Amaltea

di Lunixia_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Creatura dal mare ***
Capitolo 2: *** Nulla accade per caso ***
Capitolo 3: *** Scherzi pericolosi! ***



Capitolo 1
*** Creatura dal mare ***


Lei era bella, i suoi capelli neri si confondevano con l'oscurità del mare di notte. L'acqua salata le sfiorava delicatamente le dita dei piedi, come un lieve tentativo di portarla via con sé. Improvvisamente, prese la rincorsa e si gettò nell'acqua scaldata dalla notte. Uscì poco dopo. Rideva. I suoi piedi affondavano nella sabbia gialla, era una sensazione magnifica. Il ragazzo la osservava, seduto su una roccia. Lei non sapeva che lui era lì, e non aveva intenzione di farsi notare. Si mosse cauto sulle rocce cercando di fare meno rumore possibile ma, purtroppo, mise un piede in fallo e cadde nella sabbia con un gemito. Lei si girò di scatto con gli occhi spalancati e il cuore a mille. Nessuno doveva sapere che era lì. Nessuno. Si mise a correre più forte che poteva , l'aria le fischiava forte nelle orecchie; la luce era poca, i rari lampioni si disperdevano sulla spiaggia come stelle abbandonate, ma era abbastanza perché il ragazzo potesse notare la pelle di lei, rilucente come se fosse stata ricoperta da minuscole squame che riflettevano la luce finta delle lampadine elettriche. La inseguì, gridandole di fermarsi, che non voleva farle del male. Ma la notte la inghiottì prima che lui potesse anche solo sperare di sfiorarla. 
 

 

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Capitolo 2
*** Nulla accade per caso ***


Damian sbatté l’anta dell’armadietto con forza, facendo trasalire il ragazzo accanto a lui. “ehi Dam…che ti prende amico? Sei nero come un cencio sporco.” “lascia perdere Phil, non capiresti. Sono nei guai fino al collo…” mormorò il ragazzo, con gli occhi incollati al pavimento. Odiava tacere le cose al suo migliore amico, cui aveva sempre detto tutto. Odiava tutto quello che stava facendo, tutto quell’oscuro circolo di bugie in cui era avviluppato e da cui non riusciva, e nemmeno poteva, uscire. Phil gli mise una mano sulla spalla in un gesto confortante. “ehi amico, guarda che di me ti puoi fidare, lo sai…” Damian lo interruppe. Si sentiva un idiota, un orrore. Si sentiva un mostro e gli stava persino venendo da vomitare. Faceva proprio schifo. Se  lo ripeté nella testa, come un ritornello. “certo lo so…” si costrinse a dire. Visto che non sembrava che Damian volesse proferire altro,  Phil fece un gesto di saluto e se ne andò, deluso.  Dopo essersi tormentato con foschi pensieri per altri cinque minuti buoni, Damian si diresse verso la sua classe e si sedette al banco, nell’attesa inevitabile del compito scritto di matematica. Sarebbe andata bene, pensò. Aveva studiato, ce l’avrebbe fatta a portare a casa un buon vuoto. Strinse la penna e quando il professore posò il foglio sul suo banco si mise febbrilmente a scrivere. Ce l’avrebbe fatta. D’improvviso, tra la sorpresa e lo spavento generali, si udì un forte rumore di vetri infranti. Qualcuno, da fuori, aveva lanciato un sasso che aveva colpito una delle finestre della classe, fracassandola. Per fortuna nessuno si era fatto male. Dopo un attimo di sgomento, il professore corse ad avvisare il preside. Tornò poco dopo, con l’aria affannata di un cane che ha inseguito un gatto per miglia senza riuscire prenderlo. “forza, consegnatemi i compiti. Valuterò quello che avete fatto.” si udì un coro di dissenso. “Dai ragazzi! Avete avuto quasi tutta l’ora, c’è stato questo increscioso incidente e il preside ha comunicato di interrompere le lezioni e riunirvi nell’aula grande”  Damian si avvicinò, sicuro. Era riuscito a finire tutto prima dell’increscioso incidente, come l’aveva chiamato il professore. Ce l’avrebbe fatta.  
 

 

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Capitolo 3
*** Scherzi pericolosi! ***


Amy gridò quando il vetro si infranse sotto il peso del grosso sasso. Guardò Ron con astio, chiedendosi la ragione di quel gesto sventato. “non ti preoccupare, dolcezza. Era solo uno sfizio che volevo togliermi.” Asserì, con un sorriso divertito. “qualcuno si sarà fatto male!” esclamò Amy, spaventata. “ti preoccupi troppo per gli altri, sorellina. Loro, per te, non muoverebbero un dito.” “questo non lo puoi sapere, Ron! Non sono tutti malvagi. Potresti aver ferito un innocente che…che magari non sa nemmeno che noi esistiamo. Che vuole solo vivere la sua vita nella tranquillità…” Ron sfilò una sigaretta dal pacchetto che aveva in tasca e l’accese. “loro ci odiano, ci aberrano, Amy. Non me ne importa un fico se si fanno male. Ne hanno già fatto a noi.” Amy gli sfilò la sigaretta dalla bocca, la gettò per terra e la spense con la suola della consunta scarpa da ginnastica. “vendicarsi non è mai la soluzione giusta. L’odio porta odio. “ “ come è dolce la mia sorellina” disse Ron, abbracciandola. “non lo farai più? Mormorò lei, mentre un sorriso dolce come il miele si faceva strada sul suo volto cinereo, illuminandolo. “non quando ci sarai tu…okay va bene va bene, ma solo per te!” si corresse, all’occhiataccia di Amy. Poi entrambi scoppiarono a ridere, dimentichi dei brutti pensieri che li avevano turbati fino a poco prima. 

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