Call my name

di Minari OppaRi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Agalmatolite ***
Capitolo 2: *** Alcool ***
Capitolo 3: *** Ferita ***
Capitolo 4: *** Gelosia ***
Capitolo 5: *** Pranzo ***
Capitolo 6: *** Febbre ***
Capitolo 7: *** Notte ***
Capitolo 8: *** Capelli ***
Capitolo 9: *** Avviso ***
Capitolo 10: *** Fiore. ***
Capitolo 11: *** Estate ***
Capitolo 12: *** Compleanno ***
Capitolo 13: *** Neve ***
Capitolo 14: *** Ordine ***
Capitolo 15: *** Natale ***
Capitolo 16: *** Capodanno ***
Capitolo 17: *** Guai ***
Capitolo 18: *** Sonno ***



Capitolo 1
*** Agalmatolite ***


Perona aveva un desiderio, anzi una speranza. Essere finalmente chiamata per nome da quello scorbutico di Zoro.
Lo spadaccino si era sempre rivolto a lei con gli appellativi di “Ragazzina Horo Horo”, “Principessa viziata” e “Strega” finendo sempre per farla infuriare.
Almeno per una volta voleva che il ragazzo di cui si stava innamorando le desse un po’ di rispetto chiamandola con il suo nome.
La rosa si avvicinò a Zoro con un sorriso a trentadue denti.
“Zoro, ho un favore da chiederti”
Lo spadaccino intento a pulire le sue spade spostò lo sguardo sulla ragazza.
“Che vuoi?”
“Chiamami per nome”
Il verde a quella frase sbuffò, facendole cenno di andarsene.
“Non ho tempo per i tuoi stupidi giochi, ragazzina Horo Horo”
Brontolò, ritenendo quel favore l’ennesimo tentativo di distrarlo dal proprio allenamento.
Perona a quella risposta strinse i pugni mentre gli occhi le pizzicavano.
“Sei uno stupido idiota!”
Urlò lei, lanciando contro al povero ragazzo i suoi Negative Hollow per poi scappare via in una crisi di pianto.
Svolazzava per il castello furibonda e disperata, lo spadaccino era un insensibile!
Perona all’improvviso cadde a terra, come se all’improvviso i suoi poteri fossero svaniti.
“M-ma che cavolo…?”
Si guardò i polsi, notando che ad uno di essi era attaccata una manetta di Agalmatolite, come ci fosse arrivata però era un mistero.
Pensandoci bene, si ricordò che Occhi di falco le aveva spesso detto che custodiva parecchie di quelle manette in giro per il castello e che spesso le piazzava anche come trappola.
La ragazza si portò una mano trai capelli sospirando.
“Occhi di falco si porta sempre dietro le chiavi, devo andare a cercarlo”
Borbottò seccata, alzandosi in piedi e correndo fuori dal castello.
Se la memoria non la ingannava, l’uomo si recava spesso nella foresta per gli allenamenti.
Ad un passo dalla coltre d’alberi, la rosa si fermò. Non poteva usare i suoi poteri e per quanto ne sapeva in quella foresta c’erano una miriade di pericoli.
La miglior cosa da fare era aspettare che tornasse oppure chiedere l’aiuto di Zoro.
Ma per la prima opzione era difficile sapere quando Mihawk avrebbe fatto ritorno, potrebbe essere stato un giorno oppure una settimana e di voglia di aspettare lei proprio non ne aveva.
E per la seconda opzione, beh, chiedere aiuto al ragazzo dopo che l’aveva ferita era proprio una cosa assurda.
Nolente o volente doveva andare da sola.
Fece un respiro profondo e s’inoltrò nella foresta.
Si guardava intorno preoccupata, un forte senso di paura la pervadeva. Senza i suoi poteri si sentiva debole e inerme.
“Spero solo che non sbuchi fuori qualche scarafaggio..”
Sussurrò, spostando delle piante davanti a sé.
Ad un tratto dalla folta vegetazione si sentì un leggero fruscio.
“C-chi è là?”
Chiese, portandosi le mani davanti al viso come segno di difesa.
“O-occhi di falco?”
Un orso comparì davanti a lei, mostrando maestoso le proprie zanne.
Perona era immobile, troppo impaurita per scappare e impossibilitata al contrattacco.
Chiuse gli occhi, giusto per non vedere l’orribile fine che avrebbe fatto. Aveva solo un rimpianto.
Non essersi dichiarata a Zoro.
“Zoro!!”
Dopo quell’urlo solo il silenzio.
La ragazza non sentì dolore. Sembrava che l’animale non l’avesse attaccata.
Riaprì gli occhi, vedendo davanti a sé il ragazzo che le aveva conquistato il cuore.
“Certo che tu ne dai di problemi”
Brontolò lui, rimettendo nel fodero le spade.
Si avvicinò lentamente alla rosa, inginocchiandosi davanti a lei.
“C-che cavolo ci fai qui?”
Chiese la ragazza, abbassando il viso per non far vedere le proprie lacrime.
“Ho visto che uscivi dal castello e ti sono corso dietro. Non sai che fatica ho fatto per trovarti. Ora però voglio sapere una cosa io. Che ci fai qui? Non sai che è un posto pericoloso per le ragazzine come te?”
Perona indicò il polso ancora ammanettato.
“Cercavo Occhi di falco. Lui ha le chiavi per liberarmi”
“Chiavi? Intendi queste?”
Zoro, tolse dalla tasca un mazzo di chiavi, porgendogliele.
“Si, sono queste! Perché ce le hai tu?”
“Le ho trovate per terra al castello e me le sono prese”
La ragazza sospirò, non avendo neanche la forza di sorprendersi.
Prese la chiave e si tolse le manette, rimettendosi a svolazzare per aria.
“Ora si che mi sento meglio…”
Disse poco convinta, guardando il ragazzo.
“Forza, ragazzina Horo Horo. Torniamo al castello”
Gli occhi di Perona pizzicarono di nuovo, avrebbe davvero voluto scappare di nuovo via dandogli dell’idiota.
“Smettila di piangere. Guarda che ti lascio qui, Perona”
Brontolò il verde, incamminandosi.
La ragazza rimase sorpresa. Era sicura di aver sentito bene.
Zoro l’aveva chiamata per nome.
Si avvicinò a lui, guardandola.
“Mi hai chiamata per nome..”
“M-ma che dici? Ti stai sbagliando”
Mentre lo diceva, le guance dello spadaccino era diventante leggermente rosse.
Perona rise, capendo molte cose.
Se il ragazzo la chiamava sempre con quei appellativi, un motivo c’era.
Era semplicemente timido. 

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Capitolo 2
*** Alcool ***


Perona non amava particolarmente l’alcool, Zoro dal canto suo invece lo adorava.
Mihawk era partito per un allentamento solitario nella foresta e aveva lasciato ai due una buona scorta di cibo e Sake.
Zoro, intento a bere un bel po’ aveva organizzato una sorta di festa al castello.
Gli invitati?
Il branco di scimmie guerriere che vivevano nell’isola.
La rosa era piuttosto delusa e se ne stava seduta in un angolo.
Avrebbe preferito restare da sola con il ragazzo e magari fare qualche passo avanti con lui.
“Hey, ragazzina Horo Horo non vieni a bere con noi?”
Mugugnò lo spadaccino avvicinandosi a lei con in mano un enorme boccale di Sake.
Era rosso in viso, segno che aveva bevuto già un bel po’.
“Non mi piace bere e poi non sono dell’umore giusto”
Il verde si sedette accanto a lei, mettendole un braccio intorno alle spalle.
Perona arrossì lievemente, cercando di allontanare lo sguardo dal viso del ragazzo.
Zoro mandò giù un altro sorso, stringendo la rosa a sé.
“Dai, Perona, sciogliti un po’. Hic!”
La ragazza girò il viso, sorpresa.
Lo spadaccino l’aveva di nuovo chiamata per nome.
Ma sul suo viso non si formò nessun sorriso felice.
Zoro era ubriaco e non era consapevole di quello che faceva.
“Zoro, è meglio se vai a dormire. Sei ubriaco fradicio”
“Non voio. Non shiono ubriaco. Hic.”
Biascicò lui, alzandosi in piedi.
Tolse le spade dal fodero e le impugnò, come se fosse pronto per la battaglia.
“Zoro, no!”
Perona gli saltò addosso, cercando di togliergli le armi.
Era già pericoloso da sobrio e quindi non osava pensare cosa potesse combinare da ubriaco.
“Perona, levati. Shiei pesante. Hic!”
La rosa si trovava seduta sopra il suo stomaco e con le braccia appoggiate sul suo petto.
“N-n-no, n-non mi levo”
Borbottò lei, rossa in viso.
Lo spadaccino sbuffò, cercando almeno di mettersi seduto.
Guardava fisso negli occhi la ragazza mentre teneva le mani sulle spalle di lei.
“Perona…”
Sussurrò, avvicinando lentamente il viso a quello della rosa.
Perona cercava di distanziarsi inutilmente, il ragazzo era fin troppo forte e non mollava la presa.
Lei aveva paura.
Zoro azzerò la distanza tra le loro labbra, assaporando il sapore della ragazza.
La rosa cercò di dimenarsi, contrariata da quel suo primo bacio al sapore di alcool.
Il ragazzo si allontanò lentamente, addormentandosi all’istante.
Perona ormai fin troppo rossa in viso, cadde all’indietro e per la troppa emozione svenne.
La mattina dopo la ragazza si svegliò sotto lo sguardo vigile di Zoro.
“Ce ne hai messo di tempo a svegliarti, principessa viziata”
La rosa si massaggiò la testa, alzando lo sguardo verso di lui.
“E-eh..?”
Lo indicò, arrossendo immediatamente.
“Ah, tu maniaco!”
“Maniaco? Chi? Io?”
Il verde inclinò la testa, non riuscendo a capire di cosa stesse parlando.
“Ieri sera mi hai baciato, brutto pervertito!”
“Baciato? Ma che accidenti stai dicendo, ragazzina Horo Horo? Perché mai dovrei fare una cosa del genere?”
Zoro uscì dalla stanza, incrociando le braccia al petto.
Le sue guance erano colorate di rosso, per il solo ricordo di aver baciato la ragazza.
Lo spadaccino sopportava benissimo l’alcool e si ricordava perfettamente quello che aveva fatto.
Fingendosi ubriaco aveva fatto quello che da sobrio non avrebbe mai osato fare.
Baciare la ragazza amata.
L’alcool per una volta aveva dato una possibilità a Zoro.
La possibilità di capire i propri sentimenti. 

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Capitolo 3
*** Ferita ***


Zoro aveva l’abitudine di allenarsi da solo, Perona aveva l’abitudine di guardarlo da lontano.
Restava nascosta dietro alle macerie e l’osservava mentre tirava fendenti con la spada.
Un giorno, Mihawk decise di aiutare lo spadaccino duellando con lui, il verde dal canto suo ne era felicissimo.
A quella sfida avrebbe assistito in prima fila la ragazza, pronta per fare il tifo per Zoro e medicarlo nel caso si ferisse.
I due iniziarono quindi l’allenamento.
Ma il verde era stranamente lento e impacciato, come se qualcosa lo disturbasse.
La presenza di Perona non lo aiutava a  rilassarsi, anzi lo mandava in agitazione e lo distraeva.
Più volte girò lo sguardo verso di lei, rischiando di venire colpito da Occhi di falco.
Da quando aveva più o meno capito i sentimenti che provava il solo starle vicino lo preoccupava, lo agitava e gli faceva palpitare il cuore.
Naturalmente quegli sguardi furono ben notati da Perona, la quale sorrise facendolo arrossire.
“Distrarsi non è concesso, Roronoa”
Il commento di Mihawk costrinse Zoro a girare lo sguardo verso di lui, commettendo il fatidico errore di non proteggersi con le spade.
La lama dell’enorme spada dell’uomo, colpì l’occhio sinistro del verde.
Lo spadaccino cadde a terra, tenendosi una mano sull’occhio sanguinante.
Non urlava, sapeva bene cos’era il dolore e quello sinceramente non era niente in confronto a quello che aveva subito in passato.
“Zoro, Zoro!”
La rosa era subito corsa da lui con le lacrime agli occhi.
Si sentiva responsabile della distrazione del ragazzo, nonostante sapesse bene che per lui, lei gli era indifferente.
“Ah, non urlare. Non sono mica morto”
“Ma sei ferito, stupido”
Brontolò la ragazza, scoppiando in un pianto preoccupato.
“Ragazza fantasma, porta Roronoa nella sua camera e occupati di lui”
Borbottò Occhi di falco prima di scomparire nella foresta.
Perona annuì, facendo alzare il verde e accompagnandolo nella sua camera.
Lì, prese delle bene e un po’ di cotone imbevute d’alcool per curarlo.
“Ora stai steso e lascia fare a me”
Zoro sospirò, facendo come la ragazza le aveva detto.
Regnava il silenzio tra loro due, nessun cenno di dolore dal ragazzo e nessun singhiozzo dalla rosa.
Per lui una ferita, finché non era sulla schiena, non era niente di preoccupante, anzi gli dava quasi onore.
“Mi dispiace…”
Sussurrò Perona rompendo quel silenzio che c’era tra loro.
Gli fasciò l’occhio e lo guardò.
“Ecco…ti rimarrà la cicatrice…però credo che tu l’abbia perso e per questo ti chiedo scusa”
Teneva lo sguardo basso mentre si mordicchiava il labbro cercando di non scoppiare nuovamente in lacrime.
“Non è mica colpa tua. Sono stato io a distrarmi”
“Ma è stata di sicuro colpa mia, stavi guardando me”
Zoro sospirò, facendo un piccolo sorriso.
“Non è colpa tua, fidati. Ora su, fammi un bel sorriso. Quella faccia immusonita ti fa sembra più stupida del solito”
La rosa evitò di rispondere a quel falso insulto, sfoggiando un enorme sorriso.
Le piaceva quando il ragazzo, esibiva quel suo lato dolce e tenero che di solito teneva nascosto.
“Quindi ora mi rimane un solo occhio, giusto?”
Lei annuì.
“E’ un vero peccato”
“Già, non riuscirai a vedere bene i nemici quando ti attaccano”
“Ma non per i nemici, scema. Ora non potrò ammirare a pieno il tuo viso.”
Quelle parole Zoro le pronunciò con dolcezza e tristezza e non si pentì di averle dette.  

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Capitolo 4
*** Gelosia ***


Perona non aveva mai provato il sentimento della gelosia da quando si trovava sull’isola con Zoro.
Nemmeno il forte attaccamento che nutriva per le sue spade riusciva a dar fastidio in modo particolare alla ragazza.
Ma era bastata una frase, una sola per farle perdere la testa.
Una sera, i due stavano guardando insieme le stelle.
Tutto era silenzio, finché il ragazzo alzò in aria una spada sorridendo leggermente malinconico.
“Sto diventando sempre più forte, Kuina”
Perona guardò subito storto lo spadaccino e gli tirò con forza il braccio.
“Chi sarebbe questa Kuina?”
Zoro la guardò e con un enorme sorriso, un sorriso che a lei non era mai stato riservato, le rispose.
“E’ una ragazza molto importante a cui ho fatto una promessa quando ero un bambino”
Non c’è neanche bisogno di dire che alla rosa saltarono subito i nervi.
Lui aveva già una ragazza e non aveva neanche osato dirglielo?
L’aveva soltanto illusa?
“Hey ma che ti prende? Stai tremando”
Il verde le mise una mano sulla spalla, piuttosto preoccupato nel vederla tremante e con le lacrime agli occhi.
Perona gli mollò subito un fortissimo schiaffo sulla guancia.
“Sei un idiota! Ti odio!”
L’aveva urlato con rabbia e dolore e in quel momento non se ne pentiva affatto.
Zoro confuso la lasciò correre via senza cercare di fermarla.
Una cosa delle donne la sapeva.
Non stargli troppo attorno quando sono arrabbiate.
I giorni passarono veloci e noiosi e la ragazza non dava cenno di voler uscire dalla stanza in cui si era rinchiusa, cosa che a Mihawk sinceramente non faceva né caldo né freddo.
Il verde invece era preoccupato e nonostante non ne capisse il motivo si sentiva parecchio in colpa.
Bussò parecchie volte alla porta della camera ma tutte le volte non arrivava nessuna risposta.
La cosa oltre a dargli molto fastidio lo faceva preoccupare ancora di più.
“Perona possiamo parlare?”
Nonostante il ragazzo l’avesse chiamata per nome lei non si mosse né gli rispose.
“Ok, non mi lasci altra scelta allora”
Brontolò lui, togliendo le spade dal fodero.
In un secondo tagliò a metà la porta e senza nemmeno pensare a quanto Occhi di falco si sarebbe arrabbiato entrò nella camera della ragazza.
Perona dal canto suo rimase sconvolta dalla brutalità del ragazzo ma non disse una sola parola.
Zoro si sedette sul letto accanto a lei e la guardò.
“Allora che ti prende?”
La rosa non rispose e si stinse maggiormente al cuscino che teneva tra le braccia.
Lui le tirò un piccolo colpetto sulla testa.
Era un tipo di poca pazienza e non sopportava di vedere la ragazza in quello stato.
“Che t’importa di cos’ho? Vattene da quella tipa”
“Kuina è venuta mancare molto tempo fa”
Perona alzò lo sguardo verso di lui, notando quella sua espressione afflitta che mai aveva potuto vedere.
In quel momento si sentì la più grande stupida dell’universo.
“Zoro…io…ti chiedo scusa, non lo sapevo.”
“Bah, lascia stare. Ora ho una persona ancora più importante di lei”
La rosa si drizzò subito, guardandolo curioso e furiosa.
“E chi è? Dimmelo subito o divento di nuovo gelosa!”
Zoro arrossì lievemente e leggermente titubante la indicò.
Perona per poco non evaporò per l’imbarazzo.
Con quell’episodio lo spadaccino imparò cos’era la gelosia.
Per lui era la paura che qualcun altro gli portasse via la ragazza che amava più delle sue stesse spade. 



{ Chiedo scusa per il mio immenso ritardo ma ero indecisa sulla stesura di questo capitolo >_< all'inizio pensavo di far comparire una ragazza identica a Kuina ma poi per vari motivi mi è venuto in mente di farla solo ricordare a Zoro. Spero che mi perdoniate per il ritardo con questo capitolo ^^ <3 }

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Capitolo 5
*** Pranzo ***


Perona non si considerava un esperta nell’arte culinaria ma ogni giorno si esercitava in gran segreto.
Sapeva di non poter aiutare Zoro con la spada e quindi voleva poter alleviare la sua fatica in un altro modo.
Per una volta voleva preparargli il pranzo.
Di sicuro sarebbe sempre stato meglio che lasciargli mangiare quello che trovava attorno come faceva ogni volta.
Quel giorno si alzò di buon’ora e si mise subito ai fornelli.
Cosa poteva provare a cucinare?
Essendo la prima volta che faceva qualcosa con le sue mani doveva scegliere qualcosa di facile.
Dei biscotti sarebbero andati più che bene.
La ragazza prese tutto il necessario.
Farina, cioccolato e degli stampini, che purtroppo non erano a forma di fantasmi con lei sperava, e si mise all’opera.
Il risultato fu catastrofico.
Ingredienti buttati ovunque, farina che ricopriva la tetra cucina e stampini mezzi rotti gettati a terra.
Anche il fumo dal piccolo forno non mancò.
Fu un miracolo che niente era esploso.
“Non ci riesco! Non ci riesco!”
Piagnucolò lei, ormai senza speranza.
Ne era certa, non sapeva minimamente come preparare qualcosa di commestibile.
Si affacciò alla finestra, osservando lo spadaccino che già si allenava.
Non riusciva a fare niente di buono per lui.
Anche quando gli aveva fatto perdere l’occhio non era riuscita ad essergli d’aiuto in modo sostanzioso.
Ma quella volta doveva andare diversamente.
Si rimboccò le maniche e tornò ai fornelli.
Zoro dal canto suo preferiva non immischiarsi negli affari della ragazza.
Passarono diverse ore e dopo altri fallimenti Perona riuscì a preparare qualcosa di soddisfacente.
Corse subito dal ragazzo con una scatola coperta dove teneva i biscotti.
“Zoro! Zoro!”
“Che c’è, ragazzina Horo Horo?”
La ragazza gli porse la scatola arrossendo violentemente.
“P-per te. Avrai fame dopo tutto quell’allentamento”
Zoro arrossì e accettò con piacere il suo regalo.
Tolse il coperto restando lievemente sbalordito dal contenuto.
Dei dolcetti nerastri che assomigliavano vagamente a dei polipi.
Si sentiva sazio solo a vederli.
“C-cosa sono queste schifezze?”
“N-non sono delle schifezze! Sono dei biscotti a forma di fantasmini”
I due restarono in silenzio per molti secondi.
La rosa abbassò lo sguardo, capendo perfettamente che non gli piacevano.
Il verde sussultò vedendola in quello stato e morse un dolcetto.
“P-Perona, n-non sono affatto male”
Disse lui iniziando subito a divorarli.
La ragazza riprese subito a sorridere, contentissima.
Era felice di averlo fatto stare meglio e soprattutto di essere stata chiamata di nuovo per nome.
Lo spadaccino aveva un colorito tutt’altro che roseo ma riuscì a sorriderle, dandole delle piccole pacche sulla testa.
Cosa che naturalmente fece ancora più contenta Perona.
“Allora domani te li preparo di nuovo”
A Zoro per poco non andò di traverso quello che ancora stava ingurgitando.
Ma non voleva ferirla, quindi rispose con un secco cenno con il capo.
Mentre la rosa correva via entusiasta, lo spadaccino sospirò preoccupato per la sua vita.
Se avesse mangiato un altro di quei cosi di sicuro non sarebbe sopravvissuto.
Ma per vedere il sorriso di Perona avrebbe fatto qualsiasi cosa.
 
C’è da dire che Zoro stette male tutto il giorno ma fortunatamente la ragazza non se ne accorse. 

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Capitolo 6
*** Febbre ***


A Zoro non capitava praticamente mai di ammalarsi.
Aveva una buona costituzione e il suo fisico raramente contraeva malattie.
Ma essendo comunque un umano non poteva essere invincibile.
Bastarono una pioggia molto forte, del vento e la sua voglia matta di allenarsi per metterlo KO e farlo finire in un letto del castello con la febbre.
Mihawk, che non aveva nessuna voglia di mettersi a fargli da badante, passò il compito a Perona, la quale fu al massimo della contentezza.
La ragazza entrò nella camera dello spadaccino con tutto il necessario.
Panni bagnati, cibo caldo e acqua fredda.
Si sarebbe presa cura di lui e a qualunque costo l’avrebbe fatto guarire.
L’impresa però non si prospettava per niente facile.
Il verde non faceva altro che scappare da lei, correndo per ogni angolo della stanza in cerca delle sue spade, che prontamente erano state nascoste dalla rosa, per uscire ad allenarsi.
Lui non poteva permettersi di saltare un solo giorno di allenamento e se ne fregava altamente della malattia.
La cosa naturalmente faceva saltare i nervi a Perona.
Per fermarlo dovette usare i suoi Negative Hollow e funzionarono benissimo.
Mentre lo spadaccino se ne stava a blaterare qualcosa su quanto avesse voluto rinascere come un ameba, la ragazza lo stese a letto mettendogli sulla fronte il panno bagnato.
Passarono svariati minuti ma la situazione non sembrava migliorare.
Il viso del ragazzo era ancora completamente rosso e il suo respiro era sempre più veloce e affannato.
La rosa provò a dargli più volte qualcosa da mangiare ma l’insolito colore nerastro del cibo lo indusse tutte le volte a rifiutare.
Già aveva la febbre, gli mancava solo di essere avvelenato.
“Zoro che posso fare? Come faccio a farti stare meglio?”
Il spadaccino si mise una mano trai capelli, alzando lo sguardo verso di lei.
“Dovresti andare via.”
“C-come andare via? Ti da cosi tanto fastidio la mia presenza?”
“Non è per quello. E’ che sento che la ragione potrebbe abbandonarmi presto”
Perona non capì cosa intendesse dire con quelle parole e quindi rimase lì a cercare di guarirlo.
Passarono diverse ore e un pochino la febbre di Zoro era calata.
Ma necessitava lo stesso di molto riposo.
“Zoro vado nella mia stanza. Se ti serve qualcosa chiamami”
Il ragazzo le prese il polso, impedendole di andarsene.
“Perona…”
Mugolò lui, mettendosi seduto.
La ragazza avvampò.
Che gli prendeva?
Lo spadaccino la tirò indietro e con agilità posò le labbra sulle sue.
Perona sgranò gli occhi e appoggiò le mani sul suo petto, cercando di allontanarlo.
In quel preciso momento aveva capito cosa intendeva lui con –la ragione potrebbe abbandonarmi presto-
Il ragazzo si staccò lentamente e cadde addormentato sul letto.
La ragazza ancora completamente rossa in viso corse in camera sua.
Era già il secondo bacio che riceveva da uno Zoro non in sé e questo non la rendeva molto felice.
La mattina dopo il verde si era già completamente ristabilito ed era pronto per riprendere i suoi allenamenti.
“Ehm….Zoro…ecco…per ieri…”
Squittì Perona da dietro la porta.
Zoro la fissò confuso.
“Per ieri? Perché? Che è successo?”
Alla ragazza cadde il mondo addosso.
Possibile che ogni volta che la baciava lui non si ricordasse niente?
Lo spadaccino naturalmente si ricordava bene quello che era successo, forse perché in quel momento era ancora in sé e non succube della malattia.
Ma quello non gliel’avrebbe mai detto.
Quello stesso giorno fu Perona a prendere la febbre e maledisse con tutto il cuore quel bacio datole dall’ammalato. 

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Capitolo 7
*** Notte ***


Zoro adorava la notte, era l’unico momento della giornata in cui poteva dormire circondato dal silenzio più totale.
Anche a Perona piaceva quel momento della giornata. Poteva stare a guardare il ragazzo senza finire sgridata da lui.
Lo osservava mentre era steso sul letto e senza fare il minimo rumore pian piano si avvicinava allo spadaccino.
Adorava guardare il suo viso rilassato e di tanto in tanto accarezzare i suoi lineamenti.
“Sembra un angelo quando dorme…”
Sussurrò lei piuttosto divertita.
In quel silenzio si udiva solo il lento respiro di Zoro e il battito cardiaco della ragazza che aumentava ogni secondo di più.
“Sai, Zoro…all’inizio non ti sopportavo neanche un po’, essendo mio nemico era ovvio che non provassi un minimo di simpatia per te…”
La rosa gli accarezzava lentamente i capelli verdi con un piccolo sorriso dipinto sul viso.
Se lo spadaccino fosse stato sveglio in quel momento lei si sarebbe di sicuro vergognata a morte.
“Però…da quando sei piombato su quest’isola…non so…è cambiato tutto..”
Continuò, posandogli delicatamente un piccolo bacio sulla fronte.
Nemmeno lei sapeva da dove spuntava il coraggio di fare quelle cose.
Ma non si pentiva.
“Sei irritante, maleducato, un maniaco degli allenamenti, un insensibile che non pensa mai a me. Ma dopotutto mi piaci tanto”
Perona ormai rossa in viso, lo baciò piano sulle labbra.
“Vedrai che presto avrò il coraggio di dirtelo.”
Fece diversi respiri profondi e si stese accanto a lui, sorridendo.
Era sicura che presto avrebbe avuto il coraggio di dirglielo in faccia e non solo mentre dormiva.
Si strinse al verde, appoggiando il viso contro il suo petto e lasciandosi cullare dal battito del cuore del ragazzo.
 
La mattina dopo, Zoro si svegliò e fu sconvolto nel vedere la rosa addormentata accanto a lui.
Diventò completamente rosso in viso ma non tentò di svegliarla.
Era fin troppo tranquilla e indifesa.
Il ragazzo sorrise, accarezzandole piano i capelli.
Durante la notte succedevano davvero cose inimmaginabili. 

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Capitolo 8
*** Capelli ***


Il tempo stava davvero passando velocemente su quell’isola e senza che Zoro se ne accorgesse i suoi capelli erano cresciuti.
Una piccola frangia gli era cresciuta e gli copriva una piccola parte degli occhi.
Perona ogni volta che lo vedeva non riusciva a trattenere una risata, cosa che naturalmente mandava su tutto le furie lo spadaccino.
“E smettila di ridere, ragazzina Horo Horo!”
Brontolava lui ogni volta, incrociando le braccia al petto in segno di offesa.
Un giorno la ragazza decise di occuparsi della capigliatura del ragazzo, facendolo temere per la sua povera testa.
La rosa aveva preso un paio di forbici e aveva legato un piccolo lenzuolo al collo del verde.
“Bene, ora ci penso io”
Sorrise lei, mettendosi davanti a Zoro.
Il ragazzo dovette far ricorso a tutta la sua forza di volontà per restare calmo e non mostrare tutta la sua agitazione e il suo imbarazzo.
Perona canticchiando, gli tagliava con molta attenzione i piccoli ciuffi, spostando di tanto in tanto lo sguardo sul suo viso.
“Cerca di non tagliarmi la testa.”
“Guarda che sono capacissima”
Zoro sospirò, chiudendo gli occhi e provando a pensare a qualcosa di sensato da dire.
“Beh, grazie.”
La ragazza arrossì, guardandolo stupita.
Non pensava che sarebbe stata ringraziata.
Ridacchiò, tirandogli un piccolo colpetto sulla fronte.
Restarono in silenzio per un po’, fino a quando la rosa non terminò il suo lavoro.
“Finito. Ora si che sei cari…ehm…degno di essere guardato”
Borbottò lei, sorridendo.
Zoro guardò il suo riflesso sulla lama della sua spada.
Per fortuna non l’aveva graffiato da nessuna parte e il risultato non era poi malaccio.
Il verde la guardò, scrutando lentamente i lunghi capelli della ragazza legati in due code.
“Perona…”
Borbottò lui, attirando l’attenzione di Perona.
“Che vuoi?”
Chiese piuttosto rossa in viso.
“Perché non tieni sciolti i capelli? Secondo me staresti molto bene”
Alla rosa per poco non venne un colpo.
Lo spadaccino che le diceva quelle parole? Aveva forse la febbre? O magari stava solo sognando.
Velocemente il ragazzo la fece sedere al suo posto e iniziò a scioglierle lentamente i codini.
Perona teneva lo sguardo basso, imbarazzata come mai in vita sua.
Sentiva le mani del verde accarezzarle con delicatezza i capelli e questo l’agitava.
Fece diversi respiri profondi e poi voltò lo sguardo verso di lui.
“Perché lo stai facendo?”
“E’ un modo per ringraziarti bene”
Regnò di nuovo il silenzio tra loro due.
Un silenzio pesante e imbarazzante.
“Ho finito”
Mormorò lui porgendole la spada per farla specchiare.
La rosa si alzò, prendendo un pezzo di vetro che di sicuro sarebbe stato più utile della spada.
Si guardò, rimanendo sorpresa nel vedere come infondo il ragazzo aveva fatto un buon lavoro.
“Sei più carina cosi”
La ragazza sussultò a quelle parole, girandosi e vedendo un Zoro imbarazzato e completamente rosso in viso.
“Lo eri anche prima ma cosi stai meglio.”
Borbottò, diventando sempre più rosso.
Perona non riuscì a trattenere una piccola risata e si avvicinò allo spadaccino, posandogli un piccolo bacio sulla guancia.
“Grazie mille”
Dopo quel gesto la rosa corse subito via, lasciando da solo uno Zoro confuso e fin troppo imbarazzato.
Non capiva il perché di quel bacio ma dopotutto non gli dispiaceva per niente. 

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Capitolo 9
*** Avviso ***


Causa studio e vacanze i capitoli avranno un ritardo di qualche settimana, probabilmente fino a non prima del 13 settembre. Chiedo scusa a tutti e spero che anche dopo questa lunga pausa continuiate a leggere questa fanfiction. ^^ Grazie a tutti.

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Capitolo 10
*** Fiore. ***


{ Chiedo scusa a tutti per il super ritardo >_< questo capitolo sarebbe dovuto essere pronto il 13 ma visto che è iniziato un brutto periodo sono riuscita a fare qualcosa solo oggi. Cercherò naturalmente di scrivere il più presto possibile ^^" Vi lascio intanto con questo capitolo, sperando che vi possa piacere. }


Perona adorava i fiori, specialmente le rose.
Ma sull’isola di Kuraigana la possibilità di trovare un paesaggio floreale era a dir poco scarsa.
La ragazza era profondamente delusa e rattristata.
Zoro dal canto suo non riusciva a capire l’importanza che la rosa dava ai fiori.
L’unica cosa che sapeva è che non gli piaceva vederla triste.
Una mattina, rinunciando al suo preziosissimo allenamento, il ragazzo aveva convinto Perona a fare una passeggiata nel bosco.
La sua speranza era di riuscire a trovare almeno qualche fiore per rendere felice la ragazza.
“Zoro, dove stiamo andando?”
Chiese lei, piuttosto preoccupata.
Era ben noto che lo spadaccino non aveva il benché minimo senso dell’orientamento.
C’era davvero la possibilità di perdersi e di non riuscire a tornare al castello di Mihawk.
“Abbi pazienza e lo saprai”
Mormorò il verde, ben conscio di non sapere minimamente dove stesse andando.
Vagavano alla cieca.
Perona sospirò, aggrappandosi all’orlo della maglia del ragazzo.
Restare da sola con lui non gli dispiaceva per niente, anzi ne era molto felice.
Quei momenti in cui potevano stare insieme le riempivano il cuore di allegria.
Le stesse cose provava Zoro.
In un certo senso si sentiva addirittura in debito con Orso Bartholomew per averlo fatto finire su quell’isola insieme alla rosa.
 
I due camminavano ormai da diverse ore e a dar prova della stanchezza era proprio Perona.
“Certo che potevi metterti a svolazzare come fai di solito”
Brontolò lo spadaccino leggermente preoccupato.
La ragazza con le lacrime agli occhi restò in silenzio, incrociando le braccia al petto.
“Oi, Perona. Non fare la bambina.”
“Volevo solo camminarti accanto, stupido”
Rispose lei, arrossendo lievemente.
Zoro restò a bocca aperta, non riuscendo a credere alle sue parole.
“S-stupida..”
Lui le porse la mano, evitando di guardarla negli occhi.
“Dai, ti aiuto io”
Perona sorrise, accettando la mano del ragazzo.
Lo spadaccino la prese in braccio senza lasciarle nemmeno il tempo di ribattere.
“Z-Zoro, c-che cavolo fai?”
“Ti faccio riposare”
Scese il silenzio, nessuno dei due osava posare lo sguardo sull’altro.
 
Camminarono per diversi minuti, non aprendo bocca per dire una sola parola fino a quando non arrivarono davanti ad un enorme distesa di fiori.
Sgranarono gli occhi per la sorpresa.
Mai si sarebbero aspettati di trovare quel paesaggio su un isola come Kuraigana.
“Zoro, Zoro fammi scendere!”
Lo spadaccino fece come la ragazza le aveva chiesto.
La rosa iniziò a correre trai fiori, alzando le braccia al cielo e ridendo come una pazza.
Zoro sospirò, lasciando comparire sul suo viso un piccolo sorriso soddisfatto.
Le faceva piacere vederla cosi allegra.
“Zoro, vieni qui!”
Il verde si avvicinò a lei, guardandola confuso.
Perona gli mise una ghirlanda di fiori sui capelli, tenendo un enorme sorriso sul viso.
“Carino”
Zoro arrossì, girando il viso e sedendosi per terra.
“B-beh…grazie”
La ragazza trattenne una piccola risata, tornando a cogliere i fiori.
Lo spadaccino prese una piccola rosa e iniziò a guardarla.
“Perona”
La chiamò lui, attirando la sua attenzione.
Perona lo guardò, stupendosi di essere stata di nuovo chiamata per nome.
Il verde le mise la rosa trai capelli, sorridendo.
“Ti sta bene. Sei carina”
La ragazza diventò rossa, girandosi per evitare il suo sguardo.
“G-grazie”
Zoro capì perché le piacessero così tanto i fiori e nonostante non lo avrebbe mai ammesso iniziarono a piacere anche a lui. 

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Capitolo 11
*** Estate ***


Il sole picchiava forte, cosi tanto che avrebbe potuto far evaporare le rocce.
Perona, al riparo sotto il suo piccolo ombrellino rosa osservava il suo spadaccino alle prese con i suoi soliti allenamenti.
I due erano riusciti a trovare una piccola spiaggia poco fuori dalla fittissima foresta dell’isola, dove si poteva godere il mare cristallino.
La rosa non ne era per niente entusiasta, affezionata com’era ai luoghi tetri e oscuri per lei restare lì era una cosa fin troppo insolita.
“Zoro, possiamo tornare al castello? Voglio il buio”
Il verde posò lo sguardo sulla ragazza, infilando le sue spade nel loro fodero.
“Ma che scherzi? Voglio godermi la luce per un po’”
La rosa mise il broncio, sedendosi sulla sabbia.
Zoro borbottò più volte qualcosa sottovoce e poi si tolse la maglietta, gettandola su una piccola roccia.
Perona sgranò gli occhi, diventando completamente rossa.
Che saltava in mente al ragazzo? Voleva farle venire un attacco cardiaco?
Lui si tolse anche i pantaloni, avanzando lentamente verso la ragazza.
I battiti iniziavano ad aumentare.
Il cuore della rosa poteva esplodere da un momento all’altro.
Chiuse con forza gli occhi, mordendosi le labbra.
“Tieni d’occhio i miei vestiti”
Disse il ragazzo, appoggiando i pantaloni e le spade accanto a Perona.
Se Zoro non fosse scappato subito in acqua la ragazza gli avrebbe lanciato volentieri i suoi Negative Hollow.
L’aveva illusa e spaventata fin troppo.
“Però non mi sarebbe dispiaciuto…”
Brontolò, disegnando dei fantasmini sulla sabbia.
 
Lo spadaccino nuotava velocemente, fermandosi di tanto in tanto per immergersi e per lanciare qualche saluto alla rosa.
Perona lo fissava attentamente, soffermandosi sempre ad osservare le gocce d’acqua che scivolavano sul viso e sul petto del ragazzo, rendendolo ancora più affascinante di quanto già non fosse.
“Oi!! Ragazzina Horo Horo! Vieni in acqua anche tu, dai!”
La ragazza scosse la testa, ridestandosi dai suoi pensieri.
“N-no, non mi va”
Sorrise falsamente, facendo girare tra le mani il manico dell’ombrellino.
Zoro uscì dall’acqua, prendendola per il polso per farla alzare.
“Scusa non ho sentito bene. Che hai detto?”
Lei arrossì, tirando il braccio per liberarsi dalla salda presa del ragazzo.
“D-dai, lasciami. Non mi va”
“Oh si che ti va”
Lo spadaccino la prese in braccio e senza darle il tempo di ribattere si tuffò con lei in mare.
Zoro rideva, Perona sbuffava.
“Sei uno stupido! Guardami, ora sono completamente fradicia e non ho vestiti di ricambio!”
“Su su, quando torneremo al castello ti cambierai. Ora ti godi il mare con me”
La rosa non poteva obbiettare, anzi non voleva proprio ribattere.
Ridendo, iniziò a schizzare contro il ragazzo.
“O-oi, Perona, non vale!”
In quel momento ridevano tutti e due, si divertivano insieme quasi come una vera coppietta d’innamorati.
 
Passarono diverse ore e ridendo e giocando con l’acqua i due avevano esaurito tutte le loro energie.
L’uno accanto all’altro se ne stavano sdraiati a riva, osservando il cielo azzurro senza dirsi una parola.
Il caldo vento estivo soffiava con calma, facendo di tanto in tanto venire i brividi ai due.
“Perona…ti sei divertita?”
Zoro girò il viso verso di lei, accennando un piccolo sorriso.
“Si…abbastanza.”
Lo stesso fece la rosa, appoggiando con delicatezza la mano sopra quella dello spadaccino.
Lui arrossì, lei rise.
Portarono di nuovo lo sguardo verso il cielo, sorridendo tutti e due.
“Spero di vivere di nuovo una giornata cosi con te”
“Lo spero anche io, Zoro”
Restarono su quella spiaggia per diverse ore, uniti in un silenzio che a modo loro era pieno di parole e di significati. 

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Capitolo 12
*** Compleanno ***


Perona aveva dovuto faticare sette camicie per convincere Mihawk a lasciarle preparare un party per il compleanno di Zoro.
Eh si, era finalmente arrivato l’undici novembre.
La ragazza non stava più nella pelle, invitati a parte, era riuscita ad addobbare una sala del castello tutta da sola.
Ai muri erano appesi vari striscioni colorati con scritto “Auguri, Zoro” e il pavimento era completamento occupato da migliaia di palloncini.
Sul tavolo abbondavano cibo e alcolici, tutti preparati appositamente per la felicità del ragazzo.
La rosa aveva cacciato di mattina presto lo spadaccino, minacciandolo con i suoi Negative Hollow.
“Non tornare fino a stasera! Allenati, perditi o fissa il mare, quello che vuoi ma non tornare per un po’!”
C’è da dire che Zoro c’era rimasto un pochino male sentendo quella frase uscire dalle labbra di Perona ma dopo qualche minuto si era già ripreso, pronto per iniziare un nuovo allenamento.
Mancava solo un ultima essenziale cosa per riuscire a rendere quel giorno davvero speciale.
Ovvero un regalo per lo spadaccino.
La ragazza girava e rigirava per la stanza, pensando a cosa potergli regalare.
Delle spade?
No, ne aveva già tre e gli bastavano perfettamente.
Un vestito?
No, al primo combattimento li avrebbe distrutti.
Non era per niente facile trovare qualcosa.
“Mihawk-San, visto che sei uno spadaccino come Zoro non potresti darmi qualche consiglio su cosa regalargli?”
Brontolò lei, notando Occhi di falco appoggiato alla porta.
L’uomo non rispose, anzi si mise a passeggiare per la stanza, osservando tutte le decorazioni attorno a sé.
 “Mihawk-San! Rispondimi!”
Borbottò la rosa in tono offeso.
Mihawk appoggiò finalmente lo sguardo sulla ragazza.
“Trova una risposta da sola. Qualunque cosa gli darai Roronoa sarà felice”
Detto questo lo spadaccino uscì dalla stanza, lasciando da sola la rosa.
“Che significa?”
Si chiese lei non riuscendo a capire il significato di quelle parole.
 
Zoro era ormai in prossimità del castello, come gli era stato ordinato aveva passato tutta la giornata ad allenarsi e si, di tanto in tanto anche a perdersi nella foresta.
Camminava veloce, impaziente di andare dalla ragazza e di chiederle del suo strano comportamento.
“Ora mi sente. Non doveva cacciarmi via in quel modo”
Brontolò lui, visibilmente irritato.
Davanti al grande cancello, Perona lo salutava allegramente.
“Cercavo giusto te. Mi devi spiegare una cosa”
La rosa gli prese il braccio, trascinandolo immediatamente dentro l’edificio.
“Dopo avremo tempo di parlare. Ora sta zitto”
Senza protestare lo spadaccino si fece trascinare.
 
La ragazza gli coprì gli occhi con una fascia e prendendolo per mano lo portò nella grande sala.
“O-oi, Perona. Non farmi scherzi strani”
Mormorò lui, arrossendo violentemente.
La rosa gli tolse la fascia, sorridendogli allegramente
“Tanti auguri, Zoro!”
Zoro diventò ancora più rosso, rimanendo incredulo per qualche secondo.
Aveva davvero pensato a tutt’altra cosa.
Davanti a lui, tutte le scimmie guerriere saltavano come se volessero augurargli un buon compleanno.
“S-so che forse preferiresti che ci fosse qui la tua ciurma ma ti prego…accontentati per questa volta”
Mormorò lei, torturandosi le mani in segno d’imbarazzo.
Lo spadaccino lasciò scappare una piccola risata, accarezzandole i capelli.
“Allora? Qual è il mio regalo?”
“M-me…..c-cioè…questa MEravigliosa fascia, visto che la tua verde si è ormai rovinata”
Borbottò Perona, diventando completamente rossa e porgendogli una fascia nera.
Doveva stare attenta a quello che diceva.
Il verde accettò volentieri il suo regalo, posandole poi un piccolo bacio sulla fronte.
“Grazie mille, Perona”
Tutti e due arrossirono, sorridendosi.
Per Zoro quello era davvero un bellissimo compleanno. 

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Capitolo 13
*** Neve ***


Era finalmente arrivato il 21 dicembre, giorno che inaugurava l’inizio dell’inverno.
Alcuni fiocchi di neve stavano già iniziando a cadere su tutta l’isola, imbiancando la foresta e tutte le macerie.
Zoro teneva le braccia incrociate e in totale silenzio continuava il suo allenamento.
Niente poteva distrarlo dal suo obbiettivo di diventare il più forte spadaccino del mondo.
Teneva gli occhi chiusi, stando seduto per terra a gambe incrociate.
Concentrazione completa, ecco a cosa puntava.
“Zoro, guarda!”
Concentrazione durata pochissimi secondi, bastò infatti un urlo della ragazza e una palla di neve in pieno viso a fargli aprire gli occhi.
“Dannazione, ragazzina Horo Horo! Sto cercando di allenarmi, se vuoi giocare va da un'altra parte!”
Brontolò lui, togliendosi un po’ di neve dai capelli.
Perona ignorò le sue parole e con un sorriso a trentadue denti gli porse una sciarpa rossa.
“E questa cosa sarebbe?”
“Una sciarpa, stupido! L’ho fatta con le mie manine apposta per te”
Il verde arrossì e la prese in mano, osservandola attentamente.
-Poteva almeno evitare di disegnarci dei fantasmi-
Pensò, tentando un leggero sorriso.
“Ehm…..grazie”
Se la mise al collo, anche se un po’ riluttante, e si mise a guardare la neve.
Era la prima volta che assisteva a quello spettacolo senza i suoi compagni accanto, gli dava uno strano senso di malinconia.
La cosa naturalmente non sfuggì alla rosa, ormai completamente capace di capire i gesti, gli sguardi e i sentimenti del ragazzo.
“Ci sono io!”
Urlò lei, attirando l’attenzione dello spadaccino.
“C-ci sono io…c-con te..”
Mormorò lentamente, abbassando il viso per nascondere il rossore che le era comparso sulle gote.
Zoro, inizialmente confuso, si sciolse in un sorriso.
“A-ah, ma naturalmente c’è anche Mihawk-San! E poi anche le scimmie, hai pure le tue spade”
Bastarono solo quelle parole a far crollare l’atmosfera romantica.
Il verde sospirò.
“Peggio di Rufy…”
Sussurrò, prendendo una manciata di neve che lentamente iniziò ad arrotondare.
Perona si sentì una totale idiota. Aveva l’opportunità di far capire i propri sentimenti allo spadaccino e in un secondo aveva mandato tutto all’aria.
All’improvviso una palla di neve la colpì in pieno viso, facendola cadere per terra.
“Z-Zoro! Che accidenti ti prende?”
“Facciamo una bella battaglia”
“Perché mai dovrei farlo?”
Chiese lei, incrociando le braccia al petto.
Zoro ghignò maligno, prendendo subito un altro po’ di neve.
“Chi perde sarà per un giorno lo schiavo personale del vincitore. Dovrà fare tutto quello che gli viene chiesto senza obbiettare”
La rosa sussultò.
Aveva scoperto una nuova cosa sul ragazzo. Aveva una mente maligna.
Perona si alzò, prendendo anche lei una manciata di neve. In fondo la proposta non era male, anzi era anche molto allettante.
“D’accordo, accetto! Però è vietato usare le armi”
Disse porgendogli la mano.
Zoro annuì, stringendole la mano.
 
La battaglia ebbe iniziò pochi minuti dopo aver deciso le regole.
Il campo da gioco era l’intera foresta, vinceva chi colpiva per almeno cinque volte l’avversario e al perdente era riservata la sorte di schiavetto personale per un giorno intero.
Lo spadaccino aveva fatto una buona scorta di munizioni e correva tra gli alberi, cercando di rincorrere la ragazza.
“Vincerò io!”
Disse trionfante lui, iniziando a lanciare le palle di neve.
La rosa le evitava tutte, svolazzando sempre fuori dalla portata di tiro del verde.
“Avrei dovuto impedirle di volare”
Brontolò, saltando su un albero.
Odiava perdere, soprattutto se l’avversario era una ragazza.
Fece un respiro profondo e si lanciò verso la figura di Perona, finendo poi per cadere sulla neve.
“Negative Hollow!”
Mormorò la rosa, lanciando addosso a Zoro i suoi devastanti fantasmini.
La conclusione fu ormai ovvia, mentre lo spadaccino restava a terra blaterando di quanto gli sarebbe piaciuto rinascere sotto forma di chicco di riso, la ragazza lo colpì con le palle di neve, segnando la sua vittoria.
“Oi, non vale! E’ contro il regolamento!”
“Avevamo detto che non si potevano usare le armi ma non mi pare di aver accennato ai poteri del frutto del diavolo”
Zoro non poteva ribattere.
Si limitò a sospirare, annuendo sconsolato.
“Bene, Zoro. Non vedo l’ora che sia domani”
Ridacchiò Perona, assumendo un espressione di superiorità.
Lo spadaccino rabbrividì.
Per la prima volta aveva il terrore di una ragazza. 


{ Salve a tutti, vi sono mancata? *Evita vari pomodori e coltelli* Chiedo scusa a tutti per il mio enorme ritardo, sono stati dei giorni difficili e questo capitolo non voleva proprio saperne di essere scritto >_< solo oggi ho pensato infatti di modificarne l'inizio ed è uscito quello che potete leggere ora. Se mi volete morta vi do ragione ç_ç cercherò di aggiornare davvero presto. Ancora scuse a tutti. }

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Capitolo 14
*** Ordine ***


“IO NON MI METTERO’ MAI QUESTA ROBA IN TESTA, CHIARO?!?”
Zoro urlò con tutte le sue forze, facendo addirittura tremare i muri del castello.
Perona, davanti a lui, sorrideva allegramente, sventolando all’aria delle adorabile orecchie nere da gatto.
“E’ un ordine, Zoro! Hai perso la battaglia con le palle di neve e ora paghi”
Lo spadaccino s’irrigidì, accidenti a quella stupida regola.
Sospirando, prese le orecchie e anche se molto riluttante se le mise in testa.
Alla ragazza per poco non uscì il cuore dal petto dall’emozione.
Ma quello era solo l’inizio, aveva ancora moltissime idee in testa.
“Ora miagola”
“C-cosa? M-m-ma sei impazzita?”
“E’ un ordine”
Il ragazzo diventò rosso, mordendosi con forza le labbra.
“N-ny-nyan….”
Miagolò lui, muovendo anche le mani per aggiungere più enfasi.
Era un bene per lui che nessuno dei suoi compagni potesse vederlo, come minimo Nami avrebbe fatto delle foto compromettenti e l’avrebbe ricattato fino alla fine della sua vita.
La rosa intanto, lo guardava con gli occhi che le brillavano.
Avvicinandosi a lui, iniziò a punzecchiargli la guancia con un sorriso a trentadue denti sul viso.
“C-cos’altro devo fare?”
Perona gli prese la mano, costringendolo a seguirla fino alla cucina.
“Preparami qualcosa”
“E-eh? Ma io non ho mai toccato dei fornelli in vita mia”
La rosa fece spallucce e con aria totalmente indifferente si recò in sala da pranzo.
Zoro sospirò, pensando per diversi secondi che avrebbe davvero preferito avere Sanji con lui in quel momento.
“Devo essere davvero disperato per voler qui con me quel cuoco da strapazzo”
Ridacchiò per sdrammatizzare, rimboccandosi le maniche.
 
Dopo molti minuti, il ragazzo uscì dalla cucina e posò il piatto davanti a Perona.
La ragazza fece una faccia disgustata, osservando la sostanza nera davanti a lei.
“C-cosa dovrebbe essere?”
“Carne”
Lei inorridì, scostando il piatto.
“M-magari lo mangerò più tardi. Ora facciamo altro”
Zoro incrociò le braccia, non capendo il motivo del suo rifiuto. Aveva cucinato cosi male?
“Voglio che tu faccia un gesto affettuoso”
Arrossì e lo stesso fece lui.
Affettuoso? Per Zoro fare un gesto affettuoso poteva essere lucidare le spade e renderle sempre splendenti.
Per un secondo pensò davvero che avrebbe dovuto lucidarle i capelli.
“Mh…P-Perona-Chan…”
Perona sgranò gli occhi, profondamente sorpresa.
“T-ti ho chiamata Perona-Chan, questo è un gesto affettuoso. Non voglio obbiezioni!”
La ragazza si sciolse in una profonda risata, accertandosi per l’ennesima volta di quanto fosse grande la timidezza e l’ingenuità del ragazzo.
 
Scese presto la sera e dopo molti ordini da parte della rosa, Zoro stava per essere liberato dal suo dovere di schiavetto.
“Un ultimo ordine e poi avremo finito”
Sorrise lui molto contento.
Perona dal canto suo non era poi cosi tanto felice, la giornata era passata fin troppo veloce.
-Innamorati di me- pensò, giocando nervosamente con le dita.
No, non poteva fargli una richiesta cosi tanto egoista.
“Senti…ecco….non è che…potresti accarezzarmi gentilmente..?”
Zoro arrossì violentemente, guardandola fin troppo confuso.
Perché voleva essere accarezzata proprio da lui che era noto per la sua poca grazia e la sua poca gentilezza?
Fece un leggero sorriso, accarezzandole la guancia con tutta la dolcezza che riusciva ad avere in quel momento.
La ragazza arrossì, rilassandosi nel sentire il tocco delicato e pieno d’amore che il ragazzo le stava donando.
 “Grazie. Lo so quanto dev’essere difficile per te”
Mormorò, accennando un leggero sorriso soddisfatto.
Zoro non rispose, si limitò a pensare che quella giornata non si era rivelata una seccatura come aveva pensato all’inizio.
Gli aveva fatto capire quanto Perona avesse bisogno di amore e affetto.
-Sarò io a darglielo- pensò, stringendola forte a sé. 

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Capitolo 15
*** Natale ***


Il castello di Mihawk ricoperto di nastri, ghirlande e con un bel pino in mezzo al grande salone?
Eh si, natale era finalmente arrivato.
Approfittando dell’improvvisa assenza di Occhi di falco, Perona aveva addobbato a festa tutte quante le stanze, pronta per festeggiare quel meraviglioso giorno.
Zoro se ne stava per i fatti suoi, indifferente come al solito.
“Micio, vieni qui ad aiutarmi, su”
Lo spadaccino arrossì nel sentirsi chiamare in quel modo, l’umiliazione di aver fatto il gatto davanti a lei continuava a tormentarlo.
Incrociò le braccia al petto, fingendo di non averla sentita.
La ragazza ridacchiò, continuando ad abbellire il grande albero.
“Se non ricordo male Occhi di falco non ha acconsentito.”
Sbottò il ragazzo, leggermente irritato.
“Ma Mihawk-San ora non è qui. Se nessuno glielo dice lui non saprà mai”
Zoro non aveva nient’altro con qui ribattere, decise infatti di restare in silenzio, fissando fuori dalla finestra.
Perona sospirò, non riuscendo a capire come facesse il ragazzo a restare indifferente a tutti quegli addobbi.
Insomma, era natale! Un po’ di felicità da parte sua non sarebbe stata sgradita.
Lo spadaccino dal canto suo, stava ripensando a tutti i festeggiamenti fatti con i suoi compagni, per quanto non volesse ammetterlo quella ciurma di folli in cui era entrato gli mancava molto.
“Zoro, Zoro. Guardami”
La rosa si mise davanti a lui, ad appena un centimetro dal suo viso, con un enorme nastro rosso legato trai capelli.
Zoro fece un passo indietro, arrossendo lievemente.
“Sono il tuo regalo. Contento?”
Ridacchiò lei, prendendogli la mano.
Il ragazzo sussultò, diventando di un bel rosso acceso in viso.
“M-m-ma che accidenti stai dicendo, ragazzina Horo Horo?? S-sei ridicola cosi”
“Cattivo! Ora ti punisco!”
Il verde si mise sulla difensiva, sospettando che da un momento all’altro uno dei fantasmini deprimenti della ragazza lo avrebbe attaccato.
Ma non andò come lui si aspettava.
Perona gli saltò addosso, facendolo cadere per terra e iniziando a fargli il solletico.
Zoro non riuscì a resistere e iniziò a ridere, dimenandosi come un pazzo.
La ragazza continuò per diversi minuti, smettendo solamente quando lo vide senza fiato.
“V-volevi uccidermi per caso?”
“No. Volevo vederti allegro.”
Il verde arrossì, la rosa sorrise.
Ormai per lei era diventato troppo facile capire l’umore del ragazzo.
Si alzò in piedi, porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Sei davvero una tipa strana tu”
Borbottò lui, accettando il suo aiuto.
Perona non disse nulla, comprendendo che la sua frase era un segno di ringraziamento.
 
La sera arrivò presto.
Zoro, a contrario di ogni previsione, regalò alla ragazza una spada che aveva trovato tra le rovine.
“Se combatti con le spade mi sarai d’aiuto. Ecco tutto.”
Disse lui per giustificare quel regalo.
La rosa invece gli regalò un sacco di biscotti fatti a mano, facendo preoccupare il ragazzo.
“Credo che sia ora di sistemare tutto”
“Già. Se Mihawk-San arrivasse ora saremmo nei guai”
I due si fermarono sotto la porta del salone, guardandosi fissi negli occhi, come se qualcosa li avesse bloccati proprio in quel punto.
Zoro alzò lo sguardo, notando sopra di sé un enorme vischio.
“Ah…cavolo..”
Mormorò sotto voce, strofinandosi lentamente i capelli.
Perona iniziò a diventare sempre più rossa in viso, ringraziando il cielo di essersi fermata proprio lì sotto.
Chiuse lentamente gli occhi, prendendogli le mani come segno d’incoraggiamento.
Era impossibile dire quale dei due cuori battesse più forte.
“Perona..”
Sussurrò lui, avvicinando lentamente le labbra a quella della ragazza.
Ma all’improvviso la lama di una spada si fermò ad un centimetro dal naso del ragazzo, facendolo cadere all’indietro.
“Roronoa. Ragazzina. Cos’è tutta questa confusione? Mi pare di non aver dato il permesso per organizzare queste tipo di feste!”
Perona leggermente impaurita, sospirò.
Mihawk era un guastafeste!
“Mettete subito in ordine!”
Brontolò l’uomo prima di andarsene.
Zoro e la ragazza si guardarono leggermente imbarazzati, per poi scoppiare tutti e due a ridere.
“Buon natale, Perona.”
“Buon natale anche a te, Zoro.” 


{Si, avete come sempre tutti i diritti per uccidermi ^^'' Questi ritardi sono davvero seccanti ma ultimamente questi capitoli non riescono davvero ad essere scritti. Spero di riuscire ad essere più veloce la prossima volta}

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Capitolo 16
*** Capodanno ***


Restare su quell’isola con Perona faceva davvero perdere la cognizione del tempo e di questo Zoro ne era ormai sicuro.
Senza che se ne rendesse conto era già arrivato il 31 dicembre, ovvero l’ultimo giorno dell’anno.
“Zoro, Zoro! Guarda cos’ho trovato nei sotterranei del castello!”
Urlò la ragazza, entrando di corsa nella camera del verde con in mano un paio di fuochi d’artificio.
“Che ci vorresti fare con quelli?”
“Ma è ovvio! Festeggiare Capodanno come si deve”
Il ragazzo mostrò un espressione seccata, non intento a voler fare festeggiamenti di qualsiasi tipo.
La rosa iniziò a tirargli dei pugni sul braccio, intenta a fargli cambiare velocemente idea, cosa che dava davvero fastidio al ragazzo.
“Sei davvero capricciosa, lo sai?”
“Continuo finché non dirai che festeggerai insieme a me.”
Zoro sapeva che quella non era una minaccia a vuoto, se non le avesse detto di si probabilmente avrebbe continuato a tormentarlo per tutto il giorno.
“E va bene! Festeggerò con te ma ora smettila di assillarmi!”
Brontolò irritato, incrociando le braccia al petto.
Sul viso della ragazza comparve un enorme sorriso e con grande coraggio gli diede un piccolo bacio sulla guancia.
“Grazie, Zoro.”
Volò via, lasciando lo spadaccino imbambolato e rosso come un pomodoro maturo.
“Q-quella mi farà morire un giorno o l’altro…”
 
Dal castello di Mihawk era impossibile vedere le stelle in tutto il loro splendore, cosa che mandava su tutte le furie Perona che dopo anni di buio voleva godersi la vista del cielo limpido.
Quella sera decisero di festeggiare l’ultimo dell’anno nella loro piccola e segreta spiaggia, dove la nebbia e gli alberi non potevano ostacolarli.
“Zoro, non sei felice? Potrai goderti un magico spettacolo solo con la sottoscritta”
Il ragazzo grugnì appena, trattenendosi dal sorridere felice.
Per quanto non volesse dimostralo l’idea di restare da solo con la rosa non gli dava affatto fastidio, anzi gli riempiva il cuore di uno strano calore.
“Hey, sei sicura di saper usare quei cosi?”
“M-ma certo”
Perona arrossì lievemente, cercando in tutti i modi di far funzionare quello strano razzo che aveva trovato.
"Sono almeno degli aggeggi sicuri quelli?”
Pensò Zoro, non troppo sicuro della qualità dei fuochi d’artificio.
Si alzò e lentamente si avvicinò a lei, pronto ad aiutarla.
“Dai, fammi vedere.”
“N-no, ci riesco anche da sola”
Accese la miccia e in pochi secondi si trovò sbalzata contro il petto del ragazzo mentre il razzo volava nel cielo, scoppiando in una miriade di colori.
“Stupida, lo sapevo che non eri capace.”
Il viso di Perona diventò completamente rossa nel sentire le braccia calde dello spadaccino stringerla appena, in un gesto preoccupato.
“Stai bene..?”
“M-mai stata meglio”
Sorrise, chiudendo piano gli occhi.
Ormai la mezzanotte era scoccata, dando il via ad un nuovo anno.
“Zoro..?”
“Mh?”
“Buon anno nuovo, sarà piacevole passarlo con te.”
Lui arrossì, storcendo le labbra in un piccolo sorriso.
“Buon anno nuovo anche a te, Perona….sarà divertente restare qui.”
-Soprattutto ci sarai tu al mio fianco.-
Quel pensiero non arrivò mai alle orecchie della ragazza ma Zoro era sicuro che presto sarebbe arrivato almeno al suo cuore. 



{ Come al solito avete tutto il diritto di uccidermi, questi ritardi sono davvero inammissibili >_< Chiedo davvero scusa, questi capitoli non riescono davvero più a essere scritti ma prometto che cercherò di darmi da fare e scrivere il più velocemente possibile. }

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Capitolo 17
*** Guai ***


Con Perona nei paraggi era impossibile non incappare in qualche guaio, Zoro ormai lo sapeva bene.
La ragazza nonostante tutta la sua buona volontà non riusciva a non combinare pasticci e finire in situazioni difficili da risolvere.
Il verde impaziente come al solito finiva per rimproverarla ogni volta, finendo con il dare inizio ad un litigio senza fine.
Durante una loro passeggiata nella foresta evitavano di parlarsi, tenendosi a distanza l’uno dall’altro con un enorme broncio stampato sul viso.
Tutti e due erano testardi e fin troppo orgogliosi per riuscire a scusarsi per primi, la situazione non si sarebbe risolta tanto facilmente.
“Stai andando dalla parte sbagliata, stupido.”
Lo provocò lei, accorgendosi della strada sbagliata che stava per prendere il ragazzo.
“Ah, zitta ragazzina Horo Horo. Il mio istinto non sbaglia mai.”
Ribatté lui, fin troppo fiducioso.
“Se seguissimo il tuo istinto saremmo già riusciti a finire in fondo al mare.”
Quella fu la scintilla che fece accendere il brutto caratteraccio di Zoro.
“Di sicuro sono una guida migliore di te, impertinente!”
“Ah, stai zitto, cafone!”
Tutti e due incrociarono le braccia, dandosi le spalle a vicenda.
“Non ti sopporto più!”
Sbottò la rosa, volando via in preda ad una crisi di pianto.
Perché ogni cavolo di volta dovevano litigare? Non sarebbero mai riusciti ad essere una coppia senza problemi?
Si fermò dopo qualche metro, stanca e triste.
“Forse dovrei rinunciare a lui…”
Sussurrò, ormai convinta che qualsiasi cosa avrebbe fatto non sarebbe mai riuscita a conquistarlo.
Il suo cuore ormai si stava arrendendo all’evidenza.
Ad un tratto un rumore attirò la sua attenzione, facendole alzare lo sguardo e mostrando cosi un pericolo.
Un orso, forse lo stesso che l’aveva attaccata la prima volta, si apprestava ad attaccarla.
Chiuse gli occhi, urlando con tutto il fiato che aveva in corpo il nome dello spadaccino.
Forse fu il destino o forse l’amore vero che provavano l’uno per l’altra a far comparire il ragazzo nel momento giusto.
“Perona!”
Estrasse le spade e con un colpo secco e deciso trafisse a morte l’animale, facendolo cadere a terra privo di vita.
Perona lo guardò con gli occhi che le pizzicavano e le guance in fiamme.
“E che cavolo! E’ la seconda volta che ti salvo dallo stesso orso, non puoi evitare di cacciarti nei guai ogni volta?”
Lei non prestò attenzione alle sue urla rabbiose, si limitò ad abbracciarlo con forza, riuscendo a farlo arrossire.
No, non doveva arrendersi con lui, infondo la speranza è l’ultima a morire.
“Scema…smettila di farmi preoccupare a morte ogni volta.”
Sospirò, accarezzandole lentamente i capelli.
“S-sia chiaro. M-mi preoccupo solamente perché senza di te finirei io a fare i lavori casalinghi al castello.”
Perona rise, constatando per l’ennesima volta quanto Zoro fosse timido e incapace di dire bugie.
“Va bene, Zoro. Farò finta di crederti.”
Il ragazzo girò il viso imbarazzato, incrociando le braccia al petto.
La ragazza ormai ne era completamente convinta, non importava quante volte sarebbe finita nei guai, lo spadaccino sarebbe sempre andato a salvarla.
E questa era la cosa più bella che Perona potesse desiderare. 

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Capitolo 18
*** Sonno ***


Perona amava veramente i momenti in cui Zoro dormiva.
Adorava guardare il suo viso sempre imbronciato sciogliersi in un espressione dolce e serena, un espressione piacevole che riusciva a scaldarle il cuore.
Si affiancava a lui e si soffermava ad osservare ogni suo lineamento, delineando poi con l’indice la sua cicatrice, fonte di gioia e sensi di colpa.
La baciò con dolcezza, arrossendo lievemente.
Potevano passare secondi, minuti, ore, giorni, mesi o anni ma la rosa non sarebbe mai riuscita a non arrossire quando si trattava del ragazzo.
Iniziava a giocare con quei corti capelli verdi che tanto amava e sorrideva nel ricordare che era stata proprio lei a tagliarglieli.
Nonostante non fosse ancora passato un anno quell’isola stava regalando a tutti e due molti momenti unici e indimenticabili, attimi speciali che molto lentamente li stava facendo avvicinare l’uno all’altro.
“Mh…ragazzi…”
Mormorò lui, stringendo appena un lembo delle lenzuola.
La ragazza lo guardò, sentendo una forte fitta al petto.
Zoro sentiva la mancanza dei suoi amici ogni giorno di più e lei, nonostante i suoi grandi sforzi, non riusciva a farlo stare meglio.
Certo, sperava che a mancargli non fossero soprattutto le due ragazze che facevano parte della ciurma di cappello di paglia.
Incrociò le braccia al petto, sentendo crescere dentro di sé una corrodente sensazione di gelosia.
Forse non era proprio molto aggraziata, non sapeva cucinare molto bene, non sapeva come sedurre un uomo ma infondo era pur sempre una ragazza. Una chance doveva pur averla.
“Mh….Perona…”
Le sue guance si tinsero di un acceso color rosso.
Che la stesse sognando?
“Ngh….no, ti prego. Quei biscotti sono veleno.”
Dopo un momento di delusione si sciolse in una fragorosa risata, rischiando per  poco di svegliarlo.
Infondo non riusciva davvero ad averla con lui, lo amava fin troppo.
Due nemici uniti solo da un vincolo di rivalità e astio che finiscono per innamorarsi, era un amore forse fin troppo da favola per bambini ma Perona ci credeva davvero, credeva sul serio a quel sentimento che all’improvviso le era esploso nel petto, facendolo scoprire sensazioni mai provate prima.
Era felice e lo doveva al ragazzo.
Lentamente si avvicinò al suo viso, sentendo il suo respiro mischiarsi con quello caldo e lento dello spadaccino.
Le guance le andavano a fuoco ma a lei non importava, per la prima volta in vita sua si sentiva sicura delle sue azioni.
Appoggiò le labbra sulle sue, strappandogli un bacio dolce e casto.
“Perdonami, Zoro. Sembrerò egoista ma non voglio lasciarti a nessun’altra. Io….io ti amo davvero.”
Con un leggero sorriso stampato sul viso corse fuori da quella camera, non pentendosi minimamente di quel gesto istintivo.
Zoro aprì lentamente gli occhi, diventando immediatamente rosso.
Non ci capiva più niente, era successo davvero oppure era stato solo un sogno fin troppo reale?
Portò una mano sulle labbra, dove ancora restava vivido il sapore di un bacio atteso da fin troppo tempo, il gusto di un terzo bacio avanzato questa volta dalla rosa.
Il suo sapore dolce.
Il suo tocco timido e insicuro.
Il suo profumo cosi simile a quello di un fiore di loto.
Tutto di lei sembrava essersi impresso sul verde.
“S-sarà stata un sogno. Si si, un sogno.”
Richiuse gli occhi ma le sue labbra s’incrinarono in un sorriso felice.
Illusione o realtà per lui era uguale.
Il solo stare con Perona per Zoro era la realizzazione di un sogno. 

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