di rivolgergli un sorriso a trentadue denti. Il Principe si premura di lanciarmi un'occhiata di fuoco, così da far ammutolire qualunque altro mio tentativo di rivolgergli qualche attenzione.

Faccio colazione lentamente -stranamente siamo in anticipo- e mi sorprendo non poco quando Inuyasha si alza da tavola e corre al piano superiore a prendere carta e penna.

-Cosa fai, Inuyasha?- chiede nostra madre, guardando stralunata il figlio.

-Oggi c'è la verifica di matematica... mi voglio allenare.-

Io sbianco e lascio cadere il cucchiaino dentro la tazza.

Verifica? Matematica?

-Stai scherzando, spero!- sussurro, con la voce roca.

Inuyasha non alza nemmeno lo sguardo dal foglio e fa no con la testa.

Meraviglioso…

Quante possibilità ho di non andare a scuola oggi?


-Ehi, ragazzi, come è andata la verifica di matematica?- ci chiede Sango, una volta finite le lezioni.

Mio fratello esclama un “bene” talmente convinto che mi verrebbe voglia di strappargli la lingua seduta stante.

-E a te, Ayame?-

-Mmmm.-

-Quel “Mmmm” di che genere era?- chiese Kagome, non riuscendo a comprendere la mia risposta.

-Beh, ci sono diversi tipi di “Mmmm”.- inizia Miroku ironico. -Quello corto, “Mh-mh” significa si, il “Mmmm” lungo equivale ad un no…-

A quel punto smetto di ascoltarlo.

Inizio a guardare il cielo e lo trovo carico di neve.

Beh, alla fine che cosa vuoi che sia un votaccio in matematica e un corteggiatore insistente?

C'è gente che sta di peggio. Prendiamo Miroku: la sua idiozia lo segue come un'ombra!

Io ho il cervello a posto -anche se c'è gente che direbbe tutto il contrario-, tantissimi amici, una famiglia che mi vuole e bene e poi... beh, poi c'è Sesshomaru!

In definitiva non c'è nessuno più felice di me!

Mi riconnetto con la realtà: Sango sta prendendo in giro il suo ragazzo per le stupidaggini appena dette, mentre Inuyasha e Kagome sono abbracciati teneramente e ridono.

Mi unisco alle loro risate, tuttavia esse si spengono non appena Sango ci comunica il programma del pomeriggio: Shopping sfrenato in vista del Natale.

-Ehm... a dire il vero ho un impegno molto importante. Improrogabile. Per cui, beh, io andrei...- provo titubante, sperando che abbiano così buon animo da farmi andare a casa.

-Non ci provare, Ayame Taisho!-esclama Kagome, dando prova del suo carattere determinato che, raramente, sa tirare fuori.

Io, d'altro canto, alzo le mani in segno di resa: quando lei e Sango decidono di andare per negozi non c'è nulla che possa far cambiare loro idea.





Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Buona domenica a tutti! Spero che la vostra settimana sia stata migliore della mia U.U

Beh, beh, beh… domandona: qualcuno di voi è appassionato del telefilm Once Upon A Time? Nel caso non lo abbiate mai visto, vi consiglio di farlo al più presto **

Si, lo so che questo non è il fandom adatto per parlare di telefilm, ma tutto può capitare U.U

Passiamo alle cose importanti: grazie mille per le recensioni! Grazie, grazie, grazie!!! Non poterò mai ringraziarvi abbastanza!

Prima di dimenticarmi, in ogni caso, annuncio che mancano solamente due capitoli. Ergo, tra due settimane ci dovremmo salutare. A dire il vero, ho in mente un sequel, ma devo dire che questo non è un periodo molto allegro per me e, essendo questa una fic comica, verrebbe fuori malissimo. Semmai, vedrò quest’estate cosa riuscirò a fare.

Comunque: come vi sembra questo capitolo??? Questi ultimi ho cercato di farli più dolci, per ovvi motivi, ma non so come siano venuti, in realtà. L’ironia, per me, è un campo conosciuto, mentre il “romanticismo” un po’ meno, quindi giudicate voi.

L’immagine, penso sia chiarissima xD Quanto dolciosi sonooo??? **

Vi ringrazio ancora per le recensioni e per dimostrare di apprezzare questa storia!

Un bacione,


°°Samirina°°


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Capitolo 26
*** Quando capisci che lo shopping non fa per te. ***


Set Fire To The Rain



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26. Quando capisci che lo shopping non fa per te.

-Vado a dormire…- sussurro, prima di alzarmi da tavola e dirigermi a passo lento e strascicato su per le scale.

Sento Inuyasha sospirare amareggiato, mentre papà e mamma ridacchiano, ma non me ne curo: dopo lo shopping con Sango e Kagome sono sempre stanca.

Non tanto fisicamente bensì mentalmente. Anzi, mentalmente sono proprio finita.

Quelle due sono una forza della natura: riescono a trascinarmi per i negozi per ore e ore di fila. E il punto è che si divertono!

Mi metto il pigiama e mi butto di peso sul letto, chiudendo gli occhi per far riposare il mio povero neurone che, ormai, sta tentando il suicidio da diverse ore.

Santo Kami, mi sento come se mi fosse passato sopra un trattore e sono incapace di fare qualsivoglia pensiero sensato.

Beh, vorrei vedere voi! Sono sicura che non sapreste sopravvivere ad un pomeriggio come questo: inizialmente mi hanno trascinata in qualche libreria e in un negozio di vestiti e da quel momento ho pensato che, dopotutto, non sarebbe stato un pomeriggio così orribile.

Mi sono ricreduta quando siamo entrati in quattro negozi di intimo –nei quali Miroku restava a fissare le lingerie con la bava alla bocca-, due di videogiochi, due centri commerciali e –mi vergogno a dirlo.- in un sexy shop.

Come se il sexy shop di per sé non bastasse, dentro a quel maledetto negozio ci abbiamo trovato pure Jakotsu! Jakotsu che faceva acquisti in un sexy shop per non so quale strana attività.

Jakotsu che, non appena è entrato Inuyasha, gli è andato incontro e ha iniziato a trascinarlo in giro per il negozio, illustrandogli l’uso di non so quale osceno gingillo.

Quello, in ogni caso, è stato l’unico negozio in cui Sango e Kagome non mi hanno portata in giro per gli scaffali come due disperate.

L’unica cosa positiva di questo pomeriggio è stato che ho trovato i regali da fare ai miei amici: a Sango, ovviamente, ho preso il libro più grande che ho trovato, per Miroku ho preso una morbida sciarpa di lana, per mamma e papà un cappello, per Kagome una collana e per Inuyasha una felpa.

L’unico regalo che non ho trovato, sfortunatamente, è stato quello per Sesshomaru, ma mi farò venire un’idea prima della fine della settimana.

Mi metto il pigiama e mi stendo a letto.

Mi spiace, Sesshomaru, ma per stasera dovremmo rinunciare alle nostre coccole: muoio di sonno!

Non faccio nemmeno in tempo a chiedermi che ore sono, che prendo sonno.


***


Apro lentamente gli occhi, chiedendomi per quale motivo lo possa fare ancora.

Non mi rendo immediatamente conto che sono viva, ma non appena incontro lo sguardo ambra del Demone Bianco sorrido: lui mi ha salvata, proprio come gli avevo chiesto. Mi ha salvata proprio come ho fatto io con lui.

Il Demone Bianco si alza lentamente, mi appoggia a terra e mi volta le spalle.

Io mi alzo in piedi e ignoro le urla gracchianti dell'esserino a fianco a me: so che lui mi sta invitando a seguirlo, so che posso andare con lui.


***


Una settimana esatta dopo, sono impegnata a cercare in tutti i modi di impedire a Kagome di far diventare la mia casa una discoteca luccicante.

-Kacchan, basta luci!- urlo, correndo dietro ad una Kagome con in mano la decima scatola di lucine natalizie.

Insomma, capisco che la nostra casa è grande, ma abbiamo usato dieci, e dico dieci!, scatole solo per il piano inferiore! E bisogna anche dire che la cucina non è stata addobbata!

Kagome, come è ovvio che sia, non mi da ascolto e inizia ad attaccare luci sugli stipiti delle porte.

Kamisama, e come faremo per il giardino?

Scuoto la testa, esasperata, e lascio Kagome-Folletto-Di-Babbo-Natale a fare ciò che più le piace e vado a vedere come sono messi Miroku, Sango e mio fratello.

-Ehi, Inuyas... Santo Kami, che fate?-

Guardo con gli occhi strabuzzati la scena: Inuyasha e Miroku tengono in precario equilibrio una scala e Sango -la quale sta per avere una crisi isterica- è esattamente sul penultimo piolo alla ricerca della giusta posizione per mettere la stella sulla punta dell'albero di Natale.

-Insomma, voi due dementi! Tenete ferma quella dannata scala, se non volete che cada! Miroku, accidenti, smettila!-

Inuyasha e Miroku, in risposta, scoppiano a ridere e fanno barcollare pericolosamente la scala.

Sango strilla e io mi tappo le orecchie sensibili: Kami, di questo passo mi assorderà!

Quando la scala si stabilizza, scanso i due uomini mandandoli ad aiutare Kagome con le luci esterne e inizio a tenere in equilibrio la scala, fino a che Sango non scende.

-Uff. L'anno prossimo lo fai tu! Accidenti!-

-Scusa, Sango-chan, ma io avevo da fare con Kagome e l'unico che sa volare in questa casa, oltre a me, è Sesshomaru...-

Vedo Sango scuotere animatamente la testa: deve essere terribilmente strano per lei pensare a Sesshomaru che aiuta con le decorazione. Oltre ad essere terribilmente divertente.

Usciamo a vedere come sono messi i nostri amici e, non appena vediamo il loro operato, rimaniamo a bocca aperta: tra i rami dei numerosi alberi del nostro giardino sono state fissate delle lucine colorate, che fanno sembrare gli alberi portatori di una singolare chioma multicolore.

Il giardino è illuminato a giorno, sebbene il pallido sole invernale sia già tramontato da un pezzo.

Kagome ci corre incontro e ci mette in mano altre luci indicandoci gli alberi che dobbiamo addobbare e noi la assecondiamo: è divertente prepararsi al Natale insieme a lei e a Sango e Miroku.

Potrebbe essere meglio se Sesshomaru fosse qui, ma dubito fortemente che sia una cosa che può accadere. Per lo meno non in questo millennio. E forse nemmeno nel prossimo.

-Oddio, ragazzi! E’ bellissimo!- esulta mamma, non appena lei e papà tornano a casa.

Kagome le corre incontro. –E aspetti di vedere l’interno, signora!-

-Oh, mia cara, quante volte ti ho detto di chiamarmi Izayoi?- la corregge bonariamente lei, facendosi portare a braccetto dentro casa.

Beh, è il minimo. Dopotutto tra qualche anno quelle due diventeranno parenti.

Per un attimo penso a come potrebbe essere il matrimonio di Kagome ed Inuyasha, e sono sicura che mi compaiono i cuoricini al posto degli occhi. E subito dopo il mal di denti.

-Ciao papà!- gli dico, facendomi baciare una guancia. –Hai idea di dove sia andato Sesshomaru, per caso? E’ da stamattina a scuola che non lo vedo.-

Inu scuote la testa. –Non ne ho idea, tesoro. Avrei pensato che almeno a te l’avesse detto.-

Io scuoto la testa e alzo le spalle.

Riguardo me e Sesshomaru, tra noi e la nostra famiglia, c’è un tacito accordo: Inu ed Izayoi hanno capito ciò che entrambi proviamo l’uno per l’altra e fanno finta di niente; in cambio, noi in loro presenza facciamo come se nulla fosse cambiato e ci limitiamo a stare veramente insieme la sera o quando siamo soli.

Tra noi e Inuyasha, invece, non c’è nessun accordo: ogni volta che ne ha l’occasione ridacchia in nostra presenza, causando a Maru una rabbia incontrollabile che, solitamente, sfocia con qualche minaccia o con voti brutti a scuola. E se li merita tutti, tra parentesi.

Pochi minuti dopo salutiamo Miroku e Sango che tornano a casa.

-Ehi Kagome, il venerdì sera mamma e papà escono a cena. Vuoi che andiamo a prendere una pizza?-

-Si, certo! Andiamo nella pizzeria che hanno aperto da poco? Hanno detto che la fanno buona.-

Io annuisco e poco dopo siamo entrambe per strada.

-Cosa hai deciso di regalare a Sesshomaru?- mi sussurra Kagome non appena ci allontaniamo da casa mia.

-Non ne ho idea, Kacchan. Vorrei regalargli qualcosa di originale, qualcosa che possa portare sempre con sé.- scuoto la testa. –Dopodomani è Natale e io non ho ancora il regalo per l’uomo che amo.-

Kagome inizia a farmi pat-pat su una spalla.

Kamisama, io l’ho detto che mio fratello la rovina!

Sospiro amareggiata e continuo a camminare.

Ad un certo punto, nel bel mezzo di una conversazione sulla quantità di luci di Natale che effettivamente la mia casa avrebbe potuto supportare, passiamo davanti ad una cartoleria.

Lancio un’occhiata distratta alla vetrina e mi blocco immediatamente.

-Ehi, Ayame, che c’è?-

-Vai avanti, Kagome. Per me una margherita. Io arrivo subito.-

Lei alza le spalle e fa come dico, mentre io entro nel negozio, miracolosamente ancora aperto.

-Salve.-

Un uomo si gira e mi squadra da dietro il bancone. Rimango allibita: il suo viso è, come dire, simile a quello dei pirati in tv. Una cicatrice gli solca la guancia destra e due baffetti lo fanno assomigliare a Jack Sparrow.

Ma la cosa più raccapricciante è quando, su un volto del genere, compare un sorriso.

-Salve, mia cara. Come posso aiutarla?-

Boccheggio per qualche secondo, indecisa se scoppiare a ridere o arretrare intimidita.

-Ho visto… quella penna stilografica in vetrina…-

L’uomo annuisce e me la recupera.

Da vicino è ancora più bella: è bianca, tranne la punta che è di un lucidissimo nero. Sul tappo sono disegnati in grigio degli arabeschi, che contribuiscono a rendere la penna ancora più bella.

Un regalo perfetto: Sesshomaru potrà portarla sempre con sé e sicuramente non sarà compromettente.

-Quanto costa?-


-Ehi, Ayame, hai una faccia…-

-Lasciamo perdere Kagome… Ho comprato il regalo a Maru…-

-E sei così depressa?-

-Si, dannazione! Costava l’ira dei Kami! Il mio portafoglio si è alleggerito in una maniera pazzesca!-

Kagome scoppia a ridere e per poco non fa cadere le tre pizze in equilibrio precario sulla sua mano.

-Però sono soddisfatta. Insomma, ho trovato il regalo ideale!-

Kagome ride più forte.

-Sei lunatica, Aya-chan.-

-Sarà il Natale, Kagome, sarà il Natale…- sussurro aprendo la porta di casa.

Sono sicura che questo Natale sarà il migliore della mia vita. Dopotutto questo Natale ci sarà Sesshomaru.

Il mio Sesshomaru, mi dico, andando ad appoggiare il pacchetto incartato con della carta argentata sotto l’enorme pino di plastica che quel pomeriggio avevamo faticato tanto a montare.

Torno in cucina e vedo che le pizze sono già in tavola, fumanti, pronte per essere mangiate.

-Ehi, voi. Si, dico a voi due, piccioncini! Non fate le fusa davanti alle pizze, per favore! Fate venire il diabete pure al pomodoro.- dico, addentando un trancio di pizza.

Kagome si limita a ridacchiare e a mangiare la sua pizza, mentre Inuyasha la prende un po' troppo sul serio.

-Tsk. Noi facciamo venire il diabete! Chissà cosa fate tu e il caro Sesshomaru lontano dagli occhi altrui!-

Alzo la testa e lo fulmino con lo sguardo. Cosa ne vuole sapere lui di quello che facciamo noi?

-Sono sicuro che non fate altro che dirvi le paroline dolci. Anche se non me lo immagino Sesshomaru dire paroline dolci, ma probabilmente c'è una prima volta per tutto.-

Un attimo... da quando Inuyasha Taisho è diventato così loquace? Solitamente si limita a ringhiare o arrabbiarsi, non è mai stato tipo da frecciatine.

Mah, probabilmente anche questo fatto strano è dovuto all'arrivo del Natale...

Decido di limitarmi a stare zitta e lasciarlo parlare. Tanto prima o poi si stancherà, no?

Sfortunatamente, i miei piani vengono mandati all'aria: a metà di uno sproloquio di Inuyasha su cosa mi dice Maru quando siamo soli, sento la porta di casa aprirsi e il profumo di neve mi avvolge. Sesshomaru. E non solo: con lui c'è un'altra persona, che non riesco a riconoscere.

-Inuyasha. Taci.-

Lui, ovviamente, non mi da ascolto. -... Oh Ayame, quanto ti amo, per fortuna che sei arrivata tu a scaldare la mia gelida esistenza...-

A quel punto gli tiro dietro un coltello che gli passa a mezzo centimetro dall'orecchio canino.

-Masseiscema?-

-Mai quanto te.- sibilo.

-Inizia a scappare, Ayame Taisho, perché se ti prendo sono cavoli amari!-

Io non me lo faccio ripetere due volte, contenta di avergli fatto dimenticare di me e Maru e inizio a correre su per le scale.

-Non mi prendi, non mi prendi!- cantileno, mentre lui, con due balzi mi è davanti.

-Dicevi?- sussurra con un ghigno venendomi incontro.

Non appena balza verso di me, io mi alzo in aria, con l'unico risultato di farlo cadere al piano di sotto.

-Dannata!- urla, mentre io scoppio a ridere.

Guardo giù e lo vedo a terra proprio davanti a Sesshomaru, il quale, ci scommetterei la vita, lo sta guardando con il sopracciglio alzato.

Quando il mio demone alza il viso verso di me, mi limito a salutarlo con un sorriso e mi appresto a scendere dal soffitto.

Mi blocco a mezz'aria quando sento una voce, gracchiante, che rimprovera Inuyasha.

-Inuyasha! Sempre il solito stupido! Quando la smetterai di intralciare Padron Sesshomaru? Chiedigli per lo meno scusa!-

-Zitto, rospaccio del malaugurio!- risponde il mio fratellino ad una figura che non vedo.

Però, ad onor del vero, questa voce mi sembra di averla già sentita... -Jaken!- esclamo alla vista dell'omino verde che sta gridando dietro ad Inucchan.

La ran... ehm, il demone si gira verso di me e mi guarda con gli occhi spalancati.

-T-tu?-

-Eheh, salve.- sussurro, senza sapere cosa dire.

-Voi due… vi conoscete?- chiede Inuyasha, dalla sua posizione orizzontale.

-Noi, ehm… lui mi ha aiutato con la ricerca…- dico, fissando il pavimento. -A proposito, grazie ancora. Ho preso otto! Del tutto meritato, tra parentesi. Vero?- chiedo, rivolta verso Sesshomaru.

Lui rotea gli occhi e non mi risponde, come previsto.

Riporto lo sguardo su Jaken e vedo che i suoi occhi sono spalancati.

Ci fissiamo per qualche secondo, senza sapere cosa dire -anche se probabilmente il rospetto sta facendo 2+2- finché il Principino Demoniaco non si dirige in cucina e Jaken lo segue con un -Aspettatemi, padrone!-

Beh, vedo che la sua devozione non è diminuita nei secoli.

Io e Inuyasha ci fissiamo per qualche secondo, entrambi troppo sorpresi per parlare.

-Oh. Per. Kamisama.- sentiamo dire a Kagome.

Ci dirigiamo in cucina e vediamo la suddetta Kagome alle prese con uno studio approfondito della ran... ehm... del demone.

Nel frattempo, come è giusto che sia, Jaken strilla e Sesshomaru se ne sta pacificamente appoggiato al muro e fissa la scenetta comica.

-I-Inuyasha, che è questo?-

-Un demone, Kagome, un demone. Anche se non si direbbe.-

-Come ti permetti, tu, Inuyasha! Io accompagno Padron Sesshomaru da secoli, sono sempre stato il suo più umile servitore!-

-Appunto: servitore.-

Kagome guarda me e poi Sesshomaru, senza capirci un’emerita cippa lippa.

Io alzo le spalle. –Lascia perdere, Kagome. Anche io la prima volta avevo più o meno quella faccia lì… poi ci si abitua.-

Jaken, a quel punto, distoglie la sua attenzione da Inuyasha e guarda Kagome, come se si fosse appena accorto della sua esistenza.

-Com’è che vi siete reincarnati tutti in quest’epoca?- chiede gracchiando ad una Kagome esterrefatta.

-Zitto, stupido!- esclama Inuyasha, pestando il demone con tutta la sua forza. –Non dire idiozie!-

Kagome esce con un intelligentissimo “Eh?” e Inuyasha mi prende le spalle, posizionandomi davanti alla fidanzata.

-Parlava di lei!-

-Ma… ma ha detto “tutti”…- nota Kagome, guardandoci dubbiosa.

Possibile che quel cretino di Inuyasha non le abbia ancora detto della Kagome del passato?

-Eh, eh… la vecchiaia avanza anche per i demoni!-

Possibile…

-Cosa hai capito, Inuyasha? Io inten…-

-Zitto!- urla di nuovo mio fratello, facendo finire il povero rospetto nuovamente sotto la suola delle sue scarpe.

Molto probabile…

Vado vicino a Sesshomaru e sospiro.

-Inuyasha è un idiota, quando ci si mette.- dico, non parlando a nessuno in particolare.

-Me ne sono convinto secoli fa.- mi risponde il mio demone.

Ridacchio e guardo Sesshomaru. Kamisama, com’è bello…

Ho così tanta voglia di baciarlo in questo momento che quasi mi arrischierei di farlo davanti a tutti. Quasi, perché so quanto Sesshomaru sarebbe arrabbiato -per non dire furioso- se facessi una cosa del genere.

Mamma mia, a quel punto si che potrei dirmi morta e non ci sono “Ti amo” che tengano… Brr…

Ok, portiamo i pensieri su un’altra rotta.

-Bene ragazzi, per quanto… uh… mi faccia piacere vedervi così affiatati- e a questo punto Inuyasha mi lancia un’occhiataccia terribile -noi stavamo mangiando e… Jaken, ti andrebbe una fetta di pizza?-

L’esserino verde distoglie la sua attenzione da mio fratello e la punta ai cartoni profumati -e ormai freddi- posti sopra al tavolo.

Immediatamente Inuyasha si getta sopra la sua pizza, esclamando che lui non avrebbe mai -MAI!- diviso la sua pizza con quell’essere, al che mi sono sentita in dovere, per lo meno nei confronti di Maru, di dividere la mia a metà a dare a Jaken la parte più grande.

Alla fine della cena sono rimasta con un’enorme voglia di pizza.

-Salve famiglia, siamo a casa. Ah, ma che bella atmosfera Natalizia! Ragazzi avete fatto davvero, ma davvero, un bel lavoro, non è vero mia dolce Izayoi?-

Sento mia madre cinguettare un “si, mio caro” con un tono smieloso che farebbe venire le carie anche a Moccia. Non appena Jaken sente la voce del padre del suo Padrone -Kami, che giri!- scatta in piedi e inizia immediatamente di lodare ogni angolo della casa. Cosa che inizia a risultarmi asfissiante: insomma, la nostra casa è parecchio grande!

Anche se credo che Jaken non sapesse che l’ha arredata Izayoi, altrimenti sono sicura che non si sarebbe sprecato più di tanto. In ogni caso è meglio che resti nell'ignoranza.

Faccio spallucce e mi volto verso Sesshomaru. E’ seduto sul divano, fermo e zitto come una statua di gesso, tuttavia vedo dalle sue spalle tese e dalla fronte aggrottata che è tutto fuorché rilassato.

Non faccio caso a Jaken che inizia a parlare con Inu e Izayoi e mi acciambello sul divano, vicina più possibile a Sesshomaru.

-Ehi, Aya-chan?-

-Dimmi, Kagome.-

-Cosa intendeva Jaken con quella frase, prima?-

-Quale frase?- chiedo, facendo la finta tonta.

-Quella sulle reincarnazioni… Non credo si stesse riferendo solo a te e Taisho-sensei…- mi sussurra, insicura.

Io faccio spallucce, evitando di risponderle.

-Ehi, papà, come è andata la cena?- esclamo, alzandomi dalla mia posizione e avvicinandomi a mio padre che mi da un bacio sulla guancia.

-Bene, mia cara, bene.-

-Mi fa piacere!-

Speriamo che Kagome dimentichi in fretta questa storia, o che Inuyasha -nell’alto della sua idiozia- si decida di raccontarle la verità. Non credo che Kagome sia il tipo da prendersela per una cosa del genere… E io non posso passare la vita a eludere le sue domande, Santa Maddalena!

Beh, posso sempre passare alle maniere forti…

-Ehi, Inucchan, puoi venire un attimo con me in cucina?- gli chiedo, lasciando Kagome parlare con la mamma e Jaken blaterare qualcosa sui vecchi tempi con Inu.

-Dimmi sorellina.- mi dice lui, appoggiandosi sul bordo del tavolo e incrociando le braccia.

Io mi chiudo lentamente la porta alle spalle e poi mi dirigo verso di lui a passi lenti e minacciosi.

-Inuyasha. Sei. Un. Cretino.- sussurro, quando arrivo a pochi centimetri dal suo viso. -Non hai ancora detto a Kagome del tuo passato, vero?-

Inuyasha scuote la testa, lentamente.

-Ma che ti dice il cervello, caspita?!? Non puoi tenerle un segreto di questo genere! Una coppia non dovrebbe averne, di segreti, figuriamoci di questa importanza!- esclamo, spalancando le braccia.

Mio fratello abbassa la testa e si imbroncia.

-Devi dirglielo, Inucchan. Lei ha il diritto di saperlo e, sono sicura, che le farebbe piacere venire a conoscenza degli avvenimenti del tuo passato. Lei ti ama, Inuyasha, ma tu devi dimostrale che si può fidare di te.-

Aspetto una reazione da mio fratello che, però, non arriva.

Ah, scemo di un fratello!

-Valla ad accompagnare a casa, Inucchan. Almeno quello.- dico, prima di uscire dalla cucina.

Non sto ad ascoltare se mio fratello mi risponde oppure mi manda direttamente al diavolo -dubito che sia molto incline a prendere ordini da una che ha qualche centinaio di anni in meno di lui.- e annuncio a tutti coloro che sono riuniti nell’enorme salone addobbato di casa mia, che me ne vado a letto.

Non trovo per nulla giusto che Inuyasha tenga Kagome allo scuro di questa faccenda, ma dopotutto, sono affari loro: non è giusto che io mi impicci più del dovuto.

Scuoto la testa.

Inuyasha, non smetterò mai di dirlo, è proprio uno scemo.




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Ehiii =) Buona domenica a tuttiii!

Allora, tutto bene? Io non vedo l’ora che arrivino le vacanze di carnevale… un suicidio, un vero suicidio sta scuola .-. Spero vivamente che a voi vada meglio xD

Allora: intanto, ringrazio per le recensioni e ringrazio chi ha inserito questa fic in una delle liste! Vi adoro tutti, uno a uno **

Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Devo dire che ho fatto un po’ fatica a scriverlo, forse perché ho un rifiuto per la fine della fic xD

In ogni caso, in questi ultimi due capitoli ho voluto dare un po’ di tregua a ‘sti poveretti, così li ho fatti parecchio fluffluosi, specialmente il prossimo U.U

Sesshomaru e Ayame mi stanno costruendo una statua per questo, comunque xD

Insomma: datemi le vostre opinioni su questo capitolo, eh xD

Come ultima cosa, l’immagine è dedicata a Inucchan e Kagome, perché semplicemente io li adoro U.U

Un bacione e a domenica prossima **


°°Samirina°°


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Capitolo 27
*** Quando capisci che... “You and me together, nothing is better!” ***


Set Fire To The Rain



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27. Quando capisci che... “You and me together, nothing is better!”

Mi accoccolo letteralmente addosso a Sesshomaru e sospiro.

-Certo che tuo fratello non ci capisce proprio una mazza.- dico semplicemente.

Lui si attorciglia una ciocca dei miei capelli al dito. -E' anche tuo fratello.-

-Si, infatti!- dico io, alzando la testa -E me lo sono sorbito io, gli ultimi anni, con tutti le sue pippe mentali con Kagome. Ma anche con l'altra Kagome era così?-

-Non ne ho idea.- dice, prima di baciarmi.

Santo cielo, questo demone mi manda in brodo di giuggiole ogni volta.

-Ehi. E' un modo carino per dirmi di tenere la bocca chiusa?-

Sesshomaru fa un mezzo sorriso e mi bacia nuovamente. Quindi, deduco che la risposta sia si.

Kamisama, a volte mi dimentico che Sesshomaru sa sorridere. E' scioccante quando lo fa, credetemi!

-Maru, insomma! Io cerco di parlare seriamente e tu mi zittisci!-

Lui alza gli occhi al cielo. -Non mi interessa parlare dei problemi amorosi di Inuyasha.- sospira.

-Vuoi che parliamo dei nostri?- gli sussurrò maliziosa, iniziando a passare le dita tra i suoi capelli argentei.

Sesshomaru alza un sopracciglio. -Di quali problemi stai parlando?-

Io non gli rispondo e rido di cuore, poi mi avvicino alle sue labbra, insaziabile.

Passerei ore e ore abbracciata a Sesshomaru, perché con lui mi sento al sicuro, mi sento a casa.

Mi accoccolo sul suo petto e, cullata dalle sue carezze ritmiche sulla schiena, mi abbandono al sonno.


La mattina dopo, appena mi sveglio, faccio un salto giù dal letto e mi posiziono davanti al calendario, fissando la data scritta sul fondo bianco.

-E' il 24 Dicembre, Maru! Che bello!!!- esclamo, saltando nuovamente sopra al letto e sorridendo al mio... ragazzo?

Lui inarca un sopracciglio, perfettamente sveglio -cavoli, io la mattina sembro Frankestain col pigiama!- e sbuffa leggermente. -Cosa ci trovi di tanto speciale, nel Natale?-

Lo guardo come se avesse detto un'eresia.

-Come, cosa c'è di bello nel Natale? Il Natale è... un giorno con cui stare con la propria famiglia, scambiarsi i regali, fare il pranzo. E' un giorno magico.-

-Si sta tutti i giorni con la propria famiglia.-

-Si, ma a Natale... beh, assume un significato diverso. A Natale ci si ferma a pensare e si apprezza di più tutto quello che si ha intorno: per le strade ci sono le luci colorate che illuminano la notte, dalle finestre si intravedono gli alberi decorati e... è un po' difficile da spiegare. E' un giorno significativo.-

Sesshomaru annuisce.

Mi rattrista parecchio che non sappia il significato del Natale. Beh, dopotutto quando Rin era viva, la festa non esisteva ancora.

-Vedrai che domani capirai cosa intendo.- gli dico, sorridendo e alzandomi dal letto. Mi avvio alla porta della sua camera, intenzionata ad andare nella mia a lavarmi e vestirmi.

Spalanco la porta e vedo un esserino verde che si fionda dentro urlando. Tuttavia, basta un’occhiataccia di Maru a zittirlo.

-Mi scusi, Padron Sesshomaru.- dice, facendo un piccolo inchino. In quell’attimo, si accorge di me -che sono ancora sulla soglia della porta, indecisa se ridere o no- e mi guarda con gli occhi spalancati.

-Tu.- mi dice, indicandomi con il dito. -Cosa ci facevi nella camera di Padron Sesshomaru?-

Io mi blocco e guardo alternativamente Sesshomaru e Jaken, indecisa su cosa rispondergli. Insomma, mica potevo semplicemente dirgli che abbiamo passato la notte insieme. Che poi, c’è da dire, dipende anche come avrebbe inteso la risposta.

Alzo le mani verso l'alto. -Sono sicura che Sesshomaru saprà essere molto più esauriente di me. Io vado a farmi la doccia, ciao, ciao!- dico, prima di fiondarmi in camera mia e chiudermi dentro.

Fiuuuuu, ci è mancato un pelo!

Faccio spallucce. Beh, alla fine non sarebbe stato nulla di così grave, no?

Ehm, non vi sento...

No?

D'accordo, ho capito, lasciamo perdere.

Alzo gli occhi al cielo e mi avvio verso la mia bella, bellissima, stupenda doccia.

Insomma, c'è da dire che dopo essersi improfumati e scaldati per benino sotto il getto dell'acqua calda, si sta proprio da Kami.

Ridacchio e scendo a colazione.

Visto che è la Vigilia, i miei genitori sono usciti e Inuyasha, probabilmente, è ancora a letto. Aspetto Sesshomaru qualche minuto, per vedere se scende a fare colazione con me, ma quando vedo che non arriva decido di mangiare.

Non posso mica morire di fame, no?

Ok, ci rinuncio subito. Siete proprio una delusione, oggi, ma vi perdono perché domani è Natale!

Spalmo su una fetta biscottata una dose abbondante di Nutella e la mangio con gusto. Aaaah, che mondo sarebbe senza Nutella?

Sono alla metà della terza fetta, che sento mamma e papà rientrare.

-Ayame, ben svegliata.- mi sussurra mamma, prima di venirmi a dare un bacio sulla guancia. -Preparati: tra un po’ dobbiamo andare a fare compere!- mi dice, iniziando a smanettare con carta e penna.

E’ una piccola tradizione Natalizia: il giorno della Vigilia, mamma ed io, ci alziamo presto e, da brave donne di casa, andiamo a fare una mega-spesa per il giorno dopo.

Solitamente, andiamo in un centro commerciale poco fuori Tokyo che, come potete immaginare, è stra pieno; così ci armiamo di una pazienza infinita e ci avventuriamo tra code oblunghe per frutta e verdura e casalinghe impazzite che cercano di accaparrarsi i pezzi migliori di carne.

Alla fine, passiamo nel reparto abbigliamento -e lì si, che perdiamo ore e ore!- e scegliamo che cosa metterci il giorno di Natale.

Quest’anno, tra l’altro, dobbiamo anche prendere un vestito per la festa che si terrà in centro questa sera. Inuyasha ed io abbiamo deciso di trovarci con i nostri amici, giusto per passare una parte la Vigilia insieme, anche perché Sango e Kagome sarebbero partite per le vacanze proprio il giorno dopo Natale.

Scuoto la testa, felice, e mi fiondo in camera mia. Cerco di darmi un contegno -insomma, non posso mica andare per i centri commerciali vestita come una pazza e con i capelli per aria- e poi metto tutto l’occorrente in una borsa.

E’ fantastico che, qualunque cosa ci metta dentro, nella mia borsa ci stia qualsiasi cosa. Beh, ovviamente parlo di cose che stanno normalmente in una borsa.

Certo è che se provo a metterci dentro un attaccapanni, non ci sta. A meno che la borsa in questione non sia quella di Mary Poppins.

-Aaaah, ma che pensieri faccio…- sussurro, prima di uscire dalla stanza.

-Ehi, Maru.- lo saluto, vedendolo uscire dalla sua stanza. -Io e la mamma andiamo al centro commerciale.-

-E ci vai vestita così?- asserisce, guardandomi dall’alto in basso, contrariato.

Faccio un veloce check-up di ciò che ho indossato: dei jeans invernali aderenti e un maglioncino aderente azzurro…

Uhm, penso che sia la parte aderente che non gli va molto a genio.

-E’ un modo carino per dirmi che sono vestita bene?-

Sesshomaru rotea gli occhi e mi da le spalle, diretto al piano inferiore.

-Ehi! E un bacino non me lo dai?- esclamo, correndogli dietro. Insomma, capisco tutto, ma non ci vedremo per una giornata intera: io ho bisogno almeno del bacino dell’arrivederci!

Sesshomaru si blocca e si volta verso di me. -No.-

Io mi imbroncio. -Uffa.- dico, incrociando le braccia sotto il petto.

Lui scende le scale senza dirmi altro.

Ridacchio, pensando a quanto testardo e orgoglioso sia il mio demone. Chissà se riuscirà mai ad aprirsi veramente con me…


* * *


-Mamma, dici che ce la facciamo per stasera? Lo sai che Inucchan e io abbiamo da fare!-

Mia madre ridacchia e scuote la testa, ma continua imperterrita a rigirarsi tra le mani dei grossi pezzi di carne rossa. A me, a dirla tutta, tenere in mano quelle cose fa parecchio schifo.

-Ayame, prendi questa. Vado a prendere gli affettati.-

Prendo dalle mani di Izayoi il pezzo di carne e lo mollo schifata dentro il carrello.

-Bleah.- sussurrò, pulendomi le mani sui pantaloni.

Che schifo, schifissimo!

Spingo il carrello tra le corsie, cercando di arrivare viva al banco degli affettati e preparandomi psicologicamente ad aspettare almeno venti minuti. Sto per girare l’angolo quando vedo che mia madre sta parlando con un uomo alto, muscoloso e attraente.

Lascio il carrello in balia di sé stesso e mi avvicino lentamente, cercando di non farmi notare.

-Ma davvero? La trovo così fuori posto in un supermercato del genere… sicuramente solitamente sono i suoi subordinati che fanno la spesa per lei…-

Ci sta provando con mia madre?

Digrigno i denti e, in un attimo, mi faccio comparire le orecchie, poi mi avvicino ai due, con un sorriso che può benissimo essere scambiato per quello dello Stregatto.

-Ehi, mamma!- esclamò alzando un braccio.

Mia madre si gira e mi sorride dolce come al solito, mentre il tipo mi guarda spalancando gli occhi, che si soffermano sulle mie orecchie nere.

-Salve.- dico, rivolgendomi a lui e mettendo bene in mostra i miei denti appuntiti.

Lui balbetta un “ciao” e, con una scusa, si defila in mezzo secondo netto. Wow, che record!

Sogghigno e faccio scomparire orecchie e denti appuntiti: mi fa piacere che questi uomini abbiano un minimo di buonsenso, ogni tanto.


-Mamma, quello, quello, quello!- grido, indicando un kimono bianco e azzurro.

-Tesoro, sei sicura di non avere freddo?-

Mi avvicino e ci passo le dita sopra. -Mamma, è invernale…-

-Allora provalo!- esclama, mettendomelo tra le mani con foga. -Aspetta, prendi anche questo obi viola: trovo che sia un amore.-

Annuisco ed entro nel camerino.

Quando esco, per poco ad Izayoi non viene un infarto. Si porta le mani sulle guancie e si mette a volteggiarmi attorno, guardandomi da ogni angolazione possibile.

-Amore, sei splendida! Sesshomaru rimarrà incantato!-

Io arrossisco di botto. -Mamma, che c’entra Sesshomaru, adesso?-

Lei non mi risponde e continua a farmi complimenti, incurante del mio viso rossissimo che fa un contrasto pazzesco con la stoffa del kimono.

Per quanto mi piaccia indossare questo kimono, apprezzo moltissimo quando mamma mi permette di andare a cambiarmi.

Prima di andare a pagare, cerchiamo un vestito anche per lei che non visto qui a descrivere perché non vorrei che Inu fosse anche capace di leggere nel pensiero e deve essere una sorpresa.

In ogni caso, non abbiamo più avuto pseudo-scocciatori-rompiballe fino alla fine del nostro giro nel centro commerciale.

Eheh, Ayame Taisho colpisce ancora!!!


* * *


-Inuyasha, dove caspita hai messo il mio cellulare?-

-E io che cavolo ne so?-

-Si da il caso che te l’abbia dato a te per mandare un messaggio a Kacchan, dato che TU hai finito i soldi.-

Inuyasha, dall’altra parte della porta, rimane in silenzio per qualche secondo, poi sbuffa sonoramente, spalancando la porta della mia stanza e aprendo la bocca per dirmi qualcosa. Poi la richiude e mi fissa.

-Dov’è Ayame?- chiede, con gli occhi fuori dalle orbite.

Io mi guardo intorno e poi mi indico. -Qui…-

-No, no, no.- dice mio fratello, scuotendo il dito davanti al mio naso. -Tu sei troppo carina per essere mia sorella Ayame.-

A quel punto, prendo l’orecchietta pelosa di Inuyasha e lo trascino fuori dalla mia stanza, chiudendogli la porta in faccia.

Mi giro verso lo specchio e mi guardo attentamente. Devo ammettere che il kimono mi sta bene e il bianco risalta con i miei capelli neri e sciolti. Mi sono anche truccata un pochettino -ombretto, mascara e lucidalabbra- ma credo che sia più il kimono ad essere bello piuttosto che colei che lo porta. Ovvero io, per chi non lo avesse capito.

Faccio spallucce ed esco dalla mia camera, prendendo la borsa dove avrei messo il cellulare. Sempre se Inuyasha si fosse ricordato dove lo aveva cacciato.

Scendo le scale, seguendo il chiacchiericcio dei miei parenti e sbircio giù dalle scale. Fortunatamente, nessuno mi sta aspettando in stile principessa, così scendo velocemente le scale prima che mamma decida di farmi qualche foto inappropriata.

-Allora, parenti, andiamo? Kacchan ci starà sicuramente aspettando a casa sua.-

Tutti i miei parenti si girano verso di me e, santo cielo, mi guardano con gli occhi spalancati, anche mia madre e Inuyasha.

Arrossisco e guardo con la coda dell’occhio Sesshomaru. Ha un’espressione strana, che mi fa venire decisamente i brividi sulla schiena.

Unisco le mani e guardo Inuyasha, sperando di distogliere l’attenzione dalla sottoscritta.

-Inucchan, il mio telefono.- dico, mettendogli la mano aperta sotto il naso. Lui rotea gli occhi e me lo sbatte sulla mano.

Usciamo dalla villa e, con piacere, noto che Sesshomaru mi cammina a fianco e -addirittura!- si siede di fianco a me durante il tragitto in macchina. Wow, quasi non mi sembra vero!

Passiamo a prendere Kagome -decisamente splendida anche lei, con il suo kimono rosa pesca- e Inuyasha inizia subito a sussurrarle cose dolci all’orecchio che, tutti noi, ci sforziamo di non ascoltare.

Sono davvero carini quei due. Davvero carini. Se qualche volta Maru mi sussurrasse paroline dolci all’orecchio, mi farebbe davvero piacere.

Capito, Sesshomaru? Cerca di captare i miei pensieri con quella mente da demone millenario che ti ritrovi…!

Qualche minuto dopo arriviamo a destinazione. La festa è splendida: ci sono un sacco di stand con le cose più impensabili, come centinaia di caramelle gommose, pesciolini rossi da pescare, collane e braccialetti di ogni tipo e tantissime altre cose, che mi attirano da morire.

Credo che più di una volta i miei amici abbiano dovuto trascinarmi via dagli stand di dolciumi. Eh, beh, sono golosa, che ci volete fare?

Dopo un paio di ore -devo ammettere che mi stavo stancando parecchio a camminare avanti e indietro- vedo Maru che guarda uno spettacolo di mangiafuoco. Mi avvicino silenziosamente -anche se sono certa al cento per cento che mi abbia sentito lo stesso- e mi giro a osservare il fuoco che rotea nel cielo. L’uomo è bravissimo, per essere solo un umano: riesce a far roteare i bastoni infuocati con estrema precisione e li afferra senza bruciarsi.

-Ayame.- mi chiama Sesshomaru, ad un certo punto.

Io mi giro verso di lui e gli sorrido. -Dimmi.-

-Seguimi.- mi sussurra, prima di dare le spalle allo spettacolo e avviarsi verso un grumo non ben identificato di alberi lì vicino.

-Maru?- domando quando, ormai, siamo lontani dalla folla. Lui volta leggermente la testa e io capisco che posso porgergli la mia domanda.

-Dicevi spesso a Rin “seguimi”?-

Sesshomaru si ferma e si gira verso di me. -Come lo sai?-

Io mi porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Forse non avrei dovuto fargli questa domanda.

-Beh, ogni volta che lo dici sento una sensazione strana, che non mi so spiegare. Ho pensato…- non termino la frase, non sapendo più che dire.

Lo vedo chiudere gli occhi, e mi si stringe il cuore. Sto per chiedergli scusa, quando lui mi precede.

-Voglio mostrarti una cosa.-

Io richiudo la bocca e lo guardo interrogativa, poi spalanco gli occhi quando sento la sua forza demoniaca aumentare e vibrare nell’aria.

-Non ti spaventare.- mi dice con voce roca, ghignando alla vista della mia faccia sorpresa.

Faccio in tempo a sbattere un paio di volte le palpebre che, al posto del demone con i capelli argento, compare un grosso demone cane bianco, con due voglie rosse sul muso e una mezzaluna blu in mezzo alla fronte.

Rimango allibita per parecchi secondi, respirando a mala pena, fino a che il grosso cane non muove un passo verso di me. Io arretro involontariamente, forse a causa del brivido che mi percorre la schiena alla sua vista: dopotutto sono sempre in parte felino.

Sesshomaru si ferma e mi osserva con quegli occhi che hanno la capacità di farmi arrossire anche se sono così diversi dal solito; faccio un sospiro profondo e abbozzo un sorriso, poi mi riavvicino a lui e, titubante, allungo una mano e gli accarezzo il muso.

Ridacchio quando Sesshomaru si siede sulle zampe e si avvicina di più a me, così continuo ad accarezzarlo.

-Che bel cagnolone che sei, Maru! A Kagome piaceresti un sacco!- esclamo, ricevendo un basso ringhio per risposta. Rido e continuo a passare la mia mano sul suo morbido pelo.

-Sei stato carino, sai? Mi fa tanto piacere che… che mi ritenga così importante.- sussurro, sorridendo intenerita.

Lui si alza e si posiziona con il dorso di fianco a me. Ci metto qualche secondo a capire che vuole che gli monti in groppa.

-Stai scherzando?- chiedo, sgomenta. Lui mi fa un cenno spazientito, e a quel punto ne approfitto prima che cambi idea.

Mi accoccolo sulla sua schiena e mi attacco al pelo del suo collo, stringendo per bene la presa quando il grosso cane si alza da terra e si libra nel cielo.

-Wow…- sussurrò godendomi la sensazione dell’aria tra i capelli e del corpo caldo di Maru vicino a me. -E’ bellissimo!- gli comunico, ridendo e accarezzandogli la testa.

Sesshomaru si alza di quota fino a superare le nuvole nel cielo e io trattengo il respiro: non mi ero mai sognata di volare così in alto da sola.

Passo le mani attraverso le nuvole soffici e ridacchio, notando che sembrano schiuma. Dopo qualche minuto ci abbassiamo e riconosco, finalmente, il paesaggio sotto di noi: Sesshomaru si sta dirigendo verso la nostra casa.

Si ferma sul tetto e io scendo dalla sua groppa tutta infreddolita, anche se la sensazione non mi da molto fastidio; guardo il grosso cane bianco che viene avvolto da una luce bianca e che ritorna il demone che tanto amo.

Gli sorrido e lo seguo nella sua camera, entrando, alternativamente, dalla finestra.

-Grazie, Maru.- sussurro, felice. E’ stato bellissimo, da parte sua, che mi abbia mostrato la sua vera forma, che abbia voluto condividere una cosa del genere con me.

Lui mi fissa qualche secondo con il suo sguardo ambra e io, come al solito, mi sciolgo sul posto.

-Prego.- dice, prima di darmi le spalle e prendere dal comodino un pacchettino che, prima, non avevo notato. Me lo porge e io lo prendo sorpresa.

Sciolgo il fiocchetto e apro la scatolina, scoprendo un piccolo ciondolo a forma di mezza luna.

Spalanco gli occhi e guardo Sesshomaru che, per tutta risposta, mi dice -Buon Natale-, prima di prendermi dalle mani il ciondolo e allacciarmelo attorno al collo.

Lo sfioro con una mano e sorrido.

-E’ splendido. E’ come se ti avessi sempre accanto, anche quando non ci sei.- dico, sedendomi sul suo letto e tendendogli la mano.

Sesshomaru la afferra e si siede a fianco a me, mentre io mi accoccolo a lui.

-Grazie.- mi sussurra tra i capelli.

-Di cosa?-

-Di essere qui con me.-

Sento il cuore che mi batte fortissimo e la felicità che mi riempie a ondate. Allora è questo che si prova a stare con la persona che si ama.

Alzo la testa e lo bacio, stringendolo il più possibile a me.

Siamo solo io e lui. E non c’è nient’altro che, in questo momento, possa desiderare.




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Ciao a tutti! Cavolo, non mi sembra vero che questo sia l’ultimo capitolo.

Insomma, non sono molto brava con gli “arrivederci”, non trovo mai le parole giuste.

Voglio ringraziarvi tutti, uno a uno. Non mi metto a citarvi tutti perché sarebbe una cosa infinita (la mia pigrizia… xD ) ma sappiate che mi ricordo di ognuno di voi, perché mi avete emozionata con le vostre recensioni, mi avete fatta divertite, mi avete fatta sentire apprezzata. Mi avete dato cose diverse eppure tutte ugualmente importanti. Spero che potremmo tenerci in contatto anche se non più attraverso questa storia.

Per questo non posso fare altro che dirvi: Grazie, dal profondo del cuore. Grazie di esserci sempre, grazie di avermi dato la forza di continuare e di scrivere, grazie di tutto.

Ok, prima che mi dimentichi: l’ho ripetuto mille volte, ma lo scrivo anche qui, visto che è l’ultimo capitolo. Dunque: ho in mente un sequel, ma purtroppo questo non è periodo per fic comiche, quindi rimando tutto a quest’estate, sperando in bene. Nel caso dovessi pubblicare, metterò un avviso qui, così se avete la storia in una delle vostre liste lo saprete automaticamente.

Spero che questo ultimo capitolo vi sia piaciuto e che sia una degna conclusione della storia. Sinceramente sono un po’ titubante, quindi aspetto i vostri commenti e… mi direte =)

Vi ringrazio ancora tanto, tanto e tanto!


°°Samirina°°

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