Proverò a ricominciare da capo. Con te

di Lulu_Herm
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hogwart's Express ***
Capitolo 2: *** Come fenici il giorno del falò ***
Capitolo 3: *** Duerre Incant ***
Capitolo 4: *** Sei sempre lo stesso ***
Capitolo 5: *** Quidditch, annunci e inviti ***
Capitolo 6: *** Sgradito ***
Capitolo 7: *** Sectumsempra ***
Capitolo 8: *** Notizie a sorpresa ***
Capitolo 9: *** L'età delle decisioni ***
Capitolo 10: *** La Romania-Dracula ***



Capitolo 1
*** Hogwart's Express ***


“Va bene così, madre, grazie. Starò benissimo” Narcissa sapeva che non era vero. “ma sarai tutto solo. Non mi piace che tu torni là senza nessuno con cui parlare. Sarà un anno infernale per te.” Draco sbuffò. “con chi potrei stare? Tiger e la Bulstrode sono morti. Goyle lavora come inserviente al Paiolo Magico. La Parkinson ha mollato gli studi per andarsene in giro per il mondo. La Greengrass si è iscritta a Beauxbatons  per cambiare aria. Si, certo, come se bastasse attraversare la Manica per dimenticarsi di aver sostenuto un pazzo criminale e i suoi ideali malati. E la cosa più strana è che ho capito che non vorrei nessuno di loro con me. Sono stati miei amici come i Mangiamorte lo erano per Tom Riddle. Stretti intorno a me per un po’ di potere. Starò meglio da solo. Farò come quelli del primo anno, cercherò di ripartire da capo, anche se questa è la fine di tutto, non un inizio. Lo sai madre, che preferirei di gran lunga rimanere  a casa” –e il fatto che tu vorresti stare a casa ma non lo fai è molto consolante, figliolo- pensò Narcissa. D’altra parte, che possibilità c’erano per un ex-Mangiamorte  non diplomato, figlio di un prigioniero di Azkaban? “coraggio, madre. A Natale torneremo a casa sia io che mio padre. Sono solo quattro mesi” lei sospirò: “si, e devo ringraziare Harry Potter che non siano molti di più. Se lui non avesse testimoniato in nostro favore, sarei dentro anch’io, e tuo padre sarebbe probabilmente condannato a vita” Draco annuì. Non gli piaceva avere un debito con Harry Potter, ma d’altra parte era così.

Il capotreno fischiò. Draco  baciò la madre sulla fronte e salì sul treno, alla ricerca di uno scompartimento libero. Era segretamente contento di essere da solo. Aveva bisogno di un po’ di solitudine. Si sedette e cominciò a giocherellare con la bacchetta. All’improvviso, la porta dello scompartimento si spalancò, rivelando una ragazza con una massa di ricci neri. “questo posto è occupato?” chiese, indicando il sedile accanto al suo. Lui scosse la testa in silenzio. Lei si accomodò e cominciò a sfogliare un giornaletto.

Senza rendersene conto, Draco cominciò ad alzare gli occhi verso di lei sempre più spesso. Aveva due splendidi occhi nocciola, la pelle diafana e una spruzzata di lentiggini sul naso. I suoi capelli andavano in tutte le direzioni nonostante fossero legati con un nastro verde e argento. Poi gli cadde l’occhio sulla rivista che lei stava leggendo: “Bolidi, Pluffe e Boccini”. Non si rese nemmeno conto di aver aperto bocca, ma esclamò: “ti piace il Quidditch?” .Lei sorrise: “Si. Quando avevo sei anni trovai  per caso la vecchia scopa di mio padre, e da allora non ho mai smesso di volare. A te piace?” lui la guardò stupito. “sono il Cercatore di Serpeverde!”. Ora era la ragazza a essere strabiliata: “tu sei Draco Malfoy? Sei tornato a Hogwarts?” lui parve imbarazzato. “Beh, sai, l’anno scorso non ho dato i M.A.G.O., mio padre è stato…” “arrestato, si lo so. C’era  scritto sul Profeta a giugno. Quindi hai deciso di tornare? Io credo che non reggerei la tensione” la discussione aveva preso una piega piuttosto strana. Non l’aveva mai vista, eppure si ritrovava già a parlare di suo padre con lei. Si scoprì desideroso di parlare, era strano trovare qualcuno a cui semplicemente interessava quello che lui aveva da dire. “Certo, sarà molto difficile. Ma ho bisogno del Diploma, e ti confesso che non avrei sopportato che il mio ultimo ricordo di Hogwarts fosse l’immagine di un ammasso di rovine” si sentiva uno sciocco sentimentale. Lei sorrise. “ti capisco. Anche per me è il settimo anno. Ho paura che sarà tutto diverso. La guerra ci ha cambiati, tutti. I nostri primi anni a scuola sono stati un’illusione, non trovi? Eravamo a metà tra la prima e la seconda Guerra Magica, eppure abbiamo costruito una società pacifica, immersi nell’illusione  che sarebbe durata. E ora dobbiamo ricostruire tutto da capo. Voglio dire, per  me Hogwarts vuol dire Piton che mi carica di compiti, i discorsi d’apertura di Silente. Vuol dire Daphne, Pansy. Non mi sembra la vera Hogwarts.” Daphne? Pansy? “conosci la Greengrass e la Parkinson?” “Daphne è mia sorella, e Pansy era la mia unica amica. non ho mai fatto molte amicizie a Hogwarts, stavo sempre con loro, oppure da sola. In realtà solitamente sono piuttosto timida”. Lui s’illuminò: “ma allora tu sei Astoria! Ho sentito parlare di te, da tua sorella e da Zabini” lei arrossì. “già, Zabini. Che fine ha fatto? È anche lui sul treno?”  Draco si fece cupo. “nessuno l’ha più visto dalla Battaglia di Hogwarts, a maggio scorso. Povero Blaise, era l’unico normale tra tutti” lei scoppiò a ridere,  e lui lo ritenne un po’ inappropriato. “in effetti, è vero. Era un gruppo di esaltati. In parte è meglio che sia finita, anche se ora ci ritroviamo soli. Avevano un modo di sentirsi superiori che non mi piaceva. Ma che cosa potevo fare? erano le uniche persone che conoscessi.” Draco scivolò sul sedile. “io ero uno di loro, ero come loro. In fondo mi facevano schifo, ma stavo con loro, che mi idolatravano. Scelte deboli. Non ho mai passato un minuto della mia vita con una persona che mi capisse davvero. In fondo, nemmeno i miei genitori mi hanno mai davvero capito”. lei sospirò: “anche per me è così. Sono sempre dovuta stare con mia sorella, che non ha mai cercato di comprendermi, ne’ ha desiderato farlo.  Daphne è sempre perfetta, bionda, occhi azzurri, fisico asciutto, portamento regale, e poi dopo di lei sono saltata fuori io, esattamente l’opposto. Indovina chi è la preferita dei miei genitori”.

Draco era colpito. Lui, che era sempre stato freddo e poco propenso a mostrare le proprie emozioni, aveva appena aperto il proprio cuore a una ragazza mai vista prima. E la cosa più strana era che non gli dispiaceva assolutamente di averlo fatto, e desiderava continuare a parlare. Non aveva mai trovato una persona con cui fosse così facile comunicare. Insomma,  nelle meno di due ore trascorse dalla  partenza del treno, la prospettiva di quel suo ottavo anno ad Hogwarts era completamente cambiata. Ora non era più solo. 

Spazietto autrice:
Rieccomi, sono tornata! Mi sono sempre chiesta che tipo dovesse essere Astoria Greengrass per aver rubato il cuore a Draco Malfoy. E finalmente ho provato a immaginare tutta la loro storia, la storia di come lei, Astoria, è riuscita a fargli superare il dolore e il senso di colpa al punto di potersi immergere in una storia di vero amore.  Spero che piaccia!
Questi personaggi appartengono a J.K.Rowling e io scrivo senza fini di lucro. 

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Capitolo 2
*** Come fenici il giorno del falò ***


“Oggi, Primo settembre 1998, è l’alba di un nuovo inizio per Hogwarts. Un anno fa, le forze Oscure prendevano il potere sulla nostra scuola. Oggi sono orgogliosa di poter dire di aver combattuto, di aver scelto fin dall’inizio da che parte stare. Il mondo magico si sta rigenerando. Molto lentamente, come fenici dopo il falò, ricresceremo più forti. E io, Minerva Mc Granitt, oggi sono fiera di poter fare la mia parte, di prendere il posto di Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Cercherò di essere degna dei grandi uomini che mi hanno preceduto, Albus Silente e Severus Piton. Severus,  il mio predecessore, chiave fondamentale della nostra salvezza, ha perso la vita durante la Battaglia di Hogwarts, ucciso da Nagini, il serpente di Lord Voldemort. So che molti di voi, durante i suoi  anni di professore e poi preside,  non l’hanno amato molto. Silenzioso e severo, il professor Piton ha sempre insegnato con un rigore e una precisione che mettevano in difficoltà molti studenti. Ma credo che tutti, per mezzo della Gazzetta del Profeta, siate venuti a conoscenza della sua storia. Harry Potter ha ritenuto di rendere pubblico il racconto per riabilitare l’immagine di Severus Piton, e non posso  che essere d’accordo anche se lui, con la sua riservatezza, forse non avrebbe approvato. Quindi prego tutti voi, ora, di alzare i calici e brindare a Severus Piton e al suo unico, grande amore”  la professoressa Mc Granitt alzò il proprio calice e si asciugò una lacrima. Tutti gli studenti di Hogwarts  e i professori  la imitarono.

Astoria respirò rumorosamente , e Draco vide che stava piangendo. Le porse un fazzoletto verde, e lei si soffiò il naso singhiozzando. “Astoria, calmati! Non hai sentito la Mc Granitt? Dobbiamo ricrescere come fenici dopo un falò. A chi pensi che toccherà ricostruire questo mondo? Dobbiamo essere forti, sempre!” lei annuì, tra le lacrime. “è solo che ho letto la storia del professor Piton sul Profeta, e non potevo credere che, per tutto quel tempo, lui abbia amato quella donna. È così triste. E lei che è morta per proteggere suo figlio…” lui sospirò. Aveva letto con attenzione quella storia, e ne era rimasto colpito, ma era chiaro che Astoria, molto più sensibile di lui, l’aveva trovata commovente. Si chiese se a lui sarebbe mai stato concesso  di amare come Severus Piton.

~

Erano arrivati a scuola insieme, lui e Astoria, e non aveva potuto fare a meno di notare che lei non aveva  salutato nessuno, ne’ qualcuno aveva interrotto i loro discorsi. Erano rimasti sempre soli. E di certo non gli dispiaceva. La conosceva da un pugno di ore, ore in cui avevano parlato moltissimo, toccando una serie di argomenti, passando da la Guerra Magica a ti piace il pudding?  .Gli sembrava di conoscerla da sempre. Non era mai stato  così bene con una persona. E ora che la vedeva piangere, si sorprese a desiderare di fermare quelle lacrime.
Quella notte, nel silenzio del suo dormitorio vuoto, privo delle risate di Tiger e Goyle e dei sussurri di Zabini, Draco poté riflettere per ore senza essere disturbato. Pensò a sua madre sola, a suo padre ad Azkaban, alla propria vita da Mangiamorte e a quella dopo la Guerra Magica, a tutto ciò che era cambiato e stava ancora cambiando. Pensò  a Piton, a tutto ciò che aveva sempre saputo, a ciò che aveva saputo negli ultimi mesi, su di lui. Lui si era sempre sentito un po’ come Voldemort, nonostante l’amore dei suoi genitori lui credeva di non poter amare qualcuno davvero. Era davvero così? forse non aveva ancora trovato qualcuno degno del suo amore.

La sua nottata non fu tranquilla, piuttosto fu tormentata da tutti quei pensieri. Quando la mattina seguente scese in Sala Grande, sembrava davvero Voldemort, con la differenza che lui aveva il naso e i capelli. Quando lo vide, Astoria scoppiò a ridere. “nottataccia, eh? Anche io non ho dormito bene. Settimo anno. I M.A.G.O. . Che ansia.” “chissà perché ho una sensazione di dejà-vu” borbottò Draco. Astoria rise, e a quel suono argentino lui si scosse. Lei non parve averlo notato, e gli porse un foglietto. “Gli orari del settimo anno. Prima ora, Pozioni con Lumacorno. Andiamo”.

Erano chiusi nel sotterraneo da mezz’ora, e Lumacorno aveva immediatamente cominciato a chiacchierare allegro. Draco non ne poteva già più e Astoria, seduta accanto a lui, prese a disegnare sul libro nuovo. Mentre il professore cominciava ad aggirarsi allegro per la classe, simile a un tricheco gigante, i due Serpeverde presero in fretta calderoni e ingredienti  e cominciarono ad armeggiare con essi. Dovevano cominciare a preparare il Veritaserum, pozione che avrebbe richiesto loro molte lezioni, perché bisognava lasciarla sobbollire, e aggiungere vari ingredienti dopo determinati lassi di tempo. Draco si guardò intorno e vide Hermione Granger sfogliare febbrile “L’eccellenza del Pozionista”, il libro per il settimo anno. Sembrava che ne andasse della sua stessa vita. Ridacchiò e diede una gomitata ad Astoria per mostrarle la scena, ma quando si girò la vide curva sul libro, intenta a sottolineare con precisione i tempi di cottura del Veritaserum.  Incerto se essere divertito o terrorizzato, Draco sospirò. “Sarà un anno troppo lungo”.

 
Rieccomi!!!!! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Siccome di Astoria non si sa nulla, e posso immaginare tutto sul suo conto, dal suo aspetto al suo carattere, alle sue manie, l’ho fatta un po’ simile a Hermione, ma non voglio che sia uguale a lei perché non mi piacciono i cloni (e infatti Astoria è una giocatrice di Quidditch, mentre Hermione decisamente no!). Era troppo facile per Draco! Invece credo che ora si sentirà molto più solidale con Harry e Ron…
alla prossima! *aspetta una piccola recensione, anche piccina piccina picciò*

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Capitolo 3
*** Duerre Incant ***


A metà della prima settimana di scuola, una sola domanda passava per le bocche di tutti nei corridoi di Hogwarts: chi era il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure? Si diceva che fosse una donna, ma su di lei nessuno sapeva nulla. E stranamente, nessuno aveva ancora avuto quella materia. I primi furono proprio i ragazzi del settimo anno, il quarto giorno di scuola.

Subito dopo la colazione, Draco e Astoria si avviarono verso l’aula che aveva cambiato così spesso proprietario. Il nuovo insegnante aveva appeso alle pareti alcune foto dei più importanti maghi oscuri dell’ultimo secolo, tra i quali figuravano “Tom Riddle”, “Gellert Grindelwald” e, Draco ebbe una stretta al cuore quando la vide, “Bellatrix Black Lestrange”. Non c’erano banchi, ma in fondo alla stanza si vedevano cinque grandi tavoli di legno, che lasciavano un certo spazio per le esercitazioni pratiche.  Sul lato opposto rispetto ai tavoli c’era una cattedra in legno massiccio .Notarono con stupore che c’era anche uno spazio dedicato alle Pozioni, e una piccola serra con le più utili piante offensive e curative. Appoggiata alla parete destra, una piccola libreria colma di volumi rilegati in pelle.

I ragazzi si radunarono dietro i tavoli e tirarono fuori le loro nuove copie di “Sfidare l’Oscuro”, il libro di testo scelto dal nuovo insegnante. Qualche minuto dopo nella stanza entrò una strega sui venticinque anni dai capelli rossi e gli occhi azzurri. Indossava una veste da strega blu notte, con mantello abbinato, e i capelli erano acconciati in modo complicato. Reggeva un’imponente pila di libri e una borsa colma di fiale di vetro. Posò tutto sulla cattedra e si girò verso gli studenti. “Buongiorno, miei cari. Sono Duerre Incant, la vostra insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure”. Ginny Weasley, in piedi accanto a Potter, alzò la mano: “Incant come Adalbert Incant? Lo scrittore?”. La professoressa sorrise: “si, è il mio bisnonno. Dunque, come stavo dicendo, sono la vostra insegnante, il che significa che devo prepararvi ai M.A.G.O. che si terranno a giugno. L’insegnamento di questa materia è stato assolutamente discontinuo, avete cambiato un professore all’anno, alcuni sono più giovani e altri più grandi, quindi qualcuno ha seguito le lezioni del  professor Raptor mentre altri no, qualcuno l’anno scorso ha dovuto frequentare il corso di Arti Oscure, qualcuno, per esempio, ha sconfitto il più grande mago oscuro degli ultimi cento anni” la classe ridacchiò, e alcuni si girarono a guardare Potter, rosso come un peperone. “silenzio, per favore. Dunque , con questo intendo dire che ciascuno di voi ha una preparazione diversa, ci sarà chi già conoscerà alcuni incantesimi, qualcuno che ne conoscerà altri. Non scoraggiatevi, non tralasciate mai lo studio di questa materia, perché pochi mesi fa avete avuto modo di constatare  che non è una materia inutile. Detto questo, cominciamo subito la prima lezione perché non abbiamo tempo da perdere”.

“Io ho ricevuto un’educazione molto particolare, e per questo l’insegnamento che vi do di questa materia
è poco ortodosso, è la combinazione di tutte le nozioni che ho ricevuto alla scuola di Magia e Stregoneria di  Beauxbatons e alla Facoltà di Storia Babbana alla Sorbonne di Parigi” le reazioni furono molteplici: Hermione Granger, Astoria e Harry Potter si portarono le mani alla bocca increduli. Alcuni, come Draco e Ginny Weasley si scambiarono sguardi perplessi chiedendosi cosa diavolo fosse quella Sorbonne, mentre Ron Weasley si limitò a guardare vacuo l’insegnante, chiaro segno che non aveva capito una parola. La professoressa Incant ridacchiò, e continuò: “si, proprio la Sorbonne. Per chi non lo sapesse, si tratta di un’importante università Babbana e l’università” intuì la domanda successiva e la prevenne “è una scuola che i Babbani frequentano dopo le Superiori. Però siccome non ho intenzione di spiegarvi tutto il sistema scolastico Babbano, potrete porre le vostre domande al professor Perkins, il nuovo insegnante di Babbanologia”

“Ora cominciamo davvero la nostra lezione. Dunque, all’Università ho studiato le guerre Babbane che, sebbene combattute in modi diversi rispetto a quelle Magiche, scoppiano per gli stessi identici motivi: il potere, il denaro. Il potere, per esempio, è stato ciò che ha fatto perdere la testa a Tom Riddle, e che vi ha causato tanto dolore. Tom è stato molto potente, ma mai felice. È stato vicino all’immortalità, ha avuto il mondo magico ai propri piedi, eppure non gli è mai stata concessa la felicità perfetta. Il potere non dà la felicità, e Tom Orvoloson Riddle ne è stato la conferma. Ma era veramente alla ricerca della felicità? Sapremo mai cosa voleva davvero? Non era in grado di amare, voleva l’immortalità solo per paura  dell’ignoto, della morte. Potremmo addirittura chiederci se è mai esistito un modello di felicità per lui. Nessuno può dirci cosa ha significato per lui il potere.

Ma il mio compito è armarvi contro le Arti Oscure, e credo di aver individuato la vera forza di esse proprio durante la Battaglia di Hogwarts.  Ora, credo che alcuni di voi abbiano sentito parlare di Psicologia”. A parte Hermione e Astoria, le quali alzarono la mano,  tutta la classe tacque, in attesa di spiegazioni.  “La psicologia è la scienza che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali. Per intenderci, se durante la battaglia di Hogwarts qualcuno di voi avesse visto morire il proprio più caro amico, avrebbe potuto avere molteplici reazioni, e pochi avrebbero avuto quella giusta. La forza delle Arti Oscure sta nel giocare su ciò che amate, e questo vi porta a cambiare il vostro comportamento, assecondando il vostro nemico. Per questo motivo, dovete sempre essere concentrati sul vostro obbiettivo e fare dell’amore la forza per  andare avanti, e non una debolezza”

La classe uscì molto impressionata. La professoressa Incant aveva un metodo diverso da tutti i suoi predecessori, eppure sembrava molto più esperta di essi, ad eccezione forse di Remus Lupin. Draco era fuori dalla sua classe ad aspettare Astoria, che aveva voluto fermarsi a salutarla. La situazione era alquanto imbarazzante, perché anche Ron Weasley era lì per aspettare la Granger, che aveva avuto la stessa idea di Astoria. Ron aveva le orecchie scarlatte, e continuava a spostare il peso da una gamba all’altra. Draco, per parte sua, trovava insolitamente interessanti le proprie mani, per non parlare del fascino dei piedi. Dopo qualche minuto di insopportabile tensione, furono entrambi salvati dalle ragazze, le quali corsero fuori insieme. “Andiamo Draco! alla prossima ora ho Babbanologia, devo parlare a Perkins. Ciao Hermione, ci vediamo a pranzo!” Draco venne trascinato via dall’amica, ed ebbe solo il tempo di commentare: “da quando la chiami Hermione? È la Granger!” lei sbuffò, innervosita dalle manie di Draco. “Sai, è la strega migliore della scuola, una ragazza molto simpatica, non so perché devi avercela con lei. E sappi che i pregiudizi sui Mezzosangue non sono per niente ben visti al giorno d’oggi….” “Cosa vorresti insinuare? Pensi che non abbia imparato la lezione? Astoria, aspettami!”
 
Rieccomi qua!!! Dunque, in questo capitolo ho introdotto un nuovo personaggio, che ho intenzione di sviluppare, forse anche in una storia tutta sua, sto parlando della professoressa Duerre (il nome è un omaggio al terzo nome di Emma Watson) Incant. Un’insegnante di Difesa mancava, e credo che avrà molto da fare con questi ragazzi! Il capitolo si conclude con una lieve insinuazione di Astoria riguardo i pregiudizi di Draco contro i Nati Babbani, e ora lui dovrà dimostrare di essere cambiato. Recensite, e alla prossima!!!

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Capitolo 4
*** Sei sempre lo stesso ***


Draco e Astoria erano comodamente sprofondati in due soffici poltrone color giada nella Sala Comune di Serpeverde. Erano riusciti ad accaparrarsene due vicino al fuoco, in modo da attenuare un po’ la luce verde e spettrale generata dall’ombra del Lago Nero sopra la Sala. Astoria dichiarava di aver sempre odiato quell’atmosfera inquietante, e Draco doveva ammettere che ultimamente lo turbava leggermente. Non si erano praticamente parlati dopo la  cena, e Draco aveva capito che Astoria ce l’aveva con lui per la faccenda della Granger. Possibile che quella Mez-No, quella secchiona, fosse sempre in mezzo?  L’unica volta che lui aveva un’amica vera, rischiava di perderla per colpa sua. Non gli era mai successo.  No, non gli era mai successo di avere amici veri. E ora doveva lottare per non perdere Astoria.

“Astoria?” “Mph?” “ Mi dispiace. Sei arrabbiata? Lo sai che la detesto la Granger, non è perché è Mezz-Nata Babbana”  Astoria sbattè il libro sul tavolo. “No, è questo il punto. Tu la detesti perché è Nata Babbana, e questo ti ha portato a odiare anche il resto di lei. Sei ridicolo, Draco Malfoy. È inutile che ti scusi. Soprattutto, che ti scusi con me. Dovresti scusarti con lei, come minimo” Draco sospirò, sapeva che lei aveva ragione, ma non voleva ammetterlo. Sarebbe stato come se Luna Lovegood avesse ammesso che i Ricciocorni Schiattosi non esistevano. “Forse hai ragione, ma è che da quando c’è stata la Battaglia, mi sento debole, vuoto, e penso che se  andassi a parlare con lei mi sentirei ancora più debole” –ecco-pensò- ora mi urla addosso che sono uno stupido Schiopodo Sparacoda che ha paura anche della sua ombra…-
Invece, come al solito, Astoria lo stupì. “Draco, secondo me devi provarci proprio per questo. Penso che potrebbe farti sentire meno in colpa per tutti quei morti e per quello che è successo. Potrebbe essere un modo per dimostrare a te stesso e al resto del mondo che hai cominciato una nuova vita. Devi riappacificarti con la Granger, e anche con Weasley e Potter. Hanno salvato tutto il mondo magico, anche noi. Riconosciglielo, e prova a conoscerli davvero. Da quel poco che ho conosciuto Hermione, sono convinta che sia una brava persona. Dalle una possibilità” Draco la guardò meravigliato, e annuì. “Ci proverò”.

~

“Ron, credo che dovremmo parlare con Malfoy” Hermione si versò un bicchiere di succo di zucca, tutta tranquilla, poi alzò lo sguardo e si ritrovò davanti una scena di totale desolazione: A quelle parole,  a Ron era andata di traverso la torta di melassa. Accanto a lui, Ginny era caduta dalla panca e Harry era rimasto a fissarli a bocca aperta, la forchetta a mezz’aria. Hermione si passò una mano tra i  folti capelli, esasperata, e spiegò: “Ma si, dovremmo parlargli, non mi guardate così. Mi sentirei un’idiota a non cercare di riappacificarmi con lui, ora che è tutto finito. E poi ho conosciuto Astoria, che è una ragazza estremamente simpatica, e…ecco, si credo che li fermerò oggi dopo Difesa Contro le Arti Oscure” Harry, riacquistato l’uso della parola, si stupì: “ Ma perché? Ieri era chiaro che ha ancora del rancore nei tuoi confronti a causa del tuo stato di sangue, è ridicolo!” Hermione lo squadrò, accigliata. “Ridicolo sarebbe abbassarmi a non cercare di capirlo. Non è da me” Ron  borbottò qualcosa che somigliava a un “Quando mai tu non vuoi capire qualcosa?” Hermione lo guardò, a metà tra l’intenerito e l’irritato. “Già, Ron. Non è nel mio stile, e dovresti esserne felice. Se non avessi provato a capirti a quest’ora sbaglieresti ancora a fare il Wingardium Leviosa” le orecchie di Ron assunsero una tonalità molto simile a quella dei suoi capelli, e Ginny scoppiò a ridere. “Piantatela di fare gli idioti, sul serio. Sappiamo bene che lui ha sempre avuto questo pregiudizio, sin da bambino, perché gli è stato inculcato dai genitori, non è colpa sua. E probabilmente per lui ora è difficile cambiare opinione, anche perché rimaniamo Serpeverde e Grifondoro, e credo che nemmeno tra i Babbani ci saremmo sopportati, proprio per una questione di caratteri. Però voglio provare a parlarci. Non mi costerà nulla” Harry, Ron e Ginny furono costretti ad ammettere che Hermione, come sempre, aveva ragione.


“Malfoy! Astoria! Fermatevi un attimo!” Hermione inseguiva Draco e Astoria per il corridoio del terzo piano, seguita  dai suoi amici. Astoria si fermò e trattenne Draco prendendolo per il braccio. “Ciao Hermione! Che succede?” la salutò cordiale, strattonando il braccio dell’amico. “Ciao Granger. Cosa vuoi?” chiese Draco, beccandosi un calcio negli stinchi. “Ciao Astoria. Malfoy”  Hermione contraccambiò il saluto. “Volevo parlarvi di quello che è successo ieri” Astoria s’illuminò. “Ne abbiamo parlato. Draco, ti ricordi quello che ti ho detto ieri?” Draco bofonchiò che si, se lo ricordava. “Scusa, Granger, e scusate anche voi, Potter e Weasley. Ieri mi sono comportato da vero idiota, ma è solo che non riesco ancora ad abituarmi alla nuova situazione. Mi avete salvato la vita più di una volta, e non è giusto che vi tratti così. Soprattutto, non credo davvero nei pregiudizi contro i Nati Babbani, ma è stato spontaneo, quasi un riflesso involontario. Non ci vuole un genio per capire che tu, Granger, sei più dotata di tutti noi messi insieme, soprattutto più di me che sono Purosangue” Hermione arrossì mentre Astoria ridacchiava, scuotendo la massa di ricci neri. Un lampo ravvivò i suoi occhi scuri, e Draco per la prima volta fu colto da un pensiero, che lo sorprese. Astoria è bella.

Quel pensiero lo accompagnò per diversi giorni. C’erano momenti in cui lo tormentava, e momenti in cui vi si abbandonava completamente. Era un pensiero dolce e amaro insieme. Amaro perché la conosceva da poco, e perché lei era così diversa da lui, così studiosa e intelligente, sempre responsabile e buona con tutti. Dolce perché era nuovo, bello, emozionante. Era meglio di tutto quello che aveva mai provato prima.  Ma…era Astoria. La sua unica amica. E lui avrebbe dovuto essere in ansia per suo padre ad Azkaban, essere devastato da ciò che la guerra aveva scavato dentro di lui. Lui era Draco Malfoy, e lui non s’innamorava, oh no.
 
Angolo Autrice:
Yuhuhu eccomi di nuovo :) vi è piaciuto questo capitolo? ho cercato di far venire fuori il Draco dei libri che si scontra con un Draco maturato dopo la guerra. e sta anche cominciando a capire che c'è qualcosa in Astoria che può dare la vittoria al secondo Draco.  Quale dei due l'avrà vinta? alla prossima!

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Capitolo 5
*** Quidditch, annunci e inviti ***


I giorni passavano. Settembre aveva lasciato il posto a ottobre, e il fuoco della Sala Comune era ogni giorno più invitante. Nonostante questo, un giorno d’inizio ottobre Draco fu costretto a scendere al campo di Quidditch per il provino. La sua Nimbus 2001 era rimasta nella rimessa durante la Battaglia, e quando i Mangiamorte avevano dato fuoco al campo era bruciata. Aveva dovuto comprarne un'altra, ma avevano speso molti soldi per riparare i danni subiti da Villa Malfoy e per risarcire quelli provocati a Hogwarts, così si era dovuto accontentare di una Scopalinda 15 che lo imbarazzava terribilmente. Nonostante questo, era comunque bravo a volare, ed era una bella giornata, quindi non avrebbe avuto problemi.

Sembrava che tutta la Casa si   fosse presentata ai provini. Impiegò più di un’ora solo per selezionare i Cacciatori. Alla fine ne trovò tre piuttosto dotati: Astoria (che aveva volato egregiamente per tutta la prova) Natalie Stuart e John Hopkirk. Selezionare i Portieri fu piuttosto semplice, fortunatamente, perché i più aspiravano al ruolo di Cacciatore. Finalmente scelse una ragazza del sesto anno,  Prudence  Wood, e vide che  gli mancavano solo i Battitori. All’improvviso si sentì mancare. I suoi Battitori erano sempre stati Tiger e Goyle, scarsi, incapaci e poco adatti al Quidditch, ma suoi amici. Amici cui, in fin dei conti, si era affezionato. Amici che erano stati sempre al suo fianco, che per lui avevano fatto di tutto. Uno morto, uno chiuso al Paiolo Magico a fare lo sguattero. Dovette sedersi su una gradinata.

“Draco! cosa succede? Dobbiamo ancora selezionare i Battitori e… Che diavolo è successo alla tua faccia?” Astoria.  Astoria era sua amica, sul serio. Loro l’avevano usato, ne era consapevole. Astoria era sua amica. solo Astoria. “Perché?  Che ha la mia faccia?”. lei si portò una mano alla bocca: “Draco  Lucius Malfoy. Tu stai piangendo?” lui si sfregò gli occhi con la mano. “No, non è così. Io…” “Erano Battitori, vero? Tiger e Goyle. Si, mi ricordo. Mi dispiace Draco” come sempre aveva capito. Improvvisamente si sentì meglio. Con Astoria era così facile stare bene.

Alla fine furono scelti anche i Battitori: due fratelli di nome Jude e Max Mac Kenzie. Draco tornò al dormitorio molto soddisfatto. Doveva andare avanti con la sua vita, non stare a pensare al  passato. Il passato non ritorna, il futuro si costruisce.

~

“Bene ragazzi, e ora tu, Malfoy, per favore leggi a pagina 89 l’inizio del capitolo 4. “Motivi per lottare la Magia Oscura” oggi, dopo aver esplorato il grande mistero del perché i Maghi Oscuri prendono la strada del Male, cominceremo a parlare di cosa spinge le persone a combattere, a non arrendersi. Leggi Malfoy” e Draco cominciò:

La più raffinata tecnica Oscura per provocare dolore ai nemici non ha nulla di magico: si tratta del mettere in gioco persone care all’avversario, sentimenti, emozioni. È impossibile trovare un metodo universalmente approvato per combattere questa mossa. È un fattore psicologico, e come tale varia da Mago a Mago, da Strega a Strega, da Babbano a Babbana. Se una persona osa mettersi contro un Mago Oscuro, si aspetta che da un momento all’altro le persone a lei care siano in pericolo. Possono essere rapite, torturate o uccise dal malvagio spesso senza che egli  provi la minima emozione nel farlo. Quando una persona vedrà un amico, un fratello, un genitore, morire sotto i propri occhi, ne sarà sconvolta, mentre l’assassino ne uscirà psicologicamente indenne”

La professoressa Incant gli fece un cenno con la mano per dirgli che poteva fermarsi e disse alla classe: “Immagino che tutti voi possiate capire cosa significa. Ci siete passati tutti. Tutti voi avete subito delle perdite. Per Martedì vorrei un rotolo di pergamena sui vostri sentimenti  in quel frangente, su cosa avete provato, cosa avete fatto.”

“ Ah, e vi devo anche dare un avviso. Ho chiesto il permesso alla preside Mc Granitt, e lei me l’ha accordato. Vi porterò a fare un viaggio d’istruzione in una serie di  paesi che sono stati toccati dalla Magia Oscura. Non dovrebbe essere complicato spostarsi, sapete tutti Materializzarvi, non è vero? Bene. Il mio piano sarebbe di visitare almeno alcune parti dell’Albania e della Bulgaria, ma sono previste altre tappe. Comunque, presto saprete tutto. Bene, buona giornata e alla settimana prossima”

Come a ogni lezione, Astoria si fermò a parlare con la professoressa, e Hermione Granger si unì a lei, mentre Draco dovette al solito aspettare con Ron Weasley. Ormai ci stavano facendo l’abitudine, ma era comunque molto imbarazzante. 
“Bella l’idea della Incant, ti pare? Voglio dire…a Hogwarts non abbiamo mai fatto gite scolastiche, ma potrebbe essere forte. Voglio sapere più cose possibili sulla Magia Oscura” Weasley sembrava in vena di conversare. “Per quale motivo, Weasley? Vuoi diventare un Mago Oscuro?” le orecchie del Grifondoro divennero scarlatte, e Draco intuì cosa stava pensando. Non era lui quello col Marchio Nero impresso a fuoco sul braccio sinistro…

Astoria e Hermione uscironò, interrompendo le sue riflessioni. Ma non riuscì a interrompere il flusso dei pensieri, e il discorso tornò a galla con Astoria quel pomeriggio, mentre studiavano in Biblioteca.
“Sai, quello che ci ha detto oggi la Incant” cominciò Draco. “Mmm?” rispose Astoria, impegnata a trascrivere gli ingredienti di alcune ricette. “Per favore. Ascoltami” “Si, ci sono, ti ascolto. Cosa c’è? Non ti piace l’idea?” chiese lei, posando la piuma. “Non è che non mi piaccia, è solo che…studiare i Maghi Oscuri mi impaurisce sempre. Non ho paura della Magia Oscura in sé, ma di quello che è stata per me. Era qualcosa che il mio inconscio voleva, non so se per il suo fascino o per l’ambiente che avevo intorno, ma che il mio cervello e il mio cuore rifuggivano” –ecco. Ora mi guarda spaventata e dice che sono un pazzo e poi se ne va con qualcuno di più interessante e mi lascia solo- pensò Draco, non appena ebbe finito di parlare.

“Capisco cosa vuoi dire, anche se io non ho mai vissuto quest’esperienza. I miei erano (e sono, ma non possono sbandierarlo ai quattro venti) filo-Purosangue, ma disapprovano la violenza in tutte le sue forme, e hanno dato in escandescenze quando hanno saputo che Daphne era una Mangiamorte. È stato terribile. Durante la Battaglia di Hogwarts, mio padre si è ritrovato a combattere contro di lei. Non le parla da allora, e anche per questo lei ora sta in Francia, sai, per allontanarsi, conoscere altri modi di vita. Mi manca, ma so che è la cosa migliore per tutti, anche per me. Posso essere davvero me stessa senza il suo giudizio onnipresente” Draco sorrise timidamente. Non sapeva nulla della famiglia  di Astoria, solitamente lei cercava di non parlarne, e sentiva che vivere quelle situazioni di tensione famigliare doveva essere doloroso come vivere nel Quartier Generale di un pazzo squilibrato assassino.
“Semplicemente mi mette a disagio, ma posso superarlo. Ho sopportato di peggio. Piuttosto, ho tirato fuori questo discorso per un motivo preciso” “E  quale sarebbe questo motivo?” lui assunse un’espressione contrita. “Hai sentito l’argomento del tema che ci ha dato per la settimana prossima? Devi aiutarmi. Non so da che parte cominciare. Consigliami: la morte di Tiger, l’umiliazione di mio padre o l’omicidio di mia zia?” lei rifletté. “Dunque, tua zia proprio no. Non mi pare che l’adorassi, sbaglio? Quindi direi…la morte…no, tuo padre, metti tuo padre. C’è molto più da scrivere e mi sembra che sia quella che ti  ha toccato di più, corretto?” lui annuì: “Corretto. Come sempre. Bene, cominciamo…”

Durante la seconda Guerra Magica ho visto mio padre, e mia madre con lui, venire continuamente, costantemente umiliati da un viscido essere che ha rovinato le vite della mia famiglia, lasciandoci una ferita che rimarrà per sempre….

“Si, direi che è  un buon inizio, continuerò domani” Astoria gli diede un colpo sul braccio, e lui sentì un brivido percorrergli la schiena. “Sei un incredibile pigrone” lui rise, e improvvisamente decise che era il momento giusto per chiederle una cosa che gli frullava per la testa da un po’ di giorni: “verresti con un incredibile pigrone a Hogsmeade, il prossimo fine-settimana?”

Lei parve sorpresa. Per la prima volta fu sfiorata da un pensiero strano ma dolce: “ E se avessimo un futuro insieme?” ma subito il suo cervello entrò in allarme. “Meglio non illudersi. L’anno sabbatico di Pansy non durerà per sempre, è ovvio che quando tornerà lui mi abbandonerà per tornare da lei. È ovvio che è un’uscita tra amici” sapeva di non avere chances con Pansy, lei conosceva Draco molto meglio, erano vecchi amici. “Va bene, ci sto. Non potrei andarci con nessun altro, sei l’unico amico che ho qui” rispose, cercando di chiarire che per lei non sarebbe stato un appuntamento. “Ok…” fece Draco, e Astoria avrebbe giurato di aver sentito la delusione nella sua voce.

 



Bene bene bene, eccomi qua. Lo so, sono in arciritardissimo. Perdonatemi, non sono giorni facili (il mio povero cuoricino è in crisi) e devo aggiornare anche l'altra long (Da un'amicizia coraggiosa al grande amore, è una James-Lily) quindi ho potuto pubblicare solo oggi, anche perchè la mia ispirazione è rimasta in Francia dopo che ci sono stata in gita la settimana scorsa D: volevo ringraziare tutti coloro che si prendono la briga di leggere i miei deliri letterari e hanno anche il coraggio di recensirli. Grazie mille, davvero. Che altro dire? alla prossima!

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Capitolo 6
*** Sgradito ***


Verso la  fine di ottobre nella bacheca della sala comune comparve l’avviso per la gita a Hogsmeade, l’ultimo week end del mese.  Mentre guardava  un gruppetto di ragazzi del terzo anno che esultavano, Draco si abbandonò alla tristezza. Sarebbe andato con Astoria, ma lei aveva chiarito in fretta che era solo un’uscita tra amici, che ci andava con lui per mancanza di meglio. Non aveva capito, o forse non aveva voluto capire, e la cosa gli faceva male. Era sempre stato abituato ad avere tutto ciò che voleva su un piatto d’argento. Ora capiva che con Astoria non poteva essere così. Avrebbe dovuto conoscerla, capirla, farsi amare davvero. Non sarebbe stato come con Pansy, che gli si era letteralmente buttata tra le braccia, senza pensare a niente che non fossero i suoi soldi, il buon nome della sua famiglia, i suoi capelli biondi e gli occhi di ghiaccio. In passato, Draco aveva sempre pensato di essere un bel ragazzo. Ora questa sua convinzione, come molte altre, era scomparsa. Era l’incertezza che prevaleva in lui, ora.

Anche Astoria lesse l’avviso con una stretta al cuore. Draco l’aveva invitata per pietà, perché era sola, ne era certa. Di sicuro rimpiangeva la vecchia Hogwarts, quella senza di lei sempre intorno a rompere i Boccini. Mancavano sette mesi al ritorno di Pansy, i suoi ultimi sette mesi prima di perderlo. Chissà cosa sarebbe successo? L’unica cosa che dava per scontata era che il suo unico amico l’avrebbe abbandonata. E che cosa avrebbe fatto lei?

Entrambi quel piovoso sabato mattina si prepararono per uscire senza cura, senza impegno, perché non si aspettavano nulla da quell’uscita. Si abbottonarono i mantelli neri con alamari argentati dell’uniforme, indossarono le sciarpe verdi e argentate e scesero nella Sala d’Ingresso dove Gazza controllava i permessi. Draco avrebbe voluto prenderla per  mano, ma non riuscì a costringersi a farlo. Tra loro regnava un silenzio innaturale, di delusione e rimpianto. Draco si disse che doveva fare qualcosa.

“Vuoi andare da Mielandia?” “Volentieri” rispose lei, un po’ più contenta.  Adorava quel negozio, lì avrebbe potuto sbloccarsi. Entrarono dunque nella piccola sala affollata, e si diressero decisi verso lo scaffale delle Piume di Zucchero e delle Api Frizzole. Mentre Draco faceva incetta di Pallini Acidi, Astoria scovò una scatola di lecca lecca, e i suoi occhi brillarono. Draco lo notò, e si avvicinò a lei divertito. “Ti piacciono i lecca lecca?” “Da morire. Quando ero piccola li mangiavo mentre mi esercitavo a fare piccole magie con Daphne e…” e in un attimo, la gioia svanì dai suoi occhi. Draco la vide sparire fuori dal negozio, di corsa. –svelto Draco, pensa, fai qualcosa per farla sorridere-.
Con un gesto automatico, prese la scatola di lecca lecca e corse al bancone a pagarla. Poi la seguì. La trovò seduta in una via secondaria di Hogsmeade, su una panchina. Piangeva silenziosa, guardando un foglio di pergamena tutto stropicciato. Draco si avvicinò titubante. Si sedette sulla panchina e la fissò per un attimo, poi abbandonò ogni complesso, ogni stupida fissa, ogni fisima. L’abbracciò, e nell’istante in cui lo fece sentì che stava facendo la cosa giusta. Lei si lasciò abbracciare, fu chiaro che era ciò che il suo corpo desiderava. Passarono alcuni lunghi minuti.

“Scusa se sono scappata in quel modo. Ma vedi, mia sorella mi manca più di ogni altra cosa al mondo, è così difficile persino parlarne. Non posso sopportare di non vederla mai. Nessuno l’ha detto chiaramente, ma è  chiaro che dopo ciò che è successo con mio padre alla Battaglia, lei si terrà lontana dalla Gran Bretagna. Penso che rimarrà in Francia. È giusto per lei, ma terribile per me. Mi manca così tanto” Draco guardò il pezzo di pergamena che aveva in mano lei. Sembrava una lettera di Daphne. Non voleva leggerla, era una cosa personale di Astoria. “Vuoi parlare di lei? Magari sfogarti ti farà bene. Guarda” e così dicendo, estrasse la scatola di lecca lecca, ne scartò uno e glielo porse. “Grazie. Sei fantastico. Sei il miglior amico che abbia mai avuto”  Draco s’illuminò, e lei se ne accorse. “Anche per me è così, Astoria. Sei la mia prima vera amica” Cosa intendeva dire, con questo? Che Pansy non era niente per lui? O forse che era la sua fidanzata, quindi non poteva essere sua amica. In fin dei conti, magari voleva solo dire ciò che aveva detto.

“Che ne dici se andiamo ai Tre Manici di Scopa per bere qualcosa? Fa un freddo qua fuori!” “Va bene, hai ragione” s’incamminarono verso il pub ma Astoria, molto infreddolita, pensò bene di mettersi a correre. Draco le teneva dietro col fiatone. All’improvviso la ragazza inciampò e cadde. Draco corse in avanti per prenderla, ma vide una figura alta e snella che si chinava su di lei e le impediva di sfracellarsi sul terreno irregolare.

“Astoria? Sei proprio tu?” la ragazza arrossì. “Ciao Blaise, grazie per avermi preso” “Il tuo equilibrio non è migliorato, a quanto vedo” Astoria arrossì ancora di più, cosa che diede molto fastidio a Draco perché lei non arrossiva mai. “Ciao Zabini, sei tornato?” Intervenne il giovane Malfoy, cercando di non sembrare adirato. “Draco? Ci sei anche tu! È così bello rivedervi!” ma il suo tono lasciava intendere tutto il contrario, almeno per quello che riguardava Draco.

“Chi altri c’è della vecchia compagnia?” i due amici si lanciarono un’occhiata triste e Astoria mormorò: “Nessuno, solo io e lui”. “Ah…Non ho interrotto nulla, vero?” “No” risposero i due in coro. –Si, hai interrotto qualcosa di molto importante, viscido essere che non sei altro-pensarono entrambi. “Potremmo andare ai Tre Manici di Scopa, così ci facciamo una bella chiacchierata” propose Blaise. “Era quello che stavamo per fare” acconsentì nervosamente Draco.

Mezz’ora dopo, erano tutti e tre seduti intorno a un tavolo ai Tre Manici di Scopa, con un Whisky Incendiario Ogden Stravecchio. Blaise aveva voluto offrirlo a Draco e Astoria, dicendo che ora che erano maggiorenni non era più tempo da Burrobirre. Astoria, che detestava l’alcol, l’aveva fatto Evanescere di nascosto, e ora guardava piena d’invidia un paio di ragazzini  del quarto anno che trangugiavano allegri le loro Burrobirre.

Quando uscirono, mancava un’ora allo scadere dell’orario concesso per le visite a Hogsmeade. Draco non ce la faceva più. Blaise era sempre pieno di sé in una maniera allucinante, e continuava a fare insinuazioni sul fatto che loro due erano rimasti da soli a Hogwarts (se poi quello si chiamava essere soli). Non vedeva l’ora di tornare a scuola, là lui non li avrebbe potuti raggiungere.
Astoria propose di fare un giro alla Stamberga Strillante. In condizioni normali, Draco sarebbe corso  con lei in qualunque posto lei avesse suggerito. Ma quel giorno, era talmente nervoso che dichiarò: “Sono un po’ stanco, penso che andrò all’Ufficio Postale per mandare una lettera a mia madre, sapete, non la sento da qualche giorno. Voi andate pure”.  Non si accorse dello sguardo accigliato di Astoria, e s’incamminò verso l’Ufficio mentre gli altri due andavano nella direzione opposta.

-Come aveva osato abbandonarla così con quella biscia di Zabini? Davvero gli importava così poco di lei? Cosa gli era preso?- pensava Astoria mentre seguiva di malavoglia l’ex  compagno. Sapeva perché lui si comportava così. Quando lei era al quinto anno, erano usciti insieme un paio di volte, e l’anno prima l’aveva baciata contro la sua volontà. Non aveva mai capito cosa lei provasse davvero, perché in quel tempo non  c’era tempo per i sentimenti. L’unica cosa che contava era vendere cara la pelle.

-Non era giusto che Draco l’avesse lasciata sola con  lui. Lui sapeva quanto lei detestasse Zabini… - Si disse la ragazza, ormai giunta alla Stamberga Strillante con il suo viscido accompagnatore-No, in effetti non gliel’aveva mai detto. Forse avrebbe dovuto dirglielo…- “Come vanno le lezioni Asty?” –Bleah, il suo vecchio soprannome- “Molto bene, grazie. Abbiamo una nuova insegnante di Difesa –Forse Draco voleva concederle un po’ di tempo  con il suo vecchio amico, pensando di farla contenta- “E come si chiama?” “Duerre Incant”- E magari la lettera per Narcissa era solo una scusa?- “Davvero? Non l’ho mai sentita nominare” “Non mi stupisce” Ribatté lei asciutta, cercando di troncare il discorso. Doveva pensare. –O forse semplicemente non vuole stare con Zabini. Ma perché poi? Lui e Blaise erano stati amici. Certo che magari, visto che Zabini le si era incollato in quel modo…- Nel frattempo, Zabini si stava avvicinando al suo naso puntando i propri occhi verde scuro nei suoi caldi e marroni. Cosa voleva? –Oh Salazar! Se Draco se n’era andato perché Zabini le si era attaccato come una cozza a uno scoglio, era geloso. E se era geloso voleva dire che…- Ignaro di tutti i pensieri che affollavano la mente di Astoria, Zabini avvicinò le labbra alle sue,  chiuse gli occhi. Lei lo realizzò un attimo prima del contatto ed ebbe una reazione spontanea: Si alzò di scatto facendolo cadere tra le foglie secche. “Ora ho capito! Draco! Draco, dove sei?” gridò mentre correva sulla strada principale, lasciando Blaise con un palmo di naso. “Astoria,  aspetta!”

Correva per le strade di Hogsmeade coperte di foglie, tra la folla di ragazzine ridacchianti e coppiette in atteggiamenti amorosi che le davano il diabete. Non trovava da nessuna parte quei capelli lisci e biondi, quegli occhi di ghiaccio. “Hai visto Malfoy? Hai visto Draco?” Chiedeva a chiunque gli capitasse a tiro, ottenendo solo risolini e prese in giro. Entrò da Mielandia, dai Tre Manici di Scopa, all’Ufficio Postale. Non era da nessuna parte. Stava perdendo le speranze quando incontrò Hermione con Ginny Weasley fuori dall’ex negozio di Zonko, ora filiale di Tiri Vispi Weasley dove Ron e Harry erano andati a trovare Fred. “Ciao Astoria, dove vai così fretta?” Chiese la Grifondoro incuriosita. “Ecco…è complicato. Avete visto Draco? l’ho perso di vista per colpa di Zabini” le due ragazze parvero stupite. “Zabini? È tornato?” Astoria annuì. Hermione non aveva mai visto qualcuno così agitato, capì che dovevano lasciarla andare a cercare Draco. “Cinque minuti fa è passato in tutta fretta di qua, credo che andasse da quella parte” affermò, indicando il vicoletto nascosto dove era scappata quella mattina. “Grazie mille, Hermione.  Non so cos’avrei fatto se non l’avessi trovato”. Hermione si dimostrò ancora una volta una persona integra e corretta, visto che non si mise a ridere. Ginny Weasley, seppur con un certo sforzo, riuscì a imitarla. Harry e Ron uscirono dal negozio e salutarono la Serpeverde, per poi avviarsi con le fidanzate verso il castello, mentre lei proseguiva nella direzione opposta, verso il vicoletto indicato da Hermione.

Lui era lì. Abbandonato sulla panchina con il volto tra le mani. Sembrava che piangesse. Lei ne fu colpita. Sapeva che lui piangeva molto di rado. “Draco! Draco!” lui si alzò e le corse incontro. “Ciao, Astoria. Dov’è Blaise?” “Non lo so. Me ne sono andata, l’ho lasciato da solo. Ha cercato di baciarmi” Draco parve sorpreso. “E perché se ha cercato di baciarti te ne sei andata?” Ora Astoria era ancora più spiazzata di lui. “Perché lui non mi piace affatto e non desideravo certo baciarlo” “A me sembrava il contrario” perché era così freddo, così diverso dal solito Draco di cui lei si era innamorata? Perché si, lei si era innamorata davvero di lui, ne era certa.

“Tu hai visto quello che volevi vedere, Draco. Io non provo niente per Blaise. Io amo…” Lui spalancò la bocca, e la guardò stupefatto. Il suo volto era una maschera di orrore. Quindi lei amava davvero qualcuno! Sapeva che sarebbe andata a finire così. Lei sarebbe andata via con qualcuno di perfetto come meritava, e lui sarebbe rimasto lì ad aspettare Pansy Parkinson. “Chi, di grazia, saresti così gentile da dirmi chi? Pensavo fossimo amici, credevo che mi avresti detto una cosa così importante”. Astoria era ferita. Non si aspettava di trovarlo così aggressivo e arrabbiato. “Calmati Draco! la presenza di Zabini qui dà fastidio a me quanto a te. Non c’è motivo per essere così furioso. Non ti ho detto che mi ero innamorata  di qualcuno perché…” e avrebbe continuato volentieri la frase, sennonché fu interrotta da Zabini che spuntò dietro di lei. Ma non capiva niente? “Perché sei scappata?”

Oh oh, ora la situazione era davvero ridicola. Doveva essere diplomatica e rispondere a entrambi. Quindi scelse il modo più semplice. Fece un passo verso Draco, lo guardò negli occhi e inspirò. Portò delicatamente la mano destra sulla sua nuca, e lo avvicinò a sé. Le loro labbra si fusero dolcemente e per un momento furono solo Draco e Astoria. Solo loro.
Dapprima timido, Draco si fece più rilassato man mano che quel bacio procedeva. Le lingue s’incontrarono, e Astoria sentì che non avrebbe mai voluto separarsi da lui.

“Astoria? Ti piace Draco?” perché l’Avada Kedavra era illegale? Come poteva Zabini essere così invadente, stupido e odioso? , dopo essersi molto faticosamente staccata da Draco, Astoria si girò per dirne quattro a quell’imbecille. Ma il suo prode cavaliere fu più rapido, avanzò elegantemente verso il rivale e gli mollò un pugno molto poco signorile sul naso.  Zabini cadde all’indietro tra le foglie secche e finalmente capì di non essere desiderato. Corse via sotto lo sguardo soddisfatto degli altri due.

Forse ci voleva proprio Zabini perché Astoria superasse la sua timidezza e decidesse finalmente di far capire a Draco quello che provava. In difesa della ragazza, va detto che i sentimenti di Draco rimasero fino all’ultimo impossibili da indovinare, emergendo per la prima volta in quel bacio. Bacio che fu seguito da un altro, e poi da un altro ancora. Finalmente sazi di baci, ma non l’uno dell’altra, sedettero sulla panchina, sentendosi leggeri come le foglie gialle che li circondavano. Se ormai si conoscevano talmente bene da poter facilmente immaginare le emozioni dell’altro, era un dolce sollievo per l’anima sentirle reali.

“è strano il modo in cui mi sono innamorato di te. Un giorno la consapevolezza che ti amavo è nata, e ogni giorno è cresciuta, sempre di più. Ma non mi sarei mai e poi mai aspettato che anche tu provassi gli stessi sentimenti”  “Per me è stato diverso. A  un  certo punto, ho realizzato che ero gelosa di te. E questo mi ha portato a chiedermene il perché. La risposta è stata spontanea. Naturale. Come se l’avessi sempre saputo, dentro di me, ancora prima di conoscerti. Ma in una cosa siamo uguali. Anch’io credevo che tu non mi amassi. Pensavo che tra qualche mese tornerà Pansy e tu…” “Pansy? Davvero eri gelosa di lei?” la guardò perplesso. L’idea non lo sfiorava nemmeno. “Beh, scusa sai. Tu eri geloso di Zabini!” rise lei, pronunciando con disprezzo l’ultima parola. Draco si unì alle risate della sua neo-ragazza, finendo poi per farle terminare premendola contro la panchina e baciandola con tanta foga da toglierle il respiro.

 
Yu uh uh! Rieccomi. Finalmente sono venuti fuori i sentimenti di Draco e Astoria. Era da quando ho iniziato a scrivere questa ff che aspettavo di poter scrivere questo capitolo. Forse avrei dovuto metterlo più avanti, dare tempo ai miei adorati di conoscersi un po’ meglio, ma non ho resistito, e poi l’ispirazione non viene a comando, sfortunatamente. Quindi eccolo qui. Spero che vi sia piaciuto. Prometto che la prossima volta cercherò di aggiornare più in fretta! 

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Capitolo 7
*** Sectumsempra ***


Sectumsempra 

“Figlio mio,
sono lieta di sapere che finalmente hai trovato l’amore. Sarò lieta di conoscere la tua Astoria alla prima occasione, magari anche a Natale se sarà possibile. Ci sono alcune importanti novità che non ti ho potuto comunicare prima perché Mercurio era in volo da Azkaban, per portare notizie  fresche da tuo padre. Proprio di questo volevo parlarti. Tuo padre uscirà da Azkaban il 23 dicembre di quest’anno, e potrà trascorrere il Natale in famiglia. Probabilmente lo immagini: sarà provato e  sconvolto da questa esperienza in prigione, quindi dovremo fargli sentire tutto il nostro affetto. Anche per questo motivo spero che tu riuscirai a  portare con te Astoria, sono certa che un po’ di amore e di giovinezza intorno gli porteranno una grande pace.
Veniamo all’altra notizia che devo darti. Il tuo vecchio amico Gregory Goyle è morto la settimana scorsa nel suo appartamento a Diagon Alley. Ha bevuto una dose esagerata di Distillato della Morte Vivente che lo ha messo K.O. per troppe ore senza che nessuno se ne accorgesse. Così non ha mangiato né bevuto per trentotto ore, ed è stato ucciso dall’inedia.   Non sappiamo se abbia bevuto di propria volontà il Distillato o se sia stato ingannato. Ciò che è certo è che il povero Gregory è stato seppellito ieri. Eravamo presenti solo io, i signori Goyle e qualche loro amico. Nessuno dei  vecchi seguaci del Signore Oscuro di Tom Riddle, nessun vecchio compagno di scuola. Ho spiegato ai poveri Fosca e Wilson Goyle perché non avevi potuto partecipare, non avresti potuto ricevere il permesso di uscire da scuola se non per il funerale di un parente stretto, e mi hanno raccomandato di salutarti. Li ho visti molto sconfortati. Hanno detto che erano mesi che Gregory non era più lo stesso. Probabilmente, da quando è caduto il… Tom Riddle. Forse perché gli mancava Vincent Tiger, ho sentito che i due erano molto legati.
Credo di non avere altro da dirti. Mi dispiace di darti questa brutta notizia. Era purtroppo  prevedibile che avremmo subito i postumi del Regno del Terrore dello scorso anno. Ti auguro di essere felice con Astoria come io lo sono stata con tuo padre.
Ti abbraccio
Tua Madre Narcissa Black Malfoy
 
Draco piegò la lettera e una lacrima scese sulla sua guancia pallida. Anche Gregory se n’era andato. Dopo tutto ciò a cui era sopravvissuto era morto di fame. Che morte orribile. Draco si trovava in Sala Comune seduto su una comoda poltrona. Aveva ricevuto con gioia la lettera di sua madre, non pensava che avrebbe ricevuto quelle brutte notizie. Avrebbe dovuto interessarsi della faccenda quando fosse tornato a casa, il che sarebbe probabilmente avvenuto a Natale. Ma si scoprì furibondo. Quella era la sua stagione della felicità, dopo tanto patire avrebbe dovuto godersi la sua Astoria, invece era sempre attanagliato da mille problemi. Si sentì in colpa per quel pensiero, ma non riuscì a reprimerlo.
Astoria fece il suo ingresso in Sala Comune carica di libri. Li scaraventò sul tavolo accanto alla poltrona di Draco, poi si chinò su di lui e lo baciò. Evidentemente captò che qualcosa non andava. Quando si staccarono lo fissò intensamente e notò la lettera che lui teneva tra le mani. La prese e cominciò a leggere. La finì con sorprendente velocità e quando ebbe concluso mormorò: “Mi dispiace Draco” prima di abbracciarlo. Lui la strinse forte a sé, annusando il suo profumo di lavanda. “Non gli ho mai detto…quanto gli volevo bene. Neanche a Vincent. Sono uno schifo”. “Tu non sei uno schifo, Draco. Tu sei una persona che ha commesso degli errori e sta cercando di porvi rimedio. Non farti prendere dai sensi di colpa: non è stato a causa tua che Gregory è morto” “Si, ma….io non l’ho più rivisto da quando è finita la Battaglia. Avevo bisogno di stare da solo con mia madre dopo tutto quello che abbiamo passato, e pensavo che avrei avuto il tempo di parlare con Gregory, di rimettere le cose a posto. So che è rimasto molto provato dalla morte di Vincent, anche più di me. Credo che tra loro due ci fosse un’intesa speciale, si assomigliavano così tanto!” “Lo so, Draco. Tutti noi l’avevamo notato. Ma per quanto possa capire il tuo dolore, tu devi sfogarti, non puoi crogiolarti nella sofferenza, starai solo peggio” “Hai ragione Astoria. Hai sempre ragione. Non so cosa farei se non avessi te”. Lei sorrise timidamente, ed esigette un altro bacio.
Qualche ora dopo, dopo cena,  Draco era di nuovo seduto da solo in Sala Comune. Astoria era di ronda come Caposcuola, insieme a Hermione Granger. Le due erano diventate piuttosto amiche, cosa che fino a un anno prima sarebbe stata impensabile. Era uno dei segnali del mondo che stava cambiando. Altri indizi erano, ad esempio, il calo dei duelli nei corridoi tra studenti di Case diverse (ciò che aveva mandato il povero Gazza in depressione, perché non poteva più praticare il suo hobby preferito: la lamentela per duello), e il fatto che la Gazzetta del Profeta non parlasse quasi mai di cronaca nera, dedicandosi più che altro alla politica, al Quidditch e all’attualità (Pareva che Gilderoy Allock fosse tornato in sé e avesse nuovamente vinto il premio per il miglior sorriso indetto dal settimanale delle streghe). Il nuovo Ministro della Magia, Kingsley Shacklebolt, aveva saputo guidare il Mondo Magico in una nuova direzione, e tutti avevano ricominciato a ripartire non come se non fosse successo niente, ma imparando dal passato. A Diagon Alley erano rifiorite le attività commerciali, i Folletti della Gringott avevano effettuato controlli su tutto ciò che era contenuto in ogni singola camera blindata, portando alla distruzione di numerosi oggetti Oscuri.
Stranamente, presumibilmente influenzato da Astoria, Draco aveva deciso di propria volontà di studiare. Lui stesso era stupito dal fatto, si disse che probabilmente era perché aveva un tema di Difesa Contro le Arti Oscure. La professoressa Incant aveva concluso la parte teorica sulla psicologia (sebbene continuasse a infilarla nelle sue lezioni) e aveva cominciato a parlare dei più complessi incantesimi di Difesa. Il libro di testo che avevano quell’anno era una nuova edizione aggiornata che includeva molto incantesimi mai conosciuti prima. La professoressa aveva spiegato che erano incantesimi da poco approvati, secondi solo alle Maledizioni Senza Perdono per crudeltà, e concessi  solo in caso di estremo pericolo. Erano, a quanto pareva, stati inventati  da Severus Piton. Quella sera Draco era immerso negli effetti del Sectusempra, il che gli sembrava ironico. Aveva infatti intenzione di offrirsi come volontario per l’interrogazione, visto che poteva descrivere gli effetti di quell’incantesimo anche meglio della professoressa Incant. O almeno così credeva.
Il giorno seguente si presentò puntuale in classe e chiese alla professoressa se poteva essere interrogato. Lei acconsentì. Quando tutta la classe fu entrata, lo chiamò alla cattedra. “Signor Malfoy, mi parli del Sectumsempra” Draco cominciò: “Dunque, il Sectusempra fu inventato da Severus Piton negli anni Settanta del secolo scorso. È uno dei più pericolosi incantesimi Oscuri. La sua funzione è quella di lacerare la pelle provocando  un copioso sanguinamento. In alcuni casi ha anche portato alla perdita di  parti del corpo colpite. È importante sapere che funziona principalmente sugli esseri umani viventi, mentre non ha quasi nessun effetto sui Dissennatori o sugli Inferi” La professoressa annuì. “Sa raccontarmi cosa prova di preciso la vittima del Sectumsempra?” Draco impallidì. Non aveva mai pensato a cosa aveva provato quando quella maledizione lo aveva colpito. Semplicemente, un immenso dolore. “Beh…Dolore, molto dolore, immagino” “Immagina? Quindi non è vero ciò che mi ha detto Minerva Mc Granitt sul suo conto, sul fatto che lei è stato colpito dal Sectumsempra due anni  orsono.  Dolore? Solo dolore?” Draco stava sulle spine. Non ricordava affatto di aver letto delle sensazioni della vittima. “Pagina 357, Malfoy. Per favore, Greengrass, apri il libro e leggi il secondo paragrafo”
La vittima del Sectusempra è prima colta da una forte sensazione di gelo,  seguita da dolore profondo e acuto in ogni centimetro del corpo. In seguito, la vittima del Sectumsempra avvertirà una crescente debolezza e percepirà lo squarciamento dei pori della pelle, dai quali comincerà a fuoriuscire il sangue. Il soggetto resterà completamente paralizzato, e  non potrà reagire in alcun modo. Morirà in dieci minuti e trentotto secondi.
La classe rabbrividì. La professoressa Incant, sempre così seria,  impallidì e avrebbero giurato che stesse piangendo. “Qualcosa non va, professoressa?” chiese premurosa Astoria. Non ricevendo risposta,  lei, Hermione e Ginny si alzarono contemporaneamente e corsero alla cattedra. “Quanto d-dolore, quanto freddo! E lui…Non l’ho più visto. Chissà come si chiamava, che fine avrà fatto?”
Tutti capirono che la poverina stava male e farneticava. Subito Draco corse fuori per chiamare Madama Chips, la quale arrivò poco dopo, ansante. “Duerre, cara! Che ti succede?” “Ciao, Poppy. Ho avuto una piccola crisi. Credo di aver bisogno di un calmante” “Calmante? Lei ha la febbre alta, mi sembra il caso che mi segua in Infermeria” ribatté l’infermiera, tastandole la fronte. La professoressa annuì grata. “Ragazzi, per oggi la lezione è terminata, niente compiti. Ci vediamo la settimana prossima” tutti uscirono perplessi, domandandosi cosa fosse preso alla loro insegnante per portarla a farneticare in quel modo.
Quella sera, Draco decise di svelare il mistero. Astoria voleva andare a trovare la professoressa, quindi lui ne avrebbe approfittato per scoprire il perché dei fatti di quel giorno. A parte il delirio e le farneticazioni, a Draco non era sfuggito il comportamento insolito e la strana reazione alla sua risposta insufficiente. Voleva saperne di più.  I due ragazzi praticarono su di sé un incantesimo di Disillusione e s’incamminarono verso l’infermeria.
Non erano i soli ad aver avuto quell’idea. Davanti alla porta trovarono Hermione, Ron, Harry e Ginny impegnati a tentare di entrare. “è inutile: questa porta non si apre. Non possiamo…” “No, Ronald Weasley. dobbiamo entrare” sussurrò Hermione. Harry, di cui si scorgeva solo la testa, che spuntava dal Mantello, sorreggeva Ginny mezza addormentata. “Usate la logica: Se una porta non si apre Magicamente, l’apriremo alla Babbana. Cosa abbiamo fatto l’ultima volta che Alohomora non ha funzionato?” Li interrogò Hermione. Tutti la guardarono attoniti. “Siamo andati a letto?” Le chiese speranzoso Ron.  Draco alzò gli occhi al cielo. “No, Ron, non siamo andati a letto” commentò Hermione leggermente intenerita “Abbiamo usato una chiave” “Ah, si. Ora ricordo. È stato al primo anno” “Proprio così” “Brava Hermione , complimenti. Peccato solo che questo tuo geniale piano abbia una piccola falla. Vedi forse chiavi svolazzanti intorno a noi?” commentò Harry.
Dieci minuti dopo, erano tutti nell’ufficio di Madama Chips e frugavano nei cassetti della scrivania. Dopo qualche minuto  Astoria  trovò una grossa chiave nera, e tutti quanti tornarono alla porta dell’Infermeria, riuscendo finalmente a entrare. Un solo letto era occupato, quello della professoressa Incant. Si avvicinarono silenziosamente, sperando che lei non si arrabbiasse. Per fortuna l’insegnante era sveglia, così non dovettero svegliarla, rischiando di tirare giù dal letto Madama Chips che certo non sarebbe stata clemente.
“Ragazzi! Che cosa ci fate qui? Granger, Greengrass, mi meraviglio di voi!” esclamò la donna. “Cominciamo bene” borbottò Draco all’indirizzo di Harry e Ron. “Ci scusi professoressa, volevamo solo vedere se stava bene. Sa, ci siamo preoccupati” sussurrò Astoria. L’insegnante, un po’ raddolcita, li ringraziò. Poi si guardarono tutti quanti e Draco decise di prendere la parola. “Mi piacerebbe sapere, se non sono troppo inopportuno, cos’è che oggi la fatta stare così male. Forse è stato il ricordo dell’Incantesimo Sectumsempra? Anche lei ne è stata vittima? In questo caso, mi piacerebbe discuterne con lei, io non ne ho mai parlato con nessuno e non conosco persone che lo abbiano subito”  La professoressa lo inchiodò con i suoi grandi occhi blu per un istante, poi parlò.
“Si, Draco, anch’io sono stata vittima di quell’incantesimo. Io  ho sempre vissuto in Francia da quando avevo undici anni, ma non ho mai perso di vista il mio essere inglese, quindi l’anno scorso sono tornata nel mio paese per aiutarlo a combattere contro il Male. Durante la Battaglia di Hogwarts tua zia Bellatrix mi ha scagliato contro questo incantesimo, sarei morta se non fosse sopraggiunto un giovane piuttosto versato negli incantesimi curativi. È riuscito a fermare il flusso di sangue, e poche ore dopo ho potuto essere curata, ma non dimenticherò mai quella sensazione. Era come se mi fossi aperta e la mia essenza stesse uscendo dal mio corpo” I ragazzi rabbrividirono, tutti tranne Draco, che non mostrò alcuna reazione. Continuò a fissare l’insegnante, gelido e impassibile.
“Chissà che fine ha fatto quel giovane. Non doveva essere di qui. Credo  provenisse dall’Est…Era forte, muscoloso. Mi ricordava i giocatori di Quidditch. Ero sicura di averlo già visto da qualche parte” Sospirò. L’espressione tesa  di Draco si rilassò e tornò alla normalità, mentre le tre ragazze guardavano incuriosite la professoressa. “Le è rimasto in mente, non è  vero?” La tensione di un  attimo prima sembrava sparita. La professoressa Incant arrossì, non avrebbe dovuto avere così tanta confidenza con sei studenti. Ma tra loro c’erano due Caposcuola, e poi in mezzo c’era anche Harry Potter. Erano tutti maggiorenni e molto capaci, erano i loro ultimi mesi a Hogwarts. Tutto questo non giustificava il suo comportamento, ma le dava delle attenuanti, e lei era così stanca e sola!
“Ragazzi, è meglio che torniate a letto. In pochi giorni sarò di nuovo a lezione, state tranquilli. Grazie per la visita” I sei capirono che aria tirava e se ne andarono. Si salutarono sulla porta dell’Infermeria e proseguirono nelle direzioni opposte: Draco e Astoria verso i sotterranei, Ginny, Ron, Hermione e Harry verso la Torre di Grifondoro. Nessuno di loro dormì molto quella notte, è il mattino seguente, Hermione aveva avuto  un’illuminazione.
“Lo so!” gridò ad Astoria da un capo all’altro della Sala Grande durante la colazione. La Serpeverde la guardò perplessa. Dopo aver gesticolato a lungo, decisero di vedersi quel pomeriggio alle serre per parlare dell’idea di Hermione. Mentre si serviva una generosa dose di porridge nel piatto, Draco si accorse del dialogo di gesti tra Hermione e Astoria, e quando esso si concluse chiese alla Serpeverde: “Di che cosa dovete parlare?” “Dice che ha capito qualcosa a proposito del discorso della notte scorsa. Secondo te- continuò Astoria cacciandosi in bocca un pezzo di pane- La Incant farà la spia perché siamo andati da lei?” “Spero di no. Le abbiamo permesso di parlare e di sfogarsi. Spero che abbia capito che avevo davvero bisogno di parlare con qualcuno di quella maledetta maledizione. Non è che ce l’abbia con Potter, io lo stavo per Cruciare, sono stato un imbecille al pari di lui, ma non posso dimenticare quel dolore. È stato terribile. Per me è stato molto importante parlarne con lei ieri notte”  Astoria lo abbracciò, e  lentamente i due si avvicinarono in un bacio. Era così bello baciare Astoria.  Era la pace dei sensi.
Quel pomeriggio i quattro Grifondoro e i due Serpeverde s’incontrarono nel giardino. Draco e Astoria notarono che c’era anche un’altra ragazza con i loro nuovi….Si potevano definire amici?  E avvicinandosi videro che si trattava di Luna Lovegood. “Ciao ragazzi!” gridò Astoria salutandoli con affetto, e Draco si unì a lei, sorpreso perfino da sé stesso. Hermione li salutò con un cenno impaziente e cominciò: “Credo di sapere chi è quel giovane che ha salvato la Incant” tutti la guardarono a bocca aperta. “Ma perché è così importante? Pensi davvero che lei…” la interruppe Harry. “Si, credo che lei fosse innamorata di lui. Ci pensa ancora dopo mesi!” le altre ragazze le diedero ragione. “Beh, quindi secondo te chi è?” la incalzò Draco. “Dunque, sappiamo che viene dall’Est, che aveva muscoli da giocatore di Quidditch e che aveva una faccia conosciuta. Non molti giocatori di Quidditch dell’Est andavano in giro per l’Inghilterra il maggio scorso, anzi. C’era solo uno che aveva dei motivi per combattere, era stato invischiato personalmente in questa guerra un po’ di anni fa”.
Per una volta, Ron Weasley fu il primo a capire. “Ma certo! Viktor Krum!” Tutti li guardarono sconvolti. “Ma lui è più giovane di lei! Ha appena ventun anni” fece notare Ginny. “Lei ne ha venticinque, e non li dimostra affatto, sembra una ragazzina. E poi l’amore non ha età” ribatté Astoria. “Comunque pensavo proprio a lui. Secondo me è possibile. Tenete anche conto che la Incant l’ha visto solo una volta, non sa quasi nulla di lui. Ma non vi pare un po’ strano che ci porti in gita d’istruzione proprio nell’Est? È evidente che vorrebbe ritrovarlo!” Continuò Hermione. “Non ne sarei così sicuro, l’Europa dell’Est è grande, non può essere così pazza da volerlo cercare…” intervenne Draco, ma si fermò subito. Lui avrebbe fatto lo stesso per Astoria. Tutti gli altri capirono a che cosa stava pensando, e tacquero per riflettere.
“Io penso che dovremmo dirglielo” affermò Luna. “Le possiamo mostrare una foto di Krum presa da un giornale, e capire se è davvero lui. Ma mi sembra difficile che lo sia. Lei avrebbe notato qualche giornale sportivo con sue fotografie, no?” “Non è così scontato. Krum gioca in Bulgaria, e le notizie da là non arrivano troppo facilmente sui nostri giornali. Tornei internazionali non ce ne sono più stati, il  prossimo sarà quest’anno. Oltretutto, Krum ha subito un brutto infortunio e per qualche mese non ha più giocato. Aggiungeteci che la Incant non mi sembra un’appassionata di Quidditch e concorderete con me: è possibile che Hermione abbia ragione” la contraddisse Draco. Hermione suggerì di mostrare la foto alla professoressa non appena lei si fosse rimessa. Nel frattempo, Draco, Ron e Harry avrebbero spulciato le loro vecchie riviste di Quidditch per cercare immagini di Viktor Krum.
Tutti concordarono che era un’ottima idea, ma Astoria aveva ancora un dubbio: “Ma se scoprissimo che è davvero lui, poi cosa faremmo? Dovremmo aiutarla? E magari lui non si ricorda neanche chi è lei”. Hermione non si lasciò scalfire: “Se è lui, gli scriverò una lettera per chiedergli se si ricorda di lei. E vedremo se e come risponderà. Ricordate che potremmo organizzare un incontro quando andremo in gita a gennaio.” La professoressa Incant si rimise in pochi giorni, e alla fine della prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure Hermione, Astoria, Ginny e Luna la fermarono con la foto scovata in un vecchio baule da Harry. Non pensavano davvero che fosse Viktor Krum  l’uomo per cui la loro insegnante soffriva così tanto, ma ormai quell’idea si era infilata nelle loro teste e non riuscivano a rimuoverla. E invece ebbero una sorpresa.
La professoressa Incant si portò le mani alla bocca alla vista della foto, dovette sedersi e sussurrò: “Si. Si tratta proprio di lui. Come avete fatto a trovarlo?” Hermione, trionfante, spiegò il proprio brillante ragionamento. L’insegnante mantenne un contegno fino a quando le ragazze non se ne furono andate. Con dignità si ritirò nella sua stanza, adiacente all’aula, e chiuse la porta. Poi si abbandonò sul suo letto e pianse senza sapere perché.
Il pomeriggio del giorno successivo, Minerva Mc Granitt si affacciò alla finestra del suo ufficio, e vide con un stupore una scena alquanto insolita. Un gruppetto di studenti includente due Serpeverde, quattro Grifondoro e una Corvonero passeggiava sulle rive del Lago Nero, e i suoi membri sembravano molto presi da chissà quali discorsi. Minerva si girò verso il ritratto alle sue spalle e gli sorrise. “Finalmente le cose cominciano ad andare per il verso giusto, mio caro Albus. Tu stesso avevi previsto che presto o tardi si sarebbero riappacificati. Non poteva essere altrimenti”. L’uomo ritratto sulla parete batté le mani tutto contento, cominciando poi a scartare un ghiacciolo al limone. “Sono più fortunati di chi li ha preceduti. Loro hanno avuto il tempo e il coraggio che la guerra aveva tolto ai loro genitori”.
Minerva si asciugò una lacrima. Poi si voltò verso un altro dipinto, leggermente più piccolo, che ritraeva un uomo con lunghi capelli corvini e un naso adunco. Lui non lasciava trasparire alcuna emozione. “Severus, guarda il giovane Draco nella sua felicità. Non credi che la meriti dopo tutte le sofferenze che ha vissuto? E anche Potter e tutti gli altri sembrano finalmente solo diciottenni spensierati. Siete riusciti nel vostro intento di regalare loro  un mondo più sereno”. Il professore non era più impassibile. “Minerva, sono pienamente consapevole di ciò che abbiamo realizzato, e ne sono ovviamente orgoglioso. Non potrebbe essere diversamente. Ma non posso negare che invidio ciò che hanno loro, sinceramente”

 
Ciao a tutti! Com’era questo capitolo? Per me è stato molto lungo  e impegnativo. Ho affrontato vari argomenti, e  tutti meriteranno uno sviluppo nei prossimi capitoli. Devo confessarvi che la parte che ho amato di più scrivere è l’ultima, quella su Silente, la Mc Granitt e Piton. E indovinate che stavano facendo i nostri mentre i loro vecchi insegnanti li osservavano? 

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Capitolo 8
*** Notizie a sorpresa ***


8.Notizie a sorpresa                                                
Si avvicinava il Natale, e Draco, Astoria e tutti i loro compagni erano immersi nei compiti  e nello studio. Erano da poco cominciati gli incontri di orientamento professionale, dedicati agli studenti dell’ultimo anno per aiutarli a scegliere il loro futuro impiego. Astoria era indecisa tra una carriera in Magisprudenza o da Guaritrice, ma propendeva per la prima ipotesi, mentre Draco pensava a un lavoro d’ufficio al Ministero della Magia. Non aveva mai amato i combattimenti, e ne aveva avuto abbastanza per tutta la vita un anno prima. Aveva scritto al Ministero, e proprio il giorno prima aveva ricevuto risposta. C’era un posto adatto a lui nell’Ufficio per l’Uso Improprio della Magia. L’idea lo attirava. Era un impiego decentemente retribuito e adeguatamente impegnativo.  Non puntava a cariche importanti, aveva solo bisogno di un po’ di serenità. Uscito da Hogwarts avrebbe provato a costruirsi una vita normale, sperando che Astoria volesse condividerla con lui.

Una grossa novità nella loro vita era l’entrata in scena di Harry Potter, Ginny e Ron Weasley, Hermione Granger e Luna Lovegood.   Draco non aveva mai pensato di poter fare amicizia con loro, ma dopo la Guerra era stato quasi naturale, soprattutto grazie ad Astoria. Tutti insieme avevano iniziato a cercare di mettersi in contatto con Viktor Krum, finché Hermione non aveva trovato il suo indirizzo nell’agenda, dopo aver svuotato una borsetta di perline. Draco non aveva capito tutto il discorso della borsetta di perline, sapeva  solo che ci erano voluti mesi per svuotarla. Quindi avevano scritto a Krum raccontandogli che sarebbero andati in Bulgaria qualche mese dopo, e stavano aspettando risposte. Contemporaneamente, avevano inserito la zona di provenienza del giocatore di Quidditch nelle destinazioni richieste per il viaggio d’istruzione. Viktor abitava  a Plovdiv, dove avevano scoperto esserci un Teatro Romano, cosa che aveva entusiasmato Hermione.  Tutti gli altri non avevano capito perché, ma lei aveva raccontato che nei Teatri Romani solevano svolgersi duelli di magia notturni, mentre di giorno i Babbani ci andavano a combattersi per il divertimento del popolo. Gli altri, quando udirono la spiegazione, ebbero tutti lo stesso pensiero ma nessuno lo disse ad alta voce.

Era un giorno d’inizio dicembre, e Draco e Ron stavano giocando a Spara-Schiocco in Biblioteca mentre Astoria e Hermione studiavano. Contemporaneamente, Ginny leggeva una rivista di Quidditch, e Harry faceva un test sul Cavillo. Luna aveva dichiarato che   quel pomeriggio sarebbe rimasta in dormitorio per prepararsi una zuppa di Plimpi, con quelli freschissimi mandati da suo padre quella mattina stessa. Improvvisamente, dalla finestra entrò un  gufo bruno, che puntò dritto al loro tavolo. Hermione riconobbe Dora, l’animale donatole da Ron per il suo ultimo compleanno. Dora lasciò cadere sul tavolo una busta piuttosto rovinata. La ragazza la prese e l’aprì, incuriosita. Tutti si fecero attorno a lei, e lessero:

Mia cara Hermioni
Mi ha fatto molto piacere venire a sapere che visiterete la Bulgaria tra pochi mesi. Spero che potremo incontrarci.
Plovdiv ti piacerà, è piena di storia magica e di interessanti incantesimi. La comunità magica vive naturalmente separata da quella Babbana, ma il piccolo agglomerato magico di Ushgrud è affascinante e pittoresco. È lì che siamo incredibilmente riusciti a costruire un campo da Quidditch, sul quale è nata la mia passione per questo sport.  Poi naturalmente potrete visitare il Teatro Romano, e sono certo che riconoscerai i segni della più antica magia difensiva.
Aspettandoti presto nella mia città,
tuo Viktor

 
“Dì un po’, Hermione, Vicky lo sa che sei impegnata?” borbottò Ron alquanto infastidito. Hermione arrossì e mormorò che no, non lo sapeva. “Immaginavo”  ribatté il suo ragazzo. Lei sorrise e lo abbracciò, mentre Ginny la prendeva in giro. Intervenne Harry: “ Bene, a parte le vostre effusioni  amorose, vediamo di capire. Se Krum pensa ancora a Hermione, come facciamo con la Incant? Vogliamo andare a Plovdiv solo per farli incontrare!” Tutti guardarono Hermione, aspettandosi una risposta. “Beh, ragazzi, vedremo come si metteranno le cose. Non possiamo forzarli, lo sapete. Vi prometto che allontanerò Viktor da me”

I giorni passarono, comparvero gli alberi di Natale in Sala Grande  e poco tempo dopo il professor Hagrid, nominato direttore di Grifondoro dopo la promozione di Minerva Mc Granitt, fu visto passare nella Torre per prendere l’elenco di coloro che sarebbero rimasti a Hogwarts durante le vacanze invernali. Hagrid non era preciso ed efficiente come colei che lo aveva preceduto, ma il corpo insegnanti aveva deciso di proseguire l’opera iniziata da Silente per riabilitare il Guardiacaccia, e all’unanimità era stato scelto Hagrid. Lui, d’altra parte, aveva preso molto seriamente il compito, e per quanto la sua indole glielo permetteva, si era dimostrato all’altezza. Harry, Ginny, Ron e Hermione dichiararono che sarebbero rimasti a scuola per godersi il loro ultimo Natale a Hogwarts. Draco e Astoria li avrebbero imitati con gioia, ma avevano alcuni importanti doveri diplomatici cui adempiere a Malfoy Manor.

Il primo giorno delle vacanze natalizie, i due si recarono a Hogsmeade, dove li aspettava Narcissa Malfoy. La donna pareva invecchiata rispetto all’anno prima, ma Draco avrebbe giurato che quando l’aveva salutata in settembre stava molto peggio. La presentò ad Astoria, che con la sua gentilezza riuscì immediatamente a piacere all’algida signora. Essa spiegò che al Malfoy Manor erano state fatte molte ricerche, e per questo era impossibile accedervi per vie magiche. Mostrò loro la carrozza che aveva fatto predisporre perché potessero tornare a casa. Raccontò che il tragitto era piuttosto lungo, e per questo fece una provvista di viveri per il viaggio ai Tre Manici di Scopa.

I due ragazzi, seguendo le indicazioni di Narcissa, avevano  indossato i loro abiti  migliori. Draco aveva intuito che ci sarebbe stato un party d’accoglienza o qualcosa di quel genere, perché sua madre stava lavorando da mesi per riabilitare l’immagine di Lucius in modo che potesse riacquistare una posizione onorevole. Suo figlio prevedeva che ogni giorno si sarebbe tenuto qualche evento fondamentale per la loro reputazione, ed era conscio del fatto che non avrebbero potuto sfuggire a nessuno di tutti quegli incontri. Allo stesso modo, era perfettamente consapevole anche di un altro fatto: Astoria avrebbe avuto varie crisi di nervi.

Il viaggio fu davvero molto lungo. Erano partiti in prima mattinata, e giunsero a Malfoy Manor quando il sole era già tramontato. Astoria, stretta nel suo abito celeste come i suoi occhi, non dava segni di sofferenza, ma Draco poteva cogliere i piccoli particolari che denotavano che c’era qualcosa che non andava: le scarpette che sbattevano tra di loro, la carenza di sorrisi, lo scarso appetito. Era chiaro che Astoria non era a suo agio. Nemmeno lui, se per quello, con quella nuova veste di seta nera, che lo rendeva terribilmente goffo e impacciato. Narcissa invece non pareva assolutamente in difficoltà, sebbene fosse stretta in un abito bianco dal corpetto rigidissimo con una gonna così ampia che non riusciva a non farle toccare terra. 

Quando finalmente giunsero a Malfoy Manor, dove li aspettavano  alcuni vecchi amici tra cui Horace Lumacorno, i signori Goyle, Tiger e Parkinson, Astoria si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Non appena varcarono la soglia dell’ingresso tutti quanti si fecero loro intorno.  Una cameriera scoprì una lunga tavolata e li fece accomodare per la cena. I due studenti capirono che il loro segreto desiderio di un pasticcio di rognone alla buona servito in camera era irrealizzabile e si rassegnarono a fare gli onori di casa. La cena andò avanti fino a tarda notte, e quando finalmente gli invitati se ne furono andati i due fidanzati furono accompagnati da Narcissa nelle rispettive camere. Prima di dormire, nonostante fosse stravolta, Astoria pensò che era il caso di mandare un gufo agli altri, che già le mancavano terribilmente, per far sapere che erano vivi e informarsi su eventuali novità a proposito di Viktor Krum.

L’indomani, com’era inevitabile, avrebbe voluto dormire a lungo, ma alle otto Narcissa la tirò giù dal letto, e le disse di prepararsi per la colazione. Quel giorno avrebbero fatto visita ai Parkinson. Quando lo seppe, Astoria arrossì. Aveva paura di presentarsi ai genitori di Pansy come la fidanzata di Draco quando probabilmente loro si aspettavano che lui si considerasse ancora impegnato con la loro figlia. Scelse dal baule il vestito donatole da suo padre per il suo ultimo compleanno. Decise immediatamente che  avrebbe fatto di tutto per non attirare l’attenzione su di sé.

Ma quando finalmente, dopo un altro orribile viaggio in carrozza, i tre giunsero alla dimora dei Parkinson, si accorse che non le sarebbe stato concesso il privilegio di rimanere nell’ombra. Karlene Parkinson, padrona  di casa e madre della ragazza conosciuta come la fidanzata di Draco Malfoy, non era disposta a lasciare andare un genero come quello senza dire nulla. Non appena entrarono nell’elegante palazzo, furono accolti da due Elfi Domestici avvolti nei loro semplici straccetti, e qualcosa diceva che i Parkinson non avevano abbandonato lo stile di vita che avevano avuto prima della guerra. Dalle pareti scendevano fieri serpenti imbalsamati alternati a meravigliosi arazzi color smeraldo. Narcissa aveva spiegato che i Parkinson avevano da poco fatto ingresso nella società Purosangue, e ora non intendevano rinunciare troppo presto alla loro guadagnata nobiltà. Anche per questo, li aveva ammoniti, Karlene e Georgius avrebbero potuto serbare rancore nei confronti di Astoria, la quale aveva soffiato a loro figlia un eccellente partito. Quando Draco udiva questi discorsi gli saliva una rabbia incontenibile, perché lui non aveva mai amato Pansy, e lei lo sapeva bene. Riteneva che sua madre e Astoria si ponessero troppi problemi, e detestava sentirne parlare. Ma quel  giorno, in casa Parkinson, dovette ammettere che le sue donne avevano ragione.

Al pranzo erano stati invitati alcuni amici  dei Parkinson, tra cui i Nott, i Moon e la signora Zabini con Blaise. A sorprendere tutti fu la presenza di Pansy, in un superbo abito bianco che non poteva fare molto per il suo viso da carlino. Molti si chiesero perché la ragazza fosse tornata in anticipo, e durante il pranzo lei fece un annuncio. “Ho deciso di fare ritorno in patria con qualche mese d’anticipo perché ho compreso che mi era necessario completare la mia istruzione. Ho parlato con la professoressa McGranitt e sono riuscita a convincerla a farmi prendere i M.A.G.O. a Hogwarts. Quindi dopo le vacanze di Natale farà ritorno a scuola”. Astoria si sentì mancare, e a Draco cadde di mano la forchetta. Non poteva accettare di far entrare una parte così importante della propria vita precedente nella sua nuova esistenza tranquilla.
 

Ciao a tutti! Vi avevo già fatto intuire, tramite le paure di Astoria, che Pansy sarebbe tornata alla ribalta. Come vi è parso questo grande ritorno? E sopratutto, come apparirà a lei la nuova amicizia tra Draco, Astoria e i Grifondoro? Spero che il ritratto che ho fatto della sua famiglia sia abbastanza eloquente: Loro sono fermamente contrari a qualunque cambiamento di posizione. Loro erano anti Nati Babbani e lo sono tutt'ora. Quindi vi lascio immaginare come reagirà Pansy. Siccome ho già ben delineato in mente il prossimo capitolo, in via del tutto eccezionale aggiornerò prima questa e poi la James-Lily.
Un bacio,
Lulu_Herm

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Capitolo 9
*** L'età delle decisioni ***


L’età delle decisioni

Il ventiquattro dicembre Lucius fu rilasciato da Azkaban e portato a Londra, dove lo raggiunsero il figlio, la moglie e la futura nuora. Trascorso un giorno a Diagon Alley  per rilassarsi, tutti e quattro alloggiarono al Paiolo Magico, e il giorno seguente furono riaccompagnati al maniero su una macchina del Ministero.
Draco non vedeva il padre da molto tempo, non era mai stato in visita ad Azkaban a differenza di Narcissa. Si sentiva un po’ in imbarazzo nei suoi confronti, perché sapeva di essere stato oggetto di molteplici cambiamenti nel corso di quegli ultimi mesi. Probabilmente anche Lucius non era più la stessa persona, dopo l’esperienza dei Dissennatori di Azkaban e non avevano ancora avuto modo di parlare a quattr’occhi. Entrambi erano continuamente accompagnati dalle rispettive compagne, che per diverse ragioni avevano assiduo bisogno di averli sempre sotto gli occhi. Astoria dopo il pranzo a casa Parkinson era diventata più timida e silenziosa, con ogni probabilità per le paure assopite che le dichiarazioni di Pansy avevano risvegliato in lei, e questo la spingeva a cercare molto spesso gli occhi di Draco in cerca di un po’ di sicurezza. Contemporaneamente, Narcissa non riusciva a capacitarsi dell’immensa gioia del riavere il marito con sé, e non era affatto disposta a condividerlo con chicchessia, appartandosi con lui ad ogni occasione.
La sera del loro ritorno a Malfoy Manor, Draco cominciava a chiedersi se avrebbe dovuto  presentare a Narcissa formale richiesta per un colloquio con suo padre per essere sicuro di parlare con lui prima di fare ritorno a scuola (dove, non poteva scordarlo, l’aspettavano ulteriori tensioni portate dal ritorno di Pansy). Fortunatamente, mentre erano seduti sui divani accanto al fuoco del salone, suo padre lo chiamò: “Draco, sei pregato di seguirmi nel mio studio. Ho cose importanti di cui parlarti”. Draco si alzò e lo seguì.
Una volta che il figlio ebbe preso posto su una delle eleganti sedie di ebano, Lucius sedette sulla poltrona di pelle dietro la scrivania e cominciò: “A quanto mi risulta, ti sei impegnato in una relazione amorosa con la secondogenita di una delle più importanti famiglie Purosangue sopravvissute alla Guerra” Draco annuì, chiedendosi dove volesse andare a parare. “Questo - continuò Lucius- mi prova che tu non hai compreso nulla” Draco lo fissò adirato. Come si permetteva?
“Avrei sperato che tu avessi il minimo buonsenso di impegnarti, se non con una Nata-Babbana, almeno con una Mezzosangue” Draco credette di aver avuto un’allucinazione. “E per quale motivo, di grazia? Se amo Astoria sto con lei. Non mi sembra così complicato” Lucius lo fulminò con lo sguardo. “Dobbiamo riabilitare la nostra condizione!  E l’unico modo perché ciò succeda è che tu- e gli puntò il dito contro- sposi una persona dal sangue impuro, così che tutta la buona società magica possa vedere che ci siamo ricreduti. Credevo che tua madre ti avesse scritto ciò che le ho chiesto di suggerirti, ma è evidente che mi ha disobbedito” sentiva il sangue ribollire nelle vene. “E cosa le avresti chiesto di suggerirmi, padre?” Lucius sogghignò. “Di sposare Hermione Granger”
Poco mancò che cadesse dalla sedia. Hermione! Ma...Lui l’aveva imparata a conoscere da pochi mesi, e mai e poi mai, nemmeno per un istante, aveva pensato a lei in quel senso. Lei era di Ron Weasley, punto. E poi, non era sufficiente essere diventato amico di Harry Potter? Pensava che provandoci con Hermione avrebbe migliorato la loro situazione? Lui sapeva solo che probabilmente Ron l’avrebbe ucciso. “Vorrei farti notare, padre, che è solo colpa tua se ora ci ritroviamo a dover riabilitare la nostra condizione, e che se tu ti fossi comportato come i Greengrass, per esempio, ora non avremmo di questi problemi. Non sarò io a rinunciare alla mia felicità per una colpa che è solo tua. Mi hai fatto vivere nel terrore, hai permesso che la nostra pace domestica fosse triturata da quell’essere orribile. E ora osi  dare ordini a me e a mia madre. Sei consapevole del fatto che siamo stati noi, lei, a salvarti, e  non il contrario? Sei un codardo. Lo hai provato durante la Guerra e lo continui a dimostrare. Mi disgusti” non avrebbe mai pensato di fare un discorso del genere a suo padre.
Prima che Lucius potesse rispondere, uscì dallo studio e andò nella propria camera. Con un colpo di bacchetta preparò il suo baule, poi scese a chiamare Astoria. Lei lo guardò attonita trascinare il baule nel salone,  e lui capì il suo disorientamento. Decise che se non le avesse spiegato nulla sarebbe stato esattamente come suo padre, ma in quel momento non c’era tempo. “Ti spiegherò dopo- le disse- Ora per favore, vai a preparare il suo baule” lei capì dal suo sguardo che doveva essere successo qualcosa di molto grave. Corse immediatamente a preparare il suo baule e cinque minuti dopo era di ritorno. Draco baciò sulla fronte una Narcissa molto turbata e uscì nella notte con Astoria.
Superarono le protezioni intorno al maniero e si Smaterializzarono a Hogsmeade. Il paese era coperto di neve e faceva davvero molto freddo. Astoria fece comparire due mantelli di lana, ne porse uno a Draco e poi, rinvigorita dalla vista di quel paesaggio familiare e lontana dalla severità di Malfoy Manor, chiese: “Cosa è successo?” Draco diede un calcio a una pietra di neve accanto al suo piede, spargendo neve ovunque. “è fuori di testa. Pensa di poter manovrare la mia vita quando non è mai nemmeno stato in grado di gestire la sua. È stato una banderuola, sempre a schierarsi da una parte e subito dopo dall’altra. Ci ha fatto passare momenti orribili. E non deve osare maltrattare mia madre come ha maltrattato me”
Astoria lo strinse a sé. “Draco, capisco i tuoi tormenti. Tuo padre si è comportato in una maniera inconcepibile, ma ora non lasciare che il sole sorga sulla tua rabbia. Siamo a Hogwarts, che è la nostra vera casa, e sai che qui troverai sempre un volto amico. Non ti preoccupare. Manderò un gufo al professor Lumacorno perché scenda ad accoglierci, nel frattempo andiamo a bere una Burrobirra ai Tre Manici d Scopa” Lo trascinò per il paese fino al pub.  Draco sembrava un automa. Entrarono e ordinarono due Burrobirre. Rispetto  al gelo che c’era fuori, all’interno del locale c’era un bel tepore. Astoria sentì che Draco cominciava a rilassarsi, e lo abbracciò. Si sentiva molto meglio ora che era così vicina a Hogwarts. Il gufo mandato al professore Lumacorno tornò con un breve messaggio:
Signor Malfoy, Signorina Greengrass,
Vi prego di trovarvi davanti al cancello d’ingresso alle undici in punto, scenderò a prendervi.
Cordialmente,
Professor Horace Lumacorno, Direttore della Casa di Serpeverde
I due finirono le Burrobirre e si Smaterializzarono ai confini del parco di Hogwarts. Un sorridente Horace Lumacorno li accolse e li accompagnò nei dormitori di Serpeverde. I due trascorsero una notte molto agitata.
Il mattino seguente salirono in Sala Grande più tranquilli, rasserenati dal fatto di essere di nuovo a Hogwarts. Incontrarono Harry, Ron, Ginny, Hermione e Luna, che li salutarono sorpresi. Quel pomeriggio si incontrarono in Biblioteca, e Draco raccontò tutti gli avvenimenti a Malfoy Manor. Quando lui ebbe finito, Astoria raccontò del previsto ritorno di Pansy Parkinson. I loro amici furono sconvolti da entrambe i racconti. Bisognava trovare un modo per evitare che Pansy rovinasse la loro routine, e contemporaneamente (ma questo non lo dissero) trovare qualcosa che tirasse su il morale a Draco.
Puntualmente, due settimane dopo, Pansy Parkinson ritornò al castello. Se si stupì nel vedere Draco e Astoria sempre insieme ai Grifondoro non lo diede a vedere, ma rimase comunque isolata dal resto dei compagni i quali, per un motivo o per un altro, preferivano non avere troppo a che fare con lei. Molti non avevano dimenticato il suo “Ma Potter è laggiù! Qualcuno lo prenda!”, i Purosangue  non tolleravano le origini umili della sua famiglia. Lei preferiva starsene per conto suo. Aveva recuperato decentemente in tutte le materie i mesi persi in giro per il mondo, ma il suo tallone d’Achille era Difesa Contro le Arti Oscure. Col fatto che non l’aveva mai studiata seriamente, tra tutto quell’andirivieni di professori,  e l’idea che aveva sempre avuto dell’utilità di quella materia, una nuova insegnante con un metodo così impegnativo come la professoressa Incant era quasi un ostacolo insormontabile. Aveva perso le lezioni più importanti sulla psicologia, e si ritrovava in una totale confusione. Questo l’aveva portata a entrare in rotta di collisione con la professoressa Incant, e a guardare con rabbia la confidenza che Hermione e Astoria avevano con lei. Draco e Harry lo notarono, e capirono che ormai era solo questione di tempo prima che Pansy architettasse qualcosa.
Mancavano ormai pochi giorni al loro viaggio d’istruzione, e tutti si stavano preparando ad esso. Hermione e Astoria avevano consultato tutti i libri della Biblioteca che riguardavano la magia straniera, preparando una mappa dei luoghi da visitare. L’eccitazione era alle stelle, e perfino la professoressa Incant concesse che per un’intera lezione si parlasse del programma della gita.
Finalmente il giorno tanto atteso arrivò, e gli allievi del settimo anno si ritrovarono all’alba in Sala d’Ingresso, in compagnia della professoressa Incant e di Hagrid, che si era offerto come accompagnatore. Quando arrivarono sul luogo dell’incontro, si trovarono davanti a una sorpresa.
L’Elfo Kreacher in t-shirt e pantaloncini, con tanto di zainetto sulle piccole spalle appuntite, li aspettava saltellando sul pavimento marmoreo. Molti si chiesero cosa fosse, altri che cosa ci facesse lì. Pansy si ritrasse schifata, Hermione gli sorrise, Harry gli si avvicinò e gli strinse la mano. Subito dopo la battaglia, l’aveva vestito per dargli la libertà e l’Elfo, riconoscente, era rimasto a vivere a Grimmauld Place in attesa del ritorno del Grifondoro. Il progetto di Harry era un tentativo di ingrandimento del C.R.E.P.A.. Dopo le sue scoperte sugli Elfi il comitato di Hermione aveva assunto ai suoi occhi un nuovo valore, così stava collaborando a distanza con il Ministero della Magia, e per l’inverno successivo si prevedeva l’apertura dell’Ufficio per la Protezione e la Cura degli Elfi Domestici. Hermione non sapeva ancora nulla, ma l’idea era di mettere proprio lei come Direttore dell’Ufficio, e di assegnarle Kreacher come primo dipendente. Per questo motivo a  Kreacher era stato offerto un tirocinio a Hogwarts, per fare esperienze tra i Maghi diverse da quelle che aveva sempre avuto, e anche per permettergli di conoscere altri Elfi. Oltretutto era anche un modo per iniziare ad adattare gli occhi dei Maghi alla vista degli Elfi.
Dunque Kreacher era stato il primo della lista quando si era trattato di scegliere un accompagnatore per il viaggio d’istruzione. Era necessario che imparasse più cose possibile, perché non poteva arrivare al lavoro d’ufficio senza una preparazione. Si stava anche lavorando perché potesse prendere i M.A.G.O. seguendo un corso serale, ma la faccenda era più complicata. Per il momento si pensava a fargli fare pratica.
Tutto il gruppo partì quindi alla volta della Romania, il primo paese prescelto. Nel momento  esatto in cui si Smaterializzò,  uscendo per la prima volta dai confini della Gran Bretagna, Draco si sentì più libero che mai. Era maggiorenne, circondato dai suoi amici e stringeva tra le sue mani quelle sottili di Astoria. Era davvero felice.
 

Buonasera, mie dolci anime lettrici.
In questo capitolo ho scritto di argomenti piuttosto particolari, ma ho sempre desiderato scrivere di Kreacher (adoro gli Elfi Domestici) e mi è parso che fosse piuttosto interessante quest’idea su Lucius Malfoy che mi frullava in testa da un pezzo. Era troppo semplice che Draco e  Astoria non fossero contrastati da nessuno. Lucius, molto provato da Azkaban e dalle esperienze antecedenti, vorrebbe ricominciare a vivere tra gli sfarzi come ha sempre fatto. E vuole servirsi di suo figlio per questo scopo! Per fortuna Draco in questi mesi è cambiato, non è più un burattino. È cosciente delle sue decisioni e sa quale strada prendere. Di certo non punta ad assomigliare a Lucius. Vuole bene a sua madre, ma pensa che lei sia troppo debole, che non abbia il coraggio di rischiare.
Tornando  a Kreacher…Devo dire che questa è una delle poche idee mie che mi piacciono completamente. Mi immagino già l’accoppiata Hermione-Kreacher. E, che ci crediate o no, sto progettando una scena in cui Kreacher è al Binario 9 e ¾ con i nostri eroi  e i loro figli…ad accompagnare qualcuno....
Alla prossima!

Lulu_Herm

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Capitolo 10
*** La Romania-Dracula ***


La Romania-Dracula


Era stato proprio Draco a inserire la Romania tra le terre da visitare, nonostante gli sguardi impauriti di molte compagne. Come si poteva non desiderare di conoscere meglio il popolo dei Vampiri? Per lui erano sempre stati molto  affascinanti. Erano le uniche creature la cui storia avesse studiato con impegno in Storia della Magia.
Giunsero in una piccola locanda per maghi a nord di Arad. Si divisero in piccole stanzette da tre persone, e posarono i loro bagagli. Dopo una veloce colazione, uscirono per Smaterializzarsi nelle terre della Transilvania, che erano note anche tra i Babbani per essere la zona del conte Dracula.
Era in programma una visita al Museo Nazionale Rumeno sul Conte Dracula, allestito nell’antico castello che gli era appartenuto.        Non era stato avvistato per decenni, ma nonostante questo  i ragazzi si sentivano inquieti.
Entrati che furono nel museo, fu assegnata loro una guida, un giovane mago occhialuto dall’aria intelligente. Il castello era molto grande, comprendeva circa dieci piani, ma solo cinque erano aperti al pubblico. Spesso, tuttavia, i ragazzi vedevano passare vari maghi in tuta da lavoro, i quali si avventuravano nelle zone proibite. La guida spiegò che si trattava di maghi archeologi, che stavano ancora lavorando allo studio dei cinque piani dei quali non era permessa la visita.
Nelle zone visitabili c’era un’ampia mostra che includeva dipinti e fotografie, oltre a indumenti da mago ottocentesco e strane pozioni. La professoressa Incant sembrava davvero emozionata, così come Hermione e Astoria.
Improvvisamente, si udì un urlo provenire dai sotterranei. Molti turisti si arrampicavano più veloce che potevano sulle ripide scale, e una decina di guardie cominciò a mettere in fila tutte le donne, in particolare le più giovani. Le urla si moltiplicavano, e contemporaneamente si udivano versi animaleschi. La professoressa Incant, Hagrid e Kreacher radunarono tutti i ragazzi, perplessi e spaventati. Una guardia prese per la spalla Duerre e fece cenno ad Astoria di seguirla. Hermione, Ginny e Luna si avvicinarono all’insegnante, mentre Hanna Abbott  e Susan Bones strillavano impaurite. Justin Finch-Fletchey, Ernie MacMillan e Anthony Goldstein fermarono una guardia per chiederle spiegazioni, e quella indicò le ragazze urlando
-è tornato! E vuole loro!-
Era il panico. Le persone correvano da tutte le parti, senza una meta apparente. L’unico che sembrava capire qualcosa era Hagrid, alla cui barba si era appeso Kreacher.  
-Insomma, ragazzi, non è che una cosa così grave. Ora la professoressa Incant e le ragazze si nascondono, e noi vediamo cosa possiamo farci, a quel brutto bestione-
Ma nemmeno le guardie avevano la più pallida idea  di cosa “farci a quel brutto bestione”, visto che si stavano unendo alla folla terrorizzata di turisti. Probabilmente non erano stati istruiti per un’emergenza del genere, ma visto che questa si era presentata, occorreva correre ai ripari.
-Draco! prendilo al volo!- gridò Astoria mentre si allontanava con le compagne e l’insegnante, lanciando un grosso tomo dalla copertina nera. Fu Harry a prenderlo, i suoi riflessi da Cercatore erano innati. Lo porse a Draco che lo aprì e cominciò a sfogliarlo febbrilmente. Si  trattava del libro che Astoria aveva portato con sé per prepararsi alla gita: “Le creature del male”.
Quando finalmente arrivarono alla voce “Vampiro” cercarono qualcosa che desse loro consigli sulla protezione.
I più classici esempi di rimedi contro i Vampiri sono l’aglio, la rosa selvatica e il biancospino. È possibile che spargere semi di senape li tenga lontani, ma per andare sul sicuro occorre utilizzare contro di loro crocifissi o acqua santa. È importante inoltre sapere che i Vampiri non possono camminare sul suolo consacrato.
Draco guardò i compagni, perplesso. Era difficile che fossero in grado di procurarsi qualcuno di      quegli oggetti. Per fortuna, Harry commentò:
-Beh, esiste una formula per creare le rose dal nulla. Ma ora come ora non me la ricordo- Draco alzò gli occhi al cielo, ma intervenne Ron
-Rosa Geminio! È quella che ci ha insegnato la McGranitt al secondo anno!-  Draco, incredulo, provò la formula con la propria bacchetta, e  vide che funzionava.
Un urlo ancora più acuto dei precedenti li informò dell’arrivo del mostro nella sala. Denti sporchi di  sangue, abiti antichi e stracciati, un’espressione folle sugli occhi. Dracula.
Draco lanciò uno sguardo disperato ai compagni, la rosa ancora tra le mani. Ron assunse un’espressione concentrata e gridò:
-Rosa Geminio!-
 un fiotto di rose fuoriuscì dalla bacchetta, e colpì il  mostro nel petto. Capirono di aver ottenuto un effetto, tutti insieme alzarono le bacchette e, come un solo uomo, gridarono la formula magica.  
Il mostro fu spinto indietro dall’immensa quantità di fiori, ma non desisteva. Draco si ricordò dell’aglio.
-Harry! Harry! Hai dell’aglio per caso?- gridò al Grifondoro, mentre quello tentava di Schiantare il vampiro, purtroppo senza successo.
-No! Non pensavo che davvero ci saremmo ritrovati a fronteggiarlo. Pensavo fossero tutte superstizioni! Ma forse qualcuno ci ha pensato, aspetta-
-Ragazzi, qualcuno ha portato una testa d’aglio?- gridò Harry, facendosi  sentire da tutti i compagni. Molti lo guardarono sconcertati. Fu Kreacher a risolvere la situazione.
-Io ce l’ha, Harry Potter!- Harry e Draco corsero ad abbracciare l’Elfo il quale tutto contento estrasse dalla tasca la più consunta testa d’aglio che avessero mai visto.
Draco la prese e la moltiplicò svariate volte. Quando ne ebbe a disposizione una certa quantità, ne distribuì ai compagni più vicini e insieme le lanciarono contro Dracula. Il mostro ne fu visibilmente indebolito, ma ancora resisteva. Fu allora che Draco ebbe un’idea.
Corse al negozietto per turisti in fondo alla sala, alla ricerca di qualche souvenir che avesse a che fare con il folklore del luogo. Tra un’orribile tazza con i canini e qualche inquietante cartolina  ritraente un paesaggio desolato, trovò un piccolo crocifisso argenteo. Lo prese con un gesto disperato, e fece cenno ai compagni perché continuassero ad attaccare il vampiro, in modo che fosse distratto.
Stava per fare una cosa pericolosissima. Una cosa che metteva in serio pericolo la sua vita, ma che avrebbe potuto salvare tutti gli altri. Non c’era altro modo. Strinse tra le mani il crocifisso, e cominciò a correre, più rapido che poteva.
Si ritrovò nel turbine di rose che stava andando a travolgere Dracula. All'improvviso si sentì sballottato, non vedeva più niente. Era consapevole solo del crocifisso stretto tra le mani. Si rese conto di essere in collisione con un corpo, ma non avrebbe saputo dire di chi fosse, era tutto dannatamente confuso. Poi, improvvisamente, il dolore.
-Draco!- Quella voce….

Era in un letto bianco. Sentiva dolore al collo, e dei rumori soffocati intorno a sé. Forse era ancora vivo. Lentamente, si ricordò di tutto. Dracula, l’aglio, le rose, il crocifisso. Harry, Ron. Astoria.
Non appena pensò a lei, riaprì gli occhi. Sapeva per certo che quello era il modo per rivederla.
E così era, lei era lì accanto a lui. I bellissimi occhi neri tormentati da un’espressione angosciata,  i riccioli bruni spettinati. Allungò una mano, arrivando a toccare la sua guancia morbida. Lei c’era veramente, era reale.
-Astoria-
-Draco. Stai bene?-
-Sono stato meglio. Cosa mi è successo?- Astoria gli passò una mano tra i capelli e sorrise al vedere che era cosciente.
-Ti ha morso. Senti dolore al collo, non è vero?- Lui annuì.
-Ti ha morso al collo mentre tu gli piantavi il crocifisso nel petto. È stato un attimo. È successo tutto così in fretta. Per fortuna sei riuscito a colpirlo, così è stato tutto più semplice. La combinazione delle rose, dell’aglio e del tuo crocifisso l’ha ucciso. Così la professoressa Incant ti ha subito  soccorso, e ti abbiamo portato qui. È stata un’idea di Ron. Ha detto  che questo era il posto migliore, e certo non gli possiamo dare torto. È veramente ben organizzato, credo sia meglio del San Mungo-
-Ma dove siamo?- la interrogò Draco, un po’ più sollevato.
-Al Centro di Studio dei  Draghi Rumeno. È qui che lavora il fratello di Ron, Charlie. Pare che questo sia il miglior reparto d’Infermeria d’Europa. C’è davvero tutto. E comunque questo era il prossimo luogo che dovevamo visitare, quindi siamo solo venuti qui un po’ in anticipo- rispose lei, sorridente.
-Mi chiedo solo perché, dopo tutto questo tempo, si sia risvegliato proprio oggi. Credo che non sia stato un caso. Abbiamo ancora troppi nemici. Credo che le Arti Oscure siano in grado di risvegliare i vampiri-
-Faremo delle ricerche, te lo prometto. Ora però riposati. Domani devi essere in forma per visitare il Centro, è fenomenale-
 
Buonasera a tutti!
Bella sorpresa eh, questa del conte Dracula? Devo dire che è stata un’idea improvvisa, ma mi è sembrata adatta all’occasione. E devo dirvi che si, i sospetti di Draco sono fondati, ma non posso rivelare molto altro.
Ho concesso al mio protagonista una scena da eroe. Dopotutto mi sono affezionata a lui, e si meritava di dare una dimostrazione del suo cambiamento. Non è più un pappamolle, il ragazzo.
Astoria ha un ruolo secondario rispetto a lui, ma ha anche lei la sua importanza. Per intenderci, lei e le altre donne hanno dovuto allontanarsi perché Dracula predilige i colli delle damigelle.
Domani parto, e  tornerò il 28 giugno. Quindi si, questo è l’ultimo capitolo che posto fino a quella data. Confido nell’ispirazione che mi farà visita durante le mie notti spagnole.
Un bacio a tutti,
Lulu_Herm
 

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