Il cubo di Rubik

di LouisDePointeDuLac
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa ***
Capitolo 2: *** I'm Not Okay (I Promise) ***
Capitolo 3: *** 409 In Your Coffee Maker ***
Capitolo 4: *** All The Small Things ***
Capitolo 5: *** Lollipop ***
Capitolo 6: *** I Am The Walrus ***
Capitolo 7: *** Take Me Or Leave Me ***
Capitolo 8: *** How ***
Capitolo 9: *** Topsy Turvy ***
Capitolo 10: *** Raise Your Glass ***
Capitolo 11: *** Wait And Bleed ***
Capitolo 12: *** Concerto (in D minore) ***
Capitolo 13: *** Misirlou ***
Capitolo 14: *** Numb ***
Capitolo 15: *** With A Little Help From My Friends ***
Capitolo 16: *** Madness ***
Capitolo 17: *** Bang Bang ***
Capitolo 18: *** What's The Buzz ***
Capitolo 19: *** Higitus Figitus/Trashin' The Camp ***
Capitolo 20: *** La Lunga Estate Caldissima/Pumpin' Blood ***
Capitolo 21: *** Summer Nights/Oops..! I Did It Again! ***
Capitolo 22: *** Land Of Confusion ***
Capitolo 23: *** Wicked Game ***
Capitolo 24: *** Norwegian Wood ***
Capitolo 25: *** (S)he's Got You High ***
Capitolo 26: *** Mother Knows Best/I'm Going Slightly Mad ***



Capitolo 1
*** Premessa ***


Il cubo di Rubik

 
 

Salve a tutti,
ecco una premessa a questa storia nata per puro caso, oltre che delle spiegazioni che vi aiuteranno ad orientarvi tra personaggi, luoghi e varie vicende…
 
Non ci saranno yaoi e il rating è più che altro dovuto a dei passaggi in cui il linguaggio non  sarà esattamente dolce poesia.
 
L’ambientazione è un’ipotetica vita dei Cavalieri nel mondo reale. Frammenti di vita di ogni genere,  che la mia mente fin troppo fervida mi ha proposto, con l’aiuto di Lili_Fierce_Sullivan e Nous.
Le quali ringrazio vivamente e vi consiglio come autori.
 
Dato il numero di personaggi coinvolti, mi scuso se alcuni saranno più marginali ed altri fin troppo presenti (il gusto personale c’entra sempre).
Appartengono, eccezione fatta per Elle, Lili e Micky, a Masami Kurumada.
Per evitare le ripetizioni, mio incubo letterario fin dai tempi delle medie, userò sia i nomi tradotti che quelli originali.
Per destreggiarmi meglio con le vicende ho livellato l’età di tutti: si va dai 20-21 anni dei Bronze (e delle tre ragazze) ai 24-25-26 dei Gold, eccezione fatta per Saga, Kanon, Doko e Shion che ne hanno 27-28. Ho invece alzato l'età di Kiki ai 17 anni.
La storia non è scritta a scopo di lucro.
A conclusione, spero vivamente che vi piaccia e che possa trasmettere  ciò che ha dato a noi: spunti di riflessione, risate, momenti di svago e libertà dallo studio.
 
 
Personaggi ed occupazioni:
 
Elle: Secondo anno di Filosofia
Lili: Secondo anno di Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
Micky: Secondo anno di Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
Sirio (Shiryu): Secondo anno di Economia
Phoenix (Ikki):  Volontario nell’esercito
Andromeda (Shun): Primo anno di Veterinaria
Pegasus (Seiya): Primo anno di Fisioterapia
Crystal (Hyoga): Secondo anno di Meteorologia
Mur :  Dottorato in Lingue e religioni orientali
Kiki: Liceo artistico
Aldebaran : impiego in fonderia
Saga: Psicologo
Kanon: Redattore di una rivista indipendente, Informatico
Death Mask:  tatuatore (ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti)
Ioria (Aiolia): membro dell’orchestra del teatro cittadino (diplomato in violoncello al Conservatorio)
Shaka: corso di meditazione al Centro di Culto Buddhista
Doko: gestore del locale “I cinque picchi
Milo: Giurisprudenza (laureato, ora tirocinante)
Micene (Aiolos): assistente sociale
Shura: Filosofia (laureato; collaboratore)
Camus : Fisica (laureato; assistente universitario)
Aphrodite: collaboratore rivista di moda
Castalia (Marin):  maestra d’asilo
Tisifone (Shaina): istruttrice di pugilato e fit-boxe
Nemes (June): Primo anno di Infermieristica
Fiore di Luna (Shunrei): scuola di cucina
Isabel (Saori): Primo anno di Lettere Classiche
Shion: socio di Doko
 
Appartamenti:
1.         Mur, Kiki
2.         Aldebaran, Death Mask e Aphrodite
3.         Saga e Kanon
4.         Aiolia e Shaka
5.         Milo, Shura e Camus
6.         Doko e Shion
7.         Micky, Elle, Lili e i cinque Bronze
8.         Marin, Shaina, June e Shunrei
9.         Saori

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Capitolo 2
*** I'm Not Okay (I Promise) ***


“I’m Not Okay (I Promise)”

 
 


- E’ FINITO IL CAFFÈ!!! –

-MORIREMO TUTTIIIIIIIIII!!!! -

Okay.
Sono le sette.

Sono le sette del mattino e già urlano.
Si aprono le scommesse su chi sia il responsabile, stavolta.
Chi è il pazzo demente che si è dimenticato il caffè, ieri?!

- Io lo ammazzo! LO AMMAZZO!!! –
Uh uh.
Se il buongiorno si vede dal mattino, uno di quei cinq..cioè quattro presto non vorrà più vivere su questo pianeta…pena la Furia-Omicida-Ti-Torturo-E-Ti-Faccio-Morire-Tra-Mille-Sofferenze di Elle e Lili.

Forse mi conviene chiudermi dentro.

No, meglio alzarsi e fermarle prima che qualche vittima innocente venga immolata.
- DOV’È?! –
D’accordo, meglio velocizzare i riflessi.
Scendo dal letto imprecando, uscendo nel corridoio ormai trasformatosi nell’Apocalisse.
- Ehi, ma si può sapere cos’avete da urlare, sto cercando di dormire!! –
E figuriamoci.
- Ma cosa…? –
Sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato, lui.
- SIRIOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! –
Ah, avrei dovuto immaginarlo chi fosse stato.
Mai, e dico, mai far fare la spesa al Damerino e al suo degno compare BB.
La porta della seconda stanza a destra del corridoio si apre e il coinquilino in questione appare sulla porta, decisamente noncurante del cataclisma a cui sta andando incontro.
- Che c’è? Sto facendo meditazione – annuncia.

Oh.
- Ma tu guarda, anche noi! Stiamo seriamente meditando di farti fuori!!! –
- Ma…ma…-
- Shun, non intrometterti! – lo avviso, prima che qualche suo istinto protettivo-suicida lo porti a morte prematura.
- Ma io…-
- Ehi ehi ehi!!!  Ma vi sembra UMANO  mettervi ad urlare a quest’ora? STAVO DORMENDO –
- STA’ ZITTO PEGASUS!!! –

- Non ha tutti i torti. Nemmeno le galline starnazzano così appena sveglie. –


- Amante del rischio eh, Crystal? – faccio io per tutta risposta sottovoce, non appena l’eco delle sue parole si spegne dietro la sua uscita dal bagno.


Non sentivo un silenzio così dai nove mesi trascorsi nella più beata ignoranza nell’utero di mia madre. No, un attimo, perfino lì si percepiva qualcosa.
Questo è un silenzio di morte.
Quella di Crystal e di Sirio.
Bye Bye Baby.
- Che-cosa-hai-detto?! – fa Lili molto, molto lentamente.
L’altro la squadra  per un secondo, prima di affermare: - Solita simpatia mattutina? –
- Sì, la solita spaccatura di maroni da parte tua! Invece di passare il tempo a pettinarti quei fottutissimi capelli, perché non ti concentri sulle cose fondamentali? DOVEVATE COMPRARE IL CAFFÈ! – è la risposta acida.
- NON AVETE COMPRATO IL CAFFÈ?! –
Buongiorno, Pegasus.
- Siete morti. Defunti. Kaputt. – afferma Elle, prima di entrare a passo deciso nella stanza di Sirio che, fregandosene altamente della situazione si è rinchiuso nella sua camera con nonchalance, sbattendoci praticamente la porta in faccia.
- Ti spiace? – lo si sente dire all’altra.
- Sì, e molto! Adesso tu muovi il culo e vai a comprare il caffè! –
- No –
- Oh sì invece –
- No –
- Sirio! –
- E’ un bene non primario. –
- La spesa si fa per tutti, stronzo! –
- Bada a come parli –
- Bada a chi neghi il sacrosanto diritto del caffè! –
E via di seguito.
Andrebbero avanti per ore.
Sarebbe interessante ascoltarli per sentire i nuovi e fantasiosi insulti che si lancerebbero ma…ho da fare.

Fame.
Un attimo. Quello…
- PEGASUS TIENI GIÙ LE MANI DAI MIEI BISCOTTI!!! -
- Ma io…! –
- Senti, vuoi vedere come si passa dall’avere due Hulk in casa a tre?! – lo minaccio.
- Pegasus…- lo avvisa Andromeda.
Lui mi scruta per un istante. Ci sta seriamente pensando?!
- Molla-i-biscotti – faccio.
Sguardo di sfida. Sacchetto che cade sul tavolo.
Bravo Pegasus, bravo.
Glielo frego prima che ci ripensi, sedendomi. Con mia sorpresa, vengo raggiunta da Crystal, che ha bellamente ignorato le minacce di Lili e si è seduto comodo comodo,  beandosi del suo fisico lasciato in esposizione se non per i boxer che si è concesso d’indossare.
- Avere la decenza di coprirti?! – torna alla carica Lili.
L’osservazione cade nel vuoto.
Quest’essere gioca col fuoco, lo sa?!
Oh, certo che lo sa. E’ per questo che lo fa apposta.
Come dimenticarsi del caffè. Stronzaggine bella e pura.
Chissà se potrei rovesciargli accidentalmente qualcosa sui suoi preziosissimi capelli biondi.
Accidentalmente, ripeto.
Non sono un tipo bellicoso.
- Andromeda, sbrigati a fare colazione che dobbiamo uscire – dico, meditando su cosa escogitare.
Lui si guarda attorno, valutando il rischio di abbandonare il divano su cui si era rifugiato dalle urla provenienti dalla camera di Sirio e il probabile attacco missilistico in sala da pranzo. Passano cinque buoni secondi prima che si alzi per raggiungerci.
E’ a metà strada quando Lili se ne esce col commento:
- Eh, però gli intrugli vegetariani del vostro amichetto ve li siete ricordati, ieri! Cosa vi costava il caffè, vorrei sapere io! – Quell’odore disgustoso di prima mattina, mi sembra ovvio –


Forse ci conviene scappare dalla finestra.
Anche se siamo al quarto piano.
Credo che Lili stia seriamente per attaccarsi al suo cuoio capelluto per tirarlo violentemente e ripetutamente, quando si sente Elle urlare :
- COSA?! E QUEL FOTTUTISSIMO ODORACCIO DI GEL PER CAPELLI CON CUI IMPESTI LA CASA, BB?!! –
BB.
Uuuuuuuuuuhhh.
- COME MI HAI CHIAMATO???!!! –
Hurrà, l’uragano Crystal è sulla rotta Elle-Lili.
Possibilità di sopravvivenza per i civili: non pervenuta.
- Mi hai sentito. BB. –
Crystal avanza pericolosamente verso di lei. Non credo che alzerà le mani, ma per sicurezza guardo gli altri.
Seh.
Andromeda è praticamente rintanato in un angolo, Pegasus mi ha appena fottuto tre biscotti e Sirio…be’, Sirio è appoggiato allo stipite della porta e fissa la scena.
Pff.
- D’accordo, ragazzi, e se facessimo colazione fuori? – lancia infine Pegasus, il cui cervello si è rianimato nel ricevere degli stimoli dall’ingerimento di cibo.
- No, è una questione di principio!! – fa Lili.
- E fu così che la casa andò distrutta…- dico io.

Il citofono. Sia ringraziato il cielo!
Andromeda si precipita all’apparecchio, probabilmente per avvicinarsi alla porta, ed apre. Passano pochi istanti, e per fortuna quando quest’ultima viene spalancata l’imponente figura di Phoenix fa la sua comparsa nell’appartamento, con tanto di divisa dell’esercito addosso.

I miei complimenti.
- Fratello! – esclama Andromeda cercando di non sembrare troppo sollevato. L’altro gli sorride, poi scruta la scena che si trova davanti e dopo alcuni istanti di silenzio chiede:
- Be’? Che state combinando?  -
Dunque, tutto è iniziato quando un piccolo ed orfano barattolo di caffè è stato ignorato e lasciato su un solitario ripiano del supermercato in favore di tante altre cose più carine di lui…
Diamine.
Ho bisogno di altri biscotti.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 

Bene, cataclisma evitato.
Phoenix ha evitato che scoppiasse il finimondo, per l’ennesima volta.
Nella quiete, probabilmente breve, che regna, Sirio si è rinchiuso di nuovo in camera sua, Crystal è andato finalmente a vestirsi, Pegasus…è momentaneamente morto sul divano (si legga= dorme), Elle e Lili stanno per uscire ed io…aspetto Andromeda, che come al solito ha la velocità di una lumaca ubriaca.
- Shun, ti vuoi muovere? – esclamo per l’ennesima volta da dietro la sua porta. Non posso urlare, è la giornata di libera uscita di Phoenix e quest’ultimo ha deciso di passare la mattinata a dormire in camera del fratello.
- Arrivo, arrivo –
Passano altri duecento anni prima che esca dalla stanza in jeans e maglietta, pronto per andare.
- Con calma, mi raccomando. – dico con sarcasmo, che ovviamente lui non coglie.
- Possiamo andare? – insiste Lili, che ovviamente non vuole passare altro tempo qui col rischio di rivedere il Dinamico Duo.
Annuiamo. 
Facciamo per varcare l’uscio, ma Shun come al solito segue la sua indole e scuote Pegasus per svegliarlo, ricordandogli che deve andare a lezione. Non credo che l’altro capisca.
Intanto, Crystal compare sull’uscio della porta che divide con quest’ultimo. Grazie al cielo è finalmente vestito e circondato da un alone pestilenziale di profumo misto a gel.
Oddio.
Praticamente spingo Andromeda e le altre fuori dalla porta, salutando velocemente, senza che questo impedisca alle due ragazze di esclamare in coro:
- Ma come porti i capelli Bella Bionda!!! -

 
 
 

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Capitolo 3
*** 409 In Your Coffee Maker ***


 “409 In Your Coffee Maker”
 

 
 

Una volta usciti di casa, è la volta di iniziare la giornata tipo…cioè, nei limiti del possibile.
La solita litigata mattutina c’è stata, e fin qui tutto normale.
L’assenza del caffè non era prevista, però.
Ergo, o rimediamo nel giro di mezz’ora o non si arriva a stasera.

- Io lo ammazzo. Lo ammazzo! – continua a ripetere infatti Lili mentre percorriamo la strada verso l’università.
- Chi, Sirio o Crystal? – chiedo retoricamente io.
- Sfotti? Entrambi!!! – mi risponde lei immediatamente.
- Allora usa il plurale – è la mia replica.
- Micky, hai deciso che devi morire oggi? –
- Va bene, va bene…la pianto – acconsento, controllando il semaforo per attraversare la strada e tirandomi dietro Shun per evitare che si faccia ammazzare.
- No, ma io dico, una cosa, una, dovevano ricordarsi!!! – prosegue l’altra incazzatissima – Figuriamoci se non dovevano trovare un modo per farmi sclerare di prima mattina! –
- Capita a tutti di dimenticarsi…può sfuggire, ecco…- azzarda Shun voltandosi verso di lei.

Forse era meglio lanciarlo sotto una macchina.
- SHUN! – urla Lili per tutta risposta, facendolo sussultare e allungare visibilmente il passo. Lili lo fulmina con lo sguardo, poi guarda me: - Vedo che avete entrambi tendenze suicide…–
- Tentavo di alleggerire l’atmosfera – mi giustifico – Non mi piace vedere te incavolata ed Elle depressa –

- Caffeina…- fa quest’ultima dopo quindici minuti buoni di silenzio per lutto.
- Prima o poi ci toccherà iniettartela per endovena – le faccio notare – Shun, comincia a sgraffignare siringhe dai laboratori, per favore –
- Cosa? Non se ne parla proprio! – risponde lui – Se mi beccano…e poi la dipendenza è nociva…dovresti trovarti qualcosa di alternativo, Elle…-
- Sfogare l’astinenza sulla tua pelle, magari?! – gli risponde lei con un lampo omicida nello sguardo.
Uhm, meglio intervenire.
- Allora, cerchiamo di stare calmi, d’accordo? – mi intrometto – Facciamo così: Lili, tu devi vedere  Tisifone e Castalia prima delle lezioni, giusto?  -
- Sì – conferma lei – A questo punto andrò a prendermi un caffè con loro –
- Perfetto. Shun, tu fila in Facoltà, ci becchiamo a pranzo, sempre che il tuo stomaco regga gli argomenti di oggi…quanto a noi Elle, seguimi…so dove rimediare il necessario per sopravvivere alla giornata –
- Davvero…? –
- Assolutamente! – confermo
- D’accordo, allora ci vediamo dopo – sentenzia Lili – Ciao! –
La salutiamo e la vediamo allontanarsi con andatura più vivace che pregusta il tanto agognato caffè in compagnia delle altre due. Senza tenere conto che Shun tecnicamente andrebbe nella stessa direzione.
Oh bè…lui non è un Fedele della Caffeina, dopotutto…
- Andiamo sempre nel solito posto? – chiede quest’ultimo sistemandosi la tracolla in spalla.
Annuisco – Sì…ti faccio sapere se ho problemi, okay? – fa un cenno col capo – Bene, allora a dopo. Buone lezioni – gli tiro gentilmente una ciocca di capelli prima che si allontani verso la Facoltà di Veterinaria.
Uhm…spero che vada tutto liscio. A volte mi chiedo come faccia a fare un indirizzo del genere, sinceramente. Credo abbia uno stomaco troppo debole.
Vabbè. Ci penserò poi,  quando vedrò in che stato si presenterà a pranzo.
Ora pensiamo ad Elle, prima che mi muore qui.
Prendo il cellulare e scrivo velocemente un messaggio.
Sei ancora a casa?”

Dopo pochi istanti, la risposta solerte del destinatario.
“Sì, ma grande*. Colazione? “
“Sì. Io ed Elle”
“Sai dove trovarmi”
Sorrido.
- Elle, sono un genio. – faccio, prendendola per un braccio – Andiamo –
- Dove? –
- Al nostro rifugio per le emergenze – taglio corto, prendendo la strada  che ci porterà alla benevole ed accogliente destinazione.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
 
Dopo circa dieci minuti, avendo trovato il portone aperto busso alla porta di un appartamento al secondo piano.
Sento un odore inconfondibile provenire da oltre la porta.
- Caffè! – esclama Elle
- No, questi sono croissants! – ribatto io – Ah, potrei perfino sopportare la presenza delle due bestie…- Passano alcuni istanti, poi la porta si apre e sulla soglia compare la figura di Camus, già pronto per uscire, che ci sorride nel vederci.
- Bonjour, mes amies– ci saluta
- Camus! Sia ringraziato il cielo! – fa Elle - Dov’è il caffè?! –
- Sul tavolo in cucina, devi solo versarlo –
- Ottimo. Grazie! – e corre verso la stanza designata.
Camus fa un mezzo sorriso divertito, poi guarda me.
- Scusa l’irruzione…colpa di Sirio e Crystal…non hanno comprato il caffè ieri…- spiego mentre lui mi fa cenno d’entrare – Stamattina abbiamo rischiato l’ammutinamento. –
- Immagino –
- Sei solo? – domando, notando la strana calma che regna nell’appartamento. Dove sono quei due animali?
- No, stanno ancora dormendo – risponde Camus, anche alla mia domanda implicita.
- Ah. –
Intanto arriviamo in cucina, dove Elle è già seduta con una tazza davanti e si accinge a versarsi il caffè.
- Scusa la maleducazione, Camus – si affretta a dire quando arriviamo – Ma…-
- Astinenza forzata, lo so – la interrompe gentilmente lui sedendosi e afferrando il giornale lasciato aperto sul tavolo – Nessun problema, tranquille. Siete sempre le benvenute. –
- Anche perché ormai viviamo qui – osservo, pensando a quante volte abbiamo trovato rifugio tra queste mura, tra caffè, studio o semplice bisogno di tranquillità.
- A qualcuno non dispiacerebbe – mi fa notare Camus con un sorrisetto.
- A quel qualcuno piacerebbe fare qualcos’altro che prendere un semplice caffè! – salta su Elle. – Lo userebbe solo come esca –
- Non ne ha bisogno…tanto siamo sempre qui, per colpa dei nostri coinquilini… Ehm…Camus, sbaglio o questo è odore di croissants? – chiedo con nonchalance.
- Micky! Hai fatto colazione mezz’ora fa! – s’intromette Elle
Giusto. Potrei farmi schifo da sola.
Guardo Camus in attesa di un verdetto.
- Effettivamente sì, è odore di croissants – conferma, alzandosi e prendendo un vassoio da sopra un ripiano, nascosto da un panno – Sfornati poco fa, ad essere sinceri. Tieni…prendine anche uno per dopo, tanto sono troppi per questa casa –
Aahhh…sia ringraziata l’arzilla vecchietta del primo piano che spaccia dolcetti ai ragazzi…è da quando si sono trasferiti qui che la mattina gli fornisce il cibo dopo essere passata dal panettiere (ovviamente alle sette di mattina, come ogni nonnina che si rispetti).
A loro tutte le fortune…

Chissà se mira a farsi pagare in natura…
Ugh. Non voglio saperlo.
Probabilmente neanche loro.
- Oh, grazie – faccio passandomi la lingua sulle labbra, allungando una mano – Tu mi vizi, Camus, non dovresti –
Lui si limita a sorridere, appoggiando il vassoio sul tavolo e tornando a sedersi.
- Quando devi uscire? – chiedo
- Uhm…ho ancora venti minuti circa – mi dice, scrutando il giornale di prima.
- Giornata pesante? – proseguo.
- Non proprio…oggi niente esami. –
Gli studenti ringrazieranno” penso involontariamente, ben conscia della sua fama come assistente ad una delle cattedre universitarie.
- Una mattinata tranquilla, vedo – osserva Elle guardandosi attorno e scrutando l’appartamento avvolto nel silenzio. – Magari fosse così anche da noi! –
- Diciamo che avete beccato una giornata fortunata – le fa notare Camus – Di solito non è così –
- Con quei due non faccio fatica  a crederlo! – esclama Elle
Trascorrono alcuni istanti di silenzio, prima che si senta il rumore di una porta che si apre dall’altra parte della casa, ovvero dal corridoio.  Si sentono dei passi, poi un tonfo e un’imprecazione abbastanza colorita in spagnolo (ormai sappiamo riconoscerle) indirizzata ad un innocente attaccapanni. Infine, il coinquilino numero uno di Camus fa la sua trionfante e rincoglionita entrata in cucina.
- Buongiorno – saluta Camus senza alzare gli occhi
- Ciao Shura!!! – faccio io con allegria, mentre Elle gli fa un semplice cenno da dietro la tazza.
Il nuovo arrivato alza la mano, suppongo ci stia salutando, poi si lascia cadere su una delle sedie, così, esattamente com’è andato a dormire ieri sera.
Tacciamo per qualche minuto prima che Camus decida di rivolgersi al suo coinquilino per riportarlo alla realtà.
- Shura – esordisce.
- Uhm? –
- Ti rendi conto di essere…in boxer, vero? –

- Così pare, sì –
- Ci sono le ragazze –
Lui sposta lo sguardo su di noi, l’espressione palesemente rincoglionita.
-  Ma voi siete sempre qui?! – sbotta.
- Prenditela con Sirio, quello non compra mai il caffè! – protesta Elle versandosi generosamente una Mug del liquido scuro.
- E poi Camus ,e indirettamente la signora del primo piano, ci sfamano generosamente! – dico io prendendone u…due croissants.
- Maledetti – fa Shura
- Chi? – è la domanda di Camus da dietro il giornale.
- Tu. La signora. Sirio. Io, che sono imbecille a fare queste domande –
- E a non cambiarti prima di presentarti in cucina – aggiunge l’altro.
- Nessuno si sta lamentando – osservo io cercando di non disperdere il ripieno del croissant che se ne va allegramente per conto suo. Shura mi lancia un’occhiata perplessa. O preoccupata. O schifata, data l’operazione che sto compiendo.
- Camus. –
- Eh? –
- Micky dice cose strane –
- Non mangio da ieri sera, abbi pietà – ribatto – Ha cucinato…cioè, ci ha provato, Crystal…ti lascio immaginare – sorvoliamo sul fatto che ho mentito circa la colazione.
- Asilo politico! – proclama Elle da dietro la tazza.
- Se mi scrivi i prossimi tre saggi, forse – ribatte Shura per smontare il suo entusiasmo.

Sono a malapena le otto di mattina e questo già pensa ai suoi maledetti saggi filosofici sui misteri del mondo, con annessi e connessi.
Ho un déjà-vu.
Ah già, dimenticavo di avere una sua piccola copia pseudo-femminile in casa.
Solo caffè-dipendente.

Strano sodalizio, il loro. Sono le persone meno connesse a questo mondo del gruppo (e vi assicuro che tra tutti quanti è una bella gara), eppure hanno avuto la capacità di trovarsi. Passano ore e ore sui libri a studiare, scrivere nuove enciclopedie filosofiche…al buio…con la porta chiusa…rigorosamente in silenzio…

Letteralmente. All’inizio pensavamo tutti che ci fosse qualcosa sotto.
In realtà…no.
Mah.
I filosofi…
- Stai attento, Shura.-  sentenzia Elle in questo istante -  Ho del caffè bollente in mano. Molto bollente –
Lui sbuffa e Camus ne approfitta per inserirsi nella conversazione:
- Ti conviene andare a metterti qualcosa addosso, fidati –
- Umpf. Va bene. Ma lo faccio solo perché me l’hai chiesto tu. – Shura si alza, squadrandoci – Cerchiamo di non esaurire le già misere scorte della nostra dispensa, eh! – ed esce dalla cucina.
Gli faccio una linguaccia dietro la schiena. Penso che Elle mi imiterebbe, ma sta ingurgitando caffeina sotto l’aria sempre più perplessa di Camus.
Punto un altro croissant.
Magari non lo mangio.
Così, giusto per farlo arrabbiare.
Oppure…
- Ah, comunque Shura…i miei complimenti! – gli urlo dietro con ovvio riferimento al lato B.
- Eccheccazz…toglile quei croissants di mano, che lo zucchero le da’ alla testa!!! – urla lui a Camus, mentre si sente il cigolio di una porta che viene aperta.
- Idillio finito – sentenzia Elle, udendo il suono. – Camus, ce n’è ancora? –
- Mi sembra che tu stia esagerando, Elle – fa lui ragionevolmente.
- Questo è niente –
- Temo –
- Su Elle, fai la brava che sennò i bimbi rimangono senza la colazione preparata dal papà – dico io ridendo.
- Uhm…lo vuoi, un  altro croissant?! – fa lei con aria minacciosa.
Camus ride, voltandosi appena verso il corridoio da cui si sente Shura (ancora vagante per l’appartamento, penso) esclamare:
- Ma porca…! Milo, i boxer!!!! –


- Da quando ti da’ fastidio?! – si sente dire dall’altro.
- Mi ha SEMPRE dato fastidio, ma tu te ne fotti! –
- Sto comodo. Sta comodo. –
- Poi sono io quella con le rotelle fuori posto che pensa male, eh! – osservo, tentando di capire quanto sarebbe rischioso attentare alla caffettiera.
- Milo, per favore – subentra Camus. – Abbiamo ospiti. –
- Ah sì? E chi? –
- La caffeinomane e la molecola di glucosio! – sbotta Shura. –Mettiti quei dannati boxer –

- Continuo a non vederne la necessità -

Diamine.
Vedo Camus alzare gli occhi al cielo.
- Milo, azzardati a presentarti qui come sei e giuro che Antares avrà un incontro ravvicinato con la caffettiera bollente -  dice con finta calma.


- Da quando Camus è violento? – fa Milo, probabilmente all’indirizzo di Shura.
- Da quando vive con te –
- Scusate, ma Antares cos’è? – fa Elle

Posso rispondere io?
Camus distoglie lo sguardo, probabilmente in cerca di un modo elegante per riferire i chiarimenti sulla questione, ma ovviamente qualcuno lo batte sul tempo.
- Te lo presento –
- MILO!!! – urla Camus, al colmo.
- Credo che farò colazione con Death Mask – sentenzia Shura – Potrei perfino arrivare ad Aphrodite .-
- Coinquilino ingrato! –
- Coinquilino molesto!!! Non ti sei ancora coperto, sottolineerei!!! – ribatte Shura.
Sentiamo Milo imprecare prima di tornare verso la sua stanza. Camus riacquista il suo colorito normale, per fortuna, temevo un colpo apoplettico.
Shura rispunta vestito…più o meno (sorvoliamo sull’abbinamento quadretti e righe che è meglio) e si risiede accanto ad Elle, affrettandosi a prendere un croissant e una tazza di caffè prima di trovarsi davanti il deserto dei Tartari.
C’è un attimo di silenzio, prima che Elle si volti a guardarmi per dire:
- Ma quindi Milo…intendeva…-
- Sì, Elle. Sì. –

- Fammi capire bene…ha dato un nome a…? –
- Non è il primo che sento. Valli a capire, i ragazzi! –
- Che cosa squallida - sentenzia lei.
- Ci sono dei ragazzi presenti – fa Shura, seccato – Inoltre, non mi pare un discorso adatto a delle ragazze –
Chissà perché guarda me.
- Perché secondo te le ragazze non parlano di queste cose? Pensi si parli solo di trucchi, vestiti e attori? Guarda che quello è Aphrodite! – faccio, cominciando a inalberarmi.
E non c’entra il fatto che si sia preso il croissant col cioccolato fondente.
Forse.
- Non penso questo…anche perché Elle…- la guarda velocemente – E’ un uomo, sostanzialmente. –
- Grazie – fa lei con una smorfia.
- Però…un minimo di decenza! – aggiunge lui. – Vero, Camus? –
L’altro lo guarda come dire “perché mi tiri dentro in conversazioni che non voglio avere”, poi scuote le spalle, sentenziando:
- Ognuno è libero. Certo, magari con un altro stile…-
- Oh, scusate tanto…dunque Micky, dimmi: il soggetto maschile che risponde al nome di Milo ha, come mi è parso di intendere, donato un nome al fulcro della sua virilità? –
- Così pare, cara. Virilità che pare rispondere al nome di…Antares. –
- Quale volgarità e squallore in tutto ciò –
Ci mettiamo a ridere e in questo istante Milo decide che è ora di unirsi a noi, scaraventandosi su una sedia.
Ah, per inciso: si è messo solo dei pantaloni.
- Buongiorno – sentenzio.
Lui sorride a cinquantaquattro  denti, fissando me ed Elle come se fosse sinceramente contento di vederci.
Non voglio sapere perché.
- Carissime – fa – Come può il giorno essere nefasto quando inizia con la visione di cotale bellezza riunita!! –

Che diamine…?
Camus spunta da dietro il giornale con un sopracciglio palesemente inarcato, ma non fa in tempo a dire nulla.
- Ti scoreggia il cervello?! – dice infatti Shura.
Non che abbia tutti i torti, a dire il vero.
Shura, non Milo.
In fondo, Elle ha la faccia affondata nel caffè e il croissant è ben poco elegantemente tra le mie labbra. Insomma, non siamo proprio una celestiale visione…
- Shura, quale volgarità in presenza delle signorine…-
Ringraziamo che non ha sentito i discorsi di prima…
- Signorine…- fa infatti l’altro
- Donne, Shura, hai presente? Due tette, due gambe con…-
- Sì sì, ho capito!!! – lo blocca l’altro.
- Come sei pudico! –
- E tu sei indecente –
- Grazie –
- Non era un complimento – specifica Shura
- Ringrazia che ho seguito il suggerimento e mi sono coperto, piuttosto! Sto scomodo, adesso! –
- Guarda, per me il tuo caro Antares prima o poi si dissocia da te non per il maltrattamento nell’essere rinchiuso nei boxer ma per la tua deficienza! –
- Porta rispetto ad Antares! –
- RAGAZZI! – sbotta Camus – Non a tavola e non con le ragazze! –
- Vabbè Camus, se preferisci gli uomini sono fatti tuoi, ti amiamo lo stesso, però…gradirei più rispetto da parte di Shura. Solo perché è filosofo e si è dissociato dalle sue appendici…- comincia  dire Milo.
- Milo! Piantala! – fa Shura, cominciando palesemente ad arrossire.
Uh uh. La questione si fa interessante.
Non sapevo che Shura potesse arrossire.
Fa progressi.
- Milo, per favore – si aggiunge Camus.
- Guarda che le ragazze mica sono tonte – ribatte lui, lanciandoci un’occhiata.
Direi di no, considerato che ho appena fregato l’ultimo croissant col cioccolato fondente senza che nessuno se ne accorgesse.
Grazie, Milo!
- Purtroppo me ne sono accorto – fa Shura mentre noi facciamo finta di non aver sentito.
- Benvenuto tra i mortali, Shura – prosegue Milo imperterrito – Un giorno riceverai anche tu la magnifica Illuminazione…-
- Guarda che quello è Shaka –
- Eh? Ma cosa stai dicendo, quello non sa neanche di avercela, un’appendice! No, intendo che un giorno anche tu ti convertirai alla filosofia della grande Dea e lascerai perdere Platone e compagnia bella…-
- No –
- Te lo dico io –
- E io dico di no! –
Come i bambini.
- Sì –
- No –
- Sì! –
- Camus, falli smettere per favore, non voglio l’emicrania di prima mattina – dice Elle con un sospiro.
- Non credo mi ascolterebbero – ribatte lui senza togliere gli occhi dal giornale
- Ti rendi conto che stai leggendo quella pagina da venti minuti, vero? – osservo divertita. Lui mi squadra infastidito, prima di voltare la pagina in questione con un gesto stizzito e rimettersi a far finta di leggere.
Antipatico.
- Milo, adesso piantala che mi stanno seriamente girando le palle – sbotta Shura dopo un po’.
- AH! Allora ammetti di averle!!! –
- Io non…-
- L’ammissione è il primo passo, amico mio: riconosci la tua virilità, fanne tesoro e custodiscila, così, al momento della Beata Illuminazione…-
Non voglio sentire il resto.
Che i miei timpani esplodano, ora!!!
Vedo Elle deglutire per evitare danni. Camus stringe convulsamente la carta che sta usando come scudo.
-…difenderai il Libidinoso Onore dell’Ordine del Sepolcro Paradisiaco  con la tua Infallibile lama di EXCALIBUR!!! –
 
 
 
*N.B: “ma grande” è un’espressione francese usata come vezzeggiativo. Letteralmente tradotta sarebbe  “mia grande”, ma ovviamente non ha senso renderla così, sarebbe più che altro il contrario di “piccola mia”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** All The Small Things ***


 “All The Small Things”
 

 
 
 

- Buongiorno! Benvenuti ai Cinque Picchi, siamo lieti di…ah, siete voi –

- Buongiorno anche a te, Shion – saluta sarcasticamente Lili all’ovvio tono di disappunto dell’ospite.
- Noto con dispiacere che siete tornati, come sempre, a svuotare le nostre dispense – sentenzia lui con un’occhiataccia all’indirizzo mio e di Seiya.
- Shion, se non volevi rotture non aprivi un locale simile, ti pare? – gli risponde a tono Tisifone.
- E ringrazia che ci siamo noi a farvi pubblicità! – aggiunge Pegasus
- A spaventare i clienti, vorrai dire – lo corregge il gestore in tono burbero.
Ah, l’accogliente e calda simpatia di Shion.
Uno spigolo contro il mignolo del piede.
Ed è un eufemismo.
Ci sarebbe da chiedersi come gli sia venuto in mente di gestire un…un…
D’accordo, ancora non abbiamo capito cosa diamine sia il “Cinque Picchi”, ma non mi sorprende affatto, se consideriamo chi ne è l’ideatore.
In realtà secondo me Shion ha acconsentito ad avviare l’attività per evitare che il suo socio si ritrovasse inconsapevolmente…ehm , per elegantemente dire, nella “cacca”.
Socio che a differenza sua è dotato della ghiandola dell’accoglienza.
Anche se è privo di molte altre.
Però ci ha dotato di un NOSTRO tavolo.
Ovviamente nell’angolo in fondo alla sala, lontani dagli altri clienti.
Che peccato, potremmo fornire un pasto con spettacolo.
- Buongiorno per tutto il giorno! – esclama una voce squillante e fin troppo familiare. – Finalmente di ritorno all’ombelico del mondo, eh? –
Lupus in fabula.
- Chissà come mai, eh, Doko?! – sbotta Shion all’indirizzo del collaboratore che tanto giovialmente ci ha accolto.
Doko e le sue immancabili cuffiette.
Doko e il suo vizio di spostarsi ballando.
Doko e la pessima abitudine di cantare sempre e comunque.
Doko e i suoi problemi con l’abbigliamento, se consideriamo che associa i vestiti per libero arbitrio.
No, nemmeno con quello, perfino il libero arbitrio è un criterio.
Come minimo la mattina si lancia nell’armadio a bomba e ne esce cinque secondi dopo, poco importa cosa e se si è infilato qualcosa.
Non mi spiego altrimenti l’associazione jeans verdi, maglietta rossa e kefia gialla.
Ioria gli sta passando troppi fumetti, ultimamente. [1]

Ecco chi è il mentore di Shura!
- Cosa vi ha condotto attraverso le lande desolate di Mordor fino al magico rifugio di Hogwarts? –

Sì.
Doko è, a voler essere gentili...fuori come un culo.
- La loro natura di avvoltoi – fa acido Shion, mentre dalla porta della cucina compare Fiore di Luna, che per pagarsi la scuola per cuochi lavora qui…praticamente come tuttofare, se si considera che Shion si occupa dell’amministrazione e Doko…boh, l’unica definizione che mi viene è che faccia l’intrattenitore.
- Ehm…Sirio non c’è? – azzarda Shunrei con una vocina incerta nel vederci.
- No! – risponde secca Elle
- Ma …-
- E’ a letto con la sua amante! – prosegue Lili
- Ma Sirio…-
- Shunrei, Lili scherza…- s’intromette Shion
- E chi lo dice? – ribatte lei seriamente.
- Sirio – continua lui fulminandola per calmare il principio di attacco di panico della cameriera. – E’ stato qui ieri, con Hyoga, mi ha accennato al fatto che oggi non sarebbe passato. –
- Chi? – chiede Doko
- Sirio – risponde Shion
- Dove? –
- Come dove, qui  –
- Quando? –
- Ieri! –
- No, quando te l’ho chiesto! –
- DOKO! –
- Ah ah ah questo giochino mi fa sempre ridere molto! – fa l’altro imperterrito, tornando a guardare noi mentre Shion medita il suo assassinio – Comunque, quand’è che tornate a trovarci, una sera di queste? C’è di nuovo il karaoke, quanto mi piace il karaoke, dovremmo fare una bella gara…-
- Ah-ehm…aspettiamo che la polizia smetta di venire a controllare se disturbiamo la quiete pubblica…- lo blocca Shion.
- Be’, allora il Majhong, sono mesi che non organizziamo un torneo! – ribatte Doko agitandosi tutto con aria eccitata.
Uuuuhhhhhh…ventisette anni e dimostrarne ottanta.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
“Ciaoooooooooooo Lili! Come stai? Io mi sto ANNOIANDO!! Stiamo facendo storia, quel vecchio rimbecillito di Filippo V…vero che oggi mi passi a prendere dopo scuola così faccio il fico con le mie compagne perché esco con una più vecchia?”

“Allora, vecchia sarà tua sorella! E comunque no, non posso venirti a prendere…A che ora esci oggi?”
“Noooooooo…Tra cinque minuti, se non sbaglio però adesso sei in pausa pranzo”
“Sì…siamo da Doko... Tuo fratello?”
“Lavora fino alle 18.00…uffi”
“Vabbè, vorrà dire che passerai la giornata con noi…però ti avverto: stai attento perché è iniziata male ed abbiamo rischiato due omicidi, stamattina”
“Uh. Damerino e BB?”
“E chi altro…”
“Non vedo l’ora di sentire tutta la storia! Arrivooooooo
Mi piacciono le conversazioni via SMS di Lili e Kiki.
Sicuramente più dei racconti di June circa i corsi di Infermieristica.
Sto mangiando, dannazione.
Non è perché Andromeda (avevo visto giusto) ha lo stomaco chiuso che bisogna dissertare su budella, aghi, vene e sangue.
Non che io sia schizzinosa, ma mi tocca rispondere alle sue affermazioni…che non sto minimamente ascoltando.

Acida, io?
Nah.
Sì, non vado molto d’accordo con Nemes…nemmeno con Fiore di Luna a dire il vero…
Ma è una semplice reazione alla loro incondizionata adorazione per Sirio e Shun, adorazione che rasenta l’imbecillità in alcuni momenti. Soprattutto nel caso di Shunrei.
Quanto a Shun…gli voglio molto bene in realtà, è buono come il pane ed uno dei più tollerabili nel nostro appartamento, però…però a volte se ne esce con delle frasi che mi fanno cadere le braccia.
-  Come fai a mangiare quella roba…? –
Appunto.
- E’ carne, Shun – osservo.
- Ma era un animale…-
- Questione di catena alimentare – gli risponde sadicamente Elle.
- Ma tu non mangi solo insalata? – le fa notare Nemes, sempre pronta a difendere Shun.

- Scusa, hai detto qualcosa? – fa per tutta risposta l’altra
- E’ filosofa, non è detto che debba essere per forza fedele a ciò che predica – taglio corto – E dopo la cena di ieri sera, questo piccolo e simpatico hamburger mi pare il minimo – affermo, un brivido lungo la schiena che ben si coniuga alle espressioni di disgusto di Elle e Lili.
Crystal ai fornelli…
Cosa ci ha depresso a tal punto da tentare il suicidio in modo così cruento?
Va bene morire in modo nobile, ma così rischiavamo veramente di esagerare.

Che lui abbia alla fine deciso di provare a cimentarsi nell’impresa non mi sorprende affatto, invece.
Probabilmente ci vuole morte e gli serviva un piano facilmente attuabile per ottenere il suo scopo.
Secondo me ieri lui e Sirio hanno steso un piano per conquistare l’appartamento.
- Io ho mangiato – sottolinea Pegasus soddisfatto.
- Perché sei una fogna. – osserva Lili con aria truce.
- Apprezzate lo sforzo, almeno! – protesta lui.
- Infatti lo abbiamo apprezzato. Il cane degli inquilini al primo piano ha gradito. Anche i cassonetti dell’umido. –
- Avete dato quel cibo al cane?! – salta su Andromeda, preoccupato.
- Credo l’abbia usato come gabinetto. – fa Lili con nonchalance. – Quindi ammetti che faceva schifo! -
- Dico semplicemente che non è appropriato dare quel tipo di sostanza ad un animale – ribatte lui, ben pronto a difendere il suo carissimo amichetto BB.
- Io dico che non è appropriato lasciare Crystal nei pressi dei fornelli – gli risponde Tisifone
- E’ stato un momento di debolezza, non accadrà più – sentenzia Lili – Volevamo vedere se è vero che i bambini devono essere lasciati liberi di imparare – fa una pausa – Ovviamente no. Almeno, non lui. –

Be’, c’è un motivo se la nostra idea di inizio convivenza circa l’acquisto di due frigoriferi si è rivelata inadatta.
In sostanza, i quattro ripiani dell’unico frigo ce li gestiamo io, Elle, Lili, Sirio ed Andromeda, ovvero gli unici due ragazzi a tentare di prepararsi la “pappa” (termine appropriatissimo, credetemi) da soli, nonostante il loro scarso dispendio di finanze per il nutrimento.
E sono sopravvissuti fino ad ora perché tendono a preparare solo roba fredda.
Quanto a Crystal e Seiya…credo abbiano minimo quindici conti aperti, e il “Cinque Picchi” è solo il primo della lista. Seguono: piadinerie, McDonald’s, Burger King, panetterie, venditori di pizze al trancio, gelaterie, Irish pubs…insomma, ci siamo capiti.
Sostanzialmente, quando sono nati sono stati registrati all’anagrafe e alle liste per i trapianti di fegato.
Cucinare per loro non se ne parla, a meno che non sia Natale.
Pegasus ci ha provato una volta, a chiedere a Tisifone se gli preparava qualcosa.
Vi lascio immaginare la risposta.
Tra l’altro, ancora non abbiamo capito per quale strano motivo, e soprattutto secondo quale legge non dimostrata, questi due si siano messi insieme.
Insomma, intendiamoci, non c’entrano niente l’una con l’altro…d’accordo che gli opposti si attraggono, ma loro due non viaggiano su rotte diverse, appartengono proprio a differenti galassie!
Tanto è vero che alla fine abbiamo stabilito questo: in realtà Tisifone, che ovviamente non è tipo da relazione stabile, cercava un amico di letto, possibilmente passabile…e Pegasus, aitante zerbino umano, faceva al caso suo…
Ciò che sorprende è che siano durati fino ad oggi…
Anzi no: ci scommetto che Shaina si diverte un mondo a sottometterlo.

Rimane il fatto che Seiya ha una vita sessuale più attiva della mia e di quella di Elle messe insieme.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Ragazzi, Fiore di Luna deve chiedervi una cortesia – annuncia Doko mentre sia lui che la ragazza portano le due ennesime portate a Pegasus e il caffè a noi ragazze.
No, June e Shun  non l’hanno preso, altrimenti schizzano peggio di due trottole impazzite.
- Bè ecco…io…avevo preparato degli spaghetti di soia con verdure per Sirio…se…se foste così gentili da portarglieli…almeno stasera ha la cena…-

Sette…anzi, otto paia d’occhi (compreso Doko, il che da’ un’idea di quanto scandalizzi questa richiesta se perfino lui è tornato fra noi) fissano Shunrei come se le fosse spuntata una seconda testa.
- Prego? – chiede Lili dopo un po’.
- Ehm…gli spaghetti, per Sirio…-
- Cioè, fammi capire, quell’essere si dimentica di comprare il MIO caffè e io dovrei portargli la SUA cena?! Ma gli faccio lo shampoo, con gli spaghetti – sbotta Elle.
- Mi paghi? – propone Seiya invece.
- Ragazzi! – s’intromette Shun – E’ solo un favore per Shiryu! –
- Bene, allora fallo tu Andromeda, io coi favori al Damerino ho chiuso – fa Lili per tutta risposta
- Certo che lo faccio io! – ribatte Shun, gonfiando il petto come un bravo Paladino degli Studenti Universitari Affamati.
- Va bene va bene, state calmi…Shunrei vieni, prepariamo la doggy-bag – Doko afferra la ragazza per un braccio e la porta in cucina.
Ovviamente accennando dei passi di danza, il Momento Terrestre si è già concluso.
- E’ senza speranza – affermo non appena la porta si chiude alle loro spalle.
- Chi, Fiore di Luna?  - chiede Nemes
Non mi pare che Doko sia molto registrato nemmeno lui, ma vabbè…
 - Ci puoi scommettere!  - fa Tisifone seccamente. – Frequentare quella scuola di cucina le ha fatto perdere il lume della ragione…crede che sia un corso per aspiranti mogli, forse? –
- Be’, io trovo che preoccuparsi così per Sirio sia qualcosa di carin…- Pegasus viene zittito da un’occhiata di fuoco della fidanzata .
- CIAOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! –
Senza preavviso, vediamo un proiettile rosso correre verso di noi: l’inconfondibile sagoma di Kiki, lo zaino ondeggiante sulle spalle e la cartelletta con i disegni sottobraccio che mettono a repentaglio il suo già precario equilibrio.
Infatti si schianta poco gloriosamente su Doko, che come minimo deve aver scaraventato la cameriera in cucina, per essere nuovamente e pericolosamente in azione.
C’è un attimo di perplessità generale, prima che Andromeda si azzardi a chiedere:
- Vi siete fatti male? –
- STRIKE! – urla Doko dal pavimento su cui si è ritrovato suo malgrado. – Bel colpo, Kiki! Se la prossima volta prendi Shion ti offro da bere!-
- Sarà fatto! – esclama il ragazzino, rimettendosi in piedi e aiutando il birillo multicolore a fare altrettanto in modo che possa andare a combinare disastri altrove.
Dopodiché Kiki viene verso di noi tutto tronfio, esclamando:
- Super Kiki è ancora intero, tutto per voi, donzelle! –
- Hai parlato con Milo, recentemente? – fa Elle, un sopracciglio inarcato, e come temiamo lo vediamo annuire mentre si lascia cadere sulla panca accanto a Lili.
- Allora, quando esci con me? – le chiede immediatamente.
- Sei minorenne, Kiki – gli ricorda Nemes
- Questo non mi ha mai fermato – fa per tutta risposta Lili con un sorrisetto che sconvolge l’altra.
- Lili! – esclama infatti.
- Così ti voglio! – esclama Kiki ridendo, prima di aggiungere: - Oh ragazzi, sapete vero cosa succede settimana prossima? –
- Mi salta l’esame di chimica? – fa Seiya tutto contento.
- No! –
- C’è la finale di Champions – tenta Nemes, beccandosi un’occhiataccia da parte mia.
Mai scherzare sul calcio, per quello che mi riguarda.
- Noooo! -
- Giochiamo di nuovo a D&D![2] – esclama Lili speranzosa.
- Ah no eh, se ci rigiochiamo faccio io il Dungeon Master, chiaro? – s’intromette Seiya - L’ultima volta non avete fatto altro che farmi accoppiare con Aiolia ! –
- Eh vabbè…-
Un momento epico, abbiamo toccato l’apice del delirio collettivo.
- Vabbè cosa, era un halfling ladro! –
- Sempre meglio di Milo che ha scelto l’elfo puttana – gli ricordo, scatenando le risate generali.
Una volta ripreso, Kiki attira di nuovo l’attenzione, esclamando:
- RAGAZZI! E’ il compleanno di Aldebaran!-
Uh, è vero!! Il vecchio Al fa gli anni…
Cazzo, bisognerà prendergli un regalo.
Fantastico. Già m’immagino le botte che si tireranno i ragazzi per occuparsene.
Della serie: ci penseremo io, Lili, Elle e Kiki.
E Mur, forse.
- Bravo Kiki! Grazie per avercelo ricordato, con tutti i casini che succedono rischiavamo di dimenticarcelo – ringrazia Shun.
Per una volta ha ragione: Aldebaran è forse la persona più normale del gruppo, oltre che essere molto gentile e disponibile. Non si direbbe, data la stazza da armadio a cinque ante.

Correggo l’affermazione di prima.
Meglio che il regalo lo prendiamo noi, altrimenti i ragazzi se ne escono con qualche cavolata.
Tipo la crema antirughe che hanno regalato ad Aphrodite.
O la scatola da cento preservativi per Milo.
Però la nostra idea di regalare una piastra per capelli a Sirio era geniale…
- No, in realtà perché mi ha chiamato Aphrodite stamattina…- fa Kiki per tutta risposta - Se scopro lo stronzo che gli ha dato il mio numero lo ammazzo…- sbuffa seccato, senza beccarsi il minimo rimprovero per quello “stronzo” che suo fratello non avrebbe perdonato.
- Ha chiamato te?! E perché non Mur…ah…– fa Pegasus
Non dimentichiamoci del fatto che Mur ha un Nokia 3310 del Paleolitico e nel 99, 9% dei casi non sa neanche dove sia.
Sarebbe più facile contattarlo con un piccione viaggiatore.
- Cioè, si è scomodato a chiamarti? Di persona? Non ha una segretaria per questo? – chiedo, sorpresa.
- Segretaria? Ma ti pare? A parte il fatto che si pavoneggia tanto ma secondo me il suo ufficio è lo sgabuzzino della redazione…e poi, altro che assistente, quello ha minimo una troupe di personal…personal…cosi. – mi fa Lili.
- Morale della favola, la conversazione è stata più o meno questa: “Ma ciao! Tutto bene, cosa mi racconti? Seeeeenti bello, sono ad un brunch ed ho appena dato un’occhiata alla mia agenda…ho notato che ci aspetta un mese pieno di events! Si parte da quel mega week-end alle terme per me, poi ci sarà il vernissage, il rifacimento della cucina…”- riporta Kiki accompagnandosi anche con dei gesti da pantomima.
- Scusa, e il concerto di Ioria al teatro, la fine dell’anno accademico, l’ampliamento dell’attività di Kanon..? – azzarda Shun
- Perché secondo te gliene frega…senti qua: “Non ho potuto fare a meno di notare che settimana prossima c’è il compleanno del carissimo Aldy!  Bisogna necessariamente organizzare qualcosa! Magari in qualche posticino che si adatti alla sua personalità, con la giusta atmosphere, tutti i suoi friends per avere una serata molto easy!” –


- Eh? – si esprime comprensibilmente Pegasus
- Rivoglio la mia femminilità indietro -
- No Elle, noi ti amiamo così! Comunque credo che la sostanza sia: è il compleanno di Aldebaran, organizziamo qualcosa – concludo
- Il che vuol dire che faremo tutto noi…bè, il posto ce l’abbiamo. Possiamo chiedere a Doko di stare qui. – propongo.
- E’ la volta buona che gli diamo una scusa per rifare il locale. Facciamo di venerdì? – azzarda Nemes.
- Alt! Bisogna vedere come siamo messi con i turni…soprattutto Aldebaran, quello lavora anche di notte, secondo me! Con tutti gli straordinari che fa prima o poi se la compra, la fonderia!- esclama Elle, al che giustamente Lili risponde:
- Devo ricordarti chi sono i suoi coinquilini?! –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
 
- Ehm…Elle…o il tuo cellulare mi sta vibrando nella schiena, o sono appoggiata a qualcosa di strano – osservo, sentendo le vibrazioni di un apparecchio contro la sopracitata parte del corpo.
- Cos..? Oh!  - Elle apre la borsa, cercando il telefono per dei lunghi secondi prima di estrarlo, trionfante.
Mi sorprende che si sia ricordata di prenderlo, stamattina.
Non tanto per l’astinenza da caffè, quanto per il fatto che Elle non si rammenta di essere dotata di tale prezioso strumento. Il quale la maggior parte delle volte finisce dimenticato sul letto, se non addirittura in qualche cassettiera.
Si accettano scommesse su quando finirà in lavatrice, abbandonato in qualche solitaria tasca dei pantaloni.
C’è un motivo se evitiamo di lasciarla andare in giro con Mur.
- Shura – fa, rispondendo – Che c’è? –
Non fa in tempo a dire altro, dato che il telefono le viene velocemente sottratto di mano e prima che ci possiamo rendere conto di qualcosa si sente cantare, con voce fin troppo familiare:
-…ciuri ciuri, ciuri di tuttu l'annu l'amuri ca, mi dasti ti lu tornu...  [3]-
- PIANTALA DEATH MASK! – si sente urlare dall’altra parte dallo spagnolo. – Ridai il cellulare ad Elle! –
- Uh, vuoi parlare con la fidanzatina! –
- Elle non è la mia ragazza! –
- Shura non è il mio ragazzo! – si aggiunge quest’ultima indignata.
- Minchia come siete permalosi! Dovreste fare più zozzerie! – ribatte Death Mask per tutta risposta.
- E tu dovresti farti un mazzetto di cazzi tuoi, cabròn! – sbotta Shura , mettendo giù.
Death Mask sghignazza, lasciando cadere il cellulare sul tavolo e passando ad accendersi una sigaretta.
Si parlava del diavolo…
- Permalosetto, il tuo ragazzo…l’hai lasciato a secco, ultimamente? – chiede con un ghigno.
- Ti ho già detto che Shura non è…-
- Death Mask! Quante volte ti devo dire di NON FUMARE qui dentro?! – il Cerbero dei Cinque Picchi è ricomparso all’orizzonte.
- Minchia Shion, stai calmo! Perché non ti fai un tiro anche tu, ogni tanto? Di quella vecchia roba che usava Doko alle superiori, però! –
- Non ti permettere! E spegni quella sigaretta! – continua Shion ignorando la seconda parte della frase che ha destato l’interesse generale.
Non che avessimo dubbi in proposito.
Death Mask lo guarda con aria di sfida, e vi assicuro che non è uno spettacolo piacevole.
Shion è abbastanza ben piantato, ma DM ha la cattiveria e la follia dalla sua parte.
E non è la follia di Doko, no, è proprio il dare del tu agli psicopatici.
E’ sorprendente pensare che uno così un tempo frequentava l’Accademia delle Belle Arti e che ne è uscito con il massimo dei voti.
E’ qualcosa che stona, nel suo curriculum vitae.
L’essere divenuto tatuatore invece è stato un passo scontato.
Non perché tale professione non sia un’arte, tutt’altro.
Solo che Death Mask intento a fare i vasi come in Ghost o a dipingere con grazia  come Monet…semplicemente, non è credibile.
Gli si adatterebbero solo i tagli nella tela di Fontana.
Tanti tagli.
Assassinii virtuali”, già mi vedo il titolo.
C’è da dire a suo favore che trasformare un’ingenua farfallina in un una falena zombie gigante non è da tutti.

Rimane il fatto che nessuno di noi si farebbe tatuare da lui.
C’è il rischio che gli prendano l’entusiasmo e l’ispirazione mentre siamo sotto gli aghi e non vogliamo diventare le sue tele umane.
- Come sei fiscale, minchia – dice all’indirizzo di Shion, spegnendo la sigaretta – Ci credo che quel dissociato di Doko sia ridotto così! Piuttosto, la mia sbobba è pronta? –
- Shunrei te l’ha lasciata sul bancone, sanguisuga – taglio corto il gestore – Prendila e muoviti a portare la tua fastidiosa persona fuori di qui –
- Questa fastidiosa persona , come la chiami tu, guadagna più di te! –
- Per forza, tu non hai degli avvoltoi come clienti! –
- Ehi! – protesta Seiya
- Sono i rischi, quando gestisci un asilo d’infanzia – ribatte Death Mask, ignorando il reclamo.
- Bada a come parli – fa Tisifone, attirandosi una sua occhiata più che esplicita.
- Ne riparleremo quando ti sarai stancata degli zerbini e vorrai passare alle cose serie, Shaina – fa lui per tutta risposta, salutandoci poi con una risata sadica, l’immancabile Doko che esclama cordialmente:
- Ciao ciao, torna presto! -
Il che gli vale l’ennesima Occhiata Infuocata di Shion.
Prima o poi lo ammazza. Già noto uno strano tic all’occhio…
- Ma come si permette?! – fa Pegasus imbufalito – Ma io lo strozzo! –
- Seiya! –
- Cosa vuoi, Shun?! Quello insulta la mia ragazza e io dovrei…-
- Veramente ce l’aveva con te – fa Lili – E comunque non mi metterei contro di lui –
Più che giusto.
Ricordiamoci che ancora oggi, perfino gli amici più intimi di Death Mask, sempre che ne abbia, non sanno da cosa derivi il suo nome.
L’abbiamo sempre conosciuto così, è’ uno dei tanti misteri del gruppo.
Come la dinamica Tisifone-Pegasus, Shura-Elle o la convivenza Ioria-Shaka.
Tuttavia, è la più inquietante tra queste.
C’è qualcosa che non vorremmo sapere, ne sono sicura.

- Ragazzi! Ci siamo dimenticati di dirgli del compleanno di Aldebaran e della possibile festa! – esclama Kiki all’improvviso.
- Festa? – fa Doko, gli occhi che si illuminano pericolosamente – Ne farete davvero una, vero?! –
- Bè…sì…- comincia il ragazzino.
- Magnifico! Perché non la organizzate qui? –
- Cosa?! – esclama Shion – Sei scemo?! Devo ricordarti com’era ridotta la stanza quando abbiamo permesso loro di festeggiare il compleanno di Pegasus? –
- Che festa, ragazzi…- fa quest’ultimo con espressione soddisfatta.
- No, me lo ricordo, quel subdolo di Aphrodite mi ha battuto al karaoke! – esclama Doko inviperito.
- E poi è arrivata la polizia…- gli ricorda Shion.
- Mi ha fregato con Celine Dion! Non puoi cantare Celine Dion contro gli Europe! –
- …e hanno sequestrato il karaoke…grazie al cielo…-
- Due mesi…due mesi senza, capisci? Ho un conto in sospeso con quella serpe…alla festa mi sente! –
- Doko, ho detto che il compleanno…- tenta d’inserirsi Shion.
-…sarà la sfida decisiva! Portatemelo qui e lo faccio nero! –
Addio timpani…
- Ehm…quindi abbiamo il posto? – chiede Andromeda
- Ci puoi scommettere! Quanti siete? Ci sarete tutti, vero? Dovete per forza esserci TUTTI per assistere alla sua disfatta! Bene, vado a recuperare i testi, a scaldare i microfoni, a sistemare l’impianto…-
- Forse era meglio il Mahjong – osserva Kiki vedendolo schizzare verso il retro del ristorante.
Shion gli lancia un’occhiata, poi torna a fissare noi, lo sguardo truce alla vi-ammazzo-uno-per-uno-in-modo-cruento.
- Ehm…sarebbe venerdì prossimo…per…circa…venticinque persone…- prova a dire Pegasus, tentando di non liquefarsi sotto il peso di quegli occhi.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
 
Alla fine l’abbiamo spuntata.
Il compleanno di Aldebaran si farà eccome.
Abbiamo solo dovuto firmare alcuni documenti circa l’assicurazione, mi pare.
Qualcosa del tipo che se causiamo dei danni al locale a tutti toccherà vendere degli organi o prostituirsi.
Non credo che qualcuno vorrà i fegati di Pegasus e Crystal…
- Ma porca…dove ho messo il cellulare?! –
- Nella tasca dei jeans, Elle – risponde Lili stancamente mentre percorriamo la via di casa, Kiki che ci precede saltellando.
- Ah. Ecco perché vibravo. – commenta l’altra, recuperando il telefono e rispondendo. - Shura! Eh…no…- la vedo giocherellare con una cinghia della borsa, esitante – Veramente…oh, sì, l’ho preso io…va bene…sì…domani…ciao –
Mette giù, sbuffando.
- Domani? – fa Kiki con un sorrisetto divertito.
- Devo riportargli un libro – dice lei
- Sì, adesso si dice così…-
- Esatto, Kiki, si dice così! – lo fulmina la mia coinquilina con lo sguardo.
- Solo un libro? Facciamo un terzo della sua biblioteca – le ricordo, dato che sappiamo tutti che appena può Elle va da Shura a prendere in prestito i volumi per studiare e scrivere i saggi…con data di restituzione indeterminata.
- Eh…vuole quello che gli ho preso oggi –

- Alt. Oggi gli hai preso un libro? – chiedo, perplessa.
- Sì –
- E quando? –
- Mentre era in bagno e tu parlavi con Camus –
- E Milo dov’era? – insisto, sospettosa.
- Con me, mi ha fatto entrare lui in camera di Shura! –
- Non voglio sapere cos’ha preteso in cambio – fa Lili
- Ha insistito per darmi le chiavi di casa, farne una copia e usarle a nostro piacimento. Cioè…a sua discrezione, penso. –
- Ah. Perché non ha ancora capito che le userai per intrufolarti alla Diabolik in casa per fottere il patrimonio filosofico universale? – sospiro rassegnata.
- Perché è troppo impegnato a discutere con Antares! Comunque, domani riporto il libro a Shura…addio 30 all’esame… –
Nel frattempo siamo finalmente giunte a casa, dopo una giornata da girovaghe che nonostante tutto ci ha permesso di usufruire della biblioteca per studiare…e a Kiki di provarci con metà delle studentesse presenti.
Forse è arrivato il momento di spiegargli che usare la frase d’abbordaggio “Sai che sono il fratello del GRANDE Mur?” non è l’ideale.
In cima alla rampa di scale estraggo le chiavi di casa dalla borsa, aprendo la porta d’ingresso e preparandomi a scaraventare il pacchetto che era destinato a Shiryu, che ovviamente Andromeda ha dimenticato al ”Cinque Picchi”, in testa al destinatario.
No, non sono così violenta di solito, però Fiore di Luna mi ha seriamente fatto girare i cosiddetti quando ha giustificato la propria premura con la seguente frase: “Perché so che Sirio ci pensa poco, insomma, è così preso dalla studio...”.
Seh, questa l’ho già sentita.
Lui e gli altri si ammazzano di studio, proprio.
Si vede dalla scena che abbiamo davanti.
Shun è praticamente accasciato sul tavolo, la testa affondata in quello che sembra essere un manuale dei suoi.
Crystal…figuriamoci se sa cos’è un libro, ancora mi chiedo cosa diamine combini a Meteorologia. A parte farsi bocciare ripetutamente da Camus al solito esame che i loro due curriculum hanno in comune.
Ad ogni modo, quel simpaticone di BB se ne sta bellamente stravaccato sul divano a guardare la TV, mentre Seiya deve essere caduto proprio da quest’ultimo, dato che ora si trova sul tappeto con un volume aperto sulla faccia e russa della grossa.
Come questo soggetto abbia fatto a completare gli studi superiori nei tempi giusti è ancora un mistero.
Per non parlare di come sia entrato a Fisioterapia e come passa gli esami.
Ho il sospetto che il manuale sul viso gliel’abbia messo quel mostro di giovialità del biondino, così, giusto per attutire il rumore e godersi le repliche del campionato di hockey su ghiaccio (del 1986)  in santa pace.
Mr. Simpatia, proprio.
Ancora oggi, io non so di che colore sia il nostro divano, dato che con Crystal sono impegnati in un’intensa e lunga relazione che dura da quando il mobile è entrato in questa casa.
Poco importa che ci siano otto inquilini, Hyoga è in grado di occupare i posti di tutti. O ottenerli violentemente.
Perfino un gatto incazzato sarebbe meno indisponente.
Poi uno si chiede perché non abbiamo una mascotte o un piccolo animale da compagnia.
Ci sono già cinque…cioè, tre bestie che girano liberamente (Phoenix passa il tempo in caserma e Shun, a parte per le pulizie, raggiunge la partecipazione emotiva di un soprammobile) per casa!
Tra cui il cosiddetto Axel Rose dei poveri.
Che non ci degna minimamente di uno sguardo quando entriamo, ovviamente.
- Ciao Crystal! – fa Kiki tutto contento
-‘ao Kiki – risponde lui semplicemente, gli occhi sullo schermo.
Ne manca uno all’appello.
 - Dov’è Sirio? – chiedo, scrutando la stanza.
- In camera sua a studiare. –
Vado verso la porta in questione, scuotendo il pacchetto come richiamo mentre Lili si dirige verso il bagno.
- Sirio, la cena! – esclamo, lasciando l’involucro davanti alla sua porta e andando a scuotere Andromeda.
- Ah! – fa, sussultando e scattando a sedere – La leucemia felina! –
Eh?
- La demenza congenita, Shun! – ribatto
- CRYSTAL! – sento intanto  urlare da Lili, che sfiora i decibel di un concerto metal con un solo urlo, prima di tornare di corsa nel salotto.
- Che vuoi? – fa lui, indispettito dal fatto che Kiki stia accennando a sedersi sul divano.
- Perché il cesto dei nostri panni è vuoto? Eh?! –
- Vuoto? Sei sicura? – fa Andromeda, perplesso.
- No, effettivamente mi sono appena ricordata di non aver preso i miei psicofarmaci, oggi. Shun, cazzo! – lo zittisce acidamente lei, fulminandolo con lo sguardo, prima di tornare a fissare il colpevole.
- Oh bè…oggi era il mio turno per fare il bucato…devo essermi sbagliato, devo aver preso i vostri panni invece che i nostri…tutto qui – risponde Hyoga fingendosi tranquillo e continuando a  guardare Kiki con cipiglio d’avvertimento.
Sfotte, so perfettamente che sta gongolando.
- Stronzo, l’hai fatto apposta! – dice infatti Lili – Che diamine hai combinato con i nostri vestiti, eh?! –
- Crystal si limita a lanciarci un’occhiata neutra, abbozzando un ghigno soddisfatto.
Sto cercando di immaginarmi il peggio, quando sento Kiki esclamare:
- Ragazze, ma quelli appesi là fuori sull’albero di fronte sono dei reggiseni? –
 
 
 
N.B:
[1] Doko indossa gli stessi colori della divisa standard di Robin in Batman
[2] D&D= Dungeons&Dragons (gioco di ruolo)
[3] Leggendo con cadenza siciliana, la “c” si ammorbidisce fino a diventare una sottospecie di “s”, il che trasforma  la parola in ”sciuri” (molto simile al nome Shura)

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Capitolo 5
*** Lollipop ***


Lollipop

 
 
 

- D’accordo ragazzi, ecco il piano: una corsia alla volta e state uniti, okay? – fa Lili fissandoci entrambi.
- Ma non facciamo prima a prendere tutti qualcosa e ritrovarci qui a…-
- Devo ricordarti cos’è successo l’altra volta? Un lavoro di mezz’ora ci ha preso quasi due ore! DUE ORE! Non voglio ripetere l’esperienza, ho una vita, per quanto cerchiate di rovinarmela! –
- Lili, siamo in tre, non in otto come in quell’occasione, anche disperdendoci non dovremmo perderci…-
Mi blocco, un po’ per l’occhiata della mia coinquilina, un po’ perché il mio cervello mi ha prontamente riportato alla mente il flashback dell’esperienza passata.

E’ proprio vero che a volte la mente nasconde i brutti ricordi.

Mi sorprende che ci abbiano fatto rientrare qui, considerati i precedenti.
Strano che non ci siano le nostre foto all’ingresso con la scritta “IO NON POSSO ENTRARE”.

Non sto esagerando.
Il gestore dell’autolavaggio ad esempio le ha messe, dopo che siamo stati lì a lavare le macchine di Lili e Crystal.
Prima e ultima volta che abbiamo tentato un esperimento simile.
Per poco i rulli non lavavano anche noi.
Seiya non ha ben chiaro il concetto di tenere chiusi i finestrini.
Ringrazio che oggi non ci sia, altrimenti è la volta buona che ci bandiscono, non può andarci sempre bene, soprattutto in un luogo così fondamentale per le nostre vite.

Il supermercato.
Un termine, un universo.

Un buco nero, più che altro.
Soprattutto con certe compagnie.
- Continuo a non capire l’utilità della tua presenza, Shun – osserva Lili mentre prende un carrello.
- Per portare le borse! – risponde lui prontamente.

- Potresti essere più specifico? –
- Non vi serviva qualcuno per bilanciare il peso? –

- Sì, ma qualcuno tipo Phoenix –
- Non disponibile. Ci avevo già pensato.  – le faccio notare. – Sempre meglio che venire qui con gli altri, dopo il casino dell’altro giorno…-
- Se vogliamo seguire la logica del “chi fa da se fa per tre” allora sarebbe stato meglio rinchiuderli nello sgabuzzino, oggi, invece che lasciarli liberi di danneggiare casa come al solito…-
- Non farmici pensare! – faccio, ripensando al fatto che quando siamo usciti c’era Crystal intento a pulire uno dei bagni, mentre Sirio si stava occupando della spazzatura.

Se non fosse che temo per i nostri averi, avrei proposto ad Elle di far riordinare loro la nostra stanza.

In compenso, Hyoga si occuperà della propria…soprattutto della parte occupata in quest’ultima  da Pegasus.
Ah ah ah ah.
Buona fortuna.

- Allooooora….- fa Lili leggendo la lista accuratamente redatta, per ovvie ragioni, da noi tre - Ci servono…pane, latte, uova…il detersivo per lavatrice che BB ha bellamente sprecato per i suoi simpaticissimi scherzi col bucato altrui…il caffè, ovviamente…la verdura…la carne…Andromeda non  fare quella faccia! …e…la carta igienica? Di già?! –
- Prenditela con Hyoga e Seiya – ribatto, cercando le corsie giuste. – La settimana scorsa ne hanno usata un botto per costruire il fortino in salotto e giocare agli indiani e i cow-boys con Kiki e Ioria, che era passato a trovare Pegasus. –
- E perché diamine non li avete fermati?! –
- Perché io, Shun e Kiki eravamo gli indiani, mi sembra ovvio. –

- Perché cazzo non vi hanno fermato?! –
- Elle era da Shura e Sirio a lezione. Tra l’altro deve pure essere passato al “Cinque Picchi”– rispondo
- Perché? –
- Perché poi è arrivato Doko e ha voluto unirsi a noi indiani come Grande Capo Tigre Canterina. – fa Shun
- Ma com’è che la gente finisce tutta a casa nostra?! – chiede Lili scandalizzata.
- Perché siamo simpatici – dice Andromeda, e non so se sta scherzando o no.
- Dovrebbero starci attenti, considerato che Doko è riuscito a farmi diventare violenta! – dico io
- Come? – chiede Lili
- Voleva fare il capo, peccato che lo fossi io. –
- Ah sì? E come ti chiamavi? Grande Capo Scoiattolo Vorace?! –
- Come hai fatto a indovinare?! -

- D’accordo…io, in questo delirio da dissociati, dov’ero? – prosegue lei con aria rassegnata.
- In camera con Phoenix. – le ricordo, facendo calare un silenzio di tomba.

- Lasciamo perdere. Dunque, servono anche le mie tisane…il cioccolato…la…il…Shun, che diamine è questa roba?! –
- Il seitan per me e Sirio. L’altro giorno lui e Crystal l’hanno dimenticato. –
- Bene, allora fila a prendere quello e già che ci sei conquista del detersivo per i panni, dato che è nella corsia dietro al cibo per vegetariani. Ti aspettiamo qui. –
Shun annuisce e si allontana obbediente, mentre noi rimaniamo in attesa vicino alla corsia della pasta. Non appena volta l’angolo, Lili si gira verso di me esclamando:
- E’ tutta colpa tua, Micky! –
- Eh? Che c’entro io?! –
- Perché non hai scelto qualcun altro da portarci dietro? –
- Le pulizie con Elle sono la punizione più che giusta per Sirio e Crystal, a mio avviso. Avrei anche scelto Pegasus, se non si fosse eclissato da Shaina. E poi che hai contro Shun? E’ stato gentile a volerci accompagnare, e dimostra di non essere uno sprovveduto, se non è voluto rimanere in casa con Elle.–
- Questo è vero –
- Comunque, bisognerà pensare ad una punizione per Seiya, non può mica fare il furbo tutte le volte che c’è da pulire! – osservo – Facciamogli fare camera nostra, è la volta buona che lo perdiamo! –
- Potevamo portarlo con noi e farlo disperdere qui, a quel punto – ribatte lei.
- Ma non sarebbe stato divertente -
- Dite che questo va bene? C’è anche l’ammorbidente! – esclama la voce del terzo profugo delle pulizie, mentre ci viene incontro con un flacone maxi  di detersivo color lavanda in mano.
Shun Casalinga Disperata.

- Oh Andromeda, stai proprio diventando una donnina di casa perfetta! – lo prende in giro Lili.
- Ma io…-
- Niente Shun, niente – lo interrompo ridendo – Quello va benissimo, grazie. –
Sempre più perplesso, Andromeda deposita il prodotto nel carrello, per poi chiedere: - E ora? -
- Dunque, direi di passare alle uova, sono qui vicino e... aspetta, che c’è scritto qui…ce..ce..cereali?! – legge Lili sorpresa.
- Ancora cereali?! Ma no, Elle avrà sbagliato, ha preso la confezione enorme poco tempo fa! – esclamo – Non può averli già finiti! –

- Non ne sarei così sicuro – mi fa notare Andromeda, e non ha torto.
Considerato che troviamo i sopracitati cereali sparsi per l’appartamento…sì, anche nel bagno (non chiedetemi come ci arrivino)…forse è possibile, in effetti…
Non so quale sia il problema di Elle con tale alimento, a dire il vero.
Solo che tende, inevitabilmente e inspiegabilmente, a spargerlo, perderlo…decorarci il pavimento di casa…trovare la strada per il bagno…come preferite.
Quasi peggio di Crystal e Seiya quando lasciano i vestiti (sporchi) in giro.
- Senti, provo a sentire e le chiedo di controllare…- dice Lili avviando la chiamata dal cellulare. L’altra risponde dopo un bel po’ di squilli – Ciao Elle! Senti, non è…-
- SIRIO! Che cazzo fai??! – sento urlare dall’altra parte della cornetta.
- Elle..- esita Lili
- Quel decerebrato sta tentando di ordinare le nostre cose! –
- Pazzo! - esclamo
- SIRIO NON TI AZZARDARE A TOCCARE I MIEI VIDEOGIOCHI!! – grida Lili invece.
- Lili…- prova a dire Shun, facendole segno di abbassare la voce.
- Zitto Andromeda, se quel Damerino tocca i miei bambini giuro che stasera lo raso a zero! –
- Ma sta semplicemente facendo il suo dovere, toccava a lui oggi…-
- Io non entro in camera sua a toccare il suo ordine asettico-paranoico-maniacale! – ribatte lei.
- Anche perché poi sembrerebbe che in camera ci sia passato un cinghiale ballerino ubriaco – osservo.
- Chissenefrega, resta il fatto che non lo farei! –
- Ma porc…! Sentite, ci vediamo dopo, vado a dirgliene quattro! – esclama Elle dall’altra parte, chiudendo la conversazione.
Lili mette via il cellulare.
Dire che sta fumando di rabbia sarebbe usare fin troppa delicatezza.
Quella che finora, com’era prevedibile, non abbiamo avuto.

Ci stanno guardando tutti.

Chissà se io e Shun potremmo suscitare compassione in qualcuno e farci adottare…

Probabilmente lui sì.
Prende poco spazio, è pulito, non consuma molto cibo e all’occorrenza si rivela utile per mansioni varie e maltrattamenti da sbalzi d’umore causati dal mondo.
Io…

No, siamo realisti, io sono l’esatto contrario.
Occupo poco spazio, sì, sono pulita...
Ma sul cibo proprio non ci siamo.

- Ehi, quelli non sono Ioria e Castalia? Ciao ragazzi! – esclama Andromeda all’improvviso, fornendoci un appiglio per recuperare un po’ di dignità.
La coppia in questione è ferma vicino al banco degli yogurt e ovviamente entrambi ci stavano già guardando, probabilmente in cerca di qualche scusa per fingere di non conoscerci.

Scommetto che Ioria sta odiando Shun, in questo istante.
Alla fine si avvicinano, Castalia che ci saluta:
- Ciao ragazzi…tutto bene? –
- Ovviamente no – faccio scuotendo la testa.
Lei sorride con quel suo sorriso comprensivo che ha sempre.
Che non ti lascia mai capire se te lo propone per circostanza o se effettivamente comprende il dramma esistenziale che ti affligge.
Dovrebbe, considerato con chi sta.
- Ehm…ci era parso di sentire la voce di Lili, in effetti…- dice con una lentezza che lascia trasparire un’emozione molto simile alla cautela. – Che è successo? –
Lili spiega velocemente la non-conversazione avuta con Elle. Alla fine, Ioria sentenzia:
- Quand’è che inizierete a lasciar respirare quei poveri ragazzi? –
- Prego?! – esclama Lili.
- Non mi pare fossero così “poveri” quando giocando agli indiani ti hanno fatto male alla mano! – gli ricordo
- Be’, avevo le mie ragioni per arrabbiarmi, con le mani ci lavoro! – ribatte lui
- Soprattutto quando Marin non c’è…- bisbiglia Lili– Considerato che fai il barbone! – esclama poi ad alta voce.
- Ehi! Io sono un musicista, porta rispetto! Lavoro per l’orchestra del teatro cittadino, ricordatelo –
- Piantala Ioria, tanto lo sappiamo che per arrotondare suoni agli angoli delle strade – lo zittisce lei.
- Vivo della mia arte –
- E del cibo che ti procura Castalia. –
- Sì perché se aspettiamo il suo coinquilino fa prima a morire di fame…è già tanto se gli ha dato un tetto –
osserva Marin scuotendo la testa.
- Maledette esigenze economiche…- dice Ioria a denti stretti. – Mi tocca fare la spesa anche per lui…e non è mai contento! –
- Forse dovresti seguire di più la lista – gli fa notare la sua ragazza – Considerato che non compri mai la verdura…perfino i bambini del mio asilo la mangiano -
- Mi stai dando del bambino?! –
- Certo che no, caro – ribatte Marin con evidente sarcasmo. Che ovviamente Ioria non coglie. – Certo che no…-
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
 
- Milo, quella roba non ci serve! – sento esclamare da una voce dall’inconfondibile cadenza francese.
- Sì invece –
- Ti dico di no, svuota quel carrello! –  
- Ma io voglio le merendine a forma di panda! –
- No –
- Allora le girandole –
- NO! Piantala di fare il bambino, sei qui per darmi una mano! Già c’è Shura che vuole solo lo yogurt acido…-
- Parla quello che se la roba non è di marca francese…! –
- Ti preferisco quando lavori. Almeno sembri una persona seria. –
- E io ti preferisco quando bevi. Sembri una persona meno frigida. -
Ho capito perché Shura non partecipa al rito della spesa.
Passerebbe per il figlio, probabilmente.

O il terzo incomodo.

Quanto tempo è che non mangio?
Sto cominciando a sparare cazzate.

La scena che ci si è presentata davanti  vede Camus tutto concentrato sulla lista della spesa, che data la calligrafia deve essere stata stesa da Shura.
O da lui o da un medico impazzito.
Milo intanto ha palesemente deciso di portarsi avanti: ad ogni scaffale tira giù minimo due pacchetti di roba, infilandola nel carrello senza nemmeno staccare gli occhi dalle mensole.
- Ciao ragazzi! – esclama Aiolia, attirando la loro attenzione.
Loro due interrompono la conversazione di coppia e ci vengono incontro, Milo tutto felice e Camus sul punto di sopprimerlo.
Sarebbe interessante vederlo provare, armato di baguette.
Sì, esatto, baguette.
E’ pur sempre un francese, ricordiamocelo.
- Salve gente! Anche voi impegnati nello spassoso compito della spesa d’appartamento? – dice il primo.
- Più che spesa, la tua la definirei approvvigionamento bellico – osserva Ioria nel guardare il carrello dei due.
- No, in quello ci sarebbero meno cibi distruggi-fegato – gli faccio notare.
- Milo, ma tu non dovresti lavorare?! – esclama Lili successivamente.
- Oggi mi hanno dato il pomeriggio libero. Ultimamente non tira una bella aria. – risponde, serio per un attimo – Così sono venuto a dare una mano a Camus…dato che Shura è di nuovo impegnato in uno dei suoi viaggi mentali con i suoi amici immaginari. –
- Sempre meglio lui, Platone, Socrate e compagnia bella che una mina vagante e molesta come te – taglia corto il francese.
- Guarda che se ci provo con la cassiera ci fa la sconto – ribatte Milo
- Non so quanto ti convenga, oggi c’era quella …”stagionata” – gli fa notare Ioria
- Tutto, per il bene dei coinquilini! –
- E del tuo portafoglio – aggiunge Marin
Lo scambio di battute viene interrotto dal suono del cellulare di Camus, che risponde sempre tenendo d’occhio Milo con lo sguardo, prima che infili altre cinque pacchetti di biscotti nel carrello.
- Shura, che c’è? – chiede – Ah. Ancora? Va bene, contento tu…- alza di occhi al cielo, poi mette giù.
- Che voleva? – domanda Milo
- Ha detto di prendere le pesche e il vino per…-
- LA SANGRIAAAAAAAAAAAAAAA!!! – urla Milo senza lasciargli il tempo di finire la frase e correndo verso il reparto frutta.
Camus rimane interdetto a fissarlo mentre sparisce all’orizzonte e passano alcuni secondi prima che lo si senta dire:
- Voi vi lamentate sempre di avere quattro animaletti domestici…io a ventiquattro anni sono già padre! –

Dovrò rivedere il mio viaggio mentale.

- Meglio che gli dia una mano, non vorrei combinasse guai – dice Ioria, prendendo la stessa direzione del tirocinante.
- Prendi due casse d’acqua, micino – gli ricorda Castalia allungandogli il carrello, anche se pronunciare quel soprannome le costa parecchio.
C’è un motivo se preferiamo lei e Shaina a Nemes e Shunrei.
Castalia ha solo un problema: non distingue il lavoro dalla vita privata.
Da cosa si capisce?
Da chi è il suo ragazzo, ovvio.

- EVVAAAAAAAIIIII! – un urlo Apache ci fa sobbalzare tutti e cinque mentre ci voltiamo verso la sua fonte di provenienza.

Lo sapevo che non avremmo dovuto farlo.
- Camus – dico, attirandomi una sua occhiata neutra. O almeno sta facendo finta che lo sia.- Anche tu hai appena visto passare a tutta birra Aiolia in un carrello spinto da Milo, vero? – chiedo, preoccupata.

- Sì. Purtroppo sì. –

Per un attimo ho sperato nella follia.
- Milo! –
- Ioria! –
Sia Camus che Castalia, da bravi genitori, richiamano i due all’appello.
Peccato che Milo decida d’inchiodare e per poco il suo passeggero non si ribalti giù dal carrello, rischiando una plastica facciale.
- Ops! Scusa amico! – fa il conducente ridendo mentre tornano verso di noi.
Il bello è che hanno preso il vino.
Dell’acqua e delle pesche non c’è traccia.
- La prossima volta guido io – sentenzia Aiolia scendendo al volo.
- QUALE prossima volta?! – lo riprende Castalia, ma prima che lui possa rispondere gli suona il cellulare.
Estrae l’apparecchio dalla tasca e legge il display.
- Merda – sentenzia – Cosa vuole ora?! –
- Avrà dimenticato qualcosa da mettere in lista – osserva la sua ragazza.
- Giusto per rompermi un po’ le palle…pronto. Sì. Comunque ciao, Shaka. Cosa…? Ah. No, effettivamente non l’hai scritto. Ah. Aspetta, mi serve una pen…  Cazzo Shaka, cosa ne so io? Cannella, fiori di sambuco…per me sono tutti uguali! Non puoi uscire a comprartele tu, visto che conosci i negozi adatti? Eh rimanda la meditazione, per la miseria! Non ti azz…! E che diamine!! – Aiolia manda il suo noto savoir-faire, o quello che spaccia come tale, a farsi cordialmente fottere e sbatte giù il telefono. – Poi sono io quello che deve darsi una regolata con le esercitazioni al violoncello! Ma glielo tiro in testa, l’archetto! –
- Sei vuoi morire giovane…- commenta Lili per tutta risposta.  – Qual è il problema? –
- La lista delle sue necessità, come al solito! Passi la verdura biologica che posso ancora trovare…ma le tisane, l’incenso, certi tipi di candele…potrebbe tranquillamente comprarsele lui, e invece…nooooooooo ma figurati se interrompe la meditazione anche solo per cinque minuti, ma va’, finirebbe fulminato! – comincia a dire Aiolia come una macchinetta impazzita.
Marin cerca di calmarlo, mentre Lili sbuffa e si fa consegnare la lista dei bisogni del biondino, cominciando a leggerla velocemente.
- Dunque dunque…uhm…sì…effettivamente qui non sono facilmente rintracciabili, ma sono sicura che c’è qualche prodotto sostitutivo…- comincia a dire, ma Ioria la interrompe subito:
-Sostitutivo? Ci parli tu con lui? Non ho la minima intenzione di beccarmi pure il cazziatone per non aver trovato ciò che il principino ha testardamente chiesto! –
- Umpf! E va bene, con Shaka ci parlo io! Tanto per cinque minuti d’attesa il cibo non si guasta. Vado a prendere questa roba. Micky, Shun, manca la verdura –
- E il cioccolato – le ricordo.
- Giusto…Andromeda, evita di farle comprare lo stock…ah, non è che servono anche…? –
- Anche cosa? – fa Andromeda perplesso.
- Niente Shun – lo blocco – Comunque no, non ancora almeno. – rispondo a Lili.
- Bene. – sentenzia lei – Direi che ci becchiamo alle casse tra venti minuti, okay? Mi raccomando, cercate di non disperdervi. – e si allontana con Castalia e lo schiavetto di Shaka.
- Bene. Andiamo. Voi che fate? – chiedo agli altri due.
- Veniamo con voi, ovvio! – esclama Milo partendo in quarta sotto lo sguardo rassegnato del suo coinquilino.
Shun spinge il nostro carrello mentre lo seguiamo.
Ovviamente a debita distanza.
Finché possiamo, facciamo finta di non conoscerlo.

- Camus – dico all’improvviso. Lui mi fissa, aspettando il mio proseguimento – Va tutto bene, vero? Insomma…questa storia del lavoro di Milo…-
- Non preoccuparti, ma grande. Lo studio ha perso un paio di cause, ma non è nulla di grave, e se dovesse diventarlo ti assicuro che Milo ne uscirà egregiamente. Sai com’è fatto. –
Annuisco, anche se non sono molto tranquilla.
Intanto, siamo giunti al reparto designato.
- Dunque, Milo la verdura: questa sconosciuta – inizio
- Guarda che io la mangio – fa lui tutto fiero – Tra l’altro, ho anche ricordato a Camus di prendere le melanzane perché se le stava dimenticando -
- Bravo Milo, bravo – faccio, dandogli una pacca sulla schiena – Camus, direi che si è conquistato un piccolo premio…-
Non l’avessi mai detto…
- Papà Camus, posso comprare le caramelle? –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
 
- Shaka, siamo a casa! – urla Aiolia entrando nell’appartamento al quarto piano. – OH CAZZO! – esclama subito dopo.
- Che c’è? – chiedo, dato che sono ancora sulla porta.
- Non ci posso credere! SHAKA!!! –
- Marin, che sta succedendo? –
Lei sospira rassegnata.
- Ha cambiato la disposizione dei mobili. Un’altra volta. – mi spiega, lasciandomi lo spazio per entrare in casa e constatarlo di persona.

No, non è l’influenza funesta di Aphrodite.
E’ che Shaka…è fissato con la disposizione dello spazio della casa.
Ovviamente destinato alla meditazione, non per rendere questo posto più abitabile per lui e…be’, non credo che consideri molto Aiolia, a dire il vero.
- Io lo strozzo! Lo annego con le tisane, altroché! – il soggetto in questione molla la spesa a terra, dirigendosi ad ampi passi verso la stanza dell’altro.
Intanto, Lili e Marin sistemano il resto degli acquisti sul ripiano della cucina, mentre io e Shun ci guardiamo attorno, pronti ad intervenire in caso di…
- MUR! Non potevi impedirglielo? – esclama Ioria dall’altra stanza, ottenendo come risposta un calmissimo:
- Quando sono arrivato erano già così –
Sento l’altro sbuffare, probabilmente sta tentando di non arrabbiarsi con lui.

- Hai preso tutto? – domanda infine Shaka con la solita flemma.
- Ah! Consultati con la tua assistente, ha fatto tutto lei! –
A questa affermazione, i tre tornano nella stanza in cui ci troviamo, Shaka che come sempre ci saluta con un cenno del capo silenzioso.
E’ già molto, credetemi.
Quanto a Mur, dopo i saluti passa alla consueta domanda:
- Qualcuno sa dove si trovi mio fratello? E’ da stamattina che non si fa sentire! –
- Hai controllato il cellulare? – gli faccio notare.


- Non credo di conoscere la sua ubicazione, al momento…- risponde poi lentamente, l’espressione pensierosa.

Magnifico.
Ricorderei che questa persona è incaricata di organizzare, assieme a noi ragazze e Ioria stesso, la festa di Aldebaran.
E no, non è una bella idea chiedere a Kiki di fare da tramite.
Lo stronzetto l’altra volta ha voluto la mancia.

Credo che l’idea sia stata di Death Mask.

Si potrebbe dire che il ragazzino frequenti brutte compagnie ma…tra tutti quanti, non so chi sia il più normale.
...
Ammesso che ce ne sia uno.

- L’ultima volta che l’ho sentito, circa due ore fa, era a casa di un suo amico che ha appena ricevuto l’X-Box – riferisce Lili, facendo scattare Mur.
- Cosa? – fa quest’ultimo – Lo sa che non voglio che giochi troppo con quella roba, non è…-
- Istruttivo, sì, lo sappiamo. E tu sai che Kiki non ha più otto anni, vero? – chiedo- E’ più sveglio di te, a volte! –
- Fin troppo – aggiunge Castalia.

- Allora Shaka, qui c’è la tisana alla malva, qui quella ai fiori di ciliegio e questo è per un infuso che favorisce il rilassamento e la meditazione…purtroppo quello che cercavi tu non c’era ma questi sono ottimi sostituti. – spiega intanto Lili al biondino.
Vedo Ioria sbuffare di fronte all’ascolto che il suo coinquilino presta alla mia.
Non ha tutti i torti, in fondo Shaka ha la socialità di un comodino.
Non che sia cattivo, per carità.
Solo che se non parli di argomenti che lo interessano, e sono pochi, tende ad ignorarti.

Però ogni regola ha un’eccezione, e in questo caso si tratta di Lili.
L’unica, a parte Mur, che riesce ad avere una conversazione normale con lui.
Io faccio un po’ fatica, lo ammetto.
Quanto ad Elle…si guardano in modo un po’ strano, a dire il vero.
Forse perché lei ha tentato più volte di fargli le treccine.

Ringraziamo che sia ancora viva.
Ioria già solo per il fatto di vivere qui e doversi esercitare al violoncello ha rischiato più volte la morte a colpi di candele usate come proiettili.
Con ovvia risposta di spartiti sfruttati come cerbottane.

Non sto dando i numeri, è successo veramente.
Testimone l’occhio nero con cui Mur si è presentato una volta che siamo usciti tutti insieme.
Da quel giorno il suo rapporto con Vivaldi non è più stato lo stesso.
- Uhm…bene Lili, grazie. E’ stata una fortuna che fossi presente per impedire ad Aiolia di commettere qualche errore…- sento dire da Shaka.
- Come se non sapessi che aspetta di potermi tirare in testa quell’orribile candela all’oppio che gli ha regalato Aldebaran…- sussurra Ioria
 
 

ΩΩΩΩΩΩ

  
 
Aaaahhh…casa dolce casa.

Come no.
E’ bello illudersi, ogni tanto…
Anche se la caduta può essere dolorosa…
Come ora, che dopo fatiche e disavventure per la sopravvivenza ci ritroviamo finalmente davanti alla porta aperta, con un’ampia visuale sulle conseguenze del cataclisma pulizie.

Allora, l’appartamento è ancora intero.
Questa è una bella conquista.
Il fatto che Crystal sia accasciato sul divano…
E’ nella norma anche questo.
Il resto…hanno ribaltato tutti i mobili!
Cioè, mi sto autoconvincendo che sia così, preferisco non pensare all’altra ipotesi, ovvero una colluttazione a suon di scope e spazzoloni tra i tre.
- Dov’è Elle? Cosa le avete fatto? – fa Lili sospettosa.
Sirio, seduto a terra accanto al divano, si volta a fissarci, perplesso.
Né lui né Hyoga danno cenni di reazione.
- Che ha combinato Elle? Cos’hanno? – chiede Shun preoccupato.

- WAAAAAAAAAAAAAAA!!! –
Per poco non mi cade la borsa della spesa sui piedi, mentre Andromeda fa un balzo all’indietro e mi finisce addosso.
- Ma che cazz…! – esclama Lili
Siro e Crystal rimangono immobili, ma deduco dalla loro espressione...come dire…scazzata che non è la prima volta nella giornata che sentono un urlo simile.
Finalmente vediamo una sagoma nera tipo ninja entrare dalla porta finestra che permette di uscire sul balcone, con tanto di cappuccio alzato.
- Elle! – esclama Lili perplessa
Per tutta risposta lei salta dentro, alzando raggiante una bomboletta:
- Adoro l’odore di insetticida dopo le pulizie: ha un sapore di VITTORIA!!! [1]
 
 
 
N.B:
[1] citazione, opportunatamente modificata, dal film “Apocalypse Now” di F.F.Coppola

 

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Capitolo 6
*** I Am The Walrus ***


I Am The Walrus

 
 
 
- Crystal, piantala o giuro che uso il volume su Tarantino come molotov! – sbotta Lili all’ennesima imprecazione del biondino circa il fatto di “non sapere nulla”.
- Non osare! – ribatte lui con un’occhiata omicida.
- Vuoi vedere?! Scommetto che con quella robaccia con cui pretendi di pettinarti non lo scolliamo dai tuoi capelli neanche con l’acido! –
- Lili, per favore, sto cercando di spiegargli…- inizia Elle, prontamente bloccata dal suo compagno di trip mentali:
- Io ti disconosco – taglia infatti corto Shura da dietro uno dei suoi volumi.
- Cosa? Perché? – fa Elle perplessa.
Shura fissa i libri davanti a noi sul tavolo all’aperto in uno dei cortili dell’università, riservando un particolare disgusto a quelli di...
- Fisica, Elle? Fisica?! – esclama lo spagnolo.
- Non fare lo snob! Ti ricordo che studiamo anche scienza, nei corsi di Filosofia! – ribatte Elle – E poi sto solo facendo un favore alla società, per una volta! -
Ebbene sì, sta aiutando Crystal a ripassare durante il pranzo, dato che oggi pomeriggio ha un nuovo appello di quell’esame che da un anno e mezzo a questa parte non passa nemmeno imparando l’intera bibliografia.

Bisognerà convincere Camus a promuoverlo prima o poi, o va a finire che Hyoga non si laurea più e ce lo ritroviamo tra i piedi ancora per un po’.
- Oggi tra l’altro sei simpatico come un limone spremuto in un occhio – fa Lili in questo istante a Shura.
- Parla Ms. Miele –
- ….svegliato dalla parte sbagliata del letto? –
- E’ tutta colpa di Milo! Appena alzato sono andato in bagno e…-
- Non entrare nei dettagli – lo ammonisce Lili.
-…vabbè, diciamo che non ho fatto caso all’acqua della doccia che scorreva, mi stavo facendo gli affari miei e…bè, Milo mi ha scambiato per la ragazza con cui ha trascorso la notte…-
- Ti prego. Dimmi che non è saltato fuori dalla doccia…- dice Elle
Sarebbe stata l’apoteosi.
M’immagino la faccia dello spagnolo.
La nostra ilarità comunque non è da meno nello scoprire che in realtà Milo, non sapendo chi fosse entrato nella stanza, ha cominciato a vantarsi della prestazione consumata, proponendo poi dei seguiti che per educazione e pudore lascerò alla vostra libera immaginazione.
Che probabilmente galopperà come quella di Shura in quel momento.
A tal punto che dopo alcuni istanti di stupore, orrore e disgusto, quest’ultimo ha urlato scandalizzato il nome del coinquilino, rischiando di causarne la morte nel vano della doccia.

Ce li vedo.
“MILO!!!”
“AAAAAARRRGH!! Shura!”

Lo spagnolo ci lancia un’occhiata stizzita mentre praticamente rotoliamo dal ridere sulle panche.
- E Camus, in tutto questo, dov’era?! – domanda Elle
- Ah, quello è un altro! Stamattina per poco non  usciva saltellando di casa! Avrei dovuto capirlo da come sorrideva che la giornata sarebbe iniziata male…quando è così di buon umore…con quella scintilla malevola negli occhi…- si lamenta seccato Shura.
- E’ giorno d’esame! – gli ricordo, gettando uno sguardo a Hyoga che è visibilmente impallidito.
- E’ finita – dice infatti in tono lugubre – Oggi mi boccia anche solo per come mi chiamo! –
- Ciao ciao, laurea di Crystal…- infierisce Lili.
- Ma scusa, possibile che non vi siate accorti di quello che accadeva, stanotte? – chiedo io a Shura.
- Da quando quel pazzo vive con noi, uso i tappi – risponde lui.

Sono l’unica a pensare che a volte li usi anche durante la giornata?!

A giudicare dalle facce degli altri, no.
- Camus come minimo stava stendendo una tavola degli elementi valutando i vari incroci di domande da fare oggi –aggiunge poi lo spagnolo con un’occhiata quasi compassionevole verso Crystal, il quale credo stia seriamente meditando di arruolarsi nella legione straniera.
Anche a costo di rasarsi i suoi adoratissimi capelli, sì.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- La pappa e la gioia! –
- Ciao Doko! – esclama Seiya – Che ci fai qui? –
- Consegno il pranzo agli universitari affamati! – è la gioviale risposta, con tanto di sorriso da Stregatto di Alice.
Oddio.
Oggi ha optato per…cosa diamine sono quei colori?!
Doko in versione Caleidoscopio, mi mancava.
Ora posso morire in pace.
O abbracciare la Nobile Causa della Sobrietà del Nero.
- Alloooora…Shura,  qui c’è il tuo pranzo…questa roba per mucche è di Shun…-
- Grazie Doko. Tra l’altro,  di chi è stata l’idea delle consegne…vogliamo definirle a domicilio…? Me ne ha parlato Sirio – dice quest’ultimo, ignorando il fatto di essersi preso della “mucca”.
- Di Shion. Non capisco il suo nervosismo isterico, ha talmente tante belle idee…quando sono uscito stava blaterando qualcosa sul fallimento…prima o poi gli prende un infarto! – è la risposta.

Evitare la bancarotta con un nuovo servizio.
Spedire il socio a compiere il suddetto.
Non sarebbe male come idea, peccato che il socio in questione…
Ah, Shion avrebbe bisogno di una sonora ripassata circa le strategie di mercato…o di una camicia di forza…
Anche se non saprei se per lui o Doko, a dire il vero…
- E’ tutto pronto per venerdì? – s’informa Pegasus.
- Ci puoi scommettere! Sala praticamente libera, due maxischermi, otto compilations, cinque microfoni e ben tre playlists d’attacco per il sottoscritto…sarà un massacro! – esclama Doko con uno sguardo preoccupante.
- …della nostra dignità, sì – fa Lili ironicamente – Hyoga, forse non sbagli ad invocare la morte…-
- Con un po’ di fortuna noi moriremo domani – faccio – Devo ricordarti che dobbiamo prendere il regalo per Al? Assieme a Kiki, Mur e… Aphrodite –
- Aphrodite?! E che diamine c’entra lu…- Lili ha un attimo di dubbio - Vabbè, perché dovrebbe venire con noi, scusa? -
- Che ne so, si è autoinvitato come al solito! -
- Mi raccomando non fatelo sgolare troppo, voglio sconfiggerlo in modo leale! – ci interrompe il Paladino della Causa Persa del Karaoke.  - Fategli presente che avrò un microfono, la discografia completa degli ABBA e che non avrò paura di usarli! -
Già, come non ha paura di continuare a usare quel ricordino del liceo, a quanto pare…

- Buongiorno, cari. – ci interrompe una voce fastidiosamente conosciuta.

Cari” ?!
Ci mancava solo lei.
Saori  Ce–L’ho-Solo-Io-Guardate-Come-Sono-Figa Kido.
Una persona che prende lo studio per hobby.
Un insulto a chi si fa un mazzo così, sia a Lettere Classiche che altrove.
Tanto il nonno le paga l’appartamento e le ha già fermato il posto di lavoro nell’impresa di famiglia.

Com’era la storia dei raccomandati?
Inutile dirlo, non la sopporta praticamente nessuno nel gruppo, a parte Seiya, Mur, Shun e…
E…?
E’ fenomenale come pochi si siano spinti anche solo sulla conoscenza fisica della sua persona, tanto per darvi un’idea di quanto sia apprezzabile questo soggetto.
E vi assicuro che sono stata gentile a descriverla così, perché in generale le menti di tutti propongo termini ben poco eleganti nel vederla.
- Volevo solo dirvi che venerdì c’è in programma una festa in maschera a casa mia e siete ovviamente tutti invitati…- annuncia Isabel, guardandoci senza celare una certa altezzosità.
Tanto lo sappiamo tutti che ci invita solo per fare numero, sfoggiare il fatto di vivere in un loft ed essere praticamente al centro della vita mondana di questo posto.
- Ma Isabel, venerdì c’è la festa di…AHIA! – Seiya viene interrotto da una gomitata di Lili, la quale aggiunge:
- Mi dispiace, ho un impegno. Ehm…meditazione. Con Shaka. Non che la cosa ti riguardi, Isabel.–
Anche perché non è credibile.
Saori ci squadra tutti in attesa delle altre reazioni.
- Spiacente la mia religione me lo impedisce – fa invece Doko, approfittando della perplessità generale per dileguarsi.
- Io non arrivo a domani – taglia tetramente corto Hyoga.
- Quella sera devo sottoporre a Shura l’idea per un saggio! – esclama Elle.
- Scusa? – dice quest’ultimo alzando gli occhi dal suo libro, incrociando lo sguardo d’avvertimento della sua discepola – Ah. Giusto. -
- Ehi, ho un’idea! Perché non uniamo le due fes..AHIA! Ma che diamine vi prende??! – chiede esasperato Pegasus dopo un calcio ben assestato di Elle.
- Mi pare di capire che tu Seiya saresti libero venerdì, a differenza dei tuoi amici – osserva tuttavia Isabel – Perché non vieni, è tanto che non passiamo del tempo insieme..-
- E io? – fa sottovoce Andromeda con una rara punta di disappunto nella voce, ma viene ignorato.
- Saori – esordisce invece una voce molto nota.
Voltandoci, vediamo una non poco incazzata Shaina pronta a mettere in atto le tecniche di pugilato che è solita insegnare alla palestra dove lavora.
Uuuuuhh dove sono i pop-corn quando servono?!
- Oh ciao, Tisifone. Stavo giusto dicendo al tuo ragazzo che se venerdì volesse…-
- Ho sentito perfettamente e ti assicuro che per venerdì sera Seiya ha un programma più che soddisfacente, come lo sarebbe qualunque alternativa alla tua presenza – la zittisce l’altra. – Ora perché non ti levi di torno, prima tu debba effettivamente portare un maschera, a vita, per merito mio? -
Ebbene sì, nonostante la sua filosofia di vita, Tisifone sa essere di una gelosia tremenda, di quelle che promettono sangue…molto sangue…a chi osa toccare ciò che è suo. Soprattutto chi prova a farlo con gli stessi metodi di Isabel, ovvero, non sportivi.
Una strategia che dura fin dal liceo e che purtroppo, con un soggetto come Pegasus, non è detto che fallisca…
- Ehi Saori! Sta arrivando Aphro! – vedendo la sopracitata vittima in palese difficoltà, Elle passa all’azione.
Infatti, per quanto i due possano essere molto simili, in realtà…non si sopportano.
No, nemmeno…anzi, soprattutto circa lo shopping.
Infatti lei si da’ gradevolmente e fortunatamente alla fuga.
- Che troia – sentenzia Shaina  mentre la rivale si allontana.
- Ma povera Sa…- inizia Pegasus, prima di essere brutalmente zittito da un’occhiata micidiale della fidanzata.
- TU! – esclama quest’ultima – Sempre a dar retta a quella stronza! Come devo fare per farti capire che ci sta provando e che alla prossima volta che vi becco rovino lei e te, rendendoti impossibile anche solo pensare alla possibilità di sentirti virile?! –
Evvai, è l’ora del cazziatone di Pegasus!
- Spero che prima o poi lo faccia. E che poi lo molli! – commenta Elle.
- A volte sei veramente inumana! – le dice Shun, risentito.
- Nah, tu dici? – chiede lei per tutta risposta. – So fare di meglio –
- O di peggio – la corregge Lili.
- Anche peggio di Shaina? – faccio, mettendo una mano in tasca nel sentir vibrare il mio telefono.
- Be’, tecnicamente sì…ti ricordi quella volta…- inizia Elle.

Ora però, mi spiace dirlo, mi importa poco del fatto che una volta abbia bruciato il cadavere di un passerotto per alimentare un falò, o che Tisifone stia per ammazzare il fidanzato in modo particolarmente violento, o che Crystal possa vedere le proprie possibilità di laurearsi svanire del tutto, perché…
Finalmente! Il messaggio che aspettavo!
-Elle, Micky ti sta bellamente ignorando. Lasciami indovinare…- deduce Lili, notando lo schermo del mio cellulare con il nome del mittente.
Come risposta le rivolgo un sorriso, confermando la sua deduzione:
- Sono tornati -

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Saga! Saga! – esclamo mentre corro verso la figura appoggiata alla macchina parcheggiata.
Si volta di scatto nella mia direzione, aprendo le labbra in un sorriso e la braccia per accogliermi quando gli finisco, con poca eleganza come al solito, addosso.
- Ciao, Scrittrice - lo sento salutare sottovoce come sempre.
- Sei tornato – dico con banalità abbracciandolo.
Una banalità che dice tutto, e lui lo sa.
- Così sembrerebbe, sì – ride, sollevando gli occhiali da sole per sistemarseli sul capo.

- Mi sei mancato – bisbiglio, ottenendo una carezza tra i capelli come semplice risposta.

- Ma porca miseria! Figuriamoci se non tornava anche il criceto! – sento dire all’improvviso da una nota seconda voce – Hai lasciato le briciole di biscotti un’altra volta, Saga?! –
- Ciao anche a te, Kanon – faccio sarcasticamente, voltandomi verso il gemello. – Di ritorno anche tu, vedo –
- Per mia sfortuna sì – sbuffa lui chiudendo la portiera dalla parte del passeggero – Vorrei che evitassi di infestare la casa solo perché mio fratello gradisce la tua compagnia…lo sapevo che avrei dovuto cedere su quella storia del cane…-
- Poteva sempre andare peggio, poteva capitarti una come Saori – gli faccio notare con una smorfia che fa ridere il gemello maggiore.
- Ah! Fosse almeno brava a…-
- Kanon! – lo riprende Saga con un’occhiata ammonitrice.
- Cosa? Non provare a dirmi che le sto mancando di rispetto! Lo sanno tutti che Isabel è peggio di un cess...Oh, scusa…una toilette pubblica! Spero che tu capisca la metafora! -
Io e Saga ci scambiamo un’occhiata rassegnata, dopodiché lui scarica la macchina, afferra il suo borsone e apre la strada verso l’appartamento dove vive con il fratello.
Il quale, armato a sua volta di zaino e borsa, approfitta della salita delle scale per prendere a punzecchiarmi come al solito.
Una settimana d’assenza e non sentirla.
- Bè, si può sapere perché non sei col tuo ragazzo? O ti ha abbandonato anche lui per strada? E’ un po’ presto per l’estate…- fa, infilandomi molto simpaticamente un dito tra le costole e facendomi ovviamente un male cane.
- Cosa?! Guarda che non c’è niente da ridere sull’abbandono degli animali…ehi! Di quale ragazzo stai parlando? –  salto su, voltandomi con espressione perplessa.
- Ah perché, ne hai più di uno? Da quando sei passata alla filosofia di Crystal? –
- KANON! –
- Credo che stia parlando di Shun, Micky – mi spiega Saga cercando le chiavi dell’appartamento.
- Shun?! Shun non è il mio ragazzo! – protesto
- Andromeda non è un ragazzo! – osserva il gemello minore – Io parlavo di Camus! –
- Io non sto con Camus! –
- Seh seh…siete sempre lì a confabulare in francese, chissà che diamine vi dite…secondo me quello ha delle perversioni represse…- osserva Kanon con un ghigno.
- Piantala –
- Ah, a meno che tu non sia già passata a Milo…non saprei se ridere o piangere, sinceramente –
- La pianti di darmi della poco di buono?! E poi si può sapere perché siete tutti fissati col fatto che io stia con Camus ed Elle con Shura?! Perché non si può essere semplicemente ami…oh, al diavolo! – lascio perdere davanti alla sua espressione malevola. – Però con Lili non ve la prendete, eh?! –
- Mi pare che lei sia stata abbastanza chiara al riguardo – fa lui per tutta risposta – Oh meglio, sia lei che Phoenix-
Dannazione, ci può scommettere.
Intanto, Saga apre la porta d’ingresso, ma dopo appena due passi nell’appartamento esclama:
- KANON! Hai di nuovo lasciato i tuoi vestiti sporchi sparsi ovunque! Ti avevo detto di mettere in ordine prima di uscire! –
- Infatti sono in ordine. In ordine sparso! –
- A quest’ora dei procioni ci avranno preso la residenza – gli faccio notare.
- Parla quella che ha adibito questa casa a sua tana. Cos’è, l’appartamento di Camus e degli altri due sciroccati è la residenza estiva?! –
- Due case che mi sfamano, anzi, tre, chiamami scema! –
- Scema. –

- A volte sei peggio di Milo – dico con un sospiro.
- Dillo un’altra volta e ti faccio fare le scale di culo. Magari rimpicciolisce. –
- Cercate di non cominciare – ci interrompe  Saga quando vede che sto per rispondere a tono – Kanon, raccogli la tua roba, non ti chiedo neanche lo sforzo di metterla a lavare, io devo occuparmi della mia…-
- Guardo se c’è qualcosa di commestibile per cena? – decido di portarmi avanti, dirigendomi verso la cucina.
- Se non ti spiace…- risponde il gemello maggiore.
Scrollo le spalle, cominciando a perlustrare gli armadietti e tutti gli angoli dove si possa accumulare una qualsivoglia provvista, finendo con un profondo senso di vuoto e rassegnazione.
- Ah, il mio regno, anche solo per una nobile e benevola arancia sopravvissuta… -
- Cosa? – sento chiedere da Saga dall’altra stanza.
- Osservavo che nel vostro frigo perfino la Valle della Morte risulta assente! – faccio notare, scrutando i ripiani miseramente vuoti  del sopracitato elettrodomestico.
Chiudo lo sportello con un sospiro e nel girarmi me lo trovo davanti. Ancora.
C’è bisogno di specificare chi?
- Sei più molesto di un poltergeist! – sbotto.
- Attenta…chi ti dice che io non sia Saga? –
- Piantala Kanon, questo giochino con me non ha mai funzionato e lo sai! – esclamo, soddisfatta di questa mia piccola vittoria personale.

- Ti odio. Era decisamente meglio un criceto, avremmo evitato un sacco di problemi. – fa lui.
- Non quello delle preferenze, sappilo. – lo prendo in giro.
- Almeno sarebbe stato zitto –
- Però ti avrebbe fatto la cacca sui pantaloni –
- Sarebbe volato fuori dalla finestra e sarebbe passato per incidente. – è la sua replica - Penso che per consolarmi andrò a prendere delle birre, va’. Ecco a cosa mi porterà la tua presenza: all’alcolismo – conclude afferrando giubbotto e portafoglio.
- Prendi anche tre pizze già che ci sei – aggiunge Saga arrivando dalla sua stanza.
- E una bottiglia d’acqua, per favore – non sono una fan della birra.
- Acqua?! – Kanon ovviamente non si trattiene – Me ti bevi quella del lavandino nella tua ciotola, come minimo! -
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Stai bene? – domando piano a Saga, approfittando del momento di tranquillità in assenza del suo rumoroso fratello.
- Sì – risponde, troppo velocemente.
- Saga –
Lui sospira, scuotendo la testa – E’ stata una settimana difficile. Uno dei ragazzi…non ce l’ha fatta –
Sento un brivido percorrermi la spina dorsale nel sentire tale affermazione. So fin troppo bene cosa significa.
- Come…? – chiedo, una sensazione sgradevole alla gola.
- Due tagli netti – è la risposta, atona.

- Non è colpa tua – gli dico, sfiorandogli una mano.
- Temo di non essere d’accordo – si limita a dire, cercando di abbozzare un sorriso che non gli riesce bene.

C’è un lungo istante di silenzio in cui non so bene cosa aggiungere per placare il suo rimorso.
Potrei solo sottolineare che la colpa non ricade su di lui.
Non posso dirgli che forse ha sbagliato lavoro, che gli serve un’occupazione che lo turbi meno, qualcosa che lo renda più sereno.
Non sono nella posizione adatta per fargli la paternale, affatto. Senza contare che lo conosco troppo bene, so quanto l’assistenza psicologica nei centri di recupero per giovani e nelle scuole sia importante per lui.
Più che avere uno studio suo ed occuparsi di ricche signore o facoltosi individui il cui problema più grave  è la noia di un’esistenza futile e superficiale.

Assorta nelle mie riflessioni, mi rendo conto che mi sto decisamente inacidendo. Meglio che mi dia una calmata, prima che il mio umore parta come al solito per uno sgradito giro di trottola che non so se gestirei.
Sarebbe la prima volta da qualche giorno, un vero record per me, ma evitarlo sarebbe un’opzione migliore.
Così, mi limito a passargli una mano sulla guancia, ottenendo uno sguardo di riconoscente sollievo.

Dopo un po’ lo sento emettere un lungo sospiro, prima che si volti verso di me per scompigliarmi i capelli, chiedendo:
- Allora, questa settimana senza di noi? Quante denunce per minacce avete ottenuto? –
Abbozzo un sorriso in risposta a quello che ha coraggiosamente sfoderato lui, sentenziando:
- Minacce? Ci siamo evolute, siamo passate direttamente al tentato omicidio! –
Comincio a raccontargli la serie di Allucinanti Eventi della Lega dei Dissociati, finché il ritorno del nostro Joker personale non si annuncia già dall’entrata nel portone principale.
Lo sentiamo praticamente urlare dalle scale, presumibilmente al telefono.
- Ah, sei tu. E’ pronta l’impaginazione? Come no?! Quale sarebbe il…? Non me ne frega niente, censura sto’ cazzo! Se si sa per certo che l’ha messa a novanta, scrivi parola per parola che l’ha fatto, dannazione! Quante volte te lo devo dire? –
Saga alza gli occhi al cielo.
- Prima o poi le nonnine del palazzo chiameranno un esorcista, sappilo. – gli dico.
Lui si limita a sospirare rassegnato, dicendo: - Approfitterò del fatto che urlerà a telefono per i prossimi venti minuti per farmi una doccia. Le pizze possiamo riscaldarle dopo…e tu hai diritto a scegliere il film –
Sorrido, ben felice di poter indispettire il Posseduto, che rientra in casa con le tre pizze e due casse di birra in mano, il cellulare tra l’orecchio e la spalla.
Senza dire nulla gli libero la presa, mentre imperterrito continua ad insultare il suo collaboratore.
- Porca miseria! Sto via una settimana per raccogliere le informazioni per il dossier e andate nel panico, non è possibile! Problemi di privacy un paio di palle! Forse non ci siamo capiti…hai presente i redattori, o i capi stronzi che ti mettono a rischio la carriera pur di…bene, visto che hai capito, apri bene le orecchie: io non sono uno di quegli stronzi, io sono LO stronzo! –
Poso le pizze sul ripiano della cucina, sorridendo tra me e me per la verità delle sue parole.
Kanon. Giornalista. Anzi, pardon, redattore.
Ricordo il terrore generale quando ci dissero la sua occupazione, una paura che all’inizio né io né le mie coinquiline riuscivamo a spiegarci.
Col tempo abbiamo capito, anche leggendo la rivista su cui pubblica. La sua, ovviamente.
Stentiamo a credere che non sia ancora diventata illegale, considerati gli scandali che ha causato.
E dire che io ed Elle un paio di articoli glieli abbiamo pure scritti…
Come rovinarsi la fedina penale!

Non oso pensare come abbia trascorso questa settimana “ a cercare informazioni”, per quanto il suo
lavoro lo sappia effettivamente fare. Fin troppo bene.
E’ uno squalo, e purtroppo tende ad esserlo anche nei rapporti umani, considerato che ha più volte minacciato di sputtanarci tutti.
Non sappiamo in che modo o con quali mezzi reperisca notizie e dettagli scabrosi annessi, e sinceramente non credo che nessuno voglia veramente saperlo.
Sa faccende e questioni che nessuno sano di mente rivelerebbe, nemmeno alla voce nella propria testa.
Perché tutti ne abbiamo almeno una.
Se è più di una si chiama schizofrenia, se non c’è…forse siete dei robot.
Ad ogni modo, secondo me in realtà Kanon lavora sotto copertura per la CIA o l’FBI.
O quello o, come dice Lili, in realtà è Gossip Girl.

Non sono sicura di voler credere alla seconda ipotesi.
A proposito di Lili…vediamo come procede la giornata alla sede centrale di Demenzalandia.
Prendo il telefono e avvio la chiamata, ottenendo la sua risposta dopo pochi istanti.
- Ohi, indovina la novità – mi saluta.
- Siete riusciti a far adottare Shiryu. – provo.
- No…Camus ha promosso Crystal –
- Cooosa?! –
- Hai sentito bene. Stiamo andando a festeggiare, vieni? –
- Non cambiare discorso. Perché diamine l’ha promosso?! –
- Perché era pronto, sapeva perfino il numero delle pagine…e poi, bocciarlo ancora avrebbe suscitato non pochi sospetti, no? -
Effettivamente…
- Spiacente, io dormo dai gemelli – annuncio.
- Come, scusa?! – sento esclamare da Kanon dall’altra stanza –Col caz…!! –
Un tonfo mi suggerisce che forse ha avuto un incontro ravvicinato con il tavolino del salotto.
- D’accordo…Ikki dopo torna in caserma e passa in quella zona, ti faccio lasciare lo zaino? – propone Lili.
- Mi fareste un favore, grazie -
- Okay, allora riferisco…A domani! Salutami Terry e Maggie![1] – e mette giù.
Scuoto la testa. Mi toccherà chiamare Camus e sentire come...
Ma cosa dico, lo sappiamo tutti che l’ha sicuramente presa male. Qualcosa mi dice che Milo e Shura se la vedranno brutta per almeno una settimana…
PUM!
Cosa cavolo ha combinato, adesso…!!!
Vado verso il salotto, bloccandomi sulla soglia.
Non ci credo.
Sono pure in boxer, tra l’altro.
- E’ inutile che provi, non riesci mai a battermi! –
- C’è sempre una prima volta, Saga! Ultimamente ti vedo ingrassato! –
- AHIA! Kanon questo era un colpo basso! -
Una lampada ribaltata conferma la mia attonita ipotesi, mentre i due responsabili vanno avanti senza badare al fatto che stanno trasformando l’appartamento in Hiroshima e Nagasaki messe assieme.

Forse posso salvare la Playstation…

Alla fine, Saga riesce a ribaltare il gemello a terra, bloccandolo con un ginocchio e per i polsi.
- Ho vinto. Di nuovo. – proclama trionfante.
- Pfff! Ti stai rammollendo, hai vinto solo perché sei grasso! – ribatte l’altro seccato – La prossima volta…-
- Potrei fotografarvi e ricattarvi – dico io sottolineando la loro condizione.
Loro voltano il capo verso di me e si rialzano, Kanon che lancia immediatamente la sua accusa:
- Ha cominciato Saga! –
- Ma cosa dici, non ci crede nessuno! –
- Perché diavolo deve essere sempre colpa mia, eh? –
- Perché spari cazzate, io non sono grasso! –
- Seh, continua a ripeterlo alla tua faccia da culo per convincerti! -
- La mia faccia è la tua faccia! -
Scuoto la testa, espirando esasperata.
Due imbecilli, davvero.
- Cosa c’è? – domanda Saga davanti alla mia espressione perplessa
- Mi sembrate Mungojerrie e Rumpelteazer.[2] – osservo.
- Ti sembra che giriamo con addosso delle tutine aderenti…- inizia Saga
- …con annessi pelosi? - finisce Kanon
Sbuffo.
- Non cominciate con il gioco del completarvi le frasi! – li avverto – E comunque consideratelo un complimento –
Sempre meglio di Lili che li chiama Terry e Maggie.
O Elle, che non li chiama affatto, almeno se può evitarlo.
No, non è menefreghismo, è che semplicemente…non li distingue. Seriamente.
Gliel’ho spiegato decine di volte che Saga ha i capelli più scuri e lunghi di Kanon, e che…
A dire il vero quest’ultimo ci tiene a sottolineare  che lui e il gemello “non sono del tutto uguali” da un’altra parte e non fa altro che invitarci a scoprire dove di preciso.
Sarà per questo che gira per casa in mutande praticamente sempre.
A volte anche fuori, a dire il vero.
Vi lascio indovinare come mai.

Mi sa che prima o poi lui e Milo fonderanno il Partito per la Libertà d’Espressione Pelvica.
E ne saranno pure membri onorari, conducendo una strenua battaglia all’Oppressione della Malefica Mutanda.

Meglio che non ne parli con Milo, va a finire che mi prende sul serio.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
 
- Lì c’è la tua cuccia – sentenzia Lo Stronzo, indicandomi i cuscini ammassati a terra mentre lui pensa a stravaccarsi sul divano con la sua birra in mano, le gambe sfrontatamente appoggiate su quelle del gemello.
Senza tante cerimonie mi faccio spazio tra i due, impegnandomi particolarmente nello spingere Kanon solo allo scopo d’infastidirlo.
- Stai attenta al tuo culo, potrebbe essere usato come arma di distruzione di massa – dice quest’ultimo con un ghigno.
- Kanon! – lo riprende Saga dalla sua parte di divano, mentre io preferisco ignorarlo e continuare a ritagliarmi un angolino.
Impresa che mi risulta sempre difficile, considerata la loro mole.
Oh bè, io almeno sono in formato pocket.
Riesco a trovare un po’ di posto tra tutti e due. Ho praticamente le ginocchia in gola, ma non ci faccio caso e decido di passare ad un’altra questione.
Oltre quella di mangiare la mia pizza, ovviamente.
- Ragazzi, settimana prossima c’è il compleanno di Aldebaran, stiano organizzando una festa venerdì al “Cinque Picchi”…ci venite, vero? – propongo, piegando una fetta.
- Spiacente…cena di lavoro – mi comunica Saga in tono di scusa.
- Fortunatamente, cena e sana scopata – notizia ovviamente data a bocca piena.
- Kanon, il linguaggio! –
- Che palle, Saga!…Ad ogni modo, cena e coito. Non necessariamente in quest’ordine. Non è detto che la prima vincoli o precluda il secondo. – afferma Kanon con un’espressione fin troppo eloquente.
Saga scuote la testa rassegnato, sentenziando: - A volte non so proprio come fare, con te –
- Ah, i bambini – faccio io ridendo, beccandomi un tappo di birra dritto in testa.
 A cui ovviamente segue la bottiglia d’acqua chiusa sbattuta sulla sua coscia tipo mazza e un ringhio da parte sua.
- Ragazzi…-
- Pff! – sbuffa Kanon –A volte sei un po’ troppo chioccia, fratello. I piccoli vanno lasciati crescere. Alcuni proprio buttati a calci in culo fuori dal nido – specifica guardandomi con aria torva. - Capisco che Papà Camus non possa fare tutto da solo, però…Mamma Saga…-
- Perché diamine devo farla io, la madre? – ribatte il gemello.
- Vabbè se preferisci l’attivo…effettivamente però Camus potrebbe essere abbastanza represso da…-
- Così saresti lo zio di Milo e di Shura! – lo interrompo con un breve ragionamento.
- No, Shura è nato da un uovo – salta su Kanon
- Non voglio sapere chi l’ha covato – faccio, cercando di ricavare più spazio sul divano e premendo il tasto ”play” sul telecomando per avviare il film che ho scelto.
Non che avesse molta importanza, tanto so benissimo come andrà a finire: Saga si addormenterà (comprensibile, dopo la settimana appena trascorsa), Kanon parlerà e criticherà (non tutta la pellicola ovviamente perché si romperà le palle prima) per poi alzarsi e chiudersi in camera sua a stendere ricatti giornalistici e io…
Probabilmente finirò col conquistarmi un pezzettino di divano e dormire lì, preparandomi ad accogliere il gagliardo mal di schiena che mi saluterà calorosamente al risveglio.

Mi sa che sono veramente il loro animale domestico.
Lili ed Elle ancora si chiedono cosa ci trovo nella loro compagnia, ma hanno rinunciato a capire. Ormai si sono rassegnate, credo.
Con tutte le dinamiche incomprensibili del gruppo, non vedo perché non debba averne una anch’io. Anche se in realtà non è difficile da comprendere come sembra.
La verità è che tutto questo mi, o meglio, ci piace.
Guardare il film potendo giocherellare quanto voglio con i capelli di Saga. O sapere che Kanon si lamenterà fino alla fine perché nei musical “nei momenti meno opportuni la gente invece che agire si mette a cantare!”.
E che mi maledirà per giorni perché le canzoni gli saranno rimaste in testa.
Sapere che ha cominciato a fare lo scemo per distrarre suo fratello, e che questo comincerà a mimare i balletti e le canzoni solo per farlo incazzare.
Che la colpa sarà ovviamente data a me.
Mi piace il fatto che probabilmente a metà nottata Saga si sveglierà e mi farà spostare dal divano cedendomi il suo letto. Che domani mattina il minore mi tormenterà con i suoi “allora, ti levi dalle palle?!” mentre gli occhi dell’altro mi rivolgeranno quel “quando torni?” che nessuno ha il coraggio o bisogno di pronunciare.
- Ragazzi? –

- Sono davvero contenta che siate tornati – dico senza staccare gli occhi dallo schermo.

Saga si limita ad accennare un sorriso.
- E’ inutile che fai il prezioso, lo so che per voi sono come la Nutella: che vita sarebbe senza di me! – lo prendo in giro.
E nonostante tutto, mi piace anche la prevedibile risposta del fratello:
- Non dire cazzate –
 

N.B:
[1] Tomomi e Mikage, da “Miracle Girls” di Nami Akimoto
[2] due personaggi del musical “Cats” di A. L.Webber, rispondenti alla seguente descrizione: “due gatti dispettosi sempre impegnati a combinare disastri in casa. Ma quando qualcosa succede non si può mai sapere se è stato l'uno o l'altra”

NdA:
Uff! Finalmente stiamo passando alle altre facce del cubo! Quale scelta migliore dei gemelli per introdurle? ;-)
Spero che questo capitolo, nonostante la sua diversità, vi piaccia comunque…fatemi sapere !
Anche perché non so voi, ma io sono veramente felice che siano arrivati anche loro =)

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Capitolo 7
*** Take Me Or Leave Me ***


 

Take Me Or Leave Me

 
 
 


D’accordo, perché sono sveglia?
E’ presto. Nemmeno i gemelli sono già in piedi a fare casino…
Oddio, forse mi hanno ucciso e non lo so.
Nah, questa è camera di Saga.
Se fossi morta sarei sicuramente all’inferno, luogo identificabile con la stanza di Kanon, al massimo.

Sento vibrare il cellulare sul comodino. Dev’essere stato questo a svegliarmi. Solo dopo un po’ mi decido a  vedere che cosa l’abbia scosso dalla sua immobilità.
Ah, è Lili.
Devo dichiarare l’ora del decesso?”
Cos…?
Il messaggio è delle 10.30.
Ma che diavolo di ore sono?

Oh.
Oh cazzo! Sono in ritardo!
Scusa scusa scusa!!! Non ho visto l’ora, mi dispiace! Andate avanti, vi raggiungo appena sono pronta!”
Ah ah ah tranquilla, io ed Elle avevamo previsto tutto, abbiamo già avvisato Aphro! Ci vediamo tra un’oretta, fammi sapere dove siete che vi raggiungiamo”
“Grazie Lili”
“Di niente. Tanto so perfettamente che se non fai colazione non ragioni.”
Ma come diavolo la faccio colazione, che questi non hanno nulla in casa!!!
Salto giù dal letto, alzando le braccia per stiracchiare la schiena, dopodiché mi avventuro fuori dalla stanza.
 Passo davanti alla porta socchiusa della camera di Kanon. Per un attimo medito di fare il bravo animaletto domestico e andare a rompergli le scatole, ma l’immagine della finestra aperta attraverso cui sarei scaraventata mi blocca.
Senza contare che potrebbe farmi di peggio, tipo bloccarmi lì nel suo covo e tormentarmi fino al mio crollo nervoso.

Me la caverei solo con un alleato.
Proseguo verso il salotto, chiedendomi in che stato l’abbiamo lasciato ieri sera, dato che ero troppo stanca per farci caso quando Saga mi ha costretto a dormire di là.
A dire il vero mi sento un po’ in colpa, a causa mia viene sempre spodestato dalla sua stanza…
Non so come faccia a dormire su quel divano, considerato che…bè, che non ci sta. Deve avere una soglia del dolore molto alta, per tollerare il mal di ossa che di sicuro gli viene ogni volta. Forse sarebbe opportuno fargli notare che se sei un metro e novanta, mettersi in posizione fetale su un divano di un metro e cinquanta e largo uno non è esattamente una gran pensata.
Scuoto la testa, avvicinandomi al soggetto in questione.  Rimango qualche istante a fissarlo, così, la mente vuota, finché il mio stomaco non protesta per intimarmi a darmi una mossa.
Comincio a picchiettare gentilmente sulla spalla del gemello.
- Saga. Saga, svegliati. – dico piano.
Niente.
- Saga! – riprovo con più decisione.
Pfff.
Sbuffo, salendo sulla sua schiena e pregando che Kanon non si svegli ora, o posso considerarmi fregata a vita.
Gli tiro un paio di ciocche di capelli senza ottenere nessuna reazione. Provo con delle bussate sulla schiena. Pizzicotti. Sto seriamente considerando una secchiata d’acqua, quando finalmente lo sento sospirare ed accennare a muoversi.
Era ora, penso con una punta di esasperazione.
 Prima di ribaltarmi poco gloriosamente giù dal divano.
Ahia.
Credo di aver perso due vertebre.
Devono aver abbandonato questa nave per evitare di schiantarsi contro l’angolo del tavolino.
Peccato che io l’abbia preso in pieno.
Non avevo considerato che il movimento di Saga mi avrebbe sbilanciata….
Comincio a sparare una serie d’imprecazioni in ordine alfabetico per trattenermi dall’urlare, fin quando non sento un suono familiare.
- Non ridere, stronzo – faccio, mettendomi seduta.
Saga continua a sghignazzare, facendo solo lo sforzo di sollevarsi su un gomito e senza nemmeno accennare a darmi una mano.
- Potrei essermi fatta male, sai? – gli faccio notare, tastandomi cautamente il sedere.
- No, sei atterrata sul morbido -
- Siamo in vena di simpatie, stamattina – si becca un’occhiataccia – Avrei dovuto prenderti a pugni -
- Forse, ma pare che fossi troppo impegnata a fissarmi. – ribatte con un sorrisetto.

- Da bravo animaletto domestico, no? – prosegue imperterrito – Mangi, dormi e fissi nei momenti inopportuni –
- Stai attento, ho anche la modalità “mi sfilo un calzino e ti ci tappo la bocca”! – dico, alzandomi in piedi.
- Peccato, stavo meditando di andare a fare colazione fuori con te e Kanon…-
-…ci credo, non c’è nulla in casa –
-…ovviamente offro io –

- Uhm – faccio – Uhm. Potrebbe interessarmi. Ad una condizione. –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- AAAHHHH!!! IO VI AMMAZZO, RAZZA DI…!!! –
Una prontissima cuscinata blocca l’insulto che sia io che Saga stavamo per beccarci da quel pozzo di purezza che la bocca di Kanon non è mai stata.
- E’ ora di alzarsi, fratello! – esclama Saga bloccando le braccia dell’altro che tentano di colpirlo.
- NO, E’ L’ORA DI FARVI UN CULO COSÌ! – sbraita l’altro, riuscendo a scaraventarlo giù dal letto con un colpo di reni.
Uh, allora forse siamo riusciti a farlo incazzare sul serio.
Ah, a volte io e Saga raggiungiamo davvero dei livelli di sadismo…
- Volevamo solo darti un caloroso buongiorno! – osservo, afferrando un cuscino.
Non si sa mai.
- GETTANDOVI A BOMBA SUL MIO LETTO?! –
- Preferivi l’acqua? – faccio.
- SÌ! – ribatte Kanon fulminandomi – Almeno non mi avreste spaccato lo sterno, imbecilli, mica siete delle piume! –
- Adoro le soavi parole che solo tu sai pronunciare al risveglio. – commenta Saga sarcasticamente – Credo che nemmeno un vocabolario di parolacce ed insulti vari potrebbe essere più esaustivo –
- Ed io credo che nemmeno Milo e Death Mask ubriachi sarebbero più molesti e rompicoglioni di voi due insieme! – ribatte il fratello.
- Parla il signor Discrezione – dico, tirandogli il cuscino.

- Comincia a correre, anzi, a rotolare – fa, una luce malevola negli occhi.
- Altrimenti? –
Kanon sbuffa, dopodiché fa per alzarsi.

OH CAZZO!
Oh-oh. Oh.
!!!!
Schizzo fuori dalla stanza alla velocità della luce, rifugiandomi nel bagno e chiudendo la porta a chiave dietro di me.

Non ci posso credere.
- SEI NUDO, BRUTTO ESIBIZIONISTA! Dannazione, c’è una ragazza in casa! – sento urlare da Saga.
- Saga, quante volte te lo devo dire, gli animali NON sono persone! Non vanno umanizzati! E comunque io sto nudo quanto mi pare, è casa mia! Tu piuttosto, cosa guardi?! –
- Copriti! – gli intima il gemello, mentre io tento di recuperare un po’ di dignità respirando profondamente – E muoviti a vestirti, che usciamo a fare colazione! –
Sento Kanon sbuffare, poi avvicinarsi al mio rifugio.
- Be’? Fai la pudica adesso? Visto che fai tanto la gradassa di solito, perché non vieni a vedere in cosa io e Saga siamo diversi, eh?! – esclama.
- Kanon! –
- Cosa?! –
- Hai già fatto abbastanza danni, non mi sembra opportuno che entri lì, no? –
- Hai ragione, poi mi si guasta l’appetito -
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Dopo una doccia fredda, un imbarazzo a stento superato da parte mia, un tragitto in macchina all’insegna delle litigate circa la musica (“Oh, mi devo svegliare Saga, sparami gli Slipknot”, “Col cavolo, al massimo ti becchi i Deep Purple”, “Evvai! Poi mettiamo i Queen, vero?” “Zitta tu!”), siamo finalmente davanti alla colazione.
Siamo io e Saga, ovviamente, Kanon è già sparito, prima dentro a provarci con la cameriera del caffè dove siamo seduti e ora a sbraitare al telefono.
- Ciao ragazzi! – sento esclamare dalla voce di Lili.
Mi sporgo lateralmente e scorgo sia la sua figura che quella di Elle venirci incontro dalla strada e alzo la mano per rispondere.
- Ciao Lili. Elle.- saluta Saga con un cenno del capo quando ci raggiungono.
- Oh ciao… - fa Elle, lasciando trascorrere qualche secondo di pausa.

- Sono Saga, Elle. –
- Oh. Sì. Certamente. – risponde lei con un sorrisetto imbarazzato.
Scuoto la testa con disapprovazione.
- Pronte alla Ricerca del Regalo Maledetto con il fido Aphro? – chiedo poi.
- Come no. Preferirei farmi strappare le unghie, guarda – risponde Lili – Meno male che vengono anche Mur e Kiki. –
- A proposito, li hai avvertiti che abbiamo posticipato l’ora, vero? – s’informa Elle.
- Sì sì. Ho avvisato il piccoletto, ovviamente. –
- Scusate ancora – aggiungo in tono di scusa.
- Nulla, tranquilla. – mi rassicura lei.
- Oh, le dog-sitter finalmente! –

Ma non ha qualcun altro da insultare?!
- Ciao Kanon! – Elle carica  il saluto di entusiasmo, ben felice di sapere finalmente con chi sta parlando.
- Ciao Gossip Girl – Lili si becca un’inevitabile occhiata truce.
- Spero che siate venute a portarvela via – fa lui per tutta risposta, indicandomi.
- Solo se ci dai qualcosa in cambio – lo ricatta Elle – Tipo la possibilità di pubblicare sulla rivista! –
- Guarda che è roba seria, mica il giornalino scolastico -
- Però Elle così sarebbe a posto, io dovrei essere pagata, invece – gli fa notare Lili.
- Va bene in natura? – ghigna lui.
- Non tentarmi, Kanon, non tentarmi…-
- Finalmente qualcuno che apprezza! Micky stamattina non era della stessa idea…continua a preferire mio fratello –

Io lo ammazzo.
Anzi, lo eviro.
Ho perfino il coltellino svizzero nella borsa.
- Ehm…c’è qualcosa che dovremmo sapere? – chiede Elle con un sorrisetto.
- NO! -
La guardo male, bloccando giusto in tempo la mano di Saga mentre tenta di sottrarmi una brioche da sotto il naso.
- Fermo lì! – esclamo.
- Occhio Saga. Potrebbe saltarti addosso e mordicchiarti a morte, dovremmo comprare una museruola…- commenta Kanon – E comunque non cambiare discorso…perché non racconti alle tue amiche che hai finalmente visto in cosa siamo diversi?! –
- Bene, direi che è ora di andare! – esclamo, balzando in piedi e mandando giù in fretta il caffè. – Ragazze, cominciate a sfornare idee per il regalo, Saga piantala di ridere, forse ci sentiamo dopo anche se sto meditando di eliminarti dalle conoscenze e Kanon…strozzati con la brioche, mi raccomando, così posso privarti della virilità in tutta calma. -
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Continuo a non capire come tu faccia a non distinguerli! – esclamo non appena siamo fuori dalla portata dell’udito dei gemelli.
- Non lo faccio mica apposta – si giustifica Elle.
- Passi troppo tempo con Shura: stai perdendo connessione con la realtà! –
- Parla quella che non ce l’ha mai avuta – mi riprende Lili - Probabilmente è per quello che sopporti i gemelli….comunque, Elle, non è difficile! Uno è Lo Stronzo, l’altro Il Depresso –
- Lili, abbiamo già parlato del soprannome che hai dato a Saga…- le faccio notare.
- Mi avevi detto che Lo Schizofrenico avrebbe urtato la sua sensibilità, come la chiami tu, cos’altro pretendi? –
Sospiro. E’ una battaglia persa.
- Sai, quando si parla di lui tendi a perdere il senso dell’umorismo – continua lei.- Allora, ci dici che è successo? -
Dopo un ulteriore momento d’imbarazzo, racconto i fatti della mattinata, facendole piegare in due dalle risate.
- Devo ammetterlo, tutti e tre insieme potreste realizzare un’ottima sit-com – commenta Lili alla fine.
- In cui io passerei per imbecille. – osservo – Cioè, più di quanto io non lo sia già…ma sarebbe divertente, lo ammetto. Almeno ci distrarremmo. –
- Soprattutto Saga, vero? – azzarda Elle.
Annuisco, sintetizzando i motivi del malumore di ieri sera.
- Se lui ha troncato il discorso non voleva parlarne oltre, probabilmente. Non farti il sangue amaro. – mi suggerisce lei.
Sospiro. – Non è così facile. Soffro di empatia, lo sai. Non ho bisogno di parlare con quei due, specialmente con Saga, per sapere cosa passa loro per la testa…-
E non è sempre divertente, mi ritrovo a pensare.
- Mi succede la stessa cosa con Shura. A volte. – sento dire piano da Elle, ma l’osservazione cade nel vuoto dato che sentiamo la voce squillante di Kiki salutarci.
- Ciao ragazze! –
E’ all’angolo della strada che porta al centro commerciale, assieme a Mur, Castalia, Nemes e Shunrei.
- Uuuuhhh quante signorine tutte per me, sono onorato! – aggiunge il ragazzino quando ci uniamo  a loro.
- Kiki…-
- Tranquilla Lili, tu sei sempre la numero uno! –
- Ti conviene! – fa lei fingendo risentimento.
- Come mai tutta questa gente? Avete avuto un lampo di genio per il regalo? – spera Elle.
- No, abbiamo appena incontrato le ragazze che sono uscite a fare un giro per….per…? –  prova a spiegare Mur.
- Veramente siamo fuggite. – ci informa Marin, aggiungendo davanti alla nostra perplessità: - Shaina è di pessimo umore da dopo l’incontro con Saori…-
- Le staremmo vicine, ma abbiamo rischiato di essere letteralmente prese a morsi…- commenta Shunrei – E poi non sarebbe stato d’aiuto per June…-
- June? – chiede Elle inarcando un sopracciglio.
- Sì. Problemi con Andromeda. – spiega Marin.
- Non stanno mica insieme! – esclama Lili.
- E’ appunto quello il problema –

Come si fa a considerare une difficoltà il fatto di NON essere fidanzata con Shun? Non che sia cattivo, ma secondo me gestire una relazione con lui dev’essere…faticoso.
Soprattutto nel caso in cui si giungesse alla spiegazione alternativa al rapporto api-fiori…
Ma che dico, anche solo per un bacio!
- Le abbiamo consigliato di parlarci e…- inizia Fiore di Luna.
- Come tu hai parlato con Shiryu, immagino – commenta Elle zittendola.
June intanto, rimasta silenziosa fino ad ora, si decide a dire: - Anche parlarci, cosa gli direi? Cosa gli spiegherei, più che altro! –
- Tu Shun, io June – fa Kiki con un sorrisetto – Insieme fuori a cena, sì? -
Fantastico.
Quei due non ce la faranno mai…
- Uhm…grazie, ci penserò…anche se ormai penso che l’unico mezzo utile sia la violenza…- commenta Nemes con aria sconsolata, dopodiché Marin propone di prendere un gelato come consolazione.
Le guardiamo allontanarsi, poi entriamo nell’edificio per recarci al punto d’incontro, io che guido Lili per un braccio dato che ha il naso affondato nello schermo del suo telefono.
- Lili, si può sapere cosa succede oggi? E’ da stamattina che non ti stacchi da quel cellulare – osserva Elle.
- Sì lo so, è che sto sentendo Shaka -
- Oh bene, chiedigli…Frena! Shaka ha un cellulare??! – urla quasi Mur.
- Non ci posso credere! – esclama Kiki – E lo usa??! -
- Troppe notizie tutte insieme. Come minimo la prossima sarà che quell’asociale di Camus si è iscritto a qualche social network…- dice Elle.

Camus su Facebook.
Immagino una richiesta d’amicizia da parte di Milo rimasta inascoltata per anni…
Potrei aggiungerlo al gruppo La Leggendaria Lega degli Irrecuperabili, nome con cui ho registrato praticamente tutta la compagnia…
- Perché stai sentendo Shaka? – domanda Elle - Come vanno le cose con Phoenix? Tutto bene? –
- Sì, perché? –
- Lili! Stai con Ikki?! – esclama Kiki con tanto d’occhi.
- No –
- Come no?! – faccio.
Lili scuote la testa – Non stiamo insieme ufficialmente, ci frequentiamo per opportunismo –
- Opportunismo? – ripete Mur perplesso.
- Sì, Mur. Sostanzialmente, ci vediamo solo per…-
- Non voglio saperlo! –
- Fratello, è ora di convertirti, non credi? -
- Kiki, non sono faccende che ti riguardano, mi pare! E ragazze, vi pregherei di non parlare di certe cose davanti a lui! – protesta Mur.
- Io sto solo aspettando che tuo fratello diventi maggiorenne, sappilo – gli ricorda Lili – E ciò avverrà tra circa un anno. –
- Esatto! E poi Mur, credi veramente che io non ne sappia nulla nulla? Ma quando ti dico che vado a studiare dagli amici ci credi davvero?! – fa il ragazzino.
- KIKI! -
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Jeans non attillati, di più; maglietta di quella-tonalità-di-azzurro-il-cui-nome-al-momento-mi-sfugge ma che s’intona perfettamente con i suoi occhi (non gli sto facendo un complimento, ripeto le sue testuali parole); scarpe non-da-tennis-comunque-casual-ma-non-troppo-per-essere-figo-al-punto-giusto.

Uhm…lo definirei quasi sobrio, oggi.
A parte per quei dannati pantaloni che sembra gli siano stati disegnati addosso.
Oh bè, non avrà mai figli, ma non credo che per lui sia un problema.
Neanche per noi, a dire il vero.
Per il bene dell’umanità, è meglio se nessuno di noi si riproduce.
- Buongiorno, alternativo esempio di virilità! Quali consigli inutili e non desiderati ci dispenserai oggi? -
- Frena la lingua, Lilith! Nemmeno io sono entusiasta di farmi vedere in giro con VOI – Aphrodite sottolinea particolarmente l’ultima parola dopo aver giocato col nome della mia amica.
Lo fa piuttosto spesso, sostenendo che ben si adatta al demone che secondo lui Lili è.
- E perché diamine ti sei autoinvitato, allora? – s’intromette Kiki con una smorfia.
- Faccio un’indagine di mercato: c’è ancora speranza per i Paladini della Sciatteria?! – ribatte lui, squadrandoci tutti e cinque.
- A chi hai dato della sciatta?! – salta su Elle con un’occhiataccia.
- Ehi, io indosso dei colori! – gli faccio presente, indicando la mia felpa verde.
Ebbene sì, sono l’unica delle tre che non ha un armadio basato solo sulle sfumature dal bianco al nero…
- Guarda che non dipende da colore, bianco, nero, righe o quadretti – mi fa presente Lili – Dipende da CHE colori o fantasia –
- Non ce l’avrai ancora col mio maglione arancione, spero! – protesto.
- Micky, per favore. Con quello, i pantaloni e gli stivali neri, mi sembravi un evidenziatore! –
- Poi uno si chiede perché siate tutti ancora single…- commenta Aphrodite acidamente.
- Ehi! Io ho almeno cinque nomi in agenda! – esclama Kiki – Lili ha una non-relazione con Ikki e mio fratello potrebbe averne a frotte, se solo volesse! Quanto a Micky ed Elle…-
- Sono senza speranza –
- Non mi pare che tu stia frequentando qualcuno, Portinaia – faccio presente a Phro.
- Seh seh…muoviamoci, devo veramente raccogliere informazioni per lavoro…le tendenze dell’estate…- borbotta lui avviandosi.
Ci scambiamo un’occhiata divertita e lo seguiamo. Come prima tappa entriamo in una libreria, anche se nessuno di noi sa di preciso se e cosa Aldebaran legga. Eliminati i classici e gli horror, puntiamo sui gialli e sui manuali, soprattutto cucina e giardinaggio.
Cioè, Aphro li guarda, non sappiamo se per interesse personale o perché effettivamente sa qualcosa circa i gusti del suo coinquilino.
Stranamente opterei per la prima ipotesi…
- Tra l’altro, Doko ci ha pregato d’informarti che per la festa ha già le playlists pronte e la discografia degli ABBA  a disposizione – annuncia Elle.
- Tsk! Come se potesse battermi…lo farò pentire di averci provato…e con quell’eleganza e sobrietà di cui non è mai stato dotato. – afferma fermamente Phro con una nota di disprezzo nella voce.
- Parla quello che si è fatto tatuare da Death Mask una rosa rampicante sulla scapola…- fa Lili. – A parte la  poca discrezione…mi aspettavo qualcosa di meno banale…-
Ecco.
MAI dire ad Aphro che è una persona  BANALE.
Si volta di scatto verso Lili, riducendo gli occhi a fessura.
Arpia Portinaia Pettegola Stizzita Mode On.
Chissà se comprende anche un Urlo Isterico. Tipo quello che ha lanciato quando Ikki gli ha accidentalmente versato del caffè bollente sui pantaloni nuovi.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Urlo Isterico evitato, ci è toccato seguirlo a ruota in un negozio d’abbigliamento per cercare qualcosa per Al.
Forse.
- Oddio, ma questi sono fantastici! – esclama con tono eccitato.

Non ci posso credere….anzi, sì.
Si sta provando i vestiti. Lui.
- Phro, capisco che tu soffra di un deficit dell’attenzione verso tutto ciò che non ti riguarda, ma potresti gentilmente concentrarti sul regalo per Aldebaran?! – gli fa notare Lili.
- Vedila così: se questi jeans non mi stessero così magnificamente avremmo corso il rischio di comprarli per lui, sbagliando di grosso, no? –

Regalare jeans attillati che non raggiungono la taglia 46 ad Al.
Possibilità di attuazione: zero assoluto.
Riprova, Aphro.
- Invece che ammirare la mia meravigliosa persona, per quanto comprensibile, perché non vi cercate qualcosa di decente da mettervi? – lo sentiamo dire mentre si rimira allo specchio.
- Dillo un’altra volta e ti raso completamente, così potrò farmi un fashionissimo boa con i tuoi capelli. – è la replica di Lili.
- Ah, è proprio vero che l’abito non fa il monaco…nemmeno un bel vestito ti renderebbe meno sgradevole, cara Lilith…-
- Invece addosso a te un bel sudario ti farebbe risultare più simpatico ai miei occhi, sai? –
Kiki si mette a ridere, mentre il fratello scuote la testa:
- Ragazzi, non stiamo risolvendo nulla…non è il caso di litigare…cerchiamo di darci da fare per trovare quel reg… -
- Ehi ragazzi! Che sorpresa! –
- Oh! Ciao Al! – esclama Mur con un sorriso teso.
Merdamerdamerda…tutte a noi, non è possibile…
- Ma è mai possibile che qualcuno lavori o studi effettivamente, in questa fottutissima compagnia?! – sento sibilare da Elle.
- Al! Che ci fai qui? – chiede Kiki fingendosi noncurante.
- Be’, oggi è il mio giorno libero e…aprendo l’armadio mi sono accorto che ho solo vestiti che possano andar bene al lavoro…ho pensato che una camicia elegante non mi farebbe male…- risponde il gigante, indicando la maglietta scolorita che indossa – Voi, piuttosto, come mai in giro? –
- Ecco…noi…Kiki…cioè..- comincia Mur, ma si capisce lontano un miglio che non sa che pesci pigliare.
- Ehi Micky, guarda questo! –
- Aphro, io quel coso non me lo metto, scordatelo! – sbotto di fronte ad un vestito orribile che quella sottospecie di Fata Madrina in jeans attillati mi sta proponendo.
- Vivere con Lili ed Elle ti fa male, assorbi l’acidi…Al! – grazie al cielo ha distolto l’attenzione dalla propria fastidiosa persona che tende a dare consigli inutili.
- Phro? Che ci fai in giro con loro? –
- Ecco…mi hanno chiesto un consulto per lo shopping! –

Come no.
E Death Mask è capoanimatore in oratorio.
- Davvero? – domanda Aldebaran squadrando noi ragazze.
Ci conosce troppo bene…
- Ehm…- azzarda Elle -…sì…settimana prossima abbiamo…-
- Una festa di laurea! – s’intromette prontamente Lili. – La festeggiata ha richiesto un abbigliamento piuttosto formale e non essendo abituate….-
- Hanno giustamente pensato che potessi dar loro una mano! – completa Phro, tanto per farsi un complimento.

Speriamo che Al non chieda spiegazioni circa Mur e Kiki…
- Ah, capisco! Bene bene…brave, studiate, che l’anno prossimo tocca a voi! – dice per fortuna l’ignaro festeggiato – A proposito di settimana prossima…dato che è il mio compleanno stavo pensando di prendermi il giorno libero sabato prossimo, così venerdì potremmo fare tutti insieme una cena da Doko e Shion, che ne pensate? Potreste esserci? –
Allarme, allarme, ci serve un’idea o va tutto a puttane….!

- Ma Al! Settimana prossima è la prima della sessione estiva! Sarà un casino per tutti! – dico, colpita da un’idea.

Ti prego, fa’ che ci creda…mai sentite sessioni estive che aprono a Maggio, ma vabbè…

- Oh! Hai ragione Micky! Il calendario universitario è ancora un mistero, per me…- fa fortunatamente lui scuotendo la testa - Vabbè, faremo non appena sarete liberi, dai! Magari assieme a te e i gemelli, visto che siete i prossimi! – sorride.
Mi sento una vera merda. Perché il lavoro sporco lo devo sempre fare io?!
- Hai controllato la situazione a casa? – domanda Aphro, decidendo che per una volta può rendersi socialmente utile e sviare il discorso.
Aldebaran annuisce – Sì, Death è venuto a darmi il cambio dopo pranzo…così teniamo sotto osservazione i lavori…dato che ci hai minacciato…-
- Quali lavori? – chiede Mur.
- Stiamo…cioè, Phro ha insistito per rifare la cucina…-
- Era vecchia, mezza rotta e completamente fuori moda! –
Fantastico. Adesso si scopre che ha una Laurea breve in architettura e decorazione d’interni…
Perché non mi sorprenderebbe?!
-…ma a me piacevano i pomelli vecchio stile con le decorazioni floreali…- commenta Al
- Anche quelli che Death ha ritoccato coi pennarelli per far sembrare i fiori delle piante carnivore?! – gli fa presente  
-Ehm…no. – acconsente l’altro ripensando alle citate “decorazioni”.
- A proposito di quello là, ha finito di svuotare la cucina dai pezzi che avete smontato per imbiancare? Oggi arrivano i mobili nuovi! -

- A dire il vero…no – lo delude Aldebaran dopo un paio di secondi di pausa.
- Come sarebbe a dire no?! –
- Ha detto Death Mask che ha chiamato per rimandare di un paio di giorni…giusto il tempo di far asciugare il murales e…-
- Quale MURALES?! – la voce di Aphro sale di minimo due ottave.
- Quello con cui ha decorato la parete bianca della cucina e a causa del quale mi ha spedito fuori prima che lo rovinassi – spiega il suo coinquilino seraficamente.

- Fammi capire bene – dice Aphrodite molto, molto lentamente – Tu hai lasciato che quel pazzo furioso intaccasse con i suoi graffiti schizzoidi il muro bianco e immacolato appena imbiancato?! –

- Io pensavo che vi foste messi d’accordo…-
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
 
Oddio.
E’ la volta buona che a Phro viene un collasso nervoso. O tutti i capelli bianchi.
Potrebbe perfino tentare il suicidio, magari ingozzandosi di dolci fino a farsi esplodere le coronarie.
Nah, gli serve qualcosa più da Drama Queen…
- Quel…quel…coso, è…- prova a dire, dopo che ci ha fatto praticamente correre tutti a casa sua, di Al e Death.
- Assolutamente geniale! Ne voglio uno anch’io! – lo interrompo, fissando con ammirazione la parete ricoperta dalla creazione del sadico coinquilino.
- Devo ammetterlo, è venuto proprio bene! – si aggiunge Kiki avvicinandosi alla parete – Mur, ce ne facciamo fare uno anche noi? Tipregotipregotiprego…! -
- Prova a toccarlo e te lo ritrovi marchiato a fuoco sulla faccia! – sbotta la voce Death Mask alle nostre spalle.
- TU! – ah, ecco l’Urlo Isterico. Sperare di non sentirlo si è ovviamente rivelato vano. - HAI DIPINTO UNO STRAMALEDETTISSIMO INSIEME DI ROBA MECCANICA SUL MIO MURO??! –
- Si chiama Steampunk, Aphro – specifica Elle, fissando affascinata i vari ingranaggi e meccanismi che Death ha realizzato sulla parete.
Mask la fissa per un breve istante come se avesse fatto qualcosa di molto interessante, prima di tornare a guardare la Diva Sclerata e dire:
- Mi sembra piuttosto chiaro. A saperlo, l’avrei fatto più grosso –
- Cooosa?! Tu ora prendi la vernice bianca e imbianchi di nuovo, razza di pittore mancato, non ho speso tutti quei soldi per vedere la MIA cucina deturpata così! –
PUM!
Il pugno di Death Mask si schianta contro la parete alle spalle di Aphro, a pochi centimetri dal suo viso, a cui avvicina il proprio.
- Senti, stronzo. Uno, hai rotto i coglioni fino alla nausea perché SECONDO TE dovevamo rifare la cucina. Due, hai fatto tutto TU senza prenderti la briga di chiedere a me e Al la benché minima cosa se non i soldi per contribuire alle spese. Tre, la casa è anche NOSTRA, quindi se IO voglio fare un dannato murales, è mio diritto farlo, senza che la tua parte da Comare Rompicazzo abbia voce in capitolo, chiaro?! – sbotta Mask con un’espressione ben poco amichevole.
Vedo Mur e Aldebaran guardarsi per capire se sia il caso d’intervenire o meno. Kiki, Lili ed Elle invece continuano a studiare il disegno. Si smuoveranno solo in caso di una carneficina, credo.
Aphro fulmina il coinquilino con lo sguardo, seccato per le rimostranze presentategli. Effettivamente, Death ha ragione, ma Phro si farebbe bruciare tutti i vestiti di tutte le tonalità di blu in scala piuttosto che ammetterlo.
- Al? – chiede continuando a guardare male quello che ha definito un “pittore mancato”.
- Sì? –
- A te va bene? –
Come se gliene fregasse qualcosa. Lo fa solo per capire da che parte sta, ci scommetto.
- A me non dispiace…- abbozza Aldebaran, mentre Mur sospira.
- Bene – taglia corto Aphrodite – Bene. Tieniti pure il tuo…incivile e plebeo murales, graffittaro –
Death Mask ghigna soddisfatto, facendo cadere il braccio, e l’altro ne approfitta per spingerlo via ed abbandonare la stanza, non senza averci guardato tutti con profondo disgusto prima di uscire.
Pensare che questi due sono amici da anni…cioè, sono l’uno l’unico amico dell’altro per essere precisi, in un modo che nessuno ha ben capito. Sarà che sono egocentrici e stronzi allo stesso livello.
Cosa c’entra Al in questa convivenza masochista…oh giusto, lui si rifugia in fonderia. Turni, straordinari, straordinari degli straordinari…va a finire che lo assumono anche come custode.
Risolverebbe il problema dell’affitto e il rischio di trovarsi un graffito umano su qualche muro dopo l’ennesima litigata tra gli altri due, con conseguente spargimento di sangue.
Dovremmo seriamente proporglielo. O questo, o si trasferisce da Mur, non vedo altre alternative.
E’ un’idea di cui dovremmo seriamente tenere conto, credo, se un giorno…magari al compleanno…vorremo farlo contento, facendogli dono della salvezza della propria incolumità.
Perché, tra l’altro, sapete qual è il bello?
La questione del regalo non l’abbiamo mica risolta.
 
 
 
 
NdA:
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno seguito e recensito fino a qui, in particolare Resmea, esmy98, Moncheri, Cloe87, Talestri e LexiS e a chiunque vorrà aggiungersi a questo elenco =)
Soprattutto, un grazie enorme a Lili_Fierce_Sullivan e nous…per tutto!

 

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Capitolo 8
*** How ***


How

 
 
 
 
 
Bene.
Tè freddo, matita per sottolineare, quaderno degli appunti, libri e minimo quattro ore davanti da riempire.
Oh sì, e due barrette di cioccolato fondente.

Non dovrebbe essere così difficile.
Esame di semiotica, a noi due!
Forza un po’ di concentrazione…

Speriamo vada tutto bene, con tutto quello che sta succed…
- WUAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!! –
Appunto.
- Pegasus! – la voce di Hyoga si fa sentire per l’ennesima volta da stamattina, tentando di riportare la calma almeno per qualche minuto.
- Giuro che se non la pianta lo soffoco coi biscotti di Andromeda – minaccia Elle a denti stretti, alzando la molto scarmigliata testa dai suoi volumi di filosofia.
- Fatti dare dei tappi da Shura, ci vorrà un po’ – la deludo, fissando sconsolata il volume aperto davanti a me.
Già ho una voglia di studiare…pari a quella di farmi illustrare da Phro tutte le sfumature di giallo che andranno di moda quest’estate…se poi ci si mettono anche i coinquilini…
- Mi…mi dispiace…non ci riesco! – sento esclamare Seiya dal salotto, probabilmente all’indirizzo della sua audience.
- Su Pegasus, cerca di calmarti, discutiamone lucidamente…- dice Shun in tono d’incoraggiamento.
- Giusto, fare così non serve a nulla – Sirio non poteva essere da meno.
- Io…io…IO NON CAPISCO!-
- Cosa ci sarà mai da capire…- continua Elle tra i denti, la matita minacciosamente puntata sulla pagina che sta leggendo.
E’ inutile, temo. La nostra stanza, in cui ci siamo rifugiate in un vano tentativo di isolamento pre-esami, non potrà mai tagliarci fuori dal dramma esistenziale che si sta consumando in salotto.
Non che si potesse evitare, ma se la bomba fosse stata lanciata ieri sera sarebbe stato decisamente meglio…almeno oggi i ragazzi avrebbero già ideato delle possibili soluzioni per gestirne gli effetti. Forse.
Ma Pegasus ci ha colti tutti impreparati, forse proprio a causa della nuova situazione che si è inaspettatamente trovato a fronteggiare. Il che ha portato ad uno scoppio ritardato.
Avremmo dovuto dedurlo dal suo rientro ieri sera: si è chiuso in camera a suonare la sua chitarra (che spunta fuori sempre e solo quando è depresso) e ha rifiutato il terzo kebab a cena.
No, nemmeno in una situazione del genere farebbe lo sciopero della fame, e lo capisco, non è una soluzione che contemplerei nemmeno io.
Però lui non ingrassa, lo stronzo!

A dire il vero mi chiedo se non stiamo prendendo sottogamba il problema, dato che l’abbiamo lasciato in balia degli altri quattro, di cui probabilmente solo Hyoga e Ikki sarebbero ipoteticamente d’aiuto.
Moooolto ipoteticamente…
- Sai cosa ti ci vuole secondo me? Una sbronza! –

- Ikki, non mi sembra il caso…- azzarda Shun.
- Una sbronza – insiste il fratello. – Oppure stasera esce con Crystal e diventa un seguace della nostra filosofia! –
- Prego?! – ringhia Hyoga come commento a tale affermazione.
- COSA?! – Seiya decide che deve assolutamente alzare il volume della voce per farsi capire meglio. Smetterla di balbettare no, eh?! -  Non potrei mai! Io…io…io… devo chiamare Aiolia! -
- Eeeehh?! Quello fa fatica a gestire la propria vita, figurati la tua! – osserva Crystal– Devo ricordarti che ci ha messo cinque…CINQUE anni a mettersi con Castalia…e che il primo appuntamento gliel’ha chiesto LEI?! –
- Non è che fosse così esplicito…-
- Shun, per favore. Gli piaceva dall’asilo, Aiolos mi sia testimone! –
Uhm.
Piccolo Aiolia paffuto che insegue Marin per l’asilo.
Appiccicoso come la marmellata che probabilmente gli davano a merenda sul pane. Magari innocentemente  diviso dall’aspirante Romeo con la sua vitt…ehm, amata.
Un’immagine che potrebbe anche passare per carina, se il protagonista non porti con sé delle ovvie, implicite  e inquietanti conseguenze.
Tipo la sopracitata merenda trasformata contro la propria volontà in shampoo per la troppa vicinanza con l’oggetto del desiderio.
Non oso immaginare le elementari e le superiori, dato che da quello che sappiamo, pur frequentando persone diverse, Ioria ha sempre nutrito lo stesso sentimento per Castalia.
La quale invece ci ha messo un po’ ad accorgersi dei propri nei confronti del ragazzo. Ma meglio tardi che mai, dopotutto.
Anche se ci scommetto che ogni tanto qualche ingiuria ad un ipotetico Cupido Marin la tira. Mi ci gioco la mia collezione di musicals.
- AIOLOS! Ecco chi…- salta su all’improvviso Seiya, una carica di speranza nella voce.
- NOOOO! Lascialo in pace! Secondo te perché è emigrato?! Col fratello che si ritrova! – lo riprende Sirio.
Eh già. Bravo Los.
Una laurea in Scienze della Formazione, un Erasmus e una magistrale all’estero, dove si è stabilito in via definitiva praticamente subito, possibilità dategli da un lavoro come assistente sociale.
Io, Lili ed Elle abbiamo avuto modo di incontrarlo solo dopo aver fatto la conoscenza degli altri, precisamente circa un anno e mezzo fa, al primo Natale “universitario”. Occasione in cui il fratello maggiore di Ioria è tornato a casa per stare in famiglia.
Fino a quel momento ne avevamo solo sentito parlare, abbastanza da averne ricevuto praticamente l’immagine di un dio, o qualcosa del genere. Un essere perfetto, a unire i vari ritratti che ci erano stati presentati.
Ammetto che eravamo piuttosto diffidenti circa l’aurea dorata che gli altri gli avevano conferito, la perfezione non esiste, ma non posso negare che conoscere Aiolos non ci abbia fatto venire dei dubbi al riguardo.
Seriamente, sembra che questo soggetto non abbia difetti…a parte forse l’essere troppo buono, a sentire Saga.
Ah, e avere un fratello come Aiolia, ovviamente.

Sì, siamo tutti convinti che sia fuggito, in realtà.
- Ma Los, lui…io…NON SO PIÙ COSA FARE! –

Il volume su Pascal schiantatosi miseramente a terra mi comunica che la mia compagna di stanza invece ha una chiara idea di come risolvere la questione.
Un’idea che a Pegasus non piacerà affatto.
Forse a noialtri sì, anche se ci toccherà ripulire il sangue da terra e non è affatto facile…
Per la salvaguardia del pavimento (uhm….no dai, in fondo mi dispiace anche per lui), mi alzo e la precedo nell’uscire dalla camera, andando in salotto.
Trovo il soggetto…ehm…agonizzante seduto sul divano con un pacchetto enorme di patatine in mano, Shun accanto a lui che cerca di confortarlo con una mano sulla spalla e gli altri tre in piedi, Crystal e Ikki con le braccia conserte e lo sguardo scazzato.
- Seiya – faccio, attirando la loro attenzione - Capisco il dramma, e mi dispiace sinceramente però…- mi azzardo a dirgli.
- ABBASSA IL VOLUME, DANNAZIONE!!! – mi precede Elle, giungendo a passo di marcia e al limite della sua sopportazione - Già ho l’emicrania, se poi ti ci metti anche tu! –
- Elle…- comincio, cercando di calmarla.
Spero non mi morda, quando ha mal di testa è veramente intrattabile. Quasi al livello di Shion quando chiude cassa, o Death Mask quando gli chiedono di tatuare farfalle o robe simili. O Kanon appena sveglio, e ho detto tutto.
No, il fatto che Elle soffra di tale disturbo ventiquattro ore su ventiquattro, cinque giorni su sette  è solo parzialmente rilevante….forse.
A dire il vero a volte mi preoccupa, non le passa neanche con i farmaci...e vi assicuro che ne ha provati parecchi…potrebbe spacciarsi tranquillamente per emic…emicra…nologa…? Ma esisterà, come professione?
Mah.
- Seriamente, ti sembra il caso di fare tutto questo bordello?! -
- Sei veramente inumana! – esclama Shun.
- Oh, credimi, non hai ancora visto quanto io possa…-
Elle viene interrotta, dato che sentiamo le chiavi girare nella serratura d’ingresso e la porta si apre poco dopo, accogliendo l’ultimo membro dell’appartamento.
- Ohi gente! Accendete il lettore Dvd, è decisamente la mia giornata! Ho appena conquistato il cofanetto completo dei film di Marilyn e ho intenzione di spararmene come minimo la metà! – esclama Lili con evidente buonumore, sventolando un sacchetto  della libreria palesemente pieno.
Per poi bloccarsi di botto di fronte alla scena che ha davanti.

- So che mi pentirò di averlo chiesto – inizia molto lentamente – Ma…qual è il problema, allora? –
Sarà la faccia palesemente scocciata di Ikki e Crystal, l’espressione da oddio-non-prendetevela-con-me-vorrei-solo-dare-una-mano di Shun, la palese confusione di Sirio, gli occhi minacciosi di Elle, la mia rassegnazione…

Ah. Problema.
Solo uno?
Cominciamo dal fatto che giovedì sia io che Elle abbiamo un esame e che siamo già nel panico per lo studio. Più la sopracitata emicrania e la settimana senza dormire che per quello che mi riguarda mi si prospetta nella vaga speranza di passare il mio, di esame.
E il fatto che il regalo per Al non è ancora stato preso, Camus che si è isolato dal mondo causa incazzatura, Shion che ci fulmina e lancia improperi sottovoce ogni volta che passiamo dal Cinque Picchi in vista di venerdì, Saga che parla meno del solito…
Ah, qual è il problema…

- WAAAAAAAAAAA!!! MI HA LASCIATOOOOOOOOO!!! -
Anche questo, già.
Ebbene sì. Al colmo della sua (poca) sopportazione, Shaina ha deciso di porre la parola “fine” al suo rapporto con Seiya.
A detta di quest’ultimo senza motivo, anche se i balbettamenti delle ultime tre ore ci fanno pensare il contrario.
E’ iniziato così, dal nulla. Si è alzato stamattina, ha fatto colazione e si è messo a giocare alla Playstation. Dati i precedenti di ieri, ci siamo guardati preoccupati ma sono passate due ore prima che Shun si azzardasse a chiedergli se andasse tutto bene, strappandogli finalmente qualche informazione.
A quel punto Lili era uscita e io ed Elle eravamo già in camera, ma nonostante i tentativi di concentrazione abbiamo captato qualche frase chiave a proposito della la rottura, prima che Seiya incominciasse un crescendo confuso circa l’accaduto e la sua dinamica.
Crescendo che ha ormai toccato il suo climax, a quanto pare.
- Ah – è il commento di Lili, mentre i suoi occhi ci guardano come dire “E adesso?!”.
Eh.
Adesso sono cazzi per tutti.
- Ehm…e come mai? – prova a chiedere allora dopo aver riposto i suoi acquisti in camera per metterli al sicuro.
- E’ due ore che ce lo dice o almeno ci prova e sinceramente non l’abbiamo ancora capito – ammette Shiryu, le sopracciglia inarcate.
- Fantastico. – commenta Lili – Pegasus? Che è successo? –
- Ma niente, io non capisco, andava tutto bene…-
- Evidentemente NON così bene, non ti pare? – gli fa notare Elle.
-…il sesso una meraviglia…-
- Ti prego risparmiaci – fa Crystal incrociando le braccia.
-…tutto tranquillo, davvero…io non so dove ho sbagliato…-

D’accordo, sta cominciando a farmi pena, poveretto…
- Senti Pegasus, un consiglio: piantala di piangerti addosso e cerchiamo di discuterne insieme – propone ragionevolmente Lili.
Per tutta risposta Seiya affonda il naso nel pacchetto di patatine, trincerandosi in uno stoico e desolato silenzio.
Noi ci fissiamo sconsolati…anche se colgo dei lampi seccati e rassegnati  in più di un paio d’occhi.
Bè, non si può dire che non ce l’aspettassimo…
Era meglio poi che prima?
Non ci scommetterei, e probabilmente nemmeno gli altri.

- Oh bè…sentite, io devo tornare in caserma, la mia opinione ve l’ho già data…buona fortuna! – Phoenix coglie la palla al balzo per dileguarsi e togliersi d’impiccio.
Noto Crystal fissarlo con palese invidia…o è solo una mia impressione? Mah!
Il tempo che Ikki sparisce oltre l’uscio, lo sentiamo borbottare un “ciao”, prima che il suo occasionale interlocutore compaia  dalla porta lasciata provvidenzialmente aperta dal nostro coinquilino.
- IORIA! – urla Seiya, tanto per non smentirsi, all’indirizzo del nuovo arrivato.
Che indossa una delle sue classiche magliette, oggi ha optato per Superman.

Solo io colgo l’ironia?
- Marin mi ha informato e ho pensato che fosse meglio passare a controllare come stavi - spiega Aiolia.
- Oltre che uscire di casa per evitare di ammazzare Shaka – aggiunge Lili.

- Anche – ammette lui controvoglia, prima di tornare a concentrarsi su Pegasus.
Quest’ultimo non gli da’ modo di esprimere alcuna parola di conforto, dato che si raddrizza di scatto e comincia a bombardarlo di domande:
- Come sta Shaina? Si è pentita, non è vero? Era solo un po’ arrabbiata, come le altre volte, lo sa che io con Saori…-
- Seiya…-  prova a sovrapporsi Aiolia.
-…mai, insomma, forse Isabel è un po’ insistente lo ammetto, ma non potrei…-
- …Seiya…-
-…ma perché Tisifone non capisce, vorrei sapere! Io…io…-
- Pegasus, dannazione! -
- IO LA AMO! –

ΩΩΩΩΩΩ

 
 


- Tu cosa? – chiede Hyoga tra le nostre espressioni esterrefatte.
Pegasus si raddrizza, fissandoci con aria fiera, e ripete con calma e decisione:
- Avete capito bene. La amo. –

Uhm. Mi sa che ha visto un po’ troppe serie tv per teenagers americani, ultimamente…è proprio vero che troppa televisione ai bambini fa male…
- Lei non ama t…ahia! – tiro una gomitata ad Elle per evitare che infierisca.
- Seiya, non essere precipitoso, “amare” è una parola grossa – osserva Sirio.
Perché mi dicono che lui ha molta esperienza nel campo…
- Giusto, non puoi ancora saperlo con certezza…sei giovane…-
- Oh piantala Ioria, parli proprio tu che già a quattro anni avevi chiesto a Marin di sposarti! – ribatte Seiya.
- Ottenendo un netto rifiuto, tra l’altro – infierisce Crystal.
- Eravamo all’asilo e nel frattempo le cose sono MOLTO cambiate! –
- Non mi pare. Le stavi addosso come una cozza allora e pure adesso! – fa Lili.
 - Uhm... Forse. Ne riparleremo. Dovrò fare due chiacchere con mio fratello…- è l’unico commento, acido, di Aiolia. – Ad ogni modo, un caso così accade raramente, e ci abbiamo dovuto lavorare su…-
- Parecchio…- bisbiglia Elle, beccandosi un’occhiataccia.
- E se è successo a te perché a me non potrebbe accadere lo stesso? – insiste Seiya.

Dannazione,  non ha tutti i torti.
- Potrebbe succedere, è vero – inizia Sirio – Ma…probabilmente non ora, Pegasus –
- Giusto – concorda Ioria – Sia tu che Shaina…be’, non siete pronti…non per l’incompatibilità che avete al momento, almeno. –
- Ma che dici, io e lei…-
- Seiya, siete davvero qualcosa che assieme è ben lontano dal concepibile – lo blocca Crystal.

- Sentite, non afferro cosa state cercando di dirmi. A sentire voi siamo incompatibili, eppure abbiamo iniziato una relazione che, Saori a parte e il fatto che io fossi a volte appiccicoso, è proceduta bene fino a…ieri. Nonostante tutto io sono innamorato di Shaina, non ho esagerato con quell’”amo”, ve lo posso assicurare! –
Sospiriamo quasi in contemporanea.
Dopotutto, non siamo del tutto convinti che stesse effettivamente esagerando, conoscendolo…
- Okay Seiya, non possiamo sapere se la ami davvero o no perché non viviamo nella tua testa, volevamo solo dire che… – inizia Sirio, bloccandosi quasi subito.
- …che essendo la prima volta, è solo una sfaccettatura dell’amore quella che hai sperimentato – gli vado in aiuto – Te lo posso assicurare. Non che fosse sbagliata –
A dire il vero quella fase avrebbe dovuto passarla già due anni fa, ma Seiya è Seiya…
- A sentire voi però Shaina  non sembra che ricambiasse…cosa devo dedurne, che mi ha usato? – chiede quest’ultimo all’improvviso.
- No, non è questo…in sostanza…ecco…- Ioria comincia palesemente ad arrampicarsi sugli specchi, ma Lili interviene prontamente dopo averlo zittito con un’occhiata d’avvertimento.
- Senti Seiya - inizia con calma - Lei non ti ha mai tradito, giusto? Non si è mai approfittata di te, non ti ha mai mentito e sapevi fin da subito che non voleva una storia seria. –
- Allora perché fare tutto questo casino per Saori! –
- Non volere una storia non significa che sei libero di inserire la chiave in ogni serratura! Un po’ di rispetto, insomma! –
Bonjour finesse, Lili…
- Adesso salta fuori che è colpa mia! -
- Lili non ha detto questo, Pegasus – gli faccio notare gentilmente – In queste cose c’è sempre il cinquanta
percento di responsabilità per entrambe le parti, eccetto forse qualche caso limite. Stiamo cercando di dirti che, nella tua situazione, un motivo per cui Shaina ti ha lasciato c’è, e ti assicuro che Isabel era solo un pretesto. A mio avviso, si è perfettamente resa conto che la situazione vi stava sfuggendo di mano e ha preferito troncare. –
- Sfuggendo di mano? – domanda Shun perplesso .
Annuisco – Sì. Secondo me Tisifone si è resa conto che Seiya stava cominciando ad essere un po’ troppo coinvolto, mentre magari lei no…-
-…sì, probabilmente il suo era solo affetto – mi viene in aiuto Ioria.
-…e così ha preso questa decisione. – conclude Elle.
Seiya rimane pensieroso per un po’, fissando le proprie mani appoggiate alle ginocchia. Dopo qualche istante di silenzio si decide a dire:
- Così sembra che innamorarsi sia sbagliato –
- Assolutamente no – lo correggo –Non ci pensare neanche! L’unica colpa al riguardo che potreste avere, entrambi, sia chiaro, è che vi siete imbarcati in qualcosa di più grosso di voi. Tu pensavi di poter gestire un rapporto del genere, e Shaina che i sentimenti sarebbero stati così allontanati. Avete…peccato di ingenuità, se vogliamo, ma sono cose che succedono -

Wow…mi sento saggia quando faccio questi discorsi. Un punto in più per la mia autostima inesistente!
- Micky, non per offendere, ma come puoi essere in posizione di dare consigli…le tue relazioni ammontano a…bè, zero – mi fa cordialmente notare Pegasus in questo istante.

…la prossima volta credo che lo lascerò alla mercé di Elle.
Con affetto, Seiya, con affetto…
- Questo non è vero – ribatto, cercando di non farlo evaporare con lo sguardo – No, non chiedermelo, non ne parlo volentieri. – aggiungo, notando che sta per domandarmi qualcosa.
- Perché no? – domanda ingenuamente Andromeda, chiudendo immediatamente la bocca sotto la mia occhiata d’avvertimento  – Scusa -

- E’ orribile vedersi togliere l’affetto di una persona…-  sussurra Seiya.
- Già, ma essere abbandonati pur sapendo che si è ancora amati ti squarcia dentro, credimi – bisbiglio, più a me stessa che a lui.

Sette paia d’occhi mi fissano intensamente.
Ops.
Diamine, ma che mi piglia oggi? E’ proprio vero che essere sotto esame mi fa male…
- Ah…ehm…voglio dire…cioè… - maledetto cervello!
- Che c’è di peggio, sì – finisce Lili al mio posto, salvandomi da ulteriori domande indiscrete.
Annuisco, specularmente imitata da Seiya che tenta perfino di sorridere senza successo.
Shun ci guarda scuotendo il capo, mentre Shiryu fissa l’amico  con l’espressione di chi veramente non sa più cosa fare.
Ioria si siede di fianco a Pegasus e dopo un attimo di riflessione esordisce: - Senti…so che non ci credi adesso e che ti sembra tutto buio, ma…ti assicuro che comunque vadano le cose, col tempo vedrai questa faccenda in maniera diversa…-
- Sì, e se è destino che tu e Tisifone dobbiate stare insieme, l’occasione si ripresenterà, prima o poi – dice Lili, aggiungendo: - Ciò non vuol dire che tu debba aspettarla. Vivi la tua vita, fai diverse esperienze…ti servirà per crescere ed affrontare realtà come queste -
- Però, se vuoi un consiglio…non buttarti subito in un’altra relazione. Sappiamo tutti che Saori si farà probabilmente sotto, però per il bene di entrambi…cerca di evitare. Se ci tiene quanto preten…cioè, dice…saprà capire ed aspettare – lo avverte Elle.
- Prenditi il tuo tempo, insomma – concludo – Tutto quello che ti serve. Senza autocommiserarti, okay? -
Pegasus annuisce mestamente, portandosi piano le ultime patatine del pacchetto maxi alle labbra e rimanendo in silenzio.
Ci scambiamo tutti un’occhiata muta.
Benvenuto nel mondo degli adulti, vorrei dire, ma non ce n’è bisogno. Avrà modo di rendersene conto di persona.
Dopo un sospiro praticamente collettivo mi limito a stringergli piano una spalla, dicendo a bassa voce:
- Passerà Seiya. Ti assicuro che passerà. –
 

 ΩΩΩΩΩΩ

 
- Sì, ma tra quanto?! – esclama Lili da dietro la sua tazza di caffè.
- Chi vivrà, vedrà – faccio con una scrollata di spalle.
- Se va avanti di questo passo, si vedrà solo l’omicidio di Seiya…-
- Oh su, Elle! – protesto.
- Oggi sei meno umana di me – le fa notare Lili – E con quell’emicrania non dovresti bere caffè… -
- Allora dovrei essere in astinenza perenne – commenta lei - Camus, dov’è Shura? –
Se pensavate che rimanessimo in quella casa in balia delle follie amorose di Seiya, con due esami alle porte…avete sbagliato di grosso.
Suonerà cattivo, ma…abbiamo anche le nostre vite da gestire!
Il francese alza lo sguardo dal suo libro, rispondendo: - Di là, in camera sua –
- Oh okay, pensavo non ci fosse…vado a chiedergli una cosa…- Elle si alza.
Mentre si allontana ne approfitto per chiedere delucidazioni a Camus circa un esempio matematico sul mio libro. Intanto, Lili si diletta col cellulare, esclamando all’improvviso:
- Eureka! – sia io che il francese la guardiamo perplessi – Kiki mi ha appena detto che hanno finalmente trovato il regalo per Al! –
- Sia lodato Mur! Che gli hanno preso? – chiedo.
- Un set completo per la cucina: mestolo, mestolino, apriscatole…qualsiasi utensile ti venga in mente, ora ce l’ha. Ah, anche un libro di ricette nuovo nuovo –
- Considerato che probabilmente cucinerà più per i suoi colleghi che per Death o Phro, potrebbe andare – dico.
- Uhm…scelta discutibile. Ma almeno abbiamo un problema in meno – è il laconico commento di Camus.

PAM!
Palese rumore di qualcosa di pesante (suppongo un libro o due) che si schianta a terra.
- Madre de dios! -
Elle schizza di nuovo in cucina, mordendosi un labbro davanti alle ennesime disastrose conseguenze dei suoi movimenti, stringendo furtiva un libro al petto.
Ebbene sì: nonostante faccia di tutto per controllare alcuni scatti di goffaggine di cui è vittima, nei momenti in cui dovrebbe prestare la massima attenzione tende inevitabilmente a combinare un casino della miseria, rovesciando oggetti o facendoseli sfuggire di mano.

Quanto la capisco…
Lili le lancia un’occhiata ilare mentre l’altra si siede sulla sedia a lei destinata e potrei giurare di aver visto un lampo divertito anche negli occhi di Camus, nonostante tutto.
Nel frattempo, il malcapitato compare in cucina, nella miglior versione di filosofo dissociato.
- Loro non c’erano quando sono andato in camera…- osserva, l’espressione confusa, prima di dire all’Arsenio Lupin femminile – Abbi almeno la decenza di muoverti silenziosamente, dannazione! -
- Siamo arrivate un’ora fa…non ci hai sentito? – chiedo.
- Studiavo – afferma Shura con fare deciso, ammonendo Elle, che sorride con fare innocente, col proprio sguardo.

- Oh sì. Certo. Sicuramente. – dice Lili con fare accondiscendente fissando l’evidente segno sul viso dello spagnolo lasciato da qualche libro come succhiotto alternativo.
Una chiara traccia della Profonda Immersione nello Studio con tanto di volume in faccia.
Ergo: sonnellino pomeridiano.
Shura scocca un’occhiata inacidita alla mia coinquilina, prima di sedersi e servirsi di caffè con un sonoro sbuffo.
In questo istante la porta d’ingresso si apre.
- Ciao – fa la voce stranamente spenta di Milo mentre varca la soglia di casa – Camus, spero che il tuo umore da furetto stizzito impagliato sia cambiato e che Shura non stia avendo un dialogo con uno dei suoi amichetti…non è giornata! –
- Quindi avremo la fortuna di goderci il tuo silenzio? – domanda il francese atono riempendosi un bicchiere d’acqua.
- Ah no! Ho la ferma intenzione di…Bimbe! Ciao! – esclama all’improvviso l’ultimo arrivato, rianimandosi un poco.
- A chi ha dato della bimba?! – sibila Lili, ma prima che prendano a punzecchiarsi intervengo:
- Ciao Milo. Tutto bene? –
Lui molla la sua roba nell’ingresso, per poi raggiungerci in cucina e lasciarsi cadere pesantemente su una sedia, la testa sul tavolo.
- Oh sì. Stanco morto, ma sto bene. – lo sentiamo dire, prima che si raddrizzi per stirare la schiena come un gatto.
- Caffè? – chiede Elle in un lampo di solidarietà.
- Sì, grazie. –
- Ah, Milo, senti…non è che..? – già che c’è, Elle gli allunga il volume rumorosamente sottratto a Shura.
- Che ci devo fare? – chiede il destinatario perplesso.
- Mi servirebbero le fotocopie –
- Elle, io lavoro in uno studio legale! –

- Milo, non prendermi in giro, so che ci fai sopr…anche le fotocopie. Comunque se non puoi chiedo a Mur…no, aspetta, così mi arrivano tra minimo tre anni…-
- Ti prego Milo, quel libro mi serve – s’intromette Shura in tono esasperato.
- Uf! E va bene! - cede l’altro, afferrando il volume – Mi devi un favore…un po’ di coccole? -
- Piuttosto copio il libro come un amanuense! –
- Eddai, cosa potrà mai essere…sono così carino! Non come il ghiacciolo e questo spagnolo emotivamente costipato! –
- Che appena sveglio è meno simpatico di un riccio nelle mutande – aggiunge Lili.
Shura si agita sulla propria sedia – Allora, uno stavo studiando; due, se va avanti così giuro che mi trasferisco io da voi e vi cedo il posto, poi ne riparliamo…-
- Non so quanto ti convenga, data la bomba che si è abbattuta su casa loro – osserva Camus.
- Bomba? Quale bomba? – domanda Milo incuriosito.
Dopo un profondo sospiro, raccontiamo i Dolori del Giovane Seiya in ogni particolare, per quanto le loro espressioni, a parte quella di Milo, ci comunichino che gliene frega quanto le modalità di riproduzione dei pesci rossi.
Seh, come no. Tanto lo sappiamo tutti che le cosiddette “serate tra uomini” che organizzano in realtà sono occasioni per riunire una sottospecie di Club del Cucito e spettegolare alla grande.
Delle comari, altro che Aphro…
- La cosa drammatica è che adesso Saori si farà sotto peggio di un carro armato nazista…già m’immagino l’ambientuccio a casa di Marin…- osserva Lili scuotendo la testa.
- Ah, le ragazze. Non fanno altro che tampinarti e tentare di abbordarti…- si sente borbottare da Shura.
- Che perdita di tempo…- aggiunge Camus sommessamente.

- Cosa cosa?! – esclama Lili.
- Chi vi ha importunato? – domanda a ruota Elle.
- Non ci credo! – è il turno di Milo - Dimmi chi è stato, Camus! Dimmelo, e difenderò il tuo onore di pulzello offeso! –
- Ovvero le spaccerà il tuo numero di telefono – traduco simultaneamente -…e forse pure il proprio. –
- Ci puoi scommettere! Dovranno passare sul mio corpo, in tutti i sensi, prima di attentare alle sacre intimità di Camus! –
Noto un certo rossore colorare le guance dell’altro, e spero sinceramente per Milo che non sia rab…
- Shura! Il mio volume di fisica teorica! – reclama il francese con uno sguardo omicida in direzione del suo paladino personale…ma anche no!
- Lascia perdere, me l’hai già lanciato dietro ieri sera…dovrebbe essere in camera mia. – osserva Milo grattandosi la testa.
- Bene, allora posso passare alla nucleare….-
- E’ un passo per cui non mi sento ancora pronto –
- Cosa, la fisica o il fatto che Camus venga abbordato? Guarda che mica sei il genitore…al massimo il figlio – gli faccio notare.
- Ma non era Shura? – domanda Lili.
- Impossibile, lui è nato da un uovo, può essere solo uno dei coniugi…-
- Come, prego?! – sbotta lo spagnolo.
- Non prendertela con me, l’ha detto Kanon…chiedi a lui, se hai un pomeriggio da perdere – spiego.
- No, grazie! –
- Ad ogni modo...e così vi hanno abbordato, eh? – fa Milo con aria fin troppo contenta – Avrei voluto vedere la vostra faccia! –
- Potrebbero farti concorrenza…- dice Lili, ottenendo una smorfia indefinita di Shura come commento.
- Nah. Sono anni che attendo il giorno dello sverginamento di Camus, gliel’ho sempre detto che donna o uomo che sia, gli vorrò sempre bene! –
- Milo…- sibila il francese in tono assassino.
- L’unica cosa Camus: promettimi che se entro i quarant’anni non saremo sposati con figli abiteremo e invecchieremo insieme. Saremo i compagni di una vita reciproci! – fa l’altro con espressione solenne.
- Be’…siete già a buon punto…- osserva Elle con un ghigno.
- Alt! Milo vuole sposarsi e avere dei figli?! – si sente dire da Shura.
- Non ho detto di volerlo…- specifica Milo convinto – E’ una possibilità…insomma, sarebbe carino avere due piccole pesti che saltellano per casa, a cui insegnare come andare in bicicletta, o a guidare, come rimorchiare le ragazze…-
Santo cielo.
Tanti piccoli Milo in giro per il mondo.
In bicicletta. Sui rollerblades. A molestare le bambine.
Saltellanti per casa di zio Camus…o nonno? Vabbè…
L’Apocalisse!
- Sai Milo, devo riconoscerlo: a volte hai lo strano potere di farmi...considerare nuovi orizzonti – dice il francese, contemplando pensoso il fondo del suo bicchiere.
Ommioddio!
- Camus, non dirai sul serio! – esclama Shura strabuzzando gli occhi.
- Ah ah! – fa Milo animandosi tutto con aria soddisfatta – E sentiamo, di preciso quale causa hai deciso di abbracciare per merito mio? -
- Il suicidio –

- Era una battuta delle tue?! –
Nonostante tutto, ci mettiamo a ridere.
Camus fa tanto il serio e il composto, ma ciò non toglie che abbia un pungente senso dell’umorismo, quando vuole.
 
 



NdA:

Povero Seiya =(
Però su col morale! Ho deciso che prima o poi (rimanete sintonizzati sulle nostre frequenze) ci sarà anche Los. Che volete di più! =)
Dovrei postare il prossimo capitolo più in fretta, per la somma gioia di chi vuole partecipare alla festa di Aldebaran ;)
Grazie a tutti!
Louis

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Capitolo 9
*** Topsy Turvy ***


Topsy Turvy

 
 
 
 
 

- Ma secondo voi devo mettermi un vestito? –
Fisso il mio armadio con desolazione profonda.
Non che i capi d’abbigliamento in questione mi manchino.
E’ la voglia di indossarli ad aver disertato questo corpo da…be’, praticamente sempre.
- Dove cazzo sono i miei anfibi…- è la non-risposta di Elle, al momento persa nei meandri del suo guardaroba.
- Ce n’è uno sotto al letto di Lili, Elle – le faccio notare.
Lei si volta, scruta il punto designato e inarca un sopracciglio come se si stesse chiedendo come diamine il sopracitato capo d’abbigliamento sia finito lì, per poi stabilire che no, non gliene frega un emerito accidente e tornare alla ricerca del pezzo mancante.
- Oh Lili, tu alla fine che metti?  - si limita a chiedere.
- Mmmmhhh…nero lucente, nero opaco, nero con decorazioni…sapete, credo che opterò per il nero! – esclama l’interpellata, fingendo indecisione di fronte all’enorme gamma di possibilità a sua disposizione.

Per chi non l’avesse capito, stiamo facendo del sarcasmo.
- Ottimo, era un po’ che non te lo vedevo addosso! – le dico accondiscendente, adagiando un vestito colorato sul mio letto.
Poi ci affianco dei jeans e una maglia lunga.
Altre possibilità?
Uhm…

Toh!
Il mio pigiama…scozzese, con Topolino…tiene caldo…

…chissà se potrei…
- No, seriamente, devo mettermi il vestit..-
- Eccheccazzo Micky, esci in mutande! – sbotta Lili mentre litiga con il filo intricato dell’arricciacapelli.


- Risparmiamo al mondo questo spettacolo, Lili –osservo mestamente, dandole le spalle per cercare un’illuminazione nello fissare i miei abiti.
Per tutta risposta lei si avvicina, scruta ciò che il mio armadio ha da offrire e a colpo sicuro estrae due capi: una maglietta lunga, aderente e scollata ed un vestito al ginocchio nero e verde petrolio.
- Scegli – sentenzia con un tono che non ammette repliche.
-…sono un po’ troppo scollati…-
- E allora perché li hai presi? – ribatte.
- Non ero in me. Era la parte ottimista del mio cervello che ha preso il sopravvento in un attimo di debolezza e…- provo a giustificarmi, ma lei mi tira il vestito in testa.
- Voglio vederteli addosso entrambi nel giro di cinque minuti! – esclama, prima di tornare dall’arricciacapelli – Almeno stasera, fai respirare il lato M! –

No, Lili non sta dando i numeri e non ha sbagliato lettera.
Avete presente la semplice, classificatoria e limitativa definizione di lato A e B del corpo umano?
Bene. Per libera licenza poetica di Elle e Lili la parte A di Micky è diventata la parte M.
Altrimenti nota come Tette da Manga.
Ebbene sì.

Peccato che del manga io abbia solo quelle. Cioè, da una parte è un bene, dato che secondo la grafica ci sono dei grossi problemi di proporzioni…se il mio corpo seguisse quello schema mi schianterei a terra di faccia ad ogni minimo passo.
Non sarebbe bello.
Grazie al cielo, o per sfiga (dipende dall’umore del giorno), la realtà ha compensato con le misure di tutto il resto. La Natura poteva forse eccedere solo in un punto? Ovviamente no! Arrotondiamo tutto per eccesso, bisogna essere generosi in questa vita!

Natura sofferente di generosità compulsiva e DNA ricettivo e ingordo come un verme solitario.
Pessima accoppiata. Soprattutto se ci si aggiunge la pigrizia e una lunga, intensa e passionale relazione col cioccolato e lo zucchero.

Bah, chissenefrega.
- Allora, ti muovi? - fa Lili. – Voglio il patrimonio in esposizione per essere ammirato! -
- …ma io…- comincia seriamente a farmi paura.
- Elle, porca miseria, riemergi da Narnia e diglielo anche tu! –
- Tette da manga in bella mostra! – urla quest’ultima per dare man forte, ignorando la prima parte della frase.
- E tu non metti il vestito? – chiedo a Lili mordendomi il labbro.
- No –
- Perché? -
- Perché so che l’alcol stasera sarà particolarmente amichevole con me e preferisco una tenuta più sobria di quanto effettivamente sarò io – spiega lei, soppesando due magliette con lo sguardo.
- E anti sbornia! – precisa Elle.
- Soprattutto quello, sì –
Sospiro. Effettivamente il problema è che si sa come inizierà la serata, ma non come si concluderà.
Nah, una cosa la sappiamo in verità: finirà male.
Non abbiamo idea della modalità, ma di certo NON PUÒ avere lieto fine. Lo sentiamo nel profondo.

Ci conosciamo tutti troppo bene.
- E non credi che anch’io abbia bisogno di una tenuta comoda, resistente e poco compromettente? – domando, cercando di immaginarmi il peggio di tutto ciò che può accadere.
- Tu? No. – risponde brevemente Lili. – Sono sicura che te la caverai alla grande, ho fiducia in te! –

- Sfotti?! –
- Bene! – ci interrompe Elle riemergendo dall’armadio e buttando sul letto un vestito nero, semplicissimo, seguito dall’anfibio fuggiasco - Vi serve il bagno? –
- No no…- faccio io, cercando di non strappare la cerniera del mio abito – Comunque ti toccherà aspettare: in uno c’è Sirio e l’altro ho appena sentito Crystal che ci entrava –
- Cosa?! NOOOOOOOOOOOOO!!! – Elle si catapulta fuori dalla stanza, buttandosi sulla porta del bagno – BB!!! Esci subito!!! Prima noi, poi i tuoi  fottutissimi capelli!!! –
- Scordatelo – risponde con calma lui dall’interno.
- BB!!! Muovi il culo!!! –
- E tu vai a metterti qualcosa che nasconda il tuo! –
- Crystal, fammi entrare in bagno o…-
- O cosa? – sento la porta del bagno aprirsi, segno che l’invasore ha finito, dato che poi sento Elle esclamare:
- Sì, sono tette, hai presente?! –
- Dove?! –
Che stronzo.
- Oltre quell’acconciatura da Mirko dei Bee-Hive[1], BB! –
- Ma copriti! –
- Sposta il culo dal bagno così mi vesto, no?! –

Questa casa è un manicomio.
Ed io mi ci sono rinchiusa spontaneamente.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 

Oh oh. Il citofono.
Sono arrivati gli altri? Di già?
Non è possibile!!
Sento Ikki andare all’apparecchio, confabulare per qualche secondo e poi chiedere ad alta voce:
- A che punto siete? Milo e Shura devono salire? –
- No, siamo pronti! – rispondo.
Tuttavia, la mia affermazione viene a sorpresa contraddetta dalla voce di Sirio, il quale esclama all’improvviso:
- Pegasus! Sei ancora in tuta! –
- COSA?! – urliamo noialtri.

Dannazione, è veramente ancora in tuta! Non posso crederci!
Bellamente stravaccato sul divano, con tanto di pila di Dvd pronta ad essere visionata!
- Io non ci vengo – è la sua mesta replica.
- Non dire sciocchezze! Alzati e preparati, su – gli dice Shun.
- No. C’è anche Shaina, non reggerei –
- E’ l’ottima occasione per affrontare la cosa, invece. Di petto, brutalmente – ribatte Ikki – Con dell’alcol…-

- No –
- Seiya, non obbligarmi a spingere Shiryu a vestirti con la forza! – lo avverte Lili.
- E perché diamine dovrei farlo?! – protesta Sirio.
Come unica spiegazione, Lili alza l’arricciacapelli e lo agita minacciosamente in direzione della sua liscissima chioma.

- Pegasus, per favore – si decide a chiedere Sirio con un sospiro, ma l’altro scuote seccato la testa.
- E ad Al non ci pensi? – domando – Vuoi che ci rimanga male? –
La mia osservazione sembra scuoterlo, dato che dopo alcuni lunghi istanti ed una profonda espirazione si decide ad alzarsi dal divano e andare a vestirsi. Torna poco dopo in jeans e maglietta.
Non è molto, ma meglio di prima di sicuro.
- Bene – sentenzia Lili – Ora che siamo pronti, direi di and…Andromeda, quello è un papillon?! –
Ci voltiamo tutti in contemporanea verso Shun, il quale arrossisce fino alla punta delle orecchie.
-…ehm…sì…- pigola imbarazzato -…i-io volevo qualcosa di elegante…e non ho la cravatta come Sirio…-

Sarebbe inopportuno fargli notare che con pantaloni, camicia e cravatta Shiryu sembra un ragioniere, vero?

Però è così!
Almeno Hyoga ha avuto la decenza di mettersi i jeans, sotto alla camicia (senza cravatta, per fortuna!) e Ikki…bè, lui non fa testo, deve guidare e poi tornare in caserma…senza contare che starebbe bene vestito in qualunque modo.
Ma Andromeda!
Phoenix scuote la testa, come dire “io non so più cosa fare, non lo conosco”, per poi spingere il fratello fuori di casa e farci cenno di darci una mossa.
Soprattutto prima che Pegasus ci ripensi!
Per fortuna Shiryu lo afferra per un braccio e lo trascina al seguito di Shun, noialtri dietro. Tocca a me chiudere la porta d’ingresso, e giuro che c’è qualcosa di molto, molto sinistro nel modo in cui la chiave gira nella toppa.
Come una campana che suona a morto.
Lasciate ogni speranza, o voi che uscite!
Chissà se Hyoga sente il richiamo del divano che lo implora di non lasciarlo, di non recarsi alla garibaldina in pasto al mondo popolato da Death Mask sadici, Doko canterini o Milo ubriachi…

Sto delirando. Dev’essere il nervosismo che mi gioca brutti tiri. O la consapevolezza che saremo in pochi a sopravvivere.
Si accettano scommesse su chi sarà il primo ad ingaggiare uno scon…
- Dio Crystal, quanto puzzi!- sento esclamare da Elle – Ma ti ci immergi, nel profumo?! -
 

 

ΩΩΩΩΩΩ

 
 
Bene.
Schieramento d’attacco 2-4-4. Shun è in moto con Phoenix; Crystal ha in macchina Sirio, Lili e Pegasus, il quale si è subito accasciato contro la portiera, lo sguardo vuoto.
Stiamo seriamente considerando tutti l’idea della sbronza, lo so, ma purtroppo c’è un piccolo problema: chissà cosa diavolo sarebbe in grado di combinare!
Ma considerata la serata, farebbe differenza?

No.
- Buonasera bimbe! – esclama la voce del nostro accompagnatore designato, in attesa davanti alla propria auto con di fianco il suo filosofeggiante (o come tale si spaccia) coinquilino.
Bellamente ignorante circa certe regole di convivenza civile.
- Shura – faccio.
- Eh? –
- Quelle sono scarpe NERE abbinate ad una cintura MARRONE?! – dico minacciosamente.
- Sì, perché? –

- Perché sono inguardabili – constato.
- Aphro, esci da questo formosissimo corpo! – esclama Milo ridendo.
- Guarda che non tutti vanno in giro come se fossero appena usciti da un catalogo Benetton! – mi fa invece notare Elle. Solidarietà tra filosofi?
- Ti fai pubblicità? – replico, ottenendo una linguaccia come risposta.
Milo si stacca dal veicolo, intervenendo nello scambio di battute:
- Bimbe, ma voi sembrate sempre uscite da un catalogo di moda! –

- E’ proprio vero che sei un avvocato. Non hai rispetto per le parole! – commenta Shura mentre noi fissiamo il conducente con un’espressione che dice tutto.
- Cerco solo di essere gentile! –
- Meno zucchero, Milo, se posso dare un consiglio – gli dico gentilmente – E più semplicità –
Lui si limita a scrollare le spalle con un sorrisetto, aprendo la portiera per farci salire. Seguo Elle nella macchina, dato che Shura si è accomodato senza prendere minimamente in considerazione l’idea di imitare il gesto dell’altro.
- Così va meglio – dico sottovoce a Milo con un sorriso, picchiettandogli affettuosamente sulla testa prima di sedermi composta e allacciare la cintura.
- Meno zucchero, Micky, meno zucchero – lo sento sghignazzare, per poi mettere in moto.
Una volta fatalmente in cammino, cominciamo a ripassare ad alta voce i vari punti chiave della serata: sì, il regalo l’abbiamo, speriamo che Mur se lo ricordi; teniamo Death Mask lontano dagli alcolici, ovviamente per la nostra incolumità; facciamo sedere Seiya lontano da Shaina; collochiamo Shun ad una certa distanza da Ikki almeno per stasera; Shaka altrettanto da Ioria… sempre che il biondino si presenti.
Soprattutto, teniamoci pronti a fingere uno svenimento e abbassare la leva dell’antincendio, sia per svuotare il locale che per bloccare lo scontro finale tra i due pavoni canterini.
- Ma sostanzialmente, c’è qualcuno che si è salvato da questa Ultima Cena? – domanda Shura.
- Ci siamo tutti tranne Saga e Kanon – spiego, facendo agitare Milo:
 - Eeeehh? Non c’è Kanon?! E io come mi diverto?! – manco fosse un bambino che non può giocare con l’amichetto del cuore.
Due piccoli amici di più di un metro ottanta con tanto di cisterna alcolica.
A piede libero.

- Questo è l’ultimo dei problemi! – ribatto, stringendo nervosamente la mano attorno alla cintura di sicurezza. Guida come un pazzo, con tanto di gomito appoggiato sciallamente sul bordo del finestrino.
- Ehm…-  azzardo – Milo, non è che rallenteresti? –
- Uh? Oh scusate, bimbe –
Non so che diavolo di difficoltà abbia avuto il suo cervello ad assimilare la frase, fatto sta che dopo pochi istanti io ed Elle ci ritroviamo a cozzare spalla contro spalla e poi a letteralmente baciare le portiere con la testa, manco fossimo due trottole svitate.
Ahia, dannazione!
-Milo, “rallentare” non vuol dire “fare le curve col freno a mano tirato”!– ulula Shura, praticamente ancorato con le unghie al proprio sedile.
- Tu cerca di prendere confidenza con la mia signora, che dopo mi sa che ti tocca guidare! –
- Cosa? Milo, scherzi! – ribatte Shura.
- No! Ho la netta intenzione di ridurmi ad uno straccio stasera! – afferma deciso lui con un sorriso a ottantadue denti.
- Ma Shura sa guidare? – è la domanda perplessa di Elle.
- Dov’è Camus? – chiedo invece io, più per disperazione che altro.
- Ha avuto un contrattempo al lavoro, ci raggiunge dopo…- spiega lo spagnolo – E comunque sì, so guidare! – fa piccato in direzione della mia coinquilina.
- Prima che arrivi Al, spero! – osservo, sorvolando su quanto appena affermato.
- Ho già avvisato Death Mask di distrarlo per un’altra mezz’oretta…- ci avvisa Shura.
- Oh, bene…alt! Death Mask è quello che dovrebbe tenerlo lontano? – chiede Elle sconvolta.
- Seh Shura, facevamo prima a mandare te, considerato che hai dato l’esame di guida minimo quattro volte! Così stavamo sicuri che arrivavate due ore dopo, ad essere ottimisti! – esclama Milo.
- Erano tre volte! -
- Cambiando gli addendi il risultato non cambia –
Meno male che la matematica non è un’opinione…
Vedo Shura alzare gli occhi esasperato, mentre Elle fa per correggere l’affermazione dell’altro, prima di bloccarsi all’improvviso.
Credo stia per optare per l’incolumità psicologica, preferendo non ingaggiare una discussione che avrebbe meno senso di una partita a Jumanji[2].
Grazie al cielo.
Così, la sua attenzione si focalizza su qualcosa di maggiore importanza che potrebbe seriamente essere proposto come studio innovativo per l’accertamento del paranormale.
- Shura, sbaglio o hai seriamente provato a pettinarti?! -
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Io non ci salgo più in macchina con te!!! – sento esclamare da Lili mentre scende dalla macchina di Crystal, una volta che siamo tutti davanti al “Cinque Picchi”.
- Nessuno te l’ha chiesto – fa piccato il biondino.
- La prossima volta guido io, BB –
- Ridillo e ti lascio a piedi –
- Uuuuh che paura! –
- Bene bene…- li interrompe Phoenix togliendo il casco – Ci siamo tutti? –
- Se tiri giù tuo fratello dalla moto sì – gli faccio notare, dato che Andromeda sta avendo delle ovvie difficoltà nello scendere dal mezzo.
Ma temo che avrebbe problemi  anche con una bicicletta.
Una volta messo Shun con i piedi per terra e dopo aver controllato di non aver perso nessuno per strada, ci decidiamo a varcare la soglia del locale, pregando, scongiurando e probabilmente bestemmiando in tutte le lingue del mondo.
- Uhm…da come parlava Shion non sono messi bene a clientela…con un po’ di fortuna stasera siamo pochi…magari solo noi…- osserva Shiryu sottovoce.

Povero illuso.
Hai peccato di ottimismo e sei stato punito.

Il locale non è pieno.
E’ STRACOLMO.

Credo di aver visto meno gente all’Ikea di domenica.
- Oh cazzo – fa Lili, e si è limitata ad un eufemismo.
- Gioioso convivio celebrativo! –
- Doko! – esclama Milo quando vede il minore dei gestori venirci incontro per accoglierci, nella migliore pessima versione di cerimoniere svitato.
Ergo, con addosso quella che un tempo doveva essere la giacca di un frac, di una discutibile tonalità lavanda.  Associata ovviamente a dei jeans viola e…
- …certa gente dovrebbe essere legalmente punita – fa Elle sottovoce – Faranno andare in malora il mercato delle cravatte! –
La mia coinquilina si riferisce al fatto che anche Doko fa parte della Setta del Papillon, a quanto vediamo. Probabilmente l’ha creata lui, considerato che quello che indossa è più largo della sua testa, giallo acceso.
Chissà che titolo onorario ha.
Gran Papillonaro Pazzo, forse.
- E io che me la sono presa con Shun. – sospira Lili rassegnata.- La sua scelta e le bretelle non sono paragonabili a tale spettacolo…-
- Non è comunque giustificabile – taglia corto Ikki, scoccando un’occhiata in tralice al fratello minore.
- E’ un piacere vedervi, eletti dei Biglietti d’Oro![3] – proclama intanto Doko agitando le braccia con caloroso entusiasmo. Tra le occhiate perplesse di tutti, ovviamente, bambini piccoli compresi. – Seguite Rafiki, lui conosce il cammino! [4] -
E parte a razzo tra i tavoli, Shura che apre la fila dei disperati che tentano di stargli dietro mentre l’Oompa Loompa cresciuto (fisicamente, s’intende)  improvvisa una gimkana con tanto di birilli umani (si legga: bambini) su cui lo spagnolo si schianta miseramente alla prima curva.
Il bimbetto disgraziato rimbalza addosso al soggetto in questione e lo fissa con aria ostile. Shura contraccambia lo sguardo, alzando un sopracciglio.
- Shura, muoviti! O perdiamo Doko ed è la fine! – dice Milo – Stiamo uniti! –
- Ma dove vuoi che vada quel lecca lecca mal riuscito…- sibila Ikki – Hai pure paura di perderlo?! –
- Ehm…scusa…- lo spagnolo dribbla lentamente il piccoletto, che continua a fissarlo immobile anche quando l’abbiamo superato tutti.
Non degna d’attenzione nemmeno Pegasus trascinato di peso da Hyoga.
- Ecco qua! Vi ho tenuto il tavolo migliore! – afferma Doko convinto, dato che non si è neanche accorto che ha camminato da solo per un breve tratto – Benvenuti al Paese dei Balocchi![5]

Il silenzio generale (calato anche su chi al tavolo è già presente) mi conferma che: sì, più che il sopracitato luogo di perdizione collodiano, la nostra collocazione corrisponde più alla Festa dei Folli.
Siamo in fondo alla sala, in bella mostra, ad una grande tavolata circondata da festoni di tutti i colori (varie sfumature comprese, ovvio!).
Le nostre espressioni perplesse si riflettono negli occhi di chi è arrivato prima di noi e che con ogni probabilità è stato involontariamente e forzatamente intrattenuto dalla degna copia di Willy Wonka: speriamo che Aldebaran apprezzi, o sarà il suo ultimo compleanno.
L’unico ad animarsi un poco è Seiya nello scorgere Tisifone, la quale invece non sembra calcolarlo minimamente, presa da una conversazione con Kiki.
Interlocutore che non appena ci vede fa un saltello sulla sedia e comincia a sbracciarsi tipo mulino a vento:
- LILI! Qui! Siediti qui! Di fianco a me! –
- Ciao Kiki, eh – sbuffa Shiryu, ignorando la frase appena udita per accomodarsi alla sinistra del ragazzino.
- Ciao Sirio – lo saluta lui di rimando, cominciando a spingerlo di lato senza tanti complimenti per fare posto a Lili.
Che si ritrova seduta tra Kiki e Shaka.

Allora ha effettivamente deciso di unirsi a noi…
Chissà cosa pretenderà in cambio.
- Fate sedere Shun di fianco a Nemes – dico sottovoce, ricordando il discorso di qualche giorno fa.
Non sarà la mossa decisiva, ma è già qualcosa.
Hyoga esegue con grande zelo, dopo aver obbligato Pegasus ad andare a collocarsi di fianco a Sirio, che riserva al biondino un’occhiata di rimprovero.
Oh bè, non potrà mai lamentarsi come Marin, che alla propria destra ha Ioria e subito dopo Seiya.
Qualcosa mi dice che stasera riscoprirà una profonda amicizia con Nemes e comincerà a vedere Andromeda come un interlocutore non disprezzabile…
Sostanzialmente, la disposizione risulta essere questa: Aldebaran sarà ovviamente a capotavola; poi ci sono Mur, Shaka, Lili, Kiki, Shiryu, Seiya, Aiolia, Marin, June, Shun. Di fronte a Mur è già seduta Shaina, poi Ikki, Hyoga, io, Milo, Elle, Shura.
In realtà io volevo sedermi di fianco ad Elle, ma Milo è sgusciato in mezzo meglio di un’anguilla, accomodandosi con aria soddisfatta e sentenziando che “il patrimonio va condiviso”.
Non voglio sapere a cosa si riferisse, per quanto abbia dei terribili sospetti.
Maledizione al mio cervello quando decide di ascoltare Lili circa l’abbigliamento…
La vedo farmi un sorrisetto stronzo, mentre davanti a noi Kiki sta discutendo con suo fratello.
- Dai, Mur, solo un goccio! – dice in tono speranzoso il minore.
- No –
- Ma…-
- Ho detto no, Kiki – continua Mur risoluto.
- Solo un po’ di birra…-
Vedo Lili mollargli un pizzicotto e dall’occhiata che si scambiano ne deduco che stasera la loro complicità sarà ulteriormente rafforzata dal Traffico Alcolico all’Insaputa del Grande Mur.

No comment.
- Ioria – chiama Elle all’improvviso.
- Che c’è? – si gira lui.
- Hai messo la maglietta della COSA?! [6]

- Sì…perché? – chiede perplesso.

Tralasciamo la giacca che con un capo simile è azzeccata quanto i complimenti a chi non è incinta ma solo ingrassata…
Ma quella fottutissima maglia?!
Dalla faccia di Castalia e degli altri, ne deduco che non solo noi due abbiamo colto un innocente e involontario riferimento…
Come glielo spieghiamo?
Evitando di dargli dell’imbecille, s’intende.
Non che Aldebaran sia così malizioso da andare a pensare male…ma gente come Doko o Death Mask (ovviamente sobri, che è peggio) ?!
Parliamone.
Anzi, no, è meglio.
- Lascia perdere Aiolia, lascia perdere…- taglia corto Marin scuotendo la testa.
Ora che ci penso, è strano che Shaina sia così lontana da lei…o ha previsto la mossa di Ioria, che sicuramente non avrebbe MAI lasciato Seiya in balia di se stesso, oppure c’è sotto qualcosa…
Mmmh…povera Castalia…mi sa che stasera sarà una delle prime vittime…
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Bene bene bene…pancini vuoti? – domanda Doko agitando febbrilmente taccuino e penna. – Comandate e sarete serviti! –
- Birra! – salta su Milo immediatamente, ma il suo entusiasmo viene puntualmente e prevedibilmente bloccato da una voce fin troppo nota:
- Allora, siamo chiari! Al primo cenno di squilibrio…- comincia a minacciarci Shion, comparso non si sa come dall’altra parte del locale.
- Troppo tardi, per quello –
-…al primo cliente che si alza e se ne va per colpa vostra… – continua imperterrito fulminando Milo con lo sguardo -….alla prima lamentela…vi sbatto fuori! –
- Ma Shion…- inizia a dire Mur, pronto a fare da paciere come al solito.
- Shion un accidente! La mia mente ha ricordi fin troppo chiari del vostro ultimo passaggio!- sbotta lui, una vena che minaccia di mettersi a pulsare sulla sua fronte.
- Non si ripeterà, Shion, puoi starne certo – gli risponde Doko serio.
Peccato che sicuramente non si riferiscono alla medesima cosa, se consideriamo gli occhi da lemure assassino che sta puntando sulla figura che si sta avvicinando al nostro tavolo.
Jeans, maglietta bianca probabilmente dipinta sulla pelle e una giacca coreana color tortora.
No, non beige o marrone chiaro.
T-O-R-T-O-R-A.
Ah, comuni mortali, come potremmo capire tale raffinatezza…che vita vuota, la nostra…

Come no.
- Ciao – saluta il soldatino chic, alzando una mano all’indirizzo di tutti.
- Oh buonasera, Aphrodite – Doko tenta di darsi un contegno, assottigliando le palpebre per imitare uno sguardo truce, suppongo.
- Ciao Doko – risponde il nuovo arrivato in tono piatto, sorpassandolo e commentando il suo abbigliamento con un: - Sponsorizzi la Faber Castell, adesso? –
- Ridi, ridi pure…ne riparliamo quando avrai il microfono in mano! – ribatte lui tutto impettito, agitando la penna manco fosse una bacchetta punitiva, prima di eclissarsi in cucina con passo quasi marziale.
Shion si assicura che sia sparito dalla circolazione, prima di dedicarci un’ultima occhiata fulminante che promette tutte le pene infernali ideate da Dante, prima di ricordarsi che ha altri clienti e forse è il caso di dedicarvisi.

Phro scuote la testa e si siede accanto a Shura, riservandogli uno sguardo rassegnato (ha ovviamente notato il non abbinamento cintura-scarpe), per poi sfortunatamente concentrarsi su Elle.
- Ma come sei vestita?! – le fa.
- Di nero – è la risposta.
- Quel modello non sta bene con gli anfibi –
- Guarda che sono chiodati, Aphro, stacci attento – ribatte Lili, beccandosi un esame indesiderato del proprio abbigliamento e il commento:
- Uno spaventapasseri vestito elegantemente è comunque uno spaventapasseri –

Eh?!
- Scusa, mi hai appena dato dello spaventapasseri?! – salta su Lili in tono bellicoso.
- Ma dai, in fondo sono così carine…- fa Crystal con percepibile sarcasmo.
Sfotte?!
- Ti presterò il mascara, cara – ribatte Elle all’indirizzo del biondino – Te lo metto dritto negli occhi! –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Camus, qui! – si sbraccia Milo, rischiando di cavarmi un occhio con un gomito.
Ne approfitto per infilargli un dito tra le costole e farlo contorcere per cinque secondi buoni, voltandomi verso il nuovo arrivato.
- Bonsoir, ma grande – mi dice Camus dopo aver salutato tutti, spostando delicatamente la sedia per accomodarsi tra me e Hyoga.
Stasera ha optato per il look total black, manco avesse fatto un corso intensivo alla Lega Anticolori capitanata da Elle e Lili.

Ma considerata la mise di Doko…direi che un simile controbilancere  è più che ben accetto.
- Camus –faccio, tirandogli concitatamente una manica – Ti puoi sedere tu di fianco a Milo? Per favore. –


- Credo che per stasera preferirò Crystal –

- Cosa?! – sbotto sconvolta, ma non ho tempo di aggiungere altro.
- Oh, mi è arrivato un messaggio da Death Mask! – esclama Kiki fissando lo schermo del cellulare – “Il maiale è nel forno!” – legge.
- Quale maiale?! – esclama Nemes perplessa.
- Io non lo mangio…- pigola Andromeda.
- Perché mio fratello ha il numero di Death Mask…? – si sente chiedere da Mur, ma la sua domanda viene ignorata.
- Si riferisce ad Aldebaran – si intromette Phro con aria di sufficienza – Significa che è arrivato –
- E devo mettere il maiale in forno? – domanda Doko ad occhi sgranati mentre non so come passa di nuovo accanto al tavolo.
Ma i bambini indemoniati non esistono in questo posto?! Non possono legarlo da qualche parte?!
- Meglio che avvisi Shunrei…non so se abbiamo del maiale…- borbotta tra sé e sé allontanandosi.
- Ma se parla di Aldebaran avrebbe dovuto dire toro, data la stazza…- puntualizza con la solita delicatezza Ioria.
- Eh certo, perché secondo te un toro in un forno ci entra! – gli fa notare Seiya acidamente, aprendo la bocca per la prima volta e facendo una prevedibile figura di melma.
Ma che cazz…!
All’improvviso, una sagoma fin troppo familiare spunta tra i commensali, travolgendo nonnine, bambini, un passeggino e credo anche Shunrei che sta servendo ai tavoli, ma non ci giurerei…so solo che se ne frega bellamente e si accomoda accanto a Phro, sentenziando:
- Minchia sfigati, ho dovuto inventarmi più cazzate io stasera che la Comare in tutta la sua vita per convincere i suoi che non è gay! La prossima volta mandiamo Shura così si perdono in macchina!-
Shura e Aphro fanno giustamente per rispondere, ma viene interrotto dalla voce dell’ospite d’onore :
- Oh ragazzi, ma cos…? -
- SORPRESA! -
 
 
N.B. :
 
[1]Go Kato in “Love Me Knight”, di Kaoru Tada;
[2]gioco da tavolo dell’omonimo racconto di Chris Van Allsburg (1981) e  film “Jumanji”(1995), di Joe Johnston;
[3]riferimento al libro “La fabbrica di cioccolato” (1964), di Roald Dahl, come Oompa Lumpa e Willy Wonka;
[4]citazione dal film “Il Re Leone” (1994) della Walt Disney;
[5]luogo immaginario di “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” (1881) di Carlo Collodi;
[6]ovvero Ben Grimm, protagonista della serie a fumetti “I Fantastici Quattro”(dal 1961) della Marvel Comics.
 
NdA:
Sì, lo so…sono in ritardo. Mi scuso infinitamente, soprattutto perché questo capitolo è più il preludio della festa che i festeggiamenti in sè…giuro solennemente di postare il “convivio celebrativo” il più in fretta possibile!
Intanto, un caldo benvenuto a Tress che ha raggiunto i seguaci della Lega dei Dissociati =)
A presto,
Louis

 
 

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Capitolo 10
*** Raise Your Glass ***


 Raise Your Glass

 
 
 
 
 
- Oh ragazzi, non dovevate, davvero! – dice per l’ennesima volta il festeggiato.
- Piantala Al, era il minimo che potessimo fare! – ripete Mur.
- Minimo? Ma siete stati bravissimi! Non sospettavo di nulla…e poi questo regalo! –
- Ti piace? – chiede Hyoga, mascherando un certo stupore.
- Ci puoi scommettere, non vedo l’ora di usare tutti questi utensili nuovi…–
- Stai attento, ho già visto Aphro puntarne alcuni…va a finire che te li fregherà per qualche ricetta presa dai programmi di cucina…o qualche vernissage! – esclama Kiki calcando l’ultima parola con fare snob.
- Ma Kiki, i vernissage non sono roba da mangiare! – gli dice Camus.
- Ah no? Che ne so, è roba francese, in genere la roba francese o si mangia, o si fa letto…in alcuni casi perfino insieme! –
Vedo Camus rimanere letteralmente di sale, mentre Lili scoppia a ridere e Milo non può trattenersi dal commentare:
- Io l’ho sempre detto che Camus è una persona che può riservarci più sorprese di quanto pensiamo! Non per niente, dato che è risaputo che le raffinate donzelle dell’Esagono[1] non hanno un grande…impatto frontale, lui gira sempre con la nostra Micky qui presente…- lascia la frase in sospeso, sogghignando e facendo scorrere lo sguardo.

- Milo, piantala di guardarmi il seno! – sbotto.
- In mia difesa vostro onore, è il suo seno che mi sta guardando! –
- Non m’interessa, smettila e basta! – taglio corto, per poi voltarmi verso Aldebaran - Ah, i gemelli si scusano per non poterci essere, ma ti fanno tanti auguri e sperano che il regalo ti piaccia – riferisco.
- Oh, grazie Micky, ringrazia pure Saga da parte mia – risponde lui, spiazzandomi per qualche istante.

Già, ho preteso troppo.
Qualcosa del genere non sarà mai attribuibile ad una personcina “a modo” e “fine” come Kanon…
Sospiro, gettando una veloce occhiata allo schermo del mio telefonino, senza trovare nulla.
Oh bè, dubito che durante una cena di lavoro Saga possa scrivermi dopotutto. Intanto gli mando i ringraziamenti del festeggiato, per poi tornare a concentrarmi su ciò che mi accade intorno.

- Milo, per la sanità mentale fottuta di Doko, cosa diamine stai facendo ora?! – esclamo esasperata.
Per tutta risposta fa scorrere gli occhi dal mio decolleté a quello di Elle (decisamente…non da manga), prima di degnarsi di dire:
- Gioco a “trova le differenze” –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Camus –
Il francese alza gli occhi dal suo piatto, fissandomi con aria interrogativa.
Indico il cibo, osservando: - E’ pizza –
Come risposta ottengo un sopracciglio inarcato, un silenzioso invito a continuare.
- Puoi mangiarla con le mani – lo accontento, fissando con rassegnazione le posate tra le sue dita e l’immacolata stoffa della sua camicia nera.
Seh.
Intanto, l’attenzione generale  si sposta su Aiolia, dato che quest’ultimo ha estratto il cellulare e con un sorriso ad ottantadue denti ha preso a dimenarsi manco avesse un’anguilla nella maglietta:
- AIOLOS! – esclama nel rispondere, facendoci drizzare le orecchie in contemporanea.
- Ciao fratello! – sentiamo replicare dall’altra parte -Tutto bene? Se non sbaglio stasera dovevate festeggiare qualcuno…-
- Sì, non puoi neanche immaginare il casino, c’è un botto di cibo e…-
-…Ioria…-
-...è la volta buona che Shion accoppa Dohko, giuro, prima…-
- Ioria….-
-…sono quasi certo di averlo visto puntare i cavi dei microfoni, credo abbia optato per l’impiccagione…-
- Ioria…!-
-…o forse vuole solo legarlo in cucina, dato che alcuni bambini sembrano spaventati…ci credo, non indovineresti mai com’è vestito! -
- IORIA! – sentiamo infine urlare dal fratello maggiore dall’altra parte del telefono.
Aiolia si zittisce di colpo, colto di sorpresa.
- Ehm…sì? – azzarda dopo qualche secondo, cercando di ricomporsi.
- Passami Aldebaran! –
Ioria sospira, mugugnando un “okay” mesto e infantilmente offeso, prima di porgere l’apparecchio in direzione dell’interlocutore richiesto.
L’oggetto passa di mano in mano, trasmettendo i vari “Bella Aiolos!”, “Te la sei fugata, eh, furbone!”,  
Ioria culo!”, “Oh Aiolos, ma di preciso, per quale motivo avete adottato Aiolia?!” e il classico “Altro che La Cosa, dovevi indottrinarlo al mondo dell’Uomo Allungabile!”, che non guasta mai.
- Mr. Fantastic![2] – corregge immediatamente Ioria, diventando paonazzo nel giro di pochi istanti.
Il telefonino giunge finalmente nelle mani di Al, il quale parla per qualche minuto con Micene, prima di riconsegnare tutto contento l’oggetto nelle mani del suo proprietario.
- Oh, fratello, senti…- comincia quest’ultimo, prima di realizzare che… - Non ci credo! HA RIATTACCATO! –
 

ΩΩΩΩΩΩ
 

- Allora Al, come va in fonderia? – sento chiedere da Shaina.
- Oh bene bene, tutto tranquillo…certo ogni tanto è dura…- risponde lui, affettando quella che per una volta Doko ha giudicato essere una porzione decente: praticamente due pizze, considerato il cliente.
- Come mai? – s’informa Hyoga.
- Non fraintendetemi, non sputo sul fatto di aver trovato un lavoro, considerati i tempi…però non so, ogni tanto credo che mi manchi qualcosa…-
- Si chiama “spazio personale” Al – dice Camus, non trattenendosi dal lanciare un’occhiata verso Milo e…no, in realtà solo verso Milo – Una difficile conquista a mio parere, considerata certa gente…-
- Ti posso assicurare che non è quello, Camus.  Non posso lamentarmi di Death e Phro, in realtà. Trovo sempre il frigo pieno, la casa pulita e se devono litigare non lo fanno in mia presenza –
- Scusa, e perché? – domando.
- Perché l’ultima volta che ci hanno provato ho steso Death con un pugno e ho messo in disordine l’armadio di Aphro. Un po’ mi è dispiaciuto, stava per venirgli un attacco, ma gli è servito di lezione. -

- Vendicativo, il ragazzo…- sento dire da Elle con un certo compiacimento.
- L’istinto di sopravvivenza fa miracoli – le dice a sorpresa Shura.
- E tu hai scelto il letargo? – è l’ovvia replica, che scatena un’immediata espressione di disappunto sul volto dello spagnolo.
Elle gli rivolge un sorrisetto, prima di concentrarsi di nuovo su ciò che Aldebaran sta dicendo:
- Ad ogni modo, credo…boh, non saprei, forse avrei dovuto continuare a studiare…fare un altro lavoro…-
- Tipo? –
- Non ne ho idea Kiki. Forse cuoco. O insegnante di ginnastica. O fioraio. Mi rendo perfettamente conto che non è come fare l’avvocato, o lo psicologo, o il chirurgo…- spiega.
- Seh, a studiare legge, medicina e psicologia guarda che soggetti ci ritroviamo in compagnia! – fa notare Lili con un semplice cenno del capo in direzione delle persone indirettamente nominate.
- Guarda che Milo aveva il cervello fottuto già da prima – le ricorda Shaina.
- Solo lui? – ribatte lei, indicando Shiryu e Seiya che sembrano impegnati in una discussione metafisica.

Un attimo.
Sbaglio o quello che sta dicendo Sirio…
- Allora. Prendi la sfoglia. Fatta a mano, eh! Mica le taroccate che si trovano nei supermercati…l’ideale sarebbe quella fatta da Shunrei, che viene morbida morbida, si scioglie in bocca guarda…poi la apri…stendi bene! –
- Ehm…Shiryu…- azzarda Crystal con un sopracciglio inarcato.
- Aspetta, voglio vedere dove vuole arrivare! – lo blocca Lili ghignando.
Il Dispensatore Improvvisato di Ricette Alternative si accorge di aver raccolto un cospicuo pubblico, così si raddrizza e tutto convinto prosegue:
- Che, non la sapete la ricetta? Allora, come dicevo prima per la sfoglia…cosa dicevo? Vabbè… A parte si fa il ripieno…cottura a fuoco medio, sennò va a finire com’è successo a me, che ho quasi incendiato una padella…ah no, scusate, quello era Pegasus che aveva messo tutto sul fuoco e se n’era bellamente andato…comunque, dicevo..? ah sì…il ripieno…no! Era al vapore?! Be’ in qualche modo cucinatelo, poi lo prendete, lo distribuite in porzioni simmetriche sulle sfoglie, arrotolate come si fa con una sigaretta fatta a mano e voilà! Involtini pronti! – conclude con aria soddisfatta.

E’ calato il silenzio.
Perfino Phro si è bloccato nel mangiare la sua insalata dietetica (che diamine sia non lo so, spero solo che Doko ci abbia sputato dentro in stile Karaoke contest dei ghetti).
- Ah – fa Shura dopo un po’, molto lentamente, mentre numerose paia d’occhi fissano Shiryu con espressione ben al di là dello sconvolto.
A dire il vero lui non sembra farci caso, e tanto meno Seiya che con noncuranza gli chiede le informazioni per cucinare l’alpaca tibetano con chili.
Il tutto con una convinzione che ha dell’incredibile e uno sguardo un po’ strano…

Ci guardiamo per un lungo istante, prima che un urlo selvaggio da scimmia isterica ci chiarisca involontariamente la questione:
- DOKO! HAI LASCIATO A DEATH MASK IL CONTROLLO DEL BANCONE DEGLI ALCOLICI?! –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Ma Shion…-
- SHION UN EMERITO ORGANO MASCHILE! –

Eh?
-…TI RICORDI L’ULTIMA VOLTA, EH? TE LA RICORDI? VUOI CHE CI FACCIANO CHIUDERE SUL SERIO?! –
- Bè no…-
- E ALLORA PERCHE’ DIAMINE L’HAI LASCIATO A PIEDE LIBERO! –
- Forse se tu ti decidessi ad assumere un barman invece che fare il tirchio non avremmo questo problema, ti pare? –

Oh.
Doko ha risposto a Shion.

Doko ha risposto a Shion?!
Il socio maggiore rimane interdetto per qualche secondo, fissando l’altro con aria sconvolta, prima di sbuffare rumorosamente e svanire in cucina.
Doko lo guarda mentre si allontana, per poi voltarsi verso di noi ed esclamare:
- Ah, sono o non sono il migliore allievo di Difesa Contro Le Arti Oscure? [3]– con un sorrisone che più largo non si può.
- Come no. Voldemort si caverebbe gli occhi a vederti conciato in quel modo -
- Oh zitto, tu, Strega Bianca![4] – si agita Doko di nuovo, aggiungendo: - Il mio ruggito stasera ti scaccerà da Narnia! –

Inutile dire che Aphro non fa una piega.
- Più gli anni passano e più peggiora – si sente commentare da Shaka all’improvviso quando il più giovane dei gestori va a raggiungere il socio, non so se per dei chiarimenti o altro.
- Perché tu sei molto connesso con questo mondo, mi dicono – lo stuzzica Phoenix con un sorrisetto.
Shaka lo ignora bellamente (strano eh?), tornando a mimetizzarsi con la parete e a rispondere ogni tanto alle domande che gli rivolgono Mur, Lili e Aldebaran.
- Ehi Kiki. Kiki. KIKI! – sussurra in crescendo Death Mask , attirando l’attenzione del ragazzino.
Dopo un’occhiata d’intesa, questi controlla che il fratello maggiore sia effettivamente impegnato a cavare le parole di bocca al coinquilino di Aiolia, per poi afferrare con grande solerzia ciò che Death Mask gli sta allungando: un boccale pieno di birra.
- Ehi! – esclamo, tentando di attirare la loro attenzione. Kiki mi fa cenno di lasciarlo fare – No! – riesco solo a dire prima che mandi giù praticamente metà bicchiere a goccia.
- KIKI! – urla Mur accorgendosene.
Mur che urla?!
- Dai, solo uno – cerca di convincerlo Lili.
- No! –
- Un boccale di birra non ha mai ucciso nessuno – si aggiunge Aldebaran sorridendo a Kiki.
Forse bisogna fargli notare che è stato Death Mask a prepararlo…
- Al, per favore, già faccio fatica a tenerlo a bada…-
- Povero ragazzo padre – commenta Elle con un sopracciglio inarcato – E tu stai fermo dove sei! Niente alcol per me, sono sotto medicinali! – aggiunge verso il Barman Demoniaco.
- Psicofarmaci, spero – la riprende Crystal mandando giù un sorso della sua vodka.
- No, stasera ho dimenticato la dose che trattiene i miei istinti omicidi. – è la replica – Tu la sai la teoria per la quale a morire per prima è sempre la Bionda, vero?! –
- Ehi, voi due, calmatevi, non è il caso di spargere del sangue ad una festa, non credete? – intervengo.
- La voce del buonsenso! – esclama Milo, che ha già le guance colorite.

- No, è che poi Shion ci fa stare qua a pulire – dico, scrollando le spalle.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
In tutto questo, farei notare che alla fine Kiki si è bellamente goduto il suo boccale alcolico.
Più di uno, a dire il vero.
Merito di Lili, che non appena Mur si distrae rifornisce il ragazzino di nascosto, da brava mamma del nuovo millennio.

Sì, è ubriaca pure lei.
Io l’avevo detto che non ne saremmo usciti vivi, stasera.
Soprattutto perché tra poco come minimo Shaka manda a quel paese la meditazione ed attacca tutti al muro, perché siamo troppo molesti.
Oh bè, cavoli suoi, così impara a sedersi a fianco a Lili quando c’è dell’alcol in giro. Anche se ci scommetto che la preferisce a Ioria. Sobrio.
In fondo Lili non sta facendo nulla di male. Sta solo fregando Mur alla grande, stordendo il Buddha biondo con delle chiacchere che non riesco a capire, continuando a tirargli una ciocca di capelli e scambiando battute di palese doppio senso con Kiki.
Un’immagine pittoresca, devo ammetterlo.
Per il resto, il numero dei caduti è per ora contenuto. A parte Pegasus e Sirio, che sono partiti per una lunga escursione sul Fiume dell’Alcol da un bel po’, siamo tutti sani. Cioè…Milo ancora un po’ e ci abbandona definitivamente, Doko l’abbiamo perso tempo fa per altre ragioni, Shura…che diamine sta facendo Shura?!

Uhm. Secondo me sta parlando con i suoi amici.
Nella sua testa, ovviamente.
Non mi spiego quell’espressione vuota altrimenti, se consideriamo che ad un esame del sangue gli estraggono come minimo sangria e che non ha toccato nulla di pericoloso. Per ora.
A meno che Death Mask non abbia trovato il modo di contaminare la pizza.
- Elle – dico.
- Dimmi –
- Ma Shura ha bevuto? –

- No. E’ così di suo. –
Magnifico.
In realtà c’è da rimanere sconvolti da quanta gente regge, qui in mezzo.
Un attimo.
- Shun? – alzo la voce per farmi sentire, chiamando la figura seduta a capotavola.
- OH ANDROMEDA! – urla Milo, facendo sussultare tutti.
Credo che un paio di vecchine si siano girate a guardarci.
- Grazie, Milo – dico a denti stretti.
- Prego! –
Shun si volta a guardarci, sbattendo le palpebre con aria assente.
- Stai bene? – chiedo, preoccupata.

- Sì…cioè, no…credo di aver bevuto dell’acqua…- pigola in risposta.

- Death Mask! – esclamo.
- Minchia, per un po’ di tequila non rompere! –
Tequila. Quell’imbecille ha dato della tequila a Shun.
Come dare l’acqua frizzante ai canarini. Sì, è un paragone campato per aria, ma rende l’idea.
Guardo Nemes, tutta preoccupata per lo stato di salute di Andromeda, che ha pensato bene di appoggiare la testa sul tavolo e non muoversi più.
Oh bè…le possibilità vanno colte…

 
ΩΩΩΩΩΩ

 
Porta che si chiude alle spalle dell’ultimo cliente.
Un altro bambino è stato portato in salvo. Una mente innocente è stata mantenuta integra e preservata da un coloratissimo trauma prematuro.
Bene.
E’ arrivato il momento che tutti temevamo.
Grazie al cielo il locale si è svuotato…
Credo che Shion si sia barricato nello studio dove gestisce la contabilità. Quanto a Shunrei…spero per lei che si sia chiusa nella dispensa, anche se temo che si sentirà tutto fino a lì.
- Al – fa Mur, attirando l’attenzione del festeggiato – E’il tuo compleanno, puoi anche richiedere che non lo facciano. –
Aldebaran ride – Lo so, ma Doko è stato così gentile a convincere Shion per permetterci di fare la festa…-

A dire il vero ci sarebbero dei documenti…
Non è carino parlarne, eh?

Decisamente no.
- Aphrodite, acchiappasorci, vuoi fare qualche passo?[5] – esclama in questo istante Willy Wonka uscendo a passo di marcia dalla cucina.

Aphro si lascia sfuggire un sospiro, prima di alzarsi, sistemarsi la maglietta e riavviarsi i capelli all’indietro. Tutto questo mentre Doko si fa schioccare le nocche, picchietta la testa dei microfoni per controllarne l’acustica e…e sì, si mette a vocalizzare.
E qui c’è un “piccolo” problema…

Doko. Cioè, non solo la sua svalvolatissima ed agitatissima persona, ma anche il fatto che…è stonato.
Come una campana?
No. Peggio.
- Io punto su Aphrodite – sento prevedibilmente dire da Death Mask.
Ora, ognuno di noi punterebbe su Phro ovviamente, o come minimo si asterrebbe da tale pratica…peccato che Doko, pur essendo immerso nel proprio Favoloso Mondo, potrebbe rimanerci male.
- Uhm…io invece scommetto su Doko! – afferma spavaldamente Pegasus, che probabilmente pensa di poter riconquistare Tisifone promuovendosi Paladino dei Casi Umani.

Ha capito tutto della vita, e di Shaina soprattutto, non vi pare?
- Ottimo. Se vinco io, ti preparo qualcosa da bere…qualcosa di molto speciale…se vinci tu, ti pago da bere! – propone Death Mask sghignazzando.
- Ci sto! –
- Ma Seiya…- cerca di fermarlo Aiolia.
- Oh zitto Ioria, sono grande, vaccinato, single, in piena salute, sessualmente disponibile e non mi tiro mai indietro davanti ad un’onesta sfida! – si anima Pegasus, non rinunciando a sentenziare: - Pensa alla tua vita da pantofolaio con Castalia! -
- Ben detto! – commenta Kiki da dietro il proprio boccale, che stringe gelosamente per il manico.
 - Come mi hai chiamato?! – ribatte Ioria in direzione di Seiya, pronto a trasformarsi nella Cosa nel giro di due secondi.
Marin gli tira uno scappellotto (“Ma ha cominciato lui, perché te la prendi con me?!”), intimandolo a lasciar perdere e facendogli capire con un’occhiata che è opportuna una revisione del loro rapporto, se perfino Seiya li tratta da coppia sposata da vent’anni.

 
ΩΩΩΩΩΩ

 
- OOOHHH YOU’RE THE DANCING QUEEN, YOUNG AND SWEET ONLY SEVENTEEEEEN OH YEAH…!!! [6]

Uccidetemi.
Ora.
- Death – fa Shura voltandosi appena verso il designato – Allungami la sangria. E con “allungami” non intendo “passamela” –
Ben felice di accontentarlo, l’oste malefico afferra il bicchiere dello spagnolo e corre a scegliere l’ingrediente perfetto per potenziare l’impatto del drink sul suo cervello.
Se non fosse che qualcuno deve pur salvare la situazione, invocherei l’incoscienza pure io.
Tra le doti non canore di Doko, i coretti di Seiya, Milo e Ioria e il balletto pseudo-improvvisato di Kiki, mi sembra più che lecito.
Lancio un’occhiata a Camus, il quale ha deciso di dissociarsi e dedicarsi allo studio di tutte le funzioni del suo cellulare, oggetto con il quale ha un rapporto che non va oltre la discreta cordialità.
Aldebaran ha l’aria di essersi seriamente pentito di aver concesso tale ingloriosa esibizione; Mur è sul punto di commettere un omicidio (ovviamente la vittima è Lili, non Doko) e Shaka…penso abbia optato per uno stato vegetativo.

- Ah! Adesso voglio vedere cosa fai, Mary Poppins dei poveri! – conclude Doko dopo aver (grazie al cielo) terminato il pezzo.
Credo di aver visto molti di noi sospirare sollevati. Aphro si stacca dalla parete a cui è rimasto appoggiato per tutta la canzone scelta da Doko e va a sistemarsi al microfono, cercando velocemente quella con cui vuole controbattere.
- Phro, distruggimi Freddie Mercury e giuro che ricorrerò a Kanon per fartela pagare! – lo minaccio.
- Non mi pare che parli con gli animali. Quello è Shun. – ribatte senza alzare lo sguardo.
- Come ti permetti, razza di Comare parruccona! –
- Occhio ragazzi, ultimamente è più irritabile del solito, mi sa che ha le pulci! –

- KANON! – esulta Milo.
Ma perché non sto zitta, certe volte?!
- Umpf! Da quale riserva naturale ti hanno lasciato uscire, eh? – lancio in direzione del nuovo arrivato.
Per tutta risposta lui mi ignora, anche perché Milo ha deciso che il suo amico merita un caldo benvenuto e ha pensato bene di alzarsi e barcollargli incontro.
- Arrivi da un appuntamento con una signorina, eh? – gli fa sorridendo.
- Sempre e comunque, Milo, sempre e comunque. – risponde l’altro passandosi la lingua sul labbro superiore.
- Così presto? – domanda Phoenix con aria di sfida.
- Ti ha dato picche! –  esclama Death Mask ghignando.
- Al contrario, Death. Ne voleva ancora, ma il gioco non valeva la candela.–.
- Ah Kanon, tutti vorremmo essere te! Cioè, forse Camus no…e neanche Saga, ma in un certo senso lui è già te, no…? Cooomunque, amico mio, sei il migliore! -
- E tu Milo, sei ubriaco! – osserva il gemello più giovane con un’espressione di sadico divertimento.
- Assolutamente sì! – fa l’interlocutore tutto contento.
Vedo Camus e Ioria scuotere la testa, mentre Kanon spinge l’altro a sedersi, anche per liberarsi dall’abbraccio troppo caloroso in stile cucciolo di koala che Milo gli ha riservato.
- Uhm…comincio a sospettare che soffra di carenze di affetto – commenta Elle, di ritorno dal bagno. Si risiede e dopo un attimo di perplessità si volta verso di me.
- Micky – chiama.
- Eh –
- Ma Saga non aveva da fare, stasera? – domanda.

- Elle, quello non è Saga!!! – sbotto, mentre il koala di ottanta kili mi collassa praticamente sulla spalla – Milo, fai almeno lo sforzo di stare seduto, merde! [7]
- Camus, le hai insegnato le parolacce?! – esclama lui con tanto d’occhi.
- Ah ah, io l’ho detto che facevano le cose sconce! Camus, zoofilo represso!–
- KANON! – esclamo.
- Zoofilo? Chi? – domanda Shun riemergendo dal Limbo Alcolico. – Lasciate in pace gli animali! –
- Ma ringrazia che esiste il WWF o l’avrei già fatta fuori! –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Fantastico.  Kanon ha deciso che sarebbe molto divertente raccogliere altre testimonianze per poterci ricattare e senza tanti complimenti si è accomodato tra Milo ed Elle.
Avvoltoio…
- Oddio, il capo dei Mangiamorte è scappato da Azkaban! – esclama Doko quando lo vede nel rientrare in sala, pronto ad assistere all’esibizione del rivale.
Kanon lo squadra per un lungo istante, poi si dedica ad un più proficuo servizio fotografico per avere le prove di questo scempio.
Non voglio sapere perché diamine avesse dietro quella dannatissima macchina.

-…Get ready for the big time, get crazy on the moon shine, yes I'm movin', I'm really movin'  -
Accidenti. Allora Aphrodite è effettivamente dotato di una certa percentuale di mascolinità. Ben nascosta, però c’è.
E’ l’unica spiegazione per una così ben resa interpretazione di “Rag Doll” degli Aerosmith. Con tanto di movimento pelvico.

C’è qualcosa di strano, in tutto questo.
Alla fine, Aphro si volta verso di noi, incrociando le braccia al petto e limitandosi ad alzare un sopracciglio. Il che vuol dire “sono stato fottutamente bravo, provate a negarlo”.
Doko alza il mento e gli si piazza di fianco, chiedendo: - Allora, chi vota per me? –

Avete presente i film western, quelle scene di silenzio in cui passano solo le palle di fieno?
Uguale.
Dopo qualche secondo, solo Seiya, Shiryu e Ioria alzano la mano, giusto per fare presenza.
- Mi pare che il popolo abbia deciso – taglia corto Phro risedendosi in modo composto e gettando a Doko un’occhiata sprezzante.
Poveretto.
- Oh, prima o poi ti darò una lezione, Cindy Lauper! Sbatti tre volte le tue scarpette rosse e sparisci da Oz! [8] – fa l’altro, gonfiando le guance come un pesce palla adirato, prima di ritirarsi sdegnosamente in cucina.
Non ci giurerei, ma credo che stesse intonando “The winner takes it all”.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- OH OOOOOOOOOH LIVIN’ ON A PRAYER!![9]
- Poi ti chiedi perché l’abbia mollato – sento dire da Shaina ad Aldebaran.
Ebbene sì. Pegasus ha deciso di deliziarci a sua volta, convinto dal suo caro amico gin di essere effettivamente in grado di cantare.
E’ la volta buona che Death Mask lo accoppa.
E che Camus paga quest’ultimo per far fuori anche Milo, dato che il greco ha pensato bene di tentare prima di percorrere due tavoli uniti sui gomiti, poi di unirsi a Seiya.
Peggio di così non può andare, penserete.
Stolti!
Ioria, Kiki e Doko hanno pensato bene di aggiungersi e ora si stanno agitando come i migliori membri di una boyband anni novanta.

Be’, sarebbero una fantastica boyband.
Soprattutto se consideriamo che stanno cantando “Everybody” dei Backstreet Boys.

Oddio.
Si stanno spogliando.
Si stanno spogliando!
Qualcuno li fermi!
- Ioria! – esclama Castalia.
- Kiki! – figuriamoci se Mur sarebbe stato da meno.
Vengono ampiamente ignorati, così ci tocca far finire loro la canzone. Per qualche secondo temiamo che stiano per rimettersi all’opera, ma per fortuna Shion ricompare, probabilmente per riscuotere il tributo di sangue richiesto per questa serata.
- Basta, avete fatto fin troppo per stasera! – esclama.
Sbaglio o gli tremano le mani?
- No, adesso tocca alle ragazze! – lo contraddice Doko, euforico.
- Prego?! – fa Elle.
- Abbiamo avuto i Backstreet Boys, adesso vogliamo le Spice Girls! – aggiunge Kiki.
Oh merda.
- No, adesso vogliamo che ve ne andiate! – lo blocca Shion – Kanon, tu da dove diamine arrivi e soprattutto, che stai facendo?! –
- Un esperimento di psicologia comparata: studio il comportamento animale in un ambiente umano! – è la risposta del gemello mentre scatta un’altra foto. Dopodiché comincia a controllare soddisfatto il lavoro, spingendo via Milo che non fa che ripetere:
- Aspetta, la dobbiamo rifare, Shaka è venuto con gli occhi chiusi! –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
“Mi sto annoiando”
Leggo il messaggio di Saga, chiedendomi velocemente se devo dedurne che si ricorda della mia esistenza solo quando si annoia o se effettivamente sia preoccupato per me.
Sto meditando una strage” rispondo “E siamo a fine serata, renditi conto
“Ma di solito non si dice che stai meditando il suicidio?”
 “E perché diamine dovrei farmi fuori io?!”
“…”
“Ad ogni modo, è passato tuo fratello”
“A fare che?”
“A sputtanarci!”

Fine della conversazione.
Credo che ogni tanto rimanga…un po’ sconvolto dal mio linguaggio.
- Scusate, dove sono Lili e Kiki? –
Vedo gli occhi di Mur saettare dal viso di Shaka, con cui sta parlando, sull’innocente e inopportuna persona di Ioria che ovviamente se n’è uscito con la frase sbagliata al momento sbagliatissimo.
Stiamo praticamente per tornare a casa, dannazione!

- Bella, festeggiamo lo sverginamento! –
- DEATH MASK! –
 

ΩΩΩΩΩΩ
 

 

- Ho detto di no! Tu in macchina con Lili non ci sali! – esclama Mur per l’ennesima volta.
- Oh piantala Mur, sono un bellissimo unicorno! – ribatte l’interessata, agitandosi pericolosamente.
Non so per quale strano motivo Shaka decida di fingersi un essere umano e afferrarla per un braccio, per impedirle di sfracellarsi a terra.
- E dov’è il corno, eh? – domanda Milo – Ti faccio vedere io cosa si può chiamare “corno”! –
Grazie al cielo Shura decide che lo sforzo di trattenerlo dallo spogliarsi può anche farlo e lo blocca, dicendo:
- Camus, muoviti a prendere la macchina, così lo strozzo con la cintura! –
- Sarà un piacere – il francese fa per andare a recuperare il mezzo, ma la voce di Marin lo blocca:
- Un attimo. Cerchiamo di organizzarci con una certa logica. -
- Ehm…io porterei Death Mask e Aphrodite, se per voi non è un problema – afferma Al, fissando preoccupato Mask che, armato di un tubo di ferro recuperato chissà dove, simula una partita di baseball con un palettone lungo il marciapiede.
Il silenzio dei pochi rimasti sani gli conferma che può anche prenderseli e nessuno protesterà. Il festeggiato scrolla le spalle, ci ringrazia ancora e recupera i due coinquilini per riportarli a casa.
- Uhm. A me toccano Shiryu e Seiya, suppongo – commenta Hyoga con espressione rassegnata davanti al fatto che i due si sono accomodati senza troppi problemi nella sua macchina e continuano a blaterare di nemmeno loro sanno cosa. L’unica parola che si distingue è “Shaina”, che Pegasus pronuncia ogni due secondi.
- Immagino che chiederti di portare Lili o Elle sia troppo – dico.
L’espressione omicida di Elle mi fa capire che avrei dovuto stare zitta, ma per fortuna Crystal scuote vigorosamente la testa.
- Lili la porto io – s’intromette Castalia – Tanto prendo su anche Nemes e Andromeda, passo comunque da casa vostra. –
- Voglio andare con Lili! Voglio andare con Lili! – urla Kiki, dimenandosi come un’oca starnazzante, rivolgendosi poi al fratello – Tu non puoi capire! Non potrai mai fermare il nostro amore! –
- Seh seh…- credo che Mur si stia chiedendo perché non è figlio unico.
- Be’…- azzarda Ioria in direzione della sua ragazza – Se tu prendi loro, io porto Shaina allora –
- Ti toccherebbe fare una deviazione assurda – s’intromette quest’ultima – E’ meglio se in macchina con te vengono Shaka, Mur e Kiki –
Aiolia ci pensa un attimo, poi annuisce.
- Ehm, scusate, io, Tisifone ed Elle ce la facciamo a piedi? – osservo con una smorfia.
- Elle posso portarla io – propone Ikki.
- Ehm…io…e le moto…non abbiamo esattamente stretto amicizia – dice quest’ultima.
- Shaina? –
Lei annuisce e afferra il casco che le viene porto, sistemandosi dietro a Phoenix.
Guardo la mia coinquilina, facendole un cenno con la testa. Non comprende. Sospiro, dicendo:
- Kanon –

- Ah. – finalmente ci arriva e con aria titubante gli si avvicina, mentre io vado in direzione della macchina di Camus.
- Scusa, e tu cosa vorresti fare? – sento chiedere dallo Stronzo.
- Andare a casa. –
- E cosa ti fa supporre che ti ci porterò? –
- Il fatto che l’alternativa è Micky. –

- Sali –

 
 
 

 

N.B:
 
[1] La Francia viene anche chiamata “Esagono”, per la forma del suo territorio;
[2] Reed Richards, altro personaggio dei Fantastici Quattro;
[3] materia insegnata ad Hogwarts, riferimento ad  Harry Potter, come “Voldemort”, “Mangiamorte” e “Azkaban”;
[4]citazione da “Le cronache di Narnia – Il leone, la strega e l’armadio”, di C.S. Lewis (1950);
[5]citazione modificata da “Romeo e Giulietta”, atto III, scena I - William Shakespeare;
[6]Dancing Queen” (1976) degli ABBA, come “The winner takes it all” (1980);
[7]merde=merda;
[8]riferimento al finale de “Il meraviglioso mago di Oz”, L. Frank Baum (1900);
[9]”Livin’ on a Prayer” (1986), Bon Jovi.

 
 

 

NdA:
Ecco il delirio .
E comunque sì, ascoltatevi le canzoni citate, perché senza quelle l’atmosfera non rende ;)
Louis
         

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Capitolo 11
*** Wait And Bleed ***


 

Wait And Bleed

 
 
 
 


Buongiorno, mondo normale in una giornata normale.
E’ bello rivederti dopo il fine settimana allucinante a cui siamo sopravvissuti, ancora non so bene come.
Se credevate che il concludersi della festa di Aldebaran avrebbe tenuto a bada, almeno per un po’, i nostri pochi neuroni funzionanti, avete capito male.
Mai sottovalutare un “dopo”.

Tralasciamo il fatto che accompagnare metà della gente ubriaca a casa quando stai morendo di sonno…non è simpatico. Sorvoliamo anche sullo strano sogno che ho fatto, in cui Death Mask declamava, palesemente sotto l’effetto di pesanti alcolici, tutte le tesi d’Aprile di Lenin…in lingua originale. Brandendo l’archetto di Ioria come un direttore d’orchestra.

Promemoria: chiedere delucidazioni a Doko circa gli ingredienti della mia pizza.
Ad ogni modo, accantonando questi dettagli, il quadro del famoso “giorno dopo” non migliora. Svegliarsi alle nove e un quarto del sabato è già di per sé una blasfemia, soprattutto nel mio caso (vanto un record personale di dodici ore di sonno ininterrotto). Trovare sul cellulare messaggi di dubbio significato è stato un ulteriore indizio di un’anormalità inquietante.
Uno, alle 3.30, di Saga: “Ma che diamine sta succedendo lì?!”.
E un altro, circa un’ora e mezza dopo, di Camus: “Scusa”.
Teniamo conto del fatto che le ultime immagini registrate nella mia mente circa la serata precedente fossero Hyoga che minacciava di addormentare Seiya con un destro, Shun trascinato in stanza da Nemes, Shiryu che tentava di autogestirsi e Castalia che scaricava Lili sul suo letto tra i vari “sono un bellissimo unicorno!”, frase che la mia coinquilina è andata ripetendo fino al sopraggiungere dell’arresto operativo del proprio cervello.
Inutile dire che Marin si è poi dileguata ad operazione completata.
Da qui ho un buco di memoria, perché ho finito con l’addormentarmi, probabilmente troppo fiduciosa nei confronti del domani.
Immaginate quindi la mia sorpresa nello svegliarmi, trovare quei messaggi, il letto di Elle vuoto e le lenzuola assenti.
Stavo cercando di formulare delle ipotesi, quando si è svegliata Lili. Dopo averle riferito i primi tasselli del puzzle, di comune accordo ci siamo alzate e siamo andate in avanscoperta per constatare le conseguenze della serata.
Non l’avessimo mai fatto!
Nel tragitto che abbiamo percorso per arrivare in cucina, i nostri incontri sono stati: Seiya che russava tranquillamente in camera sua; il bagno, dove la tendina della doccia risultava staccata;  una camicia di dubbia proprietà abbandonata sulla ringhiera della scala e…quello che un tempo era il nostro salotto.
Con in mezzo un BB abbastanza incazzato che tentava di risistemare la sua preziosissima metà.
Sì, il divano, avete capito bene.
Che risultava essere sostanzialmente ribaltato, privo dei propri cuscini. Il tappeto, poi, era stato palesemente spostato, e l’attaccapanni rovesciato.
In cucina, una caffettiera dal manico fuso che ancora puzzava di bruciato, una tazzina rotta e un pacchetto di patatine aperte. Alcune sparse a terra.
Il sottofondo? La lavatrice che andava a mille, sembrava dovesse spiccare il volo.
In questo scenario apocalittico, un dettaglio ci ha spaventato più di tutti: l’assenza di Elle.
- Crystal, cosa…?- ha azzardato Lili dopo essersi ripresa dallo shock.
- Non chiedermelo – ha tagliato corto BB, il cui livello di sconvolgimento si deduceva da quanto fosse spettinato.
- Ma…-
- Aspetta – sono intervenuta – Temo di sapere chi possa aiutarci –
Sotto il suo sguardo perplesso sono andata a prendere il mio telefono e davanti ad entrambi ho composto il numero che ci avrebbe chiarito tutto.

- Ciao. Gradirei sapere a cosa di preciso devo le tue scuse – ho affermato.

- Suppongo tu abbia visto in che stato è la casa –
- Tu dici?! –
Camus ha sospirato lievemente, per poi dire:
- Giuro che abbiamo fatto il possibile -
Cercando di trattenermi dal rispondere acidamente (in fondo, non ho mai pensato che fosse direttamente il responsabile), ho messo il vivavoce e ho detto:
- Forse è meglio se ci racconti tutto –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Sostanzialmente, ecco il riassunto: dopo avermi riaccompagnato a casa, Qui Quo e Qua dovevano baldanzosamente dirigersi verso il loro appartamento.
Peccato che mentre si preparavano a ripartire, Milo abbia deciso di approfittarne per fare una passeggiata e urlare al mondo la sua felicità, così ha preso ed è sceso dalla macchina, allontanandosi barcollante e canticchiando “Livin’ on a prayer”.
Ovvie imprecazioni degli altri due, che si sono precipitati nel tentativo di riprenderlo, per riuscirci solo dopo un quarto d’ora. Una volta ricollocato in macchina, non si sa perché, il suo cervello gli ha suggerito che sarebbe stato divertente chiamare Saga, così, per fare due chiacchere. In realtà hanno pensato tutti che intendesse Kanon, considerato che non ha fatto altro che parlare dell’appuntamento che quest’ultimo aveva citato, ma sorvoliamo.
Ecco spiegato il perché di quel messaggio di Saga.
Mentre Shura e Camus facevano di tutto per strappargli il cellulare e chiudere quell’imbarazzantissima conversazione, Milo ha di nuovo abbandonato Quel Treno Per La Sanità Mentale, entrando nel nostro palazzo.
Abbandonati cellulare e macchina, Camus si è affrettato (se pensavate che avrebbe corso siete decisamente fuori strada) ad inseguirlo mentre il coinquilino affrontava le scale.
Dopo alcuni istanti spesi a giudicare cosa sarebbe stato conveniente fare, Shura l’ha seguito, capendo che più sarebbero stati, meno tempo ci avrebbero messo e prima sarebbero tornati a casa a dormire.
Per un motivo sconosciuto a tutti, Milo è riuscito ad arrivare prima degli altri due, nonostante i seri problemi di equilibrio; ed è giunto proprio nel momento in cui Marin usciva di scena, infilandosi nell’appartamento senza troppe cerimonie, Camus e Shura che arrancavano dietro di lui.
Avrei voluto esserci solo per il “buona fortuna” che Castalia ha pronunciato prima di dileguarsi.
Pare che Elle abbia tentato a sua volta di fermarlo, una volta sopraggiunta più o meno intera dopo il tragitto con Kanon, ma indovinate cos’ha capito quell’altro?

Bravi. Ha cominciato ad avvicinarsi, trascinando l’attaccapanni con sé. Arretrando, Elle si è trovata bloccata tra lui e il divano. Per fortuna Milo è inciampato nel tappeto e la caduta ha permesso alla ragazza di spostarsi e rifugiarsi in cucina, usando Hyoga come scudo contro la sua volontà. Crystal non ha reagito, troppo impegnato a sperare che l’ubriaco non vomitasse sul divano, su cui era rovinosamente caduto (ribaltandolo).
Non si sa come, Milo ha desistito, decidendo che gli andava di stare seduto a terra per…circa venti secondi. Camus non ha fatto in tempo a intimargli di alzarsi per andare a casa che l’altro si era già recato in cucina. Elle si è giustamente armata di padella per difendersi, ma l’obiettivo non era lei, bensì il cibo.
Ecco spiegate le patatine aperte.
Shura, dopo aver deliziato l’uditorio con una serie di imprecazioni in spagnolo, dialetto dei Pirenei compreso, si è avventato sulla mina vagante, prendendolo per il braccio e tirandolo verso la porta.
Peccato che Milo abbia cominciato a lamentarsi perché gli veniva da vomitare, osservazione che ha gettato tutti nel panico. Con un’occhiata Camus ha chiesto il permesso di procedere ed ha aiutato lo spagnolo a trascinare lo sballato nel bagno al piano superiore (dato che in quello del pianoterra ci stava trafficando Sirio, preferiamo non sapere perché), dove quest’ultimo ha felicemente condiviso con la tazza la propria cena, aggrappandosi alla tendina per un ulteriore supporto.
A fine condivisione, improvvisamente rinvigorito, si è rialzato e pensando di essere a casa propria, ha bellamente preso a spogliarsi, abbandonando la camicia sulla sopracitata ringhiera.
Cosa c’è di meglio di una bella dormita dopo un rigetto, eh?
E qui, c’è qualcosa che anche dopo la spiegazione di Camus, non abbiamo compreso.
Come cazzo è entrato Milo in camera nostra? E come ha fatto ad arrivare al letto di Elle, soprattutto! Perché non l’hanno fermato?!
Infatti…la nostra stanza assomiglia più ad un buco nero…o ad una discarica…o ad un centro commerciale esploso…
Vabbè, avremo modo di parlarne, prima o poi.
Tornando alla questione, Milo è entrato e non contento si è infilato nel letto di Elle, autocondannandosi a morte. Infatti non appena ha intuito cosa stava succedendo, lei si stava già precipitando per sopprimerlo sul posto.
Dovrò farmi spiegare da Shura come ha fatto a bloccarla il tempo necessario affinché Camus trascinasse Milo fuori dal giaciglio della ragazza. Operazione che ha richiesto qualche minuto, se consideriamo che l’altro ha particolarmente gradito le lenzuola di Star Wars e ci si è avvolto peggio di un salame.
Tra un Ian Solo, un Dart Fener, uno Yoda e qualche imprecazione in francese, alla fine Camus è riuscito ad ottenere ciò che voleva, ricorrendo ad un piccolo stratagemma: dire a Milo che se non si fosse dato una mossa avrebbe chiamato sua madre.
Per fortuna Milo ha recepito la parola “madre” e l’ha ritenuta una causa più che giusta per alzarsi e farsi portar via dagli altri due, tra le scuse ripetute del francese e le continue imprecazioni dello spagnolo.


Sottolineerei che in tutto questo io e Lili stavamo dormendo. Non abbiamo sentito nulla.

Dovremmo farla controllare, quella camera, magari c’è qualche fuga di gas da qualche parte.
- Ah – ho commentato a fine racconto – E poi? –
- Tralascio il viaggio in macchina. Sappi solo che non si è spinto oltre il mio letto. Ho dormito io nel suo. – mi ha annunciato Camus con una certa nota di fastidio.
- Magnifico. Tanto è l’ultima volta: dopo aver toccato le lenzuola di Star Wars di Elle è ufficialmente un uomo morto  - l’ho rassicurato, mentre Lili andava a controllare la lavatrice e confermava che le sopracitate lenzuola stavano subendo una bella ripassata, probabilmente con acido muriatico, candeggina e disinfettante industriale.
- Shura non vede l’ora di riferirglielo. Chiedi ancora scusa a Elle da parte mia. –
Dopo aver chiuso la conversazione e aiutato Hyoga, quest’ultimo ci ha spiegato che la caffettiera era opera di Elle, che data la notte passata in bianco aveva deciso di farsi un caffè, per poi finire col dimenticarsi l’acqua a causa del nervosismo.
Bruciato il manico, rotta una tazzina per disattenzione e avendo imprecato per minimo cinque minuti, si era poi vestita ed era uscita a farsi un giro…probabilmente dei bar, per accumulare la dose mattutina di caffeina senza passare per squilibrata.
Questo alle sei di mattina.
Non è tornata a casa prima di mezzogiorno.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Così, eccoci a lunedì.
E’ stato faticoso arrivarci.
Infatti, non appena è tornato nel mondo dei vivi, Milo ha cominciato a tempestarci di chiamate e SMS per scusarsi del casino combinato.
Poveretto. Un po’ mi ha fatto pena quando Elle ha rimandato indietro il suo mazzo di fiori personale.
Il mio troneggia sulla scrivania.
Sì, sto cercando di convincere Elle a perdonarlo, per quanto lei rifiuti la proposta.
Nah, tranquilli, lo terrà solo un po’ sulle spine, poi tornerà tutto come prima. In fondo, Milo avrebbe potuto fare di peggio.

Uhm…oggi credo che farò l’alternativa.
Andrò a lezione.
Ultimamente non mi ci hanno visto spesso, lo ammetto, ma Maggio è un mese pessimo.

Cazzo, ma tra due settimane è il compleanno dei gemelli!
Ecco, adesso mi toccherà pensare al loro regalo.
Per Kanon potrei optare per dell’antirabica…
- Ciao –
- Buongiorno Sirio – saluto di rimando, gettandogli un’occhiata.
Si parlava di conseguenze. I capelli di Shiryu dalla festa non si sono ancora ripresi. Da due giorni sono paragonabili ad un’aspirapolvere scoppiata.
Potremmo fargli una foto e spacciarla a Shunrei…
- Lezione? – chiedo, senza alzare gli occhi dal giornale sportivo che sto leggendo.
- Già. Economia politica e statistica oggi – mi risponde, sedendosi a tavola.
- Uhm. Che merdaviglia. - commenta Seiya comparendo sulla soglia.
No, l’alcol non l’ha aiutato circa la questione “rottura con Shaina”. Anzi, il suo umore è decisamente peggiorato nel fine settimana.
Si è perfino messo a studiare.
Mentre si siede Sirio gli lancia un’occhiata che dice tutto ciò che pensa del commento appena sentito, ma non si pronuncia, preferendo non scatenare una discussione di prima mattina. Ha già fatto troppo nei due giorni precedenti, avvalendosi di non so quante scuse per sostenere che non era ubriaco.
Oh bè. Kanon ha le prove e prima o poi salteranno fuori. E’ solo questione di tempo.
Scorgo Elle dirigersi all’ingresso per infilarsi la giacca e dirigersi a sua volta a lezione.
- Se mi aspetti un attimo facciamo la strada insieme. Sempre che tu gradisca la mia compagnia. – le dico.
- La smetterai almeno per oggi di parlarmi del perdono? –
- Uhm. Va bene. – acconsento, alzandomi per andare a prepararmi.
Lascio un post-it a Lili per informarla che oggi ho optato per la cultura e che ci beccheremo più tardi, lo attacco alla nostra porta e torno di sotto dopo un quarto d’ora.
- Oh Shun, che fai, vieni con noi? – chiedo passando davanti a camera sua.
- Arrivo! –
Raggiungo Elle all’entrata, domandando:
- Fino a che ora hai lezione? –
- Fino all’una. – mi risponde.
- Io alle tre, mi sa che ci becchiamo qui allora…-
- Uhm…non saprei. Mi sa che oggi è il giorno ideale per andare al JJ. Anzi, sai che ti dico? Ci vado di sicuro, ci becchiamo lì. -  osserva, giocherellando stizzita con le chiavi di casa.
Uhm. Il JJ.
Spero che almeno questo le faccia sbollire un po’ il nervosismo.
Le mie riflessioni vengono interrotte dal borbottare di Seiya:
- Ci dev’essere un modo –
- Seiya…- lo riprende Sirio da dietro il suo bicchiere.
- Lo troverò e la riconquisterò –
- Pegasus…-
- Le dimostrerò che siamo fatti l’uno per l’altra! –
- E lei ti dimostrerà fin troppo chiaramente il contrario – lo rimbecca Elle, afferrando la maniglia della porta sotto lo sguardo seccato di Pegasus.
Nel frattempo Shun si unisce a noi, guadagnandosi un’occhiata perplessa per la sua discutibilissima cartella.
Una di quelle vecchie, marrone chiaro, che si chiudono con le fibbie.

Per la miseria.
Andiamo in giro con uno dei ragazzi della via Pàl.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Vi seguo fino all’incrocio, poi devio per il Cinque Picchi perché mi trovo lì con June – mi informa Andromeda lungo la strada.

Uhm. Meglio cogliere la palla al balzo.
- Senti Shun, a proposito di Nemes…- inizio.

- Ho combinato qualcosa per colpa della tequila? Qualcosa che non mi hai detto? – domanda, l’espressione chiaramente preoccupata.
- A parte farci temere un coma etilico? No. – lo rassicuro – La questione è un’altra –
- Le ho fatto o detto qualcosa di male? – chiede allora.
Scuoto la testa, rispondendo: - Nulla, tranquillo –
- Allora qual è il punto? –
Cazzo. Come glielo spiego senza sputtanare June? E’ stata lei a chiedermi un piccolo aiuto dopo la serata di venerdì, ma non vorrei esagerare.

Ma come diavolo ha fatto a prendersi una cotta per Andromeda?!
- Dunque, il punto è…cioè…insomma…sai che è molto gentile e premurosa…-
Sembro un’idiota. Perfino Elle mi guarda in modo strano.
- Oh sì, sabato era preoccupata per me…le ho mandato un messaggio…- dice Shun.
-…uhm…sì, okay…però…trascorrete tanto tempo insieme, no? –
- Certo, prepariamo gli esami praticamente in contemporanea…mi aiuta a non andare in confusione…- commenta, pensoso.
- Bravo. E? – insisto.
- “E” cosa? Usciamo con gli altri, pranziamo assieme…ma che c’entra questo? –
C’entra c’entra...
- E lei è…carina – azzardo.
Shun aggrotta la fronte, come se stesse riflettendo su qualcosa di molto serio e profondo, prima di dire:
- Bè sì…è carina, dolce, brava…mi aiuta sempre…-
-…ecco, bene, dato che ci sei arrivato anche tu, che ne diresti se…se approfondissi QUANTO è effettivamente dotata di tali qualità? –


Credo di aver visto un simile sguardo vuoto solo negli occhi dei pesci sul banco della pescheria.
Perfino una carpa sarebbe più espressiva.
-…sai, passare più tempo con lei, magari da soli…- continuo fiduciosa.
Niente.
Continua a guardarmi come se parlassi un’altra lingua.
Mi viene da sbattere ripetutamente la testa…anzi, di far conoscere al suo capo un nuovo amico: il muro. Più e più volte, per entrarci bene in confidenza.
Sospiro.
- Lascia perdere, Shun.  –
Scrolla le spalle e dopo averci salutato si allontana verso il suo punto d’incontro, l’espressione perplessa.
- E’ decisamente senza speranza. – commento involontariamente nel fissarlo.
Ed Elle, che come potete ben dedurre è MOLTO interessata alla vita sentimentale di Andromeda, mi dice:
- Con quella cartella e il papillon dell’altra sera deve ringraziare di essere ancora in vita. La selezione naturale non è più quella di una volta. -

 
ΩΩΩΩΩΩ

 
Il “Jester Juggler[1], o JJ, è su uno dei lati di una strada secondaria del centro.
Una di quelle che la domenica mattina puntualmente sprigionano i migliori aromi prodotti dalle numerose serate alcoliche e relative conseguenze vissute. Dove le intemperie hanno trasformato i poster, le locandine e i manifesti appesi sui muri in una simpatica e alternativa muffa decorativa.
La strada è talmente stretta che i palazzi regolano il ritmo luce e buio solo con la loro mole, e tanti saluti a quei pochi lampioni presenti, già di per sé mal funzionanti.
Oltre a qualche abitazione, qui si registrano rispettivamente: una vecchia lavanderia a gettoni sopravvissuta ad un incendio; un’officina; una drogheria dove credo che alcuni prodotti abbiano la stessa età del gestore; un piccolo centro scommesse  e una rosticceria cinese.

Che luogo pittoresco.
Non ci siamo stupite affatto nello scoprire dove Death Mask avesse deciso di stabilire la sede della propria attività.
No, nemmeno nel notare che in fondo alla via c’è perfino una chiesetta. Con tanto di conventino annesso.
Si sa, se Death ha un’ idea, la attua sempre nel migliore dei modi.
E quale scelta migliore di piazzare uno studio di tatuaggi e piercing con un’insegna grossa quanto un cartellone pubblicitario autostradale davanti ad un luogo di culto?

Inutile spendere parole su quanto sia fiero della propria creazione. Ne parla e se ne prende cura manco fosse un figlio. Essendo nata dalla sua mente traviata, non si può negare che sia a tutti gli effetti un frutto dei suoi lombi.
Tuttavia, bisogna ammettere che con il “Jester Juggler” ha fatto proprio un buon lavoro.
Già l’insegna con il logo è tutto un programma: un teschio stilizzato, costruito con un fuoco fatuo al posto dell’orbita sinistra e il nome per quella destra, unite ad una mascella appena accennata, su fondo nero con scritta bianca.
Oltre la soglia c’è l’ambiente principale, ampio e con un angolo in fondo sulla sinistra per l’attesa. Ovviamente allestito con delle panche nere, dirimpetto a cui Death ha messo un mega stereo, da cui in questo momento le casse pompano a mille “Make Me Bad”  dei Korn. Ma è solo una delle innumerevoli scelte offerte dalla pila di cd appoggiata lì accanto, dato che senza musica il Pollock Demoniaco non si concentra.
Mi sono sempre chiesta quale sia il sottofondo designato per quando fa i piercing.
Uhm. Magari “Chop Suey!” dei System of a Down o “Scream” degli Avenged Sevenfold. O dei canti gregoriani, così, per fare l’eclettico.
Ad ogni modo, a parte lo spazio occupato dalla postazione musica, le pareti della stanza principale hanno conosciuto i toni del bianco solo i primi cinque minuti della propria esistenza, dato che Mask ha provveduto a ricoprirli con molteplici sfoghi artistici. Sopra al le panche ha dipinto il logo dello studio; dal lato opposto, sotto i vari volantini, poster, i biglietti dei concerti e le foto relative appicciate direttamente alla superficie, trovano espressione le più svariate fantasie della sua labile mente.
Abbiamo rinunciato da tempo a decifrarle, per quanto la voglia di scrivere a caratteri cubitali con un pennarello indelebile “QUESTO È UN ART ATTACK!” non venga mai sopita.
Di fronte all’ingresso, in fondo, c’è l’accesso alla stanza dove si dedica a decorare le sue masochiste e temerarie tele umane. Pur non essendoci ancora entrata, so che sulla parete a destra di quest’ultimo ambiente ce n’è un altro per i piercing, mentre a sinistra si trova il bagno.
- Oh Mask! – urlo entrando.
- Chi minchia sei! –
- Sto cazzo – ribatto, affacciandomi all’uscio della stanza in cui si trova.
- Ti piacerebbe – mi dice senza degnarmi di uno sguardo, dato che sta lavorando su…suppongo sia una calaverna…incrociata con…cosa diamine sarà quella roba…
In compenso ricevo un cordiale saluto da parte dell’altra persona presente.
Oh bè salve, tipo sconosciuto e inconsapevole che hai deciso di diventare il suo agnello sacrificale.
Ovviamente mi limito ad un ”ciao”, meglio che non mi faccia riconoscere subito esponendo spudoratamente la mia pazzia.
- Non ho cibo da darti, perciò leva le tende e tornatene dal tuo padrone, che non sei igienica. – mi apostrofa  Death mentre ripassa un contorno.
Lo trovo in forma, se consideriamo che gli ultimi contatti che ho avuto con lui sono stati tre suoi messaggi del dopo-festa. Me ne sono accorta solo nel pomeriggio, ma non mi sono poi persa molto, dati i testi…
“…REDRUM! REDRUM!”[2]
“Mary aveva un agnellino, l’ho investito col furgoncino, poi ho messo Mary a pecorina e me la sono fatta in cantina!”[3]
MUAHAHAHAHAHAH!!!

Devo commentare?
Inutile dire che mi sono chiesta quanto diamine ci abbia messo Al per riportarlo a casa.
Mi sono immaginata Death Mask che provava a spodestarlo dal sedile e prendere il volante in mano, mentre Aphro ricopriva l’attentatore dei peggiori insulti.

Sì, ho guardato più di un telegiornale.
- Sono venuta a riprendere Elle – specifico.
Death Mask non alza nemmeno lo sguardo e dice: - Di là con i suoi album da colorare –
Mi volto per raggiungere la mia coinquilina, gettando un’occhiata alle foto dei migliori lavori appese al muro. Ne riconosco alcuni, dato che tra i primi ad essere passati di qui si contano rispettivamente Phro, Milo, Shaina e ovviamente Kanon.
Inutile dire che Kiki si è prenotato da tempo. All’insaputa di Mur appena può viene qui a fare una sottospecie di tirocinio alternativamente approvabile.
Per fortuna Death Mask ha mantenuto quel poco di sanità mentale necessaria ad impedire al piccoletto di toccare gli strumenti fino ai suoi venticinque anni, ma un po’ di gavetta tra le scartoffie, i programmi su pc e i manuali base non guastano di certo. Il tutto reso più sopportabile da ottime possibilità di osservazione.
Chissà se un giorno anche Elle entrerà a far parte dell’Esercito di Death Mask, con cui probabilmente hanno intenzione di conquistare le gallerie d’arte del mondo.
Ormai è ad un terzo del percorso, ci manca poco che torni a casa marchiata a fuoco, con il logo del JJ da qualche parte, suppongo la fronte, così si vede meglio e non può dimenticarsene.
Sbuffo, dirigendomi nel punto i cui si trova l’adepta. Infatti appena si entra al “Jester”, sulla destra, c’è un’ulteriore stanzetta, riservata alla parte “amministrativa” del lavoro.
Qui, appollaiata sullo sgabello dietro alla scrivania, Elle si diverte con i programmi di grafica sul portatile del Genio Diabolico, dondolando felicemente i piedi.
Per dei disegnatori come lei e Kiki quelle risorse sono pura manna dal cielo.
- ¡Hola chica!– faccio, lasciandomi cadere su una delle poltroncine per i clienti – Che disegni? –
- Milo che muore –
Ah giusto. Dimenticavo che il disegno per Elle è un antistress.
Sostanzialmente, ha dato il benservito a Saga per darsi ad una causa superiore.

Sì, è Death Mask il suo psicologo. 
Non c’è limite al peggio. Forse.
Decido di lasciarla sfogare ancora un po’, tirando fuori quaderno e penna dallo zaino per dedicarmi alla mia valvola di sfogo (la scrittura) almeno per una mezz’oretta.
Nel frattempo, Death finisce il suo lavoro e ci raggiunge nella stanza, rivolgendosi alla sua Apprendista Schizzoide:
- Invece di giocare, perché non ti rendi utile sistemando qui dentro, capra? –
- Ti ho messo i cd in ordine alfabetico. Di artista. I post-it sulla parete sono gli orari e i numeri dei fornitori. Ha chiamato Aldo, ha chiesto se puoi spostare l’appuntamento a venerdì. Richiamalo. Aldebaran stasera a cena non c’è, per mangiare ti arrangi. Ah, ha chiamato pure Aphro, ma non ho risposto. Per il lavoro appena concluso sono duecentocinquanta euro. Ti è scaduto l’antivirus. –
- Rinnovalo. – le ordina semplicemente mentre si occupa delle questioni burocratiche, al che Elle comincia a smanettare con la tastiera.
- Ma Aldo ha intenzione di farsi tatuare anche gli occhi? – chiede poi – Non ha più spazio addosso! –
- Fatti i cazzi tuoi, capra. Invece che criticare la mia opera summa, perché non mastichi un po’ di quei libri che il caprone ti ha dato come cibo?! –
- Non gli piacciono mangiucchiati e sbavati. – risponde lei senza batter ciglio.
Death aspetta che il cliente sia andato via, poi si mette a studiare attentamente il suo lavoro, finendo col commentare:
- Auguro a Milo di starti lontano per un po’ – con un sorrisetto sadico.
- Gli conviene –
- Elle…- inizio.
- Non cominciare –
- Dammi retta un secondo. Primo, non c’è motivo di prendersela così…-
- Vorrei vedere te se ti avesse sfondato una maglietta di Captain Tsubasa nel provare ad infilarsela. O se avesse vomitato sul tuo cavallo di peluche. O se…- comincia a sparare a raffica lei.
- Secondo – alzo un po’ il tono affinché mi senta meglio e si zittisca- non l’ha fatto apposta. Terzo, quel cavallo ha un nome, si chiama Derby. Infine, potresti essere più comprensiva, dato che Milo è in una situazione delicata. –
- Perché, nei suoi deliri alcolici ci ha provato anche con Camus?– domanda Elle con espressione scettica.
- No. E’ che Milo ha dato sfogo al megl…peggio di sé perché a inizio Luglio avrà l’esame per essere abilitato come avvocato. Se non studia oltre la morte non ci può nemmeno sperare. – spiego.
- E tu come lo sai? –
- Io ci parlo, con la gente. Ad ogni modo, sono sei mesi che si prepara, ma da questa settimana scatta il conto alla rovescia. Studio intensivo tra tirocinio, bagno, cibo e letto. L’unica eccezione potrebbe essere il compleanno di Kanon. –
- Quello non si può perdere. I miei ricordi migliori sono tutti delle feste di Kanon. E delle mie. – commenta Mask estraendo una sigaretta con un sorriso perverso sulle labbra. – Ce ne sarebbero da raccontare…anche
su quel caprone del tuo ragazzo! – specifica, fissando Elle.
- Death Mask, mettiti in testa che io e Shura NON stiamo insieme! –
- Potresti anche piantarla con “capra” e “caprone”! Poveretti! – protesto io.
- Senti, conosco Shura da quando in prima media è arrivato dai monti di Heidi con un orribile maglione fatto da sua nonna. So per certo che prima, durante e dopo allora non ha mai visto una patata in vita sua se non quella delle capre delle montagne. Ergo, è un caprone. – dice lui mettendosi sulla soglia a fumare.
Uhm…”La vita di Shura” secondo Death Mask. Prossimamente nelle librerie. Quaranta pagine di vuoto, ad essere ottimisti.
Il biografo improvvisato indica Elle – Girano sempre assieme, quindi lei è una capra. Sociopatica, ma comunque una capra. –
- Stai insinuando che Shura ha visto la mia femminilità?! –
La sua domanda viene puntualmente ignorata, e credetemi, meglio così perché non oso pensare a quale livello di volgarità sarebbe arrivato.
In compenso, si dedica alla sua seconda attività preferita sul luogo di lavoro nei momenti di noia: salutare le suore del convento di fronte che lo fissano sconvolte dalle finestre. Ne ho viste parecchie farsi il segno della croce mentre lui sghignazza senza ritegno alcuno.
- Oh Mask, il mio tatuaggio? – sento chiedere all’esterno da una voce nota.
- Ci sto lavorando, arpia. Tu pensa alla grana. – è la prevedibile risposta in direzione della nuova arrivata.
La quale, dopo una smorfia ironica, ci raggiunge all’interno.
- Uhm…una bambina felice. – commenta Lili apaticamente nell’entrare e vedere Elle all’opera.
- La tua allegria è contagiosa – le faccio notare con un sorrisetto.
- Sto cazzo, Kiki è in punizione!! – è la vivace replica. – Ho già riferito al mondo quanto odio Mur?! –
- Tranquilla. E’ reciproco. – la consolo. – Per quanto resterà recluso il tuo amato? –
- Due settimane. L’unico contatto con il mondo concesso sono la scuola e il cellulare per tre ore al giorno. Niente videogiochi, quindi mi scordo perfino di giocarci online! – si lamenta lei.
- C’è sempre Ikki. –
- Ikki un corno, mi ha già detto che per un mesetto si scorda i permessi! Ma proprio nell’esercito, doveva arruolarsi? –
- Con un fratello come Shun, tu cosa avresti fatto?! -
-Avrei fatto in modo di NON avere un fratello. – è il commento di Mask nel rientrare – E ora levatevi dalle palle! –
- Ma come, e noi che siamo venute a tenerti compagnia! – fa Lili fingendosi offesa.- Teniamo lontano le bimbette, non sei contento? –
- Perché, secondo te io non basto? – ribatte Death Mask, mettendosi le mani sui fianchi. Il tatuaggio sul braccio destro vibra per il movimento del muscolo . È il primo che si è fatto fare, poi sono arrivati gli altri, assieme ai piercing, di cui al momento si sono salvati solo il dilatatore a sinistra e l’eyebrow destro.
Aggiungeteci lo sguardo da maniaco omicida e le inesistenti buone maniere.
Chi vogliamo prendere in giro, basta eccome.
- Non ci posso credere! – fa Lili con gli occhi puntati sullo schermo del suo telefono, ignorandolo totalmente.
- Che? – domanda Elle.
- Su consiglio di Doko e Ioria quell’imbecille di Seiya ha fatto recapitare trecentoquaranta rose bianche a Shaina! E non contento, le si è pure presentato con l’accompagnamento musicale! – esclama nel leggere l’SMS.
- COSA?! – urliamo io ed Elle.
- E che cazzo me ne frega! – è l’altro (scontato) commento.
- Ma che diamine gli piglia a quel decerebrato?!  - aggiunge poi Lili, gli occhi sgranati – Se voleva suicidarsi tanto valeva buttarsi sotto un treno! -
- Sì ma pure Doko e Aiolia dai, cosa cazzo lo consigliano a fare! E io che credevo che Ioria fosse d’accordo con noi sul fatto che non debbano rimettersi insieme! – dico.
-  Doko come minimo non ha capito di cosa parlasse Pegasus…ma si sa, basta cantare…- sospira Elle - Ioria…bè, si sa, Ioria ha dei problemi –
 
 
 
 
N.B:
 [1] Qui urge una spiegazione, dato che Louis ed Elle ci hanno speso un intero pomeriggio anziché studiare =)
Allora…”Jester” si può tradurre dall’inglese con “giullare” o, più appropriatamente, in questo caso, con “beffardo”; “Juggler” è a sua volta “giocoliere” o “giullare”. Entrambi i termini rimandano alla figura del jolly (nelle carte, detta anche “matta”), una delle tante rappresentazioni del giullare stesso o meglio, del Folle o del Matto.
Il Matto è una carta dei Tarocchi, un arcano maggiore corrispondente a 0, a cui sono associate più connotazioni. Uno è l’elemento alchemico dell’allume, il cui simbolo sono un cerchio e una forma rettangolare ordinate orizzontalmente.
Inoltre, nell’arte alchemica, il Matto è (citando Wikipedia): “l’ archetipo del mistico che rinuncia al mondo materiale per perseguire la via artistica del confronto tra l'Io conscio e il Sé inconscio (l'Ombra) in cui albergano istinti latenti, pulsioni negate e desideri inespressi […].”
Tenendo presente la figura di DM, Louis&Elle hanno pensato che, essendo in questa FF un tatuatore, egli si fa figurativamente carico di “fissare” le persone e la loro indole con un marchio che le contraddistingua (parallelamente al suo potere si spostarsi e trasportare le anime dal mondo dei vivi alla bocca dell’Ade). 
Si può dire che, data la varietà del suo lavoro, DM si “destreggi”,  “giochi” con le “anime” dei suoi clienti, a cui da’ una condizione definitiva. Ovviamente il “beffardo” si ricollega all’indole del personaggio.
Il marchio del teschio è ottenuto con i due simboli dell’allume posti in verticale; dal cerchio è ricavato il fuoco fatuo, elemento associato all’anima e ovviamente all’Ammasso del Presepe della costellazione di DM. Accanto al fuoco è collocata la scritta (Elle ha promesso che troveremo un modo per postare un’immagine fatta da lei da brava Apprendista Schizzoide).
Senza contare che Jester e Juggler iniziano e finiscono con le stesse lettere: se si usano le due J o le due R scritte specularmente inverse, si ottengono dei simboli simili a quelli del Cancro (più la J che la R).
Per ulteriori chiarimenti Wikipedia è disponibile (si consiglia di partire dalla voce “Arte alchemica”).
[2] Citazione da “Shining” di S. King;
[3]Questa l’ha inventata Elle in persona =)
 
NdA:
Sì, sono in ritardo…ma sapete, Louis ha un piccolo problema: soffre di “anticipatite”. Scrive pezzi che compariranno avanti…molto avanti…in quella zona della storia che appare più come un puzzle rovesciato a caso su un tavolo. Infatti al momento questo capitolo (definiamolo “filler”) non soddisfa le sue aspettative. Eh vabbè.
Intanto, per rendere giustizia a DM, Louis ha preso una laurea breve in architettura, arredamento d’interni, arte alchemica e tarocchi, lasciandolo poi libero di pascolare nella sua cuccia e dedicarsi ai propri attacchi d’arte.
Quanto ad Elle, insieme a Kiki è entrata nei favoriti di Mask, dato che il disegno del logo e almeno metà del suo studio sono merito suo  =)
Tuttavia ci scusiamo se l’idea del “Jester Juggler” si presenta come troppo articolata o assurda, ne rivendichiamo comunque il copyright ;)
Un grazie a chi continua a seguire, recensire,  a chi ha aggiunto il Cubo nei preferiti e a chi continua a leggere silenziosamente, astenendosi giustamente dal commentare le vicende di questa manica di svitati. =)
A presto (spero)!
Louis
 

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Capitolo 12
*** Concerto (in D minore) ***


Concerto (in D minore)[1]

 
 
 
 

Suppongo vogliate sapere com’è andata a finire.
Ebbene, sappiate che Seiya è ancora vivo. Se l’è vista brutta, ma è sopravvissuto. Quand’ è tornato a casa temevamo di dovergli togliere una ad una le spine delle rose che Shaina gli aveva presumibilmente lanciato addosso, ma a quanto pare Castalia è intervenuta in tempo.
A pensarci bene, avrebbe potuto evitare tutto questo impedendo ad Aiolia di consigliare P…no, scusate, sto sparando cazzate.
Una volta che Ioria si mette in testa qualcosa è come un bambino. Deve sbatterci la testa, e non una volta, per capire che NON SI FA.
Seiya e Dohko sono fatti della sua stessa pasta, quindi…
Tuttavia, forse questa è stata la volta buona e Pegasus si è finalmente reso conto che con Shaina deve chiudere in modo definitivo. Anche perché lei l’ha fatto con lui.
Ora è tre giorni che il rassegnato soggetto gira per casa vaneggiando progetti futuri di dubbia realizzazione. Laurea, una relazione stabile, nuovi record infranti ai videogiochi, il campionato di calcio da vincere…
Poco credibile, se consideriamo che Seiya non vive alla giornata, bensì a ore. Ora faccio questo (sicuro? Ma anche no) poi chissà.
Si accettano scommesse su quanto durerà questa iniezione di ottimismo.
L’unica cosa certa è che ha rotto le palle prima, durante e dopo questa vicenda. Pretende di coinvolgere pure noi nei suoi deliri, improvvisandosi Grande Motivatore dell’Appartamento.
Peccato che nessuno di noi abbia bisogno di tale…chiamiamola “spinta”. Ma figuriamoci se se ne accorge.
Così, la situazione in cui ci troviamo al momento può essere sintetizzata con la solita frase che ormai ci ripetiamo da molto, molto tempo.

Maledetto il giorno in cui ci siamo conosciuti.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Scommetto che vi state chiedendo COME effettivamente siamo potuti giungere a questo punto. D’accordo forse no, però prima di ipotizzare una pazzia masochista infettiva trasmessaci (sarei curiosa di sapere chi pensiate che sia la fonte del ceppo) forse una domandina ve la siete posta.
Ebbene, cominciamo dalle origini.
Io, Lili ed Elle ci siamo conosciute all’inizio del primo anno di università, grazie alla condizione comune di studentesse fuorisede. Il che ci portò alla necessità di trovarci un tetto da piazzare sopra le nostre teste. Qualcosa di diverso da un ponte, possibilmente.
Ergo, il destino volle che trovassimo lo stesso annuncio per una casa che ci ospitò per un anno. E da cui fuggimmo di gran carriera, data la proprietaria stagionata con disfunzioni cerebrali annesse. Sorvolerò sulle nostre condizioni di vita ai tempi, vi basti sapere che era peggio di un carcere.
Noi tenemmo duro e concludemmo i rapporti non appena trovata una nuova sistemazione, al termine dell’anno accademico. Si trattava di un appartamento che poteva ospitare fino a sette persone. Un po’ strette, è vero, ma il fattore economico non è da sottovalutare, in queste situazioni.
Ad ogni modo, il caso ci sorrise, la sfiga invece colpì implacabile, dato che per gli altri quattro posti si presentarono Shiryu, Hyoga, Seiya e Shun,  per il nostro stesso motivo.
Venendo da licei diversi distribuiti in due omnicomprensivi precedentemente frequentati dagli altri membri della combriccola, era inevitabile che si creassero degli allacci (fatali, ovviamente).
Consideriamo ad esempio il fatto che Shun fosse in classe alle superiori con Nemes, la quale frequentava la palestra di Shaina, a sua volta in classe con Aldebaran, nello stesso istituto di Ikki…
Contemporaneamente a Tisifone si allenava Castalia, nello stesso liceo e fidanzata di Aiolia, giocatore di calcio presso la stessa società di Pegasus.
Prendete Hyoga a ripetizioni di fisica da Camus, povera vittima in classe con Milo dall’asilo, il quale era anche amico di Ioria e di Kanon (per la stessa scuola elementare col primo e una comune frequentazione della piscina col secondo). Conseguente allaccio con Saga e Aiolos, in buoni rapporti dall’infanzia, per quello che ne so io, nonostante dei percorsi scolastici diversi.
Aggiungete Shiryu in classe con Crystal allo scientifico, più la sua necessità impellente di mangiare cinese che l’hanno portato a fottersi l’adolescenza nel conoscere, poco dopo l’apertura, il “Cinque Picchi” ed i suoi due proprietari. Qui ha anche fatto la conoscenza di Shunrei, che ha cominciato a lavorare per poter frequentare la scuola di cucina come approfondimento alla preparazione ottenuta all’alberghiero. Lo stesso frequentato da Doko, tra l’altro.
A proposito, Dohko sta a Shion come  un pappagallo al Polo. Un’unione non consensuale che dura dalle elementari.
Quando il Fato decide di fare scherzi ci va giù pesante.
In più un giorno Lili è stata praticamente investita da un Kiki pirata della strada in bicicletta, frequentante l’istituto d’arte dove Death Mask è una leggenda (fatta di sospensioni, graffiti e incisioni oscene sui muri, probabilmente).
Il collegamento con Mur e Shaka, insieme al liceo, mi pare ovvio.
Quanto a DM, galeotto fu il momento in cui diede della bambina a Phro (primo giorno all’asilo) e segnò l’inizio di una faida tramutatasi poi in uno strano sodalizio con una buona base di stronzaggine, un supporto di menefreghismo, una spolverata di insulti “affettuosamente” pesanti ed una malsana comprensione reciproca.
Per inciso, chi diventa amico di DM passa sempre e comunque attraverso un pestaggio iniziatico. Mi pare ovvio.
Shura? Si è unito come bilanciere alle medie, entrando poi in contatto con Aiolos tramite condivisione della palestra durante l’attività sportiva, e conseguentemente con Aiolia, Milo e gli altri.
Confusi?
Pure noi i primi tempi, tranquilli. Ci abbiamo messo un po’ a capire chi conoscesse chi, le tolleranze e i disaccordi eccetera. E sapete il bello? Tutto quello che vi ho appena riferito è solo ciò che abbiamo capito io, Elle e Lili! Ovvero, una minima parte del meccanismo generale!
Ogni tanto salta fuori qualche dettaglio o tassello in più che ci costringe a riconsiderare tutte le combinazioni possibili. Perdendo immancabilmente il filo.
L’unica cosa certa, ai tempi, era che Hyoga, Shun, Shiryu, Seiya e Ikki venivano tutti dallo stesso orfanotrofio e che i primi quattro potevano studiare all’università grazie alla borsa di studio.
Oh sì, e che convivere in sette sarebbe stato un serio problema. Penso di avervi fornito abbastanza esempi al riguardo.
Comunque, come dicevo, il nostro giro di conoscenze si è espanso poco a poco, volenti o non.
Il colpo finale però ce lo riservò la festa d’inaugurazione organizzata da Aiolia l’anno scorso, verso fine Ottobre, quando andò a vivere da sol…cioè, con Shaka.
In realtà quest’ultimo abitava già per conto suo, non sappiamo bene con quali mezzi, da fine del liceo, ma Ioria si è preso i suoi tempi per diventare grande.
Fu durante quella festa che noi tre ragazze fummo ufficialmente introdotte, o meglio scaraventate nel mezzo di questa roulette impazzita, con le conseguenze che conoscete.
Elle terrorizzò Shura al primo colpo annunciandogli di averlo già visto ai vari seminari di facoltà, Lili entrò involontariamente nelle fantasie di un sedicenne irrequieto che già parlava di colpo di fulmine (Mur ancora oggi sostiene la Grande Tesi del Bernoccolo), Milo ci adottò senza che nessuno gliel’avesse chiesto e io mi ritrovai in piena crisi d’identità, scoprendomi improvvisamente criceto/cane/animale da compagnia di Saga e del Male in persona.

Un consiglio disinteressato circa questo casino: fate come noi.
Non ponetevi più domande.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Così, queste sono le premesse di come siamo giunti al giorno d’oggi. E’ buffo ripensarci, a dire il vero.
Non era poi così scontato che la vita con quei quattro portasse a tutto questo. Non avrei mai pensato che un simile organismo, sottile in alcuni punti eppure molto forte in altri potesse aprirsi e inglobare anche noi.
In fondo, dopo il primo anno assieme, eravamo noi stesse un’ identità a sé, indipendente e, nel bene o bel male, chiusa. Date le vicende che ci hanno colpito implacabili, rendendoci mine viaggiatrici su delle rotte proprie rispetto alla maggior parte del mondo, essendoci trovate per caso e risultando compatibili tra noi, col tempo abbiamo costituito un piccolo pianeta (se si può chiamarlo così) a sé stante. Solido e pronto a tutto.
Anche all’incontro con questo sistema, se vogliamo, ma ciò che sorprende è come i legami si siano intrecciati poco a poco, come tante piccole melodie prodotte da singoli strumenti, che si toccano, sovrappongono, sfiorano appena o uniscono in modo indissolubile.
E’…strano. Almeno per noi.
Anche perché non avrei mai pensato di ritrovarmi a sostenere, come farò questa sera, uno degli estremi di suddetta matassa per…
- AAAAAAAAAAAAAAHHH!!!! –

Forse più di uno.
- Ehm…Elle? – chiedo, voltandomi verso di lei.
Peccato che la sedia di fronte alla scrivania, su cui troneggia il suo pc e davanti alla quale era seduta a parlare con un suo compagno fino a qualche secondo fa, sia vuota. Infatti ora la mia coinquilina si aggira per la stanza peggio di un cartone animato velocizzato.

Come diavolo fa a non inciampare nei cumuli di vestiti sul pavimento?
- Due giorni…due fottutissimi stramaledetti giorni…!- dice Elle con tono strozzato dall’ansia.
- Di che? – domando perplessa.
- Non è possibile! – prosegue lei imperterrita, ignorandomi bellamente.
- Elle…Elle, non avrai mica un ritardo, eh! – faccio, più per attirare la sua attenzione che per deduzione logica.
- Cosa? No! – sbotta lei – All’esame di storia della filosofia si è ritirata un botto di gente! Non mi interroga lunedì ma…-
- Aspetta aspetta…hai l’esame domani?! – completo, comprendendo all’improvviso.
- Sì! Era cento ventesima e ora non so perché sono scalata a ottantesima! Ne ha fatti quaranta oggi…sicuramente qualcuno non si presenterà comunque…io mi sparo! Mi sparo! – il suo tono di voce si alza pericolosamente.
- Elle stai calma, sono tre settimane che studi giorno e notte, secondo me…- provo a tranquillizzarla.
- NO! Cazzo, e adesso cosa faccio?! – si lascia cadere sul letto, ansimando, gli occhi spiritati.
Oddio, adesso va in iperventilazione.
- Ma dai, sono sicura che se chiedessi a Shura ti direbbe le stesse identiche…- azzardo.
- SHURA! Ecco cosa devo fare! – esclama Elle, rianimandosi un po’ e cercando con sguardo febbrile il proprio cellulare.
Oh cazzo. Perché non imparo a stare zitta?! Maledizione a me e alla mia brutta mania di aiutare le persone!
- Shura! Sono nella merda! L’esame è domani! – la sento praticamente urlare nel telefono mentre balza giù dal letto e comincia a girare nervosamente per la stanza.
- Elle, ne abbiamo già parlato. – dice Shura dall’altra parte, alzando il tono per farsi udire bene. -  Sei pronta. A mio avviso sei sulla strada giusta per inventare una nuova antologia critica, ma….-
- Zitto e ascolta! – lo blocca subito lei, afferrando due volumi che si appoggia aperti sulle ginocchia e di cui comincia a sfogliare nervosamente e compulsivamente le pagine. - Montaigne! Montaigne diceva…-

Meglio che io me ne vada. Spero che Shura mi perdoni per ciò a cui l’ho condannato stasera. Con un po’ di fortuna prima o poi si addormenterà, Elle non se ne renderà conto e andrà avanti a blaterare finché il suo credito non si esaurirà, se non oltre.

Devo ricordarmi di spacciarle in qualche modo il caffè d’orzo come tisana rilassante, più tardi. Non abbiamo capito perché ma le fa un effetto soporifero… 
Giungo all’ingresso e mi infilo la giacca, aspettando Seiya , Shun e Shiryu.
- Oh, sicuri di non voler venire? – chiedo a coloro che hanno precedentemente declinato l’invito per questa sera.
L’espressione di Hyoga, appollaiato sul SUO divano con in mano l’ultimo numero di “Snowboard&affini” (in realtà ha un altro nome, ma non me lo ricordo e…non m’interessa) mi fa capire che si farebbe estrarre il cervello dal naso come le mummie egiziane piuttosto che unirsi a noi.
Ci ha perfino concesso di usare la sua macchina. A patto che guidi  Sirio, ovviamente.
Quanto a Lili…
- Kiki…Kiki…KIKI CHE CAZZO FAI!!! – urla quest’ultima in questo preciso istante nel suo auricolare, pigiando come una dannata sul joystick.
I cui tasti si staccheranno, prima o poi.
- Fuoco di copertura!!! Fuoco di copertura!!! – continua ad inveire in direzione della televisione, mentre il soldato che sta manovrando si muove tra bombe e nemici. – Spostati da lì! – aggiunge, rivolgendosi probabilmente al suo compagno di gioco online.
Vedo un altro militare, indicato con l’etichetta “SuperKiki”,eseguire gli ordini, ma non so cosa diavolo combini, fatto sta che salta in aria o qualcosa del genere.
- AHHHHHH!!!! Le bombe a mano no, come te lo devo dire!!! – urla ancora Lili.
- Non credo che un gioco così violento debba essere commercializzato – commenta Shiryu nel fissare lo schermo.

Chissà se Mur sa che Kiki sta usando impropriamente la X-Box per giocare online con l’autrice del suo traviamento mentale. Dubito che abbia fatto sconti sulla punizione assegnata dopo la festa di Aldebaran, quindi secondo me Kiki si è dato alla clandestinità.
Con ogni probabilità rifugiandosi dal vicino, che se non ricordo male ha circa la sua età. Magari è pure passato dalla finestra per raggiungerlo.
- Allora niente, eh? – insisto, cercando di attirare  l’attenzione della mia coinquilina.
- Kiki levati o giuro che ti butto sulle mine antiuomo tedesche! -

Eh vabbè.
Due cuori e un Call of Duty.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Odio Aiolia.
E’ la seconda volta in due settimane che mi tocca vestirmi in un modo che possa essere classificato come “elegante”. Sono riuscita a rimediare dei pantaloni, ma ho dovuto comunque infilarmi i tacchi.
Maledetto.
Oh be’, posso sempre usare Andromeda come Bastone Anti Suicidio…
Ovviamente nel senso che se inciamperò lo trascinerò rovinosamente a terra, non credo che riesca a tenerci su entrambi.
- Sta’ attenta – mi dice in quest’istante mentre procediamo sull’acciottolato del piazzale del teatro.
Che carino.
Non ha ancora capito che la faccia sui ciottoli in caso di caduta se la rifà lui per primo.

- Vorrei sapere chi è il genio che ha ideato questo posto. Ci sarebbe da ritirargli l’iscrizione all’albo. Stessa cosa per chi ha deciso di realizzare il progetto. – commento.
- Non credo si possa fare, è sicuramente opera di qualcuno d’importante, di qualche secolo fa. – osserva Shiryu.

- Sirio, piantala di fare l’intellettuale. Sono sette centimetri sopra il livello del suolo e potrei causare la morte di Shun. Lascia che mi lamenti in pace. – ribatto.
Per fortuna arriviamo all’ingresso dell’edificio e posso recuperare un po’ di stabilità. Ovviamente non emotiva, data la folla già formatasi nel foyer, tra cui spiccano esempi di abbigliamento in confronto ai quali…be’, sembriamo tutti dei morti di fame.
- Chi l’avrebbe mai detto, eh, che uno come Aiolia avrebbe suonato in un posto simile! – esclama Seiya spalancando una delle porte d’entrata e prendendo, per fortuna di striscio, un distinto signore che ha malauguratamente pensato di sostare vicino all’ingresso.
Mentre entriamo fisso attentamente il foyer e le sue decorazioni. Effettivamente è un bel teatro e…è così “poco Aiolia”, a dire il vero.
O forse siamo noi che stoniamo in tutto questo..?
  - Ma tu guarda…gli spaventapasseri sono fuggiti dai campi –

Eh già.
- C’è sempre uno spaventapasseri dove c’è una cornacchia, Aphrodite – rispondo con un sorrisetto, voltandomi e trovandomelo davanti, più tirato del solito.
- Difficile prenderla, con quei tacchi – ribatte.
- Viktor! Viktor! – sentiamo chiamare all’improvviso.
Aphrodite si volta verso la propria sinistra, in direzione di una donna che gli sta venendo incontro.
…?
Oh giusto. Siamo talmente poco abituati a sentire il vero nome di Phro da esserci dimenticati come si chiama realmente.
Bè, mica è colpa nostra se preferisce il nomignolo affibbiatogli da Death Mask, ottenuto storpiando il suo cognome Avroditsson (o qualcosa del genere, non abbiamo mai capito bene) .
Questione di gusti.
- Viktor, ti ho cercato ovunque! Muoviamoci su, che chi conta è già arrivato! –
Uhm. Abito firmato, tacco dodici, lampada…forse due o tre…no, due, tre non è à la page…quel vestito come minimo le è costato quanto il nostro affitto (comune, s’intende)…capelli color platino-bianco-metallizzato che manco in un anime ho visto usare…trucco…
Qualcosa mi dice che siamo di fronte al famoso “capo” di Aphrodite.
Una versione più economica (ma neanche tanto) di Meryl Streep in “Il diavolo veste Prada”.
Ho un’opinione piuttosto critica circa il film e soggetti del genere, quindi potete ben immaginare la mia espressione in questo momento.
Impressione del tutto ricambiata, data la critica muta che la donna riserva a me e ai ragazzi con un solo sguardo.
-    Sì, Candice. – fa Phro, sfoderando un sorriso a mio avviso non falso, di più.
Ci rivolge un saluto tirato e segue la sopracitata Candice, che più che guidarlo lo trascina su per l’elegante scalinata dopo averlo preso sottobraccio.
- Chi sarebbe la gente che conta? – domanda Shun perplesso.
- Non noi poveri mortali, Andromeda – dico – Marin! – alzo un braccio per attirare l’attenzione dell’interessata, che vedo in piedi accanto ad una delle colonne ai lati della stanza.
La ragazza si volta nella nostra direzione mentre ci avviciniamo, un po’ a fatica. Credo che i ragazzi dietro di me abbiano pestato il piede a più di una persona, ma preferisco far finta di nulla.
- Ce l’avete fatta, alla fine – commenta Castalia una volta che l’abbiamo raggiunta.
- Già. – dico – Gli altri sono arrivati? –
- Mancano solo Shion e Mur. Non siamo molti. Grazie per essere venuti, Aiolia lo apprezzerà.–
- Ma lo fa l’assolo? – chiede Seiya.
- Alla fine sì. Max Reger, tre suite per violoncello, opera 131. La prima. [2] – gli spiega Marin con dolcezza, leggendo dal programma che tiene in mano.
- Ah bene bene – commenta Pegasus.
Dagli sguardi degli altri deduco che stanno pensando quello che penso io: tutto questo è decisamente così POCO Aiolia.
- Ah, ecco Mur e Shion – ci avvisa Shun.
Okay, la mia tesi circa la clandestinità di Kiki è appurata.
Forse Mur si è rassegnato, almeno sul fronte dell’efficacia delle punizioni.
Probabilmente sta concentrando le energie sul versante  della Grande Guerra contro il Demone Lilith.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Una volta il piccolo gruppo riunito, ci apprestiamo a varcare l’accesso alla platea, quando veniamo bloccati da una voce inconfondibile:
- Ciao –
Ci voltiamo tutti in simultanea, trovandoci davanti Saori, che ovviamente non poteva mancare.
- Buonasera, Isabel – risponde Shion con il suo ben noto calore umano.
- Come state? – s’informa lei con la solita espressione di forzata cordialità. – Siete qui per Aiolia, giusto? –
 - Esatto – conferma Shion .
- Bene…allora, Seiya, perché non vieni su nel palco con me? – domanda Isabel al mio coinquilino.
- Oh bè…io…se…-
- C’è una bellissima vista –
Ma…stasera non dovremmo sentire, più che vedere?
- Io…- esita ancora Pegasus, lanciandoci un’occhiata.
Sirio si stringe nelle spalle, mentre Shun ricambia lo sguardo, perplesso. Quanto a me, mi limito a fargli capire che è libero di fare quello che vuole, e della mia stessa idea è anche Castalia, a giudicare dalla sua espressione.
- Suppongo si possa fare, sì – acconsente Pegasus infine.
Saori sorride e dopo averci rivolto un leggero saluto si avvia verso il suo palco, un’espressione soddisfatta sul volto mentre Seiya ci riserva un paio di sguardi veloci oltre la propria spalla, palesemente dubbioso.
- Speriamo non ne combini un’altra delle sue – augura Shiryu, il tono poco convinto, mentre seguiamo Castalia verso i posti che Ioria ci ha procurato.
Siamo sostanzialmente al centro della sala, sul lato della fila, dove chi dei nostri è arrivato prima è già seduto.
Saluto brevemente Camus, sedendomi accanto al suo vicino, Shun alla mia destra.
- Ciao Milo – lo saluto punzecchiandogli gentilmente il collo.
- Ciao bimba – dice con un sorriso un po’ tirato  - Sola stasera? -
- Già. Elle ha preso in ostaggio Shura e Lili ha preferito farsi una seduta romantica di sparatorie e insulti con Kiki. – lo informo scrollando le spalle – Tu come stai? –
- Come una persona che passerebbe due giorni a dormire, ma avevo promesso tempo fa a Ioria che sarei venuto. –
- Non credo che un po’ di cultura ti uccida, ogni tanto. – si sente dire da Camus con tono di rimprovero.
- Non è la cultura, è come viene presentata. – gli dico – All’ingresso abbiamo beccato Phro con quella che suppongo essere il suo capo, non ti dico come ci hanno guardato. E non sono gli unici a calcare troppo la mano, per i miei gusti. -
- Lascia perdere, bimba. Dovevi vedere le facce delle fagiane qui dietro quando sono arrivato. Come se mi scandalizzassi! Allo studio sono tutti di questa pasta…Quanto ad Aphro e al suo capo, non me l’hanno mai raccontata tanto giusta.  Credo che lei lo tenga al guinzaglio con il metodo più vecchio del mondo: il ricatto sessuale. Almeno a sentire Death Mask e Shura. –
- Shura non ti ha mai riferito un fatto simile – gli fa notare Camus.
- Non ha nemmeno smentito, però. –
- Quando imparerai che devi chiedere a Kanon per certe informazioni? – chiedo retoricamente a Milo.
Il greco mi riserva un’occhiatina furba che lascia intendere che non mancherà di seguire il consiglio, mentre dal francese mi becco uno sguardo di biasimo a cui non riesce ad aggiungere nulla.
Infatti, le luci si stanno abbassando.
 

ΩΩΩΩΩΩ





PORCA MISERIA CHE PALLE!!!!
Mi sono cresciute e mi sono pure cadute!
Non so cosa mi abbia trattenuto dallo scappare urlando.
E dire che ero partita da casa con le migliori intenzioni. In fatto di musica classica non dispongo di grandi conoscenze e dato che sono una persona curiosa pensavo che un’esperienza nuova mi avrebbe arricchito.
Invece no.
Mi sta solo torturando molto lentamente.
No, non sto fissando Aiolia come se volessi ammazzarlo. Giuro.
Oh bè, io almeno ci sto provando, a concentrarmi. Al contrario del mio vicino, che dopo mezz’ora è sprofondato nella poltrona in cerca di una posizione più comoda. Fatale errore.
Gli si stanno praticamente chiudendo gli occhi.
- Milo. Milo non azzardarti a…! – gli dice in questo momento Camus a bassa voce, dandogli una gomitata ben poco delicata rispetto ai suoi gesti abituali.
L’altro sussulta  e socchiude le palpebre, emettendo un suono lamentoso.
- Piantala Camus, sono stanco…sono sveglio dalle sei… ho lavorato…ho studiato quattro ore…proprio di giovedì devono mettere queste cose…- lo sento biascicare.
Sospiro. Poveretto, in fondo non ha tutti i torti.
- …lasciami dormire…e svegliami quando Ioria suona…-
- Milo, Aiolia sta già suonando – gli faccio notare con gentilezza, indicando col capo l’orchestra.
- …l’assolo. In fondo, se suona in mezzo a tutti, mica si sente se è bravo o no… – osserva lui con uno sbadiglio, prima di richiudere gli occhi e sprofondare in un mondo probabilmente più divertente.

Credo che Camus stia seriamente per ucciderlo. Forse sarebbe disposto a privarsi della propria cravatta per questo.
- Oh, fiche-lui la paix, Camus![3] – sbotto sottovoce quando lo vedo muoversi per ridestare il greco per l’ennesima volta.
- Ssst! – fa qualcuno da dietro.
Il francese ha un piccolo sobbalzo e poi torna alla sua immobilità, un’espressione di palese disappunto sul viso per il fatto di essere stato ripreso per una mancanza.
Oh, gli passerà.
Deve ringraziare che Milo non russi o si muova e si goda il riposino in religioso silenzio. Anche perché la spalla che ha designato come proprio cuscino è la mia, mica la sua.
Mi ritrovo ad invidiare Milo, ad essere sinceri.
Io ho dormito troppo stamattina, quindi non ho ancora sonno. Che sfi…ah-ehm, cioè…che bello, posso godermi in santa pace questo sfoggio di patrimonio culturale…

Ma chi diamine voglio prendere in giro…
Lancio un’occhiata a Camus, perfettamente immobile ed in ascolto. Idem per Shun, Shiryu, Castalia, Mur e Shion. Tutti chiaramente interessati e attenti a ciò che si sta svolgendo davanti ai loro occhi. E non credo proprio che fingano.
Ergo, solo io e Milo (e Seiya, perché anche se non è qui so perfettamente che qualche figura di melma tra l’élite l’ha fatta) siamo dei poveretti che non colgono la bellezza di tutto ciò.

L’idea mi infastidisce un po’, a dire il vero. Non lo faccio mica apposta! Non nego che Aiolia sia bravo, anzi: semplicemente, non apprezzo il tema scelto.

Punto lo sguardo sul palco, cominciando a ricostruire mentalmente tutta la struttura teatrale posteriore, dai corridoi agli argani, dalle cantinelle ai fondali e così via.
Avendo tuttavia studiato tali argomenti recentemente (mica sparo termini a caso, vi pare?), finisco in fretta e passo a pormi delle domande di notevole importanza per chiunque osservi le nostre vicende dall’esterno.

Elle avrà finito di torturare Shura?
Kiki verrà mai colto in flagrante nell’atto di trasgredire alle regole imposte dal fratello maggiore?
Condurrà un corteggiamento ferreo a Lili a suon di videogiochi?

Se nessuno mi vede, posso sfilarmi questi tacchi assassini?
Il fatto che Castalia sia sempre presente a questi eventi, per il suo uomo, può essere considerato prova d’amore ad honorem?
Quanto un rituale simile ha influito sulla palese fuga all’estero di Aiolos?
Ma soprattutto...quale supereroe avrà sulla maglietta Aiolia, sotto la giacca d’ordinanza?
I suoi amici se lo chiedono.
Non vedo bene, ma non credo che abbia la camicia. E se ce l’ha, indossa la maglietta sotto, ci scommetto.
…ci sarà un eroe della musica? Tipo Violinoman, Drum Avenger…Celloboy…[4]

Meglio non chiederglielo, potrei peggiorare la situazione e fargli partire un trip mentale. Sia mai che lo inventi lui.

Uh! L’assolo! Siamo alla fine.
- Milo – bisbiglio, scuotendolo lievemente  – Milo, svegliati –
Seh. Ottimista.
Il mio tentativo cade nel vuoto, dato che lui per tutta risposta sospira e si gira dall’altra parte, cercando rifugio dal fastidio sulla spalla di Camus.
Il quale, questa volta, non gliela lascia passare liscia e lo scuote con più forza di quanto abbia fatto io precedentemente.
- Ah! La legge sull’affidamento congiunto..! – salta su Milo di scatto.
- Ssst! – si sente ancora dalla fila dietro di noi.
Mi giro a lanciare un’occhiataccia alle mie spalle, benché non abbia idea di chi sia stato, per poi tornare a guardare davanti a me.
- C’è l’assolo – dico semplicemente a Milo, che si sta guardando attorno spaesato a causa del brusco risveglio.
- Peccato – commenta, lasciandomi sorpresa per qualche istante  - Con questo sottofondo, stavo dormendo da Dio –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Oh Ioria complimenti, sei stato grande, meglio di…-
- Milo, hai dormito un’altra volta vero? – lo interrompe quasi subito il violoncellista.
- Chi, io?! No! – nega Milo.

- Camus? –
Il francese si limita ad un’occhiata più che eloquente.
- Io non ho dormito! L’assolo l’ho sentito! – insiste il suo coinquilino con veemenza.
- Anche l’anno scorso ti sei addormentato. E anche quello prima – gli ricorda Aiolia, ma non c’è cattiveria nelle sue parole, anzi, sorride.
- Non sei arrabbiato con me?! – esclama Milo sorpreso.
- No. Apprezzo lo sforzo. – Ioria scrolla le spalle – Tu almeno sei venuto –

Colgo un cambiamento improvviso nell’atmosfera del nostro gruppetto, riunito accanto ad una delle porte d’ingresso del teatro in modo da evitare scontri con il deflusso del pubblico.
A parte Camus, che non tradisce alcuna reazione, e Sirio e Shun, noto che Marin e Milo si lanciano un’occhiata immediatamente successiva all’affermazione di Aiolia.
Il quale s’incupisce per un attimo, come assorto in qualche pensiero poco sereno, riavendosi solo quando Castalia fa scivolare una mano nella sua, dicendo sommessamente:
- Ioria, lo sai che lui…-
- Sì, sì. Lo so – lui sospira con un che di rassegnato nella voce, prima di ripristinare un’espressione tranquilla e soddisfatta. – Ragazzi, grazie per aver partecipato. Camus, credo sia ora di riportare il bimbo a casa, l’ora della nanna è passata da un po’ e…e qualcuno recuperi Seiya, prima che faccia danni! -
Data la direzione dello sguardo di Ioria, ci voltiamo in contemporanea, vedendo Pegasus uscire dal teatro con Isabel attaccata al suo braccio, entrambi intenti a ridere.
Per un attimo, mi sorprendo a pensare che forse ha ragione. Forse Seiya potrebbe combinare più casini di quanto immagina, perché…perché lo sguardo di Saori ha un non so che di indefinibile.
Di luminoso.

Potrebbe anche avere un interesse sincero per Pegasus. Un interesse discutibile, eh, ma non per questo non genuino.
Non tutto è come sembra, in fondo.
Perché anche Aiolia, pochi istanti fa, non si è trattenuto dal lanciare una frecciata nei confronti del fratello, che a quanto pare così perfetto non è. Inoltre, stasera è stato veramente bravo, ha dimostrato di non essere solo un bambino cresciuto, e la fierezza negli occhi di Castalia vale più di mille parole.
Proprio come in una sinfonia o in un concerto. 
Puoi riascoltare quanto vuoi, ma salterà sempre fuori qualche nota o un dettaglio dell’esecuzione di qualche strumento che prima non avevi notato. Basta fare un pò di attenzione.

- Scusate – fa Milo in questo istante, strappandomi alle mie riflessioni – Ma adesso possiamo andare a dormire? -
 
 
 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       
N.B:
[1] Anticamente in musica si usava una notazione di origine greca con le lettere dell'alfabeto. D corrisponde al Re.
 [2] ammetto di non avere molte conoscenze di musica classica, ho solo scelto un’opera che m’ispirava da Wikipedia/Youtube. Avrei voluto che Ioria si esibisse col tema principale dei Pirati dei Caraibi o di un film Marvel (ovviamente), ma per un concerto così ufficiale non mi sembrava consono;
[3]Oh, fiche-lui la paix, Camus!= Oh, lascialo in pace, Camus!;
[4]me li sono ampiamente inventati. Drum Avenger  è tipo “Vendicatore della batteria”, Celloman starebbe per “Uomo violoncello”. Chiedo venia per la stupidità o.O

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Capitolo 13
*** Misirlou ***


NdA:
E’ ufficiale: Louis smetterà, da qui in poi, di fare promesse che ovviamente non è in grado di mantenere circa gli aggiornamenti!
Ma basta parlare di me. Una NdA all’inizio del capitolo! Più che doverosa. Perché? Perché ci ho messo una vita a scrivere questo ed il prossimo capitolo e una spiegazione mi pare più che necessaria.
Innanzitutto, un avvertimento circa la forma: questo capitolo e il seguente erano in origine uno scritto unico, che ho deciso di spezzare a causa del numero di pagine che lo costituivano e i contenuti trattati.
Quindi, nonostante lo stacco, essi andranno a costituire l’arco di tempo di una stessa giornata; il prossimo, per quanto possibile, cercherò di postarlo più in fretta che potrò.
Riguardo al contenuto: come già è avvenuto nel capitolo precedente, le “facce” stanno cominciando a farsi vedere. Quindi, per quanto l’ironia rimanga l’impronta caratteristica della narrazione e la prima arma di espressione dei personaggi (anche di quelli nuovi che ho introdotto, in questo caso), vi invito a fare molta attenzione a cosa dicono “tra le righe”.
In sostanza, questi due capitoli…non fanno ridere come gli altri. Spero tuttavia che vi piacciano lo stesso.
So cosa vi state chiedendo: i protagonisti? Mah, chissà! ;)

 
 

Misirlou

 
 
 
 
 
A casa dei gemelli, il sabato mattina, vige una bellissima regola.

DORMIRE.
Credo che il record tuttora imbattuto siano le tre di pomeriggio. Ovviamente stabilito da Kanon, Saga dopo un po’ torna nel mondo dei vivi, per fortuna.
E questo sabato, per quanto particolare, non fa eccezione.
Tranne per il fatto che sto allegramente andando a rompergli le palle.
Salgo piano le scale, cercando di tenere nel modo giusto il sacchetto di biscotti, finché non arrivo al pianerottolo. Sistemo meglio lo zaino sulla spalla ed allungo il braccio per suonare.

Niente.
Riprovo.

Ancora nulla.
Un attimo. E se oggi fossero usciti?
Cazzo, potrebbe essere un problema. Non l’avevo previsto. Dannazione a me e alle mie idee improvvise che puntualmente non si realizzano!

Meglio essere sicuri.
Cerco il cellulare per chiamarli a casa. Pochi istanti dopo sento l’apparecchio squillare oltre la porta.
Uno…due…tre…quattro…cinque…sei…sette squilli…
Dai, non è possibile, non ci credo…
- Pronto – sento rispondere dopo l’ottavo “tuuu” dalla voce assonata di Saga.
- Ciao. Dormivi? – dico.
- Mhhh…ni. -
- Oh. Scusa. Mi apri? –

- Saga –
-…mhh…cosa…? –
- Sono fuori dalla porta – specifico – Posso entrare? –

- Ah. –
Sento un rumore strano, come se la cornetta fosse stata appoggiata con poca delicatezza su una qualsivoglia superficie, dopodiché dopo alcuni attimi le serrature della porta blindata scattano in successione e quest’ultima viene aperta.
Mi compare davanti la figura confusa di Saga nella sua migliore mise mattutina: pantaloni della tuta e maglietta a maniche corte in disordine, capelli in tutte le direzioni ed espressione stordita.
- Ciao – sorrido, alzando il sacchetto con i biscotti in segno di pace. – Buon compleanno! –
- …mmmhgrazie…ciao… – biascica lui passandosi una mano sugli occhi e facendomi cenno di seguirlo dentro.
Chiudo la porta alle mie spalle, notando la televisione accesa a basso volume e la palese sagoma del corpo di Saga praticamente impressa sulla stoffa stropicciata del divano, in mezzo ai vestiti abbandonati lì da chissà quanto.
A volte quel mobile lo usano più come stendino, che come divano.
- Pensavo dormissi. – osservo, appoggiando lo zaino a terra.
- Infatti. - conferma Saga risistemando la cornetta del telefono.
- Sul divano? – vado ad appoggiare i biscotti sul ripiano della cucina.
- In realtà fino alle sei di stamattina ero tranquillo nel mio letto. Mi sono svegliato per cause di forza maggiore e non riuscivo più a chiudere occhio. Così ho fatto colazione e mi sono messo lì a guardare la televisione. Per fortuna il sabato mattina così presto trasmettono solo roba noiosa e…-
Saga s’interrompe per uno sbadiglio particolarmente ampio, approfittandone per spegnere la Tv.
- Cause di forza maggiore? – ripeto perplessa.
- Per colpa di quello lì – sbuffa lui passandosi una mano tra i capelli e facendo un cenno verso la porta accostata della propria camera.
Mi avvicino. Vedo Kanon, o forse il suo cadavere, sdraiato supino sul letto di Saga, ancora completamente vestito con tanto di scarpe e giubbotto di pelle, che dorme della grossa a bocca aperta.
- Che ha combinato? – domando.
- Non lo so e non voglio saperlo. Mi basta che sia tornato alle sei e abbia deciso di piombarmi addosso mentre dormivo. Ah, e che fosse completamente ubriaco, mi pare ovvio. –
- Avevi dei dubbi? – faccio, alzando scetticamente un sopracciglio – L’altro giorno ho sentito Milo blaterare qualcosa a proposito di un possibile festeggiamento…pensavo fosse stasera, non ieri. -
- Infatti è stasera. – specifica Saga, sbadigliando ancora.
- Oh. E che fate di bello? – domando.
- Boh. Kanon esce con Milo e altri. Io niente. – fa lui scrollando le spalle.
- Come niente? –
- Non ho molta voglia di festeggiare – è l’unico commento che ottengo.
Lo scruto per un istante mentre si passa una mano tra i capelli, riflettendo velocemente sulle possibili cause di questa apatia. Sono fin troppo conscia del fatto che non è il semplice “avvicinarsi ai trenta”, a cui mancano ancora due anni.
Tuttavia, non mi pare il caso di esternare le mie preoccupazioni, almeno per oggi.
-  Caffè? – butto lì per sviare il discorso.
Saga annuisce, così mi metto a preparare il sopracitato genere di conforto; poi sciolgo il nodo del sacchetto dei biscotti per aprirli, scrutando i risultati dei miei goffi tentativi in cucina con profonda desolazione.
Oh bè. E’ il pensiero che conta…no?
Mi accorgo che Saga è andato dal gemello, così ne approfitto per afferrare uno dei pacchetti che ho infilato nello zaino stamattina prima di uscire, lo porto nella stanza di Kanon e lo appoggio sul suo letto, dopodiché  mi dirigo silenziosamente nell’altra camera, trovando il legittimo proprietario intento a chinarsi sul fratello per scuoterlo e svegliarlo.
- Kanon. Kanon! –
- Mhh…cazzo vuoi Saga…è troppo presto per rompermi le palle…- mugugna il gemello, voltandosi dall’altra parte e infilando il capo sotto al cuscino.
Saga gli spinge di lato le gambe, togliendogli bruscamente le scarpe. Per tutta risposta l’altro fa per tirargli un calcio, che viene bloccato facilmente e a cui seguono una serie di lamenti indefiniti.
-…mmh…vattene…- lo sento dire, mentre il maggiore prova a cimentarsi nell’ardua prova di sfilargli il giubbotto, ovviamente senza ottenere collaborazione alcuna - Saga, piantala di rompere…ed esci da camera mia…-
- E’ la mia stanza, genio. – gli fa notare il fratello.
- Eh…? – fa Kanon tirando fuori la testa dal cuscino e scostandosi i capelli disordinati. – E come cazzo ci sono finito? –
- Chiedilo all’alcol. Che diamine hai fatto ieri sera? – domanda Saga aprendo le persiane.
- Mi sono divertito…- sghignazza l’altro, per poi sbadigliare rumorosamente, girarsi di nuovo nel letto e trovarsi di fronte la sottoscritta.
- Ciao! – sorrido.
- E tu che cazzo ci fai qui?! -
- Sono venuta di persona a farti gli auguri, non sei contento? – chiedo ironicamente.
- Saga perché non insegni al tuo animale che esiste il concetto di “sabato”, dannazione?! Porca puttana, sono tornato alle sei completamente sbronzo, è il mio compleanno, VOGLIO DORMIRE! E il tuo criceto mi prende pure per il culo. -
- Come puoi dormire, quando questi sono gli ultimi anni che ti puoi godere! Ormai sono quasi trenta! – esclamo, correndo fuori dalla stanza appena in tempo.
L’anfibio nero, numero quarantotto, che Kanon mi ha affettuosamente lanciato dietro, si schianta pesantemente sulla parete del corridoio.
Subito dopo sento un fruscio, poi un tonfo e un “Saga cazzo devi morire male!”, prima che il gemello maggiore ricompaia in cucina, seguito dopo alcuni istanti dal barcollante fratello.
Mi mordo un labbro per trattenere un sorriso. Per fortuna la caffettiera mi viene in aiuto, annunciandomi che il caffè è pronto.
Lo verso e appoggio le tazzine sul tavolo, trovando Kanon intento a strofinare la testa contro la spalla del gemello a occhi chiusi, sbadigliando rumorosamente.
- Però, incredibile a dirsi, diventa affettuoso con le sbronze! – osservo.
- No, sta solo cercando una posizione più comoda per rimettersi a dormire. – mi corregge Saga, voltando appena il capo per dargli un colpetto col naso.
Kanon sbuffa infastidito, riaprendo le palpebre con aria seccata.
- Auguri – gli fa il gemello.
- …mmh…crepa. –
- Se mi respiri ancora un po’ in faccia ci vado vicino, con l’alito che ti ritrovi. –
- Sarebbe una fine più che degna per i tuoi anni vissuti così ingloriosamente – osserva Kanon, risollevandosi e strofinandosi gli occhi, per poi fissare con un’espressione di disgusto il vassoio che sto spingendo verso di loro.
- Cos’è questa roba?! – esclama.
- Vi ho fatto i biscotti, per festeggiare. – spiego brevemente.
- Grazie Micky…a…a cosa sono? – domanda Saga, fissando i dolci con un certo sospetto.
- A cos’erano, vorrai dire. Secondo me se li è mangiati e poi li ha rigurgitati. Certi animali fanno così. –
- Fai proprio schifo, Kanon! – esclamo – Sono al cioccolato – decido di soprassedere e mi rivolgo a Saga.
Il quale, nonostante nutra a sua volta dei dubbi circa la commestibilità di questi cosi, allunga una mano verso il vassoio, ne sceglie uno e se lo porta alle labbra.
Attendo trepidante il responso, scrutando la sua espressione mentre prende a masticare.
- Buoni – sentenzia dopo qualche istante.

- E cadde morto dopo due miseri morsi – commenta Kanon con aria melodrammatica, prima di prendere un biscotto e infilarselo, intero, in bocca.
Sia io che il fratello lo scrutiamo divertiti, prima che lo squillo improvviso del telefono attiri la nostra attenzione.
E meno male, dato che la vista di Kanon che prova a masticare il dolcetto non è una visione raccomandabile.
Saga si alza, afferra la cornetta e risponde, andando a sedersi sul divano:
- Pronto? Ah, ciao Aiolos – vedo Kanon strabuzzare gli occhi, mimando un’espressione di esasperazione – Sì, tu?... Grazie. Sì, gli riporterò gli auguri da parte tua. – il gemello si tocca, come a scacciare la iella, mentre l’altro lo fulmina con lo sguardo.
Mi scappa da ridere, così mi metto una mano sulla bocca per trattenermi, mentre il maggiore scambia ancora qualche parola con il fratello di Aiolia, per poi chiudere la telefonata.
- Quale frase da Bacio Perugina ti ha rifilato, quest’anno? – chiede Kanon sarcasticamente.
E’ risaputo che non può soffrire Micene, anche se non ho avuto modo di approfondire i motivi di tale astio.
- Aiolos ti fa gli auguri – ribatte Saga per tutta risposta con un sorrisetto, ben conscio dell’insofferenza nutrita dal fratello per il suo amico.
- Deve morire male, iettatore! – sputacchia il gemello acidamente, con tanto di  bricioline di biscotto.
Nonostante tutto Saga gli lancia un’occhiata divertita, prima di alzarsi per raggiungerci. A metà percorso si blocca, dato che si sente suonare il campanello.
Lo vedo aggrottare le sopracciglia, perplesso, per poi andare ad aprire. Kanon ne approfitta per riempirsi di biscotti e caffè, più di quanto la sua bocca possa effettivamente contenerne.
- Allora bestie! I miei animali invecchiano, eh! - sento dire da una voce maschile con tono allegro.
Una voce che fa drizzare le orecchie a Kanon all’istante, dato che si mette praticamente sull’attenti e punta gli occhi d’un tratto vigili sulla porta, mentre dalla bocca di Saga sento uscire una semplice, stupita parola:
- Papà…? –

 
ΩΩΩΩΩΩ

 
Papà?!
I gemelli hanno un padre?!
Ma certo, che imbecille che sono, ovvio che ne hanno uno!

Non ne ho mai sentito parlare però.
Neanche della madre, ora che ci penso. Chissà come mai.
A dire il vero, non ho udito nessuno dei due pronunciare una frase come “dobbiamo andare da nostra madre” o “hai chiamato papà” eccetera. Sapete, quei dettagli che bene o male in una conversazione qualsiasi possono saltar fuori , senza per forza dover spiegare per filo e per segno la situazione famigliare.
Con gli altri è più o meno andata così, almeno per alcuni.
Se ad esempio ignoro chi siano gli individui che anni fa decisero di riprodursi generando un soggetto come Dohko o Shion, so perfettamente che Ioria e Aiolos hanno i genitori che vivono in un piccolo quartiere residenziale della città, con delle oneste e comuni occupazioni.
Non ho la più pallida idea di chi siano i creatori biologici di Shaka (e chi lo saprà, in fondo?), ma so che quelli di Mur e Kiki sono all’estero perché si occupano di missioni umanitarie.
Conosco perfettamente la storia della famiglia di Aldebaran, dato che ad Al piace molto parlarne. Si è inoltre rivelato una buona fonte, per quanto discreta e giudiziosa, circa il contesto famigliare dei suoi coinquilini. Abbiamo informazioni sufficienti per dedurre che i genitori di Aphro lavorano in campi particolari, quasi d’élite (per quanto nemmeno Al abbia capito bene quali) e che Death Mask non ha mai conosciuto il padre.
Di Shura non si sa molto, credo di averlo sentito una mezza volta citare degli ipotetici nonni, ma è tutto ciò che si può dire su di lui circa questo argomento. Quanto a Milo, ho sempre sentito parlare della madre in toni scherzosi e del padre con fare rispettoso ma non privo di affetto.
Camus…per quanto ne parli poco, so che non è in buoni rapporti col capofamiglia, la cui consorte è stata solo citata in modo sfuggevole qualche volta.

Incredibile. So più fatti relativi alla famiglia del francese che dei gemelli!

Inutile dire che sto morendo di curiosità. Un po’ perché vorrei saperne di più, in quanto miei amici, e non mi spiego il loro silenzio al riguardo. Non che ci abbia mai pensato, ognuno è libero di fare ciò che vuole e sono sicura che hanno avuto le loro ragioni.
Un po’…perché la reazione di entrambi mi ha veramente stupito.
Così, appoggio il biscotto che stavo per addentare e la tazzina, cercando di non allungare il collo come farebbe un animale curioso, aspettando di saperne di più.
Al momento non vedo molto, dato che la sagoma di Saga mi copre completamente la visuale dell’ospite. Colgo solo una mano assestare una sonora pacca sulla schiena del gemello maggiore, accompagnata da una sonora risata, probabilmente dovuta allo stupore con cui la visita è stata accolta.
- Ciao papà – sorride Saga, ricambiando il gesto e richiudendo la porta.
- “Ciao papà”?! Cielo, non fartela troppo nelle mutande per aver rivisto il tuo creatore! –
- Oh non ci sei più schiattato sullo yacht, eh panzone! – salta su Kanon con un ghigno malevolo, alzandosi dal tavolo per raggiungere gli altri due.
- Alla faccia di tua madre, canaglia! –
- Quale madre?! – esclama il gemello minore – Ah, intendi quella Mantide Religiosa che per poco non ti ha castrato quando ha scoperto che l’avevi ingravidata?! -
- Nulla ha potuto contro l’Inseminator! -

Oddio.
Adesso ho paura.
Che razza di soggetto…
Uhm.
Un omino alto circa…boh…uno e settantacinque? Comunque molto meno dei gemelli, quello sì, dato che li guarda dal basso verso l’alto. Compensa con la larghezza, dato che vedo una discreta pancia premere contro la stoffa della camicia hawaiana a base arancione che indossa.
Capelli, pochi, scuri; occhi della stessa tonalità, o almeno così mi pare, dato che non fa altro che farli schizzare di qua e di là.

Santo Cielo.
Quest’uomo sembra Quentin Tarantino.
Riflettendoci, spiegherebbe molte cose…
Non la reazione di Kanon però, dato che quest’ultimo lo ha appena abbracciato, praticamente sollevandolo da terra.
Oddio. Non ho mai visto Kanon mostrare così tanto aff…cioè, non ho mai assistito ad una sua qualsivoglia dimostranza di un vago sentimento di attaccamento a qualcuno, in realtà.
Forse a Saga, in un modo strano e contorto.
E sulle dinamiche di tale rapporto ci potrei fare un dottorato, credetemi.
- Allora, cosa state combinando, nel giorno di celebrazione della vostra venuta al mondo per portare l’Apocalisse? – chiede in questo istante l’uomo, mentre tutti e tre raggiungono la cucina.
- Be’, stavamo per fare colazione – spiega Saga brevemente.
- Ah bene bene…e chi è questa pingue signorina? –
Sento il viso andare in fiamme per l’imbarazzo, per quanto il tono dell’uomo sia stato scherzoso.
Ammetto che tra tutti gli aggettivi dedicati alla mia persona poco filiforme, “pingue” è il più strano che abbia mai sentito. E forse uno dei più gentili.
- Il criceto di Saga! –  lo informa Kanon, facendo scoppiare a ridere il genitore.
- Ehm…salve. – faccio con un certo disagio, allungando una mano – Piacere, signore…-
- Signore? Non ci credo! Credo sia la prima volta che mi sento chiamare così! – ride l’uomo - Mi chiamo Kyros, mia cara, non c’è bisogno di essere formali. –
- Oh. – abbozzo un sorriso in risposta - D’accordo. –
-  Allora, quale delle mie due bestie è il tuo partner sessuale? –

Spero di aver capito male.
- Come, prego? – chiedo, cercando di trattenere il mio essere scandalizzata da tale domanda.
- Mi stai dando dello zoofilo? – fa Kanon.
- Oh quindi ha scelto Saga, eh? – ne deduce Kyros automaticamente.
- Cosa?! No! – rispondo, fissando il soggetto in questione in cerca di aiuto.
- Come no?! – ripete il padre con un’espressione pesantemente sorpresa.

Mi prende in giro o è serio?
- Papà guarda che Micky è solo una nostra amica, non c’è bisogno di…- Saga tenta vanamente di salvare capra e cavoli, ma l’uomo non lo calcola minimamente e si rivolge nuovamente  a me, abbassando la voce con aria complice:
- Se sei lesbica sentiti libera di dirmelo – bisbiglia.
- Papà! – esclama Saga, mentre Kanon a momenti si ribalta dalla sedia.
- Cosa, è un complimento nei vostri confronti! -
Nonostante tutto, mi metto a mia volta a ridere. In fondo non è cattivo.
E’ solo fuori di testa. Totalmente. Come un balcone.
- Che ci fai qui papà? Considerato che sono due anni che non ci vediamo – si decide a cambiare argomento Saga.
- Sono in città per una rassegna di cinema amatoriale e ho pensato che invece della solita telefonata potevo anche passare a controllare come ve la cavate, animali. – risponde lui con un sorrisetto, ignorando la seconda parte dell’affermazione del figlio – Allora? Si scopa? –
- Hai anche bisogno di chiedermelo? – risponde Kanon con un ghigno, guadagnandosi una pacca sulla spalla.
- Bravo bravo…Saga? –
- Papà non mi sembrano argomenti di cui parlare…- comincia lui per sviare l’argomento.
- Come no? Niente niente? Neanche uno zinzino di…?! Holy shit, bestia mia, ma tu te la devi godere la vita! – salta su Kyros, agitandosi e facendo ondeggiare pancia e camicia assieme.
- Glielo dico sempre, ma non mi ascolta mai! – dice Kanon con un falso tono innocente.
- Non ne dubito! – esclama il genitore – Fin dalla nascita si capiva che eri già traviato di tuo. Sapevi, bella, che quando è uscito, non solo urlava come un pazzo, tipo esorcista no, ma teneva pure stretto il cordone ombelicale del gemello manco fosse un lazo! Diciamo che ha dato una mano agli infermieri a tirarlo fuori. Anche perché Saga ci si stava strozzando, col proprio cordone ombelicale. Aveva due giri attorno al collo. E’ uscito cianotico. E che diamine, per un attimo ho pensato che ci si fosse anche perso, in quell’utero! -
-…papà…- sento dire dal gemello in questione, non imbarazzato, di più.
-….che poi, era pure girato. E’ uscito di culo. L’ho sempre detto che hai preso la vita dalla parte sbagliata, Saga. –
- Anch’io sono nata col cordone attorno al collo! – dico.
- Ecco, ora capisco tante cose – commenta Kanon scuotendo la testa.
- Ah, se vostra madre avesse emesso anche solo un urletto! Mi è toccato aggiungere il sonoro in quella parte del filmino. Il miglior splatter della mia carriera, ragazzi. – conclude Kyros con tanto di aria nostalgica.
- Se mai lo produrrai, voglio i credits, sappilo – pretende Kanon – Come sta Inga, a proposito? –
- Proprio l’altro giorno mi chiedeva che fine avessi fatto. Hai lasciato il segno eh! L’ultima volta che vi siete visti mi avete esaurito le scorte di sangue finto, con le vostre perversioni!–

E’ ufficiale: ho perso il filo.
Di che diamine stanno parlando?!
- Papà produce film. Splatter. – mi spiega Saga, che si è fortunatamente accorto della mia confusione, versando una tazzina di caffè  al padre. – E Inga è una delle sue attrici. Kanon ha...bè, lo puoi dedurre anche da sola. -
- Ah. Capisco. –
- Momentomomentomomentomomento, non avete mai parlato alla signorina di me?! – li rimprovera Kyros assumendo un’aria offesa, scrutandomi in cerca di conferma.
Faccio un cenno del capo per assentire.
- Non parlo con esseri non senzienti – è il prevedibile commento di Kanon.
- Non c’è mai…stata occasione – dice invece Saga.
- Che, vi serve un evento per parlare di vostro padre?! Mica sono la Mantide, di cui è sempre meglio non discutere! E se te lo stai chiedendo bella, sì, ho dei seri problemi con la mia ex-moglie! – afferma l’uomo con aria ironica, rivolgendosi a me.
Ne deduco che la mia espressione la dica lunga su cosa sto pensando.
- Tutti hanno dei problemi con la tua ex-moglie – lo corregge Kanon, alzandosi per sgranchirsi la schiena e andando a sedersi sul cumulo di vestiti che fa da cuscino del divano.
- Ah, la Valchiria! L’unico lato positivo è che mi è stata involontariamente complice nel generare i qui presenti Vincent Vega e Jules Winnfield[1]. Ti hanno mai raccontato, bella, di quando a cinque anni hanno completamente smontato da dentro il pianoforte? –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
La vibrazione del cellulare viene accolta da Saga come una liberazione, o così mi pare.
- Pronto? – peccato cambi espressione praticamente subito, irrigidendosi sulla sedia e causandoci una non lieve perplessità - Oh. Ciao. Sì, tu? Effettivamente, sì. Grazie, anche da parte di…certo. Stasera? Bè no, non direi…ah. Va bene. Sì, d’accordo. A dopo. Ciao…-
Chiude la conversazione, e nel farlo noto che la mano gli trema leggermente. Dopodiché, rimane in assoluto silenzio per qualche istante, l’aria pensierosa.

Perché ho una brutta sensazione?
- Saga? Tutto bene? – domando preoccupata.
Lui lascia cadere il telefono sul tavolo, alzando le mani per massaggiarsi con evidente nervosismo le tempie, espirando rumorosamente.
- Saga – ripete Kanon, il tono improvvisamente più serio.
- Mamma. – risponde di botto l’altro, quasi sputando la parola - Sta venendo qui. –

- E allora? – fa il fratello per tutta risposta.
- Come sarebbe a dire “e allora”?! Sai cosa vuol dire! – è la secca risposta mentre si alza di scatto, per poi iniziare a girovagare nervoso per il salotto, con l’intento di sistemarlo.
- Ecco, ora comincia – sento commentare da Kyros in tono rassegnato. – Holy shit! Quella donna…la prova vivente che l’erba cattiva non muore mai! -
- Non cominciare a correre, Saga. Che cazzo te ne frega? Lo sai perfettamente che nemmeno a lei non gliene fotte nulla. E sei pregato di non toccare le mie mutande. Stanno benissimo dove sono. – è invece la replica di Kanon, infossandosi nel divano a gambe divaricate, bloccandolo quando fa per andare a rimettere a posto un paio di boxer abbandonato sul bracciolo.
- Kanon…- azzarda il gemello, infastidito dall’interruzione.
- Che? Guarda che non può dirti nulla. In fondo è sempre colpa mia, e poi oggi è il TUO compleanno! –
Quest’ultima affermazione, pronunciata con un sorrisetto ironico e l’aria più tranquilla del mondo, mi mette in allarme.
Il mio cervello unisce velocemente quei pochi indizi che la mattinata e questi eventi mi stanno fornendo.

C’è qualcosa che NON voglio sapere, me lo sento.
La serenità di Kanon ha qualcosa di inquietante. Per non parlare di Saga, che sembra aver cambiato umore nel giro di un minuto.
- Ha…detto qualcosa a proposito di una cena. – spiega in questo istante lasciandosi cadere sul divano, e mi sembra decisamente confuso.
- Scusa scusa? – urla quasi il fratello - Cena?! Col cazzo, io devo uscire con Milo, Death Mask e altra gente stasera, ho i miei programmi per i miei fottutissimi venticinque anni! –
- Kanon, sono ventotto. – osservo.
- Dannazione Saga, dovevi dire di no! – continua lui imperterrito, ignorando apertamente la mia affermazione.
All’improvviso, la nonchalance che sfoggiava prima in previsione del nuovo arrivo è stata spazzata via dall’annuncio del probabile annullamento dei suoi piani per la serata.
- Mi ha colto di sorpresa. – è la replica monocorde del gemello maggiore.
- Oh, non mi sorprende. Vostra madre ce l’ha come abitudine. Come quando mi disse di essere incinta. Credevo si fosse fatta sterilizzare. – commenta Kyros, prendendo un altro goccio di caffè - Un soggetto del genere…-
Lo fisso, confusa, ma la mia attenzione viene di nuovo attirata dalla voce di Kanon:
- Ah bè, fanculo, tanto io non ci vengo – conclude seccamente.
- Non se ne parla proprio, tu alla cena ci sarai eccome! – ribatte Saga, scattando a sedere con aria minacciosa.
- Scordatelo! Non ci tengo a passare tre ore a farmi venire il culo quadrato, ascoltando quella stronza blaterare sulla società, l’ultimo ricevimento, i figli degli altri e soprattutto il tuo lavoro, di cui sappiamo benissimo entrambi cosa pensa! – sbotta l’altro, allungando freneticamente la mano per afferrare un pacchetto di sigarette nuovo di zecca abbandonato sul mobile accanto al divano. Ne estrae una e senza la minima esitazione l’accende, tirando due boccate di seguito, manco aspirasse ossigeno.
- Kanon…! –
- Saga non azzardarti a dirmi che non devo fumare! – ringhia l’interpellato.
- Cos’hai capito accidenti, dammi una sigaretta! – esclama il maggiore.
E se Saga ha bisogno di fumare, è SERIAMENTE nervoso.
Kanon per poco non glielo tira in testa, il pacchetto, e mentre l’altro accende sentenzia, decisamente incazzato:
- Che poi, io non sono nemmeno tenuto a venirci alla cena! Di certo non mi ha invitato! E’ un problema tuo! –

- Ha detto che dobbiamo esserci entrambi. – lo corregge Saga, espirando il fumo lentamente.
- E per quale porca puttana di una ragione, eh?! –
- Mi è parso di capire che il motivo si chiami Eric o giù di lì – spiega il fratello, lo sguardo nel vuoto.
- Toh, questo mi era sfuggito – dice Kyros ironicamente, andando verso di loro e sedendosi su uno dei due pouf e facendosi allungare a sua volta una sigaretta.
Ci manca solo che mi metta a fumare pure io, a questo punto, e buongiorno alla mia asma…tra l’altro, quel pouf tecnicamente Kanon lo usa come poggiapiedi…
– Ero rimasto a Gabriel, l’ultima volta che è venuta a rompermi le palle per il mantenimento. Tre anni fa, per fortuna. Cazzo, sta velocizzando i tempi! –
- Immagina quanto sarà contenta di vederti – sghignazza Kanon nonostante tutto in direzione del padre.
Uhm…
 Sento puzza di tempesta famigliare e non credo che la mia presenza sia appropriata.
- Ehm…forse…Forse…è meglio se me ne vado, ragazzi…- esito, facendo per recuperare il mio zaino.
- Oh bella, mi dispiace proprio, holy shit! Però ti consiglio anch’io di metterti in salvo, finché puoi! – mi dice Kyros.
Mi limito a sorridergli, rivolgendomi poi ai gemelli:
-…vi lascio…i regali in camera…così poi li aprite con calma.-

- Oh. Sì. Grazie, Micky. Sono sicuro che sono molto belli. – mi risponde meccanicamente Saga dopo che suo padre gli ha fatto un cenno davanti agli occhi per riscuoterlo dalle sue riflessioni.
Vado ad appoggiare il suo pacchetto sul suo letto, poi torno indietro per congedarmi:
- Bè…mi auguro che vi piacciano. Kyros, è stato un piacere, spero a presto…ragazzi…ci sentiamo – saluto brevemente, facendo per andare alla porta e tornare a casa.


Peccato che, in questo preciso istante, qualcuno suoni il citofono.
Con la coda dell’occhio, scorgo Saga sobbalzare e nel voltarmi, mi ritrovo a fissare l’espressione malevola di Kanon, che lui accompagna con un eloquente:
- …e la sventurata rispose.[2] -
 
 
 
 
N.B:
[1]personaggi principali di “Pulp Fiction”, di Quentin Tarantino (1994);
[2]citazione da “I Promessi Sposi”, capitolo 10.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** Numb ***


Numb

 
 
 
 

C’è un lungo istante di silenzio.
Saga scatta in piedi, manco avesse preso la scossa, e sotto il mio sguardo preoccupato si dirige verso il citofono, rispondendo.
- Ti ricordi il piano? – lo sento chiedere, prima di aggiungere, dopo una breve pausa: - No, al terzo…-
Kanon alza gli occhi al cielo.
- Datti una calmata Saga – dice poi Kyros in direzione del figlio maggiore – Lo sai che fiuta la paura. –
L’interpellato espira rumorosamente, prima di allungare una mano verso la maniglia della porta.
- Se vuoi un consiglio, ti conviene starmi vicino. Almeno così non ti vedrà. – mi dice Kanon con un sorrisetto, appoggiandosi con la schiena al muro del corridoio e incrociando le braccia al petto.

Fino a che punto mi sta prendendo in giro?
Non riesco a stabilirlo, e mentre inconsciamente seguo il suo suggerimento, sentiamo suonare alla porta d’ingresso.
I tre si scambiano uno sguardo che non riesco a decifrare, poi Kyros si alza dal divano e si sfrega le mani, la faccia di un gatto pregustante la pappa. Quanto a Saga, gli ci vogliono alcuni lunghi secondi e alcuni sospiri per decidersi ad aprire.


- Saga –

Oh mio Dio.
Questa donna mi causa un innato senso di disagio ed inadeguatezza.
Il legame di parentela con i gemelli è palese. Anzi, predominante, dato che del padre non presentano caratteristiche fisiche.
Sono obbligata a guardarla dal basso verso l’alto, considerato che il metro e ottanta lo raggiunge tutto, anche se non portasse i tacchi come ora.
Quanti anni ha?  Difficile dirlo. All’apparenza direi tra i quaranta e i cinquanta, ma un rapido calcolo con l’età dei figli mi fa correggere il tiro, per quanto possa sembrare impossibile.
Ha dei lineamenti forti, decisi, eppure sul suo viso, perfettamente truccato,  non stonano affatto. Gli occhi dello stesso colore e taglio di quelli dei gemelli, uno sguardo che ho colto spesso in quelli di Kanon, più raramente in quelli di Saga. I capelli del loro stesso tono, raccolti in uno chignon, un abito d’atelier, ci scommetto, beige, dal taglio perfetto.
Come se tutto ciò non bastasse, l’aria attorno alla sua figura...
Per salutare il figlio maggiore si sporge appena, come se le costasse uno sforzo notevole.
Forse l’intento era un semplice bacio sulla guancia, ma credo che l’abbia appena sfiorato.
- Ciao mamma – risponde lui, il tono distaccato.
La donna indietreggia, dedicandogli uno sguardo del tutto inespressivo; dopodiché volta gli occhi verso me, Kyros e Kanon, con un’aria di disprezzo. È chiaro che si tratta di quello, e il secondo figlio ricambia in pieno, allungando una nuova sigaretta verso il padre, ben felice di accendergliela.
- Figlio numero uno, questa pertica succhiac***i è ancora viva[1] – osserva poi Kyros tranquillo tranquillo rivolgendosi a Kanon.
Il quale rischia di soffocarsi col fumo nel tentativo di non scoppiare troppo palesemente a ridere, mentre nel resto della stanza cala il gelo.
Credo di aver trattenuto il fiato per qualche istante, gli occhi che saettano dal viso della donna a quello di Kyros, poi a Kanon, infine a Saga, che sembra essersi tramutato in una statua, non capisco se per imbarazzo o qualche altro motivo a me sconosciuto.
- Allora Evanthia, è proprio vero che chi non muore si rivede, a quanto pare! – continua imperterrito il padre dei gemelli con un sorrisone ilare rivolto all’ex moglie.

Evanthia.
Bello. Forte. Intimidatorio.
Non ho la più pallida idea di cosa significhi, ma alle orecchie ha un suono esotico, intrigante, aristocratico. Rispecchia perfettamente chi lo porta, a mio avviso.
Anche quel retrogusto di avvertimento e inquietudine che l’avvolge.
- Kyros – le labbra si muovono appena, giusto quel che serve a comunicare il fastidio e l’irritazione che il proprietario del nome pronunciato le provocano. – Come al solito vieni in modo fastidiosamente inaspettato. –
Con la coda dell’occhio scorgo Saga espirare lentamente, a disagio; Kanon lancia un’occhiata divertita al padre, il quale sfodera un sorrisetto furbo:
- Ah! Sai quanto mi piace, anche involontariamente, rovinarti i piani! – afferma, con una punta di gustoso divertimento.
- Già. In fondo non sei l’unica cosa non prevista e indesiderata della mia vita. –

Una frase. Una semplice e fin troppo eloquente frase, pronunciata con la stessa calma e impassibilità con cui si annuncerebbe lo sgualcirsi di un orlo.
Peccato che sia fin troppo evidente a quali soggetti fosse rivolta.

Sento Kanon sbuffare, mentre la mano sinistra di Saga si chiude a pugno, con un movimento a scatto che probabilmente gli fa conficcare dolorosamente le unghie nella pelle.
- E a proposito di tutto ciò che è indesiderato e non previsto…- continua Kyros ignorando gli evidenti riferimenti – Per quale strano e oscuro motivo il tuo pensiero si è soffermato su questa data? Guarda che gli alimenti questo mese te li ho già versati. Ancora mi chiedo come faccia il tuo avvocato a destreggiarsi in mezzo a tutte quelle pratiche di divorzio nel tuo fascicolo…-
- Basta soprassedere a quelle insignificanti. – lo rimbecca lei.- Come sempre ti dai troppo credito, Kyros.-
- Considerato che ti ho fatto lievitare come una mongolfiera per nove mesi e sgravare i due Marcantoni qui presenti, non si può dire che ci siano riferimenti insignificanti alla mia persona. –
- UN Marcantonio, papà. Uno solo. – corregge Kanon divertito, spostando per un istante gli occhi sul fratello, il quale ricambia e per qualche secondo sembra che si stiano comunicando chissà cosa.
Quanto alla madre, non raccoglie l’osservazione e dopo un breve altezzoso esame della stanza in disordine  il suo sguardo si posa su l’unico altro elemento che potesse attirare la sua attenzione.
Me.

Dannazione. Perché sono sempre nel posto sbagliato al momento sbagliatissimo?!
La donna mi scruta con la stessa cura e disapprovazione che si riserverebbero ad un animale sporco e sgradito che ha deciso di sdraiarsi sulla moquette immacolata.
Il problema è che riesce a farmi sentire proprio così.
Con i miei jeans larghi. La mia maglietta sformata. Delle scarpe da tennis che più usate di così non si può. I miei capelli malamente raccolti in una coda. Il trucco quasi del tutto assente.

Un angolo. Un angolo in cui rintanarmi, scavarmi una fossa e sparire. Per favore.
- E lei è…? – accenna a chiedere Evanthia, squadrando prima Saga, poi Kanon, con un crescendo di biasimo ed irritazione preoccupanti.
- Te l’avevo detto che dovevi starmi vicino! – mi sgrida Kanon ad alta voce con aria fintamente rassegnata.
- Occhio eh, che vuole vedere il tuo pedigree completo! – sghignazza Kyros rivolgendosi a me.
- Saga? – lo interrompe Evanthia, guardando il figlio.
Decido di cercare di diminuire la pesantezza dell’atmosfera, presentandomi di mia spontanea volontà.
- Ero venuta a portare i regali ai gemelli – riesco a dire alla fine, mentre Saga si gratta nervosamente la testa. – Per il compleanno – specifico, non so nemmeno io perché.
Evanthia mi guarda intensamente per qualche secondo, prima di dire:
- Certo. Al riguardo…mi chiedevo, Saga, se avessi qualche programma in particolare. –
Il figlio fissa il gemello e il padre, mentre risponde:
- Ehm…no, non proprio…-
- Bene, allora stasera sei invitato a cena. – lo informa repentinamente la madre.
- Ah. – Saga ha l’aria di una persona a cui abbiano appena prescritto una colonscopia del tutto superflua – Non ce n’è bisogno, so che sei occupata…-
- Infatti, ma dato che mi trovo in città ed Eric ha insistito non vedo perché non si possa fare. –
- Uhm. Che caso. E che culo, eh! – commenta Kanon con un ghigno in direzione di Saga.
- Chi è Eric? – chiede quest’ultimo.
- Mio marito, Saga, te ne ho parlato prima al telefono. –
- E quando vi sareste sposati? – continua lui, il tono seccato.
- Due anni fa, a Nairobi. – è la breve risposta della madre, mentre consulta velocemente il suo Blackberry, estratto cerimoniosamente dalla borsa.
- Grazie per l’informazione. – osserva Saga sullo stessa tonalità, che viene ignorata senza problemi. – Suppongo che siano gli affari dell’azienda a portarti in città. –
- Una serata di beneficenza, ieri sera. – specifica Evanthia.
- Una beneficienza che si è protratta fino ad oggi, sembrerebbe. – aggiunge il figlio in tono tagliente.
La madre alza bruscamente il capo, fulminandolo con gli occhi, ma Saga sostiene lo sguardo in silenzio.
- Nah, se fosse per fare qualcosa di buono non si sarebbe neppure presentata. – commenta Kanon con nonchalance.
- E sfigurare con Eric, Kanon? Non sia mai! – rincara la dose Kyros.
- Può venire anche la tua…amica. – continua Evanthia, senza considerare i commenti degli altri due.
- Bè…ecco…non credo sia il caso…- azzardo, cercando di non imboccare la strada più facile per il panico.
Una via di fuga, ora!
- Insisto – mi stronca Evanthia senza giri di parole, un tono privo di colore che non promette nulla di buono.
Lancio un’occhiata a Saga, dato che gli altri due elementi di questo strano quadro famigliare di certo non mi sarebbero d’aiuto. Tuttavia, quest’ultimo si passa una mano sul viso, facendomi un cenno eloquente: non c’è modo di declinare l’”invito”.
- Oh – mi rassegno, tornando a concentrarmi sulla donna – In questo caso…sarà un piacere. –
Non è vero, bugiarda!
Mento, sapendo di mentire!
- Bene. – conclude Evanthia –  Allora facciamo stasera, per le otto. Vi farò sapere dove. –
- D’accordo. – dice Saga a denti stretti.
- Mi raccomando, Evanthia, ricordati di prenotare per sei. – s’intromette Kyros all’improvviso, facendo saettare gli occhi di lei sulla propria figura, manco volesse ucciderlo sul posto.
- Sei? – chiede quasi sibilando.
Un sibilo a cui il marito risponde con un ghigno da iena che ho già visto parecchie volte.
Sul viso di Kanon.
- Oh sì. Sei. Si da’ il caso che avessi anch’io dei programmi, circa il compleanno deI ragazzI. Data la tua solita prepotenza, con cui ti sei presentata qui, non ho la minima intenzione di lasciarti fare. E poi, non vorrai far brutta figura con Eric, uscendo a cena con loro e non portando il padre biologico, che hai ampiamente avuto l’occasione d’invitare, vero? – spiega Kyros senza battere ciglio.
Saga espira lentamente, passandosi una mano sugli occhi con una stanchezza che mi pare immensa, mentre i genitori si scrutano in silenzio con sfida per qualche istante, Kanon in trepidante attesa.
- Bene. – dice infine Evanthia, gli occhi che promettono pesanti conseguenze – Bene. Come vuoi, Kyros. Allora, a stasera. –
- A stasera, carissima. – replica l’ex marito con aria malevola – Non vedo l’ora. –
L’ex moglie lo ignora e si volta per andarsene, dedicando a Saga un gesto sfuggente della mano, una carezza abortita che non mi piace affatto.
I restanti non contano.
Nel silenzio, il richiudersi della porta d’ingresso è l’accompagnamento alla sua uscita di scena. 
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Per la miseria! Maledizione! PORCA PUTTANA! -
Il telecomando del lettore DVD si schianta miseramente contro il muro, aprendosi in due.
Non posso trattenere un sussulto.
Il sipario di questa scena agghiacciante si è chiuso da meno di cinque minuti alle spalle di quella donna infernale, e Kyros si è riseduto sul divano con una nuova sigaretta accesa.
Quanto a Saga…la fine fatta dal telecomando è più che esaustiva. Vedo il padre lanciargli una lunga occhiata, a cui non segue nessun commento, mentre il figlio continua a girare come un animale in gabbia, probabilmente in cerca di qualcos’altro da far saettare per la stanza.
Un brivido mi percorre la schiena. Non mi piacciono le vibrazioni che sto percependo…Saga incazzato è qualcosa che NESSUNO vorrebbe vedere. Me lo sento.

Decido di raggiungere Kanon nella sua camera, dove si è chiuso e seduto al computer, in un inusuale silenzio.
- Senti Milo, per stasera annulla tutto – lo sento tuttavia esordire, aprendo la schermata di Skype sulla faccia dell’amico.
- COSA?! Non puoi farmi questo! – si agita l’altro di botto, sgranando gli occhi. – Ma è Micky quella che vedo lì dietro? -
-  Sta cercando rimasugli di cibo. Ignorala e se ne andrà. Comunque, bisogna annullare e basta.– taglia corto il gemello minore, continuando a trafficare con le cartelle sul desktop.
- Ma Kanon…! Ci siamo organizzati da settimane…è una vita che non ci facciamo una serata come si deve…io sto impazzendo, chiuso in casa a studiare! -
- Inventane una migliore. Sei caduto veramente in basso se alla tua compagnia preferirò quella dell’utero che mi ha generato, del suo nuovo pollo, mio fratello, mio padre e del criceto, stasera a cena – fa Kanon ironicamente, le dita che si muovono velocemente sulla tastiera.
- Tua madre è in città?! – sento chiedere con enorme sgomento da Milo – Serio?! Sai che io…sì insomma…devo farmi tua madre, prima o poi! –
- Mettiti in fila. – è la semplice risposta di Kanon con espressione sadicamente divertita.
Sento Milo accennare una risata. Dopo un attimo di silenzio, si decide a proseguire:
- Allora annullo? Che poi scusa, sbaglio o anche tuo padre è un po’ che non si vede in giro?–
Kanon si passa una mano sul viso, mordicchiandosi con aria pensierosa un’unghia, apparentemente preso dal lavoro custodito dal suo computer. In sottofondo, si sente chiaramente il tonfo di qualche oggetto che deve aver emulato il telecomando predecessore.
- Kanon – insiste Milo, che a giudicare dal movimento degli occhi deve aver sentito nonostante sia fisicamente lontano.
- Uh? Oh sì. Sì, annulla. Ci becchiamo un’altra sera, sfigati! – si riprende lui, raddrizzandosi.
- Okay…allora ciao. Ciao Micky! –
- Ciao Milo, saluta gli altri – dico semplicemente con un lieve sorriso, facendogli un cenno con la mano.
La conversazione viene chiusa e per dei lunghi istanti nella stanza regna il silenzio.

Non so cosa fare o dire, di preciso.
I rumori fuori dalla camera non aiutano, e dalla sua posizione sono perfettamente cosciente del fatto che Kanon li sta ascoltando, lo sguardo fisso su un punto indefinito dello schermo.
Mentre mi muovo nervosamente, mi cade lo sguardo sul cuscino.
- C’è il tuo regalo sul letto – dico sommessamente, allungando piano una mano per fargli una carezza sui capelli.
Veloce ed indolore, ho un po’ paura della sua reazione.

- Vai va’. – dice dopo un paio di secondi – Che per stasera ti conviene lisciarti il pelo. E ne hai di lavoro da fare! –

ΩΩΩΩΩΩ

 

Circa sei ore dopo, scendo dalla macchina dei gemelli cercando di non farmi male alle caviglie.
Ebbene sì, indosso di nuovo dei tacchi.
E una gonna. Con una camicia.
L’insieme è carino, a sentire Shun e Seiya.
Così poco da me, secondo la voce nella mia testa.
Anche per Elle e Lili, dato che nel vedermi, una volta finito di prepararmi, hanno cominciato a ridere con ben poco contegno. Le loro risate mi hanno accompagnato fino al portone.
E’ bello avere delle amiche, eh?

Un’occhiata ai ragazzi mi concede una magra consolazione: perfino Kanon si è infilato una giacca, mantenendo un’espressione maliziosa che non promette nulla di buono; quanto a Saga…non so se sia l’abbigliamento, ma sembra che tutti i suoi nervi siano tesi al massimo, conferendogli un aspetto austero. Mi sorprende non udire lo scricchiolio dei suoi muscoli.
Non ha aperto bocca per tutto il tragitto in macchina, se non per imprecare un paio di volte in direzione di altri conducenti. E vi assicuro che questi non avevano fatto nulla di grave.
Quanto a Kyros (che si è limitato a cambiarsi la camicia, sempre hawaiana ma di base blu, abbinata ad una giacca) e a Kanon, non hanno fatto altro che sparlare di Evanthia, del nuovo marito e ridere, probabilmente pregustando una serata accesa.
Inutile dire che non sono affatto tranquilla.

Ad un primo esame del locale, sgamo senza problemi la natura della serata.
E’ un luogo…come posso definirlo…elegante, di classe…? Che trasuda snobismo da ogni singolo millimetro di intonaco del muro…?
Sapete, uno di quei posti dove ci sono i candelabri sul tavolo, ottocentomila posate ad ogni lato del piatto  e i camerieri che ti aiutano con la sedia quando devi prendere posto.
Sento odore di figure di merda. A ripetizione.
Noto distrattamente Saga avvicinarsi al maître per farsi indicare il tavolo, mentre la mia mente mi propone scenari apocalittici con conseguente cambio d’identità e dei connotati fisici per riscattare la mia vergogna.
- Non dimenticarti di respirare, eh – mi dice Kyros sommessamente con gentilezza, mentre Saga ci rivolge un gesto del capo per farci capire di seguirlo.
Mentre percorriamo la sala principale mi sento tanto una condannata a morte.
Con i tacchi.

Micky, porca miseria, guarda dove metti i piedi.
Non facciamo cazzate.
Noncaderenoncaderenoncaderenoncadere…
Saga potrebbe anche rallentare, dannazione. Ho le gambe che sono un terzo delle sue, e che diamine!
Calma.
Finalmente, scorgo il tavolo verso cui siamo diretti, con i due ospiti già seduti ad attenderci.

Evanthia si è cambiata d’abito, ovviamente. Adesso indossa un modello nero, semplice ed elegante, che non ha nulla di particolare, se non il fatto di starle in modo assolutamente perfetto e di essere stato abbinato a dei gioielli di cui preferisco non conoscere il valore.
Non c’è nulla da dire, è una bella donna.
Bella, fredda e spietata.
Forse “La Mantide” non è poi una definizione così sbagliata, in fondo…
La persona accanto a lei appartiene a quella categoria di uomini che pur avendo i capelli bianchi, non superano i sessant’anni. Probabilmente si sono ingrigiti prima del tempo, ma di certo quest’uomo ha più o meno la stessa età di Kyros e della madre dei gemelli. Indossa un completo chiaro, piuttosto semplice, e sinceramente, non riesco a capire cosa c’entri con un soggetto come Evanthia. Mi sembra completamente diverso da lei.
Anche perché non appena ci vede, a differenza dell’espressione di pietra della donna, lui ci rivolge un sorriso cordiale, alzandosi per fare le presentazioni.
- Buonasera mamma – esordisce Saga, chinandosi appena verso Evanthia per darle un bacio sulla guancia.
- Eric – dice lei, limitandosi a ricambiare il saluto rivoltole con una lieve pacca sulla spalla del gemello - Questo è Saga, mio figlio. –
I due si scambiano una stretta di mano.
- Quindi suppongo che lui…- aggiunge allora il marito, spostando gli occhi sulla figura speculare di Saga – Sia il fratello, vero? -
- Oh, lui. – è l’unico commento, con una chiara nota d’irritazione, da parte di Evanthia.
- Incredibile! Vedi veramente DUE figli e non uno solo?!– esclama il gemello minore con la sua ben nota espressione da iena divertita – Piacere, Kanon! -
L’uomo pare essere palesemente sorpreso da tanto entusiasmo.
Non oso pensare cosa Evanthia gli abbia raccontato sui gemelli.
A meno che non abbia scoperto della loro esistenza oggi stesso…
- Ah Eric, che piacere! Sono Kyros, il papà biologico di questi due fighissimi ragazzi! Il terzo marito, per aiutarti cronologicamente. – si fa avanti il padre dei gemelli senza che nessuno gli dica niente, stringendo calorosamente la mano al suo, direi ennesimo, successore.
Il quale lo scruta con la stessa incredulità riservata a Kanon, prima di ricambiare la sorprendente e amichevole stretta.
-  Kyros. Certo. Il piacere è mio. – contraccambia, l’espressione perplessa, lanciando uno sguardo veloce alla moglie.
Infine, è il mio turno. Non sapendo bene sotto quale definizione rientro, mi limito a dire il mio nome.
Alla fine possiamo (sia ringraziato il cielo, non ce la facevo più a stare in piedi) sederci. Kyros mi sposta gentilmente la sedia, tra il posto di Saga e quello di Kanon, dato che il primo non sembra accorgersi di cosa accada fuori dal suo campo visivo e l’altro…ci arrivate da soli.
Una volta accomodati, noto che Eric mi rivolge un’occhiata incuriosita, che viene estesa anche ai due fratelli, per poi affermare:
- Evanthia, non sapevo che avessi anche una f…-
- Lei non è mia – taglia corto la donna senza battere ciglio, aprendo cerimoniosamente il menu che un cameriere si è affrettato a porgerle.
- E’ di Saga! – sghignazza Kanon, giusto per darle fastidio.
- Di Saga…? – domanda Eric palesemente confuso. – È forse la fidan…-
- No, non sono la fidanzata. Sono solo un’amica. – specifico, accennando un sorriso in direzione del poveretto e accingendomi a decidere di cosa potrei effettivamente  nutrirmi questa sera.

!!!!!!
Diamine.
Qui la voce più economica del menu è il pane. Forse. Probabilmente fanno pagare anche l’olio. O l’aria.
Ribadisco un concetto che a questo punto dovrebbe esservi abbastanza chiaro.
IO NON SONO IL TIPO DA INSALATA.
E se sono costretta a prenderla, è talmente condita che la lattuga o ogni suo parente ricopre forse l’1% del piatto.
Tuttavia, stasera…
- Saga – bisbiglio, cercando di attirare discretamente la sua attenzione – Saga –
Reagisce solo al secondo richiamo, sobbalzando in modo così improvviso da farmi quasi scattare a mia volta, mentre torna a concentrarsi su quello che gli sta accadendo attorno.
- Scusa – dice nel rendersi conto che per poco non veniva un colpo anche a me – Dimmi –
- Be’ ecco…io…sì, insomma…- tengo la voce bassissima per non farmi sentire, tanto che è costretto a chinarsi un po’ verso di me per capire meglio – Io…non…non ce li ho i soldi per mangiare in un posto del genere. Non a sufficienza, almeno. –
Non riesco nemmeno a guardarlo bene in faccia a causa dell’imbarazzo. Anche perché sua madre ci sta palesemente osservando. Con uno sguardo poco amichevole.
Saga si limita a scuotere la testa:
- Tranquilla, ci penserà lei. –
- Ma…- azzardo, tuttavia lui mi rivolge un cenno con il capo, facendomi capire di non insistere.

Odio quando qualcuno mi paga le cose. Soprattutto quando so che la persona in questione non lo fa per cortesia, ma per far pesare il fatto che “lei può”.
- Qualche problema, ragazzi? – s’inserisce appunto Evanthia con tono incolore, che sicuramente cela qualche fine pungente.
- No – taglia corto Saga senza degnarla di uno sguardo.
Dato che gli occhi della madre continuano a scrutarmi inquisitori, aggiungo:
- C’è…talmente tanta scelta…non so cosa prendere…-
- Eviterei il superfluo, cara. Come le insalate. – ribatte lei, facendo scorrere le pupille dall’alto verso il basso della mia figura.
Della serie: so perfettamente che mangi come un bue, quindi non pensare di prendermi per stupida, tu piccolo sacco di rifiuti umano.
- Oh. D’accordo. – mi limito a commentare, ricacciando indietro il senso di umiliazione.

Sarà una serata lunga.
Molto lunga…
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Ho già detto quanto odio questo tipo di locali?
Io HO FAME dannazione! Mi ci pulisco i denti con queste porzioni da uccellino! E qualcuno mi spieghi cosa diamine ci devo fare con tutte queste posate maledette!!
Inutile chiedere aiuto. Evanthia ne godrebbe. E poi, chi potrebbe mai aiutarmi? Saga ha l’aria di chi è palesemente altrove…
- Dunque…tu cosa studi, cara?
Oh oh. Sguardi puntati a mille su di me.
- I-io…io studio teatro. Non da attrice, eh…più che altro…lo scritto ecco…- azzardo, cercando di darmi un contegno, mentre la donna mi scruta senza alcuna curiosità.
Probabilmente me l’ha chiesto per questioni di etichetta.
E per capire cosa c’entri un soggetto come me con i suoi…ah-ehm, con suo figlio.
- Sceneggiatura? – fa il padre dei gemelli, animandosi all’improvviso.
- Di teatro papà, non di film. – specifica Saga immediatamente.
- Ho capito, bestia, non ti agitare. E togliti quel bastone che tua madre riesce sempre a infilarti così bene nel deretano ogni volta. – fa scherzosamente il genitore.
Peccato che Saga non la prenda decisamente sul ridere e si chiuda ulteriormente in se stesso, riempendosi la bocca con un boccone, che prende a masticare silenziosamente con palese fastidio.
Lo guardo per qualche istante, non sapendo cosa dire, ma Kyros svia la conversazione:
- Piuttosto, Eric, dimmi: tu di cosa ti occupi? – domanda, mentre versa due copiosi bicchieri di vino, uno per sé e uno per Kanon.
- Io? Sono… a capo di un’industria farmaceutica. – risponde Eric con una certa perplessità di fronte a tale spontaneità.
Di certo non te l’aspetti, dall’ex marito della tua attuale moglie, con cui sai che i rapporti non sono dei più rosei.
- Azz! Mi hai appena fatto perdere cinquanta euro! – salta su Kyros giovialmente – Avevo scommesso con Kanon  che fossi il proprietario di una compagnia aerea! –
- Ah. – è l’unico commento di Eric.
- Molla la grana pa’, necessito di scorte di preservativi e fumo. – pretende Kanon con un ghigno.
Saga sussulta, mentre Evanthia infilza seccata un boccone e si sforza di ignorarlo, nonostante il marito le chieda mutamente delle spiegazioni con gli occhi.
-…e i soldi per portar fuori le signorine?! Fai economia! – continua Kyros sulla stessa linea – Non ti ho dunque insegnato nulla?! -
- Sì, a fotterle prima che ti fottano loro! – risponde il figlio, accennando un brindisi col proprio bicchiere.
- Ben detto! –

- Sai Saga, ho saputo che il figlio di quel dipendente greco dell’azienda…il maggiore, che studiava con te, insomma…- butta lì Evanthia.
Proprio come se Kyros e il gemello minore non avessero parlato.
Come se non ci fossero.
- Aiolos –  Saga va in aiuto della madre, irrigidendosi ulteriormente.
- …lui, sì. Pare che abbia ottenuto una promozione. E che sia fidanzato. – prosegue lei, prendendo delicatamente l’ennesima forchettata, senza alzare lo sguardo sul gemello maggiore.
- Il fesso, fidanzato?! Non ci credo! – esclama Kyros, scoppiando a ridere e agitandosi sulla sedia.
- Ma lui lo sa?! – gli fa eco Kanon, infilandosi nella bocca già piena un’ulteriore forchettata di cibo. - Sì, mi ha accennato qualcosa quando l’ho sentito. – conferma Saga, continuando a rimanere concentrato sul suo piatto.
La madre si prende un momento di riflessione, prima di sentenziare:
- Così tanti obiettivi. In così poco tempo. Da uno come lui. –

E questo cosa diamine…?
- Sai Eric, Saga ha fatto il liceo classico. Poi avrebbe potuto fare tutto: Economia, Giurisprudenza, Medicina, Ingegneria…- prende poi a spiegare, atona.
- Astrofisica. Lingua e letteratura vietnamita. Archeologia delle società perdute. Genealogia comparata delle barbabietole. – commenta Kyros divertito.
-…ma ha preferito…altro. Psicologia. – continua Evanthia imperterrita, il tono di voce che fa chiaramente capire cosa pensa del lavoro del figlio.
Eric non sembra farci caso e chiede, sinceramente interessato:
- Davvero? E dove eserciti, Saga? –
L’interpellato pare rimanere sorpreso da un così puro interesse, dato che risponde dopo un paio di secondi di pausa:
- Dove mi mandano i servizi sociali…prevalentemente…periferia della città. –
- E ti piace? – continua Eric.
Palesemente preso in contropiede, come se la domanda non gli fosse mai stata posta (o come se a qualcuno non fosse mai importato, probabilmente), Saga gli dedica una sguardo quasi spaesato:
- Io…sì. – annuisce - Non è facile, ma mi piace molto. – pare più convinto nel pronunciare la seconda parte della frase.
- Immagino. È una professione interessante…come hai deciso di intraprenderla? –
La risata sguaiata di Kyros e Kanon spezza lo scambio di battute tra i due, oltre che la conversazione di molti presenti nella sala, i cui occhi si spostano su di loro.
- Che, scherzi?! Hai presente di chi è figlio?! O quello o come minimo diventava un serial killer! – commenta Kyros.
Sento Saga espirare con lentezza, facendo tremare l’aria attorno a sé di tutte le vibrazioni negative che lo percorrono da capo a piedi.
Faccio per dirgli qualcosa, poi preferisco tacere. Non è il momento.
Eric fa scorrere brevemente gli occhi su tutto il tavolo, prima di commentare:
 – Capisco. –
No, io non credo proprio…
- E Kanon, invece? – prosegue poi, senza ottenere risposta alcuna dalla moglie.
- Come, scusa? – esclama quest’ultimo, sgranando gli occhi e fingendosi sorpreso – Parli con me? Serio? Tu, novizio, violi il tabù supremo del Figlio Inesistente?! Guardati dalla vendetta della Mantide! –

- Dunque dunque…- continua poi Kanon, appoggiandosi con nonchalance allo schienale della propria sedia – Dato che il sottoscritto, meglio noto come Figlio Indesiderato Numero Due, non ne ha voluto sapere di crepare nell’utero, si è beccato circa otto anni di collegio col suo degno compare, per poi finire all’Accademia di Nerdalandia, ovvero l’Istituto tecnico, dove nonostante tutto si è fatto una cultura così in fatto di computer…Papà, ti ho detto che settimana scorsa ho crackato il sistema della Apple e ICloud senza che se ne accorgessero, così ho scaricato foto e cazzi e mazzi di tutto il mondo?! –
- Bravo ragazzo! – si complimenta Kyros, dandogli una sonora pacca sulla spalla.
Eric pare rimanere spaesato dalla strana vicenda che gli è appena stata raccontata, dato che non osa interrompere il silenzio instauratosi se non dopo qualche istante:
- Ehm…ma quindi, all’effettivo…cosa fai nella vita, Kanon? – chiede fissando Evanthia, la quale invece sembra più interessata al suo piatto.
- A parte giovare il mondo della mia esistenza? Gestisco una rivista. Aggiusto computer, o meglio, li monto e smonto come voglio. E violo sistemi di sicurezza, così, per passare il tempo. – risponde lui, tutto soddisfatto.

- E…i ragazzi oggi compiono, se non sbaglio…– azzarda Eric, rivolgendosi ad entrambi.
- Oh dubito che Evanthia ti abbia detto la cifra esatta. Si saprebbe quanti anni ha lei. – ghigna Kyros da dietro il suo bicchiere di vino.
- Venticinque! – esclama Kanon.
- Ventotto. – dice invece Saga, stroncando lo scherzo e ottenendo come replica un semplice cenno del capo da parte del nuovo marito della madre.
La quale, fulminea, non si trattiene dal lanciare:
-…spesi nella più completa inutilità, coronati da tempo sprecato dietro ai rifiuti della società. –
Adesso Saga le lancia il calice di vino in testa.  Spero.
Altrimenti giuro che lo faccio io.
- Mi sorprende che tu sappia dell’esistenza dei ragazzi, Eric… – s’intromette Kyros, l’aria che non promette nulla di buono.
-…addirittura l’esistenza di DUE figli!! – aggiunge Kanon.
-…dimmi, come vi siete conosciuti tu ed Evanthia? –
- Noi? Ci siamo incontrati tre anni fa ad una presentazione e sposati un anno dopo, a Nairobi…- esita l’interlocutore con l’aria di chi NON vuole sapere dove andrà a parare la conversazione.
- Caspita! E non ti hanno dato un premio? Congratulazioni, lei è il sest…no, aspetta, forse settimo maschio a varcare queste leggendarie ed uncinate porte! – commenta Kyros, Kanon che a momenti si ribalta dalla sedia. – Settimo o sesto? Correggimi, Evanthia, io mi sono perso al quarto! Se non sbaglio era pure Scott McFierson, quel figlio di buona donna del mio produttore! Holy shit! –
- Doveva fare il salto di qualità, ti pare? – osserva Kanon. – Tu, misero regista agli esordi che adesso guadagni e scopi pure più di lui! -
- Oh sì! Ma non si può dire che tutto il male viene per nuocere, no? Guarda cosa hanno generato un povero pazzo e una Mantide velenosa…holy shit! Carini, no? – si agita Kyros divertito, allungando un braccio per fare dei grattini sotto al mento al figlio minore e lanciando uno sguardo fiero in direzione dell’altro. - La mia carta l’ho giocata proprio bene: il gene dei gemelli è della mia famiglia! -
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
È finita.
Non ci posso credere!
Manteniamo la calma. Non vorrei fregarmi con il mio stesso entusiasmo, chissà, magari schiantandomi di faccia a terra perché mi sono momentaneamente dimenticata dei tacchi.
Infatti, al momento di separarci, mi aggrappo a Kanon per avere più stabilità, assistendo all’imbarazzante scena della donna che rivolge un gelido saluto sia a Saga che a me, per poi ignorare il gemello minore e rivolgere all’ex-marito un semplice cenno col capo.
- Arrivederci, Kyros, è stato…un piacere. – si congeda Eric con molta esitazione.
- Oh, non preoccuparti Eric, il piacere è stato interamente mio.  A presto! – lo saluta l’altro calorosamente.
La coppia si allontana e sta per salire in macchina, quando Kyros alza un braccio ed urla, sempre rivolgendosi ad Eric:
- E soprattutto, buona fortuna! –
Kanon sghignazza rumorosamente, nonostante la frase venga deliberatamente ignorata.
Mentre il veicolo si allontana lentamente, calano dei lunghi istanti di silenzio, interrotti proprio da Kanon, che alla fine lancia un generico:
- Kebab? –
Saga annuisce, ma prima di pronunciarsi definitivamente sposta gli occhi su di me per avere un riscontro anche da parte mia.
- Una parola – dico solennemente – Crêpe! –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Mezz’ora dopo, eccoci seduti su una panchina, i gemelli e il padre con i loro rispettivi ed enormi kebab in mano, io con il mio lungamente agognato dessert.

Forse dovrei darmi un contegno. Probabilmente ho Nutella e zucchero a velo fin sopra le orecchie…
- Mangia bella, non fare complimenti! Hanno seriamente tentato di farci morire di fame, stasera! – mi incita Kyros gentilmente quando vede che ho rallentato il ritmo della masticazione.
Mi limito a sorridergli, guardando i gemelli: Kanon intento a slogarsi la mandibola dato quanto sono grossi i suoi bocconi e Saga con lo sguardo fisso nel vuoto, che mangia a piccoli morsi.
- Ehi – gli fa il fratello, accorgendosene e dandogli una pacca nella schiena.
L’altro si riscuote, tornando con i piedi per terra.
- Ho mal di testa – si giustifica mestamente, facendo un movimento ripetuto con le spalle nel tentativo di sciogliere nervi e muscoli.
Kanon alza gli occhi al cielo. – Fattelo passare. Adesso chiamo Milo e usciamo. Ho diritto alla mia sbronza e alla mia scopata, possibilmente doppia, di compleanno! –
- Oh certo, festeggiamo il fatto che ventotto anni fa l’aborto non fosse un’opzione socialmente conveniente. – commenta acidamente Saga digrignando i denti.
- Venticinque. E comunque, cazzo, sì! Altrimenti il mondo non avrebbe goduto della mia presenza, ti pare? Inoltre, vorrei festeggiare il fatto che per tutto questo tempo ho sopportato la tua strabordante allegria! – ribatte Kanon sarcasticamente.
Il fratello scuote la testa rassegnato, mentre il padre, ingoiato un boccone, dice:
- A proposito di festeggiamenti…dato che la Mantide si è addirittura abbassata a pagarvi una cena…c’è niente che il vostro vecchio possa offrirvi in dono? –
- Una macchina nuova, grazie. Possibilmente Mercedes. – risponde Kanon immediatamente.
- No. – sentenzia Saga con veemenza, ricevendo da parte di Kyros un lungo e silenzioso esame visivo. – Grazie, ma…non abbiamo bisogno di nulla. – aggiunge allora, ammorbidendo il tono.

- Ripeto, una Mercedes non mi farebbe schifo. –
Kyros scoppia a ridere, e nonostante tutto anche a Saga sfugge un sorriso, prima che si rivolga a me:
- Direi che ti abbiamo fin troppo sconvolto la giornata, Micky. Mi dispiace. –
- Non importa – dico – Davvero. Ma credo che un’uscita con i ragazzi per festeggiare sia un’idea niente male. –
Saga fa un cenno col capo:
- Può darsi…- bisbiglia, per poi alzarsi e chiedere: - Ti portiamo a casa? –
Annuisco.
Torniamo alla macchina e ci mettiamo in cammino verso il luogo sopracitato, Kyros che inaugura il tragitto con una semplice constatazione:
- Non è poi tanto male, questo Eric. Quasi mi dispiace per lui. Quando si renderà conto dell’errore fatto, sarà troppo tardi. –
- Onestamente, cazzi suoi. – ribatte Kanon, accendendosi una sigaretta. – Non si può dire che non sia stato avvisato. -
- Eh, non tutti possono essere come il vostro papà! Vostra madre non lo ammetterà mai, ma sono stato e sempre sarò l’unico grande amore della sua vita! – afferma convinto con un mezzo sorriso ilare – È per questo che mi odia così tanto! -
Kanon si lascia scappare una risatina sadica, gli occhi fissi sul cellulare, che suppongo stia usando per contattare gli altri e organizzare l’uscita dell’ultimo minuto. Lancio una breve occhiata al profilo di Saga nello specchietto retrovisore, cercando qualche traccia di pensiero nei suoi occhi, ma è, o almeno finge di essere, concentrato sulla guida.
Dopo un po’ rallenta e parcheggia davanti al palazzo dove abito, cambiando argomento:
- A proposito di regali…ci sono i tuoi pacchetti lì dietro, ho ritenuto opportuno che li aprissimo con te presente…- mi dice.
- Anche perché se fosse stato per me, il mio sarebbe finito nella spazzatura. – aggiunge Kanon, beccandosi un’occhiata ammonitrice dal fratello, prima di decidersi a passargli il suo per aprirlo.
Attendo con impazienza, scrutando le sue dita che progressivamente scartano l’involucro, fino a scoprire il libro di astronomia che ho eletto a regalo ideale.
- E’…è molto bello, Micky, grazie. – mi dice Saga, cominciando a sfogliarlo con attenzione.
- Quando l’ho visto mi sei venuto in mente, ho pensato che ti sarebbe potuto piacere…- bisbiglio.
- E mi piace, infatti. – conferma lui, accennando un sorriso.
- E questo cosa sarebbe?! – sento esclamare da Kanon nell’aprire il suo pacchetto.
- Dell’antirabica. – gli spiego, facendo un cenno verso la falsa siringa che si è ritrovato in mano.
Mi lancia un’occhiataccia, puntandomela contro con fare minaccioso.
- Non vedo l’ora di constatarne l’efficacia – afferma, cercando un punto scoperto della mia pelle.
Sbuffo.
- Kanon, guarda che nel sacchetto c’è dell’altro. – lo avviso.
Il gemello minore si affretta ad aprire la parte restante del regalo: una maglietta dei Black Sabbath.
- Mhhh…grazie. – mugugna con una smorfia, facendo il sostenuto – Animale. –
- Auguri per i tuoi quasi TRENT’ANNI, stronzo. – ricambio.
- Dillo un’altra volta e ti perforo seriamente. -
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Una volta salutati i ragazzi ed essermi congedata da Kyros, varco il portone del nostro palazzo, udendo alle mie spalle il rumore del motore rimesso in moto e l’allontanarsi del veicolo.
Comincio a salire le scale con lentezza estrema.
È stata una serata…anzi, una giornata…allucinante.
Sono psicologicamente provata.
Tuttavia, non riesco a smettere di pensare. Immagini e sensazioni continuano ad accavallarsi, causandomi un peso al petto.
Cosa posso dire? Che odio Evanthia con tutta me stessa? Che per quanto Kyros possa essere fuori di testa e un personaggio notevole, non è giustificabile rispetto all’ex-moglie?
Non sono fatti miei, dopotutto, se i gemelli non me ne hanno mai parlato…be’, ora capisco perfettamente.

Ciò non toglie che io lo pensi.
Non cancella il fatto che per tutta la cena avrei volentieri preso quella donna a sberle o avrei voluto vederla umiliata almeno quanto stava facendo lei con i suoi figli.
O alzarmi e andarmene, dicendo a Kyros che da ridere c’era ben poco e che tra lui ed Evanthia, non so chi sia stato peggio.
Come se presentarsi ogni tanto con dei regali fosse…!
Avrei voluto mettermi ad urlare. Quello sì. Tantissimo.
Urlare a Kanon di piantarla con quella sua fottutissima maschera d’ironia, a Saga di alzarsi e mandare tutto a farsi fottere,  tutto il male che la mia mente immagina accumulato in tutti questi anni…che si sta perpetuando anche ora, in questo preciso istante, anche se non lo ammetteranno mai, preferendo metterlo a tacere in qualsiasi modo gli passi per la testa.
Soprattutto, urlerei per l’incapacità di poter cambiare le cose.
E il fatto di non poter reclamare il diritto di poterlo fare, perché ho visto solo la punta dell’iceberg e il restante, per quanto possa immaginarlo, non lo conosco e non posso farmi strada a forza in ciò che loro non hanno voluto condividere….

“So che stasera hai sentito l’inimmaginabile.”
Leggo l’SMS di Saga.
“Parole, sì, ma soprattutto pensieri e sensazioni” ammetto “E non mi sono piaciuti. Affatto.”

“Lo so. Non pensarci più.”
Seh. Certo. E cosa dovrei rispondere? Neanche voi?!!!
“…
Divertitevi.
Cercate di non perdervi Milo per strada stasera.
E non mandarmi SMS mentre guidi, incosciente!”

Apro la porta, agognando riposo, quiete e sil...
- DAGLIELE ELLE, DAGLIELE!!!! –
Vedo Lili letteralmente saltare sul divano, imitata da un Seiya invasato, sotto lo sguardo scioccato di Shiryu, seduto tra loro due con le cuffie nelle orecchie.
- MUORI HYOGA, DANNAZIONE!! – urla Elle, agitandosi come un’ossessa sul posto, le mani che a momento staccano i tasti del controller della Playstation.
- COL CAZZO! – è la risposta di un Crystal infottatissimo.
Shun, ovviamente, sta contemplando perplesso il quadretto, rannicchiato in un angolo del divano con un libro in mano e dei biscotti al suo fianco.
Mi blocco sull’uscio, godendomi la scena per qualche istante.
Ammettiamolo: Elle e Hyoga che si ammazzano a Tekken sono uno spettacolo degno di nota.
- Ciao Micky! – mi saluta Andromeda, voltandosi con un sorriso di bentornato.
- Uuuuuhhhhhhhhh, guarda guarda chi è tornato!  - annuncia sadicamente Lili – Allora, com’è andata la cena con la mammina?! –

- Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare.[2] – è il mio laconico commento mentre mi lascio cadere sul divano, sfilandomi le scarpe.
- Anch’io. Ovvero come sei vestita stasera! – commenta Elle, massacrando (figurativamente) Hyoga di pugni.
- Non provocarmi.- l’avverto – Sono stanca, triste e potrei seriamente ammazzare qualcuno. –
- Triste? Perché? – mi domanda Shun, sgranando gli occhi con la sua solita e nota innocenza.
Sospiro, scuotendo la testa.
- Storia lunga, Andromeda. Piuttosto…personale. – spiego brevemente.
Il ragazzo sembra intuire che non posso e non voglio dire di più, così si limita ad allungarmi il pacchetto dei biscotti da cui stava spiluccando.
Ne afferro uno, sorridendo riconoscente e sentendomi un po’ in colpa nei confronti dei gemelli, che hanno passato un compleanno davvero terribile. Uno di una lunga serie, probabilmente.
Rabbrividisco, non osando immaginare i trascorsi. Egoisticamente, di fronte all’accoglienza che ho ricevuto io rientrando, mi sento fortunata.
È bello tornare a casa e trovare qualcuno che è contento di vederti…
- Micky, per l’amor del cielo cambiati, conciata così mi sembri un’impiegata! -

- Crystal – chiamo, lanciando ad Elle un’occhiata di sfida.
- Eh? –
- Passami quel controller! -
 
 
 
N.B:
[1]citazione (censurata) da “Kill Bill, vol.1”, Quentin Tarantino (2003);
[2] citazione da “Blade Runner”, Ridley Scott (1982)
 
 
 

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Capitolo 15
*** With A Little Help From My Friends ***


With a Little Help From My Friends

 
 



Che giornata di merda.
Avrei dovuto capirlo appena sveglia, che facevo prima a rimanere a letto ed ignorare lo scorrere di questo giorno sul calendario.
Prima di tutto, comincia a fare un caldo boia.
Per inciso, io odio il caldo.
Non lo sopporto, davvero. Senza contare che porta con sé tutta una serie di disagi che risultano essere particolarmente fastidiosi per la mia insignificante e stupida persona.
Potrei elencarveli, ma finirei con l’annoiarvi, e la consapevolezza di tale disturbo della quiete altrui da parte mia non gioverebbe al mio morale.
Sintetizzerò il tutto con la semplice informazione circa il NON aver dormito più di tre ore, stanotte.
Aggiungiamoci che mi sono svegliata in ritardo e sono dovuta correre all’esame previsto per oggi, salvandomi in corner con solo dieci minuti di ritardo all’appello, ma guadagnandoci due buone orette di sudore a causa della corsa e della temperatura esterna.
Per cosa, poi?

Bocciata.

Oh è colpa mia: la materia mi faceva e tutt’ora fa ribrezzo, quindi immaginatevi quanta voglia potessi avere di studiarla…senza contare che ho colto al volo le distrazioni che questo periodo mi ha offerto.
Mi consola sapere che era per una buona ragione, ma mi girano i cosiddetti nel pensare che ho un esame in più per questa sessione.
Che palle.
Poteva bastare? Ovviamente no!
Ho pure il ciclo!

Che merdaviglia, come direbbe Seiya.

No, non è vero, non lo direbbe.
Considerato che io, Lili ed Elle siamo mestruate praticamente nello stesso periodo, sa perfettamente che gli conviene stare zitto.
Ad ogni modo, conclusione: sto da schifo e ho l’incazzatura a mille.
Vorrei solo trascinarmi a casa, sfondarmi di cioccolato e guardare musicals a ripetizione. O dormire, possibilmente per tre giorni.
Ma i miei allettanti piani dovranno aspettare stasera, purtroppo.
Lancio una breve occhiata alla mia amica. Di solito anche lei si lamenta per questo tipo di temperature, ma suppongo che in questo caso il gioco valga la candela.
Lili se ne sta appoggiata con noncuranza alla macchina, gli occhiali da sole  sugli occhi, le braccia incrociate al petto che sottolineano la scollatura da manga (sì, anche lei) e una mano che giocherella con le chiavi del veicolo.
Io mi sono rintanata all’ombra del suddetto, seduta a terra.
- Manca molto? – domando, più con stanchezza che altro.
- Cinque minuti. – mi informa lei dopo aver brevemente guardato lo schermo del suo cellulare.
Appoggio la testa alla portiera, non osando immaginare l’inferno che si scatenerà tra poco.
- Ma solo il mio liceo sembrava un container industriale abbandonato dal secondo dopoguerra?! – è il saluto della terza Erinne.
- Ciao Elle. – la saluto – No, anche il mio, per quanto l’avessero ritinteggiato con colori assurdi. –
- E tu non hai mai superato il trauma, vero?! – ribatte lei fissando la mia maglia arancione, beccandosi un’occhiataccia da parte mia.
- Piuttosto, arrivi dal JJ? – le chiede Lili.
- Sì. Toh guarda, hanno aperto l’asilo. – annuncia Elle, sedendosi accanto a me.

Il liceo artistico della città fa parte di uno dei due omnicomprensivi che in questi anni hanno ospitato più o meno tutti i nostri amici.
In particolare, questo indirizzo è stato destinato all’edificio più antico, il cui piazzale è costituito da un prato ben curato, parcheggi per biciclette e motorini.
Tutto stranamente pulito ed in ordine, se consideriamo la fascia di età dei frequentatori, che proprio in questo momento cominciano ad uscire dalla scuola.

- Ma anche noi eravamo così? – domando perplessa, scrutando i vari esempi di fauna adolescenziale con sguardo curioso.
Lo stesso che la maggior parte di loro dedica a noi, soprattutto a Lili.
- Fidati. No. – mi risponde quest’ultima, guardandoci con espressione piuttosto eloquente.
Noto che Elle si è rimessa a disegnare, la testa praticamente nel foglio che ha eletto a tela per lo sfogo dei suoi trip mentali. Poi penso a come sono conciata io, mio malgrado.

Animali curiosi: una realtà sempre più vicina”, ecco come chiamerebbero un documentario su di noi.
E continuo ad avere la stessa frase in mente.
DM was here.
- E che diamine! Era ora! – esclama Lili all’improvviso, facendomi spostare l’attenzione sull’oggetto del suo rimprovero.
- Yu-huuu Kiki! Ci vediamo domani! – saluta una ragazza piuttosto carina, passando una mano tra i capelli rossi del ragazzino, che ride divertito.
- Che fa quella?! Tocca?! Non si tocca! – sentenzia Lili bellicosamente, staccandosi di botto dalla macchina e andando in quella direzione.
- Lili…- fa Elle per trattenerla, ma viene previdentemente ignorata.
- Torna qui. – cerco di dare blandamente il mio contributo, pur sapendo che non verrò ascoltata e…be’, sono troppo stanca per metterci più entusiasmo.
Nel frattempo la nostra amica ha raggiunto Kiki nel giro di poche falcate, attirandosi le occhiate curiose dei presenti, soprattutto quelle della ragazzina incriminata. Il ragazzo invece nel vederla sorride a cinquantaquattro denti, allargando le braccia ed esordendo con:
- Ciao, granata del mio cuore!!! Come…-  ritrovandosi zittito dall’improvviso incollarsi delle labbra di Lili alle sue.
- LILI! –esclamiamo io ed Elle.
- Oh piantatela! Fratello maggiore non vede, galera non duole! – ribatte lei staccandosi dal ragazzo e fulminando con gli occhi chiunque li stia squadrando, in un chiaro atteggiamento che urla: “Mio! State indietro, pischelle!”.
Kiki rimane un attimo stordito da quanto appena successo, con tanto di capelli scarmigliati, mentre Lili si guarda attorno soddisfatta sotto gli sguardi sconvolti delle ragazzine.
Le quali, dopo aver richiuso la bocca per la sorpresa, cominciano a parlottare tra loro in modo concitato, commentando l’accaduto.
- Hai visto?! –
- Ma chi è? –
- Io credevo che Kiki fosse libero! -
- È vecchia. -
Spero che Lili non abbia sentito quest’ultima affermazione, ma non sembrerebbe, dato che la sentiamo sentenziare:
- Puzzi come un batterista dopo un concerto! – rivolta al ragazzino.
- È l’odore di maschio! – fa Kiki con un sorrisetto orgoglioso.
- No, sono due ore consecutive di educazione fisica. – lo corregge una voce.
Spostando lo sguardo alle spalle di Kiki, cogliamo i cosiddetti tre fedeli moschettieri con cui di solito il rosso va in giro.
- Oh sta’ zitto Shadir, nemmeno tu profumi di rose! – ribatte lo spasimante minorenne della nostra coinquilina.
Benam, Lear e Shadir . Gli ultimi due sono nella stessa sezione parallela a quella del nostro amico, il primo è nella stessa classe.
Abbiamo già avuto modo di incontrarli un paio di volte, dato che nella maggior parte dei casi Kiki se li trascina dietro ovunque vada (e loro fanno altrettanto con lui).
- Complimenti per il coraggio, Lili. – aggiunge Lear in questo istante, riferendosi al probabile odore che emana involontariamente l’amico.
– E per aver dato a questa scuola un po’ di gossip su cui speculare. – completa Benam.
- Era mio dovere. – risponde lei. – Chi era quella, eh?! –
- Ehm…be’, ecco, lei era…- Kiki cerca disperatamente un appiglio per salvarsi la pelle.
- Oh, non mi interessa, ma sappi che se ti tocca un’altra volta è una bambina morta! E tu un castrato! –
Nonostante tutto, ci mettiamo a ridere.
- Allora per stasera ci serve un film che spacca – commenta Shadir – Potrebbe essere la tua ultima da uomo, Kiki. –
- Signori, alla videoteca! – esclama Benam con espressione solenne.

ΩΩΩΩΩΩ

 
Avendo deciso di accompagnare i ragazzi, giungiamo tutti e sette alla destinazione designata, nonostante ci vogliano cinque minuti buoni per staccare Elle  dalla vetrina della fumetteria collocata proprio di fianco.
- Elle, hai già esaurito il tuo budget mensile. – le ricordo, trascinandola.
- Maledetto corpo! – impreca lei – Che bisogno c’è di mangiare?!La prossima volta che decido di fare la spesa, impeditemelo! –
Scuoto la testa, seguendo gli altri all’interno della videoteca e…
- IORIA?! E tu che cavolo ci fai qui?! – esclama Lili nello scorgere il ragazzo seduto dietro al bancone.
- Ci lavoro. – è l’atona risposta di Aiolia, il mento appoggiato sul palmo di una mano.
- Trattieni l’entusiasmo, mi raccomando. – lo rimprovera Elle, facendosi fulminare con lo sguardo.
- Scusa, e tu qui come ci sei finito? – insisto.
- La musica non ti da’ abbastanza pane, vero? – domanda Lili.
- Già. Ho mandato il curriculum qui, alla fumetteria e al negozio di musica. -
- E ti hanno preso qui. – conclude Lear.
- E ti rode che non ti abbiano assunto alla fumetteria. – infierisce Shadir mentre passa in rassegna lo scaffale dei film di fantascienza.
Aiolia gonfia stizzosamente le guance, ignorando l’ultima osservazione e spostando lo sguardo con aria annoiata. Dopo qualche istante spalanca gli occhi, sorpreso:
- Shaka?! -
- KIKI? – fa un’altra voce.
- MUR! –
- LILI! –
- Che vuoi?! – conclude lei, rivolta al fratello di Kiki.
- Shaka che ci fai qui? Ti sei perso? – domanda Elle senza distogliere l’attenzione dal DVD che ha in mano.
Il biondino, entrato nella videoteca con Mur, punta direttamente sul coinquilino, chiedendo:
- Volevo solo sapere se stasera, come al solito – marca particolarmente l’ultimo pezzo di frase – tu e Marin sarete da noi. –
- Perché, avevi intenzione di dare una festa?! – ribatte Aiolia - No, stasera sono da Milo. Ho promesso che passavo a trovarlo per distrarlo un po’ dallo studio. –
- Bene. –
- Tutto qui?! –
- Sì. –

- Ma risolvere tutto via SMS no, eh? – protesta Aiolia tra le esclamazioni concitate di Kiki e Mur.
- Mur dannazione, adesso esageri! – sta giustamente dicendo il ragazzino – Non puoi starmi così addosso! –
- Dovevi andare dal dentista!!! – lo riprende il fratello.

- Ah. – è l’unico commento di Kiki. – Ops. Eh dai, sarà per un’altra volt…-
- No! Ci andiamo ora! –
- Ma io ho da fare! Lili…-
- Non peggiorare la tua situazione! E con lei farò i conti poi! -
- Barbaggianate! – replica lei con una linguaccia, scatenando le risate di Shadir, Lear e Benam.
Kiki sospira, capendo che è una battaglia persa, e si volta verso i suoi amici: - Be’ ragazzi…forse ci vediamo stasera. Non piangete per me. Sopravvivrò. Domani è un altro giorno e….-
Benam, Lear e Shadir si guardano rassegnati, alzando gli occhi al cielo.
- E a te, mia amata! -  continua poi, rivolto a Lili - Buona notte, buona notte! Lasciarti è dolore così dolce che direi buona notte fino a giorno! [1]
- Kiki, sono le cinque di pomeriggio e il sole splende. – gli fa notare Elle, beccandosi una gomitata assassina nelle costole da parte di Lili, indignata per la distruzione del momento romantico dedicatole.
- Mpf. – è il commento di Ioria mentre Shaka e Mur se ne vanno, Kiki trascinato quasi per il collo.
- Vabbè. Quindi dopo vai da Milo? – gli chiedo.
- Sì. Volete venire anche voi? Ho la netta sensazione che un po’ di distrazione non gli farebbe male. –
- Davvero? – domando.
- Direi. Quando abbiamo chiuso la conversazione al telefono stamattina mi ha detto ci rivediamo a giudizio. -
 

ΩΩΩΩΩΩ




Devo ammettere che Milo in versione studio è qualcosa che nemmeno la mia immaginazione mi avrebbe mai proposto.
Sorvoliamo sui pantaloncini, lontano ricordo di qualche partita di calcetto al liceo.
O sulla canottiera palesemente infilata al contrario.
O sulle lievi occhiaie, più che comprensibili.
Ma con i capelli legati non si può guardare!
- Uhm, interessante. Esiste anche una tua versione maschile?  – domanda Lili non appena la figura del ragazzo si staglia sull’uscio dopo aver aperto la porta.
- Ciao bimba. – sbuffa lui, prima di precisare: - Non abbracciarmi: puzzo. –
- Non ho mai detto di volerti abbracciare. – ribatte lei, entrando.
- Ciao Milo – saluto mestamente, mentre Elle fa un semplice cenno col capo e seguiamo Lili. – Come stai? –
- Sei gentile a chiedermelo, bimba, ma credo che passerò questa domanda…- afferma lui per tutta risposta, facendoci cenno di accomodarci in cucina.
- E allora, come procede lo studio? – domanda Aiolia, una volta seduti al tavolo.
- Pff! Quale studio?!  Sto ancora tentando di riprendermi dalla festa di Kanon! – ribatte lui , aprendo il frigo per valutare cosa offrirci.
- Ma è stata una settimana e mezzo fa. – osserva Elle.
- Fidati, non vuoi sapere cos’è successo. E sinceramente, neppure io. – la informa il ragazzo, mettendo sulla superficie lucida ciò che il suo esame ha riscontrato essere presente all’interno dell’elettrodomestico.
Cioè acqua, Coca-Cola e birra.
- Alla fine dove siete andati? – chiedo.

- Non credo di ricordarmelo. – ammette Milo dopo una lunga pausa di riflessione, versandosi un bicchiere della soda scura – Ad essere sinceri, credo che nessuno abbia la più pallida idea di cosa sia successo, quella sera. Non sono nemmeno sicuro che Saga fosse veramente lì con noi, probabilmente ci vedevo doppio io. –
- Come come? Il Re Sole è disceso tra il popolo?! – commenta Lili.
- Come sei ricercata. – è l’osservazione Elle circa il commento appena fatto.
- Chiaro, sono una donna di cultura io. Raffinata. – ribatte l’altra – Allora, cos’ha convinto il signorino a muovere il culo?! –
Scuoto la testa, alzando gli occhi al cielo.
- A me lo chiedi? Non sono manco sicuro che fosse lui! – ripete Milo.
- Micky – fa Elle.
- Che? –
- Tu eri con loro quel giorno. –

Il seguito, come sempre con lei, è sottointeso. Elle, molte volte, tende a dare per scontato che le persone capiscano cosa intende dire.
Peccato che si dimentichi di specificare di cosa sta parlando o di fornire una minima idea di cosa vuole comunicare.
In questo caso, il seguito che mi tocca dedurre è:  “quindi saprai se Saga dovesse uscire o meno”.
- Io sapevo che solo Kanon aveva in programma qualcosa quella sera. Saga mi aveva detto che non avrebbe festeggiato. Oddio, dopo quella giornata infernale perfino io avrei fatto di tutto pur di non rimanere da sola a pensare, però…- dico.
C’è un attimo di silenzio, prima che Milo se ne esca con la seguente affermazione:
- Sai, sono sicuro al novanta per cento che ci fosse anche Saga. Altrimenti non mi spiegherei l’immagine di Kanon praticamente trascinato a casa a peso morto. O viceversa, per quanto poco credibile. E…che stai facendo, bimba? –
L’ultima domanda è rivolta a Lili, che si è avvicinata a lui ed ha preso ad analizzare con aria critica la massa informe che sono i capelli biondi così malamente legati.
In particolare, Milo si è insospettito per l’ultimo gesto compiuto dalla mia coinquilina, che con una mano stava tentando di sciogliere uno dei probabilmente innumerevoli nodi.
- Sta’ fermo e nessuno si farà male. Forse. – lo avvisa lei,  provando a sfilare l’elastico che dovrebbe tecnicamente tenere tutto insieme.
Milo le lancia un’occhiata perplessa, prima di decidere che può anche provare a fidarsi e lasciarla fare. Così Lili comincia a tentare di sbrogliare la massa informe a cui sono ridotti i capelli del  greco, sentenziando:
- Non mi stupirei se trovassi dei nidi di rondine, qui dentro! -
- Ma cos’è questa storia che vorresti farti la mamma dei gemelli? – domanda invece Elle.
Milo sposta gli occhi su di me, deducendo che sì, io e le mie coinquiline abbiamo avuto modo di discutere di cosa sia effettivamente successo quel giorno, e stringendosi poi nelle spalle.
- Bah, vecchi scherzi tra amici. – dice – Non si può negare che Evanthia abbia del fascino, ma…-
- Il fascino di un serpente velenoso, forse. – lo interrompo mio malgrado, ottenendo solo un sorrisetto comprensivo da parte del ragazzo.
-…ma non credo che lo farei davvero. Insomma, il sogno adolescenziale ci può stare, ma dalla teoria alla pratica…insomma, è la madre di Kanon! –
Uhm.
Allora anche Milo ha dei limiti.
- Guarda che a Kanon non gliene frega niente. – osserva Aiolia, dopo aver commentato con una palese espressione da “non prenderci per il culo”  la negazione di un effettiva possibilità di accoppiamento Milo-Evanthia.
- A Saga sì, però. – ribatte l’altro con aria d’intesa. – Forse. –
- E’ bello sapere che vi conoscete così bene. – dice Lili sarcasticamente, tirando su una ciocca bionda per sbrogliare un  nodo. – Se va avanti così mi servirà un pettine. Grosso. –
- Ai gemelli non piace parlarne. E noi ci guardiamo bene dal fare domande. – commenta brevemente Milo, con un’evidente  smorfia di dolore. – Quel poco che sappiamo, lo abbiamo dedotto. Io ho scoperto dell’esistenza di Kyros solo in terza superiore. Tu prima, se non sbaglio, vero Aiolia? Tuo padre lavora per Evanthia. –
- Uhmmm sì. – conferma quest’ultimo - Infatti io e Aiolos li conosciamo da molto più tempo degli altri. La prima volta che ricordo, mio fratello aveva 8 anni. -
- Ah ecco perché quella donna infernale ha fatto il nome di tuo fratello, ad un certo punto. – osservo, rivolgendomi a lui. – Voleva far pesare a Saga il fatto che Aiolos sia fidanzato e lui no. –

- MIO FRATELLO È COSA??! – esclama Ioria con voce più alta di tre ottave.

Oh oh. Che cazzo ho combinato adesso?
- Ehm…non lo sapevi? – azzardo, pur constatando la sua espressione di palese sorpresa.
- No! E l’ho sentito ieri! – risponde infatti con aria esasperata.
- Oh. Scusa, io…-
-Ma dai Ioria, sono sicuro che non te l’ha detto perché preferiva comunicartelo di persona, magari via Skype…- azzarda Milo.
- Oh sì. Certo. Come no. Vuole SEMPRE, dirmi le cose di persona. Talmente tanto che le sa prima Saga di me. O Kanon. O chiunque altro tranne il sottoscritto.–
Ecco.
Sono girate le palle ad Aiolia.
- Vorrei proprio sapere chi è, questa ragazza. – aggiunge poi.
- Ma soprattutto, è reale? – chiede Lili. – No perché in quel caso…tra lui fidanzato, Saga che ha una vita sociale... ci manca solo che Shaka si converta al Cristianesimo, e le abbiamo proprio viste tutte! –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Su Milo, dicci di più. – pretende Lili.
Armata di pettine, che ha prontamente ordinato al greco di portarle per poter proseguire indisturbata la sua operazione circa la zazzera bionda del ragazzo.
- Che? Perché ?! –
- Perché sappiamo benissimo che qualche informazione in più ce l’hai e che sei una pettegola della peggior specie. – spiega brevemente Elle.
- Non è vero! Aiolia, diglielo tu! – protesta lui, ma l’amico gli lancia un’occhiata fin troppo eloquente che conferma le nostre tesi.
- Giuda. – lo apostrofa Milo con espressione di falso sdegno - Dunque…per quello che ne so io, Evanthia era una modella, da giovane. Di buona famiglia, come base. Si è sposata molto presto, se non sbaglio con uno dei suoi fotografi. Poi c’è stato il secondo marito. Non vorrei sparare cavolate, ma mi pare che fosse un pubblicitario. Erano ancora sposati quando è arrivato Kyros. –
- E scoccò l’amore di una vita…- fa melodrammaticamente Lili, per poi correggersi: - Come no. –
- Questo non lo so. – Milo assume un’aria pensierosa – Credo che nemmeno loro, a sentire Kanon, abbiano mai capito che razza di rapporto avessero.-
- Kyros sostiene di essere stato il grande amore di Evanthia, ma non so fino a che punto scherzasse. – dico, accennando alla conversazione avuta con l’uomo in macchina quella sera.
- Può essere. Ciò non toglie che è durata fino ai sei anni dei gemelli. Divorzio, i figli in collegio e bla bla bla. – riassume Milo.
- Si sono sforzati, considerata l’opinione che ha Evanthia dei figli. – butto lì a denti stretti.

- Non ti è ancora andata giù, vero? – mi domanda Elle.
- Assolutamente no! – sbotto – La odio. Sarebbe da…-
- Ah, gli idealisti. – mi interrompe Lili, dando uno strattone ai capelli biondi di Milo, che spalanca gli occhi per la sorpresa. – Sanno sempre come trovare nuovi mulini a vento contro cui combattere.[2]
Mi zittisco, non sapendo come difendere la mia causa.
Mi rendo perfettamente conto che l’immagine di me armata di spada in procinto di affrontare  un drago-Evanthia fa piuttosto ridere. Sento la sicura risata di Kanon nella mia testa di fronte ad una scena del genere.

Non è colpa mia.  Divento…iperprotettiva nei confronti di chi mi è vicino.
Appartengo alla politica del “fai del male a chi voglio bene e ti distruggo.”
Il che suona fastidiosamente melenso, presuntuoso, infantile, da diabete…e chi più ne ha, più ne metta.
Senza contare che è seriamente ridicolo, se consideriamo che i gemelli hanno ventotto anni, sono alti quasi un metro e novanta e sono sia economicamente che psicologicamente indipendenti.

Oh bè.
Ucciderò mentalmente Evanthia tutte le volte che vorrò.
Milo sorride di fronte alla mia palese rassegnazione, ma la sua attenzione viene richiamata dalla domanda che Elle pone ad Aiolia:
- Scusa, ma se Saga e Aiolos si conoscono da quando hanno otto anni, Evanthia e Kyros già erano separati, come avete fatto ad incontrarlo? –
- Bè, ogni tanto passava del tempo coi figli. Poco, dati gli impegni e il fatto che a parte durante le vacanze, i gemelli non erano mai a casa, però ogni tanto c’è stato. – spiega Ioria. – È per quello che Milo l’ha conosciuto solo in terza superiore. –
- Chissà se noi avremo mai l’occasione  di fare la sua conoscenza, eh, Micky?! – mi rimprovera Elle.

Inutile dire che sia lei che Lili hanno cominciato a tartassarmi non appena ho avuto modo di descrivere loro il soggetto in questione.
MUOIONO letteralmente dalla voglia di fare la sua conoscenza.
Soprattutto, se ho capito bene, per sottoporgli un paio di idee per dei film, ho preferito non indagare ulteriormente a proposito di cosa.
Mi pare c’entrassero gli alieni, del sangue e del sesso, ma non sono sicura.
Meglio non scoprirlo mai.
- Anche mia madre ha preso Kyros subito in simpatia – commenta Milo con aria divertita.
- Tua madre prende in simpatia tutti. – gli ricorda Ioria – Perfino Aphrodite e Death Mask. E stravede per Camus. –
- Oh poveretto, è genetico allora! – osservo scherzosamente. – Adesso dimmi che adora Evanthia e sappi che dovrai presentarmela assolutamente! –
- No, però la trova molto affascinante e di classe. – mi corregge Milo, sussultando per l’ennesimo strattone ai suoi capelli. – Ehi bimba, vacci piano! –
- Dillo al gomitolo informe che sto provando a sbrogliare da dieci minuti! – protesta Lili. – Prima o poi ci troverò una farfalla morta, tra tutti questi nodi! –
Milo sbuffa.
- Comunque, per tornare ai gemelli…- riprende - Saga e Kanon vivono da soli da almeno una decina d’anni. Appena maggiorenni hanno…abbandonato il nido. All’inizio, se non mi sbaglio, Kyros ha dato loro una mano economicamente, però contro la loro volontà. Almeno, contro quella di Saga di sicuro. Suo padre l’ha spuntata solo circa le rette universitarie. -
- Me li ricordo, i pomeriggi spesi a casa loro. C’era un sacco di spazio, dato che hanno comprato i mobili poco a poco. All’inizio dormivano nei sacchi a pelo! Poi sono arrivati i materassi. – aggiunge Aiolia.
- I migliori rave della nostra vita, in quella casa. – conferma Milo. – Quegli anni di collegio sono insospettabilmente serviti, a quei due. –
- Strano che Kanon non si sia fatto espellere. – dico, ma Elle mi riprende immediatamente:
- Che, scherzi?! Finché mammina paga…e ti pare che un soggetto del genere non sborsi soldi pur di tenere i mostriciattoli fuori di casa?! –
- Oh. Giusto. –
- Inoltre, non sottovaluterei Saga, Micky. – è il commento di Milo. – Pare che anche lui abbia dato delle belle grane ai dirigenti del collegio, ai tempi. –
- Saga teppista?! Voglio le prove! – pretende Lili, agitandosi col rischio di strappare seriamente una ciocca al greco. – Finché non vedo foto, moduli, video, qualsiasi cosa, non credo! -
- Manco io. – le fa eco Elle.
- Probabilmente Kanon ha tutto. – le informo.
- E voi avete quelle che attestano la pettegolaggine di Milo. – commenta Aiolia con un ghigno.

 ΩΩΩΩΩΩ


- Piuttosto ragazze, qualcuno si ricorda a chi toccano le pulizie questa settimana? – domanda Elle.
- Te lo dico subito. – le rispondo, estraendo dalla borsa il mio quadernino nuovo nuovo su cui scrivo tutto ciò che c’è bisogno di segnarsi, da promemoria a frasi da mettere in qualche ipotetico racconto.
- Bel quaderno. – commenta Ioria, osservando la rilegatura in pelle con le decorazioni verdi.
- Ti piace? Me l’hanno regalato proprio Saga e Kanon per il mio compleanno. Più il DVD Special Edition di “Notre-Dame de Paris“! – affermo con soddisfazione. - Cioè, più Saga che Kanon, dato che Lo Stronzo mi ha portato un sacco di semi di girasole. – dico.
- Come?! Vorrai dire un sacchetto. – mi corregge Aiolia.
- No no, proprio un sacco, tipo quelli da grano. Grande criceto, grande scorta. – spiego brevemente.

Effettivamente, a livello di regali quest’anno è stato un compleanno molto strano, se consideriamo cos’ho trovato sul letto il giorno fatidico al mio risveglio.
Un pacchetto, sospetto confezionato da Elle, con fiocco e dentro…
Tre piantine grasse.
Alla mia espressione perplessa, sia lei che Lili hanno replicato: “Ti ricordi quando ti abbiamo detto che piuttosto che un uomo, è sempre meglio una pianta grassa?!”.

Oh bè.
Ho deciso di collocarle sulla mia scrivania.
Battezzandole Micky, Lili ed Elle.

Mentre tento di ritrovare la pagina dove ho segnato i turni sopracitati, sentiamo il suono di un mazzo di chiavi che viene scosso e poi la porta d’ingresso aprirsi.
- Bonsoir, tout le monde [3] – è il saluto del nuovo arrivato.
- Ciao Camus! – esclamiamo quasi in coro, lasciandolo interdetto.
Probabilmente non si aspettava tutta questa gente…
- …mh…ciao Ca…AAAHHHHHHHH!!! –


- Sbaglio o era la voce di Shura? – fa Ioria.
- Shura? Ma no dai, mica è in casa. – dice Elle.
- A me sembrava Shura però. – insisto io.- Milo? –
- Boh. Non sono sicuro di averlo sentito rientrare…- risponde lui vagamente.
- Camus, porca miseria, riprenditelo! –
Questa era seriamente la voce di Shura. A giudicare dal suono, proveniva dal salotto.
Io ed Elle ci alziamo in contemporanea, affacciandoci dalla cucina e trovando la figura del ragazzo effettivamente sdraiata sul divano.

Cioè, è sempre stato presente e nessuno se n’è accorto?!

Abbiamo seriamente dei problemi!
- Lavoisier! Finalement![4]esclama Camus per tutta risposta al precedente reclamo di Shura.
- Oh cazzo, ma allora è tornato! – commenta Milo, strabuzzando gli occhi.
-...mmmmhgf. – grugnisce lo spagnolo dal divano per tutta risposta.
Suppongo stesse beatamente dormendo.

Mi rendo conto che non ho ancora avuto modo di parlarvi del “quarto inquilino” di questo appartamento.
Lavoisier[5].
Si narra che Camus l’abbia ricevuto in regalo al suo tredicesimo compleanno.
Suo padre non voleva acconsentire all’acquisto del Piccolo Chimico, così la madre ha ripiegato su quello che a suo avviso doveva essere un silenzioso e discreto compagno di giochi.
Un gattino.
Preso da uno dei migliori allevamenti di razza, consegnato all’adolescente con tanto di fiocco blu attorno al collo, la mattina della festa.

Ora, so cosa vi state immaginando.
Una piccola e tenerissima palla di pelo con un nastro più grosso della sua testa arrotolato attorno al collare, posato con amore sulle ginocchia esili di un Camus all’ingresso della pubertà.

Be’, scordatevelo!
Lavoisier è un gatto norvegese delle foreste.
Già all’epoca pesava come minimo quattro chili.
Una cifra effimera, se si considera che è stata abbondantemente superata nel giro del primo anno all’interno della casa.
Più che un gatto, è una lince.
Non oso pensare quanto spenda Camus per sfamarlo, quelle volte che il gatto è in casa.
Infatti, Lavoisier ha l’abitudine di uscire dalla prima finestra aperta che trova, saltare in giardino e sparire anche per una settimana buona.
Non si sa dove vada, quando torni o cosa faccia, per quanto un’idea ce la siamo fatta tutti.
Siamo fermamente convinti che si faccia sfamare anche da altre famiglie del vicinato, per poi tornare e rompere i cog…voglio dire, allietare l’appartamento dei ragazzi con la sua morbida presenza.
Per rientrare, in genere si fa trovare davanti al portone o direttamente sull’uscio di casa.
Ovviamente, se gli inquilini sono dentro affretta il  rientro annunciandosi con ripetuti miagolii, finché la porta non gli viene aperta.
- Bah alors, Lavoisier, t’as été où cette fois? Je commençais à me préoccuper! [6]– sento commentare dal francese mentre fa scendere l’animale dal ventre di Shura, su cui si era accomodato con tanto di artigli ben piantati nel tessuto della maglietta del ragazzo.

Credo seriamente che quel gatto sia l’unico essere vivente verso cui io abbia visto Camus dimostrare una qualsivoglia forma di affetto.
A parte Milo, se consideriamo che vive ancora qui.
Lavoisier è stato portato qui non appena il padrone ha lasciato la casa paterna per gli studi. Mi pare che sia stata la madre ad insistere al riguardo.
Forse temeva che il figlio si sentisse solo, dato il cambiamento? Con uno come il greco in giro per casa?!

Secondo me è più probabile che volesse evitare la bancarotta, considerate le spese per sfamarlo.
- Dis, tu as faim?[7] – prosegue Camus, sempre rivolto al gatto.
Lavoisier gli si struscia lentamente contro una gamba, per poi seguirlo verso la cucina stando attento a non mostrare il suo chiaramente debordante entusiasmo.
Come no.
È proprio vero che gli animali domestici assomigliano al padrone.
Ed un gatto non poteva essere compagno migliore, per Camus.
Insomma, una compagnia sufficiente a non impazzire, nessuna invasione o violazione della privacy, scambio rispettoso di diritti e doveri…
Un tacito accordo tipo: “allora, niente di espansivo, ognuno i propri spazi, una carezza ogni tanto e cibo”.
E che ciò basti.

Secondo me se fosse umano Lavoisier parlerebbe pure francese, come minimo.
- Gatto! Qui, gatto! – fa Elle, allungandosi verso il felino.
- Elle, guarda che ha un nome . E comunque non ti sta cagando. – osservo, lanciando una breve occhiata al soggetto in questione.
Che in questo istante se ne sta seduto sull’uscio della cucina, la coda che ondeggia pigramente da destra a sinistra, gli occhi verdi inquietantemente fissi su Milo.
- Gatto di merda. – è il commento bisbigliato dal greco, ben attento a non farsi sentire.

Oh sì, c’è un altro piccolo dettaglio che dovete sapere su Lavoisier.
Ce l’ha PALESEMENTE con Milo.
È capitato più di una volta che quest’ultimo lo trovasse comodamente spaparanzato tra i suoi vestiti, chiaramente presi in ostaggio, pena la scarnificazione istantanea.
Oppure sulla propria pancia intento a fissarlo, in piena notte o al momento del risveglio.
Senza contare le volte in cui gli ha fregato il cibo da sotto al naso.
Con Shura…
In realtà Shura e Lavoisier si guardano da lontano.
Della serie “sei un animaletto strano, chissà a cosa servi”.
Il gatto non arriva a fargli i dispetti come a Milo, ma non raramente lo spagnolo se lo trova gironzolante attorno con la coda alzata come un periscopio e gli occhi puntati addosso.
Senza contare che un paio di volte si è fatto le unghie sui suoi maglioni, quelli belli spessi di lana confezionati da sua nonna.
O la situazione che vi ho appena descritto.
Elle e Lili sono fermamente convinte che l’animale in realtà stia solo prendendo le misure per potersi mangiare i due coinquilini del proprietario, nel caso perissero per morte accidentale in seguito ad un incidente domestico.
- Shura, hai già comunicato alle ragazze la buona notizia? – domanda  Camus allo spagnolo mentre serve da mangiare a Lavoisier.
- Quale buona notizia? – domando incuriosita.
- Il nostro Shura, qui – spiega il francese – Ha appena ricevuto una proposta interessante dall’università. Tre mesi all’estero. -
- Cosa cosa? Te ne vai?! – esclamo.
- Già – risponde Shura senza nemmeno aprire gli occhi. – Parto la prima settimana di settembre. –
- Ma io ho tre esami quest’autunno! – protesta Elle.
- Uhm. Immagino la felicità di Camus. Da solo per tre mesi in casa con Milo. – osserva Lili.
- Io ho tre esami tra settembre e novembre! –
- Elle, abbiamo capito. Datti una calmata. – le faccio notare. – Scusa Shura, e che vai a fare? Soprattutto, dove? –
- Spagna. Valencia. Vado per conto di quella cariat…cioè, per conto del professore di Filosofia Morale. Deve ancora specificarmelo, cosa devo fare. O forse l’ha fatto e io non ho capito. Parla in modo strano.- mi risponde svogliatamente lui.
- Oh, capisco. – è il mio unico commento. – E come farete con l’affitto? –
- Ci organizzeremo. – fa Camus con sicurezza.

Suonano alla porta.
- Shura per favore puoi aprire tu? – chiede il francese.
Lo spagnolo esegue, con la sua ben nota voglia di vivere.
- Ciao! – saluta una voce sconosciuta che subito attira la nostra curiosità.
- Ciao. Camus, è per te. – afferma Shura, lasciando il posto al francese davanti all’ingresso.
- Ciao, sono passato per il libro, ti ricordi? – fa la voce dello sconosciuto.
- Sì, entra pure, te lo porto subito…- risponde Camus, facendosi da parte per far entrare l’ospite.
Colgo Lili sporgersi oltre la testa di Milo per vedere meglio, mentre io  mi abbasso a riporre il quaderno in borsa, per poi rialzare il capo.


!!!!!!
@#]%&$£”?^!!!

My life is brilliant. My love is pure.
I saw an angel.
Of that I'm sure[8]

Zitto, cervello!!!

Scene di incontri fugaci su un autobus.
Un caffè universitario. Una chiacchierata casuale davanti ad un cappuccino.
Una conversazione notturna che non finirebbe mai.
Musica di sottofondo…
- Bè, già conosci Shura, Milo…lui è Aiolia…-
You’re beautiful.
You’re beautiful.
You’re beautiful, it’s true.
Basta basta basta, maledetto James Blunt!
Micky, ripigliati cazzo!
Non è il momento! E poi, che ti prende, si può sapere?!
-…ah, loro sono Lili, Elle e Micky. -

Oddio.
Sono vestita alla cazzo, mi fa male la pancia ed ho la pessima sensazione di puzzare, a causa di questo caldo.
Sono un cesso.
Un brutto criceto obeso con gli occhiali e i capelli arruffati.
Decisamente sì!,dice la voce di Kanon nella mia testa.
Basta!
NO!  PER NULLA PRESENTABILE per fare la conoscenza di questo nuovo soggetto.
Che ci saluta con un lieve sorriso, abbagliante quanto basta:
- Piacere. Isaac. –
 
 
 
 
 
 
N.B:
[1]Citazione da “Romeo e Giulietta”, William Shakespeare, Atto II, Scena II;
[2] Citazione da  “Don Chisciotte della Mancia”, di Miguel de Cervantes Saavedra;
[3] franc. = Buonasera a tutti;
[4]franc.= Lavoisier! Finalmente!;
[5]nome preso da Antoine-Laurent Lavoisier (Parigi, 26 agosto 1743 – Parigi, 8 maggio 1794) = nobile, biologo, filosofo, chimico ed economista francese;
[6]franc.= Bè allora Lavoisier, dove sei stato questa volta? Cominciavo a preoccuparmi!;
[7] franc.= Di’, hai fame?;
[8]“You’re Beautiful”(2004), di James Blunt;
 
 
NdA:
Louis si scusa per l’attesa, ma il periodo non è dei migliori…e non ha la più pallida idea circa il prossimo aggiornamento.
*linciaggio sulla pubblica piazza*
Capitolo di spiegazioni e scene quotidiane…un po’ più lungo degli altri per farmi perdonare.
Piaciuti i nuovi arrivi? ;)
Ringrazio tutti coloro che continuano a leggere, seguire e recensire, spero di non farvi attendere troppo come stavolta o deludervi =(
Un saluto a tutti!
 

 

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Capitolo 16
*** Madness ***


Madness

 
 
 


Uhm.
D’accordo, ricomponiamoci.
Non è successo nulla.
Solo un tizio carino che hai incontrato per caso perché un tuo amico lo conosce.
Tutto qui.
Non è nulla di che, in fondo, no?
Capita.


Chissà se ha la ragazza.

Micky, non cominciare a sparare puttanate.
Poi parti in quarta, capisci male, fai una figura di merda, rimani scottata ed è sempre la solita storia.
Comprendi?
Ecco.

Chissà che film gli piacciono.
O che band ascolta.
Mi piacerebbe andare ad un concerto con lui, mi sembra una persona piacevole.

Infatti non è lui il problema, imbecille.
SEI TU!

Non mi è parso un tipo superficiale.
Forse…
Un attimo. Che cazzo ne sai? Eh?!
Non sai proprio niente di lui.

Eh già.
Aggiungiamoci il fatto che mentre eravamo da Camus sono rimasta completamente zitta.
Facevo il mimo.
Mimavo una persona seria, equilibrata, sana di mente, in pace con il mondo, ben disposta verso gli altri e dedita all’ascolto.
Anche perché credo di essermi bellamente sputtanata già col primo saluto.
Più che “ciao” suonava più come un “hupajkapeowpfumpf”.
Credo.
 

Potremmo andare allo stadio e…
- Eh…Isaac?! –
- Come? – faccio, tornando brutalmente presente.
- Guarda come ci siamo ridotte per attirare la tua attenzione! – mi riprende Elle con espressione di rimprovero, girando seccata una pagina del suo libro.
Faccio una smorfia, tornando a focalizzare l’attenzione sull’intero clan dell’appartamento riunito in salotto, ben munito di coppette e cucchiaini per l’assalto quotidiano alle vaschette di gelato.
E’ ufficialmente arrivata l’estate e con essa il caldo torrido che ti stronca le gambe e ti chiude lo stomaco.

Odio questa stagione, cazzo.
E a giudicare dalla sua faccia, Hyoga è del mio stesso avviso.
Sono due giorni che si spalma sul divano alla mattina e non si rialza fino a sera.
- Isaac? Quell’Isaac? – ripete Shun, alzando gli occhi dalla sua coppetta.

- Lo conoscete? – fa Elle sorpresa.
- E’ amico di Crystal. – conferma Shiryu.
- E’ l’amico intelligente di Hyoga! – corregge Lili con puro divertimento.
L’amico figo di Crystal.
Zitto, cervello!
- Perché, Hyoga ha amici intelligenti?! – lancia Elle.
- EHI! – protesta Pegasus.
- Coda di paglia, eh?! –
Seiya sbuffa, ignorando il commento ed affermando:
- Comunque sì, è quello mezzo cieco. –
- Sei veramente una bestia, Seiya! – lo riprendo risentita, piantando con disappunto il cucchiaio nel gelato.
- Uh, guarda come s’infervora col fuoco d’amor! –

- Che cazzo hai detto?! – fa Elle, pseudo-strozzandosi con il suo boccone. – E scusa Micky, vorresti forse negare che quel tizio fosse veramente mezzo cieco? L’hai vista la cicatrice che aveva sull’occhio, vero?! –
- Be’ non ci ho fatto molto caso, io…-
- Come sarebbe a dire che non ci hai fatto caso?! Aveva una cicatrice che gli copriva metà faccia! Si vedeva solo quella! –
- Che melodrammatica – le dice Lili. – E comunque Micky quella cicatrice si vede eccome! –
- Non lo nego, però… io…insomma…non…non mi importa di queste cose, lo sapete…- provo a dire.
- Già. Infatti si spiegano molte cose, considerati i soggetti con cui vai in giro. E non sto parlando di noi. – continua la mia coinquilina imperterrita.
Le faccio una linguaccia.
- Scusate, ma voi come conoscete Abadir? – domanda Seiya.
Riassumo brevemente l’incontro a casa di Milo e gli altri, tralasciando la mia evidente e dolorosa figura di melma.
- Non credo sia appropriato che frequenti casa di Camus. – fa Shun.
- Per un libro? Ma dai! Piuttosto Crystal…da quanto conosci Isaac? – cerco d’informarmi con nonchalance.
- Erano in classe insieme al liceo, vero Hyoga? Era pure nella squadra di nuoto della città, se non sbaglio. Con Kanon. – sento domandare da Shiryu.
- Sì. – risponde laconicamente il biondo.
- Campioni regionali per tre anni consecutivi nella staffetta mista. – ricorda Sirio poi. – Farfalla, giusto? –
- Sì. Kanon faceva delfino e stile libero.-  aggiunge Hyoga.

- E meno male, perché a parte quei due gli altri erano delle mezze pippe. Piuttosto, che combina Abadir ora? – domanda Pegasus.
Eh certo. Mezze pippe che vincono i campionati regionali.
Detto da uno che pratica l’alzamento del telecomando agonistico…
- Studia Fisica, proprio come Camus. – rispondo.- Si deve laureare a fine Luglio –
- Ah, quindi voi sapete quando si laurea? Interessante. – commenta Hyoga a denti stretti.

- Colgo dell’amarezza, Crystal. – osserva Lili, ottenendo per tutta risposta una scrollata di spalle. – Vuoi forse parlarci di questo tuo ulteriore problema, oltre al PALESE complesso di Edipo? –
Hyoga le lancia un’occhiataccia, finendo di mangiare il suo gelato in silenzio e andando a mettere la coppetta nel lavello.
Al che l’attenzione generale si sposta sugli altri tre.
- Ehm…Non sono più in buoni rapporti. – dice Shun con esitazione, controllando con la coda dell’occhio di non venire linciato sulla pubblica piazza.
- E perché? – fa Elle con curiosità.

- Eh…c’entra la faccenda dell’occhio…- prosegue Seiya.
- Cosa gli è successo? – domando, rivolgendomi direttamente a Crystal.

- Una rissa in terza liceo. Non ha evitato un pugno particolarmente violento e se l’è giocato. – mi spiega BB dopo un attimo di pausa.

- Com’era successo, tra l’altro? – chiede Shun.

- Colpa di quel cretino di Kira. – spiega Crystal lentamente. – Eravamo in lizza per il posto nella squadra e ha pensato bene di fare del bullismo. Ovviamente ho risposto. –
- Io te l’avevo detto che con la violenza non avresti risolto nulla però. – pigola Andromeda.
- Ne riparleremo quando cercheranno di spaccarti le ginocchia così, per divertimento. – replica il biondino.
- Qualcuno chiami Death Mask! – sentenzia Elle, scandalizzando gli altri.
Vabbè.
- E…quindi? – insisto appena.
...
- Un giorno siamo arrivati alle mani e Isaac si è messo in mezzo. – taglia corto Hyoga. – Con le conseguenze che sapete. -
- E diciamo che Abadir… non l’ha presa bene. – dice Shun.
- Affatto. – è l’aggiunta di Shiryu.
- Non diteglielo! – salta su Lili indicandomi.
- Perché?! – fa Sirio.
- Le parte la sindrome da crocerossina! – è l’allarmato avvertimento, accompagnato da un cenno del capo di Elle.
- Io NON ho la sindrome da crocerossina! – protesto.
- Ah no?! E perché sei l’unica che parla con Andromeda?! – ribatte Lili.
Io e Shun ci guardiamo perplessi.

Doveva per forza mettersi quella canottierina da bimbo al mare?!
Qualcuno copra quel fisico da antistaminici.
- Tu vorresti quindi negare che non appena vedi una scolopendra ferita ti precipiti in suo soccorso, a costo di rincollarle le zampe?! – mi dice Elle.
- NEGO! – esclamo con decisione.
- Ah sì?! E di chi è stata l’idea di organizzare la spedizione di soccorso di stasera?! –

Apro e richiudo la bocca un paio di volte, colta in fallo, prima di mugugnare un “èperdareunamanoaMilo” che ben smentisce la mia precedente affermazione.
- Sei senza speranza. – commenta Lili. - Anzi, siete. – si corregge, spostando gli occhi su Andromeda.

- Perché a Micky dovrebbe partire la sindrome da…? – azzarda quest’ultimo.
Non dirlo. Non dirlo. Non dirlo.
- Si è presa una cotta per Isaac. – mi sputtana prevedibilmente Elle.
...
- Auguri. – commenta acidamente Hyoga.
Sirio mi lancia un’occhiata dubbiosa.
Quanto a Shun…secondo me non ha capito.
- Non è vero! – rivendico, sentendo il viso andare in fiamme.
- Guardate, è arrossita! – mi indica Pegasus con la sua ben nota delicatezza.
- Piantatela! –
- Perché? Mica c’è da vergognarsi. Finalmente abbiamo la prova che i tuoi ormoni funzionano! – mi riprende Lili.
- Bè Hyoga, potresti anche invitarlo a cena, allora…recuperate il rapporto…e loro due si accoppiano! -
 - SEIYA! – la voce mi sale di due ottave.

Non ho una cotta.
No!
Io neanche ci credo ai colpi di fulmine!
Mai fatto e non inizierò ora.

Però Isaac ha un bel sorriso.
Quello sì…
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Allora tre pizze, due involtini primavera, spaghetti di soia, gnocchi di riso, frutta fritta, due kebab e…e una fetta di torta al cioccolato?! –
Shion alza lo sguardo dall’ordine, fissandoci con un sopracciglio inarcato.
Non riesco a capire se sia perplesso, sorpreso o schifato.
Probabilmente l’ultima.
- Grossa la fetta, per favore. – specifico.
Shion chiude gli occhi, espirando lentamente, probabilmente per non sbottare come un pazzo.
- Non farò domande. – sentenzia, girandosi ed andando in cucina per controllare se è tutto pronto.
Abbiamo raccolto le richieste  prima e fatto gli ordini via telefono, così ora dobbiamo solo ritirare la rifornitura bellica.
- Che simpatia strabordante. È proprio una di quelle persone di cui si sente la mancanza, quando non c’è. – osserva Lili, seguendo Shion con lo sguardo.
- Concordo. Comunque, veniamo a questioni serie. – cambio argomento.
- Tipo il fatto che ci aspetta una serata massacrante? – fa Elle.
- No. Dobbiamo organizzare le vacanze. –
- Auguri…come diamine le metti d’accordo venti persone? Mare o montagna? Luglio o Agosto? Macchina o…- comincia a dire lei.
- Frena frena frena! Venti persone?! Perché secondo te uno come Shion ci viene? Ma dai! – esclama Lili.
- Forse il campeggio... – ipotizzo.
- Selvaggio, sia chiaro. – specifica Elle immediatamente.
- Sì, certo. Ce lo vedo Aphrodite in mezzo alla natura selvaggia. Viene col trolley, come minimo. – le fa notare Lili.
- Appunto. Portiamolo. La selezione naturale farà il resto. –
Partirono in venti e tornarono in due.
- Elle…- inizio.
- Io non voglio il campeggio selvaggio, io LO ESIGO! – mi interrompe lei.

- Definisci “selvaggio”. – dico.
- Solo natura. Tende da montare. Niente comodità. Falò. Soprattutto falò. – mi spiega la mia coinquilina con aria eccitata.

- Dovremmo parlare di questa tua tendenza piromane, sai? – le fa notare Lili.
- Io con Saga non ci parlo! – esclama l’altra. – Quello ti psicanalizza anche mentre respiri! Ci scommetto che è un freudiano![1]
- Seh certo, e ha fatto la tesi di laurea su suo fratello! – conclude Lili.
- No, per quello ci vuole un dottorato di ricerca. – la correggo.

- Che sia suonata la fanfara! Il cibo è giunto! –

Ecco, anche per questo soggetto ci vorrebbe un dottorato di ricerca.
Più di uno, probabilmente.
- Ciao Dohko. – saluto. – Tutto bene? –
- Tutto ottimamente ottimo! Quali nuove dal mondo dei Babbani [2]?  - risponde il gestore con il classico ampio sorriso.
- Mah, siamo dirette da Camus e gli altri. Milo ha l’esame per l’abilitazione da avvocato domani. – spiego.
- Ah! E come procede il vostro addestramento da maghi? –

- Ehm…bene. – esita Lili.
- Brave! E che fate per le vacanze? -
- Bella domanda. – osservo. – Pensavamo di proporre un campeggio generale. Così…se qualcuno volesse venire…-
- Ma certo che ci veniamo! Quando? –
- Boh, stiamo ipotizzando, forse Agosto…- dice Elle.
- Ottimo! Shion! Ad Agosto andiamo in campeggio coi ragazzi?! – lancia il cinese in direzione della cucina.

Esplosione prevista tra tre…due…
- COSA?! – ruggisce Shion rientrando in sala, lo sguardo di chi ha ucciso per molto meno.
Che palle, sbaglia pure le entrate in scena!
Quando uno è rompiscatole dentro proprio…
- Ma sì dai, chiudiamo un paio di settimane e…- comincia Dohko convinto.
- Eh certo, chiudiamo! Per due settimane! Ad Agosto! Mi sembra un’idea fantastica! – è la raffica di parole di risposta di Shion, che agita convulsamente le braccia.
- Sapevo che avresti approvato! –
- DOHKO! –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Non ce la posso fare. Non posso. –
- Milo piantala e ripetimi la questione del rinvio a giudizio nel caso in cui…- riprende Lili.
- Non lo so! –
- E allora guarda dai fogli, dannazione, non hai più una camera! – lo aggredisce lei, indicando con un gesto del braccio le pareti della stanza, tappezzate di fogli A4 fittamente riempiti di appunti e tempestati di colori sgargianti dei vari evidenziatori utilizzati.
Ebbene sì, siamo tutti riuniti nella stanza del greco, in assetto di guerra o quasi.
Abbiamo già fatto sparire due terzi delle provviste forniteci dal Cinque Picchi e non so di preciso chi e quanto stia ascoltando.
Mentre ce ne stiamo sedute a terra, io e Lili ci sforziamo di aiutare Milo a ripassare, invece Elle cerca in tutti i modi di attirare l’attenzione di Lavoisier, intento a gironzolare per la stanza a coda alzata ed ad ignorarla con fermezza.
Shura…be’ Shura si limita a fissare Milo con espressione dubbiosa.
Essendo specializzato in Filosofia Morale (o una roba del genere), stava per partire in quarta con una filippica filosofica da non so quando ad oggi circa etica, diritto e affini, ma l’accendino di Lili vicino alla sua Repubblica di Platone l’hanno indotto a desistere.
Così adesso sta seduto sul letto, in silenzio, con le labbra palesemente tirate in un’espressione di disappunto.
C’è anche Aiolia, posizionato su una pila di vestiti sporchi, le gambe incrociate. 
Sta mangiando come se non ci fosse un domani. Ha già fatto sparire i due kebab, usando la scusa di essere appena arrivato dall’allenamento di calcio.

Secondo me non ha niente in casa e né lui né Shaka hanno fatto la spesa.


Gli conviene stare lontano dalla mia fetta di torta.
Quanto a Camus…
Camus è implacabile.
Appena Milo esita o comincia a farsi prendere dal nervosismo gli spara un’altra domanda, così, senza dargli il tempo di riflettere.
E il greco riparte, di botto, come una trottola, senza nemmeno rendersi conto che ci sta ripetendo cinque anni di Giurisprudenza applicata e approfondita.
Scambio uno sguardo con il francese, abbozzando un sorriso.
Non ci giurerei, ma mi pare che gli angoli della sua bocca si siano alzati a loro volta, per quanto stia attento a non farsi vedere da Milo.
-…e tra l’altro ci sono casi in cui…LAVOISIER LEVA IL TUO CULO PELOSO DA LÌ! – urla ora quest’ultimo in direzione del gatto, che si sta sistemando sui vestiti che il ragazzo ha scelto di mettersi domani.
L’animale ovviamente lo ignora e comincia a tastare il tessuto della camicia, così il proprietario degli indumenti fa per andare nella sua direzione a grandi passi.
- Lavoisier.- chiama Camus.
Il gatto gira un orecchio nella sua direzione, decidendosi ad abbandonare la terra conquistata solo dopo alcuni secondi di orgogliosa rivendicazione.
Sotto lo sguardo omicida di Milo si dirige verso il padrone e si raggomitola ai suoi piedi, facendo ondeggiare pigramente la coda.
- …gattooooo…gattoooooooo…- riprova Elle sottovoce.
Milo spolvera nervosamente la camicia, riprendendo a camminare in tondo per la stanza.
- Noncelapossofarenoncelapossofarenoncelapossofare….- comincia a bisbigliare a raffica.
- Milo…- provo a rassicurarlo.
- I presupposti per l’omicidio colposo! – lancia Camus, secco e deciso.

Aiuto.

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Gli auguro di calmarsi e andare a dormire, altrimenti non ce la farà seriamente. – osserva Elle mentre torniamo a casa a piedi.
Ormai è l’una di notte e stavamo dando tutti i numeri più di Milo.
A parte Shura che dopo un po’ si è palesemente addormentato con la testa reclinata all’indietro sulla sedia e Aiolia che stava per seguirne l’esempio.
Se l’è cavata con la scusa del dover guidare per rientrare.
Se non fosse che abita abbastanza lontano da noi avremmo potuto scroccare un passaggio…
- Disse quella che prima degli esami dorme tre ore, eh?! – sento ribattere da Lili in direzione di Elle.
- Elle dorme SEMPRE tre ore. – osservo io.

- Tentavo di farla sentire meno disturbata di quanto effettivamente sia. – è il commento stanco di Lili.
- Che bella opinione che hai di me – dice l’altra sullo stesso tono.
- Lo scopri ora? –
Elle si stringe nelle spalle.
Siamo troppo stanche per proseguire questa conversazione, così tacciamo per un po’, svoltando l’angolo e non vedendo l’ora di abbracciare i cuscini, mettendo a tacere qualsiasi riferimento al diritto e alla legge per un bel po’.
- Ma…quelli non sono Aphrodite e Death Mask? – domando, cercando di mettere bene a fuoco le due figure che scorgo camminare davanti a noi in lontananza.
Vi ho già detto che sono miope?
Uhm, mi sa di no.

Be’ sono miope.
Sappiatelo.
Parecchio miope, tra l’altro.
Che ci fanno in giro quei due?
Ah un attimo, siamo vicino a casa loro…


PER LA MISERIA!
Una tuta.
Aphrodite in tuta?!
Ha legato i capelli?!!
E gli occhiali?! Con quella montatura spessa poi!
- Oh cazzo, Phro è diventato hipster! – esclama Elle.
- Una ragione in più per sopprimerlo! – aggiunge Lili in tono baldanzoso mentre ci avviciniamo.
Death Mask, manco a dirlo, sta fumando selvaggiamente, bello tranquillo nei suoi jeans e nella sua canottiera bianca.
- Ma come cazzo è conciato dai! Non ci credo che è lui! – esclamo, ma è palese che non mi sto riferendo al gestore del JJ.
- Guarda che secondo me Aphro in realtà è…come posso dire…una sottospecie di vichingo vestito da principessa. –  è l’osservazione di Elle.

- Come scusa?! – domanda Lili.
- Sì! In realtà fa tutto il figo e il curato ma è camionista svedese inside! Vero, Principessa  Lars? – prosegue Elle con un sorriso fintamente innocente.
- Tu invece sei camionista dentro e fuori. E basta. – è il saluto di Aphrodite.
Lili fa per ribattere e mi accingo a sventare lo scontro, quando scorgo una piccola figura zompettare nervosamente attorno ai piedi del biondo.
- Ma siete con un cane?! – faccio, piacevolmente sorpresa.
- Be’ sì, perché…- comincia Aphrodite.
- Bello! Ciao bello! – esclamiamo io e Lili inginocchiandoci in direzione del soggetto in questione.
Ci piacciono un sacco gli animali e…
COME NON DETTO!!!!
- Cristo santo, cos’è questo affare???! – urla quasi Lili, quando una sottospecie di ratto assatanato con occhi spiritati e bava alla bocca le va incontro.
- Sir Charles Edward Theodore Maximilian III Windsor De Châteauneuf – dice Phro con una smorfia di disprezzo sul viso, estraendo e leggendo palesemente dallo schermo del telefono.
- Puzzetta – sintetizza Death Mask dopo una lunga boccata di fumo. – Pussa via, bestiaccia! – lancia all’indirizzo del cane, che si è messo a mordergli e sbavargli l’orlo dei jeans.
Un bel calcio e l’essere viene scaraventato ad almeno tre metri, ruzzolante, per poi rialzarsi sulle quattro zampe e saltellare di nuovo con gli occhi spiritati in direzione di DM.
- Strano a dirsi, ma pare tu gli piaccia. – osserva Aphrodite in direzione del coinquilino. – Ugh. –
- Staccalo! Staccalo o giuro che lo ammazzo! – ribatte l’altro scuotendo vigorosamente la gamba a cui Sir Coso è tornato ad attaccarsi.
- Prova a farmi perdere il posto di lavoro e avrò i tuoi testicoli! –
Uh. Phro diventa volgare quando vuole.
- Rimango della mia idea. Lars il Vichingo vestito da principessa. – sentenzia Elle.
Scuoto la testa.
- Aphro ma come diavolo ti è venuto in mente di…lavoro?! - azzardo.
- Quest’essere non è mio, è del mio capo. – si affretta a specificare lui.

- Come, prego? – chiedo perplessa. – Da quando sei dog-sitter? –
- Non lo è, infatti. Il Senzapalle qui presente si fa mettere sotto da quella…- inizia DM.
- È il mio capo. O questo o mi gioco il posto. – lo interrompe bruscamente Aphrodite con aria risentita, fissando il cane come per incenerirlo col solo sguardo.
- Ah. Per quanto tempo avrai questo mostriciattolo in casa? – domanda Lili.
- Per tutta l’estate di sicuro. Candice è alle Seychelles. –
- Per due mesi?! –
- Più o meno. Poi si sposta in Polinesia. Forse fa un giro a Los Angeles. – spiega brevemente Aphro. – Tutto ciò non le impedirà di rompermi l’anima, comunque. –
Nel frattempo, siamo ormai giunti al portone di casa dei due, il ca…pipistrello che corre ansiosamente avanti e indietro tra il portone e noi.
- Che, adesso hai fretta di rientrare? Brutto stronzo, hai rotto le palle che volevi uscire per non so quanto…!- commenta Phro.
- Ha voluto uscire a quest’ora?! – sentiamo dire da un’altra voce.
Ci voltiamo, avendone riconosciuto il proprietario.
- Ciao Al! Da dove arrivi? – domando.
- Ciao ragazze! Arrivo dal lavoro, ho appena finito il turno. – ci spiega brevemente lui, per poi aggiungere: - Fuori a quest’ora? –
- Sì, arriviamo da casa di Milo. Sessione intensiva di ripasso per l’esame. – spiego.
- Uhm. E quei disgraziati vi hanno fatto tornare da sole? – commenta lui, lanciando uno sguardo perplesso a Puzzetta che gli sta annusando le scarpe con dei suoni inquietanti.
- L’alternativa era Ioria. – risponde Elle. – Carino il tuo nuovo coinquilino. -
- Lascia perdere. Abbiamo la porta del frigo tappezzata con le istruzioni di come ci si prende cura di Sir…Sir…ehm, Phro, mi ripeti velocemente il nome…? –
- Puzzetta, Aldebaran. Puzzetta andrà benissimo. – dice lo svedese con una scrollata di spalle.
- Spero tu ti faccia rimborsare il costo delle scatolette. – sentenzia Elle, fissando il cane ora intento a girare su se stesso per mordersi a coda, ansimando come un camionista turco fumatore.
-  Cibo in scatola?! Io devo cucinare per questa bestia! –
- Ecco, così usi la cucina nuova, no? – butta lì Death Mask con un sorrisetto sadico.
- Scusa Death, ma tu cosa ci fai fuori? – gli domanda Aldebaran.
- E me lo chiedi?! Non mi fai fumare in casa, maledetto! E poi dovevo portar fuori Aphrodite. Shura lo trascura, ultimamente. –
- Piantala, coglione. O giuro che ti piazzo il pipistrello in stanza quando non ci sei. – fa l’altro, indicando con un gesto del capo il cagnolino, tornato alla carica verso le stringhe del siciliano  – Tanto ti ha già preso in simpatia. -
- Io no. E se non la pianta di sbavarmi sui jeans giuro che…MA MUORI, MALEDETTO! – urla DM esasperato poi, lanciando il primo oggetto che gli capita sotto tiro, ovvero il mozzicone della sigaretta che ha appena finito, nel buio.
Puzzetta comincia ad ansimare e si mette a correre, attraversando la strada per inseguire ciò che rimane della suddetta sigaretta.
- Speriamo che non torni. – è l’unica osservazione di Death Mask mentre ne estrae una nuova, subito seguita  dall’accendino.
- Già. – concorda pigramente lo svedese, massaggiandosi stancamente il collo a occhi chiusi.



Per poi sgranarli di colpo come due fanali e partire di corsa, urlando:
- IL MIO POSTO FISSO!!!! –
 
 
 
 
 
N.B:
[1]un freudiano è uno psicologo che segue la linea di pensiero di Freud;
[2] I Babbani  sono le persone senza poteri magici, nell’universo di Harry Potter.
 
 
 
 
 
 
NdA:
Ciao a tutti!
Carino Puzzetta, nevvero?
Ah, povera Micky…Isaac sarà un bel problema! *autorechefaspoiler*
Forza Milo!
Louis spera che stiate passando una buona estate e vi augura che prosegua per il meglio.
Ovviamente di diritto non so nulla e ho bellamente improvvisato.
Grazie ancora a tutti coloro che leggono, seguono e recensiscono questa storia, per quanto incasinata sia.
Non tutto è come sembra! ;)
Impegni, casini e voglia di vivere permettendo…Al prossimo aggiornamento!
Ossequi ^_^
 

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 17
*** Bang Bang ***


NdA:
Ci sono voluti quasi cinque mesi, ma alla fine eccomi di ritorno. Louis, dopo una serie di perigliose situazioni, giramenti dei cosiddetti e fatiche quotidiane, riesce a pubblicare questo capitolo. Per farmi perdonare, è un po' più lungo degli altri, condito con qualche personaggio nuovo e guarnito con un'imprevista (ma forse neanche tanto) entrata in scena!
Ringrazio coloro che hanno portato pazienza in questo (troppo) lungo lasso di tempo e avranno ancora voglia di seguire le avventure di queste scalmanati, e chi, magari, ne farà la conoscenza con questo aggiornamento.
Un Louis piuttosto sollevato e sereno grazie al ritorno alla scrittura vi porge i suoi saluti e vi augura una buona lettura =)


Bang Bang

 
 
 
 

Ma che diavolo…?
Ah no eh! Così non va affatto!
Ma che accidenti stanno combinando!
- A sinistra! A sin…occhio al cross! Chiudetevi! Chiudetevi, dannazione! Non…SMETTETELA DI PRENDERE A PALLONATE SHUN! – urlo per l’ennesima volta in cinque minuti.

Figuriamoci.
Andromeda finisce dritto per terra, dove rimane seduto per qualche secondo, stordito. June si avvicina immediatamente per aiutarlo, mentre io recupero il pallone e mi rivolgo seccata all’arbitro:
- MUR! Vuoi usare quel fottutissimo fischietto?! Non ce l’hai per bellezza! – lo riprendo.
Il ragazzo alza gli occhi al cielo, voltandosi verso il colpevole:
 - Death Mask, piantala o ti sbatto fuori. –
Per tutta risposta, DM  alza il medio.
- Shun? – domando, tornando a concentrarmi su Andromeda.
- Tutto bene. – mi rassicura lui, mentre June lo aiuta a rialzarsi.
DM sghignazza senza ritegno, mentre Mur batte nervosamente il piede a terra.
Ovviamente non gradisce il proprio ruolo, ma non avevamo l’arbitro e abbiamo dovuto arruolarlo controvoglia.
Oh be’, non è colpa mia se Shaka appena abbiamo lanciato la proposta di una partita si è piazzato sotto ad un albero a meditare, Lili si è infilata le cuffie nelle orecchie per non sentire le chiacchiere inutili di Saori ed Elle si è messa a disegnare, annerendosi ben presto le mani e il viso con il carboncino.

Constatato che Shun è ancora vivo, Mur fa ripartire il gioco, venendo per non poco travolto da Death Mask e Kanon che si lanciano a bomba per litigarsi la palla.
- AHIA! – protesta il fratello maggiore di Kiki, ignorato bellamente. – Volete fare att…-
- DEATH MASK PASSA QUELLA CAZZO DI PALLA! – urla Tisifone in direzione del suo compagno di squadra, mentre tenta di far salire l’azione.

Abbiamo organizzato un pic-nic, oggi a mezzogiorno, nel parco più grande della città.
E’ la prima domenica che riusciamo a trascorrere tranquillamente tutti insieme, o quasi, così ne abbiamo approfittato per far partire  una mega partitella.
Stiamo giocando da mezz’ora e siamo praticamente pari, uno a uno.
Nella mia squadra: io; June, Marin, Shun, Camus; Shadir, Saga, Aiolia; Kanon, Milo; Kiki.
Nella metà campo avversaria: Aldebaran; Shura, Aphrodite,  Sirio, Lear; Shaina, DM, Ikki, Hyoga; Seiya, Benam.
Può sembrare uno scontro non equo, ma vi giuro che non lo è.
A parte quella palla al piede di Shun, la mia squadra sta tenendo duro; Castalia e Nemes sono dei mastini, testimone l’espressione sconvolta di Benam e Phoenix quando si sono visti stoppare l’azione e sottrarre il pallone.
Che ci crediate o no, anche Camus sta facendo la sua figura, per quanto abbia temuto per la salute dei suoi menischi più di una volta.
Shaina non si fa tanti problemi, se ti deve distruggere un arto lo fa.

Cazzo.
Porca miseria.
Mi servono Saga e Ioria a centrocampo.
- Saga! – urlo, alzando un braccio  – Saga, rientra! Ioria, occhio a Benam! Milo dannazione, muovi le chiappe! Saga ho detto…–
- HO CAPITO! – sbotta, fermando Shaina e passando la palla a Milo.
Uh-uh.
Permalosetto, eh?
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- IT’S A PROBLEM-FREE PHILOSOPHYYYY! HAKUNA MATATA! [1] – sentiamo stril…ah-ehm, soavemente intonare da lontano, mentre una sottospecie di Millennium Falcon[2]giunge dal vialetto principale del parco nella nostra direzione, sbandando vistosamente. 
Ma che diamine…?
DOHKO! – sento esclamare da Aldebaran per attirare l’attenzione del soggetto in questione.
- Ciao ragazzi! – ci fa lui di rimando, ruotando il manubrio per salire sul prato e raggiungerci. – Vi ho portato i dessert! –
- Oh occhio, qui stiamo giocan…- inizia a dire Lear, scansandosi per evitare il cinese scalmanato.
- AHIA! –
SHUN! -

- Hop hop, rimozione cadavere! – esclama Kiki, mentre June si precipita sul giocatore abbattuto dalla bicicletta e dalla guida assassina di Dohko.Il quale, nonostante sia ruzzolato un poco più in là, si rialza con un balzo, tira su il mezzo carico di cibo e si avvicina baldanzoso alla sua povera vittima.
- Oh scusa Shun, ma ultimamente i freni della vecchia Sguscio fanno i capricci…- spiega, mentre Nemes e Shadir si affrettano ad aiutare Andromeda a rialzarsi, o almeno a provarci.
E ripararli?! – lancia Pegasus un po’ indispettito.
- Andomeda? – chiedo, avvicinandomi al gruppetto riunito attorno al ferito, per l’ennesima volta  – Come va? –
- Io…credo che uscirò…- bisbiglia lui, piuttosto pallido.
- Ed io pure. – si affretta a dire Nemes – Meglio stargli dietro. –
- Frena! Così rimaniamo sotto di due giocatori! – fa Aiolia – Non possiamo giocare, così! –
- Vinciamo noi per abbandono! – esclama Benam trionfante.
- Scordatelo! – è la replica inviperita dell’altro.
- Allora vai a raccattare due barboni che giochino con voi! – dice il ragazzino sullo stesso tono.
- GIOCOIOGIOCOIOGIOCOIO! – ripete a raffica Dohko.
Oh caz...
- Tieni qui, Shaka! – senza darci il tempo di intervenire afferra la bici, si avvicina al gruppetto sotto all’albero ed affida, o meglio scaraventa, il suo mezzo di locomozione addosso al biondino, abbastanza pronto di riflessi da non finire schiacciato.
Dopodiché si piazza davanti alla mia porta, saltellando sul posto in attesa di cominciare.
Santo cielo.
- Ottimo… - commenta Ioria, l’espressione scettica - E il secondo sarebbe…? -
- LILI! – urla Kiki, partendo di gran carriera in direzione della ragazza e finendole praticamente addosso.
- OH PORCA MISERIA PUZZI E SEI BAGNATO DI SUDORE! – fa lei non appena riesce a rimettersi seduta.
- Vieni a giocare con noi! – ribatte il ragazzino con un sorriso smagliante, allungando la mano per aiutarla ad alzarsi.
- Col cazzo! – è la veemente risposta, seguita dal gesto dell’ombrello.
-   Dai Lili! Ci servi al centro, su! – esclama Milo, andando a prenderla e trascinandola in campo.
- Ahia! Oh, vacci piano! – protesta lei mentre la porta verso la nostra metà di terreno di gioco.

Milo è finalmente tornato tra noi.
Pare che una volta sostenuto l’esame sia tornato a casa, abbia salutato gli altri due e sia andato diretto in camera sua, dove ha dormito per quattro ore filate.
Troppo poco perché Lavoisier lo considerasse morto. Abbastanza perché si facesse una comoda cuccia nella sua borsa.
Ora attende il responso, ma non sappiamo di preciso quando giungerà.

- Lili, vai più a sinistra! Più a sinistra! – la istruisco non appena riceve palla, l’azione ripresa e in svolgimento.
- Sono una giocatrice statica! – ribatte lei incazzatissima.
- In uno sport di movimento?! – è l’osservazione di Shadir.
PAM!
Pallonata diretta in faccia nel giro di due nanosecondi.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- PIGLIATEVI QUESTO, SFIGATI! – ulula Kanon dopo il gol, tornando di corsa verso la nostra metà campo con Milo che gli trotterella dietro, scambiando un semplice “cinque” col fratello da cui ha ricevuto il passaggio.
Poco furbo, da parte dell’altra squadra, lasciare i gemelli assieme.
Mai, MAI metterli nello stesso schieramento.
Almeno nei loro giorni buoni.
Chi è l’imbecille che ha lasciato fare la formazione a Pegasus?! – si sente esclamare da Shura.
Durante la partita è stranamente uscito dalla sua perenne letargia ed è diventato competitivo.
Tipo che abbatte indiscriminatamente chiunque gli capiti a tiro, anche per soppesare la totale assenza di partecipazione da parte di Aphrodite, che si muove solo se qualcuno capita a due metri da lui.
Così, per caso.
In realtà l’abbiamo convinto a giocare solo perché l’alternativa era starsene seduto con gli altri, tra cui Saori e il cane.
Ebbene sì, Puzzetta è venuto al parco con noi. Ci ha regalato diversi momenti d’ilarità, come aver provato a mordere Isabel, che gli si era avvicinata tutta fiduciosa per accarezzarlo, con un acutissimo “Ma che carino!” a cui l’esserino ha fatto seguire una serie di ringhi e schiocchi di mascella.
E non sono proprio sicura che Phro se lo sia accidentalmente fatto sfuggire di mano…
Ad ogni modo, ora Puzzetta se ne sta accucciato tra gli zaini, intento a…
Un attimo.
Quelle non sono…?

- QUELLE SONO LE MIE CUFFIE! – ruggisce Lili, partendo in direzione del cane che sta allegramente mordicchiando il filo nero incustodito.
Nel vederla arrivare l’animale drizza le orecchie e, pensando che voglia giocare, le corre incontro ansimando (quel cosetto non respira normalmente, ve lo garantisco).
Lili lo scansa infuriata,  imprecando, ma questo non basta a Puzzetta, oh no.
Probabilmente annoiato a morte e stufo di essere ignorato, si dirige verso un altro oggetto che ha prepotentemente attirato la sua attenzione.
La palla.
Che in questo istante Milo ha appena passato a Kanon…
- Colpiscilo! Colpiscilo, per la miseria! – urla Death Mask al gemello, mentre il cane si avvicina pericolosamente al pallone.
- NON PROVARCI, PAZZO MANIACO! – grida Aphrodite – Quel coso mi garantisce uno stipendio! –
- Obbrobrio, nel sette! [3]– inneggia Kanon, caricando il tiro.
- MUR FERMA IL GIOCO DANNAZIONE! – faccio, ben cosciente che quel matto non ha la mia stessa considerazione per gli animali.
- KANON! – sbotta l’arbitro svogliato, ma ci vuole un ben più tempestivo intervento.

- MA PORCA PUTTANA AL! –
Sia lodato Aldebaran.
Anche se probabilmente ha rotto qualche costola al gemello minore nel gettarsi su di lui per buttarlo a terra.
Mi sa che dal calcio siamo passati al rugby.
- PUZZETTA! PUZZETTA! TORNA SUBITO QUI, STUPIDO RATTO!!! – fa Aphro istericamente, lanciandosi all’inseguimento dell’animale che, noncurante di ciò che gli è successo attorno si è messo ad inseguire il pallone di un altro gruppo di ragazzini.

Ecco, ora pensa che Phro voglia fare un gioco con lui.

Peccato che, a mio avviso, lo svedese intenda più qualcosa in stile Enigmista.
Nei limiti che possano permettergli di lasciarlo vivo e farsi pagare, s’intende.

- Oh ragazzi occhio! Ce la vogliono fare! – sento esclamare all’improvviso da Milo, che mi costringe a tornare a concentrarmi su cosa sta accadendo in campo.

Vedo Benam filare in direzione della mia porta.
Ha ripreso la palla. Vuole farmela, lo stronzetto. Si fa fare un cross da Seiya, stoppa e carica il tiro, cogliendo Camus e Lili di sorpresa ed approfittando della distrazione generale.
Mi butto alla mia destra.
Vado giù di ginocchio, un po’ più forte del previsto, ma…
- Vaffanculo, l’ho presa! – grido trionfante, rialzandomi e sollevando in aria il pallone. – BACIAMI IL CULETTO DA SCOIATTOLO VOLANTE! –

Faccio la parata del secolo, degna di Dino Zoff o Lev Yashin[4], ma che dico, Genzo Wakabayashi o  Ken Wakashimazu[5] e questi mi ignorano.
Li odio tutti.

- I miei complimenti. – commento esasperata
.

Mur ha finalmente deciso di fermare il gioco, ma solo perché l’attenzione generale si è spostata da Aphrodite e Puzzetta all’albero dove ci siamo accampati stamattina, a cui noto essersi avvicinata una figura maschile, mentre un altro gruppetto di persone rimane a qualche metro di distanza, un po’ in disparte.

- Abbiamo finito? Dimmi che abbiamo finito! – sento dire da Lili mentre mi raggiunge assieme a Kiki.
- Hai visto che abbiamo visite? – le chiedo di rimando – Sbaglio o l’abbiamo già visto? -
Non sono molto lontani, così non solo vediamo Elle alzare la testa dal proprio disegno e Shaka aprire gli occhi, distratto dalla sua meditazione, ma sentiamo anche le parole che il nuovo arrivato rivolge ad una delle persone giunte con noi:
- Ciao Saori. –
...
- Julian?! – 
♦♦♦♦♦♦
 
Julian Kedives – Solo.
Primogenito di una famiglia di discendenza nobile. Percorso scolastico nelle migliori scuole private col massimo dei voti, iscritto alla più costosa facoltà di Relazioni Internazionali, pluricampione di nuoto, singolo e di squadra, di cui è pure capitano, ospite più che ricercato negli eventi mondani…e bla bla bla, avete capito.
- Julian! Ciao! – esclama intanto Saori, alzandosi ed abbracciandolo.…

- Cioè, quel figo sfondato di soldi perde tempo con Isabel?! – esclama Lili sconvolta, esprimendo con estrema accuratezza l’opinione generale.
- Per quello che ne so, da una vita. -  osserva Kiki sottovoce. – Frequentano gli stessi ambienti snob. -
- Seiya lo sa? – domando, gettando un’occhiata al ragazzo in questione.
- Julian non ne ha mai fatto mistero – ci spiega il ragazzino – ma…-
- Considerato quanto è sveglio Pegasus – conclude Lili – Non capisce cosa significhi. Non ha ancora ben compreso perché lui stesso stia con Saori!-
Infatti, in questo istante Seiya si sta bellamente facendo i fatti propri, tutto preso a parlare con Shiryu.

- Ne deduco che la partita sia finita. -  osservo, notando come tutti abbiano lasciato cadere l’idea di far proseguire il gioco e si siano dedicati ad altre occupazioni, prima tra cui il tornare agli zaini, sedersi e far fuori le scorte di cibo portate da Dohko.
- Muoviamoci – aggiunge Lili – Prima che spazzolino via tutto. -
Torniamo in direzione del nostro punto di accampamento, e mentre ci avviciniamo sentiamo chiedere da Isabel:
- Come stai? – al sopracitato Julian - Non ti vedo dalla…-

- Dalla festa di Febo, a Maggio. – completa Julian - Ed eri sola, se non sbaglio. – aggiunge nel vedere Seiya (finalmente) affiancarsi a Saori, con aria incuriosita.
- Oh, lui è Pegasus, ti ric…-
​- Mi ricordo. Certo. – taglia corto Julian, spostando gli occhi sul ragazzo in questione. – Centravanti della Athens che per poco non rovinava la carriera a Febo. –
- Lui per poco non la rovinava ad Aiolia. – è il commento di Seiya, detto sullo stesso tono.
...
Non vorranno mica scatenare una rissa, vero?
No perché non credo che qualcuno a parte Shiryu e Hyoga si metta a difendere Peg…
- Ciao. –
Mi volto di scatto, colta di sorpresa.

- Oh. Ehm…ciao Isaac.- saluto, la voce improvvisamente abbassata di cinque ottave, il viso che probabilmente è diventato del colore di un idrante.

Credo abbia abbozzato un sorriso, ma non ci giurerei.
No, un attimo, potrebbe anche averlo fatto.
Probabilmente di derisione, considerato che sono un cumuletto di melma e fili d’erba, spolverato di sudore e con un cucchiaio di struccaggine agonistica.
Come diavolo ho fatto a non accorgermi di lui?
Che accidenti ci fa qui?!
Ma soprattutto…da quanto tempo è qui dietro, di fronte all’indegna visuale del mio sedere?!
- Com…- inizio, cercando di arrovellarmi per far partire una conversazione.
- Isaac. –
La nostra attenzione viene attirata da una voce alle mie spalle, sul di cui proprietario Abadir sposta lentamente gli occhi, l’espressione di colpo seria.
- Hyoga. – dice solamente.
Mi sposto, in modo da far ruotare il corpo di centottanta gradi, avere Crystal alla mia sinistra ed il suo ex-amico alla mia destra.

Percepisco l’aria di tensione e le vibrazioni negative che si stanno scambiando i due.

Che bello.
- È un po’ che non ci si vede. – inizia Abadir con lentezza. – Cosa…-
- Isaac fai schiodare Julian dalla sciacquetta che quella rompipalle di Tetis sta scassando, vuole  andare…toh! La Biondina! –

E adesso questo chi diavolo…

- Kira. –Il tono di voce di Crystal mi fa capire che la situazione sta peggiorando, mentre lancio una breve occhiata al ragazzo che si è avvicinato dal gruppo di persone arrivato con Julian.
- Bene bene, hanno aperto gli asili? – continua il cosiddetto Kira, scrutandoci con un sorrisetto divertito.
- No, solo l’acquario municipale, sezione trichechi. – sibila Crystal, percorrendolo con gli occhi dalla testa ai piedi.
Il cosiddetto Kira lo fulmina con lo sguardo, facendo un passo avanti che mi fa indietreggiare di riflesso.
Il ragazzo è piuttosto grosso e non è ciccia quella che vedo su quelle braccia, poco ma sicuro.

- Kira – Isaac indurisce il tono, bloccando l’amico – Datti una calmata. –
- Be’? Quando pareggerai il conto in sospeso che ha con te la Biondina, Abadir? –
​- Non sono cazzi tuoi. – taglia corto Isaac – Siamo qui per Julian, quindi smettila di fare il coglione. –
- Che vuoi farci, è un cagnolino frustrato, questa eterna riserva. –
...
Kira si volta con un sorrisetto tirato.
- Kanon – fa a denti stretti - È po’ che non ti si vede in piscina. –
- Già, l’ho dedotto dai risultati penosi della squadra di nuoto negli ultimi tre anni. Se non fosse per il giovane Padawan qui – indica Isaac – e la mediocrità  sotto la media di Han Solo sareste affondati da tempo. -
- Dimentichi la staffetta - lo riprende un ragazzo alto, con gli occhi chiari ed i capelli lunghi che si è appena avvicinato.
- Non tirartela, Baian. Sei entrato in staffetta solo perché la Principessa Leila e Jabba non erano competitivi, e sei comunque stato la mia riserva per anni. – osserva malevolmente il gemello minore, scrutandolo con sadico divertimento. – A proposito di Jabba…dov’è quel senzapalle di Lemuri? –
- All’università per il Dottorato di Matematica. – risponde seccato Baian.
- Ovviamente. Piuttosto, Obi-Wan, come te la cavi con quegli studi da sfigato che fai? –
- Biologia marina, pezzo di stronzo. Mi laureo a fine mese. E tu, con i tuoi giochini da nerd? –
- Guadagno in un mese quello che guadagnerai tu in un anno, sempre che tu riesca a trovare lavoro. – fa Kanon, accendendosi una sigaretta - O vuoi finire come il tuo degno compare Krisaore? –
- Io ho due lauree. – butta lì un altro dei ragazzi, alto e dalla carnagione scura.
- Oh-oh. Aspetta che lo aggiungo alla lista delle cose di cui non me ne frega un cazzo, Chewbecca.– ghigna il greco – Due lauree e sei praticamente disoccupato?–
- E tu vivi ancora con il fratellino, Fotocopia? –
Scorgo un lampo omicida negli occhi di Kanon mentre si volta in direzione di chi gli ha rivolto la ovviamente inopportuna domanda. Un lampo che si estende al suo ghigno malefico, con cui risponde:
- Principessa Leila, mi sembrava strano non averti ancora sentito – commenta – Sempre a tentare di  suonare il piffero a Julian, Sorrento? –
Quest’ultima battuta non la comprendo molto, mentre osservo il ragazzo nominato.
Quanti anni avrà? Sembra un diciassettenne, con quell’aria da cherubino e gli occhi…che razza di colore è quello?!
Per non parlare di quella giacca azzurra. Spero che Aphrodite non lo veda. O forse sì, magari gli lancia contro la maglietta sudata di DM e lo abbatte.
Il sopracitato Sorrento sta squadrando Kanon con evidente disprezzo negli occhi; sembra sul punto di rispondere alla frecciata ricevuta, quando un’altra figura si fa avanti a lunghi passi per avvicinarsi al gemello.
Kanon non distoglie minimamente l’attenzione dal suo interlocutore, mentre la ragazza appena arrivata, minuta, snella e capelli biondi, gli si avvicina dicendo:

- Ciao, Dragone. -
- Tetis. – fa lui senza neanche guardarla, nonostante lei gli abbia passato le braccia attorno alla vita, dettaglio che lo spinge semplicemente a staccarsele di dosso.
- Pff. Dragone. –
- Sì, Dragone, Sorrento, giusto per ricordarti la tua totale inutilità in squadra rispetto al sottoscritto – ribatte Kanon.
-  Già almeno in quello non eri l’eterno Numero Due, vero? –
...
Oh cazzo.
Conosco quello sguardo.
È lo sguardo adesso-ti-ammazzo-in-modo-lento-e-doloroso.
Brutto. Molto brutto.

- Oh datevi una calmata tutti e due. – sbuffa quello che mi pare sia Baian, mettendosi in mezzo.
Ah, se crede che basti…
- Non sei tanto male a giocare.-
Mi volto, attirata dalla voce di Isaac, e lo trovo poco dietro di me che mi scruta con quella che penso sia curiosità nello sguardo, ora completamente disinteressato a ciò che ci sta accadendo attorno.
- Oh. Grazie. – rispondo sorridendo, interrompendo il contatto visivo dopo pochi secondi.
- Sei in una squadra? – mi chiede poi.
- Lo ero al liceo. –
- Ruolo? –
- Portiere. –
- Scelta difficile. – è il suo commento.
- Bè…non…non correvo molto…e nessuno voleva farlo. – spiego mestamente. – Sai, tutti vogliono fare la punta, l’attaccante, perché è più in vista…ed è paradossale, sai, perché il mio giocatore preferito è un numero dieci, un regista…e…e…e ti sto annoiando, scusa. – mi blocco all’improvviso.

- Al contrario. Continua. – fa lui per tutta risposta, infilandosi le mani in tasca.

Non ci posso credere.
Gli interessa?!
- Be’…io…niente di che, ho fatto un anno solo, poi ho mollato. – spiego.
- Perché? –

- Perché ero una pippa e non mi andava di svegliarmi presto la domenica mattina.- ammetto.
Isaac ride.

Lo trova divertente.
Buffo.
Sento una scossa di piacere che parte dal petto e mi sale alla testa e spero che il rossore venga scambiato per accaldamento da partita o qualcosa del genere.

- Una risposta niente male. – mi dice.
- Oh muoviti Isaac! – lo chiama Kira da lontano.
A quanto pare hanno sventato la rissa tra Kanon e Sorrento, e vedo Baian andare a chiamare Julian, interrompendo la sua conversazione con Saori.
Abadir alza un braccio in direzione di Kira, facendo cenno che sta per seguirlo, poi si volta verso di me.
- Allora forse…ci becchiamo. – osserva.
- Può essere, sì. – confermo con un lieve sorriso, sistemando i capelli dietro all’orecchio destro, ottenendo un’attenta occhiata di qualche secondo.
- Ciao - dice poi.

- Oh sì. Ciao. – bisbiglio, accennando un sorriso ed un gesto della mano, per poi abbassare subito lo sguardo imbarazzata ed affrettarmi a tornare verso gli altri.
Mi pare si fermi a salutare Camus, ma non ne sono certa.
Sono troppo impegnata a fissarmi le scarpe, mentre mi siedo tra Shun e Saga, giocherellando nervosamente con il cellulare e cercando di smettere di pensare al sorriso che Isaac mi ha rivolto, dicendo che ci saremmo beccati.
ALT!
Micky, porca miseria, ha detto FORSE! F-O-R-S-E! Do you know, forse?!
Vabenevabenevabene diamoci una calmata.

Dai, era una frase così. Mica gli interesso. Perché dovrei? È stato solo gentile. Succede, ogni tanto, eh.

Ci becchiamo.
Cos’avrà voluto dire?
Mickyorcatrotaèunmododidire!!!
Non significa proprio…
-…Micky? –
- Eh? – faccio, tornando bruscamente alla realtà e focalizzando l’attenzione su Saga, che mi sta porgendo un bicchiere di succo.
- Che ti prende? – mi domanda, inarcando un sopracciglio.
- Be’…ecco…io…- azzardo, non sapendo cosa rispondere di preciso.

- Abadir? – prosegue allora lui, gettando uno sguardo dietro di sé, nella direzione in cui il gruppo di Julian si è allontanato e poi tornando a guardare me.
- Io…io…forse. – rispondo in fretta, scrollando le spalle e non avendo idea di  che altro aggiungere.
Saga mi fissa per un istante ed io non so cosa potrei leggere nel suo sguardo.
Mi rimane del tutto indecifrabile.
Così dopo pochi secondi distolgo gli occhi, cercando di levarmi l’immagine dell’ex amico di Hyoga dalla testa e…

- AHIA! – faccio, sinceramente dolorante.
- E tu smettila di fare la scema! – mi rimbecca Lili, autrice della gomitata che mi ha appena perforato le costole.
- Io non faccio la scema! – protesto.
- Ah no? E tutte quelle moine, quelle risatine sceme ad Isaac?! – mi fa notare lei.
- Non è vero! –
- Pfff! Elle! Questa nega! –
- Uhm. E la pozzanghera di bava lì, come la spiega? – è l’osservazione noncurante dell’altra mentre apre una confezione di biscotti.


- Sono così esplicita …? – domando dopo un po’a bassa voce.
- Mah, non saprei …- azzarda Elle – Oh Comare, ma secondo te…-
- Micky ha una cotta per Isaac. – conclude Aphrodite, cercando di rimettere il guinzaglio a Puzzetta con una smorfia schifata in viso, mentre l’esserino tenta di scagliarsi ripetutamente e con affetto su DM.
Alzo le braccia al cielo, sospirando:
- Ci rinuncio. –
- Dai, non te la prendere. In fondo sei piuttosto divertente. – mi consola Seiya.
- Però stai attenta eh! - aggiunge Lili con leggerezza, soffiando l’ultima delle polpette fatte da Castalia a Milo - Che secondo me, quello…ha occhio! Se capisci cosa intendo! –
- LILI! – 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- E così Kanon…”Dragone”, eh? – butta lì Lear. 
Per fortuna, l’argomento Abadir-Micky è decaduto e siamo passati alle Strane Dinamiche della Setta di Julian e Quali Rapporti Dobbiamo Mantenere.

- Sì. Tecnicamente sarebbe “Dragone di Mare”. – fa laconicamente il gemello – Avevamo tutti un soprannome. Il mio allenatore era un pazzo invasato. –
Vedo Milo assentire col capo, segno che gli allenamenti in contemporanea alla piscina gli hanno permesso di vedere tale soggetto all’opera.
- Ah. Cavalluccio marino, sostanzialmente. – osserva Elle.
- Dragone di mare. – la riprende Kanon a denti stretti.
- Cavalluccio marino. –
- Scusa, e ha chiamato Krisaore Chewbecca? Questa è cattiveria! – fa Aldebaran.
- No, quello sono stato io. – corregge Kanon – Insomma, Julian in parte fa Solo di cognome. Troppo facile abbinare il resto. Krisaore-Chewbecca, Isaac-Luke Skywalker, Kira-Darth Maul, Sorrento-Principessa Leila, Baian-Obi Wan, Lemuri-Jabba…-
- Manca Darth Vader. – osserva Shura.
- IO sono Darth Vader. – lo corregge il gemello minore.
- E Tetis? – fa Tisifone, l’espressione perplessa.
- E che cazzo ne so, non ritengo al sua presenza degna di un soprannome. È già tanto se Lemuri ne ha uno. – Kanon fa una pausa, prima di fare una smorfia e sentenziare: - Che manica di sfigati. –
- Julian non mi pare tanto sfigato. – è il commento di Saori, in tono risentito.
- Ma per favore, perde tempo con te. Non gliela dai e lui intanto mentre ci prova si fa Tetis. -
- Scusa, mi stai dicendo che quei due non stanno insieme?! – esclama Milo, sorpreso.
- Oh, Tetis cerca di accaparrarsi Julian da una vita, senza successo. – osserva Shaina, attirando l’attenzione di tutti.
- La conosci? – fa Lili.
- E chi non la conosce…- butta lì DM con un sorrisetto poco equivocabile.

- Frequenta la mia palestra. – è invece la spiegazione di Tisifone alla domanda rivoltale.
- Il che ti spiega quanto Julian sia sfigato e privo di gusto anche in quel campo. – sbuffa Kanon come commento a ciò che ha detto Death Mask.

- Sei stato con Tetis? – chiede Shadir incuriosito.

- Ci ho scopato e basta. –
- C’è qualcuno con cui Tetis non l’abbia fatto?! – domanda Aphrodite con disprezzo.
- A parte i nostri, senza contare DM e Kanon? – risponde Shaina. – Sorrento. -
- Magari è solo questione di tempo. – le fa notare Saori, piccata.
- Tsk! – la riprende Kanon con sufficienza - Sorrento preferisce… suonare il flauto. Se capite tutti cosa intendo. – 
 
 ♦♦♦♦♦♦

L’argomento successivo alla Setta di Julian è la seduta del Congresso delle Nazioni Unite per discutere del rischio principale che corre il pianeta quest’anno: le vacanze.
Le NOSTRE vacanze, per la precisione.
- Ma non avevamo parlato di campeggio? – rilancio, facendo scattare la frenesia generale.

- Allora, intendiamoci: io ESIGO la natura selvaggia! – esclama Elle.
- Micky ma t’immagini me, te ed Elle in una tenda? Non ne usciamo vive! – mi riprende Lili.
- Perché, Milo con Camus? – controbatto, notando come il francese spalanchi gli occhi di fronte a tale eventualità.
- O Kiki con Mur? Poveretto! – scherza Shadir.
Ma oggi ha deciso che vuole morire?!
- Cosa cosa?! Io in tenda con lui non ci sto! – fa il ragazzino, precedendo il fratello – Sarò in tenda con voi, ovviamente… -
- Nessuno ha detto che… - fa per intromettersi Mur.
- … ci vengo! Anche voi ragazzi, eh! – fa Kiki in direzione degli altri tre Cavalieri dell’Apocalisse.
Fantastico, così ci becchiamo Mur in umore da montone incazzato nero, modalità sorvegliante della Gestapo.
Uhmmm…che belle vacanze…

- Oh sì, prova a metterci d’accordo tutti! – fa sarcasticamente Lili. - Vuoi provare anche solo a fare un elenco di quanti saremmo? Il nostro appartamento, e siamo già in otto se c’è anche Ikki. Milo, Camus e Shura. Aphrodite. DM. Aldebaran. I gemelli. Ioria. Siamo già a quota diciassette eh. Dohko... non so se…- esita, voltandosi a guardare il gestore del Cinque Picchi, che sicuramente avrebbe più problemi a venire con noi che  gli altri a causa della sua attività.
- Dohko? Dohko scusa, puoi prestare attenzione?! – gli intima in questo istante Mur.
- Eh? Oh scusate, pensavo ad altro! –
Sai che novità…

- Ma a proposito, tu che ci fai qui? Non dovresti essere al lavoro? – chiede Aldebaran.
- Tanto per cambiare – aggiunge Shaka.
...
Il bue che dice cornuto all’asino.
- Oh, oggi abbiamo chiuso. Shion sta facendo il bilancio da due giorni perché secondo lui siamo in perdita e deve trovare una soluzione. – spiega il cinese, trafficando con una delle buste che ci ha portato.
...
Brutta aria ai Cinque Picchi.
Decisamente brutta.
Gli sguardi che alcuni di noi si lanciano reciprocamente dice chiaramente che lo stiamo pensando in molti.

- Ah! Per fortuna che ho ancora il mio gioco Pokémon online! – commenta in questo istante Dohko, la testa praticamente nel sacchetto - C’è una certa LexiTheUnicorn26 che non mi da’ pace! L’altro giorno ancora un Pokémon e mi faceva fuori! Per fortuna non c’è Snorlax che tenga contro il mio Jigglypuff! - 
...
- Chiudiamogli il sacchetto in testa. Poniamo fine alle sue sofferenze. - sussurra Ikki – E alle nostre –

- Ma come fanno a combattere un Jigglypuff ed uno Snorlax??! – domanda perplesso Benam, rivolgendosi ai suoi tre degni compari.
Vedo Kiki accingersi a rispondere.

Aiuto.
- D’accordo, Dohko sì, Shion grazie al cielo sicuramente no. – si intromette Lili per evitare che il filo del discorso vada perso. - June? Marin? Shaina? –
Le tre fanno un cenno col capo.
- Bene. Ventuno persone. Poi, Mur, Kiki ed i suoi degni compari. Ventisei. Bisogna chiedere a Shunrei…vogliamo fare che ipoteticamente  siamo ventisette? – propongo.
- Ventotto. – mi corregge Shiryu, attirandosi le nostre occhiate perplesse. – Saori. – spiega semplicemente, facendo un cenno col capo in direzione di Isabel e Seiya, intenti a togliersi reciprocamente le tonsille.
- Col cazzo che ce la porto! – esclama Aphrodite.
- Oh sì invece. – ribatte Elle con un sorrisetto malevolo, in stile Kanon. - Sono curiosa di vedere cosa farà la selezione naturale. –
- Va bene. Purtroppo, ventotto. – ricapitola Lili con un sospiro seccato.
- A meno che…- azzarda Aldebaran, indicando con gli occhi l’unico dei presenti che non è stato esplicitamente citato.
...
Cala il silenzio per qualche minuto, prima che Al si decida a proseguire:
-  Ehm…Shaka ma tu ci vieni, in campeggio? –

- Uhm. – il biondo apre un occhio, scrutandoci con espressione scettica. - Si… potrebbe fare. – dice cautamente.
Per poco non ci strozziamo con le bevande, Mur incluso.
- COSA?! – si sente esclamare all’improvviso, causa di un sussulto generale.
- Ehm…vabbè Ioria non te la prendere, è una domanda lec… – inizia Benam, esprimendo la sorpresa di tutti, ma l’altro non gli da’ tempo di finire.
- Scusate un attimo. – taglia corto, alzandosi con il cellulare in mano ed allontanandosi di qualche passo mentre fa partire una chiamata.
- Va bene, Shaka sarebbe dei nostri. – conclude Lili – Ora rimane il problema di come organizzarci temporalmente. Dubito che chi lavora avrà le ferie nello stesso periodo! -
- Sarebbe fattibile, però. – suggerisce pensosamente Kiki.
- E come, di grazia? -
- Pensaci. Partiamo il primo, o il due, o il tre di Agosto, torniamo dopo il quindici…così Shura si prepara per partire, voi potete preparare gli esami…Camus le lezioni…Milo si cerca un lavoro, tanto è disoccupato…-
- Nof èeuh veo, stuonzo! – protesta quest’ultimo a bocca piena, attirandosi uno sguardo di biasimo di Shaka che ovviamente ignora, riprendendo a masticare a grandi bocconi.
- Io chiudo una settimana. Non c’è storia. – annuncia DM in modo conciso, accendendosi non-so-a-che-numero-sia-arrivato sigaretta.
- Ah, sei di compagnia. – fa ironicamente Elle.
- Io faccio quel cazzo che mi pare. –
- Io mi arrangio, per due settimane dovrei farcela.  – commenta Saga.
- Se proprio devo abbassarmi a stare con voi…- butta lì Kanon, sdraiato al sole come una lucertola.

Okay, è un “sì”.

- Al massimo una settimana. – specifica Phro – E con il topo al seguito. – aggiunge con espressione seccata, allungando disgustato un biscotto per cani a Puzzetta.
- Ho un po’ di arretrati con le ferie. – sorride Aldebaran – Ottenere quindici giorni non sarà un problema. –
- Per me forse sì. – ci avvisa Ikki – Vi faccio sapere.  –
- Ottimo! Allora dove andiamo? – fa Kiki – Mare? Montagna? Lago? –Questo è un problema interessante…
Come le metti d’accordo TRENTA persone su una scelta simile??!

- Ovunque sia ti porterai i compiti – sentenzia Mur in direzione del fratello.
- Ma Mur….! – esclama Aldebaran, voltandosi stupito verso l’amico.
- Oh ci puoi scommettere che li avrò finiti prima che partiamo! – scommette Kiki.
- Vedremo. – fa l’altro, senza nemmeno alzare lo sguardo dal suo piatto.
Kiki sembra sul punto di ribattere, se non fosse che Ioria decide di chiudere la sua conversazione, tornare da noi, lasciarsi cadere seduto al suo posto e rimanere fermo qualche istante a fissare il proprio cellulare, pensieroso.
Tra le occhiate perplesse di tutti, Castalia gli accarezza lievemente un braccio, per attirare la sua attenzione, mentre si sente chiedere da Seiya:
- Che c’è, Ioria? –
L’altro guarda il suo telefono ancora per un istante, aggrottando le sopracciglia mentre rilegge l’SMS  che ha scatenato la sua agitazione, prima di decidersi a lanciare la bomba.

- Mio fratello è tornato. -
 
 
 
 
N.B:
[1] Citazione della versione originale di “Hakuna Matata”, canzone della colonna sonora de “Il Re Leone”, Walt Disney Pictures, 1994;
[2]Millennium Falcon: astronave dell’universo di Star Wars, guidata dal pilota Han Solo. Anche i termini Sguscio (veicolo da corsa), Obi-Wan Kenobi, Padawan, Principessa Leila, Chewbecca, Jabba, Han Solo stesso, Darth Vader, Darth Maul, Luke Skywalker , sono riferimenti ad elementi e personaggi della saga di George Lucas;
[ 3]sette: nel calcio, quando si parla della porta, è l’incrocio dei pali con la traversa, che ricorda appunto la forma di un 7;
[4] Dino Zoff e Lev Yashin (Jasin): rispettivamente direttore, dirigente sportivo ed ex portiere della nazionale italiana (1968-1983), Campione del Mondo nel 1982 ,ed ex portiere della nazionale dell’Unione Sovietica (1954-1967), unico ad aver vinto il Pallone d’oro nel 1963 in tale ruolo;
[5] Genzo Wakabayashi e Ken Wakashimazu: Benjamin Price ed Ed Warner di Captain Tsubasa;

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** What's The Buzz ***


What’s The Buzz
 
 
 
 



Che modo epico di dare una notizia.
Solenne, drammatico.
Da chiusura di puntata, se fossimo in una serie televisiva.
Scandalo! Il ritorno del Mito!
Meglio che me lo segni.
Devo chiedere a Ioria se, in un ipotetico domani dovessi raccontare le nostre vicende in un libro, vuole i credits. Giusto per arrotondare lo stipendio che racimola e racimolerà con i suoi quattro lavori, tipo.
Ma sto divagando.
Dunque, Aiolia ha deciso di sganciare l’annuncio-bomba circa il ritorno del fratello. Cosa che sembra averlo gettato nell’agitazione più totale. Domenica, dopo essersi ripreso dallo shock, è tornato di filato a casa per constatare l’avvenimento di persona e ha mandato solo un messaggio di conferma a Milo, che ha poi diffuso a tutti.
L’agitazione però non ha colpito solo Ioria.
Pegasus da due giorni non si tiene. Non sta fermo più di due secondi, in attesa che Aiolos si faccia sentire. Che avrà da dirgli, poi. Non credo che a Micene interessi il fatto che sia passato da Tisifone ad Isabel. O forse sì?
Lo scopriremo.
So che Aiolos ha passato la serata dai gemelli, ieri. Una specie di rimpatriata con Saga, suppongo, che quindi è stato l’unico assieme a Ioria ad avere avuto contatti con lui.
Almeno prima di stasera.
- Allora…ehm…come va, Aiolos? – chiede infine Aldebaran, rompendo il silenzio.
Sono passati due giorni dal grande ritorno e siamo quasi tutti riuniti al Cinque Picchi, seduti attorno al nostro tavolo, con il figliol prodigo a capotavola, un’aurea di luce attorno al capo.
O almeno così lo vediamo io, Elle e Lili.
Santo Aiolos.
È colpa degli altri, ce l’hanno dipinto come tale, e per quel poco che l’abbiamo visto non abbiamo trovato smentite al riguardo. L’unica cosa che mi ha sorpreso, a questo proposito, è che per quanto di sfuggita ci abbia incontrato diverso tempo fa, si ricordi perfettamente di noi.
Infatti, mentre ci stavamo sedendo, Shiryu si è rivolto a lui dicendo :“Ti ricordi di…”; ed Aiolos ha completato la frase senza un attimo di esitazione: “Micky, Elle e Lili. Certamente.”

In realtà non ci siamo tutti tutti, eh. Aphrodite e DM hanno disertato, ad esempio.
Il commento di Death Mask è stato qualcosa tipo: “Nonmenefregaunabeneamataminchia”.
Saori e Shaina avevano un impegno…e…?
Oh giusto, non c’è neanche Shaka. Ma questo non mi sorprende affatto.
- Magnificamente! E a voi? – chiede Micene in questo istante, sorridendo.
Porca miseria, potrebbe essere assunto come testimonial per la pubblicità di un dentifricio.
- Hai mangiato? – domanda Dohko solerte, arrivato in questo istante dalla cucina.
- Ho avuto modo di passare da casa, però un bicchiere d’acqua lo prendo volentieri, grazie. - è la risposta.
- Bene. Shion, perché non porti un bicchiere d’acqua ad Aiolos e qualcosa per i ragazzi?! – butta lì il cinese mentre si unisce a noi, rivolgendosi alla figura in piedi nell’ingresso.
- E tu hai intenzione di servire gli altri clienti, così, nel tuo tempo libero?! – rilancia l’altro, acido.
- Sì, sì, dammi un secondo! – risponde Dohko, per nulla scalfito dal tono indisponente del socio. – Non capita mica tutti i giorni di rivedere un vecchio amico! –
- Oh sì. Camicie e maglioncini. A volte ritornano. – ringhia Kanon sottovoce, scrutando la tenuta con cui Micene si è presentato stasera. Ho la vaga sensazione che sia stato trascinato qui a forza da Saga, non oso immaginare dietro quale oscuro ricatto.
- Anche io sono contento di rivedervi, Dohko. – replica Aiolos, sempre sorridendo - Allora, che mi raccontate? C’è niente di nuovo di cui parlare? – incalza ancora.
- Sì, parliamo del fatto che sei fidanzato, ad esempio. – butta lì Ioria, l’espressione di biasimo, nonostante Marin gli faccia cenno di lasciar perdere.
Aiolos ride sommessamente, l’aria conciliante.
- Massì dai Aiolia, poi ne discutiamo. Ma la mamma non ti ha detto nulla? –
- Oh sì, me l’ha detto. Non ha fatto altro che ripetere che sei fidanzato, che hai un lavoro socialmente utile, ben retribuito, e che non perdi tempo dietro a cose poco produttive come musica e fumetti. – ribatte il fratello minore, palesemente a denti stretti.
Colgo delle vibrazioni negative nell’aria, così mi guardo attorno per capire se si tratti di una mia impressione o meno. Probabilmente no, ma credo che gli altri stiano facendo finta di niente.
Mi chiedo perché e, soprattutto, cosa mi stia sfuggendo. Insomma, da quello che so Aiolia è molto legato a suo fratello, e viceversa, eppure da un po’ di tempo a questa parte il quadro non mi è così chiaro come poteva essere all’inizio.
C’è qualcosa che non va, tra questi due.
O forse sono solo io che ho troppa fantasia e magari Ioria è solo arrabbiato per altri motivi non noti.
Comunque Aiolos non coglie l’osservazione fatta, non so se volontariamente o meno.
- Piuttosto, come va con Shaka? – domanda infatti al fratello – Come sta? –
- Maledettamente bene. Non mi ha ancora sfrattato e continua a far puzzare casa con l’incenso. -
- È tanto che non ci parlo. Ho provato a chiamarlo un paio di volte, ma non era raggiungibile. Peccato, di solito abbiamo delle conversazioni piuttosto illuminanti. Dici che se passo a trovarvi domani lo trovo a casa? –
- Accomodati. – risponde Aiolia, appoggiandosi allo schienale della sedia e posando un braccio su quello della sedia di Castalia, l’aria di chi pregusta l’espressione di Shaka quando si accorgerà che la sua assenza stasera non sarà valsa a nulla.
- Perfetto! Milo, com’è andato l’esame da avvocato? – passa oltre Micene.
- Il cappio si stringerà attorno al mio collo lentamente e inesorabilmente, per prolungare l’agonia. – è la risposta lugubre dell’interpellato – Spero si muovano, devo trovare un lavoro. –
- Sono sicuro che andrà tutto bene. Camus? –
- Solo il quaranta percento degli alunni dei miei corsi passa gli esami. –
- Quanto è vero. – fa Hyoga con un’occhiata eloquente, a cui Aiolos fa seguire una semplice osservazione rivolta al francese:
- Tu facevi parte del quarantacinque percento che passavano quelli del tuo professore. –
- Anche questo è terribilmente veritiero. – osserva Milo.
Magnifico, Camus ha pure alzato gli standard per promuovere gli studenti…ho capito perché Crystal ci ha messo così tanto a passare quell’esame. Non ho la più pallida idea di cosa studi normalmente, ma almeno su questa prova che ha dovuto sostenere non ci piove.
- E come va Shura? – continua in questo istante Micene.
Giusto, non c’è neanche lui. Sospetto che sia o a casa a farsi i fatti suoi, o in ostaggio a DM e Aphrodite per una serata di cui nessuno vorrà e chiederà i dettagli.
- Bene. Chi lo ammazza quello. – risponde Milo con una smorfia – Tra le incursioni di Elle a casa nostra e gli attacchi di Lavoisier… A Settembre andrà via per un po’… l’università lo spedisce in Spagna per tre mesi. –
- Davvero? Mi pare un buon segno. –
- Oh sì. Così saremo io e Lavoisier. – fa Milo sottovoce, l’espressione maligna, beccandosi un’occhiataccia da Camus.
- Avete idea di come fare per l’affitto? – si preoccupa Mur.
- Non ancora, a dire il vero, ma ci toccherà sicuramente trovare un inquilino per quei tre mesi. Shura è d’accordo, ha detto che proverà a chiedere in giro per sapere se qualcuno ha bisogno di un alloggio. Di certo non può pagare due affitti, e né io né Camus abbiamo i mezzi economici per pagare anche la sua quota. – spiega il greco.
- Potreste ospitare uno studente Erasmus, così avrebbe il tempo di trovare una sistemazione per gli altri sei mesi. – suggerisce Shiryu.
- O qualcuno che faccia un Erasmus di tre mesi. – propone Shun.
- Questo è già più difficile. – gli faccio notare.
- Ma non impossibile. – mi corregge Elle – Oppure qualcuno che viene qui per scrivere la tesi…-
- Già. Comunque abbiamo già cominciato a cercare. Se volete diffondere la voce fate pure. – dice Milo, decidendo di precisare un ulteriore dettaglio: – Però lo chiamerò Shura Due. Altrimenti rischio di affezionarmi. -
- Ah ah. Avete preparato psicologicamente Lavoisier? – domanda Lili, fingendosi preoccupata – Sia mai che pensi che Shura ha abbandonato il campo e conquisti la stanza per rivendicarla come sua. –
- Lui ed Elle. – le faccio notare.
Dopo questa affermazione vedo la sopracitata coinquilina assumere un’espressione pensierosa, mentre estrae il cellulare dalla borsa.
Ci scommetto che sta per contattare Shura e chiedergli di cederle qualche suo libro. Solo qualche, eh. Più o meno il novanta percento della sua libreria.
- Perché non stampate un annuncio e me lo lasciate? – propone allora Dohko – Lo attacco alla bacheca, così se passa qualche studente lo vede e vi chiama. –
- Giusto! Si potrebbe fare anche con la palestra di Tisifone o la videoteca dove lavora Ioria. Oltre che con le facoltà, ovviamente. – gli faccio eco.
- Per la videoteca non ci sono problemi. – assicura Aiolia – Non c’è proprio una bacheca, ma se chiedo il permesso non credo che mi dicano di no. –
- Che lavoro di squadra! – osserva Aiolos ammirato.
- Ci mancherebbe. Inoltre se consideriamo che ad Agosto stiamo via per due settimane, meglio velocizzare i tempi. – è il commento del fratello.
- A proposito, mi sono consultato con Shion…- si intromette Dohko, alzandosi per andare a fare (finalmente) il proprio lavoro - Le due settimane che ci avete proposto ci conviene chiudere, quindi sono ufficialmente dei vostri! -
- Davvero?! – esclama Kiki, prima di voltarsi verso l’altro gestore - Ehi Shion! Non è che verresti…-
- NO!!! –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 

- Parlando ancora di vacanze, conosco un posto. – dice all’improvviso Aldebaran, riportando il discorso al tema principale.
- Reale o immaginario? – domanda Lili inarcando un sopracciglio.
- Spiritosa. Reale, me ne ha parlato un mio collega poco tempo fa… è  un po’ distante da qui, però è praticamente in riva al mare e si possono fare le escursioni nell’entroterra. È anche poco trafficato, e se siamo davvero tanti come dicevamo, a livello di costi dovremmo farcela. –
- Sembra figo! – commenta Pegasus – Attrezzato? –
- Il mio collega diceva di sì, un campeggio organizzato e…-
- COSA?! – fa Elle scandalizzata, voltandosi di scatto verso di loro – Non se ne parla proprio! Campeggio organizzato! GIAMMAI! -
- Micky, prendi carta e penna! Ci serve l’elenco di quanti siamo, dobbiamo dividerci le macchine e le tende…insomma, prendi appunti!- mi esorta invece Seiya, ignorandola completamente.
- Non azzardatevi! Io non ci vengo! Voglio le tende accampate, le mappe, le bussole, i tavoli da costruire, la lotta per la sopravvivenza, il procacciare il cibo, i falò e le cene abbrustolite sul fuoco! – continua la mia coinquilina imperterrita.
- A te fare la scout ha bruciato i neuroni, altroché! – osserva Hyoga.
- RIPETILO! –
- Dai, anche Elle è stata scout? – fa Aiolos illuminandosi – Pure io! Lupetto, Esploratore, Rover e per finire Akela![1]
- Ah. Bambini. Che bello. – è l’osservazione atona di Elle, probabilmente riferendosi al ruolo ricoperto dal fratello di Aiolia.
Non lo so, non ci capisco molto di queste cose, ma si intende, ovviamente, che alla mia amica non piacciono i piccoli umani.
- Vai ancora agli incontri? – s’informa Micene .
- No, ho lasciato da un paio d’anni. L’interesse primario era l’università. – specifica Elle.
- Filosofia, se non sbaglio. –
- Esatto. Invece Micky e Lili…qualcosa sulle arti…-
- Teatro. – corro in suo aiuto.
- Cinema. – mi segue Lili.
- Ah ecco! Mi sembrava di ricordare degli indirizzi del genere! – esulta il ragazzo, soddisfatto di se stesso.
- Avendo citato i bambini…Aiolos, quanto hai detto che ti fermerai qui? – è la domanda di Marin. – Sei già in ferie? –
- In realtà no, però avevo una questione urgente da risolvere e ho deciso che per un paio di giorni potevo tornare. Riparto dopodomani. Per le ferie se ne riparlerà più avanti…-
- Programmi? – s’informa Shiryu.
- Non proprio…Veramente dovrei passare un po’ di tempo qui anche ad Agosto, devo sistemare delle faccende…ed era l’unico periodo disponibile. –
- Davvero? Quando? – fa Aiolia, sorpreso.
Scommetto che non sapeva manco questo.
- Fammi pensare…i primi quindici giorni di sicuro, poi altri…mah, fino al venti di Agosto dovrei essere qui, in linea di massima. – calcola velocemente il fratello.
- Davvero? Niente vacanze? – domanda Aldebaran, ottenendo un cenno di cordiale diniego in risposta – Ma scusa, allora vieni con noi! -
- Sì Aiolos, vieni anche tu! – gli fa eco Pegasus, entusiasta.
L’interlocutore abbozza un sorriso divertito, volgendo lo sguardo sulla figura alla sua destra.
- Ti immagini, Saga? In tenda insieme come ai vecchi tempi! – esclama quindi Micene.
Saga spalanca gli occhi, piazzando su un’espressione che non saprei come definire. Sicuramente non è gioia. Non completamente.
- Eh già. – commenta, con un sorriso tirato.
- COSA?! – quasi urla Kanon – Io vado in tenda da solo! –
- Allora compratela, la nostra la uso io. – taglia corto il fratello senza nemmeno guardarlo.
- Col cazzo, che me l’appestate! TU compri la TUA tenda! –
- Vuoi stare da solo? Allora arrangiati! –
- Giuro che mi presento senza e ti scopo in testa! –
- Modera il linguaggio. – lo rimbecca il gemello con un’occhiataccia.
- Dai Kanon, state insieme tutto l’anno, per due settimane posso anche rubartelo no? Non essere geloso. – scherza Micene in direzione dell’altro.
- Eh? Cosa? Tu vaneggi, Aiolos, come al solito! Tienitelo pure, io condivido la sua stessa aria fin dall’accidentale concepimento! – sbuffa Kanon, ma il suo interlocutore non lo prende sul serio, limitandosi a lanciargli un’occhiata divertita.
- Subito dopo il quale hai tentato di riassorbirmi. – ricorda Saga a denti stretti.
- Era colpa dell’utero ostile che ci ospitava. Sono stato manipolato. Sono state le voci a dirmi di farlo. – si difende Kanon, aggiungendo dopo un attimo di pausa: - No, non è vero, volevo ucciderti e basta. -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
 
- Quindi aggiungo Aiolos, Dohko…e Shunrei, no? – domando, cercando la penna nella borsa.
Era ovvio che ce l’avrei persa dentro!
- Sì sì, segnala. Non vedo perché non dovrebbe esserci – mi fa notare Lili, che quando rialzo lo sguardo su di lei lancia un’occhiata eloquente in direzione di Shiryu.
Oh giusto.
Tra quei due e Nemes e Andromeda non so chi se la passi peggio, a livello di sentimenti palesi ma non dichiarati.
Non è vero, so perfettamente che quella messa veramente ma veramente male è June. Almeno di Sirio sospettiamo tutti che non sia completamente indifferente al fascino femminile, o che almeno abbia acquisito consapevolezza dell’esistenza di Fiore di Luna.
Invece Shun…lasciamo perdere.
- Okay…quindi, contando anche loro tre…siamo ufficialmente trenta! – concludo, ricontando rapidamente i nomi.
- Porca miseria. – è il commento di Ioria.
- Ma ci accetteranno, così in tanti? - si preoccupa Shun, l’espressione dubbiosa.
- Se ammettono gli animali purtroppo sì. – commenta Elle, con uno sguardo fin troppo chiaro rivolto proprio a lui.
- Parole sante. – le fa eco Kanon, ovviamente rivolgendosi a me e beccandosi una linguaccia.- Al, ricordati di far presente che avremo diverse bestie al seguito, quando prenoterai. Questo criceto obeso e quell’obbrobrio di cane compresi. -
- Chi ha detto che avrebbe prenotato lui? – salta su Mur.
- Quale cane? – domanda invece Aiolos.
- Massì Mur, ci penso io, in fondo ho l’aggancio con quel mio collega. Domani lo vedo e mi faccio dare tutte le informazioni e i contatti del caso. –
Mur scrolla le spalle, poco convinto dalle parole dell’amico, che nel frattempo si rivolge al fratello di Ioria:
- Il cane di Aphrodite. In realtà sarebbe del suo capo, ma gliel’ha affidato per l’estate. È un chihuahua. –
- Seriamente? Che idea carina! – esclama Micene, sincero da far paura.
- Quel…coso…è tutto tranne che carino, credimi. – commenta Lili.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
 
- Allora… – esordisco, trovando finalmente il mio quaderno nella borsa – Macchine. - scrivo il titolo in stampatello e comincio a segnare i numeri in verticale, uno per ogni riga.
Alla fine passo l’elenco alla mia destra, così partendo da Camus chiunque possa effettivamente mettere il proprio mezzo a disposizione è libero di scriverlo.
Quando la lista definitiva torna tra le mie mani, la percorro con gli occhi, contando in totale sette vetture e....
- Due moto? – domando, perplessa.
- Sì. – conferma Shun – Ikki mi ha detto che io e lui veniamo con quella. -
- Anch’io vengo in moto. Suppongo pure Death Mask. – aggiunge Kanon.
- Cosa? E chi porta la vostra roba? Ci sono un paio di macchine che saranno sicuramente già piene! – osservo.
- Senza contare che non rimarremo tutti per entrambe le settimane…- lascia intendere Castalia, picchiettando con le dita sul tavolo - Dobbiamo studiarcela bene, altrimenti al ritorno qualcuno rischia di rimanere a piedi. –
- Dovrebbe interessarmi? –
- Piantala Kanon. – taglia corto Saga – Prendi la macchina e amen. –
- Prendila tu –
- Non cominciare a rom...-
- Ehi ehi ehi, state calmi! – li blocca Aiolos – Saga, eventualmente la macchina prendila tu, io presto la mia a tuo fratello, che può comunque farsi il viaggio da solo. –
- A patto di portare l’attrezzatura di chi non ha spazio nel bagagliaio. – specifica il gemello maggiore, beccandosi un’occhiataccia dall’altro.
- E tu ti fidi a dare la tua macchina in mano a Kanon?! – esclama Pegasus ad occhi sgranati. – Io non lo farei! –
- Massì, dai, che problema c’è. Mi fido. –
Povero ingenuo…
ΩΩΩΩΩΩ

 
 
- Va bene. – concludo – Siamo ad otto macchine…-
- Fai nove. Nel dubbio segna anche quella di Aphrodite. – mi corregge Aldebaran – Altrimenti non ci stiamo…-
- Okay. – annuisco – Poi comunque dovremo riaggiornarci…ora passiamo alle tende. Dobbiamo sapere chi ne possiede una o di più da mettere a disposizione e le varie formazioni -
- Io, te ed Elle. La tenda ce l’ho io. – mi risponde subito Lili.
- Io e i ragazzi. – aggiunge Kiki.
- No, tu…- scatta Mur come una molla.
- Mur. – lo blocca immediatamente Aldebaran, facendolo desistere dall’affrontare o anche solo minimamente considerare la questione.
-…okay…- scrivo – Kiki, chi di voi ha la tenda? –
- Io.- mi risponde lui dopo aver guardato Mur per un breve istante – I miei ci hanno lasciato due di quelle che hanno usato per i loro primi viaggi. Vecchie, resistenti e ci stiamo tranquillamente in quattro. –
Segno le informazioni, per poi passare oltre: - Poi abbiamo detto Saga e Aiolos…giusto? –
Aiolos annuisce entusiasta, dando una pacca amichevole al suo prossimo “compagno di campeggio”, che si limita a mandare giù un sorso molto lungo di birra, fingendo noncuranza.
 - Camus? – proseguo con l’appello.
Il francese emette un lungo sospiro, prima di decidere: - Io dovrei stare in tenda con Shura, perché ce l’ha lui, però ne dobbiamo parlare. Ti faccio sapere appena ne so di più. E…- c’è un attimo di pausa, prima che si azzardi a dire: - …non so. Milo? –
Il suo coinquilino si stringe nelle spalle, perplesso: - Non lo so. Io la tenda non ce l’ho. Se Kanon non è con Saga, forse…-
- Detto onestamente Milo, io sto per i cazzi miei. – taglia corto il gemello minore, intento a farsi i fatti propri con il suo telefono.
- …Ioria? –
- Milo io ti voglio bene, ma almeno in vacanza fammi godere del mio spazio con Castalia! – reclama l’amico, spalleggiato da un cenno del capo della fidanzata.
- Sì, infatti, lasciali in pace che hanno bisogno di consumare. – è il commento di Pegasus, fatto con massima noncuranza ad alta voce.
- Grazie Seiya. – sibila seccato Aiolia a denti stretti.
- Quando vuoi. -
Milo scuote la testa, e vedendosi rifiutato da tutti gira lo sguardo verso di me:
- Non è che voi tre vorreste un po’ di bene a questo povero sfrattato e…-
-  Lascia stare. – lo interrompe (grazie al cielo) Camus, l’espressione nonostante tutto rassegnata  - Stai con me e Shura, se anche lui è d’accordo. –
- Sei sicuro di voler andare in tenda con Milo? Sicuro sicuro? – gli domanda Lili.
- No, ma se hai un’alternativa migliore sarò lieto di considerarla.-


- Nah, te lo becchi e amen. – è la conclusione, dopo pochi secondi. – Meglio a te che a me!. –
- Ehi! – protesta il soggetto di cui si parla.
- Guarda che ci guadagni. – gli fa notare Marin – Camus almeno è abituato da anni. Ad esempio Lili ti sopprimerebbe dopo dieci minuti. Aiutata da Elle. –
A giudicare dallo sguardo del ragazzo, non è difficile dedurre che stia considerando la questione da un nuovo ed affascinante punto di vista.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
 
- Scusate…- esito all’improvviso, controllando più attentamente la lista scritta sul foglio a quadretti - Manca Shaka. –
Il nome del biondino non compare nell’elenco che ho appena finito di stilare, dove le varie voci ci vedono così suddivisi: June, Shunrei, Shaina; Seiya, Shiryu, Hyoga; Ikki e Shun; Saori; Ioria e Marin; Kanon da solo (ovviamente), oltre che le tende già menzionate in precedenza.
- Shaka è con me. – mi risponde Mur.
- E lui lo sa? – gli fa notare Lili, venendo fulminata con lo sguardo dal ragazzo.
- Uhm…okay, allora…Shaka con Mur…- scrivo lentamente, accertandomi di non venire visivamente fustigata – Al, tu che fai? –
L’interpellato sembra rifletterci qualche istante, lasciando scorrere lo sguardo sulla tavolata, suppongo in cerca di aiuto. Non trovandone alcuno, scuote la testa, osservando:
- Dubito che DM e Aphrodite…insomma, Micky, meglio che li segni come tende singole, di certo non divideranno con nessuno, esattamente come Kanon. Forse l’unico che ammetterebbero è Shura. –
- Che comunque non è così stupido da farsi fregare. – ricorda Ioria, mentre prendo appunti – Fidati Al, è meglio così. –
- Sì, ma ciò non toglie che…-
- Non preoccuparti, Al, c’è Dohko! – esclama a questo punto Aiolos – Non l’abbiamo ancora segnato, vero? –
- Ehm..no. – ammetto, rileggendo, e trovando delle espressioni più che palesi sul viso di tutti non appena rialzo lo sguardo.
- Giusto! – salta su Al a sorpresa, entusiasta. – Non ci avevo pensato! Grazie Aiolos! Ehi Dohko! –
Il cinese si blocca a metà del suo percorso da un tavolo alla cucina, esegue una specie di piroetta e torna baldanzoso verso di noi, pieno di energia:
- Avete ancora fame, ragazzi? C’è tutto un insieme di dolci di là che non potete immaginare!
È rimasta di sicuro metà Sacher!! –

Uh, sono tentata. Tentatissima…
Odio l’abbinamento cioccolato-marmellata, ma quella posso passarla ad Elle…
NO!
Che poi mi allargo ancora di più ed Isaac mi vede fin troppo bene.
- Lascia perdere Dohko – risponde Aiolia – Piuttosto…-
- Lascia perdere un corno Ioria, io la Sacher la voglio! – reclama Seiya.
- Arriva! – il gestore parte in quarta verso al cucina, alzando un braccio in segno di assenso quando Elle gli urla dietro “Se c’è del caffè avanzato portalo!”.
- Uhm. Forse lo sfruttiamo un po’ troppo. – commenta Shiryu, seguendolo con lo sguardo.
- Chi, noi? Ma va’! – fa Kiki.
- Infatti! – si intromette Aiolos – Dohko è sempre stato così. Va matto per il suo lavoro, si fa in quattro per amici e clienti, vero Saga? –

Solo io vedo degli uccellini in stile Biancaneve cinguettare gioiosi attorno alla sua testa?
Non mi pareva di ricordarlo così…così…non saprei come definirlo.
A giudicare dal sopracciglio inarcato di Camus, la perplessità sul viso di Milo, Kanon che mima la propria impiccagione, gli occhi sparati di Ioria e il palese imbarazzo di Saga, no, gli uccellini non li vedo solo io.
- Cinguettii. Cinguettii insistenti che provengono dall’aria attorno a lui. – mi dice in questo istante Elle, mentre Lili assottiglia gli occhi con espressione sospettosa.
- La sua luce mi ferisce gli occhi. – aggiunge,  fingendo un tono sofferente.
- Ehm…sì. Vero. – risponde Saga ad Aiolos in questo istante, abbozzando un sorriso.
- Però noi ne approfittiamo eccome. – bisbiglia Shun.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
 
- Ecco la torta ed il caffè! Dicevi, Ioria? –
Per un attimo mi chiedo se Dohko non stia scherzando, quando posa l’intera metà di torta Sacher sul tavolo. Insomma, a mio avviso è un dolce piuttosto pesante, non vorrà seriamente che…

Mi correggo, le porzioni sono giuste. Seiya si sta prendendo un quarto (abbondante)…no, forse un po’ di più…vabbè, facciamo la metà di quello che è arrivato.
- Certe volte mi fai schifo. – gli dice Hyoga, osservando come il bottino venga masticando e fatto sparire velocemente.
- Pferqué? – è la domanda dell’amico.
- Chiudi la bocca e mastica. – lo riprende Castalia.
Che pazienza. Considerato il lavoro che fa, io avrei già mandato Pegasus e Ioria a quel paese.
- Kiki, basta con gli zuccheri! – fa in questo istante Mur, sottraendo l’altra metà della torta al fratello.
- Ma…! -
- Poi ti rimane sullo stomaco e non dormi! –
- Io non dormo perché ho fame! Mi spacci hamburger di soia ai pasti! – protesta il rosso, esasperato, cercando di riafferrare il piatto conteso.
- Sto attento alla tua salute! – ribatte il fratello maggiore.
- No, è tortura alimentare! Tu mi odi perché sono più carino di te! –
- Cosa?! –
- Ehi, datevi una calmata! – salta su Aldebaran – Mur, concedigli almeno una fettina…la taglio io, stai fermo! - lo blocca fermamente, prima di far scorrere il piatto – Camus…? No, Milo? Kanon? Shi…oh toh, Seiya, finiscila tu! –
- Con fiafere! – ben contento di aver ottenuto quello che voleva, Pegasus passa senza indugio alla seconda metà, leggermente diminuita, rimasta.
Ammetto che provo del disagio. Va bene la filosofia dello stomaco per il dolce, ma qui si esagera!
- Se stai male a casa, pulisci tu. – gli ricorda infatti Lili, mentre Elle prende il secondo caffè nel giro di pochi minuti.
- Stavo dicendo…- Aiolia riprende la parola, lanciandosi delle occhiate attorno per essere sicuro che nessuno lo interrompa – Dohko, per te in campeggio sarebbe un problema dividere la tenda con Aldebaran? –
- Assolutamente no! Anzi, sarebbe un piacere! Dovrei avere una tenda di mio padre, un po’ vecchia e malridotta, ma dovrebbe andare! Ti piacerà, vedrai, è color succo di melograno! –
- Madre de dios…- dice Elle, dando voce ai pensieri di tutti.
- Ehm…a dire il vero pensavo di prenderne una nuova, magari economica, o farmela prestare dal mio collega…- tentenna Aldebaran, non sapendo come uscirne.
Tiro discretamente una gomitata ad Elle, che sbuffa e, alzando lo sguardo dalla tazzina, decide di intervenire:
- Vi conviene, io non ci scherzerei con le tende, il tempo e l’incapacità umana…-
- Va bene, vada per la nuova! – concorda Dohko sorridendo – Faremo a metà con i soldi…Evvai, non vedo l’ora di partire! Al, ci divertiremo un sacco! Ragazzi, con il vostro permesso mi occuperei del cibo per tutti, vedrete cosa riesco a fare anche con poco…-
Ma io volevo la brace…” sento bisbigliare da Elle, mentre Shion arriva di gran carriera dalla cucina, interrompendoci con:
- Dohko, Fiore di Luna non riesce a gestire l’apprendista, l’ho visto maneggiare con la macchina nuova per impastare la…-
- COSA?! MA IO LO AMMAZZO! –
Il cambio di tono di voce fa sobbalzare tutti, creando un istante di silenzio in tutto il Cinque Picchi, mentre il minore dei gestori sparisce di corsa oltre la porta della cucina.
Ci vogliono ancora un paio di secondi, prima che il lieve brusio della sala riprenda.
- Avete un apprendista? – domanda allora Castalia a Shion, facendoci riprendere a nostra volta.
- Sì, da poco. È in prova. – risponde l’altro – In gamba, per carità, ma credo abbia appena fatto al prima mossa falsa. –
Quando si volta verso la porta della cucina, seguiamo istintivamente la traiettoria con lo sguardo, senza riuscire a vedere il ragazzo in questione ma avendo modo di cogliere l’espressione spaventata di Shunrei e, soprattutto, quello che sta facendo Dohko.
Il locale è insonorizzato, ma vederlo muoversi a tutta velocità e soprattutto urlare (perché sta gridando, a giudicare dal colorito assunto dal suo viso), è una scena che non raccomanderei a nessuno.
Pare posseduto da Gordon Ramsay[2] nei suoi giorni peggiori.
Mi sa che in campeggio dovremo stare moooooooooooolto attenti all’ora dei pasti.
- Forse abbiamo trovato qualcuno da temere più di te quando maneggia i coltelli - bisbiglio ad Elle.
- Io non ci voglio partire con Dohko! – fa in questo istante Shun, fissando terrorizzato il cinese.
Troppo tardi, Andromeda.

Si parte?

Si parte.
 
 


N.B:
[1] Lupetto, Esploratore, Rover, Akela = sono ranghi rintracciabili negli scout. Non me ne intendo molto, ho chiesto consiglio ad Elle che ne sa molto più di me =)
[2] Se non sapete chi è, cercate pure su Wikipedia e su Youtube...poi immaginatevi la scena ;)
 

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Capitolo 19
*** Higitus Figitus/Trashin' The Camp ***


Higitus Figitus/
Trashin’ The Camp

 
 
 
 
- Documenti? -
- Presi. –
- Tende? –
- Prese. –
- Protezione solare? –
- Da dieci, trenta, cinquanta…–
- Medicinali? –
- Cassetta del pronto soccorso piena – mi rassicura Lili, proseguendo con:- Coltellino svizzero? –
- Tre: mio, quello di Seiya e infine quello di Elle… –
- Ah, ti sei decisa? Finalmente! Ti servirà... -
- Così piccolo, a niente. Io volevo il mio da lavoro. Quindici centimetri di lama lucente e…-
- Sì sì, Elle, abbiamo capito. Però non lo puoi portare. Amen. – la rimbecco, per poi proseguire: - Shun? –
- Lavato, vestito, tuta indossata, già caricato sulla moto di Ikki. – è la risposta di Elle.
- Bene, allora abbiamo tutto! – esclamo trionfante, cancellando l’ultima voce della lista – Compagnia dell’Anello, in marcia verso Mordor! [1]
- Oh, non scherzare, lo sappiamo tutti cosa succede, fuori dalla Contea. – fa Lili con un’occhiata sarcastica al gruppo del nostro appartamento pronto a partire, per poi mettersi lo zaino sulle spalle ed incamminarsi fuori di casa facendo roteare le chiavi della macchina su un dito.
Elle lancia un ultimo sguardo malinconico alle scale, probabilmente pensando al cassetto nella nostra camera dove ha riposto il fedele coltello. Si esibisce in un sospiro volutamente melodrammatico, prima di seguirla con il proprio bagaglio.
Mentre escono di casa, mi giro verso i restanti membri della Compagnia, in piedi davanti a me con zaini e una divisa discutibile.
Pantaloncini e canottiere. Dio quanto è bianco Hyoga.
- Bene, signorine. – sentenzio – Avete lasciato tutto in ordine? –
- Sì – risponde il biondino.
- Avete chiuso gas e acqua? –
- Fatto. – conferma Shiryu con un cenno del capo.
- Avete fatto pipì? –
- Pfff! -
- Non sto scherzando, Seiya. – lo avviso.
- L’ho fatta, ti dico. Sono anche tornato in bagno due minuti fa per essere sicuro di averla fatta. – ribatte lui, sbadigliando: – Piuttosto, dovevamo per forza muoverci a quest’ora? Ho l’abbiocco post pranzo! –
- Come se guidassi tu! Tanto non è mai l’ora giusta per partire.– taglio corto – Ora muoviamoci che dobbiamo trovarci con gli altri. Crystal, hai le chiavi della macchina? –
- Sì. Dobbiamo solo caricare gli zaini, il resto è già su con la roba di Shun. – mi risponde il ragazzo, aprendo la strada agli altri due.
- Senti, ma quando sei stanco di guidare posso darti il cambio? – sento chiedere da Pegasus mentre lasciamo l’appartamento.
- No – risponde secco l’amico - Al massimo lo fa Shiryu. Non mi fido della tua guida. –
- Non migliorerò mai se non mi fai fare esercizio! –
- Non con la mia macchina! –
Scuoto la testa nel sentirli discutere mentre scendono le scale. Intanto, prendo il mio mazzo di chiavi per chiudere la porta, pensando a quanto potrebbero essere lunghe e faticose queste due settimane.
Torneremo?
Due giri di chiave, per condannarci tutti.

 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Trenta persone. Nove macchine. Due moto. Quattordici tende. Quattro minorenni. Un cane.
Cento per cento possibilità di non uscirne vivi.
Questa è la stima fatta sulla situazione una volta riuniti tutti al punto di ritrovo, ovvero il parcheggio di fronte alla palestra dove lavora Tisifone.
Death Mask è arrivato sgommando sulla sua moto, Saori invece accompagnata da quello che presumo essere il suo maggiordomo, che le ha sistemato i bagagli nella macchina di Hyoga, prima di lasciarla a malincuore nelle nostre mani.
- L’avventura è laggiù[2], ragazzi! – saluta Dohko balzando giù dal veicolo dei gemelli.
- Seh…dobbiamo ancora partire e sono già stanco…- si lamenta Milo sbuffando – Ma perché abbiamo deciso di partire a quest’ora?! Fa un caldo assassino! -
- Allora? Pronti ad andare? – domanda Aiolos scendendo dalla propria auto con aria baldanzosa.
Stolto. Non sa a cosa sta andando incontro…
- Psicologicamente? No. – è infatti la risposta di Ikki, che si è tolto il casco per prendere un po’ d’aria mentre tiriamo le somme prima della partenza definitiva.
Dietro di lui, Shun prova a fare lo stesso ma, non riuscendoci, alza semplicemente la visiera della sua protezione.
- Ho caldo – si lamenta, tastandosi la tuta protettiva che il fratello l’ha costretto ad indossare per il viaggio. – Quanto ci vuole per arrivare? -
- Tre ore, se andiamo spediti e non troviamo traffico…- risponde Aldebaran.
- Un po’ di più, se ci fermiamo per benzina e pause – lo corregge Mur.
- Se? Come sarebbe a dire se? In tre ore mi scappa…! –
- Ti avevo detto di farla prima di uscire, Ioria. – è la replica di Shaka, buttata in mezzo alla conversazione con nonchalance.
Il coinquilino gli lancia un’occhiataccia. Tuttavia, a dargli man forte involontariamente è Aphrodite che, appoggiato pigramente alla propria macchina, annuncia:
- Io mi devo fermare per forza, altrimenti…-
- Shura se la fa addosso. – completa DM sghignazzando.
Lo spagnolo fa per dargli uno spintone, seccato, ma l’altro gli fa capire con uno sguardo che NON deve fare cazzate in prossimità della sua moto.
- Nah, è abituato ai ritmi di studio, ce la fa a tenerla. – osserva Elle, ricontrollando per l’ennesima volta la propria borsa e borbottando ancora: – Quel coltello ci stava eccome…-
- Shura forse sì, ma il cane no. – ribatte Phro.
- Mi raccomando, continuate a parlare come se io non ci fossi! – sbotta Shura.
- Giusto. Dov’è Puzzetta? – interviene allora Lili per accontentarlo, facendogli alzare gli occhi al cielo.
- Lì. – ci risponde lo svedese, indicando una gabbietta per cani in cui ha collocato l’animale, posata sul sedile posteriore della propria auto. Vedo gli occhietti del topo scrutarci avidi e inquietanti.
- Mi fa quasi pena. – osservo.
- O quello o l’eutanasia, non lo lascio libero in macchina! – commenta Aphrodite fissando il cane e facendogli una smorfia.
- Massì dai, anche se ci mettiamo un po’ di più cosa volete che sia! Ci fermiamo a prendere un caffè, facciamo quattro chiacchiere…ne abbiamo di tempo da passare al mare! – interviene Aiolos, avvicinatosi anche lui per dare un’occhiata a Puzzetta.
- Mi ha appena dato un motivo per infrangere il limite di velocità e arrivare diretta senza fermarmi una sola volta. Invece che tre ce ne metto una e mezza, di ora per arrivare. – sento commentare da Lili.

 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Bene, gentaglia. Tutti in macchina, sapete le varie suddivisioni. Al apre la fila, Camus tu la chiudi, se vi perdete chiamate, forse ci ritroveremo, sennò ci vediamo lì. O forse no, chissà. Muoversi!  - dichiara infine Tisifone, salendo sulla propria auto.
Con lei ci sono Shunrei e Nemes, mentre Marin ha optato per fare il viaggio con Ioria e Benam; Kanon afferra al volo e con un sorrisetto malevolo le chiavi della macchina di Aiolos, che è insieme a  Saga e Dohko. Milo si separa da Camus e raggiunge il gemello minore; al francese toccano Shaka e Shadir.  Death Mask fa rombare il motore della moto, accanto all’auto di Aphrodite, che è con Shura e Puzzetta; davanti a lui ci sono Ikki e Shun, di fianco alla macchina di Hyoga che trasporta Shiryu, Seiya e Saori. Aldebaran, che sta facendo manovra per mettersi in testa alla fila, passerà il tempo con Mur e Lear.
Infatti, dopo numerose battaglie e litigi, noi tre siamo riuscite a riscattare Kiki da un sicuramente difficile viaggio con suo fratello.
Il ragazzino sfugge alle rivendicazioni del maggiore, raggiungendoci a grandi passi e con un sorrisone largo così. Si sfila lo zaino e fa per accomodarsi sul sedile del passeggero, ma viene bloccato da un gesto della mano di Lili:
- I bambini e gli animali dietro. – dice la mia coinquilina.
- Ma Lili…! Non vuoi che ti tenga compagnia , ti regga le sigarette, ti cambi le marce e…-
- Dietro, Kiki. E mettiti la cintura. – gli intimo, spingendolo verso la portiera posteriore dopo aver visto l’occhiata che si è beccato dalla ragazza.
Faccio per girarmi e andare a sedermi davanti, quando Elle mi schizza ad un palmo dal naso, senza nemmeno accorgersene, e si accomoda sul sedile.
- Elle! – protesto, più scandalizzata dal fatto che neanche si sia accorta di quello che ha fatto che dall’azione in sé.
- Eh? –

- Niente, lascia perdere. – sospiro, per poi sedermi dietro accanto a Kiki, citando Lili: -  Gli animali dietro. –
- In marcia! – fa Aldebaran, agitando il braccio dal finestrino.
- Verso l’infinito, e oltre![3] – esclama Dohko affacciandosi da quello posteriore della macchina di Saga.
- Sicuri di non aver dimenticato niente? – chiede per l’ultima volta Lili a tutti sporgendosi dal proprio.
Il rombo dei motori accesi è la risposta immediata alla sua domanda, ma mentre cominciamo a muoverci, dalla macchina davanti alla nostra si sente un urlo da parte di Milo:
- KEVIN!!![4]
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- D’accordo…dunque…Aldebaran ha detto che dovremmo essere divisi per piazzole, giusto? – esordisco, aprendo il solito quaderno e preparando la penna: – Urge un piano d’attacco. –
- Oh certo. Perché saremo così civili da applicarlo, una volta arrivati lì. Come no. Già ci vedo, guarda. “Prego Mur, vuoi precedermi nello scegliere la collocazione più appropriata?”. “Oh no, Ioria, fai pure, prima tu”. “Dovremmo cedere il passo alle signorine, non credi?”. “Ben detto Milo. Prego ragazze, prego”. – mi risponde Elle, mimando la scena e beccandosi un pizzicotto da Lili, infastidita da tutto quel gesticolare.
- Ah ah. – le fa eco poi quest’ultima – Ora, per i gusti di Micky che ama il realismo, ecco la versione che più si avvicina a cosa accadrà veramente. “WAAAAAAAAAAAAAA!!! Ioria mettiti di fianco a me!!”, “Via da Aiolos! Via da Aiolos!”, “Oh vicino a Dohko che ha le scorte!!”, “No, io accanto alla tenda di Aphrodite non ci sto!”. Ah, sto omettendo le grida Apache che emetteremo, ovviamente. –
- Vabbè. – sbuffo – Almeno cerchiamo di capire dove ci conviene stare. –
- Lontano da Kanon, DM, Seiya, Ioria, Aiolos e Mur. Senza offesa, Kiki. – osserva Elle.
- Macché. Vi invidio. – è il commento del ragazzino. – Mi toccherà stargli vicino, già lo so. -
- Quindi con Tisifone e le altre. – rifletto velocemente. – Forse anche con Dohko e Aldebaran... –
- Sì sì, noi stiamo qui a fare dei piani, ma secondo me appena  metteremo piede in quel posto si scatenerà l’inferno – riprende Lili – Non siamo nemmeno sicure di come siano organizzate le tende! –
- Noi cerchiamo di stare unite – si raccomanda Elle – Poi gli altri possono anche scannarsi. –
Non siamo ancora entrati in autostrada, quindi ci tocca rispettare i semafori. Lili rallenta e si ferma ad uno rosso, proprio dietro alla macchina con Kanon e Milo.

Ma che diamine stanno combinando quei due?!
Il veicolo ondeggia. Non credo sia normale.
- Ehm…vedete anche voi quello che…? – azzardo.
- Vedo e sento! – mi risponde Kiki.
- Fai tu. Sento i System[5] da qui. Con i finestrini chiusi. – aggiunge Lili, mentre Elle scuote la testa nel notare che i due ragazzi davanti si stanno muovendo a ritmo di musica.
Anche Death Mask, fermo accanto a loro, deve essersi reso conto della situazione, dato che si volta a guardarli un paio di volte, facendo poi loro un gestaccio con la mano.
- Oh oh alza la musica!!! – fa Kiki – Facciamo una gara! –
- Non sfidarmi pazzo!!! – ribatte la mia amica, allungando la mano verso la radio ed alzando il volume al massimo, facendo tremare i finestrini.
Vedo Milo fare un cenno d’approvazione dallo specchietto, mentre Kanon cambia canzone per mettere qualcosa di più forte e sgomma via allo scattare del verde.
Nell’entrare in autostrada, anche Shaina si unisce alla “competizione”, cosa che ci permette di trascorrere il tempo del viaggio, per il resto monotono.
Ci fa sembrare “quasi” (non esageriamo) normali.
Piccola lenta e tranquilla comitiva che va in vacanza. Mur ogni tanto si gira a vedere che combiniamo, mentre nella macchina di Camus probabilmente Shadir sta pregando tutte le divinità che conosce per arrivare prima. Non oso immaginare il silenzio o una qualsivoglia tipologia di conversazione tra lui, Shaka e il francese.
Nella macchina di Crystal, mentre ci sorpassiamo o affianchiamo, vedo Saori chiacchierare con i ragazzi. Anche se probabilmente Seiya sta rompendo i cosiddetti al conducente.
Death Mask invece continua a zigzagare tra le auto di tutti. Si diverte soprattutto a fare la posta a quella di Aphrodite, dato che quando lo vede, Puzzetta prende ad agitarsi nella gabbietta e gli abbaia contro scodinzolando. Dettaglio che ovviamente fa sbuffare Shura e, dopo un po’, incazzare di brutto Phro, che gli alza contro il medio. DM sghignazza palesemente da sotto il casco, dando il gas per raggiungere Kanon e Milo.
- Ehi guardate, c’è Saga! – esclamo, riconoscendo la macchina guidata dal gemello maggiore.
Uh, che faccia scura.
A giudicare dai movimenti concitati, Aiolos e Dohko stanno parlando ininterrottamente. Da quando siamo partiti. E poco importa che il conducente indossi gli occhiali da sole, dalla piega della fronte capisco quanto si stia trattenendo dal dare di matto.
- Venti euro che li ammazza prima di arrivare! – salta su Elle, notando come me il suo nervosismo.
- Non può prendersela con Aiolos e Dohko, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa! – commenta Kiki.
- E allora? Guarda! Guarda quella piega sulla fronte! Ancora un po’ e si spacca il lobo frontale…come si gonfia! La chiamerò la piega della bestemmia. – continua Elle imperterrita, facendo ciao con la mano al soggetto in questione quando sorpassiamo la vettura.
Sadica.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Siamo arrivati o no? –
- KIKI NON LO SO! PIANTALA DI CHIEDERMELO! – sbotta Lili, esasperata dall’ennesima volta in cui la domanda viene posta.
- Direi di sì, guarda, Aldebaran sta svoltando per entrare in quel cancello! – esulto, indicando la manovra con la mano.
- Evvai! – mi fa eco il ragazzino, con un tono di voce che infastidisce le altre due.
- Facciamo ancora in tempo a buttarti fuori. – osserva Elle per zittirlo. – Comunque, ora che succede? Dove mettiamo le macchine, alle piazzole o c’è un parcheggio? Bisogna anche vedere quanto sono grandi, le piazzole, perché altrimenti è inutile stare qui a discuterne…e come siamo divisi, soprattutto…Odio i campeggi organizzati, per la miseria! –
- Io odio te, mi stai mettendo ansia! – la rimbecca Lili – Seguiamo la macchina di Aldebaran e basta…-
- Toh guarda, problema risolto: c’è il parcheggio. – dico, notando che ci stiamo dirigendo verso l’area di sosta comune.
- Risolto cosa, ci tocca portare tutta la roba, e chissà dove diamine ci hanno messo! – sbuffa Elle.
- È per questo che abbiamo un baldo giovane in macchina con noi. Vero, Kiki? – fa Lili con un sorrisetto malevolo, strappando un sospiro rassegnato al ragazzo. – Là! –
A questa esclamazione, spegne la macchina e siamo liberi di scendere. Mentre anche gli altri parcheggiano, spendo un minuto buono a tentare di sgranchirmi le gambe. Qualcuno, presumo Seiya, si lamenta di aver fame.
Non ha tutti i torti. Nel complesso abbiamo fatto solo una sosta in autogrill a metà viaggio per un caffè e il bagno, nient’altro. Inoltre, abbiamo finito quelle poche scorte di cibo che avevamo per passare il tempo. E fa caldo, per la miseria.
- Scusate, ma…Aphrodite e Shura dove sono? – chiede Shadir guardandosi attorno e facendoci notare l’assenza della macchina dello svedese.
- Ehm…Camus, non erano davanti a te? – prova a ricordare Aldebaran, voltandosi verso il francese.
- Fino all’autogrill. – risponde lui - Poi se non sbaglio erano di fianco a Shaina…-
- Usciti da lì non li ho più visti. – replica lei.
- Con “lì” intendi il parcheggio o…? – domanda Nemes.
- No, intendo proprio l’autogrill. –
- Siamo ripartiti senza di loro?! – esclama Mur.
- Be’ sì. – conferma la voce di Death Mask, intento a ridersela di gusto.

- Te ne sei accorto e non ci hai detto nulla??? – deduce Al, beccandosi un cenno affermativamente soddisfatto del coinquilino – Ma…! Oh e va bene! Andiamo, vi faccio vedere dove ci hanno messo. Intanto li chiamo per capire dove sono. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Io questo posto già lo odio. – è il primo commento di Elle non appena usciti dal parcheggio, quando ci troviamo davanti al campeggio vero e proprio. Ovvero, una serie di ampi vialetti che ne costituiscono lo scheletro e attorno a cui sono disposte le piazzole di varie dimensioni, mentre i suoi “organi” sono sparsi sul territorio, indicati da dei cartelli che ne indicano la collocazione, oltre che segnare la suddivisione, per numeri, dei vari spazi per le tende.
Per “organi” intendo quei punti di ritrovo fondamentali, come…
- La piscina???! – sbotta Elle in questo istante – In un campeggio al mare???! –
- Sì. – mi limito a confermare, sperando che non inizi una filippica delle sue.
- Inconcepibile. Assurdo. Non voglio crederci, come…quanti diamine di fottutissimi bambini ci sono, qui?! –
Alzo gli occhi al cielo, decidendo di lasciarla delirare per i fatti suoi, facendo un rapido esame delle varie direzioni da prendere per raggiungere punti come il supermercato, il bar, l’infermeria (questa sì che potrebbe servirci!), la spiaggia, i bagni…toh, c’è anche il noleggio bici...l’area camper è di là…
- Sì sì, bello, ma noi dove dobbiamo andare? – fa Benam impaziente, guardandosi attorno.
- Uhm…giù di qui – indica Aldebaran consultando la mappa che gli hanno dato all’ingresso – All’incrocio a destra, poi alla prima curva a sinistra, sempre dritto. Siamo in fondo. –
- Quindi siamo nell’equivalente della piccionaia? – domanda Lili sbuffando.
- Uhm…no dai…- cerca di tranquillizzarla il ragazzo – Dalla mappa vedo che c’è anche una bella zona verde, non le siepi che separano le piazzole come in questa parte…magari stiamo più freschi…-
- Su ragazzi! Meglio di così! – si inserisce Aiolos affiancandoci – Più tempo insieme senza disturbare nessuno! Solo noi! –
- Uhm, zona verde. Terriccio e alberi. – sento dire da Kanon, subito seguito da Elle:
- Potremmo eliminarlo, seppellirlo, e nessuno ne saprebbe nulla. –
Scorgo Lili sghignazzare, mentre procediamo verso questo mistico luogo che dovrebbe ospitarci e farci da riserva naturale.
Spero siano attrezzati con delle staccionate, o che abbiano del filo spinato elettrico per rinchiuderci ed evitare la distruzione del campeggio.
- Ehi guardate, dev’essere laggiù! – esclama Lear, alzando un braccio per farci puntare lo sguardo verso il fondo di un sentiero minore, dove contiamo diverse piazzole vuote.
- Terra! – urla Milo alzando le braccia al cielo.
-  L’isola che non c’è![6]  – gli fa eco Dohko, a caso come al solito.
- Bene – fa Shiryu - Procediamo con calma e ordine e…-
- E…- prosegue Seiya, cominciando poi a correre: - L’ULTIMO CHE ARRIVA SI BECCA LA PIAZZOLA DI FIANCO ALLE VECCHIE TURISTE TEDESCHE! -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Guarda che carina. Piccola ape operosa. Precisa e letale, non trovi? – mi chiede Lili, seduta sull’erba della piazzola che condivideremo con Tisifone, Nemes e Shunrei, mentre la terza inquilina da’ freneticamente gli ultimi ritocchi alla nostra tenda.
- Già. Elle, sicura di non volere una mano? -  domando alla diretta interessata.
- Eh? No no, ci penso io, tranquilla! Dunque, io nella parte a sinistra, tu a destra e Lili al centro, giusto? – ribatte lei senza nemmeno voltarsi, accennando al fatto che la tenda fornitaci dall’altra sia divisa in tre “stanze”.
Sospiro.
- Sì, esatto. – la osservo un istante mentre sistema i rispettivi zaini, prima di decidere: - Be’, se proprio ci tieni a farlo tu, io penserei al resto. - 
Meglio portare i bagagli di Ikki al legittimo proprietario, intento a sistemarsi con il fratello e a dare una mano agli altri quattro inquilini del nostro appartamento.
- Ohi Micky! Vi serve aiuto con la tenda? – mi chiede solerte Aiolos quando passo davanti alla zona verde che divide con Saga, il fratello e Marin.
- Oh no, tranquillo, Elle ha finito di montare la nostra circa un quarto d’ora fa! – rispondo divertita, raggiungendo Phoenix.
- Ma siamo arrivati da mezz’ora…- mi pare di sentir dire da Saga, intento a fissare perplesso i picchetti che l’amico sta sistemando.
Uhm, forse sta dubitando delle sue capacità di scout…
- Be’ dai, anche Aiolia ci ha messo poco. – gli faccio notare, indicando con il capo la tenda sorta dall’altra parte della piazzola.
- No, ci ho pensato io. – afferma Castalia, sistemandoci il suo bagaglio e quello del fidanzato.
- Ehm…e Aiolia dov’è? – domando.
- Ad aiutare Dohko. –
Sposto lo sguardo verso il punto che mi indica con la testa, scorgendo il ragazzo intento a sistemare il futuro giaciglio del cinese e di Aldebaran. Quest’ultimo sta dando una mano a Mur, dato che Shaka sembra essersi volatilizzato nel nulla.
Capacità invidiabile.
Intanto, Dohko saltella attorno alla misera costruzione che Aiolia sta disperatamente tentando di mettere insieme, ripetendo a macchinetta “Ti do’ una mano!”. Peccato che non faccia che peggiorare la situazione.
Vedo Kiki e i suoi fedeli compari già belli che sistemati nel medesimo spazio, anzi, credo siano belli che pronti a scatenare un pandemonio..
Seiya e i suoi, invece, sono stranamente tranquilli. Cioè, in realtà Pegasus sta provando a fare il figo con Saori, non si è ancora reso conto che sta maneggiando una tenda semplicissima, o almeno così l’ha descritta Elle, e…
Sì, va bene, ci farà notte con quella cosa.

Ma Phoenix allora è seriamente masochista! Si è messo in tenda col fratello?!
Nella stessa piazzola con gli altri tre. Più Saori.
- Sai Phoenix, ti facevo più furbo. – commento nel posare lo zaino accanto all’apertura che funge da “entrata”.
- Già. Pure io. – sbuffa, mentre controlla che la copertura per la tenda sia ben salda.
- Fratello, posso aiutarti? – sento chiedere dalla voce di Andromeda dall’altra parte dello spiazzo verde, dove sta armeggiando con uno dei borsoni.
- No Shun, non ti preoccupare. – lo rassicura l’altro – Piuttosto, che stai facendo con il bagaglio di Pegasus? –
- Eh, mi ha chiesto di sistemargli la roba mentre si occupa di Sao…-
- SEIYA!!! – urla Ikki, interrompendolo a metà frase.
- Che c’è?- chiede il mio coinquilino, facendo capolino da sotto la tenda di Saori.
Sì, avete capito bene, da sotto. Non ha ancora cominciato a montarla, o meglio, non c’è ancora riuscito, quindi al momento se ne sta seduto sul prato, con la tenda sfusa appoggiata sulla testa, in meditazione. O in attesa di qualcuno che gli risolva il problema, tipo Shiryu.
- Piantala di schiavizzare mio fratello e fatti le cose da solo! –
- Tanto dovresti esserci abituato, no? – si sente dire da Kanon.
- Andromeda si è proposto spontaneamente! – protesta l’interessato.
- E tu ne hai approfittato. – lo riprende Ikki, fulminandolo con lo sguardo – Sistema la tua roba, alla tenda di Saori penso io. –
Seiya sbuffa, ma alla fine abbandona lo scempio di cui si stava occupando e torna da Sirio e Hyoga, lasciando Shun libero dal suo incarico. Ikki gli fa segno di sistemare il proprio zaino, mentre si dirige verso Isabel, che vedo china sulla tenda abbandonata, ben decisa a risolversi i problemi da sola.
Scuoto la testa, facendo per andarmene, sentendola rivolgersi al ragazzo:
- Scusa Ikki, io ho provato a farglielo capire, tra l’altro questa è…-
- PEGASUS! – è l’esclamazione esasperata del militare - Ma la tenda di Saori è una fottutissima QUECHUA!!! [7]
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
 
- MA PORCA DI QUELLA……!!! – udiamo urlare dopo un po’, con tanto di latrati annessi. – USA QUEL MALEDETTO GUINZAGLIO!!! -
Uh. Qualcosa mi dice che i dispersi sono finalmente arrivati.

Come immaginavo, Puzzetta è corso subito a tormentare il suo coinquilino preferito, da cui si becca la solita sequenza di insulti, a cui il ragazzo cerca di aggiungere un calcio ben assestato.
Nello sentire risuonare un fischio, si blocca, le orecchie puntate verso il vialetto da cui stanno arrivando i suoi compagni di viaggio.
 - Dove diamine eravate finiti, capra?! – chiede Death Mask non appena Shura entra nel suo campo visivo.
Puzzetta si distrae per un secondo, corre dallo spagnolo, gli trotterella attorno mirando alle cinghie del suo zaino (si crede un alano? Non ci arriverà mai!) e poi schizza verso la tenda di Mur e Shaka.
- La vescica di quel cane regge meno della sedia che ha costruito Milo a casa nostra. – sbuffa lo spagnolo, seguendolo con lo sguardo  – Vi abbiamo perso di vista, Phro ha bestemmiato in svedese per mezz’ora con Aldebaran. -
- Quale sedia, scusa? – domanda Lili perplessa, dopo aver sentito l’affermazione nell’essersi avvicinata.
- Quella all’ingresso su cui in genere buttiamo le giacche. Nemmeno Lavoisier ci si siede. –
- Ehi, a proposito… Camus, dove hai lasciato Lavoisier? – chiedo al francese, intento a sistemare il borsone nella tenda che, suppongo, ospiterà sia lui che i coinquilini.
- Con la vicina. – mi risponde laconicamente.
- Addio, dolce e premurosa nonnina. – commenta Milo, la testa affondata nel proprio zaino in cerca di non so cosa.
Elle arriva dalla nostra piazzola con aria soddisfatta, sentenziando:
- Fatto! Ho anche rifinito la tenda di Aiolos e Saga. Quanto ci scommettete che Micene ci rimetterà le mani e finirà col farsela cadere in testa e…Aphrodite! Scherzi, vero? Sei venuto seriamente col trolley! –
- E allora? Non mi pare di essere in un reality sulla sopravvivenza. – dice lo svedese seccato, venendo verso di noi tirandosi dietro la valigia e cercando di richiamare il cane a sé, senza successo.
- Già. E scommetto che anche tu hai la Quechua che si apre da sola, come Saori. – deduce Elle.
- Sì. Problemi? –
- Io? No. Tu sì, quando proverai a richiuderla. –
- Lo vedremo. – taglia corto lui – Piuttosto, io dove sto? –
- Là, con Death Mask e Kanon. – gli fa cenno Shura, indicando l’unica piazzola occupata dalle tre tende con un solo occupante a testa, e verso cui Phro si dirige sbuffando.
- Bene! – sentenzia Milo, avendo finito di ispezionare il suo bagaglio - Io vado a farmi il primo bagno assieme a Kanon! –
- A quest’ora? – chiedo, ottenendo come risposta una semplice scrollata di spalle.
- Cioè vai  a perlustrare il territorio di caccia. – lo corregge Elle.
- Assolutamente sì! –
- Che sia chiaro. Fai le tue cose fuori dalla nostra tenda. – scandisce Camus con un’occhiata assassina, smorzata da un segno di assenso Milo.
- E se vuoi un consiglio muoviti, Kanon è già in spiaggia e vedo Death Mask che sta per raggiungerlo. – gli dice Lili.
- Bastardi, avevo detto di aspettarmi! – protesta il greco per poi abbassarsi i pantaloni, sfilarli al volo, gettarli con noncuranza dentro la tenda e filare via dietro al tatuatore.
Camus prende i sopracitati pantaloni tra la punta di due dita e li colloca con espressione disgustata su quello che immagino essere il posto in cui dormirà il coinquilino.
- È partito col costume già addosso, il furbone. Per un attimo ho temuto fosse nudo, lì sotto. – dice Elle  – Ma grazie al cielo anche lui ha dei limiti. Forse. –
- Abbiamo quindici giorni per scoprirlo. – constato, scuotendo la testa nello scorgere Dohko agitare le braccia e urlare dietro al ragazzo che si sta allontanando:
- Milo, vedete di tornare in tempo per la cena!-
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Senti Dohko…ma…la scenata dell’altra volta in cucina? Come ce la spieghi? – domanda Marin mentre prepariamo il necessario per mangiare.
C’è da dire che l’idea di cenare tutti insieme ci è sembrata utopica fin da subito, ancora quando ci sentivamo per organizzare queste due settimane. Però è la prima sera, si può anche fare…da domani non avremo neanche più il briciolo di controllo della situazione che stiamo manifestando adesso.
Così abbiamo svaligiato il supermercato, da brave cavallette distruttrici, e messo insieme i vari tavolini da campeggio che ci siamo portati dietro. Tutti di dimensioni e altezze diverse.
Scommetto che qualcuno finirà col mangiare seduto per terra e senza appoggio.
- Oh sì…- fa il ragazzo scuotendo rassegnato il capo – Shion mi ha convinto a prendere un altro aiuto in cucina, per migliorarne l’organizzazione e la velocità. Ovviamente è una buona idea, con il contratto da apprendista il ragazzo si fa le ossa e ci da’ una mano…solo che…-
- Solo che? – lo esorta Nemes, dato l’attimo di esitazione del cinese.
Dohko sospira, chiudendo gli occhi per un attimo, per poi rivelare:
- Odio che qualcuno tocchi le cose nella mia cucina. Soprattutto se non le sa usare. –
Il suo cipiglio serio di per sé è inusuale, ma l’espressione solenne e il cenno del capo di Shunrei ci fa capire che non sta scherzando e che in quella cucina Fiore di Luna deve averne passate delle belle, per conquistarsi il posto che occupa oggi.
- Ma imparerà! – sorride poi il cinese – Se io lo posso fare, lui lo potrà fare! [8]
- Poco ma sicuro! – interviene la voce di Aiolos, mentre il ragazzo ci raggiunge dalla propria tenda, Saga dietro di lui con l’espressione di chi già non ne può più.
- Ah, avete finito di fare le cose zozze, voi due?! – scherza il Dohko, alludendo al fatto che sono stati nel loro rifugio fino ad ora a parlare.
Micene assume un’espressione perplessa, non capendo subito la battuta, per poi limitarsi ad un sorrisetto e al commento:
- Saga non è il mio tipo. – detto con una leggera risata.
Il gemello maggiore inarca un sopracciglio, mentre Lili mi bisbiglia all’orecchio:
- Però lui è il soggetto adatto a morire per primo, non trovi? –
- Uhm. Non saprei. Mi sembra più il tipo che nei film horror se la cava sempre e comunque. – ribatto.
- Dipende dal film horror. – mi corregge Elle, l’aria di chi ha qualche idea in testa da mettere in pratica.
- Trattieniti, Jigsaw[9], almeno per stasera. – le intima Lili – Ehi ragazzi, perché non ci date una mano? –
- Con piacere! – esclama Micene, mettendosi subito all’opera.
Ne approfitto per avvicinarmi a Saga, sussurrando:
- Come va? –
- Non riesco più a stargli dietro come una volta. – risponde lui lanciando un’occhiata all’amico – Saranno due settimane piuttosto lunghe. –
- Suppongo di sì. – sospiro, vedendo Kanon, Milo e Death Mask tornare di corsa dai bagni, dove sono stati a togliersi di dosso i residui della prima nuotata della vacanza, percorrendo di gran carriera il vialetto e prendendosi  allegramente a frustate con gli asciugamani bagnati.
Erano ripassati di qui a prendersi i pantaloni, ma suppongo che mettersi anche una maglietta fosse troppo ardire, dal loro punto di vista.
- No Shaka, non ti preoccupare. Ci penso io. Ma no dai, scherzi? Non è nel tuo stile, lascia fare a me! –
Ci voltiamo perplessi nel sentire la voce di Shaina pronunciare queste parole, chiedendoci a cosa si riferisca di preciso, per poi scoprire che stava facendo pesantemente del sarcasmo sul fatto che il biondino si sia comodamente seduto a non fare nulla mentre gli altri apparecchiano.
- Come vuoi. – è la serafica risposta del ragazzo che non si scompone minimamente, nemmeno quando Tisifone fa per tirargli l’apribottiglie in testa.
Grazie al cielo Mur ha dei buoni riflessi e riesce a mettersi in mezzo in tempo.
- Maledizione. – è il commento di Aiolia nell’assistere alla scena.
- Shura, ma tu sei in tenda con Phro o no, alla fine? – domanda invece Kiki allo spagnolo, intento  a tagliare il pane.
- Eh? Scherzi?! Lui e il cane?! –
- Che c’entra, nell’altra ci sono Milo e Camus. – gli fa notare Lili.
- Paradossalmente, sono più abituato a loro. –
- Non in una tenda da tre. – gli ricorda tuttavia il francese.
- E questo che vorrebbe dire? –
- Che in generale conviene dormire lontano da Milo. Io dormo a destra, ma è mio dovere metterti in guardia circa il posto in mezzo. E sia chiaro che non ho intenzione di starci io. –
- Dai Camus, non sono poi così terribile! – cerca di difendersi Milo – Inoltre se tutto va come prevedo, in tenda mi vedrete ben poco! –
- Preferisco andare sul sicuro. – ribatte l’amico, irremovibile.
- Ma se proprio vuoi salvare Shura…da cosa poi lo sai solo tu!...mettiti in mezzo! – suggerisce allora il greco.
- Neanche per s…-
- Va bene, basta! – sbotta lo spagnolo – Sentite, conosco le abitudini di Phro, stare in tenda con lui sarebbe un’impresa impossibile. Inoltre, non mi piacciono i cani. Ergo, sto con voi e a questo punto in mezzo ci sto io. Tanto non potrà mai essere peggio che dormire con DM in preda ad una sbronza. E non fatemi domande al riguardo.–
 
ΩΩΩΩΩΩ
 

- Che tu sia maledetto! –
È la prima frase che sento pronunciare da Shura la mattina del primo giorno.
Il problema è capire con chi ce l’abbia di preciso, se consideriamo che: la maggior parte dei presenti nel campeggio è sveglio già da un po’, soprattutto i bambini, e in pieno fermento; Dohko sta facendo un bordello assurdo da come minimo un paio d’ore, dato che si è messo in testa di preparare la colazione e che, da almeno un’ora, si è munito di stereo acceso a volume discutibile e con su l’intera discografia dei Bee Gees; Aiolos gli ha dato man forte praticamente da subito, andando anche a svegliare alcuni di noi di persona; Kiki e i suoi compari sono corsi nella tenda di Seiya, Shiryu e Hyoga per saltar loro addosso; Puzzetta si è messo ad abbaiare da mezz’ora perché ha fame.
Affacciandomi dalla “porta” della mia parte di tenda, vedo Shura  uscire di scatto dalla sua, i capelli in tutte le direzioni (peggio del solito, per intenderci).
Ovviamente io ero ancora in branda. Finché Aiolos non sarebbe stato così  temerario da avventurarsi qui dentro e provare a far alzare sia me che Lili non avevo intenzione di muovermi. Il paesaggio e il susseguirsi di eventi che vi ho descritto li ho dedotti dalle bestemmie che ho sentito urlare in questo lasso di tempo.
- Ma che ho fatto di male?- sbadiglia Milo nel mettersi a sedere sul proprio giaciglio, mentre fuori dalla tenda Camus legge il giornale.
Ecco con chi ce l’aveva lo spagnolo.
- Dormi a stella, ti sei preso tutto lo spazio! Non hai fatto altro che starmi addosso tutta la notte! – esclama Shura - Come un maledetto koala! Ti ho pure tirato un pugno! –
- Ciò spiega perché mi faccia male la spalla…-
- E tu che hai fatto? Niente, ti sei girato dall’altra parte per venti minuti e poi sei tornato ad attaccarti come una cozza! –
- Chi, io? Non è vero! Camus diglielo tu! –

- Milo. – fa invece il francese con espressione ovvia.
- Lo sapevi e non mi hai detto nulla?! – protesta lo spagnolo.
- Ti avevo detto di non metterti in mezzo. Sei tu che non mi ha ascoltato. -
Shura alza gli occhi al cielo, andando spedito verso la tenda di Aphrodite, dove lo svedese sta praticamente buttando del cibo nella ciotola per il cane che si è portato dietro, sfogando così l’incazzatura per essere stato svegliato da quest’ultimo.
- Strafogati. – dice a denti stretti, lanciandogliela davanti – E muori soffocato. Quanto odio gli animali. –

-IO VI AMMAZZO TUTTI!!!. – urla in questo istante Kanon dalla propria tenda, già sul piede di guerra per ovvi motivi.
- Muovetevi, che dobbiamo andare in spiaggia!!! – urla invece Seiya, correndo verso il rifugio di Marin e Ioria.
Mi spiace per Pegasus, ma spero che il greco gli assesti il pugno che si merita. E che Castalia finisca il lavoro.
Mi decido ad uscire dal mio angolo di pace e ad andare da Dohko, che tutto contento mi porge un piatto di plastica con dentro un pancake con la Nutella e una tazza di latte freddo.
- Sono commossa. – gli dico sorridendo – Grazie. –
- Ma figurati! È un piacere! – ribatte felice.
Mentre torno sui miei passi, pregustando la Nutella, mi sorge un dubbio.
Come diamine ha fatto a preparare i pancakes su un fornelletto da campeggio?!
Non è possibile, deve aver pur avuto un aiuto. Tipo dalle tedesche qui a fianco, che hanno la tenda cucina. O forse ha barattato qualcosa con gli olandesi super attrezzati che ho visto nell’area camper …
Altrimenti non mi spiego i pancakes.
Dubbi a parte, decido di sedermi ben prima di arrivare alla mia tenda, precisamente di fronte a Marin (la cui espressione non promette nulla di buono) e di fianco a quello che sembra un altro reduce di una pessima nottata, dato che mi saluta con un grugnito.
- Uh, buongiorno anche a te. – dico, la voce così roca da sembrare quella di una fumatrice accanita.
È un classico mattutino.
- Ciao. – risponde allora Saga senza nemmeno girarsi.
- A vederti mi immagino già come hai dormito. – osservo – Il motivo? –

-  Aiolos. – dice semplicemente lui, evitando perfino lo sforzo di indicarmi l’amico – Non ha fatto altro che parlare. E parlare. E parlare. Fino alle due del mattino. –
- E alle otto era già in piedi? – annuisce – Non è umano! –
- No. – conferma Castalia, addentando una brioche, fissando il fratello maggiore del suo ragazzo che ha già attaccato bottone con Shaka. Il quale, secondo me, sta mettendo in pratica tutti gli insegnamenti buddhisti che conosce per non farlo fuori subito.
- Tra l’altro, avete sentito che casino stanotte?! C’era un uccello che cantava in continuazione, che fastidio! – sentiamo sbuffare da Hyoga mentre si infila una maglietta.
- Di notte? – domanda perplesso Andromeda – Non è normale. –
- L’ho sentito – conferma Elle – Ma non credo fosse un uccello. Al massimo una ghiandaia, che ha un verso insopportabile. Ma mi sembrava un po’ strano, come rumore. –
- A giudicare dal commento di Aphrodite che ho sentito, doveva essere vicino alla sua tenda. – le faccio notare.
- Effettivamente sembrava provenire da lì. – mi conferma.
- Scusa Elle, ma tu da quanto sei sveglia? – le domanda  Ioria nel raggiungerci.
- Dalle sei e mezza, perché? – fa lei.
Le nostre facce le fanno capire cosa pensiamo di questo dettaglio.
- Fai dalle sei e quattro minuti. – la voce di Lili ci interrompe, mentre si avvicina con una tazza di caffè in mano, l’aria di un’incazzatura cosmica pronta a esplodere – È l’ora in cui sei  inciampata nella mia gamba.-
- Lo sai che…- inizia a difendersi Elle.
- Sì sì, lo so. – sospira Lili, alludendo al fatto che anche a casa l’altra finisce sempre col far cadere qualcosa/sbattere contro i mobili/farsi male involontariamente. Sorvolando su questo, però, riprende: - E ho sentito anche tutti gli altri, che hanno pensato bene di svegliarmi e…-
- Lili, siamo tutti nella stessa barca. – osservo, facendole notare il “circo” che abbiamo involontariamente allestito nel nostro angolo di campeggio, dove su trenta persone, probabilmente almeno quindici finiranno con l’essere soppresse.
La mia coinquilina si guarda attorno, assottigliando gli occhi con fare minaccioso nello scorgere Dohko avvicinarsi di nuovo allo stereo per alzare un po’ il volume. Dopodiché sbuffa e sentenzia:
- Oh bè, almeno cerchiamo di muoverci e di andare in spiaggia. L’unica cosa che potrebbe risollevarmi il morale è il poter finalmente vedere Shaka in costume. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 

- Kanon! Kanon per la miseria aspetta un…! Ah, ci rinuncio! Che si ustioni! – sbotta Saga, lasciandosi cadere sulla sabbia e scuotendo la testa nel vedere il fratello correre in acqua senza né aver messo la crema, né sistemato la propria roba, che ha violentemente abbandonato addosso al gemello per potersi tuffare in mare.
- Tutti quegli anni di piscina gli hanno fatto male. – nota Elle – Pensava che qualcuno gli stesse correndo dietro? –
- Be’, qualcuno lo ha fatto. – dice Aldebaran, indicando Puzzetta che è trotterellato dietro al ragazzo e al momento sta abbaiando alle onde che vengono a morire sul bagnasciuga.
- Phro, tu lo sai che se il cane fa i bisogni in spiaggia devi comunque pulire, vero? – chiedo.
- Sì, lo so. – risponde lo svedese a denti stretti – Stupido cane, vieni qui! –
L’ordine viene deliberatamente ignorato e l’animale si convince a distogliere l’attenzione dall’acqua solo quando Dohko, Death Mask, Kiki, Benam, Shadir, Lear e Seiya  decidono di raggiungere Kanon, rischiando di travolgerlo e schizzandolo di brutto.
Solo a questo punto torna indietro e si rifugia accanto ad Aldebaran, dove suppongo rimarrà per un po’.
- Come Mur, non raccomandi a Kiki di mettersi la maglietta per non scottarsi? – domanda sarcasticamente Elle fissando il ragazzino da lontano.
- No, gli basta la crema. – è la replica asciutta dell’altro, seduto accanto a Shaka sotto ad uno degli ombrelloni (in totale sono cinque, tutti pesantemente…ehm…riciclati, diciamo così.).
A proposito, so che ve lo state chiedendo.
La risposta è sì, Shaka indossa un costume. Semplice ed essenziale, ma è già un passo avanti.
- Beato lui. – commenta Phoenix riferendosi a Kiki, fissando il fratello che indeciso scruta la propria maglietta, non sapendo se gli conviene infilarla, dopo essersi spalmato la protezione per proteggersi dal sole, o no. - Shun, hai della crema sul naso. –
L’osservazione di Ikki porta Andromeda a strofinarsi il punto citato per un minuto buono, con tanto di aiuto di Nemes.
- Che stordito. – commenta Lili, riferendosi al fatto che pur avendo June in costume davanti a sé, il ragazzo non abbia fatto una piega – Neanche a sventolargliele davanti, eh…! E tu che vuoi? – domanda poi scocciata alla figura che le si è avvicinata.
- Mi serve che qualcuno mi metta la crema sulla schiena. – risponde Milo con espressione innocente, agitando il flacone in segno di pace.
- Spalmala sugli scogli e rotolati come un gatto. Oppure chiedi a Camus. –
- Già fatto, ha detto di no. -
- Chissà perché. – fa la voce del francese, scuotendo il capo, cercando un alleato affidabile per farsi aiutare con la crema. Allungo un braccio per manifestare la mia disponibilità; dopo un secondo di esitazione decide che sono abbastanza fidata da poter osare un contatto fisico e si gira, dandomi le spalle.
- Io spero che questa sia la protezione cinquanta, Camus, perché altrimenti possiamo già darti per cotto…- dico, notando quanto sia pallida la pelle del francese e controllando il grado di copertura indicato sul tubetto.
- Potrei dirti la stessa cosa, ma grande. – replica lui tranquillamente.
O giusto, tra le mie innumerevoli e discutibili qualità c’è quella di avere la pelle più bianca di una mozzarella.
Non che Aphrodite sia tanto più scuro di me, a dire il vero. Per non parlare di Andromeda o Fiore di Luna.
- AHIA! Lili ho detto spalma, non “usa la cazzuola”! – protesta Milo sotto i gesti bruschi della mia coinquilina.
- Dovevi pensarci prima! – fa lei senza battere ciglio, continuando imperterrita nell’operazione e facendolo sbuffare.
Effettivamente sembra più che si diverta a tirargli degli schiaffi, piuttosto che mettergli la protezione solare.
Lo farà di proposito? Nah, ma che andate a pensare!
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
 
- LASCIATEMI STRONZI!!! – grida Aphrodite, dopo che DM, Dohko e Milo l’hanno afferrato e sollevato di peso, per poi dirigersi verso il mare.
Puzzetta li insegue abbaiando, fermandosi ovviamente a debita distanza, mentre lo svedese viene scaraventato in acqua.
Milo si allontana per prendersela con Aiolia, che lo ha raggiunto da poco assieme a Camus. Il francese si è azzardato a tentare una sottospecie di bagno in mare “giusto un attimo per non soffrire troppo il caldo”, almeno a sentire lui.
- Maledetti! – continua ad imprecare lo svedese, riemergendo ed attaccandosi con presa assassina al collo di Death Mask, ribaltandolo.
- Però! Che bicipiti che ha Phro! – esclama Elle, osservando la scena – Questo conferma la mia tesi sul suo lato Vichingo! –
- Meglio che vada a separarli. – interviene Aldebaran – O va a finire che si ammazzano. –
Detto questo, si alza e va in direzione di quei due, accolto da un Dohko entusiasta intento a sbracciarsi come un mulino a vento perché vuole salirgli sulle spalle.
- Uffa – si lamenta Elle – Volevo vedere chi sarebbe sopravvissuto. –
- Non preoccuparti, ne stiamo già perdendo uno. – la tranquillizzo, indicando dietro la disputa italo-svedese, un ovvio tentato fratricidio.
Saga infatti si è fatto convincere ed è entrato in acqua da qualche minuto, giusto in tempo per beccarsi un attacco a bomba di Kanon, che l’ha schiacciato sotto la superficie limpida con una risata malefica.
- Temo che quello sia il suo campo. – aggiunge Lili - Ciao ciao Saga! –
- Pff! Vuoi che Aiolos non si metta in mezzo? – le fa notare Tisifone, di ritorno dalla sua nuotata assieme a Marin e a Nemes.
Strano che June abbia lasciato Shun in balia di Hyoga, Seiya e Shiryu…ah no, scusate, c’è anche Ikki in acqua. Potrebbe non accadergli nulla, effettivamente.
Potrebbe.
Shunrei e Saori invece sono rimaste qui con noi, Mur, Shaka e Shura, steso al sole come una lucertola.
- Ehi Chupacabras, guarda che è passata mezz’ora! Ti conviene girarti se non vuoi arrostire solo da una parte! – lo richiama Lili, scuotendolo per qualche istante dalla sua immobilità.
Lo spagnolo si mette a sedere, guardandosi attorno perplesso, dopodiché decide di alzarsi e raggiungere gli altri in mare.
Uhm, strano che sia improvvisamente così attivo…ah, ecco spiegato il motivo.
Sta arrivando Micene.
- Ragazze? Niente bagno? – ci chiede sorridendo.
- Per ora no, Aiolos, grazie. – rispondo, scuotendo la testa, gesto che viene laconicamente imitato dalle mie coinquiline e dalle altre presenti.
- Mur? –
- Magari dopo – fa l’altro senza entusiasmo.
Micene si stringe nelle spalle, prima di dire:
- Capisco. Però mi spiace per voi, su richiesta unanime degli altri non me ne vado a mani vuote…vieni a fare il bagno, Shaka! –

Non ci credo!
Non può farlo!
- È fuori di testa! – esclama June al mio fianco, fissando sconvolta il fratello maggiore di Ioria che afferra il biondino per un braccio e lo trascina verso il mare, senza che Shaka stesso riesca ad opporre una buona resistenza.
A sua discolpa, credo sia stato colto di sorpresa, perché sappiamo tutti che gode di ottimi riflessi.

Secondo me in realtà non stava meditando.
Stava dormendo e non ce ne siamo accorti.
- Shaka! – tenta di aiutarlo Mur, inseguendo Micene.
Peccato che venga placcato da Seiya e Dohko, che lo trascinano dietro agli altri due, mentre chi del gruppo se n’è reso conto fissa la scena con espressione sconvolta, ben conscio delle conseguenze che potrebbero esserci.
L’unico con un ghigno sadico stampato in faccia è Aiolia.
Anche perché Kanon è di nuovo sparito non so dove a nuotare, mentre DM se ne frega altamente come al solito.
Comunque, fossi in Ioria, riderei ben poco. Moooolto poco.
Lo sguardo di Shaka, quando riesce a rimettersi in piedi e a guardarsi attorno, non promette nulla di buono, soprattutto nei confronti di Micene che invece gli sorride divertito.
Oddio.
- È un uomo morto – sentenzia Lili.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 

- Oh ragazze, è il momento! – ci avvisa Shaina, lanciando uno sguardo sopra la propria spalla in direzione del bagnasciuga.
- Giusto in tempo. – commenta Elle.
Ironico come la fine della nostra passeggiata sul bagnasciuga per sgranchirci le gambe (e fare effettivamente qualcosa) prima di pranzo abbia coinciso perfettamente con questo evento cruciale.
- Presto, la macchina fotografica!!! – esclama Lili, allungandosi verso la custodia dell’apparecchio sotto all’ombrellone.
- Ma quella è di Hyoga! – protesta Saori.
- E allora? Pensavi portassi la mia?! Col cavolo, è nuova di zecca!!! – si giustifica l’altra, preparandosi a scattare.
-  Inquadra e imposta tutto, poi goditi il momento. – le  raccomanda Elle, sedendosi accanto a lei e rivolgendosi poi a me: - Anche tu Micky, eh! Poi voglio vedere se oserai parlarci ancora di Polifemo, poi…! –
L’unico modo in cui mi sento di risponderle è una smorfia che dice chiaramente cosa penso circa il commento appena fatto su Isaac; dopodiché mi siedo tra lei e Marin, alla cui destra è già posizionata Tisifone.
Tutte  comode per goderci lo spettacolo, sotto lo sguardo perplesso di Saori, Nemes e Shunrei.


Ma insomma, parliamone.
Quattordici di loro (no, i quattro spostati che vivono con noi e i minorenni non contano), che escono dall’acqua.
Con una perfetta sincronia, sembra quasi fatto apposta.
Potrebbe anche darsi, ma in fondo, chi si lamenta?
Una leggera brezza. Nessuna traccia di tremende vendette tramate mentalmente, almeno all’apparenza.
Quattordici esempi della diversificazione che può avere la fauna maschile.
Passo sicuro, elegante; muscoli che vibrano quel che basta, con discrezione e sobrietà, ad ogni movimento...
Completamente bagnati, sotto i raggi caldi del sole…
Sigla di Baywatch[10] in sottofondo…

- WIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!! –
L’urlo di Kiki e Benam, intenti ad inseguire Lear e Shadir , manda tutto in frantumi, soprattutto dato il fatto che prendono in pieno Aiolia, causandone la perdita d’equilibrio e facendolo cadere addosso a Milo. Che si appoggia a Camus. Che cede miseramente sotto al peso del greco, trovando un vano appiglio in Aphrodite.
E così via, crollano uno dietro l’altro, chi bene e chi male.
Come le tessere di un domino.

Effetto rovinato.
- Mi sono mangiato della sabbia! – sentiamo urlare da Ioria quando si risolleva.
- REGISTRATI! Sono riuscita registrare tutto!!! -  esulta Lili  nello trovare integro e fatalmente perfetto, il video che ha immortalato l’istante, indicato sul display della macchina fotografica, verso cui ci sporgiamo noi ragazze per poterlo rivedere.
È già una reliquia.
 

 
 
 
N.B.:
 
[1] Riferimento al mondo de Il Signore degli Anelli, assieme a “Compagnia” e “Contea”;
[2] Citazione presa da “Up”, Pixar Animation Studios, 2009;
[3] Citazione da “Toy Story – Il mondo dei giocattoli”, Pixar Animation Studios, 1995;
[4] Citazione della celebre scena di “Mamma ho perso l’aereo”, Chris Columbus, 1990;
[5] System of a Down;
[6] Cit. dal mondo dei romanzi di Peter Pan, ad opera di J. M. Barrie (1902);
[7] Mi riferisco, come specificato poche righe dopo, a quelle tende che si aprono e sono praticamente già pronte, mi pare che il modello sia la Quechua 2 seconds. Facili da “montare”, ma un casino da richiudere, mi dicono;
[8] Citazione della canzone “Se io lo posso fare”, dal film “Anastasia” (1997);
[9] Jigsaw, o Jonathan Kramer, omicida seriale della saga di “Saw”;
[10] La trovate su Youtube ;)
 
 
NdA:
Vi sono mancati, eh? ;)
Questo capitolo è più lungo degli altri per sopperire al periodo di separazione XD
Grazie di cuore a tutti, come sempre!
Stay Tuned!
Louis

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Capitolo 20
*** La Lunga Estate Caldissima/Pumpin' Blood ***


NdA:
Piccola premessa, da un'osservazione più che giusta fattami da Elle.
Il capitolo è lungo e diviso in due parti, che si svolgono in due giorni e luoghi diversi. Di conseguenza, la narrazione segue il cambiamento delle situazioni e si modifica nel corso del capitolo. Non stupitevi se ad un certo punto ci sarà una brusca accelerazione, sappiate che è dovuta.
Inoltre, vi invito a leggere tra le righe i vari intrecci che si vengono a creare, anche se semplicmente abbozzati o dall'aria di essere stati "buttati lì" in mezzo senza ragione. Essendo questo il nucleo centrale del campeggio (ci sarà un altro capitolo che concluderà questa piccola trilogia vacanziera), l'ho sfruttato per lanciare e rimodellare alcune linee narrative. Tranquilli, non sto dando i numeri, alcune situazioni si risolveranno già nel prossimo capitolo (quando arriverà), altre, chissà, necessiteranno di più tempo.
Inoltre, se vi sembrano approssimate, ricordate sempre che il pdv è quello di Micky, che ovviamente (sopratutto nella seconda parte), non può avere una visione a 360° di tutti gli avvenimenti.
Un consiglio? Fate come me: prendete appunti e segnatevi tutti i dettagli, le affermazioni e le possibili relazioni sospette per non perdere nulla ;)
Per i resto...non vedo l'ora di sentire i vostri riscontri!
Buona lettura!
Louis

La Lunga Estate Caldissima/
Pumpin’ Blood

 
 
 
 
Tranquilli.
Aiolos è sopravvissuto.
Per ora.
Siamo riusciti ad impedire a Shaka di ammazzarlo, per quanto penso gli abbia lanciato contro tutte le maledizioni che conosce. Mur ha dovuto parlarci per un’ora buona per riuscire a calmarlo, anche se la scintilla omicida ogni tanto ricompare nel suo sguardo, quando posa gli occhi sul fratello di Ioria.
Credo gli abbia dato un motivo più che valido per trasgredire al principio della nonviolenza…
Spero per Micene che rimanga fedele alle proprie idee, perché non credo che qualcuno si metterebbe in mezzo per salvarlo…forse Seiya…o Shun…
È la volta buona che ne perdiamo tre al prezzo di uno.

-…Efle sfotati ghe debo sfuttae…-
-…u attio nuo o finito…ai vito gue a Phro sua creendo la baba? –
- …coa? Nuo palale on o spaolino in boa! -
Sciacquo la bocca e pulisco lo spazzolino, riponendolo poi nella custodia, ascoltando distrattamente i discorsi che Elle e Lili tentano di fare mentre si lavano i denti. Aspettare di aver finito no, eh.
Uhm. Potrei riempire le parole che non capisco con alcune di mia scelta…
- “Elle sposati che mi devo sbronzare!”, “Ma l’attico mi fa schifo! Hai visto quell’afro in spiaggia?”  “Cosa?! Non usare Milo come boa!” – mi esprimo ad alta voce.
- Spiritosa. – commenta Lili, asciugandosi il viso – Dicevi, Elle? –
- Che ad Aphrodite sta crescendo la barba. – è la risposta dell’altra, data mentre ripiega l’asciugamano.
- Davvero?! – esclama la prima, spalancando gli occhi.
- Sì. – è la conferma - Non si vede ancora benissimo, ma c’è. –
- Sarà il suo lato Vichingo che tenta di prendere il sopravvento…- commento, mentre ci avviamo verso il nostro “accampamento” , avendo concluso il doveroso passaggio mattutino al bagno.
Sono passati cinque giorni e abbiamo ormai acquisito una forma di routine.
Ovvero, ognuno fa quel cazzo che gli pare.
Mentre percorriamo il vialetto cercando di non farci travolgere dai bambini della famiglia olandese (almeno sei, tra i tre e i nove anni) che sosta quattro piazzole prima di noi, scorgo distrattamente le ormai solite scene: Dohko che scambia opinioni culinarie con le tedesche di una certa età… Aphrodite che controlla il suo Blackberry…Kiki e i suoi amici che già si urlano dietro…Ioria e Marin che fanno colazione assieme per godersi un po’ di tempo da soli…Kanon che torna da chissà dove, l’aria che lascia intendere come abbia trascorso la notte…Puzzetta che corre via con un calzino di Death Mask in bocca…
A proposito, dov’è DM?
Mah. Secondo me con l’amichetta della compagnia notturna del gemello sopracitato.

Porca miseria. Fa un caldo terribile.
Ora che ci faccio caso, all’appello manca anche qualcun altro. Lascio scorrere lo sguardo sulle tende per raccogliere gli indizi necessari, notando come Micene esca con cautela dalla propria, dirigendosi verso quella di Dohko e Aldebaran, suppongo per fare quattro chiacchiere con il brasiliano.
Uhm. Come mai così cauto?

Perfino Kanon, però, dopo aver gettato una breve occhiata all’interno, si allontana da quel punto con l’espressione di chi ci starà ben alla larga.

Oh-oh. Credo sia uno di quei giorni.
Incrocio lo sguardo di Aiolos, che scrolla le spalle e commenta con un lieve sorriso mentre prosegue oltre:
- Ordinaria amministrazione. Passerà. –
Ciò conferma le mie ipotesi.
Lo fisso dubbiosa mentre si allontana. Sistemo le mie cose nello zaino, dopodiché decido di verificare quanto è grave la situazione, dirigendomi verso la tana della belva.
Scosto la chiusura della tenda, la cui cerniera è rimasta aperta, ed entro stando bene attenta a non far rumore; grazie al colore della stoffa, nonostante ci sia il sole, la luce è perfettamente filtrata, in modo da garantire una certa penombra.
Spingo un po’ gli occhiali sul naso, mettendo a fuoco la figura distesa prona sul lato sinistro del rifugio, la testa affondata nel cuscino per potersi preservare una forma di buio totale.
Faccio un ulteriore passo avanti, cogliendo le dita strette sul tessuto dell’appoggio in un palese tentativo di esorcizzare il dolore.

Uhm. Da uno a dieci direi che siamo al livello otto…
- Saga? – bisbiglio, sfiorandogli la spalla con la punta delle dita.

-…mal di testa…- lo sento dire sommessamente senza nemmeno accennare a spostare il capo per guardarmi.
Uh, forse addirittura nove, a giudicare dal tono.
- Posso fare qualcosa? – chiedo.
- No. –
- Sicuro? Magari del caffè, un panno fresco sulla fronte, altro…? – propongo, attingendo dai ricordi delle mie esperienze personali.
- No! –
- E stai calmo, cerco solo di darti una mano!! – sbotto stizzita, per quanto me ne penta quasi subito.
Mi mordo il labbro inferiore, ricacciando indietro il disappunto mentre mi aspetto un’altra osservazione piccata da parte sua.

- Staccami la testa. Ti prego. – supplica lui invece.
- No. – ribatto in tono scherzoso – Lo sai che non lo farei. –
- Allora chiedi a Kanon. –
- Non farei neppure questo. – lo deludo schiettamente, ottenendo un gemito stizzito per tutta risposta. Sospiro, dopodiché azzardo: - Vuoi che chieda ad Elle se ha qualcosa per alleviare il dolore? –
Altro gemito.
Vabbè, io vado per libera interpretazione ed esco, tornando spedita verso la mia tenda. Tuttavia, non posso fare a meno di notare un considerevole, almeno per me, dettaglio, quando sono nei pressi di quella di Milo e degli altri due.
- Camus, stai bene? – domando preoccupata, notando l’espressione insofferente e il pallore del viso del francese, seduto sul prato in una sospetta apatia.
- Non proprio, ma grande. – dice mestamente, passandosi stancamente una mano sulla fronte – Odio il caldo. Mi uccide. –
- Siamo in due. Meglio se ti metti all’ombra. – consiglio - Non vorrei che stessi male. Anche perché il posto di malato del giorno te l’ha già fregato Saga. -
Camus fa un lieve cenno col capo, senza che io riesca a intendere di preciso cosa significhi, così decido di lasciarlo in pace e proseguo in direzione della mia piazzola, dove Lili e l’altra coinquilina si sono sedute a chiacchierare con Shadir, Shaina e Nemes, Puzzetta che si rotola nell’erba accanto a loro in un evidente scontro all’ultimo sangue con il calzino che ha fregato a DM.
- Elle scusa, avresti qualcosa per Saga? – domando, aspettando l’attimo buono per inserirmi nella conversazione.
- Intendi una mazza da spaccargli sul cranio? – fa, l’espressione inquietantemente speranzosa.

Certe volte mi fa paura.
- Ehm…qualcosa di meno drastico?  - ribatto - Sai, ha…–
-…le mestruazioni! – completa lei.
- No. Mal di testa. – taglio corto, facendola sbuffare e guadagnandomi una poco consolante risposta:
 – Guarda, io posso anche controllare, ma sinceramente non mi azzarderei a dargli niente. Non sono un medico, mi baso sulla mia esperienza personale…e io sono un caso estremo. Non applicherei la mia terapia, tra l’altro autogestita ed elaborata con  il tempo…-
- Ah. E cosa consigli di fare? – domando allora.
- Buio e silenzio il più possibile. Se rimane in tenda gli conviene aprire la parte centrale, così circola un po’ d’aria. Ancora un’ora e si schiatterà, fidati. –
- Oh. Okay. Riferisco, allora. Grazie…-
- CAMUS! –
L’esclamazione di Marin ha il potere di farci interrompere qualsiasi attività stiamo compiendo, facendoci voltare verso la piazzola dove sta la tenda del francese e dei suoi coinquilini. Per quello che mi riguarda, giusto in tempo per scorgere l’ultimo istante della pesante caduta a terra del ragazzo, accasciatosi sul prato.

- Che cazz…? – sento dire da Elle, ma non presto attenzione al resto della frase, sono già corsa avanti,  imitata da June e Aiolos.
- Milo, che è successo? – domanda quest’ultimo al greco, praticamente pietrificato sul posto.
- …si è alzato per mettersi all’ombra e bum! Giù come un sacco di patate. – è la risposta, un po’ confusa.
- Sapevo che il caldo gli avrebbe giocato un brutto scherzo…- bisbiglio.
- Sicura che non sia altro? Insomma, ha avuto altri episodi? – mi chiede June, tirando fuori l’infermiera che è in lei.
- Camus sta male con il caldo. – specifica Milo, l’espressione di chi non sa che fare. – È da quando si è alzato che ha una brutta cera…-
- Ah. – fa Micene, per poi riprendere il controllo della situazione e proseguire con: - Dobbiamo spostarlo all’ombra, alzargli le gambe… -
- Bello, di buona famiglia, con un buon lavoro, fidanzato e adesso pure medico. – è l’osservazione di Elle, esprimente il pensiero generale. Soprattutto quello seccato di Aiolia, a giudicare dalla sua faccia.
- Ci serve anche dell’acqua…- osservo, mentre aiuto Nemes e Micene a girare Camus su un fianco.
- Ma non bisogna farlo bere…- mi contraddice Shun, avvicinatosi preoccupato.
- E chi ha detto che serve per farlo bere?! – salta su Lili, facendo cenno ad un Dohko arrivato di gran carriera di portare l’acqua.
- Occhio Aiolos, per spostarlo non mettiamolo seduto, dobbiamo…- sento dire da June.
- Sì ma non potete di certo trascinarlo! – protesta Mur da non so dove.
- Hai un’idea migliore?! – ribatte Ikki, mentre Lili esclama:
- Milo, che è quella faccia…?! -
- VOLETE SMETTERLA DI FARE CASINO???! –
L’urlo di Saga squarcia il nostro brusio concitato, zittendoci violentemente ed obbligandoci a voltarci in direzione della tenda che divide con Aiolos. La sua figura si staglia sulla soglia, con l’aria di chi è pronto ad uccidere per poco.
Il silenzio che è calato è un misto di perplessità e timore, mentre lo osserviamo spiazzati; reazione che sembra stupire anche lui e lo porta a spostare l’attenzione sul motivo dello scompiglio.
Resosi conto di cos’è successo, si morde l’interno guancia, e dopo aver sospirato stancamente si avvicina a noi a passo svelto.
- Spostati. – intima ad un Milo ancora paralizzato, che dopo un secondo di esitazione gli fa spazio per permettergli di inginocchiarsi accanto a noi e sporgersi verso la figura distesa di Camus.
- Ci penso io. – sentenzia con il tono di chi non ammette repliche, ben deciso, da quello che intendo, a spostarlo di persona all’ombra degli alberi che delimitano il retro della piazzola.
- Fa’ piano. – bisbiglia June involontariamente quando lo solleva, osservazione che le vale un’occhiataccia bonus, così per trasmetterle un sottinteso “non sono un cretino”.
Dopodiché, con la cautela necessaria e l’espressione chiaramente infastidita per colpa del proprio malessere, sposta il francese come se non pesasse nulla, sdraiandolo nel punto che avevo ipotizzato.
Aiolos, che lo ha seguito come un’ombra, si affretta ad alzare le gambe del ragazzo, mentre June si siede, si sfila la fascia per capelli porgendomela e prova a sentirgli il polso;  io afferro la bottiglia d’acqua fredda che Dohko ci ha appena procurato dalla borsa frigo che si è portato.
- Camus. Camus, su. Riprenditi dai. – dico quasi senza accorgermene, versando un po’ dell’acqua sulla stoffa della fascia per inumidirla e passargliela sul collo, poi sui polsi.
Mi chiedo perché diamine non si sia ancora ripreso. Sembrano essere passati minuti interi, ma credo che in realtà si tratti solo di secondi, prolungati dalla confusione generale e dal fatto che siamo stati colti tutti di sorpresa.
Comincio a considerare l’idea di premergli direttamente la bottiglia fredda sui polsi, quando la voce di June attira la mia attenzione:
- Finalmente. –
Sposto lo sguardo sul viso del francese, notando il fremito delle palpebre che ci fa capire che si sta, grazie al cielo, riprendendo.
Socchiude gli occhi solo dopo qualche istante, assumendo un’espressione che definirei confusa o smarrita.
-…cos…? – prova a dire, la voce un po’ incerta.
- Tranquillo Camus, non muoverti. – gli dice Aiolos solerte, optando per riadagiargli le gambe a terra.
- …ma…-
- Sei svenuto per il caldo. – gli spiego, facendogli spostare gli occhi su di me – Ci è preso un colpo. –
- Ah. – è il suo unico commento, pronunciato comunque con una certa stanchezza.
- Il polso è ancora un po’ debole, ma già meglio di prima. – ci informa June, distendendo il braccio del francese lungo il suo fianco – Però conviene che rimani ancora un po’ sdraiato. Appena te la senti, proviamo a metterti seduto, bevi un po’ d’acqua e mangi un paio di caramelle ben zuccherate…-
- Non mi piacciono le caramelle. – protesta debolmente Camus, passandosi fiaccamente una mano sulla fronte.
- Farai esattamente quello che ti ha detto Nemes. - ribatto – O ti portiamo di filato in infermeria. –
- Guarda che sarebbe capace di caricarti in spalla e portarti di peso. – fa presente il quarto membro della squadra di soccorso.
- Saga..? – fa Camus, accorgendosi della sua presenza.
- Eh già. –
- Hai una pessima cera. – continua l’altro, notando gli occhi arrossati del gemello maggiore.
- Perché non ti stai vedendo in faccia in questo istante. –
- Già… – sospira l’altro, accennando poi ad alzarsi, ma lo blocco con una mano, sentenziando:
- Aspetta ancora un paio di minuti. –
Camus mi lancia un’occhiataccia, senza tuttavia opporre una grande resistenza.
- Sono solo svenuto. – protesta risentito.
- Ce ne siamo accorti. – ribatto.
- Milo, guarda che puoi anche riprendere a respirare. – sentiamo commentare da Lili in direzione del greco mentre si avvicina in compagnia di Kiki.
- Allora? – chiede il ragazzino – Ancora vivo? –
- Sta meglio. – conferma Nemes – Ma preferirei che andassi in infermeria a fare un controllo. Almeno la pressione, Camus. Per favore. –
- Ma io sto…-
- Prima farai quello che ti dicono, prima la smetteranno di romperti le scatole. – gli fa notare Saga, massaggiandosi una tempia infastidito da tutte queste discussioni.
Il francese espira lentamente, l’espressione palesemente contrariata, prima di concludere con il tono di chi è chiaramente in disaccordo:
- E va bene. Ora fatemi alzare però. –
Gli lasciamo un po’ di spazio mentre  compie l’atto di rimettersi in piedi, per quanto siamo tutti pronti a riprenderlo nel caso in cui il suo corpo decida di tradirlo.
Riacquistata la posizione verticale con successo, fa un paio di respiri profondi, dopodiché dice:
- Vado. Ci vediamo più tardi. –
- Ti accompagno? – propone Nemes da brava infermiera.
- No, ci…-
- Non ci andrai da solo di certo. – si intromette Milo di scatto, guardandolo con un palese ammonimento negli occhi.
- Lo accompagno io. – taglia corto Saga gettando un’occhiata al francese per assicurarsi che riesca a stare in piedi – Altri cinque minuti in mezzo a questo casino, e potrei ammazzarvi tutti. –
Camus si sistema gli abiti, poi fa un lieve cenno col capo per far capire che è pronto ad andare, così si incamminano lentamente verso l’infermeria, dove suppongo si accerteranno solo che la situazione sia rientrata nella norma.
- Che simpatico, eh, occhietti rossi?[1] -  commenta Seiya con uno sbuffo mentre si allontanano.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- EHI LARS IL VICHINGO, TI SUONA IL CELLULARE! – urla Lili, non appena ci rendiamo conto di chi è il telefono che sta squillando da qualche secondo, individuato grazie allo zaino in cui è stato lasciato.
Che tempismo, proprio mentre Aphrodite e gli altri hanno deciso di uscire dall’acqua e raggiungerci per mangiare.
Sia lodato Dohko e il suo voler provvedere al cibo. Ci sono scorte per un esercito, e ha pure preparato qualcosa per Camus e Saga, appositamente lasciato presso le corrispettive tende.
È fin troppo facile sfruttarlo.
- Oh merda! – esclama lo svedese nel leggere il display, per poi sbuffare e mugugnare un “checazzovuoleora”, decidendosi infine a rispondere: - Candice. Buongiorno. –
Nell’udire il nome del suo capo, drizziamo senza ritegno le orecchie per origliare e raccogliere il materiale per poterlo sfottere in futuro.
- Viktor! –
Ma con che tono di voce parla questa persona?! Non è possibile che la si riesca a sentire distintamente anche da questa parte della cornetta, per la miseria!
- Viktor caro, come stai? – la sento chiedere, mentre Aphrodite scosta leggermente il telefono dal proprio orecchio in un evidente tentativo di preservare il proprio udito.
- Ehm…bene, grazie. Come va ad Haiti…Honolulu..? –
- Los Angeles, tesoro, Los Angeles! – trilla lei divertita – Molto bene, molto bene…la prossima volta devi assolutamente venire con me, ci sono un sacco di persone a cui voglio presentarti! -
- Ehm…sì…certo…- fa Phro esitante, agitando incazzato il braccio libero con il medio alzato in direzione degli altri, che hanno preso a sfotterlo ad alta voce a suon di “Oh Viktor, passami la canna!”, “Yu-huuuu”, “Carino il topo, gli piace l’acqua di mare?”, “Dille che deve darti un po’ di respiro, altrimenti ti si rompe!”.
- Tutto bene in sede? Mi raccomando, conto su di te per tenerli tutti a bada mentre non ci sono! – continua Candice imperterrita.
-…già…-
-…ah, soprattutto, vorrei che seguissi personalmente la realizzazione del servizio di Ottobre…per richiesta esplicita di un amico…ti ricordi, l’intervista a quel modello…-
- Misty. – conclude Phro, l’espressione che assume una sfumatura di puro odio nel giro di due nanosecondi.
-…bravissimo caro! Conto su di te! E dimmi, come sta il mio tesoro? –
- Bè dai, non è che di Phro non gliene frega niente…- azzarda Benam, ma il proseguire della conversazione smonta ben presto la sua tesi.
- Puzz…ehm, cioè, Charles…Sta bene…- sospira lo svedese, passandosi una mano tra i capelli.
- Com’è il tempo lì in città? Mi raccomando caro, non farlo stare troppo al sole che gli fa male, bagnagli il pelo con dell’acqua fresca ogni tanto per rinfrescarlo e…e gli stai dando i filettini di carne che ti ho scritto nella lista delle sue cosine, vero? –
- Ehm…sì, certo. Sto seguendo tutte le istruzioni. – fa Phro, fissando con espressione perplessa Puzzetta, seduto davanti a Seiya intento a dargli dei pezzetti del suo panino al salame.
Tutto questo con il pelo praticamente soffocato da strati di sabbia, esposto al sole per all’incirca dodici ore e con una temperatura pari a trentasei gradi, percepiti quaranta.
- Pegasus! No, quello gli fa male! – esclama Andromeda sconvolto, ma viene ignorato, anche perché il cane non da’ il tempo al ragazzo di staccare il boccone che glielo ruba di mano, ingoiandolo  con voracità.
- Bravo, bravissimo…senti, io torno il trenta di questo mese…il tempo di sistemarmi a casa, riesci a riportarmi il mio amore verso il tre di Settembre? –

- Sì. Nessun problema, Candice. – sospira Phro, probabilmente contando quanti giorni mancano alla data fatidica.
- Benissimo, allora ci risentiamo, devo scappare Viktor, ho un brunch importante tra pochi minuti.-
- Sì, ci…- Aphrodite fa per chiudere la conversazione con una certa fretta, ma l’improvviso silenzio dall’altra parte della cornetta e il suo corrugare la fronte ci fa capire che il suo capo gli ha praticamente chiuso il telefono in faccia.
- Fottiti! – esclama allora, lanciando l’apparecchio nel suo zaino con un gesto stizzito.
- No, per quello le servi tu. – osserva Lili.
Una constatazione a cui non c’è replica, dato che lo svedese se ne esce con:
- Io ODIO Misty! –
- Ma chi è? – domando incuriosita.
- Un modello che va di moda in questo periodo.- butta lì Phro, afferrando stizzito un panino dalle scorte preparate da Dohko. - Un cretino imberbe che pensa di essere chissà chi solo perché ha fatto un paio di sfilate e due misere foto. Così gay da poter essere definito il fondatore dell’altra sponda. –
- Sì però stai calmo. – gli fa Aldebaran, notando come abbia praticamente ridotto a brandelli il tovagliolo che avvolgeva il pane nel toglierlo.
– E detto onestamente, più che di Misty mi preoccuperei del fatto che il tuo capo non sa dove ti trovi realmente. – aggiunge Mur - E che il cane sia in balia di…Seiya, Kiki, basta! Non può mangiarlo! –
 I due ragazzi sbuffano, praticamente togliendo il cibo di bocca all’animale nel riprendersi i pezzi di salame e prosciutto che gli stavano porgendo.
- Ah, chissenefrega guarda! – continua imperterrito a protestare Phro, mordendo di netto un boccone consistente. – Almeno le ferie concedimele! Non toccherebbe nemmeno a me fare una cosa del genere! –
- Vai, fai uscire il Vichingo che è in te! – esulta Elle – Dohko, la prossima volta prepara del cinghiale! Anzi, della renna! –
- Non so dove potrei procurarmi della carne di renna…- dice pensosamente il cinese, riflettendo seriamente sulla proposta.
- Io non volevo nemmeno farlo, questo lavoro! – prosegue sempre più concitato Aphrodite.
- Infatti tu sei incazzato perché con Misty vi state sulle palle fin dalle superiori e lui fa il lavoro che ha sempre voluto, mentre tu no. – ricapitola Shura, intento a sbucciare una mela - Ah, e perché ci ha spudoratamente provato con te e dato che non c’eri stato ha cominciato a prenderti per il culo…figurativamente parlando.-
- Eravate a scuola assieme?! – faccio, stupita, venendo tuttavia sovrastata dalla voce di Seiya:
- Aspetta, NON SEI GAY?! –
- No. – taglia corto lo svedese, fulminandolo con lo sguardo.
- Death Mask, ma quindi Phro non è gay? – chiede allora conferma Pegasus.
- No, è Comare e basta. – è la risposta coincisa dell’interpellato, ben poco interessato alla questione.
- E tutto quei messaggi strani che mandi ogni tanto?! – esclama Kiki con espressione perplessa.
Aphrodite mastica annoiato il boccone, fissandolo rassegnato e rispondendo:
- Hai visto in cosa consiste il mio lavoro, no? Devo pur passare il tempo, in qualche modo. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Aldebaran, giochi con me e i miei amici? –
- Tatsuya![2]- si intromette la voce di una donna, da un ombrellone poco distante - Lascia stare il ragazzo…-
- Massì signora, non si preoccupi! Per me non c’è nessun problema, mi piace giocare con i bambini! -
Aldebaran è diventato ufficialmente animatore di miniclub. Tutti i ragazzini della spiaggia non vedono l’ora che arrivi per giocare con lui, dato che si presta ben volentieri.
Lui, Aiolos e Dohko, che in questo istante si butta sulla sabbia di schiena, alzando le gambe verso l’alto ed esclamando:
- Vai Al, facciamo la pista delle biglie! –
- Ma Dohko…- prova a protestare il brasiliano, perplesso nel vedere il cinese agitare convulsamente le gambe mentre gli intima:
- Su, dai! Prendimi per le caviglie e trascinami, così il mio sedere scava la pista! Sbrighiamoci, che i bambini vogliono giocare! –
- Pista! Pista! – urlano infatti i ragazzini entusiasti (almeno una decina), applaudendo felici quando, vinta ogni perplessità, Aldebaran fa come gli ha detto l’altro e comincia a trascinarlo per scavare il tracciato per le biglie.
- Ragazze, ho una domanda. – dico all’improvviso, fissando la scena.
- Devo avere paura? – rilancia Lili.
- No. – scuoto la testa – Mi chiedevo semplicemente perché secondo voi Aldebaran è ancora single.-
- Hai visto quanto lavora? – mi dice June.
- Hai visto con chi vive?! – salta su invece Elle.
– Senti Micky, con tutto il rispetto per Al, tieni a bada gli ormoni che già da Capitan Harlock ti abbiamo perso…- riprende Lili con uno sguardo d’avvertimento.
- Non insultare Capitan Harlock. – le fa notare Elle.
Sbuffo.
– Stavo facendo una semplice ed innocente osservazione. Insomma, tra Al e Death Mask se devo essere sincera sceglierei Al. –
- Perché sei un’anima pura innocente e non subisci il fascino del male. – mi rimbecca Lili, accendendosi una sigaretta – E poi ammettilo, se dovessi scegliere tra Al e Camus, non so per quale divinità pagana, ma opteresti per Monsieur Bastone-nel-culo.-
- Scelta discutibile. – continua Elle, mentre l’altra annuisce concorde. - Perfino le più giovani hanno maturato un certo gusto. –
La seconda affermazione indirizza i nostri occhi in direzione della zona della spiaggia, dove è presente una sgangherata rete da pallavolo e dove gli altri stanno giocando a beach volley.
Milo e Ioria vs Death Mask e Shura, chissà che…
- Guarda! Guarda le ragazzine che sbavano senza ritegno a bordo campo! Tredicenni allupate! – esclama Lili, indicando lo stuolo di ragazze, molte di cui sembrano parecchio minorenni, intente a seguire con evidente interesse la partita da poco lontano.
- Perché scusa, noi cosa stiamo facendo? – le faccio notare.
- Noi non sbaviamo. Ammiriamo ciò che natura ci offre con contegno. – ribatte lei, buttando fuori il fumo dalla sua sigaretta – In fondo, non si può dire che Shura abbia un brutto lato B, no? –
- Ma credevo di avercelo io. – scherza Kiki.
- Infatti, ma sei minorenne e non posso fare commenti davanti a tuo fratello. -
- Con tutti gli anni di pallavolo che si è fatto, è il minimo! – commenta Marin.
- Era bravo? – domanda Lear.
- Abbastanza. Una schiacciata che non perdonava…e neanche ora, a giudicare dalla pallonata che si è appena preso Ioria. Ah, l’Excalibur… – spiega Phro.
- Excalibur? – ripeto perplessa.
- Sì. Era così che chiamavano la schiacciata. – è la risposta.
- E pensare che Milo usa quel nomignolo per un’altra cosa di Shura…- commenta Elle.
- E voi state ancora ad ascoltarlo? – è la più che giusta osservazione di Castalia.
- Scusa Aphrodite, mi stai dicendo che tu e DM avete effettivamente frequentato una palestra? – domando.
- Che domande fai? DM no ovviamente, ci veniva per abbordare le pallavoliste, dato che Shura non ci ha mai pensato. Io – aggiunge poi con aria di sfida – Ho fatto rugby alle superiori. –
- Voglio le prove. Se non vedo non credo. – lo zittisce Lili.
- Nessun problema. Ehi Shura, non è che…- comincia a chiedere lo svedese nel vedere sopraggiungere l’amico dal campo a passo veloce, ma non ha il tempo di finire.
- Elle, fai la mia finta ragazza! – esclama lo spagnolo, lanciando un’occhiata preoccupata alle proprie spalle.
A quanto pare, le ragazzine lo hanno seguito.
- Come scusa?! – fa lei con espressione palesemente contrariata.
- Volevo andare al bar a prendermi da bere, ma quelle – fa un cenno verso il gruppetto  - Mi seguono. Mi serve qualcosa che le faccia desistere. -
- Sarei più efficace se potessi maneggiare il coltello. – gli fa presente la mia coinquilina, tornando a concentrarsi sul suo libro.
- Cerca di non farti arrestare. – le dico, scuotendo la testa.
- Basta qualcosa di più semplice. – mi fa eco Shura – In fretta però. –
Elle sbuffa, fissandolo seccata:
- Allora tu sei il mio finto ragazzo? – lo ricatta.
- Be’ sì. – conferma lui, perplesso - A rigor di logica…–
- Allora ti accompagno al bar e mi paghi una granita. – è la richiesta imperiosa.
- Ma…-
- O quella o ti lascio in balia delle ragazzine. O delle tedesche laggiù, come preferisci. –
Messo davanti alle due opzioni, Shura fa la sua scelta e annuisce; la ragazza si alza e si dirigono insieme verso il bar della spiaggia, alcuni elementi dello stormo di ammiratrici che li seguono.
Solo a metà strada viene loro in mente che forse, tenendosi per mano o azzardando una qualsiasi forma di dimostrazione di affetto potrebbero essere più credibili.
- Che capre emotivamente costipate. – sospira Lili.
Tuttavia, la manovra ha un discreto effetto: le ragazzine-piccioni rallentano il passo, confabulando, immagino, probabili ipotesi su quale possa essere la natura del rapporto tra i due.
Considerata la scarsa e discutibile espressività emotiva dei soggetti in questione, questo dovrebbe tenerle impegnate per un po’…
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Sapete cosa dovremmo fare, una di queste sere? – domanda Shaina di ritorno dal suo bagno, risedendosi sull’asciugamano e mettendosi a cercare qualcosa nella borsa, da cui poco dopo estrae un pacchetto di sigarette - Dovremmo andare in discoteca! –
- Quale discoteca? – domanda Shunrei con espressione stupita.
Sia lei che Shiryu hanno deciso di tornare tra noi e fare conversazione, da cui si sono isolati nelle ultime due ore per confabulare tra di loro.
Uhm.
Per me qualcosa bolle in pentola.
- Quella in fondo alla spiaggia. – chiarifica in questo istante Tisifone.
- La discoteca. In un campeggio organizzato. Non ho parole. – lancia Elle, tornata ad immergersi dietro al proprio libro dopo l’escursione al bar.
Escursione che ha visto Shura abbandonare l’idea di continuare la partita di pallavolo e preferire il sedersi accanto a lei, facendo finta di avere assolutamente bisogno della sua compagnia per sopravvivere al deserto di questa esistenza.

Come no.
Il suo posto è stato preso da Aphrodite, tentato per un attimo di usare il cane come palla per sfogare la rabbia. Tuttavia l’animale è stato più furbo: si è allontanato e ora fa di tutto per catalizzare l’attenzione di Shun, a cui mordicchia vivacemente il costume sbavando non poco, causandogli un po’ di difficoltà nello seguire la conversazione.
 Intanto, anche Ikki ci raggiunge e si sdraia a pancia in giù, dopo essersi stirato lungamente la schiena e chiedendo a Shaina una sigaretta, che gli viene sgarbatamente concessa.
- Per una sera si può anche fare. – dico, tornando all’argomento “discoteca” – Anche se dubito che andrà a genio a tutti. –
- Nessuno dice che dobbiamo fare La Febbre del Sabato Sera di gruppo. Tutt’altro. È la volta buona che possiamo sbarazzarci di Mur, Aiolos e Camus. – sentenzia Tisifone.
- E di Shaka no? – osservo, alludendo alla socialità vegetale del biondino.
- E togliergli l’occasione di raccogliere mille e uno altri motivi per lamentarsi del genere umano? – mi fa giustamente notare Lili – Nah. –
- Potremmo provare a venderlo, assieme a Mur e gli altri, alle turiste tedesche. - propone Elle, approfittando dell’assenza degli interpellati per stilare piani diabolici – Shura, tu per ora sei immune, ma cerca di non fare scherzi o sai cosa ti può capitare.-
- Che cosa? – domanda Kiki, di ritorno con i suoi tre moschettieri, Hyoga, Seiya e Isabel al seguito e con dei gelati in mano.
- Essere venduto alle turiste tedesche. Sembrano piuttosto interessate a voi baldi giovini. – spiego.
- Perché siamo incredibilmente fichi, mi pare ovvio. – sottolinea il ragazzino.
- Sì, dei fichi d’india. – fa Lili, osservando Benam e Shadir che tentano di impedire al loro gelato di colare miseramente lungo il cono, mentre dall’altra parte si sente dire da Fiore di Luna:
- Shaina, che hai fatto al collo? –
Giusto per curiosità, mi volto e noto un vistoso segno rosso sulla parte del corpo citata dalla ragazza, pienamente visibile a dire il vero. Strano che ci sia sfuggito fino a questo momento e…
Un attimo. È ciò che penso?
Tisifone vi passa una mano sopra, controllandone l’estensione con una rapida verifica con uno specchietto che rimedia dalla borsa, per poi sentenziare:
- Oh bè. Non si può dire che tu sia discreto. -
Cosa diamine va blaterando?
Noto Hyoga sul punto di fare la medesima domanda ad alta voce, ma poi si rende, anzi ci rendiamo conto, che la ragazza sta parlando con Phoenix.
Il quale, senza nemmeno voltarsi a guardarla, le risponde:
- Non mi è parso che ti stesse dando fastidio, sul momento. –
- Mai affermato  una cosa del genere. – fa lei mentre ripone lo specchietto.

Oh.
Oh-oh.
- Shaina, mi stai dicendo che tu e Ikki..? – domanda Catsalia, spezzando il silenzio che si è creato.
- Io non sto dicendo proprio nulla. –
- Però non stai negando. – le dico.
- Effettivamente no. – Shaina scrolla le spalle, chiudendo l’argomento e rimettendosi a prendere il sole.
Sposto istintivamente lo sguardo su Lili.
- Perché mi guardi? – chiede lei sorpresa - Io e Phoenix non siamo mai stati fidanzati, ognuno è libero di fare ciò che vuole. Al massimo provo un po’ d’invidia. Avrei dovuto scegliere Shaina tempo fa! –
L’ultima esclamazione ci fa ridere tutti, tranne, noto con la coda dell’occhio, Pegasus e Isabel. Quest’ultima in particolare stava per abbozzare un sorriso, prima di accorgersi dell’espressione contrariata del suo ragazzo.
Ahia…
- Più Lili per me! – salta su Kiki, facendo per abbracciare la ragazza e venendo puntualmente allontanato.
- Vedremo. – risponde lei con un sorrisetto. – Sia mai che una tedesca ti rivendichi…Potrei cederti, se si prendesse anche tuo fratello…toh, eccolo che torna!-
Effettivamente, il fratello maggiore di Kiki e Shaka stanno tornando dopo essere andati a farsi un giro, un’abitudine che hanno adottato fin dai primi giorni.
Ed effettivamente, lo sguardo delle signore spiaggiate poco lontane da noi non passa loro inosservato, se consideriamo che aumentano vistosamente il passo nel passar davanti ai loro ombrelloni.
- No lui no, signora! – esclama Elle nel notare l’attenzione che viene rivolta a Shaka - Non è fatto per questo mondo, mi creda! –
L’ affermazione fa ridere il gruppetto di gioviali signore, ben contente di stare al gioco, mentre il biondino si siede e ci lancia un’occhiata omicida.
 - Però il suo amico, questo con la coda bassa … – continua Lili, riferendosi ovviamente a Mur che non vorrebbe far altro che sotterrarsi, glielo si legge in faccia - …se vuole è disponibile! Può averlo in cambio di qualche barile di birra! –
- LILI! – protesta Shun.
- Beh?! Della bionda tedesca per un biondo esotico, mi pare un prezzo onesto! -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Sto per sciogliermi.
Per fortuna manca poco alla meta.
La discussione di prima mi ha spinto a sottrarmi al sole assassino del pomeriggio e a tornare verso le nostre tende, in cerca di un po’ di refrigerio e, con l’approvazione di Nemes, per controllare i “feriti”.
- Allora, come va ragazzi? – domando non appena scorgo il francese e il gemello maggiore sdraiati all’ombra di alcuni alberi, uno intento a leggere e l’altro prono a occhi chiusi. Mettendo insieme i dettagli, noto che Camus ha mangiato e che ha bevuto in abbondanza, date le due bottiglie d’acqua vuote e la terza aperta accanto a lui.
- Molto meglio, grazie. – risponde in questo istante, alzando gli occhi dal libro – In infermeria mi hanno controllato la pressione: ci ha messo un po’, ma è tornata normale. –
- Ottimo. Allora posso rassicurare Nemes. Mi ha fatto una testa così con tutta una serie di domande da farti, ma direi che lasceremo correre. La tua cera è decisamente migliorata. –
- Ti ho fatto preoccupare, mi dispiace. – commenta mestamente, girando pagina.
- Diciamo che mi hai colto di sorpresa. – correggo - Si è spaventato di più Milo. E June, il che è paradossale. Spero che in Facoltà le facciano un corso su come mantenere la calma, altrimenti le consiglierei di lasciar perdere. –
Mi decido a sedermi con un sospiro accettando di buon grado l’acqua che mi offre Camus e notando, nel rimettere il tappo per richiudere la bottiglia, il secondo “infermo” intento a girarsi verso noi due.
- Ehi. – sussurro.
Saga apre un occhio, scrutandomi per un istante.
- Ciao. – dice poi – Che ci fai qui? –
- Volevo vedere come stavate tu e Camus. – spiego, sedendomi sulla stoffa scura a gambe incrociate. – Ti ho svegliato? -
- Uhm…no.- pausa – Aiolos è ancora vivo o lo avete già eliminato? –
- Ancora in vita, mi spiace. – abbozzo un sorriso – Però se vuoi posso riferire a Shaka che ha campo libero e l’approvazione generale per farlo fuori. Sono sicura che saprebbe stupirci, riguardo ad inventiva. E non credo che Mur lo fermerebbe. Non se Lili lo mette KO, almeno. –
- Uhm. Forse non ce ne sarà bisogno. – commenta lui, richiudendo l’occhio e sospirando – Dagli un paio di giorni e causerà la propria morte tramite linciaggio. -
- Credevo ci fossimo ormai arrivati – osservo – Cosa potrebbe mai combinare per scatenarlo seriamente? –
- Fare un annuncio. – risponde lui.
- Di che tipo? – insisto, incuriosita – Sconvolgente? -
- Oh sì. E credimi, a qualcuno non piacerà…-
- Proprio no. – conferma Camus, di nuovo il naso nel libro.
- Potreste anche dirmi di più. – li stuzzico.
- Spiacente, sta a lui scavarsi la fossa da solo. – ribatte Saga – Camus lo sa solo perché so per certo che terrà la bocca chiusa. –
- A voler essere sinceri, dubito che l’argomento interessi effettivamente a qualcuno. – specifica il francese.
Sbuffo, notando poi  il gemello corrugare lievemente la fronte, ipotizzo in seguito alle fitte.
- Ti fa ancora così male? – domando, perplessa.
- Abbastanza. Anzi, scusa se non mi giro ma anche i  movimenti minimi mi danno fastidio. –
- Per così poco…-
- Non mi sembra carino farti parlare con il mio didietro. –
- Se fossi Kanon ti risponderei che tra quello e la tua faccia non c’è differenza. Ma non lo sono, quindi terrò la battuta per me. – constato, abbozzando un sorriso.
Tuttavia, questo piccolo barlume di ilarità si spegne subito quando scorgo Isabel arrivare a grandi passi dalla spiaggia, un’espressione cupa in viso e seguita poco distante da un Seiya che tenta vanamente di attirare la sua attenzione. Senza degnarlo del minimo sguardo, Saori entra nella propria tenda e lo chiude fuori.
Le auguro di non volerci rimanere a lungo, potrebbe squagliarsi.
Pegasus rimane un attimo interdetto fuori dalla Quechua; apre e richiude la bocca un paio di volte come per dire qualcosa e, infine, desiste, allontanandosi mestamente in direzione della spiaggia.

Prevedo guai….
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Io comunque non approvo. Sappiatelo. –
- Sì, Elle. – sbuffo, sistemandomi la maglietta prima di uscire dalla tenda.
Abbiamo finito di cenare un’ora fa, dopo aver tirato tardi in spiaggia ed essercela presa con calma. Mentre mangiavamo e poi ci preparavamo, il sole è tramontato ed è calata la sera. Guardandomi attorno, vedo le luci accese lungo i vialetti del campeggio, sia quelle dei piccoli lampioni della struttura che quelle dei pochi camper e presso le tende  davanti a cui le famiglie si sono attardate.
Sopra questo paesaggio, il cielo è limpido; ogni tanto si alza una leggera brezza dal mare, arrivata per sospendere il caldo afoso dell’estate almeno di notte.
Il nostro “accampamento” è stranamente piuttosto tranquillo. I tavoli e le stoviglie sono stati sistemati, le docce fatte, noi ragazze siamo ormai pronte; Puzzetta è stato dato in affidamento, almeno per stasera, alla famiglia olandese in cambio di un pomeriggio di baby-sitting da parte di Aldebaran, perché qui tra poco non ci rimarrà nessuno.
Infatti, sono passati un paio di giorni dai malori di Camus e Saga, il che significa che per loro sfortuna stanno bene e non hanno scuse per sottrarsi alla tortu…ah-ehm, alla serata di gruppo.
Anche perché credo che Aiolos romperebbe loro l’anima fino a spingerli a venirci, pur di farlo stare zitto.

Scorgo Shaina sistemarsi il vestito attillato e che, ovviamente, le sta fottutamente bene, sotto uno sguardo di Saori che non riesco sinceramente a decifrare. Non credo sia odio, nemmeno invidia. Però è strano, questo sì.

Temo che la scena dell’altro giorno che ha visto coinvolti l’ex di Pegasus e Phoenix abbia sortito effettivamente dei brutti effetti, soprattutto considerato che i due fidanzati non si parlano granché da allora.
- Ehm…dove sono i ragazzi? – chiedo, per focalizzarmi su altro.
- Ai bagni. Stanno finendo di prepararsi. – ci informa Castalia, intenta a pettinarsi, con un’espressione rassegnata stampata in viso.
- Ci stanno mettendo più di noi? Non ci credo! – esclama Lili.
- Perché noi siamo dei grandi esempi di femminilità, mi dicono. – le fa notare Elle, sistemandosi la cintura.
- Be’, Shunrei, June, Marin e Shaina lo sono più di noi, ma ci hanno messo comunque meno tempo di quei fighetti! – ribatte l’altra. – Vorrei proprio sapere cosa stanno combinando…anche perché secondo me  Aiolos come minimo è uscito già asciutto e in ordine, dalla doccia. O con dei putti che lo asciugavano con asciugamani di seta. –
- Penso la stessa cosa di Camus e Shaka. – rincara Elle – Per me i loro capelli si sono asciugati perfettamente dritti. Anche quelli sono sottoposti al loro ferreo autocontrollo. –
Scuoto la testa, volgendo gli occhi nel notare il ritorno al campo di Sirio, perfettamente tirato a lucido. Indossa una camicia.
- Pure qui se n’è portata una! Non ci credo! – commenta giustamente Elle – Nemmeno quel freudiano di Saga è arrivato a tanto! –
Potremmo aprire un dibattito circa tale affermazione, se non fosse che noto uno scambio di sguardi tra Shiryu e Fiore di Luna mentre quest’ultima si ritrova ad uscire dalla tenda proprio nell’istante in cui il ragazzo ci passa davanti. A parte il modo in cui la pelle di Shunrei cambia colore nel vederlo, che non sarebbe neanche una novità, scorgo un lampo diverso nel sorriso che Sirio le rivolge.
Ci voleva quel vestitino a fiori a fargliela notare…?
- Rimango della mia idea. – sentenzio, facendo riferimento alle mie teorie esposte durante la preparazione alle altre due. Intanto,  la ragazza rimane quasi pietrificata sul posto mentre lui si allontana verso al sua tenda - Tra Shunrei e Shiryu si sta muovendo qualcosa. –
- Eh lo so io cos…-
- LILI! – esclama Nemes scandalizzata, interrompendo l’altra.
- Bè?! Micky, piantala di servirmi battute zozze su un piatto d’argento! – la ragazza decide di dare la colpa a me.
- Che c’entro io?! – protesto, mentre la bionda si allontana verso il proprio giaciglio per prendere non so cosa. Nel fissarla, la mia coinquilina mi guarda, sentenziando:
- Ha poco da fare la pudica. Se va avanti così, tra lei e Andromeda la soluzione sarà solo una botta in testa. E non ho ancora deciso su quale dei due. –
- Entrambi. Facciamo prima. – consiglia Elle, per poi voltare lo sguardo verso la discesa che porta ai bagni – Ma se tipo rimanessimo qui? Ormai sono in ritard…-
- Vado a chiamarli. – la interrompo, frantumando le sue speranze che la tortura di stasera venga rimandata o annullata
Mi volto e comincio a scendere lungo il vialetto tra i brusii e le risate a volte improvvise di chi si sta godendo la serata nella propria piazzola. Nel tragitto, incontro Seiya e Hyoga, a cui chiedo conferma se gli altri si trovino ancora nella zona delle docce.
Effettivamente, potevo anche aspettarmelo, dato che già da una certa distanza sento un gran baccano provenire dalla costruzione in questione, ben illuminata e, a quanto pare, completamente caduta in mano ai ragazzi, manco fosse un fortino sotto assedio.

Mamma mia che casino! Parlano in modo talmente concitato ed ad alta voce che faccio fatica a distinguere un singolo discorso mentre mi avvicino alla porta che conduce alla parte riservata ai maschi, che socchiudo appena per essere sicura di non fare una delle mie solite figure di melma nell’entrare.

Ma allora è vero che Aphrodite può farsi la barba! Gli è cresciuta seriamente!
Sorvoliamo sul fatto che Ioria stia vanamente tentando di pettinarsi, che Dohko stia litigando con un assurdo paio di bermuda gialli, Death Mask che controlla lo stato dei tatuaggi di Kanon, Shura che scrolla il capo per dare un minimo di asciugatura ai capelli (pessima mossa), Aiolos che si sta rimettendo quell’assurda fascia rossa da cui non si separa mai (ebbene sì, temo non sia mai uscito dagli anni ’80) e gli sguardi spazientiti di Mur e Shaka, mentre Kiki e compari si atteggiano da grandi davanti agli specchi.
- Cì cì cì! Sempre a ciarlare! [3]– li interrompo ad alta voce, sporgendomi dalla porta e facendoli scattare tutti per la sorpresa. – Volete muovervi, fighette?! –
Si alzano dei cori di protesta, a cui ribatto con una semplice osservazione:
- Muoversi, su! Guardate che noi ragazze siamo già pronte da un po’! Non è possibile che ci abbiamo messo meno di voi! -
Mentre mi volto per andarmene, arriva la lapidaria e  prevedibile replica urlata di Kanon:
- Fossi in te non me ne vanterei, considerato il risultato! -
 
 ΩΩΩΩΩΩ

If you feel it, it must be real just/ Say the word and I’ll give you what you want.
Time is waiting, we only got four minutes to save the world[4]
- Che invidia -  commenta Lili.
Ormai è un po’ che siamo in discoteca, in cui ci siamo dispersi come biglie abbandonate a loro stesse non appena arrivati. Il che ha visto le mie coinquiline, Mur e Shaka conquistarsi quasi con violenza (da parte delle ragazze, non certo loro) un divanetto, su cui si sono seduti e da cui non si sono più mossi.
Kanon, Milo e DM invece sono spariti, forse ancora prima di arrivare.
Quanto agli altri, la zazzera di Kiki ogni tanto sbuca dalla folla in cui lui e i suoi amici si sono immediatamente buttati; Seiya e Isabel si sono prevedibilmente separati, lei qui sui divanetti con noi a parlare con Nemes, lui dietro ad Aldebaran e Andromeda chissà dove.
Ringraziamo di essere venuti qui tardi, altrimenti i bambini avrebbero trascinato Al nella baby-dance, ci scommetto.
Comunque al momento non credo che le parole di Lili fossero rivolte alla canzone di Madonna, dato che il suo sguardo è fisso su Ikki e quella che è la sua compagna, forse solo per stasera, questo periodo o forse no, intenti a ballare in pista.
Scuote la testa, sospirando e ribadendo:
- Avrei dovuto proporre il triangolo tempo fa! –
- Già. Toh guarda, Shadir ha rimorch…ahia! Milo! – protesto, quando per poco non mi schianto su Elle.
Colpa dell’urto involontario con il greco, che è tornato di gran carriera, già piuttosto sudato, pronto a colpire chiunque gli capiti a tiro con una semplice e letale richiesta:
- Eh dai Lili, muoviti, vieni a ballare! –
- Cosa? Chi? Non posso. – risponde lei staccandosi per un attimo dalla cannuccia del proprio drink - Sto facendo amicizia con i divanetti. –
- E ti sei già bevuta un Sex on The Beach. – completa Mur.
- I fatti tuoi? Non sarebbe comunque carino interrompere la conversazione, ti pare? – è la replica – E ora scusa, ma l’egregio signor Divanetto A Fiori mi stava raccontando l’ultima scabrosa avventura sessuale di cui è stato il malcapitato testimone. –

- La cosa divertente è che non sei ubriaca. – è il commento di Hyoga al silenzio che si è instaurato dopo la precedente affermazione.
- Non ancora. – specifica lei – Pussa via tu! –
L’ultima parte della frase è rivolta a Milo, intento a provare a fregarle un goccio del Sex On The Beach senza ritegno. Tentativo che gli vale un sonoro allontanamento dal bicchiere con una decisa manata in faccia.
Scuoto la testa, distogliendo l’attenzione dalla scena per tornare a concentrarmi su quello che si svolge nel resto del locale.

Sorrido nello scorgere Aiolia e Marin ballare per i fatti loro. In mezzo al casino, come se fossero avvolti in una bolla, come se non esistesse altro che loro due.  Scorgo il lieve gesto di Castalia, mentre si sporge verso l’orecchio del fidanzato per bisbigliare qualcosa. Ioria sorride e con discrezione la guida fuori dalla massa tenendola fermamente per mano, in modo che possono allontanarsi nel buio della notte verso la spiaggia.
- Che ci vuoi fare, in fondo li trovo car…- inizio a dire, ma vengo interrotta da Lili:
- Vanno a fare le cose zozze! –
- Chi?! Cosa?! Come?! – salta su Milo, voltando la testa sia a destra che a sinistra senza aver capito minimamente di chi si stia parlando. Credo che il suo cervello abbia registrato solo la seconda parte della frase.
- Vuoi una spiegazione scientifica o una dimostrazione pratica? – lo stuzzica Lili, scrutandolo da sopra il bordo del proprio bicchiere.
- Non giocare con me, donna! –
- E chi sta giocando? –

- Un dialogo tra premi Nobel. -  è il laconico commento di Elle.
- Mah. Credo che Milo abbia un problema con l’alcool. – dice Hyoga forse per giustificarlo.
- Milo ha tanti problemi, fidati. – s’inserisce Mur.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Mi allontano per fare un giro, controllando l’orologio: già l’una e mezza?!
- Allora? Così terribile? – domando alla figura del francese, in piedi di fianco a Saga e Aiolos ben lontani dalla pista, una volta che li raggiungo.
- Sì. – conferma lui, bevendo qualcosa che, conoscendolo, è a base di vodka. Di fianco, Saga assume un’espressione che ben indica la stessa opinione, mentre dal modo in cui Aiolos si guarda attorno, ne deduco stia cercando il proprio fratello.
È andato  a perpetuare il suo dissociarsi dalla castità, Micene!
- Dai, volendo c’è la base per un ottimo studio psico-antropologico. – sorrido – Tipo, perché in luoghi simili e, più genericamente d’estate, puntualmente si accoppiano o scoppiano tutti? –
- Chi è che si accoppia? – domanda Aiolos incuriosito.
- Boh. Sirio e Shunrei. Ikki e Shaina. Shura ed Elle. Per finta, s’intende. – scrollo le spalle.

- A proposito, Micky, quando ci presenti il tuo ragazzo? –
- Scusa Micene, quale ragazzo?! – esclamo, perplessa.
- Ma tu non sei fidanzata? –
Suppongo debba ringraziare che almeno lui non abbia dato per scontato che stessi con Camus.
- No! – rispondo.
- Anche se ci sta lavorando sopra. – nota Saga.
Gli lancio un’occhiataccia. Che bastardo. Insomma, solo perché Aiolos gli sta facendo una testa tanta a suon di chiacchiere, non per questo deve indirizzarle su di me!
- Ah sì? -
- Io pensavo scherzassi. – osserva Camus, rivolgendosi a me.
- Uhm. Chissà. – borbotto, optando per mandare giù un sorso del mio drink.
- Chi sarebbe il fortunato? – continua Micene.
Fortunato. Parliamone.
- Si chiama Isaac. – rispondo.
- Isaac….-
- Kanon. Squadra di nuoto. Senza un occhio. – gli corre in aiuto Saga.
- Ah sì, me lo ricordo! Piuttosto bravo. –
- Che vuoi farci, ho gusto. Piuttosto, Saga, che mi dici della mora che ti sta puntando da almeno mezz’ora? – scherzo, poi cambio argomento con nonchalance e un sorrisetto, avendo notato la ragazza con i capelli neri poco distante dal punto in cui ci troviamo che lo studia con attenzione.
- Lo so. – ribatte lui, scrutando per un attimo il liquido nel suo bicchiere, prima di decidersi a prenderne un altro sorso.
- È carina. – continuo.
- So anche questo. –

- Be’, allora sbarazzati di Aiolos, o andrà a pensare che state insieme. – scherzo, abbandonando il campo.

Cos’avrà voluto dire Camus, con quella frase su Isaac?
Certe volte non lo capisco. O forse, più probabilmente, era una frase più che chiara e come al solito sono io che non comprendo una cippa.

Stava cercando di mettermi in guardia? E da cos…?
- Ehi Micky! – fa in questo istante una voce ben nota, squillante non solo per farsi sentire al di sopra del casino che si è creato.
- Dohko! – esclamo – Da dove sbuchi? –
- Dai divanetti su cui gli altri si sono piazzati! Mi hanno dato buca! Uuuuhh!!!!WAKA WAKA!!! – esclama galvanizzato quando le prime note della canzone di Shakira si fanno sentire.

Quanto lo capisco. Basta pensare a come i miei tentativi di conversazione con gli altri tre siano miseramente falliti.
- Bè, sai che ti dico? – ribatto, sorridendo e prendendolo sottobraccio. – Andiamo  a ballare io e te! -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
When I walk in the spot, this is what I see.
Everybody stops and they staring at me.
I got passion in my pants, and I ain't afraid to show it,
I'm…
Santo cielo.
Sexy and I know it”.[5]
Se ve lo state chiedendo, sì: sono Kanon, Death Mask (rispuntati da chissà dove), Kiki e compari, Milo e ovviamente Dohko che si sono lanciati in questo spettacolo indegno e non richiesto.
Il problema è che i presenti hanno fatto loro spazio in pista e li stanno incitando a continuare, mentre come sempre noi che li conosciamo facciamo di tutto per passare come perfetti sconosciuti.
Venuti con loro? Noi? Nah!
E per quello che mi riguarda, un ballo con il cinese mi è più che bastato. Soprattutto se consideriamo che più che ballare, Dohko si agita.
- Shura! No!! Cos…? – esclama Elle, quando lo spagnolo sopraggiunge da non sappiamo dove e le si attacca come una cozza. – Oddio! Che palle! –
Incredibile a dirsi, le ragazzine sono anche qui!!!
Ci guardiamo attorno, controllando che non ci siano anche le tedesche.
Uhm, sembrerebbe di no.
Però le fan di Shura purtroppo sì, e sembrano anche piuttosto determinate.
- Ehi, vai forte tra le minorenni! – urla Death Mask dalla pista, beccandosi un medio alzato dall’altro nella sua direzione.
- Per la miseria, io a tredici anni mica ci andavo in discoteca! – protesta Elle, lo sguardo omicida – Adesso vi faccio vedere io! -
Afferra lo spagnolo per il bavero e lo attira a sé, optando per un bacio d’attacco; la cosa sembra scandalizzare le ragazzine, che indietreggiano, guardandola molto, molto male.
Il gesto viene accolto da un’ovazione del nostro gruppo. Milo ritiene giusto festeggiare togliendosi la maglietta.
- Sei dello scorpione e ti sei fatto tatuare uno scorpione! Quanto sei banale???!!! – gli urla dietro Lili, riferendosi all’opera realizzata da DM per il diciottesimo del greco.

Non lo avesse mai fatto.
Scorgo un lampo malevolo negli occhi del ragazzo, prima che decida di venire nella nostra direzione seguito da Kiki e Shadir, per poi trascinarla in pista senza tanti complimenti, nonostante le sue vistose proteste.
- Vai Lili! – le grida dietro Shadir ridendo.
- Fanculizzati! – è la risposta, mentre continua a bisticciare con il greco. O meglio, a tentare di ucciderlo.
Scuoto la testa, cercando di non ridere troppo vistosamente, notando poi il fratello di Mur intento a fissare la scena con espressione assente.
- Tutto bene Kiki? – domando, perplessa.
- Uh? Oh niente di che. Pensavo. – risponde lui, spostando gli occhi su di me e sorridendomi. Dopodiché, abbandonando Shadir, torna ad unirsi al gruppo con un “uh-uuuuhh!” lanciato a tutto volume.
…?
- Bella, bella. Bella schifezza! – è la semplice e, a dire il vero, comprensibile verità espressa da Shaka.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Hey ho, on the road again! Moving ooooon…! Forward!!! [6]
- Dohko! Abbassa la voce! – intima Aldebaran.
Signori, eccoci. Di ritorno alle tende alla bellezza delle quattro e mezza del mattino, con l’ultima traccia, Pumpin’ Blood, ancora nelle orecchie e nell’ugola del cinese.
Kanon e DM: spariti di nuovo. Ikki e Shaina: dispersi. Ioria e Marin: non ancora di ritorno.
Aiolos: intento a sbadigliare come se non ci fosse un domani. Lo stesso vale per Shun, trascinato da June.
Seiya e Isabel: boh. Shiryu e Shunrei: poco davanti a me che si tengono per mano....lo sapevo...!
Nell’affiancare Camus, noto che anche Saga risulta assente, mentre…
- Aphrodite! E tu da dove diamine arrivi???! – domanda Benam quando si accorge, e ci fa rendere conto, che lo svedese è rispuntato da chissà dove.
- Dal bar del campeggio. Ho passato la serata lì. È stato… interessante. – risponde lui, camminando di fianco a Shura.
- Sicuramente più discreto della nostra serata. – commenta Mur, fulminando con gli occhi Lili che tenta di saltare sulla schiena di Shaka, urlando “Shakaaaaaaaaaaaa!!! Sei il mio amico preferitoooooooooooo!!!”, mentre Milo è piegato in due dalle risate (oltre che palesemente ubriaco anche lui).
- Shura e Elle hanno limonato! – riferisce Lear.
Phro sposta lo sguardo sui due, inarcando un sopracciglio.
- Colpa delle ragazzine – si giustifica la ragazza, allungando il passo – E comunque ve l’avevo detto che sarei stata più efficace con il coltello! –
Mi metto a ridere, attirandomi un’occhiata stupita di Camus a cui rispondo divertita abbozzando un’andatura saltellante.
Sono sudata, stanca, mi fanno male le gambe e giro con della gente fuori di testa.
Però, che serata.
Fisso la nostra comitiva, poi alzo lo sguardo verso il cielo.
Non mi capita spesso, ma per una volta, mi sento nel posto giusto al momento giusto.
 
 
 
 
N.B:
 
[1] Cit. dell’appellativo usato da Seiya nei confronti del Cavaliere dei Gemelli nella serie classica;
[2] Vediamo se capite chi è ;)
[3] cit. da Dumbo, Walt Disney, 1941; scena in cui Timoteo (il topo), commenta le chiacchiere delle elefantesse;
[4] Four Minutes, Madonna ft. Justin Timberlake, “Hard Candy”, 2008;
[5]Sexy and I know It, LMFAO, “Sorry for Party Rocking”, 2011;
[6]Pumpin’ Blood, NONONO

 

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Capitolo 21
*** Summer Nights/Oops..! I Did It Again! ***


NdA:
Salve! Bentornati sulle frequenze del Cubo!
Con questo capitolo si chiude la trilogia vacanziera, in perfetta sintonia con il mese di Settembre…Ovviamente, dati i casini del capitolo precedente, questo è piuttosto corposo e lungo, quindi se avete tenuto il foglio di appunti…riprendetelo! ;)
Ci tengo a ringraziarvi ancora tutti per la pazienza, le recensioni e per l’alta frequenza di letture che date a questa storia. Vi assicuro che aprire la pagina autore e vedere certe cifre mi riempie d’orgoglio e mi sprona a dare il meglio, nonostante le mie tempistiche discutibili…
Senza contare la sorpresa nel notare che solo il capitolo 6, ovvero ‘Take Me Or Leave Me’ ha ormai raggiunto qualcosa come 1000 visite…devo dare più spazio a Kanon nudo, ne deduco! ;)
Ad ogni modo, una volta terminata la sequenza delle vacanze e questo primo blocco di capitoli, se non volete recensire ma volete comunque esprimere un qualsivoglia parere o aprire un dibattito su qualsiasi aspetto del RubiksUniverse, vi aspetto sulla pagina Fb (così facciamo anche salire un po’ l’audience) ;)
A presto!
Louis
 
Summer Nights/
Oops!...I Did It Again
 
 
 
 

- Non sei tanto male a giocare.-
-  Oh. Grazie. –
- Sei in una squadra? –
- Lo ero al liceo. –
- Ruolo? –
- Portiere. –
- Scelta difficile. –
- …ti sto annoiando, scusa. –

- Al contrario. Continua. -

- Be’…io…niente di che, ho fatto un anno solo, poi ho mollato. –
- Perché? –

- Perché ero una pippa e non mi andava di svegliarmi presto la domenica mattina.-

Lo trova divertente. Buffo.
- Una risposta niente male. –

- Allora forse…ci becchiamo. –
- Può essere, sì. –
- Ciao -

- Oh sì. Ciao.[1]-

‘Summer loving had me a blast, oh yeah, summer loving happened so fast,
I met a girl crazy for me,
Met a boy cute as can be…
[2]

Fantastico.
Adesso non solo il mio cervello mi punzecchia in sogno con frammenti insignificanti di conversazioni il cui significato oscuro è tutto frutto dei miei film mentali. Oh no.
Ci aggiunge anche la colonna sonora.
Dettaglio che come minimo mi rimarrà in mentre per i prossimi tre giorni.
Uf. Nella mia testa è tutto un musical, certe volte.
Forse dovrei cominciare seriamente a considerare l’ipotesi di un check-up ospedaliero. Magari ho un tumore, come quella tizia in Scrubs.[3]

Suppongo potesse andarmi peggio, però. La scelta poteva ricadere su Mamma mia!, che per inciso non apprezzo affatto, come è accaduto dopo il compleanno di Aldebaran.
Maledetti ABBA. Maledetto Dohko.
A proposito del cinese, potrebbe anche mettersi a cantare, così il mio cervello passerebbe da Grease a…
A…
…Puzzetta?
- Ehi! – protesto, aprendo gli occhi quando il cane decide di augurarmi di nuovo il buongiorno con una sonora leccata sul viso – Sì sì…ciao anche a te! -
A giudicare dal suo alito, la baby-sitter deve averlo già nutrito…
Oppure si è finalmente mangiato il calzino di DM.
Puah.
Cerco velocemente il mio zaino, alla ricerca di un pacchetto di fazzoletti per togliermi un po’ della bava che ha voluto regalarmi, mentre l’animale decide di aver assolto il suo dovere ed esce dalla mia parte di tenda, spero per lui NON per andare a svegliare Lili, pena la vita.
Come diavolo avrà fatto a…?
Oh giusto. Ho lasciato gran parte della cerniera che chiude la mia zona aperta, ieri sera. O stamattina?
Dettagli.
Sta di fatto che è così. Che incosciente che sono. A cosa servirà mai l’ossigeno, in fondo!

Sospiro, alzandomi e stirandomi la schiena per dei lunghi istanti. Mi ronzano ancora le orecchie a causa della musica ad alto volume della discoteca, ho decisamente bisogno di una doccia e non ho la più pallida idea di cosa troverò uscendo di qui.
Ipotizzo uno scenario alla Una notte da leoni. Uh, e sono solo le undici e quarantacinque, mi informa l’orologio del mio cellulare quando lo controllo.
Considerato che siamo rientrati alle quattro e mezza, non è male.
Il sonoro brontolare del mio stomaco mi comunica la necessità imminente, così esco dalla mia “stanza”, ben decisa ad andare a procacciarmi qualcosa da mangiare, dato che non credo siano rimaste scorte o che Dohko sia già di nuovo operativo. A dire il vero, a giudicare dal poco rumore che sento provenire dall’esterno, molti di noi non sono rientrati o non sono ancora tornati al mondo cosciente.
Oh, giusto, escludiamo Elle da queste cerchie. La sua parte di tenda aperta e vuota mi comunica che è già sveglia e uscita a fare un giro, ovviamente, e…
AHIA!
All’esclamazione mentale segue un porca trota! piuttosto sentito e ad alta voce, a causa dell’inciampare improvviso che mi ha destabilizzato. Per poco non mi ammazzavo, ben poco gloriosamente.
Sparo un’altra imprecazione, abbassando inconsciamente il tono nel controllare il piede e nell’accorgermi che ciò su cui sono inciampata ha appena emesso un grugnito e si è…mosso.

Ma cos…?
- Che accidenti…? – bisbiglio perplessa, notando come l’aver preso in pieno un braccio non abbia minimamente scalfito l’inaspettato ospite, intento a dormire come un sasso nella parte centrale della nostra tenda.
Non c’era quando sono rientrata. Ne sono certa. Assolutamente sicura, quando io e Elle ci siamo chiuse nelle rispettive parti, c’eravamo solo io e lei qui.

Quando e perché è arrivato?
Oddio. Considerando quanto io abbia il sonno pesante, comprensibile che non l’abbia sentito, ma Elle?
Il perché…ah, giusto. L’alcol.
Dovremmo cominciare seriamente a parlarne.
Ma soprattutto, come diavolo fa a dormire in quella posizione?!
Insomma, ne deduco che stesse cercando di sfilarsi la maglietta, quando è collassato, altrimenti non mi spiego l’indumento bloccato a metà del suo torace, di traverso, con la spalla sinistra fuori dalla manica corrispondente.
Grazie al cielo i pantaloni sono solo appena slacciati.
Scuoto la testa. Come perdere la dignità in due nanosecondi, lezione uno.
Tiene pure la bocca aperta.
Ad essere cattivi, ci sarebbe da chiamare Kanon per delle foto compromettenti e…
Un attimo.
Faccio scorrere gli occhi sulla figura distesa accanto a lui. Meglio, molto vicino a lui.

Non può essere.

O forse sì?
Io però non ho sentito niente. E un avvenimento del genere non puoi non udirlo, intendiamoci.
Il meglio che posso fare, ora, è uscire e cercare una conferma, dall’unico altro testimone di cosa è (ipoteticamente) successo.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Elle! Elle! – esclamo, quando una volta uscita dalla tenda la trovo seduta accanto alla siepe a disegnare sul suo blocco, i capelli sparati in tutte le direzioni. Dalla tazza accanto a lei, ne deduco che sia riuscita a scroccare del caffè americano a qualcuno. Suppongo degli estranei, dato che i nostri non sono ancora in giro.
- Che c’è? Ha sbagliato cerniera e ti è piombato addosso? – ribatte lei senza alzare gli occhi.

- È quello che è successo? – domando, perplessa.
- Non ne ho idea. Mi sono alzata e li ho trovati. –
- Quindi…? –
- Quindi boh! – chiude lei, continuando nel suo lavoro.
Rimasta senza parole, scuoto la testa e mi guardo attorno, notando alcuni (pochi) di noi già in attività. La maggior parte dorme ancora. A giudicare dall’aria spaesata di Mur, Shaka si dev’essere dato alla macchia. Gli unici che vedo in giro sono: Aldebaran e Aphrodite, intenti a risistemare le proprie tende; Hyoga, palesemente di ritorno dalle docce; Sirio, Shun, Nemes e Shunrei che chiacchierano dall’altra parte della nostra piazzola; Ioria e Marin al loro solito posto; Camus seduto a leggere sull’uscio della sua tenda, mentre Shura, senza tanti complimenti, mangia.
Proprio mentre il mio sguardo torna verso la nostra zona, scorgo la figura del nostro ospite fare capolino dell’uscio della nostra tana, i capelli ridotti ad un ammasso informe, la maglietta che sta faticosamente tornando al suo posto e l’espressione di chi non sa nemmeno di essere al mondo.

- Ciao, Milo. – saluto, non sapendo bene che altro dire o fare.
- Ehm… Ciao. – fa lui, strofinandosi il capo e tornando verso la propria tenda dopo un paio di istanti di esitazione.
Suppongo che si sia reso conto della situazione. E per sbrogliare quell’ammasso di capelli ci vorrà un bel po’.
- Ehi Milo! – esclama Ioria, andandogli incontro e passandogli un braccio attorno al collo - Dov’eri finito, eh? Muoviti su, ho prenotato il surf per oggi! E anche lo sci d’acqua! –
- Mmmmhh…- mugugna l’altro, sbadigliando ampiamente. - Ioria, abbassa il tono, ho mal di testa…e poi hai visto che tempo? Non credo sia una buona idea…-
Effettivamente, ora che ci faccio caso, oggi il cielo è coperto. Fa anche un po’ più fresco, per fortuna. Altrimenti a stare in tenda mi sarei già squagliata.
- Schiarisce nel pomeriggio! – ribatte Ioria - Andiamo, su! –
- To’ guarda, Aiolia diventa socievole dopo il sesso. – commenta apaticamente Elle, mentre il soggetto in questione trascina via l’amico, Castalia che scuote rassegnata la testa.
Chissà, forse si sente in colpa.
Vedo Milo opporre una leggera resistenza, reclamando almeno il diritto di procurarsi il costume e passare al bagno; richieste che Aiolia gli concede, non senza una certa impazienza, seguendolo verso i bagni per assicurarsi che faccia in fretta.
Passando davanti a noi, colgo perfettamente l’occhiata perplessa che lancia oltre le nostre spalle, verso la tenda, prima di tornare a concentrarsi sul camminare e non inciampare.

Non so che dire.
Mi volto per tornare al mio zaino e prendere il necessario per il passaggio al bagno, notando Camus fissare prima il greco allontanarsi, poi la nostra tenda con una lunga ed inespressiva occhiata, senza dire nulla, ed infine tornare a concentrarsi sul proprio libro.

Lo sa già. O almeno deve avere un’idea, probabilmente simile alla mia e a quella di Elle. In fondo non possiamo esserne del tutto certi, no? Dobbiamo aspettare e sperare che ci venga spiegato o fatto chiaramente intendere da Milo e…
- Merda. –
Be’, dall’altra figura presente nella nostra tenda e che ora sta proprio sull’uscio, in uno stato simile a quello del greco, l’aria di chi ha decisamente cominciato la giornata con il risveglio sbagliato, appena descrivibile con questa sua prima esclamazione.
Elle alza lo sguardo dal foglio e, manco a farlo apposta, apre bocca proprio nell’istante in cui decido di farlo io, siglando la scena con un banale e limitativo:
- Ciao, Lili. –
ΩΩΩΩΩΩ
 
 

Lili fa un cenno col capo, guardandosi velocemente attorno. Constatando l’assenza di Milo, posa gli occhi su di noi.
- Che avete da guardare?! Sembrate delle cocorite! – sentenzia poi.
- Delle cocorite molto curiose. – specifica Elle.
- E perplesse. – aggiungo io.
- E rimarrete tali! – conclude lei, sistemandosi la bretella della canottiera – Non ho risposte per le vostre prevedibili domande. –

- Come sarebbe a dire? – domando.
- Sarebbe a dire che non cosa sia successo. – risponde, sedendosi di fianco ad Elle – C’è ancora caffè? Ne necessito in grande quantità. –
- Gli americani. Alla piazzola all’inizio del sentiero. – risponde l’altra – Andrei io a prendertelo ma sarebbe la terza volta. Non vorrei spaventarli. –
- Ci penso io. – intervengo, armandomi di faccia tosta e andando a recuperare il genere di prima necessità richiesto.
I nostri spacciatori sembrano divertiti da questa migrazione d’emergenza che ha portato due di noi a rifornirci alle loro scorte, ma le regole del “buon vicinato” vengono rispettate anche qui e non solo rimedio una tazza enorme di caffè americano, ma pure una fetta di torta.
Ringrazio calorosamente per il tutto, tornando ben contenta alla tenda e sedendomi accanto alla altre due, porgendo il bottino a Lili.
- La torta mangiala pure tu – mi dice lei, concedendomi quindi la colazione.
Ringrazio e mi affretto a dare un morso, placando i brontolii del mio stomaco, decidendo poi di riprendere il discorso di prima:
- Piuttosto, tralasciando l’incertezza di ieri e di stanotte…stamattina, cioè, poco fa? Com’è andata? –
Lili sorseggia il caffè per qualche istante, prima di rispondermi:
- Non lo so. Ci siamo svegliati, ci siamo guardati…-
- E? – la incita Elle.
- “E” niente! Mi ha detto “ciao” ed è calato un silenzio imbarazzante. Temo che nessuno dei due abbia idea di cosa sia successo. – confessa l’altra, fissandoci poi con attenzione – Voi…? -
- Io non ho sentito nulla. – dico.
- Nemmeno io. – conferma Elle, scrollando le spalle – E non ho sentito nemmeno nessun commento da parte di altri. –

- Probabilmente nulla è accaduto. – deduco, notando l’espressione pensierosa che assume il viso di Lili di fronte a tali affermazioni. – Insomma, per quello che mi riguarda va bene avere il sonno pesante, ma credo che…-
- Credo di averlo baciato. Più volte. –

Io ed Elle ci scambiamo un’occhiata, spostando poi in contemporanea gli occhi sulla nostra coinquilina per intimarla a spiegarsi meglio.
- Ho il ricordo di averlo fatto. – riprende Lili lentamente – Mentre tornavamo qui. O forse ci siamo fermati, voi siete andati avanti e siamo arrivati dopo...non lo so. La sbronza ha avuto la meglio. –

- E adesso? – mi azzardo a chiedere dopo qualche secondo di silenzio.
- E adesso niente. Non sapendo cos’è successo…chiusa qui, no?- mi risponde Elle.

- Uhm. – bisbiglia Lili con espressione poco convinta – Non lo so. Vedremo. -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Guardalo. Il gatto che si lecca i baffi. – sento commentare qualche minuto dopo proprio da Lili.
Alzo lo sguardo dal mio zaino in cui sto disperatamente cercando lo spazzolino da denti, scorgendo la figura di Saga che rientra con nonchalance dalla sua nottata passata in una tenda diversa dalla sua.
In cui Aiolos, da quello che riesco a vedere quando apre la cerniera, non c’è.
Quale nobile impresa sarà in giro a compiere?
To’, eccolo che arriva tutto pimpante dall’inizio del sentiero.
- Ehi Aiolos, in piedi così tardi? – lo apostrofa Lili – Non è da te! -
- Cosa? – fa lui, sorpreso da tale affermazione -  Oh no! Veramente sono già andato a correre, ho sistemato la tenda, aiutato la signora Jannsen con i bambini e ora arrivo dall’infermeria. –
- Hai salvato una donna che stava annegando? Un gattino dall’albero? – lancia Aphrodite.
- Chi è la signora Jannsen? – chiede Kiki sbadigliando.
Si è appena svegliato ed è già venuto a vedere se a Lili è avanzato del caffè. Seh, come no.
- La signora olandese poco più giù. – gli ricordo.
- Che ci facevi in infermeria? – domanda Nemes perplessa.
- Oh, uno dei bimbi si è sbucciato piuttosto in profondità un ginocchio e la madre doveva stare dietro agli altri. Il padre ha portato il più grande a fare un’escursione. Così mi sono proposto io. – spiega Aiolos con un sorriso, voltandosi poi verso Castalia e chiedere: - Dov’è Ioria? –
- In spiaggia con Milo, a fare surf. – è la risposta.
- Oh. Peccato. – dice Micene, sinceramente dispiaciuto – Volevo proporgli di venire a fare un giro…Marin che ne dici? –
- Ehm…veramente…ho promesso a Shaina che saremmo andate a correre e poi a provare lo sci d’acqua con Ioria e Milo. – si giustifica la ragazza velocemente per evitare di venire incastrata in una mezza giornata con quello che direi si possa definire “cognato”.
Una palese scusa, se consideriamo che né Tisifone, né Phoenix si vedono in giro….
- Oh. Saga? –
- Veramente sto andando a dormire. – risponde l’amico, sorpreso che l’altro non si sia accorto del suo sistemare il sacco a pelo per sprofondarci per le prossime tre ore, come minimo.
- Ah. – si limita a commentare Micene – Be’, in questo caso… -
Si guarda velocemente attorno.
Uh. Certe volte sappiamo essere veramente cattivi. Aphrodite ha messo il guinzaglio al cane e si sta dileguando, sostenendo che “in fondo una passeggiata non può fargli male”. Peccato che Puzzetta stesse liberamente pascolando su tutte le piazzole fino a pochi secondi fa.
Aldebaran e Mur sono molto occupati, o così sostengono di essere, a fare la lista delle scorte di cibo da fare, dato che Dohko ancora non si vede; Lili, Kiki e i suoi, che si sono aggiunti da poco…si deduce dalla loro posa che non si muoveranno dalla proprie postazioni. Quanto a Camus, sta leggendo con molta concentrazione, anche troppa.
- Aiolos, se vuoi ci veniamo noi con te! – esclama Shun, attirandosi uno sguardo rassegnato di Nemes.
- Davvero? Ottimo! – esclama Micene con un gran sorriso – Vado a chiedere una piantina all’ufficio escursioni e…-
- Ne ha già una Shura! – lo informa Andromeda, facendo sussultare lo spagnolo, a cui passa un’ombra di panico negli occhi – Lui ed Elle si sono già organizzati per fare un giro, oggi! -
- Davvero? – domando stupita, volgendo gli occhi sgranati sulla mia coinquilina.
- Davvero. In spiaggia mi annoio e con questo tempo non c’è granché da fare. – mi risponde lei, alzandosi e andando a sistemare il taccuino, decisa a mettere in atto il programma.
- E Shura? – domanda maliziosamente Benam, sdraiatosi sull’erba accanto a Lili e Kiki in una palese posa di fancazzismo post-serata.
- Le ragazzine sono sempre in agguato. – è la semplice replica di Elle
- Come no.– biascica Kiki.
- Davvero? Perfetto, andiamo tutti insieme! – esclama Aiolos in questo istante rivolgendosi allo spagnolo,  la cui espressione ha assunto una sfumatura di disperazione pura.
- Ringraziate Andromeda. – dice Lear, notando June scuotere la testa, prima di alzarsi e andare ad organizzare il proprio zaino con una lentezza ben diversa dall’entusiasmo che ci sta mettendo Aiolos.
Intanto, Shunrei sostiene di dover dare una mano con la lista delle provviste e l’organizzazione del cibo. Mansione a cui Sirio si unisce, da bravo economo che potrebbe rendersi utile con le proprie spiccate capacità in materia.
Strano, eh? Fino a qualche giorno fa sarebbe andato con il fratello di Aiolia. Ma ora che le cose con Fiore di Luna si stanno muovendo…
- In verità, in verità vi dico…uno di voi mi tradirà! – commento, facendo ridere Lili che coglie perfettamente l’allusione.
Come sono blasfema.
Micene non fa caso alla manovra di Shiryu, è troppo contento di essere riuscito a trovare comunque dei partner per l’escursione. Mentre questi si preparano in fretta, scuoto la testa e torno a guardare Elle:
- Sicura di volerci andare, a questo punto? –
- Oh sì. – fa lei senza esitazione – Che Micene e Andromeda si uniscano. Vedremo se ne usciranno vivi. -

Inquietante.
Soprattutto perché quando Shura si avvicina, pronto al peggio, sento Elle bisbigliargli:
- Hai già controllato il sentiero? –
- Se ti riferisci al fatto di aver controllato se ci siano fossati o luoghi volendo pericolosi ma in questo caso perfettamente adatti per occultare i cadaveri, sì, l’ho fatto. Niente da fare. – risponde il ragazzo a denti stretti per evitare di farsi sentire.
- Forza ragazzi! Ci aspetta un giro fantastico! Muoversi! – lancia Aiolos, praticamente già in cammino verso il cosiddetto punto di partenza del sentiero, Shun alle calcagna e Nemes poco distante.
- Sì. Andiamo. – ripete lentamente la mia coinquilina, toccando con fare malevolo il suo coltellino nel sistemarlo con l’attrezzatura, pronto all’uso.
-Elle! – esclamo, preoccupata.
- Che c’è?!- ribatte lei, infilandosi lo zaino ed incamminandosi -  Può sempre tornarmi utile!–
Preferisco non sapere in che modo.
- Muoviti Shura! – la sento chiamare poi per incitare il ragazzo a stare al passo e non lasciarla sola con gli altri tre. Lo spagnolo alza gli occhi al cielo, sbuffando e regolando le cinghie del proprio zaino, mentre Saga osserva la schiena di Aiolos, commentando:
- Un bravo ragazzo eh…-
- Ma certe volte sarebbe da ammazzare. – completa Shura.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
La piccola comitiva partita, Lili in coma sul prato con Kiki e gli altri tre, mi dirigo verso i bagni con Marin. Mentre cerco di convincere la mia faccia che è ora di tornare almeno ad una condizione di simil-vita dopo il devasto della discoteca, mi viene in mente uno dei tanti discorsi buttati in mezzo alla confusione della giornata di ieri.
Forse è solo una mia impressione. Insomma, in genere è così. Faccio tante macchinazioni, e poi…puf! Oscar per il miglior film mentale.
Ma suppongo che tentare …
Oh bè.
Di ritorno dal bagno, mollo tutto nello zaino, fissando per qualche istante i libri che mi sono portata, abbandonati sul materassino. Quello già iniziato merita di essere finito.
Uhm. Forse dopo.
Esco, spostandomi verso la piazzola vicina, decisa a togliermi il dubbio con il diretto interessato. Insomma, con Lili ed Elle posso sempre parlarne più tardi.
- Camus? – esordisco piano.
Il francese alza lo sguardo su di me, invitandomi silenziosamente a proseguire.
 – Posso farti una domanda? – chiedo allora.
- Te ne concedo una seconda. – afferma, mettendo momentaneamente il segnalibro.
Mi mordo lievemente il labbro inferiore, prima di decidermi a chiedere:
- Cosa intendevi con quella frase su Isaac, ieri sera? –
Il francese mi scruta per un lungo istante con espressione indecifrabile, prima di muovere appena le labbra e dire:
- Quello che intendevo: che pensavo che stessi scherzando. Non credevo che l’interesse per Abadir fosse una cosa seria. –
È dannatamente bravo. Non ho dovuto nemmeno spiegargli a cosa mi stessi riferendo.
- Oddio, “seria”…- faccio, limitando la portata della faccenda.
- Però non ti dispiacerebbe. – butta lì il francese, diretto come sempre, passando pensosamente una mano sulla copertina del libro come per pulirla.

- Be’…no. In effetti no. – ammetto – È…Cioè, mi è sembrato…carino. A trecentosessanta gradi, intendo, non solo esteticamente. Così ho pensato che…-
Ho un attimo di esitazione. Non so bene come spiegarmi, a dire il vero. Lascio Camus in attesa per qualche istante, prima di concludere: - Niente. Era tutto un film mentale mio, scusa. –

- Riguardo a cosa, esattamente, se posso chiedere? Non ho capito cosa intendi dire. – afferma lui poi.
Uhm. Meglio che mi spieghi con più chiarezza, effettivamente , o va a pensare che abbia pensato che si stesse ingelosendo, a supporto della teoria comune secondo cui io e lui staremmo insieme.
- Pensavo mi avessi detto quella frase…che so, cercando involontariamente di mettermi in guardia. Insomma, io ho avuto una buona impressione di Isaac, ma… magari è solo gentile…magari è gay…-
- Continuo a non capire, ma grande. – fa, sinceramente perplesso.
Sospiro, sedendomi accanto e lui e prendendomi qualche attimo di riflessione, prima di continuare:
- Isaac…insomma, come dire…-
- Ha attirato la tua attenzione. – mi viene in aiuto lui. – Di questo siamo sicuri. Tutti. -
- Sì – ammetto controvoglia - E…mi è parso…non so, eh, probabilmente sbaglio…in questo caso correggimi…insomma, mi è parso di aver attirato la sua. Però sono una frana in queste situazioni, potrei aver preso un abbaglio…quindi dalla tua affermazione innocente ho ricavato un film mentale assurdo secondo cui mi sarei illusa di tutto e in realtà non ho speranze, ho fatto la figura della cretina  e devo cambiare paese. – dico a tutta velocità.

Odio quando mi fissa in questo modo. Come se non mi sentissi già abbastanza cretina di mio.
Per fortuna, il mio imbarazzo viene spezzato dal caotico risveglio di Dohko, che si ribalta letteralmente fuori dalla tenda, l’aria di chi non sa nemmeno di esistere.
- Ohibò! – esclama, una volta presa coscienza di dove si trova e perché. Si rialza con un balzo, stirandosi con cura, controllando sconsolato la mancanza di scorte.
- Le tedesche Dohko, le tedesche! – gli urla Lear – Frau Schmidt ti aspetta! –
Il cinese alza il pollice in segno d’assenso, dirigendosi poi baldanzoso verso la roulotte teutonica, in canottiera scomposta e dei discutibili pantaloncini di palese derivazione hippie. Magari di fatture recente eh, ma comunque figli degli acidi.
- È un ragionamento…contorto. – afferma Camus, facendomi distogliere lo sguardo da questa scena e ripristinando la conversazione. - Pensi o vuoi che sia così? –
- Come, prego? – faccio di rimando.
Camus sposta di nuovo gli occhi su di me, deciso a spiegarsi:
- Citando il tuo… “film mentale”, come lo hai chiamato…non conosco Isaac così bene, è semplicemente stato uno dei miei studenti…Non posso permettermi di sconsigliarti un…approccio con lui. Né lo farei e lo sai. Queste dinamiche non mi hanno mai interessato granché e sono faccende che riguardano te in prima persona. Tuttavia, dal modo in cui me ne hai parlato, e dai dubbi che hai espresso, sembra più che tu ti stia auto convincendo che ci sia stata una tua macchinazione e che la seconda opzione non sia realizzabile. –
Ah, la seconda opzione. Passare all’azione. O considerare un effettivo e reale interesse da parte di Isaac.
 - Non è che non sia…fattibile. – comincio sommessamente, soppesando le parole con attenzione – È solo che…oh sì, hai ragione… probabilmente sto cercando di auto convincermi. -

- Perché? – prosegue con calma.
Scrollo le spalle. Per la miseria, credo che Dohko ci abbia messo un po’ troppa forza ieri, nel prendermi per le braccia. Mi sento piuttosto indolenzita.
- Perché…perché…non ho…il materiale per poter ipotizzare il contrario. Senza contare che non saprei cosa fare. Mi sono sempre sbagliata in queste situazioni e …è un riflesso condizionato. – spiego.

- Ti sto annoiando. Scusa. – aggiungo dopo un po’.
- Se mi stessi annoiando te lo farei capire. – ribatte tranquillamente, facendo scorrere gli occhi sulle piazzole ed inarcando un sopracciglio nel notare Puzzetta venire scaraventato fuori dalla tenda in cui un incazzoso DM, di ritorno da ieri, si è appena infilato.
Il cane rimane un attimo a fissare la cerniera brutalmente richiusa, agitando la coda, per poi gettare la spugna e optare per venire verso di noi in cerca di un po’ di comprensione, sedendosi accanto a me per strappare dei grattini.
- Oh bè, che vuoi farci – dico a Camus grattando la testa all’animale – Proverò…con la seconda opzione e fallirò. –
Miseramente. Come sempre.
Meglio che tenga questi pensieri per me.
- Senti, che mi dici di…- azzardo, lasciando in sospeso i soggetti a cui mi riferisco.
- Milo e Lili? – completa lui.
Annuisco, mentre si prende un attimo di pausa e poi scrolla le spalle.
- Non è successo niente, da quello che sappiamo. – riassumo dubbiosamente.
Camus sembra riflettere ancora qualche secondo, prima di riaprire il libro e ribattere enigmaticamente:
- Forse. -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Mi sta guardando? –
Sposto lo sguardo su Milo, intento ad allungare il piatto in direzione del mestolo che gli sta porgendo il bis.
- Spiacente, ha occhi solo per Dohko. – annuncio lapidaria, tornando a concentrarmi sulla mia porzione di…di…di…?
Non ho capito bene cos’abbia cucinato il cinese stasera, a dire il vero. L’ho visto passare da cima a fondo la scorte fatte da Aldebaran, Mur, Shunrei, e Shiryu, per poi andare a chiedere delle aggiunte alle tedesche e agli olandesi, senza dimenticare di fare una capatina dagli inglesi arrivati due giorni fa.
Non oso pensare come diamine abbia fatto a ricavare un piatto decente da tutto quello che ha buttato in pentola.
- Ma perché dovrebbe guardarti? – chiede in questo istante Elle.
- Come, prego?! – ribatte Lili, girandosi verso di lei.
- Ehm…forse è meglio…- azzardo.
- Evvai! Foto compromettenti! – salta su Kiki in questo istante, agitando vittoriosamente una macchina fotografica e facendoci concentrare su di lui.
- Accidenti a te Hyoga! Dovevi proprio portarla?! – sbotta invece Phoenix all’indirizzo del biondino.
- Per la miseria Death Mask! Vieni veramente male nelle foto! – esclama nel frattempo Lear nel dare un’occhiata ad un’anteprima sul piccolo schermo.
- Vuoi vedere come ti rendo meno fotogenico di quanto già tu non sia?! – ribatte l’altro fulminandolo con lo sguardo.
- Forse devi dare una regolata al flash. – suggerisce Benam, prendendo la macchina dalle mani dell’amico.
- Ehi, fai attenzione! – lo avvisa Hyoga - È praticamen…-
- DM sei spaventoso in questa foto! – esclama a sua volta il ragazzino, interrompendolo e facendogli alzare gli occhi al cielo.
- Avete rotto il cazzo. – è il commento di Mask, mentre Kiki fa scorrere gli occhi dalla sua figura all’immagine e viceversa.
- Credo siano i capelli a fare…insomma a creare quest’effetto da vampiro. – commenta.
- Devi rifarti il colore, barbone! – sbotta Phro, intento ad osservare con palese espressione di biasimo la ben nota tinta che contraddistingue il coinquilino, rovinata dall’esposizione al sole, dall’acqua del mare e una probabile mancanza di ripasso prima della partenza.

Un momento. Vi ho già detto che ha i capelli blu?
Mi sa di no.
Be’ è così, anche se ora stanno palesemente scolorendo.
- Tra due settimane torneranno normali. – taglia corto DM.
- “Normali”? – ripete Aiolos perplesso. – Intendi il tuo colore naturale? -
- Non ricordo nemmeno quale sia, se ce l’hai mai avuto. – riflette Dohko ad alta voce, rivolto al tatuatore.
- Frenate un po’, involtino primavera e buon samaritano! Saranno blu. – specifica quest’ultimo – Al massimo verdi o misti. Altrimenti a Samantha non piace. -

- Chi è Samantha?! – domanda Milo perplesso, probabilmente già ipotizzando una relazione ben poco credibile dell’altro con un essere umano di sesso femminile.
- La parrucchiera che mi fa il colore, genio. –
- Stai con la tua parrucchiera?! – domanda allora Mur, l’aria stupita.
- No! Ci vado solo a letto assieme. –
- E in cambio lei ti colora i capelli? – deduco.
- Più o meno. A lei piace. Li considera dei preliminari. – ci rivela il tatuatore, addentando selvaggiamente quella che sembra essere una bistecca.
- Non ho parole. – commenta Mur
- Io sì! – dice invece Kiki – Sai fratello, forse è ora che io cominci ad andare a farmi fare i capelli da…-
- NON CI PENSARE PROPRIO! –
- Pff! Non va mica con i ragazzini! – fa notare Death Mask al rosso.
- Giusto. Solo psicopatici e affini. – osserva Elle – Diffidate delle imitazioni! –
- Hai poco da fare la spiritosa, capra, ora che tu e il caprone vi siete decisi ad ufficializzare!- la riprende il tatuare malevolmente, per poi rivolgersi al suo degno compare - Comare, a tale proposito, mi devi un centone! –
- E tu, ancora trecento euro per i danni alla mia finestra! – è il contrattacco dello svedese.
- Fatteli risarcire dal tuo capo, o meglio, dalla tua dominatrice! È tutta colpa del suo topo! –
- No, è colpa tua che sei cretino e stavi cercando di usarlo come pallina da baseball! Ma come diamine è possibile che ti sia scappata la mazza di mano, eh?! –
- Mai fatto sport? – azzarda Aiolos.
- Oh sì, certo. Il salto del poliziotto. – butta lì Shura, masticando svogliatamente un boccone.
Noto l’espressione perplessa di Aiolos circa la veridicità di tale affermazione.
- Io la darei per certa al novanta percento. – dice in questo istante Elle, praticamente leggendomi nel pensiero.
Per quanto le due frasi non siano del tutto collegate, i due soggetti ad averle pronunciate accendono involontariamente una scintilla nello sguardo di Dohko, che esclama, in palese ritardo:
- Shura ed Elle?! Finalmente! Era ora! Vi shippo! –
- Io lo faccio da tempo. – fa presente DM con fare superiore, interrompendo il suo litigio con Aphrodite.
- Cos’è che fate? – domanda Sirio perplesso.
- Shippiamo. Dalla parola inglese ship, abbreviazione per il termine relationship, intesa come relazione romantica. Da qui il verbo to ship, ovvero sostenere un particolare tipo di coppia e una loro ipotetica relazione sentimentale. – proclama DM, leggendo dallo schermo del suo cellulare.

- Quanto sei gay, certe volte. – lo rimbecca Aphrodite.
- Non lo dico io, ma lo Urban Dictionary. E delle bimbette isteriche che vengono a farsi fare i tatuaggi allo studio. –
- A proposito, come procedono le cose lì? – domanda Aiolos.
- Bene. – sintetizza l’altro, prima di aggiungere: - Kanon, devi farti ripassare il tatuaggio. La vela maestra sta perdendo definizione…-
Oh giusto, mi rendo conto che a parte lo scorpione di Milo, non ho ancora avuto modo di illustrarvi i vari capolavori di DM realizzati sulle tele umane della compagnia.
Suppongo che avremo modo di parlarne, ma per ora mi soffermerò sul lavoro eseguito sulla pelle del gemello minore: un veliero pirata in mezzo alla tempesta. Di quelli fighi eh, tipo un quadro. Fatto davvero bene, gli copre metà schiena e si sviluppa su tutta la spalla sinistra. Non è il mio genere, ma rispecchia lo spirito del proprietario.
- Che maraglio. – commenta Elle piattamente, mentre Kanon, che sta trascorrendo la serata in jeans e a petto nudo, lancia un’occhiata alla parte del tatuaggio citata, prima di scrollare le spalle e dire:
- Piazzami quando vuoi a Settembre, non ho problemi. – prende un boccone dal piatto – Magari quando ci sono anche Kardia e Docrates, così vedo cosa stanno combinando quei figli di buona donna. -
- E chi sono Kardia e Dorates?[4] – domanda Lili.
- Il proprietario, o meglio, il fondatore dl JJ, e quello che fa i piercing. –
Silenzio attonito generale.
- Perché? Avete seriamente pensato che il Jester Juggler fosse solo mio? – chiede DM, alzando gli occhi. Il nostro perpetuare il mutismo rende chiara la risposta. - Ma siete pazzi? Avete idea di cosa significa economicamente gestire un’attività del genere da solo?! –
- Scusa, allora come…? – domanda Benam.
- Kardia ha fondato lo studio. Quando ha cominciato ad ingranare mi ha preso come apprendista. Poi ha deciso che poteva anche investire nei piercings. Doc si è presentato, ha fatto un po’ di rodaggio ed è diventato dei nostri. – spiega a malavoglia l’interlocutore.
- E perché non li abbiamo mai visti? – chiedo perplessa.
- Kardia ormai ci sta poco, ha i cazzi suoi da fare. Diciamo che ha lasciato le redini a me. Quanto a Doc, evidentemente non avete tempismo. –
- Penso che organizzerò un raid al più presto per conoscere questi soggetti. – commenta Lili.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Tornando ad Elle e Shura…- riprende Dohko, facendo di nuovo focalizzare l’attenzione su questa coppia, almeno per stasera lontano dalle grinfie delle ragazzine arrapate.
- Oh smettetela, è solo per finta. – sbotta lo spagnolo quando coglie i nostri sguardi.
- Sì sì. Si inizia così. – taglia corto Milo - Dunque, secondo le regole dello shipping che DM ci ha così gentilmente illustrato…si parlerebbe di…? -
- Shurle! – salta su Kiki - No, aspetta, le Elra! –
- No, le Ellura suona meglio! – lo corregge Lear.
- Shurelle? – azzarda Benam.
- Sembra siciliano! – osserva Seiya.
- E tu che diamine ne sai?! – lo rimbecca DM.
- Preferirei Elra. Sembra elfico. – commenta invece Elle tra sé e sé.
- Fico! Vero, Dungeon Master? – si entusiasma Milo rivolgendosi al finto ragazzo della mia coinquilina.
- Shura è un Dungeon Master?! – esclama Lili.
- Oh sì, e da parecchi anni! – conferma Aiolos.
- Cerchiamo di non farlo apparire più disturbato di quanto già non sia. – fa Aphrodite, beccandosi un’occhiataccia dall’amico.
- Aspetta, quindi Micky e Camus…- comincia invece Kiki, illuminandosi in volto.
- Ancora con questa storia!!! – protesto.
- La Mimus! – deduce Dohko - Che figata! O le Cacky! –
- Preferisco questa versione! – esclama Kanon.
- Micky se la vuole fare con Isaac, cambia! – ricorda molto discretamente come suo solito Seiya, facendomi alzare gli occhi al cielo.
- Giusto!  - salta su il cinese - Le Iscky! Nah, le Mickaac! Micky cambia ragazzo, non siete shippabili! -
– Ci farò un pensierino, Dohko, promesso. – mi rassegno, cercando di non fargli capire che una simile affermazione potrebbe anche seriamente portarmi sfortuna, in tutta questa ipotetica e forse remota faccenda.
 
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- Ragazzi! Ma è…oddio, che figata! –
Ioria volta il proprio regalo di compleanno da ogni angolazione, studiandolo con attenzione certosina per essere sicuro di non perdersene neanche un dettaglio.
Sì, perché questa serata fatta di scoperte sconvolgenti circa il JJ, i capelli di DM, senza contare la questione Milo-Lili di cui ci siamo accorti in pochi, è anche l’ultima sera che passiamo tutti insieme, e cade proprio con il compleanno di Aiolia. A cui abbiamo deciso di regalare una collezione completa in edizione limitata di non mi ricordo quale fumetto che cercava da anni.
Il suggerimento è ovviamente giunto da Marin, l’acquisto è stato effettuato da Milo e la custodia del pacco fino al momento opportuno è stata affidata alla cura sicura di Aldebaran.
In realtà due giorni fa c’è stato anche il compleanno di Phoenix, ma dato che prima di partire quest’ultimo ha fatto del terrorismo psicologico circa il non voler assolutamente festeggiare o ricevere regali inutili da gente di cui poco gli interessa (si legga Phro, DM e pochi altri), ci siamo ben guardati dal contraddire le sue disposizioni.
Tranquilli, qualche regalo durante la giornata l’ha ricevuto, principalmente dai miei coinquilini e me. Io e le ragazze abbiamo optato per una maglia di non-mi-ricordo-quale-band, però dato che l’ha scelta Lili, che lo conosce meglio di me ed Elle, siamo andate sul sicuro.
Non ho chiesto quali siano stati i doni di Seiya, Shiryu e Hyoga e quello di Shun, ma non sono sicura di volerlo scoprire.
Ovviamente, Aiolia ha fatto l’esatto opposto. Già prima di partire ha rotto le palle circa il fatto che avrebbe compiuto gli anni e voleva festeggiare. Che significava anche: compratemi un regalo. Anche più di uno.
Detto, fatto.
- Oh. Altri fumetti. – sento dire da Shaka in tono palesemente contrariato.
Non tanto quanto la natura del dono, quanto per il fatto che il coinqulino probabilmente una volta in fase di lettura entrerà in un trip senza fine da cui non uscirà per un bel po’, parlando on continuazione di ogni singolo dettaglio.
Ioria è un bambino troppo felice per far caso all’osservazione del coinquilino indisponente.
- Grazie! – esclama con un sorriso a trentadue denti.
 - Temo che il mio regalo passerà inosservato, ora. – dice mestamente Castalia con espressione divertita.
- Uh, poi non ci hai detto che cosa gli hai preso! – constata Nemes, voltandosi a guardarla.
- Già. E non sappiamo nemmeno che cosa gli ha regalato Aiolos! – esclama Seiya, tirando in ballo l’amico.
- A proposito di questo, ragazzi…- esordisce Micene, attirando la nostra attenzione – Ioria ha già avuto il mio dono, ma vorrei approfittare del momento per dargli, e darvi, una bella notizia.-
- Ehm…adesso? – sento chiedere da Saga con l’aria di chi non ritiene sia la scelta giusta.
Noto Camus voltarsi verso Micene lentamente, il sopracciglio inarcato in una palese espressione di biasimo. La quale viene a sua volta colta da Milo, che pare mettersi in allarme.
- Sì! – conferma l’altro con un sorriso – In fondo, è anche un regalo per Ioria, no? –
Saga lo fissa intensamente con quello sguardo che conosco bene.
È la modalità “Sei cretino o cosa?”.
- Come? – domanda a questo punto Aiolia, staccando finalmente gli occhi dal cofanetto e guardando il fratello,  incuriosito – Che mi devi dire? -
- Oh ti piacerà! – assicura Micene - Sono stato sul punto di dirtelo un sacco di volte  in questi giorni, ma questo mi è sembrato il momento più adatto e…-
- Arriva al sodo.- sbuffa Aphrodite.
- Infatti, voglio farmi due risate – ghigna DM.
- Dunque… Ioria, ragazzi, io…- inizia Micene, ma ovviamente viene interrotto:
- Ditemi che si fa prete, e rido per sempre! – esclama Lili.
- È gay. – propone Shaina.
- È gay e vuole dichiararsi a Saga! – rincara Kanon.
- Kanon, per il matrimonio non farti dare meno di quindici pecore in cambio, mi raccomando! – lancia Milo.
- E due mucche! – aggiunge DM.
- Anche qualche capra non ci starebbe male. – si aggiunge Elle.
- Un paio di galline. – pretende Shadir.
- Volete smetterla di fare i cretini???! – sbotta Ioria mentre loro se la ridono di gusto – Potrebbe anche essere grave e…-
- Ma no, Aiolia…! – lo interrompe gentilmente il fratello con fare rassicurante, facendo tacere tutti e spingendoci di nuovo a concentrarci sulla misteriosa questione, mentre gli occhi dell’altro lo scrutano in ansia:
- MI SPOSO!!! –
 
 
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- Tu…tu…tu…cooosa???! – balbetta Aiolia dopo i diversi secondi di silenzio in cui siamo sprofondati.
- Mi sposo, sì. – ribadisce Aiolos, il sorriso che gli si allarga.
- Lei lo sa? – domanda Aphrodite perplesso.
- Si tratta di una lei, prima di tutto?! – fa Kanon.
- Testimone di nozze! – rivendica Dohko alzando la mano come una saetta.
Sposto gli occhi su Saga, la cui espressione mi fa capire che non concorda né con la tempistica dell’annuncio, né con la sua natura. Quanto a Camus e Shaka, l’espressione con cui stanno scrutando Micene da sopra i propri piatti sarebbe da fotografare.
Toh guarda, ci sta già pensando Lear.
Intanto, Aiolia continua ad aprire e richiudere la bocca sconvolto, mentre il suo viso assume rapidamente con un’escalation impressionante il colore della fascia per capelli del fratello.
- Quando? – domanda Aldebaran.
- A Maggio dell’anno prossimo. –
- To’, un matrimonio a Maggio! Non si è mai sentito. E io che lo ritenevo così ribelle da farlo a Febbraio! – commenta sarcasticamente Elle.
- Gennaio. Io avrei detto Gennaio. – la corregge Lili.
- Ovviamente siete tutti invitati. – prosegue Micene entusiasta.
- Fammici pensare. Oh sì, avrò decisamente un impegno. – sento dire da Shaka neanche troppo sottovoce.
- E mi pare ovvio, Ioria – continua felicemente Aiolos rivolgendosi al fratello -  Che sarebbe molto bello se volessi farmi da testimone e…-
- PUOI SCORDARTELO! –
 
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- Come, scusa? –
Il tono di Aiolos che fa seguito all’esclamazione furiosa del fratello minore è tra lo stupito, il perplesso e, ci scommetterei, lo scandalizzato.
- COL CAZZO CHE TI FACCIO DA TESTIMONE! – ribadisce l’altro con la voce che sale ulteriormente.
Vedo Mur accennare un gesto per placare le acque, ma l’espressione sul viso del greco stronca sul nascere non solo questa iniziativa, ma qualunque altra idea ci possa balenare nella testa per provare a calmarlo. Optiamo quindi per il silenzio.
- Ioria…ma che parole usi, scusa? E poi…- comincia a dire Micene.
- E poi un corno! Io uso le fottute parole che voglio, cazzo! Altrimenti…altrimenti porca puttana, giuro che….che…-
- Ioria…Ioria stai calmo…- Castalia cerca di bloccare il fidanzato, scoccando comunque un’occhiata risentita in direzione di Aiolos e senza ottenere la minima attenzione.
-…che…DIO CHE VOGLIA DI METTERTI LE MANI AL COLLO E STROZZARTI…! –
- Fallo. – commenta Shaka con la sua solita apatia, per quanto scorga un lampo piuttosto serio nel suo sguardo.
- Aspetta un momento. – Micene decide che è ora di prendere in mano la situazione e provare a tranquillizzare il minore. – Non mi sembra il cas…-
- Scommetto che Saga lo sapeva, vero? Eh? LO SAPEVA? – continua l’altro senza dargli occasione di proseguire, facendo poi saettare lo sguardo sul soggetto citato, che si ritrova quindi gli occhi di tutti addosso e ci scruta con un’espressione più che chiara in volto: chediaminecentroioadesso.
- Beh sì, lo sapeva.- ammette Aiolos – Ma…-
- MA UN CORNO! Prima scopro da Micky che sei fidanzato, ora salta fuori che ti vuoi sposare e sono il secondo a saperlo?! O mamma e papà già lo sanno, eh?! –
- No, non ancora, infatti volevo dar loro l’annuncio al ritorno…-
- Ti rendi conto che io non conosco questa persona, vero? Che nessuno di noi ha la minima idea di che faccia abbia, da quanto tempo stiate insieme, se…porca miseria, sei seriamente convinto che sia una buona idea???! –
- Ioria, non ve l’ho ancora presentata perché i nostri impegni di lavoro ci hanno impedito di tornare qui assieme e fare tutto come si deve, altrimenti vi sareste già conosciuti…sarà qui a Natale. –
- Oh certo, questo cambia tutto! – fa sarcasticamente il fratello, a cui penso stia uscendo l’acido da ogni singolo poro della pelle – Ma sì, in fondo che cazzo sto a preoccuparmi a fare per la tua moralità, tanto quei due aspettano solo questo! –
- “Quei due”? – ripete l’altro sgranando gli occhi.
- Quei due chi? – chiede giustamente Shun.
- I miei! I miei fottutissimi genitori! – risponde Ioria, il tono che si alza di nuovo pericolosamente. – Quelli per cui sono praticamente un figlio disgraziato e non  hanno nemmeno le palle di dirmelo chiaramente! –


- Ehm…forse è meglio se tu e tuo fratello continuate la conversazione in privato…- azzarda Aldebaran, fiutando aria di casini familiari di cui probabilmente non dovremmo essere resi partecipi.
- Scherzi?! Adesso che ci stavamo finalmente divertendo?! – ribatte DM malevolmente, facendo saettare gli occhi da Ioria ad Aiolos e pregustando una bella lavata di panni sporchi sulla pubblica piazza.
- Già, Al, lasciaci divertire. – gli fa eco Phro con espressione annoiata.
- Comare. – commenta Shaina.
- Perché diamine pensi che sopporti la convivenza con Shaka?! – chiede Ioria esasperato - Tu…tu hai idea di cosa voglia dire stare in quella fottutissima casa?! Ce l’hai?! EH?!  -
Dalla faccia di Micene, direi proprio di no. Tutti i suoi tratti del viso stanno dicendo praticamente la stessa cosa: Non capisco.
- Tu hai sempre avuto tutto. Ti hanno pagato gli studi, gli eccessi che avevi quando abitavi con Saga, i primi tempi all’estero…-
- Non essere ingiusto Aiolia, in fondo ti hanno sempre sostenuto, anche con i corsi al Conservatorio e…- protesta Aiolos.
- Oh sì, con gli interessi! Hai idea di quante volte mi sono sentito ripetere quanto fosse una spesa inutile? La frase “Noi ti abbiamo sostenuto anche in una scelta che non ti avrebbe dato futuro, come puoi vedere” è praticamente la tagline della mia vita, porca miseria! -
Caspita.
E io che pensavo che Saga e Kanon avessero dei problemi!
Ci avevo visto giusto, allora, sul fatto che ci fosse qualcosa nell’aria tra gli altri due greci…be’, a dire il vero non credevo qualcosa di così serio…
Perché è di questo che si tratta. Al di là dello sguardo di Aiolia, lo leggo sul viso di Saga, di Milo, di Camus e di Castalia soprattutto.
Questa è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso…
- Ioria, lo dicono per il tuo bene, quello è un settore difficile e…- cerca di fargli capire Micene, ma il fratello minore, per tutta risposta, riprende ad urlare:
- NON PRENDERMI PER IL CULO! Non è la questione del settore, di avere una Laurea  o meno, di aver deciso di non suonare uno strumento come il pianoforte! Il punto è che qualsiasi cosa io faccia o possa fare in futuro…non sarà mai…mai abbastanza! Non sarò mai alla tua altezza, o a quella delle aspettative dei nostri genitori! Per la miseria, nemmeno la mia ragazza è la benvenuta in quella casa! –
- COSA?! – esclamiamo io, Elle e Lili sconvolte, voltandoci verso Marin.
- Già. I suoi genitori non mi vedono di buon occhio. – conferma lei con una scrollata di spalle. - Per quanto non me l’abbiano mai detto in faccia. Soprattutto sua madre. –
- Stai scherzando! – faccio.
- No. –
- Io se fossi al loro posto pagherei per averti in famiglia. – assicuro.
- Grazie. – Marin abbozza un sorriso – Ma non è mai stato un problema, a dire il vero. Non  per me, almeno. –
- E quale sarebbe la ragione di tale ostilità? Non sei più vergine e non ti confessi da due mesi? – domanda Elle.
- Oh, non proprio. Ho il bonus di lavorare con i bambini, che incide positivamente per il sessanta percento sulla loro opinione. Diciamo che sono una persona…che usa troppo la propria testa. – cerca di spiegare Marin, con uno sguardo che ci fa capire cosa pensi di questa sua condizione – E Aiolia pure. –
- Già. Quando vi siete messi insieme già sua madre diceva che dovevate sposarvi. – ricorda Milo. – Assurdo. –
- Non si era ripresa dal fatto che Aiolos avesse scartato l’ipotesi di sposarsi entro i ventuno anni, da bravo ragazzo americano di buona famiglia.- aggiunge a sorpresa Shaka.
L’aspetto terribile dell’osservazione è che non si capisce se stia scherzando o meno.
- Ioria, secondo me stai esagerando, probabilmente è una tua impressione…- azzarda Aiolos di nuovo.
Sì, certo.
Vuole proprio morire dolorosamente, il ragazzo.
- UNA MIA IMPRESSIONE UN CAZZO! MI SONO ROTTO I COGLIONI! – urla allora il fratello, attirando gli sguardi di alcuni ospiti del campeggio che escono dalle tende o dai camper per vedere che succede.
Spero che nessuno tenti d’intervenire, soprattutto le turiste tedesche. Potrebbe finire male. Per i due fratelli eh, mica per le gioviali signore.
- Modera le parole!! – protesta Micene, cominciando a diventare rosso per l’imbarazzo causatogli dalla scenata.
- Io uso le cazzo di parole che mi pare! E le ripeto quanto voglio! Coglioni! Coglioni coglioni coglioni COGLIONI!!! -

Fantastico.
Abbiamo rotto Ioria.
Cioè, Aiolos ha rotto Aiolia, ormai in preda ad una crisi di nervi vera e propria.

Cosa dobbiamo fare? Insomma, di certo uno ha bisogno di vuotare il sacco e l’altro di una seria martellata in testa, ma non possiamo lasciare che Ioria passi la serata ad urlare e rischi di mettere le mani addosso a suo fratello. Anche perché, a giudicare dal discorso,  ne deduco che a parlarne i suoi genitori se la prenderebbero con lui.
- Aiolia, adesso calmati o ti farai esplodere il cervello, parola mia. – interviene a sorpresa Aldebaran con voce ferma, alzandosi e posandogli una mano sulla spalla per placarlo. Il movimento rabbioso con cui il ragazzo si divincola spinge Al a placcarlo, letteralmente. Comincio a pensare che lo voglia buttare a terra (un po’ come si fa con i cani), quando qualcun altro si decide ad intervenire:
- Lascialo Al, non può fargli che bene. –
Ci voltiamo tutti verso la figura che ha parlato, la quale fissa il brasiliano in attesa che ascolti il suggerimento.
- Milo, non mi pare una buona idea. – osserva Mur mestamente.
- Ah no? E perché? Perché sta dicendo quello che gli è passato per la testa in questi ultimi vent’anni? Perché probabilmente colpirebbe suo fratello? Vogliamo proprio biasimarlo? – colgo un’occhiata velenosa del greco in direzione di Aiolos e, per un attimo, ho una sensazione chiara e precisa circa un fatto: mai, e dico mai, mettersi contro Milo.
Aldebaran fa saettare gli occhi da Ioria al proprio interlocutore, poi ad Aiolos, poi di nuovo a Milo e infine di nuovo sul ragazzo che sta tenendo fermo. Infine, dopo alcuni secondi in cui l’ostaggio pare essersi calmato, rilascia la presa.
Aiolia si raddrizza, tutto il corpo teso per lo sforzo di non esplodere.
- Avanti amico. Fai quello che va fatto. – insiste il greco, alzandosi in piedi per avvicinarsi ed allargando le braccia.
Che ha in mente?
“Far quello che va fatto”?
L’unica ipotesi plausibile al momento sarebbe quella di tirare un bel ceffone ad Aiolos e…
Lo sta seriamente spingendo a scagliarsi contro il fratello? Davvero?
- Tirami un pugno! –

Cosa?!
- Eh?! – fanno gli altri, perplessi.
- Tirami un pugno! Tirami un pugno! – continua ad esigere Milo con veemenza.
- Ehm…Milo non credo sia…- fa Castalia nella perplessità generale.
- So che vuoi farlo! Lo so! Fallo! Fallo! È il momento giusto! Fal...-
PUM!
- IORIA! – esclama Micene tra gli sguardi sbalorditi di tutti, mentre Milo crolla a terra lungo disteso in seguito al colpo che l’amico ha rabbiosamente ed esasperatamente acconsentito a tirargli.
- Non ci posso credere. – commenta Aldebaran, e non è l’unico a pensarla in questo modo, se consideriamo l’espressione sbalordita di Dohko, che ha ancora una forchettata di spaghetti di soia a metà strada tra il piatto e la propria bocca spalancata per la sorpresa.
- Aiolia ma sei impazzito?! – Aiolos scatta in avanti, deciso a mettere fine alla “reazione esagerata” del fratello con la riaffermazione della propria autorità di figlio maggiore.
- Non…azzardarti! – sibila il biondo, bloccandolo sul posto con un’occhiata raggelante che fa esitare l’altro per un secondo. – Stammi lontano, chiaro?! Stammi lontano Aiolos, perché per come ti odio adesso…! -
Lascia la frase a metà, ma è sufficiente a farci capire con chiarezza cosa intende. Dopodiché lancia un breve sguardo a Milo, mormorando “scusa” tra i denti involontariamente ancora stretti, prima di voltarsi e allontanarsi a lunghe falcate prima dalla piazzola, poi dall’intera nostra zona e sparire lungo il vialetto del campeggio.
- Che compleanno di merda! – lo sentiamo urlare in lontanaza.

- Milo, ti sei fatto male?! – domanda Nemes preoccupata, riportando l’attenzione sulla figura del greco semi-disteso a terra, intento a controllare i danni riportati. Si passa una mano sul labbro inferiore, notando la lieve spaccatura subita e la conseguente fuoriuscita di sangue, che gli sporca un dito. Stranamente, invece che lamentarsi ghigna divertito, prima di alzare un braccio in direzione del ragazzo che si sta allontanando, urlando entusiasta:
- Bravo Ioria! –

- Tu sei tutto matto. – commenta laconicamente Shura.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Te l’avevo detto. – sento constatare da Saga mentre Micene si risiede accanto a lui, l’espressione sbalordita.
- Io…io credevo che sarebbe stato felice…- balbetta l’amico, ancora incapace di assimilare le proteste del fratello minore.
- Oh certo. Sei il preferito, non ti fai mai sentire se non con Saga, torni all’improvviso e annunci che ti sposi con una persona che né tuo fratello né i tuoi genitori hanno mai visto e ti aspetti dei salti di gioia?! – riassume sarcasticamente Elle.
- Nemmeno io sarei arrivato a tanto. – commenta Kiki, beccandosi un’occhiataccia di Mur che sostituisce la frase “Non ti lascerò mai il modo di farlo!”.
- Forse è meglio se…vado a parlargli. – esita Aiolos, facendo per rialzarsi e seguire il fratello.
- No. – lo blocca Marin a sorpresa, facendoci voltare verso di lei e notare la sua espressione risentita nei confronti di Micene – Ci vado io. –
L’affermazione, detta con un tono che non ammette repliche, è seguita dal suo alzarsi di scatto e andare nella stessa direzione presa dal fidanzato.
- Già, tu hai combinato già abbastanza guai. – aggiunge Milo con evidente biasimo mentre Nemes, una volta portatagli la cassetta del pronto soccorso, gli medica la ferita.
- Io…- prova di nuovo il fratello maggiore di Ioria – Io davvero…non immaginavo…-
Poveretto. Ci è davvero rimasto male.
Saga gli da’ una pacca sulla spalla, scuotendo la testa.
- Io non riesco a credere che ti sposi, invece. – interviene Seiya con il solito tatto – Sarà un anno assurdo, anche mia sorella ha detto che ha già fissato la data! –
Oh. Seika.
La sorella di Pegasus. La sorella che non abbiamo mai visto, ma di cui abbiamo TANTO sentito parlare. In continuazione.
Un’altra furbona che appena ha potuto, con la scusa di dover aiutare il fratello e conquistarsi un po’ di autonomia, è scappata a lavorare all’estero, mi pare prima come ragazza alla pari e poi come…come…?
Al momento mi sfugge. Forse c’entrano dei bambini. O l’insegnamento. O la medicina.
Boh, non ricordo.
- E pensare che tu fai fatica a tenere insieme una relazione, eh?! – butta lì Kanon con la sua solita cattiveria, riferendosi al nostro coinquilino.
Il quale, involontariamente, lancia uno sguardo verso Shaina ed Ikki, per quanto questi due stiano distanti, questa volta senza beccarsi occhiate omicide o altro.
Sì, perché Saori ha deciso, dopo una lite piuttosto accesa con il ragazzo, due giorni fa, di farsi venire a prendere ed andarsene, l’espressione di chi non la farà di certo passare liscia a Pegasus. Il quale, onestamente, pare si diverta in modo masochista nel complicare la propria situazione, se consideriamo un paio di rispostacce che ha dato ad Ikki in questi giorni.
Mah.
- Io però vorrei riportare l’attenzione su un questione che mi ha colpito - salta su Benam -  Aiolos ha abitato con Saga?! –
- Sì. Uanno Kanon on ‘ea. – conferma un biascicante Milo, guardando Nemes per capire quanto manchi per portare a termine la medicazione.
- Quando, scusa?! – insiste il ragazzino.
- Durante i due anni in Inghilterra. – continua il greco come se fosse ovvio, una volta che la ragazza giudica terminato il lavoro e ripone gli strumenti nella cassetta.
- In Inghilterra? – decide di intervenire Shadir, voltandosi verso il gemello minore - A fare cosa? –
- Lavoravo. – lo informa l’interpellato con aria annoiata, accendendosi una sigaretta – E ho fatto dei corsi di aggiornamento. -
- Ah, ecco perché sei bravo a fare il tuo lavoro. – deduce Shiryu.
- Non dire cazzate, mi sono fatto un mazzo così per anni, ho imparato da solo. Ci sono andato solo per avere dei titoli e facilitarmi la vita. E per staccarmi da quella piattola di Saga, che ha dimostrato  di non poter proprio stare senza di me. – ribatte Kanon con un sorrisetto malevolo che accompagna l’ultima parte dell’affermazione.
- Uhm. Come no. – commenta Saga inarcando un sopracciglio con l’aria di chi proprio non ci crede e ha delle prove valide per non farlo. – Io, eh? –
- Sì. – ripete il fratello, facendo una smorfia –  Ti ho lasciato che andavi in giro in jeans e T-shirt delle band. Dopo appena due mesi in casa con il Santo, quando sono tornato sei venuto a prendermi all’aeroporto in camicia e maglioncino! Volevi farmi morire lì sul posto?! Ci sei andato vicino, sappilo! Papà ha quasi avuto un infarto quando ti ha visto! –
- Arrivavo da una cena, per la miseria! – protesta l’altro.
- Uh-uh. E perché quel maledetto maglione è ancora nel tuo armadio, eh? –
- Perché adesso lavoro Kanon e non posso presentarmi con la maglia dei Deep Purple! –
- No, infatti, per educare bene i bambini ci vogliono almeno i Metallica . O i System. Anche i Rammstein, perché no. –
Saga alza gli occhi al cielo, mentre uno Hyoga rimasto finora silenzioso, nell’intento di portare la conversazione lontano dalla lite a cui abbiamo assistito, chiede:
- E quindi seguivi la rivista anche da là? –
- La rivista? – ripete Kanon, perplesso.
- Sì. Non l’avevi mica fondata alle superiori? – specifica BB.
- Esatto. Ma è sempre stata roba amatoriale. E comunque parla di informatica. –
- Ma se ti ho sentito…- comincio, ricordando la conversazione che ho involontariamente ascoltato[5].
- Parlare di servizi scabrosi? – mi interrompe lui. Annuisco. – Ovvio, attira di più. Come nei quotidiani sportivi. –
Non fa una piega.
- Aspetta. Io avrei scritto quegli articoli per niente?! – protesta Elle.
- Tutta esperienza. Tutta esperienza. La gavetta, come tutti! – la zittisce il ragazzo.
- Quindi tu ci hai messo il nome e ora hai tanti schiavetti che ci lavorano? – ne deduce Lili.
- Esatto. –

- Pazzesco – dice Kiki palesemente sconvolto - DM non è il proprietario del JJ, Kanon non lavora più alla rivista, Seika si sposa, Aiolos pure, Ioria si è rotto…se me l’avessero detto prima di partire…! Non riesco a crederci! Qualcuno di voi ce la fa? -
- No. – risponde Seiya con espressione lugubre - Da quando Aphrodite ha detto che in realtà non è gay, non credo più a niente. -

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- Stiamo partendo. Sì. No. Perché non mi è servita.  Come faccio a saperlo? No, non ho chiesto alla vicina di controllare la posta. Perché a quest’ora quel gatto infernale si sarà mangiato lei e le nostre bollette! Ti ho detto che…Porca miseria! Camus! –
Milo si rivolge al francese già seduto al posto del conducente intento a controllare gli ultimi dettagli, facendogli alzare la testa con fare infastidito.
- Vuole sapere se sei in contatto con la vicina per la questione della posta. E insiste per sapere come sta Lavoisier. – riferisce il greco staccandosi per un attimo dall’apparecchio.
- No, non sono in contatto con lei. – è la laconica risposta che non accenna minimamente alla seconda richiesta.
- No, non lo è! – riporta il greco tornando a concentrarsi sul proprio interlocutore telefonico. – Ma come vuoi che stia il gatto! Chi lo ammazza quello…Sì, anche Shura. No, a Settembre. A Valencia. Sì, abbiamo già sistemato tutto col proprietario. Un ragazzo. Il 10. Ho controllato io. No, non significa che sono avvocato! Ma porca….! –
Segue una fila di parole che non conosco pronunciate in tono piuttosto concitato e che deduco essere, dall’espressione di Saga, degli insulti nella propria lingua madre. Insulti che culminano con un’ inappellabile esortazione: “PASSAMELO!”.
- Ciao…- riprende poi Milo in tono decisamente più calmo - Lo so. Lo so. Ha cominciato lei! Ma le senti le domande che mi fa?! Me l’ha chiesto almeno quattro volte! Sì, scusa. Sì, tutto bene. No, ancora niente. Parlaci tu perché altrimenti…spero presto, sì. Sto già cercando…Lì come procede? Oh, bene. Sì, stiamo per metterci in macchina. Ovviamente. Va bene, ripassamela. Ciao…- pausa –Okay. Appena so qualcosa. Promesso. Sì, sta bene. Ho detto di sì! Oh por…sì, TE LO SALUTO! CIAO! –
Milo chiude bruscamente la conversazione, portandosi nervosamente le mani al collo e prendendo una profonda espirazione. Credo di sentirlo dire un “Mi tira scemo! Scemo!” con una certa esasperazione.
- Ti saluta mia madre. – sentenzia poi, chiudendo bruscamente la conversazione e aggiungendo dopo qualche secondo: - E anche mio padre, ovviamente. –
Camus fa un cenno col capo che vuol dire tutto e niente.
- Quindi avete risolto per la questione del nuovo coinquilino. – deduce Crystal, caricando il suo sacco a pelo in macchina.
- Sì. Arriva il 10 Settembre e riparte prima di Natale, quando Shura dovrebbe rientrare. – conferma il greco.
- Un ragazzo, giusto? –
- Sì. –
- Una ragazza sarebbe stato impossibile. Camus non le concepisce e Milo…- Shadir scrolla le spalle, optando per lasciare la frase a metà e farci intendere cosa volesse ovviamente dire.
- Allora gente? – ci apostrofa Aldebaran - Pronti a ripartire? –
Ebbene sì, siamo arrivati all’ultimo giorno di vacanza. Ultimo bagno in mare…ultimo pranzo in comune…libri che aspettano di essere studiati aperti sulle scrivanie…
- Abbiamo forse alternative? – è la replica praticamente sputata di Ioria, mentre butta malamente lo zaino nel baule della propria auto e chiude lo sportello con una violenza che fa ondeggiare il veicolo.
In realtà, gli ultimi cinque giorni sono stati un mortorio. Aiolos è partito la mattina dopo la litigata con il fratello minore, assieme a Dohko, Shunrei, Aphrodite, DM ed Ikki, quindi abbiamo dovuto riorganizzare le macchine.
Abbiamo scoperto, alla fine, che i famosi impegni per cui Micene non si è potuto fermare per tutte e due le settimane erano non solo dare l’annuncio ai suoi del matrimonio, ma anche andare a sistemare alcune questioni come il cibo o roba del genere, dato che a quanto apre si è già messo in moto per l’organizzazione dell’evento. Stesso motivo per cui si era presentato a casa nel mese di Luglio.
Inutile che vi descriva lo stato d’animo di Aiolia in queste ultime ore. Castalia è stata sul punto di dirgli di chiedere almeno un paio di giorni di ferie in più, o di malattia, per andare via loro due e farlo sbollire, o almeno rientrare a casa e gestire con calma la situazione.
Ma quale calma. Aiolos deve ringraziare di non essere morto qui e pregare di avere qualche possibilità di arrivare all’altare!
Quanto a Dohko, ha passato anche lui le ultime ore con noi praticamente attaccato al cellulare, cosa piuttosto inusuale per lui, che a malapena si ricorda di averne uno. Effettivamente è stato Shaka ad accorgersi che l’apparecchio stava suonando e a portarglielo, o meglio, quasi lanciarglielo in testa per farlo rispondere.
Dall’altra parte della cornetta c’era Shion, con cui il cinese ha passato un sacco di tempo a discutere, per poi concludere con il fatto che, da Settembre, al Cinque Picchi si cambia musica.
Nel ripartire con Aiolos si è portato via Shunrei, i cui saluti con Sirio sono stati oggetti di non poche battutine da parte di molti. A dire il vero lo stesso Dohko ad un certo punto ha esclamato “Su su, mimì cocò e picci picci, muoversi, che tanto vi vedete tra qualche giorno!
Imbarazzante.
DM e Aphro sono sgommati via con il cane, seguiti a ruota da Ikki, che si è limitato a salutare Shun con uno “stai attento” di routine e un cenno del capo verso Shaina. La quale ha semplicemente imitato il suo gesto senza aggiungere altro.
Al momento sta fumando una sigaretta, dato che i suoi bagagli sono stati perfettamente sistemati e Nemes sta finendo di dare una mano a Shun e compari.
Aldebaran invece si è dovuto congedare da tutti i bambini di cui è diventato ostagg…ah-ehm, animatore, con loro somma disperazione, data la già notevole sofferenza patita con la partenza di Dohko.
Shaka e Mur, sfuggiti ai saluti con le tedesche, si sono rintanati nella macchina del brasiliano. Il coinquilino di Ioria in realtà non ha tanta fretta di tornare, se consideriamo l’atmosfera che si ritroverà nell’appartamento per colpa dei disastri famigliari del greco, ma non ha alternative.
Avrebbe dovuto uccidere Aiolos quando poteva…
Quanto ai gemelli, ho appena visto il borsone di Kanon planare a pochi centimetri dalla testa di Saga. Prevedo una rissa tra i due nel giro di due nanosecondi.
Shura, infine, finito il conteggio delle macchine e la nuova disposizione, ha recuperato il posto in mezzo ai suoi due coinquilini.
- Ci siamo, fighette? – domanda Shaina una volta finito di fumare.
- Pronti! – risponde Kiki dalla macchina di Lili in cui siamo seduti secondo lo stesso schema dell’andata. Si sente un coro fare eco all’affermazione del ragazzino, così, con il veicolo di Tisifone in testa e quello di Al in coda, ci rimettiamo svogliatamente  in viaggio verso casa.
 
ΩΩΩΩΩ

 
- Mi dispiace. Per Ioria, intendo. – dico dopo un po’, mentre la comitiva percorre l’autostrada e agogna la prossima sosta per sgranchire le gambe.
Il semplice ed inespressivo “uhm” di Elle mi fa pensare che l’argomento non debba nemmeno essere preso in considerazione, quando la voce di Kiki mi viene in aiuto:
- Più che altro, mi sorprendo di Aiolos…-
- Io non proprio. – ammetto – Da qualche tempo nelle affermazioni di Aiolia sul suo conto mi era parso di cogliere un certo risentimento… Però l’aspetto che più mi stupisce, quello sì, è che Micene fosse veramente convinto di fare bene, uscendosene così dal nulla con la storia del matrimonio. –
- Guarda, se proprio vogliamo parlare di Aiolos comincia a prendere appunti, non saprei da dove iniziare circa la lista dei suoi evidenti problemi! – ribatte Elle, appoggiata nelle sue idee da un’espressione più che eloquente di Lili. – Magari Saga ne ha già una…-
- Forse lui no, ma Kanon sicuramente sì! – esclamo.

- Vogliamo parlare di come Seiya in questo periodo non faccia che combinare casini?– salta su Kiki qualche minuto dopo.
- Solo in questo periodo?! – gli fa notare Lili, sbuffando.
- Seiya è… confuso, secondo me. – dico – Per il suo bene e per quello di tutti, finché non avrà fatto chiarezza su cosa vuole, è meglio che si astenga dalle relazioni. –
- Sì, anche perché si sono lasciati tre mesi fa e Shaina e Phoenix hanno iniziato questa specie di relazione adesso, mica mentre lei stava con Seiya…! – fa Elle. – Posso capire il rimanere spiazzato, ma non hanno fatto nulla di male. -
- Mi era parso di capire che Saori gli piacesse, però. – dice Kiki.
- È…complicato. – interviene Lili – Certo non gli è indifferente, ma è stato innamorato di Shaina per un bel po’…la confusione ci sta, ma come diceva Micky, per ora è meglio che si prenda del tempo per riflettere. -
- Anche per il bene di Saori. – concludo.


- A proposito di confusione…- azzarda Elle dopo un po’, cercando le parole per affrontare l’argomento – Lili…Con Milo? –
Giusto. Di questa faccenda non abbiamo più parlato, per quanto sia stato chiarito che quella fatidica notte, a parte un incontro ravvicinato di lingue, non c’è stato nient’altro.
- Con Milo? – ripete Lili, prima di tagliare corto: – Niente. Né in passato, né in presente, né in futuro. –
- Pff! –
Lo sbuffo seccato di Kiki spinge sia me che Elle a scambiarci un’occhiata, chiedendoci mentalmente se questa conversazione, data la venerazione che il ragazzino nutre per la nostra coinquilina, non sia inopportuna.
- Scusa Kiki, non volevamo…- inizio a scusarmi, ma lui mi interrompe gentilmente:
- Tranquilla, non ce l’avevo con voi. Ce l’avevo con lei.-
Colgo Lili lanciargli un’occhiataccia, così aspetto qualche secondo prima di chiedere:
- Ehm…perché? -
- Perché sia lei che Milo hanno cercato di ripristinare il rapporto sullo stesso livello antecedente all’accaduto, ma per quello che mi riguarda, c’era un che di strano. Non saprei bene cosa, a dire il vero. In fondo, se fossero veramente finiti a letto insieme sarebbe stato comprensibile, ma per una pomiciata…- spiega il ragazzino.
- Piantala con i paroloni e arriva al punto. – gli intima Elle.
- Secondo lui, qualcosa bolliva in pentola già da un po’. – sbotta Lili, preparandosi a fare un sorpasso.
Ecco, forse era questo che…!
- Credo che Camus abbia velatamente insinuato la stessa cosa! – esclamo, riportando poi tutta la conversazione avuta col francese la mattina dopo l’ipotetico misfatto.
- Fantastico. Se anche Monsieur Gattaro ha delle teorie in proposito, sto proprio raschiando il fondo. – sbuffa Lili, reinserendosi nella corsia dopo aver superato la macchina di Hyoga.
- Ehi! Ci saranno solo due gattare in questa compagnia, e saremo tu ed io! – protesta Elle vivacemente.
- E io? – domando.
- Sei un mezzo unicorno. Hai ancora speranze. – ribatte lei.
Scuoto lievemente la testa, poi riprendo il filo della conversazione:
- Quindi secondo te, Kiki, era inevitabile che succedesse. – pausa – E tu come la vivi, questa faccenda? –
- Come dovrei viverla? Insomma, sono ancora convinto che Lili possa essere la donna della mia vita, ma non ora. – risponde lui con estrema tranquillità, probabilmente cercando anche di farla sorridere.

- Ne abbiamo già parlato.- ammette lei dopo un po’- Non funzionerebbe, perché tu sei  più giovane e ancora non hai avuto esperienze. Cercheremmo cose diverse, in un’ipotetica relazione. Forse, un giorno, chissà…-
- Kiki? – indago velocemente.
- Posso forse darle torto? – è la replica. – E poi, se proprio deve succedere, meglio Milo che qualcun altro! -

- Tuo fratello non ti da’ abbastanza credito. – dico con un lieve sorriso, riappoggiandomi allo schienale dei sedili posteriori..
- Eh lo so! Sono troppo saggio per la mia età! –
- Ora abbassa le penne. – lo avverte Elle, fulminea.

- Scusate, sarò ripetitiva…- fa Lili dopo una manciata di minuti – Ma questo ipotetico “qualcosa”  già presente nell’aria…era così evidente? –

Ci penso. Al di là del noto “bimba” che Milo usa con tutte…uhm , la questione dei capelli…il continuo girarsi attorno, e non solo in discoteca…durante la partita di calcio, ad esempio…in spiaggia…i continui botta e risposta…
- Ehm…più o meno, credo. – concludo.
- Sì. – è la sentenza definitiva di Elle.
- E perché diamine non mi avete avvertito?! – esclama la nostra amica.
- Onestamente? Non ho mai prestato attenzione all’ipotesi che potesse succedere qualcosa – le risponde l’altra.
- Io…come dicevo a Camus, sono una frana in queste cose. Insomma, per me è evidente ora, ma solo perché qualcosa ha smosso le acque…- ammetto mestamente.
- Fantastico. Come se la mia vita non fosse già abbastanza incasinata! – borbotta Lili, accelerando e sorpassando proprio la macchina del francese con a bordo il secondo protagonista di questa scomoda faccenda, in un gesto che simbolicamente potrebbe significare il volersela lasciare completamente alle spalle.
...
Uhm. Com’era la chiusura della strofa?
Tu uh ah, those summer nights![6]

 
 

N.B:
[1] citazione del capitolo 16, “Bang Bang”;
[2], [6] Summer Nights, Jim Jacobs&Warren Casey, Grease OST (1971);
[3] Scrubs - Medici ai primi ferri, 6x06, My musical (2007);
[4] ho scelto il Gold di LC (per questioni di età) che mi è parso più adatto, mettere Manigoldo mi sembrava scontato…giusto per fargli fare una comparsata, proprio come a Docrates che si presta bene come filler ;)
[5] riferimento ala conversazione al telefono del capitolo 5, “I Am The Walrus”;

 
 

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Capitolo 22
*** Land Of Confusion ***


Land Of Confusion

 
 
 
 

Ma io, di preciso, che diamine avevo in mente quando tra gli esami a scelta ho optato per semiotica??! Un criceto morto per overdose di biscotti, come minimo!
Sto cercando di dare questo esame da Maggio, per la miseria!

Be’, c’è da dire che nel mezzo ne ho dati altri con maggiore priorità, ma mi scoccia averne uno indietro.
Non abbastanza da non distrarmi, sembrerebbe.
Ho provato a fare le cose seriamente e per una volta sono venuta al dipartimento della facoltà per cercare un qualsivoglia stimolo nello studio svolto nella biblioteca, ma niente. A parte il fatto che alcuni studenti non concepiscono questo posto come luogo di studio e silenzio, e sarebbero da abbattere a vista (se siete tra questi pregate di non incrociare Elle), il mio cervello ha un bel po’ di materiale non universitario su cui facilmente focalizzarsi.
Tipo l’estate trascorsa, di cui alcuni ricordi mi hanno fatto ridere da sola per un paio di volte, passando ovviamente per cretina agli occhi dei presenti. O Isaac, che ogni tanto mi torna in mente in un caleidoscopio di incontri casuali, possibilità e negazione. O la situazione di stallo apparente che Settembre ci ha portato, celando degli ipotetici punti di svolta.

Aiolos è sparito nel nulla. No, in realtà è ripartito definitivamente e per un po’ non lo vedremo in giro. O forse Ioria lo ha ucciso e ha fatto sparire il cadavere dopo una cena di famiglia, chissà. Nessuno osa affrontare l’argomento con lui.
Anche Shura è in partenza. Mancano tre giorni e non ha ancora finito di impacchettare, ovviamente, data la sua reattività discutibile. Temo che se dopodomani sera la situazione navigherà ancora in alto mare, sarà Camus a prendere provvedimenti e a chiudergli la valigia.
Ci scommetto che gli piegherebbe anche le mutande. Glielo suggerirò.
Un altro soggetto che è partito è Puzzetta. Phro lo ha restituito alla proprietaria con un facilmente immaginabile entusiasmo, suo e di DM, mentre Aldebaran ha ammesso di sentire la mancanza dell’animale. Poveretto, non dev’essere facile vivere con quei due. Il cane era probabilmente l’unico a mostrargli un po’ di affetto.
No, non mi importa che Mu sia uno dei suoi migliori amici, non conta affatto! È affettuoso come un sasso. Tirato in testa.
Basta, il proposito per il nuovo anno accademico sarà quello di trovare una ragazza ad Al. Così è deciso.
Quanto ad Isaac… Nella mia mente ci siamo incontrati almeno una decina di volte in altrettanti luoghi e circostanze diverse. Ho molta fantasia, da questo punto di vista.
Tutto molto bello. Peccato che nella realtà siamo a quota 0, se non addirittura sotto.

Meglio che torni a casa, tanto non sto concludendo niente. Magari una passeggiata, visto che c’è anche bel tempo, mi schiarirà le idee.
Chiudo il libro, lo rimetto nello zaino e mi infilo la giacca di jeans, pensando che dovrei passare a comprarmi la cena. Non ho ancora avuto modo di fare la spesa e la dispensa ufficiale del gruppo non è al momento disponibile.
Ebbene sì, il Cinque Picchi ha sospeso l’erogazione di cibo nei nostri confronti e in quelli dei suoi abituali clienti. Chiuso fino a nuovo ordine per rinnovamento.
Ancora qualche giorno e potremmo cedere al panico generale.
Sospiro, preparandomi ad affrontare il tragitto e la piccola deviazione, mandando un messaggio alle ragazze per sapere se c’è qualcosa che devo prendere anche per loro. Non credo, ma chiedere non guasta mai…

Cos’è questo suono?
Sono a metà di uno dei corridoi, diretta verso l’uscita, quando lo sento. Mi fermo per qualche secondo, cercando di capire se posso essermelo immaginato.
Uhm, non direi, ma non so. Sembra che ci sia qualcuno che piange cercando di non farsi sentire. Dopo qualche istante sembra cessare del tutto.
Sempre più perplessa, riprendo la marcia per uscire dalla biblioteca. Sono praticamente sulla porta, quando sento, molto vicino, il suono ben riconoscibile di un singhiozzo.
Decisamente, qualcuno sta piangendo.
Volto incuriosita la testa, cercando di capire da dove provenga, mentre sistemo meglio lo zaino e…
Porca trota!
- Scusa, non ti avevo visto… - mi affretto a scusarmi, rialzando lo sguardo sulla persona con cui mi sono scontrata.
- …Saori! – esclamo, riconoscendola - Ciao. –
È un po’ che non la si vede in giro. Più precisamente dal giorno in cui ha lasciato il campeggio come una furia. Avevo anche pensato di chiedere a Seiya come andassero le cose, ma alla luce dei fatti e dalle condizioni in cui si trova la ragazza ora, credo sia facilmente deducibile.
Isabel sussulta, sorpresa di essersi imbattuta nella mia persona, e si affretta ad asciugare le lacrime con un gesto rapido della mano.
- Ehm…sto per farti una domanda stupida e dalla risposta ovvia, ma…- esito - Stai bene? –

- No. Non sto bene affatto. – è la replica più che prevedibile, prima che si decida ad aprire la borsa ed estrarre un pacchetto di fazzoletti. – Scusa, ma devo andare. –

- Vuoi parlarne? – propongo, mentre la porta della biblioteca si richiude dietro di noi.
 - Perché? Così poi puoi andare dalle tue amichette, riportare tutto, magari anche davanti a Seiya, e infine parlarmi alle spalle? –
- Chi mai ti ha parlato alle spalle? – chiedo, spiazzata.
- Oh certo! Non fare l’innocente con me, lo so benissimo che appena potete sparate cattiverie, su di me e perfino suoi vostri coinquilini, se consideriamo come li trattate. –
D’accordo, sta decisamente dando i numeri.
- Senti, Saori. – esordisco, ricacciando giù l’impulso di tirarle una delle risposte acide di cui sono capace – Che siano chiare un paio di cose. Ci stai simpatica? No. Noi stiamo simpatiche a te? Per niente. Ne abbiamo mai fatto mistero? Non direi, se consideriamo che ti è sempre stato detto tutto in faccia. Inoltre, scusa tanto se conviviamo con il tuo ex, o tuo fidanzato, o tuo oggetto sessuale che diavolo ne so! È ovvio che il tuo nome salti fuori nelle conversazioni! Vuoi forse farmi credere che parlando con…con…chi frequenti tu? –
C’è un attimo di silenzio che pare spiazzare anche lei, così decido di proseguire:
- Insomma, non siamo esattamente amiche per la pelle e lo sai benissimo anche tu. Inoltre, se permetti, considerato che tu e quell’imbranato di Pegasus avete involontariamente deciso di imitare Aiolos nel renderci almeno cinque giorni di campeggio particolarmente difficili, non puoi aspettarti che della faccenda non si parli. Lo si fa eccome, ma ci tengo a chiarire che nessuno ha fatto commenti circa il fatto che ti meritassi un determinato trattamento, non per quello che riguarda me o le altre. Per quanto quello di cui parliamo non ti deve interessare, sia chiaro. Ad ogni modo, mi sembrava gentile chiederti se avessi bisogno di parlarne, tutto qui, a prescindere dai nostri rapporti. Ho evidentemente giudicato male. Scusa, ti lascio stare. Ciao. –
Faccio un cenno col capo e mi volto per tornare a casa. Ho fatto almeno dieci passi, quando la sento richiamarmi indietro:
- Aspetta. –
Voltando il capo verso di lei, la vedo ancora in piedi davanti all’ingresso della biblioteca, l’aria titubante. Si morde lievemente il labbro, poi ammette con un sospiro:
- Sì, mi andrebbe di parlarne. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 

- Ti ascolto – mi decido a dire dopo un po’.
Siamo sedute al tavolo di un bar del centro da almeno cinque minuti, in attesa che ci portino il caffè, e Saori non ha ancora trovato la forza di aprire bocca.
Io intanto mi guardo velocemente intorno, studiando questo ambiente nuovo. Sembrerà strano, ma non ci ho mai messo piede. Dopotutto, una volta trovato un posto fisso, è difficile farne a meno, no?
Maledetti Dohko e Shion, muovetevi a riaprire quel fottutissimo Cinque Picchi!
- È tutta colpa del campeggio. – sbotta Isabel dopo almeno altri due minuti di silenzio.
- Ah. – faccio – Ehm…vuoi spiegarmi qualcosa in più in proposito? –

Detto, fatto.
Vento minuti buoni, anzi di più, di monologo sugli avvenimenti degli ultimi due mesi. Due, sì, perché non solo si parla di ciò che è successo in vacanza, ma anche dei vari prequel delle settimane antecedenti.
Riassunto breve: Pegasus si è incavolato perché Tisifone se l’è fatta con Phoenix, Phoenix era un amico e non doveva farlo, sotto sotto Seiya è ancora interessato a Shaina, c’è la sensazione che stia solo usando Saori, litigata furibonda in campeggio perché lei lo ha intimato non tanto a scegliere, quanto a chiarirsi le idee e agire di conseguenza, lui non si fa sentire da allora e lei ci sta male, perché sta a lui farsi avanti per risolvere la situazione.
- Più che starci male, ti dovresti incazzare. – commento alla fine.
- Lo so. – fa lei – E infatti sono arrabbiata, ma…-
- Ma con poca convinzione – deduco, ottenendo un suo cenno d’assenso in risposta.
Mi mordo pensosamente il labbro, raccogliendo bene i pensieri e decidendomi poi ad esporre le deduzioni maturate con le mie coinquiline circa la confusione di Seiya.
- Ora, a mio avviso dovete confrontarvi. – concludo – Ma definitivamente, questa volta. Digli che  vuoi parlargli, o se vuoi lo obbligo a…cioè, chiedo a Lili ed Elle di obbligarlo a chiamarti e arrivate ad una conclusione. Se non si decide, lascialo perdere. –
- Remi contro al tuo coinquilino? – domanda lei perplessa.
- A volte è necessario. Anzi, in questo caso sarebbe già la seconda volta che io, lui e gli altri affrontiamo questo discorso, mi pare abbastanza.- sentenzio – Ne va della vostra sanità mentale, credimi. –
- Lo so…- ammette lei, finendo di bere il caffè – Sì, suppongo sia una buona idea. –

Cala il silenzio, che si instaura per alcuni istanti, prima che mi decida a spezzarlo affermando con gentilezza che è tardi e che dovrei tornare a casa. La ragazza si dichiara d’accordo, ritenendo di aver discusso sufficientemente sull’argomento, così andiamo a pagare e ci dirigiamo fuori dal bar.
Varcata la porta, decido di affrontare un’ultima questione, che mi è rimbalzata in mente durante tutta la conversazione.
- Senti, io capisco l’amore e tutto – inizio, per poi proseguire con: - So perfettamente che non è facile. Ma hai mai provato a concentrarti su qualcun altro? Anche solo conoscere altre persone. Tipo…ehm…Julian, per dirne uno. –
Isabel abbozza un sorriso:
- Certo che ci ho provato. Con Julian ci sono anche uscita un paio di volte, a dire il vero. È un bravo ragazzo, ma… non va. Semplicemente non funziona. –
- Capisco…-
- Mi è dispiaciuto molto quando gliel’ho detto. –
- Era molto preso? - chiedo.
- Preso? – Isabel sgrana gli occhi per la sorpresa – Oh no, non direi. C’era una certa sintonia, ma credimi, nient’altro. Insomma, abbiamo sempre frequentato gli stessi ambienti, e il fatto che io non corrisponda proprio al profilo tipico delle ragazze di quel giro deve averlo intrigato… ammetto che anche lui è un po’ una mosca bianca, lì in mezzo, però… ci siamo un po’ avvicinati, ma non è mai scattato nulla, né da parte mia, né da parte sua. –
- Ho sentito dire il contrario. – dico cautamente, pensando ai commenti di Kiki e alle ingiurie di Kanon che ho avuto l’occasione di ascoltare.
Saori scuote la testa, sospirando.
- L’interesse e la curiosità non bastano. È per questo che il suo rapporto con Tetis funziona. Quei due non si piacciono davvero, però si fanno comodo. Buon per loro, ma a me non sarebbe bastato. -
- Allora credo che tu abbia già una buona risposta alla questione con Pegasus.- dico.

- Già….d’accordo, allora…ci vediamo, forse. – fa, salutandomi con un gesto della mano e facendo per avviarsi.

- Saori? – la richiamo indietro.
- Sì? – si volta verso di me, l’aria interrogativa.
- Devo parlarne con Seiya? – domando a bruciapelo.
Lei esita per un secondo, prendendosi qualche secondo per pensarci su, dopodiché si limita a dire:
- Fai quello che ritieni giusto. –
- Ti fidi del mio giudizio? -

- Sì. E...Grazie. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
 
- SEIYA! –
Anch’io so fare le mie entrate in scena, a volte. Tipo adesso, che ho aperto la porta d’ingresso e ho chiamato Pegasus senza nemmeno dare il tempo a nessuno di realizzare che sono tornata. Aggiungendo l’effetto sorpresa della mia voce, di solito sintonizzata su un tono normale, se non basso…addirittura inudibile, certe volte.
Ho il tempo di scorgere Shun, seduto al tavolo in cucina, sobbalzare vistosamente, e Hyoga imprecare perché si è preso un colpo e ha fatto sbandare il suo soldato su Call of Duty, prima che Lili mi riprenda:
- Per la miseria Micky! Sei forse ubriaca? Stiamo cercando di lavorare, qui! –

- Tu ed Elle siete sedute sul divano e state riempiendo due calzini palesemente spaiati con della cartapesta rimediata chissà dove per fare non so cosa. – le faccio notare, richiudendo la porta alle mie spalle.
- Calzini spaiati di Sirio. – spiega a raffica Elle, troppo concentrata sul lavoro per alzare la testa e guardarmi – Facciamo due pupazzi. Carta pesta di Marin. Avanzata all’asilo. Un peccato buttarla. –
- Poco ma sicuro, stop. Ovviamente l’hai ritenuto un bene indispensabile per questa casa, stop. Sirio non ha calzini spaiati, stop! – ribatto, imitando in modo efficace il suo modo di parlare.
- Adesso sì! -  esclama Lili con espressione soddisfatta mentre traffica con uno dei due capi d’abbigliamento in questione.
Alzo gli occhi al cielo, rassegnata, senza nemmeno provare a tirare in mezzo gli altri due, per poi tornare a concentrarmi sul mio obiettivo:
- Pegasus! – chiamo di nuovo in direzione delle scale.
- Che c’è?! – urla lui di rimando da camera sua.
- Ti devo parlare! –
Ci vogliono altri cinque minuti buoni prima che lo veda comparire in salotto dopo aver sceso i gradini, l’aria contrariata e i pantaloni della tuta palesemente infilati al contrario.
Decido di far finta di niente e vado subito al sodo:
- Ho incontrato Saori. –
Seiya mi fissa per un lungo istante, prima di decidersi a parlare.
- Come sta? – domanda, e ha il buon senso di chiederlo con aria colpevole.
- Male. – rispondo, zittendolo per degli ulteriori secondi. Lo vedo mordersi pensosamente il labbro, prima che sbotti:
- Oh e va bene! Vai avanti, lo so che ci hai parlato. Cosa ti ha detto? –
- Cosa doveva dirmi? -  ribatto - Che vedere Phoenix con Tisifone ti ha fatto perdere la brocca, che è evidente che provi ancora qualcosa per la tua ex, che pensa che tu la stia usando come ripicca e che dalla litigata in campeggio non hai avuto le palle per farti sentire! –
- Ma io…-
- E allora io le ho detto che non è vero, che probabilmente ti piace anche lei ma sei confuso e ti sei fatto prendere dal panico, e che sì, sei proprio un codardo se non le parli da allora! –
- Ha parlato Capitan America. – mi punzecchia Lili, ma preferisco concentrarmi sul ragazzo:
- Ti rendi conto di quello che stai facendo, Seiya? E voi non dite niente? –
L’ultima domanda è rivolta agli altri quattro. La risposta di Elle è diretta e semplice:
- Non provare a coinvolgerci, è inutile. Non ce ne frega una beneamata cippa. –
- Ne abbiamo già discusso. – dice invece Crystal – Shiryu ci perde un’ora tutti i giorni, con lui. –
- Io ho provato a parlarne con Ikki, ma mi ha detto che non sono fatti miei. – pigola Shun con espressione afflitta.
- Però sono fatti miei! – esclama Pegasus, alterandosi – Quello va a letto con la mia ex! È un mio amico, per la miseria! –
- Oh giusto, odiamo tutti Ikki, adesso. – gli fa il verso Elle – Quante volte te lo dobbiamo dire, Pegasus? Shaina è la tua EX! Ex, capsici? Relazione finita! Kaputt! Non ti ama più! –
- Ehm, Elle…- azzarda Andromeda, venendo bellamente ignorato.
- Non hai nulla da rivendicare. Non più. Capirei se foste ancora insieme, caso in cui Phoenix non si sarebbe sicuramente mosso, ma ormai non è più così. – aggiunge Hyoga.
- Io…- prova ad inserirsi l’accusato, fallendo miseramente. Richiude la bocca, l’espressione afflitta.
Dopo alcuni secondi di silenzio, mi decido a dire:
- Senti Pegasus, se stai così male per Shaina…prima di tutto, non puoi prendertela con lei o Ikki. Te l’abbiamo già detto, probabilmente è stato meglio così. Ma non puoi nemmeno buttarti in una nuova storia con Saori, per quanto possa piacerti. Sei troppo confuso. Ti assicuro, stai facendo più casini che altro. Oggi non ha fatto altro che piangere. Una relazione del genere non può essere considerata sana. –

- Io non volevo ferirla. – sussurra Pegasus dopo un po’.
- È quello che le ho detto anch’io. – gli assicuro – Però davvero, se puoi parlaci e spiegale la situazione di persona. Farà male ma non credo si meriti un trattamento del genere, no? –
- No, ovviamente no. – concorda lui apaticamente, prima di scrollare le spalle – Io…le parlerò, d’accordo. –

- E poi? – fa Shun,gettandoci delle occhiate perplesse.
- E poi niente, Andromeda. Si vedrà. – taglia corto Crystal.
- Che esperto, il nostro BB. – osserva Elle, sempre concentrata sulla realizzazione di uno dei pupazzi, beccandosi un’occhiataccia dal biondino.
- Già. Si vedrà. – ripete Seiya laconicamente, estraendo il cellulare dalla tasca e fissando pensosamente lo schermo.
- Mi ha detto che aspetta una tua chiamata. – gli dico, trattenendomi dall’aggiungere “e da parecchio”.
Pegasus annuisce lievemente, prima di voltarsi e dirigersi di nuovo verso le scale.
- Grazie. – mi dice, per poi salire al piano di sopra, chiudersi in camera e presumibilmente decidersi a contattare la ragazza.
- Pure le conversazioni con Saori, ora? Quanto perbenismo. – commenta Elle mentre mi siedo stancamente sul divano, meditando se scrivere, guardare un film o fugarmela a casa dei gemelli, ammesso che siano in casa.
Sospiro, ignorando una possibile connotazione negativa che il commento potrebbe contenere e limitandomi a dire:
- Ognuno ha diritto ad uno sfogo. A volte so essere una brava persona. –
Per il resto del tempo, mi faccio schifo.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
 
“ Nel sistema giudiziario statunitense, i reati a sfondo sessuale sono considerati particolarmente esecrabili. A New York opera l'Unità Vittime Speciali, una squadra di detective specializzati che indagano su questi crimini perversi. Ecco le loro storie.”
Tan-tan![1]
- A che stagione siamo? – chiedo, facendo per sedermi sul divano.
- Pffffffffffffffff!!!!! – è l’inaspettata risposta stizzita che ottengo, che mi fa voltare perplessa in direzione del posto che volevo occupare.
- Lavoisier!!! – esclamo – Spostati da lì! A momenti ti spiaccicavo! –
Per tutta risposta, il gatto si limita a fissarmi con evidente strafottenza, facendo ondeggiare la coda dalla sua postazione di fianco al proprio padrone, accanto a cui mi ha fatto desistere dal sedermi con un soffio più che eloquente.
- Non ne saresti uscita viva. - commenta Elle – Eh, gatto? –
- Comunque, siamo alla decima stagione. – risponde allora Milo, mentre riesco a ricavarmi un posto tra lui e la bestia, senza che Camus abbia minimamente accennato a prestare attenzione alla scena.
Come deciso in precedenza, siamo venute qui per la serata Law & Order – Special Victims Unit.
Io e il greco ne siamo letteralmente drogati. Elle e Lili ne sono venute a conoscenza quando abbiamo cominciato a convivere, e Camus da quando Milo l’ha scoperto. Stranamente, il francese, che ha un rapporto piuttosto freddo con la televisione, sembra apprezzare lo show.
In condizioni normali non avremmo organizzato un sit-in a casa loro, ma stasera Sirio e Andromeda, udite udite, avevano invitato Shunrei e Nemes per un film.
Sembra proprio che Shiryu abbia deciso di darsi una mossa, per quanto con la dovuta cautela. Rimanere solo con Fiore di Luna era probabilmente correre troppo, così ha pensato bene di approfittare dell’innocenza di Shun per fargli reggere il moccolo. Non che June si lamenti, sia chiaro.
- Secondo voi il fatto che ultimamente Shunrei lavori poco potrebbe essere un cattivo segno? – domando, stando attenta a non infastidire Lavoisier nel prendere posizione.
- Non saprei. Oggi sono passata davanti al Cinque Picchi ed era ancora chiuso. – mi dice Elle.
- Notizie di Dohko? Shion? – faccio.
- Niente. – fa Camus, scuotendo la testa.
- Ho parlato con Shion l’altro giorno, ma mi ha chiesto di non dire niente. Segreto professionale. – comunica Milo, infilandosi in bocca una manciata dei pop-corn che si è preparato per l’occasione. – E ora zitti, che quella donna sta probabilmente per morire! -
L’ultima parte è riferita a ciò che si sta svolgendo sullo schermo, dove una donna sta passeggiando a Central Park. Spinge una carrozzina, mentre il figlio maggiore, di circa sette anni, cammina poco più avanti con il cane. Il quale, dopo qualche secondo, corre in avanti ed esce dall’inquadratura, seguito dal ragazzino a cui la madre comincia a gridare dietro per richiamarlo e non farlo allontanare.
Tipico segnale da “sta per succedere qualcosa”.
- Il bambino annega! – salta su Milo, esprimendo la sua ipotesi su ciò che vedremo.
- Cosa?! – urla Shura dalla sua stanza, dove sta finendo di sistemare le ultime cose.
- Che ne so, è corso verso il lago…- risponde il greco sullo stesso tono – La madre lo insegue! Forse lo prende in tempo! -
- Aspetta, ha lasciato la carrozzina incustodita! – gli faccio notare - Rapimento! –
- Mamma insegue il figlio maggiore e si fa fregare il neonato! – rilancia invece Elle. – Perché Lili non c’è?! Ci dà sempre delle belle idee e in genere ci azzecca pure! –
- Perché stasera ha preferito Kiki. – le ricordo, accennando al fatto che la terza di noi si trova a casa del ragazzino per dargli una mano. Qualcosa circa l’inglese, se non sbaglio, giusto per arrivare pronti all’inizio della scuola.
Inconsciamente, sposto lo sguardo su Milo per un solo, breve istante. È più forte di me. Per quanto dalla famosa sera del misfatto/non fatto, i rapporti sembrino essere rimasti gli stessi, ogni tanto mi chiedo se per caso questi due non preferiscano evitarsi. Non che ce ne sia un’apparente ragione, se consideriamo che in realtà nulla è successo, però…però così mi sembra.
Mah.
- Guardate, è corso anche il cane! – esclama in questo istante il ragazzo in questione.
- Il cane si tuffa per salvare il bambino e annega! No, trova un cadavere! – provo.
- Cane rapisce bambino e fugge col passeggino! – lancia Elle convinta, mentre Camus ci fissa rassegnato e Shura urla dalla sua stanza:
- Madre de dios, cosa sta succedendo…?!-
- FERMI TUTTI! – ci zittisce Milo, saltando su a sedere – Ci siamo! Eccolo…!
C’è un attimo di silenzio, mentre scrutiamo avidamente lo schermo dove il mistero che verrà poi risolto in puntata sta per essere svelato.
– Vai che stavolta andiamo sul cruento perverso! – esulta Milo, facendo accorrere lo spagnolo dalla sua stanza e liquidandolo poi con un commento profondamente deluso, mentre si riappoggia allo schienale del divano:
- Ah no, scusa. Era solo un comune omicidio. -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
 
- Shuuuuuuuuura! Shuuuuura! –
Ma che diavolo…?
Ho appena sentito una gracchiante voce femminile chiamare lo spagnolo, o sbaglio?
- Shura ha di nuovo lasciato aperta la videochiamata di Skype. – mi risponde involontariamente Camus, sedando anche i dubbi di Elle che aveva cominciato a guardarsi attorno perplessa.
- Ehi Shura, c’è tua nonna ancora connessa su Skype! – urla Milo allo spagnolo, che si era momentaneamente assentato per andare al bagno.
- Cosa?! – grida lui di rimando – Madre de dios!
Due secondi dopo, non appena sentiamo richiudersi la porta del bagno, il ragazzo compare come una furia in salotto, andandosi ad inginocchiare di fronte allo schermo del portatile lasciato in stand-by sul tavolino e riaccendendolo.
- ¡Abuela! – esclama -  Te dije que apague el ordenador[2]
- Eh ? – faccio, dato che non capisco un’acca di spagnolo.
- Ha detto che doveva spegnere l’ordinateur – mi spiega Camus.
- Il computer, vorrai dire. – lo correggo.
- Infatti. –
- Certe volte puoi anche piantarla di fare il francese.[3] – si intromette Elle.
- Shura! – si sente di nuovo dire dal portatile, prima che la donna prosegua con un’altra frase che non comprendo.
Accidenti. Da quello che riesco a vedere, dato lo schermo di sbieco, è una crocchia di capelli bianchi e degli occhiali enormi, suppongo o per la statura incredibilmente bassa della nonna o per la webcam puntata decisamente male. Opto per la seconda.
- Ha detto di prendere i pomodori. – mi viene spiegata in questo istante la frase di prima.
- I maglioni, Milo! – fa Shura, seccato. – Abuela, he cerrado la maleta… ¡qué va jerseyes! hace calor a Valencia!
- Sta dicendo che non servono maglioni perché a Valencia fa caldo. – continua Elle. – Almeno credo. –
- Come “credo”? – ripeto, perplessa – Mica hai fatto un po’ di spagnolo? –
 - Appunto. Poco e molto tempo fa. Il massimo che riesco a dire è: “¿dónde es Paloma?”,  “Paloma está en baño”, il che non ti garantisce la sopravvivenza in terra ispanica. – mi spiega lei scrollando le spalle. –
- ¿no tienes intención de venir a encontrar a tus abuelos, Shura? – chiede allora la nonna con un tono pericolosamente vicino al rammarico.
- Ciertamente que sí…- azzarda il ragazzo – Vendré, vendré…-
- Gli ha chiesto se va a trovarli. – traduce Camus, dopo che gli ho tirato lievemente la manica per farmi tradurre cosa stanno dicendo. – Ha detto sì. –
- Volete smetterla di origliare le mie conversazioni? – sbuffa Shura.
- Bien, ya he empezado a trabajar a tu jersey por esta Navidad! – esclama la donna in tono allegro - ¿Te gusta el amarillo oscuro, sí?
- Uh, un maglione. – dice Elle, traducendo la parola e proseguendo con: - Giallo. A Natale. Chiede se piace. -
- Yo...eh...sí, certamente…- dalla faccia di Shura, ne deduco che non ha il coraggio di dire la verità.
- Shura, tu odi il giallo! – esclama Milo in questo istante, guadagnandosi un’occhiata di fuoco dal coinquilino.
- Abuela, tiene que ir...estoy acabando de de cerrar el equipaje a mano. – dice poi lo spagnolo, cercando di troncare definitivamente la conversazione.
- Nonna, devo andare… Sto cenando con l’equipaggio a mano. – improvvisa Milo, beccandosi un’occhiataccia dal coinquilino.
- Ciertamente querido...antes el abuelo saluda, apenas ha vuelto de la dehesa...-
- Hola, abuelo
Dopo un lieve cambiamento di luce, con un rapido colpo d’occhio in direzione dello schermo vediamo apparire dall’altra parte un uomo alto, robusto, con degli abiti da lavoro, i capelli e a barba bianchi,  molto molto somigliante a…
- Oddio! Shura a settant’anni! – esclama Milo.
- Sembra più il nonno di Heidi. – osservo io invece.
- Shura diventerà il nonno di Heidi. – ne deduce Elle.
In tutto questo, il ragazzo sembra aver concluso la brevissima conversazione con l’uomo, dato che lo sentiamo dire:
- Ahora voy – mentre fa un saluto con la mano.
- Ciertamente querido...¡vas despacio y cambiados los calzoncillos antes de partir! Hola…-
- Hola…-
Shura chiude la conversazione e spegne il portatile, sospirando e passandosi una mano tra i capelli.
- Ventisei anni e mi dice ancora di cambiarmi le mutande prima di partire. – commenta con espressione rassegnata.
- Dai, in fondo è così carina. – dico, sorridendo – Ed è pure in formato tascabile. –
- Vuoi fare cambio? – propone Milo, presumo alludendo a sua madre.
- No, grazie. – risponde l’altro, convinto – Mia nonna è fuori di testa, ma con tutto il rispetto, è ancora gestibile. –
- Nessuna offesa. – lo tranquillizza il greco.
- Non è fuori di testa, Shura. –
- Camus, ti prego. Mi ha detto di andare piano. Come se l’aereo lo guidassi io! E i maglioni. Per l’amor del cielo, la smetterà prima o poi, di farmi quei maglioni! –
- No. E se anche smettesse con i maglioni, passerebbe alle mutande fatte all’uncinetto. – lo avviso, mentre lui sbuffa.
- Mi toccherà andarli a trovare. E fuggire ai pascoli con mio nonno, per evitare che mia nonna mi ingozzi di cibo. –
- Pascoli? – chiedo.
- I miei nonni hanno un allevamento di pecore e qualche capra, sui Pirenei. Sono cresciuto lì. –
- La versione ispanica di Heidi. Lo sapevo. – fa Elle, scuotendo la testa. – E come diavolo sei finito qui? Clara, pardon, Aphrodite, è rimasto qualche tempo in sedia a rotelle perché l’hanno sfondato a rugby? –
- Magari. No, ho seguito mio padre quando è stato il momento di andare alle medie, che ovviamente in quel paesino non c’erano. –
- Chissà che trauma. – commento, pensando al suo primo incontro ravvicinato con DM ed Aphrodite.
- Come sta tuo padre, a proposito? – domanda Camus, grattando lentamente la testa a Lavoisier.
- Bene.  Ormai è in pianta stabile a Bilbao da un paio d’anni, dice che non è male. Magari se riesco passo a trovare anche lui, almeno evito di farmi vedere solo per Natale. –
- E tua madre? – chiede Milo.
- Ah boh. L’ho sentita un mese fa per il suo compleanno e non c’era nulla di nuovo a Washington. –
- Divorziati? – domando con cautela.
- In realtà no. Mai sposati. – spiega lo spagnolo, controllando per l’ultima volta il PC e chiudendolo con attenzione.
- Ah. Scusa, non è per farmi i fatti tuoi, è che onestamente è un argomento che non abbiamo mai toccato. Non volevo essere inopportuna. – spiego.
Shura si stringe lievemente nelle spalle, per poi alzare le braccia e stirarsi la schiena, appoggiandosi poi all’indietro con i palmi sul pavimento.
- Nessun problema – mi rassicura - Non c’è molto da dire, sinceramente. Mio padre lavora per una società di marketing e mia madre per la BIRS. –
Uh. La Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo.
- Ah. Accidenti. – commento, piuttosto stupita da una tale cornice, prima di domandare - Come diavolo hanno fatto due economisti a generare un filosofo pallavolista? –
- Domanda interessante, sia a livello psicologico che antropologico. – è la giusta osservazione di Elle. –
- Quanti anni faceva tua madre? – domanda Milo, l’espressione di chi sta facendo un calcolo mentale.
- 50. –
- Così pochi? –
- Ricordati che i miei mi hanno avuto quando erano piuttosto giovani. – gli dice Shura, prima di guardare noi e spiegare: - Si sono conosciuti alla facoltà di Economia e mia madre è rimasta incinta all’ultimo anno della magistrale. Il tempo di farmi formare, mettermi al mondo, trovarsi un lavoro e ai miei tre anni ha preso un’occasione al volo per andare a lavorare all’estero. –
- E tu sei rimasto con tuo padre. Quindi i nonni…- deduco.
- Sono i nonni paterni, sì. –
-  E i tuoi genitori? – chiedo.
- Non si amavano più, tutto qui. – dice lo spagnolo, scrollando le spalle. – È stata una separazione di comune assenso. Avendo tre anni non è che la questione mi abbia toccato molto, ad essere sinceri. Ovviamente ho mantenuto più rapporti con mio padre e ho preferito andare da lui quando è stato necessario, ma nulla di eclatante. –
- Niente a che vedere con la situazione incasinata dei gemelli. – sospiro.
- Ovvio, i genitori di quei due sono due svitati, i miei no! – esclama lo spagnolo – Per carità, mio padre ha un modo di esprimere le emozioni tutto suo e  sospetto che mia madre sia anaffettiva, però…-
- Già. Mi chiedo da chi tu abbia mai preso. – lo rimbecca Elle.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
 
- Com’è andata con Kiki ieri? –
Lancio la domanda mentre varchiamo l’entrata del Dipartimento universitario, per poi lasciarcelo alle spalle. Io ed Elle arriviamo dai rispettivi settori della biblioteca, Lili da casa. Ci tengo a specificare che né io né Elle sapessimo di essere nello stesso ambiente universitario fino a mezz’ora fa, quando la terza di noi ci ha proposto di andare a fare un giro. Siamo uscite ad orari completamente diversi senza nemmeno incrociarci, figuriamoci.
- Oh, bene. Abbiamo fatto fuori due bastardi che ci avevano teso un’imboscata…-
- Scusa, ma non dovevate studiare inglese? – le chiedo perplessa.
- Ci hai creduto seriamente?! – esclama lei, girandosi a guardarmi con espressione scandalizzata – Ma dai! –
- E Mur ti ha lasciato stare lì a cazzeggiare all’X-Box? – domando allora.
- Non ho mai detto che Mur fosse in casa. – mi corregge lei.
Lo sapevo che c’era un trucco.
- Era da Shaka. – continua la mia coinquilina – Non ho capito perché. Forse a fare un corso di meditazione per evitare di ammazzare il fratello e i suoi degni compari. –
- C’erano anche i tre moschettieri? – m’informo.
- Oh sì. Che casinisti. Non hanno fatto altro che sproloquiare sul fatto che quest’anno avranno una professoressa d’inglese nuova e che alcuni di loro potranno presentare un progetto per una specie di concorso internazionale per ragazzi. –
- Che figata! – esclamo – Elle, perché non…-
- Suppongo di essere fuori dal limite di età. – mi blocca subito l’altra.
Oh. Effettivamente...
- Infatti. – conferma Lili, annuendo.
- Però potresti guardare se c’è qualcosa anche per te. – insisto, rivolgendomi alla nostra amica.
- Uhm. Vedremo. – fa lei per tutta risposta, tornando poi a focalizzare l’attenzione su Lili: - Kiki parteciperà? –
- Spero vivamente di sì. –
- E come si svolge questo concorso? – chiedo.
- Be’, c’è un tema, devono preparare degli elaborati con una scadenza, una giuria li valuta e i migliori 50 saranno esposti. –
- Qui? –
- Sì, alla sede di qualche associazione culturale, forse addirittura un’ambasciata. Non mi ricordo di quale paese però, so solo che è quello da cui è partita l’iniziativa. – spiega Lili. – Ma ora, se volete prendervi un minuto…-

Oh, giusto.
Un attimo di raccoglimento. Siamo arrivate.
Al T.A.R.D.I.S.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Meglio che mi soffermi un minuto sul soggetto di cui sto parlando.
Per chiunque, fan e non, il riferimento immediato è quello alla serie televisiva Doctor Who. Me l’ha spiegato Elle, perché io personalmente non la seguo. Ad ogni modo, il principio alla base è lo stesso di questo elemento della serie, nella sua accezione più semplice, anche se declinato in una maniera del tutto diversa e contemporanea.[4]
Sì, perché il TARDIS, o meglio, T.A.R.D.I.S, non è altro che la fumetteria collocata proprio di fianco alla videoteca dove lavora Ioria. Ed è tipo il Paese dei Balocchi.
L’El Dorado dei nerd.
Ai suoi assidui frequentatori è dedicato il suo nome, un acronimo: To All Rejected Dreaming In Sin.
Come l’oggetto a cui è ispirato, all’esterno non sembra granché. Una comune porta blu di un negozio con due vetrine pesantemente allestite. Non c’è un solo spazio libero, e non è nemmeno un decimo di quello che si può trovare all’interno.
Non sto scherzando, l’allestimento è talmente fitto che la roba si accavalla, praticamente. Per non so quanto tempo c’è stata un’action figure di Loki di notevole stazza seduta a cavallo delle spalle di un Hulk altrettanto voluminoso.
Esigenze di spazio e senso dell’umorismo, se consideriamo che Loki era stato posizionato con le braccia alzate in segno di vittoria e con una bolla in stile fumetto attaccata alla bocca che recitava: “Ora ho un Hulk!”.[5]
Ma se questo è il biglietto da visita del T.A.R.D.I.S, è una volta varcata la soglia che si rischia di perdere la ragione.
Dentro è come un labirinto, con degli scaffali ampi e alti fino al soffitto, ricolmi di manga, fumetti, graphic novels; si contano almeno dieci sezioni tra i volumi, un intero reparto di dischi, un altro per i dvd, quello per le action figures, i videogiochi, il merchandising, l’usato…
Non c’è epoca, continente, opera grafica, filmica, musicale di cui non si posa trovare traccia qui.
Un vero universo di tempo e spazio.
- Sto per piangere. – è la prima frase che pronuncia Elle una volta varcata la porta, rimanendo piantata sull’uscio in contemplazione.
- Mettiti in fila. – le fa eco Lili, più o meno nelle stesse condizioni.
- Ciao! –
Giro il capo verso il punto di provenienza del saluto, ovvero il banco della cassa, dietro a cui c’è una ragazza alta e con i capelli neri, che ci sorride cordialmente.
- Ciao. – ricambio il saluto.
- Posso aiutarvi? –
- Chiama il diavolo. Voglio fare un patto con lui e avere tutto. – sento rispondere da Lili, commento che fa ridere la ragazza.
- Ammetto di averci pensato pure io. – afferma poi – Mi sa che la lista è lunga. –
- So essere molto convincente. – ribatte la mia coinquilina – Elle, mettiti i paraocchi e cerca quello che devi cercare. Se ci perdiamo qui dentro è finita. –
- Sto soffrendo.- confessa l’altra, continuando a lanciare sguardi bramosi attorno a sé mentre si avvicina al banco – Dunque…ehm…-
- Lexi. – si presenta la ragazza – Mi chiamo Lexi. –
- Piacere, Elle – risponde la mia amica, prima di indicarci – Micky e Lili. –
- Piacere – diciamo praticamente in coro, prima che Elle prosegua:
- Mi servirebbe questo – allunga a Lexi il foglio di carta su cui si è annotata tutti i dati necessari per rintracciare i volumi di cui ha bisogno.
- Oh sì! Guarda, controllo subito nella Stanza delle Necessità, dovrebbe essermi rimasto qualche numero che non sono ancora riuscita a sistemare sugli scaffali! – la rassicura la ragazza, sparendo oltre una porta socchiusa al di sopra della quale troneggia un’iscrizione in legno più che eloquente: Room of Requirement.[6]

Il loro magazzino.
Amiamo questo posto!
- Toh guarda, ci sono gli stessi volantini che ho visto l’altro giorno al JJ. – commenta in questo istante Lili, dopo che ha spostato la sua attenzione sulla bacheca collocata sul muro proprio di fianco alla cassa, usata per appendere annunci, volantini e simili.
- Quali? – chiedo.
- Questi. – mi risponde, allungando un braccio per indicarmi con l’indice un paio di fogli di carta lucida neri dalle scritte bianche, annuncianti un festival imminente.
- Death Mask ha lo studio pieno. – fa Lili.
- E figuriamoci. Potrebbe non promuovere qualcosa che include musica a tutto volume, birra a fiumi e carne come se non ci fosse un domani? – osserva Elle, inarcando un sopracciglio.
- È la versione cheap dell’Oktoberfest? – domando.
- Più o meno. Però senza la musica bavarese. Rock e metal a frotte. – mi spiega Lili.
- Cover band, al massimo. – la corregge Elle.
- Pff!! Ma quello sfigato di Ioria non poteva scegliere uno strumento più fico del violoncello?! Almeno avrebbe avuto qualche chance di entrare in una band seria! – sbuffa Lili
– E di farci conoscere gente come James Hetfield? – ne deduco.

- Magari. Ma a pensarci bene, Ioria sta ai Metallica come io sto a Hello Kitty. – sospira lei.
- Hai detto Ioria? – ripete Lexi, fissandoci incuriosita nello sbucare dal magazzino con le mani piene di volumi – Questo nome mi dice qualcosa. –
- Probabile. Non ha preso la sua seconda residenza qui? – domanda Elle, mettendosi poi a controllare che i fumetti appoggiati sul bancone siano proprio quelli di cui ha bisogno.
- Magari no, però di certo passa un bel po’ di tempo col naso incollato alla vetrina, maledicendo il fato. – dico.
- Poveretto. - si limita a commentare Elle, cominciando a contare i soldi necessari per poter pagare – Bene, e per questo mese posso anche rinunciare agli yogurt, quando farò la spesa! –
Scuoto la testa, mentre  Lexi le dice, indicando due volumi scartati dalla mia coinquilina:
- Mi sono permessa di prenderti un paio di cose che secondo me potrebbero piacerti, se non le conosci già. –
- Avere i soldi…-
- Puoi anche solo dar loro un’occhiata, non devi comprarli per forza. – si affretta a specificare la ragazza – Mica ti sparano. –
- Oh. Okay. – dice Elle un po’ più convinta, prendendo a sfogliare i due esclusi.
- Comunque potremmo andarci, a questa specie di Oktoberfest. – propongo, agitando il volantino e attirando l’attenzione di Lexi:
- Oh, quello.- fa – Me ne hanno parlato molto bene. Volevo andarci, ma i miei amici mi hanno dato tutti buca. –
- Potresti venire con noi. – propone allora Lili.
- Davvero? -
- Non vedo perché no. E stavolta – la seconda parte è rivolta a me ed Elle - Niente coinquilini al seguito, eh! –
- Potremmo portare Andromeda e lasciare che si perda. – le ricordo. – Sicuramente Death Mask conosce qualcuno che ci andrà e che potrebbe farlo sparire senza problemi. Chi altri potremmo chiamare?–
- DM stesso, no? Phro. Milo. Kanon. Forse Camus e Saga, se proprio vogliamo abbassare il tasso di divertimento. Marin e Shaina. Al? – elenca Elle.
- Non credo sia il suo genere. – osservo.
- Giusto. E Kiki e i tre dell’Ave Maria non credo che riescano ad unirsi. – aggiunge Lili.
- Possiamo anche chiedere se qualcuno vuol invitare altri o conosce gente che ci va. Possiamo anche espandere il giro. – osservo.
- Incontrare persone. Che bello. – è il commento sarcastico di Elle.
- Dovrai pur compensare l’assenza di Shura. –
- Farò finta di non averti sentito, Lili. – è la replica secca, a cui segue un ghigno in risposta.

- Ad ogni modo, se vengono Marin e Milo, bisogna chiamare anche Aiolia. – riferisco – Anzi, potremmo andare a chiederglielo dopo. Dato che lavora qui di fianco…-
- Oh per la miseria! – esclama Lexi, attirando la nostra attenzione – Ioria! Ho capito chi è! Il biondino che lavora alla videoteca! –
- Esatto. – confermo.
- Quello che ha portato qui almeno venti curriculum per farsi assumere. – aggiunge la ragazza.
- Brava. –
- Fallendo miseramente ogni volta. –
- È il nostro uomo. – annuncia Lili.
- Ci rimane sempre parecchio male.-
- Senza dubbio. – continua l’altra, prima di commentare con un sorriso a cinquantadue denti: - Oh Lexi, credo proprio che sarai dei nostri! -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
 
- Per la miseria, non ci posso credere! Che diavolo vuoi adesso?! –
L’esclamazione di disappunto della commessa del T.A.R.D.I.S ci spinge a voltarci verso la porta d’ingresso della fumetteria, da dove è entrato un ragazzo alto, con i capelli neri e lunghi, presumibilmente più grande di noi e con in mano…una gabbia.
No, un attimo. Devo aver visto male.

Per la miseria! È davvero una gabbia! Coperta da un lungo panno azzurro, ma dalla forma direi che ricorda quelle che si usano per ospitare…
- Un volatile, Damian?! Un altro?! – dice in questo istante Lexi, il tono esasperato.
Il ragazzo sbuffa, sollevando il telo che copre la gabbia e rivelando, al suo interno, un grosso corvo intento a guardarsi febbrilmente attorno.
- No, è sempre Bert. Senti, non è che me lo puoi guardare per un paio d’ore mentre sono in Facoltà? – domanda.
- Guardarlo sì, ho ancora l’uso degli occhi e purtroppo ce l’ho sotto il naso tutto il giorno, quell’uccellaccio! – ribatte lei – Ma ti puoi scordare che gli faccia da baby-sitter! –
- Ma Lexi! Non può stare in casa da solo, si deprime! – protesta lui, il tono di voce che ricorda pericolosamente quello di una madre apprensiva.
- Da solo? Da solo?! Ci sono almeno altri tre corvi, due canarini, due merli indiani e un’ara macao in quel maledetto appartamento! Io non sento nemmeno i miei pensieri, come può sentirsi solo?! –
- Lo sai che Bert è problematico…non va d’accordo con gli altri bimbi…per questo non posso portarlo alla voliera universitaria…-

- Ha seriamente detto ‘bimbi’? – mi sussurra Elle, gli occhi puntati sul ragazzo con l’espressione di chi lo sta mentalmente catalogando come ‘spostato’.
- Oh sì. L’ha detto. – conferma Lili.
- Avrà preso dal padrone! – sbotta Lexi. – Comunque non se ne parla proprio, non ho la minima intenzione di farmi licenziare per colpa tua e dei tuoi volatili! –
- Di’ che è una decorazione voluta dal proprietario per pubblicizzare un fumetto su Edgar Allan Poe! – protesta l’altro.
- Non provare a fare il figo con me, lo so benissimo che non sai una cippa di Poe e ti ricordi il suo nome solo perché ha scritto ‘Il Corvo’! –
- E perché è morto sul set! – aggiunge lui gonfiando il petto con soddisfazione.

- Quello è Brandon Lee, cretino!!! – il portapenne sul banco viene prontamente lanciato in direzione del ragazzo, mentre Lili si porta una mano al cuore, urlando:
- Blasfemia! -
Damian evita il portapenne con un movimento brusco che sembra spaventare il corvo nella gabbia, dato che il poveretto comincia a gracchiare e sbattere convulsamente le ali, mentre l’oggetto che per poco non lo colpiva cade miseramente a terra, riversando il proprio contenuto sul pavimento.
- Sei completamente pazza! – urla il ragazzo, cominciando a controllare freneticamente che l’animale non abbia riportato danni e dicendo: - Non ti ha fatto male, eh, Bert? Papà adesso ti porta alla Facoltà così sarai al sicuro da quella brutta strega! –
- Esatto, muovi il tuo deretano britannico e portati via Gennarino! [7] – gli urla dietro Lexi, mentre Damian esce dalla fumetteria a tutta velocità dopo averle lanciata un’occhiata torva.
- Scusate. Il mio coinquilino. Inglese e ornitologo, con una malsana passione per i corvi – ci spiega poi la ragazza, dopo che si è ristabilita la tranquillità.
- Per un attimo ho temuto fosse il tuo ragazzo. – ammetto, cominciando a raccogliere gli oggetti sparsi dal portapenne usato come arma contundente.
- Per l’amor del cielo! – si scandalizza lei – Nulla contro gli animali, eh, ma quando è troppo è troppo! –
- Scusa, ma come ci sei finita in appartamento con quel probabile serial killer? – domanda Lili.
- Ti basti sapere che sia la casa che lui sono le migliori possibilità che mi sono presentate tra le peggiori di questo mondo. – afferma la ragazza con un’espressione eloquente.
- Non dire altro, capiamo perfettamente. Noi siamo con altri quattro e potremmo scrivere un’enciclopedia sui problemi che abbiamo e che probabilmente avremo per un bel po’. – le dice la mia coinquilina.
- Poteva andarci peggio. – osservo.
- Senza dubbio. Avremmo potuto finire con DM. – approva lei - A quel punto qualcuno sarebbe morto. –
- Sì, e sarebbe stata Micky. – specifica Elle, attirandosi un mio sguardo scandalizzato – Scusa, ma è la legge del branco. –
 
 
 

N.B:
[1] Questo è il messaggio iniziale di ogni singolo episodio di “Law&Order – Special Victims Unit” (Dick Wolf), serie televisiva. Ne fa parte anche il “tan tan!”. La scena che segue non solo parla di un vero episodio che è stato visto, ma riporta anche i commenti fatti in proposito (una reale scena di vita vissuta!);
[2]Qui di seguito, la traduzione delle frasi, in uno spagnolo approssimativo.
- Nonna! Ti ho detto di spegnere il computer! –
- Nonna, ho chiuso la valigia…cosa i maglioni! Fa caldo a Valencia! –
- Non hai intenzione di venire a trovare i nonni? –
- Sì, certo…verrò…-
- Bene, ho già cominciato a lavorare al tuo maglione per Natale! Ti piace il giallo scuro, no? –
- Sì, certo…Nonna devo andare..sto finendo di chiudere il bagaglio a mano. -
- Certo caro…prima però saluta il nonno, è appena rientrato dal pascolo…-
[…]
- Certo caro…vai piano e cambiati le mutande prima di partire! –
Il tutto corredato da un sano accento dei Pirenei XD
[3] Si riferisce al fatto che i francesi traducono ogni singolo termine straniero nella loro lingua;
[4] Tardis: in Doctor Who sta per Time And Relative Dimension ISpace. Per la fumetteria ho ripreso le sue seguenti caratteristiche:capacità di giungere in qualunque epoca e luogo (anche se, in questo caso, solo con la mente e tramite i prodotti che offre) e l'essere molto più grande all'interno che all'esterno, con un numero indefinito (e variabile) di altre stanze.
La variazione in acronimo dal significato To All Rejected Dreaming In Sin è facilmente intuibile: ho pensato ad un posto dove chiunque sia appassionato di questi molteplici mondi possa trovare rifugio e sentirsi a proprio agio, godendosi le proprie passioni. Una specie di Comicon perenne, insomma ;)
Il copyright è mio, quindi back off ;)
 [5] Riferimento al film”The Avengers”, Joss Whedon, 2012
[6] Riferimento al mondo di “Harry Potter”;
[7] Riferimento al mondo di Topolino: Gennarino è il corvo della strega Amelia.
 
NdA:
Sì, il tempo è passato. Sorry. =(
In realtà l’ho fatto apposta perché le vacanze sono finite, c’è una depressione generale e volevo risollevarvi il morale…*si autoconvince*
Il capitolo è un po’ lento, ma dovevo dare un po’ di spazio alla povera Saori, nonché buttare ulteriore carne al fuoco come piace a me =) Prendere nota!
Nuovi luoghi e nuovi personaggi!
Un applauso ai nonni di Shura! Si ringrazia Damian per la comparsata: un personaggio spassosissimo, anche se non proprio una cima, ammettiamolo. Ma soprattutto, welcome Lexi! Posso assicurarvi che sentirete parlare della ragazza ;)

A chi segue e recensisce, un omaggio di qualsiasi natura dal T.A.R.D.I.S!
A presto,
Louis
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 23
*** Wicked Game ***


Welcome back, Cubers.
Louis

Wicked Game

 
 
- Ce li hai i documenti? –
- Sì. –
- La tessera sanitaria? –
- Sì.-
- La carta di credito? –
- Sì! -
- Ti sei cambiato le mutande? –
- Che cazzo di domande fai?! –
- Non si può mai sapere cosa può succedere. Ricorda le parole di tua nonna. –
- Ma per…-
- E chiama quando arrivi. –
- Oh per la miseria, Milo! – sbotta Shura infine, sistemandosi lo zaino sulle spalle e stringendo appena le cinghie delle spalline. – Ogni giorno che passa assomigli sempre di più a tua madre! –
- Lo dici solo perché quando mi ha chiamato ieri ha voluto parlare con te e ti ha chiesto le stesse identiche cose! –
- Appunto. Fatti due domande. – ribatte lo spagnolo, probabilmente pregando che il suo volo venga chiamato nei prossimi 5 minuti.
È il giorno della partenza e io, Lili, Elle, i suoi coinquilini, Ioria, DM e Aphrodite abbiamo deciso di accompagnarlo in aeroporto. Più per essere sicuri che non si perda e parta davvero che per premura. No be’, Camus forse l’ha fatto per sincero interesse. Forse.
Ad ogni modo eccoci qui, in attesa che il volo di Shura venga chiamato per salutarlo. Chiamata che lo spagnolo sta invocando mentalmente, con ogni probabilità, se consideriamo l’ansia che gli sta mettendo Milo e i commenti di DM. Infatti, questi non fa altro che scrutare i passeggeri, pardon , le passeggere che varcano il metal detector, facendo ipotesi su quali saranno sul volo dell’amico ed elencando almeno due ragioni per cui dovrebbe farsele nelle toilette dell’aereo.
- Non oso pensare cosa avresti fatto se fosse partito Camus. – osserva Elle in questo istante, rivolgendosi a Milo.
- Lo avrebbe tempestato di messaggi e di chiamate e sarebbe andato a trovarlo ogni week-end. – ipotizzo.
- Probabile. – commenta il francese, intento a controllare qualcosa sul cellulare.
- Macché! Si sarebbe trasferito con lui. – rettifica Lili.
- Decisamente probabile. – conferma Ioria, mentre l’amico sbuffa indispettito.
- Pff! Ecco cosa si guadagna a preoccuparsi per gli amici. Critiche e critiche! - protesta il greco con una smorfia.
- Oh! Queen of the Drama Queens! – esclama Lili.

- A proposito di queens… Lavoisier come ha preso la questione di avere una stanza libera da occupare? – domando, cambiando argomento.
- Esattamente come Elle. – risponde Milo, beccandosi una gomitata dalla mia coinquilina - Sta già prendendo le misure. Stamattina era seduto sulla scrivania. La stava misurando a passi. Pessimo segno, Shura, io ti avviso. –
- Sarà un problema del nuovo inquilino. – dice brevemente lo spagnolo, estraendo i documenti per il controllo al metal detector e successivamente al gate.
- Quando arriva? – mi informo.
- Dopodomani. – risponde Camus.
- Ma non prenderà mai il tuo posto nelle nostre vite, Shura. Questa è una promessa. –
- Piantala, Milo. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Quella ci sta. Anche la sua amica. Allora, una volta a bordo devi solo…-
- Death Mask.- lo interrompe Shura, cercando palesemente di non tirargli un pugno - Sorvolerò sul fatto che tu riesca effettivamente a immaginare un incontro tra me e una di quelle nella toilette dell’aereo e…mierda! –
L’ultima affermazione deriva dal fatto che la carta d’identità gli è scivolata di mano ed è caduta a terra mentre tentava di zittire l’amico, senza ottenere da Aphrodite nessun aiuto. Ovviamente.
La raccolgo e gliela porgo. Tuttavia, nel compiere questo gesto lo sguardo mi cade sulla copertina del documento.

Un momento.
- Shura. – faccio, notando la scritta sulla prima di copertina -  Ma tu… –
- TU TI CHIAMI ESTEBAN??! – salta su Elle nel notare cosa mi ha fatto esitare, afferrando poi la carta d’identità per poter costatare con i suoi occhi.
- COSA?! – le fa eco Lili – Fa’ vedere! -
Esteban Alejandro Felipe Gallego Pérez – recita a memoria Aphrodite – Per essere più precisi. –
Lo spagnolo alza gli occhi al cielo, prima di esclamare:
- Pensavate davvero che mi chiamassi solamente Shura???! –
- E che ne so io! Le madri sanno avere uno strano senso dell’umorismo. – dice Elle.
- E un pessimo gusto in fatto di nomi. – sospira Camus, probabilmente riferendosi alla propria condizione.
- Tua madre ti ama. – gli ricorda Milo, ma l’altro si limita a scuotere la testa rassegnato.
- Sì sì – taglia corto Elle – Ma come siamo passati da Esteban Alejandro…e.. –
- Felipe.- le ricorda Lili – Ahahahah! Felipe! –
- Cos’è che ti fa ridere così tanto? – domando.
- Nulla. Solo il fatto che Shura non ha la faccia da Felipe! –
- Neanche da Esteban, se è per quello. – commenta Ioria.
- No, infatti. – si intromette DM – Ha sempre e solo avuto una faccia da…-
- Volete smetterla?! – esclama lo spagnolo.
- Abbassa le penne, Alejandro! Ho appena scoperto che ti chiami Esteban. Tutta la mia vita è una menzogna. – lo riprende Lili.
- Vola basso, quel primato spetta a Ioria. – la riprende DM, che viene prontamente fulminato con lo sguardo dal ragazzo in questione. Non che all’altro gliene freghi qualcosa, sia chiaro.
- Comunque, come siamo arrivati da ben tre nomi a Shura? – indago, cercando di riportare la conversazione su un tema normale. Il ragazzo lancia un’occhiata al tabellone, come per controllare di NON avere tempo a disposizione per raccontarci questa storia, ma purtroppo per lui è ancora troppo presto. Rendendosene conto, scuote la testa e si lascia scappare un:
- Tutta colpa di Death Mask –
- Non avevo dubbi in merito. – dico.
- In realtà è stata colpa tua, sfigato. – ribatte il tatuatore, pronto a partire all’attacco. Shura guarda Aphrodite per un istante, ma com’era prevedibile lo svedese non lascia trasparire nessun segnale che faccia presagire un qualsivoglia appoggio alla causa.
- Ci risiamo. – sbuffa Shura.
- Non avresti dovuto presentarti il primo giorno di medie conciato in quel modo. – prosegue DM imperterrito, sghignazzando al ricordo: - Con quel maglione fatto da tua nonna. Sembravi proprio una vecchia sciura. –
- Ma sciura non si scrive…- provo a protestare.
- Lì è stata colpa di Esteban ­– specifica Aphrodite, un sorrisetto sulle labbra nell’usare il vero nome dell’amico.
- Sì! Credeva che la parola sciura[1] avesse a che fare con qualche diavoleria spirituale…-
- Buddhismo, DM. Buddhismo! – rivendica lo spagnolo, seccato.
- E ha cominciato a firmarsi scrivendolo come Buddha diceva. – completa Aphrodite.- Mi ricordo quando me lo raccontava. Pensava di essere epico. –
- Un epic fail! – lancia DM, e sia lui che l’altro scoppiano a ridere senza ritegno, attirandosi addosso gli sguardi di parecchie persone presenti nello spazio dei metal detector, stranieri inclusi.
- E dopo essere stato definitivamente sputtanato, me ne vado. – decide Shura, raccogliendo le sue cose e accingendosi a salutarci definitivamente, prima di salpare per tre mesi di libertà da questo manicomio.
- Sparisci, cabron. – lo congeda DM sbrigativamente – E scopa. –
- Faccio finta di non aver sentito. – taglia corto l’altro – Aphro…-
- Brucia tutti i maglioni che ti regalerà tua nonna.  Fa’ buon viaggio e per il tuo bene non tornare. – dice lo svedese, alzando appena lo sguardo dal suo smartphone. Candice si sarà anche ripresa Puzzetta, ma Aphrodite è pur sempre il suo assistente.
Shura annuisce, poi saluta Ioria con una pacca sulla spalla, prima di ritrovarsi davanti Milo.
- Ciao. Ti farò sapere chi la spunterà tra me e il gatto. Tu chiama. – ribadisce il greco – E scopa. –
Il coinquilino alza brevemente gli occhi al cielo, prima di rivolgersi al francese:
- Camus. Buona fortuna. Temo che ne avrai bisogno. –
- Più di te di sicuro. – conferma lui – Buon viaggio e buon lavoro. –

- Elle. Al mio ritorno i miei scaffali dovranno essere esattamente come li ho lasciati. – è il saluto rivolto alla mia coinquilina.
- Assolutamente. –
- Fa’ almeno finta di darmi retta. – sospira lo spagnolo, di fronte all’ovvia incapacità della ragazza di mantenere la promessa.
- Okay. Ti manderò foto di libri in vacanza sulla mia scrivania e del loro felice rientro a casa, in balia degli artigli di Lavoisier. – afferma allora lei, ottenendo da parte del ragazzo un’occhiata rassegnata. Decidendo di soprassedere, passa a salutare Lili e poi me.
- Ciao Shura. – dico brevemente – Fa’ il bravo. Ci vediamo quando torni. –
Lo spagnolo si sistema lo zaino, ci rivolge un ultimo cenno col capo e si avvia verso il metal detector, probabilmente pregando che nessuno associ alla sua persona le figure di  Elle e Lili, che si stanno sbracciando come due mulini a vento, urlandogli dietro:
- Ciao Alejandro! Addio, Felipe! –
- Ciao Esteban! Non tornare!-
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Ripetimi perché lo stiamo facendo. –
- Perché ci interessa il nostro benessere. –
- Provane un’altra. –

- Perché vogliamo conoscere altre persone…? –
- Sei sempre meno convincente. –

- Perché vogliamo un culo d’acciaio! –
- Brava Lili! – esclama Elle di fronte alla giustificazione data dall’altra – Micky, per la miseria, più sostanza nelle cose e meno ideali! Conoscere altra gente! Ma sentitela! –
- Comunque non giustifica la nostra presenza qui, vero? – ribatto.
- Assolutamente no! – conferma lei – Maledizione! –
Quattro giorni dalla partenza di Shura, eccoci qui tutte e tre. Qui dove, vi chiederete. Be’, attenzione attenzione, siamo niente poco di meno che in palestra, impegnate in una sessione di step selvaggio.
Perché?
Bella domanda.
Forse per far finta che Settembre, in quanto mese di rientro che inevitabilmente giunge ogni anno, abbia portato dei propositi di vita che vadano oltre il “devo sopravvivere agli esami”. Qualcosa tipo “mi rimetto in gioco e ridivento padrona della mia vita”, o giù di lì.

Sì, ci stavamo annoiando.
Però dai, provare non costa nulla. Anche perché ci è stata concessa una prova gratuita e…
- COSA DIAVOLO STATE FACENDO?! –
- Be’, Shaina…lo step. – cerco di spiegare, colta alla sprovvista dall’attacco dell’istruttrice, sbucata da chissà dove per rimproverarci per non so quale crimine.
- E ti sembra FARE LO STEP, quello?! –

Uhm. Forse non è stata una grande idea.
- Forse a te no, ma ai miei polpacci sì, fidati. – commenta Elle, sfidando follemente la pazienza di Tisifone.
- Perché, tu ce li hai ancora, dei polpacci? – è invece l’osservazione di Lili.
- Si potrà dire che avete fatto lo step solo quando non vi sentirete più il corpo! – ci minaccia l’altra.
- Sono già a metà strada, allora. – la informo, beccandomi un’occhiataccia.
Per fortuna, una sua possibile sfuriata in stile sergente maggiore Hartman[2] nei nostri confronti viene evitata grazie al sopraggiungere di una figura nota e mai tanto apprezzata come in questo momento, almeno da parte nostra.
- Shaina – esordisce con zelo - Sono arrivati i tappeti nuovi. Li scarico e li metto in magazzino? –
- Oh sì, Cassios, grazie. – per un istante, l’attenzione omicida della ragazza si dissolve, mentre si concentra sul suo aiutante - Domani mattina li montiamo. Ti hanno lasciato la fattura? –
- Sì. La  porto in amministrazione. –
- Grazie. –
- A proposito, mi è stato chiesto se occorre confermare l’iscrizione a quella gara del mese prossimo per…-
- GEKI! CHE STAI FACENDO?! – sbotta Shaina all’improvviso in direzione di uno dei ragazzi, intento ad affannarsi su un macchinario che non voglio sapere a cosa diamine serva. Solo perché sta seguendo una conversazione non significa che Tisifone non abbia occhi OVUNQUE e non riesca a controllare tutto ciò che le accade attorno.
Meglio che faccia finta di impegnarmi un po’ di più con lo step.
- Ma io…- fa per difendersi Geki, un armadio a quattro ante che pare seriamente intimorito dalla sua istruttrice.
- MUOVI QUEI QUARTI DA FATTRICE NORMANNA O TI ABBASSO DI CATEGORIA! – lo riprende infatti lei con il suo cipiglio peggiore.
- Subito! –
Uh, un armadio a quattro ante che ha paura di Tisifone. Storia vecchia.
- Quand’è la scadenza per l’iscrizione? – chiede poi la ragazza a Cassios senza staccare gli occhi di dosso dal suo allievo.
-  Tra due martedì. – risponde lui con solerzia.
- No, dille di aspettare. Voglio vedere cosa combina quella fattrice – altra occhiata di biasimo verso Geki - Da qui ad una settimana. –
- Come vuoi, Shaina. –
- E Cassios, fammi il favore di stare dietro a lui e a quel caso umano di Aspides, sta battendo la fiacca. TI VEDO SAI?! –
- Va bene, ci penso io. Non preoccuparti. – la rassicura Cassios, avviandosi solerte per svolgere il compito assegnatogli.
Io, Lili ed Elle ci scambiamo un’occhiata d’intesa.
Ah! Cassios e Tisifone! Solo un cieco, o Shun, non si renderebbe conto che l’ammirazione del ragazzo per lei è un classico caso di Amore Matto e Disperatissimo, Destinato A Non Essere Ricambiato. Una storia d’amore unilaterale che va avanti dal liceo, quando non solo si allenavano insieme, ma lei era diventata anche l’assistente del suo allenatore dopo aver preso il brevetto richiesto, portandolo alle gare giovanili di lotta. Una carriera interrotta a causa di un brutto infortunio alla schiena e che lo ha visto approdare qui non appena ha avuto bisogno di un lavoro.  Shaina sapeva di poter contare sul suo aiuto, e forse un po’ le dispiaceva per come gli erano andate le cose, chissà.
Ovviamente in tutti questi anni Cassios ha sempre sofferto in silenzio, sia per la propria incapacità di farsi avanti, sia per le storie intraprese dalla sua amata, anche se solo per una notte. Non che Tisifone sia il tipo da piangersi addosso per una storia finita, sia chiaro. Alcune chiacchierate brevi ma significative con Marin ci hanno permesso di strapparle alcune informazioni sul passato della sua amica, ma la rossa non si è mai sbottonata troppo. L’unico fatto certo è che Shaina non ha mai subito traumi sentimentali.
È più probabile che li abbia causati, però.
È quello che abbiamo pensato noi tre, almeno, anche se l’espressione di Castalia nel NON divulgare determinati dettagli poteva essere interpretata come una conferma.
Sicuramente Cassios si può contare come la più resistente delle sue vittime, piena di e allo stesso tempo senza speranza. Un puro di cuore, si potrebbe dire. In tutti questi anni non ha battuto ciglio, ponendo il benessere di Shaina davanti a tutto, anche quando si è cacciata nei guai (e l’ha fatto spesso, nessun bisogno di Marin per saperlo).
Perfino quando lei e Seiya si sono messi insieme. Per quanto sapesse che Pegasus non fosse una buona opzione, Cassios non ha battuto ciglio. Tutto, purché Tisifone fosse felice.

Poveretto.
- Mi fa quasi tenerezza. – dico, sapendo che le altre due capiscono perfettamente a cosa mi riferisco.
- Appunto. Quasi. – fa Elle, mentre il commento di Lili è:
- Che sentimentale. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Musica a palla. Una consistente cortina di fumo di sigaretta, e sospetto non solo di quella. Birra spillata nei bicchieri di plastica. L’odore della carne alla griglia. E del sudore della gente, che canta e urla.
In pratica, un gran casino.
Welcome to the jungle.
- Non mi aspettavo così tante persone! – esclamo, rivolgendomi alla ragazza alla mia destra.
- COSA? – urla Elle, tentando di sovrastare il frastuono che ci circonda.
- HO DETTO CHE QUI È UN GRAN BORDELLO! – riprovo, alzando la voce per quanto mi è possibile.
- SÌ CERTO CHE HO PORTATO IL COLTELLO! –

Faccio finta di aver detto qualcosa in merito e spero internamente che nessuno l’abbia sentita, prima di tornare a concentrarmi sulla mia occupazione principale: tentare di non venire uccisa dalla folla presente al festival.
Inutile dirlo, non ci aspettavamo così tanta calca. Infatti Lili, che non ama stare in mezzo alla folla, sta già imprecando come un camionista turco, più per il nervosismo che per altro.
Non che sia l’unica, anche Camus ha la faccia di uno che vorrebbe essere fucilato qui ed ora, piuttosto che sottoporsi a questa tortura fino a notte fonda. Mi aspetto di vederlo sparire per le undici e mezza, se riesce a resistere così tanto.
Davvero, Milo non si rende conto di quanto il francese deve volergli bene, per sopportarlo e accompagnarlo ad iniziative del genere. O quello o deve essersi reso conto di come il greco sia il suo unico fattore di aggregazione sociale, direbbe Elle.
A proposito.
- Ehi Milo! – esclamo, attirando l’attenzione del ragazzo, intento a scuotere la testa a ritmo di musica, ovviamente finendo con il colpire in faccia Ioria con i propri capelli. L’altro sbuffa infastidito, prima di fare un passo indietro per mettersi al sicuro.
- Cosa? – mi chiede il greco, voltandosi e rimanendo con metà chioma di traverso, così che gli vedo solo metà viso.
- Novità dal fronte giuridico? – chiedo.
- Non ancora! –
- Ah. – faccio – E come va? –
- Bene! –
Noto Aiolia scuotere la testa, prima di urlargli nelle orecchie:
- Vado a prendere le birre! – e allontanarsi, seguito a ruota dall’amico, ovviamente sempre a ritmo di musica.
Mentre cercano di farsi strada nella calca, Castalia si volta verso di noi. Ci avviciniamo per sentire meglio cos’ha da dirci:
- Si sa qualcosa sul Cinque Picchi? – è la domanda.
- Ho incrociato Shion per sbaglio a casa di Mur, un paio di giorni fa. – annuncia Lili – Stavano confabulando. Non sono riuscita a sentire tutto,e poi non sarebbe stato educato…-
- Kiki ha fatto rumore e avete rischiato di farvi beccare mentre origliavate. – traduce Elle.
-…COMUNQUE ho sentito menzionare le parole “apertura” e “Ottobre”. Forse, tra poco, potremo tornare a prosciugare le loro scorte. – conclude l’altra.

- In tutto questo, siamo sicuri che Dohko sia ancora vivo? – azzardo – Insomma, non lo vediamo da un po’…Non è che nella ristrutturazione, Shion ha deciso di farlo fuori definitivamente? Gli incidenti sono facilmente simulabili, nei cantieri. –
- Ecco. Avremmo dovuto portarci Aiolos, quando ne abbiamo avuto l’occasione! – sbuffa Elle.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Una volta Ioria e Milo tornati con i beveraggi, alziamo i bicchieri, DM e Aphrodite che a momenti si scolano i loro quasi in un sorso.
- Ricordami di lanciare una sfida di chi beve più birra in meno tempo ad minchiam – dice Elle a Lili – E di scommettere su Aphrodite. –
Scuoto la testa, gettando delle occhiate alla folla riunita davanti al palco ed intenta a ballare. O meglio, a muoversi in modo strano nel vano tentativo di seguire la musica.

C’è troppa gente, per i miei gusti. Di cui una buona quantità ben poco lucida e decisamente espansiva.
Un attimo. Quello non è…?
- SAGA?! – esclama Lili con enorme sorpresa nel riconoscere il ragazzo che ci sta venendo incontro.
- Che c’è?! Pensavi forse che sarei venuto ad un concerto in camicia?! – è la replica infastidita del gemello maggiore mentre si avvicina.
- Saresti stato capace! – ribatte Elle per difesa, beccandosi un’occhiata rassegnata da parte del ragazzo.
- Non stai mica male. – osservo, scrutando i jeans, la maglia nera a maniche corte e il chiodo, che ha l’aria piuttosto vissuta – Ti do’ almeno cinque anni in meno! –
- Mi stai dicendo che sono vecchio? –

- Ma io veramente non intendevo…-
- Da seppellire, come minimo.- lancia Kanon, sopraggiunto alle sue spalle, aggiungendo poi con una nota di risentimento non celata: -  Pensare che un tempo ti vestivi sempre così. –
- Hai ancora gli anfibi. – aggiunge Milo, notando le scarpe del fratello dell’amico, palesemente molto usate ma comunque ancora in buono stato.
- Merito mio. Li ho salvati due anni fa quando ha cercato di sbarazzarsene. – rivendica Kanon sbuffando -  Maledetto Aiolos. –
- Proprio non lo concepisci che potrei aver usato la mia testa, eh, per una volta?! –
- Fidati Saga, in certe situazioni, a dire che sei stato manipolato ci fai più bella figura. -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Ancora in giro, Death Mask? Eppure questo non è un posto per signorine. –
L’osservazione, espressa da una voce ben nota, ci fa voltare in direzione della sua proprietaria, in arrivo nella miglior versione di se stessa.
- Shaina. – fa il tatuatore, senza trattenere uno sguardo fin troppo eloquente che percorre la ragazza per intero.
- Ah no eh! – esclama Lili – Ci sono prima io! –
- Dopo Phoenix. – le ricorda Elle.
- Forse. – la corregge l’altra.
- Se questo posto è troppo umile per te, cosa ti ha spinto a portare la tua testa di vipera qui? – prosegue Death Mask intanto.
- Oh, non farti complimenti, non sono di certo qui per te. Avevamo bisogno di distrarci dal lavoro, e di certo non con delle signorine come te e Dite. –
- La classe non è acqua, cara. – ribatte lo svedese con una smorfia.
- Continua a ripetertelo. – fa lei – Tu che ne dici? –
La seconda parte della frase è rivolta alla sua compagnia, concentrata nella figura che avevo intravisto alle sue spalle mentre si avvicinava. Così si spiega quel “noi”, riferito a se stessa e alla ragazza che l’accompagna, che in questo istante sta salutando Marin e Ioria, appena tornato da un secondo giro al bancone delle birre e dietro a cui vedo sopraggiungere la figura del suo degno compare:
-  Oh, ragazzi….!! Ho appena visto… -
Tuttavia, nello scorgere l’interlocutrice dell’amico e della sua fidanzata, l’espressione di Milo cambia di colpo, diventando seria e tirata.
- Ciao, Milo. – lo saluta la ragazza senza battere ciglio, voltando appena il capo verso di lui.

I tratti del viso del ragazzo paiono essere diventati di pietra, da tanto sono rigidi. Per un attimo, mi chiedo se non rischi di rompersi la mascella. Poi, inaspettatamente, si decide a rilasciare un po’ la morsa e, non senza difficoltà, articola un semplice e piatto:
- Morgana. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Morgana.
È la socia di Tisifone e si occupa della gestione economica della palestra. La famosa amministrazione a cui vi accennavo prima.
Come? Perché non vi ho parlato di lei, quando ne ho avuto l’occasione? Sorry, credevo che la struggente storia d’amore non ricambiato di Cassios fosse più importante. Immagino che ora non lo sia più.
Pettegoli!
Dunque. Tisifone e Morgana.
Da quello che so, si conoscono dal liceo. Ci hanno messo un po’ a diventare amiche, a dire il vero. La leggenda narra che Shaina fosse il public enemy numero uno, all’epoca. Una specie di Death Mask al femminile, testimonianza certa di Aldebaran e Ikki che, seppur in anni diversi, hanno frequentato lo stesso istituto. Una ribelle di prima categoria.
Quanto a Morgana, era la regina dark del liceo scientifico, nonché la prima della classe. Questo non le impediva di trasgredire alle regole se necessario e con una certa furbizia. Girava sempre da sola, se non con le ragazze e i ragazzi della squadra di scherma. Tuttavia, questa attività sociale risultava esser piuttosto impegnativa e le piccole dosi le erano sempre più congeniali. Per il resto, la compagnia di un libro, delle sue cuffie e del suo motorino erano più che abbastanza.
La leggenda narra, o meglio, riferisce Aldebaran, che l’incontro decisivo tra le due si sia verificato ad una festa di Natale dell’omnicomprensivo, quando Shaina, nonostante fosse di un anno più piccola, se l’era presa con la dark per chissà quale motivo. Morgana, dopo aver ostentato la tattica dell’indifferenza, si era vista costretta a reagire quando la bulletta le aveva scaraventato il libro di racconti gotici nella bacinella del punch. Arrivate alle mani, Tisifone si era beccata un gancio destro di tutto rispetto che l’aveva messa KO.
Quale inizio migliore di un pugno, per sigillare un sodalizio che dura da quel momento a questa parte? La dark si era guadagnata l’ammirazione della piccola serpe, che nel tempo le aveva ripagato il libro, e Morgana aveva trovato una compagnia più interattiva dei cicli mitici nordici.
Ma tornando ad ora…
Per dei lunghi istanti, cala il silenzio. Noto Camus e Aiolia scambiarsi un paio di occhiate, che corrono quasi contemporaneamente su Milo, poi sulla ragazza, infine tentano vanamente di fare le vaghe. Intanto, Shaina si accende una sigaretta ed offre un tiro all’amica, chiedendo:
- A quanto stanno le birre? –
- Praticamente regalate. – le risponde Aphrodite.
- Ottimo. – commenta Shaina, prima di rivolgersi all’altra - Tre a testa? –
- Come vuoi, ma ti ricordo che sei fuori allenamento, cara. – le risponde Morgana, avviandosi verso lo stand del bar.
- È quello che vedremo, tesoro. – rilancia Tisifone con un ghigno divertito.
- Ehi donna, portamene una! – le urla dietro DM, commento che viene semplicemente ignorato.

Intanto, per darvi più soddisfazione (come sono magnanima!) potrei raccontarvi che, col tempo, il legame tra Shaina e l’amica si è rinsaldato sempre di più. A tal punto che Morgana ha aiutato l’altra con la maturità e ha accettato di darle una mano con il mettere in piedi l’attività della palestra. Nel frattempo, si è laureata in Lettere, curriculum Culture Letterarie Europee, e poi in Letterature Nordiche. Quindi non solo fa da spalla “economica” all’amica, ma porta avanti un lavoro di ricerca nel proprio campo non indifferente, o così ho sentito dire.
Il mio lato intellettuale. Ecco come la chiama Tisifone, che, troppo orgogliosa per ammetterlo, tiene a lei più che alla propria pelle.
Non escludiamo delle influenze lesbo in tutto questo, a dire il vero.
E non a caso, secondo me. Oltre alla ben nota personalità di Shaina, c’è da dire che Morgana è davvero molto bella. Ha i capelli lunghi, neri come la pece, e gli occhi dello stesso colore, che contrastano un po’ con la sua pelle chiara e i suoi tratti fini. Vestita sempre di nero, nemmeno troppo truccata (è rimasta un po’ dark, ma non troppo), non parla molto, ma ha una voce sorprendentemente delicata.
- Quanto è figa. – commenta in questo istante Lili nel guardarla allontanarsi con l’amica.
- Più o meno di Tisifone? – la provoca Elle.
- Come dico sempre: perché scegliere?! –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Scuoto la testa divertita di fronte al dibattito aperto dalle mie coinquiline, poi lo sguardo mi cade sulla figura di Milo. Noto la piega della bocca e la sua espressione contrariata mentre stringe il bicchiere di birra. 
- Pss…Ioria. – bisbiglio, attirando l’attenzione del ragazzo su di me. Aiolia si sporge appena per sentire meglio ciò che ho da dirgli.
- Non per farmi i fatti suoi, ma…- inizio.
- Cos’è successo tra Milo e Morgana? – mi interrompe Elle bruscamente, usando una delicatezza pari a un difensore che entri a gamba tesa sull’avversario, decidendo che farsi i cazzi del greco è più interessante che discutere lesbicamente di Shaina e Morgana. Aiolia scruta l’amico per un attimo, come studiando la situazione per capire se può rispondere alle nostre domande o meno, prima di lasciarsi sfuggire un:
- Stavano insieme al liceo. –

- Aspetta. – faccio – Ma lei…-
- È più grande di lui? Sì, di un anno e mezzo. – conferma il ragazzo.
- Ed è finita male. – deduce Elle dalla sua espressione.
- Sì.-
- Quanto male? – azzardo.
- Malissimo. – ribadisce il biondo, guardandosi attorno sempre per verificare di non rischiare un pugno. Anche perché, mentre l’interessato sembra essere in pieno attacco di furia repressa, io, le ragazze, Kanon, DM e Aphrodite siamo tutt’orecchi. Non che i tre ragazzi non conoscano la storia, chiaro. Ma perché perdersi l’occasione di dissotterrare i cazzi altrui, dopotutto?

Comari.
Almeno Saga, Camus e Castalia hanno la decenza di far finta di portare avanti una conversazione!
Aiolia decide di proseguire con i dettagli:
- Si sono messi insieme in…- fa una pausa, aggrottando la fronte, poi chiede sottovoce un aiuto: -Cos’era Camus? La seconda superiore? –
- Sì. – conferma il francese, rendendosi conto che è impossibile far finta di non sentire e decidendosi a darci retta. – In seconda lui, in quarta lei. -
- Ed è durata fino…fino a metà della nostra quarta. – riflette velocemente Ioria, ottenendo un cenno di conferma da parte del coinquilino di Milo.

- E…? – chiede Elle – Insomma, che è successo per lasciargli quella faccia scura quando la vede?–
- Hai detto la parola giusta. – interviene Aphrodite – Lasciato. –
- Di sana pianta. – aggiunge DM.
- E senza nessuna ragione. – fa eco Kanon.
Tuttavia, Camus scuote la testa e Ioria specifica:
- Una ragione c’era. Non lo amava più. Insomma, era anche più grande, sono stati insieme un anno e mezzo, lei era già all’università…quanto pensate potesse durare? –
- Uhm. Mi puzza di farina del sacco di Castalia, questa. – commento.
- Un po’. – ammette lui - Ma a guardare indietro…-
- A guardare indietro, poteva almeno darmi dei segnali, invece che piantarmi da un giorno all’altro! – sbotta Milo in questo istante con un movimento violento del braccio che gli fa versare un po’ di birra, causando uno spostamento brusco di Aphrodite.
Vichingo sì, ma i jeans di Armani non si sporcano!
- Oh porca puttana! – salta su Kanon, sbuffando – Sta’ zitto, muovi il culo e andiamo a pogare, vulvetta lamentosa![3] – detto questo, lo afferra per un braccio e lo trascina verso la folla, ben deciso e farsi strada con la violenza per arrivare davanti. DM e Aphrodite decidono di seguirli.

- Non dev’essere stato divertente. – osservo in mezzo al silenzio creatosi.

- Infatti. Neppure per quelli che hanno raccolto i pezzi, credimi. – commenta Camus, lasciando trasparire un raro lampo di comprensione al ricordo della situazione.
- E da lì il cuore di Milo si è spezzato, ha smesso di credere nell’amore ed è passato alle scopate selvagge per non soffrire? – fa Elle.
- La ferita dell’eroe. – aggiunge Lili.
- Non proprio. – dice Castalia, e onestamente ringrazio che sia lei a darci un parere critico - Ci ha messo un po’ a riprendersi e alla fine ha intrapreso questa strada. Non è che non si fidi più…secondo me è perché non…-
- Non c’è più stata nessuna come Morgana? Ma ti prego, Marin! Guarda, quasi quasi chiedo a Saga qualche teoria psicologica inutile al riguardo! –
- Prima o poi la smetterai, Elle. – si lamenta il soggetto in questione.
- Mai! – rivendica lei con determinazione, prima di ammettere a mo’ di riflessione: - Milo innamorato è qualcosa che faccio fatica a concepire. –
- Se è per questo pure Death Mask. – le faccio notare.
- Quello non è neppure da prendere in considerazione. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- EHI! EHI! –

- EHI! –

-  PORCA MISERIA! CE L’HO CON VOI! –
- Eh? Oh ciao Lexi! – saluta Lili, facendoci voltare verso la ragazza che si sta avvicinando, facendosi strada tra gli sbronzi e i corpi sudati.
Che schifo.
- È mezz’ora che mi sbraccio! – fa lei a mo’ di saluto.
- Scusa, eravamo impegnati a farci non troppo velatamente i fatti degli altri. – ci giustifica Elle, prima di notare: - Che diavolo è successo ai tuoi jeans? –
- Ah, guarda, lasciamo perdere! Mentre venivo qui quasi non mi investivano! Un pazzo in bicicletta è sbucato da una curva e ho dovuto letteralmente lanciarmi contro il muro per non essere travolta! –
- Che stronzo. E si è fermato? –
- Macché! Aveva su delle cuffie più grosse del suo cervello e più assurde del suo taglio di capelli discutibile! Ah, ma gli ho lanciato tante maledizioni da causargli il malocchio, guarda! È in momenti come questo che vorrei avere la possibilità di poter urlare MANGIALUMACHE! [4] –
- Uh uh! – esclamo, divertita dalla citazione.
A dire il vero non è la prima che le sento fare. Dopo il primo incontro al T.A.R.D.I.S., abbiamo avuto modo di tornare un paio di volte alla fumetteria, anche solo per dare un’occhiata, il che ci ha portato a scambiare più che quattro chiacchiere con Lexi. Anzi, da quello che so lei e Lili si sono anche scambiate i numeri e si sentono regolarmente. Credo che si possa dire che sia praticamente dei nostri.
- Uh-WOW, vorrai dire! Vedo che vi trattate bene! – commenta in questo istante, riferendosi ai nostri  accompagnatori – Qui siamo su un tutt’altro livello del vostro appartamento! –
Oh giusto, ieri sera era a cena da noi e ha avuto modo di conoscere i nostri coinquilini.

D’accordo, a ripensarci bene direi che è DEFINITIVAMENTE dei nostri, se consideriamo che ha letteralmente asfaltato Hyoga all’X-Box, battuto Pegasus e Sirio a Monopoly stando in squadra con Lili (si sono contesi il Parco della Vittoria fino all’ultimo e con diverse minacce di morte reciproche) e immediatamente adottato Andromeda, dato che non faceva che fargli pat-pat sulla testa esclamando “Che carino!”.
- E non hai ancora visto gli altri. – commento.
- Ce ne sono altri?! –
- Li vedi quelli là davanti? I tre biondi…- le indico Phro, Milo e Kanon -…e quello con i capelli blu? Be’, li conosciamo. –
- Purtroppo. – aggiunge Lili.
- Alcuni molto da vicino, sembrerebbe. – si lascia scappare Elle, beccandosi un’occhiata incendiaria da Lili.
- Non abbiamo ancora chiarito cosa…- fa infatti per replicare quest’ultima, quando Lexi osserva perplessa, indicando la figura di Kanon:
- Ma quello non era qui vicino fino a due secondi…- sposta il dito alla sua destra, trovandosi davanti Saga: - Ah! Gemelli! -
- Sì – confermo con un cenno del capo.
- Due per uno! – fa lei divertita.
- Sì be’, dipende se preferisci il genere depresso o il male fatto persona. – le dice Elle, prima di esclamare nel fissare lo schermo del suo cellulare: - Uh! Shura ha ricevuto il mio “Villeggiatura di Settembre”!-

Ah sì, mi sono dimenticata di dirvi che Elle ha deciso di tormentare Shura ogni volta in cui prende in prestito i suoi libri. Prima di uscire stasera gli ha mandato una foto del Simposio aperto e adagiato sulla propria scrivania, con una spiaggia tropicale come sfondo del desktop e un ombrellino da cocktail come segnalibro.
Vedo Lili scuotere la testa rassegnata, mentre Lexi si guarda attorno.
- Shura? – ripete – Il tizio con venticinque nomi? –
- Esatto. Chiamalo Esteban quando te lo presenteremo. O Alejandro. –
- Felipe, Elle, è quello che fa più ridere. – si intromette l’altra mia coinquilina.
- Sai chi non sembra aver voglia di ridere? – fa Lexi – Quel tizio laggiù che parla con uno dei gemelli. –
Seguo la direzione indicata dal suo cenno, scorgendo la figura inconfondibile di Camus tutto preso da una conversazione fitta fitta con Saga un po’ più in là, lontano dalla calca e con le espressioni piuttosto serie.
- Nah, lasciali perdere – fa Lili - Sono fatti così. –
- Anche l’altro è dei vostri? – domanda Lexi, sempre riferendosi a Camus.
- Purtroppo sì. Abbiamo provato ad abbandonarlo per strada quest’estate, nella speranza che si perdesse…- inizia Lili.
- E che si trascinasse dietro anche Milo, di conseguenza…- aggiunge Elle.
- Ma non ha funzionato. Sa ritrovare la strada di casa. – sospira l’altra.
- Qual è il suo problema? – domanda Lexi divertita.
- È francese. – butta lì Elle.
- Ah, ecco. Questo spiega tutto. –
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Bene bene bene. Guarda chi si rivede. –
Sul palco hanno momentaneamente smesso di suonare. È stata proclamata una pausa di dieci minuti, e le nostre voci possono tornare ad un volume normale, più o meno. Le orecchie hanno comunque risentito dell’esposizione ai decibel, quindi è difficile fare andare d’accordo queste due realtà. Tuttavia, riusciamo perfettamente a sentire la sopracitata osservazione, proveniente da poco distante da noi, sulla destra.

Ho già sentito questa voce.
- To’ guarda – fa Lili – Sono ricomparse le sirenette –
Ebbene sì, sta parlando del gruppo di Julian Solo, schierato al gran completo sul prato in attesa che ricominci la musica. Avevo ragione: era la voce di Sorrento quella che si è rivolta a noi, attirando al nostra attenzione.
Sento una morsa allo stomaco nel rendermi conto che dovrebbe esserci anche…oh, eccolo. Sta in piedi tra Baian e Kira, l’espressione indecifrabile mentre i suoi amici si rivolgono a noi. Per un attimo lo vedo scrutare il nostro gruppo, come in cerca di qualcuno.

Credo cerchi Hyoga, ma non ne ho la certezza. Inoltre, il cenno di saluto che Isaac rivolge alla sua destra mi fa notare che Camus si sta riavvicinando in compagnia di Saga, DM, lo svedese, Milo e il gemello minore, ritornati dal pogo selvaggio.
- Ma tu guarda. I pesciolini rossi sono di nuovo fuggiti dall’acquario. – lancia la voce di Kanon in direzione del gruppo. – Ehi, lo sapete che non dovete avventurarvi fuori  da soli? Potreste finire mangiati. Soprattutto senza il vostro signore. –
Ora che me lo fa notare…
Julian non c’è.
- Solo non è con loro. – dico alle ragazze, invitandole a fare caso all’assenza del ragazzo.
- Julian era impegnato. – taglia corto Baian.
- Né con il pifferaio né con la quella carpa bionda, si direbbe. – sghignazza Kanon, alludendo palesemente a Sorrento e all’unica presenza femminile nel gruppo – Tra l’altro Tetis, che ci fai con questi molluschi? Non lo vedi che il pesce di punta non è con loro? O hai deciso di nuotare in acque più scadenti? –
- Mai scadenti quanto le tue, Dragone. – lancia la bionda, fissando il nostro gruppo con palese disprezzo.
- Come dice quella? Ma le faccio lo shampoo con la birra e le faccio ingoiare il bicchiere! –
esclama Lili.
- E sprecheresti la tua birra? – le faccio notare, accigliata.
- E chi ha detto che avrei usato la mia?! –

- Sapete ragazze…credo che mi occorra un riassunto. – fa Lexi, fissando a turno il gruppo di Solo e i nostri amici, intenti a guardarsi con sospetto.
- Dunque. – fa Lili, prendendo fiato e riassumendo la situazione, senza dimenticare i trascorsi di Crystal e di Saori - A dire il vero credo che loro stiano cercando di attaccare briga per fare in modo che ci scappi il morto…  che per ovvi motivi sarebbe quella specie di mollusco là. –
- Credo si chiami Kaysa, Lili. – noto, facendo mente locale sul viso dell’unico ragazzo che non conosco.
- Non dare nomi che poi ti affezioni. –
- Ma quello non è Krishna? –
- No, Elle, Krishna è l’altro. – la correggo, indicando il ragazzo giusto.
- Come si chiama, scusa? – si intromette Lexi. – È uno scherzo, vero? –
- Purtroppo per lui, no. – sospiro, mentre le mie coinquiline si guardano e quasi in simultanea si mettono a canticchiare “Hare Krishna, viva Krishna, il mio Krishna!” [5], facendomi sbottare dopo un po’:  – Oh, per la miseria! –

- Sai Lili, hai dimenticato un dettaglio essenziale per la faida tra gang, però.  – osserva Elle, interrompendosi e decidendo di passare ad altro.
- Cioè? -
- Che Micky ha una cotta per Polifemo. –
- Elle! – protesto.
- Neghi? –
-No! Cioè, sì! –
- Troppo tardi, vale la prima. – fa Lexi ridendo. – In tua difesa posso dire che è l’unico un pochino decente, lì in mezzo. -
- Uhm…grazie. – mormoro, sperando che nessuno delle sirenett…ah-ehm, della banda di Julian abbia sentito.
Per fortuna, la musica sta riprendendo, e le persone hanno ricominciato ad assemblarsi in modo fitto davanti al palco.
A proposito…
- Guarda guarda…altre signorine. – fa la voce di Tisifone, di ritorno dalle prime file con la sua amica, mentre si fa strada fino a noi urtando “accidentalmente” Tetis.
- Dov’è Solo? – chiede Morgana senza particolare enfasi.
- Non lo so, chiedetelo a Sorrento. – fa Kanon con espressione malevola, fissando la vittima della battuta dritto negli occhi, per poi lanciare: - Hey Kaysa, perché non ti butti nel mezzo, è il posto migliore per godersi lo spettacolo! –
- Crepa. – gli ringhia conto l’interpellato, gettandosi un’occhiata attorno per assicurarsi che nessuno dei nostri lo afferri per gettarlo nella mischia, giusto per compiacere il ragazzo. Soprattutto perché la maggior parte dei presenti al festival vanta una presenza fisica poco minore se non pari ad Aldebaran. Lemuri, ovviamente, non se la caverebbe bene.
- Julian stasera usciva con Saori. – dice a questo punto Sorrento con espressione chiaramente contrariata, mentre lo sguardo di Eris tradisce l’odio più puro nei confronti della rivale.
- Sai quanto me ne frega. – ribatte Kanon.
- Saori? – fa invece Marin, sorpresa dal cambio di atteggiamento della ragazza.
Elle e Lili mi lanciano un’occhiata, avendo bene in mente la conversazione svoltasi tra me e Isabel qualche giorno fa. Scrollo le spalle, non sapendo cosa aggiungere.
Io do’ consigli, se richiesti. Ma per quello che riguarda le azioni…è un’altra storia.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Allarme rientrato, per fortuna. Il gruppo di Solo è tornato al proprio posto e…
Ommioddio. Isaac sta tornando dal bar.
Calma. Calma.
Sono momentaneamente da sola perché le ragazze sono al bagno e i ragazzi un po’ più avanti ma…
Ohperlamiseriasièfermatodavantiameemistaguardando!
Di’ qualcosa. Qualsiasi cosa. No, aspetta. Nessun suono inarticolato. Fai almeno lo sforzo di mettere assieme due vocali!
- Ciao – faccio.
Oh, bene. Molto bene.
- Ciao. – ricambia.
Okay. Prossimo passo.
- Come va? –
Per la miseria, non sono mica tanto male quando voglio.
- Bene, tu? –
- Bene, grazie. – rispondo, cercando disperatamente un  argomento per avviare la conversazione.

- Ti sei laureato di recente, giusto? – chiedo infine.
- Sì, esatto.  A Luglio. – conferma – Come lo sai? –
- Me l’ha detto Hyoga. –
- Ah. –
Silenzio.
Forza, Micky. Forza!
- E…cosa hai deciso di fare? – butto lì, cercando di sviare l’attenzione da Crystal ed i loro precedenti.
- Ho intenzione di proseguire. Inizio la magistrale a fine mese. – noto un lampo di fierezza nel suo sguardo mentre lo dice.
- In cosa? – indago.
- Sicuramente ancora in Fisica. Al 90% su quella del sistema terra. –
- Figo.- commento, cercando di non sembrare stupida.

- Ci capisci qualcosa di Fisica? – domanda, studiandomi con attenzione.
Ecco. Appunto.
- Non proprio. Faccio piuttosto fatica a capirla. Hai tutta la mia ammirazione. – ammetto mestamente.

Eh? Cosa?
Ma sei deficiente, vero? Che commenti sono?!
Forza. Inventa una scusa, batti in ritirata e sbatti ripetutamente la testa contro un muro. Anzi no. Vai da Shaka e fatti insultare come il rifiuto umano che sei.
Avanti, marsch!

 - Tu cosa studi? –

Oh. Questa non me l’aspettavo. Meglio rispondere.
- Teatro. –
- Figo. – asserisce, con un’occhiata che non riesco ad interpretare.
- Be’, dipende, insomma…- comincio, prima di rendermi conto di aver involontariamente centrato la questione. Lo guardo, notando che sembra divertito.
- Okay, ho capito. – dico, sorridendo. – E…-
- ISAAC! LE BIRRE! –

E CHE TU SIA MALEDETTO, KRISAORE!

Abadir sbuffa, dopodiché si rivolge a me, accennando al suo gruppo:
- Scusa.- fa una breve pausa - Devo andare ad abbeverare le bestie. –
- Ma certo, ci mancherebbe! – dico, cercando di non pensare a come le nostre brevi conversazioni vadano sempre a finire in questo modo. Gli rivolgo un cenno del capo, e lui si allontana in direzione dei suoi amici.
In realtà non va molto lontano. Abbastanza per stare con gli altri, ma non così tanto distante da me.


Studio il suo profilo in silenzio, sperando che nessuno mi colga sul fatto.
Lo faccio spesso. Studiare le persone, intendo. Cerco di cogliere i dettagli, mi pongo delle domande. Passando per spostata, probabilmente.

La superficie irregolare della cicatrice è visibile solo a tratti nella luce proveniente dal palco, anche se risulta per lo più coperta dal ciuffo di capelli che gli ricade sulla parte sinistra del viso, non so se per la scelta di un taglio tattico o se per puro caso. Il dettaglio dell’occhio però non è disturbante come si potrebbe pensare. E non gli occupa tutta la faccia, come sostiene Elle.
Il resto del volto è piuttosto regolare, con la mascella definita e ben rasata. Jeans, Adidas nere, maglia dello stesso colore e giubbotto di pelle. Anche se ha l’età di Hyoga, ha l’aria più matura, grazie anche alle spalle larghe e alla postura ben dritta.
Mi chiedo quale ruolo occupi nella cricca di Solo, soprattutto se consideriamo che pare essersi conquistato il rispetto di Kanon, e non è poco. Inoltre, mi incuriosisce il suo atteggiamento verso Crystal. Gli altri dicono che tra i due non scorra buon sangue, ma Abadir non mi sembra affatto un attaccabrighe come Kira.
A proposito, quest’ultimo dice qualcosa ad Isaac che lo fa sorridere leggermente, per  poi scrollare le spalle e tornare a fissare con attenzione lo spettacolo sul palco. Non senza aver prima girato lievemente il capo verso sinistra.
Sposto immediatamente gli occhi, temendo di essere colta in fallo. Ho la vaga sensazione che si sia accorto di essere osservato.
Tuttavia, nel far finta di niente incrocio lo sguardo di qualcun altro.
Mi sento arrossire nel notare che Camus ha visto tutto. Devo avere l’aria proprio patetica. Lo vedo distogliere l’attenzione quasi subito, probabilmente per non risultare indiscreto, e riprendere la conversazione con Saga, che invece sta perlustrando la folla con aria annoiata.
Con discrezione, torno a concentrarmi su Abadir, ripensando a quelle poche conversazioni che abbiamo avuto.

Quella sensazione. Di nuovo. Quella di cui parlavo con il francese. La vaga impressione di aver attirato l’attenzione di questo ragazzo, per un motivo a me sconosciuto. Tuttavia, è solo una mia percezione.
Forse.
Potrei scoprirlo.
Ecco un pensiero decisamente folle.

Eppure…

Insomma, l’ho già fatto, no? Certo, le altre volte non è andata come speravo, tutt’altro… ma almeno ha sbloccato la situazione, anche se non nel senso in cui avrei preferito.
Qualcuno potrebbe dirmi che non dovrei; che non sta a me; che potrebbe creare una situazione ambigua, e chissà cos’altro.

C’è solo un modo per scoprirlo: rischiare.

Avanti. Non è difficile come sembra.
Devo fare due respiri ben profondi, prima di agire. Buttarmi, ecco. Una vera e propria missione suicida, che si avvia mentre mi avvicino a lui, alzando la voce quel che basta per farmi sentire e cercando di non passare per pazza.
- Isaac –
Il ragazzo volta il capo nella mia direzione, chinandosi appena per sentire cos’ho da dirgli.

Forse è l’euforia causata dalla musica. O la conversazione. Forse, quella punta di coraggio che ogni tanto spunta fuori. Non è successo molte volte, però è accaduto.
Magari è il pensiero che non ho nulla da perdere.
Qualsiasi cosa sia, razionale o non, è abbastanza da prendere ancora una volta fiato e, senza pensarci, lasciarmi sfuggire un:
- Usciresti con me? –
 
N.B:
[1] Shura : termine giapponese con cui ci si riferisce alla entità religiosa buddhista ed induista 
Asura; sciura: termine dialettale lombardo;
[2] Sergente Maggiore Hartmannoto personaggio del film Full Metal Jacket (Stanley Kubrick, 1987);
[3] cit. Loki in The Avengers (Joss Whedon, 2012);
[4] Incantesimo nell’universo di Harry Potter;
[5] cit. Scrubs, 5x17, Il mio fegato a pezzetti

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Capitolo 24
*** Norwegian Wood ***


Norwegian Wood
 
 
 

- Dunque. Ricapitoliamo. –
- Ma Lili, abbiamo…-
- Una sera di Settembre, decidiamo di andare ad un festival. –

- Sì. –
- La cui musica poteva essere decisamente meglio, e dove abbiamo scoperto i retroscena scabrosi di Milo…-
- Evitiamo di divagare, Elle. Dunque, la musica era discutibile e Milo ha ancora quindici anni. Ma, mentre ce ne freghiamo bellamente, incontriamo gli Street Sharks [1]…-
- Le Mermaid Melody [2],vorrai dire. –
- Zitta, Elle. Dicevo, ci imbattiamo nelle sirenette. Apriamo le scommesse su chi la spunterebbe in un’eventuale rissa tra signorine, rischio di farmi un bel gruzzolo…–
- Ma non hanno neanche cominciato. I Solo Boys si sono ritirati prima. – interrompe di nuovo Elle.
-…e tu intanto che fai?! – le parla sopra Lili.

- Chiedo ad Isaac di uscire. – mormoro.
- Chiedi ad Isaac di uscire. – ripete lei.


- MA COME DIAVOLO TI È VENUTO IN MENTE?! – esplode Lili.
- I-io…io non lo so, eravamo lì, abbiamo fatto due chiacchiere, era carino…- tento di giustificarmi.
- Carino in stile freak, intendi. –
- No, Elle, carino inteso come carino. – ribatto.
- Non rientra nel mio vocabolario. –
- Una missione suicida. Ecco cos’è stata. – borbotta intanto l’altra ragazza.
- Tanto per intenderci, stiamo parlando di Polifemo? – si intromette una terza voce.
- Esattamente, Lexi. Esattamente. – conferma Lili, sempre scrutandomi con sguardo di biasimo. Il nuovo elemento della compagnia fa un lieve cenno di comprensione, ritornando a concentrarsi sull’articolo di musica che stava leggendo.
- Ancora non ci credo, comunque. – aggiunge Lili, tornando a fissarmi – Come possa esserti saltato in mente. A te, intendo. -
- Non lo so, i miei neuroni kamikaze hanno pensato che forse era meglio agire o la situazione non si sarebbe mai sbloccata. Non per merito suo, almeno. – dico apertamente.
- Non puoi saperlo, magari te l’avrebbe chiesto… – fa Elle.
- Oh davvero? Perché secondo te se non lo avessi fatto io, lui lo avrebbe fatto? Ma per favore, Elle! Queste cose non succedono, o meglio, non succedono A ME! -
C’è un lungo istante di silenzio in cui Lili mi fissa con un sopracciglio inarcato, Lexi inclina la testa con fare incuriosito e la terza rimane letteralmente a corto di parole.

- Scusa, non volevo mi uscisse così acida. - dico allora – Ma è così, credimi. –

- Okay. – riprende Elle – Quindi hai deciso di smuovere la situazione. E lui, in tutto questo… -
Oh. Lui.
Di tutta questa assurda faccenda, è il dettaglio più straordinario. Non bastavo io a fare il piccolo criceto imbarazzante. Oh no. Il destino doveva far impazzire la ruota e spingermi in una corsa affannosa che rischia di far saltare gli ingranaggi.
Perché Isaac, in tutto questo…
Ha detto sì.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- È inutile che cerchi lì dentro, il cioccolato è finito. –
La voce di Saga interrompe la mia disperata ricerca nella sua ancora più desolata credenza.  Sbuffo, abbandonando la cucina e tornando verso il salotto, lasciandomi pesantemente cadere sul divano accanto alla sua figura stravaccata.
Maledizione a me che non ho ordinato il dolce, quando abbiamo chiamato il greco d’asporto! E maledetti pure lui e il fratello, sempre a corto di scorte!
Ho più fame del solito, perché, come sono ansiosamente cosciente, mancano esattamente cinque giorni al mio appuntamento.
Cinque giorni.
Spero solo di distrarmi, stasera.

Lo sguardo mi cade sulla borsa del ghiaccio premuta contro la gamba destra di Saga, dove si trova da quando sono arrivata, anzi, da prima del mio arrivo.
- Ti fa ancora male? – domando, perplessa.
- Già. -
- Si può sapere come mai? –
- Te l’ho detto, sono stato a giocare a basket con Aiolos e alcuni dei ragazzi del centro…- mi spiega, sistemandosi meglio sul divano.
- Hanno usato la tua rotula  e gli annessi come palla? – osservo con un sopracciglio inarcato, pensando distrattamente al tempo che Micene trascorrerà qui, ovvero molto di più rispetto a prima per colpa della questione del matrimonio. Non ho capito bene come si sia messo d’accordo col lavoro, ma pare che per ora lo vedremo sporadicamente, con l’avvicinarsi della data sempre più spesso.
Maiunagoia, è stato il commento di Kanon quando l’ha scoperto.
- Residui del liceo. – è la risposta di Saga alla mia domanda, una frase a dire il vero poco chiara per me.
- Cioè? – chiedo.
- Non ti ho mai detto che ero nella squadra di basket? – chiede, sorpreso.
- No. – rispondo, per poi aggiungere: – A dire il vero non mi hai mai parlato di quando eri al liceo. O del collegio. O dei tuoi. –
Saga mi fissa per un lungo istante, l’aria di chi sta riflettendo attentamente sulle mie parole.
- Oh. – fa dopo un po’- Giusto. Be’, sono entrato in squadra il primo anno. – sintetizza.

- E…? – insisto.
- E cosa? –
- Vuoi darmi altri dettagli? Sei entrato in squadra, okay, ma cosa c’entra con la tua gamba? Perché proprio basket e non nuoto come Kanon? O rugby? O tennis? O curling? –
- Curling?! – esclama.
- Uff, facciamo bocce, allora. – lo accontento.
- Ah beh, con quelle…- è il commento fulmineo della terza persona presente.
- Kanon! – scatta Saga all’istante.
- Oh smettila. Non ci hai giocato fino ai diciotto anni, cerchiamo almeno di migliorarti la reputazione nel certificare che hai imparato! – sbuffa il gemello.
Saga alza gli occhi al cielo.
- Farò finta di non averti sentito…- sentenzia – E si può sapere perché hai piantato su questo casino?! –
In effetti, il salotto assomiglia più ad un campo di battaglia che alla stanza pensata in origine. No, non è colpa dei panni accumulati in giro, quelli ormai fanno parte della decorazione. E neanche dei quattro PC, nelle rispettive borse, abbandonati all’angolo tra la cucina e il corridoio.
Eh no, il problema è il computer fisso che Kanon ha ricevuto l’ordine di aggiustare e che ha ASSOLUTAMENTE DOVUTO smembrare sul tappeto del salotto, manco fosse la scena del crimine di uno splatter informatico.
Sweeney Kanon, il perfido informatico di Twin Street!
Giusto per rimanere coerente con la mia personalità musical.
Per la miseria, ma davvero in un computer c’è tutta quella roba?!
Ho rischiato di ammazzarmi come minimo quattro volte, anche perché il genio incompreso ha deciso che per lavorare deve stare allungato per terra e occupare lo spazio libero rimanente, in modo da poter operare e guardare la tv assieme.
Ah, dimenticavo di menzionare i contenitori del cibo greco lasciati qua e là, perché ovviamente, essendo tornato mentre io e Saga parlavamo di cenare, ha dovuto aggiungere almeno altri sette piatti per sé alla nostra ordinazione.
Non ho invidiato il fattorino.
Povero Nachi.
- Facciamo proprio schifo. – osservo, guardandomi attorno con espressione rassegnata.
- Parla per te! – mi rimbecca Kanon, ignorando il discorso palesemente a doppio senso intavolato col fratello due minuti fa.
- Giuro che se poi non fai sparire tutto…- lo minaccia Saga.
- Cosa fai? Butti tutto? Provaci e io butto te dalla finestra! –
- Come se potessi riuscirci! –
- Vuoi vedere?! –
- Va bene, va bene, calma. – mi intrometto – Kanon, torna al tuo giochino. Saga, io e te stavamo facendo un discorso. –
- Uhm. – ribatte lui, dopo aver scambiato un’occhiata di sfida col gemello – Sì. Dicevamo? –
- Basket. – gli ricordo – Perché proprio quello. -
- Ah. Strano, non saprei dirlo neanche io. Mi piaceva. Ero bravo. – fa lui, scrollando le spalle.
 - E poi che è successo? – indago.
- Mi sono rotto i legamenti del crociato in quarta liceo. –
- Davvero?  -
- No, per finta. Sì, certo, per davvero. – conferma.
C’è qualcosa, nel suo sguardo, che passa veloce come un battito d’ali. Un’ombra. Non tanto veloce da farmi sfuggire un’ipotetica forma di rammarico, ma abbastanza da farmi capire che non intende parlarne.
- Oh. Mi spiace. –
- Può succedere. – si limita a commentare lui, per poi mandare giù un sorso di Coca-Cola.
- Soprattutto se sei sfigato come lui. – aggiunge Kanon, tutto preso dall’esame di uno strano componente elettronico. Per tutta risposta, Saga gli lancia il contenitore di cartone delle keftedes in testa, prima di mettersi seduto e, rimettendo il ghiaccio in posizione, passarmi la custodia del Dvd scelto stasera in modo che possiamo visionarlo.

- L’unica partita che mio padre è venuto a vedere, pensa un po’. – si lascia sfuggire dopo qualche istante  – L’ho sentito urlare “Vai Saga!”, e poi sono finito per terra. -

- Ah. –
Non so cos’altro dire, così mi limito a prendere il DVD, alzarmi e fare lo slalom fino al lettore, inserendolo. Mentre afferro il telecomando, chiedo:
- Ti hanno operato? –
- Sì. – conferma. – Addio carriera agonistica. –
- Non hai più giocato? – faccio.
Scuote la testa:
- Solo per svago, e poco. Ora bastano quaranta minuti per soffrire per un giorno. – ammette, spostando appena la busta del ghiaccio, decidendo che forse è meglio dare un po’ di tregua alla gamba.
Soppeso l’immagine con lo sguardo per qualche istante, decidendo poi di chiedere chiarimenti:
- Ma come è successo, di preciso? –
- Vorrei capirlo pure io. - sospira, poi sembra raccogliere i pensieri e proseguire: - Stavo correndo a canestro, marcato stretto. Volevo fare una finta per smarcarmi e passare, c’era abbastanza spazio. Metto giù il piede, mi giro … un dolore indescrivibile, ti giuro. Mi sono ritrovato per terra senza capire da dove arrivasse e soprattutto ad implorare che smettesse. –
- E quel cretino di Aiolos a dirgli “Ma ti sei fatto male?”. No guarda, è che non avevo mai notato il colore del campo! – fa Kanon.
- Ma dai! – esclamo.
- Effettivamente me l’ha chiesto. – conferma Saga, ritornando alla posizione iniziale – Poi ha visto che chiamavano l’ambulanza e si è zittito. Anche mio padre, per fortuna.-
- Già, vaffanculo, Saga! Si è zittito talmente tanto che dopo gli allenamenti di nuoto io sono rimasto sotto alla pioggia per due ore, prima che si ricordasse di saper parlare e avvisarmi! – protesta Kanon.
- A proposito di Aiolos, suo fratello ancora non gli parla, vero? – domando, selezionando la lingua dal menu.
- No. – conferma Saga. – Sta provando in tutti i modi a spiegarsi, ma Aiolia si rifiuta di dargli ascolto. –
Già, Castalia mi ha accennato qualcosa del genere, l’ultima volta che l’ho incrociata per caso mentre uscivo da una libreria. Settimana scorsa, se non sbaglio.

Ioria sa essere davvero tenace quando vuole. E onestamente, considerata la situazione, non a torto.
- I suoi genitori non sono d’aiuto, mi è parso d’intendere. – butto lì, giusto per avere una piccola conferma alla mia ipotesi personale.
- Mai stati – replica infatti Saga, con un’affermazione che preferisco non approfondire.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Quindi? QUINDI?! QUELLA CAZZO DI TROTTOLA GIRA ANCORA O NO?! –
Il cacciavite per poco non finisce dritto dritto nel televisore, rischiando di annullare non solo l’effetto del finale del film, ma anche la visione di altre pellicole in futuro.
Pessima idea, far vedere Inception a Kanon. Non gli piace rimanere in sospeso. Proprio no.
Senza contare il repertorio di imprecazioni con cui ha accompagnato l’intero film, indirizzate sia a Leonardo di Caprio, sia al povero computer tra le sue mani.
- Kanon, è a libera interpretazione. – faccio, cercando di calmarlo.
- Sto cazzo! –
Appunto.
- Per me non smette. – commenta Saga, sbadigliando ampiamente. – Sarebbe troppo semplice. –
- Perché tu sei il campione mondiale delle seghe mentali. – ribatte l’altro.
- Nah, io lo batto. – mi inserisco – Forse dovremmo fare tutti come Aiolos e semplificarci la vita. –
- No, quello è stato lobotomizzato. – Kanon non perde occasione di infierire sul fratello di Ioria – Cosa stai facendo?! –
- Tolgo il DVD! – esclamo. – Mi pareva abbastanza ovvio. -
- No, lascialo lì. Lo devo rivedere e capirci qualcosa. –
- Adesso?! Ma sei fuori? Ma vai a dormire! – fa Saga, stirandosi, per poi dire: - Micky, ti porto a casa. –  tirandosi su a sedere e passandosi una mano sugli occhi per scacciare via il sonno.
- No, tranquillo. Faccio due passi. Va’ pure a letto. – ribatto, alzandomi e stirandomi  mia volta la schiena.
- È quasi mezzanotte e mezza e vuoi tornare da sola a piedi? Ti sei bevuta il cervello. –
- Saga…- protesto.
- Mettiti la giacca. – taglia corto lui, prima di rivolgersi al fratello: – E tu fai sparire questa roba, o potrei non essere responsabile di ciò che calpesterò! –
Kanon sbuffa, agitando molto gentilmente il medio nella sua direzione, mentre il gemello si infila il giubbotto e si accerta di avere le chiavi della macchina.
- Ricordati i sacchettini. – dice allora, lanciandomi poi un’occhiata malevola. – Non voglio multe perché il tuo animale la fa per strada! –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Micky. –

- Uhm? –
- Sento il rumore dei tuoi pensieri. –
Siamo partiti da pochi minuti da casa dei gemelli. Non ci vuole molto in macchina dal loro appartamento a quello dove sto io, quindi è probabile che Saga sappia esattamente come gestire il discorso che scaturirà da questa sua osservazione. Un commento ben poco casuale.
Comincia a conoscermi fin troppo bene…
- Sei nervosa. – osserva. Ci scommetto che è tutta la sera che mi sta studiando. – Perché? –

Rimango per un istante in silenzio, giocherellando con la mia collana a forma di Boccino d’Oro, regalatomi dalla mia migliore amica poco tempo fa. Mi serve ancora qualche secondo per raccogliere il coraggio di dire ad alta voce e concretizzare davvero cosa è successo.
- Ho chiesto ad Isaac di uscire, quando ci siamo visti al concerto. – ammetto, un po’ in imbarazzo. – E ha detto sì. -
- Ah. – è l’unico commento di Saga, mentre svolta a destra.
Passano ancora alcuni istanti, prima di rivolgermi il suo solito sguardo che, come sempre, non lascia minimamente intendere cosa gli stia passando per la testa.
 – E …? – domanda quindi.
- “E” niente, sono preoccupata. –
- Perché? –
- Come sarebbe a dire “perché”?! Secondo te? –
- Non vedo ragioni per cui tu debba esserlo. Vuoi illuminarmi? – spiega pazientemente.
Faccio una smorfia, prendendo tempo. Ne voglio parlare? Ne voglio discutere con lui?
- E…- inizio, ma ho ancora un attimo di esitazione - E se poi non gli piaccio? Forse mi ha detto sì solo per essere gentile ma…-
- No, se non fosse stato interessato ti avrebbe detto di no. Semplice. – risponde lui immediatamente – Prosegui. –
- Be’… e se mi rendo ridicola? O peggio, se si aspetta qualcosa, o vediamo la questione in modo diverso e …-
- In che senso? – domanda Saga, perplesso.

- Forse per lui potrebbe essere una botta e via, ecco. – quasi bisbiglio.
- E per te? –
- Ancora non lo so con precisione … -   
- Allora perché ti stai già fasciando la testa? –
Perché non posso farne a meno.
Perché non va mai bene.
Perché sono io.
- Già, forse dovrei smetterla. – mi decido invece a dire.
Mi conosce abbastanza bene, ma questo è meglio non esprimerlo ad alta voce. Non ora.
Anche se so che se si è accorto che sto cercando di chiudere l’argomento. Lo sento. In fondo, io conosco lui, e a volte non abbiamo bisogno di parlare per capire cosa stiamo pensando.
- Ne hai discusso con le altre? – mi domanda allora, facendo slittare lievemente il centro della conversazione.
- Elle e Lili? Sì, e penso di aver già rotto loro le scatole abbastanza con questa storia … – rispondo, ripensando alle conversazioni avute con le mie coinquiline.
Anche qui, ci sarebbe una parentesi da aprire. Ultimamente non ci vediamo molto spesso, tutte e tre. Io e Lili non abbiamo più molti corsi in comune. Io, inoltre, sto frequentando meno le lezioni e preferisco rimanere a casa a studiare, se non quando vado da Camus o, appunto, dai gemelli.
Lili, oltre agli impegni universitari, vede molto Lexi ed è difficile stare dietro ai loro orari, quando né io né Elle riusciamo a prendervi parte.
Quanto ad Elle stessa, la sua frequentazione delle biblioteche è assidua come sempre, in perfetta combinazione con il JJ, tavole di fumetti e sporadiche uscite.
Riassumo tutto a Saga, mentre imbocchiamo la mia via, finendo giusto nel momento in cui accosta per farmi scendere. In tempo per vedere Lili rientrare anche lei, a piedi. Le faccio un cenno dal finestrino, così si ferma e aspetta pazientemente che io scenda e per fare le scale assieme.
- Vado. – dico, voltandomi per salutare Saga – Grazie del passaggio. –
Scrolla le spalle, facendomi intendere che non è un problema.
- Quando esci con Isaac? – mi chiede, controllando di poter far manovra per tornare indietro.
- Martedì. – rispondo, ricordandomi all’improvviso, di nuovo, che siamo a giovedì e la data si avvicina. – Perché? –
- Volevo capire quanto potesse aumentare la tua ansia a livello esponenziale. – fa con un sorrisetto.
- Ah ah. E con questa, ti saluto. - dico sarcasticamente, prima di tornare seria e raccomandargli: - Stai attento a quella gamba, d’accordo? Poi ci sentiamo. Ciao! -
- Ciao. E stai tranquilla. –
Sì.
Come no.
ΩΩΩΩΩΩ
 

È solo sabato.
Non ci posso credere. Siamo solo a sabato?!
Mancano tre giorni a martedì. Troppi. Troppo pochi.
Cosa cavolo mi metto. E dove andremo, soprattutto!
Potrei stare male all’ultimo minuto. O uno dei ragazzi potrebbe fare un incidente…
No, Micky! Hai voluto la bici, ora pedali! Gli hai chiesto di uscire, brava coraggiosa suicida, e quindi uscirai!
Ma per la miseria, mica mi aspettavo che dicesse sì!!! Le altre volte non è mica andata così e…
- Kiki è distratto. –

-Uhm? – faccio, tornando alla realtà – Scusa Al, che cos’hai detto? –
- Kiki. – ripete lui, indicando con un cenno del capo il ragazzino che sta facendo riscaldamento prima della gara di atletica, nel caso specifico la staffetta, a bordo pista.
È giornata di competizioni, e siamo venuti a fare il tifo per lui, al campo sportivo principale della città. Oltre che nella staffetta, gareggerà anche nel mezzofondo, nei 1500 m se non sbaglio. Ci siamo io, Seiya, Aldebaran (stranamente non di turno in fonderia) e DM, che dato l’orario della gara (sono le 18.00, infatti) ha deciso di venire a corrompere gli animi dei liceali presenti mettendo in mostra i tatuaggi e spedendo uno dei Tre Moschettieri[3] a fare volantinaggio per lo studio.
Effettivamente, dopo aver sentito l’affermazione di Aldebaran, sposto lo sguardo su Kiki e noto come i suoi occhi balzino da una parte all’altra, cercando fugacemente tra gli spalti.
- Lili gli aveva detto che non ci sarebbe stata. – rifletto ad alta voce - E Mur è in ritardo. –
- Uhm. – è l’unico commento dell’altro, che scruta il ragazzino con espressione pensierosa. Guardandomi attorno, scorgo Shadir, Benam e Lear seduti nella fila centrale con tanto di striscione di incoraggiamento. A quanto pare, il più alto dei tre deve aver finito il suo giro di volantinaggio.
Lili, se non sbaglio, doveva aiutare Lexi al T.A.R.D.I.S. da dove Elle dovrebbe essere in procinto di tornare con una nuova scorta di materiale. Temo che questo mese abbia definitivamente rinunciato al cibo per sostenersi. Immolata per la causa fumettistica, si potrebbe dire.
- Ah eccoti! Dov’eri finito? – è il saluto di Aldebaran a Mur, che spunta in questo istante da dietro una coppia di genitori che viene a sedersi davanti a noi.
- Ho fatto tardi da Shaka, mi stava aiutando per una questione del mio dottorato di ricerca. – spiega lui, sedendosi accanto all’amico e alzando un braccio nel vano tentativo di farsi vedere dal fratello minore, che come prevedibile non gli presta la minima attenzione.
- A che punto sei? – si informa Aldebaran
- Per ora, fermo. – sospira Mur – Sto cercando di approfondire una questione con i mezzi che ho o posso procurarmi. –
- Potrebbero non bastare? – faccio – Insomma, la ricerca potrebbe bloccarsi? -
- Peggio. – ribatte lui - Mi toccherebbe chiamare mia madre. –

Eh?
- Tua madre? – ripete Seiya, perplesso.
- Sì. – conferma Mur, l’espressione di colpo leggermente contrariata – È un’antropologa, specializzata in miti antichi del Medio Oriente. –
- Non ce l’hai mai detto. E ora dov’è? – chiedo.
- In qualche angolo remoto in Myanmar –
- E tuo padre? –
- Medico senza frontiere, nello stesso posto. Dove va uno puoi scommettere di trovare anche l’altro. – mi risponde lui, l’espressione per un attimo molto seria – Ovunque tranne che qui, s’intende. –
Faccio per cercare il viso di Aldebaran e leggervi la conferma della strana nota percepita nella voce dell’altro, ma Pegasus ci interrompe:
- Ehi ehi, guardate! –esclama, indicando con enfasi la pista di atletica.
Notiamo che i concorrenti si sono disposti con cura nelle varie postazioni. Kiki si avvicina al suo blocco di partenza. Sembra nervoso, ora, a giudicare dai gesti rapidi con cui si aggiusta la divisa di gara e si passa una mano tra i capelli. Di colpo sembra essersi rabbuiato, ma non riesco a capire se sia solo una questione di concentrazione agonistica.
Mah.
3…2…1…
Partiti!
- CORRI! CORRI KIKI, CORRI! –
- Seiya! Ti stai zitto?! – salta su una voce, la cui proprietaria si sta avvicinando da dietro di noi, scendendo una delle rampe di scale che portano ai gradoni - Che sta facendo quello? KIKI, CORRI GUARDANDO DOVE VAI! –
- Ciao Elle. – fa Mur con espressione esasperata.
La mia coinquilina fa un breve cenno di saluto, lasciandosi cadere accanto a me, lo zaino palesemente pieno.
- Ciao. – sospira, sistemandosi accanto a me.
- Fatto spesa? – domando retoricamente.
- Già. Saluta i tre chili che perderò questo mese. –
- Vuoi i miei?! – propongo.
- Sul seno, grazie, e…-
- TU hai fatto sesso! –
Mi volto, notando lo sguardo scandalizzato di una signora alle nostre spalle, che si affretta a prendere il figlio di circa sette anni per il braccio e portarlo lontano da noi, in seguito all’esclamazione di uno dei nostri ad alta voce, come al solito noncurante della presenza di famiglie e bambini:
- Sì sì – insiste il sopracitato –Sono ero sicuro di non sbagliarmi! Tu hai fatto sesso! -
- Death Mask! – esclama a sua volta Al, allibito.
- Ma con chi ce l’hai…- inizio a dire, prima di rendermi conto su chi ha posato gli occhi l’interpellato. Un soggetto seduto accanto a me che, dopo i primi istanti di shock, ci voltiamo a guardare tutti, beccandoci delle occhiate seccate.
- Come diavolo …?! – fa Elle, poi si rende conto di essersi tradita – Oh, non voglio saperlo! –
- Momentomomentomomento…COSA?! – faccio.
- Cosa?! Con chi?! Shura non c’è! – salta su Seiya, prima di fare una pausa e proseguire, dubbioso: - Vero? –
- Certo che non c’è! – sbotta Elle – E comunque non sono fatti tuoi! -
- E chi ci dice che non fosse tutta una tecnica per farvela di nascosto, eh?! – ribatte DM.
- No, dico, c’eri anche tu in aeroporto quando è partito! – osserva lei.
- Quindi non è il caprone, eh? – è la replica immediata dell’altro – Interessante …-
- Fatti i fatti tuoi, pervertito. – lo rimbecca lei, notando poi come l’altro sposti lo sguardo sul nostro gruppo con fare indagatore, soffermandosi su alcuni di noi.
- Chi? Mur?! – protesta Elle nel notare come indugi sul fratello maggiore di Kiki, forse associando il loro ritardo nell’arrivare - No, no, no! No. No. No, no…- a Elle scappa palesemente da ridere mentre ripete con forza la negazione di tale ipotesi.
- Vuoi dire “no” un’altra volta? – sbotta il ragazzo con sguardo torvo, palesemente offeso.
- Ehm, scusa. – si riprende lei di scatto.
DM sbuffa.
- Pfff!  Come se potessi crederci – taglia corto -  Comunque, non preoccuparti, capra. Chiunque sia, finirò con lo scoprirlo. –
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Elle. – faccio all’improvviso.
Stiamo tornando a casa a piedi, a gara finita. Kiki e compagni hanno vinto la staffetta, ma il ragazzino è inciampato durante la 1500m ed è caduto. Nulla di grave, ma è uscito piuttosto seccato dalla pista, senza gettare, stranamente, più alcuna occhiata misteriosa verso gli spalti.
Un dettaglio che mi ha spinto a compiere delle brevi riflessioni e a pormi una semplice domanda.
Se Mur alla fine è arrivato e Lili non c’era…chi stava cercando Kiki?
- Uhm? – fa la mia amica, intenta a mandare un SMS.
- Non hai intenzione di…- azzardo.
- No. –
- Okay. Giusto per sapere. – confermo – Nessun problema. –
Giunte a casa, saliamo verso l’appartamento, trovando Lili in salotto, seduta al tavolo della cucina a studiare con le cuffie nelle orecchie e, sorprendentemente, canticchiare sottovoce quella che sembra essere una canzone dei Korn.

Ma che gli prende a tutti, in questo periodo?!
Nel vederci, la ragazza ci saluta con la mano e si sfila gli auricolari, probabilmente intenzionata a prendersi una pausa dalla sua occupazione per informarsi su come sia andata, nonostante assuma un’espressione perplessa dopo alcuni istanti dalla nostra entrata.
- Ciao Lili! – fa Elle - Oh, non vorrei dire una cavolata, ma Kiki oggi era davvero strano e…-
Sto per aggiungere la mia, ma l’altra mi batte sul tempo, lo sguardo puntato sulla nostra amica, esclamando:
- Ma tu hai fatto sesso!!! -
ΩΩΩΩΩΩ


Ci siamo.
Mi sono cambiata cinque volte, prima di decidermi per un paio di jeans, gli stivaletti neri, una maglietta blu liscia scollata al punto giusto, un maglioncino di cotone nero da lasciare aperto e il giubbotto di pelle. Comodo, semplice e abbastanza noncurante nel far notare il lato M.
Cerco mentalmente di convincermi che va bene così, che non sembro scema e che il bernoccolo sulla mia fronte non si formerà, nonostante Lili mi abbia tirato uno stivaletto, centrandomi in pieno, alla quarta volta che ho deciso di cambiare la mia mise per questa sera. C’è da dire che riteneva di avere una brutta mira e che io, della stessa opinione, non mi sono spostata.
Elle non la piantava più di ridere, e nemmeno Crystal ad essere onesti. Questo fino a che non si è accorto che Lexi e Andromeda avevano preso posto sul divano e che  la ragazza aveva messo apposta in disordine le sue riviste di snowboard.
A quel punto ha smesso.
Per fortuna, almeno gli altri non sono più di tanto in giro. Sirio ormai passa più tempo fuori che in casa, mentre Seiya si è buttato anima e corpo sul calcio. Anche perché Ioria, da tempo capitano, sta convocando allenamenti ad ogni piè sospinto, sospettiamo sia per risollevare la squadra dalle pessime partite dell’ultimo periodo, sia per sfogare la propria rabbia repressa.
Come biasimarlo.
So che volete saperne di più circa le vicende di Elle, ma posso assicurarvi che non so nulla di aggiuntivo rispetto a quello presumibilmente accaduto sabato. Ha menzionato l’accaduto, sì, con un paio di frasi brevi e semplici, ma nulla di che. Nessun dettaglio. Nessun nome. Onestamente, dopo esserci scambiate un’occhiata, né io, né Lili abbiamo insistito.
Ancora non ho capito come quest’ultima abbia fatto ad intenderlo così, al primo colpo, senza nemmeno che Elle avesse bisogno di dire qualcosa.
Fidati, mi ha detto quando le ho posto questa domanda, una lo sa.

Ma che vuol dire?!! Io mica lo sapevo! Se non fosse stato per Death Mask…
Già, se non fosse stato per DM!
È la frase preferita di Elle in questi giorni, per averla pubblicamente sputtanata. Ovviamente, Aphrodite già lo sa. E anche Milo. E Camus. E Kanon. Sicuramente anche Shura, che avrà sperato vanamente di poter essere lasciato in pace solo grazie a delle misere centinaia di chilometri tra lui e Demenzialandia.  
Senza menzionare la pioggia incessante di messaggi con cui DM tormenta Elle ogni giorno, per tentare di scoprire chi sia il soggetto con cui ha compiuto il misfatto.
Che comare.
Come se non avesse trovato un osso duro, tzè! Elle si farà ammazzare, piuttosto che cedere a tali pressioni, ci scommetto.
- Vogliamo ripetere, prima che tu esca? – mi apostrofa Lili, vedendo che mi sto infilando il giubbotto nell’attesa che mi arrivi l’SMS di conferma che è arrivato.
Appunto.
- Troppo tardi – annuncio alle altre, leggendo il breve testo e guardandole con un’aria che spero sembrare almeno tranquilla – Ci vediamo dopo. Ammesso che io non faccia cavolate. A quel punto non cercatemi. Vi lascio i miei libri e i film. I miei vestiti invece dateli pure a Dohko, scommetto che conosce qualcuno a cui rifilarli. –
Finisco la frase varcando l’uscio, e alle mie spalle sento Lili esclamare:
- E Shun a chi lo rifiliamo?! -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Eccolo lì.
In piedi davanti al portone, lo sguardo che perlustra la strada senza particolare enfasi, le mani in tasca e la posa rilassata, un pigro movimento del capo che cerca di scostare il ciuffo di capelli.
- Ciao Isaac. – lo saluto, chiudendomi il portone alle spalle.
Abadir si volta, indirizzandomi un sorriso sghembo che, lasciatemi essere onesta, più accattivante non si può.
You’re beautiful…
Senti James, cerchiamo di piantarla, e subito!
- Ciao. – mi risponde, puntandomi gli occhi addosso. - Come stai? –
- Bene, grazie, tu? – sorrido.
- Bene. – afferma – Andiamo? -
- Sì. – annuisco, affiancandolo mentre ci dirigiamo verso la sua macchina.
Andiamo.
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
Alla fine, dopo una breve consultazione, abbiamo deciso di comune accordo di andare a mangiare qualcosa in un pub. Nonostante il rischio elevato di fare figure discutibili che tale condizione forniva, ho apprezzato che preferisse fare due chiacchiere piuttosto che passare due ore a vedere un film, ponendo il problema della scelta, o in silenzio ad assistere ad un concerto. Anche se, a dirla tutta, mi espone alla possibilità che si accorga degli sguardi, forse indiscreti, che gli lancio.
Il tragitto in macchina è stato già di per sé difficile. Continuavo a spiarne il profilo nelle luci della sera, e ora siamo davvero a poca distanza l’uno dall’altra…
- Allora, hai iniziato i corsi? – domando, cercando di portare avanti la conversazione, davanti a una birra per lui e una Coca-Cola per me.
- Sì.  Alla fine ho scelto Fisica del Sistema Terra -
- Per fare cosa, dopo? –
- Ricerca per la geofisica ambientale, probabilmente – fa, prendendo una patatina dal piatto.
- Salvi il pianeta? –
- Solo a patto che la specie umana si estingua. –
Mi scappa un lieve sorriso: sono della stessa idea.
- Tu invece? – mi domanda.
- Sono al terzo anno di Discipline dello Spettacolo –
- Hai un campo specifico? –
Mi guarda dritto negli occhi, quando mi parla. Ammetto che all’inizio ero un po’ a disagio, ma ci ho subito fatto l’abitudine e mi sono chiesta se si sia accorto che stavo facendo la stessa cosa, ignorando del tutto la cicatrice che fa leggermente capolino da dietro il ciuffo.
Potrebbe sembrare strano, ma ho notato che Crystal faceva fatica a sostenere il suo sguardo, l’ultima volta in cui sono stati faccia a faccia.
- Ho dato molti esami di teatro, ma cerco di mescolare un po’ le carte. – ammetto. – Non mi piace…essere monotematica. -
- Tipo? –
- Esami di cinema, o televisione. Se non combaciassero gli orari, riuscirei perfino a seguire i corsi di musica. – spiego – Mi sarebbe piaciuto, anche perché di musica classica e opera, ad esempio, so ben poco. Quando siamo andati a vedere il concerto di un nostro amico e mi è un po’ dispiaciuto non capirci più di tanto. –
- Ioria, giusto? – domanda, dopo un attimo di riflessione.
- Sì. – confermo – Come fai a saperlo? –
- Kanon. – fa semplicemente, dopodiché decide di spiegare: - Quando condividi allenamenti quattro giorni e almeno una gara a settimana, un qualche tipo di conversazione riesci ad instaurarlo. Mi ha parlato di Ioria, anche se non quanto del fratello maggiore…Aiolos, giusto? –
- Esatto. Non gli è mai piaciuto. – considero.
- Temo che a Kanon non piaccia praticamente nessuno. – fa, ridacchiando appena – Forse rispetta, in qualche modo perverso, alcuni. Tipo Julian, per quanto si impegni a non dimostrarlo troppo. –
- Ho avuto l’impressione che non avesse nulla contro di te. –
Scrolla le spalle.
- Può darsi. - 
Dietro di noi, lo scoppiare di alcune grida di giubilo ci fanno voltare verso la sala centrale del pub, dove l’attenzione della maggior parte dei presenti è rivolta al grande megaschermo acceso. Noto l’espressione perplessa di Isaac, oltre che,  con uno sguardo rapidissimo, le sua mani avvolte attorno al proprio bicchiere, le dita lunghe e sottili.
Quasi inconsciamente, cerco di celare appena le mie, rovinate dal mio persistere a tormentarmi le pellicine alle estremità. Le incrocio una sopra all’altra sul tavolo,  lasciando la meno danneggiata, ovvero la destra, sopra.
- C’è una partita. – spiego con un lieve sorriso  – Credo le qualificazioni per la Champions League. –
Isaac annuisce, tornando a voltarsi verso di me.
- Non ci ho mai capito molto. – ammette – Temo di essermi sempre e solo focalizzato sugli sport d’acqua. –
- Ad ognuno il suo. – faccio - Onestamente di nuoto mi intendo poco…anche se non c’è nessuno come Michael Phelps. [4] -
- Ti piace Phelps? –
- A te no? – domando.
- Scherzi? Darei l’altro occhio per avere un decimo di quello che ha lui. Avessi continuato con le competizioni a livelli più seri, mi sarei imposto di almeno provare a batterlo! – s’illumina – Di così ne nasce uno al secolo. –
- Già…e diciamolo, il record di Spitz[5] bisognava pur batterlo, prima o poi! – scherzo.

- Aspetta, sai chi è Spitz? – domanda, e per un istante credo di cogliere una sincera sorpresa nel suo sguardo.
Ecco. Ci siamo.
Ora spiegagli quanto sei scema!
- Ehm…sì. – dico, imbarazzata.
- Come…? –
- Be’ ecco…io…diciamo che oltre al teatro, libri e cose così…mi interesso anche di…storia dello sport. Campioni, Olimpiadi… Mi…piace. Più che praticare uno sport vero e proprio, a dire il vero, il che è paradossale.–
Continua a fissarmi con un’espressione che non capisco.
Ti prego, non prendermi per pazza.
Sono solo strana.
Parecchio.
- Mi hai detto di aver fatto calcio, se non sbaglio. – ricorda dopo qualche istante, forse sentendosi in dovere di dire qualcosa.
- Già, ma per poco. Ho fatto anche pattinaggio artistico quand’ero più piccola, per un anno. Anche se quello che ho praticato di più è l’equitazione. In quella ero abbastanza brava...-
- E poi? – indaga.
- E poi ho deciso di concentrarmi sulla scuola. – dico mestamente, scacciando via l’ombra del pensiero che stavo per formulare.
Certe volte penso di aver fatto un grosso errore.
- Inoltre – proseguo, soffocandolo – Dopo un po’, se vuoi gareggiare, diventa un casino. –
- Posso capire. – annuisce - Anche io, col nuoto, ho cominciato a prendere le distanze dalle competizioni. Partecipo solo ogni tanto, anche perché la squadra non è più quella di una volta. –
- In che senso? –
- Nel senso che siamo bravi in tre e gli altri…be’, lasciamo perdere. – sbuffa – Kanon aveva ragione, quando ci siamo visti al parco quest’estate. –
- Non lo metto in dubbio, ma non ho intenzione di dirglielo e dargli un motivo per credere di avere sempre ragione. – dico in tono scherzoso.
- Vi degna della sua presenza? – fa, allo stesso modo.
- Quando si annoia. Anche se personalmente mi considera più un animale domestico. –
- E di che tipo? –
- Ancora non mi è chiaro. Credo una via di mezzo tra un criceto e un cane, vallo a capire! -
 
ΩΩΩΩΩΩ
 
- Eccoci. – dico nel riconoscere la sagoma del palazzo del nostro appartamento.
Dalle luci accese all’ultimo piano, ne deduco che alcuni di noi siano ancora svegli. Per un attimo, il pensiero che possano vederci dalla finestra mi sfiora la mente, ma lo caccio via. Poco importa, è un problema che affronterò dopo.
Noto lo sguardo fugace che Abadir rivolge al palazzo, forse pensando al fatto che qui ci abita anche Crystal, chissà.
- Ti inviterei a salire, ma purtroppo ho sei coinquilini più uno bonus piuttosto ingombranti e impiccioni. – faccio, ridendo, per poi essere fulminata dall’idea che potrebbe intendere male quel “salire”.
Oh porca miseria, piantala!, tuona la voce di Lili nella mia mente.
- Direi che non è il caso – mi fa eco Isaac, l’aria per nulla turbata dalla mia precedente affermazione.

- Sai, sono … sorpreso. – ammette dopo un po’  – Non capita tutti i giorni di essere invitati fuori così esplicitamente da una ragazza. –
- Davvero? – faccio, fingendo noncuranza, appoggiandomi al muro dello stabile.
Non girare il coltello nella piaga. Mi do’ già della cretina tutti i giorni per conto mio. O della disperata.
- Davvero. – conferma, allungando un braccio per trovare a sua volta appoggio alla parete, alla mia destra.
- Nemmeno una delle ragazze con cui sei uscito? – domando, perplessa.
Ti prego, dammi un dettaglio qualsiasi per sentirmi meno stupida.
- Diciamo che le ragazze con cui ho avuto a che fare hanno fatto in modo di farsi invitare. – osserva, l’espressione divertita.
- Oh. Capisco. – mi limito a dire, per poi aggiungere scherzosamente – Allora stavolta sei inciampato in una ben poco furba! -
- Non ho detto che non mi sia piaciuto. -
Non arrossire. Non farlo, Micky. Contieniti.
- Ah. Allora…lo terrò a mente. –
Wuuuuuuuuuuuuuu, i tuoi neuroni si sono appena suicidati.
Uno dopo l’altro.
Harakiri, proprio.
- Già. Pure io. –
Cos…?
Isaac mi lancia un’occhiata, poi, con un movimento che non riesco a prevedere, si sposta in direzione del punto in cui si è appoggiato con il braccio. Così, con una semplice e minima rotazione, si avvicina alla sottoscritta, che si ritrova così chiusa tra Abadir e il muro.

Ecco. È il momento.
E ora? Cosa devo fare? Cosa si aspetta?
Per la miseria. È così vicino.
Che buon profumo.
Il ciuffo di capelli mi sfiora la pelle, i lembi dei giubbotti quasi si toccano, mentre Isaac si china  verso il mio viso e…
L’impressione di avere raggiunto una nuova tonalità di rosso nel sentire le sue labbra muoversi e posarmi un bacio… sulla guancia.

Oh.
È stato più veloce di quanto pensassi.
Un attimo. Finito.
- Ci sentiamo. – dice poi, raddrizzandosi, il solito sorriso sghembo e accattivante sulle labbra.
- Sì. Ci sentiamo.- ripeto meccanicamente, cercando di mantenere un certo contegno nell’annuire a tale affermazione.
Ci scambiamo un’occhiata che non saprei definire, prima che si volti e si incammini con passo deciso verso casa, lasciandomi la scia del suo profumo che mi avvolge e il lampo di quel sorriso impresso nella memoria.

E adesso?
ΩΩΩΩΩΩ


Quelle chiacchiere al pub.
Un bacio sulla guancia.
Ci sentiamo.
La piega del giubbotto di pelle, appena alzato in vita per seguire il movimento del busto nell’avvicinarsi.
Non ho detto che non mi sia piaciuto.
MA CHE SIGNIFICA?!
Ho appena varcato la soglia, stralunata, la mente ancora fissa su quell’immagine, quando vengo travolta dalla scena apocalittica che si sta svolgendo nel nostro salotto.
Non importa da quanto tempo viviamo assieme, è sempre uno shock tornare a casa, quando Andromeda cerca di studiare, Lili e Crystal si pestano alla X-Box ed Elle, sporca di inchiostro, porta avanti una delle sue tavole. Soprattutto se, in sottofondo, si sente l’inconfondibile timbro di Milo, che esclama a voce altissima:
- È ARRIVATA! È ARRIVATA! –
- Ma cosa? – sento chiedere da Lexi, che spunta dalla cucina e manifesta così la sua presenza.
 Una veloce occhiata in giro mi fa notare l’assenza fisica del greco, nonché il cellulare di Lili appoggiato sul tavolo del salotto, lo schermo illuminato. Ne deduco che si tratti di una telefonata messa in vivavoce per farsi sentire da tutti i presenti.
- ANCORA NON CI CREDO, È QUI! –
- Chi? – domanda Seiya, che non si è mosso dal divano dal ritorno dagli allenamenti, a giudicare dal borsone da calcio abbandonato a terra di fianco alla porta d’ingresso.
- Come? – si aggiunge ovviamente Shun, abbassando appena il volume di anatomia animale che sta leggendo, seduto accanto all’amico.
- È ARRIVATAAAAAA! – continua la voce dall’altra parte del telefono.
- Metti un soggetto in quella fottuta frase! – protesta Lili, ma Milo la ignora completamente. Al che sentiamo dei suoni indicanti una leggera lotta per il monopolio del telefono, finché la voce di Camus non si intromette, spiegando:
-  La lettera. È arrivata la lettera. –
- Se non è quella di Hogwarts non m’interessa. – sentenzia Lili – Sto ancora aspettando di poter raggiungere i miei degni compari a Serpeverde. –
- Per la miseria Camus, lanciagli contro Lavoisier e fallo stare zitto! – esclama Elle, seccata dal tono di voce assunto dal greco, che continua ad emettere suoni di giubilo in sottofondo.
Il francese mi fa quasi pena, con il suo tono ammonitore che ripete “Smettila di gridare!”, mentre perfino il gatto  miagola in tono di protesta e una terza voce, sconosciuta, bassa e profonda, chiede in inglese cosa stia succedendo.
Il nuovo coinquilino!!!
Drizziamo contemporaneamente le orecchie, avidi di saperne di più in merito, ma dato che il francese gli risponde che non è nulla di grave e che Milo è solo felice perché gli è arrivata la lettera di conferma, l’altro ragazzo si limita a fargli delle meste congratulazioni e svanire (sonoramente parlando) dal nostro radar.
La lettera di conferma!
Ecco cos’è.
Infatti, la voce di Milo urla trionfante:
- SONO UN FOTTUTISSIMO AVVOCATO! –
 
 
 
 
 
N.B:
[1] Street Sharks = serie animata americana prodotta dalla Dic Enterprises, tipicamente degli anni ’90, dove quattro fratelli vengono trasformati in creature metà uomo e metà squalo in seguito ad un esperimento scientifico.
[2] Mermaid Melody = manga e anime giapponese di Michiko Yokote;
[3] I Tre Moschettieri = prendetelo come riferimento per i Cavalieri d’Acciaio
[4] Michel Phelps = considerato il più grande nuotatore di tutti i tempi, detto anche Lo Squalo di Baltimora
[5] Mark Spitz= è un ex nuotatore statunitense, vincitore di sette medaglie d'oro vinte alle Olimpiadi del
 1972, battuto solo da Phelps

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Capitolo 25
*** (S)he's Got You High ***


NdA: Welcome back, Cubers!
Sono ancora vivo, più o meno. Una piccola nota per annunciarvi che questo potrebbe essere l’ultimo capitolo del Cubo pubblicato su EFP.
Questo significa che smetterò di scriverlo? Assolutamente no!
Semplicemente, sto lavorando su un sito personale, dove sto trasferendo le storie messe su EFP: il Cubo, The Maiden & The Minstrel Knight e Over The Rainbow (nei racconti originali), che andranno così a raggiungere altre cosucce scritte qua e là e mai pubblicate.
Ci vorrà un po’, ma credo di poter togliere l’account per fine Ottobre, massimo metà Novembre.
Niente panico, tranquilli. Potete assolutamente rimanere sintonizzati, anzi, mi farebbe molto piacere avervi su altre frequenze! E come?
Ecco qui il link della pagina autore FB (§Tristan), da dove potete accedere al sito: https://www.facebook.com/tris1789/.
Eventualmente, potete raggiungerla anche dal mio profilo qui su EFP, finché ci sarò.
Tenete conto che al sito sto ancora lavorando, quindi non è precisissimo, ma ci si può iscrivere, seguirlo e stare dietro agli aggiornamenti senza problemi. Anzi, se doveste avere suggerimenti sarò ben felice di accoglierli. E’ anche possibile lasciare commenti, quindi non sarà molto diverso da qui, solo più personale.
Vi aspetto numerosi! Nel frattempo, enjoy  e…be’, quando giungerete alla fine spero di avervi dato un’ottima ragione per seguirmi anche altrove ;)
Louis/Tristan

 

(S)he’s Got You High
 

 
Ebbene sì, pare che l’albo degli avvocati ora conti un elemento in più, e che elemento!
Inutile dire che Milo non stava più nella pelle, ha indetto almeno tre feste per celebrare il successo. Per rispetto verso i nostri fegati e i nostri cervelli, lo abbiamo convinto a celebrarne solo una, per quanto notevole.
Non so nemmeno quanti siamo, ad essere sinceri.
Ci troviamo in un locale dove si mangia (requisito fondamentale), fanno musica dal vivo e a volte vengono anche invitati dei DJ, come stasera.
Praticamente, data anche l’ora, siamo in discoteca.
La maggior parte di noi non era mai stata qui, ma data l’impossibilità di piantare le tende al Cinque Picchi, Milo ha dovuto sfoderare le sue conoscenze del territorio, acquisite in anni di scampagnate illecite e compromettenti con Ioria, DM e soprattutto Kanon.
Quindi eccoci qui. Non riesco a fare a meno di chiedermi quali trascorsi oscuri abbiano avuto Milo e gli altri in questo luogo, dall’adolescenza in poi.
Devono esserci delle prove, da qualche parte!

- Mi spiace, non pensavo che ci sarebbe stato così tanto casino. – dico, rivolgendomi alla figura alla mia destra.
Isaac lancia un’occhiata alla sala, poi si volta verso di me e dice:
- Ma figurati. È…interessante. Decisamente diverso dalle serate che passo con Julian e gli altri, almeno da un anno a  questa parte. -
- Uhm. Sicuro? – chiedo, sinceramente preoccupata.
 Invitarlo alla festa non mi era sembrata poi una brutta idea. Prima però ho chiesto il permesso a Milo che, com’era prevedibile, ha prima guardato Camus, perplesso, e poi ha acconsentito, secondo la logica “più siamo e meglio è”.
Sì, si stava chiedendo se la fantomatica relazione che dovrei avere col suo coinquilino non sia in crisi. Lo capirà, prima o poi, che io e Camus non stiamo insieme.
Insomma, sto uscendo con Abadir!
Alla luce di come sta andando la serata, è palese che ho tuttavia commesso un terribile errore. Non tanto per Isaac, che ha comunque dimostrato di essere a proprio agio: ha parlato praticamente con tutti, perfino con Hyoga, e gli scambi di battute con Kanon sono stati notevoli.
Oh no.
Non avevo calcolato quanto GLI ALTRI sappiano rendersi imbarazzanti.
- Sicuro. – risponde con un sorrisetto, osservando divertito i vani tentativi di Seiya di muoversi a tempo di musica, mentre Shiryu e Hyoga fanno finta di non conoscerlo.
Sirio per fortuna può contare sull’appoggio di Shunrei, da cui si rifugia per una conversazione tra persone serie (forse) al riparo dall’amico.
Stanno ufficialmente insieme, ve l’ho detto? Mi sa di no. Ci sono volute settimane e manovre degne della CIA (almeno da parte nostra per farci sfacciatamente i fatti loro), ma hanno cominciato ad uscire seriamente, fino all’annuncio, un paio di giorni fa. Anche lì, abbiamo rischiato di dover cavare l’informazione, magari anche violentemente, dalla bocca di Sirio, se non fosse che Dohko è stato il primo a saperlo e ha mandato un messaggio a tutti, scritto in CAPS LOCK ON.
Non sa usare il cellulare, inutile specificarlo.
- Se ti annoi basta dirmelo. – mi affretto a dire ad Isaac.
- Se fosse così l’avrei già fatto. - ribatte lui - Anche se trovo piuttosto interessante il fatto che alcuni dei tuoi amici facciano finta di niente, ci guardino e poi si scambino delle occhiate. –

Uno sguardo veloce alla pista è sufficiente a cogliere Ioria e Milo in fallo, se non addirittura Lili e Elle.
- Perdonali, non lo fanno con cattiveria. – faccio, scuotendo la testa.
È che mi conoscono.
Non potete neanche immaginare la testa che mi hanno fatto Elle e Lili, e le paranoie che ho scaricato io su di loro, per questa festa e quello che è successo nel frattempo dopo la prima uscita.
Perché mi ha baciato sulla guancia? Ma sarà buon segno? Io mi sono divertita, e lui? Avrà capito quale caso perso e patetico sono? Insomma, io ho cercato di controllarmi, ma certe cose scappano sempre!
E questi sono solo esempi delle frasi che sono andata ripetendo per almeno due giorni.
Senza contare che nel frattempo io e Isaac abbiamo continuato a sentirci via messaggio. Con moderazione, però ci siamo sentiti.
Oh per la miseria, ma questo seriamente ascolta ciò che dico?
Giù con altre menate, finché Lili non mi ha sequestrato il telefono e tirato il libro di storia della televisione in testa.
- Non sono peggio dei miei, tranquilla. – dice Isaac in questo istante, distraendomi dall’immagine riapparsa nella mia mente -  In un’occasione del genere, a quest’ora, Baian e Krisaore ti avrebbero già fatto il terzo grado. –
- Davvero? –
- Sì. Sono tremendamente impiccioni e totalmente privi di vita privata. –

- E Julian? – mi azzardo a chiedere.
- No, Solo è più discreto. Senza contare che in questo periodo ha altro per la testa. – osserva lui, l’espressione rassegnata.
- Davvero? Nulla di grave, spero. -
- Oh no. Come sai, sta uscendo in pianta stabile con Saori, di nuovo. Pare che la ragazza abbia definitivamente deciso di dargli una seconda possibilità. – pausa – Tetis non ha gradito. -
Uh, immagino. Spero che non scopra mai che il suggerimento a Saori è arrivato da me.
- Sorrento neppure. – si lascia scappare Isaac poi con un sorrisetto.
- Quindi Kanon ha ragione? –
- Mi spiace ammetterlo, ma ci sono molte cose su cui Darth Vader ha ragione. –
Fare una smorfia mi risulta inevitabile, al che mi pone una domanda più che lecita:
- Che c’è? –
- Be’…mi ha detto che venire qui con te stasera sarebbe stato patetico. – ammetto.
- Patetico? Vuole solo nascondere il fatto che lo conosco troppo bene e sa che potrei rovinarlo davanti a tutti. – ribatte lui, lanciando un’occhiata al soggetto in questione.
- Affermare di conoscere troppo bene Kanon potrebbe essere da sbruffoni. – lo avverto.
- Sono una persona piuttosto sicura di sé. –
- Ho notato. – mi limito ad osservare, ringraziando interiormente che lo sia, perché…
Be’, perché io sono OVVIAMENTE impedita.
Non so di preciso cosa pensi della mia osservazione. Tuttavia, lo vedo gettare un’occhiata alla scena di fronte a noi, magari addirittura in direzione di Kanon, prima di fare un sorrisetto e chinarsi verso di me, bisbigliando al mio orecchio:
- Usciamo? –
Mi guardo attorno e, notando che tutto procede tranquillamente e in modo imbarazzante come previsto, decido velocemente, sussurrando:
- Sì. –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Aria fresca, finalmente.
- Dove andiamo? – domando non appena siamo fuori, guardando poi l’orologio - Per la miseria! Già l’una e mezza?! –
- Già. – fa lui, alzando il colletto della giacca di pelle – Che ne dici se facciamo una passeggiata e ti accompagno a casa? –
- Okay. – annuisco, ben contenta di sgranchirmi le gambe.
Anche all’andata siamo venuti a piedi, solo che eravamo tutti assieme: io, lui, le ragazze, Shun Nemes, Sirio e Shunrei.
- Grazie per aver accettato un’uscita così inusuale. –
- Mi sono divertito. – dice, prendendomi per mano con un gesto fluido e senza esitazioni. – Non mi faccio i problemi che si fanno gli altri con Hyoga e i suoi amici. –
- Crystal non ne è così sicuro. – dico, prima di riuscire a fermare le parole.
Isaac pare soppesarle per un istante, prima di chiedere:
- Perché? –
-  È sempre un po’ a disagio quando…si parla di ciò che è successo. Credo si senta ancora in colpa. –

- Non stento a crederlo. – conferma Abadir dopo un po’. Si prende ancora un attimo di riflessione, prima di aggiungere: - Non posso dire di averlo completamente perdonato per…- si indica velocemente l’occhio -…ma non posso odiarlo per sempre. E poi che dovrei fare? Vendicarmi e cavargli un occhio? –
- Sarebbe la base per un ottimo splatter per il padre dei gemelli. – scherzo, assaporando la sensazione della mia mano nella sua. Ha la pelle morbida e una presa ferma, ma non esageratamente stretta.
Senza contare che, per tornare, ha preso di sua spontanea iniziativa la strada meno ovvia e un pochino più lunga.
Interessante.
- Oh, Kyros. – fa, sorridendo – Ho avuto modo di conoscerlo. –
- Pure io. – confermo, raccontandogli l’episodio.
- Posso capire. – dice, quando finisco – Una volta dopo una vittoria per le qualificazioni regionali ci ha portato a visitare il set di uno dei suoi film come premio. –
- Davvero? –
- Oh sì. Non ti dico la faccia dei ragazzi quando si sono trovati davanti Inga e le altre attrici. –
- Già, ho sentito parlare di Inga, anche se non ho ancora avuto modo di conoscerla. – ammetto.
- Oh be’. È in perfetto stile Kanon, credimi. –
- Non ne dubito. –

- Invece per gli altri il nostro gruppo non è frequentabile, eh? – chiedo poi, alludendo all’indizio che mi ha dato involontariamente - A vedere il comportamento dei tuoi amici, pare ci sia una faida alla Jets vs Sharks1 in corso. O Street Sharks e Biker Mice2, come direbbe Lili. –
- Faida? Be’, Kira e Baian hanno avuto un…disagreement con DM e Ioria anni fa, ma non definirei le tensioni una Guerra dei Cento Anni. Non siamo migliori amici, tutto qui. E onestamente, posso anche capirlo. Ancora mi chiedo quale sia il senso di un essere vivente come Sorrento. –
- Avrà anche lui qualche qualità. – faccio.
- Sì, una volta che conosci Lemuri da vicino. – ribatte lui, facendomi ridere.

- Siamo arrivati. – mi fa notare dopo che svoltiamo l’angolo della via che stavamo percorrendo.
Oh. Già.
- Così sembrerebbe. – confermo, senza accennare a lasciare la sua mano.

E adesso?
- Bè…- azzardo – Perché non…-
Sali?
Ma sarà il caso?
Mica deve per forza succedere qualcosa.
Però potrebbe.
Ci rivediamo?
Ma che domande faccio? A me stessa poi!
Meglio dire qualcosa, mi sta guardando.
- Perché non…- riprovo.
- Ehi ragazzi! Di ritorno anche voi? –
MALEDIZIONE SEIYA!
- Così sembrerebbe. – mi sforzo di sorridere nel vederlo con la mano sulla maniglia del portone d’ingresso, con Shun e Shiryu appresso – Voi che ci fate qui? –
Guastafeste?, aggiungo mentalmente.
- Cominciavamo ad annoiarci – si limita a dire Sirio, scrollando le spalle e senza ammettere che in parte la sua noia c’entra con l’aver dovuto accompagnare a casa Shunrei e, di conseguenza, l’essere rimasto solo a sopportare Pegasus.
E proprio la strada più breve dovevate prendere?!
- E io ho appuntamento con Crash. – afferma poi Seiya con sguardo battagliero.
Sì, e Shun deve andare a dormire, commento nella mia testa nel notare l’aria palesemente assonnata di Andromeda.
- Capisco. – dico – Allora ci vediamo su. –
- Yep. A dopo! – fa lui, scattando nell’ingresso e tirandosi dietro Shun, mentre Sirio li segue lentamente.
- Ciao Isaac! – esclamano mentre si allontanano.
Abadir risponde al saluto, voltandosi poi verso di me per tornare…ah-ehm, a noi.
- Scusa. – gli dico – Ecco cosa succede ad avere parecchi coinquilini. Ce n’è sempre qualcuno in giro e non ci si può mai davvero fare gli affari propri…-
- Con questi coinquilini accade abbastanza spesso, lo ammetto. – concorda.
- Di nuovo scusa. Avrei voluto proseguire con la chiacchierata. –
- Oh bè. Possiamo sempre replicare un’altra volta. –
Uh. Mi piace il fatto che potrebbe esserci un’altra volta.
- E poi…- cerco di riportare il cervello a concentrarsi su ciò che mi sta dicendo Isaac - Posso sempre fare questo. –
Non faccio in tempo a chiedere “cosa”, che mi spinge attentamente contro il muro. Mi sfiora le labbra con le sue, decidendosi poi ad appoggiare la bocca sulla mia.
@#§!!”=^=!
Oh. Mica male.
Affatto.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Togliti quel sorrisetto dalla faccia. –
- Quale sorrisetto? – chiedo, afferrando una bustina di zucchero di canna.
- Quello che stai portando in giro con arroganza da ieri sera. – mi bacchetta Lili. – È troppo presto per essere felici! –
- Sono le nove e mezza. – osserva Elle.
- E io non ho un sorriso arrogante. – ribatto.
- Non ho detto che il sorriso è arrogante, ho detto che lo sfoggi con arroganza. – è la correzione.
- Cambia qualcosa? – si intromette Lexi, beccandosi un’occhiata d’avvertimento.
Siamo in un bar a fare colazione. Le provviste cominciavano a scarseggiare ed essendo domenica mattina non avevamo voglia di andare a fare la spesa.
Senza contare che per le undici dobbiamo essere al campo da calcio dove si allenano Pegasus e l’Athens, la sua squadra: oggi giocano e avevamo promesso tempo fa di andare ad assistere. Ovviamente previa promessa di un hamburger offerto in caso di vittoria.
Curioso come la nostra vita ruoti così strettamente attorno al cibo, vero?
- Ad ogni modo – riprende Lili, rivolgendosi a me – Se quell’ottico3 amico tuo ti fa questo effetto adesso, non oso pensare quando deciderete di passare al livello superiore! –

- Bacia molto bene. – mi limito ad osservare, affondando l’imbarazzo nella tazza di cappuccino.
- Non ne dubito. – fa lei scrollando le spalle.
- Momento appropriato? Alito pulito? – domanda Lexi -  Ma soprattutto…lingua? –
- Be’…sì, sì e…all’inizio no, poi sì. Più…ehm…volte. Però le mie tonsille per fortuna sono ancora al loro posto. – ammetto.
- Ah, lingua senza asportazione di tonsille? Elegante. – dice Elle, intenta a scarabocchiare su uno dei tovaglioli.
- Quindi? A quando la prossima uscita? – indaga Lexi.
- Non saprei. Presto, credo. – rispondo, lanciando inavvertitamente un’occhiata al cellulare. Dopo qualche secondo di riflessione, mi lascio scappare: - Chissà come sarebbe finita se non fossero arrivati Pegasus e gli altri. –
- Dobbiamo imparare a legarlo, quando sta per succedere qualcosa di interessante. – fa Elle – Rovina sempre tutto. -
- Scusate ragazze, ma quello non è Mur? –
La domanda di Lexi ci fa voltare nella direzione indicata dal suo movimento di capo, ovvero alle nostre spalle. In fondo verso la vetrina, ad un tavolo per due, scorgiamo effettivamente il profilo noto del ragazzo, intento a parlare con…
- Con una ragaz…una donna! – esclama Elle, correggendosi nel notare il viso dell’interlocutrice.
-  Vi sembra cosciente? Non è sotto l’effetto di qualche sostanza, vero? – s’informa Lili.
- Chi? Lui o lei? – domando perplessa.
- Ti sembra rilevante? –
- Sì, perché se è lei…-
- Oh per la miseria, era una domanda retorica! – mi interrompe la mia coinquilina.

- Secondo voi chi è? – chiede Elle dopo un po’che fissiamo i due, cercando di non farci notare.
- Una professoressa? – azzarda Lili, memore della conversazione avuta qualche tempo fa circa il dottorato di ricerca.
- Già, o magari è una collega. – ipotizzo di nuovo, per quanto la palese differenza di età tra i due non sia a vantaggio di tale suggerimento.

- Stiamo tutte escludendo una possibile spasimante, vero? – fa Lexi dopo alcuni istanti.

Il silenzio che segue è piuttosto eloquente.
Sì.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Ciao Mur! – fa Lili, attirando infine l’attenzione del ragazzo e  della donna che è con lui mentre sono al bancone a pagare .
- Ciao ragazze. – risponde, avvicinandosi dopo aver compiuto l’operazione, facendo poi un cenno verso la sua accompagnatrice – Questa è mia zia Lois. Zia, queste sono Lili, Micky, Elle e Lexi. –
- Piacere – ci sorride la donna, salutandoci a turno.
- ‘ere! – rispondiamo in coro.
È piuttosto minuta, con i capelli scuri, lunghi fino alle spalle, e gli occhi della stessa tonalità. Per quanto la guardi, non riesco a trovarle tratti in comune con il nipote, onestamente.
Forse qualcosa nello sguardo…
- Tutto bene Mur? – chiedo.
- Oh sì – risponde lui scrollando le spalle – Ci siamo visti per un caffè.  Giusto il tempo di chiedere consiglio e lamentarmi di mia madre…-
- Oh, non avercela troppo con Peggie, tesoro. – interviene Lois - Il suo lavoro…-
- Eh già. Il suo lavoro. – taglia corto lui.
La donna scuote la testa con aria rassegnata, un mezzo sorriso sul viso.
- Va bene, come vuoi. – fa poi, passandogli una mano tra i capelli – Ne riparleremo, okay? –
- Okay. – dice lui.
- E mandami tuo fratello, ci farò due chiacchiere. – aggiunge la donna, dandogli un bacio sulla guancia a mo’ di saluto.
- D’accordo. Ciao zia. – sospira Mur.
- Ciao tesoro, ci sentiamo. Arrivederci ragazze. –
- Arrivederci! – esclamiamo di nuovo in coro, in modo piuttosto inquietante, ma solo perché stiamo pregustando delle ottime prese in giro.
Mur segue sua zia con lo sguardo mentre esce.
- Poveretta. – fa dopo qualche istante - Ci ha dovuto crescere per forza, ma proprio non ce la fa a non giustificare sempre sua sorella. Voi che fate qui? –
- Colazione. – rispondo – Prima della partita di Pegasus e Ioria. Tu ci vieni? –
- Penso di sì, Aldebaran me l’ha chiesto ieri, e dovrebbe esserci anche Kiki…se si sveglia in tempo. – si lascia scappare, sedendosi a capotavola.
- Fatto tardi, ieri? – domanda Lili con un sogghigno.
- Purtroppo sì, ma solo perché Milo non voleva proprio saperne di lasciare andare mio fratello troppo presto. Non faceva che blaterare che ha diciassette anni e che deve pur vivere. Manco lo tenessi in gabbia! – protesta il ragazzo.
- Be’…- azzardo, ma Mur non mi da’ il tempo di proseguire e continua imperterrito: - È anche per questo che ho insistito per vedere mia zia oggi. –
- Cioè? – fa Lili, inarcando un sopracciglio con fare inquisitore.
- Mi serviva una consulenza. – spiega lui, l’espressione improvvisamente seria.
- Per cosa? – chiede Elle.
- Sono preoccupato per Kiki. –

- C’è qualcosa che non va. A scuola. – precisa, di fronte al nostro silenzio che lo invita a continuare.
- Sei sicuro? – insisto.
- Oh sì. È più distratto del solito, fa i compiti di controvoglia e passa un sacco di tempo in giro. -
- E che differenza c’è col prima, scusa? – gli faccio notare.
- Be’, prima si lamentava, ma le cose le faceva. – mi corregge lui – Ora no, e non mi risponde neanche con insolenza. Anzi, in alcuni momenti mi sembra triste. –
- Triste? – ripete Lexi, sorpresa.
- Esatto. Anche dopo la gara di atletica, anche se la sua squadra ha vinto, aveva il morale a terra. –
- Effettivamente anche prima della gara era strano – ricordo – Me l’ha fatto notare Al. –
- Sì, me l’ha detto. Come se non bastasse, altre volte è veramente intrattabile e scontroso. – continua Mur, preoccupato.
- Cosa temi che sia, scusa? – fa Elle.
- Be’ onestamente…non vorrei avesse cominciato a frequentare giri strani…- fa lui, titubante.
Lili sbuffa, scuotendo la testa.
- Ha diciassette anni, Mur. Ecco qual è il problema. – gli dice – Non importa quanto bravo, allegro e vivace possa essere di natura, è comunque un adolescente. Ci siamo passati tutti. –
- Io non ricordo di…- inizia il ragazzo.
- Tu forse no, ma sono sicura che tua zia sì. Soprattutto riguardo a questa rabbia verso tua madre. Vogliamo parlarne o devo chiamare Saga? – ribatte lei.
- È presto detto. – sbuffa lui - Mia madre è un’antropologa specializzata in miti e civiltà antiche, soprattutto quelle orientali. Viaggia per il mondo da sempre. Durante uno dei suoi viaggi ha conosciuto mio padre, Larrie, medico che lavorava per organizzazioni umanitarie. Possiamo dire che si sono trovati, considerato che si sono sposati dopo nemmeno un anno. Dopo un po’ è rimasta incinta, e sono nato io, in Tibet. Questo ovviamente li ha tenuti fermi solo per poco, dato che siamo ripartiti quando avevo tre anni, avendo deciso di occuparsi loro stessi della mia educazione. Non so nemmeno dirvi quanti Paesi ho visto, in cinque anni. Finché, mentre eravamo in Cambogia, mia madre è rimasta di nuovo incinta. Kiki è nato lì. Abbiamo continuato a spostarci finché non hanno pensato che forse, e dico forse, ci serviva un po’ di stabilità. Morale: ci hanno mollato qui da zia Lois, io che dovevo iniziare il liceo e Kiki la scuola elementare. Da allora li vediamo sì e no una volta all’anno e di Kiki, ovviamente, ho dovuto sempre e comunque occuparmi io perché zia Lois, poveretta, poteva esserci fino ad un certo punto. –
Mur finisce il monologo un po’ a corto di fiato e, bisogna dirlo, non senza un forte risentimento nella voce.

Cala il silenzio per alcuni lunghi istanti, prima che Lexi si volti verso il bancone, esclamando:
- La birra più forte che hai! Ora! –
- Sono comunque le nove e quaranta, Lexi. – osservo.
- Fa niente. – ribatte Lili, proseguendo quando vede l’espressione scettica di Mur: - Bevi. Ti servirà. Da quanto tempo non ti sfogavi, eh? –
- Un po’… – ammette lui controvoglia, rivolgendosi poi al barista – Comunque niente birra. Un caffè. -
-  Basta caffeina, passa all’alcol. – taglia corto lei, facendogli alzare gli occhi al cielo.

- Tornando a bomba – faccio, riprendendo l’argomento “Kiki” - Sai se gli è successo qualcosa, di recente? –
- Nulla, che io sappia. -
- Non è che è vittima di bullismo, vero? – continuo.
- Ma chi, Kiki? Figurati! – mi risponde Lili – Se l’ho addestrato bene, il bullo è lui! –
- Cosa?! –
- È un modo di dire, Mur, accidenti! -
L’espressione poco convinta del ragazzo, al di sopra del caffè che gli viene servito, la dice lunga circa la sua opinione in merito.
- Forse è nervoso per il progetto europeo. – insisto - Te ne ha parlato? –
- Sì. – annuisce Mur - Ora che mi ci fai pensare, effettivamente è da quando hanno iniziato che è strano…-
- Ah, ecco! – esclama Lexi.
-…ma non riesco a spiegarmi perché. – sospira il ragazzo.
Dopo un pausa, alza lo sguardo su Lili.
- Non posso credere che sto seriamente per chiedertelo. – annuncia, l’aria di chi preferirebbe farsi rinchiudere per due giorni in una stanza con Seiya – Ma potresti parlarci? –

- Uhm. – fa la ragazza – E cosa ci guadagno? –
- Come sarebbe a dire?! –
- Mamma non fa mai niente per niente, tesoro…-
- Non provarci! – esclama Mur, diventando improvvisamente rosso in viso mentre noi cerchiamo palesemente di non ridere.
Siamo veramente terribili.
- Dico semplicemente che potresti, in cambio, farmi un favore. – spiega Lili con aria innocente.
Si studiano a vicenda per dei lunghi minuti, mentre io mastico un biscotto, Lexi  traffica con il telefono ed Elle ordina per sé l’ennesimo caffè della giornata.
- E va bene. – capitola Mur – Cosa vuoi? -
Lili si prende un momento per pensarci. Si appoggia allo schienale della sedia, soppesando il ragazzo con lo sguardo per un minuto buono. Ci vorrebbe Lavoisier in braccio, per completare l’immagine.
- Per scoprire l’arcano. – comincia la mia coinquilina – Avrò bisogno di passare più tempo con lui. Posso muovermi via telefono e online, certo, ma devo vederlo nel suo ambiente per capire veramente…-
- Vuoi l’accesso illimitato a casa nostra e, per essere più specifici, a tutti i suoi videogiochi e alle sessioni di X-Box con i suoi amici. – completa Mur, l’aria di chi preferirebbe non sapere di aver appena indovinato.
La mia coinquilina gli sorride, con un’espressione che ricorda molto il gatto del Cheshire, per poi annuire e sentenziare:
- Bingo. -

 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- È IL 15 OTTOBRE E TUTTO ANDRÀ BENE! -
- Siamo a inizio Ottobre. – fa Lili con aria esasperata – Chi è lo stronzo che già mi mette ansia? –
- Dohko! – esclamo, riconoscendo il ragazzo appena entrato che si sta prodigando per distribuire  volantini  – Finalmente! –
- Cominciavamo a pensare che Shion ti avesse incatenato nella cella frigorifera del Cinque Picchi! – aggiunge Elle.
- O ucciso. – specifica Lili.
- Ciao ragazzi!  Come state? – ci chiede il cinese, venendo verso di noi dopo aver lasciato una quindicina di volantini al bancone e altrettanti nelle mani della gente presente nel bar.
- Bene. Abbiamo appena scoperto che Mur ha una zia. – dico.
- Ah sì! Salutami tanto Lois, quando la rivedi! – esclama Dohko, sedendosi accanto a me e, notando Lexi, alzando la mano per salutarla vivacemente: - Ciao! Io sono…-
- Tu sei quel pazzo che mi ha quasi investito con la bicicletta al festival! – lo interrompe lei, sgranando gli occhi e facendoci sobbalzare dalla sorpresa.
- Cosa…? Mi chiamo Dohko. – risponde lui, perplesso.
- La sera del festival musicale. – ribatte Lexi, scrutandolo con aria vagamente accusatoria – Io camminavo tranquilla tranquilla sul marciapiede e tu sei sbucato dalla curva, in contromano, al buio, con le cuffie nelle orecchie! A momenti mi falciavi! -
- Questo è plausibile. – conferma Elle.
- Non ti avevo visto! – protesta Dohko.
- Possibile – confermo.
- E ci credo, con quel cespuglio che ti ritrovi davanti agli occhi! – continua Lexi.
- Molto vero anche questo. – concorda Lili.
- Comunque…stabilito che ti sei meritato le maledizioni di Lexi…- faccio, richiamando l’attenzione generale e cercando di distogliere Lexi da istinti omicidi postumi – Ciò che andavi urlando è veramente ciò che penso? State per riaprire?! –
- Oh sì! – esclama il ragazzo con un sorriso a cinquantadue denti  - Abbiamo una data. Il  15 Ottobre tenetevi pronti e saltate sull’Hogwarts Express! –
- Un mese e quindici giorni in ritardo?! – faccio – A quest’ora mi sto già allenando come una pazza per il primo match di Quidditch della mia Casa. –
- Seh, come se ci importasse….- inizia Elle.
- Di Tassorosso contro Corvonero! Lo sai che la folla vuole solo un match…Serpeverde contro Grifondoro! – ribatte Lili.
- Hufflepuff pride! – faccio di rimando.
- Ma per favore, i Corvonero sono i mejo! – si intromette Lexi, continuando a giocare col telefono.
- Ehi! Pure io sono stato sono stato smistato a Corvonero! – esclama il cinese entusiasta.
- Per sbaglio, spero. – commenta Lili.
- MA STIAMO SCHERZANDO?! – esclama Lexi tutto d’un colpo.
Silenzio. Non solo al nostro tavolo, ma anche nel locale, dato che tutti hanno perfettamente sentito la frase pronunciata in tono non proprio soave.
- Ehm…no, Pottermore mi ha davvero…- inizia Dohko.
- Ma non tu, mina vagante! – ribatte lei, troppo concentrata sul proprio cellulare – Quello stronzo del mio avversario a Pokémon! Ah, ma questa me la paga! –
La vediamo toccare furiosamente lo schermo, il che ci fa temere per la vita del suo telefono.
- Dai, anch’io ci gioco! – salta su il cinese con rinnovato entusiasmo, estraendo il suo cellulare dalla tasca.
- Ah, ma allora lo usi, quel coso? – salta su Mur con fare sorpreso.
- No, ma sei serio?! – lo rimbecca Lili, sapendo quali sono i rapporti del fratello di Kiki con il proprio, di telefono.
- Sì! Cioè, solo per monitorare l’avanzata del gioco quando non sono al pc. – spiega l’altro.
- Ah. E i messaggi, le mail…Facebook..no, eh? – commenta Elle.
- Cosa? – fa lui, perplesso – To’ guarda, mi è appena arrivata una notifica dal gioco! -
E ti pareva.
Mentre anche Dohko lascia la città di Pallett4 per “acchiapparli tutti”, lanciamo un’occhiata a Lexi, lasciando cadere ogni speranza di fronte alla sua espressione agguerrita.
- Lo distruggo. – la sentiamo mormorare.
- Quindi…ehm…- faccio, cercando un appiglio per far partire una qualsivoglia conversazione.
- Cercherò di capire quale sia il problema di Kiki – riprende Lili, riferendosi a Mur – Ma non ti prometto niente. –
- Basta che non sia nulla di grave. – si limita a dire lui – Perché mi sta davvero facendo preoccupare. –
- Tranquillo, vedrai che non sarà niente. – lo rassicuro, guardando distrattamente Dohko armeggiare col telefono per fare non so cosa con non so quali Pokémon all’avversario dal nome…
Un momento.
Non può essere.
Elle e Lili aggrottano la fronte davanti alla mia espressione probabilmente e comprensibilmente sorpresa, cercando di capire se la causa sia un pensiero improvviso, un film mentale o un ictus.
Accanto a noi, Mur rimane pensieroso, e Lexi salta su, esclamando:
- No, dico, ancora con questo Jigglypuff? Ma ha rotto i cosiddetti! –
- Ah, tanta stima per il tuo avversario, io adoro i Jigglypuff! – fa Dohko senza staccare gli occhi dallo schermo – Ne ho uno al livello 55, non sbaglia un colpo! Nemmeno contro questo Charizard al livello 57. L’allenatore ci prova di continuo a mettermelo KO, ma il lucertolone non ce la fa proprio! –
Le dita della ragazza si bloccano per un istante, mentre il telefono vibra per annunciare l’arrivo di una notifica.
- IO ho un Charizard di livello 57. – dice lentamente.
 …
- Cosa…? – fa Elle, sgranando gli occhi.
Intanto, anche Dohko sembra essere stato colto da una paralisi improvvisa.
- Ma che…? – azzarda Mur, senza capire cosa stia succedendo.
I due alzano contemporaneamente lo sguardo dagli schermi. Si guardano.

Oh-oh.
Avevo letto bene, allora.
- Non ci credo. – fa Lili, commentando a nome di tutti il dettaglio appena realizzato, spostando gli occhi da Lexi a Dohko, da Dohko a Lexi.
Ci vorrebbe dalla musica drammatica di sottofondo. Darebbe perfettamente l’idea delle occhiate che si stanno lanciando i due.
- Tu…- inizia Lexi lentamente – Tu…-
Forse per togliersi definitivamente il dubbio, la ragazza tocca lo schermo del proprio telefono, ipoteticamente per far accadere qualcosa nel corso del gioco. Dall’apparecchio nelle mani del cinese proviene subito dopo il suono di notifica. Un dettaglio che conferma lo scenario appena apparso nelle loro e nelle nostre menti, facendo sobbalzare sia Lexi che Dohko. I quali, quasi in contemporanea, con un balzo all’indietro sulla sedia, si puntano reciprocamente un indice al petto, esclamando:
- CHANSEYRAMEN84!!!! -
- TU SEI LEXITHEUNICORN26??! -

 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Comunque mi rifiuto di crederci. Chansey5 non può essere il suo Pokémon preferito! –
Siamo al campo, seduti sugli spalti, mentre sul prato Pegasus, Ioria e i loro compagni di squadra fanno riscaldamento. Il cielo è coperto, c’è un bel po’ di gente e non fa neanche freddissimo. Mentre assieme a Mur aspettiamo l’arrivo degli altri, Lili ha così commentato la scoperta fatta poco fa al bar riguardo a Dohko.
Ci abbiamo messo diversi minuti a convincere Lexi e il ragazzo a non ingaggiare la Prima Guerra Mondiale di Pokémon e a stipulare una pace provvisoria.
Mai visto il cinese così agguerrito, credetemi. Ha raggiunto più o meno lo stesso livello di quando l’apprendista ha toccato gli utensili in cucina che gli era stato proibito di usare.
Il feroce ChanseyRamen84.
Non che LexiTheUnicorn26 incuta particolare timore a sua volta, intendiamoci.
- Certo che può esserlo. – faccio, voltandomi verso di lei – Quale pensavi potesse essere? –
- E che ne so? Certo non Chansey! –
- Questo dettaglio sembra sconvolgerti più del fatto che quel fungo sia lo stronzo che…- inizia Lexi.
- Ma cos’ha questo Chansey di tanto assurdo? – domanda Elle annoiata, specificando, dopo aver notato l’espressione perplessa dell’altra ragazza: - Sorry, mai seguito i Pokémon. –
Lexi sgrana gli occhi, voltandosi verso l’altra mia coinquilina:
- Lili! Giri con un’eretica?! –
- Perdonala, perché non sa quello che fa. – è la risposta.
- Chansey! Chansey! - per la gioia di Elle mi esibisco nella perfetta imitazione del suddetto Pokémon, scatenando una prevedibile replica:
- Isaac non ti avrà tolto le tonsille, ma ha sicuramente causato l’esodo dei tuoi neuroni. –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Ehi ragazzi, siamo qui! –
Lili fa un ampio cenno con la mano per attirare l’attenzione dei nuovi arrivati: Aldebaran, Castalia, Sirio, Shun, Hyoga, Benam, Shadir, Lear e, in coda e con un’espressione ben lontana dalla sua solita allegria, Kiki.
- Ciao! – esclama Castalia, sedendosi tra Elle e me e facendo poi un gesto con la mano per farsi vedere da Ioria, il quale alza il braccio con la fascia da capitano per risponderle. – Come va? –
- Bene. Voi? Tutto a posto ieri? – chiedo.
- Oh sì, nessun problema. Per fortuna Milo sbronzo da riportare a casa se l’è beccato Camus. – fa lei – Un po’ mi è dispiaciuto per lui. –
- Un po’. – sottolineo, ridendo.
- Voi invece?  Siete sparite tutte e tre ad un certo punto. – osserva Marin, prendendo un sorso dalla lattina di Coca-Cola che ha in mano.
- Be’…io ero con Isaac. – dico mestamente.
- Oh sì, giusto. Ed Elle e Lili? –

Giusto, Elle e Lili?
Insomma, quando sono andata a dormire ancora non c’erano e stamattina quando mi sono alzata erano già in cucina a chiacchierare. Il che, per una delle due è anche normale…ma l’altra?
- Non saprei. – ammetto.
- Ehi Shiryu, ti sei finalmente staccato dalla tua ragazza, eh?! – sento esclamare da Lear.
- E se anche fosse? – cerca di minimizzare il ragazzo, arrossendo vistosamente.
- Già, da ieri sera, giusto in tempo per interrompere Micky e Isaac. –
- Lili! – protesto.
- Interrompere cosa? – domanda Andromeda.
- Una partita di cricket. Per la miseria, Shun! – sbotta Kiki, attirandosi uno sguardo confuso del ragazzo, che ovviamente non sa cos’abbia detto di sbagliato, e uno di Mur, che scuote la testa rassegnato.
- Ehi ragazzi – fa Aldebaran, rivolgendosi al rosso e ai suoi tre fedeli amici – Perché non vi avvicinate al campo? Seiya sembra molto impaziente di salutarvi. –
Effettivamente, il ragazzo in questione si sta sbracciando dal campo nella nostra direzione come se stesse affogando.
- Già. Meglio andare, prima che gli si stacchi un braccio. – commenta Shadir, alzandosi e aprendo la strada agli altri mentre scende verso il prato.

- Cos’ha Kiki? – chiede Hyoga, perplesso.
Bella domanda, BB. Per una volta, bella domanda davvero.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Per la miseria, si vede che è domenica! – esclama Lexi – Lili dimmi, quello non è lo Spirito Santo? –
Le sue parole attirano la nostra attenzione verso la figura che si sta avvicinando, salendo la scalinata in mezzo ai due settori degli spalti.
- Discepolo, Lexi. Non dargli cariche troppo importanti. – corregge la mia coinquilina – To’, ciao Aiolos! –
- Ciao ragazzi. – ci saluta il fratello maggiore di Ioria una volta giunto in prossimità dei nostri posti.
Uh. Sorriso accennato. Tono mesto. Nessuna particolare enfasi, né nelle parole, né nei gesti.
Mi sa che tira una brutta aria per Micene.
- Stai bene? – gli domanda infatti Aldebaran con espressione preoccupata.
- Sì, tutto bene, grazie. – fa il ragazzo, accomodandosi accanto a lui.
- Guarda, Ioria si sta scaldando. – gli fa notare Al, indicando il capitano sul campo che si esercita con gli scatti.

- Già. – si limita a commentare il fratello maggiore, dopo una lunga occhiata al prato.
 - Perché non…? – azzarda Mur, notando il suo riserbo.
 - Non sa…che sono qui. – spiega brevemente Aiolos.

- Ancora non ti parla?! – fa Elle.
- Solo se costretto e senza risparmiare sulle occhiate che mi fanno chiaramente capire quanto mi vuole morto. – risponde lui con un’espressione che da’ perfettamente l’idea di quanto la situazione non gli piaccia.
- Che esagerazione. - commenta Shiryu.
- Ricordati che è amico di Milo. Vivono di psicodrammi. – gli fa notare Lear.
- Queens of the drama queens - sento bisbigliare da Lili.

- Aiolos, forse gli ci vuole ancora un po’ di tempo…- azzarda Mur. – Marin…-
- Ci ho provato. – fa la ragazza – Sapete quanto è testardo. –
Le occhiate che ci scambiamo sono solo per confermare che sì, lo sappiamo fin troppo bene. Intanto, le due squadre hanno concluso il riscaldamento e si sono preparate per entrare in campo, su cui si dirigono in due perfette linee parallele, ai cui capi camminano l’arbitro e i sue assistenti. Ora, devono decidere chi giocherà in quale metà, tramite il famoso lancio della monetina.
Così viene stabilito: avendo perso, la squadra di Seiya e Ioria passerà il primo tempo nella metà alla nostra destra. I giocatori si dispongono sul prato, mentre Aiolia e un suo compagno rimangono al centro, dovendo dare il calcio d’inizio.
 - Oh bè. – dice mestamente Micene, gli occhi puntati sul fratello – Aspetterò. –
Fischio d’inizio.

 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Però, chi l’avrebbe detto. I tifosi dell’Athens sono veramente agguerriti, con tutti questi cori e striscioni.
- Ioria! Ioria! Ioria! -
Incredibile, è pieno di ragazze che inneggiano il nome del capitano, e alcune non sono neanche maggiorenni, ad una prima occhiata.
- Ehi Marin, hai della concorrenza! – nota Lexi, osservando un gruppo particolarmente scatenato alla nostra sinistra.
- Già, fossi in te ne approfitterei e farei un salto di qualità. – suggerisce Lili.
- No, facciamolo noi e svendiamo Seiya. – ribatte Elle.
A proposito di Pegasus, ci sono dei suoi fan da qualche parte dietro di noi che non fanno che incitarlo dal calcio d’inizio, con un’enfasi e un trasporto che dovrebbero farci vergognare per la nostra totale mancanza di partecipazione.
- Corri Pegasus! – fa in questo istante una voce dal timbro giovane, quasi infantile.
- Ci sei quasi! – le fa eco un’altra.
- Segna! –
- Vai Seiya! Vai! Tir…AAAAAH! –
L’ultima frase sfocia in un urlo improvviso. Non capisco subito cosa stia succedendo, anzi, forse nessuno di noi ci riesce, nonostante sia molto, molto vicino a noi, se non addirittura…
- MIHO! – esclama qualcuno alle nostre spalle.
- Occhio! – sento dire da Mur.
Riesco a girarmi solo a metà, scorgendo un movimento confuso e delle espressioni sorprese di alcuni spettatori, prima di ritrovarmi mio malgrado premuta contro Castalia e la schiena di Lear a due centimetri dal naso, dato che si è girato di scatto per tentare di capire cosa stesse succedendo.
Non vedo nulla, ma sento una distinta esclamazione provenire dal gradone proprio sopra a quello su cui sono seduta:
- Presa! –
- Aldebaran! –
La voce di Shun mi fa concentrare sulla figura del nostro amico, in piedi al suo posto tra gli sguardi dei tifosi attorno a lui, l’aria leggermente sconvolta.
Un sentimento che credo sia ben presente sul viso di tutti noi, di fronte a questa scena.
Insomma…
Al tiene tra le braccia una ragazza.
Al tiene in braccio una ragazza!
Piuttosto carina, anche. Capelli scuri, legati in due codini, gonna blu e camicia bianca. Sembra avere la nostra stessa età e pare si sia appena presa un grosso spavento.
- Tutto bene?! – le chiede Sirio.
- Oh! Oh sì, sì…grazie…scusate, devo essermi sbilanciata… non mi ero accorta che fosse così ripido…mi sono sporta troppo. – fa, ancora con il respiro accelerato, indicando il posto dov’era seduta, ovvero tre gradoni più in su, e da dove stando in piedi deve effettivamente aver esagerato nell’incitare Pegasus.
- Miho, Miho! Stai bene? – le chiedono dei ragazzini, che sono chiaramente con lei, scendendo  verso di noi e accerchiando Al, alzandosi sulla punta dei piedi nel vano tentativo di avere una visuale migliore e accertarsi che stia davvero bene.
- Sì, sì…nulla di grave, tranquilli bambini. – li rassicura lei, poi guarda il nostro amico – Grazie…-
- A- Aldebaran. – si presenta lui con una lieve esitazione nella voce.
- Detto Al. – specifica Lili, ma stranamente nessuno dei due sembra farci caso.
-  Allora grazie, Aldebaran. Ti ho fatto male? – domanda Miho preoccupata.
- Cos..? Oh no. Nient’affatto. Figurati. Assolutamente niente. – si affretta a rassicurarla lui.
- Sicuro?- insiste lei.
- No dico, ma l’ha visto? – mi fa Elle sottovoce.
- Niente, tranquilla. –
- Bene. –
- Bene. –


- Ehm…Al? – azzarda Marin dopo qualche istante di imbarazzato silenzio in cui li guardiamo senza nessun ritegno, immersi nel reciproco imbarazzo – Puoi anche metterla giù, ora. –
- Cos..? – fa lui, preso in contropiede – Oh, sì! Certo! -
Con attenzione, appoggia la ragazza a terra e con fare maldestro arretra appena. Miho si passa una mano sulla gonna, come se volesse lisciarla, poi si rivolge ai bambini:
- Sedetevi, su. Pegasus ha ancora bisogno del nostro tifo. –
- Conosci Seiya? – domanda Lexi.
- Sì, è un mio vecchio amico, ci conosciamo dalle elementari. – conferma lei, disfando i codini per poi risistemarseli.
- Oh giusto. – interviene Hyoga in questo momento – Tu lavori alla pasticceria di fianco alla Facoltà di Pegasus. –
- Esatto. – conferma lei con un sorriso.
- Pasticceria? – ripeto, incuriosita. - Ecco perché Seiya torna sempre a casa con quei dolcetti buonissimi! –
- Temo siano opera nostra, già. – conferma Miho, ridendo.
- Uh uh. – fa Elle, tirandomi un pizzicotto di nascosto. Quando la guardo con aria interrogativa, fa un lieve cenno con il capo. Seguendone la direzione, noto che sta indubbiamente indicando Aldebaran, che pare non volersi perdere una singola parola che esce dalla bocca della ragazza, sotto lo sguardo perplesso di Mur.

Vuoi vedere che…?
- Guardate, il primo tempo è finito. – salta su uno dei bambini – Andiamo giù da Pegasus, Miho? Tipregotipregotiprego! –
- Va bene. – acconsente lei – Ma tenetevi per mano e statemi vicino, d’accordo? –
I ragazzini annuiscono, obbedendo all’istante mentre la ragazza si volta verso di noi:
- È stato un piacere conoscervi, ragazzi. Scusate ancora. –
- Ma figurati. Il piacere è stato tutto nostro.- dice Lili con espressione divertita.
- Sopratutto perché ora sappiamo dei dolci. – le do’ man forte.
- Quando volete. – ci rassicura, per poi salutarci – Ciao! Ciao Aldebaran! E grazie! –
- Eh? Ah sì. Di niente, figurati.  C-ciao. – esita lui, risedendosi mentre la guarda allontanarsi con i bambini verso bordo campo, da cui sentiamo  Pegasus urlare:
- EHI MIHO! CHE CI FACEVI IN BRACCIO AD AL?!  –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Carina. – commenta Elle ad alta voce, mentre torniamo a casa.
La partita è finita con un tre a due per la Athens, il che significa che i ragazzi staranno fuori a festeggiare ancora per un po’, dopo che ci siamo fatti fuori gli hamburger promessi. Per un attimo, dopo il fischio finale, quando Ioria si è accorto della presenza di Aiolos, abbiamo pensato ci potesse essere anche una rissa. Lili stava giustamente facendo partire le scommesse, quando il fratello maggiore ha semplicemente salutato Aiolia con un sorriso e un complimento circa il modo in cui ha giocato, e se n’è andato.
Non ne sono sicura, ma lo sguardo di Ioria, per un attimo, mi è sembrato quello di una persona che si sente in colpa. Non ha parlato molto, mentre eravamo fuori a pranzo, anche se in realtà non era il solo.
Anche Aldebaran e Kiki, effettivamente, non sono stati molto di compagnia, anche se in modo diverso. Mentre Al sembrava avere la testa da un’altra parte, il fratello di Mur si è limitato a pochi monosillabi, con l’aria prima scontrosa, poi improvvisamente depressa.
- Molto carina. – aggiunge Lili con un sorrisetto.
Avrete ben capito che stiamo, senza alcun dubbio, parlando di Miho e del suo “incontro” con Al, che a quanto pare ha portato un po’ di scompiglio nella testa del nostro amico.
- E gentile. - mi inserisco.
- E ha detto “ciao Aldebaran”. – sottolinea Lexi, riportandoci alla mente l’immagine di Al, arrossito fino alla punta delle orecchie per quel saluto.
- Senza contare che mi ha aiutato con Kiki, indirettamente.. – salta su Lili, cogliendoci di sorpresa.
- Come? – fa Elle. – Spara. –
- Diciamo che le brutte compagnie o il bullismo, come immaginavo, non c’entrano proprio niente.-
- E quale sarebbe il problema? – domanda Lexi.
- Kiki è innamorato. –
- COSA?! – esclamiamo in coro.
- Sei sicura? – chiedo.
- Certo, cara. Mi pare più che evidente. –
- Ehm…no? – fa Elle.
- Pensate a quello che ha detto Mur. Aggiungeteci l’atteggiamento descritto alla gara di atletica dove, palesemente, stava cercando qualcuno nel pubblico. Oggi, poi, era di umore pessimo e quando abbiamo cominciato a canzonare Al, l’ho proprio sentito dire “Ci mancava solo questa”. Ovvio che si riferiva al colpo di fulmine di quei due…-
- Frena! Colpo di fulmine? – le dico – Ma sei sicura? Insomma, si sono appena visti...-
- Al aveva la stessa faccia che avevi tu quando hai visto Isaac. – osserva Elle.
- Ehi! –
- Micky, cara mia fedelissima amica Disney, proprio tu neghi l’evidenza? – mi riprende Lili.
- Assolutamente no, però…magari per Miho non è stato un colpo di fulmine…per Isaac mica lo è stato! – faccio notare alle altre tre.
- Vero. – mi da’ ragione Lexi.
- Però c’è del materiale su cui potranno lavorare. – prosegue Lili. – E c’è tempo. –

- Quindi abbiamo risolto l’enigma Kiki. – conclude Elle.
- Oh no, affatto. – la corregge l’altra.
Di fronte alle nostre occhiate interrogative, è Lexi a dare la risposta alla nostra silenziosa domanda:
- Ormai sapete che Kiki è innamorato. Ora dovete scoprire di chi. -
 

ΩΩΩΩΩΩ
 



Sono già in piedi. Alle nove del mattino di lunedì. Questo come minimo dovrebbe darvi un’idea di quanto io sia su di giri.
In fibrillazione.
Insomma, settimana scorsa ho passato il primo esame dell’anno, ieri dopo la partita ho trascorso il resto della giornata in compagnia dei miei due Dvd di musical nuovi fiammanti (avevo casa libera) e la sera prima ho pure baciato Isaac! Più di una volta!
“C’è un tizio in università con una maglia di una squadra di calcio. Ti mando la foto, sai dirmi quale, data la mia ignoranza? =)
Barcellona!”
Ebbene sì, signore e signori, questa è stata la prima conversazione avuta con Isaac via messaggio, poco fa. Elle per poco non mi ha rovesciato il caffè in testa. Le stavo solo riportando cosa ci stessimo scrivendo, ma l’ha spacciata per “misura preventiva verso possibili azioni in stile disneyano o musical che non sopporterei.
Si legga: mettere le colonne sonore di tali film e genere a tutto volume.
Uf.
I can hear the bells6.
Okay, basta.

Però è vero.
Va tutto a gonfie vele!
Abbiamo scoperto cos’ha Kiki, abbiamo del materiale amoroso per Aldebaran, il Cinque Picchi sta per riaprire e…ho già detto che ho baciato Abadir?
Non potrebbe andare meglio e…
Il telefono: messaggio di Lili.

Un momento.
Vengo fulminata dall’immagine del suo letto vuoto, quando mi sono alzata. Ieri pomeriggio, quando ci siamo separate, lei è andata via con Lexi, mentre Elle ha deciso di andare al parco per disegnare in santa pace. È tornata abbastanza tardi da evitare il finale de “Il mago di Oz”. Non sufficientemente per schivare la maratona di Glee.
In mia difesa, è stato Shun a sceglierlo, non io (per una volta).
Ad ogni modo, finite le nostre occupazioni, siamo andate a dormire.
Ma Lili?
In tutta onestà, credevo fosse rimasta a dormire da Lexi. Guardo lo schermo del mio cellulare, aprendo l’SMS.
Ultimamente, sia lei che Elle sono un po’ strane…
 A giudicare dal messaggio, sono costretta a correggere l’ipotesi fatta.
Mi servite qui. Adesso.”
Dov’è, qui?
Scrivo velocemente la domanda, perplessa, per poi rimanere ancora più sorpresa nel leggere la risposta.
 “Casa di Camus. Ora.”
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Attenzione, attenzione, missione di salvataggio! – esclamo, mentre varchiamo il portone aperto e  ci dirigiamo (quasi) correndo su per le scale del palazzo dove vivono il francese e il greco.
- A chi vuoi che importi? – mi fa Elle, seguendomi a ruota – Sia chiaro, di qualsiasi cosa si tratti io vado a mettere in salvo i miei…i libri di Shura! –
Giusto. Occorre sottolineare che dopo quella breve comunicazione, Lili non ci ha più detto nulla. Nessun dettaglio su cosa stesse succedendo in quella casa, il che ci ha fatto perfino ipotizzare che Lavoisier sia impazzito e abbia preso il controllo dell’appartamento. Liberté, felinité e pâté.
Già entrando sentiamo un certo trambusto provenire dal piano dei ragazzi, dove, notiamo, anche la porta dell’appartamento risulta aperta.
- Ma che…? - sento dire da Elle, mentre vado avanti per prima.
- 23-19! Abbiamo un 23-19!7– esclamo io, piombando nell’ingresso e guardandomi attorno pronta al peggio.

Non capisco.
C’è Camus seduto sul divano, o meglio, nell’angolo del divano, con un Lavoisier apparentemente terrorizzato che pare pronto a saltargli in testa al minimo segno di pericolo; ci sono degli scatoloni e dei sacchetti appoggiati in terra, di cui alcuni che conducono, con la propria disposizione, lo sguardo alla cucina. Facendovi scorrere rapidamente gli occhi sopra, incrocio la figura di Lili, appollaiata su una sedia della suddetta stanza, l’espressione preoccupata e i capelli che definire “spettinati” è un eufemismo.
Dal resto dell’appartamento, il vociare che ci ha accolto fin dall’ingresso ha acquisito maggior volume e meno comprensione, dato che non è nella nostra lingua. Mi pare che una, piuttosto concitata, sia la voce di Milo.
- Camus, cosa sta succedendo? – domando.
Elle lancia un’occhiata verso la stanza di Shura, come per accertarsi che un raid salva-libri sia possibile, ma lascia perdere in fretta e va a posizionarsi vicino al muro dell’arco della cucina, ritenendolo un punto sicuro.
Il francese scuote la testa, sussultando per un improvviso scatto nella voce del greco, che si alza bruscamente. La sentiamo sfociare in un suono di stizza, mentre la sua figura compare in salotto, l’aria di chi vorrebbe staccarsi la testa, mentre si lascia cadere sul divano accanto all’amico. La seconda voce, che distinguiamo essere femminile, continua quella che non è più una conversazione, ma un monologo, tra rumori di cassetti aperti, ante dell’armadio chiuse e passi affrettati.
- Milo? – faccio, attirando la sua attenzione per avere risposte.
Intanto, i rumori nelle altre stanze proseguono imperterriti, facendo muovere la coda a Lavoisier con fare nervoso.
Il ragazzo si guarda attorno, notando il mio arrivo e quello di Elle.
- Be’ ragazze – esordisce dopo un lungo sospiro, il tono di voce e l’aria funerea - Diciamo semplicemente che oggi, su questa casa, si è abbattuto un fenomeno greco di proporzioni tsunamiche, portando con sé afflizione, desolazione e sensi di colpa…-
-…tesoro, guarda che ti ho fatto ordine nel cassetto delle mutande, così ci sono state anche quelle nuove che ti ho comprato! – trilla la seconda voce, sempre così alta e più vicina, finché sulla soglia del salotto compare una figura, accompagnata dal sospiro e della rassegnata descrizione di Milo:
- Mia madre. –
 
 
 
N.B:
1Jets e Sharks = i due schieramenti, uno anglosassone e uno portoricano, del musical West Side Story (Jerome Robbins, Leonard Bernstein e Stephen Sondheim, 1957)
2Biker Mice from Mars = è una serie animata creata da Rick Ungar che narra delle avventure di tre topi motociclisti antropomorfi marziani giunti sulla Terra (1993-1996)
3ottico amico = citazione da Hercules (Walt Disney, 1997)
4Pallet Town = città da cui parte Ash Ketchum nella prima serie animata dei Pokémon, in alcune versione dei videogiochi corrisponde a Biancavilla;
5Chansey= Pokémon n° 113 della prima generazione;
6I can hear the bells= canzone del musical Hairspray (Marc Sheiman, Scott Whitman, Mark O’Donnel&Thomas Meehan, 2002; ispirato all’monimo film del 1988)
723-19= citazione da Monsters&Co. (Pixar Animation Studios, 2001)
 
 
NdA: Molto bene , Cubers. Nel caso in cui aveste avuto bisogno di un incentivo per sintonizzarvi sul blog, ora ne avete parecchi: scoprire chi è l'amore di Kiki, se finalmente Al avrà una ragazza, come finirà la guerra tra Lexi e Dohko ecc. Ma sopratutto, ce n'è uno grosso così. Insomma, non vorrete mica perdervi LA MAMMA DI MILO, VERO?!

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Capitolo 26
*** Mother Knows Best/I'm Going Slightly Mad ***


Salve Cubers,

ci sono voluti 11 mesi, ma il capitolo 25, con le sue belle 26 pagine, è online.
Come anticipato ormai - sigh - un anno fa, non continuerò con la pubblicazione su EFP, bensì sul mio blog.
Ci ho pensato: per ora non so se cancellerò la storia da EFP in sé, come scrissi nel capitolo 24. Non ho avuto modo di farlo in questo lungo periodo, ma ripensandoci potrei lasciarla ancora un po' lì per reindirizzare, dal capitolo 25, il traffico sul blog.
Ci rifletterò.
Intanto, trovate l'aggiornamento su: https://tristan1789.wordpress.com/2017/09/12/il-cubo-di-rubik-capitolo-25/
Paradossalmente, si è rivelato un capitolo con importanti snodi narrativi. Una vera fatica, ma soddisfacente nonostante tutto.
Vi ricordo che anche sul blog potete commentare o lasciare messaggi, se volete, come sulla pagina Fb e i social connessi.
Che dire...vi aspetto!
C'è tanta mamma di Milo - venite a farvi abbracciare anche voi.

Louis
 

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