Infiniti Colori screziati sopra la Terra fiorita

di Silyia_Shio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Infiniti Colori screziati sopra la Terra fiorita ***
Capitolo 2: *** Rosa e Oro d'Alba ***
Capitolo 3: *** le Trecce della Sposa ***



Capitolo 1
*** Infiniti Colori screziati sopra la Terra fiorita ***



 

 Infiniti colori screziati sopra la terra fiorita



 

 




Scivoliamo lentamente sulle pareti non più bianche, ora testimoni del nostro amore.
Assaporo lentamente il fruttato gusto delle tue labbra rosse. Rosso ciliegia, rosso fragola, rosso ribes...rosso il frutto dell’amore maturato tra le nostre falangi unite ed ora vernice succosa dipinta sulle pareti dalle nostre mani. 
Immergo le dita nella verde tempera inglese e sorridendoti faccio scorrere i polpastrelli sulla tua morbida guancia, decorando con spirali d’erba i petali dei boccioli che stanno nascendo dalla terra del mio personale mondo. 
Dipingo con le labbra il dorato sole illuminare con i suoi raggi di filigrana le ambrate colline e le insenature spolverate di cannella.
Intreccio i tuoi capelli color della corteccia di ciliegio come farei con delle spighe di grano e sul tuo collo disegno infiniti fiorellini di campo creando un arcobaleno di petali: rosate margheritine, azzurri fiordalisi, rossi papaveri e gialle primule.
 
Bacio le palpebre calate sui laghi che rinfrescano il mio cuore secco e mentre poggio un delicato bacio sulla tua fronte, sopra il fior di loto rosato, cerchi le mie labbra.
Ci fondiamo in un dolce e delicato bacio e la tempera che decora la nostra pelle messaggera d’amore si sfuma: rosso camelia e rosa antico d’oro bruciato.







****

Buonsalve!
Questa è la prima femslash che pubblico, scritta in onore del Femslash Contest
  dove come pacchetto ho ricevuto questo meraviglioso verso della poetessa Saffo, che poi è anche diventato il titolo della mia storia.
Ma siccome questo verso continua a ronzarmi per la testolina colorandomi la mente di scene femslash, mi sono detta: perchè non creare una raccolta di drabble, doubledrabble, flash, storie molto corte insomma, che girino intorno all'idea degli "infiniti colori screziati sopra la terra fiorita" ?
E così fu, o meglio, sarà!

un saluto,
Shio

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Capitolo 2
*** Rosa e Oro d'Alba ***


Rosa e Oro d’Alba



Caldo.
Soffice.
Dolce.
Speziato.

Apro gli occhi lentamente facendo cadere sul cuscino la sabbia dorata cosparsa sulle mie ciglia. Osservo con un sorriso la tua pelle color cioccolata rigarsi di rame liquido quando il sole, filtrando dagli spiragli della tapparella, si adagia sulle tue guance e sulla conca del tuo naso.
Un piccolo formicolio sul palmo della mia mano mi fa abbandonare il tuo viso e subito ricordo: abbiamo accolto la notte stringendoci le mani, la mia sulla tua, le dita diverse e uguali strette per reggerci a vicenda.
Avvicino il naso alle nostre mani per sentirne la miscela e riconosco il tuo, dolce unione di cannella e nocciole tostate, che unendosi al mio da vita ad un delicato profumo di fiori. Respiro, primula. Respiro, giglio. Respiro, lillà. Respiro, camelia.
Ed ecco l’idea.
Mi muovo lentamente per abbandonarti senza farti male, senza strapparti la mia presenza.  

Mi ricorico al tuo fianco, poggiandoti delicatamente una mano sulla testa, le dita iniziano a giocherellare con i tuoi capelli lisci ma ribelli.
La tua espressione si rilassa ma dal contorcesi delle tue labbra so che ti stai per svegliare.
Ti accarezzo la testa per accoglierti in questo giorno.


***
Ricordi ancora quella mattina? Il suo ricordo brilla ancora in mezzo alla nebbia?
Se vuoi te la posso raccontare io, io ce l’ho ancora stampata davanti agli occhi, vivida come se ne stessi vedendo la pellicola proprio ora: i tuoi occhi ancora impastati dal sonno che, superando la luce, si illuminano di sorpresa, il buongiorno che viene spinto a tornare nella tua bocca dall’ “Oh” di meraviglia, il tuo sorriso felice ed imbarazzato e la tua risata dolce quando ti lancio un petalo di camelia sul naso.
E, oh, come ricordo il tuo corpo farsi spazio tra i fiori per avvicinarsi al mio e l’amore, l’amore che facemmo in mezzo ai fiori che ci accarezzavano complici.





*****

Sono tornata, ok, non è vero, faccio solo un'improvvisa apparizione per aggiornare questa raccolta. 
L'idea è nata da un laboratorio sul tocco armonico che ho seguito all'università.

Voglio solo fare un piccolo appunto:  
se la storia vi è piaciuta sono felice di ricevere un commento,
ma che sia motivato, evitate gli aggettivi freddi abbandonati tanto per..
evitate assolutamente i commenti del tipo " passi a leggere la mia storia?" perchè la risposta è NO
e tra l'altro dovrebbe essere contro il regolamento.


Detto ciò, grazie d'esser passati a leggere o anche solo a dare un'occhiata.

Al prossimo futuro,
Shio 

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Capitolo 3
*** le Trecce della Sposa ***


le Trecce della Sposa:


 
Sto mettendo in ordine le nostre foto. A dire il vero, stavo ordinando le nostre cose, oramai solo più mie, quando aprendo una scatola di cartone, ho ritrovato tutte le nostre foto. Ci ho tuffato dentro le mani, assaporando quell’immersione nelle sensazioni dei ricordi. In un attimo ho riscoperto le crepes di Parigi, il profumo delle lenzuola di casa tua, il pelo di Cardamomo.. ti ricordi di Cardamomo? Quel gatto con qualche rotella fuori posto che ogni mattina balzava sul letto e ci mordicchiava i piedi, uno mio e l’altro tuo, troppo vicini per saperli distinguere. E poi la mia schiena è stata di nuovo graffiata dalla sabbia ramata di Porto Ferro, il respiro mi è stato tolto con prepotenza dal profumo del fumo delle tue sigarette, ho sentito la tua pelle correre sotto le mie dita mentre cercavo di unire i nei sulle tue braccia a formare infinite nuove e lontane costellazioni. E quanto altro? Un mondo. Un mondo e centinaia di finestre su di esse.
Poi con prepotenza si è aperta La Finestra, una delle tante “La Finestra”, anch’esse numerose, ma quante vite abbiamo vissuto? Mi sembra incredibile!
Il mio stomaco è stato di nuovo invaso dalle tarme. Oh sì, proprio tarme! Altro che farfalle fragili e delicate che svolazzano gaie nello stomaco. No no, quelle erano vere e proprie tarme che bucavano le mie cellule e bevevano i miei succhi gastrici. Sicuramente erano sempre loro, quelle dannate tarme, a far correre sulla mia pelle infiniti fili elettrici ed a stimolarmi i dotto lacrimali. Ho pianto guardando oltre quella finestra, ho pianto come se stessi rivivendo quel meraviglioso, doloroso giorno. Forse dire “come se” non è adatto, non è giusto perché sto risentendo tutto, ogni mio senso è stato colpito dagli stessi stimoli; anche i sensi dell’anima. Come ho sorriso quando ho rivisto di fronte a me te, avvolta di bianco, con la pelle più bianca del solito, più tardi mi avresti poi confidato che ti eri riempita di cipria schiarente, che tipo davvero, che tipo che amavo!, e i tuoi capelli, bianchi anch’essi.
Come ho amato i tuoi capelli in tutti questi anni che abbiamo passato insieme. Anche tu mi hai sempre detto d’amarli e ripensandoci è vero: li maltrattavi con tutti quei colori ma era il tuo modo d’amare. Come hai maltrattato le mie povere labbra e la mia schiena!

Afferro gli angoli centrali del cartone ripiegato e vi do il giro. Le nostre foto sono tutte lì per terra, scomposte, che saltano da un anno all’altro, dal 2000 al 2015 al 1997.
Mi alzo in piedi per vederle tutte, una per una separata e tutte insieme in un cocktail di noi, un cocktail di colori, un cocktail di te.
Ti vedo a 17 anni con due lunghe trecce blu elettrico, a 20 con una treccia raccolta a crocchia di un rosa salmone, a 15 con una lunghissima treccia a spina di pesce verde mare, a 23 con i capelli corti, molto corti e neri. Quanto hai odiato quei capelli neri. Cercavi sempre di scioglierli sull’erba, di sparpagliarli tra i boccioli ma alla fine ti arrabbiavi soltanto e finivi sempre, sempre, per afferrare quella parrucca colorata. Ogni sera la indossavi, ti sedevi davanti allo specchio e la intrecciavi osservando i colori dell’arcobaleno alternarsi come sfumati in un cielo, e ogni sabato la indossavi con rabbia e la scioglievi sul prato con altrettanta rabbia.

Non ho mai voluto fotografare quei colori. Tu dicevi che ti portavano allegria, che ti sembrava ancora di essere come un tempo, ti sembrava ancora che la gioia dei colori ti penetrasse nella pelle curando il tuo spirito. Così dicevi ma io sapevo che li odiavi proprio perché, entrandoti dentro, ti facevano morire sempre un poco di più, come la tempera disciolta in acqua. Se pulisci un pennello sporco di blu in un’acqua pulita, l’acqua diventerà azzurra. Se vi pulisci dentro un pennello sporco di nero, il nero diventerà meno intenso. Ma se pulisci un pennello rosso, poi uno viola, uno verde e poi uno blu allora l’acqua assumerà un pesante colore nocivo, come una pozione di morte.    



*****
Oltre le migliori asettative sono tornata già oggi ad aggiornare! Domani finirà il mondo sappiatelo!
Per quanto riguarda la storia...evviva l'allegria, vero? Date la colpa al tirocinio in ospedale, però, se le ultime due storie sono state all'insegna delle malattie e della tristezza! u.u
Vediamo se indovinate da cos'erano affette le due ragazze, se indovinate cercherò di scrivere anche qualcosa d'allegro!

Le raccomandazioni sono sempre le stesse: 
se la storia vi è piaciuta sono felice di ricevere un commento,
ma che sia motivato, evitate gli aggettivi freddi abbandonati tanto per..
evitate assolutamente i commenti del tipo " passi a leggere la mia storia?" perchè la risposta è NO
e tra l'altro dovrebbe essere contro il regolamento.

 
Alla prossima volta cari pochi lettori.
Shio

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