La storia non si ripete!

di Ce_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sembravano una famiglia perfetta, ma chissà... ***
Capitolo 2: *** Sono Lily Luna Potter e questo è il mio inizio, o la mia fine... ***
Capitolo 3: *** Sono James Sirius Potter e questo è il mio amore proibito. ***
Capitolo 4: *** Sono Albus Severus Potter e questo era il mio segreto. ***
Capitolo 5: *** Every rose has its thorn ***
Capitolo 6: *** Sesso, fumo e rock 'n roll ***
Capitolo 7: *** Un grande passo ***
Capitolo 8: *** Nulla avviene in un attimo ***
Capitolo 9: *** Non è mai davvero finita ***
Capitolo 10: *** Credo in Dio e nei Cannoni di Chudley ***
Capitolo 11: *** Il mio futuro è al di la del rendimento scolastico ***
Capitolo 12: *** Credi nei tuoi sogni e loro crederanno in te ***
Capitolo 13: *** Sono gay. Niente di più, niente di meno. ***
Capitolo 14: *** Devi imparare a volerti bene ***
Capitolo 15: *** Io son brava a raccogliermi ***
Capitolo 16: *** Tutto era ormai diverso ***
Capitolo 17: *** Ogni volta che lei ride, è lui ad innamorarsi ***
Capitolo 18: *** Amore impossibile diventa possibile, prima o poi. ***
Capitolo 19: *** In amore non vince chi fugge ***
Capitolo 20: *** Io sono di legno ***
Capitolo 21: *** Forse forse forse... ***
Capitolo 22: *** Sarai il primo a saperlo ***
Capitolo 23: *** Era la loro bambina ***
Capitolo 24: *** Mai più sola ***
Capitolo 25: *** Molto Serpeverde, Potter. ***
Capitolo 26: *** Sono qui per l'amore ***
Capitolo 27: *** Ho deciso di venirti a prendere ***
Capitolo 28: *** Aveva un cognome ingombrante ***
Capitolo 29: *** Non vuol dire che sia sbagliata ***
Capitolo 30: *** Born to dance ***
Capitolo 31: *** She's like a rainbow ***



Capitolo 1
*** Sembravano una famiglia perfetta, ma chissà... ***


 11 agosto 2018
Ginny Weasley
<< JAMES SIRIUS! DOVE DIAVOLO STAI ANDANDO. >>  I toni soavi del marito risvegliarono Ginny, ancora nel mondo dei sogni
<< Esco... No credo di tornare presto, ci vediamo direttamente domani mattina.. Salutami la mamma >> rispose il figlio con nonchalance... Cosaaaa? Domani mattina? La donna si alzó velocemente dal letto e corse verso il piano di sotto
<< DOMANI MATTINA? TU SEI FUORI DI TESTA >> urló all'indirizzo del primogenito,ormai quasi diciassettenne.. Era nei suoi  abiti sportivi, i capelli scompigliati ad arte ... la guardó dall'alto del suo metro e ottantacinque con la sua solita espressione malandrina
<< Buongiorno mammina e auguri! >> auguri? Cavolo, le aveva fatto anche dimenticare che quel giorno era il suo compleanno
<< Fa meno il ruffiano.. Ti voglio qui per ora di cena! >>
<< Dai, mamma.. Torno presto, per le 10 sono a casa, per favore >> la supplicó lui
<< Ehi, ma che cos'è questo baccano? >> un Albus con l'aria davvero assonnata e i capelli sparati in tutte le direzioni fece il suo ingresso in salotto
<< Albie, Albie caro... Di alla mamma che torneró presto >> lo pregó il fratello, sapendo che Albus sarebbe riuscito a convincere facilmente la madre, ma non aveva fatto i conti con il fatto che poche volte il fratello lo aveva aiutato a cacciarsi fuori dai guai
<< Non chiamarmi così, James! Dai mamma, lascialo andare >> cosa? Erano impazziti? Prima James chiedeva aiuto ad Albus e poi lui lo accontentava... Non era una cosa normale.. Pensò la donna.  Non che i due si odiassero, per carità, ma avevano un modo tutto loro di volersi bene..normalmente si erano indifferenti, ma nel momento del bisogno l'uno c'era per l'altro, sempre.
 Era un rapporto molto strano, il loro
<< Si, Ginny.. Per una volta.. >> Harry.. Una volta?
<< Ok, ok.. Alle dieci qui! >> gli concesse la rossa
<< Grazi grazie grazie, sei la migliore mamma del mondo >>
<< Ed io, Jamie?  >> si lamentò Harry
<< Si, grazie papà.. Ma non chiamarmi in quel modo >> fece lui quasi scocciato ed uscí
<< Auguri, mamma >> Albus bació sua madre sulla guancia e si diresse verso la cucina per fare la colazione.
Era tutto il contrario di suo fratello, dolce, umile, timido, bassino.. Insomma, Almeno fisicamente era la copia del padre.
Harry  si avvicinó alla moglie
<< Fuori uno! >> soffió sulle sue labbra << Auguri, amore >> le disse prima di baciarla dolcemente sulle labbra, lei ricambió il bacio, ma continuó a guardarlo perplessa: fuori uno?
<< Tu sta tranquilla.. >> la rassicuró lui e la trascinó verso l'altra stanza
 
<< Buongiorno a tutti >> Lily, la terzogenita, fece il suo ingresso in cucina. Sul viso aveva ancora i segni del cuscino, i lunghi capelli rossi erano raccolti in una coda fatta di fretta, la maglia del pigiama aderiva perfettamente al suo corpo, mettendo in risalto le curve che avevano preso forma sul suo corpo. Doveva dire la verita, era cresciuta moltissimo in quell'ultimo anno, era andata ad Hogwarts che era una ragazzina di 13 anni, ed era diventata quasi una donna, le forme erano tutte al posto giusto, si era alzata di 30 centimetri e si apprestava a frequentare il quarto anno ad Hogwarts.
<< Buongiorno >> gli risponsero  in coro i membri della sua famiglia
<< Auguri, vecchietta >> andó verso la madre e la baciò sulla guancia
<< Vecchietta a chi? >> le chiese la donna, restituendole il bacio
<< Ops... Forse non dovevo dirlo.. Che c'è per colazione? >> fece lei scherzosa
<< Ehi, quello è il gufo di Rose >> Albus indicó la finestra, in effetti c'era un bel gufo marroncino che bussava, appartenente alla primogenita di Ron e Hermione. Il ragazzo apri la finestra e fece entrare l'animale, che planó sul tavolino  dove lasciò la lettera e attese che qualcuno gli desse qualcosa da mangiare. Lily prese subito il pacchetto dei biscotti e ne diede un paio al gufo.
Albus, intanto, prese il foglio e iniziò a leggere ad alta voce..

<< Ciao, zia!
Come avrai capito dal gufo, sono Rose, ma ci sono anche mamma, papà e Hugo che si uniscono a me nel farti tantissimi auguri di buon compleanno. Inoltre, ci scusiamo, ma oggi non possiamo proprio passare a farti gli auguri di persona.. Ci risentiamo!
Un bacione! Rose, Hugo, Ron ed Hermione >>
Ginny ascoltó il figlio e rimase un po' delusa nel sapere che gli amici non potevano andare.... Sarebbe stato un compleanno davvero molto monotono...

<< Cavolo è tardissimo! >> urló Lily, molló tutto ciò che aveva in mano e corse di sopra a prepararsi.. Erano le 12 in punto... Cosa diavolo doveva fare a quell'ora? Ginny rivolse uno sguardo interrogativo a suo figlio che le rispose con una scrollata di spalle e si diresse anche lui verso il piano di sopra.
<< Finalmente un po' di pace.. >> sbuffò Harry, sedendosi sulla sedia accanto alla moglie
<< Come mai oggi vuoi sempre stare da solo? >> gli chiese la donna curiosa
<< Per carità, amo i nostri figli... Ma sono dei terremoti viventi, viverci insieme sta diventando impossibile! >> sbuffó di nuovo, questa volta peró, aveva un sorriso stampato in faccia. Ginny sapeva  che gli voleva molto bene ed era orgoglioso dei suoi figli, di tutti e 3 e avrebbe dato la sua vita per loro, ma a volte si lamentava.. Così... Per fare qualcosa.. Invece, lei no, sgridava i suoi figli, non li viziava, questo era certo, ma dopo quello che avevano passato con James non si lamentava mai di loro... Credeva che fossero i migliori figli che gli potessero capitare e lo pensava anche suo marito.. Solo che non lo dava a vedere.
<< James dov'è che andava? >> chiese ad Harry
<< Da Louis e poi uscivano insieme >> il suo primogenito aveva trovato il suo gemello nel figlio di Bill e Fleur.. Anche se il Weasley aveva un anno in meno, i due avevano legato sia da subito, forse perché avevano un carattere molto simile...chissà.. nessuno aveva capito perché i due erano così legati, neanche i loro genitori.
<< E noi che abbiamo intenzione di fare oggi? >> si avvicinó a lui maliziosa
<< Oggi tutto quello che lei desidera è un ordine. >> la bació con passione, come se volesse ribadire bene il concetto...
<< Ehm.. Ehm.. >> un lieve tossicchiare li distolse dalla loro attività e Lily fece la sua apparizione, cambiata e con un borsone sulle spalle << Scusate, non volevo interrompervi, ma devo andare.. >>
<< Dove vai? >> chiese Harry, ancora rosso per l'imbarazzo
<< A fare le prove papà.. Dove vuoi che vada?>> rispose lei con fare ovvio
<< E a che ora torni, tesoro? >> Ginny
<< Subito dopo cena... Promesso >>
<< Ma devi andare per forza? >> chiese di nuovo Harry ricevendo una gomitata dalla moglie.. Non era mai stato d'accordo sul fatto che Lily frequentasse una scuola di danza e lei lo sapeva, ma la figlia amava ballare.
<<  Mrs Wilkinson ci ha detto che vengono delle persone dalla Royal Ballet School per vedere come lavoriamo, non posso mancare >>
<< C'è una possibilità che ti prendano alla Royal School?>>  Ginny saltó subito su dalla sedia, tutta eccitata, era la migliore scuola di danza classica di tutta la Gran Bretagna.. Sfornava nuovi talenti da almeno un secolo. Era un occasione d'oro!
<< No no.. Vengono solo a vedere, non prenderanno nessuno, tranquillo >> si rivolse al padre che si era già incupito << a dopo! >> la ragazza  salutó i  genitori e scomparve dietro la porta.
 
La mattinata trascorse velocemente e i tre membri rimanenti della famiglia Potter mangiarono tranquillamente, interrotti ogni tanto da un gufo o da una telefonata che portava gli auguri a Ginny. Verso le 16:00 la donna ed Harry stavano programmando cosa fare durante la giornata.
<< Che ne dici di andarci a fare un giro con la scopa? >> propose la rossa
<< Certo... Anche se credo che mi annoieró a morte.. Sei troppo lenta! >> la stuzzicó il marito scherzosamente
<< Ah si? Le faró vedere di che pasta sono fatta, signor Potter... E deve anche contare che la mia scopa è molto piú lenta e vecchia  della sua >>
<< Sfida accettata! >> Harry tese la mano alla moglie, e lei la strinse. Era guerra.
<< Scorpius non lo so.. Devo vedere che dicono i miei perché oggi è il compleanno di mia madre >> i due sentirono la voce del figlio che si avvicinava piano piano dalle scale. Scorpius Malfoy era il migliore amico di Albus. Questo legame aveva creato un po' di tensione all'inizio, soprattutto nei padri dei ragazzi, ma, alla fine, le famiglie avevano accettato la cosa, anche se, nonostante i riproveri delle mogli, i due uomini continuavano a stuzzicarsi, forse per abitudine, forse perché non sarebbero stati loro se non l'avessero fatto.
Dopo un paio di secondi Albus si affacció alla porta del salotto e mise una mano sul microfono del telefono
<< Posso uscire con Scorpius >> chiese gentilmente
<< Certo, tesoro! >> rispose prontamente Ginny
<< Sicura che non ti dispiace? >>
<< Va tranquillo e saluta Scorpius basta che non fai tardi. >> disse di nuovo Ginny..
<< Ok, allora io vado! >> Albus usci velocemente dalla stanza, lasciando i genitori da soli
<< Fuori tre! >> sorrise soddisfatto Harry, sotto lo sguardo sorpreso della moglie.
<< Usciamo, prima che tu uccida qualcuno dei nostri figli >>
 
I due andarono su una collina vicino a Godric's Hollow, abitavano in quel quartiere da quando avevano avuto Albus.. Avevano preso una villetta a due piani, calda e accogliente, con un enorme giardino davanti.. Sembrava molto piú  adatta a una famiglia con tre ragazzi, rispetto a Grimmould Place numero 12.
<< Pronta per la sfida? >> chiese Harry, dopo essersi rilassati sul prato
<< Dai, sembriamo due ragazzini! >> lo riprese Ginny
<< Hai paura di perdere, eh? >>
<< Mai! >> salirono sulle scope e appena l'uomo pronunciò il numero 3 partirono. Ginny aveva sempre amato volare e la scelta di lasciare la squadra per fare la giornalista, forse era stata una delle decisioni piú difficili di sempre, ma non se ne pentiva... Volare con Harry, invece, era una delle 10 cose piú belle del mondo.. Non lo facevano molto spesso, solo per mancanza di tempo, ma quei momenti erano solo loro, di nessun altro e sembrava che ritornassero indietro nel tempo, a quando facevano entrambe  parte della squadra di Grifondoro a scuola.
Ginny adorava quei momenti, non se li sarebbe persi per nulla al mondo.. Anche se alla fine vinceva sempre Harry, lei non era agile e veloce quanto lui, che , invece, giocando come cercatore, era abituato a quelle velocità... E la sua scopa di certo non l'aiutava, era ora di comprarne una nuova, decisamente!
Si appiattì ancora di piú sul manico della sua scopa, cercando di raggiungere Harry, ma niente da fare.. Aveva perso anche questa volta.
<< Vinto, di nuovo! >> esultò il moro
<< Tutta colpa della scopa! >> Harry fermò le sue proteste e la avvicinò a se, ancora entrambe sulla scopa, con il rischio di cadere e farsi davvero male, la baciò con passione, come sapeva fare solo lui nei "loro momenti" e per Ginny fu oblio completo, pace. Si sentiva a casa su quelle labbra, le facevano sempre lo stesso effetto, come se fosse ancora la prima volta, non si sarebbe staccata mai da lui se avesse potuto.
<< Ti amo! >> le sussurrò Harry sulle labbra
<< Ti amo anch'io >> rispose lei, riprendendo il bacio
<< Cavolo, è tardi! >> sbottò Harry, interrompendo il contatto
<< Tardi? E cosa dobbiamo fare? > chiese Ginny perplessa
<< Dobbiamo andare a casa a prepararci, ti porto a cena fuori >> erano già le 19:45 non si erano davvero resi conto di quanto in fretta fosse passato il tempo.
 
Arrivarono in casa tutti trafelati, entrarono.. Tutto buio.. Ovviamente nessuno dei ragazzi era tornato
<< Prendo un bicchiere d'acqua in cucina e poi vengo su >> disse Ginny al marito
<< Ok, io comincio ad andare >
La rossa aprì la porta della cucina, accese la luce.....
<< SORPRESA! >> James, Albus, Lily, Teddy, Ron, Hermione, Rose e Hugo la guardarono sorridenti, lei rimase immobile per alcuni secondi, dopodiché cominciò ad abbracciare e baciare tutti i presenti,
<< Grazie grazie grazie! >> continuava a ripetere, scese anche Harry
<< Che succede? >> Ginny abbracciò anche lui che se la guardava perplesso
<< Veramente.. Ecco.. perché non mi avete detto nulla? >> urlò all'indirizzo dei figli
<< Perché volevamo rovinarti i piani >> rispose Ron con un sorriso innocente
<< Annulla il ristorante, papà! >> gli disse Albus.. Harry salì al piano di sopra, sconfortato, mentre Ginny continuava a ringraziarli per la bellissima sorpresa che gli avevano fatto
 
Ginny si avvicinò un attimo a Lily
<< Che hanno detto quelli della Royal? Ti prendono? >> le chiese euforica
<< No, mamma.... Mi hanno fatto i complimenti... Ma non prendono nessuno, era solo per vedere >> rispose lei, abbassando lo sguardo. Ginny sapeva quale era il suo sogno e sapeva anche che aveva paura di non essere accettata, soprattutto dal padre, ma si limitò ad accarezzarle i lunghi capelli
<< È il momento della torta e dei regali! >> urlò Lily per cambiare argomento e si diresse in cucina. Tornó
subito dopo con in mano una torta con 37 candeline sopra
<< Tanti auguri a te >> cominciarono ad intonare la canzoncina babbana << tanti auguri a te, tanti auguri a Ginny, tanti auguri a te >> Ginny spense le candeline in un solo soffio ed Hermione cominciò a tagliare la torta.
<< Ora i regali! Prima il nostro >> propose Hugo e offrì un pacchetto alla rossa.
Ginny lo aprì e trovò la nuovissima penna prendi-appunti per i giornalisti esperti
<< Grazie, grazie mille! >> ringraziò tutta la famiglia Weasley con abbracci e baci e si risedette al suo posto
<< Prima tu >> disse Lily, rivolta al padre
<< No, prima voi! >> riabbattè lui
<< Il nostro è piú bello >> James
<< Il mio.. Non è vero, è piú bello il mio >> Ginny guardò suo marito sorpresa, era una stupida discussione
<< Il nostro è piú grande >> Teddy
<< E voi che ne sapete? >>
<< Fidati, anche se non ho idea di cosa tu le abbia regalato, credo che non sia piú grande del nostro >> disse Albus con fare ovvio.. Il padre si arrese e sui visi dei tre ragazzi comparve un ghigno di vittoria
<< Ecco a te >> Harry porse a Ginny un pacchettino, i figli lo guardarono come a dire: "e con quel pacchettino volevi competere con noi?"
Ginny aprì la scatolina con curiosità e si ritrovó davanti un braccialetto d'argento. Ma non un braccialetto qualunque, quel braccialetto, quello che avevano visto l'anno prima, durante il loro viaggio a Parigi, quello di cui Lily e Ginny si erano innamorate. La donna rimase immobile, senza dire una parola
<< P-papà... Quello.. Quello è? >> Lily non riusciva a parlare,
<< Si, è lui! >> rispose Harry, continuando a guardare insistentemente la moglie in cerca di un qualche segno di vita
<< È meraviglioso >> dissero all'unisono madre e figlia. Ginny si buttò tra le braccia di Harry e lo baciò con foga, fregandosene dei colpetti di tosse di Ron, Hugo e James.
Sentiva Lily borbottare qualcosa in sottofondo, ma non se ne curò.. C'erano solo lei e Harry. Punto.
 
<< Ok, ok.. Non è uno bello spettacolo. Ora tocca a noi. >> James, con il suo solito tatto pose fine al loro momento magico. I due si staccarono e Ginny si girò verso i figli, non prima di aver mandato uno sguardo assassino al suo primogenito.
I quattro andarono nell'altra stanza e tornarono con un pacco di cartone lungo almeno un metro e abbastanza stretto, lo diedero alla madre che cominciò a scartare la carta come una ragazzina
<< Cos'è? >> chiese curiosa mentre finiva di aprirlo
<< Aprilo e lo scoprirai >>
La donna finì di aprirlo velocemente e riconobbe la forma di una scopa, ma prima di togliere l'ultimo involucro aprì il bigliettino
 

‘’Tantissimi auguri, mamma!
                                               Al
Così papà la smette di vantarsi, non è lui il piú bravo di famiglia
                                                                                                            Lils
A patto che tu mi ci faccia fare un giro
                                                     Jamie
Lascia perdere James, zia. Auguri!
                                                 Teddy’’

 
A Ginny brillarono gli occhi, non per il regalo, poteva anche essere la peggior scopa di sempre, ma loro erano i suoi figli, anche Ted e questo la rendeva immensamente felice.
Strappò la carta sul manico, cercando di trattenere le lacrime di commozione, lesse la scritta sulla scopa"Nimbus 2018".
I respiri nella stanza si bloccarono, solo Hermione e Rose era tranquille, visto che odiavano il Qudditch.
Ginny si alzò dalla sedia, corse dai ragazzi e li coinvolse in un suo abbraccio stritolatore
<< Ragazzi, non dovevate! >> le lacrime ora scendevano libere sul suo viso
<< Tieni ben presente cosa c'è scritto sul biglietto >> James sorrise alla madre e si guadagnò una gomitata sullo stomaco dalla sorella
<< Grazie grazie grazie >> Ginny non la finiva piú. Era così orgogliosa dei suoi tre ragazzi, in quel momento era felice, aveva una famiglia stupenda.
<< Non è proprio come volevo che fosse.. I miei programmi erano diversi >> le disse Harry, appena si ritrovarono da soli
<< È stato perfetto. Tu, i ragazzi, Ron ed Hermione!  Uno dei compleanni migliori della mia vita. >>
 
Visti durante quel giorno, i Potter sembravano una famiglia perfetta, ma chissà.
 
NDA
Eccomi di nuovo qui, non vi siete liberati di me, non ancora, almeno.
Questo è il primo capitolo della mia nuova long e si tratta di una specie di prologo, giusto per presentarvi  la famiglia Potter dopo 16 anni dall'altra storia. Pian piano che si andrà avanti con i capitoli si svilupperà il carattere di ogni personaggio.
Inoltre, ho cambiato la persona e il tempo di narrazione e credo che in qualche capitolo ci saranno due o piú POV, in modo tale da seguire piú avventure contemporaneamente.. Ditemi cosa ne pensate della mia idea.
Ringrazio tutti coloro che leggevano e recensivano "Ricomincio da Te", spero che seguirete anche questa nuova storia.
Un bacio,
Ce_

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Capitolo 2
*** Sono Lily Luna Potter e questo è il mio inizio, o la mia fine... ***



Lily Luna Potter era una ragazzina di quattordici anni, ma sicuramente era molto più matura delle sue compagne, tutte oche.
Lily Luna Potter credeva nella libertà, credeva che ognuno era capace e libero di scegliere ciò che riteneva più giusto, credeva che una persona era liberissima di aspettare tutta la vita il suo principe azzurro, oppure avere "storie di sesso" per la sua intera esistenza. Amava la libertà. Amava la sensazione che l'avvolgeva ogni volta che si alzava in volo con la sua scopa, amava danzare, la faceva sentire libera, svuotata da tutti i pensieri, in un mondo tutto suo, amava il suo non essere come le altre, amava il suo lato da maschile, amava il suo lato femminile, a volte provocante, amava il suo lato da bambina, amava scegliere gli amici in base ai suoi criteri, non si buttava nella mischia con il primo che capitava. Preferiva essere circondata da poche persone.. Poche, ma buone. 
 
Lily Luna Potter credeva nell'amore, credeva che ci si poteva benissimo innamorare a 11 anni come a 70, il sentimento era lo stesso, credeva che, prima o poi, la persona di cui si era innamorata a undici anni, l'avrebbe vista per quella che era, credeva anche che lei doveva fare qualcosa per conquistarlo, ma doveva cacciare un po' del suo coraggio da Grifondoro.. L'aveva visto fare quel che voleva, trattarla come un'amica e l'aveva lasciato fare perché si ripeteva sempre:se ami qualcuno, lascialo libero. Ma ora era il momento di agire, basta stare fermi.
 
Lily Luna Potter credeva nel progresso, conosceva il mondo babbano, quanto quello magico e non capiva perché i maghi non riuscissero ad andare oltre le loro convinzioni, i loro limiti, come i babbani. Credeva nella scienza, molto più che nella religione, credeva che era vero solamente ciò che era dimostrabile, credeva fermamente nella tecnologia babbana e la utilizzava, con grande piacere di suo nonno Arthur, credeva che gli uomini dovessero evolvere anche mentalmente, con le loro idee.
 
Lily Luna Potter credeva che, se suo padre a quattordici anni aveva affrontato Lord Voldemort e superato le prove del Torneo Tre Maghi e sua madre a quattordici anni combatteva con  l'Esercito di Silente, anche lei a quattordici anni poteva affrontare cose più grandi di lei... Forse cose meno pericolose, meno essenziali,  ma ugualmente problematiche.
 
Ecco perché Lily Luna Potter si riteneva più matura delle sue compagne, semplicemente perché pensava a cose più utili e interessanti di un paio di scarpe nuove.
 
<< Lily, hai cominciato a preparare la roba da portarti? >> Ginny entrò nella camera della figlia e la trovó stesa sul letto con i suoi cuffioni alle orecchie, si avvicinò al letto e le scosse le spalle.
<< Ah, mamma! Dimmi! >> la ragazza la guardò curiosa
<< Dicevo, a che punto sei con il baule? >> le richiese la madre
<< Quasi a posto.. Tranquilla! Ora finisco e poi vado a fare le prove. >> spiegò sbrigativa Lily e si alzò dal letto
<< Oggi è l'ultimo giorno, vero? >> 
<< Si... Poi vado a Hogwarts mamma, ovvio che è l'ultima prova.. >> rispose lei stizzita.. Non doveva toccare quel tasto
<< Potremmo trovare il modo per permetterti di ballare anche quando sei a scuola.. >> fece la donna, pensierosa
<< È impossibile e poi papà non approverebbe... >>
<< Ma.. >>
<< Discorso chiuso, mamma... Non voglio false speranze. Oggi andrò all'ultima prova e ci si rivede a Natale e poi l'estate prossima.. Sono abituata ormai.. >> chiusero il discorso e Ginny capì che era il momento di andarsene.
Era così ogni 31 Agosto.. Ginny provava a convincerla che sarebbero riusciti a trovare un modo per farla frequentare anche durante Hogwarts, ma ogni volta era una delusione.. Non c'era modo. E ogni volta Lily si sentiva sempre più affranta. Sarebbe andata all'ultima lezione, poi ci sarebbe tornata l'anno dopo, esclusi i pochi giorni di Natale. Così, anche quel 31 di Agosto Lily tornò sul suo letto con i suo fedeli cuffioni, ignorando il consiglio della madre di sistemare le ultime cose nel baule, aspettando le 14 per andarsene.
 
<< Io vado.. Ci vediamo sta sera! >> Lily salutò con la mano i membri della sua famiglia e uscì dalla  porta senza neanche attendere la loro risposta.
S'incamminò verso la scuola vicino casa ed entrò nell'edificio.
<< Ciao a tutte! >> salutò le sue compagne che già si stavano riscaldano e andò a prepararsi nello spogliatoio.
Body, calze, un paio di mezze ed era pronta.
<< Ok, ragazze.. Salve! Lui è un rappresentante della Royal Ballet School >> disse Mrs. Wilkinson, indicando un uomo di fianco a lei << come vi avevo detto, ogni tanto avremo delle visite di questo genere, ma, purtroppo, non possono prendere nessuna nella loro scuola... Date comunque il meglio di voi! >> diede il via al pianista che cominciò ad intonare la prima musica.
<< Stendete le gambe! >> urlò l'insegnante, girando tra noi con il suo fedele bastone
 
 
Il pianista smise di suonare e noi ci fermammo.
<<  Allora.. Oggi faremo qualche variazione di repertorio.. Così potrete allenarvi >>  annunciò Mrs. Wilkinson.. Lily guardò le altre terrorizzate, non sapevano di doverle eseguire.
<< Allora, Rebbeccah.. Fammi un "Uccellino Azzurro", dalla "Bella Addormentata" >> una ragazza mora si staccò dal gruppo e andò al centro della sala, in posizione.
<< Ok, grazie! >> l'insegnate la congedò con un sorriso appena ebbe finito
<< Marie.. Fammi la "Tata", dalla "Figlia del Faraone" >> un altra ragazza andò al centro e eseguì il pezzo.
<< Bene.. Ora.. Lilian? Fammi la "Fatina", dalla "Bella Addormentata" >> Lily si guardò intorno terrorizzata.. 
"La Fatina? Ma l'abbiamo studiata pochissimo! " Pensò la rossa, rivolgendo un occhiata omicida alla sua insegnante.
Si mise in posizione.. La musica iniziò e lei si perse ad ascoltarla, il suo corpo si mosse incoscientemente, guidato dalla melodia. Erano solo loro: lei, la musica e i passi.. Tutto il resto era scomparso, non c'era più la sua insegnate, le compagne, ne tantomeno il rappresentante della Royal, solo loro. Si sentiva libera. Cominciò a muovere il suo corpo in maniera perfetta, spettacolare
<< Grazie Lilian >> alla fine della variazione Mrs. Wilkinson la ringrazio e lei tornò al suo posto, aspettando che finissero anche le sue compagne.
 
La lezione finì e tutte tornarono nello spogliatoio, appena ebbe finito di vestirsi Lily andò a salutare la sua insegnante.
<< Mrs. Wilkinson.. Oggi è 31 Agosto.. >> iniziò il discorso e la donna sembrò capire, era babbana e credeva che durante l'anno lei andasse in una scuola all'estero, quindi sapeva che il 1 settembre se ne sarebbe andata
<< Lo so.. Ma prima di salutarci, io e Robert volevamo proporti una cosa >> disse, indicando l'uomo vicino a noi
<< Oh, si.. Salve, io sono Robert Fonteyn. Ho visto come balli e... Cavolo! Sei stupenda. È raro trovare soggetti come te che a quattordici anni riescono a fare quello che di solito si fa a vent'anni.. Tu hai la danza dentro e non lo dico per dire, tu hai la stoffa da prima ballerina. >> Lily rimase a bocca aperta per alcuni secondi, finche non capi che forse non era molto educato far vedere a tutti l'interno del suo stomaco.
<< So che abbiamo detto che non prendevamo nessuno, ma, insomma, non possiamo farci scappare una come te. Il tuo talento è molto raro. >> 
<< Lei.. Lei.. >> Lily cominciò a farfugliare parole senza senso, incapace di formulare una frase compiuta
<< Si, ti sto offrendo una borsa di studio alla Royal Ballet School..ma tranquilla, hai tutto il tempo per pensarci.. Le lezioni inizieranno a Gennaio e poi andremo in giro per i teatri più famosi durante l'estate.. Se ti vedo preparata, potresti avere il ruolo di prima ballerina.. Se ti presenti al provino del 9 dicembre e lo passi, ma sono sicuro che lo passerai, sei dentro.. Altrimenti.. È uno vero peccato, saresti perfetta! Pensaci bene Lilian, ti sto offrendo una possibilità che ragazze di vent'anni possono solamente sognare.. Sei giovane, lo so, ma, con un po' di lezioni, saresti benissimo all'altezza di una tua collega più grande e potresti benissimo competere con lei per il ruolo principale.  >> Robert concluse il suo discorso con un alzata di spalla, ma Lily vide che era davvero interessato.. 
<< Io... Io.. Grazie! >> fu l'unica cosa che Lily riuscì a sussurrare, l'uomo le porse la mano e si congedò con
<< Mrs. Wilkinson le darà il mio numero di telefono per ulteriori informazioni.. Complimenti ancora! >> Robert si allontanò per far parlare le due donne.. Lily non ne era capace, era bloccata sul suo posto.. Nella sua testa una sola cosa.. 9 Dicembre:Hogwarts
<< Complimenti Lilian, davvero e, ti prego, pensaci >> la esortò l'insegnate
<< Mrs. Wilkinson sa che non me lo permetterebbero e comunque, non posso presentarmi il nove, sono a scuola >> rispose la rossa automaticamente
<< Questa è una cosa che devi affrontare tu con i tuoi genitori, mi dispiace... Comunque, ecco il numero e, mi raccomando, pensaci! Hai talento, davvero!>> le porse il bigliettino da visita dell'uomo e la lasciò sola, ancora incapace di muoversi.. Con i pensieri che le frullavano in testa.
 
Lily tornò di corsa a casa con mille problemi in più e una gran voglia di piangere e di parlare con suo fratello.
Appena entrata si fiondò su per le scale,  le prime lacrime cominciarono a solcarle il viso,  aprì la porta della camera di James: vuota.
Entrò in camera di Albus
<< Al, Al.. James dov'è? >> si guardò intorno, neanche Albus c'era.. Di fronte a lei c'era solamente la persona che avrebbe preferito non incontrare in quel momento. Scorpius Malfoy era li, davanti a lei, che la guardava dall'alto del suo metro e ottanta
<< Albus è uscito un attimo, Lily >> le disse, lei abbassò lo sguardo per evitare che si accorgesse delle sue lacrime
<< Ok, grazie! >> fece per uscire dalla camera, ma Scorpius la fermò
<< Stai piangendo? >> era un affermazione, piú che una domanda. Il ragazzo si chinò su di lei e cominció ad asciugarle le lacrime con dei baci delicati, fino ad arrivare alla sua bocca e a baciarla con trasporto, era un gioco di lingue, di labbra, nessuno dei due mollava. 
Lily era inebriata dal suo profumo le sembrava di essere in paradiso, come ogni volta che Scorpius la sfiorava, ma sentiva di non farcela piú, di non reggere quella situazione che si era creata.
Si erano baciati per la prima volta alla fine del suo terzo anno e da li, ogni volta che si rivedevano, era un continuo cercarsi, cercare un contatto fisico, anche minimo,  che li facesse sentire vicini e completi, ma Lily era stanca, quella situazione la stava logorando sempre di piú. Sapeva che per lui lei era solamente la sorella del suo migliore amico, quella con cui giocare e divertirsi, mentre per lei non era cosí. 
Forse per la disperazione, forse perché, di fronte ad altri problemi, questo non la impauriva, ma Lily ebbe la malsana idea di cacciare tutto il suo coraggio Grifondoro proprio in quel momento.
Si scansó, rinunciando all'ennesimo contatto che Scorpius stava cercando, lui la guardó interrogativo
<< Sc-Scorpius io non ce la faccio piú. Sono stanca. Non la reggo questa situazione. Non voglio essere il tuo giocattolo, non voglio neanche essere tua. Voglio solamente starti accanto. Sono innamorata di te, voglio starti vicino come solo una persona che prova ciò che provo io può farlo. Quindi, basta! Basta con questa messa in scena. Non sono la sorella del tuo migliore amico, sono Lily, Lily e basta >> Scorpius rimase immobile, con chissà quali pensieri per la testa
<< Li-Lily io, io scusa! >> Lily capí, le erano bastate quelle poche parole, Scorpius le sussurró appena, mantenendo comunque quella fierezza tipica dei Malfoy e a Lily bastarono, uscì della stanza con il viso inondato di lacrime.
 
 
<< Lily, mi cercavi? >> Albus fece capolino alla porta della sua stanza, la ragazza stava finendo di preparare il baule, lo sguardo basso per nascondere gli occhi arrossati dal pianto
<< No, Albus.. Cercavo James >> gli disse, cercando di trattenere le emozioni nella sua voce
<< James ha la cena di addio con i suoi amici babbani..c'è tutti gli anni.. Sai come è fatto nostro fratello... Non puoi dirlo a me? >> chiese dolcemente Albus, avvicinandosi alla sorella
<< No, Al, lo sai! Grazie comunque per esserci.. Di a mamma che non scendo per cena. >> Albus la strinse a se e Lily gli fu grata per questo, dopodiché il ragazzo lasciò la stanza. 
Era sempre stato cosí.. Albus cercava di instaurare con Lily quel rapporto di confidenza e complicità che la ragazza aveva con il maggiore dei Potter, ma non ci riusciva. Il legame tra Lily e James non era un normale legame fraterno, litigavano un giorno si e l'altro pure, ma poi, ognuno c'era per l'altro. Ognuno sapeva tutto dell'altro. Certo, James era molto protettivo, ma la sorella aveva imparato ad addomesticarlo per bene, quindi, non avevano quasi mai liti molto importanti. Si sostenevano sempre l'un l'altra.
 
Lily si stese sul letto e in men che non si dica si addormentó, esausta, la giornata era stata davvero pesante.
Dopo neanche un oretta dei scossoni sulle spalle la costrinsero a risvegliarsi
<< Lily, che succede? >> Lily aprì bene gli occhi e riconobbe la chioma disordinata di suo fratello James
<< Sir >> sussurrò con la voce impastata dal sonno
<< Sono qui.. Che è successo.. Hai pianto? >> le chiese il fratello, notando i sui occhi arrossati
<< Ni-niente.. >> non voleva ripetere ciò che era successo , l'avrebbe reso piú vero, piú doloroso.
 Nella sua mente aveva ancora due immagini: la faccia di Scorpius quando le aveva chiesto scusa e la faccia felice di Roberto con sopra scritto 9 DICEMBRE, come una condanna a morte
<< Non dire cazzate! >> la riprese il fratello. Lui era così, voleva sempre sapere tutto, ma questa volta avrebbe dovuto aspettare, Lily non ne era capace, non ne aveva la forza.
Infatti, Lily si fiondó tra le sue braccia che l'accolsero dolcemente, in cerca di un supporto, non di qualcosa  che la facesse stare ancora più male e James la strinse a se, capendo che quello non era il momento. Ora le lacrime scendevano libere sul volto della rossa.
<< Ti prego, Sirius, non dire nulla! >> Sirius... Era l'unica a chiamarlo in quel modo, a lui piaceva da morire e lei lo sapeva, come sapeva ciò che significava per lui, come sapeva che lei per lui, in quei momenti, era Luna.. 
Erano Sirius e Luna, non James e Lily, solo Sirius e Luna.
<< Shhhhh.. Quando sarai pronta. Sta tranquilla! >> la ragazza piano piano si calmò e si stacco dal petto del fratello.
<< Vado giù, mamma starà impazzendo.. >> disse svogliatamente
<< Si, Albus le ha detto di non insistere, ma sai come è fatta.. Si preoccupa per la minima cosa. E anche papà sta impazzendo, Luna, e lo sai >> rispose James e seguì la sorella al piano di sotto.
<< Già >> si, Lily lo sapeva, sapeva che il padre le voleva un bene dell'anima, e sapeva anche che lei lo ricambiava in pieno, per certi versi, Harry Potter era il padre che ogni figlia vorrebbe, amorevole, complice, non iperprotettivo e poco invadente. Perciò si dipinse in faccia un bel sorriso e varcò la soglia della cucina, dove i genitori l'attendevano ansiosi.
 
Lily quella sera si addormentò a fatica, con mille pensieri per la testa.. La prima ballerina, Scorpius, il ritorno ad Hogwarts... 
Al contrario di tutti gli altri ragazzi, lei aveva imparato ad odiare quella scuola. Era diventata una prigione per lei, quelle mura erano la dimostrazione del fatto che ci fossero cose più grandi di lei che bloccavano i suoi sogni e le sue ambizioni. Ora più che mai.
Il giorno dopo, però, ci sarebbe tornata, volenti o nolenti.
 

<< Salve, sono Lily Luna Potter e questo è il mio inizio, o la mia fine, dipende dai punti di vista. >>
 

NDA
Salve a tutti!
Allora, ecco qui la nostra Lily Luna.. Che ve ne pare?
So che la prima parte è un po' noiosa, ma era necessaria per farvi capire i comportamenti  e i pensieri della piccola Potter. E poi ci tengo tanto, mi è uscita di getto, ma l'ho sentita subito mia.
Come carattere penso che Lily assomiglierà un po' a me, non lo so ancora... leggere per scoprire! 
Già al secondo capitolo ci troviamo di fronte a una marea di problemi.. Speriamo che si risolveranno tutti...
Inoltre, sono consapevole del fatto che Harry sembra il "cattivo" della situazione, ma non è cosí, come ho detto, ama i suoi figli piú di se stesso.
Ringrazio tutte quelle che hanno recensito e letto lo scorso capitolo.
Continuate a farmi sapere cosa ne pensate della storia.
Con affetto, 
Ce_

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Capitolo 3
*** Sono James Sirius Potter e questo è il mio amore proibito. ***


 James Sirius Potter aveva diciassette anni e una vita davanti.
 
 James Sirius Potter credeva nell'unicità di ogni individuo. Credeva che ogni persona fosse unica e irripetibile. Credeva che, anche se due persone potevano somigliarsi in qualche modo, erano due cose distinte, due enti differenti, non riconducibili l'uno all'altro.
 Credeva che, anche se i suoi due nomi o il suo carattere potevano far pensare qualcos'altro, lui era lui e basta. James Sirius Potter. Ne James Potter, l'egocentrico e coraggioso nonno, ne Sirius Black, il bello e dannato, lui era solo James.. Per carità, adorava quei due uomini senza neanche averli conosciuti, ma ora si sentiva piu libero. Aveva passato la sua vita a chiedersi se sarebbero stati orgogliosi del loro omonimo e solo l'anno prima, grazie al padre, aveva capito che sarebbero stati fieri di lui anche se non era uguale a loro...
 Poteva essere se stesso e renderli fieri comunque e infatti,  era lui, lui e basta e amava esserlo.
 
James Sirius Potter credeva in se stesso.
 
James Sirius Potter credeva nell'amicizia più che in ogni altra cosa. Credeva che l'amicizia era tutto ciò che serviva a una persona per vivere felice. Credeva, anzi, ne era certo, che lui, senza Louis, sarebbe stato perso, non che fosse un tipo sdolcinato, per carità, ma in Louis aveva trovato un  fratello, e la cosa era reciproca... Si erano scelti, tra tutti quanti, si erano trovati e scelti. Non erano solamente due cugini, non erano solamente due amici, erano qualcosa di più, al di la di tutto.
 James Sirius Potter divideva con Louis Weasley  tutto ció che aveva ed era una delle persone a cui voleva piú bene in assoluto, come era successo tra suo nonno  e Sirius, ma lui non amava questo paragone.. Come al solito, diceva che loro erano loro, James e Louis.
 
 James Sirius Potter credeva nel coraggio, non credeva nel destino, credeva nel coraggio.
 Credeva che, se una cosa la vuoi davvero, devi andartela a prendere, costi quel che costi, te ne devi fregare di quello che pensa la gente, la vuoi? Bhe, allora, corri, va a prenderla, rischia, e sarà tua.
 Credeva nel coraggio, ecco cosa gli aveva detto il Cappello parlante quando l'aveva smistato nella "culla dei coraggiosi" e ne aveva lui, di coraggio.. Da vendere.
 Amava il rischio, non quello stupido. Amava rischiare per i suoi sogni, per le cose in cui credeva, per le cose per cui, secondo lui, valeva la pena rischiare.
 E lui ce l'aveva una cosa per cui valeva la pena rischiare, mettersi contro tutto e tutti, ma doveva imparare ad attendere anche i tempi degli altri, non solo i suoi.
 Aspettava, ma sapeva che, prima o poi, avrebbe dovuto cacciare quel coraggio che aveva dentro di se e rischiare il tutto per tutto.
 
 James Sirius Potter aveva diciassette anni, una vita davanti e un amore proibito che, o presto o tardi, sarebbe uscito fuori.
 
 
 << Mamma, sono 4 anni che andiamo ad Hogwarts tutti e tre, dovresti essere abituata >>  Albus riprese sua madre che abbracciava tutti e tre, con le lacrime agli occhi
 << Come faccio ad abituarmi? Voi siete i miei bambini >> singhiozzò la donna
 << Mamma, ho diciassette anni >> si lamentò James
 Era il 1  settembre e le famiglie Potter/Weasley  erano riunite alla stazione King's Cross per salutare i ragazzi che sarebbero partiti per la scuola.
 << Ci vediamo a Natale, ok? E ricorda, loro sono fieri di te, io sono fiero di te, sii solo James >> Harry salutò il figlio maggiore che annuì e poi passò agli altri due
 << Pronto per i mago, fratello? >> Teddy si presentò davanti a James con il suo solito sorriso e i capelli turchesi
 << Io sono nato pronto! >>
<< Oh certo, come no.. Ne riparleremo a giugno, quando te la starai facendo sotto per gli esami >>
 << Non ci sperare! Ci vediamo a Natale, fratello! >> i due si abbracciarono e poi il moro salì sul treno, seguendo i suoi fratelli e cugini.
 
 
 << Ciao Mary! >>  James e Louis ammiccarono contemporaneamente ad una ragazza nel corridoio che li guardó con occhi sognanti
 << Finitela >> sussurró Lily, disgustata
 << Sembra quasi che i gemelli siate voi due e non io e Louis >> disse Dominique all'indirizzo dei due ragazzi
 << Che c'è? Gelose dei fratellini? >> le provocó James, guardando insistentemente la bionda
 << Dai troviamo uno scompartimento vuoto >>
 Loro quattro stavano sempre insieme, a scuola li chiamavano i nuovi malandrini, per certi versi, in effetti, erano molto simili a loro, ma avevano anche delle sostanziali differenze...
 Prima cosa: erano 2 ragazzi e 2 ragazze,
 Seconda cosa: avevano età diverse
 Terza cosa: appartenevano alla stessa famiglia..
 Ma avevano una grande cosa in comune con i malandrini, erano dei casinari e  amanti degli scherzi, questo era certo.
 Il loro era un rapporto strano.. Diciamo che erano due coppie di migliori amici e due coppie di fratelli che nel tempo libero amavano stare insieme.
 << Allora, programmi per quest'anno? >> propose Louis
 << Non ancora, ci sto lavorando >> rispose James
 << James, posso parlarti 5 minuti? >> chiese Lily al fratello, scusandosi con gli altri due
 << Si certo.. Torniamo subito >> i due Potter si sedettero in uno scompartimento vuoto
 << Ho parlato con Scorpius >> sputó fuori la rossa, doveva pur dirlo a qualcuno
 << Tu cosa? >> chiese James, incredulo
 << Gli ho detto che sono innamorata di lui e che non voglio continuare con questa situazione >> spiegó velocemente lei
 << E lui? >>
 << Lui.. Lui.. Lui si è scusato e mi ha voltato le spalle >>
 << Te l'avevo detto, Lily, te l'avevo detto che ti avrebbe fatta star male.. Perché non ti si fidata di me? Perché non hai chiuso subito con questa storia? >> chiese furioso James
 << Perché sono innamorata di lui.. Tu.. Tu non riesci a capire >> a quel punto Lily scoppiò a piangere e si rifugió nelle braccia del fratello
 << Ti capisco, lo so  >> e solo lui poteva sapere quanto quelle parole erano vere, quanto voleva confidarle cosa provava, quanto anche lui era innamorato, ma non ce la fece, riuscì solo a sussurrare:
 << Non tornare da lui, anche se dovesse scusarsi, non tornare da lui.. Ti farà male >> ma in cuor suo, James sapeva che sarebbe successo.. Sapeva che la sorella avrebbe dato tutto pur di stare con Scorpius, sapeva che si era innamorata di lui a undici anni, lo sapeva bene.
 << Dominique lo sa? >> domandó
 << Si, le ho accennato qualcosa, stasera le spiegherò meglio, ma non dire nulla a Louis, quando sarà il momento glielo diró io >> Il ragazzo non disse nulla sul fatto che credesse che quella sera Lily non avrebbe potuto parlare con la cugina. Preferì tenerselo per se.
 << Ok, andiamo.. >> i due passarono a salutare Albus che stava con i suoi amici (tra cui Scorpius) e poi tornarono dai gemelli Weasley.
 

 << Allora, che è successo negli ultimi due giorni? >> chiese Dominique, tanto per fare conversazione, mentre il fratello continuava a fare foto a destra e a manca con la sua inseparabile Canon babbana.
 << Nulla! >> risposero i ragazzi e, vedendo che Lily se ne stava in silenzio ad osservare il paesaggio, si girarono tutti e tre verso di lei
 << Eh? nulla! >> disse lei di fretta..
 << Ok, allora.. Decidiamo cosa fare quest'anno.. È il mio ultimo anno >>  intervenne subito James e Dominique lo seguì a ruota, sapendo bene il perché dell'umore della rossa.. I tre cominciarono a parlare animatamente.
 << Potremmo riempire l'ufficio di Gazza con dei fuochi d'artificio di zio >> propose Louis
 <>
 << Già fatto, caro! >>
 << NULLA! NON È SUCCESSO NULLA! >>urlò Lily all'improvviso, interrompendoli << nullasesiescludeilfattochemihannoquasipresaallaroyal >> sputó tutto d'un fiato. Gli altri tre la guardarono perplessi.
 << Ieri mi hanno offerto una borsa di studio alla Royal Ballet School per un tour estivo e lezioni da loro  >>
 << Cosa? Lils, è meraviglioso! >> Dominique le si buttò sopra, felice. James e Louis la strinsero a loro
 << Diventa meno meraviglioso se hai una famiglia che non ti permetterebbe mai di mollare la scuola per ballare e se l'unico provino per il posto c'è il 9 Dicembre.. Meraviglioso, si! >>disse la rossa, con amarezza
 << Il 9? Ti ci accompagneremo noi, sta tranquilla e parleró io con mamma e papà>> la cercò di rassicurare il fratello
 << James, sai benissimo che la McGranitt non accetterá mai di farmi uscire dalla scuola e tantomeno papà mi permetterà di lasciarla, quindi, non illudermi >>
 << Ma non è vero.. Noi chiederemo >> James era perso, guardava la sorella, era davvero a pezzi, doveva fare qualcosa
 << No James, non fare nulla.. E neanche voi due, capito? >> chiese, squadrando i gemelli << se me la sentiró, farò io qualcosa... Fine del discorso
 >> 
 
 
 << Dove vai la prima sera? >> chiese Louis a James, erano appena risaliti dalla Sala grande dopo aver cenato
 << Ho fatto conquiste.. Dovresti darti da fare anche tu.. Ti stai rammollendo. Ah, prendo la mappa! >> gli disse il moro, uscendo dalla loro stanza con la mappa del malandrino.
 Se la dividevano, la mappa, la prima settimana era sua, la seconda era di Albus e la terza di Lily.. Facevano la stessa cosa con il mantello dell'invisibilità, le stesse settimane così che ognuno poteva avere entrambe le cose in contemporanea. Gli stava bene, era un buon modo per dividersi due cose così preziose e utile senza uccidersi.
 << Non è vero! Non mi sto rammollendo! >> rispose l'altro, prese una ciabatta e la tirò oltre la porta
 << Ahi! >> si lamentò James
 << Beccato! >>
 Se gli avesse detto dove andava, Louis l'avrebbe ammazzato, James ne era sicuro. Era la prima volta che mentiva al suo migliore amico e si sentiva maledettamente male per questo, ma lui era James, il freddo e menefreghista James Sirius Potter, lui non poteva stare male per una cosa così, o almeno, non doveva darlo a vedere.
 
 
 << Dove diavolo ti eri cacciata? Ho aspettato qui fuori per mezz'ora >> le chiese James, cercando di mantenere la calma
 << La Stanza delle Necessità non si vede nella mappa, stupido, dovresti saperlo e non stare per mezz'ora davanti alla stanza aspettando qualcuno che è già dentro >> le rispose lei stizzita
 << Già, è vero.. Non si vede! >> camminarono per tre volte davanti al muro e dopodiché entrarono nella stanza che James aveva pensato.
 Era la solita, pareti bianche con alcuni fiorellini neri, piena di finestre luminose, un bagno con una vasca da bagno davvero molto invidiabile, un divano nero, due scrivanie con le sedie di fronte, una libreria strapiena  e al centro della stanza un enorme letto rotondo con delle coperte bianche in seta.
 Era il loro posto ormai,  da 4 mesi, avevano iniziato la loro relazione a maggio dell'anno prima, ma si frequentavano di nascosto, ovviamente, al di fuori entrambe avevano dei comportamenti normali.. Insomma... Ci provavano spudoratamente con gli altri, per coprirsi.
 Ma in quella stanza erano loro, ci facevano tutto: il bagno, i compiti, ci mangiavano, si rilassavano e facevano sesso, tanto sesso.. Amavano fare sesso. La realtà, però,  era che James non si era  mai sentito così dentro ad una relazione e sapeva benissimo che non era solo sesso, ma c'era qualcosa di piú, e lo sapeva anche lei.
 << Vieni qui >> il moro la strinse a se e la spinse sul letto, baciandola con passione << mi sei mancata da morire >>
 << Anche tu, James! >> rispose lei in un sussurro << ma non possiamo e lo sai >>
 << Non mi interessa se possiamo o no, questa è l'unica cosa che voglio, tu se l'unica cosa che voglio! Capito? >> erano ancora stesi sul letto, l'uno di fronte all'altra, si guardavano negli occhi, cercando di trovare la forza per andare avanti con quella storia
 <<  Si.. Tanto è solo un po' di sesso, no? >> chiese lei titubante
 << No, Dominique. Non è solo sesso, non lo è da un po' e... O mio dio.. Sai quanto odio dire queste cose, non è nella mia natura, ma questo per me non è sesso, questo per me è amore e credo lo sia anche per te! E me ne frego del resto! >> da quel momento non sarebbero stati più cugini fino alla mattina dopo
 << Si, lo so... È amore anche per me, purtroppo! >> lo baciò, come se volesse chiarire per bene il concetto e si spogliarono, mantenendo sempre il contatto. Lo stavano rifacendo, di nuovo.

 

 
 ***

 

 ATTENZIONE: Arriva la parte in cui i due fanno l'amore, siccome questa storia non è a reating rosso, vi avverto...anche se la scena non è poi così "hot"..
 Avevo pensato di dividerla e inserirla in una one-shot, ma mi sembrava di dividere la storia. Comunque, questa parte non cambia niente nella narrazione, quindi, se non la leggete, potrete comunque capire tutta la storia.
 La scena finisce quando cambio di nuovo il tipo di scrittura. Grazie!
 
 
 James la guardò negli occhi, azzurro e marrone erano incastonati tra loro.
 Il moro cominciò a lasciarle piccoli baci sulla fronte, poi sul naso, poi sugli angoli della bocca, poi cominciò a scendere lungo il collo, nell'incavtura tra i seni, sulla pancia, fino ad arrivare all'ombellico, giocò con le dita sulla sua pelle e risalì lentamente verso sopra.
 Le toccò i seni, giocando con i suoi capezzoli e per lui quella era la sensazione piú bella che avesse mai provato, poterla toccare, poterla sentire eccitata sotto le sue mani, poterla sentire sua, gli inebriava i sensi e lo faceva sentire dannatamente felice.
 Dominique rigirò le posizioni e cominciò a passare la sua lingua sul petto di James, creando dei disegni immaginari, arrivò vicino all'inguine del ragazzo e cominciò a lasciargli una scia di baci intorno al suo organo con lentezza estenuante, facendo quasi impazzire James che sentiva di non farcela più, state venendo.
 Erano abbracciati, le gambe di lei accarezzavano anche con poca grazie quelle di lui e le bocche non perdevano il contatto neanche per riprendere fiato, l'erezione di James spingeva verso l'ombelico di Dominique e la faceva impazzire.
 Dopodiché fu il moro a prendere in mano la situazione, si mise sopra alla ragazza, appoggiando le mai sul cuscino ai lati della sua testa e dopo aver giocato un po', entrò dentro di lei, entrambe trovarono l'apice del piacere.
 James cominciò a spingere sempre di più, guidato dai gemiti di Dominique spingeva, spingeva e lei lo esortava ad andare avanti, finché, entrambe, esausti, non si lasciarono andare sul letto a piaccia in su, la testa della ragazza appoggiata sul petto di James
 

*** 
 

 << La gelida Veela che si innamora, mhhh >>
 << Non sono innamorata, tu, piuttosto, che fine ha fatto il James Sirius Potter che se ne frega dei sentimenti? Si è innamorato?>>
 << Non mi sono innamorato, sta zitta! >> e riprese a baciarla, come se fosse incapace di vivere senza sentire le sue labbra su quelle di lei.
 In quei momenti  non c'erano  Weasley e Potter, non c'erano due cugini, ma c'erano solo loro James e Dominique, due ragazzi innamorati, anche se non l'avrebbero mai ammesso
 
 

 

 << Salve, sono James Sirius Potter e questo è il mio amore proibito.. Ancora per poco, spero. >>
 
 
 
 

 

NDA
 
Salve a tutti!
 
Ecco qui, vi presento James Sirius Potter.
 
Ripeto, la prima parte era necessaria e mi piace troppo mettercela, per farvi capire come sono i personaggi.
 
Avrete capito che questa è anche una James/Dominique, si.. Li amo troppo insieme, non potevo dividerli.
 
Inoltre, nel prossimo capitolo vi presenterò Albus, poi andremo avanti con la narrazione vera e propria.
 
Ringrazio le fantastiche ragazze che mi hanno recensito e chi legge la mia storia.
 
Continuate a seguirla,
 
Un bacio,
 
Ce_

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Capitolo 4
*** Sono Albus Severus Potter e questo era il mio segreto. ***


 Albus Severus Potter credeva nell'uguaglianza. 
Credeva che ogni uomo, o donna o bambino sulla terra avessero pari diritti e doveri.
Credeva che ogni individuo fosse uguale davanti alla legge, sia essa divina che umana.
Rispettava e amava ogni tipo di persona e ogni tipo di scelta.
Credeva che i gay non avessero nulla in meno degli etero, anzi.
Credeva che gli ebrei non avessero nulla in meno dei tedeschi e ancora non riusciva a capire come gli uomini avessero  potuto permettere un genocidio di  quel genere.
Credeva che i neri non avessero nulla in meno dei bianchi, loro avevano solo molta più melanina e questo non era di certo un difetto.
Credeva che i mussulmani non avessero nulla in meno dei cristiani.
Credeva che una donna non avesse nulla in meno di un uomo.
Credeva che ogni tipo di scelta fosse giusta se era davvero voluta e se si credeva in essa: volevi essere ateo, buddista, volevi abortire, volevi amare una persona del tuo stesso sesso? Si? Ne eri felice? Bhe, allora Albus Severus Potter ti avrebbe rispettato e stimato, perché avevi fatto le tue scelte e ne eri felice.

Albus Severus Potter credeva fermamente nella parità di diritti e doveri.
 
Albus Severus Potter credeva nei rapporti, non quei rapporti, quelli che state pensando voi, anzi, anche quelli.
Albus Severus Potter credeva nei rapporti tra le persone, su qualunque cosa essi fossero basati: sull'amicizia, sulla parentela, sull'amore, sul sesso o sull'odio, si anche sull'odio.
Credeva che provare sentimenti forti come l'odio o l'amore rendesse una persona completa, non poteva neanche immaginare cosa significasse una vita priva di sentimenti, senza nulla per cui combattere o morire.

Albus Severus Potter credeva nella famiglia.
Credeva nella sua famiglia e la amava piú di ogni altra cosa. Credeva che non ci fosse nulla di meglio di una cena alla Tana con tutti i Weasley riuniti o una giornata a Godric's Hollow solo lui, James, Lily e i suoi genitori. Erano i momenti piú belli della sua vita.
A volte Albus si sentiva escluso, o meglio, diverso. Era l'unico Serpeverde in famiglia, l'unico a passare del tempo sui libri, l'unico ad avere un Malfoy come migliore amico, ma il suo nome parlava chiaro. Era un Potter e al contrario di suo fratello, lui non sentiva il peso che il suo cognome si portava dietro, anzi, amava essere un Potter e rendere orgogliosa la sua famiglia.

Albus Severus Potter credeva poco in se stesso e cercava sempre di dare il massimo
 
<< Scorp, Scorp! >> un ragazzo dai capelli corvini cercava di svegliare il suo migliore amico, ancora profondamente addormentato 
<< Scorpius, è tardi! >> gli scosse le spalle con forza e ricevette solo un mugugno indistinguibile in risposta
<< SCORPIUS HYPERION MALFOY, SVEGLIATI ALL'ISTANTE >> il biondo si mise a sedere sul letto velocemente, quasi come se fosse spaventato
<< Sei impazzito? >> gli chiese con la voce impastata dal sonno
<< No, sto solo cercando di dirti che è tardi e che non arriveremo in tempo alla lezione della McGranitt e, per di piú, ci perderemo la colazione >> spiegò Albus con tono paziente
<< Ok, ok.. Vado a prepararmi >>
 
Mezz'ora dopo correvano per i corridoi del castello di Hogwarts a stomaco vuoto,  cercando di raggiungere l'aula di trasfigurazione in tempo .
<< Maledetti i tuoi capelli! >> urlò Albus
<< Sta zitto e corri! >>
Si catapultarono in aula appena in tempo per beccarsi un occhiata fulminante dalla professoressa che li invitò a sedersi e a fare silenzio.
<< Bene, continuiamo da dove ci eravamo interrotti >> annunciò la McGranitt
I due si sedettero al primo banco, l'unico rimasto vuoto, e presero i loro libri
<< Che c'è, Malfoy? I tuoi capelli non erano perfetti? >> la voce di Rose, un banco dietro di loro, giunse alle orecchie di Albus.
Chiunque conoscesse un minimo Scorpius sapeva della sua fissazione per i capelli. Erano sempre sparati per aria, ma non come quelli di James, che se li arruffava per sembrare piú bello, lui ci studiava, li scompigliava ad arte. Sembrava che questi capelli arruffati funzionassero bene, viste le ragazze che andavano dietro a Scorpius o a James. Albus pensò avrebbe dovuto cominciare a farlo anche lui, ma non in quel momento, non era il periodo adatto per attirare belle fanciulle, era troppo confuso.
<< Invece tu vedo che non ci hai fatto caso per niente ai tuoi capelli, Weasley >> le rispose Scorpius a tono, riferendosi alla massa informe sulla testa di rose, ereditata sicuramente dalla madre.
La rossa riprese a seguire la lezione, non sapendo piú cosa rispondere. Era sempre stato così, Scorpius provocava Rose e lei, dopo un po', non sapeva cosa rispondere. Albus lo trovava divertente, ma a volte ci rimaneva male per la cugina: Malfoy  era il suo migliore amico, ma Rose era cresciuta con lui, avevano sempre fatto tutto insieme, avevano un rapporto speciale, diverso da quello che avevano con gli altri cugini, anche lei era la sua migliore amica, in un modo diverso dal biondo, ma lo era.
 
Finite le lezioni, pranzarono velocemente e andarono nel parco a godersi gli ultimi giorni di sole. Erano due settimane che erano rientrati a scuola e sembrava già che l'autunno fosse alle porte.
Albus si appoggiò con la schiena su un albero e cominciò a leggere il libro che le aveva regalato sua zia Hermione: Acciaio*. Parlava di due ragazze innamorate l'una dell'altra e con mille problemi. Era ambientato in Italia e Albus aveva giurato a se stesso che un giorno sarebbe andato a visitare una di quelle famose città italiane ricche di arte e di cultura.
Rimasero li per un bel po' finche non videro avvicinarsi Lily e Dominique
<< Ciao, Albus! >> salutò Lily con un sorriso
<< Ciao! >> disse Dominique, rivolta anche al biondo
<< Cosa c'è? Non si saluta piú? >> chiese Scorpius alla rossa con tono arrabbiato, lei lo ignorò completamente, continuando a guardare Albus con un sorriso tranquillo sulle labbra e appena il biondo stava per dire qualcosa venne bloccato
<< Abbi almeno la decenza di chiudere quella boccaccia >> lo riprese Dominique, Malfoy si zittì
<< Albus, non è che puoi darmi la Mappa, questa settimana è mia >> chiese Lily al fratello
<< Oh,si.. Scusami.. Mi ero dimenticato di portartela. Scusami >> Albus frugò nelle tasche posteriori dei suoi pantaloni e porse la Mappa del Malandrino alla sorella
<< Grazie! >> Lily si chinò a dargli un bacio sulla guancia e se ne andò con la sua migliore amica e con il suo solito sorriso solare stampato in faccia, ignorando completamente il biondo.
Era dal 1 di settembre che Lily e Scorpius si ignoravano, o meglio, era lei che ignorava lui e sinceramente, Albus non riusciva a capirne il perché, erano buoni amici un tempo.. Gli nascondevano qualcosa, questo era certo.
<< Si può sapere che cosa avete tu e mia sorella? >> domandò al migliore amico
<< Si può sapere che cosa avete tu e il resto della popolazione femminile di Hogwarts? >> c'erano di nuovo. Si porgeranno domande a vicenda, sempre.
 Ma  Scorpius questa volta spiazzò il moro con la sua domanda.
 In effetti Albus non guardava una ragazza in "quel modo" da tempi immemori, sembrava interessato ad altro, ecco!
<< Sei innamorato di lei? >> si riprese il moro
<< Sei gay? >> Albus non era gay, lui, lui, a lui non interessavano le ragazze, per il momento.
<< No! >> risposero all'unisono
<< Allora non è vero che ti da fastidio che Lily non ti parli >> quella di Albus era un'affermazione, falsa, ma un'affermazione
<< Allora non è vero che guardi il culo dello Scamander Grifondoro ogni volta che ne hai la possibilità >> anche quella di Scorpius era un'affermazione altrettanto falsa.
<< Non mi da fastidio! >>
<< Non guardo il culo di Lorcan! >> pari, come sempre. Erano pari.
 
<< Mi fai copiare il tema di Trasfigurazione? >> erano appena tornati nel dormitorio dopo la cena in Sala Grande e Albus, in quanto prefetto, quella sera aveva la ronda che sarebbe iniziata dopo un ora, ma non gli andava proprio di farsi il tema per la McGranitt, lui, al contrario del suo amico, odiava Trasfigurazione.
<< No, devi cominciarteli a fare da solo >>
<< E tu devi farti da solo quelli di Storia della Magia >> Scorpius, come la maggior parte egli studenti di Hogwarts, odiava quella materia, ma amava le lezioni del professor Ruf, dove poteva recuperare le ore di sonno perse, tanto c'era Albus che prendeva appunti.
<< Ok, ok... È sul tavolo! >> concesse al moro
<< Grazie. Copio e vado a prepararmi >>
<< Prepararti? Per caso hai la ronda con il bel Grifondoro? >>
<< Che palle Scorpius! Si, ho la ronda con Lorcan, ma questo non è il motivo per cui mi vado a preparare, lo faccio sempre. >> rispose Potter stizzito
<< Non quando hai la ronda con tua cugina >>
<< Appunto, proprio perché Rose è mia cugina non serve che mi prepari >>
<< Come vuoi, come vuoi...però poi voglio il resoconto di questo appuntamento galante >> dopo queste parole Scorpius si guadagnò una cuscinata in piena faccia
<< Vecchia pettegola, non è un appuntamento galante >> Albus tornò a copiare il suo tema indisturbato e appena finì si chiuse in bagno.
 
<< Ciao Al, con chi stai sta sera? >> tutti i prefetti e i capiscuola  erano riuniti in Sala Grande per iniziare il giro e Albus si era avvicinato a Rose.
<< Con Lorcan, tu? >>
<< Con Menson di Tassorosso,  in bocca al lupo con Lorcan, fa quello che ti ho detto >> perché quella sera ce l'avevano tutti con lui? Pochi giorni prima Rose gli aveva detto di rivelare i suoi sentimenti a Scamander, ma lui non provava nessun sentimento, se non molto affetto dettato dall'amicizia che li legava sin da piccoli.
<< Non devo dirgli niente! >> sussurrò alla cugina
<< Ciao, ragazzi! >> parli del diavolo.... Ed ecco Lorcan che ti arriva alle spalle
<< Ciao, Lorcan >> risposero in coro i cugini
<< Al, siamo insieme, che ne dici di andare? >> propose il biondo
<< Si, certo.. Ci vediamo, Rose! >> i due si allontanarono
 
<< Allora, che mi racconti? >> chiese Lorcan, tanto per fare conversazione
<< Nulla.. Tutto nella norma, tu? >>
<< Io anche >> tornò il silenzio tra loro. Si,  quella forse era stata  la conversazione piú breve e noiosa della storia e probabilmente che loro avessero mai avuto, Albus ne era consapevole.
Erano cresciuti insieme, anche se Lorcan aveva legato con Fred piú di tutti, erano diventati inseparabili, quei due, sempre insieme a progettare malefatte e anche ad Hogwarts erano sempre degli impertinenti, da bravi Grifondoro.
A volte si univano anche a James e Louis e se, per caso, incontravi quei quattro per strada, ti conveniva scappare.
Albus voleva bene a quel ragazzo della sua età con i capelli biondo sporco e così uguale al gemello (all'inizio faceva fatica anche a distinguerli, poi ci aveva fatto l'abitudine), gli voleva bene come ad un fratello o a un cugino, nulla di più, ma negli ultimi tempi provava un moto di rabbia ogni volta che lo vedeva in confidenza con Fred.
Sapeva che era gay, tutti lo sapevano e lui, giustamente,  non faceva niente per nasconderlo, ma non capiva perché gli facesse questo effetto, Rose aveva avanzato un idea, ma lui era confuso.
 
Continuarono il loro giro in silenzio per almeno un'altra ora, finche Lorcan non lo ruppe, spazientito
<< Senti, ti piaccio? >> chiese a bruciapelo
<< C-cosa? >> Albus quasi si strozzò con la sua stessa saliva
<< Bhe, hai capito. Non mi parli piú, mi eviti, si vede palesemente che sono gay e comincia a vedersi anche che lo sei tu e poi, dillo, non fai altro che guardarmi il culo, non che questo mi dispiaccia,  per carità, però bastava dirlo.>> ecco cosa odiava di piú  Albus di Lorcan: la capacità di dire sempre la verità, anche se questa può essere scomoda o estremamente imbarazzante, come in quel caso. Capacità ereditata sicuramente dalla madre.
<< Io- io non ti evito e non guardo nulla >> rispose Albus dopo un momento
<< Oh certo, e io sono moro. Non dire cavolate. Comunque, mi piaci anche tu Al, io mi sono accorto di provare qualcosa per te >> Lorcan si avvicinò pericolosamente, Albus cominciò a non capirci piú nulla
<< No, non è possibile, io non sono gay, io io.. Noi non possiamo , noi non >> il monologo del moro venne interrotto, le sue labbra si trovarono incollate a quelle del Grifondoro, coinvolte in un bacio travolgente. Albus rimase immobile per un momento, sentì le labbra di Lorcan premere contro le sue come a chiedergli di entrare, anzi, pretendevano di entrare, le sue braccia afferrarono i fianchi di Potter che cominciò a non capirci piú nulla, rispose al bacio con tutta la passione di cui era capace, allacciò le sue mani dietro al collo del biondo  e da li fu solo un gioco di lingue e di bocche, erano loro, tutto il resto non c'era.
Si staccarono solo quando ebbero bisogno di aria, Albus riprese il contatto con la realtà e si rese conto di ciò che era successo.
<< Io, io, noi, noi, non.. Mi dispiace >> scappò via, comportando si da bravo Serpeverde.
Quello che aveva provato era indescrivibile, si era sentito completo come mai nella sua vita,  cominciava a pensare che doveva arrendersi al fatto che si vedesse che era gay. Era stato già con un paio di ragazzi, ma non l'aveva detto mai a nessuna, ma ora già tre persone l'avevano notato. E addio al bel segreto.
 

<< Salve, sono Albus Severus Potter e questo era il mio segreto >>
 

 

*Acciaio è un libro di Silvia Avallone, ve lo consiglio.

NDA
Salve a tutti!
Eccomi qua con il nuovo capitolo!
Che ne dite di questo Albus? Vi piace?
Allora, dal prossimo capitolo credo che inizierò a scrivere da 2 o piú POV e entreranno in gioco anche i nostri vecchietti, che ne dite?
Ringrazio infinitamente chi mi segue e chi mi recensisce, siete fantastiche!
-GiulyHermy99
-Wekesa
-MartyViola91
-RoseBlack98
-fall_4
-Razorbladekisses
Continuate a seguirmi, mi raccomando!
Un bacio,
Ce_

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Capitolo 5
*** Every rose has its thorn ***


 Every rose has its thorn

Grazie a AleJackson che mi ha aiutato a sviluppare l'idea per la storia di Albus in questo capitolo.
 

''We both lie silently still
In the death of the night
Although we both lie close together
We feel miles apart inside''
Every rose has its thorn, Poison
 

 
Il suono stridulo della sveglia interruppe il suo sonno, si girò dall'altra parte, ignorandola bellamente. Un momento, ma quello non era il suono della sua sveglia, aprì gli occhi frastornato, vide una figura addormentata accanto a lui, ma non riusciva a distinguerla al buio.
Chi diavolo era che metteva la sveglia di domenica mattina?
Poi cominciò a ricordare cosa aveva combinato la sera: era sabato e lui e Scorpius erano andati ad Hogsmeade, ricordò che appena tornati in sala comune dalla cena si erano scolati una bottiglia di Whisky Incendiario, come tutti i sabati da quando erano tornati, gli si era avvicinata Romilda Nott con aria seducente e lui, confuso com'era, aveva accettato tutto quello che lei gli proponeva, e ora, steso sul letto della ragazza, doveva accettare le conseguenze delle sue azioni, oh, certo, che cavolo andava a pensare?  Si parlava di Romilda Nott, con lei non c'erano mai consequenze, si trattava sempre e solo di una notte, al massimo due.
 Romilda Nott era la nave crociera di tutti Serpeverde, ogni essere di sesso maschile era passato almeno una volta nel suo letto e, ovviamente , l'aveva fatto anche Albus, piú di una volta, era quella da una botta e via e Potter non capiva come riuscisse ancora a sopportare quella situazione, le faceva pena e lui, a volte, si sentiva uno schifo ad approfittarsi di lei, ma la sensazione che gli dava era piacevole, ti dava sesso senza ricevere nulla, nessun impegno, tutto quello che un uomo può desiderare, no?
No, Albus continuava a sentirsi uno schifo, mentre tornava nel suo dormitorio, lasciando la ragazza profondamente addormentata, non si sentì nemmeno appagato come succedeva quasi sempre, il sesso non l'aveva accontentato, era come quando mangi il tuo cibo preferito e tutto ad un tratto ti accorgi che non ti piace poi così tanto, ultimamente gli capitava con tutte le ragazze con cui andava a letto, anche l'estate gli era capitato, il problema non era Romilda Nott.
Il problema o era lui o era tutta la popolazione femminile del mondo.
In un certo senso, lui sperava che fosse il secondo.
<< Notte di fuoco con la Nott? >> gli chiese Scorpius con il suo solito ghigno strafottente, appena entrò nel suo dormitorio, erano soli, probabilmente gli altri compagni erano già usciti a godersi la giornata libera
<< Sta zitto! >> rispose acido
<< Oooooh, non è andata bene? >> la vittoria era dipinta sul volto del biondo
<< TACI! >> sputò fuori con rabbia
<< No, ora stai zitto tu e mi ascolti! >> ora Scorpius aveva perso la pazienza e quello non era mai un buon segno << è così che intendi risolvere le cose?Andando a letto con Romilda Nott?  CAZZO ALBUS, ti ha sempre fatto schifo il suo comportamento e di quelli che le vanno dietro e ora mi vieni a dire che sei stato bene? Questo non è il comportamento che avrebbe adottato l'Albus che conosco io, l'Albus che conosco io ci avrebbe riflettuto sopra, avrebbe capito di essere gay, l'avrebbe accettato e sarebbe andato di corsa da Lorcan a dirgli ciò che provava, non sarebbe di certo andato a letto con Romilda Nott! Perché ti vergogni di ciò che sei? Albus, non l'hai mai fatto, hai sempre affrontato tutti a testa alta, hai affrontato la tua famiglia quando sei finito in Serpeverde o quando siamo diventati migliori amici e non ti sei mai vergognato di te stesso, perché stai iniziando proprio ora? Non sei piú tu, Al! >> detto questo, Scorpius uscì dal dormitorio amareggiato, ben sapendo che aveva dato al suo amico molte cose su cui riflettere.
Albus era furioso, come si permetteva Scorpius di dirgli quelle cose? Che ne sapeva lui? Diede un pugno sul muro con rabbia, le nocche scrocchiarono, poi un altro e sentì il sangue sulla mano.
Aveva ragione, era questo che rendeva Albus ancora piú furioso, Malfoy aveva ragione, lui non si era mai nascosto, aveva sempre rispettato tutti, ma non aveva mai pensato che potesse succedere a lui e ora che era successo, aveva paura, una maledetta paura di non essere accettato.
Perché era sempre lui quello diverso? Perché non James, perché non Lily? Perché James non aveva mai problemi di cuore, a quanto ne sapeva lui? Avrebbe deluso i suoi genitori, un'altra volta, di questo era sicuro, la sua famiglia non l'avrebbe accettato.
Diede l'ennesimo pugno contro il muro e senti uno scricchiolio sinistro, si era rotto un dito, come minimo, quel rumore fu come una doccia fredda per lui,  lasciò cadere la mano lungo il corpo, inerme e si diresse verso il bagno per medicarsela, non sarebbe andato in infermeria, troppe spiegazioni.
 Scorpius aveva ragione, non doveva vergognarsi e doveva farsi rispettare, come aveva sempre fatto e doveva cominciare con il parlare  con Lorcan per rivelargli i suoi sentimenti, ne sentiva il bisogno, si sentiva sempre piú attratto dal biondo, era passata una settimana dalla loro ronda e lui aveva cercato di evitarlo, ma ogni volta che lo vedeva sorridere si sentiva felice anche lui e ogni volta che lo vedeva vicino a Fred o a qualcun'altro sentiva una morsa allo stomaco che non lo faceva respirare.
La sua famiglia avrebbe capito e l'avrebbe accettato.
Sarebbe tornato l'Albus che Scorpius conosceva, giurò a se stesso.

* * *

Doveva tornare a casa, non ce la faceva piú a reggere il peso del doppio lavoro, erano un paio d'anni che il ministro le aveva assegnato un posto anche "nell'ufficio per la cooperazione magica internazionale", oltre ad averla promossa nel suo solito "dipartimento per l'applicazione della legge sulla magia".
I turni erano diventati sempre piú pesanti e le responsabilità sempre piú grandi, inoltre, a casa le cose non andavano per il meglio, Ron non c'era mai, sempre impegnato con il suo lavoro, non passavano una giornata insieme da tempi immemori e non facevano l'amore da ancora di piú e lei si sentiva sempre piú sola e sempre piú brutta.
Ron non la voleva piú, pensava spesso, ma poi pensava a Ginny che era nella sua stessa situazione, anzi era messa molto peggio, sembrava che Harry fosse entrato molto emotivamente dentro il caso di stupro che si era verificato meno di una settimana prima, Ginny non riusciva a capire il perché e, sinceramente, neanche lei.
Capiva solo che aveva bisogno di qualcuno che l'amasse e la proteggesse, si sentiva tremendamente sola.
<< Scusi,  c'è l'Auror Bulgaro che vorrebbe parlare con lei per la sicurezza della coppa del mondo di Quidditch >> la segretaria interruppe i suoi pensieri.
Maledetto Quidditch, Hermione l'aveva sempre odiato e di certo la sua idea non sarebbe cambiata ora. Erano giorni che parlava con gli Auror di mezzo mondo magico e quel giorno era toccato alla Spagna e alla Bulgaria, non vedeva l'ora che quello strazio finisse.
<< Fallo entrare >> sentì la donna rivolgersi a qualcuno fuori e dopo pochi istanti un uomo alto, muscoloso e magro allo stesso tempo, il naso aquilino e capelli neri rasati quasi a zero, entrò nel suo ufficio.
<< Viktor! >> esclamò la donna appena riconobbe l'uomo alla porta
<< Hermione! >> finalmente aveva imparato a pronunciare il suo nome, forse aveva studiato l'inglese negli anni del corso auror, alla fine era la lingua parlata nelle conferenze internazionali, era inevitabile che lo imparasse
<< Che piacere! Vieni, siediti... Allora, che mi racconti? >> Hermione cercò di essere il piú cordiale possibile, anche se sentiva una strana sensazione dentro di se, ma non ci fece caso, lo trattò come se fosse un vecchio amico e, in realtà, lo era davvero!
Parlarono di lavoro, dell'aiuto che gli auror bulgari potevano dare per la coppa  del mondo e Hermione si ritrovò attratta dal modo di parlare di Krum, dal suo gesticolare, dal suo buon inglese, dal suo adorabile accento tedesco.. Adorabile? Ma che era fuori di testa? Era solo Viktor. Punto. Niente di adorabile.
<< Hermione mi stai ascoltando? Allora, ti va di andare a bere qualcosa insieme? >> Krum la risvegliò dai suoi pensieri
<< Ehmm.. Andiamo. >> aveva accettato, aveva finito il suo lavoro e aveva accettato.... Ok, ma tanto che succedeva, era solo un amico, solo un amico. Punto.
 
<< Allora, quanto stai? >> gli chiese appena si sedettero ad un tavolino del bar di fronte al ministero
<< Credo un paio di settimane, devo parlare un po' con tutti, tu sei stata la prima, sono arrivato ieri sera.. >> le disse con semplicità, con talmente tanta semplicità che lei si sentì in imbarazzo e non capì il perché << sei sempre piú bella e intelligente >> le parole di Krum le arrivarono dolci alle orecchie , furono come unguento per le sue ferite, era bella, lo aveva appena detto, era bella, allora non stava invecchiando così tanto.
Perché si metteva a pensare a queste cose?A  Hermione Granger non era mai interessato il suo aspetto fisico, era sempre stata una che curava piú la mente che il corpo e ora perché si ritrovava a pensare a questa cose?
<< G-grazie >> abbassò la testa per non far notare il rossore che stava invadendo le sue guance, sembrava un adolescente in preda agli ormoni.
Appena ebbero finito di parlare i due si separarono augurandosi il buon proseguimenti di serata.
Hermione tornò a casa felice, felice come non lo era da un sacco di tempo, o meglio, quella era una felicita diversa da quella che provava negli ultimi anni con i figli, era quella felicita che provava quando stava con Ron, ma non in quel momento, era troppo tempo che non si sentiva così con suo marito, Viktor era stato gentilissimo con lei durante tutto il pomeriggio, si era sentita nuovamente degna di essere corteggiata, proprio come aveva fatto il bulgaro e si sentiva bene, maledettamente bene.
Entrò in casa, si diresse in cucina, non c'era nessuno, solo un misero biglietto sul tavolino

"Sono a lavoro, era urgente!
Non aspettarmi in piedi!
Un bacio, Ron"

Lo lesse ad alta voce e riconobbe la calligrafia disordinata e frettolosa di Ron prima di leggere la firma.
 Un bacio, cosa doveva farsene di un bacio? Lo odiava, lavoro lavoro e lavoro, o almeno, così sperava, non voleva cominciarsi a fare strane idee in testa,voleva credergli. Ma ora era davvero stufa, non ne poteva piú!
<< BASTARDO, LURIDO STRONZO! >> Ginny Weasley in Potter si annunciò in casa con i suoi toni soavi e il viso inondato di lacrime
<< URGENTE? Urgente un corno! Ha un'altra, lo so,me lo sento! >> non le aveva detto nulla di che, ma
Hermione aveva capito, era nella sua stessa situazione, così abbraccio la sua migliore amica, cercando di calmarla e dicendole che forse era davvero una cosa urgente, ma non riusciva a convincere neanche se stessa.
Doveva essere forte, Ginny aveva bisogno di lei, erano due notti che Harry non rientrava per la notte e ora si prospettava la terza e i dubbi erano cominciati, inevitabilmente, a sorgere..
Almeno Ron la notte rientrava.
La strinse di piú a se, mentre crollava tra le sue braccia.
<< Harry non lo farebbe mai >> le sussurrò all'orecchio,ma suonava piú come una stupida scusa.

* * *

 

<< Lì, ti sta guardando! >> erano in sala grande per pranzo, Lily era seduta al tavolo dei Grifondoro, le spalle rivolte a tutte le altre case, Dominique e James  di fronte a lei e Louis alla sua sinistra
<< Chi mi sta guardando? >> sussurrò alla sua migliore amica, facendo in modo che sentisse solo lei
<< Scorpius! Chi altrimenti, Lily? >> rispose lei con fare ovvio, Lily la ignorò bellamente, continuò a mangiare il suo budino e il pranzo dei quattro tornò alla normalità, finche una delle solite scocciatrici non li interruppe.
<< Lou, ci vediamo questa sera? >> Jade Anderson, Tassorosso, sesto anno, due tutte da far paura, un lato B invidiato da tutto il castello e il cranio senza la benché minima traccia di cervello si rivolse al biondo con gli occhi a cuoricino. Quanto tempo era che andava dietro al Weasley, 1 anno, 2, forse 3, si 3 e Louis la usava praticamente come un giocattolo, quando voleva se la portava a letto, quando trovava di meglio la lasciava a secco e Lily non riusciva proprio a spiegarsi come la ragazza riuscisse a reggere quella situazione, come non lo avesse mandato a quel paese già da un bel po'.
Certo, non è che la sopportava più di tanto, anzi, per niente, era solo un oca, ma si diceva che negli ultimi tempi scopava solo con Louis e un motivo doveva pur esserci, no?
<< Sta sera proprio no, Jade.. Ci sentiamo >> la congedò velocemente lui << ho altri programmi, no Jj? >> rivolse un'occhiata eloquente a James che sorrise e Lily sentì Dominique irrigidirsi di fronte a lei, che le prendeva? Lo sapeva bene che quei due andavano ogni sera con una diversa, non era affatto una novità.. Chissà...
 
<< Lily, Lily >> sentì una voce, la sua voce, che la chiamava . Si girò lentamente, cercando di mantenersi calma e se lo trovò davanti a lei, con quei capelli perennemente scopigliati ad arte, la pelle bianchissima e gli occhi azzurro chiaro, a Lily manco il fiato, possibile che le facesse sempre quell'effetto?
<< Cosa vuoi, Malfoy? >> rispose fredda e distaccata, forse molto più di quanto avrebbe voluto, ma era ciò che si meritava quel bastardo.
L'aveva illusa e questo era il prezzo che doveva pagare per averlo fatto.
<< Io volevo parlarti.... Quel giorno non ho avuto il coraggio, ma.. >> si bloccò all'improvviso e si avvicinò al suo viso, qualche altro centimetro e i loro nasi si sarebbero toccati. Era sbagliato. Era un errore. Lily non poteva farlo, non poteva permettergli di illuderla un'altra volta.
Raccolse tutta la forza di volontà che aveva, appoggiò le mani sul suo petto e cercò di spingerlo via, lui si allontanò alla minima pressione, come se non volesse forzarla a fare nulla, come se volesse aspettare i suoi tempi, come se capisse di avere torto e di meritarsi ciò che gli stava facendo, comunque, Lily lo apprezzò molto, le stava dando i suoi spazi e questo per lei era sempre stata una cosa importante, voleva la libertà e Scorpius in quel momento, gliela stava dando. Quello era fondamentale.
<< Fottiti, Malfoy >> le era grata per quel piccolo gesto, ma questo certo non le impediva di provare una grande rabbia nei suoi confronti,  girò i tacchi e tornò sul suo cammino, giurò di aver visto un velo di tristezza negli occhi del Serpeverde,  dietro quella maschera da strafottente e menefreghista che si portava dietro, ma non era possibile.
James aveva ragione, non gliene fregava niente di lei, i Malfoy non esternano i propri sentimenti e Scorpius non era triste, pensò  Lily con convinzione, non sapendo che non c'era nulla di più sbagliato.


 

* * *


Rose Weasley era una ragazza tranquilla, nella norma, ecco.
Rose Weasley amava studiare, non era una secchiona, di quelle che passano la loro intera esistenza sui libri, lei aveva degli amici, una vita al di fuori delle lezioni, insomma, aveva una vita abbastanza normale per un adolescente, semplicemente, amava studiare, non per i voti, quelli sarebbero venuti dopo, le piaceva scoprire cose sempre nuove, le piaceva andare oltre, lei andava sempre oltre.
Rose Weasley aveva un ragazzo.
Era fidanzata da tempi immemori, sempre con lo stesso ragazzo, ovviamente: Lysander Scamandro.
Rose Weasley, ogni tanto, sentiva la voglia di cambiare, ma non ne aveva mai avuto il coraggio, era troppo chiusa nella sua anima da coronero, a volte voleva essere come i cugini, una Grifondoro coraggiosa e maledettamente impulsiva; guardava Lily buttarsi a capofitto in ogni cosa con tutta se stessa, mentre lei non aveva mai avuto il coraggio di lasciarsi andare, prima di fare una cosa calcolava ogni minimo rischio o vantaggio ed era stufa.
Rose Weasley amava Lysander e per questo non aveva mai pensato di lasciarlo. Lys sapeva tutto di lei e lei sapeva tutto di lui e sapevano anche che le loro emozioni erano molto simili, anche Lysander, a volte, si sentiva stretto nelle sue vesti da Corvonero, ma molto meno spesso di lei.
Rose Weasley non ce la faceva piú, però, non poteva certo deludere il padre che l'aveva sempre vista come la bella e responsabile Rose e tanto meno la madre che era così orgogliosa di lei, ma Lily glielo ripeteva sempre:
<< Ehi, tutte le rose hanno le spine, caccia le tue, Rose! >>
 
Rose si alzò dal tavolo della biblioteca e si diresse verso il suo dormitorio, era stanca e non vedeva l'ora di poter riabbracciare il suo Lysander, era finito in punizione con James e Louis, quello sciagurato.
Erano 3 settimane che erano rientrati a scuola e già era finito in punizione, in realtà i due Grifondoro ci erano finiti già la sera che erano arrivati, ma non Lys.
E lei era invidiosa, in un certo senso, si stava buttando, Lys si stava buttando, aveva agito senza pensare,non era la prima volta che lo faceva, e non le importava niente se era finito dalla McGranitt, era contenta per lui e sapeva che prima o poi ci sarebbe riuscita anche lei.
Aveva ragione, la vicinanza ai cugini Weasley lo stava traviando, sorrise al pensiero di quei tre in punizione insieme.
Arrivò al suo dormitorio, poggiò i libri che aveva in mano, si cambiò in fetta, si infilò la camicetta da notte e tornò in sala comune, decisa ad aspettare il suo ragazzo sveglia.
Si allungò sul divano vicino al caminetto, la testa appoggiata sopra al bracciolo blu, e cominciò a leggere un
libro che le aveva regalato Al suo scorso compleanno.
Non capì quanto tempo passò, fatto sta che dopo un po' sentì le palpebre cederle, abbandonò le braccia lungo il corpo, il libro cadde per terra, la bocca si aprì in una piccola smorfia e, con una gamba a penzoloni fuori dal divano, venne presa dal sonno.
Sentì le dolci carezze che qualcuno stava regalando al suo viso struccato, sentì un lieve bacio all'angolo della bocca e due braccia che la sollevavano con delicatezza.
 Sentì i passi di quello che doveva essere di sicuro il suo ragazzo che si dirigevano verso il dormitorio femminile, ma rimase nel dormiveglia, quando finirono di salire le scale, il ragazzo la adagiò sul letto, le diede un bacio sulle labbra come buonanotte e fece per andarsene, ma lei lo trattenne per il polso, aveva bisogno di lui ancora per un po'.
<< Come è andata la punizione? >> biascicò con la voce impastata dal sonno e gli occhi ancora chiusi
<< Bene, ma non serviva aspettarmi sveglia, devi essere stanca >> si sedette sul letto e le accarezzò la
guancia premuroso
<< Infatti, come vedi, non ti ho aspettato sveglia, volevo, ma non ci sono riuscita, scusa >> cercò di scusarsi
<< Sta tranquilla e dormi >> fece di nuovo per andarsene ma fu trattenuto una seconda volta
<< Hai rotto gli schemi, hai infranto le regole, come si fa? >> questa volta Rose aprì gli occhi, la sua fu quasi una preghiera
<< È molto semplice, ti insegnerò io come hanno fatto Jam e Louis  con me, lo faremo insieme, ora dormi, però >> lo disse come se stesse parlando con una bambina, ma in quel momento Rose era  una bambina in cerca di protezione e si sentì rassicurata da quelle parole, il ragazzo le diede un altro bacio e andò via, senza lasciarle il tempo di replicare.
Rose era sicura che Lys avrebbe mantenuto la parola data e sperò tanto che ci sarebbero riusciti insieme, a buttarsi, come mai avevano fatto prima, con questi pensieri si addormentò.

 

<< Salve, sono Rose Weasley e tutte le rose hanno le spine >>
 

 
NDA
Salve!
Allora, come prima cosa, il titolo è una canzone dei Poison e anche la strofa iniziale.
La traduzione della strofa è: siamo stesi in silenzio e immobili/ nel cuore della notte/ sebbene siamo stesi vicini/ dentro ci sentiamo lontani dei miglia.
Credo non ci sia cosa più azzeccata per la situazione di Al, no?
Poi, passando al capitolo:
Al sembra essersi schiarito le idee dopo la notte con Romilda e le parole di Scorpius
Abbiamo conosciuto Rose e Lysander
Lily sembra non voler dare una possibilità a Scorpius
E, bhe, diciamo che i vecchietti sono un po' tutti in crisi, spero che per almeno due di loro le cose si risolveranno al piú presto, ma non lo so...
Ah, e si è fatto rivedere anche Krum.. Chissà cosa combinerà...
Spero che il capitolo vi piaccia.
Ringrazio tutti quelli che mi leggono, che hanno messo la storia nelle preferite/seguite/ricordate e chi recensisce.
-GiulyHermy99  (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa (*_*)
-MartyViola91
-RoseBlack98
-fall_4
-Razorbladekisses
-AleJackson (Grazie!)
Grazie ancora e continuate a seguirmi e a farmi sapere cosa ne pensate!
Un bacione,
Ce_

 

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Capitolo 6
*** Sesso, fumo e rock 'n roll ***


 Sesso, fumo e Rock 'n roll

A GiulyHermy99 che mi sostiene costantemente con le sue splendide recensioni.


Louis Weasley, capelli biondi perennemente arruffati, come per dargli l'aria da ribelle, occhi azzurro Weasley, un metro e ottanta, pelle bianchissima, forse fin troppo, fisico asciutto, fascino veela e carattere puramente Weasley,  era uno dei ragazzi più amati, anzi, venerati dalle ragazze della scuola, insieme a suo cugino, non che migliore amico, James Potter, Scorpius Malfoy e forse, Mark Boot, Corvonero del settimo anno.
 
Louis Weasley amava divertirsi, amava andare in giro con Jj a fare scherzi, o uscire con i suoi amici babbani a bersi un bicchiere di qualcosa in santapaca, si, Louis Weasley amava i suoi amici, più che altro,si potrebbe dire che amava James e no, non era gay, assolutamente, solo che si sentiva legato a Potter molto più che ad altre persone e, soprattutto, in un modo  speciale.
 
Louis amava fare sesso, si, credeva fermamente nel sesso, attenzione, ho detto sesso e non amore, perché Louis Weasley, dall'alto dei suoi diciassette anni poteva vantarsi del fatto che non aveva mai fatto l'amore.
Puro e sano sesso e questo per lui significava prendere una ragazza, portarla in dormitorio, chiudere le tende, scoparsela e mandarla via la mattina dopo, così, come se nulla fosse successo, senza conseguenze e soprattutto, senza impegni e responsabilità.
Sapeva che era ingiusto, lo sapeva bene, ma non riusciva a farne a meno, per lui era come una cura, senza si sentiva solo, forse era per questo motivo che cominciava a pensare di dover far l'amore, una volta nella sua vita, giusto per vedere cosa si prova, giusto per vedere se è così incredibile come dicono tutti, ma doveva trovare la persona giusta e lui non l'aveva ancora trovata.
 
Ah, Louis Weasley amava la musica babbana, rock, il rock era sua passione... Rowling Stones, The Doors, Beatles, AC/DC.. Questi erano i gruppi che riempivano il suo porta cd ed erano sacri, guai a chi li toccasse.
 
Louis Weasley amava le donne, da ciò che si è detto sopra si potrebbe pensare il contrario o che le amava solo per certe cose, ma, secondo lui, l'universo femminile si poteva dividere in due emisferi: le donne e le donne da una botta e via. Queste ultime era quelle che, appunto, si portava a letto la sera, ogni sera una diversa, quelle che si concedevano a lui senza nessuna resistenza, quelle che, se provavi a farci un discorso serio, non avrebbero capito una mazza.
Poi, c'erano le donne e lui amava le donne. Le donne per lui erano quelle ragazze che non si concedevano facilmente, che dovevi lottare per averle, che ti facevano sputare sangue e sudore solo per un appuntamento, quelle ragazze che passavano del tempo in biblioteca, che erano belle per come erano e non per quello che si mettevano addosso, quelle intelligenti, con cui riusciva a parlare di qualunque cosa.
Si, Louis Weasley amava parlare con le donne, ma, per sua sfortuna, lui ancora non incontrava quella donna (escludendo cugine, sorelle e qualche amica, ovviamente), quella che lo poteva rendere felice.
 

Louis si guardava in giro perplesso, era seduto vicino alla finestra e di fronte a lui c'erano Roxanne Weasley, sua cugina e Margaret Jordan-Finningan, figlia adottiva di Lee e Seamus, in biblioteca ed era proprio questo che gli faceva paura, era la prima volta da sei anni che entrava in quel luogo, si stava giocando la sua reputazione.
Le ragazze lo guardavano con un'aria severa, come a dire: "fallo e basta"...
<< Ripetete un attimo.. Cosa dovrei fare, io? >> gli chiese il ragazzo perplesso
<< Oh, no! >> sbuffò Margaret
<< Louis, sei deficiente? È la terza volta che te lo ripetiamo >> sbuffò Rox e gli lanciò un occhiata esasperata << Allora, Fred ha inventato un nuovo prodotto per il negozio che ti fa cambiare colore di capelli a seconda dell'umore, tipo metamorfomagus, hai presente? >> certo che aveva presente, Ted era il ragazzo di sua sorella ed era un metamorfomagus, cavolo  << Ora, però, non ha ancora trovato un antidoto, mi spiego, quando uno si è stufato di vedere i suoi capelli cambiare colore, dovrebbe poter  farli smettere ed è qui che entri in gioco tu e le tue abilità in trasfigurazione.. Ci aiuterai? >> e fino qui Louis ci era già arrivato alla prima spiegazione, quello che proprio non riusciva a capire era per quale motivo non poteva farlo Fred e, soprattutto, perché non era stato lui a chiederglielo?
<< Ok, fino a qui ci siamo, ma la domanda è: perché io? Perché non Fred? E poi, perché me lo state chiedendo voi? Capisco te, Rox, ma Margy? >>
<< Cavolo, sono la migliore amica di sua sorella e.. E.. >> Margaret diventò rossa come un peperone, ma si riprese subito  << comunque, sai quanto è importante per Fred, sarebbe il primo prodotto inventato completamente da lui, l'antidoto non ha importanza, può scoprirlo chiunque, ma il prodotto è quello importante e Fred lo presenterà a zio George, ma non finchè non troverà una soluzione e sai che è troppo orgoglioso per venirtelo a chiedere. Comunque, abbiamo chiamato anche James, arriverà a momenti.. >> Louis si sentì rassicurato, almeno così sarebbero stati in due in quello strazio.
<< Ma io dico, in sette anni non ho mai messo piede qui dentro e voi venite a dirmi che è una cosa importante? In biblioteca non si fanno cose importanti! >> ecco, appunto, era arrivato James e i suoi toni soavi, ora si che erano tutti.. Lo guardò come a dire: io non c'entro nulla!
<< Semplicemente perché ci servono i  libri >> rispose Roxy con tranquillità e le due ragazze si buttarono nell'ennesima spiegazione del loro piano, i due furono costretti ad accettare la proposta.
Come non detto, Louis Weasley non è che proprio amasse parlare con le donne.
 
Quando le ragazze si congedarono, loro rimasero un altra mezz'oretta a fare palline di carta strappate dalle loro pergamene e a lanciarle alle ragazze più carine che si giravano ridendo istericamente, le più tranquille ammiccavano verso di loro.
<< Lou >> lo richiamò James, il volto improvvisamente serio, ok, no, non è uno scherzo, James aveva un'aria seria davvero << Credo, credo di essermi  innamorato >> il moro abbassò la testa come per scusarsi, mentre, Louis era rimasto senza parole.. James serio? James innamorato? Era uno scherzo vero? Bhe, non era divertente! Innamorato?
<< Stai scherzando? >> chiese speranzoso
<< No, purtroppo o per fortuna.. È una cosa che non ho mai provato prima,ma, tranquillo, la nostra vita continuerà come prima.. >> lanciò un occhiata eloquente verso il gruppo di ragazzine dietro di loro e se ne andò senza dargli il tempo di chiedere più informazioni.
Come prima? Come facevano a fare la loro vita se lui era innamorato? Erano due cose che non potevano coesistere, bhe, in realtà, pensava anche che la parole ‘’James’’ e ‘’innamorato’’ non potessero stare nella stessa frase, ma era successo e Louis sentì una parte di se aver paura di perdere James che sarebbe stato troppo occupato con questa lei, l'altra era felice per lui e l'altra ancora non vedeva l'ora di innamorarsi, ma questo non l'avrebbe mai ammesso, Louis.
 

<< Salve, sono Louis Weasley e sesso, fumo e rock 'n roll >>

***

 

 
Ginny tornò a casa verso le sette della sera, dopo una giornata di lavoro al giornale.
Si avviò verso la cucina e cominciò a preparare la cena già avviata quella mattina, Harry le aveva detto che avrebbero cenato insieme, erano settimane che non lo facevano, si vedevano solo la notte, o meglio, dormivano insieme perché  lui rientrava quando lei già era addormentata e se ne andava prima che si svegliasse. È solo lavoro, le aveva assicurato e anche Hermione glielo aveva detto, anche se non era stata molto convincente visto che anche Ron faceva la stessa vita, più o meno, ma almeno lei si vedeva con Krum, ogni tanto e invece lei chi aveva? Solo il suo lavoro e la sua famiglia. Le era passata la rabbia di quella sera in cui era scappata a casa della sua migliore amica, ma forse sarebbe meglio dire che si era nascosta perché era sempre li, pronta ad esplodere e Ginny si sentiva stanca, sfinita, sola, voleva il suo Harry, voleva i suoi figli, ne aveva un bisogno fisiologico.
Preparò la tavola con cura, prese un libro dal salotto, si sedette al tavolo, aspettando l'arrivo di suo marito.
8:30 perfetto, quella era l'ora che le aveva detto.. Ginny ripose il libro sulla libreria, tirò fuori le cose dal forno e le poggiò sul tavolino.
9:00 ancora non era arrivato, forse aveva avuto un piccolo contrattempo
9:30 doveva arrivare, l'aveva promesso, doveva arrivare.
10:00 Ginny aveva le lacrime agli occhi, non poteva credere che le aveva dato buca, un'altra volta e, per di più, non l'aveva neanche avvertita, non poteva crederci. Si alzò dal tavolino affranta, era incavolata nera, non ce la faceva più, andò in camera sua e si mise a letto, ma la rabbia era tornata a galla e si sa, la rabbia fa fare cose stupide, o forse, fa dire solamente cosa si pensa davvero in quel momento.
 
La Weasley sentì qualcosa che le toccava la gamba, qualcosa di freddo, e si svegliò, guardò l'orologio 2:40, si girò dall'altra parte e noto suo marito, la guardava con occhi di scusa, ma lei non ce la faceva proprio a perdonarlo, era una cosa più forte di lei.
Si voltò verso di lui e si mise a sedere sul letto, rivolgendogli uno sguardo pieno di disprezzo e amarezza
<< Ginny... Io >> no, non la voleva sentire un'altra delle sue scuse campate in aria, era stufa di tutto, perché non glielo diceva in faccia? Perché non gli sbatteva contro i fatto che avesse un'altra? Gli piaceva torturarla?
<< No, basta inventarti roba,cominci a cadere nel banale, sei ripetitivo, la tua fantasia è finita e anche la mia pazienza... Ti ho aspettato, l'ho sempre fatto e anche questa volta ti ho aspettato, ho creduto davvero che il lavoro ti impegnasse così tanto, ma non fino a questo punto, ora basta perché questa storia sta diventando pesante e io sto passando per la stupida che non si accorge che il marito ha un'altra. Questa storia finisce qui >> non urlò, Ginny, le parole uscirono dalla sua bocca quasi sussurrate e vide il marito abbassare lo sguardo, ferito, ma non ci fece caso, era lei quella ferita, non lui e che non si mettesse a fare la vittima.
Fece per scendere dal letto, ma Harry la trattenne per il polso
<< Ginny sei fuori di testa? Ci sei solo tu per me e lo sai.. È il lavoro e sai che non posso darti molti dettagli >> cercò di spiegare Potter, ma senza successo, la mente di Ginny era offuscata dal  dolore
<< NO, TI AVEVO DETTO NIENTE PIÚ SCUSE! NON TI CREDO, HARRY. NON SEI PIÚ CREDIBILE. VA DA LEI, VA DA QUELLA POVERETTA. CON ME HAI CHIUSO PER SEMPRE E NON PROVARE A CERCARMI. SEI SOLO UN LURIDO BASTARDO! >> la rabbia, nascosta da qualche parte, uscì tutta insieme e si ributtò contro Harry, Ginny si liberò dalla sua presa e andò verso l'armadio per prendere le sue cose, le lacrime scendevano sul suo viso, era stata tradita, ma quello che le faceva più male è che Harry, quell'Harry che si era alzato e la chiamava, non aveva negato, nulla.
Si girò un attimo verso di lui prima di smaterializzarsi e lo vide con lo sguardo basso, era come se volesse fare qualcosa ma non potesse.
In un attimo, Ginny si ritrovò nel salone della casa di George e Angelina, era il primo posto che le era venuto in mente.
 

***


Un ragazzo con i capelli biondo sporco stava appoggiato ad un albero vicino al lago, solo lui, nessun altro intorno, Albus lo stava spiando da lontano, non trovando il coraggio per andare da lui..
Stava li da quasi un'ora, ma era un Serpeverde e di coraggio non è che ne avesse tanto, ma doveva farlo... Erano passati quattro giorni da quando aveva preso coscienza dei suoi sentimenti e da quattro giorni seguiva Lorcan in qualunque posto lui andasse, senza farsi vedere,  doveva smetterla con quella sceneggiata ed andare.
Albus raccolse tutto il coraggio che aveva dentro di se e si avviò verso di lui.
Si sedette, appoggiandosi al tronco senza neanche salutare, come se la sua presenza fosse del tutto naturale e, del resto, neanche Lorcan disse nulla, continuò tranquillamente con le sue attività.
<< Fred? >> chiese Albus tanto per rompere il silenzio, Lorcan si girò verso di lui, i loro visi erano vicini, troppo vicini, i loro nasi potevano quasi toccarsi, Albus non seppe mai cosa gli passò per la testa in quei pochi istanti, fatto sta che si avvicinò al biondo e si ritrovò con le labbra incollate alle sue.
Quello fu il loro primo vero bacio, primo di una lunga serie, arrivò così, senza preavviso e, soprattutto, partì da Albus, il che era del tutto inaspettato.
<< Non ne ho idea e, in questo momento, non me ne frega niente >> sussurrò Lorcan sulle labbra del moro, rispondendo alla domanda di prima e ripresero a baciarsi, Albus sentiva il sangue sul suo labbro superiore che era stato morso da Lorcan, sentì le loro lingue toccarsi e mettere su una specie di lotta e fu la sensazione più bella che Albus avesse mai provato, si sentì finalmente libero,completo.
Si staccarono di malavoglia, Lorcan appoggiò la sua testa sul petto di Albus che gli circondò le spalle con un braccio e cominciò a fare dei disegnini strani con le dita sul collo del biondo. Poi, raccolse ancora quel poco di coraggio che gli era rimasto, in effetti, era un Serpeverde, ma aveva più coraggio di quanto pensasse e cominciò con le sue scuse.
<< Lorcan, io... È difficile per me, non sono sicuro di nulla in questo momento e tu sicuramente non mi darai le sicurezze che mi potrebbe dare qualsiasi ragazza, ma il problema è che io non riesco a pensare ad altro che a te e mi dispiace averlo negato quando tu me lo hai fatto capire, ma non è facile, la mia famiglia non è come la tua, io non ho una madre come zia Luna, i miei non accetteranno la cosa molto facilmente, un figlio gay non è facile da accettare, ma ora che ho capito cosa provo non posso fare a meno di te, sono sempre li che ti guardo di nascosto e... E...niente, dovevo solo dirtelo. >> Albus tirò fuori tutti i suoi sentimenti e fanculo l'orgoglio, doveva parlare chiaro.
Lorcan, intanto, aveva alzato la testa e Albus si trovò perso dentro a quegli occhi blu scuro, quegli occhi che erano l'unica cosa che lo differenziava dal gemello, quegli occhi di cui, se ne accorse solo in quel momento, non riusciva a fare a meno.
<< Capiranno, Al, sta tranquillo e, se non capiranno, io sarò li con te, sarò per sempre al tuo fianco >> non era un comportamento da Grifondoro, i Grifondoro non erano così sdolcinati, o almeno, così credeva Al, e non sapeva quanto questa cosa fosse sbagliata.
 Comunque, Grifondoro o no, Albus fu molto grato a Lorcan per ciò che gli aveva appena detto, lui sarebbe stato al suo fianco, quella  era l'unica cosa che importava, l'unica cosa di cui Albus aveva bisogno in quel momento.
 

***


James arrivò davanti a quella parete al settimo piano come tutte le sere ed entrò nella stanza che si era appena materializzata davanti ai suoi occhi.
Si guardò intorno e vide che Dominique era già li, la schiena appoggiata al divano, le gambe incrociate, i capelli raccolti in una coda disordinata, il libro sulle gambe e i denti che martoriavano il labbro inferiore.
 A James sembrò la visione più bella del mondo, adorava quella sua abitudine di mordersi il labbro, anche se la sgridava sempre quando lo faceva.
Si avvicinò, si sedette accanto a lei e le spostò una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio, la bionda si girò verso di lui.
<< Ciao >> lo salutò e lui rispose catturando le sue labbra in un bacio dolce, che sapeva di sangue, del suo sangue.
<< Ti ho detto di non morderti il labbro >> la sgridò bonariamente
<< Ti ho detto di non morderti il labbro >> lo scimmiottò, James scoppiò a ridere e lei lo seguì a ruota, era una risata pura, vera, di quelle che non si sentono molto spesso ed erano le loro.
Ecco perché James era innamorato di lei, perché con lei riusciva ad essere se stesso, si toglieva la sua solita maschera da malandrino e diventava James, solo James Potter quello che, come gli altri maschi Potter facevano da anni, avrebbe fatto di tutto per la donna di cui erano innamorati, anche morire.
E James ne era sicuro, anche Dominique si sentiva se stessa con lui.
Dopo qualche bacio e carezza qua e la James poggiò la testa sul grembo della bionda che continuò a leggere, accarezzandogli i capelli, già arruffati, con la mano libera, il ragazzo si beò di quel contatto.
Spesso, anzi, quasi tutte le volte che andavano li, se ne stavano tranquilli a pensare o a parlare, senza fare l'amore, gli bastava la presenza dell'altro per sentirsi felici.
<< L'ho detto a Louis >> se ne uscì James all'improvviso, rompendo il silenzio e l'atmosfera che si era creata
<< Perché devi sempre rovinare i momenti più belli? Comunque, cosa hai detto a Louis>>
<< Di noi >> rispose lui con finta non curanza
<< DI NOI? >> urlò Dominique fuori di se, si alzò facendo sbattere la testa sul pavimento a James, era furiosa, che cavolo aveva combinato? si chiese il ragazzo mentre si massaggiava la nuca.
<< Gli ho detto solo chemisonoinnamorato.. Basta >> si difese lui alzandosi,  ma, vedendo la faccia perplessa di Dominique, si costrinse a ripetere la frase << gli ho solo detto che mi sono innamorato, non gli ho detto di chi >> ecco qui, l'aveva ammesso, cazzo, James Sirius Potter non poteva ammettere di essere innamorato, non con la lei in questione, che cavolo gli era successo?
Una parte di James continuava a farsi queste domande, l'altra era felice, la cosa era diventata vera, sembrava più vera ora che le aveva detto davvero cosa provava e si sentiva meglio.
Dal canto suo, Dominique restò a fissarlo per almeno trenta secondi, poi gli buttò le braccia al collo... Poteva anche far pensare che fosse una gelida veela, ma era una donna e le donne non resistono ad una dichiarazione del loro amato, è una cosa che sta nel loro DNA. Certo, non era un gran che, ma aveva ammesso di essere innamorato di lei, anche se non esplicitamente, era già un passo avanti
<< Anche io sono innamorata di te >> era passata, la rabbia di Dominique, era solo un ricordo, ripresero a baciarsi con passione, ma la ragazza si staccò di nuovo << io non sono ancora pronta per uscire fuori, magari possiamo dirlo a Lou e Lils, ma devo pensarci, ok? >>
<< Io sono qui, ti aspetterò >> rispose lui, con aria dolce
<< A proposito, se non  la finisci di fare il casca morto con quella stupida di Corvonero ti spezzo tutte le ossa con le mie mani >> Dominique si avvicinò al ragazzo con aria minacciosa e James, in quel momento, ebbe paura, davvero molta.
 
NDA
Salve!
Ecco qui il nuovo capitolo!
Allora, per prima cosa, il titolo, non che la frase di Louis l’ho ripresa dal famoso motto: sesso, droga e rock ‘n roll, però, visto che, nella mia storia, Louis non farà uso di droghe , ma fumerà , ho deciso di cambiarla..
Poi, ho notato che vi piacciono le presentazioni dei personaggi e quindi ho deciso di presentare anche i personaggi minori, voi che ne dite?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci sono state parecchie svolte, mi dispiace solo per i sostenitori dei vecchietti, ma la situazione era insostenibile e Ginny non ce la faceva proprio più.
Grazie mille a chi mi legge e a chi mi recensisce:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3)
Continuate a seguirmi e  a farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacio,
Ce_
 
 

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Capitolo 7
*** Un grande passo ***


 Un grande passo

Ted Remus  Lupin era un ventenne quasi Auror e in quel momento aveva le idee parecchio confuse.
Ted Remus Lupin credeva negli ideali, credeva che fossero la cosa più importante di tutte, credeva che fossero quelli a delineare il carattere e la persona stessa in tutte le sue sfaccettature.
Ted Remus Lupin aveva degli ideali e li portava avanti con ostinazione e superando ostacoli, come gli era stato insegnato.
Ted Remus Lupin voleva diventare un Auror e ci era quasi riuscito, ormai, anche se mancavano un paio di mesi per prendere la qualifica, lavorava nel dipartimento a tempo pieno e questo gli permetteva di avere un lavoro stabile e poter essere indipendente, almeno economicamente.
 
Ted Remus Lupin amava la sua fidanzata, Victorie Weasley, Victorie era stata la prima: la prima a cui aveva dato un vero bacio, la prima con cui era davvero uscito allo scoperto, la prima con cui aveva fatto l'amore, insomma, la prima, unica e ultima che aveva amato.
Una delle poche sicurezze che Teddy aveva nella vita era il suo amore per Victorie, forse era l'unica, l'unica in cui credeva ciecamente.
 
Ted Remus Lupin amava i suoi genitori, anche quelli adottivi, per così dire, zio Harry e zia Ginny.
Amava i suoi genitori, credeva in loro.
Credeva nel loro sacrificio, certo, a volte, si era ritrovato a piangere nel letto dopo un incubo, incavolato per il fatto che loro non fossero li, non stessero con lui, ma poi, ogni volta, si dava dello stupido. Loro erano morti per lui, per permettergli di vivere una vita felice in un mondo pacifico e li amava per questo e per tutto il resto.
Amava Remus Lupin e il suo farsi sempre delle paranoie per la sua licantropia.
Amava Ninfadora Tonks e la sua sbadataggine.
Amava Remus Lupin e il suo essere un buon amico.
Amava Ninfadora Tonks e la sua allegria.
Amava Remus Lupin e il suo coraggio.
Amava Ninfadora Tonks e la sua testardaggine.
Amava Remus Lupin e il suo amore per la  moglie e il figlio.
Amava Ninfadora Tonks e il suo amore per il marito e il figlio.
 
Da quanto tempo era che non metteva piede in quel castello? Alla fine erano solo un paio d'anni, era meno anziano di quanto sembrasse.
Si aprì in un sorriso, non era poi così vecchio.
Si diresse verso il dormitorio di Grifodoro, sperando di incontrare qualcuno che conosceva, ma le lezioni dovevano essere già iniziate perché non c'era anima viva in giro per il castello.
Teddy non fece neanche in tempo a pensarlo che si ritrovò steso per terra.
<< Ma che diavolo? >> si rialzò mettendo il peso sulle sue braccia
<< Scusa scusa, sono in ritardo >> un ragazzo, doveva frequentare  il settimo o sesto anno, si chinò a raccogliere la sua cartella in cui, Teddy si stupì di questo, non c'era neanche un libro scolastico... Il ragazzo aveva capelli castano scuro arruffati, era alto e slanciato.. Cavolo ma quello..
<< James? >> il moro alzò la testa verso di lui, sul volto un espressione sorpresa, di certo, quella era l'ultima voce che si aspettava di sentire
<< Ted? Fratello che ci fai qui? >> James lo abbracciò di slancio, rimettendosi la tracolla in spalla, in effetti, Teddy pensò, trattandosi di James, non c'era da stupirsi del fatto che  la sua cartella fosse vuota.
<< Ho una sorpresa e devo parlare con te, ma ora vai a lezione, ci vediamo dopo >>
<< Lezione? No no, ora andiamo in dormitorio e parliamo, la lezione la salto, come ai vecchi tempi. James lo trascinò velocemente verso la torre di Grifondoro, senza permettergli di replicare.
In realtà, lo facevano sempre, quando anche lui stava li, nonostante fossero in anni diversi, saltavano le lezioni e stavano insieme anche a non fare nulla, a volte, giusto per divertimento.
Certo, non era un comportamento da buon Tassorosso qual era stato, ma, insomma, suo padre era uno dei malandrini, non poteva mica essere un santarellino e infangare il suo buon nome, no?
Infatti, appena entrarono si sentì subito a casa, aveva passato più tempo in quel dormitorio che nel suo, anche quando stava con Victorie, che era stata una Corvonero,  preferivano quello di Grifondoro, si facevano prestare una stanza da James, Louis o Dominique e dormivano insieme li, Teddy aveva sempre pensato che, dei quattro dormitori, quello era quello più accogliente e vivo, per questo lo amava..
Come ho detto prima, il buon vecchio Lunastorta doveva in qualche modo farsi sentire, no?
<< Allora, che c'è? >> gli chiese James a bruciapelo, distogliendolo dagli altri suoi pensieri.
<< Ho chiesto a Vic di sposarla.. >> momento di silenzio, Jj era rimasto senza parole, forse l'aveva colto un pochino impreparato.
<< Ted, è stupendo.. Io...io... Congratulazioni >> si vedeva lontano un miglio che era rimasto un pochino perplesso.
<< Ho fatto una cazzata, vero? Io, io non lo so cosa mi sia preso, gliel'ho chiesto e punto, ma siamo giovani.. Non lo so, non so più niente.. >> ecco le sue paure più grandi, sicuramente era stato troppo avventato e lo stesso lei che aveva accettato, eppure Ted, in quel momento, si era sentito felice, forse la persona più felice del mondo, doveva per forza essere uno sbaglio?
<< Ted, ascolta.. È una cosa grandiosa, certo, dipende dai punti di vista, ma, cavolo, ti sposi.., non posso crederci. Sarai perfetto, ne sono sicuro e avete vent'anni, siete giovani, ma va bene..  >> non era proprio un discorso di incoraggiamento standard, ma era il massimo che ci si poteva aspettare da James Sirius, alla fine, a lui non glien'era mai fregato niente delle conseguenze, figurarsi se riusciva a capire il motivo che lo aveva spinto ad impegnarsi così tanto, comunque, a Ted bastò per tranquillizzassi e convincersi che era la cosa giusta, se lo diceva suo fratello doveva esserlo.
Ora doveva dirlo agli altri.
 
<< Gli ho dato appuntamento vicino al lago, andiamo >> Merlino, possibile che era più agitato in quel momento che quando lo doveva chiedere a Vic, erano i suoi fratelli, sarebbero stati con lui in qualunque modo sarebbe andata, anche se Lily era sempre stata contraria al matrimonio fin da quando era stata capace di formulare un pensiero compiuto e Albus, con molte probabilità, era gay, anche se sembrava che l'unico a non essersene accorto fosse proprio Al e forse zio Harry che, quando si trattava di queste cose, era un frana completa.
Li vide, erano in piedi vicino al lago, Lils di spalle che parlava con il fratello, Teddy si portò l'indice alle labbra, facendo segno ad Al, che lo aveva appena visto, di stare zitto; arrivò di soppiatto dietro di loro e diede un pizzico affettuoso sui fianchi della ragazze che saltò e si girò velocemente.
In un micro secondo Ted si trovò avvolto in un turbine di capelli rossi, prese la Potter per la vita e la sollevò da terra, facendo un giro su se stesso.
<< Fratellone , che ci fai qui? >> fratellone, ogni volta che Lily, o gli alti due, lo chiamavano così lui si sentiva felice, erano fratelli, questo lo sapevano tutti e quattro, erano cresciuti insieme, ma per Teddy sentirselo dire era sempre una gioia.
<< Devo dirvi una cosa >> le rispose, mentre abbracciava anche Al.
Si sedettero in circolo e Teddy buttò li la notizia del matrimonio, Albus ne fu subito entusiasta e  si congratulò con lui. Ma Lupin aspettava un'altra reazione, forse quella più difficile da ottenere e da accettare, guardò sua sorella con aspettativa, Lily teneva lo sguardo fisso nel vuoto, sembrava pensierosa.
<< Lils, lo so cosa stai pensando, ma credimi, è la cosa giusta e io sono felice >> cercò di rassicurarla, lei lo guardo con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
<< Era proprio questo che volevo sentire. Mi basta che tu sia felice, davvero. La mia idea sul matrimonio non conta. Ma devi promettermi una cosa >> era proprio questo che amava di Lily, la sua maturità, non sembrava affatto una ragazzina di quattordici anni, almeno non caratterialmente, si stava avviando per diventare una donna  << promettimi che io sarò sempre il tuo scricciolo >> ma, a volte, la bambina ritornava a galla.
Ted scoppiò a ridere insieme agli altri Potter e abbracciò sua sorella, contento di come ed andato quell'incontro.
<< So che per voi è un periodo difficile, con quello che è successo ai vostri genitori e il resto, ma volevo dirvelo di persona >> sorrise al loro indirizzò e vide tre facce perplesse che lo guardavano,  sapeva che non era una situazione facile la loro, essere divisi tra due fuochi, tua madre o tuo padre..
<< Che è successo ai nostri genitori? >> era stato Al a parlare per gli altri.. Non sapevano niente? Ops, aveva appena fatto un casino enorme.
Spiegò loro tutta la storia, i sospetti e  la sfuriata di zia Ginny, il motivo per cui zio Harry non poteva dirgli più di tanto e il resto, ma i Potter erano talmente incavolati che non riuscivano a capire nulla.
<< COME HANNO POTUTO NON DIRCELO? >> sbottò Lily
<< Forse volevano proteggervi.. >> tentò di difenderli
<< CAZZO, TED, HO QUASI DICIASSETTE ANNI, NON SONO UN POPPANTE, EPPURE MI TRATTANO COME SE LO FOSSI >> James seguì a ruota la sorella, Albus era rimasto in silenzio, immerso nei suoi pensieri.
<< Papà ha davvero un'altra? >> chiese in un sussurro. Teddy lo sapeva, sapeva che Harry per Albus era molto più che un padre, ma un esempio da seguire, un modello, e una notizia del genere avrebbe potuto significare il crollo dell'immagine di Harry che Al si era fatto e Ted non poté di certo essere la causa della sua distruzione.
<< Non lo so.. Mi dispiace >> restarono a parlare per un'altra mezz'ora, dopodiché il ventenne si alzò
<< Io vado, non dite a nessuno del matrimonio >> li salutò uno a uno, soffermandosi un attimo di più su Lily, la sua paura gli sembrò  sciocca, ma sentì il bisogno di rassicurarla ancor di più.
<< Ciao, scricciolo >> le bacio la fronte e si smaterializzò.
 

<< Salve, sono Teddy Remus Lupin e questo è un grande passo >>

***

 Non ce la faceva più, era sempre a lavoro, era stanco e provato, voleva tornare a casa, voleva tornare da sua moglie, aveva deciso, quella sera sarebbe tornato prima e gli avrebbe fatto una bella sorpresa.
Sistemò in un attimo tutte le carte e le fotografie, era più di un mese che erano su quel caso, il primo stupro era avvenuto a fine agosto e le violenze si erano ripetute, una la settimane, tutte le settimane, fortunatamente non c'era ancora nessuna vittima, le ragazze erano ferite , ma  vive, ormai cominciavano a credere che non ci fosse una sola persona dietro ad esse, ma un'organizzazione, fatto sta che ancora non riuscivano a prenderli, erano ben organizzati e arrivavano sempre tardi, sempre maledettamente tardi e non ce la facevano più, l'unica consolazione era che ancora non facevano vittime, e speravano che non sarebbero arrivati ad uccidere, magra consolazione.
Si alzò dalla scrivania, prese la sua roba e prima di tornare a casa passò a salutare Harry, lo trovò sommerso dal lavoro.
<< Rimango solo un altro po'. Ciao >> lo sapeva, Ron lo sapeva che un altro po', in realtà, significava che sarebbe rimasto tutta la notte, sapeva che erano giorni che non tornava a casa, da quando Ginny se ne era andata, sapeva che gli avrebbe fatto troppo male tornare in quella casa enorme da solo, sapeva che si sentiva inutile perché, non solo non riuscivano a scoprire il colpevole di tutti quegli stupri, ma, inoltre, non poteva raccontare nulla a Ginny per ricucire il rapporto, sapeva che Harry era dentro a quel caso più di chiunque altro e sapeva anche che non dormiva da giorni, perché appena provava a chiudere gli occhi aveva incubi, incubi forse peggiori di quelli che gli procurava Voldemort e si sentiva maledettamente impotente, Ron, perché Harry non permetteva a nessuno di avvicinarsi a lui, neanche al suo migliore amico, Ron doveva guardarlo spegnersi piano piano, ogni giorno un pochino.
Il rosso, con questi pensieri tornò a casa e si mise subito all'opera, voleva che fosse tutto perfetto, voleva riconquistare Hermione, perché, se ne era accorto anche lui, ultimamente non riuscivano a stare insieme quasi mai e poteva scommetterci qualunque cosa, Hermione si sentiva sola, lo vedeva da come si comportava, lo vedeva dai suoi occhi spenti e voleva migliorare la situazione, per quanto gli era possibile, prima di sentirsi una sfuriata come quella di Ginny e ridursi  come il suo migliore amico.
 

***

 
Alle 6:30 al solito posto, solito posto, come se lo facessero da una vita, era diventata una routine, la vita che conduceva da quasi due settimane era una routine, non era una cosa molto normale, ma era automatico ormai andare nel bar fuori del ministero dopo il lavoro.
Hermione, quindi, come tutti i giorni da due settimane, entrò nel locale e si sedette, aspettando l'uomo al solito tavolo.. Incredibile, ora c'era anche un "solito tavolo", Hermione Granger stava impazzendo, era ufficiale.
Ci aveva messo sette anni per capire davvero cosa provava per Ron e prendere l'iniziativa e, dopo due settimane che aveva rivisto Krum, già avevano un loro tavolo? Era folle!
La cosa più folle, però, era che Hermione si sentiva in un maledetto limbo, stava bene con Viktor, ma Ron negli ultimi giorni cercava di tornare un po' prima dal lavoro, anche se era sempre distrutto, dopo la faccenda di Harry e Ginny si stava impegnando un pochino di più, forse solo perché aveva paura che sua moglie prendesse la stessa decisione della sorella, comunque, paura o no, Hermione apprezzava lo sforzo, anche se continuava a vedersi con il bulgaro.
<< Ciao, Hermione>> la voce di Krum la riscosse dai suoi pensieri
<< Oh, ciao! >> l'uomo si sedette accanto a lei, ordinarono una burrobirra  e un acquaviola e cominciarono a parlare del più e del meno.
Quando arrivarono le bibite Viktor appoggiò il suo braccio destro sulla spalliera della sedia della donna, con molta tranquillità, le loro gambe' si sfioravano, Hermione le sentiva bollenti sotto il tavolo, quella situazione le piaceva, ma, allo stesso tempo, la metteva terribilmente a disagio.
Viktor mise il braccio sulle sue spalle e l'attirò un pochino a se, lei fu costretta a girarsi, colta di sorpresa, i loro visi erano vicini, troppo vicini.
<< Domani riparto >> soffiò lui sulle sue labbra, Hermione sentì un forte odore di burrobirra invadergli le narici.
I loro nasi si sfiorarono, Herm sentiva che stava per perdere il controllo e non poteva permetterselo, doveva rimanere lucida, doveva staccarsi, anche se tutti gli organi del suo corpo volevano il contrario, non poteva farlo, Krum si avvicinò ancora di più e chiuse gli occhi, lei lo seguì a ruota, le loro labbra si sfiorarono leggermente, quel contatto fu come una doccia fredda per Hermione, girò velocemente il viso facendo in modo che il bacio arrivasse sulla sua guancia.
<< Mi dispiace, non posso >> la donna riprese la sua roba e uscì dal locale, l'aveva fatto, aveva resistito, doveva torna a casa, doveva vedere Ron.
 
Si smaterializzò direttamente in casa e subito un forte odore di pollo la attirò verso la cucina, vide suo marito di spalle, intento a controllare qualcosa nel forno con un'enorme libro tra le mani... Ok, un momento, doveva essere un'allucinazione, suo marito? Un libro? Un forno?
 Le possibilità erano due: o il giorno seguente sarebbe finito il mondo, o Ron avrebbe fatto bruciare qualcosa talmente tanto da causare un esplosione che avrebbe distrutto l'intero pianeta, in entrambe i casi, la conclusione era abbastanza tragica, no?
<< Ron? >> chiese titubante, avvicinandosi al marito
<< Cavolo, Herm, doveva essere una sorpresa! >> si lamentò lui girandosi, un espressione contrariata dipinta sul volto << va su a cambiarti, tra 5 minuti è pronto >> lei eseguì i suoi ordini, andò al piano superiore, si infilò velocemente i panni che usava per stare per casa e tornò in cucina.
Ron stava togliendo il pollo dal forno, poggiandolo sul piano cottura, si avvicinò a lui, lo fece girare strattonandolo per un polso e si impossessò delle sue labbra con furia, fu un bacio forte, arrogante, arrabbiato e tremendamente  dolce, allo stesso tempo.
 << Ehi.. >> sussurrò Ron, baciandogli la fronte
<< Krum ha cercato di baciarmi >> Non sapeva come le era uscito, sapeva solamente che ora si sentiva parecchio meglio e non si pentì di quello che aveva fatto, sperò solamente che Ron avrebbe capito, non sarebbe giunto a conclusioni affrettate e, soprattutto, si sarebbe fidata di lei. Sperava davvero che Ron non facesse una delle sue solite scenate senza riflettere.
<< E tu? >> si stupì di sentire quelle parole uscire dalla bocca di suo marito, si stava fidando di lei, gli aveva dato il beneficio del dubbio.
Lo baciò di nuovo, tanto per rendergli chiara la risposta.
<< Io, l'ho respinto >> e vide un largo sorriso aprirsi sul viso di Ron, mentre l'abbracciava.


***

 
Correva per il corridoio del sesto piano, deserto, correva, non capiva perché correva, era un istinto, o forse no, forse l'istinto le diceva di fermarsi e affrontare la situazione, ma la testa le diceva di continuare a correre, finche il suo inseguitore non si sarebbe stancato.
Continuava a chiamarla, senza sosta, ma lei non ne voleva sapere, non era una brava Grifondoro, ma aveva paura, paura di rimanere ferita ancora una volta, paura che James avesse ragione.
<< Sono innamorato di te >> urlò Scorpius alle sue spalle.
Il tempo sembrò fermarsi.
Lily fermò la sua corsa e così fece anche il ragazzo.
Il respiro di Scorpius si fermò, in attesa si una reazione.
Il cuore di Lily smise di battere per qualche attimo.
Il tempo non esisteva più, c'erano solo quelle quattro parole nella testa della ragazza: "sono innamorato di te".
È una bugia, è una bugia, un Malfoy non urla i suoi sentimenti in un corridoio, un Malfoy, quel Malfoy non l'avrebbe mai fatto, Lily non voleva crederci, non voleva ricadere di nuovo nella sua trappola, doveva andare avanti, anche se sembrava impossibile, doveva andare avanti, o forse doveva affrontare la situazione, affrontarla solamente per poi andare avanti.
Si voltò, sapendo che quella era l'unica cosa da fare e guardò il ragazzo negli occhi, sembravano sinceri, ma non doveva illudersi.
<< Che hai detto? >> chiese incredula, non era possibile che l'avesse detto davvero.
<< Non farmelo ripetere, Lily, sai quello che ho detto >> lo sapeva, Lily sapeva che non l'avrebbe mai ripetuto e si sentì sollevata, non era cambiato poi così tanto da quando non si parlavano più.
Erano diventati amici dal suo secondo anno, passavano molto tempo insieme, nonostante le case erano diverse e nonostante entrambe avessero altri amici, forse più stretti, parlavano di un sacco di cose insieme, si confrontavano e Lily aveva sempre nascosto il suo sentimento, fino a che non era cominciata quella specie di relazione fatta di carezze e baci rubati, nulla a che vedere con quello che Lily voleva.
<< Non dire cazzate, Malfoy.. Ti conosco, tu non ti innamori >> lo disse con tutta la calma possibile, per fargli capire bene ciò che intendeva
<< Proprio perché mi conosci saprai che avevo paura, tu mi hai rivelato i tuoi sentimenti in due secondi e io non ero pronto, mi hai preso impreparato, ma anche un mese fa provavo gli stessi sentimenti che provo adesso, forse anche l'anno scorso li provavo >> lo vedeva, vedeva che era maledettamente sincero, ma aveva paura, non voleva credergli, voleva voltarsi e lasciarsi le sue parole alle spalle.
Così fece, si girò, le lacrime agli occhi, e riprese a correre, scappando dai suoi sentimenti, scappando da tutto ciò che, forse, l'avrebbe resa felice.
Svoltò l'angolo e si appoggiò al muro per riprendere fiato, non riusciva a respirare, non poteva credere a ciò che aveva fatto, Scorpius, il ragazzo di cui era innamorata da quando aveva undici anni gli aveva detto di ricambiarla e lei era scappata? Non ci credeva, non ce la faceva, doveva tornare indietro, togliersi di dosso quella maledetta sensazione che la opprimeva e le diceva di non fidarsi, voleva buttarsi, come aveva sempre fatto.
Fece dietro front un'altra volta, vide Scorpius in mezzo al corridoio ancora deserto, la testa china, non l'aveva mai visto così, si stava mostrando debole, cosa era successo al Malfoy che era in lui?
Corse verso di lui e gli buttò le braccia al collo, abbracciandolo come mai aveva fatto, non era un abbraccio da amica, era qualcosa di più e sentì Scorpius cingerle la vita e stringerla a se, scese sulle sue labbra e la baciò con dolcezza infinita, Lily si beò di quel contatto nuovo, si erano sempre scambiati baci passionali, frugali, sbagliati.
<< Grazie >> ok, era ufficiale, il suo animo da Malfoy era andato a farsi friggere
<< Un Malfoy non ringrazia e non urla di essere innamorato, che è successo in mia assenza? >> gli chiese scherzando, le mani che giocavano ancora con i suoi capelli biondi
<< Ho capito tante cose, ma, tranquilla, sono sempre io, lo stronzo e insensibile Scorpius Malfoy >>
<< Mi sei mancato >> lui le rispose con un sorriso mozzafiato, come a dire:"non lo ammetterò mai, ma mi sei mancata anche tu" e a Lily bastò.
Forse stava sbagliando, forse aveva mollato troppo presto, forse lo aveva perdonato troppo facilmente, ma era sincero e Lily lo vedeva, aveva imparato ad interpretare i suoi occhi dopo tanto tempo e sapeva che era sincero.
Non le importava se era sbagliato, se, probabilmente, avrebbe litigato furiosamente con James e, forse, anche con Louis, se la sua famiglia non l'avrebbe accettato.
L'unica cosa che le importava era che lei era innamorata di Scorpius e lui la ricambiava.
<< Allora, che cosa è successo di nuovo? >> Scorpius le chiese per sciogliere il silenzio
<< Se togli il fatto che mio fratello si sposa >> Lily cominciò a contare le cose con le dita
<< JAMES SI SPOSA? >> la interruppe Scorpius
<< No, non lui.. Ted, Ted Lupin. Ah, non dirlo a nessuno, ancora non è ufficiale.. >> spiegò Lily << dicevo, se togli il fatto che mio fratello si sposa, che probabilmente, mi lascerò sfuggire l'occasione più importante della mia vita, e che forse mio padre ha tradito mia madre, va tutto bene >> camminavano verso i dormitori di  Serpeverde mano nella mano, come facevano l'anno passato, come avevano sempre fatto,  all'esterno sembrava tutto uguale, ma loro sapevano che non era più così, sapevano che qualcosa era cambiato.
Erano innamorati.
 

NDA
Salve!
Eccomi qui con il nuovo capitolo!
Ci sono parecchie novità, no?
Per prima cosa, abbiamo conosciuto Teddy Lupin e sappiamo che tra poco si sposerà.
Poi, Ron e Hermiome hanno fatto pace, abbiamo chiarito un pochino la situazione di Harry e dei casi di cui si stanno occupando gli auror e poi, svolta più importante, Lils e Scorp hanno capito di amarsi, o meglio, già lo sapevano, ora lo stanno solo mettendo in atto.
So che forse Scoprius può sembrare un pochino OOC, ma in quel momento me lo immaginavo così e comunque, volevo ribattere sul fatto che loro erano e sono amici, anche se per Scorpius Lily non è come
Albus e per Lily Scorpius non è come Dominique.
Ringarzio tutti voi che mi seguite e chi mi recensisce, siete fantastiche!
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3)
Continuate a seguirmi e  a farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacione,
Ce_

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Capitolo 8
*** Nulla avviene in un attimo ***


 Nulla avviene in un attimo

 

A GiulyHermy99, a Wekesa, a AleJackson, a MartyViola91, e a scarlett90 che amano Harry e Ginny alla follia e,
a tutti gli altri che, come me, adorano questa coppia.

 

 

Fred Weasley II aveva diciassette  anni e una mente geniale.
No, non nel senso che era un genio, non di quelli che hanno ottimi voti senza studiare, suonano il pianoforte divinamente a soli sei anni e cose del genere, no, lui aveva voti mediocri a scuola, odiava il pianoforte o qualunque altro strumento e non aveva grandissime ambizioni per il futuro, l'unica cosa che sapeva fare e la sapeva fare davvero bene, era inventare scherzi, era nato per questo.
 
Fred Weasley II odiava quel "II" che seguiva il suo nome, lui era solo Fred Weasley, secondo a nessuno.
Ammirava suo zio Fred, ma, a volte, lo odiava, lo odiava quando George andava a trovarlo alla tomba e tornava triste e arrabbiato, lo odiava quando suo padre passava ore a divertirsi con Roxanne, certo che si divertiva con Roxanne, lei mica aveva un nome che gli ricordava il suo fratello gemello morto, lo odiava quando parlava con suo padre e lui lo guardava con occhi tristi e felici allo stesso tempo, come se in lui rivedesse suo fratello e lui voleva urlarglielo in faccia, voleva urlargli: "sono io, Fred, sono tuo figlio, non tuo fratello, trattami da figlio".
Fred Weasley II, a volte, si ritrovava ad odiare il suo nome, voleva essere Fred, solo Fred, nient'altro.
 
Fred Weasley II non credeva nell'amore a prima vista, aveva le sue storie, soprattutto storie di sesso, come quasi tutti i maschi Weasley-Potter, era un vizio di famiglia, però, credeva che per amare davvero  una persona bisognasse conoscerla bene, passarci tanto tempo insieme, parlarci, essere amici.
Nulla avviene in un attimo, questa era la sua teoria, ci vuole tempo, per ogni cosa, insomma, credeva che il colpo di fulmine fosse una grandissima cazzata.
Solo tempo, ci voleva solo tempo.
 
Fred Weasley II amava sua madre, più che altro, credeva in lei, ci credeva davvero tanto. La ammirava per quello che faceva ogni giorno, dalle cose più stupide a quelle più importanti.
Ammirava il suo modo di giocare a Quidditch   e la sua determinazione ad andare avanti con la sua passione, prendendo posto come allenatrice della sua squadra, le Holyhead Harpies.
Credeva nelle sue parole e odiava litigarci, lo faceva sempre sentire in colpa.
Aveva un legame con sua madre che poche persone hanno, certo, voleva molto  bene anche al padre, ma con lui non riusciva a parlare, lo vedeva troppo come il suo gemello, era impossibile parlarci.
 
Fred Weasley II aveva diciassette anni, una mente geniale e odiava il suo nome.
 
Camminava verso la sala grande per colazione e cercava di seguire il discorso che gli stava facendo Lorcan, ma senza successo, erano le otto di mattina, non era pronto ad accendere il suo cervello, che cavolo voleva quel deficiente del suo migliore amico?
Entrarono nella Sala Grande e si sedettero al tavolo dei Grifondoro.
<< Buongiorno >> era Margaret
<< Buongiorno >> gli rispose lui svogliatamente
Prese la sua porzione di uova e bacon e cominciò a mangiare, ignorando tutti.. Ok, la mattina non è che non era pronto per accendere il cervello, era proprio incapace, non connetteva. Punto.
Appena finì di mangiare si girò verso Lorcan, bastò uno sguardo, si alzarono e si diressero verso il dormitorio a prendere la roba per la prima lezione.
<< Fred, Fred! >> sentì la voce di sua sorella che lo chiamava , si fermò, facendo segno al biondo di andare avanti, si girò verso la ragazza.
<< Hai parlato con mamma e papà per il regalo? >> gli chiese lei con semplicità
<< Regalo? >> rispose lui, perplesso.. Che regalo si era scordato? Non era mai stato bravo con le date, cavolo, sua sorella poteva anche ricordarglielo, eh... Un momento, lei glielo stava ricordando!
<< Per James , stupido, per chi sennò? >>
<< Ah, no, parlaci tu, io credo di dover aiutare anche per la festa >>
<< Anche io devo aiutare  per la festa, tutti lo dobbiamo fare, cretino! >> sembrava che Roxanne ci godesse ad insultarlo, aveva uno strano sorrisetto stampato in faccia.
<< E perché? >> non che gli dispiacesse di dare una mano per la festa di diciassette anni di suo cugino, ma gli sarebbe sicuramente toccato di occuparsi di qualcosa di noioso..
<< Perché Dominique e Lily stanno organizzando la festa e sono completamente impazzite >> sua sorella gli rifilò quella spiegazione e se ne andò, in effetti, le aveva viste parecchio agitate  negli ultimi giorni, mancavano 6 giorni al 21 ottobre, il giorno del compleanno e della festa di James e loro la stavano organizzando già da un bel po', Fred ancora non riusciva a capire come suo cugino si fosse lasciato convincere da quelle due a fargli organizzare la festa.. Ok, forse lui non poteva parlare, visto che la sua l'avevano organizzata Roxanne e Margaret, ma cavolo, Lily e Dominique, erano praticamente le eredi dei malandrini, sarebbero andate fuori di testa!
 

<< Salve, sono Fred Weasley e nulla avviene in un attimo >>


 ***
 

Era china sul libro di trasfigurazione da più di mezz'ora, aveva approfittato delle sue ore di buco per anticiparsi un pochino con i compiti, cosa davvero rara, ma aveva avuto la malsana idea di andare nel dormitorio dei Serpeverde a studiare, visto che anche Scorpius aveva un paio d'ore libere, e ora il ragazzo non la lasciava stare un attimo.
<< Se continui così farai una brutta fine, Scorpius  >> Lily  neanche si girò per guardarlo in faccia, il ragazzo continuava a giocherellare con i suoi capelli e,  Lily non lo avrebbe ammesso mai, ma era una sensazione bellissima, anche se non le permetteva di fare il compito, sarebbe stata così per ore, per giorni, forse per anni, solo a godersi il profumo di Scorpius e le sue mani a contatto con la sua pelle, non si sarebbe mai stancata.
<< Ti aiuterò io dopo a fare il tema, ora vieni >> le disse, con voce suadente
Lily si arrese, poggiò la piuma sul tavolo e si voltò verso di lui con aria fintamente minacciosa, lui racchiuse le sue labbra imbronciate in un rapido bacio e Lily si perse completamente in quel contatto, la sua lucidità cominciava a mancare, per un semplice sfioramento di labbra, si alzò e sia avvicinò a lui approfondendo così il bacio, cominciava davvero a non capirci nulla, doveva fermarsi un attimo, finché ne sarebbe stata capace, raccolse tutta la sua forza di volontà e si stacco da lui.
<< Sicuro che Albus non torni? >> era una domanda stupida, ma non voleva che suo fratello venisse a sapere della loro relazione così.
<< Tranquilla, Al è impegnato in altro >> Scorpius le rivolse uno sguardo malizioso che Lily non poteva capire, il ragazzo si chinò di nuovo su di lei e la coinvolse in un altro bacio, molto più passionale, finirono sul letto senza neanche rendersene conto, senza interrompere il contatto, le loro bocche erano come due calamite che, una volta unite, era difficile dividere, troppo difficile, secondo Lily, che era sempre abituata ad avere pieno controllo di se stessa, odiava essere così incosciente e presa.
Invece, incurante di tutto, la lucidità di Lily era andata a farsi una passeggiata, lasciando la ragazza completamente nella mani di Scorpius.
<< Che cavolo, LILY? >> la voce che proveniva dalla porta fu come una doccia fredda, i due si staccarono immediatamente e un Albus parecchio incavolato fece irruzione nella stanza
<< Non è come sembra, Al >> stupida, "non è come sembra?" ma che cosa le era venuto in mente, e cos'era, allora?
<< Ah no, allora sembrava che voi due steste pomiciando, ma non è vero >> ci volle un attimo per capire la domanda intrigata di Albus e capire quale sarebbe stata la risposta migliore da dare, ma, in realtà, non c'era niente da dire, li aveva bellamente incastrati.
<< Non stavamo facendo nulla >> rispose Scorpius con l'aria serena e spavalda che solo un Malfoy può mantenere mentre sta mentendo spudoratamente.
Lily lo guardo con aria omicida, come a dire "non sarebbe tornato, vero? Ora te la vedi con me!"
<< Perché non me lo avete detto? >> questa non ci voleva.
Entrambe abbassarono la testa colpevoli, a quel punto non potevano proprio difendersi.
<< Non lo so >> rispose invece Lily con sincerità
<< Ok, ok... Finalmente avete capito di essere innamorati, c'è da festeggiare >> Albus cacciò un sorriso a trentadue denti che spiazzò completamente i due ragazzi e Lily, dopo un attimo di shock, corse ad abbracciare il fratello.
<< LILY! >> no, chi altro c'era? << ah, che succede? >> Dominique entrò nella stanza e rimase sorpresa nel vedere i due fratelli abbracciati.
<< Nulla >> rispose Lily, lanciando un'occhiata agli altri due e pregandoli di non dirle nulla.
<< Come sei entrata? >> le chiese Scorpius, come se fosse la domanda più naturale del mondo e, in effetti, lo era
<< Zabini mi ha dato la parola d'ordine, sai, ho un certo fascino su di lui.. Comunque, Lily, devo parlarti della festa e anche a te, Al >> la bionda si rivolse ai Potter
<< Ah, si, ho chiesto a Rose di parlare con la McGranitt e con gli altri professori, lei l'ascolteranno di sicuro, visti i suoi voti >>
<< Perfetto! Io ho chiesto a Roxanne di portare il cibo, poi, mancano gli alcolici ed è qui che entrate in gioco voi due >> entrambe le ragazze si girarono verso i Serpeverde << dovete far entrare a scuola quanto più alcool potete, vi aiuteranno Fred, Lorcan e Louis, abbiamo già organizzato il piano, ma noi siamo troppo impegnate ad occuparci del resto, perciò, ci servite voi >> non si sapeva più chi stava parlando, se Dominique o Lily, parlavano talmente veloci che Lily, alla fine del discorso, non ricordava nemmeno una parola di ciò che avevo detto, guardava solamente le facce stralunate e le bocche aperte dei due ragazzi di fronte a lei.
<< Non che mi piaccia molto l'idea di collaborare per la festa di Potter Grande, ma dove c'è l'alcool ci sono io, quindi, ok >> concluse Scorpius con tranquillità e si guadagnò un sorriso mozzafiato dalla sua ragazza
<< Louis, Fred e Lorcan, dite? Ci sto! >> Lily non seppe spiegarsi il luccichio negli occhi di suo fratello,  Albus aveva la faccia di uno che, in tutto il discorso, aveva capito solo quei tre nomi e per questo accettava l'incarico, ok, forse non solo per questo, Albus poteva sembrare un ragazzo tranquillo, ma quando si trattava di festini, alcool ecc. era lui il re.
 
Le ragazze lasciarono il dormitorio soddisfatte e tornarono a parlare della festa, la stavano organizzando da 2 settimane, avevano chiesto il permesso a James per farlo, no, forse lo avevano costretto e convinto  con una frase del tipo "diventerai maggiorenne, meriti il meglio", ma fa lo stesso.
Erano due settimane che spedivano inviti e assegnavano incarichi e tutta Hogwarts parlava della festa di James Sirius Potter, quelli che avevano ricevuto l'invito si vantavano in giro e chi non lo aveva ricevuto diceva in giro che sarebbe stata un fiasco, non riuscendo neanche a convincere se stessi, una cosa era certa, se le organizzatrici erano Lily Luna Potter e Dominique Weasley, non sarebbe stata un fiasco.
Erano due settimane che il clan Potter-Weasley che stava ad Hogwarts era a lavoro e ognuno di loro sapeva che gli sarebbe toccato fare qualcosa.
Le due ragazze avevano dato un compito ad ognuno di loro: Rose avrebbe parlato con i professori per il permesso per fare una "piccola festicciola,  senza alcun tipo di alcolico" e avrebbe sistemato la Stanza delle Necessità, Roxanne avrebbe preso il cibo, Hugo si sarebbe occupato delle luci, Fred, Louis e Albus avrebbero pensato a  far entrare gli alcolici di nascosto, la piccola Lucy avrebbe preso la torta e Louis avrebbe anche pensato alla musica e alle fotografie.
A capo di tutto c'erano loro due, Lily e Dominique, loro si occupavano di dare gli inviti e di controllare che gli altri facessero un buon lavoro.
Erano peggio di un organizzazione criminale, molto peggio.


***

 
 Non tornava a casa da quasi tre settimane e se ne stava li, davanti alla porta d'ingresso, la valigia pronta per essere riempita ad un lato, le chiavi di casa nella mano, pronte per essere usate, in realtà, era lei a non essere pronta, rientrare in quella casa, nella sua casa, avrebbe riportato a galla troppi ricordi, troppo dolore, Hermione gli aveva detto che Harry non tornava più a casa, sicuramente abitava a casa dell'amante, comunque, almeno su quel punto, non c'era nessun pericolo, non l'avrebbe incontrato..
E allora, perché non riusciva a infilare le chiavi nella serratura e a varcare la soglia di quella che, fino a pochissimo tempo dietro era casa sua, quella incubi viveva, in cui aveva visto crescere i suoi figli, in cui aveva litigato e fatto l'amore con Harry?
Era bloccata, completamente in panne.
Un rumore sordo provieni da dentro la casa e fece sobbalzare Ginny.
 LADRI, fu il suo primo pensiero, una persona normale sarebbe andata via e avrebbe chiamato aiuto, ma lei non era una persona normale, lei era stata una Grifondoro e i Grifondoro non riflettono, sono impulsivi e maledettamente inclini a mettere in pericolo la loro vita.
Mise le chiavi nella serratura, entrò in casa e salì subito al piano superiore.
Il rumore si fece sempre più frequente e Ginny sentì anche qualcuno imprecare.
Entrò in camera, da dove proveniva il frastuono e quello che vide non era certo ciò che si aspettava, c'era suo marito di schiena che continuava a dare calci e pugni al muro, imprecando ripetutamente.
<< CAZZO, CAZZO. ERA TARDI, SEMPRE TARDI. ROSSA, DI NUOVO. ROSSA ROSSA! >> queste erano le parole che Ginny riuscì a capire, decisamente senza senso, era bloccata sulla soglia della porta, incapace di muoversi, di nuovo, Harry sembrò non accorgersi di lei, continuava a tirare pugni al muro e, Ginny ne era sicura, la sua mano era abbastanza malandata.
La donna decise che doveva fare qualcosa e in un attimo si ritrovò vicina a suo marito per cercare di farlo smettere, Harry se la scrollò di dosso e si calmò, si appoggio con le spalle al muro e prese a respirare affannosamente, Ginny si stava preoccupando sul serio, forse aveva una crisi respiratoria o qualcosa del genere, teneva lo sguardo basso, ferito, frustato, lo vide scivolare per terra e biascicare qualcosa sul fatto di essere un pessimo padre ed auror.
Ginny si avvicinò cauta a lui, non voleva spaventarlo, si sedette vicino a lui e lo abbracciò e in quell'abbraccio vi mise tutto l'amore che, nonostante tutto, provava ancora per lui e Harry sembro sciogliersi, scoppiò in lacrime come un bambino, Ginny non lo aveva mai visto in quelle condizioni, o forse, solamente quando avevano saputo che probabilmente James sarebbe morto appena nato, le faceva una gran pena e si sentiva maledettamente inutile, non riusciva a farlo calmare, il respiro dell'uomo era sempre più affannoso e irregolare, scosso spesso da singhiozzi, se continuava in quel modo gli sarebbe davvero venuta una bella crisi respiratoria e Ginny cominciò a pensare alla possibilità di portarlo al San Mungo per prevenirla, ma preferì lasciar stare.
<< Sta tranquillo, ci sono io qui, non succede nulla >> continuava a sussurrargli all'orecchio e piano piano Harry cominciò a calmarsi, la rossa gli fece una bella tazza di camomilla, gli curò la mano e lo fece stendere sul letto per riposare, aveva due occhiaie enormi, in effetti, Ron e Hermione glielo avevano detto che non aveva un bell'aspetto e che si stava trascurando sempre di più e lei non aveva voluto crederci.
Probabilmente l'avrà mollato l'amante, fu il suo primo pensiero. E allora perché lo stava consolando? Perché lo amava,ecco perché, risposta stupida, banale, ma tremendamente vera.
 
Stava ripulendo la cucina e il salone, era incredibile quanta polvere ci fosse, come se la casa fosse stata abbandonata per anni, invece che per poche settimane, sapeva che tra un po' sarebbe salita sopra a prendere le sue ultime cose e se ne sarebbe andata per sempre, ma quella era stata casa sua e si sentiva male a lasciarla in quelle condizioni.
<< Che fai? >> una voce interruppe i suoi pensieri, Harry era appoggiato allo stipite della porta, sembrava stanco anche dopo aver dormito, gli occhi gonfi a causa del pianto, sembrava più vecchio e sciupato.
<< Non potevo lasciare la casa sporca.. >> rispose semplicemente, distogliendo lo sguardo da lui, la rabbia cominciò a risalire, era stata tradita, non poteva perdonarlo per questo.
<< Quindi te ne vai? >> la pregò con gli occhi di non farlo, come se non avrebbe retto ad un altro colpo.
<< Certo che me ne vado, Harry. MI HAI TRADITA, E NON POSSO PERDONARTI >> ecco, la sua rabbia era esplosa, non voleva perché lo vedeva ancora debole, ma non ne aveva potuto fare a meno. Si sentiva vuota, sempre di più, il suo viso era asciutto, le lacrime erano finite.
<< NON È VERO! >> quella volta fu Harry ad urlare, corse verso di lei, le prese un braccio e la fece voltare, Ginny fu contenta di questo, almeno stava lottando, non la lasciava andare come se nulla fosse come quella notte, teneva a lei, stava lottando per lei, per loro << non lo farei mai, io ti amo. Permettimi di raccontarti tutta la storia, per favore. >> non voleva sentirlo, sentire che magari era andato a letto con una e poi si era stancato e stava tornando da lei, non riusciva a credergli, non riusciva a fidarsi di lui, quella era la cosa peggiore.
Annuì impercettibilmente, avrebbe sentito tutta la storia.
<< Sono impegnato a lavoro e non è una stupida scusa, lo sono davvero, c'è un uomo o forse più uomini che commettono stupri, è più di un mese che siamo dietro a questo caso, ma arriviamo sempre tardi sul luogo dell'accaduto, quella notte non potevo dirti nulla perché era ancora tutto top secret, ma ora posso dirti tutto quello che vuoi e ti prego, devi credermi, non ti ho mai tradita, ero in ufficio, sempre, anche alle due di notte, e in queste tre settimane ho vissuto li, non riuscivo a rientrare in questa casa senza di te, fino, fino a stasera >> la voce si ruppe su quel punto, come se non volesse parlarne, o meglio, come se non volesse dare un peso alla moglie, abbassò lo sguardo, distrutto.
Ginny gli credeva, erano poche parole, ma gli credeva, c'era sincerità nei suoi occhi e vederlo così sfinito gli diede ancora più coraggio,  gli alzò il mento con due dita, in modo da guardarlo negli occhi.
<< Ti credo e scusami per aver dubitato di te, ma ora dimmi cosa è successo oggi >> Harry sembrò trovare coraggio negli occhi nocciola della moglie e continuò a parlare.
<< Questi criminali non avevano mai fatto vittime, le ragazze erano ferite, anche gravemente, ma sempre vive, oggi c'è stata la prima vittima >> prese di nuovo un bel respiro, Ginny era attonita, ma perplessa, non capiva perché questa storia lo aveva preso così tanto, era disgustoso, si, ma lui doveva esserci abituato, no? << Sto sempre a contatto con episodi del genere, ma questa volta è diverso. Questi uomini violentano ragazze dai 13 ai 25 anni, una volta anche una signora sui 35-36, due la settimana, tutte le settimane vicino alle vittime c'è sempre un bigliettino che dice: "Rossa o bionda. Rossa o bionda" ed infatti, sono state colpite solo ragazze con i capelli rossi o biondi e noi non riusciamo a fermarli, io non riesco a fermarli. Poteva succedere a Rose, o a Dominique, o a te o, non posso neanche pensarci, poteva succedere a Lily. >> calde lacrime solcavano di nuovo il volto dell'uomo e Ginny si sentiva una stupida ad aver dubitato di lui quando lui cercava solo di proteggere lei e la sua famiglia. Lo abbracciò di slancio e Harry si aggrappò a lei come se fosse la sua unica salvezza e ricominciò a piangere come un bambino, non aveva mai pianto così tanto.
<< Scusami amore, scusa per aver dubitato di te. Io sono al sicuro, Lily è al sicuro, sta tranquillo. Ci sono io con te. Ti amo >> gli sussurrò queste poche parole all'orecchio e Harry sembro calmarsi, farfugliò un "grazie" e la baciò, un bacio che sapeva di lacrime, ma che era pieno d'amore.

 
***
 

 

Erano buoni cinque minuti che faceva avanti e indietro per la stanza e Dominique dietro di lui, era il momento, il momento dell'inizio o della fine di tutto.
<< Agitato? >> chiese la ragazza a James
<< No! Tu? >> no? Stava impazzendo e diceva di no? Negare, negare sempre l'evidenza quando questa può rovinare la tua reputazione, questa era la sua prima regola.
<< No! >> eccolo l'orgoglio Grifondoro, anche Dominique negò quando, invece, si vedeva che era in preda all'ansia.
Alla fine, chi non lo sarebbe? Stavano per rivelare la loro relazione clandestina e proibita ai loro fratelli, nonché migliori amici, erano folli.
<< Ciao! >> Lily entrò nella stanza con il suo solito sorriso, seguita da Louis, li avevano chiamati con una scusa poco credibile, ma loro erano venuto e quello era l'importante.
Si sedettero su un divanetto, pronti a tutto.
<< Allora, che dovete dirci? >> Louis sciolse subito il silenzio che si era formato tra loro, ok, era il momento, avevano deciso, niente giri di parole, glielo avrebbero detto e basta. Prese la mano di Dominique e un bel respiro, toccava a lui
<< Noi, ecco.. Noi stiamo insieme >> scese il silenzio, anche se le parole non erano state chiarissime, i loro sguardi erano inequivocabili
<< È stupendo, ragazzi! >> Lily corse ad abbracciarli entrambe, felice, restarono stupiti, ma non molto, sapevano che Lily era un po' sopra le righe e non si sarebbe scandalizzata, ma Louis, non sapevano proprio come l'avrebbe presa, si girarono tutti verso di lui.
<< Avete fatto sesso? >> chiese il biondo a bruciapelo
<< Si >> James non riusciva più a mentirgli, doveva dirgli tutta la verità, ma prima che Dominique potesse aprire bocca, Louis prese James per il colletto della camicia e lo sbatte al muro.
<< TU, PEZZO DI MERDA! MI FIDAVO DI TE! TI SEI APPROFITTATO DI LEI, DI MIA SORELLA, È PICCOLA, NON PUO STARE CON NESSUNO, HAI CAPITO? TANTOMENO CON TE >> Lily alzò gli occhi al cielo, James cercò di dire qualcosa, ma gli mancava il fiato, la presa di Louis era troppo forte
<< Louis, ho la tua età e tu hai fatto sesso per la prima volta al terzo anno! Lascia stare James >> Dominique si avvicinò al fratello per farlo calmare, ma niente.
<< È DIVERSO, LUI SI STA APPROFITTANDO DI TE, MI HA DETTO CHE SI È IN... >> Louis lasciò James come se all'improvviso scottasse << è lei? >> James annuì, capendo che si stava riferendo a quel giorno in biblioteca quando gli aveva detto di essere innamorato.
<< Se la fai soffrire ti ammazzo >> lo minacciò Louis e lui rispose con  un mezzo"non lo faro", ancora in preda alla tosse.
Era felice, il suo migliore amico, suo fratello, aveva accettato la sua relazione con la donna che amava.
Tutto si sarebbero aspettati, tranne una scenata da fratello geloso, ma la serata era andata abbastanza bene, in fin dei conti, no?
Louis se ne andò, dopo aver abbracciato la sorella, dicendo che aveva da fare.
Erano rimasti loro tre.
<< Siamo cugini >> Dominique lo disse, come se pensasse che il concetto non fosse ben chiaro
<< E quindi? I purosangue si sposano tra cugini da secoli >> rispose Lily con semplicità.
<< Grazie! >> sussurrò James alla sorella che sorrise in risposta
<< Sapevo che un giorno vi sareste tolte le maschere e vi sareste innamorati, non credevo l'una dell'altro, ma lo sapevo >> disse Sua sorella con l'aria di una che la sua lunga.
<< Io non sono innamorato >> lo dissero all'unisono, James e Dominique, orgoglio, orgoglio,  orgoglio.
La sua reputazione stava andando in frantumi, di questo, James, ne era sicuro. Scoppiarono a ridere tutti e tre, come dei matti.
<< Oh, si che lo siete >> disse Lily appena si furono calmati.
 
 
NDA
Salve!
Ecco a voi il nuovo capitolo, spero vi piaccia!
È un capitolo tranquillo, direi, no?
Finalmente Harry e Ginny fanno pace.
Poi, non so se riusciró ad aggiornare molto presto perché me ne vado al mare, spero di farcela, ma non vi assicuro nulla, magari l'aggiornamento arriverà martedì, invece che lunedì, o magari no... Non lo so, dipende da come si mette la situazione.
Intanto, vi auguro un buon ferragosto.
Grazie mille a chi segue la storia e a chi recensisce.
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa (*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3)
-scarlett90
-LolaMalfoy
Continuate a seguirmi e  a farmi sapere cosa ne pensate.
Ancora buon ferragosto.
Un bacio,
Ce_

 

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Capitolo 9
*** Non è mai davvero finita ***


Non è mai davvero finita

Dominique Weasley, gentile, graziosa e tremendamente Veela.
Questo dovrebbe essere il giusto inizio per presentare Dominique, o meglio, non so se questo sia il giusto inizio, sicuramente è quello che si aspettano quasi tutti i lettori, ma lei non è così.
 
Dominique Weasley aveva paura, costantemente, anche se il suo orgoglio smisurato le impediva di esternarlo, aveva paura.
Non era quel tipo di paura che non ti fa affrontare le cose, non era codardia, anzi, tutto il contrario.
Dominique Weasley aveva sempre paura che non fosse abbastanza ciò che faceva, anche se rischiava la pelle, aveva paura.
Aveva paura di deludere sua madre ancor di più di quanto già non l'avesse fatto, era la sua unica figlia bionda ed era un disastro in quanto Veela, se con il suo fascino riusciva ad attirare molti pretendenti, lei li rifiutava o li trattava come dei giocattoli, Victorie, lei, nonostante avesse i capelli rossi, era la figlia perfetta, la preferita di sua madre.
Aveva paura di deludere suo padre, perché sarebbe significato perdere la fiducia di entrambe i suoi genitori.
 
Dominique Weasley adorava suo padre e non voleva deluderlo per nulla al mondo, per questo, aveva paura di rivelare la sua relazione con James, Bill non l'avrebbe presa bene, ma Dominique sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento.
 
Dominique Weasley credeva fermamente che non fosse mai abbastanza, credeva che bisognasse spingersi sempre più in la, mai dire: "è finita", perché non è mai davvero finita, niente è mai davvero finito.
 
Dominique Weasley era una casinista, nel vero senso della parola.
Adorava il caos, adorava andare in giro per la Londra babbana dove c'era traffico, clacson e tanta confusione.
Al contrario, odiava la Francia, i suoi abitanti, la loro lingua e la loro aria da snob precisini.
Amava l'Inghilterra, l'inglese, Londra e la sua gente.
Amava il chiasso, riusciva a farla pensare, lo so, sembra strano, ma sedersi su una panchina con il suo taccuino e osservare la gente mentre disegnava i suoi vestiti era una delle cose più belle che Dominique avesse mai fatto in tutta la sua vita. La rilassava e le permetteva di pensare.
 
Dominique amava la moda, amava i vestiti importanti, ma amava anche i vestiti che indossava tutti i giorni.
Amava disegnarli e crearli, soprattutto. Non era una ragazza che impazziva per un vestito visto nella vetrina di un negozio, più che altro, preferiva prendere la sua stoffa e le sue adorate forbici e farsi il suo vestito perfetto.
Aveva un talento naturale, aveva iniziato facendo vestitini per le bambole babbane che le regalava zia Hermione e piano piano era diventata sempre più brava.
Dominique Weasley sognava di diventare una stilista e avere una casa di moda tutta sua.
 
Dominique Weasley, stronza, casinista e tremendamente Weasley.
 
Si era svegliata molto presto quella mattina. 
Era il gran giorno, 21 ottobre 2018, James avrebbe compiuto 17 anni e bisognava ancora sistemare le ultime cose per la festa.
Prima di tutto, però, doveva fare gli auguri a James... Per questo, ora stava correndo verso il dormitorio maschile del settimo anno.
Arrivata davanti alla porta, entrò cauta, diede un occhiata in giro e vide che i letti erano tutti liberi, tranne quello di James . Il ragazzo era ancora immerso nelle coperte e dormiva tranquillamente.
Si avvicinò di soppiatto al letto, piegò le gambe e gli saltò addosso strillando.
<< AUGURI AUGURI AUGURIIIIII! >> continuava a saltellare a cavalcioni sul ragazzo.
<< Che CAZZO, DOMINIQUE, che cavolo fai? >> James si svegliò di soprassalto, maledicendo la sua ragazza in ogni lingua.
<< Auguri, amore! >> Dominique gli diede un bacio lungo e dolce, non il solito bacio da Dominique, uno speciale.
<< Grazie, amore >> amore, da quando si chiamavano amore?
<< Sai che non è oggi il tuo compleanno, vero? >> lo riprese la ragazza, infilandosi anche lei sotto le coperte e abbracciando James che aveva addosso solamente un paio di boxer 
<< E tu sai che non è vero. Sono nato il 21 ottobre, dimentichiamo la storia >> le passò un braccio attorno alle spalle e cominciò ad accarezzarle i capelli.
<< Non è vero, comunque il tuo regalo lo avrai sta sera, ma solo se ammetti che non è vero  >> Dominique ostentava sicurezza, ma stare a contatto con il corpo nudo di James la faceva impazzire, come se fosse ancora la prima volta, aveva un effetto incredibile su di lei.
<< Ok, ok sono nato il 23 ottobre, va bene? >> la ragazza lo baciò in risposta.
Avevano discusso parecchio su quell'argomento: Dominique sosteneva che bisognava festeggiare il 23, data in cui James era guarito completamente dopo la brutta esperienza dell'incidente e della nascita prematura, mentre James diceva di essere nato il 21, o che, almeno, voleva festeggiare i suoi 17 anni come tutti, il giorno della sua nascita. E lei aveva accettato la cosa.
<< Che ne dici di anticipare un pochino il regalo? >> James la strinse ancor di più contro il suo petto nudo e la baciò con passione.
Dominique si perse in quel contatto, c'erano solo lei e James, tutto il resto era scomparso, solo lei e il petto di James a contatto con le sue mani, lei e la gamba di James intrecciata alle sue, lei e lui. Punto.
<< DOMINIQUE! >> un urlo li costrinse a dividersi, si girarono verso la fonte del rumore: c'era Louis, appena uscito dal bagno con un misero accappatoio che gli copriva le gambe fino al ginocchio, Dominique, al contrario di James, rimase impassibile.
<< Che cavolo ci fai qui, siamo entrambe nudi! >> Louis aveva una faccia come a dire: "ti prego, fa che quella li non sia mia sorella".
<< Prima cosa: non siete nudi, seconda cosa: tu sei mio fratello e lui è il mio ragazzo, non c'è nulla di cui scandalizzarsi e terzo: che ci fa tu, qui!?! >> lite tra fratelli, brutta storia, decisamente brutta storia. Dominique e Louis non litigavano spesso, non sul serio, ma discutevano  per cose stupide continuamente, James, sapendo che la cosa si sarebbe protratta a lungo, sbuffò e si diresse verso il bagno.
<< Io sono venuto a fare gli auguri al mio migliore amico e tu non sei la sua ragazza, sei troppo piccola >> Dominique non ci vide più dalla rabbia, perché suo fratello non riusciva ad accettare la cosa? Avevano la stessa età, erano gemelli, cavolo... Lui poteva fare ciò che voleva e lei no? 
<< Senti Louis, io voglio James e lui vuole me, non mi interessa ciò che pensi tu, non mi interessa se sei così ottuso da pensare che io sia troppo piccola, perché ho la tua età, quindi, avrei accettato che tu non concordassi con il fatto che siamo cugini, ma non questo. Io ti voglio bene, ma se continui a fare queste uscite stupide, ti avverto, rischi la vita! >> Dominique gli puntò un dito contro con fare minaccioso, Louis si avvicinò alla sorella con le braccia alzate, in segno di innocenza, la abbracciò di slancio.
<< Evitate di pastrugliarvi davanti a me, ok? Tu sei e sarai sempre la mia piccola sorellina >> la ragazza scoppiò a ridere e si aggrappò al fratello in risposta alle sue parole, non sapeva che un James curioso aveva ascoltato tutta la loro conversazione e aveva un sorriso ebete sulle labbra per le parole della ragazza.
 

<< Salve, sono Dominique Weasley e non è mai davvero finita >>

***

 

" Alle 17 davanti alla Sala Grande
Lor. "


Lorcan  gli aveva fatto trovare il biglietto sul letto quella mattina e Albus, ancora mezzo addormentato, non ci aveva capito già più nulla, l'aveva mandato in tilt completamente, ancora non si era abituato all'idea di stare con  Lorcan.
Si preparò velocemente, cercando di trovare i vestiti adatti, e andò sul luogo dell'appuntamento, era abbastanza in anticipo, quindi, aspettò il ragazzo che arrivò appena 5 minuti dopo di lui.
<< Ciao >> Albus gli sorrise imbarazzato e i due si avviarono verso il Lago Nero, si sedettero vicino ad un albero, uno accanto all'altro.
<< Pronto per la festa di tuo fratello?>> gli chiese Lorcan 
<< Si.... Alle 18 abbiamo appuntamento con gli altri per andare a prendere gli alcolici. >> Albus si strinse il suo cappotto addosso, il freddo autunnale si faceva sentire, inoltre, tirava un vento gelido, tanto che i nasi dei ragazzi erano diventati rossi nell'arco di poco tempo. 
Lorcan si accorse della mossa del moro
<< Senti freddo? Vieni qui! >> allargò le gambe e le braccia, Albus ne approfittò subito, si insinuò nello spazio che gli aveva lasciato e si accoccolò tra le braccia del biondo, abbracciandolo a sua volta, i loro corpi a contatto si trasmettevano calore a vicenda.
<< Sta attento sta sera, ok? Vedi di non combinare guai >> lo riprese Lorcan, la loro relazione era ancora segreta, quindi, quella sera non sarebbero stati insieme e il biondo stava cercando di placare l'animo festaiolo del Serpeverde.
<< Sai che mi ubriacherò, è inutile, è nel mio DNA, ma sta tranquillo >> lo baciò con trasporto, cercando di rassicurarlo, ma invano. 
Chiunque avesse mai visto Albus ubriaco si sarebbe preoccupato, diventava completamente un'altra persona, incapace di essere razionale, incapace di intendere e di volere.
<< Mi preoccupo solo della mia incolumità! >> Albus lo sapeva, sapeva che Lorcan era come suo fratello James, sapeva che era uno stupido Grifondoro tutto orgoglio e istinto e niente cervello, sapeva che non avrebbe mai detto di essere preoccupato per lui o per la loro relazione, sapeva che si sarebbe mostrato forte e disinteressato, sempre, ma Albus sapeva anche che aveva delle debolezze, come tutti, sapeva che, a volte, andava rassicurato, sapeva che quello era un di "quei momenti".
<< Se vuoi non toccherò neanche una goccia di alcool >> vide Lorcan rilassarsi un pochino.
<< Non posso impedirtelo e, comunque, non ci riusciresti >> lo avrebbe ucciso, prima o poi avrebbe ucciso lui, tutta la casa Grifondoro, il loro orgoglio del cavolo e Godric in persona.
<< Lo farò per te, promesso >> lo baciò con passione, voltandosi verso di lui, e nei suoi occhi vide la stessa promessa, sarebbero rimasti sobri insieme, quella era un promessa.
<< Berremo acqua a volontà... Sempre se ci sarà dell'acqua! >> Lorcan lo strinse a se, ma Albus si liberò velocemente, alzandosi in piedi.
<< CAZZO CAZZO CAZZO! Avevamo appuntamento con Louis, Fred e Scorpius, vieni, corri! >>
 
Correvano da una buona mezz'ora per tutto il castello, in cerca degli altri tre ragazzi, ma niente... Forse erano andati senza di loro, anzi, sicuramente era così.
<< Ok, ragazzi, ci vediamo dopo >> sentirono la voce di Louis che si avvicinava e gli andarono incontro.
<< Finalmente! Dove ci eravate cacciati? >> erano le voci di Scorpius e Fred, evitarono di rispondere 
<< Vado da mia sorella e Lily, o mi ammazzano, ciao Al, ciao Lorcan >> Louis scappò via, Albus si guardò intorno, Scorpius e Fred sghignazzavano insieme e questo non era molto normale, non erano mai stati nemici, ma neanche amici, si erano sempre bellamente ignorati e il fatto che si guardassero maliziosi era preoccupante, davvero preoccupante.
<< Scusate, ci siamo distratti e non abbiamo visto l'orario >> si scusò Lorcan, mentre le guance di Albus si tingevano di un bel rosso.
<< Oh, sappiamo che vi siete distratti >> gli altri due ragazzi scoppiarono a ridere insieme.
<< Ok, ok. Basta, ora andiamo >> un Albus imbarazzatissimo smorzò l'entusiasmo dei due.
Lui e Scorpius si diressero verso il dormitorio Serpeverde e Lorcan, non prima di aver dato un bacio ad Albus, e Fred verso quello Grifondoro, dandosi appuntamento alle 22:00, ora dell'inizio della festa, davanti alla stanza delle necessita.

 
***

 

La serata stava andando benissimo, James ancora non si era pentito di aver affidato l'organizzazione a Dominique e Lily, ma c'era ancora molto tempo per farlo, forse avrebbe dovuto aspettare solo un bicchiere di troppo, in quel momento, era ancora abbastanza lucido. 
<< Auguri, di nuovo, anche se non è oggi il tuo compleanno >> Lily gli si parò davanti e gli diede un bacio sulla guancia, lui la strinse in un abbraccio e la ringraziò, ignorando completamente il commento della sorella. 
Appena si staccarono, Lily corse ad organizzare le ultime cose, lasciando James da solo.
Si guardò un attimo intorno e si soffermò ad osservare gli invitati e, soprattutto, i suoi amici.
Louis ballava con un ragazza in un modo poco casto, la macchinetta fotografica attaccata al collo, pronta per essere utilizzata; Dominique a Lily si stavano godendo a centro pista la festa organizzata da loro, anche se sua sorella si guardava intorno, come se cercasse qualcuno; Albus e Scorpius chiacchieravano molto, forse troppo allegramente con Fred, Lorcan, Margaret e Roxanne, gli unici due rimasti lucidi sembravano Lorcan e Albus, James se ne stupì, Albus non si faceva mai scappare un occasione del genere, forse doveva solo aspettare un altro po'; Rose e Lysander erano su un divanetto e si stavano praticamente mangiando la faccia, entrambe troppo ubriachi per capire cosa stava succedendo, erano entrati nella modalità "trasgrediamo le regole"; Hugo era alla postazione delle luci e chiacchierava con Alice Paciock, per quanto la musica spaccatimpani permettesse di chiacchierare; infine, la piccola Lucy era seduta in un angolo con i suoi amici Tassorosso.
Nelle ultime settimane si erano dati tutti da fare per quella serata, per la sua serata e James sentì di volere un gran bene ad ognuno di loro, perfino a Malfoy, doveva ringraziare loro se la sua festa sarebbe rimasta nella storia di Hogwarts.
<< Ti diverti? >> si girò di scatto e si trovò il viso di Dominique a pochi centimetri dal suo, ebbe voglia di baciarla, ma si trattenne appena in tempo.
<< Prima che ti ubriachi, devi ricevere il regalo >> gli disse semplicemente, ma prima di fare qualunque altra cosa, vennero travolti da Louis e trascinati in un luogo appartato, lo guardarono interrogativi.
<< Foto >> spiegò lui con un semplice sorriso, James prese Dominique per i fianchi, la avvicinò a se e catturò le sue labbra in un bacio dolce, Louis scattò la foto e, appena i due si staccarono, non mancò di far notare il suo risentimento.
<< Avevo detto niente pastrugliamemti, solo perché è la tua festa, eh! >> si lamentò << devo tornare da.. Da... Oh, non ricordo come si chiama, comunque, ha due tutte che sembrano altre due persone >> Louis scappò, Dominique era con la bocca aperta, talmente era scandalizzata, mentre James, James no, ci era abituato, anzi, fino a qualche mese prima, lo faceva anche lui, quindi, si girò verso la sua ragazza e chiese tranquillamente notizie del suo regalo.
<< Non è una cosa da me, nel senso, è una cosa troppo diabetica per i miei e per i tuoi gusti, ma mi sono piaciute moltissimo quando le ho viste >> spiegò Dominique, tiro fuori una scatolina e la porse a James.
Il ragazzo se la girò tra le mani, studiandola nei minimi dettagli, la aprì e dentro ci trovò due ciondoli appesi a due catenine d'argento. 
Il primo ciondolo rappresentava un cervo, era stilizzato, molto preciso e interamente d'argento, James non poteva credere che Dominique avesse fatto una cosa del genere.
Il secondo ciondolo, invece, come si poteva immaginare, rappresentava un cavalluccio marino, il patronus di Dominique; l'ippocampo era curato nei minimi dettagli, proprio come il cervo, a James vennero le lacrime agli occhi per l'emozione, si giro verso la sua ragazza e la vide arrossire e abbassare la testa, molto probabilmente aveva pensato che il suo silenzio fosse una cosa brutta.
<< Eh....sono... Sono stupendi, grazie! >> riuscì a dire, la voce ancora  rotta dall'emozione.
<< Ti piacciono, davvero? >> Dominique alzò la testa di scatto << perché se non ti piacciono possiamo cambiarli, anzi, cambiamoli, è stata una bru.... >> la bionda non riuscì a finire la frase perché James catturò le sue labbra per zittirla, Dominique, dopo un attimo di disorientamento, rispose al bacio con passione.
<< Sono perfetti, tu sei perfetta. Sta zitta! >> le sussurrò James all'orecchio appena si staccarono, prese la prima catenina a forma di cervo, fece girare Dominique e gliela legò al collo, dopodiché, fu il turno della ragazza di farlo.
Ora c'era un'altra cosa che li legava.

 
***

 

Era praticamente rimasta solamente la famiglia Weasley più Malfoy e gli Scamandro: erano le 4:00 in punto ed era decisamente ora di tornare ognuno nei propri dormitori, la prima ad andarsene fu Lucy, seguita da Hugo, Fred, Roxanne, Margaret.
James era seduto su un divanetto, aveva appena smaltito la sbronza e ora si poteva considerare abbastanza lucido, Rose e Lysander, al contrario, stavano vomitando anche l'anima, fu Lorcan a prendere l'iniziativa.
<< Ragazzi, io li accompagno al dormitorio. Ci vediamo domani >> li prese entrambe sottobraccio e si avviò verso la porta.
Lily stava seduta tra Dominique e James, aveva abbandonato la testa sulla testiera del divano e cercava di rilassarsi.
<< Andiamo tutti, dai! >> era stato Albus a parlare, si alzarono velocemente tutti, uscendo dalla stanza , Lily, prima che riuscisse a fare qualunque altra cosa, si sentì trascinare in un posto buio, alzò gli occhi e vide Scorpius. Gli altri erano già andati via.
<< Buonanotte >> le sussurrò prima di baciarla con dolcezza, Lily, come sempre, si senti nelle sue mani e quella sensazione le piaceva sempre di più.
<< LILY! >> si staccarono bruscamente << CHE CAZZO FAI? BRUTTO STRONZO! >> James cacciò la bacchetta dai pantaloni e la puntò al petto di Scorpius con fare minaccioso, con l'altra mano strinse il colletto della camicia del biondo.
<< JAMES LASCIALO ANDARE >> lo pregò Lily urlando
<< Si sta approfittando di te, non posso lasciarlo andare, è un brutto porco! >> James era fuori di se dalla rabbia.
<< LASCIALO ANDARE, TI PREGO >> Lily aveva le lacrime agli occhi, vedeva Scorpius, in palese difficoltà, non staccare gli occhi dal fratello neanche per un secondo.
<< Stupeficium! >> dalla bacchetta di James uscì una luce rossa che colpi Scorpius precisamente sul petto, Lily urlò, mentre il corpo del suo ragazzo si accasciava a terra, corse verso di lui, si piegò per terra, vicino al suo corpo privo di sensi.
<< Innerva >> niente, Scorpius non ne voleva sapere di risvegliarsi, molto probabilmente, l'incantesimo aveva avuto più effetto visto che era stato scagliato ad una distanza troppo ravvicinata. Lily comincio a temere il peggio, aveva letto che lo schiantassimo, in alcune occasione, poteva essere anche letale.
<< Ius, Ius sono io, svegliati. Ti prego! >> cominciò a piangere disperatamente, troppe lacrime cadevano dal suo volto, James, che fino ad allora aveva osservato tutta la scena, si avvicinò ai due, forse perché non riusciva a guardare la sorella in quello stato
<< Innerva >> sussurrò e Scorpius riaprì gli occhi, ma venne travolto da una chioma di capelli rossi, i due stettero abbracciati per un po', finche Scorpius non si alzò, ancora barcollante e si rivolse al maggiore dei Potter.
<< Non ti faccio nulla solo perché so che Lily ci starebbe male >> lo guardò con disprezzo e Lily fu tremendamente orgogliosa di lui, non aveva risposto, per il suo bene.
<< Ce la fai ad andare al dormitorio? Ti raggiungo tra poco, Ius  >> Lily aveva appena deciso di andare a dormire nel covo delle serpi e Scorpius sapeva che quello era un passo molto importante, seguito dall'uso di quel meraviglioso soprannome, annuì e si avviò, lasciando i due fratelli da soli.
<< Che CAZZO fai, Lily?  Ti avevo detto di lasciarlo andare, è un Malfoy, ti farà soffrire, tu sei piccola e lui è uno stronzo, non  tiene a te, per lui sei solamente un nuovo giocattolo, lo devi lasciare, non fa per te >>  James aggredì subito la sorella.
<< Che dici, James? Non è vero! E comunque, COSA TI È SALTATO IN MENTE, POTEVA FINIRE MALE! >>
<< INVECE È VERO, LUI NON TI VUOLE! >> James ignorò il rimprovero della sorella.
<< NO, NON MI VUOLE, LUI MI AMA E IO LO AMO. FINE DELLA STORIA. LO AMO DALL'ETÀ DI UNDICI ANNI E TU LO SAI, NON MI INTERESSA SE È UN MALFOY O NO, LUI È TUTTO CIÒ DI CUI HO BISOGNO. TU DOVRESTI SAPERLO, L'AMORE NON HA LIMITI DI COGNOME >> Lily cominciò ad urlare come un forsennata, aveva detto le parole giuste perché James rimase in silenzio per un bel po' di tempo.
<< scegli, o me, o lui >> lo disse con tanta di quella calma che Lily pensò di sognare.
<< No. Non puoi.. >> cerco di ribattere, ma gli occhi del suo fratello preferito non ammettevano repliche << tu stai sbagliando e lo sai, ti voglio bene,  ma se cerchi di farmi fare una scelta del genere significa che sei tu a non volerne a me, perciò, lui, scelgo lui >> detto questo Lily scappò verso il dormitorio Serpeverde, lasciando James li impalato, il volto ancora asciutto, non era stata una litigata molto lunga, ma era stata decisiva, entrambe lo sapevano ed entrambe soffrivano, non avevano mai litigato cosi.
La rossa velocemente entrò nella camera di Scorpius e si infilò nel letto con lui, le lacrime scesero inesorabili.
<< Ho scelto >> disse con la voce rotta dai singhiozzi, Scorpius le accarezzò i cappelli e lei si calmò quasi all'istante.
<< Va da lui, ti prego, non voglio vederti così, va da lui >> Lily non poteva crederci, Scorpius stava rinunciando a lei per non vederla soffrire, le fu immensamente grata per questo, ma la scelta era stata fatta.
<< No, voglio te! >> gli sussurrò e, un attimo dopo, entrambe scivolarono in un sonno senza sogni.
 
 
NDA
Salve a tutti!
Scusate il ritardo, ma non ce l'ho fatta a pubblicare prima!
Cosa ne pensate del capitolo? Abbiamo avuto la prima lite seria tra i due fratelli Potter... Credete che si risolverà tutto? Io lo spero, ma non ne sono sicura.
Comunque, il 25 vado una settimana al mare e torno il 1 settembre, vedrò se riuscirò a pubblicare prima della partenza altrimenti, dovrete aspettare che ritorni, mi dispiace, cercherò di fare il più presto possibile!
Grazie mille a chi mi segue e a chi mi recensisce, siete veramente troppo gentili. Vi adoro! 
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
Grazie davvero di cuore,continuate a seguirmi.
Un bacione, 
Ce_

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Capitolo 10
*** Credo in Dio e nei Cannoni di Chudley ***


 Credo in Dio e nei Cannoni di Chudley
 

 
Hugo Weasley era un Weasley dentro.
Forse era l'unico tra i cugini ad esserlo davvero, si sentiva Weasley dalla testa ai piedi, in tutto e per tutto.
Zazzera di capelli rossi, folta e crespa, alto, slanciato, simpatico e goloso.. Tutte caratteristiche pienamente Weasley, sembrava che i geni Granger avessero avuto poco effetto su di lui.
 
Hugo Weasley amava essere un Weasley, amava essere circondato dai suoi mille cugini, amava le cene alla Tana, amava i weekend con i nonni, amava stare in quella casa, schiacciato come una sardina perché tra mogli, mariti, nipoti, amici dei genitori e amici dei nipoti, ogni volta che si ritrovavano li, c'erano almeno 50 persone, amava nonna Molly ed era decisamente il suo nipote preferito, amava le sue doti culinarie, le sue urla, le sue preoccupazione e i suoi rimproveri.
La Tana era l'unico posto che Hugo Weasley poteva considerare casa...
 
Hugo Weasley credeva in Dio, credeva in Dio nel senso che era davvero un praticante della religione cattolica, lui e Lucy erano gli unici in famiglia ad essere cattolici invece che protestanti, Hugo credeva che il cattolicesimo fosse più serio e credibile, aveva delle regole più rigide e delle idee ben precise e a lui piaceva così.
Hugo Weasley era convinto che bisognasse credere in qualcosa di più grande degli uomini per andare avanti.
Credeva nelle idee della religione, fino in fondo.
Non riusciva a capire i gay che si ostinavano a dire che il loro era amore come gli altri, ma non era vero, Hugo credeva che fosse solo una montatura.
Non riusciva a capire chi non voleva sposarsi, ma solo convivere.
Non riusciva a capire come James, Lily, Dominique, Albus, Louis e altri suoi amici e cugini potessero definirsi "atei"... All'inizio credeva che fosse solo una cosa passeggera, ma poi si era accorto che ci credevano davvero, o meglio, non credevano in niente, solo in loro stessi, niente più.
Insomma, non riusciva a capire e non accettava chiunque la pensasse in modo diverso dal suo e forse quello era il difetto più grande di Hugo e, in generale, della religione.
 
Hugo Weasley amava il Quidditch, lo amava nel senso che ne era praticamente ossessionato, sapeva sempre ogni cosa a riguardo, seguiva il campionato tra le squadre, la coppa del mondo, il mercato estivo, sapeva ogni risultato di ogni partita in ogni parte del mondo...
Amava il Cannoni di Chudley, ovviamente, anche se la lotta in famiglia era molto accesa, c'erano le donne e alcuni uomini che tifavano per le Holyhead Harpies poiché era la squadra allenata da Angelina e quella dove aveva giocato anche Ginny, poi c'erano gli uomini che facevano finta di tifare per le ragazze, ma, in realtà, non lo facevano, poi c'erano quelli che non tifavano, come sua sorella Rose e poi c'erano quelli che, come lui e suo padre, continuavano a tifare ostinatamente e fermamente i Cannoni.. La lotta era decisamente ardua.
Hugo Weasley era uno dei battitori della squadra dei Grifondoro e forse era il migliore che Hogwarts avesse mai visto, aveva un talento naturale.. Aveva iniziato come portiere, ma non era stato fortunato, poi, cambiando di ruolo, era uscito il suo dono.. Sognava di andare a giocare come professionista in una squadra importante, ma la strada era ancora lunga...
Hugo Weasley, Weasley e fiero di esserlo.
 
<< Nooooooooo >> l'urlo delle tribune di Grifondoro e Tassorosso si mischiò con l'esultanza dei Serpeverde...
Si stava giocando la prima partita di campionato: Serpeverde  contro Tassorosso e i primi stavano stravincendo per 80 a 20, ma il cercatore dei verde argento, non che capitano, sembrava non trovare il boccino d'oro.
Tra i pali,  Scorpius Malfoy  aveva una faccia spazientita, ogni tanto lanciava un'occhiata verso la tribuna Grifondoro e trovava, ogni volta, gli occhi di Lily fissi su di lui, sapevano tutti della loro relazione, come sapevano tutti che la rossa tifava per i Serpeverde, ma evitavano di parlare.
Margaret Jordan-Finningan, cacciatrice delle serpi aveva di nuovo la pluffa tra le braccia e evitata i giocatori Tassorosso con aria annoiata, era di nuovo davanti gli anelli.... E...
Dentro, ancora.. 90 a 20
Hugo era spazientito, la partita non durava da molto, ma era noiosa, i Serpeverde avevano permesso agli avversari due tiri, dopodiché, la partita era andata completamente nelle loro mani e ora non riuscivano a concluderla.
<< 90 a 20! >> era Roxanne al microfono che, già da un po', si limitava ad informare il pubblico soltanto del risultato, senza fare l'intera telecronaca della partita.
<< Attenzione attenzione.. Forse ci siamo! >> il tono era così pieno di speranza che Hugo seguì lo sguardo di tutti e si soffermò su Zabini, cercatore dei Serpeverde che si era fiondato a tutta velocità verso il boccino, lo afferrò velocemente, alzando la mano in aria, in segno di vittoria, fu presto circondato dai suoi compagni..
Un urlo di gioia uscì da tutto lo stadio, forse anche dalla tribuna dei Tassorosso, era la partita più noiosa che Hugo avesse mai visto ed era tutto dire, perché ne aveva viste di partite di Quidditch!
<< Finalmente... Andiamo? >> si girò verso il suo migliore amico, Frank Paciock e lo trovò profondamente addormentato sulla sedia.
<< Frank, Frank >> lo scosse per le spalle e quello sembrò svegliarsi
<< È finita? >> Hugo annuì e insieme si avviarono verso la Sala Grande per il pranzo.
Frank era il suo migliore amico da tempi immemori, forse da sempre, erano cresciuti insieme e l'amicizia era continuata anche ad Hogwarts..
Si poteva dire che aveva legato con entrambe i Paciock, anche con la piccola Alice che frequentava lo stesso anno di Lucy a Tassorosso, erano due ragazzi dolci e sensibili come la madre, impacciati e goffi come il padre, ma coraggiosi e con un cuore enorme..
Inoltre, in quanto a carattere, si somigliavano tantissimo, quindi, per il Weasley, era facile trovarsi bene con entrambe.
<< Ciao, Hug! >> era sua sorella Rose che lo aveva salutato con un bacio sulla guancia ed era scappata dentro...
Comportamento poco da Rose, la solita Rose non sarebbe andata a vedere una partita di Quidditch tra due squadre di cui non gli interessava nulla, lei odiava il Quidditch e andava a vedere solo quelle di Corvomero perché c'era Lysander e quelle di Grifondoro perché c'era lui e il resto dei Weasley.
La solita Rose non sarebbe neanche scappata, si sarebbe fermata a parlare con lui...
Sinceramente a lui non piaceva questa nuova sorella, rivoleva quella vecchia, secchiona e diligente, non gli piaceva per niente il piano "trasgrediamo le regole", non gli piaceva neanche il fatto che stesse peggiorando con i voti a scuola e che cominciasse a prendere punizioni...
Erano stati inutili i suoi rimproveri, la sorella non voleva ascoltarlo.
Arrivarono al tavolo e Hugo la finì di pensare ai problemi di Rose, pensò solamente al piatto che aveva davanti, come ogni buon Weasley.
 

<< Salve, sono Hugo Weasley e credo in Dio e nei Cannoni di Chudley >>
 

***
 

La Sala comune  dei Serpeverde era ancora in piena festa, Albus, sinceramente non capiva cosa ci fosse da festeggiare, avevano vinto con i Tassorosso? E quindi? Lui non è che ne capiva troppo di Quidditch, ma ci aveva giocato e si sapeva rendere conto del livello delle squadre e, di certo, quello dei Tassorosso non era molto alto...
C'era anche da festeggiare? Ci avevano messo 45 minuti per trovare quel maledettissimo boccino, non era certamente un vanto, se avessero vinto con i Grifondoro o i Corvomero, allora si che ci sarebbe stato da far festa, soprattutto se contro i primi, ma dai, con i Tassorosso...
Albus non aveva mai avuto pregiudizi di alcun genere verso le case di Hogwarts, ma l'incapacità dei Tassorosso di giocare a Quidditch non era un pregiudizio, era semplicemente un dato di fatto, semplicemente le persone che venivano smistate in quella casa avevano tanti pregi, ma non sapevano giocare a Quidditch, non era mica una catastrofe...
Comunque, uscì dalla Sala Comune giusto per allontanarsi da quel casino e si avviò verso la torre di Grifondoro, era domenica e sarebbe andato da Lorcan.
Arrivò davanti alla Signora Grassa e si accorse che non ricordava la parola d'ordine... Il quadro sicuramente non l'avrebbe fatto entrare, ma doveva tentare.
<< Ehm.. Scusi, mi fa entrare? È urgente! >> chiese con molta gentilezza, lei si girò verso di lui, come se fino ad allora non l'avesse visto.
<< Cravatta verde e argento.. No, non puoi! >> non servirono a nulla gli occhi dolci e i complimenti, anzi, tutt'altro, Albus si guadagnò soltanto una grossa predica << tu sei Serpeverde, perché non vai nella tua Sala Comune, qui siamo alla torre dei Grifondoro, ti sei perso? Vuoi che ti faccia entrare? Davvero? Bhe, non puoi! Pff! Guarda un po'! Ai tempi dei tuoi genitori mica si poteva fare, sai.. Nessuno entrava nella Sala Comune di nessun altro.. Siete una generazione sconsiderata, maleduca.. >> Albus spense le orecchie, non si poteva sentire di nuovo la predica di quella li, sarebbe stato troppo..
Si allontanò quel tanto da non sentirla più e aspettò che qualcuno uscisse.
5 minuti, ancora nessuno
10 minuti.. Sembrava che i Grifondoro stessero complottando contro di lui per farlo rimanere li a vita
15 minuti.. Era domenica, cavolo, poteva essere che nessuno tornava dal pranzo o se ne andava in giro per il castello? Neanche un misero secchione che andava a fare i compiti in biblioteca?
Ah, no.. I secchioni fanno i compiti il sabato.. Bhe, allora neanche un misero primino che esce alla scoperta dei segreti del castello, neanche uno piccolo piccolo? Nessuno!
20 minuti.. Nessuno! Stava per avere una crisi di nervi
25 minuti, vide il quadro della Signora Grassa aprirsi per far passare proprio un primino, fu come un apparizione per Albus, si alzò di scatto e gli andò incontro.
<< Hai visto Lorcan Scamandro? >> chiese a bruciapelo, il ragazzino impaurito da tanta aggressività, rispose a mezza voce.
<< È uscito 1 ora fa, non lo so >> appena sentì quelle parole, Albus si diresse verso la Sala D'ingresso.
 
<> stava ancora correndo verso la sua destinazione quando sentì l'ultima voce che si sarebbe aspettato di sentire.. Si girò di scatto e, in cima alle scale, riconobbe la folta chioma, ormai quasi grigia e gli occhiali rotondi di suo padre.
"CAZZO! Non ora!" Erano le uniche 3 parole che vennero in mente ad Albus in quel momento, ma evitò di dare voce ai suoi pensieri; si stampò un sorriso finto sulle labbra, con la speranza che avrebbe nascosto il suo imbarazzo e si avvicinò ad Harry.
<< Ciao, papà! >> lo salutò calorosamente, il padre rispose con un abbraccio. Alla fine, gli faceva piacere rivederlo, gli mancava molto suo padre, i suoi consigli su come fare un incantesimo di difesa, su cosa fare una volta fuori da Hogwarts e si, anche sulle ragazze.
Harry era sempre stato una frana in quelle cose e, a dir la verità, anche Albus, ecco perché si aiutavano a vicenda, James non ne aveva mai avuto bisogno, visto che aveva ereditato i geni di nonno Potter, mentre lui no, era sempre stato una frana. E Albus lo sapeva, sapeva che suo padre era peggio di lui, ma era una delle poche persone con cui riusciva ad aprirsi, quindi, si era accontentato di quello che aveva.
<< Che ci fai qui, papà? >> era la domanda più sensata che gli era venuta in mente
<< Problemi di sicurezza, dovevo parlare con la McGranitt.. >> problemi di sicurezza? Che stava succedendo? Harry, vedendo la faccia perplessa e preoccupata del figlio, si affrettò ad aggiungere << tranquillo, non è nulla di che, solo precauzioni! >> gli sorrise raggiante e Albus si tranquillizzò all'istante.
<< Mamma che dice? >> fece Albus, erano ancora fermi nel bel mezzo della sala e, ogni tanto, qualcuno degli studenti più piccoli si fermava ad additare suo padre, era un eroe per loro, non un padre e basta come lo era per Albus, un eroe, che poi, chissà, probabilmente non sapevano neanche metà delle cose che aveva fatto durante la guerra.
Decisero silenziosamente di ignorarli.
<< Tutto bene, tu? Novità? >> potevano essere scambiati tranquillamente per due amici che non si vedono da un po', ma, in realtà, lo erano, erano sempre stati amici, complici, era l'unico figlio che aveva il privilegio di sapere tutto su Harry, con James aveva un rapporto di eterno conflitto, con Lily amava coccolarla e considerarla "la sua bambina" , mentre, con lui, parlava per ore e Al era felice di questo.
<< Al solito >> Albus rispose con un groppo alla gola, odiava mentire a suo padre, ma doveva farlo, anche se quello non era mentire, ma era "omettere di parlare", comunque, si sentiva colpevole, ma la paura vinceva su tutto, aveva paura di non essere accettato, di essere additato, di nuovo, come il diverso, aveva paura di deludere suo padre, soprattutto e quella era l'unica cosa che per lui contava davvero, non poteva deluderlo.
Entrambe si aprirono in un sorriso, ma quello di Albus si spense appena il ragazzo sentì due braccia attaccate al collo e le sue labbra incollate a quelle di un Lorcan troppo euforico e, decisamente, con un pessimo tempismo.
<< Amore, ero venuto a cercarti! >> Albus non disse nulla, gli sorrise solamente, tanto oramai il danno era fatto, si girò verso suo padre.
<< Papà, lui è Lorcan Scamandro >> come se non lo conoscesse, come se non lo avesse visto crescere.
In quel momento, Lorcan sembrò accorgersi del casino che aveva combinato, chiese scusa con gli occhi ad Albus, ma quando lui annuì incoraggiante, capì che anche per Albus era venuto il momento e sapeva che era pronto.
Albus, d'altro canto, si sentiva un pochino fortunato, se non fosse successo, lui non l'avrebbe mai fatto.
Strinse la mano del suo ragazzo con un sorriso e lo sentì dire
<< Salve, signor Potter.. >>
 
***


Guardava suo figlio e il giovane Scamandro senza vederli veramente, era rimasto senza parole, nella sua mente continuava a passare l'immagine dei due che si baciavano.
Non era mai stato contro i gay e non intendeva iniziare in quel momento, ma suo figlio.. Cavolo, come aveva fatto a non accorgersene? Che padre era? E, soprattutto, perché Albus non gli aveva detto nulla fino ad allora? Non si fidava di lui o credeva che non lo avrebbe amato lo stesso?
Era diviso tra la rabbia verso di se per non essersene accorto e la rabbia verso Al per non avergli detto nulla.
<< Papà? >> si svegliò dallo stato di shock in cui era caduto, Lorcan, capendo che era di troppo,  salutò Albus con un bacio sulla guancia e se ne andò.
<< Stai scherzando, vero? >> suo figlio lo guardò interrogativo e poi rabbioso. che cavolo aveva detto?
<< Certo che non sto scherzando, sto con Lorcan, sono gay, papà, che tu lo voglia o no >> la reazione del ragazzo fu dura, forse era quello che Harry si meritava dopo la sua uscita.
<< Gay.. Da quanto tempo? >> perché continuava a fare domande inopportune? La sua mente ne formulava altre, ma la sua bocca, guidata dall'istinto, faceva tutt'altra cosa
<< Da tre mesi, quattro, cinque o forse da sempre, non lo so! Senti, ho capito, finiamola! >> Albus era nero dalla rabbia, glielo si poteva leggere in faccia.
<< NON LA FINIAMO, INVECE! >> Harry alzò la voce e si maledì ancora una volta per quello che aveva fatto.
<< CHE C'È? SONO GAY, SONO ATTRATTO DAGLI UOMINI, NON LO ACCETTI, BHE, NON FA NIENTE! SONO DIVERSO, COME SEMPRE, SONO QUELLO DIVERSO, QUELLO CHE TI DELUDE CONTINUAMENTE, EPPURE IO SONO COSÌ, QUINDI, SI, FNIAMOLA QUA >> Albus era esploso e Harry sapeva che quel discorso gli aveva fatto male almeno quanto ne aveva fatto a lui, si sentì uno stupido quando vide Albus voltargli le spalle e andarsene, non prima di avergli rivolto un occhiata sprezzante.
Che diavolo aveva fatto?
Non provò neanche a raggiungerlo, lo lasciò andare, decise, invece di andare a parlare con Lorcan; lo trovò in un corridoio che portava alla torre di Grifondoro.
<< Lorcan, dov'è Albus? >> lo urlò, tanto ormai tutti sapevano della lite che aveva avuto con il figlio.
<< È andato un attimo in dormitorio, lo sto aspettando. Era distrutto, signor Potter >> gli dava fastidio il fatto che lo chiamasse "signor Potter", lui era Harry, lo era sempre stato per lui, anche zio Harry volendo, ed era sempre lui, perché ora lo doveva chiamare così?
<< Sono Harry,  Lorcan, come sempre! Devo parlare con Albus, anche se lui non vuole  >> lo riprese
<< È la cosa che vorrebbe di più al mondo in questo momento, fidati, Harry! >>
<< Non sembrava da come se ne è andato.. Ha scelto te. >> fece Harry con amarezza
<< Se ne è andato perché pensa di averti deluso e, per lui, questo è una delle cose piú terribili. Tiene al tuo giudizio piú che a qualunque altra cosa e si, ora ha scelto me, ma solo perché ha un briciolo di orgoglio, tra un po' se ne renderà conto e tornerà dalla sua famiglia e da te, perché sei il suo eroe, il suo punto di forza e sicurezza, il suo amico e confidente. Io lo amo e non lo voglio perdere, perciò, ti prego, accetta la cosa in modo che lui possa rimanere con me, io farò di tutto per renderlo felice, è una promessa. >> aveva notato un luccichio negli occhi di Lorcan mentre faceva il suo discorso, forse era lo stesso luccichio che aveva lui quando parlava di Ginny.. Molto probabilmente fu quello che gli fece cambiare idea su tutta quella storia, si allontanò da Lorcan con una pacca sulla spalle e andò alla ricerca di suo figlio.
 
<< Al >> lo richiamò dolcemente, era seduto su una poltrona nella Sala Comune di Grifondoro, era entrato grazie alla sua fama e alla complicità con la Signora Grassa.
Il figlio si voltò verso di lui, gli occhi duri.
<< Scusami >> doveva partire così << scusami per la scenata di prima, scusami per non aver capito nulla in tutto questo tempo, anche se tu lo nascondevi, io dovevo capirlo, sono tuo padre, dovevo capirlo. Devi sapere che lo accetto, accetterò tutto quello che farai nella tua vita e ti amo come ti amavo ieri o 2 ore fa e ho capito che anche Lorcan ti ama e questo mi basta. Non mi interessa che sia un ragazzo o una ragazza, l'importante è che ti ami. Mi serve di sapere una sola cosa. Sei felice, Al?  >> parlò con il cuore, questa volta lo fece davvero, comunque, vide Albus alzarsi, andare verso di lui abbracciarlo di slancio, quello valeva piú di mille parole.
<< Sono felice, papà! Grazie, grazie, sei il Migliore >> erano quei momenti che lo rendevano felice, quelle parole sussurrate al suo orecchio, rispose all'abbraccio e gli accarezzò i capelli con dolcezza.
 
<< Sono a casa! >> urlò e si diresse verso la cucina, dove trovò sua moglie indaffarata ai fornelli, le andò incontro, baciandola sulla tempia.
<< Ben tornato! >> lei si girò e incontrò le sue labbra << come è andata? >>
<< Ho raccontato tutta la storia alla McGranitt e le mie preoccupazioni, ha detto che aumenteranno la sicurezza ad Hogwarts.. Ah, e ci sono novità con Albus >> partì subito velocemente << è fidanzato con Lorcan Scamandro >> lo disse come se fosse la cosa più naturale del mondo e, in effetti, lo era, era naturale come qualunque altra cosa. Vide sua moglie sgranare gli occhi, poi aprirsi in un sorriso.
<< Finalmente >> disse, sospirando.. Cosa? Lei.. Lei?
<< Tu lo sapevi? >> incredibile, non gli aveva detto nulla.
<< No che non lo sapevo, ma aveva intuito che Albus fosse gay e che gli piacesse Lorcan,si scambiavano sguardi in continuazione quest'estate.  L'avevano capito praticamente tutti, forse solamente tu e James eravate ancora all'oscuro >> spiegò semplicemente la donna, poi, vedendo la faccia afflitta di suo marito, si affrettò ad aggiungere << tranquillo, tu sei sempre stato una frana in queste cose, Potter >> e Harry lo sapeva che non c'era affermazione più giusta di quella, era davvero una frana.
 Le diede di nuovo un bacio, si diresse verso il bagno e si mise sotto il getto dell'acqua.
Era felice per Al, molto probabilmente aveva trovato la sua anima gemella. Era felice per lui in quanto suo figlio, ma anche in quanto suo amico. Al era l'unico dei suoi figli ad aver detto "papà" come prima parola, l'unico che se ne stava con lui nel suo studio a leggere o a parlare, l'unico con cui non litigava quasi mai, ma anche quello che aveva sofferto di più per il fatto di essere smistato in Serpeverde o quando avevano capito che non era un granché con il Quidditch, Al,nonostante il padre avesse cercato  di rassicurarlo, ne aveva sofferto molto.
Meritava la felicità e l'appoggio di suo padre e lo avrebbe avuto, di questo Harry era sicuro.
 
***

Stava correndo verso suo fratello Albus e Scorpius senza un motivo apparente, appena Al la vide spalancò gli occhi perplesso, lei, senza pensarci due volte, lo abbracciò di slancio.
<< Finalmente ce l'hai fatta, testone >> gli sussurrò all'orecchio, Albus l'allontanò un attimo per guardarla negli occhi, le chiese se fosse impazzita, ma in realtà, sapeva a cosa si riferiva.
<< Oh, si capiva che eri innamorato di Lorcan e si capiva anche che sei gay... Non sei bravo a nascondere le cose, per niente! Congratulazioni!  >> Gli schioccò un bacio sulla guancia.
<< Mica sto per sposarmi, Lils >> cercò di minimizzare lui, in realtà, Lily sapeva che era felice della sua reazione, sicuramente non si aspettava che non l'avrebbe accettato, visto che lei era sempre stata una con la mente aperta e pronta a tutto, ma sicuramente ne era stato felice.
Per lei, avere un fratello gay era una cosa di cui vantarsi.
Voleva bene ad Albus e nelle ultime settimane, visto che non parlava con James, il loro rapporto era migliorato tantissimo, parlavano molto, uscivano  insieme, insomma, in parte, Al stava sostituendo il fratello maggiore, anche se per Lily non ci sarebbe mai stato un altro James.. Lo sapevano entrambe.
<< No, ma è lo stesso una cosa importante.. Ora, scusate, ma devo andare a finire i compiti >> diede un bacio veloce  a Scorpius, salutandolo con un "ci vediamo dopo" e in un attimo fu fuori dalla visuale dei due ragazzi.
Si diresse verso la torre di Grifondoro, doveva completare il tema di pozioni e ci avrebbe messo un bel po' di tempo.
Appena entrò in Sala Comune, torvò Dominique e James a parlare su un divano, si sedette anche lei.
<< Ciao, Dom! >> salutò la sua migliore amica con un sorriso e ignorò completamente suo fratello.
<< Lils >> fece la bionda, a mò di saluto.
<< Ciao, Lily! >> disse James, ma lei continuò a far finta di niente, erano giorni ormai che il fratello cercava di far pace, ma non avrebbe cambiato  idea, a meno che lui non avrebbe dimostrato di fidarsi davvero di lei e di Scorpius, cosa che James ancora non aveva fatto, visto che continuava a non accettare la loro relazione.
Le mancava suo fratello, le mancava una persona con cui potersi sfogare che non fosse Domi, le mancavano le sue battute e i suoi tormenti, soffriva molto per la lite, ma non avrebbe mollato perché era certa di avere ragione.
Fece segno a Dominique e lei si alzò con uno sguardo di scuse a James  e la seguì nel dormitorio del quarto anno.
<< Come l'ha presa? >> chiese subito
<< Bene, è contento per Albus, anche se la cosa per lui è stata una sorpresa >> rispose Dominique che aveva capito al volo cosa intendeva la rossa.
<< Certo, lui accetta tutto tranne quello che faccio io >> si lamentò Lily, stavano parlando di James, ormai Dominique faceva da portavoce, non si era schierata da nessuna delle due parti e Lily, al contrario di ciò che aveva fatto suo fratello con lei, non l'avrebbe fatta scegliere per nessun motivo al mondo, Dominique poteva continuare a frequentare entrambe, solo separatamente.
Lily prese la pergamena e la piuma e si mise a lavoro con il tema, facendosi aiutare dall'amica.
 
<< Allora, che hai deciso per il provino? >> avevano appena finito i compiti e Lily aveva capito che la domanda di Dominique non era stata fatta a caso.
<< Lo vuoi sapere tu o James? >> le chiese
<< È preoccupato perché hai detto a Louis che non ci saresti andata >> in effetti, ne aveva parlato con Louis e, nonostante l'insistenza del ragazzo, aveva deciso di non andarci << comunque, si, lo voglio sapere anche io, visto che sono la tua migliore amica >>  Dominique si stava scaldando
<< No, non ci vado. Sarebbe un casino, i miei non mi permetterebbero mai di lasciare la scuola e la McGranitt non mi darà mai il permesso di andarci >> chiuse il discorso velocemente, in realtà, non erano solo quelli i motivi, aveva paura, paura di non essere presa,  paura della reazione di suo padre e degli altri, paura di ritrovarsi sola, senza James accanto, paura di rompere le aspettative di tutti, di Scorpius, di Domi, di Louis, di James, di Mrs. Wilkinson, aveva paura di fallire.
<< Hai ancora un mese per pensarci, è un opportunità unica >> cercò di convincerla Dominique, ma senza successo.
<< No, non ci andrò. Il discorso è chiuso, ok? >> ed era chiuso davvero, non ne avrebbero riparlato piú, non si sarebbe più fatta del male, Lily.
 

 

NDA
Salve!
Scusate il ritardo, ma sono stata al mare e non ce l'ho fatta a pubblicare prima!
Comunque, tornando alla storia, come molte di voi avevano già capito, per Albus e Lorcan è stato impossibile tenere segreta la loro relazione, ma, per fortuna, sembra che Harry e Ginny non l'abbiano presa male..
Cosa ne dite di Hugo? Sinceramente, non mi piace molto come personaggio, infatti, le sue idee sono tutto il contrario delle mie!
Infine, Lily non ha intenzione di andare al provino, nonostante le insistenze di tutti. E non credo proprio che cambierà idea.. Sicuramente si sta perdendo l'occasione della sua vita..
Dopo questo cambiamento, tornerò ad aggiornare ogni lunedì, come sempre, a partire dal 10.
Ringrazio enormemente chi mi ha recensito e chi mi segue, è grazie a voi che la storia continua...
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses0
-AleJackson (<3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra
Grazie mille, continuate a seguirmi!
Un bacione,
Ce_

 

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Capitolo 11
*** Il mio futuro è al di la del rendimento scolastico ***


 Il mio futuro è al di la del rendimento scolastico
 

 
Roxanne Weasley era la degna erede di suo padre e di suo zio.
 
Roxanne Weasley amava gli scherzi, amava inventarli, metterli in atto e, perché no, anche subirli. Amava ogni tipo di scherzo, da quelli più banali a quelli più pesanti, erano decisamente il suo passatempo preferito.
L'esempio da seguire per lei, era suo padre, era il suo eroe personale, passava con lui ore e ore a progettare marchingegni per il negozio e non si stancavano mai, aveva un rapporto del tutto speciale con quell'uomo, erano complici, tant'è che, spesso, anzi, quasi sempre, lo chiamava George e non "papà" come a sottolineare il fatto che per lei fosse più un amico  che un padre.
 
Roxanne Weasley non credeva nella scuola e nell'istruzione, o meglio, credeva che bisognasse studiare solamente le nozioni di base, il resto gliel'avrebbe insegnato la vita.
Proprio per questo motivo Roxanne non studiava mai, si accontentava benissimo di un "Accettabile", senza fare troppe storie, anzi, se i suoi genitori glielo avessero permesso, avrebbe sicuramente lasciato la scuola prima del tempo e si sarebbe dedicata a cose che lei riteneva sicuramente più utili.
Insomma, l'importante per lei era che sapesse applicare le nozioni principali di magia per preparare i suoi scherzi, poi li avrebbe sviluppati da sola, senza alcun problema.
Roxanne Weasley sognava di diventare la nuova proprietaria de " I Tiri Vispi Weasley".
 
Roxanne Weasley era unica nel suo genere, probabilmente la prima Weasley con capelli corvini e con la carnagione scura, completamente pazza e sopra le righe.
Roxanne Weasley amava dire le cose come stavano, era uno dei suoi pregi.
Senza giri di parole, lei andava dritta al punto, dicendo sempre la verità, anche se magari questa poteva ferire la persona con cui stava parlando.
Odiava nascondere le cose alle persone care, anche le più banali.
 
Roxanne Weasley temeva i sentimenti, qualsiasi tipo di sentimento: amicizia, amore, odio. Aveva maledettamente paura di tutte quelle cose, aveva paura di affezionarsi e poi ritrovarsi da sola, aveva paura di innamorarsi e non essere ricambiata, per questo tendeva a negare sempre i suoi sentimenti.
Anche se ciò che provava era talmente palese da non esserci dubbi, lei negava, sempre, la cosa peggiore, però, era che non solo mentiva ai suoi amici, ma anche a se stessa e questo non faceva che creargli confusione in testa.
Quando si trattava delle sue emozioni, preferiva, per una volta, evitare di dire la verità.
Roxanne Weasley, la terza gemella.

 
Guardava annoiata la sua migliore amica finire il compito di divinazione, era stesa sul letto, il corpo interamente sul materasso e la testa e le braccia a penzoloni a toccare il pavimento, il sangue stava lentamente andando verso il suo cervello e questo certamente non la rendeva più paziente, ma quella era l'unica posizione che poteva considerare comoda, quindi, il suo piccolo cervellino doveva soffrire in silenzio.
<< Hai finito? Sono più di due ore che siamo qui >> pazienza, si, forse dovevano rivolgersi a qualcun altro per sperare di trovarla, da lei scarseggiava.
<< Non ti annoieresti se facessi anche tu il compito >> le rispose Margaret con fare ovvio, lei la guardò alzando un sopracciglio, l'amica scoppiò a ridere a più non posso, in effetti, in quella posizione, doveva essere uscita una smorfia bella e buona, Roxanne la seguì a ruota e stettero per un tempo indefinito incapaci di fare qualunque cosa che non fosse ridere a crepapelle.
Quando smisero, Margaret si sedette sul letto e lei si tirò su per poter parlare più civilmente.
<< Hai parlato con Johnatan? >> Johnatan Baston, Grifondoro del sesto anno, portiere della squadra di Grifondoro, figlio di Oliver Baston e Katie Bell, appena una settimana prima, aveva confessato a Roxanne di essere innamorato di lui e lei, dopo una veloce spiegazione, si era chiusa a riccio come suo solito.
<< Gli ho detto che non sono sicura di ciò che provo. Fine della storia. >> lei non era mai sicura di ciò che provava, non era una novità, ma quando uno ti confessa i suoi sentimenti ti mette ancora più confusione in testa, no?
<< Stupida >> commentò Margaret
<< Sta zitta, Serpe che non sei altro >> ebbene si, Margaret Jordan-Finningan,  figlia adottiva di Seamus e Lee, di origini russe,  con grande sorpresa di tutti, era andata a finire in Serpeverde e, cosa ancor più strana, si era dimostrata una perfetta Serpeverde, ma, nonostante le case diverse e rivali, la loro amicizia era rimasta intatta. Infatti, Margaret era tranquillamente andata a studiare nel dormitorio dei Grifondoro.
<< Invece tu, quando parlerai con Fred? >> continuò Roxanne, riprendendo la posizione di prima, con la testa all'ingiù e le braccia a penzoloni.
Si stava da Dio in quella posizione, davvero.
<< Non ho nulla da dirgli >> fece Margaret con il tono di chi vuole chiudere li il discorso.
<< Nulla a parte il fatto che sei innamorata di lui da sempre e che i  ragazzi che hai avuto sono stati solo passeggeri? Ah, senza togliere il fatto che anche lui è palesemente interessato a te >> fece Roxanne, la voce ridotta ad un soffio.
<< Questo non è affatto vero, fammi un po' di spazio, sciagurata >> entrambe sapevano che, invece,  le parole della Weasley  non erano mai state più vere.
Margaret era innamorata di Fred da appena nata, praticamente, e piano piano anche lui si stava interessando a lei, ma, come al solito, sembrava che gli unici a non accorgersene, fossero proprio loro due.
Roxanne  si tirò verso il bordo del letto così che la bionda si poté stendere accanto a lei a pancia in sù, braccia a penzoloni e testa che guardava il muro di fronte, esattamente come la sua migliore amica.
Oh, si, si stava da Dio!
 

<< Salve, sono Roxanne Weasley e ho sempre pensato che il mio futuro sia al di la del rendimento scolastico* >>

***

 

 

La lezione di Antiche Rune andava avanti da più di un'ora, ma Rose sembrava non accorgersene, continuava a fare dei disegnini sulla pergamena, immersa nei suoi pensieri.
Sapeva che non doveva farlo, la professoressa Lorman era la più severa e intransigente di tutta Hogwarts, forse anche più della McGranitt, sapeva anche che fino ad un mesetto prima, lei sarebbe stata seduta al primo banco, intenta a prendere gli appunti, invece, ora era seduta all'ultima fila, le gambe allungate, la piuma che scriveva sulla pergamena, ma di certo non erano appunti quelli che stava scrivendo.
<< Weasley, ora mi hai davvero stancato! Se non vuoi seguire le mie lezioni non farlo. DALLA PRESIDE, ADESSO! >> si parlava di intransigenza? Eccola qui.
Rose si alzò svogliatamente, raccolse i suoi libri e uscì dall'aula senza neanche guardare la professoressa o degnare la classe di un minimo saluto.
Non riusciva più a riconoscersi, era diventata completamente un'altra persona, ben lontana dalla Rose del massimo dei voti ai GUFO, quella che sta sempre in biblioteca.
Arrivava sempre tardi alle lezioni, non studiava e i suoi voti ne stavano risentendo parecchio, stava spesso in punizione con Lysander, insomma, la sua vita era cambiata radicalmente, all'inizio si sentiva davvero meglio, in seguito, cominciava a pensare che forse ci servisse una via di mezzo; ma tornare la Rose di prima, MAI!
Quella parte da brava ragazza le stava troppo stretta, ma magari doveva darsi una calmata, Lys glielo ripeteva sempre, ma lei non voleva sentire.
In quel periodo stava studiando se stessa, invece delle materie di Hogwarts e lo trovava molto più utile, aveva capito cose che neanche poteva immaginarsi. Aveva capito che era stufa di quella maschera che gli altri le avevano messo addosso,  che era stufa di essere additata come la Weasley secchiona e sfigata. Era stufa, stufa di se stessa.
Ma non tanto per il giudizio degli altri, era lei ad essere stanca, non ce la faceva più a stare nei suoi panni.
Non si sentiva bene con se stessa, e quello, come le ripeteva sempre Lily, era la cosa più importante, per prima cosa doveva piacersi lei, poi venivano tutti gli altri.
Bhe, lei, negli ultimi tempi riusciva a sentirsi bene con se stessa ed era una grande conquista, gli altri non capivano i suoi bisogni, ne i suoi genitori, ne suo fratello, ne i cugini, solo Albus e Lys le stavano accanto.
Gli altri non riuscivano a capire che c'era un'altra Rose tutta da scoprire, che era stanca di essere quella del: "Sarebbe potuto accadere, ma non è successo", del "Troppo tardi", "Non più", "Addio".
 

Arrivata davanti all'ufficio della preside, si fermò.
<< Biscotto al cioccolato >> il gorgoyle la fece passare, ormai sapeva anche la parola d'ordine dell'uffico della preside, se l'avesse saputo sua madre.. O forse, già lo sapeva.
<< Buongiorno >> si annunciò, la McGranitt si girò, probabilmente aveva l'ora libera
<< Venga, Signorina Weasley.. La professoressa Lorman mi ha avvertita e io non ho potuto fare a meno di chiamare i suoi genitori.. >> i suoi genitori? CAZZO! Tutto, ma non i suoi genitori, sarebbero impazziti, loro non dovevano saperne nulla. CAZZO!
Sbiancò del tutto e annuì impercettibilmente, giusto per dare un segno di vita.
<< Vuole un biscotto al cioccolato, mentre li aspettiamo? >> ecco perché quella parola d'ordine, biscotti al cioccolato... Ne prese uno, giusto per avere qualcosa da fare.
Ma l'attesa fu breve, dopo due o tre minuti le fiamme verdi illuminarono tutto l'ufficio e dal camino comparvero Ron e Hermione Weasley.
<< Buongiorno professoressa, Hug.. Rose? >> la guardarono come se avessero appena visto un alieno, molto probabilmente non erano stati avvertiti sul motivo e sulla persona, si aspettavano Hugo.. Rose era certa che la McGranitt l'avesse fatto apposta per godersi le loro facce in quel momento.
<< Mamma, papà >> li salutò come se nulla fosse.
<< Che ti è successo? Sei stata vittima di qualche scherzo? È stato Lysander, vero? >> era proprio questo che odiava della vecchia Rose, il fatto che a suo padre non fosse venuta neanche in mente la possibilità che fosse stata lei a fare qualcosa e non a subirla.. Il commento da padre geloso su Lys, poteva benissimo risparmiarselo.
Fece per rispondere, ma la preside prese la parola al suo posto.
<< No, Rose oggi è arrivata tardi a lezione di Antiche Rune e, peraltro, non stava seguendo la lezione >> lanciò uno sguardo eloquente a sua madre, come a dire: "non è da Rose" e invece, si, poteva essere da Rose.
<< Ok, ma non mi sembra una cosa per cui chiamare i genitori, no? >> Oh, qualcuno che dicesse la verità ci voleva proprio, in quel momento, sentiva di adorare suo padre.
<< Non è solo questo >> continuò la preside << vostra figlia, ultimamente, arriva sempre tardi alle lezioni, i suoi voti si sono notevolmente abbassati ed  è stata sorpresa piú volte in giro per il castello oltre il coprifuoco.. >> ora la McGranitt guardava suo padre, ma Rose non riusciva a capirne il motivo.
<< Possiamo parlare con nostra figlia in privato? >> chiese sua madre, la preside annuì, così, i tre andarono di sotto a discutere.
<< Che cos'è questa storia dei voti? >> eccola qui, Hermione Granger in persona, signori e signore, nella sua versione piú secchiona.
<< Mamma, sto studiando di meno, tutto qua >>
<< Tu non studi mai di meno >> non tanto la frase, ma fu il tono che usò sua madre che fece arrabbiare Rose, era il tono di chi ti dice "tu fai solo quello, tu vivi per quello", come se lei fosse fatta solo per studiare e non fosse una persona con un cuore e un carattere, quello ferì Rose come una lama di coltello.
<< NO, INVECE! >> urlò << studio di meno e sai che ti dico? Mi sento meglio, molto meglio! Forse dovresti provare anche tu a staccarti dai libri! Voi non capite, tu non capisci, io non sono come te, io non sono te! Mi dispiace che tu abbia dovuto recuperare il tuo settimo anno, mi dispiace se non hai avuto sempre i massimi voti e per te era importante, io non sono te, non imporre a me quelli che erano i tuoi obiettivi, a me non servono tutti "Eccellente", non saprei che farmene, voglio uscire con gli amici, con il mio ragazzo, voglio divertirmi, voglio ubriacarmi. Ho 16 anni, ho il diritto di farlo! >> non aveva urlato, ma sapeva che le sue parole avevano ferito sua madre più di qualsiasi altro urlo, erano come un lampo a ciel sereno, vide una lacrima solcare il volto di Hermione Granger, ma in quel momento non gliene importava un bel nulla.
La donna, molto dignitosamente, alzò la testa e voltò le spalle a sua figlia, senza degnarla di uno sguardo.
Fu allora che si accorse di aver sbagliato, ma era troppo tardi.
Sentì due braccia forti stringerla a se, era suo padre, amava suo padre e credeva, al contrario di ciò che dicevano tutti, fosse una persona molto sensibile, rispose all'abbraccio e si sciolse in un pianto liberatorio.
Gli dispiaceva per la lite, ma sua madre doveva capire che la vecchia Rose non era quella vera.
<< Tesoro, mi basta che non esci oltre il coprifuoco, è pericoloso, per il resto, puoi far ciò che vuoi >> lo sguardo di suo padre era maledettamente serio e non riusciva a capirne il motivo.. Pericoloso? Che mai le poteva succedere per i corridoi del castello?
Vide negli occhi del padre una specie di preghiera e da allora decise che non sarebbe più uscita di notte, si fidava di suo padre e se diceva di no, c'era un buon motivo.
<< Ti voglio bene, papà >> si strinse ancor di più a lui.
<< Ti voglio bene anche io, piccola e te ne vuole anche tua madre >> le sussurrò lui all'orecchio.


 

***
 
 

Tornarono a casa verso le 17:30, Hermione era distrutta, la lite con Rose l'aveva sfinita.
Aveva paura, il suo comportamento le aveva fatto paura, non era la solita Rose, quella che aveva cresciuto negli anni precedenti, quella li era una sconosciuta con le sembianze di sua figlia, quella era la cosa che le aveva fatto più paura, il fatto di non averla riconosciuta, o almeno, non caratterialmente.
Ron se ne stava zitto, sembrava più arrabbiato con la moglie che con la figlia, ma la riccia non sapeva spiegarsi il perché, lei provava così tanta rabbia verso Rose, invece l'uomo sembrava più preoccupato del fatto che uscisse dopo il coprifuoco, come se loro due non l'avessero mai fatto.
<< Sei contento adesso? >> lo aggredì, la sua rabbia era talmente tanta che aveva bisogno di sfogarla su qualcuno.
<< Cosa ho fatto io? >> Fece Ron sulla difensiva
<< Sei tu che le hai messo in testa di non studiare, ne sono sicura! Bhe, ora non sta studiando, sarai contento no? >>
<< Cosa? Hermione qua non parliamo di studiare o no, qua parliamo di nostra figlia, di ciò che LEI vuole, di ciò per cui LEI si sente pronta e all'altezza. La verità è che l'hai caricata di troppe aspettative e lei è scoppiata, non ce l'ha fatta più. L'hai guardata negli occhi per un attimo, hai visto che sembra un'altra persona? Sembra stare meglio davvero. Se studiare meno la fa stare meglio, se è quello che lei vuole, bhe, allora io sto con lei. >> non aveva mai visto Ron così teso, sembrava che qualcosa lo preoccupasse, ma non erano certo le sue stesse preoccupazioni
<< Ronald, ragiona per un attimo. Non è questo che lei vuole. >>
<< E tu cosa ne sai di ciò che vuole tua figlia, quando si tratta di Rose riesci a vedere solo ciò che vorresti tu >> quella fu la goccia che fece traboccare il vaso
<< IO, RONALD, IO? Tu non ti rendi conto di ciò che dici? Quella li non è Rose! Invece di rimproverare me, perché non ti fai un esame di coscienza? Sei suo padre eppure l'unica cosa di cui ti preoccupi è il fatto che lei esca di notte in giro per il castello, quante volte lo abbiamo fatto noi? Non mi sembrava una tragedia no? Invece per te è più importante quello del fatto che tua figlia sia cambiata completamente.  Il solito maturo, Ronald. >> le parole vennero fuori da sole, ma non poteva di certo negare che era tutto ciò che pensava in quel momento.
<< È UN ADOLESCENTE, GLI ADOLESCENTI  CAMBIANO,HERMIONE. MA VISTO CHE TU SEI LA MAMMA PERFETTA CHE VUOLE SOLO PROTEGGERE SUA FIGLIA, PERCHÉ NON HAI PENSATO CHE IL FATTO CHE ROSE ESCA DI NOTTE SIA LA COSA PIÚ IMPORTANTE? C'è un assassino li fuori, o forse più di uno, un assassino che da più di due settimane, prova ad entrare di notte nella scuola dove, TUA FIGLIA, gironzola senza alcuna protezione. Sai che tua figlia ha i capelli rossi, Hermione? Ci hai pensato a questo, Hermione? O sono più importanti i voti? Hai pensato che tua figlia possa essere in grave pericolo, invece di pensare ai suoi obiettivi scolastici? >> il tono di voce di Ron si era abbassato, ma le sue parole furono comunque un pugno allo stomaco, gli attacchi ad Hogwarts da parte della banda di stupratori, la sicurezza aumentata, Ron gliene aveva parlato, eppure non sembrava una cosa così seria, oppure aveva ragione suo marito, la preoccupazione per lo studio di sua figlia l'aveva distratta dalla cosa più importante.
Sua figlia aveva i capelli rossi, perciò, era una possibile vittima.
Quella volta Ron aveva ragione, la sua mente da Auror gli aveva permesso di non dare retta ai dettagli e di andare dritto al punto.
Rimase in silenzio a fissare il vuoto per un tempo imprecisato, sentì Ron alzarsi e dirigersi verso la porta.
<< Devo parlare con Harry, non so a che ora torno >> uscì ed Hermione rimase sola con il suo senso di colpa.

 

***


Probabilmente era la prima volta in tutta la sua carriera scolastica che si ritrovava seduto su quella sedia, in quella stanza, di fronte a quella scrivania, senza che i suoi timpani chiedessero pietà per le urla della donna che, in quel momento, lo stava guardando sorpresa e anche un pochino perplessa.
<< Mi dica, signor Potter... Posso far qualcosa per lei? >> aveva quel tono che si ha quando si parla con uno sconosciuto, gli stava parlando come se non l'avesse visto crescere, come se non lo conoscesse, come se negli ultimi sette anni fossero stati due perfetti sconosciuti, come se la sua presenza in quell'ufficio fosse la più grande novità di sempre, ma entrambe sapevano che non era così.
<< In effetti, professoressa, volevo chiederle un grande favore... >> anche James cercava di mantenere un tono formale, ma non era una cosa che gli riusciva facile, continuò, sperando di sembrare tranquillo << non è che potrebbe firmare tre permessi per stare una giornata fuori dalla scuola il 9 dicembre? >> lo disse lentamente, scandendo bene ogni parola, evitando, così, di ripeterlo due volte.
<< Non ne capisco il motivo >> la McGranitt era perplessa, ma stava riprendendo la sua solita aria severa e questo, stranamente, aiutò James ad andare avanti.
<< Lily, mia sorella, ha un provino per la Royal Ballet School quel giorno e... Insomma, è quello che ha sempre sognato, deve andarci. >> l'anziana professoressa lo guardò di nuovo, stranita, non era certo una cosa da tutti i giorni avere un'alunna che vuole diventare una ballerina.
<< Ci sono varie cose che non capisco.. Primo: perché non è venuta sua sorella a chiedermelo? Secondo: perché gliene servono tre? >> James non aveva detto a nessuno della sua idea di parlare con la McGranitt,  neanche a Louis, neanche a Dominique, neanche alla terza persona a cui serviva il permesso, doveva essere una cosa che dovevano scoprire all'ultimo minuto, altrimenti Lily avrebbe sicuramente rifiutato e il suo piano sarebbe andato in fumo, ma il fatto che la preside non dicesse ancora di no, fece tornare un pochino di speranza nell'animo del ragazzo.
<< Lily crede che lei non gli darà il permesso, non vuole neanche tentare e, comunque, pensavo di accompagnarla io e Scorpius Malfoy... >> disse la verità, pensò che questo avrebbe agevolato le cose, ma si sbagliava di grosso.
<< No, serve il permesso dei genitori. >> quel "no" non ammetteva repliche, a James venne da ridere, i  genitori? Suo padre gliel'avrebbe tirato in faccia quel permesso.
<< I miei genitori non devono saperlo, la prego, professoressa >> tentò il moro
<< No, non posso.. Mi dispiace, ora, per favore, vada via, signor Potter. >> James fece per alzarsi, ma si bloccò quando aveva la mano sulla maniglia della porta, si girò di nuovo verso la sua professoressa.
<< Prof, le ha mai avuto un sogno? >> cominciò James, interrompendo sul nascere la risposta della McGranitt << quando hai un sogno, un sogno di quelli a cui tieni davvero, hai solo voglia di inseguirlo, di rischiare il tutto per tutto per averlo, però, a volte, questa voglia è offuscata dalla paura, è questo che ferma Lily, la paura. Perché quel sogno è qualcosa di incredibile, di inafferrabile.. Aspetti per anni e anni il momento giusto, non sapendo se arriverà, allora Lily, pur di non ricevere una delusione, perché, alla fine, si riceve spesso una delusione, ha deciso di non rischiare, ma io sono suo fratello maggiore e  non posso permetterlo, questa è la sua occasione e non può perderla. Se si ha un sogno, professoressa, lo si deve proteggere, bisogna inseguirlo finche non lo si avrà tra le mani. Lily necessita solo di una spinta, ma, la prego, la lasci inseguire il suo sogno >> James ormai aveva le lacrime agli occhi, non sapeva da dove gli erano venute quelle parole, aveva parlato con il cuore, per una volta, senza maschere, solo lui e la speranza di vedere sua sorella finalmente felice, la McGranitt lo guardava come se lo vedesse per la prima volta.
<< Signor Potter, sua sorella è minorenne e anche il signor Malfoy, io non posso dare loro il permesso, sono sotto la mia responsabilità >> e James lo vide, vide che la preside voleva dirgli di si, ma non poteva perché glielo impediva la legge, così, ebbe uno dei suoi rari colpi di genio.
<< Firmo io, sono maggiorenne, firmerò io. >> lo disse con tutta la sicurezza che riuscì a dimostrare.
<< Non lo so, non credo sia possibile >>
<< La prego, professoressa.. >>
<< D'accordo, d'accordo >> James non credeva alle sue orecchie, pensò di sognare, ma capì che era tutto vero quando la preside gli diede tre permessi da firmare.
<< Usciranno prima loro e poi io >> spiegò James per far capire che sapeva ciò che stava facendo... Comunque, era vero, Lily non avrebbe saputo che c'era anche lui, anche perché non l'avrebbe permesso, vista la loro lite, ma lui non poteva perdersi uno dei momento più importanti della vita di sua sorella.
Firmò i permessi e li mise in tasca.
<< Presentateli a Mastro Gazza quando state per uscire e ora se ne vada, signor Potter, prima che cambi idea >> la McGranitt cercò di mantenere un cipiglio severo, ma il suo viso tradiva un sorriso e la sua voce un pizzico di orgoglio.
James uscì velocemente con una serie di "grazie", "arrivederci" e "non so come ringraziarla" e si avviò a parlare con l'ultima  persona a cui avrebbe mai pensato di chiedere qualcosa.
 

<< Malfoy, posso parlarti? >> stava davanti al tavolo della biblioteca e guardava Scorpius e suo fratello Albus chiacchierare, forse erano andati la solo per trovare un posto tranquillo, visto che era sera e, ovviamente, non stavano studiando; non era riuscito a mantenere un tono gentile, era una cosa più forte di lui
<< No >> la risposta arrivò chiara e netta alle sue orecchie, era un rifiuto bello e buono, vide Al alzarsi e lasciarli soli, si sedette di fronte al biondo, raccogliendo tutta la pazienza che aveva.
<< Malfoy devo chiederti una cosa e, ti giuro, neanche io ne sono particolarmente contento, ma è una questione di vita e di morte. >> Scorpius si alzò dal tavolino con un sorrisetto come per dire "se muori mi togli un sacco di problemi", fece per andarsene, ma James lo bloccò prima che riuscisse a fare un passo
<< È per Lily >>
<< Lily, che è successo? Sta bene? >> James vide negli occhi del Serpeverde una punta di preoccupazione che non gli aveva mai visto, in quel momento capì che Scorpius teneva davvero a sua sorella, dal modo in cui si era bloccato quando aveva pronunciato il suo nome, dallo scatto che aveva fatto quando si era reso conto che c'era un problema, da quella strana luce nei suoi occhi, James aveva capito in un attimo che Malfoy era davvero innamorato di Lily e lui, come sempre, era stato un deficiente a dubitare del giudizio di sua sorella.
<< Sta bene, per adesso, ma se non mi aiuti a fare questa cosa, vivrà tutta la sua vita con un grosso rimorso e la colpa sarà tua.. >> era stato maledettamente subdolo, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di ottenere l'appoggio del biondo.
<< Sentiamo.. >> Scorpius si sedette, forse spinto dalla paura del senso di colpa che si sarebbe dovuto portare per il resto della vita, James ne approfittò e raccontò del provino, del suo colloquio con la McGranitt, delle paure di Lily, dei permessi e del suo piano...
<< Ci sto, se riuscirò a convincere Lily ad andare, ci sto, anche se significa allearmi con te >> lo guardò con aria schifata, ma James sapeva che ormai era fatta.
<< No, è questo il punto, Lily non deve sapere nulla fino a quel giorno, altrimenti si rifiuterebbe, portala fuori scuola con una scusa e non dirgli nulla di me, io non ti ho mai dato quei permessi, li hai chiesti tu alla preside >> spiegò il moro velocemente, sua sorella non doveva venire a sapere che aveva fatto quella cosa.
<< Tu non verrai? Perché vuoi che Lily non lo sappia? >> chiese Scorpius, davvero interessato alla strana psicologia del maggiore dei Potter.
<< Non credo che verrò. E non voglio che Lily mi perdoni perché ho fatto questo, deve capire che accetto davvero la vostra relazione, quindi, anche dopo il provino, tieni la bocca chiusa >> non voleva che sapesse nulla, anche se era cosciente del fatto che se l'avessero presa,  non sarebbe riuscito a trattenersi dal fargli i complimenti, da abbracciarla fino a stritolarla e farle sentire quanto fosse orgoglioso di lei << e volevo scusarmi anche per averti schiantato, ero fuori di me.. >>  alla fine, riflettendoci, Malfoy non era così male, ma non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce.
Scorpius alzò le spalle, così James lasciò il tavolo, ma prima che se ne fosse andato si girò nuovamente verso il biondo con un sorrisetto folle dipinto sul volto
<< Ah, Malfoy, spezzale il cuore e io ti spezzo il collo* >>


 
* Questa frase la dicono Fred e George nel film L'ordine della fenice
* È una battuta di Fast AND Fourious, ma non ricordo di quale, probabilmente del primo.
 
NDA
Salve, gente!
Ecco qui il nuovo capitolo, di lunedì, come al solito.
Cosa ne pensate di Roxanne, quella li è pazza, pazza davvero! E, giusto per dirvelo, lei e Margaret frequentano il quinto anno, quindi hanno 15 anni.
Per quanto riguarda Rose, invece, la situazione si è chiarita, no? È solamente stufa di essere la persona che tutti si aspettano.
In questo caso, Ron non è stato immaturo, anzi, è stato molto più maturo della moglie, vedremo come si risolveranno le cose tra loro due...
E James? È così carino il mio James! Ha fatto tutto per la sua sorellina, ma non vuole dirgli nulla per non farsi perdonare solamente per quel motivo...
Voi che ne pensate del suo comportamento?
Ok, credo di aver finito.
Ringrazio immensamente chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate, chi legge solamente e le splendide ragazze che recensiscono, ovvero:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Continuate a seguirmi e a farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacione,
Ce_
       

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Capitolo 12
*** Credi nei tuoi sogni e loro crederanno in te ***


Credi nei tuoi sogni e loro crederanno in te

 
Scorpius Hyperion Malfoy era quanto di più lontano a un Malfoy.
Odiava portare quel cognome così ingombrante, pieno di pregiudizi da parte dell'intera comunità magica e di aspettative da parte della sua famiglia.
Odiava le stupide imposizioni di nonno Greengrass e anche di Lucius Malfoy, che faceva sentire il suo peso, nonostante fosse stato sbattuto ad Azkaban dopo la sconfitta di Voldemort.
 
Scorpius Hyperion Malfoy era diverso, era stato cresciuto diversamente rispetto ai suoi antenati, sua madre e suo padre gli avevano insegnato il rispetto verso il prossimo, a non credere nei pregiudizi e nei luoghi comuni e, soprattutto, gli avevano insegnato a pensare con la propria testa e questa era la cosa che Scorpius amava di più, pensare con la propria testa è un diritto stupendo e fondamentale, poteva scegliere chi amare, chi sposare, chi erano i suoi amici, il lavoro che avrebbe intrapreso dopo Hogwarts, insomma, tutto.
 
Scorpius Hyperion Malfoy amava suo padre, lo ammirava moltissimo.
Era una persona forte, che era stata capace di pentirsi e di farsi perdonare tutto ciò che aveva fatto in passato, era stato coraggioso, aveva ammesso le sue colpe e si era assunto le proprie responsabilità.
Una persona forte non è chi non cade mai, ma chi cade e si rialza*
E suo padre era caduto, aveva preso una bella botta, ma era stato così forte da rialzarsi e rimettersi in pista.
Aveva un rapporto speciale con suo padre, tra loro non c'erano grandi gesti d'affetto, ma si volevano bene e, nonostante il silenzio, entrambe lo sapevano
 
Scorpius Hyperion Malfoy credeva nei sogni, probabilmente questa è la cosa più scontata che si sia mai sentita in giro, ma era la pura verità, credeva nei suoi sogni e in quelli degli altri.
Li inseguiva, costantemente, a piccoli passi, uno per volta, perché, si sa, uno ha dei sogni, magari finire la scuola, trovare la persona che si ama, ma poi, quando arriva il momento in cui queste cose si vedranno realizzate, si rimane sempre soddisfatti? Bhe, solitamente no, o almeno, non ci si accontenta mai, si comincia ad inseguire subito un altro sogno e questa era la cosa che Scorpius Hyperion Malfoy amava fare: inseguire i suoi sogni.
Perché, comunque, anche se con un po' di delusione, c'è sempre un pizzico di soddisfazione nel vedere i propri sogni realizzati.
 
Scorpius Hyperion Malfoy, anche se poco Malfoy.
 
Come cavolo sarebbe riuscito a trascinare Lily fuori da scuola, che poteva inventarsi? 
Maledetto Potter, le sue idee folli e lui che si lasciava convincere.
Erano le 7 di mattina in punto, Scorpius erano già più di due ore che camminava su e giù per la sua stanza, cercando di trovare una scusa credibile per portare la sua ragazza a quel provino, ma niente, il suo cervello sembrava fosse andato in ferie.
Sentì Albus mugugnare qualcosa nel sonno, ma lo ignorò completamente, doveva trovare una soluzione.. Non poteva presentarsi con un "Oh, guarda, ho due permessi per stare fuori da scuola una giornata, vieni con me?" sarebbe stato davvero troppo ridicolo. 
Rimaneva che doveva sbrigarsi, alle 10 iniziavano i provini e loro minimo per le 9 dovevano lasciare la scuola, avrebbero usato la Polvere Volante dai Tre Manici di Scopa fino ad un bar vicino alla Royal Ballet School, dopodiché, saprebbero andati alla scuola a piedi.
Dopo dieci minuti rinunciò definitivamente all'idea di inventare una scusa, andò in bagno e fece una doccia veloce.
Lily doveva andare a quel maledetto provino, lui aveva paura, paura di perderla, soprattutto, perché ciò significava non vederla praticamente fino a giugno, non sapeva se avrebbero retto una relazione a distanza, lui sapeva solamente che l'amava più di qualunque altra cosa al mondo e avrebbe lottato per la sua Lils, di questo era più che certo, avrebbe fatto in modo di non rovinare la loro relazione e, comunque, non poteva permettere a Lily di perdere la più grande occasione della sua vita, James aveva ragione, avrebbe vissuto con il rimorso per il resto della vita.
 
Appena finì di fare colazione, si avviò verso l'uscita della Sala Grande, aveva appuntamento li con Lily per le 8:50...
Alla fine, la scusa non l'aveva trovata, aveva optato per un "Improvviserò al momento", cosa che non lo convinceva e non lo rendeva affatto sicuro di se stesso,  avrebbe combinato un casino, di questo era certo.
La Grifondoro arrivò dopo cinque minuti, senza il suo solito sorriso stampato in faccia, aveva un'aria triste, non era la solita Lily, quella solare e sempre piena di vita.
Si avvicinò a lei e la bacio delicatamente, sentì che la ragazza non rispondeva, era li, passiva, come se in quel momento nulla la toccasse, cercò di farla collaborare, ma niente, nulla la riscuoteva da quello stato.
<< Lily, che succede? >> le accarezzò dolcemente una guancia, lei scosse la testa, come per dire che tutto andava bene, ma oramai Scorpius la conosceva, riusciva a leggerglielo negli occhi che c'era qualcosa di strano.
<< Lils, ti conosco, dimmi cosa succede >> cercò di mantenere un tono calmo e sembrare convincente allo stesso tempo.
<< Niente, Scorp, sta tranquillo... È solo un giorno strano.. Allora, dove andiamo? >> Scorpius lo sapeva bene il motivo, il giorno non era strano, quello era semplicemente il giorno del provino e non ci sarebbe andata, o meglio, così credeva lei.
<< Ehmm. Intanto andiamo ad Hogsmeade >> Lily lo guardò a bocca aperta, così il Serpeverde si affrettò a spiegare
<< Volevo portarti fuori per una giornata, per stare soli tu ed io... Dai, andiamo >> improvvisare? IMPROVVISARE? Cosa diavolo gli era venuto in mente? Era un completo deficiente. Lily non era per niente convinta, ma a si lasciò trascinare dal ragazzo, ancora una volta si comportava passivamente e quello era la cosa che a Scorpius metteva più paura.
Uscirono dal castello, diedero i permessi a Gazza, e usarono la Metropolvere dai Tre Manici di Scopa.
Si ritrovarono in un bar magico, nel bel mezzo della Londra babbana, bar, ovviamente, invisibile a chi non era un mago, appena uscirono in strada, Lily sembrò risvegliarsi, si guardò intorno e poi si voltò verso Scorpius perplessa, ancora una volta.
<< Incrocio tra Bow Street e Floral Street... questo, questo... Questo è.. Quella, quella... >> Lily non riusciva a parlare, non riusciva neanche a respirare, guardava verso l'inizio di Floral Street, verso un edificio in particolare e non riusciva a credere ai suoi occhi, era esattamente la reazione che Scorpius voleva.
<< Si, quella li è la Royal Ballet School, mi hanno detto che oggi la ballerina più bella del mondo deve fare un provino, sai, volevo venire a dare un'occhiata >> Scorpius non riuscì neanche a terminare la frase che si ritrovò sommerso da una massa di capelli rossi, Lily lo stava abbracciando come mai aveva fatto prima, era contenta e al ragazzo questo bastava, bastava che lei fosse felice, tutto il resto era niente.
<< E se non ce la faccio? >> si avviarono verso la scuola, Lily non riuscì piú a tenersi la propria paura
<< Ascoltami bene: tu ce la fai, ok? Sei bravissima, io lo so e ce la farai perché te lo meriti. Io sono qui e ti amo, ora vai di la, cambiati e poi sali su quel palco e fagli vedere chi è davvero Lily Luna Potter >> la ragazza si avviò dentro, non prima di avergli dato un bacio passionale, Scorpius la seguì, sicuro che ce l'avrebbe fatta.
 

<< Salve, sono Scorpius Hyperion Malfoy e credi nei tuoi sogni e loro crederanno in te >>

***

 
Stava davanti alla porta della scuola e guardava divertito Malfoy che camminava in su e in giù agitato.
Lo aveva visto provare ad entrare, ma il portiere gli aveva detto che i provini erano chiusi al pubblico, così lui era tornato a mangiarsi le unghie per strada.
Si mise piano piano alle sue spalle, ancora ben protetto dal Mantello dell'invisibilità.
<< Malfoy, questa è la tua fine >> sussurrò all'orecchio del Serpeverde con una voce il più simile possibile a quella che aveva sentito fare ai killer nei film babbani..
Scorpius si guardò intorno spaesato
<< Chi va la? >> James si trattenne a stento dallo scoppiare a ridere
<< Sei pronto a morire? >> il biondo continuò a guardarsi intorno, la bacchetta sfoderata e James non ce la fece più, rise a crepapelle, sfilandosi il Mantello dell'invisibilità, mentre Malfoy lo guardava spaesato e anche abbastanza arrabbiato.
<< Non era divertente, Potter! >> la sua voce fu sovrastata dalle risa del moro.
<< Non lamentarti, Malfoy! Forza, entriamo >> e così dicendo gli porse un lembo del mantello in modo che Scorpius ci si infilasse sotto.
<< Che diavolo stiamo facendo, Potter? >>
<< Credi davvero che mi perderò il provino di Lily? Sta zitto e mettiti questo maledetto mantello >> Scorpius non osò dire un'altra parola, si avvicinò a James e i due divennero invisibili.
Attraversarono tutta la scuola, fortunatamente le porte erano aperte, arrivarono in una aula enorme, sembrava un teatro, ma la platea era vuota, escluse le 5 persone che stavano in prima fila, che dovevano essere sicuramente gli osservatori, i due ragazzi si sistemarono due file dietro di loro, cercando di fare meno rumore possibile.
James, mentre era scomodamente seduto su uno di quei sedili, si guardò  intorno, il palco era illuminato solamente da una tenue luce giallina, l'atmosfera dell'intera stanza era di attesa, c'erano le ballerine dietro le quinte che aspettavano il momento fatidico, c'erano gli osservatori che aspettavano annoiati, l'unica cosa che gli interessava era trovare la prima ballerina per il loro tour, tutto il resto era inutile, e poi c'era lui e, James ne era sicuro, c'era anche Scorpius; aspettavano che una delle persone piú importanti delle loro vite trovasse finalmente la sua strada, quella che l'avrebbe portata lontano da loro due, ma che l'avrebbe resa felice, la strada che avrebbe seguito per tutta la vita.
Una porta che batté distrasse James dalla contemplazione della stanza, una ragazza mora e con la carnagione pallida entro come una furia all'interno dell'aula, gli osservatori si voltarono tutti nella sua direzione, ma a lei sembrò non interessare, si diresse velocemente verso di loro e si mise a parlare con quello che doveva essere il suo allenatore. 
Potter la osservò attentamente, non era la solita ragazza che fa danza classica, portava un paio di jeans strappati alle ginocchia, una maglia che le lasciava scoperta  una spalle, delle converse malandate e una borsa che sembrava stesse per esplodere appesa in spalla; sua sorella non era mai stata una precisina, anche lei normalmente amava vestirsi molto casual, non era una ragazza snob, ma quando rientrava dopo una lezione di danza portava sempre dei pantaloni attillati, una felpa aderente e delle ballerine, ma quella ragazza era una furia.
<< Scusatemi, lei è Allison Abel, è la ballerina che far dei soli durante il tour, fa danza contemporanea ed è la migliore del suo corso >> l'allenatore la presentò agli altri, ora si spiegava tutto, non era una ballerina classica, gli osservatori la guardarono con aria schifata, come se il fatto che facesse danza contemporanea la rendesse inferiore, James aveva sempre odiato quel comportamento ed era felice che Lily non lo avesse e fosse aperta ad ogni tipo di danza.
Allison lasciò la stanza così come era entrata.
 
<< Lily Luna Potter! >> Un uomo chiamò il nome di sua sorella, un uomo che James riconobbe, grazie ai racconti di Lily, come Robert Fotayn, colui che le aveva offerto la borsa di studio.
Dopo neanche un minuto entrò sul palco una Lily in palese agitazione, indossava un tutù blu notte, sicuramente lo aveva preso nella scuola, visto che lei era andata senza nulla.
Salutò con un "buongiorno" appena accennato, si posizionò al centro del palcoscenico e, appena la musica partì, cominciò a muoversi.
James la osservava ipnotizzato, si muoveva come.. Come.. Era qualcosa di incredibile, muoveva il suo corpo come se fosse la cosa più facile del mondo, la cosa più naturale, James l'aveva già vista ballare in altre occasioni, ma non l'aveva mai vista presa così tanto, sembrava che lei e la musica fossero un tutt'uno, in quel momento ebbe la certezza che ce l'avrebbe fatta, non poteva essere altrimenti, era nata per essere una ballerina, era nata per essere una prima ballerina e meritava di stare li, in prima fila e James promise a se stesso che lui l'avrebbe sempre incoraggiata a farlo e aiutata ad affrontare ogni situazione e problema che le si sarebbe posto di fronte.
La musica finì e velocemente Lily lasciò il palcoscenico libero per l'altra ballerina, James si girò verso Scorpius, era rimasto immobile, ogni suo muscolo sembrava teso al massimo, come se si aspettasse di vedere di nuovo la sua ragazza su quel palcoscenico, come se ci sperasse, si girò lentamente verso James 
<< È.. È stata.. >> non riuscì neanche a terminare la frase, ma il moro capì e annuì con il capo, si, non c'erano parole per descrivere come era stata.
Terminò l'intero provino e gli osservatori, dopo alcuni minuti, chiamarono tutte le ballerine sul palco. Era il momento della verità.
<< Salve ragazze, per prima cosa devo fare i complimenti a tutte voi, perché siete state davvero tutte fantastiche, ma questo è un provino per la prima ballerina e, come sapete, c'è solo una prima ballerina quindi, siamo stati costretti, non senza qualche difficoltà, a scegliere solamente una di voi per questo ruolo, comunque, potete sempre provare i provini per un altro ruolo >> Robert stava parlando, cercando di incoraggiare tutte, ma sapeva che nessuna di loro voleva un altro ruolo, come sapeva che alcune si sarebbero scoraggiate e avrebbero mollato, James pregò con tutto se stesso che quella non fosse sua sorella, perché non se lo sarebbe mai perdonato. << perciò, la borsa di studio per un anno alla Royal Ballet School e il ruolo da prima ballerina  nel Lago dei cigni sarà di Lily Luna Potter >> CAZZO! CAZZO! Sua sorella ci sarebbe stata malissimo, non l'avevano presa, chi cazzo era questa Lily Lun.. LILY LUNA POTTER, cavolo, quella era sua sorella, era sua sorella.
L'avevano presa, era lei, James non riusciva a crederci, era qualcosa di incredibile, provò un orgoglio smisurato nei confronti di Lily, si trattenne per poco dall’esultare e mandare a monte la sua copertura, vide le lacrime di felicità solcare le guance di sua sorella, vide Scorpius  con un sorriso ebete stampato in faccia, gli occhi lucidi e che non riusciva a staccare lo sguardo da Lily, come se ne dipendesse della sua stessa vita
Lo scosse
<< Malfoy, dobbiamo uscire, Lily ti cercherà fuori >> piano piano si avviarono verso l'uscita, Scorpius si sfilò il mantello, mentre James si avviava verso il bar
<< Sicuro di non volerla vedere? >> chiese il biondo a bruciapelo
<< Sicuro! >> non era per niente sicuro, la voglia di abbracciare Lily era enorme, non credeva di riuscire a trattenersi almeno da mandarle un bigliettino, ma non poteva fare nulla di piú, altrimenti sarebbe stato scoperto.
<< Ah, Potter, grazie! >> Malfoy che ringrazia James Potter, ora si che le aveva sentite davvero tutte.
 

*** 


Non riusciva ancora a crederci, tutto quello era surreale, lei non poteva essere Lily Luna Potter, non quella Lily Luna Potter, quella che avevano presa come prima ballerina, era già pomeriggio, lei era tornata ad Hogwarts, aveva ricevuto i complimenti di tutti quelli che lo sapevano, tranne quelli di suo fratello James, ovviamente, eppure ancora non riusciva a crederci.
Mentre si perdeva tra questi pensieri, un gufo atterrò sulla sua spalla, un gufo che Lily riconobbe come un dei gufi della scuola, Scorpius di fronte a lei la guardò curioso, lei rispose con un alzata di spalle, prese in biglietto e lo aprì.
 

"Ora che hai capito davvero quale è il tuo sogno, va e inseguilo
Sei stata sublime, oggi. Sono fiero di te.
S."

 
Chi diavolo era? Qualcuno che oggi l'aveva vista, un maschio, visto che era fierO di lei.. Qualcuno che aveva un nome che iniziava per S...
In quel momento gliene veniva in mente solamente uno ed era proprio di fronte a lei, che la guardava curioso, anche se  neanche Scorpius l'aveva vista ballare..
Ma la spiegazione poteva essere solo una e, in più, non l'aveva neanche ringraziato per i permessi, quindi, tanto valeva prendere due fagioli con una fava.
<< Grazie, grazie mille >> si buttò di nuovo tra le sue braccia.
Scorpius la guardava confuso, allora lei chiarì subito.
<< Grazie dei permessi e del biglietto, non sai quanto è importante per me >>
Il biondo sembrò capire, ma non era ancora convinto
<< Io non c'entro nulla ne con il biglietto ne con i permessi.. >> come? Come non c'entrava nulla con i permessi? Allora chi? 
<< Allora chi? >>
<< Volevo dire che alla fine è la McGranitt che devi ringraziare e, per quanto riguarda il biglietto, bhe, non lo so >> aveva l'aria di chi stava inventando una scusa al momento, ma Lily decise di non indagare di più, lo salutò veloce e si diresse nello studio della preside.
Appena fu dentro si annunciò e cominciò subito con il suo discorso
<< Professoressa, la volevo ringraziare per avermi permesso di uscire per un giorno, grazie, davvero, mi hanno presa ed è grazie a lei che mi ha permesso di andar.. >> Lily non riuscì a finire la frase
<< Forse non è me che devi ringraziare, ma tuo fratello, no, Lily? >> l'anziana professoressa la guardava con i suoi occhi penetranti, come se cercasse di farle capire qualcosa, ma sinceramente, Lily non riusciva a capire proprio cosa cercasse di dirle.
<< Cosa intende... È stato Albus a chiederglielo? >> la guardo sorpresa, tutto si sarebbe aspettato da Albus tranne questo gesto, lui era, insieme a suo padre, quello a essere meno d'accordo sul suo sogno, anche se si era comunque complimentato con lei e poi, se chi aveva chiesto i permessi era colui che aveva mandato il biglietto, la "S" con Albus cosa c'entrava?
<< Pensaci, Lily >> la preside riabbassò gli occhi sulle pergamene e così Lily uscì dall'ufficio..
 Forse la "S" stava per Serpeverde, lui si era sempre definito il "Potter Serpeverde", doveva essere per forza così.
Corse verso il dormitorio Serpeverde, trovò suo fratello seduto sul divano e ci si buttò letteralmente sopra
<< Grazie grazie grazie! >> cominciò a farfugliare, Albus, come Scorpius prima di lui, la guardò nuovamente sorpreso
<< Grazie di cosa, Lily? >> non era neanche lui? Non ditelo, chi diavolo era stato? Si poteva sapere, miseriaccia?
<< Per i permessi e il biglietto, Al >> gli disse con fare ovvio, anche se le speranze di aver trovato il suo salvatore erano praticamente nulle
<< Non so di cosa stai parlando, Lily? I permessi? Il biglietto? Hai la febbre per caso? >> le toccò la fronte con fare scherzoso, ma in quel momento a Lily non andava per niente di scherzare, doveva scoprire chi era il ragazzo, scansò malamente la mano del fratello e uscì dalla Sala Comune dei Serpeverde.
Pensa Lily, pensa, chi potrebbe essere stato? 
Era qualcuno che l'aveva vista al provino.. Nessuno l'aveva vista al provino, cavolo.
Era un ragazzo e su quello erano tutti d'accordo.
Era qualcuno di Hogwarts in quanto aveva usato un gufo della scuola.
La McGranitt gli aveva detto di ringraziare suo fratello, ma Albus non era stato, a meno che non fosse stato James, ma Lily non lo credeva possibile.. Anche se... Ma certo! "S"... Sirius! Come aveva fatto a non pensarci prima, era stato James, ne era sicura!
 
Arrivò al dormitorio dei ragazzi del settimo anno con il fiatone, visto che aveva corso dai sotterranei fino alla torre di Grifondoro, aprì la porta silenziosamente, guardò all'interno e vide solamente suo fratello allungato sul letto a pancia in su, lo sguardo perso nel vuoto, non si era neanche accorto della sua presenza, si avvicinò a lui..
<< Sirius >> fu un sussurro appena udibile, non era stato come Albus, non aveva voglia si urlare, ne aveva abbastanza di urlare contro suo fratello.
James si voltò sorpreso e appena la vide si alzò all'istante
<< Lily >> anche il suo fu un sussurro, Lils non ce la fece più, sentiva un bisogno irrefrenabile di abbracciare suo fratello, le mancava troppo sentire le sue braccia potenti stringerla a se, il suo respiro vicino al viso, le mancava decisamente tutto di lui.
Si rifugiò tra le sue braccia mentre le lacrime di gioia mischiate a quelle di tristezza scendevano libere sulle sue guance, James la strinse forte a se, entrambe sospirarono, come se in tutto quel tempo fossero rimasti senza ossigeno, come se in quelle settimane non avessero aspettato altro che quell'abbraccio e probabilmente era vero.
<< Sei , sei stato tu.. Vero? >> Lily glielo chiese tra i singhiozzi
<< Scusa, Lils, scusami per come mi sono comportato >> James non riusciva a lasciarla andare, rimanevano attaccati e alla rossa non dispiaceva per niente, quelle scuse da parte di James erano inutili e per lei era un "si" alla sua domanda senza risposta, era stato lui, lui aveva organizzato tutto.. Come faceva a non perdonarlo? Era stata una stupida a non farlo già.
<< Grazie grazie grazie >> lo disse ancora, scossa dai singhiozzi, mentre James continuava con una serie di scuse
<< Mi sei mancata. Ti voglio bene, Luns >> 
<< Ti voglio bene, Sir >> erano tornati Luna e Sirius, il resto non contava.
<< Ti starò accanto, qualunque cosa accada, anche se papà non l'accetterà, ci saró il con te, ok? >> James rispose alla domanda silenziosa di Lily e, in sostanza, alla sua paura piú profonda, e Lily si sentì protetta, sentì di poter fare tutto, di essere forte, di essere capace di affrontare qualsiasi complicazione.
<< Ti renderò fiero di me, te lo prometto >> sussurrò Lily, riferendosi alle parole che Sirius le aveva scritto sul biglietto.
<< Sono già fiero di te >> 
 

* Famosa frase di Confucio
 
NDA
Salve!
Allora, ecco qui il momento tanto atteso.. Il Provino! Tadan!
Che ne dite? Vi è piaciuto? 
E la riappacificazione tra James e Lily?
Attenzione ad Allison Abel, la ritroveremo durante la storia.. 
Comunque, mi scuso in anticipo con chi ama i vecchietti, ma questo capitolo doveva necessariamente essere incentrato su Lily e sul suo provino quindi, ritroveremo Harry e gli altri nel prossimo capitolo.
Ringrazio di cuore chi mi legge, siete fantastiche!
E, soprattutto, ringrazio chi recensisce i capitoli:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Continuate a seguirmi e a farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacione, 
Ce_

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Capitolo 13
*** Sono gay. Niente di più, niente di meno. ***


Sono gay. Niente di più, niente di meno.

 
Lorcan Scamandro era un Grifondoro dentro.
 
Lorcan Scamandro era realista e questo nella sua famiglia era qualcosa di davvero insolito. C'era sua madre, che, nonostante con l'età si fosse un pochino calmata, continuava a credere a Gorgosprizzi e robe varie,  suo fratello Lysander, secchione fino al midollo quando era a scuola e come la madre quando era fuori, suo padre che andava in giro alla ricerca di animali nuovi e sconosciuti, erano sconosciuti probabilmente perché non esistevano... No? E poi c'era lui, il realista, quello con la mente chiusa, come gli ripeteva sempre la sua famiglia, ma non era vero, la sua mente era più che aperta, aperta a tutte le idee possibili e immaginabili. Era sempre disposto a mettersi in relazione con gli altri e confrontare le proprie idee.
 
Lorcan Scamandro era maledettamente e irreparabilmente sincero, non c'era nulla da fare, se doveva dire una cosa, la diceva in faccia, mai alle spalle.
Era una cosa che non riusciva a concepire, non capiva perché la gente sparlasse tanto degli altri, senza vedere i propri difetti. 
Amava la verità, credeva che fosse l'unica maniera per vivere in tranquillità, senza aver paura di essere scoperti o cose del genere.
Credeva anche che la verità ti facesse vivere la vita come vorresti viverla, non pensava troppo a ciò che faceva, se era una cosa vera, era la cosa giusta da fare. Punto.
 
Lorcan Scamandro voleva bene al suo migliore amico, certo, a volte aveva una gran voglia di menargli, ma, in fin dei conti, gli voleva bene. Era l'unico a conoscere tutti i problemi e le paranoie di Fred ed era anche l'unico, probabilmente,  a cui Fred aveva confessato di essere innamorato di Margaret Jordan-Finningan da quasi un anno.
Sicuramente molte persone se ne erano accorte da sole, ma solamente Lorcan aveva avuto il privilegio di sentir uscire quelle parole dalla bocca del rosso.
Erano completamente diversi, ma insieme si completavano.
 
Lorcan Scamandro era un Grifondoro nell'anima, amava la sua casa, era coraggioso, leale, impulsivo, incline a mettere la sua vita in pericolo e testardo al punto giusto. Tutte caratteristiche indubbiamente rosso-oro.
Aveva sempre sognato di far parte di quella casa, anche se spesso si sentiva il ''diverso" della famiglia, visto che gli altri tre erano stati tutti Corvonero, in questo lui e Albus erano molto simili, ma insieme l'avrebbero superato, Lorcan ne era sicuro.
 
Lorcan Scamandro era gay, non aveva mai avuto problemi ad ammetterlo, lo era da quando aveva 12 anni, o forse da sempre, non ricordava di essere mai stato con una ragazza, semplicemente, un giorno,  si era accorto che era attratto dai ragazzi invece che dalle ragazze e l'aveva accettato, come un dato di fatto, come se stesse accettando un fatto scontato, come andare ad Hogwarts il primo settembre, era stata una cosa del tutto naturale.
Non l'aveva mai nascosto ne agli altri ne tantomeno a se stesso. Era gay. Punto. Niente di più, niente di meno.
 
Lorcan Scamandro, un altro diverso.
 
Era comodamente sdraiato su uno dei divani della Sala Comune praticamente deserta, quasi tutti gli studenti erano usciti a godersi la neve che era caduta quella notte, ma lui preferiva riposarsi e starsene tranquillo.
<< Ciao Lor! >> in un attimo si ritrovò bagnato e sovrastato da Fred con la sua tuta da sci piena di neve.. Ricordate quando aveva detto che voleva starsene tranquillo? Ecco, non aveva messo in conto il fatto di avere un migliore amico di nome Fred Weasley.
<< Fred, per il reggiseno di Morgana, mi hai bagnato tutto! >> si lamentò, alzandosi di scatto e facendo cadere il Weasley per terra
<< Ehi! >> si lamentò il rosso, massaggiandosi la coscia destra. Si ricompose subito e partì all'attacco.
<< Allora, che ci fai qui tutto solo? >> cercò di farlo alzare tirandolo per un braccio, poi per una gamba, ma niente, Lorcan stava così comodo che non aveva alcuna intenzione di spostarsi da quella posizione.
<< Lasciami stare, Fred! E va a farti la doccia, altrimenti ti ammali >> ma il Weasley non si arrese, anzi, lo costrinse ad alzarsi e a seguirlo in dormitorio con la scusa: "devo dirti una cosa importante"
Arrivati al dormitorio che dividevano con James e un altro ragazzo Grifondoro, Lorcan si stese sul suo letto, riprendendo l'attività che aveva interrotto pochi secondi prima, mentre Fred si diresse in bagno per una doccia veloce.
Quando il rosso uscì, Lorcan non poté fare a meno di notare la sua faccia felice, prima non ci aveva nemmeno fatto caso, ma ora era inconfondibile, quella era la faccia di uno che ha appena vissuto un momento speciale.
<< Allora, sputa il rospo e spiegami il motivo di quel sorriso a trentadue denti. >> disse spazientito, visto che Fred non si decideva ad aprire bocca..
<< Quale sorriso? >> commentò Fred, innocentemente, ma vedendo la faccia del suo migliore amico decise di parlare << stavamo scherzando con gli altri giù al parco, quando ad un tratto, non mi ricordo neanche per quale motivo, Margaret ha cominciato ad inseguirmi.. Io correvo, correvo, ma l'unica cosa che volevo fare era fermarmi e abbracciarla >> si interruppe con aria sognante, Lorcan fece finta di vomitare, cavolo, lui non era così sdolcinato quando parlava di Albus, quella ragazza gli  aveva dato decisamente alla testa, decise di non parlare e di far proseguire il suo amico << fortunatamente il destino era dalla mia parte, sono inciampato e Margaret mi è finita sopra. >> 
Lorcan aspettava il seguito di quella storia, abbastanza diabetica, a suo parere, Fred non era così di solito, Fred se ne fregava dei sentimenti e anche Margaret era una ragazza che, nonostante molto timida, si era sempre dimostrata forte e non troppo sdolcinata.
<< E allora? >> lo incoraggiò il biondo
<< E allora lei era sopra di me e, cavolo, non posso ancora crederci, io non volevo che se ne andasse, volevo stringerla a me, sempre di più, ma me ne stavo li, fermo come un salame e, non ci crederai mai, Margaret mi ha dato un leggero bacio sulle labbra e se ne è andata ridendo >> al diavolo la timidezza, ecco il lato sfrontato della Jordan, davvero interessante.
<< E sei contento? >> domanda stupida, decisamente molto stupida
<< Lorc, sono innamorato di lei, certo che sono contento! >> risposta esatta.
 

<< Salve, sono Lorcan Scamandro e sono gay. Niente di più, niente di meno. >>

***

 
Parlava con uno dei suoi Auror da mezz'ora ormai, lo stava mandando dalla McGranitt per dirgli che il giorno seguente, quando i ragazzi sarebbero ripartiti per le vacanze di Natale, sarebbero stati scortati dagli Auror dal castello fino alla stazione King's cross, dove si sarebbero ricongiunti alle loro famiglie.
<< Bene, quindi, va ad Hogwarts e.. Ah, appendi questo alla bacheca, per favore, sono i turni di domani, credo che ci servirà l'intera squadra per badare a tutti gli alunni. >> 
<< Ok, Harry >> l'uomo si congedò cordialmente, all'inizio tutti i suoi Auror lo chiamavano "Signor Potter" o "Capo", ma a lui non piaceva, preferiva di gran lunga essere chiamato Harry.
Tornò dietro la sua scrivania a studiare le carte.
Erano in un vicolo cieco, in un punto di non ritorno e non serviva a nulla stare tutto il giorno a cercare una soluzione, non serviva a nulla andare nei luoghi delle aggressioni, sempre troppo tardi, per giunta, non serviva a nulla aumentare le difese di Hogwarts, gli aggressori continuavano a tramare alle loro spalle, continuavano a violentare ragazze, continuavano a cercare un varco nelle difese del castello, anche se, fortunatamente, ancora non l'avevano trovato.
Nel frattempo, il numero di vittime era salito a quattro e io numero delle ragazze ferite era salito a ventidue, tutte obliviate, in modo tale che non potessero fornire nessuna testimonianza, ormai era come un bollettino di morte che arrivava ogni due o tre giorni, non riuscivano a fare nulla e Harry si sentiva sempre più frustrato.
 Le donne, inoltre non avevano nessuna cosa in comune, nessun collegamento, solo l'età tra i 13 ai 25 o tra i 35 ai 38 anni. 
Una convinzione, però, si faceva sempre più strada nella sua testa, gli aggressori, chiunque essi fossero, non avevano a che fare con qualcosa del suo passato, all'inizio aveva pensato ai Mangiamorte, era sempre stato abituato a pensare a loro quando succedeva qualcosa di tragico, ma loro non erano e di questo era certo, poi aveva pensato a qualcuno che voleva vendicarsi su di lui per qualcosa che aveva fatto durante la sua carriera da Auror, ma non gli veniva in mente nessuno, nemmeno una persona che aveva condannato gravemente aveva il modo di comunicare con l'esterno e, quindi, di ordinare a qualcuno di eseguire tutte quelle violenze.
Proprio non riusciva a capire chi potesse essere il fautore di quelle aggressioni, un folle, sicuramente, un folle che si contornava di altre persone folli, perché ormai era ovvio che era più di una persona, questa cosa non gli suonava nuova, per niente. 
Somigliava tanto a Voldemort e i suoi seguaci ed Harry era stanco di pensare a lui anche quando non c'entrava nulla.
Comunque, grazie al lavoro di tutti i suoi uomini,  aveva fatto in modo di aumentare le difese in tutti i luoghi pubblici e anche nelle strade, infatti, per prima cosa avevano fatto degli incantesimi di protezione su tutti i luoghi pubblici della Londra magica e babbana, in secondo luogo, una pattuglia di Auror era fissa in quasi tutte le strade della città, ma non era abbastanza perché c'erano delle zone che rimanevano completamente scoperte ed era proprio li che la banda andava a fare le sue aggressioni, sembrava che più gli Auror si muovessero verso la soluzione, più gli aggressori scappassero. 
<< HARRY HARRY >> la voce di Ron, ancora in corridoio, lo ridestò dai suoi pensieri, alzò lo sguardo verso la porta, ancora in attesa di essere aperta dal suo amico, si alzò velocemente per andare a vedere cosa era successo.
<< UN AGGRESSIONE, IN PEARMAN STREET, SONO LORO, FORSE SIAMO IN TEMPO,QUESTA VOLTA >> non aveva mai visto Ron in quello stato d'animo, era agitato, molto agitato.
Appena capì cosa voleva dire il suo migliore amico, afferrò la bacchetta, si aggrappò al braccio di Ron e in men che non si dica si ritrovarono entrambi in un vicoletto. Presero a correre verso la loro destinazione dove c'era già un gruppo di Auror.
 
PAURA. Questo fu l'unica cosa che riuscì a sentire da quando Ron era entrato nel suo ufficio.
Paura che potesse essere Ginny la donna sdraiata sull'asfalto, nuda, piena di lividi ed escoriazioni, si avvicinò alla donna per vederla in faccia, era difficile riconoscerla, il viso era tumefatto, il capelli completamente rasati non lasciavano intravedere il loro colore originario, due ferite lunghe sopra gli occhi facevano capire che anche le sopracciglia erano state rasate con violenza, le guardò le mani, sperando di non trovare la fede e invece era li, in bella vista, come a volergli dimostrare che tutto era possibile; le unghie della donna, il suo copro, anche se era difficile dirlo, sembravano diversi da quello di Ginny, ma Harry in quel momento non era sicuro di nulla, neanche di come fosse fatta sua moglie, neanche di quale fosse il suo nome, era completamente nel panico, di solito, riusciva capirlo dai capelli, era la prima volta che li rasavano, quei bastardi.
Harry sentì tutta la sua lucidità da Auror scivolargli via, al suo posto stava subentrando il panico, vero e proprio panico. Era chino sopra alla donna e non riusciva a pensare lucidamente.
E se Ginny avesse deciso di farsi un giro dopo il lavoro proprio quel giorno? E se avesse avuto la maledetta idea di andare da quella parte della città? Harry cominciava a non capirci più nulla, la sua mente era completamente in tilt.
Vide Ron andare verso di lui, mentre alcuni medimaghi presero la donna per portarla al San mungo.
<< La donna si chiama Mary Stewart >> fu un sussurro, quello del suo migliore amico che, probabilmente, aveva capito tutto ciò che era successo dentro l'animo di Harry.
Ossigeno, quelle parole furono ossigeno puro per il moro che tornò a respirare regolarmente.
<< Avevo temuto.. >> lasciò la frase in sospeso, ma Ron parve capire, ancora una volta.
<< Lo so.. Anch'io >> certo che anche lui, Ginny rimaneva comunque sua sorella.
Harry si alzò, di nuovo pronto a svolgere il suo lavoro da capo Auror e si avviò verso i suoi colleghi, spalleggiato da Ron.
<< Allora, che cosa sappiamo? >> chiese subito, sperando di non ricevere le solite notizie.
<< Ecco il bigliettino.. >> uno degli Auror glielo porse, lui non lo lesse neanche, sapeva cosa c'era scritto, lo sapeva fin troppo bene, oramai.. 
"Rossa o bionda, rossa o bionda" era stufo di questi giochetti. L'uomo continuò << La donna è stata violentata, presenta gravi ferite in tutto il corpo, per la prima volta, come hai potuto notare, le hanno rasato i capelli e strappato le sopracciglia, ma, dalla sua carta d'identità, abbiamo potuto vedere che la donna era bionda, ancora una volta. I medimaghi dicono che è in pericolo di vita e che probabilmente non ce la farà e il che, oltre ad essere l'ennesima tragedia, sarebbe davvero un peccato per le indagini perché gli aggressori, visto il nostro tempestivo intervento, hanno pensato a smaterializzarsi prima del nostro arrivo e non hanno fatto in tempo ad obliviarla. >> questa si che era una bella notizia.
<< Stai dicendo che probabilmente la donna testimonierà? >> Non voleva sperarci troppo , ma fu inevitabile, la speranza la poteva vedere nel volto di tutti i suoi uomini.
SPERANZA. Aveva sempre amato questa parola. 


***

 
Stava preparando la torta di noci, quella preferita dei suoi figli.
Sarebbero tornati il giorno seguente con l'Espresso di Hogwarts e lei non vedeva l'ora di riabbracciarli tutti e tre. Le mancavano da morire, anche se ormai erano quattro anni che mancavano tutti e tre da casa, non si sarebbe mai abituata a quel senso di vuoto e di silenzio che avvolgeva la casa quando loro non c'erano.
Ginny amava i suoi figli e, da brava mamma, non riusciva a fare a meno di preparargli la loro torta preferita il giorno prima del loro ritorno.
Sarebbero state delle vacanze memorabili, di questo Ginny era sicura.
Albus avrebbe portato Lorcan a casa loro in veste di fidanzato e anche Lily, la sua piccola Lily, avrebbe portato Scorpius.
Scorpius  Malfoy, ancora non riusciva a crederci, era molto contenta  per lei, la sentiva davvero felice e questo le bastava. 
Non negava che, quando l'aveva saputo, tramite una sua lettera, ne era rimasta sorpresa, ma dopo un attimo di smarrimento, le aveva risposto felice. 
Diversa era stata la reazione di Harry, aveva sbraitato per buoni dieci minuti dicendo cose del tipo: "Malfoy? Malfoy? Ok che è cambiato, ma come parente proprio no. E la mia piccolina fidanzata? Devo fare un bel discorsetto a Scorpius", mentre lei lo guardava divertita, comodamente seduta sul divano.
Si era sfogato, ma, in fin dei conti, aveva preso la notizia abbastanza bene, rendendo, così, felice sua figlia.
Invece, per James, Ginny non sapeva cosa pensare, l'aveva visto diverso durante l'estate, maturato, ma, a quanto le dicevano le lettere dei suoi figli, non era esattamente così, continuava a divertirsi con tutte le sue conquiste e la madre era preoccupata, aveva come la sensazione che James le nascondesse qualcosa, qualcosa di importante e non le piaceva per niente questa sensazione.
Sentì il rumore della porta e Harry che si annunciava, all'improvviso il senso di vuoto fu colmato quasi interamente. 
Mise la torta nel forno, le piaceva cucinare alla babbana, era molto più divertente, e aspettò che Harry arrivasse in cucina, ma non ci fu molto da aspettare perché suo marito arrivò subito, cosa molto strana, visto che, di solito,  prima andava di sopra a mettersi dei panni più comodi, corse verso di lei e la abbracciò, la abbracciò come non aveva mai fatto prima, si aggrappò a lei come se fosse la sua unica salvezza, Ginny seppe subito cosa fare, ricambiò l'abbraccio con forza, trasformandosi nella sua ancora, quella che, in un modo o nell'altro, riusciva sempre a tenerlo ancorato a terra.
<< Che è successo, tesoro? >> gli alzò la testa, mettendogli due dita sotto il mento.
<< Promettimi che, qualunque spostamento tu faccia durante la giornata, mi avvertirai prima >> c'era una luce starna nei suoi occhi, paura, fu la prima cosa che venne in mente a Ginny guardandoli, ma poi ci vide anche coraggio, speranza e di nuovo paura, paura mista a preghiera e capì.
<< C'è stata una nuova aggressione? >> lui annuì solamente, ma vedendo che la moglie stava aspettando qualcosa di più....
<< Ho avuto paura.. Paura che fossi tu. Promettilo >> fu un sussurro, ma Ginny afferrò il senso delle parole e, nonostante odiasse andare in giro con la scorta personale che la controllava, non poté fare a meno di prometterlo, se quello avrebbe tranquillizzato Harry, l'avrebbe fatto senza alcun problema.
<< Allora, com’è andata la giornata? >> il moro glielo chiese come se non fosse successo nulla, si staccò da lei dolcemente, appoggiandosi al piano della cucina. 
Ginny non voleva che facesse finta che fosse tutto normale, se aveva bisogno di parlare, lei era li, come lo era lui ogni volta che ne aveva bisogno lei.
<< Non devi far finta che è tutto normale, se vuoi ne parliamo >> era l'ultima cosa che la rossa voleva, avrebbe voluto parlare davvero della sua giornata, della passeggiata a Diagon Alley con Hermione, che finalmente aveva fatto pace con Ron, ma non con Rose, il lavoro alla Gazzetta, ma avrebbe parlato anche del lavoro di Harry se l'avesse aiutato
<< Gin, sto tutto il giorno a raccontarmi questa storia, ho bisogno di svagarmi almeno a casa e ne hai bisogno anche tu, quindi, per una volta, smettila di pensare a me e dimmi com’è andata la giornata >> Harry sorrise .
<< Sono uscita con Herm per fare gli ultimi regali di Natale, ah, sai che lei e Ron hanno chiarito? Anche se sta ancora male per la storia con Rose.. >> Harry l'ascoltava attentamente, ma appena si accorse del forno acceso, la sua attenzione fu catturata da quest'ultimo.. Andò  a controllare la torta , i suoi occhi si illuminarono nel vedere la torta di noci, era anche la sua preferita.
<< Giù le mani, è per domani per i ragazzi >> lo ammonì lei dolcemente. 
<< Ah, si? E per me? >> detto questo la baciò con passione, annullando tutto ciò che era intorno a loro. 


*** 


C'erano di nuovo, erano sempre li, quante volte avevano vissuto quel momento? Troppe, secondo James, era stufo di quella situazione del cavolo che si era andata a creare, stufo di tutto, anche di se stesso.
 Voleva rischiare, urlare al mondo che, si, amava sua cugina e che, no, non era considerato incesto dalla legge magica, ma non lo faceva perché sapeva che Dominique non voleva e che avrebbe sofferto troppo se la sua famiglia non avesse accettato la cosa, non poteva farglielo, la amava troppo per farle una cose del genere.
Guardò di nuovo Dominique, distesa accanto a lui, il piumone a coprirle il corpo nudo fino al seno, lo sguardo fisso verso il soffitto. 
Si stavano dicendo addio, per l'ennesima volta, si stavano dicendo addio, le vacanze di Natale erano arrivate e con loro l'impossibilità di vedersi. Sembravano così lontane fino a qualche giorno prima e invece eccole li, ancora una volta, a dire, come tutti, che la loro non era una relazione normale, che non poteva andare avanti e che si stavano battendo per una cosa per cui non valeva la pena. 
Eppure loro anche erano sempre li, sempre più forti, sempre più convinti del loro amore, sempre pronti a dire che si, ne valeva la pena, valeva la pena lottare e nascondere tutto.
<< Voglio dirlo a tutti >> fu la bionda a rompere il silenzio, come se lo avesse letto nel pensiero, o, probabilmente, lei stava pensando le stesse cose.
<< Cosa vuoi dire a tutti? >> credeva di non aver capito bene, credeva di stare in un sogno.
<< Di noi, ovviamente, James. Sono stufa di questa situazione, dobbiamo prendere in mano la nostra vita.. Fino ad adesso non ero pronta perché non ero ancora certa dei miei sentimenti, ma ora sono sicura di ciò che provo per te e sono pronta a battermi per averlo, anche se significherà allontanarsi dalla mia famiglia. Sono una Grifondoro, è ora che cacci fuori il mio coraggio >> James non credeva alle sue orecchie, davvero Dominique voleva rivelare la loro relazione alla sua famiglia? 
<< Dom, non sei obbligata >> James sapeva che Dominique aveva paura di farlo, sapeva che la sua famiglia era la cosa a cui teneva di più al mondo, sapeva  che, molto probabilmente, avrebbe cambiato idea un'altra volta e sapeva anche che lui sarebbe stato sempre con lei, qualunque cosa avesse deciso, ormai doveva ammetterlo con se stesso, era incondizionatamente innamorato di sua cugina.
<< Non mi sento obbligata, Jj, sento che è il momento di farlo, in questo momento voglio farlo, probabilmente, presa dalla paura, cambierò idea, ma voglio farlo, non per te, non per me, per noi, ne abbiamo bisogno, non possiamo vivere nel buio, io sono stufa e credo che lo sia anche tu, nonostante cerchi di nasconderlo. Ti conosco troppo bene, ormai. >> aveva ragione, aveva maledettamente ragione, ne avevano bisogno come coppia, era inutile negarlo.
<< Beh, allora sarà un Natale pieno di sorprese >> si girò su un fianco, cominciando ad accarezzare i capelli biondi di Dominique.
<< Tra noi e Lily penso che i tuoi genitori rischieranno un infarto >> sorrise lei di rimando, in effetti, anche Lily aveva deciso di raccontare del provino e della borsa di studio, lei era in pratica obbligata, visto che i corsi iniziavano al rientro dalle vacanze Natalizie. 
Suo padre avrebbe davvero rischiato l'infarto questa volta.
<< Vieni qui >> Dominique si accoccolò al suo petto, sospirando, lui stette li, ad accarezzarle i capelli per un tempo indefinito, fin quando entrambe non capirono di volere di più, allora James fece adagiare Dominique a pancia in su sul letto, mentre lui le salì sopra, ma, in men che non si dica, fu lei a ribaltare le posizioni e a ritrovarsi sopra al moro, lo guardò desiderosa, cominciò a baciarlo sugli occhi, sulla fronte, sul naso, poi passò al collo e lasciò una lunga scia di morsi, sempre più lenti, sempre più estenuanti, non era nemmeno arrivata all'ombelico, eppure James stava già impazzendo. 
La ragazza risalì lentamente, posando le labbra sulle sue, e coinvolgendolo in un bacio mozzafiato, uno di quelli che si danno poche volte nella vita.
Il moro approfittò del momento per ribaltare di nuovo le posizioni e questa volta tocco a lui percorrere una lunga scia di baci, si fermò all'altezza della valle dei seni, cominciò a leccare ogni parte del suo corpo, famelico, giocherellò con i capezzoli turgidi della ragazza fino a farla impazzire, poi scese verso l'inguine e li continuò a leccarla con una lentezza estenuante.
<< James, James, ti prego >> le parole di Dominique furono una richiesta esplicita di maggiori attenzioni, giocherellò ancora un pochino con lei fin quando non si decise ad entrarle dentro, per un istante Dominique si immobilizzò, ma quando Jamie cominciò a spingere, seguì i suoi movimenti come se fosse l'unica cosa autentica.
Si staccarono dopo un tempo indefinito, James crollò al fianco della bionda, esausto, Dominique si accoccolò di nuovo contro di lui e gli accarezzò il petto, creando disegni immaginari con le dita.
Erano carezze che sapevano di separazione, baci che sapevano di addio.
<< Odio ogni fottuto addio* >> sussurrò James
<< Non è un addio, non questa volta >>
 

* Tiziano Ferro: "Hai delle isole negli occhi"
 
NDA
Salve!
Che ne pensate del capitolo? Possiamo dire che è uno di quelli di passaggio, nel prossimo inizieranno le vere e proprie vacanze di Natale che ci riserveranno parecchie sorpresine.
Allora, Fred sembra un deficiente, vero? Eh, cosa fa l'amore..
Poi, Harry e Ginny sono tornati a gran richiesta con ben due momenti per loro.. Cosa volete di piú? 
E Dominique e James sembra che siano arrivati ad un punto di svolta, ma sarà davvero così?
Credete che sia sfociata nel rating rosso con la descrizione della ragazza violentata e quella con James e Dominique che fanno l'amore? Se è così, ditemelo e provvederò subito.
Un grazie enorme a chi continua a leggere la storia e a chi la recensisce:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Continuate a seguirmi e a farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacio, 
Ce_

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Capitolo 14
*** Devi imparare a volerti bene ***


Devi imparare a volerti bene

 
Era la mattina di Natale e lei e Rose ancora non avevano fatto pace.
Da quando sua figlia era tornata da scuola, aveva cercato di recuperare il loro rapporto, ma non era per nulla facile, Rose non ne voleva sapere niente e l'aveva bellamente ignorata per tutti i due giorni precedenti.
Si rigirò nel letto per l'ennesima volta, frustrata. 
Doveva risolvere la faccenda, era Natale e non poteva passarlo lontano da sua figlia, ma non aveva il coraggio di andare a parlarle, strano no? Lei, Hermione Granger, uno dei membri del valoroso Magico Trio, che non ha il coraggio di affrontare una sedicenne in piena crisi adolescenziale.
Ma, d'altronde, cose le poteva dire? "Mi dispiace, sono stata una stupida?" questo già lo sapevano tutti… 
Oppure poteva lasciarle solamente il regalo che le aveva fatto, senza dirle nulla.. No, decisamente poco Grifondoro.
Si voltò verso la finestra, fuori la neve cadeva lentamente, rendendo il paesaggio bianco.
<< Herm, la smetti di rigirarti nel letto? >> la voce di Ron, ancora impastata dal sonno, la ridestò dai suoi pensieri.
<< Scusa >> lo disse con un tono di voce così basso che si stupì del fatto che suo marito fosse riuscito a sentirla.
Non le interessava niente di dare fastidio all'uomo, in quel momento, l'unica cosa che contava era chiarire con sua figlia, se questo voleva dire far arrabbiare Ron , l'avrebbe fatto senza problemi.
Si, quella mattina era parecchio nervosa.
<< Che succede? >> 
<< Che le dico, Ron? Non mi perdonerà mai >> non aveva detto nulla di preciso, ma era sicura che il rosso avrebbe capitolo, era un mese che parlava di quella storia.
<< Va da lei e parlale... Basta questo >> fece pratico, e si, la faceva facile lui che non doveva farlo e che, anzi, aveva capito Rose fin dall'inizio, senza troppe spiegazioni e giustificazioni, soprattutto.
<< Certo, che faccio? Mi presento in camera sua e le dico "scusa, Rose, sono una stupida, avrei dovuto capirti" ? >> chiese sarcasticamente. 
<< Per esempio >> fece Ron pratico, poi continuò tranquillo << è tua figlia, Herm, non baderà a ciò che le dirai, basta che veda che le tue siano parole sincere >> in quegli anni Hermione aveva imparato che le perle di saggezza di suo marito di prima mattina erano sempre molto utili, quindi, ascoltò il suo consiglio. 
Si alzò velocemente, s’infilò la vestaglia di lana e scese in cucina a preparare la colazione: cornetto alla marmellata di more, cappuccino e delle fette biscottate con burro e marmellata di fichi... La colazione preferita di Rose.
Mise tutto su un vassoio, compreso il regalino che le aveva preso e si diresse verso la camera della figlia.
La settimana prima era andata a fare un giro per la Londra Babbana ed era stata colpita da quel ciondolo babbano, la leggenda diceva che avrebbe portato fortuna a chi l'avesse indossato e che allontanava gli spiriti maligni. Era una specie di fiore d'argento con la catenina di corda verde, Rose adorava il verde.
 
Bussò alla porta della stanza di sua figlia e, dopo aver udito uno strascicato "avanti", entrò.
Rose stava ancora a letto, il viso affondato nel cuscino e sembrava non avere alcuna intenzione di alzarsi.
<< Buongiorno e buon Natale >> la salutò.
Appena la ragazza riconobbe la sua voce saltò su e si mise seduta sul letto, l'imbarazzo era alle stelle, non accennava a parlare.
<< Ti ho portato la colazione a letto >> le porse il vassoio, Rose le rispose con un "grazie" appena percettibile e si mise il cibo sulle gambe. 
I suoi occhi s’illuminarono alla vista delle sue pietanze preferite.
Hermione aspettò che la figlia finisse di mangiare, il silenzio che era calato nella stanza era teso e imbarazzato, nessuna delle due osava dire qualcosa per paura della reazione dell'altra, probabilmente.
<< Era buonissima, grazie mille >> risentire finalmente la voce di sua figlia che si rivolgeva a lei senza quella nota di delusione e rabbia che aveva avuto nell'ultimo mese fu una gioia per la Granger, che rispose con un sorriso a trentadue denti.
<< Questo è per te >> le porse il pacchettino, la vide parecchio imbarazzata, probabilmente perché lei non le aveva preso nulla, ma ad Hermione non importava nulla dei regali, le bastava il suo perdono.
Osservò Rose scartare il regalo con curiosità, gli occhi le si illuminarono quando vide il contenuto della confezione, guardò sua madre con gli occhi lucidi.
<< Non è un libro >> furono le uniche parole che la ragazza riuscì a dire. 
Era vero, Hermione non ci aveva pensato, ma era la prima volta in sedici anni che non le regalava un libro per Natale... Morgana, ma era stata davvero così noiosa durante quegli anni?
<< No... Dicono che porti fortuna e che mandi via gli spiriti maligni >> spiegò, indicando il ciondolo.
<< Grazie >> a Rose bastarono quelle poche parole, abbracciò sua madre come non faceva da troppo tempo, Hermiome la strinse forte a se, il mondo ricominciò a girare, finalmente, quanto le erano mancate quella braccia attorno al collo e quel viso incassato tra il suo collo e la sua spalla? Decisamente troppo, si!
Appena si staccarono si sentì in dovere di parlare.
<< Rose io... >> represse il tentativo della figlia di interromperla, dovevano chiarire bene << scusa, io non mi sono resa conto di ciò che stava succedendo, anzi, che sta succedendo. Tu sei un’adolescente, io non lo sono mai stata a causa della guerra, quindi, mi è parecchio difficile capire i meccanismi della vostra testa. So solo che ho sbagliato, probabilmente l'ho capito tardi, ma l'ho capito. Non m’interessa come passi il tuo tempo libero o se non hai i massimi voti a scuola, m’interessa che tu sia felice, finalmente ci sono arrivata. E non devi sentirti carica di aspettative perché non lo sarai più, sarai padrona della tua vita e non dovrai più seguire i miei sogni, ma i tuoi. Quindi, ti prego, perdonarmi se sono stata così ottusa. >> alcune lacrime rigavano il volto di Hermione, appena finì di parlare, Rose si rigettò di nuovo tra le sue braccia, balbettando dei "sei perdonata, scusami tu", lei la strinse di nuovo a se.
<< Ah, e tuo padre ha ragione, non andare in giro di notte, sai cosa sta succedendo >> ormai la faccenda dei malviventi era di pubblico dominio e la voce era arrivata anche ai suoi figli, quindi, gli avevano spiegato tutto per filo e per segno.
<< Si, sta tranquilla, mamma >> la rassicurò la figlia, il viso ancora affondato sulla sua spalla. Hermione se ne rese conto solo in quel momento: quella era l'unica cosa che le interessava veramente, tutto il resto era superfluo.


***

 
Stava davanti all'armadio, ormai vuoto, da almeno mezz'ora.  
Guardò la montagna di panni che era sul suo letto e l'unica cosa che le venne in mente fu: "Non ho nulla da mettermi". 
La situazione sfiorava davvero il comico, Lily Luna Potter, la ragazza che non pensava mai a ciò che pensavano gli altri di lei o di cosa indossasse, non sapeva cosa mettersi per andare a pranzo con il suo ragazzo. 
In effetti, però, se al suo ragazzo ci si aggiungono Draco Malfoy, la sua cara consorte e il pranzo di Natale al Malfoy Manor, la situazione potrebbe sfiorare il tragico, più che il comico.
<< DOMINIQUE >> l'urlo di Lily fu disumano, richiamò la sua migliore amica che, approfittando del fatto che Albus era andato da Lorcan e i signori Potter da Ron e Hermione, si era rintanata in una stanza con il suo fidanzato segreto, quello che Dominique non sapeva, però, era che se non si sarebbe presentata nella stanza della sua migliore amica da li ad un minuto, avrebbe sul serio rischiato la vita.
James e Dominique entrarono nella stanza di Lily, la bionda si lasciò cadere su una poltrona, già sapendo ciò che l'aspettava, James guardava impaurito la montagna di panni che stava sul letto della sorella, come se credesse che fosse impossibile per un armadio contenere tutta quella roba.
<< Non ho niente da mettermi >> sbuffò Lily.
<< Veram... >> James fu prontamente interrotto dalla sua ragazza che gli riservò uno sguardo truce.
<< Non fare la sciocca Lily, vediamo cosa c'è qui... >> cominciò a smontare l'ammasso di panni ed esaminò ogni capo con occhio esperto, cercando l'abbinamento perfetto per l'occasione, poi passò alle scarpe, senza fare alcun commento.
I suoi occhi si illuminarono alla vista di un paio di stivaletti grigi, alti fino alla caviglia.
<< Questi, sono perfetti! >> sorrise esultante. Lily cominciò a saltellare, sotto gli occhi perplessi del fratello.
Il sorriso di Lily, però, si spense non appena vide Dominique guardare la sua pila di panni.
<< Quando imparerai a comprare vestiti che vadano anche al di fuori del "per tutti i giorni" >> domandò scocciata.
Era da quando si conoscevano, cioè da sempre, che la bionda cercava di far comprare alla Potter qualcosa di elegante, o almeno, non così sportivo come andava in giro lei di solito, ma niente.. "tanto non mi serve" quella era la risposta di Lily, ogni santa volta.
<< Non c'è niente che tu possa metterti con questi stivali >> disse sconsolata la Weasley, Lily le fece gli occhi dolci, pregandola di prestarle qualcosa di suo, anche se sapeva che la richiesta era inutile, Dominique non prestava i suoi vestiti a nessuno, neanche alla sua migliore amica.
<< Anche tu? È possibile che sia circondata da gente che fa gli occhioni da cucciolo quando vuole qualcosa? >> la bionda alzò gli occhi al cielo
<< Beh, ha avuto un grande maestro >> James si sentì chiamato in causa e si sentì anche in dovere di dover dar mostra del suo ego smisurato, ma fu bellamente ignorato dalle due ragazze, così, decise di ritirarsi in camera sua.
<< Comunque, ovviamente non ti presterò nulla di mio, lo sai.. Ma farò qualcosa in più >> detto questo la bionda guardò sotto il letto, tirò fuori una busta e la porse alla sua migliore amica che, ancora sorpresa di vedere il suo regalo nascosto sotto il SUO letto, lo prese e lo aprì.
All'interno c'era una gonna a tubino nera e grigia, lunga fino al ginocchio, una camicia bianca con dei ricami sul davanti e un gilet grigio. 
Erano stupendi, tutto era stupendo, Lily guardò la sua migliore amica sorridente e senti l'amore per quella ragazza crescere dentro di se.
<< Dovevo dartelo questa sera per la cena alla Tana, ma credo che tu possa mettertelo anche per il pranzo dai Malfoy >> non fece neanche in tempo a finire la frase che si ritrovò sommersa da una massa di capelli rossi.
<< Grazie grazie grazie >> Lily non seppe cos'altro dire.
<< Ah, è la nuova collezione autunno inverno firmata Dominique Weasley ed è un pezzo unico, purtroppo  >> sorrise amaramente la bionda, l'aveva fatto apposta per Lily ed era così contenta che le piacesse, ma avrebbe voluto che i suoi disegni fossero accettati da qualcuno che li producesse, ma ancora niente.
Lily, dal canto suo, poté solo complimentarsi con la giovane stilista e rassicurarla sul fatto che prima o poi sarebbe venuta l'occasione anche per lei.
Indossò velocemente i capi, le stavano benissimo, ogni cosa le ricadeva nel modo giusto, i vestiti le risaltavano le curve, senza che sembrasse volgare, le stavano a pennello, sembrava davvero che fossero stati disegnate sul suo corpo.
Lily passò in camera del fratello prima di uscire e lo salutò
<< Se i Malfoy fanno qualcosa che non devono fare fammi sapere, eh >> alzò gli occhi al cielo e uscì di casa, pronta ad affrontare i suoi futuri suoceri.
 
Chi miseriaccia aveva detto che era pronta? Chi? Lei? 
Oh, al diavolo il suo coraggio da Grifondoro, doveva tornare a casa ed evitare tutto il casino che l'aspettava al di la di quel  maledetto cancello in ferro battuto.
<< Oh, hai paura? Davvero poco Grifondoro >> ok, se ne sarebbe andata all'istante. 
Era mai possibile che lei fosse l'unica ad avere un ragazzo che, invece di tranquillizzarla, la rendeva ancora più nervosa? Che cosa stava facendo quella stana creatura qual era Cupido mentre scoccava la freccia che avrebbe colpito lei e Scorpius? Dormiva, probabilmente e la freccia gli era scappata per sbaglio dall'arco, quella era l'unica spiegazione.
<< Dovresti dirmi che andrà tutto bene e che tuo padre ne sarà contentissimo >> cercò di farle capire lei
<< Oh, ma non posso dirtelo perché mio padre non sarà contentissimo. Tu gli starai simpatica, ma odia il fatto di dover imparentarsi con tuo padre, anche se si sono rappacificati, continuano a punzecchiassi, lo sai.. Comunque, sta tranquilla, mamma sarà felicissima >> Scorpius si aprì in un sorriso che si spense quando la sua cara e dolce ragazza gli mollò un calcio sullo stinco.
Si prese una gamba, cominciando a saltellare come uno stupido.
<< Sei impazzita? Fai male >> si lamentò, mentre Lily si rotolava dalle risate
<< Così impari >> la rossa gli fece la linguaccia. 
Quando Scorpius finì di saltellare e Lily di ridere, calò il silenzio tra loro due, Lils lo sapeva che anche il biondo era parecchio agitato, alla fine anche lui sarebbe stato sotto giudizio durante quel pranzo e sapeva anche che per lui le opinioni del padre contavano tantissimo, quindi, prese quel famoso coraggio da Grifondoro, afferrò la mano di Scorpius e insieme attraversarono il cancello del Malfoy Manor.
Ad accoglierli alla porta c'erano entrambe i genitori di Scorpius, Astoria aveva un sorriso sincero sulle labbra ed abbracciò Lily per accoglierla, mentre Draco si limitò ad una stretta di mano, continuando a fissare le mani unite dei due ragazzi.
<< Benvenuta, Lily e buon Natale >> la accolse la donna amichevolmente.
<< Grazie, buon Natale anche a voi >> fece Lily educatamente, rivolgendosi anche a Draco.
Si diressero verso il salotto, Lils stringeva convulsamente la mano del suo ragazzo, in pieno panico, non sapendo a cos'altro aggrapparsi. 
D'altro canto Scorpius guardava insistentemente suo padre in cerca si una sua smorfia o qualunque espressione del viso che gli facesse capire cosa stava pensando, ma niente, il suo volto era impassibile.
I quattro si sedettero al tavolo e il pranzo di Natale fu servito dagli elfi domestici. 
Lily era imbarazzata e anche parecchio disorientata, lei era abituata a pranzi e cene di Natale dove bisognava allungare il tavolo di uno spazio indefinito e, per quanto potessero allungarlo, stavano sempre stretti. 
Guardando la stanza si ritrovò a pensare che, probabilmente, se il salotto della Tana fosse stato grande almeno la metà di quello, sarebbero stati larghi, anzi, non sarebbero riusciti neanche a vedersi da un capo all'altro del tavolino. Quella sala era davvero grande e Lily pensò che, probabilmente, lei e Scorpius fossero davvero troppo diversi per stare insieme.
<< Allora Lily, so che sei piccola ancora, ma che vuoi fare dopo Hogwarts? >> Astoria le sorrise incoraggiante
<< Una quindicina di giorni fa, ho fatto un provino per la Royal Ballet School e mi hanno presa, vorrei diventare una ballerina di danza classica >> rispose Lily come se fosse la cosa più ovvia del mondo, era sempre stata molto decisa nella sua vita, era uno dei suoi pregi.
<< Ma è bellissimo, complimenti! >> sorrise entusiasta la donna
<< E Potter che ne pensa? >> la voce di Draco Malfoy le arrivò alle orecchie e la colse di sorpresa, si era quasi dimenticata che c'era anche lui.
<< Mio padre non lo sa e... Non credo che ne sarà molto entusiasta >> l'ultima frase fu un sussurro, ma l'uomo la colse lo stesso 
<< Sono sicura che tuo padre capirà >>  era Astoria
<< Non credo, ma non fa niente... È il mio sogno >> Lily guardò Scorpius che le sorrise in risposta
<< Oh, tieni testa al grande Harry Potter, mi piaci, ragazzina >> Draco Malfoy le sorrise, era stato un attimo, le sue labbra si erano appena distese, ma per Lily fu tutto.
Era ora di tornare a casa e Lily ancora non riusciva a capire  come era andata.  
Salutò i coniugi Malfoy e uscì seguita da Scorpius che, dopo aver ricevuto un abbraccio da suo padre, la raggiunse.
<< Gli piaci >> le disse
<< A tua madre, si.. Ma a tuo padre non credo >>
<< Fidati, piaci anche a lui, soprattutto a lui..  Dice che sei determinata e ha sempre amato le persone determinate >> 
<< Che ti ha detto quando ti ha abbracciato? >> Scorpius si aprì in un sorriso a trentadue denti
<< Che è fiero di me >>
 

***


Tutti cugini Weasley-Potter erano riuniti intorno al tavolo, aspettando che la cena fosse servita, Albus li osservò tutti: Roxanne, Fred, Hugo, Lucy e Molly stavano ridendo ad una battuta del maggiore di George e Angelina, Teddy e Victorie si baciavano in un angolo, Louis, James , Lily e Dominique parlavano, insieme come sempre, Lily era tornata dall'incontro dai Malfoy e sicuramente stava facendo il resoconto del suo pranzo ai suoi migliori amici, poi c'erano lui e Rose che parlavano del più e del meno.
<< Al, ci sei? >> lo richiamò la rossa
<< Eh? Ah, si dicevi ? >> si riprese Albus
<< Stavo dicendo che questa mattina ho chiarito con mia madre, ma non sembra che la cosa ti interessi più di tanto.. Che hai da guardare? >> gli chiese Rose, indicando il gruppetto formato dagli altri due fratelli Potter e Dominique e Louis
<< Niente >> si affrettò a dire Albus, distogliendo lo sguardo dal quartetto, ma, guardando l'espressione della sua migliore amica, si convinse a parlare
<< guardarla, com’è felice ora che c'è anche James >> aveva sempre amato i suoi fratelli, ma da quando Jam e Lils avevano fatto pace, il suo rapporto con la sorella era peggiorato, si era sentito usato, gli era servito finche non c'era stato il fratello preferito, dopodiché era tornato il solito Al, quello a cui voleva bene, ma non come a James. 
Era stufo Albus e vederli insieme per l'ennesima volta lo stava mandando su tutte le furie.
<< Al, Lily e James ti vogliono bene >> lo rassicurò Rose
<< Lo so, ma dovrebbero smetterla di fare così... >>
<< Così come? >> 
<< Così... >> la risposta di Albus fu interrotta dall'arrivo deli adulti e della cena.
Le cene di Natale, come tutte le cene e i pranzi alla Tana erano molto confusionari, anzi, quella sera erano andati anche bene, non c'erano i Paciock, non c'era al famiglia Jordan-Finningan e, con grande rammarico di Albus, non c'erano neanche gli Scamandro..
Al si sedette tra Rose e sua sorella Lily, James era difronte a lui, mentre Hugo stava due posti piú in la, insieme agli altri. 
Gli adulti erano tutti seduti dalla parte opposta del tavolo, quella più vicina alla cucina.
<< Allora, che ci dite di Hogwarts? >> chiese Percy con il suo solito tono pomposo.. I ragazzi risposero tutti con un mugugno, come a dire: "ci si divertirà anche, ma è pur sempre una scuola."  e tornarono a mangiare tranquillamente, nessuno di loro voleva intavolare una discussione con lo zio noioso da cui non ne sarebbe piú uscito. 
Solo Lily cercò di rispondere più chiaramente, ma fu bloccata dai cugini che, vedendola partire in quarta, cercarono di evitare l'ennesima arringa.
Le liti tra la minore dei Potter e lo zio Percy erano storiche, avevano due posizioni completamente diverse su tutto, entrambe erano testardi e non mollavano la loro posizione, così finivano sempre a discutere molto animatamente.
<< Ehm... Scusate, noi volevamo fare un annuncio >> Teddy e Victorie si alzarono all'unisono, attirando l'attenzione di tutti su di loro.
Albus li guardò curioso, in effetti, non seppe neanche perché, visto che già sapeva ciò che stavano per dire. I due non avevano ancora detto nulla del matrimonio agli adulti, gli unici a saperlo erano i fratelli dei due futuri sposi.
Comunque, Al non poté fare a meno di guardarli ammaliato, sapeva già cosa stavano per dire, ma gli piaceva l'attesa, gli faceva assaporare meglio la felicità dei suo familiari e lui aveva sempre amato i suo familiari.. Tutti.
<< Ci sposiamo! >> sputò fuori Teddy, guardando ostinatamente Bill in cerca di consenso 
<< È inutile che guardi, ormai mi sono rassegnato >> il maggiore dei fratelli Weasley sorrise alla figlia e al suo futuro genero, andando ad abbracciarli, seguito poi dal resto della famiglia.
<< A quando le nozze? >> 
<< Pensavamo di farlo il 12 gennaio... >> rispose Victorie con semplicità
<< D'inverno? Non una grande scelta, credimi.. Però ha sempre il suo fascino >> disse Ginny che già c'era passata.
Così le donne cominciarono una lunga chiacchierata sui matrimoni e tutto tornò normale.
 
<< Ehi, frocetto, mi passi l'acqua? >> Tutto nella stanza si fermò alle parole di Hugo. 
Albus cercò di far finta di nulla, ma senza troppo successo.
Al sapeva che Hugo non condivideva la sua scelta di vita, sapeva che glielo avrebbe fatto notare e, infatti, era tutta la sera che lo punzecchiava, sapeva che dirglielo sarebbe stato inutile e sarebbe significato mettersi contro tutto il resto della famiglia, ma, soprattutto, Al aveva paura, paura di una sfuriata, non da parte sua, quello no, ma da parte di sua sorella che, vicino a lui fremeva di rabbia, sapeva che Lily non sopportava queste cose e sapeva anche che non se ne sarebbe stata zitta, lo avrebbe messo nei casini con gli zii e i genitori.
Lily sembrò resistere all'impulso di una sfuriata, così lui passò l'acqua a suo cugino, che la prese, toccandosi poi un orecchio in un segno di poco rispetto
<< ORA BASTA >> ecco qua, chi è che diceva che se ne stava tranquilla?
<< DEVI FINIRLA DI TRATARE AL IN QUESTO MODO, È GAY, OK? E QUINDI? QUESTO COSA TI CAMBIA? NULLA, QUINDI EVITA DI PARLARE PERCHÉ DI SICURO MIO FRATELLO È UNA PERSONA MIGLIORE DI TE >> esplose Lils.
<< Lily, non fa nulla >> cercò di calmarla Al, Ginny e Harry anche cercavano di difendere il loro figlio, ma molto piú con calma rispetto alla ragazza
<< NO AL, DEVE SMETTERLA! È TUTTA LA SERA CHE LO FA E ANCORA NON CAPISCE CHE È TALMENTE OTTUSO E STUPIDO DA CREDERE CHE CI SIA QUALCOSA DI DIVERSO TRA ME E TE, BEH, NON C'È NIENTE! >>
<< Oh, invece si.. Tu non vai contro natura con Malfoy >> rispose Hugo a tono
<< MI FAI SCHIFO! SEI UNO STRONZO, AL NON FA NULLA CONTRO NATURA, SEI TU CHE NON RIESCI A CAPIRLO >> la rossa si diresse velocemente verso il cugino, ma fu bloccata dalle parole del padre
<< LILY, STAI ESAGERANDO! >> a quel punto Al vide Lily fuori di se
<< IO STO ESAGERANDO, IO? VI COMPORTATE COME SE APPARTENESTE ALLA GENERAZIONE PREISTORICA, TUTTI VOI! >> e detto ciò scappò verso il giardino. 
Albus la guardò esterrefatto, ma non ebbe il coraggio di seguirla, amava sua sorella e le era grato per ciò che aveva fatto, ma lei non capiva che per lui la cosa più importante era la famiglia e ciò che pensavano di lui, quindi, non avrebbe litigato con tutti loro.
<< Al >> lo richiamò James, esortandolo ad andare dalla sorella, lui scosse la testa e a quel punto fu James ad esplodere
<< NO? DOPO QUELLO CHE HA FATTO PER TE? E CONSIDERANDO IL FATTO CHE STA LITIGANDO, CON TUTTO QUELLO CHE DEVE FARE DOMANI? MI FAI SCHIFO! >> rifletté sulle parole del fratello, in effetti, Lily aveva litigato con i genitori e il giorno dopo avrebbe fatto l'annuncio della Royal... Forse non era un granché come fratello.


***

 
Non riuscivo a crederci, Albus aveva lasciato andare Lily senza dirle nulla, non se lo sarebbe mai aspettato da suo fratello, in effetti, non si sarebbe neanche aspettato che si lasciasse insultare così facilmente. Possibile che per lui la famiglia contasse più di tutto? Più di Lorcan? Piú di Lily? Piú di se stesso? James non lo credeva possibile.
Raggiunse Lily, seguito da Dominique e Louis, anche loro scappati da tutto quel pregiudizio.
<< Ehi, non fare così! >> cercò di rassicurare sua sorella
<< Non è niente >> minimizzava, come al solito, ma James sapeva che, tra la rabbia verso Hugo e il casino che aveva combinato per la rivelazione del giorno seguente, Lily si sentiva malissimo.
<< Ci penso io a lei >> Dominque portò Lily al piano di sopra, cercando di calmarla, mentre Louis cercava di calmare lui
<< Fratello, sta tranquillo, vedrai che i tuoi capiranno >> James provò un senso di gratitudine verso quel biondino che era riuscito a capire che la sua preoccupazione principale, oltre allo stato d'animo di Al, era la reazione del padre alla notizia della Scuola di danza.
<< Non credo, ma lo spero tanto >> intanto Albus uscì dalla porta della Tana, dicendo di voler parlare da solo con James, così Louis torno dentro.
<< NON PUOI FARLO >> esplose subito il minore dei Potter << NON PUOI TRATTARMI COSÌ DAVANTI A TUTTI! PERCHÉ VOGLIO BENE A MIA SORELLA  E SO COSA DEVE FARE LILY DOMANI, MA FORSE ERA LEI CHE DOVEVA PENSARCI PRIMA DI PARLARE, NON IO. NON POSSO METTERMI CONTRO TUTTA LA FAMIGLIA, NON CONSIDERATA LA MIA SITUAZIONE >> erano tutte quelle le sue argomentazioni, davvero sapeva fare così poco? 
<< QUELLO CHE NON CAPISCI È CHE NON C'È NESSUNA SITUAZIONE STRANA... TUTTO QUI, DAVVERO È TUTTO QUELLO CHE SAI FARE PER RINGRAZIARE TUA SORELLA? >> lo riprese ironico, la rabbia invadeva ogni cellula del suo corpo.
<< IO NON SONO UN FRATELLO PERFETTO, MA NON FACCIO NEANCHE SCHIFO, SONO STUFO DI VOI DUE E DEL VOSTRO CIRCOLO CHIUSO, SONO STUFO DI SENTIRMI ESCLUSO >> allora era li che erano andati a finire, beh, Albus gli stava ponendo degli argomenti su un piatto d'argento, forse era venuto il momento di chiarire quella cosa per sempre
<< Noi non siamo un circolo chiuso. Fatti una domanda, Albus, siamo noi ad escludere te o sei tu che lo fai da solo, praticamente da sempre? Io e Lily il nostro rapporto ce lo siamo costruiti pian piano. Quando ti chiedevamo di giocare a Quidditch e tu dicevi di no, lì io e Lily abbiamo rafforzato il nostro rapporto. Quando ti chiediamo di venire a studiare nella nostra Sala Comune e tu dici di no perché ti senti diverso, lì io e Lily rafforziamo il nostro rapporto. Quando Lily veniva da te perché aveva paura dei temporali e tu la mandavi da me perché eri convinto di non essere adatto a rassicurarla, lì io e Lily abbiamo rafforzato il nostro rapporto. Quando ti chiedeva di farle vedere il tuo patronus e tu le dicevi di non essere capace, lei veniva da me ed è lì che io e Lily abbiamo rafforzato il nostro rapporto.. Sei sempre stato il fratello che cercava e che la rifiutava, così, ha smesso di cercarti.. Lily ti vuole bene, io ti voglio bene più di quanto te ne voglia tu stesso. Non distruggere la tua vita per la famiglia se questa non ti riesce a capire, devi imparare a volerti bene e a pensare che tu sia in grado di fare tutto ciò che vuoi, nonostante tutto e tutti >> James era diventato il fratello maggiore a tutti gli effetti.
Albus lo guardò accigliato, sapeva che il fratello aveva ragione, ma non l'avrebbe mai ammesso.
<< Non trattarmi così e non dire cazzate, James. Io e te abbiamo chiuso >> il maggiore si allontanò con un sorriso amaro tra le labbra, non prima di aver sussurrato al fratello:
<< La verità fa male, Al... Lo so >> si era appena spezzato quel finissimo filo che teneva il loro rapporto.
 
NDA 
Salve a tutti!
Scusate il ritardo, ma lo studio mi sta prendendo fin troppo tempo e non ce l'ho fatta a pubblicare ieri, spero, comunque, che dalla prossima settimana riesca a tornare all'aggiornamento di lunedì.. Vedremo..
Passando al capitolo...
Come vedete non c'è nessuna presentazione, questo perché i personaggi sono praticamente già stati presentati tutti, comunque, vedremo in seguito se ne compariranno altri.
Hermione e Rose finalmente si sono chiarite..
E, invece, che ne dite dei signori Malfoy? Non li ho approfonditi troppo, ma che idea vi siete fatta di loro, per il momento? Sono curiosa di saperlo.
Poi, veniamo alla parte più importante... Albus è diviso in due tra i suoi fratelli e il resto della famiglia che, compresi i genitori, non riesce ad esporsi troppo come ha fatto Lily.. Come andrà a finire? Non dovete pensare che a Harry e Ginny non interessi nulla del figlio, solo che sono stati presi impreparati e non hanno saputo reagire velocemente. 
Ed infine James.. Beh, ora possiamo dirlo, è decisamente cresciuto il ragazzo. Credete che abbia velocizzato un po' troppo i tempi con lui? 
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate..
Io l'avevo detto che le vacanze sarebbero state movimentate..
Un ringraziamento a chi segue la storia e soprattutto a chi recensisce:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Continuate a seguirmi e a recensire, mi raccomando!
Un bacione, 
Ce_

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Capitolo 15
*** Io son brava a raccogliermi ***


Io son brava a raccogliermi.

 
Si svegliò di soprassalto, di nuovo quell'incubo, quello in cui c'era suo fratello Fred, quello che la perseguitava dopo la sua morte, quello che le faceva riviere la morte del gemello, quello che faceva sempre più di rado, ma che continuava ad esserci e a tormentarla, prepotente, ripetitivo.
Ginny scese a preparare la colazione.
Era la mattina di Santo Stefano e la giornata non era iniziata particolarmente bene e, non sapeva neanche perché, ma aveva davvero un brutto presentimento.. 
Sperò di sbagliarsi con tutta se stessa, ma non sapeva ancora quanto la sua speranza fosse vana.
Prese la tazza del latte e si andò a sedere sul divano, aveva bisogno di rilassarsi, si era appena svegliata, ma sembrava che fosse stata in piedi tutta la notte.
Dopo neanche un quarto d'ora sentì qualcuno sedersi al suo fianco, si voltò... Era Harry che la guardava con quegli occhi indagatori che riuscivano sempre a leggerle dentro.
<< Buongiorno >> cercò di sorridergli, ma lui non si fece incantare
<< Come mai sei sveglia quest'ora? Che succede? >> le chiese il moro
<< Niente, Harry... Sta tranquillo >> lei cercò di sviare il discorso, ma lo sguardo del marito le fece cambiare idea << di nuovo quel sogno... Tutto qui >> si arrese
<< Tutto qui, Gin? Non è tutto ok se hai fatto di nuovo quel sogno >>. 
<< Oh, Harry, faccio quel sogno da quando Fred è morto, quando ero a Manchester, lo sognavo anche più volte, sempre quella scena, i suoi ultimi istanti di vita, quelli che ha usato per salvarmi. In continuazione, non è una novità per me, ogni tanto rispunta fuori >> ora si stava arrabbiando, cavolo, lui sapeva di quel sogno da tempo, era inutile che ogni volta ci faceva una tragedia sopra, era una cosa al di sopra del loro controllo.
<< Scusa, è che vederti così fa male.. Gin non è colpa tua ciò che è successo, non smetterò mai di dirtelo, non è colpa tua e Fred non vorrebbe che tu te ne facessi una colpa >> nonostante Ginny era stata dura, Harry aveva sempre quello sguardo dolce, lo sguardo di una persona che c'era già passata, aveva già provato le stesse emozioni che stava provando la moglie in quel momento, emozioni che, lo sapeva bene Harry, non se ne sarebbero mai andate, avrebbero vissuto con loro fino alla fine.
<< Grazie! Sarà il Natale che mi fa tornare in mente queste cose, o quest'aria tesa che si respira in casa... Non lo so, ma ho dei brutti presentimenti >> confessò la rossa. 
In effetti, dalla litigata della sera precedente, la famiglia Potter non era quella di prima, Albus e James non si guardavano neanche in faccia, mentre Lily cercava di non trattare così male il Serpeverde, anche se, inevitabilmente, si era schierata con il maggiore dei Potter. 
E Ginny non sapeva cosa fare perché i suoi figli non avevano mai litigato così pesantemente, si erano sempre sostenuti a vicenda, ma quello che era successo la sera precedente era davvero una cosa irreparabile, in quel momento.
<< Sta tranquilla, vedrai che chiariranno >> Harry le leggeva nel pensiero, per caso? Lo guardò negli occhi e ci vide tanta speranza, ma ci vide anche una nota di rassegnazione, anche lui sapeva che, per il momento, loro non potevano fare nulla se non stare a guardare.
<< Buongiorno >> Albus fece il suo ingresso in salotto, sul viso ancora ritratte le pieghe del cuscino
<< Buongiorno, tesoro >> Ginny saltò su dal divano e lo andò ad abbracciare, di certo l'uscita di Hugo della sera di Natale non aveva fatto bene a suo figlio e lei sapeva che aveva bisogno di qualcuno che lo capisse e che accettasse in pieno le sue scelte.
Andarono tutti e tre in cucina per fare colazione, passarono mezz'oretta a parlare del più e del meno e Ginny, in quel lasso di tempo, ritrovò la serenità, quella che le era stata portata via quella notte, la ritrovò grazie alla sua famiglia, anche se non al completo.
L'arrivo di James e Lily gelo l'aria intorno a loro, il maggiore salutò i genitori, senza neanche guardare il fratello che continuava a tenere lo sguardo da tutt'altra l'arte, mentre, la ragazzina fece solo un cenno con la mano, abbastanza imbarazzata, nascondeva qualcosa, Ginny non sapeva ancora cosa, ma se lo sentiva e sapeva anche che la bomba sarebbe scoppiata, prima o poi.
Si girò verso suo marito, lo vide osservare i loro tre figli con un'aria strana, li amava tutti e tre, questo era certo, ma il rapporto che aveva con Al era speciale.

Per lei erano sempre stati loro tre, tre persone divise, ma che, alla fine, potevano essere racchiuse in una sola: James era il primogenito, Lily la principessa intoccabile e Albus quello che riusciva a capire di più, questo gli permetteva di stare più tranquilla con lui perché riusciva a tenere la sua situazione sotto controllo, mentre, con gli altri due non ci riusciva, erano ingestibili, non si capiva mai cosa gli passasse in mente e questo era davvero frustrante per una mamma.
 

***

 
Odiava quell'aria tesa che si respirava in casa, odiava l'orgoglio di James e il menefreghismo di Albus, odiava il fatto che suo fratello si facesse mettere sotto dalla sua famiglia per non deluderla, odiava il dover rimanere li, seduta al tavolo della cucina a mangiare in silenzio con il resto dei Potter, odiava il non poter vedere Scorpius, odiava avere paura e odiava il fatto che in quel momento se la stava facendo addosso, ma più di tutto odiava il fatto che, proprio in quell'istante, sua madre, ritirando i piatti dove avevano mangiato, le stava praticamente dicendo: "è il momento, Lily, lancia questa maledetta bomba" e lei non era pronta, decisamente non lo era.
E se suo padre non avesse accettato la cosa? E se non le avesse permesso di frequentare la Royal? Che diavolo avrebbe fatto? Non era pronta a lasciare il tetto di casa, non era pronta a niente, in quel momento, ma doveva prendere tutto il coraggio che aveva e farsi avanti.
Lanciò uno sguardo a James che cercò di infonderle più tranquillità possibile, fece un respiro profondo e si alzò a fronteggiare la sua famiglia.
<< Mamma, papà, devo dirvi una cosa >> stava parlando al plurale, ma guardava insistentemente suo padre, pregandolo mentalmente di non arrabbiarsi. Sapeva che sua madre ne sarebbe stata felice, l'unico scoglio era Harry.
<< Ehi, tesoro... Che succede? >> ecco, appunto. Di certo suo padre, chiamandola "tesoro" non l'aiutava a concludere il suo discorso.
<< Vi ricordate che quest'estate vi avevo detto che a lezione di danza erano venute delle persone dalla Royal Ballet School? >> aveva deciso di partire da lontano, da molto lontano. Vide i suoi genitori annuire, Ginny entusiasta, Harry un po' meno, molto meno, a dir la verità.
<< Beh, uno di loro mi ha detto che se avessi fatto un provino il 9 dicembre e fossi passata, sarei stata presa come prima ballerina per il tour dell'estate e avrei vinto una borsa di studio da loro >> prese fiato, stava per continuare, ma fu interrotta da suo padre.
<< Ma il 9 dicembre non sei andata perché eri ad Hogwarts >> fece Harry
<< Ecco, sono riuscita ad avere dei permessi dalla McGranitt >> guardò James con un sorriso enorme e lui ricambiò << sono andata e mi hanno preso! >> sputò fuori. 
Vide la notizia far spazio pian piano nella testa dei suoi genitori, Ginny si alzò velocemente e la stritolò in uno dei suoi abbracci, ripetendo frasi come: "Sono fiera di te, congratulazioni" Lily le sorrise felice, dopodiché il suo sguardo si spostò su Harry.
Era meno entusiasta della moglie, ma la sua faccia non prometteva neanche troppo male, in fondo. Si alzò e abbracciò anche lui la figlia, Lily rimase perplessa, ma entusiasta della reazione dei suoi genitori.
<< È meraviglioso Lils, davvero! >> le disse suo padre, una volta che si fu nuovamente seduto.
<< Già! >> sorrise la ragazza << ah, comincio il 2 gennaio, quindi, non farò in tempo a tornare ad Hogwarts >> lo disse come se fosse la cosa piú naturale del mondo e, in fondo, lei pensava che lo fosse, pensava che i suoi genitori avessero capito tutto, invece si era sbagliata e di grosso. 
I sorrisi di tutta la famiglia Potter si spensero all'istante.
<< Non farai in tempo? Che stai dicendo Lily? >> le chiese suo padre
<< Papà, sono una persona sola e non posso frequentare Hogwarts e la Royal insieme >> rispose lei
<< Mi stai dicendo che lascerai Hogwarts, che smetterai di istruirti per una stupida scuola di ballo? >> Harry si alzò in piedi per fronteggiare la figlia
<< Non è una stupida scuola di ballo, papà! È LA ROYAL BALLET SCHOOL, può farmi diventare grande! E, comunque, farò anche lezioni di incantesimi, difesa, trasfigurazione e pozioni >> esplose Lily, ma le sue parole non ebbero l'effetto desiderato
<< No, Hogwarts ti farà diventare grande! Non ti permetto di abbandonarla! >> non poteva farlo, non poteva chiuderle ogni possibilità di dialogo
<< Non puoi farlo, papà! Ti prego, è il mio sogno! >> le lacrime premevano per uscire. 
<< Harry, cerchiamo di parlarne civilmente >> s’intromise Ginny, a Lily cadde il mondo addosso, il tono della madre era un tono del tipo ''io sono d'accordo con tuo padre, ma non ti aggredirò come sta facendo lui " aveva sperato troppo nella reazione positiva della madre.
<< Non c'è nulla da discutere. Lily non ci andrà! >> quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, suo padre le stava impedendo di scegliere, ben sapendo che quella era la cosa che Lily odiava di più. La ragazza prese coraggio.
<< È deciso, invece. Io frequenterò la Royal, che tu lo voglia o no! >>
<< Tu non farai proprio nulla senza il mio consenso, signorina. Sei minorenne, non puoi fare nulla >> la stava mettendo con le spalle al muro, la stava costringendo a fare quello che mai e poi mai avrebbe voluto fare, la stava costringendo a chiudere la porta in faccia alla sua famiglia, non era pronta. Avrebbe rinunciato al suo sogno? Si, ora capiva Albus, non  poteva spezzare tutti i legami, non e aveva la forza. Forse era ancora troppo piccola, forse le serviva l'aiuto di qualcuno.. Da sola non ce l'avrebbe mai fatta.
Annuì impercettibilmente, abbassando il capo.
<< Nulla che non sia andarsene da questa casa e stare sotto la mia responsabilità >> la voce di James le giunse ovattata alle orecchie, quando capì il senso delle sue parole, però, il sangue le si gelò nelle vene. 
James non poteva rischiare così tanto, si stava chiudendo tutte le possibilità di far accettare la sua relazione con Dominique, si girò verso di lui, era determinato e, inevitabilmente, l'amore di Lily nei suoi confronti crebbe a dismisura. Si poteva avere un fratello migliore? 
<< James, non farlo >> provò a dirgli, ma inutilmente, il ragazzo già si era alzato, era andato vicino a lei e le aveva cinto la vita con un braccio
<< Fa quello che vuoi, ma stai sbagliando e quando ti renderai conto che non ne vale la pena, bhe, non venire da me! >> Harry era stato duro, mai come quella volta, Ginny cercò di convincerlo a non farlo, ma non ci riuscì
<< È QUESTO CHE VUOI? MI STAI AUGURANDO DI ESSERE CACCIATA FUORI? SINCERAMENTE, PENSAVO FOSSI UNA PERSONA MIGLIORE, IO ME NE VADO! >> esplose Lily, avviandosi verso il piano di sopra, seguita a ruota dal fratello
<< LILY, TI STAI BUTTANDO VIA >> urlò Harry
<< BEH, IO SON BRAVA A RACCOGLIERMI*  >>
 
Era appena risalita in camera e aveva già cominciato a preparare le cose per andarsene. 
Non riusciva a capire ancora cos'era successo, si aggirava per la camera, riuscendo ogni tanto a farfugliare un "grazie" e un "non dovevi farlo" in direzione di James che la guardava impotente.
Cosa avrebbe fatto? Dove sarebbe andata? E James? Sarebbe rimasto a casa con i genitori? 
Non ce la faceva più, tutto si aspettava dal padre, tranne un rifiuto così categorico, ma, soprattutto, era stata Ginny che l'aveva stupita di più, non aveva fatto molto per non permettere ad Harry di maltrattarla in quel modo.
Non riusciva a fermarsi, sapeva che se si fosse fermata sarebbe crollata e doveva impedirlo, lei era forte, non poteva piangere, non doveva piangere, aveva ottenuto ciò che desiderava, la Royal Ballet School, tutto il resto era niente.
<< Lily >> suo fratello la chiamò, una nota di preoccupazione nella sua voce
Nessuna risposta
<< Lily, fermati! >> 
Ancora nulla
<< Luna, per Merlino, fermati! >> la prese per le spalle e cominciò a scuoterla, ma niente, Lily era un automa, un corpo senza anima e senza ragione.
<< Grazie, non dovevi farlo >> la voce era meccanica, come se stesse recitando un mantra
Lils vide James prendere il suo telefono, comporre un numero e portarselo all'orecchio.
<< Malfoy, ha bisogno di te >> dopodiché James riappese il telefono, Lily aveva abbassato lo sguardo, come se fosse lei la causa di tutto quello, si sentì stringere da due braccia forti, ricambiò l'abbraccio del fratello e si sentì più leggera, ma ancora non riusciva a piangere, aveva gli occhi completamente asciutti, come se fosse prosciugata dentro.


***
 

Quella con Potter grande, probabilmente, era stata la conversazione telefonica  più breve della storia, in realtà, non era stata neanche una conversazione, visto che il moro non gli aveva dato neanche il tempo di replicare. 
Sapeva ciò che doveva fare Lily quel giorno e, quindi, aveva subito intuito che la sua famiglia non aveva preso benissimo la notizia del provino. 
La cosa che lo aveva sorpreso di più, però, era il fatto che non fosse stato Al a chiamarlo, bensì James, sapeva che Al odiava mettersi contro la famiglia, d'altronde, odiava farlo anche lui, ecco perché si erano piaciuti subito, ma non riusciva a capire cosa fosse successo.
Scese in giardino, afferrò la sua scopa e si diresse verso casa Potter, era il mezzo più lento, ma non poteva presentarsi nel camino della casa della sua ragazza e trovarsi i suoi genitori davanti.
Il viaggio fu breve, entrò in camera di Lily dalla finestra lasciata aperta, trovò lei e James abbracciati.
<< Non riesco a smuoverla >> nel volto del maggiore dei Potter c'era troppa preoccupazione per i suoi gusti.
<< Che è successo? >> chiese
<< Se ne va di casa, è sotto la mia responsabilità >> possibile che più si andava avanti e più James era impossibile da detestare? 
<< Grazie >> e si ritrovava, un'altra volta, a doverlo ringraziare.
Lui annuì e, dando un bacio a Lily, lasciò la stanza.
Guardò la rossa, aveva un'espressione indefinita, passiva, come se nulla di ciò che le stava succedendo intorno le interessasse.
Gli fece paura, non aveva mai visto Lils in quello stato.
Preso dalla preoccupazione corse ad abbracciarla, all'inizio era un abbraccio unidirezionale, c'era solo lui che stringeva una bambola di pezza, poi sentì qualcosa bagnargli la camicia che indossava, erano le lacrime di Lily, finalmente era riuscita a piangere, la sentì aggrapparsi a lui come se fosse la sua unica ancora di salvezza e lui la stinse ancora di più contro il suo petto, pronto ad essere tutto ciò che lei voleva.
<< È tutta colpa mia, tutta colpa mia >> la sentì farfugliare, scossa ancora dai singhiozzi. Molto prevedibile, era sicuro che si sarebbe andati a finire a quel punto.
<< No Lily, non è colpa tua >> cercò di rassicurarla. 
Lils si staccò da lui, si guardarono negli occhi per un tempo indefinito, azzurro e marrone, marrone e azzurro, Scorpius si rese conto che era davvero tutto ciò di cui aveva bisogno.
<< James non doveva farlo, sta rischiando troppo e non posso lasciare Al da solo, ha bisogno di noi, come io ho bisogno di lui >>. 
<< Lils, James è maggiorenne e sa quello che fa >> davvero lo sapeva? Lui che difendeva James Sirius Potter? Il mondo sarebbe finito molto presto << e Al capirà, gli ci vorrà un po', ma capirà >> ne era più che sicuro, si fidava ciecamente del suo migliore amico.
<< Si, ma.. >>
<< Niente ma.. Non è colpa tua, tu vuoi solamente inseguire il tuo sogno e non devi permettere a nessuno di ostacolarti, nemmeno a tuo padre.. Ora, andando al pratico, dove te ne vai a vivere? >> non poteva lasciarla li, in preda al panico.
<< Non lo so, spero di potermi permettere un albergo per una notte, con i miei risparmi... >> 
<< Non se ne parla, non ti mando da sola per alberghi, soprattutto in questo periodo... Vieni al Manor con me >> ci pensava dall'istante in cui James gli aveva detto che se ne sarebbe andata di casa. 
Per suo padre sarebbe stato un bel colpo, ma era sicuro che l'avrebbe accettato senza fare troppe storie.
<< Non se ne parla, ho conosciuto i tuoi genitori solo ieri >> disse Lily
<< Mia madre già ti adora e mio padre appena saprà che hai litigato e tenuto testa a Harry Potter, ti amerà, quindi, non hai scuse.. E non ribattere, questo è un ordine >> riuscì anche a farla sorridere per un secondo.
La lasciò a preparare la valigia, mentre lui andava in camera del suo migliore amico, entrò senza neanche bussare.
<< Al >> Albus era seduto sul letto
<< Scorpius, che ci fai qui ? >> gli chiese subito, il biondo indicò con la testa la stanza di Lily
<< Se sei venuto qui per farmi la predica, risparmiatela >> rispose duro Al
<< Non sono venuto a farti la predica, ti conosco e so che per te è una scelta difficile, ma so anche che prima o poi farai la scelta giusta. Quindi, accompagni me e Lily al Manor? Lei viene a stare da me per qualche giorno >> lo disse con semplicità, come se fosse la cosa più naturale del mondo, Albus non sembrò particolarmente sorpreso
<< Lily non mi vuole >> disse il moro
<< Stupido, non è vero, ha bisogno di te >> quelle poche parole convinsero Potter a seguirlo nella stanza della rossa.
<< Grazie >> fu un sussurro, quello di Albus.

 
***

 

James aveva appena terminato di raccontare a lei e suo fratello tutto ciò che era successo a casa Potter, era orgogliosa di lui, era cresciuto davvero, non era piú il ragazzino menefreghista e sempre spensierato, stava diventando un uomo e lo stava facendo accettando tutto ciò che questo implicava, tutte le responsabilità, tutti gli oneri.
Le dispiaceva da morire per Lily, lei sapeva bene cosa significava essere in conflitto con uno dei propri genitori, lei e sua madre Fleur non erano mai andate d'accordo, sapeva come si sentiva Lily, le colpe che, sicuramente, in quel momento, si stava addossando, i dubbi che le stavano venendo.
Dominique sarebbe voluta andare da lei, ma James aveva detto che c'era Scorpius ed era meglio lasciarle il suo spazio, probabilmente aveva ragione, ultimamente aveva sempre ragione.
<< Rimani a dormire da noi, stanotte, fratello? >> chiese Louis a James, lui annuì in risposta, ormai casa loro era anche casa sua e viceversa, era sempre stato così e non si facevano particolari problemi.
<< Bene, io vado a farmi una doccia >> il biondo uscì dalla camera della sorella, lasciandoli da soli.
Dominique si sentiva un'egoista, nonostante tutto ciò che stava succedendo, lei non riusciva a non pensare a se stessa, a lei, a James e alla loro relazione.
Se Harry aveva preso male la notizia di Lily, come avrebbe reagito con loro? Se Hugo non accettava il fatto che Albus fosse gay, cosa avrebbe detto se avesse saputo della loro relazione? Tutto quello la stava uccidendo da dentro, mettendole dei dubbi incolmabili.
Alzò lo sguardo verso James, la stava osservando con un’espressione concentrata sul viso, come se cercasse di capire cosa stava pensando, ma, probabilmente, erano le stesse cose che stava pensando lui.
<< Che cosa penseranno di noi? >> Gli chiese titubante
<< Non lo so >> anche James era parecchio preoccupato, non aveva la solita aria decisa, anche lui era spaventato all'idea di dirlo a tutti.
<< James, abbiamo una famiglia di merda >> le era uscito così, senza pensarci, ma, probabilmente, quando si trattava di quelle cose, la famiglia Weasley lo era davvero.
<< Lo so, a volte li odio >> possibile che non potessero avere un momento tranquillo come le coppie normali? Già, ma loro non erano una coppia normale, vero? 
<< Tu sei pronto? >> 
<< Credo di si, ma se tu non lo sei, aspetterò >> Merlino se era cresciuto, il vecchio James non l'avrebbe mai detto, oppure era solamente innamorato di lei
<< James, guarda Al, non riescono ad accettare che sia gay, guarda che sta succedendo a Lily, è costretta ad andarsene di casa per inseguire il suo sogno e solo perché non vuole frequentare Hogwarts, ma la Royal che, oltre a darle una preparazione base, può farla diventare grande nel campo della danza. Cosa diranno del nostro quasi incesto? >> le lacrime premevano per uscire ai lati degli occhi della ragazza. 
Dominique le lasciò libere di farlo, non poteva trattenersi, non davanti a James.
Sentì le braccia del suo ragazzo avvolgerla, non era un abbraccio consolatorio, no, anche James cercava la forza in quel gesto e lei gliela diede, si sorreggevano a vicenda, incapaci di dividersi, incapaci di stare l'uno senza l'altra.
<< Ci sarà tempo per dirglielo, sta tranquilla >> le sussurrò all'orecchio, lei annuì impercettibilmente, ma James se ne rese conto e a Dominique scappò un sorriso, un sorriso lacrimoso, ma pur sempre un sorriso.
 
* Ligabue, Non è tempo per noi... In realtà la frase sarebbe: dicono che noi ci stiamo buttando via/ beh, noi siam bravi a raccoglierci... Ma io l'ho riadattata. 
 
NDA
Salve, gente!
Eccomi di nuovo di martedì, scusate, ma ieri proprio non ce l'ho fatta!
Allora, finalmente è arrivato il capitolo che tutti aspettavate, la grande rivelazione di Lily, beh, al contrario delle aspettative di molte di voi, Harry non la presa molto bene, anzi, per niente.. Vedremo che succederà.
James e Dominique, come avete visto, ci hanno ripensato, non diranno nulla per il momento.
Ora è ufficiale, le vacanze di Natale sono state parecchio movimentate, decisamente! 
Spero che mi farete sapere cosa ve ne pare di questo capitolo.
Un grazie a chi segue/preferisce/ricorda la storia, a chi la legge soltanto e alle fantastiche ragazze che la recensiscono.
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Continuate a seguirmi e a recensire, mi raccomando!
Un bacione, 
Ce_

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Capitolo 16
*** Tutto era ormai diverso ***


Tutto era ormai diverso 

 
Finalmente quella furia di ragazzina se ne sarebbe andata, non ne poteva piú!
Ma il momento era vicino, quella mattina l'aveva vista tutta felice e pimpante a preparare le valige, la casa sarebbe tornata una casa normale e non un luogo attraversato costantemente da una scossa di terremoto, ma dove diavolo la prendeva l'energia quella ragazzina? 
Se lo chiedeva da quando aveva messo piede al Malfoy Manor, dopo tutto quello che le era successo, dopo aver chiuso i rapporti con la sua famiglia, e lui sapeva bene come ci si sentiva a lasciarsi i genitori alle spalle, per quanto le loro idee possano essere poco condivisibile, sono sempre genitori, beh, Lily riusciva a sorridere sempre, costantemente, a volte si ritrovava ad invidiarla.
Probabilmente, però, era solamente una maschera, proprio come quella che Draco aveva indossato per anni.
<< Buongiorno, papà >> uno Scorpius vestito di tutto punto fece ingresso in cucina, sbadigliando sonoramente.
<< Buongiorno! Dove stai andando? >>  gli chiese
<< Accompagno Lily alla metropolitana con la scopa, dice che vuole muoversi con i mezzi babbani >> spiegò lui velocemente, mentre cominciava ad imburrare una fetta biscottata, non feci neanche in tempo a dire la mia su quegli aggeggi babbani che sulla porta della stanza apparvero Astoria e Lily che chiacchieravano amabilmente, come se fossero due coetanee, due amiche di vecchia data.
<< ... Già, hanno tutte quell'aria di superiorità, ma sono sicura che tu non ti farai influenzare >> stava dicendo sua moglie
<< Oh, può starne certa, signora Malfoy! >> sorrise Lils
<< Lily, smettila di chiamarmi signora Malfoy e di darmi del lei, mi fa sentire vecchia. Astoria va più che bene >> perché sua moglie doveva sempre essere così dannatamente gentile con tutti?
<< Ok, Astoria! Oh, buongiorno >> la rossa alzò gli occhi su di noi, come se ancora non si fosse accorta della nostra presenza e ci salutò con un gesto della mano.
<< Buongiorno >> Scorpius la fece sedere accanto a se, dandole un leggero bacio sulla guancia, gliel'aveva detto, niente effusioni in pubblico. 
Stava sopportando tutto, ma vedere su figlio pomiciare con la Potter in casa sua, no, quello sarebbe stato davvero troppo.
<< A che ora hai lezione? >> chiese Astoria
<< Alle 11 >> rispose Lily con un sorriso, sempre quel maledetto sorriso che faceva innamorare tutti, in primis suo figlio, cominciava a incantare anche lui, per Merlino!
<< Signor Malfoy >> sentendomi chiamato in causa, alzai gli occhi verso Lily, che mi guardava incerta sul da farsi << volevo ringraziarla per avermi ospitato, non so come avrei fatto se non fosse stato per voi, accettarmi in casa vostra è stato davvero un gesto gentile e non so come potervi ringraziare, posso solo dire che, anche se la mia nuova casa non sarà bella come questa, beh, per voi la porta sarà sempre aperta >> possibile che fosse impossibile odiare quella ragazzina? Sempre così gentile, sempre così dannatamente Grifondoro
<< Prego >> rispose Draco con un lieve cenno del capo, cercando di non distruggere la sua maschera da uomo duro, maschera che ormai gli andava fin troppo stretta.
Finirono di fare colazione insieme, sembravano una famiglia felice, Draco aveva sempre sognato di avere una figlia femmina perché si dice che tra padre e figlia c'è sempre un rapporto speciale, ma era arrivato Scorpius e lui, a dir la verità, era rimasto un pochino deluso, ma poi era cresciuto, si erano amati a vicenda e il loro rapporto era indescrivibilmente perfetto, erano complici e amici, Draco adorava suo figlio, anche se non lo dimostrava con sdolcinati gesti d'affetto.
I ragazzi salirono a prendere le valige e in men che non si dica già erano tutti alla porta d'ingresso 
<< Bene, arrivederci e ancora grazie >> disse Lily e fu velocemente inghiottita da un abbraccio di Astoria che la rassicurava sul fatto che sarebbe andata a trovarla al più presto.
Fu la volta di Draco che, per una volta, si lasciò andare e abbracciò anch'egli quella ragazzina che, volente o nolente, lo aveva catturato fin da subito.
Scorpius e Lily si allontanarono e, Malfoy non l'avrebbe mai ammesso, ma sapeva che quella ragazzina gli sarebbe mancata.
 
Sembrava passato chissà quanto tempo da quando Lily e Scorpius si erano presentati al Malfoy Manor, invece era passata appena una settimana e se lo ricordava bene quel momento, Draco
 
INIZIO FLASHBACK

Erano seduti su un tavolino in salotto lui e sua moglie e giocavano agli Scacchi Dei Maghi, lui, un Malfoy, che il giorno di Santo Stefano giocava a scacchi invece di partecipare a una festa dell'alta società, il mondo davvero aveva cominciato a girare al contrario.
<< Allora, che ne pensi di Lily? >> introdusse l'argomento Astoria, sapeva che si sarebbe andati a finire li.
<< È una Potter >> disse, come se quello spiegasse tutto
<< Oh, Draco! Finiscila, so che non te ne importa nulla di tutto questo, so che l'unica cosa che vuoi è vedere Scorpius felice, non fingere, non con me >> e aveva ragione Astoria, su tutto quanto, non gli importava nulla del suo cognome, era vero che l'unica cosa a cui teneva era suo figlio, come era vero che sua moglie lo conosceva meglio di chiunque altro, fingere sarebbe stato inutile e, sinceramente, non gli piaceva neanche, amava essere se stesso quando poteva.
<< Ok, ok! Mi sembra apposto e ho visto Scorpius felice, per la prima volta l'ho visto davvero felice con una ragazza. Probabilmente è quella giusta >> era passato da "è una Potter, quindi fa schifo" a "è quella giusta" poi dicono che sono le donne ad essere lunatiche, anche gli uomini non scherzano, lui in primis.
Astoria gli  rivolse un sorriso come a dire "lo sapevo che ti sarebbe piaciuta" quella donna era davvero malefica.
Il rumore dello scatto della serratura li fece sobbalzare, chi diavolo era? Scorpius era in camera sua, loro in salotto. 
Nessun altro aveva le chiavi del Manor.
Draco impugnò  la bacchetta all'istante, avvicinandosi alla rampa di scale che conduceva alla camera di suo figlio,  un abitudine che aveva preso dopo la guerra, quando la sua fama di ex mangiamorte gli riservava delle visite ben poco gradite da parte della popolazione magica inglese.
Sentirono la porta sbattere e Scorpius apparve in sala accompagnato da Albus Potter
<< Che succede? >> vedendoli in allerta, prese la bacchetta,  anche lui conosceva bene quelle visite indesiderate, nonostante negli ultimi anni erano notevolmente diminuite. 
<< Succede che credevamo che fossi in camera tua e non a farti un giro! Ciao, Al  >> lo riprese Astoria.
<< Ehm... Scusate, ma era un emergenza e... Ho una piccola richiesta da farvi.. È un emergenza anche questa >> solo in quel momento, Draco si accorse della persona dietro a suo figlio. La scrutò meglio e riconobbe Lily Luna Potter..
Parli del diavolo... << Lily ha bisogno di un posto dove dormire per qualche giorno.. Possiamo ospitarla  noi? Potrebbe dormire nella stanza degli ospiti >> lo sguardo di Scorpius non riusciva a staccarsi da quello del padre, pregandolo.
Draco osservò meglio la ragazzina, aveva la testa bassa, ma il suo corpo, ogni tanto, era scosso da piccoli singhiozzi..
<< Certo che può rimanere >> disse Astoria e Draco fu costretto ad annuire, per la prima volta da quando era entrata, Lily alzò la testa per ringraziarli, aveva gli occhi gonfi per il pianto.
La donna l'accompagnò al piano di sopra.
<< Beh, le dò una mano a sistemare la roba... Grazie Draco, grazie infinite >> Albus raggiunse la sorella, lasciando soli lui e Scorp.
<< Che diavolo ti salta in mente? Lily Potter? Sai che rischio una denuncia per sequestro di persona? Il padre farebbe qualsiasi cosa pur di riprendersela >>  sbottò all'improvviso l'uomo
<< Non rischi nulla, non credo che Harry Potter vorrà riprendersela, visto che è stato lui a costringerla ad andarsene da casa >> Potter che costringeva la sua adorata figlia ad andarsene di casa? Cosa stava succedendo? 
<< Vuoi dire che non ha accettato il fatto della scuola di ballo, giusto? >> Scorpius si limitò ad annuire, così Draco continuò << ecco perchè prima piangeva.. >> era una constatazione
<< Papà, tu sai bene cosa vuol dire litigare con i propri genitori, quindi, ti prego di aiutarla >> gli occhi di Scorpius esprimevano preghiere, rappresentavano perfettamente le sue parole.
E Draco lo sapeva, sapeva che suo figlio aveva ragione, sapeva come ci si sentiva a tradire la propria famiglia, lui l'aveva fatto tanti anni prima, alla fine della guerra, quando aveva voltato le spalle a suo padre, finalmente, liberandosi di tutti i pregiudizi e le sue idee, sapeva cosa voleva dire cavarsela da soli, quando ancora si era degli adolescenti, sapeva tutto quanto e riusciva a capire Lily più di quanto Scorpius pensasse, ma non poteva certo darlo a vedere 
<< E illuminami, perchè non si trasferisce da uno dei tanti parenti che ha? >>
<< Non vuole che la sua famiglia si schieri da una parte o dall'altra >> ancora non capiva, Draco
<< Quello che non capisco è il motivo per cui le hai chiesto proprio di venire da noi >> Scorpius abbassò lo sguardo istintivamente, come se non volesse far trapelare le sue emozioni, come se quella fosse una cosa talmente privata da non poterla condividere neanche con il padre, al quale confidava tutto. 
Ma l'uomo, quella volta, capì 
<< Sei innamorato di lei.. >> non era una domanda, ma un affermazione, il sedicenne alzò gli occhi sul padre, sorpreso che quest'ultimo avesse capito tutto
<< Devo farla felice, papà, voglio che lei sia felice e farò in modo che lo sia, in un modo nell'altro e, si, se te lo stai chiedendo, se lei è felice lo sono anch'io >> a Draco bastò quello, la felicità del figlio era sempre stata la sola cosa importante
<< Se ne sei innamorato,  tienitela stretta e rendila felice, Scorpius. Come ti ho già detto, sono fiero di te, figliolo >>  detto ciò, andò ad abbracciarlo perché, in quello momento, gli sembrò l'unica cosa giusta da fare.
<< Grazie, papà >>

FINE FLASHBACK 
 

*** 
 

"Sta calma, sta calma, sta calma!"  poteva anche ripeterselo all'infinito, ma il risultato non sarebbe cambiato, se la stava facendo addosso per la paura e non riusciva a capire il perché, ok che era il suo primo giorno di lezione alla Royal Ballet School, ok che nel pomeriggio si sarebbe trasferita nella sua nuova casa, ok che tra poco meno di una settimana gli studenti tornavano ad Hogwarts e questa volta lei non sarebbe stata con loro, ma cavolo, doveva darsi una calmata, altrimenti sarebbe esplosa prima di poter cominciare qualsiasi attività.
Aveva appena lasciato Malfoy Manor e si sentiva libera, libera come adorava sentirsi, quella settimana a casa di Scorpius non si era rivelata poi così male, i signori Malfoy erano stati gentilissimi con lei, tranne un primo scontro con Draco che si era risolto non appena gli aveva raccontato la sua storia, ma in quella settimana non era mai riuscita a sentirsi libera, non come in quel momento, era stata comunque in casa d'altri e, di certo, non aveva potuto fare ciò che voleva, invece, in quell'istante, valige in mano, era finalmente libera da tutto, dai suoi genitori, dalle loro aspettative e dalle loro idee di merda, dalla buona educazione che aveva dovuto tenere a casa Malfoy, dalla maschera di tranquillità che si era dipinta addosso, insomma, da tutto. Si sentiva libera e si sentiva grande.
Attraversò la strada, esattamente quella strada che l'avrebbe condotta al suo sogno, aveva il cuore a mille, quello sarebbe stato un gran giorno, se lo sentiva.
Avrebbe sostenuto la sua prima lezione alla Royal Ballet School, avrebbe conosciuto le sue nuove compagne e, nel pomeriggio, avrebbe traslocato nella sua nuova casa con l'aiuto dei suoi fratelli, dei suoi amici e di Scorpius.
Fortunatamente aveva trovato una casa abbastanza velocemente, la prima mattina che era andata alla scuola per dare un'occhiata, aveva incontrato questa ragazza che cercava una coinquilina con cui dividere la quota dell'affitto, era un'occasione imprendibile, nella Londra babbana, lontano da tutto e da tutti, ma facilmente raggiungibile.
Il problema erano i soldi, per quel momento avrebbe fatto con i suoi risparmi, ma poi avrebbe dovuto escogitare qualcosa per pagare l'affitto e quella volta era stata chiara, nessun aiuto.
Si diresse verso lo spogliatoio della stanza dove avrebbe tenuto lezione, era super eccitata, non riusciva a calmarsi.
<< Buongiorno >> salutò gentile le ragazze che già si trovavano nella stanza, nessuna risposta, era come se lei non fosse entrata, si accomodò su una panchina, pensando che davvero non l'avessero ne vista ne sentita, ma si sbagliava, dopo neanche 30 secondi si sentì osservata, alzò gli occhi e vide che gli sguardi delle compagne erano tutti rivolti su di lei, delle espressioni come a dire "ehi, ragazzina, ti schiaccerò" stampate sul volto.
Stupide spocchiose.
Quella era la cosa che odiava di più della danza classica, le ballerine erano tutte così perfettine e maledettamente competitive, fin troppo.
Le ignorò, cosa che aveva imparato a fare fin troppo bene, e continuò a vestirsi per conto suo; neanche cinque minuti ed era già pronta, entrò in sala e attese l'insegnate insieme alle altre.
<< Buongiorno, ragazze >> Robert Fonteyn fece il suo ingresso in sala, Lily lo riconobbe come colui che l'aveva vista per la prima volta e uno di quelli che le aveva tenuto il provino.
La lezione iniziò subito, Lily si rese conto solo in quel momento che non sarebbe stata mai neanche minimamente somigliante a quelle a cui era abituata lei, non c'era quell'aula vecchia e dismessa che usavano prima, non c'era Mrs. Wilkinson, non c'era il vecchio pianista, al suo posto una ragazza bionda con l'aria da figlia di papà, non c'erano le sue vecchie compagne, insomma, si sarebbe dovuto abituare a un luogo e un'aria completamente diversa, ma sapeva che ce l'avrebbe fatta.
Iniziò a ballare e tutto ciò che era intorno a lei scomparve, come risucchiato da qualcosa di troppo grande per essere solo pensato, almeno quello non era cambiato, le emozioni che aveva sempre provato erano li, presenti, come a rassicurarla sul fatto che, a parte i dettagli, la sostanza non era cambiata e non se n'era andata, ma era sempre li, pronta a tenderle una mano.
Finita la lezione riprese le sue cose e si diresse verso la bacheca della scuola all'ingresso, doveva ancora prendere l'indirizzo della sua nuova casa e poi, avrebbe avuto un incontro con l'altra inquilina a ora di pranzo.
Scese in mensa e la riconobbe subito, era una ragazza sui diciassette anni, alta, pelle bianchissima, capelli mori e un aria poco classica, ma molto più contemporanea, aveva i capelli lunghi e mossi lasciati sciolti sulle spalle, un sorriso stampato in faccia e l'aspetto tra il trasandato e lo studiato, un mix perfetto,  che le donavano una aura di mistero.
Solo in quel momento Lily si ricordò come si chiamava la ragazza: Allison Abel
 

***


<< Vieni da Lily? >>  la domanda di Scorpius colse Albus impreparato, sarebbe  andato a dare una mano a Lily? Certo che no, aveva un'idea completamente diversa che non aveva nulla a che fare con scatoloni o vestiti da riordinare.
<< Non credo, devo andare da Lorcan >> rispose velocemente, forse troppo velocemente.
<< Dai, Al.. Sai che le farebbe piacere >> a lei, si, Albus ne era sicuro, l'unica cosa che lo bloccava era James, come l'avrebbe trattato? L'avrebbe ignorato come faceva ormai da una settimana o gli avrebbe almeno rivolto la parola? E lui come si sarebbe comportato? Stava male per questa situazione con il fratello, ma non sapeva come rimediare, e poi, la colpa era anche sua, non doveva aggredirlo in quel modo.
<< Devi far pace con tuo fratello, Albus >> che, per caso, Scorpius leggeva i suoi pensieri? No, probabilmente, era lui ad essere fin troppo prevedibile.
<< No, te lo ripeto. Non so cosa dirgli >> cominciava davvero a spazientirsi, ogni scusa era buona per cacciare fuori quella storia.
<< Albus, lui ci sta male, Lily me lo ripete in continuazione, e ci stai male anche tu e non azzardarti a dirmi di no, ti conosco troppo perché tu possa mentirmi così spudoratamente. Quindi, l'unica soluzione è quella di dare un taglio a questa litigata, è durata fin troppo >> gli spiegò il biondo, Albus sapeva che il suo migliore amico aveva ragione, dovevano finirla, si stavano solo facendo del male, ma non era così facile..
<< però, anche lui potre.. >> fu interrotto da Scorpius
<< Non provare a dire nulla, sai anche tu che la colpa è la tua e devi essere tu a fare il primo passo, non venirmi a raccontare cavolate, questa volta e, credimi, mi costa tanto dirlo ad alta voce, ha ragione Potter grande, quindi, vedi di mettere da parte il tuo orgoglio e va da lui >> 
<< Sai che gli dirò che lo hai difeso? >> scherzò Albus, prevedendo la reazione esagerata di Scorpius
<< Provaci e sei morto >> gli tirò un cuscino e lo prese dritto in faccia.
<< Miseriaccia, mi hai preso con la zip >> si lamentò il moro.
<< Sta zitto per una buona volta! Vado da Lily, se vuoi, più tardi passa a salutarla, ok? >> Malfoy lasciò la stanza senza neanche attendere la risposta, lasciando così Albus da solo con i suoi maledetti dubbi.
Stava organizzando una piccola festa per Lily, ma gli serviva qualcuno all'interno della casa che aiutasse lui, Lorcan e gli altri ad organizzare tutto mentre Lily sistemava la sua camera.. Scorpius no perché non sarebbe riuscito a mantenere il segreto con la ragazza.. 
Gli veniva in mente solamente una persona, così, raccolse tutta la sua forza di volontà e digitò il numero di suo fratello James.
Il telefono squillò varie volte
<< Pronto? >> la voce trafelata di James giunse alle sue orecchie quando ormai stava per perdere le speranze 
<< Ciao, James, sono Albus >> cos'era quel tono formale? Era suo fratello, per Merlino!
<< Ah, ciao Albus >> dal tono sorpreso capì che suo fratello, per rispondere velocemente al telefono non aveva neanche letto il suo nome sul display.
<< So che sono l'ultima persona che vorresti sentire in questo momento, quindi, per prima cosa, volevo scusarmi per come mi sono comportato >> iniziare con delle scuse non faceva mai male.
<< Non è vero, Albus, io >> non voleva spiegazioni, non in quel momento.
<< No, ci chiariremo a voce, ora, mi servirebbe un favore. >> spiegò velocemente  il piano per la serata a suo fratello che si rivelò entusiasta da subito, non che ci fossero dubbi, James amava le feste e, comunque, una festa organizzata da Albus Severus Potter non se la sarebbe persa nessuno, lui era il Dio delle feste, tutti lo amavano.
<< Ok, allora ci vediamo dopo >> mise giù il telefono e sentì qualcuno bussare alla porta della sua camera
<< Ehi >> la testa di Lorcan si affacciò dalla porta della stanza, lui gli rivolse un sorriso a trentadue denti. 
Non riusciva a stare neanche un giorno senza di lui, ormai era diventato una droga, Lorcan era la sua droga personale.
<< Ehi >> lo fece entrare e il biondo ne approfittò subito per coinvolgerlo in un bacio appassionato.
<< Con chi parlavi a telefono? >> chiese curioso il nuovo arrivato
<< James >> rispose lui come se fosse la cosa più naturale del mondo, lo sarebbe stato fino a una settimana prima. 
Il viso di Lorcan passò da sorpreso a felice in men che non si dica, tutti speravano in una rappacificazione almeno dei fratelli Potter, molti speravano anche in quella tra Lily e suo padre, ma la strada sembrava lunga e parecchio tortuosa.
<< Pronto per la festa? >> gli chiese Lorcan, cambiando discorso
<< Ehi, mi offendi! Anche se sarà una cosa semplice e sobria, vorrei ricordati che sono Albus Severus Potter, il re delle feste >> sorrise, avvicinandosi pericolosamente alla labbra del compagno e eliminando la distanza in un attimo.
 

***

 
Che diavolo ci aveva messo Lily in quella valigia? E, soprattutto, perché toccava proprio a lui portarla? Cosa aveva fatto di male? 
<< Veloce, non possiamo stare qui tutto il giorno >> James lo superò, facendo lievitare lo scatolone che in quel momento stava volteggiando davanti a lui
<< Se tu ci dessi una mano con la magia >> James era l'unico maggiorenne e quindi, l'unico a poter utilizzare la magia al di fuori di Hogwarts
<< Certo che no >> gli rispose lui con quella faccia da diciassettenne stronzo.
Louis sbuffò sonoramente e, non con poca fatica, trascinò la valigia all'interno.
Si guardò intorno, la casetta non era niente male, era sviluppata su due piani, al primo c'era una cucinetta e una sala, molto piccole, in effetti, mentre sopra c'erano due stanze da letto e un bagno. 
<< Cosa ci hai messo la dentro? >> si rivolse a Lily, indicando la valigia che aveva portato dentro
<< Quello che serviva >> rispose lei con semplicità, continuando a sistemare alcune fotografie con Dominique. 
Fece finta di non aver sentito nulla, tanto era inutile, quando con le donne si parlava di vestiti e oggetti personali, la lotta era futile, il genere maschile avrebbe perso, sempre. 
Louis l'aveva accettato, ormai.
Andarono tutti e quattro al piano di sopra, nella camera destinata alla rossa, era piccolina, un letto ad una piazza dominava la stanza e c'era giusto lo spazio per mettercene un altro e muoversi, le pareti erano gialline e una grande finestra rendeva l'ambiente molto luminoso.
<< Beh, lo spazio per un altro letto c'è, quindi, non hai scuse per non invitarmi >> scherzò Dominique, lei e Lily sprizzavano positività da tutti i pori, quel pomeriggio.
<< Eccola li che ne approfitta subito, dai, cominciamo a sistemare >> le rispose Lils a tono.
<< Eccomi! Scusate il ritardo! >> uno Scorpius tutto trafelato fece il suo ingresso in camera, andando a salutare direttamente Lily.
<< Malfoy, sempre tardi, eh! il grosso del lavoro è stato fatto >> dissero all'unisono lui e James << e lascia stare mia sorella >> aggiunse il moro, guadagnandosi una linguaccia da parte della sorella.
Cominciarono a svuotare le valige e gli scatoloni. 
Possibile che avesse tutta quella roba? 
Louis faceva le foto, "documento questa svolta nella vita di Lily" questa era la sua risposta alla richiesta di uno aiuto più concreto da parte degli altri.
<< Salve! >> una voce ruppe l'aria della stanza, Louis non se ne rese neanche conto, si girò verso la porta, l'occhio ancora nel mirino della macchinetta, scattò senza pensarci; poi, quando riguardò la foto sul display, rimase imbambolato, c'era una ragazza con la pelle diafana, i capelli castano scuro mossi lasciati sciolti sulle spalle e un filo si rossetto che le conferiva un'aria troppo sensuale, staccò gli occhi dalla cinepresa e si ritrovò la ragazza ritratta sull'obiettivo, esattamente difronte a lui.
<< Ciao, Allison. Ah, loro sono James, mio fratello, Louis e Dominique, i miei migliori amici e lui e Scorpius, il mio ragazzo, ragazzi, lei è Allison, la mia coinquilina >> Lily fece le presentazioni
<< Vi serve una mano? Vado a cambiarmi e torno in un attimo >> il suo sorriso era permanente o lo utilizzava sono nei momenti meno opportuni?
<< Oh, grazie! Sei gentilissima! >> Allison uscì dalla stanza per andare a cambiarsi  e gli altri tornarono al loro lavoro, tutti tranne Louis.
Era rimasto li, a fissare la porta chiusa.
Non era abituato a sentirsi così... Così... Così scombussolato.
Le ragazze non gli avevano mai fatto quell'effetto, lui se ne fregava, l'aveva sempre fatto e ora perchè non riusciva a togliersi dalla testa quella ragazza?
<< Carina eh? >> James lo distrasse dai suoi pensieri, sussurrandogli quelle poche parole all'orecchio e guadagnandosi una gomitata da parte sua 
<< Pensa a Dominique, tu >> non aveva confermato nulla, ma tantomeno aveva negato, questa cosa gli si sarebbe ritorta contro, ne era più che sicuro.
 
 
<< Discorso! discorso! >> tutti i presenti gridavano all'indirizzo di Lily, erano in salotto.
Quando erano scesi dal piano di sopra, infatti, avevano trovato la sala e la cucina invase da alcolici, roba da mangiare, festoni di congratulazioni, luci, uno stereo pronto per essere acceso e tutti i cugini Weasleu più qualche altro amico dietro al divano e alle sedie, insomma una vera e propria festa a sorpresa firmata Albus Severus Potter.
Lily salì svogliatamente su una sedia
<< Allora, volevo ringraziare tutti voi che siete venuti, grazie ai miei cugini scapestrati >> disse, guardando verso Fred, Molly e gli altri  << grazie ai miei migliori amici >> guardo lui e Dominique, Louis fece un gesto teatrale, come un inchino, strappando a tutti una risata << grazie ad Allison per avermi offerto metà della sua casa, grazie a Scorpius senza il quale non ce l'avrei mai fatta e grazi ai miei fratelli che, James in un modo, Albus in un altro, mi hanno aiutato in ogni modo possibile immaginabile, grazie davvero >> Lily scese dalla sedia accompagnata da una fila di applausi e corse ad abbracciare i suo fratelli che la strinsero in un abbraccio a tre, vedere Albus e James di nuovo uniti era stupendo e vedere i  fratelli Potter stringersi tra loro, finalmente, era un tranquillante per Louis, come per dirgli che, in realtà, nulla era cambiato.
La festa proseguì tranquillamente, molti degli invitati erano già ubriachi, ma non importava, si stavano divertendo.
Louis si guardò in giro e riuscì subito ad individuare quella che, da quel pomeriggio dominava i suoi pensieri.
Allison se ne stava da una parte e osservava tutta la famiglia Weasley, per la prima volta Louis non la vide sorridere, aveva un espressione malinconica, addirittura triste, ma era stupenda lo stesso.
Decise di fotografarla, quella ragazza lo ispirava troppo, non si rese nemmeno conto che si stava avvicinando a lui, finche nn se la ritrovò davanti 
<< La smetti di farmi foto? >> gli domandò
<< È impossibile, mi ispiri, anzi, volevo chiederti se potevo fartene altre... >> 
eccolo il Louis di sempre, quello maledettamente sfacciato ed esperto. 
<< Mi sembra che tu non abbia chiesto il mio permesso, prima >> rispose lei, stizzita.
<< Non intendevo quello, intendevo un vero e proprio album fotografico >> fece il biondo
<< Cos'è? una scusa per invitarmi ad uscire? Devo dire che sei molto originale, ma no.. Mi dispiace >> detto questo Allison si allontanò.
Era una tipa tosta, non una di quelle oche a cui era abituato Louis, ma questa volta lo sapeva, sapeva che non era un gioco, sapeva che sarebbe stato tutto diverso.
In realtà, tutto era ormai diverso.
 
NDA
Salve, gente!
Eccomi con il nuovo capitolo, che ne pensate? 
La parte di Draco non mi convince troppo, credete che sia ben caratterizzato? Ditemi voi!
E della situazione di Lily che ne pensate? Fatemi sapere!
Come vi avevo anticipato, Allison Abel è tornata, che ve ne pare?
Mi farebbe molto piacere ricevere un vostro parere perché ho visto che le recensioni sono scese, è la storia che non vi piace piú? È troppo lenta? Ditemi qualunque cosa pensiate.
Intanto ringrazio infinitamente che preferisce, ricorda e sugue, chi legge solamente e, soprattutto, chi recensisce.
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Spero che mi farete saper cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_
 

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Capitolo 17
*** Ogni volta che lei ride, è lui ad innamorarsi ***


Ogni volta che lei ride, è lui ad innamorarsi

 
Victorie Weasley, Veela al cento per cento.
 
Victorie Weasley adorava se stessa, probabilmente, è la cosa più strana da dire, ma era così, amava se stessa, in ogni sua sfaccettatura, credeva nelle sue potenzialità, sia fisiche che mentali, credeva di poter vivere benissimo da sola, ma si sarebbe sposata. Ogni volta che un ragazzo la guardava in un modo diverso dal normale, la sua già elevata autostima, saliva alle stelle, fino a farla apparire perfino narcisista ed un po' lo era, era innamorata di se stessa, per certi versi.
 
Victorie Weasley aveva trovato la sua anima gemella, c'era voluto tanto, lei e Teddy si conoscevano da quando erano nati, ma erano stati due migliori amici per un sacco di tempo, per troppo tempo, secondo la rossa, avevano sprecato davvero fin troppo tempo per dichiararsi. Erano due opposti, sembravano inconciliabili, mentalità e modi di fare completamente diversi, ma, come si dice sempre, gli opposti si attraggono.
 
Victorie Weasley amava sua madre, l'aveva sempre adorata, era sempre stata il suo punto fermo e quello non sarebbe mai cambiato.
Erano sempre d'accordo su tutto, Victorine sapeva che poteva parlare di tutto con sua madre Fleur, dalle decisioni importanti da prendere per il suo futuro, alle scarpe da indossare per una festa. Avevano un rapporto che raramente si vede tra una madre e una figlia, erano speciali e la ragazza era orgogliosa di questo, lo era davvero.
 
Victorine Weasley era sempre stata molto sicura di se, sapeva bene quali erano le se potenzialità le sfruttava sempre al meglio, a volte diventava quasi narcisista, ma, in realtà, la sua unica capacità era quella di riuscire a conoscersi, conosceva ogni sfaccettatura della sua personalità, conosceva i suoi punti deboli e quelli forti, questo le permetteva di fidarsi sempre di se stessa, anche nei momenti piú difficili. 
 
Victorie Weasley conosceva bene anche il suo stato d'animo prima del suo matrimonio, era molto nervosa, ma riusciva a gestire abbastanza  tranquillamente la cosa, come al solito, e questo perché era sicura della sua scelta come era sicura di Teddy, non erano una di quelle coppie che si sposano perché "così si fa", loro volevano stare davvero insieme per tutta la vita, volevano sancire la loro unione anche con uno stupido pezzo di carta, volevano farlo in ogni modo possibile e immaginabile, loro credevano fermamente nel matrimonio, loro credevano nel loro amore, più che altro.
 
Victorie Weasley stava per sposarsi
 
<< Ehi, mamma >> Fleur entrò nella camera da letto della figlia, la trovò ancora a letto, le coperte la coprivano elegantemente fino alle spalle, lasciando scoperto solo il viso, il  capelli rossi le ricadevano sul cuscino, mantenendo la loro solita compostezza, come se non avessero passato una notte schiacciati su quel letto. Erano sempre perfetti.
<< Buongiorno, tesoro! Non è ora di alzarti? >> le chiese la madre gentilmente, avvicinandosi al suo letto
<< Oh, si.. Lasciami ancora cinque minuti >> la risata cristallina di Fleur riempì la stanza con il suo suono. << che hai da ridere? >> chiese Victorie, anche un pochino offesa dal suo comportamento
<< Nulla, stavo pensando che nonostante sia il giorno del tuo matrimonio, non hai perso il vizio di stare a letto la mattina >> all'improvviso il sorriso sulle sue labbra morì, facendo spazio ad un espressione più triste << e stavo anche pensando che questa sarà l'ultima volta che mi chiederai di farti dormire altri 5 minuti >> Victorie sorrise, anche lei aveva paura di lasciare la sua casa, la sua camera e la sicurezza che le davano i suoi genitori, ma era sicura di trovare un'altra sicurezza nella direzione in cui stava andando
<< Ehi, mamma.. Sarò sempre la tua piccolina, non preoccuparti >> entrambe sapevano che, alla fine, non sarebbe mai stato più come prima, ma volevano illudersi, almeno, e, comunque, una cosa era certa, si sarebbero volute sempre un mondo di bene e ci sarebbero sempre stata l'una per l'altra, come due vere amiche.
Fleur abbracciò sua figlia di slancio, e Victorie sentì in quell'abbraccio tutto l'affetto che la mamma provava nei suoi confronti.
Si staccarono, rivolgendosi un sorriso lacrimoso.
<< Uno.. Due ..  >> chi diavolo era che sussurrava quei numeri? Vic si guardò intorno incuriosita << tre... SVEGLIAAAAAAA >> neanche il tempo di dare un'occhiata più attenta che si ritrovò sovrastata da due corpi, i loro capelli biondi in faccia
<< Ragazzi, che diavolo fate? >> chiese scocciata, le avrebbero rovinati i capelli e lei e sua madre ci avevano perso troppo la sera prima
<< Oh, da bravi testimoni della sposa dobbiamo fare in modo che questa non arrivi troppo in ritardo alla cerimonia, no? >> chiese innocentemente Louis, un sorriso malandrino stampato sulle labbra
<< Ma fammi il favore, volevate solo venirmi a rompere, ma quando siete tornati?  >> Ora anche Victorie stava scherzando
<< Ok, in parte è così, ma solo in parte >> quella era Dominique
<< La McGranitt ci ha dato il permesso per stare fuori una giornata. Tutti i cugini Weasley, dobbiamo rientrare domani mattina >> tutti i Weasley-Potter, tranne Lily che già stava a Londra, erano tornati a casa quella mattina per il matrimonio che avrebbe coinvolto l'intera famiglia.
<< Chi è che fa tutto questo casino? Sono le otto di mattina, maledizione >> un Bill ancora parecchio assonnato fece il suo ingresso in camera della figlia, stropicciandosi gli occhi
<< E si da il caso che tu alle dieci debba accompagnare tua figlia all'altare, caro >> lo riprese la moglie
<< Oh, non ricordarmelo >> disse Bill, con fare teatrale e tutti scoppiarono a ridere. L'uomo aveva sempre accettato la relazione tra Teddy e la figlia e Victorie gli era sempre stata molto grata per quello, ma rimaneva un padre che vedeva sua figlia andare nelle mani di un altro uomo, non sarebbe mai stata una cosa facile da accettare, per nessun uomo.
<< Hai ancora Domi, dai papà >> lo rassicurò la maggiore, ignorando l'occhiata che si erano lanciati i suoi due fratelli
<< Oh, stanne certa, lei non la mollo >> il padre abbracciò Dominique e lei fece altrettanto, nonostante sapesse bene che non poteva assicurargli un bel nulla,  il rapporto tra Bill e la gemella era sempre stato speciale, ma ultimamente Dom era distante con tutti, tranne che con Louis, ovviamente, come se nascondesse qualcosa.
<< Bene, ora, tutti a prepararsi >> intervenì Fleur e tutta la famiglia seguì il suo ordine.
 

<< Salve, sono Victorie Weasley e conosco me stessa >>

 
***

 

Doveva calmarsi, doveva ricordarsi che non era lui lo sposo, ma Ted, il suo figlioccio; eppure, non riusciva a calmarsi, non riusciva neanche a stare fermo per piú di 30 secondi, era agitato,  ma era un agitazione nuova, che non aveva mai provato prima di allora, era come se si stesse sposando uno dei suo figli, il suo primogenito, perché, alla fine, Teddy era quello, era il suo primogenito, il bambino che aveva cresciuto per primo, quello con cui aveva fatto le prime esperienze da padre, infatti, nonostante Lupin vivesse dalla nonna Andromeda, lui era sempre stato un punto fermo per il suo figlioccio ed era fiero di questo, era stato, era e sarebbe sempre stato per Teddy quello che, purtroppo, Sirius era riuscito ad essere per troppo poco tempo per lui. 
Lui e Ted si assomigliavano molto, in quanto a carattere, forse era la loro storia simile ad accomunarli,  forse il fatto di non aver mai conosciuto i propri genitori, comunque,  Harry per il ragazzo rappresentava l'unica persona al mondo con cui riuscisse ad aprirsi realmente sul suo passato, a raccontargli quanto i suoi genitori gli mancassero, quanto, a volte, fosse furioso con loro per averlo lasciato, lo capiva meglio di tutti, perfino di Victorie.
Harry lo sapeva e cercava di fare del suo meglio.
Si avviò verso la stanza dove c'era Teddy che lo aspettava, sarebbe sato li con lui, sarebbe stato li per lui, ancora una volta. 
Svoltato l'angolo sentì delle voci
<< Ok, Ted.. Noi andiamo a prendere Lily.. >> era la voce di suo figlio James, fortunatamente, almeno con James i rapporti era tornati piú o meno alla normalità, o meglio, si rivolgevano la parola e solo per le cose indispensabili... Ma, perché Lily non era già li? In fin dei conti, lei era una delle testimoni dello sposo...
<< Ancora non arriva? >> quella voce isterica era di Teddy, la sua calma che fine aveva fatto?
<< Mo, sai.. Voleva prepararsi a casa sua.. Per non. Ehm.. Disturbare, ecco >> Albus era in difficoltà, non sapeva cosa dire. Harry decise di smetter di origliare e di entrare in scena.
<< Buongiorno >> salutò, i ragazzi gli risposero con uno svogliato "buongiorno, papà  o " buongiorno, zio",  nel caso di Ted.
Era sempre stato chiaro su quel punto, lui era lo zio Harry, non "papà", il padre di Ted era Remus e nessuno l'avrebbe mai potuto sostituire, perciò, fin da piccolo, il metamorfomagus sapeva bene la sua storia.
<< Ehm.. Noi andiamo >> disse Al, mentre le sue guance si coloravano di rosso. Padrino e figlioccio entrarono nella stanza.
<< Agitato? >> chiese Harry, tanto per sciogliere l'atmosfera
<< Non puoi capire quanto >> oh, si che lo capiva, lui era stato molto peggio il giorno del suo matrimonio, o almeno, Teddy riusciva a mascherare il suo stato d'animo molto meglio di lui.
Il ragazzo si girò verso la finestra, fissò lo sguardo in un punto indefinito all'orizzonte, Harry non riusciva a vedere la sua espressione, ma dal riflesso del vetro della finestra, sembrava che Ted avesse un conflitto interiore, come se volesse dire qualcosa, ma se ne vergognasse...
Alla fine, sospirò pesantemente e..
<< Sono così arrabbiato >> disse, Harry lo guardò confuso.. Perchè doveva essere arrabbiato? << se ne sono andati, mi hanno abbandonato e non ci sono neanche oggi, neanche il giorno del mio matrimonio >> ora Harry capiva, anche lui aveva pensato le stesse cose in quella occasione, così, andò verso Ted, lo fece girare verso di lui e lo guardò dritto negli occhi.
<< Ted, non devi dirlo, neanche per scherzo. Loro non ti hanno abbandonato, loro hanno vissuto per te e sono morti per te, mettitelo bene in testa. Se loro non fossero morti, probabilmente, tu non saresti qui, oggi, ma saresti da qualche parte a combattere una guerra più grande di te; è doloroso, lo so, ma non fare in modo che  il loro sacrificio sia vano, rendili orgogliosi più di quanto già non lo siano, sii felice per loro, sii felice per te stesso e loro saranno fieri di te. Sono morti per lasciarti un mondo migliore, un mondo  caratterizzato dalla pace e, fortunatamente, ci sono riusciti, è anche grazie a loro se oggi viviamo tranquilli. E so che non è facile da capire, che tu li vorresti solo qui con te, che il resto non conta, ma ti accorgerai che non è così. Ti accorgerai che ti mancheranno, lo faranno sempre, ma ogni sera, prima di addormentarti, li ringrazierai per la vita che ti hanno permesso di vivere con il loro sacrificio. >> detto questo si abbracciarono, senza altre parole.
<< Grazie, zio.. È solo che a volte sono così arrabbiato >> si giustificò Ted
<< Lo so, ma non devi esserlo.. Sai cosa mi disse una volta tuo padre, parlando di te? "Altri gli diranno per cosa sua madre e suo padre sono morti, un giorno, lui capirà*" >> lo disse con dolcezza, Harry, quanta più ne avesse
<< Io, ho capito, zio.. Perfettamente >>
 
Teddy e Victorie erano li, di fronte a lui, ma non riusciva a vederli realmente. 
Il suo sguardo era puntato sulla ragazza dai capelli rossi che stava dietro a Ted, tra i suoi due figli.
Erano meno di tre settimane che non vedeva Lily, eppure, non la riconosceva, era cambiata, era cresciuta, aveva l'aria più da donna, come se quel breve periodo l'avesse cambiata radicalmente, e, probabilmente, era così, forse stava maturando davvero, forse l'avrebbe ritrovata, un giorno, non troppo lontano, già donna; era questo quello che non voleva, vedere i suoi figli crescere in fretta, come aveva fatto lui, non doveva permetterlo, dovevano godersi a pieno la loro adolescenza, non bruciare le tappe e, a suo parere, Lily lo stava facendo, stava bruciando le tappe, non aveva neanche quindici anni e già viveva da sola, già voleva essere indipendente..
" Chi l'ha costretta ad essere indipendente? " una stronza vocetta si fece largo nella sua testa, cercò di ignorarla, ultimamente si ripresentava troppo spesso.
Si girò verso sua moglie Ginny, aveva le lacrime agli occhi, anche lei amava Teddy alla follia, proprio come Al, Jamie e Lily... 
Anche lei stava male per la storia di Lils, ma le due avevano piú o meno chiarito, una sera Ginny l'aveva chiamata per sapere l'indirizzo della sua nuova casa, ma la ragazza non glielo volle dire, così le due si incontrarono in un locale a Diagon Alley, la donna gli aveva raccontato di averle detto che le mancava, che accettava la sua scelta e che, se voleva, poteva tornare a casa loro, ma Lily, testarda come era, le disse che se Harry non avesse accettato la cosa, lei non sarebbe tornata a casa, ma da allora i rapporti madre-figlia erano tornati normali.
Insomma, sembrava che fosse Harry l'unico a non capirla all'interno della famiglia Potter e, molto probabilmente, era la verità, non riusciva a capire come una persona, sua figlia,  avesse solamente pensato di abbandonare Hogwarts prima del tempo, già per lui era stata una scelta difficilissima, sebbene forzata, ma il moro non capiva come una ragazza che avesse ancora la possibilità di stare in quella scuola, scuola che per lui era stata una casa, la sua prima vera casa, potesse scegliere di mollare tutto per una suola di ballo, per quanto questa fosse prestigiosa, per quanto l'aiutasse a farsi strada, lei doveva studiare, era quella l'unica via e Harry non avrebbe accettato nessuna attenuante.
Un applauso lo ridestò dai suoi pensieri, il matrimonio si era concluso e Ted e Victorie si stavano baciando.
Si alzò insieme agli altri invitati e andò verso l'altare della chiesa per salutare i due sposi e, fatto ciò, andò dagli auror a controllare che la situazione fosse tranquilla.. 
Aveva fatto in modo di prendersene 5 per quel giorno, non voleva brutte sorprese, ma la probabilità di un eventuale attacco era abbastanza alta visto che, per quanto ci fossero solamente le persone più care ai due ragazzi, la percentuale di donne rosse e bionde era fin troppo elevata
<< Allora, ragazzi.. Tutto apposto? >> chiese gentilmente
<< Si, Harry.. Tutto tranquillo, se ci sono problemi ti veniamo a chiamare, o meglio, te ne accorgerai.. Ma, intanto, goditi il matrimonio del tuo figlioccio >> gli rispose uno dei suoi uomini. 
Glielo ripetevano sempre tutti: " prima la famiglia, poi il lavoro", " non esisti solo tu, permetti anche ad altri Auror di lavorare " ma era più forte di lui, non riusciva a stare tranquillo.
Annuì velocemente e andò verso i Weasley, che si erano riuniti in un angolo, sembrava stessero salutando qualcuno
<< È cosi bello rivederti >> sentì dire da Molly, mentre si avvicinava
<< Anche per me nonna, ma lasciami andare, altrimenti mi soffochi >> era appena arrivato vicino agli altri quando sentì quella voce e vide una chioma di capelli rossi che veniva stritolata dalla signora Weasley, si bloccò sul posto, incapace di fare qualunque altra cosa, risentire quella voce, la sua voce, era stato uno shock, una doccia fredda, sorrise quando capì che, almeno la voce di Lily non era cambiata affatto, era sempre quella, forse un pochino più spenta, forse un pochino più adulta, ma sempre quella.
Sua figlia si liberò dall'abbraccio della nonna e i loro occhi si incontrarono.. verde e marrone erano in lotta tra loro, Lily lo guardava sfidandolo, il suo sguardo era carico di determinazione e non aveva neanche la minima intenzione di distoglierlo dai suoi occhi; dopo quella che sembro un'eternità, fu lui a girarsi da un'altra parte, incapace di reggere quell'occhiata. 
Era molto meno coraggioso di sua figlia.


***

 
"Vai la e prendi in mano la situazione, Fred" quelle erano state le parole di sua sorella Roxanne mentre indicava Margaret, seduta in un angolo della sala, persa nei suoi pensieri... da che pulpito veniva la predica? Sua sorella non riusciva ancora a dire di si a Jonhatan,  come si permetteva di dare dei consigli a lui? 
Mai, mai fidarsi della propria sorella quando si tratta di ragazze, soprattutto se la suddetta sorella si chiama Roxanne Weasley e la ragazza in questione è la sua migliore amica. Mai fidarsi, questo Fred se lo sarebbe ricordato per il resto della sua vita, ma ormai era la, Margaret lo guardava avanzare con curiosità, darsela a gambe sarebbe stato poco carino e davvero molto poco Grifondoro, era meglio evitare quella figura, visto che Margaret era anche una Serpeverde e lo avrebbe preso in giro per il resto della sua esistenza.
Prese un bel respiro e fece gli ultimi passi che lo separavano dalla ragazza.
<< Ehi, che ci fai tutta sola qui? >> da dove veniva tutta quella intraprendenza?
<< Guardati intorno, Fred.. È il covo delle coppette.. Bleah, sono disgustosi e terribilmente sdolcinati >> disse, indicando Victorie e Teddy, Rose e Lysander,  e qualche altra coppia, anche degli adulti, sparsa qua e la. Fred non poté far altro che trovarsi d'accordo con lei
<< Beh, ma ci sono anche James e gli altri, mia sorella, i tuoi genitori.. >> cercò di tirarla su il ragazzo.
<< Tua sorella va in giro in cerca di qualcuno da infastidire, come sempre >> a quel punto le sue labbra si distesero in un sorriso << i miei genitori sono quasi più stomachevoli di tutte le altre coppie e James e gli altri.. Sai che hanno il loro circolo chiuso dove possono entrare solo fidanzati e fidanzate >> indicò James, Dominique, Louis, Lily e Scorpius e Albus e Lorcan che chiacchieravano come al loro solito, tranquillamente. Fred sapeva che quello che diceva Margaret non era vero, sapeva che bastava andare li e loro ti facevano subito sentire a casa, ma sapeva anche che per lei era già stato difficile sentirsi parte della famiglia Weasley, figurati intrufolarsi in una conversazione con i cugini
<< Non sono poi così male, ti diverti un sacco quando sei con loro >> cercò di difenderli Fred
<< Lo so, Lo so... È che, a volte, mi mettono in soggezione, loro hanno tutti i loro discorsi mezzi iniziati, le loro occhiate, non riesco a sentirmi parte del loro gruppo >> Fred la prese per mano e la trascinò fuori
<< È impossibile sentirsi pienamente parte del loro gruppo. Credo sia difficile anche per Albus, Lorcan e Scorpius perché gli altri due Potter, Domi e Lou hanno un rapporto indissolubile, troppo intimo per sentirsi completamente  parte del gruppo >> lo disse come una constatazione, non c'era amarezza nelle sue parole, lui aveva i suoi amici, loro i loro e, ogni tanto, le due parti si univano.
<< A volte, li invidio... Io ho Roxanne e, per quanto la adori, per quanto lei sia la migliore amica del mondo, siamo in due.. Io e lei >> il discorso stava prendendo una piega troppo seria, per i suoi gusti
<< Oh, ma tu hai me >> disse Fred, indicandosi in modo teatrale. Margaret scoppio a ridere, era proprio quello che voleva fare, voleva farla ridere
<< Perché, non è vero? >> chiese il ragazzo, fingendosi offeso
<< Certo, Fred! >> esclamò lei, ma sul suo viso intravide una nota di tristezza, Roxanne gli aveva detto che non le bastava più come amico, ma Fred non voleva crederci, non voleva illudersi, più che altro.
Margaret si strinse il giubbottino sulle spalle, sentiva freddo. 
Il rosso, in uno slancio di galanteria, si tolse la giacca e gliela porse, rimanendo in camicia, sebbene fosse gennaio
<< Ti ammalerai, scemo >> gli disse lei, rifiutandola
<< Mmmh, non credo >> la aiutò ad infilarsela e, in un attimo, si ritrovò il viso di lei troppo vicino ai suoi occhi, il suo respiro lo riscaldava. 
Fred sapeva di non poterlo fare così, sapeva che ci doveva essere piú tempo, ma in quel momento non sapeva nulla di tutto quello. 
Riusciva solo a vedere il viso di Margaret, così, la baciò. 
Lei dapprima fu sorpresa, poi si lasciò andare e si abbandonò completamente a Fred, che prese in mano la situazione, rendendo il bacio dolce e passionale allo stesso tempo.
Si staccarono per respirare, Margaret aveva un espressione indecifrabile, forse addirittura impaurita
<< Mi prendi in giro? >> Chiese lei.
<< No, sono serio >> le accarezzò la guancia dolcemente << mi sto innamorando  di te >> non lo era ancora completamente, ma c'era quasi.
Margaret si aprì in un sorriso a trentadue denti, non disse nulla, ma, in quel momento, Fred capì tutto, capì che lei era sempre stata innamorata di lui e che lui era stato uno stupido.
La ragazza prese l'iniziativa e si gettò di slancio verso il rosso. 
Fred  non era pronto a prenderla tra le braccia, così, caddero entrambi rovinosamente per terra. La risata di Margaret riempì di nuovo l'aria.
Dicono che per far innamorare una donna bisogna farla ridere, ma ogni volta che Margaret rideva, era Fred ad innamorarsi. 


***

 
La Tana era ormai vuota, gli adulti erano andati tutti a dormire, mentre i ragazzi erano li, difronte al camino, a parlare con i neo sposi.
<< Sei pronto per la prigione, fratello? Sicuro di aver fatto la scelta giusta? >> quello era James.. E chi, altrimenti? 
<< Oh, Jam, troverai anche tu una ragazzo, non essere invidioso >> lo punzecchiò Ted, il maggiore dei Potter arrossì un pochino.. Lily se ne stupì.. Suo fratello arrossiva? Quella si che era la rivelazione dell'anno.
<< Io ho un sacco di ragazze >> disse lui in risposta, guadagnandosi un gomitata impercettibile da Dominique
<< Una seria, intendevo, fratello >> disse Ted, con fare ovvio.
Lily si girò verso Scorpius, lui aveva lo sguardo che saltellava dal metamorfomagus a suo fratello.
<< Perché si chiamano "fratello"? >> le sussurrò all'orecchio ingenuamente, solo in quel momento Lily si accorse di quanto poco sapesse Scorp della sua famiglia.. Nessun problema, avrebbero recuperato presto.
<< Oh, lo facciamo tutti con Ted, per farlo sentire davvero parte della famiglia, alla fine, lo è, io lo reputo alla pari di Al e Jam, ho sempre vissuto con lui, mi ha visto crescere. Ma con Jam è diverso, loro si chiamano "fratello" come si chiamerebbero lui e Louis, perché sono amici e con amici intendo amici amici, hanno un rapporto speciale, lo hanno sempre avuto, da quello che mi ricordo,  e lo abbiamo sempre accettato io e Al, come loro hanno accettato il fatto che per me Ted sarà sempre il mio fratellone >> le rispose tranquillamente, Scorp la guardò con dolcezza, ma anche un pochino perplesso.
<< È inutile, vi frequento da sei anni, eppure credo che non capirò mai la famiglia Weasley-Potter >> 
<< Ti ci abituerai, amore.. Sta tranquillo >> gli scoccò un bacio casto sulle labbra, piú che altro, Scoprius non era abituato ai rapporti tra fratelli, lui era figlio unico, sempre abituato a vivere in una camera da solo, a non dividere i propri giochi con nessuno, lui aveva solo Albus, ma anche Albus era arrivato quando aveva già undici anni.
<< Bene ragazzi... Noi andiamo perché domani mattina dobbiamo partire presto >> Victorie si alzò dal divano, seguita da suo marito. Si alzarono  immediatamente anche Dominique e Louis e andarono a salutare la sorella, poi tutti gli altri..
<< Allora, buon viaggio, ragazzi! >> dissero in coro e gli sposi si smaterializzarono.
<< Beh, andiamo anche noi.. >> disse Rose e, in pochissimo tempo, si ritrovarono alla Tana James, Dominique, Louis, Scorpius, Lily e Albus. 
<< Tornerete domani mattina a Hogwarts? >> chiese Lils, stringendosi ancor di più al fianco di Scorpius, come se volesse godere delle ultime ore della sua presenza.
<< Già, alle dieci.. >> le rispose Louis, Lily inghiottì a vuoto, erano due volte che non tornava con loro, alla Royal Ballet School stava benissimo, si sentiva davvero a casa, Allison era stupenda, ma Hogwarts le mancava, e, soprattutto, le mancavano i suoi amici e il suo ragazzo.. Sarebbe stata dura, questo l'aveva sempre saputo.
<< Allora andate, ragazzi.. O domani non vi alzerete.. Io prendo il Nottetempo >> cercò di sorridere, Lily
<< Non se me parla, noi ti accompagniamo >> lo disserro tutti quanti all'unisono, dopodiché scoppiarono a ridere, Lily sentì che il suo amore verso di loro cresceva sempre di più.
<< Ragazzi, davvero.. Non serve >> cercò di dire
<< L'accompagno io, tranquilli >> si offrì Louis.
<< Ah, si? E come mai vuoi accompagnarla tu? >> gli chiese Dominique maliziosa
<< Perché voglio bene a Lily e non voglio che se ne torni a casa da sola >> rispose lui con semplicità e in parte era così, Lily lo sapeva che era così, ma c'era anche un'altra faccia della medaglia.
<< Allison sarà andata a letto, Louis >> lo riprese Albus
<< Non è per lei! >> si difese il biondo, non troppo convinto, Lily corse in suo aiuto, finalmente Louis provava un interesse vero per una ragazza e lo stavano scoraggiando? Anche se il Weasley, con tutte le ragazze, era andato a scegliere proprio Ally, gli avrebbe dato del filo da torcere, di questo Lils era sicura..
<< Allison mi aspetta sveglia.. Si, anche se sono le due di notte >> già, la mora l'aveva presa sotto la sua ala protettiva, come se fosse la sua sorellina minore, quella che non aveva mai avuto, essendo figlia unica..
<< Beh, allora vengo anche io.. >> disse Scorpius e lei annuì semplicemente, più tempo avrebbe passato con lui, meglio sarebbe stato.
<< Scusate? E noi? >> chiese James << dai, andiamo tutti quanti >>
 
<< In men che non si dica si ritrovarono davanti la porta della casa di Lily, entrarono cercando di fare piano, ma, come aveva predetto la rossa, Allison era allungata sul divano a leggere un libro, una coperta pesante la copriva fin quasi alla testa.
<< Ehi, Ally >> salutò Lily
<< Lils, Mi stavo preoccupando, cavolo >> Allison non si accorse neanche degli altri, si alzò buttando per terra la coperta e andò verso Lily.
"Pat Pat"
Il suono di una pacca sulla spalle risvegliò le ragazze e solo in quel momento Allison sembrò accorgersi degli altri, del fatto che lei portasse dei pantaloncini da calcio che le lasciavano scoperto metà delle cosce e una maglietta aderente e dello sguardo di Louis che girovagava tra il suo viso e il resto del corpo, studiandolo.
Lily sorrise, ma non si stupì del fatto che Allison non andò neanche a cambiarsi, lei era fatta così, non si vergognava mai.
<< Chiudi quella bocca >> sussurrò James a Louis.
<< Ciao, Allison, sono contenta di rivederti! >> Domiique andò a salutare la ragazza, anche tra loro, anche se in pochissimo tempo, stava cominciando a nascere un'amicizia
<< Ciao, Dom >>
<< Vabbè, noi andiamo. Siamo venuti solo a riportare Lily >> dise Albus.  Così, uno ad uno salutarono la rossa e uscirono.. 
Rimanevano solo Scorpius e Louis...
Weasley andò da Ally, mentre Scorpius di diresse da Lils
<< Mi mancherai da morire, Ius >> gli disse lei
<< Anche tu, piccoletta >> si abbracciarono, non serviva altro, quell'abbraccio era tutto per loro. 
Un bacio veloce e anche gli ultimi due ospiti se ne andarono.
<< Allora, che ti ha detto Lou? >> chiese Lily ad Allison
<< Oh, a parte che non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso.. Comunque, è stato più gentile, mi ha lasciato il suo numero di telefono e ha detto che se mi va posso chiamarlo >> un sorriso dolce si aprì sul viso della mora.
 
*Harry Potter e i Doni della morte, parte 2 (film)
 
NDA
Salve gente!
Allora, ecco qui il capitolo del matrimonio tra Teddy e Victorie.. Vedete che non mi ero dimenticata di loro? 
Poi, come molte di voi si aspettavano, abbiamo visto quale è il punto di vista si Harry.. Che ne pensate? 
E finalmente, Fred e Margaret si sono dati una mossa.. Era anche ora!
Comunque, ringrazio infinitamente tutti quelli che seguono la storia, non sapete quanto questa cosa mi faccia piacere, ma soprattutto ringrazio le fantastiche ragazze che recensiscono:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_
 

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Capitolo 18
*** Amore impossibile diventa possibile, prima o poi. ***


Amore impossibile diventa possibile, prima o poi.

 

<< Ehi, Al! >> si annunciò, entrando nella sua stanza nel dormitorio dei Serpeverde 
Vide il moro girarsi svogliatamente verso di lui.
<< Ehi, amore >> gli disse e, in quel "amore" Lorcan ci sentì tutto quello che Albus voleva dirgli e voleva dimostrargli.
Andò lentamente verso di lui..
<< Allora, che combini di bello? >> Gli chiese dolcemente, toccandogli una spalla con la mano
<< Nulla.. Sto cercando di finire questo tema di pozioni, ma è dannatamente difficile >> sbuffò sonoramente Al
<< Se vuoi te lo passo io.. sicuramente l'ho già fatto l'anno scorso, Lumacorno fa fare sempre le stesse cose >>
<< Si, ma così non imparerò nulla >> questa volta toccò a Lorcan sbuffare. Albus aveva spesso quei momenti del tipo "sono un secchione, lasciatemi studiare", era il suo modo di essere e, a volte, li trovava un po' fastidiosi, ma, alla fin fine, amava anche quella sua parte, amava tutto di lui, a dirla tutta.
<< Allora lo finirai dopo, ora devi fare una cosa con me >> l 
<< Cosa? >> gli chiese curioso. 
Era mai possibile che non capisse mai quando era il momento di obbedire e basta, era mai possibile che non afferrasse mai i suoi doppi sensi? Ormai aveva perso le speranze, Lorcan.
<< Vuoi farmi il favore di alzare il tuo adorabile sederino da quella dannata sedia? >> era un ordine.
<< Ok, ok. Mi arrendo >> Albus si alzò dalla sedia, le mani alzate all'altezza della testa, in segno di resa << allora, che dobbiamo fare? >> 
Lorcan aveva raggiunto il suo scopo e in quel momento non riusciva più a capire nulla, vedeva le labbra di Al muoversi velocemente, ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare non era il significato delle sue parole, che neanche stava ascoltando, ma quanto quelle due linee rosse di muovessero sensualmente e la reazione che gli provocavano.
<< Questo >> Lorcan si avvicinò al viso del suo ragazzo con una lentezza estenuante e, in men che non si dica, le loro labbra si scontrarono, era un contatto strano, abitudinario, ma, allo stesso tempo, nuovo, Lorcan sentiva il sapore di casa in bocca, ma non la trovò una cosa negativa, non pensò neanche per un secondo che quel gesto fosse diventato troppo scontato, perché non lo era, riusciva a provocargli sempre emozioni così nuove ed intense che anche lui ne era sempre più sorpreso. 
Si staccarono per respirare, il biondo si sentì afferrare per i fianchi e trascinare verso il letto, fu costretto a stendersi su quest'ultimo, Albus aveva preso in mano la situazione anche se, probabilmente, aveva perso la ragione.
Le loro labbra si riunirono in un bacio delicato, a stampo, poi Lorcan infilò le mani nei capelli di Al, impedendogli di andare indietro con la resta, tracciò con la lingua la linea delle labbra del suo ragazzo, quasi chiedendogli il permesso di entrare, il moro acconsentì all'istante, dischiuse la bocca e da li il bacio si fece sempre più intenso e passionale, era una lotta all'ultimo sangue  tra le due lingue, ognuna voleva prevalere sull'altra, ma c'era una situazione di assoluta parità. 
Albus cominciò a strusciarsi su Lorcan, infilò una mano sotto il suo maglione, accarezzandogli ogni piccolo muscolo del petto, pian piano scese verso il basso, arrivato all'altezza dell'ombelico il biondo sentì chiaramente  la sua erezione spingere contro i suoi pantaloni, così, ribaltò le posizioni e cominciò lui a giocare con Albus, si avvicinò al suo collo, lasciandogli una piccola scia di morsi, poi, lentamente gli sfilò il maglioncino, lasciandolo a dorso nudo; lo osservò per alcuni istanti, era la visione più bella di sempre, vide Albus arrossire sotto il suo sguardo, così, torno a baciarlo, a farlo sentire desiderato..
Il moro non aveva mai avuto un fisico perfetto.. Niente muscoli scolpiti, niente addominali ben definiti, niente di niente, solo un mucchietto di ossa e carne, ma per Lorcan era la persona più bella del mondo.
<< Non guardarmi così >> gli sussurrò Al all'orecchio, la sua voce era roca, colma di piacere, era così sensuale da far venire i brividi.
<< Sei bellissimo >> fece Lor in risposta
<< E tu un gran bugiardo >> eccola li, tutta la considerazione che Potter aveva di se stesso, perché non riusciva a capire che per Lorcan era la cosa piú bella del mondo, che era l'unica persona che l'avesse mai fatto sentire in quel modo? Era così testardo e così poco narcisista, per Merlino! 
<< Lor >> lo richiamò dai suoi pensieri
<< Mh mh >> rispose con un mugugno
<< Devo dirti una cosa >> il tono di Albus era troppo serio per i suoi gusti, si tolse da sopra di lui e gli si stese accanto. 
Aveva paura, cosa doveva dirgli Albus, perché già stava immaginando il peggio?
Guardò negli occhi il moro, pronto a tutto. 
Si sentì accarezzare delicatamente la guancia.
<< Lor... Ti amo >> silenzio totale, l'unico rumore era il battere unisono dei loro cuori. Lorcan era rimasto li impalato, senza sapere se credere o meno alle proprie orecchie, senza sapere cosa diavolo dire. Aveva di nuovo paura.. Era pronto a dirlo anche lui? A dirlo con sincerità? 
Albus gli tolse quegli interrogativi dalla testa, gli prese il viso nelle mani, lo guardò con quei profondi occhi verdi.
<< Aspetterò, Lor.. Tranquillo, Io non me ne vado. >> detto ciò lo baciò di nuovo, riprendendo in mano la situazione, Lorcan si abbandonò completamente a lui.
 

***


<< ROOON >> la voce soave di sua moglie svegliò brutalmente Ron.
<< Mmmmh >> non c'era niente da fare, non sarebbe mai cambiato, la mattina non si sarebbe mai alzato in orario.
<< Ronald, sono le otto, tra neanche trenta minuti devi essere in ufficio, tesoro >> quel "tesoro" metteva davvero paura, c'era una velata minaccia dietro di esso. Così, il rosso aprì gli occhi e si rivolse alla sua adorata moglie..
<< Altri cinque minuti e arrivo, tesoro >> disse, calcando l'ultima parola.
Vide Hermione lasciare la stanza con qualcosa come "Ecco da chi ha ripreso Hugo" e si lasciò ricadere sul letto, più stanco di come c'era andato la sera prima. 
Solo quattro ore di sonno, era stato in ufficio fino alle quattro di notte. 
Non si poteva continuare così, prima o poi si  sarebbe fermato.
Il lavoro lo stava distruggendo, avevano continuamente dei doppi turni, le ronde in città aumentavano sempre di più, Harry era completamente nel pallone e, oltretutto, erano da mesi in un vicolo cieco..
Ron stava perdendo le speranze, a dirla tutta, erano nei casini come non succedeva da anni ormai, la popolazione magica era in allerta, così come quella babbana, eppure, non riuscivano a beccarli, la scia di stupri non si fermava. 
A nulla servivano le pattuglie di Auror di notte e di giorno. Loro colpivano. Sempre.
Con questi pensieri si alzò e si diresse in cucina, da dove proveniva un ottimo profumino di pancake.. Hermione era un genio nel prepararli.
<< Eccoti, finalmente! >> sbuffò la moglie
<< Herm, Merlino, cercavo di riposare! >> mai farlo innervosire di prima mattina, soprattutto quando aveva così sonno.
<< Se devi riposarti, vedi di non tornare così tardi la sera >> lo riprese lei
<< Beh, certo.. Perché vado a divertirmi in giro, no? Lavoro Hermione, lavoro, lavoro e solo lavoro.. Ne ho la nausea. >> Sbadigliò sonoramente, evitando anche  di mettersi la mano davanti la bocca.
<< Ok, ok, scusa.. È che così non si può andare avanti. Prima o poi stramazzerai al suolo esausto e, sicuramente, preferirei un marito forte e sano, non uno che si addormenta appena si sdraia, capisci cosa intendo? >> gli fece un sorriso malizioso e le orecchie di Ron, nonostante fossero passati tanti anni, arrossirono, come se fosse il primo riferimento al sesso che Hermione avesse mai fatto.
<< Ho afferrato! Comunque, questi sono i turni.. Li abbiamo rivisti ieri con Harry, non ci sono uomini a sufficienza ne tantomeno soldi per pagare altri Auror >> i problemi o le scuse accampate dal ministero erano sempre quelle.
<< Beh, trovate un modo! Davvero, Ron.. Sono preoccupata per la tua salute >> era seria Hermiome, in quel momento, la sua preoccupazione era tangibile.
<< Sto bene, sta tranquilla >> detto ciò salì al piano di sopra per cambiarsi.
 
<< Buongiorno >> rispose al saluto di un Auror con un lieve cenno del capo, era troppo stanco anche per alzare una sola mano.
Si diresse velocemente verso l'ufficio di Harry, aveva un piano per smaltire un pochino l'orario degli Auror e doveva parlargliene subito.
Entrò e trovò il suo migliore amico chino su alcune scartoffie.
<< Ehi >>  alzò lievemente la testa in segno di saluto.
<< Allora, novità? >> 
<< Niente di niente >> Harry era frustrato, proprio come lui, Ron lo conosceva troppo bene ormai, a lui serviva l'azione, non gli piaceva starsene li seduto a studiare vari piani senza venirne a capo, per giunta.
<< Con gli orari? >> chiese, il moro sbuffò e alzò gli occhi al cielo
<< Ron, te l'ho già detto. Gli orari sono questi. Ognuno deve fare il suo dovere >>
<< Harry, qui non si parla di fare il proprio dovere, si parla della salute dei nostri Auror! I turni sono troppo pesanti, non vedi che dormiamo tutti in piedi? >> disse, puntando un dito verso la porta chiusa alle sue spalle
<< IO INVECE CE LA FACCIO, EH? NON VEDO MIA MOGLIE DA DUE GIORNI EPPURE NON MI LAMENTO, EPPURE SONO QUI, SEMPRE! >> si innervosì Harry
<< BEH, NON DOVRESTI LASCIARE SOLA GINNY, NON DOPO QUELLO CHE È SUCCESSO TRA DI VOI. E, COMUNQUE, OGNUNO DI NOI HA LA SUA VITA PRIVATA E IL DIRITTO DI GODERSELA! >> urlò in risposta Ron, che cercò di ricomporsi subito << comunque. Il punto non è questo. Non vedi, Harry, che nessuno di noi ce la fa più? Siamo troppo stanchi, tu sei esploso per una stupidagine ed io ti ho seguito. Non ce la facciamo più, devi prenderne atto. O prendiamo più uomini, o l'esaurimento nervoso è alle porte >> continuò risoluto. 
Harry sembrò capire, probabilmente Ron era solo riuscito a dire ciò che lui pensava da mesi.
<< Sai quale è il problema: niente soldi >> disse, rassegnato. Il rosso non lo riconosceva più, possibile che si arrendesse così facilmente? 
<< Io ho un idea >> fece e vide il volto di Harry illuminarsi come mai negli ultimi mesi. 
<< Dimmi tutto >>
<< Dobbiamo prendere uomini senza pagarli, giusto? Beh, chi meglio di quelli che devono fare esperienza? >> poi, vedendo la faccia perplessa del suo amico, aggiunse << studenti, Harry! >>
<< Ma se abbiamo già preso con noi tutti gli studenti dell'Accademia Auror.. Te ne eri forse dimenticato? >> 
<< E chi ha parlato di Accademia? Prendiamo gli studenti del settimo anno di Hogwarts che vogliono diventare Auror. Loro fanno esperienza e noi acquistiamo uomini. >> per lui era la cosa più semplice e logica del mondo
<< Non se ne parla, sono troppo piccoli >> disse Harry, smontando l'idea sul nascere.
<< Sono tutti maggiorenni, sanno ciò che fanno >> vide il suo migliore amico pensieroso e capì. James era al settimo anno ed era un aspirante Auror, non si sarebbe mai fatto sfuggire quell'occasione
<< Non puoi proteggerli per sempre >> gli disse, ben sapendo quanto fosse difficile accettare la cosa. Per i genitori i figli non dovrebbero crescere mai, non sono mai pronti a fare nulla. 
Ron conosceva bene quella sensazione, quella che ti porta a fare di tutto per proteggere i tuoi figli.. Quella che, sicuramente, Harry stava provando in quel momento.
<< Ron, Ginny ha i capelli rossi, quindi, è una possibile vittima, Lily uguale e, inoltre, non so neanche dove sia ed è esposta ad un pericolo costante, non posso rischiare anche James... Sarebbe troppo >>  spiegò lui velocemente 
<< Non li manderemo da soli, ci saranno sempre due Auror esperti con loro, il pericolo sarà ridotto al minimo. Ci servono altri uomini, Harry >> era vero, gli servivano e basta, senza non si sarebbe potuti più andare avanti.
<< Si, ma sai quanto James possa essere impulsivo >> 
<< Devi lasciarlo provare, è l'unico modo per scoprire come se la caverà. >> da dove veniva fuori tutta quella saggezza made in Ron Weasley?
<< Ok, ok.. Va bene! >> acconsentì il capo degli Auror << ognuno degli studenti farà due ronde a settimana e starà per due giorni qui a Londra, il resto staranno ad Hogwarts e seguiranno le lezioni normali >> perfetto, ormai Harry era stato convinto, mancava solo la McGranitt, ma non sarebbe stata tanto difficile convincerla.
<< Grazie, Harry! Allora, io vado dalla preside a chiederle il permesso >> si sentì uno studente a tutti gli effetti, dopo aver pronunciato quella frase.
<< Si, vai tu, per favore.. Intanto io penso a come rifare gli orari >> Ron uscì dalla stanza velocemente, prese la metropolvere e, in men che non si dica, era ad Hogwarts, nella ufficio della preside.
 

***

 
Sapeva di non poterlo fare, sapeva che, probabilmente, stava per fare la cosa più dolorosa di sempre, sapeva che non avrebbe più vissuto la sua vita come una volta, sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta a dire quello che aveva in mente, a guardare James negli occhi, ma sapeva anche che doveva farlo perché non si poteva più andare avanti in quel modo, perché quella situazione li stava logorando dall'interno, perché c'era sempre qualcosa tra loro, qualcosa che li ostacolava, qualcosa che, ostinatamente, non voleva andarsene e perché era la cosa giusta, questo era quello che si ripeteva Dominique da quasi una settimana, da quando aveva preso quella decisione.
Perché lo fai? Perché stai buttando via i tuoi sentimenti? Perché è la cosa giusta. Doveva ripeterselo in continuazione, altrimenti non ce l'avrebbe mai fatta.
Era da quel maledetto giorno in cui Lily era scappata di casa che ci pensava.. La sua famiglia non avrebbe accettato la loro relazione, di questo era sicura e lei si sentiva in gabbia, costretta a scegliere. 
Era pronta a sacrificare la sua famiglia per James? Non lo sapeva, questa era la verità, ma, nel dubbio, aveva scelto la via più facile, per alcuni versi, quella che le conveniva, stava scegliendo la sua famiglia, si stava allontanando per sempre dall'amore della sua vita.
Le lacrime continuavano a scendere imperterrite sul suo viso e Dominique non le fermava, doveva sfogarsi prima perché davanti a James sarebbe dovuta essere forte, niente scenate, gli avrebbe detto le cose chiaramente, o almeno, sperava di riuscirci.
La lettera che stava scrivendo era ormai bagnata, ma non ci fece caso, Lily avrebbe capito, ne era sicura... La rilesse prima di spedirla:
 

''Cara Lily, 
Come va li da te? Le lezioni alla Royal si fanno sempre più dure, eh? Ma sta tranquilla, so che ce la farai.. Tu ce la fai sempre, al contrario di me.
Ecco, a proposito di questo.. Io non ce la faccio, la situazione con James è diventata insostenibile,  non sono abbastanza forte per reggere il peso di questo segreto. 
Lui è perfetto, per carità, e io lo amo come non amerò mai nessun altro, ma è inutile illuderci, la nostra è una relazione clandestina e non posso scegliere tra lui e la mia famiglia, non so chi scegliere, così, vado sull'opzione giusta anche se dolorosa.
Domani mattina mi trasferisco a Beauxbatons, è l'unica cosa da fare..
Lontano dagli occhi lontano dal cuore, no? 
James un giorno mi dimenticherà, anzi, quando ci rivedremo alle vacanze di Pasqua già starà insieme ad un'altra ragazza, sai come è fatto tuo fratello.. Io.. Io mi abituerò all'idea di non averlo più tra le mie braccia, di non poterlo più baciare, sarà difficile e non ce la farò mai del tutto, ma sono sempre stata un ottima attrice.. Fingerò di stare bene per tutti e due.
Voglio dirti solo una cosa perché devo dirla a qualcuno e quel qualcuno devi essere necessariamente tu perché so che non mi tradirai, non l'hai mai fatto...
Lo amo, lo amo come non ho mai amato e mai amerò  nessuno, il solo pensiero di lasciarlo mi annienta, ma so che sto facendo la cosa giusta, per il suo bene, perché devo permettergli di farsi una vita senza di me.
Non chiedo di schierarti dalla mia o dalla sua parte, ti chiedo solo di starmi accanto, so che sarà difficile per te, ma mi serve il tuo appoggio, altrimenti non riuscirò ad andare avanti, mi serve la mia migliore amica.
Ti prego, assicurati che lui sia felice, è l'unica cosa che conta per me.
Salutami Allison! 
Con infinito amore, 
Tua Dominique.''

 
Era pronta, bastava aprire quella porta. Era pronta, doveva convincersi di essere pronta, o altrimenti non ce l'avrebbe mai fatta.
Dominique prese tutto il suo coraggio da Grifondoro ed aprì la porta dell'aula in disuso.. 
Dentro ci trovò un James intento a guardare un punto imprecisato fuori dalla finestra.
<< Ciao >> perché il suo tono era così freddo. Il moro sussultò al suono della sua voce, si avvicinò a lei e la strinse in un veloce abbraccio
<< Ciao >> nei suoi occhi Dominique leggeva la paura, paura per quella maledetta frase: "ti devo parlare" ecco con quale scusa lo aveva trascinato fin li, troppo banale, troppo scontata per i suoi gusti.
Lei le rivolse un piccolo sorriso, ma solo dopo si rese conto di quanto fosse subdola quella cosa, la calma prima della tempesta, no?
James, vedendola un pochino più tranquilla le si avvicinò di nuovo e posò dolcemente le labbra sulle sue. 
Dominique tentò di mantenersi lucida, doveva farlo, altrimenti dopo non sarebbe stata capace neanche di dirgli una parola, ma la furia del ragazzo glielo impedì, si lasciò travolgere da quel bacio, ma ci sentì un sapore diverso, di addio, non sapeva se era solo una sua sensazione o lo sentiva anche James, ma non era come tutte le altre volte che si erano lasciati solo temporaneamente, quel bacio sapeva di una addio duraturo, sapeva di fine.
Fu quella sensazione che le fece riprendere il controllo di se stessa, si allontanò delicatamente da Potter e lo guardò dritto negli occhi, senza essere capace di dire una parola..
<< Allora, come mai mi hai fatto venire qui >> le chiese James innocentemente
<< Devo parlarti di una cosa importante >> e questo l'aveva capito il ragazzo, ma il problema era che Dominique non riusciva ad andare avanti. 
Era pronta? Chi diavolo aveva detto una cosa del genere? Lei? Beh, no, non lo era, aveva dannatamente paura. 
<< Dom, mi stai facendo preoccupare >> la faccia del moro era tornata come quando lo aveva trovato a guardare fuori dalla finestra
<< James, lo sai... Io non sono mai stata una perfetta Grifondoro, non sono mai stata coraggiosa come te, impulsiva come Louis o forte come Lily, io sono sempre stata io.. Dominque e beh, io non riesco più ad andare avanti, la situazione tra noi due si fa sempre più difficile e io non ho abbastanza coraggio, istinto e forza per andare avanti, è troppo difficile farlo, stiamo lottando contro qualcosa di più grande di noi ed è inutile che ci ripetiamo che ce la faremo, perché anche noi sappiamo che non sarà così, che verremo schiacciati dalla verità. >> la faccia di James era imperturbabile, non reagiva, niente di niente, così Dominique andò avanti << domani mattina vado a Beauxbatons e proseguirò li i miei studi, così tu potrai continuare a vivere la tua vita ed io la mia. Ce ne staremo lontani per un po' e piano piano tutto si aggiusterà. Devi capirmi, James, non sono pronta a voltare le spalle alla mia famiglia come faresti tu, è una cosa troppo difficile per me, quindi, ti chiedo di accettarlo e basta >> a quel punto la voce si spezzò, Dominque represse le lacrime, doveva essere forte, doveva esserlo per se stessa, ma, soprattutto, doveva esserlo per James che la guardava stralunato
<< Non devi scegliere, puoi avere sia me sia la tua famiglia... Lo sai >> le disse, dopo vari istanti di silenzio.
<< Non è vero.. Sai che mio padre non lo accetterà, tantomeno il tuo. È una cosa illegale per loro, James, inconcepibile.. Basta illuderci, dobbiamo smetterla perché continuiamo a prendere solo delusioni su delusioni e ci facciamo solo del male >> fare quel discorso era, probabilmente, la cosa più  difficile che le fosse mai capitata di fare
<< Perché mi stai lasciando, Dominique? >> il suo tono era duro, fece quasi paura a Dominique che cercò di rispondere.
<< Te l'ho detto.. Non sono pronta a scegliere tra te e la mia fam.. >>
<< HO CHIESTO PERCHÉ MI STAI LASCIANDO, DOMINQUE! NON VOGLIO BALLE! >> la ragazza arretrò, guardò il moro negli occhi e ci vide una preghiera, la stava pregando di dirgli la più grande bugia di tutti i tempi.
Dominque sapeva che quel momento sarebbe arrivato, doveva dire quelle quattro parole per rendere la cosa più vera, per mettere un ulteriore barriera tra lei e James
<< Non ti amo più >> entrambe sapevano che non era vero, ma entrambe sapevano anche che era l'unica cosa che sarebbe riuscita a dividerli.
<< Scusami >> detto questo Dominique corse via e cominciò a piangere, buttando al vento quel poco coraggio Grifondoro che possedeva.
 

***


Che cazzo stava succedendo? Per le mutande di Merlino, che stava succedendo? Louis odiava non avere la situazione sotto controllo, eppure in quel momento non sapeva nulla, non sapeva perché sua sorella le aveva urlato di andare al secondo piano mentre piangeva a dirotto, ne tantomeno sapeva cosa ci faceva il suo migliore amico, in piedi in un aula in disuso,  lo sguardo vitreo fisso nel vuoto.
<< James, che cavolo sta succedendo? >> lo scuoteva, ma niente,  non reagiva
<< James mi sto preoccupando! >> ancora nulla
<< James, devo chiamare la McGranitt? >> niente. Louis si diresse verso la porta, ma prima che riuscisse a fare qualunque altra cosa sentì un sussurro provenire dalla bocca del suo migliore amico
<< Mi ha lasciato >> cosa? Chi? Dominique! Ecco perché piangeva, ecco perché James era in quello stato.
<< Che diavolo dici? Mia sorella non farebbe mai una cosa così. Ti ama troppo >> gli disse risoluto e sapeva che era la verità
<< Ha detto che non mi ama più >> sussurrò di nuovo, James, senza riuscire ancora a guardarlo in viso
<< Sai che non è vero. Sai che Dominique ti ama più della sua stessa vita >> lo sapevano entrambe
<< Lo so, ma così sarà più facile accettarlo >> a quel punto James lo guardò negli occhi e in quel marrone Louis ci vide tanta voglia di piangere, tanta tristezza e un senso di smarrimento che mai avrebbe pensato di leggere nello sguardo del suo migliore amico.
<< Lo so, lo so.. Vedrai che tutto si sistemerà >> detto ciò Louis l'abbraccio delicatamente perché era l'unica cosa giusta da fare in quel momento, non importava se James non voleva, se sarebbero sembrati due femminucce, quello era la cosa che serviva in quel momento, Louis lo sapeva. 
Era il suo migliore amico, era suo fratello, lo conosceva troppo bene per non sapere che in quel momento aveva bisogno di un abbraccio, che aveva bisogno di lui, del suo migliore amico.
Sentì il maglione che portava farsi sempre più umido, si girò delicatamente e vide il volto di James inondato di lacrime, si potevano contare sulle dita di una mano le volte in cui aveva visto il moro piangere, anche quando era piccolo lui non piangeva mai, appendeva il muso, magari, ma mai una lacrima era scesa dal suo viso, e da quando erano diventati più grandi James aveva  pianto pochissime volte e sempre per cose davvero serie. 
Ora era li, indifeso e Louis non riuscì a far altro che non fosse stringerlo  ancor di più.
<< Non ce la farò senza di lei, non posso vivere senza di lei >> il biondo non sapeva cosa significava amare, ma in quel momento si rese conto che James era davvero innamorato di Dominique e non sapeva per quale motivo sua sorella avesse preso quella decisone, nonostante anche lei fosse innamorata, ma sapeva che quello era amore vero, nonostante fossero cugini, nonostante ci sarebbero stati tanti ostacoli, quello era il loro amore, non dovevano mollare.
Ma Louis era fiducioso, sapeva che non avrebbero mollato, quello era solamente un momento di crisi, ma la loro coppia avrebbe resistito, ne era sicuro.
<< L'amore impossibile diventa possibile, prima o poi >> sussurrò all'orecchio di James e lo sentì sospirare sulla sua spalla.
 
NDA 
Salve a tutti gente!
Allora, che ne dite di questo capitolo? 
C'è stato un bel colpo di scena, no? 
Dominique e James si sono lasciati e non so se Louis ha ragione, forse tutto si risistemerà, o forse no, forse la fiaba è finita davvero..
Per quando riguarda gli Auror.. Come dice Ron, ne servono di piú!
Albus e Lorcan *_* sono innamorata di loro, come lo sono di tutte le coppie principali, ma loro sono i miei bambini, sono così perfetti!
Ringrazio infinitamente chi segue/preferisce/ricorda la storia, chi legge solamente e, soprattutto, le fantastiche ragazze che recensiscono:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_
 

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Capitolo 19
*** In amore non vince chi fugge ***


In amore non vince chi fugge

 
Vuoto. Ecco come si sentiva. L'unica parola che gli veniva in mente in quel momento, come nell'ultima settimana era: vuoto.
Vuoto era ciò che aveva lasciato Dominique, vuoto era lui, vuoto era ciò che lo circondava, tutto era vuoto, informe, senza significato.
Neanche il tempo esisteva più, era rimasto li, a una settimana prima, quando il mondo aveva smesso di girare, quando Dominique aveva detto basta.
L'unica cosa che lo aveva smosso un pochino era stata la proposta di suo padre di lavorare con gli Auror, aveva accettato all'istante, ovviamente, quello era il sogno della sua vita, non se lo sarebbe fatto portare via, neanche da lei, neanche dal più grande amore della sua vita.
<< James? James mi stai ascoltando? >> il moro si riscosse.. 
Era la voce di Louis che lo chiamava.. I due erano nella Stanza delle Necessità, in parte cercavano di studiare qualcosina, in parte chiacchieravano.. O meglio, era sempre Louis a parlare, il biondo si era messo in testa di dover distrarre James dai suoi pensieri, così non perdeva occasione per parlare di se stesso.. 
Allison, Allison era il suo chiodo fisso, Potter stava cominciando a farsi un’idea del tutto sbagliata di quella ragazza, loro non la conoscevano bene, Louis ancora non riceveva nessuna lettera eppure, per quanto il biondo ne parlava, a James sembrava di conoscerla fin troppo bene.
<< Eh? Ah, si scusa.. Dicevi? >> Louis alzò gli occhi al cielo, ma non perse la calma.
<< Stavo dicendo.. Credi che debba scrivergli io? Insomma...sono  passate  più di due  settimane  da quando ci siamo visti l'ultima volta e lei non si è ancora fatta sentire per niente.. Tu che ne dici? >> 
<< Credo che tu debba aspettare >> aspettare. Era sempre quello il punto. In amore non vince chi fugge, in amore vince chi è paziente, chi sa aspettare, chi sta li e lotta pazientemente per l'amore in cui crede.
<< Sai che non sono mai stato bravo ad aspettare? >>
<< Sembra sia un difetto di voi Weasley-Delacour >> disse Potter in un sussurro.
Louis si pentì all'istante di ciò che aveva detto.. In un modo o nell'altro si andava sempre a finire a li, sempre a Dominique. 
<< Dai, finisci velocemente il tema di Storia della Magia che andiamo a dare un po' di fastidio a Pix >>gli disse James, sforzandosi di sorridere per tranquillizzare il suo migliore amico.
Finto. Ecco l'altra parola che gli veniva il mente. Fingeva. In continuazione. Non riusciva più a essere se stesso, faceva ridere quasi.. Lui, che aveva passato due anni della sua vita a trovare se stesso e che finalmente c'era riuscito, in quel momento fingeva.
Tutto era finto in lui, i suoi sorrisi di circostanza, i suoi occhi che, nonostante fossero privi di quella luce che li caratterizzava, cercavano di ridere, le sue parole, i suoi comportamenti. Tutto. Finto.
Fingeva di star bene, di sorridere, di essere quello di prima, e poi, arrivato nel dormitorio tornava se stesso, finalmente,  e no, non si disperava, ma stava male, quello era certo.
La verità, però era che era già stufo di fingere..
Aveva ripreso anche a fare il cascamorto con qualunque ragazza capitasse a tiro, ma non riusciva a fare bene nemmeno più quello. 
Si avvicinava alle ragazze, le corteggiava, le conquistava e quando stava per andare al sodo si bloccava, il massimo che riusciva a fare era un paio di baci, anche abbastanza casti, non si spingeva mai più in la. 
Il solo pensiero di toccare un'altra ragazza lo uccideva, non riusciva neanche ad immaginarselo. 
Ed era frustrante, non riuscirci era maledettamente frustrante.  Era troppo presto, questo era quello che gli diceva Louis, ma lui voleva riuscirci e anche il più presto possibile, non avrebbe resistito ancora a lungo... Doveva tornare a vivere.
Forse si era sbagliato, forse non gli aveva fatto bene sentire Dominique dire  "Non ti amo più".. O forse gli avrebbe fatto bene se solo non avesse saputo che erano false, maledettamente false. 
Perché lei lo amava, lui ne era certo, lo amava come lui amava lei, ma gli ostacoli erano tanti, i problemi anche e forse Dominique non aveva abbastanza forza.
In amore non vince chi fugge, questo era quello che James aveva imparato.
 

 ***
 

<< Ehi, Roxanne  >> già se ne stava pentendo.. Cosa le era passato per la testa quando aveva deciso di accettare l'invito di Baston a passare un pomeriggio insieme? Cosa Merlino aveva bevuto? 
<< Ciao Baston >> e ora era li, davanti alla Sala Grande che guardava quel ragazzo, fin troppo bello, si ritrovò a pensare..  
<< Allora, vuoi andare in biblioteca o vuoi godere di questo poco sole di gennaio? >> le chiese gentile, cercando di fare il cavaliere... ma Roxanne non era tipo da cavaliere, doveva saperlo, lei amava i decisi, quelli che prendono le loro decisone senza troppi se e senza troppi ma.
Lo prese per un braccio e lo trascinò con poca delicatezza  fin sotto ad un albero senza degnarlo di una parola.
Si lasciò cadere, le spalle appoggiate alla corteccia.
<< Vuoi godere del sole >> sussurrò Baston, rispondendosi da solo alla domanda precedente.. Roxanne sorrise.. 
Le fece anche un pochino pena, era la loro prima uscita e già l'aveva terrorizzato.... Non iniziavano benissimo.
Tornò a guardare di fronte a se il verde prato del parco di Hogwarts, un silenzio imbarazzante calò tra di loro, non avevano molti argomenti di conversazione, nessuno dei due sapeva come scogliere la tensione.
<< Perché io? >> Roxanne non ce la fece più, eccola li, la sua insicurezza... Rox non era abituata a provare quell'emozione, lei era sempre stata una persona decisa, sicura, ma non quando si trattava di amore, li veniva sempre fregata, cadeva sempre in quel baratro di insicurezza che la metteva a disagio ogni volta, ogni santissima volta e lei odiava sentirsi a disagio..
<< Che cavolo vuol dire: perché io? >> chiese sorpreso Johnatan
<< Perché tra tutte hai scelto di uscire con me? Non sono ne bella ne facile.. Perché io? >> non riusciva davvero a capire come mai un ragazzo come Baston, bello, simpatico, con una fila di ammiratrici dietro, avesse scelto una come lei, carina si, ma non bella, simpatica si, ma a volte stronza, e certamente non come le sue fans.. Probabilmente era la persona meno delicata del mondo, per quale motivo Johnatan aveva scelto lei? 
<< Tu non ti rendi conto di ciò che sei, Roxanne.. Tu sei stupenda >> le accarezzò leggermente la guancia << sei simpatica >> le scompigliò i capelli in un gesto affettuoso << e si, sei un maschiaccio, ti vesti terribilmente male, sei testarda come un mulo, sei volgare, a volte, ma sai anche essere dolce, femminile e delicata, io lo so.. Sono anni che ti osservo, so tutto di te e mi piaci per quella che sei.. Niente di più, niente si meno.. Più che altro, spiegami.. Perché ora ti sei decisa a dirmi di si? Cosa ti ha fatto cambiare idea? >> Roxanne non poté fare a meno di sentirsi lusingata da quel discorso..
<< Non ho cambiato idea.. Prima non avevo un idea, poi mi sono detta.. Tutti meritano una possibilità, no? >> era vero, in parte.. Gli aveva detto che sarebbe uscito con lui perché voleva provare, soprattutto e poi, probabilmente, ma questo non lo avrebbe mai ammesso del tutto, solo per non dare ragione a Margaret, lo aveva fatto anche perché le piaceva un pochino, ok, forse di più di un pochino, ma questo non contava...
<< Beh, allora grazie per avermi dato questa possibilità >> si guardarono negli occhi, Baston si stava avvicinando un po' troppo per i gusti di Roxane, stava per scattare la distanza di sicurezza tra i loro visi..
Le loro labbra era li a due centimetri di distanza, il ragazzo chiuse gli occhi pronto al contatto, ma quel che trovò sotto le sue labbra fu la guancia di Roxanne, che aveva velocemente girato il viso, evitando il bacio...
<< Sono imbrancata, insicura e tremendamente inesperta quando si parla di sentimenti, quindi, ti prego di essere paziente.. Ho bisogno di tempo per capire cosa voglio realmente >> disse tutto d'un fiato, Baston era ancora li, sorpreso, incapace di dire anche solo mezza parola. Rox, vedendo che il silenzio si dilungava, precisò << non ti sto chiedendo di attendermi per forza, è solo che se vuoi me, se hai realmente scelto me.. Beh, si.. Io ho bisogno di andarci piano perché....>> 
<< Ehi ehi, frena un attimo >> fu interrotta da lui << ok. Aspetterò. Per tutto il tempo che vuoi >> le fece un sorriso stupendo 
<< Davvero? >> Roxanne non poteva crederci
<< Certo! >> 
<< Beh, nel frattempo potremmo uscire insieme e stare insieme no? >> provò La Weasley e in risposta ricevette un cenno con il capo..
Poi Johnatan le strinse  la mano appoggiata sull'erba con la sua come a voler rafforzare il concetto.
Cadde di nuovo il silenzio tra di loro, questa volta privo di imbarazzo.
 

***
 

Perché non riusciva ad abituarsi a quell'aula così ampia e luminosa, a quei banchi immacolati, senza neanche una piccola incisione sopra, a quel silenzio a cui non era abituata, agli alunni seduti così rigidi e composti da sembrare della statuette,  a quella professoressa maledettamente bionda e alla sua vocetta tremendamente stridula che le si metteva in testa senza avere la minima idea di darle un po' di pace? 
Di una cosa Dominique era certa, quella non era la scuola adatta a lei, si sarebbe abituata prima o poi, ma quella non era la sua scuola e non lo sarebbe mai stata, le mancavano i sotterranei bui e, a tratti, puzzolenti di Hogwarts, i banchi delle aule riempiti di scritte fatte da generazioni e generazioni di studenti che andavano dal "J+S:forever" al "Mark puzza come un Schiopodo Sparacoda", il chiacchiericcio sommesso durante le ore di lezione, i bigliettini che svolazzavano di alunno in alunno, i ragazzi che dormivano durante le ore di Storia della Magia del professor Ruf, le ragazze esaltate durante l'ora di Divinazione, le lezioni sacre della McGranitt e si, le mancava anche la vecchia preside, Lumacorno e la Lorman, sebbene quest'ultima fosse davvero insopportabile.
Ma piú di tutto le mancavano i suoi amici, Louis, i cugini Weasley e lui, a volte aveva la sensazione di non riuscire a respirare senza di lui, di non riuscire a vivere, ne aveva un bisogno fisico, voleva sentirlo accanto a lei, toccargli anche solo un braccio, solo per sentire che era vero, che lui c'era davvero e che quella settimana non aveva cancellato tutto quello che c'era stato.
<< Weasley, stai ascoltando? >> Weasley stai ascoltando? Davvero loro facevano così per richiamare l'attenzione dei propri studenti? A quel punto si rese conto che le mancavano anche frasi come: "Weasley, dalla preside!" 
<< Si, mi scusi professoressa >> 
<< Va bene, signorina Weasley >> le rispose l'insegnate e la sua vocetta, insieme a quel suo accento francese fece rabbrividire Dominique.
Ecco quale era un altro problema di quella scuola.. La lingua.
Per la prima volta in vita sua Dominique si pentì di non aver frequentato il corso di francese a cui Fleur tanto teneva. 
Aveva sempre odiato quella lingua, quindi, aveva imparato il minimo indispensabile.. La capiva abbastanza bene, ma a parlarla proprio zero...
Perciò, seguiva le lezioni normalmente in francese, per quanto riuscisse a capirle, ma parlava in inglese con le insegnanti e anche loro, quando si rivolgevano esclusivamente a lei, utilizzavano quello pseudo inglese che tanto infastidiva la bionda.
<< Bene, ragazzi... ci vediamo domani >> la classe si alzò con tutta la calma del mondo. 
Lo facevano sempre li, andavano piano, non esisteva il ritmo frenetico di Hogwarts, sembrava che avessero sempre tutto il tempo del mondo, era snervante, a volte, ma forse era l'unica cosa buona di quel posto.
<< Ciao, io sono Alex >> un ragazzo le si parò davanti, aveva i capelli castano chiaro, gli occhi verdi, era abbastanza alto ed era forse il trentesimo ragazzo che la infastidiva da quando era arrivata, ma non sapevano con chi avevano a che fare, lei non era una francesina acqua e sapone, lei era inglese ed era sempre stata terribilmente stronza anche con i compagni di Hogwarts, figurati con i ragazzi di Beauxbatons. 
<< Sparisci Alex >> Eccola li, Dominique Weasley in tutta la sua bellezza.
<< Ehi, ehi.. stai calma dolcezza >> dolcezza? Dolcezza? Certo che quei tipi erano davvero strani.. Pensava davvero di conquistarla con un "dolcezza"? E domanda ancora piú difficile, le ragazze francesi davvero si facevano conquistare con un "dolcezza"?
<< Dolcezza? Ehm.. Mi sa che hai sbagliato persona, io sono tutto tranne che dolce.. Ah, e non ci casco, quindi finiscila di fare il cascamorto >> lo lasciò li, come un deficiente, e se ne andò velocemente.
 
Arrivata nella sua stanza poggiò la borsa da una parte. 
Ah, altra cosa positiva di quella scuola.. Aveva una stanza singola, quella era davvero una gran cosa.
Si buttò esausta sul letto e sentì subito il rumore di carta che si strappava sotto il suo peso; si alzò all'istante e vide li, divisa in due pezzi, la lettera di Lily, quella che le aveva mandato in risposta alla sua
<< CAZZO >> ci teneva davvero a quella lettera, doveva rimediare.. Prese la bacchetta e rimise insieme i pezzi come meglio poté.
Rilesse per vedere se tutto era chiaro.
 

"Cara Dominique, 
Qui va tutto bene, tranne i problemi che già sai.. Le lezioni alla Royal sono davvero dure, io e Allison torniamo sfinite a casa e crolliamo quasi subito addormentate, ma ce la facciamo, andiamo aventi e dovresti farlo anche tu.
Sai, da una parte me lo sentivo che questa situazione non sarebbe andata avanti a lungo, era davvero difficile, però, dovete lottare, Dominique, tu e James dovete lottare per ciò che volete. 
E credimi, capisco la tua paura, sto provando sulla mia pelle cosa significa litigare con la propria famiglia, ma bisogna farlo se questa ti impedisce di inseguire i tuoi sogni. 
Ah, e non dirlo mai più, non dire che la vostra relazione era una relazione clandestina perché sai che non è così, sai che non fate nulla di illegale, quindi, smettila di raccontarti cavolate, per favore!
Mi mancherai, sai, mi mancherai ancora di più visto che sei in Francia e non sarà facile venirti a trovare, Beauxbatons com'è? È come la descrive tua madre o è come io e te ce la siamo sempre immaginata? 
Spero che ti troverai bene.
Sai che questa lettera è piena di cavolate? Secondo te James si dimenticherà di te? Io non credo e, Merlino, Dom.. Non dirmi queste cose, se questa è la tua scelta devi andare avanti, ok? Se è ciò che hai deciso troverai qualcuno migliore di James.
So che lo ami ed è proprio per questo che non capisco la tua scelta, e ti dico una cosa: lui ama te, non dubitarne mai.
Sono felicissima che tu abbia scelto me, sono contenta di avere la tua piena fiducia e no, non mi schiererò, ma tu sarai sempre mia sorella, alla pari con James, non riesco neanche a pensare di voltarti le spalle, ti voglio troppo bene per farlo.
Cercherò di fare il possibile per lui. Ma ti prego, lascia che mi assicuri che tu sia felice, Dominque, devi essere felice.
Anche Allison ti manda un abbraccio fortissimo, ci manchi da morire, ad entrambe. 
Con altrettanto amore, 
Tua Lily"

 
Si poteva desiderare un'amica migliore di Lily? Dominique credeva di no. 
Era stata perfetta, l'aveva rimproverata, ma allo stesso tempo appoggiata, quello che le serviva. 
E Allison, la conosceva da poco, ma quei giorni in cui erano state a stretto contatto l'aveva sentita vicina. 
Sarebbe nata una bella amicizia tra tutte e tre, ne era sicura.
E a Dominique mancavano da morire entrambe, Lily in particolare, ma anche Ally.
 

***

Stava aspettando in un bar della Londra babbana, si guardava in giro un pochino spaesata, non era mai stata abituata a posti del genere, lei girava per Diagon Alley e andava da Fortebraccio, di solito.
Sua figlia stava tardando di un quarto d'ora e lei già stava andando in iperventilazione. Doveva calmarsi, non poteva continuare a fare la mamma ansiosa, Lily sicuramente aveva avuto un contrattempo, era sempre piena di impegni. Doveva calmarsi, non aveva incontrato nessun durante la via, nessuno. Doveva convincersi di questo.
<< Ehi, mamma! Scusa il ritardo >> eccola li, per fortuna. Ginny la osservò, portava una maglietta con le maniche lunghe che le lasciava scoperta una parte della spalla, dei pantaloni neri stretti, al collo aveva appesa la sua vecchia borsa di danza e in mano, con grande sorpresa di Ginny, aveva tre libroni enormi. 
<< Che ci fai con quella roba in mano? >> le chiese la madre
<< Sono libri, mamma, non so se hai notato.. ho avuto lezione di Incantesimi e Difesa Contro le Arti Oscure oggi, cosa vuoi che siano? >> le sorrise Lily, serena.
<< Tu fai lezione di Incantesimi e Difesa? >> chiese Ginny, sorpresa.. Credeva che stesse mentendo  quando aveva detto che avrebbe frequentato lezioni del genere alla Royal
<< Si, mamma.. Te l'ho detto.. Incantesimi, Trasfigurazione, Difesa e Pozioni >> 
<< Credevo fosse una scusa per convincere tuo padre a farti frequentare la Royal.. >> le disse sinceramente
<< No, è vero.. E, comunque, non mi sembra che avrebbe funzionato piú di tanto.. Non si è convinto lo stesso >> il tono di Lily si abbassò sempre di piú, diventando quasi un sussurro
<< Allora, come vanno gli allenamenti? >> fece Ginny, per cambiare discorso
<< Oh, sono duri, ma vanno benissimo.... È davvero divertente e non vedo l'ora di fare il debutto anche se so che siamo ancora all'inizio >> la donna vide la felicità dipinta nel volto della figlia e le sorrise in risposta
<< Sono contenta che tu sia felice.. per il resto come va? >> voleva sapere il piú possibile. Amava quei momenti con Lily.. Sembravano due amiche invece che una madre e una figlia.
<< Hogwarts mi manca tanto, mamma.. Ma la Royal è tutto quello che ho sempre sognato, mi trovo benissimo li. È tutto stupendo e, Merlino, Allison, la mia coinquilina, è stupenda, siamo già grandi amiche, anche con Dominique ha legato parecchio.. Siamo un bel trio, davvero! >> sorrise felice, davvero felice << però, peró mi mancano.. Mi Manca Louis, James, Albus, Dominique e soprattutto mi manca Scorpius, mamma, mi manca da morire e non mi basta sentirlo ogni sera per telefono lo vorrei qui con me.. Eppure sapevamo a ciò a cui  andavamo incontro sin dall'inizio.. L'abbiamo accettato >> era cresciuta Lily, Ginny se ne accorse, era davvero cresciuta.
Stettero li per un bel po', a parlare del piú e del meno, fin quando non fu ora di andarsene. Si alzarono e andarono fuori.
<< Ci vediamo presto, ok mamma? >> Lily voleva vederla presto e lei anche.. le mancava già la sua bambina.
<< Certo tesoro.. allora, vuoi dirmi dove abiti così la prossima volta ti vengo a trovare? >> le chiese
<< No, mamma.. Te l'ho già detto.. Se ti dico dove abito tu lo dirai a Harry e non voglio rendere tutto piú complicato.. Per favore >> gliel'aveva detto, ma Ginny doveva tentare.
<< Ok, ok.. Afferrato il concetto.. Fatti sentire presto, tesoro! >> detto questo le baciò sulla guancia e vide la figlia allontanarsi con il suo solito sorriso sulle labbra.
Era cresciuta Lily, stava diventando una donna.
 
<< Harry, ci sei? >> era appena tornata a casa dall'incontro con Lily e aveva una voglia matta di stare con suo marito, ma erano le sette e non ci sperava piú di tanto, Harry di solito rientrava a notte fonda, figurati se era li a quell'ora, impossibile!
Così, evitò di chiamare di nuovo, nessuno avrebbe risposto.
Entrò in cucina e cominciò a cucinare qualcosina per se.. Era tranquilla, abbastanza tranquilla per quei tempi, parlare con Lily l'aveva tranquillizzata, l'aveva vista cresciuta si e l'aveva vista rilassata, per quanto possibile, era felice di ciò.. 
<< Ehi, potev.. >> 
<< Ah, >> Harry? Che spavento cavolo! << mi hai fatto spaventare Harry, ma che ci fai qui? >> si girò verso di lui.
<< Sai com'è.. sembra che io ci abiti qui >> disse Harry, ironicamente << ma perché non hai avvertito quando sei tornata? >> 
<< Ti ho chiamato, ma non hai sentito.. Pensavo non ci fossi, che fossi al lavoro >> 
<< Te l'ho detto.. I turni sono molto piú leggeri. Tu dove sei stata? >> Harry si  avvicinò e la baciò a lungo
<< Sono stata con Lily... sta bene, l'ho vista tranquilla! E stava studiando Difesa contro le arti oscure.. L'aveva detto che aveva anche lezioni normali.. Perché non l'aiuti anche tu ad affrontare tutto questo? >> Ginny sperò in un cambiamento, ma niente
<< Gin, ne abbiamo già parlato.. Non sono d'accordo con Lily e non l'appoggerò. Secondo me sta perdendo tempo, non vale la pena sprecarlo per la danza... Deve istruirsi >> niente, nessuno era piú testardo di lui..
Harry le si avvicinò di nuovo e la trascinò verso il piano di sopra
<< Ora, però vieni un po' con me che mi manchi >> ora si che si ragionava 
In un attimo si ritrovò distesa sul letto, Harry che la baciava sopra di lei.. 
Quanto le era mancato in quei mesi di due lavoro? Troppo, davvero troppo..
<< Harry, la cena si brucerà >> tentò di dire in un attimo di lucidità..
L'uomo non rispose, continuò a baciarla e piano piano le tolse la camicetta che indossava.
Oh, al diavolo la cena.
 
NDA
Salve a tutti! 
Allora, che ne dite di questo capitolo? È uno di quelli di passaggio, ma ce n'era bisogno.. 
Abbiamo visto che James e Dominique non sono messi benissimo, mentre Lily sembra piú serena e anche Harry e Ginny..
Vedremo..
Ho già chiesto ad una di voi ed è stata entusiasta della proposta.. Voi che ne dite se vi faccio vedere piú o meno come immagino i protagonisti di questa storia con delle foto? 
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!
Grazie per essere arrivati fin qui e soprattutto grazie a chi recensisce:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_
 

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Capitolo 20
*** Io sono di legno ***


Io sono di legno

 
 Lys la guardava strano, come se la vedesse diversa, ma lei si sentiva normale, si sentiva se stessa come non era mai accaduto, si sentivo completa, appagata, finalmente sapeva di aver provato quel piacere di cui tutti parlavano e di una cosa ed certa, stare abbracciata a Lysander dopo aver fatto l'amore, addormentarsi e vedere come prima cosa quando si aprono gli occhi il suo viso, erano le cose più belle del mondo.
<< Che c'è? >> chiese Rose al biondo che continuava a guardarla preoccupato, come se dovesse esplodere da un momento all'altro
<< Non sei pentita, vero? >> le chiese titubante..
Lei sorrise, Lysander teneva infinitamente a lei e al loro rapporto ed era preoccupato che lei non fosse felice di tutto quel che era successo... 
Ma come poteva essere pentita dopo le emozioni che aveva provato la notte prima? Sarebbe stato impossibile, in quel momento era la persona più felice del mondo.
<< Ma che dici Lys? Pentita? È stata la notte più bella della mia vita, come faccio ad esserne pentita? >> gli sorrise, di nuovo, e Lysander si rilassò sotto al suo sguardo tranquillo.
<< Anche per me è stata la notte più bella, Rose. Credo di non aver mai provato prima le emozioni di questa notte, è stato perfetto >> le accarezzò la guancia con delicatezza, voleva tranquillizzarla, dirle che lui era li con lei e per lei.
Quella era la più grande paura di Rose, era talmente insicura, credeva talmente poco in se stessa per queste cose, che aveva sempre avuto la paura di non essere all'altezza di Lysander quando sarebbe giunto il momento, di svegliarsi la mattina dopo e non trovarlo, era stata terrorizzata per anni da questa cosa e, finalmente, la sera prima si era sbloccata.
Era stata una cosa improvvisa, completamente, non avevano programmato, premeditato nulla, semplicemente era venuto da se, piccoli baci si erano trasformati, in poco tempo, in baci passionali, carezze insistenti e gemiti di piacere.. In poco tempo si erano ritrovati distesi sul letto a fare l'amore, era stata la prima volta di Rose, ma non sarebbe stata l'ultima, di questo la ragazza era certa.
<< Ti amo, Lys. Ti amo come non ho mai amato nessun altro, ti amo piú di me stessa >> Rose sentì il bisogno di dire quelle parole al suo ragazzo, le diceva raramente, ma, in quel momento erano necessarie, erano le parole giuste al momento giusto.
<< Ti amo anch'io, Rosie >>  Si amavano, quella era l'unica cosa che contava.. Rose se ne stava accorgendo solo in quel momento: il loro amore era sempre stata l'unica cosa, l'unica cosa davvero importante, per cui valeva la pena lottare, tutto il resto era niente in confronto, veniva annullato dalla potenza di quel sentimento.  Niente più genitori, più nessuna aspettativa che pesava su di loro, e, soprattutto, niente più paure.. Rose si ripromise che non sarebbe più stata fermata dalla paura di qualcosa, doveva vivere, buttarsi a capofitto, doveva smetterla di riflettere centomila volte prima di fare un cosa.
Maledetta razionalità Corvonero!
 

***
 

 
<< Sei pronta? >> urlò Allison dalla cucina
<< Eccomi, eccomi.. Sto arrivando! >> Lily scese velocemente le scale e andò verso la sua coinquilina che l'aspettava impaziente, troppo impaziente, in effetti.. 
Quel pomeriggio sarebbero andate ad Hogsmeade dove avrebbero incontrato James  e Louis e da li sarebbero andate all'interno del castello a salutare Al, Scorpius e tutti gli altri.
<< Dai, sbrighiamoci >>
<< Ehi, ehi.. Che c'è? Non vedi l'ora di rivedere Louis? >> la prese in giro Lils, Allison arrossì e negò immediatamente.
<< Non mi freghi, cara.. So che muori dalla voglia di vederlo.. >> la mora scosse  di nuovo la testa, ma poi, vedendo che l'amica non aveva intenzione di smettere, si arrese..
<< Ok ok.. Mi piace un pochino, ok? Tutto qua >> lo sapeva, lo sapeva
<< E, di grazia, perché non gli hai inviato neanche una lettera di quelle che gli hai scritto? >> le chiese, sempre più maliziosa..
<< Perché non erano adatte e poi non voglio che si monti la testa.. E non montartela anche tu, ho detto che mi piace un pochino, non troppo. >> il tono di Allison voleva dire "chiudiamo la discussione qui", Lily, per una volta, la accontentò.
<< Ok, dai allora.. Andiamo >> ora era lei ad essere impaziente e anche parecchio preoccupata, in realtà..
<< Tranquilla eh, che il tuo Scorpius non scappa >> 
<< Non mi preoccupo di Scorp.. >> sussurrò, ma l'amica riuscì a sentirlo e, inoltre, vide l'altra rabbuiarsi..
<< Cosa c'è, Lils? >> le chiese dolcemente come fa una mamma con la propria bambina
<< Non vedo l'ora di riabbracciare Scorpius, questo sia chiaro, non sogno altro da più di un mese, ma James mi preoccupa, non so cosa aspettarmi.. Non so come starà, dalle lettere di Al, Scorp e Louis e da quel poco che mi ha detto lui, non credo stia troppo bene e.. Beh, è mio fratello, so che ho detto a Dominique che non mi sarei schierata e non lo farò.. Ma è difficile perché voglio troppo bene a James e non voglio vederlo infelice >> era la verità... 
Non sapeva come comportarsi..  Dominique era una persona molto importante, nella sua vita e non avrebbe tradito la sua fiducia, ma se James le avesse chiesto di schierarsi dalla sua parte? Sarebbe stata in grado di voltargli le spalle? James era suo fratello, quello che l'aveva sempre appoggiata in tutto e per tutto, non poteva fargli una cosa del genere, ma non poteva farla neanche a Dominique. Aveva paura di perderli entrambe. Aveva paura di scoprire la reazione che James aveva avuto dopo il fatto, sperava che non si fosse abbandonato all'istinto, che non avesse fatto delle azioni senza senso per pura vendetta.. 
Eppure non ci credeva più di tanto,  sapeva come era fatto suo fratello, lui fingeva e nascondeva tutto con una messinscena, la quale, per la maggior parte delle volte, feriva le persone che gli stavano intorno e, soprattutto, feriva lui.
Lily era preoccupata. Davvero tanto.
<< Lils, sta tranquilla.. Vedrai che James starà bene e poi, se non andiamo non lo scoprirai mai, no? >> la rossa ringraziava ogni giorno Merlino, i fondatori, Morgana e tutti i maghi del mondo per averle dato una coinquilina così.. 
Ally era un po' pazza, o meglio, troppo pazza, a volte, ma, sapeva quando bisognava fare le persone serie e riusciva sempre a darle degli ottimi consigli.
<< Andiamo >> Allison le porse un braccio e lei lo afferrò, subito dopo sentì il solito strappo all'ombelico, sintomo della smaterializzazione congiunta.
Si ritrovarono nelle stradine del paesello vicino ad Hogwarts in pochi istanti.
 
Erano appena arrivate e stavano spiando i ragazzi da dietro una panchina.. 
<< Dai, sembriamo delle bambine.. >> disse Allison, ma neanche lei accennava a muovere un solo passo.  
Lily, da parte sua, voleva godersi quel momento.. James e Louis stavano scherzando come se non fosse successo nulla, forse davvero suo fratello stava bene e non aveva preso la cosa troppo male.. Una speranza si riaccese nell'animo della rossa. 
<< Ok, andiamo.. >> si alzarono all'unisono e andarono verso i ragazzi che erano di spalle 
<< Ehi.. >> fu un sussurro quello di Lily, ma James e Louis dovevano averla sentita perché in un secondo si bloccarono sul posto, indecisi sul da farsi, indecisi sul voltarsi, come se non credessero alle loro orecchie, come se non fossero li ad aspettarle.. 
Poi, fu un attimo, James si girò velocemente e, senza neanche accettarsi che fosse la sorella, le si buttò addosso, stritolandola in un abbraccio mozzafiato.
<< James, James... Soffoco >> Cercò di dire Lily, la voce ridotta in un sussurro.. Il fratello non sembrava avere la minima intenzione di lasciarla, al contrario, continuava a stringerla sempre di più
Allora decise di utilizzare maniere forti. Lo spinse velocemente via facendo pressione sulle sue braccia e James si allontanò.
<< Sei impazzito? >> gli chiese Lils, anche se non riusciva a togliersi quel sorriso ebete dalla faccia.. Quanto le era mancato il suo fratellone preferito? Troppo, decisamente troppo.
<< Scusa, Lils... Ehi, ciao Allison >> anche James non riusciva a smettere di sorridere, anche se, Lily lo notò un pochino in quel momento, nei suoi occhi non c'era la solita luce scherzosa.
<< Ciao James.. Beh, vi lasciamo da soli.. >> dissero in coro lei e Louis.. Già.. Lo facevano davvero per lasciarli soli? 
<< Allora, Jj, come va? >> chiese la Potter
James e Lily ritornarono a guardarsi negli occhi per alcuni istanti, finché il ragazzo non crollò, riabbracciò la sorella e affondò il suo viso nell'incavo della spalla, si aggrappò a lei come se fosse la sua unica salvezza e Lily stette li, a fare da ancora, se suo fratello aveva bisogno di lei, lei ci sarebbe stata, di questo ne era certa. 
Sentì la camicetta che indossava bagnarsi e capì che erano le lacrime di James, il suo corpo scosso da piccoli singhiozzi.
<< Shhh... >> cercò di tranquillizzarlo, sembrava un bambino indifeso.. 
E Lily si accorse solamente in quel momento di quanto, in realtà, James stesse male, non le ci era voluto molto.. Il ragazzo era crollato subito di fronte alla sorella, talmente le sue difese erano deboli.
<< Grazie, Lils... E scusa >> appena si staccarono si sedettero su una panchina e James le raccontò un pochino tutta la storia, Lily lo ascoltò attentamente, curiosa di sapere anche cosa c'era dall'altra parte della medaglia..
<< James, Dom ha avuto paura.. Fidati.. Lei ti ama, dalle tempo >> cercò di convincerlo lei
<< Gliene ho dato tanto di tempo, Lily, gliene avrei dato ancor di più, è lei che non l'ha voluto, che se ne è andata ancor prima che io potessi fare qualcosa, qualunque cosa.. >> il tono del moro era rassegnato e questo fece quasi paura alla sorella.
<< Non dire così, Jamie >> 
<< Mi manca tutto, Lils. Mi manca la vita di prima, i nostri scherzi, le serate passate nella Stanza Delle Necessità tutte e quattro insieme, mi manca Dominque e mi manchi tu, da morire. >> Lily ingoiò a vuoto, anche a lei mancava da morire suo fratello, ma aveva fatto una scelta, sapeva le conseguenze che avrebbe dovuto affrontare e non si sarebbe tirata indietro. 
<< James, mi manchi da morire anche tu, ma la Royal... >> cercò di dire in sua difesa
<< Ehi, ehi.. La mia era solo una constatazione. Mi manchi, ma non devi lasciare la Royal per nulla al mondo, non dopo quello che stai passando >> le sorrise il fratello, incoraggiante.. 
Poi però le fece la domanda che Lils si aspettava da quando avevano iniziato a parlare.
<< Hai sentito Dominique? Come sta? >> sapeva che l'aveva sentita
<< Si, sta male.. James, ma non chiedermi di chiudere con lei.. È la mia migliore amica, è mia sorella >> si giustificò ancora una volta, ma non servì.
<< Non te lo chiederei mai, Lils.. Lo sai! >>
<< Grazie Jj, grazie! Sii forte, tu sei di legno, ricordatelo* >> i due si abbracciarono di nuovo, il loro legame era ogni giorno più forte, nonostante la lontananza 
<< Ragazzi... Andiamo? >> era Louis che li aveva interrotti, Allison dietro di lui.
<< Si, non vedo l'ora di vedere Scorp >> disse Lily.
<< Ti vorrei ricordare che sei sotto la mia tutela, ragazzina... Quindi niente porcherie, o altrimenti il tuo ragazzo se la dovrà vedere con me >> James assunse un tono minaccioso, ma Lily non ci pensò neanche, la sua mente era fissa a quelle parole: "sotto la mia tutela".. Si sentì felice, protetta, meno sola. Si sentiva amata, qualcuno si stava prendendo la responsabilità della ragazzina quindicenne qual'era, questo la rese immensamente grata a suo fratello, ma soprattutto la fece sentire felice.
 
Era agitata. Come poteva essere agitata? Cavolo, erano precisamente 4 mesi che stava con Scorpius e ora era agitata? Non vedeva l'ora di riabbracciarlo, ma aveva paura che fosse cambiato, che magari avesse fatto nuove "conoscenze", che il sentimento che provava per lei si fosse spento pian piano, questa era la verità.. Aveva paura della sua reazione.
All'improvviso la sua idea di fargli una sorpresa le parve sciocca. 
Infatti, Lily aveva deciso il 4 febbraio come data per andare ad Hogwarts perché era il giorno del mesiversario suo e di Scorp, 4 mesi! Inoltre, solo Louis e James sapevano del loro arrivo.. Per gli altri doveva essere una sorpresa, così aveva deciso.. Solo che ora si trovava davanti la porta della biblioteca ed aveva paura di aprirla..
Si guardò intorno, non c'era nessuno.. Quasi tutti gli studenti  erano a lezione, Allison aveva seguito Louis e James che doveva andare a Londra per il turno Auror, lasciandola da sola... Albus era a lezione di Antiche Rune, a detta di suo fratello maggiore e, quindi, Scorpius era in biblioteca perché aveva l'ora di buco..
Basta... Doveva decidersi ad entrare. Scorpius sarebbe stato quello di sempre. Punto..
Raccogliendo il suo coraggio spinse la porta che la divideva dal suo amato e cominciò a girovagare tra gli scaffali alla ricerca di quest'ultimo, senza degnare di uno sguardo tutti gli altri studenti che la guardavano in modo strano.
Lo trovò in un angolo della biblioteca, la schiena appoggiata al muro del castello, le gambe distese sulla poltrona di fronte e la testa immersa in un grosso tomo.. La luce che veniva dalla finestra gli illuminava i ciuffi biondi, dandogli un'aria ancor più sexy.
Appena lo vide tutti i dubbi di Lily scomparvero in un istante, si avvicinò piano al suo tavolino, prese un sospiro e stava per dire qualcosa, ma venne interrotta da Scorpius
<< No, non puoi sederti. No, non mi va di parlare, sto leggendo e, per di più, sono fidanzato con una ragazza cento volte meglio si te, perciò, sparisci >> Scorpius non aveva neanche alzato lo sguardo, aveva pronunciato quelle parole come se fossero un rito, come se fosse una cosa che si ripeteva giornalmente e, probabilmente, era davvero così.
Lily sentì il suo cuore riempirsi di amore per quel ragazzo, alle sue parole.
<< È un peccato che lei non sia disponibile signor Malfoy. Anche se mi piacerebbe conoscere questa fantomatica ragazza >> lo disse tranquillamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Vide il biondo rimanere immobile per alcuni istanti, poi alzò la testa, un espressione mista tra sorpresa, gioia e amore si dipinse sul suo volto.
<< È una visione? Sto impazzendo? >> si alzò piano, come se davvero non credesse ai suoi occhi
<< Sapevo di essere bella, ma addirittura come una visione? >> non riuscì neanche a terminare la frase che si ritrovò stretta tra le braccia di Scorpius, rispose all'abbraccio con forza..
Merlino quanto le erano mancati quei momenti, quegli abbracci, le braccia di Scorpius che le stringevano la vita, il suo respiro sul collo e le sue mani tra quei ciuffi biondi. Sarebbe rimasta così per sempre, era la cosa più bella del mondo.
Si staccarono, si guardarono per un istante negli occhi e poi Scorpius posò delicatamente  le sue labbra su quelle di Lily. 
Fu un bacio dolce, lento, uno di quelli che vengono dopo tanto tempo, sapeva di attesa, di speranza e di amore.
Si allontanarono di nuovo.
<< Che Diavolo ci fai tu qui, eh scricciolo? >> la prese in giro Scorp
<< Oh.. In giro si dice che qualcuno oggi fa 4 mesi.. Così sono venuta a dare un'occhiata.. >> sorrise Lils.. 
Vide il viso del ragazzo illuminarsi, come se si fosse ricordato appena qualcosa di importante
<< Ah, già... Auguri amore >> si riprese subito lui. 
<< Te ne eri dimenticato? >> Lily strabuzzò gli occhi
<< Io,  ecco.. No... Facevo solamente finta >> cercò di difendersi Scorpius, ma invano, lo sguardo della sua ragazzo lo costrinse a confessare << oh, ok.. Lils... Me ne ero dimenticato.. Scusa >>
<< Sei un cretino, Scorpius Malfoy! Come hai fatto a dimenticartene? >> il tono di Lily era abbastanza tranquillo, ancora pensava alla reazione di prima del biondo. Se aveva reagito così al suo arrivo voleva dire che stava rifiutando tutte le ragazze che gli si presentavano davanti... Solo per quello, Lily, quel giorno, gli avrebbe perdonato tutto.
<< Lils, ok che sono perfetto e che quindi non sei abituata a queste cose >> 
<< Modesto, il ragazzo >> lo interruppe la rossa, sempre sul tono scherzoso che entrambe stavano mantenendo.
<< Ovviamente.. Comunque, dicevo.. So che non sei abituata, ma sono un uomo e tu sai bene che noi uomini siamo geneticamente portati a scordarci le date degli anniversari..è provato scientificamente, mica lo dico io... >>
<< Certo certo... vedi di inventarti meno balle! >> lo riprese la ragazza.
Scorpius l'attirò di nuovo a se, baciandola delicatamente.. Quanto le erano mancate quelle labbra? Troppo, decisamente troppo.
<< Mi sei mancata, scricciolo >> le sussurrò lui con dolcezza infinita.
<< Anche tu, Ius.. Anche tu. >>

***
 

 
 
Non la riusciva a capire, la sua mente non arrivava a tanto. 
Quella ragazza era impossibile, l'avrebbe fatto impazzire una volta o l'altra. Era così imprevedibile, forte, impetuosa e lunatica, ma lui, Louis Weasley, uno dei rubacuori più famosi di Hogwarts, non riusciva a capirla; aveva sempre capito tutte la ragazze, dalle oche a quelle difficili eppure lei no, lei era diversa. 
Non era il fatto di essere più grande che la rendeva una sfida migliore, no. Lei aveva 17 anni e lui 16, questo non importava perché lei non era una sfida.
E tra tutte quante Louis aveva scelto Allison, ormai riusciva a pensare solamente a lei.
Erano appena entrati al castello, James e Lily li avevano lasciati soli, di nuovo, così il biondo decise di far conoscere alla ragazza un po' della magia di Hogwarts. Così, cominciò un vero e proprio giro turistico.
<< Ma se non sei venuta ad Hogwarts, che scuola hai frequentato? >> chiese Louis, curioso.
<< E chi ti dice che io sia inglese? >> rispose lei a tono, in effetti, ora che il ragazzo ci faceva caso, non aveva i tipici tratti inglesi e aveva anche uno strano accento..
<< E allora di dove sei?>> 
<< Lo scoprirai, prima o poi >> fece lei con aria misteriosa, ma Louis la vide intristirsi, così decise di non toccare quell'argomento che, probabilmente, non doveva essere uno dei migliori per lei.
<< Allora , si può sapere che hai? Non hai il solito sorriso. Ti manca Domi? >> possibile che quella ragazza già lo conosceva così bene? si, le mancava sua sorella e, probabilmente, non riusciva a nasconderlo bene come voleva.
<< Si.. Tanto.. Ma è stata una sua scelta.. E sono preoccupato anche per James, in realtà. >> perché le stava dicendo quelle cose? 
<< James è forte e lo sei anche tu, quindi, supererete tutto >> dicevano tutti così, ogni volta che si parlava di lui e di James dicevano che erano forti e che avrebbero superato tutto, ma loro erano stufi di combattere contro il mondo.
<< Non è vero.. Noi non siamo invincibili, anche noi ci rompiamo in mille pezzi, è solo che abbiamo imparato a non far rumore. Noi siamo di legno >> era la verità... Avevano imparato con gli anni a soffrire in silenzio. Tutto qui. 
 
<< Questa scuola è fantastica, mai visto nulla del genere >> disse Allison, dopo avere finito il giro, ma mancava ancora una cosa e il biondo l'aveva tenuta per ultima apposta, l'aveva tenuta come dessert. 
<< Credo che nessun esterno possa vedere questa cosa, ma tu hai il permesso della McGranitt che dice che puoi visitare la scuola, quindi.. Pensa intensamente ad un luogo in cui vorresti essere, che è importante per te,  poi cammina per tre volte avanti e indietro di fronte a questo muro. >> erano al settimo piano.
<< Che cosa? >> Allison lo guardò con un sopracciglio alzato, era stupenda con quell'espressione dipinta sul viso.
Louis si avvicinò pian piano, la prese per mano e camminarono insieme.
<< Fidati di me >> le sussurrò all'orecchio, facendola rabbrividire sotto il suo tocco.
La porta della Stanza delle Necessità si aprì e i due entrarono, o meglio, Louis fu costretto a trascinarsi la ragazza che era rimasta bloccata sul posto con la bocca aperta per la sorpresa.
Quando il ragazzo si guardò intorno, però, fu lui a rimanere sorpreso... A cosa stava pensando Allison? Erano in una stanza grande, luminosa e ben arredata, il letto ad una piazza al centro della stanza con alcuni peluche sopra, armadio e comodino erano pieni di foto e i muri anche.. Louis si avvicinò meglio, in una era ritratta una bambina in braccio a sua madre, probabilmente, in un'altra c'erano le due persone della precedente a poi un uomo alto, tutte e tre sorridevano felici, sul resto erano raffigurate ballerine, di ogni razza e colore. 
<< Speravo in qualcosa di più carino, sinceramente >> il biondo si voltò verso la ragazza, appena in tempo per vederla fuggire dalla stanza, la raggiunse in un istante, impedendo alla camera si richiudersi.
La fece voltare verso di lui, ma appena la vide in volto si allontanò di un passo. Era la prima volta da quando la conosceva che non la vedeva sorridere, il suo viso era spento, i suoi occhi tristi, lucidi, come se cercassero a stento di trattenere le lacrime.
<< Che c'è, Ally? Puoi dirmelo >>  le prese delicatamente il viso tra le mani
<< Come ci siamo arrivati qui? Ti prego, andiamo via.. >> e Louis non capì per quale motivo, ma capì che il problema era quella stanza ,così, chiuse gli occhi e in un istante la stanza cambiò sembianze, trasformandosi in un salotto riscaldato da un piccolo camino all'angolo..
<< Così va meglio? >> Allison annui e si diressero verso il divano. 
La ragazza lo guardava disperata, in cerca di aiuto, come se vedere quella stanza le avesse provocato un dolore incredibile, e, probabilmente, era così.
Louis le prese di nuovo il viso nelle mani e si avvicinò lentamente, posò un bacio casto sullo zigomo, dove si era depositata una lacrime sfuggita al suo controllo, poi scese sulle labbra, coinvolgendola in un bacio passionale, dolce e nuovo. 
Non aveva mai sentito quelle emozioni. Non così forti. Si sentiva forte, in quel momento poteva affrontare qualsiasi cosa, sapeva che con lei vicino sarebbe riuscito a fare tutto.
Si staccarono per riprendere fiato.
<< Stai affrontando una cosa più grande di te. Ti porterò solo problemi e  guai, sono molto più problematica e complicata di quanto tu possa pensare >> sussurrò Allison
<< Amo le cose complicate e piene di problemi >> fece lui in risposta. Non era fatta, non l'aveva conquistata, questo Louis lo sapeva bene, ma era un inizio.
 

***
 

 
Correva correva, ma era troppo lento, doveva fare piú in fretta, doveva raggiungere sua moglie.
Da quando il patronus di Ron era entrato nel suo ufficio e gli aveva detto con la voce allarmata del suo migliore amico << Gin è stata aggredita, vieni al San Mungo >> Harry non ci aveva più capito nulla, correva per i corridoi dell'ospedale magico in cerca della stanza di sua moglie.
Svoltò un angolo e vide Hermione e Ron seduti uno abbracciato all'altra, quello di certo non era un buon segno.
<< Che cazzo è successo? >> aveva provato ad urlare, ma ciò che era uscito fuori era solo un debole sussurro 
<< Sempre loro Harry...>> guardò il suo migliore amico e capì, era stata la banda di stupratori che ancora non riuscivano ad identificare.. Si sentì mancare la terra sotto i piedi, finchè Ron non lo tranquillizzò un pochino << no, non sappiamo perché, ma non l'hanno violentata, l'hanno picchiata... Ora lei sta abbastanza bene, per quanto sia possibile, e dorme, ma i medimaghi hanno detto che poteva andare molto peggio.. Ah, e hanno detto di aspettare che si svegli per entrare >> tirò un sospiro di sollievo, poteva andare peggio, ma non era andata peggio, fortunatamente. 
La sua coscienza Auror si risvegliò non appena prese coscienza del fatto che sua moglie era viva e che stava abbastanza bene.
<< Abbiamo scoperto qualcosa in più? >> 
<< No, ma probabilmente Ginny potrà dirci qualcosa in più. >> già, a lei non era neanche stata tolta la memoria, a quanto pareva.
<< Chi l'ha trovata? >> vide Ron e Hermione raddrizzarsi sulle sedie. Che cavolo stavano facendo? Chi l'aveva trovata? NO. ANCHE QUELLO NO.
<< Avery. >> Avery. Avery quella settimana... 
<< JAMES >> questa volta il suo fu un urlo. Quando l'avrebbero finita di torturare lui e la sua famiglia? 
<< È dentro, non voleva andarsene. Harry, è stato un Auror migliore di tanti di noi, ha mantenuto il sangue freddo, ha fatto il suo dovere, ha trattato Gin come se fosse una normale vittima e anche qui in ospedale non ha perso la calma, ha parlato con i medici e ha fatto rapporto. Probabilmente, si è comportato meglio di come avremmo fatto o io o tu in quella situazione. È un Auror nato >> Harry fu fiero di suo figlio, in quel momento.
Andò anche lui nella stanza di Ginny, e fanculo le raccomandazioni dei medici, voleva vedere suo figlio e sua moglie.
Quando entrò vide la rossa sul letto, che dormiva serenamente, James le teneva la mano e sulla parte di braccio della donna rimasto scoperto Harry poté notare dei lividi ben visibili.
Per un momento il moro non riuscì a vedere nient'altro, la rabbia lo stava accecando, quegli stronzi si erano permessi di toccare la sua Ginny.  L'avrebbero pagata, quello era certo.
<< Papà >> James gli aveva appoggiato una mano sulla spalla, per calmarlo.
Lo guardò senza vederlo.
<< Papà, sta bene. >> stava bene. Doveva ripeterselo. Non era successo nulla, stava bene.
<< Mi hanno detto che c'è qualcuno che ha ripreso il talento di suo nonno per cacciarsi nei guai e per fare l'auror >> gli diede una pacca sulla spalla, era orgoglioso di lui, davvero tanto. Gli voleva un mondo di bene. 
<< Grazie, pa' >> James gli sorrise, anche lui era fiero di se stesso. Lo vedeva bene Harry.
<< Sei sicuro di star bene? >> gli chiese, non doveva essere bello vedere la propria mamma picchiata.
<< Io sono di legno* >> Harry odiava quella frase, ormai era diventato il mantra di James e Louis, non sapeva neanche cosa volesse dire.
James era di legno, l'aveva preso come un dato di fatto.
Suo figlio lasciò la stanza appena Ginny si risvegliò, lui le fu subito vicino, tenendola per mano.
<< Gin sono io, come ti senti? >> la vide muoversi, per quel poco che riusciva a fare, vide le sue piccole spalle coperte anch'esse da lividi. Cercò di mantenere la calma quella volta.
<< Un po' indolenzita, ma bene. I medimaghi hanno fatto un bel lavoro. >> sorrise. Ginny riusciva a sorridere sempre.
<< E mentalmente come stai? >> quello anche era importante.
<< Com'è che dicono Jamie e Lou? Io sono di legno* >> ancora? Era una maledizione quel giorno! 
Era ora di farsi spiegare cosa voleva dire.
<< Ma che Merlino vuol dire "io sono di legno" ? >> 
<< Il legno sembra fermo, ma è sottoposto a pressioni interne che lentamente lo spaccano. La ceramica si rompe, fa subito mostra dei suoi cocci rotti. Il legno no, finchè può, nasconde, si lascia torturare, ma non confessa. Ecco perché io sono di legno, e anche tu* >> Harry non riuscì a non riconoscersi in quella frase, Jj e Lou avevano ragione, erano di legno. Tutti loro erano di legno.
Harry si chinò sulla moglie, baciandole delicatamente le labbra spaccate.
 
*Giulia Carcasi "io sono di legno"
 
NDA
Salve gente! 
Scusate scusate scusate! So che il mio ritardo è imperdonabile, ma proprio non ce l'ho fatta, mi dispiace! 
Comunque, che ne dite del capitolo? L'aggressione di Ginny non era prevista, ma poi ho detto: "è tutto così sdolcinato e calmo, mettiamoci un po' di guai!" ed eccola la.. Come starà Ginny? Speriamo bene! 
James sta ancora male, ma è un perfetto Auror.. Speriamo che non ridiventi il bambinone di sempre..
Infine, Allison nasconde qualcosa, no? Chi è? Da dove viene? Cosa pensa? Ancora non sappiamo nulla.
Grazie mille a chi mi legge e, soprattutto, a chi mi recensisce.
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_
 

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Capitolo 21
*** Forse forse forse... ***


Forse forse forse…
 

A voi e alle vostre 106 recensioni.

 
Studiare pozioni in un’aula enorme, perfettamente arredata, ma senza personalità, con un silenzio assoluto intorno, nonostante le tante persone che c'erano, era probabilmente, la cosa più strana che le fosse mai capitata. 
Era abituata a studiare nella biblioteca di Hogwarts, dove l'ultima cosa che ci si aspettava era il silenzio e l'ordine. 
Le mancavano le urla della bibliotecaria, in realtà.
<< Ciao, dolcezza >> quella voce era diventata una delle troppe poche cose che la facevano sentire viva davvero.
<< Sparisci, Alex! >> ormai si era rassegnata anche al fatto di essere chiamata "dolcezza", dove era andata a finire la Dominque Weasley stronza e battagliera? Era rimasta a Hogwarts, probabilmente.
<< Che cosa stai studiando? >> perché quel ragazzo non la lasciava stare? Lei continuava a trattarlo male, e lui, niente... La lasciava fare.
<< Perché non ti arrendi? >> gli chiese tranquilla.
<< Perché sei la mia nuova sfida.. Sei inglese, bella, e per un ottavo Veela, ma sei incredibilmente stronza, difficile, acida, scurrile, a volte, e incredibilmente triste. Ecco qual’è la mia nuova sfida, farti sorridere. >> Anche Alex era molto tranquillo mentre le diceva quelle cose e Dominique non riuscì a non riconoscersi nelle sue parole. Era tutto vero.
<< Non dire cazzate, tu vuoi solo farmi finire nel tuo letto. >> 
<< Oh, si... Ovvio! >> Dominique sorrise, inevitabilmente. Il rapporto che si era instaurato tra lei e quel ragazzo francese dagli occhi verdi era strano.. Non era amicizia, ma all'interno di quelle mura era la persona che per Dominique più si avvicinava al termine “amico”.
Lui la voleva portare a letto e non aveva problemi a dirlo, non gli interessava nulla di lei, glielo aveva detto chiaramente, Dominique voleva solamente qualcuno con cui parlare, e Alex era la persona adatta, la faceva arrabbiare, spazientire e infastidire… Non erano emozioni troppo positive, ma almeno erano emozioni, almeno erano la prova che c'era ancora un cuore dentro quel mucchio di pelle ed ossa.
<< L’hai detto tu, io non sono una francesina, sono incredibilmente stronza e scurrile, non mi scoperai. >> tornò a studiare pozioni, nonostante sentisse ancora la presenza del ragazzo accanto a se.
Stettero così per un po', lei studiava e lui la guardava, finche Alex non le tocco il collo. Facendola sobbalzare.
<< Che cavolo fai? >> si allontanò subito da lui. Cosa le prendeva? Le aveva appena sfiorato il collo, nulla di più. Perché aveva avuto quella reazione esageratamente teatrale? 
<< Volevo solamente scoprire cosa nascondi sotto quella maglietta >> cosa? Stava superando il limite.
<< Che cazzo dici? Tieni le tue mani a posto! >> scurrile, dicevano? 
<< Ehi ehi, calma. Intendevo la collana che hai appesa al collo. >> No, sbagliata, decisamente risposta sbagliata. 
Non pensava a quella collana da troppo tempo, ormai, era diventata parte di lei, non aveva neanche pensato di toglierla,  non ci riusciva, sarebbe significato chiudere del tutto con il passato e ancora non era pronta a farlo.
Aveva tenuto con se il piccolo cervo, almeno quello.. Dato che ultimamente non riusciva a tenere con se nulla.
<< Sta fermo. Non puoi vederla. >> detto questo si alzò velocemente e si diresse al suo dormitorio, si sentiva stanca e incredibilmente triste, quel solo accenno al suo passato l'aveva svuotata.
Si infilò velocemente in bagno per lavarsi il viso, sperando che l'acqua riuscisse a lavare via anche quei pensieri. Sarebbe andata a pranzo presto, quel giorno, visto che aveva lezione subito dopo, quindi, tanto valeva avvantaggiarsi sul tempo. Inoltre, non aveva nulla da fare, le sue giornate erano incredibilmente vuote, si buttava nello studio perché non aveva null'altro, ma anche quello la stava stufando, e parecchio, a dir la verità. Era sempre la stessa routine.
Lezione-studio-pranzo lezione-studio-cena. Ogni tanto la giornata era interrotta a qualche chiacchierata poco costruttiva con Alex, ma anche quelle, oramai, erano diventate troppo abituali.
Le mancava Hogwarts. Le mancava la sua famiglia. Le mancavano i suoi amici. Le mancava James.
Le mancava la sua vecchia vita, più di ogni altra cosa al mondo.
 

***


 
<< Papà, ho diciassette anni, sono maggiorenne, posso decidere io della mia vita, faccio ciò che ritengo giusto. E in questo momento dico: sono pronto! >> quella discussione inutile lo stava già stancando, e avevano appena iniziato
<< Non sei pronto, James.. Non sei pronto a vedere, ancora una volta, tua madre così debole.. È già difficile di solito fare degli interrogatori, figurati se sei un diciassettenne e se sei coinvolto emotivamente. >> lui e Harry erano nel corridoio degli uffici degli Auror e una piccola folla si stava radunando intorno a loro, curiosa di ascoltare la discussione tra padre e figlio.
<< C'ero io con Avery quando abbiamo trovato mamma, c'ero io in ospedale, quando i medici non sapevano cosa dire. Io so cosa è successo dopo l'aggressione, ho diciassette anni, si, non ho ancora la licenza Auror, ok, ma c'ero io ed è mio dovere stare li quando farete tutte le domande alla mamma. Sono pronto. >> era pronto, lo era davvero. Il suo sogno era sempre stato quello di diventare un Auror e aveva la stoffa per farlo, era pronto anche a vedere di nuovo sua madre crollare, aveva mantenuto la calma anche subito dopo l'aggressione, perché Harry non riusciva a pensare che fosse capace di mantenerla durante l'interrogatorio? Non riusciva a capire il punto di vista di suo padre.
<< Non lo permetterò, James. sei stato bravo una settimana fa a gestire la situazione dopo l'aggressione, ma ora basta! Non sei pronto... Fine della storia >> fine della storia? Era così che intendeva risolvere la situazione? 
<< Fine della storia? Certo, tu risolvi tutto così, no? Imponi le tue idee del cazzo agli altri e ti aspetti che essi le rispettino, beh, ti sbagli, perché questa volta io non rispetterò il tuo ordine. >> si sentiva forte, non capiva bene perché, ma aveva quella sensazione di potere spaccare il mondo con un solo dito.
<< Ehi, che diavolo ci fate tutti qui? Andate a lavorare. >> Si sentì la voce di suo zio Ron che si faceva strada tra la piccola folla che si era radunata intorno a loro e che si disgregò dubito. << Ah, Harry... Ciao James.. Che succede? >> il suo sguardo era confuso, saltellava tra lui e suo padre di continuo, come se stesse guardando una partita di Ping pong.
<< Gin dov'è? >> suo padre decise di eludere la domanda. 
<< Lei e Herm erano dietro di me, probabilmente si sono fermate a chiacchierare con la tua segretaria. >> infatti, dopo neanche trenta secondi apparvero Hermione e Ginny, quest'ultima era pallida e sciupata, ma le sue condizioni erano migliorate da quando era uscita dall'ospedale.
<< Ciao, ragazzi... Che succede? >> chiese la riccia, mentre la signora Potter rivolse un sorriso radioso al suo primogenito.
<< James vuole esserci quando ti faremo le domande. >> suo padre era davvero subdolo. Ginny non avrebbe mai accettato una cosa del genere e lui non poteva mettersi contro la volontà di chi doveva raccontare loro i fatti.
Infatti, vide il sorriso di sua madre svanire velocemente come era apparso sul suo viso, lo guardò stralunata, come se pensasse che fosse ubriaco.
<< Tu non farai proprio nulla.. Anzi, te ne troni ad Hogwarts di filato, prima che ti ci mandi io a calci nel sedere, >> sempre gentile e delicata, sua mamma.
<< Mi hanno praticamente preso come Auror, se non fossi stato io, se tu non fossi stata mia madre, se io non facessi Potter di cognome, a quest'ora saremmo già dentro, senza troppe storie, nonostante anche in quel caso avessi avuto diciassettenne anni. In questo momento sono un Auror alla pari degli altri, È mio dovere entrare ad ascoltare cosa hai da dire, Ginny >> Ginny, l'aveva chiamata Ginny, perché l'aveva fatto? Sua madre, dopo tutto ciò che aveva passato, non si meritava che lui fosse arrabbiato.
Ginny, comunque, non sembrò troppo turbata, gli si avvicinò lentamente, lo abbracciò piano e gli sussurrò solamente poche parole all'orecchio.
<< Jj, non voglio che tu mi veda li dentro, sei stato forte in questi giorni, mi hai visto nelle situazioni peggiori, ma sarà difficile raccontare tutto ciò che mi è accaduto e sarà ancora più difficile se ci sarai tu la dentro. Ti prego, James.. Fallo per me. >> come faceva a dirle di no? Sua madre sapeva sempre come prenderlo. Le baciò la guancia delicatamente e la strinse ancor di più a se.
<< Ricordati, mamma, noi siamo di legno. Fagli vedere chi sei >> fu un sussurro, ma James seppe, in quel momento, che quello era ciò che serviva a sua madre, quelle parole erano medicina per le sue ferite, forza per la sua volontà.
<< Ci vediamo la settimana prossima >> salutò i suoi genitori e si avviò verso l'uscita, pronto a tornare a scuola.
 
 
Possibile che ancora non si fidassero di lui? Quella situazione lo distruggeva! Cosa doveva dimostrargli di più? Stava crescendo, era più maturo, cosa doveva fare per farglielo capire?
Stava affrontando il pre-corso Auror senza alcuna difficoltà, dimostrando di avere coraggio, sangue freddo e un buon fiuto, si era preso la responsabilità di Lily e, nonostante suo padre non fosse d'accordo con la scelta della sorella, doveva ammettere che era una gran bella presa di responsabilità, a scuola, tutto sommato, riusciva a seguire tutte le lezioni e ad avere voti discreti, certo, non come quello di suo fratello Albus, ma comunque buoni. 
Eppure, nonostante tutto, non riuscivano ancora a fidarsi di lui, lo trattavano ancora come un bambino, era stufo delle solite frasi: "è per il tuo bene" o "siamo i tuoi genitori, dobbiamo proteggerti" beh, James Sirius Potter vi da una notizia: ha diciassette anni, è maggiorenne, sa badare a se stesso e, notizia che sconvolgerà ancor di più gli animi di tutti, è cresciuto. Non è un bambino.
James era seduto sull'espresso di Hogwarts che riportava gli aspiranti Auror del settimo anno a scuola, l'aveva fatto per sua madre, anche se, in quel momento, voleva solamente stare li con lei, si sentiva tremendamente frustrato; aveva  preso uno scompartimento vuoto, non aveva voglia di chiacchierare con gli altri, erano tutti così felici e spensierati, o, forse era lui che li vedeva così, forse anche loro avevano mille pensieri per la testa, James non lo sapeva, sapeva solo che in quel momento aveva una gran voglia di divertirsi, senza problemi, se tutti lo reputavano ancora un bambino, beh, tanto valeva comportarsi come tale, no? 
Doveva tornare a vivere davvero, in un modo o nell'altro e, se ciò significava tornare il James di prima, allora l'avrebbe fatto, era stufo di quella vita finta.
Il treno arrestò la sua corsa, il ragazzo guardò fuori dal finestrino e riconobbe la stazione di Hogsmeade, in poco tempo si ritrovò davanti al portone d'ingresso, così, si avviò verso il dormitorio dei Grifondoro per poggiare le sue cose.
<< Ehi, Jamie? >> chi era che lo chiamava in quel modo? Si girò verso la sua interlocutrice.
<< Ciao, Mary >> Mary era una Grifondoro del quinto anno che lo tormentava da quando lui frequentava il suo terzo anno, James aveva ceduto alle sue avances più di una volta, ma non pensava a lei in ''quel modo” da troppo tempo, ormai
<< Cosa ci fai solo soletto qua? >> lei si stava avvicinando pericolosamente, da quando Mary era così sfacciata? O lo era sempre stata, ma per lui era talmente normale che non se ne era nemmeno reso conto? 
<< Nulla, sto andando in dormitorio >> 
<< Mmh potremmo andarci insieme, no? >> Merlino, quanto era sensuale
<< Potremmo, si >> in realtà, Mary gli stava solamente fornendo il divertimento che tanto cercava su un piatto d'argento, non avrebbe potuto chiedere di meglio, no? O forse si.. 
Si incamminarono verso la torre più alta del castello, lei era incredibilmente vicina a lui, molto più di ogni altra ragazza, esclusa sua sorella, negli ultimi tempi.
Salirono in camera di James senza neanche accorgersene, fu una cosa automatica, come se quello era quello che dovevano fare.
<< Sono stata in pensiero per te.. Sai, ho saputo che stai aiutando gli Auror nella caccia a quegli stronzi >> la sua voce era tremendamente sensuale, mente le sue mani scorrevano sulla camicia di James per slacciargli i bottoni.
<< Già.. Ma è tutto ok >> era davvero tutto ok? A giudicare da quello che stava facendo, no, nulla era ok. 
<< Mmh mmh >> Mary si stava avvicinando sempre di più, sentiva il suo profumo, le mani sul suo petto, aveva deciso di tornare a vivere e a divertirsi, beh.. Era giunto il momento.
La afferrò per i fianchi e cominciò a baciarla con trasporto, sempre si più.. In men che non so dica si ritrovarono stesi sul letto, James sopra la ragazza semi nuda.
Le toccava il seno, ma non provava nulla se non puro divertimento.
Giocherellava con i suoi capezzoli, ma era sempre solo divertimento.
La baciava, la leccava, veniva baciato, veniva leccato, ma non provava niente, niente in confronto a ciò a cui era abituato.
Entro dentro di lei perché sentì che doveva farlo, non perché voleva, si, il piacere c'era, ma era fine a se stesso.
Mary cominciò a giocherellare con la sua collana, quella a forma di cavalluccio marino, quella che gli aveva regalato Dominique per il suo diciassettesimo compleanno, quella che ancora non riusciva a togliersi. Sentì una stratta allo stomaco e allontanò la mano di Mary dal ciondolo.
 In quel momento, pensando alla bionda, James capì davvero la differenza che c'era tra Amore e sesso.. Quello era sesso, solo sesso. Puro e sano sesso, avrebbe detto Louis, ma lui non era d'accordo, l'amore vinceva, era molto meglio. 
Mary gemeva sotto di lui, ma quando James cadde al suo fianco, il respiro ancora affannato, si sentì vuoto, erano due estranei che avevano fatto sesso, nulla li legava l'una all'altro se non quel rapporto carnale che avevano appena avuto. Erano due sconosciuti.
Il piacere scomparve subito, sostituito dal solito stato d'animo dello Jamaes degli ultimi tempi.
Si era divertito, forse era la cosa giusta, o forse no.  
 

*** 



Aveva appena mandato via James e si sentiva una stronza. 
Non lo meritava, dopo tutto quello che aveva fatto per lei, dopo tutto quello che aveva dimostrato, lei non riusciva ancora a fidarsi  pienamente di lui, ma in realtà, i motivi che l'avevano spinta a mandarlo via erano altri. 
Il primo era che non riusciva a rassegnarsi sul fatto che James fosse cresciuto, fisicamente oramai era abituata a vederlo grande, ma il fatto che suo figlio si comportasse come il solito bambino era sempre stato rassicurante e, invece, in quei giorni l'aveva visto cresciuto, maturo, finalmente.
Il suo James, il suo piccolo Jamie era diventato un adulto, ma lei non voleva crederci.  
Il secondo motivo, forse, era ancora più infantile del primo, o forse no, forse quello era l'unico motivo valido per cui James non poteva assistere all'interrogatorio di sua madre. Era quello che gli aveva detto mentre lo abbracciava, non era vero che lei non si fidava di suo, figlio, lei non si fidava di se stessa, più che altro.
Aveva tremendamente paura, il solo pensiero di dover raccontare la sua esperienza a 4 Auror affamati di notizie, di cui uno era suo marito e un altro suo fratello, le metteva tremendamente paura. 
Non voleva rivivere quei momenti, gli aggressori le avevano risparmiato la parte più brutta, quella che avevano riservato alle altre donne, ma l'avevano picchiata e lei non riusciva a dimenticare neanche un secondo dell'aggressione, era da più di una settimana che viveva con quegli incubi, non riusciva più a chiudere occhio, ad andare in giro per Londra senza doversi voltare dietro ogni minuto, senza guardarsi in giro con sospetto, come se potesse essere attaccata da un momento all'altro. Probabilmente era così, o forse no.
Forse oramai lei era al sicuro, ma di certo non lo era la sua famiglia e tutto il resto della comunità magica.
<< Gin, è ora >> suo marito le poggiò una mano sulla spalla, cercando di trasmetterle più forza possibile. Lei annuì, e si girò, sperando di apparire tranquilla.
<< Sono pronta >> non era pronta, ma doveva farlo per Harry.
<< Bene, signora Potter, si accomodi >> disse Avery. 
<< Chiamatemi Ginny >> si rivolse a Avery e Franklin, l'altro Auror.
<< Ok, Ginny... Prima iniziamo e prima finiamo.. Cosa stavi facendo quando sei stata aggredita? >> c'erano. Era arrivato il momento
<< Stavo passeggiando tranquillamente  per Old Compton street quando mi sono sentita afferrare da due uomini, mi hanno presa velocemente, trascinato in un vicolo e mi hanno costretta ad inginocchiarmi, uno mi teneva le mani dietro la schiena, mentre l'altro continuava a picchiarmi, entrambe urlavano, urlavano tanto. Sentivo dolore dappertutto, ma sapevo di cosa si trattava, sapevo che il peggio doveva ancora arrivare, sapevo che non si sarebbero fermati a picchiarmi, ma mi avrebbero violentata e invece… >> la voce a quel punto le si ruppe, alcune lacrime silenziose scorrevano sul suo viso, sentì la mano di Harry poggiarsi sulla sua e continuò << invece si sono fermati, si è sentito un pop e, appena gli aggressori hanno visto le divise Auror si sono smaterializzati. >> 
<< Ok, Gin.. Ricordi come erano fatti gli aggressori? >> era suo fratello.
<< Quello che mi picchiava era alto, moro con gli occhi azzurri, aveva tatuato un drago sul braccio sinistro e ho visto la bacchetta uscirgli fuori dai pantaloni. Quello dietro non l'ho visto >> Era tutto ciò che ricordava.
<< E cosa dicevano? >> Era Franklin
<< Parlavano di un’altra persona, forse loro complice. E mentre mi picchiavano urlavano cose come  "lei ha passato quello che stai passando tu e hanno già passato tutte le altre biondine e quelle rosse, dillo ai tuoi amichetti, lui non è stato punito abbastanza, di anche questo ai tuoi amichetti e a quello stronzo di tuo marito, digli che è colpa sua, diglielo, puttana!"  >> guardò Harry, non aveva detto quelle cose a nessuno, lo vide boccheggiare, ancora una volta si stava incolpando, come sempre, e lei non lo avrebbe permesso.
<< Questo è tutto quello che ricorda? >> 
<< Si. >> 
<< Sei stata indispensabile, Gin. Vi lasciamo soli >> le disse Ron, non prima di averle baciato la guancia. Così, i tre Auror lasciarono lei e Harry da soli.
 
<< Gin, perché non me l'hai detto? >> sapeva che Harry non sarebbe stato contento del fatto che gli aveva nascosto ciò che gli aggressori avevano detto, ma, in quel momento, non era pronta per una discussione.
<< Scusami, non sapevo come dirtelo, così ho deciso di farlo quando era il momento adatto >> 
<< Cazzo, Ginny... Sono tuo marito, dovresti dirmi tutto, soprattutto una cosa di questo genere >> no, non l'avrebbe accettato 
<< E cosa avrei dovuto dirti? Che in quel momento mi sono sentita morire? Che ero distrutta perché non riesci ad avere mai un momento di pace? Cosa dovevo dirti, eh, Harry? Che non dovevi sentirti in colpa come stai sicuramente facendo? Ho solo diminuito un po' il tempo della tua sofferenza, dovresti ringraziarmi. >> esplose anche lei.
<< No, avresti solamente dovuto dirmi che si, è colpa mia, per l'ennesima volta, perché, da quello che mi hai detto, ti hanno picchiato e hanno violentato quelle donne per colpa mia, non so cosa io abbia fatto, ma è colpa mia. >> Harry cadde su una sedia, sfinito, il volto affondato sulle mani.
<< Harry >> si avvicinò al marito e gli accarezzò dolcemente la testa. << non è vero, ti prego.. Non colpevolizzarti ancora una volta, ti prego. Quella gente picchia le donne perché è malata, non perché tu hai fatto qualcosa, ok? Ti prego, non fartene una colpa. Io sto bene, ok? >> gli alzò il viso con due dita e lo baciò dolcemente sulle labbra, lui si alzò, per stare alla sua altezza
<< Dovrei essere io a farti forza e, invece, come sempre, sei tu a farmi forza >> non era vero, no.
Lui le aveva sempre fatto forza, anche durante l'interrogatorio, se non ci fosse stato lui non ce l'avrebbe mai fatta.
<< Non è vero, Harry. Se tu non ci fossi stato prima, solamente con la tua presenza, io non ce l'avrei mai fatta. Quindi, non dire cavolate, tu sei tutto per me, quante volte devo dirtelo? >> sentiva la mano di suo marito che le accarezzava dolcemente la guancia, era l'unica cosa autentica, in quel periodo.
<< Ti amo, Gin, ti amo. Verremo a capo di questa faccenda, questa è una promessa >> la baciò di nuovo.
Si sentì tranquilla, in quel momento, era tranquilla tra le braccia di Harry.
Forse non sarebbero riusciti a prendere gli aggressori, forse non avrebbero mai capito perché aggredivano ragazze bionde e rosse, forse Harry e Lily non avrebbero fatto pace tanto velocemente, forse Ginny non si sarebbe mai completamente rassegnata al fatto che James fosse cresciuto, forse Albus non avrebbe mai smesso di temere la sua famiglia, o forse si..
Forse forse forse.
La sua testa era piena di forse, ma l'unica certezza che aveva era l'amore suo e di Harry avrebbe resistito, aveva sempre resistito, a tutto.
<< Ti amo anch'io, Harry >> 
 
NDA
Salve a tutti! 
Per prima cosa, mi scuso per il ritardo, ma ieri non ci sono stata tutto il giorno, quindi non ho potuto pubblicare, poi, mi scuso di nuovo perché il capitolo non è molto lungo, ma ai fini della storia non potevo mettere un altro POV.
Comunque, vediamo cosa è successo.. 
Dominique sembra ancora triste, ma cosa farà con questo Alex?
James... L'abbiamo visto crescere, maturare, ma è sempre James Sirius Potter, quindi, c'era da aspettarsela una ricaduta, no? 
E che ne dite di Harry e Ginny? 
Fatemi sapere cosa ne pensate, sono molto curiosa, anche perché il capitolo non mi convince troppo.
Ringrazio chi segue, preferisce, ricorda e legge solamente, ma, soprattutto, ringrazio le fantastiche ragazze che mi recensiscono.
Questo capitolo è dedicato a voi perché arrivare a 106 recensioni mi ha fatto davvero piacere. Grazie grazie grazie.
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson
(<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
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Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_
 

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Capitolo 22
*** Sarai il primo a saperlo ***


Sarai il primo a saperlo

 
Era la prima volta che tornava a casa da quando se ne era andata. 
Due mesi e mezzo. 
Erano passati due mesi e mezzo e tante cose erano cambiate, lei era cambiata, forse più di tutto, più del resto. 
Era cresciuta, aveva imparato a cavarsela da sola, a difendersi, aveva conosciuto persone nuove, alcune simpatiche, altre meno, una era diventata una delle sue due migliori amiche.
Era maturata e aveva imparato a non considerare quella li la sua vera casa, o meglio, probabilmente, negli angoli più remoti della sua mente era riposta l'idea che quella sarebbe sempre stata casa sua per sempre, nel bene o nel male, ma aveva imparato a cambiare l'immagine che si formava nella sua mente appena pensava all'idea di casa. La sua casa era la appartamento che divideva con Allison, ormai.
Prese un bel respiro e suonò il campanello, sua madre le aprì pochi istanti dopo e la salutò con un abbraccio stritolatore. Nonostante fosse passato un mese dall'aggressione e Ginny avesse ripreso a lavorare regolarmente, la donna  era ancora molto provata, infatti, quando avevano deciso di vedersi, aveva chiesto a Lily se potevano incontrarsi a casa Potter, visto che non usciva molto volentieri.
<< Ciao mamma! >> la salutò allegra Lils
<< Lily... Come stai? Tutto tranquillo? >> si preoccupava anche se doveva fare 100 metri, figurati se doveva andare dall'altra parte della città. 
Era comprensibile, in fin dei conti, dopo ciò che aveva passato.
<< Si, tutto ok. Tu sei sola, vero? >> Ginny le aveva detto che suo padre non ci sarebbe stato, ma a lei era venuto il dubbio che fosse una cosa organizzata dalla madre per farli riappacificare.
<< Sono sola, si.. Tuo padre torna tardi, te l'ho detto >> si diressero in cucina e Lily si sedette al tavolino, mentre Ginny metteva su il te. 
La ragazza cominciò a guardarsi intorno, non le sembrava piú casa sua, in realtà, nulla era cambiato esternamente, ma l'aria che si respirava era diversa, era più tesa, meno tranquilla, non era aria di casa. 
Lily non seppe spiegarsi se fosse stata solo una sua sensazione o no, ma anche l'aria era cambiata.
<< Ti sei seduta al tuo posto >> le fece notare Ginny.  Non ci aveva fatto caso, era seduta dove, di solito, si metteva quando ancora abitava in quella casa, era stata una cosa naturale, scontata, come se non ci fosse stato neanche il minimo bisogno di pensarci, il suo corpo, inconsciamente, si era diretto verso quella sedia, talmente era abituato. 
Forse non tutto era cambiato
<< Già >> perché improvvisamente si sentiva a disagio? Senso di colpa per essersene andata? Oppure consapevolezza di aver sbagliato tornando in quella casa? << allora, come stai mamma? A lavoro? >> aprì subito un nuovo argomento, cercando di allontanare il più possibile la conversazione da se stessa.
<< Va tutto bene, il lavoro è ripreso a meraviglia.. Quei quindici giorni in cui non sono andata mi è mancato tantissimo. A te, invece? La scuola? >> Sicuramente tornare al giornale non era stato facile, ma sua madre era forte, lo era sempre stata.
<< Sono contenta che tu stia meglio, mamma. Io al solito, la Royal mi prende tutte le energie, torno a casa distrutta, ma sto bene, sono felice.. >> 
<< Hai fatto nuove conoscenze? >> chiese sua madre, nella sua versione piú curiosa
<< Non troppe, le ragazze sono tutte troppo spocchiose.. Invece c'è qualche ragazzo davvero simpatico, ma nessuno sarà mai come Scorpius, James, Albus, Dominique o Louis.. Mi mancano da morire, mamma.. Fortunatamente c'è Allison.. >> l'aveva detto. Stava dicendo a sua madre che la vita alla Royal aveva anche i suoi contro.. Sua madre avrebbe approfittato della situazione per rimproverarla? Lily sperò di no con tutta se stessa
<< Un giorno mi farai conoscere questa fantomatica Allison.. Per quanto riguarda gli altri.. So che ti mancano tanto, ma tra poco ci saranno le vacanze di Pasqua e loro torneranno a casa. Ah, ma tu e Dominique non avevate litigato? >> cosa? Lei e Dominique? Litigare? Si era per caso persa qualcosina? 
<< Cosa? No no. >> si affrettò a dire, così sua madre spiegò le sue perplessità.
<< Sai, è voluta andare in Francia così velocemente, senza un minimo di spiegazione, ho pensato che fosse successo qualcosa di grave tra voi due per cui lei aveva scelto di trasferirsi.. Scusa, allora perché è andata a Beauxbatons? >> in effetti, il ragionamento era logico, come la domanda che ne era seguita. Perché se ne era andata? Non poteva di certo dirglielo.. 
<< Non lo so, mamma.. Lei non vuole dirmi nulla e io non voglio costringerla, ho accettato la sua scelta >> era una pessima bugiarda e lo era stata anche quella volta, lo capì dalla faccia perplessa di sua madre << Allora, che dicevi delle vacanze di Pasqua? >> le chiese la prima cosa che le venne in mente, giusto per cambiare argomento.
<< Che i ragazzi torneranno e andremo a mangiare alla Tana.. A proposito di questo.. Volevo chiederti.. Vieni anche tu, vero? >> la stava supplicando, ma lei non si sentiva pronta per affrontare tutta la sua famiglia.
<< Mamma... Non vorrei rovinare la giornata.. Pochi in famiglia hanno accettato la mia decisione, anzi, quasi nessuno.. Sarebbe solo una provocazione. Davvero, la passerò con Allison, anche lei sta da sola... >> sapeva che le stava dando un dispiacere grandissimo, ma non credeva di riuscire a stare di nuovo una giornata alla Tana tutti insieme.
<< Lily, dai.. Così gliela darai solamente vinta, fa vede che era la scelta giusta.. E poi ci siamo io, i tuoi fratelli, i tuoi cugini, zio George, zio Charlie e zio Bill e zia Fleur dalla tua parte.. E poi avrai il tuo compleanno in cui potrai invitare solo chi vorrai >> in effetti, non l'aveva mai vista sotto quel punto di vista, gli avrebbe potuto dare una bella lezione di vita a quelli li.
<< Ci penserò, promesso >> 
 
<< Non sai quanto mi ha fatto piacere che tu sia venuta, Lils.. Devi tornare più spesso >> Ginny sorrise e Lily vide che era sincera, rivederla tra quelle quattro mura le aveva fatto bene, la vedeva anche più serena della volta precedente, beh, se per farla stare più tranquilla sarebbe dovuta andare li più spesso, l'avrebbe fatto volentieri. 
Sua madre le stava vicino ogni secondo, ora anche lei aveva l'opportunità di ricambiare il favore.
<< Si, si può fare più spesso..  Grazie per lo splendido pomeriggio, mamma >> la abbracciò di slancio e si sentì stingere dalle braccia delicate ma forti di sua madre.. Stettero così per un po', a Lily mancavano da morire gli abbracci di sua madre, voleva godersi quell'attimo il più a lungo possibile.
<< Sta attenta durante la strada del ritorno, ti prego >> le disse preoccupata, Lily non riuscì neanche a spazientirsi per le troppe raccomandazioni, sapeva che sua madre aveva tutte le ragioni del mondo per fargliele.
Erano ancora abbracciare quando qualcuno entrò in cucina, sentirono i passi del nuovo arrivato bloccarsi improvvisamente a quella scena.
Le due sciolsero l'abbraccio e si voltarono verso un Harry Potter parecchio sorpreso.
<< È meglio che vada >> sussurrò Lily e, dopo aver dato un bacio sulla guancia a sua madre, si diresse verso l'uscita, ma fu bloccata dalla voce di suo padre, prima che potesse mettere la mano sulla maniglia della porta.
<< Lily, devi darmi l'indirizzo della tua nuova casa >> devi? Chi cazzo era lui per decidere ciò che doveva o non doveva fare? Lui non era più suo padre. 
<< Mi dispiace, ma non posso dartelo, Harry. >> Harry, lo stava chiamando Harry... Vide il moro avere una strana reazione alle sua parole.. La sua principessa lo stava chiamando come un normale conoscente, non doveva essere troppo piacevole. 
<< Sei in pericolo.. Devo avere il tuo indirizzo >> ora si ricordava che era in pericolo? Dopo più di due mesi che se ne era andata di casa? 
<< Non ti è mai importato nulla di me, non credo ti interessi se qualcuno mi aggredisce >> era stata cattiva, sapeva di star mentendo, ma giocava per ferire, non per essere clemente, d'altronde, suo padre non lo era stato con lei.
<< LILY LUNA POTTER, DAMMI IL TUO NUOVO INDIRIZZO >> urlò Harry, inferocito, ma non capì che aveva fatto la mossa sbagliata, chi era lui per dirle quello?
<< TU NON SEI NESSUNO PER DIRMI COSA DEVO O NON DEVO FARE >> rispose a tono la rossa, vide sua madre avvicinarsi ad Harry e tentare di calmarlo, ma lui non ne voleva sapere nulla.
<< Sono tuo padre. >> lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo e, in effetti, lo era, o forse lo era stata, ma ora non lo era più.
<< Tu non sei più mio padre da quando mi hai costretto ad andarmene di casa. Ci unisce sono un legame di sangue, ma tu non sei più niente per me. C'è James che mi protegge. >> lo disse in un sussurro. 
Era stata cattiva, fin troppo, forse suo padre non si meritava quel comportamento, o almeno, non quelle parole. 
Lo stava disconoscendo, gli stava dicendo che, a parte un legame di sangue, nulla univa più Harry alla sua piccola principessa. 
Beh, il moro se l'era cercata.
Lily vide il padre spalancare gli occhi, ferito, vide la madre rivolgerle un sguardo di rimprovero e stringere il braccio di Harry per calmarlo, o solamente per dirgli che lei gli sarebbe stata vicino. 
<< Potresti essere aggredita da questa banda... Hai i capelli rossi, Lily.. >> le disse il padre, cercando di reggere il suo sguardo, ma con poco successo.
Non le interesso di lasciare i suoi genitori in quelle condizioni, Lily si voltò di nuovo verso la porta, la rabbia la stava divorando da dentro, nelle sue vene scorreva cattiveria pura, in quel momento, cattiveria, che riuscì a sfogare in altre parole, forse ancora più dure e letali delle precedenti.
<< Tranquillo, se verrò aggredita o se mi uccideranno, sei il capo degli Auror, quindi, sarai il primo a saperlo. >>
 

*** 


 
<< Ehi.. Alb... >> saltò in aria, il cuore in gola.
<< Merlino, Lorc. Mi hai fatto prendere un colpo. >> Albus riproverò il suo ragazzo, che lo aveva distratto dallo studiare per il compito di Difesa.
<< Allora, che fai? >> lo stava prendendo in giro, vero? Erano in biblioteca, lui era sovrastato da volumi e volumi che parlavano di ogni tipo di incantesimo, fino a 30 secondi prima aveva la testa affondata in uno di essi, sperando di capirci qualcosa e il suo ragazzo gli stava chiedendo cosa stesse facendo? Non era fin troppo palese? 
<< Oh, stavo lucidando la mia nuova scopa.. Ti piace? >> lo prese in giro.
<< Davvero bella, si.. Mi ci fai fare un giro? >> Lorcan stette al suo gioco
<< Dopo, ora devo studiare Difesa.. >> Albus si rifece serio e tornò a immergere il suo volto nel libro.
<< Dai, Al.. Sei un Potter, non ti serve studiare per andare bene a Difesa Contro Le Arti Oscure, ce l'hai nel sangue.. >> si lamentò il biondo.
<< Un conto è la pratica, un conto è il compito scritto di teoria, devo studiare e non ci capisco nulla. >> 
<< Quando hai finito fai un fischio, allora >> 
<< Sarai il primo a saperlo >> Lorcan mise su un broncio adorabile e i soliti occhini dolci che, in un batter d'occhio, dissuasero Al dallo studiare.
<< Dai, studierò dopo.. Per un oretta sono tuo >> gli rispose con un sorriso appena accennato, vide Lorcan alzarsi vittorioso e avvicinarsi a lui con fare malizioso, gli stampò un bacio delicato sulle labbra prima di trascinarlo fuori dalla biblioteca, in direzione della torre di Astronomia.
Appena arrivarono, si sedettero vicino alla finestra, le schiene appoggiate al muro, il capo di Al sulla spalla del suo ragazzo..
<< Non ho mai conosciuto una creatura più tentatrice di te >> gli sussurrò.
<< Mh mh mh >> il biondo non si degnò neanche di rispondergli come si deve.
<< Come è andata la giornata? >> chiese allora Albus, cercando di tenere viva la conversazione.. gli sembrava che Lorcan fosse in imbarazzo, ma non riusciva a capirne il motivo, cosa aveva di strano?
<< Oh, tutto come al solito >> Scamandro sembrò riprendersi quando sentì la domanda << Fred e Margaret sono così sdolcinati da far venire le carie e questo è tutto dire, perché non me lo sarei mai aspettato da una Serpeverde come Margy, mio fratello ha preso l'ennesimo Ecczionale in Antiche Rune e lui e Rose sono ancoa più sdolcinati di Fred e Margaret e io.... Beh, è ovvio che, essendo circondato da tutte queste coppie, poi mi viene voglia di venirti  a scocciare.. No? >> Lorcan non scocciava mai, di questo Albus era certo.
<< Mi usi come valvola di sfogo, Scamandro? >> gli chiese scherzosamente
<< È la tua unica utilità, Potter >> gli stampò un bacio tra i capelli, come a volergli dire che quella era una bugia << a te come è andata al giornata? >>
<< Oh, le solite cose.. Sta mattina abbiamo fatto tardi perché, come al solito, Scorpius io-sono-sempre-perfetto Malfoy doveva sistemarsi i suoi capelli, già perfettamente pettinati, poi abbiamo avuto Artimanzia e non c'ho capito nulla, come al solito, e poi la stronza di Difesa ci ha detto che domani avremo il compito.. Capisci? Ce l'ha detto oggi per domani! È incredibile! >> Albus stava cominciando a farfugliare parole senza senso
<< Ti amo >> 
<< E quindi stavo studiando dif.... COSA? >> che Merlino aveva detto Lorcan? Aveva sentito bene? Sicuramente no.
Si girò verso di lui, incredulo
<< Cosa hai detto, Lorcan? >> gli chiese, sperando con tutto se stesso  di non aver sentito male.. 
<< Ho detto che ti amo, Al! >> era serio, Lorcan.. e Albus non riusciva a credere alle sue orecchie.. Glielo stava dicendo davvero? Era davvero accaduto? 
Non riuscì a dire nient'altro, si fiondò sulle labbra del biondo, coinvolgendolo in un bacio famelico, entusiasta e impaziente.. 
<< Ti amo anch'io >> sussurrò Potter, distaccandosi per un attimo dalle labbra dell'altro, poi si rimpossessò immediatamente della sua bocca.
<< Se sapevo che avresti avuto questa reazione, te l'avrei detto subito >> fece Lorcan, scherzando, Albus sapeva che non lo pensava davvero, che aveva detto quel ''ti amo" perché era ciò che provava, non per altro.. 
<< Non sarebbe stata la stessa cosa >> gli rispose, incapace di scherzare su quell'argomento. Non riusciva ancora a credere a ciò che era successo, gli aveva detto che lo amava, lo amava davvero. Era suo, si appartenevano. In quel momento e per sempre.
<< Lo so >> sussurrò Lorcan, prima di riprendere il bacio interrotto.
 

***

 

''Si si, lo so che ti ho scritto ieri, e so anche che ti lamenterai del fatto che sono troppo petulante a volte, ma risparmia il fiato, perché hai scelto me e mi ti tieni così come sono. 
E comunque, ti sto scrivendo solo perché ho una notizia bomba, non farti troppe illusioni, piccoletta... 
Indovina? Ho trovato i biglietti! Ho trovato i biglietti! Ho trovato i biglietti per l'ultimo concerto dei Rolling Stones.. Cioè, capisci? 
I Rolling Stones qui a Londra il 14 Luglio.. È il sogno di una vita che si avvera, per Merlino.. Ancora non riesco a crederci! 
Ovviamente io e James stiamo prendendo i biglietti per tutti e tu non puoi mancare. Rassegnati, piccoletta. 
Ah, di a Lily che deve smetterla di riferirti tutto ciò che le dico, è snervante.
E se vuoi saperlo si, Jade Anderson mi viene dietro da quando ci conosciamo, ma tra noi non c'è nulla, in questo momento, ci sei solo tu per me, gelosona.
E invece questo tipo che ti muore dietro? (Lily torna utile, ogni tanto) chi è? Chiunque egli sia digli che hai un ragazzo, si, ho detto ragazzo e non accetto repliche, molto geloso e violento  (non posso credere di star ammettendo e essere geloso) e che, se non vuole ritrovarsi le gambine spezzate, gli conviene starti alla larga o altrimenti, vedrà un Louis Weasley fin troppo incazzato.
Se non lo farai, sarò il primo a saperlo.
Con amore, 
Lou''

 
Era inutile negare, le faceva piacere ricevere quelle lettere, sarebbe stata felice anche di riceverne ventimila al giorno, anche se non lo avrebbe mai ammesso, non di fronte a Louis, almeno.
Allison si sentiva tranquilla dopo non sapeva neanche quanto tempo, e quel ragazzo le stava aprendo il cuore, nonostante lei gli rendesse la vita un inferno.
Non erano fidanzati nel vero senso della parola, non ancora, anche se Louis si ostinava a chiamarla "la sua ragazza", erano confidenti, e si, in qualche modo strano e controverso, avevano una relazione, una relazione agli inizi, ma pur sempre una relazione.
Ma tutto ciò non poteva dirlo al biondo, il suo orgoglio smisurato glielo impediva, la corazza che, inevitabilmente, si era costruita intorno per difendersi, stava li, piú forte che mai.
Ma Allison si sentiva persa, si era abituata a cavarsela da sola, non aveva nessuno, era lei contro il mondo e in poco più di un mese era arrivata Lily e si era portata dietro Dominique, James, Scorpius, Albus e Louis. 
Non era più sola contro il mondo, c'erano i suoi amici con lei e Louis, ma doveva ancora abituarsi all'idea, non riusciva ad aprirsi del tutto. 
Louis le aveva chiesto centinaia di volte quale fosse la cosa che, ogni tanto, la rendeva triste, le aveva fatto mille domande sul suo passato, ma poi aveva cominciato a lasciarla libera, aveva capito che si sarebbe confidata da sola, un giorno. E Allison aveva apprezzato molto quel gesto.
La mora cominciò a scrivere la risposta alla lettera che le era appena arrivata, il sorriso ancora stampato in faccia.
 

''Non sono gelosa, quindi, non chiamarmi gelosona o, ancora peggio, piccoletta. Anzi, facciamo cosi.. Evitiamo tutti i nomignoli? Sono tremendamente sdolcinati. Bleah.
E comunque, mi sembra di essere più grande di te, quindi, abbassa la cresta, piccoletto.
Rolling Stones, dici? 
Mh... Potrei degnarvi della mia presenza.. Non lo so.. 
Ok, scherzi? Stiamo parlando dei Rolling Stones, dell'ultimo concerto dei Rolling Stones, ovvio che vengo, anche se dovrò sopportare la presenza tua e di James... Per gli Stones questo ed altro.
Fa quello che vuoi con questa Jade Anderson.. A me non interessa, è lei che dovrebbe preoccuparsi di me e del mio carattere ESTREMAMENTE tranquillo e pacato, ogni cosa che farà, la farà a suo rischio e pericolo e, ripeto, a me non interessa, come a te non deve interessare quello che mi viene dietro, quindi, non minacciare nessuno! (si, Lily dovrebbe proprio chiudere quella boccaccia, a volte)
E non dirmi che non devo lamentarmi, io faccio ciò che voglio e se voglio lamentarmi del fatto che mi scrivi troppo, che sei petulante, apprensivo e infinitamente testardo, lo farò.. 
Questo non vuol dire che non mi faccia piacere che tu mi scriva.
Io te l'ho detto che con me non sarà facile, che ti porterò solo guai, ma tu non vuoi sentire nulla.. Ti stai fidando di me e io ti ringrazio per questo, spero solamente di poter ricambiare questa fiducia, un giorno. 
Uomo avvisato, mezzo salvato, Lou.
Ti voglio bene, 
Tua Allison.''

 
Ally lo sapeva, sapeva che dietro a quella lettera, a volte troppo fredda, dietro a quel "ti voglio bene" c'era qualcosa di più, qualcosa di molto più forte, ma che stava crescendo e che ancora non era pronto per uscire fuori.. 
Sapeva che con quel "tua" aveva solamente reso noto il fatto che ci fosse qualcosa di più, e sapeva anche che Louis avrebbe capito tutto, avrebbe capito quel "ti voglio bene", le prese in giro e quel "tua".
 

***

 
 
Erano sdraiati sul prato di fronte al Lago Nero, la testa di Roxanne era poggiata sul grembo del ragazzo con estrema naturalezza e tranquillità, molta  più di quanta in realtà la mora ne possedeva.
<< La smetti di studiare? >> disse a Johnatan che stava leggendo un libro di pozioni.
<< Non posso rimanere indietro con il programma.. Dovresti studiare anche tu, visto che fai il quinto anno e hai i GUFO.. >> la riprese il ragazzo.
<< Sei così noioso. Io non ho bisogno di studiare, ai GUFO mi basta qualche Accettabile >> 
<< E tu sei così tanto Weasley, anche se non sembrerebbe. >> era vero, Roxanne era più Weasley di quanto il suo aspetto potesse far pensare.
<< E me ne vanto, caro.. Nonostante non abbia il tipico marchio Weasley >> a volte le dispiaceva un po' avere i capelli neri.. Ma la pelle no, era una ragazza di colore e amava questo fatto.
<< Sei bellissima così, con i tuoi capelli neri, la tua pelle scura che, inspiegabilmente, ha delle piccole lentiggini.. Sei strana, sei unica.. Sei bellissima >> Roxanne arrossì alle parole del suo ragazzo, ormai si poteva definire così, anche se la Weasley non era ancora riuscita ad andare "oltre", ma forse era giunto il momento.
Si alzò dal grembo di Johnatan e lo guardò negli occhi imbarazzata.
<< È arrivato il momento.. >> proclamò, il ragazzo la guardò confuso.
<< Il momento per fare cosa? >> le chiese
<< Voglio baciarti, John. >> voglio baciarti? Ma come le era venuto? Era davvero troppo imbranata. Abbassò lo sguardo verso il terreno, vergognandosi un pochino delle sue stesse parole.
<< Sei sicura, Roxanne? Io non voglio forzarti, ti aspetterò >> le disse dolce, mettendole due dita sotto il mento per alzarle il viso.
<< Non sono sicura. È difficile.. Ma è arrivato il momento >> disse, cercando di simulare una sicurezza che, in realtà, non aveva.
<< Non è poi così difficile >> Johnatan si avvicinò pian piano, accarezzandole dolcemente la guancia, come per rassicurarla. 
Roxanne chiuse gli occhi aspettando il contatto che arrivò presto. 
John appoggiò le  labbra sulle sue, passò la lingua in una leggera carezza, quasi chiedendole il permesso di entrare, Roxanne gli diede il consenso, schiudendo appena le labbra, sentì la lingua del ragazzo leccare il suo labbro inferiore, la sentì giocare con la sua e si lasciò trascinare ne l bacio, allacciò le sue mani attorno al collo del moro, spingendo il suo bacino verso di lui e costringendolo a stendersi sull'erba, senza staccarsi neanche per riprendere fiato.
Roxanne era in estasi, non aveva mai provato queste sensazioni, quante cose si era persa in quel periodo di tempo? Era stata una stupida ad aspettare, o, forse, era quell'attesa che stava rendendo tutto così speciale. 
Cominciò ad accarezzare il petto di Johnatan insistentemente, non riusciva piú a fermarsi, era completamente concentrata sul corpo del ragazzo sotto di lei.
<< Rox, Rox.. Non andiamo troppo in la >> la riprese John
<< Non vuoi? >> chiese Roxanne innocentemente
<< È la cosa che voglio di più in questo momento, ma tu non sei pronta, fidati, e se continui così io non riuscirò a fermarmi più. Non è quello che vuoi, Rox >> poteva trovare un ragazzo più dolce? Non lo credeva possibile..
<< Ok ok.. Grazie >> la Weasley si ritirò su di malavoglia, non prima di aver dato di nuovo un bacio al suo ragazzo.
<< Quando ti sentirai pronta me lo dirai, sta tranquilla >> 
<< Sarai il primo a saperlo, te lo assicuro >>
Quello era stato il primo di una lunga trafila di baci.
 
NDA
Salve a tutti! 
Eccomi qua! 
Allora, che ne pensate del capitolo? 
Si sono sbloccate due coppie, no? Rox e John e Al e Lorcan..
Mentre per Louis e Allison la situazione è sempre un po' complicata.
Che ne pensate del litigio tra Harry e Lily? La situazione mi sembrava un po' troppo piatta, perciò l'ho movimenterà un po'.
Ah, per quanto riguarda i Rolling Stones, non credo che nel 2019 saranno ancora tutti interi (lo spero tanto, sinceramente), quindi, ho immaginato che questo potesse essere il loro ultimo concerto..
Come avrete capito, siamo vicini alle vacanze di Pasqua e al compleanno di Lils (11 Aprile)..
Cosa succederà? Speriamo che non siano movimentate come quelle di Natale, no? 
Vedremo... 
Grazie infinite a chi è arrivato fin qui.. Spero che  la storia vi piaccia.
Ringrazio soprattutto le ragazze che continuano a recensirmi.
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_
 

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Capitolo 23
*** Era la loro bambina ***


Era la loro bambina

 
Si rigirò ancora una volta nel letto, incapace di dormire, stretto nel suo angoletto.
Per tutta la notte James  non era riuscito a chiudere occhio, non ne capiva il motivo, fatto sta che più tempo trascorreva, più l'ora in cui doveva  alzarsi si avvicinava e lui non sarebbe riuscito a reggere il giorno seguente...
Come sempre troppo puntuale, infatti, la sveglia suonò, uccidendo i timpani di un James troppo assonnato per avere la forza di alzarsi.
La spense con un rapido gesto del braccio, si rigirò dall'altra parte,  dove si trovò con il viso immerso in una massa di capelli biondi, troppo biondi, o forse troppo poco biondi per essere contento di averli li.
Non ricordava neanche il nome della  ragazza distesa accanto a lui e non era ubriaco la sera precedente, semplicemente, non gli importava nulla del suo nome, gli serviva solamente come sfogo.
James sapeva che quella cosa che stava facendo era orribile e poco etica, erano settimane che andava a letto sempre con un diversa, da quel giorno con Mary, usava le ragazze come era abituato a fare prima.. Prima.. Prima di Dominique. 
Non provava nulla nei loro confronti, solo piacere sessuale e quel piacere gli permetteva di scansare il resto dei suoi pensieri per un po' di tempo, troppo poco tempo, perché quei pensieri tornavano a galla, subito, appena aveva la possibilità di fermarsi un attimo a ragione e James era stanco di pensare, stanco di vivere, stanco di tutto.
La bionda si girò verso di lui, era sveglia...
Lo guardò famelica, neanche le ragazze con cui andava, alla fin fine, provavano qualcosa per lui, altrimenti non l'avrebbero fatto, no? 
<< Buongiorno, James >> gli sorrise, con occhi dolci, forse sperava almeno nel fatto che lui si ricordasse chi fosse.
<< Buongiorno.. >> speranza vana, visto che non si ricordava neanche come si chiamasse << Buongiorno. >> si riprese James all'istante, ma oramai la ragazza aveva intuito tutto
<< Beth >> sussurrò, abbassando gli occhi.
Beth, ecco come si chiamava. James doveva ammetterlo, non ci sarebbe mai arrivato da solo, non se lo sarebbe mai ricordato.
La sveglia suonò di nuovo, rompendo quel silenzio imbarazzante che si era creato, il moro si rassegnò e, dopo aver interrotto quel rumore assordante, scostò le coperte e scese dal letto.
<< Puoi andare ora, Beth >> gli era stata utile per un oretta, in quel momento non gli serviva più. Poteva andarsene. 
James si faceva schifo da solo per come trattava quelle ragazze, ma era l'unico modo per mantenere le distanze, o forse, era l'unico modo per non legarsi a nessuno in particolare.. Perché aveva paura, aveva paura anche solamente di parlare di più con qualcuno, aveva paura di stringere conoscenze con le persone, aveva paura di rimanerci fregato, ancora una volta. 
La bionda si alzò velocemente, prese tutti i suoi vestiti che erano sparsi per terra, si rivestì velocemente e si diresse verso la porta.
<< Ci vediamo un'altra volta, James? >> gli chiese timorosa, sperando, forse, in una risposta positiva che, però, non arrivò.
<< No.. ora va >> Beth lo lasciò solo con il suo senso di colpa per come l'aveva trattata, forse lei non lo meritava neanche, James non lo sapeva perché non la conosceva.
Una doccia prima di scendere a colazione, una doccia era ciò che gli serviva, doveva schiarirsi le idee o, forse, doveva togliersi di dosso quella sensazione di sporco che aveva addosso dopo aver fatto sesso con una sconosciuta, o forse doveva solamente starsene da solo con l'acqua per quindici minuti, giusto per capire cosa fare..
Cosa stava succedendo alla vita di James Sirius Potter? Non riusciva a capirlo neanche lui e quella era la cosa che lo innervosiva di più, era abituato ad essere padrone della sua vita, non succube, lui era fautore del suo destino, nessuno aveva mai scelto per lui. 
E invece Dominique l'aveva fatto e l'aveva colto impreparato.
 
<< James.. Sei pronto? >> riconobbe la voce di Louis che lo chiamava dall'altra stanza
<< Si.. Arrivo! >> urlò in risposta, passò velocemente l'asciugamano sui capelli e uscì dal bagno con l'aria ancora assonnata, nonostante la doccia.
<< Chi c'è stato questa notte per ridurti in questo stato? >> chiese il biondo, alludendo alle sue occhiaie.
<< Una Tassorosso.. Tale Beth >> 
<< Tassorosso? E io non la conosco? Strano, in quella casa sono così poche quelle che fanno questo genere di cose che quelle poche sono passate da tutti, almeno una volta.. >> fece pensieroso
<< Hanno saputo che James Potter è di nuovo sulla piazza, no? >> rise James,  seguito a ruota dall'amico.
<< Ma sta zitto! Tu sei solo la seconda scelta, visto che io ormai non sono piú libero >> continuarono a parlare, mentre scendevano verso la Sala Grande per la colazione
<< Io non ci spererei.. E poi, sei tu che dici di essere impegnato, ancora bisogna ben capire il parere di Allison >> lo prese in giro il moro. Non potendo scherzare sulla sua situazione amorosa, visto quanto era disastrosa, andava su quella del Weasley.
<< Stiamo insieme. Come devo dirtelo?  E comunque, anche se così non fosse, mi sentirei un verme ad andare con un'altra mentre mi sento con lei. >> erano arrivati in Sala Grande, si sedettero ad un angolo del tavolo, non si erano nemmeno scambiati uno sguardo, a nessuno dei due andava di sentire le conversazioni degli altri compagni di casa, si erano seduti da un lato, così, come se fosse la cosa più naturale del mondo da fare in quel momento.
<< Hai proprio il cervello spappolato da Allison, eh? E, contando chi eri fino a un paio di mesi fa e come ti tratta lei, credo che sia un grande miglioramento... >> sorrise in direzione dell'amico che, invece, si rabbuiò appena
<< Perché, come mi tratta? >> finse di non saperne nulla, ma il teatrino era facilmente intuibile
<< Sai come ti tratta.. Non farmi mettere il dito nella piaga >> fece James, mentre imburrava una fetta biscottata
<< Ok.. Si, è fredda e tremendamente scostante, a volte è volgare e scorbutica, ma lo fa per difendersi.. Quella ragazza nasconde qualcosa, Jj, qualcosa che la far star male, io non so di cosa si tratta, ma lo scoprirò presto e l'aiuterò a superarla, questo è sicuro >> disse Louis convinto. 
Il moro vide nei suoi occhi una strana luce mentre parlava di Allison, come se per lui fosse una cosa preziosa, forse era la stessa luce che aveva lui quando in passato parlava di Dominique, o forse, anche quando ne parlava ultimamente. Il sentimento non era cambiato e James lo sapeva bene, anche se cercava di fingere con tutti, anche con se stesso. 
Il piú grande dei fratelli Potter, in quel momento, dalla luce dei suoi occhi, capì che il suo migliore amico si era innamorato e lui l'avrebbe appoggiato in ogni situazione.
<< Ti sei innamorato, Lou? >> lo vide alzare la testa dal piatto e guardarlo con gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa 
<< Ma che cavolo dici? >> non aveva risposto alla domanda. Primo indizio.
<< Ti sei innamorato di Allison, Lou? >> ripeté la domanda.
<< No.. Cioè.. Si... Non lo so.. No. >> indecisione. Secondo indizio. Maledetto l'orgoglio Grifondoro.. Cosa ci voleva a dire: "si, sono innamorato?" glielo avrebbe fatto dire, James si era reso conto troppo tardi dell'importanza di quella consapevolezza, ora non voleva che il suo migliore amico facesse il suo stesso errore. 
<< Ti sei innamorato di Allison, Lou? Solo la verità >> glielo avrebbe chiesto all'infinito, se ce ne fosse stato il bisogno.
<< Si >> fu un sussurro, quello di Louis, ma un sussurro ben udibile.
 

***

 
Aveva lo stick in mano, ma non aveva il coraggio di girarlo. 
Era eccitata, ma agitata allo stesso tempo..
Ted la guardava con una strana espressione sul viso, indecifrabile, non riusciva a capire se sarebbe stato felice, qualunque cosa fosse successa, o se voleva che accadesse qualcosa in particolare.
Victorie lo guardò in cerca di aiuto e lui comprese subito
<< Insieme >> le disse solamente e posò le mani sopra le sue che reggevano lo sitck.
Aveva compreso tutto, Teddy, come al solito.. Sapeva di cosa aveva bisogno la bionda in quel momento e la stava aiutando, era li, come lo era stato negli ultimi anni, sempre uno vicino all'altro.
Girarono le mani in contemporanea.
<< Due linee.. >> disse Ted convinto, poi sul suo viso si disegnò un espressione confusa  << Che volevano dire le due linee? >>  guardò la moglie in cerca di una risposta, Victorie aveva paura, ma non poté fare a meno di portarsi le mani al ventre e un sorriso increspò le sue labbra. 
<< Incinta, Ted, vuol dire che sono incinta >> l'uomo la guardò per 30 secondi senza essere capace di dire nulla... Che fine aveva fatto la sua calma e la sua lucidità? Poi in un istante accadde tutto, Teddy si risvegliò dallo stato di trance, prese la moglie per i fianchi e la fece girare, urlando cose senza senso come: << un altro Lupin, un altro Lupin! >> un sorriso stampato in faccia e gli occhi colmi di gioia.
<< O un altro Weasley, chissà... Magari verrà fuori con i capelli rossi e tante lentiggini e non sarà segnato a vita da questa piaga dei capelli blu che cambiano colore ogni volta che cambierà umore >> disse la rossa, indicando la chioma del marito che in quel momento era di un azzurro fluorescente, testimone della sua felicità.
<< Cosa hai contro i capelli blu, Weasley? >> fece Ted, con una finta aria minacciosa, la donna scoppiò a ridere. 
<< Niente, niente.. sono stupendi >> cercò di dire, ancora in preda alle risate.
Erano giovani si, erano appena sposati, non avevano ancora quasi nessuna certezza, ma quel bambino era ciò che gli ci voleva in quel momento, era tutto ciò di cui avevano bisogno e Victorine, solo in quel momento, capì che tutti  i problemi che si era creata prima e le paure erano stati inutili, perché questo bambino sarebbe stato il frutto del loro amore e non poteva chiedere nulla di meglio dalla vita.
<< A cosa pensi? >> le chiese Teddy, vedendo che la risata era stata interrotta e sostituita da un espressione seria.
<< Sarà il bambino piú amato del mondo, Ted >> disse sedendosi e accarezzandosi il ventre ancora del tutto piatto, il merito la seguì a ruota, poggiando anch'egli una mano sulla sua pancia. 
Non c'era vero contatto, il bambino era troppo piccolo, non scalciava ne si muoveva, ma Victorie riuscì comunque a percepire qualcosa sotto la sua pelle, come un aura potente. 
Era il suo bambino, era il loro bambino.
<< Allora come lo chiamiamo? >> chiese Ted all'improvviso.. 
Lo avevano appena scoperto e già pensava al nome? La rossa scosse la testa, rassegnata. 
<< E chi ti dice che sarà un lui? >> 
<< Me lo sento, cara.. Sarà un bel maschietto e gli insegnerò a volare, a fare incantesimi per difendersi... >> cominciò ad elencare, ma venne interrotto dalla domma
<< Fermo fermo fermo. Non ti sembra un po' troppo presto per gli incantesimi difensivi? Deve ancora nascere, per Merlino! >> 
<< Comunque, non hai risposto alla mia domanda.. Come lo o la chiamiamo?>> chiese di nuovo l 'uomo.. Come se non lo sapesse.
<< Ted, non fare lo scemo.. Sappiamo i nomi dei nostri bambini da quando ci siamo messi insieme, o forse da sempre. Remus e Ninfadora sono perfetti >> sapeva che Lupin non voleva costringerla, ma lei non si sentiva costretta, voleva mettergli quei nomi, lo doveva ai suoi suoceri e poi non erano poi così male.. Oddio, forse Ninfadora non era il massimo, ma poteva andare.
<< Non siamo obbligati.. Se non vuoi, possiamo pensare ad altri nomi >> la rassicurò Ted, comprensivo.
<< Ehi, tesoro, non serve perché sono questi i nomi da scegliere.. Sono i tuoi genitori ed è anche grazie a loro se oggi siamo qui, siamo sposati e stiamo aspettando il nostro bambino. Glielo dobbiamo >> spiegò le sue ragioni.
<< Si, ma se tu non volessi.. >> lo zittì, prima che cominciasse la solita filippica.
<< Se mi verrà in mente un altro bel nome lo potremmo sempre mettere al nostro terzo figlio, no? >> gli chiese, maliziosa..
<< Mmmh.. Non è male come idea >> lui la baciò con passione.. La felicità che provavano entrambe in quel momento era palpabile..
<< Solo una cosa.. >> Victorie interruppe il contatto << magari se è una bambina la chiamiamo Dora, invece che Ninfadora o, magari, Tonks.. No? >> 
<< Credo che sia perfetto >> la rossa si appoggiò a lui e lo costrinse a stendersi sul letto. Teddy si bloccò all'improvviso
<< Attenziome al bambino >> le disse, premuroso
<< Bambina, sarà una bambina.. La nostra >> sorrise Victorie, tornando a baciarlo.
Già, sarebbe stata la loro bambina. 

***

 
 
Stava passeggiando nel parco di Hogwarts, godendo del sole di fine Marzo; Albus stava con Lorcan quel pomeriggio, così lui si era ritrovato da solo.. Capitava molto spesso ultimamente. All'inizio si era rifugiato nello studio, poi, però, anche quello l'aveva stancato.. La verità era che le giornate senza Lily o Albus o tutta la banda di scalmanati Grifondoro che si ritrovava come amici, erano vuote. 
Quel giorno anche Louis e James non c'erano.. Il primo era aceracee la foto perfetta in giro per il castello, il secondo era dagli Auror.
Le mancava Lils, ma presto sarebbe tornato a casa per le vacanze di Pasqua e l'avrebbe rivista, anche perché, l'undici aprile sarebbe stato anche il compleanno della rossa..
A proposito... Che Merlino doveva regalargli? Sarebbe stata un impresa non da poco scegliere il regalo perfetto per quella matta della sua ragazza.. Non era una tipo proprio facile, ecco. 
<< Ehi, Scorpioncino? >> una voce stridula e fin troppo fastidiosa interruppe i suoi pensieri, arrivandogli alle spalle.. Lui la ignorò bellamente.
<< Ehi, non si saluta? >> continuò imperterrita la ragazzina
<< Ciao, Sophie >> disse lui freddo. 
Sophie non-si-ricordava-cosa lo tormentava da piú di due settimane.. Era in ritardo rispetto a tutte le altre. I primi periodi dopo le vacanze di Natale era circondato da ragazzine che credevano che fosse di nuovo libero, poi la moda era passata e, invece, quella ragazzina mora era arrivata in quel momento, forse prima non le interessava, forse voleva farsi notare fuori dal branco, forse era solamente una casualità, o forse aveva notato che piú si andava avanti e piú la lontananza da Lily lo indeboliva mentalmente.
<< Allora, tesoro.. Che fai qui solo soletto? >> non era la tipica Serpeverde, Sopihe, niente cervello, pronta a buttare il suo orgoglio e a far calpestare la sua dignità da chiunque, non aveva grandi sogni o aspettative, ma una cosa tipica di quella casa ce l'aveva, se voleva qualcosa, se lo voleva davvero, avrebbe fatto qualunque cosa per ottenerla. 
E Scorpius era una di quelle cose che voleva davvero, ma il biondo non si sarebbe concesso, o almeno, sperava di resistere.
<< Passeggio, non lo vedi? Anzi, se tu mi lasciassi solo ne sarei molto felice >> le rispose, cercando di sembrare il piú possibile distaccato.
<< Ma che dici, Scorp? Sono venuta a farti compagnia >> gli si parò davanti con un espressione melliflua dipinta sul volto.
<< Togliti Sophie, per favore >> cercò di essere il piú possibile gentile
<< E perché dovrei togliermi? >> la Serpeverde si avvicinava sempre di piú, il suo volto era ad un soffio da quello di Scoprius e Scorpius si sentiva debole. 
Gli mancava Lily, non la vedeva da un mese, o forse anche di più, non aveva avuto rapporti di nessun genere con nessuna ragazza, era in crisi d'astinenza anche dai baci e e questo non era normale per un come Scoprius Malfoy. 
Quella strega aveva un'altra cosa tipica della casata dei Serpeverde, era tremendamente perfida e sapeva barare. Non era una cosa valida quella che stava facendo, stava approfittando di lui in quel periodo di debolezza, il biondo avrebbe dovuto aspettarselo, la colpa era di quei maledetti Grifondoro che frequentava ultimamente, gli avevano tolto la capacità di osservare bene le persone, riusciva a vedere sempre il lato positivo, proprio come loro.
<< Tu mi vuoi, Scoprius >> il sussurro della ragazza lo risvegliò da quei pensieri. Il volto di Sophie era così vicino al suo che poteva sentire perfettamente il profumo della ragazza.
<< Non è vero >> soffiò sulle sue labbra.
La mora si avvicinava, si avvicinava sempre di piú, le loro labbra stavano per sfiorarsi, Scorpius, reprimendo l'impilso di baciarla, respirò a fondo e girò la testa nel momento esatto in cui la ragazza si avvicinò, così da mandate le su labbra dritte sulla sua guancia. 
<< Mi dispiace per te, Sophie, non mi avrai.. Io amo Lily.. Trovati qualcuno che ti meriti o, se questi giochetti ti divertono, trovati qualcuno disposto a farli >> le disse freddo e si allontanò in fretta.
Ce l'aveva fatta, aveva resistito. Era fiero di se stesso. Amava Lils, su questo non c'erano dubbi, ma, probabilmente, se si fosse abbandonato all'istinto, avrebbe fatto la piú grande cazzata della sua vita e invece non era successo. Era forte, Scorp.
E Sophie non avrebbe raggiunto il suo obiettivo, non avrebbe ottenuto Scopius, perché Scoprius era di Lily, di Lily e basta.
 

***

 
Allora.. Alto, moro, occhi azzurri, un tatuaggio di una drago sul braccio sinistro, qualcosa a che fare con Harry.. La descrizione coincideva a pieno, ma possibile che quell'uomo portasse ancora rancore per quel caso?
<< Ok, ragazzi.. Bel lavoro.. Ora potete andare a casa >> Ron mandò fuori i suoi Auror. Quel giorno Harry era di riposo e lui aveva preso le sue veci.
Si sedette di fronte alla sua scrivania e riprese in mano la foto.
Tom Lewis... Da quel che erano riusciti a trovare i suoi uomini, sembrava che il loro uomo si chiamasse Tom Lewis. 
Cos'aveva il nome Tom che non andava? Aveva il potere di aumentare la malvagità nell'animo degli uomini? Era una persecuzione bella e buona, quella! 
Appena aveva sentito quel nome e visto quel volto, però, la sua mente aveva fatto un collegamento del tutto diverso da quello con Voldemort. 
Un anno prima avevano avuto un caso parecchio difficile..
Il signore e la signora Lewis erano in vacanza nel Lussemburgo e lei era stata stuprata e uccisa da uno del luogo, le forze dell'ordine lussemburghesi avevano preso il criminale, avevano fatto il processo, ma egli era risultato innocente perché sotto effetti di sostanze stupefacenti e dichiarato non sano mentalmente, così  gli Auror inglesi erano intervenuti  a favore dei loro concittadini, Harry aveva passato troppo tempo su quel caso, aveva provato in tutti i modi di fare giustizia, ma aveva dovuto fermarsi per evitare un incidente diplomatico.
A quanto sembrava il marito non si era mai rassegnato e se la stava prendendo proprio con Potter per ciò che era accaduto alla moglie.
Erano arrivati ad un buon punto, finalmente, avevano qualcosa in mano su cui lavorare e, anche se ancora non sapevano come Tom avesse radunato tutte quelle persone per i crimini, avevano fatto un passo avanti nelle indagini.
Il telefono squillò e distrasse Ron dai suoi pensieri.
<< Pronto? >> rispose, senza neanche guardare chi fosse
<< Ciao Ron, sono Harry... Ci sono novità? >> possibile che il moro non se ne sapeva stare per un giorno a casa in santa pace? 
<< Si.. Grandi novità... Forse abbiamo il nostro uomo, non posso dirti il nome per telefono, ma ti sconvolgerà sapere chi è >> lo disse con amarezza, Ron.. Harry aveva fatto davvero di tutto per quel caso, era una cosa che andava oltre i suoi poteri.
<< Allora arrivo subito li e ne parliamo >> già lo vedeva che si stava infilando la giacca, no, quel giorno non lo avrebbe fatto lavorare.
<< No, Harry. Tu non ti muovi. Oggi sei libero >> suonava come un ordine
<< Ron, devo sapere >> quella di Harry, invece, sembrava più una preghiera.
<< Ok, allora di a Ginny che venite a cena da noi, così mentre lei e Herm parlano tra loro io ti racconto tutto.. Forse ci servirà anche l'aiuto delle nostre mogli per scoprire qualcosa di più >> e, inoltre, avrebbero passato una serata insieme, come non succedeva da troppo tempo.
<< Ok, allora ci vediamo da te.. Grazie, Ron >> Harry mise giù il telefono, mentre il rosso già stava componendo il numero di casa per avvertire la moglie.
<< Ehi, Herm, sono io... Questa sera vengono Harry e Ginny a cena, ci sono grosse novità a lavoro... >> non voleva darle troppe spiegazioni per telefono, già si era spinto un po' troppo in la con Harry
<< Ok, Ron.. Nessun problema.. Ci vediamo a casa >> disse la moglie tranquilla... Erano i loro migliori amici, non c'era da preoccuparsi per la cena, si sarebbero accontentati anche di un take-away.
<< Torno un po' prima anche io. Ci vediamo tra poco.. Ti amo >> 
<< Ti amo anch'io >> Hermione chiuse la telefonata. Ron era tranquillo, quel "ti amo" bastava  e sarebbe sempre bastato.
 

NDA
Salve a tutti, carissimi!
Allora, che ne dite del capitolo? 
È uno di quelli di transizione, non succede niente di che, tranne, ovviamente, i progressi nelle indagini degli Auror. Ah, e no, se ve lo state chiedendo, Tom Lewis non c'entra nulla con Tom Riddle, è solo una coincidenza.
Poi, James è recidivo, non si è fermato a Mary... Sembra che sia tornato quello di prima, eh?
Scorpius, invece, è stato forte, ha resistito a Sophie.
Infine, Victorie è incintaaaaaaaa! Sono troppo felice! Lei e Ted se lo meritano!
Ah, le foto dei personaggi arriveranno tra poco, durante le vacanze di Natale, probabilmente.. Siate pazienti e scusatemi.
Grazie infinite a chi mi legge, preferisce, segue e ricorda, ma soprattutto grazie alle fantastiche ragazze che mi recensiscono:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_
 

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Capitolo 24
*** Mai più sola ***


Prima di iniziare a leggere, eccovi, come promesso, i prestavolto dei protagonisti del capitolo:
(basta cliccare sul simboletto per vederli!) :)

Kristen Stewart alias Allison Abel Kristen Stewart alias Allison Abel.
 Chace Crawford alias Louis Weasley (immaginatelo solamente un po' più biondo. 
Buona lettura!

Mai più sola

Ai 20 bambini deceduti nella strage in Connecticut
e ai 6 insegnati che sono morti, cercando di salvare i propri alunni.

 
Allison Abel era una diciassettenne Californiana, inglese da quasi 5 anni.
 
Allison Abel amava la danza contemporanea. L'aveva scoperta grazie a sua madre, che era stata ballerina a sua volta, poi, dopo varie vicissitudini, era riuscita ad entrare alla Royal Ballet School di Londra. Era stato come sognare per lei, le era arrivata finalmente una bella notizia dopo tante brutte.
Amava volteggiare, muoversi, rotolare, saltare con i migliori e i migliori erano proprio quelli della Royal, non avrebbe potuto chiedere nulla di meglio in quel campo, ma Allison aveva anche capito, purtroppo troppo presto,  che la danza non era tutto, c'erano cose più importanti, cose che lei non aveva conosciuto o aveva conosciuto fin troppo bene.
 
Allison Abel non credeva nei legami di sangue. Credeva nell'amicizia, ma ben poche volte era riuscita ad affezionassi davvero a qualcuno. Credeva che ognuno poteva anche scegliersi la sua famiglia adottiva.. Certo, la propria famiglia, quella vera, sarebbe stata sempre una presenza, per lei un oscura presenza, ma gli amici potevano essere una famiglia.
Ciascun uomo aveva il diritto di potersi scegliere la sua famiglia e Allison non l'aveva mai fatto, non aveva mai fatto parte di una vera famiglia se non per poco tempo, ma ora, grazie a Lily, probabilmente, pian piano, si sarebbe sentita parte della loro famiglia e non vedeva l'ora.
 
Allison Abel aveva paura degli uomini. E odiava questa cosa, odiava l'uomo che l'aveva portata fino a quel punto, odiava il fatto che lei non riuscisse neanche a farsi sfiorare da un ragazzo. C'aveva provato più volte, ma nulla, le facevano paura e ribrezzo, forse non erano quelli giusti, o forse non ci sarebbe mai riuscita.. Chissà!
 
Allison Abel era indipendente. E amava esserlo. In realtà, non lo era sempre stata, un tempo aveva fatto parte di una famiglia, aveva intorno a lei persone che l'amavano e la proteggevano, ma era durato ben poco, e anche in quel breve periodo di tempo, c'era  una persona che riusciva a distruggere tutto, ogni volta, ogni suo pensiero positivo, ogni momento felice, ogni suo briciolo di tranquillità e Allison lo odiava con tutta se stessa per averle rovinato la vita.
 
Allison Abel era stufa, stufa di tutto, stufa della vita.  Stufa di tutta quella situazione di merda che si trovava ad affrontare quasi da quando era nata.
Stufa dei suoi fantasmi del passato che, prepotentemente, tornavano fuori e le impedivano di vivere come avrebbe voluto. Stufa della gente che continuava a lamentasi della sua vita e non sapeva neanche lontanamente cosa voleva dire la parola "dolore". 
Stufa di sorridere, sempre, indossando quella maschera spavalda, sorridente e tremendamente falsa.
Stufa di respingere le persone a causa della sua tremenda paura di legarsi a qualcuno. Stufa e basta.
 
In realta, Allison Abel  era sempre stata sola. Era spavalda, sempre sorridente, scherzosa, ma sola.
 
 
<< Oh Merlino! >> quella rossa da strapazzo la stava davvero portando all'esasperazione << Lily, va dalla tua famiglia, ti aspettano. Io sto bene, so badare a me stessa. >> 
<< No, non voglio andare. Loro non capiscono, mio padre non mi vuole vedere,perche dovrei andare da loro? >> era la mattina di Pasqua e Allison stava cercando di convincere la sua coinquilina ad andare alla Tana per il pranzo di famiglia, ma fino ad allora i suoi tentativi erano stati vani.
<< Dovresti andare perché loro sono la tua famiglia e, nonostante tutto, ti vogliono bene. Credimi, Lily, io che non ho avuto la reale possibilità di avere una famiglia degna di questo nome, posso dirti che queste sono le uniche cose importanti. Ti prego, va'. Fallo per me, fallo per i tuoi fratelli, fallo per Domi che non vede l'ora di riabbracciarti,  se non vuoi farlo per te stessa. Ti prego >> era stata subdola, Allison, aveva usato la sua infanzia poco felice per spingere Lily ad andarsene, ma sembrava funzionare.
<< Scusa, so che per te questa cosa è stupida e non volevo offenderti >> solamente da quelle parole si poteva capire che  Lily Potter era davvero entrata nel cuore di Allison, era la prima persona a farlo dopo anni.
<< Lily non mi offendi, tranquilla... È solo che tengo troppo a te per permetterti di non considerare la tua famiglia. Tu che ce l'hai ancora, devi farlo. >> Lily era un delle due persone a cui Allison aveva rivelato il suo passato in California, la sua vita prima della Royal.
<< Ci andrò solo se verrai con me >> le disse, spiazzandola. No, non ci sarebbe andata, ancora non era pronta.
<< No, è fuori discussione. Starò benissimo qui, tu va tranquilla >> aveva paura di vedere una famiglia felice, quella era la verità.
<< Ally, non ti lascerò qui da sola, che tu lo voglia o no. Devi cominciare, e se vuoi io ti aiuterò,  a superare questa paura che hai della “famiglia felice”, anche perché noi non siamo una famiglia felice. Perciò adesso alzi il tuo adorabile culo e vieni alla Tana con me. >> sempre fine, Lily Potter.
<< Ok. >> Allison si arrese, lo fece per Lily, perché doveva tornare dalla sua famiglia. 
<< Perfetto, va a prepararti.. Tra poco andiamo! >> le sorrise la rossa, mentre lei si dirigeva al piano di sopra..
 
Arrivarono a casa dei nonni di Lily un po' prima di ora di pranzo, entrarono in quella strana dimora che Lily chiamava "la Tana" e furono accolti da una donna grassottella, i capelli, che un tempo dovevano essere stati di un bel rosso, come quelli della nipote, erano quasi interamente grigi, ma il sorriso era il più dolce che la mora avesse mai visto.
<< Lils! >> corse ad abbracciare la nipote << Merlino, quanto mi sei mancata! Ma stai mangiano? Diventi sempre più magra >> 
<< Nonna, mangio anche troppo >> rispose Lily, godendosi quell'abbraccio stritolatore. Le braccia della donna che circondavano la nipote, l'espressione dolce, Allison non le aveva mai viste prima. Si iniziava davvero male.
<< E tu devi essere..? >> la donna si rivolse gentilmente a lei.
<< Allison, signora.. La coinquilina di Lily.. Non vorrei disturbare... >> 
<< Disturbare? Ma cosa dici, cara? Dai, andate a poggiare le cose di sopra, tra poco arriveranno tutti >> Molly, così aveva scoperto che si chiamava la nonna di Lily, le sorrise dolcemente ancora una volta.
<< Ancora non arriva nessuno? >> chiese Lily.
<< No.. Ma sono a momenti >> detto questo, la donna torno in cucina, mentre loro salivano al piano superiore.
<< Non fare caso a mia nonna, lei è sempre così esuberante, ma ha un cuore enorme. >> si giustificò Lils. Aveva paura per lei, o meglio, aveva paura della sua reazione di fronte a tutte quelle persone che si volevano bene e che potevano considerarsi una vera e propria famiglia.
<< Lì, sto bene.. Sta tranquilla >> non finì neanche la frase che il campanello al piano inferiore suonò. Tesero le orecchie, Allison riuscì a distinguere bene la voce di Louis e un sorriso le spuntò inevitabilmente sulle labbra, poi una seconda voce familiare, di ragazza, si girò di scatto verso Lily che la guardava sorpresa.. 
<< Cosa ci fa lei qui? >> dissero all'unisono e si fiondarono al piano di sotto, appena sbucarono dalle scale videro una testa bionda che parlava con la nonna, lei e Lily non ebbero neanche bisogno di guardarsi per decidere cosa fare. Presero la rincorsa e si buttarono letteralmente sopra a Dominique, urlando come delle matte.
<< Che diavolo ci fai qui? >> chiese Allison mentre erano ancora strette in un abbraccio a tre.
<< SORPRESA! >> trillò la bionda. Gli aveva detto che non sarebbe tornata per le vacanze e, invece, era li, li con loro.
<< Dannata Veela! Non fare più questi scherzi >> la prese in giro Lily quando si staccarono.
<< Allora, dai! Devi raccontarci un sacco di cose >> erano tutte eccitate, Dominique, nonostante la conoscesse da poco, era entrata nel suo cuore quasi alla pari di Lily.
E la Weasley era l'altra persone a cui aveva raccontato la sua triste storia.
<< Salve anche a voi, ragazze >> fece Louis ironico, poiché nessuno lo aveva minimamente calcolato.
Nella stanza erano rimasti solo loro quattro.
<< Sta un po' zitto, Weasley! Qui si parla di cose serie >> lo ribeccò Allison, ma poi andò davanti a lui e gli posò un lieve bacio sulle labbra << buona Pasqua >> gli sussurrò, soffiando sul suo viso, Louis si aprì in un sorriso mozzafiato in risposta.
<< Oooooh... Allora è vero quello che si dice per lettera, eh? State insieme? >> gli chissà Dominique curiosa.
<< Si! >>
<< No! >> si squadrarono per un lungo istante prima di scoppiare a ridere entrambe, quella li era una vera e propria guerra persa. 
<< Dopo pranzo ti raccontiamo un po' tutto, tranquilla >> disse Lily all'indirizzo della cugina, poi, tutti e quattro andavano verso la cucina per dare una mano alle donne.
Pian piano la Tana si riempì e Allison conobbe tutta la famiglia Weasley, Lily la presentò a tutti come sua coinquilina e carissima amica e lei le fu molto grata per quel secondo aggettivo, vedeva che la rossa le lanciava spesso occhiate preoccupate, come se temesse una sua esplosione da un momento all'altro, ma fino a quel momento aveva la situazione sotto controllo, ancora non si era passati alla modalità "famiglia felice" che tanto la faceva star male.
Il campanello suonò per l'ultima volta, era la famiglia Potter al completo.
<< Buona Pasqua a tutti! >> urlò James entrando, ma il suo sorriso gli si congelò sul volto appena vide il viso pulito di Dominique.
I loro sguardi si incatenarono per alcuni istanti, senza che nessuno dei due riuscisse a mollare, poi il maggiore finse indifferenza e cominciò a salutare il resto della famiglia, stando ben attento a saltare la bionda.
<< Tu devi essere Allison, vero? >> una donna alta, con i capelli rossi raccolti in una lunga treccia e gli occhi dolci le si parò davanti. 
<< Si. Sono Allison Abel, la coinquilina di Lily.  >> porse la mano alla donna.
<< Oh, io sono Ginny, sua madre >> Ginny Rispose alla sua richiesta, stringendole la mano.
<< E’ un piacere conoscerla, signora Potter. >> fece educata
<< Oh, è un piacere anche per me. Ho sentito parlare così tanto di te, che non vedevo l'ora di conoscerti. Lily dice che sei una ragazza in gamba >> si complimentò con lei
<< Faccio del mio meglio >> Allison sorrise e vide Lily venire verso di lei.
<< Mamma, già stai tormentando Ally? >> chiese tranquilla.
<< Cara Lily, io non tormento proprio nessuno. >> scherzò la donna, abbracciando dolcemente sua figlia. 
Voglia di vomitare. 
Vomitare a basta. Aveva uno strano nodo allo stomaco e una gran voglia di vomitare e piangere. Quell'abbraccio, quei sorrisi tra madre e figlia, quelli le avevano fatto davvero male, forse perché un tempo anche lei era stata parte integrante di quel rapporto con sua madre e in quel momento le mancava.
Respirò a fondo, pian piano. Cercando di calmarsi.
Appena Ginny si diresse verso gli altri per salutare si sentì meglio.
E, al suo posto, si avvicinò Albus con al seguito un uomo identico a lui, solamente più anziano. Quello doveva essere il padre di Lily, il famoso Harry Potter. Colui che non riusciva a capire sua figlia.
<< Ciao Allison! >> la salutò Al, poi indicò l'uomo dietro di lui << papà, lei è Allison, la coinquilina di Lily, Allison, lui è mio padre >> Albus stava facendo le presentazioni, visto che conosceva bene sua sorella e sapeva che lei non l'avrebbe mai fatto.
<< Piacere di conoscerla >> sorrise a Harry Potter, ma lui non sembrò molto entusiasta della cosa, continuava a fissare sua figlia insistentemente, in cerca di un qualche cambiamento, biascicando un piccolo "piacere" in risposta.
 
Erano appena alla terza portata e Allison, probabilmente, era l'unica a non aver mangiato quasi nulla.
Si sentiva un po’ in colpa per quello, ma Lily quella mattina si era sbagliata, non ce l'avrebbe fatta, non era pronta per affrontare una situazione del genere, avrebbe dovuto cominciare più tranquillamente, avrebbe dovuto frequentare una famiglia più piccola e meno felice, per la prime volte dopo anni e i Weasley erano tantissimi e, soprattutto, si volevano un bene dell'anima, Allison lo vedeva dai loro sguardi.
<< Lils.. Devi far pace con tuo padre. Lui ti vuole bene.  >> sussurrò all'orecchio dell'amica.. Era un po' che fissava Harry Potter e aveva letto una certa tristezza nei suoi occhi.
<< Non ricominciare >> sentì di nuovo quella sensazione di vomito all'altezza della bocca dello stomaco.
Lei avrebbe dato di tutto pur di avere un padre come quello di Lily, nonostante non riuscisse a capire le sue scelte, e invece a lei era capitato un bastardo della peggior specie.
Era sull'orlo di una crisi isterica. Tutti ridevamo, tutti si guardavano felici, come se quella era l'unica cosa di cui avessero davvero bisogno.
James e Dominique si scambiavano sguardi pieni d'amore, anche se sembrava che gli unici a non accorgersene fossero loro due, Molly e Arthur Weasley abbracciavano tutti con i loro sguardi dolce, Percy accarezzava i capelli alla minore delle sue due figlie, Hermione parlava con Rose e sembrava che si  divertissero, Teddy e Victorie tenevano la mano allacciata sotto il tavolo.
<< Scusate, dobbiamo fare un annuncio >> il metamorfomagus si alzò insieme 
alla moglie, tutta la famiglia li ascoltava attenta.
<< Dite, ragazzi >> disse Bill, visto che non si decidevano a parlare.
<< Siamo incinti >> disse Teddy, rosso in viso..
Ci furono urli di giubilino, le donne piangevano per la gioia, mentre gli uomini si scambiavano pacche sulle spalle con il futuro papà, si abbracciavano, si stringevano, si volevano bene
Tutti in piedi per festeggiare l'arrivo di un nuovo Weasley-Lupin.
Allison fu sicura che quella sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, li osservò tutti, soffermandosi sui suoi amici: Louis la guardava sognante, come se fosse la cosa più preziosa del mondo, Lily e Dominique le lanciavano sguardi preoccupati, sempre in attesa di una sua esplosione, ma nessuno sapeva quanto quella esplosione fosse vicina. 
Non ce la faceva più, si sentiva male, la testa le girava furiosamente, lo stimolo del vomito sempre in agguato, ma non voleva rovinare la Pasqua a quella famiglia, se ne sarebbe andata, anche perche non avrebbe retto un altro secondo.
Si alzò di scatto e corse verso il giardino, una mano a tenersi la pancia e le lacrime che le solcavano il viso pallido.
 

<< Salve, sono Allison Abel e sono sola, ancora per poco, spero >>

 
***

 
Che stava succedendo? Perché Allison era fuggita in quel modo? Quella ragazza non gli faceva capire nulla.
Tutto nella stanza della Tana si era fermato, gli sguardi dei presenti erano puntati su Lily, in cerca di una spiegazione.
<< Non dovevo portarla, sapevo che sarebbe successo. Cazzo! >> imprecò la rossa rivolgendosi a Dominique, come se gli altri non esistessero.
<< Lily ci hai provato, non è colpa tua. Ma non andare tu, è giunta l'ora che Louis sappia. >> cosa doveva sapere? Merlino, Louis Weasley si stava preoccupando davvero.
Voleva scoprire la verità, era stufo di tutto quel mistero. Doveva prendere la situazione in mano.
<< Vado io, Lily. Devo sapere >> la rossa annuì, così lui, seguito dagli sguardi attenti dei suoi familiari, si diresse verso il giardino.
Si guardò intorno, ma in un primo momento non vide nulla, poi scorse una figura china vicino ad un albero e si mise a correre, era Allison.
La trovò appoggiata con una mano all'albero per sorreggessi mentre vomitava anche l'anima, solo l'anima, visto che non aveva mangiato nulla per tutta la durata del pranzo.
Non disse nulla, Louis, l'unica cosa che si sentì di fare in quel momento fu mettere una mano sulla fronte della ragazza per scostarle i capelli, mentre con l'altra mano le accarezzava  la schiena con movimenti circolari. 
La vide vomitare tutta la sua rabbia e il suo dolore, ma quando finì la vide piangere, le lacrime le rigavano il volto, inesorabilmente, i singhiozzi le impedivano di respirare.
Louis cercò di calmarla invano, il respiro della mora si faceva sempre più roco, come se non riuscisse a trovare più l'aria di cui aveva bisogno, il biondo temette davvero una crisi respiratoria, così la aiuto a mettersi in piedi, sorreggendola, la guardò negli occhi.
<< Sta calma, ok? Allison sta calma... Respira con me.. >> cominciò a fare respiri profondi, sperando che la ragazza lo imitasse e così fu.
Inspira ed espira.
Allison lo guardava sconvolta, le lacrime che non smettevano di scendere.
Inspira ed espira.
I suoi cappelli erano umidicci e impastati di vomito.
Inspira ed espira.
Louis la guardava preoccupato ed impotente.
Inspira ed espira.
Sembrava che si stesse calmando.
Inspira ed espira.
<< Lou >> fu un sussurro strozzato quello di Allison. << va via.. Ti prego >>  tutto si aspettava in quel momento, tranne quelle parole.
<< No, Allison.. >> fu la risposta secca di lui
<< Va via, cazzo, Louis. Va via. Non voglio che tu mi veda così. Non sono la persona giusta per te, non sono la persona giusta per nessuno. Sono solo una stronza che riesce a rovinare la Pasqua anche a delle persone che ha appena conosciuto. Tu meriti di meglio. >> si stava allontanando e chiudendo a riccio, ma Louis non l'avrebbe permesso. Doveva sapere.
<< Sono innamorato di te, Allison, sono innamorato di te, non posso ignorare questa cosa e lasciarti qui. Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno e sei molto di più di ciò che merito. >> la mora non disse nulla, non disse neanche che anche lei era innamorata, bastò uno sguardo e Louis lo capì da solo, così la strinse a se, e Allison riuscì a sfogarsi.
Pianse ancora, come se non riuscisse a bloccare quelle lacrime amare e piene di dolore.
Louis era stato appena colpito dalla consapevolezza che Allison non era ciò che voleva far sembrare, l'aveva capito già da tempo che quel suo sorriso perenne e l'aria strafottente era solamente una maschera, ma avere una conferma definitiva gli fece male, più male di quanto si sarebbe aspettato.
 
<< Hai il diritto di sapere, a questo punto.. Sediamoci, non sarà una storia molto divertente. >> Allison si era calmata, finalmente, e Louis intravide dietro ai suoi occhi quella luce che l'aveva sempre caratterizzata.
<< E io ti ascolterò, qualunque cosa sia. >> si sedettero e Allison cominciò a parlare, gli occhi già lucidi.
<< Mi chiamo Allison Abel, ho dicassette anni e vengo dalla California, precisamente da Los Angeles. Mio padre si chiamava Frank Abel, il mio fratellino Matt e mi madre era Michelle Godman >> aveva appena scoperto di essersi innamorato di una statunitense.. Aspetta.. chiamava? era? E ora? Dov'erano i suoi genitori? La mora continuò a parlare.
<< So che a te non dirà nulla, ma mia madre era una ballerina abbastanza famosa che decise di abbandonare la danza quando si sposò per badare alla famiglia, fu il suo errore più grande, comunque, io ho frequentato la "U.S.A witchcraft school of Los Angeles", la Hogwarts Californiana, per farti capire e, in contemporanea, andavo a lezione di danza contemporanea. Mio fratello aveva 7 anni in meno di me, mentre mio padre era la persona più bastarda e viscida che io abbia mai conosciuto. Sposò mia madre quando entrambe avevano 25 anni e sembrava la persona più gentile del mondo, ma non voleva figli, e, se proprio doveva, voleva figli maschi, ma più tardi. E invece nacqui io, guarda un po', troppo presto e troppo femminile per i suoi giusti. Non mi voleva, era stato uno sbaglio, un inconveniente sono figlia di un preservativo rotto* >> le lacrime solcavano di nuovo le guancie della ragazza, Louis le mise un braccio intorno alle spalle, per farle sentire che lui c'era.
<< Dalla mia nascita, Frank, mio padre, non fu lo stesso, diede a mia madre la colpa di tutto e cominciò a massacrarla di botte, i primi ricordi di mio padre sono le sue urla, mentre era chiuso con mamma in camera loro, le urla di mia madre, le mie urla che venivano calmate sempre da mia madre che, piangendo, piena di lividi e, a volte insanguinata, veniva a rassicurarmi, ma era sempre troppo poco credibile. Questa storia andò avanti per un bel po', finché non fui abbastanza pronta anche io per essere menata. All'età di 5 anni mi menò per la prima volta, ricordo che avevo dolore dappertutto, ricordo la mia impotenza di fronte a mio padre che mi sovrastava cattivo e mia madre che, inutilmente, cercava di fermarlo, ma non ci è mai riuscita. >> La voce di Allsion era scossa dai singhiozzi, ma la ragazza andò avanti, prendendo la forza da Louis << mio fratello nacque quando io avevo 7 anni e la situazione si calmò per poco tempo… perchè una mattina, tre anni dopo la sua nascita, mia madre accompagnò Matt all'asilo e lui non tornò più. Ricordo perfettamente quel giorno, io stavo male, così ero rimasto a casa, verso le 10:00 squillò il telefono e fui io a rispondere. Ricordo che era la polizia, che io gli passai mia madre. Vidi la sua faccia diventare pallida fino all'inverosimile e le lacrime solcare il suo viso. Mi prese in braccio, mi mise in macchina e andammo insieme all'asilo di mio fratello. C'era gente dappertutto, persone che piangevano, ambulanza, polizia. Un tappeto per terra era ricoperto da corpi di bambini e donne morte, tra quei corpi c'era mio fratello. >> Allison fu bloccata da un singhiozzo più forte. Louis non poteva vederla così, si stava facendo solo del male ricordando quel passato atroce
<< Allison basta farti del male, ti prego.. >> la supplicò, ma la ragazza fece segno di voler continuare.
<< Scoprì solo alcuni giorni dopo che un pazzo era entrato a scuola di mio fratello e aveva scagliato vari Avada Kedavra ai bambini e alle insegnanti. Quei tre anni di pace furono cancellati da un solo giorno. Mio padre ricominciò ad essere violento, mia madre non c'era più, al suo posto un fantasma. Ho pochi ricordi di quel periodo, ricordo solo che i miei unici momenti di pace erano le lezioni di danza, diventavo sempre più brava e amavo ballare, poi un giorno, avevo 10 anni e mezzo, tornando da scuola, trovai mia madre per terra in una pozza di sangue e mio padre con un coltello in mano. Mi minacciò, mi disse che se ne avessi fatto parola con qualcuno avrei fatto la sua stessa fine e io non parlai. Da allora la sola valvola di sfogo di mio padre diventai io. La prima volta che mi violentò avevo 11 anni e tanto dolore dentro, ricordo tutto perfettamente, la sua rabbia mentre mi baciava, il suo disprezzo, il mio ribrezzo e il dolore che provavo ogni volta che lui entrava dentro di me, furiosamente, con rabbia >> Louis strinse i pugni per la rabbia, quello non era un padre, non poteva esserlo. << poi, finalmente, un giorno, il mio unico zio, mi riportò a casa e ritrovammo mio padre morto, appeso per il collo ad una corda. Andai a vivere da mio zio, ripresi le lezioni di danza e mi proposero di venire a studiare qui, ero piccola, ero sotto shock per tutto quello che mi era successo e, fidati, sono tuttora sotto shock e credo che lo sarò per il resto della mia vita, ma ne  avevo passate di peggio, andare a vivere a Londra da sola non sarebbe stato un problema. Così arrivai qui e per un periodo vissi con Robert, l'insegnate della Royal, mio zio morì di tumore, due anni dopo. Tutti i legami con la mia famiglia si erano spezzati. Ero sola, completamente sola e lo sono stata fino al vostro arrivo, mi avete salvata dal baratro totale, ma non credo che guarirò mai completamente. >> Louis era senza parole, alla fine del racconto non sapeva davvero cosa dire.
Non credeva neanche possibile che una persona sola potesse passare tutto quello e sopportare tanto dolore, soprattutto ad un età così giovane, strinse a se Allison, non sapendo cos'altro fare e anche a lui sfuggirono un paio di lacrime, ma doveva essere forte, per lui e per lei e lo sarebbe stato.
<< La camera che è comparsa nella Stanza Delle Necessità era la mia camera e quella foto era stata scattata da mio fratello di due anni, è l'unico ricordo felice che ho della mia famiglia. Per il resto, non sono più riuscita a legarmi alle persone, a vedere famiglie felici, finché non siete arrivati voi, e io vi sono infinitamente grata per quello che fate per me, e sono innamorata di te, Louis, ma prima è stato troppo, non ero pronta.. Finché si tratta di stare con te, Lily, Domi, James e Albus ok, ma vedere tutta la famiglia, Teddy e Victorie che aspettano un bambino… è stato troppo, non fraintendere, sono felicissima per loro, ma non ero ancora pronta. >> le baciò delicatamente la tempia. Non servivano quelle spiegazioni, Louis aveva capito.
<< Affronteremo rutto questo insieme, Ally. Io sono con te, tutti noi lo siamo. >>
<< No, Lou, noi due non possiamo stare insieme, te l'ho detto.. Ti porterò solo guai >> Allison si alzò e si appoggiò all'albero per paura di cadere, era ancora tremendamente scossa.
<< Non mi interessa, lo sai! >> Louis non avrebbe buttato la spugna.
<< NON FARMI RIDERE! NON TI INTERESSA IL FATTO CHE PROBABILMENTE NON FARò MAI L'AMORE CON TE PERCHé DOPO TUTTO QUELLO CHE HO PASSATO CON MIO PADRE NON RIESCO AD ANDARE OLTRE UN BACIO CON UN RAGAZZO? NON TI INTERESSA IL FATTO CHE OGNI VOLTA CHE MI TOCCHERAI  IO MI ALLONTANERÒ PERCHé RICPRDERò IL TOCCO DI MIO PADRE? NON TI INTERESSA IL FATTO CHE AVRÒ PERENNEMENTE PAURA? EH? >> stava urlando Allison, urlando e piangendo, di nuovo.
Louis era scosso. Cosa cazzo le aveva fatto quel mostro per ridurla in quel modo? Era pieno di rabbia, ma l'amava e l'avrebbe aiutata. 
<< No, non mi interessa. Perché ti amo, affronteremo tutto questo insieme, riuscirai a diventare la donna che sogni di diventare, e se non ci riuscirai ci sarò io, e non mi importa se non riuscirò a toccarti per tutta la vita o a fare l'amore con te, mi basta starti vicino >> era la verità, quella. Avrebbe fatto di tutto per lei.
<< Lo dici adesso.. Ma poi? >> 
<< Rispetterò te e il tuo volere, qualunque cosa succeda. È una promessa. >> Allison sorrise, quella volta. Dopo ore, sorrise di nuovo.
Louis la prese per mano.
<< Torniamo dentro? >> la ragazza esitò, ma poi annuì, forse dopo aver raccontato tutto a Louis ce l'avrebbe fatta. 
Si incamminarono di nuovo verso la tana, entrambe con gli occhi arrossati, ma uniti più che mai.
<< Lou? >> domandò la mora prima di entrare, e strinse la mano del compagno, come per accertarsi che fosse davvero li, che non fosse un sogno.
<< Sono qui, non sarai mai più sola. >> 
 
*Luciano Ligabue: Figlio di un cane.
 
NDA
Salve gente!
Lo so, lo so! So che è il 23 dicembre, so che sono maledettamente in ritardo e so che merito la fustigazione.
Ma questo è il capitolo a cui tengo di più in tutta la storia, come molti di voi già sanno, amo questa coppia e questi due avevano bisogno di un chiarimento.
Che dire? La storia di Allison è tremendamente triste ed è inutile dire che nella mia testa era strutturata così fin dall’inizio, perchè, purtroppo, sarebbe una grandissima bugia. 

Dico purtroppo perché, come probabilmente avrete capito, ho voluto ricordare la strage in Connecticut della settimana scorsa.
Forse la dedica non era appropriata, forse è offensiva e tremendamente inutile, ma mi sono sentita in dovere di farla e potete criticarmi per questo, ma ci tengo davvero tanto. So che non cambierà nulla, che non impedirà altre stragi, ma era una cosa giusta da fare, a mio parere. Per il resto, ripongo tutta la mia fiducia nel presidente Obama.
Ok, basta con la tristezza.
Ringrazio infinitamente tutti voi che siete arrivati fin qui e soprattutto le fantastiche ragazze che mi recensiscono.
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate anche di questo capitolo, visto che ci tengo davvero tanto.
Un bacione,
Ce_

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Capitolo 25
*** Molto Serpeverde, Potter. ***


Eccovi i personaggi di quest'oggi!
Vi presento..

Rose Weasley alias Kristen Dunst Rose Weasley alias Kristen Dunst.
Lysander Scamandro alias Austin Butler Lysander Scamandro alias Austin Butler.
Lorcan Scamandro alias William Moseley 
Lorcan Scamandro alias William Moseley
So che i gemelli non sono molto simili, ma non sono riuscita a trovare di meglio! :(



Molto Serpeverde, Potter.

 
11 Aprile. 
Compleanno di Lily. 
Lunedì di Pasqua. 
Era la sera dell'undici aprile, e questo voleva dire due cose: rivedere Dominique alla festa di sua sorella e ubriacarsi fino a sentirsi male.
Ma James non aveva messo in conto un altro fattore. James non aveva considerato bene la sua stupidita. Cosa gli era saltato in mente quando aveva chiesto a Mary di accompagnarlo alla festa di sua sorella? 
Merlino, solo la vista di quella ragazza vicino a lui che gli sorrideva languida gli dava il voltastomaco.. Ma oramai era li... Cosa doveva fare? Mandarla via?
No, doveva prendere solamente tutto il suo coraggio Grifondoro e presentarsi con lei davanti a Dominique, fingendo di averla dimenticata.
Peccato che quel giorno si sentiva molto Serpeverde.
<< Che facciamo qui impalati, James? >> Mary lo distolse dai suoi pensieri. << anche se credo che Lily non si offenderà se arriviamo un pochino in ritardo, no? >> la ragazza gli si avvicinò maliziosa, spingendolo verso il suo letto, erano in camera di James, a casa Potter, quella stessa camera che, Jamie non riuscì  a non pensarci, era stata testimone di ben altri baci, carezze, parole, era stata testimone di un amore, del loro amore, quello che non c'era più. 
Doveva impedirlo, non poteva continuare così, pensando a lei ogni secondo, doveva dimenticarla per il bene di se stesso, altrimenti sarebbe arrivato ad autodistruggersi, eppure non era abbastanza forte per farlo, ogni volta permetteva a Dominique di entrare nella sua testa, nel suo corpo e ogni cosa che guardava, che toccava, che annusava, che faceva, lo rimandava inevitabilmente a lei.
Anche in quel momento,  mentre Mary lo baciava e si sdraiava sopra di lui, James stava immaginando un corpo più esile di quello della mora, una bocca più sensuale e delicata, della mani più fine e candide tra i suoi capelli e dei capelli biondi che gli solleticavano il volto.
<< Mary, dobbiamo andare >> James si staccò all'improvviso dalla ragazza, come disgustato da quel tocco.
<< Un altro minuto, dai >> fece Mary, schifosamente languida
<< Ho detto ora! È la festa di mia sorella, non posso arrivare tardi >> la sua voce era dura, era un ordine, in quel momento.
<< Ok, ok! Sta calmo, però! >> Mary si alzò scocciata e infastidita, era la prima volta che si rivolgeva a lui con quel tono, forse era davvero stufa del suo comportamento.
Si diressero al piano inferiore e, dopo aver salutato velocemente i Potter, i due uscirono di casa per prendere la metropolitana.
<< Non capisco perché dobbiamo prendere questa dannata cosa babbana >> si lamentò per l'ennesima volta la mora. James era abbastanza stufo dei suoi commenti.
<< Perché Lily abita in una zona babbana, non possiamo comparire li come se nulla fosse. Te l'ho già detto >> rispose scocciato.
<< Oh, certo..Lily qua. Lily la, Lily sopra. Lily sotto. Vuoi finirla? James non sei più tu, te me rendi conto? L'unica ragazza a cui pensi è tua sorella.. Io non so cosa è successo, ma io sono stufa di fare da tappetino... Pensi che non mi sia resa conto che quando facciamo l'amore tu non ci sei? Pensi davvero che sia così stupida? >> davvero Mary gli stava rinfacciando tutte quelle cose? Davvero si era illusa che potesse nascere qualcosa tra loro?
<< Sesso, Mary. Il nostro è solo sesso. Noi non stiamo insieme, il non sono obbligato a fare nulla, se la situazione ti sta bene è questa, altrimenti ciao. Ma una cosa deve essere chiara. Sesso, è sempre stato solo sesso. >> diciamo che il tatto non era mai stato il suo forte.
 Forse era stato troppo duro con lei, ma doveva dirgli le cose come stavano realmente, era inutile fingere ancora, a quel punto. 
<< Allora perché mi hai invitato alla festa di tua sorella? >> poteva dirgli che la stava usando? Che era solo uno strumento per far ingelosire la persona che amava, per dimostrare che lui stava bene e che l'aveva dimenticata? No, quello era un segreto, non poteva tradirsi. 
<< Perché non volevo presentarmi da solo. >> gran bella e penosa scusa, si.
<< Fanculo James >> il ragazzo si sarebbe aspettato come minimo uno schiaffo o che Mary se ne fosse andata e invece no, rimaneva li a guardarlo languida, come se le sua parole non l'avessero minimamente sfiorata.
Davvero era disposta a tutto per fare un po' di sesso con lui? No, doveva pensarci lui, non poteva permettere che lo facesse sentire in colpa.
<< Vattene, Mary. Mi dispiace se ti sei illusa, ma è finito tutto, basta anche con il sesso, basta con tutto. Vattene. >> no, il tatto non era il suo forte, ma la ragazza dopo averlo guardato un attimo implorante, come se si aspettasse un qualche cambiamento, si alzò dal sedile della metro accanto a lui e scese alla prima fermata, lasciandolo solo e tranquillo, finalmente.
 
Era davanti alla porta del locale dove Lily aveva organizzato la festa, era interamente riservato a lei, aveva invitato tutti i cugini Weasley con rispettivi fidanzati più un paio di amici della Royal, per questo motivo non aveva potuto fare la festa a casa sua, la sua copertura sarebbe saltata.
James era agitato, tremendamente agitato e non riusciva a spingere quella porta per entrare. Vedeva, grazie alla finestra illuminata la vicino, varie persone all'interno del locale, alcuni invitati dovevano essere già arrivati, ma a lui ne interessava solamente una e sapeva che era già li dentro, in quanto durante quelle vacanze di Pasqua stava abitando da Lily per recuperare un po' di tempo tra migliori amiche.
Doveva prendere il suo coraggio Grifondoro e entrare, e ok che quel giorno si sentiva fin troppo Serpeverde, ma doveva farlo lo stesso.
Spinse la porta e entrò nella stanza, si guardò introno... C'erano Rose e Lysander seduti sul divanetto, Albus stava salutando Lily e poco più lontano c'era Lorcan, Scorpius era vicino al tavolo delle bibite con il suo solito fare regale, Ted e Victorie sedevano composti e Allison e Louis sistemavano un tavolo insieme a, James non voleva credere ai suoi occhi, insieme ad una sorridente Dominque. 
Distolse lo sguardo, usando tutta la sua forza di volontà e andò a salutare sua sorella, scansando malamente Al che stava chiacchierando con lei e due ragazzi che James non aveva mai visto.
<< Togliti nanerottolo, fammi vedere quanto è cresciuta la mia sorellina! >> detto ciò abbracciò Lils staccandola da terra e facendola volteggiare come una trottola.
<< James mettimi giù! >> disse lei perentoria.
<< Merlino, sei più alta forse, ti è cresciuto il seno? No no no, la mia sorellina non può crescere, deve rimanere per sempre la mia piccoletta, capito? >> le disse scherzoso.
<< Sta zitto James per una buona volta! Sai che sarò la tua piccoletta  per sempre, ma permettimi almeno di crescere fisicamente e no, non mi è cresciuto il seno, purtroppo.. >> gli rispose lei, dandogli un leggero coppino sulla nuca.
<< Ahi! Secondo me è un pochino più grande rispetto a ieri. Comunque, auguri sorellina! >> le sorrise e la riabbraccio di nuovo.
<< Grazie, Jj. >> gli sorrise appena si staccarono e continuò a parlare << comunque loro sono Brian e Summer, due miei compagni alla Royal.. Ragazzi, lui è mio fratello James.. Come vi avevo detto è completamente matto, non ci fate caso >> disse lei, facendo le presentazioni.
<< Ehi, Lils.. Non è vero! Comunque, è un piacere conoscervi, ragazzi e non credete a ciò che dice mia sorella >> presero a chiacchierare del più e del meno, così James poté dimenticare per poco tempo il pensiero che ormai lo tormentava da mesi, ma fu una pace molto breve, in quanto sua sorella lo prese per un polso e lo trascinò in un angolo appartato.. La stanza ormai si era riempita di cugini Weasley.
<< Dov'è Mary, James? >> gli chiese la sorella.
<< Non c'è. L'ho mandata via mentre stavamo vendendo. Ho chiuso con lei, anche se in realtà non c'è mai stato nulla tra noi, ma solo sesso. >> 
<< Ah. >> sua sorella sembrava dispiaciuta? E da quando le piaceva Mary? 
<< Che c'è Lils? >> le chiese
<< Ecco.. È che... Sai, Mary non mi è mai piaciuta, ma ultimamente speravo che tra voi due potesse nascere qualcosa, tu mi sembravi più sereno, so che fingevi, ma sembrava che fingere ti rimanesse più facile, come se pian piano stessi dimenticando Dominique... Speravo davvero che ci saresti riuscito o che prendessi l'iniziativa per chiarire con lei, ma visto come ti stai comportando ora, ignorandola del tutto, le mie speranze sono vane... Voglio solo che tu sia felice, James.. Non mi importa con chi >> ok, Lils faceva 15 anni, non trenta... cos'era tutta quella saggezza? O forse l'indipendenza l'aveva davvero fatta maturare..
<< Io ti ringrazio Lils, ma tra me e Mary non poteva nascere nulla.. Non dimenticherò Dominque, non così facilmente, almeno. >> era la verità, nient'altro che la verità.
<< Allora diamine James, non farmi incazzare il giorno del mio compleanno >> Lily lo spintonò leggermente in uno scatto di rabbia.. Cosa le prendeva adesso?
<< Cosa c'è? >>
<< Cosa c'è? James, sei sempre stata la persona più Grifondoro che io abbia mai conosciuto! Va la e parlale! Non dico che dovete risolvere tutto, ma almeno un "ehi ciao, come stai?" >>
<< Lei non mi vuole Lils.. Devo rispettare la sua scelta >> rispose lui, non riuscendo a convincere neanche se stesso.
<< E da quando tu rispetti le scelte altrui? Tu combatti James, lo hai sempre fatto. Tu sei di legno >> 
<< Sono stufo di combattere, sono stufo di essere di legno. Ma goditi la festa Lils, non preoccuparti per me, vedrò cosa fare >> detto ciò si allontanò dalla sorella. Forse aveva ragione, forse avrebbe dovuto parlarle, almeno salutarla.
Si, l'avrebbe fatto.
Individuò Dominique seduta su una poltrona e le si avvicinò.
Merlino, quanto gli era mancata quella chioma bionda.
<< C-ciao Dominque >> lei alzò lo sguardo sorpresa. 
Merlino, quanto gli erano mancati quegli occhi.
Cercò di sorriderle incoraggiante, visto che lei non accennava a rispondere, la bionda sorrise a sua volta.
Merlino, quanto gli era mancato quel sorriso.
<< Ciao, James >>
Merlino, la sua voce.
Il ragazzo si ritrovo a contemplarla, il suo corpo aveva bisogno di lei, la sua mente aveva bisogno di lei, lui aveva bisogno di lei.
<< Come stai? >> chiese esitante. Lei accavallò le gambe in imbarazzo.
Merlino, quanto gli era mancato il suo corpo.
<< Io... Io.. Abbastanza bene...Tu? >> stava bene, stava bene. Quelle parole furono ossigeno per James. Lei stava bene, quella era l'unica cosa importante.
<< Anch'io, abbastanza bene. >> non era vero, ma lo disse lo stesso.
Orgoglio, tutti e due avevano una dose spropositata di orgoglio.
<< Come ti trovi in Francia? >> 
<< Bene, ma mi manca Hogwarts >> detto ciò si alzò, come per stare alla sua altezza.
Merlino, il suo profumo.. Lo stava mandando in estasi.
In quel momento Albus lo chiamò dall'altra parte del locale e lui dovette dirigersi verso di lui, ma quando si girò, intercettò la mano di Dominique e fu elettricità pura. James non provava quella sensazione da mesi, da quando lei se ne era andata, in realtà.
Si allontanò di malavoglia da lei e per quella sera non ci furono piú contatti tra i due.
 

***


 
La festa di Lily stava andando alla grande, sembrava che tutti si stessero divertendo, il locale era accogliente, i camerieri disponibili e c'era alcool a volontà, quella era il punto  che piaceva di più ad Albus che, già dopo un ora e mezza aveva trangugiato un numero infinito di drink...
Lorcan non capiva come facesse a reggere l'alcool così bene, il moro era tranquillo, forse aveva un po' gli occhi lucidi ed era un filino su di giri, ma nulla di piú, era seduto sulle gambe del biondo, un braccio a circondargli le spalle e chiacchierava tranquillamente con Rose e Lysander che sedevano di fronte a lui.
Lorcan continuava a fissarlo, incapace di togliere gli occhi dalla sua figura, guardava ammirato le sue labbra muoversi mentre parlava con la cugina, sembrava un argomento interessante, ma il biondo non se ne curo piú di tanto, solo quando Rose e Lysander si alzarono e Albus si girò verso di lui con un sorriso a trentadue denti, si decise a tornare nel mondo reale.
<< Ti vedo annoiato.. No? >> gli sorrise di nuovo Albus.
<< No.. >> non era annoiato, non lo sarebbe mai stato se c'era lui nei paraggi
<< Beh, meglio così... Ma ora preparati che dobbiamo organizzare gli scherzi da fare a Lily.. >> 
<< Non vedo l'ora.. >> stavano preparando quegli scherzi da un po' insieme a Scorpius e James, da quel che dicevano Albus e il fratello, i babbani alle feste di diciotto anni usavano fare degli scherzi idioti e poco pudici ai festeggiati, ma visto che Lils dimostrava molto di piú dell'età che aveva, avevano deciso che andavano piú che bene per i suoi quindici anni.
Perciò, vide Albus voltarsi e chiamare James e Scorpius a gran voce.
I due si avvicinarono e si sedettero sul divano di fianco a loro parecchio scocciati per il fatto che il moro avesse interrotto le loro attività.
<< Pronti, ragazzi? >> il secondogenito dei Potter guardò i tre con uno sguardo quasi folle, ok, forse l'alcool l'aveva mandato un tantino su di giri, si.
<< Sei ubriaco, Albus? >> gli chiese infatti Scorpius, con la sua solita aria tra l'annoiato e il perplesso.
<< Non sono ubriaco, deficiente.. Sto solo dicendo che dobbiamo cominciare a preparare gli scherzi per Lily. Altrimenti passerà la mezzanotte, non sarà piú il compleanno di Lils... >> disse tranquillo << e io non potrò approfittarmi di questo bellissimo ragazzo che siede sotto di me >> continuò il moro, facendo sorridere Lorcan.
<< Molto Serpeverde, Potter >> fece Scorpius
<< Vorrei ricordarti che io sono Serpeverde! >> 
<< Forse è meglio dire che tu non potrai scolarti il resto dei drink >> lo riprese Lorcan, dandogli un leggero buffetto su sedere
<< e io non potrò ridere della faccia sconvolta di Lily quando saprà che ci siamo in mezzo noi quattro...  >> Fece Scorpius, pregustandosi la scena.
 << E noi avremo sprecato un occasione per divertirci... >> Disse James di rimando.
<< Molto Serpeverde, Potter. >> Lorcan ripeté la battuta di Scorpius, sorridendo.
<< Sta zitto, Scamandro! >> i quattro organizzarono il loro piano diabolico e sembravano davvero quattro ragazzini patetici che cercano in tutti i modi di divertirsi, eppure erano tutti euforici, in attesa della reazione che avrebbe avuto la piccola Potter. 
Poi James e Scorpius si dileguarono, lasciandoli di nuovo da soli.
Lorcan si avvicinò piano piano al viso di Albus che era sopra di lui, una gamba da un lato, l'altra dall'altro, e gli sfiorò la guancia con un bacio casto.
Il moro si mosse di fronte a lui e fece combaciare velocemente le loro labbra, in modo da approfondire il loro contatto, facendolo diventare un bacio degno di nota.
<< Sai che sei una creatura maledettamente tentatrice? >> lo riprese, mentre il piú piccolo cercava maggiore contatto, spingendo il bacino contro il suo ventre.
<< Lo so, è per questo che mi ami, Scamandro! >> fece Albus scherzoso
<< Puoi scommetterci, Potter. >> 
 

***

 
Stavano tornando a casa insieme e Scorpius non riusciva a smettere di ridere, guadagnandosi innumerevoli schiaffetti sulla nuca da parte della sua ragazza.
<< Che c'è? Dovevi vedere la tua faccia quando hai scartato quei preservativi colorati, Lils >> si piegò in due, reggendosi la pancia con le mani, non riusciva davvero a frenarsi
<< Volevo vedere te, maledetti! Io sapevo che non c'era da fidarsi di voi quattro! >> Lily sembrava arrabbiata e divertita allo stesso tempo.
<< Il vibratore è stata la parte più bella, però >>
<< Oh certo, per non parlare delle mutande con un pene di stoffa attaccato.. Ma Merlino, io dico, dove le avete prese tutte quelle cose? >> ora anche Lily cominciava a sciogliersi e a ridere.
<< In un Sexy Shop di Londra, ora non ricordo la via, ma immagino che gli altri se la ricordino, ti faremo avere l'indirizzo, se ti interessa tanto... >> avevano fatto una cosa idiota, ma in fin dei conti si erano divertiti e sembrava che la rossa non se la fosse presa.
<< Arrivati. >> erano di fronte a casa di lei e Scorpius la stava baciando per darle la buonanotte e andarsene, quando una domanda insolita da parte della ragazza gli giunse alle orecchie.
<< Dormi con me? >> gli aveva chiesto di dormire con lei, dormire, il biondo era in difficoltà, era la cosa che voleva di più al mondo, in quel momento, ma non sapeva se Lily si sarebbe sentita a suo agio e, soprattutto, aveva paura di se stesso e della reazione che avrebbe potuto avere. Avrebbe resistito nel letto con lei quasi nuda accanto a se?
<< Non so, Lils... forse non è il caso.. Non fraintendermi, io lo vorrei, ma non so se.. >> era titubante
<< Sta tranquillo, fidati di me, ok? >> Scorpius annuì, entrarono in casa e dopo neanche cinque minuti il ragazzo era già in camera di Lily, nel letto che aveva reso a due piazze, con solo un paio di boxer addosso.
Quando la ragazza entrò nella stanza rimase senza fiato, indossava una camicetta da notte di seta che lasciava ben poco spazio all'immaginazione.
<< Molto Serpeverde, Potter >> sussurrò lui
Lily si allungò accanto a lui e si accoccolò sul suo petto, lui deglutì a vuoto, sentendo le sue gambe nude a contatto con quelle della ragazza.
<< Sai Scorp.. >> Lily spezzò il silenzio titubante << tutti quegli scherzi, so che erano idiozie, ma forse avete ragione, forse sono io che vado lenta, no? E non voglio rallentare anche te >> Scorpius non capiva.. Che voleva dire Lily? 
Ma prima che ebbe il tempo anche solo di pensare alle sue parole, la ragazza si era avvicinata a lui pericolosamente, lo baciava, gli accarezzava il petto nudo con una sensualità che, probabilmente, non sapeva neanche lei di avere.
A quel punto Scorpius capì, capì che Lily pensava che lui stesse male per il fatto che lei ancora non era pronta, che quegli scherzi volevano essere un qualcosa per spronarla e invece non era vero.
<< Lily. Lily. Ferma. Che fai? >> le chiese
<< Non vuoi? >> sembrava che si fosse rabbuiata
<< Credimi, è la cosa che vorrei di più al mondo, ma non oggi, non è la serata giusta, tu non sei pronta e io non ti metterò fretta. >> le spiegò tranquillo
<< E invece no, Scorp. Io devo essere pronta, questa deve essere la serata giusta, perché non voglio che tu debba aspettare per colpa mia. Quindi sta zitto. >> detto questo tornò a baciarlo, a toccarlo dovunque, mandandolo di nuovo in estasi e Scorpius non si trattene più, sovrastò Lily facilmente, cominciò a toglierle la camicetta con gesti lenti ed estenuanti, leccandola man mano che le si scopriva la pelle, arrivò ai seni e si occupò di loro, baciandoli, mordendoli, leccandoli, giocando con i suoi capezzoli, Lily stringeva le mani nei suoi capelli e dopo una buona tortura, Scorpius si decise a scendere più in basso, accarezzando il bordo delle mutandine della ragazza
<< Lily, dimmi se devo fermarmi adesso, perché non so se ci riuscirò dopo. >> le disse con il fiatone, ma lei non rispose, così Scorpius andò avanti, le tolse l'intimo con la bocca, in modo tale che Lily sentisse sempre le sue labbra a contato con la pelle delle sue gambe e poi tornò su, si sistemò meglio su di lei, era arrivato il momento, cercò il suo viso per guardarla negli occhi e lo trovò inondato di lacrime, piccoli singhiozzi le scuotevano le spalle, le mani erano strette a pugno sul letto.
<< Lils, Lils.. Che succede? >> Chiese lui preoccupato, asciugandole qualche lacrima.
La ragazza lo scostò malamente e corse via dalla stanza con uno "scusami" appena sussurrato, ma carico di significato. Non era ancora pronta, Lily e lui era stato uno stupido a credere che lo fosse davvero.
La inseguì verso il bagno e la trovò appoggiata al lavandino che piangeva disperatamente.
<< Lily, vuoi dirmi cosa succede? >> non la toccò, per evitare che si allontanasse di nuovo, forse era lui, quello sbagliato.
<< Va via Scorpius. Va via da me. >> si sentì rifiutato, in un certo senso, non era una bella sensazione.
<< Non prima di aver sentito quale è il problema. >> le disse, deciso.
<< QUal'è il problema? È questo il problema, è che io sono una cazzo di quindicenne infantile che non è ancora pronta per fare nulla e che la prima volta che sta per farlo con il suo ragazzo scoppia a piangere perché a paura, ecco qual'è il problema, Scorpius! Il problema è che mi sento tremendamente in colpa perché tu dovresti avere una cazzo di vita sessuale normale e invece sei costretto a stare con me e ad aspettare. Beh, non posso permetterlo. Tu meriti una ragazza che si dia completamente a te >> urlava Lily e le lacrime le scendevano numerose. Ma diceva cose che non stavano ne in cielo ne in terra, per Scorpius.
<< Forse è vero, forse merito una vita sessuale migliore, ma non la voglio. Ok? Perchè io voglio te, e te solamente. Non mi interessa se non sei pronta o se non lo sarai per i prossimi decenni, io voglio te. Ficcatelo in quella dannata testolina, capito? >> detto ciò si avvicinò a lei e la coinvolse in un abbraccio, Lily si calmò piano piano.
<< Scusa, Scorpius.. Scusa davvero. >> ripeté appena si staccarono.
<< Arriverà il momento giusto e io sarò li ad aspettare, insieme a te. >> sussurrò lui, baciandola dolcemente.
 
 
NDA
Eccomi qua, gente! Scusate il ritardo, davvero, ma sono stata in Alto Adige durante queste vacanze e non sono riuscita ad aggiornare..
Comunque, visto che nel capitolo scorso non vi ho fatto gli auguri, rimedio ora!
Spero che avete passato un bel Natale e BUON ANNO A TUTTI! 
Comunque, tornando al capitolo...
C'è stato il mini-incontro tra James e Dominique.. Che ne pensate?
E di Lily e Scorpius? All'inizio avevo pensato di farli andare fino in fondo, ma poi mi sono detta.. "E se Lily non fosse ancora pronta? E se si sentisse costretta a farlo, in qualche modo?" così, è uscita fuori questa cosina...
Infine.. Che ne dite dei presta volto? Vi sembrano adatti? E quelli dello scorso capitolo?
Ditemi tutto! Ah, vi avviso che per sapere come immagini i fratelli Potter dovrete aspettare ancora un po'! 
Grazie infinite a chi legge, preferisce, segue e ricorda, ma soprattutto a chi recensisce.
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
-Chiaronzics (<3)
-thebestisheretocome
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_

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Capitolo 26
*** Sono qui per l'amore ***


Prima di iniziare, ecco qui i prestavolto di due dei personaggi principali della storia.
 Scorpius Malfoy alias Alex Pettyfer Scorpius Malfoy alias Alex Pettyfer.
Dominique Weasley alias Ashley Benson Dominique Weasley alias Ashley Benson.


Sono qui per l’amore

 
<< James, va da lei. >> Louis lo stava pregando da più di un ora, ma con scarsi risultati.
<< Per farmi dire ancora una volta che non mi vuole? No, grazie. Una volta mi é bastata. >> gli disse, sincero.
<< Ma lei ti vuole, come devo fartelo capire? >> non era vero, lei non lo voleva, altrimenti sarebbe tornata da lui
<< Non mi sembra, visto che mi ha scaricato e ieri sera alla festa di Lily mi ha completamente ignorato, a parte quei trenta secondi in cui abbiamo parlato. >> insistette il moro.
<< James, dovresti conoscerla ormai. É troppo orgogliosa per ammettere di aver sbagliato, non lo farai mai. Perciò, devi farlo tu o non andrete da nessuna parte. >> aveva ragione, Jj sapeva che l'amico aveva ragione, ma ciò voleva dire mettersi un'altra volta in gioco, rischiare di farsi male e non sapeva se era pronto a farlo, non di nuovo, almeno.
<< Ci devo pensare, non lo so. Ora devo andare in ufficio Auror, però. Papà mi ha appena detto che hanno riconosciuto Tom Lewis e che ha mandato alcuni Auror ad inseguirlo, per cui, io gli servo al Ministero. >> erano vicini alla fine di quella terribile avventura, ma James aveva uno strano presentimento, come se la cosa non dovesse risolversi troppo bene.
<< Okay.. Allora buon lavoro. >> Louis preparò il pugno a mezz'aria, in attesa di una risposta da parte dell'amico << e ricorda… >>
<< Noi siamo di legno >> dissero all'unisono, battendo i pugni in segno di saluto.
James uscì velocemente da Villa Conchiglia, congedandosi dagli zii Bill e Fleur con la scusa delle importanti novità a lavoro.
 
Così, neanche 5 minuti dopo, era già davanti alla porta dell'ufficio di suo padre, sentiva delle voci provenire dall'interno della stanza e le riconobbe come quelle di Harry, e di suo zio Ron, strano ci fossero solo loro.
Bussò ed entrò, non aspettando neanche che qualcuno gli desse il permesso, se lo avevano chiamato, voleva dire che avevano bisogno di lui, no?
<< Ah, ciao James >> lo salutò suo zio Ron, mentre suo padre alzò una mano in segno di saluto, lui fece un cenno con la testa in risposta...
<< Novità? >> chiese curioso.
Voleva mettere anche lui fine a questa storia. Era sempre più preoccupato per Lily, per sua madre, per le altre donne con capelli rossi e biondi e, perfino per le ragazze di Hogwarts, visto che i criminali cercavano di penetrare anche a scuola.
E, per la prima da quando Dominique si era trasferita, si ritrovò a ringraziare Merlino per la sua scelta, almeno lei in Francia non rischiava nulla.
<< Si, Avery sta andando dietro a quei farabutti, sembra si stiano muovendo.. Non abbiamo idea di cosa abbiano in mente, però >> Avery, solo Avery? 
<< Cosa stai dicendo? Hai mandato solo Avery? È qui ci siamo solo noi tre? Ti sei fumato il cervello, pa'? >> stava andando fuori di testa, lo sentiva.
<< Sono Harry qui, James. È comunque, si, oggi é il martedì dopo Pasqua, non possiamo dare nell'occhio, nessuno sa dell'avanzare delle indagini. Avery é un bravo Auror e noi qui bastiamo e avanziamo anche.. >> merda, il suo ragionamento era senza logica.
<< E da quando ti frega di dare o no nel’occhio? Non eravate voi quello fuggiti dalla Gringott in sella a un drago? Non eravate voi quelli che si sono infiltrati nel Ministero mentre erano ricercati dai Mangiamorte? E ora mi vieni a dire che ti preoccupi di dare nell'occhio? Ci potrebbero essere delle donne in pericolo! >> si, stava decisamente andando fuori di testa, ma non riusciva a farne a meno.
<< James. Tuo padre ha ragione. Non possiamo fare più di questo. >> suo zio Ron prese le difese di Harry, come al solito, quei due erano in simbiosi.
In quel momento suonò il telefono dell'ufficio.
Era proprio Avery che faceva rapporto.
Il capo degli Auror rispose a telefono sotto lo sguardo assorto degli altro due.
James lo vedeva annuire alle parole dell'altro. Fare smorfie risentite, finché non lo senti dire: << Bene Avery. Devi stare fermo. Anche se attacca una donna, non uscire subito allo scoperto, esci solo quando la cosa sta andando davvero male e lo vedi talmente impegnato da non riuscire a darti retta. Fammi rapporto tra poco. No, non ho idea di chi possa abitare li. >> detto questo il moro mise giù la cornetta.
Ok, si era bevuto il cervello, pensò James. Se quel bastardo attaccava una donna non doveva uscire allo scoperto? Ma da quando suo padre dava degli ordini del genere? 
<< Non fare quella faccia, é l'unico modo per non farlo fuggire e, fidati, neanche io ne sono felice. >> il padre rispose allo sguardo interrogativo del figlio, poi continuò a raccontare ciò che gli aveva detto l'Auror a telefono << Avery dice che é uno solo, probabilmente proprio Tom, che l'ha seguito finché lui non si é fermato davanti ad una casa, sembra che stia aspettando che qualcuno esca da li. L'indirizzo é Tower Street numero 30. Dobbiamo scoprire chi abita li. >>
Tower street 30.
Tower street 30. La mente di James aveva registrato solo quelle ultime parole. Tower street 30. Non poteva crederci. Non era possibile.
Lily.
Dominique.
Allison.
La sua mente produceva solo quei tre nomi. Quella li era casa loro.
Jj non riusciva a crederci, doveva fare qualcosa. E al più presto, ma se suo padre e suo zio non volevano, beh, ci avrebbe pensato da solo.
<< Scusate, ma io devo andare, Louis mi aspetta, se c'é qualche novità chiamatemi. >> fuggì, senza neanche aspettare una risposta da parte dei due adulti.
 
Si smaterializzò subito vicino casa della sorella, sperando che non fosse ancora uscita nessuna delle tre ragazze da li, ma la speranza era molto debole, visto che erano le 13:45 e Lily e Allison dovevano andare alla Royal.
Pregò solo che Dominique le avesse accompagnate o fosse uscita a fare shopping a Diagon Alley.
Arrivò sul retro della casa e non vide nessuno, sembrava tutto piuttosto calmo, troppo calmo, per i suoi gusti.
E infatti, non ebbe neanche il tempo di fare mezzo passo che sentì un urlo riempire il silenzio che si era creato, ed era un urlo terribilmente familiare.
James cominciò a correre verso la fonte del rumore e la scena che si trovò davanti lo spiazzò completamente perché, anche se sapeva cosa lo aspettava, non riusciva a vedere Dominique che urlava disperatamente, tra le braccia di quel bastardo.
Lo vedeva appoggiato su di lei, mentre le sussurrava parole all'orecchio, non doveva neanche permettersi di sfiorare la sua Dominique.
James non seppe mai cosa successe dentro di lui in quel momento, si ritrovò in un istante alle spalle dell'uomo e gli puntò la bacchetta alla schiena, nell'incavo tra le due scapole, lo sentì irrigidirsi sotto il suo tocco e fermarsi completamente, ma lui era impegnato a fare altro, guardava Dominique incessantemente, cercando un punto di cedimento, ma la ragazza gli fece capire che era tutto ok, ringraziandolo con gli occhi.
<< Ti piace prendertela con le signore, eh bastardo? >> la voce del primogenito dei Potter era carica di odio e disgusto.
<< Come hai fatto? >> fu la risposta dell'altro. Come hai fatto a fare cosa? << Stolto, non te ne sei neanche accorto…e tu pretendi di batteri in duello? Sei un povero illuso. Avevo messo una cupola magica che ci rendeva invisibili e muti, ma forse, non so… forse non avevo calcolato i legami di sangue >> davvero? Era vero quello che diceva? Come aveva fatto a superarla, allora?
<< Forse non avevi calcolato il legame tra me e la donna che stavi per uccidere. >> uccidere. L'avrebbe uccisa se lui non fosse arrivato.
Quella consapevolezza lo fece cedere per un attimo, attimo che bastò a Tom per liberarsi dalla sua presa e mettersi in posizione di attacco di fronte a lui.
<< Sei fottuto, bambino >> era arrivato il momento. Avrebbero messo la parola fine a quella storia, in qualche modo.
<< Non ci sperare troppo. >> disse James con una sicurezza che sicuramente non aveva << Expelliarmus >> attaccò subito, ma Tom riuscì a mancare l'incantesimo di un soffio.
<< Ingenuo proprio come tuo padre. Stupeficium! >> riuscì ad evitare il colpo, con la coda dell'occhio vide Dominique estrarre la sua bacchetta, ma non doveva farlo, se lo avesse fatto la situazione sarebbe precipitata, così James si fiondò su di lei e riuscì a farla nascondere dietro al muretto di recensione della casa. 
<< Va via! >> urlò, mentre continuava a tenere a bada Tom.
<< No, ti aiuto, James. >> sapeva che non sarebbe stato facile.
<< Non posso permetterti che ti facciano del male. Petrificus Totalus! >> e vide la bionda cadere immobile ai suoi piedi, protetta interamente dal muro.
<< Reducto! >> urlò poi verso l'uomo e riuscì a colpirlo di striscio, Tom si piegò su un fianco, dove c'era una ferita.
<< Avada Kedavra! >> Potter evitò la luce verde per un soffio.
Era davvero passato alle maledizioni senza perdono? 
<< Stupeficium! >> rispose di nuovo. Niente.
Non ci capiva più nulla, le cose esplodevano intorno a loro, i fiotti di luce colorata volavano da ogni parte e lui riusciva a provare solo una gran rabbia per quell'uomo che aveva avuto il coraggio di sfiorare prima sua madre e poi Dominique.
Si voltò a controllare se la bionda stesse bene, come se avesse potuto fare qualcosa.
<< Sectumsempra! >> Non avrebbe dovuto farlo.
Non bisogna mai distrarsi, questa era la prima regola che insegnavano agli aspiranti Auror e lui si era distratto e aveva pagato.
Era steso a terra, il torace e le gambe aperti da squarci enormi, il sangue che aveva già formato una pozza sotto di lui, ne stava perdendo a litri e non riusciva a muoversi, a parlare, a vedere nulla, solo il cielo sopra di lui.
<< Crucio! >> sentì urlare e dopo neanche un secondo sentì dolore in tutto il corpo, come se tutte le ossa si stessero rompendo nello stesso momento. L'intensità del dolore riuscì perfino a fargli inarcare la schiena, dilaniata anch'essa dal Sectumsempra.
<< Crucio! Crucio! >> stava infierendo sul suo corpo, ormai.
E James sentì le scariche di dolore farsi sempre più forti, finché cominciarono ad attenuarsi, e con loro si offuscò anche la vista, l'udito e l'olfatto.
Stava per morire, lo sentiva, sarebbe morto senza dire a Dominique che l'amava, senza dire a Lily, Louis, Albus e i suoi genitori che gli voleva bene, stava per morire a 17 anni.
Le ultime cose che sentì furono la voce di suo zio Ron che pronunciava un incantesimo e la mano di suo padre sulla sua fronte, che gli sussurrava di resistere, che lo avrebbero portato al San Mungo. 
Poi il buio.
 

***


 
Non voleva crederci, tutto quello non era possibile, non stava accadendo davvero a loro.
Era troppo.
Troppo presto, troppo velocemente, troppo ingiusto, troppo doloroso, troppo tutto.
Non l'avrebbe sopportato.
Eppure era li, stretto in un abbraccio disperato con Ginny, davanti al letto del loro primogenito dilaniato dalle cicatrici delle maledizioni, pieno di tubi magici che gli permettevano di respirare, di tenersi ancora in vita.
Era stato operato d'urgenza, James, dopo che lui lo aveva portato al San Mungo ricoperto di sangue e praticamente morto, poi non sapeva più nulla, ne come era andata l'operazione, ne cosa avesse suo figlio, ne cosa stesse rischiando.
E aveva bisogno di risposte, Harry, risposte concrete.
Avevano preso Tom, almeno.
Magra consolazione, certo, ma lo avevano preso e in quel momento Ron si stava occupando velocemente di spedire quel bastardo ad Azkaban, finalmente.
Avery li aveva chiamati quando aveva visto uscire dalla casa una ragazza bionda,  solo dopo il capo Auror avrebbe scoperto che quella era Dominique e la casa era di Lily, Avery, comunque, stava seguendo tutta la scena, finché non li aveva visti scomparire, così Ron e Harry dopo poco si erano recati sul luogo e avevano capito che Tom aveva formato una cupola che lo rendeva invisibile e muto, ma loro riuscivano a vedere all'interno, in quanto avevano legami di sangue con chi stava dentro.
Il moro era corso da suo figlio e Dominique, mentre il rosso aveva preso il bastardo.
<< Signori Potter? >> era il Medimago. Harry e Ginny si staccarono velocemente e si voltarono verso un uomo alto, di colore, con un pizzetto e l'aria dolce.
<< Si. Come sta? >> stranamente era Ginny quella più lucida tra i due, forse perché, fortunatamente, non aveva preso in braccio suo figlio e lo aveva visto ad un soffio dalla morte.
<< Vostro figlio ha subito un potente Sectumsempra, incantesimo con cui, di solito, si uccide facilmente, poi é stato colpito da varie maledizioni Cruciatus che hanno aumentato l'effetto del primo incantesimo, questo ha fatto si che perdesse moltissimo sangue, fin troppo, e che alcuni organi interni si danneggiassero.
Ora, lo abbiamo operato di urgenza, fatto delle trasfusioni e abbiamo cercato di riparare il più possibile i danni ai polmoni e al fegato e tutte le ferite, ma i traumi sono troppo estesi, non abbiamo potuto fare niente di meglio. Ora vostro figlio é in uno stato di coma, perciò vive grazie ai macchinari, lo monitoreremo per i prossimi cinque giorni, se si risveglierà affronterà una cura che lo terrà una settimana qui e poi continuerà a casa, se così non dovesse essere, beh, ci saranno da prendere varie decisioni. >> se così non dovesse essere. C'era anche quella possibilità.
No, c'è l'avrebbe fatta.
Possibile che ci fossero due opzioni così diverse, eppure così vicine? 
<< Quante possibilità ha di sopravvivere? >> era stato lui. Fu una sensazione di dejavu. Quella domanda, quella stessa domanda l'aveva rivolta ad un Medimago quando Ginny aveva avuto l'incidente,aveva sempre avuto bisogno di dati concreti, Harry. Sperò con tutto se stesso che la risposta fosse diversa da quella di diciassette anni prima.
<< Non lo so, signor Potter. Bisogna monitorarlo per sapere, ma non si disperi, finché non passano i cinque giorni c'é un buon 65% di possibilità che il paziente sopravviva, ma noi non possiamo fare più di questo, né assicurare niente. >> 65% era poco, ma non poco come si aspettava.
Voleva dire che qualche possibilità c'era, qualche speranza c'era. 
<< Grazie. >> risposero all'unisono lui è Ginny e il Medimago li lasciò da soli.
Sentì sua moglie aggrapparsi a lui di nuovo, mentre le lacrime le bagnavano il viso.
<< No-non James. Non di nuovo lui, per favore. >> era tutta una maledetta sensazione di deja-vu impressionante << perché sempre noi? Perché? >> Aveva ragione, Ginny.
Erano stufi
<< Non lo so, ma James ce la fará, lui é forte. >> detto ciò uscirono fuori e non ebbero neanche il tempo di mettere piede in corridoio che Lily si fondò nelle braccia della madre, strinse a se entrambe le sue donne, nonostante tutto, niente era importante in quel momento, solo James.
Harry si accorse solo allora, mentre rischiava di perdere Jj, di quanto gli fosse mancata sua figlia.
Sapeva che quell'abbraccio non significava nulla, ma sentirla ancora tra le sue braccia, lo face sentire meglio.
 
 

***


Colpa sua, era tutta colpa sua. 
Se fosse andata alla Royal con Allison e Lily, tutto quello non sarebbe successo.
Se fosse uscita 2 minuti prima di casa, tutto quello non sarebbe successo.
Se fosse tornata a Villa Conchiglia, tutto quello non sarebbe successo.
Se non fosse tornata per niente per le  vacanze di Pasqua, tutto quello non sarebbe successo.
Eppure Dominique aveva fatto tutto il contrario, non era andata alla Royal, era uscita al momento sbagliato da casa di Lily e non da Villa Conchglia ed era tornata a casa per le vacanze. 
E in quel momento, James era sdraiato su un anonimo lettino d'ospedale ad un soffio dalla morte e lei non poteva farci nulla, se non starsene seduta in un angolo del corridoio insieme a suo fratello, Lily, e Albus.
Erano lontani dal dolore del resto della famiglia, avevano deciso in un silenzioso accordo di mettersi da una parte e li avevano lasciati fare, Allison, Scorpius e Lorcan avevano capito che quello era un momento per loro e se ne stavano in piedi a parlare di chissà cosa, anche loro con dei visi spenti, nonostante James non facesse ancora pienamente parte della loro vita.
Invece faceva parte della sua di vita, della vita di Dominique, ne faceva parte più di quanto lui potesse solamente immaginare e la bionda lo amava con tutta se stessa, eppure non era riuscita a dirglielo, le parole le erano morte in bocca nello stesso istante in cui lui la stava pietrificando per proteggerla.
Doveva affrontare un mare di rimpianti e rimorsi, Dominique, ma in quel momento non voleva pensarci, perché James si sarebbe risvegliato, e lei gli avrebbe detto che lo amava e che non le interessava nulla della loro famiglia.
Arrivi un pochino tardi, no Dominique?
Lei arrivava sempre troppo tardi, che la colpa fosse delle sue paure o del suo orgoglio, lei arrivava sempre tardi e lo stava imparando a sue spese, sue e di James, purtroppo.
<< Non é colpa tua. >> le sussurrò Lily all'orecchio, la voce impastata per le lacrime che entrambe avevano versato.
<< Invece si, non gli ho neanche detto che lo amo, é colpa mia e... Lily, non sai quanto mi dispiace. >> piangeva, continuava a piangere ininterrottamente.
<< No, no. James si risveglierà e tu gli dirai che lo ami e, se così non sarà >> a quel punto la voce della rossa si ruppe in un singhiozzo << lui l'ha sempre saputo che lo ami. Lo sa >> era lei che avrebbe dovuto consolare Lils, non il contrario.
<< Grazie. Vieni qui. >> allargò le braccia e le sue si abbracciarono come non facevano da mesi, o forse come non avevano mai fatto, poi sentirono altre quattro braccia unirsi a loro: erano Louis e Albus.
E poi di nuovo sentirono delle mani accarezzare le loro schiene e i loro capelli... Quelli dovevano essere Allison, Scorpius e Lorcan che gli facevano capire che gli erano vicini, in qualche modo.
<< Ce la farà, James é di legno >> sussurrò Louis.
Erano tutti li per un motivo, erano tutti li per James, erano tutti li per l’amore.
Anche Dominique, anzi, forse soprattutto Dominique, era li per l’amore.
 
 
*Il titolo é tratto dall'omonima canzone di L. Ligabue
 
NDA
Salve a tutti gente!
Allora, iniziamo dalle scuse… Intanto, so che il capitolo è più corto del solito, ma sentivo che doveva finire in questo modo, con i ragazzi abbracciati.
Poi, ok, potete tranquillamente riempirmi di insulti perché sono consapevole di essere una frana nella descrizione delle scene di azione, quindi, sono pronta a tutte le vostre ingiurie.
Terza e ultima cosa, scusate la cattiveria, ma doveva andare così e, vi giuro, scrivere questo capitolo è stato pressoché impossibile… James è uno dei miei personaggi preferiti e ridurlo in queste condizioni mi è costato parecchie lacrime.
Comunque, nel prossimo episodio, o forse tra due, chissà, scopriremo se James si risveglierà o no. Voi che dite?
Vi dico solo che la situazione non è delle migliori e che, quindi, non dovete dare nulla per scontato, purtroppo.. vedremo cosa partorirà la mia mente folle.
Ah, e cosa ne pensate dei prestavolto di Domi e Scorp? Vi piacciono?
Ok, a questo punto, ringrazio infinitamente chi è arrivato a leggere fin qua, spero che continuerete, chi ha inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite e, soprattutto, le fantastiche ragazze che recensiscono, ovvero:
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-MartyViola91 (*.*)
-scarlett90 ( :* )
-danyazzurra (*_*)
-Chiaronzics (<3)
-fall_4 (*.*)
-thebestisheretocome
-GiulyHermy99 (:*)
-Wekesa(*_*)
-RoseBlack98
-Razorbladekisses
 -LolaMalfoy
-_LenadAvena_
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_

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Capitolo 27
*** Ho deciso di venirti a prendere ***


Come al solito, eccovi qui i due prestavolto del giorno. :)
Margaret Jordan-Finningan alias Elena Bouryka. Margaret Jordan-Finningan alias Elena Bouryka.
Fred Weasley alias Ed Sheeran. Fred Weasley alias Ed Sheeran.
Buona lettura!



Ho deciso di venirti a prendere.

 
Erano in Guferia e lui aveva appena spedito una lettera ai suoi genitori, per sapere come si erano messe le cose a casa.
Quello era il quinto giorno, il famoso e fatidico quinto giorno e James non si era ancora svegliato, i Weasely erano tornati tutti ad Hogwarts, tranne Louis, Albus, Lily e Dominique, in realtà, neanche Lorcan e Scorpius volevano lasciarli da soli, ma erano stati costretti dagli adulti.
James non era il cugino preferito di Fred, ma era suo cugino, era quello che lo aiutava sempre a fare gli scherzi, che collaborava con lui e Pix, Fred gli voleva bene e si stava rendendo conto solo in quel momento di quanto gli volesse bene, solo quando rischiava di perderlo.
Erano le 17:00, ciò voleva dire che se James non si fosse svegliato tra 7 ore, probabilmente, gli avrebbero staccato le macchine che lo teneva o in vita, o sarebbe diventato un vegetale e Fred non riusciva neanche a pensare a queste due possibilità, perché James era sempre stato il più forte tra tutti i cugini, la colla che, in un modo o nell'altro, insieme a Fred, li teneva uniti, nonostante tutti, lui per primo, avevano la possibilità di dividersi e formare vari gruppetti all'interno della famiglia, loro  non l'avevano mai permesso.
<< Vedrai che starà meglio. >> Margaret gli accarezzò il braccio per tranquillizzarlo, ma in realtà neanche lei era tranquilla, aveva passato l'infanzia con i Weasley-Potter e poteva tranquillamente considerare James alla stregua di un cugino.
<< Mancano pochissime ore, Margy.. >> si incamminarono verso la torre di Grifondoro mano per la mano. 
Era l'unica cosa certa in quel periodo, l'unica cosa autentica: la mano di Margaret nella sua, il suo sorriso, le sue labbra che si muovevano sempre velocemente, i suoi occhi che gli infondevano una forza che non sapeva neanche di possedere.
<< Ippogrifo >> pronunciò la parola d'ordine senza neanche rendersene conto e, in men che non si dica, si ritrovarono nella Sala Comune rosso-oro e raggiunsero il resto dei loro amici seduti sui divanetti di fronte al camino spento.
<< Novità? >> gli chiese subito Lorcan. 
Era tremendamente preoccupato per Albus, ma anche per James perché, alla fine, in quell'ultimo periodo lui era uno di quelli che era stato più vicino al moro, grazie al suo fidanzamento con il fratello.
<< Ho mandato una lettera ai miei, raccomandandomi che rispondessero subito. Dobbiamo solo aspettare. >> disse tetro.
<< Ce la farà >> sentì dire e alzò gli occhi su Rose. 
Solo in quel momento, infatti, si accorse che seduti li non c'erano solo i Weasley Grifondoro, ma anche gli altri: sua sorella Rox, Lorcan e Hugo,  Rose e Lysander da Corvonero, Lucy da Tassorosso e... Si guardò meglio intorno, alla ricerca di una testa bionda che, in effetti, non vedeva da quando era stato in ospedale, non l'aveva visto neanche a pranzo.
<< Dov'è Scorpius? >> chiese a Lorcan e Rose, ben sapendo che loro erano gli unici ad avere contatti con il biondino, visto che con gli altri Malfoy non aveva mai parlato. 
La rossa alzò la testa come a dire: "non ho idea di dove sia, non vuole parlarmi" 
Mentre il biondo lo guardò come perplesso.
<< É appena abituato a relazionarsi con Albus, Lily e qualcun altro, fa fatica a farlo anche con me, Domi, Louis e James, credi davvero che voglia venire qui, nella Sala Comune dei Grifondoro, a fare una specie di veglia idiota con un branco di idioti? >> davvero credeva che fossero tutti idioti? Allora perché non se ne andava da quel biondino da strapazzo, se proprio non li sopportava? 
<< Va da lui, allora, no? Va e vedi se sta facendo qualcosa di utile per James. >> lo aggredì lui. 
Sentì la mano di Margaret appoggiassi sul suo braccio per cercare di calmarlo, ma inutilmente.
<< Per James no, ma per Lily si. >> era quello il motivo? Era tutto per Albus? Ma che stava facendo Scorpius per la rossa? 
<< Che sta facendo di così importante per Lily? >> non riuscì ad abbandonare il suo tono tagliente
<< É solamente a telefono con lei, a cercare di calmarla, visto che non può andare da lei >>
<< E perché non parli anche tu con Albus? >>  Lorcan lo guardò con rabbia.
<< Perché mi ha detto che mi vuole li è che sentirmi a telefono solamente lo fa stare ancora più male. Mi ha detto anche che mi ama e che non vede l'ora di rivedermi,  ma rimane il fatto che lui é li da solo, distrutto, e io sono qui, senza poter fare nulla. Non é bello sentirsi inutili, Fred. >>  vide gli occhi di Lorcan farsi umidi, anche se non piangeva e si sentì uno stupido ad averlo attaccato in quel modo. 
Lui si stava giocando più di tutti loro, probabilmente, stava rischiando un amico come James, ma anche il suo ragazzo, distrutto per la situazione del fratello. 
<< Scusa >> disse, abbassando gli occhi.
<< No, scusa tu. Non dovevo aggredirti, é che questa situazione mi uccide. Devo andare da Scorpius, ho bisogno di parlare almeno con lui o con Lily >> detto ciò si alzò, gli diede una pacca sulla spalla, lo guardò riconoscente e uscì dalla Sala Comune.
A Fred bastò quello, erano migliori amici da una vita, non sarebbe servito altro.
In quello stesso istante, un gufo entrò dalla finestra aperta e andò verso di lui.
Aprì la risposta dei suoi genitori, mente Margaret gli stringeva ancor di più la mano, cercando di fargli forza in qualche modo.
 

"Ancora niente, non si é risvegliato.
Vedremo cosa succederà nelle prossime ore.
Vi vogliamo bene.
Mamma e papà"

 
Si girò verso Margy, in cerca di qualche contatto che gli potesse dare ancor più forza, lei lo accontentò subito, racchiudendo le sue labbra in un bacio dolce. 


***

 
 
<< Mamma, devi andare a casa, fa una doccia e torna appena hai finito, non ti sto chiedendo di andartene per sempre, solo per un oretta, ti prego, ne hai bisogno. Papà, va anche tu. >> sentì Albus pregare la mamma, ma zia Ginny non ne voleva sapere.
<< Non vado da nessuna parte. >> Harry era sempre stato ostinato, ma Dominique non immaginava che lo fosse fino a quel punto, non si rendevano conto che non potevano fare nulla per James?
<< VOI INVECE VE NE ANDATE, E ANCHE ALL'ISTANTE! >> sbottò all'improvviso Lily che era stata zitta fino a quel momento. << non me ne frega niente di quello che volete o non volete fare, dovete andare a casa, ne avete bisogno. Qui ci siamo noi, non potete fare niente per James, voi non influite minimamente sulle sue condizioni, non deciderete voi se si svegliará o no, perciò, potete andare e, se succede qualcosa, vi avvertiremo >> Lily li stava mettendo di fronte a quella verità che nessuno di loro voleva accettare e a cui ancora non si erano abituati, soprattutto gli adulti.
Lily, infatti, aveva fatto quello stesso discorso anche a lei, Albus e Louis e grazie a lei si erano resi conto che, a volte, stare in ospedale era inutile, che potevano solo sperare, niente di più. 
Lily era la più piccola tra loro, ma era sempre stata la più tenace tra loro e, doveva ammetterlo, in quel periodo di indipendenza, era cresciuta molto di più di quanto potesse solamente immaginare.
<< Vi accompagniamo a casa. >> Albus e la sorella presero i loro genitori sotto braccio, Ginny e Harry erano distrutti dal dolore, i loro visi pallidi e scavati da profonde occhiaie, li facevano sembrare due anziani.
<< Torniamo subito >> Lily si rivolse a lei è a Louis.
<< Certo, fate tranquillamente >> le rispose la ragazza. 
Avevano bisogno di un attimo anche loro, avevano staccato ogni tanto, ma portavano sulle spalle anche il dolore dei genitori che non ce la facevano più.
<< Hai bisogno di riposarti anche tu >> le disse il fratello. 
Erano rimasti solo loro due, il resto della famiglia sarebbe arrivato più tardi. 
E no, non poteva riposarsi, quello era il giorno più importante e, qualunque cosa fosse successa, lei sarebbe stata li con James.
<< Sta tranquillo. Ala fine, sono arrivata ieri sera. >> era stata lei la notte scorsa con il moro, in realtà, i suoi genitori non ne sapevano nulla, ma lei era voluta andare e, così, aveva dato il cambio agli zii, ai cugini e al fratello.
Guardò Louis, era seduto con lo sguardo fisso in avanti, non riusciva a smuoversi, solo con Allison sembrava parlare di ciò che provava. 
I due si mettevano da una parte a parlare di chissà cosa per ore intere e, quando il biondo tornava con loro, sembrava rinato. 
Era uno di quelli che stava soffrendo di più, Louis, ma lui non lo dava a vedere, lui era come James, loro erano di legno.
Dominique lo aveva anche sentito parlare con James, di lei, di Allison, di Hogwarts, di Lily, della famiglia, di ragazze, del concerto dei Rolling Stones, di tutto. Come se James potesse rispondergli davvero. 
Invece lei, di solito, si limitava a tenergli la mano, non aveva neanche provato a baciarlo, le sembrava da ipocrita, non poteva approfittare di lui ora che era incosciente, quando si sarebbe risvegliato, gli avrebbe confessato tutto e avrebbe accettato le conseguenze delle sue azioni.
<< Posso? >> chiese al fratello, accennando alla porta della stanza del moro.
<< Certo, va pure >> gli fece un sorriso riconoscente ed entrò nella stanza. 
Ebbe l'ennesimo tuffo al cuore quando vide Jj disteso su quell'anonimo letto di ospedale, erano passati cinque giorni, eppure vederlo in quel modo, la faceva star male.
Gli andò vicino, gli accarezzò i capelli con delicatezza, come se fosse la cosa più fragile al mondo.
Aveva il volto disteso, come se dormisse, il corpo, invece, era bloccato dalle grandi fasciature che, nonostante tutto, continuavano a sanguinare e a fargli perdere troppo sangue.
Si sedette vicino a lui è gli prese la mano, come faceva da cinque giorni a quella parte. 
Stare con lui la faceva sentire ancora più in colpa per ciò che era successo e, soprattutto, piena di rimorsi, ma era l'unica cosa che in quel momento di sentiva di fare, anche se la faceva star male, quella era la cosa da fare.
Dopo trenta minuti sentì la porta della stanza aprirsi e Louis guardarla con occhi pieni di aspettativa, aspettativa vana, visto che James ancora non si risvegliava.
<< Lily ha appena telefonato, ha detto che gli ci vorrà un pochino di più perché zio Harry e zia Ginny si sono addormentati >> annuì lievemente, solo per far capire di aver recepito il messaggio e il biondo uscì di nuovo dalla stanza, lasciandola sola. 
Forse anche lei poteva abbandonarsi al sonno per qualche minuto, no? 
Appoggiò la testa sul letto di James, vicino alle loro mani intrecciate e chiuse gli occhi, aspettano Morfeo che non tardò ad arrivare.
Infatti, dopo neanche 10 minuti era immersa in un sonno senza sogni.


***

 
 
Si trovava dietro casa di Lily e guardava davanti a se, un uomo stava violentando e picchiando una donna, era una maledetta situazione di déjà-vu, sapeva di aver già visto quella scena, ma non tutta, percepiva che qualcosa nei movimenti dell'aggressore, nelle grida della vittima era diverso, o forse era solamente nuovo, in quanto, lui non aveva mai sentito e visto una cosa del genere in vita sua.
Poi si avvicinò ai due di soppiatto e riuscì ad individuare meglio la loro fisionomia: l'uomo era alto, moro, con gli occhi azzurri, non l'aveva mai visto prima, o forse si, in qualche fotografia. 
Non lo sapeva, era come se lui non avesse vissuto, non ricordava nulla, solo quella scena che si ripeteva in continuazione.
Guardò verso la donna ed ebbe un tuffo al cuore, gli sembrava di conoscerla, ma non sapeva dirlo con certezza, sentiva che c'era qualcosa tra loro che li legava, ma non riusciva a capire cosa. 
Osservò i capelli biondi, i suoi occhi colmi di lacrime e la sensazione di avere un legame forte con quella persona si faceva sempre più forte.
Si scagliò contro l'uomo, per cercare di salvare quella donna di cui, probabilmente, si era appena innamorato.
Da li, il nulla.

 
James aprì gli occhi improvvisamente, si trovò spaesato, era in una stanza dalle pareti bianche, disteso su un letto completamente bianco e attaccato a dei tubi che gli arrivavano fino in bocca, per terminare in una mascherina che gli copriva anche il naso. 
Cercò di muoversi per togliersela, gli dava terribilmente fastidio. 
Era completamente rigido, sentiva i muscoli delle gambe completamente atrofizzati, mente al busto e alla schiena aveva come la sensazione di essere bendato e, probabilmente, era così perché quella, si, era una stanza di ospedale.
Mosse la mano destra, ma la trovò intrecciata ad un'altra, lasciò stare, aveva bisogno di togliersi quella mascherina, non gli interessava del resto, portò con fatica il braccio sinistro al volto e la tolse, poi si girò dall'altra parte e vide una donna appoggiata sul letto, con la mano intrecciata alla sua, i capelli biondi che coloravano quel lenzuolo anonimo.
Biondi, biondi come quelli della ragazza del sogno.
Biondi come quelli di Dominique.
Ora cominciava a ricordare, Tom, l'indirizzo, suo padre, Dominique che urlava e poi pietrificata, gli incantesimi, le maledizioni e poi il dolore. 
Quanto tempo aveva passato in quelle condizioni? 
Dominique. 
Lei stava bene, vero? 
Se era appoggiata al suo letto, probabilmente lo era.
James non avrebbe voluto svegliarla, dormiva così bene, ma la voglia di rivedere i suoi occhi, di constatare che stava davvero bene, fu più grande.
Liberò la mano destra dalla sua presa e con uno sforzo incredibile, la poggiò sui suoi capelli biondi e sulla sua guancia, la carezzò dolcemente con il pollice, poi per tutta la lunghezza dei capelli, la sentì muoversi sotto il suo tocco.
<< Louis, che succede? >> chiese lei automaticamente, alzando leggermente il capo, appena incontrò i suoi occhi, però, li sbarrò a più non posso, come se non credesse a ciò che stava vedendo.
<< Ehi >> quello di James fu un sussurro fin troppo debole e che gli costò non poca fatica, ma sapeva che doveva farlo per rendere tutto più vero agli occhi della ragazza.
Infatti, Dominique, al suono di quella voce, si riprese e, James non  riuscì a capire come, ma si ritrovò attaccato al collo due braccia delicate e quel  profumo delizioso che aveva imparato ad amare.
Circondò i fianchi di Dominique con le sue braccia, stupendosi di quanto la sua presa fosse debole, poi si concentrò sulle parole che la ragazza cercava di dirgli, nonostante fosse in preda ai singhiozzi.
<< Ti amo James, ti amo. Scusami scusami scusami tanto >> aria per i suoi polmoni. 
Quelle parole iniziali avevano fatto si che il mondo rincominciasse a girare nella maniera giusta.
Forse quelle parole erano date solo dall'euforia del momento, ma James decise di crederci, perché sentiva che erano sincere o forse, solamente perché era esattamente ciò che voleva sentirsi dire.
Dominique si spostò pian piano verso la sua bocca e unì le loro labbra in un bacio estremamente dolce, solo allora James si rese conto di quanto quelle labbra gli fossero davvero mancate.
La ragazza si stese vicino a lui, prendendo ad accarezzargli il viso.
<< Dovremmo chiamare i Medimaghi >> provò a dire James.
<< Devo prima dirti delle cose. >> Dominique troncò l'idea sul nascere. << mi dispiace, mi dispiace di  essermene andata, pensavo fosse la cosa migliore per entrambi, ma mi sbagliavo, e scusa anche per l'incidente, é stata tutta colpa mia. Io ti amo, non ho mai smesso di farlo e ora sono pronta a dimostrarlo a tutti, sempre se tu lo voglia ancora. >> le lacrime scendevano sul volto della Weasley, gioia mista a tristezza.
<< Ti amo anch'io, Dominique Weasley. Da morire e sarò sempre qui ad aspettarti, non devi dubitarne. Te l'ho sempre detto, ti aspetterò fino alla fine e no, per l'incidente non é assolutamente colpa tua, quindi, non incolparti >> quelle poche parole lo sfiancarono, non riusciva a fare niente, tutto gli costava troppa fatica.
<< Perché eri venuto da me, quella mattina? >> gli chiese l a bionda 
<< In realtà, perché sapevamo dove si trovava l'aggressore, ma io avevo deciso di venire da te quel pomeriggio perché sapevo che saresti stata troppo orgogliosa per tornare da m-me >> a quel punto fu bloccato da un colpo di tosse, ma proseguì << così avevo deciso di venirti a prendere. >> Dominique rispose a quelle parole con un altro bacio e James si sentì in paradiso, felice come non lo era da mesi.
<< Vado a chiamare il Medimago >> uscì dalla stanza che, in men che non si dica, si riempì di familiari, Louis, i suoi genitori, Lily, Al e gli zii Bill e Fleur erano tutti li per lui. 
Il Medimago aveva detto che avrebbe dovuto sottoporsi ad una cura a casa, che l'avrebbero dimesso dopo una settimana se le cose andavano bene e che le cicatrici del Sectumsempra sarebbero rimaste per sempre. 
A quel punto, James si era voltato verso Dominique e l'aveva vista mimare con le labbra una specie di "sarai bellissimo lo stesso"
Uscito il professionista, la ragazza gli si avvicinò, guardò prima lui, poi le loro famiglie, Jamie capì che era giunto il momento.
Strinse la mano di Dominique e la sentì dire:
<< Mamma, papà, zio, zia, io è James stiamo insieme >> lo disse tutto d'un fiato e James si sentì all'improvviso più leggero, la bionda lo amava davvero allora, era stata pronta a dirlo a tutti, era tutto vero. 
Il silenzio che seguì quelle parole, non scoraggiò Dominique che continuò << Sono andata a Beauxbatonsperché pensavo fosse meglio per tutti e invece ci siamo fatti solo del male, fino ad arrivare a questo punto. Sono andata perché non avevo il coraggio di parlarvi, ma ora l'ho trovato e non voglio nascondervi nulla. Io amo James, lui ama me. Questo é quanto, che voi lo accettiate o no. >> lo guardò profondamente e gli strinse ancor di più la mano.
<< State scherzando, vero? >> era stata Fleur a parlare. Sembrava sconvolta.
<< No. >> James avrebbe voluto urlarlo, ma uscì solo un debole sussurro dalla sua bocca.
<<  É INCONCEPIBILE E DISGUSTOSO! OH MAMAN, SIETE CUGINI, NON É UNA COSA LEGALE >> Bill cercò di placare la moglie, ma invano, James sentì la rabbia impossessarsi di lui, ma continuò a guardare i suoi genitori che se ne stavano ancora zitti.
<< Fleur calmati. >> disse Ginny, sembrava tranquilla.
<< Voi siete d'accordo? >> chiese la bionda incredula.
<< Si, se si amano. >> fu secca la risposta di Harry. 
James guardò i suoi genitori con le lacrime agli occhi. 
Avrebbe mai potuto desiderare di avere genitori migliori di loro? 
Credeva fosse impossibile. 
Mimò un "grazie" con la bocca e vide sua madre sorridergli e annuire.
<< Bene, ma noi no, perciò, Dominique, ora verrai con noi >> Continuò la bionda, mentre Bill continuava a guardare la figlia, scusandosi per la donna.
<< No. Io non vado da nessuna parte. Il mio posto è qui, qui con James >> rispose decisa la ragazza.
<< Bene, allora non sei più mia figlia >> 
<< Fleur, non dirlo! >> subentrò Bill, ma ormai si era avviata verso la porta, il marito la seguì di malavoglia, scusandosi di nuovo con i due ragazzi.
<< Mi dispiace >> sussurrò all'orecchio di Dominique, cercando di farle forza e di asciugarle le lacrime.
<< Si risolverà tutto, state tranquilli >> Ginny si avvicinò ai due e li coinvolse in un abbraccio. 
Ecco cosa caratterizzava sua madre. 
A detta degli altri, fino a qualche ora prima si era annullata, il dolore per il figlio era troppo grande, in quel momento era la solita donna forte , quella che non si tira mai indietro. James la invidiava, a volte.
<< Grazie, zia Ginny >>
<< Grazie mamma >> dissero all'unisono lui e Domi.
<< Ho rischiato di perdere mio figlio, ora non lo allontanerò da me volontariamente e sta tranquilla, Domi, faremo ragionare tua madre >> li strinse ancora di più a se è a loro si unì anche Harry, coinvolgendoli in un abbraccio a quattro.
 
 
NDA
Salve a tutti! 
Allora, sono stata buona, no? James si é risvegliato! <3
Ma partiamo dall'inizio.
So che a Hogwarts non funzionano gli apparecchi elettronici, ma ho pensato che, rispetto ai tempi del trio, si fosse modernizzata. No? Mi concedete questa cosa? 
Poi, vi ho sempre presentato una Ginny forte ed é così che la immagino io, ma credo che vedere di nuovo suo figlio in quelle condizioni, l'abbia fatta crollare. E con lei Harry.
Infine, i problemi che Dominique temeva si sono materializzati, Fleur non ha accettato la loro relazione. So che quella parte non é descritta molto bene e non ne vado per niente fiera, ma volevo una cosa veloce, non un qualcosa che durasse per un capitolo intero. La decisone della Veela é chiara, era inutile fare troppi giri di parole.
Ah, che ne dite dei presta volto? 
Grazie infinite a chi segue/preferisce/ricorda la storia, a tutti i lettori silenziosi e alle fantastiche ragazze che recensiscono. 
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-Luciii (sempre con amore, Sibi <3)
-MartyViola91 (*.*)
-scarlett90 ( :* )
-danyazzurra (*_*)
-Chiaronzics (<3)
-fall_4 (*.*)
-thebestisheretocome
-GiulyHermy99 (:*)
-Wekesa(*_*)
-RoseBlack98
-Razorbladekisses
 -LolaMalfoy
-_LenadAvena_
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_

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Capitolo 28
*** Aveva un cognome ingombrante ***


Aveva un cognome ingombrante

<< Lys… Lys… Ti amo, svegliati, ti prego >> non poteva crederci, non ci riusciva. Erano passate un paio di settimane da quando James si era ripreso dall’incidente e a Lysander era toccata la stessa sorte, solo poche settimane dopo.
Rose era sconvolta, il suo ragazzo non dava segni di vita e in poco tempo gli avrebbero staccato le macchine. No. Lei non l’avrebbe permesso, il suo Lys sarebbe sopravvissuto.
<< Signora Scamandro? >> la voce di un Medimago la fece voltare. Si accorse solo in quel momento di essere sola nella stanza.
<< Lei è la moglie del signor Scamandro, vero? >> Rose annuì, lei e Lysander si erano sposati da poco…
Si erano sposati? Davvero? Ma non erano passate solo un paio di settimane dall’incidente di James? La sua mente stava andando in tilt, era come ritrovarsi nel futuro.
<< è ora.. >> solo due parole e il mondo le crollò addosso.
Era ora, Lys se ne sarebbe andato per sempre. Si portò istintivamente le mani al ventre.
Lys sarebbe morto, avrebbe lasciato lei vedova e il loro bambino orfano. Rose, non seppe con quale coraggio, ma annuì di nuovo all’uomo che stava sulla porta e egli le rivolse le ultime domande.
<< Vuole chiamare qualcuno? >> disse dolce.
<< No, non ho nessuno qui. I miei genitori sono morti e i miei parenti sono tutti in Inghilterra >> dopo le sue stesse parole, la rossa si guardò intorno… In effetti, non era al San Mungo, non riusciva a riconoscere nulla in quella stanza bianca.
<< Mi dispiace.. devo farlo… >> con gesti lenti il Medimago tolse tutti i tubi che rovinavano il corpo del suo Lys e spense la macchine che lo tenevano in vita, dopodiché lasciò la stanza.
Rose prese la mano di suo marito tra le sue, fredda, bianca, gelida come non lo era mai stata prima di allora, tastò il suo polso e si aggrappò a quel lieve battito cardiaco che ancora si sentiva al di sotto della pelle dell’uomo, ma che andava pian piano affievolendosi.
Bum bum. Bum bum.
Due battiti, il sangue ancora gli scorreva nelle vene.
Bum. Bum.
Sempre più lento, sempre più basso.
Rose cominciò a piangere, senza riuscire a bloccarsi.
Bum. Bum.
La stava lasciando, Rose poteva sentire il corpo dell’uomo cha amava perdere le forze, come privato di tutto, il suo braccio abbandonarsi completamente sul letto, la stava lasciando, la stava lasciando davvero. Calde lacrime continuavano a bagnare il volto della rossa.
Bum.
Un battito, un solo battito. Quello che aveva segnato la fine.
Lysander non c’era più.
Rose urlò con tutto il fiato che aveva in corpo il suo immenso dolore.

 

Si ritrovò in un attimo nel suo letto, scomposta, sudata, con gli occhi sbarrati, il cuore che andava a tremila e una paura che le prese l’anima.
Era un sogno. Solo un maledetto sogno. Doveva convincersene, altrimenti non sarebbe riuscita a riprendere il controllo di se stessa.
Non voleva accettare la cosa, non voleva ammetterlo davanti agli altri, ma la storia di suo cugino James l'aveva segnata.
Aveva provato dolore, aveva visto il dolore nei volti dei suoi genitori dei suoi zii, di Al, Lily, Domi e Louis, si erano avvicinati fin troppo all'idea di perdere un caro e questo li aveva segnati tutti, anche Rose.
 Scese velocemente dal letto e si diresse verso i dormitori dei ragazzi del settimo anno, sapeva che era una cosa infantile, che il suo era stato solamente un sogno, ma aveva bisogno di accertarsi che Lysander stesse bene, che fosse ancora nel suo letto sano e salvo.
Entrò nella stanza in punta di piedi, cercando di non fare troppo rumore per non svegliare i compagni di stanza del suo ragazzo, scostò le tende del letto a sinistra della porta e vi trovò Lys che dormiva tranquillo, Rose si accertò che respirasse e quando sentì che era tutto normale cercò di svegliarlo.
<< Lysander... Lys.. >> sussurrò, sperando di non svegliare nessun altro nella stanza, altrimenti avrebbe dovuto dare delle spiegazioni sulla sua presenza li.
Il biondo si rigirò nel letto, mugugnando qualcosa, così Rose gli scosse le spalle e finalmente lui aprì gli occhi assonnati.
<< R-Rose.. Che ci fai qui? >> chiese sorpreso e con la voce impastata dal sonno, erano le tre del mattino, per Priscilla! 
Rose in quel preciso istante si sentì una stupida, aveva svegliato il suo ragazzo per una sua paranoia idiota, stava quasi per tornare nella sua stanza, quando Lysander le bloccò il polso e lei si disse che ormai, dopo averlo svegliato, tanto valeva raccontargli tutto.
<< Che é successo? Hai una faccia sconvolta. >> disse Scamander mettendosi a sedere sul letto, con il viso improvvisamente contratto dalla preoccupazione.
<< Niente. É una stupidaggine, scusa se ti ho svegliato.. >> sussurrò la ragazza, abbassando lo sguardo per la vergogna.
<< Se sei venuta fin qui e hai questa faccia sconvolta vuol dire che non é una stupidaggine e, anche se lo fosse, voglio sapere di cosa si tratta. >> disse il biondo comprensivo e Rose sentì il suo amore per lui aumentare ad ogni parola.
<< Un incubo >> Gli disse infine... << posso dormire qui con te? >> domanda stupida!
Si stava comportando da vera bambina, ma non le importava, sentiva il bisogno di stare tra le braccia del suo fidanzato, non sarebbe riuscita a dormire da sola.
<< Vieni qua e raccontami >> Lysander si distese nella parte destra del letto, alzando le coperte e facendo spazio alla ragazza che si accoccolò sul suo petto, in cerca di un rifugio. 
Li Rose si sentì protetta e riuscì a raccontare il suo incubo al ragazzo.
Gli raccontò del suo disorientamento, degli anacronismi, di lei e lui sposati, lui che stava per morire, i suoi genitori morti, loro che non erano in Inghilterra, lei che portava loro figlio in grembo e poi quegli ultimi secondi, quelli peggiori, quelli che le avevano fatto provare una paura che continuava ad attanagliarle il cuore.
Lysander la strinse ancor di più a se, comprensivo.
Tutti avevano sofferto per la storia di James, ma il ragazzo sapeva che Rose era stata malissimo, anche se lo dava poco a vedere, era cresciuta con i Potter, molto più che con gli altri cugini, si consideravano praticamente fratelli con quei ragazzi e perdere James sarebbe stato quasi come perdere Hugo, per Rose.
<< E se fosse un sogno premonitore? >> chiese la ragazza, spaventata.
<< Non lo é >> rispose l'altro sicuro.
<< Come fai ad esserne certo? >>
<< Per prima cosa, perché non ho nessuna intenzione di lasciare l’Inghilterra, sai quanto la amo, poi perché io non diventerò un Auror come James, i tuoi genitori non moriranno così presto, sono sopravvissuti a Voldemort, cosa vuoi che li spaventi,  i nostri bellissimi figli avranno due genitori stupendi e li conosceranno entrambi e perché io non sono James e tu sei solamente traumatizzata dai fatti degli ultimi giorni, non preoccuparti, amore, non mi succederà niente. Staremo insieme per sempre. >> Rose pianse, non era un pianto come quello del sogno, di dolore, ma solo un pianto liberatorio.
<< Grazie, Lys.. Ti amo >> sussurrò sul letto del biondo.
<< Ti amo anch'io... Ora dormi, amore. >> detto ciò i due chiusero gli occhi e Rose, protetta dalle braccia forti del suo ragazzo, ritrovò un po' di pace e riuscì finalmente ad abbandonarsi alle braccia di Morfeo.

***

 
 
<< Mi mancherai >> Lily si sorbì di nuovo i sospiri di Dominique
<< Mi mancherai anche tu... >> e suo fratello le rispondeva anche... Merlino, a quei due l'amore aveva mandato in pappa il cervello.
<< Ti... >> stava per dire la bionda, ma fu prontamente interrotta dalla Potter.
<< Ok, ragazzi. Siamo qui, a casa nostra e io sono con voi, se non ve ne foste accorti e non mi va di vomitare per la vostra dolcezza stomachevole. Domi, James tornerà a Hogwarts tra una settimana, resisterete benissimo... Perciò, muoviti perché la Mc ti aspetta >> sbuffò Lily spazientita e divertita dalle faccia di suo fratello e della sua migliore amica.
<< Ok, ok.. Me ne vado.. >> detto ciò, Dominique si diresse verso il camino, non prima di aver dato un bacio al suo ragazzo, aver ringraziato i coniugi Poter e aver salutato la rossa.
In un secondo le fiamme verdi la inghiottirono e nel salone della casa di Godric's Hollow rimasero solo i due fratelli.
Era passata più di una settimana dall'incidente e James si era rimesso quasi completamente, ma gli mancavano  ancora una diecina di giorni per tornare a scuola, mentre Dominique aveva ottenuto di nuovo il trasferimento ad Hogwarts, grazie all'aiuto di suo padre; infatti, Fleur ancora non accettava la relazione tra i cugini e non aveva accettato sua figlia in casa che era stata costretta a soggiornare dai Potter in quel periodo.
Per quanto riguardava Lily, in quella settimana aveva passato molto tempo nella sua vecchia dimora, dividendosi tra li e la Royal, ma tornava a dormire nella casa che divideva con Allison.
Voleva stare vicina a suo fratello, ma con suo padre la situazione non era migliorata per niente e ancora non c'è la faceva ad affrontarlo.
<< Guastafeste... >> sentì sussurrare James.
<< Vedo che ti sei ripreso bene fratellino, eh? >> lei gli scoccò un occhiataccia.
Quel giorno non era dell’umore giusto per scherzare, le lezioni alla Royal erano andate malissimo, le prove ancora peggio, non era riuscita a fare una variazione decentemente, Robert l'aveva sgridata, accusando la di leggerezza e superficialità  nel suo lavoro e lei era tornata stremata, non riusciva a reggere i ritmi che aveva tenuto durante quella settimana, sarebbe esplosa, sentiva di essere stanca, di non farcela più né fisicamente, né, tantomeno, mentalmente.
Poi, a rendere l’umore della rossa ancora più nero ci si era messo quell’articolo di giornale che custodiva ancora nella sua borsa e che, forse, era la causa della sua pessima prestazione durante le prove.
Merlino, quanto odiava quella giornalista da strapazzo, non ne poteva più di sentire fandonie sul suo conto, era stufa.
<< Ehi, che succede? >> le chiese suo fratello, accorgendosi del suo umore nero.
Non c’era niente da fare, nonostante si sforzasse, con lui non poteva fingere, la conosceva troppo bene, sapeva a menadito ogni sfaccettatura del suo carattere e tutte le espressioni del suo volto, quindi, Lily si rassegnò subito all’idea di subire il solito interrogatorio..
<< Giornataccia alla Royal… Tutto qui! >> non era tutto li, ma non voleva far preoccupare suo fratello più del dovuto, non in quel momento, mentre era ancora convalescente.
<< E come mai? Non siete pronti per la prima? >> La ragazza si òal letto dove era steso suo fratello e ci si sedette sopra, tanto per stare più comoda mentre gli raccontava la sua giornata.
<< Non so, la prima è il 5 Giungo, quindi, abbiamo ancora parecchio tempo.. comunque, in realtà, le altre ballerine classiche sono pronte e Allison è super pronta per i suoi soli di contemporaneo, sono io a non esserlo e, sai, potrebbe essere un problema, visto che sono la prima ballerina… >> fece sarcastica, poi continuò, vedendo la faccia perplessa di James << Oggi le prove sono andate malissimo, non sono riuscita a fare un passo come si deve, non riuscivo ad entrare nella musica, a concentrarmi e… non… non ero dell’umore adatto. Forse non sono io a meritare questo ruolo da prima ballerina… >> finì, afflitta.
Già, forse aveva davvero ragione suo padre, forse non era portata per fare quel mestiere, forse stava solo sprecando tempo ed energie.
<< Non pensarlo neanche. Tu meriti quel ruolo, è tuo. Ti hanno scelto per quello. Non altre. Tu. Intesi? >> annuì lievemente, senza togliersi, però, la sua espressione triste << Perciò, non farmi più sentire queste cose e togliti quel broncio che, per quanto sia adorabile, non piace per niente al tuo super sexy fratello. >> le sorrise James e lei non poté fare a meno di ridere.
Non sarebbe cambiato mai, sarebbe stato sempre il solito ed egocentrico James ed era contenta di questo, adorava suo fratello così come era…
Appena la sua risata si spense si sentì di nuovo studiata e, anticipando la domanda, si alzò dal letto, dirigendosi verso la sua borsa, e prese quell’articolo di giornale che l’aveva praticamente messa in ridicolo davanti a metà Royal Ballet School... la metà magica.
<< Guarda qua. >> lo tirò con rabbia verso suo fratello che lo prese al volo; la osservò prima  con aria perplessa, poi, visto che lei non si decideva a parlare, capì che forse gli conveniva leggere l’articolo e finirla la.
Lily vide le varie espressioni farsi largo pian piano sul viso di suo fratello: perplesso, curioso, sorpreso, poi di nuovo perplesso e, quando alzò i suoi occhi su di lei, l’espressione che aveva dipinta in volto era di pura rabbia.
<< Non devi dargli retta, Lily. È la Skeeter, non puoi aspettarti nulla di meglio da lei. >> non dargli retta? Suo fratello faceva sul serio? Davvero pensava che ci sarebbe passata sopra facilmente? Che la cosa non l’avrebbe toccata? Beh, no, non quella volta, quella volta le ingiurie di quella pseudo giornalista l’avevano toccata eccome e le avevano fatto anche parecchio male.
<< NON DEVO DARGLI RETTA? James, sei sicuro di aver letto bene? Questa.. questa.. questa puttana mi ha  messo in ridicolo. Sai che più o meno metà degli studenti della Royal sono maghi, sai altrettanto bene che una bella parte  la comunità magica legge il Settimanale delle Streghe e quello, se non te ne fossi accorto, è proprio un articolo contro di me pubblicato sul Settimanale delle Streghe. Mi ha diffamato dicendo che sono solo la solita stronza raccomandata figlia del Salvatore del Mondo Magico! CAZZO, LORO NON SANNO CHE IO NON PARLO CON MIO PADRE, CON IL FAMIGERATO PRESCELTO, DA QUANDO SONO ENTRATA ALLA ROYAL, NON LO SANNO! >> Lily non se ne era neanche resa conto, ma calde lacrime avevano cominciato a bagnarle il viso, le asciugò con un gesto rabbioso del braccio.
Stava crollando, c’era voluto così poco per farla mollare, lei, lei che si era sempre ritenuta una combattiva, una coraggiosa, una Grifondoro, si stava facendo abbattere da uno stupido articolo di giornale.
<< Lils, siamo Potter, abbiamo un cognome ingombrante*, ma non importa cosa pensa la gente, importa quello che pensi tu. Tu sai di esserti guadagnato quel ruolo senza l’aiuto di nessuno, tanto meno quello di Harry Potter, e questo basta. Tu lo sai, io lo so, Al lo sa, Scorpius lo sa, mamma lo sa e credimi, lo sa anche papà ed è fiero di te, anche se non te lo dimostra… >> Lily si appoggiò alla spalla di suo fratello annuendo.
Si, James aveva ragione, doveva averla, lei era la prima ballerina e doveva dimostrare a tutti di che pasta era fatta, prima su tutti a quella Rita Skeeter.
<< Ehi, che succede qui su? >> la voce di sua madre le giunse alle orecchie, un attimo prima di vedere lei e suo padre entrare nella stanza, forse attirati dalle sue urla.
 
 
Terrorizzata.
Quello era il termine giusto per definire il suo stato d’animo in quel periodo. Era terrorizzata dalla paura che potesse di nuovo succedere qualcosa di brutto ai suoi figli.
Ecco perché appena aveva sentito urlare Lily si era precipitata al piano di sopra, seguita a ruota da suo marito e ora guardava il moro e la rossa allungati sul letto, lei con le guancia sulla spalla del fratello e gli occhi rossi che le fecero capire che aveva appena pianto.
Suo marito la guardava imperturbabile, come se vedere sua figlia in quello stato non gli facesse male, sapeva che non era vero, che l’unica cosa che voleva era la felicità di Lily, ma non riusciva a dimostrarglielo.
<< Lils, che hai fatto? >> si rivolse alla ragazza che fece scattare lo sguardo su un pezzo di giornale che era caduto per terra.
Ginny lo raccolse e lesse per prima cosa di che giornale si trattava: Settimanale delle Streghe…
Mmh, si metteva male, quel giornale non le era mai piaciuto. Lesse velocemente l’articolo.
‘’ Una Potter-cigno, come ha fatto papà Harry, questa volta? ’’
Rita Skeeter, maledetta vecchia megera, doveva smetterla di infamare la sua famiglia.
Sentì il respiro di Harry sul suo collo, segno che anche lui si era avvicinato e stava leggendo.
 

‘’ Una Potter-cigno, come ha fatto papà Harry. Questa volta?
Il 5 Giugno 2019 al Teatro dell’Opera di Londra si terrà la prima del Lago dei Cigni della compagnia di danza della Royal Ballet School. La scuola, famosa in tutto il mondo magico e non, sforna talenti da decenni, attraendo sempre più ragazzi talentuosi e meritevoli. Ma questa volta come è andata? Il nome che spicca tra gli altri è quello di Lily Luna Potter, figlia del Salvatore del Mondo Magico Harry Potter e, guardate il caso, la ragazza è stata presa proprio per il ruolo di prima ballerina. Che ha fatto questa volta papà Harry per far conquistare a sua figlia quel ruolo? È bastata la sua fama o c’è stato qualcosa in più?’’

Articolo a pag. 17

Rita Skeeter. ‘’

 
<< Stronza >> sentì sussurrare da suo marito e si trovò in completo accordo con lui, non c’erano parole per descrivere quella donna spregevole.
<< Lils, sai anche tu che questo non è vero. Non devi preoccupartene, è solo la Skeeter. >> cercò di rassicurarla Ginny e vide sua figlia annuire, anche se era ben poco convinta.
<< È che fa male, mamma, per loro saremo sempre i soliti raccomandati figli del Salvatore del Mondo Magico. >> la capiva, la capiva perfettamente, era nella stessa situazione in cui si era trovata lei parecchi anni prima.
<< Sapevo che questa storia della scuola di danza avrebbe portato solo problemi. >> eccolo li, inopportuno come al solito, suo marito, Il Ragazzo che è sopravvissuto, Harry Potter.
<< Certo, perché ora è colpa mia e della Royal, no? >> disse Lily furiosa.
<< Se non avessi fatto quella scelta ora la Skeeter non avrebbe scritto questo articolo, tu non staresti male per questo e, probabilmente, James non starebbe in quel letto >>
<< Harry! >>
<< Papa! >> lei e James avevano parlato in contemporanea, non doveva dirlo.
Non doveva dire quell’ultima cosa, non doveva dargli la colpa dell’incidente perché sapeva che Lily aveva già mille sensi di colpa da sola.
<< Sto solo dicendo che non ne vale la pena. >> suo marito era estremamente calmo, come se la cosa non lo riguardasse, come se quello che aveva appena detto non fosse importante.
Questa fu la cosa che fece infuriare sia Ginny che Lils.
<< TU PENSI CHE NON NE VALE LA PENA, BEH, FORSE è COSI, FORSE HAI RAGIONE, MA DEVO TENTARE, NON CADR ò AL PRIMO OSTACOLO. COMBATTERò PER I MIEI SOGNI, COME TU MI HAI SEMPRE INSEGNATO A FARE >> Harry stava per interromperla, ma Lily non lo permise, si alzò dal letto per fronteggiare il padre << E SI, MI FA MALE L’ARTICOLO, ME è SOLO RABBIA MOMENTANEA PERCHE’ ME NE FREGO DI CIò CHE PENSA LA GENTE, IO HO MERITATO QUEL POSTO, L’HO GUADAGNATO CON IL MIO SUDORE E L’AIUTO DI JAMES, SCORP E GLI ALTRI, MA NON DI CERTO CON IL TUO, DI AIUTO,V ISTO CHE SAI SOLO STARE QUI A SPUTARE SENTENZE, INVECE DI FARTI UN ESAME DI COSCIENZA. MI HAI DAVVERO STUFATO, CREDEVO DI POTER RECUPERARE CON TE, MA MI SBAGLIAVO. TU NON SAI NIENTE, TU NON MI HAI MAI VISTO BALLARE PER SAPERE SE NE VALE O NO LA PENA, NON MI HAI MAI VISTO STARE SU UN PALCOSCENICO. TU NON SAI NIENTE. >> detto ciò usci dalla stanza, non prima di aver salutato la madre e aver sussurrato al fratello una cosa come ‘’ Fiero di me, dicevi? ’’.
Gin era furiosa con il marito, sapeva che Harry non pensava davvero quelle cose, ma doveva smetterla anche di pronunciarle; quella era l’ennesima mossa falsa e lei era stufa della sua testardaggine, non avrebbe tollerato oltre la sua stupidità.
<< Per te questa notte c’è il divano, Potter. >> si rivolse rabbiosa al marito e uscì anche lei dalla stanza.
 
*MCR, I cento passi.
 
NDA
Salve a tutti!
Scusate per il ritardo, ma ieri proprio non ce l’ho fatta a pubblicare…
Comunque, questo è quanto.. che ne dite del capitolo? A me non convince molto, ma ditemi la vostra, mi raccomando!
Harry è OOC, vero? È che quando penso a lui e Lily che litigano me lo immagino così, calmo e menefreghista, come se volesse dimostrare alla figlia che non sarà lui il primo a cedere.. non so, ditemi voi cosa ne pensate…
Ah, e si, la Royal Ballet School è una scuola mista dove ci sono sia babbani che maghi, ma, ovviamente, sono i maghi che, per non violare il loro anonimato, tendono a comportarsi come i babbani.
Penso che avrete più o meno capito che la storia sta per finire, credo manchino 4 o 5 capitoli, devo ancora vedere di preciso… Che ne dite di un seguito? Dove ritroviamo i nostri beniamini ormai cresciuti? Fatemi sapere, eh!
Credo che le immagini dei personaggi torneranno nel prossimo capitolo, scusate…
Ringrazio infinitamente chi è arrivato a leggere fin qui, chi mi segue e, soprattutto, chi mi recensisce:
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-Luciii (sempre con amore, Sibi <3)
-MartyViola91 (*.*)
-scarlett90 ( :* )
-danyazzurra (*_*)
-Chiaronzics (<3)
-fall_4 (*.*)
-thebestisheretocome
-GiulyHermy99 (:*)
-Wekesa(*_*)
-RoseBlack98
-Razorbladekisses
 -LolaMalfoy
-_LenadAvena_
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_

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Capitolo 29
*** Non vuol dire che sia sbagliata ***


Allora, prima del capitolo, ecco a voi...
Victorie Weasley alias Emma Stone Victorie Weasley alias Emma Stone
Teddy Lupin alias Peen Badgley Teddy Lupin alias Peen Badgley. Dovreste immaginarlo con i capelli blu, però...
Roxanne Weasley alias Antonia Thomas Roxanne Weasley alias Antonia Thomas
Hugo Weasley alias Luke Newberry 
Hugo Weasley alias Luke Newberry.. Lo metto, anche se non lo troverete nel capitolo...
 

Non vuol dire che sia sbagliata

 

 
Finita. 
La scuola era finita. 
Tra meno di un paio d'ore gli studenti sarebbero tornati a casa, ma non tutti... James è tutti i suoi compagni sarebbero restati ancora li ad affrontare quei maledetti M.A.G.O.
Dominique sapeva che una parte di James sarebbe voluta tornare a casa con lei, ma un'altra parte, non troppo piccola, continuava a voler rimandare la data della sua partenza. 
Lasciare Hogwarts non sarebbe stato facile, quello lo avevano capito tutti dal primo momento in cui avevano messo piede in quella scuola, ma non ci avevano mai pensato realmente, solo in quel momento, mentre la data della fine si avvicinava sempre di più per il primogenito dei Potter, si stavano rendendo conto che prima o poi tutti avrebbero dovuto lasciare la scuola. E  non erano pronti.
<< Agitati per domani? >> la voce di Albus le giunse alle orecchie, mentre si rivolgeva al fratello e al ragazzo. 
Stavano tutti nella Stanza delle Necessità: i due fratelli Potter, i due Weasley-Delacour, Lorcan e Scorpius. Avevano finito di preparare i bagagli e si erano presi un'oretta di svago da passare in compagnia di Lorcan e James, che sarebbero dovuti rimanere a scuola.
<< No... L'unica cosa di cui mi preoccupo é Pozioni, ma passerò anche quello, tranquilli. >> James ostentava una sicurezza che, in effetti, possedeva davvero. 
La mattina seguente sarebbero cominciati gli esami: teoria di Trasfigurazione e Incantesimi. 
Potter grande non aveva studiato troppo, ma puntava tutto sulla pratica ed era praticamente sicuro di riuscire a passare con bei voti.
<< E fai bene, Potter >> sentì dire da Scorpius, in riferimento alla sua ammissione di debolezza in Pozioni.. Il gene Potter era troppo ben radicato in lui, non riusciva ad andare bene in quella materia.
<< Sta zitto, Malfoy >> lo riprese scherzosamente lui. 
I rapporti tra loro due erano migliorati molto. Non si offendevano più a vicenda, non avevano un atteggiamento di superiorità l'uno nei confronti dell'altro e, non l'avrebbero mai ammesso, ma si volevano bene.. Stavano davvero diventando amici.
<< Non dire cavolate, tutti sono agitati prima dei M.A.G.O... Guarda Lorcan, per esempio >> intervenne Louis, accanto a lui, accennando al biondo che cercava di ripassare a mente le costellazioni.
<< Io non sono agitato... >> intervenne Lorcan, non riuscendo a convincere neanche se stesso.
<< Oh certo.. Neanche James lo è... >> fece il gemello Weasley ironico.
Ma il migliore amico non è quello che ti sostiene e ti rassicura in ogni situazione, calmandoti quando sei agitato e risollevandoti quando sei depresso? 
Si, quello era un normale migliore amico, ma la colpa era solo di James se come migliore amico aveva scelto Louis Weasley e, beh, da Louis Weasley non ci si può aspettare nulla di diverso da ciò che aveva detto.
<< Tu dovresti incoraggiarmi. >> gli fece notare James, ma il biondo fece spallucce, come a dire "tanto sai che non lo farò".
Allora il moro guardò verso Dominique alla ricerca di un appoggio almeno da parte sua. Appoggio che non arrivò.
<< Lou ha ragione, fa meno lo spavaldo, Potter. >> gli sorrise lei impertinente. La verità era che Dominique sapeva che James non aveva bisogno di nessun tipo di studio e non aveva motivo di essere agitato. Si fidava di lui, ma di certo non poteva dirglielo apertamente, altrimenti il suo egocentrismo avrebbe raggiunto i massimi livelli.
<< Ehi.. Ma... >> James stava per rispondere alla provocazione della sua fidanzata, ma fu interrotto da un agitatissimo Lorcan.
<< James, James.. E se ci chiedono di fare un Patronus Corporeo? >> tutti lo guardarono perplessi, tranne Albus che era, invece, esasperato.. Probabilmente lo stava assillando con quella domanda da giorni. 
<< Lor, stiamo per fare i M.A.G.O, é ovvio che ci chiedano di fare un Patronus Corporeo. >> disse il moro tranquillo, evitando di commentare ulteriormente la domanda dell'amico.
<< Non lo so fare! JAMES, NON LO SO FARE! >> ok, era ufficiale, Lorcan Scamandro aveva bevuto, Dominique ne era più che convinta.
<< Amore, vorrei ricordati che sei vissuto con la famiglia Potter-Weasley e tutti noi sappiamo fare un Patronus Corporeo più o meno dall'età di dodici anni. Non dire cavolate! >> cercò di calmarlo Albus, ma invano.
<< No no no, non lo so fare! >> 
<< Scamandro, concentrati e facci vedere questo maledetto Patronus. >> intervenne Dominique, esasperata. 
Lorcan provò a seguire il suo consiglio, ma non ci riuscì, era talmente tanto agitato che non riusciva a produrre una semplicissima luce bluastra.
<< Non ce la faccio, non ce la faccio >> cominciò a camminare su e giù per la stanza come una trottola finché James non decise che era ora di porre fine a quella storia.
<< Lorcan, ascoltami bene. Calmati. Pensa a un ricordo felice e faremo questo Patronus insieme, ok? >> il moro gli si mise di fronte con tutta la calma del mondo, che di solito non gli apparteneva, ma usciva sempre nelle situazioni adatte.
Ecco un altro buon motivo per amare James, si disse Dominique. Non perdeva mai la calma, non nei momenti di crisi, sarebbe stato un perfetto Auror, ne era sicura.
<< Uno due tre.. >> quando Potter finì di dire l'ultimo numero, dalle bacchette dei due uscirono una lepre e un cervo che scorrazzarono per alcuni istanti nella stanza, diffondendo una luce bluastra. 
<< Ce l'ho fatta >> Lorcan si sedette sulla poltrona esausto, ma non tanto per il Patronus che, Dominique ne era sicura, non gli aveva preso poi così tanta energia, ma per l'agitazione pre M.A.G.O.
<< Ragazzi, noi dobbiamo andare. >> interventi Louis. Si, era ora di prendere L'Espresso.
Dominique salutò Lorcan, cercando di calmarlo e poi passò a James, che la guardava con un'espressione malandrina.
<< Allora, James. Ricordati di prendere le pozioni che ti ha dato il Medimago, non fare sforzi fisici notevoli, riposati e non fare a botte >> si raccomandò Dominique. 
Era passato un mese e mezzo da quando era stato male, ma James doveva ancora prendere delle pozioni per riprendersi completamente.
<< Non sto più male, Domi. Il Medimago ha detto che posso fare tutto. >> si lamentò il ragazzo.
<< Fa come ti dico, James e non farmi preoccupare. Ho detto a Lorcan di tenerti sott'occhio. >>
<< Va bene, mammina >> si arrese il ragazzo.
<< Bravo.. Allora  io vado. Torna vittorioso, eh! >> gli sorrise a trentadue denti.
<< Ho il mio portafortuna con me.  >> gli rispose lui, toccandosi la catenina con il cavalluccio marino. 
<< Si, ma non é completo. >> detto questo Dominique tolse dalla sua collana il ciondolo a forma di cervo e lo infilò nel laccio che portava al collo il ragazzo, insieme all'altro animale.  << così sei sicuro di andar bene.. Io resisterò  qualche giorno senza... e poi mi rimane sempre la catenina... >> aggiunse poi, sorridendo di nuovo.
<< Grazie! >> James la baciò di slancio e quella era la prima volta in cui stavano per prendere L'Espresso ma non si dovevano dare un vero addio, perché, tolti i 5 giorni di esami che avrebbero tenuto James ad Hogwarts, a casa si sarebbero comportati come una normale coppia. 
Non si dovevano più nascondere, non erano più clandestini ormai. 
Dominique sorrise.
<< Va e fagli vedere chi é James Sirius Potter. >> 
 

*** 



Stava bene, aveva trovato finalmente il suo equilibrio.
Per la prima volta nella sua vita, Roxanne era capace di gestire i suoi sentimenti, di amare, di lanciarsi a capofitto in una relazione, senza troppi problemi e ansie ed era certa che niente e nessuno le avrebbe potuto fare del male, perché con lei c'era Johnatan e insieme avrebbero affrontato ogni cosa.
Ma Roxanne Weasley non aveva mai fatto un viaggio di ritorno sull'espresso di Hogwarts così silenzioso... Si trovava in uno scompartimento sola con Margaret che leggeva una rivista.
Johnatan era dovuto andare nello scompartimento dei Prefetti. 
Ma le aveva promesso che non ci avrebbe messo più di un'oretta... Anzi, era strano che non fosse ancora tornato, di solito era sempre super puntuale...
<< Come mai così silenziosa? >> Margy alzò il volto dalla rivista incuriosita da tutto quel silenzio inusuale...
<< Niente, sono solo un po' stanca >> ed era vero. 
Era felice, ma stanca. 
Lei e Margaret avevano dovuto affrontare i G.U.F.O, le ultime erano state settimane molto intense per loro, ma, fortunatamente, almeno avevano finito la scuola insieme a tutti gli altri studenti... Non ce l'avrebbe fatta a restare a scuola a sostenere gli esami oltre tempo massimo, come gli studenti del settimo anno.
<< Sicura? Non é che é successo qualcosa con John? Perché non é qui? >> le chiese, mentre si passava una mano tra i capelli
<< No, é tutto normale, come al solito.. É solamente andato alla riunione dei prefetti... >> disse tranquilla, sicura delle sue parole.
Si fidava di se stessa, ma, soprattutto, si fidava del ragazzo come di poche altre persone al mondo.
<< Ah, ok... >> Margaret tornò a leggere la sua rivista, probabilmente babbana, come se niente fosse, anche se dentro di se non era troppo convinta della parole della mora, aveva uno strano presentimento e sperò con tutta se stessa che fosse falso.
<< Vado a farmi un giro e vedo anche se riesco a riprendermelo >> sorrise Rox all'indirizzo della sua migliore amica.
Uscì dallo scompartimento e si diresse verso il vagone dove si tenevano le riunioni di Prefetti e Caposcuola.
Doveva attraversare praticamente metà treno e durante il percorso incontrò molte facce conosciute e non che le sorrisero con simpatia.
Poteva anche essersi innamorata, ma rimaneva Roxanne Weasley , la regina degli scherzi, la gente la trattava ancora come tale, forse proprio perché lei era ancora così.
Non si era fatta condizionare, né cambiare, era sempre lei, la pazza Grifondoro che ne combina una al giorno con la sua strana amica Serpeverde; in cinque anni di scuola si era guadagnata quella reputazione e non intendeva di certo buttarla al vento solo per il ragazzo.
Arrivata al vagone dei Corvonero, vide Il Prefetto di quest'ultimi, Bradley, venirle incontro per salutarla.
<< Ciao Roxanne.. Come sono andati i G.U.F.O? >> le chiese con naturalezza, come se niente fosse...
<< Tutto bene grazie... Ehm, scusa, ma credo che tu ti sia dimenticato della riunione dei Prefetti che c'era oggi.. >> disse, trattenendo a stento una risata. Il solo fatto che Bradley, lo studente modello degli ultimi anni, si fosse dimenticato una riunione, aveva del comico..
<< No, non l'ho dimenticata.. É finita mezz'ora fa... Perché, Johnatan ancora non é tornato >> mezz'ora prima. 
La riunione era finita mezz'ora prima e il ragazzo ancora non era tornato. C'era qualcosa di decisamente strano.
<< No.. >> rispose atona, mentre il suo cervello iniziava a formulare mille ipotesi.
<< Non so, ho lasciato lui, Susan e Trevor nello scompartimento, quando me ne sono andato... >> per quale dannato motivo il suo ragazzo doveva intrattenersi con i due prefetti di Serpeverde?
Salutò e ringraziò velocemente Bradley e si diresse verso la sua meta ancora una volta, determinata a scoprire cosa stava succede li.
Aprì la porta della scompartimento dove si tenevano le riunioni dei prefetti con naturalezza...
<< Johnatan sei qu... >> le parole le morirono in bocca. 
Chiuse velocemente l'uscio e scappò via da quella scena che le si era presentata davanti. 
Corse.
Corse a perdifiato
Spintonò la gente che le passava vicino
E corse ancora fino a raggiungere la coda del treno e li, in un angolo isolato, si lasciò cadere per terra, mentre calde lacrime le rigavano il volto.
Non voleva crederci, non poteva. 
Era tutto falso, frutto della sua immaginazione, eppure le immagini erano così vivide.
Riusciva a vedere ancora davanti a se Johnatan che mangiava la faccia a quella Susan, entrambi allungati sui sedili dello scompartimento in una posizione ben poco casta. Riusciva a vedere ancora la passione che c'era tra loro, gli occhi stupiti di John quando l'aveva guardata.
Era tutto troppo nitido per essere un incubo.
<< Roxanne >> si sentì chiamare. 
Era Johnatan. 
Si alzò velocemente, non ci sarebbero state scenate. Lo guardò dritto negli occhi e si asciugò le lacrime, non gliel'avrebbe data vinta, non si sarebbe mostrata debole ai suoi occhi.
<< Rox, scusami. É stata lei >> cercò di dire, ma la ragazza non voleva sentire niente del genere. Era stufa delle balle.
<< Non mentire... Da quanto va avanti? >> doveva sapere. 
Doveva sapere, poi avrebbe lasciato tutto com'era, ma doveva sapere.
<< Noi non.. >> provò a dire il ragazzo, ma le sue parole vennero interrotte sul nascere.
<< Ho detto NON MENTIRE! >> urlò Roxanne
<< Un mese. >> disse lui, abbassando lo sguardo. 
Un mese. 
Un mese e non si era accorta di nulla. 
Un mese che il suo ormai ex ragazzo la tradiva e lei non si era accorta di nulla. Un mese in cui era stata maledettamente cieca.
<< Va via! >> sussurrò lei, e quel sussurro sembrò praticamente un urlo, nel silenzio di quel corridoio.
<< No, Rox, lasciami spiegare... >> 
<< HO DETTO VA VIA! >> le lacrime rigavano di nuovo il viso di Roxanne, inesorabili. Il ragazzo prese la saggia decisione di andarsene a testa bassa, così la mora poté abbandonarsi di nuovo contro la parete del treno e sfogare tutta la sua rabbia.
Era finita. 
Il suo sogno era finito li.
Il suo primo amore era finito. 
Tutto era finito.
 

***


 
Era emozionata come se quella fosse la prima volta, eppure già c'era passata un paio di volte in quello studio, su quel lettino e di fronte a quel Medimago.
Quella volta era diverso, però, quella volta non c'era con lei sua madre, ma c'era  lui, l'uomo più importante della sua vita, il padre del figlio che portava in grembo e poteva scorgere la sua stessa emozione negli occhi felici di Ted.
<< Salve, signora Lupin. >> si annunciò il Medimago con naturalezza, poi rivolse uno sguardo al Metamorfomagus e aggiunse << ah, lei deve essere il famoso Ted, giusto? Il padre del bambino? >> Teddy annuì con forza, come a voler sottolineare quell'ultima cosa.
<< Bene, allora benvenuto alla sua prima ecografia... Allora, Victorie, come ci sentiamo oggi? >> disse affabile verso la donna, che rispose con un sorriso.
<< Bene, dottor Grant. Non ci sono stati problemi in queste settimane.. >> disse la bionda tranquillamente ed era vero, quella gravidanza stava procedendo alla grande fino a quel momento, anche se non potevano parlare troppo presto, era incinta solamente da tre mesi, era troppo poco tempo per poter esprimere un giudizio.
<< Forse qualche voglia di troppo >> la riprese Teddy scherzosamente. 
E aveva ragione, il poverino veniva svegliato quasi ogni notte dalla moglie che aveva una strana voglia e lui, quasi ogni notte, si ritrovava a vagare per le strade della Londra magica e babbana alla ricerca di castagne a maggio, gelato alla vaniglia con una temperatura esterna di 0 gradi, e frutti esotici più disparati... La frase con cui la donna riusciva a convincerlo era sempre la stessa "Mica vorrai che il bimbo nasca con la voglia a forma di castagna, o color vaniglia? " e Teddy ci cadeva sempre, non sapeva proprio resistere a quegli occhi.
<< So cosa sta passando, signor Lupin e non posso rassicurarla, purtroppo. Posso solo dirle che il peggio deve ancora arrivare... >> Victorie sorrise all'indirizzo del marito, come per scusarsi, poi puntò tutta la sua attenzione su ciò che stava facendo il Medimago e si accorse che si era già preparato e aveva la bacchetta in mano puntata già sulla sua pancia.
All'improvviso sul muro apparve un immagine abbastanza dettagliata dell'interno dell'utero di Victorie, i ragazzi poterono scorgere quasi perfettamente il feto, poi successe una cosa che Victorie non aveva premeditato, non sapeva sarebbe successo, la volta precedente non era successo.
La stanza si riempì di un suono.
Bum bum.
Le entrò nelle orecchie e sembrava non voler e uscire più.
Bum bum.
Era il suono più bello del mondo.
Bum bum.
Quello era il cuoricino del loro bambino.
Bum bum.
Chiuse gli occhi, per imprimere ancor meglio quel suono nella sua testa.
Bum bum.
Non voleva dimenticarlo.
Bum bum.
Guardò Teddy negli occhi, anche lui li aveva lucidi per l'emozione.
Bum bum.
Quello era il suono più bello del mondo.
Bum bum.
Quello era il suono più bello che Victorie avesse mai sentito.
Bum bum...
<< Perfetto, il feto é sano e cresce forte, dovete stare tranquilli.. Ci rivediamo tra un mesetto.. Ah,  volete sapere il sesso? >> il Medimago li distolse dai loro pensieri e entrambi si girarono dapprima verso l'uomo per poi puntare lo sguardo uno negli occhi dell'altra. 
Riuscirono a capirsi al volo, era sempre stata una loro prerogativa, bastava un solo sguardo e tutto era apposto.
<< Si, grazie >> ripose Ted per entrambe.
<< Bene, così potete cominciare a pensare al nome, no? È un bel maschietto, ragazzi. >> il viso di Victorie si aprì in un enorme sorriso.
 
<< Papà, Domi e Lou se la cavano, devi stare tranquillo. >> era passata a Villa Conchiglia dai suoi genitori per raccontargli dell'ecografia e, appena aveva finito con la sua storia, aveva notato che il clima nella sua vecchia casa non era proprio dei migliori.
Sua madre e suo padre avevano appena avuto una lite.. 
Argomento: Dominique e James. 
Il risultato era che Fleur in quel momento sedeva sul divano, ignorandola completamente, mentre Bill si stava facendo mille paranoie perché nessuno era andato a prendere Dominique e Louis alla stazione e non sapevano neanche dove sarebbe andata la ragazza ad abitare, visto che non aveva il permesso di tornare alla loro vecchia casa.
<< Non sono tranquillo proprio per niente, Vic. Tua sorella doveva rientrare minimo quattro ore fa e, invece, potrebbe essere da qualsiasi parte in questo momento e.. >> Bill venne interrotto proprio dalla voce di colei che tanto cercavano.
<< E invece sua sorella é proprio qui, nonostante tutto >> i tre Weasley presenti nella stanza si girarono contemporaneamente e Bill, prima che qualcuno potesse dire qualcosa, corse verso sua figlia l'abbraccio di slancio. C'era sempre stato un rapporto molto forte tra il padre e la ragazza, un rapporto che si rafforzava ogni giorno di più.
Victorie non ne era mai stata gelosa, in fin dei conti, era lo stesso rapporto che lei aveva con Fleur.
<< Tesoro, ero così preoccupato. Dove sei stata? >> sentì farfugliare dal rosso.
<< Sto bene papà, sono stata da Lily... >> rispose lei, ancora stretta nell'abbraccio dell'uomo, poi, appena lo sciolsero aggiunse << ero passata solo a salutarti, torno a dormire da lei.. >> quella era un frecciatina bella e buona rivolta alla madre che ancora non riusciva a dire mezza parola. 
Victorie approfittò di quel momento di silenzio per andare verso sua sorella e stringerla a sua volta in un abbraccio.
<< Ehi, Vic.. Che ci fai tu qui? >> le chiese con dolcezza.
<< Sai, ero venuta ad annunciare che sarà un maschietto >> le rispose lei con un sorriso e fu di nuovo coinvolta da un abbraccio stritolatore di sua sorella.
<< Vi siete lasciati? >> fu la voce di Fleur a interrompere quel momento idilliaco tra le ragazze.
La più piccola la fulminò con lo sguardo.
<< No, e non ho intenzione di farlo. Te l'ho detto, amo James. >> rispose secca e decisa.
Ecco quale era la differenza tra lei e Domi, Domi era una Grifondoro, ce l'aveva nel sangue, nonostante ciò che lei sosteneva da sempre. Era coraggiosa, forte, intelligente.. lei invece era solo vanitosa. Domi era il tipo da abbracci stritolatori e pieni d'affetto, lei, invece, era quella degli abbracci delicati e distanti, quasi freddi. Ma quella volta anche lei sarebbe stata coraggiosa, avrebbe combattuto per ciò che amava.
<< Allora va via da questa casa. >> disse Fleur fredda.
<< MAMMA! >> 
<< FLEUR! >> dissero all'unisono Victorie e Bill.
<< Tranquilli... Me ne vado. >> disse Dominique, interrompendo la conversazione sul nascere.
<< No, Dominique, non questa volta. >> la interruppe Victorie, che poi si rivolse alla madre << hai sempre accettato tutto, non hai mai avuto pregiudizi di nessun tipo e ora fai tutto questo casino per Dominique e James? Beh, loro si amano e credo che te lo abbiano dimostrato abbastanza bene, sono cugini.. E quindi? Le famiglie Purosangue si sposano tra cugini da generazioni e mi sembra che non sia mai successo nulla di irreparabile. Perché stai facendo questa guerra contro Dominique? >> guardò la sorella che la ringraziava con gli occhi.
<< È sbagliato, io non riesco a capire >> provò a dire Fleur, ma il discorso della sua figlia preferita l'aveva davvero toccata. Forse aveva ragione Victorie, forse erano solo le sue stupide paranoie
<< Solo perché tu non riesci a capire una cosa,  non vuol dire che sia sbagliata* >> quella era stata Dominique, decisa come sempre.
<< E se i vostri figli avranno dei problemi a causa vostra? >> ora giocava sul senso di colpa, subdola come non mai.
<< Allora decideremo io è James cosa fare. Amo James, mamma, lo voglio e non rinuncerò a lui, in nessuna forma, non rinuncerò neanche ad avere i suoi figli. >> fece ancora la minore delle due sorelle..
<< Magari la parte del sesso potreste anche saltarla, no? >> Bill, notando che ormai la moglie aveva cambiato idea, passò agli argomenti di suo interesse. Non avrebbe permesso a nessuno di toccare la sua bambina.
<< Ehm.. Papà... Io... Credo.. Credo che sia troppo tardi, ormai... >> fece Dominique e Fleur e la figlia maggiore scoppiarono a ridere alle parole della ragazza, ma soprattutto per l'espressione sconcertata di Bill.
Si guardarono negli occhi e Vic vide nella madre che ormai era tutto passato, che aveva accettato la cosa.
<< Scusa, Domi, per non aver capito prima. Scusa >> disse la donna, andando ad abbracciare la figlia minore. Dominique rispose con un "tranquilla" e ricambiò l'abbraccio. Era tornato tutto normale, alla fine.
<< Ehi, ci vogliamo concentrare sul problema principale? >> riprese a parlare Bill << James ha osato toccarti? Io.... Io.. Io .. Devo parlare con quel ragazzo. >> le donne scoppiarono di nuovo a ridere al comportamento del'uomo. 
Victorie conosceva bene l'espressione sulla faccia del padre, era la stessa di qualche anno prima, quando aveva detto "Devo parlare con Ted" e, in quel momento, si trovò a sperare di non trovarsi mai nei panni di James a fronteggiare un padre geloso.
 
*La spada nella roccia
 
NDA
Salve a tutti! 
Scusate, scusate, scusate! Questa settimana è stata terribile, lo studio mi ha distrutta, perciò, sono riuscita a pubblicare solo adesso...
Allora, questo, come avrete notato, è un capitolo di passaggio, ma tranquille, troverete delle sorprese nel prossimo.
Ah, a proposito... Ci sarà il prossimo capitolo e poi un altro che sarà, in qualche modo, come un epilogo e, visto che ad alcune di voi è piaciuta l'idea, ci sarà un seguito di questa storia, dove i ragazzi saranno più grandi.
Passando al capitolo, comunque.. 
Fleur e Dominique hanno sistemato tutto, contente? :)
Poi, Johnatan e Roxanne... Mi dispiace per loro, ma dovevo far lasciare almeno una coppia di quelle che ho creato. Già il fatto che quasi tutti i personaggi trovino il loro compagno di vita a quindici anni è strano e mi da anche un po' fastidio, in un certo senso, ma ho dovuto farlo per la trama, perciò, non potevo permettere che succedesse con tutti quanti, no? Voi che ne dite? 
Cosa ne pensate dei presta volto? Presto arriveranno anche i Potter, tranquille.
Intanto, volevo lasciarvi il link del mio profilo Facebook http://www.facebook.com/ce.efp?fref=ts
E della mia pagina.. http://www.facebook.com/Ceciliaefp?fref=ts

Passate, se vi va!
Grazie infinite a voi che seguite la mia storia e, soprattutto, alle ragazze che recensiscono.
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-Luciii (sempre con amore, Sibi <3)
-MartyViola91 (*.*)
-scarlett90 ( :* )
-danyazzurra (*_*)
-Chiaronzics (<3)
-fall_4 (*.*)
-thebestisheretocome
-Megan204
-GiulyHermy99 (:*)
-Wekesa(*_*)
-RoseBlack98
-Razorbladekisses
 -LolaMalfoy
-_LenadAvena_
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_
 

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Capitolo 30
*** Born to dance ***


Allora, siete pronte?
Eeeeee... Signore e signori...

Albus Severus Potter alias Logan Lerman 
Albus Severus Potter alias Logan Lerman.
Logan è perfetto e io lo adoro *_*


Born to dance

 

A Luciii che ha ispirato il momento Louis/Allison e sopporta ogni giorno le mie paranoie. 
Grazie, tesoro. 

 
Era davanti a casa di Lily e Allison con  due cornetti in mano, aveva appena suonato il campanello e aspettava che qualcuno andasse ad aprire.
Sentí il rumore della serratura e poco dopo si ritrovò davanti sua cugina, con un'aria parecchio assonnata...
<< Buongiorno! Ti ho buttata giù dal letto? >> le chiese mentre la baciava sulla guancia ed entrava in casa.
<< No, ero appena scesa per prepararmi la colazione. Che ci fai qui, Lou? >> si diressero insieme in cucina mentre la rossa armeggiava con la tazza per il latte.
<< Ero passato per farvi un enorme in bocca al lupo per stasera, anche se ci rivedremo, e per salutare Ally... É di sopra? >> già si stava dirigendo verso le scale, ansioso di vederla.
<< Si, dorme ancora, ma puoi svegliarla... Aspetta Lou! >> Lily lo rincorse e dopo avergli scoccato un bacio sulla guancia, prese uno dei due cornetti che aveva in mano << grazie per aver portato la colazione. >>
<< Veramente quello era per me! >> le urlò Louis dietro, ma la rossa era già tornata in cucina e non lo sentì, o almeno, fece finta di non sentirlo... 
Il ragazzo, rassegnato al fatto di aver perso la sua colazione, si diresse verso la camera della mora e, senza premurarsi di bussare, entrò nella stanza.
Allison era sdraiata di fianco sul letto e dormiva beata, aveva un sorriso sereno stampato sul volto e Louis si ritrovò a sorridere a sua volta alla vista della ragazza.
A qualunque altra persona normale sarebbe dispiaciuto svegliarla, ma non a Louis Weasley. 
Qualunque altra persona l'avrebbe svegliata dolcemente, magari lasciandole vari baci sulla guancia scoperta e sul viso, ma non Louis Weasley. 
Il biondo chiuse la porta della stanza e si avvicinò ad Allison di soppiatto, si piegò sulle sue gambe e saltò, ricadendo sul letto poco dolcemente e urlando a più non posso, giusto per avere il gusto di disturbare il sonno tranquillo della ragazza.
<< Svegliaaaaa! >> 
<< Cosa? LOUIS! MALEDETTO WEASLEY! >> Allison, con la sua solita grazia mattutina, lo scaraventò fuori dal letto, facendogli sbattere la spalla e il ginocchio contro il pavimento.
<< Ahi! >> si lamentò il Weasley, massaggiandosi lentamente le parti danneggiate. << sei fuori di testa? >> le chiese.
<< Io? Vieni qui, mi svegli strillando e saltandomi addosso e dici che io sono fuori di testa? Mi prendi in giro? >> sbuffò Allison infastidita, sedendosi sul letto con la schiena appoggiata al muro, ormai era inutile cercare di riaddormentarsi.
<< Ma ti ho portato la colazione... >> Louis sfoderò la sua migliore espressione dolce e si sedette sul letto accanto alla ragazza.
<< Oh, allora non posso far altro che accettare... Tu sai come comprarmi.. >> detto questo la mora gli sfilò il cornetto dalle mani e cominciò a mangiare
<< Ehi, aspetta.. Da' qualcosa anche a me >> fece il biondo con un espressione imbronciata.
<< La colazione è per me, Weasley. Ho la Prima stasera, devo mettermi in forze. >> e Louis, per la seconda volta in poche ore, si vide sfilare la sua colazione da sotto il naso.
<< Certo che voi ballerine siete proprio egoiste, eh. >> proprio mentre diceva quelle parole la porta della camera si aprì e comparve una Lily sommersa da borsoni e tutù vari.
<< Giorno Ally!  Io vado da Scorpius, mi accompagna lui a teatro.. Ci vediamo li? >> chiese, senza neanche guardarli, visto che il suo viso era coperto dal tulle.
<< Ok, Lils, ci vediamo subito dopo pranzo li. >> fece Allison e Lily scomparve veloce come era arrivata, sussurrando un "ciao Ally"
<< Ciao anche a te, cugina >> le urlò Louis risentito per non aver ricevuto anche lui il suo saluto, ma non ricevette nessuna risposta. << nessuno mi vuole bene, qui dentro >> si lamentò, mettendo su un broncio adorabile.
<< Oh, povero piccolo... Vieni qui, la mamma ti dà un bacino >> Allison scoppiò a ridere, mentre il ragazzo le poggiò la testa sulla spalla in cerca di coccole. 
<< Agitata per stasera? >> le chiese
<< Un pochino, ma non troppo >> rispose lei sincera.
<< Sei nata per ballare, tesoro >> la rassicurò lui, sapeva che era vero.
Lei non si tirò fuori, prese ad accarezzargli i capelli dolcemente, mentre Louis faceva dei piccoli disegni immaginari sulla sua gamba con la punta delle dita, facendole anche solletico. 
Louis avrebbe voluto stare li per sempre, a parlare del più e del meno con la sua ragazza, mentre si scambiavano piccole effusioni, sentire il suo profumo, il suo corpo sotto di lui, la sua mano che giocherellava con i suoi capelli biondi e la sua voce, Allison aveva la voce più bella del mondo. 
Era armoniosa, profonda, ma non maschile, era perfetta e amava sentirla parlare, quella melodia gli riempiva le orecchie e non era mai abbastanza per lui.
<< E quindi l'asino stava baciando la farfalla... Non ti sembra una cosa carina? >> la voce di Ally riscosse il ragazzo dai suoi pensieri, ma riuscì comunque a capire solo la parte finale della frase, quindi, si ritrovò ad annuire.
<< Si, molto carina. >> disse, assecondando la sua ragazza che, Louis non aveva idea del perché, scoppiò  a ridere alla sua affermazione.
<< Ma mi stai ascoltando? >> gli chiese.
<< Certo che ti stavo ascoltando! >> rispose piccato.
<< Oh, certo... Giusto perché tu lo sappia, hai appena detto che un asino e una farfalla che si baciano sono carini... >> gli rispose la mora, senza smettere di ridere.
<< Ok, ok, scusa... Non stavo ascoltando... Hai vinto >> la sua risata, Merlino, la sua risata lo stava mandando su di giri. 
Quella ragazza lo mandava su di giri troppo spesso. 
Lo squillo del suo telefono interruppe il flusso di pensieri ma non le risa di Allison. 
Così, Louis, abbastanza scocciato, cercò di arrivare al comodino dove stava il cellulare ma, per farlo, dovette scavalcare la mora.
Era appena sopra di lei, i gomiti appoggiati ai lati della sua testa, i bacini quasi a contatto l'uno con l'altro, quando la risata di Allison si spense all'improvviso e Louis sentì dolore all'altezza della coscia destra.
Aveva appena ricevuto un calcio dalla ragazza.
Si girò verso di lei per lamentarsi, ma le parole gli morirono in bocca, il suo viso era contratto da un qualche sforzo, gli occhi sbarrati fissi nel vuoto, le mani chiuse a pugno sul lenzuolo e piccole lacrime che bagnavano il suo viso pallido.
<< Vattene Louis, vattene o ti farò male. >> era una preghiera e si poteva ben distinguere lo sforzo che la ragazza aveva dovuto fare per dire quelle poche parole, così Louis prese la saggia decisione di tornare al suo posto, ignorando il cellulare che aveva smesso di squillare. 
La sentì rilassarsi un po' vicino a lui.
<< Che è successo, Ally? Cosa ho fatto? >> le chiese perplesso, allungando la mano per asciugarle le lacrime.
<< Non toccarmi >> lo riprese lei, prima che potesse anche solo arrivare alla sua guancia, poi aggiunse << te l'avevo detto, Louis. Ti avevo avvertito che ti avrei fatto solo del male. Ti ho dato un calcio e se tu non te ne fossi andato da sopra di me ti avrei fatto male sul serio >> copiose lacrime rigavano ancora il viso della ragazza. 
E in quel momento Louis capì: probabilmente, il fatto di sentirlo così vicino al suo corpo aveva scatenato in lei una reazione di difesa, in ricordo della sua infanzia infelice. 
Sapeva che l'unica maniera che aveva avuto Allison per difendersi da suo padre era dare calci, visto che le gambe erano l'unica cosa che non aveva bloccato, e sapeva anche che, probabilmente si, gli avrebbe fatto male perché lui non si sarebbe difeso, non avrebbe attaccato, al contrario di ciò che aveva fatto in passato il padre.
La rabbia verso l'uomo che aveva fatto quello alla donna che amava raggiunse il massimo livello.
<< Ma tu sei forte e non mi hai fatto niente. Perciò smettila di dire che sei sbagliata. Ti amo, Ally, ti amo. Mettitelo in quella dannata testa. >> le accarezzò la guancia, asciugando le lacrime che non smettevano di bagnarle le guance.
<< Ti amo anch'io, è solo che tu non puoi aspettare.. >> la interruppe prima che potesse continuare la frase.
<< Aspetterò, anche tutta la vita se necessario. Non faremo niente finché non ti sentirsi pronta. E ora basta brutti pensieri, stasera hai la prima >> cercò di farla sorridere e con successo.
<< Grazie Lou,  mi stai salvando da me stessa >> si avvicinò al viso del ragazzo e in men che non si dica le labbra dei due erano incollate, pronte al loro solito e stupendo gioco.
 

***

 
Era seduto sul divano del salotto della sua casa a leggere "La gazzetta del Profeta". 
Era sabato e Harry aveva il giorno libero così aveva deciso di rilassarsi un po'; era praticamente solo in casa: in realtà, Ginny era al piano di sopra a fare chissà che cosa, ma era come se non ci stesse, i due non avevano più il rapporto di prima da quando lui aveva avuto l'ennesima lite con Lily e la sua schiena, costretta a dormire ancora sul divano, ne stava risentendo parecchio. Poi, Lily, beh, Lily non abitava li da quasi sei mesi, ormai, Abus e James erano usciti e, probabilmente, erano andati dalla loro sorella per passare un po' di tempo insieme, come se non ne passassero già abbastanza.
Harry amava il rapporto che c'era tra i suoi tre figli, soprattutto quello che si era creato in quell'ultimo periodo; infatti, mentre prima poteva sembrare che Albus fosse in qualche modo escluso dal gruppo, in quel momento non era proprio così, erano tre migliori amici che uscivano con la loro compagnia e questo, Harry dovette ammetterlo, era accaduto grazie a Scorpius che aveva unito la piccola di casa Potter e il suo secondogenito.
Conosceva i suoi figli, sapeva che era molto diversi l'uno dall'altro.. 
Lily era più fragile di quanto volesse far credere ed era maledettamente determinata, Albus era sensibile, ma ambizioso e una vera serpe con chi voleva e James era egocentrico, disponibile e tremendamente forte, resisteva, combatteva, James nella sua giovane vita aveva sempre combattuto. 
Si, erano diversi, ma riuscivano, in qualche modo, a completarsi.
Harry sentì dei passi che si avvicinavano, era Ginny e doveva indossare scarpe con il tacco perché il rumore era ben riconoscibile. 
Andò verso le scale per vedere cosa stava succedendo. Cosa faceva Ginny con i tacchi alle 7:00 di un normale sabato sera? 
La vide comparire in cima alle scale e rimase senza fiato. 
Sua moglie indossava un abito lungo rosso bordeaux, delle scarpe alte che, grazie all'abito, si vedevano a malapena, i capelli erano raccolti in uno chignon alto e ben studiato, il viso poco truccato ed era bellissima, Harry non riusciva a toglierle gli occhi di dosso mentre scendeva le scale con una grazia innata.
<< Dove stai andando? >> le chiese poi.
<< Indovina un po'... >> fece lei con fare ovvio.. Dove stava andando? Non ne aveva la più pallida idea. Ginny dovette accorgersi della faccia confusa del marito e gli rispose seccata << oggi é il 5 giugno, Harry. Te ne frega davvero così poco? >> 
5 giugno. 
La prima. 
Come diavolo aveva fatto a dimenticarsene? Ok, forse non se l'era proprio dimenticato, forse aveva solamente sorvolato su quel fatto, ma sua moglie credeva davvero che sarebbe andato? 
<< Tu stai andando alla prima? >> le chiese ingenuamente... Dove poteva andare vestita in quel modo,  se non li?
<< Certo che sì. La mia unica figlia femmina esordisce come prima ballerina con la Royal Ballet School e tu credevi davvero che me la sarei persa? Mi conosci meno di quel che credevo >> disse lei fredda. 
Non poteva andare, sarebbe andato contro tutte le parole che aveva detto fino a quel momento, si sarebbe tradito e avrebbe dato a Lily una motivazione in più per non tornare ad Hogwarts. Non poteva permetterlo. La sua ultima figlia doveva tornare ad Hogwarts perché non valeva la pena perdere tempo con la danza.
<< Non andare. >> chiese ingenuamente alla moglie, ben sapendo quale sarebbe stata la risposta.
<< Scherzi, Harry? Tu non sei neanche minimamente curioso di vedere come balla Lily? Di vedere con i tuoi occhi il motivo per cui ha lasciato Hogwarts? Le vuoi davvero così poco bene? >> forse Ginny aveva ragione, forse era ora di mettere da parte il suo orgoglio e dare una possibilità alla sua bambina.
<< Amo mia figlia. Non dire il contrario. >> disse abbastanza risentito, non poteva dirgli una cosa del genere. Tutto quello che lui aveva fatto lo aveva fatto per i suoi figli, anche tutte le liti.
<< Allora dimostraglielo, Harry. Fa' vedere chi sei, falle vedere che le vuoi bene, che sei il padre che ha sempre desiderato e che accetti la sua scelta. Vieni alla prima. Ti prego, Harry. Finiscila con questa lite inutile con tua figlia, sta portando solo dolore. >> aveva ragione, Ginny aveva ragione su tutta la linea. 
Erano sei mesi che non parlava con sua figlia e gli mancava da morire, non poterla abbracciare, stringere, consolare, rimproverare, vederla vivere con loro lo stava distruggendo e, Harry ne era sicuro, stava distruggendo anche lei.
<< Vado a prepararmi... Mi aspetti? >> sarebbe andato alla prima, avrebbe visto con i suoi occhi se ne valeva o no la pena.
<< Sono qui per questo. >> non aveva mai visto un sorriso più bello sul viso di sua moglie, sprigionava felicità da tutti i pori.
<< Faccio in un attimo. >>
 

***

 
<< Dannazione, Lily, ti hanno scelta come prima ballerina perché sei brava, non perché sei una Potter, ok? Te, non altri, non tuo padre. Te. E la prossima volta che dici una cosa del genere, giuro  che me ne vado e non mi rivedrai per un bel po'. >> Scorpius si stava spazientendo, poteva vederlo benissimo, ma Lily non poteva fare a meno di pensare che tutto quello che aveva scritto quella maledetta giornalista fosse vero e aveva terribilmente paura.
<<  È facile a dirsi >> si lamentò ancora la rossa. 
Erano già dietro le quinte del Teatro dell'Opera e Lily si stava riscaldando, tra meno di un'ora lo spettacolo sarebbe iniziato.
<< Smettila Lily, non permettere a quella giornalista da quattro soldi di rovinarti tutto. Sogni questo momento da quando avevi 4 anni, godutitelo e sta zitta, per una volta >> poi il biondo sorrise malizioso e aggiunse << altrimenti potrei pensarci io a chiuderti quella bocca >> e in un attimo le sue labbra furono su quelle della rossa, coinvolgendola in un bacio passionale e dolce allo stesso tempo.
<< Malfoy, staccati da mia sorella! >> era James che, inopportuno come pochi, li aveva interrotti.
<< Sei una palla al piede, Potter >> rispose a tono Scorpius mentre entrambi si voltavano verso il primogenito dei Potter, scoprendo che non era solo.
C'erano Louis, Albus e Lorcan dietro di lui e anche Dominique che, dopo aver dato uno schiaffo sulla nuca del suo ragazzo, si fiondò sulla sua migliore amica, abbracciandola di slancio.
<< Ehi ragazzi, che ci fate qui? >> chiese Lily, appena fu libera dalla stretta della bionda.
<< Volevamo salutarti prima di andare in platea, ovviamente >> rispose Albus con fare ovvio, baciandola sulla guancia.
<< Ragazzi, mi fa davvero piacere, ma, sapete, mi rendete un po' difficile il riscaldamento se venite a baciarmi ogni due per tre.. >> rispose lei tranquilla e vide Louis alzare gli occhi al cielo, forse perché aveva ottenuto la stessa risposta da Allison.
<< Certo, Malfoy può baciati e noi no... Bella riconoscenza, sorella >> fece suo fratello James indispettito.
<< Io posso fare tutto, Potter >> quei due non avrebbero mai smesso di punzecchiarsi in continuazione, ormai Lily aveva abbandonato ogni speranza, era inutile sprecare tempo e fatica con i Potter e i Malfoy, soprattutto con quel Potter e quel Malfoy, ma avrebbe tentato un'ultima volta, giusto per vedere a che punto sarebbero arrivati. 
<< James, basta lamentarti >> si rivolse a suo fratello, mentre un ghigno vittorioso compariva sul volto di Scorpius << e Scorpius, io non ci spererei troppo, non credo che tu possa fare quello che vuoi >> il ghigno sparì velocemente come era arrivato. 
Li aveva rimessi in riga. 
Da una parte doveva ringraziarli, pensare a loro la distoglieva un pochino dalla paura che le attanagliava le viscere per quel maledetto spettacolo.
<< Lily, scusami... dovresti mandar via i tuoi amici, tra mezz'ora si comincia >> Robert, il suo insegnata alla Royal, interruppe la loro chiacchierata, riportandoli alla realtà.
<< Si, vanno subito >> disse, scoccando un'occhiata a tutti gli altri. 
Così, uno ad uno i suoi amici le fecero gli auguri per lo spettacolo e andarono verso la platea per prendere i loro posti.
Ma quando fu il turno di James, Lily lo bloccò un attimo.
<< Viene? >> sapevano entrambi a chi si riferiva.
<< Non lo so, Lils, non credo, ma può darsi che la mamma sia riuscita a convincerlo.. >> "non fa niente, non fa niente" si ripeteva Lily, ma sapeva di star mentendo in primo luogo a se stessa. Le importava, le importava eccome se suo padre ci sarebbe stato o no, ma non doveva darlo a vedere, così annui tranquilla.
<< Grazie James. Non sarei qui se non ci fossi stato tu.. >> ed era la verità, James aveva lottato con lei e per lei fin dall'inizio, non l'aveva mai abbandonata, si era preso colpe e responsabilità delle sue scelte senza mai dire nulla. Gli doveva tutto. 
<< Non fare la scema, Lils. Se sei qui è merito tuo. E ora va sul palco e spacca il culo a tutti quanti >> James e la sua finezza. 
Suo fratello le baciò la guancia e scomparve dietro la porta che divideva la sala dall'entrata degli artisti.
Lily prese un respiro e finì velocemente di riscaldarsi. 
Era pronta. 
In quel momento si sentiva davvero pronta, come se avesse aspettato tutta la vita quel momento. 
Salì sul palco e all'improvviso tutte le paure svanirono, si preoccupò solo di lei e della musica. 
Non le interessava se suo padre non era li, se avrebbero litigato per altri mesi o anni, non le interessava nulla.
E in quel momento seppe che ne era valsa la pena. 
Era nata per ballare.
 
 
<< La prima ballerina: LILY LUNA POTTER >> la voce di Robert la annunciò e la invitò a tornare sul palcoscenico, ma Lily era completamente bloccata, non riusciva a muovere un piede e le lacrime le solcavano il viso inesorabilmente.
Allison aveva appena finito di ballare, dando fine allo spettacolo più ben riuscito degli ultimi 2-3 anni, probabilmente, e ora Robert stava presentando i protagonisti del balletto, partendo da lei che, però, non riusciva ancora a muoversi.
Si sentì spingere da qualcuno e avrebbe potuto giurare che fosse stata quella stronza della sua coinquilina e in un attimo si ritrovò sul palco, la luce che le sbatteva in faccia e metteva in mostra tutte le sue lacrime.
Prese coraggio e si avvicinò a Robert che la strinse subito in un abbraccio, poi, si girarono verso il pubblico che si alzò in piedi, applaudendo. 
Da li fu la gioia più totale, sorrise verso il pubblico mentre sentiva le guance bagnarsi ancora sotto le sue lacrime, era soddisfatta di se stessa e non le interessava tanto il gradimento del pubblico che, comunque, era importante, le interessava soprattutto che lei fosse fiera di se stessa e lo era.
Guardò in fondo e vide una decina di persone sbracciarsi nella sua direzione. 
Rise e salutò con la mano i suoi amici, poi tornò a guardare Robert che stava annunciando la seconda persona.
<< La ballerina contemporanea solista: ALLISON ABEL >> Ally, al contrario della sua coinquilina, mise subito piede sul palco, forse perché era più abituata, indossava la sua solita tenuta, cioè un body color carne che la faceva apparire praticamente nuda.
Ringraziò il pubblico e la banda Weasley-Potter, che le avevano riservato lo stesso trattamento della rossa, con un inchino e si posizionò vicino a Lily, prendendola per mano.
 
 
Era finito davvero tutto, avevano terminato anche i ringraziamenti e ormai erano tutti nei camerini  a festeggiare. 
Lily era in un angolo con Allison, non le andava di mettersi nella mischia, sentiva che quel momento era solo per lei e per le persone a lei care che, ne era sicura, presto avrebbero invaso il retro del palco.
Infatti, pochi secondi dopo, Allison si allontanò di soppiatto e le si presentò davanti un mazzo di rose rosse, sorrise, le annusò e le prese in mano per vedere chi c'era dietro quel regalo. Non fu sorpresa di  vedere un viso pallido incorniciato da quei capelli biondissimi che tanto amava.
<< G-Grazie, Scorp >> disse e si meravigliò quando sentì la sua voce ancora spezzata dal pianto, non riusciva proprio a fermarsi.
<< Lils.. Sei... Salazar, come posso dirtelo,  è stata una cosa così... Potente.. Sei stata magnifica, davvero. E.. Ti.. Wow! >> era così felice e vedere quel sorriso sul volto del suo ragazzo le riempiva il cuore di gioia, anche se quella frase sembrava quasi incompleta.
<< Se vuoi dire che mi ami questo è il momento giusto.. Stavi per dirlo. >> fece divertita, sapeva bene che Scorp non l'avrebbe mai detto, neanche sotto tortura, ma amava farglielo presente.
<< Sai che non te lo dirò, non sotto comando.. Ma... Wow, non ho parole per descrivere ciò che sei stata.. È stato pazzesco, mi sento completamente fuori di me, è... Pazzesco. >> la baciò, quella volta in modo diverso. 
Era un bacio strano, nuovo. 
Sapeva di lacrime, in parte, ma sapeva soprattutto di gioia e amore.
<< James lasciali soli, non disturbarli ancora >> sentirono un bisbiglio alle loro spalle.. Quella doveva essere Dominique che cercava di fermare il più grande dei Potter, ma senza successo visto che i due furono costretti a staccarsi a causa dell'irruzione della banda Potter-Weasley-Abel.
<< Ripeto, Potter, sei una palla al piede >> fece Scorpius scherzosamente.
<< Sta zitto, albino, e fammi vedere la mia ballerina preferita, senza offesa Ally, eh >> Lily prima che riuscisse a dire altro si sentì stringere dalle braccia di suo fratello; ben presto a loro si unirono anche tutti gli altri, rendendolo un abbraccio di gruppo.
Merlino, li adorava tutti, uno ad uno.
Quando pian piano si sciolsero, Lily sentì solamente le braccia dei suoi fratelli stringerla ancora e si cullò in quella stretta.
<< Per una volta ho fatto la cosa giusta, Lils. Ne è valsa la pena. Rifarei tutto quel che ho fatto per vederti ancora così felice e sei stata sublime la sopra. >> le sussurrò James e lei si ritrovò ad essergli grata ancora una volta, per tutto ciò che aveva fatto.
<< È venuto, Lils, e piangeva... L'avevo visto piangere di gioia poche volte >> quello era Albus. 
A Lily si bloccò il respiro. 
Era venuto.
L'aveva vista.
Che diavolo doveva fare, ora? 
<< Possiamo parlare con nostra figlia  o dovete ucciderla con il vostro abbraccio? >> la voce di Ginny Wealsey in Potter interruppe quel momento tra fratelli e i tre si separarono, notando che gli altri si erano allontanati, lasciandoli soli.
Lily non ebbe neanche il tempo di riprendere fiato che s ritrovo imprigionata nella stretta di sua madre che le sussurrava vari "bravissima" e "sono fiera di te" all'orecchio. 
Sussurrò molti "grazie" in risposta.
Ma Lily sapeva che appena avrebbero sciolto l'abbraccio ci sarebbe stata la parte dura e così fu, sua madre si tolse da davanti a lei e così la rossa si ritrovò faccia a faccia con suo padre, un'altra volta.
<< Noi vi lasciamo soli... >> sussurrò Ginny, trascinandosi dietro Albus e James che sbraitavano qualcosa tipo "vogliamo esserci anche noi"
E Lily avrebbe voluto che fossero rimasti perché si sentiva estremamente a disagio, quel silenzio imbarazzante non l'aiutava per niente, ma sentiva che non era lei a doverlo spezzare.
<< Sei stata... Sei stata grandiosa >> infatti fu suo padre a farlo subito dopo, anche se non nel migliore dei modo.
<< Grazie >> rispose secca Lily, all'improvviso sentiva tutta la rabbia verso suo padre riaffiorare, come se fino a quel momento fosse stata trattenuta.
<< Sei davvero brava. >> no, così non poteva andare avanti quella conversazione.
<< Te ne sei accorto un po' tardi, no? >> 
<< Lo so e mi scuso per questo. >> pensava davvero che una stupida scusa avrebbe cancellato mesi di liti, di parole non dette e parole dette troppo spesso? 
<< Tutto qua? Sei venuto fin qua per dirmi scusa? >> era cresciuta, Lils, mesi prima non si sarebbe mai rivolta in quel modo al padre e invece in quel momento non aveva paura di niente. Sentiva di poter affrontare tutto, anche un nuovo litigio.
<< No. È che, io non me ne rendevo conto prima, non mi sarei mai reso conto dello sbaglio che stavo facendo se non ti avessi vista con i miei occhi. E Merlino, sei stata fantastica la sopra, tu sei nata per fare questo, Lils, e scusami se non l'ho capito, prima, ma mentre stavi la sopra sul palco io ho capito che questa è la tua strada. É stato pazzesco, le emozioni che hai suscitato in me sono state troppe e non riesco neanche a metterle in quattro parole, tanto sono forti, ma ho capito che è la tua strada, davvero. Solo che dovevo vederlo con i miei occhi, prima >> tutte quelle belle parole, nonostante tutto, non avevano scalfito l'animo battagliero di Lily, anzi, la rabbia saliva ancora di più dentro di lei.
<< Sai quante possibilità hai avuto di vedermi? Non sei mai venuto neanche ad un saggio di fine anno, neanche alla più stupida delle prove e dopo 10 anni che sono in questo mondo vieni a dirmi che sono brava e che la danza é la mia vita? Mi prendi in giro, Harry? >> colpiva per ferire, Lily, quello era sempre stato chiaro a tutti, e sapeva che chiamarlo Harry lo avrebbe ferito.
<< Lo so, Lily, so di aver sbagliato, ma non ti sto prendendo in giro, ora ho capito quello che volevi dire, che volevate dire tutti, e non mi perdonerò mai di aver perso questi mesi a litigare con te, ma voglio smetterla, ora. Voglio che tu torni a casa, voglio pagarti le rate della Royal perché lo so che sei in difficoltà economiche, i tuoi risparmi non basteranno per una vita. Voglio appoggiarti nel tuo sogno, nonostante sia tutto così nuovo e inesplorato per me, voglio starti vicino. Ti voglio bene, Lils, non ho mai smesso di volertene, questa è l'unica certezza anche ho. >> Merlino, quelle parole la stavano facendo sciogliere, gli occhi di Harry erano lucidi e sembravano tremendamente sinceri, ma Lily non sapeva se poteva fidarsi totalmente di lui.
<< Non ho problemi economici. Comincerò a lavorare, se c'è ne sarà bisogno e, comunque, mi pagheranno per fare il tour. >> non voleva mollare, nonostante suo padre avesse abbassato tutte le difese, aprendole il suo cuore, non voleva mollare, ma ormai era sull'orlo, aveva una voglia matta di fiondarsi tra le braccia di Harry.
<< Ma sono io a voler pagare le rate della Royal, ti prego. Lils perdonarmi, ho sbagliato, ma ho capito. Ho capito che sei nata per ballare e ti appoggerò nella tua scelta, nonostante questa non includa Hogwarts e ti sarò vicino, anche se tu non lo vorrai >> non ce la faceva più, la voglia di abbracciare suo padre prese il sopravvento e in un attimo si ritrovò ad affondare il viso nell'incavo del collo di Harry.
<< Ti odio. Odio te e i tuoi discorsi strappalacrime >> Sussurrò la rossa.
<< Si, Lils, mi sei mancata anche tu. >> ridacchio Harry, stringendola ancor di più a se. 
Non riuscivano a staccarsi, come se con qual l'abbraccio dovessero recuperare i sei mesi di liti..
<< Ti voglio bene, papà. >> sussurrò e poi si staccò un pochino per guardare l'uomo negli occhi << ma non tornerò a casa, ormai casa mia è quella che ho con Allison >> non ce l'avrebbe fatta a lasciare Tower Street, era la sua casa, ormai, e i suoi genitori avrebbero capito, ne era sicura quella volta.
<< Ok, Lils. Ti capisco. Ti voglio bene anch'io >> disse suo padre in risposta e la strinse di nuovo in un abbraccio. Lily si ritrovò a sorridere come un ebete sulla sua spalle. 
Finalmente era felice.
 
 
NDA
Salve a tutti! 
Sono in ritardo, come al solito... Perdonatemi.
Aaaaallora... Il capitolo...
Non so, sono mesi che ci lavoro, mesi che so come deve svolgersi, ma non riuscivo a scrivere nulla e non sono per niente soddisfatta del risultato... Voi che ne dite? 
Siete contente? Finalmente Harry e Lily  hanno fatto pace, non ne potevo più delle loro liti!
Allison, poverina... Mi dispiace un sacco per lei, è davvero traumatizzata da tutto ciò che le è successo.
Poi, come vi avevo anticipato, la storia sta per finire, manca solo l'epilogo e poi inizio il sequel, quindi, non vi libererete tanto facilmente di me! 
Ah, che ne dite del prestavolto di Albus? Secondo me Logan è perfetto, è Albus in tutto e per tutto. 
Al prossimo avrete James e Lily.
Vi ricordo solamente il mio profilo Facebook  http://www.facebook.com/ce.efp?fref=ts
E la mia pagina  http://www.facebook.com/Ceciliaefp?fref=ts
Passate, se vi va...
Grazie infinite a voi che seguite la mia storia e, soprattutto, alle ragazze che recensiscono.
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-Luciii (sempre con amore, Sibi <3)
-MartyViola91 (*.*)
-scarlett90 ( :* )
-danyazzurra (*_*)
-Chiaronzics (<3)
-fall_4 (*.*)
-thebestisheretocome
-GiulyHermy99 (:*)
-Wekesa(*_*)
-RoseBlack98
-Razorbladekisses
 -LolaMalfoy
-_LenadAvena_
Spero che mi farete sapere cosa ne pensate!
Un bacione, 
Ce_
 

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Capitolo 31
*** She's like a rainbow ***


NDA
Salve gente!
Allora, essendo questo l’epilogo della storia, le note le metto all’inizio del capitolo perché voglio lasciarvi con le parole della storia e non con i miei sproloqui…
Quindi, andiamo per punti.
1-     Scusate il ritardo, scusate davvero tanto. So di essere imperdonabile, non ho mai fatto aspettare così tanto per un capitolo, ma in queste settimane ho avuto problemi di ogni genere, dal troppo studio a impegni vari e a cose andate male, quindi scusate ancora.

2-     ATTENZIONE: Il capitolo contiene una scena “hot”. Credo di essere rientrata ne rating arancione, ma preferisco sempre avvertire, quindi, se non volete leggerla, saltate la parte del Flashback, non cambierà nulla in quanto a trama. Inoltre, non sono per niente brava a scrivere scene del genere e non vado molto fiera di ciò che ho scritto… Ditemi cosa ne pensate voi.

3-     Cliccare quel “sì” vicino a “Storia completa” è stata una delle cose più difficili che io abbia mai fatto. Questa storia è mia, è la mia bambina e non riuscirò mai a separarmene del tutto. C’ho lavorato tanto, c’ho messo l’anima e ci tengo davvero tanto.

4-     Il seguito è in via di elaborazione, non so di preciso quando verrà pubblicato, quindi, fatemi sapere se volete essere avvisati quando questo succederà, magari con un recensione anche microscopica. Comunque, la prossima storia si intitolerà: They will be.

5-     Devo ringraziare una marea di persone. Chi mi sopporta, incoraggia, legge, segue, preferisce e recensisce.
-AleJackson (<3) (e i bambini della nostra ciurma, ovviamente <3)
-Luciii (sempre con amore, Sibi <3)
-MartyViola91 (*.*)
-scarlett90 ( :* )
-danyazzurra (*_*)
-Chiaronzics (<3)
-fall_4 (*.*)
-thebestisheretocome
-GiulyHermy99 (:*)
-Wekesa(*_*)
-RoseBlack98
-Razorbladekisses
 -LolaMalfoy
-_LenadAvena_
  
6-   Vi ricordo la mia pagina facebook: http://www.facebook.com/Ceciliaefp?fref=ts
 e il mio profilo: http://www.facebook.com/ce.efp?fref=ts
7-    Vi lascio al capitolo e ai presta volto di Lils e James. Recensite, mi raccomando. I vostri pareri sono fondamentali per me, soprattutto in questo capitolo.
 
Ecco a voi:
James Sirius Potter alias John MayerJames Sirius Potter alias John Mayer.
Lily Luna Potter alias Lily CollinsE Lily Luna Potter alias Lily Collins. (Immaginatela con i capelli più rossi ed è la nostra Lily)
 
 
*L.Ligabue, Campovolo 2.0
                                        

She's like a rainbow

 

A voi che state leggendo.
Alle 14 ragazze che mi hanno recensito.
Alle 13 che preferiscono, 14 che ricordano e 54 che seguono.
A Lucia e Chiara, senza le quali non ci sarebbe stato nulla di tutto ciò.
A Ally e Rosie perchè loro sanno e sono con me, qualunque cosa succeda.
A me che, nonostante tutto, c’ho provato.
A “La storia non si ripete”, che è la mia bambina.
A Lily, James, Albus e a tutti gli altri.

 
Si rigirò per l'ennesima volta nel letto, il  lenzuolo intrecciato alle sue gambe in un modo alquanto improbabile, si era svegliato e non riusciva più a prendere sonno, colpa anche del raggio di sole che illuminava la stanza.
Così, Scorpius aprì gli occhi e dopo alcuni istanti si ritrovò a strizzarli di nuovo per la forte luce, si girò dall'altro lato e fu colto all'improvviso da un profumo delizioso, il profumo che Scorp aveva imparato pian piano ad amare,  il suo profumo, quello che gli invadeva le narici e non gli permetteva di pensare ad altro. 
Guardò Lily dormire tranquillamente, le gambe intrecciate con le sue, il lenzuolo che le lasciva scoperto gran parte del corpo completamente nudo, come a ricordargli cose era successo la notte scorsa, come se Scorpius avesse potuto dimenticarlo.
Era stata la notte più bella della sua vita, probabilmente, e l'aveva passata con Lily.
Continuò ad osservarla, avrebbe potuto passare la vita ad osservarla mentre dormiva e non si sarebbe stancato, di questo era certo.
Le carezzò delicatamente la guancia appena arrossata, facendo attenzione a non svegliarla e la trovò morbida sotto al suo tocco, era la cosa più morbida del mondo; in quel momento il respiro di Lily si fece meno pesante, Scorpius capì che si era svegliata, ma continuò ad accarezzarla, ben sapendo che la ragazza lo avrebbe gradito.
Infatti, non accennava minimamente a svegliarsi e faceva finta di continuare a dormire, godendosi quel tocco. 
Scorpius si avvicinò delicatamente a lei, aveva una voglia matta di rivedere quegli occhi e di scoprire la reazione che avrebbe avuto quando avrebbe realizzato cosa era successo la notte prima, le posò un piccolo bacio sulla punta del naso.
<< Buongiorno, dormigliona. >> sussurrò. Lily si lamentò e scosse la testa, facendo ridere il biondo. Amava i suoi capricci.
Infine, la ragazza si decise ad aprire gli occhi, forse infastidita anche dalla luce del sole.
<< Buongiorno. >> sbatté un paio di volte le palpebre per abituarsi alla luce.
<< Stai bene? >> non avrebbe resistito più a lungo, doveva sapere, sapere se era ancora felice di quella sua scelta, se lo reputava un mostro, se quella notte le aveva fatto schifo, se voleva dimenticarlo per sempre.
Doveva sapere, Scorpius, ne aveva un disperato bisogno, ma, allo stesso tempo, temeva la risposta di Lily più di ogni altra cosa, sapeva che le parole della rossa potevano farlo benissimo sprofondare all'inferno e aveva maledettamente paura, ma rimase impassibile, come solo un Malfoy sa fare.
<< Beh, Malfoy... Considerando il fatto che siamo soli in casa mia, su un letto malamente ingrandito ieri sera, che siamo entrambi completamente nudi, che tu mi hai appena svegliato con la tua solita impertinenza e che la prima cosa che ho visto aprendo gli occhi è stato il tuo brutto viso... Si, credo di stare bene, nonostante la tua faccia da appena sveglio faccia leggermente paura e tu abbia i capelli sparati in aria. Tu come stai? >> il sorriso e gli occhi felici di Lily la tradivano e la smascheravano, smentendola ad ogni parola che diceva.
<< Credi che lo spettacolo che mi ritrovo davanti io sia bello, invece, Potter?  >> la prese in giro il ragazzo, prima di rispondere alla sua domanda, anche lui senza smettere di sorridere << non sono mai stato meglio, Lily. Giuro di non essere mai stato meglio. >> disse poi, sincero, e si stupì di se stesso.
Da quando era diventato così sdolcinato? 
<< È stata la notte più bella della mia vita. >> fece lei in risposta…
E da quando Lily era diventata così sdolcinata? Anche se aveva ragione, era stata la notte più bella della loro vita.
 
 
INIZIO FLASHBACK
Stavano tornando a casa di Lily dal teatro dove la rossa si era esibita, era una calda serata di Luglio e avevano deciso di fare il tragitto a piedi.
Allison era scomparsa con Louis e Scorpius sarebbe rimasto a dormire da Lily.
Varcarono la soglia di casa e poi quella della camera della rossa parlando del più e del meno e ridendo ogni volta che uno dei due se ne usciva con una frase stupida. 
Scorpius stava bene. Bene come, probabilmente, non lo era mai stato in tutta la sua vita.
Aveva Lily, la amava, anche se era troppo orgoglioso per dirlo, e quella era l'unica cosa importante. L'unica che importasse davvero.
Non gli interessava cosa si stava perdendo, cosa avrebbe potuto fare se non fosse stato fidanzato con lei; gli interessava solo di loro, dei loro momenti insieme, delle loro liti e delle loro risate. Non si stava perdendo nulla, Lily gli dava tutto, in qualsiasi momento.
<< Scorp... Scorp... Mi stai sentendo? >> vide Lily sventolargli la mano davanti gli occhi, come per controllare che non si fosse imbambolato.
<< Ehm.. Si, scusa.. Dicevi? >> si riprese lui, scuotendo un attimo la testa.
<< Dicevo che devi sentirmi quando parlo, Malfoy! Sai che mi dà fastidio parlare da sola. A cosa stavi pensando di così importante da non potermi ascoltare? Qualche tu... >> si avventò famelico sulla bocca di Lily, impedendole di continuare il suo monologo.
<< Sta un po’ zitta, Potter. >> si staccarono per qualche secondo per avvicinarsi al letto, ma in men che non si dica erano di nuovo incollati uno all'altra. 
Salazar, quelle labbra si muovevano troppo veloci ed erano troppo invitanti, Scorpius non riusciva a resistere.
Pian piano si ritrovarono sdraiati sul letto che il ragazzo, in un attimo di pausa, aveva ingrandito malamente con un gesto veloce della bacchetta.
Scorpius la sovrastava e continuava a torturarle il collo con baci misti a morsi, come se da quel tocco dipendesse la sua stessa vita e, dall'altra parte, Lily continuava a giocherellare senza sosta con il bordo della camicia dell'altro, finché, uno ad uno, i bottoni non furono sbottonati tutti e le mani della ragazza si ritrovarono a percorrere delle circonferenze immaginarie sul petto del biondo.
Scorpius capì subito le intensioni che aveva la ragazza e il suo subconscio gli disse che doveva fermarsi, che doveva vedere se quella volta Lily era davvero pronta, ma non riusciva a staccare la bocca dal suo collo.
<< Lì, sei sicura? >> le chiese con il fiato corto nell'intervallo tra un bacio e un morso.
Lily, in tutta risposta, continuò a spostare le mani verso le braccia muscolose del suo ragazzo e ben presto la camicia cadde a terra, poi passò alla cinta dei pantaloni e ci giocherellò, come se giocassero alla tortura, entrambe erano mezzi nudi sul loro letto, gli ormoni a mille e continuavano a stuzzicarsi senza sosta.
Scorpius prese ad accarezzarle i fianchi con dolcezza sempre guardandola negli occhi, come per dire che lui c'era, era lucido, se avesse avuto paura, se avesse avuto un minimo di ripensamento, lui era lì per aiutarla, ma Lily quella volta era pronta, pronta davvero.
Con un gesto esperto Scorpius sganciò il reggiseno della ragazza che, quindi, escluse le mutandine, si ritrovò completamente nuda sotto di lui.
Lily riusciva a sentire perfettamente le sue mani che giocherellavano con i capezzoli, che le accarezzavano le gambe per poi risalire fino al bacino: la sfioravano, la stingevano, la accarezzavano e la facevano sentire la cosa più importante del mondo; avvicinò il viso a quello del biondo in cerca delle sue labbra e le trovò subito, lo baciava e le sue mani andarono direttamente sul petto del ragazzo, risalendolo fino al collo e alle guance, come in un riflesso incondizionato.
Era tutto così semplice che Lily non avrebbe mai potuto immaginare che fosse una cosa così bella e naturale, non credeva neanche esistesse fino a pochi minuti prima; l'unica cosa che le occupava la mente era Scorpius, le sue mani sul suo corpo, la sua bocca che lasciava scie di baci incandescenti, il suo bacino che continuava a spingere in cerca di un maggiore contatto.
E Scorpius allora riscese di nuovo su di lei, accarezzandole il petto dalla fossa tra i seni fino all'ombelico per poi giocherellare con il bordo delle sue mutandine che, in un attimo scomparvero proprio come era successo ai suoi boxer.
Così si sistemò meglio su Lily, premette i suoi fianchi su quelli della ragazza, poggiò le braccia sul materasso per sostenersi meglio e, dopo aver ricevuto il consenso dalla ragazza, entrò delicatamente in lei senza smettere mai di guardarla negli occhi, entrò sempre di più fin quando non fu del tutto dentro, vide prima Lily trattenere un urlo di dolore e poi la vide rilassarsi sotto le sue spinte veloci ma delicate, sempre senza interrompere il contatto visivo.
Da quel momento fu elettricità e piacere allo stato puro e entrambi, con gli occhi puntati uno nell'altro, azzurro e marrone mescolati insieme, capirono di essere finalmente completi perché l'unica cosa che contava davvero per Lily era Scorpius, l'unica cosa che contava davvero per Scorpius era Lily.
Insieme si completavano.

FINE FLASHBACK


***

 
 
 
Era il 14 Luglio e l'aria londinese era riscaldata da un insolito sole, la Tana, come d'abitudine, era stracolma di persone che erano state invitate lì da Molly e Arthur: la famiglia Weasley-Potter con relativi amici e fidanzati si riuniva ancora una volta.
I ragazzi erano seduti sul prato a chiacchierare del più e del meno, aspettando l'ora di pranzo, gli adulti parlavano vicino al tavolo apparecchiato e le donne aiutavano nonna Molly in cucina.
Ginny si affacciò dalla finestra della sua ex camera per dare un'occhiata al resto della sua famiglia. 
Harry parlava vivacemente con Ron e George e sembrava molto tranquillo, non lo vedeva così sorridente da troppo tempo; in realtà, la rappacificazione tra lui e Lily aveva fatto bene ad entrambi, anche se erano troppo orgogliosi per dirselo.
Albus era seduto sul Prato mentre accarezzava dolcemente i capelli di Lorcan che aveva la testa poggiata sulle sue gambe e parlavano tranquillamente con Hugo; infatti, quest'ultimo, nonostante non condividesse la loro scelta, aveva chiesto scusa ai due per ciò che aveva detto alla cena di Natale e i rapporti erano tornati quelli di sempre.
James aveva Dominique seduta sulle gambe e parlavano con gli altri ridendo e scherzando. Ginny si soffermò ad osservare il figlio maggiore: era cresciuto tantissimo durante quell'anno, era maturato, aveva imparato a prendersi le proprie responsabilità e stava già seguendo la scuola estiva per Auror, era fiera di lui, sapeva che sarebbe riuscito a fare al meglio qualunque cosa volesse fare. Era un tipo determinato, deciso, coraggioso e tremendamente testardo, era praticamente impossibile distoglierlo dai suoi obiettivi; l'aveva dimostrato con Dominique, avevano lottato con le unghie e con i denti e erano riusciti a rimanere insieme e in quel momento si guardavano come se non avessero bisogno di nient'altro, solo l'uno dell'altra. Ginny riconobbe nel loro sguardo quello che le rivolgeva sempre Harry, pieno d'amore.
E poi c'era Lily che parlava con il fratello, Dominique, Allison, Louis ed era sdraiata a pancia in giù con una mano attaccata a quella Scorpius che non smetteva di accarezzarle la schiena con l'altra. Erano felici, avevano entrambi un grosso sorriso stampato in volto e sembrava che cercassero costantemente il contatto fisico. A Ginny questa cosa non sfuggì e capì anche che c'era qualcosa sotto, ma preferì non indagare a fondo, quando sarebbe stata pronta, Lily le avrebbe raccontato tutto spontaneamente, era inutile forzare i tempi.
Appena vide i ragazzi alzarsi, la donna scese al piano di sotto sorridendo, era felice, la sua famiglia stava bene e quella era la cosa più importante... Si avvicinò ai suoi figli che ormai erano tutti in piedi insieme alla loro compagnia.
<< Allora, state andando ragazzi? >> gli chiese premurosa. Non si sarebbero fermati per pranzo, la sera stessa avrebbero avuto il concerto dei Rolling Stones e dovevano correre a prendere i posti migliori.
<< Si, é già troppo tardi. >> le sorrise Albus tranquillo, furono raggiunti anche da Harry così lei annuì e abbracciò i suoi figli, mentre gli altri andavano a salutare i loro genitori.
<< State attenti, per favore. >> li pregò con la voce e con lo sguardo, non avrebbe sopportato nessun inconveniente.
<< Divertitevi ragazzi! >> gli disse invece Harry, mentre loro già si allontanavano con Lorcan, Scorpius, Dominique, Louis e Allison.
 

***

 
 
Erano lì dalle tre del pomeriggio e fortunatamente la fatica aveva reso i suoi frutti, erano riusciti ad infilarsi nella folla e ad ottenere dei buoni posti.
Erano nel Parterre, a 10 metri di distanza dal palco, in mezzo ad una folla di ragazzi che stavano lì da più tempo di loro e mancavano solamente pochi minuti al concerto.
Erano tutti emozionantissimi, Lily, Allison e Dominique non riuscivano a smettere di saltare intorno a loro e già cominciavano a cantare alcune canzoni.
Albus non avrebbe chiuso la bocca neanche per un secondo, se non fosse stato per i baci di Lorcan.
Scorpius invece parlava con James, aveva uno strano sorriso stampato in faccia e gli occhi lucidi, ma il più esaltato tra di loro era sicuramente Louis, colui che sognava quel concerto da una vita intera, che aveva aspettato così tanto tempo solamente per arrivare a quel momento.
E beh, se Albus parlava tanto, il biondo era decisamentemente logorroico, continuava a girarsi intorno, a fare foto a destra e a manca con la sua reflex, senza smettere di parlare, mettendo insieme parole senza senso che James riuscì a cogliere solo in parte, come se Louis le ripetesse più a se stesso che agli altri.
<< Merlino, gli Stones, Merlino, sono ad un concerto degli Stones, tra poco vedrò suonare Mick Jagger e Keith Richards, Merlino, non  mancano neanche 5 minuti, Merlino, Merlino, questo é il giorno più bello della mia vita, Merlino, ora mi sento male, Mer… >> fu interrotto all'improvviso da un bacio di Allison che non sapeva più cosa fare per tappargli la bocca.
<< Lou, calmati! >> lo riprese lei guardandolo dritto negli occhi.
<< Grazie al cielo, un po' di silenzio. >> fece Lorcan e tutti scoppiarono a ridere, visto che la gente intorno a loro già cominciava ad urlare.
James prese Dominique per la vita e l'attirò a sé, mentre Scorpius faceva lo stesso con Lily, al maggiore dei Potter quella cosa puzzava, entrambi avevano un sorriso a trentadue denti, come se nascondessero qualcosa, e non voleva neanche minimamente pensare a cosa potessero nascondere.
<< Cos'avete voi due? >> chiese innocente, guadagnandosi una gomitata al fianco da Dominique, la guardò curioso e lei gli rivolse un sorriso che non gli piacque per niente. Lei sapeva.
<< Niente >> rispose Lily tranquilla, scambiandosi un'occhiata maliziosa con Scorpius... Cosa significava quel “niente”? È quegli sguardi? È quei sorrisi? 
<< Cosa vuol dire nie.... no, non é vero. >> James fu colto all'improvviso da un'illuminazione, ma non voleva crederci, non poteva essere, la sua sorellina aveva solamente 15 anni, non poteva aver già fatto un passo così importante, non era pronta.
<< Malfoy, dimmi che non è quello che sto pensando. >> si rivolse minaccioso al biondo che tentò di difendersi, ma non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere senza sosta.
<< Malfoy, comincia a scappare perché sei mor... >> a salvare la vita a Scorpius fu il conto alla rovescia che partì proprio in quel momento, distraendoli tutti.
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Scorpius si rilassò, abbracciando Lils da dietro.

James rivolse lo sguardo verso Dominique che gli stingeva convulsamente la mano.

Louis continuava a parlare e a stritolare Allison nel suo abbraccio.

Lorcan passava delicatamente una mano tra i capelli folti di Al.

Lo stadio urlava.

L'adrenalina era alle stelle.

Il palco era pronto, i ragazzi anche.

Sarebbe stato l'ultimo, l'ultimo concerto dei Rolong Stones e loro c'erano.
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Le icone del rock mondiale stavano salendo sul palco.
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Contemporaneamente un boato si alzò dalla folla e le prime note della canzone partirono, causando nuove urla.
Era bastata una nota e già tutti avevano capito cosa stavano suonando.
Così i ragazzi cominciarono a cantare a squarciagola insieme agli altri, sempre abbracciati, come se avessero bisogno dell’altro per stare in piedi, come se in quel momento l'unica cosa da fare fosse stare abbracciati a cantare le canzoni  più belle di sempre.
 
 

“She comes in colors everywhere; 
She combs her hair
She's like a rainbow
Coming colors in the air
Oh, everywhere
She comes in colors”

 
Scorpius si avvicinò all'orecchio di Lily e le sussurrò piano. 
<< Tu sei come un arcobaleno, il mio arcobaleno. >>
Nel stesso istante Albus si rivolse a Lorcan.
<< Supereremo tutti i problemi, siamo arcobaleni. >>
Louis stringeva convulsamente Allison ed era agitatissimo, ma trovò lo stesso la lucidità di sussurrarle la frase che in quel momento le serviva. 
<< Sono il tuo arcobaleno. Sono venuto dopo la pioggia per farti sorridere. >> 
E James e Dominique dissero in contemporanea
<< Abbiamo superato la pioggia, ora godiamoci l'arcobaleno. >>
Era come se quella canzone fosse stata scritta apposta per loro, per tutti loro e, nonostante avessero storie diverse, erano uniti da un unico sentimento: dall'amore e quella canzone non era altro che la prova di questo sentimento.
Erano sei ragazzi all'ultimo concerto dei Rolling Stones, erano sei in mezzo a centomila. Centomila storie diverse che per una sera diventarono una unica grande storia*.
 

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