Don't cry, my lady

di alex fra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La supermegacicciafigatissima missione!!! ***
Capitolo 2: *** Quel fottutissimo sasso!! ***
Capitolo 3: *** Il capitolo che serve solo ad allungare la storia ***



Capitolo 1
*** La supermegacicciafigatissima missione!!! ***


Era mattina, mi ero appena svegliata e stavo andando verso la magione dell’Hokage per sentire cosa voleva questa volta. Quella vecchia non la smetteva di assegnarmi missioni su missioni, nell’ ultima per poco non ci rimanevo secca: lei l’aveva catalogata come un semplice livello C, invece si era rivelata di livello S!
E ho dovuto farmela tutta da sola!

Appena entrai nella magione mi diressi verso l’ufficio del “Grande Hokage” pensando alla colazione lasciata a metà che si stava freddando. I corridoi che portavano alla suddetta stanza erano lucidi, ma io non ci diedi molta importanza, fatto sta che piantai un cristo per terra atterrando di faccia. Mi alzai a fatica da terra massaggiandomi il viso che era stato spiaccicato sul pavimento
- Chi cazzo è stato a mettere questa sfottuta cera in terra proprio ora?!- urlai in preda da una crisi isterica. E solo ora notai che non c’era nessun altro a parte me in corridoio.
- Mi scusi signorina, l’ Hokage ci ha detto di mettere la cera oggi. Mi dispiace tanto.- si scusò un ragazzo apparso dal nulla vestito con un camice azzurro e dei guanti giallo shocking
- Proprio oggi?-
- L’ Hokage è stata molto chiara su questo.- sì giustifico il ragazzo – ed è stata molto categorica anche sul orario: “dalle nove in punto alle undici in punto”.- recitò lui con una vocina stridula. Risi per quanto poteva sembrare stupido detto da Tsunade con quella voce storpiata e anche il ragazzo iniziò a ridere. Tolse un guanto e mi porse la mano che accettai senza fare storie.

- Brutta vecchia zitella…- sussurrai mentre mi ricomponevo.
- Come prego?- alzò un sopracciglio e si rimise il guanto di quel colore ridicolo.
- No, niente.- lo salutai mentre se ne andava correndo tranquillamente. Per me non era altrettanto facile infatti dovetti procedere con passo lento e cauto per non cadere ancora una volta. Appena davanti al ufficio dell’ Hokage avevo rischiato di scivolare come minimo 15 volte, in un corridoio che misurava esattamente 10 metri. Bussai e subito dopo entrai.
- Buongiorno, Chocola.- Tsunade mi rivolse un sorriso strano, in un certo senso perverso, io risposi bofonchiando un “Buongiorno” per poi andare davanti alla scrivania della donna e rivolgergli la mia totale attenzione.
- Arriviamo subito al dunque, senza perderci in chiacchiere: voglio che tua vada a Suna!- ci misi un po’ a capire le sue parole e quando lo feci rimasi quasi pietrificata
- COSA?!-
- Suna è alleata di Konoha, tu saresti perfetta per fare da tramite e in più faresti la guardia del corpo al Kazekage in persona.- non sapei se prenderlo come uno scherzo di cattivo gusto o se prenderla veramente su serio. Non sapendo cosa fare lasciai fare al mio istinto.
- Lei è pazza! Lasciare Konoha da sola per andare in un villaggio sperduto e sconosciuto al genere umano?! No. Mandate un altro.- protestai io sperando che prendesse in considerazione quelle parole
- Lo so, tu saresti il tipo di persona da fare a botte con il Kazekage. Tu sei:
volgare, sadica, irascibile, fin troppo attiva, spietata, masochista e testarda.- ci rimasi un po’ male a quelle accuse assolutamente fondate, era brutto detto così.

-       Tsunade-sama, si è dimenticata “bassa”.- le ricordò Shizune al suo fianco con in braccio Ton Ton

-       Ah sì … aggiungi pure anche bassa …-

-       Non è affatto vero!- protestai

-       Sei ancora vergine, vero?- chiese Tsunade calma guardandomi dal alto verso il basso mentre io arrossii davanti a quella domanda

-       E questo cosa c’entra?!-  chiesi imbarazzatissima

-       Hai visto, nessuno ti vuole, quindi aggiungi anche “sola” e “acida”.- disse a Shizune che prese un foglio e incominciò a scrivere quello appena detto da Tsunade.

-       Essere soli non è un difetto!- arrossii ancora di più, ma probabilmente era quello che voleva Tsunade, perché sorrise.

-       Sottolinea “sola”.- precisò l’Hokage. Io credevo che ci trovasse un certo gusto nello sfottermi, ma tenni i miei pensieri per me e cercai di ricompormi il più possibile – comunque, dovrai fare del tuo meglio per andare d’accordo con il Kazekage, anche perché tu sei perfetta, difetti a parte; hai eliminato tre Mukenin ricercati da diversi anni in meno di 10 minuti e da sola, in più eri preparata per una missione di livello C, non di livello S. Il tuo risultato è stato sorprendete anche per Danzo che ha mobilitato parecchio la squadra speciale per farla arrivare ai tuoi livelli. È stato a dir poco fantastico.- il primo complimento da parte dell’ Hokage che mi diceva esplicitamente. Perché non ne ero lusingata?

-       Quindi dovrei lasciare Konoha da un giorno al altro?- chiesi in un sospiro. Tsunade si alzò e andò alla finestra rivolgendomi le spalle.

-       Domani.- precisò ancora di spalle– la cosa dovrebbe durare un po’, fino a quando i consiglieri e il Kazekage non si sentiranno sicuri. Diciamo che è a tempo indeterminato.- Tsunade ritornò alla scrivani e tirò fuori dal cassetto dei fogli porgendomeli, io mi avvicinai per leggerli.

-       Cazzo, è proprio sfigato! In meno di un anno hanno tentato di ucciderlo più di 187 volte! WOW!- Tsunade probabilmente fece finta di non sentire la mia esclamazione perché non mi rimproverò come suo solito. – Ma chi è che tenta alla sua vita?- Tsunade fu sorpresa da quella mia domanda.

-       È la cosa più intelligente che tu abbia mai detto e pensato.- ci rimasi li per li male , ma poi feci finta di niente – Non lo sappiamo, ecco perché ti abbiamo mandato, tu dovresti essere in grado, in teoria, di scoprirlo.- Mi porse un altro foglio. – Allora accetti?- sul suddetto foglio vi erano i dettagli della missione che dovevano essere firmati e poi timbrati. Restai un po’ a fissarlo poi sospirai e presi una penna dalla scrivania.

-       E va bene, accetto.- firmai lentamente poi passai il foglio a Tsunade che lo firmo e lo timbrò

-       Appena entri nel territorio di Suna, dovrai mostrare il copri fronte e questo.- mi porse un altro foglio che non lessi ma ripiegai semplicemente e riposi in tasca – Quando entri nel parse del vento basta solo mostrare il copri fronte, non sono molto pignoli lì- feci per uscire ma prima che potessi chiudere la porta Tsunade mi parlò – mi raccomando, questa missione è persino superiore al livello S. non tollero errori. E por piacere, non rovinare tutto questa volta.- mi morsi il labbro e chiusi la porta alle mie spalle.

Come diavolo faceva a sapere di quello che era successo quando lei non era ancora in carica? Si, okei, se ne parlato molto in giro ed è stato un grande shock anche per me, ma non possono rinfacciarmelo ogni volta che devo compiere una missione di alto rango! Era stato solo un errore … speravo almeno …
Scrollai la testa per scacciare quei pensieri e mi misi a camminare nel corridoio attaccandomi al muro per non cadere. E ci riuscii, anche se la mia colazione non si poteva più mangiare.

 

 

L’avevo già scritta questa storia, ma ho preferito riscriverla dal principio modificando un po’ di cose, non vi preoccupate è quasi identica :D

Ditemi se c’è qualche cosa di sbagliato o se semplicemente vi piace. Al prossimo capitolo :D

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Capitolo 2
*** Quel fottutissimo sasso!! ***


Mi svegliai che il sole doveva ancora sorgere. Mi alzai e incominciai a prepararmi per la missione, anche se non ne avevo una gran voglia. Mi vestii con i primi vestiti che mi capitarono in mano e ne misi un paio dentro una borsa. Un paio perché così ero più veloce e il resto l’avrei scroccato al Kazekage. Uscii di casa chiudendo la porta a chiave e mi avviai verso le grandi porte di Konoha. Appena davanti al portone vi era Shizune e Tsunade che mi aspettavano.

- Alla buon ora! Ti stiamo aspettando da due ore!- si mise a sbraitare Tsunade e la cosa, di prima mattina, mi diede un po’ sui nervi ma mi trattenei dal rispondergli a tono.

- Mi scusi mi sono svegliata adesso.- dissi sbadigliano e stiracchiandomi. Tsunade incominciò a scrutarmi dal basso verso l’alto con attenzione.

- Cioè, tu vuoi andare dal Kazekage vestita in quel modo ridicolo? Metterti qualche cosa di più appropriato non ti piaceva?- chiese con un tono di voce più basso di prima

- Sì.- risposi semplicemente buttando la sacca a terra. Avevo messo dei pantaloncini neri e corti che arrivavano circa a metà coscia, una maglia senza maniche rossa e degli stivali di pelle che aderivano perfettamente alla gamba e arrivavano circa poco sopra il ginocchio. Un vestito, per me, abbastanza normale, oltre che comodo e fresco. Tsunade sospirò rassegnata e mi porse una cappa bianca.

- È per proteggerti dal sole del deserto- spiegò l’ Hokage. La misi solo per fare un piacere alla vecchia anche perché, per me, era di cattivo gusto – ora vai e fai attenzione.- si raccomando sorridendo. Presi la borsa a terra e attraversai le porte aperte del villaggio. Ci volevano circa 2 giorni per raggiungere Suna, ma con la mia velocità speravo di metterci di meno, circa un giorno scarso. Iniziai a correre sugli alberi della foresta che da li in poi si infrangeva. Passai al deserto in meno di 10 ore e la cosa mi demoralizzò parecchio. Avevo pensato di pranzare in un locale prima del paese del vento ma poi mi era passata la voglia e da lì in poi non c’era NIENTE!! Nemmeno un po’ d’acqua! Il deserto era arido e il clima umido, in più il sole mi batteva sulla tesa che tenevo coperta dal cappuccio della cappa. Passarono 2 o 3 ore e davanti a me vidi qualche cosa, al inizio pensai ad  un miraggio, ma poi lo vidi meglio, Suna! Diedi lo sprint finale incominciando a correre più forte che potevo

- SUNAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!- urlai sopraffatta dalla gioia. Un Jonin della Sabbia con una strana tendina che gli copriva metà faccia mi fermò proprio poco prima dell’ ombra.

- Lei è?- chiese scrutandomi attentamente. Io mi tirai giù il cappuccio e dissi il più serio possibile:

- Sono Chocola Yamai, ninja del paese del fuoco, mandata dal villaggio della Foglia- dissi mostrando il coprifronde e porgendogli il foglio che mi aveva dato il giorno prima Tsunade. Il viso dell’uomo si illuminò e si spostò per lasciarmi passare. L’accoglienza non era delle migliori: tutti mi guradavano come se avessi scritto sulla fronte: “ VI UCCIDERÒ TUTTI!” il che non era molto bello. Velocizzai il passo e arrivai nel “centro abitato” davanti a quello che doveva essere il palazzo del Kazekage: praticamente un ammasso di sabbia, tutto li. Mi sentivo male al solo pensiero di dover restare anche solo un’ ora li. Guardandomi intorno non mi accorsi del sasso che mi tagliava la strada così inciampai e caddi, come sempre, di faccia sulla sabbia ruvida

- Cazzo- farfugliai cercando di riazarmi

- Ha bisogno di aiuto signorina?- un ragazzo dai capelli rossi mi porse una mano ma mi alzai anche senza il suo aiuto. Mi pulii i vestiti dalla sabbia e mi tolsi la tunica bianca che mi stava facendo sudare come un ornitorinco

- Cerco il Kazekage.- aveva un’ aria strana, il volto era inespressivo  e alla mia domanda mi incominciò a squadrare – sa dove posso trovarlo?-

- Chi lo vuole sapere?- chiese calmo. Aveva dei lineamenti gentili, i capelli rossi non erano ne troppo lunghi ne troppo corti e gli occhi erano verde-acqua

- Io.- risposi semplicemente – anche se ora non ne ho più una gran voglia … ho fatto più di 14 ore di viaggio, ho fame e sete, un fottuto sasso mi ha fatto inciampare e fare una figura di merda e per poco i ninja all’entrata non mi uccidevano. Tutto questo per arrivare qui: in un luogo dimenticato da Dio, dove le case, le strade e i negozi sono fatti di sabbia. Per non parlare del caldo e dell’ umidità! Questo fottuto Kazekage cazzo fa qui?! Già me lo immagino nel suo ufficio ad ammazzarsi di seghe dal mattino alla sera!- urlai quasi dalla frustrazione – sicuramente sarà: vecchio, grasso, bavoso e pedofilo. Uffa! Tutte le sfighe capitano a me!- il ragazzo mi allungò una mano.

- Piacere Sabaku no Gaara- disse con un tono inespressivo. Guardai la sua mano e poi lui.

- E chi se ne frega.- dissi continuando a guardarlo.

- Il Kazekage...- a quella rivelazione mi pietrificai “ oh merda, incominciamo bene” pensai ne panico. Gli strinsi la mano non troppo forte e dissi piano:

- Chocola Yamai, sono stata mandata dall’ Hokage.- gli lasciai la mano e lui mi fece segno di seguirlo. Lo seguii senza fare tante storie e pensai ad un modo per riparare al mio casino di poco tempo prima quando sentii un chakra ostile. Mi guardai intorno, ma non vidi nessuno. Mi affrettai ad entrare nella magione del Kazekage scortata da lui stesso. In tutta quella storia c’era qualcosa che non quadrava.

- Mi scusi Kazekage-dono …- mi avvicinai fino ad arrivare al suo fianco – lei pensa che le persone che tentino alla sua vita siano cittadini?- lui tenne lo sguardo dritto davanti a lui senza rivolgermi nemmeno un’occhiata.

- Non lo sappiamo.- rispose e lì capii un po' di cose.

- Io ho chiese se lei pensa che i cittadini possano ritorcersi contro di lei.- restò un attimo in silenzio, poi parlò con un tono di voce più basso

- Io personalmente sì.- come pensavo. Mi elogiai da sola per la magnifica deduzione, poi mi balenò in testa una domanda che feci senza riflettere.

- E perché proprio i cittadini secondo lei?- sobbalzò ma subito dopo alzò le spalle. Quel tipo mi nascondeva qualche cosa ma quello non era il momento più opportuno per fargli un interrogatorio. Mi portò in una stanza dove al centro c’era un grande tavolo e di lato tutte le statue dei precedenti Kazekage, scolpite … nella sabbia, come ci si poteva aspettare da Suna. Attorno al tavolo c’erano dei vecchi con una tunica seduti in silenzio, e c’era anche il tipo che era stato all'entrata di Suna: faccia da tendina. Gaara mi spostò la sedia per permettermi di sedermi e io lo feci “galante il ragazzo” pensai sorridendo. Il Kazekage si sedette vicino a me.

- Un ninja così esperto ma anche incredibilmente giovane, sei sicuro che sia lei?- Chiese uno dei tanti vecchi al uomo tendina. Incominciò a guardarmi diffidente e io ricambiai il suo sguardo.

- È sicuramente lei, la descrizione combacia perfettamente.-

- Descrizione?- chiesi immediatamente Gaara – Perché io, il Kazekage, devo essere sempre l’ultimo a sapere le cose?- quello lo percepii come un rimprovero, anche se con il suo solito tono non sembrava.

- Scusi, ma abbiamo ricevuto l’ identikit pochi minuti fa. È stata estremamente veloce, pensando che è partita questa mattina.- Tutti mi guardarono stupiti mentre io guardavo le doppie punte in una ciocca di capelli biondi.

- Be’, se non fosse in grado di fare queste cose non ce l’avrebbero mandata, no?- tutti annuirono poco convinti – comunque, parlando di lavoro, quando vuoi iniziare a operare?- chiese un vecchio con un cappello strambo

-  Io ho già iniziato …- dissi sicura. I consiglieri mi guardarono un’ altra volta stupiti, mentre il Kazekage trattenne un sorriso , gesto che non compresi fino in fondo.

- Allora illuminateci.-

- Allora.- iniziai alzandomi dalla sedia – io credo che sia gentaglia cittadina, oppure il nostro amico …- dissi rivolgendo uno sguardo al tipo/tendina – si è lasciato sfuggire qualche infiltrato, cosa che reputo impossibile. Non è una cosa che coinvolge il paese del Vento, altrimenti il signore feudale sarebbe entrato subito in azione. Perciò è una cosa interna.- dissi annuendo convinta della mia stessa teoria.

- Ne è convinta? Perché anche l’organizzazione Alba si è infiltrata una volta.- chiese un vecchio e la cosa mi diede un po’ sui nervi

- Alba è Alba, loro lo avrebbero già ammazzato se davvero l’avessero voluto.-

- Ne è proprio sicura quindi?-

- Altrimenti non l’avrei detto.-

- Lei lavora per qualcun altro?- chiese un altro vecchio, li rimasi spiazzata

- No, solo per voi e per l’Hokage.- mentii spudoratamente e il Kazekage sembrò capirlo oppure poteva essere solo autosuggestione. Gli anziani si alzarono un po’ alla volta

- Bene, ora ti lasceremo agire liberamente.- dopo che tutti furono usciti dalla stanza anche Gaara si alzò. Sospirai, avevo fatto troppo fatica per organizzare un discorso senza parolacce e molto articolato

- Sei davvero sicura di voler restare qui … cioè, di volere fare questa missione.- chiese Gaara. Io gli rivolsi uno sguardo e forse fu proprio lì il mio errore

- Sì credo … si fidi è in buone mani- non credevo ad una singola parola di quello che dissi in quel momento. Ma quella missione poteva risollevare la mia carriera e il mio orgoglio, era l’unica shance! 

 - La prego datemi del tu...- mi parve di vedere persino un sorriso sulle sue labbra prima che si girasse.

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Capitolo 3
*** Il capitolo che serve solo ad allungare la storia ***


Mi dovetti svegliare presto perché quei fottuti consiglieri volevano parlarci di nuovo.  Presto nel senso che: prima che sorgesse il sole eravamo, io e Gaara, già svegli e stavamo percorrendo gli intricati corridoi della magione del Kazekage. Quel posto faceva una pippa al nascondiglio di Orochimaru!

Sbadigliai ancora, mezza addormentata, mentre procedevamo silenziosamente nei corridoi bui e silenziosi. Gaara non si decideva a cominciare una conversazione e io ero troppo addormentata per formulare una frase di senso compiuto. Mi chiedevo perché quei vecchi e “tendina-sensei” non ci avessero detto tutte le condizioni ieri sera, quando bene o male avevo il cervello funzionante, a suo modo. Non mi ero nemmeno cambiata, ero rimasta in pigiama, che consisteva in una vestaglia azzurrina, delle pantofole bianche e i capelli spettinati (anche quello era parte del pigiama), Gaara invece era impeccabile come il giorno prima ma aveva una maglia blu che faceva intravedere dalla scollatura la maglia a rete sotto, dei pantaloni blu, delle scarpe normali da shinobi e i suoi capelli rossi tutti arruffati. Avevo notato che non aveva le sopracciglia e sulla fronte, sopra l’occhio sinistro, aveva un tatuaggio in kanji con su scritto “amore”, tatuaggio di cui non capivo l’utilità. Sembrava riposato lui, con quell’aria da “sono figo, guarda quanto sono figo”, mentre  guardava davanti a se con la sua faccia impassibile.  In fondo era un bel ragazzo, doveva avere non poche fan nel villaggio, anche perché con quel aria da bello e impossibile poteva solo essere così.  Sospirai mentre scendevamo delle scale lucide, Gaara mi lanciò un’ occhiata indagatrice guardandomi per bene per poi, finalmente, parlare.

-          Non crede che sia un po’ esagerato vestirsi così per andare dai consiglieri?- sbuffai senza né fermarmi né guardarlo

-          No, io ho sonno e dopo tornerò a dormire, mi sembra abbastanza logico. E poi dammi del tu, mi fai sentire una vecchia!- questa volta sospirò lui mettendo una mano tra i capelli rossi e scompigliandoseli un po’. In effetti dovevo sembrare ridicola accanto a Gaara vestita in quel modo. Ma non me ne importava, dopotutto perché doveva interessarsi ai miei abiti quando ero un ottimo ninja?

Ok, stavo cercando solo di autoconvincermi che non avrei fatto brutte figure in quel giorno, ma già in quel momento, vestita in quel modo ridicolo, l’avevo fatta.

Continuammo a procedere nel silenzio mentre fuori, il cielo, si stava tingendo di un colore più chiaro rispetto al blu notte e l’aria stava iniziando  a riscaldarsi. Sì perché il giorno si moriva di caldo, ma la notte c’era troppo freddo.

Ci fermammo davanti alla porta che dava sulla stanza dove i consiglieri si riunivano. Era chiusa e ai lati c’erano due tizi tutti coperti e pesantemente armati che stavano di guardia. Appena videro avvicinarsi Gaara fecero un inchino con la testa e aprirono le porte che davano sulla sala riunioni: un ampia sala con al centro  un tavolo notevolmente più piccolo in confronto alla stanza dove già gli otto consiglieri più Tendina-sensei avevano preso posto, il giorno prima, come ci ero riuscita non lo so, non avevo notato le gigantesche statue dei precedenti Kazekage supponevo, anche perché non penso la gente si metta a scolpire persone  a cazzo nella magione del Kazekage appunto.

 Gli sguardi dei consiglieri si spostarono tutti su di noi, soprattutto su di me che biascicai un “buongiorno” e mi sedetti sulla stessa sedia di ieri. I consiglieri apparivano tutti uguali, con le loro tuniche color crema, l’unico che era un po’ diverso era Tendina-sensei che, come appunto dice il soprannome che gli avevo  propinato io, aveva un pezzo di stoffa che gli copriva metà volto. Quell’uomo mi stava simpatico anche se non  lo conoscevo nemmeno.

-          Avete dormito bene Chocola?- chiese un consigliere con un sorrisino stampato in faccia. Lo guardai truce e il suo sorriso si spense tornando serio e schiarendosi la voce – Parlando di cose serie…  abbiamo riflettuto molto e abbiamo delle nuove condizioni per favorire meglio il suo compito.-  esordì guardandomi – Sappiamo bene che lei riesce a percepire il chakra ostile, ma per l’incolumità del nostro Kazekage e per sua migliore facilità pensavamo di non farvi separare.- aggrottai la fronte confusa e feci per chiedere spiegazioni, ma Gaara mi precedette.

-          In che senso?- sembrava confuso quanto me o almeno tiravo a indovinare, non era facile capire cosa provasse con quella sua faccia inalterata. A quella domanda rispose un altro uomo che appariva più anziano.

-          Nel senso che vi muoverete insieme e condividerete gli stessi ambienti, sapete bene Kazekage che la vostra situazione ora è più critica che mai e dobbiamo assicurarci che lai stia bene in qualunque momento .- aveva la voce anziana e dovette prendere il respiro spezzando le parole per questo ci misi un po’  a ricomporre il discorso e capire cosa intendeva. Ma comunque a me mancavano alcune informazioni, alcuni tasselli che dovevo mette al loro posto, “situazione critica”? perché ero l’unica a non sapere le cose!

-          Se mi posso permettere …- mi introdussi io nel discorso – ci sono molte cose che voi mi dovete spiegare e che ancora non so, come pensate possa svolgere un ottimo lavoro se non mi date informazioni? In che senso la situazione è più critica che mai?–  non sapevo dove avevo raccolto le forze per stare tranquilla e non mettermi a un urlare come un pazzo schizofrenico con intenti suicidi e non sapevo neppure dove avevo trovato quella parole così gentili e cortesi, cose che uscite dalla mia bocca stavano malissimo.   

-          Non abbiamo tempo per questo, se lo faccia spiegare dal Kazekage un giorno di questi.- ma i consiglieri erano tutti così ironici o lo facevano solo per farmi perdere la pazienza? Mi appoggiai allo schienale della poltrona scomodissima e feci quello che nessuno, nemmeno io, mi aspettavo potessi fare: stetti in silenzio ad ascoltare il discorso. Non che mi interessasse molto visto che trattava solo del Kazekage e cosa doveva fare per sottomettermi e farmi stare al suo stretto comando. La cosa mi poteva anche stare bene, tanto alla fine mi pagavano non pochi soldi.

Mi alzai in piedi e mi misi davanti alle statue dei  Kazekage. Nessuno si era accorto di me perché tutti presi dal discorso, avrei potuto benissimo andarmene, fare colazione, giocare con i barboni a shogi  e poi tornare trotterellando con in testa un tacchino che nessuno se ne sarebbe accorto. Ma era una cosa impossibile da realizzare: dove lo trovavo un tacchino in mezzo al deserto?

Sospirai e mi misi a osservare le immense statue; erano quattro e erano intagliate nella pietra, quella di Gaara non c’era ancora e pensai che forse aspettavano che schiattasse, chissà. Il primo era un tizio abbastanza normale, aveva solo un qualcosa, un fazzoletto o una mascherina sulla bocca e sul naso, in più aveva un espressione abbastanza incazzata. Passando al secondo era abbastanza ridicolo, era completamente pelato ma dietro, non so per quale strano scherzo del suo parrucchiere, aveva i capelli lunghi che gli scendevano oltre le spalle. Il terzo e il quarto erano abbastanza normali se non fosse che l’ultimo della fila assomigliasse a Gaara.  Per quanto ne sapevo e per quanto mi avevano detto sia Tsunade che i consiglieri poteva essere pure suo padre. Non ci avevano messo neppure una didascalia per riconoscerli.

Tornai al mio posto ricevendo un occhiata veloce da Gaara che stava parlando con un vecchio non poco distante da lui riguardo ad armi e difese. Cosa c’ero venuta a fare io era un mistero.

-          Potrei chiedere, se posso, qual è il suo villaggio d’origine?- a parlarmi era stato un consigliere vicino a Tendina-sensei. Aveva un’aria tranquilla e non ostile come tutti gli altri, forse era il più anziano.

-          Perché lo vuole sapere?- nessuno ci stava a sentire, tutti erano concentrati sul Kazekage e questo era un bene forse.

-          Bè, so che voi ninja abbastanza abili non date questo genere di informazioni a chiunque, volevo solo sapere se Konoha lo abbia omesso apposta, oppure se anche l’Hokage non lo sapesse.- incrociai le braccia al petto e riflettei su come rispondere.

-          Diciamo che non mi va di dirlo, il mio villaggio non ha una buona fama da queste parti.- “ovunque” era meglio dire, ma lasciamo stare. Il vecchio non mi chiese nient’altro ma continuò a fissarmi  studiandomi attentamente.

-          Bene, questo è tutto.- sentii dire da qualcuno alla mia sinistra. Speravano avessero finito così io potevo andare a magiare ma invece no, perché questa volta dovevano parlare di me e a farlo non fu altro che la persona che amavo di più in quella stanza.

-          Signorina Chocola, lei dovrà avere una copertura finché è qui perciò dovrà indossare la nostra divisa da kunoichi, il nostro copri fronte e dovrà fare da segretaria a Gaara. Per tutto il tempo, ventiquattro ore su ventiquattro dovrà proteggere il Kazekage e se per caso venisse ferito, lei ne risponderà in prima persona.- Ok già lì ero completamente fottuta perché io di coperture e segretaria non ne sapevo una ceppa. – Come già detto non potrà lasciare solo nemmeno una volta il Kazekage, dividerete la stessa stanza finché non escogiteremo qualcosa di più comodo per entrambi. Questo è tutto fin ora.- non mostrò nemmeno un bricio di pietà nel dire tutte quelle cose e mi sentii personalmente tradita nel profondo.

-          E pensare che lei era il mio preferito…-bofonchiai piano

-          Me ne farò una ragione.- rispose alzandosi e così fecero tutti uscendo in una fila disordinata dalla stanza li guardai uscire uno dietro l’altro e dissi con un tono abbastanza basso.

-          Ma vaffanculo, spero moriate tutti di emorroidi.-

-          Ti ho sentita!- urlò qualcuno tra la poco gente rimasta. Io risposi con un bel “chissenefaga “ a voce alta. Rimanemmo solo io e il Kazekage. Sospirai stiracchiando e guardai Gaara assorto nei suoi pensieri che guardava alcuni fogli che aveva  sotto gli occhi. Io mi alzai e così facendo, attirai su di me l’attenzione del rosso che mi guardò impassibile… come sempre dopotutto.

-          Non è che potremmo andare a mangiare?- Gaara senza dire niente si alzò e mi superò dirigendosi verso la porta.

-          Sempre più chiacchierone tu vero?- superammo le due guardie inquietanti e ci dirigemmo non so dove per i corridoi della magione.

-          Se è per dire le cose che dici tu si sta anche zitti.- mi fermai di botto, quell’improvvisa ironia mi spaventò. Gaara si fermò poco più avanti di me e si girò per guardarmi – prima di andare a fare colazione ti devi cambiare, ti darò una divisa da kunoichi.- detto questo ripartì e io, per non perderlo di vista, dovetti corrergli dietro fino a raggiungerlo. Sui corridoi non c’era da dire niente, tanto erano tutti uguali, solo che si stavano popolando essendo spuntato il sole e io mi vergognavo ad andare in giro vestita in quel modo. Mi attaccai al braccio di Gaara che sotto quel gesto si irrigidì e rallentò di botto

-          Ehi bello, mica ti ingurgito.- in quel momento avrebbe inarcato un sopracciglio, ma purtroppo essendone sprovvisto non poté ( sfottimento di Gaara all’ennesima potenza!!).  imboccammo corridoi su corridoi, salimmo scale lucidissime e il caldo incominciava a farsi sentire mentre camminavo appiccicata a Gaara. Il perché mi ero arpionata a l braccio del Kazekage non lo sapevo, forse era stato un riflesso alla cazzo.

Ci fermammo davanti una porta aperta e lui ci entrò senza fare complimenti, io guardai bene prima di entrare e notai che sembrava un piccolo appartamento, forse era la stanza di Gaara e non me lo fece pensare solo il fatto che sulla porta c’era scritto “KAZEKAGE”, suvvia per certe cose ho pure un po’ di intuito.

Il rosso stava rovistando dentro un armadio collocato davanti a un letto matrimoniale con dello coperte rosse e bianche, aveva l’aria di sembrare molto comodo e morbido perciò mi sedetti sopra mentre Gaara continuava a cercare qualcosa dentro l’armadio.

-          Quel letto me l’hanno appena rifatto.- disse lui continuando nel suo lavoro. Io di tutta risposta mi ci buttai sopra sprofondando nelle coperte.

-          Tu non hai il diritto di dirmelo, non lo hai rifatto tu.- non disse niente, ma continuò a frugare. Sembrava tutto ordinato anche dentro l’armadio, che cazzo doveva cercare che non trovava. Ad un certo punto si fermò e si girò verso di me con in mano un vestito. Mi rimisi a sedere sul letto e lo guardai interrogativa

-          È un vestito da kunoichi.- spiegò lui, ma io lo sapevo che cosa era la mia domanda era un’altra

-          Che ci fai con nell’armadio un vestito da donna?- restò in silenzio per un po’ guardandomi poi sospirò e disse:

-          L’avevo tenuto per te, l’hanno dato a me per darlo a te, è una cosa un po’ complicata.- lo guadai indignata. Aveva aspettato un po’ troppo tempo per rispondere e poi non mi convinceva la risposta che mia aveva dato.

-          Guarda che non mi interessa se ti piace vestirti da donna, spero solo che tu l’abbia lavato dopo avertelo messo.- glielo presi dalle mani e lo aprii per guardarlo meglio. Consisteva semplicemente in una gonna corta e in una maglia a mezze maniche, il tutto scuro. Gaara continuava a fissarmi in cerca di una risposta probabilmente.

-          Io non indosserò mai una cosa del genere.- esordii guardandolo – come credi che possa combattere con una gonna! Non basta avere il compri fronte?- lui scosse la sua chioma rossa e indicò i vestiti

-          Se vuoi la gonna corta dovrai mettere delle calze abbastanza lunghe, invece se vuoi la gonna lunga basta che metti le calze corte.-

-          Ma allora dillo che mi vuoi vedere morire! C’è troppo caldo, cazzo!- appoggiò sul letto pure un paio di guanti anch’essi scuri  senza le dita.

-          Nel deserto è meglio coprirsi.- mi rassegnai e Gaara mi mandò a cambiare nel bagno che sembrava un monolocale da quanto era spazioso.  Come minimo potevo mettermi a dormire lì da qualche parte al posto di dormire nello stesso letto con quel rosso. In qualunque caso non mi soffermai molto sul problema “dormire con un perfetto sconosciuto”, ci avrei pensato a tempo debito. Appena ebbi finito di mettermi la divisa notai subito che non era più di tanto scomoda e, come quasi tutti i vestiti, faceva a pugni con i miei capelli lisci e biondi: un colore tanto stupido quanto banale. Non era nemmeno il colore originale dei miei capelli, ero nata con un colore ramato che tendeva al biondo o al rosso, dipendeva da come gli tirava e non erano neppure lisci come ce li avevo  ora! No, erano mossi, di un mosso strano che faceva schifo. Praticamente avevo cambiato colore a 12 anni per la disperazione. Chissà chi era stato a lasciarmi quel colore, mio nonno diceva sempre che la mamma aveva i capelli biondi come li avevo tinti in quel momento ma che mia assomigliava parecchio, invece su mio padre diceva solo che era un fottuto bastardo che avrebbe dovuto morire della morte più atroce possibile… diciamo che mio nonno non era l’esatto esempio da seguire per un bambino… no non proprio…

Uscii dal bagno vestita con il pigiama sotto braccio che buttai sul letto.

Gaara mi fissò per un lungo momento, si era cambiato pure lui mettendosi l’abito che aveva il giorno del nostro primo incontro.

-          Andiamo?- chiese avviandosi verso la porta d’uscita, io semplicemente lo raggiunsi e mi misi vicino a lui tenendo il passo

-          Andiamo a mangiare vero?- chiesi speranzosa  dando un cuccio alla porta per chiuderla. Ora vicino alla porta vi erano due shinobi più o meno normali armati molto meno delle guardie che scortavano i consiglieri.

-          Sì, sì.-

Uscimmo dalla magione in completo silenzio, anche perché con quel tipo era difficile che iniziasse a parlare senza uno stimolo. A quell’ora le strade erano non poco trafficate e perciò ogni 2 millesimi di secondo c’erano delle persone che si inchinavano davanti al Kazekage o gli davano il buongiorno. Ma, naturalmente, Gaara era troppo figo per rispondere al “buongiorno” quindi continuava ad andare avanti senza dire una parola o guardare nessuno.

-          Senti.. è da un po’ che volevo chiedertelo…- iniziai a parlare io un po’ titubante per quello che gli stavo per chiedere – ma ieri uno dei consiglieri ha detto che Alba si è già intrufolata… e be’…. Io non vedo così tanti danni, insomma…- sapevo bene che per qualsiasi shinobi, soprattutto per i capi villaggio o chi comunque aveva un ruolo importante all’interno del villaggio, era difficile parlare di alba, ma comunque la mia curiosità andava sopra a queste cose.

-          La volta che alba si era intrufolata non ha fatto danni perché io stesso ho protetto il villaggio. Volevano il monocoda  che risiedeva in me e nel momento della sua estrazione io morii e…-si fermò e sospirò

-          Perciò Shukaku è…- mi bloccai smettendo anche di camminare. Lui aveva detto che Shukaku, un Biju, risiedeva in lui. Quindi lui era una forza portante, un Jinchuuriki. – no, non ,no, aspetta un fottuto secondo! Tu eri…-

-          La vecchia Chiyo mi ha riportato in vita, pero in cambio ha dovuto…-

-          Ma chi se ne frega se eri morto! Tu eri un cazzo di Jinchuuriki e nessuno ha avuto la cortesia di dirmelo!- stavo urlando e in una strada così trafficata attirai immediatamente l’attenzione di tutta la gente che ci stava attorno, che si fermò a guardarci.

-          ERO un Jinchuuriki, non era necessario che tu lo sapessi.- mi sembravo l’unica mongoplettica a non sapere niente di niente sulla persona che dovevo proteggere. 

In quel momento ero troppo presa da quello che mi aveva detto Gaara per accorgermi che qualcuno ci stava osservando e quando me ne accorsi era troppo tardi. Dei kunai entrarono nel mio capo visivo diretti verso me e Gaara, ma era troppo tardi per una difesa efficiente. Pensai subito che dei kunai non potevano lasciarmi delle ferite molto profonde e che per tenere intatto il Kazekage sarebbe stato meglio frappormi tra lui e i kunai. Prima che potessi attuare il mio piano Gaara mi prese bruscamente per un braccio e mi avvicinò a lui poi, senza muovere un solo muscolo alzò un muro di sabbia arrestando l’attacco.

La sabbia si ritirò non appena il pericolo fu scampato e la gente per strada che prima era calma e felice ora veniva tolta dalla strada e portata in un altro luogo da degli shinobi spuntati chissà dove.  Guardai Gaara che aveva mantenuto la calma e sembrava pure sereno! Fantastico ero stata protetta dalla persona che in teoria dovevo proteggere! E poi perché cazzo quella sabbia si era alzata da sola?! Lo domandai a Gaara più incazzata che mai.

-          Io comando la sabbia, e lei mi protegge, anche se io non lo voglio.- rispose con quel suo tono calmo, come se tutto questo fosse normale, facendomi incazzare ancora di più.

-          In poche parole mi hanno messo a guardia di una persona che si protegge già da solo! Perfetto! Ora si che sono utile!- Gaara continuava a guardarmi come se tutto fosse normale e in quel momento ebbi l’impulso di picchiarlo a sangue.  Naturalmente non potevo farlo, era il Kazekage, ma forse potevo picchiere il tizio che avevo di fianco e che era appena arrivato per chiedere dell’accaduto a Gaara.  Il Kazekage in questo momento stava parlando con un altro tizio e gli stava dando delle informazioni. Battei piano sulla spalla del tipo che se ne stava imbambolato a guardare i due kunai a terra come se fossero qualcosa di mistico e introvabile. Lui si girò leggermente infastidito e i gli tirai un pugno in piena faccia, non era tanto forte ma cadde all’indietro con la parte offesa già completamente rossa.

-          Ma si può sapere che le prende?!- gridò il tizio potando una mano sulla parte colpita e guardandomi incazzatissimo. Gaara non fece e non disse niente, anzi fermò pure il compagno che voleva corrergli in soccorso.

-          Se non posso pestare a sangue il Kazekage, picchierò te.- mi scrocchiai le dita e gli sorrisi amorevole – farà male, e tanto anche.- negli occhi del tizio si leggeva tanto terrore e la cosa sinceramente non mi dispiaceva.

-          Ma io che c’entro?! non la conosco nemmeno!-

-          Tu? Niente, è solo che mi devo sfogare su qualcuno.- continuava a fissarmi e non a fare qualcosa di sensato, tipo alzarsi e scappare. Anche se l’avrei preso comunque.

-          E con tutte le persone che ci sono proprio io?- la cosa si stava facendo troppo lunga, mi preparai per colpire una seconda volta ma la voce di Gaara mi fermò.

-          Avrai tempo per sfogarti dopo, ora c’è altro a cui pensare.- la voce di Gaara aveva sovrastato le urla di pietà del ninja davanti a me, che tirò un sospiro di sollievo e finalmente si alzò e dopo aver rivolto un inchino al Kazekage se ne andò via correndo. Passai lo sguardo dalla schiena del tipo che correva agli occhi verde acqua di Gaara. – dobbiamo capire dové la persona che ci ha attaccato.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo capitolo è stato molto più impegnativo di quanto immaginassi. Non mi piace ancora molto, ma se non mi va bene questo e gli altri ventordici che ho scritto non riuscirò mai a pubblicarlo ç_ç

Comunque anche se non mi convince molto me lo sono fatto stare bene, quindi, scusate per l’immenso ritardo, ma dopo questo gli altri capitoli saranno più veloci da scrivere (spero).  Scusatemi anche per aver fatto questo capitolo così lungo, ma sinceramente non succede niente di così eccitante e mi sembrava molto serio e noioso, così l’ho allungato di più perché… non lo so il perché, così almeno c’è un po’ d’azione alla fine.

Akatsuki: innanzitutto ti ringrazio per la tua recensione, e mi scuso per il tremendo ritardo D:

 Anche a me piace molto il pairing Gaara/Nuovo personaggio, perché non lo vedo bene con nessun                   personaggio femminile come Matsuri oppure l’amica Sari. Scusa per le tante parolacce ma dovevo rendere UNICO il mio personaggio e non ho avuto idea migliore ù.ù

Per quanto riguarda Gaara, cercherò di mantenere il suo carattere, ma per certe scene toccherò un po’ l’ OOC perché Gaara, diciamolo, è difficilissimo da gestire D: Per il resto, gli “enigmi” e le domande che lascio disperse per la storia, si risolveranno con l’evolversi della trama ( mi piacciono i paroloni intelligenti XD).

Grazie per avermi detto degli errori e per aver messo la storia nelle seguite.

Per ora ti saluto e grazie ancora per la magnifica recensione XD

 

blacky dragon: mi scusa anche con te del immenso ritardo ç_ç

Comunque grazie per la recensione e spero che questo capitolo ti piacerà XD

 

fracchan92: ti ringrazio per la recensione e sono contentissima che ti piaccia il mio personaggio, anche perché ci sono voluti mesi per sviluppare il carattere della protagonista XD

 

mi scuso con le persone che avevano recensito, ma io essendo una totale frana al posto di modificare i capitoli come una persona normale, i ho cancellati e poi riscritti. Quindi mi scuso per la mia idiozia e ringrazio tutti quelli che mi seguono e che leggono la mia Fic.

 

 

 

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