Quattro Assi

di Spuffy93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro Casuale... ***
Capitolo 2: *** Come ci siamo conosciuti ***
Capitolo 3: *** Quattro Assi ***



Capitolo 1
*** Incontro Casuale... ***


Esame finito ed eccomi tornare alla carica.. Se vi interessa saperlo dalla prossima settimana riparto anche con i post di Flash Forward (CASTLE) e intendo anche provare a recuperare le mie vecchie FF incomplete partendo dalla più vecchia fino alla più nuova quindi inizierò dalla Fandom di Buffy, poi passerò a Dr. House, Lie to me, Castle e Mentalist...
Anyway... Piccola storia, solo 10 pagine, divisa in tre parti scritta in periodo pre-esame tra una lettura di montale e l'altra ricordando della gita di quest'anno e dell'anno prima con la mia classe XD.


Quattro Assi



La prima è in KATE Point of View...
 


 

“Okay, mi ripeti perché siamo qui?” chiedo sbuffando a Rick.

“Perché ce l'ha chiesto il produttore di Naked Heat.”

“Okay, ma perché ci sono pure loro?” domando indicando Ryan, Espo e Lanie.

“Perché mi dispiaceva lasciare i nostri bambini a casa da soli.” risponde lui seriamente. “E poi ci saranno anche loro nel film, è giusto che incontrino i loro personaggi.”

Roteo gli occhi, a volte è inutile cercare di ragionare con lui.

“E poi ce la meritavamo tutti quanti una vacanza dopo questo mese di duro lavoro.” aggiunge dopo averci pensato qualche istante mettendo un braccio intorno alla sua vita e attirandomi a se. Sono passati più di due mesi dalla notte che ha cambiato completamente la mia vita, ma ogni volta che Rick mi tocca sento la mia faccia andare in fiamme.

“Castle, io e Espo ci siamo fatti settimane di sospensione prima di questo mese...” gli faccio notare ma lui agita la mano e sbuffa come a dire che ciò non conta.

Il nostro albergo è a meno di un chilometro dagli studi così abbiamo deciso di venire a piedi, evitandoci il traffico domenicale, quando all'improvviso da una strada laterale sbuca correndo un uomo con una pistola in mano. Subito mi allontano da Rick e mi metto davanti a lui facendo per prendere la mia pistola ma, essendo in vacanza, ricordo di non averla con me.

“Shit!” impreco mentre l'uomo continua ad avanzare verso di noi. Fortunatamente non ci deve ritenere una minaccia perché la pistola rimane puntata a terra.

Dalla stessa stradina spunta all'improvviso una brunetta, anch'essa con una pistola ben visibile sotto la giacca che cerca di recuperare l'uomo.

“Fermatelo, non ha munizioni!” ci urla la donna notandoci. Non me lo faccio ripetere due volte, mi getto sull'uomo e lo atterrando. Dopo pochi istanti sento Espo e Ryan raggiungermi per aiutarmi a immobilizzarlo.

“So sexy...” mormora Castle alle mie spalle e io non posso trattenere il mio sorriso. Cielo, a volte mi sembra di avere un bambino di cinque anni come ragazzo.

La brunetta ci raggiunge in pochi attimi e dietro di lei compaiono altre tre persone più una quarta che però avanza tranquillamente mangiando una mela.

“Grazie.” sussurra la donna senza fiato sorridendo. “Agente Speciale Teresa Lisbon del CBI.” aggiunge mostrando il distintivo per poi chinarsi ed ammanettare il sospetto.

“Ehi boss, l'hai preso?” chiede un uomo dai lineamenti orientali.

“No, sono stati loro.” risponde l'agente Lisbon indicandoci.

“Non si preoccupi, nostro dovere.” rispondo sorridendo. “Detective Kate Beckett, questi sono i detective Ryan ed Esposito mentre loro sono Lanie Parish, medico legale, e Rick Castle, il nostro consulente.” ci presento velocemente mentre il resto del gruppo, meno il biondino che mangia la mela, ci raggiunge.

“E' la nostra giornata fortunata a quanto pare.” mi risponde uno dei tre agenti sorridendo.

“Loro sono la mia squadra, gli agenti Rigsby, Van Pelt e Cho.” dice l'agente Lisbon presentandoci i suoi uomini. “E quello che sta arrivando con molta calma è il nostro cons...”

“Jane!” sento urlare Castle mentre velocemente mi supera per dirigersi dal biondino che suppongo si chiami Jane. Che strano nome per un uomo.

“Ricky!?” esclama il biondino incredulo.

“Cosa ci fai tu qui?” dicono in contemporanea per poi scoppiare a ridere.

“Sono qui per il mio film e tu?”

“Con la mia squadra per prendere un assassino..”

“Vuoi dire la mia squadra Jane!” ribatte Lisbon prima che lui possa continuare.

“Come ti pare.” borbotta lui sorridendo malizioso. “Che coincidenza comunque.”

“Vieni che ti voglio presentare la mia squadra.” risponde Rick sorridendo come un cretino.

“Scusa, non ho capito bene di chi è la squadra...” gli faccio notare incrociando le braccia. Lui alza le mani in segno di resa e io sorrido semplicemente in risposta. Anche se stiamo insieme continuiamo a flirtare e battibeccare come, e forse più, di prima.

“Comunque, Patrick, questi sono la dottoressa Lanie Parish, i detective Ryan ed Esposito, e naturalmente la mia Kate.” risponde lui addolcendo le ultime parole. Roteo gli occhi ma dentro di me mi sciolgo come burro al sole.

“Così è lei la bellissima detective di cui mi hai taaaaanto parlato.” dice ridacchiando il biondino mettendo molta enfasi sul tanto. Guardo Rick negli occhi e alzo un sopracciglio chiedendoli se davvero ha parlato così tanto di me al suo amico e lui mi risponde con un sorriso.

“Scusate, non vorrei interrompere la rimpatriata, ma steso sul cemento non sto molto bene! E' maltrattamento! Vi denuncerò tutti!” minacci l'assassino bloccato sotto il piede dell'agente Rigsby.

“Non capisco di cosa parli.” risponde l'agente Cho mantenendo un espressione e un tono neutrale. “Capo, tu hai visto maltrattamenti?”

“Nessuno e lei detective Beckett?” chiede la donna poi rivolta a me.

“No, io ho visto solo degli agenti eseguire impeccabilmente il loro dovere.” rispondo sorridendo. California o New York le cose non cambiano molto, gli assassini sono sempre gli stessi.

“Cho, Rigsby, portatelo al CBI.” ordina l'agente Lisbon e i suoi tre sottoposti si allontanano. “Grazie ancora per l'aiuto detective.”

“Nessun problema.” rispondo sincera.

“Ehi writer boy, non siamo in ritardo.” la voce di Lanie risveglia Rick impegnato in una conversazione sotto voce con il suo amico.

“Accidenti è vero.” borbotta lui dispiaciuto.

“Senti Rick, perché non ci vediamo stasera quando avrai finito con gli studi? Vi offro una cena, a mie spese, in quel ristorantino italiano che c'è vicino al molo così potremo conoscerci meglio. Che ne dite?”

Rick si gira verso di me con gli occhi da cucciolo.

“Che ne dici Kate?” io alzo le spalle e sorrido. Non riesco a negarli più niente quando fa quella faccia.

“Voi ragazzi?” chiede poi rivolto agli altri.

“Cena gratis? Ma che domande sono certo che veniamo!” risponde Esposito per tutti. Jane sorride felice e dopo un ultimo saluto si allontana con l'agente Lisbon chiedendole di prestargli cento dollari e di lasciarlo vicino al porto.

Alzo un sopracciglio confusa alla cosa.

“Credo che voglia giocare a poker con uno dei giri che ci sono al porto per pagare la cena.” mi spiega Rick vedendo il mio sguardo. In lontananza vedo Lisbon passare al suo consulente cento dollari e lui prenderli sorridente prima di baciare i soldi e intascarli.

“E lei glieli da così alla leggera?”

“Molto probabilmente Jane ne farà venti, trenta volte tanti in poco più di mezz'ora.” ribatte lui sorridendomi. “Ha delle doti veramente... insolite.” rimango un po confusa da questa sua affermazione ma alzo le spalle e decido di ignorare la cosa per ora.

Rick mi afferra la mano e insieme raggiungiamo gli altri che nel frattempo si sono addentrati negli studi alla ricerca del set di Naked Heat e, nel caso di Espo e Lanie, qualche celebrità a cui chiedere un autografo.

 

 

E così i due team si sono incontrati. Per questa FF mi serviva un gruppetto bello ampio per mettere in pratica una mia idea e così ho pensato: Quale miglior modo che raccattare un gruppetto di persone che unire due dei migliori team investigativi dell'America?

Poi capirete perché solo il team di NY non mi bastava (muahahahahahahha)

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Capitolo 2
*** Come ci siamo conosciuti ***


Rieccomi, questo pezzo è un po' di passaggio e spiegazione ma serve. Oltretutto sappiate che mi sono inventata moooolte cose sul passato di Rick per far tornare la storia XD

Questa seconda parte è in LISBON POV anche se poi torna in KATE POV verso la fine. In questa FF dominano le donne yeah!!!

 

 

Salgo in macchina con Jane e parto alla volta del molo di Santa Monica.

E' stata una settimana estenuante. L'uccisione di un avvocato di prestigio di Los Angeles ci ha costretto a volare fino qui nel bel mezzo della notte. Oddio quando muoiono le persone con attacchi politici.

“Su su Lisbon, inutile rimuginare sul tuo odio per questo tipo di casi in cui veniamo costretti ad indagare anche se la normale polizia basterebbe. Lo sai come sono quelli dei piani alti, vogliono il meglio e si da il caso che noi lo siamo. Dovresti sentirti lusingata.”

“Jane, esci dalla mia testa...” borbotto rimanendo concentrata sulla strada.

“Non occorre che legga i tuoi pensieri mia cara.” risponde lui sorridendo brevemente. Jane è cambiato dall'ultimo incontro con Red John e ancora non so se in maniera positiva o negativa.

E' tornato a ritirarsi spesso nel suo attico, è più taciturno e le sue bravate sono diminuite.

Gli ci sono volute settimane per riguadagnare la fiducia del resto del team e ancora non ha tirato fuori niente di utile da quella troia.

Mi giro brevemente a guardarlo e noto che, come al solito in questa settimana, è agitato. Vuole tornare a Sacramento. Lorelai è diventata la sua nuova momentanea ossessione.

“Jane, domani torneremo a casa.” gli dico sospirando.

“Lo so perfettamente.” mi risponde lui con uno dei suoi soliti falsi sorrisi ma ormai me non riesce più ad ingannarmi da molto tempo.

“So che ti prudono le mani per la voglia di tornare da Lorelai, ma smettila di pensarci... Mi rendi nervosa.” lo ammonisco.

“Scusa.” risponde lui sospirando. “E' solo che mi sento così vicino eppure così lontano. Non so se puoi capire.” prova a spiegarmi e a me verrebbe da ridere. Vicino e lontano allo stesso tempo. Come se non conoscessi questa situazione a memoria.

A volte mi sembra di essere talmente vicina a Jane da riuscire a toccare la sua anima ma altre volte, come in questi ultimi due mesi, mi sembra di essere lontana mille miglia da lui.

“Ho presente la sensazione.” ribatto volendo ridergli in faccia. Per essere un mentalista a volte non capisce nulla delle persone che gli stanno intorno.

“Mi sento uno schifo Teresa...” sussurra girandosi verso di me. “Ho dormito con un'altra donna.” aggiunge con voce disgustata. “E non sarebbe stato troppo male se ciò fosse rientrato nei miei piano come 'azione per convincere Red John che volevo veramente cambiare'. Ma lei era una sua accolita!” aggiunge ancora più disgustato. “Ho tradito mia moglie con una donna che non amo e la cosa mi fa sentire sempre più male ogni volta che la interrogo e ciò non mi porta più vicino a Red John.”

Rimango ad ascoltare questa sua confessione. E' la prima volta che parla di quell'episodio con me, mai prima di ora l'aveva fatto e io non l'avevo mai spinto a farlo impaurita da ciò che mi avrebbe potuto dire, da ciò che avrei potuto provare sentendogli dire che aveva fatto l'amore con una donna.

“Jane...” sussurro con tono pacato. Vorrei rinfacciarli tutta la cosa chiedendogli se ne sia valsa la pena di fare ciò che ha fatto ma non lo faccio. Non posso perché, per quanto vorrei urlargli in faccia tutti li errori che ha fatto negli ultimi mesi, odio vederlo così ferito. Cerco di pensare a qualcosa da dire ma non mi viene niente in mente così accosto e dopo aver sganciato la cintura mi avvicino a lui e semplicemente lo abbraccio lasciandolo sfogare sulla mia spalla.

Non mi è venuto nient'altro in mente da fare o da dire. In fondo non posso mica dirgli: “Ehi, sono sicura che tua moglie capirebbe perché io ti amo e, anche se la cosa non mi piace, l'ho fatto.”. No, certamente non è la cosa giusta da dire.

Jane dopo un primo momento di stupore ricambia l'abbraccio e sento le sue lacrime scivolare calde dalle sue guance lungo il mio collo mentre lui continua a sfogarsi silenziosamente.

“Ho capito perché l'hai fatto Jane e... e vedrai che lo troveremo prima o poi.” cerco di rassicurarlo. “Ma ti prego smettila di comportarti così, rivoglio indietro il mio consulente.” aggiungo iniziando a carezzargli la testa mentre sento alcune lacrime scendermi lungo le guance raggiungendo le sue. “Preferivo che la mia pila di reclami nei tuoi confronti si triplicasse piuttosto che riavere il Jane dei primi tempi della nostra collaborazione.” aggiungo cercando di sorridere. Lui si allontana lievemente da me, il tanto che basta per guardarmi negli occhi. “Credi che sia possibile riavere il mio migliore amico?” domando asciugandomi con una mano le lacrime per poi fare la stessa cosa a lui.

Patrick rimane a fissarmi per alcuni secondi e poi sospira.

“Scusami...” sussurra abbassando lo sguardo. “Sono un idiota.”

“Dimmi qualcosa che non so...” borbotto volendo risollevare un po' il morale. “Jane, voglio solo che tu non ti faccia ossessionare da questa cosa come da Red John, non ti fa bene e ti deconcentra e basta.” cerco di spiegargli mettendola sul pratico. Meno concentrazione uguale a meno possibilità di trovare uno spiraglio nella barriera di quella putt... di Lorelai. Jane si allontana da me e sospira.

“Hai ragione.”

“Mi ripeto, dimmi qualcosa che non so.”

Velocemente riallaccio la cintura e riparto alla volta del porto.

Dopo dieci minuti Jane mi dice di accostare.

“Mi aspetti?” domanda prima di scendere.

“Posso venire?” domando non volendo rimanere per mezz'ora da sola in macchina.

“Posa pistola e distintivo e per me non ci sono problemi.” risponde sorridendo e stavolta, per la prima volta in due mesi, è un sorriso sincero a cui non posso far a meno di rispondere.

Poso la pistola e il distintivo e mi tolgo anche la fondina ma per sicurezza prendo una pistola da due colpi che tengo sempre in macchina.

“E cosa vorresti farci con quella?” mi domanda Jane divertito.

“Con te? Meglio non rischiare.” aggiungo inserendomela tra la schiena e i pantaloni nel miglior stile poliziesco. E' piccola, nessuno la noterà se rimango in piedi dietro a Jane.

Lui alza le spalle e mi conduce in uno dei capannoni che stanno lungo il porto.

Una bisca clandestina, ma sembra gente tranquilla forse non avrò bisogno della pistola.

Veniamo malamente cacciati dopo quaranta minuti ma le tasche di Jane sono più pese di ben cinquemilaseicento dollari.

“L'ho sempre detto che sei il mio portafortuna.” mi dice ridacchiando prima di restituirmi i miei cento dollari più il profitto di duecento come al solito. Lo vedo velocemente intascare il resto della somma ma so bene che, dopo aver pagato la cena di stasera ed essersi tenuto pochi spiccioli per se, darà via il resto.

Gli sorrido e insieme saliamo in macchina dirigendoci verso il nostro albergo per prepararci per la serata.

“Allora, come fai a conoscere quel Rick Castle?” domando improvvisamente ricordandomi della mia curiosità precedente.

 

Kate POV

 

“Allora, come fai a conoscere quel Patrick Jane?” domando a Rick mentre rientriamo nella nostra stanza per iniziare a prepararci per la serata.

“Beh, quando ero più piccolo ho vissuto per anni qui a Los Angel con mia madre ed ogni estate lei mi portava al circo.” mi inizia a spiegare lui sedendosi sul letto e facendomi cenno di raggiungerlo. “Lui lavorava lì come il ragazzo delle meraviglie. Faceva dei numeri da indovino con il padre, una cosa fantastica.” aggiunge con una scintilla negli occhi che mi avverte che il bambino si cinque anni è tornato. “Un anno, quando avevo dieci anni, mi persi e mi imbattei in lui che piangeva. Lui e suo padre avevano discusso perché lui voleva che ingannasse una vecchietta per spillarle soldi e Patrick non voleva farlo e così lo consolai. Lui mi ringraziò e mi aiutò a tornare da mia madre e lei lo invitò da noi per cena per ringraziarlo. Diventammo subito amici e ci vedevamo ogni volta che il circo faceva pausa a Los Angeles o nelle tappe vicine almeno finché non sono andato al college.” continua lui a raccontare. “Siamo sempre rimasti in contatto durante gli anni ma ci siamo visti sempre meno quando lui ha iniziato a tirar su famiglia una ventina di anni fa. Sai le poche volte che ci vedevamo passavamo ore a parlare e lui mi mostrava nuovi trucchetti che aveva imparato mentre Angela, sua moglie, si lamentava giocosamente della nostra età mentale.”

“La posso capire.” dico sorridendo.

Aveva una moglie e una figlia, Charlotte, fantastiche ma poi è successo un po' quello che è successo a me. Soldi e notorietà lo hanno cambiato, lo hanno reso stupido e un po' spavaldo e una sera ha insultato in diretta la persona sbagliata che se l'è rifatta sulla sua famiglia uccidendo si Angela che Charlotte.” continua lui a narrare tristemente, le lacrime si affacciano sul suo viso e io mi stringo a lui nel tentativo di consolarlo. “Sai, andavo sempre al compleanno di Charlotte e portavo Alexis. C'era un solo anno di differenza e loro erano molto amiche.” mormora. “Patrick era distrutto. Quando lo seppi provai a cercarlo, venni fino a qui ma lo avevano già ricoverato dopo un suo tentativo di suicidio e io non potevo visitarlo. Quando uscì lo contattai mai lui era diventato un uomo diverso e si allontanò da me. Fino a tre anni fa non ho saputo più nulla di lui, ma poi un giorno mi chiamò e mi chiese scusa per il suo comportamento e mi spiegò che non voleva che l'uomo che ha ucciso la sua famiglia, Red John, un serial killer, capisse l'affetto che provava nei confronti miei e di Al e ci usasse per causarli altro dolore.” sono totalmente basita. “Gli dissi che era stato uno stupido, che se questo Red John era così sveglio come diceva avrebbe potuto comunque prenderci di mira sia che lui continuasse a frequentarci o no e da allora abbiamo riallacciato i rapporti e ogni tanto ci vediamo quando devo fare un salto sulla costa ovest. Anche se ammetto che evito di portare Al con me... Lei nemmeno si ricorda più di Charlotte e non voglio risvegliare ricordi infelici in lei.”

“Oddio Rick, mi dispiace tantissimo.”

“Sai, per certi versi lui mi ricorda un po' te.” aggiunge malinconico. “Una versione di te molto più cupa.”

“In che senso.”

“Lui lavora con il CBI perché è in cerca di vendetta. Vuole trovare l'assassino della sua famiglia ed ucciderlo.” sussurra scuotendo la testa.

“Ma.. ma lo sanno gli altri?”

“Sì, ma l'agente Lisbon crede di riuscire a dissuaderlo o ad arrivare prima di lui a Red John.”

“E questo come lo sai?”

“Me l'ha detto lui e io spero veramente che vada così. Non voglio vedere uno dei pochi veri amici che ho dietro le sbarre, o peggio, nel braccio della morte per omicidio premeditato.” stringo a me Rick e cerco di confortarlo.

“La vendetta è uno schifo.” ammetto. “Ti fa comportare come uno stupido, io lo so bene, ma poi ho trovato te e ho capito i miei errori. Ho scelto la mia vita al di sopra della morte di mia madre. Magari troverà qualcuno anche lui...” sussurro volendolo confortare.

“Ti amo...” sussurra lui baciandomi dolcemente sulle labbra. Sorrido come una scema e poi mi alzo di scatto allontanandomi.

“Ehi!” protesta lui. “Ti stavo baciando...” borbotta facendo il broncio.

“Beh, io pensavo di farmi una doccia prima di prepararmi...” gli dico iniziando a spogliarmi e dirigermi in bagno. “Ti va di farmi compagnia?” chiedo poi sorridendo maliziosa guardandolo negli occhi.

Rick non se lo fa ripetere due volte e dopo cinque minuti e alle mie spalle che mi bacia con passione sul collo spingendomi in bagno mentre i nostri vestiti, uno dopo l'altro, cadono a terra.


 

 

Beh, un po' di spiegazioni ci volevano no? Ma nel prossimo capitolo si capirà il titolo della FF muahahahah.....

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Capitolo 3
*** Quattro Assi ***


Eccoci all'ultima parte... Vi avverto che è più lunga delle altre ed è praticamente il centro della storia. Le parti prima mi servivano a creare la situazione U_U

Qui siamo senza POV specifico, il nostro narratore è esterno insomma. (tecnicamente il POV è mio quindi ancora una volta potere alle donne! P.s. Scusate, il troppo studio fa male [Tanto studio e niente sollazzo rendono uno scrittore pazzo] non mi riusciva metterlo al femminile -.-'')

 

La serata tra i due team andò benissimo passato il primo momento di imbarazzo.

Jane e Castle istigavano la conversazione coinvolgendo i rispettivi team e per fine serata, complici le chiacchierate e in parte l'alcool, le due squadre si ritrovarono tutte nella stanza di hotel di Rick e Kate a continuare la serata.

Jane non riusciva a credere con quanta facilità i due gruppi avevano fatto amicizia, ma era felice. Teresa non rideva così tanto da mesi e anche lui non si stava certo annoiando in compagnia del suo vecchio amico e di tutto il suo gruppo.

“Ragazzi, che ne dite se rendiamo la serata più interessante?” domanda Lanie all'improvviso.

“Spiegati...” chiede Kate avvicinandosi all'amica insieme a tutti gli altri.

“Che ne dite di fare un gioco?” propone la donna con un sorriso malizioso.

“Ti prego, non verità o penitenza!” esclama Jane sorridendo. “E' un cliché!” aggiunge poi roteando gli occhi.

“Non avevo intenzione di proporre niente di simile mio caro Jane.” risponde la donna con un sorriso che fa gelare il sangue nelle vene ai quattro suoi concittadine che la conoscono molto meglio dei compagni californiani.

“E che gioco sarebbe?” chiede Cho stoico pur essendo anche lui allegro come tutti gli altri.

“I quattro assi.” tutti la guardano confusi. “E' un gioco che inventammo io e due mie amiche al college una sera durante una festa.”

“Come funziona?” domanda curioso Rick.

“Allora, prima di tutto quanti siamo?” chiede la donna iniziando a contare. “Dieci, perfetto. Allora si devono prendere dieci carte qualsiasi da un mazzo, basta che non siano assi e che ci sia almeno una coppia di carte con lo stesso numero. Due donne, due tre, due quattro, non importa basta che ce ne sia una.” Jane obbedisce velocemente e prende tutte le carte di cuori meno l'asso, il due, il tre e il quattro e poi vi aggiunge la donna a picche.

“Fatto.” dice poi passando le carte a Lanie.

“Dopo di che si prendono anche i quattro assi e si mettono da parte.” Jane ubbidisce. “Ora non ci resta che scegliere le quattro penitenze. Di solito al college facevamo asso di cuori bacio, asso di fiori dieci minuti in uno stanzino, asso di denari domanda e asso di picche un capo di vestiario.” conclude la spiegazione la donna.

“Io ci sto.” dice subito Rick ridacchiando. Kate lo fulmina con lo sguardo. “E dai, sarà divertente!” la supplica lui con il suo solito sguardo da cucciolo e lei, grazie anche all'alcool nel sangue, accetta.

“Va bene, ci sto.” risponde Kate.

“Io pure.” aggiunge Jane ridendo.

“Se gioca lui gioco io.” aggiunge Cho.

“Non sapevo ci tenessi tanto a baciarmi Cho!” risponde fingendosi sorpreso Jane. “Bastava chiedere...” aggiunge poi ridacchiando. Cho lo ignora.

“Al diavolo, ci sto pure io.” dice Rigsby,

“Scusami, e Sarah dove la lasci?” gli fa notare Lisbon.

“Niente baci per me?”

“Se posso evitarli mi unisco pure io.” aggiunge Ryan. Lanie ci pensa un attimo e poi annuisce.

“Mi sembra giusto.” dice sorridendo. “Ma solo se si tratta di una donna.” i due accettano la condizione.

“Giochiamo.” dice Van Pelt sorridendo. Tutti si girano verso Lisbon

“Andiamo Lisbon, manchi solo tu... hai paura?...” la stuzzica Jane.

“Io, paura? E di cosa? Ci sto!” esclama lei non volendo essere da meno.

“Allora, il gioco funziona così, io distribuisco le carte e chi avrà la coppia di donne dovrà pescare uno dei quattro assi ed eseguire la penitenza.” conclude le sue spiegazioni Lanie prima di dare le carte.

Al primo giro sono Van Pelt e Ryan ad avere le due donne. Con cavalleria l'irlandese lascia pescare la penitenza alla donna che prende l'asso di denari. Il gruppo si mette d'accordo e alla fine è Lanie a fare la domanda con un sorriso maligno sul volto.

“La situazione più imbarazzante che vi sia mai capitata durante un rapporto...” dice maligna. Ryan sbianca e Van Pelt arrossisce lanciando una fugace occhiata prima a Rigsby poi a Lisbon.

“E sappiate che sapremo se mentite. Abbiamo una macchina della verità vivente...” dice Rick indicando l'amico fiero.

“Quando ho provato per la prima volta a fare sesso.” inizia Ryan volendosi togliere subito dall'imbarazzo. “Sono durato mendo di dieci secondi...” borbotta arrossendo come un pomodoro. Tutti scoppiano a ridere. “Che volete?! Avevo sedici anni!” esclama poi lasciandoli a bocca aperta.

“Fratello, non sapevo che tu fossi così precoce!” esclama Espo non riuscendo comunque a smettere di ridere.

“Tocca a te Van Pelt.” fa notare Jane dopo un po'.

“Due anni fa... Quando.. quando stavo con Rigsby.” inizia lei già rossa. “Eravamo in una saletta interrogatori quando... quando il capo è entrata per recuperare un file che aveva dimenticato e noi eravamo nel bel mezzo... e insomma... oddio...” Jane si volta verso Lisbon che fa una faccia disgustata.

“Merda, ero riuscita a dimenticarmelo!” impreca lei mentre le risate scoppiano nuovamente nella stanza e Rigsby e Van Pelt arrossiscono.

Il gioco riprende e al secondo giro escono Lisbon ed Esposito. Il bel guapo si comporta altrettanto gentilmente e lascia pescare a Teresa che prende l'asso di picche e così partono i primi vestiti. Le scarpe.

“Ricordate che le cose appaiate vanno via insieme!” fa notare Lanie implicando che quindi non ci si toglie una scarpa alla volta o un calzino alla volta. “E ci si può fermare solo arrivati alle mutande.” aggiunge ridacchiando

“E reggiseno...” aggiunge Rick non volendo che qualcuno veda i seni della sua donna.

“E reggiseno.” accetta l'anatomopatologa.

Il terzo giro vede Lanie stessa e Kate. La detective pesca e prende nuovamente l'asso di picche.

Al quarto Round escono Jane e Cho che pescano l'asso di fiori e scompaiono per dieci minuti nel bagno mentre gli altri sghignazzando prendendo in giro il povero Kim per la sua frase precedente.

“E ora che si fa? Ci fermiamo?” domandano gli altri.

“No, solitamente noi continuiamo. Basta togliere due carte.”

“Ma non è giusto loro non capiteranno in questi turni.” si lamenta Rick.

“Sì, ma non potranno nemmeno vedere e sentire quel che succede.” spiega Lanie sorridendo.

Il round successivo escono di nuovo due maschi, Ryan ed Esposito.

“Bro, pesca tu.” dice Kevin.

Javi accetta e prende l'asso di cuori.

“Questo lo aspettavo da una vita...” mormora Lanie guardandoli maligna mentre Rick e Kate scoppiano a ridere.

“Finalmente la bromance si evolve!” commenta Rick.

Van Pelt, Rigsby e Lisbon sono un po' confusi ma quando le labbra dei due uomini si toccano per tre secondi e poi si allontanano con una faccia più disgustata dell'altra, anche loro scoppiano a ridere.

“Che succede?” domanda Jane dal bagno incuriosito da tante risate.

“Ohhhh non lo saprai mai Jane.” lo stuzzica Lisbon.

Al quinto turno escono Rigsby e Lanie che inizialmente pescano l'asso di fiori ma essendo il bagno occupato cambiano penitenza e tocca loro l'asso di cuori che quindi si conclude con Rigsby che da un bacio sulla guancia della donna sotto gli sguardi delusi degli altri.

Rick si alza e va verso il frigo della camera per prendere qualche birra per sostenere il gruppo durante la serata.

Una volta tornato al posto le carte vengono di nuovo servite e escono Kate e di nuovo Lanie. Stavolta pesca la dottoressa che estrae l'asso di cuori e così, sotto lo sguardo eccitato di Rick le due donne si baciano per più dei tre secondi stabiliti.

“Possiamo rifarlo...” domanda Rick guardando Kate stupito.

Beckett e Lanie scoppiano a ridere felici di essere riuscite nel loro intento.

Al turno successivo tocca a Van Pelt e Rigsby che pescano l'asso di picche e si liberano delle scarpe a loro volta.

Col turno successivo altri vestiti volano via, stavolta tocca ai calzettoni di Esposito e alle scarpe di Ryan.

“Ahi ahi ahi Espo, al prossimo giro ti tocca o la maglia o i pantaloni...” mormora Lanie.

“Come se tu non avessi già visto...” mormora Kate su di giri facendo scoppiare a ridere gli altri.

Il gioco va avanti e al turno dopo escono Rick e Lisbon. Nell'istante in cui i due stanno per pescare la carta i dieci minuti per Jane e Cho finiscono e così i due tornano nella stanza.

“Che ci siamo persi?” chiede il mentalista.

“Due baci, uno più bello dell'altro, e un po' di striptease.” dice Rick passando una birra a Cho che sembra averne bisogno.

Lisbon pesca ed esce l'asso di denari. Il gruppetto si riunisce per preparare la domanda. Per un momento sono indecisi ma poi Jane suggerisce qualcosa e tutti annuiscono.

“Allora, vogliamo sapere se avete mai avuto esperienze con persone del vostro stesso sesso...” domanda Lanie.

“Io no, anche se una volta ad una festa al college, ero talmente ubriaco che mi sono addormentato abbracciato ad un mio amico mentre cercavo di baciarlo. Per fortuna non è successo nulla.” ammette Rick facendo crollare le speranze del gruppo.

“Lisbon...”

“Beh...” inizia lei arrossendo. “Una volta. Ero all'accademia e c'era questa ragazza nella mia stessa classe che ci provava con me e insomma ci siamo baciate una volta...” borbotta lei diventando quasi viola dall'imbarazzo mentre tutti la guardano stupita.

“Bugiarda!” esclama Jane sorpreso più degli altri. “Sta mentendo, non so su cosa ma mente.”

“Lisbon c'è punizione doppia per chi mente... cosa vogliamo fare.” la stuzzica Lanie allungando il mazzo.

“Okay, okay.” si arrende Teresa. “Ci... ci siamo baciate più volte... siamo state... insieme per due settimane prima che capissi che per quando stessi bene con lei non ero disposta ad... andare oltre perché... non sono lesbica.” conclude Lisbon lasciando tutti letteralmente senza fiato.

I love this game...” sussurra Castle prima di prendersi una gomitata da Kate e scoppiare a ridere.

Il gioco va avanti e mano mano che i turi passano vestiti scompaiono, risate scoppiano nella stanza e persone finiscono nel bagno.

Intorno al ventesimo turno la situazione, per alcuni si è fatta imbarazzante. Jane, Lisbon, Esposito e Rigsby sono rimasti solo con i pantaloni. E molti altri baci sono stati scambiati tra coppie dello stesso sesso. Ancora non è capitato tra maschio e femmina, a meno che non si contino i due baci sulla guancia di Rigsby e quello di Ryan.

Al turno successivo escono Lisbon e Jane.

“Pesca tu, ma ti giuro che se prendi l'asso a picche finisci fuori dalla finestra prima che tu possa iniziare a chiedere scusa.” lo minaccia Lisbon. Jane ingolla e con mano tremante sceglie una carta.

Asso di cuori.

I membri del team californiano iniziano a sghignazzare mentre Lisbon inizia ad arrossire come un peperone.

“Ricordo che qui vogliamo un vero bacio... niente scuse!” dice Lanie sorridendo maligna mentre tutti guardano i due con aspettativa.

“E quando l'avremmo stabilito?” chiede Jane.

“Mentre voi eravate nel bagno un paio di turni fa.” spiega Kate. “Se la coppia non è dello stesso sesso e non ci sono Ryan o Rigsby il bacio deve essere più... consistente?”

“Vogliamo vedere scintille mie cari.” aggiunge Lanie ridendo mentre il colorito di Lisbon peggiora ulteriormente e anche Jane inizia ad arrossire.

“Su su...” gli incita Van Pelt ridendo. “Così riscuoterò anche una vincita!” esclama mentre Rigsby e Cho prendono cinquanta dollari dai rispettivi portafogli e glieli passano. “Avevamo scommesso quando si sarebbero baciati per la prima volta. Cho aveva detto tre anni, io cinque e Rigsby aveva detto mai.” risponde poi vendendo gli sguardi stupiti del gruppo.

Lisbon rimane basita per alcuni istanti.

“Okay, complimenti per la vittoria, ma ora via alla penitenza!” esclama Rick. Negli ultimi tempi Jane aveva iniziato a parlare sempre di più di Teresa quando i due si sentivano e Castle spera che Lisbon sia per Jane quello che lui è stato per Kate. Un freno alla vendetta che lo sta consumando. Una bella spintarella è proprio quello di cui hanno bisogno.

I due sii avvicinano.

“Facciamolo e basta.” sussurra Lisbon poggiando una mano sul braccio di Jane. Lui si sporge ulteriormente verso di lei e fa incontrare le loro labbra mentre con una mano le afferra la vita. Brividi corrono lungo la schiena di entrami al contatto tra la mano di Jane e la pelle nuda di Teresa.

“Su approfondiamo la cosa...” li incita Lanie sghignazzando.

Jane decide di prendere l'iniziativa e socchiudendo le labbra lascia uscire la lingua per tracciare il contorno del labbro inferiore della donna chiedendo di poter approfondire il bacio. Lisbon si arrende e si lascia andare attirando a se Patrick.

Quando le loro lingue si sfiorano per la prima volta brividi di piacere tornano a correre lungo la schiena dei due.

“Non fermatevi finché non ve lo diciamo. C'è un tempo prestabilito.” gli ricorda Van Pelt ridendo maliziosa.

Lisbon, ogni volta che la lingua di Jane sfiora la sua, sente una parte del suo autocontrollo sgretolarsi, ma anche per Jane la situazione non è facile. L'odore di cannella tipico di Lisbon lo sta inebriando e il suo bacio si fa sempre più passionale mentre anche il suo autocontrollo va a farsi friggere.

Dopo quello che ai due sembrano ore gli altri li dicono di fermarsi. I trenta secondi sono passati. I due si allontanano rossi in viso mentre cercano di riprendere fiato tra le risate dei compagni.

I giochi vanno avanti, Ryan perde la maglia e Van Pelt i calzettoni, Cho è costretto a rivelare della sua passione per romanzi rosa mentre Kate confessa la posizione e la forma del suo tatuaggio.

“Peccato non averci giocato prima, avrei pagato per saperlo due mesi fa.” borbotta Rick tra le risate generali.

Ryan e Van Pelt finiscono al bagno al turno successivo mente Esposito e Lanie perdono una altro pezzo di abbigliamento.

“Io sono arrivato alla fine.” borbotta il guapo rimanendo in boxer neri molto attillati che ricordano alla dottoressa di tempi andati.

Al turno successivo tocca a Lisbon e Kate baciarsi. Le due svolgono il compito senza problemi e Castle si trova di nuovo in una posizione scomoda.

Nell'ultimo turno prima del ritorno di Van Pelt e Ryan, Cho perde i calzini mentre Castle viene privato del suo primo indumento, le scarpe.

Quando i due detective tornano dal bagno Lisbon si accorge che sono le due passate di notte. Hanno giocato per più di due ore.

Vedendo il suo sguardo e ricordando del viaggio che dovranno affrontare l'indomani, Jane propone di giocare per un ultima mezz'ora. Tutti accettano e così iniziano gli ultimi turni.

Rick e Kate trovano finalmente un motivo per baciarsi al turno successivo e per il resto del gruppo è difficoltoso dividerli.

Jane perde anche i pantaloni e raggiunge Esposito con i suoi boxer bianchi, meno aderenti di quelli del compagno, mentre Kate perde la maglia.

Castle racconta a tutti come è andata la storia del suo arresto per furto di cavallo della polizia e passeggiata in nudo mentre Cho parla del periodo in riformatorio.

Andando avanti altri segreti vengono rivelati, altra birra è bevuta e altri vestiti scompaiono lasciando anche Lisbon e Ryan in biancheria.

“Okay, altro turno. Abbiamo sempre una decina di minuti!” esclama Lanie. Le carte vengono distribuite e la coppia torna in mano a Jane e Lisbon.

“Stavolta pesca tu. Non voglio responsabilità!” esclama il mentalista. Lisbon pesca ed esce l'asso a picche.

“Non vale. Pesca ancora.” dice Kate. Lisbon sbuffa e prende un altra carta. Asso a fiori.

“Beh, abbiamo giusto giusto dieci minuti.” mormora Rick. I due un po' imbarazzati per la loro situazione vanno in bagno e la porta viene chiusa alle loro spalle.

Soli in quel piccolo spazio con solo la biancheria intima addosso e dopo il bacio di prima i due si sentono a disagio.

“Fa caldo...” mormora Jane volendo rompere il silenzio.

“Già...” risponde Lisbon mentre da fuori arrivano delle risate.

“Vorrei sapere che sta succedendo.” borbotta Jane con sguardo quasi disperato. Non c'è nulla di peggio del non sapere per il mentalista.

Lisbon ridacchia a vederlo così curioso per qualcosa.

“Finalmente abbiamo trovato un modo per rendere cieco anche il grande Patrick Jane.” commenta ridendo.

“A provare, come posso sapere che succede attraverso una porta chiusa!” ribatte lui mentre suoni di giubilo arrivano dalla stanza. “Accidenti...”

“Che bacio!” esclama Rigsby a voce abbastanza alta.

“Chi si sarà baciato?” chiede Jane curioso.

Lisbon rotea gli occhi e si avvicina lievemente.

“Ti verrà un ulcera se continui a preoccuparti così tanto per quello che succede di là.” gli fa notare. Jane borbotta e si gira ritrovandosi più vicino del previsto a Lisbon.

Teresa arrossisce e cerca di allontanarsi ma il suo corpo non vuole obbedirle.. I suoi respiri si fanno irregolari e il suo alito caldo si infrange sulla pelle nuda della spalla di Jane che trema leggermente a tale sensazione.

Il calore che il corpo di Lisbon stra emanando lo sta facendo impazzire a tal punto che deve ricorrere a qualcuno dei suoi trucchi per evitare che le conseguenze di tale vicinanza siano più chiare agli occhi della donna.

“Lisbon...” dice Jane volendo suonare sicuro ma la sua voce sembra di più assumere la tonalità di una supplica.

La mano di Teresa si alza per permetterle di togliersi una ciocca di capelli dal viso ma Jane la ferma con una mano e con l'altra esegue l'azione per lei per poi posare il palmo sulla guancia della donna.

“Jane...” sussurra Lisbon volendo dire mille cose ma la voce le muore in gola quando le labbra del mentalista si schiantano sulle sue mentre le braccia l'afferrano per la vita.

Dopo un primo momento di sorpresa Lisbon inizia a rispondere con altrettanta passione al bacio stringendo le braccia intorno al collo dell'uomo mentre piano piano indietreggia fino a trovarsi bloccata tra le fredde piastrelle del muro e il corpo dell'uomo.

Quando i due si staccano per prendere un po' d'aria i loro occhi si incontrano.

“Scusa...” mormora Jane allontanandosi.

“No.” risponde sicura Lisbon fermandolo. “Non ho intenzione di farlo perché non c'è niente da scusare.” aggiunge prima di riavvicinare le loro labbra per un bacio più dolce e breve.

“Lisbon... non... non possiamo.” mormora Patrick allontanando le loro labbra e poggiando la fronte contro quella della donna.

“Dimmi che non provi niente per me, che questi baci non hanno significato nulla e che non intendevi quel ti amo e io lascerò stare, mi scorderò di tutto e saremo amici come prima.” sussurra la donna cercando i suoi occhi. Jane si allontana lievemente e devia lo sguardo.

“Io.. io non provavo niente.” mormora.

“No, devi guardarmi negli occhi.” dice sicura Teresa costringendolo a guardarla.

“Io... io non... non...” Jane sospira. “Non posso dirlo.” conclude alla fine mentre alcune lacrime scivolano lungo le sue guance. “Ma non possiamo.” aggiunge subito dopo.

“Perché?”

“Perché ti ferirei...” sussurra lui.

“Te lo impedirò.” ribatte Lisbon. “Troverò Red John prima di te e ti fermerò. Non ti permetterò di allontanarmi in nessun modo, non ti permetterò di andartene di nuovo, ti terrò incatenato al mio fianco dovesse servire.” Jane sorride per un secondo, i suoi sentimenti lottano per vincere contro il desiderio di vendetta per la sua famiglia, contro la preoccupazione per la sicurezza dell'unica donna di cui veramente gli importi. “Non gli permetterò di allontanarmi da te. Sono egoista, non permetterò ne a lui ne a nessun altro di ridurre il mio o il tuo tempo su questa terra.” aggiunge la donna capendo al volo i suoi pensieri. “Jane, guardami, non ti sto chiedendo niente più di quello che puoi darmi, non ti chiedo di smettere di amarle, ti chiedo solo di potermi inserire in una piccolissimo spazio qui.” continua Teresa afferrando la sua mano e posandola sul cuore di lui. “Voglio solo far parte della tua vita, non voglio sostituirle, non voglio che ti dimentichi di loro perché sono parte di te e io le amo per ciò.” aggiunge prendendo la mano con la fede e portandosela alle labbra per sfiorare il simbolo dell'amore di Jane verso Angela con un lieve bacio prima di stringersi a lui. “Ogni volta che tu rischi di morire e io riesco ad arrivare in tempo per salvarti le vado a trovare e le ringrazio perché ti proteggono e perché a differenza mia non sono egoiste, non desiderano tenerti con loro. Le ringrazio per i giorni, le settimane, i mesi e gli anni che mi permettono di vivere in un mondo con te.” Teresa si allontana lievemente cercando gli occhi dell'uomo ormai pieni di lacrime. “Spero che tu non sia arrabbiato perché porto loro i fiori.” dice preoccupata ma Jane scuote la testa. “Ti amo Jane, e che tu lo voglia o no rimarrò al tuo fianco, come amica o come amante o anche come estranea e ti impedirò di ucciderlo con tutte le mie forze anche se poi mi odierai perché so che se fossi nella loro situazione non vorrei mai che tu smettessi di vivere per portare a compimento una vendetta.” sussurra Teresa mettendo fine al contatto fisico e avvicinandosi al lavandino per sciacquarsi la faccia visto che erano già passati sette minuti. Jane rimane in silenzio a lungo mentre mille pensieri diversi gli attraversano il cervello e le parole di Lisbon si ripetono come in loop tra i suoi pensieri.

“Non posso perderti...” mormora alla fine Jane. “Non posso rischiare di vivere senza di te perché allora sarebbe finita veramente. Tu sei l'unica cosa che mi ancora alla vita Teresa. L'unico motivo per cui a volte penso ad un futuro dopo la morte di Red John...” Teresa sorride. “Quelle parole le intendevo veramente. Io ti amo ma non voglio che diventi un bersaglio.” Lisbon sospira.

“Jane, se Red John non sapesse quanto tu sia importante per me e viceversa, credi che avrebbe chiesto la mia testa come prova? Lui lo sa già.” gli faccio notare prendendogli una mano. “Tanto vale vivere liberamente e senza paura. Non farlo vincere ancora, non permettergli di comandare la tua vita come se fossi una marionetta.” sussurra Lisbon baciandolo ancora una volta.

Per alcuni istanti Jane rimane immobile ma poi le sue braccia tornano a circondare la vita di Teresa e la sua bocca reclama quella di lei.

“Ti amo.” sussurra tra un bacio e l'altro mentre il sorriso spunta sul volto di entrambi che, troppo presi dai loro sentimenti non si accorgono della faccia di Rick che per un momento ha aperto la porta per avvertirli della fine del gioco e della loro penitenza.

L'uomo si schiarisce la gola pesantemente e finalmente i due riprendono contatto col terreno.

“Il gioco è finito... volevo solo avvertirvi.” mormora sorridendo felice.

Forse Kate a ragione. Si ritrova a pensare Rick tornando nella stanza accanto dove tutti si stanno rivestendo e scambiando numeri e contatti per rimanere in comunicazione.

Forse anche per lui c'è speranza in fondo.

 

 

FINE

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