Sono Ginny Weasley, e questa è la mia storia.

di Em Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Finalmente Hogwarts. ***
Capitolo 3: *** Primo giorno al castello. ***
Capitolo 4: *** Non tutto è sempre rose e fiori. ***
Capitolo 5: *** Un Halloween da paura. ***
Capitolo 6: *** Giorni che somigliavano ad incubi. ***
Capitolo 7: *** Misteriose scoperte. ***
Capitolo 8: *** I sospetti e il San Valentino di Ginny. ***
Capitolo 9: *** Tom Riddle agisce di nuovo. ***
Capitolo 10: *** La Camera dei Segreti. ***
Capitolo 11: *** Salvata da Harry Potter. ***
Capitolo 12: *** Tutto è bene quel che finisce bene. ***
Capitolo 13: *** La fortuna gira per tutti. ***
Capitolo 14: *** Il Dissennatore. ***
Capitolo 15: *** Il secondo anno di Ginny. ***
Capitolo 16: *** Sirius Black nel castello? ***
Capitolo 17: *** Un bigliettino canterino per Harry. ***
Capitolo 18: *** Chi trova un amico trova un tesoro. ***
Capitolo 19: *** Materie future e una spaventosa vittoria. ***
Capitolo 20: *** Quidditch significava armonia. ***
Capitolo 21: *** Arrivederci Hogwarts. ***
Capitolo 22: *** Tiri Vispi Weasley. ***
Capitolo 23: *** La Coppa del Mondo di Quidditch. ***
Capitolo 24: *** Il Torneo Tremaghi. ***
Capitolo 25: *** Due campioni per una scuola. ***
Capitolo 26: *** La prima prova. ***
Capitolo 27: *** Inviti, shopping e una buona dose di calmante. ***
Capitolo 28: *** Il Ballo del Ceppo. ***
Capitolo 29: *** La seconda prova. ***
Capitolo 30: *** La terza prova. ***
Capitolo 31: *** L'incubo ha un nuovo inizio. ***
Capitolo 32: *** Grimmauld Place, il quartier generale dell'Ordine della Fenice. ***
Capitolo 33: *** Rabbia al numero dodici. ***
Capitolo 34: *** Bentornati a casa! ***
Capitolo 35: *** Misteri, segreti e in punizione con Astoria Greengass. ***
Capitolo 36: *** Gruppo illegale di difesa. ***
Capitolo 37: *** ES... ma facciamo che significa Esercito di Silente. ***
Capitolo 38: *** Il nuovo Cercatore di Grifondoro. ***
Capitolo 39: *** Natale al quartier generale. ***
Capitolo 40: *** Di amare sconfitte e ricordi felici. ***
Capitolo 41: *** Preside nuovo, vita nuova. ***
Capitolo 42: *** La fuga dei gemelli e l'ultima partita della stagione. ***
Capitolo 43: *** Nell'ufficio di Dolores Umbridge. ***
Capitolo 44: *** Ufficio Misteri... il nome l'hanno azzeccato, no? ***
Capitolo 45: *** Una nuova era sta per cominciare. ***
Capitolo 46: *** Flebo e la convivenza forzata. ***
Capitolo 47: *** Vacanze, Arnold e una Fattura Orcovolante. ***
Capitolo 48: *** Professor Lumacorno: ambizioso perdigiorno. ***
Capitolo 49: *** Ragazze urlanti e le selezioni di Quidditch. ***
Capitolo 50: *** Il Lumaclub. ***
Capitolo 51: *** Faccende insolite e forti insinuazioni. ***
Capitolo 52: *** Grifondoro contro Serpeverde. ***
Capitolo 53: *** Un Natale incasinato. ***
Capitolo 54: *** Perchè gli incidenti non sono mai abbastanza. ***
Capitolo 55: *** Comincia la vita da single. ***
Capitolo 56: *** Un bacio inaspettato. ***
Capitolo 57: *** Ginny Weasley e Harry Potter. ***
Capitolo 58: *** Tra morte e amore. ***
Capitolo 59: *** La ragazza che ha aspettato e che avrebbe aspettato ancora. ***
Capitolo 60: *** Una missione pericolosa. ***
Capitolo 61: *** Francesi, baci rubati e strane faccende. ***
Capitolo 62: *** Il matrimonio di Bill e Fleur. ***
Capitolo 63: *** Dopo le nozze, gufi e lettere. ***
Capitolo 64: *** Hogwarts, cara vecchia Hogwarts. ***
Capitolo 65: *** Inizia un caotico anno scolastico. ***
Capitolo 66: *** Babbanologia, Arti Oscure e imprevisti. ***
Capitolo 67: *** La spada di Grifondoro e punizione nella Foresta Proibita. ***
Capitolo 68: *** Esercito di Silente: ricominciamo! ***
Capitolo 69: *** Che la rivoluzione abbia inizio. ***
Capitolo 70: *** Pettegolezzi e incidenti di percorso. ***
Capitolo 71: *** Continueremo a combattere. ***
Capitolo 72: *** Il rapimento di Luna Lovegood. ***
Capitolo 73: *** Tempo di Natale e passeggiatine per la Londra Babbana. ***
Capitolo 74: *** Lasciate ogni speranza voi che entrate. ***
Capitolo 75: *** San Valentino rosso sangue e festa pro Harry Potter. ***
Capitolo 76: *** Il messaggio di Neville. ***
Capitolo 77: *** La seconda guerra magica comincia. ***
Capitolo 78: *** La Battaglia di Hogwarts. ***
Capitolo 79: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


PROLOGO.


Le ranocchie gracidavano nel piccolo stagno verde, le galline di sotto si divertivano a schiamazzare qua e là creando scompiglio tra i polli, il caldo venticello estivo soffiava piacevolmente muovendo foglie e piante, e una figurina dai capelli rossi era affacciata sul davanzale della sua finestra, che dava sull'orto, e guardava distrattamente il laghetto, lo stesso laghetto nel quale i suoi fratelli maggiori avevano tentato di annegarla se non fosse stato per le urla rauche di sua madre. 
Ginny Weasley aveva da poco compiuto undici anni: era una ragazzina magra e minuta, dal bel visino spruzzato di lentiggini, grandi occhi castani e folti capelli rossi, rosso fiamma che andavano sull'arancio e che a Ginny piaceva paragonarli al tramonto.
Sebbene avesse ricevuto la lettera pochi giorni prima, la ragazzina non fece a meno di controllare la sua magia e, contraendo il viso in una smorfietta, fece sì che i petali dei fiori sul suo davanzale si aprissero e chiudessero come una specie di corallo sottomarino. 
Se solo l'avesse vista la mamma!
L'avrebbe di sicuro disintegrata dato che da quando Ginny aveva ricevuto la sua lettera era diventata, se possibile, ancora più paranoica e isterica. Per non parlare delle urla strozzate lanciate in cucina quando la ragazzina aveva sventolato la sua lettera di Hogwarts per tutta la casa, dando strilletti di felicità. 
Una cosa che l'aveva fatta impazzire era il fatto che i suoi fratelli maggiori, Fred, George e Ron, avevano quasi fatto delle scommesse per indovinare in quale casa sarebbe andata a finire la sorella. 
Insomma, ribadire che non sarebbe mai stata una Corvonero perchè era troppo idiota fu pessimo da parte loro e la ragazzina per pochissimo non scoppiò a piangere e si maledisse per quello perchè ormai avrebbe dovuto imparare che ai suoi fratelli piaceva scherzare, anche se non era certa che quello fosse davvero uno scherzo. 
Anche se era difficile rendere orgogliosi i suoi genitori quando sei figli maschi avevano già fatto tutto prima di lei, la piccola Weasley aveva fiducia in sè stessa e non li avrebbe mai delusi. 
"Letti vuoti!" la voce della madre proveniente dal cortile echeggiò nella stanza. "Potevate essere schiantati... Ero fuori di me dall'angoscia... Ma a voi che vi importava?" 
Il quale altro pasticcio si erano cacciati i fratelli?
Seppur curiosissima di scendere immediatamente giù a tutta velocità e indagare su cosa avessero combinato, era troppo arrabbiata. Arrabbiata con loro per il fatto che la escludessero ogni volta, come per giocare a Quidditch. 
Dominò l'impulso della curiosità, lasciando il posto all'orgoglio e alla strafottenza, ma non ci riuscì. Dopo cinque minuti, aveva spalancato la porta con una certa impazienza ed era corsa di sotto. 
"Il cielo era coperto, mamma" 
"Non parlare con la bocca piena!" 
"Ma quelli lo stavamo facendo morire di fame, mamma"
"Lo stesso vale per te!" 
Ginny entrò velocemente in cucina, ancora più incuriosita dalle parole che aveva appena udito, ma si fermò di botto: il suo sguardo fu attirato subito da un ragazzo, un ragazzo che non aveva i capelli rossi marca Weasley, un ragazzo che somigliava incredibilmente al famoso Harry Potter...
Non ci poteva credere. 
Il misterioso ragazzo si voltò verso la ragazzina e Ginny notò che era proprio lui, lanciò un gridolino e corse via di nuovo. 
Fece le scale a due alla volta, anche a tre rischiando di cadere e rompersi tutti i denti, e si chiuse subito nella sua stanzetta sperando di non aver dato troppo nell'occhio, anche se le sembrava impossibile. La ragazzina si accorse che la targa posta fuori alla porta sballonzolava ancora, perchè sentiva il rumore contro la porta di legno. 
Cercò di concentrarsi al massimo sulla targhetta 'Stanza di Ginevrany' corretta da lei, in quanto odiava il suo nome intero di battesimo (per non parlare del secondo 'Molly'), ma non ci riuscì. 
Ron, Fred e George erano volati fino alla casa di Harry Potter per portarlo lì alla Tana? Era per questo che la mamma era così arrabbiata? Sì, e Ginny avrebbe dovuto immaginarlo. Aveva sentito suo fratello sbraitare sul fatto che il suo migliore amico non rispondesse alle lettere, mentre una certa Hermione Granger sì, ed il motivo della mancanza di risposte a tutte le lettere che aveva spedito a Harry, Ron lo attribuiva ai suoi tutori cattivi. Si doveva aspettare una cosa del genere. 
Inutile dire che il cuore della piccola batteva a mille: aveva visto il maghetto più famoso del modo, dal vivo!
Non che non l'avesse già visto in precedenza perchè Ginny Weasley ed Harry Potter si erano già incontrati una volta il primo settembre dell'anno precedente, alla stazione di King's Cross prima di spiccare la rincorsa ed emergere sul binario nove e tre quarti. 

"Mi scusi" 
Una voce tremante arrivò flebile alle spalle di Ginny e la piccola si voltò di scatto: un ragazzo mingherlino, dai capelli neri arruffati e scintillanti occhi verdi guardava lei e la famiglia attraverso occhiali rotondi. 
Ginny rimase a fissarlo a lungo, attirata da quel ragazzino... ma non aveva la benchè minima idea che era Harry Potter. Non sapeva nulla di lui ma sembrava che avesse già lasciato un impronta nella sua mente... 
"Ehi mamma, vediamo se indovini chi abbiamo appena incontrato sul treno!" esclamò Fred eccitato, scendendo dal treno. "Sai quel ragazzo coi capelli neri che era vicino a noi alla stazione? Lo sai chi è?" 
"Chi è?" 
"Harry Potter!" risposero in coro i gemelli e il cuore di Ginny fece una capriola.
Come sarebbe a dire che il ragazzo che aveva osservato a lungo era Harry Potter? 
"Oh, mamma, posso salire sul treno per vederlo?" chiese la piccola alla madre con un tono che lasciava trasmettere la supplica, perchè gli occhi del ragazzino l'avevano quasi imbambolata. "Mamma, ti prego..." 
"L'hai già visto, Ginny, e quel povero ragazzo non è mica un animale dello zoo!" sbottò la madre e Ginny si disse che quello era assolutamente un caso perso e che non valeva la pena insistere tanto. 
Pensò disperatamente che magari l'avrebbe rivisto di sicuro di sfuggita nei corridoi ad Hogwarts, quando sarebbe toccato anche a lei andare a scuola, l'anno successivo... 


E invece no, si sbagliava di grosso. L'avrebbe rivisto, sì, ma a casa sua per un mese!
Si affacciò alla finestra e si sporse molto per vedere cosa stesse succedendo di sotto, oltre l'orto dove affacciava la sua cameretta: vide che i gemelli e Ron stavano insegnando ad Harry Potter come Disinfestare gli gnomi da giardino. 
Le venne perfino l'idea di salire sulla scrivania per guardare meglio ma poi si disse che era una pessima idea. Se la mamma fosse entrata proprio in quel momento avrebbe anche potuto pensare ad un suicidio! Non sarebbe mica andata a pensare che la ragazzina stesse vedendo Harry Potter, no? Anche se non aveva fatto altro che parlare di lui tutta l'estate con i fratelli... 
Fantasticherie su un presunto innamoramento tra i due regnarono nella mente di Ginny fino a tempo indeterminato...




La vita con Harry Potter alla Tana era il paradiso per Ginny Weasley, anche se la ragazzina non ricordava di aver mai fatto più figuracce di quante ne faceva in presenza del ragazzo: tendeva a rovesciare di tutto quando lui era nei paraggi e di essere quindi più goffa del solito, aveva l'abitudine di diventare paonazza e di non spiccicare parola, cosa che non era nella sua indole, oppure se doveva dire qualcosa sparava schiocchezze. 
Ma la più grande figuraccia fu quando Harry si guardò nello specchio sopra al camino e quello disse: 'Infilati la camicia dentro i pantaloni, sciamannato!' e Ginny cominciò a ridere come una matta, suscitando l'irritazione di Percy che cercava di studiare chissà cosa e l'impazienza dei suoi fratelli. 
Quel mercoledì, la signora Weasley svegliò tutti di buon'ora per andare insieme a Diagon Alley ma in quel momento il gruppo, che comprendeva anche una certa Hermione Granger e i suoi genitori, si era diviso. 
Ginny e la madre, dopo essere andate alla Gringott con gli altri, si stavano incamminando da sole in Diagon Alley per comprare tutto il materiale scolastico che serviva alla ragazzina, eccetto i libri, poichè li avrebbero comprati tutti insieme al Ghirigoro
"Mamma, Madama McClan!" 
"No, noi non andremo lì" disse la madre. "La tua divisa sarà di seconda mano, ricordi? Ne abbiamo già parlato!" 
"Ma mamma..."
"Ginny, non fare i capricci! Mi dispiace ma questo passa per il governo. Ecco qui!"
Trascinò la figlia dentro uno squallido negozio dall'aria malandata e che sembrava reggersi in piedi per magia. Se la madre non l'avesse strattonata, Ginny non si sarebbe per nulla accorta che quello lì fosse un negozio: non portava l'insegna fuori e all'interno c'erano pochissime fonti luminose che faceva sembrare il tutto claustrofobico e oscuro. 
"Hogwarts?" fece una streghetta minuta e sorridente. "Ho quello che ti serve... seguimi, seguimi" 
Ginny obbedì e la seguì nel retro, dove provò le tuniche più brutte che avesse mai visto. Anche quelle di suo fratello Ron erano di seconda mano non erano così rovinate! La ragazzina però di dovette accontentare di una tunica grigia e poco sfilacciata. Comprò anche un cappello a punta, come diceva la lista, un paio di guanti simili a quelli in pelle di drago e un mantello invernale. 
Uscite dal negozio, la signora Weasley notò la faccia afflitta della figlia. 
"Quando crescerai ti comprerò una tunica nuova, nera lucente" disse incoraggiante e Ginny sorrise mentre consultava la sua lista. 
"Uhm... uniforme, libri di testo... accessori sì, allora: bilancia d'ottone" 
"Ce l'abbiamo già a casa"
"Telescopio"
"Userai quello di Bill" 
"Set di provette di vetro o cristallo"
"Charlie ce ne aveva tantissime... e non ci mancano neanche gli ingredienti principali per le pozioni!"
"Un calderone?"
"Questo dobbiamo comprarlo. Il negozio deve stare proprio... qui, dietro l'angolo" 
Le due entrarono in un negozio molto affollato di studenti, pieno zeppo di bilance, telescopi di grandezze miste e Ginny fu affascinata subito da uno assai grosso e ingombrante, e calderoni di ogni specie: d'oro massiccio e in peltro.
Nonostante la folla che c'era, si spicciarono in fretta e Ginny, nella gioia di aver comprato finalmente qualcosa di nuovo, urtò una ragazzina alta e magra, dai capelli folti e castani, e grandi occhi nocciola, facendole andare a finire il calderone appena comprato sui piedi. 
Ci fu un fragore terribile e tutti si voltarono verso di loro: alcuni ragazzini, che sembravano anche loro dell'età di Hogwarts se non dell'età di Ginny, ridacchiarono sonoramente; la povera malcapitata aiutò Ginny ad alzare il suo calderone, ignorando gli sbuffi e le risa degli altri; la signora Weasley gridò un rimprovero a sua figlia mentre la madre della ragazzina le ribadiva che poteva capitare a tutti. 
"Scusami..." borbottò Ginny imbarazzata, rossa fino alla punta dei suoi capelli fiammanti. "Ti sei fatta male?"
"Oh, non è nulla!" replicò la ragazzina gentilmente. 
"Filiamo via, Ginny!" sibilò la signora Weasley. 
"Demelza, andiamo via anche noi: questo posto è troppo affollato" fece eco la madre della piccola, in tono molto più dolce della signora Weasley, e le due ragazzine si guardarono. 
"Allora ci vediamo ad Hogwarts" disse la ragazzina che si chiamava Demelza, con un sorriso garbato. 
"Sì... ci vediamo!" la salutò Ginny e uscì in fretta dal negozio sperando che gli altri si fossero già dimenticati di tutto. 
Non parlarono di ciò che era accaduto nel negozio e Ginny provò solo ad immaginare cosa passasse per la testa alla madre: avere dei figli che facessero più rumore di quanto non ne farebbe una mandria di Centauri era esasperante. 
Camminarono per più di dieci minuti senza dire una parola ma lanciandosi solamente occhiate sbieche ogni tanto. 
Passarono per l'Emporio del Gufo che vendeva animali di tutte le specie, anche se dominavano i gufi, e la ragazzina fu attratta subito da un gatto bianco e dal pelo fulvo e morbido, ma non osò fiatare: sapeva che la madre non gliel'avrebbe mai comprato. Passarono anche per la farmacia e poi di nuovo per il Paiolo Magico, poi Ginny si fermò di botto e corse verso la vetrina di un negozio Accessori di Prima Qualità per il Quidditch
"Oh, Quidditch!" sbottò la madre, con disapprovazione. 
"Guarda mamma, guarda! La nuova Nimbus Duemila Uno! Mamma, guarda!" 
Il manico scintillava lucente alla luce del sole: era la migliore scopa da corsa e soprattutto era l'ultima che era uscita. Ginny, che di Quidditch e scope se ne intendeva moltissimo, notò che superava di gran lunga il vecchio modello Duemila. 
"Proprio come i tuoi fratelli... forza, non perdiamo tempo con questi manici di scopa!" disse impaziente la signora Weasley ma Ginny non sembrava volersi muovere dalla vetrina. "Andiamo, che non sai neanche cavalcarla, una scopa del genere!" 
Quante cose che non sai di me, pensò la ragazzina irritata. Era da quando aveva nove anni che sgraffignava, ogni volta che poteva, le scope dei suoi fratelli per allenarsi a Quidditch: voleva essere preparata per quando, un giorno, si sarebbe presentata ai provini per la sua Casa ad Hogwarts. 
Sua madre diede di matto e Ginny si disse che forse era arrivata l'ora di spostarsi da lì. 
Proseguirono fino in fondo alla strada, e proprio lì c'era un negozio angusto e sporco. Un'insegna, con le lettere d'oro parecchio scorticate, recava 'Olivander, Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C'. 
Le due entrarono e un piccolo scampanellio annunciò il loro ingresso. 
Il negozio era proprio come all'esterno e un uomo anziano, dai grandi occhi chiari, fece capolino nella penombra. 
"Salve, signor Olivander!" disse allegramente la signora Weasley. 
"Buongiorno" rispose lui con voce sommessa. "Allora, cos'abbiamo oggi? Una Weasley, non è così?"
La signora Weasley annuì con vigore. 
"Com'è che si chiama, signorina?" 
La ragazzina lo guardò perplessa, poi disse il suo nome specificando di chiamarla con il diminutivo. 
"Oh, Ginny... diminutivo di Ginevra..." il signor Olivander tirò fuori un lungo metro. "Allora, qual è il braccio con cui usa la bacchetta, signorina Weasley?" 
"Il destro, signore" rispose lei. 
Il fabbricante di bacchette si accinse a prendere le misure dalla spalla alla punta delle dita di Ginny, poi dal polso al gomito, dalla spalla fino al pavimento polveroso, dal ginocchio all'ascella e infine prese la circonferenza della testa mentre Ginny aveva i pugni in bocca per soffocare i risolini: la madre gli lanciò uno sguardo di pura minaccia. 
"Ecco, può bastare" annunciò Olivander. "Signorina Weasley, provi questa: acero e corde di cuore di drago, dieci pollici, molto flessibile. La agiti in aria" 
Ginny la prese, con mani tremanti, e la agitò. 
Il disastro fu imminente: gli scaffali del fabbricante di bacchette saltarono in aria e Olivander gli strappò la bacchetta dalle mani. 
"Provi questa"
La ragazzina obbedì ma provocò la distruzione di una lampada ad olio. 
Ginny provò, provò, provò ancora e alla fine... 
"Undici pollici e mezzo, salice e piuma di coda di fenice" Olivander le tese una bella bacchetta nera e Ginny la afferrò.
Capì che era quella giusta quando un calore improvviso le percorse tutto il braccio con un formicolio piacevole e dalla punta della sua nuova bacchetta si sprigionarono una scia di scintille rosse e blu come dei fuochi d'artificio in miniatura. La signora Weasley sorrideva e Olivander aveva sul viso un espressione soddisfatta, poi con voce gracchiante disse: 
"E' la bacchetta a scegliere il mago" 
Pagarono sette galeoni d'oro per la bacchetta di Ginny e le due percorsero in fretta Diagon Alley per raggiungere gli altri alla libreria il Ghirigoro per comprare i libri di testo: Ginny ovviamente li avrebbe avuti di seconda mano, come tutta la roba che possedeva. 
Incontrarono Fred e George in Scherzi da maghi e Percy in un negozio affollato e pieno di cianfrusaglie, e si avviarono insieme verso la libreria dove erano certi di trovare il signor Weasley in compagnia dei signori Granger. 
"Oh, sembra un libro affascinante" borbottò Fred ridacchiando e indicando il nuovo libro di Percy: Prefetti che hanno conquistato il potere, studio sui prefetti di Hogwarts e sulla loro carriera.
"Piantala" lo rimbeccò lui. 
"Oh-ho, molto ambizioso il ragazzo" lo scimmiottò George. 
"Finitela di dire assurdità" 
"Ma Percy!" intervenne Ginny che non aveva potuto fare a meno di origliare la loro conversazione, lasciando la mano della madre. "Tu non avevi sempre detto che volevi diventare Ministro della Magia una volta che Caramell fosse morto?"
"Ginny, per l'amor del cielo!" sibilò suo fratello guardandosi intorno atterrito. "Zitta anche tu e cammina con la mamma!" 
La ragazzina non riusciva a capire. 
Camminarono per più di cinque minuti (Fred, George e Percy litigarono per tutto il tragitto e quella non fu una vera novità) e raggiunsero la libreria che era affollatissima e presentava una fila chilometrica. I ragazzi non riuscivano a capire cos'era tutto quel baccano e folla di signore di mezz'età come la signora Weasley ma Ginny l'aveva intuito da una grande insegna, appesa alle vetrine del piano superiore: 

Oggi, dalle 12,30 alle 14,30
GILDEROY ALLOCK
firmerà copie della sua autobiografia
Magicamente io.

La signora Weasley non faceva che aggiustarsi i capelli in maniera molto nervosa. 
"Ma cosa le prende?" fece Fred sgranando gli occhi, divertito.
Ginny scoppiò a ridere e indicò il cartello. 
"Oh, accidenti!" gemette Fred troppo disgustato per ridere. "Se l'avessi saputo non sarei entrato..." 
"Ragazzi, eccovi arrivati, bene!" fece la madre mentre Ron, Harry e la loro amica li raggiungevano. "Tra un minuto lo vedremo..." 
La ragazzina allungò il collo per vedere meglio: Gilderoy Allock emerse dagli scaffali e si sedette con grazia ad un tavolo. Il mago indossava un abito turchese che faceva a pugni con i suoi occhi, aveva i capelli biondi e ondulati, e esibiva un sorriso radioso e ammiccante a tutte le streghe. 
Ginny sbattè le palpebre, pensando che fosse proprio bellissimo. 
Le prime parole dell'uomo furono: 
"E' mai possibile? Ma quello è Harry Potter?" 
Ginny si voltò verso il ragazzo ma Allock si sporse in avanti, prese Harry per un braccio e lo trattonò fino a farselo ritrovare con lui in prima fila: il ragazzo era rosso come i capelli dei Weasley; Allock gli stringeva la mano; il fotografo della Gazzetta del Profeta scattava innumerevoli foto una dietro l'altra; e il pubblico scoppiò in un rumoroso applauso.
Ginny si unì a all'applauso in maniera eccitata e Hermione Granger le sorrise affabile, battendo le mani. Ron le rifilò uno sguardo di profondo disprezzo mentre Fred e George ridevano di Percy che livido, perchè coperto di denso fumo grigiastro. 
Sembrava che la visione di Harry e Allock fosse perfetta. 
"Fai un bel sorriso, Harry!" esclamò l'uomo, mettendo in mostra i suoi denti bianchissimi. "Tu e io, insieme, siamo degni della prima pagina. Signore e signori che momento straordinario è mai questo! Quando il giovane Harry è entrato alGhirigoro stamattina per acquistare la mia autobiografia, che ora sono lieto di regalargli" la folla applaudì ancora. "non aveva idea che se ne sarebbe andato via con la raccolta delle mie opere, gratuitamente. Signore e signori, ho il grande piacere e l'orgoglio di annunciare che a settembre assumerò l'incarico di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts!" 
Allock mise tra le braccia del ragazzo le sue opere e lui uscì dalla folla barcollando leggermente e avvicinandosi a Ginny, che strinse il suo paiolo pieno di libri di seconda mano che le aveva comprato la madre contro le dita fino a farsi le nocche bianche. Harry Potter le scaraventò i libri di Allock nel contenitore, ansimando dallo sforzo. 
"Tu prendi questi. Io me li comprerò..." bofonchiò. 
"Scommetto che ti è piaciuto, non è vero, Potter?" fece d'un tratto una voce strascicata e Ginny si voltò: un ragazzo magro e pallido, dal mento appuntito, dai capelli di un biondo quasi bianco e un perfetto ghigno sul viso si rivolse ad Harry, in modo beffardo. "Il famoso Harry Potter! Non può neanche entrare in una libreria senza fare notizia!" 
Ginny guardò fisso fisso il ragazzo: ma come si permetteva? Adesso era colpa di Harry se anche un famoso scrittore di opere, Gilderoy Allock, lo ammirava perchè era famoso, blablabla e tutte quelle cose che aveva la ragazzina aveva ripetuto a casa fino alla nausea? Si accorse di odiare a morte quel biondino e non sapeva neanche perchè quell'affermazione le desse tanto fastidio, tant è che... 
"Lascialo in pace, non è stato lui a volere tutto questo!" sbottò e il ragazzo si voltò verso di lei. 
"Oh, guarda Potter... ti sei fatto una ragazza!" esclamò e Ginny arrossì violentemente.
Perchè cavolo era intervenuta? Sì, l'affermazione l'aveva infastidita particolarmente senza un perchè ed era stato molto coraggioso da parte della piccola Weasley rimproverare il biondino dato che era la prima volta che parlava dicendo qualcosa di logico in presenza di Harry Potter... ma ora perchè doveva diventare un tutt uno con i suoi capelli rossi? 
"Ragazzi! Qui dentro è pazzesco, andiamo fuori!" disse il signor Weasley avanzando a fatica tra la folla, con Fred e George alle calcagna. 
"Bene, bene, bene... Arthur Weasley" fece un'altra voce strascicata e Ginny alzò lo sguardo. 
"Lucius" lo salutò il padre in modo gelido.
Un uomo identico al ragazzino biondo era in piedi dietro di lui e gli teneva una mano sulla spalla con un ghigno esattamente identico a quello che doveva essere il figlio: Lucius? Allora era lui Lucius Malfoy! Ma allora... il ragazzino dal mento appuntito doveva essere Draco Malfoy, acerrimo nemico di suo fratello Ron!
"Superlavoro al Ministero, Arthur? Tutte quelle ispezioni... spero che le paghino gli straordinari" disse beffardo Lucius Malfoy e prendendo il libro consunto Guida pratica alla Trasfigurazione per principianti dal paiolo di Ginny continuò. "Ovviamente no. A che serve disonorare il nome di mago se poi non la pagano neanche a sufficienza?" 
"Abbiamo idea molto diverso su ciò che disonora il nome di mago, Malfoy" 
"Mi sembra chiaro. Frequentare Babbani... credevo che la sua famiglia non potesse cadere più in basso" 
Ginny spalancò gli occhi, mortificata e orripilata, poi il suo calderone volò in aria: suo padre si era avventato sull'uomo, scaraventandolo contro uno scaffale mentre decine di volumi cadevano sulle loro teste. 
"Prendilo, papà!" gridarono all'unisono Fred e George.
"No, Arthur, no!" strillò la signora Weasley. 
Ginny, Harry, Draco, Ron e la loro amica Hermione fissavano la scena, agghiacciati e ammutoliti mentre la folla si ritraeva: Hagrid stava intimando agli altri di farsi da parte mentre lui separava i due uomini, che si esibivano feriti. Il signor Weasley ad un labbro e il signor Malfoy ad un occhio, e stringeva ancora il libro di Trasfigurazione di Ginny. 
La guardò con disprezzo maligno e glielo lanciò. 
"Tieni ragazzina... prendi il tuo libro... è tutto quel che tuo padre riesce a darti!" 
Ginny, che aveva gli occhi colmi di lacrime, pensò di non aver mai passato una giornata peggiore di quella. 




Arrivati a casa, Ginny si tuffò immediatamente sul suo letto sfogliando con curiosità le pagine dei suoi libri di seconda mano e dimenticando l'accaduto al Ghirigoro anche se non aveva davvero l'intenzione di leggerli tutti come Hermione Granger, cui Ron aveva parlato di spesso di quanto fosse secchiona. 
La ragazzina si divertì molto a guardare le immagini del libro Mille Erbe e Funghi Magici, poi prese quello di Trasfigurazione e qualcosa scivolò dal suo interno atterrando con un tonfo sul pavimento. 
Ginny raccolse un diario.
Aveva una copertina nera lucida e malandata con una data che risaliva a cinquant'anni prima e la ragazzina si chiese se valesse la pena aprirlo. Suo padre le aveva raccontato così tante storie strane, come di un libriccino che bruciava gli occhi quando lo aprivi, oppure c'erano i libri come Sonetti di uno stregone che faceva sì che il malcapitato parlasse in versi per tutta la vita... forse Ginny avrebbe fatto la fine della vecchia strega che viva a Bath: costretta a restare con il naso lentigginoso incollato alle pagine. 
Ma la mamma non avrebbe mai messo un diario del genere nel suo calderone!
Ginny lo aprì e notò che sulla pagina iniziale c'era scritto 'T.O. Riddle'. Sfogliò le altre pagine ma si rese conto, con disappunto, che non c'era scritto nulla. Le pagine erano ingiallite e non vi era ombra di inchiostro: era visibilmente vuoto.
Allora non gliel'aveva comprato la mamma! Qualcuno l'aveva comprato alla libreria e nella gioia di vedere Gilderoy Allock l'aveva dimenticato nel paiolo di Ginny. Sì, doveva essere per forza andata così. 
La ragazzina sfogliò ancora quelle pagine con impazienza, come se si aspettasse di vedere comparire un qualsiasi messaggio, anche solo 'Caro diario' oppure 'Ore undici e trenta: biblioteca di Hogwarts' o magari un nome, un cognome e un indirizzo ma niente. Quindi, prese piuma e inchiostro e ci scrisse qualcosa su. 
Mi chiamo Ginny Weasley.
Ginny spalancò gli occhi: la sua scritta stava man mano scomparendo, come se la pagina fosse stata di un materiale assorbente. Tastò il punto in cui la sua piuma aveva fatto contatto per vedere cosa non andava ma ritrasse la mano in fretta: sulla pagina si stavano formando altre parole da lei mai scritte e con una scrittura diversa dalla sua, una scrittura decisa e regolare. 
Salve, Ginny Weasley. Io mi chiamo Tom Riddle. Come sei venuta in possesso del mio diario?
La ragazzina sgranò gli occhi sorpresa e spaventata, e andò quasi vicino da lanciare un urlo. 
Come diavolo faceva quel diario a risponderle? Che cosa doveva fare? Doveva farlo vedere a qualcuno prima di utilizzarlo? Quel piccolo diario che sembrava così innocuo era pericolo, stregato? 
Riusciva perfino a sentire gli strilli di sua madre dentro la sua testa; i rimproveri di suo padre; gli sbuffi di suo fratello Percy che le ripeteva di essere stata troppo incauta, che le ripeteva di crescere una volta ogni tanto... ma riusciva anche a sentire gli applausi e le congratulazioni dei gemelli per aver dato ascolto al suo istinto, senza preoccuparsi delle conseguenze, come una vera Grifondoro. 
L'ho trovato per sbaglio nel mio paiolo a Diagon Alley, rispose la ragazzina. Quando sono andata a comprare il materiale scolastico per Hogwarts.
Oh, Hogwarts! Primo anno?
Sì, è il mio primo anno ma so già un mucchio di cose: ho sei fratelli più grandi di me.
Sei emozionata? 
Tantissimo. Ho sognato di andare ad Hogwarts da quando ci andava mio fratello più grande. Ma devo dire che sono anche un tantino nervosa per questo primo anno.
Perchè dovresti esserlo?
Bè, mi tocca essere all'altezza delle aspettative dei miei genitori: Bill era capoclasse; Charlie capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro; Percy è un Prefetto; Fred e George sono un po' i combina disastri della scuola ma hanno buoni voti e tutti li adorano; e Ron ha un migliore amico fantastico. Capisci? In famiglia ci si aspetta che io sia all'altezza degli altri ma se poi ci riesco, nessuno la considererà una gran cosa. Soprattutto perchè io sono l'unica femmina e anche perchè gli altri l'hanno fatto prima di me. Voglio solo rendere fieri i miei genitori e io ci riuscirò nonostante tutto! 
Oh, ma sei molto in gamba, Ginny Weasley! commentò Tom Riddle. Bisogna sempre avere fiducia in sè stessi, è così che si raggiungono i propri scopi e i traguardi.
Ginny sorrise contenta: che credulona, idiota, paranoica... il diario era assolutamente innocuo! 
Che male poteva fare un diario sul quale qualcuno aveva imposto un incantesimo per far sì che rispondesse e che, inoltre, desse dei consigli? Non poteva fare alcun male, anzi, le sarebbe stato di grande aiuto per sfogarsi e per raccontare tutte le cose che poteva dire a nessun altro che a lui, che di sicuro non avrebbe aperto bocca. Era stata proprio una fortuna che qualcuno l'avesse dimenticato.
Decise di non parlarne con nessuno e fu una saggia mossa perchè sicuramente Fred e George gliel'avrebbero confiscato: un oggetto tanto curioso e interessante non passava di certo inosservato, soprattutto agli occhi di tutti i suoi fratelli. 
"GINNY! IL PRANZO E' PRONTO!" gridò la madre d'un tratto e la ragazzina sussultò. 
Devo andare, mi stanno chiamando per il pranzo. A presto! buttò giù poche righe e rispose alla madre. 
"ARRIVO!" 
Ma prima di fare qualsiasi cosa, nascose per benino il diario sotto al letto: quell'oggetto era suo. Era la prima volta che possedeva qualcosa di esclusivamente suo e gli avrebbe donato il suo cuore.








Angolo autrice
Primo capitolo della storia di Ginny Weasley modificato, anzi fatto totalmente da capo. Mi sono accorta troppo tardi che era abbastanza (molto) inguardabile, e spero che adesso vi piaccia! O meglio, spero che vi piaccia di più. 
Mi è piaciuto inserire l'arrivo di Harry Potter alla Tana e la loro gita a Diagon Alley: scene fondamentali e che io avevo ignorato dato che prima non ero molto pratica, e mi scuso in ginocchio per avervi fatto subire i capitoli osceni della mia inesperienza. Per quanto riguarda la scena del diario, è sempre la stessa con qualche piccolo cambiamento. Sì, ho pensato ad una Ginny molto sicura di sè all'inizio. Credo proprio che è il dopo ad essere tragico per lei. 
Saluti a tutti!

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Capitolo 2
*** Finalmente Hogwarts. ***


FINALMENTE HOGWARTS.


La fine delle vacanze arrivò troppo presto per i gusti di Ginny Weasley anche se la ragazzina non vedeva l'ora che fosse il primo settembre. Da una parte le sarebbe dispiaciuto vedere Harry Potter solo di rado nella Sala Grande a colazione, pranzo o cena, ma dall'altra parte... la vita al castello di Hogwarts chiamava! 
Arrivò dunque il primo settembre e ci volle la mano di Dio per riuscire a partire. 
Tutti avevano tantissime cose da fare: la signora Weasley era occupata col cibo, con la roba della scuola e correva di qua e di là in cerca di calzini e penne d'oca sparse per la casa; Ginny si guardava nello specchio ogni volta che poteva per aggiustarsi i capelli rossi che sembravano avere vita propria; i ragazzi sballonzolavano su e giù per la casa; Percy quasi cadde dal terzo piano a causa dei gemelli e il signor Weasley rischiò seriamente di compersi l'osso del collo. 
Sembrava proprio che quella giornata portasse iella! 
Avevano percorso il cortile tre volte, una volta a causa di George che aveva dimenticato i fuochi d'artificio Filibuster, la seconda a causa di Fred che aveva dimenticato la sua adorata scopa, e la terza perchè Ginny aveva dimenticato il suo diario. 
Quasi si vergognava di sè stessa: l'aveva lasciato a muffire sotto al suo letto! 
Ma tralasciando... Percy aveva dato i numeri per tutto il viaggio e voleva strozzarli tutti per aver compromesso la sua carriera da Prefetto ma non aveva nulla di cui lamentarsi in quel momento dato che era già sparito verso la barriera correndo come un matto svitato, seguito dal padre e dai gemelli. 
"Io vado con Ginny, voi due venite dietro di noi" 
Ginny era troppo abituata a superare la barriera a King's Cross per preoccuparsi sul serio di andare a finire a sbatterci contro. Ricordava ancora che quasi se l'era fatta addosso quando Fred e George la trascinarono oltre il muro mentre lei urlava a squarciagola facendo voltare i Babbani che erano alla stazione. Alla fine scoprì che non era poi così male ma fu troppo tardi: ormai aveva fatto scalpore. 
La signora Weasley afferrò la mano della figlia e insieme emersero sul binario nove e tre quarti.
L'Espresso di Hogwarts sbuffava vapore: avevano solo due minuti. Ginny abbracciò forte la madre e baciò più volte il padre prima di salire sulla locomotiva scarlatta con al suo baule e affacciarsi al finestrino del treno insieme ai suoi fratelli. 
"Ci mancherai, tesoro!" stava dicendo la madre stringendo nel pugno un fazzoletto. "Fai la brava quando sarai ad Hogwarts e scrivici, capito? E non farti condizionare da quei perdigiorno Fred e George!"
"EHI!" gridarono loro all'unisono. 
Si udì un fischio e dopo pochi secondi il treno prese a muoversi lentamente. 
"Percy, ti raccomando Ginny!" 
"Tutto sotto controllo, mamma, lo sai!" disse il ragazzo in risposta in modo compiaciuto. 
"Ginny, fai la brava e non metterti nei guai come quei due!"
La ragazzina continuò ad annuire e a sbracciarsi, insieme a Fred e George (Percy aveva preferito fare un salutino veloce e scomparire verso la coda della locomotiva), fino a quando i genitori divennero un puntino rosso in lontananza. I gemelli si ritrassero mentre Ginny restò ancora un po' a godersi il caldo venticello estivo che le accarezzava le guance rosee e pensando come sarebbe stato quel viaggio, come l'avrebbe passato e soprattutto in compagnia di chi.
"Allora, vi decidete a trovare posto?" 
Poi giunse la voce armoniosa di Percy che minacciava i gemelli, a voce bassissima, di levarsi dal passaggio. Portava già la divisa da Hogwarts, aveva il petto troppo in fuori per far notare a tutti la tanto amata spilla da Prefetto dai colori rosso e oro di Grifondoro e i capelli erano aggiusti in un modo che lo faceva somigliare ad un damerino tronfio. E poi, impossibile a crederci... sfoderava uno dei suoi veri sorrisi. 
Ginny si sporse dietro suo fratello e notò che era in dolce compagnia di una graziosa ragazza, che era di sicuro di Corvonero a giudicare dai colori della sua spilla da Prefetto bronzo e blu, dai folti e lunghi riccioli castani e occhi molto chiari e luccicanti. 
I gemelli sorrisero radiosi, ammiccando alla ragazza, e Percy strinse gli occhi in due fessure. 
"Vi decidete a trovare posto?" ripetè, sottolineando con più enfasi la frase. 
"Agli ordini!" esclamarono i gemelli e Percy parve compiaciuto di non aver fatto una brutta figura a causa dei gemelli in presenza della sua accompagnatrice, amica o compagna Prefetto che fosse. 
"Allora, andiamo?" chiese educatamente la ragazza. 
"Subito, Penelope" 
I gemelli gli fecero il versetto.
"Voi due andate nel vostro scompartimento" ringhiò Percy, poi si rivolse con dolcezza a Ginny. "e anche tu, trovati uno scompartimento e fai amicizia con gli altri bambini: se qualcuno ti disturba io sono di pattuglia al corridoio e...chiedo scusa, qualcosa non va? Sono un Prefetto!" aggiunse verso un ragazzo che percorreva quel corridoio. 
"Sto cercando i miei amici" rispose lui, asciutto. 
Ginny lanciò uno sguardo ai fratelli e alla ragazza di nome Penelope, poi trascinando il baule pesante si avviò verso la coda del treno, avanzando a fatica tra gli scompartimenti pieni zeppi di studenti allegri e chiacchieroni. 
Dopo un paio di minuti, la ragazzina già non ne poteva più con quel suo bagaglio e la fortuna decise di aiutarla: proprio lì c'era uno scompartimento quasi vuoto, occupato solo da un ragazzino pallido, magro e dai capelli color topo che guardava fuori dal finestrino con un sorriso sulle labbra. 
Ginny bussò ed entrò. 
"Ehm... scusami, posso sedermi lì?" chiese la ragazzina timidamente, lanciando uno sguardo al sediolino. "sono arrivata in ritardo alla stazione e... non ci sono più posti liberi"
"Oh certo, siediti pure!" esclamò il ragazzino in maniera gioiosa, balzando subito in piedi. 
Aiutò Ginny ad issare il suo baule sulla raticella, poi si sedette di fronte a lei e la fissò incuriosito. 
"Anch'io sono arrivato in ritardo" dichiarò lui. "perciò mi trovavo da solo e abbandonato qui dentro. Che fortuna che sei arrivata!" 
La ragazzina rise. 
"Comunque io sono Ginny Weasley" 
"Colin Canon, piacere m..."
La porta dello scompartimento si aprì, interrompendo quella che sarebbe stata una stretta di mano tra i due ragazzini, e Percy emerse nello scompartimento in maniera quasi indagatrice insieme alla sua amica Penelope, che aveva un'aria abbastanza impaziente e sembrava che si fosse già stancata di quel vai-e-vieni dal corridoio stando dietro a Percy Weasley. 
"Come va, sorellina? Tutto a posto? Hai bisogno d'aiuto?" 
"Sto bene" rispose lei irritata. 
"Oh cielo, credevamo che fossi di pattuglia nei corridoi, non in questo scompartimento!"
George sbucò all'improvviso insieme al gemello. 
"La mamma ti ha detto solo di tenerla d'occhio se succede qualcosa" disse Fred, punzecchiandolo.
"Andate nel vostro scompartimento, voi due!" ordinò subito Percy ma i gemelli, con un'occhiata malandrina e molto complice, lo presero per le braccia e lo trascinarono fuori dallo scompartimento, sotto lo sguardo divertito di Ginny e Colin, e quello che cercava di restare serio di Penelope, che però scoppiò a ridere in faccia al suo compagno di pattuglia. 
Chissà cosa avevano in mente i gemelli... forse l'avrebbero gettato in bagno predisponendo un incantesimo che facesse sì che Percy non uscisse più da lì e tornasse a Londra prima del tempo. Oppure l'avrebbero minacciato di andare a fare il Prefettuccio da un'altra parte... restava tutto da vedere non appena arrivati alla stazione di Hogsmeade. 
"SMETTETELA!" strillò Percy come una femminuccia, mentre i gemelli lo trascinavano. "LASCIATEMI! HO DETTO LASCIATEMI! VI FARO' RAPPORTO ANCORA PRIMA CHE LA SCUOLA COMINCI POTETE STARNE CER..." 
Penelope chiuse la porta dello scompartimento con un tonfo ma i due ragazzini stavano ancora ridendo.
"I miei fratelli"
"Che forti!" commentò Colin, quando ebbe finito di ridacchiare. "sono un vero spasso!" 
"Il primo no, te l'assicuro: Percy è già al sesto anno ed è un Prefetto. I gemelli lo prendono sempre in giro perchè è il cocco della mamma" lo informò Ginny, inarcando leggermente le sopracciglia. "Percy è un tipo abbastanza ambizioso... credo voglia fare carriera, diventare famoso. Infatti è sempre chiuso nella sua stanza e lo si vede solo ai pasti" 
"Sarà divertente avere tre fratelli come loro, però" 
"Sei, ho sei fratelli" lo corresse educatamente Ginny. "Bill è il maggiore e lo adoro, è l'unico che mi capiva... dicocapiva perchè ha finito la scuola e si è trasferito in Egitto: lavora per la Gringott"
"La banca dei maghi?" 
"Precisamente!" confermò la ragazzina. "poi c'è Charlie che si è trasferito anche lui ma non in Egitto, in Romania. Fa un lavoro bellissimo, lui studia i draghi. Poi c'è Percy, e poi i gemelli: loro sono i combina disastri della famiglia, sono al quarto anno ad Hogwarts e tutti li adorano. Poi c'è Ron che è al secondo anno e poi ci sono io che sono l'unica femmina tra tanti maschi" concluse. 
"Oh, wow!" 
"E' divertente avere sei fratelli come loro perchè sono spassosissimi, il brutto è che non mi rendono partecipe di nulla perchè sono una ragazza" spiegò Ginny, con un tono abbastanza melodrammatico. "e poi è molto difficile mettersi alla loro altezza, perchè loro hanno fatto tutto prima di me, ma io ce la metto sempre tutta. Sempre se i miei genitori non mi proibiscono di fare qualcosa" aggiunse con una risatina. 
Pensò a sua madre che ogni volta le proibiva di andare con loro a giocare a Quidditch o fare qualunque altra cosa che facevano i maschi e che lei, però, adorava fare proprio perchè cresciuta con loro. Per fortuna che lei era ancora una ragazzina perchè se continuava così da grande si sarebbe ribellata ben presto, stufa di quel comportamento. Molly Weasley doveva ringraziare il cielo che Ginny era ancora una ragazzina di undici anni, spensierata e inconsapevole. 
"Comunque, tu hai fratelli?" 
"Sì, solo uno: Dennis" rispose Colin. "mi è dispiaciuto tantissimo lasciarlo senza di me ma Hogwarts chiamava. Sapevo di essere diverso, perchè riuscivo a fare cose che gli altri bambini non potevano e quando l'ho detto ai miei genitori, che sono Babbani, volevano mandarmi da uno psicologo ma quando è arrivata la lettera e una professoressa a spiegare la mia situazione si sono ricreduti sul mio stato mentale"
Ginny rise. 
"Nella tua famiglia, invece, sono tutti maghi?" 
"Sì, ma credo di avere uno zio che fa il... ragioniere? Sì, ma non lo si vede mai" 
"Quindi tu sai già tutto di Hogwarts!" replicò Colin eccitato. "raccontami, ti prego" 
"Allora, Hogwarts..." 
E così la piccola Ginny partì in quarta per spiegare a Colin Canon tutto ciò che c'era da sapere sulla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts: le origini, i quattro fondatori e le quattro case che prendevano il loro nome e insegnavano i loro valori, le materie che bisognava studiare e il Quidditch, che Colin dichiarò di essere poco attratto in quanto era già assai che riusciva a stare con tutti e due i piedi per terra, figuriamoci in volo.
Il ragazzino, dal suo canto, spiegò a Ginny parecchie cose sui Babbani e lei fu molto interessata a cose come la macchina fotografica Babbana che la ragazzina provò con piacere e scoprì che non lanciava alcun fumo nero ma scoprì anche con disappunto che le foto non si muovevano. Si era aspettata di vedere sballonzolare lei e Colin dentro e fuori all'obbiettivo invece si erano litimitati a rimanere immobili, pietrificati sulla carta. 
Era strano!
Ogni minuto che passavano insieme, Ginny si sentiva sempre più affezionata a quello strano e allegro ragazzino con la passione per la fotografia e sperò con tutto il cuore che per lui fosse lo stesso.
Inoltre, i due si divertirono un mondo a mangiare dolci di tutti i tipi che avevano comprato nel carrello della donnina. Colin assaggiò perfino una Gelatina Tuttigusti+1 color giallo-arancio che Ginny non avrebbe ingerito neanche a pagarla fior di galeoni d'oro: sapeva di vomito e gli fece venire conati di vomito. 
"Cioccorane... non saranno mica rane vere?" chiese Colin, dopo aver divorato una Gelatina Tuttigusti+1 a fragola per aggiustarsi il sapore a causa di quella precedente. 
"Oh no, è solo un incantesimo" spiegò lei allegramente. "in ogni confezione ci sono una strega e un mago famosi, io ne ho circa... uhm... duecento, e mi mancano Agrippa e Morgana. I gemelli hanno già finito la collezione da un pezzo mentre Ron ne ha cinquecento ma non ha mai trovato Agrippa. Giuro che se la trovo non la scambio: è da secoli che la cerco!"
Colin ridacchiò, poi scartò la Cioccorana e ne tirò fuori una figurina, con la bocca spalancata dallo stupore. 
"L'avevi detto! L'avevi detto che si muoveva!" esclamò eccitato, guardando Hengist il folletto dei boschi che starnutiva.
"Sì, l'avevo... allora non mi credevi?" 
"Macchè dici, avevo massima fiducia in te!" s'idignò il ragazzino con un sorriso. 
"Come no!" sbuffò Ginny lanciandogli una Cioccorana sulla testa. 
"Vuoi dichiarare guerra?" 
Colin le lanciò in risposta al suo attacco una Gelatina bianca e dalle macchie arancioni. 
Poi iniziarono a combattere: Ginny non si era mai divertita così. 




Era ormai il crepuscolo e Ginny si era leggermente appisolata, con la testa poggiata alla mano, e guardava con occhi socchiusi il paesaggio ricco di fitti alberi che correva veloce e ad ascoltare lo sferragliare rumoroso dell'Espresso di Hogwarts. Colin, al contrario, pareva abbastanza incuieto, come se non riuscisse più a restare seduto un minuto di più. 
Infatti, quando la locomotiva rallentò fu il primo a scattare in piedi, urtando perfino con la testa sotto alla raticella ma lui non ci badò e, afferrando velocemente la sua tunica e incitando la ragazzina a sbrigarsi, si catapultò fuori dallo scompartimento. 
Tra cinque minuti: stazione di Hogsmeade. 
Una voce gelida femminile echeggiò nel treno e Ginny notò che Percy cercava di persuadere, con espressione minacciosa sul volto, i ragazzini del primo anno ad entrare nel loro scompartimento finchè il treno non si fosse del tutto fermato. 
"Via di qui, c'è mio fratello" 
Ginny spinse Colin verso un'altro vagone, in cui non c'era l'ombra di Percy, ma che era zeppo di ragazzini dall'aria maligna e ragazzoni grandi con la stessa espressione arcigna: facevano baldoria e spintonavano i poveri malcapitati come la piccola Weasley e Colin Canon.
"Bada a come parli con me, moccioso, che ho il sangue purissimo!" sbottò una voce strascicata che Ginny riconobbe con orrore come quella di Draco Malfoy. "A differenza del tuo che credo abbia proprio bisogno di una disinfettata" 
I ragazzi risero; alcuni, come Ginny, si accigliarono.
"Che significa avere il sangue puro?" chiese Colin esterrefatto.
"E' come ti dicevo prima: Salazar Serpeverde non voleva che i figli di Babbani e i Mezzosangue condividessero il sapere magico" spiegò la ragazzina, mentre cercava di emergere fuori a quel vagone. "Perciò ragazzi come te sono definiti... bè... sangue sporco. E' orribile! Chi ha riso di quest'affermazione non ha alcun dubbio in quanto alla casa nel quale finirà"
"E' considerato un disonore?" 
"Sì, per la razza magica... ma solo i Serpeverde lo considerano un disonore"
Il treno si fermò di botto e ci fu il pandemonio: ragazzoni grossi di Serpeverde intimarono ai più piccoli di lasciarli passare, altri invece li spinsero direttamente contro le vetrate del treno, altri come Draco Malfoy e i suoi amici rimasero incastrati in quella che era una fila per scendere dalla locomotiva. Ginny sentiva la voce del ragazzo talmente vicina al suo orecchio che rabbrividì. 
"Vorrei tanto sapere chi è morto!" dichiarò Malfoy con irritazione. "Oh, guardate! Guardate lì... mi è sembrato di vedere una lumaca che vi sorpassava tutti, voi del primo anno. Perchè non vi levate dai piedi?" 
Si udirono risatine mentre lui spingeva i ragazzini del primo anno che caddero in avanti. 
Ginny piantò i piedi a terra con una forza immane: non aveva alcuna intenzione di cadere davanti ad una banda diserpi e altrettanto non voleva che Draco Malfoy la spintonasse per uscire dal treno prima di quei poveri studenti che erano prima di lui. 
"Maledizione, spostat... oh, guardate chi si vede qui!" esclamò beffardo il ragazzo, mentre Ginny si voltava verso di lui, accigliata. "l'ultima lenticchia della famiglia W... Weasl... Weasley, vero?" 
Due ragazzi molto corpulenti e grossi come troll ridacchiarono sonoramente come ebeti mentre una ragazza dai lineamenti duri e la faccia da carlino squittì deliziata. Ginny si rese conto che molti Serpeverde erano in ascolto, e alcuni sembravano anche avere la sua stessa età. 
"Cosa vuoi?" chiese lei scontrosa, mentre camminava piano verso l'uscita a causa dell'ingorgo. 
"Cosa potrei mai volere da te, Weasley?" fece lui. "Cosa potrei mai volere da una che gira in una Scuola di Magia con abiti di seconda mano?" 
"Tu... brutto..." ansimò Ginny, rossa di collera, cercando di difendersi ma proprio in quel momento i ragazzini del primo anno si mossero e la ragazzina perse di vista quella serpe impertinente. 
Balzò giù dal treno, con la visuale coperta da corpulenti studenti di Hogwarts, e imprecò a voce bassa: Malfoy sembrava essersi mimetizzato con tutta quella folla che c'era.
"Primo anno! Primo anno da questa parte!" 
Ginny individuò l'alta figura di Hagrid, il guardiacaccia gigante di Hogwarts che era amico della sua famiglia e che aveva diviso suo padre e Lucius Malfoy mentre litigavano, e gli si avvicinò con Colin che le trotterellava a fianco ignaro dello scontro sul treno. 
Hagrid parve riconoscerla perchè le fece un segno di saluto. 
"Lo conosci?" chiese Colin incuriosito.
"Oh sì, è un amico di famiglia!" cinguettò Ginny allegra, dimenticandosi dell'accaduto nel treno. 
"Primo anno! La piccola Ginny Weasley, eh? Tutto a posto? Bene... Ci siete tutti? Forza, seguitemi!" 
I ragazzi seguirono Hagrid lungo un sentiero ripido e stretto e Ginny rischiò addirittura di inciampare e finire lunga distesa a terra ai piedi degli altri ragazzini: sperò con tutto il cuore che non le capitasse un'altra bella figuraccia, anzi, l'ennesima figuraccia. Scivolando e incespicando continuarono a seguire il gigante a disagio a causa di quel paesaggio cupo e tenebroso, e sembrava che nessuno trovasse divertente quella discesa, a parte una ragazzina magra, dai capelli lunghissimi di un biondo quasi sporco, grandi occhi sporgenti e celesti che mandavano faville nell'oscurità e grossi occhiali colorati appoggiati sulla testa: sembrava serena e procedeva a balzelli. Alcuni la indicavano e ridevano sonoramente ma lei non dava alcun segno di imbarazzo. 
"Hai visto la... quella lì?" chiese Ginny a Colin in un sussurro poco udibile. 
"Sì..." fece in risposta Colin, cercando di non ridere. 
"Attenzione a dove mettete i piedi!" li avvertì Hagrid. "Fra un attimo: prima panoramica di Hogwarts!"
Ginny si sporse, quasi sgomitando tra la folla di studenti, e poi eccola lì. Hogwarts. Maestosa e imponente, affacciava sopra un grosso lago nero: le finestre brillavano, le torri erano altissime e i ragazzini non avevano fiato per descrivere tutto quello.
Magico, molto probabilmente. 
Hagrid indicò delle piccole imbarcazioni e Ginny si chiese se lui potesse entrarci in una di quelle, poi lo vide salire in una barca molto più grandi di quelle barchette che avevano riservato agli studenti. 
"Non più di quattro per battello!" esclamò Hagrid, mentre i ragazzi salivano sulle imbarcazioni.
Colin salì subito sul primo battello davanti a lui e aiutò Ginny, che sembrava molto titubante e si fidava poco dell'acqua dall'incidente nel laghetto con i suoi fratelli, ad entrare dentro. I due furono seguiti dalla strana ragazzina, che aveva messo gli occhiali colorati sugli occhi e sembrava una grosso insetto luccicante, e da un'altra ragazzina che somigliava incredibilmente alla povera malcapitata che Ginny aveva ferito ai piedi... se non era proprio lei... 
"Tutti a bordo? Bene... si parte!" 
Le barchette si staccarono all'unisono dalla riva e scivolarono sul lago nero. Man mano che si avvicinavano alla sponda opposta, il castello di Hogwarts torreggiava sopra di loro in maniera imponente.
Quando furono arrivati a destinazione, camminarono ancora un poco poi salirono una scalinata di pietra e si affollarono tutti davanti ad un grandissimo portone di quercia che sembrava essere proprio l'accesso alla scuola.
Hagrid alzò il pugno gigantesco e bussò: Ginny sentì l'emozione percorrerle tutto il corpicino. 
I battenti si aprirono immediatamente e una donna dai capelli raccolti in un'alta crocchia riempì la visuale dei ragazzi: era alta e magra, portava una veste lunga verde smeraldo e dal cipiglio severo Ginny capì che si trattava della professoressa McGranitt, la donna tanto famosa per riempire di compiti l'intera popolazione di studenti di Hogwarts. 
"E' lei che ha spiegato ai miei genitori la situazione..." sussurrò Colin. 
"La professoressa McGranitt è molto severa" gracchiò la piccola Weasley. 
"Gli allievi del primo anno, professoressa" disse Hagrid. 
"Grazie, Hagrid. Come sempre, li accompagnerò io dentro" 
La professoressa McGranitt spalancò la porta d'ingresso e i ragazzini sgranarono gli occhi, meravigliati da tanta grandezza e bellezza. Ginny pensò che la sua casa sarebbe potuta entrare comodamente nell'ingresso del castello senza alcun problema. 
Lei li condusse in avanti, verso una grande porta ma non l'aprì e si voltò verso di loro, fronteggiandoli.
"Benvenuti ad Hogwarts" disse. "Il banchetto l'inizio dell'anno avrà luogo nella Sala Grande tra pochissimo ma prima di prendere posto verrete smistati nelle vostre Case attraverso la cerimonia dello Smistamento. Le quattro Case sono: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Per il tempo che sarete qui i trionfi che otterrete faranno guadagnare punti alla vostra Casa, mentre ogni violazione delle regole farà perdere punti. Alla fine dell'anno alla Casa con più punti verrà assegnata la Coppa delle Case. La cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochissimo" 
Colin si aggiustò il colletto del mantello e Ginny si lisciò i capelli per nervosismo. 
Ovunque si voltasse, la ragazzina vedeva che nessuno fiatava e che tutti cercavano di aggiustarsi in modo nervoso i capelli o qualunque altra cosa che appartenesse al vestiario, tranne la strana ragazzina dai capelli biondissimi che si guardava attorno con curiosità: gli occhiali erano appesi alla gola a mo' di collanina. 
"Mettetevi in fila e seguitemi" ordinò la professoressa. 
La McGranitt aprì la porta e una visuale della Sala Grande balzò agli occhi dei ragazzini. 
I Weasley avevano sempre descritto Hogwarts come un grandissimo castello, e soprattutto avevano descritto la Sala Grande come una luminosa e fantastica sala ma mai la ragazzina avrebbe potuto immaginare una stanza del genere. La Sala Grande appariva maestosa come l'intero castello, illuminata di migliaia di candele sospese a mezz'aria sotto il soffitto incantato che rifletteva il cielo fuori che era blu e pieno di stelle, i quattro tavoli applaudirono (Ginny individuò con facilità Fred e George che facevano baldoria e Percy che li rimproverava in modo severo). 
In fondo alla sala c'erano gli insegnanti e tra loro coronava quello che doveva essere Albus Silente, caratterizzato da una folta e lunga barba bianca che sembrava far luce tutt'intorno, come se emanasse una specie di aura lucente.
"Ma questo è il cielo fuori!" 
"Sì, è una magia" li informò timidamente la ragazzina che Ginny aveva incontrato a Diagon Alley, con la testa rivolta verso il soffitto. "c'è scritto nel libro Storia di Hogwarts"
"Cos'è?" fece Colin.
"Percy l'ha letto" borbottò Ginny mentre avanzava timidamente tra i tavoli di Tassorosso e Corvonero che avevano tutti gli occhi puntati su di loro. "è un libro mostruoso, è grosso quanto un mattone... non mi sognerei mai di leggere neanche una pagina" 
Si fermarono vicino al tavolo degli insegnanti davanti al quale la professoressa McGranitt predispose uno sgabello con sopra un cappello tutto rattoppato e consunto che sembrava essere lì da anni e probabilmente era così. Uno strappo del cappello si divaricò ancora di più fino ad assumere le dimensioni di una grande bocca, tipo quella di Hagrid, e quello che era il Cappello Parlante cominciò a cantare: 

Ed eccoci qui tutti ad Hogwarts, piacere io parlo ma sono un cappello!
Tutto sporco, consunto, rattoppato e vecchio, mi dispiace se non son bello.
Ma ricordate che non si giudica dall'apparenza, 
perchè io vi smisterò nelle quattro Case d'eccellenza: 
Se a Grifondoro finirai,
sono sicuro che coraggio e audacia dimostrerai. 
O forse a Tassorosso è la tua vita, 
leali e pazienti, qui la cattiveria è abolita. 
Magari sei saggio e pronto di mente,
e a Corvonero troverai la tua gente. 
O forse a Serpeverde, ragazzo mio, 
se sei astuto e ambizioso, qui troverai il tuo vero io. 
Adesso, vediamo, se andrai nella casa di Godric, di cupa brughiera,
di Salazar, Tosca o Priscilla, beltà di scogliera.
Cos'aspetti? mettimi sul capo all'istante! 
Fidati, sei in mani sicure perchè io sono il Capello Parlante.


Non appena il Cappello Parlante ebbe terminato la canzone, la sala scoppiò in un fragoroso applauso capeggiato ovviamente dai gemelli che erano troppo carichi per restare fermi. Gli insegnanti applaudivano educatamente mentre alcuni ragazzini, sorridevano radiosi a tutti coloro che gli rivolgevano uno sguardo, come Colin. Ginny era troppo emozionata per fare qualcosa, la stramba ragazzina era serena e quella che si chiamava Demelza, se la memoria di Ginny non l'ingannava, sembrava in totale imbarazzo in presenza di tutte quelle persone. 
"Dobbiamo provare solo il cappello!" 
"Oh, ma dobbiamo solo mettere in testa il Cappello Parlante!"
"E io che credevo cosa..." 
"Ma insomma, i vostri genitori non vi hanno avverito?" sbottò una bambina, in tono esasperato.
"Credo che siano figli di Babbani, Astoria" borbottò un ragazzino voltando loro le spalle. 
Ginny li fissò disgustata, poi guardò oltre le teste degli altri, non riuscendo a pensare più a nulla di sensato. 
"Quando chiamerò il vostro nome, verrete avanti, vi siederete sullo sgabello qui presente, io vi metterò il Cappello Parlante sulla testa e verrete smistati nelle vostre Case" annunciò la professoressa McGranitt e puntò gli occhi scuri su una lista. "Barlow Alice!" 
Una ragazzina sorridente e dai capelli neri lunghissimi avanzò sicura ed audace verso lo sgabello, come se non avesse timore di nulla in quella Sala Grande, e la professoressa le poggiò il cappello sulla chioma.
"Grifondoro!" 
Alice Barlow mulinò i capelli scuri e raggiunse l'ultimo tavolo festeggiante a sinistra. 
"Bennet Grace" 
"Tassorosso!" 
"Canon Colin"
Colin diede uno sguardo a Ginny poi trotterellò verso lo sgabello: la professoressa McGranitt gli aveva appena messo il Cappello Parlante sulla testa e sembrò che neanche l'avesse sfiorato quando gridò...
"Grifondoro!" 
"Coote Ritchie"
"Grifondoro!" 
Ginny notò che a volte il cappello gridava subito la Casa in cui sarebbero dovuti andare i ragazzini mentre altre volte ci metteva troppo tempo, per esempio il ragazzo appena chiamato era stato seduto più di un minuto sullo sgabello. 
"Gray Annie"
"Corvonero!"
"Greengass Astoria"
La ragazzina che aveva rimproverato gli altri sul fatto che non sapessero che si dovesse solo provare il cappello fu subito smistata nei Serpeverde, insieme ad un altro paio di bambine dall'aria maligna. 
"Lovegood Luna"
La biondina emerse dalla folla con aria sognante e si sedette con grazia sullo sgabello, rassettandosi elegantemente le vesti. Il Cappello Parlante non ci mise più di tre secondi a smistare Lovegood Luna nei Corvonero. 
Ginny cominciava ad avere la strizza ma intanto lo Smistamento scorreva veloce. 
"Probisher Victoria!" 
Una ragazzina dai capelli biondi e parecchi riflessi ramati, avanzò con un sorriso radioso sulle labbra verso il Cappello Parlante che ci mise pochissimi secondi prima di dichiarare la sua Casa d'appartenenza: Grifondoro. 
Poi toccò a "Robins Demelza" che dopo un minuto fu smistata anche lei nei Grifondoro. 
Lo Smistamento andava avanti... ancora... e ancora... poi rimase solo Ginny. 
"Weasley Ginevra!" 
Fred e George applaudirono prima del tempo e parecchi studenti ridacchiarono sonoramente: la McGranitt si accigliò squadrandoli uno ad uno, poi mise il Cappello parlante sulla chioma fiammante di Ginny con una certa calma. 
Ginny aveva sempre voluto essere smistata nella sua vera Casa e adesso cosa le prendeva? Stava iniziando ad avere le palpitazioni di cuore e invidiò seriamente la prima ragazzina che era stata smistata e Victoria Probisher per tutta quell'audacia nell'avanzare serene verso la propria sorte.
Tutta la sua famiglia era finita nei Grifondoro perchè loro avevano coraggio da vendere, fegato e cavalleria... ma lei? Lei si sentiva molto spericolata tante di quelle volte ma sua madre le impediva di mettersi in gioco, di provare a vedere quanto lei valesse. I Tassorosso erano leali e Ginny lo era, ma non era paziente, quella dote poteva ritenersi esclusa dal suo vocabolario. Nei Corvonero venivano smistati i ragazzini brillanti, sapientoni... e la ragazzina ogni volta che tornava da scuola non aveva mai voglia di aprire un libro: non era molto amante della conoscenza, se non per cose che le interessavano particolarmente. Serpeverde... e se fosse andata a finire nei Serpeverde? La morte sarebbe stata preferibile. 
"Ah, una Weasley!" sussurrò il Cappello Parlante nella sua testa: sembrava che avesse ascoltato tutti i suoi impasticciati e incasinati pensieri e Ginny sobbalzò dallo spavento. "so esattamente dove collocarti"
"Non Serpeverde, preferisco morire... muoio piuttosto di essere una Serpeverde..."
A Ginny sembrò che il capelli vibrasse, come se stesse ridacchiando, poi lei strinse forte il legno dello sgabello.
"Grifondoro!" 
Accadde tutto così velocemente che Ginny sbattè le palpebre: era finita nei Grifondoro insieme ai suoi fratelli. 
Fred e George, stavolta, si alzarono sulle panche per festeggiare la loro sorellina e Ginny sentì Percy strillare contro di loro come un matto e sbraitare a squarciagola delle regole che dovevano essere rispettate in presenza degli insegnanti e del Preside di una Scuola di Magia e Stregoneria. 
Ginny raggiunse il tavolo a sinistra e si insinuò tra Fred e Colin su una panca. 
"Ben fatto, sorellina, ottimo!" si congratulò Percy pomposamente. 
Era finita!
E più tardi avrebbe anche scritto ai genitori. 
Si chiese se Harry Potter avesse assistito al suo smistamento... se l'aveva guardata per tutto il tempo... 
"Benvenuti ai nuovi studenti!" esordì Albus Silente con una certa energia, alzandosi dalla sua sedia. "E bentornati ai nostri vecchi amici ad un nuovo anno scolastico qui ad Hogwarts! bene, ora non è tempo di avvisi... quindi dateci sotto: abbia inizio il banchetto!" 
Silente non si sedette ma uscì dalla Sala Grande, sotto gli occhi degli studenti e degli insegnanti, seguito dalla professoressa McGranitt. E avevano di sicuro fretta visto il modo con cui uscivano e saltavano la cena. Molti ragazzi si guardarono intorno ma nessuno sembrava particolarmente preoccupato: si tuffarono tutti con la testa nei piatti d'oro che esibivano pietanze di ogni tipo. Ginny non aveva mai visto nulla di simile in vita sua, nonostante sua madre fosse una bravissima cuoca e cucinasse sempre molta roba. 
"Ma come mai avevano tanta fretta?" chiese Colin curioso, dandoci dentro col cibo. 
"Ehi Percy..." fece Ginny e suo fratello, che si trovava proprio di fronte a lei, si voltò subito. "Come mai Albus Silente e la professoressa sono andati via dalla sala?" 
"Ah, colpa di quei due irresponsabili che non sono altro di Ron e Harry!" sbottò lui. 
"Allora è vero?"
Ginny sussultò e provò una sensazione di gelo innaturale: un fantasma con la gorgiera le aveva attraversato il piccolo corpicino. Un fantasma con la gorgiera... ma allora quello era Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro? I suoi fratelli gliel'avevano descritto proprio così e non poteva essere altro che lui. 
"Purtroppo sì, Sir Nicholas" 
"Chi è Harry? Non mi avevi detto che avevi un fratello di nome Harry... oppure è un tuo cugino?" 
"Macchè" rispose Ginny con uno strano luccichio negli occhi castani. "Harry Potter è il migliore amico di mio fratello Ron" 
Smise di mangiare, con la forchetta a mezz'aria, e il suo sguardo si illuminò completamente: Harry Potter... l'aveva vista per tutto quel tempo... l'aveva osservata mentre aveva indossato il Cappello Parlante... quello era il paradiso!
Ginny scosse la testa e si accorse che Colin boccheggiava. 
"E ME LO DICI COSI'?" strillò. "Oh cielo... Harry Potter... ho letto così tanto di lui... l'unico ad essere sopravvissuto all'attacco del mago più malvagio di tutti i tempi... citato in Grandi eventi magici del Ventesimo secolo... oh cielo!"
In un'occasione normale Ginny avrebbe volentieri riso ma in quel momento si era appena resa conto che Albus Silente e Minerva McGranitt erano usciti di fretta dalla Sala Grande a causa di Ron e Harry. E Ron e Harry non erano lì, la ragazzina non li vedeva. Ripensandoci, non li aveva visti neanche al binario nove e tre quarti... ma nemmeno nell'Espresso di Hogwarts... possibile che fosse successo qualcosa proprio sotto il loro naso senza che nessuno si accorgesse di nulla? 
"Ma cos'è successo Percy?" 
"Non ho mai inviato nessuno come invidio loro!" intervenne Fred. 
"Allora?" incalzò la ragazzina.
"Loro... oh dillo tu, George!" 
"Ron e Harry hanno... oh dillo tu, Percy!" 
"Hanno perso il treno e per venire qui ad Hogwarts hanno fatto volare senza permesso l'auto che papà aveva incantato di nascosto!" disse lui tutto d'un fiato e Ginny rovesciò sulla tavola tutto il suo succo di zucca provocando urletti da parte della ragazzina dai capelli neri e da quella che sembrava fosse la compagna. 
"Oh, al Ministero saranno guai!" 
"Se ne parlerà per anni!" intervenne un ragazzo scuro e dai riccioli a rasta, seduto accanto a George. "Lei è la vostra sorellina?" aggiunse guardando Ginny, che sentì le guance diventare una fornace. 
"Sì, lei è Ginny" disse Fred distrattamente. "Ginny, lui è Lee Jordan: l'amico di cui ti abbiamo tanto parlato" 
La ragazzina sorrise timidamente mentre stringeva la mano a Lee Jordan. 
"Chissà quale sarà la loro punizione..." borbottò George, spostandosi il ciuffo di capelli rossi dagli occhi. 
"Per cose così si può espellere qualcuno?" chiese d'un tratto Hermione Granger, la migliore amica di Ron e Harry, che stava ascoltando la loro conversazione, e sedeva tra un ragazzino dalla faccia tonda e Lee Jordan. 
"Oh sicuro!" rispose prontamente Percy. "Se lo meriterebbero proprio, tutti e due! Rubare la macchina a papà per venire qui... insomma! Cosa diavolo avevano in mente? Potevano anche mandare un gufo a Hogwarts per dire... oh al Ministero saranno guai!" 
"Sono d'accordo con te" convenne subito Hermione e Percy parve piuttosto compiaciuto. "avrebbero davvero potuto mandare un messaggio agli insegnanti tramite gufo e invece hanno preferito mettersi nei guai"
"Al Ministero saranno proprio guai..." ripetè Percy sovrappensiero. 
"Li espelleranno?" chiese Hermione irrequieta.
"No, non credo" fece Fred.
"Perchè no?" 
"Quei due se la cavano sempre" 




I Grifondoro del primo anno avevano seguito Percy per entrare nella Torre di Grifondoro: lui aveva indicato loro la strada ma Ginny dopo vari corridoi e porte non aveva più capito nulla. Per fortuna che Percy era suo fratello! Avrebbe potuto chiedere indicazione a lui ogni volta che voleva a differenza degli altri bambini. Salirono scale, guardando ammirati i quadri che bisbigliavano tra di loro indicandoli col dito... svoltarono porte nascoste e arazzi... e salirono ancora fino a trovarsi di fronte al grande quadro di una vecchia signora tutta vestita di rosa, la Signora Grassa, di cui Ginny aveva tanto sentito parlare. 
La parola d'ordine era Colibrì e i ragazzini del primo anno entrarono arrampicandosi attraverso il quadro (un bambino ebbe bisogno di una bella spinta) ed entrarono nella loro Sala Comune o Sala di Ritrovo.
La Sala Comune di Grifondoro era tutta rossa e oro, accogliente, rotonda e piena di soffici divani e poltrone. Percy indicò alle ragazze una porta che conduceva al loro dormitorio mentre ne indicò un'altra ai ragazzi. 
"Allora ci..." Colin sbadigliò sonoramente. "Ci vediamo domani a colazione?" 
"Sì, a domani. Buonanotte!" 
"Buonanotte" 
Ginny salì la scala a chiocciola che portava ai dormitori femminili e aprì la porta sul quale c'era scritto 'Alunni del primo anno'. Dentro c'erano cinque letti a baldacchino con le tende rosse e tutte e quattro le ragazze avevano il pigiama e chiacchieravano allegramente. La ragazzina non ricordava molto bene i loro nomi, a parte quello Demelza Robins e... no, non li ricordava. 
Demelza la guardò e sorrise incoraggiante. 
"Ciao" disse. "Ci siamo scontrate a Diagon Alley, ricordi?" 
"Sì..." rispose Ginny arrossendo in zona guance. "Demelza Robins, vero?" 
"Esatto, Ginny Weasley" disse lei. 
"Io sono Vicky Probisher, piacere mio!" 
La ragazzina aveva capelli biondissimi e occhi azzurro-grigio, un bel portamento e una voce troppo squillante. Si avvicinò a Ginny e le strinse la mano con energia come se volesse infonderle coraggio ad avvicinarsi perchè la piccola Weasley era ancora ferma sotto l'arco della porta come una baccalà. Le altre due ragazzine non sembrava che volessero avvicinarsi ma lo fecero, quasi snobbandola e squadrandola da capo a piedi ma con un sorriso.
"Alice Barlow, sono la prima ad essere stata smistata nei Grifondoro!" esclamò come se quella fosse una gran cosa e Ginny sorrise, non sapendo cos'altro fare e soprattutto cosa dire se non... 
"Piacere!" 
Alice era molto carina: aveva lunghi capelli neri e occhi di un verde intenso che somigliavano incredibilmente a quelli di Harry Potter, e poi era molto alta e formosa per essere una ragazzina di undici anni. 
"Io sono Rose Owen!" 
"Ginny Weasley" ripetè la piccola. 
Rose Owen invece non era magrissima come le altre due ma era anche lei ben formosa: aveva i capelli corti e castani e occhi blu intenso: sui capelli portava una specie di fascia dello stesso colore dei suoi occhi.
Dopo le presentazioni, Ginny si diresse verso il suo letto che era vicino alla finestra e si infilò il pigiama in un modo che la faceva somigliare ad uno zombie perchè era stanchissima dal viaggio e piena per aver mangiato un mucchio di roba. Avrebbe voluto scrivere una lettera ai genitori... avrebbe voluto scrivere a Tom Riddle nel suo diario ma proprio non ce la fece.
In due minuti si addormentò come un sasso. 







Angolo autrice
Modifiche anche sul secondo capitolo della storia, come ho già spiegato nel primo.  Ah, maledetta incompetenza! Passerò alla revisione di tutti i capitoli mano a mano. 
Spero che questo vi piaccia molto di più.

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Capitolo 3
*** Primo giorno al castello. ***


PRIMO GIORNO AL CASTELLO.


Il sole penetrava furtivo attraverso le tendine del letto a baldacchino di Ginny e la ragazzina tuffò la testa sotto al cuscino, accecata dai raggi del sole. Eppure ricordava di aver chiuso bene le tende! Ma... quali tende? Il suo letto alla Tana non aveva le tende e la sua tranquillità non sarebbe durata a lungo: la mamma sarebbe venuta a svegliarla da un momento all'altro, oppure le grida di qualcuno dei suoi fratelli l'avrebbero fatta sobbalzare dallo spavento. 
Ginny aprì gli occhi e si ritrovò circondata da tendine rosse. 
Macchè Tana, macchè grida e grida... lei era ad Hogwarts, era tutto reale! 
La ragazzina sorrise, poi sentì un certo movimento e spiò attraverso le tendine: Demelza cercava di stare al passo coi tempi con Alice e Rose ma loro la ignoravano e chiacchierando allegramente aprirono la porta e sparirono. 
Ginny aprì le sue tende e si alzò. 
"Buongiorno" disse a Demelza che pareva piuttosto offesa, mentre si sistemava le treccine castane. 
"Ciao" rispose lei sorridente. 
"Ma che ore sono? Non vorrei arrivare in ritardo per..."
"... le lezioni" concluse Demelza ma Ginny intendeva dire per la colazione. "Sono le otto e dieci e le lezioni cominciano alle nove. Non sarei qui se fosse stato più tardi, non ti preoccupare" 
La ragazzina sorrise senza aver nulla da dire e corse in bagno per prepararsi. Si fece una doccia veloce e si vestì con la divisa di Hogwarts: calze nere, scarpe nere, gonna nera, camicetta bianca con appuntata la cravatta rosso-oro, i colori di Grifondoro, un maglioncino grigio e il mantello. 
Poi, già tutta preparata, si pettinò i capelli e appuntò sopra la sua chioma fiammante due mollettine colorate. Uscì dal bagno, trovandosi da sola nel dormitorio femminile, e scese di sotto nella Sala Comune. 
"Ginny! Anche tu nei Grifondoro, lo sapevo!" 
La ragazzina si voltò trovandosi faccia a faccia con suo fratello Ron e Harry che scendevano le scale a chiocciola del dormitorio maschile: Ron sorrise alla sorellina e superando le diede una pacca sulla spalla mentre Harry le rivolse uno sguardo sereno. 
A Ginny si potevano cuocere due uova sulle guance. 
Dopo pochi secondi, la ragazzina scosse la testa e varcò il buco del ritratto: era stata una vera e propria stupida! Ron e Harry erano appena scesi, poteva farsi accompagnare da loro in Sala Grande, magari Harry ne sarebbe stato perfino felice... e invece no. Non ci aveva proprio pensato e lei non ricordava più neanche un corridoio da percorrere per raggiungere la Sala Grande. 
Decise di camminare per schiarirsi le idee ma non sapeva proprio da dove cominciare. 
Intravide per caso un fantasmino che superava a balzelli le classi, canticchiando un motivetto stonato e ricco di parolacce (Ginny non si sorprese più di tanto: ne aveva imparate anche lei tantissime a causa di Ron, Fred e George), e gli si avvicinò timidamente. 
"Oooooh, una pivellina del primo anno!" 
"Io... ehm... mi chiedevo se potevi... uhm... indicarmi la strada per la Sala Grande"
"Pix, vattene via!" sbottò la voce di suo fratello Percy e il fantasmino, dopo una pernacchia, sparì di corsa. 
"Mi stava indicando la strada!" 
"Oh no, Pix voleva solo confonderti le idee. Forza, ci sono io" disse lui, e poggiandole una mano dietro alla schiena la fece percorrere quel corridoio, fino a spostare un arazzo e dirigersi dritto. "Devi guardarti da Pix il Poltergeist: può farti ritrovare nei posti meno opportuni, tipo una scala a trabocchetto o quella in cui il gradino scompare e rimani incastrato lì finchè qualcuno non viene a liberarti" Ginny deglutì. "Può anche levarti il tappeto da sotto ai piedi metre cammini e rovesciarti il cestino della carta straccia sulla testa. Roba da non credere! Non so perchè Silente voglia ancora averlo tra i piedi!" 
"Non ricorderò mai questa strada" borbottò la ragazzina guardandosi intorno.
"E' facile" disse Percy incoraggiante. "Una volta che inizi a percorrerla ogni giorno non te la dimenticherai più. Ascoltami Ginny, ad Hogwarts ci sono centoquarantadue scalinate, alcune normali, altre pericolanti e alcune che il venerdì portano in luoghi diversi. Vedi questa porta? Bè, non si apre a meno che non le fai il solletico nel punto giusto e alcune che possono sembrare porte ma non lo sono per niente. Attenta alle armature, che di solito passeggiano per i corridoi cigolando in maniera orribile e non farti ingannare dai ritratti che sono oggetto di continuo spostamento. Ah,e poi c'è Gazza il custode e la sua gatta Mrs Purr che sono in conflitto con gli studenti da anni: Gazza minaccia sempre gli alunni di rinchiuderli nei sotterranei se li becca a zonzo per i corridoi. Comunque, tutto chiaro?" 
"Oh, chiarissimo" rispose la ragazzina e annuì.
Si accorse di avere un leggero mal di testa.
Raggiunsero la Sala Grande e Percy decise che era l'ora che Ginny se la cavasse da sola, con i suoi insegnamenti, quindi la ragazzina individuò Colin al tavolo dei Grifondoro e superò di corsa la nuca di Harry Potter intento a parlare con suo fratello e Hermione Granger. 
"Buongiorno!" la salutò allegramente Colin mentre lei prendeva posto accanto a lui che era in compagnia di due ragazzini. "Dormito bene? Indovina cosa mi ha detto Ritchie Coote ieri sera mentre posavo la macchina fotografica?"
"Chi è Ritchie Coote?" 
"Lui" 
Colin indicò un ragazzino che stava in quel momento sedendosi, poco allampanato, dai capelli chiari e gli occhi nocciola: Ginny aprì la bocca senza aver nulla da dire, poi la richiuse e lo salutò energicamente con la mano presentandosi. Ritchie le sorrise timidamente. 
"E' molto bravo e gentile con me" sussurrò Colin mentre il ragazzino era distratto. 
Ginny lo fissò. 
"Dicevo... Ritchie mi ha detto che se sviluppo la pellicola nella posizione giusta le mie foto si muoveranno! Non è fantastico?" dichiarò Colin eccitato. "Oggi fermerò Harry Potter e gli chiederò di fare una foto con me. Cosa ne pensi? Faccio bene? Vero?" 
"Ottima idea! Poi me la farai vedere..." rispose Ginny servendosi del porridge.
Fece colazione, con Colin che le parlava nelle orecchie come una mitraglietta, rispondendo solo ogni tanto con espressioni come "Mmh" oppure "Giusto" o ancora "Uhm... vero", e non era dispiaciuta per quello: era troppo impegnata a mangiare e a guardare Harry Potter dall'altro capo del tavolo per stare sul serio ad ascoltare Colin, e poco ci mancava che non faceva volare la forchetta sul tavolo dei Tassorosso lì vicino. 
A metà colazione, la professoressa McGranitt distribuì l'orario per gli studenti del primo anno.

Lunedì.
Dalle 9.00 alle 10.00: Trasfigurazione.
Dalle 10.00 alle 11.00: Volo. 
Dalle 11.00 alle 12.00: Difesa contro le Arti Oscure. 
Dalle 12.00 alle 13.00: Pausa prima di pranzo. 
Dalle 13.00 alle 14.00: Pranzo. 
Dalle 14.00 alle 15.00: Pausa dopo pranzo. 
Dalle 15.00 alle 16.00: Storia della Magia. 
Dalle 16.00 alle 17.00: Incantesimi. 


"Dalle cinque dopo Incantesimi siamo liberi!" esclamò Colin eccitato. 
Ginny lesse con attenzione il suo orario, mentre Colin commentava e sbraitava sul fatto che le lezioni di volo si tenessero insieme ai Corvonero, e quindi lui doveva per forza rendersi ridicolo davanti alle ragazzine Corvonero. Ginny, dal suo canto, non vedeva l'ora di iniziare le lezioni di Volo anche se sapeva già tutto sulle scope da corsa e sul Quidditch grazie al fatto che fin da bambina si allenava costantemente con le scope dei suoi fratelli. 
Non vedeva l'ora di mettersi in gioco e di far vedere alla professoressa che li avrebbe insegnati che lei già aveva cavalcato una scopa e sapeva già tutto sul quell'argomento: almeno era sicura che in una materia sarebbe andata alla grande. 
Suonò la campanella. 
"Abbiamo Trasfigurazione, forza!" li spronò Colin e corse verso l'uscita con la sua cartella in spalla. 
Ginny lo seguì, superando Harry Potter che stava per alzarsi e voltandosi per guardarlo fin quando non fece la prima figuraccia della giornata: sbattere contro delle studentesse di Tassorosso del terzo anno che strillarono dal dolore. 




Ginny capì da subito che frequentare le lezioni di magia era tutt'altra cosa dall'agitare una bacchetta e ripetere formule magiche che le permettessero di fare le cose che facevano i signori Weasley e quello non era di certo di grande aiuto.
La professoressa McGranitt era, come avevano già affermato molti di loro, assai severa e intelligente.
Dopo aver fatto l'appello, fece un bel discorsetto ai ragazzi che partiva dalla Trasfigurazione per finire alle regole che dovevano essere rispettate nella sua aula e, soprattutto, fuori dalle classi e quindi nel castello stesso. 
Diede perfino una prova pratica della Trasfigurazione, trasformando la sua cattedra in un maiale e così via: i ragazzi non vedevano l'ora di cominciare a fare pratica ma ovviamente ci sarebbe voluto davvero tanto tempo prima che riuscissero a trasfigurare qualche mobile in un animale. 
Ginny era seduta accanto a Demelza Robins nell'ora di Trasfigurazione e entrambe, compreso il resto dei ragazzini, presero una montagna di appunti che provocarono il braccio dolorante alla piccola Weasley che non era abituata a scrivere molto. 
Dopo che ebbero finito con gli appunti, la McGranitt li diede una piccola prova pratica: cercare di trasformare un fiammifero in un ago. 
Alla fine della lezione, solamente Demelza riuscì nell'impresa e la professoressa la gratificò assegnando al Grifondoro ben cinque punti. La ragazzina, intimidita, non se ne vantò con la sua classe ma arrossì violentemente. 
Subito dopo Trasfigurazione, la lezione di Volo insieme ai Corvonero li attendeva: Colin avrebbe volentieri passato un'altra ora a fare Trasfigurazione piuttosto che volare davanti a tutti, mentre Ginny non stava più nella pelle. 
Molte persone, la ragazzina notò, erano molto agitate al solo pensiero di volare. Per esempio, quella stessa mattina mentre i Grifondoro del primo anno si stavano recando al campo di Quidditch, Alice Barlow e Rose Owen non facevano che bombardare di domande Demelza Robins, che era l'unica ragazzina ad aver letto il libro Il Quidditch attraverso i secoli e sembrava capirne qualcosa, compresa Victoria che interrompeva Demelza ogni tanto per aggiungere qualcosa.
La lezione di Volo non fu tanto male e neanche volarono ma quello per Colin fu un bene. 
I piccoli Grifondoro ebbero giusto il tempo di andare a darsi una lavata velocissima che la lezione di Difesa contro le Arti Oscure con Gilderoy Allock li attendeva a braccia aperte. 
"Ooooh, sarà gradioso!" esclamò Alice mentre si dirigevano in classe.
"Hai letto anche tu le cose che ha fatto?" fece Rose, con occhi che brillavano. 
"Quando ho saputo che veniva ad Hogwarts non ci potevo credere"
"E' così coraggioso!
"Credono sul serio che abbia fatto lui tutte quelle cose?" sussurrò Victoria soffocando il riso. 
Ginny e Demelza si voltarono verso di lei, mentre Colin e i suoi compagni, Ritchie, Christopher e William, erano troppo impegnati a ridacchiare e ad indicare Alice e Rose per prestare attenzione a ciò che diceva Victoria Probisher. 
"Non è stato Allock?" chiese Ginny aggrottando la fronte.
"Non credo..."
"Anche mio padre la pensa così" intervenne Demelza timidamente. "Mia madre invece è impazzita per Allock! Forse è per questo che papà crede che non sia stato lui a fare tutte quelle cose che scrive nei libri..." 
Risero tutte e tre, ed entrarono in classe: Gilderoy Allock era in ritardo. 
Presero tutti posto (Ginny tra Victoria e Demelza al penultimo banco) e si sentì un colpo di tosse: il loro professore era appena entrato con passo elegante e adesso camminava per la classe beandosi che gli occhi di tutti fossero puntati su di lui. Si avvicinò alla cattedra e allungò la mano prendendo dal banco di Alice Trekking con i troll per mostrare alla classe una sua fotografia che ammiccava impertinente. 
"Eccomi" disse sorridendo affabile. "Gilderoy Allock, Ordine di Merlino, Terza Classe, Membro Onorario della Lega per la Difesa contro le Arti Oscure e cinque volte vincitore del premio per il Sorriso più Seducente promosso dal Settimanale delle Streghe"
Ginny ridacchiò; Alice e Rose sospirarono. 
Allock fece l'appello e parlò per quasi un'ora di sè, di tutto quel che c'era da sapere sulle sue imprese e su come lui avesse sconfitto creature senza il minimo aiuto di nessuno, vantandosi per la classe e non smettendo di sorridere e di far quasi venire un infarto alle due ragazzine al primo banco che erano rosse come un pomodoro. Sì, come aveva affermato più volte Ginny, Allock era proprio affascinante ma quella lezione si era rivelata più una barzelletta che una vera lezione di Difesa contro le Arti Oscure. 
"Purtroppo voi siete troppo giovani e se l'anno prossimo, che Dio voglia, sarò ancora qui ad insegnarvi potrete battervi con le più orrende creature note alla stirpe dei maghi" disse e si chinò per raccogliere una grossa gabbia coperta da un panno bianco e la posò sulla cattedra. "Ora io leverò il panno dalla gabbia... devo chiedervi di non urlare: potrebbe aizzarli!" 
La classe trattenne il respiro e lui, con un gesto teatrale, levò la coperta. 
Christopher Jones scoppiò a ridere. 
"Folletti della Cornovaglia?" chiese scettico. 
"Folletti della Cornovaglia appena catturati" aggiunse Allock puntando un dito ammonitore verso il ragazzo ma non era arrabbiato nè lo fece severamente. Colin scoppiò a ridere di rimando guardando i Folletti di colore blu elettrico farsi le linguacce tra loro. "Ridi pure, signor Canon... ma i folletti possono essere dei tipi alquanto diabolici. Avrei potuto liberarli adesso ma non mi è consentito farlo per dimostrarvi che anche voi sareste stati in difficoltà" 
"Lui sarebbe stato il primo a fuggire" borbottò Christopher e Colin ridacchiò ancora. 
Suonò la campanella e i ragazzini furono più che felici di abbandonare Allock. 
Ginny e Colin si avviarono verso la Torre di Grifondoro in coda agli altri quando videro Harry, Ron ed Hermione sorpassarli chiacchierando tra di loro senza notare nessuno: la ragazzina arrossì e così fece anche il suo compagno. 
"Oooh, Harry Potter sta andando in cortile!" esclamò Colin eccitato, fermandosi di botto. 
"Non vorrai seguirlo?" 
"La foto insieme a lui! Quando mi capita un'occasione del genere?" 
Ginny ridacchiò. 
"Vieni con me?" 
"Oh no!" ribattè il fretta la ragazzina. "Ci vediamo!"
E si avviò verso la Torre di Grifondoro cercando di non scordare la strada. 




Dopo che Colin aveva lasciato Ginny a sbrigarsela da sola, lei si era allontanata dai suoi compagni di classe e, soprattutto, da Alice e Rose, e si era unita ai gemelli e a Percy che litigavano anche ad Hogwarts, suscitando l'ilarità dei presenti (Colin si era allontanato anche dopo il pranzo per seguire Harry Potter). 
Fred e George sostenevano una battaglia aperta con il loro fratello Prefetto affermando che Allock era un verodeficiente e che loro piuttosto che ascoltarlo mentre parlava di sè stesso avrebbe preferito diventare Capiscuola. Percy ribatteva di rimando che Gilderoy Allock era pur sempre un insegnante e che nessuno sano di mente avrebbe scelto i suoi fratelli come Capiscuola. 
"Ma chissene frega se il Settimanale delle Streghe gli ha fatto vincere un premio per il 'Sorriso più Seducente' oppure che di cosa dice di aver fatto nelle sue grandi imprese!" 
"Vuole farci fare esperienza, Fred!" 
Ginny rise così tanto e così in modo infantile che tutti i presenti nella Sala Comune si voltarono a guardarla. Per un momento, la ragazzina ignorando le risatine convoluse suscitate dalla sua di risata, propose che i gemelli e Percy si dessero un po' di tregua ma tutti e tre la guardarono in malomodo e lei preferì stare zitta e non prendere parte, o avrebbe sparato qualche sciocchezza infantile. 
Poi vide Colin che correva verso di lei e non vedeva l'ora di dirle qualcosa. 
"Cosa?" fece la ragazzina e lui la trascinò via dai litiganti. 
"Harry Potter mi ha notato mentre lo guardavo e io mi sono presentato, poi gli ho chiesto se era possibile scattargli una foto così lui me la poteva anche firmare ma all'improvviso è intervenuto un certo ragazzino biondo e ha cominciato a prenderlo in giro. Io gli ho detto che era geloso ma lui ha negato, poi è intervenuto tuo fratello e lui e -l'ha chiamato Malfoy- si sono messi a litigare. E indovina? E' intervenuto Allock e mi ha fatto scattare una foto a lui e Harry vicini! Pazzo, eh?" 
Aveva raccontato tutto quello senza prendere fiato e a Ginny venne quasi da ridere. 
Era stato molto carino da parte di Colin difendere Harry e dire a quel grandissimo arrogante di Draco Malfoy che era geloso, perchè di sicuro lo era, ma in un cortile? Davanti a tutte quelle persone? Chissà cos'avevano fatto se non farsi quattro risate. 
Suonò la campanella.
"Ooh, ci tocca Storia della Magia e Incantesimi!" 
"Andiamo..."




La lezione di Storia della Magia era stata di una noia mortale. A tenerla era un professore fantasma di nome Ruf che era già molto vecchio quando si era addormentato davanti al camino della sala dei professori ed era morto, diventando così un fantasma. Aveva la voce laconica e monotona e i ragazzi non fecero molta fatica a prendere sonno. 
Ginny sbirciò gli appunti di Demelza Robins e copiò tutti i nomi e le date che il professor Ruf aveva elencato e detto di prendere appunti: avevano tutti nomi come Emeric il Maligno o Uric Testamatta, e tutti facevano una totale confusione. 
Il professor Vitius invece era un insegnante bassissimo e mingherlino e che doveva salire su una pila di libri per vedere al di là della cattedra. Aveva una voce squillante e li fece fare pratica con la bacchetta per degli incantesimi semplici e minori come per esempio l'incantesimo che permettesse ai ragazzi di sollevare qualche oggetto. Inutile dire che alla fine della lezione solo Demelza riuscì a far levitare la sua piuma. 
Ginny, in quel momento, si trovava su al dormitorio e, chiuse per bene le tendine, scrisse nel suo diario. 
Caro Tom Riddle, non ti scrivo da due giorni e mi scuso. Sono arrivata ad Hogwarts l'altro ieri e sono stata smistata nei Grifondoro. Proprio adesso ho finito le lezioni pomeridiane: questo è il mio primo giorno qui.
Salve mia cara, scuse accettate. Sei nei Grifondoro? Suppongo tu sia molto audace e coraggiosa, complimenti. Raccontami dei tuoi primi giorni al castello, se ne hai voglia. 
Ginny non dovette farselo ripetere due volte e raccontò tutto ciò che era successo dalla mattina per prendere il treno, del suo viaggio nell'Espresso di Hogwarts, del suo incontro con Colin e del fatto che erano stati sempre insieme, dello Smistamento e del suo primo giorno al castello. Ricordò solo all'ultimo di aver omesso la parte in cui Ron e Harry non erano presenti per via dello scontro con la macchina. 
Una cosa che mi è dispiaciuta è che mio fratello e Harry non sono stati presenti allo Smistamento.
Harry? Harry chi? chiese Riddle. 
Harry Potter, naturalmente.
Non credo di averne mai sentito parlare... ma raccontami di lui.
La ragazzina fu super felice di raccontare la storia di Harry Potter a Tom Riddle e lui la ascoltò tutta, senza mai fare domande indiscrete, come se già sapesse qualcosa ma era impossibile: lui era solo un diario!
Continuarono a parlare e a parlare... poi Ginny vide l'ora: erano le otto. 
Devo andare a cenare, Tom. Non vedo l'ora di sentirti ancora!
Per me è lo stesso, Ginny. A presto, spero.
Ginny chiuse il diario e lo nascose nel baule con un gran sorriso stampato sulle labbra. 







Angolo autrice
Terzo capitolo totalmente cambiato, come gli altri due. Spero che vi piaccia lo stesso.
Bacionii.

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Capitolo 4
*** Non tutto è sempre rose e fiori. ***


NON TUTTO E' SEMPRE ROSE E FIORI.


Nei giorni che seguirono le cose non si misero molto bene per la piccola Ginny Weasley. 
Già il secondo giorno di scuola dovette difendersi dagli attacchi di alcuni Serpeverde del primo e del secondo anno che non facevano altro che prenderla in giro per la presunta Strillettera che sua madre aveva inviato a suo fratello Ron, imitando quindi la voce della signora Weasley e stuzzicandola. Tutti, ovviamente, capitanati da Draco Malfoy, che coronava il tutto con le sue battutine sprezzanti: Ginny provò a difendersi con le prime cose che le passavano per la mente ma quel che sapeva per certo era che le cose che diceva lei risultavano troppo infantili per ferire qualcuno. 
Ancora più esasperanti erano i suoi fratelli, Fred e George, che appena la vedevano triste o pensierosa si lanciavano su di lei come avvoltoi prendendola in giro ogni volta e facendola urlare come una cornacchia per tutta la Torre di Grifondoro, provocando risate da parte di Alice Barlow e di Rose Owen, che erano ancora più fastidiose di qualunque altro Serpeverde: guardavano la ragazzina come se fosse una lumaca marina e non facevano che borbottare cose incomprensibili nell'orecchio. Ginny aveva preso quel brutto vizio di estraniarsi dai suoi compagni e per Colin, Demelza e Vicky quello era abbastanza esasperante. 
Quel venerdì pomeriggio, dopo una lezione mattutina particolarmente noiosa di Storia della Magia e una di Erbologia, i Grifondoro del primo anno dopo pranzo raggiunsero i sotterranei per la loro terza lezione di Pozioni insieme ai Serpeverde. 
Una volta che Ginny entrò nella segreta fu accolta dai Serpeverde con pernacchi e risatine. 
"Sedetevi" ordinò secco il professor Piton, l'insegnante meno amato da Ginny, entrando in classe. 
Severus Piton vestiva sempre nero, aveva i capelli neri e unticci, e occhi nerissimi: sembrava un pipistrello particolarmente sviluppato. Tutti lo detestavano perchè era un direttore che favoriva troppo i suoi studenti, quelli di Serpeverde, e che dava loro la meglio su tutto. Ginny non aveva mai capito perchè Piton ce l'avesse con lei più degli altri... forse perchè era una 'Weasley' e i suoi fratelli l'avevano troppo infastidito nel corso degli anni? Poteva anche darsi. 
Quel giorno dovettero esercitarsi con una pozione che scacciava i brufoli e li divise in coppie: la piccola Weasley capitò, con gran disappunto di Rose Owen che la guardava come se volesse incenerirla, insieme a William Todd, un ragazzino alto e ricciuto della sua classe, dagli occhi di puro ghiaccio. 
Lessero insieme le istruzioni e misero sul fuoco i loro calderoni, che surriscandandosi, iniziarono ad emanare un vapore che saliva denso e a spirali: a Ginny piaceva molto quell'effetto chimico. 
"Ehi, Weasley!" 
Una ragazzina dal nasino all'insù e dai lunghi capelli castani che apparteneva ai Serpeverde attirò la sua attenzione con una risatina. Ancora una volta veniva disturbata mentre cercava di mantenere la calma, soprattutto nella segreta di Severus Piton! 
"Com'è che diceva tua madre? Ehi, Harper! Com'è che diceva la mammina?" 
"Uhm, era pressochè così: come hai osato rubare la macchina!" recitò con una smorfia il ragazzino che si chiamava Harper, dai lineamenti duri e arcigni. "Sono veramente disgustata!
I Serpeverde scoppiarono a ridere mentre Ginny diventava paonazza. 
"Basta!" fece lei offesa. 
Severus Piton, intanto, continuava ad aggirarsi furtivo tra i banchi per vedere cosa stessero combinando gli studenti: lo videro rivolgere uno sguardo di puro disgusto nel calderone di Colin quando si avvicinò a lui, che faceva coppia con Rose Owen, accanto a Demelza e Alice Barlow. Ginny pensò che non potesse capitare disgrazia peggiore che stare accanto a Rose e Alice. 
Poi Piton sbottò qualcosa distraendosi dal resto della classe e i Serpeverde continuarono a beffeggiare Ginny.
"Weasley, indovina? Ho sentito dire da Draco che un autografo di Potter vale più di casa tua!"
"Harper e Astoria Greengass" sibilò Vicky irritata, che lavorava insieme a Ritchie accanto a lei e a William, che la osservava abbastanza nervoso al di sotto degli occhiali quadrati, come se sperasse con tutto il cuore di non vederla perdere il controllo e far scoppiare tutto il sotterraneo. "Che odio... sono degli insopportabili seccatori!" 
"Ignorali" soffiò Ritchie. 
"Allora casa sua vale zero!" continuavano loro. 
"Macchè! Meno di zero, semmai: l'autografo di Potter non vale neanche una cicca!" 
La ragazzina buttò con ferocia quattro lumache cornute nel calderone e stava anche per aggiungerne altre due, in modo rude e distratto, quando William con un sussulto le prese la mano con fermezza: Rose diede una gomitata ad Alice. 
"Ooh, per un pelo... vuoi davvero che ti ridano addosso per un mese?" sbottò lui. "Stavi rischiando seriamente di far saltare in aria tutto... hai idea di quanto ti avrebbero preso in giro, quei Serpeverde?" 
"Scusami..." 
"Ma perchè siamo sicuri che i Weasley vivano in una casa? E se lei e suo fratello per casa intendano porcile?" Ginny non sopportò quell'accusa: si voltò ignorando William e scattò come una furia inferocita.
"SIETE DELLE SERPI DISGUSTOSE!" gridò arrabbiata e subito se ne pentì. 
Nella stanza era calato il silenzio, rotto solo dal rumore dei calderoni che sobbollivano. 
Piton guardò la piccola Weasley con gli occhi che si riducevano di due fessure dal quale sembravano fuoriscire scintille minacciose e si avvicinò a lei, ignorando i Serpeverde che ancora sgnignazzavano senza ritegno: sembrava che quel che aveva detto Ginny non li aveva affatto feriti ma del resto, la ragazzina non si aspettava che si offendessero perchè ogni cosa che diceva era un'accusa infantile, che non avrebbe offeso neanche un Ippogrifo. 
La classe trattenne il fiato quando Piton la raggiunse. 
"Ti ricordo, Weasley, che ho riesto il massimo silenzio quando sono entrato in classe" disse con voce milliflua e disgustosamente irritata, mentre Herper e Astoria la indicarono col dito. "Proprio come tuo fratello! Verranno tolti cinque punti al Grifondoro a causa tua" 
E dopo uno sguardo di profondo disgusto, si allontanò da lei con un fruscio di mantello mentre Alice boccheggiava. 
Ritchie la guardò tristemente.
"Te l'avevo detto che dovevi ignorarli"




Le lezioni pomeridiane non furono tanto male ma l'umore di Ginny sembrava essersi scavato la fossa da solo e i gemelli non aiutavano affatto in quella situazione: avevano beccato la sorella con una faccia da funerale e si erano personalmente curati di prenderla un po' in giro prima che intervenisse Percy e mettesse fine a quello spettacolino avvenuto nella Sala d'Ingresso, con gran disappunto di Ginny che fu, per la prima volta in vita sua, grata e d'accordo con quel forsennato del Prefettuccio di suo fratello. 
La ragazzina finì i suoi compiti da sola nella Sala Comune, poco lontana da Colin, Ritchie, Christopher e William, ma l'umore nero della piccola Weasley era a momenti per vacillare e diventare ancora più tetro: Rose stava percorrendo la sala a grandi passi, marciando verso di lei, seguita da Alice che camminava con aria altezzosa come una guardia del corpo. 
"Allora, come va?" chiese quest'ultima a Ginny, prendendo il comando della situazione.
"Oh bene" mentì lei.
Le due ragazzine fecero una smorfia. 
"Non avresti dovuto urlare in classe, lo sai?" 
"Sì, lo so... mi sono arrabbiata"
I ragazzi, che erano in ascolto poco lontano dalle tre ragazze, misero subito a posto la loro roba per intervenire nella conversazione: Ritchie Coote, anche se con una certa timidezza, non vedeva l'ora di dire qualcosa e fissava Alice leggermente accigliato.
"Piton esagera sempre, ho sentito dire" disse. "Se la prende con tutti, eccetto con i Serpeverde"
"Sì, ho sentito anch'io. E' ingiusto, vero? Piton non può comportarsi così, vero?" fece Colin, cominciando a fare domande una dietro all'altra senza riprendere mai fiato. "Non avevo mai immaginato un insegnante del genere. Cosa ne dici, Ritchie? Eh, ragazzi?" 
"Sì, Colin" rispose Christopher con voce laconica e divertita mentre William annuiva poco spazientito. 
"Bè, comunque sia... Piton ha tolto dei punti al Grifondoro, i punti che io avevo guadagnato in Erbologia con la professoressa Sprite!" disse Alice e Ginny notò una leggera accusa nella sua voce. 
Ma davvero le importava dei punti che perdeva il Grifondoro? Fred e George avevano fatto perdere alla loro Casa tanti di quei punti ma nessuno si era mai offeso in quel modo e lei ne faceva una cosa tragica. Credeva davvero che cinque rubini che mancavano avrebbero attirato l'attenzione dei ragazzi che avrebbero accusato Ginny di stare intralciando il percorso verso la vittoria della Coppa delle Case? 
"Non l'ho fatto apposta..." borbottò la ragazzina con ovvietà. 
"Sì, ma non è questo il punto" intervenne Rose che finalmente riuscì ad aprir bocca, e guardò William con intensità. "Lei stava per far accadere una vera tragedia! Stava per far scoppiare il calderone del suo compagno!" 
Christopher scoppiò a ridere, seguito da Colin. 
"Ma non è successo!" disse Ginny in stato davvero confusionario. 
Non sapeva sul serio dove volessero arrivare quelle due ragazzine... 
"D'accordo, d'accordo! Quello che voglio davvero è proporre uno scambio: io faccio coppia con William e lei con Canon" tagliò corto Rose mentre Alice ridacchiava piano, voltando le spalle ai ragazzi. 
William arrossì violentemente, Colin e Christopher risero e Ginny e Ritchie aggrottarono la fronte. 
"Non c'è nulla di male!" sbottò Alice prendendo il sopravvento e incrociando le braccia con rabbia. "Se Canon e Weasley fanno pasticci, il loro calderone si trova in un angolo della segreta e se quello scoppia non metterà in repentaglio la vita degli altri ragazzi della classe!" 
Stavolta Colin non si trattenne e scoppiò seriamente a ridere, ignorando il fatto che Alice l'aveva appena offeso, insieme a Ginny, preferendo che loro morissero nello scoppio del calderone piuttosto che dare fastidio alla classe. Anche se la classe non sembrava il problema delle due ragazzine. 
Mentre Colin, Christopher e Ritchie ribattevano quell'affermazione, Ginny sgattaiolò via volendo solo allontanarsi da tutti. 
Rose e Alice non avevano così a cuore la classe: tutti quei giri di parole erano il frutto del fatto che Rose volesse stare accanto a William perchè era davvero attratta da lui, e chi non lo era? Anche Ginny lo reputava carino ma non avrebbe fatto una sceneggiata davanti a tutti, fingendo di essere preoccupata per la classe per poi fare un torto ad una propria compagna. Perchè le due ragazze, gelose che la piccola, infantile e impacciata Ginny Weasley facesse coppia con il ragazzino più carino del loro anno era un reato. 
Loro volevano umiliarla davanti a lui e davanti a tutti. 
Ginny si accorse di tremare di rabbia: ma neanche la lasciavano in pace? 
Si affacciò alla finestra e scorse la capanna di legno che doveva appartenere a nessun altro che ad Hagrid, l'amico di Ron, Harry ed Hermione, l'amico che loro tre andavano sempre a trovare... loro tre l'andavano sempre a trovare...Harry Potter l'andava sempre a trovare. Proprio quello che ci voleva adesso: vedere Harry Potter per riuscire ad essere felice per sollevare in morale di Ginny.
Per non ci aveva pensato prima?
Lui era l'unica persona in grado di renderla felice e, Hagrid che era un gigante buono, l'avrebbe fatta entrare volentieri. 




Ginny alzò il pugnetto minuscolo e bussò tre volte. 
"Via Thor... a cuccia, morto di sonno d'un cane! E vattene a cuccia!" 
Hagrid aprì la porta e ruggì di gioia. 
"Ehi Hagrid" fece la piccola impacciata e imbarazzata allo stesso tempo.
"La sorellina di Ron, eh? Mi ricordo di te, ci siamo incontrati... entra, entra pure!"
Ginny obbedì ed entrò chiudendosi la porta alle spalle e trovandosi nella casa più stramba e particolare che avesse mai visto, anzi non era una casa era più una stanza come una capanna: aveva una sola stanza circolare che era in legno, era incasinata, dal soffitto pendevano fagiani, prosciutti e altre stramberie come code di unicorno. C'erano anche due finestra, una che affacciava in un piccolo orto e l'altra che affacciava al limitare della Foresta Proibita, il castello di Hogwarts alla destra. 
Era molto accogliente, proprio come la Tana. 
"Siediti, Ginny, siediti... fa' pure come ti pare!" 
Ginny si guardò intorno e si sedette su una grande poltrona prima di alzarsi in piedi e strillare dallo spavento: Thor cercava di leccarle la faccia lentigginosa ma dopo un paio di 'sciò' se ne andò nella sua cuccia, a sbavare. 
"Ehm... sei solo?" fece la ragazzina esitante anche se sapeva già la risposta. 
Harry Potter, suo fratello ed Hermione Granger non potevano mica essere nascosti sotto al tavolo di legno? 
"Sono solo sì" rispose Hagrid sospettoso. "Ero qui fuori nell'orto: guarda un po' cosa mi sto coltivando! Sono le zucche per Halloween. Lo so che è un pochino presto però per il trentuno di ottobre saranno grosse giuste"
Ginny si sporse dalla finestra e vide che le zucche nell'orto di Hagrid era gigantesche, dalle dimensioni di un grosso macigno, ed erano di un brillante color arancio: sembravano proprio venute fuori per magia, se non era proprio così... 
"Ma come...?"
"Incantesimo di Ingozzamento" disse il gigante tutto fiero, gonfiando il petto. "Con l'ordine di Silente, si capisce"
"Hai fatto un buon lavoro!" 
"Comunque, come mai sei qui? No che non mi fa piacere la tua visita, ci mancherebbe!" 
"Oh... io... ehm..." Ginny iniziò a balbettare imbarazzata, cosa che non sfuggì di certo ad Hagrid. 
"Speravi di trovare Hermione, tuo fratello e Harry?" chiese lui e al nome di Harry Potter, Ginny arrossì violentemente.
"Certo che no! Io stavo facendo un giretto... sono passata di qui e ti ho bussato" Hagrid parve afferrare la menzogna e la ragazzina giurò di aver visto un sorrisetto comparirgli tra la folta barba ma fu davvero molto bravo e Ginny gliene fu grata, perchè non replicò e non tornò sull'argomento 'Perchè sei qui?' oppure, indirettamente, sull'argomento 'Harry Potter'. 
Rimasero insieme a chiacchierare a lungo di Hogwarts, del primo giorno, del Grifondoro e di tutto ciò che Ginny non aveva problemi a discutere, eccetto ovviamente il fatto che i fratelli e le serpi la prendessero in giro. Come avrebbero reagito Ron o Percy se sarebbero venuti a scoprire che i gemelli mettevano in imbarazzo Ginny e che, peggio ancora, i Serpeverde le rendevano la vita impossibile, come Alice e Rose, d'altronde? Sarebbe scoppiato il putiferio. 
Di quello ne poteva parlare solamente con... 
"Tom Riddle" sussurrò impercettibilmente la ragazzina mentre Hagrid ciarlava allegramente. 
Il sole stava per calare all'orizzonte, segno che doveva ritornare al castello. 
"Oooh, è tardi Hagrid!" saltò su la piccola.
"Perdinci, non me ne ero accorto!" esclamò Hagrid mentre lei cercava di aprire la porta gigantesca con uno sforzo. Lui le andò in soccorso. "Vuoi che io ti accompagno al castello? Fa buio in fretta..."
"Oh no, grazie lo stesso" 
"Vieni a trovarmi quando ti pare e piace, eh!" 
"D'accordo!" 
Ginny si incamminò verso il sentiero, volendo solo stendersi sul suo letto per parlare con Tom Riddle. 




Caro Tom, oggi è stata una giornata abbastanza dura. Come lo sono tutte, d'altronde.
Ehilà Ginny, raccontami tutto.
Prima di tutto, non ne posso più dei miei fratelli, Fred e George, che mi prendono sempre in giro ogni cosa che faccio. Percy, il maggiore, è stato molto carino invece: mi ha difesa dicendo ai gemelli di lasciarmi in pace, anche se... è davvero molto pesante e noioso stare con lui. Comunque le giornate qui ad Hogwarts non trascorrono come avevo sperato: non sono simpatica alle mie due compagne di classe e non sono simpatica al professore di Pozioni. Che frustazione!
Piccola Ginny Weasley! Dei tuoi fratelli non preoccuparti, vedrai che non supereranno il limite: se ti vedono troppo arrabbiata o indifferente con loro smetteranno di perseguitarti. Per quanto riguarda le giornate ad Hogwarts, goditele tutte e non pensare a nessuno. Vivi come se fosse la tua ultima occasione! Non ti capiterà mai un'altro primo anno. Giurami che lo farai!
Te lo giuro, Tom.
Così ti voglio.
Ginny sorrise come un ebete di fronte ad un diario: Tom Riddle sapeva davvero come comportarsi con lei, era gentile, pronto ad aiutarla ogni volta. Non le era mai capitata una fortuna del genere, e mai nella sua vita avrebbe immaginato di trovare in un libriccino l'amico e consigliere dei suoi sogni. Pensò di ringraziarlo per i tanti consigli che Tom le dava ma era quasi mezzanotte e la sua classe doveva recarsi nella Torre di Astronomia per la loro prima lezione di, appunto, Astronomia insieme alla professoressa Sinistra. 
"Ginny, sei sveglia?" chiese la voce di Demelza. 
Devo andare a lezione di Astronomia. A domani!
Buon lavoro, Ginny Weasley.
"Sono sveglia" la ragazzina tirò le tende e si infilò le scarpe. "Anche se vorrei non esserlo..." 
"Questa storia che dobbiamo alzarci a mezzanotte per studiare le stelle è irritante" replicò subito Vicky in una maniera già stufa e assai poco irritata, tutta gonfia di sonno. 
E dopo aver aspettato che la ragazzina fosse completamente sveglia, si avviarono verso la Torre di Astronomia. 






Angolo autrice
E via anche il quarto capitolo! 
Ma quanto ero superficiale prima? Dio, vi chiedo scusa in ginocchio... cosa avete dovuto sopportare! Spero che leggiate i capitoli cambiati e che vi piacciono.

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Capitolo 5
*** Un Halloween da paura. ***


UN HALLOWEEN DA PAURA.


Il giorno successivo, Ginny, Demelza Robins e Vicky Probisher si svegliarono quasi alle nove, rischiando di arrivare in ritardo alle lezioni del sabato mattina con grande shock di Demelza che non fece altro che strillare accuse contro sè stessa sul fatto che se pure era andata a dormire tardi a causa di una lezione di Astronomia avrebbe dovuto svegliarsi presto. Era una tipa davvero molto ansiosa e questo fece sì che anche Ginny si agitasse e iniziasse a parlottare sottovoce, imprecando e assomigliando più a sua madre alla fine di una sfuriata. Dal suo canto, Vicky sbadigliava assonnata e si preparava tranquillamente, anche se di malavoglia, come se l'ora non scorresse affatto. 
Per loro sfortuna, arrivarono in ritardo alla lezione di Incantesimi, saltando perfino la colazione, cosa di cui Ginny non riusciva a capacitarsi dato che era abituata a mangiare tanto già di primo mattino, ma siccome il professor Vitius era un insegnante buono e comprensivo, lasciò passare quel ritardo e Demelza riprese il suo colorito di sempre, anche se il suo pallore ci mise un po' ad andare via. 
Quella mattina, i Grifondoro del primo anno si esercitarono con l'incantesimo Wingardium Leviosa mentre chiacchieravano allegramente. Colin, che era seduto davanti a Ginny le spiegò che proprio quella mattina aveva seguito Harry Potter ad un allenamento di Quidditch e che alla fine era stato obbligato ad andarsene perchè Harry era andato via insieme ad Hermione Granger e Ron, che vomitava lumache vive a causa di un litigio con Draco Malfoy: Vicky, che stava origliando la conversazione, strillò dal disgusto mentre Ginny rideva e Demelza aveva un viso divertito e compassionevole.
Dopo le lezioni Ginny notò che la notizia che Ron Weasley aveva vomitato delle lumache non era passata sotto silenzio da parte dei ragazzi di Serpeverde che continuavano a stuzzicare la ragazzina che si chiese perfino cosa c'entrasse lei che non era nè presente e nè trovava divertente il fatto che suo fratello era incappato in quell'incantesimo idiota. Ma, come aveva detto giustamente Ritchie Coote, alle serpi piaceva infastidire chi sembrava troppo a suo agio. 
"Il professor Piton aveva assegnato un tema sull'Asfodelo e l'Artemisia di cinque righe, e io l'ho fatto di cinque righe" stava dicendo Vicky allegramente al resto del gruppo mentre Alice e Rose cercavano di attirare l'attenzione di William e Christopher, con successo. "Demelza l'ha fatto di otto righe!" 
"Solo per essere sicura" intervenne la ragazzina timidamente. "Non si può mai sapere con Piton..."
"Su questo non hai tutti i torti, Dem" 
Ginny percorreva veloce il sotterraneo, dietro ai suoi compagni di classe, venendo ignorata da tutti: aveva preso così l'abitudine di dileguarsi ogni volta che i suoi compagni chiacchieravano sereni aveva perfino perso lo spirito di restare insieme a loro. Sembrava che neanche il rapporto tra lei e Colin fosse dei migliori... e molto probabilmente la colpa era solo e solamente di Ginny: si era allontanata troppo.
Maledetta lei! 
Varcò per ultima la soglia della fredda classe di Pozioni e notò che il suo posto era occupato da una marmaglia di cianfrusaglie e una chioma corta e castana: Rose Owen in quel momento stava lanciando alla ragazzina delle occhiate malevole che mandavano scintille, mentre la sua amica del cuore, Alice Barlow, ridacchiava e gettava indietro il lungo manto di capelli neri. 
Rose si era appropriata letteralmente di William. 
Gli occhi della piccola Weasley luccicarono di lacrime di collera mentre si dirigeva velocemente, cercando di non dare a vedere di essere ferita, in fondo all'aula dove Colin rivoltava la sua borsa sottosopra. 
Quando Ginny si voltò mentre tirava su col naso notò che William la fissava con un'espressione indecifrabile sul volto ma probabilmente era solo la ragazzina che si stava immaginando tutto. Lei era stata facile da allontanare perfino da un compagno di calderone, figuriamoci se la sua presenza valeva molto nel gruppo! Forse aveva fatto bene ad allontanarsi da loro... 
Non si era mai comportata così, non era mai stata più depressa di così. 
Lei era sicura di sè. Ma adesso? Adesso la sua sicurezza stava svanendo così com'era arrivata e la piccola Ginny Weasley doveva solo accontentarsi di avere come amico un diario, di cui poteva seriamente fidarsi: valeva molto di più di persone che da un giorno all'altro si dimenticavano facilmente di lei e, nel caso di William, la sostituissero. 
"Ooooh, siamo compagni?" chiese Colin deliziato. "Mi fa molto piacere, non la sopportavo al mio fianco! Quella ragazza è stata davvero perfida a lanciarci quelle frecciatine, non ti sembra? Credo proprio che sia innamorata di Will, cosa dici?" 
"Così sembrerebbe" fu la risposta meccanica di Ginny. 
"Già... è tanto un bravo ragazzo, William" 
La ragazzina ignorava seriamente che William fosse un bravo ragazzo ma non commentò quella buffa affermazione di Colin, e dedicò la sua massima attenzione alle sue unghie che sembravano molto più interessanti di un tema (che fu molto difficile da scrivere) e di Piton. 
La lezione di Pozioni passò, per grandissima fortuna di Ginny, davvero molto in fretta e una volta che scattò il coprifuoco dopo cena, tutti i Grifondoro si stiparono nella loro Sala Comune, dove regnava il caos più totale: Fred e George stavano cercando di acciuffare delle salamandre vive che avevano allevato per dei loro strani esperimenti e inoltre avevano seminato il panico tra le ragazze che tendevano a convergere tra le braccia dei maschi Grifondoro con la velocità della luce. Rose approfittò seriamente di quel momento per gettarsi tra le braccia di William con un gnignetto tra il viso contratto in quella che doveva essere una smorfia di paura e disgusto: credeva sul serio che a Ginny importasse di loro due? A lei non piaceva William, nè tanto meno andavano d'accordo, e dopo quello che il ragazzino le aveva fatto a lezione di Pozioni, per la piccola Weasley, sebbene fosse ancora in collera, William Todd non esisteva nemmeno più come amico. 
Come previsto, la voce di Percy Weasley si sarebbe potuta sentire fin sopra alla Torre di Astronomia. 
"Sapevo che i tuoi fratelli erano forti!" esclamò Colin avvicinandosi a lei quando tutte le salamandre furono messe di nuovo in gabbia. "Vieni con noi? Dai, Ginny! Quelle due cornacchie non ci sono a darci fastidio, vieni a divertirti con noi!"
"Ho mal di testa" mentì in fretta Ginny.
Era anche stufa di venire sempre invitata ad unirsi a loro dagli altri in modo così compassionevole: le prime volte aveva accettato i loro inviti come una stupida che aveva bisogno di compagnia, adesso avrebbe rifiutato per sempre.
Quando Percy raggiunse l'apice dell'iperattività a causa di Fred e George, Ginny sgattaiolò velocemente di sopra sperando con tutto il cuore che il baccano di sotto finisse in fretta perchè non le andava di parlare con Tom Riddle con il mal di testa ed addormentarsi con la testa sul diario senza rispondergli: una volta stava per capitare. 
Usò il bagno con calma, spogliandosi e infilandosi il pigiama in maniera così lenta che avrebbe potuto finire l'indomani, e quando raggiunse il suo letto tutto era tranquillo, anche se erano appena le otto, e le altre ragazze del dormitorio ormai sonnecchiavano. Ginny prese con cautela il suo diario dalla tasca della sua tunica, chiuse le tende del baldacchino attorno a sè e cominciò a scrivere... 
Caro Tom, come ti stavo già spiegando oggi a cena, questa giornata non è poi così diversa dalle altre.
Ci risentiamo, che meraviglia! Continua a raccontare, ti prego. 
E' un incubo qui, Tom. I miei fratelli continuano a prendermi in giro, e ormai sembra che nessuno abbia bisogno di me. Io non ho mai avuto queste paranoie ma qui la situazione è difficile! I Serpeverde non smettono di guardarmi dall'alto in basso perchè sono venuta a scuola con gli abiti di seconda mano... non ne posso più di loro!
Posso capire quanto sia difficile per te essere presa in giro dai tuoi fratelli, posso capire quanto sia difficile venire ignorata e poi prenderti in giro per gli abiti di seconda mano... ma quanto sono scemi? C'è chi può venire a scuola con abiti nuovi e chi no, non è un reato. Non so come funziona la mente di molte persone, cara amica, e non lo saprò mai. Un suggerimento? Reagisci e ricambiali con lo stesso galeone. Funziona sempre, Ginny. 
Tu dici? scrisse la ragazzina eccitata da quella risposta e dal fatto che Tom Riddle l'avesse chiamata 'amica'.
Se lo dico, te lo posso garantire! Fidati di me...
Oh, nessuno mi ha mai capito come te, Tom. Davvero, non so come ringraziarti, riesci sempre ad aggiustare le mie giornate. Sono così felice di avere questo diario con cui confidarmi, sono felice di averlo trovato nel mio paiolo quel giorno. E' come avere un amico da portare sempre con me in tasca.
Ti fidi di me, amica mia?
Mi fido di te, amico mio.
E poi ci fu il buio, il buio più totale. Come se qualcuno avesse spento tutte le luci del cervello della piccola Ginny Weasley, e fu come sprofondare in un tunnel scuro e senza fine... fu come sprofondare in un vero e proprio incubo...




Ginny aprì gli occhi e scoprì che era mattina e lei era a letto con tutti i vestiti... che strano!
Sbattè le palpebre e si accorse anche di avere un mal di testa incredibile, di avere le gambe appesantite, le ossa doloranti, di avere... una strana sensazione in corpo, che non sapeva spiegarsi. 
Non c'era nessuno in dormitorio. 
Ma che ore erano? L'orologio portava le otto... ma le otto di mattina! Ginny non riusciva a capire: non erano le otto di sera? erano le otto di sera, era tutto scuro lì fuori e il sole non c'era. Era notte e lei stava parlando con Tom Riddle della sua giornata. E poi... e poi non sapeva più niente. Aveva un buco di memoria e non ricordava nulla, nulla e assolutamente di nulla di cosa stesse facendo. 
Ma come diavolo era possibile? Stava perdendo la memoria? 
E poi, cos'erano tutte quelle penne di gallo attaccate sui vestiti? 
Si accorse perfino di tremare, tremare di paura... perchè non le era mai successa una cosa simile. Non ricordava niente neanche a sforzarsi. Ma la domanda che le sorgeva spontanea era: perchè? 
Col cuore che batteva all'impazzata, Ginny si guardò nello specchio e notò che aveva l'aria un po' smunta. Tastandosi la tunica notò anche di avere il diario di Tom Riddle nella tasca dove era solito metterlo... ma non ce l'aveva sulle gambe? Lei non aveva messo il pigiama? Possibile che si fosse vestita con gli abiti delle lezioni, fosse uscita dalla Torre di Grifondoro e avesse fatto in modo che quelle piume si attaccassero sui vestiti? 
Sì, era possibile e lei non lo ricordava. 
Ginny cacciò dalla tasca il suo diario e, dato che Tom aveva sempre le risposte, pensò che magari quella volta avrebbe potuto essere altrettando fortunata. Aprì il diario, intinse velocemente la piuma nell'inchiostro e scrisse sulla seconda pagina. 
Caro Tom, credo di stare per perdere la memoria. Mi ritrovo attaccate penne di gallo sulla tunica e non so come ci sono arrivate... Ho un buco di memoria incredibile e non riesco a ricordare ciò che ho fatto ieri sera. Mi batte forte il cuore e ho paura, Tom. 
Buongiorno, Ginny... come sarebbe a dire che non ricordi ciò che hai fatto ieri sera?
Mi sto preoccupando, non ricordo un bel niente!
Calmati, rilassati e, soprattutto, non parlarne con nessuno: potrebbe succedere un putiferio se scoprono che non ricordi nulla e la tua famiglia potrebbe preoccuparsi. Probabilmente sei incappata in qualche incantesimo per sbaglio e non lo ricordi... fidati, non ti accadrà nulla.
Non sapeva perchè ma quelle parole confortarono Ginny più che mai, che spronata da un profondo senso di gratitudine si accinse a scrivere al suo amico, ma si interruppe perchè venne interrotta da un rumore proveniente dalle scale. Scarabbocchiò un: Non so come avrei fatto senza di te oggi, probabilmente la paura mi avrebbe divorata. Ci sentiamo!, e depose in fretta il diario nella solita tasca.
Si sentì uno sbattere di porta e Demelza entrò nel dormitorio guardandosi intorno. 
"Non vieni a fare colazione?" chiese.
"Sì, stavo... solo..." rispose la ragazzina evasiva, cercando di levarsi le piume rimaste. 
"Dove sei stata ieri sera? Vicky stamattina, prima di andare a fare colazione al tavolo dei Tassorosso, mi ha detto che ti ha vista rientrare tardi nel dormitorio..."
"Perchè Vicky è andata a fare colazione al tavolo dei Tassorosso?" Ginny cambiò velocemente discorso.
"Ha delle amiche. Avresti dovuto vedere la faccia di Rose e Alice..." Demelza sorrise. "Credo che adesso cerchino anche loro di farsi come amiche delle ragazze di Tassorosso o di Corvonero, ci metto la mano sul fuoco. Comunque, scendiamo?" 
"Andiamo" disse Ginny che non vedeva via d'uscita. 
Le due ragazzine scesero la scala a chiocciola e uscendo dal ritratto si incamminarono nella Sala Grande: Ginny sperò con tutto il cuore di aver tolto tutte le piume e non vedeva l'ora di mettere fine a questa giornata che di sicuro sarebbe stata di un incubo mortale. 




Ottobre arrivò in fretta e portò con sè sole e belle giornate sostituendole con coltre di freddo umido e giornatacce tetre.
Col passare dei giorni, Ginny si rese conto di sentirsi sempre più debole da quando aveva avuto quel piccolo incidente con l'incantesimo ma si autoconvinse che molto probabilmente era l'influenza: Madama Chips, la Guaritrice di Hogwarts, aveva il suo daffare a curare quella specie di epidemia facendo bere agli studenti il suo decotto Tiramisù
Ginny, che aveva l'aria sempre smunta, fu costretta da Percy a berne un po' e non potè uscire dall'Infermeria per tutto il pomeriggio: la bevanda funzionava a meraviglia con il raffreddore ma lasciava le orecchie fumanti per molte ore e la ragazzina fece anche una bellissima figura in presenza di Harry Potter che la osservò sorridendo facendola diventare quasi viola.
Forse sapeva cosa c'era da ridere... lei aveva i capelli rossi e il fumo che le usciva da sotto la faceva somigliare terribilmente ad una teiera particolarmente surriscaldata, ed era come se avesse la testa in fiamme.
Per fortuna che nessun Serpeverde la vide! 
Ci furono giorni e giorni di pioggia incessante e ormai nessuno più usciva dal castello: il livello del lago era salito (Fred e George le avevano rivelato che la piovra gigante non si mostrava con la pioggia ma Ginny non aveva visto neanche una volta un suo tentacolo) e le zucche di Hagrid avevano raggiunto le dimensioni di delle carrozze per Halloween. 
Halloween.
Ginny avrebbe passato il suo Halloween insieme al ragazzo più noioso e pomposo del pianeta, ovvero suo fratello Percy, e la cosa non la consolò per niente quando vide i suoi amici di Casa allontanarsi dalla Torre per unirsi alla folla nella Sala Grande, eccetto Vicky Probisher che aveva ritenuto opportuno passare il suo tempo con le nuove amiche della Casa di Tassorosso. 
"Vedrai come sarà la Sala Grande, sorellina. E indovina? Penelope Light, la mia... amica viene a stare al tavolo dei Grifondoro. Non ti spaventare se vedi dei pipistrelli vivi e gli scheletri danzanti per lo spettacolo che ha messo su Silente"
"Ma ti pare?" rispose Ginny stancamente. 
Percy la stava già letteralmente esasperando. 
"Sei incredibile, Perce!" commentò Fred sbucato all'improvviso dalle scale a chiocciola seguito da George. 
"Sembri il suo elfo domestico... è ovvio che non avrà paura!" 
"La mamma sarebbe fiera di me se scoprisse che mi prendo cura di nostra sorella!"
I gemelli risero e le guance di Ginny si fecero di fuoco mentre attraversava il buco del ritratto. Per tutto il tragitto verso la Sala Grande, Percy e i gemelli non fecero altro che litigare e Ginny si sentiva così stanca e debole che sarebbe addirittura andato a letto senza nè mangiare nè divertirsi: in quel momento forse aveva solo bisogno di parlare un po' con Tom Riddle. 
Percy Weasley aveva proprio ragione: la Sala Grande era bellissima e decoratissima. 
L'arancione e il nero erano i colori che più dominavano lì dentro e i pipistrelli non facevano altro che volare a bassa quota sgraffignando con le piccole zampette il cibo nei piatti d'oro degli studenti, cosa che i Serpeverde trovarono alquanto fastidiosa. 
Ginny vide che Malfoy imprecava a voce alta mentre il gruppetto costituito da quelli che era certa si chiamassero Tiger, Goyle e Pansy Parkinson rideva a squarciagola. Nel tavolo accanto, il manto biondo di capelli di Vicky spiccava tra i Tassorosso e Ginny notò che la ragazzina già si divertiva mentre al tavolo dei Grifondoro, nonostante Alice e Rose si fossero appropriate di William e Christoper (la sua chioma bionda ramata faceva capolino da tante teste scure), sembravano lanciare a Vicky sguardi di pura invidia. Demelza quasi sedeva da sola perchè, anche se di solito parlava timidamente, in quel momento si era come estraniata. Colin e Ritchie invece si divertivano molto e ridacchiavano. 
Quando Ginny li superò insieme a Fred, George e Percy loro fecero un cenno di saluto e Demelza sorrise, ma la piccola Weasley non si sedette accanto a loro ma prese posto accanto ai suoi fratelli, poco lontano dagli altri, e ci diede dentro con i dolciumi. 
"Non vorrei che ti venisse il mal di stomaco, sorellina" intervenne Percy stizzito quando Ginny toccò il ventesimoZuccotto di zucca. 
"Sono buoni" 
"Lo so, ma la mamma..."
"Perce, tu non sei la mamma!" disse George divertito, a bocca piena di dolci. 
"Non ne sarei così sicuro, George. Credo che lo spirito della mamma risieda in lui..." disse Fred e Ginny fu a momenti per strozzarsi dalle risate: almeno c'erano i gemelli che rendevano quell'esperienza divertente. 
"Lasciala mangiare, Percy" disse Penelope in maniera gentile e Percy annuì con vigore. 
"Oh, guardate!" Ginny indicò degli scheletri col dito lasciando cadere nel piatto lo Zuccotto con un tonfo. 
Degli scheletri iniziarono a camminare tra i tavoli, divertendosi a far passare il cibo dalla bocca per poi riprenderlo dalle ossa della gabbia toracica facendo ridere tutti gli studenti. Fu uno spettacola davvero divertente, anche se abbastanza tetro: gli scheletri non giocavano con le loro ossa e facevano passare il cibo dappertutto cosa che Silente trovava spiritosa mentre Piton aveva l'aria assolutamente disgustata. 
Dopo gli scheletri ci fu un altro banchetto con vere pietanze e Ginny si abbuffò un po' di tutto, poi quando la situazione degenerò, cioè quando Percy e i gemelli iniziarono di nuovo a litigare tra di loro, la ragazzina con la scusa di aver bisogno del bagno sgattaiolò via dalla festa, correndo a perdifiato tra i corridoio e sentendo perfino gli Zuccotti muoversi nello stomaco. 
"La festa è finita?" chiese la Signora Grassa quando vide Ginny arrivare. 
"N-non ancora" 
"La mia amica Violet mi ha detto che lo spettacolo è stato bello: quanto avrei voluto vederlo"
Ginny rimase in attesa che la Signora facesse la fatidica domanda. 
"Oh, comunque... parola d'ordine?"
"Colibrì!
La ragazzina entrò nella Sala Comune di Grifondoro, superando con imbarazzo una coppietta che si stava sbaciucchiando appassionatamente sul divano accanto al fuoco, e corse di sopra nel suo dormitorio per scrivere a Tom Riddle. 
Caro Tom, la festa di Halloween è stata davvero divertente ma stare con mio fratello Percy è stata una noia.
Ginny, cara. La festa è finita?
Oh no, ma ho preferito restare qui in dormitorio con te. Sai, Harry Potter non si è proprio fatto vedere alla festa... speravo tanto che lui, Ron e la loro amica si unissero a noi (ed è per questo che avevo accettato di stare con Percy e con i gemelli) ma loro non si sono proprio fatti vedere.
Mi parli sempre di Harry Potter. scrisse Riddle in un modo che Ginny immaginò stesse formulando un suo sospetto su quel ragazzo. Non è che ti piace il famoso Harry Potter?
Tom, a te non posso mentire. Mi piace e pure tanto!
E' magnifico! Sono più che sicuro che siete una coppia fantastica.
Il cuore di Ginny battè forte vedendo scritta quell'affermazione ma subito ritornò alla realtà.
Magari, Tom... lui mi ignora, non mi rivolge un minimo sguardo neanche a pagarlo. Io per lui sono solo la piccola Weasley, la sorellina del suo migliore amico. E' straziante, e sai cosa? Credo che non riuscirò mai a piacere al grande e al famoso Harry Potter. Sai quante ragazze più carine di me ci sono a fargli la corte perchè è un ragazzo famoso...
Non devi arrenderti, Ginny! Se vale la pena lottare per lui, fallo.
Il cuore della ragazzina si riempì di gioia: a lei piaceva molto Harry Potter, fu un colpo di fulmine fin dalla stazione... forse era amore. Perchè mai avrebbe dovuto mollare anche se aveva solo undici anni e non ne capiva molto di quelle cose? Non doveva mollare e Tom Riddle aveva ragione: valeva la pena lottare. 
Quante cose che fai per me, Tom. Grazie mille, sei speciale. scrisse Ginny e un dolore acuto le percorse il corpo, svanendo in fretta che la ragazzina quasi non se ne accorse. 
Siamo amici. E tu devi fidarti di me.
Sempre.




Ginny Weasley era distesa su un freddo pavimento, così freddo che la sua guancia destra avrebbe potuto essere un pezzo di ghiaccio particolarmente morbido e deformato. Lei aprì gli occhi e si rese conto di trovarsi nel corridoio del secondo piano... ma perchè si trovava lì? Si alzò in fretta prima che venisse qualcuno e la vedesse per terra, e notò che le sue mani erano tutte sporche di vernice rossa. E non solo le mani, anche i vestiti. 
Non ricordava nulla: cosa stava facendo? Cosa aveva fatto quella notte di Halloween? 
Tremò in maniera incrontrollabile e trasse dei respiri profondi perchè le mancava l'aria. 
Si sentirono delle voci echeggiare nel corridoio e Ginny, con passo tremante, svoltò l'angolo trovandosi di fronte ad uno scenario da paura: tutti gli studenti delle varie Case erano stipati nel corridoio, alcuni appiattiti contro le pareti, alcuni che spingevano per vedere meglio. Vedere meglio cosa? Anche Ginny fu curiosa e passando al di sotto delle gambe degli studenti raggiunse Percy che la guardò con severità. 
Gli occhi della ragazzina percorsero tutto il corridoio, poi si fermarono su qualcosa che luccicava sulla parete, una scritta di rosso a lettere cubitali: 

 

LA CAMERA DEI SEGRETI E' STATA APERTA 
TEMETE, NEMICI DELL'EREDE. 


Era scritta di rosso...
C'era una pozzanghera per terra, poco lontano dalla scritta e sopra la pozza d'acqua c'era un gatto che pendeva appeso per la coda da un braccio della torcia. Era rigida, e aveva gli occhi rossi spalancati e vitrei, che fissavano il vuoto. 
"P-Percy... c-cosa s-succede?" 
"Ma dove diavolo eri?" sbottò lui con voce roca. 
"Io t-te l'ho d-detto... ero n-nel bagno..." mentì Ginny incerta, perchè non sapeva davvero dove fosse stata, perchè non ricordava un bel niente. "Ma cos'è s-successo qui? C-che cos'è quella s-scritta? E il g-gatto..." 
"Niente!" 
Ginny, non soddisfatta di quella risposta, si avvicinò a Demelza Robins che aveva gli occhi spalancati dal terrore, come tutti d'altronde. Ovunque si girasse, si vedevano o facce spaventate o facce confuse. Quella di Ginny era, ovviamente, confusa... per non parlare del fatto che aveva di nuovo perso la memoria. 
"Demelza, ma che cosa...?"
"PRIMO ANNO, PRIMO ANNO!" la voce di Percy echeggiò nel corridoio. "SEGUITEMI, FORZA!" 
"L'Erede di Serpeverde ha pietrificato la gatta di Gazza" spiegò Demelza sottovoce mentre tutti i ragazzini del primo anno seguivano il loro Prefetto. "La storia della Camera dei Segreti... sta accadendo di nuovo!" 
"Cos'è la Camera dei Segreti?" 
"Non posso spiegartelo adesso..." 
"E perchè è stata pietrificata la gatta di Gazza?" 
"Non lo sappiamo. Hanno accusato Harry Potter, tuo fratello e una loro amica... li hanno portati via..."
"CHE COSA?" strillò Ginny e la sua voce fece voltare Percy che la guardò con occhi ridotti in due fessure. 
"Mi dispiace, è stupido incolpare loro..." mormorò Demelza compassionevole. 
Ginny non rispose, non riusciva a capire: il messaggio era scritto con vernice rossa e lei era tutta sporca di vernice rossa... possibile che l'aggressore fosse così vicino a lei? Possibile che gli aggressori avessero imposto su di lei un incantesimo di memoria?
Sì, era possibile.
Ron, Harry ed Hermione non erano Serpeverde ma non erano presenti alla festa di Halloween. E quando Ginny aveva perso la memoria per la prima volta era nel suo dormitorio e solo un Grifondoro poteva sapere la loro parola d'ordine...
Non ci poteva credere, eppure era vero.
Ginny salì la scala a chiocciola ignorando i borbottii spaventati e si infilò subito a letto senza farsi spiegare nulla da Demelza, perchè non voleva sapere proprio nulla: quello era proprio stato un Halloween da paura.






Angolo autrice
E anche il capitolo dell'Halloween pauroso di Ginny è stato modificato. 
Quanta confusione avevo fatto prima... non si riusciva a capire proprio nulla. 
Per fortuna che l'ho modificato anche se mi rincresce per chi ha dovuto leggere quell'obbrobrio di prima. 
Saluti!

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Capitolo 6
*** Giorni che somigliavano ad incubi. ***


GIORNI CHE SOMIGLIAVANO AD INCUBI.


Quando Ginny Weasley aprì gli occhi il mattino successivo era grondante di sudore. 
Nonostante fosse ottobre e facesse davvero un gran bel freddo la fronte della piccola era zuppa, i capelli le si erano appiccicati sul viso lentigginoso e, cosa incredibile, se chiunque avrebbe provato a strizzare il cuscino avrebbe potuto ricavarne una gran quantità d'acqua. Ginny si asciugò con le lenzuola e spiò attraverso le tendine: Demelza si preparava da sola guardandosi intorno come se si aspettasse di trovare un aggressore nel suo dormitorio. 
La piccola Weasley era confusa... 
Aveva fatto un incubo quella sera, un incubo popolato da ombre nere e da suo fratello Ron, Harry ed Hermione che cercavano di aggredire Mrs Purr. Ricordava di non essere mai stata vicina a loro più di quanto non lo fosse stata in quel sogno mentre Ron le tappava la bocca, e lei si divincolava frenetica. 
Senza di lei stiamo tutti meglio, levati di mezzo! urlava il Ron nel sogno che aveva gli occhi rossi e malvagi. 
Ginny non riusciva a capire e si sforzò di ricordare cosa stesse facendo la notte di Halloween ma nulla. 
Erano stati davvero loro tre ad aggredire la gatta? Se sì, perchè l'avevano fatto? Cosa c'entrava lei con quella storia e perchè non ricordava nulla anche quella volta? E infine cos'era la Camera dei Segreti
Le sembrò di conoscere già quel nome, forse l'aveva nominato Bill, ma non era sicura... 
La ragazzina si preparò velocemente, mentre Demelza metteva a posto la sua roba e la fissava spaventata: aveva urlato quella notte? Nel sogno lei urlava tanto, possibile che le sue urle si fossero sentite in dormitorio? Ginny si chiese se non avesse fatto la matta tra le coperte e le avesse spaventato tutte o fatto qualsiasi cosa che avrebbe potuto turbare il loro sonno. 
"Come stai?" chiese Demelza fissandola a sottecchi. 
Ginny si sforzò di sorridere. "Bene" 
"Mi... mi fa piacere"
"Anche a me" 
I miagolii della gatta risuonavano ancora nella sua mente e uno strano senso di disperazione le percorse il corpo: cosa le sarebbe accaduto adesso? Chiunque fosse stato cosa le aveva fatto? Si tormentò per la sorte di Mrs Purr per tutto il tempo che aveva impegato a prepararsi per le lezioni, poi scese in fretta in Sala Comune trovandosi davanti Ron e Harry, e il cuore pompò forte nella gabbia toracica. 
"Cosa tiene in quella borsa? La mia non pesa così tanto e... ehi, Ginny!" esclamò Ron.
Ginny si avvicinò spaventata al fratello ma lui sembrava quello di sempre. 
"Stai bene? Sei così pallida" 
"A differenza della gatta sto benissimo..." si sentì di rispondere Ginny in tono lugubre tormentandosi le mani in grembo, e i due ragazzi si scambiarono uno sguardo preoccupato. "Io... perchè l'hanno aggredita? E cosa le succederà, adesso?" 
"Madama Chips la curerà, vedrai" disse Harry in tono rassicurante. 
Ron percepì la gravità della situazione proprio quando Harry parlò a Ginny e lei rimase lo stesso pallida, senza arrossire. 
"Ma infondo tu Mrs Purr non l'hai neanche conosciuta" disse per rincuorarla, gettando uno sguardo alle sue spalle: sembrava che Hermione stesse origliando la conversazione alle spalle della ragazzina. "Te lo assicuro, senza di lei stiamo tutti molto meglio"
A Ginny tremarono le labbra: era la stessa cosa che aveva il Ron nel sogno. 
"Cosa di questo genere non capitano spesso a Hogwarts" continuò a rassicurarla il fratello mentre la ragazza dai capelli cespugliosi si sedeva sul bracciolo della poltrona di Harry osservando la sorellina del suo migliore amico. "Vedrai che acciufferanno quel matto che l'ha aggredita e lo sbatteranno fuori in un batter d'occhio. Spero solo che prima di venire espulso ce la faccia a pietrificare Gazza" 
E sorrise incoraggiante ma Ginny sbiancò e Hermione lo guardò come per rimbeccarlo sulla mancanza di tatto. 
"Sto scherzando..." si affrettò ad aggiungere lui. 
Dopo quell'affermazione, la ragazzina si disse che forse era meglio per lei allontanarsi dai tre ragazzi e sgattaiolò via da loro, quasi correndo ma senza far aver troppo il viso colpevole di chi è lieto di abbandonare la scena. Percorse il corridoio del settimo piano tra mormorii spaventati e ovunque andasse la storia dell'aggressione alla gatta e della Camera dei Segreti era sulla bocca di tutti gli studenti e nei giorni seguenti non si parlò d'altro. 
Gazza era ancor peggio degli studenti: alcuni giorni dopo l'attentato, Ginny lo vide pattugliare il corridoio dove era avvenuta l'aggressione alla sua Mrs Purr e darsi da fare con il Solvente Magico di Nonna Acetonella per Ogni Tipo di Sporcizia ma la scritta proprio non voleva saperne di andare via e Gazza perse le staffe accusando ogni studente che passasse di lì di respirare troppo rumorosamente oppure di avere l'aria felice. 
Ginny ripensò e ripensò alle parole di Tom Riddle dopo che lei gli ebbe raccontato dell'aggressione... 
Caro Tom. Non ricordo cosa ho fatto la notte di Halloween ma un gatto è stato aggredito e io mi ritrovo tutta sporca di vernice... aveva scritto quando le sue compagne di dormitorio cominciarono a dormire. Non so se sia il caso di parlarne con qualcuno ma sono preoccupatissima di questa faccenda. Hanno accusato mio fratello, Harry Potter e la loro amica perchè si trovavano lì e io non so cosa pensare di loro... forse sono loro tre gli aggressori! 
Cara Ginny, cerca di calmarti. Sei sicura che siano loro gli aggressori? aveva chiesto Tom Riddle. 
Non sono sicura ma non si sono visti al banchetto di Halloween ed erano al secondo piano. Non riesco a credere che mio fratello, la sua amica e il ragazzo che mi piace siano i colpevoli... sto avendo gli incubi peggiori e non ricordo ancora nulla. Sono disperata, Tom!
Calmati, non ti accadrà nulla. Non devi parlarne con nessuno, per nessuna ragione al mondo, capito? Non hanno prove contro tuo fratello e i suoi amici e potrebbero incolpare te che ti sei trovata solo in mezzo a questi avvenimenti. Non parlare con nessuno e non ti accadrà nulla.
E la ragazzina aveva seguito il suo consiglio, cioè quello di non parlare con nessuno del fatto che avesse di nuovo perso la memoria in circostanze strane, perchè Tom Riddle aveva ragione: avrebbero potuto sospettare di lei. 
Tutti i giorni sembrava un incubo lì ad Hogwarts e Ginny ancora non riusciva a capacitarsi che stesse accadendo tutto ciò, e che i suoi fratelli fossero ignari del fatto che Ron c'entrasse in qualche modo qualcosa in quella orribile storia dell'aggressione e della scritta. A volte la piccola si fermava a pensare al motivo per il quale l'avesse fatto ma proprio non riusciva a trovarne alcuno.
Senza di lei stiamo tutti meglio... risuonava nelle sue orecchie. 
Quella mattina, mentre Ginny si affrettava a raggiungere la serra di Erbologia in una crisi di pianto ebbe la sfortuna di incappare in Percy Weasley, che senza neanche salutarla la scrutò in cerca di qualche malanno prima di accovacciarsi di fronte alla sorella per essere alla sua altezza, asciugandole le lacrime, e dire: 
"C'è qualcosa che non va? Sei pallida, e in più sono giorni che ti vedo piangere" 
"Ron... lui e Harry... e Hermione... verrano espulsi..." 
"Cosa?" 
"Loro verranno espulsi per quella faccenda... la gatta... la povera Mrs Purr..." 
"MA COSA STAI DICENDO?" ruggì Percy rosso di rabbia. "Oh, per favore, ragiona" aggiunse con un tono un po' più dolce come se volesse riparare il danno della sua improvvisa alterazione. "Ron e i suoi amici non c'entrano nulla con la gatta di Gazza e con la storia della Came... insomma, non c'entrano nulla, capito? C'è stato un vero e proprio malinteso e Silente scoprirà la verità!" 
"Erano lì... non al banchetto... e io..." si bloccò di colpo. "Verranno espulsi..." 
"Adesso basta!" scattò suo fratello rabbioso, con un cipiglio da paura. "Vado a scrivere subito alla mamma. Chiedo scusa, sono un Prefetto!" aggiunse rivolto ad un gruppo di ragazzine che cercavano di sgattaiolare nel corridoio del secondo piano e indicò la sua spilla luccicante. "Dovreste essere a lezione, nel nome di Merlino, non fatevi trovare più..."
Ginny sospirò e si allontanò in fretta da Percy. 




La lezione di Erbologia, insieme ai Tassorosso, non avrebbe potuto essere più noiosa di quella e nessuno, proprio nessuno, sembrava aver voglia di parlare più di tanto. Perfino la professoressa Sprite se ne accorse perchè continuò a lanciare sguardi preoccupati alla classe e venti minuti prima della fine della lezione si interruppe e li guardò tutti uno per uno. 
"Insomma, cos'avete oggi? Dovete prestarmi attenzione" dichiarò. 
Colin alzò la mano e la Sprite gli fece cenno di parlare. 
"Siamo confusi, professoressa. Non è giusto che noi del primo anno non dobbiamo sapere nulla sulla Camera dei Segreti e sulle cose che stanno accadendo qui ad Hogwarts, no? Non le pare, professoressa?" chiese lui velocemente e la classe che era letteralmente assopita si ridestò alle sole parole del ragazzino. 
"La storia della Camera dei Segreti è solo una leggenda. Dove eravamo rimasti? Ah sì, queste piante..." 
"Una leggenda che però è avvenuta la notte di Halloween" la interruppe una bellissima ragazzina di Tassorosso con occhi blu e capelli biondi, folti e ricci, di nome Johanna Roberts. "Non è vero che è una leggenda, allora!" 
"Professoressa, potrebbe schiarirci le idee?" incalzò Christopher Jones eccitato, guardando a sottecchi Colin che si voltava da una parte all'altra parlando a raffica ai ragazzini del loro corso.
"Sì, dovremmo sapere!" aggiunse Vicky con energia. 
Ginny era sicura che la professoressa Sprite stesse riflettendo in fretta. 
"Bè, allora... tutti sapete che Hogwarts è stata fondata più di mille anni fa da i maghi e le streghe più famosi, non è così? Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde" nella serra si sarebbe potuto sentire cadere uno spillo e tutti prestavano più attenzione di quanto ne prestassero ad una vera lezione. "Per alcuni anni, i quattro fondatori lavorarono insieme in grande armonia ma un giorno tra loro nacquero dissapori. Salazar Serpeverde voleva essere più selettivo sugli studenti da ammettere ad Hogwarts: era convinto che il sapere magico andasse custodito in famiglie di maghi, in altre parole i Purosangue. Tra Grifondoro e Serpeverde scoppiò una gravissima lite e Serpeverde lasciò la scuola" 
Ginny era così concentrata che non si rese conto di stare per stritolare la sua piantina. 
"Ora secondo la leggenda, Serpeverde aveva costruito nella scuola una Camera nascosta, nota come la Camera dei Segreti e poco prima della sua partenza egli la sigillò in attesa del giorno in cui fosse giunto nella scuola il suo vero erede che sarebbe stato in grado di aprire la Camera, sprigionare gli orrori che vi erano racchiusi e servirsene per epurare la scuola da tutti coloro che erano indegni di studiare la magia"
"I figli di Babbani" concluse Demelza Robins in un sussurro.
"Statemi a sentire bene, questa è una vera e propria sciocchezza!" sbottò la professoressa Sprite facendosi rossa come un peperone e il cappello rattoppato le cadde dal capo. "Non esiste nessuna Camera dei Segreti e nessun mostro..."
"Mostro?" squittì Alice. 
Ginny trasalì. 
"Non esiste nulla! Il professor Silente è un grande mago e non è riuscito a trovare nessuna Camera dei Segreti!"
"Ma ad Halloween..." cominciò Vicky Probisher con sguardo ingadatore. 
"Qualunque cosa sia successa ad Halloween è stato solo uno scherzo di pessimo gusto" 
"Ma se la Camera dei Segreti può essere aperta solo dall'Erede di Serpeverde è ovvio che nessuno può trovarla!" obbiettò Christopher mentre Ginny fissava la professoressa Sprite più confusa di prima. 
"Sciocchezze! Non esiste nulla... è un mito... la campanella!" fece sollevata lei.
Ginny raccolse le sue cose tra mormorii generali: ognuno aveva da dire la sua sulla Camera dei Segreti. Tutti sembravano voler esprimere il loro parere, tutti tranne Colin Canon che saltellava da una parte all'altra della Serra per sentire i pareri di tutti i suoi compagni dato che lui, essendo figlio di Babbani, non ne sapeva veramente niente di quella storia. 
L'argomento 'Camera dei Segreti' accompagnò i ragazzi fino al corridoio del primo piano: Ginny non aveva alcuna voglia di dire la sua, dato che non sapeva sul serio cosa pensare... perchè lei in qualche modo c'entrava qualcosa, anche se indirettamente.
"... Harry Potter si trovava sul luogo del delitto" stava dicendo Christopher alla classe dei Grifondoro, mentre erano tutti in cerchio in un agglomerato di teste vicine. "E poi nessuno sa cosa successe la notte in cui fu aggredito da Voi-Sapete-Chi. Sapete cosa vi dico? Credo sia proprio lui l'Erede di Serpeverde!" 
"Impossibile!" decretò Demelza mentre Colin spalancava la bocca stupefatto. 
"Harry Potter non è l'Erede di Serpeverde!" sbottò Johanna Roberts. 
Ginny non riuscì più a sentire nulla perchè era così piccola di corporatura che non riusciva a contrastare il grande flusso di persone, decisamente più grandi e più robuste di lei, che la spingevano verso la Sala Grande.




Passarono i giorni e l'imminente partita tra Grifondoro e Serpeverde parve eclissare la storia della Camera dei Segreti e per la prima volta nessun ragazzo della scuola, per grande fortuna degli insegnanti, la nominava più. Il ricordo però teneva ancora sveglia Ginny che continuava a piangere disperatamente: voleva capire il perchè del fatto che avesse perso la memoria, voleva capire se davvero suo fratello, Harry Potter ed Hermione fossero stati in grado di cancellarle la memoria per compiere il misfatto, e voleva capire il motivo che avrebbe spinto quei tre ragazzi a fare un gesto così disgustoso. 
Non c'erano dubbi su chi fossero gli aggressori... e Christopher Jones aveva ragione: Harry Potter era l'Erede di Serpeverde e aveva trascinato Ron ed Hermione in quella faccenda della Camera dei Segreti.
Ma di chi si era invaghita, Ginny Weasley? Di un mostro? Di chi doveva essere parente? Di un mostro? 
Eppure il suo cuore continuava a negare all'evidenza... 
"GINNY!" la voce di Percy ridestò Ginny dai suoi pensieri, pochi minuti prima della partita nella vuota Sala Comune di Grifondoro, ma era troppo tardi per asciugarsi le lacrime. "Ma... ma... oh santo cielo!"
La ragazzina restò in silenzio, tirando su col naso. 
"Non sarà ancora quella storia!" esclamò Percy esasperato. 
"P-p-perchè hanno f-f-fatto d-d-del male alla gat-t-ta..." 
Percy la tirò a sè in modo severo e la abbracciò, abbastanza impaziente. 
"Non devi pensare neanche per un attimo che nostro fratello abbia aggredito quella gatta!" ribattè cercando di contenere la sua rabbia. "Loro tre non l'hanno toccata neanche con un dito, d'accordo?" 
Facile per Percy, non era stato lui ad aver perso la memoria, pensò Ginny singhiozzando. 
"Senti, vieni alla partita con me. Ci divertiremo!" 
"N-no... devo f-f-farmi i compiti..." mentì la ragazzina tra le lacrime. 
Percy non voleva lasciarla andare ma alla fine si arrese e percorse il buco del ritratto con una certa fretta. 
Ginny sbuffò. "Adesso scriverà alla mamma..." 
Sembrò che fossero passate ore, e infatti gli studenti dopo un'ora o due arrivavano dalla partita gioiosi (la ragazzina notò che Grifondoro aveva vinto). 
Cominciò a fare buio e la Sala Comune man mano prese a svuotarsi di nuovo, poi una voce familiare la chiamò da lontano, mentre anche l'ultimo studente andava via. 
"Ginny! Ehi, Ginny!"
La piccola Weasley alzò gli occhi dal suo tema di Trasfigurazione e vide Colin Canon correre verso di lei con l'aria di chi vuole raccontare un avvenimento particolarmente lungo. La raggiunse salutandola calorosamente e iniziando a porre domande come 'Stai bene?' o anche 'Come va?' oppure 'Tutto a posto?', poi si sedette sulla sedia vuota accanto a lei e la fissò. 
"Non sei venuta alla partita, mi è dispiaciuto. Ti sei persa una bellissima scena di Allock!"
Ginny sorrise. "Quale scena?" 
E così Colin si lanciò in un ampio racconto di ciò che era accaduto alla partita: raccontò del Bolide Furfante che stava cercando di disarcionare a tutti i costi Harry, raccontò del fatto che lui e Malfoy ebbero una specie di scontro in aria per prendere il Boccino d'Oro ma che Harry aveva vinto e in compenso si era rotto tutte le ossa del braccio, le raccontò che Allock con l'intento di aggiustare le ossa del braccio al ragazzo finì per farle scomparire del tutto e gli mostrò una foto di Harry che si copriva il viso con una specie di braccio molle in grembo. 
"Ho intenzione di andare a trovarlo, insomma... adesso è ricoverato in Infermeria" dichiarò Colin serio. 
"Ooh, non credo tu possa! Guarda, è già scattato coprifuoco" lo ammonì Ginny. 
"Me la caverò e sarò più felice se tu venissi con me. Prometto che non ti accadrà nulla di male"
Ginny quasi si commosse da quell'affermazione: le era mancato trascorrere il tempo con Colin, doveva ammetterlo, e quella sera quasi non si sarebbe voluta separare da lui, dato che era l'unico che le tirasse su il morale a parte ovviamente Tom Riddle, ma... 
"No, ti aspetto qui"
Colin non si diede per vinto facilmente poi alla fine annuì sfinito e percorse il buco del ritratto da solo mentre Ginny cacciava fuori dalla tunica il suo diario, dato che la Sala Comune era completamente vuota. 
Caro Tom, oggi ho passato la mia giornata a piangere. Come al solito, d'altronde.
Cara Ginny, perchè mi dici questo? Raccontami.
Ginny raccontò della sua giornata e di come l'evento della Camera dei Segreti influisse continuamente sul suo umore, e Tom Riddle fu molto comprensivo e le diede consigli di ogni genere sul fatto che non avrebbe dovuto più piangere, perchè lei era forte. 
La ragazzina, sollevata di morale, gli raccontò anche di Colin Canon, e che finalmente quella sera avevano trascorso il loro tempo insieme come non accadeva da tempo e che quello le era davvero mancato mentre lei era costantemente sola o accompagnata da qualche suo fratello. 
Lui è molto spontaneo, ma l'ho sentito dire che non si fida di ciò che Christopher ha detto sul fatto che Harry Potter è l'Erede di Serpeverde. Non so cosa pensare io... sembro un po' come Colin, solo che lui è un figlio di Babbani.
Il tuo amico è un Mezzosangue?
Oh sì. Suo padre fa il lattaio sai, credo sia un mestiere che abbia a che fare col latte...
E poi il buio e il silenzio...




"PER L'AMOR DEL CIELO, SIGNORINA! COSA CI FA ANCORA QUI?" 
Una voce squillante raggiunse le orecchie di Ginny e la ragazzina sobbalzò, guardandosi intorno: si trovava fuori al ritratto della Signora Grassa e... -di nuovo quella sensazione!- non ricordava nulla, nulla neanche a ricordare e sforzarsi. 
Cosa diavolo ci faceva lì? Perchè era uscita? Come ci era arrivata? 
Le sembrò di avere la testa come i suoi capelli: in fiamme.
"Li fanno sempre più curiosi questi studenti del primo anno!" trillò la Signora Grassa. "Se ti vede un professore sono guai... sai cosa accade agli studenti curiosi, non è così? Forse a voi del primo anno sfugge qualche regola..."
Ginny la lasciò parlare, sempre guardandosi intorno, poi varcò il buco del ritratto con un vuoto nello stomaco che non poteva significare nulla di buono: di sicuro, era successo qualcosa di terribile. 






Angolo autrice
E anche questo capitolo è stato modificato. 
Sperando che non stia facendo -di nuovo- un altro pasticcio con i capitoli...
Un bacio!

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Capitolo 7
*** Misteriose scoperte. ***


MISTERIOSE SCOPERTE.


Il sabato e la domenica furono giorni abbastanza strani per Ginny che non riusciva a capire cosa fosse successo quando aveva perso di nuovo la memoria e si era trovata fuori dal buco del ritratto senza che lei avesse mosso un piede. Il sabato e la domenica erano i giorni di pausa e Ginny non vedeva l'ora di vedere Colin per sapere cosa fosse successo nell'Infermeria e quando era andato a trovare Harry, ma non lo trovò in giro. 
Possibile che fosse sempre a spiare Harry Potter? 
La ragazzina però non si diede pace neanche per un minuto: insomma, quando perdeva la memoria accadeva qualcosa di brutto e quella volta non poteva essere diversamente... come mai nessuno si era accorto di nulla? Come mai nessuno avesse trovato qualcosa di strano? 
Ginny vide Harry, mandato via dall'Infermeria dopo le cure di Madama Chips, Ron ed Hermione confabulare tra loro e la cosa non la mise di buon umore, anzi, forse era davvero successo qualcosa che lei ignorava, che tutti ignoravano... 
In quelle due notti, la piccola Weasley aveva avuto altri incubi terribili: ombre che la obbligavano a fare cose terribili popolavano i suoi sogni e ogni volta lei si svegliava madida di sudore. Ginny avrebbe giurato di aver visto Demelza e Vicky sussurrare qualcosa tra di loro mentre lei aveva questi incubi, e probabilmente urlava nel sonno come una matta. 
Il lunedì mattina, la ragazzina si stava preparando come di consueto, con Demelza nel dormitorio che era silenziosa e con Alice e Rose che erano molto chiacchierone e tanto in vena di pettegolezzi quanto Ginny lo era di essere raggiante di felicità. 
"... e poi gli ho chiesto se poteva venire a fare una passaggiata con me nel castello!" 
"Tu hai chiesto a William questo?" 
"Sì!" rispose Rose diventando paonazza. "E lui ha detto 'forse'... figurarsi! Mi sembra ovvio che era troppo timido per dire che aveva voglia di venire con me, non credi?" 
"Assolutamente" 
Ginny fece una smorfia di disgusto e mentre si infilava le scarpe la porta del dormitorio si spalancò con una certa violenza, con una violenza tale che se Demelza si fosse spostata di un centimetro sarebbe andata a finire spiaccicata nella finestra della stanza, talmente che era magrolina. Vicky aveva il fiatone e gli occhi lucidi di lacrime, cosa che fece venire le palpitazioni alla piccola Ginny Weasley. 
"Co... Colin Canon... è stato... è stato ritrovato pietrificato... giace come morto in Infermeria..." 
Quasi ci mancava che Ginny avesse un infarto: i suoi peggiori timori si erano concretizzati. 




La notizia che Colin Canon era stato aggredito dal mostro di Serpeverde e che giaceva come morto e pietrificato nell'Infermeria del castello era ormai di dominio pubblico. 
Ginny era disperata, non riusciva a capacitarsi... 
Ecco perchè Harry, Ron ed Hermione confabulavano tra loro il sabato mattina! Avrebbero potuto avvertirla e invece... no. Ginny aveva scoperto che il suo amico era stato aggredito da loro da Vicky che l'aveva sentito dire agli insegnanti. Le sembrava così ovvio che Colin potesse venire pietrificato: lui mancava dal giorno in cui aveva deciso di far visita ad Harry nell'Infermeria ed era ovvio che Ron ed Hermione si trovavano lì per stare accanto al loro amico. Colin doveva aver in qualche modo infastidito i ragazzi e... Ginny non riusciva a crederci che suo fratello e gli altri avessero davvero fatto ciò! Ma tutto tornava, ma tutto andava contro il suo cuore... 
Il rapporto tra lei e Colin si stava così aggiustando, che non le pareva possibile che adesso non ci fosse più.
Fu con cuore oppresso che seguì le lezioni quel giorno, e alla lezione di Incantesimi non faceva altro che guardare il posto vuoto accanto a sè, dove il suo compagno era solito chiacchierare in modo rumoroso raccontanto quale altra storia incredibile. 
Il professor Vitius cercava più di ogni altra cosa di rallegrare il morale dei ragazzi ma aveva gli occhi lucidi e l'aria troppo triste per fare qualsiasi cosa: forse aveva assistito al messaggio che il professor Silente aveva inviato ai genitori di Colin... che incubo!
Ancora un incubo erano i gemelli, che appena la vedevano da sola, con l'intento di tirarla su di morale si coprivano di pelo o di bolle e sbucavano all'improvviso di fronte a lei da dietro statue e armature e continuò così la giornata. Ginny ebbe il forte desiderio di unirsi ai suoi compagni del primo anno, che ora non si spostavano se non erano più di quattro o cinque, ma lei non se la sentiva. Si considerava quasi un estranea senza Colin Canon... 
"Buu!" esclamò un peloso essere. 
Ginny, che era persa nei suoi pensieri, sobbalzò dallo spavento e spalancò gli occhi dalla paura. 
"Che divertente!" disse George tra le risate, che sembravano molto finte. 
"Sorellina, dai, non mi trovi divertente?" incalzò Fred ma quello che i gemelli facevano non era di grande aiuto.
La piccola aveva il cuore in gola dalla paura. 
"MA SIETE IDIOTI?" strillò Percy dall'altro capo del corridoio mentre alcuni studenti del secondo anno lo percorrevano e guardavano i gemelli come se fossero tutti e due impazziti. "ANCORA CON QUESTA STORIA?" 
"Oh... Perce, possiamo spiegarti!" disse Fred con una nota di urgenza nella voce. 
"Non potete spiegarmi un bel niente!" 
"E invece sì!"
"Lo sai bene perchè stiamo facendo tutto questo" aggiunse George.
Ginny aveva un mal di testa incredibile. 
"Aaaaah, ancora con quella storia del tirarla su di morale? Guardatela, guardate nostra sorella! L'avete solo fatta prendere uno spavento con tutte queste storie che stanno circolando in giro! Lei fa incubi notturni e voi fate i cretini per farla spaventare e..."
"... volevamo solo strapparle un sorriso!" inveì Fred rabbioso mentre Ron, Harry ed Hermione guardavano la scena paralizzati. 
"Oh, che bel modo per far ridere una persona" sbottò Percy sprezzante, mettendosi una mano tra i capelli in modo esasperato. "Vi avverto, fatevi beccare di nuovo a spaventare Ginny che scrivo a nostra madre e dopo sono solo cavoli vostri!" 
"Ci stai minacciando?" chiese George arrabbiato.
"Sì!" rispose Percy e si allontanò col naso all'aria e a grandi passi verso chissà quale corridoio.
Ginny apprezzava molto i gemelli che fino a quel momento non avevano fatto altro che prenderla in giro e sentir dire che volevano solo vederla sorridere significava davvero moltissimo, e apprezzava anche Percy -anche se a volte pareva troppo esagerato- ma urlare ai quattro venti che lei aveva incubi notturni? Era di sicuro impazzito anche lui! Insomma, c'erano Ron, Harry ed Hermione lì ad ascoltare tutto e lui urlava dei suoi incubi che di sicuro Demelza e Vicky gli avevano sbandierato dato che erano state, più di una volta, svegliate per quel motivo. 
Fred e George guardarono Ginny tristemente e lei restituì loro lo stesso sguardo prima di andare via anche lei con l'aria afflitta. 




"Oh, è bruttissimo stare senza Colin..." mormorò Vicky con voce rotta di pianto mentre lei, Ginny e Demelza un lunedì di dicembre (Ginny e i gemelli avevano dato i loro nomi per rimanere ad Hogwarts dato che i tre non avevano alcuna voglia di vedere Bill in Egitto sbaciucchiarsi con la sua nuova fidanzata) erano sedute su un divano accanto al fuoco a mangiare i dolcetti che i gemelli, con tanta gentilezza, avevano regalato a Ginny e che lei, con altrettanta gentilezza, aveva diviso con le sue compagne. "Quando ho sentito Vitius dirlo alla Sprite mi si è gelato il sangue nelle vene. Credete che Harry Potter c'entri qualcosa?" 
"Non credo... sembra tanto un bravo ragazzo" rispose Demelza pensierosa. 
"Già. Tu cosa ne pensi, Ginny? Lo conosci bene?" 
"Sì... è un bravo ragazzo" rispose la ragazzina, non avendo la minima idea di cosa dire. 
"Quella svitata di Eloise Midgen -la ragazza brufolosa di Tassorosso, sapete?- proprio oggi ha comprato un talismano" le informò la bionda con una risatina. "All'insaputa dei professori, tra noi studenti c'è un commercio di talismani, amuleti e cipolle verdi..."
Demelza scoppiò a ridere e Ginny si aprì in un sorriso sincero. 
Eloise Midgen frequentava il loro corso di Erbologia ed era una ragazzina grassa, dai capelli corti e crespi, un po' stupida e ricordata per la gran quantità di brufoli che riempiva il suo viso paffuto. Eloise aveva comprato un amuleto? 
"Grace voleva imitarla e ha comprato un amuleto viola orrendo... poi la gettato nell'immondizia perchè due Corvonero del primo anno -Annie Gray ed Elisabeth Harries- le stavano ridendo dietro!" continuò la ragazzina informata. "Credete che funzionino quelle cipolle e amuleti?"
"Andiamo!" fece Demelza con un sorrisino. "Non avevi detto che Eloise era una ragazzina un po' stupida?" 
"Sembra anche che abbia una cotta per Harry Potter... uhm, no... quella è Johanna. Lei e Mirtilla Malcontenta potrebbero aprire un fan club fu quel ragazzo" disse Vicky scoppiando subito a ridere. 
"Chi è Mirtilla Malcontenta?" chiese Ginny suo malgrado. 
"Il fantasma di una ragazza che vive nel bagno del secondo piano... oh, e quanto è esasperante!"
E così Vicky si lanciò in un ampia descrizione del fantasma piagnucolone di nome Mirtilla Malcontenta e che descrizione! Ogni appellativo triste e negativo faceva parte della natura di quella ragazza fantasma dal viso zeppo di brufoli, dai spessi occhiali rotondi e dai capelli lisci e neri come spaghetti. Mirtilla Malcontenta poteva essere piùmalcontenta di Ginny? Avrebbero dovuto fare amicizia, anzi, pensandoci bene Ginny sarebbe andata volentieri a dare un'occhiata in quel bagno.
Alzandosi e trovando una scusa per giustificare la sua assenza, la piccola Weasley si diresse velocemente nel bagno del secondo piano stando attenta a non guardare quell'orribile scritta che ancora non ne voleva sapere nulla di togliersi. Aprì la porta con cautela e si infilò dentro velocemente. 
A quanto aveva detto Vicky quel bagno era sempre vuoto a causa di Mirtilla Malcontenta e Ginny non potè biasimare le ragazze che andavano da un'altra parte dato che quel bagno era zuppo d'acqua, come la notte dell'attentato a Mrs Purr. L'elemento che dominava la scena era il famoso piagnucolone fantasma di una ragazza che lievitava sul sifone, con gli occhi opachi lacrimosi. 
"Mirtilla è piagnucolona... Mirtilla è malcontenta..." 
Ginny si avvicinò sempre di più. 
"Mirtilla è... oh, e tu chi sei?
"Gi-Ginny Weasley, piacere" rispose la ragazzina.
"Ooooh, non ho mai sentito parlare di te, lo sai?" 
"Io di te sì" 
"Immagino cosa ti avranno detto! IMMAGINO PROPRIO!" strillò Mirtilla Malcontenta e con un ululato incredibile si gettò a capofitto dentro un water del primo gabinetto e scomparve dalla vista della ragazzina.
Sì, più malcontenta di Ginny si poteva essere ma era sicura che lei e Mirtilla sarebbero diventate grandi amiche. 
Passò un po' di tempo e Ginny si mise ad ispezionare un po' il bagno del fantasma notando qualche resto di Erba Fondente e piccoli resti di Pelle di Girilacco di cui Piton aveva tanto parlato a Pozioni, ingredienti che potevano trovarsi solamente nella sua dispensa personale e che qualche studente aveva di sicuro rubato, poi sentì delle voci familiari provenire da fuori e si nascose in fretta in uno dei cubicoli. 
"Dai Hermione, non essere paranoica! L'hai detto tu che nessuno entra qui dentro..." 
Era la voce di Ron e Ginny si aggrappò forte alla maniglia della porta come un'ancora di salvezza: lei era lì e i tre ragazzi stavano appena entrando... lei era lì e poteva ascoltare i loro piani. 
"Senti, non è colpa mia se sono preoccupata!" sbottò Hermione rabbiosa. "Il mostro di Serpeverde sta già cominciando ad aggredire i Mezzosangue. Il primo è stato Colin Canon, e io potrei essere la prossima..." 
"Non dirlo neanche per scherzo, Hermione! Incastreremo l'Erede, vedrai" la rassicurò Harry. 
Lacrime fredde scesero lungo il viso lentigginoso di Ginny e la ragazzina si vergognò di sè stessa: non erano loro tre gli aggressori... non erano stati loro. Come aveva potuto anche solo per un momento pensare che suo fratello c'entrasse qualcosa? Che vergogna! Percy aveva ragione, Demelza e Vicky avevano ragione... Harry Potter non era l'Erede di Serpeverde e i suoi amici non c'entravano nulla. 
Come poteva Harry aggredire Hermione quando insieme erano sulle tracce dell'Erede? 
Non li avrebbe mai guardati in faccia per l'orrore che aveva pensato di loro... chissà se glielo avrebbero perdonato. Magari no... ma allora, chi era l'Erede di Serpeverde? Chi era che aveva indirettamente aggredito anche Ginny togliendole la memoria? Chi diavolo era stato a far questo senza lasciare un minimo indizio? 
"Sentite!" fece la voce di Hermione in tono preoccupato.
"C'è stata un'altra aggressione?" chiese Harry. 
"No, ascoltate... sono grida di gioia. Andiamo via da qui, presto!" aggiunse Ron e i tre sgattaiolarono fuori dal bagno di Mirtilla. 
Ginny uscì dal cubicolo e li seguì a ruota: una grande quantità di persone riversarsi fuori dal corridoio del secondo piano correndo a perdifiato come se non vedessero l'ora di arrivare da qualche parte e il cuore della piccola fece una capriola. Era avvenuto un altro attentato? Non poteva essere, sembravano tutti eccitati. Allora, avevano scoperto chi era l'Erede di Serpeverde? Avevano beccato l'Erede con le mani nel sacco? 
Felice, la ragazzina si unì alla folla scalpitante ma prima venne fermata da Demelza Robins. 
"Dov'eri?" chiese quasi urlando perchè non si riusciva a sentire nulla a causa del chiacchiericcio degli studenti. 
"Ma cosa succede qui? Hanno preso l'Erede di Serpeverde?" Ginny cambiò discorso.
"Oh no, magari! Hanno fondato il Club dei Duellanti... vieni insieme a me?" 
Ginny la guardò incarcando le sopracciglia: un Club dei Duellanti? Credevano davvero che il mostro di Serpeverde sapeva combattere? Ma comunque, con i tempi che correvano un paio di incantesimi potevano sempre essere utili. 
Accettò. 




Caro Tom, oggi è stata una giornata ricca di avvenimenti. 
Ehilà cara. Cosa è successo?
A parte il fatto che il mio amico Colin mi manca tantissimo e che non vedo l'ora che la pozione di Mangragola sia pronta, ho scoperto che non è stato Harry, mio fratello e la loro amica ad aggredirlo. Non è fantastico?
Cosa te lo fa pensare?
Prima di tutto mi vergogno di me anche solo per aver pensato quelle cose su loro tre e poi li ho sentiti: Harry Potter è sulle tracce dell'Erede di Serpeverde e non si darà pace finchè non verrà catturato, specie se la sua amica possa essere aggredita. Lui è un eroe, non è un cattivo! Anche se... dopo l'avvenimento di oggi tutti credono il contario. Sai, Harry parla con i serpenti...
Harry Potter è un Rettilofono?
Parla con i serpenti, scrisse di nuovo Ginny che non sapeva cosa significasse 'Rettilofono' e guardò un attimo l'orologio di Demelza sul suo comodino: erano appena le cinque. Ha fatto un tale scalpore oggi al Club dei Duellanti, e sai perchè? Sembra che abbia aizzato il serpente contro un ragazzo di nome Justin Finch-Fletchley ma è sembrato... non l'ha davvero aizzato contro di lui! Se sta scoprendo il mistero come può fare una cosa del genere? Si è solo trovato in mezzo come il giorno di Halloween. Comunque Justin, siccome è un Mezzosangue, è scappato via. Ho sentito dire che si è nascosto nella Sala Comune di Tassorosso perchè è spaventato... 
Questo ragazzo è un Mezzosangue?
Sì, Tom.




Ginny Weasley si ritrovò in piedi, al buio... con la sensazione che la perseguitava da mesi: non ricordava nulla.
Perchè lei era lì? Cosa diavolo stava succedendo? 
Guardò il suo orologio da polso e si sentì gelare il sangue nelle vene: erano le otto. Ma se aveva appena guardato l'orologio di Demelza ed erano le cinque, come facevano ad essere le otto? Aveva buchi vuoti di memoria in cui non ricordava nulla, nè di cosa aveva fatto e nè di come avesse raggiunto quel posto. Avrebbe voluto solo delle domande ed essere lì al buio la fece ancora di più spaventare a morte. 
Di sicuro qualcuno era stato aggredito... di sicuro era successo qualcosa... 
Camminò alla cieca nel corridoio e inciampò su qualcosa di rigido e freddo. Guardò meglio e notò che quello era Justin Finch-Fletchley: il ragazzo che aveva visto al Club era pietrificato come uno stoccafisso e accanto a lui galleggiava in aria nero e fumante Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro. 
A Ginny girava la testa e quasi si sentì male.
Sentì un rumore che la fece nascondere dietro ad una statua e Harry Potter che passava di lì inciampò su Justin proprio come aveva fatto lei... senza avere la minima idea che fosse lì per terra, spaventato come la ragazzina. 
Non era lui ad aggredire le persone, e quella era la conferma! 
La piccola Weasley stava riflettendo in fretta: stava parlando con Tom Riddle e poi... aspetta, perchè quando parlava con Tom dopo non riusciva a ricordare più nulla e succedevano cose bruttissime? Si accorse di tremare e non era per il freddo... 
Fu solo quando Pix urlò a squarciagola che decise di correre via da lì. 






Angolo autrice
Questo capitolo è abbastanza simile a quello di prima in fatti ma in struttura è molto diverso. 
Spero che fino ad ora i miei capitoli vi piacciano.
Bacii.

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Capitolo 8
*** I sospetti e il San Valentino di Ginny. ***


I SOSPETTI E IL SAN VALENTINO DI GINNY.


Caro Tom Riddle... scrisse la ragazzina una volta nel dormitorio. 
Non riusciva a credere che un diario c'entrasse qualcosa con quella storia della Camera dei Segreti, non riusciva a credere che quel diario c'entrasse qualcosa con l'Erede di Serpeverde. Era un po' stupido da parte sua ma tutto sembrava quadrare da solo. Quante volte era capitato che mentre parlare con Tom Riddle non ricordava più niente? Era in un posto senza sapere come ci era arrivata? Era troppo strano ma Ginny dovette ammettere a sè stessa che sospettava del suo amico Tom. 
Ciao Ginny, stavo proprio pensando a te. 
Un diario pensava? Quante altre cose avrebbe dovuto sopportare quel giorno, la povera ragazzina? Non sapendo cosa accidenti scrivere di sensato, scrisse le prime cose che gli vennero in mente. 
Davvero?
Oh sì, come stai?
Non bene. Oggi c'è stata un'altra aggressione e io mi sono ritrovata accanto al corpo di Justin, il ragazzo del Club di cui ti parlavo... è strano, non trovi anche tu? Parlo con te e poi perdo la memoria e avvengono aggressioni...
Se ci tieni a saperlo non ci trovo proprio nulla di strano. 
Sembrava freddo, distaccato... mentre Ginny sgranava gli occhi dalla sorpresa e dal fatto che avesse confessato ciò che più temeva al mondo. Non sapeva più cosa rispondergli ma Tom Riddle fece una cosa che non aveva mai fatto in tutto quel tempo.
Comunque, ti pensavo oggi. Mi chiedevo se ti andava di condividere con me qualche mio segreto.
La ragazzina tremò ancora di più: cosa diavolo significava tutto quello? Cosa significava 'condividere con me qualche mio segreto'? Di solito era Ginny a confessare tutti i suoi segreti, Tom Riddle era un diario, un diario non aveva dei segreti, no? Oppure sì... Tom Riddle era davvero solo un diario? Quella faccenda stava diventando pericolosa. 
Sì, mi va. rispose per vedere cosa succedeva. 
Anch'io sono stato ad Hogwarts, ero nella casa di Serpeverde.
Sei un fantasma?
Un ricordo conservato in un diario per cinquant'anni. Mio padre era un Babbano e mia madre era una strega, erede di Salazar Serpeverde. Mia madre morì poche ore dopo il parto avendo il tempo di darmi come nome il nome di mio padre e quando morì mia madre, mio padre mi abbandonò in un orfanotrofio Babbano. Ho vissuto lì dentro fino ad undici anni, poi Albus Silente venne a farmi visita e a dirmi che potevo frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Ero felicissimo ma già sapevo che ero speciale: spostavo gli oggetti senza toccarli, facevo fare agli animali ciò che volevo senza addestrarli e facevo capitare cose brutte a chi era cattivo con me. Amavo collezionare tesori, sai? Ogni cosa di valore o che per me avesse un valore, come un medaglione... o un anello, una coppia... chi non ne è affascinato?
Ginny continuava a leggere la sua storia e ad ogni singola parola che leggeva si sentiva sempre più male, le girava la testa, aveva conati di vomito e quasi non aveva neache la forza di prendere in mano il diario. 
Era debole. 
Ero un mago abilissimo, uno studente modello. Molto diverso da te, in effetti... io mi circondavo di poche persone e amavo agire da solo. Non mi serviva il parere di nessuno, non avevo bisogno dell'aiuto di nessuno... 
Tom Riddle continuò, continuò e continuò a parlare di sè, a parlare dei suoi segreti e Ginny alla fine del racconto era messa malissimo e neanche sapeva il perchè. Non riusciva a capire il perchè di quel racconto e non voleva più sapere nulla: chiuse il diario con un colpo secco e si precipitò fuori dalla Torre di Grifondoro, nascondendosi dagli studenti che passavano nei corridoio con una certa fatica. Molte volte inciampava nei suoi piedi, molte volte sbandava nei lati e doveva reggersi il petto per continuare... ma perchè?
Una parte di lei sembrava terrorizzata da quella situazione, l'altra sembrava goderne... una sensazione troppo strana e, quasi sinistra, per essere descritta, una sensazione troppo strana per essere spiegata chiunque fosse sano di mente: aveva l'impressione di non essere lei, a volte. 
Raggiunse il bagno di Mirtilla Malcontenta e si chiuse dentro, ringraziando il cielo che il fantasma non ci fosse. Iniziò a spremersi le meningi, non sapendo cosa fare di quel dannatissimo diario imbroglione, e cominciò ad andare avanti e indietro. D'un tratto le venne un idea, raggiunse il cubicolo e gettò il diario nel water tirando lo sciaquone: il diario trapassò la testa di Mirtilla Malcontenta e prima che il fantasma avesse il tempo di guardarla e urlare facendo la spia, Ginny se l'era già data a gambe. 




Passarono giorni e giorni da quando Ginny decise di non fidarsi del suo diario ed ogni giorno che passava era un incubo, tanto per cambiare, anche se quella volta sembrava diverso: tutti i giorni si sentiva male, debole... era come se non fosse nemmeno più lei, era come se combattesse per andare a recuperare il diario ovunque quello fosse e stare dalla parte di Tom Riddle senza sospetti nè nulla, perchè ormai lui era una parte di lei, ma dall'altra aveva paura di lui... l'altra parte era sospettosa, inquieta. 
Una sensazione che non sapeva spiegarsi abitava dentro di lei.
Il rossore che di solito abitava le sue guance era svanito e sostituito da una maschera di pallida tristezza: Ginny aveva il viso incavato, due occhiaie che sembravano più profonde del Lago Nero, e il corpo più esile e più magro del solito dove si potevano intravedere le piccole ossa. 
Venne anche Natale che non fu come gli altri anni e la ragazzina quasi rimpianse di essersi fatta trascinare dai gemelli sulla scelta di andare a trovare Bill in Egitto: lei amava Bill e aveva tanta voglia di vederlo ma forse i gemelli avevano ragione sul fatto che Ginny non l'avrebbe rivisto con quella piattola della sua fidanzata che gli ronzava attorno come un insetto fastidioso. 
Cominciarono le lezioni e il sonno in classe prendeva la piccola Weasley più che mai, faceva fatica a restare attenta in classe e i rimorsi per aver lasciato che il diario di Tom Riddle annegasse in un gabinetto del bagno di Mirtilla Malcontenta erano dolorosissimi. Aveva controllato più e più volte quel gabinetto ma del diario nessuna traccia, era stata tentata dal chiedere al fantasma se l'avesse visto in giro o che qualcuno fosse entrato e l'avesse preso ma si trattenne. 
La sera del tredici febbraio Ginny salì in dormitorio con la voce di Percy che risuonava nelle orecchie: lui continuava a ripeterle che era pallida e che non sembrava più lei ma la realtà era che neanche la ragazzina non sapeva spiegarsi tutto ciò... 
La mattina del giorno di San Valentino, la piccola Weasley si svegliò di soprassalto. 
Aveva sognato Tom Riddle: i suoi tratti erano sfocati, non ricordava più il suo viso perchè era sicura di averlo visto in sogno ma proprio non lo ricordava, i capelli erano neri e ribelli come quelli di Harry, e portava la divisa di Hogwarts ma con i colori verde e argento, ovvero quelli di Serpeverde, era giovane... era uno studente proprio come lei... ma era inquientante. Era furioso e arrabbiato con lei per il fatto che l'aveva abbandonato e quel sogno fece del male a Ginny più che mai che si preparò con un nodo alla gola troppo doloroso per alleviarlo. 
"Ciao" disse la voce di Demelza Robins quando Ginny raggiunse la Sala Comune. 
"Ciao. Non sei a colazione?" 
"Ti stavo aspettando"
Aspettando? Ginny provò un moto d'affetto per quella timida e cortese ragazzina. 
"Eri agitata stanotte, mi sono preoccupata. Fai spesso questi incubi?" chiese lei col suo solito tono timido. 
"Oh no... è per via di Colin credo, sì..." rispose Ginny ma non era in parte così. 
"Giusto. Che stupida!" arrossì violentemente: sembrava volesse piangere. "Scendiamo?" 
Le due ragazzine passarono il buco del ritratto e si avviarono con passo lento nella Sala Grande di Grifondoro chiacchierando delle lezioni, chiacchierando del più e del meno, chiacchierando di cose che non avrebbero potuto turbare Ginny e il ricordo del sogno fatto svanì velocemente: in lei regnava tranquillità quando parlava con Demelza Robins e quella fu una fortuna. 
"Vicky non ha potuto aspettarti... vedi, lei aveva un appuntamento con le sue amiche di Tassorosso e Corvonero" stava dicendo la ragazzina. "Conosce un sacco di persone e le conosceva anche prima di venire qui. I genitori di gran parte dei ragazzini del primo anno sono amici dei genitori di Vicky perchè loro lavorano insieme al Ministero. Mi chiedo perchè io non conosco nessuno dato che anche mia madre lavora al Ministero..."
Ginny ridacchiò: anche suo padre lavorava al Ministero ma lei non conosceva nessuno, e lo disse a Demelza.
"Perchè non sei andata con lei, Demelza?" chiese Ginny. "Non credo che Vicky è così cattiva come... Alice e Rose... per lasciarti da sola. N-no?" 
"Sì, hai ragione. Ma sono stata io che ho rifiutato... c'era tutta quella gente!
Ginny pensò che il problema di Demelza nel stare in gruppo era la timidezza, un po' come lei. Era difficile parlare con qualcuno quando c'erano un sacco di ragazzine chiacchierone e tu eri l'unica ad essere leggermente timida: Ginny non era amica di Vicky ma se la ragazzina gli avrebbe proposto di unirsi a lei e alle amiche avrebbe fatto la stessa scelta di Demelza, anche se in altri tempi avrebbe accettato con audacia.
A volte si chiedeva dove fosse la vera Ginny Weasley... 
Le due ragazzine camminarono ancora un po' e ben presto raggiunsero la Sala Grande che non somigliava affatto alla Sala Grande: le pareti erano ricoperte di fiori color rosa acceso come l'abito che Allock sfoggiò nella loro seconda lezione di Difesa contro le Arti Oscure (abito a dir poco memorabile) e dal soffitto pendevano dei coriandoli a forma di cuore. 
"Oooh, Vicky aveva ragione allora!" esclamò Demelza deliziata.
A Ginny piaceva tutto quel rosa e raggiungendo il tavolo di Grifondoro guardò il tavolo degli insegnanti: Allock indossava di nuovo quell'abito rosa brillante e gli insegnanti sedevano al suo fianco, pietrificati e come nel caso di Piton disgustati. La situazione ai tavoli dei ragazzi non poteva essere diversamente e il tavolo dei Grifondoro era immerso in un silenzio disgustato, come se avessero somministrato a tutti un bel bicchierone di Ossofast: Ritchie era sbigottito, Christopher era divertito, William aveva un viso indefinibile, impossibile dire se fosse sorpreso da tutto quello o sul punto di vomitare. In quanto ad Alice e Rose erano elettrizzate come non mai e continuavano a sorridere affabili a tutti, mentre Vicky le raggiunse con un sorriso raggiante e si sedette con loro.
Ginny pensò inconfondibilmente a Colin, alla sua faccia se avesse visto tutto quello e soprattutto il vestito di Allock... provò uno strano senso di disperazione e non riusciva a credere che il suo cuore aveva smesso di battere finchè la pozione di Mangragola fosse stata pronta. 
"Buon San Valentino!" esclamò d'un tratto Allock facendoli sussultare. "E il mio grazie alle quarantasei persone che mi hanno mandato una cartolina di auguri! Sì, mi sono preso la libertà di farvi una piccola sorpresa... e non finisce qui!"
Battè le mani con eleganza e in modo teatrale e dalla Sala d'Ingresso entrarono una dozzina di nanetti dall'aria arcigna che somigliavano incredibilmente agli gnomi da giardino che Ginny aveva alla Tana: avevano ali dorate e un'arpa proprio come dei piccoli cupidi cattivi, perchè l'impressione era un po' quella. 
"Il miei amici cupidi, postini d'amore!" annunciò lui con fervore. "Oggi andranno in giro per tutta la scuola, consegnando i vostri auguri di San Valentino! E il bello non finisce qui: sono sicuro che i miei colleghi vorranno condividere lo spirito della festa. Perchè non chiedete al professor Piton di mostrarvi in quattro e quattr'otto come si prepara una Pozione d'Amore? E già che ci siamo, il professor Vitius, quel vecchio furbacchione, di Incantesimi Incantevoli ne sa più di qualsiasi mago io abbia mai conosciuto!" 
Ginny guardò il professor Vitius diventare rosso e coprirsi il viso tra le mani e Piton assottigliare gli occhi con aria minacciosa quasi come se volesse avvertire gli studenti che chi si fosse azzardato a chiedergli di fare una Pozione d'Amore rischiava l'assoluto avvelenamento. 
Scoppiarono tutti a ridere al tavolo dei Grifondoro e Christopher non faceva che indicare Piton e ululare dalle risate. 
"Allora, voi due, a chi avete intenzione di dare il vostro San Valentino?" chiese Vicky maliziosa e Ginny si sporse immediatamente verso Harry Potter che stava facendo colazione insieme a suo fratello e ad Hermione Granger. 
Un San Valentino ad Harry? La proposta era così allettante... e perchè no? Infondo il San Valentino era anonimo, Ginny non poteva andare a sbandierarlo ai quattro venti e di sicuro il ragazzo, dopo tutte le cattiverie che aveva ricevuto in quei giorni, avrebbe apprezzato una dichiarazione perchè significava che non tutte le persone lo credevano un assassino imbroglione delinquente. Ginny si era vergognata per ciò che aveva pensato di lui e voleva rimediare anche se Harry non l'avrebbe mai saputo che il bigliettino sarebbe stato da parte della sorellina del suo migliore amico: a undici anni non si poteva essere innamorati ma Ginny sentiva un sentimento troppo forte nei confronti di Harry Potter che le procurava la tremarella alle gambe e la notevole crescita del calore della sua pelle ed era stufa di venire ignorata da lui.
Doveva farsi notare e doveva fare qualcosa! 
"Io non credo che farò un San Valentino a qualcuno" disse Demelza timida ma sincera. 
"E tu Ginny?" incalzò Vicky vedendola incantata. "Chi guardi?" 
"Oh... io..." 
"Non lo dirò a nessuno, promesso!" 
"Io non guardavo nessuno, sul serio..." mentì Ginny convincente e il sorriso sparì dal viso della bionda. 
Era ora di agire! 




Durante le lezioni, Ginny si mise a faticare e a faticare duramente per trovare delle buone rime: aveva intenzione di mandare ad Harry un San Valentino anonimo musicale. Quell'idea era stata già adoperata da un paio di ragazze del terzo anno e Ginny, avendo origliato le loro conversazioni in bagno, aveva preso spunto da lì e non vedeva l'ora che la sua filastrocca fosse finita. 
Naturalmente non aveva detto nulla a Demelza e a Vicky, cosa che di sicuro avrebbe detto a Colin, ma ogni volta lo sguardo delle due ragazze incontrava il suo con una certa curiosità, come se sapessero che Ginny si fosse messa in opera per trovare le rime giuste da dedicare ad un ragazzo, o meglio a quel ragazzo.
"Uhm... Occhi verdi e lucenti di rospo di salamoia..." recitò Ginny a voce bassissima mentre il professor Allock interrogava Rose sugli incantesimi che lui stesso aveva eseguito in A merenda con la morte. "Questa rima va bene... ma questa non mi convince: l'eroe che ha sgominato di Tu-Sai-Chi... no, del Mago Oscuro..." 
Suonò la campanella e Ginny, soddisfatta, fu la prima a lasciare la classe. Vagò per i corridoi, quasi rischiando di arrivare in ritardo alla lezione di Pozioni con Piton ma poco le importava. Le importava solo di trovare un nano al quale poteva lasciare il suo San Valentino musicale e infine lo trovò, per sua sfortuna proprio accanto all'aula dove i Serpeverde del secondo anno avevano appena finito di fare lezione. 
"Scusa..." fece la ragazzina imbarazzata. 
"Un San Valentino per persona amata, signorina?" chiese il nano in tono spiccio e con voce gracchiante. "Lo dia a me e lo vedrà consegnato in men che non si dica, si fidi... dia a me, dia a me!" 
Ginny gli porse il biglietto decorato di rosa. 
"Questo è per... è per... Harry Potter" disse con un filo di voce cominciando a diventare rossa come il tramonto. "E ehm... è un San Valentino musicale..." 
"Ooooh, chissà la Weasley a chi ha fatto un San Valentino musicale!" esclamò una voce strascicata, la voce strascicata di Draco Malfoy e Ginny lo guardò con terrore: che avesse capito che si trattasse di Harry Potter? No, impossibile. "Forse a quel rifiuto della società..." aggiunse, facendo finta di scattare foto con una macchinetta fotografica invisibile e la ragazzina capì che si trattava di Colin Canon. 
"Colin non è un rifiuto della società!" gridò lei e fuggì via prima che Malfoy potesse ribattere. 
Le lezioni del pomeriggio proseguirono nel migliore dei modi, soprattutto quella di Incantesimi con il professor Vitius: Alice ebbe perfino il coraggio di chiedergli di far provare ai ragazzi gli Incantesimi Incantevoli che Allock aveva parlato a colazione e il piccolo professore eseguì, anche se abbastanza riluttante. Ginny avrebbe voluto saper padroneggiare quell'incantesimo ma era troppo presto per fare una cosa del genere. 
Nel tardo pomeriggio mancava solamente la lezione di Trasfigurazione, aula che si trovava accanto a quella di Incantesimi e i Grifondoro del primo anno si scontrarono con i Corvonero del primo anno, e con i Grifondoro e i Serpeverde del secondo anno, cosa che la piccola Weasley trovò imbarazzante: chissà se Harry aveva già letto il suo San Valentino e avesse già tirato ad indovinare chi fosse stato a mandarglielo... 
"HARRY POTTER!" chiamò un nano. "Oh, proprio te, Harry Potter!" 
Era il nano al quale Ginny aveva dato il suo bigliettino, che si fece largo tra la folla sgomitando e poco mancò che Ginny cadesse a terra da tanta pontenza in un corpicino così piccolo e che non infilasse un dito nell'occhio al povero Christopher Jones: Harry Potter stava per ricevere il suo San Valentino proprio lì, davanti a tutta quella gente e soprattutto in presenza di Draco Malfoy. 
"Ho un messaggio musicale da consegnare ad Harry Potter in persona!" gridò il nano tirando il ragazzo per la cartella.
"Lasciami andare!" ringhiò Harry e la sua cartella si lacerò: tutta la sua roba cadde in corridoio causando un fastidioso ingorgo. 
"Che cosa succede qui?" chiese Draco Malfoy irritato. 
"Che cos'è questo trambusto?" sopraggiunse Percy. 
Lupus in fabula, pensò Ginny in modo disperato mentre gli studenti si accalcavano ancora di più. Un quadretto allucinante: Harry Potter, Malfoy, suo fratello Percy e la folla di studenti. Cosa doveva capitare oggi per far andare tutto storto? 
Harry prese a raccogliere la sua roba ma il nano lo gettò per terra, si sedette sulle caviglie per non farlo muovere e con un'aria gongolante sul viso disse: "Bene, ecco il tuo San Valentino musicale!" 

Occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia
Capelli neri e lucidi come di corvo in volo
Vorrei che fosse mio -quale divina gioia!- 
L'eroe che ha sgominato del Mago Oscuro il dolo. 


La morte sarebbe stata preferibile. 
Ginny si fece di un colore simile al marroncino dei suoi occhi mentre la folla rideva a crepapelle per la sua assurda filastrocca amorosa e sdolcinata (alcuni ragazzi avevano perfino le lacrime agli occhi dalle risate, comprese Alice, Rose e Christopher): Ma cosa aveva bevuto Ginny quando aveva fatto quel dannato San Valentino? Del Wisky Incendiario? Sapeva che poteva avere degli effetti del genere... 
O forse era solo la sua stupidità? 
"FILATE IN CLASSE! VIA!" gridava Percy che cercava di allontanare gli studenti da lì. "Via, via tutti! La campanella è già suonata da cinque minuti, tutti in classe ora! Anche tu, Malfoy!"
Ma Mafoy era occupato: Ginny lo vide chinarsi a terra ed afferrare un libriccino nero da terra, che doveva appartenere di sicuro ad Harry. Lo mostrò con aria avida a Tiger e Goyle, i suoi due fedeli compagni, e alla piccola Weasley quasi venne un infarto. Avrebbe preferito far ripetere milioni di volte il San Valentino musicale che aveva fatto ad Harry Potter al mondo intero pur di riavere il diario di Tom Riddle, ritrovato dal ragazzo nel bagno. 
Si fece prendere totalmente dal panico: e se Tom Riddle per punizione avesse spiattellato tutti i suoi segreti? E se avesse intenzione di raccontare tutti i sospetti della ragazzina e tutte le confidenze che aveva rivelato solamente al suo amico Tom? 
Ginny guardava da Harry a Malfoy con aria terrorizzata. 
"Ridammelo!"
"Chissà cosa ci ha scritto Potter?" 
"Dallo a me, Malfoy" intervenne Percy deciso. 
"Non prima di averci dato un'occhiata"
"Come Prefetto della scuola..." 
"Expelliarmus!" Harry disarmò Malfoy e il diario volò nelle mani di Ron che ghignò: Ginny voleva svanire nel nulla. 
"Harry!" ruggì Percy alzando la voce. "Niente magie nei corridoi, dovrò fare rapporto!" 
Era stato un grandissimo errore quello di Ginny di disfarsi del diario e doveva riprenderselo presto, prima che fosse troppo tardi. Stava già pensando, ancora scossa e terrorizzata, ad un modo per riaverlo di nuovo per sè quando Malfoy, furibondo, mentre lei lo superò per entrare in classe, gli gridò dietro l'unica cosa che avrebbe potuto peggiorare la situazione. 
"Non credo proprio che a Potter sia piaciuto il tuo San Valentino!" 
Ginny si sentì morire dentro e coprendosi il volto con le mani corse in classe. 






Angolo autrice
Spero che non sia un capitolo troppo lungo. 
Non mi sono affatto resa conto che potesse venire così: avevo così tanto da scrivere! 
Saluti! 

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Capitolo 9
*** Tom Riddle agisce di nuovo. ***


TOM RIDDLE AGISCE DI NUOVO.


Dopo le lezioni, Ginny fu la prima a raggiungere il suo dormitorio e a chiudersi a chiave in bagno: era stata una giornata pessima tra il diario di Tom nelle mani di Harry Potter e il San Valentino musicale gridato ai quattro venti in presenza di quasi tutta la scuola. 
Si precipitò immediatamente nella doccia e aprì subito l'acqua calda sperando che i pensieri non ci mettessero troppo tempo ad andare via ma quelli rimasero imperturbabili nella sua testa e la ragazzina quasi quasi si disse che valesse proprio la pena annegare nella doccia direttamente per quell'incredibile umiliazione. Chiedendosi il perchè della sua sciocchezza uscì dalla doccia e dopo aver indossato il suo pigiama aprì la porta del bagno. 
"FINALMENTE!" gemette Rose irritata. 
"Ginny... santo cielo, eri qui!" disse Vicky ma non era arrabbiata, piuttosto, era sorpresa. "Perchè non ci hai detto che ti piaceva Harry Potter? Avresti dovuto dircelo e noi ti avremmo volentieri aiutata. Insomma, non sapevo che avessi così buon gusto..."
"Vicky!" soffiò Demelza sconvolta mentre Alice e Rose ridacchiavano.
"No, cioè, nel senso... cavolo, ti piace Harry Potter!"
Ginny si sforzò di sorridere ma si voltò in fretta da un'altra parte per non farsi tradire dal viso rosso di rabbia e di collera: era stata proprio una stupida, che aveva avuto quella stupida idea di mandare ad un ragazzo impossibile una stupida filastrocca contenente degli stupidi versetti da stupida bambinetta innamorata. Ginny si sarebbe ricoperta di epiteti che avrebbero potuto far accantonare la pelle ai gemelli per quanto forti erano ma si trattenne da scandalizzare tutti. L'incantevole figura gli era bastata quel pomeriggio. 
"Weasley..." mormorò Alice dando una gomitata a Rose. 
Entrambe fecero un sorriso a quarantadue denti alla ragazzina e esclamarono all'unisono, come se non fosse abbastanza chiaro: "Ma ti piace Harry Potter?"
La serata continuò così, tra Vicky che continuava a rimproverarla sul fatto che non avesse detto nulla alle sue compagne che avrebbero potuto sul serio aiutarla, tra Alice e Rose che la bombardavano di domande su vita, morte e miracoli di Harry Potter e ridacchiavano in maniera quasi maligna quando Ginny era costretta a rispondere (seppero in quattro e quattr'otto la storia di come Ginny aveva conosciuto Harry) e tra le risate provenienti dalla Sala Grande a causa dei cori dei gemelli: il coro somigliava terribilmente a Occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia, che parve piacere molto ai Grifondoro e soprattutto ad Alice e Rose che cominciarono a canticchiarla così malvagiamente che Vicky si chiuse in bagno per una buona ora e Demelza spense le luci mettendo a tacere le compagne. 
Quella giornata somigliava più ad un esercizio di umiliazione. 
Con i giorni che seguirono, i gemelli si dimenticarono in fretta della filastrocca della sorellina e quando Ginny a volte si sorprendeva a canticchiarla loro ammutolivano in fretta e cercavano di essere più amichevoli possibili con lei, soprattutto in presenza di Percy che sembrava non aver mai assistito all'avvenimento del San Valentino musicale, e quello era solo un bene! Alice e Rose erano le oche della situazione: sembravano l'opposto dei gemelli, erano ancora più antipatiche del solito mentre lanciavano ad Harry sguardi ammiccanti e cantavano in dormitorio Occhi verdi e lucenti con l'intenzione di far venire a Ginny un diavolo per capello, e non è che ci sarebbe voluto molto. Per quanto riguarda gli altri ragazzi della classe, loro parevano profondamente dispiaciuti per quegli avvenimente, anche se Christopher molte volte faceva fatica a restare serio. 
Arrivò anche marzo e le vacanze di Pasqua: erano passati quattro mesi da quando Justin e Nick-Quasi-Senza-Testa erano stati aggrediti e gli studenti di Hogwarts arrivarono a pensare che l'aggressore si fosse stancato di pietrificare le persone ed avesse rinunciato. Ginny non aveva tempo per pensare al mistero della Camera dei Segreti dato che era troppo abituata per formulare il piano perfetto per riprendersi il diario e l'unica soluzione sembrava intrufolarsi nel dormitorio di Harry e frugare tra la sua roba ma era troppo rischioso farlo...
"Alice e Rose sono odiose, io non le sopporto! Insomma... ormai lo sa quasi tutta la scuola che a Ginny piace il famoso Harry Potter ma basta farle domande maligne e assillanti, no?" 
Vicky era indignata e Demelza lanciò a Ginny, che sembrava profondamente irritata dal fatto che la scuola sapesse che la timida sorellina di Ron Weasley avesse una cotta per il suo migliore amico, uno sguardo in tralice mentre tutte e tre le ragazze percorrevano i corridoi dopo cena. 
"A William e Christopher piacciono molto" disse Demelza. 
"Poveri loro" borbottò Ginny tra i denti. 
"Nah, fanno solo fatica a liberarsi di loro... me l'ha detto Ritchie Coote" 
"Questa sì che è una bella notizia!" esclamò Demelza raggiante ma Vicky non l'ascoltava più.
Era corsa alla finestra e guardava in basso come se fosse incantata, anche se di sicuro era incantata da qualcosa. Demelza e Ginny si avvicinarono e la ragazzina notò delle scope da corsa che volavano attorno al campo da Quidditch: a giudicare dai colori, erano proprio i Tassorosso. Vicky ebbe uno spasmo e spalancò la bocca anche se non ne uscì alcun suono e le sue compagne la fissarono confuse. 
"I TASSOROSSO! I TASSOROSSO AGLI ALLENAMENTI PER DOMANI!" gridò infine.
Ginny avrebbe voluto dirle: 'E quindi?' ma Demelza l'anticipò. 
"Cedric Diggory è nei Tassorosso..." rispose la ragazzina in un sussurro. "Cedric Diggory, ragazze!" 
"Ancora con quella storia" borbottò Demelza divertita.
"Ma non capisci? è un'occasione da non perdere!"
"Scusate ma cosa...?" intervenne Ginny e in meno di un minuto seppe tutto ciò che si doveva sapere su Cedric Diggory. 
Questo ragazzo era il figlio di Amos Diggory, di cui Ginny aveva già sentito parlare perchè lavorava al Ministero della Magia insieme a suo padre, era al quinto anno di Hogwarts nella casa di Tassorosso, era alto, biondo e davvero affascinante: Vicky aveva intenzione di andare agli allenamenti prima che fosse il turno dei Grifondoro per vederlo e stava pregando le due ragazzine. 
Ginny si era lasciata convincere quando... 
Andiamo! Dopo i Tassorosso ci sono gli allenamenti dei Grifondoro e lo stadio sarà pieno come un uovo!
"Non verrò, ragazze" dichiarò la ragazzina. 
"Perchè? Non c'è nessuno nella Sala Comune!" 
"Non mi sento molto bene..." mentì lei. "Vado da Madama Chips e vi raggiungo!"
"All'improvviso?" chiese Demelza preoccupata. 
"Sì!" le gridò dietro Ginny e si allontanò in fretta e a grandi passi verso la Sala Comune di Grifondoro. 




Ginny aveva aspettato paziente che anche l'ultimo componente di Grifondoro, un ragazzino goffo e dal viso paffuto, uscisse dalla Sala Comune e lentamente salì le scale a chiocciola che portavano ai dormitori maschili. Sorpassò la porta 'Alunni del primo anno' e spalancò in fretta quella con scritto 'Alunni del secondo anno', si infilò dentro e sospirò di sollievo. 
Fino a quel momento c'era. 
Si chiuse a chiave anche se immaginava che chiunque di fuori avrebbe potuto aprire in men che non si dica la porta e si diresse verso il letto di Harry, accorgendosi che era il suo solo dal baule che giaceva accanto a letto con la scritta 'HP'. Tolse le coperte con ferocia quasi bestiale, le lenzuola e il pigiama da sotto al cuscino ma del diario non c'era traccia. Provò nei cassetti, gettandoglieli sotto sopra ma nulla. L'unica possibilità era di vedere nel suo baule. Lo aprì e scaraventò la sua roba dappertutto, sparpagliandola, strappò per sbaglio il suo mantello nero e ruppe molte pagine di Trekking con i troll ma la rabbia si impadronì di lei: urlò e imprecò a voce alta per la barbaria che aveva appena compiuto e per il fatto che non trovasse il diario di Tom Riddle poi quando ogni speranza stava per crollargli addosso lo trovò e lo depose con avidità nell'interno della sua tunica.
Quello che fece dopo fu solo correre all'impazzata verso il suo dormitorio. 
Caro Tom... scrisse Ginny una volta al sicuro. 
Salve Harry Potter. rispose Tom Riddle e il cuore della ragazzina salì fino alla gola. 
No Tom, sono Ginny Weasley.
Come ti sei ripresa questo diario?
Io... mi dispiace tantissimo per ciò che ho fatto Tom!
Non era tanto sicura dell'innocenza di Tom ma quella sensazione strana dentro di lei la spingeva a continuare a parlare con lui, a dargli retta, a fidarsi in qualche modo di un ricordo conservato in un diario per cinquant'anni. Era sciocco, magari strano... ma era così. Sospettava di lui, ma allo stesso tempo avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riavere un amico con cui confidarsi, pur di riavere la sua compagnia che nonostante tutto era stata importante e lo era ancora. 
Sì, è stato terribile.
Hai ragione! Non sai che terrore che ho provato quando ho visto che Harry aveva il diario. Sai, è successo durante il giorno di San Valentino: stavo entrando in classe quando ci fu un ingorgo a causa di un bigliettino d'amore che avevo scritto ad Harry e la sua cartella si è strappata e... puf! Nella sua cartella c'era questo diario e io mi sono lasciata prendere dal panico. Ho pensato al peggio, ho pensato che tu potessi vendicarti con me!
Nonostante tutto non potrei mai farlo, Ginny.
La ragazzina sospirò di sollievo. 
Allora, incalzò Riddle. Come hai fatto a riprenderti il diario?
Una mia amica mi ha detto che erano tutti agli allenamenti di Quidditch, così ho aspettato che nel dormitorio non ci fosse nessuno e mi sono intrufolata dentro. Spero con tutto il cuore che Harry non denunci tutto agli insegnanti: ho combinato un casino in camera.
Affascinante.
Tom, potrai perdonarmi? scrisse Ginny notando che Tom Riddle non le rispondeva più come prima. Farò qualunque cosa pur di ottenere il tuo perdono, lo prometto. Lo giuro su Godric Grifondoro, così ci faceva giurare mio padre.
Oh, ovviamente. Ci sarà sicuramente qualcosa che potrò farti fare. Mi sei mancata, Ginny Weasley, e so per certo che mi dimostrerai la tua fedeltà, capacità, prontezza e che naturalmente sarai di enorme aiuto. 
Ginny non sapeva cosa fare, probabilmente l'unica cosa buona da fare era una passeggiata prima che ritornassero tutti a scuola e notassero quanto fosse sconvolta, pallida o qualsiasi cosa avesse di strano e che avrebbe potuto destare dei sospetti.
Scarabbocchiò un 'Devo andare, Tom!' e corse in corridoio. 
Passeggiando si rese conto di non essere davvero l'unica ad aver avuto l'idea di andare a fare una passeggiata mentre tutti erano via, infatti si sentivano degli schiocchi come dei rumori strani ma non era di sicuro nulla di sinistro. Quel rumore proveniva da un aula e una voce familiare risuonò nelle sue orecchie: sembrava quasi la voce di Percy. Stava ripassando per gli esami? Probabile, era da Percy. Ma suo fratello non le aveva sempre detto che non bisognava disturbare le persone mentre studiavano?
Oh, ma quante paranoie! Quasi quasi gli somigliava... lei era una Weasley!
Aprì la porta e la scena che le si parò davanti era più che disgustosa, avrebbe osato dire vomitevole: il Prefetto di Corvonero, Penelope Light, era seduta su un banco e Percy stretto sul suo petto e la baciava con furia. A Ginny quasi venne da ridere e non avrebbe mai detto che Percy fosse capace di quelle cose... soprattutto in un aula vuota con un castello quasi vuoto! 
"GINNY!" strepitò lui, aggiustandosi velocemente la cravatta rosso di imbarazzo, mentre Penelope scendeva dal banco con aria totalmente confusa, ma serena. "Oh santo cielo..." aggiunse ansimando, quasi non riuscendo a parlare.
"Percy" disse la ragazzina. 
"Va' Penelope, io ti raggiungo dopo" disse Percy a quella che era la sua fidanzata. "Forse!" le gridò dietro.
Ginny abbassò il capo per non scoppiare a ridere.
"Oh Godric, sembri sconvolta!" 
"No, non sono sconvolta perchè tu... insomma..."
Percy quasi non parve sentirla e la prese delicatamente per le spalle, con un gesto che lasciava intendere una minaccia imminente, e soffiò: "Tu non dirai a nessuno ciò che hai visto!"
"Ma ti pare che lo...?"
"A nessuno" ripetè lui ancora tutto paonazzo. "Soprattutto ai gemelli. Loro non devono assolutamente..."
Percy deglutì e corse via, lanciando un'ultimo sguardo di ammonizione alla sorella e il messaggio a Ginny fu chiaro: ti farò sul serio pietrificare dal mostro di Serpeverde se apri quella tua boccaccia. 




Il giorno successivo fu un'incubo quasi quanto quello precedente e quello precedente ancora: Ginny non riusciva più ad alzare braccia e gambe, era più debole del solito, i suoi occhi erano stanchi, il suo pallore era spettrale e, soprattutto, era più magra del solito. 
Faceva davvero spavento. 
Il suo cuore prese a battere velocemente, come se avesse l'ansia... anzi, lei aveva di sicuro l'ansia. Perchè era così spaventosa? Lei si abbuffava di roba ai banchetti di Hogwarts, era abituata a mangiare tanto ma perchè sembrava così denutrita e senza forze? 
"Chissà Cedric se afferrerà il Boccino prima di Harry!" stava dicendo Vicky mentre Ginny si preparava con braccia e cosce doloranti. 
"Chi Cedric?" chiese Alice.
"Cedric Diggory?" fece eco Rose. "Oh, è così carino!
Vicky parve profondamente irritata e Demelza disgustata, poi la ragazzina disse: "Ehi Ginny, sei pronta?" 
"No" gracchiò lei mentre Alice e Rose uscivano eccitate dal dormitorio, borbottando qualcosa che suonava indistintamente come 'la lenticchia non è ancora pronta' e ridacchiando sonoramente. 
"Ti aspettiamo" disse Demelza con fervore. 
"Oh andate pure, vi raggiungo subito" 
"Come ieri?" fece ironica Vicky con una smorfia. 
"No, vi raggiungo davvero" 
Quando le due compagne uscirono in fretta dal dormitorio anch'esse, Ginny si precipitò con gambe tremanti a prendere il suo diario dal fondo del baule per confidarsi di nuovo con Tom Riddle, perchè era quello che la ragazzina faceva sempre: confidarsi con lui, sempre e comunque. Non avrebbe permesso che un atto impulsivo rovinasse il loro rapporto e Ginny era pronta a scrivergli tutte le volte che poteva. 
Caro Tom, credo di non stare molto bene oggi.
Cos'hai, Ginny cara?
Credo di avere qualcosa di grave perchè mangio e sembro denutrita, dormo e sembra che non abbia dormito per chissà quanti giorni e poi... sono brutta, pallida... è orribile ciò che mi sta accadendo, Tom.
Oh, mi dispiace! Devi subito andare a farti controllare, adesso.
Ginny ci pensò su. Sì, potrei davvero dato che nessuno studente è rimasto qui a scuola che può vedermi in questo stato pietoso.
Non c'è nessuno?
Oh no, sono tutti alla partita di Quidditch. Spero però di non incontrare Percy insieme alla sua fidanzata Penelope Light, sai, li ho visti mentre si baciavano in un aula vuota e mio fratello era sconvolto. Penso che non si vedessero da molto perchè ho sentito dire a Percy che Penelope è una Mezzosangue e non voleva che corresse rischi gironzolando per il castello.




"GINNY, COSA DIAVOLO STAI FACENDO?" ruggì la voce di Demelza Robins. 
La piccola Weasley era in piedi vicino alla porta che portava alla biblioteca e si sentiva malissimo: ebbe un conato di vomito e di nuovo la sensazione che non sentiva da mesi si fece largo dentro di lei... non aveva di nuovo la memoria. 
Cosa stava facendo? Bella domanda. Perchè era lì? Bellissima domanda. Cosa diavolo era successo? Splendida domanda. 
"CORRI, MUOVITI!" fece eco Vicky che correva a perdifiato dietro Demelza e la trascinò per un braccio.
Ginny si sentì debolissima e cadde: Vicky tornò indietro per aiutarla credendo fosse colpa sua. 
"Cosa è...?" 
"Il mostro! L'Erede di Serpeverde ha attaccato di nuovo! Qui in biblioteca!" 
Ginny si sentì gelare: un altro attentato? Ma perchè quando accadevano gli attentatati lei era sempre accanto a luogo dell'aggressione? Tom Riddle era innocente... un pensiero orribile le attraversò la mente mentre faceva fatica a stare dietro alle compagne. 






Angolo autrice
Ed ecco qui il nono capitolo modificato!
Ovviamente Ginny si incolpa e non crede più che Tom fosse malvagio ma naturalmente è troppo piccola per capire che Tom Riddle agisce attraverso di lei, quindi non lo scoprirà mai di per sè. 
Baci.

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Capitolo 10
*** La Camera dei Segreti. ***


LA CAMERA DEI SEGRETI.


"D'ora in avanti, tutti gli studenti rientreranno nelle Sale Comuni entro le sei di sera" stava annunciando la professoressa McGranitt a tutti i Grifondoro, stipati nella sala comune. 
Ginny non aveva mai visto la McGranitt entrare nella Torre di Grifondoro ma quella era un eccezione. La ragazzina non era tanto sicura di vederci bene, giudicando dai suoi occhi lacrimosi, vitrei e terrorizzati che le conferivano un aria completamente colpevole: proprio quel giorno c'era stato il duplice attentato ad Hermione e a Penelope Litght, la fidanzata di Percy, e le misure di sicurezze che stavano prendendo gli insegnanti erano a dir poco 'severe'. 
"Nessuno di loro dovrà lasciare il dormitorio dopo quell'ora. Un insegnante vi scorterà alle lezioni. Nessuno studente deve usare il bagno se non è accompagnato da un insegnante. Tutti gli allenamenti e le partite di Quidditch dovranno essere rinviati. Le attività serali sono soppresse" 
Nessun Grifondoro si lamentò per il fatto che degli insegnanti avrebbero dovuto anche accompagnarli tutti al bagno e Oliver Baston che era il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, come aveva detto Vicky, non si era azzardato a fiatare, compresi gli altri ragazzi in squadra e i gemelli, che parevano anche loro profondamente rammaricati. 
Ginny ascoltava la McGranitt solo per metà, sedendo su una poltrona accanto da sola: non faceva altro che pensare a ciò che era successo, non riusciva a non pensarci... sembrava quasi una sciocchezza, una sciocchezza che non ammetteva prove, eppure tutto collimava alla perfezione... 
Tutto ciò al quale credeva quadrava.
"Inutile dire che raramente ho provato tanta angoscia" disse la professoressa McGranitt rompendo quel tombale silenzio. "Ed è probabile che la scuola verrà chiusa, a meno che il responsabile di tutti questi attentati non venga preso. Raccomando a chiunque pensi di sapere qualcosa al riguardo di farsi avanti" 
Girò sui tacchi e uscì a fatica dal ritratto mentre Ginny, angosciata quanto la professoressa, si alzava dalla poltrona per andare dritto filato nel suo dormitorio per una bella dormita, anche se con quello che le ronzava per la mente il sonno le sarebbe arrivato all'alba, quando avrebbe dovuto presentarsi a lezione. 
"E con questo i Grifondoro colpiti sono due, senza contare un fantasma di Grifondoro, una Corvonero e un Tassorosso" commentò Lee Jordan, il migliore amico dei gemelli. "Nessuno degli insegnanti ha notato che i Serpeverde sono tutti incolumi?" 
Ma Ginny non credeva più al fatto che ci volesse un Serpeverde che aprisse la Camera dei Segreti, non credeva più a quella che era la vera leggenda. Eppure, lei non avrebbe mai potuto aggredire delle persone, non l'avrebbe mai fatto. Si sentiva uno straccio, come poteva fare una cosa così orribile? Lei aveva timore di aggredire un insetto, aveva timore di gettare gli gnomi da giardino fuori al cortile della Tana, figuriamoci se fosse capace di aggredire una persona! Però, la vernice rossa per il messaggio sul muro, le penne di gallo per chissà quale motivo, i vuoti di memoria quando accadevano fatti strani... tutto tornava! 
Ma, quello che si chiedeva la ragazzina, come faceva ad aggredire le persone contro la sua volontà? 
Rabbrividì cercando delle risposte e nascondendosi sotto alle coperte ebbe l'ennesima crisi di pianto. 
Quando constatò che Demelza, Vicky, Alice e Rose dovevano ancora addormentarsi, decise che forse sarebbe stato meglio scendere giù in Sala Comune per restare un po' da sola, almeno lì non era controllata: ogni singolo gemito o rumore che emetteva faceva zittire le sue compagne di dormitorio che sembravano tutte le volte in ascolto per sapere cosa stesse facendo.
Raggiunse la Sala Comune e per disgrazia trovò ancora delle persone e Percy, che gli venne subito incontro. 
"Ginny..." disse stralunato. "Senti, tu sai qualcosa riguardo questa storia?" 
La ragazzina rimase pietrificata anch'essa dal fatto che Percy fosse arrivato subito al dunque: che sospettasse di lei?
"Insomma, sono giorni che ti ripeto che sei pallida, magra... io sono preoccupato... non hai visto cos'è successo a Penelope? Ad Hermione, l'amica di Ron?" fece con occhi colmi di preoccupazione. "Quello che voglio dirti è che se sai qualcosa, qualunque cosa, devi dirla. D'accordo?" 
"Se avrei saputo qualcosa l'avrei detta..." mormorò Ginny tradendo il tono della sua voce e Percy non parve convinto.
Tra le sue compagne di dormitorio che non sospettavano proprio nulla a Percy che le ripeteva le solite cose e che ora sembrava che la stesse accusando di aggredire le persone, preferiva le sue compagne di dormitorio: tornò di nuovo su e chiudendo le tendine del baldacchino scrisse a Tom Riddle, di cui aveva davvero bisogno in quel momento tanto difficile. 
Caro Tom.
Salve! Come ti va la vita, Ginny?
Sai come? Un vero schifo. Percy continua a ripetermi che sono pallida e che non sembro più io, penso che sospetti di me. Oggi c'è stata un'altra aggressione e io non so dove mi trovavo... Oh, Tom, che cosa devo fare? Forse sto impazzendo. Credo di essere io quella che aggredisce tutti, Tom!" 
Nel momento in cui scrisse quelle parole scoppiò di nuovo in singhiozzi disperati. 
Non è possibile! Non ti creare queste paranoie, capito? la rimproverò Riddle. Tu non c'entri nulla con questi attentati, non c'entri nulla... l'aggressore deve averti preso di mira perchè l'avevi di sicuro scovato con le mani nel sacco e ti ha rimosso la memoria. Perciò adesso ti perseguita.
Tu credi che sia così Tom? Io ho paura! Io non ucciderei mai nessuno, davvero!
Non c'entri nulla con questa storia, cara Ginny. Fidati di me.
Lo farò Tom, lo prometto. 
Una fitta allucinante al petto costrinse la piccola Weasley ad accasciarsi sul letto in preda al dolore, fin quando l'oblio del sonno non la accolse tra le sue braccia facendole scordare tutto il resto. 




Nei giorni che seguirono la vigilanza era così ferrea che molti studenti si chiesero se Hogwarts fosse diventata una scuola militare anzichè una scuola di magia, ma quello era solo per tirarsi su di morale dato che tutti sapevano il pericolo a cui andavano incontro. Ormai nessuno più rideva e i ragazzi si spostavano nella scuola solamente in gruppetti, guardandosi intorno con sguardo preoccupato e teso. 
L'estate avanzava veloce ma nessuno potè godersela: erano tutti costretti a rimanere segregati al castello. 
Ginny non andava a trovare Colin da tanto tempo e non potè neanche più rivederlo dato che Madama Chips era stata molto severa sul quel conto.
Mi dispiace, niente visite. Si corre un rischio incredibile e non possiamo permettere che l'aggressore dia il colpo di grazia a questi poveri innocenti. aveva detto severa parlandogli attraverso la fessura della porta. 
Un'altra cosa che preoccupava i ragazzi era l'allontanamento di Silente e se Ginny chiedeva qualcosa a Percy per capirne di più su quella storia, lui soffiava arrabbiato e le diceva che non sapeva nulla, cosa che era alquanto impossibile, ma la ragazzina comprendeva come si potesse sentire a causa dell'attentato a Penelope: lei si sentiva così sempre, ogni volta che succedeva qualcosa... si sentiva costantemente in colpa.
"Volevo dunque dirvi che gli esami cominceranno di qui ad una settimana, il primo di giugno" stava annunciando Piton alla classe di Pozioni, mentre gli alunni di Grifondoro e Serpeverde finivano di prendere appunti accanto ai loro calderoni: Ginny era da sola e di tanto in tanto William si voltava a guardarla come se fosse dispiaciuto per il fatto di averla piantata in asso per Rose. 
"Esami?" gemette Christopher Jones spalancando la bocca stupefatto. 
"Sì, signor Jones, ha capito molto bene: esami" fece Piton in tono untuoso. "L'unica ragione per tenere aperta la scuola è per l'istruzione degli studenti, ma sembra che a molti di voi piaccia crogiolarsi nell'ignoranza" 
Harper e Astoria Greengass ridacchiarono indicando Christopher che assottigliò gli occhi, paonazzo. 
Dopo le lezioni, il ragazzo attraversò il sotterraneo brontolando sul fatto che Piton non dovesse essere così scortese con gli studenti di Grifondoro, Tassorosso e Corvonero mentre Vicky protestava sul fatto che gli alunni del primo anno non avrebbero dovuto sostenere un esame, in quanto troppo scossi per le faccende che erano accadute ma Demelza non transigeva su quello e per lei era giusto ciò che diceva Piton anche se lo disse con riluttanza. 
Passarono i giorni e gli esami si avvicinavano sempre di più: un altro peso che la povera Ginny Weasley doveva sopportare. Lei cosa aveva imparato quell'anno? E se avrebbe perso di nuovo la memoria e sarebbe stata bocciata? Quella sì che sarebbe stata una catastrofe e Demelza, notando il suo nervosismo, le disse che quello era solo un buon segno dato che agli esami si rendeva di più se nervosi, cosa di cui Ginny non si rallegrò affatto. 
Caro Tom, buongiorno. scrisse Ginny una mattina prima di scendere a colazione. 
Cara Ginny, come ti senti oggi?
Mi si è totalmente chiuso lo stomaco: mancano tre giorni agli esami. Avrei preferito essere pietrificata anch'io, Tom... e se accade qualcosa e vengo bocciata? Mia madre non riuscirà a sopportarlo, sarà una vergogna. Quest'anno non ho imparato un bel niente, a parte che quando accadono cose brutte perdo la memoria. 
Il nodo allo stomaco della ragazzina divenne a dir poco doloroso.
Potrei fare qualcosa per te, anzi, potresti fare qualcosa per te. rispose Riddle. 
Cosa vuoi dire? scrisse Ginny che non capiva dove volesse arrivare il suo amico. 
Ti ricordi cosa mi avevi detto dopo averti ripreso il diario dal baule di Harry Potter?
Sì, Tom. Ti avevo detto... se potevi scusarmi.
E cos'altro?
Ginny si sforzò nel ricordare.
Ti dissi che avrei fatto qualsiasi cosa per far sì che tu mi perdonassi. 
Bene! fece Tom Riddle. Il giorno è arrivato. Devi fare qualcosa per me, ma dato che noi siamo amici la farai soprattutto per te stessa, capisci cosa intendo? Un semplice addio sul muro del secondo piano e andare un certo posto basterà. Ti perdonerò del tutto, sai.
La ragazzina lasciò rotolare il diario sul letto e lo guardò come se quello fosse infetto: non aveva per nulla capito il fatto che avrebbe dovuto fare qualcosa per Riddle e di conseguenza per se stessa. E poi... un semplice addio sul muro del secondo piano? Sotto alla scritta della Camera dei Segreti? Ed andare in un certo posto? Ma perchè? 
C'era qualcosa di strano in quello: la parte più vicina a Ginny le diceva di non fidarsi, l'altra non vedeva l'ora di eseguire gli ordini... era una sensazione troppo strana per essere descritta, che la piccola Weasley quasi si spaventò per quello. 
Devo farlo! si disse. 
E perchè mai dovresti? le disse una vocina ragionevole nel suo orecchio.
Devo obbedire, Tom Riddle è mio amico. 
No, perchè? Ho paura, è troppo pericoloso.
Che razza di fifona che sono, devo spicciarmi. 
NO!
Ginny trasse un profondo respiro e poi scrisse sul diario: Perchè mi chiedi questo, Tom?
Lo farai? chiese Tom, ignorando la sua domanda. 
Non lo so. rispose Ginny combattuta, con l'espressione tesa e nervosa. 
Forse sarebbe stato il caso di parlarne finalmente con qualcuno, doveva rivelare tutto! Questa storia doveva finire... tra tre giorni ci sarebbero stati anche gli esami e lei non era in grado di farcela a causa di tutti quegli eventi. Doveva agire subito, doveva dirlo a qualcuno. Magari a Percy... o ai gemelli... ma no, a Ron! Sì, doveva dirlo a suo fratello Ron e ad Harry, che stavano risolvendo il mistero. 
Sì, avrebbe parlato con loro... 




Ron Weasley ed Harry Potter erano proprio al tavolo dei Grifondoro, lontani da sguardi indescreti e sedevano da soli mentre facevano colazione: era perfetto, sarebbe stato facilissimo raccontare tutto. 
Ginny si diresse decisa verso di loro, e si sedette accanto a Ron. Nel momento preciso in cui prese posto ebbe una fitta al cuore, una fitta dolorosa che le fece rimpiangere di essere lì per raccontare tutto ai due ragazzi. Avrebbe voluto tornare indietro, avrebbe voluto la protezione dei suoi genitori e non essere mai voluta venire ad Hogwarts... voleva che quel peso non giacesse sulle sue spalle, il peso della colpa. 
"Cosa succede?" chiese Ron servendosi del porridge. 
Ginny aveva lo sguardo nervoso e teso che passò in rassegna a tutta la tavolata dei Grifondoro mentre si tormentava le mani in grembo con espressione terrorizzata, dondolandosi impercettibilmente avanti e indietro. 
"Sputa il rospo" disse Ron fissandola.
"Devo dirvi una cosa" balbettò Ginny, non sfiorando Harry neanche con lo sguardo. 
"Di che si tratta?"
"Allora?" 
Perchè diavolo sto andando a raccontare tutto a mio fratello e Harry Potter? si chiese. 
Loro possono aiutarmi.
E' proprio inutile parlare con questi due. 
Devo raccontare a qualcuno cosa mi sta succedendo!
Il conflitto interiore divampava, ma Ginny a chi doveva dare ascolto? Ma poi... cosa doveva mai dire? Poteva mai dire: 'Ehi ragazzi, credo di essere proprio io ad aggredire tutte quelle persone. Lato negativo? Sono un aggressore. Lato positivo? Aggredisco le persone contro la mia volontà. Voi due dovete aiutarmi e non denunciarmi, d'accordo?' 
Forse doveva spiegarlo con più calma... doveva mostrare il diario... 
"E' qualcosa che riguarda la Camera dei Segreti? Hai visto qualcosa? O qualcuno che si comportava in maniera strana?" chiese Harry avvicinandosi al tavolo in modo che solo Ginny e Ron sentissero. 
La ragazzina trasse un respiro profondo e guardò i visi dei due ragazzi, poi... 
"Se hai finito di mangiare mi siedo al tuo posto, Ginny" la voce di Percy la fece sobbalzare e lei si alzò dalla panca come se avesse preso una scossa e lanciando un'occhiata spaventata a suo fratello se la diede a gambe. 
Ormai era troppo tardi, non poteva farlo davanti a Percy e forse era stato meglio che fosse intervenuto suo fratello: non ce l'avrebbe mai fatta a dire tutto e Ron avrebbe frainteso, non sarebbe riuscita a dire nulla di sensato o forse se avesse mostrato il diario ai due ragazzi per vedere cosa faceva, per vedere se... no. Lei si fidava di Tom Riddle e quasi si vergognava di se stessa: lui voleva solo aiutarla e lei si comportava in modo spregevole. 
Corse fino al corridoio e notò che era sgombero. 
Sono al secondo piano, Tom. Cosa devo fare? scrisse velocemente, prima che qualcuno la vedesse. 
Aveva la mente sgombera, sgombera da qualsiasi pensiero tranne che per eseguire gli ordini di Tom Riddle. Una strana sensazione si stava di nuovo impossessando di lei, come se avesse lasciato la vera Ginny a marcire chissà dove e una nuova Ginny stava nascendo: si fidava troppo di Tom Riddle, non aveva scelta. 
Sono contento che accetti il mio aiuto, quasi credevo che volessi comportarti in modo spregevole con me.rispose Riddle. Nel bagno al secondo piano troverai un barattolo di vernice rossa e la userai per scrivere il seguente messaggio: il suo scheletro giacerà nella Camera, per sempre. Nascondi la vernice nel bagno e resta lì dentro. Ti darò altre indicazioni quando avrai finito. Fidati.
Gli occhi di Ginny diventarono vitrei, e lei eseguì. 




Ginny ricordava tutto ciò che aveva fatto, e aveva fatto qualcosa di terribile ma ricordava. Ricordava di aver scritto il messaggio, ricordava di aver solo pronunciato 'apriti' e immediatamente un lavandino aveva preso vita, aprendosi in un tubo nero e orrendo, ricordava che sempre sotto ordine di Tom Riddle lei si era calata nel tubo e aveva avuto la sensazione di essere risucchiata in un pozzo senza fine, un incubo che non avrebbe augurato neanche al suo peggior nemico, ricordava di aver attraversato un sotterraneo seguendo la scia di una pelle di serpente gigante, ricordava che dei serpenti si erano snodati al suo passaggio... 
Lei era in una sala lunga e debolmente illuminata. 
La piccola Weasley cominciò ad avanzare tra le colonne, con gambe tremanti, e giunta all'ultima fila di colonne si ritrovò ai piedi di una grossa statua che raffigurava un volto antico e scimmiesco di un vecchio mago. Non sapeva più che fare, sapeva solo di essere di grave pericolo... e quando aprì il diario per capire cosa stesse succedendo, l'oggetto ebbe un fremito incredibile, una vibrazione che si sarebbe potuta percepire sino a chilometri di distanza. 
Ginny lasciò cadere il diario e una luce la accecò mentre un ragazzo alto, intorno ai sedici anni e affascinante usciva dal diario: i suoi contorni sembravano stranamenti sfocati, come se la ragazzina lo vedesse attraverso un vetro appannato. 
Lui la guardò sorridento e parlò con voce suadente. 
"Benvenuta nella Camera dei Segreti, Ginny Weasley" 






Angolo autrice
Ovviamente quando Ginny obbedisce agli ordini di Tom è in sè ma non è completamente lei, perchè nella sua anima c'è anche quella di Tom Riddle, ricordatelo eh. Mi ero sempre chiesta come aveva fatto e ho trovato la risposta, sperando sia questa. Quando poi va nella Camera dei Segreti, è come se la sua anima prevalesse su quella di Voldemort e si rende conto di aver combinato un vero e proprio disastro. 
Capitolo modificato, spero vi piaccia.
Baci.

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Capitolo 11
*** Salvata da Harry Potter. ***


SALVATA DA HARRY POTTER.


"Tom? Tom Riddle?" 
Il ragazzo sedicenne annuì con fare elegante. 
"M-ma... c-come hai f-fatto? D-dove s-sono?" 
"Ancora non hai capito, stupida ragazzina che non sei altro?" la schernì Tom Riddle con espressione disgustata sul bel volto. "Tu hai aperto la Camera dei Segreti, Ginny Weasley" 
La ragazzina si sentì il cuore in gola, e arretrò: come sarebbe a dire che era stata lei ad aprire la Camera dei Segreti? Cosa stava succedendo? Tom Riddle cosa ci faceva lì e come aveva fatto? Domande senza risposta si affollarono nella sua mente, incapace di capire... incapace di credere ad una sola parola che quel ragazzo sconosciuto dicesse. Lui non poteva essere Tom Riddle! Tom era un amico, un fedele amico. 
"Chi s-sei tu?" 
"Tom Orvoloson Riddle" rispose il ragazzo. "Sei stata tu ad aprire la Camera, cara Ginny Weasley" 
"N-non è v-vero..." 
"Oh sì che è vero! Ma ovviamente non sapevi quel che facevi, non è così?" continuò Tom Riddle in modo beffardo. "Bè, certo. Le tue rivelazioni su quel diario diventavano ogni giorno più divertenti... il diario... io non avrei mai aperto il cuore ad un estraneo rivelandogli i miei segreti. Ma sono stato paziente, gentile, comprensivo e adesso tu mi adori"
La piccola si sentiva male, non aveva forze mentre Tom Riddle girava attorno a lei, e ora si trovava alle sue spalle. 
"Modestia a parte, ho sempre avuto il dono di affascinare le persone di cui avevo bisogno" sussurrò nel suo orecchio. "Così, mi hai schiuso la tua anima e la tua anima era esattamente quella che io volevo. Mi sono alimentato delle tue paure più profonde, dei tuoi segreti più oscuri, che mi hanno reso sempre più forte. Sono diventato più potente, più potente di te. Sì, sei stata tu a strangolare i galli e a scrivere quel messaggio minaccioso il giorno di Halloween, sei stata tu ad aizzare il Basilisco, il Serpente di Serpeverde, contro quei quattro mezzosangue e contro la gazza di Gazza" 
Ginny si guardò attorno: non c'erano uscite. 
Come faceva ad aggredire le persone contro la sua volontà?
E poi quella domanda che l'aveva tanto tormentata ebbe finalmente una terribile risposta: era stato Tom Riddle, sin da quando era ancora alla Tana! Aveva voluto sapere tutto su di lei e l'aveva stregata attraverso il diario fingendosi suo migliore amico, l'aveva fatta fare cose orribili come aggredire innocenti e scrivere messaggi minacciosi sulle parete, l'aveva posseduta per i suoi scopi. 
Ma quali scopi aveva? Chi era davvero Tom Riddle? 
"CHI SEI TU?" strillò la piccola con le lacrime agli occhi. 
"Oh giusto..." fece Riddle quasi mortificato. 
Ginny era piegata in due dal dolore al petto e le cedevano le gambe sotto il suo esile peso, ma comunque alzò lo sguardo sul ragazzo che faceva roteare la bacchetta in aria tracciando tre parole scritte con la grafia tanto familiare, che la ragazzina aveva imparato ad amare. 

TOM ORVOLOSON RIDDLE.

Tom Orvoloson Riddle guardò la piccola Ginny dall'alto per verificare se davvero stesse guardando e agitò di nuovo la bacchetta in modo minaccioso: le lettere del suo nome cambiarono e si disposero in un ordine completamente diverso da quello di prima. 

SON IO LORD VOLDEMORT.

Ginny si accasciò a terra ed emise un lungo urlo strozzato: iniziò a singhiozzare, a dimenarsi come una matta... ma ormai non si poteva tornare indietro. Si era fidata di un estraneo invisibile, aveva sbagliato e stava pagando. Come aveva potuto essere così sciocca? Sciocca, sciocca, sciocca ragazzina. Doveva dirlo subito ai suoi genitori, doveva dirlo che un diario misterioso le rispondeva dal nulla. Non c'era incantesimo vivente che poteva far sì che i diari rispondessero... 
"Ti resta poco tempo, Ginny Weasley" disse Tom Riddle mentre la fissava indifferente piangere. "In te non è rimasta più tanta vita: hai messo troppo te stessa in quel diario, troppo te stessa in me. Ma ti devo ringraziare! Mi ha permesso di abbandonare finalmente quelle pagine e grazie a te avrò di nuovo il mio corpo" 
La piccola Weasley era accasciata a terra, troppo debole... in preda ad un attacco: sembrava un'ossessa, respirava a fatica, non riusciva più a rialzarsi e la vista cominciava ad abbandonarla come se stesse sul serio per morire. 
"Lord Voldemort tornerà veramente in vita!" continuò lui, e le sue labbra si incresparono in un sorriso. 
"NOO! LASCIAMI!" Ginny strillò e strillò ancora.
"Mi dispiace così tanto non assistere allo sviluppo di una grande storia d'amore" rise lui. "Va bene, ti do l'ultima buona notizia prima che sia troppo tardi per te: morirai felice e sai perchè? Morirai tra le braccia del tuo amato Harry Potter, tra le braccia di colui che ti ignora, tra le braccia del migliore amico di tuo fratello che per puro caso sa che esisti. Già, quel ficcanaso verrà ma per te sarà troppo tardi..." 
E parlò una lingua strana mentre Ginny lasciava che la sua testa si abbandonava mollemente sul pavimento, le lacrime agli occhi e la vista che stava davvero per andarsene: vide solamente un grosso animale strisciante, un serpente... il Basilisco... che veniva verso di lei, verso Tom Riddle che lo accarezzò come se fosse un adorabile cucciolo da giardino.
"Peccato che tutti i tuoi amichetti siano stati così fortunati da non guardarlo negli occhi" borbottò Riddle rammaricato. "Harry Potter verrà, sciocca ragazzina, e si accorgerà troppo tardi di te. Comunque, non è romantico?
L'ultima cosa che Ginny Weasley vide furono gli occhi di Tom Riddle puntati nei suoi... 




Ginny sbattè le palpebre con un lieve lamento.
Aprì gli occhi di poco e intercettò l'alto soffitto della Camera dei Segreti: l'incubo non era ancora finito. Sbattè di nuovo le palpebre col cuore che le arrivava fino in gola e si rese conto di essere viva e vegeta, di essere normale... come se avesse solamente un terribile mal di testa. Aprì totalmente gli occhi e vide un paio di grossi occhi verdi e lucenti che la guardavano con sollievo. 
Erano gli occhi di Harry Potter: allora Riddle un briciolo di verità l'aveva detto?
Per la prima volta sostenne il suo sguardo con quel ragazzo mentre si metteva seduta e i suoi occhi stupefatti andavano dalla grossa sagoma del Basilisco che sembrava evidentemente morto a Harry, che aveva una spada ed era tutto insanguinato.
Aveva corso il pericolo per lei... e Ginny rabbrividì, sentendo le lacrime scorrerle lungo il viso. 
"Harry..." disse tra il pianto. "Oh, Harry... ho cercato di dirtelo a colazione, ma non potevo farlo davanti a Percy. Sono stata io, Harry... ma t-ti g-giuro che n-non volevo. E' stato R-Riddle, n-non ce l'ho f-fatta a d-dirgli di n-no e... come hai fatto ad ammazzare quel coso? D-dov'è Riddle? L'ultimo ricordo che ho è di lui che saltava fuori da diario..." 
Non era vero ma preferiva tenere la parte della conversazione per sè. 
"Non ti preoccupare" disse Harry sollevando il diario e Ginny notò un grosso buco all'interno. "Riddle è finito. Guarda! Lui e il Basilisco sono finiti. Vieni, Ginny, usciamo di qui..." 
La aiutò a rialzarsi mentre Ginny singhiozzava disperatamente: insieme attraversarono l'ingresso della Camera dei Segreti con un misterioso uccello che volteggiava intorno a loro, e arrivarono fino all'uscita dove nell'oscurità risuonavano echi, come il rumore di massi spostati. La piccola non disse una sola parola durante il tragitto lungo il tunnel ed Harry continuava a tenerle una mano dietro la schiena come per incoraggiarla a camminare. 
"Ron!" gridò il ragazzo affrettando il passo. "Ginny sta bene, è qui con me!"
"Ginny!" urlò Ron e allungò il bracciò attraverso un grosso varco di massi dandole la mano per lasciarla passare. "Sei viva! Non riesco a crederci! Cos'è successo?" 
Lui tentò di abbracciarla ma lei si tenne a distanza. 
"Ma stai benone!" Ron era raggiante. "E' tutto finito, è... quell'uccello da dove viene?" 
"E' di Silente" 
"E come mai tu hai una spada?" 
"Te lo spiegherò quando saremo usciti da qui" 
"Ma..."
"Più tardi" sibilò Harry e Ginny capì che non voleva parlare davanti a lei. 
Cosa avrebbero detto i suoi genitori? Avevano una figlia stupida, una figlia troppo stupida che si era lasciata abbindolare da un estraneo in un diario. Cosa avrebbe detto sua madre che chissà cosa aveva mai pensato di lei? E suo padre? I suoi fratelli? Avevano di sicuro pensato che fosse morta, morta a causa dell'Erede di Serpeverde e invece? Non esisteva alcun Erede: l'Erede era quello dell'altra volta, Lord Voldemort, che aveva agito servendosi di lei per riavere un corpo. Ginny non si sarebbe mai perdonata di quello, mai.
Stava facendo rinascere Voldemort... 
L'avrebbero di sicuro cacciata dalla scuola e diseredata dalla famiglia: Ron ancora non sapeva che era stata lei ad aprire la Camera dei Segreti e a far vivere momenti terribili a tutti, a far vivere sofferenza a tutti... Ron non lo sapeva, nessuno ancora lo sapeva e presto Harry avrebbe raccontato tutto a tutti, perchè era giusto così, perchè aveva rischiato la sua vita per salvare quella della sorellina del suo migliore amico. 
"Salve" una voce familiare risuonò nel tunnel: la voce di Allock. "Strano posto non vi pare? E voi, abitate qui?" 
"Ha perso la memoria: l'incantesimo ha avuto un effetto boomerang" spiegò Ron.
Ginny in occasioni normale avrebbe volentieri riso ma quello non era affatto il momento: il suo viso era ancora rigato da lacrime silenziose per trovare il lato divertente di quella terribile situazione. 
"Hai pensato come facciamo a risalire?" chiese Harry a Ron e quella che doveva essere una Fenice li superò.
"Sembra volerti dire di afferrarla..." fece Ron perplesso. "Ma sei troppo pesante perchè un uccello riesca a portati fin lassù"
"Fanny non è un uccello qualunque" 
Formarono una catena tenendosi tutti per mano, compreso il professor Allock, e in men che non si dica, Fanny la Fenice li riportò nel bagno di Mirtilla Malcontenta che si dimostrò molto scontenta che Harry non fosse morto come lei. Dopo essere usciti dal bagno del secondo piano, Fanny sempre volteggiando sopra le loro teste li diresse verso l'ufficio della McGranitt. 
Harry bussò e aprì la porta. 
Per un attimo ci fu il silenzio mentre i quattro erano fermi sulla soglia, poi si udì un grido. 
"GINNY!" era Molly Weasley che si precipitò immediatamente verso la figlia, seguita dal marito.
"Tesoro, stai bene?" fece il padre abbracciandola. 
"Oh, bambina mia... che paura tremenda! che paura tremenda!" la madre quasi la strozzò, poi anche Harry e Ron si ritrovarono tra le sue braccia. "Tu me l'hai salvata! Tu me l'hai salvata! Come hai fatto?" 
"Credo che tutti noi vorremmo saperlo" disse la McGranitt tenendosi il petto. 
Harry li guardò uno ad uno poi posò la spada sulla scrivania, insieme a quel disgustoso diario di Tom Riddle che a Ginny fece venire per un attimo i brividi, poi cominciò a raccontare tutto: parlò di una voce incorporea e di come alla fine Hermione avesse capito che si trattava della voce del re dei serpenti, parlò di come lui e Ron avessero seguito dei ragni nella Foresta Proibita e capito che l'ultima vittima dell'Erede di Serpeverde era proprio Mirtilla Malcontenta, parlò del fatto che lui avesse indovinato l'ingresso della Camera dei Segreti e che alla fine solo lui avrebbe dovuto proseguire, parlò dell'arrivo di Fanny e del Cappello Parlante dopo che Tom Riddle aveva chiamato il Basilisco e... poi esitò. 
Non aveva assolutamente parlato del diario o di Ginny. 
"Quel che più mi interessa è come ha fatto Voldemort a incantare Ginny quando dalle mie fonti risulta che vive nascosto nelle foreste dell'Albania" disse Albus Silente con un tono dolce, guardando la ragazzina che si sentì in soggezione, preoccupata. 
"Chi è stato?" chiese Arthur Weasley. "Voi-Sapete-Chi incantare Ginny? Ma Ginny non è... oppure sì?" 
"E' stato questo diario!" disse in fretta Harry, prendendo il libriccino in mano. "Riddle lo ha scritto quando aveva sedici anni"
"Eccezionale" commentò piano Silente. 
"Che cosa c'entra Ginny con... con lui?" incalzò la signora Weasley in preda al panico. 
"Il suo diario!" singhiozzò la ragazzina disperata, guardando a sottecchi Silente. "Per tutto l'anno io ci ho scritto su i miei segreti, e lui ha continuato a rispondermi..."
"Ginny! Ma allora io non ti ho insegnanto proprio niente? Che cosa ti ho sempre detto? Non ti fidare mai di niente che pensi da solo se non riesci a capire dove ha il cervello. Perchè non hai mostrato il diario a me o a tua madre?" esclamò tutto d'un fiato il signor Weasley esterrefatto. "Un oggetto tanto sospetto, era chiaro che fosse strapieno di magia nera!" 
"I-io n-non lo sapevo..." continuò a singhiozzare Ginny. "L'ho trovato dentro uno dei libri che mi ha comprato mamma. Io pe-pensavo che qualcuno ce lo avesse lasciato e poi l'avesse dimenticato..." 
"La signorina Weasley dovrebbe salire immediatamente in Infermeria" la interruppe Silente deciso. "E' stata una prova terribile per lei. Non ci saranno punizioni. Maghi più vecchi e saggi di lei sono stati messi nel sacco da Voldemort"
Quell'affermazione infastidì Ginny più che mai, che si sentì più stupida di quando non si sentisse già.
"Riposo a letto e, perchè no? Una grossa tazza di cioccolata bollente. A me fa tornare sempre il buonumore" aggiunse con una strizzatina d'occhi mentre apriva la porta. "Vedrai che Madama Chips è ancora sveglia. Sta distribuendo la Pozione di Mangragola... credo che le vittime del Basilisco stiano per svegliarsi da un momento all'altro" 
I signori Weasley accompagnarono la figlia fuori senza aprir bocca... 




Fu con cuore oppresso che Ginny indossò il suo pigiama, e si infilò nel letto dell'Infermeria. 
Notò che era notte fonda e le stelle brillavano in cielo in uno spettacolo magnifico e sarebbe stato davvero un bellissimo spettacolo se non fosse stato per tutto quello che le era accaduto, per tutto quello che era accaduto ad una ragazzina ingenua. 
Ginny avrebbe voluto scoppiare, piangere ed urlare ma si accontentò di lasciarsi aggiustare le coperte da sua madre, e accarezzare i capelli da suo padre, entrambi ancora molto scossi per l'accaduto e incapaci, come lei, di proferire alcuna parola al riguardo. 
"Ecco qui la sua cioccolata calda, signorina" disse Madama Chips con più dolcezza. 
Ginny bevve la sua cioccolata calda mentre i genitori la scrutavano.
"Bevila tutta, tesoro" disse il padre prendendole la mano mentre la moglie si voltava per non scoppiare di nuovo a piangere. "Bevila tutta e sono sicuro che ti sentirai come nuova. Ricordi da piccola? La volevi sempre e tua madre ogni volta te ne comprava" 
"Sì" rispose Ginny con voce roca. "E' molto buona" 
"Buonissima, vero?" fece Arthur Weasley rosso in faccia ma sorridente. "Tutta tua, finalmente. Fred, George e Ron non ci sono adesso... hai via libera! Non sei contenta?" 
Ginny annuì ridendo mentre a Molly Weasley sfuggiva un singhiozzo. 
Quando ebbe finito di bere tutta la sua cioccolata, Madama Chips le porse in grembo una Pozione che le garantiva un sonno senza sogni e la ragazzina la bevve all'istante: il suo ultimo pensiero fu gratitudine per quella Pozione. 






Angolo autrice
Il discorso tra Ginny e Silente andrà nel prossimo capitolo, perchè modificato è davvero lunghetto. 
Sperando che vi piaccia questo capitolo, alla prossima! 
Saluti.

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Capitolo 12
*** Tutto è bene quel che finisce bene. ***


TUTTO E' BENE QUEL CHE FINISCE BENE.


La pozione ebbe un successo immediato perchè Ginny Weasley dormì finalmente tranquilla, tranquilla come non dormiva da mesi ormai, anzi forse da anni contando le volte in cui i suoi fratelli l'avevano svegliata dispettosamente: quasi sembrava che avesse dimenticato il significato della parola 'tranquillità'. 
Quando cominciò a svegliarsi le sembrava di aver dormito per per giorni e giorni, per mesi ed anni, anche perchè si sentiva stranamente in forze e riposata. Voleva alzarsi, voleva andare in giro per la casa a combinare guai con i suoi fratelli e... no, non poteva lei era ad Hogwarts e presto sarebbero iniziati gli impicci, i guai. E tutto ciò fece venire un dolore al cuore alla piccola, che aprì di pochi millimetri gli occhi. 
Aprendo gli occhi mise a fuoco un uomo con gli occhiali... 
Suo padre? 
Ginny sbattè le palpebre e notò qualcosa che luccicava sotto il mento di quell'uomo: una barba argentea e degli occhiali molto diversi da quelli di suo padre, occhiali a mezzaluna... era Albus Silente, il Preside della scuola, con cui non si era mai trovata così vicina e non aveva mai sostenuto una conversazione, tralasciando il breve incontro nell'ufficio della McGranitt. 
"Buongiorno, signorina Weasley" esordì lui cordiale, seduto al suo capezzale. 
"Per quanto ho dormito?" chiese la piccola spiando dietro alle sue tende: i pietrificati dovevano essere già tornati normali. 
"Tutta la sera" rispose Silente sereno. 
Era mattina e avrebbe dovuto alzarsi dal letto ed affrontare tutto ciò che c'era da affrontare... 
"So come ti senti, Ginny" disse Silente con calma, come se la leggesse nella mente. "So che è stata una situazione terribile per te, ma il peggio è passato. Tu stai bene, ed è questo che davvero importa: sono tutti felici di scoprire che sei viva" 
Il peggio deve ancora venire, pensò la piccola disperata. 
"Non temere il giudizio delle persone" aggiunse il vecchio.
La ragazzina si sentiva stranamente osservata e perforata da i piccoli occhi azzurri del Preside. 
"Avranno paura di me..." mormorò Ginny mortificata. "E non posso biasimarli!"
"Ho detto la pura verità a tutti gli studenti della mia scuola" disse Silente con severità. "E la verità è che tu sei un'innocente capitata a favore di Lord Voldemort al momento giusto e proprio come voleva e sperava lui. Nessun studente di Hogwarts oserà accennare dell'accaduto, nessun mio studente oserà giudicarti o definirti una debole.Nessuno farà mai tutto ciò finchè il Preside sono io!" 
Ginny si sentì in qualche modo grata ma la gratitudine che provava nei confronti del Preside Albus Silente sembrava svanire con i brutti pensieri che le frullavano nella mente.
"Dovrebbero! Dovrebbero proprio definirmi una debole!" disse la piccola, furiosa e triste con se stessa. "Perchè lo sono... perchè sono una debole e lui... T-Tom R-R-Riddle ha sfruttato la mia debolezza..." 
"Lord Voldemort ha sfruttato il tuo coraggio" replicò Silente. "E solamente un atto di coraggio del genere poteva garantirgli la rinascita, solamente il tuo coraggio Ginny Weasley. Fidati, Voldemort è abilmente furbo nel scovare le sue vittime e non avrebbe continuato con te se non fosse assolutamente certo di che persona sei. Ha cercato di scoprire tutto di te, proprio per questo"
La piccola Ginny si aprì nel primo sorriso sincero dopo mesi e mesi. 
"Quello che voglio anche dirti è che queste esperienze se non ci uccidono ci fortificano" aggiunse Silente con garbo e un gran sorriso. "Ed ora, forza! Credo proprio che nessuno voglia attendere tanto a lungo il tuo ritorno. In realtà, Poppy ha fatto fatica a cacciare i tuoi fratelli, Fred e George, dall'Infermeria... uhm... il signor Canon non sembrava molto paziente e anche gli altri tuoi amici non erano particolarmente disposti ad aspettare che ti svegliassi completamente"
Albus Silente rivolse a Ginny una garbata strizzatina d'occhi, girò sui tacchi e andò via: Ginny guardò l'orlo del suo mantello scomparire dietro alla porta e si disse che molto probabilmente il Preside aveva ragione. L'esperienza non l'aveva uccisa come era in programma e questo doveva voler dire che l'aveva fatta diventare forte, perchè una terribile esperienza come quella non poteva fare altro che renderla più forte. 
Forse un giorno avrebbe compreso di essere forte, forse un giorno l'avrebbe dimostrato a tutti... 
"Oh, sei sveglia!" fece Poppy ritrovando il suo tono spiccio. "Forza, via, via, che devo fare il letto!" 




Quella mattina la Sala Grande parve risplendere in tutta la sua bellezza e Ginny avrebbe giurato che molte persone si fosse voltate al suo passaggio nella Sala d'Ingresso, anche se non era tanto sicura di riuscire a varcare le porte per fare una colazione degna del nome 'Weasley'. Spiò da dietro al grande portone della Sala Grande e distinse studenti felici intenti a chiacchierare sereni con i propri compagni, e tutto quello le fece venire allegria: forse si erano già dimenticati dell'accaduto cosa che avrebbe preferito fare anche lei. 
Tom Riddle che usciva dal diario e il sopralluogo nella Camera dei Segreti le ritornavano nella mente ad intervalli regolari, e tutto ciò per la ragazzina era più che esasperante: chissà quando avrebbe finalmente cancellato quelle cose dalla mente? 
Indugiò ancora a lungo lì dietro ripensando alle parole di Silente, poi inspirò profondamente ed entrò. 
La reazione fu immediata: molti studenti lasciarono in sospeso le loro faccende comuni e iniziarono a fissarla mentre la piccola, con capo chino e le guance che minacciavano di diventare di un rosso simile ai pomodori, camminava velocemente nella Sala con la speranza di non destare troppo l'attenzione degli altri cosa che ovviamente era impossibile. 
Oramai tutta la scuola sembrava conoscerla. 
Molti studenti più grandi di lei le rivolsero grandi sorrisi d'incoraggiamento e alcune ragazze, sempre molto più grandi di lei, le diedero leggere pacche sulle esili spalle come se volessero darle forza. 
"GINNY!"
"GINNY!"
"RAGAZZI, GUARDATE! SORELLINA!" 
I gemelli, Percy Weasley, Demelza Robins, Victoria Probisher, Colin, Ritchie Coote, Christopher Jones e William Todd correvano verso di lei, come aveva detto il professor Silente, molto ansiosi di vederla e per nulla pazienti ad aspettare che lei procedesse verso la Sala Grande con il suo passo. I primi che si gettarono sulla ragazzina per stringerla furono i gemelli che quasi ci mancava che scoppiassero a piangere dalla felicità e cominciarono a sparare battute divertenti una dietro all'altra finchè Percy non li cacciò immediatamente via per abbracciare in modo pomposo la sua sorellina. Demelza e Vicky singhiozzavano sulla spalla dell'amica dopo che i fratelli ebbero finito con lei anche se i gemelli spuntavano ogni dieci secondi; Colin le diede un abbraccio stritola-costole e imprecò ad alta voce per la sua macchina fotografica; Christopher le battè il cinque festoso; Ritchie la abbracciò dolcemente e William le sorrise incorraggiante. 
Ron sorrideva raggiante dal tavolo insieme ad Hermione e Harry, che l'aveva salvata. 
"Indovina cosa rispose la megera, sorellina!" gridò Fred con energia. 
"Su, è facile!" incalzò George felice ma Ginny non aveva neanche ascoltato la battuta dei gemelli sulla megera. 
"Ho pianto per tutto il pomeriggio!" ripeteva Demelza singhiozzando ancora. 
"Stavo collassando, te lo giuro su Morgana!" aggiungeva Vicky che ormai non piangeva più.
"E poi il mio cuore stava per scoppiare!"
"Non sapevo cosa fare se non calmarmi e attendere il tuo ritorno!"
"Ho creduto il peggio!"
"E io non volevo credere al peggio!" 
"Oh, amica mia... credevo di averti perduta, quanto mi sei mancata" esordì Colin in modo teatrale, alzando la sua voce acuta. "Anche se, devo essere sincero... non ho sentito la mancanza di nessuno!
I ragazzi scoppiarono tutti a ridere al tavolo dei Grifondoro. 
"Ma quanto sei scemo?" fece Ginny con una smorfia felice. 
"Non sono mai stato così bene in tutta la mia vita, potrei non dormire per anni!" insistette lui vivace. 
Ci furono altre risate. 
"Colin, forse dovresti chiudere la bocca" disse Ritchie ma sorrideva. 
"Perchè? Abbiamo passato tutti dei momenti difficili e abbiamo bisogno di ridere!" disse Christopher divertito. 
"Ritchie ha ragione" convenne Demelza timidamente. 
"E chissà perchè tu e Ritchie vi trovate sempre d'accordo su tutto!" sbottò Christopher. 
Continuarono a dire la loro per tutto il tempo della colazione, lasciando mangiare Ginny in grazia di Godric Grifondoro, e anche i gemelli parevano molto occupati a rallegrare tutti gli studenti per rendersi davvero conto che la loro sorellina era fin troppo tranquilla a quel tavolo. Percy era al tavolo dei Corvonero accanto alla sua fidanzata Penelope Light e ogni tanto veniva al suo tavolo per assicurarsi che Ginny mangiasse tutta la sua colazione, come la mamma aveva detto. Ron ed Hermione continuavano a sorriderle e Harry lo faceva con un certo imbarazzo, cosa che fece ancora di più imbarazzare la ragazzina. 
"Mi dispiace comunque" mormorò una voce alla destra di Ginny, la voce di William Todd. 
Ginny annuì sorpresa. 
"E poi mi sono comportato male con te" continuò lui, osservando le sue unghie. "E volevo chiederti se ti andava di essere la mia compagna di calderone. Per il prossimo anno intendo, e per la fine di questo..."
"Certo!" accettò la piccola Grifondoro e gli sorrise. 
La mattinata passò nel migliore dei modi e molti studenti vennero personalmente dalla ragazzina per dimostrare il loro rammarico per quello che le era successo e la loro felicità per il fatto che si fosse risolto tutto. Alice e Rose esclamarono un teatrale 'CI DISPIACE DAVVERO!' per tornare ad essere di nuovo le oche di sempre e a molestare tutti gli altri; dei compagni di Ron e Harry ovvero Neville Paciock, Dean Thomas e Seamus Finnigann cominciarono a conversare con lei del più e del meno in modo molto impacciato prima di dichiarare il fatto che erano stati molto dispiaciuti anche loro seppur non la conoscevano ma conoscevano suo fratello. 
Ginny Weasley era ritornata la ragazzina felice che era sempre stata. 




Il resto dell'estate trascorse in fretta e per gli studenti di Hogwarts non ci fu neanche bisogno di fare gli esami ma vennero tutti promossi dati gli avvenimenti critici che avevano portato a quello. Le lezioni continuarono e perfino le lezioni di Pozioni sembrarono molto migliorare: a Rose non piacque il fatto che William buttò lì che preferiva avere Ginny come compagna di calderone quindi i posti ritornarono quelli di sempre, e quindi quelli che aveva assegnato Severus Piton. Le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure furono solamente ore buche dato che il professor Allock era stato trasferito al San Mungo, e quindi ad Hogwarts serviva un ennesimo insegnante di Difesa. 
Ginny si sentiva felice ma strana: sapeva che l'anno prossimo, quando tutto fosse passato i Serpeverde l'avrebbero bombardata di domande e l'avrebbero punzecchiata su quegli avvenimenti ma per il momento, le disse Demelza, non doveva affatto preoccuparsene. 
Fu con allegria che le ragazze prepararono i loro bauli per la partenza. 
"Prometti che mi scriverai, Ginny" stava dicendo Demelza mentre allacciava le cinghie dei suoi stivaletti che la piccola Weasley guardava ammaliata. "Io lo farò. Mi risponderai, non è così?" 
"Sì che ti risponderò!" 
"Quello è il mio mascara, Rose, per Morgana!" strillò Alice istericamente. 
"No, quello è il mio di mascara!" ribattè la compagna cocciuta. "Il tuo deve essere da qualche altra parte, qui intorno"
"So riconoscere i miei trucchi..."
"C'è ancora la targhetta, Alice, non vedi che è mio?" 
Ginny e Demelza ridacchiarono prima di uscire dal loro dormitorio trascinando i loro bauli. Per vera gentilezza e galanteria, i quattro maschietti in questione aiutarono le loro compagne con i bauli: Colin e William portarono il baule della rossa e Christopher e Ritchie portarono il baule di Demelza, che parve veramente lusingata e imbarazzata in quanto Ginny si accorse che le sue guance stavano diventato delle Weasley. 
La partenza fu davvero molto tranquilla e allegra, e dopo aver issato i bauli sulla locomotiva a vapore scarlatta che li attendeva tutti per un ritorno alla stazione di King's Cross, Ginny salutò i suoi compagni, compresa Vicky che era emersa da una lunga conversazione con alcune amiche di Grifondoro molto più grandi di lei, e si avvicinò ai suoi due fratelli combinaguai.
"I Weasley devono passare il viaggio insieme!" annunciò George affettuosamente dando un bacio sulla fronte della sorellina, che sorrise radiosa. 
"Vieni, Ginny. Andiamo nello scompartimento di Ron, Harry ed Hermione" disse Fred contento. 
I tre ragazzi si unirono al trio per tutto il viaggio e insieme passarono dei momenti davvero felici: giocarono a Spara Schiocco finchè George non decise di imbrogliare e mettere nel sacco tutti e Ron cominciò ad arrabbiarsi per il fatto che stesse perdendo; fecero scoppiare i fuochi d'artificio Filibuster dei gemelli; sfruttarono al massimo le ultime ore che gli restavano e che li separavano dal ritorno a casa per sparare magie a più non posso.
Ginny notò che Harry era davvero un campione in quella specialità e lo osservava a bocca aperta e con dei pomodori rossi sulle guance, finchè Hermione non tossicchiò rumorosamente.
Erano quasi arrivati a King's Cross quando Harry chiese con una certa curiosità: "Ginny, che cosa hai visto fare a Percy che lui non voleva che raccontassi a nessuno?" 
Fred e George si voltarono immediatamente verso di loro. 
"Ah sì!" fece la piccola con una risatina tintinnante. "Bè, è che Percy ha una ragazza!" 
Per un attimo il suo cuore fece una capriola: Percy le aveva fatto giurare che non l'avrebbe detto a nessuno e lei era stata così stupida... ma ormai il guaio era fatto e ebbe anche un effetto immediato da parte dei suoi fratelli che la guardarono a bocca aperta. Chissenefregava se non aveva mantenuto la promessa, era o non era sopravvissuta all'attacco nella Camera dei Segreti? Aveva bisogno d'affetto e la mamma non avrebbe lasciato che Percy si arrabbiasse con la sorellina e poi... per Merlino, Harry gliel'aveva chiesto!
"E' il Prefetto di Corvonero, Penelope Light" continuò Ginny pettegola. "Ecco a chi scriveva l'estate scorsa. Per tutto l'anno scolastico si sono incontrati in sagreto e un giorno li ho visti che si baciavano in una classe vuota. Lui era così sconvolto quando lei... insomma... quando lei è stata aggredita. Non lo prenderete in giro, vero?" aggiunse preoccupata guardando l'espressione di Fred che aveva l'aria di chi ha scoperto che il suo compleanno è arrivato prima del tempo. 
"Certo che no!" disse George, cercando di non scoppiare a ridere. 
Ginny, con la sensazione che George stesse mentendo, scese dalla locomotiva, lasciando che Ron portasse il suo baule con tanta gentilezza e si gettò immediatamente tra le braccia dei suoi genitori che cominciarono a strappazzarla con i pensieri che vagavano ad un'estate particolarmente divertente. 
Tutto era bene quel che era finito bene. 






Angolo autrice
E anche questo è modificato!
Mi è piaciuto tanto mettere la parte in cui William si scusa con Ginny e le chiede di essere il suo compagno di Pozioni, dato che si era davvero comportato male con lei. Per il resto è tutto uguale tranne la struttura e alcuni dialoghi. 
Alla prossima.

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Capitolo 13
*** La fortuna gira per tutti. ***


LA FORTUNA GIRA PER TUTTI.


Erano passate solamente tre settimane da quando i ragazzi Weasley erano ritornati e dal loro arrivo la Tana era di nuovo particolarmente sottosopra, senza contare il fatto che Percy si era chiuso nella sua stanza da un pezzo, e lo si vedeva solamente durante i pasti, dato che i gemelli avevano cominciato a mimare tra di loro un bacio appassionato e a dire con un tono decisamente affascinante 'Oh, mia Penelope...' e il povero Prefetto aveva chiuso a chiave la sua stanza e lasciato il suo corpo a marcire là dentro. 
Cosa ancora più curiosa era che tutti erano stranamente ben disposti con Ginny, pronti ad aiutarla e particolarmente gentili con la ragazzina che si sentiva davvero bene a stare di nuovo tra la sua famiglia. Sua madre la accontentava di tutte le maniere preparando tutti i suoi piatti preferiti e comprandole tutto ciò che voleva, sempre nei limiti con cui la piccola era abituata; il padre ascoltava molto di più Ginny che Percy, cosa che parve soprattutto rallegrare i gemelli; e i suoi fratelli non facevano altro che riempirla di attenzioni. 
Insomma, la cosa non guastava. 
"MAMMA, GUARDA ALLA FINESTRA!" gridò la voce di Ron. 
La signora Weasley, che era occupata ai fornelli, corse alla finestra e fece entrare nella cucina un allocco elegante che portava una lettera con il sigillo di Hogwarts: strano, di solito le lettere non arrivavano così presto.
"Chissà di chi è..." borbottò George curioso. 
"Per Perce, ragazzi. Andate a chiamarlo!" disse la madre ma nessuno sembrava volersi muovere. 
"Quello lì è matto da legare, ci ammazzerebbe! Regola numero uno della sua stanza: non entrare mai se non è assolutamente necessario, ovvero, se qualcuno della famiglia non sta per abbandonarci per sempre e raggiungere l'aldilà" disse Fred ironico sulla seconda parte della frase ma Ginny, che sembrava fosse l'unica a non dare fastidio a suo fratello maggiore, mormorò un 'Lasciate fare a me!' e si precipitò da Percy. 
"PERCY!" Ginny aprì la porta e trovò il fratello intento a scrivere una lettera, probabilmente a Penny.
"Ginny..." sospirò irritato lui. "Qual è la regola numero uno della mia stanza?" 
"Non entrare mai se non è assolutamente necessario" recitò la piccola Weasley con una smorfia. 
"E qual è la necessità?" 
"Un gufo. C'è un gufo da Hogwarts per te, in cucina" 
Ginny e Percy scesero di sotto, borbottando sul fatto che per i gufi di Hogwarts fosse troppo presto, e presto si ritrovarono in cucina dove la signora Weasley teneva alla larga i gemelli dalla busta del suo Prefettuccio in modo che quei due disgraziati non violassero la sua privacy, anche se tanto privacy non era dato che le faccende di Hogwarts erano faccende che riguardavano tutti in famiglia. 
Percy prese la lettera dalle mani della madre e lesse il contenuto mentre una spilla cadeva a terra con un piccolo tonfo. 
"Oh... santo... Godric... Grifondoro..." sussurrò Fred raccogliendo la spilla mentre Percy e la signora Weasley restavano a bocca aperta davanti al contenuto della lettera. 
George, Ginny e Ron sembravano gli unici a non aver capito nulla: ci fu il finimondo. 
"VOGLIO VEDERE, FRED!" strillò Ginny sporgendosi da sopra al tavolo. "MAMMA!" 
"Fred, insomma... sono il tuo gemello!" s'infuriò George.
"Anch'io voglio vedere cosa c'è scritto in quella lettera!" aggiunse Ron curioso.
"Ma cosa significa quella spilla?"
"Perchè hanno mandato una lettera a Percy?" 
"Qualcuno potrebbe prendersi la briga di dirci qualcosa?"
"Per Merlino, sono il tuo gemello!" ribadì George tra il vociare generale. 
"OH PERCY!" strillò la signora Weasley mentre Percy respirava profondamente in preda ad un attacco di ansia e di panico causato alla vista della lettera e della spilla. "CAPOSCUOLA, TESORO, CAPOSCUOLA!"
"CE L'HO FATTA, MAMMA, CE L'HO FATTA!" urlava Percy come un dissennato, strappando avidamente dalle mani di Fred la spilla di Caposcuola. "SONO CAPOSCUOLA COME BILL, MAMMA!" 
Ginny alzò le sopracciglia; Ron fece una smorfia divertita; e i gemelli guardavano Percy e la madre disgustati. 
Ci volle molto tempo perchè i due smettessero di dare i numeri e di dare spiegazioni agli altri ragazzi Weasley ma quando il Arthur tornò a casa ci fu di nuovo pandemonio dominato ovviamente da Percy che non vedeva l'ora di essere lodato per un altro dei suoi meriti ricevuti a scuola. Tutti i ragazzi furono costretti a sentire la storia da capo da quando la lettera aveva varcato il territorio della cucina a quando Percy e la signora Weasley si erano resi conto che si trattasse di una lettera che consentiva a Percy di diventare Caposcuola, munito di una spilla uguale a quella che aveva Bill. 
"Complimenti al nostro Perce, il nuovo Caposcuola di Grifondoro!" il signor Weasley battè le mani radioso poi si fermò con aria di chi la sa lunga. "Ma non la sola cosa per cui dobbiamo festeggiare oggi... volevo dire che oplà," prese da dietro alla schiena un sacchetto pieno di galeoni d'oro e sparpagliò tutto sul tavolo, rischiando di far venire un altro infarto a Percy: sembravano settecento galeoni. "ABBIAMO VINTO IL PREMIO SUPER GALEONE DELLA GAZZETTA DEL PROFETA!"
Altre grida soprannaturali echeggiarono nella Tana e lo spiritello che viveva in soffitta picchiò i soliti tubi sul pavimento che parevano rendere l'atmosfera di puro gubilio, come se l'Irlanda avesse appena vinto la Coppa del Mondo di Quidditch: Ginny era emozionatissima e aveva quasi dimenticato il fatto che suo fratello Percy era un Caposcuola a causa del bel gruzzolo di soldi sparpagliati sul tavolo.
il signor Weasley e Ron quasi ballavano la conga e i gemelli si tenevano a braccetto. 
Per Ginny nessuno meritava di vincere un bel premio più della sua famiglia, che non solo era incredibilmente povera ma anche perchè i Malfoy non meritavano quell'oro dato che si rotolavano nei galeoni: la ragazzina avrebbe tanto voluto vedere la faccia di Draco, cui padre era stato licenziato dall'incarico di amministratore della scuola di Hogwarts. 
Molto probabilmente era per l'evento che aveva visto Ginny protagonista durante l'anno alla scuola di magia che i Weasley aveva vinto il premio, ma quelle erano solamente faccende secondarie e di poca importanza: avevano vinto settecento galeoni!
"Dobbiamo decidere cosa fare di tutti quei soldi!" dichiarò la signora Weasley iniziandosi a calmare totalmente. 
"Possiamo usarli per fare shopping!" esclamò Ginny inalberandosi subito. 
Pensò a se stessa con abiti nuovi e non di seconda mano, e con roba davvero carina per poter andare ad Hogsmeade durante il suo terzo anno... a dei bracciali e delle collane che avrebbe potuto sfoggiare per fare invidia ad Alice e Rose, e magari fare colpo su Harry Potter che avrebbe tanto apprezzato la sua bella trasformazione e finalmente avrebbe dichiarato, dinanzi a tutti i Weasley, l'amore che provava per la più piccola. 
"Possiamo usarli per fare compere a negozi di scherzi!" dissero all'unisono i gemelli. 
"Sapete, le risate fanno sempre comodo..." aggiunse George titubante all'espressione della madre. 
"Possiamo usarli per comprarci una nuova casa!" gridò Ron con occhi che luccicavano. 
"Possiamo dividerli equalmente, senza contare il fatto che voi due" Percy indicò i genitori. "siete grandi. O magari il denaro che potrebbe spettare ai figli posso amministrarlo io -da Prefetto e Caposcuola- e tenerlo io, così se uno dei ragazzi o Ginny ne ha bisogno io sarò sempre..."
"Non se ne parla neanche!" sbottò Fred. 
"Così li userai per fare un bel regalino alla tua Penny!" fece George divertito. 
"NON CHIAMATELA COSI'!" ruggì Percy infiammandosi, indignato. 
"Cosa ci trova di bello in te?" chiese Fred. "Forse sarà noiosa come te e gli uguali si attraggono!" 
"Quello era opposti, Fred" lo corresse George ma era d'accordo col gemello. 
"Smettetela ragazzi, per favore" intimò il signor Weasley calmo mentre Ginny e Ron erano ancora piegati in due dalle risate. "Useremo il denaro per fare una bella vacanza, cosa ne dici Molly cara? Magari possiamo andare da Bill in Egitto e visitare tutto l'Egitto!" 
Furono tutti entusiasti e con cuore che batteva a mille si lanciarono in un'animata discussione su cosa avrebbero fatto e comprato una volta lì: Ginny Weasley e la sua famiglia stavano avendo una vera vacanza. 




Cara Ginny, 
Ho letto l'articolo sulla Gazzetta del Profeta e ho visto la foto della tua famiglia: sono felicissima che abbiate vinto il premio e spero che vi siate divertiti tanto in Egitto. Sei già ritornata non è così? Ormai manca solo una settimana dall'inizio della scuola e poi... cavolo, in Egitto! Spero di poterci andare anch'io il prossimo anno, però anche la Francia è stata di mio gradimento. 
Un bacione forte,
Demelza. 


Ginny posò la sua roba nell'armadio della stanza che condivideva con l'amica di suo fratello Ron, Hermione Granger, alPaiolo Magico e si accinse a scrivere una lettera in risposta a Demelza: erano da un paio di giorni arrivati dall'Egitto ma siccome Ron si era messo d'accordo con Hermione e con Harry per andare a comperare insieme al roba per Hogwarts si erano trasferiti dalla Tana al locale di Diagon Alley. 
L'estate di Ginny Weasley da suo fratello Bill in Egitto era stata fantastica e dello stesso stampo fu la notizia che il ragazzo e un'Egiziana di cui Ginny non ricordava neanche il nome si erano finalmente lasciati (sembrava che stesse simpatica solamente a Percy, come avevano fatto notare i gemelli). L'Egitto era un posto incantevole e il maggiore dei Weasley aveva dedicato delle giornate intere alla sua famiglia per far sì che tutti visitassero le tombe: le maledizione che gli antichi maghi egizi avevano ficcato lì dentro erano spettacolari anche se a Ginny le fu proibito l'ingresso nell'ultima, la più bella d'altronde, da sua madre perchè era piena di scheletri mutanti e di Babbani che erano riusciti ad entrare e rimanere incantati, e gli erano cresciute parti del corpo in più come delle teste. 

Cara Demelza,
Ho ricevuto la tua lettera qui al Paiolo Magico dato che Errol, il gufo di famiglia, ha fatto come al solito casino, perciò ti rispondo solo adesso.
Hai letto l'articolo? Oh, la foto sul giornale era imbarazzante! Sono tornata da una settimana e poco più, adesso alloggio al Paiolo Magico dove ho sentito dire che c'è Harry Potter che ha preso una camera proprio sul mio pianerottolo... non vedo l'ora di vederlo, anche se sono sicura che non aspetterò molto. 
Spero mi racconterai della Francia quando ci vediamo.
A presto!


Errol spiccò il volo dalla finestra e Ginny lo guardò per un attimo prima di precipitarsi fuori.
"DOVE AVETE MESSO IL MIO DISTINTIVO?" strillava Percy come una femminuccia che ha perso il suo trucco preferito. "FRED? GEORGE? TIRATELO FUORI ADESSO!" 
Era da quando era stato eletto Caposcuola che non la smetteva più di lucidare e di tirar fuori ogni due secondi il suoadorato distintivo e i gemelli non perdevano mai occasione per fargli perdere le staffe, tralasciando il fatto che avevano deciso di rinchiudere Percy in una piramide ma erano stati scoperti. Almeno loro due, notò Ginny, riuscivano a divertirsi con quell'avvenimento ma l'unico che non sembrava felice di quella situazione era proprio Ron, anche se nessuno si era davvero accorto di nulla... 
"Eccolo qui tesoro!" disse gentilmente Molly Weasley porgendogli il distintivo. 
"Dov'era nascosto, mamma?" chiese la piccola di casa. 
"Nel... ehm..." balbettò lei, poi si rivolse a suo figlio. "Te l'ho ripulito, Perce, non preoccuparti..."
Ginny ridacchiò sonoramente, trasformando poi la risata in un'attacco di tosse. 
"Sicura che loro due sono fratelli miei?" 
"Avevi dubbi, Perce?" fece Fred con un gran sorriso. 
"Forza, scendiamo di sotto!" tagliò corto la signora Weasley.
E trasportando borse e sacchetti si precipitò giù seguita da quattro dei suoi figli, che cominciarono a litigare per tutte le scale alzando la voce, anche se Ginny era piuttosto pacifica e insisteva solamente nel far dire ai gemelliapertamente il posto in cui avevano gettato la spilla di Caposcuola di Percy, provocando grande ilarità da parte di Fred e George. 
Sotto c'era un gran trambusto e Ginny individuò immediatamente Harry Potter, poco vicino a Ron e Hermione: era come sempre bellissimo, cresciuto, leggermente più alto, dai capelli assolutamente ribelli e dagli occhi di un verde intenso spettacolare che quasi non fecero sciogliere la piccola come un gelato durante la sua passerella per raggiungere il ragazzo. 
"Ciao" mormorò Ginny imbarazzata senza guardarlo, perchè lui l'anno precedente le aveva salvato la vita. 
"Ciao, Ginny" rispose lui prima che Ginny sgattaiolasse via. 
La piccola non sentì lo scambio di battute tra il ragazzo che la stava facendo andare in iperventilazione e i suoi fratelli, ma quando sua madre accerchiò Harry con le braccia, stringendolo in un forte abbraccio, si avvicinò a loro prima che la signora Weasley chiedesse, indicando la spilla da Caposcuola di suo figlio: "Buongiorno, Harry caro. Hai sentito la bella novità, vero? E' il secondo Caposcuola in famiglia!" 
"E l'ultimo" mormorò Fred tra i denti. 
"Non ne dubito. Voi due non siete diventati Prefetti, a quanto ne so!" disse la signora Weasley accigliata. 
"E perchè dovremmo?" chiese George inorridito dalla parola 'Prefetto'. "Toglierebbe tutto il gusto"
Ginny ridacchiò.
"Dovreste dare il buon esempio a vostra sorella!" 
"Ginny ha altri fratelli che possono darle il buon esempio, mamma" fece Percy altezzoso. 
Essere Prefetti era dare un buon esempio? Anche se... pensandoci bene non sarebbe stato così male diventare Prefetto. Ginny immaginò per un attimo se stessa nei panni del Prefetto di Grifondoro: Malfoy sarebbe stato sotto il suo comando, Harper e Astoria avrebbero avuto timore di lei e Alice e Rose sarebbero state completamente invidiose.
Ginny avrebbe potuto dare punizioni a chiunque le desse fastidio: il pensiero la tormentò per tutta la cena. 




Il mattino seguente, Ginny ed Hermione si svegliarono per prime e belle pimpanti scesero giù dove i signori Weasley chiacchieravano del più e del meno insieme a Tom, l'oste che sembrava avere una cotta per la signora Weasley, come notò Hermione con vera perspicacia. 
"Grattastichi... sciò..." borbottò Ginny impaurita dalle unghie del gatto rosso. 
"Oh, via Grattastinchi! Comunque, non preoccuparti... è solo giocherellone!" esclamò la ragazza dalla chioma cespugliosa tutta orgogliosa. "Ron dice che è un gatto orribile e matto, ma mi sa proprio che è tuo fratello ad essere matto" 
Ginny rise ma ignorava seriamente che Grattastinchi fosso solo un po' giocherellone. 
"Allora, buona cena... ehm... colazione" salutò Tom facendo il baciamano alla signora Weasley e se ne andò, col petto in fuori e quasi a passo di marcia mentre il signor Weasley lo guardava accigliato. 
"Ma che cosa succede?" chiese lui. 
"Oh andiamo Arthur! Non sarai mica... geloso?" fece la signora Weasley maliziosa. 
Ginny prese posto a tavola con un certo imbarazzo, ed Hermione si unì a lei. 
"Non vi ho mai raccontato di quel giorno in cui Arthur mi vide preparare un Filtro d'Amore che però non era destinato a lui?" 
"No, mamma" rispose Ginny ingoiando un pezzo di pane tostato.
"Racconti, signora Weasley" disse Hermione curiosa. 
Il signor Weasley nascose la faccia dietro alla Gazzetta del Profeta.
"Allora" cominciò lei gongolante, e con un'espressione nostalgica sul viso. "Ero al quarto anno e il mio professore di Pozioni -il professor Lumacorno, non posso mai dimenticarmelo- ci mostrò dei filtri, tra cui anche un Filtro d'Amore. A quei tempi avevo una piccola cotta per un ragazzo e per vedere cosa succedeva se lui beveva quella pozioni mi decisi a prepararla"
Ginny ascoltava curiosa quel racconto: lei, Hermione e la signora Weasley iniziarono ad avere la ridarella.
"Poi, il giorno in cui decisi di rubare gli ingredienti dall'ufficio del professore Arthur mi vide ma non mi denunciò..." 
"Oh mamma, ancora quella storia del Filtro d'Amore?" fece Fred disgustato.
Era appena sceso dalle scale seguito dal gemello George, Ron e Harry, che si guardava intorno. 
"Ginny ed Hermione non l'hanno mai sentita, Fred, insomma!" sbottò offesa la madre. "Allora, dove eravamo rimaste? Ah sì... dunque, da quel giorno Arthur cominciò a tenermi un pochino d'occhio e..."
"... dato che era segretamente innamorato di me voleva scoprire a tutti i costi a chi volevo rifilare quel Filtro d'Amore" concluse George anticipando le possibili battute della madre e Ginny rovesciò i suoi cerali addosso ad una ridacchiante Hermione. 
"E si intrufolò perfino nel bagno delle ragazze per scoprirlo!" esclamò la signora Weasley dando un buffetto affettuoso al marito che si guardò intorno terrorizzato.
"Chi è che si intrufolò nel bagno delle ragazze?" chiese la voce di Percy, entrando in sala.
"Lupus in fabula" borbottò George e a Ginny andò di traverso il latte. 
"Vostro padre!" 
"Molly..." disse piano il signor Weasley. "Non mi sembra... ehm... il caso... di sbandierare ai quattro venti..."
"Oh, allora parlerò più piano!" rispose pimpante la donna.
Ginny, Hermione, Fred e George si sbellicarono dalle risate. 
"Se ti avessero beccato nel bagno delle ragazze ti avrebbero espulso, papà" lo rimbeccò Percy severo lanciando un'occhiataccia eloquente a Ron e Harry, e Ginny notò che Hermione arrossì di un botto. 
"Ma tu non conoscevi la storia del Filtro d'Amore, Zuccaposcuola?" chiese Fred con un ghigno. 
"Alla fine cosa successe, signora Weasley?" fece Hermione in tono curiosissimo. 
"Alla fine succese che Arthur mi fece una specie di scenata di gelosia perchè aveva scoperto che quel filtro non era destinato a lui e poi... bè, col passare del tempo mi resi conto che eravamo proprio fatti l'uno per l'altra e..."
Fred e George fecero finta di vomitare nelle loro tazze. 
"Sì, è tutto molto affascinante" tagliò corto il signor Weasley imbarazzato. "Perchè non ci prepariamo per la partenza?" 






Angolo autrice
Capitolo modificato. 
L'aggiunta del giorno in cui ricevono il premio e Percy diventava Caposcuola non potevo non metterla! Spero che vi piaccia il tutto.
Bacii.

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Capitolo 14
*** Il Dissennatore. ***


IL DISSENNATORE.


Nel caos della partenza la signora Weasley dimenticò momentaneamente la storia del Filtro d'Amore e per il marito fu un vero colpo di fortuna dato che sembrava che la signora Weasley stesse per raccontare tutta la storia del loro incontro, da come avevano iniziato a frequentarsi anche dopo la scuola fino ad arrivare, come diceva Fred tra una risata e l'altra, alla storia del concepimento di Bill. 
Per fortuna che Molly Weasley era occupata in altre faccende! 
Entrarono tutti nelle macchine che il Ministero aveva prestato ai Weasley e partirono a tutto gas verso King's Cross: non erano in ritardo ma non erano neanche in anticipo, e per volere di Percy si diedero una gran mossa dato che il ricordo dell'ultima volta che erano andati alla stazione trapassava vivido la loro mente come se fossero passati solamente due minuti dall'accaduto. 
Soprattutto la signora Weasley era stata scioccata dal fatto che Percy in stazione avesse urlato 'le dieci e cinquantotto! Muoviamoci, muoviamoci o vi affatturo e al diavolo il Ministero e la Legge di Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni!' e sembrava che il ricordo la terrorizzasse ancora molto date le occhiate bieche che lanciava a suo figlio. 
"Bene, andiamo a due a due visto che siamo in tanti" disse il signor Weasley guardandosi intorno nella stazione piena zeppa di Babbani. "Io passo per primo con Harry" aggiunse facendo un cenno al ragazzo di seguirlo. 
I due si appoggiarono alla barriera del binario apparentemente interessati all'Intercity che stava per partire al binario nove e sparirono al di là del muro, poi la signora Weasley ordinò a Percy e Ginny di superare la barriera. 
"Oh, è tardi! Farò di certo tardi da Penelope se non ci muoviamo in fretta!" esclamò Percy tutto ansioso e afferrò velocemente il braccio della sorellina. "Forza, corriamo verso la barriera senza dare troppo nell'occhio!" 
Non avrebbero sicuramente dato nell'occhio, pensò Ginny sarcastica. 
E così la ragazzina, guidata da un frettoloso Percy, corse a perdifiato verso la barriera mentre la signora Weasley gridava loro dietro di stare attenti: emersero sul binario nove e tre quarti con l'aria di chi aveva corso chilometri ed entrambi ansimavano. 
"Ah, ecco Penelope!" esordì Percy lisciandosi i capelli e diventando paonazzo mentre raggiungeva, a petto in fuori per far notare il suo distintivo da Caposcuola, la graziosa ragazza dai capelli ricci e scuri. 
Ginny intercettò lo sguardo di Harry e tutti e due si voltarono per nascondere le risate. 
Dopo che tutti i Weasley ed Hermione furono emersi tutti sul binario ci fu il tempo dei saluti e i ragazzi salirono sull'affollato Espresso di Hogwarts, guardando i signori Weasley dal finestrino mentre li salutavano felici. 
"Mi raccomando quest'anno!" gridò Molly, soprattutto rivolta ai gemelli. 
"Ci vediamo a Natale!" disse la ragazzina sventolando la mano. 
"Fate i bravi, tutti! Capito, Fred? E George?"
"Certo che faremo i bravi. Giuriamo..." dissero all'unisono i gemelli, poi quando la madre non era a portata d'orecchio perchè stava dicendo a Harry di spiacciarsi aggiunsero, "solennemente di non avere buone intenzioni
Ginny scoppiò a ridere.
Ben presto tutto furono sul treno e quello cominciò a muoversi lentamente mentre i Weasley, e soprattutto Molly, urlavano raccomandamenti sul nuovo anno sperando che fosse diverso da quello precedente anche se quello avrebbe dovuto dirlo Ginny, che come primo anno aveva vissuto l'inferno. Anzi, l'inferno non era nulla in confronto a ciò che aveva passato e se aveva il bisogno di parlare con qualcuno la ragazzina giurò a sè stessa che si sarebbe messa di fronte allo specchio e avrebbe detto tutti i suoi segreti alla Ginny nello specchio, per precauzione. 
Niente più diari in vita sua! 
Quando dei Weasley rimase che un puntino rosso in lontananza, Fred e George incontrarono un loro amico, ovvero Lee Jordan, e sparirono con lui a creare chissà quali danni nell'Espresso e Ginny rimase sola con Ron, Harry ed Hermione, oltre che con il suo pesantissimo e fastidiosissimo baule. 
"Devo parlarvi in privato" mormorò la voce di Harry. 
Ron si guardò intorno.
"Vai via, Ginny" disse scontroso alla sorella e lei assunse una faccia profondamente offesa. 
"Carino da parte tua" ribattè lei irritata e se ne andò velocemente, trasportando il suo baule e non curandosi che potesse schiacciargli i piedi: avrebbe giurato che Ron si fosse girato e avesse fatto una smorfia di dolore. 
Ginny camminò per tutto il treno, il braccio dolorante, maledicendo suo fratello Ron e borbottando frasi incomprensibili di cui si riusciva a capire solamente 'Non c'è mamma e mi tratta male' o anche, 'Schifoso ipocrita' oppure ancora, 'Si deve mettere in mostra'. Continuò a ripetere ciò per tutto il percorso per trovare uno scompartimento, poi una voce familiare giunse alle sue orecchie. 
"Ciao!" trillò Colin Canon. 
Era poco più alto, un sorriso raggiante e i capelli gli ricadevano sulla schiena un po' più lunghi e chiari.
"Ciao Colin!" replicò la ragazzina dimenticando momentaneamente il fratello.
"Parli da sola?" chiese Colin iniziando a ridacchiare. 
"Oh... mio fratello, sai... mi ha fatto arrabbiare. Ma non è nulla!" 
"Perfetto. Gli altri sono tutti lì, andiamo!" 
Colin guidò l'amica verso l'inizio del treno, dove l'atmosfera sembrava più pacata e tranquilla rispetto alla coda dove erano diretti i gemelli e il trio, e aprì uno scompartimento pieno di compagni del Grifondoro: Demelza Robins, Ritchie Coote, Christopher Jones e William Todd le sorridevano da un'orecchio all'altro e la invitarono subito a sedersi insieme a loro. 
Ginny issò il suo baule sul portabagagli, aiutata da Colin, e si sedette di fronte a Demelza. 
"Allora" incalzò Colin vivacemente, "come ti sono andate le vacanze? E dove sei andata di bello?" 
"Non hai letto la Gazzetta del Profeta?" si vantò Ginny mulinando i capelli rossi con un gesto snob. 
"Io sono figlio di Babbani, non leggo quel giornale lì" rispose Colin confuso. "I miei genitori potrebbero sul serio farsela sotto dalla paura se vedono che le fotografie sui vostri giornali si muovono come la realtà!"
I ragazzi scoppiarono a ridere e Ginny si guardò le mani imbarazzata. 
Quanto poteva essere stupida? 
"Sei andata in Egitto, dicci com'è!" disse Christopher pimpante. 
"Oh, l'Egitto..." esordì Demelza sognante. "la vostra foto era sulla Gazzetta: magnifici!" 
"Perchè proprio in Egitto?" chiese William curioso. 
"Anch'io ho letto la Gazzetta!" dichiarò Ritchie sorridente. 
"E ci mancherebbe altro" replicò Christopher con una smorfia divertita. 
"Come sono le vacanze dei maghi?" chiese Colin avido di sapere. "Racconta, dai!" 
E così Ginny raccontò ai suoi compagni della sua bellissima vacanza in Egitto da suo fratello Bill e tutti furono molto interessati, anche se ci volle davvero molto per raccontare e l'imbarazzo che provò la ragazzina quando disse che aveva avuto paura ad entrare nelle piramidi fu immane: i ragazzi ridacchiarono sonoramente e Christopher dichiarò che lui non avrebbe mai avuto paura perchè sarebbe stata una bella esperienza. 
Dopo le bellissime figure che Ginny fece, Demelza si tuffò nella lettura di Manuale degli incantesimi, volume secondo di Miranda Gadula mentre Christopher e William giocavano a scacchi, Ritchie faceva il tifo e aiutava Christopher a cavarsela, e Colin chiacchierava con Ginny anche se la ragazzina non aveva tantissima voglia di ascoltarlo: si stava quasi appisolando. 
"Oh, insomma... qualcuno mi ascolti, no?" sbottò finalmente Colin quando anche l'attenzione di Ginny fu altrove. 
"CASPITA, CHRIS! TU IMBROGLI, E PURE TANTO!" gridò William ignorando il compagno. 
Colin si disse che quella era una causa persa. 




Quando la pioggia iniziò a tamburellare sui vetri del treno e il vento ad ululare forte fuori, Victoria Probisher fece il suo ingresso nello scompartimento dei ragazzi: sempre più carina, una zazzera di capelli lunghi ancora più biondi e un'abbronzatura da paura, sembrava emanare un'aura brillante in tutto lo scompartimento che era illuminato da piccole torce a causa del buio. 
"Ma dov'eri?" chiese Demelza curiosa. 
"Ero nello scompartimento di Eloise, Johanna, Julie e Bonnie" rispose Vicky e i maschi alzarono pigramente il capo. 
"Julie, chi?" domandò velocemente Christopher. 
"Juliette Collins, di Tassorosso" rispose la bionda. "E indovinate? Johanna Roberts si è fidanzata con un tipo di Corvonero davvero carino e più grande di lei! Non ricordo come si chiama... forse... Terry Steeval, mi pare" 
"Ma a... questa ragazza... non piaceva Harry Potter?" chiese Ginny sollevata che Johanna si fosse fidanzata e ringraziando la bellezza di Terry Steeval per averla fatta imbambolare. 
"Non più, adesso è tutto tuo" 
Colin si voltò con una rapidità sorprendente e guardò la ragazzina con occhi sbarrati dalla curiosità: tutti i pezzi degli scacchi finirono per terra con un tonfo insieme alla scacchiera, prima che Ritchie ci andasse a finire col piede sopra e la rompesse definitivamente. Demelza parve ricordare che Colin non era al corrente di quella favolosa novità amorosa di Ginny, dato che a causa dell'aggressione non era proprio presente alla grande rivelazione di San Valentino, perchè si affrettò ad aggiustare la scacchiera ai ragazzi con un colpo di bacchetta, formulando Reparo.
"Adesso è tutto tuo?" fece Colin grattandosi sulla testa. 
"Le piace Harry Potter" rispose spiccio Christopher, irritato dal fatto che dovessero cominciare da capo a giocare. 
"LE PIACE HARRY POTTER?" 
Colin era visibilmente scioccato. 
"Ho detto qualcosa che non va?" chiese Vicky facendosi piccola piccola. 
"No di certo!" esclamò Ginny leggermente stizzita. 
"Calmati, non è successo nulla. Ormai tutta la scuola ne è al corrente, e adesso anche Colin, no? Siamo tutti amici e queste cose circolano in fretta" disse Christopher cercando di farla ragionare e Ginny strinse i pugni. 
Ritchie e William sembravano non voler prendere partito, ma erano più occupati ai pezzi degli scacchi. 
Restarono in silenzio per qualche secondo, lanciandosi occhiate sbieche, poi il treno ebbe un fremito e iniziò a perdere velocità a più non posso: le luci si spensero e cadde l'oscurità. Ci fu un tremendo scossone e Vicky andò a finire spiaccicata su Ritchie, la scacchiera cadde di nuovo dal sediolino e William imprecò a bassa voce mentre Christopher si agitava debolmente sul sediolino. 
"Perchè ci fermiamo?" chiese Colin guardandosi intorno al buio.
"Forse ci siamo..." disse Ginny anche se il viaggio le era sembrato straordinariamente breve. 
"Non possiamo esserci già!" decretò Demelza. 
"Magari c'è un guasto" suggerì Ritchie. 
"Non deve mancare molto, comunque... siamo vicini al territorio di Hogwarts" mormorò William spiando dal finestrino.
Il treno si mosse di nuovo: ombre scure si muovevano fuori. 
"Vado a chiedere al macchinista" annunciò Vicky coraggiosamente e Colin la seguì verso l'inizio del treno.
"Anch'io... vado a controllare..." disse Ginny decisa a trovare lo scompartimento del trio. 
Percorse tutta la strada a ritroso, nel modo più veloce che trovasse, mentre i ragazzi del treno uscivano dagli scompartimenti per vedere cosa succedeva e alcuni avevano il naso schiacciato nei finestrini per vedere qualcosa oltre che a quella strana nebbiolina vorticante: Ginny sperò con tutto il cuore che il treno non saltasse in aria o altro, perchè se la stava davvero per fare addosso. 
Il trio sapeva sempre tutto e quella volta non sarebbe stato diverso, quindi aprì l'ultimo scompartimento con la speranza di riuscire a capirci di più di quella situazione, nonostante l'ultimo ricordo di suo fratello che la trattava male ancora l'infastidiva: un ombra scura si stagliò di fronte a lei e Ginny cacciò uno strillo. 
"Chi è là?"
"Chi sei tu?"
"Ginny?"
Ma quanto poteva essere più stupida? L'ombra aveva tutte caratteristiche femminili, e quei capelli particolarmente cespugliosi erano così riconoscibili, così riconoscibili anche al buio. 
"Hermione?"
"Che cosa fai?"
Che cosa faccio? si chiese Ginny disperata. 
"Stavo cercando Ron" buttò lì. 
"Entra e siediti" 
"Non qui. Qui ci sono io!" disse velocemente la voce di Harry e Ginny superò, con un certo imbarazzo e con le guance paonazze anche al buio -ringraziando il cielo!-, il sediolino sul quale doveva esserci seduto Harry e dove lei stava appena per sedersi. 
Superato Harry trovò la mano di Ron e si sedette accanto a lui, ma su qualcosa di duro... come una gamba...
"Ahia!" gemette la voce poco familiare dell'amico del trio, Neville Paciock. 
"Silenzio!" 
Una voce roca di un uomo diversa da quella di Neville risuonò nello scompartimento. 
Qualcuno si muoveva in un angolo, proprio difronte a Ginny e la ragazzina ne individuò un uomo: aveva in mano un paio di fiammelle per fare luce che gli illuminavano gli occhi guardinghi e il viso grigio e stanco. 
"Restate dove siete" disse con la stessa voce roca e si alzò per aprire la porta dello scompartimento. 
Ma la porta dello scompartimento non fu mai aperta da lui, anzi, sembrava che non nessuno l'avesse aperta: ci fu un gelo incredibile, da far ghiacciare il sangue nelle vene, e Ginny quasi si sentì male perchè sulla soglia c'era una figura, molto diversa dalla figura di Hermione che la ragazzina si era trovata davanti, ma una figura molto più minacciosa che era avvolta in un mantello nero. 
D'un tratto i ricordi di ciò che successe nella Camera dei Segreti attraversarono la mente di Ginny come in un film, e lei non potè fare a meno di tremare come una foglia, anche se avrebbe voluto urlare a quella cosa, quale che fosse, di smetterla... 
La voce di Tom Riddle echeggiava nella testa della piccola Weasley, insieme alle sue grida di spavento... 
Cosa diavolo stava succedendo? 
La figura protese le mani, che erano viscide e rugose come mani morte, traendo un lungo e lento respiro come se cercasse di respirare qualcosa di più di quella semplice atmosfera e si avventò su Harry, che si irrigidì all'istante. 
"Nessuno di noi tiene nascosto Sirius Black sotto il mantello... vai via!" gridò l'uomo facendoli sobbalzare tutti ma lacosa non fece un passo. "Expecto Patronum!" aggiunse l'uomo. 
Quella volta, la grossa creatura sparì nell'istante in cui qualcosa di argenteo gli andò incontro facendolo arretrare e andare via. Intanto Harry era caduto dal sediolino e cominciava a muoversi strano, come se stesse vivendo l'incubo peggiore della sua vita. 
Il treno si mosse leggermente, si accesero le luci e l'Espresso di Hogwarts prese a muoversi di nuovo. 
Sirius Black? Cosa c'entrava Sirius Black? 
Forse... quella creatura... era una guardia di Azkaban, la prigione dei maghi? 
Ginny abbassò il capo pensando al perchè di tutto quello, perchè aveva rivisto i suoi incubi... 
"Harry!"
"Harry! Harry! Ti senti bene?" 
"C-che cosa?" 
Ron ed Hermione aiutarono il ragazzo a rimettersi seduto. 
"Stai bene?" gli chiese Ron. 
"Sì. Che cos'è successo? Dov'è quella... quella cosa? Chi è stato ad urlare?" 
"Nessuno ha urlato" rispose Ron pallidissimo. 
"Cos'era quella cosa?" insistette il ragazzo.
"Un Dissennatore" rispose l'uomo, presentandosi a tutti come il professor Lupin e distribuendo a tutti i ragazzi dello scompartimento del cioccolato. "Una delle guardie di Azkaban, perlustrava il treno per Sirius Black. Devo andare dal macchinista, scusate..."
Il professor Lupin superò i ragazzi e uscì fuori dallo scompartimento mentre domande senza freno si affollavano nella mente della ragazzina: aveva avuto la sua conferma, ma perchè lei aveva rivisto quei brutti avvenimenti? 




Ginny e Neville decisero di ritornare nei loro scompartimenti per avvertire i compagni e percorsero tutto il treno senza scambiare una parola, perchè talmente terrorizzati per ciò che era appena successo.
Poi Neville ruppe il silenzio, ancora scosso. 
"Avevo sentito dire che le guardie di Azkaban erano orribili, ma mai così" ammise. 
"Anch'io... non avrei mai creduto..." mormorò Ginny. "Ci credo che tutti impazziscono ad Azkaban: ho rivisto le cose orribili dell'anno scorso e non so neanche il perchè..." 
Neville la guardò e nel suo sguardo c'era qualcosa di più, come se potesse benissimo capire la ragazzina: possibile che l'imbranato Neville Paciock la capisse davvero? E perchè Ginny aveva ammesso ciò che quel Dissennatore le aveva fatto? Forse perchè quel ragazzo paffuto le ispirava così fiducia e sicurezza... forse perchè sapeva anche se non avrebbe aperto bocca con nessuno... 
"Bene, bene, bene... guardate chi c'è qui!" esordì una voce strascicata. 
Neville si voltò, combattente. 
"Che cosa vuoi?" sbottò. 
"Paciock e Weasley, eh? Peccato che alla Weasley piaccia San Potter... troppo tardi, Paciock!" li schernì Draco Malfoy con un ghigno e rise come un'ebete insieme alle sue due guardie del corpo, ovvero Tiger e Goyle. 
"Sta' zitto!" ringhiò Ginny arrabbiata. 
"Oh, siete tutti pallidi e sudaticci... bleah" continuò il ragazzo beffardo, facendo una smorfia. "Quei brutti Dissennatori vi hanno fatto tanta paura, vero? Ma voi eravate con Potter, dico bene? Lui vi avrà di sicuro salvati la vita!"
"Te la sarai fatta addosso, tu!" ribattè Neville con uno sguardo minaccioso verso Malfoy. "Nessuno ci ha salvati la vita, non eravamo in pericolo e chiunque, come Harry, sarebbe potuto cadere dal sediolino!" 
"Potter è caduto dal sediolino?"
Sembrava che Malfoy avesse scoperto che il suo compleanno fosse arrivato prima del tempo e Neville si tappò le mani con la bocca ma troppo tardi: Malfoy corse verso la fine del treno, seguito dagli altri due ridacchianti compagni, e sparì. Di sicuro Neville non aveva intenzione di farlo veramente apposta ma per tutto il seguente cammino non disse una parola, mortificato. 
Fu quasi un sollievo raggiungere lo scompartimento e gettarsi sul sediolino. 
"Cos'è successo?" chiese Demelza spaventata. 
"Ve lo sto dicendo da almeno dieci minuti!" 
Vicky era indignata. 
"C'erano dei Dissennatori... qui nel treno..." mormorò la piccola Weasley e i ragazzi trattennero il respiro, tranne Colin e Christopher che parevano profondamente confusi. "Io l'ho visto, un Dissennatore..." 
"Prego?" chiese educatamente Christopher mentre Colin si grattava la testa. 
"Dissennatori" rispose Demelza prontamente. "Le orrende guardie di Azkaban, riescono a farti impazzire" 
"Veramente?" domandò Colin. 
"VE LO STO DICENDO, IO!" strillò Vicky furiosa. 
"E cosa ci facevano questi... queste guardie qui?" chiese Christopher. 
"Sono le guardie di Azkaban" ripetè Demelza.
"E credono di poter trovare Sirius Black in questo treno?" fece William sconcertato. 
"Non è molto logico, no? Il macchinista avrebbe potuto vedere Sirius Black entrare nel treno!" proruppe Ritchie. 
"Ma... sono o non sono delle guardie? Dovevano controllare!"
"E tu li hai visti?" 
"Solamente uno..."
"Ecco perchè sei così..." cominciò Colin ma Ginny lo interruppe. 
"Che cos'ho?" 
"Bè, hai un viso... cioè, sei pallida" 
"Ma cosa dici? Guardala, è più che pallida!" esclamò Vicky studiandole il viso. "Sei spaventosa, santo cielo!" 
I ragazzi si aprirono in un sorriso, poi ritornarono seri quando notarono l'espressione particolarmente ferita di Ginny: e così, una ragazzina che aveva avuto un incontro ravvicinato con una schifosa creatura, era spaventosa? 
"D'accordo, lasciamo stare..." tagliò corto Colin. "Allora, ha fatto il Dissennatore quando è salito?" 
"Faceva freddo e il Dissennatore si è... gettato su Harry e lui..." 
"Non ci avevi detto che eri andata nello scompartimento di Harry Potter!" esclamò Vicky con malizia. 
"Ma davvero ti piace Harry Potter?" fece Colin. 
Quel poco restante del viaggio durò tra le risatine generali sul fatto che Ginny fosse andata nello scompartimento di Harry per vedere come stesse il suo amato, e roba così... di sicuro non fu il miglior viaggio che la ragazzina avesse mai fatto sull'Espresso di Hogwarts. 






Angolo autrice
Ed ecco un altro capitolo tutto modificato. 
Spero che le mie modifiche vi piacciano perchè ci sto mettendo davvero impegno a rifare tutto da capo. 
Baci.

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Capitolo 15
*** Il secondo anno di Ginny. ***


IL SECONDO ANNO DI GINNY.


Ginny e i suoi amici erano seduti al tavolo dei Grifondoro a mangiare il cibo del banchetto che la scuola aveva preparato per gli studenti: banchetto a dir poco delizioso. I banchetti di Hogwarts erano la medicina contro ogni male e soprattutto il male che a Ginny avevano fatto quei Dissennatori che molti dei ragazzi avevano visto torreggiare vicino agli ingressi della scuola, come se fossero di guardia a qualcosa.
La ragazzina si chiese se davvero credevano che Sirius Black, quel pazzo assassino di cui avevano tanto letto durante le vacanze ed era evaso da Azkaban prima di qualunque altra persona e misteriosamente, potesse penetrare davvero lì al castello. 
"Dov'è Potter?" gridò la voce di Draco Malfoy al tavolo dei Serpeverde. "Dov'è quel tesoro di Potter? Quel brutto Dissennatore gli ha fatto così male da farlo andare a ricoverare in Infermeria già dal primo giorno di scuola? Cagionevole, eh?" 
"Chiudi quella bocca, Malfoy!" ringhiò Ron, seduto da solo al tavolo.
"Non eri così tronfio quando per la paura sei corso nel nostro scompartimento!" lo punzecchiò George.
"Fifone!" aggiunse Fred con una smorfia disgustata all'indirizzo del ragazzo.
Ginny si chiese dove fossero Harry ed Hermione. 
"Come lo fa a sapere?" s'infuriò Colin guardando torvo Malfoy. 
"Neville" spiegò Ginny tristemente mentre Demelza e gli altri si sporgevano in avanti per sentire. "Quel ragazzo rotondetto e con il viso... paffuto, lì in fondo, lo vedete? Bene, gli è scappato..."
"Oh, non vorrei essere nei panni di Harry Potter" replicò velocemente Vicky e Ginny annuì. 
"Quei Serpeverde di grazia..." borbottò Christopher, "ce l'hanno con Harry Potter, non è vero?"
"Perchè è famoso, Chris" intervenne Ritchie. 
"E perchè tutte le ragazze della scuola, e adesso perfino i maschi compreso Colin, gli sbavano letteralmente addosso!" aggiunse Christopher e i ragazzi ridacchiarono mentre Colin sbuffava sonoramente, infondo divertito. 
Ginny si irritò particolarmente ma in quel momento nessuno potè ribattere l'affermazione del ragazzo perchè Silente, sebbene fosse davvero molto anziano, si alzò con una certa energia e iniziò a comunicare loro: sembrava quello di sempre e alla ragazzina passò nella mente il ricordo di lei e Silente che parlavano dopo parecchie ore dallo spaventoso avvenimento della Camera dei Segreti. 
Ginny non avrebbe dimenticato cosa Silente aveva fatto per lei in quel momento. 
"Benvenuti! Benvenuti ad un nuovo anno ad Hogwarts!" esordì. "Come ormai tutti saprete dopo la perquisizione dell'Espresso di Hogwarts, la nostra scuola attualmente ospita alcuni Dissennatori di Azkban, che sono qui in missione per conto del Ministero della Magia" 
"Ci mancava solo questa!" sussurrò con voce roca William, contrariato. 
"Sono di guardia a tutti gli ingressi e finchè rimarranno con noi, voglio che sia chiaro che nessuno deve allontanarsi da scuola senza permesso" riprese Silente e i suoi occhi indugiarono sul gruppetto di Harry, Ron, Hermione e i gemelli, "di conseguenza vi metto in guardia tutti quanti: non date loro motivo di farvi del male. Conto sui Prefetti, e sui nuovi Capiscuola, perchè facciano in modo che nessuno entri in conflitto con i Dissennatori" 
Percy, seduto poco più in là, spinse il petto in fuori per far notare la sua spilla fiammante da Caposcuola e lanciò sguardi altezzosi e autoritari tutti intorno mentre la sorella ridacchiava. Demelza inarcò le sopraccia, confusa, e Ginny indicò il fratello.
"Mio fratello... non ha fatto altro che lucidare il distintivo per tutta l'estate: una cosa tremenda!" 
I suoi amici scoppiarono a ridere. 
"Il fidanzato di Penelope Light, non è così?" fece Vicky, come sempre molto informata. 
"Per passare ad un argomento più allegro sono lieto di dare il benvenuto a due nuovi insegnanti" disse Silente con più allegria. "Innanzitutto al professor Lupin, che ha gentilmente accettato la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure" 
Ginny applaudì forte l'uomo che era nello scompartimento con lei mentre molti non furono del suo stesso avviso: ci furono scarsi applausi e poco entusiasti, ma il professore, che aveva l'aria trasandata e abiti laceri, sorrise affabile. 
"Perciò ci ha dato il cioccolato!" 
"Cosa?" fece Colin. 
"Era nello scompartimento con noi" spiegò Ginny indicando sè stessa e gli altri, "lui ci ha salvati dal Dissennatore!" 
"Davvero? Un professore nell'Espresso di Hogwarts?" chiese Demelza. 
"Io non sapevo..." cominciò Ritchie ma Christopher lo interruppe. 
"I professori non possono viaggiare con gli studenti... è strano!" 
"Mah, è insolito" riprese Demelza, cercando di ragionare con tutto quel chiasso. "Chi l'ha dettata questa legge?"
"Non deve essere una legge" obbiettò Colin. 
"Demelza ha ragione, ragazzi..." borbottò Ritchie imbarazzato. 
"E TI PAREVA!" strillò Vicky malandrina. 
"Non cominciate" tagliò corto William divertito e Ginny gli diede man forte. "Avete visto? Non mi avete fatto sentire chi è diventato profes... oooh, Hagrid è diventato professore! Peccato che solo dall'anno prossimo iniziamo Cura delle Creature Magiche" 
"Hagrid professore?" Vicky sembrava scioccata. 
"Questa sì che è una notizia..." Demelza sembrava doppiamente scioccata.
"Mi piace Hagrid!" commentò Colin allegro e Ritchie annuì con vigore applaudendo.
Ginny aveva l'impressione che solo a lei, Colin, William e Ritchie piacesse davvero Hagrid. 
Il resto del banchetto fu più che delizioso, dominato dal chiacchiericcio allegro degli studenti e del tintinnio delle posate d'argento: Ginny era felicissima di trovarsi di nuovo a casa ma sembrava quasi che gli occhi si stessero chiudendo dal sonno e non vedeva l'ora di salire sul suo baldacchino per addormentarsi e svegliarsi direttamente domattina. A metà dolce, la piccola Weasley intravide Alice e Rose interagire con alcuni nuovi ragazzini del Grifondoro e con ragazzi più grandi, e con successo, avrebbe aggiunto, cosa che Vicky ovviamente notò anch'ella. 
"Si credono speciali?" aveva domandato scontrosa e Ginny aveva riso. 
Sì, si sentivano proprio speciali ma quell'anno la ragazzina non avrebbe lasciato che quelle due prendessero il sopravvento, anche se Ginny avrebbe preferito fare pace con tutti anzichè essere litigata con due ragazze che avrebbero condiviso la stanza con lei, Demelza e Vicky fino al loro settimo anno: e mancavano ancora cinque anni pieni pieni! 
Dopo cena Percy accompagnò lo sciame di studenti di Grifondoro alla Torre e aveva annunciato a tutti la parola d'ordine, ovvero "Fortuna Maior!": Ginny aveva udito Neville imprecare a bassa voce e si chiese se fosse vero che il ragazzo fosse dotato di una scarsa memoria a breve termine, come diceva suo fratello Ron quando lei ancora doveva andare ad Hogwarts. 
"Aaaah, casa dolce casa!" esordì Vicky una volta nel dormitorio e gettandosi a capofitto sul suo baldacchino.
Demelza si sedette composta, stendosi con le mani incrociate dietro alla testa mentre Ginny quasi abbracciava il suo letto. 
"Mi sei mancatooo!" continuò Vicky cantando. 
"Salve a tutti" salutò Alice in tono autoritario lanciando un occhiata a Ginny. 
"Buonasera ragazze" fece eco Rose con un sorriso. "Seratina splendida, non è così?" 
"Sì, davvero ammirevole" rispose Demelza nello stesso tono. 
Vicky e Ginny si lanciarono uno sguardo prima che la bionda fiondasse la testa sotto al cuscino.
Sì, quello era proprio il modo giusto per cominciare l'anno. 




Il mattino seguente però le cose non si misero proprio bene per la piccola Ginny Weasley: le sue due nemiche e compagne di dormitorio avevano iniziato a prendere in mano la situazione come se volessero fargliela pagare per le cose brutte che aveva fatto accadere lo scorso anno e per il fatto di essersi impossessata del ragazzo che, diciamo, piaceva a Rose. 
"Ignorale, ignorale e basta. Le loro frecciatine non fanno male a nessuno" aveva detto Demelza saggiamente. 
Quando Ginny, Demelza e Vicky varcarono la soglia della Sala Grande notarono subito qualcosa che attirò la loro attenzione, ovvero Draco Malfoy in testa ad un gruppetto di Serpeverde, tra cui spiccavano anche Harper e Astoria dell'anno delle tre ragazze, che si esibiva in un perfetto svenimento: lo svenimento di Harry Potter nell'Espresso di Hogwarts. 
"Oh, che seccatore insopportabile" commentò Vicky sbuffando. 
Neville salutò Ginny con la mano mentre passava con le sue amiche al tavolo per raggiungere gli altri: la ragazzina gli sorrise e sventolò la mano, per poi avvicinarsi a lui per chiedergli come stava perchè sembrava molto giù di tono e davvero malinconico.
"Ciao, come stai?" chiese Ginny a Neville. 
"Oh, sto bene... mi dispiace per Harry, insomma... mi è sfuggito" 
"Sì, non l'hai fatto apposta" convenne la ragazzina velocemente. "Si riprenderà"
"Neville, vieni?" gli chiese Seamus alzandosi. 
"L'aula di Divinazione è vicino alla Torre Nord" aggiunse Dean con uno sbuffo. 
"Vengo. Ci vediamo, Ginny!" 
La ragazzina lo salutò di nuovo con la mano e si avvicinò al resto dei suoi amici che erano immersi in una conversazione degli orari di scuola che non sembravano particolarmente equilibrati, come diceva Demelza con gran foga. Per la gioia di Ginny che era stata nello scompartimento col professor Lupin quella mattina toccava proprio un'ora di Difesa contro le Arti Oscure e la cosa la rallegrò moltissimo: Lupin sembrava così esperto e di sicuro molto -davvero molto!- diverso da Allock, che chissà che fine aveva fatto. 
Fecero colazione sereni, poi quando suonò la campanella si alzarono tutti insieme per raggiungere l'aula di Difesa: chissà il professor Lupin che lezione aveva preparato dato che quell'anno avrebbero fatto vera difesa e non come la roba che li insegnava il vanesio e seducente Gilderoy Allock, ordine di Merlino terza classe e così via dicendo... 
Ginny prese posto avanti a tutto e Demelza si sedette accanto a lei: di fronte a loro c'era un armadio. 
"Prendi una terza sedia... forza, ecco qui" 
"Io non voglio stare al centro!" 
"Chris, sei proprio un poppante, ha-ha-ha!"
Alice e Rose risero poi l'armadio si mosse e quasi caddero per terra. 
"Che cos'era?" squittì Alice terrorizzata. 
Anche gli altri si guardavano intorno con circospezione mentre Colin si alzò per fronteggiare l'armadio. 
"Non aprirlo!" fece Ginny ritraendosi nella sua sedia. "Tu cosa credi che...?"
"Buongiorno ragazzi" disse la voce del professor Lupin che stava entrando in classe, trasandato come Ginny l'aveva visto e con un espressione quasi malata sul volto scavato: sembrava l'espressione che aveva lei l'anno precedente e si chiese cosa potesse andare storto ad un insegnante capace come lui. Alice e Rose commentarono il suo vestiario a bassissima voce. "Vi prego di rimettere libri, piume e pergamene via: oggi faremo una lezione pratica e vi serviranno le bacchette" 
Ginny alzò le sopracciglia con allegria, Demelza si inalberò sulla sua sedia e Colin andò a sedersi con un sorriso sulle labbra. Si lanciavano tutti occhiate curiose perchè era la prima volta che facevano una vera lezioni di difesa, apparte quando il professor Allock era stato tentato da aprire la gabbia dei folletti della Cornovaglia.
"Credo che l'argomento 'Mollicci' sia un buon modo per iniziare con gli studenti del secondo e... del terzo anno, sì" riprese Lupin guardandoli con curiosità ricambiata: tutti erano elettrizzati e Demelza si muoveva sulla sua sedia. "Bene, chi sa dirmi com'è fatto un Molliccio?" 
Demelza alzò la mano e Lupin l'incoraggiò a parlare. 
"Nessuno lo sa" rispose imbarazzata ma sicura di sè. "I Mollicci sono dei mutaforma: assumono l'aspetto di una particolare cosa che la persona teme di più. Quindi il Molliccio che sta lì dentro... non ha ancora assunto una forma" 
"Molto bene!" la lodò Lupin con un gran sorriso. "Nessuno sa che forma ha un Molliccio quando è solo ma appena aprirò l'anta dell'armadio quello assumerà la forma di ciò che spaventerà la persona che si trova davanti a lui. L'incantesimo per respingere un Molliccio è uno perchè ciò che sconfigge un Molliccio sono le risate e ognuno di voi deve fargli assumere una forma che trova particolarmente divertente. L'incantesimo è Riddikulus, provate senza bacchette!" 
"Riddikulus!" dissero in coro. 
"Ottimo, davvero ottimo. Bene, mettetevi tutti in fila: voglio che immaginiate la cosa che vi spaventa di più e la trasformiate in qualcosa di buffo!" disse allegramente il professor Lupin incoraggiando i ragazzi, che si misero in fila, alcuni eccitati come Colin, altri tesi come Ginny.
Direbbe qualcuno: perchè Ginny Weasley doveva essere così tesa?
Bè, semplice. Cos'è che la spaventava di più? I ragni? No di certo, mica era suo fratello Ron che appena vedeva un piccolo ragnetto fuggiva via come un'ossessa posseduta dal demonio! Cosa poteva mai spaventarla davvero? Prendere un brutto voto a scuola come Percy? Assolutamente no, quella era l'ultima delle sue preoccupazioni. 
E allora cosa? 
Non aveva paura di nulla, come i gemelli? Ma nemmeno per idea... 
Forse il nome Tom Riddle, le diceva qualcosa: sì, la cosa di cui più aveva paura al mondo, dopo l'orribile esperienza vissuta l'anno precedente, era proprio l'affascinante sedicenne che l'aveva incantata, posseduta per i suoi scopi, ingannata, umiliata e illusa di essergli diventato amico, ascoltandola e dandole consigli di ogni genere. Un ragazzo persuasivo che all'apparenza poteva sembrare assolutamente innocuo, normale... ma che infondo celava un'aura malvagia attorno a sè. 
Ed era ovvio, lui era Lord Voldemort da giovane. 
E Ginny Weasley aveva terribilmente paura di Lord Voldemort da giovane. 
"Forza Ritchie, comincia tu!" lo incoraggiò il professore e Ritchie avanzò un po' incerto. 
Il professor Lupin aprì l'anta dell'armadio e d'un tratto una Banshee, una strega delle brughiere, camminò con aria minacciosa verso il ragazzo, mentre Alice e Rose si tenevano quasi per mano: Ritchie sembrava davvero spaventato ma quando Lupin l'incitò con fare incoraggiante, lui sollevò la bacchetta, pronunciò la formula e fece sì che i capelli della Banshee l'avvolgessero facendole fare tantissime giravolte.
Tutti risero. 
"Spassoso, Ritchie! Il prossimo... tocca a te, Colin!" 
Un grosso serpente si materializzò nella classe e qualcuno urlò.
"Riddikulus!" gridò coraggiosamente Colin e la coda del serpente lo impiccò. 
Ed ecco che una minacciosa professoressa McGranitt avanzava verso Demelza dicendole che era stata bocciata e cacciata fuori da Hogwarts perchè era troppo idiota per continuare la scuola... crak, un drago ruggì nella classe e Vicky lo trasformò in un adorabile pupazzetto di peluche... crak, un topo orribile squittì accanto ai piedi di William...crack, di nuovo la Banshee... 
"Ginevra, finiscilo!"
Ginny avanzò tremando e in un attimo la Banshee si trasformò nel bellissimo ragazzo che aveva popolato i suoi incubi e ci fu un silenzio totale: nessuno sembrava aver più voglia di ridere e osservano la più grande paura di Ginny incuriositi e allo stesso tempo preoccupati. Il professor Lupin era guardindo e i suoi occhi andavano da Riddle a Ginny, che sembrava assolutamente paralizzata; Demelza aveva gli occhi sbarrati, e molto probabilmente aveva già intuito tutto; gli altri erano terribilmente confusi e non sapevano cosa pensare; Alice e Rose quasi sbavavano per Tom Riddle. 
"R-ri..." Ginny si bloccò: non riusciva a dire una sola parola perchè le si era ghiacciata la lingua e non riusciva a pensare nulla che non fossero gli incubi passati a causa di quel ragazzo, non riusciva a pensare come farlo sparire da lì. "Rid... R-Ri..." 
Tutti gli occhi erano puntati sulla ragazzina, poi il professor Lupin attirò l'attenzione del Molliccio che si trasformò in una specie di sfera di cristallo: Lupin la fece diventare un palloncino che volò facendo rumore per tutta la classe mentre poco ci mancava che la piccola Weasley non svenisse. 
Il suo morale era a pezzi e le risate di scherno di Alice e Rose, che credevano che Ginny avesse paura dei maschi, non aiutarono. 




Nessuno aveva chiesto nulla alla ragazzina per quanto riguardava il suo Molliccio, nessuno aveva osato fare una sola domanda, nessuno aveva fiatato tranne quelle due ochette che gettavano nella malinconia la povera Ginny che era stata costretta a vedere di nuovo il suo vecchio manipolatore. Chissà cosa ne pensava il professor Lupin... di sicuro avrebbe parlato con il professor Silente oppure con la McGranitt. 
"Dimmi una cosa, Ginevra: cos'è che ti fa più paura al mondo?" chiedevano ogni volta incuriosite Alice e Rose soffocando dei risolini, cosa che tutti trovavano estremamente stressante. 
La Sala Comune di Grifondoro era un luogo troppo allegro per studiare in quel momento, nel momento in cui tutti si divertivano a discutere del nuovo ed esperto professore di Difesa contro le Arti Oscure e delle sue interessantissime lezioni. Ginny condivideva il loro pensiero ma siccome la prima lezione era stata, per lei, di un fiasco totale non era ben disposta a parlare con nessuno. 
Demelza si era ritirata in biblioteca insieme a Vicky mentre Ginny aveva preferito fare una passeggiata anzichè studiare: quell'anno sembrava essere iniziato proprio nel peggiore dei modi... 
"Sorellina!" esclamò una voce familiare.
Ginny si voltò trovandosi di fronte ai gemelli, che avevano in mano un foglio di pergamena. 
"Che ci fate qui?" chiese la ragazzina in tono aggressivo. 
"Potremo farti la stessa domanda" replicò George, leggermente offeso da quel tono. 
"Come mai non sei a studiare?" chiese Fred in una perfetta e inquietante imitazione di Percy. 
"Mi scocciavo..." rispose lei sbuffando. 
"Unisciti a noi per una nuova esplorazione -l'ennesima!- del castello di Hogwarts!" esclamò vivacemente George. 
"No grazie" 
"Quanto sei apatica... non ci diventare come quel noiosissimo Percy, eh!" le gridò dietro Fred prima di sparire dietro l'angolo insieme al gemello, entrambi sconcertati dal comportamento della sorellina. 
Ginny sospirò: che bell'anno che era iniziato. 






Angolo autrice
Il secondo anno per la piccola Ginny inizia davvero nel peggiore dei modi, ma ben presto ci sarà un po' d'animazione, e soprattutto ci sarà di che discutere. Spero che le modifiche stiano andando per il meglio, un bacio a chi segue!

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Capitolo 16
*** Sirius Black nel castello? ***


SIRIUS BLACK NEL CASTELLO?


In un baleno, le lezioni del professor Lupin diventarono argomento più discusso ad Hogwarts. Molte ragazze non facevano altro che parlare di lui, della sua gentilezza, del fatto che fosse un insegnante diverso dagli altri... e quello lo pensava anche Ginny, lo pensava da quando aveva visto la sua espressione davanti al suo Molliccio, da quando aveva distribuito loro del cioccolato nel treno. 
Per la fortuna della ragazzina le lezioni successive non furono sui Mollicci, ma su altre creature di cui si divertirono a prendere appunti, ispezionarle e definire tutte le loro caratteristiche. 
Arrivò anche ottobre senza alcuna novità, mentre Halloween si avvicinava sempre di più sperando che non fosse come quello precedente: ormai la piccola Weasley aveva odiato a morte la festa di Halloween e sarebbe stato per sempre così. 
"Perchè qualcuno dovrebbe adottare delle Mangradole?" fece Vicky infastidita, mentre si ripuliva dal terriccio nel bagno delle ragazze al settimo piano. 
"Mandragole" la corresse divertita Demelza. 
Ad Erbologia avevano ispezionato le Mandragole, e quella lezione piacque particolarmente a Ginny che, nonostante fosse stata abbastanza impressionata e disgustata da quella piantina vivente, adorava fare Erbologia nella Serra Numero Tre. 
"Per avere compagnia, immagino" rispose sarcastica Ginny e Vicky scoppiò a ridere. 
"Come urlano! Stavo quasi per svenire..." 
"Avevi messo male il paraorecchie?" chiese Demelza sfregandosi la guancia arrossata.
"Mi sa proprio di sì" 
"Anch'io mi sentivo strana: devo averlo messo anch'io male, il paraorecchie..." disse Ginny che aveva un forte mal di testa e ricordava lo strillo della sua Mandragola come se fossero passati solamente tre secondi. 
Demelza fece per ribattere quando si udì un singhiozzo proveniente da fuori. 
"N-non ci p-posso c-c-credere..." una ragazza del terzo anno di Grifondoro, seguita da una sua amica che sembrava molto dispiaciuta, entrò nel bagno, senza fare assolutamente caso alle tre ragazze che la guardavano piangere sotto l'uscio della porta con preoccupazione, curiosità e imbarazzo mischiati insieme. 
"Non piangere e asciugati queste lacrime, forza" le disse dolcemente l'amica. 
"Lavanda Brown e Calì Patil" sussurrò Vicky alle altre, ben informata su tutto ciò che accadeva al castello di Hogwarts. "Del corso di Harry Potter e tuo fratello, se non sbaglio e non sbaglio di sicuro... vado a vedere cosa è successo!" aggiunse audaciamente. 
"Forse sono fatti suoi..." borbottò Demelza contrariata. 
"Loro si parlano, Dem. Non c'è nulla di male, no?" fece Ginny con una scrollata di spalle. 
"L-lei l'aveva d-d-detto!" continuò a singhiozzare Lavanda Brown. "C-ciao Vic..." aggiunse tirando su col naso.
"Ehi" la salutò Calì. 
"Ragazze, ma cosa è successo?" chiese Vicky ansiosa stando ben attenta a non sembrare troppo curiosa.
"Continua a piangere come una fontana da giorni, poverina" disse Calì premurosa, mettendo attorno alle spalle dell'amica il suo braccio e guardandola con apprensione, "ha ricevuto una lettera da casa: il suo coniglio è stato ucciso da una volpe" 
"Oh!"
"Io d-dovevo as-spettarmelo, d-dovevo aspettarmelo!" esclamò Lavanda in tono tragico. "La professoressa di Divinazione ha detto 'quella cosa che temi succederà il sedici ottobre', lei l'aveva predetto!" 
Ginny sgranò gli occhi voltandosi verso Demelza che sembrava estremamente scettica. 
"Ed Hermone Granger le fa dei discorsi che non hanno nè capo nè coda..." borbottò Calì sbuffando, "ma Ron Weasley è stato davvero molto comprensivo, anche perchè il gatto di Hermione sta continuamente cercando di uccidere il suo topo" 
Vicky restò con Lavanda e Calì per un altro paio di minuti, mentre Ginny cercava di non dare troppo a vedere che stesse origliando la loro conversazione: e così, Hermione e Ron avevano litigato per quella sciocchezza? Solo perchè il vivacissimo Grattastinchi era un gatto e, come gatto, aveva l'istinto di dare la caccia ai topi, tra cui anche il topo Crosta, che era nella sua famiglia da quasi prima di lei. 
Demelza sembrava molto scettica per quanto riguardava la Divinazione ma Vicky e Ginny non condividevano il suo pensiero: insomma, la professoressa che aveva previsto l'uccisione del coniglietto di Lavanda era o non era una Veggente? Sì, altrimenti Silente non l'avrebbe fatta insegnare, da persona ragionevole quale era. Ma Demelza continuava con la solita storia de 'la Divinazione è una parte imprecisa della magia: Hermione Granger aveva ragione', quindi le due ragazzine si dissero che forse era meglio cambiare discorso. 
"Ma alla fine cos'hai fatto con Harry Potter?" chiese Vicky una volta fuori dal bagno mentre le tre si avviavano nella Sala Grande, seguite dai ragazzi che si erano imbattuti in un'animata discussione sui Mollicci, cosa che destò i ricordi di Ginny. 
"Niente" rispose la ragazzina lugubre. 
"CHE COSA DICI? CHE TU HAI PAURA DELLE BANSHEE!" 
"Ma vi sembra il caso?" sbottò William esasperato. 
"William ha ragione!" disse la sua Demelza, che stava origliando la conversazione dei ragazzi. 
"Ma come? Dovresti attirare la sua attenzione, sai?" li ignorò Vicky. 
"Lo faccio continuamente!" obbiettò Ginny con rabbia, guardandolo percorrere il corridoio davanti a loro, stranamente da solo. Fortuna che Colin Canon era ancora in giro a bighellonare insieme alla sua macchinetta fotografica Babbana! "Solo che lui ha sempre di meglio da fare, non mi nota mai, neanche per un dannatissimo saluto! Miseriaccia schifosa!" 
"Non credo che neanche per un saluto non ti..." cominciò Demelza timidamente ma la rossa la interruppe con foga.
", invece" sbottò. 
"Posso dire la mia? Secondo me non dovresti fare tante storie o attirare troppo la sua attenzione: comportati normalmente con lui, non farti prendere dall'emozione o dal panico quando ti parla, guarda o qualsiasi altra cosa faccia e..." 
"Salutalo adesso, forza" l'incoraggiò Vicky, "è da solo, non ha nulla di meglio da fare" 
"Sta leggendo un libro, sembra concentrato!" si esasperò Ginny non levandogli lo sguardo da dosso, poi notando l'espressione esasperata di Vicky che aveva alzato gli occhi al cielo continuò, "ma probabilmente hai ragione, devo salutarlo... per educazione..." 
"Lo prendo come un 'grazie del consiglio ma preferisco fare di testa mia', hem..." fece Demelza tossicchiando. 
Ginny si avvicinò al ragazzo che aveva gli occhi puntati su un libro che sembrava Il Quidditch attraverso i secoli e cercò di attirare la sua attenzione agitando una mano in segno di saluto ma lui non la notò. Poi quando il ragazzo le passò accanto con passo lento e da marcia funebre lei toccò la sua sciarpa slacciata e tenuta sciattamente appesa a penzoloni per richiamarlo, ma Harry Potter rimase concentrato senza accorgersi di nulla, l'attenzione sempre sul suo libro molto più interessante della piccola Weasley, e andò avanti mentre la ragazzina, delusa, restava indietro. 
"VISTO?" sbottò all'indirizzo di Vicky che sembrava allarmata. 




"Ecco perchè Harry Potter era da solo!" 
Ginny sgranò gli occhi, poi li posò su un punto imprecisato della Sala Comune di Grifondoro e la sua espressione si addolcì, divenne beata, compassionevole, come se avesse appena visto due fidanzatini dichiararsi il loro amore davanti a insegnanti e studenti, stra-fregandosene del giudizio degli altri: Harry era triste perchè era l'unico ragazzo del terzo anno che non era andato ad Hogsmeade. 
Vicky l'aveva saputo da Lavanda e Calì, che avrebbero passato tutta la giornata lì per far sì che Lavanda si distraesse per la storia del suo coniglio Binky e i ragazzi l'avevano visto quel pomeriggio esitare per unirsi a loro, sotto pressione a causa di Colin che aveva insistito con il ragazzo: Ginny parve profondamente dispiaciuta per tutto quello che aveva pensato sul ragazzo. Infondo, non era colpa sua se non aveva dei genitori che potessero firmargli il permesso per andare ad Hogsmeade...
"Puoi sempre riprovarci un'altra volta, no?" 
"Certo..." rispose la rossa con aria sognante.
Demelza alzò gli occhi al cielo.
"Colin, perchè tappi l'esistenza a quel povero ragazzo?" gli chiese Christopher. "Non si è voluto unire a noi!"
"Certo che non l'ha fatto, avevate tutti quanti gli occhi puntati sulla sua cicatrice..." borbottò Demelza divertita, alzandosi e stiracchiandosi, "non posso biasimarlo, povero Harry Potter" 
"Io non gli guardavo la cicatrice!" obbiettò Christopher indignato.
"Per favore!" esclamò Ritchie scettico. "Non avevi occhi che per la cicatrice a forma di saetta!" 
"Io non..."
"Ammettilo!" dissero in coro William e Vicky mentre Demelza ridacchiava piano.
"Ma Colin lo mette in soggezione" cambiò discorso Christopher. 
"Io non lo..."
"Negherà fino alla morte, ve lo dico io" 
"Ho solo una profonda ammirazione nei suoi confronti!" 
"Finocchio..." borbottò William tra i denti, mentre gli altri ridevano a crepapelle di quell'assurda affermazione (Christopher era ormai accasciato a terra, tenendosi i fianchi), prima di ricevere una cuscinata da Colin, che pure rideva. 
"Almeno ha... ehm... avuto il buon senso di non averlo urlato all'intera Sala Comune..." disse Demelza trovando il lato positivo di quella situazione e Colin si trattenne dal lanciarle un cuscino dritto in testa. 
"Ooooooh" esclamò Ginny inaspettatamente portandosi le mani sulle guance pensando ad Harry Potter, ovviamente senza aver ascoltato una sola parola del discorso degli amici. Tutti la guardarono come se fosse impazzita, "che bello... che bellissimo..." 
"Andata. Perduta. Addio Ginny, ti vorremo sempre bene!" esordì Colin in modo teatrale. 
Ci volle la mano dei gemelli per risvegliare la piccola dal mondo dei morti, anche se più che i gemelli c'era voluta la mano dei dolci di Mielandia che loro, andando ad Hogsmeade, avevano portato alla sorellina e distriduito con gentilezza anche ai suoi amici: Burrobirra solo per lei; una pioggia di caramelle dai colori brillanti; Piperille nere in omaggio; un nuovo tipo di caramello, di cui c'erano gli assaggi gratis. 
Ginny si godè quelle delizie poi si decise a scendere con gli amici e con i gemelli nella Sala Grande dove si teneva il grande banchetto di Halloween, che era fantastico come quello dell'anno scorso e un brutto presentimento veleggiò nella mente della ragazzina quando prese posto a tavola, dandoci dentro con i dolci che il professor Silente aveva ordinato di preparare, tra cui dolci al cioccolato di ogni tipo: quella volta nulla poteva andare storto, si tranquillizzò totalmente lei, perchè non c'erano diari o altri oggetti sinitri e misteriosi che potevano far accadere le cose peggiori.
Nulla di cui preoccuparsi. 
Il banchetto si concluse con uno spettacolo offerto dagli spettri di Hogwarts, che balzarono fuori da muri e da tavoli, ma il numero che fu più acclamato fu quello di Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro, che inscenò la propria malfatta decapitazione.
Alla fine tutti gli studenti ritornarono nei propri dormitori, con l'aria allegra. 
Nessuno poteva rovinare loro la festa, nessuno tranne... 
"Qualcuno vada a chiamare il professor Silente, subito!" tuonò la voce di Percy, suo fratello. 
"Che cosa succede?" chiese Ginny appena arrivata. 
"Ma cosa sta succedendo qui?" fece eco Demelza ansiosa. 
Il corridoio che finiva col ritratto della Signora Grassa era stipato di studenti. 
"Perchè non entrano? Non è possibile che abbiano dimenticato la parola d'ordine..." chiese Vicky allungando il collo. 
"Ho un sonno pazzesco, santo cielo" soffiò Ritchie con gli occhi che a momenti si chiudevano mentre Colin parlava a raffica, spinto dietro a tutto dalla folla di studenti, insieme a William e Christopher che cercavano di parlare con le ragazze e capirci qualcosa di quella stramba situazione. 
D'un tratto il professor Silente si fece largo tra la folla e Ginny notò che la Signora Grassa era sparita dal ritratto mentre il quadro era distrutto, lacerato con tanta violenza che il pavimento era coperto di strisce di tela: i professori McGranitt, Lupin e Piton lo seguirono immediatamente, cerei in volto e con l'espressione visibilmente preoccupata. 
"Porca miseria!" squttì Vicky impressionata mentre Demelza stringeva il braccio di Ginny. 
Alice e Rose, che erano appena arrivate, gemettero dalla sorpresa. 
"Dobbiamo trovarla. Professoressa McGranitt, la prego di andare da Mastro Gazza e di dirgli di cercare la Signora Grassa in tutti i quadri del castello" disse il Preside con voce ferma ma tesa. 
"Buona fortuna!" esclamò una voce ghignante, quella di Pix il Poltergeist. 
"Che cosa vuoi dire, Pix?" 
"Si vergogna, signor Capo, signore: l'ho vista correre dentro il paesaggio al quarto piano, signore, e nascondersi dietro agli alberi. Urlava qualcosa di terribile" rispose Pix che non voleva prendersi gioco di Silente, "poverina" aggiunse, senza suonare preoccupato. 
"Ha detto chi è stato?" 
"Oh sì, Capodirettore, signore. Sa, si è arrabbiato moltissimo quando lei non l'ha lasciato entrare" Pix fece una capriola, con l'aria di chi la sapeva lunga mentre tutti gli studenti non sapevano cosa pensare. "Che caratteraccio, quel Sirius Black" 
Demelza per poco non fermò la circolazione all'amica. 




Il professor Silente aveva spedito tutti gli studenti di Hogwarts, tutti al completo, nella Sala Grande dove aveva fatto apparire tantissimi sacchi a pelo per ognuno di loro per passare la notte lì dentro per la loro sicurezza, perchè Sirius Black, come era riuscito ad evadere da Azkaban, era riuscito a penetrare ad Hogwarts: il castello venne perquisito dentro e fuori, i Prefetti facevano la guardia agli ingressi, la responsabilità degli studenti andava ai Capiscuola, ogni anomalia doveva essere comunicata via fantasma. 
"Fra dieci minuti luci spente!" esclamò Percy, nel suo ruolo. 
"Ma sta' zitto..." borbottò Ginny che non poteva stare zitta, dato che ormai nessuno nella scuola sembrava volerdavvero stare zitto, e tutti si facevano la stessa identica domanda, facendo poi delle ipotesi: come aveva fatto ad entrare? 
"Si è materializzato nel castello, è ovvio" disse Colin convinto mentre si insinuava nel sacco a pelo. 
"Non ci si può materializzare o smaterializzare dentro Hogwarts!" sibilò impeccabile Demelza.
"Forse si è travestito" azzardò Ritchie coprendosi fino al mento. 
"Vorrei vedere un travestimento in grado di ingannare i Dissennatori" disse William scettico sul punto del travestimento, "non avete sentito Silente cos'ha detto all'inizio dell'anno?" 
"E come ha fatto, allora?" chiese Christopher confuso. 
Vicky tremava tutta.
"Per fortuna -fortuna tra virgolette, ovviamente- ha scelto proprio questa sera..." disse la bionda, con tono ansioso, "l'unica sera che non eravamo su alla Torre per la festa di Halloween!" 
"Oh cielo, pensa se..." Demelza non finì la frase e rabbrividì. 
"Forse sarà entrato da qualche passaggio segreto!" esclamò Ginny che aveva sentito parlare i gemelli.
"Ehi, è un idea!" approvò Colin mentre Demelza annuiva piano.
"Gazza li conoscerà tutti" mormorò William. 
"Ma forse non proprio tutti..." azzardò Demelza che sembrava della stessa idea di Ginny, "insomma, altrimenti come sarebbe entrato? Di certo non sa apparire nel nulla e... sì, dai passaggi segreti. Tutto torna, no?" 
"Proprio così!" 
"Ginny, zitta anche tu!" sibilò Percy infuriato mettendo avvicinandosi minaccioso alla sorellina. "Domani potrete parlare di tutto ma non adesso, capito? Dormite, voi cinque... forza!"
"Sette" lo corresse la sorella piano. 
"Oooh dormi!" ringhiò il Caposcuola e se ne andò col naso all'aria. 
"Vai al diavolo fratellino adorato..." borbottò Ginny con cattiveria facendo ridere Colin e Christopher che si tuffarono con la testa sotto al sacco a pelo, "sentite, secondo voi quanti passaggi segreti ci sono qui ad Hogwarts?" 
"Migliaia, forse" disse Ritchie, "giudicando la stazza del castello..." 
"Impossibile" decretò Vicky con perspicacia e logica, "altrimenti tutti avrebbero sospettato dei passaggi segreti"
"Ha assolutamente ragione: Gazza non poteva dividersi in mille" convenne Demelza con energia. 
"Quindi ce ne devono essere pochi" replicò Ritchie convinto. 
"Può darsi..."
"No che non può darsi!"
"E perchè no?" 
"Il castello è enorme, potrebbero essere sparsi dappertutto e in posti lontani" fece Demelza mentre William annuiva con vigore. 
"Allora ce n'è solo uno!" esclamò Ginny vittoriosa. 
Christopher ridacchiò sonoramente, beccandosi l'occhiataccia di Percy. 
"Solo uno no..." disse Ritchie con la voce ridotta ad un sussurro roco, "se Black fosse entrato di lì, Gazza l'avrebbe visto"
"Forse era da qualche altra parte" buttò lì la rossa a mo' di scusa. 
"Sentite, accantoniamo l'idea dei passaggi segreti. Non potrebbe essere venuto in volo?" chiese Colin esasperato. 
"E dove avrebbe preso una scopa?" fece Vicky scettica e divertita. 
"Dal..." cominciò Christopher ma Demelza lo interruppe. 
"Chris!" esclamò senza fiato, soffocando un risolino con la mano, mentre tutti quanti ridevano sguaiati. 
"Stavo dicendo c..."
"Non ci interessa da dove ha preso la scopa!"
"Ma mica è una parolaccia?" chiese Christopher ancora divertito. 
Ginny aveva le lacrime agli occhi. 
"Comunque, chiunque avrebbe potuto vederlo se fosse venuto qui in volo e poi la scopa..." William lanciò uno sguardo a sottecchi al suo amico, poi continuò con un sorrisino sulla labbra, "non si sa da dove l'ha presa"
"Ma forse aveva un Mantello dell'Invisibilità addosso..." disse Ritchie. 
"E dove l'ha preso il Mantello?" chiese Vicky aggrottando la fronte.
"Nello stesso posto della scopa" suggerì Colin e i ragazzi scoppiarono nuovamente a ridere. 
"PER L'AMOR DEL CIELO!" strillò con voce rochissima il Caposcuola più insopportabile di tutta Hogwarts con visibile irritazione e furia. "Volete proprio rovinarmi la reputazione, voi cinque o sei o sette che siete?"
"Sette" 
"Ginny, vuoi che il professor Silente si penta amaramente di avermi eletto Caposcuola?" ringhiò Percy fuori di sè dall'esasperazione. 
"No io..."
"Allora dormi!" le intimò. "Dormite! Il mio ultimo avvertimento, capito? Il professor Piton sta già dando di matto!" 
Sotto suggerimento di Ritchie e William decisero di prendere in considerazione l'ordine di Percy e dopo essersi voltati, tutti presero sonno con un mucchio di domande che ronzavano nella loro testa e con il cuore in gola per il fatto che il mattino dopo avrebbero dovuto vedersela con le enormi norme di sicurezza che sicuramente gli insegnanti avrebbero preso. 






Angolo autrice
Il fatto che Ginny viene ignorata da Harry mi è venuto in mente proprio adesso guardando una fan art in cui Ginny smuove la sciarpa di Harry ma lui non se ne cura, non si accorge di nulla e va avanti mentre la piccola è costretta all'ennesima delusione. Mi è piaciuto mettere questo dettaglio perchè più avanti si vedrà l'avvicinamento tra i due, molto avanti. Io vado sempre avanti con le modifiche!

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Capitolo 17
*** Un bigliettino canterino per Harry. ***


UN BIGLIETTINO CANTERINO PER HARRY.


Nei giorni che seguirono non si parlò d'altro che di Sirius Black e delle strabilianti e impossibili teorie su come avesse fatto ad entrare ad Hogwarts con Gazza e Dissennatori alla guardia: una ragazza con due lunghi codini biondi di Tassorosso del terzo anno, Hannah Abbott secondo le informazioni di Vicky, andò a dire a tutta la scuola che Black sapeva trasformarsi in un cespuglio fiorito; Annie Gray ed Elisabeth Harries di Corvonero dell'anno di Ginny avevano sbandierato ai quattro venti i loro sospetti sul fatto che sapesse infrangere le protezioni di Hogwarts senza bacchetta prima che Jason Samuels, sempre di Corvonero del secondo anno, non disse che senza bacchetta non avrebbe potuto fare un bel niente, soprattutto uno che è stato ad Azkaban per dodici anni; Eloise Midgen camminava con il talismano comprato l'anno precedente alla gola, nella speranza che quello la proteggesse, cosa che Chrstopher trovò ridicola; Ginny era sempre più convinta che i passaggi segreti c'entrassero qualcosa ed era decisa a parlarne con i gemelli di quello per avere la sua conferma; Harper, Astoria e gli altri Serpeverde tra l'altro erano ridicoli.
"Peccato che era Halloween" avevano esclamato mentre Christopher e Colin li riempivano di epiteti che gettarono nel panico Vicky, "almeno qualcuno di voi Grifondioti ci sarebbe rimasto secco!" 
Intanto il ritratto della Signora Grassa era stato sostituito con quello di un certo Sir Cadogan, un cavaliere matto che cercava di sfidare a duello metà dei poveri Grifondoro, insieme al suo pony grigio: egli si divertiva a cambiare complicate parole d'ordine ogni volta che voleva, cosa che gettò nella disperazione il povero Neville, che dichiarò a Ginny un giorno, di aver scritto una lista. 
"Non possiamo avere un altro guardiano?" chiese Ginny a Percy mentre si avviavano per fare colazione prima della partita tra Grifondoro e Tassorosso, per la gioia di Vicky Probisher e per il malcontento dei Grifondoro che avrebbero dovuto giocare con i Serpeverde. L'incontro era stato rimandato a causa di Draco Malfoy che si era rotto il braccio alla lezione di Hagrid, ma Ginny, che era andata a trovare più volte il gigante che era in lacrime per la condanna a morte di un Ippogrifo di nome Fierobecco, constatò che Malfoy non aveva nulla che non andava e fingeva per paura di venire sconfitto da Harry nell'incontro di Quidditch di quel giorno. "Quel Sir Cadogan è completamente pazzo..." 
"Nessuno ha accettato il compito" rispose Percy mentre Colin li superava in fretta correndo via da Sir Cadogan che urlava 'torna indietro e combatti, vile canaglia!', "hanno paura per quello che è successo alla Signora Grassa quindi...oh, Harry!"
"Bè?" fece la sorella ma Percy era già partito in quarta per scortare Harry nel bagno. 
"Ma che gli prende?" chiese Demelza divertita, raggiungendola, anche lei col fiatone come Colin. 
"Mi sa proprio che agisce per conto di mia madre..." disse la rossa sbuffando. 
Le due ragazze scesero a colazione e non si stupirono nel vedere Vicky completamente in iper ventilazione: aveva una cotta per Cedric Diggory, Capitano della squadra di Quidditch di Tassorosso e Cercatore come Harry, dalla prima volta che l'aveva visto ma Ginny ignorava seriamente che un sedicenne potesse mettersi con una ragazzina di dodici anni. Anche se, a differenza di Vicky che continuava a ripetere alla rossa di fare qualcosa con Harry Potter purchè lui la notasse, Ginny non le diceva nulla per non abbatterla: se si abbatteva era la fine. 
Fecero colazione in allegria, parlottando del più e del meno, poi si avviarono sugli spalti. 
Non era passato neanche un secondo ed erano già tutti zuppi come delle spugne, e questo stava a significare che se Grifondoro non avesse vinto la partita, la squadra e gli spettatori avrebbero di sicuro vinto qualche altra cosa in cambio: una bella influenza. 




Dopo la partita, molti studenti avevano un raffreddore tremendo. E inoltre, la partita era stata tremenda, una cosa orribile, che nessuno avrebbe consigliato a nessuno di vederla mai: i Dissennatori erano venuti in campo e avevano distratto i giocatori, che si erano lasciati prendere totalmente dal panico; Harry era svenuto e caduto dalla scopa a causa loro, precipitando da almeno quindici di metri, non afferrando il boccino e lasciando la vittoria ai Tassorosso. 
Tutti avevano creduto che fosse morto, anche se Silente era intervenuto ed aveva attutito la caduta al meglio, e Ginny, seduta su una poltroncina in Sala Comune, circondata dai suoi amici, ancora tirava su col naso.
"Per fortuna il terreno era molle"
"Per fortuna pioveva quindi..." 
"Ho sentito che non si è nemmeno rotto gli occhiali" 
"Forza, Ginny" l'incoraggiò Demelza, "non si è fatto nulla, sta bene"
La ragazzina annuì, con un sorriso. 
"Dovremo andare a trovarlo, non credete?" chiese Colin esitante, guardando la squadra di Quidditch rientrare. 
"Già, e ti pareva se tu non volevi andare a trovarlo?" fece Christopher ridacchiando e lanciando poi un lungo e rumoroso sbadiglio, che Vicky storse il naso come nauseata. "Chissà cosa dirà quando ti vedrà arrivare..."
"Bell'amico che sei, miseriaccia!" 
"Ehi! Non ho mica detto qualcosa di male!"
"Offendi"
"Sei permaloso"
"Sei offensivo"
"Siete due idioti..." s'intromise William cauto e gli altri scoppiarono a ridere. Ginny fece un gran sorriso e guardò Colin fare un versetto tra metà uno sbuffo e metà una risatina, "andremo tutti insieme a trovare Harry Potter, vi va?" 
"Magari Ginny potrebbe fargli qualcosa di carino!" si esaltò Vicky incoraggiante. 
"Oh no..." rispose la rossa allibita alla sola idea. 
"Perchè no?" 
"Perchè no!" 
"Lui deve capire che tipo di persona sei"
"Così non l'aiuti affatto, sai, Vic!" intervenne Demelza severamente mentre i quattro ragazzi cercavano di capire qualcosa di più di quella conversazione da femmine. Ginny avrebbe giurato di aver sentito borbottare Colin qualcosa come 'bleah, ragazze!', "Harry deve notare Ginny per quella che è, e non per tutti i regalini che lei può fargli. Insomma, non è così che si procede!" aggiunse con un cipiglio da paura, fissando la bionda sfidandola a contraddirla. 
Demelza era una ragazzina tanto cara, gentile, introversa e sensibile ma quando si trattava di qualcosa nel quale lei era sicura bisognava fare largo perchè di sicuro avrebbe vinto lei e sarebbe diventata una furia solo se qualcuno avesse osato dirle qualcosa di sicuramente sbagliato. Tipo in quell'occasione: Vic doveva stare moolto attenta in quel momento. 
"Io..." balbettò la bionda sorpresa dalle parole di Demelza, "io dico che dovrebbe far qualcosa... è un'opportunità incredibile, un'opportunità che non deve sprecare in assoluto! Harry Potter è da solo in Infermeria: Ginny dovrebbe agire, no?"
"Sarei d'accordo con te se non fosse per il ricordo amaro dell'anno scorso..." borbottò lei confusa. 
Demelza parve offesa che le amiche non considerassero il suo parere e i suoi occhi parvero lucidi alla luce. 
"Oh, la filastrocca? Si sarà già dimenticato!" disse Vicky, facendo un gesto noncurante con la mano. 
"Si sarà già dimenticato?" ripetè Christopher sconcertato e mettendosi a sedere velocemente. "Quella filastrocca è ormai diventata leggenda qui ad Hogwarts, tutte le ragazze la canticchiano! Voi tre non avete idea della figura di m..."
"Grazie mille, Chris!" replicò in fretta Ritchie, guardando a sottecchi Ginny.
"Ma queste figure di me..." 
"Sei stato chiarissimo" aggiunse William con un sorrisino, "abbiamo compreso il nocciolo della situazione" 
"Io non ho ancora capito cosa avete intenzione di fare con Harry" borbottò Colin spaesato. 
"Ah, le donne! Creature affascinanti... eppure tanto difficili da capire!" esordì Christopher in tono solenne. 
Scoppiarono tutti a ridere, compresa Ginny. 
"Sì, ma il punto è" tagliò corto Vicky tra le risate generali, "hai intenzione di cogliere l'occasione?" 
"Carpe diem, si dice nel mondo dei Babbani" aggiunse Colin soave e William ridacchiò sonoramente. 
"E d'accordo! Ma cosa posso mai fargli?" chiese Ginny, ancora per una volta convinta di non stare per fare la scelta giusta. 
"Una lettera d'amore?" propose Ritchie incerto. 
"Le filastrocche vanno sempre di moda..." suggerì Chris beccandosi l'occhiataccia di Ginny. 
"Cioccolatini?" fece Vicky deliziata. "Quelli sì che non vanno mai di moda!"
"Qualcosa di più sensato come un bigliettino di pronta guarigione, no, eh?" sbottò Demelza seccata.
"Oh... ma è magnifico!" esclamò la bionda elettrizzata. 
"Un bigliettino canterino, magari..." mormorò Ginny sognante. 
Stava già pensando a quando avrebbe consegnato un bigliettino canterino ad Harry Potter: la melodia l'avrebbe cullato per un'intera notte, come se Ginny fosse stata presente, come se Ginny fosse stata accanto a lui, e avrebbe fatto sì che Harry pensasse a lei, alla sorellina del suo migliore amico tanto innamorata, tanto gentile e premurosa con lui...
Sì, un bigliettino canterino sarebbe stato il massimo. 
"Ginny, mi stai ascoltando?" chiese la voce di Vicky, che pareva un eco sentito da lontano. 
"Eh?"
"Demelza ha accettato di scoprire come fare per far cantare questo bigliettino: andiamo in biblioteca, adesso
"Mi aiuterai anche se disapprovi?" domandò la rossa all'amica.
"Certo..." rispose Demelza, le guance rosse. 
Le tre ragazze salutarono gli amici e marciarono nella Sala Comune fino al buco del ritratto, contente ed eccitate (Demelza non era esattamente contenta di quella decisione ma si unì alla felicità delle altre) ma mai quanto lo era la piccola Weasley, che quasi non respirava dall'emozione: perchè quella volta non poteva essere la volta giusta? L'avrebbe di sicuro notata. Anche perchè non aveva scelta dato che era inchiodato in un letto nell'Infermeria, e quello era un bene dentro un male! Ron avrebbe accettato la loro relazione? Ovvio che sì. Cosa avrebbero detto gli altri Weasley invece? Sarebbero stati felici anche loro, di sicuro. 
"Voglio anch'io un bigliettino canterino dalla melodia cullante!" gridò Christopher dietro alle ragazze prima che si chiudessero il ritratto della Signora Grassa alle spalle.




"Prova!" 
Vic era decisamente la più eccitata e non vedeva l'ora di sentir cantare il bigliettino. 
"L'incantesimo l'ho fatto bene: dovrebbe funzionare" disse Demelza sicura. 
"Speriamo che..." 

And then while I'm away,
I'll write home everyday,
and I'll send all my loving to you.
All my loving, I will send to you,
All my loving darlin I'll be true. 


Ginny lo richiuse in fretta, con un sorrisino: per fortuna che Madama Prince non aveva sentito! Anche se al posto della bibliotecaria, tutti gli studenti che erano in biblioteca avevano udito quella canzoncina e si erano voltati per scoprire la fonte del suono. 
"Ce l'abbiamo fatta, lo sapevo!" strillò Vicky agitando i pugni in aria per festeggiare e molti la fissarono con tanto d'occhi. 
"Mi avete fatto sudare..." sussurrò lei stanca, abbandonandosi mollemente sulla sedia della biblioteca.
"Grazie mille" disse la rossa, grata che avessero finalmente finito, "grazie mille davvero!" 
"Figurati" disse Demelza alzandosi e posando sullo scaffale Manuale degli Incantesimi, "quando hai intenzione di darglielo? Guarda che Madama Chips non ti farà entrare a quest'ora, quindi meglio se ti dai una mossa" 
"Adesso, dici?"
"Proprio adesso se sei così sicura di ciò che hai fatto, Testa Rossa..." sibilò Demelza divertita, lanciando uno sguardo a Madama Prince che era ritornata a vigilare sui pochi studenti rimasti e le guardava come se non vedesse l'ora che andassero via. 
"Magari domani" ribattè in fretta Ginny posando la sua roba nella borsa e sorridendo all'appellativo datole dall'amica, "e davvero lo farò, non guardarmi così, Vic!" aggiunse sotto lo sguardo severo ed esasperato della sua fedele compagna. "Non guardarmi così, mi metti in soggezione! Domani gli darò questo stupido bigliettino di pronta guarigione, promesso" 
"E magari vorrai anche firmarlo con un augurio, immagino" 
"Giusto, mi sono scordata..." 
La ragazzina afferrò con impazienza la piuma e scrisse in basso a destra e al margine del piccolo bigliettino canterino 'auguri di pronta guarigione, per Harry da Ginny'. Posò la piuma e guardò la sua opera, l'opera riuscita grazie a Vicky e a Demelza, e si disse che non era affatto sciocco un bigliettino di pronta guarigione. Aveva uno scopo almeno e infondo non era mica la filastrocca dell'anno precedente! 
"La biblioteca chiude!" annunciò Madama Prince con voce gracchiante. 
"Stiamo andando via" le rispose Vicky mentre Demelza alzava velocemente i tacchi. 
Ginny raccolse la sua roba e per sua tremenda sfortuna, proprio in quel preciso momento, il bigliettino si aprì con un suono che era tutto tranne che melodioso -possibile che l'incantesimo non fosse così forte?- e iniziò a cantare All my loving, I will send to you. Madama Prince strizzò gli occhi, allargò le narici come solo lei sapeva fare e spedì tutte e tre via dalla biblioteca urlando come un'oca inferocita qualcosa come 'NIENTE CONCERTINI NELLA MIA BIBLIOTECA!'. 
"Mi proibirà l'ingresso a causa vostra..." sospirò Demelza quando furono al sicuro dalle grinfie della donna. 




"Tuo fratello Ron e la sua amica se ne sono andati... via libera, forza, entra!" l'incoraggiò William in tono esasperato mentre Colin spingeva Ginny per farla entrare nell'Infermeria, il mattino seguente. 
I ragazzi, Demelza e Vicky erano già state a trovarlo pochi minuti prima e siccome non si conoscevano non erano rimasti per molto ma, da compagni di Casa di Grifondoro qual erano, avevano solo fatto la cosa giusta e augurato che si rimettesse velocemente. Ritchie aveva aggiunto qualcosa come 'la squadra di Quidditch ha bisogno di te, Harry!' con l'appoggio di Demelza e Vic, che erano entrambe molto patite per il Quidditich, cosa che, secondo William, aveva dato molta forza ad Harry, che aveva sorriso radioso. 
Ma ora toccava solo a Ginny. 
"E se...?"
"Se niente. Ormai è fatta: apprezzerà il gesto. E a dirlo sono io!" esclamò Christopher colpito di sè stesso. 
"Forza, è un pensiero carino e gentile!" sibilò Vicky, le mani nei capelli biondi. 
"Sono l'unica che ha faticato davvero... Christopher ha ragione: ormai è fatta" disse Demelza cercando di essere incoraggiante ma le parole meno incoraggianti e più devastanti in assoluto furono quelle che Ritchie ingenuamente esordì. 
"Il bigliettino canterino non può essere peggio della filastrocca" disse, convinto di aver fatto forza alla ragazzina.
"Coraggio... come ti ha chiamata Dem ieri sera? Ah sì, Testa Rossa. Spicciati!" si spazientì Vicky spingendo l'amica.
"Testa Rossa?
"Che nome buffo! Ma non pensiamoci: datti forza, Testa Rossa, ed entra" 
"Non può volerci molto!"
"Infondo voi vi conoscete, vi parlate... non è proprio imbarazzante!"
"Non se l'anno scorso non avesse ricevuto quella filastrocca..."
"CHRISTOPHER!" esclamarono tutti addolorati mentre Ginny spalancava la bocca. 
"Cosa?" fece lui. 
"La smettete di fare tutto questo chiasso o devo chiamare il Preside?" sbottò Madama Chips spuntando da dietro ad una colonna, furiosa come non mai, e Demelza si fece piccola piccola a quel rimprovero. 
"Sapete che il Preside la chiama Poppy?" sussurrò Testa Rossa con un sorrisino, quando la donna se ne fu andata. 
"Poppy?
"Davvero affascinante. Ora entra!" 
Colin spinse Ginny finalmente dentro dove si ritrovò sull'uscio della porta come imbambolata, mentre la porta sbatteva apparentemente da sola, come se fosse incantata. Harry alzò i suoi magnifici occhi verdi da una specie di agglomerato di legna e la guardò, facendole un timido sorriso mentre la ragazzina si avviava verso di lui, il bigliettino stretto in petto, e con passo incerto, guardandolo altrettanto timidamente.
Stava di nuovo diventando rossa... ci mancava solo quello. 
"Ehm... c-ciao..." balbettò lei. 
"Ciao, Ginny" disse Harry cortese, fermandosi a guardare il bigliettino con un'espressione strana sul volto, come se si aspettasse di ricevere qualche altra brutta sorpresa, "come stai?" aggiunse perchè lei sembrava aver perso la lingua. 
"Bene. Mi dispiace p-per la caduta. C-come ti senti?" 
"Meglio. Mi sento molto meglio, grazie" rispose Harry sorridendole ancora. 
Possibile che a pochi giorni da Natale facesse così caldo? 
"Io... volevo darti questo bigliettino" mormorò Ginny avvicinandosi al letto del ragazzo e mettendogli in fretta tra le mani il suo bigliettino canterino, "s-spero ti piaccia, l'ho fatto con le mie mani..." 
"Grazie" disse Harry, le guance rosse. 
"D'accordo... allora... io vado" annunciò la ragazzina, spostandosi sempre di più dal letto del suo amato, "ci vediamo, Harry!" aggiunse correndo via, rossa in volto come non lo era mai stata in vita sua, sperando di sparire in fretta da lì.
"Sì, ci vediamo, Ginny" la voce di Harry raggiunse le sue orecchie quando stava per chiudere la porta. 
Testa Rossa aveva il fiatone. 
"Allora?" chiesero in coro i suoi amici, curiosi. 
"Com'è andata?" chiese Demelza esitante. 
"Un amore?" 
"Un...?" 
Cos'era un bigliettino di pronta guarigione? Non era nulla, eh? Harry sembrava orripilato da ciò che aveva visto, era del tutto spaventato da lei e da quello che avrebbe potuto trovare nel suo insulso bigliettino. La filastrocca era una cosa e non l'aveva consegnata neanche lei, ma dopo quello che era successo avere la faccia tosta di presentarsi con un bigliettino canterino... 
Quello di sicuro era stato il suo secondo peggiore...
"INCUBO!" 






Angolo autrice
Mi è piaciuto aggiungere la parte in cui i ragazzi interagiscono tra di loro dopo la partita, e quando Vicky suggerisce a Ginny di regalare qualcosa ad Harry e portarglielo stesso lei nell'Infermeria dov'è ricoverato. La reazione di Demelza è seccata perchè, come ho detto, lei è una ragazzina già matura, che non ama mettersi in mostra e quindi cerca sempre di piacere agli altri per come è (cosa che Ginny farà successivamente e quando maturerà). Il 'litigio' tra le due ci sarà nel prossimo capitolo. 
La canzone inserita è 'All my loving' dei Beatles e ho adorato inserirla perchè fa proprio 'tutto il mio amore ti manderò' e 'scriverò a casa ogni giorno'. Cioè, è come se Ginny scrivesse ogni giorno a lui, diciamo, per mandargli il suo amore (una volta con la filastrocca, una volta con il bigliettino). 
Spero sempre che le modifiche piacciano!

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Capitolo 18
*** Chi trova un amico trova un tesoro. ***


CHI TROVA UN AMICO TROVA UN TESORO.


Per gran sfortuna di Ginny furono Alice e Rose le prossime visitatrici ad entrare nell'Infermeria per augurare ad Harry una buona ripresa, e sempre per sfortuna della ragazzina furono davvero perspicaci nel capire che avesse dato quel bigliettino canterino al ragazzo, che inoltre aveva scelto proprio quel momento per aprirlo e farlo cantare a squarciagola con una specie di melodia rumorosa: Ginny era stata costretta a togliersi da mezzo al passaggio per entrare in Infermeria, darsela a gambe levate con i suoi amici alle calcagna e a materializzarsi ogni volta che incontrava Alice e Rose. 
Passarono i giorni e non si parlò altro di uno strano bigliettino canterino che un'ammiratrice aveva dato ad Harry... e quella fu la cosa peggiore che potesse mai capitare dato che non c'erano dubbi su chi avesse potuto darlo al ragazzo. 
"E non dire che non te l'avevo detto!" protestò Demelza, decisa a tenere il broncio alle due amiche, il giorno prima della partenza per le vacanze di Natale, seduta a pranzare nella Sala Grande con loro e a sfogliare il Mille Erbe e Funghi Magici.
"Andiamo, Demelza, non è stato tanto male..." disse Vicky piano lanciando un'occhiata obliqua a Ginny, che era accanto a lei, "adesso Harry sa che lei è ancora cotta di lui e ci penserà su" 
"Il problema è che l'ha sempre saputo!" esclamò la rossa, battendo la forchetta sul tavolo. Aveva gli occhi lucidi. 
"Non è poi la fine del mondo, Testa Rossa" riprese Vicky, con la speranza di infonderle coraggio, "l'anno scorso hai sopportato cose ben peggiori, non è così?" aggiunse e Demelza le lanciò un'occhiataccia. "Cioè, volevo dire... la filastrocca..." si corresse in fretta.
Ma Ginny sapeva che Vicky non si riferiva proprio alla filastrocca. 
"Sì" le diede corda non pensando all'anno precedente, "ma questo secondo anno volevo fosse diverso" 
"Se solo tu mi avessi dato ascolto..." cominciò Demelza ma Vicky la interruppe con rabbia. 
"Non ti ci mettere anche tu!" sbottò. 
"I-io non volevo dire..."
"Bè, piantala. Qui ci sono persone che soffrono, o sei troppo indaffarata a farci la predica per capirlo?" 
"Già è tanto che sopporto le frecciatine su di me e sul fatto che Harry Potter non noterà mai la piccolina e indifesasorellina del suo migliore amico!" scattò Ginny disperata, rivolta più a sè stessa che alle altre, ma fece un grande errore perchè quella fu la goccia che fece trabboccare il vaso: gli occhi di Demelza, già prima molto lucidi e incrinati dalle parole di Vicky, si riempirono di lacrime e lei scoppiò a piangere, correndo via. 
Ginny assunse un'espressione colpevole. 
"Si sarà pentita della ramanzina che ci ha fatto..." si giustificò Vicky mandando giù un altro boccone. 
Suonò la campanella e gli studenti del secondo anno partirono in quarta per l'ultima lezione lì ad Hogwarts prima delle vacanze di Natale che era Erbologia. Ginny e Vicky percorsero il tragitto insieme, senza dire una parola su nessun argomento, nemmeno un argomento banale come la scuola, nulla. Erano entrambe immerse nei propri pensieri: Ginny non faceva che pensare alle parole di Demelza su Harry, al fatto che avrebbe dovuto smetterla con filastrocche e bigliettini, al fatto che il ragazzo avrebbe dovuto accettarla per come era e non perchè lei lo riempiva di doni. 
"Ma dov'eravate? Avete mangiato come lumache?" chiese Colin non appena vide Ginny e Vicky entrare: condivideva il tavolo con Demelza, William e Ritchie, e sembrava non sapere nulla di quello che era successo a pranzo. 
Le due ragazze abbozzarono un sorriso e si diressero accanto a Christopher, che cercava di attaccare bottone con una Tassorosso che condivideva lo stesso suo tavolino da lavoro: Juliette Collins era una ragazzina magrissima, dai grandi occhi nocciola e i capelli di un castano, quasi ramato. Passarono una lezione molto divertente e dopo aver stretto più confidenza e amicizia, Juliette si rivolse a Ginny. 
"Sei stata tu a fare il bigliettino ad Harry Potter, Ginny?" chiese, tagliuzzando la sua erba. 
La ragazzina guardò Vicky, che pareva allarmata; Christopher aveva smesso di farle domande e adesso seguiva la lezione in silenzio, perchè la curiosità che lui aveva per lei non era ricambiata dalla bella ragazzina. 
"Sì" sospirò la rossa, "sono stata io" 
"Me l'ha detto Johanna, che è andata a trovarlo. Sai, l'anno scorso lei aveva una cotta per Harry, solo che quest'anno si è fidanzata con un tipo di Corvonero" l'informò Juliette allegramente, "io però credo che le piaccia ancora un poco. Harry, intendo..." aggiunse abbassando la voce in un sussurro. 
"Bè, Harry Potter è molto famoso" commentò Vicky maliziosa. 
"A me non piace solo perchè è famoso!" sibilò Ginny arrabbiata beccandosi l'occhiataccia della professoressa Sprite e sapendo già, nel profondo del suo cuore, di odiare davvero tanto quella Johanna Roberts. 
Era tutto vero: una cotta per un ragazzo famoso poteva durare poco, poi iniziavi a provare attrazione per qualcun altro... per un ragazzo che non era il ragazzo famoso, no? A Johanna era successo e infatti era fidanzata ma provava sempre quell'attrazione per il famoso Harry Potter. Invece a Ginny non era successo a differenza sua, non era successo e lui le piaceva sin dal primo giorno in cui lei l'aveva visto, alla stazione. 
"Non intendevo offenderti" si scusò Vicky in fretta, "ma cos'hanno tutti oggi?" si chiese rabbiosa.
Alla fine della lezione Ginny dovette subirsi la più noiosa chiacchierata mai fatta e il protagonista era sempre lui, Harry Potter, come se non bastasse: Johanna Roberts e Bonnie Lewis non la smettevano di parlarle del ragazzo, senza malizia ovviamente ma con la speranza di poter aiutare Ginny in qualche modo, e non facevano altro che farle domande su come le fosse saltato in mente o ripetere le stesse cose che Demelza le aveva ripetuto per giorni. Dopo un poco, Ginny borbottò qualcosa come 'bagno' e scappò via per le altre lezioni pomeridiane, che furono uno strazio come Erbologia. 
La ragazzina non vedeva l'ora di andare a dormire e non appena la sua testolina rossa si fiondò sul cuscino si addormentò, ignorando Vicky che cercava di imparare qualcosa in più sugli scacchi e Demelza che leggeva nel suo letto. 
Il giorno successivo Ginny preparò la sua roba nel dormitorio col un nodo in gola dolorossimo: e ora come doveva comportarsi con le sue amiche? Avrebbe dovuto salutarle con calore come se niente fosse successo oppure avrebbe dovuto mormorare un saluto e scappare via? Scappare via... non suonava molto da Grifondoro ma in quel momento la ragazzina non se la sentiva di stare con loro un attimo di più. 
"Ci vediamo al rientro delle vacanze!" disse velocemente ed ebbe solo il tempo di sentire Demelza e Vicky ricambiare il suo saluto che già era sgattaiolata dritto filato di sotto. Per fortuna che aveva già salutato i ragazzi la sera prima. 
A metà del cammino verso le carrozze incontrò Alice e Rose, e salì sulla carrozza con loro con suo più gran disappunto. Ma Alice e Rose erano gli ultimi problemi della ragazzina che stava già iniziando un lungo e doloroso cammino verso quel periodo chiamato 'adolescenza'. 
"Cos'hai, Ginevra?" domandò Alice curiosa. 
"Niente" mentì prontamente Testa Rossa. 
"Oh, è per quel bigliettino canterino? Sappiamo che l'hai fatto tu ad Harry Potter, ovviamente" l'informò in fretta Alice guardando l'amica con un sorrisino malizioso, "ma possiamo aiutarti. Ci sono dei trucchi che non usiamo più, puoi prenderli tu e usarli in presenza di Harry Potter" 
Rose la fissò, poi annuì con vigore. 
"Trucchi? Trucchi di magia?" chiese ingenuamente la rossa. 
"Trucchi per il viso, Ginevra!" esclamò Rose scandalizzata e divertita allo stesso tempo. 
Alice mise in grembo a Ginny una matita nera, un ombretto rosso e un mascara, cose che vedeva sempre sul loro comodino. Si stupì del fatto che le regalassero qualcosa per aiutarla ma se era vero che non li usavano più, era meglio darli a qualcuno che buttarli, anche se quel qualcuno era proprio una loro compagna di scuola infantile, ingenua e assolutamente goffa. 
"Li proverò in treno... grazie!" le salutò la ragazzina quando scese dalla carrozza per salire nell'Espresso e loro le fecero un sorriso.
"Ginny! Siamo qui, vieni!" 
"C'è un posto anche per la nostra sorellina, naturalmente!" 
la ragazzina si andò ad unire a Fred e George, con i trucchi stretti al petto e pronta ad usarli. 




"Forza, tesoro... dammi il tuo baule" disse Arthur Weasley premurosamente. 
Ginny aveva gli occhi lucidi di lacrime per il fatto che Fred e George avessero guardato con distacco i trucchi che le avevano dato Alice e Rose: era come se avessero messo le distanze con lei, come se lei avesse rinnegato se stessa per apparire truccata e più bella, come se avesse voluto essere diversa da quella che era. Ma non era così, lei voleva solo essere apprezzata un po' di più dalle ragazze e dai ragazzi a scuola, voleva essere apprezzata dal migliore amico di suo fratello... 
Non voleva cambiare sè stessa... 
"Ginny" 
"Eh?"
"Lascia il manico del baule"
... ma chi era davvero Ginny Weasley? 
Fred e George avevano ragione ad essere arrabbiati con lei, avevano ragione. Ginny aveva promesso a sè stessa che quell'anno sarebbe stato diverso, invece era andata proprio come l'anno precedente omettendo il fatto che quell'anno non rischiava morte certa. Il suo secondo anno doveva essere un'occasione per la ragazzina di mostrarsi per quello che era e non per il lato malvagio che l'anno scorso la possedeva. 
Era un poco come tradire la fiducia di Silente. 
"Che volete mangiare questa sera?" chiese Molly Weasley con affetto, affaccendandosi subito in cucina. 
"Per me è lo stesso, mamma. Vado di sopra!" annunciò il figlio maggiore, impaziente. 
"Zuccaposcuola..." borbottò Fred tra i denti. 
"Ho così tanta voglia di fargli uno scherzo che comprenda della cacca di drago..." aggiunse George malandrino.
Fred ridacchiò e, con un ghigno degno di essere chiamato tale, i gemelli sparirono di sopra prima che Molly avesse il tempo di aprir bocca e chiedere l'esatto modo in cui quei due si sarebbero procurati della cacca di drago per lo scherzo al loro fratello.
Il signor Weasley sprofondò sul divano, stanco. 
"Vado in camera anch'io..." annunciò Ginny malinconica, ancora imbambolata sull'uscio della porta, sentendosi lo sguardo dei genitori sul collo finchè non ebbe salito tutte le scale per arrivare nella sua disordinata cameretta... 
I giorni passarono con una velocità sorprendente e passò anche il Natale, che non fu un Natale come Ginny aveva sperato di passare, in modo spensierato e allegro. Piuttosto, la ragazzina se ne stava tutta il giorno chiusa in camera a sonnecchiare sul suo letto, a pensare, a tormentarsi l'anima. 
Lei non piaceva a nessuno: non era graziosa come Vicky che era apprezzata perfino da delle ragazze che erano nel loro stesso corso; non era intelligente, brillante e aveva buoni voti come Demelza che riusciva in tutto e se ne stra-fregava se come amici aveva solamente i suoi compagni di Grifondoro; non era spontanea come Colin; non era divertente come Christopher; non era matura come William; non era dolce e così ben disposta ad aiutare il prossimo come Ritchie. Non era niente. 
Non era come loro. 
Ginny tirò su col naso, il giorno della partenza per Hogwarts dopo le vacanze, a vedere la fotografia che Colin aveva appena sviluppato dalla sua macchina fotografica e subito spedito delle copie agli amici, con una lettera allegata. L'unico amico con cui Ginny era rimasta in contatto era proprio Colin Canon, e non sapeva spiegarsi il perchè.

Cara Ginny, recitava la sua lettera.
le mie vacanze di Natale sono state il massimo e il Capodanno qui è fantastico: i fuochi di artificio Babbani non sono poi così diversi da quelli che usarono i tuoi fratelli nella Sala Comune di Grifondoro un giorno. La sola differenza è che con quelli Babbani puoi farti molto male, sai, mio zio perse due dita per avvicinarsi troppo e gli uscì un sacco di sangue. Una cosa spaventosa... ero bambino! 
Ho sviluppato la foto di gruppo che facemmo dopo che Sirius Black penetrò nel castello, spero ti piaccia. 
Ps: da notare la faccia di Ritchie.


La ragazzina scoppiò a ridere. Nella fotografia, sul lato sinistro, c'erano lei, con i capelli rossi legati in due trecce spettinate, e Demelza, che ridacchiavano e Ginny ricordò con nostalgia quel giorno; al centro della foto c'era Christopher che tormentava i capelli di Ritchie, che aveva la bocca semi aperta; sulla destra c'erano Colin, Vicky e William che ridevano, mentre Colin indicava i capelli di Ritchie con una smorfia. 
La rossa conservò la fotografia nella tasca del suo baule: la partenza per Hogwarts era vicina di poche ore e doveva muoversi perchè non aveva alcuna intenzione di sopportare Percy.
Toc toc toc.
"Che c'è?" domandò Ginny irritata, chiudendo in fretta il bagaglio e i suoi genitori entrarono. Entrambi entrarono. 
"Hai finito col baule, tesoro?" chiese dolcemente la madre.
"Mamma!" chiamò George dal pianerottolo.
"Ma'!" fece eco Fred curioso, ma la signora Weasley gli scoccò un'occhiataccia e chiuse la porta. 
Ginny era sicura che i gemelli non volessero perdersi un attimo della conversazione perchè era strano che entrambi i genitori facessero visita alla dimora disordinata della figlia, proprio il giorno del ritorno ad Hogwarts. 
"Ho finito, comunque" rispose la ragazzina guardando il baule, "ma non è perfetto come lo sistemi tu..." 
"Non importa" tagliò corto il padre con gentilezza, sedendosi sul suo letto insieme alla moglie, "è pesante quest'anno, vero?" 
La rossa annuì distrattamente, guardando il pavimento della sua stanza. 
"Ehm... è come se fosse tutto nuovo per te, in un certo senso" borbottò il signor Weasley a disagio.
"Stai proprio crescendo tesoro. E la fase che stai passando è... una fase di transito, no?" continuò la madre, prendendo in mano il nocciolo della situazione. Ginny si chiese dove volessero arrivare i due genitori: che fosse per il comportamento strano e distaccato che aveva assunto in quei giorni? Probabile. "Un'età in cui... bè... in cui si forma il carattere, la personalità e..."
"Lo so" la interruppe la ragazzina con perspicacia, "lo so che vuoi dire" 
"Sì, ma Ginny... noi tutti abbiamo notato che c'è qualcosa che ti affligge" 
Lei non rispose, le lacrime che minacciavano di cadere. 
"Lo capiamo, quello che hai passato è stato... brutto" insistette la signora Weasley cauta, "ma non sei obbligata a fare... qualche scelta che non sia la tua, solo per sentirti parte di un gruppo. Loro sanno cosa è successo..." "Sì, tesoro. Noi non... non vogliamo che tu diventa qualcosa che non sei" 
A quel punto la ragazzina scoppiò in lacrime e la madre la prese tra le sue braccia, addolorata. 
"Tutti sono migliori di me!" gridò abbattuta, guardando i volti dei suoi genitori attraverso un velo di tristezza. "Tutti! Le ragazze sono tutte più carine e intelligenti di me! E io... io non piaccio a nessuno! Perchè sono stupida!" 
"No, tu non sei..." cominciò il signor Weasley sempre più a disagio ma Ginny interruppe il padre con rabbia.
"Invece sì! Non hai visto cos'è successo l'anno scorso? Voi... voi non sapete cos'è successo e come mi sono sentita! Non ne ho parlato con nessuno... solamente con Albus Silente perchè era giusto così! Cosa avranno pensato di me, secondo voi? Sono una s-s-stupida!" 
Ed ecco il punto doloroso dell'incredibile situazione: gli avvenimenti della Camera dei Segreti che l'avevano resa protagonista. Ginny non ne aveva mai parlato con nessuno, solamente con Albus Silente perchè in quelle condizioni solo col suo Preside aveva avuto lo stimolo di parlarne. In famiglia aveva sempre cercato di far finta che la cosa non fosse mai accaduta, ma forse... era proprio quello il problema. Per far finta che non fosse mai accaduta doveva prima parlarne con chi le voleva bene e non ignorare il tutto, lasciandosi trattare bene come se non avesse per nulla rischiato di morire. 
"I miei amici non lo sanno, nessuno lo sa!" singhiozzò la ragazzina pensando a quelle oche di Alice e Rose che cercavano sempre di istigarla a far qualcosa che lei non voleva. "Il mio Molliccio è Tom Riddle e hanno riso di me per una settimana intera! Non so più che fare... sembra che ciò che faccio non vada mai bene!" 
"Non devi lasciarti condizionare da nessuno. Le scelte sono solamente tue, Ginny" disse severamente il padre, cui occhi erano lucidi, "sappiamo quanto è stato difficile per l'anno scorso, e tu devi provare a parlarne con i tuoi amici, con gli altri quando capita. Questa esperienza non deve essere un tabù, un motivo di dolore, capito?"
"Noi vogliamo solamente che tu sia te stessa..." sussurrò Molly Weasley tirando su col naso. 
Avevano ragione, quanto avevano ragione. 
Ginny doveva essere assolutamente sè stessa, non doveva fare stupidate per farsi notare dal migliore amico di suo fratello, non doveva truccarsi solo per far sì che i ragazzi la considerassero di più, non doveva comportarsi come se avesse fatto chissà cosa perchè non era in sè quando l'aveva fatto, non doveva comportarsi da inferiore agli altri.
Doveva crescere ed essere Ginny Weasley. 
D'un tratto la porta ebbe uno scatto, spalancandosi totalmente, e Molly Weasley balzò in piedi, le mani sui fianchi: Fred e George avevano aperto la porta per sbaglio e si erano trovati lunghi distesi a terra, sull'uscio. Anche Arthur si alzò. 
"Pronta, sorellina?" chiese Fred innocentemente, tirandosi su. 
"E voi che stavate facendo dietro alla porta?" chiese la signora Weasley accigliata ma Ginny era sorridente, tra le lacrime.
"Possiamo scortare nostra sorella fuori casa o c'è bisogno di un invito?" buttò lì George con un'eloquente sorriso e la ragazzina andò ad unirsi ai gemelli, pensando a quanto aveva maledettamente sbagliato con loro. 
O con tutti. 




Contenta di aver finalmente buttato fuori tutto ciò che era riuscita a buttare fuori, con i suoi genitori almeno, Ginny trotterellò nel treno in cerca dello scompartimento in cui, era certa, si sarebbero trovati i suoi amici, lasciando quindi i gemelli in compagnia di Lee Jordan a combinare casini, come il loro solito fare. Controllò in tutti gli scompartimenti, scoprendo perfino con un certo scandalo una coppietta che si baciava, convinta che la ragazza bionda fosse Vicky, e alla fine trovò tutti i suoi amici: erano seduti insieme nello scompartimento in fondo al treno e chiacchieravano allegri e vivaci.
"Ciao, ragazzi!" li salutò Ginny aprendo la porta dello scompartimento. Grida, strilletti eccitati e saluti in risposta: Colin le volò praticamente adosso stringendola in un abbraccio soffocante e Vicky, dimenticata ogni ostilità, le stampò un rumoroso bacio sulla guancia. "posso sedermi con voi?" chiese la rossa ironicamente. 
"Unisciti a noi!" replicò ovviamente Christopher con un gran sorriso mentre Demelza le faceva spazio sul sediolino. 
"Come hai passato il Natale?" domandò quest'ultima. 
Lei e Vicky sedevano vicine e sembrava proprio che avessero fatto la pace. 
"Noi ti stiamo ascoltando, Testa Rossa, non ti preoccupare" la rassicurò William impegnato a giocare a scacchi con Ritchie, pronto a batterlo come il suo solito, "e solo che... insomma, gli scacchi sono gli scacchi" 
"Schiaccialo, è solo un pedone!" sibilò istericamente Ritchie. "Ti sto ascoltando anch'io, eh..." aggiunse sorridente. 
Ginny ridacchiò e, con l'aiuto degli altri, issò il baule sul portabagagli. Sistemò i capelli rossi in una coda scompigliata, fece un lungo sbadiglio e sprofondò nel sediolino accanto a Demelza, che le aveva riservato uno spazio accanto a lei.
"Come mai tu non giochi?" domandò la rossa a Christopher, che sonnecchiava. 
"Un piccolo due di picche, può capitare..." borbottò Vicky cominciando a ridacchiare e Christopher sbuffò sonoramente, "a Testa Rossa possiamo dirlo, Chris! Praticamente a Juliette Collins piace un certo Jeremy Stretton di Corvonero del nostro anno. Ho i miei informatori. E Chris... bè, a Chris piaceva Juliette" 
"Non ti devi abbattere!" lo incoraggiò Ginny anche se lei era l'ultima persona al mondo a poter dare suggerimenti del genere. "Pensa che c'è gente che è più rovinata di te..." aggiunse indicando sè stessa e ciò strappò un sorriso a Christopher. 
William e Ritchie ridacchiarono sommossamente. 
"Allora, come l'hai passato questo Natale? Mio fratello non vede l'ora che quest'anno voli in fretta, così l'anno successivo può unirsi a noi qui ad Hogwarts" cominciò a parlare a raffica Colin, con spiccato entusiasmo, "non vede l'ora di mettersi all'opera, perchè non riesce a controllare la sua magia, capisci?" 
"Tuo fratello verrà?" 
"Credo proprio di sì: è magia quella che sa fare" 
Demelza, la rossa notò, scrutava Ginny senza parlarle. 
"Sei ancora arrabbiata con me?" chiese quest'ultima con malinconia. 
Vicky borbottò qualcosa che suonava come 'io e lei abbiamo fatto pace...'. 
"Certo che no, non sono arrabbiata!" esclamò Demelza, diventando color ciclamino. 
"Dovresti. Ti ho trattata male!" protestò Ginny rossa in viso, come lei. "Ero arrabbiata anch'io, capisci? Non ce l'avevo con te, ma con me. Perchè non riuscivo mai ad essere abbastanza per nessuno, perchè ho dubitato di voi... perchè credevo che io fossi inutile" 
Demelza sgranò impercettibilmente gli occhi; Colin, che stava continuando a parlare a raffica con Christopher, smise all'istante e guardò l'amica; William, Ritchie e Vicky parevano interessati a non perdersi un secondo di quella conversazione. 
"Non sapevo come comportarmi, vi ho trattati tutti male. Un periodo orribile..." continuò Ginny con tristezza, "poi ne ho parlato con i miei genitori: sii te stessa, mi hanno detto. Hanno detto quello che volevi farmi capire ma che, a causa della mia ignoranza, non ho capito" aggiunse la rossa. 
Poi si sfogò.
Raccontò agli amici cosa era successo a casa sua, del dialogo con i suoi genitori, del brutto periodo in cui si era cacciata in quelle ultime settimane di scuola, di Alice e Rose con i loro brutti metodi, e della storia della Camera dei Segreti. Raccontò loro anche del Preside che era venuto a parlarle in Infermeria, ma omise i dettagli di Tom Riddle, perchè quei dettagli li avrebbe portati sempre nell'angolo più profondo del suo cuore. Perchè era giusto così. 
"Caz... caspita!" si corresse Christopher alla fine del racconto di Ginny, intercettando lo sguardo di rimprovero, e allo stesso tempo molto lacrimoso, di Demelza. Nello scompartimento nessuno fiatava e Chris aveva rotto il silenzio con la sua soave esclamazione. "M-mi dispiace così tanto..." ed era sincero. 
"Sì, bè... dovevate saperlo almeno voi che siete miei amici" mormorò Ginny imbarazzata, "il mio Molliccio è Tom Riddle, sapete. Quel ragazzo bello che avete visto il primo giorno di Difesa contro le Arti Oscure"
"Lui era Tu-Sai-Chi?" chiese scandalizzata Vicky. 
Gli scacchi avevano quasi fatto la muffa, perchè William e Ritchie non avevano aperto bocca. 
Ginny fissò gli scacchi. "Proprio lui" confermò. 
D'un tratto, non seppe bene come successe, si ritrovò le braccia di tutti i suoi amici attorno a sè, tutti pronti a stringerla in un forte abbraccio, tutti pronti a dimostrarle che le volevano bene. Demelza scoppiò in lacrime, scusandosi più volte con Ginny per essere stata dura nei suoi confronti a causa della situazione di Harry Potter ma Ginny aveva imparato da lei, e Demelza aveva ragione sul da farsi con Harry. Se solo avesse seguito il suo consiglio... perchè Harry era uno dei tanti problemi della ragazzina. 
Ma in quel momento non importava: Ginny era con i suoi amici.






Angolo autrice
Tutti passiamo un brutto periodo durante l'adolescenza e mi premeva inserirlo anche per Ginny perchè ero sicura che come personaggio, per quello che aveva passato, il periodo dell'adolscenza non fosse stato uno dei migliori. Soprattutto per il disastro della Camera dei Segreti, e per il fatto che Harry Potter non riesce proprio ad aprire gli occhi. 
Sperando che continuino a piacervi le modifiche, io continuo!

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Capitolo 19
*** Materie future e una spaventosa vittoria. ***


MATERIE FUTURE E UNA SPAVENTOSA VITTORIA.


L'arrivo a scuola fu davvero movimentato. La Sala Comune, che poco prima era completamente vuota, man mano cominciò a riempirsi sempre di più diventando affollatissima e i gemelli, per l'entusiasmo dei presenti e del dopo-vacanze, fecero scoppiare qualche fuoco d'artificio Filibuster, facendo l'occhiolino alla sorellina che li guardava ammirati. Prima di fare qualunque altra cosa, però, Ginny e gli amici andarono tutti insieme a trovare Hagrid che aveva preparato come lezione per i ragazzi del terzo anno, e quindi dell'anno di Ron, delle piccole e interessanti bestioline che Colin provò ad accarezzare, col risultato che dovettero portarlo da Madama Chips: avevano gli artigli affilatissimi. 
Il giorno successivo cominciarono le lezioni e la McGranitt fece loro un bel discorsetto sulle materie che volevano intraprendere una volta al terzo anno, materie decisive per il loro futuro. 
Inutile dire che Ginny andò davvero in crisi.

Babbanologia. 
Insegnante: Charity Burbage.

La materia consiste nello studiare abitudini sociali e tecnologie dei Babbani, come per esempio le automobili, spine, pile, vari macchinari e tutto ciò che appartenga al loro mondo.

"Magari questa materia può servire..." mormorò Demelza dubbiosa, acciambellandosi su una poltrona accanto al fuoco della Sala Comune e leggendo con attenzione il foglietto, "ma io so già tutto sui Babbani dato che la sorella di mio padre è Babbana. Comunque sarebbe interessante poterla studiare dal punto di vista dei maghi, no?" li guardò uno ad uno.
"Non so" rispose Ginny pensierosa, abbandonata sul divanetto con la testa di William in grembo. 
"Non complicarti la vita, Dem!" replicò ovviamente Christopher, che sembrava il più tranquillo.

Rune Antiche.
Insegnante: Bathsheda Babbling.

La materia insegna a tradurre e comprendere un antico linguaggio, fatto di simboli grafici. A Hogwarts si studiano anche delle rune numeriche in cui i numeri dallo zero al nove sono abbinati ad animali, o da parti di essi, ma anche oggetti magici.

"Oh, questa sì che è interessante!" commentò Demelza, animandosi di botto.
"Cosa?" chiese Ritchie incuriosito, disteso a terra a pancia in giù, accanto a Christopher e Colin. Quest'ultimo aveva la lingua da fuori dallo sforzo di capire cosa volessero esattamente dire quelle materie. 
"Rune Antiche" rispose la ragazza, "è interessante, no?" ripetè. 
"Aritmanzia sembra spaventosa!" inorridì William alzando le sopracciglia e sgranando impercettibilmente gli occhioni grigi. "E il nome della professoressa è altrettanto spaventoso. Non capirò mai a cosa servano queste materie antiche... nessuno parla più latino!"
"Il latino si studia anche nelle scuole Babbane, lo sai?" 
"Davvero?" domandò Ritchie voltandosi verso Colin, che annuì. 
Vicky, che era stata zitta tutta il tempo e seduta in malomodo sul bracciolo della poltrona di Demelza, sbuffò improvvisamente, gettandosi all'indietro i capelli biondi con un gesto impaziente. Anche Ginny sbuffava ogni tre minuti, attorcigliandosi nervosamente una ciocca di capelli rossi attorno all'indice della mano destra, intenta nella lettura delle materie e indecisa sul da farsi. 

Cura delle Creature Magiche. 
Insegnante: Rubeus Hagrid. 

La materia si occupa dello studio e della cura di tutte le creature del mondo magico, tra cui gli unicorni, Ippogrifi, Thestral e vari animali fantastici.

Divinazione.
Insegnante: Sibilla Cooman. 

Materia che insegna a prevedere il futuro attraverso diverse tecniche divinatorie come la lettura della mano, delle foglie del tè o delle carte, l'osservazione delle stelle o l'interpretazione dei sogni. Viene praticata anche l'osservazione delle sfere di cristallo.

"Credo sceglierò solamente Cura delle Creature Magiche e Divinazione" dichiarò Christopher, soddisfatto della propria scelta e subito libero da qualsiasi altra preoccupazione, "le uniche materie che mi ispirano!" si giustificò.
"Divinazione dev'essere uno sballo!" commentò William entusiasta, spuntando la casella con Divinazione.
"Will, ma hai capito cosa si fa a lezione di Divinazione?" chiese Vicky prontamente, oramai di umore particolarmente irritabile. "Si impara a conoscere il futuro, non è uno sballo, come dici tu. Anzi, è davvero molto istruttivo e interessante!"
"No, è inquietante..." la corresse Ritchie piano, incapace di trattenersi.
"Può essere anche inquietante, ma io darei volentieri via Storia della Magia per Divinazione" dichiarò William e annuì. Ginny, Colin e Christopher furono immediatamente d'accordo con lui, ed espressero la loro.
"Sarebbe proprio un'idea!" esclamò infine Colin, eccitato. "Possiamo proporre questo scambio tra le varie materie: Pozioni sarà la seconda materia, dopo Storia della Magia, che manderò a quel paese" 
"Sì, è arrivato ad Hogwarts il figlio della gallina bianca!" lo schernì Vicky, divertita. 
"Ehi!" protestò il ragazzo indignato.
"Non ti faranno mai scambiare qualche materia obbligatoria con una di queste" 
"Tentar non nuoce" 
"Sì, così mandano te a quel paese" disse Christopher con una risata, "mi sa proprio che Vic ha ragione" 
Demelza era troppo impegnata per dire la sua. 
"Comunque dovrei chiedere ai miei fratelli delle materie..." borbottò Ginny distrattamente, interrompendo Colin che stava per ribattere l'affermazione di Chris, "ma loro dicono sempre che Aritmanzia e Rune Antiche sono delle materie impossibili e io non ho voglia di rendermi la vita impossibile. Magari posso provare con Divinazione, Cura delle Creature Magiche e Babbanologia. Nella mia famiglia ci deve pur essere qualcuno che ne capisce di Babbani e mio padre è impazzito per loro" ridacchiò.
"Per me invece vada per Rune Antiche, Cura delle Creature Magiche e... Divinazione" sospirò Demelza rabbrividendo. 
William si voltò a fissarla, e così fecero tutti. 
"Che hai?" chiese Ritchie con un sorrisino.
"E' che... insomma... Divinazione mi mette una certa ansia..." spiegò lei timidamente. 
"Ma andiamo!" esclamò William agitando con un gesto noncurante la mano e Demelza gli rivolse una cupa occhiataccia. "Ci siamo noi, Dem! In alcun modo... io sceglierò solamente Cura delle Creature Magiche e Divinazione, così posso seguire qualche corso extra di scacchi o Spara Schiocco" 
"Quello lo farò lo stesso anch'io" l'informò subito Vicky, che adorava in assoluto tutti i giochi dei maghi, "ma comunque scelgo le materie che ha scelto Testa Rossa. Babbanologia mi incuriosisce: tutta la mia famiglia è praticamente composta da soli maghi" 
"Io scelgo quelle di William" confermò Christopher soffocando uno sbadiglio.
"Stessa cosa" disse Ritchie, gettando di lato tutti i fogli.
"Non resta che aggregarmi" aggiunse Colin con un gran sorriso. 
"E ci siamo tutti!" esclamò Ginny, pimpante.
Poi sorrise tra sè e sè: aveva fatto una scelta da sola, e che non aveva compreso nessun consiglio da parte della sua famiglia. Praticamente la scelta più ragionevole che avesse mai fatto, una scelta che comprendeva qualcosa per il suo futuro. E l'aveva fatta da sola! Nessuno l'aveva costretta, o condizionata... e quello era di certo un netto miglioramento per la formazione della nuova e matura Ginny Weasley. 
"Aaaah" sospirò d'un tratto Christopher con gioia e spensieratezza, "di nuovo tutti insieme l'anno prossimo!" 
William lo fissò e non riuscì a trattenersi. "Se ci arrivi tu all'anno prossimo" mormorò tra il riso. 
Ginny, che stava bevendo un po' d'acqua dalla sua borraccia, sputò tutto sui capelli biondi della povera Vicky e scoppiò fragorosamente a ridere. La bionda non sembrava nemmeno essersi accorta che la saliva dell'amica aveva insudiciato i suoi capelli talmente che rideva forte. In quanto agli altri erano tutti piegati in due dalle risate e Colin ululava: la sua risata poteva definirsi contagiosa perfino per il più noioso degli studenti, perfino per Percy Weasley. 
"Sei un brutto figlio di..." cominciò Christopher infine, sempre diverito. 
"CHRIS!" protestò Vicky che non sopportava le parolacce. 
"...Morgana" concluse il ragazzo.
Ginny avrebbe giurato che qualcuno in Sala Comune si fosse allontanato da loro, infastidito dalle urla. 




Fred e George si complimentarono vivamente con Ginny per aver scelto delle materie che, secondo loro, potevano proprio fare al caso suo, soprattutto per quanto riguardava la Babbanologia: loro erano stati solo troppo scemi da non sceglierla fin dall'inizio pensando che fosse una perdita di tempo e se n'erano profondamente pentiti. Anche perchè avrebbero potuto fare scherzi che comprendevano macchinari Babbani, e che grazie alla sorella potevano sperimentare. Percy era rimasto profondamente deluso dal comportamento della sorella e aveva dichiarato che avrebbe preferito che Ginny venisse da lui a chiedere qualche consiglio. 
"Magari ti avrebbe obbligata a scegliere quelle materie noiose che ha scelto lui" le aveva detto Fred, a voce bassissima, "hai fatto benissimo a scegliere da sola, sorellina. Mamma e papà saranno di sicuro contenti" 
"Non preoccuparti per Zuccaposcuola" aveva aggiunto George ilare. 
I complimenti dei gemelli valsero più di ogni altra cosa al mondo per la ragazzina. 
Gennaio si trasformò velocemente in febbraio senza alcun cambiamento, a parte il fatto che, ogni volta che Ginny e le sue amiche andavano in biblioteca per studiare o fare qualche tema, trovavano Hermione Granger, l'amica di Ron e Harry Potter, in compagnia di nessun altro che se stessa. E non era tutto! La ragazza era da sola anche a pranzo, nella Sala Comune, nei corridoi alla fine delle lezioni... praticamente ogni volta. 
Ginny non aveva intenzione di impicciarsi negli affari privati di suo fratello, di Hermione Granger e di Harry Potter ma le dispiaceva davvero molto vedere Hermione da sola, così un giorno, dopo aver pranzato e abbandonato per un attimo le sue amiche che stavano discutendo su una noiosa lezione di Storia della Magia, le si avvicinò in biblioteca, titubante. 
"Ciao..." disse la rossa, cordialmente.
Hermione alzò il capo da un grande dizionario di Rune e sorrise.
"Ciao" replicò facendole spazio, "tutto bene?" 
"Sì, non c'è male. A te, tutto bene?" Ginny si sedette accanto ad Hermione, che annuì. "No non è vero che va tutto bene. Lo so che non siamo molto amiche, e che tu sei la migliore amica di mio fratello e Harry... ma, insomma..." la rossa era impacciata: non voleva ferire la ragazza, che aveva già gli occhi lucidi di lacrime. A volte Hermione le ricordava tanto Demelza, un'esagerazione più dura di Demelza, "se c'è qualcosa che non va con i ragazzi, puoi parlarmene" 
La ragazza continuò a fissarla, e ci volle un bel po' di tempo prima che potesse aggiungere qualcosa. "Grattastinchi ha mangiato Crosta" dichiarò infine, abbassando lo sguardo.
Ginny, che stava fissando l'enorme dizionario di Rune, spostò lo sguardo sulla ragazza. 
"Il tuo gatto...?"
"Sì, ha mangiato Crosta..." 
"Per questo tu e mio fratello avete litigato?"
"Sì"
Ginny sospirò, divertita. "Ron dovrebbe capire che Grattastinchi ha fatto come tutti gli altri gatti" disse, per niente dispiaciuta dal fatto che il gatto di Hermione avesse mangiato quel noiosissimo topo puzzolente. Le aveva sempre fatto abbastanza impressione quel topo senza dito, "credo sia proprio inutile il vostro litigio, sai?"
Hermione non rispose. La ragazzina non vedeva l'ora di andare da suo fratello Ron. 
"Dov'è, adesso?"
"Credo sia in dormitorio: quando stavo andando in biblioteca, lui saliva le scale" rispose Hermione malinconica. 
"Chissà se Fred e George sanno di Crosta..." mormorò Ginny curiosa, poi guardò di nuovo la ragazza e l'occhio le cadde su una splendida catenina che aveva al collo. Sembrava una cressidra d'oro scintillante, e aveva un certo fascino solo a guardarla: un alone luminoso veleggiava nel piccolo vetro nella misteriosa cressidra.
Hermione si accorse che Ginny guardava e si affrettò a deporla sotto l'abito. 
"Quella catenina è bellissima!" disse la rossa, ancora colpita, "ma dov'è che l'hai presa?" aggiunse curiosa.
"Oh sì... ehm... in un negozio Babbano" rispose in fretta Hermione evasiva, le guance leggermente arrossate, "ooh, si sta facendo tardi: dovrei essere a lezione di Antiche Rune" disse poi. 
Ginny si alzò di scatto, la salutò cordialmente e si allontanò dalla biblioteca, beccandosi le occhiatacce di Madama Prince, avviandosi sicura verso la Torre di Grifondoro, decisa a parlare con suo fratello Ron del torto che stava facendo ad una sua amica a causa di una cosa che la ragazza non avrebbe mai potuto prevedere: i gatti mangiavano i topi!
Per strada incontrò anche Fred e George, che stavano sgattaiolando segretamente con una specie di strano foglio di pergamena in mano (i due si affrettarono a nasconderlo in presenza di sua sorella) e siccome sembravano all'oscuro di tutto ciò che era successo, raccontò loro l'accaduto. I gemelli si unirono immediatamente a lei, borbottando cose incomprensibili come 'sta sta piagnucolando, lo affatturo'. In men che non si dica i tre si ritrovarono sulla Torre di Grifondoro, e altrettando velocemente si ritrovarono a spalancare la porta del dormitorio dei ragazzi del terzo anno.
Ginny era leggermente imbarazzata. 
"Per l'amor del cielo, guardati!" esclamò Fred, incredulo.
Ron era seduto al capezzale del suo letto di fronte alla porta del dormitorio, aveva il viso stravolto di rabbia e le orecchie arrossate, e i colpetti di consolazione del suo migliore amico non lo aiutavano. Ron tirava su col naso ogni due secondi, e continuava a ripetere le stesse parole, guardando i gemelli e Ginny, che si feceva sempre più piccolina in presenza di Harry Potter. 
"Avete saputo?" chiese quest'ultimo, fissandoli uno ad uno.
"Proprio adesso" confermò George. 
"Quel gattaccio si è mangiato Crosta!" si lamentò Ron rabbioso, facendoli sussultare tutti. "Come volete che stia?" 
"So che ti dispiace... ma i gatti mangiano i topi, Ron" obbiettò George cauto, avvicinandosi al letto del fratello seguito dagli altri due, "è nella loro natura"
"Ma quel gatto ce l'aveva con Crosta!" protestò il ragazzo. 
Harry fece un gesto col capo come per dire che quelle erano solamente sciocchezze. 
"Sono sicura che se ti comprerai un altro topo ti sentirai meglio" l'incoraggiò Ginny.
"Dai, Ron!" lo scrollò Fred, vedendo che il fratello rimaneva impassibile alle parole della sorella. "Non facevi che ripetere quanto era noioso Crosta. Era giù da secoli, se ne stava andando. Probabilmente è stato meglio per lui sparire così, in un boccone. Non deve aver sentito niente"
Ginny sgranò gli occhi, dal poco tatto che, anche in quell'occasione, aveva mostrato il fratello. "Fred!" esclamò indignata, perchè dalla faccia di Ron capì che avrebbe volentieri ululato dall'angoscia.
"Non faceva che mangiare e dormire, Ron, lo dicevi tu" aggiunse George con più delicatezza. 
"Una volta però ha morsicato Goyle!" disse Ron, apparendo più sconsolato che mai. "Ti ricordi, Harry?" 
"Sì, è vero" confermò il ragazzo, impotente. 
"Il suo momento di gloria" disse Fred incapace di restare serio e le labbra di Ginny si incurvarono in un sorriso, pensando a poco prima, "che la cicatrice sul dito di Goyle sia perenne tributo alla sua memoria. Dai, Ron, vai ad Hogsmeade e comprati un topo nuovo. A cosa serve lamentarsi?" 
Ron fissò Fred, ancora con uno sguardo malinconico, poi lentamente annuì come rincuorato. Ginny sospirò di sollievo, dando una pacca incoraggiante alla spalla del fratello, mentre lui si alzava e veniva trascinato da Fred e George giù verso la scala a chiocciola, rallegrandosi di botto grazie ai gemelli. La ragazzina, voltandosi verso la porta, notò qualcosa che le fece scintillare gli occhi di una nuova luce: nell'angolo della camera c'era il modello più straordinario di scopa da corsa del mondo, nell'angolo della camera dei ragazzi c'era una Firebolt. Quasi si sentì mancare. 
"Sì, è una vera Firebolt" le disse Harry sorridendole, e anticipando la sua domanda. La ragazzina quasi non le importava di essere da sola con Harry Potter nella sua camera di dormitorio. "ti piace, Ginny?" aggiunse il ragazzo, in modo cordiale.
Domanda inutile numero uno. 
"Ma... ma è... perfetta" concluse in un sussurro, "me la f-faresti tenere?"
Il ragazzo annuì immediatamente, sorridendo, e incoraggiandola a prenderla. Ginny si avvicinò titubante alla scopa da corsa che aveva bramato quell'estate a Diagon Alley passando per il negozio di scope, e la tenne in mano: il manico vibrò leggermente, come se non vedesse l'ora di essere cavalcato. La ragazzina avrebbe dato chissà cosa per avere una Firebolt. 
Riluttante, mise la scopa al proprio posto con delicatezza, gli occhi ancora posati su quel manico scintillante, e si voltò verso Harry sorridendogli come ringraziarlo, grata che avesse acconsentito a farle tenere la sua Firebolt, mentre si avviava verso la porta. 
"Verrai alla partita di domani?" chiese Harry, seguendola fuori dal dormitorio. 
Domanda inutile numero due. 
"S-sì, certo che verrò" rispose Ginny e sorridendogli ancora imbarazzata si affrettò a raggiungere i suoi amici accanto al fuoco, mentre il ragazzo raggiungeva Ron con un sorriso cordiale sul volto. 




"Stavo morendo tenendo quella Firebolt tra le mani!" 
"O stavi morendo a causa di chi oggi cavalcherà quella Firebolt?"
"No, Chris, solamente per la Firebolt! Cavolo, era bellissima! Un equilibrio e una precisione millimetrica ineguagliabile. Quando l'ho afferrata ha vibrato, ho sentito dire che obbedisce al solo tocco!" esclamò Ginny eccitatissima. 
La ragazzina e gli amici erano tutti vestiti con fiocchi, coccarde, cappelli e sciarpe pronti a tifare per Grifondoro: quello era il giorno della partita tra Grifondoro e Corvonero, e non vedevano l'ora di andare sugli spalti a tifare. 
"Per non parlare dell'Incantesimo Frenante!" disse Demelza, anche lei una grande tifosa. 
"Sì, ho sentito: puoi accelerare fino a 250 km orari" aggiunse Vicky, che era una patita di Quidditch quanto le altre. 
"Quanto avrei voluto essere nei tuoi panni..." mormorò Ritchie invidioso, rivolto a Ginny e lei gli fece una smorfia, "una Firebolt, cavolo, capite che cosa significa? Grifondoro vincerà la Coppa del Quidditch, quest'anno!" 
"Mi sembra il minimo" convenne Christopher. 
Gli unici che non sembravano interessati all'argomento 'Quidditch' o 'Firebolt' erano Colin e William, che non erano mai andati matti per quello sport. Per Colin corrispondeva al suicidio, e sarebbe stato capace di avere gli incidenti più assurdi a cavallo di una scopa; a William non interessava per niente, sebbene ne capisse più di quanto volesse ammettere; Ritchie, anche se era un ragazzo timido, amabile e impacciato, aveva dichiarato sin dall'inizio che un giorno sarebbe entrato in squadra come Battitore, perchè sicuro delle proprie capacità, anche se imbarazzato a dover volare in presenza di tutta la scuola (arrossiva al sol pensiero); Christopher, Demelza, Vicky e Ginny erano, come Ritchie, dei patiti di Quidditch ma Christopher amava più fare il tifo che giocare, cosa che nessuno si sarebbe aspettato da uno come lui. 
"Un manico perfetto..." ripetè Ginny sognante. 
"Sì, è perfetto il manico o chi lo cavalca?" insistette Chris e Ginny gli diede uno scappellotto dietro alla nuca. 
"Ma ha ragione!" replicò immediatamente Colin mentre tutti ridevano. 
"E ti pareva se non gli davi ragione!" ribattè la rossa, divertita. "Se proprio vi può interessare, ho deciso di dimenticare chi cavalca quel perfetto manico di scopa!"
Gli altri continuarono a ridere, scettici; William esclamò un "e io sono il Ministro della Magia!". 
"Tu e Harry finirete insieme, un giorno!" dichiarò Vicky pimpante e assolutamente sicura di sè. 
Stavolta fu Ginny a ridacchiare. 
"Segui già i corsi di Divinazione, Vic?" chiese Ritchie divertito. "Credevo iniziassero a settembre!" aggiunse. 
"Nah, ma me lo sento" 
Nessuno avrebbe immaginato che le sensazioni di Vicky un giorno si sarebbero rivelate così veritiere... 
"Andiamo alla partita, forza" disse Demelza vedendo la Sala Grande mezza vuota, "non voglio perdermi neanche un attimo di questa partita. Sopratutto se c'è una Firebolt in campo!" 
"Sissignora!" acconsentì Christopher in modo teatrale. 




Era come se Grifondoro avesse già vinto la Coppa del Quidditch. 
Senza alcun dubbio e con la Firebolt in campo, Grifondoro avevano battuto i Corvonero: i festeggiamenti iniziarono subito a fine partita e continuarono per tutta la notte. Harry era riusciuto a strappare il Boccino d'Oro dalle mani di una certa Cho Chang, Cercatore di Corvonero, dando così ai rosso-oro qualcosa di cui rallegrarsi, dopo tante giornate noiose. 
Durante i festeggiamenti, la piccola Weasley si servì un po' di tutto, iniziando dai dolci e finendo alla Burrobirra. Lei e gli amici ancora discutevano della partita, mentre Colin e William ci davano dentro con le Burrobirre iniziando a impappinarsi quando parlavano e a sbandare leggermente di lato quando camminavano, cosa che tutti trovarono divertente. 
"Se solo potessimo impadronirci della macchina fotografica di Colin!" sbuffò Chris, guardando l'apparecchio dondolare al collo dell'amico. 
"Che scemi..." commentò Vicky ilare, guardandoli bere ancora.
Ginny ridacchiò e bevve un altro sorso di Burrobirra, poi abbassando il boccale vide una matassa di capelli cespugliosi superarli di corsa: una disperata Hermione correva verso il dormitorio femminile con le lacrime agli occhi e la ragazzina non aveva alcun dubbio su chi fosse il colpevole di quello. 
"Dove vai?" chiese Demelza mentre Ginny si allontanava da loro. 
"Arrivo subito!" rispose lei e corse verso i dormitori femminili del terzo anno. 
Non voleva disturbare Hermione ma era sicura che in quel momento la ragazza, sebbene fosse davvero forte, avesse bisogno di una compagnia femminile, di un'amica su cui contare in quel momento e che potesse aiutarla. Ginny aprì la porta del dormitorio e, come previsto, Hermione era in singhiozzi disperati. La scena fece un po' pena alla piccola Weasley, che assunse un'espressione mortificata. 
"C-ciao, Ginny..." mormorò Hermione, con la voce roca dal pianto, "come va la festa laggiù?" 
"Hermione, ti prego... è stato Ron a farti piangere, non è così?" domandò la ragazzina, avvicinandosi a lei. "Lo fa senza rendersene conto, mancanza di tatto, maschi..." aggiunse in tono pratico di chi la sa lunga, perchè di ragazzi se ne intendeva davvero molto grazie ai fratelli, "non devi stare male per lui"
"Tuo fratello mi odia! Lui mi odia perchè Grattastinchi ha mangiato Crosta!" esclamò Hermione, piangendo sulla spalla di Ginny, che cercò di consolarla. "Ooh, che sciocca che sono, mi dispiace. Ma io gli voglio bene..." 
Ginny provò ancora più pena per Hermione e un doloroso nodo gli si fermò in gola mentre le accarezzava il cespuglio di capelli. "E Harry cosa ne pensa?" le chiese, cercando di mantere un tono fermo. 
"Ho molti compiti da fare e non ci vediamo quasi mai. Ci parliamo, ma lui sta con Ron..." 
"Si risolverà tutto, anche loro ti vogliono bene. Ti confesso che mio fratello è stato tutto il tempo ad aspettarti al Paiolo Magico" la rincuorò Ginny e un sorriso sincero si aprì sulle labbra di Hermione Granger, che si asciugò le lacrime.
"Vai a goderti la festa" disse infine. 
Ci volle davvero molto a convincere Ginny a ritornare alla festa, ma la ragazzina proprio non aveva cuore di lasciare da sola Hermione. Alla fine però dovette ammettere che fosse più facile cavalcare un Ippogrifo piuttosto che persuadere la ragazza a scendere giù in Sala Comune quindi Ginny, sconfitta, tornò alla festa e prese a bere un altro boccale di Burrobirra, sperando che il nodo in gola si sciogliesse un poco. Da quel momento era sicura che Hermione ci sarebbe sempre stata per lei, se ce ne fosse stato bisogno e quello parve rincuorarla davvero molto. 
La festa continuò e continuò, finchè la McGranitt, in vestaglia scozzese, intimò ai Grifondoro di andare a letto e Percy prese in mano la situazione, facendo tremare di paura tutti con i suoi sguardi minacciosi, che non ammettevano repliche. 
"E' stata una festa bellissima" dichiarò Demelza sorridente mentre si infilava a letto. 
"Già, e quando avremo la Coppa del Quidditch ce ne sarà un'altra più bella!" esclamò Vicky allegramente.
"Puoi dirlo forte!" disse Ginny con una smorfia. "Buonanotte!" 
La ragazzina chiuse gli occhi e non appena li chiuse parve addormentarsi. Stava facendo un sogno bellissimo e stranissimo popolato dai suoi amici che ridevano ad ogni sua battuta quando sentì grida e rumori provenienti dalla Sala Comune e aprì gli occhi, svegliandosi di colpo. Sentì che qualcuno si muoveva vicino al suo letto e intravide una luce proveniente dalla scala a chiocciola. 
"Sirius Black!"
"Di nuovo nella Torre!"
Gli strilletti di Alice e Rose ridestarono Ginny, che si alzò immediatamente e si precipitò in Sala Comune, seguita da Vicky e Demelza, che quasi non caddero dalle scale per la folla che c'era nella Sala: erano tutti disposti intorno a... suo fratello Ron, che era pallido come un cencio e tremava. Cosa diavolo era successo? Cosa c'entrava Sirius Black? Forse Ron era stato aggredito? Ginny si unì alla coda di persone, con Demelza che tremava al suo fianco. 
"Tornate tutti di sopra!" gridò Percy infuriato. 
"Perce... Sirius Black..." disse Ron debolmente, "nel nostro dormitorio, con un pugnale! Mi ha svegliato!"
"Sciocchezze!" esclamò il Caposcuola. "hai mangiato troppo, Ron... hai avuto un incubo..." 
"Ti dico che..."
"Insomma, quando è troppo è troppo!" 
Era la professoressa McGranitt ed era furiosa. Sbattè il ritatto alle sue spalle e li guardò tutti con aria severa e accigliata: sembrava sul punto di scoppiare e urlare rimproveri a tutti i ragazzi Grifondoro. Ad essere del tutto sincera, Ginny non sapeva cosa pensare: Ron non avrebbe potuto dire una bugia così grande ma quell'accaduto era del tutto inverosimile, se non impossibile. 
"Sono felice che Grifondoro abbia vinto la partita, ma la cosa sta diventando ridicola! Percy, da te mi aspettavo di più!" esclamò la McGranitt. 
"Certo non sono stato io a dar loro il permesso, professoressa!" protestò il ragazzo idignato, spalancando la bocca. "Stavo proprio dicendo loro di tornare a letto! Mio fratello Ron ha avuto un incubo..." 
"NON ERA UN INCUBO!" ruggì Ron ferocemente. "PROFESSORESSA, MI SONO SVEGLIATO E SIRIUS BLACK ERA SOPRA DI ME CON UN PUGNALE IN MANO!" 
Ginny trasalì mentre la McGranitt lo fissava incredula.
"Non dire sciocchezze, Weasley, come avrebbe fatto a passare attraverso il ritratto?" 
"Glielo chieda!" sbottò Ron, puntando il dito verso il ritratto e la professoressa si avvicinò al ritratto di Sir Cadogan, riluttante, mentre tutta la Sala Comune aveva le orecchie tese e il fiato sospeso. 
"Sir Cadogan, avete lasciato entrare un uomo nella Torre del Grifondoro?" chiese. 
"Ma certo, Madama!" trillò il cavaliere.
I ragazzi in sala si guardarono terrorizzati. 
"Da... davvero? Ma... la parola d'ordine?"
"Ce le aveva!" disse Sir Cadogan fiero, gonfiando il petto. "Aveva le parole d'ordine di tutta la settimana, mia signora, le ha lette un un foglietto di carta!"
La professoressa McGranitt ritornò nella Sala Comune, livida e bianca come il gesso. Li guardò uno ad uno, tremante di collera e disse, con voce sepocrale e spezzata di rabbia: "Chi mai è stato di una stupidità così abissale da scrivere le parole d'ordine della settimana per poi lasciarle in giro?" 
Calò il silenzio più totale, rotto dai piagnucolii disperati di Neville Paciock, che era proprio dietro Ginny e le sue amiche: agli occhi della professoressa si fece piccolo piccolo e lentamente alzò la mano, tremando da capo a piedi. 






Angolo autrice
Sì, questo capitolo è lunghissimo e spero che non vi annoi perchè ci metto sempre molto impegno a modificarli tutti. Spero che vi è piaciuto soprattutto il dialogo all'inizio per le materie e ho aggiunto un'altra materia alternativa per Ginny, ovvero Babbanologia. Mi è piaciuto inserire la parte in cui Ginny nota la GitaTempo e quando la ragazzina si trova da sola con Harry e la Firebolt nel suo dormitorio. Inoltre il dialogo con Hermione nel dormitorio femminile è cambiato e spero vi piaccia di più. 
Il resto è lo stesso.

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Capitolo 20
*** Quidditch significava armonia. ***


QUIDDITCH SIGNIFICA ARMONIA.


Il giorno successivo non si parlava d'altro della fuga, quella che sembrava l'ennesima, di Sirius Black dalla Torre del Grifondoro e tutti gli studenti di Hogwarts, già dal primo mattino, poterono notare i segni di una sorveglianza molto più stretta di quella precedente: il piccolo professor Vitius aveva insegnato alle porte a riconoscere Sirius Black da una grossa foto presa dalla Gazzetta del Profeta; Gazza non la smetteva di andare su e giù, con la sua gattaccia che gli trotterellava al fianco, a gridare contro gli studenti e Ritchie, scandalizzato, dichiarò di aver visto il vecchio custode squadrare gli studenti come se volesse rimproverarli di qualcosa, magari della riuscita fuga del ricercato; e la signora Grassa era ritornata nel suo ritratto. Il lato positivo di quest'ultima notizia fu che i Grifondoro non avevano più Sir Cadogan tra i piedi, ma il lato negativo era che la Signora Grassa aveva richiesto una protezione speciale. Degli scontrosi Troll marciavano accanto al ritratto, confrontando la lunghezza delle loro clave. 
"C'è stato da ridere! Insomma, si confrontavano le mazze!" esclamò Christopher in preda ad una crisi di risatine isteriche la mattina a colazione e gli amici richiarono perfino di strozzarsi con la colazione. Ginny era sicura che Chris avesse fatto voltare dalla sua parte metà della Casa dei Grifondoro con quella bizzarra e divertente affermazione. 
"Non urlare che ci guardano tutti!" replicò ovviamente stizzita Vicky, guardandosi intorno. 
Già dalle prime luci dell'alba, Ginny e gli amici, in aggiunta dei gemelli e Lee Jordan, si erano avvicinati a Ron per sapere il corso degli avvenimenti della scorsa notte con tanto di ricchezza di particolari ed erano stati tutti agghiacciati da quel racconto. 
"Dormivo quando ho sentito un rumore, come una cosa che si strappava, e credevo fosse ovviamente un sogno..." aveva recitato Ron, con drammatica enfasi nel tono di voce, "però non era così, perchè mi sono svegliato e una tenda del mio letto non c'era più... mi sono girato e l'ho visto in piedi sopra di me. Sirius Black era come uno scheletro, con una massa di capelli sporchi..." aveva iniziato a mimare uno scheletro e la massa di capelli sporchi, "e aveva in mano un coltello lunghissimo, di almeno trenta centimetri. Mi ha guardato e io l'ho guardato, poi io ho urlato e lui è fuggito" 
Ma la domanda che tutti si erano chiesti era: perchè
Perchè doveva entrare di nuovo nella Torre del Grifondoro? Cosa stava cercando dalla Torre di così importante da permettergli di rischiare di essere sbattuto ancora ad Azkaban? A meno che... no, Harry non c'entrava niente di niente in quella storia. O forse sì? Ginny continuava a ripetersi le stesse domande, ma proprio non riusciva a trovare risposta. Perchè Sirius Black non aveva messo a tacere Ron per impedirgli di svegliare l'intera Casa o, peggio ancora, l'intero castello? Forse perchè non aveva trovato quello che cercava e Ron aveva agito con prontezza... forse diversamente...
Nei giorni successivi, le voci non si placarono e ormai la fuga di Sirius Black era dominio pubblico: i ragazzi non sapevano di cosa parlare e continuavano a fare mille congetture su come Black avrebbe potuto penetrare di nuovo nel castello, oltre che a chiacchierare eccitati della prossima partita di Quidditch contro i Serpeverde che si sarebbe tenuta presto, partita che decisiva per la vincita della Coppa del Quidditch. 
"Chris, te l'ho già detto!" stava protestando Vicky, due giorni dopo l'intrusione del ricercato nel castello, mentre insieme ai suoi amici s'incamminava verso la Sala Grande per la colazione. "Le ragazze di Tassorosso e Corvonero sono andate da suo fratello" e indicò Ginny con un gesto che quasi le fece saltare i denti da bocca, "per chiedergli di raccontare tutti i particolari di ciò che è successo quando Sirius Black lo stava per aggredire, un po' come abbiamo fatto tutti noi. Perciò ora si vantano di aver conosciuto Harry Potter, capisci?"
"Chi è che si vanta?" domandò Ginny, d'un tratto interessatissima. Non stava per niente seguendo la conversazione di Vicky e Christopher ma il solo nome di Harry Potter le era bastato per attirare immediatamente la sua attenzione. 
"Le ragazze del nostro corso di Tassorosso e le altre di Corvonero del nostro anno" rispose Vicky prontamente.
"Sono davanti a te, Testa Rossa" Ritchie le indicò tutte con l'indice sinistro prima che Vicky gli schiaffeggiasse la mano, sibilando che non si doveva mai indicare col dito. 
Ginny guardò bene le sue tre compagne di Tassorosso delle lezioni di Erbologia e le sue due conoscenti di Corvonero, e si ritrovò a pensare, per l'ennesima volta da quando le aveva conosciute, che era una fortuna per lei e una sfortuna per loro che Harry non fosse interessato a nessuna di quelle ragazze, perchè erano davvero tutte molto carine. E Colin sembrava pensarla allo stesso modo: non era mai stato così zitto in tutta la sua vita. 
"Sapete, è con loro che sto quando non sono con voi" spiegò la bionda, "e... sì, Colin, conosco molto bene le due ragazze di Corvonero che sembrano attirare particolarmente la tua attenzione. Non è forse così?" 
Colin ridacchiò, e così fece anche Ginny. "Certo che è così!" affermò la rossa, dando una gomitata all'amico. 
"Quelle lì sono occupate" tagliò corto Christopher con fare pratico.
"E da chi?" 
"Da me"
Colin scoppiò a ridere, e William esclamò vivacemente: "Da te un corno!" 
"Muti, voi tre. Stavi dicendo, Vic?" incalzò Ritchie, che pure era stato particolarmente zitto per tutto il tragitto e in quel momento pareva piuttosto curioso. Demelza tuffò la testa in un pesante libro della biblioteca, sebbene fosse in un posto in cui non ci sarebbe mai potuto essere silenzio per la concentrazione, ma a volte la sua sete di conoscenza andava oltre quisquilie come il luogo. 
"Stavo dicendo che le conosco quasi tutte dall'anno scorso tramite famiglia" continuò Vicky che sembrava piuttosto soddisfatta che qualcuno l'ascoltasse per così tanto tempo. "Sono quasi tutte Purosangue e quelle che conosco da tempo hanno i genitori al Ministero, come i miei" 
"E conosci anche i ragazzi?" chiese Ginny in tono molto curioso. Christopher e William iniziarono a fare delle smorfiette parlando come delle ragazzine e Demelza li mise a tacere colpendoli in testa con il grosso libro della biblioteca. 
"Solo quelli di Tassorosso perchè fanno lezione con noi" rispose la bionda, "e alcuni di Corvonero più grandi" 
Ginny stava aprendo la bocca per dire qualcosa quando fu attirata da un gridolino di spavento e angoscia proveniente da poco lontano da lì, proveniente dalla Sala Grande. Inarcando le sopracciglia e con uno sguardo di intesa con gli amici, Ginny affrettò molto il passo con Vicky che, la rossa ne era certa, era a momenti per correre come mai aveva corso nella sua vita a causa della curiosità, e Colin che iniziava a parlare a raffica sul fatto che quel grido gli era sembrato indiscutibilmente disumano. Erano a pochi metri dalla Sala Grande quando... bam: Neville Paciock fu praticamente addosso a Ginny, che quasi cadde a terra. Stringeva tra le mani una busta fumante e scarlatta, una busta che Ginny non si sarebbe mai augurata di ricevere in tutta la sua vita. Neville aveva in mano la Strillettera. 
"S-scusami!" balbettò il ragazzo, con vocina acuta. 
"Non ti preoccu..." iniziò Ginny cordiale, ma uno strillo coprì le sue parole. Molti ragazzi del primo anno spalancarono la bocca e la rossa ipotizzò che, molto probabilmente, erano tutti dei Nati Babbani che non avevano mai visto una Strillettera in azione.
"NEVILLE, IN NOME DEL CIELO, COME HAI POTUTO SCRIVERE LE PAROLE D'ORDINE SU UN FOGLIETTO PER POI PERDERLO?" s'infuriò la nonna di Neville e le sue urla spaventose parvero rimbombare all'interno del corridoio. Ginny, se fosse stata in Neville, sarebbe morta di vergogna. In corridoio c'era un silenzio tombale e se non fosse stato per le urla dissennate della nonna di Neville si sarebbe potuto sentire cadere uno spillo. "UN COMPORTAMENTO DA PERFETTO IDIOTA!" 
Neville piagnucolò, cercando di insinuarsi tra la folla e scappare. 
"AVRESTI POTUTO FAR AMMAZZARE UN TUO AMICO!" la signora Paciock non aveva intenzione di darsi tanto per vinta e Neville, piagnucolando ancora di più, gettò quasi tutti di lato per passare, e azzardando un'occhiata a Ginny e ai presenti, alcuni dei quali in preda ad una crisi di risatine, scappò via e la voce della nonna andava sempre più affievolendosi. "HAI COPERTO DI VERGOGNA TUTTA LA NOSTRA FAMIGLIA! SARESTI STATO COLPEVOLE DELL'OMICIDIO DI UN TUO CARO..."
"... amico" completò Chris, con ilarità. La folla andava via via a disperdersi sempre più ora che Neville se ne era andato con la Strillettera, anche se molte persone erano ancora imbambolate lì in Sala d'Ingresso. 
Ginny era troppo occupata a compiangere Neville Paciock per parlare.
"Che giornata per quel ragazzo" commentò William, rompendo quel soffocante silenzio. "Andiamo?" aggiunse. 
"Sì, forza" li spronò Ritchie mentre Colin, a braccetto con Vic, si faceva dire i nomi delle ragazze di Corvonero. 
"Non avrei voluto essere in lui. Ma hai visto che figura gli ha fatto fare la nonna?" fece Christopher agghiacciato, entrando in Sala Grande. I Serpeverde si tenevano le pance dalle risate e chiunque avrebbe potuto indovinare benissimo il perchè.
Ginny sospirò, in pena per Neville. "Ma... perchè sempre a lui?" 




I giorni passarono e della fuga di Sirius Black, o di Ron, o della Strillettera di Neville non si parlava più, con gran sollievo di quest'ultimo che aveva dichiarato a Ginny di non essere mai stato tanto triste in tutta la sua vita. Ginny, che a confortare era piuttosto nel suo elemento, aveva infatti affermato che in poco tempo nessuno ci avrebbe fatto più caso e così fu. Neville aveva corso verso di lei, rischiando di inciampare nel suo mantello, e le aveva detto che era stato perdonato dalla nonna. 
Quella sera, la Sala Comune dei Grifondoro era in giubilio: era la sera prima della partita di Quidditch.
"Non riesco a concentrarmi con tutto questo caos!" gridò stizzita Demelza, chiudendo il suo libro con un colpo secco. Quella sera i gemelli Weasley erano più inclini al caos che mai (oltre che più inclini a coinvolgere tutti in quella specie di festa pre-partita) e quella fu una sfortuna per Demelza, che stava cercando sul serio di concentrarsi sul tema sui Mollicci. 
Ginny era stata tentata da Fred e George ma doveva proprio iniziare il tema. 
"Demelza ha assolutamente ragione, lo farò domani" disse Christopher, cogliendo immediatamente la palla in balzo e facendo piazza pulita della sua roba, "andiamoci a godere la festa. Will, Ritchie... Colin? Andiamo?" aggiunse lanciando la sua borsa lontano. 
"Arriviamo!" replicò ovviamente William, che non vedeva l'ora. Anche Ritchie mise subito via la roba. 
I ragazzi si unirono al frastuono della folla. 
"Ragazze, non venite?" chiese Colin, fermandosi prima di insinuarsi tra i Grifondoro in festa. "C'è un atmosfera incredibile qui, non è tempo di studiare! Ginny, non me lo sarei mai aspettato da te, insomma! Andiamo a divertirci!" 
Ginny fu per la seconda volta tentata ma sotto lo sguardo accusatorio di Demelza rimase a posto, mandando Colinquasi a quel paese quando l'amico continuava ad insistere. Vicky si era già dileguata in camera perchè era molto indietro con i compiti e lo stesso avrebbe dovuto fare Ginny ma l'atmosfera era, come aveva detto Colin, incredibile lì, e anche se aveva intenzione di fare i compiti non se la sarebbe persa per niente al mondo, quella festicciola. L'importante era che Demelza riuscisse a fare quel dannato tema affinchè potesse passarglielo. 
"Demelza..." chiamò la rossa, mezz'oretta dopo mentre guardava William scolarsi un sorso di Burrobirra da un ragazzo del quinto anno, che aveva tutta l'aria di non andare così presto a dormire. 
"E SAPETE COSA DISSE IL LEPRICANO?" gridò George alla folla ridacchiante. 
"Demelza" ripetè Ginny alzando la voce, "non riesco a far nulla... mi fai copiare il tuo tema?" 
Lei parve scandalizzata, poi dopo glielo rese. 
"Sei la mia salvezza!" 
Il motivo del frastuono non era l'unico motivo per cui Ginny non riusciva a fare il tema. La verità era che non riusciva proprio ad iniziarlo e a pensare a qualcosa di buono per farlo, anche perchè un tema sui Mollicci... insomma, cosa avrebbe mai potuto scrivere? 

Tema.
I Mollicci sono creature misteriose e mostruose che riescono a farti prendere un infarto da un momento all'altro, come è successo vivamente a me, e i miei amici possono confermare il pallore spettrale del mio volto. Non sai mai se la persona che ti ritrovi davanti è un Molliccio o il vero Tom Riddle, e questo mi fa venire l'ansia, le palpitazioni, sbianco tutto d'un botto e, come se non bastasse, inizio ad avere disturbi del deficit dell'attenzione.
Fine.
Ps: ringrazio il professor Remus Lupin per i miei numerosi sintomi alla vista di un Molliccio. 


Sarebbe stato un tema davvero interessante, un tema che meritava uno 0 pieno. 
"Ma sei sicura di voler prendere spunto dal mio?" chiese Demelza timidamente, cercando di non guardare negli occhi l'amica. "Insomma, il mio tema finisce in modo... diverso, rispetto..." era a disagio e Ginny non voleva metterla in difficoltà. 
"Non preoccuparti" la rassicurò la ragazzina, con un sorriso, "dirò che T-Tom Riddle era un ragazzo che mi prendeva sempre in giro e che... era un amico di mio fratello e che io... lo odiavo a morte. Così giustifico il mio spavento" concluse la rossa. 
"Oh, Ginny, non credo che funzionerà" disse Demelza, guardandola negli occhi, "il professor Lupin è un uomo intelligente e avrà chiesto di sicuro informazioni alla McGranitt, ne sono quasi certa!"
"Puoi fingere di stare dalla mia parte almeno per una volta?" sbottò la rossa, con rabbia crescente. 
"Sono solo preoccupata per te!" la voce di Demelza era incrinata. 
"Me la caverò" tagliò corto Ginny, spazientita. 
Demelza la guardò cupamente, poi le voltò tristemente le spalle e salì sopra. Ginny, nonostante il caos, era irata con sè stessa e si ritrovò di nuovo a pensare di essere stata un tantino scorbutica con una persona tanto sensibile quanto intelligente ma lei era fatta così, non sapeva contenere la sua rabbia. Fu solo quando Fred e George iniziarono a dare i numeri e il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro esclamò "squadra, a letto!" che Ginny si unì alle sue compagne nel dormitorio.




Il giorno della partita, Ginny e Demelza erano entrambe estremamente formali tra di loro, cosa che Ginny non riusciva a sopportare perchè perfino chiederle di passarle la caraffa del succo era imbarazzante. Inoltre, ognuna delle due voleva tenere una conversazione con l'amica più di cinque minuti... con scarso successo, purtroppo. Quella mattina la situazione era tipo: 

"Mi puoi passare quella caraffa, per favore?" 
"A me, dici?" 
"Sì..." 
"Ah"
"M-me la passi, per favore?" 
"Certo!" 
"Grazie"
"N-non c'è di che"
"Sì..."
"Già..." 


Gli altri non ci stavano seriamente a capire più nulla e lanciavano alle due ragazze occhiate terrorizzate, come se le vedessero particolarmente fuori di testa. Ed era proprio quella l'impressione che fecero sui ragazzi. Se Ginny avesse potuto leggerli nella mente avrebbe di sicuro appreso che tutti pensassero la stessa cosa: il reparto psichiatrico del San Mungo è la soluzione migliore ad ogni tipo di problema. 
Quella mattina era anche quella mattina! La mattina dell'incontro di Quidditch! Perchè cavolo Ginny si era scagliata su Demelza, la sera scorsa, per una bazzeccola da nulla? Stamattina avrebbero potuto essere legate come sempre, anche più del solito, a fare il tifo... e invece no. Perchè la rossa era sempre stata impulsiva, e aveva rovinato tutto. 
"Harry Potter ha una Firebolt, Ritchie, una Firebolt" ripeteva Vicky, eccitata come non mai, "ci pensi? Ci pensate? La Coppa sarà nostra, capite? La coppa sarà davvero nostra entro la fine della mattinata!" 
"Mi sembra il minimo!" replicò Ritchie, che pure non era in sè dalla gioia. 
"Non vedo l'ora che inizi la partita" 
"Voglio vedere sfrecciare la Firebolt in campo!" 
"Voglio vedere la squadra stringere la Coppa sotto il naso dei Serpeverde!" 
I ragazzi scoppiarono a ridere, tranne Christopher e Colin che si erano estraniati dalla conversazione per parlare di ragazze dato che il Quidditch proprio non li interessava così tanto, anche se adoravano assistere alle partite. Ginny stava ancora ridendo quando riuscì a dire: "Però per prima cosa voglio vedere Harry sventolare il Boccino sotto il naso di Malfoy!" 
Demelza fu la prima a ridere alla battuta dell'amica, poi annuì, tutta paonazza. 
"Quella sarà la prima cosa che vedremo, ovvio" replicò William divertito, in tutta la sua regale altezzosità. Ginny pensò vivamente che l'amico dai boccoli scuri e gli occhi grigi fosse davvero un ragazzo da far venire la bava alla bocca soprattutto quando gli angoli della sua bocca erano increspati in un sorriso ma scacciò quel pensiero non appena Harry Potter fece il suo ingresso in Sala Grande, con Ron, Hermione e la squadra che trotterellavano al suo fianco, salutato da un fragoroso applauso. 
Christopher assunse un interrogativo dietro alla testa. 
"Ma cosa...?" fece Colin, disorientato. "Oh, è Harry!" aggiunse con uno strillo e si unì all'applauso. 
Anche Ginny e gli altri si unirono a quel lungo applauso, e la ragazzina guardò un sorridente Harry voltarsi verso il tavolo dei Tassorosso e dei Corvonero, lanciando un'occhiata sbieca ai Serpeverde, che fischiavano. Malfoy, che li guardava come se volesse ammazzarli, era più pallido del solito: pareva quasi verdognolo dal nervosismo. 
Ben ti sta, pensò la rossa con un gran sorriso. 
Il resto della colazione passò nel migliore dei modi e con Harry a pochi metri da lei, Ginny non riuscì a mandar giù neanche una fetta di pane tostato per guardarlo ricevere consigli da Oliver Baston, il capitano della squadra. Quando tutti ebbero finito la loro colazione, si alzarono e Ginny esortò gli amici affinchè si dessero una mossa perchè voleva seguire fuori dalla Sala Grande tutta la squadra e, a dire la verità, sopratutto Harry. 
"Frena gli ormoni, Testa Rossa... mi sono incastrato!" gridò Christopher, iniziando a ridere come un rimbambito. Ritchie tornò un attimo indietro e lo tirò con tutte le sue forze, per poi seguire la massa diretta sugli spalti mentre Chris gridava di andare più piano e bestemmiava in aramaico antico. 
"Buona fortuna, Harry!" gridò una ragazza davvero graziosa e Ginny si voltò a guardarla mentre si alzava dal tavolo dei Corvonero. Di sicuro l'aveva già vista da qualche parte ma non ricordava dove: più bassa di Harry di almeno tutta la testa, dai tratti asiatici, gli occhi scurissimi a mandorla, i capelli lisci e neri, e un fisico da... giocatrice di Quidditch! Ecco dove l'aveva vista, la ragazzina: era il Cercatore della squadra di Quidditch di Corvonero. Di conseguenza era anche... 
"... la ragazza che Harry non voleva assolutamente buttare dalla scopa?" chiese d'un tratto Vic, fissandola interessata. 
Sì, proprio quella, pensò Ginny con ira crescente. 
Demelza diede a Vicky una gomitata nelle costole. "Muoviti, forza" disse, cercando di distrarla. 
"Chi era quella?" chiese Colin, guardando anche lui indietro mentre Chris, William e Ritchie cercavano di stare al passo della squadra, molto più avanti degli altri. "Avete visto come ha sorriso Harry? Mica è fidanzato con lei? Non mi pare tanto alla sua altezza, no? In tutti i sensi! Harry ha bisogno di una ragazza dai capelli rossi e gli occhi castani!" 
"Sì, chi era quella?" ruggì la rossa interrompendo Colin nonostante le allusioni su di lei le facessero un gran piacere. Aveva comunque lo stomaco che si contorceva. 
Vicky parve accorgersi dell'ennesima occhiata minacciosa che Ginny le aveva regalato con tanto affetto e si affrettò a dire: "Indagherò, promesso. Ma tu..." 
Ammazzala quando ti capita l'occasione?
"... ammazzala solo quando avrai scoperto che rapporto ha con il tuo Harry" completò Vicky, ilare. 
A Ginny parve un'ottima condizione. "E così sia!" ribattè pimpante. 
Demelza guardò Colin e, con uno sguardo d'intesa, entrambi si allontanarono. 




Grifondoro era in testa ottanta a venti. 
La folla si sgolava con tutto il fiato che avesse in gola, e Ginny strillava il nome di Harry a più non posso. Se il ragazzo avesse preso il Boccino d'Oro in fretta e prima di quella serpe di Draco Malfoy la Coppa sarebbe andata ai Grifondoro. 
La Firebolt d'un tratto cambiò bruscamente direzione e Ginny si voltò a vedere Harry che inseguiva Malfoy, che a sua volta era trionfante perchè il Boccino era a pochi centimetri da lui. Ma Harry non si diede per vinto: si appiattì sul manico di scopa scintillante ed accelerò, e... in picchiata affrerrò il Boccino d'Oro. 
La folla era in tumulto: avevano vinto la Coppa del Quidditch. 
"ABBIAMO VINTO! ABBIAMO VINTO LA COPPA!" strillò qualcuno. 
"LA COPPA AI LEONI!"
"GRIFONDORO HA VINTO! ABBIAMO VINTO!" 
Ginny strillò insieme agli altri e si riversò nel campo, seguendo Colin e la sua macchina fotografica che non la smetteva di sparare clik a più non posso. Anche la folla si riversò nel campo e tutti si abbracciavano trionfanti: la Coppa era nelle mani della squadra. C'era Hagrid che ruggiva complimenti, c'era Percy che, dimenticata ogni dignità, saltava su e giù come un pazzo scatenato, c'era la McGranitt che singhiozzava come non mai, c'era la squadra che rideva e piangeva allo stesso tempo, c'erano Ron ed Hermione che festeggiavano, c'erano Christopher, William e Ritchie che facevano una specie di balletto per l'euforia, c'era Colin che scattava foto e saltellava a destra e sinistra, c'erano Vicky e Demelza che si abbracciavano e... Ginny volò letteralmente addosso alle amiche ma prima di tutto strinse a sè Demelza, urlando a squarciagola le sue scuse. 
"Scusami! Abbiamo vinto! Ma scusami lo stesso! La Coppa è nostra!" gridava Ginny, alternando frasi senza logica. 
"Ti voglio bene!" strillò Demelza, tra il pianto. 
"Anch'io!" fece di rimando Ginny. 
E bene sì: si sarebbe detto che il Quidditch fosse davvero una buona medicina contro attacchi di tristezza, di rabbia o di broncio improvvisso oppure un grande pretesto per fare pace con una persona con la quale eri litigata da molto tempo, ma quello che seppero entrambe le ragazze da quel giorno è che la parola 'Quidditch' significava proprio armonia. 






Angolo autrice
Modificato anche quest'altro capitolo. Già, non mi sono data neanch'io ancora per vinta e continuo a sperare di non aver rovinato la storia con le sciocchezze che scrivevo prima e che solo a guardarle rabbrividisco dal terrore, sul serio! 
Mi è piaciuto inserire della Strillettera di Neville, dato che nel libro le urla di nonna Paciock non si sentono, mi è piaciuto inserire la parte del tema dei Mollicci perchè ci rimanda sempre al più grande terrore di Ginny, a quel terrore che mano mano porterà la ragazza a diffidare dalle persone che sono intorno a lei, mi è piaciuto inserire anche i contrasti con Demelza perchè in amicizia i litigi sono più che normali e mi è piaciuto concludere con la loro pace grazie al Quidditch, la cosa che lega quelle due ragazze tifose.
Spero che tutto questo vi piaccia! 

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Capitolo 21
*** Arrivederci Hogwarts. ***


ARRIVEDERCI HOGWARTS.


L'euforia dei Grifondoro per aver finalmente la Coppa del Quidditch in loro possesso durò più di una settimana e la cosa splendida era che anche il tempo sembrava festeggiare insieme a loro. Le giornate di giugno diventavano sempre più calde e Ginny e gli amici passavano gran parte del loro tempo a passeggiare nei prati del castello, a gettarsi tra i prati fioriti, schizzarsi con l'acqua o dar da mangiare alla Piovra Gigante del Lago Nero. 
Ma, in ogni caso, man mano che il tempo passava non poterono far più niente di tutto quello: si avvicinavano gli esami. E per i ragazzi del secondo anno e del primo apparivano ancora più terribili perchè erano i loro primi esami. Ginny si decise a studiare davvero solo quando vide Fred e George in biblioteca chini su volumi di libri per prepararsi per il G.U.F.O. e quando Percy, irritabile come non mai, che si preparava per il M.A.G.O., il diploma più alto che si potesse prendere ad Hogwarts, punì un paio di vivaci Grifondoro del quinto anno.
Gli esami divennero sempre più vicini e, per il nervosismo di Ginny, quel lunedì mattina toccava a Trasfigurazione. 
Demelza sembrava avesse ingoiato un rospo, aveva gli occhi che trabboccavano di lacrime d'ansia e mancava pochissimo che ammazzasse qualcuno dal nervosismo: ripeteva una dietro l'altra gli incantesimi per la trasfigurazione di un animale in un bicchiere e ogni formula che la McGranitt aveva dato loro, disegnando in aria numeri invisibili e formulette complicate; Colin, come Demelza, esibì il suo nervosismo parlando a raffica, molto più di quanto non lo facesse già in occasioni normali e disturbava la quiete mentale di ogni studente sparando sciocchezze una dietro l'altra; Ginny, Vicky, che quasi si strappava tutte le unghie dalla carne, e Ritchie parlavano solo se era assolutamente necessario; Christopher e William sembravano, seppur leggermente tesi, abbastanza sicuri.
Dopo che ebbero fatto il loro primo esame, scoprirono sul serio che quello che doveva essere l'esame più difficile era risultato una sciocchezza, anche perchè la McGranitt non era stata severa come al solito e aveva cercato di alleggerire la tensione, non mostrando il suo cipiglio serio ai ragazzi che, in quale modo, erano riusciti a trasfigurare fiammiferi, bottoni e piccoli canarini. Demelza aveva anche fatto punteggio pieno. Quel pomeriggio fu anche il turno di Incantesimi e il piccolo professor Vitius ce la mise tutta per rallegrare quell'esame, e i ragazzi gli furono davvero grati. Inoltre, per gli esami scritti avevano avuto delle penne speciali anti-copiatura, stregate con quell'incantesimo che non li permettesse di copiare. 
"Insomma!" aveva esclamato Ritchie, indignato. "Non si fidano di noi!" 
Ma gli esami con Piton furono i peggiori in assoluto: il pipistrello troppo cresciuto si era messo ad alitare ai ragazzi sul collo mentre loro, con nervosismo e girandosi di tanto in tanto per controllare che Piton fosse sparito dalle loro spalle, cercavano di ricordare gli ingredienti per la Pozione per Dimenticare. A Ginny metteva più nervosismo avere Piton alle spalle che fare un'esame difficile come quello di Pozioni, e quello era tutto dire. Il martedì mattina toccò a Storia della Magia, il mercoledì ad Erbologia e il giovedì mattina a Difesa contro le Arti Oscure con il professor Lupin. 
Ginny sapeva che l'esame di Difesa contro le Arti Oscure sarebbe stato fantastico insieme al suo professore preferito, anche perchè guardando il prato si prospettava davvero un bell'esame. Lupin aveva preparato uno strano percorso ad ostacoli proprio lì nel prato della scuola, ponendo tra uno ostacolo e l'altro una creatura magica studiata quell'anno come dei piccoli e dispettosi Folletti della Cornovaglia, portati l'anno precedente dal professor Allock ma mai affrontati, farsi strada tra dei tronchi trabbocanti che pillulavano di creaturine appiccicose, cercare di superare un manichino di prova che impediva loro di passare all'ostacolo successivo e affrontare un Molliccio. 
"Semplicissimo, no?" fece Lupin, con un gran sorriso. 
Ginny guardò i suoi compagni affrontare le prove, pensando di non aver mai visto un esame più divertente di quello: Alice, Rose e Vicky caddero sui tronchi trabboccanti e strillarono come impazzite quando le creaturine viscide si attaccarono alle loro braccia, avvolgendole in modo disgustosamente appiccicoso; Colin ci mise tantissimo tempo a cercare di levarsi di torno i Folletti, che sembravano averlo preso particolarmente di mira; Ritchie, William e Christopher fecero tutto per bene, ma furono abbastanza lenti nel cercare di superare il manichino di prova; Demelza sembrava non avesse superato il Molliccio. 
"Oh, cielo!" strillò, correndo verso il professor Lupin, scossa dal pianto. "Professore!" 
"Demelza, cos'è successo?" gridò Lupin, spaventato. 
"Ci sono i p-professori... la M-McGranitt... mi d-dicono che sarò bocciata in t-tutto..." 
Alice e Rose ridacchiarono ma gli altri non lo fecero, anche se tutti furono davvero tentati e Ginny non era da meno. Christopher e Ritchie si offrirono per portare Demelza a prendere un calmante in Infermeria e il professor Lupin chiamò Ginny che, come al solito, era rimasta l'ultima a non aver ancora superato il suo esame. Ora, gli occhi dei compagni erano tutti fissi su di lei. 
"Forza, Ginevra!" esclamò Lupin. 
"Non chiamatemi Ginevra..." borbottò la ragazzina tra sè e sè, stizzita, e avanzò verso il percorso. 
Non mosse neanche un passo che i Folletti della Cornovaglia le furono immediatamente addosso, iniziando a tirarle i capelli e a farle il solletico dappertutto. Ginny si fece prendere leggermente dal panico ma poi ricordò una cosa che Hermione le aveva detto a proposito di quei bizzarri esserini blu elettrici, e cioè che bastava un semplice incantesimo di congelamento per metterli completamente fuori gioco. 
"Immobilus!" gridò Ginny, puntando la bacchetta verso i Folletti e quelli s'immobilizzarono subito, a mezz'aria. 
Compiaciuta, si diresse verso i tronchi e non appena entrò nel loro territorio iniziarono a trabballare. 
Ora o mai più, pensò la ragazzina e spiccò una corsa veloce, gridando "Finite Incantatem!" a destra e a manca, prima che dai tronchi emergessero le creaturine che avevano fatto strillare dalla paura le ragazze, eccetto Demelza, che fu davvero agilissima. A Ginny le ricordò molto un Cacciatore che si muoveva tra i Bolidi per segnare, e si disse che forse, un giorno, l'avrebbe costretta a presentarsi ai provini per la squadra di Quidditch. Quando fu la volta del manichino, partì d'impulso e lo disarmò con un incantesimo Expelliarmus, che il professor Allock aveva insegnato loro l'anno precedente al Club dei Duellanti, poi si preparò per affrontare il Molliccio. 
Mentre il Molliccio si trasformava gettò uno sguardo a Lupin: era preoccupato. Poi notò che Demelza, Christopher e Ritchie erano tornati e che il resto dei suoi amici era lì, a cercare di trasmetterle tutta la forza possibile. Tom Riddle apparve all'improvviso da dentro all'armadio e avanzò verso di lei con passo suadente, lo stesso passo che aveva quando era uscito fuori dal diario, l'anno prima. Ginny cercò di non pensare a nulla e, cercando di non guardare negli occhi il ragazzo che aveva creduto suo amico, esclamò: "Riddikulus!" 
Alice e Rose sbuffarono quando l'affascinante Tom sparì in uno sbuffo di fumo. 
"Ottimo, Ginerva! Punteggio pieno!" ruggì il professor Lupin, con un sorriso incoraggiante. 
Nessuno aveva avuto punteggio pieno tranne lei: i suoi amici le vennero incontro e la strinsero in un forte abbraccio. Sì, Ginny non aveva dimenticato Tom Riddle ed era più sicura che non l'avrebbe mai fatto neanche se le avessero Obliviato il cervello, ma oramai quel ragazzo apparteneva ai suoi incubi, apparteneva al passato e, sebbene il suo ricordo le facesse più male di quanto ammettesse, era contenta di averlo conosciuto. 
L'aveva di sicuro resa più forte di quanto non lo era mai stata. 




Demelza si divertiva sempre a rivedere gli incantesimi e le formule dopo gli esami ma, come disse giustamente William, una volta bastava e avanzava, si dovevano solamente godere gli ultimi giorni di scuola in pace e serenità. Quella sera trascorse per il meglio, con i gemelli che fecero scoppiare i fuochi d'articio Filibuster mettendo sottosopra la Sala Comune. Il mattino successivo, ovvero il giorno della partenza per le vacanze estive, erano tutti felici per aver finalmente finito la scuola e molti di loro sembravano ancora avere la testa nei festeggiamenti, soprattutto i Serpeverde, che erano più eccitati che mai e continuavano a far finta di ululare come dei lupi in modo idiota ed infantile. E chissà perchè.
"... Piton l'ha detto ai Serpeverde, non vi sto mentendo!" protestò offeso un Tassorosso quando Ginny e gli amici passarono tra il loro tavolo e quello dei Grifondoro. Colin si voltò immediatamente verso gli amici, cominciando a mostrare la sua abilità nel non stare mai zitto.
"Avete sentito anche voi?" chiese, alzando la voce. "Avete sentito cos'ha detto, quello lì? Impossibile che l'abbia sentito solo io, insomma, eravate proprio dietro di me! Quel Tassorosso ha detto proprio che..."
"Ssssst" sibilò Vicky, tappandogli la bocca e prendendo posto sulla panca. 
"Abbiamo sentito, abbiamo sentito!" si spazientì William, prendendo anch'egli posto.
Gli altri, tra cui anche Ginny, guardavano ancora verso il Tassorosso cercando di capire cos'altro stesse dicendo il ragazzo agli amici, ed erano curiosi di sapere cosa aveva detto Piton di preciso ai Serpeverde per renderli così eccitati, più sciocchi del solito e... ululanti. Ginny spostò lo sguardo verso il tavolo degli insegnanti e vide un certo movimento: era di sicuro successo qualcosa. 
"Guardate Piton..." sussurrò la ragazzina.
Si accorse che l'unico insegnante ad essere eccitato era proprio Severus Piton, che fissava tutti (in particolar modo i Serpeverde) con una certa allegria selvaggia negli occhi e con uno strano ghigno sghembo: cosa alquanto strana. Di solito Piton ce l'aveva con tutti, e anche con gli insegnanti, sopratutto con quelli di Difesa contro le Arti Oscure perchè, come dicevano gli studenti più anziani, desiderava quel posto più di ogni altra persona al mondo e nessuno sapeva perchè Silente non lo assumeva, ma se cominciava a guardare in maniera eccitata tutti c'era qualcosa che non quadrava. Il posto vuoto al tavolo degli insegnanti apparteneva a Lupin. 
"Mmh, brutto come al solito" constatò Christopher, con una scrollata di spalle e ci diede dentro con la colazione. 
"Più brutto del solito" lo corresse Ritchie, fissando il professore. 
"Perchè il professor Lupin non c'è?" fece Demelza, allungando il collo. "Non credete che..." 
Non finì la sua frase perchè Silente si era alzato e si era diretto al leggio, dove di solito feceva i suoi discorsi. Ginny lo guardò schiarirsi la gola e dichiarare una felice estate, dato che le carrozze all'ingresso aspettavano solo loro. Una pausa e poi... cominciò a spiegare della riuscita fuga di Sirius Black, calmando le acque e dicendo loro che non correvano più alcun pericolo perchè Black era scappato molto lontano da lì. Raccontò del fatto che tre studenti si erano trovati faccia a faccia con Sirius Black ma che, grazie al professor Lupin e al professor Piton, erano sani e salvi in Infermeria. 
Ginny si guardò intorno: mancavano suo fratello, Harry ed Hermione. Impallidì visibilmente. 
"Cos'hai?" chiese William, fissandola preoccupato. 
"Fanto cielo, fei bianca come questo yogurt che fto mangiando..." biascicò Colin, la bocca piena. 
Ginny non rispose perchè Silente continuò col proprio discorso. "Quindi, non correrete più alcun pericolo e su questo potete starne certi: Sirius Black non ha alcun motivo per farvi più del male. Sappiate anche che l'anno successivo ci sarà un nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Vi auguro un buon proseguimento!" concluse allegramente e andò a sedersi al tavolo degli insegnanti. 
I Serpeverde ulularono come Lupi Mannari e Piton ghignò ancora di più. La McGranitt lo fissò furibonda. 
"Ginny!" Demelza schioccò le dita davanti ai suoi occhi. "Che ti prende?" 
"Arrivo subito..." dichiarò debolmente e schizzò via dalla Sala Grande, lasciando la sua colazione a metà. 
Si diresse a tutta velocità verso l'Infermeria di Hogwarts, con un sacco di domande che le frullavano nella mente e la voglia di sapere tutto con precisione e nei dettagli, perchè era stufa di sapere sempre le cose a metà, che le portavano una tremenda confusione nella testa. Doveva sapere se davvero i tre studenti che Black aveva aggredito erano suo fratello e i suoi amici, anche se sembrava palese. Era anche curiosa di sapere cosa avevano i Serpeverde da ululare e Piton da ghignare, e perchè il professor Lupin andava via. Forse, dato che tendeva ad ammalarsi tante volte (quell'anno era capitato spesso e Piton l'aveva fatto da sostituto), non poteva continuare a stare al castello altrimenti la sua presenza sarebbe stata discontinua? Probabile, si rispose la ragazzina. Quando raggiunse, veloce e ansimante, il corridoio dell'Infermeria, non si stupì di vedere Ron ed Hermione insieme, che camminavano verso di lei, chiacchierando e allontanandosi sempre più dall'Infermeria del castello. 
"Ginny, che cosa ci fai qui?" gridò Ron, prima che la sorella l'abbracciasse, volandogli letteralmente addosso. "Miseriaccia" aggiunse, imbarazzato, scoccando ad Hermione un'occhiatina fugace. 
"Siete voi ad essere stati feriti da Sirius Black, vero?" 
"Oh... stiamo bene, sul serio..." la rassicurò Ron, accarezzandole i capelli. 
"Cosa ha raccontato Silente, Ginny?" chiese Hermione quando la ragazzina si staccò dal fratello. 
Ginny prese fiato e cominciò a raccontare ciò che aveva detto Silente, mentre Ron ed Hermione ascoltavano incuriositi, annuendo ad ogni affermazioni e scoccandosi qualche occhiata strana di tanto in tanto. "Perchè il professor Lupin va via?" chiese Ginny, infine. 
"Ehm..." fece Ron. 
"Perchè il professor Lupin è..." 
"Cosa?" 
"Beh, Lupin è... oh, Ginny, il professor Lupin è un Lupo Mannaro!" dichiarò in fretta Hermione, e Ginny spalancò gli occhi e la bocca contemporaneamente, scioccata e incredula di ciò che aveva appena detto la ragazza. Come sarebbe a dire che il professor Lupin era un Lupo Mannaro? Era uno scherzo. "No, non è uno scherzo" aggiunse Hermione, come leggendola nel pensiero.
"M-ma com'è possibile?" 
"Non glielo dovevi dire!" sbottò Ron, incrociando le braccia al petto. 
"Oh, Ron, è grande abbastanza per affrontare la realtà!" replicò Hermione, infiammandosi subito.
A Ginny vennero per un attimo in mente i Serpeverde a colazione.
"Ed è per questo che oggi i Serpeverde ululavano e Piton ghignava..." disse Ginny, in un sussurro. 
Non le sembrava vero, era una notizia scioccante. Sì, era una notizia scioccante ma non aveva paura di essersi trovata faccia a faccia per tutto l'anno con un Lupo Mannaro, anzi, la cosa non la spaventava minimamente. La sorprendeva, tutto qua. Perchè le sembrava impossibile che Lupin fosse davvero un Lupo Mannaro: la cosa non le era mai passata minimamente per la mente. Era come dire che il professor Silente fosse un Ippogrifo, o che Hagrid fosse un piccolo folletto. 
"Piton ghignava? Quel figlio di..." cominciò Ron, furioso, ma Hermione lo interruppe. 
"L'avrà detto a tutti i Serpeverde, e ora tutta la scuola lo verrà a sapere in men che non si dica. Povero Lupin!"
"Era il migliore insegnante di Difesa che abbiamo mai avuto!" protestò Ginny, rimuginando sui malefici abissi nel quale Piton poteva sprofondare per avere il posto di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. "Lupin non può andarsene! Solo perchè Piton ha detto a tutti che è un Lupo Mannaro questo non vuol dire nulla!" 
"Temo di sì" rispose una voce alle spalle della ragazzina e lei si voltò di scatto. Era Lupin.
"Professore!" esclamarono Ginny ed Hermione. Lupin fece loro un largo sorriso: sembrava molto malato. 
Ginny si rese conto che appariva molto più vecchio del solito, e si chiese se Ron, Hermione ed Harry si fossero trovati davanti un Lupo Mannaro completamente sviluppato durante la loro piccola avventura faccia a faccia con Sirius Black in persona. La ragazzina guardò in basso e notò che ai suoi piedi c'era un baule: brutto, brutto segno. 
"L'hanno licenziata?" chiese Ginny, debolmente. 
"In realtà mi sono auto-licenziato" rispose Lupin, sempre sorridendo.
"Piton l'ha fatta proprio grossa!" sbuffò Ron, contrariato. Hermione era per la prima volta d'accordo con Ron.
"Non se ne andrà per questo?" insistette Ginny, che voleva in tutti i modi persuadere Lupin a rimanere. 
"Nessun genitore avrebbe mai voluto che un Lupo Mannaro fosse l'insegnante dei propri figli" disse Lupin, e stavolta il suo tono era malinconico. A Ginny le si aprì una voragine in petto che non aveva nulla a che fare con la colazione che aveva abbandonato per correre lì. Lupin parve accorgersi del suo turbamento, e aggiunse: "Un esame davvero brillante, il tuo. La professoressa McGranitt mi ha detto cos'era successo l'anno scorso e devo dire che quest'anno sei riuscita a superare quella tua più grande paura con coraggio" 
Grazie a lei, avrebbe voluto dire la ragazzina ma un nodo in gola non le permetteva neanche di respirare.
"Le vittime di Voldemort" continuò il professor Lupin guardando intensamente la ragazzina, e Ron trattenne il respiro, "sono sempre persone coraggiose, ricordalo. Ricordalo per sempre..." 
E detto questo si voltò verso gli altri due e, facendo un cenno col capo, si allontanò da loro dichiarando che un giorno, e ne era sicuro, si sarebbero sicuramente rivisti. Anche Ginny era sicura di quello, ma quando il professor Lupin varcò una porta che l'avrebbe condotto dalla sua carrozza di sotto, già non vedeva l'ora di rivederlo di nuovo e quella voragine nel suo petto non rimpicciolì più. 




"Cavolo... non ci posso credere! Mi piaceva Lupin!" gemette Demelza, seduta sul treno. L'Espresso di Hogwarts era già in aperta campagna e le mucche pascolavano allegramente tra i campi mentre i ragazzi chiacchieravano dei recenti avvenimenti, pronti per tornare a casa per le vacanze estive. 
"Piaceva a tutti tranne che a quei dementi dei Serpeverde!" ribattè William, scartando la sua Cioccorana con ferocia. Demelza prese a sistemare la sua borsa con i libri che aveva chiesto in prestito a Madama Prince dalla biblioteca, lisciandoli come se fossero dei cuccioli appena nati, sotto lo sguardo divertito degli amici. "Non ci posso credere che Piton si sia davvero lasciato sfuggire che Lupin fosse un Lupo Mannaro. Insomma, a chi importa?" 
"Ai genitori degli studenti" rispose Ritchie, ma anche lui era contrariato. 
Vicky sorseggiava il suo succo di frutta, lanciando occhiatacce ai Serpeverde nel loro vagone come se volesse incenerirli tutti. E probabilmente era proprio quello che voleva fare, come tutti gli altri studenti. 
"Avevamo un Lupo Mannaro come insegnante, non ci posso credere. Una figata pazzesca!" commentò Christopher, con i suoi soliti toni. "E quei dannati dei Serpeverde sono sempre lì che rovinano tutto... ce la pagheranno cara!" 
"Puoi dirlo forte!" replicò Colin e si avvicinò per dare il cinque a Christopher. 
"Chi sarà precisamente a pagarla cara?" 
Ginny si voltò, facendo ondeggiare i capelli rossi: a parlare era stata Astoria Greengass, a capo della banda Serpeverde costituita dal resto delle ragazze e dai ragazzi Harper, Jugson, Selwyn, unici maschi Serpeverde che si divertivano ad avercela con gli altri. Nello stesso tempo, Ginny, Colin e Christopher si alzarono per fronteggiarli, con aria di sfida. 
"Tu" scandì Ginny, cominciando ad infiammarsi e Demelza sussurrò piano qualcosa sul fatto che adesso si sarebbe messa sicuramente e indiscutibilmente nei guai, "e gli altri idioti della tua carissima Casa avete fatto licenziare il professor Lupin!" 
"L'abbiamo davvero fatto?" fece Harper, fingendosi preoccupato. 
"Sparite da qui! Questa volta non la scampate, avete fatto licenziare il professor Lupin!" squittì Colin, facendosi più grande e riuscendo ad essere all'altezza di Harper, che era davvero possente per la sua età. Christopher fece un gesto volgare con la mano, e Vicky, per la prima volta, approvò le maniere incivili del ragazzo, alzando i pollici in segno di approvazione. Demelza e Ritchie sembravano turbati di avere dei Serpeverde lì. William si godeva le sue Cioccorane tranquillamente. "Siete proprio dei fifoni, voi Serpeverde! Se solo Lupin fosse riuscito a trasformarsi in un Lupo quando aveva lezione insieme a voi..."
"Oh, taci, idiota Mezzosangue" sbottò Selwyn.
Colin arrossì. Demelza spalancò la bocca, inorridita, e, con uno sguardo di profondo disgusto e rabbia, cominciò ad urlare e protestare contro quei gran seccatori Serpeverde, ad altissima voce, dimenticata ogni regola e ogni dignità. Seguendo il suo esempio, anche Ginny e gli altri iniziarono a protestare contro di loro ma mai quanto Demelza, che sembrava quasi aver perso la ragione. L'insulto Mezzosangue la disgustava non poco.
"Oh, taci, secchia" intimò seccamente Astoria, quando la voce di Demelza raggiunse un tono totalmente acuto. 
"Lasciala perdere, Astoria" fece Grace Bennet, che era una ragazza dai lineamenti duri e dai capelli chiari perfettamente in ordine ogni volta, "ho sentito dire che gli unici amici che può permettersi sono loro e dei noiosissimi libri. Ma sentito parlare di vita sociale, Robins?" 
Gli occhi di Demelza, dapprima agguerriti, si riempirono di lacrime e i ragazzi ripartirono con gli insulti, con Vicky che capitanava il tutto con la sua vocina squillante, che stava diventando sempre più simile a quella di Demelza prima che Astoria la interrompesse. Ginny non ne poteva più: sapeva che gli insulti scivolavano addosso ai Serpeverde come pioggia sulle finestre. La ragazzina sfoderò la bacchetta, la puntò contro Grace e, con l'incantesimo che quell'anno le avevano insegnato i gemelli, attaccò: Grace si spostò con rapidità sorprendente e l'incantesimo colse Jugson, che si contorse e cominciò a ridere, aggrappandosi ai suoi compagni, che si scansarono da lui e scapparono via, imprecando. Harper, prima di andare via definitivamente, lo prese per la collottola e lo trasportò insieme a lui, disgustato. 
"Ma... GENIALE!" ruggì Christopher, battendole una festosa pacca sulla spalla.
"Devi insegnarmelo, quell'incantesimo!" esclamò immediatamente William, affascinato. "Hai visto come rideva, quell'idiota di Jugson? Scommetto che nessuno l'ha mai visto ridere così, sei stata fin troppo gentile con lui, a mio parere"
"E' stato l'unico incantesimo che mi è venuto in mente!" protestò Ginny sorridente, a mo' di difesa. "Quelli sono Serpi, ragazzi. Gli insulti non gli fanno nè caldo nè freddo, dovevo fare qualcosa di più" 
"Davvero un colpo fantastico, Testa Rossa!" esclamò Ritchie e annuì con vigore. 
Demelza e Vicky si alzarono dal sediolino e la strinsero a sè, mentre Colin cominciava a spettinarle i capelli rossi con malagrazia e gli altri festeggiavano allegramente, prendendo in giro Jugson e la sua risata tremendamente sciocca e divertente. Mentre si trovava tra le braccia delle amiche e il treno rallentava sempre di più, a Ginny venne in mente una cosa che le era passata totalmente per la mente, una cosa davvero importante e che avrebbe fatto eccitare ancora di più i suoi amici tifosi di Quidditch, anche se probabilmente erano già a conoscenza della grande notizia. 
"Ehi, quasi dimenticavo: quest'anno ci sarà la Coppa del Mondo di Quidditch! Verrete?" 
"Lo sapevo, ovviamente. Ci sarò, non vedo l'ora!" esclamò Demelza, illuminandosi immediatamente e lasciando andare l'amica. "I miei genitori lavorano al Ministero e avranno di sicuro prenotato già i biglietti per me e la mia sorellina. Anche se non sappiamo ancora se sia una strega o meno... crediamo una Maganò" 
"Cos'è una Maganò?" chiese d'un tratto Colin, curioso. 
"Già, cos'è?" fece eco Christopher, che sebbene fosse cresciuto con dei maghi ignorava molte cose del loro mondo.
"Una che è cresciuta in una famiglia di maghi ma che non possiede doti magiche" rispose Demelza, cupa. 
Seguì un silenzio carico di rammarico, poi Vicky parlò. "Comunque io ci sarò, alla Coppa. Mia madre non vorrebbe perdersela: lei è la direttrice della Gazzetta dello Sport, mi sembra il minimo che venga a vedere la Coppa del Mondo!"
"Wow. E io non mi perderei la Coppa di Quidditch per nulla al mondo!" esclamò Ritchie, alzandosi per preparare la sua roba. 
Ginny lo imitò scattando in piedi e, salendo sul sediolino, prese il suo baule e lo tirò giù mentre il treno rallentava definitivamente alla stazione del binario nove e tre quarti: dei ragazzini minuscoli inseguivano il treno per vedere dov'erano i loro cari che erano andati ad Hogwarts. Ginny, tra il caos fuori dal finestrino, non riuscì a distinguere le sagome dei suoi genitori ma era sicura che sarebbero stati al solito posto, accanto al muro del binario. 
"Io vorrei tanto venire ma mia madre è una Babbana... come diavolo faccio a non farle venire un infarto?" fece William, contrariato, mentre si preparava. 
I ragazzi si affrettarono con la loro roba, togliendosi la tunica di Hogwarts e godendosi libertà di movimento. Il treno si fermò del tutto e gli studenti si riversarono fuori, allegri e spensierati, raggiungendo i loro familiari. Ginny intravide i gemelli, che s'incamminavano in un'unica direzione, e prese a seguirli convinta che l'avrebbero condotta dai Weasley, con gli amici che le trotterellavano al fianco e chiacchieravano ancora della Coppa del Mondo di Quidditch, allungando il collo tra la folla per unirsi ai propri genitori, che li aspettavano lì in stazione in qualche remoto angolo. 
"Leo, tei tordo?" sbottò una minuscola ragazzina, correndo tra la folla. Ginny ridacchiò scioccamente. 
"Leotordo?" ripetè lei, confusa e divertita. 
"Era 'Leo, sei sordo?', per la cronaca. Aveva il raffreddore, Testa Rossa" ribattè William, che a stento riusciva a trattenere una grossa risata. Demelza e Christopher, invece, scoppiarono vivamente a ridere. "Oh, ecco mio padre! Sono contento che non si sia portato anche la mamma: non avrebbe smesso più di fare domande sui maghi e la magia. Ci sentiamo tramite lettera, scrivetemi!" e detto questo, Will schizzò via dalla folla per unirsi al padre, un uomo possente e bello, che gli somigliava moltissimo. 
"Ecco a chi somiglia William..." borbottò Vicky, maliziosa e con una risatina tintinnante, "ci vediamo alla partita!" 
"Ciao, ci vediamo!" gridarono Demelza e Ritchie all'unisono, allontanandosi insieme a Vicky per raggiungere i parenti. 
"Vi scriverò a tutti, promesso!" esclamò Colin e si avvicinò ai suoi genitori, che parevano profondamente confusi e guardavano la barriera del binario con spavento, come se non vedessero l'ora di uscire fuori da quel caos di maghi. 
"Spero di riuscire a venire alla Coppa, Testa Rossa" dichiarò Christopher, quando tra la folla rimasero da soli, mentre spintonavano i ragazzi per raggiungere i loro cari. "So che ci saranno tante belle ragazze e non so se me la sento di restare chiuso in casa" ridacchiò e fece ridacchiare la ragazzina. 
"Christopher, muoviti!" ruggì un uomo corpulento, dall'aria arcigna. 
"Arrivo, arrivo!" gridò di rimando Chris, allontanandosi. "Ti scriverò per farti sapere della Coppa, Ginny!" aggiunse. 
Quando Ginny finalmente raggiunse i suoi genitori, grazie a Fred e George, la madre l'abbracciò come se non la vedesse da anni e secoli. Tenendola per mano, si avviarono verso la barriera del binario, con il padre che non la smetteva di scompigliarle i capelli e di urlare contro Fred e George di stare attenti a dove mettessero i piedi, perchè avevano quasi rischiando di mandare a gambe all'aria una vecchia signora. 
"Ti chiamo per la Coppa del Mondo!" gridò Ron rivolto ad Harry, che si stava allontanando da lui per unirsi agli zii. Ginny divenne di una delicata sfumatura di rosso, pensando al fatto che quell'anno avrebbe passato del tempo con Harry Potter. Beh, cosa si aspettava? Era ovvio che Ron invitasse il suo migliore amico. La stessa cosa valeva per Hermione: lei ci sarebbe stata di sicuro. 
"Sapevo che l'avresti invitato" disse Ginny, rivolta al fratello, facendo un gran sorriso, che la tradì. Ron, infatti, ridacchiò sommossamente, mentre si avviavano fuori alla stazione. "E questo chi è?" aggiunse la ragazzina, cambiando discorso. 
Ron gli tese il gufetto. "Il mio nuovo animaletto" rispose. 
"Ehi... Leotordo" lo salutò Ginny, ricordando il buffo nome che aveva sentito prima dalla ragazza col raffreddore. 
"Leotordo?" inorridì Ron. 
"Bè, deve pur avere un nome, no?" fece la sorella, allegramente, accarezzando il gufetto.
"Sì, ma non questo!" 
"A Leotordo piace il suo nuovo nome, vero?" Ginny lo accarezzò e Leotordo tubò, felice. 
"Miseriaccia, dovevo dargli io un nome"
"Troppo tardi, lumaca"
"La smettete di litigare, voi due?" sbottò vivacemente la madre, ma non era arrabbiata. "Fred! George! Fate attenzione, per l'amor del cielo! Forza, sbrigatevi, che a casa troverete una bellissima sorpresa. Non vedo l'ora di vedere i nostri bellissimi figlioli, anche se non capisco perchè Charlie non si sia ancora fidanzato con nessuna. Beh, la migliore notizia è che Bill si è lasciato con quella Egiziana: non vedevo l'ora" 
Ginny spalancò la bocca e guardò suo fratello Ron, che le restituì lo stesso sguardo. 
"BILL E CHARLIE SONO QUI?" strillarono. 






Angolo autrice
E anche questo capitolo è fatto, e non è molto diverso da quello originale. Non so, spero che a voi piaccia che io stia modificando i capitoli perchè davvero erano un'orrore quelli di prima, e sono stata troppo buona a definirli 'orribili'. 
Un bacione!

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Capitolo 22
*** Tiri Vispi Weasley. ***


TIRI VISPI WEASLEY.


L'estate dei Weasley trascorreva senza sosta e Ginny si disse che quella era la migliore estate che avesse mai passato, anche perchè Bill e Charlie l'avevano trascorsa insieme a lei, arricchendo le sue giornate. Li aveva sempre adorati, soprattutto Bill, perchè essendo i più grandi la difendevano sempre dagli scherzi dei gemelli, dalle offese di Ron e dagli scatti schizofrenici di Percy, che era finalmente riuscito a prendere il M.A.G.O. e adesso lavorava al Ministero. E in più era diventato irriparabilmente insopportabile, adorava il signor Crouch, suo superiore, e i gemelli avevano per un attimo pensato che fosse diventato gay. L'avevano stuzzicato per tutta la sera e Percy si era lasciato sfuggire che era ancora fidanzato con Penelope, cosa che non migliorò la sua condizione.
Durante l'estate, Ginny era cresciuta parecchio ed era diventata davvero una bella ragazza. Uscita dall'età fanciullesca, il suo corpo stava iniziando a mostrare qualche forma -ed era ora! aveva esclamato la madre, mettendola in imbarazzo davanti ai suoi fratelli e suo padre-, i suoi capelli erano cresciuti di almeno dieci centimetri e il suo viso si stava perfezionando. L'unico problema era l'altezza, ma non era un vero problema: Eloise Midgen, come le aveva fatto notare Vicky attraverso una lettera, era più bassa di lei. 

"Cara Vicky, 
grazie per la lettera ma devo dire di aver trovato una pecca. So che volevi consolarmi non facendomi sentire il folletto del gruppo ma Eloise Midgen, non solo è più bassa di me e questo non importa, ma è anche più grassa e questo non vale! Dovevi paragonarmi a qualcuna che ha la mia stessa corporatura o simile! D'accordo, hai fatto del tuo meglio, la smetto. Sono contenta che tu venga alla Coppa, ci vedremo sicuramente. Colin, William e Christopher non verranno. Ritchie sì e Demelza ha brutte notizie: non sa se viene, è troppo addolorata per la scoperta che la sorellina è una Maganò. 
Spero di vederci presto, inizia a girarmi la testa con questo giro di lettere. Siamo sette persone in contatto! 
Ti abbraccio forte,
Ginny." 


Ridacchiando per la lettera che aveva appena scritto, uscì dalla sua calda stanza e si diresse in quella di suo fratello Ron, con passo deciso. Sì, perchè Ginny era, inoltre, molto cambiata caratterialmente rispetto all'anno prima. Stava iniziando un processo di formazione che l'avrebbe portata ad essere sè stessa e questo era un bene per una persona che aveva subito un grave trauma. 
Aprì la porta della stanza di Ron e disse subito: "Ron, mi presti Leo?" 
Lui cadde a terra, le mani ancora aggrappate ai pantaloni che stava cercando di rirarsi su. 
"Tutto bene?" chiese Ginny, piuttosto divertita dalla caduta, guardando il fratello che si stava alzando dal pavimento e cercando di non pensare al caldo infernale che c'era in quella specie di fornace. 
"Tu bussa la prossima volta e andrà meglio" sbottò in risposta Ron, tirandosi su i pantaloni. "Comunque, Leo è lì dentro. Non dovrei prestartelo per l'assurdo nome che gli hai dato, anche perchè risponde solamente quando lo chiamo così, ma prendilo pure" 
Lei lo fece. "Sei un tesoro, Ronnie" ridacchiò, "notizie di Harry ed Hermione?" chiese poi. 
"Andremo prima a prendere Hermione a casa sua tra una settimana e poi dopo Harry a casa dei Babbani. Papà ha messo in contatto il nostro camino con il loro" rispose Ron, d'un tratto diventato allegro. 
"Sì, mi sembra ovvio" convenne la ragazza, annuendo. Legò la lettera per Vicky attorno alla zampetta di Leotordo e il gufetto, dopo varie capovolte, volò via, verso il sereno cielo azzurro. "Ecco fatto!" concluse, stiracchiandosi.
"Per chi era quella lettera, comunque?" buttò lì Ron, fissandola truce.
"Un'amica"
"Amico?"
"Ho detto amica" rispose Ginny, sbalordita. Ron non aveva mai provato interesse per la sua vita, soprattutto quella sentimentale. Che fosse d'un tratto diventato geloso che la sorellina si sentisse con qualche ragazzo? Anche se non era così in quel momento, lo sarebbe stato di sicuro tra un bel poco. Ginny aveva tredici anni ed era pure normale che conoscesse qualche ragazzo. Magari fosse stato Harry... chissà se suo fratello ne sarebbe stato felice. Quella era per lei la cosa più meravigliosa che potesse mai desiderare, a parte dimenticarsi del fatto che Tom Riddle fosse Lord Voldemort. 
Ron le rivolse un gran sorriso sollevato e Ginny fece per andarsene quando si bloccò sulla soglia. "Ron..." 
"Cosa?" fece subito il ragazzo.
"Belle mutande" disse la rossa, facendo una smorfia. Lui si fece paonazzo, poi scoppiò a ridere. Ginny fece per andarsene ma delle urla provenienti dalle stanze sottostanti la fecero bloccare, la mano immobile sulla maniglia della porta. Si voltò, incrociando lo sguardo del fratello, e insieme si precipitarono nel luogo dal quale provenivano le urla, scendendo in fretta le scale fino ad arrivare... proprio nella stanza di Fred e George. 
Che avessero combinato una delle loro? Qualcosa a che fare con quelle strane esplosioni? 
"Allora? Che cosa sarebbero questi moduli di ordinazione?" stava chiedendo Molly Weasley, sospettosa e rabbiosa. Era tutta rossa come un papavero, aveva la mascella minacciosamente sporgente e le mani sui fianchi significavano guerra aperta. Ginny osservò i fogli che la madre aveva in mano, non sapendo minimamente cosa fossero, e dalle espressioni dei gemelli capì che il loro piano di nascondere quei misteriosi moduli era andato in fumo. "Che-cosa-sono?" scandì con ferocia, agitando i fogli. "Volete spiegarmi? Ci saranno almeno una ventina di listini prezzo, qui sopra!"
"Listini prezzo?" ripetè Ron, incredulo, fermo sulla soglia come la sorella, che aveva spalancato la bocca.
"Mamma, noi..." tentò George. 
"COSA DIAVOLO SONO I TIRI VISPI WEASLEY?" lo interruppe lei con un grido, la voce che diventava sempre più acuta e che andava a sottolineare le ultime tre parole. Tiri Vispi Weasley... E ora che cosa avevano combinato Fred e George? Ginny cominciò ad essere seriamente incuriosita. "Bacchette finte... Merendine Marinare... cosa sono questecose?"
"Le abbiamo inventate io e George!" esclamò Fred, rosso in faccia ma mai quanto la madre. "Dacci i nostri moduli, ci abbiamo passato un intero anno a perfezionare bene i nostri prodotti!"
"Vogliamo venderli ad Hogwarts, faremo dei soldi e apriremo un negozio di scherzi. Non ci interessa diplomarci" spiegò George in fretta, guardando la madre con aria di sfida e Ginny per poco non scivolò a terra dalla sorpresa. Perchè i gemelli non le avevano mai detto che avevano intenzione di aprire un negozio di scherzi? E come era venuta loro quest'assurda idea? 
"UN NEGOZIO DI SCHERZI?" strillò lei, la mano sul cuore. 
Come non detto: la sua voce, che aveva raggiunto i decibel, era una tortura per le orecchie di Ginny e di Ron, che non sapevano che fare. Si gonfiò tutta, quasi come se fosse un pollo, e prese ad urlare contro i gemelli, urlare così forte che la ragazza e il fratello dovettero intervenire. Non l'avevano mai vista così arrabbiata, sembrava davvero fuori di sè e i gemelli non aiutavano per niente in quella situazione: sembravano più combattivi che mai. Forse la faccenda del negozio era seria, forse per la prima volta nella loro vita facevano sul serio. 
"Mamma, calmati!" gridò Ginny, ponendosi tra i gemelli e Molly Weasley, abbastanza preoccupata per quello che sarebbe successo. Una vena pulsava nella tempia della madre e il respiro era corto e irregolare, come se avesse corso. Tutti i fogli erano caduti sul pavimento, proprio davanti a Ginny, che ebbe una fugace visione delle parole 'Piume Autocorreggenti'.
"Ma cos'è tutto questo baccano?" 
Percy irruppe nella stanza infastidito da tutta quelle urla e per niente preoccupato, cosa che fece ancora di più adirare Fred e George, che avevano preso ad accusare la madre di non comprenderli come avrebbe dovuto. Era seguito da Bill, Charlie e Arthur: probabilmente si erano tutti catapultati di sopra non appena avevano sentito le urla. Intanto Ron e Ginny, levatosi subito da mezzo, stavano leggendo i moduli di ordinazione presi dal pavimento.
"Cosa succede, mamma?" domandò Bill con calma, ignorando Percy e Fred che ancora battibeccavano tra loro.
"Molly, cosa sono queste urla?" chiese Arthur. 
"TRE G.U.F.O. A TESTA! TRE! PER UN NEGOZIO DI SCHERZI!" strillò Molly Weasley, ancora tutta paonazza. Sembrava come impazzita: Ginny non l'aveva mai vista così delusa. "VOGLIONO APRIRE UN NEGOZIO DI SCHERZI! TIRI VISPI WEASLEY! GUARDATE COS'HO TROVATO: MODULI E LISTINI PREZZO!"
Molly marciò verso Ginny e Ron e strappò loro dalle mani i moduli e quasi li schiaffò sotto il naso del marito, che arretrò, terrorizzato. Lui si aggiustò gli occhiali e, con la fronte leggermente aggrottata e lo sguardo inespressivo, lesse. 
"LI ABBIAMO INVENTATI IO E GEORGE!" s'inalberò subito Fred, rivolto verso la madre. 
"CI ABBIAMO MESSO SECOLI PER CREARE I NOSTRI PRODOTTI!" reagì George, indignato. 
"BEL MODO PER SPRECARE IL VOSTRO TEMPO! INVECE DI STUDIARE!" e così dicendo, la madre, con un gesto della bacchetta, diede immediatamente fuoco ai moduli, sotto lo sguardo scioccato di tutti e soprattutto dei gemelli.
"Mamma!" gridò Charlie, la bocca spalancata. 
"Calmati, Molly!" intervenne Arthur, con voce forte. "Non mi sembra il caso di... insomma, perchè li hai bruciati?"
"CINQUE ANNI DI ISTRUZIONE MAGICA BUTATI AL VENTO PER UN NEGOZIO DI SCHERZI, ARTHUR! VI RENDETE CONTO, VOI DUE? AVEVO PROSPETTATO PER ENTRAMBI UNA CARRIERA AL MINISTERO MA SI VEDE CHE VI PIACE SOLO FARE I BARBONI!" 
"Non abbiamo perso tempo inventando quella roba! E la carriera nel Ministero non ci interessa per niente!" ribattè George, livido di collera e ormai paonazzo anche lui, come la madre e il gemello. "Quello che vuoi tu non è quello che vogliamo noi, mamma!" 
"Volevo farvi avere un futuro dignitoso..." biascicò lei, per quanto il respiro mozzo glielo consentisse, "io e vostro padre abbiamo fatto dei sacrifici... dei sacrifici..." 
Fred e George erano addolorati e Ginny non credeva di aver mai visto i gemelli più tristi di così. Ed era spiacevole da vedere essendo cresciuta con dei ragazzi che sarebbero evaporati piuttosto che farsi vedere giù di morale dinanzi alla loro famiglia. E la madre proprio non si sforzava di capirli. Certo, la carriera nel Ministero era una carriera dignitosa per i Weasley che erano sempre vissuti in povertà, nonostante i tanti sacrifici, ed era la carriera che tutti avrebbero voluto avere... ma davvero volevano averla tutti? 
"Secondo me..." intervenne il padre piano, "se è davvero questa la loro ambizione non mi sembra il caso di... rovinare tutto. Infondo è quello che loro vogliono e sono felici di questo, Molly. Basta solo che non facciano sciocchezze" e li squadrò con intensità.
La moglie scosse la testa, mesta. "Una delusione... una delusione..." ripeteva. 
"Ahh, sembra un po' come quando Charlie disse che preferiva un drago ad una bella brasiliana!" buttò lì Bill, cercando di alleggerire la tensione e ci riuscì. Nella stanza l'atmosfera divenne decisamente più leggera: Ginny e Ron risero e le labbra del padre e dei gemelli si incresparono in un sorriso. Gli unici seri erano Molly, Percy e Charlie, che aveva un sopracciglio alzato e guardava Bill, anche se non sembrava per nulla arrabbiato. 
Percy tossicchiò. "La mamma ha ragione, Hogwarts non è una perdita di tempo. State sprecando un'occasione, voi due" 
"E a te che importa? Hai sempre pensato a te stesso!" sbottò Fred, adirato. 
"Molti avrebbero ammazzato pur di entrare al Ministero e voi rifiutate! Non mi sembrate molto..."
"Basta, Perce!" lo interruppe Ginny risoluta, guardandolo con ferocia. 
"Andiamo in cucina, Molly. E venite anche voi due: dobbiamo parlare" dichiarò Arthur, ancor più deciso della figlia. 
Molly Weasley marciò verso la porta e sparì, i gemelli la seguirono e Arthur, con un'occhiata ai figli come per dire "state buoni lì" si chiuse la porta alle spalle, lasciando da soli nella camera Ginny, Ron, Percy, Bill e Charlie. Percy si dileguò non appena rimasero tutti e cinque dicendo di dover iniziare una relazione per l'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale, ovvero cercare di uniformare lo spessore dei calderoni. Bill e Charlie erano visibilmente sconvolti da ciò che era diventato il loro fratello. Ben presto i quattro si ritrovarono a parlare di Fred e George e di come tutta questa storia dei Tiri Vispi Weasley avesse turbato la mamma e infine decisero che per capire meglio quella situazione non restava altro loro che ascoltare la conversazione che avveniva di sotto.
"Charlie" chiamò Ginny divertita, ricordandosi solo in quel momento di una cosa, "hai davvero preferito un drago ad una brasiliana?" 
Charlie non rispose e guardò il fratello. 
"Bill" scandì con forza, "la prossima volta porto un drago qui, dato che ti piacciono tanto, e ti faccio incenerire la lingua. Ora forza, scendiamo di sotto. E voi due... non date retta alle sciocchezze che dice" 
Facendo fatica a restar serio, aprì la porta e scese di sotto lasciando gli altri tre a ridacchiare. 




"Hanno deciso con un tacito accordo di far finta che quel litigio non fosse mai avvenuto" stava spiegando Ginny ad Hermione, che era da poco arrivata alla Tana. Era passata già una settimana e il grande giorno era arrivato: la Coppa del Mondo di Quidditch era sempre più vicina. Lei e l'amica erano in camera di Ginny e chiacchieravano mentre aspettavano l'arrivo di Harry. "Insomma, la mamma non l'ha presa molto bene ma si riprenderà: ha capito che fanno sul serio e che un negozio di scherzi è meglio di una vita da barboni" 
Hermione sorrise a fatica, ma sembrava piuttosto seria. 
"E' una cosa da pazzi" dichiarò, sbalordita. 
"Stiamo parlando di Fred e George, Hermione" ribattè Ginny con un sorriso. "Comunque sono certa che la mamma non si arrenderà e cercherà di renderli la vita impossibile sequestrando ogni loro creazione. Sta solo trovando il momento adatto e poi... Accio! E arrivederci Bacchette Finte e Mou Mollelingua!" 
Fred e George avevano perfezionato sempre di più i loro prodotti e Ginny aveva addirittura provato una Mou, col risultato che la sua lingua sarebbe stata perfetta per saltare la corda con altre cinquanta persone. Le avevano parlato anche delle Merendine Marinare e le avevano detto che non potevano farle provare quei prodotti perchè ancora troppo pericolosi: Ginny diede un piccolo morso ad un Pasticcetto Svenevole e dormì per un giorno intero, cosa che fece preoccupare tantissimo i gemelli, che la tennero nascosta in camera loro per tutto il tempo. 
Ginny l'aveva raccontato anche ad Hermione, oltre che ai suoi fratelli.
"Ron voleva farmi provare con la forza quel... Fresbee Zannuto, sai?" fece Hermione sorridente, rammentando a poche ore prima della partenza di Ron, Fred, George e Arthur a casa degli zii di Harry. Ginny lo sapeva: Ron voleva tanto che Hermione si sentisse a suo agio ma, non appena le aveva raccontato dei Tiri Vispi Weasley, lei aveva gettato un urletto e aveva fatto cadere il Fresbee, col risultato che non si era più divertita.
"Non era pericoloso, avresti dovuto provarlo" convenne la rossa. 
Hermione fece per ribattere quando un'esclamazione proveniente dalla cucina le interruppe. 
"Non gliel'abbiamo data perchè è un Babbano!" 
"Oh-ho" fece Ginny, improvvisamente animata da un cattivo presentimento, "adesso son guai, me lo sento..." 
La ragazza si alzò di scatto dal suo letto, seguita da Hermione, che corse immediatamente alla porta. Se quella lì era la voce di Fred, e di sicuro era la voce di Fred, allora in cucina non doveva esserci solamente lui, ma anche George, Ron, Arthur e la persona che Ginny più attendeva da tempo: Harry Potter. Le due ragazze, con un ciabbattio di scarpe, scesero in fretta le scale e si precipitarono nella cucina della Tana, in cui vi era un silenzio carico di esitazione. 
Ginny cercò subito gli occhi di Harry e li trovò: verdi, scintillanti, bellissimi e puntati nei suoi. Le labbra di Harry Potter si incresparono in un gran sorriso in risposta agli sguardi allegri e ai sorrisi delle due ragazze. Ginny si sentì arrossire a quel solo contatto visivo e alla sola vista del sorriso di quel ragazzo: lui, molto probabilmente, se ne accorse e guardò Molly. 
"Dirmi che cosa, Arthur?" chiese lei, in tono davvero pericoloso.
"Non è niente" borbottò il marito, a disagio. "Fred e George hanno solo... ma li ho sgridati..." 
"Che cos'hanno combinato questa volta? Se ha qualcosa a che fare con i Tiri Vispi Weasley..." 
Ginny incrociò lo sguardo di Hermione, che colse al volo: propose di vedere la camera di Ron e il trio, in aggiunta di Ginny, salì di sopra, giusto in tempo per scamparsi un'altra discussione inutile sull'ambizione dei gemelli. A breve, i ragazzi spiegarono ad Harry la faccenda dei Tiri Vispi Weasley e lui rimase piuttosto sorpreso di questo, ma infondo, ripensandoci bene, chi è che davvero vedeva Fred e George a lavorare al Ministero? 
"Com'è andata l'estate, Harry?" chiese Hermione, quando furono nella camera di Ron. "Hai ricevuto i nostri pacchi con i dolci e il resto?" 
"Sì, grazie mille. Mi hanno salvato la vita, quelle torte" rispose il ragazzo. 
"E hai notizie di...?" cominciò Ron ma lo sguardo di rimprovero di Hermione lo zittì immediatamente. Ginny sapeva che probabilmente quei tre avrebbero cominciato ben presto a confabulare tra di loro, rimanendo quindi esclusa, ma non potè fare a meno di essere incuriosita e iniziò a guardare da Ron ad Harry cercando di captare qualcosa di più di quella futile frasetta. 
Ovviamente, nulla. 
Venire esclusa da suo fratello era ormai normale e fu un sollievo quando Hermione disse: "Credo che abbiano smesso di litigare... e se scendessimo ad aiutare tua madre per la cena?" 
Quella sì che era una buona idea! 




"Guardate l'ora! Dovreste proprio essere a letto, tutti quanti: dovrete alzarvi all'alba per andare alla Coppa" 
La voce di Molly arrivò alle orecchie di Ginny come in ritardo: stava davvero crollando dal sonno e fu grata a sua madre per averle letto nel pensiero. Un collegamento empatico grandioso, tra lei e la madre. Ginny avrebbe voluto che ce ne fosse uno anche con Harry, così almeno avrebbe potuto sapere cosa gli frullava in quella testolina scompigliata. 
"Forza, sorellina, a letto!" esclamò Bill, cingendola per la vita. 
"Non v-vedo l'ora..." biascicò lei, marciando verso casa. Bill ridacchiò. "Devi insegnarmi a duellare come fai tu, voglio diventare brava anch'io nel duello, proprio come te e Charlie" 
"Charlie è una schiappa, tesoro!" replicò Bill, alzando la voce per indurre il fratello ad avvicinarsi a loro. 
"Charlie è una schiappa in cosa?" fece lui, come previsto. "Ancora con la faccenda delle ragazze, Bill?" 
Ginny soffocò un risolino. "Un drago come ragazza è l'ideale, non scherziamo" 
Harry, che passava di lì con Ron ed Hermione, fissò la ragazza e scoppiò a ridere insieme a Ron, che probabilmente gli aveva già raccontato che suo fratello preferiva un drago piuttosto che una ragazza. Hermione sorrise sotto i baffi mentre Ginny la invitava ad entrare nella sua camera, perchè avrebbero dormito insieme. Una volta augurato la buonanotte ai ragazzi, le due misero i pigiami e si infilarono subito a letto. 
Nessuna delle due riusciva a chiacchierare a causa del sonno, quindi, borbottato un "buonanotte" si addormentarono. Sembrò passare un attimo quando la ragazza chiuse gli occhi e sentì la voce squillante della madre svegliarla... 
"Ginny, sveglia! Ginny, Hermione... svegliatevi!" 
La rossa grugnì e aprì di pochi millimetri gli occhi: era ancora buio. Ma che ore erano? Perchè la mamma l'aveva svegliata così presto? Era appena l'alba quando la signora Weasley aprì la finestra della camera delle ragazze. Aveva dormito così poco e per un momento ebbe l'idea di mandare al diavolo la Coppa del Mondo di Quidditch per dormire beata e rilassata nel suo letto e... la Coppa del Mondo di Quidditch
Ginny aprì gli occhi di scatto.
"Gi... ah, sei sveglia!" esclamò Molly, che stava aggiustando le tende. "Hermione, cara, sei sveglia anche tu?" 
"Sì, signora Weasley" rispose lei, con voce leggermente roca. 
"Fantastico! La Coppa del Mondo di Quidditch vi aspetta!" 
A quel pensiero fantastico Ginny si disse che poteva sopportare di svegliarsi perfino prima dell'alba. 




Tutti i Weasley, compresi Harry ed Hermione, stavano camminando lungo il pendio roccioso di una collinetta, precisamente su Col dell'Ermellino, per prendere la Passaporta ed arrivare nel luogo in cui avrebbero alloggiato per la Coppa del Mondo di Quidditch. Già non ne potevano più di camminare perchè avevano camminato molto, il sole era addirittura alto nel cielo sereno... ma per quanto ancora doveva andare avanti quella passeggiata? 
"Stavo pensando... di scendere indietro a valle... rotolando..." ansimò Hermione, che era l'ultima del gruppo e che sembrava stesse per collassare. Ginny non era abituata a camminare così tanto ma di solito le passeggiate con la famiglia erano molto lunghe, quindi era più avvantaggiata di Hermione. 
"I Babbani non le fanno le scampagnate?" 
"Sì" rispose Hermione, risoluta, "ma di solito non camminiamo tantissimo e all'alba, o utilizziamo mezzi di trasporto come le macchine. E non quelle volanti!" aggiunse ad un'occhiata fugace della rossa, che sorrise. 
Superarono tutti la collinetta (Hermione, senza alcun dubbio, per ultima) e Arthur disse: "Uff... è andata bene: abbiamo ancora dieci minuti! Ora ci serve solo la Passaporta. Non dev'essere grossa... forza..." 
"Oh no, adesso dobbiamo cercare la Passaporta" sbuffò Ron contrariato. 
"In quanto tempo possiamo...?" stava chiedendo Hermione, ma non veva neanche concluso la sua domanda quando una voce maschile, diversa da quella dei Weasley, esclamò: "Qui, Arthur! L'abbiamo trovata!" 
"Oh, sia lodato Merlino!" ringraziò Ginny, grata allo sconosciuto. Aveva sempre odiato la ricerca delle Passaporte, soprattutto quando sei cresciuta con Fred e George che, sempre scherzosi, ti dicevano che l'oggetto-Passaporta non era una vera Passaporta e ti spedivano lontano dal mondo, da sola. La rossa ricordò con un brivido l'accaduto, poi sorrise nostalgica. 
"Amos!" 
"Chi è?" sussurrò Hermione a Ginny, che fece per rispondere quando il padre l'anticipò. 
"Vi presento Amos Diggory, ragazzi" disse, finendo di stringere la mano ad un uomo dal volto arrossato e da un'ispida barba bruna, che aveva tra le mani un vecchio stivale sporco: la Passaporta. "Lavora per l'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. E credo che conosciate suo figlio Cedric" 
Ginny non aveva quasi seguito la breve presentazione del padre su Amos Diggory, perchè era del tutto occupata a contemplare il figlio. Cedric era il ragazzo di cui aveva tanto sentito parlare tra i corridoi di Hogwarts e, quasi sempre, da Vicky Probisher, e che aveva visto pochissime volte e mai così bene come adesso. Adesso avrebbe potuto affermare che ciò che Vicky diceva sul ragazzo era vero. 
Di circa diciassette anni, bellissimo nei suoi abiti sportivi, dagli occhi color nocciola e i capelli biondo scuro, Capitano e Cercatore della squadra di Quidditch di Tassorosso, Cedric Diggory si presentava agli occhi delle ragazze come una star. 
"Ciao" disse lui, volgendo uno sguardo intorno, sguardo che, infine, si posò su Ginny. 
"Ciao" risposero tutti, tranne Fred e George, che ancora nutrivano nei confronti di Cedric un'antipatia dovuta alla sconfitta della partita di Quidditch dell'anno prima. Anche Ron non pareva particolarmente entusiasta di salutarlo, forse perchè Hermione sembrava molto colpita dal ragazzo quasi quanto lo era Ginny.
Vicky non è una stupida... si ritrovò a pensare per l'ennesima volta la rossa. 
Hermione la prese in disparte. "Lo conoscevi già? Cedric, intendo" disse, la voce bassissima. 
"Ne avevo sentito parlare, l'ho visto un paio di volte nei corridoi..." rispose Ginny, abbassando la voce a sua volta. 
"Che ne pensi? Ti vedo... rapita
Ginny rise. "Mai quanto te!" disse lei e Hermione spalancò la bocca, indignata. "No, sul serio, Cedric non è proprio il mio tipo. E poi piace anche ad una mia amica. Sono sicura che mi ammazzerebbe se sapesse di un'ipotetica cotta per lui" 
"Io non sono rapita da lui!" sibilò Hermione, che ancora rimuginava sulla prima frase della rossa. "Cioè... sì, insomma, non si può non dire che non sia un bel ragazzo ed è anche un Prefetto però..." 
"Sì, anch'io ti ci vedo con mio fratello" completò Ginny, con ilarità. 
Hermione arrossì. "E io ti ci vedo con Harry!" ribattè lei, la voce sempre bassa. 
"Anch'io mi ci vedo..." sussurrò immediatamente la rossa, con voce sognante. Rendendosi conto delle sue spontanee parole, guardò una gongolante Hermione e scoppiò a ridere. Si giustificò dicendo: "No ma... è solo un sogno da ragazzina, figuriamoci" 
"Come no. Ascoltami, quello lì è troppo preso da altro per capirci qualcosa di ragazze e..." 
"Volete finirla di spettegolare?" Ron si avvicinò alle due ragazze, che erano ancora in disparte, tutto rosso in viso e guardando soprattutto Hermione, mentre il dialogo tra Amos, Cedric, Arthur e Harry volgeva al termine con uno spiccio "meglio prepararsi" da parte di Arthur. 
"Non spettegoliamo mica!" mentì la sorella, marciando verso la Passaporta, seguita dagli altri. 
"Ceeerto! Appena hanno visto quel... Diggory" recitò l'ultima parola con la parodia di una disgustosa vocina femminile e Harry, che si era avvicinato a loro, ridacchiò sommossamente, facendo sorridere anche Ginny. 
Si misero tutti in cerchio, attorno al consunto stivale trovato da Amos Diggory, e attesero che la Passaporta funzionasse. Ginny era troppo abituata a viaggiare con le Passaporte per rendersi conto di quanto fossero ridicoli e non mancò di notare l'imbarazzo di Harry e di Hermione. Quest'ultima guardò la ragazza in modo interrogativo poi la Passaporta andò in funzione e in men che non si dica si ritrovarono da un'altra parte della città, sparpagliati tutti quanti per terra dalla forza dello stivale. Hermione e Harry tossivano dal terreno. 
"Era quella delle sette meno cinque da Col dell'Ermellino" dichiarò una voce. 






Angolo autrice
In questo capitolo modificato vedrete di certo qualcosa di nuovissimo, ovvero il litigio tra i gemelli e la madre per i Tiri Vispi Weasley, con la scoperta di tutti i moduli e i listini prezzo, come accennato nel libro. Infatti ne "Il Calice di Fuoco" è proprio Ginny a raccontare ad Harry di quella che chiama "una litigata tremenda". Mi è piaciuto inserire l'indignazione di Fred e George, la volontà di Molly di volere il meglio per i propri figli, la stupidità di Percy e l'ilarità dei maggiori Weasley, Bill e Charlie. Per il resto, il capitolo si mostra piuttosto simile a quello di prima. 
Baci!

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Capitolo 23
*** La Coppa del Mondo di Quidditch. ***


LA COPPA DEL MONDO DI QUIDDITCH.


Ginny alzò il capo notando, con imbarazzo, di non essere piombata sulla pancia di Hermione ma su quella di Cedric Diggory che, rimesso in piedi, le tese la mano per aiutarla ad alzarsi dal terreno. La rossa l'afferrò e, ignorando le occhiate sprezzanti di Ron e i sorrisini di Hermione, si mise su. Una volta che Cedric raggiunse il padre, entrambi proseguirono per un campeggio mentre i Weasley, compresi Harry e Hermione, si avviarono verso un altro campeggio.
"Allora" disse Arthur quando raggiunsero le loro due tende ancora disfatte, "vietato usare la magia, e dico sul serio. Monteremo queste tende a mano! Non dev'essere molto difficile... i Babbani lo fanno sempre..." 
"Ma no!" fece Ginny sarcastica, sbuffando già per la quantità di fatica inutile che attendeva loro. C'erano dappertutto maghi che usavano la magia, anche se il signor Roberts, il padrone babbano del campeggio, era a pochi metri da loro... e il padre cosa faceva? Niente di meno che farsi vittima del lavoro manuale babbano per cercare di capire meglio il mondo di un babbano stesso. 
Una roba da non credere!
"Senti, Harry... secondo te da dove cominciamo?" domandò poi Arthur, disorientatissimo.
"Comincia a prendere la bacchetta, papà" suggerì George e tutti risero, tranne il padre. Arthur sbuffò e intimò agli altri di dare una mano, senza fare battutine squallide e senza rendere ancora più difficile il loro lavoro. 
E così fu: si diedero tutti da fare per montare quelle tende e una volta che ebbero finito (sia lodato Merlino!), le visitarono. Non erano come le tende dei Babbani, a detta di Hermione, quindi la ragazza le trovò davvero il massimo, anche perchè da fuori non avrebbe mai pensato che dentro fossero così grandi e rimase a bocca aperta tutto il tempo. Così come Harry, che non prestava attenzione a niente che non fosse la tenda magica. 
Quando Ron, Harry e Hermione si dileguarono per il campeggio a riempire i bollitori e le pentole con dell'acqua, Ginny trascinò Fred e George in giro per il campeggio accanto, in modo da visitarlo. 
"Non vedo l'ora di assistere alla partita. Sono tutta elettrizzata!" dichiarò Ginny, con un gran sorriso in volto. 
"Noi scommetteremo su quella partita, sai?" fece Fred, alzando malandrino un sopracciglio. Ginny si voltò a guardarlo e di conseguenza guardò anche George, che stava annuendo con fare molto deciso e, nello stesso tempo, misterioso. 
"Scommetterete?" 
"Tutti i nostri risparmi" affermò George, evidentemente impazzito. E quando la sorella fece un'espressione scandalizzata, pensando soprattutto a quel che avrebbe detto la mamma una volta saputo che i gemelli avevano dato via tutti i loro risparmi per una scommessa di una partita, continuò: "Ascolta, sorellina: la Bulgaria -Victor Krum- usa sempre un'ingegnosa tattica. Hai notato? Una tattica che non funziona quasi mai con l'Irlanda perchè è troppo forte" 
"Sì, certo, ma Krum riesce sempre a contrastare i Cercatori avversari!" obbiettò la ragazza. 
"Il che ci riporta alla scommessa" 
Ginny era ancora sconcertata, poi Fred disse: "Sapendo questo, tu su chi scommetteresti?" 
"Ma è ovvio che scommetterei sull'Irlanda vincente ma... ma..." con un sussurro, la ragazza si bloccò. 
"... che Victor Krum acciuffa il Boccino!" conclusero in coro Fred e George, con un gran sorriso. 
"Oh, è geniale!" esclamò Ginny, seriamente colpita. Anzi, ora che ci pensava bene, colpita più di tanto non lo era: i gemelli erano i genietti di famiglia. Riuscivano sempre a pensare a tutto e avevano una fantasia incredibile. Da bambina li aveva sempre invidiati e questo suo sentimento col passare del tempo era diventato pura stima nei confronti dei suoi adorati fratelli. Non sognava neanche più di essere come loro, adesso. Lei era come era e quello bastava. 
Lei e i fratelli continuarono a chiacchierare allegramente della futura partita e sul fatto che Victor Krum di sicuro avrebbe preso il Boccino, escogitando una brillante tattica diversiva contro Aidan Lynch, il Cercatore dell'Irlanda. Continuarono e continuarono ad immaginare la fantastica Coppa del Mondo di Quidditch, fin quando una voce squillante molto familiare distrasse Ginny dalle sue congetture pre-partita. 
"CIAO, GINNY!" strillò Victoria Probisher, balzando davanti all'amica. 
"VICKY!" 
Le due ragazze corsero velocemente l'una verso l'altra per abbracciarsi. Quando si staccarono, Ginny notò che l'amica era molto più alta di quanto ricordava, i capelli biondi, che pochi mesi prima erano lunghi fino alla schiena, sembravano essere stati da tagliati da poco ed erano all'altezza delle spalle, e gli occhi verdi di lei lasciavano trasparire la gioia pura.
"Da quanto tempo sei qui? Noi siamo nel campeggio accanto!" dichiarò la rossa, con un gran sorriso. 
"Immaginavo!" esclamò Vicky, che sembrava già sapere tutto di tutti lì nel campeggio. "Ho visto tuo fratello, Harry Potter e la loro amica attraversare il nostro campeggio carichi di pentole e bollitori, e ho pensato che fossi nel campeggio accanto. Stavo giusto per farmi una passeggiatina, sai? Speravo di incontrare anche Ritchie, ma non l'ho proprio visto. Comunque... che bello rivederti!"
Ginny le sorrise radiosa, poi presentò all'amica Fred e George. Lei, ovviamente, disse di conoscerli già perchè erano molto famosi ad Hogwarts e i gemelli spararono una di quelle loro battute che non si dimenticano facilmente, e dissero a Vicky che era molto simpatica anche lei. Una volta che si furono allontanati dalla ragazza, i tre Weasley tornarono al loro campeggio per darci dentro col cibo. Arthur faceva la cronaca a Harry e Hermione di tutti i membri del Ministero che entravano e uscivano dal campeggio ma i Weasley sapevano già tutto del Ministero e non gli prestavano attenzione. 
Al tramonto, l'emozione divenne quasi palpabile: i venditori ambulanti si smaterializzarono con carrellini carichi di coccarde luminose che strillavano i nomi dei giocatori, cappelli a punta, bandiere, pupazzetti da collezioni dei giocatori e tante altre cose che Ginny non aveva mai visto in vita sua e che non vedeva l'ora di comprare. 
"Andiamo, sorellina. Dobbiamo comprare qualcosa di identico!" disse allegramente Bill, prendendola per mano e trascinandola fino ad un carrellino carico di suvenir. Ginny tuffò immediatamente il viso negli oggettini che il venditore esponeva. "Oh, aspetta... Charlie! Prestami un paio di galeoni, giuro che te li restituisco!" 
"Pezzo-di-cacca-di-drago!" scandì Charlie, marciando verso il carrellino vicino a Ginny e Bill, che aveva la mano tesa. "Ecco, e dopo li rivoglio tutti indietro!" aggiunse minacciando, ma era talmente emozionato per la partita che quella minaccia parve come una barzelletta. 
I tre fratelli, con i soldi di Charlie, comprarono tre coccarde verdi identiche che strillavano i nomi dei calciatori e le indossarono subito. Facendo ritorno nella tenda, notarono che Arthur aveva comprato una grossa bandiera dell'Irlanda, che sventolava ogni cinque secondi; Ron aveva il cappello a punta, la coccarda, il pupazzetto di Krum e l'Omniocolo; Harry e Hermione avevano la stessa roba di Ron, tranne il pupazzetto. Gli unici a non avere nulla erano i gemelli, che avevano davvero scommesso tutti i loro risparmi, mandando fuori di testa Arthur e Percy. 
"Papà, ma..." Ginny si interruppe, perchè un gong profondo e sonoro rimbombò nel campeggio.
"E' ora!" esclamò Arthur, eccitato come tutti loro mentre delle luci verdi e rosse illuminavano tutto. "Andiamo!" 




Ginny uscì dal campo quasi saltellando e con un sorriso stampato sul volto, discutendo con i suoi fratelli della partita a cui aveva assistito. La partita della Coppa del Mondo era stata davvero grandiosa, speciale. Come al solito, i gemelli avevano dannamente ragione: l'Irlanda aveva vinto ma Krum aveva preso il Boccino. Quella partita di certo sarebbe stata impressa nella sua mente come inchiostro su pergamena e Krum... quanto avrebbe dato per volare come lui! 
"Ti sto dicendo che Levski poteva giocare meglio!" 
"E Volkov?" 
"Cavolo, la Pluffa gli passava di lato senza che se ne accorgesse!" 
"Ma vogliamo parlare di Lynch? Dopo il primo schianto non ha capito più nulla!" osservò Ginny, ancora carica. 
"Krum è stato furbo e bravissimo però..."
"Non accusare, Charlie. Krum ci ha fatto vincere dei soldi" si vantò Fred, tra l'euforia generale. 
Quando tutti tornarono nella tenda si ritrovarono ancora a discutere animatamente della partita mentre sorseggiavano cioccolata calda. Charlie pareva furibondo a causa della vittoria della Bulgaria e non faceva altro che urlare contro Fred e George, che in qualche modo sparavano battutine sceme per fargli saltare i nervi, sventolando i loro soldi. In un primo momento, Ginny si unì vivacemente alla discussione ma successivamente il sonno iniziò a piombare su di lei. Ad un certo punto non riusciva neanche a capire chi stava parlando e chi era zitto... non riusciva a capire nulla fino quando... 
"MERLINO SANTISSIMO!" 
Ginny si svegliò di soprassalto e si rese conto che Bill le teneva il braccio, in modo da non farla cadere, e che la sua adorata cioccolata calda era tutta sul tavolino: si era addormentata, rovesciando tutto. Captando i segnali, Arthur intimò a tutti di andare a dormire e disse che l'indomani avrebbero parlato della partita. Gli altri obbedirono e Ginny e Hermione entrarono nella tenda accanto, notando che i canti gioiosi ancora dovevano finire. 
"Buonanotte" borbottò Ginny, ancora imbarazzata per lo spettacolo che aveva dato prima e tirandosi il lenzuolo fin sopra alla testa rossa. Hermione ricambiò la buonanotte ed entrambe si addormentarono immediatamente. A Ginny parve di essersi proprio in quel momento addormentata quando sentì la voce agitata del padre svegliare sia lei che Hermione...
"Ginny... Hermione... svegliatevi subito!"
"S-signor Weasley?" 
"Hermione, dovete alzarvi!" gridò Arthur quasi terrorizzato, mentre tirava le coperte dal letto della figlia. Ginny si lamentò leggermente e aprì di poco gli occhi, notando che il padre sembrava su di giri. Forse la partita gli era andata alla testa, e quello non era un buon motivo per svegliare due ragazze assonnate. "Mettetevi le giacche e uscite immediatamente! C'è qualcosa di strano lì fuori!" 
"Mmmh... gli Irlandesi hanno sempre un modo tutto loro per festeggiare..." biascicò Ginny, tornando a chiudere gli occhi. 
"GINNY!"
Lei aprì gli occhi e battè il capo sulla tela della tenda. Solo in quel momento si rese conto che qualcosa davvero non andava: i rumori nel campeggio erano cambiati, non c'erano più canti allegri, ma grida di spavento, e il rumore di passi di corsa echeggiava in modo terribile. Ginny e Hermione scivolarono velocemente giù dal letto e, infilandosi le giacche dal pigiama, uscirono fuori. Le persone fuggivano a destra e sinistra da qualcosa che si muoveva nel campo: uomini incappucciati. Gli uomini incappucciati stavano distruggendo e mettendo a fuoco il campeggio, facendo volteggiare i Babbani sulle loro teste. Ginny fu inorridita dalla scena che si presentava sulla sua testa, ovvero quella del figlio piccolo del signor Roberts che girava come una trottola in aria, strillando e pregando agli uomini di fermarsi. 
Le venne quasi da piangere. 
"Andate via dal campeggio!" gridò Arthur, sfoderando la bacchetta. Bill, Charlie e Percy lo imitarono e si gettarono nella folla per dare una mano al Ministero ad acciuffare gli uomini mascherati, che per Ginny avevano un non so che di familiare. Forse li aveva già visti da qualche parte, molto probabilmente sui giornali... ma, nonostante ciò, la ragazza non riusciva a trovare un collegamento. 
"Andiamo" disse Fred, prendando la mano di Ginny e trascinandola verso il bosco, con gli altri alle calcagna. George raggiunse immediatamente il gemello e afferrò l'altra mano della sorella. Corsero e corsero per molto, non si sapeva per quanto tempo nè per dove ma i ragazzi correvano, e l'unico suono man mano che si allontanavano dal campeggio era l'eco dei loro passi e il frusciio dei loro respiri. 
Ginny quasi non ce la faceva più: voleva tornare al campeggio. 
"Fermi!" gridò George, la voce leggermente affannata. I due obbedirono immediatamente, convinti che George avesse visto qualcosa tra gli alberi o altro. "Dove sono gli altri? Erano dietro di noi!" 
Ginny si voltò e notò che Ron, Harry e Hermione erano scomparsi. "Oh cielo..." mormorò. 
"Avranno sbagliato strada, tranquilli. Loro se la cavano sempre, ricordate!" assicurò Fred, ma anche lui era abbastanza preoccupato. "Comunque, bacchette alla mano. Questo bosco non promette niente di buono, non mi fido!" 
Fred impugnò con forza la sua bacchetta e così fece George, puntandole verso il bosco circostante. Ginny trafficò leggermente per prendere la sua, ma una volta che l'ebbe trovata, sentì qualcosa muoversi intorno e puntò velocemente la sua bacchetta in alto, nel cielo scuro. Non aveva neanche alzato la bacchetta quando in quel cielo scuro apparve qualcosa di enorme, verde e lucente.
"Ma cosa dia..." sussultò Fred, afferrando con forza la mano libera della sorella. 
Anche Ginny era spaventata da quella figura: un grandissimo teschio smeraldo, con un serpente che usciva dalla sua bocca, torreggiava su di loro in modo spaventoso. Alla comparsa di quel teschio esplosero strilli e grida, e il rumore di passi di corsa si intensificò. 
"Cosa hai fatto?" domandò Fred. 
"Non ho fatto niente!" strillò Ginny, terrorizzata. 
"Il Marchio Nero..." sussurrò George, "dobbiamo andarcene da qui, ritorniamo nella tenda!" 
E così fu...




Il giorno successivo, i Weasley ripartirono in tutta fretta verso casa e, arrivando finalmente sani e salvi, Molly Weasley li strinse tutti in un abbraccio stritola costole, singhiozzando a dirotto, e baciando ripetutamente i gemelli. 
Nei giorni successivi, nessuno si dava pace: volevano sapere cosa era successo alla Coppa del Mondo. Perchè i Mangiamorte, i seguaci di Voldemort, erano sbucati al campeggio e avevano creato il caos? Perchè qualcuno aveva lanciato nel cielo il Marchio Nero? Cosa diavolo stava succedendo? Arthur e Percy ormai si vedevano solamente durante la cena, perchè entrambi occupati al Ministero, che era nei pasticci. 
Col passare dei giorni, il tempo iniziò a fare brutti scherzi e il giorno della partenza per Hogwarts era decisamente troppo tetro: una pioggia pesante picchiettava contro le finestre della Tana, mentre Ginny si infilava i jeans, pronta per la partenza. Se pensava al fatto che finalmente avrebbe rivisto i suoi amici, la malinconia che le metteva la pioggia andava immediatamente via. 
"La tunica la infilerò nell'Espresso, chi la sente la mamma" disse Ginny, abbottonando la felpa fino alla gola. Hermione ridacchiò sommossamente, poi Ginny continuò a parlare: "Sai, è molto agitata... la mamma, intendo. Mi ha detto che papà non lavorava così tanto da quando Tu-Sai-Chi era al potere, e quei Mangiamorte alla Coppa del Mondo... insomma, che può significare? Sono preoccupata" 
Hermione parve così turbata da quell'affermazione che la rossa si pentì di aver parlato. "Non sei l'unica, anch'io sono preoccupata. E solo perchè ho letto milioni di volumi sulla Prima Guerra Magica e..." Ginny fece un cenno col capo come per dire che capiva: i genitori di Hermione erano Babbani. Tutto ciò che la ragazza sapeva l'aveva dovuto per forza leggere, "sono preoccupata per Harry" concluse Hermione, allacciandosi con cura le scarpe e attenta a non guardare in faccia l'amica. 
"Harry?" 
"Sì... se Lui torna al potere con chi potrebbe prendersela per primo se non con Harry?" disse Hermione con voce icrinata, e i suoi occhi diventarono lucidi. Lei si affrettò ad abbassare il capo, con la scusa dei lacci alle scarpe.
"Ma... quelle della mamma erano solo ipotesi, Hermione! Non è detto che Lui ritorni!" cercò di incoraggiarla Ginny, sebbene non pensasse davvero che fossero tutte ipotesi e maledicendosi per aver avviato quella triste conversazione. 
Hermione annuì ma Ginny avrebbe giurato che l'amica si fosse girata giusto in tempo per asciugarsi una lacrimuccia. Dopo un silenzio teso, si decisero a cambiare argomento e si misero ad insultare vivamente la giornalista Rita Skeeter per le idiozie che aveva scritto sulla Gazzetta del Profeta, idiozie che avevano mandato ancora di più il Ministero del caos. 
"Quest'anno andremo a King's Cross con i taxi Babbani" li informò Molly, mentre tutti erano seduti a tavola e si servivano la colazione. "Abbiamo cercato di farci prestare delle auto dal Ministero ma non è stato possibile, mi dispiace" 
"Meglio di nulla" disse George, mordicchiando il suo pane tostato.
"Non preoccuparti, mamma" aggiunse Fred, assolutamente ruffiano. Erano giorni che lui e i gemello cercavano di non far arrabbiare la mamma, altrimenti lei li avrebbe rinfacciati di nuovo con la storia dei Tiri Vispi Waesley, e loro non avevano voglia di un altro litigio privo di senso come quello che accadde prima della Coppa del Mondo.
"Sì, mamma, ce la caveremo!" fece eco Ginny, allungando la mano sulla caraffa del succo. 
La sua mano fu inaspettatamente sopra quella di Harry, che aveva avuto la stessa idea della ragazza. Entrambi ritrassero la mano, rossi in volto ma mai quanto Ginny, che pregò Merlino e tutti i santi di non diventare come i suoi capelli. Ritornò a prendere la caraffa solo quando Harry ebbe finito di versarsi il succo e tenne gli occhi bassi per tutto il tempo, mentre Hermione, Bill e i gemelli fissavano lei e il ragazzo a sottecchi.
Possibile che in quella casa tutti si accorgevano di tutto? 
Alle dieci e mezza, si avviarono alla stazione con i taxi Babbani, tutti eccitati di essere in una vettura babbana. Cosa avrebbe dato Arthur per stare lì con loro e fare domande a tutto spiano all'autista! Tuttavia, il viaggio fu abbastanza noioso, anche perchè l'autista del taxi che aveva preso Ginny fumava come una ciminiera e non parlava neanche se qualcuno lo costringeva: Molly aveva dovuto tapparsi la bocca per non beccarsi l'occhiataccia dell'uomo. 
Arrivati finalmente a King's Cross, scivolarono tutti oltre la barriera del binario nove e tre quarti e si avvicinarono allegramente all'Espresso di Hogwarts, la locomotiva scarlatta, che sbuffava già vapore. 
Ginny salutò e abbracciò tutti i suoi cari, soffermandosi a sbaciucchiare Bill, poi salì velocemente sul treno, che stava a momenti per partire. Quando dei suoi familiari non ci fu più neanche l'ombra, i gemelli sgattaiolarono subito via a creare casini e Ron, Harry e Hermione andarono a sedersi in uno scompartimento tutto per loro, lì vicino. Probabilmente non vedevano l'ora di levarsi tutti i Weasley dalle scatole per confabulare tra loro, come accadeva sempre, e Ginny, nonostante volesse bene a tutti e tre, era felice di non stare più con loro: si sentiva sempre emarginata. 
Camminò con passo svelto nel treno e nello scompartimento centrale salutò Neville, Seamus e Dean, che guardava Ginny come se non l'avesse mai vista davvero. Lei fu molto lusingata da quegli sguardi e proseguì velocemente verso la coda del treno, dove era certa che avrebbe trovato i suoi amici... e così fu. Erano tutti li ad aspettarla e non appena la videro urlarono di gioia. 
"Sempre ritardataria!" strillò Colin con la sua vocina particolarmente acuta, e corse ad abbracciarla. 
"Lasciala respirare!" protestò Demelza divertita. 
"Demelza ha ragione, Colin" replicò Ritchie. 
"E ti pareva se per te non aveva ragione!" cinguettò Vicky, iniziando a ridere, mentre Ginny abbracciava Demelza. "Comunque, anche se io e Testa Rossa ci siamo viste già alla Coppa del Mondo qualche settimana fa, fate largo: voglio abbracciarla" 
Christopher fece una pernacchia. "Ammazzatela pure!" fu il suo ovvio commento. 
"Staccatevi, voi! Cosa sono tutte queste smancerie?" fece William, fancendo finta di vomitare. 
"Ben detto!" 
"Chris, quel 'ammazzatela pure' era un modo rude per dirmi che mi vuoi bene?" chiese Ginny, riferendosi al commento precedente dell'amico. "Perchè se è così... sei gentile, lo apprezzo davvero molto!" 
Ridacchiarono tutti e una volta che si furono calmate le acque, Ginny potè finalmente sedersi beatamente sul sediolino, appoggiando i piedi sulle ginocchia di Ritchie, che non replicò. Solo quando si fu sistemata notò che nel loro scompartimento c'era un ragazzino simile a Colin, un ragazzino che sembrava davvero lui. Guardandolo bene, aveva gli stessi tratti dell'amico. Qualcosa le diceva che quell'undicenne era il famoso...
"Dennis" spiegò Colin in modo cordiale. 
"Questo qui è già uno della banda" aggiunse Christopher, strizzandogli l'occhio. 
"Piacere di conoscerti, Colin mi ha parlato tanto di te" trillò il piccolo Dennis Canon e Ginny non potè fare a meno di sorridere e di stringere la minuscola mano del fratellino del suo amico.
"Davvero?" 
"Giurin giurello!"
"Oh ehm... d'accordo, il piacere è mio" replicò la ragazza, sempre col sorriso. 
Ci fu un piccolo silenzio, poi William disse: "Ho letto i giornali... mi è quasi venuto un colpo" 
"Sapessi quanto mi sono spaventata io!" esclamò Demelza, che aveva in grembo Guida pratica per la Trasfigurazione: volume terzo. "Ma credo che tutti sia venuto un colpo. In un certo senso è stato meglio che io sia stata a casa, le foto sul Profeta parlavano da sole" 
"Avevo prospettato una bella giornata ma quella felicità si è tramutata in orrore" ammise malinconico Ritchie, poi osservando l'espressione perplessa di Colin, aggiunse: "Ehm... credo che dobbiamo spiegare la faccenda a Colin..." 
"Potete dirlo forte, non ci sto capendo una Cioccorana ammuffita!" sbuffò il ragazzo e Ritchie, William e Christopher si voltarono verso di lui, iniziando a spiegare la situazione partendo dalla Prima Guerra Magica, per volere di Ritchie. 
"Ho una bella notizia comunque..." disse Vicky, e gli occhi verdi brillarono di contentezza. 
"Sì, mi stavi finendo di raccontare. Sputa il rospo, su!" 
"Sono tutt'orecchie" assicurò la rossa. 
"D'accordo, allora... mi sono fidanzata!" urlò Vicky, facendo voltare i maschi dalla sua parte. Ginny e Demelza spalancarono entrambe la bocca e fecero per dire qualcosa quando Vicky continuò: "Prima della Coppa del Mondo è stato. Sapete, sono andata in vacanza e in questa località i miei genitori si sono incontrati con i Goldstain, e io ed Anthony ci stiamo frequentando"
"Anthony? Anthony Goldstain? Di Corvonero?" chiese Demelza. Ginny non aveva idea di chi fosse. 
"Proprio" annuì la bionda con un sorrisino. I maschi si erano voltati disgustati da un altro lato. 
"Ma a te non piaceva Cedric Diggory?" chiese Ginny perplessa, inarcando un sopracciglio. "Che, oltretutto, è venuto alla Coppa del Mondo di Quidditch con noi, dato che mio padre e suo padre lavorano insieme"
"Infatti, mi piaceva Cedric ma non è il mio tipo. Il mio tipo è proprio Anthony, decisamente!"
"Avevi detto così anche con Cedric" le ricordò Ginny ilare, e Demelza ridacchiò. 
"Non significa niente!" ribattè Vicky con energia. "Non posso dire che Cedric Diggory mi faccia schifo ma a lui piace Cho Chang, la Cercatrice di Corvonero. Quella ragazza orientale molto graziosa, avete presente? Sicuramente l'avrete vista, piace un sacco ai ragazzi" 
Cho Chang... Cercatrice di Corvonero... ragazza orientale molto graziosa...
"STANNO INSIEME?" chiese Ginny aggressiva, avendo nella mente solamente il ricordo della partita di Quidditch dell'anno precedente tra Grifondoro e Corvonero. Sembrava che Harry fosse molto preso dalla graziosa Cercatrice di Corvonero, anche perchè pur di non gettarla dalla scopa si era lasciato sfuggire il Boccino più e più volte, e se Cedric e Cho Chang stavano insieme... Harry abbandonava le speranze per la ragazza e poteva aprire gli occhi su altrepersone... 
Ginny, appunto. 
"Oh, ehm... chi?" 
"Ma come chi, Vic? Cedric e questa Cho!" 
"Non lo so, ma quel che so di sicuro è che si piacciono entrambi" 
"E tu come lo sai?" chiese Demelza curiosa. 
"Ho i miei informatori" fu la risposta misteriosa di Vicky che, cogliendo lo sguardo assassino di Ginny, aggiunse: "Intendevo dire che un'informatore, Annie Gray di Corvonero, li ha visti mentre pomiciavano vicino alla Torre di Corvonero"
"Pomiciavano..." ripetè Ginny, con un sorrisetto. 
"Già. Col vostro permesso, faccio un salto da Anthony... rivengo eh!" 
E detto questo Vicky si dileguò, quasi saltellando. Ginny e Demelza la guardando andare via, con i capelli biondi che le danzavano sulle spalle, allegre che avesse finalmente trovato, come diceva sempre lei, il suo principe azzurro. Le due si lanciarono uno sguardo e si scambiarono le ultime notizie, mentre i maschi finivano la loro orribile conversazione. 
"Allora, Colin?" 
"Capito tutto..." assicurò lui, deglutendo. "Però, che fottuta paura che fa questo Voldemort!"
Trasalirono tutti (Ritchie trattenne il respiro, diventando tutto viola), poi Ginny disse: "D'accordo, chi è che gli ha confessato il vero nome di Tu-Sai-Chi? Chi è stato quel fiero Grifondoro che ha pronunciato il suo nome?" 
"Io..." disse William, rabbrividendo un pochino. 
Ginny gli sorrise. "Ti sposo, Will!" 
Lui arrossì visibilmente, e balbettò qualcosa di incomprensibile.






Angolo autrice
Questo capitolo è molto più lungo degli altri perchè ho dovuto aggiungere molte cose, e spero che non sia troppo noioso. Fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate, mi serve proprio un consiglio su queste modifiche. 
Dunque, che dire? L'ho dovuto rifare da capo perchè ci sono scene mai raccontate, spero che vi piacciano. Mi è piaciuto scrivere soprattutto la conversazione in treno, che è molto cambiata da quelle precedente. Spero di essere riuscita a farvi immaginare la liberazione di Ginny una volta che il trio era andato via in uno scompartimento del treno. Sai che noia, essere emarginata da loro tre!
Un bacione.

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Capitolo 24
*** Il Torneo Tremaghi. ***


IL TORNEO TREMAGHI.


Arrivati ad Hogwarts con le carrozze magiche, Ginny e i suoi amici entrarono in fretta nel castello, prima che a Pix venisse la brillante idea di bagnarli ancora di più con dei palloncini d'acqua, che colpirono in pieno Ron e alcune ragazze del quinto e del secondo anno. Christopher spintonò più di tutti per entrare dentro, e sgattaiolò in fretta fuori alla linea di tiro per non inzupparsi ancora di più. 
"Ma quando si sbrigano con lo Smistamento? Sto morendo di fame!" gemette Ginny, osservando i piatti d'oro vuoti. Lei e i suoi amici si erano tutti accomodati al tavolo dei Grifondoro.
Attesero ancora qualche istante e il Cappello Parlante canticchiò una nuova filastrocca, che ai ragazzi piacque moltissimo. Colin sembrava non essere in sè dall'eccitazione di vedere il suo piccolo fratellino smistato, e saltellava di qua e di la. 
"Canon, Dennis!" gridò d'un tratto il Cappello tra il silenzio generale. 
"Ci siamo!" esultò Colin, mentre Dennis raggiungeva lo sgabello barcollando, avvolto nella grande pelliccia di talpa di Hagrid. "Ma i fratelli e le sorelle vengono smistati nella stessa Casa, giusto?" aggiunse, ricordandosi solo in quel momento che Dennis avrebbe potuto essere smistato in una Casa diversa dalla sua. 
"No, non necessariamente" fu Demelza a rispondergli. 
Il turbamento di Colin durò pochissimo perchè non appena il Cappello sfiorò la testa del piccolo Dennis, quest'ultimo fu smistato subito tra i Grifondoro e si andò ad unire festante al fratello maggiore, altrettanto gioioso per averlo con sè a Grifondoro. In men che non si dica, lo Smistamento finì e tutti i piatti d'oro si riempirono di pietanze che Ginny non vedeva l'ora di mangiare, soprattutto l'arrosto di pollo e i dolci al cioccolato. 
"Questa cena è deliziosa!" commentò la rossa con la bocca piena, e Demelza annuì con vigore. 
"E siamo fortunati!" aggiunse Vicky, sorseggiando il suo succo di zucca. "Ho sentito dire da Nick che Pix ha fatto dei guai in cucina e ha spaventato gli elfi domestici. Figuriamoci se quel Poltergeist rimane fermo una buona volta!" 
Dopo che tutti gli studenti si furono abbuffati, Silente allargò le braccia in modo allegro e prese a fare con energia i soliti avvisi di inizio anno. Parlò degli oggetti che erano stati banditi da Mastro Gazza, il vecchio custode che si divertiva a veder soffrire gli studenti, e li informò che la lista di quegli oggetti proibiti era stata estesa ad alcune diavolerie che Fred e George avevano venduto prima che finisse la scuola, in giugno. Poi continuò. 
"E' altresì mio doloroso dovere informarvi che la Coppa di Quidditch quest'anno non avrà luogo..." 
Inutile dire che scoppiò il pandemonio. 
"Come sarebbe a dire?" esclamò Ginny spalancando la bocca, mentre gli altri studenti protestavano. Proprio adesso che voleva provare ad entrare nella quadra di Quidditch di Grifondoro perchè si sentiva più sicura di sè doveva succedere qualcosa? 
"Ma non è giusto!" sbottò Vicky, guardando torva il vecchio Preside. 
"Che sciocchezza è mai questa?" protestò Ritchie. 
Silente riprese: "Ciò è dovuto a un evento che prenderà il via in ottobre e continuerà per tutto l'anno scolastico, impegnando molto del tempo e delle energie degli insegnanti: ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. Ho l'immenso piacere di annunciare che quest'anno ad Hogwarts si terrà il Torneo Tremaghi" 
"STA SCHERZANDO!" esclamò Fred ad alta voce e tutti scoppiarono a ridere. 
Ginny non poteva credere alle proprie orecchie: il Torneo Tremaghi lì ad Hogwarts! Era un sogno, un sogno che si realizzava. I suoi genitori avevano tanto parlato di quel famoso torneo che si teneva ad Hogwarts, e ne avevano sempre parlato con grande gioia anche se negli anni precedenti il Torneo Tremaghi era stato sospeso per l'elevato tributo di morti. Ma ovviamente ci sarebbero stati insegnanti più esperti a gestire la situazione quell'anno e l'eccitazione in Sala Grande crebbe. 
Silente spiegò la faccenda del torneo a coloro che non ne avevano sentito parlare. 
"Ma è fantastico!" esclamò Colin, quando il Preside finì la sua breve spiegazione. Era eccitato quanto gli altri studenti, forse di più perchè era figlio di Babbani. "Dobbiamo provare ad entrare in questa competizione, infondo tutti possiamo diventare campioni di Hogwarts, no? Non è così? Oh, non vedo l'ora di saperne di più su questo Torneo Tremaghi, così potremmo iscriverci tutti quanti insieme e..." 
"Ma cosa vai blaterando?" Demelza interruppe preoccupata il gran monologo di Colin. "Non hai sentito Silente? Il Torneo Tremaghi fu sospeso per l'elevato tributo di morti. Chiunque rifletterebbe su questa affermazione prima di iscriversi a questa gara pericolosa!"
Ma l'ansia di Demelza era condivisa solamente da poche persone lì nella Sala Grande, tra cui Ritchie e Vicky. 
"Ma noi siamo Grifondoro! Al diavolo la gara pericolosa, noi possiamo farcela!" 
"Sì, tutto molto affascinante... ma l'età limite è diciassette anni e a me sembra che tu ne abbia solo tredici" 
"Oh!" fece Colin, ricordandosi solo in quel momento delle parole di Silente. 
"Le delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang arriveranno in ottobre e resteranno con noi durante l'anno" continuò il Preside. "So che tutti voi tratterete con la massima gentilezza i nostri ospiti stranieri durante il soggiorno, e darete il vostro sincero sostegno al campione di Hogwarts. E ora è tardi, a letto! Forza!" 
Ginny e i suoi amici si alzarono dal loro tavolo e attraversarono la Sala Grande dirigendosi verso la rispettiva Sala Comune, e immaginando come fosse stato il Torneo Tremaghi di quell'anno, dicendo la propria sulle varie prove che dovevano superare i campioni. 
"Ahh, come mi piacerebbe partecipare!" sospirò Ginny, la testa tra le nuvole. 
"Elevato tributo di morti..." borbottò cantilenante Demelza, trotterellando al fianco dell'amica. 
"Anche a me piacerebbe partecipare, dimostrare a tutti di che pasta sei fatto. Una bella opportunità, no?" disse William, scostando un ricciolo nero che gli era finito sull'occhio e sbuffando un pochino. 
"Io non mi vedo a superare prove fisiche faticose e difficili..." disse Vicky, abbastanza pensierosa.
"Sì, esatto" convenne Demelza, che stava ancora pensando all'elevato tributo di morti. 
"Uhm, è la fifa che vi fa parlare!" accusò Christopher e Ritchie scoppiò a ridere. "Eh, Dem?" 
"EHI!" protestò lei, infevorendosi immediatamente. 
"Ginny, mi è venuta in mente una cosa..." mormorò Vicky civettuola, e Ginny annusò una strana aria, forse aria di pettegolezzi. 
Mentre Demelza e Christopher si azzuffavano amichevolmente, in presenza di uno sconcertato Ritchie che cercava in tutti i modi di mettere fine a quella simpatica baruffa, Vicky si protese verso Ginny con uno sguardo malizioso. 
"Guarda come ti fissano i ragazzi... stai facendo molte conquiste a quanto vedo, sai?" 
William si unì a loro in quella conversazione, voltandosi a guardare Vicky con occhi sgranati. "Cosa dici?" le chiese.
"Nient'altro che la verità. Un amico del mio ragazzo ti ha già puntato gli occhi addosso, oltre al fatto che anche altri ragazzi, ho sentito dire in giro, ti trovano molto carina, e... guarda laggiù, sbrigati!" Ginny si voltò incuriosita e scettica nel punto indicato dall'amica, ad una decina di metri da dove stavano camminando loro. "Visto? Dean Thomas sembra guardarti affascinato, non trovi?"
"No" fu William a rispondere, e sembrava piuttosto irritato, "non sembra proprio!" 
"Ha ragione, e comunque chi è questo amico fantasma del tuo ragazzo che mi avrebbe puntato gli occhi addosso?" 
"Non posso mica svelarti tutto! Mi dispiace, non posso proprio" 
"D'accordo... stai mentendo" concluse semplicemente la rossa, ridacchiando. 
"Giuro di no!" esclamò l'amica, mettendosi la mano sul cuore. 
Ginny la fissò con un misto di perplessità e divertimento, mentre William aveva le braccia incrociate e guardava altrove, infilandosi sempre una mano tra quei meravigliosi capelli riccioluti: segno che era nervoso. 
"Comunque" riprese Vicky avvicinandosi al ritratto della Signora Grassa, "credo che dovresti lasciar perdere Harry Potter e provare a guardare altri ragazzi. L'amico di Anthony non è proprio male e Dean Thomas è molto carino, anche se purtroppo è fidanzato con una tipa di Corvonero. Sì, è fidanzato e ti guarda in quel modo. Io non riesco a capire... povera Lisa Turpin!" 
Christopher udì tutto e intrecciò le mani, formando delle corna. Ritchie e Demelza scoppiarono vivamente a ridere, e William si risvegliò dal suo stato di profondo nervosismo interiore e iniziò a lacrimare dalle risate, come gli succedeva sempre quando ridacchiava. 
"Aspetta... ma ti piace ancora Harry Potter?" chiese Ritchie, facendo sobbalzare Ginny. 
"Ti ha dato di volta il cervello a dirlo qui?" si scaldò la ragazza, fulminando l'amico con la forza dello sguardo. Si guardò intorno e notò con piacere e per grande fortuna di Ritchie che erano soli in quel corridoio. "Ascoltate, Harry è una cosa... cioè... è complicato da spiegare, non mi aspetto che voi capiate" aggiunse, tagliando corto su quell'argomento. 
"Parola d'ordine?" chiese la Signora Grassa, tra il silenzio che seguì le parole di Ginny. 
"Guazzabuglio" rispose Vicky, informata. 
Ginny entrò per prima nell'affollata Sala Comune di Grifondoro, amareggiata e col pensiero del letto a baldacchino che l'attendeva su al dormitorio femminile. Inoltre, la sua mente era, non solo al baldacchino, ma anche altrove: perchè era così complicato lasciar perdere Harry Potter? 




Il giorno successivo, Ginny si svegliò stranamente di ottimo umore e quando lei e le sue amiche si furono preparate, scesero in Sala Grande col sorriso sulle labbra. I ragazzi le attendevano facendo colazione e chiacchierando del più e del meno, escluso ancora una volta Colin e il suo fratellino. William appena le vide sorrise in modo così radioso che molte Tassorosso al tavolo accanto sospirarono sonoramente, battendo le ciglia in modo languido e bisbigliando concitate tra di loro. 
"Buongiorno a tutti!" salutò con energia la rossa, sedendosi accanto a Ritchie. 
"Splendida mattinata, vero?" chiese William, sempre con quel sorriso. 
Ginny annuì allegra e afferrò il foglio con gli orari del terzo anno che il ragazzo le stava gentilemente porgendo. Mentre lei sorseggiava il suo succo di zucca, mangiando di tanto in tanto qualche biscotto al cioccolato, consultò gli orari notando che quel lunedì mattina le toccava Divinazione, Cura delle Creature Magiche con i Corvonero, Babbanologia e Difesa contro le Arti Oscure. 
"L'aula di Divinazione è su alla Torre Nord, meglio avviarci un prima" suggerì Demelza, titubante. 
Quando finirono di fare colazione e arrivarono alla Torre Nord, presero velocemente posto nella strana e caldissima aula di Divinazione, che sembrava più un incrocio tra una sala da tè dal vecchio arredamento e un solaio, e che ospitava una ventina di tavolini rotondi che erano circondati da pouf colorati. Avevano tutti il fiatone e collassare su quei morbidi pouf fu davvero molto rilassante. Alice e Rose avevano già preso posto da tempo e sorrisero cordiali, facendo un cenno con la mano. Le due amiche del cuore preferivano frequentare Grifondoro più grandi invece che frequentare Ginny e gli altri, ma nonostante questo erano molto maturate rispetto agli anni precedenti e i ragazzi ci parlavano molto volentieri con loro: avevano un rapporto normale, da compagni di classe. 
"Dov'è la professoressa?" chiese Christopher alle due ragazze. 
Alice indicò un punto imprecisato al di sopra della spalla del ragazzo, che si voltò. 
"Benvenuti, miei cari ragazzi" 
Alle sue spalle, apparve improvvisamente la professoressa Cooman, che a prima impressione pareva un misto tra una mosca colorata e una libellula: aveva grandi occhi e spessi occhiali neri, i numerosi scialli ricchi di fronzoli tintinnavano fastidiosamente. Fece sobbalzare il povero Christopher e William si ficcò le nocche in bocca per cercare di soffocare il riso. 
La strana professoressa avanzò nella semioscurità, e dichiarò con voce velata: "Io sono la professoressa Cooman e quest'anno imparerete la nobile arte della Divinazione. Può darsi che mi abbiate già vista... ma ne dubito. Ritengo che scendere troppo spesso nella confusione offuschi il mio Occhio Interiore, sapete?" e annuì, facendo tintinnare ancora gli scialli colorati. 
Nessuno osò commentare quell'affermazione; tutti si guardavano perplessi.
"In quest'aula voi tutti scoprirete se possedete... la Vista!" esclamò e, non vedendo il tavolino accanto alla cattedra, andò a sbatterci rumorosamente dentro. I ragazzi avevano una voglia matta di ridere. "Il primo trimestre sarà dedicato alla Lettura delle Foglie di Tè, nel prossimo invece passeremo alla Lettura della Mano e infine alla Sfera di Cristallo e... ohh, caro!" aggiunse rivolto a Ritchie, che sussultò. 
"Sì...?" 
"Guardati da una donna coi capelli rossi" sussurrò la professoressa, con aria saputa.
Ritchie si voltò a fissare Ginny, così come tutti gli altri, chi palesemente divertito e chi incuriosito, poi allontanò leggermente la sedia da lei. Colin iniziò a borbottare a macchinetta nell'orecchio del ragazzo, mentre Christopher faceva fatica a restare serio. 
"Ma insomma!" sbottò Ginny sottovoce, sfoggiando tutto il suo disappunto. 
"Passando alla lezione di oggi, prendete una tazza dallo scaffale, venite da me e io la riempirò..." ordinò dolcemente la professoressa e i ragazzi obbedirono, alzandosi tutti dai pouf colorati e dirigendosi a prendere una tazza dallo scaffale. "Dovete bere finchè non rimangono solo i fondi, che farete roteare per tre volte con la mano sinistra. Poi interpretate i disegni nella tazza consultando le pagine cinque e sei di Svelare il Futuro mentre io girerò tra voi e vi darò una mano" 
"Cosa c'è nella mia tazza?" chiese Demelza ansiosamente, dopo aver obbedito alla professoressa. Anche gli altri avevano fatto quello che la Cooman aveva ordinato loro ed erano tutti concitati a parlottare, con il capo chino sulle tazze e sui libri.
"Allora..." cominciò Ginny, consultando pagina cinque del suo libro, "qui c'è un piccolo cerchio... no, aspetta... è una ghianda, e significa: fortuna inaspettata. Quassù invece c'è una stella, che significa: incontro piacevole. Oh, davvero molto comodo!" 
Demelza sospirò di sollievo, e si vedeva lontano un miglio che rispetto a prima era molto più tranquilla. 
"Nella mia cosa c'è invece?" 
"Ah, aspetta un attimo" disse Demelza e prese a far scorrere il dito sul libro mentre Ginny le stava quasi appicicata addosso, fiatandole sul collo per sapere in fretta se lei era altrettanto fortunata come l'amica. "Guarda, io avevo la stella e tu hai la luna. Anzi, la mezzaluna... che significa: momento di confusione, tendete a crearvi illusioni" fissò l'amica, che diventò in un colpo solo irritatissima, incerta se continuare o no. "E poi hai... un attimo solo..."
Mentre Demelza controllava il libro in modo molto teso, Ginny guardò altrove desiderando di sprofondare nel pouf e mai più riemergere: perfino le tazze le mandavano dei messaggi. Momento di confusione, tendete a crearvi illusioni, e quello che cosa significava? Beh, era la verità e la ragazza lo sapeva bene. Infondo era a lezione di Divinazione, e quello che usciva dalla sua tazza era la verità. Cercando di pensare ad Harry il meno possibile, Ginny guardò Demelza.
"Poi qui c'è un uccello. Un gufo forse? Ma qui sul libro non ci sono gufi!" 
"La verità giace sepolta come una frase nei meandri di un libro in attesa di essere letta" esordì la professoressa Cooman, veleggiando tra i vari tavolini e Ginny la fissò con gli occhi ridotti in due fessure. Se diceva una sola parola in più sulla verità, la stragolava con uno dei suoi scialli. "Ampliate la mente, dovete guardare aldilà del concreto!" aggiunse, allargando una mano come toccare un'orizzonte invisibile. 
"Non riesco..." borbottò Demelza super concentrata, sfogliando il libro. "Una mano, cara? Fammi dare un'occhiata, uhm!" disse piano la professoressa prendendo la tazza dalle mani tremanti di Demelza, ma non appena ci guardò dentro emise un gridolino strozzato e la lanciò sul tavolino, con aria palesemente spaventata. Demelza sobbalzò, facendo cadere il piattino decorativo a fiori rosa per terra che si infranse ai suoi piedi. Ora, gli sguardi di tutta la classe erano puntati su di loro. 
"C-cosa succede?" chiese Ginny, inarcando un sopracciglio. 
"Oh, mia cara..." sussurrò la Cooman guardando intensamente la ragazza, "tu hai... tu hai il corvo!" 
"Il cervo? E che vuol dire adesso?" domandò Colin, grattandosi la testa sconcertato. 
"Il corvo!" gridarono Ritchie e Christopher all'unisono. 
"Ah, corvo. Bell'animale, eh?" 
"Presagio di morte, pericolo mortale!" continuò la professoressa, come se nulla l'avesse interrotta. Aveva lo sguardo vitreo, come se riuscisse davvero a vedere aldilà del concreto. "Ricordo che mia nonna diceva: e se sulla tua via il corvo incontrerai, tanti guai in futuro passerai. Oh, beh... aveva ragione!"
Ginny sbiancò visibilmente, sgranando gli occhi. Strappò la tazza dalle mani della professoressa, e vi guardò dentro cercando di trovare una scappatoia a quella situazione ma fu inutile: l'animale era proprio un corvo. Quella tazza di certo non era benigna come quella di Demelza! Prima i messaggi alludendo ad Harry Potter, adesso non solo si creava delle illusioni ma doveva anche stare attenta a cosa succedeva perchè poteva morire da un momento all'altro a causa del corvo. 
"M-ma..." 
"E hai anche i capelli rossi, mia cara! Questo porta male più di qualsiasi altra cosa!" 
Gli altri ragazzi si alzarono dai loro pouf e si avvicinarono a quel tavolino. 
"Sono sciocchezze!" sibilò William irritato, prendendo la tazza per osservarla e posandola delicatamente sul tavolino. 
"Ma William..." obbiettò Ritchie indicando il corvo nella tazza, e tenendosi a distanza. 
"Io non credo sia davvero un corvo, insomma... l'avevo scambiato per un'oca!" ribattè Rose, dando delle leggerissime pacche sulla spalla a Ginny, che cercava di simulare tranquillità e indifferenza, invano. Nonostante il suo essere così tesa, notò che Rose non sembrava emozionata a essere a pochissimi centimetri da William: la cotta durata tutto il primo e il secondo anno era passata, così come la sua enorme stupidità. 
"Rose, si vede lontano un miglio che è un corvo..." sussurrò Alice. 
"E se fosse tutto un errore?" domandò Demelza speranzosa. "Un errore?" ripetè Vicky, che era molto intimorita da quella tazza e da Ginny, come se si aspettasse di vederla cadere morta stecchita per terra da un momento all'altro, così come tutti gli altri d'altronde. Alla ragazza stava iniziando a dare fastidio il modo in cui i suoi compagni la fissavano, e cercava di non incontrare lo sguardo di nessuno di loro. 
La professoressa sembrava in stato di profonda meditazione interiore, gli occhi al cielo. 
"Ma adesso cosa le succederà, professoressa?" chiese velocemente Colin, indicando l'amica. "Deve stare attenta o altro? Dobbiamo allontanarci da lei per non essere contagiati da questo brutto maleficio oppure dobbiamo starle vicino per poterle offrire una protezione, un'aura positiva?" 
Christopher e William scoppiarono vivamente a ridere; Vicky e Alice protestarono con vocine acute. 
"Io credo che dobbiamo starle tutti vicino, no?" disse Colin, sorridendo. 
"Ma certo che dobbiamo!" 
"Potrebbe accadergli davvero qualcosa?" 
"Qualcosa di mortale magari?"
Ginny li fissò tutti furibonda, stufa marcia di quell'insignificante lezione e sbottò: "Madre divina... avete finito?" 
"Oh sì, direi che la lezione finisce qui..." concluse la professoressa Cooman, allontanandosi trabballante da loro e raggiungendo la cattedra. 
Ginny afferrò la sua roba in modo stizzito, e uscì in fretta dall'aula precipitando dalle scale della botola. Si udirono urli strozzati e gridolini soffocati, poi la ragazza alzò stancamente una mano per far vedere che non era ancora morta e, alzandosi in fretta dal pavimento freddo, convinta di essersi fratturata la mano, sgattaiolò via con Demelza alle calcagna, che le suggeriva di andare immediatamente la Madama Chips. 




Le lezioni di quel giorno furono molto più piacevoli di Divinazione, e il morale di Ginny salì decisamente. 
Alla lezione di Cura delle Creature Magiche, Hagrid li face lavorare su delle creature che si chiamavano Vermicoli che erano simili a vermi ed erano molto divertenti oltre che disgustosi, ma dopotutto fu divertente dar da mangiare loro insieme ad Hagrid, che li metteva sempre a loro agio, con i Corvonero. Un'altra lezione piacevole fu quella di Babbanologia, in cui la professoressa Charity Burbage diede loro degli appunti sui principali oggetti importanti come pile e spine, facendo prima un discorso sul rapporto tra maghi e Babbani, promettendo che nella prossima lezione avrebbe portato un oggetto che funzionava a pile. Ginny e Vicky passarono una piacevole lezione prima di incontrarsi con tutti gli altri nella Sala Comune: Demelza era stata ad Antiche Rune e gli altri, che non avevano scelto una terza materia, avevano un'ora buca e avevano bighellonato tutto il tempo. 
Ma la lezione più bella e interessante fu quella di Difesa contro le Arti Oscure, perchè il professor Moody li fece direttamente esarcitare con alcuni incantesimi che si rivelarono molto pericolosi (Moody disse: "Per questo ho voluto che li imparaste! Dovete sapere a quali pericoli andate incontro, e vigilanza costante!" che era il suo motto) e successivamente li fece prendere appunti sulle varie stregonerie con cui si erano esercitati quel giorno. Demelza rimase molto turbata da quella lezione, ma i ragazzi erano ancora tutti eccitati. 
"Fa paura..." borbottò Vicky percorrendo il corridoio del settimo piano, "non credo che quell'occhio dovrebbe essere permesso. Avete visto cos'ha fatto? Ha guardato dietro la testa e mi ha vista parlare con Ritchie!" 
Il ragazzo in questione rabbrividì. 
"Lascia perdere l'occhio" ribattè il fretta Demelza, "io non credo che quelle lezioni dovrebbero essere permesse! Stregonerie di quel genere si fanno massimo al settimo anno per prepararci agli esami! A che gioco sta giocando?" 
"Già è tanto se non ci ha chiesto di batterci tra di noi" mormorò Vicky melodrammatica. 
"Ma andiamo!" sbottarono Christopher e William all'unisono; la ragazza scrollò le spalle e continuò a camminare. 
"Silente non è stupido, no? Avrà tutto sotto controllo..." replicò Ritchie cercando di convincere soprattutto sè stesso. 
"Ma certo!" confermò William. 
"Sì, Ritchie ha ragione... con i tempi che corrono, Silente vuole solo farci fare esperienza" disse Ginny e annuì. "Quel Marchio Nero ha scatenato il panico, è ovvio che Silente vuole farci allenare il più possibile!" 
"Ma sì!" convenne immediatamente William.
"Sì, beh... non fa una piega" disse Christopher. 
"Crede sul serio che i Mangiamorte stiano appostati fuori alla scuola?" fece Demelza scettica. "No, deve esserci sotto qualcosa sicuro..." aggiunse preoccupata e, fermandosi di fronte al ritratto della Signora Grassa, disse la parola d'ordine in un sussurro silenzioso. 




Settembre passò con velocità sorprendente tra lezioni, divertimenti vari e l'eccitazione per il Torneo Tremaghi imminente. Tutti gli studenti non vedevano l'ora di prendere parte a questa nuova avventura e, giunto finalmente il trenta ottobre, nessuno stava più nella pelle. Quel giorno le lezioni terminarono prima per dare tempo a tutti di prepararsi come si deve e gli studenti di Hogwarts vennero convocati fuori, dove rimasero per più di un quarto d'ora ad aspettare gli studenti di Beauxbatons e Durmstrang. Erano tutti molto felici di accoglierli, soprattutto perchè erano ragazzi nuovi e lo scopo del torneo era anche Cooperazione Magica Internazionale, ovvero che i maghi di scuole diverse avrebbero potuto cooperare tra di loro, facendo amicizia. 
Dopo quelle che sembravano ore, il piccolo Dennis Canon gridò. 
"GUARDATE!" 
Tutti alzarono il capo e notarono una grossa carrozza trainata da cavalli bianchi, che atterrò nel cortile della scuola. In men che non si dica, gli studenti di Beauxbatons sgusciarono fuori dalla loro grande carrozza e sgattaiolarono dentro Hogwarts per riscaldarsi, seguendo la loro preside Madame Maxime, che era due volte più grossa di un uomo. Probabilmente era una gigante anche lei, perchè l'unico di quella stazza lì era proprio il gigante Hagrid. 
"Ma perchè sono vestiti così leggeri?" domandò Christopher, fissando la nuca scoperta dei ragazzi che entravano dentro. 
"In Francia non fa così freddo in ottobre, c'è un clima temperato..." rispose Demelza informata, "secondo me non l'hanno preveduto, sarà sfuggito a tutti di mente. Spero che quelli di Durmstrang si sbrighino perchè sto morendo di freddo!" 
"E io di fame..." disse Ginny con un sorriso, scrutando il cielo in cerca di qualche altra carrozza volante. 
Dopo cinque minuti, il desiderio di Demelza si avverò e dal Lago Nero fuoriuscì quella che sembrava una grossa nave stregata sottomarina. Ben presto anche gli studenti di Durmstrang, avvolti in pesanti pellicce a differenza di quelli di Beauxbatons, li raggiunsero nel cortile ed entrarono nel castello, seguiti a ruota dagli studenti di Hogwarts. Mentre i ragazzi delle varie case raggiungevano i loro tavoli, Ginny quasi non svenne. 
"Viktor Krum!" gridò qualcuno. 
Era proprio lui, il giocatore di Quidditch della Bulgaria che aveva tanto fatto emozionare il mondo: Viktor Krum avanzò ciondolando e si sedette al tavolo dei Serpeverde, insieme a tutti i suoi compagni di scuola, così come gli era stato comandato. Gli studenti dell'altra scuola invece presero posto al tavolo dei Corvonero, ancora tutti tremanti a causa del freddo, ma nessuno ci fece tanto caso a loro: Krum stava rivolgendo degli sguardi curiosi a tutti. 
Demelza strinse il braccio di Ginny, incapace di proferir parola. 
"Hai visto, Dem? I nostri sogni si realizzano! Non vedo l'ora di farmi firmare un autografo!" 
"Non credevo andasse ancora a scuola..." 
"Neanch'io" 
"Io sì... beh, mi sembra ovvio: mia madre è una giornalista sportiva!" replicò Vicky tutta pimpante, in ginocchio sulla panca per scorgere Krum. Ritchie la imitò immediatamente, in preda all'emozione troppo forte; William intanto fissava Ginny e le ragazze, sbuffando rumorosamente e borbottando il suo disappunto, dichiarando irritato che era solo un giocatore di Quidditch di fama internazionale.
Nulla, dunque. 
Una volta che tutti si furono sistemati, Silente li invitò a mangiare e tutti gli studenti di Hogwarts e non ci diedero dentro col cibo. Quando una ragazza di Beauxbatons, che dall'aspetto sembrava proprio una Veela, venne a prendere al tavolo dei Grifondoro una specialità tipica della Francia, Christopher e William rimasero a bocca aperta (anche molti studenti della sala): fu il turno delle ragazze ad essere irritate. Ginny avrebbe voluto far Evanescere la bellissima ragazza solo per non farla vedere ad Harry, che sembrava piuttosto colpito dalla sua visibile bellezza. 
Una volta che tutti i piatti d'oro furono vuoti, Silente si alzò. 
"Il momento è giunto... il Torneo Tremaghi sta per cominciare!" disse e l'eccitazione fu palpabile. I ragazzi si mossero sulle sedie, e allungarono il collo per vedere meglio il loro Preside. "Tre campioni gareggeranno nel torneo, otterranno un punteggio in base all'abilità dimostrata in ciascuna delle prove e il campione che avrà totalizzato il punteggio più alto vincerà la Coppa Tremaghi. I campioni verranno designati dal Calice di Fuoco!" 
Tutti osservarono rapiti il Calice di Fuoco, una coppa colma fino all'orlo di fiamme danzanti blu e bianche. 
"Chiunque desideri proporsi per il torneo, deve scrivere il suo nome e il nome della scuola e gettarlo nelle fiamme" continuò Silente, guardando serio gli studenti. "Gli aspirati campioni avranno ventiquattr'ore per farsi avanti. Per garantire che nessun studente di età inferiore a quanto richiesto cada in tentazione traccerò una Linea dell'Età attorno al Calice di Fuoco. Prego dunque gli altri, di essere molto sicuri di voler prendere parte alla gara prima di mettere il loro nome nella coppa. Ora, credo che sia il momento di andare a dormire... buonanotte a tutti voi!" aggiunse, allargando le braccia. 
Ginny sentì l'euforia penetrarle fin sotto la pelle mentre si faceva largo tra gli studenti per raggiungere la Torre di Grifondoro, ma non che volesse ingannare il Calice di Fuoco... perchè era sicura di non avere uno straccio di possibilità. Era solamente curiosa di vedere i campioni scontrarsi e affrontare le varie prove. Chissà... chi sarebbe stato scelto come campione di Hogwarts? Il giorno dopo l'avrebbe scoperto. 






Angolo autrice
Ehilà!
Come vedete bene, in questo capitolo non ho modificato granchè eccetto il modo in cui l'ho scritto e alcuni piccoli dialoghi. Insomma, ho semplicemente arricchito perchè quello di prima mi piaceva abbastanza, e quindi andava bene così. Ovviamente, il mistero di William verrà scoperto più avanti ma credo che voi siate lettori particolarmente perspicaci e abbiate già capito tutto (era davvero molto facile!).
Un bacione!

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Capitolo 25
*** Due campioni per una scuola. ***


DUE CAMPIONI PER UNA SCUOLA.


"Non potevano proprio aspettarci, eh?"
"Non li biasimo... è presto, vorranno vedere chi si iscriverà alla gara" 
Ginny e Demelza si stavano avviando a passo veloce verso la Sala Grande, emozionate e curiose di vedere i ragazzi di Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang avvicinarsi al Calice di Fuoco e gettare tra le fiamme azzurrine il proprio nome. Erano rimaste da sole perchè gli altri, non appena si furono preparati, erano corsi immediatamente giù per curiosare e loro erano rimaste indietro. 
"Farabutti..." borbottò Ginny, ma non era arrabbiata. "Ah senti, a proposito dei ragazzi... hai notato che William si comporta sempre in modo strano?"
Demelza la fissò, poi parve essere molto più interessata ai ritratti dei cavalieri appesi sulla parete alla sua destra, e non proferì alcuna parola. Sembrava piuttosto nervosa, come se fosse indecisa se dire qualcosa o continuare a rimanere in silenzio. 
"Insomma, è dall'inizio dell'anno che ha un comportamento così... insolito, capisci che intendo?" continuò Ginny, ignara che Demelza non la stesse ascoltando. Oppure che fingesse benissimo di non ascoltarla, prestando attenzione ai ritratti dei cavalieri. "Dem... ma mi stai ascoltando o no?" aggiunse, quando si voltò a fissarla, con le mani sopra ai fianchi e in attesa di una risposta. 
"Ehm..." fece Demelza, bloccandosi di colpo fuori alla porta dell'Infermeria, "quelli lì sono i tuoi fratelli?" 
Ginny si avvicinò a lei con un'espressione accigliata, si affacciò nella stanza dell'Infermeria e riconobbe Fred e George... che non sembravano affatto Fred e George. Avevano un viso da anziani, folti capelli e barba bianchi identici a Silente come se avessero cercato di invecchiarsi. Avevano cercato di invecchiarsi davvero? Ma per cosa? Sconcertata, fissò ancora i suoi fratelli cercando di capire... poi la risposta venne dalla risata simile ad un ululato di Lee Jordan. 
"Io avevo avvertiti entrambi" replicò la voce calma e divertita di Albus Silente, "avevo avvertito tutti quanti di non provare a cadere nella tentazione del Calice di Fuoco" sospirò, con un candido sorriso malandrino. "Pozione Invecchiante, non è così?" 
"Una Pozione Invecchiante?"
Ginny scoppiò vivamente a ridere senza controllo, tenendosi la pancia mentre Demelza le sibilava di fare silenzio, e tutti si voltarono dalla loro parte (compresi due ragazzi dalle lunghissime barbe grige stoppose). Il professor Silente fu molto gentile con le ragazze: le invitò ad entrare nella stanza con un cenno e le due obbedirono, la prima volentieri e la seconda riluttante, fino ad arrivare al letto dei gemelli. Demelza adesso sembrava davvero molto a disagio di trovarsi nella stessa stanza con Albus Silente in persona, e strattonava la tunica dell'amica con gesti impazienti. 
"Siete proprio due..." Ginny s'interruppe di botto, non sapendo come definire i fratelli con una parola che non scandalizzasse il Preside, "ehm... la Pozione Invecchiante, suvvia!" decise quindi di cambiare argomento. "Il Preside non è mica rimbambito, ragazzi. Però le barbe bianche vi donano, sapete?" aggiunse deliziata, e le ci volle tutta la sua forza di volontà per cercare di restare seria. Demelza sorrise in imbarazzo, e Fred le strizzò l'occhio. 
"Dici?" replicò quest'utlimo, toccandosi la barba; George mulinò la sua con un finto gesto snob.
"Siete uno schianto" confermò Lee mandando un bacio con la mano e soffiandolo in direzione degli amici, e i ragazzi scoppiarono di nuovo a ridere, compresa Demelza che non riuscì a trattenersi. Albus Silente ridacchiò e fece un gesto ammonitore e divertito verso Lee, rivolgendosi poi ad una ragazza lì accanto che si lamentava di voler far sparire subito quella robaccia grigia e fastidiosa dal viso. 
"Ma come vi è saltato in mente?" chiese Ginny ai fratelli, chinandosi verso di loro con un sorriso sulle labbra. 
"Sai, volevamo proprio partecipare a quella gara..." rispose George mesto, poi si riprese aggiungendo: "Ma non importa. Possiamo sempre riprovarci la prossima volta, no? E racconteremo ai nostri figli che ci siamo visti vecchi prima ancora di veder crescere loro" 
"Cheffigata!" commentò sbarazzino Fred, specchiandosi in un vassoio. 
"Che ti specchi? Basta che guardi il tuo gemello!" disse Lee con una risatina, strappando il vassoio dalle mani dell'amico.
"Non so... mi pare di essere sempre più bello di George anche da vecchiaccio" 
George diede una delicata pacca sulla schiena al gemello, poi insieme ritornarono a scherzare. Quando anche Angelina Johnson, Alicia Spinnet e Katie Bell (George si mosse leggermente sul letto non appena vide Katie) entrarono nell'Infermeria per verificare i danni dei due amici, Ginny si disse che probabilmente era arrivata l'ora di dileguarsi. Salutando con la mano, venne poi trascinata con impazienza da Demelza, e insieme raggiunsero la Sala Grande unendosi agli altri. 
"Chi ha messo il nome nel Calice?" chiese Demelza immediatamente, mentre Ginny si guardava velocemente intorno: Colin era sparito insieme al suo fratellino come accadeva sempre; Neville e Dean sorrisero in saluto alla ragazza mentre William le faceva spazio alla sua sinistra, lontano da loro. 
"Tutti quelli di Durmstrang, tutti quelli Beauxbatons, Warringhton di Serpeverde..." elencò Vicky informata, ma poi venne interrotta. 
"Warringhton? Ma non possiamo avere un campione Serpeverde!" inorridì Ginny, battendo la mano sul legno del tavolo e fissando l'amica con sguardo incredulo, come se si aspettasse di venire corretta immediatamente con il nome di un altro aspirante campione non di Serpeverde. Non fu così, ovviamente: Vicky non la corresse e si limitò a fare spallucce. 
"Chi è Warringhton?" chiese Demelza confusa, spiando il tavolo dei Serpeverde. 
"Il capitano della squadra di Quidditch delle serpi" rispose Ritchie, prima di dare un grandissimo morso al suo croissant. "Quel ragazzo che somiglia ad un bradipo... hai presente?" aggiunse, richiamando alla mente l'immagine esatta di Warringhton.
"Oh, terribile!" fece Demelza, scuotendo il capo rassegnata. "E gli altri aspirati campioni chi sono?" 
"Da quel che so anche Angelina Johnson e Cedric Diggory hanno presentato il..." 
"Avevi dubbi?" sbottò Christopher disgustato, interrompendo Ritchie e gettando uno sguardo sprezzante al tavolo dei Tassorosso, in perfetto giubilio. "Ti pareva se quel Diggory" e fece l'imitazione di una stridula vocetta femminile, "non voleva essere il Campione!" 
"Sai, non credo che quel ragazzo voglia snobbarvi tutti" disse Demelza prendendo le parti di Cedric, "e ho sentito dire in giro che è studente modello. Chris... non fare quella faccia idiota! Oh dimenticavo, ed è anche un Prefetto!" aggiunse, mentre Vicky annuiva deliziata. 
"Vi piace solo perchè è bello..." 
"Molto bello!" 
"Andiamo! Cedric è una bravissima persona, sapete?" intervenne Ginny, mandando giù dell'altro pane tostato con la marmellata. 
"Adesso ti piace Diggory?" domandò immediatamente William, voltandosi a fissarla.
"NO!" protestò la ragazza stupefatta, e inarcò un sopracciglio mentre lui sbuffava con scetticismo. 
"A tutte le ragazze piace quel Cedric, non lo sai?" 
"Beh... è davvero molto carino ma sai benissimo chi piace a me!" 
"Sì, lo so proprio benissimo" confermò William, con una freddezza da far paura. 
Demelza e Vicky, che avevano seguito quella loro breve ed alterata conversazione con la bocca aperta, la richiusero subito ad uno sguardo furente di Ginny; William invece si sporse verso Ritchie per afferrare un croissant e mangiarlo, tanto per fare qualcosa. Christopher ridacchiava, abbastanza divertito da quella che sembrava sul serio una conversazione comica tra una vecchia coppia di sposi. 
"Avete finito?" chiese quest'ultimo. 
Demelza fece un piccolo colpetto di tosse, e cambiò argomento. Ginny gliene fu davvero grata, anche perchè non aveva proprio idea di cosa avesse William in quel periodo: un minuto prima era davvero adorabile e un attimo dopo sembrava incarnare il diavolo in persona. Cosa si poteva mai ricavare da quegli stranissimi sintomi? Non aveva mica degli alter ego? Ginny ci pensò su mentre fingeva di prestare attenzione al monologo di Demelza, poi il suo cuore ebbe un sussulto. 
William è innamorato di me
Impossibile, loro erano amici. E lei stava immaginando troppo... sì, aveva davvero tanta fantasia. 
"Dem, dacci un taglio. Alzati e andiamo in cortile a fare amicizia con i Bulgari e i Francesi, forza!" Vicky mise in fretta fine al monologo sulle lezioni dell'amica, che nessuno aveva osato bruscamente interrompere per non far rimanere male Demelza, e la prese per un braccio, incoraggiandola ad alzarsi immediatamente dalla panca, sotto lo sguardo stupito dei ragazzi. Ginny scoppiò a ridere, ma si alzò pimpante dal tavolo dei Grifondoro per unirsi alle due amiche. 
"Ehm... tu vieni?" le chiese Demelza, cercando di scrollarsi di dosso Vicky, senza alcun successo. 
Ginny lanciò uno sguardo sbieco a William, e rispose: "Ma certo che vengo!" 
Lui si fece quasi paonazzo e la fissò con risentimento, e mentre la ragazza si avviava fuori dalla Sala Grande seguita dalle due amiche (che quasi litigavano amichevolmente) non potè fare a meno di pensare con tristezza che i suoi dubbi su William erano stati appena fondati. Avrebbe sicuramente fatto quattro chiacchiere con le sue due amichette, per farsi dire molte cose che riguardavano quella stranissima situazione in cui vi era dentro fino al collo. 




"Fa freddo... entriamo dentro, ragazze" 
Erano minuti che le tre ragazze aspettavano che i ragazzi di Durmstrang o di Beauxbatons si facessero vivi, e non avevano parlato d'altro che di loro e del Torneo Tremaghi, facendo congetture su chi sarebbe stato scelto come campione delle varie scuole e pensando a quali prove dovessero affrontare i vari campioni. Demelza le informò su una prova molto particolare che aveva fatto morire, oltre che i campioni del Tremaghi, anche i giudici e le ragazze avevano optato per chiacchierare di un argomento più allegro. Inoltre, Ginny non aveva ancora detto nulla alle amiche per quanto riguardava l'amico e i suoi strambi sospetti su quel comportamento, ma quello era il momento di agire prima che gli studenti stranieri arrivassero davvero. 
"Dem... te l'hanno mai detto che sei un gran rompi pluffe?" ribattè Vicky con una risatina, stendendosi sotto ad un grande albero e lasciando che il vento le accarezzasse i capelli biondi. In tutta risposta, Demelza sbuffò ma poi si sedette anche lei. 
"Sei tu che rompi le pluffe!" disse poi. 
"Oh, prima mi rimproveri sul fatto che sono fidanzata e non posso fare..."
"... conquiste? No, non puoi. Goldstein potrebbe rimanerci male!" 
"Stiamo passando un periodo di crisi, ho bisogno di prendere aria. Capito? Aria, cara Demelza!" 
"Come vuoi tu" fece Demelza stringendosi nelle spalle con l'ombra di un sorrisino sulle labbra. 
"Mi è sempre piaciuto questo lago..." mormorò Ginny distrattamente, avvicinandosi all'acqua e specchiandosi dentro: il suo riflesso rosso faceva a pugni con la divisa nera di Hogwarts. La ragazza sapeva bene che le due amiche le stavano prestando molta attenzione, quindi continuò: "Avete visto la faccia di William quando ho detto che venivo con voi a fare amicizia con i Bulgari e i Francesi? E quando ho detto che Cedric era una bravissima persona?" 
Continuò a stare girata ma, come prima, era più che sicura che le due si erano appena scambiate un'occhiata significativa. Cosa sapevano loro di quella storia parecchio insolita? E perchè non ne volevano parlare con lei? Ginny non voleva voltarsi e scoprire che le due la osservavano con apprensività, e aspettò che loro parlassero. Aspettò per più di dieci secondi quando Demelza finalmente ruppe il silenzio. 
"Ginny, noi volevamo davvero rivelarti i nostri sospetti ma credevamo che..."
"... sarei stata peggio" concluse per lei la protagonista di quella che sembrava una strana telenovela argentina. 
"Oh andiamo, state esagerando entrambe! William è bello sia dentro che fuori" intervenne Vicky in tono spiccio, sottolineando la parola fuori con un enfasi particolare mentre si rassettava la gonna a pieghettine con delicatezza. "E se io fossi in te gli darei proprio una possibilità, sai?" 
"Non voglio mandare la nostra amicizia a donne scarlatte, Vic!" protestò Ginny, tutta rossa in volto. Diede finalmente le spalle al Lago Nero, e tornò indietro dalle amiche per poi sedersi accanto a loro sull'erba. 
"A cosa?" 
"Donne scarlatte. Beh, è così che le chiama mia mamma..." 
Vicky ridacchiò sonoramente, poi dopo che ebbe finito ammise piano: "Hai ragione. Non si manda un'amicizia a... donne scarlatte. William deve aver perso il senno, qui c'è il rischio di rovinare tutta l'amicizia che si è creata in tre anni che ci conosciamo!" 
"Sì... ma queste sono solo congetture, no?" fece Ginny impaurita. 
Demelza scosse leggermente il capo, poi decise di dire qualcosa di incoraggiante. "Certo che sono solamente congetture, Testa Rossa! Non ne abbiamo ancora la certezza, non sappiamo se Will sia davvero innamorato di te... non preoccuparti!" 
Il tono che aveva adoperato sembrava del tutto finto, perchè Demelza non era solita incoraggiare tanto le persone quando la verità era uscita a galla. Era sempre stata una ragazza piuttosto realista, talvolta molto pessimista, e quel tono spaventò ancora di più Ginny, che già non ne poteva più di quella situazione. Se l'amica preferiva non essere realista, allora quella era una situazione da prendere davvero molto seriamente. 
"Sentito Demelza? Non preoccuparti!" 
"Sì, ma comunque stiamo qui da quelli che sembrano secoli... perchè non entriamo dentro?" chiese Demelza, alzandosi in piedi come se quello potesse bastare a convincere le amiche ad alzare le chiappe da lì e a portarle altrove, probabilmente nella Sala Comune di Grifondoro. 
"Ma..." 
"Sai, non credo che gli stranieri escano dalle loro abitazioni per bighellonare nel castello o nel parco" 
Ginny ci pensò su e constatò che Demelza aveva ragione: avevano aspettato i Bulgari e i Francesi inutilmente perchè in tutto quel tempo che erano lì nessuno li aveva visti mai lasciare o la nave o la carrozza prima delle prove. Anche Vicky si accorse di tutto ciò, e fu proprio per quel motivo che si alzò e si incamminò per prima verso il castello. 
"Non so se è vero, sai..." mormorò Demelza, un misto tra l'essere divertita e turbata per aver mentito ad un'amica.
Ginny ridacchiò sonoramente. "Probabilmente è vero!" la consolò. 




"Avete fatto amicizia con gli stranieri?" chiese sprezzante William quando, alle cinque e mezza, le ragazze si prepararono e scesero nella Sala Comune per unirsi agli amici e mangiare nella Sala Grande prima del verdetto dei campioni. C'era una certa agitazione nella sala e il chiacchiericcio degli studenti ruotava attorno ai campioni e, soprattutto, attorno al nome di Cedric come rappresentante di Hogwarts. 
Ginny lanciò un'occhiata alle amiche, e replicò: "Gli stranieri non vanno in giro a farsi le passeggiate, non escono" 
"Ma davvero?" chiese Colin, che si era finalmente unito agli amici dopo parecchio tempo e aveva lasciato il fratellino in compagnia di alcuni compagni di classe di Grifondoro, con rammarico. William si voltò verso la ragazza, tutto interessato a non perdersi nemmeno una parola. 
"Sì" sbuffò Vicky, e da quel monosillabo emerse tutto il suo considerevole disappunto, "e ora se non vi dispiace, vorrei scendere giù in Sala Grande per cenare e vedere chi sarà campione di Hogwarts. E lo voglio adesso, con permesso!" aggiunse, abbaiando all'indirizzo di Ritchie, che le era tra i piedi. 
Una volta superato il ragazzo, si arrampicò attraverso il buco del ritratto della Signora Grassa. 
"Mi ha quasi buttato a terra! L'avete vista? E tu l'hai vista, Ritchie?" chiese in fretta Colin, stupefatto.
"Oh, l'ha presa proprio male, eh?" borbottò Christopher. 
"Così sembra" ridacchiò Ginny divertita, mentre Demelza fissava preoccupata l'amica che era appena sparita. 
"Sbrighiamoci anche noi, forza!" li incitò Ritchie, e fu il secondo ad arrampicarsi attraverso il ritratto. 




Il banchetto di Halloween era più delizioso del solito, e molto probabilmente perchè quello era davvero un momento speciale per gli studenti. A Ginny quel banchetto pieno di zucche e dolciumi ricordò orribilmente il banchetto del suo primo anno ad Hogwarts e, per un attimo, si agitò prima di ricordarsi che non era tornata indietro nel tempo e che quell'Halloween sarebbe stato più che felice. Ripensandoci, gli Halloween ad Hogwarts erano sempre stati un gran fiasco totale: prima la Camera dei Segreti, poi la faccenda di Sirius Black... la ragazza sperò che almeno quella volta tutto andasse bene. 
"Il Calice di Fuoco è pronto a prendere le sue decisioni" annunciò d'un tratto Silente, quando i piatti d'oro divennero immacolati. "Ora, prego i campioni che verranno chiamati di venire da questa parte della Sala, passare davanti al tavolo degli insegnanti ed entrare nella stanza accanto dove riceveranno le prime istruzioni"
Mancava davvero pochissimo: il silenzio e l'eccitazione nella Sala Grande era palpabile. 
"Speriamo sia Angelina Johnson" disse Ginny emozionata, lanciando uno sguardo alla ragazza in questione: alta, nera e atletica, era Cacciatrice della squadra di Quidditch di Grifondoro. Avevano parlato un paio di volte, e le stava davvero molto simpatica. Molti Grifondoro sembravano pensarla come Ginny, perchè continuavano a dare pacche confortanti ad Angelina, sorridendole. 
Intanto Silente aveva estratto la bacchetta e tracciò un ampio gesto: le candele si spensero, e il Calice fu l'unica fonte scintillante di luce. Le fiamme blu danzanti della coppa erano piacevoli per gli occhi ma ben presto quelle fiamme diventarono rosse, e sprigionarono scintille. Dal Calice di Fuoco dardeggiò una lingua di fuoco, e un pezzetto di pergamena venne sparato in aria. Silente lo afferrò e... 
"Il campione di Durmstrang è Viktor Krum!" lesse a voce forte e chiara. 
Ci fu un boato di applausi e tutti festeggiarono per il nuovo campione di Durmstrang, che era soprattutto un campione di Quidditch di fama internazionale. Inutile dire che quegli applausi e commenti durarono molto, mentre Krum si dirigeva goffo e ciondolante verso Silente, per poi sparire attraverso la porta che il Preside aveva indicato all'inizio del suo discorso. 
"Chi, se non Krum per Durmstrang?" fece Ritchie allegro, applaudendo ancora. 
"FORZA KRUM!" strillò Vicky con voce acuta, come se stesse allo stadio per la Coppa del Mondo. 
D'un tratto, i battimani e i commenti si spensero all'istante: il Calice aveva sprigionato un'altra lingua di fuoco, seguita a ruota da una scintilla. Ora, l'attenzione di tutti si concentrò di nuovo sull'oggetto magico che stava tornando a farsi rosso, mandando in aria un secondo foglietto di pergamena.
"Il campione di Beauxbatons è Fleur Delacour!" 
Ginny e gli altri applaudirono per educazione mentre la ragazza che somigliava ad una Veela, che aveva riso durante il primo discorso di Silente quando gli stranieri erano arrivati al castello e quando si era pavoneggiata ed aveva veleggiato verso il tavolo di Grifondoro prendendo del cibo francese, si alzava in piedi con grazia e, gettata indietro la chioma brillante, avanzava verso Silente. 
"Oooh, ci sono rimasti male" sussurrò Demelza, indicando gli altri stranieri di Beauxbatons. 
No, non ci erano rimasti male... peggio ancora, in realtà! Due ragazze erano scoppiate in un pianto dirotto, singhiozzando con tutte le loro forze, con la testa appoggiata sulle braccia, mentre alcune amiche le consolavano. 
Quando anche Fleur Delacour fu sparita nella stanza, l'eccitazione si sarebbe sentita anche tra le ossa: era la volta del campione di Hogwarts. Il Calice di Fuoco tornò nuovamente rosso e tutti trattennero rumorosamente il respiro quando Silente afferrò quel terzo foglio di pergamena. Chissà chi sarebbe stato il rappresentante di quella scuola per il Torneo Tremaghi, chissà chi avrebbe partecipato alla gara... 
"Il campione di Hogwarts è Cedric Diggory!" scandì Silente. 
Ci fu un boato assordante, che Ginny paragonò a quelli della Coppa del Mondo di Quidditch: ogni singolo Tassorosso era balzato in piedi, urlando il nome di Cedric e saltando, mentre il ragazzo avanzava tra i compagni con un gran sorriso sul volto. Anche alcuni Grifondoro e Corvonero si alzarono, mentre i battimani ancora infuriavano nella Sala Grande. Quando Cedric passò per la porta dietro al tavolo degli insegnanti, gli applausi ci misero più tempo per fermarsi. 
"Ottimo, abbiamo i nostri tre campioni!" gridò allegramente Silente. "Sono certo di poter contare su tutti voi, compresi gli studenti di Beauxbatons e Durmstrang, perchè diate ai vostri campioni tutto il sostegno..."
Ma s'interruppe e tutti capirono il perchè: il fuoco del Calice non era blu, ma era diventato rosso. Ci furono altre scintille luminose e, senza alcun preavviso, un quarto pezzetto di pergamena fu sbalzato in aria. Silente tese la mano e lo afferrò, quasi incredulo. 
"Ma cosa diavolo sta succedendo?" sussurrò Demelza, torcendosi le mani con agitazione. 
"Un quarto foglio di pergamena? E che significa? Non erano tre i campioni? Voi mi avevate detto che..."
"Zitto, Colin!" 
Per un lungo istante ci fu un silenzio carico di tensione e curiosità, poi Silente lesse: "Harry Potter" 
Ginny spalancò la bocca e si voltò di scatto a guardare il ragazzo che era terreo in volto, facendo cadere il suo lecca lecca per terra. Era impossibile tutto ciò perchè lui non aveva l'età richiesta... neanche Fred e George erano riusciti a mettere il loro nome nella coppa! Ormai, tutte le teste della Sala Grande si erano voltate a guardare ma Harry non ci badò tanto, perchè continuava a guardare Silente e il pezzettino di pergamena che aveva in mano, convinto che si trattesse di un brutto scherzo. Non ci fu nessun applauso, ma ci furono brusii... 
"Ma come è possibile?" chiese Vicky esterrefatta, voltandosi verso Demelza. 
"Non avrà messo sul serio il suo nome lì dentro? Harry non lo farebbe!" lo difese Colin, risoluto. 
"No..." sussurrò Demelza tesa, "non è stato di certo lui! Il Calice di Fuoco è un oggetto magico molto potente e un quattordicenne non avrebbe mai potuto fare un incantesimo così potente da confonderlo, ci dev'essere un errore!" 
Ginny non riusciva a proferire parola, scuotendo il capo come se quello fosse davvero uno scherzo di Halloween. 
"Harry Potter!" disse di nuovo Silente. "Harry! Vieni qui, per favore!" 
Il ragazzo si alzò barcollando, inciampando nei suoi stessi piedi, e percorse lo spazio tra i tavoli di Tassorosso e Grifondoro, ancora tutto agitato e molto pallido. Tutti gli occhi erano fissi su di lui, commenti e sussurri erano rivolti solamente a lui, sussurri che divennero sempre più intensi via via che Harry si avvicinava a Silente. Alla fine, sparì dietro la porta da cui erano passati i tre campioni e non appena Silente e gli insegnanti lo seguirono, si scatenò l'inferno. 
"Ma è un imbroglione!" strillò un Tassorosso con audacia. 
"Lui non ha diciassette anni!" 
"La gloria ce l'ha! Perchè vuole rubare quella di Cedric?" 
"Ci ha imbrogliati tutti quanti!" 
Ormai, nella Sala Grande l'eco delle proteste rimbombava tra le quattro mura. 
"Ci deve essere per forza qualcosa che non va!" esclamò Ginny, molto agitata anche lei. 
"Ma non è che... insomma... abbia fatto mettere il suo nome nel Calice da qualcuno più grande di lui?" chiese William, incerto. 
"Non lo farebbe mai!" ribattè furibonda Ginny, guardando il ragazzo come se fosse impazzito. 
"Ehi, ho solo fatto una congettura..." 
"Calmatevi tutti, è chiaro che non è stato lui!" sbottò Demelza, prendendo il controllo della situazione. "Anche se avesse fatto come dice William, come ho già detto..." alzò la voce perchè Ginny aveva spalancato la bocca per replicare, "... nessun studente di quattordici anni avrebbe potuto fare un incantesimo così potente da far dimenticare al Calice che i campioni sono solamente tre, e non quattro!" 
Tutti parvero ammutoliti. 
"E questo è quanto" concluse semplicemente, urlando appena perchè le esclamazione nella sala infuriavano sempre più. 
Quando la McGranitt tornò in Sala Grande e intimò a tutti di fare silenzio e di raggiungere i propri dormitori, tutti obbedirono e si alzarono dalle panche per raggiungere i dormitori della propria Casa. I Grifondoro chiacchieravano eccitati, mentre percorrevano i corridoi per arrivare alla Torre. Ginny invece era inquieta... lei aveva fiducia nel ragazzo, e sapeva che non era stato lui. Quanto ancora avrebbe dovuto sopportare per farsi credere dagli altri? 
Di nuovo, un Halloween nel castello di Hogwarts fu un fiasco. 






Angolo autrice
Nuovo capitolo, spero vi piaccia! 
Molto diverso da quello di prima, tranne la parte finale che è praticamente quasi uguale, eccetto il piccolissimo litigio tra Ginny e Ron che avverrà nel prossimo capitolo per mancanza di spazio. Mi è piaciuto mettere un parallelismo tra i vari Halloween lì ad Hogwarts, anche se il primo per Ginny è stato davvero tremendo.
Spero continuate a seguirmi!

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Capitolo 26
*** La prima prova. ***


LA PRIMA PROVA.


Ginny non credeva che gli animi degli studenti di Hogwarts si sarebbero calmati il giorno successivo all'estrazione del nome di Harry Potter nel Calice di Fuoco, ma di certo non credeva nemmeno che gli stessi studenti non facessero altro che insultare il ragazzo. La sera prima, i Grifondoro, per festeggiare il quarto campione, avevano organizzato un piccolo banchetto in Sala Comune ma il festeggiato non si unì a loro, e se ne andò ben presto. Il suo viso rimase impresso nella mente di Ginny come inchiostro su pergamena... come facevano quelli delle altre Case a crederlo così arrogante da rubare la gloria a Cedric? 
"Oggi ci toccano due ore di Piton con i Serpeverde e un'ora di Hagrid con i Corvonero... che giornata!" 
"Cura delle Creature Magiche è divertente"
"Non se Hagrid continua a mostrarci quelle orripilanti e disgustose creature..." 
Ginny annuì poco convinta, e imburrò in fretta una fetta di pane tostato con della marmellata di ciliegie, ascoltando la conversazione tra Christopher e Demelza sulle varie lezioni di quel giorno, soprattutto le prime tre. Spalma, spalma e rispalma. Una semplice mossa fatta più volte durò più di un minuto per la ragazza, che aveva la testa completamente tra le nuvole. 
"Hermione, smettila di tormentarmi!" 
Una sola voce irata riuscì incredibilmente a destare l'attenzione di Ginny, che sbattè le palpebre e si voltò lentamente alla sua sinistra: suo fratello Ron ed Hermione litigavano, come il loro solito fare, attirando su di loro molti sguardi di alcuni curiosi Grifondoro. 
"Sei proprio un cretino, Ronald! Credi davvero questo?" 
La voce di Hermione era così acuta e penetrante che Ginny, origliando senza farsi notare da nessuno dei due, pensò che fu un miracolo che i bicchieri di vetro sul tavolo non si rompessero a causa della pressione esercitata. 
"Sai lui che cosa mi ha detto?" continuò Ron, con la stessa voce arrabbiata di prima. Abbandonò la sua colazione per rivolgersi completamente ad Hermione, che lo fissava altrettanto infuriata. "Mi ha detto che se avesse messo il suo nome lì dentro, l'avrebbe fatto di notte perchè nessuno l'avrebbe visto. Fatti delle domande, Hermione! Il mantello, la mappa... coincidenze?"
"Tu non lo pensi davvero..."
Ginny afferrò con malagrazia un tovagliolo dal tavolo e se lo schiaffò distrattamente sulla bocca, la mente che lavorava frenetica e con l'intenzione di alzarsi immediatamente da quella panca per raggiungere il fratello e la ragazza. 
"Ha tradito la mia fiducia e solo perchè io sono io: l'amico stupido del grande Harry Potter!" sbottò Ron, con una tristezza negli occhi mai vista. "Mi sono stancato, capito? mi sono stancato di essere... non importa..." aggiunse con un borbottiio. 
"Ma dove vai?" chiese d'un tratto William, fissando la rossa con sguardo attento e guardingo. 
Incredula e furiosa, Ginny si era finalmente alzata dalla panca e, attirando l'attenzione dei suoi amici, marciò spedita verso suo fratello ed Hermione, lasciando la sua fetta di pane tostato mangiata a metà dentro al suo piatto d'oro e...
"Complimenti!" disse, guardando Ron con un finto sorriso incoraggiante. 
"Ginn..."
"Lo credi anche tu un bugiardo, eh? Sei il suo migliore amico!" lo interruppe la sorella, con una foga mai vista. Hermione abbassò la mano, che stava alzando in segno di saluto alla ragazza, e il suo sorriso forzato si afflosciò subito, consapevole che ormai lei aveva udito tutta la loro conversazione. Ma a Ginny non importava di aver origliato, nè di essere passata agli occhi di Hermione come un'impicciona. Per adesso, non le importava affatto.
"Oh miseriacca... non ti intromettere anche tu!" esclamò esasperato Ron facendo roteare gli occhi, e nella sua voce traspariva non solo esasperazione, ma anche quella devastante nota di tristezza. Abbassò il capo, nascondendo gli occhi dalla vista, e diede un melmoso morso al pane tostato. 
"Lui ha bisogno di te in questo momento e tu lo abbandoni?" insistè Ginny incredula, avvicinandosi a lui e fissando quel poco del fratello che in quel momento riusciva a vedere. "Ti rendi conto di ciò che stai facendo? Non è un caso che il nome di Harry sia finito lì dentro!"
Ron sbuffò in risposta, e continuò a mangiare. 
"Che razza di migliore amico sei?" ribattè ancora Ginny, alzando la voce senza rendersene conto. 
"IO?" ruggì Ron scuro in volto, alzando il capo e abbandonando la colazione. Alcuni Tassorosso, attirati da quel baccano lì al tavolo dei Grifondoro, si voltarono per guardare cosa stesse succedendo. 
Era la prima volta che Ginny vedeva il fratello così devastato e quella sua espressione la spaventò. 
"Ma certo!" continuò il ragazzo, battendo un pugno fortissimo sul tavolo. "Io non devo dare spiegazioni a nessuno, e non ti intromettere più in cose che non ti riguardano. Capito? Non sono affari tuoi, parli così solo perchè ti piace!" 
"Ron!" esclamò Hermione. 
Senza contare fino a tre e in preda alla rabbia che le ribolliva dentro a dismisura, Ginny afferrò alla cieca la prima cosa che si trovasse a portata di mano e la lanciò in faccia al fratello, ormai paonazza come i suoi capelli: il viso e la veste di Ron si riempirono di cereali al miele appiccicosissimi. Ron sgranò gli occhi e imprecò scacciandosi via i cereali, prima di rivolgerle un'occhiataccia e sparire via dalla Sala Grande per andare in bagno. 
"Mi dispiace..." sussurrò Ginny, che aveva il respiro corto e la gote ancora arrossata. Alcuni studenti della Sala Grande, che si erano goduti a pieno lo spettacolo, iniziarono a ritornare alla loro colazione e il chiacchiericcio riprese velocemente. 
"Sciocco da parte sua, no? Mirare in un punto debole..." disse Hermione, sforzandosi di sorriderle. 
"Sì, io... non pensa davvero quelle cose su Harry, giusto?" 
"Ron è solamente geloso, stufo di essere secondo in tutto" 
Ginny non rispose, perchè un nodo doloroso in gola le impediva di parlare: Ron si era stancato di essere l'eterno secondo, sempre eclissato. Era difficile per lui, lo era sempre stato e forse lei non avrebbe dovuto trattarlo così ma si sa, era impulsiva. Lui l'aveva accusata di difendere il ragazzo solo perchè aveva una cotta per lui (il che era più che vero) ma l'avrebbe difeso anche se non le sarebbe piaciuto. 
Era stata colpa di entrambi, quindi? 
"Gli starò vicina, e anche tu lo farai... v-vero?" chiese Ginny titubante ad Hermione, che annuì subito. 
"Starò vicina ai miei due migliori amici" confermò lei. 
E, avvolgendo un paio di toast in un tovagliolino e salutando velocemente Ginny con un sorriso allegro non del tutto sincero, corse dall'amico che aveva più bisogno di sostegno in quel momento pessimo. 




"No!" sibilò Demelza, afferrando il braccio di Ginny e spostandolo dal calderone con uno strattone. Sospirò di sollievo, e aggiunse: "Questo ingrediente viene dopo, metti prima le radici. Se ti avesse vista Piton ti avrebbe fatto cominciare da capo, sai?"
Ginny fissò Demelza e l'ingrediente che aveva il mano, poi annuì. 
"Grazie..." borbottò, grata di non dover ricominciare la pozione da capo. Si guardò intorno impacciata in cerca dell'ingrediente giusto, prima che la sua amica glielo indicasse tendendo il braccio verso le radici. 
"Ehm... pensi ancora a Ron, vero?" chiese perspicace Demelza, in un sussurro così poco udibile che Ginny dovette avvicinarsi alla sua bocca per udirla, le radici appese a mezz'aria sopra al calderone bollente. 
"Sì" rispose lei.
"Non avresti dovuto reagire in quel modo, però... confido che tu lo sappia" 
"Lo so, ma mi aveva fatta infuriare. Il problema è che io sono parecchio impulsiva e... ahia!" 
Facendo scattare il braccio libero a massaggiarsi un punto dolorante al centro della testa, Ginny si voltò in fretta, e così fece anche Demelza, e vide che Harper sghignazzava sonoramente: le aveva lanciato un occhio di salamandra per attirare la sua attenzione. 
"Che diavolo vuoi?" sbottò Ginny, in modo sprezzante. 
"Sai, la notizia è circolata in fretta... hai davvero urlato e reagito contro il tuo caro fratellino, sciocca di una Weasley?" domandò Harper con un ghigno beffardo, facendo ridacchiare i suoi compagni Serpeverde. 
"Non sono affari vostri di ciò che faccio o non..." 
"Silenzio! Poche chiacchiere laggiù!" intimò Piton con il solito tono severo, fissando Ginny con un'espressione che nessuno gli aveva visto mai comparire sul suo volto olivastro. "Harper, lascia perdere Weasley e torna alla tua pozione... forza! Sbrigatevi!" 
Harper spalancò un attimo la bocca, sorpreso, e tutti lo imitarono ben presto: davvero Piton non aveva colto l'occasione di togliere punti a Grifondoro, intimando ad un suo caro alunno Serpeverde di lasciare in pace una ribelle Grifondoro? C'era qualcosa che non andava, se n'erano accorti anche i Serpeverde. In ogni caso, il resto della lezione trascorse tra il chiacchiericcio sussurrato dei ragazzi, che si chiedevano il perchè di quel gesto così insolito... poi Piton si rifece, togliendo dei punti a Grifondro perchè Colin continuava a borbottare a macchinetta nell'orecchio del povero Ritchie, il tutto coronato con un "ma non ha tolto i punti a Ginny!". 




I giorni passarono e Ginny tornò a parlare con suo fratello Ron, che si era scusato con lei per aver alzato la voce e per averla accusata di avere una cotta per il suo migliore amico (sì, era vero però lui non poteva sbandierarlo ai quattro venti!). Ron le diceva sempre che ci provava a far pace con Harry ma il ragazzo era troppo impegnato a causa della prima prova per badare a lui, perciò ci avrebbe provato dopo la prima prova, quando gli animi si sarebbero calmati. Oltre a darle questa bella notizia, gliene aveva data un'altra... terribile: la prima prova era battersi con uno schifoso drago enorme. Charlie, il loro fratello maggiore, alloggiava segretamente lì ad Hogwarts, e li teneva nella Foresta Proibita. Ron l'aveva saputo da Hagrid, ma non aveva visto il fratello.
Il giorno della prima prova arrivò in fretta...
"Questo potrebbe interessarti" disse Vicky civettuola, prendendo posto al tavolo dei Grifondoro accanto a Ritchie e mettendo nelle mani di Ginny il giornale del giorno prima. "Me l'ha data Johanna, sai? Aveva appena finito di leggere l'articolo di Harry Potter, quindi io ho preso il giornale e ho pensato di darlo a te dato che ero sicura che anche tu avresti letto con piacere..." 
"Grazie mille" la interruppe Ginny irritata, alzando gli occhi al cielo e sfogliando il giornale. Trovò velocemente l'articolo di giornale sul ragazzo e cominciò a leggerlo, abbandonando un secondo la sua colazione e lanciando uno sguardo all'intervistato in questione, seduto con Hermione. 
Ogni riga che leggeva era una sciocchezza di Rita Skeeter, e il suo sguardo divenne accigliato e disgustato. 
"Bell'intervista truccata!" sbottò la ragazza, appallottolando e lanciando via il giornale. "E con Colin dovrei fare proprio quattro chiacchiere, sapete? Prima ci abbandona come se fossimo l'ultimo dei suoi pensieri, poi mette cerca di modificare quelle spille dei Serpeverde col risultato che le peggiora e infine inventa storie assurde su Harry ed Hermione... non è normale!" 
Nessuno se la sentì di dire qualcosa a riguardo, ma Christopher annuiva. La colazione trascorse in modo piuttosto taciturno, poi quando la McGranitt portò via Harry e Cedric dalla Sala Grande, la tensione salì alle stelle. Tra non meno di mezz'ora, i quattro campioni avrebbero dovuto vedersela con un drago quasi indistruttibile. Come diavolo si sarebbero comportati? Come si fa a distruggere un drago dalle dimensioni colossali per superare quella prima prova? 
"Ehi!" Demelza schioccò le dita davanti al volto dell'amica. "Dobbiamo andare nel parco, la prova comincia!" 
Ginny si alzò di scatto e, insieme ai suoi amici e gli altri Grifondoro, si avviò verso il parco, curiosa e allo stesso tempo spaventata, per assistere alla gara. In lontananza vide Ron, Hermione e Neville, e si unì a loro insieme ai suoi amici, che la seguivano chiacchierando allegramente. 
"Ho la strizza..." borbottò Neville, prendendo posto sugli spalti. Hermione, che era taciturna al massimo e si tormentava le mani in grembo con fare a dir poco nervoso, lanciò un'occhiata spaventata a Ginny e lei gliene restituì una incoraggiante. 
"Se la caverà, è forte... lo sappiamo tutti" affermò risoluta. 
"Verissimo!" replicò inaspettatamente Ron, che era paonazzo in volto a causa della tensione. 
"Buogiorno a tutti voi, ragazzi!" gridò d'un tratto la voce di Ludo Bagman, amplificata con la magia. "Nervosi? Eccitati? Beh, sta per iniziare la prima prova che vedrà come primo protagonista il signor Diggory!" la folla urlò il nome di Cedric e applaudì, forte. "L'obbiettivo di questa prima prova è semplice: raccogliere l'uovo d'oro che contiene un indizio per passare alla prova successiva!" 
Silenzio tombale, i ragazzi erano tutti concentrati sulle parole di Bagman. 
"Facciamo entrare l'avversario del nostro primo campione, ce ne sono quattro per ognuno di loro!" 
Ginny vide Charlie e alcuni esperti aprire un recinto: un Grugnocorto Svedese fece il suo ingresso e la folla trattenne rumorosamente il respiro; qualcuno strillò di spavento, iniziando a protestare. Ovviamente, non tutti sapevano che i campioni avrebbero dovuto sconfiggere un drago gigante e la stessa espressione che aveva Ginny quando Ron gli aveva riferito dei draghi era suoi volti di tutti gli studenti della scuola di Hogwarts. 
"Non spaventatevi, gente! Ci sono esperti pronti ad invervenire se la situazione sfuggisse di mano e..." 
Un colpo di cannone anticipato: videro Gazza alzare le mani vicino al cannone, impacciato. 
Bagman sorrise e annunciò: "Che la prima prova del Torneo Tremaghi abbia inizio!" 




"Il nostro campione più giovane è stato il più veloce a prendere l'uovo! Congratulazioni per il signor Potter!" 
Era finita: Harry aveva acciuffato l'uovo d'oro prima di finire arrostito da quello schifoso Ungaro Spinato, che sembrava avercela a morte con lui. E aveva usato la sua Firebolt, era stato nel suo elemento. Un poco come se fosse una difficile partita di Quidditch e lo Spinato era solamente una forte squadra avversaria, che gli dava del gran filo da torcere.
Era finalmente finita! 
Ginny scavalcò lo steccato dei draghi, mentre Demelza le urlava dietro di fare attenzione, e corse da suo fratello Charlie che non vedeva dalle vacanze. Il ragazzo stava chiacchierando con un suo giovane collega, quando si voltò e vide la sorella e la salutò affettuosamente. 
"Sapevo che riusciva a superare il drago, anche se... un drago meno aggressivo, non vi piaceva?" fece Ginny con un sorriso, sbirciando alle spalle del fratello maggiore: lo Spinato era vicino a loro, ipnotizzato con un incantesimo. "Hai mandato un gufo alla mamma? Sarà in preda al panico!" aggiunse, e fece un cenno di saluto a Cedric, che era appena uscito dalla tenda dell'Infermeria. Lui ricambiò il saluto, e le fece un gran sorriso.
"Me ne ero dimenticato..." borbottò Charlie, battendosi una mano sulla fronte. 
"Ringraziami, fratellino. Ora devo andare, ci vediamo prima che parti!" 
E da sola, si avviò verso il castello per andare ad unirsi ai sicuri festeggiamenti nella Sala Comune di Grifondoro. 






Angolo autrice
Salve! La prima parte è tutta interamente dedicata alla piccola discussione tra Ron e la sorella, che nel capitolo non-modificato non c'era affatto. Ginny ha avuto le sue ragioni per reagire ma anche Ron aveva delle ragioni, quindi la colpa è stata un pochino di entrambi. Per quanto riguarda la faccenda di Piton potete immaginare perchè si è comportato così. Dunque, Ginny da piccola aveva i capelli corti tagliati a caschetto mentre Lily Evans, secondo me, li ha sempre portati lunghi, mai tagliati corti. E quando anche a Ginny cominciano a crescere i capelli... beh sì, avete capito. Vi piace questa idea? 
Bacioni! 

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Capitolo 27
*** Inviti, shopping e una buona dose di calmante. ***


INVITI, SHOPPING E UNA BUONA DOSE DI CALMANTE.


"Weasley e Todd, volete fare silenzio? Grazie!" squittì esasperato il piccolo professor Vitius.
Ginny allontanò in fretta la sua testa da William, e cercò di concentrarsi su quella noiosissima lezione di Incantesimi. Lei e il ragazzo stavano discutendo per l'ennesima volta molto animatamente, come avveniva spesso da quando William aveva deciso di comportarsi in modo strano con lei e Vitius li aveva sorpresi per la quarta volta di seguito. La classe lanciò loro un'occhiata estremamente curiosa. 
"Bene, ora che questi due signorini avranno smesso di fare la tenera coppia di sposini litiganti" la classe scoppiò a ridere sotto lo sguardo stupefatto della tenera coppia di sposini litiganti, "devo dire una cosa a tutti voi. Dunque, si avvicina il Ballo del Ceppo: un evento tradizionale nell'ambito del Torneo Tremaghi e un'opportunità per noi di socializzare con i nostri ospiti stranieri" 
Vicky fece un colpetto di tosse e Ginny ridacchiò sommossamente; Demelza alzò gli occhi al cielo. 
"Ora, il ballo sarà aperto solamente a quelli del quarto anno in su..."
"Perchè ce l'ha detto, allora?" lo interruppe Rose interdetta, lasciando cadere la sua bacchetta sul banco. 
"Perchè" continuò il piccolo Vitius con una leggera nota di irritazione nella vocina stridula, "potete essere invitati da uno studente o una studentessa più grande di voi e viceversa, potendo così partecipare al ballo. Una grande occasione per voi più giovani, eh!" 
"Sì, bellissima occasione... qualcuno mi inviterà ad un ballo solo quando verrà il diluvio universale" borbottò Demelza contrariata, a bassa voce. I ragazzi sorrisero ma Ginny, altro che risate e risate, anche lei condivideva lo stesso pensiero dell'amica. Chi mai l'avrebbe invitata a quel Ballo del Ceppo? Magari, remotamente... Harry Potter? Certo, avrebbero dovuto infliggergli un Confundus potente per far sì che la invitasse al ballo!
William alzò la mano e Vitius gli fece cenno di parlare. 
"Non si può invitare una studentessa della nostra età?" chiese, e Vicky tossicchiò nuovamente. 
"Solo una più grande, signor Todd. Quindi, se qualcuno di voi venisse invitato, indosserà un abito da cerimonia" riprese Vitius allegramente, lanciando uno sguardo ai ragazzi. "Il ballo inizierà alle otto della sera di Natale, e finirà a mezzanotte. Ora..." 
La campanella trillò. 
"... la lezione è finita, andate pure" concluse, mentre i ragazzi già se la stavano dando a gambe. 




Ginny non aveva mai visto tante persone rimanere ad Hogwarts per il Natale: lei non lo faceva mai, ma di solito la lista dei ragazzi che andavano via era davvero lunghissima quando lei andava a firmare per far sapere ai professori che prendeva il treno e tornava a casa. Quell'anno, al contrario, quasi tutti gli studenti della scuola, compresa lei, erano rimasti lì al castello, ossessionati dal ballo imminente. 
"Ma perchè ho deciso di rimanere qui? Per curiosità? O magari speranza? Cavolo, ma chi mi credo di essere..." borbottò Ginny frustrata, percorrendo un corridoio stra-pieno di studenti e trasportando a fatica tutti i suoi pesanti libri. 
Quella era stata l'ultima lezione del trimestre e il Ballo del Ceppo si avvicinava sempre più: nei corridoi di Hogwarts non si parlava d'altro che di quell'evento. Le ragazze scoppiavano a ridere e bisbigliavano al passaggio dei ragazzi, chiedendo alle amiche con chi andassero al ballo e cosa avrebbero indossato, mandandosi un milioni di bigliettini dopo la fine delle lezioni e sistemandosi nei corridoi pieni, ammiccando ai passanti. 
"Davvero, se solo non fossi così terribilmente impaurita dall'altezza mi getterei dalla Torre di Astronomia" continuò imperterrita Ginny, mentre un ragazzo lì vicino faceva il baciamano ad una ragazza e la invitava al ballo. "Credo davvero di essere invitata così da qualcuno? Beh... sono solo curiosa, e se tu" ringhiò aspramente, puntando il dito accusatore verso Vicky, "non mi mettessi in mente certe cose non lo penserei affatto!" 
L'amica scoppiò a ridere, le mani premute sulla bocca; Demelza sorrise. 
"Scommettiamo due falci che uno studente invita tutte e tre?" chiese Vicky solennemente, ammiccando ad un impacciato Tassorosso che passava lì vicino e provocandogli un rossore strano sulle guance. Ginny si voltò indietro per vedere la faccia del ragazzo e si ritolò da risate, dando una pacca sulla spalla all'amica. 
Nessuno sano di mente avrebbe invitato Ginny ad un ballo della scuola, e questo perchè aveva dei precedenti: la ragazzina timida che aveva fatto ammazzare i suoi amici, la ragazzina timida che aveva aperto la Camera dei Segreti, la ragazzina timida che aveva fatto succedere il pandemonio durante il suo primo anno a scuola, la ragazzina timida che aveva inviato bigliettini e lettere d'amore al migliore amico di suo fratello... il che chiudeva in bellezza il quadro. 
"Non mi inviteranno mai" dissero all'unisono Ginny e Demelza, scoppiando poi a ridere. 
"Due falci che sì" insistè Vicky, cocciuta al massimo. Lei l'avrebbe di sicuro invitata qualcuno e non di certo quel Goldstein di Corvonero perchè si erano appena lasciati, e l'orgoglio uno lo riservava sempre in materia di fidanzamenti e roba varia: nessuno dei due avrebbe fatto il primo passo per fare pace e sarebbero finiti nelle braccia di qualcun altro prima che qualcuno avesse il tempo di dire "un, due, tre... caschè!". 
Purtroppo, Ginny non era un'esperta in materia di fidanzamenti e roba varia ma aveva quella strana sensazione che quel ballo le avrebbe cambiato qualcosa. Quello che non sapeva era se l'avrebbe cambiato in positivo oppure in negativo. 
"Ah, e indovina? Johanna Roberts, quella ragazza ricciuta di Tassorosso, ha invitato Harry Potter al ballo" 
"EH?" Ginny si voltò immediatamente verso l'amica. "CHI HA FATTO COSA A CHI?" 
"Santo cielo... non urlare, ti prego..." bisbigliò Demelza, guardandosi intorno. 
"Hai capito benissimo" riprese Vicky spiccia, con un sorrisino malandrino. 
"Non ridere, porca miseria! Mi fai incazzare ancora di più, sai?" sbottò Ginny, alzando la voce ancora di più e non curandosi che le persone iniziavano a fissarle. Comunque, la sete di informazioni era più importante in quel momento, così aggiunse: "E che cosa diavolo è successo poi? Harry andrà al ballo con quella lì, alla fine? Ma sì, sono anni che gli sbava dietro e solo perchè è famoso! Non l'avete sentita al primo anno? E l'anno scorso proprio non gli piaceva, eh? Perchè non era sotto i riflettori, e a questo punto avrebbe adorato di più Sirius Black! Ovviamente, quest'anno, dato che è il campione le ha fatto comod..."
Vicky si trattenne dallo scoppiare a ridere e interruppe l'amica: "Non vanno mica al ballo inseme!" 
"... sì?" domandò speranzosa Ginny, mentre Demelza scuoteva il capo sconsolata. 
"Sì, frena i tuoi ormoni impazziti e cerca di fare qualcosa per andare al ballo con lui, se ci tieni" disse saggiamente Vicky con un sorriso incoraggiante, scendendo velocemente le scale mentre le amiche le correvano quasi dietro. Demelza con una certa riluttanza, e con i numerosi volumi in bilico sulle braccia. "Altrimenti, potrai dimenticarlo -almeno per una sera!- e farlo ingelosire con qualche altro ragazzo, il che sarebbe molto più divertente e dignitoso. Non trovate?" 
"Potrebbe andarci semplicemente con un altro e divertirsi con lui" suggerì incerta Demelza. 
"Demelza..." disse la bionda, "sei brava coi sentimenti, i compiti e tutto il resto... ma i maschi proprio non li capisci. Loro hanno bisogno di stimoli! E quale occasione migliore di questa per far venire la voglia ad un maschio di stare con te?" 
Demelza fissava l'amica come se fosse impazzita, e probabilmente lo era sul serio, e si trattenne dal ridere o meglio dal rotolarsi dalle risate, assumendo un'espressione esasperata e sconfitta: il suo suggerimento non valeva una cicca. 
"Sì, tutto quadra ma il problema è che... Harry non si ingelosirà mai!" sbuffò Ginny, battendo un pugno su un muro vicino. 
"E TU MUOVI QUELLE TUE CHIAPPE LENTIGGINOSE E FA' QUALCOSA!" la mise a tacere Vicky nevrotica, con il viso contratto e quasi maniacale. Dopo aver visto l'espressione delle amiche, assunse di nuovo quel sorriso dolce di sempre. 
Ginny si toccò le chiappe, e sussurrò: "Per la cronaca, non ho le lentiggini anche  sopra" 




I giorni passavano e passavano sempre di più, e le tre ragazze ancora dovevano ricevere un invito da parte dei ragazzi. Ginny parlò con i gemelli e scoprì che Fred era riuscito a rimorchiare Angelina gridando per la Sala Comune la proposta dell'invito per il ballo; George ci sarebbe andato volentieri con Leotordo, ma alla fine cambiò partner e si avventò su Katie Bell; Ron sperava di non finire con Eloise Midgen, anche se, pur di andare al ballo e per non fare la figura dell'idiota, il ragazzo avrebbe perfino invitato la professoressa McGranitt e Harry aveva rifiutato tutte le ragazze che gli avevano chiesto di andare al ballo con loro. Che c'era mai da dire sulla parte finale? La situazione di Harry allettò moltissimo la ragazza, che se ne andò via dai gemelli tutta felice ed emozionata. 
Pochi giorni prima del Ballo del Ceppo, Ginny aveva lasciato che gli amici si divertissero bighellonando in giro per la scuola mentre lei era a poltrire nella Sala Comune deserta: il giorno prima aveva mangiato quintali di dolci per la frustrazione e in quel momento si sentiva abbastanza male. Sicura che avrebbe vomitato anche l'anima, decise di rimanersene buona su quella poltroncina a tracannare la pozione che Madama Chips le aveva dato. 
"Ciao... come mai tutta sola?" chiese una voce timida e incerta. 
Ginny si voltò alla sua sinistra e incrociò lo sguardo curioso di Neville Paciock, che la fissava dall'alto. 
"Neville, ciao! Ehm... mal di testa, sai" mentì, decidendo di non spaventare troppo il ragazzo per la faccenda del troppo cibo ingerito. Sarebbe di sicuro scappato alla larga da lei finchè la pozione non avrebbe fatto effetto. 
Neville fece un sorriso sghembo, prese posto su un'altra poltrona lì accanto, trasse un profondo respiro e chiese: "Tu con chi ci vai al Ballo del Ceppo? V-voglio dire, ti ha invitato qualcuno?" 
"Non ci vado, sono del terzo anno" rispose distrattamente la ragazza, bevendo l'ultimo sorso della sua disgustosa pozione e solo in quel momento si accorse di quanto era stata accidentalmente cretina: se Neville non aveva un'accompagnatrice si sarebbe accollato a lei, e lei non voleva assolutamente questo. Lei voleva un ragazzo per far ingelosire Harry, un ragazzo con cui divertirsi dimenticando lui e non un ragazzo... beh, non Neville Paciock. 
Basta con questi film mentali da Oscar! Non è detto che voglia invitare proprio te, pensò la ragazza. 
"Ah, s-splendido! Insomma... mi chiedevo se... cioè... ti va di venire al ballo con m-me?" 
Ecco appunto, basta con quei film mentali da Oscar perchè tanto era nello sterco di drago fino al collo. 
"Neville, io..." 
"Se non v-vuoi non f-fa niente... insomma, so che io..." non finì la frase, e arrossì furiosamente. 
Sinceramente? A Ginny fece un pochino pena, e non perchè era arrossito di fronte a lei in quel momento o quant'altro... ma perchè era sempre stato un tipo sminuito da tutti e, soprattutto, da sè stesso. Era un ragazzo davvero molto inscuro, che aveva bisogno d'aiuto e Ginny, non per pena ma per pura bontà, non se la sentì proprio di rifiutare l'invito. E poi... andava al ballo, un evento senza precedenti! 
"Accetto" affermò la ragazza, con un sorriso titubante. 
Neville si animò, e si sporse verso di lei: "Davvero?" chiese, stupito dalle sue stesse abilità. 
"Sì, ci divertiremo un mondo! Non è vero?" 
"C-certo! Oh, che bello... sì, uhm... sono molto contento di venire con te, grazie mille per aver accettato!" 
Neville le faceva proprio una gran tenerezza mentre si strofinava le mani in segno di vittoria e si stringeva nelle spalle, come per non sembrare troppo compiaciuto all'idea di avere uno pseudo appuntamento. 
"Adesso vado... vado a comprare un vestito da cerimonia per... sì, ci vediamo!" disse, facendole un gran sorriso e alzandosi dalla poltrona. Poi scappò via, arrampicandosi goffamente nel buco del ritratto e sparendo dalla vista della ragazza, che sospirò e alzò gli occhi al cielo non sapendo con chi prendersela. 
Prese un cuscino rosso dal divano lì vicino e cominciò a lanciarselo ripetutamente in volto, borbottando maledizioni e imprecazioni a bassa voce contro sè stessa, in tutte le lingue del mondo. Perfino in Serpentese e in Rune Antiche! Perchè lei era stata una pazza, pazza, pazza... una pazza di prima categoria. Poi ci pensò su, e si disse che non era la fine del mondo: sarebbe andata al ballo, e la prospettiva di non andarci era peggiore di quella di andarci con Neville. 
Sì, appunto... ci vai con Paciock! Meglio la Sala Comune vuota di Grifondoro, no? chiese una vocina malefica nella sua testa, e d'un tratto, una Ginny minuscola vestita da diavoletta spuntò nell'immaginazione della ragazza, mentre un'altra sè piccolissima, vestita da angioletto, affiorò con grazia ed eleganza. 
"Non è mica meglio la Sala Comune!" si rispose la ragazza, autoconvincendosi.
Hai fatto un bel gesto, cara. Infondo è solamente un ballo, e non è detto che passerai tutta la serata con Neville: ci sono tanti bei ragazzi che partecipano, e potrai fare amicizia con qualcuno di loro quanto vorrai, replicò soave l'angelo, iniziando a mulinare i capelli rossi, sopra al quale vi era una brillante aureola d'oro.
Nessuno si avvicinerà a lei se ha Paciock accanto!
Sei un verme disgustoso! Quel ragazzo ha solo bisogno di fiducia!
E perchè dev'essere proprio lei ad aiutarlo?

"Ma piantatela e chiudete quella... HERMIONE!" strillò Ginny saltando letteralmente dalla poltrona, e scacciando via le immagini del suo ego immensamente gentile e buono, e del suo ego tremendamente prepotente e infame. La tazza vuota di pozione per il mal di pancia cadde a terra con un tonfo e lei si abbassò riluttante a raccoglierla. 
"Con chi parlavi?" chiese Hermione incuriosita, prendendo posto sul divano. Nonostante paresse calma e composta come al solito, Ginny non potè fare a meno di notare che sorrideva, tormentandosi le mani con aria eccitata. E in più, cosa alquanto strana e mai successa, aveva le guance terribilmente arrossate e i capelli più sconvolti del solito. E poi... era senza libri!
"Lascia perdere" tagliò corto Ginny, in fretta. "Come stai? Sembrano secoli che non ci vediamo e... sei tutta rossa e... felice?" 
"Oh, Gin... sono più che felice!" esclamò lei immediatamente, come se non vedesse l'ora di raccontare a qualcuno cosa le fosse successo. Anche Hermione fece un pochino di pena a Ginny, che quasi si maledisse. "E sì, sto bene! Mai stata meglio! Oh, è successa una cosa senza precedenti e... uh, ho le guance bollenti davvero! Spero che non se ne sia accorto altrimenti ho fatto la figura della stupida!" 
"Hermione... ti andrebbe di spiegarmi?" chiese Ginny, grattandosi dietro la nuca e osservando l'amica. In quel momento, constatò con allegria che il mal di pancia era passato e che adesso poteva anche alzarsi da quella poltrona. "Ti... ti ha invitata qualcuno al Ballo del Ceppo, non è così? Guardati la faccia, sembri Grattastinchi" Hermione scoppiò a ridere anche se quella battutina non era per nulla divertente, e confermò: "Sì, qualcuno mi ha invitata al ballo. Anzi, qualcuno di molto inaspettato mi ha invitata al ballo" si corresse, la testa di nuovo tra le nuvole.
"RON TI HA INVITATA AL BALLO?" 
"Non essere sciocca!" 
"Credevo... ma come è possibile? Hai detto che qualcuno di inaspettato..." 
"Figurati se quel tonto di tuo fratello -senza offesa- mi invitasse da qualche parte! Semmai, mi invita a fare i compiti... per poterli copiare" replicò Hermione stizzita, facendo roteare gli occhi e alzandosi i capelli in modo irritato, legandoseli in una coda spettinata. 
Ginny si disse che aveva ragione su Ron, e non era per niente offesa. "Beh?" incalzò, impaziente.
"Cosa?" 
"Chi ti ha invitata al ballo?" 
"Te lo dico, ma non devi dirlo a nessuno!" 
"Sarò muta come una to..."
"Viktor Krum!" trillò Hermione, senza farle finire la frase e tutto il nervosismo arrivato quando stava iniziando a parlare di Ron svanì come se non fosse mai arrivato; un sorriso a trentadue denti si fece largo sul suo volto allegro. 
"Viktor Krum... cosa? Il giocatore di Quidditch? Quel Viktor Krum? Campione di Durmstrang?" 
"Sì! Quanti altri Viktor conosciamo?" 
"SANTO CIELO!" esclamò Ginny sgranando gli occhi, colpita e piuttosto sconvolta. "Il giocatore... oh santissimi numi, non ci posso credere! Lui ti ha davvero... Merlino in carrozza! Hermione, è fantastico... sul serio. Sei felice, sono felice anch'io per te!" 
"Lui veniva tutti i giorni in biblioteca per cercare di parlare con me... ti rendi conto?" 
"Te l'ha detto lui?" chiese Ginny, leggermente invidiosa dell'amica. Ecco che il quadro dell'infinita tristezza si completava: l'amica sarebbe andata al ballo con il tanto amato e idolatrato Viktor Krum, operatore delle più grandi partite di Quidditch internazionali e delle Finte Wronsky, mentre Ginny sarebbe andata al ballo con Neville, operatore di vere e finte cadute e ruzzolate di tutta Hogwarts e dintorni. 
Io ti avevo avvertito, piccola crocerossina cocciuta! sbottò la mini-Ginny, immobile accanto al suo forcone rosso. 
La vera Ginny sbuffò di fastidio, poi sospirò sconsolata. 
"Ehm... c'è qualcosa che non va?" le chiese dolcemente Hermione, dopo un poco. 
"Vado al ballo con Neville" rispose piatta la ragazza, voltandosi per vedere la sua faccia appena in tempo. Il sorriso era forzato, la calma era apparente e tra poco ci sarebbero stati gli incoraggiamenti che si danno ad una che è sospesa tra la vita e la morte, incoraggiamenti che non servivano ad un tubo se stavi davvero per crepare. 
"Beh, ma è magnifico che venga anche tu! Vi divertirete, vedrai. Neville è molto... ehm... sì, è impacciato ma è un buon ragazzo" tentò Hermione di incoraggiarla, con scarsi risultati. Tra la disputa delle due mini-sè stesse ed Hermione... Ginny non sapeva chi era peggio. "Ho rifiutato Neville solo perchè Viktor Krum mi aveva invitata al ballo pochi minuti prima, altrimenti ci sarei andata volentieri io. Cerca di non pensare ad Harry, capito? Non pensiamoli, un giorno scopriranno cosa si sono persi. Questa è una buona occasione per alzare un polverone, sono sicura che lui si accorgerà presto di te" 
Il fuoco fece un piccolo rumore nel camino. 
"Vivi la tua vita, stai con altri... magari ti noterà se tu sei te stessa. Infondo, è questo il segreto... no?" 
Abbastanza tristemente, Ginny annuì. 
"Sì" rispose, smettendo di mordicchiarsi le unghie con aria alquanto disperata. "Hai ragione, i-io credo che farò così"
"Non puoi aspettare tutta la vita non facendo nulla, devi saper aspettare nel modo giusto" 
Ma quanto ha ragione?
"Andrò a quel ballo, e mi... oh, silenzio voi due..." aggiunse Ginny, quando i suoi ego incredibilmente fastidiosi iniziarono a fare irruzione nella sua mente, "... divertirò come non mi sono mai divertita. Oh, grazie Hermione. E adesso..." si chinò per darle un bacio sulla guancia e si diresse verso il buco del ritratto con una certa eccitazione, "vado a comprare un bell'abito da cerimonia! Ci vediamo appena torno, che te lo faccio vedere!" 
E corse via, pensando insistentemente alle parole di Hermione: ma come faceva a sapere sempre tutto? 




"Non posso credere che vai al ballo con Paciock" 
"Will... reggi questo, piuttosto. E smettila di insultare indirettamente Neville!"
"E chi lo insulta?" 
Lo shopping ad Hogsmeade non era mai stato così bello: Ginny e gli amici si erano tutti catapultati nel villaggio per fare le loro compere pre-ballo in tutta allegria. Christopher aveva coraggiosamente invitato una ragazza graziosa di Tassorosso, con successo (Susan Bones, si chiamava); Demelza era stata invitata da un francese tutto pelle ossa, ma con uno spiccato interessamento alla letteratura inglese e Vicky era stata invitata da un bulgaro molto muscoloso. Ritchie e William non avevano mosso dito per quel ballo, e aiutavano gli amici a trovare degli abiti da cerimonia. 
"Prova questa camicia, Chris" suggerì Ritchie, lanciando all'amico una elegante camicia bianca. 
"Avresti potuto aspettare..." sussurrò Vicky nell'orecchio di Ginny, girando in tondo in un grande abito da cerimonia celeste che la faceva somigliare incredibilmente alla fatina turchina di Cenerentola. "C'erano parecchi bulgari senza una compagna, sai?" 
"Scusami tanto se quando i gemelli mi avevano detto che Harry aveva rifiutato tutte le ragazze mi sono ingozzata di cibo per il nervosismo e dopo mi sono sentita male!" disse tutto d'un fiato la ragazza, mettendo tra le braccia di William un altro possibile abito. 
"Mmh... beh, puoi sempre ballare con qualcun altro" 
"Non può abbandonare Neville, è il suo cavaliere e basta!" ribattè subito William cogliendo la palla al balzo, con un certo compiacimento. Se le congetture non ingannavano Ginny, il ragazzo stava facendo di tutto per convincerla a rimanersene buona solamente con il suo impacciato cavaliere, che non era attraente come i cavalieri delle altre ragazze. 
"Ancora stento a credere di essere stata invitata anch'io, sapete?" borbottò Demelza, arrossendo fino alla punta delle orecchie. "Ehm... mi scusi" aggiunse rivolta ad una commessa che masticava sguaiatamente una gomma, "di queste scarpe c'è solo il colore rosso? Sa, non vorrei prenderle proprio rosse. Mi piacerebbe un colore più tenue, perchè questo spicca troppo e potrei..." 
"Un attimo che controllo" la interruppe la commessa, infastidita. 
"Demelza... time out! Tu indosserai il rosso, e il caso è chiuso!" decise Vicky, fermando la signorina e gettando tra le braccia dell'amica quelle scarpe col tacco rosso luccicante. "E poi... sbaglio o voi due dovevate darmi due falci a testa? Sganciate, che ho vinto la scommessa!" 
"Cos'è questa barbaria?" inorridì Ritchie, mentre le due amiche, riottose al massimo, facevano scivolare nella tasca di una compiaciutissima e sorridente Vicky due falci d'argento, a testa




Ginny era stata davvero contenta della sua scelta per l'abito da cerimonia e per quella delle sue scarpe. Aveva comprato un semplice vestito dalla gonna in tulle di un blu carico, che le arrivava appena sopra al ginocchio, con un corpetto, decorato con dei piccoli brillantini di stras argento, leggermente più scuro del tulle di sotto. Carino e semplice, sempre meglio del grande vestito rosa confetto di Vicky e del sinuoso e seducente abito rosso di Demelza, che voleva morire di vergogna quando si accorse che l'avrebbe sul serio dovuto indossare. 
Le tre ragazze scesero dal dormitorio femminile tutte concitate a parlottare tra loro, poi d'un tratto Ron piombò addosso alla sorella, chiedendole aiuto e scuotendola come se avesse visto la morte in faccia. 
Demelza e Vicky si dileguarono via dalla Sala Comune, lanciando uno sguardo preoccupato a Ginny e suo fratello, mentre Ron trascinava la sorella verso una parte più appartata della stanza, iniziando a farfugliare cose incomprensibili. La ragazza non riusciva a capire nulla, e lo interruppe subito. 
"Ron! Ti spiace ripetere? E respira... si può sapere cosa diavolo hai passato?"
"UN GUAIO GROSSO!" strillò improvvisamente il fratello, il volto della disperazione. "Ho fatto una cosa molto stupida... molto stupida!" aggiunse, e la sorella lo afferrò per un braccio, e stavolta fu lei a trascinarlo via, spingendolo su una poltrona lì vicino e cacciando bruscamente un paio di timidi allievi del primo anno. Dopo che Ron ebbe ripreso il controllo di sè, lei lo incitò a parlare. 
"Beh?" 
"Ho invitato Fleur Delacour al ballo!" disse velocemente lui, gli occhi sporgenti e folli. L'orrore e il racapriccio vi era stampato dentro come se avesse realmente visto la morte in faccia, e Ginny era sicura di non aver capito molto bene cosa intedesse con: avere invitato Fleur Delacour al ballo. 
"Fleur Delacour è la campionessa di Beauxbatons?" 
"Sì! E io l'ho invitata, capisci? C'era un sacco di gente, e lei mi ha fissato come se facessi schifo... e in realtà faccio schifo davvero!" 
Sembrava che volesse piangere tutte le sue lacrime di vergona, ma Ginny non lo permise e iniziò a consolarlo e a dare pacche comprensive sulla schiena del fratello, cercando di tirarlo su di morale con qualche battutina allegra, senza alcun successo. Riuscì solamente a farlo calmare mentre alcuni ragazzi che scendevano a cena si voltavano a guardarli, con un piccolo sorrisino sulle labbra. 
"Che cosa è successo, Ron?" 
Ginny e Ron alzarono contemporaneamente la testa: non si erano accorti che Harry si era unito a loro. 
"Lui... ehm... ha appena invitato al ballo Fleur Delacour" spiegò Ginny, che cercava a stento di trattenere un sorrisetto. 
"Non so cosa mi è preso!" esclamò Ron, senza fiato. Cominciò a tormentarsi le mani in grembo, e le sue orecchie erano di nuovo tutte scarlatte dalla vergogna. "Lei era lì, stava parlando con Diggory, è stato più forte di me... e gliel'ho chiesto!" aggiunse gemendo, e affondò il viso tra le mani, nascondendolo alla vista e continuando a farfugliare cose di cui non si capiva nulla. 
"Avevi ragione, è in parte Veela" lo interruppe Harry, sedendosi accanto a lui. "Forse sei passato mentre faceva un incantesimo a Diggory e ci sei rimasto in mezzo. Ma comunque perdeva il suo tempo: lui va al ballo con Cho Chang" fissò Ron e l'amico gli restituì uno sguardo, "l'ho appena invitata e me l'ha detto" aggiunse. 
Ginny all'improvviso aveva smesso di sorridere. Ed era per quel motivo che aveva rifiutato tutte le ragazze che gli capitavano sotto tiro? Per andare al ballo con quell'idiota della Chang? Ma certo, in quel momento era tutto molto più chiaro! Era dall'anno precedente che lui le sbavava dietro, rischiando perfino di far perdere una partita di Quidditch di Grifondoro piuttosto che buttarla giù dalla scopa. Ginny aveva i suoi sospetti e probabilmente avrebbe dovuto pensarci prima, invece si era ingozzata di cibo fino a scoppiare. Per lui. Cavolo, per lui! Però... la coppia Cho e Cedric non era proprio male, li adorava insieme. 
I maschi sono tutti uguali, dovevi rifiutare l'invito di tutti! sussurrò imperterrita nell'orecchio della ragazza una sè infame, col forcone, corna e coda rosse.
"Pazzesco, siamo i soli del nostro anno senza una ragazza!" disse Ron, stupefatto da quella notizia mentre Ginny tornava alla realtà. "Noi e Neville... e indovina chi ha invitato? Hermione! Ma lei gli ha detto che andava già con un altro... figuriamoci! Non voleva andarci con Neville!" 
"Stai zitto!" intervenne Ginny seccata. Quella faccenda stava degenerando, e ricordando le parole di Hermione a proposito di ragazzi e, in particolar modo, di quei due ragazzi si infuriò ancora di più, e non le importava neanche che Ron si era ripreso dal suo catastrofico show con la Delacour. "E non ridere!" aggiunse, quando Hermione attraversò il buco del ritratto e si unì a loro, confusa. 
"Perchè voi due non siete venuti a cena?" 
Ginny la fissò con insistenza, come per dirle che aveva ragione su suo fratello, e disse: "Perchè... smettetela di ridere, voi due... perchè tutti e due sono appena stati bidonati dalle ragazze che avevano invitato al ballo!" e questo, con gran soddisfazione della ragazza, chiuse loro la bocca. 
Punto per Ginny
"Tutte quelle carine erano già occupate, Ron?" ribattè Hermione in tono acido, ma Ron la stava fissando come se la vedesse con una luce diversa. 
"Hermione, Neville ha ragione: tu sei una ragazza!" 
"Però, sei un fulmine" 
"Beh... puoi venire con uno di noi due"
"No, non posso... perchè ci vado già con un altro!"
"Non è vero!" l'accusò prepotentemente Ron, e Ginny rimase a bocca aperta da tanta sfacciataggine. Se non fosse stato suo fratello, sangue del suo sangue, l'avrebbe ammazzato di botte, lì, in quel momento... alla Babbana. Si sarebbe accontentata anche se fosse stato un suo cugino, pur di ammazzarlo e di riempire di pugni quella sua faccia sfacciata. "L'hai detto solo per liberarti di Neville!" continuò, convinto. 
Viktor Krum doveva essere più appetitoso di Ron... 
"Oh, davvero? Solo perchè tu ci hai messo tre anni per accorgertene, non vuol dire che nessun altro ha capito che sono una ragazza!" sbottò Hermione sentendosi montare di rabbia, gli occhi che lampeggiavano sinistri. E detta la sua ultima parola gli voltò le spalle e si diresse a grandi passi nel dormitorio femminile, probabilmente per vomitare. 
Punto per Hermione
"Sta mentendo" disse ancora Ron, con l'ombra di un sorriso.
"Non è vero" obbiettò la sorella. 
"E allora chi è?" 
"Non sarò io a dirtelo, sono affari suoi!" 
"D'accordo, questa faccenda sta diventando assurda" riprese Ron assai sconcertato, non riuscendo proprio a capire che era arrivato troppo tardi con Hermione e che Viktor Krum l'aveva appena superato in un duello per la conquista del cuore della ragazza. "Ginny, tu puoi andare con Harry e..." 
Punto per Ro...cosa, cosa, cosa? Con chi sarebbe andata lei? Con Harry? Ma proprio quell'Harry? No, non era possibile e non ci poteva credere, uno dei suoi più grandi desideri ardenti avrebbe potuto avverarsi ma... qui prevaleva l'orgoglio Grifondoro, era davvero impossibile che lei l'avrebbe accontentato così facilmente, accettando la propostafatta da Ron come una che gli strisciava ai piedi. Non era mica la sua seconda scelta e non si sarebbe fatta trattare così da una piccola carogna bastarda! La stava trattando come l'ultima spiaggia, come aveva fatto Ron con Hermione. 
Harry la fissava, e Ginny si corresse mentalmente: una piccola carogna bastarda e affascinante.
"Non posso" dichiarò la ragazza con dignità, diventando anche lei scarlatta. Fu proprio pensando ad Hermione e alle sue parole che trovò la forza di rifiutare. "Ci vado con... con Neville. Mi ha invitata quando Hermione gli ha detto di no, e ho pensato... che altrimenti non potevo andarci" in quel momento si avvilì particolarmente, pensando a tante cose contemporaneamente e riempiendo di insulti quella faccia occhialuta che si trovava Harry Potter. 
I due ragazzi la fissarono ancora più sconcertati. 
"Credo che andrò a cena..." 
Ginny uscì a testa china dalla Sala Comune, esibendosi in tutta la sua fantastica e totale disperazione. Magari, una volta scesa giù, avrebbe potuto chiedere a Madama Chips una buona dose di calmante per i nervi. 






Angolo autrice
Capitolo del tutto nuovo, sostiutito da quello di prima. Credo che farò molta fatica a far entrare tutte le mie modifiche nei vari capitoli ma, purtroppo, è un lavoraccio che mi spetta. Come potete vedere, ci sono tre parti completamente nuove e spero divertente. Mi è piaciuto molto scriverle, e spero che piaceranno anche a voi tutti.
Baci!

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Capitolo 28
*** Il Ballo del Ceppo. ***


IL BALLO DEL CEPPO.


Il fatidico giorno di Natale arrivò in fretta e le tre ragazze erano passate dalla fase neutrale alla fase ansia, a causa della sera dell'imminente e tanto famoso Ballo del Ceppo, che aveva ossessionato tutti gli studenti di Hogwarts. Ginny e Demelza però, non erano particolarmente entusiaste dei loro cavalieri e non vedevano l'ora che quel ballo finisse in fretta... e Ginny avrebbe volentieri voluto ammazzare l'amica, strozzandola nelle sue stesse mani. Demelza era stata invitata al ballo, aveva comprato un vestito da sballo e aveva un cavaliere bellissimo, dalla chioma argentea e gli occhi blu... che cosa diavolo voleva di più? Magari poteva prestare a Ginny il suo cavaliere e la ragazza le avrebbe dato il suo, sperando che Demelza lo considerasse un scambio abbastanza equo.
"Susan Bones è davvero molto carina... hai fatto un'ottima scelta, casanova" disse quest'ultima con un sorrisino, allungando il collo per guardare al tavolo dei Tassorosso dove era seduta una ragazza pienotta, dai capelli biondo rame. 
"Modestamente, mi sento piuttosto soddisfatto!" ribattè Christopher. Alzò la mano in segno di saluto e la ragazza, notandolo dal suo tavolo, ricambiò il saluto diventando rossa come una passata di pomodori. "Ragazzi, è arrossita... vuol dire che le piaccio?" 
"Non così in fretta!" Vicky gli mandò a monte tutte le speranze, mentre trangugiava il suo yogurt dietetico dall'aspetto terribilmente disgustoso. "Se è arrossita o ti ha sorriso in quel modo non vuol dire che devi piacergli per forza, magari ha una leggera cotta o gli sei solamente simpatico... ma ne dubito. Vedi di non strafare con lei, capito? Ah, noi donne siamo un libro che voi maschi ancora non riuscite a leggere!"
"Oh, risparmiati" borbottò Ritchie disgustato, imburrandosi il pane tostato. 
Ginny ridacchiò divertita, ma smise molto in fretta perchè aveva deciso di restare del suo fastidioso umore tempestoso: Harry era a pochissimi metri da lei e non le aveva rivolto nemmeno uno sguardo dopo quello che era successo la scorsa sera, sotto lo sguardo contrariato di Hermione. Chissà... forse il ragazzo era davvero arrabbiato ma quelli non erano problemi di Ginny: lui aveva sbagliato davvero con lei. Se non avesse detto chiaramente che gli piaceva la Chang e voleva passare tutta la serata ballando con lei, Ginny avrebbe perfino pensato che fosse gay piuttosto che ammettere che lui la ignorava completamente. 
Smettila di soffrire e mandalo a fan... 
"E allora!" Ginny interruppe il suo piccolo ego col forcone, attirando l'attenzione degli amici perchè aveva parlato a voce un pochino troppo alta. "Sono sicura che al ballo ci divertiremo tutti, e voglio che non pensiamo a niente di brutto" lanciò uno sguardo al ragazzo in questione, "finchè siamo qui dentro a divertirci. Intesi?"
"Così ti voglio!" esclamò la bionda, sporgendosi per darle il cinque. Gli altri sorrisero e William, invece, stava aprendo la bocca per dire qualcosa di assolutamente ingiusto oppure ammonitorio quando una piccola figurina si stagliò dietro di lui: Colin esibiva un gran sorriso e la sua solita macchina fotografica.
"Ciao!" li salutò allegramente lui. 
Un attimo di silenzio: i ragazzi iniziarono a guardarsi tra di loro. 
"Credevo ti fossi dimenticato di noi!" esclamò poi Ritchie, contento di vedere l'amico. Ma gli altri non furono entusiasi come il ragazzo nel rivedere Colin, che era da secoli che non si faceva più vedere, e non si sapeva per quale oscuro motivo. "Fantastico! Perchè non ti siedi con..." 
"... noi?" sbraitò Ginny, mettendo immediatamente a tacere Ritchie con un'occhiataccia glaciale. Tornò a fissare quello che, tanto tempo prima, era il suo migliore amico, e iniziò a dirgliene quattro: "Ci hai finalmente degnati della tua presenza, eh? Bravo, complimenti... ma la festa è finita. Andiamo via, ragazzi!"
Si alzò dal tavolo dei Grifondoro, sotto lo sguardo stupito di Colin e degli altri amici, e percorse in tutta fretta la Sala Grande per uscire da lì, sperando che i suoi amici non cedessero così in fretta e la seguissero per andare tutti insieme in Sala Comune. Sì... perchè le cose dovevano andare così, perchè nessuno era la seconda scelta di nessuno, e forse fu proprio l'argomento delle seconde scelte ad aver infastidito particolarmente la ragazza.
"Gin, aspettaci!" gridò Demelza dalla sala, in modo frettoloso. 
"EHI!" esclamò invece la voce di Colin, e Ginny si fermò di scatto per vedere cosa aveva da dire. "Oh, mi hai fatto correre come un pazzo... ma perchè mi tratti così? Credevo che noi fossimo amici!" aggiunse il ragazzo, in modo molto triste e sconsolato. "Sai come stanno le cose, lo sai... sono venuto da voi appena ho potuto! Mio fratello non mi vedeva da secoli, questo primo anno è stato un incubo per lui!" 
"Siamo tutti tremendamente stanchi di essere la seconda scelta di qualcuno!" ribattè Ginny con disprezzo, guardando l'amico che le era stato vicino durante il suo primo anno d'inferno e desiderando che l'avesse fatto ancora. Demelza e gli altri li avevano raggiunti, e guardavano la scena come ipnotizzati mentre gli studenti li superavano per andare a fare colazione, tutti eccitati. 
"Devo stargli vicino, non posso abbandonarlo così" disse ancora Colin. 
"Colin..." disse piano Demelza, che aveva gli occhi lucidi ma il ragazzo la interruppe, continuando a guardare Ginny. 
"Lo sai come stanno le cose!" ribadì.
"No invece, non lo so!" scattò la ragazza, facendo un passo avanti e stringendo i pugni. "Nessuno di noi lo sa, perchè tu non ti sei mai degnato di farcelo sapere! Personalmente? Sono stufa marcia di essere la seconda scelta di qualcuno!" 
Un nodo in gola le impediva di parlare e, senza ascoltare altro, corse via usando la scala girevole al primo piano. 




"Mi stai tormentando, Demelza" 
"Ti sto tormentando perchè non ti riferivi proprio a Colin, oggi" 
"Dem... tra poco c'è il ballo... vuoi, per favore e cortesia, smetterla di tormentarla?" intervenne Christopher. 
Ginny era totalmente su di giri: ci mancavano solamente Demelza e Colin a rovinarle quel dannato ballo, ed avevano completato il quadretto dell'armonia. Tuttavia, la giornata passò velocemente e le ragazze non vedevano l'ora di indossare i loro elegantissimi abiti da cerimonia per partecipare all'evento, parlando di tanto in tanto della scenata avvenuta con Colin: Demelza accusava Ginny di non aver parlato solamente riferendosi a Colin, e Ginny la lasciava parlare... perchè era la verità. Il problema era che Harry Potter influiva molto nella vita della ragazza e Colin, avendo messo loro in secondo piano, l'aveva fatta imbestialire. 
Seconde scelte, seconde scelte ovunque! 
L'ora dei preparativi arrivò in fretta e nel dormitorio delle ragazze si scatenò un vero e proprio pandemonio: le tre amiche indossarono i loro abiti, dimenticando i loro problemi e iniziando a cantare canzoncine senza senso per tutto il tempo che erano lì nel dormitorio. A quelle tre scalmanate (molto meno Demelza) si unirono anche due scatenate Alice e Rose, che erano state invitate da un paio di compagni di classe dei gemelli. 
"Oh porca pu... Demelza, aiutami!" supplicò Rose, tenendo in mano la stoffa rotta del suo vestito e Demelza corse da lei, con una scarpa col tacco al piede destro e un calzino arcobaleno al piede sinistro, sfoderando la bacchetta per aiutarla. Nella fretta di riuscire ad essere puntuale, Rose doveva avere strappato il suo abito nuovo, e questo la fece incredibilmente disperare. 
Ginny arrivò anche a pensare, mentre alzava la zip del suo semplice abito blu, che quel Ballo del Ceppo era stato organizzato solo per far saltare i nervi agli studenti, che erano già schizzofrenici per conto loro senza l'aiuto di nessun evento caratteristico. 
"Non ti muovere o sbaglio l'incantesimo!" 
"Sbrigatiiiiiii!" 
L'avevo già detto che c'era il pandemonio su nel dormitorio? Fortunatamente i preparativi, durarono sì un'ora abbondante, ma alla fine si conclusero per il meglio e le cinque ragazze, guardandosi raggianti, non facevano altro che farsi i complimenti a vicenda, sistemandosi collane e bracciali fuori posto. Quando Ginny uscì dal dormitorio e si diresse in Sala Comune, Neville non c'era: come al solito, era in perfetto ritardo. La ragazza quindi decise di avviarsi nella Sala d'Ingresso intanto che il suo cavaliere finiva di prepararsi e la raggiungeva in tutta fretta. 
"Ohhhh, guardate quanti bei fusti!" commentò Vicky vivacemente, una volta che furono in Sala. 
"Niente di cui lamentarmi" borbottò Demelza, le cui guance si erano tinte di un rosa pallido. 
Ginny lanciò uno sguardo curioso in giro e vide che l'amica tutti i torti proprio non li aveva: erano tutti molto affascinanti ed eleganti, mentre attendevano le loro dame e si facevano largo tra la folla per cercare le ragazze di case diverse dalle loro. Molti lanciarono delle occhiatine curiose a Ginny e lei arrossì leggermente, mentre cercava di reggersi in piedi e di non sembrare troppo imbranata sui quei tacchi odiosi, che la facevano assomigliare ad una che cammina sulle uova: non avrebbe resistito per tutta la serata, questo era più che certo. 
Poi qualcuno ebbe la brillante idea di pestarle anche un piede...
"AHIO!" gemette la ragazza. "Stai più attento la prossima..." zittì in fretta, perchè quello che le aveva pestato il piede era Cedric. 
"Scusami!" Cedric si voltò dalla sua parte preoccupato, costatando che stesse bene. Poi la riconobbe e aggiunse, in modo molto gentile e cortese: "Ginny, giusto? Ricordo che siamo andati alla Coppa insieme, ma quasi non ti riconoscevo così. Stai molto bene, sai?" 
Ginny temette di diventare dello stesso colore dei suoi capelli.
"Grazie, stai bene anche tu" ribattè lei, con voce un pochino troppo acuta. Ma in effetti più che stare bene... Cedric stava un vero e proprio schianto. E uno schianto, diciamoci la verità, quel ragazzo lo era sempre, anche quando era in pigiama tutto arruffato e pieno di sonno. Hem hem, Ginny l'aveva visto alla Coppa del Mondo combinato in quella maniera e non le era risultato affatto brutto e spaventoso, anzi.
Cedirc le sorrise e le augurò una buona festa prima di andare via, mentre Vicky sibilava cose incomprensibili al fianco dell'amica. Una volta che lei e Demelza si furono allontanate insieme ai loro cavalieri stranieri, Ginny prese a cercare Neville in tutta quella folla, incontrando prima Dean Thomas che le sorrise e le fece i complimenti, e poi suo fratello Ron, a braccetto con Padma Patil ma con la testa totalmente altrove. 
"Neville, finalmente!" esordì la ragazza, quando lo vide. 
Era molto elegante come tutti, ma molte cose stonavano completamente: il nodo della cravatta era fatto una vera schifezza e dai pantaloni fuoriusciva una piccola coda bianca, che Ginny sperò con tutto il cuore fosse la coda della camicia e non le mutande. Del resto però (non guardando le mutande che uscivano dal pantalone di raso nero), stava abbastanza bene. Ma infondo, cosa ci si poteva mai aspettare da Neville Paciock se non che scendesse con qualcosa fuori posto? Era normale per lui, ed era già tanto che Ginny fosse lì al ballo. Tutto sommato, avrebbe dovuto ringraziarlo in ginocchio. 
"Scusami, sono sempre in ritardo e... sei bellissima..." balbettò Neville, arrossendo tutto in un botto. 
No, forse ringraziarlo in ginocchio non sarebbe stato molto decoroso. 
"Grazie mille!" lo ringraziò Ginny cortesemente, facendogli un gran sorriso. Poi si schiarì la gola, e lo incoraggiò: "Entriamo dentro? Credo che stanno arrivando i campioni e dovremmo già essere lì dentro per dare loro il benvenuto o una cosa del genere" e allungò il collo sopra le teste degli altri studenti per vedere meglio i campioni, anche se uno l'aveva già meravigliosamente beccato. 
"C-certo sì, andiamo..." 
Ginny prese a braccetto Neville e lo trascinò con forza dentro, con l'aria di chi sta per guidare un grosso cane particolarmente pigro e impacciato sul da farsi. Harry doveva essere per forza lì insieme alla sua nuova partner e Ginny non aveva nessunissima intenzione di vederlo e di scoprire con rammarico che aveva rimorchiato la ragazza più sciocca che l'aveva aspettato farsi avanti. Quando entrarono in Sala Grande del castello, Ginny rimase a bocca aperta e quasi non la riconobbe dalla bellezza: le pareti erano tutte ricoperte da brina d'argento scintillante, con centinaia di ghirlande di edera e vischio che s'incrociavano attraverso il nero soffitto stellato e con stalattiti di ghiaccio che pendevano dappertutto. Cielo, era meravigliosa davvero. 
L'ideale per rimorchiare, avrebbe detto Vicky. 
"Vieni, Neville... facciamo spazio, ci siamo messi vicini all'entrata" 
Si spostarono dall'entrata giusto in tempo per vedere entrare i quattro campioni del Torneo Tremaghi e farsi largo sul tappeto d'argento che fungeva da passerella: in testa alla fila c'era Fleur Delacour, splendida e abbagliante nel suo abito argento, accompagnata dal famoso Roger Davies, il capitano della squadra di Quidditch di Corvonero; poi c'erano Cedric e Cho; Krum insieme ad Hermione, che era bella come il sole e le rivolse un gran sorriso mentre passava da lì (il fan club di Krum non fu molto ben disposto nei confronti della ragazza); e infine, a chiudere la brevissima fila, Harry Potter con la sciocca Calì Patil. 
Ginny quasi scoppiò vivamente a ridere: Harry sembrava parecchio confuso, mentre Calì rivolgeva dei gran sorrisi a tutti e portava il ragazzo con tanta energia da farlo sembrare un cane di esibizione. La rossa fu molto contenta di vedere che il ragazzo sembrava a disagio, per niente attratto dalla sua compagna di danze. 
"Hermione Granger... con Viktor Krum?" 
"La conosci?"
"Claire, è la secchiona della scuola!" 
"Non ci credo... non sembra lei!" 
Passando vicino al fan club di Krum, Ginny rivolse loro un'occhiataccia terribile mentre alzava un sopracciglio e le ragazze sgattaiolarono via, probabilmente per andare a spettegolare o insultare Hermione da una parte leggermente più intima. Ginny trascinò ancora Neville, e lo condusse ad un tavolo vicino per la cena.
"Viktor Krum ha invitato Hermione, allora?" chiese Neville, prendendo posto sulla panca. 
"Sì" rispose Ginny, servendosi del tacchino e una patata al forno. "Sta molto bene, vero? Il fan club di Krum non la pensa allo stesso modo, però nessun Serpeverde le ha trovato qualcosa di brutto da dirle. Non hai visto la loro faccia?"
Neville scosse la testa, ma la ragazza aveva già visto abbastanza: Draco Malfoy era stato come folgorato dalla sua bellezza (infatti apriva e chiudeva la bocca senza emettere alcun suono) e Pansy... beh, come quasi tutte le ragazze lì, sembrava davvero invidiosa.
"Sono contento che abbia rifiutato" disse d'un tratto Neville, mentre Ginny beveva del succo di zucca. "Hermione, dico. Perchè alla fine a questo ballo ci siamo andati noi due insieme, quindi mi ha fatto... insomma... piacere"
"Sì, come amici" volle mettere in chiaro la ragazza, scrutandolo appena. 
Neville alzò lo sguardo su di lei, e confermò: "S-sì, come amici... certo... è ovvio..." balbettò. 
D'accordo, era meglio cambiare argomento o lì si finiva davvero male. Ginny fissò di nuovo la Sala Grande addobbata così bene per Natale, diede uno sguardo curioso agli studenti, individuando le sue due amiche che cenavano con i loro rispettivi stranieri, poi tornò di nuovo a guardare Neville cercando di dialogare. 
"Chi avresti voluto invitare se non avessi invitato me?" chiese stupidamente. 
"In verità... non ci ho mai pensato. Non ho mai avuto il coraggio di andare da qualcuna e invitarla da qualche parte, sai?"
"Con me l'hai fatto!" esclamò la ragazza, con un sorriso. 
"Sì, perchè ti conoscevo già da qualche annetto. Era più semplice, no?" rise nervosamente lui. 
"Non hai tutti i torti" borbottò lei, cercando poi di metterlo a suo agio. Poi la conversazione divagò e si ritrovarono a parlare di inviti vari e balli di paese, ma le Sorelle Stravagarie misero fine alla loro conversazione, perchè si posizionarono sul palco e cominciarono a suonare una canzone lenta, che sembrava un valzer. 
"I campioni aprono le danze..." disse Neville. 
E infatti, i quattro campioni iniziarono a ballare con i loro partner e molti studenti li raggiunsero in pista ben presto, perfino Silente e la McGranitt iniziarono a ballare insieme! Curiosa e divertita, Ginny allungò il collo per vedere dov'era finito Harry e spintonò Neville. 
"Vieni a ballare!" sibilò spiccia, afferrandolo per una manica e trascinandolo in pista. 
"C-certo..." 
Lui inciampò nei suoi stessi piedi ma la seguì immediatamente (non che avesse scelta, d'altronde), mettendole timidamente un braccio attorno alla vita mentre Ginny stringeva nervosamente la mano nel ragazzo nella sua, l'altra sulla sua spalla. Inziarono a volteggiare (era, ovviamente e senza alcun dubbio, Ginny a portare) e fu piuttosto rilassante stare lì a ballare un lento. 
Sembro una stalker... pensò la ragazza, mentre di proposito si avvicinava furtivamente a Calì ed Harry, che non faceva altro che tendere il collo per osservare... beh, ovvio che stava stalkerando Cedric e Cho che ballavano lì vicino! Ginny si ritrovò a sbuffare sonoramente e fece un brusco movimento, col risultato che Neville le pestò con perfezione entrambi i piedi. 
"Scusami!" disse, vedendola strizzare gli occhi.
"Non è nulla..." mentì lei, che quasi lacrimava ma che cercava, nonostante tutto, di ancora di tenere d'occhio Harry senza fare più movimenti come quello che aveva appena fatto e portando Neville ad impazzire per il suo frequente cambio di posizioni. Notò che il ragazzo non si sentiva molto a suo agio quando lei continuava a comportarsi in quel modo, così decise di mandare al diavolo Harry per rivolgersi completamente al suo partner. 
Mi devo solo divertire, questa è la mia serata! 
"Vorrei tanto saper ballare come lui..." borbottò Neville mestamente, indicando Viktor Krum che faceva volteggiare Hermione con un'abilità davvero sorprendente e la teneva stretta e salda tra le sue possenti braccia da Cercatore. 
"Immagino che sia stato invitato a molti balli, Krum... vero? Infondo è un giocatore di Quidditch di fama internazionale, no?" fece Ginny distrattamente, osservando ancora il ragazzo che faceva fare una perfetta giravolta ad una stupita Hermione "Ed era ovvio che dovesse saper ballare così. Ma non ti preoccupare, noi andiamo benissimo così: siamo una coppia di imbranati, e io non sono chissà quale ballerina" aggiunse per tirargli su il morale, mentre la musica si faceva movimentata. 
"Sono contento che quando ti ho pestato i piedi non hai strillato. Una volta ballai insieme alla nonna..."
"Tu cosa?"
"Sì!" esclamò lui, illuminandosi in volto per essere riuscito a far ridere, probabilmente per la prima volta in vita sua, una ragazza. "Ballai con mia nonna ad una festa in famiglia, e non facevo altro che pestarle i piedi. Poverina, devo averle fatto male perchè sbraitò per più di cinque minuti mentre la musica continuava a rimbombarmi nelle orecchie. Pensa al contrastro tra... il suono della musica e quello orribile di tua nonna"
Ginny scoppiò sinceramente a ridere, e rispose: "Anche a me accadde una cosa del genere, quando ero a casa di zia Muriel" pensò con orrore alla sua vecchia prozia orribile, e raccontò una storiella che era capitata, mentre la musica cambiava ogni volta e si faceva sempre più da discoteca. 
Infondo, non era male stare con Neville e insieme si divertirono davvero un mondo, a fare mille congetture su come allontanare zie e nonne fastidiose che volevano ballare con i nipotini e raccontando vari e divertenti aneddoti di famiglia: sembrava proprio che Ginny Weasley e Neville Paciock fossero diventati amici, e la ragazza si ritrovò a pensare che alla fine quel ballo qualcosa di buono l'aveva fatto. 
Infine, per rovinare tutta l'atsmosfera amichevole che si era creata, a Ginny bruciarono i piedi. 
"Porca miseria! Sapevo che con questi dannati tacchi non..."
"Sediamoci" propose subito Neville affannato, trascinando la sua dama verso un divanetto vicino. 
Ginny zoppicò pian pianino e ci sprofondò letteralmente sopra, togliendosi velocemente le scarpe col tacco e gettandole via, notando che le avevano procurato dei segni rossi sulla pianta dei due piedi. Imprecò sottovoce, e si massaggiò i piedi con una mano e con l'espressione di chi non avrebbe voluto alzarsi mai da lì. 
"Che ne dici se vado a prendere da bere?" suggerì Neville titubante. 
"Dico che sarebbe perfetto e che ti accompagnerei volentieri se non avessi perso l'uso degli arti" ridacchiò prontamente Ginny e Neville si allontanò da lei con un sorriso, trotterellando verso il tavolo delle bibite dall'altro capo della stanza. 
Ginny lo seguì con lo sguardo, per vedere cosa combinava ma...
"Festa interessante, non è così?" 
Una voce sognante distolse l'attenzione di Ginny da Neville, e lei si voltò piano alla sua destra trovandosi faccia a faccia con una sua compagna Corvonero, che seguiva il corso di Cura delle Creature Magiche con loro: Luna Lovegood, si chiamava... se le informazioni di Ginny non sbagliavano altamente.
"Sì, interessante" rispose piatta la ragazza. 
"Tu sei Ginny Weasley di Grifondoro, noi facciamo lezione insieme. Io sono Luna Lovegood, non so se..."
"Mi ricordo" la interruppe Ginny bruscamente, pensando alla stramba e silenziosa ragazza con i rapanelli sulle orecchie e i tappi di burrobirra appesi al collo, che le davano un aria completamente tocca e stralunata. Luna Lovegood era quel tipo di persona che viveva sulle nuvole, e durante le lezioni di Hagrid non prestava mai attenzione a ciò che diceva, mettendo a disagio il gigante. 
"Sei stata invitata" osservò la ragazza, dai lunghi capelli biondi. 
"Tu no?" chiese Ginny, immaginando già la risposta anche da come era vestita la ragazza. 
"No" rispose prevedibilmente Luna con aria tranquilla, mentre sfoggiava ancora i vestiti della mattina: un maglioncino viola e dei pantaloni rosa che facevano a pugni con le sue scarpette a ballerina dorate, "ma non mi piacerebbe essere qui per ballare, io non amo ballare..."
Ginny non sapeva che dirle: Luna la metteva a disagio, osservandola attentamente con quegli chiari occhi sporgenti e curiosi. 
"E come mai sei qui?" domandò poi la rossa. 
"Volevo solo dare un'occhiatina in giro" gongolò Luna, prendendo un cocktail e schiudendo le labbra sulla cannuccia blu. Ginny notò che sulla sua testa c'erano un paio di occhialoni rosa e pregò il cielo che non li indossasse proprio quando era insieme a lei. 
Di nuovo, la ragazza rimase zitta e non trovò nulla da dire. 
"Tu eri molto famosa al primo anno, per l'incidente della Camera dei Segreti... ricordi, no?" al solo pronunciare quelle parole, Ginny avvampò e il suo cuore battè a mille: era proprio il caso di ricordarle di quell'increscioso incidente proprio adesso? Quella aveva proprio un bel coraggio, dato che nessuno aveva mai parlato con Ginny di quell'argomento tanto spinoso, ma Luna non sembrava accusarla. "Era un oggetto molto oscuro, il diario? Apparteneva ad un mago oscuro?" aggiunse, con estrema curiosità. 
"Sì" 
"Potente, immagino... così potente da farti fare cose brutte. Ma non fu colpa tua, no di certo" 
Luna scosse la testa, poi si alzò e le augurò una buona serata mentre si incamminava saltellando nel parco del castello, tutta sola e senza amici. Ginny avrebbe tanto voluto accompagnarla o magari stare a parlare ancora con lei perchè, a parte il fatto che quasi le faceva un pochino di pena, ma parlare con lei, oltre che a metterla a disagio, la faceva sentire anche piuttosto calma. Un sentimento controproducente sì, ma interessante. 
Ma Neville che fine ha fatto? si ritrovò a pensare Ginny, dimenticando che il suo partner era via da cinque minuti. 
"Ehi" 
"Finalmente ti sei deciso a portarmi la Burrobi..." 
Ginny si interruppe sgranando gli occhi, perchè quando si voltò alla sua destra vide che il ragazzo che le aveva parlato non era per niente Neville: alto, dai capelli lunghi e scuri e gli occhi di ghiaccio, pareva un principe... altro che Neville. Ma stava sorridendo proprio a lei? Sì, e la ragazza ricambiò il sorriso, abbassando poi i piedi dal divanetto per fargli spazio, ricordandosi solo in quel momento di essere stata sgarbata con Luna. 
"Sono Micheal Corner di Corvonero" continuò il ragazzo, con un sorrisino sulle labbra. 
"Ginny Weasley" si presentò la ragazza, tendendogli la mano mentre lui si sedeva accanto a lei sul divanetto di pelle. 
"Grifondoro?" chiese lui, stringendole la mano. 
"Grifondoro" confermò Ginny, e la sua mano libera salì ad aggiustarsi i capelli spettinati. 
Micheal sembrava osservarla con profondo interesse, poi disse: "Sono un amico di Victoria Probisher, il suo ex è il mio migliore amico" e fece un gran sorriso, mentre Ginny ricordò con orrore le parole dell'amica all'inizio dell'anno. 
"Oh, ehm... davvero?" buttò lì. 
"Davvero, sai... Victoria è molto simpatica"
Ginny annuì, e piombarono nel silenzio: Vicky aveva dannamente ragione, e l'avrebbe squartata viva se le avesse detto che improvvisamente le credeva, perchè aveva conosciuto quel misterioso ragazzo di cui le parlava tanto. Un buon motivo per restare zitta e vedere come andava a finire quella conversazione con Micheal Corner, e se andava a finire in un certo modo avrebbe dovuto dire tutto alle amiche. E Vicky l'avrebbe squartata.... ma dettagli. 
"Ti ho vista parlare con Luna Lunatica Loveg..."
"Com'è che l'hai chiamata?" lo interruppe immediatamente la ragazza, soffocando un risolino. "Luna LunaticaLovegood?"
"Non vedi quanto è strana? Tutti noi di Corvonero adoriamo chiamarla così, e abbiamo preso l'abitudine" 
"Ma Lunat..."
"Scusami, stavo chiacchierando con un mio amico. Ecco la Burrobirra!" annunciò d'un tratto Neville, rendendole un boccale tracannante di Burrobirra e ponendo fine alla conversazione tra la sua dama e un furtivo cavaliere ladruncolo di dame, Micheal Corner. 
"Grazie, cominciavo a darti per disperso..."
"MICHEAL!" Una voce adirata sovrastò la musica, e i tre ragazzi si voltarono: quella che veniva verso di loro con aria contrariata era di sicuro Hannah Abbott, con cui Ginny aveva scambiato poche parole qualche volta durante quel terzo anno. Era una timida e carina Tassorosso, dai corti capelli biondi sempre legati in due treccine scompigliate che sembrava andare molto d'accordo con Neville. 
"Micheal, insomma! Ciao ragazzi, come state?" chiese poi gentilmente agli altri. 
Loro borbottarono che stavano bene, e Hannah fece un gran sorriso per poi ridurre gli occhi blu in due fessure. 
"Allora, vuoi chiedermi di ballare o no? Abbiamo ballato una volta sola, sono rimasta a chiacchierare tutto il tempo..." 
Fece un faccino così tenero e dolce che Ginny si stupì che Micheal Corner rimanesse impassibile. 
"Lo chiedo a lei" disse il ragazzo, prendendo la mano di Ginny con delicatezza e mandandola in tilt un attimo. 
"N-non mi s-sembra il..."
"Andiamo, è solamente un ballo!"
"D'accordo, allora ci scambiamo partner?" propose timidamente Hannah Abbott, prendendo goffamente la mano di Neville e facendo diventare il ragazzo tutto rosso, come un peperone. "Vi va, allora? Ginny... Neville?" aggiunse titubante verso i due ragazzi. 
Neville sembrava deciso a non parlare e si limitò a balbettare qualcosa di assolutamente confuso. Ginny e Micheal annuirono, una leggermente incerta e l'altro sicuro con profonda energia, così Hannah trascinò via Neville mentre le Sorelle Stravagarie attaccavano un tango passionale. Ginny seguì il suo nuovo cavaliere nella pista da ballo, lanciando uno sguardo a Demelza e al francesino che ballava proprio lì accanto a loro e inarcando le sopracciglia quando si ritrovò a pochi passi da lei, che ridacchiava senza ritegno: che avesse bevuto così tanto? 
Poi Micheal la strinse saldamente a sè, facendole dimenticare tutto. 
"Era la tua dama? Hannah, intendo..." borbottò Ginny, mentre Micheal Corner la faceva volteggiare tra le sue braccia. I pensieri di Ginny si riempirono di cose molto belle, tra cui varie esclamazioni molto piacevoli su Micheal. 
"Sì, abbiamo ballato una volta ma non mi ispira... soprattutto nel tango" precisò sbuffando. 
"E io ti ispiro, quindi?" chiese Ginny stupefatta, assumendo un'aria superiore. 
"Soprattutto nel tango" rispose lui in un sussurro, guardandola fisso negli occhi con aria di chi non avrebbe mai smesso e le guance di Ginny quasi rischiarono di andare letteralmente a fuoco: avrebbero potuto cuocersi benissimo in una pentola e diventare delle frittelle rosse e bruciacchiate. Ma perchè doveva arrossire proprio adesso? Cavolo, e il tango poi... perchè doveva capitare tutto a lei? 
Non sapendo con chi prendersela, se non col mondo, cambiò argomento: "Balli molto bene... sai?" chiese. 
"Lo so, mi piace molto ballare. Ti do lezioni di danza, ti va?" rise il ragazzo e Ginny trovò la sua risata così incredibilmente sensuale e cristallina da metterci un paio di secondi prima di dargli una vera e propria risposta, incerta. Sì, incerta... perchè Micheal Corner era il primo ragazzo che non era Harry Potter per il quale Ginny aveva provato uno spiccato interesse da subito. 
Sono impazzita! pensò con rabbia, prima di rispondergli. 
"Sì, le lezioni... no, cioè... volevo dire... io so ballare!" protestò, col cervello in time out. 
Lui si limitò a ridacchiare, e le fece fare un perfetto caschè alla fine della musica: i loro volti si trovarono così vicini che perfino le lentiggini della ragazza parvero andare a fuoco, imbarazzata da quella vicinanza così... non riusciva a spiegare, non aveva mai provato nulla di simile con nessuno. 
"Andiamo a fare un giro nel parco del castello?" chiese Micheal, prendendole la mano. 
Ginny non dovette pensarci su, e rispose: "Perchè no!" 




"... e poi, non sapendo più che diavolo fare, l'ho invitata al ballo" concluse Micheal Corner, che si era messo a parlare di lui e di lui e solamente di lui per tutto il tragitto, fermandosi di tanto in tanto a guardare Ginny, o sfiorarle la guancia o i capelli in modo molto... da mandarle gli ormoni a ballare la conga, ecco. 
"Ma davvero?" 
"Sì, ma speravo proprio di trovare una ragazza carina con cui piantarla..." 
"Che perfidia si nasconde attraverso quel viso d'angelo" ribattè Ginny, lanciandogli uno sguardo e sperando non capisse lo stato emotivo dei suoi ormoni. In quel momento non stavano ballando la conga, ma stavano riproducendo un tango che ispirava... una cosa molto violenta e che avrebbe bloccato la crescita a chiunque. 
"Andiamo" sbuffò Micheal divertito, fermandosi ad osservarla ancora. 
Ginny notò che Fleur Delacour e Roger Davies erano dietro ad un cespuglio di rose lì vicino e producevano strani versetti, così si affrettò a dire: "Ehm... che ore sono? Dovrei proprio essere in dormitorio, mi sono messa d'accordo con le altre..."
"Oh, ma perdi la scarpetta a mezzanotte come Cenerentola?" 
"E chi è questa Cenerella adesso?" 
"Un fiaba, raccontata da una vecchia zia Babbana" 
"Davvero?"
"Che ti aspettavi?" 
"Boh... sembra quasi una malattia..." 
Lui ridacchiò. "Comunque è quasi la mezza, meglio andare davvero" disse infine e Ginny lo seguì con sollievo, e lieta di aver finalmente convinto il ragazzo a dileguarsi da lì dato che Fleur e Roger sembravano fare sul serio. 
Si incamminarono verso la salita del parco e attraversarono la Sala d'Ingresso, salendo le scale. Ginny sapeva che tra pochissimo i due si sarebbero separati e avrebbero proseguito per due direzioni completamente opposte, e questo le mise un pochino di noia: voleva ancora stare insieme a Micheal, ma non voleva sentirsi sempre e costantemente in imbarazzo. Di nuovo, dei sentimenti controproducenti si fecero strada dentro di lei. 
"Allora" disse Ginny tossicchiando, quando si ritrovarono a dover prendere direzioni diverse.
"Ci vedremo in giro, dolcezza?" chiese Micheal sorridendole. 
"S-sì, certo!" 
"D'accordo... buonanotte" e si chinò per sfiorarle la guancia con le labbra in un innocente bacio. 
Ginny lo guardò allontanarsi con aria elegante, poi si accorse di essere ferma impalata in quel corridoio e si voltò, trovandosi di nuovo faccia a faccia con la stramba Luna Lovegood, che sembrava essersi ripresa dal suo giro nel parco del castello. 
"Sembri piacergli" constatò. 
"Oh, no. Ci conosciamo appena, e poi a me..." 
"... piace Harry Potter?" 
Non era questo che volevo dire! sbraitò Ginny mentalmente. Ma come diavolo faceva a Luna Lunatica Lovegood a sapere che a lei piaceva Harry Potter? E poi... cavolo, non aveva mai incontrato nessuno come Luna: esprimeva sempre il suo parere con estrema tranquillità, e diceva ogni cosa che le passasse per la mente in quel momento. Tipo quella. 
"N-no, io... cioè... siamo amici... no, non tanto però..." balbettò Ginny affranta, quasi mettendosi le mani nei capelli. 
"Capisco" replicò Luna soave. "E comunque non lo facevo così cieco, Harry Potter" aggiunse, mettendosi sugli occhi quegli strani occhialoni rosa e azzurri che Ginny aveva adocchiato prima in Sala Grande durante la rumba. "Sarà che la sua testa è piena di Gorgosprizzi e... ehi, ne hai tanti anche tu però!"
Non sapendo cos'erano i Gorgorizzi, Ginny decise di stare in silenzio e di andare via da lì. 
"Bene, ehm... spero che vadano via" borbottò stupidamente osservando Luna e chiedendosi con curiosità se ci vedesse o no con quegli occhiali strambi tutti colorati. "E intanto che i Gorgroprizzi si decidono ad andare... vado via io. Ciao ciao!" 
E fece dietrofront, salutando Luna con la mano e correndo verso la Torre di Grifondoro. 




Era strano trovare la Sala Comune così deserta a mezzanotte e mezza, ed era altrettanto strano che gli studenti non avessero rispettato le regole della McGranitt: a mezzanotte tutti a letto altrimenti sono cavoli amari. Ma i professori dovevano avergliela data buona a tutti loro, perchè erano secoli che gli studenti non si divertivano così tanto e neanche i professori a dire il vero. Ginny non aveva dimenticato la faccia della McGranitt durante il ballo con Silente, e quello di Vitius con la puzzolente gatta di Gazza. La cosa brutta fu che la ragazza non aveva incontrato nessuna delle sue amiche o Hermione durante il ballo e non vedeva l'ora di raccontare loro gli avvenimenti che avevano costellato la sua serata, con tanto di complimenti a Neville Paciock. 

Al Ballo del Ceppo, di ragazze le tasche avrai zeppo.

Ginny scoppiò a ridere notando il grande striscione che, molto probabilmente e senza alcun dubbio Fred e George, avevano affisso sopra il caminetto della Sala Comune di Grifondoro, con tanto di palloncini rossi. Poi un rumore la ridestò completamente, e Demelza entrò la buco del ritratto canticchiando stonata. 
"Lalala shalalala... GINNY!" strillò, non appena si accorse di essere osservata. Con gran disgusto della osservatrice, aggiungerei: Demelza Robins che si comportava in modo così poco appropriato e sobrio? Era ubriaca fradicia. 
"SSSSSSST!" sibilò la ragazza, tappandole la bocca e cercando di trattenere una risata. "Sveglierai chi dorme così, e non voglio che nessuno scenda qui sotto a far casino perchè ho una gran voglia di dormire. E poi, non è che hai bevuto troppo per questa sera?"
"Bevuto?" ripetè Demelza, cercando di fingere indifferenza ma tra i denti Ginny vide l'ombra di un piccolo sorrisino, che fosse divertito e infastidito non si sapeva... magari entrambe le cose. "Ma di che diavolo stai parlando? Io non bevo, anzi sì ma solamente acqua altrimenti muoio disidratata. E comunque ho un paio di cose da raccontarvi, ti basta sapere che il mio ballo è stato un fiasco... quindi, vedi te" 
Ginny ridacchiò: un fiasco? Ma se si stava divertendo un mondo! ... o era l'alcool? 
"Anch'io devo raccontarvi qualcosa" disse, avviandosi verso le scale.
"Interessante, ma facciamo domani" borbottò Demelza, stropicciandosi gli occhi e, facendo un ennesimo sbadiglio per poi controllare lo stato del suo alito (che di sicuro sapeva di alcool), trotterellò verso le scale del dormitorio femminile quasi inciampando. Una cosa era certa: Demelza Robins aveva bevuto quella sera, e anche tanto. 






Angolo autrice
Ed eccomi qui con un altro capitolo modificato che spero non deluda le vostre aspettative. Bene, bene... il Ballo del Ceppo per Ginny l'ho sempre immaginato in questo modo: Neville con Hannah Abbott, Luna che spuntava dappertutto perchè era curiosa di vedere com'era il ballo e Ginny a divertirsi con Micheal Corner, senza pensare nè a Harry nè a nessuno, e senza incontrare nemmeno le sue amiche. Una cosa che mi è piaciuta, è mettere Neville con Hannah, perchè li ho sempre immaginati bene insieme e perchè poi alla fine la Rowling li fa anche sposare! Spero di aver caratterizzato bene la figura di Micheal: l'ho immaginato un ragazzo tanto dolce quando voleva, ma vanesio e dall'espressione di chi si crede di essere superiore. 
Ps: Colin e Ginny faranno sicuramente pace, solo che Ginny è troppo orgogliosa per avvicinarsi a lui e dirgli che le dispiace. Ho dovuto aggiungere questo allontanamento di Colin perchè nei libri vediamo che è sempre insieme al fratellino ma è anche molto amico di Ginny. 
Grazie mille a tutti quelli che mi seguono.
Baci!

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Capitolo 29
*** La seconda prova. ***


LA SECONDA PROVA.


Il giorno successivo fu subito chiaro a Ginny (ma le era chiaro già da quando l'aveva vista canticchiare) che Demelza si era scolata tutti i bicchieroni di Burrobirra e cocktail che aveva trovato a portata di mano quando il suo noioso cavaliere aveva iniziato a degenerare parlando solamente di letteratura del Novecento. Certo, Demelza poteva anche essere... no, lo era a tutti gli effetti... una tipa che adorava moltissimo parlare di letteratura e libri ma se si parlava esclusivamente di quello anche una tipa come lei iniziava a seccarsi. Figuriamoci quel ragazzo come doveva essere: ultra-mega-arci spaventoso! La cosa importante era che alla fine la ragazza si era divertita, mandando però giù dell'alcool che il giorno successivo le procurò un terribile mal di testa.
"Non voglio rivederlo mai più in vita mia!" dichiarò con una grossa borsa di acqua fredda in fronte, mentre Ginny se la rideva e Vicky apriva e chiudeva la bocca troppo scioccata dalla serata dell'amica per proferire parola e chiedendosi se fosse davvero lo stesso cavaliere ammiccante che si era presentato a lei. 
Anche Vicky aveva raccontato alle ragazze della sua serata, e lo stesso fece anche Ginny: alla fine del racconto le sue amiche trovarono molto simpatico e alquanto seducente Micheal, così la assillarono per giorni in modo da convincerla ad uscire con lui. La cosa preoccupante fu che anche Hermione la costringeva a frequentare il Corvonero, e quindi la ragazza non ebbe scelta che ascoltare i consigli/minacce delle amiche. Sì, lasciò finalmente stare Harry per un periodo di tempo (anche se il ragazzo continuava a venirgli in mente, ovviamente) e, cercando di vivere la sua vita stando con altri ragazzi, era già un mesetto dopo il ballo che usciva con Micheal Corner. Inoltre, sempre Hermione, aveva raccontato a Ginny di come aveva trascorso la notte del ballo, sottolineando il fatto che alla fine Ron le fece una grossa scenata di gelosia, quasi come se avesse voluto squartare Viktor Krum. 
Chi tardi arriva, male alloggia... si ritrovò a pensare Ginny con malignità, fissando il fratello e il suo migliore amico. 
Ma infondo, che sia gelosia o attrazione, quel ballo odioso qualcosa aveva portato ai ragazzi. 
"Se Hagrid ci mostra di nuovo i Vermicoli scappo via a gambe levate, e non fermatemi" 
"In effetti..." 
"Dico davvero, e poi non ho sprecato il mio tempo facendo le unghie a Demelza per niente!" 
"Allora, tutto bene col tuo corvo, mh?" chiese d'un tratto Christopher, con voce davvero molto bassa. 
Ginny si voltò piano, mettendoci un poco di tempo per capire che l'amico ce l'avesse proprio con lei, e infine rispose: "Va tutto benissimo col mio... con Micheal. Ma ti posso chiedere perchè mi parli a voce bassa? Di solito urli! Chi diavolo sei tu, e che ne hai fatto del mio ululante amico?" 
Il ragazzo rise di cuore, e disse sempre a voce bassa: "Sai, la mia tassa mi ha cambiato e io... aspetta un momento, ma dove diavolo è Hagrid?" aggiunse, lasciando stare il tono basso e urlando come il suo solito fare. E questo era perchè la sua carissima Susan Bones l'aveva cambiato... figuriamoci se non l'aveva fatto! Lì gatta ci covava, e ci covava da parecchio tempo per i gusti della ragazza. 
Quando i Grifondoro raggiunsero i Corvonero al limitare della Foresta Proibita dove si tenevano le lezioni con Hagrid, anche Ginny notò l'assenza del gigante ma la presenza di qualcuna che doveva essere una sorta di insegnante di sostituzione: incredibile e sospettoso. Ma la vera domanda era... dove diavolo era davvero il loro amico Hagrid? Probabilmente era malato, probabilmente aveva preso troppo vento gelido durante una passeggiatina nella foresta. Ma i giganti non dovevano avere questo tipo di problemi, no? Erano giganti! Anche lì, la gatta ci covava parecchio. 
"E lei chi è?" bisbigliò Colin. 
"Questa è proprio una bella domanda..." rispose Ritchie. 
"Ci siamo tutti quanti?" chiese la donna in tono spiccio, guardando gli ultimi arrivati con sguardo severo. "Bene, allora... io sono la professoressa Caporal e insegnerò Cura delle Creature Magiche fino a tempo indeterminato. Dunque, da dove cominciare? La materia che..."
"Ma dov'è Hagrid?" chiese Ginny in fretta, interrompendola in modo più brusco di quanto non volesse. 
"Indisposto" rispose evasiva la professoressa Caporal in tono piatto, tornando ad ignorarla velocemente. Luna Lovegood fissò la ragazza con un certo interessamento, come se si aspettasse un suo saluto dopo che si erano presentate al ballo, ma quest'ultima le voltò velocemente la faccia e protese subito verso Demelza. "Stavo dicendo, prima che la vostra compagna mi interrompesse, che la Cura delle Creature Magiche è una materia molto importante per due motivi altrettanto importanti e fondamentali, che sono..."
"Che ne pensi?" borbottò sottovoce Ginny, all'indirizzo dell'amica. 
"Penso che Hagrid proprio non se la sente di fare lezione" rispose lei. 
"Gli sarà accaduto qualcosa di grave?" 
"Non di grave..." disse lei rassicurante, tornando a prestare attenzione alla professoressa. 
La professoressa Caporal, sempre con quel suo tono fastidiosamente sbrigativo e quasi annoiato, fece entrare solamente le ragazze in un recinto poco lontano dalla capanna di Hagrid e le ragazze poterono essere le prime a toccare le creature fantastiche che c'erano lì dentro: bellissimi unicorni. Secondo l'insegnante, quegli unicorni adoravano il tocco femminile e Luna Lovegood non se lo fece ripetere due volte, e si avvicinò con passo trotterellante verso l'unicorno senza la minima traccia di paura per accarezzarlo. Seguendo il suo coraggioso esempio, le altre la imitarono subito. 
La professoressa girava tra di loro per indicarne le varie caratteristiche. 
"E il sangue degli unicorni è di un colore perlaceo molto raro da vedere, perchè nessuno ucciderebbe mai una creatura tanto pura: si dice che chi beve quel sangue viva più a lungo di quanto lui stesso creda. Che ne pensate, ragazzi?" disse la Caporal, girando tra gli unicorni e accarezzandone la criniera. 
Demelza alzò la mano per dire la sua, e la professoressa la incitò a parlare. 
"Molto belli, vero?" chiese Luna Lovegood soave, rivolgendosi a Ginny mentre accarezzava un unicorno accanto al suo. 
"Sì" mormorò lei. 
"Io so moltissime cose sugli unicorni, ma non sapevo nulla del sangue..." continuò la ragazza, convinta che Ginny pendesse letteralmente dalle sue labbra invece che dalla bellezza del suo unicorno. "Spero che questa donna rimanga, sai? Questa sì che è una vera lezione di Cura delle Creature Magiche! Non ti sembra?" 
Ginny annuì, poi si ricompose: "No, cioè... preferisco Hagrid" 
"Preferisci Hagrid?"
"Sì!" 
"Ma davvero" commentò distrattamente Luna, sporgendosi per toccare il corno della creatura. 
"Non credo sia una buona idea... io non lo farei se fossi..." 
... in te.
Troppo tardi: la ragazza aveva già toccato ciò che voleva toccare, rimanendo tranquilla e per niente preoccupata o ansiosa di ricevere qualche attacco. Strano a dirsi, ma l'unicorno sembrava essersi in qualche modo molto affezionato a lei e al suo tocco. Forse la Lovegood aveva già accarezzato qualche unicorno prima, per questo era così preparata a quella lezione su quelle creature affascinanti. 
"Hai già visto un unicorno?" chiese Ginny, senza riuscire a trattenersi. 
"Oh no, ma mio padre me ne ha parlato..." 
Alla fine della lezione, Luna la salutò con un cenno garbato della mano e trotterellò da sola verso il castello, portandosi dietro la pesante cartella rosa. Ginny, molto sollevata per non aver dato da mangiare ai Vermicoli, era molto impressionata dalla loro nuova insegnante che quasi si era dimenticata di Hagrid: sembrava davvero molto in gamba ed esperta, per mostrare agli studenti creature così belle e difficili da catturare. 
"Chi era quella che ti ha salutata?" chiese Demelza, camminando in direzione di Hogwarts seguita dalle amiche. I ragazzi si erano attardati a parlare con Colin e le tre si erano avviate senza di loro, anche perchè era impossibile far ragionare la rossa per quanto riguardava Colin. 
"Lunatica Lovegood" rispose distrattamente la ragazza, consultando l'orario e gettandosi indietro i capelli rossi con un gesto sbrigativo. 
"Come hai detto?" 
Demelza era così educatamente perplessa che Ginny la fissò e scoppiò a ridere. Ritornata in sè, disse: "In pratica si chiama Luna Lovegood, detta anche solamente Lunatica, in quanto è davvero molto strana e stralunata e... lunatica, appunto!" 
"E come l'hai conosciuta?"
"Al ballo, e per fortuna Neville non l'ha vista... quei due sarebbero comici insieme!" 
"Chi ha la testa più tra le nuvole?" 
"Luna, direi" 
"Che ha la testa tra le nuvole l'avevano capito tutti anche senza che tu ce lo dicessi" la rimbeccò Vicky, con una piccola risatina di scherno. "Sapete, avevo sentito molto parlare di lei dai Corvonero, ma non ho mai avuto l'onore di parlarci. Che tipa è, a parte quella roba che hai elencato?" 
Ginny ci pensò su, mettendo un indice sotto al mento. "Una da cui dovresti stare seriamente alla larga" rispose, levando il dito da mento e piazzandolo nelle costole dell'amica per farle il solletico. "Non sia mai inizi a parlare di ragazzi con lei... non ci capirebbe nulla!" 
"Davvero?" 
"Non capirebbe nemmeno com'è fatto un ragazzo anatomicamente?" chiese Demelza, con palese sconcerto. 
Le due ragazze scoppiarono vivamente a ridere, e Ginny era così presa dalla conversazione e dalle risate che non notò per niente il ragazzo che si era parato davanti a lei: un sorriso smagliante che metteva in mostra due fossette sulle guance, i capelli poco lunghi e liscissimi... era Micheal Corner. Ma cosa ci faceva Micheal lì in quel momento? Ginny era certa che se William lo vedeva, anche solo per un secondo contato, faceva succedere il finimondo e addio speranze di levarsi Harry Potter dalla mente, perchè Micheal l'avrebbe letteralmente mandata a quel paese. 
Ginny decise di agire in fretta, e con la massima prontezza. 
"Ciao! Ma che sorpresa! Dove stai andando?" 
"Ciao Micheal..." borbottarono Demelza e Vicky, cercando di soffocare il riso. Ginny avrebbe voluto ammazzare volentieri Demelza: era sempre composta e piena di decoro, e in quel momento tutto l'abbandonava? Chissà cosa si erano dette quelle due quando l'amica non le stava guardando. 
"Ciao... comunque, venivo da te. Giusto in tempo, non credi?"
Sì, giusto in tempo per farmi mandare a quel paese da te e William contemporaneamente.
"Devo andare ad Erbologia, mi accompagni?" 
La ragazza esitò, poi si affrettò a dire: "Vengo sì, sicuro... ehm, voglio passare da quella parte però!"
"Ai suoi ordini" disse Micheal, ma sembrava leggermente perplesso. 
Salutarono entrambi le ragazze, che non la smettevano di ridacchiare come due matte uscite da Azkaban e in preda all'isteria, e si incamminò con Micheal verso il prato del castello, voltando bruscamente alla destra del ragazzo per non farsi vedere dagli amici (da William, hem hem) e Micheal la fissò piuttosto sconcertato, prima di cominciare a ridacchiare. Ovviamente non aveva idea che la sua vita era in estremo pericolo con William Todd nei paraggi, e forse era meglio per lui omettere quel piccolo dettaglio poco insignificante e concertarsi sulla sua salvezza. 
"Non è un pochino presto per la lezione?" chiese Ginny, spiando dentro la serra di Erbologia vuota e voltandosi per fronteggiare Micheal. "La professoressa Sprite non..." ma si interruppe all'improvviso, costatando che il ragazzo l'aveva condotta dietro le serre della scuola e non vicino all'entrata.
"... è ancora arrivata, perchè è un pochino troppo presto per la lezione" concluse lui, in un sussurro malandrino. 
"Mi hai tratta qui in inganno! Dovevo aspettarmelo!" protestò la ragazza, ma non era arrabbiata. 
Anzi, più che arabbiata era immobilizzata, perchè adesso Micheal stava accarezzandole il volto, muovendo ogni tanto il pollice sulle labbra di lei e sorridendo in quel modo che faceva tanto impazzire le ragazze, compresa la rossa. D'accordo, forse le intenzioni di Corner erano buone (Ginny ne dubitava seriamente e stava cominciando ad avvampare proprio in quel momento) ma non doveva partire subito in quinta. 
A graziare la ragazza, ci pensò inaspettatamente la campanella. 
"Non avevi detto..."
"Così immaginavo!" sbuffò Micheal contrariato, staccandosi da lei e mettendo la mano che l'accarezzava in tasca. "Meglio che vada, mi aspetta una noiosissima ora di Erbologia insieme ai Serpeverde... prega per me, eh!" aggiunse, schioccandole un bacio sulla guancia e allontanandosi, ammiccando. 
Ginny si ritrovò a tastarsi il punto in cui lui l'aveva baciata e fece subito dietrofront, sgattaiolando via da dietro quelle serre. In pochissimo tempo, o almeno era quello che le era parso, raggiunse il corridoio del settimo piano con la testa completamente dietro alle serre e vide in lontananza il quadro della Signora Grassa quando qualcuno l'afferrò per una manica della divisa scolastica, facendola voltare e ritornare bruscamente alla realtà: William. Ginny rimase piuttosto sorpresa di vederlo, ma lo fissò comunque con estrema curiosità. Una giornata da incorniciare, insomma. 
"Will!" disse la ragazza, cercando di sembrare più contenta e naturale possibile. 
"Ti sei divertita col ballerino dietro alle serre?" chiese lui, assolutamente pungente. 
Ginny si disse che era meglio mettere le carte in tavola, una volta per tutte. E così pensando, disse con forza: "Cosa faccio e con chi non sono affari tuoi, Will. Sono mesi che ti comporti così con me... dacci un taglio e smettila di comportarti come un bambino!" 
"E tu?"
"Io?"
"Non ti sembra di esagerare? Prima Harry Potter, poi Neville Paciock... adesso questo maledetto Micheal Corner!" sputò ogni nome con una rabbia diversa, ma mai rabbioso quando aveva pronunciato il nome dell'ultimo ragazzo. "Non so cosa diavolo hai, seriamente. Ne cambi uno dietro ad un altro... che malattia è?"
"SEI PROPRIO UN IDIOTA! PIANTALA!" sbraitò la ragazza, avanzando di un passo verso di lui in modo minaccioso. 
"Così fai pensare male di te..."
Non fece in tempo a finire la frase che Ginny gli mollò un grosso ceffone rumoroso, facendogli la faccia tutta rossa come un peperone abbrustolito. Ma il viso di William non poteva competere con quello della ragazza: paonazzo senza interventi esterni. Quel ceffone era stato una di quelle sue azioni avventate di cui si sarebbe presto pentita, ma in quel momento la rabbia si era impossessata di lei. 
"... e poi non riesci proprio a capire che sono innamorato perso di te, Merlino santissimo!" 
Ecco, l'aveva detto. La prima bomba era stata sganciata proprio in quel momento, quale sarebbe stata la prossima? Nutrire dei sospetti era una cosa, e sentir pronunciare quella frase da un suo caro amico ne era un'altra. Ginny rimase lì, a soppesare il peso di quelle maledettissime parole e chiedendosi cosa fare e cosa dire, fissando William come se non riuscisse a credere alle sue orecchie. Sperando che quello che aveva detto non era vero.
La situazione poteva peggiore? No, avrebbe detto la Ginny di pochi secondi prima che William, accecato da un senso di rabbia e passione, le prendesse il volto tra le mani e la baciasse, premendo le sue labbra calde contro quelle gelide della ragazza. Sì, la situazione poteva decisamente peggiorare e non di poco. 
Ci fu un rumore di libri caduti sul pavimento, e contemporaneamente Ginny si staccò dal ragazzo: Demelza e gli altri erano rimasti a bocca aperta davanti a quello spettacolo, come se avessero ingoiato la lingua. Perfino Christopher, che non stava nemmeno un secondo in silenzio, se ne stava zittissimo. 
William sospirò e si diresse a passo svelto via da tutti quanti. 




"Allora?"
"Cosa è successo di preciso? C'eravamo distratti un attimo e William è venuto a cercarti perchè ti aveva vista insieme a Micheal Corner vicino al prato mentre cercavi invano di non farti notare. Ha detto che voleva aspettarti perchè doveva dirti qualcosa e..."
"... noi gliel'abbiamo lasciata fare, convinti che non avrebbe potuto fare nulla di male!" 
"E invece? Invece ci ha mentiti tutti, ovviamente. Se avesse trovato Micheal l'avrebbe ammazzato di botte e poi... come diavolo avete fatto a baciarvi? Giuro che i libri della biblioteca sono tutti ammaccati, spero solo che Madama Prince non..." 
"DEMELZA!" sbraitò Ginny mettendola a tacere immediatamente, premendosi una mano sopra la testa per cercare di non ascoltare più il monologo dell'amica e i commenti aggiuntivi dell'altra. In quel momento non sapeva neanche lei come si sentiva e come doveva comportarsi con il suo amico, o quello che era il suo amico. Li stava perdendo tutti, uno ad uno... e non era un bene, quello. Era sfiga, quando la sfiga prende il sopravvento. 
"Scusami" borbottò Demelza, abbassando la testa e rendendosi conto di essere stata un poco troppo rompi pluffe. Di solito lei era quella che faceva ragionare le persone quando sbagliavano o quando facevano qualcosa di insolito ma quella volta non era riuscita proprio a trattenersi: il bacio l'aveva scioccata. 
"Ehm..." tossicchiò Vicky per superare quel piccolo momento di imbarazzo, "perchè non andiamo a farci un giretto nel parco?"
Ginny la fissò; Demelza si animò immediatamente e, riprendendo il suo tono non assillante ma tranquillo e consolatorio, stilò velocemente a voce un piccolo programmino per quel pomeriggio. 
"Sì, potremmo restare nel parco, poi verso le cinque o cinque e mezza andiamo di nuovo al castello per la cena, e dopo cena tu vai a riposare, cercando di dormirci su quello che è successo. Ti va?"
"Sì, grazie... dell'aria fresca è quella che mi serve, adesso" rispose Ginny, che fu molto grata alle amiche. 
Avrebbe spiegato tutti i dettagli di ciò che era successo alle amiche, ma solo quando aveva aria a sufficienza nella testa: il pensiero di Harry Potter, Micheal Corner e adesso anche del suo caro amico William Todd dovevano materializzarsi da un'altra parte. 
"Ma almeno bacia bene?" insistette Vicky troppo curiosa per stare zitta, prima che Demelza la trascinasse brutalmente fuori dalla portata di Ginny. 




I giorni passarono in fretta, alla velocità della luce per i gusti di Ginny e infatti dopo neanche un battito di ciglia era già febbraio. In quei giorni, la ragazza passò il suo tempo alternando giorni di perfetta solitudine e giorni compagnia degli amici, perchè tutti volevano stare vicini sia alla ragazza, che a William e non potevano rischiare di perderli entrambi per una cotta da parte del ragazzo. I due non si parlavano da quasi un mesetto, e per Ginny quella era davvero pura tortura. Nel tempo che trascorreva da sola, la ragazza andava a cercare la compagnia di Hermione per fare quattro chiacchiere e ormai il loro luogo di ritrovo fu, come chiunque avrebbe potuto immaginare, la biblioteca di Hogwarts.
"Signorina Weasley!" chiamò la professoressa McGranitt, alla fine della noiosa lezione di Trasfigurazione. Ginny si voltò pian pianino, pregando Merlino e Morgana che la professoressa non avesse nulla da ridere sulla sua brutta trasfigurazione del procione, e constatò che era piuttosto triste e tesa. 
"Sì?"
"Devi venire nel mio ufficio" disse lei. 
I ragazzi, che stavano aspettando Ginny che metteva a posto la sua roba mentre Ritchie correva dietro William per cercare di fargli compagnia o almeno farlo ragionare, lanciarono uno sguardo di ansia alla McGranitt, che però non aveva occhi che per la ragazza in questione. 
"Ma..."
"Ti spiegherò nel mio ufficio, non preoccuparti. Voi andate pure, tutti quanti" 
Gentile. La professoressa McGranitt era stata gentile davvero, e questo non prometteva sul serio assolutamente nulla di buono. Christopher fece cenno all'amica di stare tranquilla e si trascinò nel corridoio insieme agli altri, mentre la ragazza restava da sola con la professoressa. Perchè la voleva nel suo ufficio? Mica aveva combinato qualcosa di male? Lei non era la tipa che combinava disastri a destra e a manca come Fred e George e...
Lupus in fabula: Fred e George apparvero ansimanti sulla soglia della classe di Trasfigurazione con aria troppo innocente, come se fossero stati scoperti dalla professoressa a fare qualcosa di strano e volessero apparire perfettamente calmi. 
"Voleva vederci, professoressa?" domandò Fred, facendo un passo avanti. 
"Sì, ho bisogno che andiate a chiamare vostro fratello e la signorina Granger in biblioteca, mentre io e vostra sorella vi attendiamo nel mio ufficio" rispose la McGranitt con tono mogio, prendendo una cartellina di appunti e avvicinandosi alla porta. Ginny alzò le sopracciglia in direzione dei gemelli che, per una volta nella loro vita, non fecero obiezioni e sparirono verso la biblioteca, probabilmente contenti di non essere stati puniti per qualcosa. 
"Professoressa, ma è successo qualcosa?" chiese la ragazza, non appena i gemelli andarono via. 
"Nulla di grave, vi spiegheremo quando siamo tutti dentro" 
La McGranitt si fece largo nel corridoio, intimando agli studenti più ritardatari di andare immediatamente nei loro rispettivi dormitori, e quando aprì la porta del suo ufficio non rimase per nulla sorpresa di vedere Madame Maxime con una bambina bionda minuscola, che sembrava avesse sette o otto anni. Attesero ancora per qualche minuto quando i gemelli, Ron, Hermione e, con gran stupore della rossa, Cho Chang li raggiunsero nell'ufficio della McGranitt. 
"Ci siamo tutti" disse la McGranitt, facendo apparire alcune sedie.
"Che ci fai tu qui?" bisbigliò Ron in direzione della sorella, che scosse confusa la testa. Hermione la fissò come se avesse alcuni sospetti per quanto riguardava quella situazione e i gemelli si sistemarono ai lati di Ginny, mentre Cho Chang fissava la bambina e prendeva posto. 
"La situazione è molto semplice, vi ho mandati a chiamare perchè siete stati scelti come esca per i quattro campioni" spiegò la McGranitt. Poi fissando i gemelli e Ginny aggiunse: "Voi tre no, solamente vostro fratello. Ma mi sembrava giusto avvertire anche voi che siete suoi parenti, quindi la cosa non vi riguarda proprio in primo piano e potete stare un poco più tranquilli" 
Ginny aveva ascoltato attentamente: cosa significava che erano stati scelti come esche? 
"In altre parole, voi quattro" l'insegnante indicò la bambina, che tendeva l'orecchio verso Madama Maxime per assicurarsi una traduzione in italiano, un confusissimo Ron, Hermione e Cho, "siete le cose più preziose dei nostri quattro campioni, considerati anche tesori. La piccola Gabrielle Delacour per la campionessa di Beauxbatons, il signor Weasley per Potter, la signorina Chang per Diggory e la signorina Granger per il campione di Durmstrang"
A quelle parole, Hermione arrossì di un botto e Ron strinse i pugni. 
"Quello che i campioni devono fare è salvarvi dal Lago Nero entro un'ora esatta"
"Come sarebbe a dire salvarci dal Lago Nero?" la interruppe bruscamente Ron, l'ansia nella voce. 
"Vuol dire che cadrete in un sonno incantato fin quando il vostro campione non vi riporterà in superficie" disse la professoressa, sedendosi sulla sedia di fronte a loro e guardandoli con fermezza. "Il professor Silente in persona vi assicurerà il sonno incantato e mi ha chiesto gentilmente di dirvi che non correte alcun rischio: non ricorderete nulla. Voi tre, dovete stare calmi e tranquilli... abbiamo tutta la situazione sotto controllo" 
"Ma se..." intervenne timidamente la Chang, "ma se un campione ha... qualche problema... e non riesce a tornare su entro un'ora con il tesoro?" 
"L'ora limite l'abbiamo messa per far sì che il campione torni in tempo, non correrete rischi se starete sott'acqua per più di un'ora" rispose la McGranitt. 
"E quando dobbiamo scendere giù al lago?" chiese Hermione, ancora tutta rossa in faccia. 
"Proprio adesso, insieme a me naturalmente. Sono tutti lì che organizzano la prova di domani" riprese la McGranitt, alzandosi dalla sedia e facendo il giro della scrivania. "Quindi, se volete seguirmi... ecco, non fatevi prendere dal panico perchè non vi accadrà nulla. Voi, potete tornare alla Torre di Grifondoro... e non andate a zonzo per i corridoi!" aggiunse, gridando dietro ai gemelli e Ginny mentre salivano una scalinata per raggiungere la torre. 
"Cosa ve ne pare?" domandò George, rompendo il silenzio. 
"Da brividi" rispose Ginny dopo pochi secondi, sfregandosi le braccia perchè davvero le erano venuti i brividi. 
"Secondo me è una prova forte!" disse invece Fred, eccitato come non mai. "Insomma, i campioni non sanno che loro non corrono rischi e questo potrebbe metterli nell'agitazione giusta per essere determinati a vincere la prova. Geniale!" 
"Agitazione? Se la faranno decisamente addosso!" ribattè George con ilarità. 
"A proposito... avete visto la faccia di Ron quando Hermione è risultata la cosa più cara a Krum?" chiese Ginny, cominciando a ridere come una matta e spostando velocemente un arazzo rosso, segno che stavano per raggiungere la torre. 
Anche i gemelli risero, e George disse: "Beh... qualcosa di buono il torneo l'ha portato. Magari Ron ed Hermione si sposeranno!" 




Il ventiquattro febbraio arrivò presto, e gli studenti non erano in sè per l'eccitazione della nuova prova che si sarebbe tenuta al Lago Nero da lì a pochi minuti. Ginny iniziò finalmente a mettere da parte i suoi problemi per dedicarsi solamente ad Harry e alla prova, ancora ansiosa per la faccenda dei quattro tesori tenuti sott'acqua in un sonno incantato mentre tutti erano lassù a divertirsi e fare baldoria. E se davvero accadeva qualcosa a uno dei campioni? Ai quattro tesori non sarebbe successo niente, questo era certo... ma nessuno aveva menzionato la fine che avrebbero fatto i campioni dopo un'ora oppure se fossero stati aggrediti. Nessuno poteva sapere che cosa diavolo c'era lì sotto! E questo non fece che aumentare l'ansia della ragazza. 
"SONORUS!" gridò la voce di Ludo Bagman facendoli sobbalzare tutti quanti. "Bene, i nostri quattro campioni sono pronti per la seconda prova del Torneo Tremaghi! Tutti e quattro avranno un'ora esatta per recuperare ciò che è stato sottratto loro: i quattro tesori giacciono sul fondo del Lago Nero, e ogni campione deve salvare solo il suo tesoro e tornare in superficie. Tutto chiaro? L'inizio è dato dal colpo di cannone!" 
Il cannone sparò un colpo possente e i campioni si tuffarono tutti in acqua, scomparendo dalla vista. 
"I quattro tesori?" chiese Demelza, in stato confusionale. 
"Ehm..." balbettò Ginny evasiva, ma poi decise che era arrivato il momento di dire la verità agli amici su ciò che era successo ieri dopo Trasfigurazione. Anche William ascoltò il racconto, anche se non disse una parola per tutto il tempo, e gli altri furono piuttosto spaventati da quel che avevano appena udito. Dopo il racconto, la ragazza non dovette far altro che spostarsi da loro e raggiungere Percy e i gemelli, vicino alla tribuna dei giudici. 
"Teniamo lontano da te Micheal?" chiese Demelza con perspicacia. 
"Te ne sarei grata" rispose Ginny, e scese una scalinata per raggiungere la tribuna sottostante. 
Lì sotto era un via vai di persone, tutte pronte ad intervenire in caso di pericolo ma non ci fu bisogno di interventi esterni per i quattro campioni: ognuno di loro raggiunse la superficie, portando sani e salvi i loro tesori. Tutti festeggiavano i tre campioni che erano usciti dal lago... perchè solamente tre campioni erano usciti da quel lago e uno senza neanche il suo ostaggio. 
Dove era Harry? 
"Hermione, tranquilla... lui è forte, calmati" tentò di rassicurarla Ginny, mentre Krum le metteva un'asciugamano sulle spalle, cercando di attirare la sua attenzione perchè era stato proprio lui a tirarla fuori dal lago. Probabilmente si aspettava che la ragazza desse un affettuoso abbraccio o un passionale bacio al suo eroe. 
Hermione sospirò, torturandosi le mani in grembo. 
"Herr-miun" borbottò Krum, ma Hermione lo ignorò ancora una volta perchè qualcosa si mosse nell'acqua. 
"Ed ecco finalmente il nostro quarto campione di Hogwarts!" 
Harry riemerse con una certa difficoltà e con lui anche Ron e la bambina minuscola che era nell'ufficio della McGranitt piuttosto spaesata, sorretta dai due ragazzi perchè forse non sapeva nuotare molto bene. Fleur Delacour balzò in piedi e raggiunse la sorellina per trascinarla sulla terraferma. Hermione e Ron fuggirono dalle grifie di Madama Chips e si avvicinarono ad Harry, mentre Ginny, Percy e i gemelli assistevano la scena. 
"Sono stati gli Avvinscini, mi agredivano! Credevo... credevo... oh, Gabrielle!" gridò stringendola ancora tra le sue braccia, le lacrime agli occhi. Poi aggiunse rivolgendosi ad Harry: "Tu hai salvata, anche se non era il tuo ostagio!"
"Sì" rispose il ragazzo, e Fleur gli stampò due baci sulle guance. 
Ginny si voltò in fretta, disgustata e con gli occhi ridotte in due piccole fessure. Ancora più disgustata fu quando la ragazza baciò anche Ron, ed Hermione cominciò a mostrarsi palesemente amareggiata. Alla fine, Harry, dall'ultima posizione che aveva conquistato in quella prova, riuscì a passare in testa perchè aveva salvato un ostaggio non suo (Fleur battè con decisione le mani) ed era alla pari con Cedric Diggory, con i punti finali. Ginny per un attimo pensò a sè stessa lì sotto, salvata da Harry per una seconda volta nella sua vita da quando l'aveva salvata da Tom Riddle... ma poi scacciò via dalla mente quel pensiero, e non solo perchè le faceva venire in mente il suo migliore amico di diario, ma perchè doveva lasciare in pace quel ragazzo una volta per tutte. 
Quindi, allontanandosi da un festeggiato Harry, raggiunse Micheal Corner e gli gettò le braccia al collo. 






Angolo autrice
Ed ecco anche il capitolo della seconda prova del Torneo Tremaghi. Come vedete, ho voluto allungare il brodo non sulla prova, ma più che altro sugli avvenimenti prima e dopo della prova, come il bacio tra William e Ginny. Spero non vi dispiaccia questa situazione, perchè io ho sempre immaginato Ginny una tipa sveglia e corteggiata, e non credo che il suo primo bacio l'abbia dato a Micheal Corner, anche se quello con William non si può chiamare bacio. Poi l'attenzione si focalizza ovviamente sulla prova, e sulla conversazione nell'ufficio della McGranitt: ho immaginato ci fossero anche i fratelli di Ron. 
Spero vi piaccia!

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Capitolo 30
*** La terza prova. ***


LA TERZA PROVA.


"Goditi l'aria primaverile di Hogsmeade, e divertiti con Micheal" 
"Altre raccomandazioni?" 
Ginny e le sue due amiche si avviavano da sole nella Sala d'Ingresso, chiacchierando del più e del meno e soprattutto di Micheal Corner, il primo ragazzo frequentato dalla rossa. I due avevano l'ennesimo appuntamento nel villaggio di Hogsmeade e Ginny era piuttosto eccitata e felice di poter uscire dal castello in compagnia del ragazzo per godersi l'aria fresca primaverile, lasciandosi alle spalle il gran peso degli esami. 
Erano iniziati da un paio di settimane e proprio il giorno precedente finiti. Inutile dire che furono tutti quanti promossi con ottimi voti, anche se Demelza all'inizio aveva avuto la solita crisi pre-eseme e fu costretta a restare in Infermeria per bere tranquillanti e studiare come una matta. Christopher adorava prenderla in giro per questo ma ben presto smise, per paura che l'amica potesse dargli addosso. 
"Micheal Corner è un pochino presuntuoso, vero?" disse Demelza, piano. 
"Per quanto sia presuntuoso come dici, a lei piace molto" intervenne Vicky come se quello potesse bastare a chiudere la discussione, e indicando Ginny con un gesto impaziente della mano. "E poi, devo dire che stai facendo molto bene a dimenticare quel Harry Potter e..." un'occhiataccia dell'amica la costrinse a riprendere in fretta il suo discorso: "Oh insomma, non guardarmi in quel modo ogni volta che lo nomino! D'accordo, ascoltami bene... anzi, ascoltatemi bene tutte e due... i ragazzi sono fatti così, niente da fare. Sono esseri incredibilmente ciechi e stupidi quando si tratta di noi!"
Ginny non riuscì a trattenersi, e fece un versetto tra metà uno sbuffo e metà una risatina, ma Demelza insistette: "Non farne di tutta l'erba un fascio! Non tutti sono ciechi come Harry Potter. Micheal Corner, nonostante sia un vero presuntuoso, non è cieco... nè tanto meno stupido, direi" 
"Ma sì, è ovvio che alcuni si salvano" si corresse subito Vicky, come se quel particolare fosse sottinteso nella sua frase. 
Ginny si decise in fretta a cambiare argomento di conversazione perchè gli argomenti riguardanti Micheal Corner ed Harry Potter erano in netta contrapposizione tra di loro e non facevano altro che mandarla in tilt, come se dovesse scegliere tra uno di loro due. Micheal o Harry? Il ragazzo che l'aveva attratta al ballo della scuola oppure il ragazzo che l'aveva attratta in una stazione quando era solamente una bambina? Non c'era alcun paragone, ma lei non era lì per scegliere uno dei due. Lei doveva solamente frequentare per il suo bene il ragazzo che l'aveva attratta al ballo, e basta. 
Mentre la ragazza si faceva mille problemi mentali, qualcuno le sussurrò in un orecchio. 
"Ehi" disse la voce di Micheal. 
Lei sussultò e rabbrividì lievemente, mentre Vicky si copriva le mani con la bocca per non farsi scappare nessuna risatina: Micheal, con i capelli nerissimi e lunghi che ricadevano elegantemente sulle spalle e gli occhi blu che mandavano faville, era davvero bellissimo, quel giorno. Le guance della ragazza quasi presero quasi fuoco, anche perchè era la voce altamente sexy del ragazzo quella che il suo orecchio sinistro aveva percepito. 
"Micheal!" disse lei, dandogli un rapido bacio sulla guancia nel caso qualcuno dei suoi fratelli passasse di lì. 
Erano stati giorni parecchio difficili quelli passati con Micheal, perchè Ginny aveva sempre timore che uno dei suoi fratelli potesse vederla in sua compagnia mano nella mano e sospettare qualcosa. Al che, sarebbe successo un vero pandemonio e avrebbero di sicuro fatto a botte per lei. 
"Sei pronta?" chiese Micheal, sorridendole. 
"Sì, stavamo andando fuori alla Sala d'Ingresso... loro mi stavano accompagnando. Come mai sei qui?" domandò invece la ragazza, sorpresa dal fatto che Micheal Corner fosse passato dalla fase di ritardo statico alla fase di netto anticipo. 
"Terry mi ha svegliato prestissimo..." 
Ginny ridacchiò sommossamente, si infilò la giacca e si scostò la lunga treccia rossa fuori dal colletto per poi salutare calorosamente le amiche e seguire il ragazzo verso il parco del castello, senza dire una sola parola se non per porre le solite domande di cortesia. Quando imboccarono la strada per arrivare ad Hogsmeade iniziarono a parlare di Quidditch e quell'argomento li accompagnò finchè non ebbero raggiunto il villaggio. Micheal non faceva altro che vantarsi delle sue doti in campo e di come avesse fatto vincere la squadra di Corvonero almeno tre volte su cinque negli ultimi tempi. 
"Le partite le ho viste tutte, ma non mi ricordo per niente di te" ammise Ginny, mentre camminavano per i vari negozi.
Ed era la verità, anche perchè al primo anno aveva troppo la mente da un'altra parte (per non dire che nella sua mente c'era solamente Tom Riddle che la manovrava come se fosse un robot) e il secondo anno era stato duro quanto il primo, ma poco meno. E ovviamente, lungi dalla ragazza pensare di osservare e di mettere a fuoco ogni singolo giocatore in campo quando la sua testa era letteralmente tra le nuvole. 
"Cavolo, credevo che già mi conoscessi!" sbuffò Micheal con disappunto, facendo una smorfia contrariata e arrossendo. 
"No... eri tu che già conoscevi me e non ti sei fatto avanti" ribattè la ragazza con un sorrisino, e stavolta fu il suo turno di metterlo in imbarazzo. Dopo tutte le volte che il ragazzo si divertiva a metterla in imbarazzo facendo emergere la sua ingenuità, quello era un colpo abbastanza equo. E poi, stando a ciò che le aveva raccontato Micheal, lui aveva già puntato gli occhi su di lei dall'anno precedente senza farsi avanti e una risposta del genere se la meritava proprio. 
Lui le lanciò uno sguardo strano, poi si ricompose: "C'è un motivo per cui mi hanno messo Corvonero, no?" 
E non aveva tutti i torti: se fosse stato così intraprendente da presentarsi d'un tratto ad una ragazza sarebbe stato (parlando in generale) un Grifondoro anzichè un Corvonero, e probabilmente era già tanto che aveva avuto il coraggio di presentarsi al ballo. 
"Vieni" mormorò Micheal, e trascinò Ginny in una solitaria e piccola stradina di Hogsmeade in cui vi era una sola piccola panchina sgangherata. "Questo qui è il rifugio delle coppiette felici. Davvero molto intimo, non è vero?" aggiunse, ammiccando alla ragazza. 
Ginny si sforzò di non sembrare a disagio, e rispose: "Molto intimo, ma perfetto... non è vero, grande uomo?" 
Risero entrambi, e la ragazza cominciò a rilassarsi. 
"Allora, che mi dici di te?" domandò Micheal, sedendosi elegantemente sulla panchina. Picchiettò con la mano un posto vicino a sè e, non appena Ginny si fu seduta sul punto indicato da lui, le circondò immediatamente le spalle con un braccio. 
Oh, finalmente si è degnato di farmi una domanda! pensò la ragazza, ma era più che sicura che a Micheal non interessassero sul serio le parole della sua risposta. Non quando erano soli soletti in quella intima stradina, non quando non c'era nessuno a disturbarli. 
"Beh..." balbettò lei, non sapendo da dove iniziare. 
"Cosa ti piace fare nel tempo libero?"
"La stessa cosa che piace a te, suppongo" 
"Baciare le ragazze carine come te?" si finse scioccato il ragazzo, mettendo una mano sul cuore. 
"I ragazzi, magari" lo corresse lei a voce bassa, anche se quella era una bugia. 
"Oh, immagino che ci sai fare... ma non ne sono così sicuro, sai?" tagliò corto lui in fretta, avvicinandosi alla ragazza e mettendole una mano tra i capelli rossi, proprio dietro la nuca. "Qui ci vuole una bella dimostrazione pratica, no?" aggiunse, con evidente malizia e desiderio. 
Ginny era altrettanto desiderosa di testare le labbra carnose di Micheal, così disse con voce roca: "Se la metti così: provare per credere" 
In un attimo che durò neanche un battito di ciglia, le loro labbra si incontrarono e quello non fu di certo un bacio sfuggente come quello che William aveva dato a Ginny, ma un bacio vero e proprio, di quelli che ti mozzano in respiro ma che ti disorientano se, come la ragazza, non sei molto pratica di baci. Un bacio così l'aveva visto solamente quando Bill e la sua fidanzata Egiziana si appostarono in un angolino remoto della Tana, quando Ginny era molto piccolina e così gelosa del fratello che adorava spiarlo e interromperlo sul più bello. 
Quando si staccarono, la ragazza sostenne il suo sguardo sperando di non essersela cavata uno schifo e Micheal fece un piccolo sorrisino di apprezzamento. 
"Questo cambia tutto, giusto?" chiese lui, sfiorandole le labbra con le sue. 
"I-io... sì, credo di sì" rispose Ginny, guardando insistentemente e imbarazzata le loro dita che, non si sapeva esattamente come, erano intrecciate. 
"Ti va di andare da Madama Piediburro?" propose Micheal, alzandosi e tenendola sempre per mano. 
La ragazza accettò ancora una volta l'invito di chi ad Hogsmeade ci era stato già un centinaio di volte (cercò di non pensare al fatto che probabilmente ci era andato un centinaio di volte con centinaia di ragazze diverse) e si lasciò condurre nel locale che lui apprezzava di più, dopo i Tre Manici di Scopa. Ginny voleva tanto andare da Zonko o da Mielandia, ma era troppo emozionata per rovinare l'atmosfera romantica che si era creata con degli scherzi, e a giudicare da ciò che le stava dicendo Micheal, quel locale era davvero molto bello e particolare. 
Quando arrivarono da Madama Piediburro, Ginny iniziò a pensare che forse era meglio se avesse rovinato l'atmosfera... 
"Carino, vero?" 
"Oh sì, è davvero delizioso!" esclamò la ragazza, fingendosi colpita e per niente disgustata. 
In realtà, il locale faceva davvero molto schifo se si metteva in conto che era pieno zeppo di cuoricini rosa e trine sparse dappertutto, per non parlare delle mille coppiette felici che si sbaciucchiavano senza sosta. Ginny aveva da tempo smesso di correre dietro alla cose deliziose e rosa, perchè il suo carattere stava cambiando radicalmente... e mica un locale del genere poteva mai fare colpo su di lei? Ovviamente no, ma l'idea di avere un ragazzo come Micheal la costrinse a non scappare a gambe levate dal locale rosa, che le faceva tanto pensare alla sua amica Vicky Probisher. 
"Qui le coppie non fanno altro che sbaciucchiarsi... dici che potremo arrivare al loro livello?" chiese Micheal fingendosi preoccupato, guidandola verso un tavolo vuoto mentre dava pacche amichevoli sulle schiene di alcuni ragazzi di sua conoscenza. 
"Potremo provarci" disse la ragazza, e si sedette sulla sedia accanto al ragazzo per poi indugiare a lungo sulle sue labbra. 




"Oh cielo... l'avete fatto davvero?" 
"Sì!" 
"E ti è piaciuto? E lui com'è in questo genere di cose?" 
"Non è un pochino troppo presto per fare certe zozzerie, Testa Rossa?" chiese la voce divertita e stupefatta di Christopher, mentre varcava il ritratto della Signora Grassa seguito dalla solita combriccola e Colin in aggiunta. I ragazzi raggiunsero le amiche in Sala Comune e si sedettero accanto a loro, mentre le ragazze chiacchieravano degli avvenimenti di quel giorno, con Vicky che non la smetteva di dire cose alquanto ambigue. 
Dal suo canto, Ginny era molto eccitata: quel giorno aveva baciato Micheal Corner e dopo cena si sarebbe tenuta la terza prova del Torneo Tremaghi. Lei e Micheal si erano divertiti un mondo a fare congetture su cosa avrebbero dovuto affrontare i campioni, e man mano che l'ultima e decisiva prova di avvicinava la ragazza iniziava davvero a pensare che Harry potesse diventare il campione ufficiale di quel torneo. 
"Idiota!" sbottò Demelza senza trattenersi dal lanciargli un cuscino rosso in faccia, ma era divertita anche lei. "Non stavamo affatto parlando di zozzerie, per tua informazione. Sai benissimo che siamo ragazze decorose e con una buona..." 
"Sì, d'accordo... dettagli, prego!" la interruppe Christopher mentre Ritchie incrociava le braccia e faceva un cenno col capo per incalzare le ragazze a raccontare. Colin e William erano molto silenziosi, ma entrambi avevano lo sguardo puntato fisso su Ginny, che ricambiò il loro sguardo e tornò a guardare altrove con un certo imbarazzo. Christopher aveva combinato l'ennesimo casino senza volerlo... e adesso cosa avrebbero risposto? 
"Ginny!" gridarono due voci all'unisono. 
Grazie al cielo un'inconveniente per non rispondere, pensò disperatamente la ragazza.
Quando si voltò vide che Fred e George che le sorridevano da un orecchio all'altro mentre raggiungevano il divano su cui era seduta la loro sorella, circondata dagli amici. Ginny si chiese cosa fosse successo di tanto bello a tal punto che i gemelli venissero a chiamarla. 
"Ti abbiamo cercata dappertutto... ma non eri ad Hogwarts. Eri andata ad Hogsmeade?" 
"Voi come..." 
"Lascia perdere" tagliò corto Fred, salutando poi gli amici della sorella. George imitò in fretta. "Allora sorellina, indovina? Bill e la mamma sono qui per assistere Harry nella terza prova! Sai, di solito i familiari dei campioni vengono a vedere l'ultima prova" 
"Mamma può considerarsi una specie di seconda madre per lui, no?" fece George con un sorriso.
"Splendido!" esclamò la ragazza, balzando in piedi e rovesciando il pacchetto di Cioccorane per terra. Alcuni pacchetti finirono in grembo a Ritchie, che colse al volo l'occasione per circodarle tutte con le braccia e tenerle per sè. "Dove sono, esattamente?"
"Sala Grande, credo che cenino insieme a noi" rispose George. 
E così, Ginny potè sgattaiolare da lì con i suoi fratelli prima che si iniziasse a parlare dell'appuntamento con Micheal Corner. Almeno, se le amiche decidevano di raccontare tutto ai ragazzi, lei non ci sarebbe stata e avrebbe sopportato di meno il peso di aver ferito qualcuno a cui voleva molto bene. Di sicuro, dalla bocca di Demelza non sarebbe uscita nient'altro che la verità perchè sapevano tutti che Demelza odiava a morte dire le bugie, e forse era meglio così... forse era meglio che William venisse a sapere tutto e si rassegnasse. 
"Si può sapere come diavolo facevate a sapere che non ero ad Hogwarts?" chiese Ginny sospettosa, certa che nessuno poteva controllare il castello intero e trovare la persona che cercava senza avere spie o radar. 
Che i fratelli le avessero messo davvero delle spie alle calcagna?
"Lee ti ha vista da sola mentre uscivi" rispose Fred, svoltando il corridoio a sinistra.
"Mi ha vista da sola?" ripetè Ginny aggrottando la fronte, e solo dopo capì che Lee Jordan le aveva salvato le chiappe dalla furia di Fred e George, omettendo quindi la parte in cui stava sì uscendo... ma in dolce compagnia del caro Micheal Corner. "Ah!" aggiunse lei, ricomponendosi immediatamente e facendo una piccola risatina gorgogliante. "Volevo solamente prendere aria fresca: erano appena finiti gli esami" 
Quando i tre raggiunsero la Sala Grande videro Bill e la mamma seduti a cenare insieme a Ron, Harry ed Hermione così loro si unirono agli altri, e fu come se fossero di nuovo tutti insieme alla Tana come un'unica e grande famiglia. Peccato che mancavano alcuni componenti, però l'affetto familiare si sentiva lo stesso. Ginny notò che Harry sembrava piuttosto teso, ma non gli rivolse granchè la parola, soprattutto per parlare del torneo. 
"... e hanno dei nomi tutti uguali, quei folletti" stava raccontando Ginny alla madre, che le aveva chiesto com'era andato l'esame di Storia della Magia, "e quindi se non ne ricordi uno puoi sempre buttarti ad indovinare, proprio perchè sembrano tutti uguali" concluse, dando un altro grosso morso alla sua patata al forno. 
I gemelli e Ron scoppiarono a ridere, e Harry si unì alle risate ben presto. 
"Adesso sì che sei nostra sorella!" ribattè Fred assai compiaciuto, dando un buffetto sulla schiena alla sorellina. 
"Non mi sarebbe piaciuto avere un secondo Perce in casa, devo ammetterlo" aggiunse George, lanciando un rapido sguardo alla madre e Bill rise di cuore. 
"Fate le persone serie, voi due. E poi, come sarebbe a dire che puoi sempre buttarti ad indovinare?" domandò la donna, squadrando con ammonizione i figli e sporgendo la mascella in modo davvero pericoloso. Infatti, quando ci si doveva preparare per una disputa bastava vedere la mascella di Molly per capire... e forse era meglio cambiare definitivamente argomento. 
"Mamma, stavo solamente scherzando!" mentì prontamente Ginny, strizzando l'occhio ai ragazzi ed Hermione, che ridacchiarono. 
"Io sono stato fortunato, signora Weasley..." disse Harry, ingoiando del pasticcio di carne e tornando a rivolgersi alla donna. "I campioni non faranno gli esami, e con tutto lo stress che ho dovuto subire credo che li avrei denunciati se avessi dovuto farli" 
Risero tutti quanti, compresa Hermione.
"Almeno sei più preparato di tutti in Difesa, il che non è male!" ribattè la ragazza con ottimismo, facendo un gran sorriso. 
"Sì, col risultato che stavo per rompermi l'osso del collo per fare la cavia" sbuffò Ron, guardando Hermione con gli occhi ridotti in due fessure e i ragazzi risero, pensando a Ron come un vero manichino da incantesimi. 
"Ti sei allenato molto?" chiese Ginny rivolgendosi ad Harry, che annuì con vigore. 
"Fino a tarda notte..." rispose lui. 
"Hermione ha ragione: almeno sarai molto preparato in Difesa" intervenne Bill serio. 
Molly stava aprendo la bocca per dire qualcosa a suo figlio, quando la voce di Albus Silente echeggiò nella Sala Grande mettendo fine ad ogni conversazione e ad ogni tentativo di finire di mangiare la cena di quella sera: "Signore e signori, tra cinque minuti vi chiederò di scendere al campo di Quidditch per la terza e ultima prova del Torneo Tremaghi. I campioni sono pregati di seguire il signor Bagman allo stadio, adesso"
Tutti i ragazzi della scuola applaudirono, i Weasley ed Hermione augurarono al ragazzo buona fortuna mentre lui si affrettava a seguire Ludo Bagman giù al campo di Quidditch insieme a Cedric, Fleur Delacour e Viktor Krum. 
Buona fortuna, pensò Ginny guardando la figura del ragazzo scomparire dalla Sala Grande. 




La terza prova era cominciata ed Harry e Cedric erano entrati per primi in un grosso e claustrofobico labirinto scuro, seguiti a ruota dagli altri due campioni. Ginny aveva preso posto sugli spalti del campo di Quidditch insieme a tutta la sua combriccola di amici, proprio dietro la sua famiglia ed Hermione e la prova era iniziata già da un bel pezzo. All'inizio, gli spettatori avevano fatto molto il tifo per i loro campioni ma adesso il chiacchiericcio eccitato degli studenti prevaleva, mentre aspettavano qualche segno di novità proveniente dal labirinto di fronte a loro. 
"Spero che vinca Harry, se lo merita più di tutti" disse Colin, che stringeva la mano del suo fratellino. 
Quell'affermazione attirò l'attenzione di Ginny, che gli rivolse distrattamente la parola: "Sì, anch'io. E sono sicura che riuscirà a farcela!" affermò con convinzione e Colin le fece un gran sorriso, accorgendosi che lei gli aveva finalmente parlato dopo giorni e giorni di puro mutismo. 
"Oh cielo..." sussurrò d'un tratto Demelza, "sta arrivando Micheal... proprio qui... e adesso!" 
"Cosa?" 
Ginny si voltò in fretta, prima alla sua sinistra e poi alla sua destra, trovando disgraziatamente il volto a pochi centrimenti da quello Micheal Corner (William distolse evidentemente lo sguardo e lo puntò sulle alte siepi del labirinto) ma lei lo spinse leggermente e lo squadrò malissimo, come se stesse da un momento all'altro per saltargli addosso e farlo nero di botte, direttamente alla Babbana. Il ragazzo si guardò intorno non riuscendo a capire perchè la sua nuova fidanzava l'aveva spinto brutalmente di lato e alzò un sopracciglio per ricevere spiegazioni. 
"Che stai facendo?" fece Micheal, ancora col sopracciglio alzato e lo sguardo di tutti gli amici della ragazza fisso su di lui.
"No, tu che stai facendo?" lo rimbeccò Ginny sibilando, incrociando le braccia al petto. 
"No, tu che stai facendo?" 
"Che stai facendo! Grrr, ma non capisci?" 
La voce della ragazza era così bassa e roca che nemmeno Micheal, che era vicinissimo a lei, riusciva a sentirla molto bene. 
"Micheal, tutta la mia famiglia è qui e i gemelli sbucano dappertutto come gnomi!" sbuffò Ginny poco più dolcemente, facendo capire al ragazzo che non era colpa sua e gettando un'occhiata davanti a lei. "Non possiamo trattenerci...? Ne abbiamo parlato!" aggiunse, quasi scusandosi. 
"Ah sì" disse Micheal impaziente, poi la sua espressione cambiò e fece un gran sorriso. "Sì, va bene... hai ragione. Adesso torno dai miei amici ma ci vediamo dopo la prova, mi raccomando" concluse e, dopo averle dato un piccolo bacio sulla fronte, le fece un occhiolino complice. Ginny tradusse mentalmente: Ci vediamo dopo la prova e ci sbaciucchiamo fino a toglierci il respiro a vicenda. Mmh, quel Torneo Tremaghi aveva davvero portato qualcosa di buono quell'anno!
La ragazza stava proprio per dare una scrollata a Vicky e Christopher, che ridacchiavano sommosamente, quando delle scintille rosse illuminarono gli spalti: dopo neanche un minuto, i ragazzi videro la giovane e bellissima Fleur Delacour adagiata su una barrella bianca. 
Cos'era successo in quel labirinto mentre tutti gli spettatori si stavano divertendo sugli spalti? Era stata colpita da qualcosa e adesso era in grave pericolo? E gli altri campioni stavano bene o erano anche loro in difficoltà? Nei pensieri di Ginny c'era solamente Harry. 
"Cosa credete che..." 
Demelza non finì neanche la sua frase che altre luci rosse illuminarono il tutto, e dopo meno di un minuto anche Krum uscì dal labirinto, sorretto da un'altra barrella bianca: sembrava, come la Delacour, privo di sensi. Ovviamente, i due ragazzi furono portati immediatamente in Infermeria, sotto le cure della in gamba Madama Chips, mentre la voce allegra di Ludo Bagman calmava gli animi degli studenti. 
"La campionessa di Beauxbatons e il campione di Durmstrang purtroppo sono stati eliminati!" gridò, e ci furono applausi educati e rispettosi per i due campioni squalificati. "Quindi, rimane solamente la scuola di Hogwarts a battarsela per vincere questo Torneo Tremaghi! Chi sarà il nostro campione in assoluto del torneo? Cedric Diggory o Harry Potter? Staremo a vedere, staremo a vedere!" 
Ci fu un boato di applausi, che durò circa due minuti mentre tutti quanti gli studenti di Hogwarts iniziavano di nuovo a fare il tifo, ma quegli applausi e grida di giubilio non fecero neanche in tempo a spegnersi che una grande luce blu accecò gli occhi di tutti, seguita da un crac rumoroso: lo stesso rumore di una Smaterializzazione. Ma Demelza non aveva sempre detto che non ci si poteva Smaterializzare ad Hogwarts? 
"E adesso?" chiese Ritchie, in modo teso. 
"Oh, saranno le insidie del labirinto. Rilassatevi, ragazzi!" replicò Christopher, sedendosi sul suo sediolino e mettendo le mani dietro alla nuca. Poi, uno sguardo assassino di Demelza, lo fece ricomporre: "Insomma, volevo solo essere ottimista!" 
"Sì, e da quando le insidie hanno il rumore della Smaterliazzazione?" insistette Demelza. 
"Io vorrei capire cosa è successo..." borbottò William, allungando il collo. 
"Magari uno dei due rimasti è stato squalificato" suggerì Vicky, ma non ne era convinta neanche lei mentre scendeva giù dagli spalti per chiedere ulteriori informazioni alle sue amiche di Tassorosso che erano sedute proprio in prima fila. 
Ginny restava zitta, e ogni fibra del suo corpo sperava che non fosse successo nulla a nessuno dei due. Cosa voleva dire quella luce bluastra accecante? I campioni non dovevano sparare scintille rosse in aria per venire soccorsi dagli insegnanti? O forse... uno dei campioni aveva davvero afferrato la Coppa? La ragazza notò che sotto di loro il Preside e i funzionari del torneo andavano avanti e indietro, quindi quella non era una cosa in programma: c'era stato un'incidente. 
I professori McGranitt, Sprite, Vitius e Moody, che dovevano essere di guardia agli angoli del labirinto, corsero preoccupatissimi verso Silente e annunciarono che i due campioni non erano più nel labirinto, era come se si fossero volatilizzati. 
"La coppa è una Passaporta!" urlò qualcuno. 
"Nessuno ci aveva avvertiti che la coppa era una Passaporta!" 
"Cosa significa questo?" sussurrò Ginny cercando di capire, deglutendo a fatica. Per la prima volta da quando William l'aveva baciata, il ragazzo si avvicinò a lei e aggiustò i lunghi capelli rossi dietro all'orecchio, mentre lei alzava lo sguardo su di lui e sorrideva. 
"Ehm..." Lugo Bagman sembrava davvero a disagio, "ragazzi, state calmi. Ovviamente, questo fa parte della prova!" 
"Sciocchezze" soffiò la ragazza, sbuffando. 
Infatti, nessuno dei presenti gli credette e mentre William aiutava Ginny ad alzarsi dal sediolino, Hermione parve afflosciarsi sul suo. Molly e Bill stavano raggiungendo i professori per dare una mano, come stavano facendo i familiari di Cedric, quando la ragazza quasi cedette nelle gambe e parlò a raffica, sussurrando nell'orecchio di Ron: "Sai cosa significa, vero? Lui non doveva partecipare a questo torneo! Il Marchio Nero in cielo, il nome di Harry nel Calice di Fuoco... oh, Ron!" 
"Andrà tutto bene..." borbottò impacciato Ron, strofinando la sua mano sul braccio di Hermione. 
Ginny sbiancò, mentre guardava Igor Karkaroff che si teneva il braccio e scappava via dallo stadio come se avesse chissà quale creatura terribile alle calcagna: possibile che i peggiori timori di tutti loro si stavano avverando? 




Un altro sonoro crac echeggiò in campo, seguito a ruota da quella luce bluastra accecante, e all'improvviso lo stadio si riempì di sussulti spaventati. Tutti i ragazzi balzarono in piedi e Ginny ebbe solo il tempo di vedere Harry e Cedric stesi per terra quando la sua visuale fu coperta e i ragazzi delle prime file trattennero il fiato. Poi ci fu uno strillo isterico di una ragazza, mentre gli studenti cominciavano ad accalcarsi giù al campo. 
Ma cosa voleva dire tutto quello? I due ragazzi erano...? No, non erano proprio nulla! Entrambi ce l'avevano fatta ed erano rimasti feriti, tutto qui. Feriti gravemente, ma non era successo nulla di male e soprattutto non erano morti. Nessuno di loro era morto, nessuno era... 
"MORTO!"
"E' MORTO! MORTO!" Le gambe di Ginny sembravano quasi per cedere sotto al suo esile peso, poi un altro urlo squarciò la notte. 
"CEDRIC DIGGORY E' MORTO!" 






Angolo autrice
Questo capitolo comprende l'uscita di Ginny e Micheal, e io ho pensato che i due si fossero messi insieme proprio prima della terza prova. Infatti Hermione nel quinto libro dice che si mettono alla fine dell'anno e io ho pensato che fosse in quel momento. Poi ho staccato la narrazione quando qualcuno urla che Cedric è morto, per creare un poco di suspance. 
Spero che questo capitolo vi piaccia e alla prossima!

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Capitolo 31
*** L'incubo ha un nuovo inizio. ***


L'INCUBO HA UN NUOVO INIZIO.


Fu con cuore oppresso che Ginny preparò il baule la sera prima del ritorno alla Tana.
Aveva vissuto dei momenti terribili alla fine di quella terza prova: studenti che urlavano, ragazze che piangevano o singhiozzavano, gente che si disperava... c'era dolore dappertutto. Ginny era riuscita ad intrufolarsi tra i ragazzi e a vedere il corpo freddo di Cedric, che giaceva supino a terra mentre suo padre urlava, in piena agonia e in preda al dolore. Quella era stata la goccia che aveva fatto trabboccare il vaso: fu in quel momento che la ragazza iniziò a piangere, perchè non ne poteva fare a meno... perchè in fondo era anche lei una ragazzina. 
Molly e Bill dovettero minacciare Fred e George per far sì che i due portassero via la sorella, e dopo una crisi di nervi da parte della ragazza, i gemelli la trasportarono di peso fino alla Torre di Grifondoro. Perchè Ron e gli altri potevano assistere Harry in Infermeria e lei doveva essere sempre allo oscuro di tutto? Era stanca, stanca, stanca... stanca di venire sempre messa da parte, come se quello potesse farla stare meglio. 
Hermione però era stata d'aiuto: si era confidata con Ginny, e le aveva raccontato tutto ciò che doveva sapere. Le aveva raccontato che Voldemort era tornato e aveva assassinato Cedric, che Harry era sfuggito per l'ennesima volta alla furia Voldemort e che il Ministro non gli credeva. 
Ginny iniziò seriamente a pensare che i tempi duri di una volta sarebbero tornati, ancora più duri di prima... 
"Hai finito col bagno?" 
La voce di Alice Barlow raggiunse le orecchie della ragazza a chilometri di distanza. 
"Sì" rispose meccanicamente Ginny, infilando le ultime cose nel suo baule e guardandosi nel grande specchio del dormitorio, mentre Alice correva in bagno. Ginny legò distrattamente i capelli rossi in una lunga treccia, e si aggiustò la divisa. 
"Sei pronta?" chiese Demelza, mentre si acconciava tra i capelli un nastrino verde, che le risaltava gli occhi. 
"Sì... ma Vick?" 
"Ha detto che andava a prendere dell'aria fresca" 
L'amica era molto sensibile e lo lasciava ben vedere senza fregarsene di ciò che pensava la gente. E in più, odiava a morte di addii ora che Silente aveva deciso di parlare a tutta la scuola della faccenda di Cedric e della terza prova. Demelza era altrettanto sensibile, ma non scoppiava subito: ci voleva del tempo e poi avrebbe singhiozzato come una matta, spingendo perfino Vicky a calmarla. E Ginny invece che era sempre molto dura, forte e virile... in quei momenti sembrava assente, come se fosse un fantasma e stesse vivendo quei momenti attraverso la vita di qualcun altro. 
"Scendiamo a in sala, dai..." la spronò Demelza. 
Le due amiche fecero il percorso dai dormitori alla Sala Grande in silenzio, e quella strada parve ad entrambe infinita. Nessuna delle due aveva tanta voglia di parlare, e ci fu un attimo in cui Demelza tirò su col naso e si affrettò ad asciugarsi gli occhi lucidi di lacrime con un piccolo fazzoletto a fiori. Ginny fissò l'amica in modo inespressivo, con la voglia di piangere e rompere tutto... ma il suo essere glielo impediva. 
"T-terribile..." sussurò Demelza con voce roca e incrinata di pianto. 
"Dem, non piangere..." le disse duramente Ginny, afferrandola per un braccio e costringendola a voltarsi verso di lei. Poi si ricompose, perchè non voleva sembrare troppo dura con lei: "Non piangere, non adesso. Sentiamo Silente cos'ha da dirci, va bene?" aggiunse, più dolcemente. 
L'amica annuì, tossì e si asciugò nuovamente gli occhi. 
La Sala Grande, che di solito era addobbata con i colori della Casa vincitrice della Coppa delle Case, quel giorno era piena di stendardi neri appesi alle pareti, in segno di rispetto per Cedric. Le due amiche individuarono gli altri, e li raggiunsero per sedersi insieme a loro: anche i ragazzi non avevano granchè voglia di parlare, e sedevano tutti mogi. Christopher cercava di fare conversazione, ma nemmeno lui riusciva a portare avanti un discorso senza che la voce si spegnesse. 
All'improvviso Silente si alzò e il debole chiacchiericcio nella sala si spense; Vicky arrivò giusto in tempo per il discorso. 
"Non volevo perdermelo" dichiarò con voce soffocata. 
"Siamo alla fine di un altro anno" esordì Silente, facendo scorrere lo sguardo su tutti i tavoli e soffermandosi poi su quello dei Tassorosso. "Ci sono molte cose che vorrei dire a tutti voi, ma prima di tutto devo ricordare la perdita di una persona molto bella che dovrebbe essere seduta qui a godersi il banchetto con noi. Vorrei che tutti voi, per favore, vi alzaste e brindaste a Cedirc Diggory" 
Ci fu un grattare di panche mentre gli studenti si alzavano e levavano i calici per obbedire al Preside.
"A Cedric Diggory" risuonò nella sala. 
"Cedric era una persona che riuniva a sè molte delle qualità che distinguono la casa di Tassorosso" riprese Silente, mentre i ragazzi sedevano di nuovo sulle panche e Ginny lanciava sguardi a sottecchi al tavolo di Tassorosso, che era proprio accanto a quello di Grifondoro. "Era un amico buono e fedele, un gran lavorato, credeva nel gioco leale. La sua morte ha toccato tutti voi, che lo conosceste o no. Credo che abbiate il diritto di sapere esattamente com'è è successo" 
Harry, che era a pochi metri davanti a Ginny, alzò finalmente il capo e fissò Silente. 
"Cedric Diggory è stato assassinato da Voldemort" 
La reazione fu immediata: gli studenti sussurrarono terrorizzati tra di loro e guardarono Silente, atterriti da quello che aveva appena detto. Il Preside, dal suo canto, sembrava abbastanza tranquillo e aspettò che tutti gli prestassero di nuovo attenzione. 
"Il Ministero della Magia non vorrebbe che ve lo dicessi, è possibile che alcuni dei vostri genitori si scandalizzeranno per ciò che ho fatto perchè non vogliono credere al ritorno di Voldemort o perchè sono convinti che non dovrei dirvelo, giovani come siete. Ma per me fingere che Cedric sia morto in seguito ad un incidente o un errore da lui commesso sia un insulto alla sua memoria" 
Altri sussurri, stavolta di comprensione, provenienti dal tavolo di Tassorosso.
"C'è qualcun altro che dev'essere ricordato in merito alla morte di Cedric, e sto parlando di Harry Potter" continuò il suo discorso Silente, e tutti gli sguardi della sala si posarono sul ragazzo; molti allungarono il collo per vederlo. "Harry Potter è riuscito a sfuggire a Voldemort, ha rischiato la vita per riportare il corpo di Cedric ad Hogwarts e ha dimostrato un coraggio che pochi maghi hanno mostrato nell'affrontare Voldemort. E per questo io gli rendo onore!" 
Silente alzò il calice e molti studenti lo imitarono, tranne alcuni Serpeverde. 
Ginny guardò il ragazzo che aveva di nuovo il capo chino: avrebbe tanto voluto stringerlo tra le sue braccia, dirgli che era stato davvero coraggioso... voleva in qualche modo fargli sapere che lei era con lui, che era sempre stato il suo eroe fin da bambina. Ma questo non poteva succedere, perchè per Harry lei era solamente la sorellina del suo migliore amico, oppure nulla di cui valeva la pena prestare attenzione. 
"Lo scopo del Torneo Tremaghi era di approfondire l'intesa tra i maghi, e alla luce di ciò che è accaduto questi legami sono più forti che mai" il Preside diede un rapido sguardo al tavolo in cui erano seduti i ragazzi di Beauxbatons e Durmstrang, piuttosto corrucciati. "Alla luce del ritorno di Voldemort, siamo forti solo se uniti, deboli se divisi. L'abilità di Voldemort nel seminare discordia è molto grande: possiamo combatterla solo mostrando un legame altrettanto forte di amicizia" 
Demelza iniziò a singhiozzare e a picchiettarsi gli occhi con il solito fazzoletto a fiori, mentre il viso di Vicky era rigato da lacrime silenziose mentre la ragazza si aggrappava forte al braccio di Ritchie e poggiava la testa sulla sua spalla. Ginny guardò meccanicamente gli amici con cui aveva litigato, che le restituirono lo stesso sguardo. E senza sapere come, le mani della ragazza trovarono quelle dei suoi due amici, mettendo in atto ciò che aveva appena detto Silente. Perchè era vero: erano forti solo se uniti, deboli se divisi. E alla luce di quella disgrazia non potevano far altro che stringere quei forti legami d'amicizia che si erano andati a creare. 
"Ricordatevi di Cedric" disse infine Silente addolorato, "quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile. Ricordate cos'è accaduto a un ragazzo che era buono, e gentile, e coraggioso, per aver attraversato il cammino di Voldemort... ricordatevi di Cedric Diggory" 




I bagagli degli studenti erano pronti e i ragazzi aspettavano le carrozze che li avrebbero condotti al binario della stazione di Hogsmeade, ciarlando in maniera più allegra rispetto a prima e riflettendo sul discorso di Silente per quanto riguardava i legami di amicizia. Ginny aveva preso molto in considerazione quel discorso, e aveva fatto pace con i due amici: non ci fu bisogno di parole, loro avevano già capito tutto. I ragazzi di Beauxbatons e Durmstrang salutavano i ragazzi di Hogwarts, e Ginny vide Fleur Delacour baciare sulle guance Harry e Ron prima che Krum prendesse Hermione da parte. 
"Credete che avremo mai un anno tranquillo ad Hogwarts?" chiese la ragazza agli amici, sedendosi come una profuga sul suo grande bagaglio su cui era incisa l'iniziale del suo nome sopra, più l'iniziale del suo cognome: una grossa GW rossa. 
"No!" risposero in coro Demelza, Christopher e Colin. 
Ginny rise e scosse la testa, come per confermare la risposta degli amici. "Mi scriverete quest'estate?" chiese poi. 
"Come ogni anno!" ribattè offeso Ritchie. 
"Quest'anno ho fatto pochissime foto... ma te le spedirò lo stesso" disse Colin, brandendo la macchinetta fotografica. Infatti, ogni anno il ragazzo spediva ai suoi amici una busta piena di foto, che Ginny custodiva affettuosamente nel suo comodino. "Foto di gruppo?" aggiunse il ragazzo, facendo un gran sorriso.
"Sì, una foto di gruppo!" esclamò William, avvolgendo il braccio attorno alle spalle di Vicky. 
"Rtichie vieni qui!" ordinò quest'ultima. 
"Io mi metto al centro"
"No! Volevo stare io al centro, non vale!" 
"Demelza, tu metti a sinistra... no, alla mia sinistra... volevo dire, alla tua"
"Colin, deciditi" 
"Mettiti a destra, forza..." 
Colin fermò una studentessa bionda, che trascinava un baule con su scritto LL e le mise la macchina fotografica nelle mani, chiedendole cortesemente di fare una foto ai ragazzi. Lei fu molto entusiasta di fare una foto di gruppo, e pigiò il dito smaltato di bianco perla sul pulsante quando i ragazzi si misero in posa. 
"Siete molto belli" disse sognante Luna Lovegood, con un gran sorriso. 
"Grazie! Ragazzi, lei è Luna Lovegood... ehm, frequenta il nostro corso di Cura delle Creature Magiche, ve la ricordate?" disse Ginny, cercando di non scoppiare a ridere dall'espressione che aveva assunto Christopher. 
"Ah, lei è la ragazza fuori di capoc..." Ginny pestò con violenza il piede a Vicky, "... la ragazza bionda di cui ci avevi parlato!" 
"Hai accarezzato per prima un unicorno, mi ricordo di te" le disse dolcemente Demelza, cercando di aggiustare la situazione in cui si erano appena messe le due amiche facendo una solita figura di sterco di drago. 
Anche i ragazzi si presentarono a Luna, facendo dei grandi sorrisi. Colin iniziò a brandire la macchina fotografica e fare foto in giro: gli alberi verdi intorno a loro; la nave di Durmstrang, la carrozza di Beauxbatons; Demelza che fissava la rivista di Luna con un certo scetticismo; Ginny, Christopher e William che erano lì per lì dallo scoppiare a ridere; Ritchie che mangiava Cioccorane; e poi di nuovo tutti i suoi amici, compresi lui e Luna, con i suoi grandi occhialoni rosa e blu. 
"Che anno spiacevole, mi piaceva Cedric. Era un ragazzo d'oro, anche se non ci ho mai parlato..." disse Luna, sistemandosi gli occhiali sul naso e leggendo con curiosità e attenzione la rivista che aveva tra le mani. Colin fece un'altra foto alla rivista, mentre fregava una Cioccorana all'amico. 
"Perchè leggi quella rivista?" chiese Demelza arricciando il naso. 
Ginny fissò la copertina e lesse: il Cavillo. E così, Luna leggeva quella roba? Ci potevano concimare il giardino con quello, e sapevano tutti che quel giornale non portava mai nulla di veritiero se non stupidaggini come storie di fantasia inventate dallo strambo direttore. Strambo direttore... magari Luna gli apparteneva. 
"Sono curiosa di leggere l'articolo sui Nargilli" rispose Luna serena, lanciando un'occhiata a Demelza.
"Sui cosa?" sussurrò perplesso Christopher, aggrottando la fronte e voltandosi verso William, che scosse il capo. 
"Ma..." obbiettò Demelza sconcertata, "i Nargilli non esistono, nessuno li ha mai trovati. Insomma, è sempre il direttore che inventa storielle impossibili per vedere le copie delle riviste, quelle creaturine sono frutto della sua fantasia. Non gli crederai, vero?" 
Ma Demelza si rese ben presto conto di avere detto la cosa sbagliata...
"Mio padre è il direttore, e i Nargilli esistono eccome!" ribattè Luna tranquilla come non mai. 
"Cos'è esattamente un Nargillo?" chiese Colin curioso, la bocca piena di cioccolato. "Sai, i miei genitori sono Babbani quindi non so moltissimo su questo mondo, ho ancora tanto da imparare. Beh, allora... cosa diavolo è un Nargillo?" 
Demelza fece una risatina, poi lanciò uno sguardo carico di rimprovero a Colin e disse: "Non esistono, Colin!" 
"Sì invece, guarda la copertina!" insistette Luna. 
"Posso?" chiese dolcemente William e Luna annuì, gli occhi sporgenti puntati in quelli grigi del ragazzo. 
"Ma tu li hai mai visti?" chiese Christopher. 
"Se credi in qualcosa non c'è bisogno che tu la veda" rispose la ragazza impeccabile, facendo un sorriso.
Ginny intanto si era protesa verso William per scrutare bene la copertina della rivista, col risultato che quasi le bruciavano gli occhi con tutti quei colori sgargianti e strani: giallo, rosa e arancione fluorescente. Ma che giornale era, quello? 
"Non puoi credere in qualcosa che è inesistente" disse Demelza, ancora più cocciuta di Luna. 
"Chi te lo dice?" 
"Beh... se una cosa la vedi è reale, no? E se tu hai detto di non averli mai visti..."
"E non per questo vuol dire che non esistano, Demelza. Io trovo che molte persone abbiano la mente troppo chiusa" 
"Io non ho la mente... non stavo dicendo che..."
"D'accordo!" esclamò Ginny ponendo fine a quella conversazione, e battendo una volta le mani per porre fine anche allo spettacolino. Se la fantasia di Luna galoppava oltre l'immaginabile non era mica colpa di Demelza, e se Demelza non credeva ad una sola parola di ciò che si scriveva su quella rivista non era mica colpa di Luna. "Ognuno di noi è diverso dall'altro e crede in cose diverse, quindi... direi che facciamo meglio a salire sulla carrozza!" aggiunse la ragazza, e trotterellò fino ad una carrozza vicina mentre trascinava il suo baule. 
Luna accarezzò una cosa invisibile accanto alla carrozza e prese la rivista che William le porgeva. 
"Scusami, sono molto interessato all'articolo sui Nargilli... posso prendere la rivista?" chiese Christopher, facendo una faccia da cane bastonato. I ragazzi ridacchiarono, perchè Chris non poteva essere davvero interessato alla ricerca di qualcosa di inesistente... cosa diavolo aveva in mente? 
"Ohhh ma certo!" rispose Luna soave e si allontanò saltellando. 
Christopher salì sulla carrozza degli amici facendo un ghigno e brandendo la pagina in cui vi era scritto: 

I Nargilli esistono, di Xenophilius Lovegood.
Molte sono le ricerche che sono state fatto su queste affascinanti creature, ricerche quasi concluse. Molti maghi hanno cercato a lungo l'esistenza dei Nargilli: molti di loro si sono dati per vinti, non ci hanno più creduto. Ma io adesso posso affermare una sola cosa: i Nargilli esistono. 
Per ulteriori informazioni sulla ricerca andate a pagina 10. 


"Capito, Demelza?" fece Christopher ironico al massimo, mentre la carrozza si fermava proprio vicino alla stazione. "Sei una sciocca a non credere della loro esistenza! I Nargilli sono delle affascinanti creaturine e tu non credi nella loro esistenza?"
"Chris, vai a fa..." cominciò Demelza ma Ginny la interruppe, trattenendo a stento una risata mentre gli altri scoppiavano a ridere, e Colin scattava altre fotografie per tenere ben impresso nella mente di tutti quel momento. 
"A fare un giretto nel treno per trovare uno scompartimento!" 




Il viaggio verso casa andò bene e i ragazzi passarono il loro tempo a spettegolare, a giocare a scacchi o Spara Schiocco. Poi, verso la fine alcuni si appisolarono con le teste ciondolanti, mentre Colin, come il suo solito fare, scattava qualche altra fotografia al paesaggio e Ritchie mangiucchiava delle bacchette di liquirizia. Ginny, che pure si era appisolata sulla spalla di William per recuperare le ore di sonno che la sera della terza prova le aveva rubato, si alzò stiracchiandosi e annunciò agli amici di andare a cercare Micheal Corner. Lo trovò proprio verso la fine del treno insieme ai suoi due migliori amici, e il resto del viaggio lo passò insieme a lui nel suo scompartimento mentre Anthony Goldstein e Terry Steeval venivano cacciati. 
"Dove passerai le vacanze?" chiese Ginny, accarezzando i capelli di Micheal e alzando la testa dal suo petto.
"Non saprei, credo al mare... ho voglia di abbronzarmi" rispose il ragazzo. 
"Anche a me andrebbe. Un giorno andremo a mare insieme, ti va?" 
"Magari!" 
Micheal le diede un bacio, poi si alzò e si levò la divisa di Hogwarts, con il mantello. E lo stesso fece la ragazza, prima di ricordarsi che la sua camicetta era leggermente troppo scollata: quando faceva caldo, lei sbottonava sempre di più la camicetta perchè il mantello la copriva. Si rese conto solo in quel momento che Micheal la fissava con un ghignetto, poi la trasse a sè. 
"Credo sia meglio che io..." disse e cominciò ad abbottonarle la camicia, fino all'ultimo bottone. 
Quando ebbero finito di fare tutto ciò che dovevano fare e si salutarono, entrambi uscirono dallo scompartimento trascinando a fatica il loro baule. Ginny non voleva che i fratelli o i suoi genitori la vedessero insieme a Micheal, così si allontanò verso l'inizio del treno. 
"Mi scriverai?" chiese la ragazza, baciando per l'ultima volta il fidanzato. 
"Solo se lo farai tu!" ribattè lui, e Ginny si disse che quella era una causa ormai persa da tempo mentre scendeva dal treno.
Micheal era un tipo abbastanza a posto, ma aveva un solo difetto: l'orgoglio. All'inizio, la ragazza non lo avrebbe mai immaginato da un tipo che passa il suo tempo a beccarti per tutti i corridoi della scuola e a venirti sempre incontro, ma conoscendolo... beh, Micheal Corner non faceva mai il primo passo verso qualcuno che conosceva da un bel poco di tempo, e in queste persone Ginny ormai ci apparteneva. 
Adesso toccava a lei cercarlo per prima, sempre.
"Mamma! Bill!" esclamò Ginny, correndo verso i due familiari e Bill la circondò con le braccia. Alle spalle di Bill, i suoi amici le facevano gesti frenetici con le braccia per attirare la sua attenzione e lei li salutò mandando un bacio invisibile da lontano, che Colin afferrò e se lo schiaffò sulla guancia. 
"Forza, andiamo a casa... abbiamo tante cose da fare!" disse la mamma, una volta che ebbe recuperato anche Ron e i gemelli. 
"Mamma, ma Hermione e Harry vengono da noi?" chiese Ginny mentre si avviavano verso la barriera. 
"Vedremo..." borbottò lei. 
"Hermione sì, ma Silente ha detto che Harry deve restare a Privet Drive" sussurrò Ron nell'orecchio della sorella. 
"Perchè?" 
"Non ne ho idea, ma immagino che dobbiamo fidarci" 
Fiducia... era l'unico sentimento con cui si dovevano basare quei rapporti, quei legami indistruttibili di cui Silente aveva parlato. E a partire da quel momento in poi l'incubo aveva un nuovo inizio. 






Angolo autrice
Questo capitolo racchiude un po' il viaggio che hanno fatto i vari personaggi (Ginny e i suoi amici) dopo la morte di Cedric. Ovviamente, Ginny non se la sente di tenere il muso ai suoi amici e li perdona, come se non ci fosse nulla che li avrebbe divisi. Silente aveva ragione, e loro mettono subito in atto il suo suggerimento senza tentennare. Ho pensato che in quest'atmosfera triste la conversazione sbarazzina con Luna Lovegood avrebbe riallegrato gli animi, e spero anche di aver fatto intendere bene il carattere di Micheal Corner: per ottenere qualcosa farebbe il primo passo, mentre una volta che ha ottenuto quella cosa inizia a fare l'orgoglioso. 
Beh, spero vi sia piaciuto!

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Capitolo 32
*** Grimmauld Place, il quartier generale dell'Ordine della Fenice. ***


GRIMMAULD PLACE, IL QUARTIER GENERALE DELL'ORDINE DELLA FENICE.


I giorni passarono con una certa tensione e paura, a causa del ritorno di Voldemort. Ginny non ricordava di aver mai vissuto con l'ansia e con il terrore che qualcuno potesse di nuovo piombarle tra capo e collo e uccidere lei e la sua famiglia, come era successo in passato quando Voldemort era al culmine del suo potere. Ansie e paure del genere le aveva vissute solamente durante il suo primo anno, ma purtroppo quello non era bastato... 
"E così, tutti i giornalisti hanno preso il posto di Rita Skeeter... beh, non mi sorprende!" sbottò Arthur contrariato, ficcandosi l'ultimo boccone di cena in bocca e gettando sul tavolo accanto a sè la Gazzetta del Profeta che Fred afferrò all'istante. 
I giornali, senza l'aiuto di Rita Skeeter, stavano inziando a gettare fango su Silente e su Harry definendoli dei bugiardi per appoggiare il Ministero della Magia, e non c'era bisogno di un genio per capire che Caramell c'era dietro a tutto questo: non voleva proprio accettare il ritorno di Voldemort. E sembrava che stesse portando con sè tutta la Comunità Magica, che aveva smesso di fidarsi di Silente.
"Cosa dicono?" chiese Ron, sporgendosi sopra la spalla di George per vedere il giornale. 
"Accuse, frasi sprezzanti... è così che sta giocando Caramell" rispose Arthur, in tono lugubre. 
"Che cosa sta facendo il Ministro della Magia di preciso?" chiese Percy all'improvviso, entrando nella cucina della Tana e rimanendo fermo sulla soglia della porta, con tutta la tracolla in spalla e senza avere la benchè minima intenzione di disfarsi della sua roba. Il padre e i fratelli lo fissarono in modo sospettoso mentre la madre correva ad aggiungere un piatto a tavola e invitava il figlio a sedersi insieme a loro per la cena. 
"Perce caro... sei stanco?" chiese dolcemente. 
"Va tutto bene!" rispose lui bruscamente. 
Ma andava davvero tutto bene? 
"Cosa dici che facendo il Ministro della Magia?" ripetè il ragazzo tornando di nuovo sulla faccenda, senza toccare il cibo in tavola. "Oltre al fatto che mi ha promosso come suo assistente personale..." la sua espressione si rilassò completamente e diventò compiaciuta, "ed è una cosa fantastica per chi si è appena diplomato!"
Moglie e marito si scambiarono uno sguardo, ma quest'ultimo non sembrava tanto entusiasta di quella notizia e Percy se ne accorse ben presto. 
"Cosa hai da guardare? Non è una notizia favolosa? Hai un figlio come assistente personale di..."
"... uno che tenta di ostacolare in tutti i modi la verità" concluse il padre, guardando torvo il figlio e con un certo risentimento per il fatto che non sembrava affatto preoccupato ma allegro del suo nuovo lavoro. "E questa è una cosa orribile da fare quando c'è la stessa minaccia di quindici anni fa che incombe su di noi" 
"Una cosa orribile da fare?" ripetè Percy, con un tono abbastanza finto e ironico. Ginny, che non voleva perdersi neanche una parola di quel discorso, diede un morso distratto alla sua forchetta senza rendersi conto che era vuota e che i suoi denti avevano cozzato contro il metallo. "Orribile quanto quella di inventare assurde storie sul ritorno di Voi-Sapete-Chi?" aggiunse, mettendo una mano sotto al mento come in ascolto. 
Oh no, fai che non sia quel che penso... fai che non sia quel che penso... si ritrovò a pregare Ginny, che ormai aveva perso tutta la voglia di finire la cena di quella sera e osservava il fratello sputare fuori le parole con una calma trattenuta e forzata. 
"Immaginavo!" sbottò Arthur, alzandosi così velocemente dalla sedia che fece trasalire tutti. Fece il giro della tavola e si piazzò di fronte al figlio, che si alzò a sua volta come per fronteggiarlo. "Cosa diavolo ti ha messo in testa Caramell? Quale altra mente ha sconvolto per riuscire nei suoi piani?" 
"Piani? Non mi sembra che ne abbia alcuno, rispetto al vostro amichetto Silente!" 
Rimasero tutti a bocca aperta; nessuno osava replicare. 
"Che state facendo da soli, quando nessuno è a portata di orecchie? Con chi cercate di mettervi in contatto?" insistette Percy, mentre il suo sguardo dardeggiava dalla madre al padre con gli occhi ridotti in due strette fessure. Poi, non ricevendo risposte, aggiunse: "Ah, allora il Ministro aveva davvero ragione. Silente vuole incastrarlo, inventando storie sul ritorno di fantasmi del passato per prendere il posto di Caramell e avere il potere assoluto!"
"Questo è quello che pensa Caramell?" sbraitò Arthur scioccato, mentre moglie e figli trattenevano ancora il respiro da tanta improvvisa irruenza. "Ti sta manipolando! Sta manipolando anche te come altri cretini del Ministero, convinti che Silente voglia davvero diventare Ministro della Magia! Caramell è troppo preso da quella poltrona, troppo preso dal potere per rendersi conto della realtà!"
"Cretini del Ministero?" 
"Beh, come definirli? Si sono lasciati abbindolare da Caramell, proprio come stai facendo tu!" 
"NESSUNO MI HA ABBINDOLATO!" ruggì Percy furibondo, sbattendo un grosso pugno sul tavolo. La forchetta volò dal tavolo a terra, atterrando proprio vicino ai piedi di Arthur, che fece un passo indietro per poi calciarla via. 
"Perce, tesoro... adesso calmati..." sussurrò Molly, avvicinandosi al figlio con le lacrime agli occhi. 
"Tu sei nel Ministero non per il tuo curriculum, ma perchè Caramell vuole spiarci!" replicò Arthur, stringendo i pugni. 
Gli altri ragazzi, dal loro canto, non osavano nemmeno fiatare. 
"Assurdo! Da quando sono al Ministero ho dovuto lottare contro la tua pessima reputazione!" sputò fuori Percy, fumante di rabbia e rosso perfino sopra alle orecchie mentre guardava il padre, puntandogli il dito contro. "La tua massima ambizione è stata riparare oggetti Babbani? Bel modo di guardarsi il rispetto! Grazie per avermi reso figlio di un padre ridicolo che lavora al Ministero nel reparto più pidocchioso!"
Non appena udì quelle parole, a Ginny pianse il cuore: non riusciva a credere che suo fratello avesse davvero detto quelle cose orribili al padre, che aveva sempre lavorato duramente per tutti loro. 
"NON TI PERMETTO DI PARLARE A TUO PADRE IN QUESTO MODO!" strillò Molly, fuori di sè dalla collera. 
"HO SEMPRE PORTATO IL CIBO IN TAVOLA! NON TI HO MAI FATTO MANCARE NULLA!" gridò il padre con voce altissima, per la prima volta arrabbiato quanto la moglie. 
I ragazzi sussultarono sonoramente e si guardarono in modo atterrito, perchè nessuno di loro aveva mai visto il padre arrabbiato in quel modo e, soprattutto, non l'avevano mai visto perdere il controllo: Arthur scaraventò la sedia da un lato, e mise un dito sul petto del figlio, urlando: "HO SEMPRE LAVORATO PER RENDERE FELCI TUTTI VOI, COMPRESO TE! COSI' RIPAGHI I MIEI SACRIFICI?"
"Hai sempre lavorato riparando oggetti Babbani? Ecco perchè siamo sempre stati un branco di poveracci!"
"NON TI HO MAI FATTO MANCARE NULLA!" 
"Sì, e ho visto che bel tenore di vita che abbiamo! Al Ministero ti sei reso ridicolo!" 
"Il Ministero..." Arthur rise senza gioia. "Ti preccupa davvero tanto il Ministero? Ma non capisci che Caramell ti ha fatto il lavaggio del cervello? Tu-Sai-Chi è tornato e Caramell non lo ammette perchè ha paura! Il posto nel suo ufficio ti ha dato alla testa, lui ti ha messo lì per spiarci! Non gliene frega nulla di un neo diplomato, non gliene frega proprio nulla!" 
"Tu-Sai-Chi di ritorno? Ma è una sciocchezza!" esclamò Percy indignato, virando in fretta e furia dall'argomento Ministero della Magia e Caramell. "Sei un idiota a frequentare Silente! Silente si sta cacciando in un grosso guaio e tu affonderai insieme a lui, e con te anche tutta la banda che ti porti appresso! Silente e quel Harry Potter... bella coppia di bugiardi!"
"Ma che diavolo stai dicendo?" intervenne Ron irato, animandosi al solo nome del suo migliore amico. 
"Hai letto i giornali, non è vero?" continuò Percy, ignorando il fratello e rivolgendosi sempre al padre. "Quello lì è un pazzo furioso, con quella cicatrice che brucia ogni volta! Beh... come definirlo? Lui è un visionario! Io non ho mai visto una cicatrice che funziona come un campanello d'allarme!" 
"Harry non è un visionario!" ribattè Ginny, che pure non ce la faceva più ad ascoltare suo fratello e le sue accuse. 
Era la prima volta che parlava da quando Percy aveva messo piede in cucina, ed era nera per la frustrazione. Come faceva il fratello a schierarsi dalla parte del Ministero quando era sempre cresciuto con Harry? Come faceva anche solo a pensare quelle cose quando sapeva benissimo che tipo era il ragazzo, quando sapeva benissimo della disgrazia che aveva subito da piccolo, qunado sapeva benissimo che non avrebbe mai mentito su una cosa così importante? Come faceva?
"Sei tu che sei un pazzo furioso!" gridò Ron, brandendo la forchetta in modo minaccioso. 
"Sapevo che fossi idiota, ma non fino a questo punto" decretò Fred, scuotendo il capo come se quello fosse un caso perso. 
"Abbiamo sul serio un fratello idiota e assetato di potere?" fece George, con l'espressione disgustata sul volto.
"Assetato di potere? Lo schiavetto del Ministero?" gli diede man forte il gemello. 
"SMETTELA!" strepitò Molly. 
"Io so bene a chi essere fedele, e se voi avete intenzione di tradire il Ministero frequentando quel bugiardo di Silente... beh, farò in modo che tutti sappiano che non faccio più parte di questa famiglia" dichiarò infine Percy, ignorando tutti. 
Non appena disse quelle parole, calciò brutalmente la sedia che il padre aveva scaraventato da un lato e si precipitò a fare i bagagli per partire quella sera stessa per Londra. I Weasley rimasero a guardare, chi furibondo e chi con le lacrime agli occhi, un membro della loro unita famiglia che trascinava con sè la valigia e si Smaterializzava davanti ai loro occhi, senza degnarli nemmeno di uno sguardo... facendo capire a tutti che non voleva più essere uno di loro. Voldemort era tornato da neanche una settimana e avevano già iniziato a litigare tra di loro: distruzione, ecco ciò che aveva appena portato il suo ritorno. 
Quella, pensò Ginny amaramente, sarebbe stata una guerra molto lunga. 




Un colpetto alla porta richiamò Ginny alla realtà, e la costrinse a sgusciare fuori dalle lenzuola che aveva tenuto sopra il capo per sprofondare lontano dalla Tana e non rivivere più quei momenti orribili che aveva vissuto in cucina quella sera. Aveva preferito rimanere da sola nella sua cameretta, e i suoi fratelli non l'avevano affatto disturbata per tutto il tempo necessario. O almeno fino a quel momento. 
"Stai bene?" sussurrò Ron, spalancando la porta della stanza della sorella e avvicinandosi alla sedia della scrivania, per poi sprofondarci sopra.
"Un vero splendore..." rispose Ginny, mostrandosi in tutta la sua ironicità. Poi, quando il fratello borbottò qualcosa a bassissima voce, lei chiese curiosa: "Ma si può sapere perchè sussurri in questo modo? Mamma e papà sono ancora svegli!"
"Riunione tra fratelli top secret" rispose Ron, facendo un piccolo sorriso e mettendo le mani su uno strano oggetto che aveva trovato sulla scrivania della sorella, iniziando a giocherellarci. "Ma dobbiamo aspettare Fred e George, o diventeranno furiosi se scoprono che abbiamo già cominciato la riunione senza di loro"
"Una riunione tra fratelli top secret?" si animò la ragazza, gettando via il lenzuolo. "Mi piace, è evidente che dobbiamo intervenire!"
"Proprio quello che hanno detto Fred e George!" 
E come se fossero stati attirati da una calamita invisibile, un sonoro crac echeggiò nella camera di Ginny e i gemelli piombarono con un rumore secco a terra, mentre imprecavano a bassa voce contro l'orribile Materiliazzazione che avevano fatto. Avevano superato l'esame ma dovevano ancora esercitarsi in casa, e continuavano imperterriti a mancare i letti o le sedie... finendo per Materializzarsi crollando sul pavimento. 
"Avete ancora intenzione di fare questo baccano? Non era una riunione top secret?" sbraitò sibilando Ginny, mentre correva velocemente a chiudere la porta della sua stanza per non far sentire ai genitori che loro erano ancora pimpanti a notte tarda. 
"Infatti..." borbottò Fred, massaggiandosi il sedere. 
"Dovete perfezionare la Materliazzazione" disse Ron, alzandosi dalla sedia per sedersi sul letto. 
"Lasciamo perdere la nostra Materializzazione... voi ci avete capito qualcosa di quella situazione?" tagliò corto George, rimanendo sul pavimento e incrociando le gambe a indiano, mentre fissava i fratelli che annuivano sconsolati.
"Percy è il più grande idiota del mondo intero!" soffiò Ron, facendo una smorfia di profondo disgusto. 
"Questo si sapeva, ma non lo perdonerò mai per aver parlato a papà in quel modo" dichiarò seriamente Ginny, ripensando al modo in cui il fratello si era posto verso il loro adorato padre, che non meritava tutto quel male che gli aveva fatto.
"Sì, ma andiamo al sodo" li anticipò George, scoccando uno sguardo a Fred. 
Ginny e Ron erano in ascolto, e pendevano dalle labbra dei gemelli. 
"Ricordate quando Percy ha chiesto: che state facendo da soli, quando nessuno è a portata di orecchie? con chi cercate di mettervi in contatto? Beh, quest'affermazione ci ha fatto davvero riflettere!" disse Fred con un ghigno, indicando sè stesso e il gemello. 
"Come sarebbe a dire...?" fece Ron alquanto sconcertato. 
"Fai due più due, fratellino!" lo spronò George, scioccando le dita davanti al viso del fratello. 
"State dicendo che... dovremmo origliare?" chiese Ginny perspicace, mentre i gemelli le rivolgevano un gran sorriso. 
"Voi siete due matti, è impossibile!" decretò Ron, alzando le mani in segno di resa e guardando i due fratelli come se fossero davvero matti da rinchiudere a tempo indeterminato al San Mungo, l'ospedale dei maghi più famoso del mondo. 
"Impossibile? Improbabile, semmai" lo corresse George con fervore. 
"Due matti..." ripetè Ron, scuotendo il capo.
"Tre... tre con me!" aggiunse Ginny allegramente, con un certo compiacimento e orgoglio. "Non fare il cacasotto, Ron! Non potrà succederci nulla dato che mamma e papà non usano delle spie per incastrarci se tentiamo di origliare una loro conversazione. Infondo, lo facciamo a fin di bene... solo per sapere cosa succede!"
Fred e George parevano raggianti; Ron di meno, perchè la sorella l'aveva appena definito cacasotto ma sembrava molto più convinto di prima, proprio perchè la sorella l'aveva chiamato in quel modo irritante. Fred, che era ancora tutto ghignante mentre guardava Ron che sbuffava e annuiva impotente, si tolse dalla tasca un groviglio di fili color carne, con delle grandi orecchie finte che spuntavano all'estremità. Ma cos'erano? 
"Orecchie Oblunghe" rispose Fred agli sguardi stupiti dei fratelli, e George fece finta di mulinare i suoi capelli rossi con vanità. "Questi tesorini ci aiuteranno non poco, ma le dobbiamo perfezionare bene. Sono congegni sofisticati, passano al di sotto delle porte e noi potremo origliare anche stando qui sopra" 
Ginny rimase a bocca aperta da tanta genialità, e si voltò per fare uno sguardo d'intesa a Ron... che annuì convinto. 
"Beh? Che ne dite?" chiese George, guardando i loro tesorini.
"Cominciamo subito!" affermò Ginny convinta.




Con la partenza definitiva di Percy dalla loro casa, i signori Waesley iniziarono sul serio a prendere in mano la situazione e a contattare cielo e terra. Alla Tana c'era un vai e vieni da parte di un gran numero di Auror, che venivano nei momenti meno adatti e che portavano una serie di notizie per poi andare via subito, Smaterializzandosi non appena passavano cinque minuti dalla loro Materializzazione. Sembrava proprio che la Tana fosse diventata una specie di strano raduno ma nè Molly nè Arthur volevano dare ulteriori spiegazioni ai ragazzi e si limitavano a cacciarli via quando un mago arrivava a casa per portare notizie. 
Ginny si chiese seriamente se le Orecchie Oblunghe dei gemelli fossero state perfezionate, perchè non ne poteva già più di rimanere all'oscuro di tutto, venire cacciata fuori dalla sua casa e, soprattutto, era stufa marcia di andare ad aprire la porta ogni dieci minuti, facendo a turno con i fratelli.
Quella mattina, Ginny stava giocando a scacchi con Ron quando i gemelli entrarono vittoriosi nella stanza del fratello.
"E bene sì, fratelli miei: le nostre Orecchie sono pronte per essere utilizzate!" annunciò Fred a voce bassa, alzando i pugni in aria come se avesse appena vinto la lotteria e fosse diventanto il più ricco del mondo.
"Sono... insomma, sicuri che funzionano? Le avete già provate?" chiese Ron, guardando malfidato l'invenzione.
"Sì, le abbiamo testate e sono sensazionali!" confermò George con sicurezza. 
"Adesso dobbiamo solo..." 
Toc toc toc. 
"QUALCUNO VADA AD APRIRE!" gridò Molly dalla soffitta, e il suo grido era così soffocato che potevano anche far finta di non aver sentito. 
"Non possiamo ignorarla..." sussurrò Ginny piano, più impaurita della madre che di chiunque altra minaccia oscura. 
"No, decisamente non possiamo" disse in fretta Ron. 
"RAGAZZI! LA PORTA!" chiamò ancora la donna, che sembrava sul punto dell'isteria. 
"Ma hanno bussato dieci minuti fa!" s'idignò Fred, rispondendole a tono.
Toc toc toc toc toc toc toc toc toc. 
Ginny guardò i fratelli e tutti e quattro si lanciarono uno stesso sguardo, sguardo che se avesse parlato avrebbe chiesto: io non vado ad aprire la porta per la millesima volta... chi se ne occupa, adesso? Ma purtroppo dovevano decidere in fretta o la mamma li avrebbe fatti a pezzi. 
"Sto andando, mamma!" gridò Ginny impotente, perchè nessuno dei suoi fratelli sembrava avere la forza di alzarsi o meglio di scendere giù e rifare di nuovo le medesime azioni che si ripetevano ogni volta. Facendo una smorfia e dando uno schiaffone sulla schiena ad un ghignante Fred, si precipitò giù ad aprire la porta. Perchè era sempre lei a dover fare tutto? Perchè era la più piccola della casa oppure perchè era una femmina?
Era meglio se nasceva un altro maschio Weasley, l'avrebbero chiamato Gino! pensò Ginny seccata al massimo, mentre apriva la porta. Fece un passo indietro, perchè non riconobbe le due figure incappucciate ferme sulla soglia: erano Auror o qualcos'altro? 
Con tutto il coraggio che aveva in corpo, chiese: "Voi siete...?" 
"Tonks e Remus" rispose la voce allegra di una donna.
"Vogliamo vedere Arthur o Molly... c'è qualcuno di loro in casa?" chiese una voce conosciuta. 
Ginny aggrottò la fronte perchè quella voce l'aveva già sentita da qualche parte, ad Hogwarts probabilmente... ma non sapeva perchè tendeva a collegare quella voce conosciuta ai Mollicci. I Mollicci? E poi la risposta le salì alle labbra prima che potesse fermarla. 
"Professor Lupin!" esclamò la ragazza, felice di vederlo di nuovo.
L'uomo spinse indietro il cappuccio e si mostrò, facendo un gran sorriso: il viso non era per niente cambiato, anzi... forse era diventato se possibile ancora più stanco, e sulla fronte spiccavano delle nuove cicatrici; i vestiti erano sempre maltrattati e logori, ma questo a nessuno importava per davvero quando la gentilezza e la cortesia di quell'uomo spiccava tra tanti piccoli dettagli insignificanti come i vestiti rattoppati e il fatto che, ovviamente, era un lupo mannaro. 
"Ginny... come stai?" chiese il professor Lupin. 
"Va tutto bene" ribattè in fretta la ragazza, spostandosi dalla porta per lasciarli entrare. "Ehm... mia madre è su in soffitta, e mio padre credo sia al Ministero. Entrate pure, coraggio. Posso offrirvi qualcosa da bere, un bicchiere d'acqua?"
"Ohhhh che posto accogliente!" esclamò la donna che aveva parlato per prima, entrando in casa e guardandosi intorno con curiosità mentre si toglieva il mantello. Era la ragazza più strana che Ginny avesse mai visto: era viola e rosa dalla testa ai piedi, e quando dico testa intendo davvero testa perchè il suo colore di capelli era un un perfetto lilla chiaro. "No no, non mi piace proprio questo colore..." aggiunse lei, specchiandosi in una pentola. Strizzò gli occhi e fece una smorfia e un attimo i suoi capelli erano diventati di un brillante rosa cicca. 
"Ma come...?" 
"Sono Ninfadora Tonks, ma chiamami solo Tonks. Io sono una Metamorfomagus!" disse la giovane chiamata Tonks, tendendo la mano ad una stupita Ginny, che la strinse ancora sorpresa per la trasformazione dei suoi capelli. 
"I-io sono Gin..." 
"So benissimo chi sei, Remus mi ha parlato di te e dei suoi fratelli" sorrise Tonks, e anche il professor Lupin le sorrise. 
"Ma come fai a cambiare colore di capelli? Come sarebbe a dire che sei una Metamorfomagus?" chiese Ginny, senza riuscire a trattenersi neanche in un momento come quello. "Insomma, puoi fare tutte le metamorfosi che vuoi senza fare incantesimi?" 
"Lei è nata così e... oh, eccoti qui!" esclamò il professor Lupin guardando Molly venire verso di loro a passo svelto, mentre faceva smammare via Ginny che fece un altro sorriso a Lupin e alla giovane Metamorfomagus dai capelli rosa e sparì, esibendosi in tutta la sua frustrazione. 
Mentre saliva le scale, le tornò il sorriso: quella era la prima riunione che potevano origliare! 
"Presto, ragazzi! Le Orecchie Oblunghe, forza!" sussurrò, non appena ebbe spalancato la porta della camera del fratello. 
I tre ragazzi sussultarono, prima che i gemelli prendessero le Orecchie Oblunghe e cominciassero a distriburle. 
"Chi è arrivato qui, questa volta?" chiese Ron curioso, afferrando il suo Orecchio Oblungo e aspettando indicazioni da Fred. "Prima Kingsley che scambio per un Dissennatore e mi fa quasi venire un infarto, poi Malocchio che abbaia contro dicendo che la mia vigilanza non è abbastanza costante, poi Mundungus che entra in casa come un ladruncolo che non è altro e mi fa rimproverare da mamma, poi..."
"Il professor Lupin e una giovane che si chiama Tonks" rispose Ginny, mettendo fine a quella che sarebbe stata una lunga lista. 
"IL PROFESSOR LUPIN?" chiesero in coro i fratelli, voltandosi per fissare la sorella. 
"SSSSSSH!" sibilò la ragazza, picchiando un piede a terra e premendo un dito sopra alle labbra. "Ci sbrighiamo o no? Almeno sentiremo qualcosa di interessante, non mi pare che siano qui per distribuire caramelle!" aggiunse, mentre raggiungeva il pianerottolo seguita dai fratelli. 
"Al tre infiliamo i fili nelle orecchie, d'accordo? Benissimo, allora... uno, due e tre!" diede il via un eccitatissimo Fred, e tutti e quattro si infilarono contemporaneamente i fili color carne nelle orecchie vere mentre quelle Oblunghe planavano giù sorette da George, all'insaputa degli adulti. 
"... il punto è che siamo pedinati" risuonò nell'orecchio la voce di Lupin. 
"Pedinati?"
"Sì, potremmo mettervi nei guai se arriviamo sempre qui per le riunioni e le notizie"
"Sirius ha proposto come quartier generale Grimmauld Place, così può partecipare anche lui a tutto senza dover uscire di casa" disse Tonks, la voce più bassa e ansiosa rispetto a quella allegra che aveva sentito Ginny quando aveva aperto la porta. "Silente ha detto di sì, ma naturalmente con i ragazzi non possiamo Smaterliazzarci sull'ultimo gradino per non venire intercettati. Faremo un'eccezione, ma dobbiamo fare in fretta!"
"Dobbiamo trasferirci a Grimmauld Place?" 
"Sì, e più in fretta possibile. Io e Tonks siamo qui per dirvi questo: prima si parte, meglio è!"
"E l'Ordine della Fenice?" 
"Eh?" fece Fred, alzando un sopracciglio. "Cosa diavolo è l'Ordine della..." 
"SSSSSSSSH!" lo zittì di nuovo la sorella. 
"L'Ordine sa tutto, è già stato avvertito. Mancate solamente voi a Grimmauld!" 
"Allora... vado a chiamare i ragazzi" 
Passi risuonarono su per le scale e i quattro ragazzi si guardarono atterriti, mentre Fred tirava su più in fretta possibile le Orecchie Oblunghe e gli altri sgattaiolavano nella stanza, prendendo la scacchiera per far vedere alla madre che stavano giocando a scacchi e non origliando nulla. Quando anche Fred entrò dentro alla stanza con le braghe sottobraccio, aveva ancora le Orecchie nelle mani... e la madre stava per entrare. 
"Nascondile! E non nelle tasche!" sibilò Ron, facendo cenni terrorizzati verso il fratello.
"Nelle mutande, muoviti..." sussurrò Ginny ansiosa, indicando le mutande di Fred e cercando di non ridere nonostante l'ansia. 
Fred eseguì a malincuore e in tutta misura ci fu un sinistro rigonfiamento nella parte centrale dei suoi pantoloni... rigonfiamento che Ginny faceva a meno di guardare per non scoppiare a ridere, soprattutto ora che la madre era a portata di occhi e vere orecchie. 
"Ragazzi" disse la donna, entrando in camera e cercando di suonare più tranquilla possibile, "dobbiamo partire, dobbiamo andare via da qui" 
"Adesso?" replicò Ron assai sconcertato, prima che George gli desse una forte gomitata nelle costole e un'occhiata eloquente al rigonfiamento di Fred. "Volevo dire... partire? Noi dobbiamo partire? Oh, andremo in vacanza... fantastico!" aggiunse, correggendo l'errore che aveva commesso. 
Infatti, anche Ginny credeva che la madre fosse lì per avvisarli di una futura partenza... e non della partenza immediata. 
"Sì, potremmo andare di nuovo in Egitto!" ribattè Fred, poco convincente. 
Molly gli lanciò uno sguardo abbastanza penetrante e disse: "Nessuna vacanza ed Egitto, noi ci trasferiamo in un'altra casa per tutta l'estate, niente mare... niente sole... e niente di niente. Lo faremo solamente per la nostra sicurezza, quindi preparate i bagagli e muovetevi" 
"Qualcuno potrebbe spiegarci cosa diavolo sta succedendo?" sbottò Fred, calcando molto su quella frase. 
"Sì, vi spiegheremo tutto quando saremmo arrivati a Grimmauld Place" replicò la donna, in tono molto impaziente.
"Ma..." obbiettò Ginny, tendando di estorcele qualche altra notizia. 
"PREPARATE SUBITO I BAGAGLI, E NIENTE STORIE!" 




"Entrate in fretta, svelti" 
"Mi sembra di essere un serial killer... ma vuoi piantarla, mamma?" replicò irritato Fred, mentre seguiva Ginny dentro la casa del numero dodici.
Quando Ginny varcò la porta della casa, si ritrovò nell'oscurità più totale e le sue narici si riempirono di uno strano odore... odore di marcio, come se quel luogo fosse abbandonato da un secolo. E probabilmente lo era davvero, dato che quelle mura parlavano da sole: vecchie lampade a gas piene di ragnatele si accesero con un colpo di bacchetta; la tappezzeria era scollata alle pareti; vari ritratti sembravano anneriti a causa del tempo passato. 
"Ma cosa...?" 
"RAGAZZI!" ruggì una voce eccitata, e i suoi passi affrettati per le scale risuonarono nel piccolo corridoio stretto. "Oh, è bellissimo vedervi! Entrate, vi prego!" aggiunse la stessa voce in tono allegro, prima di essere sostituita da grida rauche, che sembravano provenire dalle mura stesse e che fecero sobbalzare tutti. 
"SOZZURA! FECCIA! SOTTOPRODOTTI DI SUDICIUME E ABIEZIONE!" strillò una donna, costringendo Ginny ad arretrare verso la parete di fronte per non perdere l'uso dell'orecchio destro. Si spostò appena in tempo perchè un telo nero sparisse immediatamente, sostituito dal ritratto di una donna bella e molto elegante ma che in quel momento pareva un mostro dalla rabbia. "IBRIDI, MUTANTI, MOSTRI... VIA DA QUESTO LUOGO!" 
"Siamo tutti nervosetti oggi?" fece George innocentemente, alzando le mani. 
"TRADITORI DEL LORO SANGUE NELLA NOBILE CASATA DEI BLACK?" strepitò la stessa voce femminile, agitandosi nel riquadro mentre Sirius Black avanzava ridacchiando nella semioscurità, troppo felice dell'arrivo di qualcuno per mostrarsi infastidito dalla donna. Lupin accorse per chiudere le tendine del riquadro e le urla rauche della donna si spensero quasi all'istante. 
Sirius Black strinse la mano a tutti i Weasley e disse, verso coloro che non l'avevano mai incontrato: "Ehm... ragazzi, questa era la mia casa da bambino e quella purtroppo era mia madre. La vecchia megera ha affisso un incantesimo permanente alla tela, così non possiamo toglierla..." Ginny ridacchiò sonoramente e guardò la il quadro coperto da scure tendine, "e lei potrà urlarci contro ogni volta che facciamo troppo rumore. Comunque, io sono Sirius Bl..." 
"Non vorrai davvero presentarti quando tutto il mondo ti conosce benissimo?" lo interruppe Ginny, incrociando le braccia al petto con un'espressione punzecchiante sul volto. E non aveva tutti i torti, la ragazza: con quale coraggio si presentava? Era l'uomo più discusso di tutto il mondo magico! 
Sirius puntò velocemente lo sguardo su di lei e le fece un cenno di compiacimento col capo, per poi scoppiare vivamente a ridere. Azkaban aveva segnato il suo volto ma sembrava ancora un ragazzino, cresciuto troppo velocemente e accusato di crimini che non aveva mai commesso: capelli lunghi, occhi grigi brillanti e fisico abbastanza piazzato... aveva un certo fascino anche a guardarlo. Ovviamente, Ron aveva raccontato tutto di lui nei minimi dettagli ai fratelli ed era per quello che nessuno di loro aveva strillato o era scappato via, bianco dalla paura. 
"Hai ragione, rossa" concordò Sirius Black, spettinandole i capelli e facendole l'occhiolino mentre lei si aggiustava le ciocche che l'uomo aveva spettinato. Lo sguardo di Sirius Black era ancora posato su di lei quando disse, con espressione più malinconica che c'era: "Mi ricordi tanto una vecchia amica di scuola, anche a lei dava davvero fastidio quando le spettinavo i capelli rossi" e lanciò uno sguardo a Lupin, che si affrettò a guardare altrove. 
"Dove possiamo sistemarci?" chiese Molly, dopo aver assistito allo scambio di battute tra la figlia e l'uomo. 
"Dove volete, fate come se fosse a casa vostra... anche se nessuna casa è paragonabile a questo schifo" ribattè Sirius Black e i ragazzi risero. Perfino la donna si aprì in un sorriso, mentre trascinava i suoi bagagli insieme a Lupin e Tonks di sopra, lasciando i figli con l'ex detenuto. 
"Allora, come ti va la vita?" chiese Ron, dandogli una familiare pacca sulla spalla. 
"Vorrei tanto uscire da qui, ma non posso proprio..."
"Ti cercano ancora?" domandò George, seguendo Sirius Black in quella che sembrava una cucina. 
"Quegli idioti" borbottò l'uomo, scoppiando di nuovo a ridere e coinvolgendo anche i ragazzi. C'era qualcosa nel modo in cui si poneva quell'uomo che lasciava intendere che probabilmente era davvero ancora un ragazzino, magari lo stesso ragazzino innocente che era quando era stato arrestato e sbattuto ad Azkban. 
"Gli adulti non vogliono dirci cosa sta succedendo... è una cosa irritante!" sbottò Fred con ovvia irritazione, prendendo posto su una sedia mentre la sorella camminava per la cucina, ispezionando le varie diavolerie che si trovava sottomano. 
"Vi prometto che vi racconterò tutto domani mattina, quando avrete finito di sistemarvi in casa e fare i vostri comodi. D'accordo?" fece Sirius Black. 
"Benissimo!" risposero i quattro ragazzi in coro. 
"Ragazzi" sussurrò Molly mettendo la testa dentro alla cucina e facendo un cenno ai ragazzi di seguirla, "dovete mettere a posto la vostra roba nelle stanze, e non andate a bighellonare in giro per la casa perchè... beh, mi hanno detto che Kreacher ha messo un paio di roba... comunque, non toccate nulla! Datevi una santa ripulita, sistemate la vostra roba e scendere in cucina per la cena. Andate!" 
"Forza Evans... non eri una maniaca dell'ordine, tu?" 
Ginny ci mise un poco a capire che Sirius Black ce l'aveva con lei, e gli fece un gran sorriso prima di catapultarsi di sopra senza avere niente da dire. Una cosa era certa: dal sorriso triste di Sirius, si capiva che era stato da solo troppo tempo... e che gli mancavano terribilmente i suoi vecchi amici. 






Angolo autrice
Scusate per la lunghezza, ma mi sono divertita molto a scrivere questo capitolo, anche perchè è un capitolo abbastanza particolare: dal litigio tra Arthur e Percy, al piano dei fratelli con le Orecchie Oblunghe, per finire al trasferimento a Grimmauld Place dei Weasley. Ovviamente, sono tutti piuttosto stralunati ma Sirius li metterà ben presto a loro agio... infatti, li ha già spronati a parlare con lui e per un l'ex detenuto ad Azkaban quello era tantissimo. Mi è piaciuto soprattutto scrivere (sottintendendo) delle somiglianze tra Lily Evans e Ginny, somiglianze che ci portano molto indietro nel tempo... ad un'epoca malinconica e triste. 
Baci!

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Capitolo 33
*** Rabbia al numero dodici. ***


RABBIA AL NUMERO DODICI.


"Cosa volete sapere?" 
"TUTTO!" risposero in coro i quattro fratelli, lasciando perdere la loro colazione e mostrandosi interessati solo a Sirius, che rivolse loro un sorrisetto. I ragazzi erano contenti che lui avesse mantenuto la parola, anche perchè non aveva scelta dato che aveva giurato sulla sua innocenza... e lui innocente lo era per davvero. 
"Dunque, tanti anni fa... Voldemort era al culmine del suo potere, come già sapete benissimo" iniziò a narrare Sirius Black, volgendo uno sguardo a tutti e quattro i ragazzi che continuavano a fissarlo appassionati e curiosi di sapere tutto, "e quelli erano tempi difficili, davvero molto difficili per tutti. Ogni giorno morivano Babbani, Mezzosangue, amici e, raramente e dico raramente, nemici. I nemici erano troppi, e non sapevi mai di chi fidarti... il mondo magico era nel caos totale" 
Ginny si ficcò una cucchiaiata di cereali in bocca e deglutì, gli occhi su Sirius e su nessun altro. 
"Bisognava combattere a tutti i costi, e fu così che nacque l'Ordine della Fenice: una società segreta fondata da Silente per combattere Voldemort in persona" disse l'uomo, tracannando un lungo sorso di Burrobirra e continuando il racconto. Ron sussultò al nome di Voldemort, ma gli altri tre non si lasciavano più intimorire tanto da quel nome... che infondo era solamente un nome. "Io, Remus e Ja... e i miei amici... ci unimmo subito in questa società perchè nessuno di noi voleva starsene con le mani in mano. Eravamo appena maggiorenni e avevamo appena finito il settimo anno ad Hogwarts, ma combattemmo lo stesso. Ovviamente, alcuni di noi morirono... altri tradirono schifosamente i loro amici... ma alla fine vincemmo e dell'Ordine della Fenice non rimase che un ricordo" 
"Ma adesso..." borbottò George, facendo cenno a Sirius e Remus. 
"Ma adesso eccoci di nuovo qui" concluse Sirius, mettendo le mani sul legno del tavolo e sorseggiando altra Burrobirra. 
"Hai detto che eravate maggiorenni quando vi siete uniti all'Ordine della Fenice, giusto?" chiese Fred in tono falsamente innocente, e Lupin si voltò verso di lui fiutando istintivamente il pericolo e interrompendo quella che sarebbe stata una lunga conversazione, che magari si sarebbe trasformata in disputa. 
"Non possiamo reclutare te e George" intervenne in fretta, scoccando uno sguardo a Sirius, che si affrettò ad annuire. 
"Ma noi siamo maggiorenni!" ribattè subito Fred. 
"Sì, ma noi ci arruolammo nell'Ordine solo dopo aver finito la scuola... il che è diverso" replicò piano Lupin, facendo un debole sorriso mentre guardava le facce disperate di quelli che erano stati i suoi ex allievi ad Hogwarts. 
"Cosa cambia?" chiese curioso Ron, intromettendosi in quella discussione. 
"Beh... cambia che il settimo anno è un anno in cui si imparano molte cose per preparvi a cosa c'è lì fuori" 
"Non è vero!" si imbronciò George. 
"E invece sì, ed è meglio che non dite a vostra madre che vi ho parlato di questo o mi ammazza, anche se ci conosciamo da pochissimo tempo..." borbottò Sirius lanciando uno sguardo alla porta della cucina, e i ragazzi risero. 
"Cosa succede qui?" 
Come attirata da una calamita invisibile, Molly varcò la soglia della cucina con una certa impazienza e lasciò entrare un paio di Auror tutti vestiti di punto, compresa la giovane Tonks e il ladruncolo Mundungus Flatcher, che diede una pacca amichevole sulle spalle dei gemelli e lasciò scivolare nelle loro tasche qualcosa che Ginny non fece in tempo a vedere. Fred e George si accorsero che la sorella aveva adocchiato qualcosa, e si affrettarono a scuotere il capo. 
"La prima riunione qui a Grimmauld inizia tra poco, e voi" la donna puntò il dito verso i figli, che si alzarono dalle loro sedie scattando in piedi e si avvicinarono alla porta prima che tutti gli adulti potessero cacciarli via da lì in malomodo, "potete pure andare fuori, anche perchè non siete invitati. Silente arriva tra pochissimo, quindi vedete di non interromperci mentre facciamo la riunione o comportarvi male altrimenti ne subirete le conseguenze!" 
Ahia. Quella sì che era la minaccia più minacciosa del secolo. 
"Inoltre" riprese, mentre Sirius ridacchiava e indicava i quattro ragazzi con un dito come per sbeffeggiarli scherzosamente, "dato che Sirius ieri sera ci ha informati tutti che vuole rendere abitabile agli esseri umani questo posto, potete iniziare voi i lavori. E non fate quelle facce!" aggiunse, fissando in malomodo i figli. 
"La roba inutile potete buttarla e siate bravi casalinghi" disse Sirius, facendo un sorriso a trentadue denti. 
"Ma... ci vorranno secoli anche solo per pulirne una, di stanza!" obbiettò Ron, troppo scandalizzato per pensarci. 
"Fate quello che riuscite a fare, e uscite da qui!" sbottò la madre. 
I quattro non se lo fecero dire due volte e sgattaiolarono in fretta su per le scale, prima di sentire un fruscio di mantello alle loro spalle che doveva appartenere a Silente, appena arrivato al quartier generale. Ginny salì fino ai piani superiori, ed entrò in una stanza molto polverosa... che quasi cadeva a pezzi. 
"Se buttiamo qualcosa... Kreacher farà la spia alla signora Black, che urlerà come un'ossessa. Questo lo sapete, vero?" chiese Ginny, prendendo in mano un sofisticato calice d'argento impolverato e iniziando a soffiarci sopra per renderlo più pulito. 
Ovviamente, i ragazzi non si sarebbero azzardati a buttare nulla altrimenti l'elfo domestico che abitava lì, un pazzo furioso che voleva tagliarsi la testa per appenderla alla parete, li avrebbe mangiati vivi e avrebbe chiamato i rinforzi della madre di Sirius: probabilmente, la signora Black avrebbe fatto la telecronaca in diretta della morte di quattro traditori del loro sangue, urlando a pieni polmoni. 
"Infatti, quel pazzo di un elfo!" sbottò Ron, uscendo dalla stanza polverosa e imbattendosi in una testa tagliuzzata di elfo in corridoio.
"Sì, ma adesso non ci occuperemo della casa" ribattè tranquillamente Fred, dirigendosi nella sua camera. 
"Orecchie Oblunghe?" cinguettò Ginny innocentemente, come se si stesse informando delle previsioni del tempo. 
"Orecchie Oblunghe!" confermò George, dando una pacca festante sul braccio di Ron. 




I giorni passarono con grande noia e monotonia per i ragazzi, che erano costretti a rendere abitabile la nobilissima Casata dei Black che diventava sempre più black ogni volta che Krecher non aiutava con le pulizie, passando con strofinacci sporchi sopra al lavoro dei ragazzi e racimolando dalla spazzatura ogni cosa che Sirius o i ragazzi gettavano via. Krecher fece perfino venire una crisi di nervi a Ron, che sembrava quasi voler esaudire il suo desiderio per quanto riguardava il taglio della testa. 
Dopo un mesetto e mezzo circa, anche Hermione si unì a loro ma ben presto anche lei non ne poteva più di pulire quella casa. In realtà, nessuno dei ragazzi ne poteva più di pulire oppure di sentire le urla spaccatimpani della signora Black ogni qual volta che qualcuno dell'Ordine della Fenice di Smaterializzava o faceva qualunque altro piccolo rumore che suscitava l'ira della ex proprietaria.
L'unica cosa positiva di tutto il mese fu che, grazie alle Orecchie Oblunghe create dalla genialità di Fred e George, i ragazzi riuscirono ad origliare un paio di riunioni dell'Ordine, scoprendo qualcosa in più riguardo a quella società segreta e su cosa facevano, oltre che a cercare di combattere Voldemort. Altra cosa positivia, fu l'aiuto di Sirius, che si rivelò molto amichevole con tutti loro e che, nonostante li conscesse da un mese e mezzo circa, li adorava già e li aiutava con la casa e con tutto, come se si conoscessero da una vita. Tutti legarono con tutti in stretti rapporti, e fu proprio come essere di nuovo a casa... anche se rimanere segregati in una casa con Kreacher che borbottava imprecazioni verso tutti loro, Mundungus che portava i calderoni rubati a casa sotto la furia di Molly e Tonks che rovesciava sempre quel portombrelli a zampa di troll facendo infuriare la signora Black, non era proprio uno spasso. 
"Harry ha scritto a me e Ron la stessa cosa... vedi, come ti sembra la risposta?" chiese Hermione, porgendo a Ginny una lettera in risposta a quella che le aveva appena inviato il loro migliore amico. Era la sera del venerdì diciassette agosto e le due ragazze erano in camera loro: teoricamente si stavano preparando per la cena, ma praticamente stavano facendo altro, come chiacchiere tra amiche. 
Ginny prese la lettera tra le mani, e la lesse. Quando ebbe terminato di leggere quelle due misere righe, borbottò: "Sarà furioso... non gli hai scritto proprio nulla! E lo so..." aggiunse, quando Hermione spalancò la bocca per dire qualcosa su quell'argomento, "so benissimo che Silente ha detto che deve stare lì a Privet Drive e restarci, e so anche che Silente ha detto di non dirgli nulla nelle lettere però... cavolo, sarà davvero furioso e non posso biasimarlo"
"Ci odierà a morte..." sussurrò Hermione, addolorata davvero. 
Crac: i gemelli atterrarono pigramente sul letto, riuscendo per la prima volta nel loro intento. 
"Evvai, ci siamo riusciti!" 
"SMETTETELA!" strepitò Hermione irritata, premendosi una mano sul cuore perchè non era ancora abituata alle continue Smaterializzazioni dei gemelli. Loro ridacchiarono, prima che anche Ron aprisse la porta della stanza femminile e corresse dentro, tutto ansimante. 
"Stanno cominciando la riunione" annunciò, il fiato mozzo. 
"Ma tu non bussi mai?" ribattè Hermione, mettendo le mani sui fianchi e guardando torva l'amico. "Pensa se io o tua sorella ci stavamo spogliando o altro, tu cosa diavolo fai? Entri in stanza senza bussare! E la cosa vale anche per voi due, razza di ingrati!" 
Ginny scoppiò a ridere, mimando con le labbra le parole razza di ingrati rivolta ai fratelli. 
"Ehm... di solito..." balbettò Ron, rosso quanto i suoi capelli. 
"... apri la mia porta senza bussare anche se sono nuda, d'accordo. Possiamo dedicarci alla riunione, adesso? Lascia perdere, Hermione" tagliò corto Ginny picchiettando con la mano sul braccio dell'amica, afferrando l'Orecchio Oblungo che George le stava passando e guardando Hermione afferrare il suo con una certa titubanza. Era la prima volta che si convinceva ad origliare una riunione, e non era neanche molto convinta. 
"Hermione, cosa potrebbe mai succedere? Abbiamo sempre origliato!" sbuffò Ron, in un sussurro.
"Potrebbero accadere tante cose, potrebbero scoprirci..." mormorò lei.
"Una grattata di Pluffe per la sfiga di Hermione è d'obbligo! Forza, Ron... non essere timido e unisciti a noi" disse Fred, mettendo la mano sul suo cavallo dei pantaloni, ma la sorella fermò in fretta le sue sinistre intenzioni, per poi scoppiare a ridere. 
Certo, potevano scoprirli ma non era mai successo e quella non era una cosa per cui preoccuparsi. O forse...
"La cosa non mi piace... non mi piace per niente, ragazzi..."
"Hermione, fai silenzio e infila quel filo nell'orecchio!" 
Lei obbedì, scoccando uno sguardo di profonda minaccia a George prima di incantarsi a seguire la riunione. 
"... Lucius Malfoy è il cocco di Caramell, ovviamente. E non possiamo pedinare lui per questo!" stava dicendo Arthur, probabilmente fuorioso per il fatto di non poter pedinare il suo acerrimo nemico. "Faremo molta fatica perfino a trovarlo, questo è poco ma sicuro" 
"Tiger non sarebbe tanto difficile da seguire, potremmo benissimo occuparcene" 
"Sì, me ne occupo io dato che..." 
"Non se ne parla proprio, signorino!" ringhiò Molly e ci fu un rumore di sedia spostata, come se la donna avesse voluto trovarsi faccia a faccia con Sirius per ringhiargli contro come un cane disobbediente. "Vuoi metterci tutti nei guai, eh?" 
"Ha ragione, Sirius" 
"Pedino io Tiger, lo individuerei in fretta" 
"E Dolohov? Sappiamo che Voi-Sapete-Chi l'ha reclutato..." 
"Sì, ma non sappiamo dove si nasconde. In compenso sappiamo qualcosa di Rookwood, e possiamo controllare lui" 
"D'accordo, ma per quanto riguardano i turni di guardia per..." qualcuno disse troppo silenziosamente il nome di ciò a cui dovevano fare la guardia, "chi se ne occuperà per primo? Ci serve qualcuno che è più vicino possibile, così è molto più facile" 
"Ma di che cosa stanno parlando?" sussurrò Ron agli altri, che scossero il capo. 
"Beh, io credo... ma cosa sono quelle cose sotto la porta?" esclamò Molly e ci fu di nuovo un grattare di sedie, ma stavolta ci fu un grattare collettivo di sedie.
"Oh-ho!"
I ragazzi, guardandosi atterriti e paralizzati, cercarono in tutti i modi di riparare la situazione trascinando le Orecchie Oblunghe di sopra ma... troppo tardi: gli adulti aprirono la porta e si trovarono le orecchie finte a portata di mano. Hermione era sull'orlo di una crisi, e gli altri piccoli Weasley scesero velocemente le scale per dare una spiegazione al padre e alla madre. 
Poi quest'ultima urlò a pieni polmoni: "CHE DIAVOLO STATE FACENDO CON QUESTE SCHIFEZZE? QUANTE VOLTE VI HO DETTO CHE NON DOVETE PARTECIPARE ALLE RIUNIONI? SIETE DEI CRETINI, VI AFFATTURO TUTTI QUANTI!" 
"Ahia... oggi è venerdì diciassette..." riuscì a borbottare Ginny, mentre guardava Fred e George scusarsi con la madre e cercare di acciuffare le Orecchie Oblunghe prima che venissero sterminate dalla faccia della terra e mentre le tendine nere del ritratto si scostavano, lasciando emergere la figura elegante e furiosa della signora Black, che dava man forte alla signora Weasley. 
Quella ramanzina, ovviamente, fu solamente l'inizio. 




Durante i seguenti giorni, i ragazzi non osarono prendere le Orecchie Oblunghe per timore che la madre potesse scoprirli di nuovo. Il fatto rassicurante fu che erano riusciti a capire l'Ordine della Fenice cosa faceva: reclutava persone per la società, pedinava i più famosi Mangiamorte e parlavano di turni di guardia, magari per sorvegliare Harry mentre era a Privet Drive. Quando le acque si furono calmate, tentarono di nuovo con le Orecchie Oblunghe ma Tonks prese Ginny in disparte e le confidò che prima delle riunioni Molly gettava sempre un incantesimo imperturbabile sulla porta, anche se a volte se ne dimenticava. 
"Ancora mi devi dire come fare per scoprire se la porta è imperturbata..." sussurrò Ginny mentre dava una mano a Tonks in cucina, con sua madre fuori portata d'orecchie mentre si affaccendava attorno al bollitore insieme ad Hermione. I ragazzi chiacchieravano con Arthur e Sirius al tavolo, e nessuno di loro vedeva l'ora che gli altri membri dell'Ordine della Fenice arrivassero per cenare tutti insieme. 
"Se tua madre o qualcun altro scoprono che ti ho detto dell'incantes..."
"Non lo scopriranno!" 
"Va bene, per scoprire se la porta è imperturbata devi lanciare qualcosa contro" disse Tonks sottovoce, mentre ritirava la mano dai fornelli perchè a causa della sua solita goffagine si era appena scottata un dito. 
"Qualcosa tipo?" chiese Ginny, guardandosi velocemente intorno. 
"Caccabombe" 
"Caccabombe?" 
"Sì" rispose la giovane donna con un sorrisino. "E adesso, facciamo silenzio o finisco nei guai... e in guai grossi!" 
"Ragazzi, ho bisogno che voi prepariate la tavola... e non combinate disastri!" ordinò Molly ai figli maschi, e loro si alzarono tutti sbuffanti dalle sedie. Sirius cominciò ad additarli e sbeffeggiarli quando i ragazzi raggiunsero il cassetto delle stoviglie, in modo ubbidiente. "Sono contenta che siate scesi di sotto, ve ne state sempre rinchiusi in camera vostra e Merlino solo sa quello che combinate!" aggiunse la donna, squadrando tutti i suoi figli con sospetto e con il rancore che serbava da quando li aveva scoperti origliare le riunioni private. "Spero che stasera Mundungus non rimanga a cena, l'ho detto mille volte che invitarlo a mangiare qui è troppo per i miei gusti! Fuma la pipa a tavola quando stiamo mangiando, e non è proprio..."
Ma nessuno seppe mai cosa fosse precisamente Mundungus oltre che un ladruncolo perchè la donna si interruppe all'istante, a causa di un frusciio sinistro. Nella cucina, Sirius e Arthur erano balzati subito in piedi e si guardavano intorno con circospezione come se stesse per succedere qualcosa. Poi all'improvviso, una luce azzurrina calò nell'oscurità e un Patronus, una donnola argentea, fece capolino nella sala, parlando con la voce profonda di Kingsley Shacklebolt.
"Harry Potter e suo cugino sono stati aggrediti a Privet Drive da due Dissennatori quando Mondungus era di guardia. Harry ha evocato un Patronus. Il Ministero è nel caos e il ragazzo potrebbe essere espulso da Hogwarts. Caramell ha appena convocato un udienza ad Wizengamot. Avvertite immediatamente Silente e gli altri membri dell'Ordine"
E poi, il caos non ci fu solamente al Ministero... 




Ginny era in camera sua che giocherelleva con Grattastinchi e un paio di Caccabombe, molto più tranquilla di prima.
Avevano vissuto momenti difficili e terribili quando il Patronus di Kingsley era arrivato in cucina: Hermione era sull'orlo delle lacrime; Ron era bianco come un lenzuolo e stava iniziando a sudare; Sirius andava avanti e indietro nella cucina, mentre i gemelli tentavano in tutti i modi di calmarlo e Ginny... beh, aveva avuto la tremarella alle mani per tutto il tempo. Quando la madre aveva avvertito i ragazzi che Harry era al sicuro con quelli dell'Ordine, avevano tutti fatto un sospiro di sollievo: ce l'aveva fatta. 
"Grattastinchi, via... non le devi far scoppiare!" sbottò la ragazza, spingendo via il gatto rosso e peloso di Hermione che voleva far scoppiare tutte le Caccabombe. 
Ginny si era rintanata in camera sua con il gatto ed Hermione e Ron aspettavano Harry nella camera di Ron, mentre i gemelli escogitavano un piano per origliare la riunione che si sarebbe tenuta all'arrivo del ragazzo a Grimmauld Place, una riunione importante perchè per la seconda volta Piton era presente quando sapevano tutti che faceva rapporto top secret. A Bill non era piaciuto per niente il modo in cui Severus Piton guardava i fratelli, e quello era bastato per mettere a freno la lingua di Hermione sul fatto che l'uomo-pipistrello fosse davvero dalla loro parte. 
Facendo meno rumore possibile, Ginny aprì la porta della sua camera e scese la rampa di scale che portava alla porta della cucina, notando che era chiusa dall'interno. Ma come poteva essere? Harry era già arrivato al quartier generale? Impossibile, probabilmente avevano già iniziato la riunione senza alcuni membri dell'Ordine, e forse quello era un buon motivo per origliare quella conversazione dato che la guardia era leggermente più allentata.
"A noi due..." sussurrò la ragazza e lanciò le Caccabombe sulla porta. 
Grugnì di disappunto: avevano fatto contatto, quindi la madre aveva lanciato l'incantesimo. 
"CHI HA DOVUTO SUPERARE DRAGHI E SFINGI E TUTTE QUELLE ALTRE SCHIFEZZE L'ANNO SCORSO? CHI HA VISTO LUI CHE TORNAVA? CHI HA DOVUTO SFUGGIRGLI? IO! QUATTRO SETTIMANE SONO RIMASTO PRIGIONIERO IN PRIVET DRIVE, A PESCARE I GIORNALI NEI BIDONI PER CERCARE DI SCOPRIRE COSA SUCCEDEVA!" 
Una voce furibonda e molto conosciuta destò Ginny dai suoi pensieri: Harry era lì e lei non l'aveva sentito arrivare! Attirata da altre grida rauche, la ragazza si affrettò a raggiungere la sua camera per posare le Caccabombe che non aveva lanciato contro la porta, e dimenticando distrattamente le Caccabombe che aveva lanciato. Poi corse velocemente verso la camera di Ron e la spalancò, cercando sembrare non troppo entusiasta. 
"Oh, ciao, Harry! Mi pareva di aver sentito la tua voce!" disse allegramente lei, facendogli un gran sorriso e sperando che le farfalle nel suo stomaco non iniziassero a prendere vita proprio in quel momento. Harry le fece un cenno col capo, segno che era ancora arrabbiato per dire qualcosa come un saluto... ma i suoi occhi così verdi trapassarono la ragazza da parte in parte, che si sentì quasi bene anche se il ragazzo non le aveva detto proprio nulla. Rivolta a Fred e George, aggiunse: "Niente da fare con le Orecchie Oblunghe, ha gettato un Incantesimo Imperturbabile sulla porta della cucina" 
I gemelli parvero mortificati: avevano tutti voglia di sapere cosa stava combinando Piton. Harry sembrava ancora furibondo col mondo ma probabilmente la sete di informazioni era più importante perchè parlò e la sua voce non era arrabbiata, ma curiosa. Fece alcune domande e i ragazzi gli risposero, spiegando la situazione in cui erano messi e tutta la faccenda dell'Ordine della Fenice e di Grimmauld Place. 
Per tutto il tempo, Ginny non aveva tolto gli occhi di dosso al ragazzo nemmeno per un secondo... e si maledisse per questo. Nonostante tutto, lui per lei appariva più bello che mai con i capelli spettinati e l'espressione imbronciata e, soprattutto, lui per lei non le sarebbe mai stato così tanto indifferente come aveva sperato. Sapeva che quelli erano pensieri che non doveva fare dato che era fidanzata con Micheal Corner, ma in quel momento era troppo felice di avere Harry, troppo felice di averlo a Grimmauld Place lontano dagli occhi indiscreti di Hogwarts. 
Quando i ragazzi arrivarono a parlare dell'udienza di Harry, ci furono dei passi sulle scale. 
"Uh-oh!" dissero i gemelli e si Smaterializzarono, scomparendo dalla vista. 
Qualche istante dopo, la madre aprì la porta e apparve sulla soglia. "La riunione è finita, potete scendere a cena. Muoiono tutti dalla voglia di vederti, Harry. Ma si può sapere che ha lasciato tutte quelle Caccabombe davanti alla porta della cucina?" 
Ahia.
"Grattastinchi, gli piace tanto giocarci" rispose Ginny convincente, senza arrossire.
"Oh, credevo fosse stato Kreacher... continua a fare strane cose del genere. Comunque, non dimenticare di tenere la voce bassa all'ingresso e Ginny, hai le mani sporchissime... che cos'hai fatto? Vai a lavartele subito prima di scendere a cena!" 
Ginny fece una smorfia e seguì la madre, virando poi in bagno dove trovò Kreacher che armeggiava con un paio di bagnoschiuma. Ma che diavolo stava facendo quello stramaledetto elfo domestico? Voleva davvero ammazzarli tutti, mettendo nei bagnoschiuma e nei saponi delle sostanze tossiche per la pelle? Probabilmente Sirius non ne era a conoscenza, ma se l'avesse saputo... Kreacher sarebbe morto. 
"CHE STAI FACENDO? ESCI DA QUI!" sbraitò la ragazza irritata, avanzando nel bagno e facendo smammare l'elfo. 
"Kreacher pulisce" borbottò lui, ma c'era uno scintilliio maligno nei suoi occhi. 
"Sì certo, come no! Esci fuori dal bagno, e muoviti!" 
"La traditrice del suo sangue osa parlare a Kreacher in questo modo... oh, cosa direbbe la mia padrona?"
"La traditrice del suo sangue andrà a chiamare Sirius se non te ne vai immediatamente!" gridò lei con impazienza, puntando con un dito la porta e Kreacher, borbottando altre maledizioni e insulti a lei e alla sua famiglia, sparì strisciando i piedi e lo strofinaccio, sperando di riuscire a fare più sporcizia possibile. Ginny svuotò il bagnoschiuma nella tazza del water, notando che era diventato un misto di verde e nero, e si sciaquò le mani. 
Poi, si sentirono strilli nell'ingresso: Tonks aveva fatto di nuovo cadere il portombrelli. 
"Taci, orrida vecchia strega!" ringhiò Sirius, quando Ginny raggiunse l'ingresso dove si stava tenendo la solita e simpatica gara a chi urlasse di più tra la signora Black e gli altri. L'uomo stava tirando più che poteva le tendine del ritratto della madre mentre lei impallidiva e gli puntava il dito contro, continuando a strillare. 
"TUUUUU!" ululò, gli occhi fuori dalle orbite. "TRADITORE DEL TUO SANGUE! ABOMINIO! TRADITORE!" 
Ginny superò Sirius e si diresse in cucina, dove Arthur e Bill erano ancora chini su dei fogli di pergamena e non sembravano avere l'aria di essersi accorti che fuori stava succedendo il finimondo. Molly fece un colpetto di tosse quando anche Harry e gli altri entrarono nella cucina, e Bill fece Evanescere i fogli non dando alla sorella il tempo di darci una piccola occhiatina sopra. 
"Siediti, Harry... hai già conosciuto Mundungus, vero?" chiese Sirius, facendo accomodare il figlioccio su una sedia. 
"Qualcuno mi chiama?" biascicò assonnato quello che sembrava Mundungus, in un mare di stracci sporchi. "Ehm... io sono d'accordo con Sirius!" aggiunse, e alzò una mano molto sporca come per votare; gli occhi assonnati e iniettati di sangue erano ancora appannati. 
Ginny ridacchiò, premendosi una mano sulla bocca. 
"Se volete cenare prima di mezzanotte avrò bisogno di una mano!" annunciò Molly agli altri. 
Si diedero tutti da fare per preparare la cena e dopo un paio di casini, combinati in gran parte dai gemelli e da Tonks, iniziarono a mangiare tutti quanti insieme e con molta più allegria rispetto agli altri giorni precedenti, forse perchè erano tutti più allegri dell'arrivo di Harry al numero dodici, erano tutti più allegri di vedere che stava bene ed era sano e salvo. Mangiarono e mangiarono, e ben presto Ginny rischiava di scoppiare nei suoi piccoli jeans talmente che si era azzuffata di roba deliziosa: la torta al rabarbaro con crema pasticcera fu così sublime che ci fu un applauso generale per la cuoca.
"Ehi, ma... dove è andato Grattastinchi?" chiese Ginny dopo che tutti ebbero finito di mangiare, lo sguardo che guizzava da una parte all'altra della cucina per cercare il grosso gatto rosso dal naso schiacciato e dalle gambe storte di Hermione. 
"Sotto alla credenza, vedi" rispose Sirius, strizzandole l'occhio. 
Ginny si appiattì per terra e tirò fuori Grattastinchi, iniziando a giocare con lui con dei tappi di Burrobirra. Per tutta la cena, lo sguardo di Sirius le era stato addosso e la ragazza non sapeva spiegare il perchè: l'uomo aveva perfino iniziato a sorridere quando lei guardava Harry e quando il suo figlioccio si era ritrovato a guardare la ragazza. Strano... Sirius era ancora perso nel viale dei ricordi? Sì, altrimenti non avrebbe avuto quella faccia mentre guardava fisso fisso Ginny ed Harry. 
"Sai, sono sorpreso. Ero convinto che appena arrivato qui avresti cominciato a fare domande su Voldemort" disse d'un tratto la voce di Sirius rivolgendosi al ragazzo, e l'atmosfera nella cucina cambiò immediatamente al solo nome di Voldemort. 
Ginny lasciò immediatamente perdere i tappi di Burrobirra, e si mise in ginocchio per ascoltare meglio la conversazione. 
"L'ho fatto! Ho chiesto a Ron ed Hermione, ma hanno detto che non erano ammessi nell'Ordine e..." 
"Sì, siete troppo giovani" intervenne Molly, con decisione. 
"Da quando uno deve far parte dell'Ordine della Fenice per fare domande?" ribattè Sirius, che stava iniziando già a scaldarsi. "Lui è rimasto intrappolato in quella casa Babbana per un mese e ha il diritto di sapere che cosa sta succe..." 
"Un momento!" lo interruppe George. 
"Perchè se Harry fa delle domande a lui rispondete?" chiese rabbioso il gemello. 
"Noi cerchiamo di estorcervi informazioni da un mese e voi non ci avete detto una sola schifida cosa!" 
"Sì! E Harry non è nemmeno maggiorenne!" 
"Non è colpa mia se non vi è stato detto che cosa fa l'Ordine" rispose Sirius calmo, perchè un giorno di agosto mentre lui stava per spiattellare tutto ai ragazzi la madre li aveva beccati e aveva proibito all'uomo di raccontare dell'Ordine della Fenice ai suoi figli. "Questa decisione..." e lanciò uno sguardo truce alla donna, "spetta ai vostri genitori e lui, d'altra parte..." 
"Non sta a te decidere cosa è bene per Harry!" intervenne Molly in tono secco, l'espressione minacciosa. 
"Ha assistito al ritorno di Voldemort!" 
"Non è un membro dell'Ordine della Fenice! Ha solo quindici anni, è ancora..." 
"Non è un bambino!" 
"Ma non è nemmeno un adulto! Lui non è James, Sirius!" 
"Credo che Harry dovrebbe avere il permesso di dire la sua... è abbastanza grande da decidere per sè stesso" intervenne Lupin, prima che la situazione degenerasse ulteriormente e i due litiganti fissarono il ragazzo, che cercò di non guardare nessuno dei due. 
"Voglio sapere cosa sta succedendo" dichiarò lui subito. 
"Molto bene... allora, voglio che voi usciate subito dalla cucina!" ordinò Molly furente ai suoi figli ed Hermione, che protestarono seduta stante e inutile dire che ci fu un tumulto generale in quella cucina quando la donna puntò il dito verso la porta. 
"Non puoi impedirlo a Fred e George: loro sono maggiorenni" disse stancamente Arthur, aggiustandosi gli occhiali sul naso. 
"Io... oh, allora va bene! Fred e George possono restare, ma Ron..." 
"Harry racconterà comunque a me e Hermione tutto quello che dite!" esclamò Ron. 
Cosa? A lui ed Hermione solamente? E Ginny chi era, la vicina della porta accanto che non poteva sapere nulla riguardo alle loro faccende private? C'era anche lei in quella storia, non potevano abbandonarla così solo perchè volevano sentire tutto! La ragazza lanciò uno sguardo di avviso a Ron, che si ricordò solo in quel momento che non aveva incluso la sorella nelle persone al quale il migliore amico avrebbe raccontato tutto e... troppo tardi. 
"Benissimo... Ginny, a letto!" esclamò la madre, prendendo la figlia per un braccio e cominciando a trascinarla fuori dalla cucina. 
Ginny lanciò ancora uno sguardo di profonda minaccia al fratello prima di cominciare ad urlare contro la madre, accusandola e protestando, perchè quella era seriamente la cosa più ingiusta a cui avesse mai assistito in vita sua: perchè doveva sempre venire messa da parte in tutto? Tutto quello era senza alcun precedente, cosa costava che loro la lasciassero rimanere in cucina insieme a tutti? Cosa cambiava? Un mistero, era un vero e proprio mistero. 
"LASCIAMI! LASCIAMI ANDARE!" strepitò la ragazza con disperazione e rabbia, aggrappandosi alla ringhiera delle scale per non essere trasportata di peso dalla madre. "ANCHE A ME LO DIRANNO! LO DIRANNO! NON HA SENSO FARGLI RIPETERE QUELLE COSE! HO QUATTORDICI ANNI! HO IL DIRITTO DI SAPERE PERCHE' SIAMO RINCHIUSI IN QUESTA CASA DA UN MESE!"
"Vai... camera... tua!" ansimò la madre, per lo sforzo di tirarla sopra. 
"TU LASCI SEMPRE CHE LORO FACCIANO O SENTANO TUTTO E MI METTI DA PARTE SU OGNI COSA!" 
"VAI A LETTO!" 
E, naturalmente, anche la Signora Black sentiva il bisogno di urlare per unirsi al frastuono. 
"IBRIDI, MUTANTI E MOSTRI! VIA DA QUESTO LUOGO!" 
"A TE NON IMPORTA NULLA DI ME!" 
"Ah, e se non me ne importasse nulla ti avrai fatta uscire dalla cucina?"
"MA QUESTO CHE DIAVOLO C'ENTRA?!"
"Sei piccola!"
"HO SOLO UN ANNO IN MENO A RON E VENGO SEMPRE MESSA DA PARTE! SEMPRE!"
"COME OSATE INSUDICIARE LA CASA DEI MIEI PADRI?" 
"SEI INGIUSTA, CAPITO? BELLA MADRE CHE HO! FAI SEMPRE QUESTO!" 
"FECCIA! NELLA NOBILE CASATA DEI BLACK! ABOMINIO!"
"ORA BASTA!" strillò istericamente Molly, spingendo la figlia nella stanza. Ginny rimase in piedi sulla soglia della porta, ma poi si arrese: ormai, era inutile parlare con la madre, che la metteva sempre da parte su tutto... anche su una minima conversazione. Ormai, non ci si poteva affidare più a nessuno!
Per tutta risposta all'ultimo grido della madre, Ginny sbattè la porta e si chiuse a chiave in stanza. 






Angolo autrice
Sì, si direbbe che questo è un poco il capitolo urlante della storia: tutti sono esasperati, tutti sono rabbiosi, tutti sono isterici e la prima è proprio la signora Black. Il capitolo inizia con nulla di particolare, ma solamente con le scene dialogate tra Sirius e i ragazzi, successivamente vediamo l'arrivo di Hermione e scoperta della signora Weasley e infine vediamo l'arrivo di Harry al quartier generale, arrivo moolto movimentato. Beh, scusate ancora per la lunghezza ma tutto ciò che ho fatto andava fatto. 
Un abbraccio.

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Capitolo 34
*** Bentornati a casa! ***


BENTORNATI A CASA!


Il giorno successivo, Molly li mise tutti all'opera: muniti di protezione al viso e Doxicida eliminarono la gravissima infestazione dei Doxy nel salotto. Ginny e la madre non si parlavano granchè, anche perchè la ragazza non voleva affatto rivolgerle la parola dopo quello che aveva saputo da Hermione. L'amica non le aveva raccontato proprio nulla di nuovo e l'unica novità fu che Voldemort dava la caccia a qualcosa, una cosa che non aveva l'ultima volta. Saputo questo, Ginny non aveva ancora più voglia di parlare alla madre, al padre, a Sirius, ai fratelli e a tutti coloro che non avevano mosso un dito per farla rimanere insieme a loro. Insomma, se non avevano detto nulla... che senso aveva avuto sbatterla brutalmente fuori dalla stanza scatenando il panico? 
I giorni passarono e i lavori in casa aumentarono sempre di più; neanche Harry aveva molta voglia di parlare con gli altri ma una notizia che lo rallegrò e che gli fece dimenticare la prigionia di Grimmauld Place fu la sua vittoria al Ministero per aver praticato magia minorile. Inoltre, un'altra fantastica notizia fu che Ron ed Hermione diventarono i nuovi Prefetti di Grifondoro, con grande sorpresa di tutti per quanto riguardava la scelta di Ron. 
Avevo davvero detto fantastica? Ora che Ron montava la guardia ai corridoi, la sorella e Micheal non potevano più stare insieme tanto tempo e gironzolare per Hogwarts dopo le lezioni, quindi dovevano essere molto prudenti. Ovviamente, avere Hermione come amica e come Prefetto aveva i suoi vantaggi. 
La sera prima del ritorno ad Hogwarts ci fu una festa, poi Molly dopo un certo orario li spedì immediatamente di sopra a dormire. 
"Ragazze, ragazze... svegliatevi!" 
La voce imperiosa della donna svegliò le due ragazze, e Ginny ebbe come l'impressione che si fosse addormentata solamente in quel momento. Forse era perchè aveva mangiato troppo e aveva continuato a rigirarsi nel letto con la torta di melassa che borbottava nella sua pancia, o forse perchè in quel casa buia era come se fosse ancora notte... ma sapeva soltanto che aveva ancora sonno, quindi sprofondò con la testa nel cuscino dopo nemmeno un attimo. 
"No, Ginny, non rimetterti a dormire! Ci sono così tante cose da fare prima della partenza... Hermione cara, sei sveglia?" continuò a parlottare la donna, andando avanti e indietro per la stanza prendendo indumenti sporchi, lasciando su una sedia una pila di vestiti puliti e aprendo la finestra della stanza per far entrare fastidiosi raggi di sole, che avrebbero di sicuro fatto alzare la figlia. 
"Mamma, chiudi quella finestra..." biascicò assonnata lei, mentre Hermione si alzava dal letto e si stiracchiava. Lei, in tutta risposta, le tolse le lenzuola da dosso e sparì, sbattendosi la porta alle sue spalle e facendo sussultare la figlia, ancora profondamente addormentata. 
"Ehm... meglio se ti alzi" azzardò Hermione, facendo poi un lungo sbadiglio. 
"Mi odia proprio! Da quando le ho urlato contro quella volta, ma è stata tutta colpa sua... non mi si può biasimare se ho reagito così!" esclamò Ginny diventando di nuovo irritata, mettendosi a sedere sul letto e tirandosi di nuovo le lenzuola sulle gambe pallide e magre. 
Quanto avrebbe voluto andare al mare o magari fare un bagno nel laghetto della Tana per abbronzare le gambe. Sarebbe apparsa come una mozzarella accanto alle sue amiche, anzi, lei che era già molto chiara di pelle sarebbe stata direttamente la sorellina piccola di Nick, il fantasma di Grifondoro. Fortunatamente, la gonna della divisa scolastica era lunga e i calzini blu altrettanto, quindi non avrebbe fatto troppo scalpore. 
"Le passerà, e passerà anche a te" ribattè Hermione. 
"Mmh... non rimetterti a dormire, ci sono tante cose da fare prima di partire e bla bla bla" la scimmiottò la ragazza, sperando che la madre non fosse fuori alla porta e non udisse quella conversazione; Hermione ridacchiò sonoramente, poi lo scroscio dell'acqua coprì le sue risatine. "Da quando in qua prima di andare alla stazione abbiamo tante cose da fare? Sì, mi son svegliata con la luna storta stamattina. Ed è solamente colpa di mia madre!" 
"Non rimuginare!" la rimproverò allegramente Hermione. 
Le due amiche si affrettarono a prepararsi e Ginny notò che sulla sedia accanto al suo letto c'erano un sacco di cose nuove che la mamma le aveva comprato: finalmente, avrebbe avuto la divisa della scuola non di seconda mano... e perfino la tunica era nuova, di un nero brillante e per nulla consumato! Quell'anno sarebbe stato abbastanza movimentato in tutti i sensi, se lo sentiva da quando aveva messo piede nel quartier generale. 
Molly aprì la porta e consegnò le scarpe pulite alle due ragazze, prima che...
"Leva immediatamente quella maglia!" abbaiò alla figlia. 
"Ma cos..." Ginny era abbastanza spiazzata: era stata proprio la madre a comprarle quella maglia delle Holyhead Harpies, la squadra di Quidditch preferita della figlia e di cui aveva tantissimo sentito parlare. "Tu sei impazzita, mamma. Sul serio, questa casa non ti fa bene!" 
"Ginny, stiamo andando in una stazione piena di Babbani... ma la sicurezza dove diavolo la mettiamo?" e sgattaiolò fuori. 
"La sicurezza per i Babbani è importante" disse Hermione severamente, sfilando subito all'amica la maglia e riponendola accuratamente nel suo baule mentre Ginny indossava un'altra grossa t-shirt appartenuta a suo fratello Bill. "Anche se..." si affrettò a dire la ragazza, "da quella maglia non è che si capiva molto. Insomma, potevi anche tenerla addosso però lo sai com'è tua madre... e Malocchio anche. Sono sicura che anche lui avrebbe voluto che la togliessi" 
"Vedi... sembro abbastanza Babbana?" 
"Sì, lo sembri" 
"Lo spero bene!" sbottò Ginny pensando alla madre e uscendo dal pianerottolo, seguita a ruota da Hermione. 
"Baule Locomotor!" si udì dai piani di sopra ma nessuna delle due ci fece tanto caso. 
"Lo spero proprio bene, se non le va bene neanche questa io... AAAARGH!" 
"Ma che succede?" 
"GINNYYYYYYYYYY!" 
Hermione tentò di afferrare l'amica, ma Ginny stava già ruzzolando giù come una palla per tutte e due le rampe di scale che portavano fin giù alla cucina a causa dei due bauli che Fred e George avevano fatto spostare sulle scale con la magia. Come avevano fatto a non accorgersi del fatto che i gemelli stavano incantando i loro bauli? Forse erano troppo impegnate a pensare alla maglietta e alla sicurezza per i Babbani. Ginny si sentiva la testa in fiamme mentre ruzzolava ancora; sangue caldo gocciolò dal collo, nel punto in cui la sua pelle aveva fatto contatto con un gradino rotto. 
Poi un tonfo e la ragazza si ritrovò distesa ai piedi di Molly e di Sirius, che la rimise in piedi. Hermione scese di corsa le scale per verificare che l'amica non si fosse fatta niente e i gemelli la seguirono subito, scusandosi più e più volte con la sorella per aver incantato i bauli. 
"AVETE INCANTATO I BAULI?" strepitò la donna, più minacciosa che mai mentre fissava Fred e George. 
"Sì, ma non credevamo che..." 
"... L'AVRESTE COLPITA E AVREBBE RUZZOLATO PER DUE RAMPE DI SCALE?" 
"Mamma, non volevamo!" 
"QUANTE VOLTE DEVO DIRVI DI NON USARE LA MAGIA PER DELLE SCIOCCHEZZE?" urlò disperata Molly facendo un minaccioso passo avanti verso i figli, mentre Sirius teneva ancora saldamente tra le sue braccia Ginny, che aveva un forte giramento di testa. "MA VOI... NIENTE! NON MI ASCOLTATE E GUARDATE COSA AVETE COMBINATO!" 
Ovviamente, la signora Black non era lei se non si univa alle urla. 
"MEZZOSANGUE! LUPI MANNARI! TRADITORI E LADRI!" strillò a pieni polmoni. 
"POTEVATE FARLE MALE SUL SERIO, IDIOTI!" le diede man forte l'altra, urlando anche lei a pienissimi polmoni. 
"SUDICI IBRIDI CHE INFANGATE LA CASA DEI MIEI PADRI!" 
"Taci, orrida fattucchiera!" intimò Sirius esasperato. 
"ABOMINIOOO! VERGOGNA DELLA MIA CARNEEE!" 
"La padrona è molto arrabbiata, sìssì" gongolò Kreacher trotterellando verso l'ingresso dove si teneva quell'orrendo spettacolo, e dove tutti guardavano Ginny che sembrava tutta intontita e poco in sè. "La padrona è arrabbiata perchè quell'assassino del figlio traditore aiuta la traditrice del suo sangue che è caduta delle scale... ha! Quella piccola canaglia è caduta dalle scale, ha-ha-ha!" 
"Assassino ci divento sul serio se non sparisci immediatamente!" sbottò scontroso Sirius ma Kreacher continuava a ridacchiare. "KREACHER, TE NE VAI IMMEDIATAMENTE DA QUI O VUOI CHE DIVENTI UN ASSASSINO?" aggiunse, quasi ruggendo. 
"Me ne vado, padrone. Kreacher vive per servire la nobile Casata dei Black... bleah!" fece l'elfo domestico e si allontanò da lì. 
Ginny rimase ferma mentre la madre l'aggiustava; le metteva in sesto costole e il piccolo squarcio nel collo, con Fred e George che le alitavano sul collo per sapere se stava riuscendo a mettere in sesto la sorella e borbottando ancora le loro scuse. Ma a Ginny veniva quasi da ridere per quella situazione: infondo, era stato emozionante ruzzolare due rampe di scale. Di che si preoccupavano? L'Ordine della Fenice originario aveva combattuto contro Voldemort... cos'era un piccolo taglietto nel collo? 
"Cosa succede qui?" chiese Malocchio, appena Smaterializzato sull'ultimo gradino insieme a Tonks. Hermione era salita di sopra per far sapere agli altri che Ginny stava bene e che la madre l'aveva aggiustata per benino, insieme ai gemelli che volevano scappare in fretta dalla scena del crimine. 
"Ti sei fatta male?" domandò Tonks preoccupata.
"Un incidente, un incidente..." 
"Incidente, eh? Cosa dico sempre io, e ho assolutamente ragione? Vigilanza costante!"
"Hai ragione, Malocchio. Ma adesso basta, mamma... sto benissimo!" Ginny si divincolò dalla stretta della madre e si allontanò in fretta da lei prima che potesse farle scomparire con un accurato movimento della bacchetta le sue ferite di guerra. "Questi tagli qui sopra sono visibili e li voglio tenere, così chi mi vede pensa che abbia lottato con qualcuno prima di andare alla stazione!" aggiunse con una nota di pazzia nella voce, deliziata alla sola idea. 
Tonks e Sirius scoppiarono a ridere; Malocchio annuì compiaciuto e disse: "Comportamento da piccoli Auror, direi!" 
"Auror? Non le mettete strane storie in mente, questa qui è matta!" esclamò Molly, premendosi le mani sulla bocca e guardando la figlia che si piegava in due dalle risate insieme a Tonks e Sirius, che facevano battute una dietro all'altra. "In questi due anni non ti riconosco più! Non so per quale verso prenderti! Prima era facile, ma adesso mi stai creando più impicci di Fred e George. Ovvio, è la loro influenza da fuorilegge a farti diventare così! Sei più sempre più simile a loro!" 
Ginny smise di ridere, e spalancò la bocca. 
"E io che credevo di avere avuto una femminile ragazza... e invece? Sette maschi!" 
Ci fu un attimo di silenzio, prima che tutti ricominciassero di nuovo a ridere. 
"Non sono la principessina che volevi che fossi, mamma!" protestò Ginny, sul volto nessuna traccia di risate. Era seria, e quella era l'ora per dire alla madre che lei era esattamente come era, e non voleva cambiare per nessuno al mondo. "Io sono così, non voglio essere la principessina che vuole essere salvata ma voglio essere quella che salva le persone. Non so se mi spiego... e la carriera di Auror mi ha sempre affascinata. Spero che i gemelli abbiano capito la lezione... la mia vigilanza non è abbastanza costante!" aggiunse, e si avvicinò alla cucina per mangiare qualcosa di buono prima di partire, lasciando gli adulti a bocca aperta. 
"Hai un fuoco da domare, Molly" disse Malocchio. 
"Domare? Lascia che le fiamme divampino!" ribattè Sirius, guardando compiaciuto la ragazza. 




"Andiamo... se ci muoviamo riusciamo a tenere il posto anche per loro"
"Giusto!" 
Maledicendosi per quella cosa molto stupida che aveva fatto, Ginny si fece largo tra i vari scompartimenti del treno cercandone uno vuoto in cui poteva sedersi insieme a Harry e stare ancora con lui. Sì, aveva lasciato perdere i suoi amici per lui... era sicuramente matta da legare! Forse era stata solamente pena, oppure gelosia perchè non voleva lasciare il ragazzo in balia delle sue più accanite ammiratrici... oppure nulla, un gesto solamente amichevole per uno che ormai faceva parte della famiglia. Decisamente, era stato un gesto amichevole e Micheal Corner avrebbe aspettato benissimo.
Camminarono ancora, e nell'ultima carrozza incontrarono Neville Paciock. 
"Ciao, ragazzi... è pieno dappertutto, non riesco a trovare un posto!" disse Neville, ansante dallo sforzo di trattenere il suo ribelle rospo Oscar con una mano sola e con l'altra trascinare il pesante baule lontano dal passaggio. 
"Ma che dici? Qui c'è solamente Luna Lunatica Lovegood!" ribattè Ginny lieta, che si era insinuata oltre Neville per spiare nello scompartimento attiguo. Lui borbottò qualcosa che suonava confusamente che non voleva disturbare nessuno. "Non fare lo sciocco, lei va benissimo!" aggiunse la ragazza, con una risatina. 
Ginny fece scorrere la porta dello scompartimento con i due ragazzi alle calcagna. 
"Ciao, Luna. Possiamo sederci qui?" chiese lei. 
Luna Lovegood, sempre molto sola e con pochissimi veri amici, alzò lo sguardo dal finestrino e li fissò tutti con i soliti occhi sporgenti che le conferivano un'aria di perenne sorpresa, la collana a tappi di Burrobirra visibile al collo e la bacchetta infilata dietro l'orecchio sinistro. Ginny, che era abituata alle stranezze della sua compagna di lezione di Cura delle Creature Magiche, non aveva l'espressione da perfetta idiota dei due ragazzi, che guardavano Luna Lovegood come se fosse matta. E molto probabilmente lo era davvero, matta. 
Luna annuì e Ginny la ringraziò, trascinando a fatica il suo baule nello scompartimento. 
"Dammi, faccio io..." le disse cortesemente Harry, costringendo la ragazza a sedersi per vedersela da solo con i bauli. Neville si affrettò ad aiutarlo e insieme issarono i tre bauli sul portabagagli e presero anche loro posto, sotto lo sguardo sorpreso della ragazza dai capelli biondi. 
Dopo che Ginny mise in atto una breve conversazione che riguardava le varie presentazioni di ognuno dei suoi amici, con tanto di imbarazzati canzoncine canticchiate da Luna e un paio di momenti altrettanto imbarazzati (se non peggio) e che avrebbero fatto venir voglia perfino a Severus Piton di scoppiare a ridere, la porta dello scompartimento si aprì, per sfortuna proprio quando la Mimbulus Mimbletonia di Neville aveva iniziato a spruzzare un liquido verde acido: la Puzzalinfa. 
"Ciao, Harry... ehm... è un brutto momento?" chiese Cho Chang, non avendo occhi che per il ragazzo. 
La vera domanda è: che diavolo ci fai nel mio scompartimento? pensò Ginny contrariata, voltandosi minacciosamente verso la direzione di Cho e ringraziando chi l'aveva fatta entrare proprio in quel brutto momento, così almeno se ne sarebbe andata in fretta e non avrebbe rotto le Pluffe nel loro scompartimento. 
"Oh, ciao..." rispose Harry in tono piatto, visibilmente in imbarazzo e con tutta l'aria di voler evaporare. 
"Avevo pensato di passare a salutarti... allora arrivederci!" borbottò Cho paonazza e scappò quasi letteralmente via. 
Ginny era piuttosto raggiante e balzò immediatamente su, per dare conforto a coloro che erano tutti coperti di Puzzalinfa. 
"Non importa, possiamo liberarci in fretta di questa roba" disse pimpante, estraendo in fretta la bacchetta e beandosi della non-presenza di Cho Chang. Era quello che voleva... e l'aveva ottenuto in fretta. Davvero molto strana la vita, eh? Tossicchiò e pronunciò l'incantesimo: "Gratta e Netta!" che funzionò all'istante. 
"Scusate..." sussurrò ancora Neville, con vocina piccolissima. 
Ginny avrebbe tanto voluto ringraziarlo, ma quasi si maledisse per aver pensato male anche solo per un momento di Cho Chang. Insomma, lei non le aveva fatto niente... perchè tutta questa avversità nei confronti di una Corvonero di cui a stento conosceva il nome? Ginny autoconvinse per l'ennesima volta sè stessa che non era affatto Harry la causa che l'aveva quasi spinta a prendere a calci nel didietro Cho e decise di cambiare argomento. 
I minuti passarono in tutta fretta e i ragazzi trascorsero il loro tempo mangiando dolciumi comprati dalla donnina del carrello e scambiandosi figurine delle Cioccorane, con Luna che ogni tanto levava gli occhi dalla rivista e li osservava con aria sognante. Intanto, Ginny pensava che era assolutamente piacevole passare del tempo con Harry e Neville, ma siccome non c'era ancora quella confidenza che aveva con i suoi amici o con i suoi fratelli era abbastanza difficile fare conversazione, soprattutto se un ragazzo era proprio il ragazzo per cui aveva avuto una grossissima cotta da ragazzina. Certo, Harry non le era indifferente ma ormai la cotta era passata! 
"Ehi, non puoi prenderti la mia Morgana senza darmi nulla in cambio!" protestò Ginny facendo una smorfia ad Harry, che ridacchiò sonoramente e alzò le mani in segno di resa, puntando poi lo sguardo sulle sue figurine. 
"D'accordo... cosa vuoi?" chiese, sempre con quel sorrisino divertito. 
Ginny si sforzò di non guardare le sue labbra carnose e i suoi occhi verdi, e poi con tutta la forza che aveva in corpo e con le guance che stavano man mano diventando di un delicatissimo rosa pallido, borbottò: "Potresti darmi Merlino, anzi... devi!" rise, facendo un'altra smorfia. 
"Accordato!" sorrise il ragazzo, consegnandole la figurina di Merlino. 
Il tempo trascorse così, fin quando Ron ed Hermione non fecero capolino nel loro scompartimento. Li informarono dei vari Prefetti che erano stati scelti, soffermandosi soprattutto a prendere in giro ed insultare quelli di Serpeverde, ma Ron sembrava tutt'altro che entusiasta di spiegare il lavoro che un tempo era appartenuto ai suoi fratelli e si dimostrava attento solamente al cibo. Una volta che Hermione ebbe fatto un'orrenda figuraccia con Luna Lovegood definendo il giornale di suo padre spazzatura, tutti decisero che era meglio cambiarsi e scendere velocemente dal treno che stava per sostare nella stazione di Hogsmeade. 
"Conoscevi già quella svitata che legge quel giornalaccio del Cavillo mh, vero?" chiese severamente Hermione sottovoce, che era uscita dallo scompartimento e stava passando un dito sopra al suo distintivo da Prefetto per lucidarlo ulteriormente. 
Ginny rise, poi rispose: "Verissimo, è del mio anno ma di Corvonero e... cavolo, che figuraccia che hai fatto!" ridacchiò, premendosi le mani sulla bocca mentre il treno si fermava definitivamente; anche Ron uscì dallo scompartimento e scosse Hermione per avvisarla della sorveglianza agli studenti. 
"Non è divertente! Ah aspetta... tienimi Grattastinchi" disse lei, e si allontanò insieme a Ron. 
Luna, Neville e Harry emersero dallo scomparto e Ginny afferrò quest'ultimo per la manica della tunica, iniziandolo a trasportare velocemente fuori perchè lì bloccavano il passaggio; cercando di farsi largo tra la folla, tutti i ragazzi non vedevano l'ora di raggiungere le carrozze ed essere finalmente a casa per godersi un bel banchetto di inizio anno. Ginny, che stava facendo un enorme fatica a tenere in braccio Grattastinchi, riuscì a perdere di vista gli altri tra la folla... ma in compenso potè dare uno sguardo al lavoro dei Prefetti: tutti facevano il loro dovere, tutti tranne... Malfoy e quella vacca totale della Parkinson, che erano davvero tremendi con i ragazzini del primo anno e abusavano della loro posizione. 
Ma che faccia da schiaffi che avevano, soprattutto quel biondino ossigenato! Ginny allungò il collo in avanti e vide che i suoi compagni di viaggio erano tutti accanto ad una carrozza e aspettavano lei, compressa quella ganza di Luna Lovegood. Resistendo difficilmente alla tentazione di lanciare una grandiosa Fattura Orcovolante ai Prefetti di Serpeverde, la ragazza corse verso di loro per raggiungerli. 




"Sono contenta di vedervi, tutti quanti!" 
"Credevo ti fossi dimenticata di noi, dei tuoi vecchi amici..." borbottò Christopher, incrociando le braccia al petto e facendo una smorfietta contrariata. Le venivano sempre piuttosto bene le smorfiette di chi vuole fare l'offeso. 
"Ma come potrei? Vi ho appena spiegato la situazione" replicò Ginny, gettando le braccia al collo dell'amico nonostante fosse seduta al tavolo.
"Così va meglio!" ribattè Christopher e la sua affermazione fu seguita da risatine. 
"Ci dovrai spiegare anche perchè non hai risposto alle nostre lettere" aggiunse Ritchie, facendo una linguaccia. 
"Giusto! Te ne avrò scritte un migliaio senza avere alcuna risposta!" gli diede man forte Vicky, che sembrava davvero offesa mentre gettava i suoi lunghi e ormai cresciuti capelli biondi all'indietro. 
"Sono sicura che ha avuto i suoi buoni motivi" intervenne la solita Demelza, facendo un timido sorriso. 
"Ti avevo spedito le foto... le hai almeno viste?" chiese Colin.
"C'è una foto in cui io e Ritchie siamo incantevoli, aaah!" sospirò William, attorcigliandosi un ricciolo ribelle che le era cascato sugli occhi. 
"Ho letto tutte le lettere e ho visto tutte le foto... ma non potevo davvero rispondervi" mormorò tristemente la ragazza, pensando alle minacce della madre se qualcuno avesse trovato il loro quartier generale a causa delle lettere continue che venivano spedite. E quella sarebbe stata una vera e propria tragedia, perchè non solo avrebbero scoperto dell'Ordine della Fenice ma anche del luogo in cui era costretto a nascondersi Sirius. 
"Sì, dopo ci racconti tutto. Anche se avrei così tanta voglia di sentire adesso questo racconto..." borbottò Vicky imbronciata, fissando l'amica e sbattendo le palpebre in modo languido. Ma ovviamente si rese conto che l'amica non era uno dei suoi spasimanti da corrompere, quindi si affrettò a dire: "Ma posso benissimo aspettare! Dunque, vuoi sapere le novità? Anthony mi ha rivolto per la prima volta la parola da quando ci siamo lasciati, ma credo che l'abbia fatto per ordine di Micheal. Infatti mi ha detto che Micheal ti aspettava nella sua carrozza ma ha visto che eri occupata con Potter e non ti ha voluta chiamare" 
"Ha detto così?" rise Ginny, trovando la situazione altamente ridicola. 
"Sì, e devo dire... insomma... avresti dovuto avvisarlo che stavi con Harry Potter" disse piano l'amica, quasi intimorita.
"Ma... come potevo dirglielo evitando un'assurda scenata?" fece impotente Ginny, lanciando uno sguardo al tavolo dei Corvonero e notando che Micheal evitava accuratamente di guardarla, avvinghiato e tutto concitato a parlare con Cho Chang. La rossa provò improvvisamente uno strano senso di gelosia, e si decise a darsi torto sul fatto che avrebbe dovuto davvero avvisare il suo ragazzo, con o senza una scenata di gelosia. 
"Ma se lei non voleva passare il viaggio con Micheal?" ribattè Demelza, sibilando contro l'amica. 
"Non essere sciocca!" inorridì Vicky, facendo un piccolo applauso ai nuovi arrivati che stavano man mano avvicinandosi al Cappello Parlante per essere smistati nelle varie case di Hogwarts. "Ginny sta con Micheal, perchè non avrebbe voluto passare del tempo con lui?" 
Già, lei stava con Micheal... ma perchè aveva preferito stare con Harry e ignorare il suo fidanzato? Aveva sbagliato, ma solamente in quel momento si rese conto di quanto effettivamente era stata stupida: avrebbe dovuto subito correre tra le braccia del suo ragazzo, e lasciare all'istante Harry con Neville e Luna Lovegood. Ma perchè lei sbagliava sempre tutto? Perchè si ostinava a stare dietro ad un ragazzo impossibile, allo stesso ragazzo per cui aveva avuto quella famosa cotta? Perchè... era sciocca, terribilmente tentata. Ma tentata da cosa? Voleva solamente fare un favore ad un amico e non lasciarlo da solo. Ma quello era solamente ciò che pensava la sua mente assai contorta. 
"Perchè..." cominciò Demelza severamente, ma Ginny la interruppe. 
"Lo Smistamento!" esclamò velocemente, e si protese in avanti facendo conversazione con Christopher, Ritchie e William mentre Colin e il fratellino parlottavano allegramente con il fantasma di Grifondoro, che era sempre piuttosto ottimista sui nuovi arrivati. Ginny si disse che era un bene che esistevano amici come i suoi, di cui aveva enormemente bisogno in quel momento: Demelza sembrava avesse capito più di quanto avesse capito lei stessa. 
Poi il Cappello Parlante iniziò a canticchiare la filastrocca, una filastrocca davvero molto lunga per i gusti degli studenti. 

... Le Case che con profondissimo ardore
reggevano alto di Hogwarts l’onore
mutarono in fiere nemiche giurate,
e si fronteggiaron, d’orgoglio malate.
Sembrò che la scuola dovesse crollare,
amico ed amico volevan lottare.
E infine quel tetro mattino si alzò
che Sal Serpeverde di qui se ne andò.
La disputa ardente tra gli altri cessava
ma le Case divise purtroppo lasciava,
né furon mai più solidali da che
i lor fondatori rimasero in tre.
E adesso il Cappello Parlante vi appella
e certo sapete qual è la novella
che a voi tutti quanti annunciare dovrò:
ma sì, nelle Case io vi smisterò.
Adesso su Hogwarts sinistro è calato
un grande pericolo, un cupo nemico
l’assedia da fuori, pericolo antico.
Uniti e compatti resister dobbiamo
se il crollo di Hogwarts veder non vogliamo.
Io qui ve l’ho detto, avvertiti vi ho...
e lo Smistamento or comincerò!


Poi, ci fu lo Smistamento ma le menti dei ragazzi erano ancora alla filastrocca. 
"Il Cappello ha esagerato con filastrocca... vero?" chiese Ritchie spiazzato, mentre Silente dava il via al festeggiamenti.
"Ma altrochè!" rispose William col sopracciglio alzato, fissando lo strappo simile ad una bocca del Cappello che si chiudeva e iniziando a darci dentro con il cibo come stavano facendo tutti gli studenti. Ginny non riusciva a capacitarsi della così lunghissima filastrocca del Cappello Parlante, ma un colpetto di Demelza la distrasse dal Cappello e la costrinse a servirsi delle pietanze di quella sera. 
"Patatine fritte... non mi piacciono" borbottò Vicky, passando il piatto pieno di patatine fritte ad un affamato William. 
"Ehi, perchè solamente a Will? Voglio anch'io quelle patatine fritte!" protestò allegramente Ginny, rubando una patatina dal piatto dell'amico e scambiando uno sguardo sorridente con quest'ultimo... trovandosi molto vicina alla sua faccia. 
Certo, avevano fatto pace alla fine dell'anno ma nessuno dei due osava parlarsi come prima o magari virare in argomenti come il famoso bacio, quindi erano parecchio formali tra di loro anche se restavano sempre buonissimi amici. La ragazza sperò con tutto il cuore che a William fosse passata la cotta, perchè un altro anno senza parlargli sarebbe stata come una seconda tortura. 
"Tornando alla filastrocca, come mai...?" 
"Demelza, prima mangia e poi parla" la rimbeccò Christopher, passandole l'arrosto di carne. 
"Perchè devi sempre rompermi le Pluffe?" sbuffò la ragazza strappandogli da mano il piatto, con l'ombra di un sorrisino. Ma senza avere alcuna voglia di stare zitta e di mangiare, continuò il discorso che l'amico aveva interrotto: "Dicevo prima che Chris rompesse, chissà se il Cappello abbia mai dato consigli all'interno di una filastrocca di inizio anno. Insomma, lui si limita a definire le varie caratteristiche di ogni casa... è strano, vero?" 
"Direi" ribattè Ginny, la bocca piena di cibo per aggiungere altro. 
"Capitava molto spesso quando ci trovavamo in tempi difficili" intervenne Nick-Quasi-Senza-Testa, volgendo uno sguardo a tutti loro, ma soprattutto ad una curiosissima Demelza, e guardando il cibo in tavola con un'espressione tutt'altro che allegra.
"L'ha fatto altre volte, quindi?" chiese Ritchie curioso. 
"Sì, e dato che sta nell'ufficio di Silente ne sa più di noi messi insieme. E naturalmente, il suo consiglio è sempre lo stesso: restare uniti" riprese il fantasma con fare molto serio, e Ginny si sentì in dovere di dire qualcosa di pungente a tutti coloro che avevano guardato male Harry nel treno. 
"Beh, penso che sarà un pochino diffiscile restare uniti quando ci sono perfone cofì idiote che non hanno la minima idea di cofa sta fuccedendo o meglio... la negano addifittura!" buttò lì sprezzante, la bocca ancora piena di quel cibo prelibato e patatine fritte con maionese. 
"Mastica, cara. Un'abitudine di famiglia, vero?" ridacchiò Nick. 
I ragazzi continuarono a rimpinzarsi come matti e a provare tutte quelle prelibatezze in tavola, poi Silente si alzò per tenere il suo solito discorso d'inizio anno e gli studenti smisero in fretta di mangiare i dolci, anche se Ritchie dovette quasi tagliare le dita a William per impedirgli di prendere il tris di una grossa e gustosa torta al cioccolato, dall'aspetto ancora più buono di quanto lo fosse già in bocca. 
"Bene, ora che stiamo tutti digerendo un altro spendido banchetto vorrei informarvi che quest'anno abbiamo due avvicendamenti nel corpo insegnati!" annunciò Silente, sempre con molta energia. "Siamo molto felici di salutare di nuovo la professoressa Caporal, che insegnerà Cura delle Creature Magiche. E siamo lieti di presentare la professoressa Umbridge, nostra nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure!" aggiunse. 
Tutti alzarono la testa per vedere la nuova professoressa di Difesa contro le Arti Oscure: piccolissima, tozza e aveva un qualcosa che la faceva somigliare orribilmente ad un rospo rosa, mentre rivolgeva a tutti un sorriso ampio come una bambina a cui avevano dato un grosso lecca lecca. 
"Lavora al Ministero..." sussurrò Demelza con voce strozzata, e iniziò a battere freneticamente il piede a terra.
Sorrideva troppo e lavorava al Ministero: quello non era un buon segno, no no decisamente.
"Come al solito, il nostro signor Gazza mi ha chiesto di rammentarvi..."
"Hem hem!" la nuova professoressa Umbridge si schiarì rumorosamente la gola e tutti la guardarono con occhi sbarrati, iniziando a sussurrare tra di loro: nessuno aveva mai interrotto Silente durante il suo discorso ed era ovvio che quella donna non sapeva affatto come andavano le cose ad Hogwarts. 
"Ma cosa vuole fare?" sussurrò Vicky a bocca aperta dallo sconcerto. 
"Grazie Preside, per le sue gentili parole di benvenuto" disse la nuova insegnante in tono lezioso e fastidioso, alzandosi dal tavolo come se fosse pronta a tenere un discorso. "E che grande delizia vedere le vostre brillanti faccette felici che mi sorridono! Sono certa che tutti diventeremo... degli ottimi amici" 
Ginny inarcò le sopracciglia, scambiandosi uno sguardo allarmato con i suoi amici. 
"Il Ministero della Magia ha sempre considerato l'istruzione di giovani streghe e maghi come di vitale importanza" continuò la professoressa Umbridge, sorridendo in modo disgustosamente affabile ma il suo tono era un pochino cambiato: era serio e molto professionale, da tizia da Ministero per intenderci. "Il progresso per amore del progresso deve essere scoraggiato... preserviamo ciò che deve essere preservato, perfezioniamo ciò che deve essere perfezionato e tagliamo là dove troviamo abitudini che devono essere abolite" concluse, facendo una strana risatina leziosa. 
Sedette di nuovo al suo posto al tavolo degli insegnanti e Silente applaudì, in segno di rispetto per la nuova arrivata. Molti insegnanti seguirono il suo esempio solamente per educazione e per rispetto verso Silente, ma molti studenti non si unirono a loro perchè non avevano la benchè minima idea di cosa aveva voluto dire quella donna, interrompendo il Preside e tenendo un discorso alquanto ambiguo. La Umbridge non sembrava infastidita dal fatto che quasi nessuno stesse applaudendo, anzi, sembrava contenta di essere riuscita nel suo intento e di aver sorpreso gli insegnanti. 
"Grazie professoressa Umbridge, è stato profondamente illuminante. Dunque, come stavo dicendo..." 
"Illuminante?" ripetè Christopher, grattandosi la testa in pieno stato confusionale. 
"Si può sapere chi ce l'ha mandata questa qui ad Hogwarts?" borbottò William, fissando ancora la donna con sospetto. 
"Quel cardigan è orrendo!" dichiarò Vicky, facendo finta di vomitare sul tavolo dei Grifondoro. 
"Lascia perdere quel maglioncino rosa confetto..." borbottò Ritchie, ma cercava a stento di trattenere una risata. 
"Hai detto che è del Ministero, giusto?" chiese Ginny a Demelza, che aveva finito di battere furiosamente il piede a terra e guardava in basso come se non volesse incrociare lo sguardo della donna. "Beh, c'è solamente una spiegazione logica in questa faccenda: il Ministero si sta intromettendo negli affari di Hogwarts!" 
Gli amici la fissarono, quasi intimoriti da ciò che aveva detto, ma la ragazza avrebbe potuto perfino mettere una mano sul fuoco per quanto riguardava quello che aveva detto. L'aveva mandata Caramell, quale altra spiegazione logica c'era? Ovviamente, solamente quella. Demelza tossicchiò sonoramente, e Christopher si decise immediatamente a virare in argomenti spinosi come quelli che non andavano toccati in una Sala Grande piena di studenti. 
"Beh... bentornati a casa, amici miei!" esclamò, cercando di portare allegria.




"Micheal..." sussurrò la ragazza, tirando la manica della sua divisa. 
"Oh!" si spaventò il ragazzo, perchè la fidanzata era comparsa proprio davanti a lui fuori alla porta della Sala Grande e l'aveva fatto sobbalzare dalla paura. Gli studenti continuavano a chiacchierare allegramente tra di loro mentre uscivano dalla sala per raggiungere i loro dormitori ma Ginny doveva assolutamente parlare con Micheal, lì e in quel momento. 
"Devo parlarti" 
"Sono stanchissimo... e non ho alcuna voglia di parlare" 
"Ma è importante!" esclamò Ginny con tono d'urgenza, mentre trascinava il ragazzo dietro ad un arazzo lì accanto. "Ehi... ma vuoi degnarti di ascoltarmi o almeno di guardarmi? Che diavolo ti ho fatto di male?" gli sfuggì, quando vide che lui non la degnava neanche di uno sguardo... e si pentì immediatamente di aver fatto quella domanda così inutile e sciocca: si sarebbe gettata a capofitto nel muro se non fosse stato per il fatto che il dolore alla fine l'avrebbe sentito lei stessa. "D'accordo, ho sbagliato a non avvisarti che non passavo del tempo con te. Ho sbagliato, va bene? E mi dispiace davvero tanto, ma non pensare male. Insomma, Harry... lui era solo e io non riuscivo a lasciarlo!" 
"Sembra che Potter debba avere sempre compagnia, e se sei tu a fargli compagnia non mi piace" borbottò acido Micheal. 
"Ma Micheal!" obbiettò Ginny disperata, afferrandogli il viso tra le mani e costringendo il ragazzo a guardarla negli occhi. "Lui fa parte della mia famiglia, ha passato le vacanze intere insieme a noi... non potevo lasciarlo!" 
"Lui l'avrebbe fatto" disse senza preamboli il ragazzo, e non c'era cattiveria nel suo tono... solo verità. 
Ginny aveva sbagliato tantissimo con Micheal e stava continuando a sbagliare e a insinuare parole sconnesse e fuori posto in un discorso ambiguo solamente per farsi perdonare dal fidanzato che aveva bellamente ignorato per tutto il viaggio verso Hogwarts. Stava continuando a sbagliare, e in quel momento non le veniva più in mente nulla da dire. Harry l'avrebbe abbandonata? Sì, a lui non sarebbe importato un fico secco se Ginny passava il viaggio da sola purchè lui avesse Ron ed Hermione con sè. Era davvero questa la triste verità? Ginny non lo sapeva, non sapeva se Harry ci sarebbe stato per lei ma in quel momento non voleva sentire accuse infondate contro di lui. 
"Siamo amici, lui avrebbe fatto lo stesso per me e basta!" 
"Amici?" 
"Sì, siamo amici" ripetè Ginny, non sapendo dove volesse andare a parare il ragazzo. 
"A te lui piaceva, e non rifilarmi storie assurde perchè so che ti piaceva" replicò Micheal accusandola. 
"D'accordo, mi piaceva... ma adesso ho te! Non litighiamo, Micheal!" 
"Va bene..." 
Micheal si chinò sulla ragazza per darle un bacio passionale e rabbioso sulle labbra, per poi voltarle le spalle con orgoglio e incamminarsi verso la Torre di Corvonero rimuginando su quel piccolo litigio e su cosa lei gli aveva fatto. Sì, quello si poteva davvero definire un grande e spaventoso bentornato a casa. 






Angolo autrice
Salve a tutti! 
Mi ha divertito molto la parte iniziale, scriverla è stata davvero divertente anche perchè mi immaginavo le scene davanti agli occhi e ridevo solo io come una scema davanti al pc... e questo è molto molto molto grave. Dunque, spero che il capitolo vi piaccia, anche se la seconda parte (il viaggio con Luna) non è molto avvincente ma dovevo metterlo perchè dovevo scrivere dei sentimenti e di ciò che ha provato Ginny quando ha abbandonato Micheal per Harry. 
Un bacione!

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Capitolo 35
*** Misteri, segreti e in punizione con Astoria Greengass. ***


MISTERI, SEGRETI E UNA PUNIZIONE CON ASTORIA GREENGASS.


Quel lunedì mattina, le lezioni cominciarono e cominciarono proprio in maniera alquanto noiosa: la prima ora era dedicata a quella specie di rospo rosa della Umbridge... e forse era meglio lasciare immediatamente Hogwarts e partire per l'ignoto piuttosto che farsi trattare un bambino di cinque anni da quella tipa. Infatti, la prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure non andò proprio benissimo perchè le cose si misero male dal momento in cui ai ragazzi fu ordinato di leggere il primo capitolo di un libro e di non fare altro che leggerlo, mettendo in pratica ciò che aveva scritto l'insegnante alla lavagna: ritorno ai principi di base della difesa contro le arti oscure. E questo significava che avrebbero continuato a leggere quel noiosissimo e inutile libro per tutto l'anno scolastico, senza fare alcuna esercitazione con gli incantesimi. 
"Voleva chiedere qualcosa a proposito del capitolo, cara?" chiese la Umbridge quando Rose fece scattare la mano in aria cinque minuti dopo la lettura. 
"Sì... qui non si accenna a usare incantesimi di difesa" rispose logicamente la ragazza, accennanto al libro. 
"Usare incantesimi di difesa? Oh... non riesco a immaginare perchè dovreste usare incantesimi nella mia classe!" ribattè in fretta la Umbridge, facendo una lunga risatina di gola e lasciando basiti tutti i ragazzi. Rose abbassò lo sguardo come per ripensare a cosa aveva detto e se quel che aveva detto era sbagliato, ma non c'era nulla di sbagliato nella sua domanda: perchè non potevano usare incantesimi di difesa? 
"Non useremo la magia?" intervenne Ginny bruscamente, tenendo alta la mano. 
"Voi imparerete gli incantesimi di difesa in modo sicuro e privo di rischi!" rispose la Umbridge con quel tono mieloso e insopportabile. 
"Ma perchè? Insomma, credevo che la questa materia comprendesse la difesa contro arti oscure!" 
"Lei si aspetta di venire aggredita durante le mie lezioni?" 
"Aggredita? No, non durante le lez..." 
"Bene, e questo sistema tutto!" tagliò corto la donna, con voce infantile e leziosa. 
Ginny era furibonda: quella Umbridge l'aveva praticamente messa a tacere. Che ragionamento era, quello che aveva fatto la Umbridge? Nessuno avrebbe potuto aggredirli in classe dato che le Arti Oscure si trovavano fuori alla classe. A che gioco stava giocando Silente se scaricava addosso ai ragazzi un'insegnante che faceva leggere la teoria invece che prepararli a quello che c'era lì fuori? 
"Io vi sto dando la possibilità di imparare la teoria degli incantesimi, un programma approvato dal Minist..."
"Sì, ma a che cosa serve?" sbottò Ginny piuttosto aggressiva, che stava seriamente iniziando a spazientirsi. 
Lord Voldemort era tornato da nemmeno due mesi e già toglievano loro la possibilità di imparare a difendersi, che era la cosa più importante che avrebbero dovuto imparare quell'anno altro che teoria e altre sciocchezze del genere! Ma poi, la ragazza ripensò al discorso di inizio anno di quella nuova professoressa e al fatto che proveniva dal Ministero della Magia, e si disse fermamente che forse era meglio non insistere troppo con lei o infierire durante le sue lezioni: suo padre, Arthur, lavorava al Ministero e se succedeva qualcosa di male ad Hogwarts Caramell avrebbe potuto fargliela pagare cara. 
Non ci fu bisogno dei continui sibili disperati di Demelza per costringere Ginny a tacere e a leggere il primo capitolo di quel libraccio inutile. La Umbridge sembrava più che compiaciuta di essere riuscita a portare il silenzio in classe e si mise ad osservarli per tutta la lezione con un sorrisino malefico. 
"Credevo che mi avessi appoggiata... e invece che fai? Mi dici di stare zitta e dai ragione a quella Umbridge!" sussurrò Ginny a Demelza, che era proprio seduta davanti a lei e si voltò immediatamente indietro per tenerle testa, con gli occhi abbastanza lucidi e lo sguardo deciso. 
"Non sto dando ragione a nessuno!" ribattè lei, con un tono d'accusa nella vocina bassa. "Ti sto solo facendo un favore dicendoti che devi stare zitta. Meglio che tu non perda il controllo con la Umbridge altrimenti..." guardò la donna che era affaccendata attorno alla sua piccola borsetta rosa, "finirai in guai e in guai davvero seri, compresi i tuoi cari. Ignorala e basta, va bene?" aggiunse, ansiosa. 
"Ma... che significa?" 
"Poche chiacchiere!" trillò la professoressa Umbridge, allungando il collo per vedere chi stava chiacchierando e beccando Demelza girata indietro. "Tu... che ti sei girata verso di lei... come ti chiami, cara?" aggiunse, cercando di sembrare più innocua possibile. 
"Demelza Robins..." rispose con voce flebile la ragazza. 
"Robins, cara?" chiese la professoressa Umbridge animandosi, e Demelza annuì piano. "Sua madre mi ha molto parlato molto di lei, un'alunna brillante ed intelligente come lei non si incontra per caso. Beh... che dire? So benissimo di poter contare su di lei e so altrettanto bene che si dimostrerà davvero molto utile, cara" 
Demelza fece un cenno indistinto col capo ma l'insegnante continuava a sorridere malignamente mostrando gli affilati dentini: Ginny ebbe l'orribile e fugace idea di non essere solamente lei l'unica persona che stava nascondendo qualcosa di importante. 




I giorni passarono in fretta, il primo finesettimana tanto atteso si avvicinava sempre di più e le uniche novità furono che Vicky, animata da un lampo di genialità e di voglia di fare, si iscrisse a tutti i gruppi che Hogwarts disponeva per i ragazzi ed era entusiasta soprattutto del Club di Incantesimi, in cui si era iscritto anche un ragazzo molto carino di Tassorosso e che la bionda non aveva assolutamente voglia di lasciare incustodito. Seguendo il suo brillante esempio, anche William, Christopher e Ritchie si iscrissero ad alcuni gruppi della scuola e Ginny, che aveva sempre detestato a morte i vari club, si ritrovò di nuovo da sola e senza gli amici che le facessero compagnia come sempre... compreso Colin (dedicava sempre un gran tempo al fratellino, anche se cercava di tener compagnia anche l'amica) e compresa anche Demelza, che sembrava evitare tutti per rintanarsi in stanza a fare i compiti. 
L'unica notizia fantastica era che Micheal l'aveva perdonata definitivamente, e quello poteva essere solo un bene. 
"Ehi... posso sedermi?" chiese la voce di Hermione.
Ginny si voltò e fece posto ad Hermione sulla panca accanto a lei; la ragazza si sedette e cominciò a servirsi come pranzo della carne di agnello con le patate. Gli amici di Ginny erano al Club di scacchi magici e Demelza aveva detto all'amica che l'avrebbe raggiunta solo quando finiva di scrivere una lunga lettera. 
"Come mai sei da sola? Non mi dire che quei due hanno ricevuto una punizione da quella Umbridge!" esplose Ginny scandalizzata, mandando giù un grosso boccone di stufato e guardando Hermione che scuoteva il capo. 
"Sono entrambi a Divinazione. Harry deve affrontare la punizione dopo cena perchè ha insistito sul ritorno di Tu-Sai-Chi" rispose lei cupamente, mentre tagliava la carne e sospirava. "L'avevo avverito di non insistere, ma ha perso totalmente il controllo lunedì. Credo sia già sotto pressione... sai?" 
Ginny pensò a come poteva sentirsi il ragazzo e nel suo petto si aprì una voragine dolorosissima. 
"Comunque... come va con Micheal Corner? Vi ho visti insieme solamente l'altro giorno e ho fatto girare al largo tuo fratello!"
"Siamo molto prudenti ora" disse la ragazza, versandosi del succo di zucca nella coppa dorata. "E poi l'altra volta dovevo solamente farmi perdonare per..." esitò, ma dopotutto Hermione le aveva sempre raccontato tutto e lei non aveva proprio alcuna intenzione di mentirle: le raccontò della situazione disastrosa in cui si era messa e in cui si era tolta velocemente ed Hermione non indagò oltre quando lei le raccontò che aveva preferito stare nello scompartimento con Harry. 
"Micheal non è qui a cena?" chiese invece Hermione. 
"Sta in biblioteca. Sai, è molto paranoico con i compiti e tutto il resto, e il vostro è un anno importante... no?" disse Ginny pensando a ciò che le aveva detto Micheal sul quinto e difficilissimo anno ad Hogwarts. "Gli altri Corvonero sono altrettanto paranoici: la biblioteca è infestata solamente da loro!" 
"A proposito di Corvonero... quella Luna Lovegood è del tuo anno, giusto?" 
"Sì, noi la chiamiamo Lunatica perchè è strana e crede in cose di cui non conosce l'esistenza, tipo Nargilli o Gorgosprizzi" 
"E infatti questa roba non esiste" ribattè Hermione piccata, pensando probabilmente a quanto ridicola fosse Luna Lovegood. 
Le due ragazze mangiarono fino a scoppiare e chiacchierarono allegramente tra loro, poi quando ebbero finito il loro pranzo si salutarono e presero due direzioni diverse: Hermione prese a salire le scale mentre l'altra a scenderle, per raggiungere i sotterranei. Mentre scendeva le scale da sola pensò che probabilmente al Club di scacchi avevano dato ai partecipanti dei panini perchè era impossibile che Christopher aveva resistito tutto quel tempo senza toccare il cibo. 
Fu la prima a raggiungere la classe e prese posto in fondo all'aula, mentre alcuni Serpeverde entravano ridacchiando.
"Vi siete decisi a onorarmi della vostra presenza?" sbottò la ragazza quando Ritchie prese posto accanto a lei. 
"La lezione di scacchi è finita proprio adesso" ansimò. 
"Ma... avete corso?" 
"Sì e non parlarmene!" ribattè William esasperato, crollando su uno sgabellino accanto a Demelza. 
"Che pappa molli che siete, infondo è stato divertente!" intervenne Ritchie con entusiasmo. 
"Parla per te..." borbottò Christopher. 
La porta dell'aula cigolò e Severus Piton ordinò ai ragazzi il silenzio assoluto... anche se non ce n'era alcun bisogno: al cigolio di quella porta e la sola presenza di Piton nell'aula bastava per tenere la classe immersa nel silenzio più totale. A differenza delle lezioni di Divinazione oppure di Incantesimi, in cui potevi benissimo chiacchierare allegramente col tuo compagno di banco e, come nel caso delle lezioni di Erbologia, fare un gruppo e chiacchierare altrettanto allegramente. 
"Oggi ci eserciteremo con la Pozione Pepata, gli ingredienti..." annunciò Piton sbrigativo e mosse la bacchetta facendo un rapido cerchio, "sono scritti proprio qui sulla lavagna. Quindi... a lavoro e non voglio sentire fiatare una mosca!" aggiunse severamente e i ragazzi obbedirono subito. 
Ginny mise l'acqua nel suo calderone e impostò la fiamma bassa come di consueto, poi gettò dentro al calderone ormai riscaldato il primo ingrediente rischiesto per quella Pozione Pepata: due gocce diluite di estratto di lacrime di Fenice. E nel frattempo si mise a tritare le sue radici di Mandragora, mentre osservava sott'occhio Ritchie che stuzzicava il livello della sua fiamma e Demelza che, con sguardo assai infelice, tagliuzzava gli altri ingredienti. 
Intanto, Piton faceva il giro tra i vari calderoni e si fermava ad osservare Ginny affaccendarsi attorno alla pozione un pochino troppo spesso per i gusti della ragazza, per poi sparire velocemente con uno svolazzo del mantello come se avesse paura che lei potesse gridargli contro. Era un comportamento strano... ma tutto questo scivolava addosso alla ragazza che aveva abbastanza grane a cui pensare senza che Piton ci si mettesse di mezzo. 
"Pssst... Weasley..." chiamò la voce bassa e rauca di Selwyn, quando l'insegnante si fu allontanato da lei e aveva raggiunto l'altro capo dell'aula. Ginny si voltò verso di lui con un'espressione impaziente sul volto e alzò un sopracciglio come per chiedergli spiegazioni, e lui disse: "L'amico evaso del tuo amichetto Potter è davvero in grossi guai, lo sapevi questo?" e diede in una risatina rauca e maligna. 
Ma chi era l'amico evaso del suo amichetto Potter? Amico evaso... forse era Sirius? 
"Cosa?" 
"Basta che leggi la Gazzetta del Profeta" 
"Quella spazzatura?" rise la ragazza, facendo una bassa risatina irritante. 
"Ridi pure, ridi pure... poi piangerai" la rimbeccò lui ghignando. 
"E tu parla pure, gran pezzo di idiota!" 
"Ehi Babbanofila, modera il linguaggio con me!" sbottò Selwyn in tono assai aggressivo, che non aveva mai sopportato nessun genere di insulto e partiva all'attacco ogni volta che qualcuno gli diceva qualcosa che per lui non andava. 
"Oh... modera il linguaggio con me..." gli fece il versetto Ginny con aria assai arrogante e Ritchie, accanto a lei, ridacchiò sonoramente mentre immergeva gli altri ingredienti della sua pozione e allungava il collo per leggere alla lavagna. "Cavolo, ma voi Serpeverde non sapete far altro che criticare? Serpeverde e soprattutto..." lanciò uno sguardo disgustato al volto aggressivo di Selwyn, "figli di Mangiamorte" aggiunse, sentendosi montare dalla voglia di fare qualcosa e di dire qualcosa, che la mettesse in guai seri o no. 
"Non osare parlarmi in questo modo, piccola pezzente!" 
"Altrimenti?" incalzò lei con tono di sfida. 
"Altrimenti ti lancio una Maledizione che non dimenticherai" 
"Oooooh... muoio dalla paura!" 
Selwyn sfoderò la bacchetta e Astoria, sua compagna di banco, intervenne in tono secco afferrando il braccio del compagno: "Ma che diavolo stai facendo? Posa immediatamente quella bacchetta e lasciala in pace, non vale la pena essere espulsi per questo!" 
"Impara a farti gli affari tuoi, capito?" sbottò il ragazzo, liberandosi dalla stretta di Astoria. Poi, aggiunse rivolgendosi a Ginny: "Comportati pure in modo tronfio, ma quando il Signore Oscuro sarà al massimo del suo potere voi Mezzosangue e Traditori del vostro sangue sarete i primi a scomparire... e noi ci faremo quattro risate!" 
"GINNY!" gridò atterrito Ritchie senza riuscire a trattenersi, cercando di afferrare l'amica che si era lanciata in avanti.
Selwyn strinse forte la bacchetta e la puntò contro la ragazza, mentre lei sfoderava la sua bacchetta. Astoria intervenne in fretta e si frappose tra Selwyn e la Grifondoro, spingendo poi Selwyn da un lato per evitare che facesse del male ad una sorpresa e perplessa Ginny. Alle spalle dei ragazzi, i loro calderoni avevano iniziato a bollire pericolosamente ma tutta la classe era stata distratta dal grido atterrito di Ritchie e si era voltata verso di loro. 
"Spostati... spostati, Greengass!" sibilò Ginny ad Astoria, lanciandosi su di lei per beccare il Selwyn che era caduto a terra. 
"Ma la smetti di spingere?" ribattè Astoria cocciuta. 
"Levati di mezzo!" insistette l'altra, ancora più cocciuta di Astoria. 
"CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO QUI?" ruggì Piton guardando le due ragazze quasi battersi alla Babbana, il respiro corto. 
Ovviamente, lui si era voltato proprio un attimo dopo il grido di Ritchie, momento in cui Ginny si era avventata su Astoria per spingerla da un lato e beccare il ragazzo, e non aveva assolutamente visto il tentativo fallito di Selwyn di attaccare la rossa con una Maledizione e il fatto che Astoria non c'entrava proprio nulla in quella situazione in cui si era appena immersa fino al collo per un motivo indefinito. 
"Greengass e..." Piton esitò, poi strinse gli occhi neri in due fessure strette e si ricompose in fretta. "Greengass e Weasley, che state facendo? Niente magia e niente incontri alla Babbana qui, è roba da villani! Dieci punti in meno ad entrambe le case e... punizione per tutte e due! Domani mattina, alle nove nel mio ufficio. Ora mettetevi tutti al lavoro e se sento una sola parola ne pagherete le conseguenze!" aggiunse, più minaccioso che mai.
Nessuno osò fiatare: Ginny raggiunse il suo posto sotto lo sguardo preoccupato dei suoi amici e quello scontroso di Astoria; Selwyn invece aveva ancora la forza di ghignare maliziosamente e si protese in avanti per dare il cinque ad Harper. Una punizione già dalla prima settimana di scuola? Forse aveva ragione sua madre quando diceva che stava somigliando sempre di più a Fred e George: non si era mai fatta punire prima d'ora. C'era sempre una prima volta e quasi quasi andava orgogliosa di quello, così orgogliosa che l'avrebbe perfino raccontato ai gemelli con tanto di particolari. L'unica cosa che la turbava era la reazione di Astoria: loro erano sempre state nemiche... come mai lei era venuta in aiuto di Ginny, beccandosi una punizione al posto di Selwyn? 
Tutto quello rimaneva un mistero. 




"Scusa... me lo presti?" 
"Prendilo pure, spero ti piaccia quel buffo articolo che hanno scritto su Silente paragonandolo al fratello di una delle Sorelle Stravagarie che il Ministero ha sbattuto in un manicomio. Sai, si dice che quello è davvero andato... fa sbellicare dalle risate!" 
"Grazie" disse freddamente Ginny e prese il giornale dalle mani di quella ragazza piuttosto idiota, che aveva gli occhi molto vispi e i capelli ricci e scuri. Ovviamente, lei e le sue amiche ridarelle, che sembravano trovare divertente l'articolo della Gazzetta del Profeta, erano delle persone da cui stare seriamente alla larga se credevano davvero che Silente fosse un vecchio pazzo e trovavano divertente paragonarle ad uno che aveva perso il senno in un'incidente. 
"Volevo leggerlo anch'io l'articolo, Romilda!" 
"Non è nulla di cui impressionarsi, idiota... lo leggerai dopo"
Ginny voltò loro le spalle e aprì il giornale con un colpo secco, immergendosi nella lettura. 

VICINI ALLA CATTURA DI SIRIUS BLACK.

Il Ministero della Magia ha ricevuto una soffiata da un fonte attendibile sul fatto che Sirius Black, famigerato terrorista che fu catturato e sbattuto ad Azkaban per dodici anni ma che alla fine riuscì a fuggire dalla prigione grazie alle potenti Arti Oscure che aveva appreso mentre si preparava ad essere un Signore del Male, al momento si nasconde a Londra. Il Ministero avverte la comunità magica che Black è molto pericoloso, noto soprattutto per gli attentati violenti: Sirius Black, infatti, ha ucciso tredici persone e Babbani facendo irruzione in una stradina molto tranquilla. Si avvertono dunque le gentili persone che qualunque avvistamento deve essere denunciato immediatamente al Ministero della Magia. 

Era questo articolo che aveva spinto Selwyn a stuzzicare stupidamente la ragazza?
Non appena finirono le lezioni di quel giorno, Ginny, dopo aver passato del tempo con Micheal, si era catapultata da sola in Sala Comune per controllare la notizia in un giornale: ovviamente, non potevano catturare Sirius quando lui era ormai segregato a Grimmauld Place e la ragazza trovò il quoziente intellettivo del Serpeverde davvero basso. Infondo, non aveva fatto altro che destare l'attenzione su di lui e sul suo padre Mangiamorte e se questo non si poteva definire stupido... allora Ginny non sapeva proprio come definirlo. Quella punizione se l'era meritata, e l'avrebbe ripetuto all'infinito: ormai ne andava fiera. 
Un tonfo rumoroso fece voltare di scatto la rossa: alcuni minuscoli bambini erano crollati pesantemente a terra privi di sensi, mentre i gemelli e Lee prendevano appunti e ridacchiavano sonoramente. 
"Ma che... che state facendo?" domandò Ginny con una vocina piccolissima, marciando verso i fratelli e accovacciandosi accanto ad una bambinetta del primo anno che non sembrava nemmeno avere undici anni, piuttosto nove o otto. "Voi... voi li avete Schiantati o cosa? Volete spiegarmi che ci fanno questi bambini qui per terra mentre voi ridete come cretini? Ma siete impazziti tutti!" aggiunse la ragazza, rabbiosa e irritata allo stesso tempo. 
"Dosaggio troppo forte, Lee... prendi appunti" borbottò Fred pensieroso. 
"Sperimentate la vostra roba sugli studenti?" inorridì la ragazza. 
"Sì... ma li paghiamo!" 
"LI PAGATE? Oh cielo... basta con questo mistero, adesso mi dite cosa sta succedendo!" ruggì esasperata Ginny, destando l'attenzione di tutti i ragazzi della Sala Comune che iniziarono a ridacchiare per quanto la sua voce suonasse così squillante e fastidiosa a orecchie umane. "Non ne posso più di misteri... come fate a procurarvi tutti quei soldi? Mundungus vi ha costretti ad unirsi a lui per fare i ricettatori di calderoni rubati?" 
I gemelli parvero indignati, mentre Lee Jordan metteva nelle bocche dei ragazzini dei dolcetti viola che li fecero svegliare lentamente. 
"Non lo pensi davvero" disse George convinto.
"D'accordo, non lo penso sul serio però... cavolo, mi dite cosa state combinando?" 
Fred e George si scrutarono, poi Fred dichiarò velocemente: "Harry ci ha dato l'oro del Tremaghi!" e lo disse così velocemente che l'effetto sulla sorella fu immediato: la sua bocca tracciò una gigantesca 'O' tonda che avrebbe potuto contenere cento di quei pasticcini viola. 
"Ci ha costretto a prenderlo!" aggiunse George precipitosamente. 
"Ha detto che era per il negozio di scherzi e..."
"... che le risate avrebbero fatto bene a tutti" 
"E noi abbiamo accettato!" conclusero in coro i gemelli, con un gran sorriso. 
Certo, era stato davvero gentile da parte del ragazzo regalare il premio del Torneo Tremaghi ai gemelli per il negozio di scherzi ma Ginny era lo stesso molto offesa e furibonda con loro. Insomma, avrebbero potuto dirglielo! Ginny e Ron avevano fatto loro almeno cento domande... c'era stata occasione di spiegare tutto e quello stava a significare solamente una cosa: i gemelli non si fidavano di lei.
"Potevate dirmelo..." sussurrò solamente la ragazza. 
"Era un segreto, non potevamo dirtelo..." borbottò George tristemente. "Non che non ci fidassimo di te" aggiunse quando Ginny fece una smorfia disgustata e un cenno col capo come per dire che quelle che le stava rifilando erano solamente bugie per salvarsi la pelle, "ma non potevamo davvero dirtelo, e parliamo sul serio. E se avessimo messo nei guai Harry con la mamma? Lei non doveva sapere nulla!" 
"Pensate che l'avrei detto alla mamma?" 
"NO!" esclamò subito Fred, sporgendo la mascella. "Ma non potevamo rischiare, non hai sentito come urlava da far concorrenza alla madre di Sirius?"
"Va bene... d'accordo... voi due statemi alla larga" disse la ragazza spazientita, e si allontanò delusa dai gemelli per unirsi ad una festante Vicky che aveva appena attraversato il buco del ritratto ed era sprofondata in una poltrona accanto al fuoco. 
Ma cos'era che la rendeva tanto felice?
"Tesoro... Ritchie ci ha raccontato con tanto di particolari quello che è successo a Pozioni, ed è strano che Astoria abbia fatto quel gesto" disse la bionda, prima che Ginny potesse farle delle domande che comprendevano il suo stato d'animo eccitato di quel momento. "Voi due vi siete sempre scontrate dal primo momento, giusto? Chissà cosa gli è saltato in mente, forse credeva che le intenzioni di Selwyn fossero troppo malvagie perfino per te!" 
"Non so... ma probabilmente è così" concordò Ginny, che non ci aveva proprio pensato. 
Non aveva mai immaginato Selwyn che avesse così fegato da lanciarle una Maledizione per poi subire la collera di Piton e una punizione severa o addirittura l'espulsione. Quello era un Serpeverde cagasotto, non aveva idea di come si prendesse in mano la situazione!
"Gli altri dove sono?" 
"A cena, ma io dovevo venire da te" rispose la ragazza, poi aggiunse: "Indovina? Proprio oggi ci sono stati i provini del Quidditch per il ruolo di Portiere della squadra di Grifondoro... e io ho partecipato ai provini!" 
"Che cosa?" 
Ginny sapeva dei provini, ma non era andata a vederli perchè era rimasta insieme a Micheal dopo le lezioni prima di catapultarsi nella Sala Comune. 
"Sì, ma comunque non sono stata presa perchè... beh, ho detto ad Angelina Johnson che se gli allenamenti si accavallavano ai vari gruppi e soprattutto al Clbu di Incantesimi avrei messo al primo posto il club. Ma non mi importa, non è importante il Quidditch adesso!" 
"Scherzi?"
"No. Insomma, volevo entrare in squadra ma il ruolo di Portiere non mi affascina tanto... e adesso che sono entrata a far parte del Club di Incantesimi io e Daniel siamo molto amici e mi basta questo. Ah, a proposito... tuo fratello Ron è il Portiere, lo sai?"
"CHE COSA?" 
"Ma vuoi smetterla?" ridacchiò la bionda, premendosi le mani sulla bocca per soffocare il riso. "Tuo fratello ha fatto il provino con me ed è stato preso, nessuno te l'ha detto? Angelina dice che non ha dato il massimo e che io sono stata più brava di lui... ma il fatto è che non valeva la pena entrare in squadra se poi non avrei mai partecipato agli allenamenti, quindi ho ceduto volentieri il mio posto a Ron. Mi stava quasi baciando!" 
"Non sapevo che Ron... ma perchè le persone mi nascondono sempre tutto?" strepitò Ginny tutta indignata e infiammata, alzandosi dalla poltrona e marciando a grandi passi verso la scala a chiocciola che conduceva ai dormitori, con l'amica alle calcagna che le parlava in fretta. "Prima la mia famiglia, poi quei due idioti dei gemelli, poi Demelza e adesso anche Ron! Ma io ne ho abbastanza di questo schifo!" 
Quasi tutta la Sala Comune si voltò di nuovo nella sua direzione e prima che qualcuno potesse dire qualcosa al riguardo, Vicky la giustificò stupidamente: "Oh... ehm... che avete da guardare? A chi piace essere presi in giro tutto il tempo?" 




Ginny aveva creduto che arrivato il sabato avrebbe passato una bella giornata: niente Umbridge, niente vari gruppi e club che le avrebbero tolto gli amici e, soprattutto, niente lezioni di qualsiasi genere. Ma ovviamente quella punizione aveva cambiato tutte le carte in tavola: dopo colazione, Ginny si avviò con passo di marcia funebre verso l'ufficio di Piton, rinunciando a guardare l'allenamento di Quidditch dei ragazzi insieme ai suoi amici. 
Quando bussò alla porta, la voce del professore aveva soffiato un consenso ad entrare. L'ufficio rispecchiava proprio il carattere di Piton perchè era il più scuro di tutti gli uffici in cui la ragazza era mai stata e le finestre erano ben chiuse, come se Severus Piton si aspettasse che un raggio di luce avrebbe potuto ucciderlo: non la sorprendeva questo, dato che quell'uomo pareva più un pipistrello che un umano. Astoria era arrivata prima di lei ed era seduta dietro alla cattedra dell'insegnante, in silenzio e con un'aria piuttosto triste e abbattuta. 
"Buonasera, professore" borbottò Ginny lugubre, ferma sulla soglia della porta prima di chiuderla alle sue spalle. 
Piton indugiò a fissarla per un paio di secondi, poi disse: "Potete cominciare entrambe a separare gli ingredienti delle varie pozioni negli appositi contenitori e quando avete finito tutto il lavoro senza magia potete andare. Non voglio sentirvi alzare la voce o fare qualunque altra cosa se non separare i vari ingredienti! Chiaro?" 
"Sì, professore" risposero all'unisono le due ragazze. 
Ginny andò alla mensola e si unì ad Astoria, cominciando a lavorare insieme a lei mentre Piton fissava ogni tanto le due ragazze seduto dietro alla cattedra, alzando lo sguardo dai compiti da correggere per vedere come se la stessero cavando le due. Un'odore bellissimo e coinvolgente destò l'attenzione di Ginny, che afferrò delle crine di unicorno e le annusò socchiudendo gli occhi; Piton ebbe una specie di spasmo e balzò in piedi. 
"Non vi muovete e infierite tra voi come oggi, altrimenti farete i conti con me e il Preside al mio ritorno!" e detto questo, sparì. 
"Ma che gli prende?" sbottò Astoria Greengass, afferrando alcune pupille di salamandra. Ginny fece spallucce e strappò quelle pupille dalle mani di Astoria con arroganza, mentre quest'ultima continuava a borbottare imprecazioni contro Piton: "Avrebbe dovuto esserci Selwyn al mio posto... e invece mi tocca separare gli ingredienti delle pozioni con te senza nemmeno i guanti. Per tua info, stavo solo cercando di proteggere te da quell'idiota se non l'hai notato, e ci sono finita dentro! Grazie mille per l'appoggio, Weasley... e potresti anche abbassare la cresta e comportarti diversamente!" aggiunse, irritata dalla compagna di punizione. 
"Ma che vai blaterando?" sibilò lei, lasciando cadere le pupille nel contenitore apposito. 
"Sei tu che sei idiota e non ascolti!" l'aggredì Astoria con esasperazione. 
"Come sarebbe a dire che stavi proteggendo me?" 
"Beh, Selwyn ne sa di belle con quella bacchetta e non volevo che lui passasse un guaio... così ti ho difesa, diciamo così!" 
"Non avresti dovuto, me la sapevo cavare benissimo da sola" 
"Sei davvero idiota come sembri, eh! Invece di ringraziarmi in ginocchio!" 
Ginny non rispose, ripensando alle parole di Astoria Greengass: il suo fedele compagno Serpeverde ne sapeva di belle con quella bacchetta. Ma certo, il padre era un Mangiamorte e la cosa era più che logica... ovvio che quell'imbecille aveva appreso da lui alcune Maledizioni e fatture pericolose! Ma la domanda restava sempre la stessa: perchè Astoria si era sacrificata per loro due? Lei era una Serpeverde, doveva essere dalla parte dei Mangiamorte... o forse era solamente la sua nobile famiglia Purosangue ad essere dalla parte dei Mangiamorte, mentre lei rifiutava quella vita. 
Ti stai facendo film mentali come il tuo solito, pensò con rabbia Ginny mentre prendeva per le zampe un orrendo mollusco morto e lo gettava violentemente nel contenitori dei putrefatti e orribili molluschi stecchiti da Piton. 
"Giuro che un giorno Selwyn me la pagherà cara!" soffiò Astoria infuriata al massimo, gli occhi lucidi e scintillanti di collera. "E si prende pure gioco di me, ridendone allegramente con Draco... che inoltre va sempre a letto con quella vacca totale della Parkinson! Non so proprio cosa diavolo ci trova in quel carlino sbavoso... ma quella povera stronza sembra divertirsi non poco con lui!" aggiunse, tirando impercettibilmente su col naso. 
Nonostante Ginny disprezzasse davvero tantissimo Astoria, soprattutto per il fatto che lei le aveva fatto passare i momenti più brutti della sua vita durante il primo anno, non fece in tempo a controllarsi che diede in una risatina soffocata per l'ultimo commento che la ragazza aveva fatto su Draco e la Parkinson, risatina che riuscì a trasformare in fretta in un attacco di tosse. Astoria colse la sua risata e... sorrise inaspettatamente, per poi ricomporsi. 
"Che hai da ridere, Weasley?" ribattè lei.
"Oh... ma perchè non te ne vai al diavolo, Greengass?"






Angolo autrice
Questo capitolo si concentra soprattutto sui vari segreti e misteri: quello piccolo di Demelza che riprenderò più tardi, quello dei gemelli sull'oro del Tremaghi, quello di Ron e naturalmente quello di Astoria Greengass. Ho sempre creduto che i Greengass rispettassero Voldemort e le Arti Oscure, ma non ho mai pensato ad un Astoria cattiva ma piuttosto influenzata dalla sua famiglia e dai Serpeverde. Insomma, esattamente come Draco: coinvolta dalla sua famiglia in scelte sbagliate ma chissà... magari riuscirà a fare ciò che Draco non ha mai fatto, dimostrando... oh no, questo non posso dirvelo. Inoltre, anche quello di Piton è un pochino un mistero ma per noi non lo è tanto: sappiamo bene che Piton vede in Ginny la sua innamorata, Lily. E quando Ginny ha annusato quella crine di unicorno, mi piace pensare che Piton si stesse sentendo quasi male perchè Lily lo faceva spesso dato che era abile in Pozioni e a riconoscere i vari ingredienti. Beh, spero che vi piaccia anche l'idea della punizione: l'ho aggiunta solo per mettere in risalto la figura di Astoria che in futuro sarà importante.
Un abbraccio.

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Capitolo 36
*** Gruppo illegale di difesa. ***


GRUPPO ILLEGALE DI DIFESA.
 

IL MINISTERO RIFORMA L'ISTRUZIONE
DOLORES UMBRIDGE NOMINATA
PRIMO INQUISITORE SUPREMO

"Non ci posso credere!" stava ancora sbraitando Demelza , con gli occhi che luccicavano in maniera preoccupante. "Caramell ha approvato un Decreto Didattico e ci ha scaricato addosso quella donna... non ci posso credere!" aggiunse, gettando via il giornale con un colpo secco. 
"E adesso ha anche il potere di giudicare gli altri insegnanti" borbottò Ginny lugubre. 
Erano solamente loro due che stavano chiacchierando nella Sala Comune di Grifondoro dopo le lezioni, riscaldandosi dal freddo di novembre che era appena arrivato. I giorni erano passati molto velocemente e non solo questo aveva cambiato le cose... ma le aveva addirittura peggiorate: la rospa della Umbridge era diventata Inquisitore Supremo di Hogwarts, il che gli dava il potere di licenziare gli insegnanti e di avere tutte attività sotto il suo comando. 
"Almeno a voi è andata bene... la professoressa Vector è stata messa sotto pressione oggi" sussurrò Demelza tristemente, sfregandosi le mani per scaldarsele ulteriormente. "E quella Umbridge è stata proprio tremenda... non ci potevamo aspettare nulla di meglio con i tempi che corrono!" 
Ginny non rispose e continuò a fissare le fiamme del fuoco come se potessero dirle qualcosa. 
"Cos'hai?" le chiese gentilmente Demelza. 
"Potrei chiederti la stessa cosa" la rimbeccò la ragazza, in modo più aggressivo di quanto non volesse. Si voltò pian piano verso di lei e assunse quella solita espressione che assumeva quando era tremendamente seccata: "Insomma... non so come spiegartelo! Colin passa il suo tempo con il fratellino, gli altri sono sempre ai gruppi e tu sembra che vuoi evitarci tutti... anzi, tu vuoi assolutamente evitarci tutti. Mi sembra proprio di essere ritornata indietro nel tempo di quattro anni quando al mio primo anno c'eravamo solamente io e..." ispirò profondamente e disse il nome senza più alcuna paura, "Tom Riddle... a farmi compagnia" 
"Ma hai i tuoi fratelli ed Hermione Granger!" protestò Demelza, virando immediatamente sull'argomento primo anno. 
"Loro hanno le loro amicizie, non frequentano me ad Hogwarts se non per scambiare quattro chiacchiere" 
"Ma..."
"Demelza, devi dirmi cosa ti sta succedendo!" 
Un silenzio teso piombò su di loro, solamente su loro due: gli altri Grifondoro nella sala erano tutti allegri. 
"Allora?" incalzò Ginny dolcemente, abbandonando il tono duro e aggressivo. 
"I miei genitori credono entrambi alla Gazzetta del Profeta" disse inaspettatamente Demelza, gli occhi che si riempivano nuovamente di lacrime di collera e che man mano cominciarono a rigarle il viso. 
"E tu credi..." 
"A Silente!" la interruppe la ragazza ad alza voce, e gli sfuggì un piccolissimo singhiozzo. "Io credo a Silente ed è proprio questo il problema: la Umbridge e i miei genitori che lavorano al Ministero sanno che io sono dalla loro parte, ma invece non è affatto vero. Non sopporto di non ribellarmi, non sopporto di non rispondere a quella infida vecchia subdola su quel libro pidocchioso... ma devo contenermi altrimenti lei lo farà pagare ai miei" 
E così, era per quel motivo che Demelza era sempre molto triste e se ne stava tutto il tempo per conto suo? Perchè era così triste di non poter proprio ribellarsi e dire la sua alla Umbridge per paura che i suoi genitori, molto vicini alla donna, potessero subire le conseguenze di quel che faceva o meglio... di quel che diceva. Per Ginny la situazione era alquanto simile a quella dell'amica ma con qualche differenza: Arthur non era vicino alla donna, dato che lavorava solamente in un reparto secondario del Ministero, e questo gli poteva conferire una certa protezione... più la protezione dell'Ordine della Fenice. 
Ginny abbracciò l'amica, sperando che non scoppiasse in un pianto dirotto. 
"Mi dispiace..." le sussurrò mentre Demelza piangeva silenziosamente. 
"Non vedo l'ora che se ne vada" disse lei minacciosamente, lasciando andare l'amica e asciugandosi le lacrime prima che qualcuno potesse vederla. "Anche perchè non ce la faccio più a non attirare l'attenzione in classe, sta diventando... insopportabile!" aggiunse, con una risatina. 
"Una certa so-tutto-io manca a tutti" ridacchiò Ginny allegramente, dandole un buffetto sulla guancia. "Adesso devi solo dire tutto agli altri... anche se devo ammettere che sarà parecchio difficile acciuffarli con tutti i corsi che seguono. Di' un poco... non è che c'entri tu dietro a tutto questo?" 
"No!" protestò Demelza indignata. 
"Sorellina!" 
"Sorellina cara!"
L'arrivo improvviso dei gemelli impedì a Ginny di ribattere i suoi sospetti. Le due ragazze si voltarono a guardare i due avvicinarsi a loro, una borbottando il suo disappunto verso i suoi fratelli che da quando le avevano rivelato il loro più grande segreto (segreto che aveva fatto arrabbiare molto la sorella) cercavano di essere più affettuosi possibili con lei per farsi perdonare... cosa che li rendeva stranamente ruffiani. Ma quello passava solamente in secondo piano. 
"Ragazzi!" li salutò Ginny vivacemente, con un sorrisino divertito.
"Buondì" disse George piombando sulla sorella per darle un bacio sulla guancia, mentre Fred si gettava a capofitto sul divano rosso. "Demelza, come ti va la vita?" aggiunse poi educatamente, prendendo posto sul bracciolo della poltrona della sorella. 
"Una meraviglia" 
"Era questo quello che volevamo sentire! Ascoltatemi, ci stavamo chiedendo..." iniziò Fred e quel tono era lungi dall'essere poco preoccupante, "se potevamo rifilare alla rospa delle Pasticche Vomitose nel the oppure dei Fondenti Febbricitanti. Eh, ditemi se non è un'idea geniale!" 
"Non è un'idea geniale" replicò velocemente Demelza, scuotendo il capo. 
"Li dobbiamo solo perfezionare e il gioco è fatto" aggiunse George, gonfiando il petto in modo fiero. 
"Questa è la migliore idea che vi sia mai venuta e dico sul serio... e non guardarmi così, tu!" abbiaiò Ginny allegramente a Demelza, emozionata alla sola idea di vedere la Umbridge vomitare all'improvviso oppure vederla coperta di bubboni pieni di pus davvero fastidiosi. 
"Impara dai maestri, Demelza. Aaaaah la nostra bella sorellina è sempre d'accordo con noi!" 
"Bella e intoccabile sorellina!" 
Fred e George saltarono quasi letteralmente addosso alla sorella per abbracciarla e stringerla forte (o meglio, per farle dei martiri... ma anche questo passava in secondo piano), cosa di cui la dolce Demelza rimase parecchio scandalizzata. Se solo i gemelli sapessero che la sorella era diventata all'improvviso assolutamente toccabile dal suo fidanzato avrebbero dato di matto quindi era meglio non dare quella piccola notizia. 
"Ragazzi, io e Ron dobbiamo... oh, questa sì che si chiama pedofilia" 
La voce divertita di Hermione raggiunse le orecchie dei ragazzi, comprese quelle di Demelza, ma Fred e George continuarono a dare fastidio a Ginny facendole il solletico dappertutto e ribaltandola a destra e a sinistra... e altro che Pasticche Vomitose!
"Adesso basta!" sbottò Hermione in tono autoritario dopo pochi secondi, indicando in modo eloquente la spilla da Prefetto. "Se qualcuno vedesse cosa state combinando qui dentro e soprattutto a vostra sorella che figura ci facciamo noi Prefetti?" 
"Hermione, rilassati..." grugnì Ginny tossicchiando, e levandosi da dosso uno dei fratelli. 
Quando tutto tornò in ordine come voleva Hermione, dopo una serie di piccole proteste da parte dei gemelli che ridevano ad ogni tentativo della ragazza di acquistare un poco di autorità e il rispetto che avrebbero dovuto avere i Prefetti per gli altri studenti, Ron finalmente fece tacere Hermione e prese il comando della situazione iniziando a parlare, anche se lo fece con una certa difficoltà a causa della presenza di Demelza... forse perchè non sarebbe dovuta essere lì. 
"Ti aspetto lì" disse la ragazza perspicace, e si allontanò verso uno scrittoio lì vicino in modo che i ragazzi potessero parlare tranquillamente. Una volta che Demelza si fu allontanata la situazione si fece decisamente più seria e costruttiva. 
"Allora, cosa succede?" chiese un sospettoso Fred. 
"In breve... lascia fare me, Hermione, tu ci metti troppo tempo!" sbottò Ron irritato, quando Hermione aprì la bocca per parlare. 
"Ah, io ci metto troppo tempo?" ribattè lei cocciuta. "Benissimo... non aspettarti il mio aiuto in futuro, Ronald!" e tacque. 
Ron sbuffò il suo disappunto ma anche Fred iniziava seriamente a spazientirsi; Ginny e George invece parevano alquanto divertiti. 
"Possiamo sapere che cosa avete intenzione di fare?" chiese Ginny infine, facendo una smorfia e fissando il fratello. 
"Imparare a difenderci" rispose Ron a bassa voce, "formando un nostro gruppo illegale di Difesa contro le Arti Oscure anche se faccia da rospo non vorrebbe nemmeno per tutto l'oro del mondo. E indovinate chi sarà il nostro maestro? Harry... naturalmente!" 
"Non potevamo starcene con le mani in mano" aggiunse Hermione, scoccando uno sguardo a Ron più addolcito. 
I tre ragazzi rimasero a bocca aperta, sorpresi ed eccitati da quel che avevano appena sentito.
"Stiamo cercando di far aderire più persone fidate a questa riunione che si terrà domani mattina alla Testa di Porco" disse precipitosamente Hermione, e nel suo tono c'era una piccola nota d'orgoglio in quello che stavano davvero per fare. "Insomma, abbiamo pensato che è meglio essere preparati a quello che ci spetta lì fuori... anche se per prepararci dobbiamo agire di nascosto perchè se la Umbridge scopre le nostre intenzioni..." 
"... la mamma ci ucciderà" concluse Ron in un sussurro. 
"O peggio!" lo corresse Hermione seria. "Potrebbero espellerci da Hogwarts per sempre e addio istruzione!" 
"L'espulsione è peggiore dell'uccisione per te?" domandò George, ma sorrideva. 
"Ha bisogno di rivedere le sue priorità" borbottò Ron scoccandole uno sguardo esasperato, per poi alzare gli occhi al cielo. 
"Questa idea del gruppo di difesa è fantastica, comunque" intervenne Ginny con vivacità, tornando sull'argomento. "Dobbiamo essere in grado di difenderci da soli, è ovvio... e se la Umbridge si rifiuta di farlo, dobbiamo entrare in azione!" aggiunse. 
La voce della ragazza lasciava trasparire tutta la sua eccitazione e il suo modo di mettersi prontamente in gioco: Harry poteva davvero aiutarli perchè era il migliore per quanto riguardava la difesa e quello di creare un gruppo illegare sotto il naso della Umbridge era proprio la ciliegina sulla torta, un tocco sublime. Loro avrebbero combattuto proprio sotto il suo naso... e lei e il Ministero non si sarebbero nemmeno accorti di questo! 
"Lee sarà d'accordo e parteciperà sicuramente alla riunione di domani" disse Fred allegramente, balzando in piedi e dando una spintarella a George. "Non mi aspettavo che voi Prefetti foste così intraprendenti, devo confessarlo. Beh, ci si vede domani!" 
"Inviteremo molte persone fidate!" garantì George e insieme al gemello sparì per dare voce in giro. 
"A questo punto, posso invitare anch'io qualcuno?" domandò Ginny curiosa, pensando indistintamente a Micheal. 
"Sì, ma ricorda..." sussurrò Hermione in tono d'avvertimento mentre si protendeva in avanti, "solamente persone fidate e che non credono che Harry e Silente siano dei pazzi da manicomio, mi raccomando" 
Ron annuì deciso e così fece anche Ginny, per poi fare un sorriso radioso ad entrambi. Istintivamente i suoi occhi incontrarono quelli di Demelza, che era ancora seduta vicino allo scrittoio e l'aspettava, e in un attimo la ragazza seppe che Demelza aveva ascoltato la loro conversazione: i suoi occhi molto tristi dissero chiaramente a Ginny che lei ci sarebbe voluta stare con tutta sè stessa ma che a causa della sua situazione... non poteva. 




"Micheal! Micheal, dove sei?" 
"SIGNORINA, INSOMMA!" 
"Mi scusi..." 
Madama Prince piombò su Ginny come un avvoltoio mentre lei cercava disperatamente il suo fidanzato: era sicura che stesse lì perchè prima delle lezioni le aveva detto che andava a fare un po' di pratica su ciò che aveva imparato quel giorno di difesa. Ginny voleva tanto fermarlo e dirgli che da ora in avanti ci avrebbe pensato Harry ma doveva trovarlo in fretta... prima che scattasse il coprifuoco delle nove. 
"Micheal!" sibilò la ragazza. 
"Ma tu guarda queste ragazze di oggi... alla mia epoca nessuna si sarebbe mai azzardata ad urlare in quel modo in..." 
Ginny svoltò un angolo della biblioteca, così che la voce di Madama Prince diventasse solamente un fastidioso ronziio, e trovò Micheal Corner seduto in fondo alla stanza con la bacchetta in mano e un libro aperto: sembrava esasperato e stressato. 
"E tu cosa ci fai qui?" sussultò lui quando la ragazza gli accarezzò la schiena. 
"Anch'io sono contenta di vederti" ribattè Ginny fredda, decisamente contrariata da quel saluto poco allegro. 
La situazione si allegerì quando Micheal posò la bacchetta e si avvicinò a lei per darle un lungo bacio sulle labbra, e rimasero a baciarsi in quel modo passionale prima che la ragazza interrompesse tutto per spiegargli la situazione. In un lampo, spiegò tutto quello che Ron ed Hermione le avevano spiegato ma la sua espressione accigliata non si tramutò in estasiata come era capitato a lei e ai gemelli. 
"Beh? Che cosa ti prende?" sbottò Ginny perplessa. 
"Quel Potter deve insegnarci a difendere?" 
"Sì" 
"Mmh... non mi va" decise Micheal con uno sbuffo. 
"Ma... ma..." la ragazza era visibilmente spiazzata, "ma perchè non vuoi?" 
"Lui... insomma, lo credono tutti un visionario!" 
"Solo gli sciocchi. Ascoltami, tu credi o no alla Gazzetta del Profeta?" andò subito al dunque Ginny, prima di dire altro.
"Io non so più a chi credere..." 
"Sei una persona intelligente, non credi che Harry non avrebbe mai mentito su qualcosa di così importante?" insistette lei, cercando di far ragionare il ragazzo che sembrava piuttosto confuso. "Beh, vedila con un pochino di logica: V-Voldemort ha assassinato i suoi genitori, potrebbe mai inventarsi una roba del genere solo perchè vuole attirare l'attenzione? Lui odia attirare l'attenzione perchè non ha scelto lui di diventare famoso perchè qualcuno ha ucciso i suoi genitori e..." gli scoccò uno sguardo triste e malinconico, constatando che stava per convincerlo, "pensava di contare su quei pochi di noi che gli credono, e io contavo su di te"
Micheal era palesemente addolcito da tutto quello, e dopo pochi secondi replicò: "E d'accordo, d'accordo... sono ancora abbastanza confuso ma credo che ascolterò quello che lui ha da dire, perchè non mi sembra un cattivo ragazzo" 
E quella fu la seconda notizia fantastica capitata quel giorno. 




Avvisando Micheal, Ginny aveva garantito la presenza di altre due persone molto vicine al ragazzo, ovvero i suoi due migliori amici. Ovviamente, la ragazza l'aveva detto anche ai suoi amici ma purtroppo alcuni di loro erano nella stessa situazione di Demelza oppure erano troppo occupati con i gruppi per aderire a quella specie di associazione illegale, ma Colin Canon si mise subito in gioco decidendo di trascinare con lui anche il fratellino. 
Alle dieci di una bella mattinata, Ginny salutò gli amici e si avviò verso il porte d'ingresso dove l'attendeva Micheal. 
"Ehi!" la salutò il ragazzo e si avvicinò a lei per darle un bacio. 
"Cosa stai facendo?" chiese Ginny a denti stretti, mentre si allontanava piano piano da lui. 
"Oh, giusto... santo cielo, ma quando vorrai dire ai tuoi fratelli che hai un fidanzato?"
"Ciao ragazzi" disse lei, ignorando Micheal che continuava a borbottare maledizioni contro quella situazione. 
"Ciao!" rispose Terry con un gran sorriso, facendole un cenno con la mano.
"Ehi, ci voleva proprio una bella gita ad Hogsmeade" commentò Anthony con vivacità.
"Sì, è proprio quello che pensavo" replicò la ragazza, aggiustandosi i guanti rossi che le aveva fatto la madre. I quattro ragazzi stavano per proseguire verso il portone d'ingresso e addentrarsi nella neve, quando una voce li costrinse a fermarsi.
"Ragazzi! Ragazzi, aspettatemi!" 
I quattro si voltarono di scatto verso la loro sinistra, e Ginny mise lentamente a fuoco un ragazzo alto, biondo e con il naso all'insù che non aveva mai visto prima ad Hogwarts: era amico dei tre, ma Micheal non l'aveva mai nominato o fatto conoscere alla ragazza.
"Zacharias!" esclamò Micheal. 
Il ragazzo di nome Zacharias li raggiunse ansimando, poi disse: "Ho sentito la Granger dire ad Hannah ed Ernie della riunione alla Testa di Porco con Potter, così... beh, ho pensato di venire anch'io a sentire cos'ha da dirci" e fece un sorriso leggermente stiracchiato.
"Sì, magari può davvero aiutarci" ribattè Terry ed Anthony annuì con vigore. 
"Lo spero proprio bene, altrimenti..." 
"Altrimenti, cosa?" intevenne Ginny con finta curiosità, perchè il tono arrogante e superiore di quel ragazzo biondo la infastidiva particolarmente. Non solo non era stato invitato e aveva origliato una conversazione al tavolo dei Tassorosso, ma si permetteva anche di fare minacce sottintese su quello che lui avrebbe fatto ad Harry se non avesse trovato l'aiuto che sperava... era proprio un tronfio! 
Zacharias si voltò dalla sua parte, e inarcò un sopracciglio. "E tu chi sei?" chiese. 
"Potrei farti la stessa domanda" lo rimbeccò lei. 
Terry e Anthony ridacchiarono sonoramente perchè il loro amico era stato messo con le spalle al muro da una ragazza, ma Micheal sembrava piuttosto tranquillo e addirittura distaccato sul fatto che quello Zacharias si fosse posto in modo sgarbato alla sua ragazza. 
"Io sono Zacharis Smith, di Tassorosso" borbottò lui, tendendole la mano con riluttanza e Ginny l'afferrò. 
"Ginny Weasley... io sono di Grifondoro" si presentò, ritraendo la sua mano. 
"Bene, possiamo andare adesso?" disse Micheal con una risatina. 
Il tragitto di Hogsmeade fino alla Testa di Porco fu un vero e proprio inferno per la ragazza, dato che Micheal lasciò che Zacharias Smith facesse domande inappropriate e punzecchianti alla fidanzata per tutto il tempo finchè Terry non dovette zittirlo e cominciare a parlare con lui di altro. E ovviamente, Ginny gli fu davvero molto grata e gli strizzò l'occhio in maniera assai eloquente. 
Ma che razza di fidanzato ho scelto? si domandò lei, quando Smith le fece un'altra domanda. 
"... non lo so, d'accordo? Perchè non assilli Micheal, che è molto più intelligente di me?" sbottò la ragazza, dopo che Zacharias Smith le ebbe fatto una centesima domanda su Hogsmeade e tutto il villaggio per dimostrare le sue capacità intellettive anche se non era un Corvonero. Ma piuttosto... per essere un Tassorosso non doveva essere paziente, buono e tutto il resto? Il Capello aveva sbagliato qualcosa quando l'aveva Smistato, di questo ne era sicura. 
"Ginny... sii meno dura con lui..." le sussurrò all'orecchio Micheal, arrossendo. 
"Entra e non farmi pentire di essere venuta qui con voi!" s'infiammò subito la ragazza, spingendolo dentro. 
I tre Corvonero entrarono nel locale, seguiti da una furibonda e già esasperata Ginny, che nascose in fretta le sue emozioni per godersi l'aria allegra e festosa che si respirava lì dentro (oltre che un'aria sudicia) e da un altezzoso Zacharias Smith, che sembrava aver perso tutta la sua capacità di parlare di fronte a tutte quelle persone invitate nel locale. Ma quello era solamente un bene per tutti, perchè ogni volta che apriva bocca avrebbe dovuto essere fucilato. 
Il locale era stipato di studenti che Ginny conosceva: Neville andò a sedersi amichevolemente accanto a lei (Micheal s'incupì), mentre accanto a lui prendevano posto Dean Thomas, Lavanda Brown, Calì e Padma Patil e Luna Lovegood. Colin e Dennis sorrisero radiosi quando la videro entrare e i gemelli le offrirono della Burrobirra; c'era anche Lee Jordan, Cho Chang e una sua amica (lo stomaco della ragazza si contorse), le tre Cacciatrici di Grifondoro, alcuni ragazzi di Tassorosso che Ginny conosceva solamente di vista e naturalmente i tre fondatori di quel gruppo di difesa. 
Poi, una voce acuta mise a tacere le ciance. 
"Ehm... salve!" disse d'un tratto Hermione, abbastanza nervosa. "Bene, tutti sapete perchè siamo qui: ho pensato che avremmo fatto meglio a prendere in mano la situazione e con questo intendo dire che dobbiamo imparare a difenderci sul serio, non solo in teoria ma anche con veri incantesimi" 
"Ma vuoi anche passare l'esame di Difesa contro le Arti Oscure ai GUFO, giusto?" chiese stupidamente Micheal, e Ginny fece roteare vistosamente gli occhi per poi ascoltare la ovvia risposta di Hermione. Gli era decisamente andato di volta il cervello? Chiunque avrebbe voluto superare un'esame, quello era chiaro. 
"Certo!" rispose precipitosamente Hermione, con ovvietà. "Ma ancora di più voglio essere ben addestrata nella difesa perchè... Lord Voldemort è tornato" aggiunse decisa, e parecchie persone trattennero il fiato al solo udire di quel nome. 
"Dove sono le prove che Tu-Sai-Chi è tornato? Silente crede a lui!" accusò Smith in tono aggressivo, accennando ad Harry. Ginny si infastidì di nuovo ma probabilmente non era la sola in quella stanza ad essere infastidita: Ron stava passando all'attacco. 
"E tu chi sei?" chiese il ragazzo, molto rudemente.
"Zacharias Smith" rispose il Tassorrosso con lo stesso tono altero. "E credo che abbiamo il diritto di sapere come fa Potter a dire che Tu-Sai-Chi è tornato!"
"E va bene" disse Harry spazientito, e si alzò in piedi sotto gli occhi ammaliati di tutti. "Cosa mi fa dire che Voldemort è tornato? L'ho visto. Ma Silente l'ha raccontato a tutta la scuola l'anno scorso e se non hai creduto a lui non crederai a me... e non ho intenzione di sprecare il pomeriggio a cercare di convincere nessuno" 
"Silente ci ha detto solo che Cedric era stato ucciso! Non ci ha raccontato nessun particolare!" 
"Se sei venuto per sapere che cosa succede quando Voldemort uccide qualcuno, non posso aiutarti" 
E questo chiuse la bocca a Zacharias Smith. 
"Ehm... è vero che sai produrre un Incanto Patronus?" li interruppe una ragazza dalla lunga treccia, che apparteneva a Tassorosso.
"Sì" rispose il ragazzo.
"E hai ucciso un Basilisco con la spada che si trova nell'ufficio di Silente?" domandò Terry curioso.
"Ehm... sì" 
"E il primo anno" intervenne Neville, "ha salvato la Pietra Filologica..."
"Filosofale" sibilò Hermione.
"Sì, quella... dalle mani di Voi-Sapete-Chi!" "Per non parlare delle prove che ha dovuto superare durante il Torneo Tremaghi l'anno scorso" intervenne Cho con evidente ammirazione, e Ginny si voltò di scatto verso di lei come una furia, col risultato che dopo dovette massaggiarsi a lungo il collo dolorante. 
"Sentite, io non voglio fare il modesto... ci sono certe cose che ho fatto da solo... ma quello che voglio dire..." tentò Harry teso, che quando aveva parlato quella sciocca di Cho era diventato di un rosa molto intenso. 
"Stai cercando di svincolare?" ribattè sdegnoso Zacharias Smith.
"Ho un idea... perchè non chiudi quella bocca?" sbottò Ron con ira crescente. 
"E va bene, va bene! Ma il punto è: vogliamo tutti prendere lezioni da Harry?" tagliò corto Hermione in fretta, cercando di evitare una rissa tra Ron e quell'altezzoso Tassorosso. "Questa è una cosa importante... stiamo parlando di come difenderci da V-Voldemort!" 
"Ben detto!" esclamò un'altro Tassorosso, che si chiamava Ernie McMillan. "Personalmente credo che sia molto importante, perfino più importante dei GUFO! Non riesco proprio a capire perchè il Ministero ci abbia mandato un insegnante che ci impedisce di usare incantesimi difensivi in un momento critico come questo" 
"Secondo noi il motivo per cui la Umbridge non ci vuole addestrare alla difesa è perchè crede che Silente possa formare una specie di esercito per rovesciare il Ministero" li informò prontamente Hermione ma Ginny era piombata decisamente nel mondo dei pensieri: si era incantata a guardare Harry, che stava a capo chino e ogni tanto si trovava a guardare dalla parte di Cho, con un certo disappunto da parte della rossa che non sapeva da dove provenisse tutta quella rabbia. Ginny provò perfino l'impulso di affogare la ragazza nella Burrobirra, e farla riemergere solamente quando si fosse assicurata il suo annegamento. 
Crudele sì, ma le viscere le ribbollivano così tanto e senza motivo.
"...sì, il Ministro della Magia ha un esercito di Eliopodi!" stava dicendo Luna, quando la ragazza tornò finalmente in sè.
"No che non ce l'ha!" sbottò Hermione testarda.
"E invece sì" 
"Cosa sono gli Eliopodi?" chiese Neville con sguardo vacuo.
"Sono spiriti di fuoco, grandi creature fiammeggianti che cavalcano bruciando tutto ciò che..."
"Non esistono, Neville"
"Sì che esistono!"
"Scusa, ma che prove ci sono?" 
"Ci sono moltissime testimonianze oculari! Sei sei così ottusa che hai bisogno che le cose ti vengano ficcate sotto il naso..." 
Ginny sbuffò divertita: era il momento di intervenire e di chiudere quel teatrino.
"Hem hem" intervenne lei in un'imitazione così fedele della professoressa Umbridge che parecchi di loro si guardarono intorno in cerca della fonte del suono, prima di vedere lei e scoppiare a ridere. Micheal la guardò con un sorrisino, e i fratelli Canon stavano decisamente rotolando dalle risate. "Ma non dovevamo decidere con quale frequenza incontrarci?" aggiunse, perchè proprio non ne poteva più di stare lì dentro con Harry che aveva occhi solo per quella Chang.
"Sì... hai ragione, Ginny" convenne in fretta Hermione, e si misero tutti a discutere su dove e quando incontrarsi creando dello scompiglio nel locale. "Va bene, decideremo la frequenza e cercheremo un posto e... ehm... io credo che... dovremmo tutti scrivere il nostro nome qui per sapere chi è presente oggi e credo anche che dovremmo essere tutti d'accordo di non divulgare ai quattro venti quello che stiamo facendo..." la ragazza cacciò dalla porta un foglio di pergamena, "quindi se firmate qui sopra acconsentirete a non raccontarlo alla Umbridge o a chiunque altro"
Fred prese la pergamena e cominciò a scrivere il suo nome con convinzione, poi la passò a George che lo imitò e la passò a Zacharias... che naturalmente esitò e borbottò una scusa per non scrivere il suo nome. Ginny gliela strappò praticamente da mano per scrivere il suo nome. Capito il problema, Hermione rassicurò tutti che non correvano alcun pericolo se aggiungevano il loro nome a quella breve lista che si era creata e alla fine tutti aggiunsero il proprio nome.
"Andiamo?" chiese Micheal alla fidanzata.
"Non vedo l'ora..." borbottò lei tra i denti. Si alzò dalla sedia e salutò Neville, i fratelli Canon e Dean, che sembrava parecchio giù di corda rispetto a prima, per poi dare un ultimo sguardo ad Harry, che ancora guardava dalla parte di quella sciocca della Chang e uscire in fretta dal locale insieme ai tre Corvonero e quell'idiota di Zacharias Smith, che aveva infastidito tutti durante la riunione con le sue altrettanto idiote considerazioni. 
"Allora... è stata una bella riunione!" disse Anthony allegramente, fermandosi vicino ad una vetrina che vendeva materiali scolastici. 
"Sì, vero. Che cosa ti serve qui dentro?" chiese Terry, fermandosi anche lui.
"Solamente un foglio di pergamena, faccio in fretta"
"Ti accompagno, dai" 
Non appena i due furono spariti nel negozio, Smith borbottò crudelmente: "Quel Potter... noi siamo così ben disposti a prendere lezioni e lui cosa fa? Fa il modesto e continua a ripetere che è stato aiutato e che ha seguito il suo istinto e che..."
"Ma è vero!" sbottò Ginny furibonda, alzando la voce e guardando il ragazzo con pura esasperazione. Possibile che questo Zacharias Smith non avesse nulla di meglio da fare? Era meglio se il giorno in cui Hermione aveva avvertito Hannah ed Ernie al tavolo dei Tassorosso lui fosse stato malato. "Vuoi smetterla di piagnucolare e di borbottare? La cosa importante è che adesso possiamo prendere lezioni di difesa!"
"Nessuno ti ha detto niente, non sto parlando di te e nemmeno con te!" 
"Sì, ma stai parlando di Harry!" 
"E perchè lo difendi così? Tu stai con Micheal, mica con Harry Potter!"
"Ma questo... questo non c'entra un tubo" 
"Perchè non vi calmate tutti e due?" sbottò finalmente Micheal, ormai esasperato dai continui battibecchi dei due. 
Ginny sbuffò di impazienza: avrebbe continuato a difendere Harry Potter fino alla noia? Sì, l'aveva fatto in quel momento e l'aveva fatto in precedenza, e inoltre... l'avrebbe sicuramente fatto ancora se qualcuno avesse detto qualcosa di cattivo sul suo conto. Ma la vera domanda era: perchè si ostinava a difenderlo in tutto e per tutto? Lui non era un suo amico, era come... non lo sapeva neanche lei, forse un'ossessione. Come quando voleva affogare la Chang nella Burrobirra!
Comunque, la ragazza era più che sicura che quel dannatissimo Zacharis Smith avesse dato sicuramente qualcosa a cui pensare a Micheal sul fatto che lei difendeva Harry Potter in ogni occasione. Per tutto il tragitto infatti, Micheal Corner non disse una sola parola... al contrario di Ginny che cominciò ad imprecare a bassa voce per tutto il tempo, pensando ad un futuro vicino in cui avrebbe lanciato una Fattura Orcovolante ben piazzata a quel Tassorosso di grazia. 




"Mi è piaciuta tanto la riunione, è andata piuttosto bene!" affermò convinta Hermione a Ginny quella sera, quando furono entrambe da sole nella Sala Comune di Grifondoro ormai deserta e piena di cartacce. "Lo ammetto, ho stregato la lista che abbiamo firmato..." lanciò uno sguardo all'amica, che gli restituì uno sguardo abbastanza perplesso per cercare spiegazioni, "perchè mica possiamo fidarci di tutti i presenti? E se qualcuno avesse voglia di tradirci e di spiattellare alla Umbridge le nostre intenzione in confronto l'acne di Eloise Midgen sembrerà una graziosa spruzzatina di lentiggini" 
"Davvero?" 
Ginny ridacchiò e pensò che molto probabilmente Hermione aveva ragione: neanche lei si sarebbe fidata di alcune persone che conosceva a stento... soprattutto di quel Zacharias Smith, che non aveva proprio dimostrato assoluta fedeltà da Tassorosso nel locale. Ben presto, la mente della ragazza fu di nuovo altrove... fu dal suo ragazzo e il suo silenzio prolungato l'aveva quasi fatta star male. E anche il suo saluto freddo l'aveva fatta star male, a dire il vero. 
"Ehm... qualcosa non va?" chiese Hermione dolcemente, e la rossa annuì cupamente. 
"Quell'idiota di Zacharis Smith mi ha fatta arrabbiare perchè iniziava a criticare e io ho difeso Harry e... mi sa che Micheal... beh, hai capito? Si è privi perfino di difendere un amico che subito mi fa il muso, come quando ho passato il tempo con lui sul treno! Certo, avevo sbagliato ma lui poteva anche capire... e invece no. Mette il broncio, e adesso ci vorranno settimane prima che mi parli come prima!"
Hermione non indagò oltre, perchè sapeva che Ginny stava solamente sfogandosi mentre le diceva quelle cose. Ovviamente, la strega più brillante della sua età aveva già capito tutto e non aveva bisogno di fare domande, forse aveva capito più di quanto avesse capito Ginny. 
"Comunque... ti devo dire una cosa" borbottò Hermione, paonazza in volto. 
"Di che si tratta?" 
"Ehm... io... io ho detto a Ron che tu e Micheal state insieme" 
Ginny sgranò gli occhi per la sorpresa, ma non disse nulla. 
"Mi è scappato!" aggiunse in fretta Hermione, prendendo Grattastichi in grembo e accarezzandogli dietro alle orecchie. "Sul serio, non ti arrabbiare... non avevo intenzione di dirglielo! Alla fine ho dovuto raccontare tutto perchè Ron mi alitava addosso ma..."
"Tranquilla" la rassicurò la ragazza, facendole un sorriso. 
Ginny non rimase per nulla tradita dal fatto che Hermione avesse raccontato a suo fratello che lei aveva un fidanzato, anzi, era molto meglio così: almeno Ron non sarebbe rimasto scioccato se avesse visto sua sorella e Micheal che sbaciucchiavano in un aula vuota mentre lui era di guardia come Prefetto. Insomma, non dico che non sarebbe rimasto scioccato ma almeno avrebbe sopportato meglio lo shock. 
"Tranquilla, hai fatto bene. Doveva saperlo... ma come l'ha presa?" 
"Continuava a fare domande!" sbuffò Hermione ripensando a quel che era successo prima, e incapace di trattenere le risate. "E poi ha detto che credeva che a te piacesse Harry... mi sa proprio che preferiva il suo migliore amico a Micheal Corner"
"E tu cosa gli hai risposto?" 
"Gli ho detto che a te piaceva Harry ma che hai lasciato perdere mesi fa" rispose Hermione e Ginny annuì, piuttosto cupamente. Sì, a lei piaceva mesi fa il ragazzo ma aveva lasciato perdere... aveva davvero lasciato perdere? Sì, loro erano solamente amici e basta. "Ah, dimenticavo... anche Harry ha detto qualcosa..." aggiunse la ragazza, ma nel suo tono c'era qualcosa di preoccupante. 
"Lui ha detto qualcosa?" ripetè Ginny tesa, lasciando trasparire ansia dal fatto che il ragazzo avesse parlato di lei. 
"Sì, ehm... lui mi ha chiesto: 'allora è per questo che adesso parla? non parlava mai davanti a me, prima'... sì, lo so..." si affrettò a dire Hermione quando vide l'espressione offesa e furibonda dell'amica, "lo so che è stata una domanda stupida ma lui per quanto riguarda le ragazze è davvero stupido!" 
"Davvero gentile da parte sua" replicò Ginny stizzita, gli occhi che pizzicavano. 
"Io ho tentato..."
"Adesso ero io quella che non parlava, vero?" la interruppe la ragazza, facendo trasalire Hermione. "Ho mai fatto la muta in presenza del grande e famoso Harry-la-sorella-del-mio-amico-si-vergogna-di-me-Potter? Adesso è colpa mia se quando parlavo lui non sapeva nemmeno che io ero nella sua stessa stanza perchè la mia voce per lui era come un ronziio indefinito? Era ovvio che poi stavo zitta!"
L'aveva fatto di nuovo... aveva sputato fuori ogni pensiero rancoroso che le era passato nella mente in quei pochi secondi, lasciando trasparire interessamento per quel ragazzo. E così, lei per lui era stata solo la piccola e fastidiosa mummia vivente?
"Lui non mi ascoltava e non mi ha mai ascoltata!" urlò lei, prima che potesse accorgersene. Hermione era visibilmente mortificata, e così mortificata che tentò di avvicinarsi a Ginny prima che cominciasse ad urlare di nuovo. "Era ovvio ovvio che stavo zitta, mi passava perfino la voglia di parlare quando stava lui!"
"Mi dispiace, so che ti avrebbe dato fastidio..." 
"A chi non avrebbe dato fastidio? Lui mi ha sempre ignorata... e adesso si meraviglia se adesso sto con Micheal e, come ha detto il tuo caro migliore amico, parlo in presenza famoso e tanto importante Harry Potter?" 
"Ginny, io so benissimo che è difficile per te adesso, perchè so altrettanto bene che lui non ti è mai stato indifferente" disse Hermione piano, temendo che l'amica potesse aggredirla ancora. "Ma sappi che, solo in questo momento, sembra davvero notarti per come sei, ed è per questo motivo che..."
"...si è accorto che magicamente manifesto con la voce la facoltà del linguaggio?" la interruppe Ginny, in maniera sprezzante. Ovviamente Hermione non c'entrava nulla ma in quel momento Ginny non sapeva proprio con chi prendersela e con chi parlare, se non con lei. Talmente che era arrabbiata, Ginny quasi dimenticò che l'amica le aveva appena detto che Harry cominciava a notarla per quello che era... e ora che ci pensava, era la prima volta che Harry parlava di lei con i suoi amici, cosa che ovviamente non poteva non farle piacere. 
"Mi dispiace..." disse ancora Hermione, sinceramente triste. 
Ginny le sorrise, incerta e ancora arrabbiata col ragazzo. 
"Vado a letto. Ed è meglio che vai anche tu, domani ci aspetta una lunga giornata..."






Angolo autrice
Ehilà!
Sì, questo capitolo è abbastanza noioso perchè deve riprendere la situazione in cui sono immersi fino al collo i nostri personaggi, e purtroppo è un capitolo che andava fatto. Ovviamente, nel prossimo ci sarà più movimento perchè si va a creare l'Esercito di Silente e la ribellione. Solo alla fine c'è l'ombra di un movimento: Ginny è arrabbiata perchè Harry la tratta davvero male anche se lo fa senza accorgersene e lei, che non smette mai di pensare a lui, ci sta male. Beh, sappiamo che Harry si ricrederà!
Alla prossima!

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Capitolo 37
*** ES... ma facciamo che significa Esercito di Silente. ***


ES... MA FACCIAMO CHE SIGNIFICA ESERCITO DI SILENTE.

 

PER ORDINE DELL'INQUISITORE SUPREMO DI HOGWARTS
tutte le organizzazioni, società, squadre, gruppi e circoli di studenti 
sono sciolti a partire da questo momento. 
Qualsiasi studente che costituisca, o appartenga, a un'organizzazione, 
società, gruppo o circolo che non siani stati approvati dell'Inquisitore Supremo sarà espulso.

Quando il messaggio scritto a caratteri cubitali della Umbridge fu appeso alle pareti delle Sale Comuni di tutte le Case, i ragazzi che avevano partecipato alla riunione alla Testa di Porco piombarono sui tre fondatori del gruppo di difesa a colazione, chiedendogli se avessero visto il cartello e chiedendo anche se dovessero continuare nonostante quell'avvertimento di espulsione della rospa. Ovviamente, si sarebbe fatto lo stesso: un disgustoso e vecchio rospo non avrebbe impedito un bel niente a quei ragazzi. Dopo che ad Hermione venne una notevole crisi di nervi e dopo che Ginny corse più veloce di Bolt per impedire a Micheal e ai suoi amici di venire al tavolo dei Grifondoro e mandare in aria la copertura, la giornata trascorse in modo piuttosto normale. 
Poi, Hermione le disse che avevano trovato una stanza al settimo piano perfetta per esercitarsi, dove vi era una parete libera di fronte ad un enorme arazzo di Barnaba il Babbeo, e l'incaricò di fare il suo meglio per rintracciare gli altri e avvertirli. 
"Micheal! Oh, sono contenta di averti trovato!" 
Ginny sospirò e fermò Micheal, che stava passando vicino alla serra di Erbologia per il suo corso, dandogli un rapidissimo bacio sulle labbra. Era stata una giornata molto pesante per la ragazza (Luna Lovegood alla penultima ora le aveva fatto una cronaca dettagliata di cosa fossero gli Elipodi, mettendo in difficoltà la sanità mentale di Demelza), che non aveva fatto altro che correre a destra e a sinistra cercando di rintracciare più persone possibili e, naturalmente, col desiderio di avvertire per prima la Chang e la sua orribile amichetta, prima che Harry potesse entrare in azione e la Chang potesse mettere in atto il suo piano di rimorchio. 
"Cosa succede?" chiese freddamente Micheal, che era ancora arrabbiato con la fidanzata per la faccenda di Smith. 
"Succede che abbiamo trovato il posto per le esercitazioni" 
"Davvero?" gli occhi del ragazzo brillarono. 
"Sì, alle sette e mezza fuori alla statua di Barnaba il Babbeo al settimo piano... capito?" 
"Capito, lo dirò agli altri due. Chi manca ancora che lo deve sapere?" 
"Credo... quella Chang e la sua amica" rispose Ginny enfatizzando sulla parola quella, cosa che irritò particolarmente Micheal perchè si accigliò e la fissò piuttosto male, mentre incrociava le braccia al petto. 
"Cho e Marietta" disse il ragazzo, e quella volta fu lui ad enfatizzare sui nomi delle due. Che poi... Marietta? Ma che razza di nome aveva, quella ragazza? I genitori dovevano avere avuto una botta in testa prima di chiamarla in quel modo, "sono delle mie care amiche, quindi se ti secca posso avvertirle direttamente io" 
Ma per carità! pensò Ginny disperata. Cho e Marietta erano delle sue care amiche? Ma da quando in qua Micheal se la faceva con due Corvonero più grandi di lui e soprattutto... come mai Micheal non le aveva mai parlato di quelle due oche?
"Mi secca? E chi l'ha detto questo?" sbottò lei, fingendo di essere offesa. 
"Oh... beh... credevo..." balbettò Micheal imbarazzato, perchè il tono della ragazza era stato molto convincente. 
"Non importa, ma da quando tu e Cho Chang siete amici?" 
"Faccio parte della squadra di Quidditch di Corvonero, abbiamo stretto un forte legame di amicizia da poco" 
... un forte legame di amicizia da poco! lo scimmiottò Ginny mentalmente, fissando il fidanzato col sopracciglio alzato. Ma quello non era il momento di fare la gelosa, anche perchè in quel periodo non la smetteva mai di fare la gelosa quando si trattava di quella sua acerrima nemica di nome Cho Chang, la ragazza espressiva quanto un cipresso morto e dai delicati tratti asiatici.
"D'accordo..." borbottò Ginny facendo un sorriso stiracchiato, cercando di sembrare più allegra possibile. "Adesso devo correre ad avvisarla, sai... questa di Erbologia è la mia penultima lezione e non ho voglia di sentirmi in colpa di non aver avvisato qualcuno quando saremo nella stanza al settimo piano. Ehm... dove sono Cho e Marietta?"
"Credo che abbiano finito, hanno un'ora buca" rispose prontamente Micheal. 
"Grazie mille, tesoro. Ci vediamo alle sette e mezza allora?" 
"Certo!" 
E scambiandosi un bacio, Micheal si affrettò a raggiungere la serra dove la professoressa Sprite era appena entrata e stava distribuendo delicate piantine dall'aria letale. Ginny doveva agire in fretta: doveva trovare quelle due prima di tutti, e doveva muoversi. Notò che i suoi amici la stavano aspettando, ma non aveva tempo per farmarsi a chiacchierare con loro quando tra dieci minuti scarsi si sarebbe tenuta la lezione di Pozioni. 
"Avete finito di cianciare, voi due innamorati?" chiese Vicky ilare, avvicinandosi a lei e guardando nella direzione della serra. "Che cosa vi stavate dicendo? Ho sentito che hai nominato il nome di Cho Chang e Marietta Edgecombe e allora..." 
"Vi spiego più tardi cosa c'entrano quelle due nella mia incasinatissima situazione sentimentale" tagliò corto Ginny, sotto lo sguardo divertito di Christopher e Demelza, allarmati dal fatto che l'amica avesse utilizzato parole comeincasinatissima situazione sentimentale. "Ma adesso non posso perchè devo andare. Prendete voi il mio occorrente per Pozioni, spero di fare in fretta e di evitare una punizione da Piton" 
"Non puoi arrivare in ritardo!" protestò Ritchie, ripensando alla scena di mesi prima quando lei e Selwyn si erano azzuffati davanti a tutta la classe e davanti a Piton, con l'inaspettato salvataggio in extremis di Astoria Greengass. 
"Sì, non puoi arrivare in ritardo!" replicò velocemente Demelza, dando man forte al ragazzo.
"Hanno ragione, Piton si incazzerà come un beduino nel deserto del Sahara" convenne William, con appena l'ombra di un sorrisino.
"E questa da dove ti è uscita?" inorridì Christopher, scoppiando a ridere senza curarsi di disturbare la lezione di Erbologia. 
"Lascia perdere il beduino, tu non devi dare a Piton filo da torcere" disse Demelza accigliata.
"Così mi fate fare tardi sul serio... prendete la mia roba, arrivo in un attimo!" 
Senza far aver loro il tempo di salutarla o di rivolgerle un cenno, Ginny sfrecciò velocemente via e si catapultò dall'altro lato del castello dove c'era la Torre di Corvonero, sicura che Cho Chang e la sua amica Marietta Edgecombe, dopo aver spettegolato continuamente per la scuola e per i bagni delle ragazze, fossero dirette su alla Torre da brave bimbe com'erano. In fondo, erano passati pochi minuti dall'ultima lezione e dovevano già essere di ritorno e... Ginny non aveva mai avuto ragione più di quella volta. Mentre si dirigeva a passo svelto verso il corridoio in cui si trovava la Torre di Corvonero, da un bagno lì vicino spuntarono proprio le due ragazze come aveva previsto. 
"Ehm... Cho? Marietta?" fece Ginny alquanto impacciata. 
"Sì?" chiese Cho distrattamente, che sicuramente stava spettegolando con la sua amica. 
"Ma tu sei Ginny Weasley, giusto?" intervenne Marietta, in tono molto altezzoso e quasi annoiato. "Sei la fidanzata di Micheal Corner? Sì, Micheal ci ha detto che avevi i capelli rossi e tantissime lentiggini sul viso così" e indicò il viso della ragazza.
"Sì, sono la fidanzata di Micheal. Comunque, ho un messaggio da parte di Harry..." 
"Hai un messaggio da parte di Harry per me?" ripetè Cho Chang animandosi, e Marietta iniziò a ridacchiare senza ritegno. 
"Un messaggio da parte dei fondatori del gruppo di difesa per te e Marietta" la corresse freddamente la ragazza, tirando nervosamente su col naso. L'espressione di Cho parve essere delusa, ma ascoltò attentamente il messaggio che Ginny stava comunicando alle due. "... e quindi dovete trovarvi lì alle sette e mezza, se vi interessa ancora partecipare alle esercitazioni. Va bene?" aggiunse. 
"D'accordo" dissero all'unisono entrambe e dopo un distratto cenno di saluto, si voltarono e andarono via. Anche Ginny si voltò, davvero contenta di aver avvisato le due ragazze prima di tutti, e corse velocemente verso i sotterranei dove si tenevano le lezioni di Piton. Corse per tutto il tempo e quando aprì la porta dell'aula, era leggermente in ritardo e aveva il fiatone per la corsa che aveva fatto: ne era valsa la pena. 
"Weasley, la lezione è cominciata due minuti fa" l'apostrofò Piton, ma non sembrava troppo severo. 
Certo, la lezione era cominciata solamente due minuti prima! 
"Cinque punti in meno a Grifondoro" 
Ma questo non significava che Piton avrebbe risparmiato di togliere punti a Grifondoro, ovviamente. 
Cercando di non guardare dalla parte dei Serpeverde e soprattutto dalla parte di Astoria Greengass, Ginny borbottò delle misere scuse per educazione e andò a sedersi accanto a Ritchie, dove era messa tutta la sua roba. Era stata piuttosto veloce a trovarle ma dato che le due si erano perse in idiote considerazioni come "il messaggio da Harryesclusivamente per Cho" oppure "la ragazza di Micheal con i capelli rossi e le lentiggini" aveva tardato di due minuti appena alla lezione. 
"Non doveva toglierci dei punti..." sbuffò Ritchie accendendo la fiamma del suo calderone. 
"Sì, e quando mai Piton non coglie l'occasione di togliere punti a Grifondoro?" sibilò la ragazza, contrariata. Poi, colta alla sprovvista da Vicky che si era protesa verso di lei per sapere cosa c'entrassero Cho e Marietta nella sua incasinasissima situazione sentimentale, le abbaiò contro di starsene seduta al suo posto e che avrebbe detto tutto dopo Pozioni... oppure dopo le esercitazioni segrete. 




Ginny avvertì prontamente i tre ideatori del gruppo di aver già riferito il messaggio alla Chang e alla sua amica, e l'espressione stranissima di Harry quando la ragazza raccontò tutto nei dettagli era impagabile... così divertente che Ginny gli avrebbe volentieri riso in faccia e attaccato un cartellino in fronte con su scritto: loser. In compenso, lei ne avrebbe avuto un altro con la scritta: winner. 
La cosa certa però fu che tutte le persone che erano venute alla Testa di Porco ci sarebbero state. 
"Ciao..." disse una voce diversa che Ginny non riconobbe. Si voltò alla sua sinistra e si trovò faccia a faccia con un ragazzo alto, muscoloso e dalla pelle molto scura: Dean Thomas, un amico di suo fratello. Era insieme a Neville e sue ragazze ridoline di Grifondoro, ovvero Lavanda Brown e Calì Patil.
"Ciao, ragazzi" salutò lei distrattamente, che stava ancora pensando al modo in cui lei si era tolta dalle scatole Vicky e i suoi amici con le loro domande inappropriate nel posto sbagliato al momento sbagliato. 
"Non vieni su al settimo piano?" domandò Dean curioso. 
"Sì, certo che vengo!" ribattè Ginny con una smorfia, facendo al ragazzo un gran sorriso. 
"E vieni con noi o aspetti il tuo fidanzato di Corvonero?" 
"Io..." 
Ginny ci pensò velocemente su: Micheal non si vedeva da minuti, e pure loro non si erano dati proprio appuntamento per andare insieme al settimo piano quindi probabilmente il ragazzo già era lì sopra che l'aspettava impaziente. 
"No, non aspetto Micheal... vengo con voi" accordò e anche Neville fu felice di fare strada insieme a lei. 
"Allora, stai ancora con Micheal Corner?" chiese curiosa Calì, mentre si incamminavano. Mulinò la lunga treccia scura e guardò Ginny con intensità, ed evidentemente voleva davvero sapere la risposta a quel pettegolezzo. 
"Sì, sto ancora con Micheal" 
"Credevo vi foste lasciati, sai... senza offesa" continuò Calì imperterrita. 
"Lasciati?" ripetè Ginny aggrottando la fronte, senza capire dove la ragazza volesse arrivare.
"Sì, perchè lui passa molto tempo insieme a Cho Chang" rispose Lavanda informata. 
Passa molto tempo insieme alla Chang? PASSA MOLTO TEMPO INSIEME ALLA CHANG?
"Oh sì... sono amici e sono in squadra insieme" disse passiva la ragazza, cercando di non far notare agli altri che il fumo di rabbia le stava uscendo perfino da una parte da cui nessuno avrebbe fatto uscire un bel niente nemmeno a pagare. Quella Cho voleva sia prendersi Harry e sia prendersi Micheal... e allora tutto quell'amore per Cedric era già svanito? Beh, povero ragazzo: si stava decisamente rivoltando nella tomba. 
Dean, che durante tutto il discorso era stato in silenzio, tossicchiò sonoramente. Mentre Neville disse: "Ragazze, non fate così. Insomma, saranno pure fatti suoi se il suo fidanzato ha trovato un'amica... n-no?" 
"Hai ragione, Neville" convenne Ginny e questo chiuse la bocca alle due ragazze. 
"Voi siete andati al ballo insieme, vero?" chiese invece Dean, mentre salivano l'ultima scalinata per raggiungere il settimo piano. 
"Io e Neville?"
"Tu e Micheal" 
"Ho... diciamo... avuto un doppio cavaliere e Neville una doppia dama" 
Neville ridacchiò poi l'incredulità prese posto sul suo volto: davanti a loro c'era una porta, una porta che non c'era mai stata. 
"E questa porta?" fece Dean, spalancandola e avanzando in una stanza gigantesca. "Però! Che posto è questo?" aggiunse, quando vide i tre fondatori che esploravano la stanza con la stessa avidità con cui stavano iniziando ad esplorarla loro. 
Ginny non seppe se quella Stanza delle Necessità, come l'avevano chiamata i ragazzi, era sempre esistita ma da quel che stava sentendo era una stanza che appariva solo se ce n'era veramente bisogno e aveva sempre tutto quel che serviva a chi la cercava. Infatti, la Stanza delle Necessità era munita di manichini per esercitazioni, strani congegni e libri... un infinità di libri che tramutarono le pupille di Hermione in cuoricini rosa. 
Quando Harry cominciò a parlare, i ragazzi si sistemarono a terra e iniziarono ad ascoltarlo attentamente. Micheal sembrava piuttosto affettuoso con Ginny, quindi probabilmente voleva farsi perdonare da qualcosa... ma alla ragazza in quel momento non importava: non era mai stata più felice e con il fidanzato avrebbe fatto i conti quando le sarebbero girate le Pluffe. 
"Comunque... sì, Hermione?" 
"Credo che dovremmo darci un nome" rispose allegramente Hermione, la mano ancora alzata.
"Potremmo chiamarci Lega Anti-Umbridge?" propose speranzosa Angelina, capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro.
"O il Gruppo il Ministero della Magia è Deficiente?" suggerì Fred ilare, provocando varie risatine.
"Stavo pensando più a un nome che non lasci capire a tutti cosa stiamo facendo" intervenne di nuovo Hermione, lanciando uno sguardo torvo carico d'ammonizione a Fred, "così possiamo parlarne senza problemi anche al di fuori delle riunioni" aggiunse. 
Un nome perfetto? Ginny ne aveva già uno in mente niente male, e stava proprio per aprir bocca e suggerirlo quando la sua graziosa e acerrima nemica l'anticipò e con suo sommo orrore, si scoprì che aveva avuto la stessa sua idea come a leggerla nel pensiero. Che l'avesse davvero letta nel pensiero, quella arpia maligna? 
"Esercitazioni Segrete?" propose Cho Chang. "In breve ES, così nessuno capirà di cosa stiamo parlando!" 
Cho Chang voleva la guerra e che guerra sia. 
"Sì, ES va bene... ma facciamo che significa Esercito di Silente visto che è quello l'incubo peggiore del Ministero, no?" intervenne Ginny prontamente, alzando la voce per farsi sentire da tutti. Ci furono risatine e tutti approvarono quel nome per il loro gruppo, mentre la ragazza si ergeva in tutta la sua misera statura e rivolgeva a tutti un gran sorriso incoraggiante. 

ESERCITO DI SILENTE

Il nome fu scritto a caratteri grandi da Hermione in cima alla pergamena e da quel momento... si iniziava a fare sul serio. 
Iniziarono dalle basi perchè alcuni di loro avevano davvero della tecnica scadente e Ginny finalmente si sentì sè stessa: adorava farsi conoscere dal mondo per quella che era in quella quattro splendide mura della Stanza delle Necessità. Aveva dato prova delle sue grandi abilità da strega e dei suoi riflessi, e Harry l'aveva guardata e lodata: qualcosa in lui era sicuramente scattato, non la vedeva sicuramente più come l'impacciata sorellina di Ron e il dialogo con Hermione la scorsa sera bastava a dimostrarlo. 
"Expelliarmus!" gridò velocemente e la bacchetta di Micheal volò di nuovo via. 
"Fantastico, Ginny... bravissima!" le disse Harry allegro, passando dalla loro parte e dandole un piccolo colpetto sul braccio mentre le sorrideva. Ginny si scostò i capelli dalla fronte e ricambiò il sorriso, per poi notare che Micheal stava di nuovo mettendo il broncio: forse era geloso del ragazzo... forse era invidioso che la fidanzata l'aveva battuto più e più volte...
"Te lo sto lasciando fare... è buona educazione, no?" replicò lui altezzoso, mentre appellava la bacchetta. 
"Buonissima educazione"
"Sì... è stato assolutamente intenzionale" 
"Non ne avevo dubbi" 
"Expe... oh no... Expelliarmus! oh... scusa, Marietta!" stava dicendo Cho, a pochi metri da loro e Harry si avvicinò a lei con fare molto pratico e interessato. "Sei tu che mi innervosisci, prima mi riusciva!" aggiunse la ragazza, piagnucolando. 
"Andava bene... no, faceva schifo ma so che ti riesce perchè ti ho osservato da laggiù" disse il ragazzo, intercettando lo sguardo di Cho con un sorriso.
Ginny era così distratta da quei due che non aveva nemmeno notato che Micheal stava per disarmarla. 
"Expelliarmus!" gridò il ragazzo, e poi alzò i pugni in segno di vittoria. "Beh, adesso basta fare il gentiluomo!" 
"Accio bacchetta!" 
Sorvolando sul fatto che un avversario in un duello non avrebbe sicuramente guardato da un'altra parte, Ginny gliela fece passare buona e passò il suo tempo a farsi disarmare da Micheal: stava pensando ancora al dialogo tra Harry e la Chang e a quando lui le aveva detto che l'aveva osservata per tutto il tempo dalla fine della Stanza delle Necessità. 
Loro si piacevano, e questo era quanto. 




"Non è stata la lezione più fantastica di Difesa contro le Arti Oscure che abbiamo mai avuto?" chiese Hermione orgogliosa quella sera, quando nella Sala Comune restarono solamente lei e Ginny a riscaldarsi accanto al fuoco. 
"Sì, non sono mai stata così felice" 
"Micheal non sembrava pensarla così, vero?" 
"Mette il muso su qualunque cosa, cavolo! Poi se lui se la fa con quella Chang..."
"Che cosa?" l'interruppe Hermione, con vocina piuttosto squillante e fastidiosa. Era così fastidiosa che Grattastinchi soffiò arrabbiato e balzò immediatamente giù dalle gambe di Hermione per andare altrove. "Ron aveva ragione: questo gatto ha seri problemi" 
"Tipo la voce acuta della padrona?" gli suggerì Ginny divertita, beccandosi poi in cuscino in pieno viso. "Comunque sì, Micheal sta facendo amicizia con quella Cho Chang perchè stanno in squadra insieme e quindi... beh, passano il loro tempo insieme. Se lui passa il suo tempo con lei va benissimo, poi se Harry mi fa un complimento inizia a sclerare... ma ti pare?" 
"Gin... Micheal è geloso!" obbiettò Hermione con quella pazienza che faceva venire i nervi. 
"Anche a me da fastidio che quella Cho stia con lui" 
"Mmmh" 
"E non fare che la sai più lunga di me!" protestò Ginny perchè l'espressione di Hermione non prometteva nulla di buono. 
"Sai benissimo anche tu perchè Cho ti da tanto fas..." 
"Io ho davvero sonno, sai? Sono stanchissima, oggi è stata una giornata pesante" la interruppe la ragazza, con un tono d'urgenza nella voce perchè non voleva proprio sentirsi dire da Hermione quello che stava cercando disperatamente di nascondere a sè stessa. Hermione capì, perchè prima incrociò le braccia al petto e poi le sorrise, augurandole la buonanotte mentre Ginny cercava di non farle capire che stava letteralmente scappando da lì. 
Sicuramente, parlare con Hermione della sua incasinatissima situazione sentimentale non poteva non recarle confusione. 




Nelle due settimane che seguirono, l'Esercito di Silente andava sempre forte mentre si allenava duramente per combattere la teoria inutile di Wilbert Slinkhard che la Umbridge, imperterrita, continuava a far leggere alla classe ogni santo giorno.
Inoltre, Ginny aveva raccontato ai suoi amici della sua situazione complicata con Micheal e tutto il resto, omettendo la parte in cui parlava del quadratino amoroso che si era andato a formare tra lei, il ragazzo, Harry Potter e quella dannata Cho Chang, anche se quella furba di Demelza, che la sapeva sempre lunga su tutto come Hermione, sembrava aver capito tutto e dato che chiunque la sapeva più lunga di Ginny doveva tacere, Ginny mise a tacere Demelza. 
All'avvicinarsi della partita tra Grifondoro e Serpeverde, Ron diventava sempre più taciturno e ogni volta che la sorella lo incrociava per i corridoi era sempre piuttosto verde e sudaticcio: i Serpeverde avevano messo in atto un'ottima strategia per renderlo nervoso prima ancora che l'incontro iniziasse. Hermione aveva fatto promettere a Ginny che si sarebbe messa a vedere la partita accanto a lei, e quindi entrambe le ragazze andarono a posizionarsi sugli spalti con gli amici di Ginny che facevano baldoria dietro di loro. 
"Dai un bacio anche a me, Hermione?" la punzecchiò Ginny ilare, perchè Hermione aveva dato un bacio portafortuna sulla guancia di Ron, che era diventato tutto paonazzo e si toccava il punto in cui lei lo aveva baciato come se l'avesse sognato. "Uno piccolissimo, sulla guancia qui... proprio qui..." e indicò un punto sulla guancia, in modo assolutamente canzonatorio. 
"Ha-ha" fece Hermione sarcastica, ma sorrideva. "Volevo solo..." 
"Sì sì, ci sei riuscita alla grande" concluse la ragazza per lei, perchè quel volevo solo avrebbe di sicuro accompagnato un continuo del tipo: fargli tornare il buon'umore ed Hermione era davvero riuscita nel suo intento. 
"Non fare quella faccia!" protestò lei, incrociando le braccia al petto e guardando altrove. 
"Sai, è la stessa faccia che fai tu quando parli di me e della mia incasinata vita sentimentale" la rimbeccò Ginny con un sorrisino. 
"Ehm... Gin..." chiamò imbarazzato Ritchie da dietro agli spalti, "credo che tuo fratello stia per vomitare..." aggiunse, rendendole un piccolo binocolo e Ginny controllò meglio in campo per vedere se Ron stesse sul serio vomitando l'anima dal nervosismo. 
"Allora?" chiese Hermione agitata. 
"Va tutto bene, è solamente nervoso... sono sicura che non darà spettacolo" 
Certo, non avrebbe dato uno spettacolo di quel genere ma avrebbe dato di sicuro uno spettacolo di un altro genere... tipo quello di non parare nemmeno una volta perchè troppo nervoso e occupato ad ascoltare i cori Serpeverde per tentare di far vincere Grifondoro. La partita era iniziata in fretta, ma Ginny avrebbe dato qualsiasi cosa per infischiarsene della prestazione di suo fratello: la prima volta, Ron si era tuffato a braccia aperte col risultato che la Pluffa gli era passata proprio in mezzo mentre durante la sua seconda volta, si era lanciato in avanti come nuotando a cagnolino e la palla l'aveva sfiorato il braccio ed era finita proprio nell'anello centrale... tutto coronato da una filastrocca spregevole. 

Perchè Weasley è il nostro re
ogni due ne manca tre
così noi cantiam perchè
perchè Weasley è il nostro re. 

Weasley è nato in un bidon
ha la testa nel pallon 
vinceremo noi perchè
perchè Weasley è il nostro re. 


Alla fine, Grifondoro riuscì comunque a vincere perchè Harry acciuffò il Boccino da sotto al naso di Malfoy, ma...
"Squalificati" mormorò Angelina Johnson con una voce sepolcrale, quella sera nella Sala Comune. Ginny e gli altri erano appena ritornati dalla cena e avevano scoperto che, dopo la baruffa in campo avvenuta tra Harry e George contro quella infida serpe di Malfoy, la Umbridge aveva deciso di squalificarli... "A vita. Niente Cercatore e niente Battitori... ora che accidenti facciamo?"
"Oh, è così ingiusto! Insomma... e Tiger, che ha tirato quel Bolide dopo il fischio? Lui l'ha squalificato?" chiese Alicia Spinnet, stordita.
"No!" fu Ginny a risponderle, seduta su un lato della poltrona di Harry insieme ad Hermione e con tutto il resto della squadra in cerchio attorno a loro. "Avrà solo una punizione, ho sentito Montague che ne rideva a cena" aggiunse. 
"E squalificare Fred che non ha fatto nulla!" sbraitò ancora Alicia. 
Sì, perchè la Umbridge non solo aveva squalificato a vita Harry e George... ma anche Fred. 
"Io vado a letto, forse è tutto un brutto sogno... forse mi sveglierò domani mattina e scoprirò che non abbiamo ancora giocato" annunciò Angelina, alzandosi lentamente dal divano con sguardo quasi assente. Alicia e Katie la seguirono, e poco dopo anche i gemelli si trascinarono a letto lasciando i tre ragazzi da soli, che ancora si chiedevano dove fosse finito Ron. 
"Quella canzone... l'hanno fatto di proposito!" sbottò Ginny infuriata, cercando di eliminare dalla mente quella sciocca canzoncina. "Mi dispiace davvero tanto..." aggiunse rivolta al ragazzo, dandogli un piccolo colpetto sulla spalla mentre si alzava dal bracciolo della poltrona. "Vado a letto, magari è veramente un brutto sogno" e con un cenno di saluto a Harry ed Hermione, si allontanò e salì la scala a chiocciola che conduceva nei dormitori femminili. 
Quando aprì la porta, trovò Demelza ad aspettarla seduta sul suo letto. 
"Sei ancora sveglia?" domandò stupidamente Ginny mentre sgranava gli occhi, sorpresa. 
"Che ti aspettavi?" la rimbeccò l'amica, alzandosi e aggiustando le lenzuola del baldacchino. "Vick si è appena addormentata ma ti stavamo aspettando tutte e due, quindi non dire che non ti pensiamo mai. Allora, la Umbridge li ha davvero squalificati a vita?" 
"Sì" rispose la ragazza, iniziando a spogliarsi e infilarsi il pigiama. 
"Vedi il lato positivo..."
"C'è un lato positivo?"
"In questo caso sì" rispose Demelza con un sorrisino. "Angelina Johnson farà altri provini perchè alla squadra serviranno... uhm, fammi pensare... due Battitori che possano compensare i gemelli e un Cercatore altrettanto in gamba per sostituire il tuo Potter" 
"Il mio Pott...?" 
"Oh, non hai ancora capito?" la interruppe Demelza impaziente, ma era raggiante. "Adesso potrai entrare in squadra!"







Angolo autrice
Beh, questo capitolo si concentra molto sull'Esercito di Silente e sul fatto che Micheal Corner sta iniziando a frequentare Cho Chang: infatti sappiamo che dopo che si lascia con Ginny si mette con lei, e volevo far estaurare loro un forte legame di amicizia. Lo stesso avverrà per Ginny e Dean, anche se da questo capitolo sembra ancora troppo presto, però Dean avrà un ruolo importate d'ora in poi. Ho trovato comica la scena iniziale, mentre durante le scene finali si cambia obbiettivo: l'Esercito di Silente è passato in secondo piano, perchè in primo piano c'è il Quidditch. 
Spero vi piacciano i vari dialoghi e le vicende. 
Baci!

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Capitolo 38
*** Il nuovo Cercatore di Grifondoro. ***


IL NUOVO CERCATORE DI GRIFONDORO.


"Se fossi in te... andrei a quel dannato provino" 
"Ma se non vuole andare?"
"Non essere sciocco, Chris. Lei è brava a giocare, e ci deve andare!" 
"Potremo farci compagnia a vicenda, sai... anch'io vorrei entrare in squadra e dopo mangiato andrò al provino" disse allegramente William mentre erano in Sala Grande per il pranzo, un sabato di una settimana dopo l'espulsione dei tre ragazzi dalla squadra di Quidditch di Grifondoro. 
"Ma così facendo, rinuncerai al Club di Incantesimi" obbiettò Ginny sconcertata.
"Sì, ma il Quidditch è più divertente" 
"Sì, ma il Club di Incantesimi è più bello..." sospirò d'un tratto Vicky battendo languidamente le ciglia, e ficcandosi in bocca una cucchiaiata di stufato. Demelza la fissò perplessa, poi scosse il capo come per dire che quello era un caso perso. 
"Sta conoscendo quel ragazzo di cui ti ha parlato" disse Ritchie confermando i sospetti di Ginny, che rise. 
"Magari potessi anch'io conoscere qualche ragazza... quella Padma Patil è davvero carina" intervenne Colin, senza nemmeno l'ombra di imbarazzo. "Insomma, fa esercizio con noi e a volte me la ritrovo di fianco. Ci ho parlato naturalmente, ma lei non è molto loquace e infatti... le nostre conversazioni durano solamente pochi minuti, senza contare il fatto che alla fine mi ritrovo a parlare da solo... come adesso" aggiunse, e sbuffò di fastidio.
Colin aveva sempre avuto una lingua lunga quanto la coda di un Ungaro Spinato ed era impossibile farlo stare zitto quando parlava. Ginny, notò con assai dispiacere, che gli era mancato tutto di lui e continuava a mancargli tutto: anche se si vedevano ogni giorno a lezione o a cena e durante le lezioni dell'ES, Colin non frequentava lei e gli altri come una volta. E lo stesso discorso si poteva fare con Vick, Christopher, Ritchie e William... con i loro maledetti corsi! 
"Io ti sto ascoltando, razza d'ingrato!" sbottò amichevolmente Ginny, dando una spintarella a Colin. 
Loro si sorrisero come non accadeva da tempo, poi Colin affermò: "Potresti farlo, sai? Dopo mangiato, andare a quel provino... tu potresti farcela. Chi meglio di te potrebbe farlo? Hai il gioco nel sangue, e quando qualcosa ti scorre nel sangue... beh, devi provarci!" concluse semplicemente, iniziando a bere il suo succo. 
Ginny fissò l'amico con incredulità, poi annuì e bevve anche lei un lungo sorso di succo di zucca. 
Dopo mangiato, i ragazzi costrinsero praticamente Ginny a firmare una foglio che la McGranitt doveva dare al Capitano di Grifondoro e dopo aver aspettato l'ora giusta per i provini la costrinsero a scendere al campo di Quidditch. Mentre la ragazza e William andavano ad unirsi ad un numeroso gruppo di aspiranti Battitori e Cercatori, loro andavano a sedersi sugli spalti dove Colin si stava già mettendo all'opera per fare qualche fotografia; i suoi clicksommossi tennero indaffarata la ragazza che nell'attesa li stava contando, poi William le parlò. 
"Ginny..." disse, con un tono abbastanza preoccupante. 
E adesso che cosa è successo?
"Sì?" 
"Ehm... mi dispiace per quello che è successo l'anno scorso" borbottò inaspettatamente il ragazzo, iniziando a farsi paonazzo quasi quanto i capelli dell'amica mentre la fissava come se si aspettasse che lei gli desse di nuovo un ceffone fortissimo. Iniziò perfino a balbettare e quello non era un buon segno, poi continuò con voce abbastanza ferma: "Hai capito... n-no? Il bacio, il fatto che ero estremamente geloso di tutti e di Micheal Corner... mi dispiace tanto. Era da tempo che volevo dirtelo, ma volevo lasciarmi tutto alle spalle... sul serio, mi dispiace" aggiunse mortificato, mentre Angelina radunava tutte le persone. 
"William, è tutto passato... adesso tu... insomma, siamo amici" disse in fretta Ginny tesa, nella speranza che William le dicesse che per lui quella era solamente una cotta passeggera per un'amica che era cambiata parecchio negli ultimi tempi. Come a leggerla nel pensiero, il ragazzo la rassicurò prontamente. 
"Sì, mi è passata! I-io ho provato a conoscere una ragazza al club di scacchi e... beh, ci stiamo conoscendo" 
Ginny non era delusa dal fatto che William l'avesse sostituita perchè sapere che loro erano ritornati amici come una volta le metteva una gioia immensa, una gioia così grande che senza saperlo lei gli aveva gettato le braccia al collo. William la strinse amichevolmente, e in quel momento entrambi seppero di aver rimosso quel brutto ricordo dalla mente. Un colpetto di tosse di Angelina che richiamò tutti all'ordine, fece sciogliere il loro abbraccio e i ragazzi osservarono il Capitano. 
"Dunque, oggi sarà un giorno importante per tre di voi tutti" annunciò Angelina Johnson a voce alta e sicura, "un giorno importante che non si vedeva da molti anni, dato che la squadra era già stata formata dal vecchio Capitano: Oliver Baston. Quindi, prego gli aspiranti Battitori di venire avanti... io vi chiamerò in ordine e comincerete il vostro provino. Uhm... Amelia Hooper!" 
Una ragazza altissima, dai capelli cortissimi e dall'andatura dondolante venne avanti e si mise in sella alla sua scopa per fare il provino e diventare il primo Battitore donna di Grifondoro. C'erano almeno una ventina di ragazzi che volevano diventare Battitori, ma non era mai numerosi quanto gli aspiranti Cercatori: una trentina abbondante era sparsa per tutto il campo in attesa. 
"... e lei poi mi chiede di venire ad Hogsmeade con me" stava dicendo William, quando una quindicina di aspiranti Battitori aveva già fatto il proprio provino. Le stava raccontando dei vari club e del suo primo appuntamento con una ragazza che era con lui al corso di scacchi, che si chiamava Natalie Pond ed era del terzo anno di Tassorosso. 
"Lei ha dato appuntamento a te?" 
"Sì!"
"Ma non... non è giusto! Non devono essere sempre le donne a far tutto!" 
"Ben detto" disse una voce divertita all'orecchio destro di Ginny, che si voltò piano trovandosi molto vicina a Dean Thomas. Lui le sorrise incoraggiante, e si sedette accanto ai due ragazzi chiedendo: "Provi anche tu a diventare un Cercatore? Sono secoli che voglio entrare a far parte della squadra di Quidditch" 
"Anch'io! E anche lui" proruppe la ragazza, indicando William. "Will, lui è Dean Thomas... è un amico di mio fratello e di Neville, ma ci conosciamo da parecchio anche noi. E Dean, lui è William Todd: un mio carissimo amico da quando ho messo piede qui dentro!" e sorrise raggiante all'amico. 
I due ragazzi si strinsero cortesemente la mano. 
"Solo uno di noi entrerà in squadra adesso" disse Dean ilare. 
"Dai, alla fine più che fare a botte... non può succedere proprio niente" intervenne Ginny con uno spiccato senso dell'umorismo, che grazie al cielo in quella situazione non l'aveva abbandonata. I due ragazzi scoppiarono a ridere, e Dean arrivò perfino a lacrimare dalle risate: probabilmente si era figurato la scena. "Voglio che vi comportiate bene con me, perchè sono una ragazza... ma potete lo stesso tirarmi i capelli" aggiunse lei, ridacchiando. 
"Scherzi a parte, io sono innocuo" rassicurò William, gettando all'indietro i riccioli e causando delle risatine eccitate da ragazze del secondo anno lì accanto. 
"Anch'io sono innocuo"
"Quello di cui ci dobbiamo preoccupare è lei" 
I tre risero ancora, fin quando la voce di Angelina Johnson non li interruppe. Ginny notò che gli aspiranti Battitori si erano fatti tutti da parte e che solamente due ragazzi, probabilmente i nuovi Battitori di Grifondoro, erano a due lati del Capitano e sorridevano. 
"I nuovi Battitori sono Andrew Kirke e Jack Sloper!" annunciò la ragazza battendo le mani, e molti la imitarono. "Adesso tocca agli aspiranti Cercatori, il primo a venire in campo è... Johnatan Collins!"
E così, i ragazzi dovettero aspettare ancora un'oretta a causa di tutte quelle persone che si erano presentate ai provini. Quando erano alla metà, Dean fece il suo provino e fu davvero molto bravo e in gamba, tranne per il fatto che forse era un pochino troppo lento per il Boccino; William aveva praticamente lo stesso difetto di Dean, e quindi era poco probabile che finisse in squadra quando metà dei ragazzi avevano acchiappato il Boccino d'Oro prima di loro due. Ginny fu sorpresa di constatare che non era l'ultima della lista, ma una via di mezzo tra i ragazzi centrali e quelli finali: c'erano stati molti ritardatari, quindi. 
"Il venticinquesimo aspirante Cercatore è... Ginny Weasley!" chiamò il Capitano, che ormai aveva la voce rauca dallo sforzo. "Oh, ciao... non sapevo giocassi! Sorella dei gemelli e di Ron... uhm, allora un nuovo promettente talento!" aggiunse eccitata, perchè evidentemente chi si era presentato come Cercatore non aveva nemmeno lontanamente soddisfatto le aspettative di Angelina Johnson. 
"Farò del mio meglio" disse la ragazza decisa, e annuì. 
"Perfetto, in sella alla scopa!"
Ginny si mise in sella ad una vecchia scopa della scuola perchè lei non ne aveva mai avuta una personale da portare ad Hogwarts, e scalciò con tutte le sue forze sul terreno col vento che le fischiava nelle orecchie: in un lampo, fu molti metri da terra e guardava la sagoma di Angelina che gli faceva un cenno con la mano. La ragazza scese in picchiata e si fermò parecchi metri più giù, dove riusciva a sentire la voce del Capitano. 
"Proviamo con un giro di campo e dopo libereremo i Bolidi, va bene?" chiese Angelina con un sorriso. "Vediamo come te la cavi a schivare i Bolidi e successivamente libereremo il Boccino, per vedere quanto ci impieghi a prenderlo. Tutto chiaro?" 
"Chiarissimo!" 
Ginny volò più in alto e fece un veloce giro di campo, libera da ogni preoccupazione. Non aveva mai provato quella sensazione e finalmente poteva dire di aver volato lì ad Hogwarts, poteva dire di aver partecipato ad un provino ed essere già entrata nelle grazie del Capitano. Dopo quel giro di campo, Ginny si abbassò velocemente per evitare un Bolide: non l'aveva nemmeno sentito arrivare. Ma li evitò tutti, anche se l'ultimo Bolide era velocissimo e ci mise più tempo per evitarlo e seminarlo completamente. Di sotto, Angelina Johnson era raggiante. 
"Adesso libero il Boccino!" gridò mentre Colin metteva nuovamente in azione la sua macchina fotografica. 
Ginny ebbe giusto il tempo di vedere la minuscola pallina dorata scattare in alto che dopo pochissimi secondi era sparita. Lo immaginava, l'aveva sempre immaginato: lei non era tagliata per fare la Cercatrice. Ora ci avrebbe messo anni e secoli per trovare quella maledetta pallina dorata, di sicuro se la sarebbe cavata meglio se il provino fosse per aspiranti Cacciatori... perchè lei adorava tantissimo segnare. Lo sguardo della ragazza sorvolò velocemente il campo per molti minuti, e all'improvviso vide il Boccino che volava basso: non esitò nemmeno per un momento e si tuffò in picchiata, raggiungendo la pallina svolazzante e afferrandola. 
"Bravissima, davvero bravissima!" la lodò Angelina, ormai in preda all'eccitazione. 
"Sei stata grande, Gin! Ho controllato... e tu hai acciuffato il Boccino prima di tutti!" disse un sorridente William, abbracciandola mentre lei gettava per terra la scopa e riprendeva fiato dalla lunga corsa, i battiti del cuore che iniziavano a tornare normali. 
Anche Dean si complimentò con lei e mentre i pochi che erano rimasti andavano man mano in campo, era già arrivato il momento per gli aspiranti Cercatori di sapere chi sarebbe diventato Cercatore per eccellenza di Grifondoro. 
"E il nuovo Cercatore di Grifondoro è... Ginny Weasley!" annunciò festante Angelina Johnson, e i ragazzi applaudirono educatamente mentre William e Dean la festeggiavano con calore. Solo in quel momento, la ragazza si accorse di essere l'unica femmina ex aspirante Cercatrice del gruppo e quello non fece che aumentare il suo rossore. "Complimenti, lo sapevo che avevi la stoffa!" 
"Grazie mille, Capitano" 
Angelina le sorrise incoraggiante, e dichiarò fine a quel provino estenuante. 
"Che ti avevo detto io? Almeno per una volta mi hai ascoltata!" ribattè la voce divertita di Demelza, che correva incontro a Ginny e si tuffò immediatamente tra le sue braccia per poi scostarsi in fretta, col naso arricciato. 
"Sì... io ti ascolto sempre!" replicò la ragazza, con un grandissimo sorriso.
"Già, e ascoltami anche questa volta: corri immediatamente a darti una ripulita!" 




Ginny seguì vivamente il consiglio di Demelza e insieme alle sue due amiche si avviò verso il bagno delle ragazze, con l'intento di darsi una grossa ripulita e di chiacchierare con le amiche sul provino prima di andare a lezione di Difesa dell'ES. Non ci poteva ancora credere: era davvero parte della squadra! 
"Ma cosa voleva Dean Thomas da te?" chiese Vick curiosa, avanzando velocemente il passo mentre trascinava una puzzolente e infangata Ginny su per il corridoio del quarto piano. "Insomma, noi da lassù abbiamo visto che c'era un certo movimento tra di voi ma non potevamo sapere con la precisione che stavate combinando. Anche perchè eravamo tipo a metri e metri di distanza e poi..." 
"Con William davanti, di sicuro Dean non ci ha provato con lei" la interruppe Demelza seccata. 
"Oh, ma adesso che Dean si è lasciato con Lisa Turpin starà sondando il terreno... non trovate?" 
"No" rispose Ginny immediatamente, aprendo la porta e infilandosi velocemente nel bagno. 
"Ma come puoi essere così... sssssst!" sussurrò Vick, alzando una mano per impedire alle due ragazze di dire qualcosa e si mise in ascolto. C'era sicuramente qualcun altro oltre a loro in quel bagno e tutto faceva pensare che fossero in due: una piangeva tutte le sue lacrime e l'altra cercava di consolarla, e sembravano così impegnate tra di loro che non avevano nemmeno udito la porta scricchiolare e aprirsi. 
"Marietta... voglio stare da sola!" singhiozzò forte la ragazza, urlando contro l'amica. 
"Come posso lasciarti in queste condizioni?"
"Vai, io ti raggiungo nella stanza"
"Oh... santa... merda!" sussurrò Ginny a bassissima voce, mentre Vicky assumeva l'espressione di chi veva capito improvvisamente qualcosa. Demelza, dal suo canto, non aveva capito una ciosba e per quel motivo si lasciò trascinare dalle due amiche in un cubicolo vuoto accanto a quello di Cho Chang e Marietta Edgecombe; Vick premette perfino una mano sulla bocca di Demelza e le tre si schiacciarono in quel misero e puzzolente cubicolo, con Ginny che stava quasi per sprofondare nel water e finire lì dentro incastrata. 
"Mccheccos..." biascicò Demelza, la mano dell'amica ancora sulla bocca.
"Zitta" le intimò bruscamente la rossa, spostandola da un lato per spiare nell'occhiello: quello che vide fu una cascata di ricci color rame che si allontanava dal bagno e correva verso la porta, per poi sparire e lasciare Cho a soffiarsi il naso e a tossicchiare. 
Ginny si premette il dito indice sulle labbra per impedire che quella scalmanata di Vick potesse fare qualche commento e, dopo un paio di minuti che parvero immensi, la bionda lasciò andare Demelza e trascinò Ginny via dall'occhiello per poter dare un'occhiata lei. Sentirono dei passi e molto probabilmente Cho stava uscendo dal cubicolo del bagno per dirigersi verso la porta, con passo tremante e cauto. Ginny udì la porta scricchiolare, e quindi aprirsi di nuovo, e in quel momento Cho diede in un'esclamazione allegra: si sentì un rumore strano. 
"Che sta facendo?" sussurrò Ginny a Vicky, spintonandola senza troppe cerimonie. 
"Ha abbracciato un ragazzo" rispose lei, concentrata al massimo per riuscire a vedere da quella fessura stretta. 
"Un ragazzo? Un ragazzo chi?" 
"Mi potete dire cosa sta succedendo?" scattò Demelza, venendo bellamente ignorata. 
"Non lo so... è alto e ha i capelli scuri, ma non riesco a vedere altro..." 
"Spostati" 
"No, aspetta... oh mio... quello lì è Micheal Corner!" sibilò Vick concitata, quando la porta si chiuse con uno scatto secco e dei passi sommossi davano l'idea che i due ragazzi si stavano allontanando velocemente dalla porta del bagno delle ragazze. 
"CHEDIAVOLOCIFAILMIOFIDANZATOCONLEI?" strepitò Ginny allarmata al massimo, buttando letteralmente l'amica sulla tazza del water e aprendo la porta del cubicolo, lasciando che Demelza ruzzolasse come una palla fuori e si spiaccicasse sulla parete di fronte. Inspirò profondamente: sembrava una maniaca di ogni razza e specie esistente, sessuale in primis. "Che diavolo ci fa Micheal con quella lì? Mi aveva detto che avrebbe passato il pomeriggio in biblioteca!" aggiunse, furibonda.
"Beh, forse voleva prendere una boccata d'aria e ha incontrato..." tentò di ragionare Demelza, massaggiandosi la guancia. 
"... PROPRIO LEI?" 
"Mi volete dire cosa succede?" sbuffò Demelza. 
"Oh, accidenti al demonio! Cosa vuoi che succeda, cara Demelza dei miei stivali? Volevo solamente sapere perchè diavolo piange la Chang!" rispose la ragazza irata, senza pensare che stesse alzando un pochino troppo la voce. 
"Oh, ma i fatti vostri mai?" esclamò Demelza, anche lei molto arrabbiata, mentre continuava a strofinarsi la guancia ormai tutta rossa. "Mi avete trascinata con la forza lì dentro e mi avete perfino impedito di parlare per spettegolare su quella ragazza?" aggiunse, sbuffando nuovamente. 
"Sì!" ruggì Ginny camminando avanti e indietro nel bagno, come una psicopatica. 
"Calmati, Gin! A te non da fastidio che Micheal abbia incontrato un'altra nel suo tempo libero... a te da fastidio che Micheal abbia incontrato lei!" sbottò Demelza contrariata, incrociando le braccia mentre Vick lanciava uno sguardo curioso alle due amiche, gli occhi che saettava da l'una all'altra. 
Dieci a zero per Demelza, pluffa al centro.
"Io n-non..."
"Avanti, a noi due puoi dirlo!" 
"Sì, hai ragione. A voi due posso dirlo..." disse Ginny con un tono falsamente mielato, "... non vi immischiate!" 
Punto per Ginny: dieci pari.
Vick scoppiò vivamente a ridere, anche se quella situazione era lungi dall'essere divertente. Poi assunse di nuovo il controllo, tossicchiando appena e dicendo: "Io credo che Demelza abbia ragione, e che tu debba calmarti. Quando ti ho retto il gioco, volevo solo avere le mie conferme: Cho ha bisogno di qualcuno che la consoli perchè piange ogni volta. Nei bagni, dopo le lezioni... la vedo sempre piangere. Ho sentito che lei piace Potter -come tu ben sai- e forse questa cosa le mette dolore perchè lei stava con Cedric. E poi, ha anche paura che la sbattino fuori dalla squadra di Quidditch perchè sta volando malissimo!"
Ginny ci mise molto a metabolizzare le parole dell'amica, e inspirò di nuovo profondamente. 
"E quando hai intenzione di dirmi tutto questo?" chiese cercando di suonare calma, mentre andava al lavandino del bagno per darsi una santa ripulita. 
"Mi sono scordata, va bene? Ma la realtà è che non puoi negare che la detesti perchè a lei piace Har..."
"CAN YOU DANCE LIKE A HIPPOGRIFF? MA MA MA MAAA!" 
"Il discorso di Vick non fa una piega, e di conseguenza anche il mio" ribattè Demelza con convinzione, iniziando a gongolare e fare quell'espressione che Ginny detestava con tutto il cuore: espressione che diceva che lei la sapeva più lunga di tutti. 
"SWOOPING DOWN TO THE GROUND! MA MA MA MAAA!" 
"E questo vuol dire che tu non ce l'hai con lei perchè passa il tempo con il tuo fidanzato e ci sta diventando amica, ma perchè sei gelosa che a lei piaccia Har..."
"WHEEL AROUND AND AROUND AND AROUND! MA MA MA MAAA!" 
"... e hai paura che lei te lo porti via perchè anche a te piace Harry Potter!" 
Lunghi secondi di silenzio seguirono le parole della ragazza, poi la sfacciataggine di Ginny raggiunse il cielo: "Cavolo, ho dimenticato le parole della canzone! Mi potete suggerire un verso? Sapete, ho adorato quella canzoncina da quando l'ho sentita al Ballo del Ceppo" 
Demelza si schiaffò una mano sulla fronte. 




Fin dall'inizio della lezione dell'ES fu subito chiaro a Ginny che le cose tra lei e Micheal non si stavano mettendo proprio benissimo, e nella vana speranza di dimostrare a Demelza che aveva torto, la ragazza si comportò con assoluta calma con il fidanzato. Inoltre, il fatto che lei fosse entrata a far parte della squadra di Quidditch di Grifondoro come Cercatrice parve interessare a molte persone: molti non vedevano l'ora di vederla e i gemelli si congratularono vivamente con lei per il provino che avevano visto. 
"Ho saputo che sei stata grandiosa" le disse allegramente Neville, quella sera nella Stanza delle Necessità. 
"Oh no... è stata più che grandiosa!" lo corresse Dean Thomas, facendo un gran sorriso alla ragazza. 
"C'è stato un attimo in cui non sapevo cosa stavo facendo, specialmente quando Angelina ha liberato il Boccino e..." 
"Ginny" la interruppe una voce familiare. 
La ragazza si voltò di scatto alla sua destra, la lunga zazzera di capelli rossi ondeggiò: era prevedibilmente Micheal. 
"Possiamo parlare?" chiese lui, che ormai era deciso a rimanere del suo umore imbronciato. 
"Sì, tesoro" gli rispose Ginny dolcemente, con una dolcezza minacciosamente inquietante. Salutò con la mano Neville e Dean (quest'ultimo lanciò a Micheal uno sguardo carico di invidia e disprezzo) e saguì Micheal lontano da loro, dove lui la stava trascinando senza troppe spiegazioni. 
"Ma tu stai con loro invece di stare con me?" sbottò finalmente Micheal, piazzandosi davanti a lei. 
"E tu stai con Cho Chang invece di stare con me... vedi, così stiamo pari" ribattè la ragazza, con strafottenza. 
"Lo stai facendo di proposito?" 
"Certo che no, stavo solo chiacchierando con degli amici"
"Amici!" sbottò Micheal amaro. "Ti ricordo che con Paciock ci sei andata al ballo e quel Thomas... non mi convince"
"Non ti convince" ripetè Ginny distrattamente, puntando lo sguardo su Cho Chang in fondo alla stanza. "Nemmeno a me lei convince tanto, ma non ti sto disturbando in nessuna maniera quando ci stai insieme. Mi avevi detto che andavi a studiare in biblioteca e invece te ne vai a zonzo con Cho!" 
"Sei gelosa?" Micheal fece un sorrisino. 
"Oh, fanculo... col cavolo che sono gelosa!" urlò la ragazza, facendo voltare un paio di persone. 
"Senti, Cho è un'amica che in questo periodo sta soffrendo molto e ci vuole la colonna portante di un amico a sorreggerla" spiegò Micheal cercando di ignorare la parolaccia, e Ginny borbottò tra i denti che la colonna portante gliel'avrebbe rotta in faccia. "Insomma, mi farò perdonare: passerò il mio tempo libero con te. Ma tu non devi iniziare a parlare troppo con quel Dean Thomas... te l'ho già detto che non mi convince affatto?"
"Sì, e non mi interessa perchè siamo amici"
La lezione cominciò e Micheal tenne il broncio per tutto il tempo, gettandole delle occhiate di tanto in tanto e sbuffando tutto il suo disappunto per quella situazione alquanto imbarazzante. Fece coppia e si allenarono con le varie Fatture e Incantesimi difensivi, con Harry che gironzolava attorno a tutti vedendo come se la stavano cavando. Approfittando del fatto che stava controllando Ginny e Micheal, Harry fece i complimenti alla per essere entrata nella squadra di Quidditch e Micheal raggiunse la cima della piagnosità: era davvero insopportabile. 
Alla fine della lezione, il ragazzo salutò la fidanzata con un bacio sulla guancia e se ne andò con Marietta e i suoi due amici. Ginny era così furibonda con lui e col mondo che travolse i fratelli Canon e li superò in fretta, senza nemmeno degnarli di uno sguardo. Fu proprio quando Ron ed Hermione iniziarono a litigare, parecchi metri avanti a lei, che Ginny notò che le mancava una cosa: la sua borsa era nella stanza! 
Corse indietro, travolgendo nuovamente i fratelli Canon ma salutandoli distrattamente, e non appena aprì di un centimetro la porta si rese anche conto di un'altra cosa orripilante: Harry non era con Ron ed Hermione e che Cho non era con Micheal, Marietta e la banda di Corvonero. Ma allora questo significava che...
No, impossibile.
La ragazza aprì ancora un pochino la porta, giusto per darci un'occhiatina dentro, ed ebbe la conferma di tutto quello: Harry Potter e Cho Chang si stavano baciando.
A Ginny sfuggì un piccolissimo singhiozzo prima di scappare via e lasciare lì la sua roba. 




Non aveva dato una spiegazione alle sue amiche quando aveva fatto una corsa veloce nel dormitorio, chiudendo le tendine del suo letto a baldacchino attorno a sè e cominciando a piangere tutte le sue lacrime. Sapeva che un giorno sarebbe successo... ma non era pronta a tutto quello proprio in quel momento. 
Il risultato di tutto ciò fu che Ginny cadde in un sonno agitato, fin quando...
"Signorina Weasley, mi sente? Signorina Weasley, si svegli!" una voce ansiosa risuonò nelle orecchie della ragazza, ma lei stava solo dormendo: nessuna compagna di dormitorio aveva una voce così adulta e così simile alla voce della...
"Professoressa McGranitt!" 
Ginny spalancò gli occhi e si mise a sedere, scrutandola nell'oscurità. Era tutta arruffata e portava una vestaglia scozzese, la bacchetta accesa che quasi le accecava la vista: sembrava assolutamente sconvolta, e decisa a svegliarla. Possibile che proprio Ginny avesse fatto il compito in classe di Trasfigurazione più schifoso di tutta la scuola? Aveva preso uno zero spaccato e la McGranitt era stata così sconvolta da venire a svegliare di notte?
"Sssst! Signorina Weasley... ehm... Ginny, devi venire subito con me" 
"Co... cosa?" 
"Alzati e mettiti la vestaglia, dobbiamo andare dal Preside" 
Ginny obbedì, ancora assonnata ma praticamente lucida mentre si infilava la vestaglia. 
"Cos'è successo, professoressa?" 
"Harry Potter ha avuto un incubo" rispose la McGranitt, a disagio perchè sembrava che non riuscisse a spiegare cosa fosse accaduto. "No, era una specie di visione. E tuo padre è stato ferito mentre lavorava per l'Ordine della Fenice" 







Angolo autrice
Come potete vedere, non ho modificato tanto la parte dei provini di Quidditch. Mi sono divertita un mondo a scrivere questo capitolo perchè ho metto il rating giallo e quindi la nostra Ginny ha tutto il diritto di dire parolacce, e più avanti ci saranno contenuti leggermente più forti ma che rientreranno sempre nel rating giallo, ovviamente. Questo capitolo si basa sulla furibonda Cercatrice di Grifondoro, che cerca di negare a sè stessa il fatto che le piace Harry e che è gelosa di Cho solo a causa di Harry e non a causa di Micheal. Ginny ci tiene a Micheal, ma non quanto ci tiene ad Harry... e successivamente se ne renderà conto. 
Un abbraccio!

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Capitolo 39
*** Natale al quartier generale. ***


NATALE AL QUARTIER GENERALE.


Dopo aver passato le ore più terribili della loro vita nella cucina di Grimmauld Place, Ginny e i suoi fratelli ritornarono allegri come sempre: il loro padre era stato ferito da un serpente gigantesco mentre lavorava per l'Ordine della Fenice... ma era vivo e sarebbe guarito in un batter d'occhio! In men che non si dica, i Weasley e Harry si misero in marcia verso il San Mungo insieme a Tonks e Malocchio come scorta e andarono a trovare Arthur. 
Ginny si rese presto conto che era un vero miracolo che il padre fosse vivo perchè era messo davvero male e sembrava distrutto. Ma mai distrutto quanto Harry quando arrivarono dal San Mungo a fine giornata... 
"Ma non può essere stato posseduto da Voldemort!" disse Ginny risoluta ai suoi fratelli, quella sera prima di cena. Ron sussultò al nome di Voldemort ma non protestò, pensando ancora al suo amico che dormiva di sopra. I ragazzi avevano usato le Orecchie Oblunghe per origliare una conversazione tra gli adulti e avevano sentito Malocchio ipotizzare che Harry, avendo quella specie di visione di ciò che accadeva nella mente di Voldemort, fosse stato posseduto... ma quello era praticamente impossibile. "Da quando siamo arrivati dal San Mungo non ci guarda nemmeno in faccia e questo perchè è convinto di essere stato posseduto da Voldemort, ma non è così. Dobbiamo farlo ragionare, ragazzi!" aggiunse, camminando nervosa su e giù per la stanza.
"Facile" commentò sarcastico Fred, gettandosi pesantemente sul letto della sorella. 
"Una passeggiatina" aggiunse George sconfortato, imitando il gemello e crollando anche lui sul materasso morbido. 
"Lo so... ma dobbiamo almeno provarci" 
"Ci penserà Hermione, è bravissima in quelle cose" li rassicurò ottimista Ron, brandendo una breve lettera nella mano sinistra. "Mi ha scritto questa e ha detto che viene qui a Grimmauld Place prima di Natale: non dobbiamo preoccuparci" 
Ginny stava per ribattere quando un rumore di porta aperta li fece sobbalzare tutti: era la madre. 
"La cena è pronta: scendete tutti" ordinò. "Ron, avvisa anche Harry e digli che... insomma, se vuole rimanere ancora a letto per riposare posso mettergli da parte qualcosa. Povero caro, dev'essere proprio stanchissimo" aggiunse, mortificata. 
Ginny lanciò uno sguardo tristissimo a Ron e seguì la madre in cucina, dove vi era una gran tavola apparecchiata che abbondava di cibo e con poche persone a godersela. La ragazza prese posto accanto a Tonks, e augurando un buon appetito a tutti cominciò a mandare giù il suo stufato in maniera praticamente assente. Parecchie volte, lo sguardo di Sirius si posò su di lei ma la ragazza non volle incontrare i suoi occhi: la faccenda della possessione le aveva fatto venire in mente tanti ricordi della sua infanzia che avrebbe preferito gettare nel dimenticatoio. Ricordi legati a Voldemort, o meglio, al suo ex migliore amico di dario: Tom Orvoloson Riddle.
Fu la prima ad alzarsi dalla tavola e ad annunciare che andava a riposare di sopra, ma non aveva nemmeno raggiunto la sua stanza che il suo polso fu intrappolato in una morsa. Una mano tatuata l'aveva afferrata: la mano di Sirius. 
"Sì?" fu la rapida replica di Ginny a quel gesto, mentre cercava di suonare totalmente indifferente. Ma tutto quel che le venne fuori fu una specie di borbottio strozzato, cosa che Sirius non fece a meno di notare. 
"Io e te dobbiamo parlare, rossa" disse l'uomo con decisione, guidandola nella sua vecchia camera. 
Non appena Sirius aprì la porta della sua stanza da adolescente, Ginny inalò uno strano odore: la stanza era tappezzata di stendardi di Grifondoro e la ragazza non potè fare a meno di sghignazzare quando la sua vista fu coperta da numerose fotografie di ragazze in bikini. 
"Davvero molto carine" commentò lei, accennando alle ragazze e trattenendo a stento una risatina. "Ma sono delle modelle Babbane... strano che tua madre te le ha lasciate tenere appese qui: credevo non approvasse i gusti del figlio maggiore!" 
"Incantesimo di Adesione Permanente" rispose Sirius beffardo, gongolando per la stanza. "Quella vecchia fattucchiera non ha mai potuto staccarle dalle pareti, mi ha divertito farla arrabbiare. Comunque... siamo venuti qui per parlare" 
"Ma io non ho nulla da dirti" 
"E invece sì, a tavola eri presente quanto una lumaca morta. Che cosa ti turba?"
"Nulla!" rispose troppo in fretta lei: non voleva proprio parlare della possessione. "Solo che mi dispiace per Harry: crede di essere stato posseduto da Voldemort quando sappiamo tutti benissimo che non avrebbe mai potuto teletrasportarsi dal dormitorio a Londra" sospirò e puntò gli occhi su una fotografia in movimento. "Ehi, questi quattro ragazzi non sembrano delle modelle Babbane in bikini! Ma... oddio... quello lì è Harry e... aspetta! Quel ragazzo con gli occhiali è suo padre, vero? James Potter. E lui sembra Remus... no, aspetta... tu chi sei?" aggiunse sbalordita, aggrottando la fronte mentre guardava la foto di quattro allegri adolescenti nel parco della scuola di Hogwarts: i loro sorrisi erano a dir poco contagiosi. 
"Mi stai chiedendo chi sono io? Ma... ma... ovvio che sono il più bello!" replicò Sirius, facendo la parte dell'offeso e premendosi una mano sul cuore. 
"Allora sei lui" la ragazza indicò James Potter. Quel ragazzo sembrava una versione figa e sbarazzina di Harry e questa cosa le andava parecchio a genio: un Harry simile caratterialmente a quel giovane nella foto avrebbe portato ad un party hard di tutti i suoi ormoni. 
"Oh-ho!" si esaltò Sirius, scoppiando in una risata simile ad un latrato e allontanandosi dalla foto per gettarsi sul suo letto. Ginny era visibilmente imbarazzata mentre continuava a fissare la fotografia e il volto sbarazzino di James Potter. "Beccata! Non può piacerti il padre senza piacerti il figlio, dato che sono praticamente identici. Ti piace il mio figlioccio, eh? I miei sospetti sono fondati!" e scoppiò ancora a ridere.
Ginny non rispose, e finse di studiare attentamente la foto mentre la sua mente lavorava febbrile. 
"Un momento..." fece Sirius spazzato, balzando in piedi e sgranando gli occhi. "Non sto scherzando e non fare la finta tonta con me, rossa. So benissimo che ti piace il mio figlioccio, l'ho sempre saputo e non incolpare le mie allucinazioni di questa storia!" aggiunse, ormai troppo esaltato dal fatto che aveva ragione.
"Da piccola mi piaceva" disse prontamente la ragazza, senza alcun imbarazzo. "Ma ormai la cotta è passata, era solamente il sogno di una piccola ragazzina. Adesso io ho un fidanzato che mi vuole bene, che non mi tratta male e non mi ignora" aggiunse, pensando che quella versione della sua vita sentimentale era parecchio distorta per essere reale. In realtà, non sapeva nemmeno cosa dire: Harry non le era indifferente ma non poteva dirlo a Sirius... di conseguenza non poteva neanche dirgli che aveva un fidanzato di cui non le importava poi granchè, perchè poi Sirius sarebbe arrivato alla verità. 
Ma quanto poteva essere stupida?
"Harry ti piaceva quando eri piccola?" ripetè Sirius. 
"Sì, solamente quando ero piccola" 
"Ma andiamo!" Sirius scoppiò nuovamente a ridere e le diede una piccola spintarella. "Quando lo guardavi mi sembravi molto appassionata. Riuscivo quasi a vedere James mentre fissava Lily con la speranza che lei lo notasse, anche quando lui diceva che non provava niente per lei: aveva esattamente quello sguardo. Credevo sul serio di aver avuto delle allucinazioni a causa vostra e li vedevo dappertutto di continuo!" si passò una mano tra i capelli con un gesto distratto, il sorriso sempre sulle labbra. "Sì, allucinazioni! Allucinazioni di continuo... e solo perchè tu e Harry siete identici ai miei vecchi amici"
"Come vuoi, ma resta il fatto che il tuo figlioccio mi ha sempre ignorata e trattata di merda, e adesso a me non mi importa un'accidente perchè sono fidanzata!" insistette Ginny con ira crescente, perchè parlare di quell'argomento le faceva sempre girare altamente le Pluffe. "Che vuoi che mi importi di uno che mi ha sempre ignorata? Io mi diverto solamente" agitò la mano con noncuranza, "e mi sta benissimo così. Sì, mi sta benissimo così e poi io sono fidanzata!" aggiunse, sentendosi davvero molto ripetitiva e noiosa quanto una lezione di Ruf. 
Voltò le spalle a Sirius prima che lui potesse dire qualcosa, e continuò a borbottare cose incomprensibili di cui si riusciva solamente a capire "che vuoi che mi importi?" oppure "mi ha sempre ignorata!" o ancora "io voglio solamente divertirmi insieme ai miei amici!" e altre cose del genere che continuò a ripetere all'infinito, come una pazza appena uscita dal manicomio. 
In tutta risposta, Sirius le fece un ghigno. 




Con il passare dei giorni, Ginny si pentì amaramente di aver parlato a Sirius della sua disastrosa e incasinata vita sentimentale: l'uomo non aveva fatto altro per giorni che fissare di nascosto lei e Harry, ma soprattutto lei che lanciava sguardi disperati al ragazzo con l'intento di attirare la sua attenzione e di convincerlo a parlare con loro, o almeno di convincerli a guardarli in faccia. Con l'arrivo di Hermione, le speranze dei ragazzi si riaccesero come una lampadina: lei avrebbe di sicuro convinto l'amico a parlare a tutti di nuovo e l'avrebbe fatto ragionare. Ma Hermione non aveva assolutamente intenzione di farlo ragionare...
"CHE COSA?" esclamarono Ginny e Ron con vocina acuta, spiazzati da quell'affermazione. 
Hermione si limitò a fare un sorrisino, sorrisino che diceva che la sapeva sempre più lunga di tutti. 
"Miseriaccia, Hermione... ti abbiamo aspettato a lungo per un aiuto, sai benissimo che io non sono bravo in quelle cose!" ribattè Ron, che aveva raggiunto la vetta dell'isteria e guardava l'amica come se non credesse alle proprie orecchie. Si alzò e iniziò a marciare davanti alla ragazza come se lei fosse un colpevole che stava dichiarando il suo omicidio. "Non puoi dirci che non ci aiuterai: Harry ci evita ogni volta che può... perfino durante i pasti!" 
"Ha ragione, si sta nascondendo da quando è arrivato dal San Mungo!" aggiunse la sorella, con evidente rabbia. 
"Riflettete... qui l'unica che può risolvere tutto sei tu. Tu, Gin... proprio tu" disse inaspettatamente Hermione, guardando l'amica con intensità. Anche Ron si voltò a fissare la sorella, e alzò un sopracciglio in modo scettico. 
MACCHECASPITA?
"Non fate quelle facce da pesci lessi, avete capito!" tagliò corto Hermione. 
"Io no..." mormorò piano Ron, e sembrava sincero.
Ma Ginny aveva d'un tratto capito tutto e si maledisse per non averci pensato su prima: lei era stata l'unica persona più vicina al ragazzo che era stata posseduta da Voldemort e chi meglio di lei poteva farlo ragionare e smentire quella cosa? Ovviamente, questo doveva comprendere un breve racconto della sua esperienza per far calmare definitivamente il ragazzo che era in uno stato di profondo shock... ma lei poteva e doveva aiutarlo, perchè era davvero l'unica che poteva farlo.
Fece un gran sorriso ed Hermione uscì dalla stanza, gongolando vittoriosa. 
Ron era visibilmente sconcertato. "Ma che diavolo vi prende?" sbottò. 
"Lo vedrai. Oh, accidenti al demonio... sono stata così stupida!" 
"Accidenti al dem...?" ripetè Ron sgranando gli occhi, e lasciando spazio all'incredulità sul suo volto piuttosto che ad un sorrisino divertito. "Aspetta, questa cosa che voi due parlate codice non l'ho mai sopportata... voi ragazze siete impossibili! Mi dici che miseriaccia succede?" aggiunse, scrutando la sorella con ira. 
"E va bene. Ti ricordi il mio primo anno?" 
"Come posso non ricordare la strizza di quando sei stata portata in quella stramaledetta Camera dei Segreti?" 
Stavolta, fu il turno di Ginny di sgranare gli occhi: il fratello non aveva mai parlato di quanto lui e gli altri avevano sofferto per la perdita della sorella, che credevano che fosse morta invece che posseduta a causa di uno stupido diario. All'improvviso, l'affetto per Ron zampillò dentro di lei e si sentì molto ben disposta nei suoi confronti più di quanto non lo fosse già prima. 
"Bene, io ero stata posseduta da Tu-Sai-Chi quindi sono l'unica che può mettere fine ai suoi pensieri paranoici. Insomma, fai due più due... sono la persona più vicina a lui che può descrivere con esattezza quegli effetti" 
Ron aveva ancora un'espressione stupita, poi si affrettò ad annuire perchè aveva capito. Restarono per un attimo in silenzio poi la porta si aprì ed Hermione fece il suo vittorioso ingresso, seguita da un Harry Potter con l'espressione allegra quanto il culo di un Vermicolo. La scena avrebbe fatto molto ridere Ron, se non fosse stato per il fatto che quel ragazzo depresso era il suo migliore amico. 
"Allora, come ti senti?" chiese Hermione, marciando verso il letto e sedendosi accanto a Ginny.
"Bene" rispose il ragazzo, rigido quanto un palo da Quidditch ficcato in certo posto. 
"Oh, non mentire!" si spazientì Hermione. "Ron e Ginny mi hanno detto che ti stai nascondendo da tutti da quando siete tornati dal San Mungo!" aggiunse, e le orecchie di Ron diventarono scarlatte da far paura. 
"Ah, dicono così?" domandò Harry scontroso, guardando con rabbia i due ragazzi.
"Sì, è vero! E non ci guardi nemmeno in faccia!" sbottò Ginny arrabbiata, che a differenza del fratello non era affatto imbarazzata. 
"Siete voi che non guardate in faccia me!" ribattè il ragazzo.
"Forse vi guardavate a turno senza incrociarvi mai" disse Hermione, accennando un lieve sorriso.
"Molto spiritosa!" commentò l'amico, dandole velocemente le spalle. 
"Oh, piantala di fare l'incompreso! Ascolta, mi hanno raccontato quello che hai sentito la notte scorsa con le Orecchie Oblunghe..."
"Ah, sì? Tutti a parlare di me... tanto mi sto abituando!"
"Noi volevamo parlare con te, ma tu ti nascondi da quando siamo tornati!" intervenne Ginny risoluta, sbuffando appena. 
"Non volevo parlare con nessuno!" replicò Harry imperturbabile, con grandissima faccia tosta. Una faccia talmente tosta che faceva venir voglia a chiunque di prenderla a schiaffi e di scrollarlo per fargli capire quando visibilmente era idiota. 
"Beh, sei stato proprio stupido visto che io sono l'unica persona che conosci che è stata posseduta da Tu-Sai-Chi e posso dirti cosa si prova!" 
Il sangue caldo gli era ormai arrivato al cervello e poteva giurare che quella sua rabbia era servita a qualcosa: Harry si era immobilizzato accanto alla porta, e Ginny avrebbe giurato che la sua faccia fosse di imbarazzo totale... oltre al fatto che sicuramente si era appena accorto di essere stato davvero ma davvero ma davvero ma davvero deficiente.
"L'avevo dimenticato" fu la risposta flebile del ragazzo.
"Beato te" replicò freddamente lei. 
"Mi dispiace... quindi secondo te non sono stato posseduto?" 
"Ricordi tutto quello che hai fatto? Ci sono momenti di vuoto in cui non sai cosa hai fatto?" 
Lui parve pensarci su, poi dichiarò: "No..." 
"Allora Tu-Sai-Chi non ti ha mai posseduto: io avevo dei buchi di ore intere di cui non ricordavo niente... mi trovavo in qualche posto e non sapevo come ci ero arrivata" dichiarò la ragazza, cercando di non pensare alla voce suadente e fredda che aveva udito nella Camera dei Segreti... la voce che le dava della stupida per essersi fidata di un estraneo invisibile, la stessa voce che credeva fosse quella di un amico. 
"Tu scendi dalle stelle, o Fierobe-e-ecco!" stava canticchiando Sirius per la casa. 
Ginny si alzò immediatamente, sperando che Sirius gradisse il suo aiuto per decorare la casa.
"Dove vai?" chiese Ron. 
"Ho fatto quel che dovevo fare, adesso posso pure lasciarvi soli" rispose lei, attraversando la stanza e non degnando nemmeno di uno sguardo Harry che era ancora impalato accanto alla porta. Per un attimo credette che lui volesse fermarla, ma lei non guardò indietro e andò ad unirsi a dei festati gemelli e Sirius, che sembravano aver già alzato il gomito. 
"Il Whisky Incendiario fa male, sapete?" borbottò Ginny, entrando nel salotto e dando un'occhiata a due bottiglie vuote lì per terra. 
"Dolcezza!" la chiamò Sirius, avvicinandosi a lei e gettandole una ghirlanda attorno al collo. 
"Siete tutti e tre andati. Sirius, ma perchè Fred e George possono bere quella roba e io no?" domandò la ragazza divertita, guardando i gemelli che facevano la conga e cantavano canzoncine di Natale mentre mettevano in giro le ghirlande e i trifogli. 
"Perchè noi... hic... siamo... hic..." tentò Fred. 
"Perchè noi siamo... hic... maggiorenni... hic!" disse George, facendo una risatina sommossa. 
"Ma che diavolo succede?" sibilò orripilata Hermione, guardando i gemelli ballare e canticchiare col singhiozzo mentre Sirius cedeva gentilmente a Ginny una grossa bottiglia di alcool, spronandola a berne un goccio e a constatare quanto fosse buona quella roba; anche Harry e Ron si era appena uniti a loro, e si stavano tenendo la pancia dalle risate. "Ehi, non vorrai sul serio bere quella roba?" aggiunse la ragazza, preoccupata. 
Ma fu proprio quello che Ginny fece, prima di strozzarsi e sputacchiare tutto. 
"Sì, è un pochino troppo forte" borbottò Sirius, guardando la bottiglia con indifferenza e bevendone un altro sorso.
"Me ne sono accorta!" sibilò la ragazza, con un rantolo strozzato.
"E dato che ci siamo tutti... Ron ed Hermione, voi due potete appendere le decorazioni lì. Io continuerò a dare una mano a Fred e George con le ghirlande e tutto il resto mentre voi due" Sirius fissò con uno sguardo malizioso Harry e Ginny, che avrebbe giurato che l'uomo non aspettasse altro che quel momento per farli stare insieme e poterli guardare amorevolmente, "potete occuparvi dell'albero di Natale, da soli. Ve la caverete, forza... a lavoro!" 
"Ai suoi ordini!" replicò Harry di umore assai migliorato, e si avvicinò all'albero per decorarlo. 
"Sirius, tu sei proprio un..." 
"Non vieni ad aiutarmi, Ginny?" chiese il ragazzo, facendole un gran sorriso e offrendole la mano. Ginny era sicura che lui volesse farsi perdonare per averla trattata male e per aver dovuto risvegliare i suoi incubi, ma la proposta di decorare un intero albero di Natale insieme a lui era troppo allettante per rifiutarla. 
Sirius fiutò l'aria. "Semplicemente: muoviti" disse. 
"Sei un meticcio morto, Black" minacciò la ragazza, ma un attimo dopo sorrideva e aveva afferrato la mano di Harry. 




Come previsto, il Natale lì a Grimmauld Place fu davvero meraviglioso anche se a tutti mancò molto la presenza di Arthur. Bill andava e veniva dal San Mungo ogni tanto per fargli compagnia tra un pasto e l'altro e per i ragazzi fu così insopportabile che alla fine Bill si arrese e restò all'ospedale insieme al padre, portandogli un dolce fatto da sua moglie con tanto amore. Fu il Natale più bello che ebbero mai passato: si riempirono tutti la pancia, giocarono a Spara Schiocco e tanti altri giochi dei maghi e infine, sfiniti e con le pance gonfie di cibo, si misero a chiacchierare allergamente. 
Più di una volta, Ginny si era ritrovata a minacciare Sirius (anche con gli occhi!) ma quello che Sirius diceva su lei e Harry era vero e probabilmente quel ragazzo dai scintillanti occhi verdi e la buffa cicatrice a forma di saetta sulla fronte l'avrebbe seriamente fatta impazzire. Ma forse... era lei che doveva smetterla: non doveva guardarlo con visibile desiderio in presenza di tutto l'Ordine della Fenice e Sirius compreso, non doveva fare niente che potesse far capire che le sue viscere stessero ballando la conga quando lui le rivolgeva la parola o quando sorrideva o quando si trovava a guardarla negli occhi. Ma quel Natale le aveva solamente fatto capire che Micheal non era il ragazzo giusto per lei, e non vedeva l'ora di andare ad Hogwarts e chiarire con lui. 

"... e James teneva Harry in braccio e non sapeva come cambiargli il pannolino!" stava dicendo Sirius, suscitando le risate generali. "Voleva che fosse il padrino a pulire il sederino del suo neonato ma io non ci pensai proprio e lo mandai gentilmente a quel paese"
"Ma quanti anni avevi?" chiese Malocchio a Sirius.
"Credo... venti" rispose lui. 
"Perchè non hai voluto aiutare il tuo amico? Pensa se avevi un figlio!" esclamò Tonks, che quella sera aveva spettinati capelli viola. 
"Ah, mi sarebbe piaciuto... l'avrei chiamato James Remus. Sì, James Remus Black suona proprio bene!" dichiarò Sirius, facendo ridere moltissimo Remus e suscitando ancora l'ilarità generale, soprattutto quella degli adolescenti. "E sarebbe stato bello come me, fringuello come James e... mangiatore di cioccolato come Lunastorta" aggiunse, ficcandosene un pezzo in bocca giusto per il gusto di farlo. 
"Che ne pensate invece di James Sirius Potter?" chiese Harry allegramente, con l'umore alle stelle. 
"Già, che ne pensate di un ritorno di fiamma? Tu che ne pensi, Gin?" insistette Sirius, la cui sanità mentale era ormai andata a barsi benedire. 
"Direi... beh... che è un bel nome" balbettò lei ed Hermione le rivolse un'occhiatina divertita.
"E se fosse una femmina?" domandò Ron curioso. 
"Si chiamerebbe come te!" lo rimbeccò George e la madre ordinò a lui e al gemello di andare a lavare i piatti in cucina, cosa che i gemelli dovettero fare mentre appellavano ad uno ad uno i piatti che schizzarono dal salotto alla cucina. 
"Se fosse femmina si chiamerebbe Lily, mi pare logico" disse Sirius, lanciando uno sguardo al figlioccio.
"Sì, il nome di mia madre. E tu, Ron?" 
"Oh santo cielo... è ancora troppo presto!" sbottò Molly imbarazzata, arrossendo tutta d'un botto.
"Lasciaci divertire!" la rimproverò allegramente Tonks, protendendosi verso Ron per vedere cosa aveva da dire.
"Ehm... a me piacerebbe Hugo, come nome..." borbottò lui. 
"Un mio amico ad Hogwarts si chiama Hugo e la sua vigilanza non era mai costante" disse Malocchio imperturbabile.
"Hugo è un bel nome, Ron. Per me, se fosse una femmina sarebbe... Rose" buttò lì Hermione, fissando Ron al di sopra del pelo ritto di Grattastinchi. 
"E tu invece, Tonks?" sghignazzò Ginny divertita, quando ebbe finito di guardare Ron ed Hermione scambiarsi dei sorrisetti. 
"Chiamerei mio figlio come mio padre: Ted" rispose la ragazza, annuendo. 
"Ted Shalkebolt" proruppe Sirius e Tonks rischiò di strozzarsi con la sua Burrobirra. In realtà, molti di loro avevano fatto una faccia orripilata perchè vedere Tonks accoppiarsi con un vecchio e strano mago tranquillo per i gusti della ragazza era da brividi. "No, scusatemi... Ted Lupin suona molto più bene!" si corresse, e Ginny concordò con Sirius e gli battè il cinque. 
Tonks parlava spesso con lei di Remus e Ginny era sicura che una cotta segreta la provasse, Tonks per l'uomo.
"SIRIUS!" ruggì l'uomo in questione, rovesciandosi tutta la Burrobirra addosso. 
"Ma che diavolo dici, Sirius?" si agitò Tonks, mentre i ragazzi ridevano e Molly correva a vedere il fracasso che i gemelli stavano facendo in cucina: probabilmente avevano fatto saltare in aria tutti i piatti. "Insomma, mi stava venendo un colpo quando ho sentito Ted Shalkebolt perchè con Kingsley... aiuto, andiamo! Non è proprio nel mio genere! Ma Ted Lupin è allucinante, non suona molto bene... anche se rispetto a Kingsley e gli altri Auror, Remus è decisamente quello con cui si potrebbe fare..." 
A quel punto, Remus consigliò seriamente ai ragazzi di andare a dormire. 
"MA NON IN QUEL SENSO!" si affrettò a strillare Tonks, con i capelli che diventavano sempre più rossi via via che la sua faccia diventava rossa. Sirius era in due dalle risate, Remus tracannava la sua Burrobirra lanciando alla ragazza delle occhiatine fugaci e i ragazzi... ignorarono il consiglio dell'uomo, perchè quando il discorso diventava leggermente più piccante non volevano perderselo. "Nel senso che sarebbe il più appropriato per... insomma avete capito!" 
Sirius disse qualcosa che fu preferibilmente da censurare. 
Molly, arrivata proprio in tempo per sentire quel commento alquanto scioccante, ordinò ai ragazzi di andare a dormire e loro non poterono far altro che rivoltarsi tutti per le scale, iniziando a ridacchiare su una presunta relazione tra Tonks e Remus, oppure tra Malocchio e la professoressa McGranitt, che era passata prima per un salutino Natalizio. Quando si arrivò anche alla coppia formata da Ron ed Hermione, i due ragazzi in questione decisero di battersela in ritirata lasciando da soli Harry e Ginny, mentre i gemelli di sotto facevano un gran chiasso e blateravano qualcosa sui piatti troppo scivolosi. 
"La mamma starà dando di matto" disse Ginny divertita, spiando al di sopra della rampa di scale. 
Harry rise. "Ehm... puoi venire in camera mia un attimo?" chiese infine, arrossendo lievemente.
"D'accordo..."
La ragazza annuì e lo seguì precipitosamente di sopra, sperando che risultasse tranquilla e indifferente ai suoi occhi e sperando invece che non risultasse troppo maniaca o troppo divertita da quella situazione. 
Adesso mi stupra... si ritrovò a pensare lei, la Burrobirra che iniziava a fare un certo effetto. 
"Perchè mi vuoi in camera tua?" domandò Ginny curiosa, per nulla imbarazzata. 
"Devo darti una cosa" rispose il ragazzo. 
Non iniziava bene, come discorso.
"Una cosa, cosa?" 
"Devi vederla" 
Non continuava bene, come discorso. 
"Insomma, avrei potuto dartelo domani ma è meglio che lo faccia adesso..."
E non finiva decisamente bene, come discorso. 
Ginny lo seguì in camera sua, ringraziando il cielo che Ron fosse chiuso nel bagno da almeno cinque minuti a causa dell'imbarazzante discorso, e non appena furono entrati in stanza, Harry si precipitò nell'armadio e gli diede le spalle. La ragazza arrivò perfino a pensare che si stesse togliendo i vestiti per metterli nell'armadio e darle quella cosa ma alla fine dovette ammettere che la cosa che il ragazzo voleva darle era tutta un'altra cosa proprio. 
"Per te..." borbottò lui, tendendole un pacchetto regalo. 
Ahia, si metteva davvero male. 
"Non dovevi!" protestò Ginny immediatamente, stavolta seriamente imbarazzata. Harry continuava a tenderle quel pacchetto regalo e lei lo prese tra le sue mani, dovette prenderlo tra le sue mani. "Io non ti ho regalato nulla, non è giusto questo!" 
"Per farmi perdonare. Mi dispiace di averti fatto rivivere i momenti più brutti della tua vita a causa della mia stupidità, mi dispiace davvero..." mormorò mortificato, mentre la ragazza scartava pian piano il suo primo regalo di Natale che aveva tutta l'aria di essere... un profumo dall'aria magnifica. O forse era il compratore che era stato magnifico? Beh anche. "Lo so... insomma, non è niente di che, è solamente un profumo come Ron l'ha regalato ad Hermione -non glielo dire- e non l'ho fatto per avere un regalo in cambio. Spero mi perdonerai" aggiunse.
"Io... non so che dire..." 
"Dici di sì" 
"Sì... sì, certo!" rispose lei subito, facendogli un'enorme sorriso radioso. Poi, più felice e sorridente di quanto non lo era mai stata, uscì dalla camera di Harry e ringraziò il ragazzo per quel regalo che per quanto poco di valore poteva essere... restava uno dei regali più belli della sua vita perchè era stato lui a farglielo. 




"Cos'è?" chiese Hermione curiosa, che però sorrideva come un'idiota davanti a quel pacchetto.
"Un profumo meraviglioso... sei stata tu, vero?" 
"No... cioè, io gli ho solo dato un'idea!" disse lei, offesa da quell'accusa infondata. Stava quasi rischiando di cadere mentre si infilava il pigiama e correva a ficcarsi sotto le coperte, con Ginny che sorrideva anche lei come una sclerotica idiota. "Insomma, sai che Harry è un fessacchione in queste cose e io ho dovuto per forza dargli l'idea che magari con un regalo avresti potuto perdonarlo, ma non gliel'ho detto esplicitamente. Ha fatto tutto lui, giuro!" 
"D'accordo, ti credo" tagliò corto Ginny e non fece a meno di sorridere. 
"Vanno meglio le cose tra voi, giusto?" 
"Sì, ma Harry è fidanzato con quella Chang" 
"Tu come...?"
"No, non avevo assolutamente intenzione di spiarli" si affrettò a dire Ginny sincera, perchè quella era la pura verità ed Hermione doveva saperla. "Avevo dimenticato la mia roba perchè avevo litigato con Micheal e li ho visti mentre... mentre si baciavano" aggiunse, ripensando a quella scena. 
Per la prima volta, Hermione pareva senza parole. Poi sussurrò: "Ricorda e non dimenticarlo mai, io scommetto sempre che un giorno Harry si innamori di te... io punto ancora su di te, non su Cho Chang" 
"Davvero?" 
"Davvero!"







Angolo autrice
D'accordo, so benissimo che questo capitolo è lunghissimo ma mi sono lasciata trasportare anch'io e volevo rendere il Natale dei ragazzi molto divertente, dato che la Rowling non ce ne ha dato nemmeno un assaggino. Come vedete, Sirius sta iniziando a capire che Ginny gli ha mentito e vuole cercare a tutti i costi di incoraggiare questa relazione (la Rowling ha dichiarato che Sirius ha davvero incoraggiato questa relazione) ma Harry è ancora in alto mare e noterà la ragazza solamente quando le cose iniziano a diventare più complicate... dannato Potter! 
Spero vi piaccia.

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Capitolo 40
*** Di amare sconfitte e ricordi felici. ***


DI AMARE SCONFITTE E RICORDI FELICI.


Le giornate passarono con velocità sorprendente, il Capodanno fu uno sballo totale (oltre al fatto che Sirius e i gemelli si sballarono davvero col Whisky Incendiario e non scamparono alle minacce di morte di Molly) e quei giorni a Grimmauld Place trascorsero tra giochi, festini e gioia: furono delle splendide vacanze per tutti. 
Anche la giornata al San Mungo passò in fretta, ma con una certa tristezza per i ragazzi: in un reparto per i lungotenenti, incontrarono Neville Paciock che era andato a trovare i genitori che erano stati torturati fino alla pazzia da Bellatrix Lestrange. Ginny non potè non dimenticare il volto gentile di Alice Paciock mentre camminava furtiva verso suo figlio Neville per regalargli una carta di una caramella, segno che qualcosa in cambio voleva pur dargli: quella giornata, la ragazza non l'avrebbe dimenticata nemmeno se gli avessero scagliato contro un Oblivion potente. 
Quando arrivò anche il giorno della partenza, Sirius fu il ritratto della depressione mentre li salutava tutti. 
"Abbi cura di te, rossa" aveva detto l'uomo alla ragazza, stringendola in un breve e burbero abbraccio. "E non rinunciare mai a lui" aggiunse in tono serio, indicando furtivamente Harry che stava salutando gli altri membri dell'Ordine della Fenice. 
"Io non ho mai rinunciato veramente a lui" aveva ribattuto lei, le parole uscite senza alcun preavviso. 
Quelle parole cominciarono a rimbombarle nella mente per tutto il viaggio di ritorno a scuola sul Nottetempo, anche se ad un certo punto dovette lasciar perdere quei pensieri e pensare piuttosto ad un modo per reggersi e non cadere a terra e sbattere la faccia nei finestrini dell'autobus. 
Hogwarts le era sempre sembrata come una fortezza, sicura come una casa... e solo in quel momento si rese conto di quanto quella casa fosse sempre più contaminata, con la Umbridge che li attendeva severamente pronta a far pagare loro per non aver chiesto il suo permesso per partire prima nel cuore della notte. Infatti, gli amici di Ginny le raccontarono le ultime novità dicendole che la vecchia rospa era fuori di sè dalla rabbia perchè Albus Silente aveva scavalcato l'Inquisitore Supremo ancora una volta. 
"Gli schiantesimi sono gli Incanti più utili del vostro arsenale" stava spiegando Harry ai membri dell'Esercito di Silente, la prima sera del ritorno a scuola. Camminò tra loro, che erano disposti in due file ordinate e avevano di fronte il proprio avversario. "Sono praticamente l'abc di un mago, ecco. Perciò, forza Dennis... provaci"
Dennis Canon, piccolissimo nella sua divisa, venne avanti e fece un gran sorriso al suo maestro. 
"Non ce la farà mai" borbottò Dean nell'orecchio di Ginny, che sorrise e allungò il collo per vedere Ron ed Hermione aggiustare i cuscini dietro Dennis come se anche loro dessero per scontato il pensiero di Dean Thomas. "Dennis è piccolissimo e ha solamente dodici anni, mentre Harry... beh... ci sarà un motivo se ci sta insegnando a combattere, no?" aggiunse, ammiccando gentilmente. 
Ma Dennis ispirò profondamente e con uno: "Stupeficium!" mandò Harry a schiantarsi sui cuscini senza fargli avere nemmeno il tempo di alzare la bacchetta. Furono tutti sorpresi dalla prestazione di quel dodicenne e i ragazzi non vedevano l'ora di provare quel nuovo incantesimo. Le coppie si disposero una alla volta al centro della sala, con i cuscini ben allineati dietro di loro e squadrarono i loro avversari come in un vero duello. 
"Non preoccuparti, ci andrò piano con te..." la rassicurò Micheal teso, mentre si disponeva di fronte alla fidanzata. 
"Davvero molto gentile" commentò divertita lei, facendo ridere i fratelli Canon che facevano il tifo.
"Pronti?" chiese Harry e soffiò nel fischietto. 
I due restarono pochi secondi a squadrarsi, poi...
"Stupef..."
"STUPEFICIUM!" gridò Ginny velocemente, interrompendo Micheal e agitando la bacchetta con un movimento particolare. Micheal sprofondò sui cuscini con un rumore soffocato e molti scoppiarono in degli applausi ammirati; Harry e Ron si congratularono perfino, ma la ragazza aveva la vaga idea che Ron l'avesse lodata solo perchè aveva mandato a Schiantare il suo fidanzato. 
"Davvero, sei stata grande! Magari se riuscissi a mandarlo via anche nella vita reale sarebbe..." 
"Ron!" sbottò Ginny sbuffando, ma sorrideva mentre guardava Padma Patil che aiutava Micheal a rialzarsi. 
"Cosa? Sto solo dicendo..." tentò Ron. 
"Mi sa che è il tuo turno, vedi di fare il gentiluomo con Hermione" lo interruppe Ginny con una risatina, mentre Ron si allontanava e si poneva avanti ai suoi cuscini e di fronte alla sua avversaria. "Mh, come se ce ne fosse bisogno..." aggiunse malignamente la ragazza, guardando una decisa Hermione: lei l'avrebbe fatto a pezzi. 
"Chi dici che vince, sorellina?" chiese Fred con un ghigno. 
Ginny rispose: "Hermione" nello stesso momento in cui George rispondeva: "Ron".
"Ron?" ripetè Fred confuso e spiazzato. 
"Sì" affermò George sulla difensiva. 
"Una falce che vince Hermione, per la vergogna di Ron" 
"Ci sto!"
Ma si scoprì ben presto che George aveva perso la scommessa e che dovette sborsare una falce a Fred, sotto gli occhi divertiti della sorella e quelli imbarazzati di Ron. George si difese bene dicendo che voleva dargli solamente fiducia ma presto lasciò perdere e andò a scommettere altrove, sperando di farsi restituire la falce dal gemello vittorioso. 
"Ci siamo divertiti oggi, vero?" sghignazzò Ginny all'indirizzo del fidanzato, mentre insieme uscivano dalla Stanza delle Necessità a fine lezione per stare da soli dopo circa un mese in cui non si erano nemmeno visti. Lui avvampò al ricordo imbarazzante di una ragazza che lo Schiantava ma alla fine annuì, e la condusse verso un aula vuota. "Insomma, dai... so che volevi fare il galantuomo ma la prossima volta puoi Schiantarmi, se vuoi" aggiunse lei, ghignando. 
"Non mancherà occasione" disse Micheal altezzoso, il naso all'aria. 
Ginny rise, facendolo infastidire ancora di più. Si stava ancora chiedendo se piantare Micheal di punto in bianco senza avere nemmeno una spiegazione a disposizione fosse giusto per lui e per lei, e alla fine era arrivata alla conclusione che era meglio aspettare per vedere come andavano le cose. Era strano, ma lei non ci provava proprio a fare un passo verso di lui... e forse stava esagerando. Se proprio doveva vivere la sua vita, non doveva rendersela un inferno a causa di Harry Potter. 
"Non fare quella faccia... siediti, dai" la incitò Micheal con un sorrisino indicando con un cenno del capo il banco, ma lei non aveva intenzione di muoversi. Lui ridacchiò e la alzò di peso per poi adagiarla sul banco e cominciare a baciarla con passione. Se qualcuno fosse entrato in quel momento gli sarebbe bloccata la crescita, e non poco. Fu solo quando la mano di Micheal cominciò ad insinuarsi sotto al maglione di Ginny, che lei si spostò bruscamente da lui.
"Scusami" borbottò imbarazzata per quell'azione avventata, mentre il ragazzo aggrottava la fronte. "Mi pareva di aver sentito un rumore venire da fuori..." aggiunse, chiedendosi se mentire spudoratamente potesse servirle a qualcosa. 
"Davvero?" fece Micheal perplesso. 
"Sì..." 
Il ragazzo sbuffò contrariato ma andò a controllare, e quando rassicurò la ragazza che fuori non c'era nessuno, nemmeno Pix o un fantasma o qualunque armatura che desiderasse andare a zonzo per i corridoi, i due ripresero le loro attività da dove avevano interrotto. Quella volta, la mano di Micheal non si infilò sotto al maglioncino di Ginny ma leggermente sotto alla gonna... e fu allora che la ragazza diede di matto. 
"Ma che diavolo fai?" sibilò frustrata, allontanando la mano del ragazzo. 
Micheal era seriamente spiazzato. "Che ho fatto?" chiese, e sembrava davvero sincero. Uno sguardo furente della ragazza bastò per fargli capire che probabilmente si era spinto troppo in là con lei, e si affrettò a dire: "Scusami, non sapevo ti desse fastidio... sai, io non sono... insomma, scusami" 
"Non sei, cosa esattamente?"
Micheal si mordicchiò il labbro inferiore, e non rispose. 
"Micheal, non costringermi a fare qualcosa di cui mi pentirei" lo avvisò Ginny con un tono fin troppo minaccioso, e mise le mani dentro la tunica per estrarre la bacchetta a tempo debito e cioè quando il ragazzo si sarebbe rifiutato di dirle qualcosa. 
"E va bene! Dunque... io... beh... non sono proprio... insomma, non sono vergine" disse in fretta Micheal, arrossendo.
Non si metteva per niente bene. 
"CHE COSA?" sbottò Ginny inbufalita come un bufalo, e il suo tono era lungi dall'essere calmo. Aveva sempre sospettato del fatto che Micheal non fosse proprio puro come la madre l'aveva fatto ma quelle erano solamente supposizioni, niente di veramente certo. "E quando diavolo hai intenzione di dirmelo? Santo cielo, me la faccio con uno che già ha sperimentato! E tu non me l'hai detto! E posso chiederti chi è stata la ragazza?" aggiunse lei, minacciosa da far paura. 
"Ehm... Marietta Edgecombe" disse Micheal, l'ombra di un sorrisino. 
Di male in peggio. 
"CHE TI RIDI, GRAN PEZZO DI DEFICIENTE?" strepitò Ginny balzando giù dal banco, irata come non lo era mai stata. "Aha! Le mani sotto al maglione, sotto la gonna... speri che io sia una delle tue prossime? Tu hai... hai... e non me l'hai detto! Era la prima cosa che dovevi dirmi prima di metterti insieme a me!" 
"Ma che cosa cambiava?" ribattè Micheal, che iniziava a riscaldarsi anche lui a causa della reazione troppo esagerata della ragazza.
"Dovevi dirmelo!" 
"Ma che cosa cambiava? Se per te è presto, io mica..."
Di peggio in catastrofe. 
"Presto? PRESTO?" strillò Ginny isterica, diventando tutta rossa come un peperone e raggiungendo uno stato di profonda frustrazione interiore. "Speri davvero che io mi ficchi nel letto insieme a te in uno di questi giorni? E NON DIVAGARE!" 
"N-no..."
"Sì, invece! Oh, vai al diavolo!" 
E sibilando una parolaccia enorme, Ginny corse via borbottando altre imprecazioni contro il fidanzato.




Il giorno dopo, un Micheal piuttosto ammusonito venne a dare il buongiorno alla ragazza al tavolo dei Grifondoro sotto lo sguardo sorpreso di tutti (e quello minaccioso di Dean Thomas) e lei, sollecitata dai continui sbuffi di impazienza dell'amica Vicky, che inoltre l'aveva bellamente rimproverata sul fatto che era stata fin troppo severa con il fidazzanto, gli chiese scusa più volte e quelle scuse furono abbastanza sincere. Sì, Vick aveva quasi minacciato Ginny di morte e aveva minimizzato la faccenda della non-verginità di Micheal dicendo che non era nulla se il ragazzo aveva fatto quello con la migliore amica della nemica della fidanzata. Alla fine, Ginny dovette ammettere a malincuore che, probabilmente, si era comportata da infantile ragazzina permalosa. A Demelza gli si era perfino bloccata la crescita, ma quella era una cosa a parte. 
"Ascoltami tesoro, voglio farmi perdonare per la mia dimenticanza" disse Micheal deciso, mentre Vick sospirava. In realtà, tutte le ragazzine (molte dodicenni) al tavolo dei Grifondoro stavano sospirando e quella non fu proprio una bella cosa per Ginny, che stava inziando seriamente a spazientirsi.
"Ma no... non devi..." balbettò lei, ancora più imbarazzata. 
"Sì, oggi è il giorno di San Valentino e magari possiamo andare ad Hogsmeade" 
AHIA. 
"Angelina pretende che ci alleniamo tutto il giorno" balbettò ancora, senza guardarlo negli occhi. "Ti ho detto che sono entrata nella squadra di Quidditch di Grifondoro e Angelina vuole che ci alleniamo per essere pronti a battere i Tassorosso domani e... mi dispiace, Micheal!" aggiunse, davvero desolata. 
"Oh, non fa niente..." fu la risposta di lui e dopo averle dato un piccolo bacio sulla guancia, filò via quasi correndo. 
Ginny guardò subito le due amiche, che gli restituirono lo stesso sguardo mortificato. La ragazza si ficcò una fetta di pane tostato in bocca, senza aver davvero intenzione di mangiare qualche altra cosa per completare quella colazione, con un melmoso morso. 
"Non puoi proprio...?" 
"No, niente affatto! Non manderò all'aria un allenamento!" l'aveva anticipata Ginny veemente, immaginando già le intenzioni dell'amica di fare il cupido. Vick era davvero una buona amica ma quando si trattava di ragazzi perdeva la testa... e iniziava a ficcare il naso dappertutto, facendo il cupido per coppie in crisi. Era magnifico da parte sua ma a volte diventava davvero stressante. 
Comunque, se prima Ginny non voleva per nulla al mondo saltare un allenamento importante di Quidditch per dedicarsi al suo ragazzo offeso e imbronciato per il trattamento ricevuto in quegli ultimi giorni, dopo mezz'ora dovette ammettere che forse era meglio una noiosa passeggiatina ad Hogsmeade tra bacetti e carezze di riconciliamento: l'allenamento fu un fiasco totale, soprattutto a causa di uno sconfortato Ron. 
"Stop... stop... STOP!" strillò per la decima volta Angelina, nel giro di quindici secondi. "Ron, devi coprire l'anello centrale se non sei sicuro! Fai così e basta, non volarci attorno altrimenti la Pluffa può sfuggirti e domani non possiamo permetterci di perdere! D'accordo... potete continuare!" 
E così fecero. 
Ginny ci mise molto ad individuare il Boccino e nel frattempo diede uno sguardo ai ragazzi di sotto: Kirke e Sloper erano patetici e brandivano le due mazze da Battitore a destra e a manca, rischiando di colpire non i Bolidi ma i Cacciatori; Katie, Alicia e Angelina erano bravissime come sempre e facevano la differenza di tutta la squadra; Ron era... un caso senza speranza. 
"ANDREW, PER POCO NON AMMAZZAVI KATIE!" abbaiò Angelina, quando il sole iniziò a tramontare dietro alle montagne di Hogwarts. "Anche tu, Jack... Merlino, potete stare più attenti? Il vostro compito non è quello di disarcionare i componenti della vostra squadra!" 
"Scusa" borbottarono i due Battitori. 
"E Ron, quante volte ti devo dire di non lasciare gli anelli incustoditi?"
"Ma perchè non mi lasci dare le dimissioni e basta?" ruggì Ron, imbronciato e di malissimo umore. 
Ginny venne giù planando, e sentì Angelina dire piuttosto duramente: "Ho fiducia in te, Ron! Vieni da una famiglia di ottimi giocatori, ti manca solamente sicurezza e fiducia in te stesso. Devi mettercela tutta, non ti lascio dare le dimissioni quando so che puoi dare il massimo di te!" 
L'allenamento durò ancora dieci minuti e fu solo quando Angelina ebbe una crisi di nervi a causa dell'ennesima parata sbagliata di Ron, per non parlare di quando Kirke colpì davvero Katie in testa procurandole forti giramenti di testa e facendo sì che i Bolidi che aveva mancato tentassero di ammazzare Ginny che pensò solamente a salvarsi la pelle abbandonando la ricerca del Boccino d'Oro, che l'allenamento si concluse in bellezza. Angelina era quasi in lacrime, ma rassicurò le ragazze che loro (calcò moltissimo su quella parola) avevano giocato bene e le ringraziò perchè le stavano vicino in un momento tanto critico. 
"Forza, Angie... possiamo sempre farcela..." disse Alicia, ma non ne era convinta nemmeno lei. 
"Sì" tirò su col naso il Capitano, con occhi ormai luccicanti di lacrime. Poi si avviò da sola verso gli spogliatoi, probabilmente per trovare una scusa plausibile per uno futuro suicidio alle docce che comprendeva la sua impiccagione. 
"Tassorosso ci straccerà..." borbottò Katie, non appena Angelina fu a distanza di sicurezza. "Kirke è proprio una femminuccia: devo andare subito da Madama Chips a farmi mettere a posto la testa. Ci manca solo che Grifondoro perda un altro componente della squadra e verremo squalificati, con il risultato che..." 
"... Angelina si suicida davvero" concluse per lei Ginny, togliendosi il fango dalle mani. 




Il giorno della partita tra Grifondoro e Tassorosso Ginny era così agitata che si mangiucchiò le unghie a sangue prima di scendere negli spogliatoi, con Vicky e Demelza che le alitavano degli incoraggiamenti sul collo e le dicevano che sarebbe andata bene: la ragazza voleva tanto crederci. Era la sua prima partita e ci teneva a fare bella figura davanti a tutti, e si infilò perfino la tunica al contrario prima che Demelza non prendesse in mano la situazione. 
Angelina e i Serpeverde avevano ragione: Tassorosso li avrebbe stracciati e se Smith se ne andava in giro a snobbarli sarebbero stati davvero guai per lui. 
"Forza, ragazzi... buona fortuna a tutti, e mettetecela tutta!" li incoraggiò Angelina, non facendo nemmeno il solito discorso pre-partita. I ragazzi annuirono e Ginny si specchiò: era bianca come un cadavere dal nervosisimo, ma meglio bianca che verde con Ron.
"Dateci dentro!" esclamò Vicky pimpante, uscendo dagli spogliatoi. 
"Sì, buona fortuna a tutti!" disse Demelza allegramente, e seguì l'amica fuori. 
Ginny si mise in sella alla sua scopa e uscì dallo spogliatoio in sella alla sua scopa seguendo le Cacciatrici, acclamata da un paio di grida di giubilio da parte dei Grifondoro mentre Lee presentava la squadra. Angelina le rivolse un timido sorriso prima di avvicinarsi al Capitano della squadra di Tassorosso per stringergli la mano, e Ron schizzò velocemente agli anelli senza guardare in faccia nessuno. 
"Vediamo che la squadra di Grifondoro ha ottenuto dei nuovi talenti!" stava dicendo Lee attraverso il megafono magico, che faceva sempre la cronaca delle partite strettamente sorvegliato da una severa Minevra McGranitt. "Andrew Kirke, Jack Sloper e Ginny Weasley, sorella del Portiere Ron e dei due ex Battitori Fred e George... anche lei nuovo promettente talento della squadra creata da Angelina Johnson! Ed ecco che i due Capitani si avvicinano!" 
"Stringetevi la mano: partenza al mio fischio. Uno... due... tre!" 
"E partono!" annunciò Lee con energia, e Ginny planò in alto sperando di trovare in fretta quel Boccino d'Oro e di non fare la figura dell'idiota davanti all'intera scuola. Summersby, il Cercatore di Tassorosso e suo avversario in quella prima partita, le fece un gran sorriso prima di prendere la direzione opposta, stringendo un fazzolettino di carta nella mano sinistra e starnutendo inaspettatamente: aveva il raffreddore. 
Buono a sapersi... pensò la ragazza, vedendo uno spiraglio di luce. 
La cronaca di Lee rendeva tutto emozionante ma non c'era nulla di emozionante in quella partita disastrosa. Non erano nemmeno passati dieci minuti che Smith già aveva segnato due volte, Kirke già si stava facendo prendere dal panico e stava iniziando a mancare i Bolidi, Sloper già stava avendo problemi di vista e continuava a sbandierare la mazza da Battitore a destra e a sinistra e Ginny non aveva nemmeno trovato una traccia del Boccino. Se solo fosse riuscita a mettere le mani su quella minuscola pallina dorata... avrebbe risparmiato che Ron si rendesse ancora più ridicolo. 
"Spinnet con la Pluffa, passa a Bell e... Smith le prende la Pluffa!" gemette Lee, mentre i due Cercatori sorvolavano il campo in cerca di un luccichio dorato. Ginny vide il Boccino che svolazzata attorno alla caviglia di Summersby ma esitò: non poteva rischiare che il ragazzo si accorgesse di avere la pallina proprio sotto al naso e strappasse la vittoria a Tassorosso. "Smith con la Pluffa che si dirige verso la porta avversaria, Smith vicino alla porta... vai Ron, bloccalo!" ma le grida di giubilio vennero da Tassorosso. "E segna! Un altro gol segnato da Zacharias Smith di Tassorosso! Che sfortuna, Ron!" aggiunse il telecronista. 
"Sì, che sfortuna..." borbottò Ginny contrariata, mentre marcava Summersby in modo assillante. 
"Ed ecco Johnson con la Pluffa che scarta Smith e... OH CAZ..." 
La McGranitt tolse il megafono magico dalle mani di Lee perchè si era lasciato sfuggire una parolaccia enorme: Sloper non aveva visto il Bolide e aveva sferrato la mazza sui denti di Angelina con il risultato che Kirke si ritrovò da solo a vedersela con due Bolidi feroci e cadde dalla scopa all'indietro, come una femminuccia. Ben presto, la bocca di Angelina fu coperta di sangue ma intanto la partita andava avanti e mentre la ragazza era in preda ad una crisi, tentando in tutti i modi di fermare il flusso di sangue della sua bocca, Tassorosso aveva segnato.
Quella partita andava gettata nel dimenticatoio, quello era certo. Ginny imprecò di nuovo contro sè stessa, poi mentre stava per lasciarsi sfuggire un'altra brutta parola lo vide... il Boccino d'Oro volteggiava sotto di loro. La ragazza accelerò in picchiata e presto anche il Cercatore di Tassorosso la raggiunse, la mano tesa e pronta ad afferrare la minuscola pallina ma... all'improvviso venne il miracolo. Summersby starnutì sonoramente e si lasciò scivolare fuori dalla sua portata il Boccino d'Oro mentre Ginny incitava la sua scopa e lo afferrava velocemente, felice per aver portato Grifondoro alla vittoria. 
"GINNY WEASLEY ACCIUFFA IL BOCCINO! LO ACCIUFFA!" strillò Lee dal megafono, eccitato che Grifondoro non avesse proprio fatto così schifo e felice per la loro vittoria. "La prestazione del nostro nuovo Cercatore è stata davvero notevole ma... purtroppo Tassorosso vince con dieci punti di vantaggio! Mi dispiace, Grifondoro... sarà per la prossima volta!" 
Tutto quello che si udì dopo fu Angelina gridare per la rabbia. 




Dopo aver evitato accuratamente i Serpeverde che continuavano ad indicarla e ridere di lei e di suo fratello, Ginny si diresse in tutta fretta verso la Sala Comune di Grifondoro dove aleggiava un'atmosfera da funerale per quell'amara sconfitta. Angelina era andata da Madama Chips per farsi curare le gengive sanguinanti, accompagnata da delle tristi e imbronciate Alicia e Katie; Kirke piagnucolava in un angolo della sala mentre Sloper cercava di consolarlo. 
Ma quanto poteva essere patetica quella squadra?
"Non te la prendere, Gin" la consolò William, passandole un boccale di Burrobirra. Lei se la portò immediatamente alle labbra, sperando di affogare i suoi dispiaceri dell'alcool e sbuffando per il fatto che non ci fosse qualcosa di più forte della Burrobirra. "Hai volato benissimo, non è stata colpa tua!" 
"Sì" ammise Christopher serio, "sei stata davvero bravissima, e infondo la partita è stata divertente. Quando quel Kirke è caduto all'indietro è stato il massimo e guardalo adesso: piange come una ragazzina lì in fondo. Che cosa deve dire lui, che ha fatto la figura dello scemo davanti a tutti?"
Ginny fece una smorfia, poi scoppiò a ridere. 
"Però se non avessi esitato..." insistette lei, dispiaciuta. 
"Ma non potevi scendere in picchiata su Summersby senza che lui vedesse il Boccino!" protestò Demelza per tirarla su, sedendosi accanto a lei sulla poltrona e dandole un'affettuosa pacca sul braccio. Ginny apprezzava i suoi amici, ma i sensi di colpa era un pochino troppo forti delle loro carinerie: non avrebbe dovuto esitare e basta. Sconfortata, si alzò dalla poltrona e andò ad affacciarsi alla finestra... proprio come una depressa. 
Appoggiò il boccale di Burrobirra sul davanzale, e sospirò sonoramente. 
"Ehi, bella presa" disse una voce che alla ragazza fece torcere le budella. Si voltò e si ritrovò pericolosamente vicina ad Harry, che le sorrideva con un sorriso incoraggiante e leggermente triste: forse gli mancava il Quidditch e quella partita era stata deprimente a tal punto da farlo rimpiangere di aver picchiato Malfoy.
"Ho avuto fortuna" disse lei sincera, con una piccola alzata di spalle. "Non era un Boccino molto veloce e il Cercatore di Tassorosso aveva il raffreddore: ha starnutito e ha chiuso gli occhi al momento sbagliato. E comunque, quando tornerai in squadra..."
"Ginny, io sono stato squalificato a vita!" obbiettò Harry lugubre, sospirando appena. 
"Sei stato squalificato finchè la Umbridge rimane a scuola" lo corresse Ginny allegra, con un sorrisino malizioso. "E c'è una bella differenza. Comunque, una volta che sarai tornato credo che proverà a giocare come Cacciatore: Angelina e Alicia se ne vanno l'anno prossimo e io preferisco segnare che cercare" aggiunse, ma Harry la stava sentendo solamente per metà: guardava Ron, ingobbito e triste mentre si fissava le ginocchia. 
"Angelina non gli permette di abbandonare la squadra: dice che ha il gioco dentro" disse la ragazza, come a leggergli nel pensiero. 
E con un ultimo sguardo triste ad un Harry depresso, si trascinò nel dormitorio senza dire una parola. 




Dopo la partita tra Grifondoro e Tassorosso, febbraio fu sostituito da un cupo marzo in cui non successe nulla di speciale, a parte il troppo studio e parecchie crisi di nervi da parte di alcuni studenti del quinto anno che si lamentavano degli esami dei GUFO, ormai quasi alle porte. Ginny si era sempre chiesta come avrebberofatto quelli che non appartenevano all'Esercito di Silente a superare l'esame pratico difesa. 
Marzo fu sostituito presto da un burrascoso aprile e finalmente l'ES ebbe una serata libera per una lezione, cosa che i ragazzi non vedevano l'ora: dovevano iniziare ad esercitarsi con i Patronus. Ginny, quel pomeriggio, salutò gli amici e si avviò da sola al settimo piano passando prima per il bagno del quarto piano per bere dell'acqua. Al suo passaggio in corridoio, parecchi Serpeverde iniziarono a canzonarla e Blaise Zabini, un ragazzo alto e con gli zigomi pronunciati che Ginny conosceva solamente di vista (o almeno quanto bastava per sapere il suo nome e riempirlo di insulti) assunse un espressione di assoluta superiorità mentre la osservava a sottecchi. Non le aveva mai urlato un insulto, Blaise: sembrava diverso dalle altre serpi, ma restava pur sempre una serpe aristocratica e dalla puzza sotto al naso. 
"Non sei molto amata dai Serpeverde, vero?" chiese la voce sognante di Luna Lovegood, che veleggiò con grazia verso Ginny e la raggiunse con la sua rivista stretta al petto. "Si comportano da veri antipatici con te, vero?" aggiunse, con i suoi occhioni sporgenti che scrutavano la ragazza. 
"Ce l'hanno con i Grifondoro" ribattè lei, sbuffando appena. 
"Le ragazze sono invidiose di te, tu sei molto carina" Quello era uno dei commenti più bizzarri di Luna Lovegood e lei diceva sempre quel che pensava senza troppi giri di parole o menzogne, ed era questo che Ginny più apprezzava di quella stramba quattordicenne leggermente fuori di testa. 
"Hai visto Blaise Zabini come ti guardava? Ha timore di far sapere ai suoi amici che tu gli piaci, perchè sei una Grifondoro!" disse inaspettatamente Luna, in tono così serio che quasi convinse Ginny a crederle. Ma non era possibile che quel Blaise Zabini avesse una cotta per lei, perchè non si conoscevano nemmeno da molto tempo: la prima volta che si parlarono fu quando lui scoprì lei e Micheal a baciarsi in un'aula vuota e li minacciò di sparire o avrebbe chiamato i Prefetti. 
"Non è così che vanno le cose, Luna. Zabini è solamente troppo aristocratico anche per urlarmi degli insulti, andiamo!" 
Luna non rispose e cominciò a canticchiare una canzoncina. "Il Cavillo?" chiese poi, porgendole con garbo la rivista. "Oh... sì, grazie..." 

HARRY POTTER PARLA CHIARO:
LA VERITA' SU COLUI-CHE-NON-DEVE-ESSERE-NOMINATO
E LA NOTTE IN CUI IO LO VIDI TORNARE

Ginny lesse l'articolo in silenzio, assorbendo l'effetto delle parole scritte su quel giornale e ridacchiando al titolo. Poi disse: "Ecco perchè la Umbridge ha firmato il Decreto Didattico numero ventisette! La mia amica doveva procurarmi una rivista, ma non è proprio riuscita a prenderne una..." 
"Puoi tenerlo, così potrà leggerlo anche lei" le disse gentilmente Luna. 
Una volta che ebbero raggiunto la Stanza delle Necessità, Luna si affiancò a lei e continuò a parlarle finchè Micheal Corner non la interruppe con delle frecciatine sprezzanti alla sua ragazza, perchè in quei giorni avevano litigato ancora a causa di una serie di problemi stupidi: probabilmente, erano stanchi entrambi di quella situazione. Ginny in primis era stanca marcia dei continui sbuffi di Micheal e delle sue insinuazioni su Harry Potter, che forse erano insinuazioni fondate... ma quello passava in secondo piano. 
"Per evocare un Patronus dovete pensare ad un ricordo potente, il più felice che ricordate... insomma, dovete permettergli di colmarvi. Solo quando avete pensato ad un ricordo felice, pronunciate l'incantesimo: Expecto Patronum" disse Harry mentre i ragazzi iniziavano a sudare dalla concentrazione, i volti contratti e immersi nei ricordi più belli che ebbero mai passato. "Non è facile, questa è magia di livello molto avanzato... ma se troverete un ricordo abbastanza potente da riempirvi il cuore di gioia il vostro Patronus prenderà la forma di un animale" 
La stanza si riempì presto di 'Expecto Patronum!' ma Ginny non riusciva a pensare ad un ricordo felice: quale poteva mai essere un suo ricordo felice? Magari... la sua prima volta su una scopa e quando aveva volato per tutto l'orto della Tana in perfetta armonia? Sì, lei ricordava che era stato un ricordo davvero felice. 
"Expecto Patronum!" gridò lei, ma dalla sua bacchetta uscirono solamente degli sbuffi di fumo argento. 
Dopo circa un quarto d'ora, Hermione fu l'unica ad aver fatto assumere al suo Patronus una forma: una scintillante lontra argentea. Poi, man mano anche gli altri membri iniziarono a far dare una forma ai loro Patronus e molte creaturine come lepri e cigni iniziarono a scintillare nella Stanza delle Necessità, provocando l'irritazione di coloro che non erano ancora riusciti a fare l'incantesimo. Un ricordo felice... un ricordo felice... magari, la Coppa del Mondo di Quidditch?
"Expecto Patronum!" 
Sbuffi di fumo, ancora sbuffi di fumo argento. 
"Non è facile, forse non hai scelto il ricordo giusto. Forza!" la incoraggiò vivacemente Luna, mentre una lepre zampettava attorno a loro. 
"Se non ci riuscite non ha importanza. E poi evocarne uno in una stanza illuminata di giorno è molto diverso dall'evocarlo di fronte a un Dissennatore" stava dicendo Harry ai ragazzi che non erano riusciti nell'intento di far prendere forma ai Patronus. 
"Non fare il gustafeste: sono così carini!" esclamò Cho allegramente.
Istinti omicidi tra tre... due... uno...
Ginny avrebbe tanto voluto darle una capocciata sulla fronte e provocarle un trauma cranico. 
"Non devono essere carini, devono proteggerti" le spiegò il ragazzo paziente e Ginny, guardando quello stesso ragazzo dagli incredibili occhi scintillanti, si rese conto di aver trovato il ricordo più bello della sua vita: il suo salvataggio nella Camera dei Segreti. Quegli incredibili occhi verdi che la guardavano con sollievo mentre lei credeva che tutto era andato perduto, mentre lei credeva di morire la sotto come una vigliacca traditrice maligna. 
Si alzò le maniche della camicetta e fece un gran respiro. 
"Expecto Patronum!" gridò e un cavallo d'argento trottò nella stanza, tra lo stupore dei presenti. Il suo Patronus era un cavallo, e il cavallo era simbolo di libertà, di energia e di solarità: la rispecchiava a pieno. Ginny era così felice della forma del suo Patronus, che non notò nemmeno che i ragazzi guardavano affascinanti il suo cavallo libero con un sorriso sulle labbra; Harry la lodò per essere riuscita ad evocare un Patronus corporeo e quegli occhi verdi la trapassarono da parte in parte, sotto lo sguardo minaccioso di Micheal. 
Era così distratta dal suo cavallo, che quasi non notò che un piccolo elfo era entrato nella stanza. Ma che diavolo ci faceva un elfo domestico lì dentro? E come diavolo aveva fatto a trovare quella stanza? Hermione rivolse a Ginny un'occhiata e lei capì che quello lì era Dobby, l'elfo di cui le avevano tanto parlato e colui che aveva suggerito ai ragazzi quel posto per esercitarsi: era dalla loro parte. 
"Harry Potter, signore... Dobby viene per avvertire... ma gli elfi domestici non possono parlare..." squittì l'elfo, terrorizzato. 
"Cos'è successo?" domandò Harry velocemente, il tono ansioso. 
"Harry Potter... lei... lei..."
"La Umbridge?" 
Dobby annuì con un tremolio del capo. 
"La Umbridge che cosa? Non avrà scoperto di noi... non avrà scoperto dell'ES?" 
La risposta era scritta sul volto terrorizzato dell'elfo. 
"Sta venendo qui?" 
"Sì, Harry Potter!" 
Ginny era bloccata, la bacchetta ancora tesa di aria e lo sguardo fisso sull'elfo che tentava di colpirsi con un grosso Detector Oscuro, sotto lo sguardo ancora più allarmato dell'ES. Harry si raddrizzò di scatto e fissò i compagni che assistevano a quella scena terrorizzati, poi urlò anche lui davvero terrorizzato. 
"CHE COSA ASPETTATE? SCAPPATE!" 







Angolo autrice
Io vi avevo avvertiti che il rating si sarebbe alzato, infatti ho sempre immaginato che Micheal non fosse proprio come la madre lo aveva fatto e che avesse già sperimentato con qualcuna. Questo capitolo non è molto interessante, ma come ho già detto: il bello deve ancora venire. Il capitolo è dedicato quasi interamente al Quidditch, anche perchè era la prima partita di Ginny e mi andava di farlo sapere. Inoltre, la figura di Blaise Zabini si delinea proprio a partire da questi capitoli e mi dispiace non aver aggiunto una scena in cui lui e Ginny si conoscevano. 
Baci.

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Capitolo 41
*** Preside nuovo, vita nuova. ***


PRESIDE NUOVO, VITA NUOVA.


Inutile dire che scoppiò il finimondo. 
"Ginny... presto! ANDIAMO!" urlò Micheal sovrastando le altre urla, e cominciò a strattonarle l'abito e ad afferrarla saldamente per mano. Insieme si precipitarono all'uscita, spintonando gli altri membri dell'ES che stavano fuggendo da tutte le parti accalcandosi l'uno sull'altro. 
Intanto, i Serpeverde entrarono spavaldi nella stanza e si lanciarono all'inseguimento dei ragazzi; Blaise Zabini indivuò i due ragazzi ma cambiò direzione e si avventò sui Tassorosso, ma forse quello fu solamente uno scherzo della luce. Ginny stava quasi per raggiungere il corridoio insieme a Micheal quando una grossa Serpeverde, che si chiamava Millicent Bulstrode, la afferrò per i capelli. 
"Non vai da nessuna parte, lenticchia!" dichiarò, tirandole bruscamente i capelli rossi. 
"Micheal, vattene!" urlò Ginny disperata, mentre si divincolava frenetica tra le braccia della Serpeverde. 
"Confundus!" 
Una voce sognante alle spalle dei ragazzi lanciò un incantesimo su Millicent, che iniziò a sciogliere la presa dai capelli della ragazza e ad avere uno sguardo vacuo e languido. Luna Lovegood fece un gran sorriso: era l'unica che era tornata indietro ad aiutare Ginny, senza contare il fatto che Micheal era rimasto impalato a guardarla mentre pensava ad un modo per liberarla della serpe. 
Con un cenno, Luna afferrò Micheal e lo trascinò via verso la Torre di Corvonero mentre Ginny prendeva a destra, verso... dove avrebbe potuto nascondersi prima che altri Serpeverde la individuassero fuggire verso la Torre di Grifondoro? Nel bagno delle ragazze, o in biblioteca? No, era troppo sospetto. Mentre la ragazza correva, udì un grido e vide Warringhton bloccare Neville con una stretta ferrea, che cercava di scrollarselo di dosso. 
No, non Neville.
Ginny agì d'istinto, ricordando le parole di Luna Lovegood. "Confundus!" disse e un formicolio si impadronì del suo braccio mentre Warringhton lasciava andare Neville con sguardo vacuo e se ne faceva dietrofront. 
"Mi hai... mi hai..." balbettò Neville, il viso paffuto sudato. 
"Sì, credo proprio di sì" tagliò corto la ragazza, aiutando l'amico a rialzarsi e dandogli un rapido buffetto sul braccio. Era piuttosto soddisfatta di essere riuscita subito a padroneggiare quell'incantesimo, anche se non l'aveva mai provato personalmente su qualcuno. "Tu stai bene, vero? L'ho solamente Confuso, non ricorderà niente e non farà il tuo nome se dovessero interrogarlo. Andiamo!"
Ed entrambi presero a correre come forsennati verso la Torre di Grifondoro, e per fortuna il tragitto fu breve perchè la stanza si trovava già al settimo piano e bastava solamente svoltare qualche corridoio per trovarsi di fronte al ritratto della Signora Grassa. Ginny sentiva che i riflessi l'abbandonavano e se un Serpeverde sarebbe apparso proprio in quel momento, lei non sarebbe stata capace di difendersi e difendere proprio nessuno; la milza che le doleva troppo. 
"Mimbulus Mimbletonia!" disse Neville quasi urlando, a tutti e due varcarono il buco del ritratto in tutta fretta. 
Tutti i membri dell'ES di Grifondoro erano lì, e i due ragazzi si gettarono a peso morto sul divano. 
"Che diavolo è successo? Chi ha fatto la spia? E... dove sta Harry?" chiese di punto in bianco la ragazza, una volta ripreso fiato. 
"L'hanno preso. Sta con la Umbridge nell'ufficio di Silente" rispose Ron tristemente, mentre Hermione respirava affannosamente con gli occhi che luccicavano di lacrime. "Non abbiamo avuto il tempo di far nulla e c'era un caos pazzesco!"
Ginny si mise le mani nei capelli, in un gesto disperato: Harry era stato preso, lui che era stato così pronto ad aiutarli e imparare loro la difesa, lui che adesso doveva pagarne le conseguenze inchiodato nell'ufficio del Preside senza nessuno che aiutasse lui. 
"Silente lo tirerà fuori da questa situazione" disse Fred risoluto, alla folla. 
"Ma sì!" convenne George velocemente.
"Ma chi ha fatto la spia?" insistette Ginny rabbiosa, torturandosi le mani in grembo. 
"Lo scopriremo presto: la mia fattura avrà funzionato. Ma Har... l-lui..." 
Hermione quasi piangeva. 
"Non lo espelleranno, tranquilla. Hanno preso solo lui?" intervenne Dean Thomas. 
"Sì"
"Fred ha ragione: Silente non lascerà che lo espellano!"
"Sì, ne sono anch'io certa... ma quello che vorrei tanto sapere è chi diavolo ha fatto la spia!" sbottò Ginny nuovamente, furiosa con l'intero creato.
"Zacharias Smith!" scattò Lavanda Brown con uno squittio. 
"O forse quel Micheal Corner, ha uno sguardo sfuggente..." borbottò Ron senza riuscire a trattenersi, lanciando alla sorella un'occhiata penetrante. 
"No, non è stato Micheal!" proruppe lei, fissando con rabbia il fratello che insinuava qualcosa di losco. Dean si mosse leggermente al suo fianco, ma non disse nulla e nessuno disse nulla per un paio di minuti... minuti che parvero incredibilmente lunghi. 
Alla fine, alcuni ragazzi si trascinarono a letto augurando a tutti la buonanotte e Ginny li imitò, lasciando da soli Ron e Hermione ad aspettare il loro amico. Entrò nel dormitorio in silenzio per non svegliare le sue compagne chiudendosi la porta alle spalle e si sbottonò distrattamente la camicetta, ammucchiandola in un lato insieme ai pantaloni, calzini e scarpe. Mise il pigiama e si infilò a letto, irrecuieta: cosa stava succedendo in quel momento nell'ufficio del Preside?




L'Esercito di Silente era finito e con esso il loro Preside. 
Hermione aveva raccontato a Ginny tutto ciò che era successo ad Harry nell'ufficio di Albus Silente e a quanto pareva quella Marietta Edgecombe aveva fatto la spia. La Umbridge l'aveva interrogata più a fondo ma a quel punto era entrata in scena la fattura di Hermione che aveva fermato la conferenza di Marietta, facendole spuntare una serie di brufoli che si disponevano sulla sua faccia creando la scritta spia e ben gli stava. La bella notizia era che Harry non era stato espulso e nessuno di loro avrebbe pagato, ma la brutta notizia era che Silente si era dato la colpa di tutto ed era fuggito... facendo sì che la Umbridge diventasse la nuova Preside di Hogwarts. 

Dolores Jane Umbridge (Inquisitore Supremo) sostituirà
Albus Silente in qualità di Preside della Scuola di 
Magia e Stregoneria di Hogwarts. 
Firmato: Cornelius Oswald Caramell, Ministro della Magia.

"Non ci credo: è uno scandalo!" disse Demelza depressa, mentre pranzava insieme agli amici e a Dean, Neville e Seamus. 
"Silente ci metterà un attimo a cacciarla dalla scuola... ricordate al primo anno?" chiese Christopher agli amici. 
"Sì, giusto!" ribattè Neville ma neanche lui sembrava molto convinto. 
"Grrrr... la detesto con tutto il cuore!" sbottò Ginny furiosa, brandendo la forchetta e ignorando il fatto che qualcuno avrebbe potuto sentirla. Era così arrabbiata con la Umbridge che non le importava più niente: poteva anche punirla tutte la volte che voleva. "Non vedeva l'ora di prendere il posto di Silente, immagino. Quella vecchia stronza rospa soffre di seri disturbi comp..." 
"Ci tieni davvero a finire la frase, lenticchia?" 
Ginny e gli altri ragazzi si voltarono di scatto: Blaise Zabini era in piedi accanto a loro, impassibile mentre ghignava freddamente. 
"Oh beh... non vedo come ti possa interessare" replicò Colin con coraggio, continuando a mangiare. 
Ritchie e Vick sghignazzarono e anche loro ignorarono Zabini, continuando a finire il pranzo. 
"Dovrei togliere dei punti al Grifondoro, non credete?" continuò il Serpeverde, in tono innocente. 
Ginny fu la prima a scoppiare a ridere, di una risata amara e fredda. Forza, quale era il trucco di Zabini? Insomma, lui non aveva alcun diritto di venire ad interrompere la sua conferenza su quanto poteva essere stronza la Umbridge o quello era un pretesto per fare a botte? La ragazza credeva che il Serpeverde non volesse sporcare il suo bel faccino venendo ammazzato di botte da una Traditrice del suo sangue. 
"Tu non sei un Prefetto!" sbottò lei, fissandolo intensamente negli occhi scuri. 
"No" replicò imperturbabile Zabini, "ma sono un membro della Squadra d'Inquisizione, studenti scelti personalmente dalla nostra Preside che sostengono il Ministero della Magia e gli studenti che fanno parte della Squadra d'Iniquisizione possono..." 
"Possono andare a quel paese?" lo interruppe William, adirato come non mai. 
"... togliere a chiunque dei punti" completò Zabini con superiorità, non distogliendo mai lo sguardo da una furibonda Ginny in preda ad una crisi isterica di nervi. "E quindi, dovrei proprio togliere a Grifondoro dieci punti" aggiunse, semplicemente. 
"Ma che storia è questa?" intervenne Dean con energia, balzando in piedi. 
"Vai a mangiare letame, Zabini!" aggiunse Seamus. 
"Siediti" intimò secco Zabini a Dean, che non si mosse. 
"Altrimenti cosa? Toglierai altri punti a Grifondoro?" insistette lui. 
Ora che si trovavano faccia a faccia, Dean e Blaise parevano quasi identici e se non fosse stato per il ghigno aristocratico di Blaise e il suo aspetto da Lord Purosangue sarebbero davvero parsi identici e quasi gemelli. Poi, Zabini si voltò verso Ginny e i suoi occhi scuri la trapassarono di parte in parte. 
"Dimenticavo che sei una Traditrice del tuo sangue, Weasley... perciò via altri cinque!" sogghignò. 
Dean scattò in avanti con energia, probabilmente per ammazzare Blaise Zabini ma Ritchie, Seamus e Neville lo bloccarono e lo costrinsero a sedersi. Peccato che bloccando Dean non poterono bloccare anche Ginny, che si alzò dalla panca e si avventò su Zabini inscenando uno scontro alla Babbana nella Sala Grande sotto gli occhi di tutti gli studenti. I ragazzi del Tassorosso che si trovavano vicini al tavolo di Grifondoro intervennero e staccarono la ragazza da uno scioccato Zabini prima che lei lo mandasse a farlo ricoverare in Infermeria. 
Lo scontro fu talmente breve che gli insegnanti non si accorsero di nulla. 
"Ehi... basta, basta..." le disse gentilmente Malcom Preece, un Tassorosso del suo anno che frequentava il corso di Babbanologia insieme ai Grifondoro. "Vuoi davvero ammazzarlo di botte nella Sala Grande? Almeno fallo fuori, no?" aggiunse, mentre Zabini si allontanava via dal tavolo dei Grifondoro e Ginny si agitava e sibilava imprecazioni. 
"Già, almeno nel cortile della scuola!" aggiunse divertito Aaron Turner. 
"Grazie, ragazzi... MA SEI IMPAZZITA?" strepitò Demelza sgranando gli occhi, quando l'amica si sedette di nuovo al tavolo sotto lo sguardo ammirato di Dean. I gemelli stavano attraversando la Sala Grande con un ghigno pronunciato, gli occhi puntati sulla sorella. 
"Mi sono arrabbiata..." borbottò lei indifferente. 
Vick, Colin e Christopher continuavano a ridacchiare. 
"Una vera ribelle!" intervenne Fred con una certa energia, seguito dal gemello. 
"Una ribelle come noi!" aggiunse George felice. 
Ginny e i gemelli si guardarono raggianti, poi Fred assunse una faccia brutta: "Ti ha toccata?" chiese. 
"Ti ha offesa?" fece eco il gemello. 
"Ti ha fatto qualsiasi cosa che avesse potuto disturbarti?" 
"Ti ha fatto qualsiasi cosa che avesse potuto spingerci a ridurre quel Serpeverde in polpette?" 
"Mi ha tolto solo dei punti" rispose la ragazza, omettendo la parte in cui Zabini l'aveva offesa gravemente. 
"Sì, anche Montague ci ha provato con noi" disse George con una risatina. 
"Provato?" ripetè Seamus senza capire. 
"L'abbiamo infilato nell'Armadio Svanitore e non comparirà per settimane" 
"NELL'ARMADIO SVANITORE?" esclamarono Demelza e Neville all'unisono. 
"Come sarebbe a dire che l'avete infilato nell'Armadio Svanitore?" chiese Colin curioso. 
"Sì, è stato molto divertente!" ribattè Fred sulla difensiva, sfregandosi le mani con gioia maligna. "Comunque, dato che per tutto il tempo che la Umbridge è stata qui siamo stati buoni e dato che adesso Silente non è qui..." 
"...riteniamo che un poco di confusione sia proprio quello che si merita la nostra cara rospa!" concluse George ilare, e cacciò fuori dalla tasca uno di quelli che Ginny pensava che fossero dei piccoli missili colorati. "Preside nuovo, vita nuova... aspettate e vedrete, da bravi" 
Fred e George si precipitarono fuori dalla Sala Grande e accesero quei missili nella Sala d'Ingresso, seguiti da un paio di studenti che avevano origliato quella conversazione e dalla sorella e gli amici. 
BOOM. 
La terra tremò e si scatenò un vero e proprio putiferio: i piccoli missili erano diventati dei grandi fuochi d'artificio, che scoppiarono nella Sala d'Ingresso creando scompiglio tra gli studenti che cominciarono a correre via dalla Sala Grande per vedere il caos che si stava creando fuori, mentre le facce raggianti di Fred e George spiccavano tra la folla di alcuni studenti acclamanti. Draghi formati da scintille verdi e oro sfrecciavano nei corridoi emettendo vampe roventi e botti assordanti; i bengala tracciavano parolacce a mezz'aria; i petardi scoppiavano dappertutto come mine e Gazza e la Umbridge erano pietrificati dall'orrore. 
"Spero che usino gli Schiantesimi!" rise George, tenendosi la pancia. 
"Oppure che provino a farli Evanescere!" ribattè Fred, gli occhi lacrimanti dalle risate. 
Regnava il caos. 
Ma quello non era nulla in confronto al pomeriggio. La giornata era passata in quel modo, tra fuochi d'artificio fuggiaschi che entravano e interrompevano le lezioni e petardi che scoppiavano facendoli strillare dalla paura, mentre gli insegnanti si divertivano a chiamare la Umbridge ogni volta solamente per il gusto di vederla correre avanti e dietro a spegnere bengala e fuochi pirotecnici. 
"Adesso esercitatevi ad appellare oggetti più grandi" stava quasi urlando il professor Vitius durante una lezione di quel pomeriggio, sovrastando il rumore dei fuochi d'artificio che facevano caos in corridoio. "Provate con i dizionari o con gli oggetti pesanti, basta con le piume! E... oh, ma guardate: dei bengala!" aggiunse ridacchiando, quando dei piccoli bengala fecero un rumoroso ingresso nella classe provocando le risatine generali. "Signorina Weasley, potrebbe correre ad informare la Preside che abbiamo dei bengala fuggiaschi in classe?"
"Sì, professore!" 
Ginny corse via dalla classe, coprendosi le bocca con le mani per soffocare il riso e affrettandosi a raggiungere l'ufficio della Umbridge che si trovava proprio nello stesso piano dell'aula di Incantesimi. Evitò per un pelo i fuochi d'artificio e bussò alla porta della loro nuova Preside con forza, attendendola. Quando la nuova Preside aprì la porta, Ginny si ritrovò davanti una Umbridge piuttosto ammaccata e coperta di polvere... il che era assai divertente. 
"Il professor Vitius mi manda per dirle che abbiamo dei bengala fuggiaschi in classe" snocciolò la ragazza, con un sorrisino malandrino. La Umbridge sembrava disperata, ma corse verso la classe di Incantesimi e dopo parecchi minuti si sbarazzò di quei bengala rumorosi. 
"Grazie mille, professoressa!" la ringraziò educatamente il professor Vitius. "Naturalmente avrei potuto sbarazzarmi da solo di quei bengala, ma non era sicuro di averne l'autorità!" aggiunse, e così facendo le chiuse la porta in faccia e gongolò per tutto il tempo con le risatine della classe di sottofondo. 
Quella sera, Fred e George furono accolti come dei veri eroi nella Sala Comune di Grifondoro. Ginny vide che perfino Hermione, amante delle regole e Prefetto di Grifondoro, si fece largo tra la folla acclamante degli studenti per congratularsi personalmente con i gemelli. I Fuochi Forsennati Weasley avevano riscosso un certo successo e ne era proprio valsa la pena, dato che rendere un inferno il primo giorno da Preside della Umbridge era stato divertente oltre ogni limite. 
"I tuoi fratelli sono grandi" disse la voce allegra di Dean Thomas, appoggiandosi allo scrittoio sul quale Ginny si era seduta, in modo da avere la visuale perfetta di tutta la Sala Comune e di tutto ciò che succedeva lì dentro. "Adesso so da chi hai preso, sai?" e le sorrise, mentre qualcosa nello stomaco della ragazza si muoveva... una sensazione che provava solamente quando Harry le sorrideva e la guardava negli occhi. 
Possibile che pian piano si stesse affezionando a Dean? 
"Somiglio davvero a Fred e George?" chiese lei, balzando giù dallo scrittoio. 
"Ma certo!" ribattè il ragazzo, avvicinandosi a lei con aria titubante.
Ginny sentì il cuore martellargli forte nel petto e si maledisse: ma che diavolo le stava succedendo adesso? Lei stava con Micheal, anche se era da molto che Micheal non le piaceva più come una volta. Ultimamente, era diventato troppo orgoglioso e musone... infatti, somigliava più ad una versione maschile di Mirtilla Malcontenta e Ginny avrebbe scommesso da testa che era l'influenza di Cho a renderlo così: quell'innaffiatoio umano l'aveva contagiato, e aveva contagiato anche Harry... che sembrava il gemello bello di Mirtilla, altro che somigliare! 
"Si è fatto tardi!" scattò la ragazza, quando Dean si era fatto più vicino. "Demelza, Vick... dobbiamo andare! Forza, sbrigatevi... su!" 
"Cosa?" sbottò Vick, impegnata a chiacchierare con gli amici. 
"Dobbiamo andare a fare quella cosa" 
"Quale cosa?" 
Demelza, che era la più perspicace del gruppo o almeno la più veloce a captare segnali eloquenti, capì in fretta e trascinò Vicky lontano dai ragazzi verso la scala a chiocciola mentre Ginny salutava Dean e le seguiva su al dormitorio femminile, con una certa urgenza. 
"Ma volete spiegarmi?" strepitò la bionda, quando Demelza la spinse nel loro dormitorio e chiuse la porta. 
Ginny sospirò. "Abbiamo un problema grosso..." dichiarò. 




Vicky rimase piuttosto sconvolta dal fatto che la sua amica provasse una certa attrazione verso Dean Thomas e lo considerasse addirittura più interessante di Micheal Corner, ma non fece ulteriori commenti e si tenne le sue opinioni tutte per sè. Anche perchè Demelza l'aveva fulminata con un'occhiataccia se avesse provato a dire qualcosa di male: lei era raggiante, e non vedeva l'ora che Ginny chiarisse con Micheal. 
A coronare il tutto, la domenica ci furono gli allenamenti e Angelina pretendeva che i ragazzi dessero il massimo: non aveva ancora dimenticato la sconfitta con Tassorosso. In realtà, quella sconfitta nessun Grifondoro l'aveva dimenticata e a quell'allenamento ce la stavano mettendo tutta per non dover fare la stessa fine della partita precedente con i Corvonero. 
"So che a Corvonero c'è il tuo fidanzato, ma metticela tutta lo stesso perchè dobbiamo vincere!" disse Angelina a Ginny quando gli allenamenti stavano per finire, mentre Ron sbuffava e lasciava cadere la Pluffa sul naso di Alicia dell'umore tempestoso di sempre. "Insomma, mi dispiace che ti trovi in questa situazione ma..."
"Angelina, non preoccuparti!" la rassicurò la ragazza, e cercò perfino di non dirle che avrebbe fatto di tutto pur di battere Micheal a quella partita: in quei giorni stava diventando davvero insopportabile e non faceva che punzecchiarla sul fatto che Corvonero avrebbe di sicuro vinto. "Non mi importa un accidente se Corvonero perde e Micheal si arrabbia... dobbiamo davvero vincere altrimenti perdiamo la Coppa!" aggiunse, piuttosto duramente. 
"Oh... va bene. Continuate, ragazzi!" gridò Angelina. 
L'allenamento durò ancora molto e Ginny ce la mise davvero tutta, e si impegnò duramente per afferrare quel Boccino d'Oro. Tutta la squadra si stava impegnando, tutti tranne Ron... che avrebbe di sicuro mandato all'aria tutti i piani di Angelina del giorno seguente. Non potevano perdere la Coppa, non potevano perdere quella Coppa dopo tutti gli sforzi che avevano fatto e non a causa di Ron. 
"JACK, OH MIO DIO! REGGILO!" esclamò d'un tratto Angelina con uno strillo acuto e tutti i giocatori planarono immediatamente giù, giusto il tempo di vedere Jack Sloper trattenuto sulla scopa fermamente da Ron. "Che diavolo è successo? Ero girata di spalle e non ho visto!" aggiunse la ragazza, preoccupatissima. 
"Ho sentito un rumore fortissimo" aggiunse Alicia, tremante. 
"I-io... Jack si è colpito da solo con la mazza..." balbettò Ron, rosso quanto i suoi capelli. 
"Cosa?" chiese Ginny spiazzata, notando che Jack Sloper faceva fatica a restare in sella alla sua scopa e tendeva a chiudere gli occhi come imbambolato. "Si è colpito con la mazza e ha perso i sensi? Ma è così... surreale. Come ha fatto a colpirsi da solo?" insistette, guardando il fratello balbettare ancora di più. 
"Che vuoi che ne sappia!" ribattè lui, furioso e imbarazzato. 
Ginny scambiò un'occhiata con le Cacciatrici e Angelina dichiarò gli allenamenti finiti, ordinando a Ron di accompagnare Sloper in Infermeria quando si sarebbe ripreso un pochino e avrebbe preso conoscenza. L'occhiata complice che si lanciarono le tre ragazze era eloquente e significava una sola cosa: Ron aveva mancato ancora una volta la Pluffa e nella rabbia aveva colpito Jack Sloper così forte da farlo perdere i sensi, facendo sì che l'allenamento finisse in fretta. 
Ovviamente, la squadra avrebbe continuato a credere che Jack si fosse colpito da solo. 




"Weasley" 
Una voce gracchiante e perfida chiamò Ginny piuttosto rudemente e lei si voltò di scatto alla sua sinistra trovandosi di fronte il custode Gazza, in compagnia della sua gatta Mrs Purr e di uno strofinaccio sudicio. La ragazza era appena tornata dagli allenamenti, e stava giusto andando sulla Torre: non voleva far nulla di male a zonzo per i corridoi ma spiegarlo a Gazza era come spiegare ad un pinguino di volare. 
Aspettandosi il peggio dalla sua espressione, chiese: "Sì?" 
"La Preside vuole vederti nel suo ufficio" rispose mastro Gazza, mentre la sua ossuta gatta faceva le fusa. 
"Perchè?" 
"Coda di paglia? Sbrigati!" 
Sbuffando, Ginny seguì il custode in un corridoio per arrivare nell'ufficio della Umbridge. E adesso cos'altro era successo? Forse qualcuno aveva informato la Umbridge che aveva quasi fatto un occhio nero a Blaise Zabini, magari la stessa Marietta aveva fatto la spia come era già successo in precedenza? Con una strana sensazione, la ragazza entrò nell'ufficio della Umbridge per la prima volta in vita sua. Una volta, il professor Allock aveva tappezzato la stanza con tantissimi quadri di sè stesso e il professor Lupin ci teneva molte interessanti creature... la nuova Preside invece aveva tantissimi riquadri di gattini e quella stanza somigliava disgustosamente ad una sala da tè tutta trine, come il pub di Madama Piediburro. 
"Voleva vedermi, Preside?" chiese Ginny in fretta, calcando molto sull'ultima parola. 
La Umbridge alzò lo sguardo da un foglio di pergamena e disse con vocina leziosa: "Oh sì, ho qui la sua posta. Questo pacco è arrivato in ritardo rispetto agli altri gufi, così ho preferito tenerlo qui e ispezionarlo per benino..." 
"Molto gentile, Preside" ribattè la ragazza, prendendo il pacco. Sopra allo scatolone dove immaginò che vi fossero delle uova di cioccolato dato che era ormai Pasqua, era scritto a caratteri cubitali: ispezionato e approvato dall'Inquisitore Supremo di Hogwarts. Facendo un breve cenno col capo, la ragazza si allontanò dall'ufficio della Preside senza dire una parola. 
Voleva controllare che non ci fosse nulla di sospetto ed era curiosa di vedere se era informazioni private, eh? E invece aveva trovato un bel due di picche ad attenderla: probabilmente Errol aveva fatto confusione e non era riuscito ad arrivare in tempo. Non appena varcò il buco del ritratto si diresse verso Hermione, che era china su alcuni appunti di rune. 
"Hermione... disturbo?"
"Niente affatto, niente affatto!" ribattè in fretta lei, facendole spazio. 
"Questo deve essere per te da parte della mamma" disse gentilmente Ginny con una risatina, guardando l'uovo che sicuramente apparteneva ad Hermione perchè decorata con piccole pergamene e libri glassati. "Ron le avrà detto che sei la migliore della scuola, e allora..." 
"Ma che gentile!" esclamò Hermione, prendendo l'uovo di cioccolato. "Ehi, ma non dovevi essere all'allenamento? Di solito finite per l'ora di cena!" aggiunse, cominciando a togliere le pergamene dallo scrittoio per scartare il suo uovo. 
"Sì, ma Ron ha dovuto accompagnare Sloper in Infermeria e non potevamo continuare. Ma Harry dove...?" 
"In biblioteca. Sai, è molto giù di corda... ha litigato con Cho a causa di Marietta"
"Oh, mi dispiace" disse Ginny automaticamente, mentendo spudoratamente. 
Oh, ma che bella notizia.
Hermione sorrise. "Harry voleva che Cho fosse più allegra, credo che si annoi di stare con lei"
Ginny scoppiò in una risata così forte che fece voltare tutti i vicini, mentre Hermione trasaliva. "Scusami, è che lo capisco bene. Ultimamente, io e Micheal ci stiamo allontanando e non stiamo andando molto d'accordo: lui si frequenta molto con Cho e io... mi sto affezionando molto a Dean Thomas" 
"Dean Thomas?" ripetè Hermione con vocina acuta. 
"Sssssst! Sì, è un tuo amico... vero?" mormorò la ragazza, alzandosi dallo scrittoio mentre Hermione annuiva. "Comunque, vado in biblioteca per dargli l'uovo e poi torno... magari il cioccolato lo tira su, Remus lo dice sempre" aggiunse lei. 
Ginny sparì nuovamente dalla Sala Comune e prese a camminare in direzione della biblioteca, per cercare di tirare su di morale Harry... che infondo era un suo amico: poteva considerarsi un amico, giusto? Lei avanzò il passo e svoltò con decisione l'angolo, per poi entrare in biblioteca seguita dallo sguardo da avvoltoio di Madama Prince, molto indaffarata con alcuni studenti del settimo anno e con una disperata Hannah Abbott.
"Harry!" lo chiamò Ginny sottovoce, individuandolo infondo alla sala che fissava il vuoto. "Harry, dico a te... mi senti?"
"Eh?" fece lui distrattamente, voltandosi mentre la ragazza lo raggiungeva al tavolo della biblioteca, con i capelli rossi piuttosto spettinati e le mani occupate dallo scatolo pieno di uova di cioccolato per lei e i fratelli. "Ciao, come mai non sei all'allenamento?" 
Lui spostò i libri per farle spazio e lei si sedette accanto al ragazzo. 
"L'allenamento è appena finito e Ron ha dovuto accompagnare Jack Sloper in Infermeria" rispose Ginny stancamente, poggiando una guancia sul pugno. 
"Perchè?"
"Non ne siamo sicuri, ma pensiamo che si sia colpito da solo con la mazza..." disse, sospirando rumorosamente. "Comunque... è appena arrivato un pacco che ha superato tutti i controlli della Umbridge" aggiunse e gli tese un bell'uovo di cioccolato glassato con dei Boccini dorati. 
Harry fissò l'uovo in modo davvero strano, come se stesse sul punto di scoppiare a piangere o in preda ad un attacco di panico.
"Stai bene?" sussurrò Ginny preoccupata, mentre lo osservava attentamente. 
"Sì" rispose lui evasivo. 
"Sembri piuttosto giù, ultimamente. Sono sicura che se parlassi con Cho..."
"Non è con Cho che voglio parlare"
"E con chi allora?" 
"Io... è con Sirius che vorrei parlare ma lo so che non posso" rispose Harry sconfortato, prendendo un pezzo di cioccolato.
"Se proprio vuoi parlare con Sirius possiamo trovare un modo, immagino" replicò Ginny incoraggiante, prendendone un pezzo anche lei.
"Ma andiamo! Con la Umbridge che controlla tutti i camini e legge tutta la nostra posta?" 
"Quando sei cresciuta con Fred e George dopo un poco cominci a credere che se hai abbastanza fegato tutto è possibile" 
Lui la guardò abbastanza esterrefatto, poi la sua espressione si addolcì con un sorriso davvero splendido. Era come un bambino al quale avevano promesso un grosso lecca lecca mentre guardava la ragazza incoraggiarlo e dirgli che tutto era possibile. Per un attimo restarono così, a guardarsi negli occhi e sorridersi ma i momenti belli devono per forza scoppiare come una bolla di sapone...
"CHE COSA CREDETE DI FARE?" "Oh acci..." bisbigliò Ginny disperata, vedendo Madama Prince furiosa. "Mi ero scordata..."
"CIOCCOLATO IN BIBLIOTECA! FUORI... FUORI!" strillò la bibliotecaria e con un gesto della bacchetta, mise in fuga lei e il ragazzo, picchiandoli sulla testa mentre entrambi scappavano a tutta velocità fuori dalla biblioteca senza aver nemmeno il tempo di scambiarsi una sola parola. Raggiunsero il quadro della signora Grassa in men che non si dica, tenendosi i fianchi dall'affanno e con la milza che doleva.
"Quella... è davvero... matta!" biascicò la ragazza, ansimando. La Signora Grassa tossicchiò sonoramente, ma i due ragazzi erano troppo occupati per riprendere fiato da darle ascolto. "Sembra proprio che lo faccia di proposito, ogni volta che sto io in bibliteca!" 
"Ti capita spesso?" rise Harry con uno sbuffo, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. 
"Sì, quasi sempre. Comunque, avviserò i gemelli... non preoccuparti, ti farò parlare con Sirius" 
"Ginny..." la chiamò il ragazzo, e lei si fermò un attimo e rimase imbambolata lì per subire bene l'impatto del suo nome udito con la sua voce: risultava così melodioso, così deciso. "Grazie mille..." aggiunse lui, con un tenero sorriso che la ragazza ricambiò. 
"Allora" trillò la signora Grassa brandendo un bicchierino di vino, "volete dirmi questa parola d'ordine o devo lasciarvi qui entrambi per andarmene a zonzo?" 







Angolo autrice
Qui potrete vedere cosa è successo a Ginny quando Harry viene acciuffato da Malfoy e mi è piaciuto aggiungere la parte in cui Luna la salva e lei salva Neville, dato che alla fine sono loro che mandano avanti la ribellione nel settimo libro. Dopo questo capitolo Micheal e Ginny si lasceranno e Dean avrà campo libero. Per la felicità di molti, ma non la mia... non mi piace Dean, pfffff. 
Un bacione!

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Capitolo 42
*** La fuga dei gemelli e l'ultima partita della stagione. ***


LA FUGA DEI GEMELLI E L'ULTIMA PARTITA DELLA STAGIONE.


Durante le vacanze di Pasqua, Ginny non aveva avuto nemmeno il tempo di guardarsi in faccia figuriamoci per parlare con Fred e George del problema di Harry ma non aveva dimenticato la promessa al ragazzo, e ogni occasione era buona per cercare di intercettare i gemelli e spiegare la situazione. Finite le vacanze, Fred e George si facevano vedere molto più spesso in Sala Comune e la ragazza trovò finalmente del tempo per parlare con loro. Ovviamente, anche loro erano dei ragazzi di parola ma Ginny non avrebbe mai immaginato che fossero così di parola da creare il finimondo... 
"Cosa? Ha davvero intenzione di parlare con Sirius?" aveva chiesto Fred, posando pigramente i libri nella cartella. 
"Sì" confermò la sorella. 
"Mmh... è un problema che si può aggirare facilmente, vero?" 
"Credo proprio di sì" affermò convinto George, con un gran sorriso incoraggiante. 
"Tutto sta nel creare un diversivo, giusto?" chiese Ginny ottimista, che voleva partecipare a quell'azione e aiutare il ragazzo. "Insomma, il camino della rospa è l'unico di tutti i camini della scuola a non essere controllato" 
Fred e George la fissarono con un sorrisino sulle labbra o meglio... con un ghigno malandrino. 
"Siamo così orgogliosi di te, sorellina!" esclamò George, dandole un buffetto. 
"Useremo la nostra Palude Portatile e questa potrebbe essere la nostra sola occasione per svignarcela da qui" disse Fred deciso, guardando fuori dalla finestra.
"VE NE ANDRETE?" strepitò la sorella. 
"Ah, sorellina, il nostro nuovo negozio ci attende!" replicò George gonfiando il petto, fiero. 
"Già avete...? Ma non se ne parla proprio! Ci lascerete in questo casino?" "A noi dispiace per voi..." cominciò Fred.
"... ma a noi dispiace anche per noi" concluse George. "Farci dare ordini da quel rospo insignificante... non è da Weasley, capisci? E poi le Merendine Marinare sono pronte per decollare e il nostro negozio ci attende con ansia, quindi bando alle ciance!"
Ginny si disse che era assolutamente d'accordo con i gemelli: quella era proprio l'ora di azioni estreme. E il giorno seguente fu il giorno che tutti gli studenti di Hogwarts non avrebbero mai dimenticato in vita loro, infatti Fred e George si rivelarono davvero di parola e mentre Harry si intrifulava nell'ufficio della Umbridge, provocarono il finimondo nel corriodio di Gregory il Viscido... cosa che alla vecchia rospa non piacque per nulla. La Palude Portatile dei gemelli era sensazionale ma Demelza, dopo che ci sguazzò dentro per sbaglio, non la trovò così sensazionale come la trovavano gli altri ed era sempre meno entusiasta di quella cosa. 
Alla fine, la Umbridge riuscì beccare i due ragazzi ma forse erano stati i gemelli a farsi beccare di proposito. 
"Allora, vi sembra divertente trasformare un corridoio in una palude, eh?" chiese lei, esultante per averli colti con le mani nel sacco Gli studenti si erano accalcati preoccupati a cerchio attorno alla palude e i gemelli erano immobili al centro con l'espressione inconfondibile di chi è stato appena incastrato. 
"Molto divertente, sì" rispose Fred, fissandola senza la minima traccia di paura. 
"Ho trovato il modulo, signora Preside!" urlò d'un tratto Gazza entrando al centro del cerchio, e altrettanto esultante di gioia. Stringeva a sè, come se fosse un tesoro di valore inestimabile, una vecchia pergamena. "Ho il modulo e ho la frusta pronta... mi permetta di procedere subito!" aggiunse, esaltato. 
Se Fred e George si lasciano frustare i Nargilli esistono, pensò Ginny serena mentre fissava il vecchio custode. 
"Benissimo, Argus. E voi due... scoprirete presto che cosa succede a chi combina guai nella mia scuola!" minacciò risoluta la Umbridge, ghignando inquietantemente. Nessuno studente osava parlare e alcuni (come Demelza) arrivarono anche a credere che Gazza avrebbe sul serio frustato i gemelli. 
"Sa una cosa? Credo proprio di no!" replicò Fred con spavalderia e si voltò verso il gemello, con un ghigno più pronunciato di quello della Umbridge. "George, credo che abbiamo raggiunto l'età per interrompere la nostra carriera accademica" 
"Condivido in pieno la tua opinione: è arrivata l'ora di mettere alla prova il nostro talento nel mondo reale, non credi?" fece disinvolto George. 
"Assolutamente" 
Come non detto.
E prima che la Umbridge o Gazza potessero dire una sola parola al riguardo, levarono le bacchette e dissero all'unisono: "Accio scope!" e le due scope di Fred e George, tra cui una con ancora appeso il catenaccio si fermarono davanti ai loro proprietari che non esitarono a montare su. 
"A mai più rivederci!" disse Fred, montando sulla sua scopa da corsa e imitato dal gemello.
"Sì, non si disturbi a darci sue notizie!" aggiunse George.
"Se a qualcuno servisse una Palude Portatile identica a quella che avete visto all'opera, si presenti al numero novantatrè di Diagon Alley... Tiri Vispi Weasley: la nostra nuova sede!" annunciò Fred alla folla, a voce alta.
"Sconti speciali per gli studenti di Hogwarts che giureranno di usare i nostri prodotti per sbarazzarsi di quella vecchia megera" aggiunse George ilare, accennando alla Umbridge e tutti scoppiarono a ridere sonoramente. 
"FERMATELI!" strepitò il rospo ma prima che ogni singolo membro della Squadra d'Inquisizione potesse fare qualsiasi cosa, i gemelli si alzarono di cinque metri da terra e tra gli applausi festosi degli studenti, sfrecciarono fuori dal portone della scuola lasciandosi tutto alle spalle. La folla si fece più fitta e si accalcò verso il cortile della scuola per guardare Fred e George svignarsena e Ginny afferrò la mano di Dean Thomas, che stava conducendola fuori giusto in tempo per vedere i gemelli sparire all'orizzonte. 
E adesso, cosa diavolo sarebbe successo alla Tana? Altro che Dolores Umbridge e Voldemort... il vero nemico aspettava Fred e George proprio dietro l'angolo di casa, probabilmente per coglierli di sorpresa e picchiarli con il mangime delle galline.




Nei giorni successivi, la fuga di Fred e George fu ripetuta così tante volte che diventò leggenda ad Hogwarts. Infatti, a scuola non si parlava d'altro che dei gemelli e Ginny era così orgogliosa dei suoi fratelli che quasi scoppiò a piangere dall'emozione. Dopo quella sensazionale fuga, sembravano che tutti avessero trovato coraggio di fare azioni estreme contagiati dalla voglia di combinare casini e di prendere il posto di Fred e George. 
Qualcuno fece perfino entrare uno Snaso nell'ufficio della Umbridge, che demolì il suo ufficio e tentò di mangiarle le dita tozze: la Umbridge urlava a spaccatimpani e i ragazzi del quarto anno di Grifondoro, che passavano di lì per la lezione di Incantesimi, dovettero tapparsi le orecchie e correre via. Inoltre, il lancio di Caccabombe e Pallottole Puzzole era così frequente nei corridoi che gli studenti avevano preso l'abitudine di eseguire su loro stessi un Incantesimo Testabolla. Gazza brandiva la frusta a destra e a manca ma c'erano troppi ribelli da frustare e non sapeva dove cominciare, e ovviamente solamente la Squadra di Inquisizione sembrava aiutarlo... ma, peccato per loro, iniziavano ad accadere incidenti strani. 
"Sicuramente c'entrano i tuoi fratelli" stava spiegando Demelza, con un piccolo sorrisino sulle labbra. "Devono per forza essere dietro a tutto questo, non è possibile che Warringhton di Serpeverde sia stato ricoverato in Infermeria con una pelle che sembra ricoperta di corn flakes!" 
"Davvero?" chiese Christopher esaltato. 
"Sì" 
"Warringhton con la pelle a corn flakes? Dovremmo chiamare quelle creaturine golose che ci fece vedere Hagrid la scorsa volta, così magari lo divorano e non siamo costretti a vedere quella sua brutta faccia per il resto della nostra vita!" proruppe William, provocando delle risatine generali. I ragazzi si stavano dirigendo in Sala Grande per la colazione di quel mattino, tutti piuttosto eccitati di constatare che la vita della Umbridge ad Hogwarts era un vero inferno.
"E Pix ha anche allagato il corridoio del secondo piano" ridacchiò Vicky piano, scendendo le scale. "Ah, dimenticavo! Stamattina ho sentito Hermione Granger dire a tuo fratello che alla Parkinson gli sono cresciute un palco di corna e Madama Chips non sapeva come fargliele sparire" 
"Corna?" ripetè Ritchie. 
"Corna. Corna vere, come quelle degli unicorni" 
"Come diavolo...?" 
"Non si sa, nemmeno Madama Chips è riuscita a spiegarselo" sbuffò la ragazza, che probabilmente voleva sapere quale incantesimo avevano utilizzato per far crescere delle corna in testa ad una ragazza. "Dopo vogliamo andare a dare un'occhiatina in Infermeria? Ci divertiremo!" aggiunse, ghignando. 
"Io vengo!" ribattè Ginny in fretta, che non la smetteva di ridere. "Però credo che dovremmo chiamare anche Colin, sapete... così magari le scatta una foto mentre è distratta e gliela facciamo trovare nel suo dormitorio con una scritta divertente. Eh, che ve ne pare?"
"Sì!" risposero i ragazzi, eccitati. 
"Ragazze, non mi sembra il caso..." balbettò Demelza.
Christopher sbuffò. "Andiamo, Dem! Solo perchè tu sei un tipo tutto onore e lealtà... lo sai che se la Parkinson ti avesse vista con delle corna sulla fronte non avrebbe esitato a deriderti? E il momento che i Serpeverde paghino per aver aiutato quella rospa della Preside!" 
Demelza s'incupì ma tutti furono assolutamente d'accordo con Christopher, mentre marciavano verso il tavolo dei Grifondoro per servirsi un'abbondante colazione alla faccia della Umbridge, che era tutta arruffata e stremata: gli insegnanti adoravano vederla correre di qua e di là per la scuola cercando di risolvere i casini fatti dai gemelli e dagli altri studenti, soprattutto per cercare di far Evanescere la Palude Portatile. Il professor Vitius o la McGranitt sarebbero stati perfettamente in grado di risolvere la situazione ma non avevano perdonato facilmente la Umbridge e si erano limitati a vedere la Palude dei gemelli recintata da un furente Gazza. 
"Gazza non vede l'ora di usare la frusta, ma non può frustare Pix che gli sta creando più danni di tutti noi" stava dicendo Vicky, che spulciava uno yogurt nutriente. Era ancora fissata per la dieta e si sarebbe fermata solamente quando avrebbe raggiunto la taglia quaranta. "Ha chiuso Mrs Purr in un'armatura due volte di seguito e Gazza era furibondo" spiegò agli amici, fissando Ginny che si dava da fare con la colazione e Christopher che aveva la bocca piena di nutella. "Quando sono passata di lì per andare in bagno, ho sentito Gazza ululare e tirare fuori la sua gatta. E gli parla! Gazza parla alla gatta! E... William, la smetti di strisciarmi il piede addosso?" sbottò infine, voltandosi irritata verso il ragazzo. 
"Eh?" fece William, colto alla sprovvista. 
Ginny alzò la testa dal suo piatto di abbondante colazione e vide che Vick sembrava assai alterata e rossa in faccia, mentre William era a dir poco sconcertato: sembrava non sapesse davvero di cosa stesse parlando l'amica. Scambiò uno sguardo con gli altri, che avevano la sua stessa espressione perplessa. 
"Ti stai strusciando sulla mia gamba!" lo accusò la ragazza infastidita, lasciando perdere lo yogurt. 
"IO?" William strabuzzò gli occhi, ancora più perplesso. "Ma sei impazzita? Non ti ho nemmeno sfiorata!" 
"L'hai fatto anche quando volevi toglierti il fango dalle scarpe e lo stai rifacendo adesso!" 
"Ma è successo tempo fa, io non..." 
"ARGH!" saltò su Ritchie, interrompendo l'amico e battendo il ginocchio sotto al tavolo, rischiando di cadere dalla panca. "Avanti... chi è stato? Christopher, non è affatto divertente! Ma vuoi depilarti le gambe prima di fare questi scherzetti, almeno?" aggiunse, stizzito. 
"E io che accidenti c'entro?" sbraitò Christopher, scaldandosi immediatamente. 
I ragazzi continuarono a bisticciare tra di loro ma Ginny non era sicura che quello si trattasse di uno scherzo, così ficcò pian pianino la testa sotto al tavolo aspettandosi il peggio. Quello che le si parò davanti non era affatto un bello spettacolo: tarantole gigantesche erano appostate ai loro piedi e si muovevano zampettando e strusciandosi sui piedi degli amici. La ragazza riemerse da sotto al tavolo sbiancata, e tirò su i piedi in modo da non toccare terra. 
Tossicchiò. "Ehm... smettetela di litigare! Questo non... non è uno scherzo..." disse cauta, sperando di non allarmare troppo Vicky e di non destare nessun sospetto. Di sicuro, la bionda avrebbe strillato per tutta la Sala Grande e sarebbe salita sul tavolo dei Grifondoro dando spettacolo. 
"Cosa?" chiese Demelza, che aveva il naso incollato alle pagine del libro di Trasfigurazione. 
"Se vi dico una cosa, non fatevi prendere dal panico" disse Ginny in fretta, cercando di non scoppiare a ridere. I ragazzi ammutolirono e la fissarono leggermente preoccupati, e solo in quel momento Demelza alzò gli occhi dal suo libro. "E Vick, ti prego... non strillare. I-io... ehm... ci sono delle tarantole gigantesche sotto al tavolo proprio vicino ai vostri piedi" aggiunse, parlando più in fretta possibile. 
E naturalmente, Victoria Probisher si sentì in dovere di strillare a spaccatimpani. 
Non appena Vick urlò all'intera Sala Grande che sotto al tavolo c'erano delle tarantole mostruose e balzò sulla panca agitandosi tutta, un paio di persone ficcarono velocemente la testa sotto al tavolo e cominciarono anche loro a strillare e ad alzarsi sulle panche, mentre alcuni si davano ad una fuga accanita. La Umbridge lanciò Schiantesimi a destra e a manca sulle tarantole dal tavolo degli insegnanti, ma sembrava terrorizzata anche lei e chiamava Gazza con vocina acuta. Pix emerse nella sala con una risatina acuta e sbeffeggiò la Umbridge sul fatto che aveva lasciato andare centinaia di tarantole e lei non aveva saputo mantenere l'ordine nella scuola, mentre tutti gli studenti correvano verso l'uscita e gli insegnanti restavano immobili a fissare gli sforzi della Preside. 
"MERLINO! MORGANA! CHE SCHIFO! CHE SCHIFOO!" strillava Vick isterica, saltellando da un piede all'altro mentre correva a tutta birra verso l'uscita della Sala Grande spintonando gli studenti che le stavano tra i piedi. "AVEVO UNA TARANTOLA SUL PIEDE... CHE SCHIFOOOOOO!" 
"E poi ero io che mi strusciavo addosso, eh?" ruggì William offeso, tutto disgustato per la faccenda. 
"E poi ero io che facevo scherzetti idioti, eh?" gli diede man forte Christopher, aprendo il portone della Sala Grande e precipitandosi fuori. Demelza e Ritchie arrivarono nella Sala d'Ingresso ansimando, con un'espressione peggio che digustata.
"OH MIO DIO! ERA ORRIBILE!" continuò a gridare la ragazza, in preda ad un attacco di panico. 
"D'accordo, adesso ti calmi" le ordinò Ginny asciutta, che oltre ad essere disgustata era anche profondamente divertita. Fred e George da piccolini avevano cresciuto una tarantola, finchè la mamma non l'aveva gettata dal balcone. "Meglio se andiamo da Madama Chips, così ti somministra un calmante... non ti ho mai vista così isterica. E ti conosco da quattro anni!" aggiunse, e si affrettò a trascinare l'amica verso l'Infermeria seguita dalla silenziosa combriccola. 
A metà strada incontrarono Dennis e Colin, che chiese subito: "Dove state andando? Avete già fatto colazione? E che diavolo le è successo? Avete una faccia spaventosa e... che avete, insomma! Una tarantola vi ha morso la lingua?" 
"Non parlarmi più di tarantole!" ruggì Vicky adirata, strettamente controllata da Ginny che si schiarì la gola. 
"E che c'entrano le tarantole?" chiese Colin spiazzato. 
"Le hai appena nominate tu" gli fece notare Demelza, alzando gli occhi al cielo.
"Sì, ma era per dire. Non mi direte che..." 
"... Pix ha liberato centinaia di tarantole in Sala Grande creando il caos?" gli venne in aiuto William, sbuffando. "No, non è affatto così. Dove vuoi che le prenda delle tarantole gigantesche, Pix? E perchè mai avrebbe dovuto lasciarle libere in Sala Grande? Per farmi accusare che mi struscio sulle gambe delle ragazze?" aggiunse, con quella vena di sarcasmo che sfoggiava sempre quando era molto arrabbiato. 
"Lei ti ha accusato?" chiese Dennis, trattenendo un sorrisino e indicando Vick. 
"Hanno accusato anche me!" sbottò Christopher, scimmiottando l'amica. 
Colin e Dennis sembravano rapiti. 
"Non fate quella faccia, voi due. E Colin, corri subito a fotografare una tarantola: sarà l'animaletto da compagnia di Vick" intervenne Ginny ridacchiando senza ritegno, ma un'occhiataccia dell'amica in questione fece zittire il suo riso mentre i due fratelli coglievano al volo il consiglio e correvano verso la Sala Grande, eccitati come non mai. "Stavo solamente scherzando, sul serio. Andiamo, forza... non ci perdiamo in chiacchiere!" 
La combriccola arrivò presto in Infermeria e Madama Chips capì immediatamente cosa prendesse a Vicky, dato che aveva un paio di ragazze che erano sedute sui vari letti e trangugiavano una piccola pozioncina violetto elettrico. Probabilmente, non erano le sole ad essere state terrorizzate dalla vista delle tarantole e mentre la Guaritrice si prendeva cura dell'amica, Ginny uscì fuori dall'Infermeria sbadigliando vistosamente. 
"La Parkinson è ancora sconvolta?" 
Una voce destò l'attenzione della ragazza, che si voltò alla sua sinistra e incrociò lo sguardo sghignazzante di Astoria Greengass. E, per l'amor di Merlino sceso in terra, che diavolo ci faceva Astoria Greengass appostata fuori dall'Infermeria a gongolare come una matta? Non c'erano Grifondoro da deridere, a parte Vick e un paio di ragazze dall'aria impaurita... quella Greengass era sempre più strana. 
"Come hai detto? E che ci fai qui?" replicò Ginny confusa, avvicinandosi di poco ad Astoria. 
"E che ti importa?" ribattè lei prevedibilmente, sbuffando e incrociando le braccia al petto. "Mi chiedevo solo se quella ganza della Parkinson è ancora sconvolta per le sue grandi corna, tutto qui. Sei uscita da lì, no? Oppure quella che vedo davanti a me è la gemella della Weasley?" aggiunse, infastidita. 
"No, sono io. E comunque, la tua amichetta dorme con le tendine chiuse..." 
"Immaginavo. Beh, le corna gli donano proprio, non trovi?" chiese Astoria, gongolando ancora di più. 
"Aspetta un momento... sei stata tu?" 
Ginny iniziò di nuovo a ridere senza ritegno e la Serpeverde fu contagiata da lei, e iniziò a ghignare. 
"No, ma fammi capire: hai davvero fatto spuntare un paio di corna sulla fronte di una Serpeverde come te?" 
"Non si possono avere nemiche della stessa Casa?" replicò Astoria arrogantemente. 
"Se la metti così" borbottò la Grifondoro e con un'ultimo sguardo si allontanò dalla Greengass per entrare in Infermeria. 




I giorni passarono tra vari disastri, piccoli guai e un mezzo incidente mortale: infatti, Eloise Midgen stava quasi tirando le cuoia a causa di Pix che si divertiva a svitare lampadari di cristallo mettendo in pericolo gli studenti. Se non fossero intervenute Hannah Abbott e Susan Bones, che Ginny conosceva bene perchè facevano parte dell'Esercito di Silente, Eloise avrebbe sul serio tirato le cuoia senza il quasi. 
Con il passare delle settimane però, Ginny non aveva poi così tanto tempo per divertirsi e creare danni in giro: doveva allenarsi per l'ultima partita tra Grifondoro e Corvonero, partita decisiva per la Coppa del Quidditch e che Angelina non aveva assolutamente la voglia di rinunciarci. Il Capitano pretendeva allenamenti duri durante ogni ora libera e ne approfittava del caos per sussurrare alle compagne di squadra, tra una lezione e l'altra, varie tecniche di gioco. 
"La Chang è veloce ad individuare il Boccino, ha un'ottima vista..." le aveva detto il giorno prima della partita fermandola in corridoio, "sempre che non sia offuscata dalle lacrime, quindi usa questa cosa a tuo vantaggio. E -me ne ricordo solo adesso!- attenta ai Bolidi di Bradley, che fanno davvero paura e potrebbero colpirti. So che non dovrebbero arrivare a te, ma sono davvero violenti. E ricordati di non perdere di vista la Chang, se vede il Boccino prima di te siamo morti e..." 
"Angelina" la interruppe Ginny esasperata, "questo già me l'hai detto!" 
"Sì, ma è sempre un bene ricordarlo" si era giustificata Angelina. 
Tuttavia, il giorno della fatidica partita, Ginny dovette chiudersi in sè stessa per cercare di ricordare tutte le cose che Angelina le aveva detto mentre la fermava dopo le varie lezioni e tutti i consigli ripetuti fino alla noia durante i continui allenamenti. Cercò di tenere a mente tutte quelle cose, mentre seguiva il solito discorso del Capitano prima della partita. 
"Ragazzi, voglio che ce la mettiate assolutamente tutta" disse Angelina schietta, prima di entrare in campo e giocare la partita. "Questa è l'ultima partita della stagione di Quidditch, ma è soprattutto l'ultima partita in assoluto per noi" indicò sè stessa e Alicia tristemente, "e voglio dimostrare a tutti che sono stata un buon Capitano. Quindi, niente scenate e cadute dalla scopa Jack, e niente sprangate sui denti dei Cacciatori... intesi, Andrew? Ron, cerca di fare il possibile e voi tutte... forti come sempre" aggiunse, tirando su col naso. 
"Possiamo vincere" disse Katie ottimista, abbracciando Angelina. 
"No, non possiamo vincere... dobbiamo vincere!" intervenne Ginny con una certa energia, guardando in tralice suo fratello Ron. 
"Sì, dobbiamo vincere!" fece eco Alicia, combattiva. 
"Questo è lo spirito giusto e adesso... dimostriamo ai Corvonero chi siamo!" 
Entrarono in campo in sella alle loro scope acclamati tantissimo dai Grifondoro e Ginny vide lo striscione di un leone che mangiava un aquila, disegnato da Dean mentre erano tutti insieme in Sala Comune. La ragazza incontrò poi lo sguardo di Micheal e gli sorrise affabile, spostandosi per piazzarsi di fronte a Cho Chang... che aveva gli occhi abbastanza lucidi di lacrime con gran vantaggio per i Grifondoro. Madama Bumb ordinò ai Capitani di stringersi la mano e al suo fischio la partita iniziò, con Lee che faceva la cronaca con un tono abbastanza mogio a causa della partenza improvvisa dei suoi migliori amici. 
Ginny si alzò sempre più in alto, le gambe che tremavano dall'euforia e i capelli rossi scompigliati dal vento. Tenne d'occhio Cho, che si alzava molto più in alto di lei e sorvolava il campo con lo sguardo mentre l'altra la imitava, con il presentimento che a causa dei suoi continui e inutili piagnistei la sua visibilità non era delle migliori come Angelina aveva profetizzato. 
"Davies ha la pluffa, schiva Johnson, schiva Spinnet e... segna!" annunciò Lee mestamente e Ginny gemette, cercando di non perdere la concentrazione. Si avvicinò velocemente a Cho Chang perchè quella tattica del marcare fastiosamente gli avversari le sembrava abbastanza buona anche se Angelina le aveva detto di non esagerare troppo. La Chang la fissò diffidente e si allontanò da lei con uno sbuffo di disapprovazione. 
Non puoi scapparmi, pensò Ginny gioiosa che ormai era decisa ad ignorare i continui avvertimenti di Angelina per fare di testa sua. Cho Chang aveva l'esperienza come Cercatrice mentre lei no, quindi se non la marcava fastidiosamente c'erano meno possibilità che Ginny vedesse il Boccino prima di lei. 
"Venti a zero per Corvonero!" gridò Lee Jordan. 
La cronaca andava sempre più avanti e Corvonero era presumibilmente in vantaggio, poi d'un tratto Ginny fu distratta da suo fratello Ron... che parò ogni tiro di Davies e anche uno particolarmente difficile di Chambers, portando Grifondoro in netto vantaggio. Ormai, la folla rosso-oro era impazzita e quel canto che Ginny aveva tanto odiato si tramutò in qualcosa di straordinario. 

Perchè Weasley è il nostro re
ogni due ne para tre
così noi cantiam perchè
perchè Weasley è il nostro re

Weasley è il nostro salvator 
col suo gioco pien d'ardor
vinceremo noi perchè
perchè Weasley è il nostro re. 


Ron era raggiante e, facendo finta di dirigere il coro dall'alto muovendo le mani, non appena la Pluffa si avvicinava parava con assoluta disinvoltura e grazie alla sicurezza che aveva acquistato dai quei canti. Ginny scaricò la sua emozione facendo un paio di giri della morte ma alla fine risaliva sempre a tutta velocità per marcare fastidiosamente la Chang, che sembrava sul punto di scoppiare. 
"Ma la vuoi smettere?" sbottò adirata. 
"Cosa?" le chiese Ginny innocentemente, facendole un gran sorriso affabile e mulinando i lunghi capelli rossi. 
"Smettila di marcarmi e pensa a cercare il Boccino per fatti tuoi!" 
"Non la pensavi così quando due anni fa marcavi Harry con insistenza" 
"Aha! Volevi arrivare a questo, vero?" replicò Cho, paonazza in volto. 
Ma Ginny non la stava proprio più ascoltando: aveva visto il Boccino d'Oro che fluttuava proprio sotto Cho. Agì d'impulso e mentre la ragazza era occupata a prendersela con lei, Ginny si tuffò in picchiata, urtandola e non curandosi affatto che la scopa della Chang fosse molto più veloce della sua e che avrebbe potuto raggiungerla benissimo in pochi secondi. 
Non le importava di nulla, perchè era sicura che avrebbe vinto. 
Il vento le fischiava fastidiosamente nelle orecchie e i capelli si ritrovarono tutti davanti al viso ma lei non mollò, e allungò il braccio verso quella minuscola pallina dorata mentre incitava la sua scopa ad andare più veloce. 
"Maledizione!" 
La ragazza sentì Cho Chang imprecare e quest'ultima l'aveva appena raggiunta, insieme verde di rabbia e rossa di vergogna, quando Ginny acciuffò il Boccino proprio sotto il suo naso senza neanche aver dato tempo a Cho di stendere la mano e provarci. 
I Grifondoro erano decisamente impazziti e Ginny scese in picchiata, ruzzolando giù coi piedi sul terreno mentre sventolava il Boccino sopra la testa. Angelina smontò dalla scopa e le saltò addosso, la squadra seguì il suo esempio e corse ad abbracciare la ragazza. Nel frattempo, la pallina d'oro si dibatteva tra il pugno di Ginny e Cho Chang atterrò con malagrazia a terra, gettando via la scopa e cominciando a piangere. La folla rosso-oro si riversò in campo e corse a stringere la Cercatrice ma lei aveva individuato suo fratello e senza troppe cerimonie si liberò della folla e gli gettò le braccia al collo. 
"Complimenti!" gli urlò, entusiasta. 
"Complimenti a te!" ruggì Ron fiero, facendo un gran sorriso a tutti mentre la Madama Bumb correva in campo per premiare i ragazzi con la grande Coppa. 
"GINNY!" esclamò una voce adirata, che la ragazza riconobbe come quella di Micheal. 
"Eh?" chiese lei, troppo eccitata per essere ostile. 
"Che diavolo hai fatto?" sbottò Micheal Corner, tenendo un muso lungo da manuale. 
"Ho afferrato il Boccino?" 
"No, intendevo..."
"Scusami, Micheal. La squadra ha bisogno di me per la foto con la Coppa" 
E detto ciò, corse via dal fidanzato e andò ad unirsi alla squadra festante per una foto di gruppo scattata da Colin Canon.




L'euforia di Ginny per aver contribuito alla vittora del Grifondoro durò per tutti gli ultimi giorni della settimana e lei se la godeva troppo a ringraziare persone che non conosceva che le facevano i complimenti per la sua prestazione oppure rimanere a chiacchierare con i Grifondoro sulla conversazione avvenuta con la Chang e il suo fastidio per l'essere marcata così tante volte. Non aveva avuto tempo per parlare con Micheal o meglio, per subirsi la sua ramanzina sul fatto che Corvonero bla bla bla e che Grifondoro bla bla bla e tutte quelle sciocchezze che di sicuro avrebbe raccontato di lì a poco... 
"E lei aveva tipo un'espressione da una che si trattiene da mandare al diavolo qualcuno" stava raccontanto Ginny ad un gruppetto di Grifondoro e Tassorosso del sesto anno, "ma io non avevo intenzione di distrarla, davvero. Insomma, è stata lei che mi aveva rivolto la parola... quindi è colpa sua, no?" aggiunse, beffarda.
"Assolutamente sì" replicò un Tassorosso con un sorriso, spettinandosi i capelli. 
"Ce l'ha voluto lei!" gli diede man forte un Grifondoro brufoloso. 
Qualcuno tossicchiò dietro le spalle della ragazza, e disse: "Chiedo scusa" 
"Micheal, che ci fai qui?" chiese Ginny curiosa, perchè non era normale che Micheal Corner si trovasse di sera fuori dalla Torre di Corvonero. 
"Devo parlarti" dichiarò. "In privato" aggiunse, lanciando un'occhiata ai ragazzi. Loro capirono e si affrettarono a salutare Ginny e a dileguarsi su per la scala girevole lasciando da soli i due ragazzi. "Allora, ti sei fatta nuovi amici con quella partita?" continuò lui, sbuffando. 
"Non sono miei amici" replicò calma la ragazza. 
"Oh, è stato proprio un bel giochetto il tuo durante la partita! Hai fatto distrarre Cho!" l'aggredì Micheal. 
"Cosa? Io non ho fatto niente!" sbottò lei, picchiettandolo più volte sul suo petto e alzando uno sguardo feroce su di lui. "Che cosa c'è? Non avevi detto che non te la saresti presa per una presunta sconfitta o eri così tronfio da pensare che avreste vinto ancora?" 
"Sì!" ammise, piagnucolando. "Pensavo che avremmo vinto la Coppa perchè tuo fratello non parava nulla!" 
"Ah sì? Beh, alla fine Ron l'ha messo a quel servizietto a tutti i tipi come te" 
"Ma a Cho non pensi? Era distrutta a causa tua!" 
"Poverina, quanto è fragile... MERLINO, PER UNA PARTITA!" strillò Ginny come una pazza, che stava iniziando a scaldarsi. "Una delle due squadre doveva perdere e stavolta è toccato a voi che davate tutto per scontato! Se Grifondoro avesse perso ti saresti precipitato da me a consolarmi? No, e io non avrei neanche pianto! Le sconfitte ci insegnano sempre qualcosa e non ha senso piagnucolare come quella Chang!"
"Tu... tu non..." farfugliò lui ma era ovvio che Ginny l'aveva messo a tacere. "Mi ha detto che durante la vostra conversazione siete arrivate a parlare di Potter, e guarda se quel Potter non c'entra sempre in tutte le conversazioni che riguardano te!" 
"E quindi?" 
"E quindi l'ha capito il mondo intero che ti piace!" 
"Ma perchè non taci e vai a consolare la tua amichetta? Le si saranno prosciugati gli occhi a furia di piangere!" 
"CI VADO SUBITO!" sbraitò Micheal, voltandole velocemente le spalle. 
"Sì, vai a consolare Cho Chang... ma io e te abbiamo chiuso!"







Angolo autrice
E qui... addio Micheal Corner. Sì, è un capitolo abbastanza demenziale, soprattutto per la scena della tarantole (che è stata accennata nel libro) ma mi è piaciuto molto inserirla perchè è stata molto divertente e non dobbiamo dimenticare che Ginny, oltre all'ES, faceva anche parte di un gruppo di amici che le vogliono bene e trascorrono il loro tempo libero con lei. La figura di Astoria Greengass emerge sempre di più, ma la sua personalità verrà fuori a fine del sesto libro e durante tutto il settimo libro, quindi... beh, c'è tempo per i misteri. 
Un abbraccio!

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Capitolo 43
*** Nell'ufficio di Dolores Umbridge. ***


NELL'UFFICIO DI DOLORES UMBRIDGE.


Le voci ad Hogwarts circolarono in fretta nell'ultimo periodo di scuola e in un attimo tutta la scuola era a conscenza che Ginny Weasley si era appena lasciata con Micheal Corner, e che quest'ultimo stava frequentando la Cercatrice di Corvonero. 
"Piaci a molti ragazzi" le disse Dean Thomas un giorno, mentre entrambi si godevano la solita e lunga passeggiata nel parco del castello, lontano da tutti i pettegolezzi che circolavano nel castello. Molti avrebbero potuto pensare che Ginny stesse frequentando Dean da un mesetto, ma lei a differenza del suo ex fidanzato aveva accettato gli inviti di Dean a passeggiare per la scuola, e quelli non sembravano di certo appuntamenti come quelli che Micheal e Cho si davano ad Hogsmeade. 
"Ma davvero?" replicò la ragazza. 
"Sì, e quanto dev'essere stupido quel Micheal Corner per lasciarsi scappare una come te!" 
"Non è che soffra molto la mia mancanza, si vede già con un'altra" disse Ginny indifferente, scrollando le spalle. "Ma a me non da fastidio, infondo nell'ultimo periodo non andavamo per niente d'accordo e immagino che entrambi non ci piacevamo più come una volta" aggiunse, pensierosa e convinta che quella fosse la verità.
"Cho Chang non può competere con una ragazza come te" disse Dean per niente imbarazzato. Ginny sentì che le sue guance diventavano sempre più calde fino a diventare bollenti come il sole che stava appena tramontando, e si disse che la conversazione non stava prendendo la piega che voleva lei che prendesse. Quella non era di certo una conversazione da amici! E per quanto Dean Thomas l'affascinasse non era pronta per un relazione con lui, affatto.
Lei lo fissò e gli sorrise. 
"Ginny..." 
"Bella giornata, vero?" scattò la ragazza, senza alcun nesso logico. Dean la guardò interrogativo a causa di quella sua stranissima interruzione ma lei si limitò a guardare il paesaggio con insistenza quasi maniacale. Se il ragazzo voleva invitarla ad Hogsmeade o da qualche altra parte per iniziare una specie di relazione con lei doveva per forza rifiutarlo, anche se dentro di sè non avrebbe voluto. 
"Già, bellissima giornata. Senti, mi chiedevo se..." 
"Bellissima, vero? Io amo il tramonto!" insistette Ginny con sfacciataggine, gli occhi puntati sul sole che tramontava all'orizzonte. "A te invece piace il tramonto? A me fa impazzire! Ha il colore dei miei capelli, vero?" 
Dean ridacchiò. "Sì, è vero che ha il tuo colore. Ma..." 
"E poi, è anche così romantico... non trovi? Cioè no, no, Merlino, no... non è per niente romantico!" 
Mi sono bevuta totalmente il cervello!
"Ginny!" esclamò Dean divertito. 
"Cosa?" fece lei, tutta scombussolata. 
"Mi chiedevo se..."
Nonononononononooo.
"... potevamo tornare alla Torre. Sai, sta facendo buio e io dovrei Incantesimi per i GUFO di domani" disse Dean. 
Ginny fu presa così alla sprovvista che scoppiò a ridere istericamente, prima di ricomporsi. "I GUFO... come ho potuto dimenticarmene? Dovrei anche augurare buona fortuna ad Hermione e mio fratello, e devo ripetere anch'io per gli esami..." e continuò a ridacchiare. 
Dean la fissò sconcertato ma accettò quella versione strana dei fatti senza dire nulla e fu proprio in quel momento che Ginny si rese conto che la sua vita senza Harry Potter poteva benissimo essere meravigliosa accanto a quel ragazzo dolce e dalla pelle scura. 




Come tutte le cose belle, anche le cose brutte finiscono: gli esami si conclusero proprio il primo giorno di giugno e i ragazzi erano così contenti e spensierati che rimasero a chiacchierare ore e ore in Sala Comune o in dormitorio senza preoccuparsi del giorno successivo. In realtà, l'ultimo esame che mancava era quello pratico di Difesa contro le Arti Oscure ma Ginny non se ne preoccupò per niente dato che all'ES aveva imparato così tante cose durante tutto l'anno scolastico che era impossibile non prendere punteggio pieno.
"E Dean viene a prendermi a fine di ogni esame... è davvero gentile e dolce e... cielo, tappatemi la bocca!" sbottò la ragazza alle amiche, sprofondando nel suo baldacchino con aria disperata. Vick si tirò immediatamente su e cominciò a punzecchiarla e farle il solletico. 
"Aha! Ti stai innamorando di Dean Thomas, eh? Beh, provaci!" ridacchiò. 
"Mmmh" grugnì la rossa. 
"La verità è che sei una piaga!" la accusò Vicky soffocando le risatine nelle lenzuola, e Ginny le lanciò un cuscino in pieno viso. "Demelza, ti prego... smettila di studiare così tanto perchè mi fai venire l'ansia e non ne posso più! Vieni qui, muoviti... corri, corri" 
"In Incantesimi credo di aver preso un punteggio abbastanza alto" borbottò Demelza mentre raggiungeva le due ragazze, con l'espressione pensierosa. "E anche in Trasfigurazione, perchè ho fatto zittire tutte le mie rane e gli uccellini. In Pozioni credo di essere andata un disastro perchè Piton mi metteva l'ansia e quel suo umore nero mi deprime al tal punto di farmi perdere la concentrazione. Poi, in Divinazione ho inventato... e anche voi, ammettetelo!"
"Ma chi è che ha davvero visto qualcosa in quella maledetta palla di vetro?" chiese Ginny stancamente, facendo un piccolo sbadiglio. Vick fece per dirle qualcosa di profondamente ripetitivo quando un urlo proveniente da fuori fece gelare il sangue alle tre ragazze, che si guardarono con occhi spalancati. 
"RAGIONEVOLE UN ACCIDENTI! NON MI PRENDERETE, DAWLISH!" 
Qualcuno dalla voce possente urlava e dal parco della scuola si udivano colpi e botti. Ginny scattò subito in piedi, rischiando perfino di cadere a terra e rompersi tutti i denti davanti per la fretta di alzarsi, e si precipitò alla finestra seguita a ruota dalle due amiche. Lampi di luce attraversarono l'orto delle zucche e le ragazze riuscirono a distinguere una mezza dozzina di sagome, tra cui l'alta figura di Hagrid e quella tozza della Umbridge. 
"Ma che ci fanno lì fuori?" chiese Vicky preoccupata, aprendo la finestra e sporgendosi. 
Ginny strabuzzò gli occhi. "Cos'altro vuole fare quell'arpia maligna?" sbottò. 
"Vogliono prendere Hagrid, coglierlo di sorpresa nel cuore della notte e sbatterlo fuori dalla scuola!" sussurrò Demelza.
Gli uomini alzarono tutti le bacchette e le puntarono contro Hagrid. 
"Oh, no!" 
Pronto a difendere il gigante c'era Thor, il grande cane di Hagrid. Il cane si gettò aggressivo sui maghi per proteggere il padrone ma uno di loro lo centrò in pieno con uno Schiantesimo e lo abbattè. Hagrid divenne furibondo: sollevò di peso il mago e gli fece fare un volo di tre metri. 
"Ragazze..." sussurrò ancora Demelza, paralizzata dall'orrore. 
"COME OSATE, COME OSATE!" strillò un'altra figura che le ragazze distinsero come quella della McGranitt, che marciava a passo autoritario nel cortile della scuola mentre gli uomini cercavano ancora di Schiantare il gigante. "Lasciatelo stare! Lasciatelo stare, ho detto!" aggiunse la professoressa, gridando a pieni polmoni. "Su che basi lo state attaccando? Non ha fatto niente che giustifichi un simile..." 
Le tre ragazze cacciarono un urlo terrorizzato, che quasi fece svegliare tutto il castello; Demelza aveva chiuso gli occhi. Le figure attorno alla capanna avevano lanciato quattro Schiantesimi contro la professoressa McGranitt che si levò a mezz'aria e con un tonfo atterrò per terra, sulla schiena. 
"VIGLIACCHI!" 
Fu l'urlo di Hagrid a svegliare tutto il castello: le luci cominciavano ad accendersi man mano e molti studenti si affacciavano alle finestre per vedere cosa stesse succedendo di fuori. Le tre amiche si strinsero tra di loro e si guardarono, l'orrore negli occhi e il pensiero che fosse capitato qualcosa di molto spiacevole alla professoressa. Insomma, quattro Schiantesimi in pieno petto... e non era più tanto giovane! 
"SCHIFOSI VIGLIACCHI! PRENDETE QUESTO... E QUESTO..." 
Hagrid mollò due possenti ceffoni agli aggressori più vicini che si afflosciarono a terra, privi di sensi. Nessun mago volle avvicinarsi ad Hagrid e ignorarono gli ordini della Umbridge, arretrando di parecchi passi più lontano possibile da lui mentre si caricava Thor sulle spalle e spariva nell'oscurità. Ginny si spostò dalla finestra con un balzo e prima che potesse aprire la porta, questa fu spalancata da Alice e Rose. 
"Avete visto?" mormorò Rose. 
"Mio dio... è stato disgustoso da parte della Umbridge!" aggiunse Alice orripilata. 
Ginny si precipitò immediatamente nella Sala Comune, con tutta la dignità che si potesse avere indossando solo dei mini pantaloncini e una canotta: molti studenti avevano avuto la sua stessa idea e si affrettavano a raggiungere la sala, in pigiama e sconvolti da quello che avevano appena visto. Tra loro c'era anche la squadra di Quidditch di Grifondoro, i fratelli Canon e la combriccola. 
"Come starà la McGranitt?" 
"Cosa gli accadrà?" 
"Perchè volevano aggredire Hagrid?" 
Sussurri terrorizzati echeggiavano in tutte le parti della Sala Comune, tutti rivolti a quel che era appena successo. 
"Schiantare la McGranitt... con quattro Schiantesimi, quattro!" sbottò Katie Bell, rabbrividendo. 
"Non avrebbero saputo affrontarla di giorno" disse saggiamente Demelza, sprofondando in una vecchia poltrona. 
Vick era troppo scandalizzata per parlare e Ginny troppo impegnata ad insultare mentalmente la Umbridge per dire una sola frase che non comprendesse parolacce allucinanti o qualsiasi altra parola molto volgare, che avrebbe potuto scandalizzare ancora di più i compagni Grifondoro. D'un tratto, il ritratto si aprì e Seamus e Dean varcarono entrarono in Sala Comune, iniziando a raccontare ai presenti cosa era successo e del fatto che loro avevano assistito a tutta la scena con un cannocchiale sulla Torre di Astronomia, impegnati coi GUFO e distratti dalle urla provenienti dal cortile. 
"Davvero, non ci posso credere" sussurrò William, e sembrava molto scosso. 
"Pensava di essere furba quella rospa, eh?" ribattè Christopher disgustato.
Dean individuò Ginny, che era seduta a gambe incrociate in silenzio sul divano, e si sedette accanto a lei, tenendole la mano e poggiandovi le labbra. Poi, quando altri ragazzi del quinto anno li raggiungero e Dean vide Ron marciare verso una sedia vuota accanto a lui, lasciò immediatamente la mano della ragazza. Stava per farlo lei, perchè una scenata da suo fratello dopo tutto quello che era successo era meglio evitarla. 
"Ma perchè prendersela con Hagrid?" stava protestando Angelina, tutta indignata. "Non è come per la Cooman, quest'anno insegnava molto meglio del solito!"
"La Umbridge detesta i semiumani, ha sempre pensato di buttarlo fuori" spiegò Hermione tristemente. 
"Spero solo che la professoressa McGranitt stia bene" mormorò Lavanda Brown, con una vocina piccolissima. 
"L'hanno riportata al castello, l'abbiamo visto dalla finestra del dormitorio. Di sicuro non è in gran forma..." intervenne Colin mesto. 
Solo verso le quattro del mattino la sala comune si svuotò; Ginny e Dean aspettarono che Ron andasse dritto filato nel suo dormitorio per passare il loro tempo insieme e finalmente quando suo fratello decise che era troppo assonnato per restare un secondo di più nella sala, i due ragazzi sospirarono e si sorrisero.
"Allora, come stai?" le chiese Dean, accarezzandole il viso. 
"Mmh, è stata una brutta scena da vedere ma sto bene" rispose lei, rabbrividendo al contatto della mano di Dean con la sua faccia. 
"E..." il ragazzo esitò visibilmente, "con il tuo ex Micheal Corner? Insomma, hai fatto pace?" 
"Certo che no!" sbottò Ginny contrariata, pensando a quanto fosse tonto Micheal Corner. 
"Questa sì che è una bella notizia" ribattè Dean. 
Ginny abbassò lo sguardo che passò indistintamente in rassegna delle sue gambe scoperte. Avrebbe dovuto coprirsi prima di scendere come una forsennata in Sala Comune... e adesso? Era completamente sola con un ragazzo e praticamente senza nient'altro che una mini canotta e un mini pantaloncino: una svergognata! La ragazza sperò che Dean non fosse malizioso come Micheal e prese a giocherellare con un cuscino, che posò sulle gambe.
Dean parve accorgersi che un pochino di imbarazzo lo provava e fu bravo a metterla a suo agio, limitandosi a guardarla con un sorriso incoraggiante: era decisamente molto diverso da Micheal Corner e su quello non c'erano più dubbi. 
"Ehm... credo che sia meglio andare, domani abbiamo gli ultimi esami" saltò su lei, infilandosi velocemente le ciabatte e posando il cuscino. Fece il giro del divano e si trovò a pochi centimetri da Dean, che aveva ritenuto necessario seguire l'esempio della ragazza. 
"Il tempo vola quando sono con te!" sbuffò lui, stampandole un rumoroso bacio sulla guancia. Ginny sentì che le sue viscere si contorcevano, e le maledisse mentalmente per quella cosa. "Va bene, buona notte e in bocca al lupo per l'esame!" aggiunse, e prese a sinistra. 
"Anche a te!" gli gridò di rimando Ginny, salendo nel suo dormitorio quasi saltellando. 




La storia dell'incidente della professoressa McGranitt finì sulla bocca di tutti gli studenti di Hogwarts ma solamente alcuni Serpeverde sembravano difendere la loro Preside e deridere la McGranitt, con gran disgusto degli altri studenti. Ginny passò quasi tutto il pomeriggio aspettando che la Umbridge la chiamasse per l'esame pratico di difesa e nel frattempo Selwyn, Harper e Jugson la misero in croce, stuzzicandola sotto lo sguardo indescrivibile di Astoria Greengass. 
In ogni caso, l'esame pratico di Difesa contro le Arti Oscure andò più che bene (un furibondo Gazza lo interruppe, il che lo rese meno duraturo) e la Umbridge non potè non dare a Ginny punteggio pieno; ovviamente, la ragazza volle affrettarsi a farlo sapere a quelli dell'ES. Mentre usciva precipitosamente dall'aula, incontrò Luna Lovegood che era elegantemente seduta su una sedia: i suoi occhi sporgenti si posarono in fretta sulla ragazza.
"Ti stavo aspettando" disse Luna serena, come saluto ad una Ginny piuttosto perplessa.
"Ma tu non eri andata via secoli fa? Ti ha mandata a chiamare... la Umbridge? Ehm... lei è ancora qui" 
"Non mi ha mandata a chiamare nessuno, sono qui per conto mio" riprese Luna, facendo un gran sorriso. "Il mio esame è finito da un pezzo sì, ma passavo di qui per andare a cena e ho pensato di aspettarti" aggiunse, tranquillamente. 
"Oh... ehm..." 
Ginny arrossì leggermente, mentre percorreva il corridoio diretta in Sala Grande insieme a Luna Lovegood. Era davvero meravigliata da fatto che Luna l'avesse aspettata per tutto il tempo del suo esame solo per tenerle compagnia e quel doloroso nodo alla gola che provava ogni volta che la ragazza le rivolgeva la parola divenne davvero insopportabile. 
"Gentile da parte tua, Luna" replicò lei, riuscendo a farle un sorriso per miracolo. 
"Non è nulla. Sai, le persone sono davvero cattive con me..." mormorò Luna Lovegood, svoltando a destra in un corridoio. "Non fanno che chiamarmi Lunatica perchè sono come sono... ma a me non interessa, sinceramente dopo poco ti ci abitui e le loro battutine iniziano a scivolarti addosso come gocce di pioggia, su un grande impermeabile. Non ti pare siano ripetitivi?" 
"Sì" rispose Ginny in fretta, vergognandosi di sè stessa per il fatto di aver riso di quella ragazza in passato. 
Luna sapeva che lei non era stata proprio una santa, ma aveva deciso lo stesso di avvicinarsi: ma perchè? Forse aveva capito che Ginny non ridacchiava di lei per cattiveria o per metterla in imbarazzo, forse voleva la sua compagnia per qualche ragione nota solo a lei... forse. 
"Oh, mi dispiace se ti ho messa a disagio!" esclamò Luna sporgendo gli occhi, per la prima volta vagamente preoccupata. "Sai, è molto spiacevole quando le persone iniziano ad evitarti ma tu non lo hai fatto... perchè non lo hai fatto?" aggiunse, pacata come se si stesse aggiornando sulle previsioni del meteo. 
"I-io... non vedo il motivo per cui dovrei evitarti" ribattè Ginny duramente, e Luna le fece un grosso sorriso radioso. 
Luna Lovegood le era parsa così decisamente stramba, infantile... e invece? Lei era così ma era anche molto di più. Un amica, si potrebbe pensare. Un amica vera, fedele... un amica da cui Ginny avrebbe potuto imparare per rendersi una persona migliore e bella, proprio come lo era lei. 
"SE CREDI CHE POSSA FAR FINTA DI NON AVER VISTO..." 
Una voce che conosceva benissimo fece sobbalzare entrambe le ragazze, che proprio in quel momento si trovavano fuori la porta del corridoio del primo piano per scendere in Sala Grande. Le due si guardarono interrogative, poi Luna Lovegood parlò. 
"Quella era la voce di Harry Potter, giusto?" chiese.
Ginny appoggiò l'orecchio alla porta proprio quando Harry cominciò ad urlare di nuovo. 
"IMMAGINO CHE LA PENSEREBBE IN UN ALTRO MODO SE SAPESSE QUELLO CHE HO APPENA..." 
Decisa e incuriosita, Ginny aprì la porta dell'aula facendo voltare di scatto Harry, Hermione e suo fratello Ron. La ragazza entrò dentro con aria assai curiosa e Luna la seguì a ruota, anche se sembrava che fosse capitata lì per caso e in effetti era davvero capitata lì per caso.
"Ciao..." disse Ginny esitante, leggermente imbarazzata. "Abbiamo riconosciuto la voce di Harry e... che cos'hai da urlare?" 
"Non sono affari tuoi" rispose lui brusco. 
Ginny alzò entrambe le sopracciglia. "Non c'è bisogno che usi quel tono con me, mi chiedevo solo se potevo aiutarti"
"Non puoi" replicò velocemente il ragazzo, con grandissima faccia tosta. 
Chissà chi potenza divina, in quel momento, aveva reso fortunato Harry Potter da non venire completamente raso al suolo da Ginny Weasley, che sembrava una furia vivente oltre che profondamente dispiaciuta e offesa dal tono del ragazzo. Lei lo aiutava e intendeva ancora aiutarlo... perchè doveva comportarsi sempre in quel modo altezzoso? Ginny sapeva che Harry aveva parlato solamente per rabbia, ma questo non le impedì di accusarlo mentalmente di essere un gran cogl...
"Sei davvero scortese" osservò Luna imperturbabile, interrompendo la breve conferenza della ragazza. 
Harry sbuffò di impazienza e voltò loro velocemente le spalle. 
"Un momento... loro possono aiutarci" disse Hermione, precipitosamente. "Ascoltate, dobbiamo scoprire se Sirius ha davvero lasciato il Quartier Generale... e ti supplico! Prima di scaraventarci subito a Londra, controlliamo se Sirius è a Grimmauld Place. Se scopriamo che non c'è, giuro che non cercherò di fermarti... verrò con te e farò qualunque cosa sia necessaria per salvarlo!" aggiunse, tutta tremante. 
Sirius? Salvarlo? Ginny tentò di nuovo cautamente di parlare ma Harry iniziò ancora ad urlare.
"Voldemort lo sta torturando ora!" sbraitò. 
Voldemort stava torturando Sirius? 
"E se fosse tutto un trucco di Voldemort? Dobbiamo controllare, useremo il camino della Umbridge!" insistette Hermione, atterrita alla sola idea. "Faremo in modo di allontanarla di nuovo dal suo ufficio, però ci serve qualcuno che faccia da palo... qualcuno come loro!" 
Ginny e Luna annuirono con vigore. 
"Io andrò dalla Umbridge e dirle che Pix sta distruggendo il Dipartimento di Trasfigurazione, che a pochi passi dal suo!" disse Ron con estrema prontezza, come a leggere nel pensiero della ragazza. 
"E io e Luna possiamo metterci ai due capi del corridoio!" propose Ginny in fretta, colpita da un assoluto lampo di genio. "Possiamo avvertire tutti di non passare da quella parte perchè qualcuno lo ha riempito di Gas Strozzante!" aggiunse, spiegando. 
Hermione la guardò sorpresa e anche tutti gli altri, ma non dissero una parola e Harry si affrettò a prendere il suo Mantello dell'Invisibilità su alla Torre di Grifondoro mentre loro organizzavano in piano e ascoltavano il racconto di Hermione. Una sola mossa sbagliata e Sirius sarebbe morto da solo al Ministero della Magia, e non potevano permettersi che gli succedesse qualcosa. 
Quella era davvero l'ora di mettersi in gioco. 




"Non potete passare di qui!" annunciò Ginny a voce alta pochi minuti dopo, in modo che tutti gli studenti sentissero. Dei Corvonero la fissarono come se fosse matta e non vollero sapere nulla: iniziarono ad attraversare il corridoio e la ragazza si parò davanti a loro, con grande faccia tosta. "No, mi dispiace... ma dovete usare la scala girevole. Qualcuno qui ha riempito il corridoio di Gas Strozzante!" 
"Ma cosa stai dici?" chiese una ragazza, impaziente. 
"Come sarebbe a dire che dobbiamo usare la scala girevole?" 
"Non voglio allungare la strada..." 
"Io non vedo nessun gas!" sbottò una voce scorbutica. 
Ginny alzò gli occhi al cielo, gongolando sul fatto che l'Oscar non glielo avrebbe tolto nessuno. "Perchè è incolore!" disse, con un convincente tono esasperato. "Ma se vuoi passare lo stesso prego, così potremo mostrare il tuo cadavere al prossimo idiota che non ci crede!" aggiunse, ostinata. Luna, dall'altro capo del corridoio, agitava le braccia per non far passare la folla da quella parte. 
Molto lentamente, gli studenti fecero bruscamente dietrofront. 
"Bel lavoro" disse la voce di Hermione, mentre lei e il ragazzo si introducevano nell'ufficio della Umbridge. 
Ginny annuì rilassata e si avvicinò a Luna, facendo un gran sorriso: a quanto pareva, la notizia del Gas Strozzante doveva essersi diffusa perchè nessuno studente si permise di passare da quelle parti. Peccato che non tutto riesce sempre bene, a volte: sentirono dei rumori provenire dal fondo del corridoio e improvvisamente una grossa e possente Serpeverde sbucò alle spalle di Luna, tenendola ben salda. Ginny si fece prendere dal panico e corse in avanti: doveva avvertire Harry ed Hermione di non uscire e cantare la canzone d'allarme? Sì, doveva... ma mentre la sua mente elaborava tutto quello, sopraggiunse la Squadra d'Inquisizione. 
"Luna! Resisti che arrivo!" gridò ma una grossa mano le tappò la bocca con violenza. 
"No... no che non arrivi" replicò la voce gracchiante di Warringhton. 
Ginny diede un grosso morso al ragazzo e fece per correre verso Luna, che si dimenava in cerca della bacchetta. La Serpeverde ghignò e Warringhton afferrò Ginny per il capelli mentre stava quasi per alzare la bacchetta e Schiantare la ragazza che teneva Luna. 
"NON TOCCARE MIA SORELLA!" ruggì Ron rivolto a Warringhton, dimenandosi dalle grinfie della Umbridge. 
"Bene, bene... guardate chi abbiamo di guardia al mio ufficio" gongolò malignamente, e Draco Malfoy dietro di lei scoppiò in una grossa risata di scherno vedendo i suoi compagni trattenere i suoi nemici. "Imbavagliateli e portateli dentro, vediamo chi altro sciocco ha avuto il coraggio di penetrare nel mio ufficio..." aggiunse, e si fece strada nell'ufficio mentre Draco la seguiva con un ghigno. 
"TI HO DETTO DI NON TOCCARE MIA SORELLA!" gridò Ron adirato, e dando un grossa gomitata negli stinchi di Goyle si liberò in fretta di lui mentre cercava di aiutare gli altri. Warringhton scattò in avanti, lasciando andare Ginny che colse al volo quell'occasione e afferrò la bacchetta. 
"Oh no che non ti muovi!" sbottò di nuovo Warringhton, quando la ragazza alzò la bacchetta per Schiantarlo. 
"LASCIALA IN PACE!" sbottò la voce di Neville, che si avventò aggressivamente su Warringhton. Il ragazzo fu colto alla sprovista e iniziò a lottare contro Neville, che l'aveva inchiodato al terreno. Ginny lanciò uno Schiantesimo che mancò Warringhton per un soffio e un'altra grossa Serpeverde l'afferrò da dietro in una morsa ferrea e le confiscò la bacchetta. 
"No, lasciami! Neville, vattene via!" esclamò Ginny disperata. 
"Stai zitta!" sbottò la Serpeverde. 
"Stupido Paciock che non sei altro! Tiger, ti decidi a fare qualcosa?" l'aggredì Warringhton furibondo, e Tiger si mosse stupidamente in avanti e afferrò Neville le spalle, mettendo un grosso braccio attorno alla sua gola in modo da non farlo respirare. 
Ginny si sforzava per prendere a calci la Serpeverde. "Lasciatelo andare, così soffoca! Lasc... aaaahi!" 
Li avevano imbavagliati: era finita.
"Presi tutti!" annunciò Warringhton allegro, spingendo brutalmente Ron nell'ufficio di Dolores Umbridge. "Lui" puntò il dito tozzo contro Neville, "ha cercato d'impedirmi di fermare quella" e indicò Ginny che tentava di prendere a calci le gambe della grossa Serpeverde. "E così ho catturato anche lui!" concluse. 
"Bene... a quanto pare fra poco a Hogwarts non resterà nemmeno un Weasley" disse malignamente la Umbridge avvicinandosi a Ginny e osservando i suoi sforzi. La ragazza sentì l'odore pungente del suo forte profumo penetrarle nel naso, fino a farle girare la testa. 
Draco Malfoy scoppiò a ridere. 
"Allora, Potter... stava andando da Silente, vero?" fece la Umbridge, in tono minaccioso. Ginny si guardò velocemente intorno: Ron gocciolava sangue dal labbro mentre lottava per liberarsi dalla presa di Warringhton; Neville stava quasi diventando viola nel tentativo di allentare la presa di Tiger attorno al suo collo; Luna era immobile a fianco della Serpeverde e guardava distrattamente fuori dalla finestra; Hermione era bloccata alla parete da Millicent Bulstrode; Harry era stato scaraventato su una sedia e la Umbridge gli puntava la bacchetta al petto. 
"No" rispose secco il ragazzo.
"Bugiardo!" gridò la professoressa Umbridge, in tono folle. 
"Mi ha fatto chiamare, signora Preside?" chiese la voce di Piton, sulla soglia. 
"Sì, Piton! Ha portato il Veritaserum?" esordì la Umbridge, voltandosi verso Severus Piton che fissava quell'incredibile spettacolino con un'espressione indecifrabile sul volto. Ginny pensò addirittura che volesse intervenire per aiutare ragazzi che erano dalla sua parte, dalla parte dell'Ordine della Fenice come lui... ma Piton si affrettò a spostare lo sguardo su quel rospo della Umbridge. 
"Ha consumato tutte le mie scorte per interrogare gli studenti" rispose Piton glaciale, e fece per girare sui tacchi.
"Lui ha preso Felpato! Ha portato Felpato nel posto dov'è nascosta!" urlò d'un tratto Harry disperato, guardando Piton. 
"Felpato?" esclamò la Umbridge, gli occhi che dardeggiavano da Piton a Harry follemente. "E che cos'è Felpato? Dov'è nascosta che cosa? Che cosa significa questo, Piton?" aggiunse, parlando a macchinetta con la sua voce squillante. 
"Non ne ho la minima idea" rispose Piton dopo poco e girò davvero sui tacchi, sparendo dalla loro vista. 
"Benissimo. Lei non mi da scelta, Potter" disse la Umbridge disperata, come se volesse convincere sè stessa a fare quacolcosa. "Visto che qui c'è il gioco la sicurezza del Ministero, lei mi lascia senza alternative... la Maledizione Cruciatus le scioglierà la lingua!" 
"No, professoressa... è illegale!" gridò Hermione allarmata. 
"Se Cornelius non saprà, non soffrirà" replicò la Umbridge più folle che mai, prendendo fiato e alzando la bacchetta. Ginny non rinunciò a divincolarsi dalla stretta della grossa Serpeverde, con evidente disperazione. "Cru..." 
"NO!" urlò Hermione con voce rotta. "No, dobbiamo dirglielo! Te lo tirerà fuori comunque, a cosa serve resistere?" 
Ginny smise subito di prendere a calci la ragazza che la teneva inchiodata e fissò Hermione, allibita: non potevano dire della visione di Harry di Sirius nell'ufficio Ministeri torturato da Voldemort a quell'arpia Umbridge quando lei stessa ignorava il ritorno di Voldemort. 
"Aha! Ragazza, con chi tentava di parlare Potter poco fa?" 
"Tentava di parlare con il professor Silente..." balbettò Hermione. 
"Silente? Cosa volevate dirgli?" chiese la Umbridge accanita, con un repentino guizzo di interesse. 
"V-volevamo dirgli che è p-pronta!" singhiozzò Hermione, coprendosi le mani sul viso per nascondere le lacrime. 
Ginny e gli altri la fissavano ancora allibita, certi che lei avesse un piano. 
"Pronta cosa?" 
"La... l'arma segreta!"
Ginny sgranò gli occhi dalla sorpresa e per fortuna erano tutti concentrati sulla Umbridge ed Hermione per vedere le reazioni degli altri. In realtà, non esisteva proprio nessuna arma segreta ma probabilmente quello era solo un trucco di Hermione per tirarli tutti fuori di lì. Ginny guardò bene l'amica inchiodata su una sedia dalla vecchia rospa e vide che non piangeva: era solamente una finta. 
"Arma?" gli occhi della Umbridge sembravano quasi voler fuoriuscire dalle orbite. "Avete costruito un arma da usare contro il Ministero su ordine di Silente, giusto? Mi accompagni subito nel posto dove si nasconde! Andremo lei e io... e anche Potter, eh? In piedi!"
"Professoressa" intervenne Malfoy prontamente, "qualcuno della Squadra dovrebbe venire con lei, per sorvegliare..." 
"Sono un funzionario abilitato del Ministero, crede che non sappia badare a due ragazzini privi di bacchetta?" replicò secca la Umbridge, spingendo i due ragazzi fuori dal suo ufficio e puntando la bacchetta dietro le loro schiene. "Restate qui e assicuratevi che nessuno riesca a svignarsela" aggiunse, e i Serpeverde ghignarono.
E detto quello, uscì precipitosamente dal suo ufficio seguendo Harry ed Hermione chissà dove. Ginny si liberò del bavaglio e guardò gli altri tre, che le restituirono uno sguardo complice: adesso toccava solamente a loro mettersi in gioco. 







Angolo autrice
E anche questo capitolo è concluso! Spero che lo scontro fuori dall'ufficio della Umbridge sia di vostro gradimento, ci ho messo davvero tutto l'impegno. I dialoghi nell'ufficio li ho mischiati sia dal film che dal libro altrimenti venivano troppo lunghi, e noi che abbiamo letto il libro sappiamo benissimo cosa è successo quando i Serpeverde acciuffano i ragazzi. Nel prossimo capitolo, i nostri eroi entreranno in azione e ci sarà molto più movimento. Promesso! 
Bacioni!

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Capitolo 44
*** Ufficio Misteri... il nome l'hanno azzeccato, no? ***


UFFICIO MISTERI... IL NOME L'HANNO AZZECCATO, NO?


Malfoy sghignazzava mentre giocherellava con la bacchetta di Harry, mollemente appoggiato alla finestra. 
Quell'aria da fighetto di superiorità era stampato nella sua espressione e gongolava raggiante, come se i suoi prigionieri non potessero davvero scappare: povero illuso, ingenuo Serpeverde. E anche tutti gli altri, credevano sul serio che loro sarebbero stati fermi ad aspettare la Umbridge? 
"Spero che qualcosa nella foresta divori quel dannatissimo Potter e la sua amica Mezzosangue" borbottò Malfoy con una risatina, e lanciò in aria la bacchetta del ragazzo per poi prenderla con la mano sinistra. Ron si mosse, tra le braccia salde di Warringhton. 
"Io dico che sarà proprio la vostra Preside a fare una brutta fine" lo rimbeccò Ginny con asprezza. 
Tutti i Serpeverde si voltarono a guardarla con disgusto e, con un'occhiata eloquente alla sorella, Ron colse l'occasione al volo, mollando un pugno in faccia a Warringhton che, con occhi lacrimanti, lo lasciò andare e crollò a terra col naso insanguinato e dolorante. Tiger alleggerì la presa sul collo di Neville di istinto, come preoccupato per quello che stava appena succedendo. 
"Stupeficium!" esclamò Neville che aveva recuperato la bacchetta e Warringhton volò via da Ron, atterrando stordito accanto alla porta.
"Ma che cosa...?"
Malfoy era visibilmente terrorizzato. Avanzò verso il corpo immobile del suo compagno e chiuse velocemente a chiave la porta per non farli uscire, indeciso sul da farsi: se battersela in ritirata per avvertire qualcuno o restare lì dentro. Millicent Bulstrode si diresse goffamente verso Neville torcendogli le braccia in una morsa ferrea e il ragazzo iniziò a lottare contro la sua forza e il suo peso; poi Millicent gli diede scasualmente un gomito nell'occhio destro facendoglielo viola. 
Ginny si divincolò per l'ennesima volta dalla grossa ragazza che la teneva ferma ma la Serpeverde era sempre molto più forte di lei, che era mingherlina e bassina. La Serpeverde prese Ginny per una spalla dandole un grosso scossone e iniziarono una lotta disperata: la grossa ragazza graffiò il viso a Ginny più volte mentre quest'ultima partiva a dare pugni e calci dappertutto. 
"Stupeficium!" gridò Ron e la grossa ragazza atterrò sulla cattedra della Umbridge, con un gran tonfo. 
"Grazie mille, fratellino!" 
Un secondo dopo, Tiger si gettò su Ron facendogli sanguinare il labbro più che mai; Luna tentava di liberarsi della Serpeverde che l'aveva mandata a cozzare contro i ritratti dei gattini, che miagolavano in modo insistente; la bacchetta di Neville era lontana dal ragazzo mentre lui si azzuffava con Millicent Bulstrode e d'un tratto, Draco acciuffò violentemente Ginny per i capelli, gettandola a terra di peso. 
La ragazza avvertì un terribile bruciore alla testa mentre il ragazzo la inchiodava sulla moquet con le gambe. 
"Oho! Hai cercato di distrarre gli altri per andare nella foresta ad aiutare il tuo caro Potter?" la punzecchiò Draco, tutto esultante e sghignazzante. 
"TU! Tu... brutto str... mostro!" 
La battaglia attorno a lei infuriava e nessuno poteva aiutarla: erano tutti bloccati da un Serpeverde per prestarle attenzione. 
"Ma a te piace Potter, vero?" gongolò lui, il solito ghigno ormai stampato sul viso aguzzo. "Tu adori i suoi occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia" rise sguaiatamente e Ginny sentì la collera bruciare, "e adori i suoi capelli neri e lucidi come di corvo in volo. Giusto, Weasley?" e scoppiò nuovamente a ridere, facendo pressione sulle gambe sullo stomaco della ragazza. 
"SEI RIDICOLO!" strillò lei, divincolandosi.
"Tu eri la ridicola... con quella altrettanto ridicola filastrocca!" continuò Draco, facendosi beffe di lei e della sua calma. "Oh, ma il grande Harry Potter e bla bla bla ti ha sempre ignorata perchè eri una bimba sciocca! Tu per lui non sei niente e ancora ti ostini ad aiutarlo?" 
Quella fu decisamente la goccia che fece traboccare il vaso. 
Ginny si alzò di scatto e colpì il ragazzo forte in testa, provocandogli un dolore incredibile anche alle parti basse. Tra lo stupore generale, si scrollò di dosso Draco Malfoy e recuperò subito la bacchetta per lanciargli una strabiliante Fattura Orcovolante: il ragazzo si ritrovò presto a combattere e agitarsi contro dei piccoli e mostruosi esserini svolazzanti, mentre strillava come una femminuccia. 
"LEVAMELI... LEVAMELI DA... DOSSO!" strillò, saltellando di qua e di la. 
Gli altri Serpeverde si erano immobilizzati a guardare il loro compagno e i ragazzi agirono prontamente: Ron schiantò rumorosamente Tiger mentre Luna disarmava la grossa Serpeverde e Ron schiantava anche lei senza troppe cerimonie; Neville tirò fuori un incantesimo di Ostacolo niente male e porse la mano a Ginny per aiutare a rialzarsi dal pavimento. 
"Sei stata grande, Gin!" esclamò Ron, avvolgendole un braccio attorno alle spalle. "Anche voi, siamo stati tutti grandi!" aggiunse eccitato, scavalcando i Serpeverde e un Draco terrorizzato per andare alla porta e uscire fuori dall'ufficio seguito dai tre. 
Neville sospirò. "Dura, è stata davvero dura. Ma ce l'abbiamo fatta!" 
"Oh, non avevo mai partecipato a nulla del genere!" fece Luna, evidentemente serena. 
"Siamo stati davvero grandi, ma adesso che si fa?" chiese Ginny curiosa, rivolgendosi a suo fratello che stava già cominciando a camminare per i corridioi per dirigersi probabilmente nella Foresta Proibita. Gli altri tre faticarono per stare al suo passo, ma erano pronti all'azione. "Allora, adesso andiamo nella foresta e aiutiamo quei due?" aggiunse, trabballante di eccitazione. 
"Sì, Ron... che facciamo?" chiese Neville, il viso paffuto sudato e l'occhio gonfio. 
"Dobbiamo aiutare gli altri e poi andiamo a Londra!" 
"Dobbiamo? Andiamo?" ripetè Ron sconcertato, fermandosi così in fretta che gli altri gli finirono addosso.
"Ma che cos'è questa storia di Londra?" domandò confuso Neville.
"Te lo spieghiamo strada facendo ma adesso... adesso dobbiamo muoverci!" intervenne Ginny subito, iniziando a correre dietro Ron che aveva preso a correre sulle scale per raggiungere la foresta. "Non mi importa un accidente se tu e gli altri due avete deciso che dovete combattere da soli, adesso avete bisogno di noi!" 
"Ginny, tu non vai da nessuna parte!" sbottò Ron testardo, spalancando il portone di quercia. "Devi metterti al sicuro, e anche voi due!" 
"Non avrei potuto liberarti dei Serpeverde da solo, Ronald" replicò Luna. 
"Sì, a che gioco state giocando?" aggiunse Neville oltraggiato. 
"Voi... voi non capite..." 
"Siamo dell'Esercito di Silente!" insistette Neville stizzito, affiancando Ron e scuotendogli il braccio. Ginny non potè biasimare la frustazione dell'amico: lui non c'entrava nulla con tutto quello però era intervenuto per aiutare lei e gli altri, mettendosi subito in gioco. Ed era quello che si meritava per aver contribuito alla prigionia dei Serpeverde nell'ufficio di Dolores Umbridge?
"Neville, tu non..." 
"Lasciate che vi aiutiamo!" 
Ron non rispose, e si rivolse alla sorella. "Tu non vieni con noi" disse deciso. 
"Come no!" ribattè lei sbuffando, cocciuta quanto il fratello.
"Non puoi comportarti così: vi abbiamo aiutati" disse Luna, inarcando le sopracciglia.
Luna aveva ragione, Neville aveva ragione... loro tre avevano ragione: non potevano permettere che i tre ragazzi facessero di nuovo tutti da soli, si stava parlando di Voldemort e se per mettere nel sacco dei Serpeverde avevano avuto bisogno d'aiuto... al Ministero avrebbero dovuto restare uniti più che mai.
"Ragazzi... restate qui e basta!" supplicò Ron disperato, le mani nei capelli. 
Ginny sbuffò di impazienza. "Verremo con voi, che vi piaccia o no!" 
E quello fu definitivo. 




Non fu una passeggiata trovare Harry ed Hermione nel cuore della Foresta Proibita ma Ginny seppe bene come ingannare il tempo: spiegò in breve a Neville di Sirius e di cosa stava succedendo e alla fine il ragazzo fu abbastanza spaventato ma ovviamente non si tirò indietro perchè voleva partecipare all'azione tanto quanto lo voleva lei. Ci fu una gran confusione quando Ginny, Neville e Luna instistettero nel andare con i tre ragazzi a Londra e alla fine i ragazzi furono così esasperati che cedettero dopo pochissimo. 
Il viaggio in volo verso il Ministero della Magia con dei Thestral fu un incubo: Ginny non riusciva a vederli e viaggiare su qualcosa che era totalmente invisibile non fu per niente divertente. Alla fine, la ragazza fu davvero lieta di ritrovarsi di nuovo con i piedi per terra. 
Entrati nell'Ufficio Misteri iniziarono a provare un paio di porte inquietanti, fin quando... 
"E' questa!" disse Harry ansioso, spingendo la porta accanto a quella dal quale erano appena usciti. I cinque ragazzi lo seguirono a ruota, tenendo alte le loro bacchette: c'era solo una fonte di luce in quel corridoio stretto e proveniva da una campana di vetro che sembrava piena di un vento luccicante. 
"Guardate!" esclamò Ginny curiosa, indicando il centro della campana. 
Un uovo piccolo e luminoso volteggiava in alto, appena raggiunta la parte più alta si schiuse ed emerse un colibrì che si mosse verso il basso e si trasformò di nuovo in un uovo. Ginny era piacevolmente incantata come in trance e non riusciva a staccare gli occhi da quella visione: ma perchè tenere una campana di vetro, un arco e tutte quelle cose interessanti che avevano visto in un Ministero della Magia?
"Muovetevi!" ordinò Harry brusco e Ginny si sentì chiamata in causa. 
"Tu hai perso tutto il tempo che hai voluto con quello stupido arco!" replicò stizzita, ma lo seguì obbediente dentro un'altra stanza.
Era una stanza perfettamente diversa dalle altre, grande come una cattedrale immensa e piena di scaffali zeppi di piccole e polverose sfere scintillanti. Ginny si ritrovò di nuovo a rabbrividire: faceva molto freddo e il luogo era assai inquietante. Sfere di vetro in un Ministero... ma a che cosa potevano mai servire?
"Tenete le bacchette pronte!" disse Harry alzando la sua, e avanzando verso il buio. Tutti i ragazzi obbedirono e si ritrovarono a muoversi velocemente tra i vari scaffali con la bacchetta puntata contro di essi. "Dovrebbe essere qui vicino... da qualche parte qui..." aggiunse il ragazzo, in un sussurro preoccupato. 
"I-io non... non credo che Sirius sia qui" disse piano Hermione. 
"Harry, hai visto questa? C'è scritto il tuo nome!" mormorò Ron, avvicinandosi ad una piccola sfera. 
Il tono di suo fratello era assai ansioso e spaventato e Ginny si avvicinò a lui per vedere dove fosse scritto il nome di Harry, curiosa quanto gli altri di vedere se anche il suo nome era scritto da qualche parte. Il ragazzo prese una piccola sfera di vetro, con su scritto una data e:

SPC a APWBS. 
Oscuro Signore
e Harry Potter 


Ginny guardò la sfera perplessa e preoccupata: che significava tutto questo? E perchè c'era solamente scritto il nome di Harry lì sopra? Doveva essere scritto anche il nome degli altri probabilmente ma nessuno di loro cinque trovò qualcosa o una sfera di vetro con scritto i loro nomi. Harry ignorò le proteste di Hermione sul fatto che la sfera di vetro era pericolosa e la prese. 
"Molto bene, Potter... adesso voltati lentamente e dammela" 
Una voce strascicata risuonò alle spalle dei ragazzi e d'un tratto delle forme nere affiorarono dal nulla e li circondarono, bloccando ogni via di fuga. Dodici bacchette erano puntate contro di loro e Ginny si lasciò sfuggire un gemito di orrore mentre si voltava in direzione di Lucius Malfoy, la mano protesa in avanti come se davvero il ragazzo gli cedesse la piccola sfera di vetro. 
"Dov'è Sirius?" chiese Harry deciso, mentre gli altri si disponevano in cerchio per fronteggiare i Mangiamorte. Ginny si trovò voltata verso il lato sinistro, accanto a Neville e con la spalla di Harry premuta nervosamente contro la sua schiena. 
"L'Oscuro Signore sa sempre tutto!" esclamò una voce esultante. 
"Voglio sapere dov'è Sirius" disse Harry arrogantemente.
"Voglio sapere dov'è Sirius!" gli fece il verso una donna, nella parodia di una piccola vocina infantile. "Il piccino si è fvegliato e ha fcopelto che il sogno ela velo" aggiunse cinguettando, e Ginny sentì Neville tremare fortemente al suo fianco. 
"Potter, è giunta l'ora che tu impari la differenza tra sogni e realtà. Dammi la profezia e nessuno ti farà del male" disse Lucius. 
Harry fece una grossa risata glaciale. "Ma certo, io ti consegno questa... profezia... giusto? E voi ci lasciate tornare a casa come niente fosse?" 
"Accio profe..." iniziò la donna. 
"PROTEGO!"
I cinque ragazzi si mossero alle spalle di Harry, che aveva lanciato un Incatesimo di Scudo prima che lei terminasse la frase. La donna rise e si fece avanti, spingendo indietro il cappuccio: Bellatrix Lestrange, con il volto bianco e scavato da quelli che erano stati anni e anni di Azkaban e con una bellezza sfiorita, avanzava verso di loro con aria eccitata, quasi minacciosa e maniacale. 
"Hai bisogno di farti convincere?" chiese, beffarda. "Benissimo, prendete la più piccola... che guardi mentre la torturiamo, ci penso io!"
Ginny si guardò velocemente intorno, sbattendo velocemente le palpebre mentre un paio di Mangiamorte avanzavano verso di loro. Dovevano prendere la più piccola? Ma la più piccola chi era? Fu proprio quando un Mangiamorte era a un passo per afferrarle il braccio che Ginny puntò la bacchetta tremante verso di lui, con i cinque ragazzi che iniziarono a stringersi attorno a lei mentre Harry le si parava davanti con fare protettivo, la sfera stretta al petto in modo che non la potessero prendere e torturare davanti a tutti. 
La mano libera del ragazzo afferrò il suo polso e Ginny si sentì per la prima volta lì dentro protetta. 
"Oh, ma lui sa come si gioca!" sbottò Bellatrix Lestrange. 
"Di che profezia si tratta? Perchè Voldemort ci tiene tanto?" l'aggredì il ragazzo. 
"Tu osi pronunciare il suo nome?" strillò la donna, gli occhi sporgenti e folli. 
"NON ATTACCATE" gridò Lucius, avanzando e allargando le braccia. "Potter, le profezie possono ritirarle solo coloro per i quali vengono fatte... ed è una fortuna per te. Non ti sei mai chiesto il motivo del legama tra te e l'Oscuro Signore, mmh? E perchè non fu in grado di ucciderti quando eri solamente un neonato? Non vuoi conoscere il segreto della tua cicatrice?" 
Possibile che quella minuscola sfera di vetro avrebbe potuto dare delle risposte a tutte quelle domande? Ginny avrebbe voluto gridare ad Harry che era un inganno, solo uno sporco inganno... proprio come lo era stata la visione di Sirius: i Mangiamorte volevano solo attirarlo al Ministero per ucciderlo. 
"Ragazzi..." sussurrò impercettibilmente Hermione, "quando dice ora spacchiamo gli scaffali, va bene?" 
"Sì" bisbigliarono loro in risposta, alzando le bacchette come decisi all'azione. 
"Tutte le risposte sono lì, nella tua mano. Devi soltanto darla a me e io..."
Harry guardò avido la sfera, i Mangiamorte si distrassero e lui urlò: "ORA!" 
"REDUCTO!" urlarono all'unisono i ragazzi. 
Gli scaffali esplosero facendo un rumore assordante e le sfere di vetro precipitarono a terra, cadendo a pezzi. Ginny agguantò Luna e suo fratello e li trascinò velocemente con sè, iniziando a correre all'impazzata verso l'uscita con la bacchetta alta e pronta a combattere. I tre ragazzi si coprirono la testa con le braccia mentre sfrecciavano superando Harry, Hermione e Neville cercando di non perderli di vista. Ginny sentì qualcosa muoversi pericolosamente al suo fianco e si rese conto che un Mangiamorte li stava seguendo... e li stava seguendo in volo. 
"Stupeficium!" esclamò Ron e il Mangiamorte dal volto mascherato volò via da loro, atterrando sulla schiena sopra agli scaffali distrutti. 
I tre ragazzi continuarono a correre mentre altri quattro Mangiamorte li inseguivano, correndo. 
"Fermi" disse Luna guardandosi intorno e i due si fermarono, notando che qualcosa non andava. 
"D-dove sono gli altri?" balbettò Ron. Ginny si voltò indietro per un attimo, prima di cominciare a correre per seminare i Mangiamorte. Era più che convinta che i tre ragazzi fossero dietro di loro ma quando alzò lo sguardo su una fila di scaffali lesse: centoventi, avevano sbagliato strada. 
"Siamo andati dalla parte sbagliata!" esclamò Ginny atterrita, continuando quella frenetica corsa verso l'ignoto. Era affannata e sfinita come gli altri due, le gambe cominciavano a farle male mentre superavano le file centotrenta, centotrentuno... e chissà per quanto avevano corso e per quanto avrebbero corso ancora, per scrollarsi di dosso quei Mangiamorte. 
"Non ci scapperete, non ci scapperete!" cantilenò un Mangiamorte e gli altri risero, lanciando maledizioni che sfioravano i ragazzi. 
"Dobbiamo nasconderci" sussurrò Ron, terrorizzato. 
"Sì... qui dentro, muoviamoci!" li incitò Ginny decisa, spalancando la prima porta davanti a loro. 
La ragazza non fece in tempo a guardarsi intorno e a far entrare gli altri due che, con un potente strattone all'ombelico tipo Passaporta, fu catapultata in alto a galleggiare a mezz'aria: la stanza era buia, piena di stelle e pianeti. Ron urlò e si divincolò con tutta la forza; Luna era preoccupata e si muoveva fluida mentre galleggiava, cercando di trovare una via d'uscita e Ginny non riusciva a parlare, mentre si agitava frenetica in aria come se il movimento e il peso potessero fare qualcosa per tirarli giù da quella specie di spazio virtuale. Aveva come una sensazione di vuoto nello stomaco e la paura l'avviluppava, in più non si vedeva nulla lì dentro e chissà a quanti mentri stavano volteggiando: avrebbero potuto schiantarsi all'istante sul pavimento gelido. 
I Mangiamorte li avrebbero raggiunti? Harry, Hermione e Neville stavano bene o erano feriti? 
"Dobbiamo andarcene di qui!" sussurrò Ron rabbioso, mentre il suo corpo si spostava verso Urano. 
"NON L'AVEVO CAPITO!" esclamò Ginny disperata, la voce che si diventava sempre più acuta: non intendeva urlare ma la paura spesso giocava bruttissimi scherzi. Si mosse velocemente verso il basso verso Plutone, ma all'improvviso si sentì uno sbattere di porte e anche i Mangiamorte furono sospesi a mezz'aria. 
"Impedimenda! gridò Luna e il Mangiamorte cadde a galleggiare più in basso, stordito.
"Ma che schifezza di posto è questo?" esclamò spiazzato il Mangiamorte vicino a Ron. 
"Che cosa ti importa del posto, brutto imbecille? Prendete quei mocciosi!" latrò un altro Mangiamorte. 
Ginny si spostò velocemente verso il basso, lanciò una fattura all'uomo che aveva parlato per primo e individuò la porta, semichiusa. 
"Luna! Ron! La porta è proprio... argh, lasciami!" 
"GINNY!" 
L'urlo di Ron echeggiò orribilmente nella stanza buia e vuota: il Mangiamorte l'aveva raggiunta e ora la teneva saldamente per la caviglia. L'aria era così pesante che Ginny faceva un enorme fatica a divincolarsi e il Mangiamorte era lungi dal voler essere gentile con lei. Piuttosto, sembrava proprio che stesse per ucciderla e Ron prese ad agitarsi con forza. 
"STUPEFICIUM!" 
Lo Schiantesimo di Ron lo mancò di un soffio e l'uomo dal volto mascherato lo guardò, lanciandogli contro un incantesimo dalla luce dorata che rimbalzò contro Venere e lo colpì in pieno petto: Ron si ritrovò a galleggiare come il primo Mangiamorte, inerme; Luna trattenne il respiro. 
"RON! NOOOOOO!" strillò Ginny spaventata, sempre cercando di liberarsi dal Mangiamorte che la teneva ferma. 
"Reducto!" esclamò Luna e Plutone scoppiò in faccia al Mangiamorte che teneva bloccata l'amica. 
Nello stesso tempo in cui il pianeta scoppiò con un grosso rumore in faccia al Mangiamorte che ora galleggiava anche lui fermo a mezz'aria, Ginny sentì un forte e bestiale dolore alla caviglia e capì che l'incantesimo di Luna aveva colpito anche lei. 
Lei gemette ma notò che c'era qualcos'altro di cui preoccuparsi: la stanza aveva preso a muoversi in modo preoccupante. 
"Cosa succede?" gridò la ragazza a Luna, constatando con allegria che tutti i Mangiamorte erano stati messi ko. 
Ma la risposta venne presto: allo scoppio di Plutone precipitarono tutti sul pavimento con un tonfo, smettendo di galleggiare. I Mangiamorte batterono forte la testa e non si rialzarono, mentre Ron venne afferrato da Luna prima che toccasse terra con la testa. 
"Oh, grazie... mio dio... Ron, come sta? Ahia!" 
"Ginny, scusami... mi dispiace tanto per la caviglia, davvero!" disse Luna mortificata, aiutandola a rialzarsi. "Stava per ucciderti e non volevo sul serio farti del male, credevo che l'incantesimo non ti avrebbe colpita e invece... mi dispiace!"
"Luna, tranquilla. Ci dovevamo liberare di lui, non ti preoccupare... va bene?" 
Ginny chiuse un attimo gli occhi, accecata dal dolore della caviglia. 
"Usciamo da qui" disse in fretta Luna, e si trascinò dietro Ron mentre Ginny zoppicava dietro di lei e cascava a terra fuori dalla stanza, chiudendosi velocemente la porta alle spalle con la caviglia troppo dolorante. 
"Ron!" lei scosse il fratello ma non ebbe risposta. "Luna, l-lui non... mica... non..." 
"Non era un lampo di luce verde" disse Luna molto pallida, accovacciandosi accanto a Ron. 
Ron era immobile a terra, il sangue gli colava da un angolo della bocca. Ginny, con gli occhi lucidi di lacrime di disperazione, si accasciò sul suo petto e mise l'orecchio nel posto più alto che la ragazza riusciva a raggiungere tutte le volte in cui Ron l'aveva abbracciata: thum thum thum... il suo cuore batteva. Alzò lo sguardo verso Luna, meno preoccupata di prima. 
"Batte, sta bene! Come facciamo a farlo risvegliare?" 
Luna gli puntò la bacchetta contro il petto e mormorò: "Innerva!" 
Ron aprì gli occhi immediatamente e le due ragazze fece un gran sospiro di sollievo. "Sorellina? Lunatica? Aha! Miseriaccia, che bello vedervi! Dammi un abbraccio, sorellina!" ridacchiò il ragazzo, gettando le braccia al collo alla sorella. 
"Era un incantesimo di demenza, quello del Mangiamorte?" sbottò Ginny preoccupata, scrollandosi di dosso il fratello. 
"Siete buffissime, tutte spettinate... d-dove siamo?" 
"Cosa?" 
"Aha! Ma io ho appena visto Urano!" 
"Cosa?" 
"Aha! Urano, il pianeta... aha! Era tutto blu, bellissimo sorellina! Lunatica, sei tutta spettinata!" 
"COSA?" strepitò Ginny, gli occhi che andavano da Ron a Luna. "Ufficio Misteri... il nome l'hanno azzeccato, no?" 




"RON! GINNY! State tutti...?" 
Ma Ginny era ruzzolata nella stanza ignorando la voce di Harry e si lasciò scivolare lungo il muro fino a sedersi a terra, ansimando e reggendosi la caviglia: il dolore era troppo allucinante. Luna spiegò brevemente a Harry cosa era successo, mentre Ron faceva fatica a restare fermo e soprattutto a restare zitto per non dire sciocchezze. I ragazzi decisero di andare via di lì (Luna aiutò Ginny a camminare) ma proprio mentre stavano per aprire la porta e catapultarsi all'ingresso irruppero tre Mangiamorte guidati da Bellatrix Lestrange, un lampo folle attraverso gli occhi.
"ECCOLI!" strillò lei eccitata. 
"Luna, Neville! Aiutatemi!" gridò Harry disperato e i due ragazzi corsero affannati verso di lui per aiutarlo con Hermione, che sembrava priva di sensi. Ginny era fastidiosamente impotente e strisciò verso Ron, cercando di riuscire a calmarlo e a portarlo via. 
"Ron, andiamo via da questo posto!" 
"Non voglio, no... qui è pieno di cervelli, guarda sorellina!" 
"FERMATI!" 
"Accio cervello!" troppo tardi: Ron aveva appellato il cervello. "Guarda qui... no... non mi piace... no, ferma... basta!" 
I tentacoli si stavano arrotolando attorno al petto di Ron, avviluppandosi come se fosse una strana creatura letale e Ginny guardò la scena atterrita, le mani che tremavano incontrollabili mentre cercava di aiutare il fratello che si contorceva. 
"Diffindo!" gridò Harry ma i tentacoli non mollarono la presa e Ron cadde a terra, dimenandosi dalla loro furia. 
"Soffocherà!" urlò Ginny in preda all'ansia, ma all'improvviso si sentì un sibilo e capì che qualche Mangiamorte stava lanciando contro di loro qualcosa... contro di lei: lo zampillo di luce la colpì in pieno viso e l'unica cosa che la ragazza vide prima di sprofondare nell'oblio fu quel lampo letale di luce rossa. 




Quando Ginny aprì gli occhi e prese conoscenza di nuovo era distesa su un freddo pavimento e l'immagine strana di Harry che inseguiva Bellatrix Lestrange furono la prima cosa che la ragazza vide: stava sognando? Ma non sembrava. Con sguardo ancora annebbiato, si guardò intorno con circospezione: Luna gemeva sul pavimento; Hermione era accanto a loro, ancora priva di sensi a causa della maledizione potente del Mangiamorte e Ron, che si era fortunatamente disfatto di quel cervello, era steso per terra e ridacchiava piano come imbecillito. 
"Luna... c-cosa sta succedendo?" chiese la ragazza, mettendosi a sedere con la caviglia che ancora faceva male. 
"Non ne ho idea, mi sono svegliata da poco e..." lei gemette, "e non riesco... ahi! Ho troppo male, dappertutto" aggiunse. 
"Luna, ascoltami... non ti preoccupare, adesso ce ne andiamo" 
Ma prima che Ginny potesse fare un solo passo verso l'amica che non stava bene la porta si aprì e Albus Silente in persona fu a varcarla: erano salvi. Corse deciso verso di loro e si accovacciò accanto ai feriti, parlando con chi era sveglio. Non sembrava arrabbiato, la sua espressione era preoccupata al massimo.
"State tutti bene?" chiese con garbo. 
"Sì, professore... Preside, che cosa succede?" chiese Ginny in fretta, avvicinandosi all'uomo. 
"Ginny, signorina Lovegood... avete per caso visto Harry da qualche parte?" domandò invece il Preside, che aveva cose più urgenti da fare che spiegare le vicende a due adolescenti vive per miracolo e tutte palesemente stralunate. 
"Inseguiva Bellatrix Lestrange, è appena passato da quella porta!" esclamò Ginny indicando l'ultima porta a sinistra, e Silente con un breve cenno si affrettò a raggiungere il suo studente preferito passando proprio da quella porta. "Ma cosa...?" aggiunse la ragazza, all'indirizzo di Luna che stava iniziando a calmarsi. 
Il loro silenzio non durò molto: la porta a destra si spalancò e comparvero Remus Lupin e Neville. 
"REMUS! NEVILLE!" 
Neville si accovacciò accanto a Ginny e lei fece una cosa che non aveva mai fatto prima d'ora: l'abbracciò forte e lo strinse a sè. Il ragazzo parve assai lusingato da quel gesto e il suo viso si colorò in fretta, diventando cremisi. 
"Stai bene? Grazie al cielo! Ma che cosa è successo?" 
"Voi quattro state bene?" chiese Remus, verificando le condizioni di Hermione e Ron. 
"Sì, solo feriti e..." la ragazza sciolse l'abbraccio. "Remus, che cosa sta succedendo?" 
"Credevo che s-stessi... che v-voi..." balbettò Neville preoccupato. 
"Stiamo bene, Neville" rispose Luna con un piccolo gemito. 
"Vi spiega tutto Neville quando sarete ad Hogwarts in Infermeria" replicò rapido Remus, avvicinandosi a Luna. "Sì, dovete immediatamente andare da Madama Chips: è stata una roba senza precedenti, catapultarsi qui a Londra. Non dovevate nemmeno pensarci, l'Ordine della Fenice è intervenuto prima che potesse succedervi qualcosa e abbiamo bloccato i Mangiamorte nella stanza non appena è arrivato Silente, in modo che non possono Smaterializzarsi" 
"Ma..." obbiettò Ginny imbarazzata. 
"Ginny, tua madre è preoccupatissima!" ribattè Remus, agitando la bacchetta su un pezzo di stoffa. "Fai come ti dico, capito? Se tutti quanti fate come vi dico io stasera non morirà più nessuno e Madama Chips si prenderà cura di voi e di Tonks, che è stata ferita da Bellatrix" 
"Non morirà più nessuno?" ripetè Ginny spiazzata, la paura che cresceva sempre di più nel suo cuore. 
Remus la fissò, poi tornò ad occuparsi della stoffa evasivo. 
"R-Remus... chi... chi è morto?" 
"Andate ad Hogwarts, muovetevi!"
L'uomo costrinse i ragazzi con un colpo di bacchetta a poggiare il dito sopra alla stoffa e in men che non si dica il pavimento dell'Ufficio Misteri sparì sotto i loro piedi. Ginny avvertì quel famoso strappo all'ombelico, un abbaglio di luce vorticò nei suoi occhi e la ragazza finì lunga distesa sul pavimento dell'Infermeria di Hogwarts mentre i capelli di Luna si finivano direttamente in faccia e in bocca. 







Angolo autrice
Decisamente, questo capitolo è molto più movimentato rispetto ai capitoli precedenti e spero che vi piaccia di più, o almeno come gli altri. Il momento che tutti aspettavano è ormai alle porte: ovviamente, sto parlando dei capitoli del sesto libro e che io non vedo l'ora di scrivere. Spero che le varie battaglie siano di vostro gradimento, io mi sono impegnata molto per formulare questo capitolo. 
Un abbraccio!

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Capitolo 45
*** Una nuova era sta per cominciare. ***


UNA NUOVA ERA STA PER COMINCIARE.


Il mattino seguente, Ginny, Harry, Luna e Neville poterono lasciare l'Infermeria e abbandonare le cure assidue di Madama Chips mentre Ron ed Hermione dovevano rimanere ancora un pochino dato che i danni più gravi li avevano subiti loro. I quattro ragazzi promisero ad entrambi che sarebbero andati a trovarli prestissimo e loro furono più allegri, mentre mangiucchiavano le Cioccorane a letto con Madama Chips che sbuffava il suo disappunto. 
"GINNY!" esclamò la voce ansiosa di Demelza Robins, che le correva incontro seguita dalla combriccola. "Santo cielo, Merlino benedetto! Non fanno altro che parlare della vostra avventura nell'Ufficio Misteri... ero così preoccupata!" 
"Ma allora è tutto vero?" chiese Ritchie. 
"Certo che sì!" esclamò Christopher, guardando l'amico come se fosse impazzito.
"Quanti pettegolezzi devo raccontarti!" squittì Vick. 
"E così la nostra rossa fugge dalla scuola per combattere i Mangiamorte?" sghignazzò William. 
"Devi spiegarci tutto!" 
"Ero così preoccupata... così preoccupata..." 
Come non detto, le reazione dei suoi compagni furono proprio come le aveva sempre immaginate: Demelza spaventata e ammirata insieme e gli altri solamente ammirati, e vogliosi di sapere nei dettagli cosa fosse successo al Ministero della Magia. E non furono i soli curiosi: non appena Ginny varcò la Sala Grande per la colazione, le furono tutti addosso per curiosare finchè Christopher non mandò gli studenti a quel paese dicendo di non stressare l'amica. 
Tuttavia, il ricordo della sera seguente era doloroso: era davvero morto qualcuno e quel qualcuno era Sirius. Lui... che aveva vissuto anni e anni ad Azkaban accusato di qualcosa che non aveva mai commesso... era morto vivendo un inferno gli ultimi giorni della sua vita, rinchiuso nella sua vecchia dimora di adolescente lontano da tutti. Era stata una vita orribile, la sua... non doveva morire in quel modo, non adesso. 
Nel pomeriggio, Ginny e le sue due amiche si avviarono verso il cortile per godersi da sole una bella passeggiata lontano da tutti e Vick potè finalmente dire quello che aveva la voglia di dire da quando aveva visto l'amica. 
"Ovviamente, adesso Harry Potter è di nuovo l'eroe del mondo magico e non uno in cerca di attenzioni..." stava raccontando la ragazza, distesa sull'erba a godersi il caldo sole estivo che annunciava la fine dell'anno ad Hogwarts. Ginny fece uno sbuffo di disapprovazione, come per dire che la Gazzetta del Profeta è sempre stata così terribilmente voltagabbana e Demelza si schiarì la gola. "Non mi aspettavo nulla di diverso, però hanno un bel coraggio... insomma, l'hanno riempito di insulti per tutto l'anno e adesso iniziano ad adularlo in modo molto leccaculo... come fa a sopportarlo?" 
"Me lo chiedo sempre anch'io" disse Ginny levandosi il mantello, per il caldo. 
"Caramell non resterà, vero?" 
"Certo che no!" rispose Demelza severa. "Come potrebbe mai restare quando è da secoli che Silente continua a ripetergli le cose come stanno e solamente stasera, dopo aver visto Voi-Sapete-Chi direttamente nel suo Ministero, ha iniziato a credergli? Si ritroverebbe una rivolta tra le mani e non ne abbiamo bisogno, coi tempi che corrono in questo momento..." aggiunse. 
"Sì, hai ragione. Chissà chi sarà il nuovo Ministro della Magia, spero uno più in gamba di Caramell" disse la rossa, pensierosa. 
"Comunque" riprese Vick con tono acuto e spiccio, "ci sono ancora tante altre notizie che non ti ho ancora detto. Sai che Micheal Corner si è fidanzato? Demelza, glielo dobbiamo dire per forza. Sì, si è fidanzato proprio con quella piagnucolona della Chang e ieri sera li ho visti mentre si baciavano con passione accanto alla Torre di Grifondoro!" 
A Ginny quella notizia non fece ne caldo e ne freddo. "Immagino si aspettassero che li vedessi" disse, sprezzante. 
"Era quello che abbiamo pensato..." borbottò Demelza. 
"Hanno fatto proprio capire questo, insomma... baciarsi davanti alla Torre di Grifondoro!" li schernì Vick con una risatina beffarda, stiracchiandosi vistosamente sull'erba fresca. "L'hanno fatto di proposito e Demelza li voleva ammazzare, per la cronaca. Ma Micheal non sa quel che si è perso: adesso tutta la scuola non fa che parlare di voi e di te soprattutto, la ragazza più affascinante ed eroica di tutta la scuola. Sei molto più popolare di prima!" aggiunse, dandole un piccolo colpetto.
Per fortuna, la ragazza aveva amiche come Victoria Probisher e Demelza Robins che nonostante fossero amiche di una ragazza popolare non erano mai invidiose di lei e sempre pronte ad aiutarla in tutti i casi. Davvero, Ginny ringraziava il cielo di aver trovato amiche come loro due che si limitavano a riferirle le notizie senza malignità e gelosia nei suoi confronti. 
"Posso capire eroica... ma affascinante?" fece lei, mentre Demelza scoppiava a ridere. 
"Non dubitare del tuo sex appeal!" la stuzzicò Vick ridacchiando. "Tutta la scuola non fa che parlare di te e Romilda Vane e le sue amiche, un paio di Grifondoro odiose e dalla puzza sotto al naso, sono fumanti di rabbia perchè tu sei al centro dell'attenzione"
"E il professor Vitius ha fatto Evanescere la Palude Portatile dei gemelli" aggiunse Demelza. "Ah! E siamo andati tutti bene agli esami, siamo tutti promossi! Comunque, Vitius ha lasciato un piccolo pezzo di Palude dicendo che era una magia niente male... strano, eh?" 
"Forse era un monumento ai gemelli" suggerì Ginny divertita. 
"Sì, probabile. E inoltre, ho visto Dean Thomas tutto preoccupato..." mormorò Vick con un sorrisino malizioso, e la ragazza si sentì le guance abbastanza bollenti: non aveva dimenticato per nulla il ragazzo. "Forse era preoccupato per te o molto probabilmente era preoccupato che qualcun altro più affascinante di lui prendesse il suo posto nel tuo cuore, e ti portasse via per sempre da lui" e scoppiò a ridere, così come le altre. 
"Nessun altro di affascinante prenderà il suo posto" disse Ginny improvvisamente, paonazza. 
"Aha! Allora, ti metterai con lui?" 
"Sì, credo proprio di sì..." 
"Dean è decisamente meglio di Micheal" disse Demelza, ma sembrava leggermente contrariata. 
Quando le tre ragazze decisero che erano troppo stufe di restare lì al sole, si alzarono e si incamminarono verso il castello seguite da un paio di vocine femminili nelle orecchie: probabilmente le volevano seguire per origliare le loro conversazioni, sperando di sapere i dettagli sul Ministero della Magia. Non appena attraversarono il portone di quercia, Ginny fu investita da una mandria di ragazzi che le facevano i complimenti per il coraggio e le rivolgevano sorrisi ammiccanti e imbarazzati, tutti molto goffi e impacciati. Neville e Luna erano a pochi metri dalla ragazza, e le lanciarono uno sguardo eloquente come per dire che dovevano filarsela immediatamente da lì: sì, forse quella era la cosa migliore da fare. 
"Sei stata brava a tenere testa ai Mangiamorte" stava dicendo un'occhialuto ragazzino. 
"Complimenti" 
"I Grifondoro sono tutti fieri di te" 
Demelza e Vick si allontanarono piano da lei, quest'ultima borbottando: "Non dubitare mai del tuo sex appeal..." 




"Fresche notizie!" 
Dopo un paio di giorni, Ginny entrò nell'Infermeria del castello seguita da Luna e Neville. Hermione e Ron si misero velocemente a sedere e Ginny si appollaiò sul capezzale di Hermione lanciandole la Gazzetta del Profeta mentre Neville si adagiava su una poltrona tra i due letti. Luna era seduta su un'altra poltrona, in apparenza senza ascoltare una parola di quello che il trio stava dicendo poco prima. 
"Il ritorno di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato... il Profeta che dice il vero?" lesse Hermione. 
Harry sbadigliò vistosamente e non disse niente. 
"Così adesso non è più un esibizionista visionario, eh?" sbottò Ron, prendendo una manciata di Cioccorane e lanciandole ai compagni. Ginny prese al volo la sua Cioccorana e la divorò in un momento, mentre Hermione finiva di leggere il giornale accigliata. 
"E l'intervista di Harry non è esclusiva ma è quella comparsa sul Cavillo mesi fa..." borbottò. 
"Sì, gliel'ha venduta papà" disse Luna, alzando lo sguardo dal Cavillo che teneva decisamente al contrario. "Lui ne ricavato abbastanza da organizzare una spedizione in Svezia quest'estate alla ricerca del Ricciocorno Schiattoso" aggiunse, facendo un gran sorriso. 
Hermione sembrava in enorme conflitto con sè stessa. "Sembra interessante..." disse infine, e Ginny intercettò lo sguardo di Harry per poi distoglielo velocemente dal viso del ragazzo mentre sorrideva apertamente: era certa che entrambi stessero pensando la stessa cosa. "Allora, che cosa succede a scuola?" aggiunse, ignorando i sorrisini dei due ragazzi e rivolgendosi a nessuno in particolare. 
Ginny raccontò gli ultimi pettegolezzi del momento. 
"Chi è ora l'insegnante di Divinazione? Fiorenzo resterà?" 
"Per forza, gli altri centauri non hanno intenzione di riaccoglierlo" fu Harry a rispondere ad Hermione. 
"A quanto pare insegneranno sia lui che la Cooman" aggiunse Luna. 
"A Silente piacerebbe davvero potersi sbarazzare della Cooman. Sia chiaro, per me Divinazione è tutta inutile e Fiorenzo non è molto meglio di lei" disse Ron, addentando l'ultimo pezzettino della sua Cioccorana.
"Ma come fai a dire una cosa del genere?" lo rimproverò Hermione, infiammandosi subito con il ragazzo. "In fondo, abbiamo appena scoperto che esistono vere profezie... peccato che quella si sia rotta" 
"Vero" convenne Ron, "ma così nemmeno Voi-Sapete-Chi ha scoperto quello che diceva... dove vai?" aggiunse subito, vedendo Harry che si alzava. 
"Da Hagrid, gli ho promesso di passare a salutarlo e dirgli come state" rispose e uscì in tutta fretta. 
Sì, certo che andava da Hagrid e quella non era una bugia... ma il motivo era totalmente un altro. Non andava da lui per far sapere al gigante che i ragazzi stavano bene (perchè sicuramente lui lo sapeva) ma perchè stavano iniziando a parlare della profezia: Ron ed Hermione avevano proprio un tempismo perfetto. Sì, era vero che la profezia si era infranta ma Lucius non aveva forse detto che tutte le risposte alle sue domande erano lì? E non mentiva di sicuro, altrimenti Voldemort perchè avrebbe voluto che si impossessaro di quella piccola sfera polverosa?
"Non l'ho mai visto così a pezzi" disse Hermione tristemente, sospirando. "Sirius per lui era un incrocio tra un padre e un fratello, e anche questo membro della sua famiglia è andato... sono così dispiaciuta, non so davvero cosa dirgli per consolarlo"
"Non credo serva consolarlo" intervenne Neville, tirando su col naso impercettibilmente. "Me l'hanno raccontato, la sua morte è stata davvero molto ingiusta e io ero lì che guardavo tutto e l'ho visto scomparire davanti agli occhi" 
Hermione e Ginny rabbrividirono.
"Comunque, c'era davvero qualcuno oltre il velo dell'arco!" aggiunse il ragazzo, con decisione. 
"Velo dell'arco?" chiese Hermione spiazzata, incapace di trattenersi.
"Ma certo, tutti loro erano lì dentro... anche Sirius Black" disse Luna serena. 
"Sì, è finito davvero oltre quel velo" annuì Neville. 
Sembrava che solo Neville e Luna capissero di cosa stessero parlando ma Ginny afferrò qualcosa, qualcosa che non aveva mai capito prima: Harry poteva sentire le voci, anche Luna e Neville... e guarda caso, chi è che poteva sentire le voci? Le persone che potevano vedere i Thestral, le persone che avevano visto la morte. Quelli oltre il velo erano i morti, che sussurravano delle cose impercettibili in quell'arco maestoso e spaventoso. Quei tre di certo non erano pazzi come Ron e Hermione credevano ma Ginny non disse nulla, si tenne tutto dentro di sè perchè era giusto così... dovevano capirlo da soli. 
"Ragazzi, devo proprio andare" annunciò lei alzandosi, e afferrando l'ultima Cioccorana. 
"Verrai a trovarci ancora?" chiese Ron. 
"Sì" 
E salutandoli con la mano si allontanò dall'Infermeria per cercare Dean Thomas. 




"Credevo che si saremmo rivisti a settembre, di questo passo!" esclamò Dean felice, mentre lui e la ragazza passeggiavano nei corridoi. "Ho letto la Gazzetta del Profeta e le voci qui a scuola non fanno che circolare... sei stata davvero coraggiosa" 
"Ho fatto solo il mio dovere, non si abbandonano gli amici" rispose Ginny seria e coprì la mano del ragazzo con la propria. Dean parve sorpreso dal gesto improvviso ma ricambiò la stretta nonostante molte ragazze in corridoio borbottavano di loro, vedendoli così vicini e affiatati. 
"Tutta la scuola non fa che parlare di voi, di te..." borbottò lui, leggermente contrariato. 
"Spero non ti dispiaccia" commentò la ragazza, ridacchiando. 
"No, solo che..."
"Sì?" 
"Ginny, forse avrei dovuto dirtelo molto prima ma..." cominciò Dean, imbarazzato mentre la fissava. Lei aveva il cuore in gola, ma nonostante questo fissò il ragazzo cercando di non farsi prendere troppo dall'emozione e sperando inoltre di non arrossire troppo. "Insomma, tu mi piaci e non poco! Avevo così tanta voglia di stare con te solo che Micheal Corner mi ha anticipato e..." si bloccò perchè Ginny stava sorridendo, o meglio... ghignando. 
"Dean" disse lei. 
"Adesso penserai che sono uno stupido" 
"No. Anche tu mi piaci, Dean. E non poco..." disse la ragazza fermandosi di colpo, accanto ad una porta di un aula vuota. Dean la fissò con tanto d'occhi e le poggiò una mano sul viso, avvicinandosi a lei. "Forse anch'io avrei dovuto dirtelo prima, no?" 
"Meglio tardi che mai" disse lui in un sussurro e la baciò con dolcezza.




Ginny e Dean Thomas passarono tutto il pomeriggio insieme parlando di tutto, dal Quidditch al calcio e Dean raccontò alla ragazza della sua famiglia e lei gli raccontò qualcosa della sua, senza spingersi oltre altri argomenti di cui non voleva parlare come l'esperienza avuta con il diario stregato e Tom Riddle oppure sul fatto che abitava in una casa non particolarmente lussuosa. Hermione lo venne a sapere prima del momento dato che Vick l'aveva urlato eccitata in Sala Grande provocanto l'ira di alcuni presenti e Demelza ne fu abbastanza felice, anche se sembrava non volesse sputare il rospo su qualcosa. 
Il giorno successivo, Ginny dovette separarsi dai suoi amici e da Dean dato che aveva tanta voglia di passare il viaggio insieme agli amici con cui aveva condiviso l'avventura al Ministero della Magia e Dean ne fu abbastanza contrariato, ma alla fine si accontentò e andò nel suo scompartimento insieme a Seamus. 
"Il Cavillo?" chiese subito Luna quando Ginny prese posto accanto ad Hermione, sprofondando nel sediolino. 
"Sì, grazie. Oh, ci sono anche dei quiz? Fantastico!"
Luna le fece un gran sorriso e il treno cominciò a guadagnare alta velocità, mentre Harry e Ron entravano nello scompartimento seguiti da Neville. La maggior parte del viaggio la ragazza lo passò a leggere e completare quiz sul Cavillo insieme a Luna mentre chiacchierava con gli altri; Neville perdeva tempo con la sua Mimbulus Mimbletonia; Hermione leggeva le ultime novità sulla Gazzetta del Profeta e Harry e Ron giocavano a scacchi, imprecando a voce alta. 
"Ehi" bisbigliò Ron d'un tratto, rivolgendosi all'amico e accennando alla porta. Ginny alzò lo sguardo dal giornale e guardò fuori dallo scompartimento: Cho Chang superava il corridoio del treno a grandi passi, insieme alla sua amica Marietta Edgecombe. 
"Come... ehm... come va fra voi due?" chiese Ron esitante. 
"Non va" rispose Harry semplicemente. 
"Io... ho sentito che adesso esce con qualcun altro" disse incerta Hermione lanciando un occhiata a Ginny, imbarazzata. 
"Meglio per te, Harry. Insomma, è carina e tutto ma a te serve una ragazza più allegra!" commentò Ron, dandogli una pacca sulla spalla. 
"Probabilmente è abbastanza allegra con qualcun altro" replicò Harry acido, e abbassò lo sguardo sul suo cavallo. Non sembrava triste o arrabbiato: la sua espressione era fredda, indifferente e distaccata. Ron aveva ragione dicendo che a lui serviva una ragazza più allegra, con i tempi che correvano. Magari se fosse stata quella di una volta, Ginny ci avrebbe provato ma era decisa ad abituarsi ad una vita senza Harry Potter perchè aspettarlo era inutile. 
"Con chi esce, adesso?" chiese Ron ad Hermione ma fu Ginny a rispondergli. 
"Con Micheal Corner" disse, indifferente. 
"Micheal... ma... ma non ci uscivi tu?" 
"Non gli è andata giù che Grifondoro abbia sconfitto Corvonero a Quidditch, ed è diventato così musone che l'ho mollato" disse lei, grattandosi la punta del naso con la piuma. "E lui si è precipitato a consolare Cho" aggiunse, e Ron parve raggiante e felice di quella notizia. 
"L'ho sempre detto che era un idiota!" esclamò. "Hai fatto un affare! Basta che tu scelga meglio..." Ginny guardò il fratello lanciare un'occhiatina obliqua ad Harry e sbuffò, abbassando di nuovo lo sguardo sulla rivista. "... la prossima volta" concluse. 
"Beh... ho scelto Dean Thomas, ti sembra meglio?" 
"CHE COSA?" 
Ron rovesciò la scacchiera, agitandosi come una femminuccia: da quando avevano vissuto quell'avventura insieme era diventato molto protettivo con la sorella, soprattutto quando venne a sapere che a scuola non si parlava d'altro che di loro e di lei. Per fortuna il treno rallentò e i ragazzi scesero velocemente, trascinando le loro cose. Ginny salutò Dean e i suoi amici con la mano e loro ricambiarono con un sorriso, per poi prendere in strade diverse. 
E già, una nuova era stava per cominciare. 







Angolo autrice
Quest'ultima parte comprende solo le varie notizie e le novità, poi da questo capitolo in poi si passa al sesto libro, libro in cui Ginny emergerà e starà in primo piano anche nel cuore di Harry. Spero che tutti i capitoli vi piacciano!
Baci.

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Capitolo 46
*** Flebo e la convivenza forzata. ***


FLEBO E LA CONVIVENZA FORZATA.


Come Ginny aveva immaginato, non appena lei e il fratello misero il piede in casa la madre prese a blaterare rimproveri sul fatto che avrebbero dovuto rimanere al sicuro al castello, che non dovevano permettersi di volare fino al Ministero e che appena Silente l'aveva avvisata che i suoi due figli erano volati su un Thestral diretti all'Ufficio Misteri insieme ai loro amici le era quasi preso un colpo, anzi un vero principio di infarto. Ginny e Ron la lasciarono sfogare perchè se la godevano un sacco ma stranamente la madre subito si arrese, probabilmente perchè non aveva senso alterarsi quando ormai la cosa era già stata fatta. 
I Weasley non ebbero molte cose a cui pensare durante quei pochissimi giorni di vacanza, anche se fu proprio una strana lettera inviata a Bill a mettere loro pulci nelle orecchie. Lettera che diceva che lui e la sua fidanzatina avrebbero passato l'estate lì con loro perchè Fleur voleva tanto conoscere la sua famiglia. Fino a quel punto, tutto bene... se non fosse stato per la parte: abbiamo una grossa e importante notizia da darvi. 
"Chissà che notizia vogliono darci..." borbottò George pensieroso e curioso allo stesso tempo, appoggiando degli scaffali che puzzavano incredibilmente di polvere da sparo nella sua vecchia stanza: lui e il gemello non vivevano più alla Tana da quando erano fuggiti da Hogwarts. 
"Forse quella Fleur Delacour si trasferisce qui per miliorare il suo engleeeeeese" suggerì Fred ilare, che stava dando una mano al gemello a sistemare la roba. 
"MA NEANCHE PER SOGNO!" sbottarono Ginny e Ron all'unisono ma, la ragazza ne era sicura e si giocava la testa, entrambi non volevano lì Fleur per motivi assai diversi. Lei detestava a pelle quella mezza Veela dal Torneo Treamaghi mentre Ron provava un piccolo debole per lei ed era terrorizzato dal fatto che Fleur potesse ricordarsi di lui come la lumaca marina che l'aveva invitata al ballo e al quale lei aveva dato un grosso due di picche. 
"Erano supposizioni" disse George divertito, guardando le loro facce. 
"Io non ce la voglio quella mezza Veela qui dentro!" sbuffò Ginny imbronciata, sedendosi sul letto dei gemelli e rovistando nei loro scatoloni senza azionare nulla che poteva essere pericolo perchè non ancora pronto per il negozio. "L'estate già sarà un incubo con lei qui giorno per giorno, ne sono sicura. Vuoi anche farmela sopportare pertutte le estati a partire da questa? Vi è mai saltato in mente che forse... non so..." sembrava imbarazzata, "Bill voglia sposarla, quella Delacour?" aggiunse a malincuore, perchè la sola idea la disgustava altamente. 
"Sposarla?" ripetè Fred sconcertato. 
"Hai detto proprio sposarla?" fece eco George, ancora più sconcertato del gemello. 
"Sì, beh... insomma..." 
Ron scoppiò vivamente a ridere. 
"Bill non ha alcuna intenzione di sposarsi!" esclamò Fred, scoppiando a ridere a sua volta. "Sarei più propenso a credere che Fleur lo tenga sotto Maledizione Imperius, piuttosto. Ma perchè mai dovrebbe sposarsi? Non mi sembra che durante tutti questi anni abbia voluto sposarsi con qualche ragazza" 
"Infatti, con quella Egiziana ci è stato insieme parecchi anni... vi ricordate?" proruppe George, con decisione. "Ma non gli è mai passato per la testa di sposarsi con lei, e la ragazza era davverp un buon partito: aveva tantissimi soldi" 
"Bill e Fleur si conoscono da un anno" aggiunse Ron, che era confuso al massimo. 
"D'accordo, era solo una supposizione!" ribattè Ginny indignata, per difendersi dai tre ragazzi. Si guardò per un attimo le mani in grembo come per decidere se i fratelli avevano o no ragione mentre loro schernivano la sorella e facevano le loro supposizioni, poi aggiunse: "Comunque, quella Fleur è davvero molto bella ed è una mezza Veela... non credete che Bill voglia mettere la propria proprietà a quel terreno? Sai, non capita a tutti di avere una moglia Veela!"
I tre fratelli la fissarono come se fosse davvero un caso senza speranza, e fecero delle facce confuse e divertite allo stesso tempo. Ma non capivano che Ginny era angosciata da quel che diceva nonostante credesse che fosse abbastanza surreale? Anche la mamma aveva avuto le sue supposizioni al riguardo e quel che temeva era proprio il presunto matrimonio tra quei due, anche se continuava a scuotere il capo e a dire che era troppo presto perchè per l'appunto si conoscevano da un anno. E anche Ginny era parecchio perplessa su questo punto, tanto da dare ragione ai fratelli e a dichiarare di stare vaneggiando seriamente. 
Solo quando udirono il crac di una materializzazione, i ragazzi balzarono in piedi e si decisero a scendere giù in cucina dove Bill abbracciava i genitori e Fleur Delacour, bellissima nel suo vestitino a fiori turchesi che le mettevano in risalto gli occhi altrettanto chiari, era immobile accanto a lui e stringeva la mano a tutti con entusiasmo. A Ginny veniva decisamente da vomitare ma si diede una santa calmata per tutto il tempo delle presentazioni, e fece a Fleur un gran sorriso. 
"Piascere, piascere a voi" diceva Fleur ogni volta che stringeva la mano ad un componente della famiglia, rivelando un sorriso smagliante e candidi denti. "Bill mi ha parlato così tonto di voi tutti, che non vedevo l'ora di conoscervi e allora abiam pensato: perchè non passore le vacans tutti insiem?" e fece una piccola risatina tintinnante, mentre schioccava un rumoroso bacio sulla guancia di Bill. 
"Ohw!" fece Molly disgustata, fingendosi assai deliziata mentre il marito sorrideva a Fleur Delacour. "Beh, siete giusto in tempo per la cena! Perchè non vi mettete comodi qui a tavola? Bill, caro... siediti anche tu, sarai stanchino" aggiunse, con calore materno e fece accomodare il figlio a capotavola. Tutti gli altri seguirono il suo consiglio e presero posto: Ginny fu incatastata tra Fleur e George e si sentì orribilmente soffocata, e di certo non era per il fratello. 
"Allora, cosa ci raccontate di bello?" chiese Arthur mentre la moglie serviva a tutti del pasticcio. 
"Beh, io e Fleur eravamo a Parigi dai suoi genitori poco fa" rispose Bill, rivolgendo un gran sorriso alla fidanzata. "Fleur ha insistito tanto nel venire qui da voi e così ho acconsentito, anche perchè è da un anno che stiamo insieme e in un anno si possono... ehm... fare tante cose e prendere molte decisioni" aggiunse, leggermente imbarazzato. 
"Sì, ricordo che io e tuo padre..." cominciò Molly sognante, e si avventurò in un lunghissimo racconto che comprendeva tante delle cose fatte da giovani di lei e Arthur fino al giorno in cui avevano avuto sette figli, una benedizione di Merlino e di tutte le divinità in cielo. Quel discorso era così noioso (o forse lo era perchè l'avevano sentito troppe volte?) che alcuni di loro cominciarono a sorridere e annuire, in trance. 
"Mamma, c'è un altro pezzo di torta?" chiese Ginny affamata, interrompendo il monologo della madre. 
"Certo, tesoro..." 
"Jinnì, come fai a mangiar così tonto?" le chiese Fleur con quello che doveva essere un tono confidenziale, quasi come se lei fosse la sua sorellina piccolina. "Io e la mia sorelina Gabrielle non mangiam così, stiamo attonte alla linea. Forse, non dovresti esajerar se vuoi diventore magra come moi" aggiunse, gettando all'indietro il lungo manto di capelli dorati. 
"Io faccio molto sport" si limitò a dire la ragazza. 
"Mi hanno dato la notizia" disse Bill guardando i gemelli. "E così, sei nella squadra di Quidditch?" 
"Quiddish..." borbottò Fleur, scuotendo il dito come per rimproverla allegramente. "Un gioco troppo poco femminile e pericoloso. La mia nonna è una Veela e nelle partite di Quiddish quando era giovane la invitavano ma lei non sci andava quasi mai" 
"Sì, grazie Fleur... ragazzi, abbiamo aspettato la fine della cena per darvi la notizia" la interruppe Bill con cortesia, ma nessuno sembrava averlo udito: i gemelli chiedevano il bis ad una ridacchiante madre e Ron litigava con la sorella per la fetta di dolce centrale. "Ascoltatemi!" aggiunse a voce alza e il gran vociare si spense. "Dunque, credo che l'anno prossimo sarà un anno speciale per tutti noi" guardò la fidanzata che era radiosa, "perchè io e Fleur abbiamo preso la decisione di..." 
"SPOSARSCI!" strillò la ragazza, battendo pian pianino le mani. 
Ginny spalancò gli occhi orripilata, rendendosi conto che le sue immaginazioni sul matrimonio erano appena state fondate ma non si curò nemmeno di lanciare uno sguardo di sfida ai suoi fratelli talmente che era orripilata. Ma davvero suo fratello Bill, gran lavoratore e uomo concreto voleva sposare Fleur Delacour, ventenne disturbata in preda a turbe ormonali riguardo ai vestiti e scarpe e trucco e roba varia? Era una completa vacca! 
Ginny aveva sempre odiato le fidanzate di Bill (era molto protettiva nei suoi confronti) ed ognuna di esse aveva avuto sul capo una condanna a morte per tutto il tempo finchè il ragazzo non le aveva lasciate o era stato lasciato. Ma quella volta, Bill faceva sul serio perchè aveva davvero chiesto alla Delacour di sposarlo.
Molly ancora boccheggiava, senza fiato. E lei che credeva che due persone che si conoscono da un anno interno non potessero sposarsi: povera illusa donna, ingenua madre protettiva che come la figlia non vedeva per nulla adatta per Bill quella specie di vacca magra di Fleur Delacour. Ron e Arthur era ancora tutti confusi dalla notizia e i gemelli, superato il primo piccolo shock della notizia, sembravano profondamente divertiti e ammirati. 
"E bravo il mio fratellone!" esclamò Fred ilare, rompendo quel silenzio disturbante e dando una grossa pacca a Bill. 
"Non me lo sarei mai aspettato da te!" fece eco George, ridacchiando. 
Bill scoppiò a ridere e strinse di più a sè la fidanzata. 
"Congratulazioni" disse Arthur con un sorriso, abbracciando prima il figlio poi la futura moglie di Bill. 
"Sì, congratulazioni" aggiunse Ginny senza alcun entusiasmo, lanciando un'occhiataccia a Fleur come se fosse tutta colpa sua se si trovava come futura cognata una vacca francesina dalla puzza sotto al naso come lei. 
"Congratulazioni" vi si unì Ron, sperando in un bacio sulle guance da Fleur. 
Arthur diede una piccola spintarella alla moglie, che si affrettò a dire: "Splendido, splendido davvero! Congratulazioni ad entrambi e... Bill, mi fai compagnia in cantina per prendere del vino per festeggiare?" e fece un gran sorriso, leggermente troppo stiracchiato. 
"Ma certo!" esclamò Bill sereno e la seguì. 
Non volendosi perdere una sola parola del discorso della madre e di suo fratello avvisò gli altri che andava in bagno: la finestra del bagno al primo piano era proprio sotto la cantina e se non faceva rumore avrebbe potuto benissimo sentire tutto anche senza Orecchie Oblunghe. Si chiuse in fretta la porta del bagno alle spalle, senza accendere la luce e loro di sotto se ne sarebbero accorti, e spiò dalla finestrella giusto in tempo per sentire la voce irritata della madre. 
"... una decisione affrettata, tesoro!" 
"Mamma, lei è diversa da tutte le altre!" 
"Non sto contestando la tua fidanzata ma non ti sembra una decisione affrettata quella di sposarsi? So che le persone sono spaventate per il ritorno di Tu-Sai-Chi e un anno non..." 
"Stiamo benissimo insieme e un anno non è poco" 
"Ma non è nemmeno molto! Sicuro che...?" 
"Mamma, ti prego... io e Fleur ci sposeremo e basta, l'abbiamo deciso da mesi" disse Bill in quello che sembrava un tono definitivo e Ginny, appiattita contro il muro accanto alla finestra per non farsi vedere dai due, gemette tutto il disappunto. "Che ti piaccia o no, io sposo quella ragazza e non per la sua bellezza. Forse stando qui riconoscerai la vera bellezza di Fleur, ne sono sicuro! Ma adesso, entriamo dentro e festeggiamo sul serio questa decisione" aggiunse, e mise gentilmente una mano dietro la schiena della madre per incalzarla ad entrare dentro. 
Ginny sbuffò: la francesina sarebbe diventata davvero sua cognata. 




La notte con i due nuovi arrivati alla Tana passò in fretta e entrambi decisero di dormire insieme nella cameretta di Fred e George senza ascoltare la madre che stava protestando deliberatamente, e ignorando Ginny che passava da quelle parti giusto il tempo per scoccare a Fleur un'occhiataccia. Ma non appena Bill fu impegnato col lavoro, le cose si misero abbastanza male: Fleur si trasferì nella camera di Ginny per non restare da sola nella cameretta dei gemelli, che era stata messa da parte per l'arrivo di Harry lì a casa, e poi la sua presenza iniziò a diventare quasi soffocante... soffocante quanto il profumo che si spruzzava. 
Ginny tossì quando spalancò la porta di quella che era la sua camera. "Ma cosa diavolo è quest'odore?" chiese piuttosto rudemente, continuando a tossicchiare. 
"Jinnì" gorgoliò Fleur Delacour, spuntando dal bagno con un grosso accappatoio rosa e un asciugamano avvolto nei lunghi capelli biondi. "Ho reso questa cameretta molto più profumata e femminile come non lo era mai stota... questo qui è profumo francese, vedi?" aggiunse, elettrizzata dal fatto di poter collaborare in casa. 
"Vedo, vedo..." borbottò la ragazza, infastidita non poco. 
"Ti piasce?" 
"Bellissimo. E senti, hai visto per caso la mia vecchia stanza prima che si trasformasse in una confettiera rosa?"
Fleur ridacchiò come se quella fosse una battuta divertente ma Ginny era seria: dove diavolo era la sua stanza dove il rosso predominava, dove la biancheria di pizzo non svolazzava in giro, dove le mensole e i cassetti erano pieni di roba di Fleur Delacour e dove si respirava decisamente un'aria più sana? Perchè d'un tratto la sua stanza era diventata una confettiera o peggio la sala di Madama Piediburro? 
Dire che Ginny era incazzata era pochissimo. 
"Ti ho lascioto l'armadio: avevi poca roba e ho pensoto di..." 
"... spiaccicarmela tutta nell'armadio, mi sembra giusto" concluse Ginny bruscamente, ma con tono abbastanza amabile. Fleur non sembrava per niente turbata per il trattamento ricevuto e si affrettò a vestirsi di biancheria di pizzo e gonnelline a fiori. 
Le piaceva la vita compagnola, eh? Che le ostilità abbiano inizio! 
Fleur era decisa ad aiutare i componenti della famiglia con le faccende domestiche e Ginny passò le giornate alla Tana cogliendo al volo ogni occasione per portare Fleur nel capanno delle galline e sperare che si confondesse tra i suoi pari, con la madre alle calcagna che sembrava se la stesse godendo molto a vedere la futura sposa del figlio in difficoltà e evidentemente disgustata dalla moltitudine di galline che riempiva il loro cortile. 
"A Paris vivo in un appartamonto gronde su un grattasciel" stava dicendo Fleur un pomeriggio, scansando le galline mentre gettava sulle loro zampette il mangime e faceva delle piccole smorfiette disgustate. "E quindi non sono molto brava con le galline come potete veder, ma spero tonto che un giorno divento brava come tutti voi. Jinnì, sicura che queste galline non mordono le gombe? Soi, vorrei tonto evitarlo!" 
"Certo che non mordono" ribattè lei con un gran sorriso intercettando lo sguardo della madre, "ma punzecchiano!" 
Fleur saltellò da un piede all'altro per evitare le galline. "Jinnì, probabilmonte non sono adatta per la vita di campagna e decisamonte dovrem uscir subito via da questo cortile prima che le galline sci mangiano i piedi. Abiam faticato tutto il jorno e dobbiam godersci un bel pomerigio prima della scena, e magari se Mollì potrebbe preparla sensa di me sarebbe bello: son negata anche per cuscinar" 
"Sì, sono sicura che la mamma acconsentirà: non abbiamo dimenticato quando hai bruciato la pasta nel forno e abbiamo mangiato verso le undici" 
"Sono proprio una..." 
"... piaga" completò per lei la ragazza, certa che Fleur non avesse capito davvero il significato di quella parola. 
Presto si scoprì che il pomeriggio con Fleur senza lavorare era un incubo: alla ragazza piaceva lamentarsi di tutto, a partire dai capelli rossi della sua piccola cognatina per finire all'abbigliamento poco femminile che il suo guardaroba disponeva. Ogni volta che Ginny riusciva a liberarsi di lei con qualche scusa abbastanza sciocca, correva a supplicare la madre di tenersela in cucina o le avrebbero somministrato una dose di flebo. 
"Non ho proprio voglia di vederla veleggiare per la cucina come se stesse facendo una sfilata di moda!" sussurrò la madre irritata preparando la colazione, mentre Ron alzava pian pianino il volume della radiolina per coprire le voci delle due. 
"Non sei tu quella ha un paio di boccoli in testa!" ringhiò la ragazza, indicandosi i capelli. 
La madre fece uno sbuffo e riprese a cucinare. "Non è colpa mia, dannato matrimonio! Ma Bill non poteva innamorarsi di qualcuna come Tonks? Sarei molto più felice di avere lei in famiglia che quella... ragazzina francese viziata e mezza Veela!" 
"Mamma, non ti sembra di esagerare?" sbottò Ron, che da parecchi giorni aveva preso l'abitudine di difendere Fleur. 
"Non impicciarti, tu!" 
"Guarda che se Fleur ti sente..." 
"Ha detto non impicciarti!" s'infevorò la sorella di buona misura, anticipando le battute della madre. "Santo cielo, ma quando finisce quest'estate? Che incubo! Non vedo l'ora di andare ad Hogwarts e liberarmi per sempre di Flebo fin quando..." 
"GINNY!" abbaiò Molly allibita, guardandosi intorno spaventata. 
"Come l'hai chiamata?" chiese Ron accigliandosi. 
"Flebo... perchè quando sto per più di dieci minuti con lei mi ci vogliono delle flebo!" rispose lei imperterrita, con sguardo di sfida. 
E non se ne importò per niente delle proteste soffocate della madre e dei mormorii irritati del fratello perchè continuò a chiamarla in quel modo fin quando non sopraggiunsero Arthur, Bill e Fleur in cucina che misero fine a quel patetico spettacolino sul fatto che davvero non doveva chiamare Fleur in quel modo. Decisamente, quella casa stava diventando troppo affollata.




L'arrivo di Hermione provocò un senso di liberazione in Ginny che non sarebbe più stata costretta a stare insieme a Flebo tutte le volte che non aveva nulla da fare... e cioè sempre. Non appena mise piede alla Tana, la ragazza si unì immediatamente al comitato DFD (ovvero Detesta Flebo Delacour) e si divertì tantissimo a vederla allontanarsi precipitosamente dai fornelli ma non si divertì altrettanto a vedere Ron inebetito in presenza di quella mezza Veela. 
"Ma fa sempre così?" le sussurrò durante la prima cena. 
"Sì" bisbigliò Ginny in risposta, e assunse un'espressione divertita. Poi si rivolse a Tonks, che la madre aveva convinto a rimanere per la cena e che sembrava più malinconica che mai: "Tonks, come ti va? Non ci vediamo da secoli, stai lavorando troppo?" 
"Abbastanza" rispose la ragazza facendo un sorriso stiracchiato e rovesciando del succo sulla tovaglia. 
Tonks non era più come quella di una volta: i capelli erano neri ed inquietanti e l'espressione non era allegra come quella della ragazza dai capelli rosa cicca che avevano conosciuto a Grimmauld Place un anno prima. Non sembrava più la vecchia Tonks e questo dispiacque davvero molto a Ginny, che aveva sempre provato un grande affetto per la ragazza sorridente e spassosa che era stata Ninfadora Tonks. Ma almeno, i modi goffi e impacciati le erano rimasti: quello era solamente un bene. 
"Che pastiscion! Non ti preoccupar, fascio io!" disse Flebo pimpante, sfoderando la bacchetta. 
"Vuole fare colpo?" mormorò Hermione tra i denti. 
"Sì" bisbigliò di nuovo l'altra. 
"Patetico" 
"Aspetta di vedere la nostra sistemazione e quella che era la mia stanza. Ah, e aspettati di venire punzecchiata sull'abbigliamento o i capelli o qualsiasi altra cosa che non le vada a genio perchè è normale e non lo fa per cattiveria" 
"E allora perchè lo fa?" 
"Per rompere le palle a qualcuno..." 




"Non voglio scendere in cucina... non voglio, che rottura di Pluffe!" frignò Ginny come una ragazzina rivolta ad Hermione, col pensiero di dover scendere giù a fare nuovamente colazione con Flebo che le attendeva pronta per criticare qualcosa del loro aspetto. 
"Uff... è davvero insopportabile!"
"Sì, non so proprio come diavolo ha fatto Bill!" 
"Mi meraviglio anch'io di questa cosa, ma non dovresti tenere il broncio a tuo fratello per lei" la rimproverò Hermione severa, accatanstando la propria roba sul letto dato che non c'era quasi spazio nell'armadio.
Ginny abbassò lo sguardo. "Doveva parlarne prima con me, doveva fare come ha sempre fatto. E invece? A causa di quella vacca il nostro rapporto è rovinato e Bill non è più come prima con me... una tragedia!" 
Hermione fece per parlare ma la porta si spalancò, mettendole a tacere entrambe. 
"Ah... sei tu..." sospirò la ragazza, guardando Ron entrare nella stanza tutto imbronciato. 
"Vi sbrigate a scendere a fare colazione?" chiese lui impaziente, stringendo una lettera tra le mani. 
"Non avrai vergogna di quella gallina!" esclamò la sorella, troppo aspramente. 
"Miseriaccia, non ne posso più di stare in questa casa!"
"Non sei tu quello che viene trattato come una bambina di tre anni!" 
"Sì, ma i boccoli ti stanno bene... e Fleur voleva solo aiutarti..." 
"Flebo voleva solo assillarmi" 
"La vuoi piantare con quel soprannome? La mamma si arrabbia!" s'inalberò subito Ron, sbuffando. 
"L'unico che la deve piantare sei proprio tu, Ron" disse Hermione saggiamente, scuotendo il capo e lanciando al ragazzo uno sguardo abbastanza disgustato. "Ti metti contro di noi solo perchè ti piace!" aggiunse, e Ron arrossì. 
Ginny si alzò dal letto e andò velocemente alla finestra, facendo orecchie da mercante e sicura che i due ragazzi stessero cominciando uno dei loro litigi da vecchia coppietta di sposini in preda alla gelosia. 
"Ti piace solo per il fatto che è una mezza Veela ma se avesse avuto i denti sporgenti o altro non ti sarebbe piaciuta!"
"N-non..." balbettò Ron.
"D'accordo, sappiamo tutti benissimo che Ron ha i prosciutti davanti agli occhi" tagliò corto la sorella, allontanandosi dalla finestra e fissando la busta bianca nelle mani di Ron. "E comunque... di chi è quella lettera?" aggiunse curiosa. 
"Per te da parte di Dean" rispose lui, irritato e disgustato allo stesso tempo. 
Ginny aspettò che lui gliela rendesse, poi disse: "Beh? Me la dai tu o devo prenderla io con la forza?" 
Ron sbuffò e gliela consegnò mentre Hermione ridacchiava sonoramente. 

Cara Ginny,
come vanno le vacanze? Le mie tutto bene, io e la mia famiglia siamo in una località di mare favolosa e ci stiamo divertendo molto. Ovviamente, non sto guardando nemmeno una ragazza perchè ho occhi solo per te. Peccato che abbiamo avuto pochissimo tempo per stare insieme ma tra due mesi sarai tutta mia e di nessun altro. Ti penso ogni secondo, non vedo l'ora di vederti e di baciarti. 
Mi manchi,
tuo Dean.


"Ohhhh, che dolce!" fece Hermione colpita, che aveva sbirciato nella lettera. 
Ginny sorrise e si diresse allo scrittoio per scrivere la risposta alla lettera, la quinta lettera in soli quindici giorni. Era abbastanza eccessivo ma meglio avere qualcuno che ti pensa piuttosto che avere qualcuno che ti ignora e fa i suoi comodi come se non avesse una ragazza. In quello, Dean era davvero fantastico... come su tutto, del resto. 
"Immagino che ci saranno scritte tutte quelle cose mielose che i fidanzatini si dicono, vero?" commentò Ron, sarcastico. 
Ma prima che potesse aggiungere altro, Hermione fece l'occhiolino all'amica e trascinò il ragazzo via dalla stanza in modo che Ginny potesse benissimo pensare ad una risposta senza avere Ron che le alitava sul collo e che faceva battutine squallide o sarcastiche. La ragazza presa la piuma e scrisse una breve risposta, dato che non era proprio abituata ad essere dolce e smielata. 

Caro Dean, scrisse.
le mie vacanze sono sempre piuttosto noiose ma quest'anno Hermione ed Harry passeranno tutti e due mesi qui a casa mia e spero che ci divertiremo, anzi... sono davvero sicura che ci divertiremo un mondo a prendere in giro tutti insieme la nuova fidanzata di mio fratello di cui ti ho già parlato. Comunque, è un vero peccato che abbiamo avuto poco tempo ma a settembre recupereremo.
Manchi anche a me, 
tua Gin. 


La ragazza posò la sua roba lontano da quella di Flebo, in modo da non darle un pretesto per gettare la roba scadente e non di prima classe nell'immondizia, e scese le scale piuttosto velocemente. Entrò in cucina, augurò un buongiorno ad entrambe le donne e poi si diresse con decisione verso un gufo che non apparteneva a loro (ma a Dean) lasciandogli nel becco la lettera: lui spiccò velocemente il volo.
"Jinnì, non credo che quela maliettina ti doni" disse Fleur in modo serio, guardando con un cipiglio da paura la magliettina sportiva indossata dalla ragazza. "Se vuoi posso prestarti le mie che sono tutti brillontinote! Sai, la mia sorelina Gabrielle le adora!"
"Grazie, ma non credo che i brillantini appartengano al mio stile" 
"Ma questa malia è da moschio!" 
"Sì, in effetti questa era di Bill..." 
"Oh, lui è davvero affascinonte ma a te..." 
"Mamma, ma dove sono Ron ed Hermione?" la interruppe Ginny distrattamente, che solo in quel momento si era accorta dell'assenza dei due ragazzi e la sua mente galoppò lontano: magari Ron aveva deciso di fare l'uomo con Hermione. 
"AH!" Molly si battè una mano sulla fronte, facendo trasalire la figlia. "Mi sono dimenticata di dirtelo! Ron ed Hermione sono nella camera dei gemelli con Harry perchè è arrivato qui stanotte e ha dormito lì" 
Ginny spalancò gli occhi e si alzò, rovesciando su Fleur la busta di cereali. 







Angolo autrice
Spero che questo capitolo dedicato alla convivenza forzata tra i Weasley e Flebo sia di vostro gradimento, è stato davvero divertente scrivere di una Fleur affaccendata alla Tana e poco pratica sulla vita di campagna. Come vedete, adesso entrerà in gioco Harry e una nuova Ginny e infatti, proprio da qui il loro rapporto cambierà radicalmente. 
Spero che vi piaccia il tutto!

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Capitolo 47
*** Vacanze, Arnold e una Fattura Orcovolante. ***


VACANZE, ARNOLD E UNA FATTURA ORCOVOLANTE.


Non appena Ginny aveva avuto la notizia dell'arrivo del ragazzo, si era precipitata velocemente fuori dalla cucina senza rimpianti per aver rovesciato sulla purtroppo futura moglie di suo fratello tutti i suoi cereali e aveva salito le scale a due a due, felice di rivedere Harry Potter ma altrettanto felice di sfuggire al quella maniaca di Flebo-sono-mezza-Veela-Delacour. Dopo che Harry ebbe finito di fare colazione, i ragazzi scesero di sotto per vedere i loro risultati dei GUFO e Ginny si sentì leggermente strana... probabilmente perchè quell'anno sarebbe toccato a lei fare quegli esami e non era pronta psicologicamente. 
"Posso?" chiese la ragazza ad Harry, che aveva appena finito di leggere la sua pagella e stava sorridendo. Ron l'aveva già messa da parte e stava trangugiando delle salsicce per festeggiare ed Hermione scrutava la pergamena come se fosse stata bocciata in tutto: ovviamente, quello non era assolutamente possibile in quanto Hermione era la strega più brillante che Hogwarts avesse mai avuto. 
"Certo!" ribattè lui e gli tese il foglio di pergamena, con un gran sorriso. 
"Sette... tu e Ron andate a braccetto, eh? Hermione, la pianti di fissare imbambolata il foglio?" protestò Ginny seccamente, strappando dalle mani dell'amica la sua pergamena e leggendo che aveva ottenuto il massimo in tutte le materie tranne che in difesa. Ovviamente, non c'era adolescente più bravo in difesa di Harry Potter e su quello la ragazza si doveva rassegnare: non aveva senso imbronciarsi. 
"Sì, rilassati... guarda che pagella!" sbottò Ron irritato, la bocca piena di salsicce. 
"A Beauxbatons è tutto diverso" intervenne Fleur imperterrita, annuendo come per confermare le sue parole. "E secondo moi è molto meglio che ad Hogvarts, decisamonte. Poi, noi facciamo gli exami solamonte al sesto anno e al settimo per confermore..." 
"Andiamo via..." sussurrò Ginny agli altri tre, e le sue parole trovarono conferma nel cenno d'assenso di Hermione. "Vi va di giocare a Quidditch due contro due nell'orto delle zucche o siete troppo impegnati a fissare i vostri fogli per divertirvi?" aggiunse, ed Hermione le lanciò un'occhiataccia a sottecchi mentre i due ragazzi ridacchiavano sonoramente. 
"Devo prima togliermi questo livido..." mormorò Hermione mesta. 
"Non si toglierà, te lo dico io!" replicò Ron con certezza, mentre finiva di mangiare. 
"Ma... n-non posso..." 
"Fidati, i gemelli sapranno come aiutarti... venite a prendere l'occorrente per il Quidditch o dovete girarvi ancora i pollici?" la interruppe Ginny divertita, e Harry balzò immediatamente in piedi per seguirla mentre Ron le diceva che non appena finiva di mangiare le salsicce li avrebbe raggiunti, portando con lui una disperata Hermione e i tre scintillanti manici di scopa da corsa: Firebolt e le due Tornado. 
E così, Ginny ed Harry si affrettarono a raggiungere il capanno delle scope della Tana per prendere l'occorrente per giocare a Quidditch. Per il compleanno, Ginny aveva ricevuto una scopa da corsa personale identica a quella di suo fratello perchè il padre non ne poteva più di sentirla: non doveva mai più accontentarsi di prendere una polverosa scopa medievale sperando che fosse abbastanza veloce e fare figuracce perchè non accelerava nemmeno con vento a favore. 
"Di sicuro questa sarà più veloce della tua Firebolt, me lo sento..." ridacchiò la ragazza ironica, e lui scoppiò vivamente a ridere. 
"Almeno possiamo giocare" disse lui. 
"Questa è per Hermione, io ho una scopa da corsa uguale a quella di Ron" disse Ginny con un sorriso, salendo su una scala trabballante per prendere la Pluffa su uno scatolone posto in alto e la scopa per l'amica. Era la prima volta che si trovava da sola insieme al ragazzo che un tempo le piaceva da morire, e stranamente questo non le fece alcun effetto... forse si era davvero rassegnata. "L'anno scorso quando ti ho sostituito come Cercatore ho dovuto usare quelle muffite scope da corsa della scuola e avevano ragione i Serpeverde quando dicevano che avrei potuto spazzarci il pavimento con quelle cose" 
"A volte, conta chi la cavalca e poi... attenta!" 
Harry la afferrò per la vita prima che potesse rompersi il cranio ed entrambi sospirarono. Non appena si furono accertati che la scala non sarebbe caduta su di loro provocando una commozione celebrale ad entrambi, si diressero fuori nell'orto dove Ron rimproverava allegramente una arrabbiata Hermione. Harry intercettò lo sguardo di Ginny sospirando e alzò gli occhi al cielo, con quel mezzo sorrisino sulle labbra. 
"Allora, siamo pronti?" chiese a Ron. 
"Hermione pensa che vogliamo farle qualche scherzo" borbottò lui, facendo una risatina. 
"Non sto dicendo questo!" protestò Hermione rossa in viso e i due ragazzi capirono che lei stava proprio lasciando intentere quello. "Dicevo solo che sono tremenda, non so giocare a Quidditch e nemmeno mi piace... quindi non so proprio..." 
"Tranquilla, se tu giochi insieme a Ron e io gioco con Gin..." 
"Non possiamo stare in squadra io e te!" obbiettò Ginny divertita, interrompendo il monologo di Harry e sperando che il fratello ed Hermione non si offendessero troppo per quello che stava dicendo. Si schiarì la gola e continuò: "Insomma, se stiamo io e te... modestia a parte... ma li stracciamo. Non è meglio se tu vai con Hermione e io vado con Ron? Almeno siamo ragionevolmente equilibrati!" 
"Non mi offendo" ribattè subito Hermione, annuendo per dire che lei era d'accordo. 
"Va bene" concordarono entrambi i ragazzi e Ron sorrideva: buon segno. Prese la sua nuova scopa da corsa con un gesto teatrale e iniziò a cavalcarla, aiutando Hermione a salire sulla propria mentre lei minacciava il ragazzo che se avesse provato a fare il furbetto con lei iniziando a spaventarla oppure a farla cadere dalla scopa procurandole una frattura cranica, avrebbero fatto i conti. 
"Pronta a giocare contro di me?" 
Harry stuzzicò leggermente Ginny con un sorriso timido, ma lei non fu per niente intimorita da lui. 
"Ti straccerò, Capitano. Spero solo di essere all'altezza della tua squadra!" ribattè e facendo l'occhiolino al nuovo Capitano di Quidditch di Grifondoro, decollò con tutta la velocità permessa dalla sua scopa e si promise di battare il grande Harry Potter. 
Due orette dopo, la ragazza gongolava perchè era già in netto vantaggio. 
"Ron... dietro di te! Passala! Forza!" 
Ron passò la Pluffa alla sorella, che scartò Hermione senza troppi complimenti e si preparò per segnare l'ennesima rete: era proprio tagliata per fare la Cacciatrice e anche Ron se ne accorse ben presto. Purtroppo per lei, Harry si parò davanti a lei facendola quasi cadere e le prese la Pluffa facendo un innocente ghigno... troppo innocente per i gusti della ragazza. Ginny imprecò e si affrettò a seguirlo, anche se Ron sembrava ben deciso a non far passare una sua rete. 
"EHI! IO ESISTO!" esclamò Hermione seccata, quando il suo compagno di squadra la ignorò e continuò a tenere la Pluffa. 
"Ehm... aspetta un attimino, Hermione!" ribattè Harry palesemente divertito, e ben deciso a fare gol. "Ti prometto che quando avrò segnato questa rete ti passo la Pluffa tutte le volte che ce l'ho, va bene?" aggiunse serio, e Ginny scoppiò a ridere mentre Ron faceva una fantastica parata con la punta dei guanti. 
Ginny prese la Pluffa e si diresse a tutta birra verso la porta avversaria dove lanciò con forza la palla in un piccolo anello ma che... Hermione parò straordinariamente: stava quasi cadendo dalla scopa e aveva mollato un grosso calcio alla Pluffa prima che la colpisse in faccia facendole avere quella famosa frattura cranica. 
"Come diavolo hai fatto?" strepitò Ron colpito. 
"Sono brava anch'io infondo, cosa credete!" replicò Hermione ghignando, ma era sollevata che non fosse successo nulla. 
Intanto, Ginny aveva nuovamente recuperato la Pluffa e aveva fatto gol arrivando così a venti e portando la sua squadra alla vittoria: Ron saltellò allegramente per tutto l'orto portando sulla sua scopa una agitata Hermione. Harry gemette ma un attimo dopo si lasciò spettinare ancora di più i capelli dalla sorella del suo migliore amico, per niente imbronciato per aver perso. 
"Ti devo dire una cosa..." dichiarò, quando Ginny smise di punzecchiarlo allegramente. 
"Dimmi" 
"Sono stato davvero felicissimo di giocare con te, e sono sicuro che sarai all'altezza della mia squadra" 




Le vacanze lì alla Tana sembravano passare sempre più in fretta, e tutti si meravigliarono quando Ron li scortò a colazione annunciando che era trentuno luglio: il compleanno del suo migliore amico. In quei giorni passati insieme, Ginny non si sentiva più esclusa dal trio e soprattutto lei e Harry avevano estaurato un bel rapporto di amicizia, e quella fu decisamente la cosa più importante capitata quell'estate. Lui era sempre gentile con la ragazza, molto spensierato e allegro e insieme si divertivano un mondo a prendere in giro Ron e Flebo, oppure a giocare a Quidditch, a scacchi, a cacciare gli gnomi dal giardino e soprattutto a nuotare nel laghetto.
"Ehm... com'è l'acqua?" chiese timidamente Hermione, mentre gli altri tre sguazzavano nel laghetto pieno di alghette: la ragazza si era rifiutata di tuffarsi nel laghetto tante di quelle volte che aveva esaurito le scuse per non buttarsi lì dentro. 
"Hermione, non morirai" ribattè Ron deciso, schizzandole dell'acqua. 
"Ron, sei l'essere più irritante che abbia mai avuto la sventura di incontrare!" ringhiò Hermione arrabbiata. 
Ginny e Harry si rotolarono dalle risate. Quando anche Hermione li ebbe raggiunti, tutti e quattro inventarono un divertente gioco che consisteva nel salire sulle spalle di uno dei ragazzi e cercare di vincere gettando l'altro nell'acqua: gioco alquanto stupido ma molto divertente. Gli strilletti di Hermione e le proteste di Ron alle accuse di Ginny e Harry sul fatto che lui fosse decisamente cotto di Flebo e che Bill l'avrebbe squartato pezzo per pezzo a causa di questa deplorevole novità rendevano tutto più divertente, ma non aiutavano per nulla col gioco. 
"Gin, mi hai rotto le palle!" sbottò Ron, quando la sorella citò quando Ron aveva pregato la madre perchè lo lasciasse occuparsi delle galline insieme a Flebo per poi tornare dal cortile tutto rosso in faccia. "Non ti voglio in squadra con me, altrimenti ti ficco con la testa nell'acqua e ti faccio emergere solo quando sono sicuro che sei moribonda" aggiunse, tentando davvero di ficcare la testa della sorella sott'acqua. 
Ginny evitò le sue mani e si mise dietro Harry, stringendogli le mani sul petto da dietro. 
"Lui mi salverà..." cinguettò, imitando una vocetta infantile. 
"Ha affrontato Voldemort, figuriamoci Ron!" rise Hermione. 
"Appunto!" esclamò Ginny divertita, fingendosi d'un tratto preoccupata per la sua vita e stringendosi di più al ragazzo come per fare la caricatura di un piccolo koala che ha bisogno di protezione. 
"E se per caso ti lasciassi morire per mano di tuo fratello?" sghignazzò Harry ilare, voltandosi per fissarla. 
"Non sarebbe affatto carino, Capitano" ribattè la ragazza, schizzandogli dell'acqua. Iniziarono una piccola battaglia di gavettoni e fu solamente quando Ron ed Hermione si lamentarono che le loro mani si erano fatte come delle spugnette usa e getta, che i ragazzi la piantarono e uscirono dal laghetto per entrare in casa e darsi una grossa ripulita prima della cena. 
Fleur trattenne il respiro quando vide che erano coperti di alghe. 
"Vi siete tuffoti in quel laghetto sporco?" chiese, rabbrividendo appena. 
"No, Merlino no..." balbettò Ron, che sicuramente non voleva farsi vedere da Flebo tutto sporco e insudiciato. 
"Sì" intervenne la sorella, "ci siamo tuffati in quel laghetto sporco ma solamente Ron sembra avere un odoraccio orripilante. Quindi, meglio che ti sposti altrimenti può inondarti con quel tanfo e sei una così cara ragazza" 
Fleur le sorrise come si sorride ad una sorellina e si allontanò da Ron di buona misura, più lontano possibile. 
"Stronza" bisbigliò Ron ringhiando contro la sorella. 




Il sabato, ovvero il giorno delle compere, arrivò abbastanza in fretta per i gusti dei ragazzi che si erano già goduti una rilassante e divertente vacanza. Se non fosse stato per le notizie di scomparse o attacchi di Dissennatori, sarebbe stata una spensierata vacanza ma questo non si poteva avere ora che Voldemort stava riprendendo sempre di più il suo potere. 
"Te l'ho preso dalla segreta perchè per il pubblico ci vogliono cinque ore per ritirare il denaro: i folletti hanno irrigidito moltissimo le regole per la sicurezza" stava dicendo Bill ad Harry, dato che aveva ritirato dei soldi per lui dalla Gringott risparmiandogli la fila. 
"Grazie, Bill" ribattè il ragazzo, intascando il denaro. 
"Oh, è talmonte jontile!" trillò Fleur e la sua voce era così mielosa che sembrava stesse facendo le fusa, mentre accarezzava Bill strusciandosi su di lui come un tenero gattino biondo da strozzare; Ginny fece finta di vomitare nella sua tazza piena di latte e Harry rischiò di strozzarsi con i fiocchi d'avena. 
"Non vale la pena morire per lei" sussurrò la ragazza con un ghigno, quando si sedette accanto a lui. 
"Sarebbe stata colpa tua..." bisbigliò Harry divertito e lacrimante, lanciandogli un'occhiatina. 
Hermione intercettò lo sguardo dell'amica e sorrise beffarda. 
Era una giornata parecchio nuvolosa e fosca quando i ragazzi si avvolsero i mantelli attorno per uscire di casa per andare a fare compere a Diagon Alley a Londra, dove li aspettava la scorta e una macchina fuoriserie del Ministero della Magia che li avrebbe accompagnati dappertutto. Quando arrivarono a Londra, non trovarono un manipolo di Auror che dovevano scortarli ma l'alta figura di Hagrid: era un sollievo non dover comprare la roba per la scuola con tanti Auror tra i piedi. 
"Meglio andare prima da Madama McClan" disse Molly, consultando nervosamente la lista. "Hermione vuole una nuova veste elegante e dall'uniforme di Ron spunta troppa caviglia, e anche tu avrai bisogno di cose nuove, Harry... andiamo tutti quanti, allora..." aggiunse. 
"Non ha senso che andiamo tutti da Madama McClan" obbiettò Arthur con buonsenso, fissando l'espressione esitante della moglie. "Perchè loro tre non vanno insieme ad Hagrid e noi andiamo al Ghirigoro per comprare i libri per tutti?" 
Lei era decisamente contrariata ma accettò di andare insieme al marito e la figlia al Ghirigoro mentre il trio andava con Hagrid. A metà strada, Ginny incontrò un paio di ragazzi di Tassorosso del suo anno e lì salutò con la mano, notando che i loro genitori erano tormentati e ansiosi quanto sua madre mentre camminavano per la strada in gruppetti serrati non fermandosi a parlare per molto tempo con nessuno. 
Quando ebbero finito di comprare i libri, si ritrovarono di nuovo tutti per andare a vedere il negozio dei gemelli. In netto contrasto con le squallide e desolate vetrine dei negozi accanto, le vetrine dei Tiri Vispi erano accecanti e fantastici come uno spettacolo di fuochi d'artificio e tutti si voltavano a guardarle, incuriositi e stupefatti allo stesso tempo: era bello vedere che nonostante i tempi fossero così bui, da qualche parte dominava la luce. 

Perchè hai paura di Tu-Sai-Chi? 
Meglio aver paura di 
No-Pupù-No-Pipì
La Sensazione di Occlusione che Stringe la Nazione!

Ginny scoppiò a ridere e, ignorando alla bell'e meglio l'espressione agghiacciata della madre, entrò nel negozio dei suoi fratelli. Il negozio era stipato di studenti di Hogwarts e la ragazza ne riconobbe moltissimi ma per fortuna Dean Thomas non c'era: non avrebbe sopportato una scenata da parte di Ron anche nel negozio di Fred e George e poi... i gemelli non sapevano niente di quella storia e anche i suoi genitori. La roba dei gemelli era assai richiesta e Ginny si fece largo tra la folla incantata per vedere tutto e salutare i fratelli, che stavano facendo fare ad Harry il giro del negozio perchè di sicuro non avevano dimenticato che era stato lui a finanziarli. 
"Sognisvegli Brevettati" lesse Hermione, voltandosi per chiamare l'amica per mostrarle quel prodotto. "Guarda qui! Leggi! Dice che si entra in un sogno ad occhi aperti come se fosse vero, realistico... dura trenta minuti e si potrebbe utilizzare durante una lezione noiosa" 
"Tipo quella di Ruf" borbottò Ginny ilare, ma era ancora incantata a leggere l'etichetta con espressione curiosa e accigliata. "Un sogno ad occhi aperti, eh? Sarebbe davvero bellissimo se durante una lezione di Ruf entrassi in un sogno ad occhi aperti e... aspetta, effetti collaterali: rivolo di bava e espressione vacua. Il rivolo di bava è disgustoso ma ne vale sempre la pena, no?" aggiunse, convinta che i gemelli le regalassero qualcosina. 
"Dice che è per i sedici in su... guarda qui" disse Hermione, indicando una piccola scritta. 
Ginny soffocò una piccola parolaccia, ma alla fine continuò a contemplare quei Sognisvegli Brevettati. 
"Ragazze, non avete ancora visto i nostri prodotti speciali? Seguitemi, signore!" esclamò Fred allegro, poggiando gentilmente le mani sulle schiene delle due ragazze mentre le conduceva vicino ad uno stand con prodotti rosa shocking attorno ai quali alcune ragazzi ridacchiavano eccitate. "Ecco, il miglior assortimento di filtri d'amore sulla piazza!" aggiunse, tutto orgoglioso. 
Hermione e Ginny si ritrassero sospettose, e quest'ultima chiese scettica: "Funzionano?" 
"Sicuro che funzionano, fino a ventiquattro ore di fila secondo il peso del ragazzo in questione..." 
"... e il fascino della ragazza" concluse George vivacemente, comparendo alle loro spalle; poi la sua espressione si fece un tantino seria. "Ma a nostra sorella non li vendiamo, visto che ha già cinque ragazzi in pista da quello che abbiamo..." 
"Qualunque cosa vi abbia detto Ron è una menzogna" ribattè lei tranquillamente. 
"Non cambiare discorso, è vero o no che stai con un certo Dean Thomas?" chiese Fred imperterrito. 
"Si che è vero. E l'ultima volta che l'ho visto era decisamente uno, non cinque... quelle cosa sono?" 
"Puffole Pigmee, ne vendiamo tantissime e non facciamo in tempo ad allevarle. E un tale Micheal Corner?" 
"L'ho piantato, non mi piaceva" tagliò corto la ragazza, avvicinandosi alle Puffole Pigmee e infilando una mano nella gabbia osservando le creaturine radunarsi attorno: erano carinissime e ce n'erano di tutti i colori accesi... tipo rosa, fucsia o anche viola. "Sono proprio carine!" ammise, fissandole con tenerezza. 
"Sì, sono tenere" disse Fred, guardando torvo la sorella. "Ma non è che ti dai troppo da fare con i ragazzi?" 
Ginny sbuffò e si voltò verso il fratello, con le mani sui fianchi in stile Molly Weasley. "Non sono affari tuoi, e ti sarei grata se la smettessi di raccontare storie su di me a questi due!" sbottò, nervosa e particolarmente irascibile: Ron si era proprio ribellato, e solo perchè la sorella aveva preso in giro lui e Flebo non significava che doveva raccontare favolette ai gemelli. 
"Mamma! Posso comprare una Puffola Pigmea?" chiese quando la madre si avvicinò a loro, seguita dal marito. 
"Cosa?" 
"Guarda, sono così carine..." 
Persero più di un quarto d'ora accanto alle Puffole Pigmee perchè i gemelli volevano illustrare le caratteristiche di quelle tenere creature alla sorella e alla madre, preferendo regalarne una piuttosto che venderla e farsi dare dei soldi. Ovviamente, non avevano dimenticato i sacrifici che Molly e Arthur avevano fatto per loro e chiedere dei soldi sarebbe stata una cosa terribile. 
"Sono come una specie di Paffutoli" stava dicendo George mentre accarezzava la Puffola che la sorella aveva in mano, "ma il colore può variare, insomma... dipende. Guardala, credo che tu le piaci perchè quando è felice fa strilletti acutissimi" aggiunse, con una certa dolcezza. 
"Ohw" fece Ginny incantata, stringendo a sè il piccolo batuffolo. 
"Tienila, dai" la esortò Fred con un sorriso, chiudendo la gabbietta. "Noi intanto andiamo a servire i clienti..." 
"Quanto è tenera! E ora devo solamente darle un nome e poi... che cosa c'è?
Ginny si interruppe per guardare la madre, che era pallida come una bambola di porcellana. 
"Ron, Harry ed Hermione sono spariti!" 




Si scoprì che i tre ragazzi erano sul retro ma Hermione confidò segretamente a Ginny (e le fece giurare di non dirlo alla madre altrimenti erano guai, guai seri) che erano sgattaiolati fuori dal negozio e avevano seguito Draco Malfoy sotto al Mantello dell'Invisibilità fino da Magie Sinister perchè avevano notato qualcosa che non quadrava; alla fine, la cosa che pareva non quadrasse quadrava: non era successo nulla di strano secondo Hermione. 
La fine dell'estate finì in fretta, tra orette passate a giocare a Quidditch o con Arnold la Puffola Pigmea, e il giorno della partenza per Hogwarts arrivò come se quell'estate fosse appena iniziata; erano tutti pronti per partire. 
Ginny salutò i genitori e salì velocemente sul treno trovandosi subito di fronte a Demelza e Vick. 
"Come sono andate le vacanze?" le chiese Demelza allegra, interrompendo la piccola conferenza della bionda sul fatto che parecchi ragazzi stavano iniziando a fissare di nuovo spudoratamente Ginny, che tossicchiò sonoramente. 
"Benissimo. Harry le ha passate con noi, ci siamo divertiti" 
"Ma lui..." iniziò Vick intimorita, "insomma... è davvero il Prescelto?" 
"No! Non lo so, ma credo di no... cioè, sono sciocchezze!" ribattè in fretta la ragazza, tutta irritata. In realtà, immaginava che il ragazzo fosse sul serio il Prescelto ma non sapeva perchè tendeva ad infastirsi particolarmente quando qualcuno lo ipotizzava: la cosa era alquanto strana. Non avrebbe dovuto darle fastidio, e invece? Invece, era livida di rabbia ogni volta che si nominava l'argomento del Prescelto o dell'avvenimento all'Ufficio Misteri. 
"Comunque, come vi sono andate le vacanze?" chiese poi, cambiando argomento. 
Vicky rispose: "Una noia mortale" nel momento esatto in cui Demelza disse: "Non sono state male". 
Ginny sorrise alle due amiche. 
"Passerai il viaggio con Dean?" chiese Demelza perspicace, strizzandole l'occhio. Ginny annuì ridacchiando e le due amiche, dopo averle augurato un buon viaggio mentre la locomotiva a vapore scarlatta cominciava ad addentrarsi in campagna, sparirono per andare a cercare uno scompartimento insieme agli altri amici. Poi, qualcuno battè una mano sulla spalla della rossa, che si voltò. 
"Ti va di cercare uno scompartimento?" le chiese Harry Potter. 
"Mi dispiace, ho promesso a Dean che l'avrei raggiunto. Ci vediamo dopo!" rispose lei cordiale e si allontanò. 
Non era affatto meravigliata da quella proposta: Ron e Hermione non potevano passare il viaggio insieme al loro amico perchè erano Prefetti e che Harry le chiedesse di passare il viaggio con lui la irritò non poco. Certo, durante l'estate erano diventati davvero buoni amici ed estaurato un grande rapporto ma, a parte che desiderava vedere Dean e passare del tempo con il suo nuovo ragazzo, non aveva intenzione di far compagnia al migliore amico di suo fratello (nonchè ex amoroso) solo perchè i suoi due amici non potevano stare con lui. 
Quella cosa era parecchio dolorosa per Ginny, che immaginò sperando con tutta sè stessa che forse la proposta di Harry era stata una proposta sincera, perchè si erano così abituati a stare insieme durante l'estate che si erano affezionati davvero l'uno all'altro ma... questo non lo sapeva con certezza, e il peso di essere la ruota di scorta di un ragazzo di cui era stata cotta e che adesso era suo amico le appesantì il petto. 
Non devo pensarci... che cacchio mi frega di lui? pensò rabbiosa. 
"Ehi! Ehiiiii!" esclamò una voce eccitata. 
Ginny sbattè le palpebre e mise a fuoco il viso felice di Dean Thomas, che le correva incontro. La ragazza notò che parecchi studenti nello scompartimento accanto avevano la faccia premuta contro il vetro per vedere meglio i due amanti che si davano un piacevole bacio a fior di labbra. Romilda Vane le passò addirittura accanto con un gruppo di amiche e prese a sussurrare cose incomprensibili: pettegolezzi. 
"Dean, come stai? Non vedevo l'ora di vederti!" 
"Oh, anch'io... mi sei mancata! Non hai risposto alla mia lettera, credevo... che..." 
"Non ho avuto tempo, mi spiace" replicò evasiva la ragazza, che si era dimenticata di scrivere la risposta della lettera di Dean proprio il giorno prima della partenza: sembrava così inutile rispondergli a notte tarda quando sapeva che si sarebbero visti il giorno successivo. 
"Non fa niente, andiamo nel mio scompartimento!" la incitò Dean, prendendole la mano e trascinandola verso la coda del treno con il baule della ragazza che rumoreggiava sul pavimento con un gran baccano; Arnold fece un suono acuto, trillando sulla spalla della padrona . 
Nello scompartimento di Dean c'erano Seamus, Lavanda e Calì. 
"Ciao ragazzi" li salutò Ginny cortese, e loro ricambiarono i suoi saluti. 
"Come ti sono andate le vacanze?" chiese Seamus. 
"Molto bene, grazie. E le vostre?" 
Dopo circa tre minuti in cui i ragazzi si erano scambiati le solite informazioni su come avevano passato le vacanze e con chi, Lavanda e Calì partirono in quarta per fare il terzo grado a Ginny sugli eventi del Ministero, sulla misteriosa profezia e su Harry Potter (Lavanda le fece addirittura qualche domanda su suo fratello Ron, con gran stupore di tutti tranne che di una ridacchiante Calì) ma Ginny le rispondeva solo a monosillabi, indifferente ma infastidita. 
"... e la scuola non fa che parlare di voi" stava dicendo Calì, serena. "Ho letto l'articolo sulla Gazzetta del Profeta ma si sa che il Profeta a volte riporta notizie... ehm... non è molto affidabile, ecco. Così speravamo di saperne di più da qualcuno, qualcuno come te che era lì ma parliamo d'altro adesso. Lo sapete che un tizio di Corvonero mi ha chiesto di uscire poco prima delle vacanze estive?" 
Lavanda ridacchiò. "Le ho detto di provarci, ma a lei non piaceva perchè era troppo brufoloso..." 
Ginny intanto era sollevata che le due non facessero ulteriori domande, anche perchè era già stufa che tutti le chiedessero informazioni dopo che avevano creduto alla Gazzetta del Profeta proprio l'anno prima e non vedeva l'ora di lanciare la bomba non appena avessero fatto un'altra stupida domandina. Quando passarono un altro paio di minuti, dei ragazzi di Tassorosso dell'ES si sedettero insieme a loro per chiacchierare allegramente. 
Smith era tra questi, ma non sembrava volesse chiacchierare allegramente... 
"Eccoti qua, allora" disse, scrutando Ginny e nessun altro in quello scompartimento; Dean si drizzò di scatto e in un baleno anche gli altri si erano fermati per osservare i due che si guardavano quasi in cagnesco. 
E adesso che cosa si aspettava di ottenere? 
"Tu sicuramente puoi dirmi cosa è successo davvero al Ministero" riprese Smith, andando subito al sodo. 
"Ma tu puoi consultare la Gazzetta del Profeta, quindi mi risparmio" ribattè la ragazza, in tono affabile ma minaccioso.
"Oh, andiamo! Quelli della Gazzetta del Profeta non erano mica nell'Ufficio Misteri insieme a voi sei!" sbottò Smith, piuttosto alterato e deciso a non mollare la presa su quelle informazioni. "Sappiamo tutti che quel giornalaccio non dice le cose come stanno per davvero!"
"Sbaglio o tu credevi a quel giornalaccio quando venisti alla prima riunione dell'ES?" lo rimbeccò lei, imitando il suo tono altero. 
"Se Potter non ci dava delle prove era ovvio che credevo al Profeta, ma adesso voglio sapere cosa è successo davvero al Ministero" 
"E io non ho intenzione di dirtelo" replicò Ginny schietta, sperando che Smith non le facesse perdere del tutto la pazienza: era guai grossi altrimenti. "La rivista che hai amato così tanto potrà dirti superficialmente quello che vuoi sapere, no?" 
"Già, superficialmente!" s'infevorò Smith. "Io voglio sapere le cose come stanno davvero!"
"Zacharias!" esclamò Hannah indignata, ma lui la ignorò di buona misura. 
"Non credo che sia giusto pressarla così" intervenne Ernie. 
"Se aveva intenzione di raccontarti l'accaduto l'avrebbe fatto, adesso smettila" aggiunse Susan Bones e Justin annuì.
"Hanno ragione: dacci un taglio, amico!" sbottò Dean arrabbiato, muovendosi sul sediolino. 
Smith arrossì. "Abbiamo tutti il diritto di sapere! Cosa è successo al Ministero?" chiese, delicatamente. 
"Credo sia stato eletto il Ministro della Magia" rispose la ragazza cortese, sogghignando. 
I ragazzi scoppiarono a ridere e Zacharias Smith si fece tutto rosso come un pomodoro, un pomodoro biondo. 
"Bella questa!" esclamò Justin tenendosi la pancia. 
"Insomma! Te lo dico di nuovo, Weasley... forse non ti è chiara la domanda: cosa è successo al Ministero?" 
"Stai esagerando e non urlare contro la mia ragazza, Zacharias!" intervenne Dean furioso, aggrottando le sopracciglia. 
"Lasciatelo pure sfogare" disse Ginny tranquillamente, guardando fuori dal finestrino. 
Possibile che avesse passato la peggiore mezz'ora della sua vita non appena Smith aveva messo piede nel loro scompartimento? 
"Ma cosa stai dicendo?" chiese Smith sdegnoso, alzandosi per fronteggiarla. "Devi spiegarci cosa è successo davvero al Ministero!"
Ginny sbuffò di impazienza e agì di puro istinto: in un baleno, sfoderò la bacchetta e lanciò su quell'orribile Zacharias Smith la Fattura Orcovolante migliore che aveva mai lanciato (migliore dopo quella lanciata a Draco l'anno prima). I ragazzi nello scompartimento sgranarono gli occhi mentre Smith agitava le braccia contro i consueti esserini svolazzanti, urlando come una femminuccia e chiedendo aiuto a qualcuno di indistinto. Ben presto, giunsero le risatine ma... 
"PER LA BARBA DI MERLINO!" esclamò qualcuno, facendo scorrere il vetro dello scomparto. 
I ragazzi alzarono lo sguardo su un uomo panciuto e dai baffi da tricheco, che sembrava un professore. Ginny si accorse subito che era un insegnante e spalancò gli occhi impercettibilmente, già sapendo di essere nella merda fino al collo. 






Angolo autrice
Che ve ne pare di questo capitolo? Sono stata tentata nel mettere una giornata intera di divertimento alla Tana ma ho preferito strutturare il capitolo in questo modo e spero vi piaccia. Ho anche modificato il diagolo tra Smith e Ginny e spero che abbiate notato che ho reso il Tassorosso molto insistente e noioso, così noioso che chiunque avrebbe potuto alzarsi e mollargli un ceffone oppure una fattura in caso della nostra protagonista. 
Baci!

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Capitolo 48
*** Professor Lumacorno: ambizioso perdigiorno. ***


PROFESSOR LUMACORNO: AMBIZIOSO PERDIGIORNO.


"Come si chiama, signorina?" 
Ginny guardò desolata il basso e tarchiato uomo panciuto dai baffi da tricheco, pronta a rispondere alla sua domanda ed essere portata chissà dove per scontare una tremenda punizione, direttamente sul treno e senza neppure avere il tempo di mettere piede al castello. Eppure il viso dell'uomo sembrava così rilassato... 
"Ginny Weasley, signore. Ginevra, scusi" si corresse lei, cercando di ignorare gli urletti disperati di Zacharias Smith. 
"Mmh... no, no... non credo..." iniziò a borbottare l'insegnante, rivolto ovviamente a sè stesso e senza degnare uno sguardo a nessuno dei ragazzi dello scompartimento. "Allora signorina, quella era una Fattura Orcovolante?" aggiunse, piuttosto incuriosito. 
"Sì, signore" disse Ginny abbastanza tesa, le viscere che si stavano contorcendo. 
"Non ho mai visto nessuno lanciare una Fattura Orcovolante perfetta come questa qui!" esclamò eccitato il grosso professore e i ragazzi nello scompartimento si guardarono, davvero molto perplessi. Anche Ginny era assai perplessa: non riusciva a capire se l'uomo la stesse prendendo in giro o faceva sul serio, ma continuava a stropicciarsi l'estremità della t-shirt in modo nervoso. 
"Davvero?" 
"Davvero, cara. La trovo un'ottima fattura!" 
"Lo penso anch'io" disse la ragazza rilassata, dando una veloce occhiatina a Smith che era verde di rabbia perchè nessuno si curava di aiutarlo: aveva meno mostriciattoli che gli volavano addosso, l'incantesimo si stava quasi esaurendo. 
L'insegnante ridacchiò divertito. "Comunque, io sono il professor Horace Lumacorno e sarei lietissimo se ti unissi a me per un pranzetto nello scompartimento C"
Dean spostò lo sguardo dal professor Horace Lumacorno alla sua fidanzata e lei si trattenne dallo scoppiare a ridere per la sua espressione scioccata: non poteva mica essere geloso di un professore? Lavanda mormorò qualcosa di incomprensibile a Calì nell'orecchio mentre Seamus e i Tassorosso non osavano fiatare (eccetto Smith ovviamente), troppo confusi da quell'offerta per proferire parola. 
"Ne sarei lietissima anche io... professor Lumacorno" replicò Ginny impotente, che non vedeva alcuna via di fuga e non riusciva proprio a capire quale fosse il prezzo che avrebbe dovuto pagare per la sua scorrettezza nei confronti di uno studente. 
"Splendido, splendido!" gorgogliò felice l'insegnante e la ragazza si alzò per seguirlo, facendo l'occhiolino a Dean.
Che strano, fino a poco fa le viscere di Ginny si stavano contorcendo dal nervosismo mentre in quel momento la ragazza aveva l'impressione di non avere affatto delle viscere. Perchè diavolo l'aveva invitata a pranzo nel suo scompartimento? Per chiarire da solo con lei per quanto riguardava ciò che aveva fatto a Smith? No, non sembrava: era troppo eccitato per restare serio e dopotutto non aveva neanche degnato di uno sguardo Smith... era pazzo! E aveva anche detto che trovava le Fatture Orcovolanti ottime, ma che cosa aveva bevuto Silente quando aveva assunto il professor Horace Lumacorno? 
"In passato ero solito organizzare prazi, cene e festicciole per alcuni studenti selezionati" disse Lumacorno camminando verso l'inizio del treno, mentre i ragazzi negli scompartimenti strizzavano le facce contro il vetro confusi di vedere la popolare Ginny Weasley in compagnia di un insegnante: probabilmente credevano chissà cosa aveva combinato e non avevano tutti i torti nel pensarlo. "Sai, è davvero un piacere lavorare di nuovo qui ad Hogwarts... nuovi pranzetti, feste e studenti" lanciò uno sguardo alla ragazza, "sono un tipo assai ambizioso... non vedo l'ora di fondare il mio club!" 
Ginny sorrise piuttosto nervosamente e seguì Lumacorno nello scompartimento, dove c'erano altri ragazzi: due del settimo anno che la ragazza conosceva di vista e Blaise Zabini, arrogante e altezzoso come sempre. 
Era tutto molto interessante... ma che ci facevano loro lì? 
"Oho, ragazzi! Sono contento che siate venuti!" esclamò Lumacorno allegro.
"Nulla, signore" ribattè subito un ragazzo dai capelli crespi, facendo il lecchino. 
Lumacorno presentò Ginny ai tre ragazzi (anche se non ce n'era alcun bisogno per quanto riguardava la presentazione di Zabini) e la fece sedere accanto a sè insieme agli altri, come se fossero gioiellini preziosi. Il professore aveva parlato di studenti selezionati ma la ragazza ancora non riusciva a capire perchè l'aveva portata nello scompartimento C insieme a quei tre ragazzi... non l'avrebbe mica messa in punizione, adesso? 
"... e ho invitato anche Neville Paciock, i suoi genitori erano degli Auror esperti. E naturalmente, non poteva mancare Harry Potter" stava dicendo Lumacorno sereno, osservando i suoi studenti come se fossero dei dolcetti succulenti. 
Ginny sbattè le palpebre, più volte. "Li conosco, sono miei amici" disse, sorridendo all'insegnante. 
"Oho, li conosci?" esclamò Lumacorno, e aprì la bocca per dire qualcosa quando lo scompartimento si aprì ed entrarono proprio i due ragazzi. Balzando in piedi, il professore riempì mezzo scompartimento col suo ampio ventre. "Harry, ragazzo mio! Che piacere, che piacere! E tu devi essere il signor Paciock!" disse, tutto eccitato dal fatto che i due avevano accettato subito l'invito. 
Lo sguardo di Harry e Neville passò in rassegna dei compagni invitati. 
"Vi conoscete tutti?" chiese Lumacorno, piazzando il grosso sedere sul sediolino. "Blaise Zabini è del vostro anno, questo è Cormac McLaggen... lui è Marcus Belby e questa affascinante signorina dice di conoscervi" concluse allegramente, e Ginny fece una smorfia ai due amici.
Lumacorno offrì del fagiano a Marcus mentre i due si sedevano. "Stavo appunto dicendo al giovane Marcus che ho avuto il piacere di avere come allievo suo zio Damocles... vedi spesso tuo zio, Marcus?" chiese, tutto curioso. 
"Non molto spesso, no" balbettò il ragazzo. 
"Naturale, scommetto che è molto occupato" replicò Lumacorno. "Immagino che inventare la Pozione Antilupo gli abbia richiesto un certo impegno!"
"Suppongo" disse piano Marcus. "Ehm... lui e mio padre non vanno tanto d'accordo, quindi non è che io sappia molto di..." la sua voce si perse e Lumacorno si rivolse a McLaggen, con aria abbastanza delusa di chi si aspettava più informazioni. 
"E tu Cormac, so che vedi spesso tuo zio Tiberius perchè ha una magnifica foto di voi due a caccia di Nogtail nel Norfolk, giusto?" 
"Oh sì, ci siamo divertiti" rispose McLaggen, pomposo. "Ci siamo andati con Bertie Higgs e Rufus Scrimgeour, prima che diventasse Ministro" aggiunse. 
"Ah, conosci anche Bertie e Rufus?" chiese Lumacorno deliziato, mentre faceva girare il vassoio di tartine; Ginny ne accettò volentieri due e le trangugiò senza troppi complimenti ascoltando il professore fare domande a McLaggen e lui rispondere. 
Cormac McLaggen iniziò a parlare di quando lui e suo padre avevano incontrato il Ministro della Magia ed erano poi diventati grandi amici, iniziando a fare anche gite in campagna e nei dintorni per godersi l'aria fresca buona per la caccia. Lumacorno, si vedeva lontano un miglio, era affascinato da McLaggen e soprattutto da tutte le conoscenze che aveva. Ginny, mentre ascoltava e si annoiava a morte, mangiò qualche altra cosuccia che Lumacorno aveva loro offerto ma a volte era come se la voce di McLaggen si spegnesse sfumando nell'aria e rimanevano solo lei e il cibo. 
"E Blaise... so moltissimo di tua madre, era una mia alunna ed era di una bellezza incantevole, davvero" riprese il professore, quando McLaggen ebbe finito e rivolgendosi a Zabini. "So anche che anche il settimo marito è morto..." aggiunse, esitando. 
"Sì, è morto. Era molto ricco, come quelli precedenti" disse Zabini piatto. 
"Per coloro che non lo sanno, la madre di Zabini si è sposata sette volte e i mariti sono morti tutti in circostanze misteriose lasciandole montagne di oro" spiegò Lumacorno ai ragazzi, lungi dall'essere interessati alla madre di una serpe. "Quindi il vostro amico Blaise ha avuto sette padri. Mi dispiace, ragazzo mio... raccontami di Hyperion, so che andava molto d'accordo con tua madre... oh, la morte è una presenza orribile!" 
"Mia madre l'ha conosciuto ad un gala..." 
E Zabini inziò a raccontare dell'avvincente storia d'amore della madre e del settimo padre sempre con quel suo tono altezzoso e distaccato, e Ginny non potè proprio fare a meno di pensare che la madre di Zabini avesse ammazzato di proposito i suoi sette mariti per impadronirsi dell'oro. Certo, era una cosa brutta da pensare ma se Blaise Zabini era così poco dispiaciuto... chi non penserebbe che la madre lo facesse di proposito? 
Lumacorno fece un altro paio di domande, poi passò ad interrogare Neville. Ginny era sempre più confusa man mano che il professore faceva domande a tutti: per quanto aveva capito, i presenti erano stati invitati perchè avevano a che fare con qualche persona famosa o influente... tranne lei. Forse perchè l'aveva vista lanciare su Smith un'Orcovolante e la riteneva una ragazza in gamba? Sì a questo ci era arrivata, ma non era proprio così in gamba come Hermione o Demelza! 
"... e quindi sono stato allevato da mia nonna" concluse Neville, tirando su col naso. 
Erano stati brutti momenti per lui dato che i suoi genitori erano stati torturati fino alla pazzia da Bellatrix Lestrange, la donna che aveva anche ucciso Sirius. Ginny finì di mangiare il suo pranzo e notò che Zabini non aveva toccato un sol boccone: non si aspettava mica un pranzo reale di gala come quelli a cui era abituato e che la sua bella madre ordinava ai suoi camerieri di servirlo? 
"E ora, Harry Potter o il Prescelto... è così che ti chiamano adesso!" esclamò Lumacorno, decisamente eccitato nel parlare con il ragazzo di quell'argomento. Tutti i presenti d'un tratto erano attentissimi: sciocchi, chissà cosa si aspettavano. "Naturalmente, sono anni che circolano voci... mi ricordo quando dopo quella terribile notte Lily e James... e tu sei sopravvissuto, e si diceva che tu avessi poteri straordinari" 
Harry non rispose, poi Zabini tossicchiò scettico. 
"Oh Zabini, perchè tu invece ha un gran talento... per darti delle arie!" sbottò Ginny arrabbiata, fissando torvo Zabini che si voltò dalla sua parte con uno scatto. Che pensasse a sè stesso, quel Zabini... con la madre assassina e avida di denaro. Sembrava che in ogni cosa, alcuni tendessero a contestare Harry ma non era mica colpa sua se era sopravvissuto, famoso perchè Voldemort non era riuscito ad ucciderlo e tutta quella roba lì? 
L'aveva difeso di nuovo... ebbe un flashback. 
Lascialo in pace, non è stato lui a volere tutto questo!
E come l'aveva difeso al Ghirigoro quando aveva solo undici anni, l'aveva fatto di nuovo a quindici anni. 
"Oh, cielo!" ridacchiò Lumacorno divertito, mentre Harry guardava Ginny con un misto di gratitudine e serenità. "Attento Blaise! Ho visto questa signorina scagliare una meravigliosa Fattura Orcovolante mentre passavo dal suo scompartimento, eviterei di contrariarla!" 
Zabini fece un versetto, il versetto di chi vuole offendere. 
"Comunque, tutte le voci di questa estate..." continuò Lumacorno, desideroso e avido di sapere tutto. "Non si sa a che cosa credere, è noto che il Profeta commette errori ma dato il gran numero di testimoni sul fatto che c'è stato un bel caos al Ministero... tu c'eri quindi? Questa leggendaria profezia, per esempio..." 
Ginny si irritò nuovamente. 
"Non abbiamo sentito nessuna profezia" intervenne Neville brusco. 
"Giusto!" aggiunse Ginny arrabbiata, sperando che Lumacorno credesse alle loro parole dato che Harry continuava a stare in silenzio. "C'eravamo anche io e Neville, e tutta quella robaccia sul Prescelto... è solo il Profeta che s'inventa le cose come al solito!" 
"Ah, c'eravate tutti e due?" chiese Lumacorno interessato, ma i due non risposero per timore di dire qualcosa che non dovevano dire. "Beh..." riprese l'insegnante in tono deluso, "spesso il Profeta esagera, ricordo che la cara Gwenog Jones mi disse..." 
E si avvenurò in una storia che comprendeva solo lui e la talentuosa Gwenog Jones, la giocatrice di Quidditch delle Holyhead Harpies preferita di Ginny, e la ragazza ascoltò con piacere quella conversazione ma quando si passò ad altri argomenti come ad altri aneddoti di maghi illustri a cui Lumacorno aveva fatto da insegnante, il professore perse il suo l'ascolto. Il Lumaclub -come l'aveva chiamato il professor Lumacorno- finì per essere abbastanza noioso e Ginny sperò con tutto il cuore che durante le future cenette ad Hogwarts si animasse di più e diventasse interessante. 
Dopo ore e ore, Lumacorno esclamò: "Santo cielo, è già buio!" 
Ginny si rese conto di stare quasi sonnecchiando con la testa nel vetro, mentre il tramonto calava. 
"Meglio se andate a cambiarvi tutti quanti... McLaggen, devi passare a trovarmi quando vuoi. Harry, Blaise... quando volete. E lo stesso vale per te, signorina" e strizzò l'occhio alla ragazza che sorrise, mentre non facendoselo dire due volte usciva dallo scompartimento. 
"Sono contento che sia finita" borbottò Neville sospirando, quando anche Ginny si unì ai due ragazzi in corridoio e Harry rivolgeva un occhiata sprezzante alla serpe di Blaise Zabini. "Strano tipo, eh?" 
"Sì... come mai sei finita qui, Ginny?" chiese Harry. 
"Mi ha visto lanciare una fattura a Zacharias Smith" rispose Ginny divertita, strofinandosi le mani. "Ti ricordi quell'idiota di Tassorosso che veniva all'ES? Continuava a chiedere che cosa era successo a Ministero e alla fine mi ha irritato tanto che gli ho scagliato un'Orcovolante. E quando Lumacorno è entrato pensavo che mi avrebbe puniva, invece ha detto che la trovava un'ottima fattura e mi ha invitata a pranzo! Pazzo, eh?" 
"Meglio così che invitare uno perchè sua mamma è famosa o perchè suo zio..." si interruppe. 
Ginny si voltò fissando il punto in cui era appena sparito Zabini. 
"Ci vediamo più tardi" sussurrò e sfrecciò dietro al Serpeverde con un mantello in mano. 
"Ma quello è il suo Mantello invisibile?" chiese Ginny sospettosa, osservando Harry chiudere in fretta la porta del vagone. 
"L'ha preso quando siamo usciti dallo scompartimento" rispose Neville. 
"Ginny! Neville!" chiamò la voce di Dean e entrambi si voltarono, sorridendo al nuovo arrivato. "Che ci fate qui?" aggiunse.
"Lumacorno ci ha appena congeti!" rispose frettolosamente Neville. 
"Anche tu sei stato invitato?" 
"Sì..." 
"E cosa voleva da voi?" 
"Niente di che, si è solo messo a chiacchierare" intervenne Ginny tagliando corto, e Dean alzò un sopracciglio. "Te lo spiego dopo, va bene? Adesso devo prepararmi perchè... oh, me l'hai presa tu? Grazie, dammi" e afferrò la tunica che il ragazzo le porgeva. 
Lei indossò da divisa scolastica, aiutata da un premuroso e asfissiante Dean: non aveva bisogno d'aiuto, sapeva benissimo come appuntare decentemente una tunica! Ma il ragazzo non voleva proprio saperne e cominciò a sistemarle la divisa addosso, iniziando a somigliare incredibilmente ad una mammina tutta uno zucchero. Dean sembrava così preso dalla sua occupazione che Neville si imbarazzò moltissimo di non aver aiutato la sua amica. Ginny avrebbe tanto voluto far a Neville che non era colpa sua e far capire al fidanzato che non c'era bisogno di tante cerimonie davanti agli studenti che li osservavano ma lui non capì. 
"D'accordo... sono apposto, dai" sbuffò la ragazza impercettibilmente, levandogli dalle mani la cravatta mentre il treno si fermava. 
"Andiamo?" chiese Dean con dolcezza. 
"Sì. Neville, vieni con noi?" 
Lo sguardo di Dean fece rimpiangere a Ginny la domanda, ma Neville si affrettò a dire: "Faccio compagnia a Luna, Ron ed Hermione" e dicendo questo, la ragazza si accorse che aveva colto lo sguardo di Dean che lasciava intendere che non voleva terzi incomodi. 
"Ci vediamo al banchetto!" 
Quando Neville sparì e il treno si fermò con un botto, Ginny e Dean presero a baciarsi dolcemente e poi si decisero a scendere per prendere l'ultima carrozza. Prima di salire, Ginny allungò lievemente una mano su qualcosa di invisibile ma che poi si rivelò la criniera del cavallo scheletrico con cui l'anno precedente erano andati al Ministero della Magia: un Thestral. Luna le aveva detto che i Thestral avevano sempre tirato le carrozze ma che nessuno ci aveva mai fatto caso dato che erano invisibili. 
"Cosa fai?" chiese Dean sconcertato. 
Ginny scosse il capo. "Nulla!" e salì sulla carrozza. 




"Buona serata a tutti voi!" esordì Silente. 
I ragazzi nella Sala Grande tacquero all'istante e un paio di loro trattennero il fiato quando videro che una mano del Preside era nera e bruciata, come se fosse proprio completamente morta. 
Anche Silente notò che gli studenti fissavano orripilati la sua mano nerissima come la pece. "Niente di cui preoccuparsi" disse in tono leggero. "Dunque, ai nostri nuovi studenti benvenuti e ai vecchi bentornati!" aggiunse, con la solita allegria. 
"Cielo, è spaventosa... sembra proprio morta quella mano" sussurrò William. 
"Cosa avrà provocato una cosa del genere?" chiese Ritchie, ancora tutto spaventato dalla mano. 
"Una maledizione, presumo di magia nera" rispose Demelza subito, che era preoccupata. 
"Terribile" fece Vick con un brividino. 
"... e coloro che desiderano entrare a far parte delle squadre di Quidditch devono dare i loro nomi ai direttori delle Case, come al solito" 
Ginny sorrise e lanciò uno sguardo a Demelza, che ricambiò il sorriso: avrebbero provato ad entrare entrambe in squadra. Erano secoli che Demelza moriva dalla voglia di cavalcare una scopa lì ad Hogwarts e quest'anno il suo sogno si avverava. 
"... facciamo un bell'applauso al nuovissimo membro del corpo insegnanti: Horace Lumacorno!" annunciò Silente. 
"Lui ti ha invitata nello scompartimento!" esclamò Dean corrucciato, battendo piano le mani. 
"Cosa?" fece Christopher sconcertato. 
"Chi è il professor Lumacorno?" chiese Ritchie. 
"Un ambizioso perdigiorno..." rispose Ginny divertita, soffocando un risolino. Demelza la fissò come per dire che non doveva fare la spiritosa con un nuovo insegnante, e lei si affrettò ad aggiungere: "Non adesso, ti spiego tutto dopo... va bene?" 
"... ex collega e amico che ha accettato di riprendere il suo vecchio ruolo di insegnante di Pozioni"
"E così abbiamo un altro prof di Difesa che se ne v... POZIONI?" strepitò Ginny inorridita, fissando il tavolo degli insegnanti. 
Pozioni? Lumacorno avrebbe insegnato proprio Pozioni? Non doveva essere l'insegnante di Difesa? La ragazza si voltò impotente dalla parte di Dean e dei suoi amici che gli restituirono il suo stesso sguardo perplesso. Ma se Lumacorno insegnava Pozioni, Piton avrebbe insegnato... 
"... Difesa contro le Arti Oscure!" concluse Silente. 
Quello era troppo, era decisamente troppo per tutti: molti studenti mormorarono proteste e non zittirono finchè il Preside non alzò le mani per calmarli. La materia in cui Ginny eccelleva, la sua preferita... Piton avrebbe reso la vita un inferno a parecchi studenti come era accaduto in Pozioni. Ma come era possibile? Albus Silente aveva decisamente fatto uso di stupefacenti quando aveva organizzato il corpo insegnanti di quell'anno. 
"Vi rendete conto, vero? Quest'anno abbiamo i GUFO!" sbottò Christopher, incazzato nero. 
"Però almeno possiamo andare meglio in Pozioni" disse Ritchie piano. 
"Ma potremmo calare in Difesa..." mormorò William. 
Silente tossicchiò per richiamare il silenzio e i ragazzi tacquero. 
"Come tutti ben sanno, Lord Voldemort e i suoi seguaci sono ancora una volta in libertà e riprendono forza" disse il Preside e l'atmosfera nella Sala Grande cambiò al solo nome di Voldemort; gli studenti ora restavano in silenzio e pendevano dalle labbra di Silente. "Le difese magiche del castello sono state rafforzate durante l'estate ma vi raccomando di attenervi a tutte le restrizioni che i vostri insegnanti potrebbero imporvi, per quanto fastidiose appaiano. Confido che vi comporterete sempre con il massimo rispetto per la sicurezza vostra e di tutti gli altri" aggiunse. 
I ragazzi continuarono a guardare Silente, poi lui sorrise. 
"Ma ora i vostri letti vi attendono, caldi e comodi. Vi auguro dunque la buonanotte... Hasta la vista!" concluse il Preside. 
"Hasta la vista?" ripetè Ginny ridacchiando, mentre si alzava dalla panca per raggiungere il dormitorio.
"Ehi, devi spiegarci perchè il professor Lumacorno ti ha invitata a pranzo!" disse Vicky civettuola, afferrandola per un braccio. 
"COSA?" esclamò William. 
"Ma adesso te la fai con un insegnante? Non stavi con Dean Thomas?" chiese Christopher, facendo un sorrisetto. 
"Sta ancora con Dean Thomas" replicò Dean irritato. 
Cercando di non scoppiare a ridere, Ginny si affrettò a seguire il fidanzato su alla Torre. 




Il giorno successivo, Ginny si svegliò più energetica e pimpante di quanto non lo fosse già e prese a saltare sui letti delle due amiche per svegliarle dicendo che era tardissimo e che avevano perso la prima lezione: quella fu decisamente la prima volta che la ragazza udì Demelza Robins dire una parolaccia, una parolaccia di quelle grosse. Ginny lo prese come un buon motivo per scendere dal suo letto e filarsela dal dormitorio prima che l'amica l'appendesse alla Torre di Astronomia che, come aveva tenuto a sottolineare, godeva di una bella vista. 
"Possiamo andare adesso dalla McGranitt, prima della colazione" stava dicendo Dean, mentre camminava mano nella mano con la fidanzata. 
"Ho detto a Demelza che ci sarei andata con lei" ribattè Ginny cordiale, svoltando a destra per la Sala Grande. 
Lei e Dean erano da soli, proprio perchè la ragazza se l'era battuta in ritirata dal dormitorio femminile. 
"Allora ci andiamo tutti e tre insieme, d'accordo?" 
"D'accordo!" 
Quando arrivarono in Sala Grande per la colazione, la McGranitt iniziò a distribuire gli orari per i vari studenti e Ginny notò con curiosità che l'ultima lezione del giorno era quella con il professor Lumacorno ed era molto interessata di vedere come insegnava. Quando la campanella suonò, i ragazzi del quinto anno di Grifondoro partirono alla volta di Trasfigurazione insieme a quelli di Corvonero. 
Come avevano immaginato, i GUFO richiedevano il massimo impegno e studio costante per poter passare al sesto anno e gli insegnanti passarono tutta la giornata a mettere in chiaro questo e a sperare che i ragazzi avessero le idee chiare per cosa fare dopo gli esami. Già di primo mattino, Ginny era assai confusa: nel suo futuro non vedeva altro che il Quidditch. E i discorsetti della McGranitt non aiutavano, per niente. 
Dopo Trasfigurazione, ci furono due ore di Difesa contro le Arti Oscure con Piton e lui li fece allenare con gli incatesimi minori di Difesa che avrebbero fatto all'esame ma i ragazzi erano pronti a mettere la mano sul fuoco che le lezioni di Difesa presto si sarebbero dimostrate un calvario. Infine, l'ultima lezione in assoluto fu Pozioni con Lumacorno e i Serpeverde.
"E il tempo è scaduto!" esclamò l'insegnante, avvicinandosi ai calderoni. "Questa era un pozione molto facile, richiesta agli esami e sono sicuro che con della pratica sarete capaci di farla anche in un'oretta scarsa e non in un'ora e mezza. Dunque, fatemi controllare..." 
"Caspita, ho dimenticato le radici!" imprecò Christopher, perchè la sua pozione era blu come la notte.
"Demelza... la prossima volta vai più piano" soggiunse William contrariato.
"EHI! Stavi spiando le mie mosse!"
"E quelle di chi, altrimenti?" 
Lumacorno ispezionò i calderoni di tutti e si fermò soprattutto da Ginny e Demelza, che sembravano aver fatto un ottimo lavoro. Lumacorno lodò Demelza ma prese ad adulare in modo molto lusinghiero l'altra ragazza, che fu piuttosto soddisfatta: senza Piton, era in grado di essere brava quanto Demelza in Pozioni e quello era solamente un bene per lei. 
Quando rimasero altri minuti, Lumacorno esordì: "Per gli studenti del sesto anno avevo preparato un paio di piccole pozioncine da mostrare loro, ma siccome è rimasto del tempo vorrei condividerle anche con voi" indicò i vari calderoni. "Allora, chi mi sa dire quale pozione è questa qui?" e mostrò un calderone ricco di quella che sembrava acqua... acqua fumante. 
Demelza alzò la mano. 
"Sì, signorina Robins!" 
"Quella è Veritaserum, una pozione inodore e incolore" rispose lei, abbassando la mano soddisfatta. 
"Fa dire la verità, eh?" sussurrò Ritchie e Lumacorno fece un cenno col capo. 
"Molto bene, e qualcuno sa dirmi cos'è questa?" chiese alla classe. 
Fu Astoria Greengass ad alzare la mano per prima. "Pozione Polisucco, signore..." disse. 
"Esatto, esatto! E questa qui...?" 
Ginny l'aveva immediatamente riconosciuta perchè recentemente l'aveva vista, e la sua mano scattò in aria prima di quella di Demelza: Lumacorno era deliziato dal fatto che un membro della Lumaclub intervenisse durante la sua lezione. 
"Quella lì è Amortentia, il filtro d'amore più potente del mondo" rispose la ragazza, inebriata dall'odore della pozione. "L'ho riconosciuta sia dal colore madreperlaceo, sia dall'odore che essa emana. Infatti dovrebbe averne uno diverso per ognuno di noi, secondo ciò che ci attrae" aggiunse, e inspirò profondamente. Anche gli altri la imitarono, non potendo farne a meno. 
Gli odori che sentiva Ginny erano assai confusi, così confusi che la ragazza si chiese se non avesse sbagliato e se quella fosse davvero Amortentia. Poi riconobbe d'un tratto l'odore di una particolare foglia che cresceva su un albero alla Tana e che lei e i fratelli si erano divertiti a cogliere e ad appendere in casa; l'altro odore era il legno del manico di scopa e l'ultimo era... che cosa era? Era particolare, sembrava provenire da una pelle stessa... ma di chi poteva essere? 
Probabilmente di Dean! pensò, annuendo impercettibilmente. 
Era così ammaliante che per un minuto intero Ginny rimase incantata a tirare su col naso per sentire l'ultima fragranza che la riempiva come non mai e si disse che avrebbe potuto stare lì ad annusarla in eterno, ma d'un tratto Lumacorno tossicchiò e lei notò che non era la sola ad essere rimasta a lungo imbambolata.
"Cos'altro sa dirci sull'Amortentia, signorina?" chiese il professore, davvero interessato.
"Beh... che questa pozione non crea l'amore ma una potente infatuazione o ossessione" 
"Questa è la pozione più pericolosa in questa stanza, eh?" ridacchiò Lumacorno e si affrettò a coprire i calderoni, mentre la campanella suonava e i ragazzi mettevano a posto la loro roba per andare via alla Torre e cominciare i loro compiti: era il primo giorno e li avevano già riempiti di compiti. 
"Davvero davvero davvero uno strano tipo" commentò Colin, salutandoli per allontanarsi e andare in cerca del fratellino. 
"Sì, Colin ha ragione... non ci sta tanto con la testa, vero?" convenne Christopher. 
Ginny non li seguiva nemmeno: era ancora stordita da quell'odore. I ragazzi non sembravano molto storditi, ma Vick e Ritchie erano abbastanza distratti e Ritchie stava perfino inciampando nei suoi stessi piedi mentre percorrevano il corridoio. 
"Però questa è stata una bella lezione" disse Demelza allegramente, facendo un gran sorriso. 
"Con Piton ce la sognavamo" aggiunse William. 
"Sono stato anche tranquillo, e non mi sudavano nemmeno le mani" disse Ritchie. 
"Tieniti le tue cose per te, Rick!" rise Christopher, dando una pacca sulla spalla dell'amico. 
"Ascoltate..." sussurrò Ginny piano alle due amiche, approfittando che i ragazzi chiacchieravano davanti a loro e si spintonavano. "Ma voi due avete sentito con chiarezza i vari odori nel calderone dell'Amortentia?" aggiunse, abbassando sempre più la voce. 
"Io ho sentito l'odore di fiori, di caramelle e inchiostro" rispose Vick tranquilla. 
"Invece io ho sentito l'odore di cioccolato, di radici di valeriana e di libri nuovi" replicò Demelza. 
Ginny rimase in silenzio. 
"Perchè ce lo chiedi?" 
"Oh... io... ho sentito un odore non indentificato, tipo della pelle di qualcuno..." disse la ragazza, leggermente sconcertata perchè le due amiche avevano saputo riconoscere in fretta i propri odori. "Insomma, è stato strano perchè non sapevo a cosa collocarlo e... beh, ma sarà il profumo di Dean... n-no?" 
"Di cosa sapeva, precisamente?" chiese Vicky incuriosita, calandosi per allacciarsi le ballerine nere. 
"Non so... era tipo vaniglia, come l'odore di una pelle..." 
"Pelle?" ripetè Demelza. 
"Sì, ma non ho mai sentito Dean profumare di vaniglia o roba del genere!" 
"Infatti sono allergico alla vaniglia" intervenne una voce. 
Ginny sbattè le palpebre velocemente e si voltò indietro giusto in tempo per vedere la strana espressione adirata di Dean Thomas. Ma perchè sembrava così nero di rabbia? Forse gli era accaduto qualcosa di male oppure aveva litigato con un suo amico? Quel ragazzo riusciva sempre a sbucare dappertutto, come se avesse imparato con estrema precisione i suoi spostamenti e i suoi orari. 
"Dean! Che cosa ci fai qui?" esclamò lei, correndogli incontro per stampargli un bacio sulle labbra. 
"Sapevo che avevi Pozioni e sono venuto a prenderti" rispose lui, leggermente gelido.
"Ehm... noi andiamo..." balbettò Demelza imbarazzata, trascinando Vick dietro ad un arazzo per farla scomparire dalla vista. "Ti aspettiamo su in Sala Comune così facciamo i compiti insieme, va bene?" aggiunse, e sparì dietro l'arazzo verde e argento. 
"Che hai? Hai litigato con Seamus?" chiese Ginny preoccupata, notando che Dean era sempre più nervoso. 
"No" rispose lui e cominciò a camminare, tenendola per una mano. "Allora, cos'hai sentito nell'Amortentia? Ho sentito che ne parlavi con lei tue amiche, e quel profumo particolare... ti avrà davvero colpita. Peccato che io sono allergico alla vaniglia, vero?" 
"Sei arrabbiato per questo?" 
"Non sono arrabbiato, credevo che..." pareva deluso. 
"Dean, non fare così. Sono sicura che non era nulla, dai... non stare così" cercò di consolarlo Ginny anche se non sapeva proprio come diavolo poteva pretendere il ragazzo che smettesse di sentire quegli strani odori, ma decise di non infierire ulteriormente e solo perchè quella giornata non aveva alcuna voglia di litigare con nessuno amico e nemico che fosse. 
"Corriamo in Sala Comune a prendere Demelza e andiamo ad iscriverci alle selezioni, dai!" lo incoraggiò lei. 
Dean fece un largo sorriso. "Andiamo!" 




"Sì, è stata una fortuna che Lumacorno non ci ha dato compiti" stava dicendo Demelza, mentre camminava verso l'ufficio della McGranitt seguita dai due fidanzatini. Aveva accettato solamente per esasperazione, anche se Ginny immaginava che non vedesse l'ora di correre in campo a volare. "Strano professore, molto ambizioso e in cerca di studenti talentuosi... Lumaclub si chiamava, vero?" 
Ginny annuì. "Spero solo che non sia noioso come l'incontro in treno. Lumacorno è un ambizioso perdigiorno mentre noi studenti abbiamo seriamente cose più importanti a cui pensare oltre che chiacchierare al Lumaclub" disse, divertita. 
"Lumaclub... che nome orribile" fece Dean. 
"E la cosa più orribile è che Zabini ne fa parte" sbuffò la ragazza, senza rendersene conto. 
"CHE COSA?" 
L'urlo di Dean fu quasi praticamente belluino. 
"Zabini fa parte del club? Quello che ti ha tolto dei punti l'anno scorso? E che tu hai picchiato in Sala Grande?" 
"Sì..." 
"Non me l'avevi detto" replicò Dean, offeso per quella dimenticanza. 
"Ma non ha alcuna importanza, no?" intervenne Demelza timidamente. 
"Esatto!" convenne Ginny subito. "Perchè irritarti quando io non lo considero nemmeno?" aggiunse, adulante. 
Dean parve ammorbidito e bussò alla porta della McGranitt: dll'interno arrivarono delle voci e poi quella della professoressa McGranitt che li invitava ad entrare. I tre ragazzi entrarono e videro che la professoressa era proprio in compagnia di Lumacorno. Come se li avesse letti nel pensiero, la McGranitt tirò fuori un foglio dalla scrivania e iniziò a scrivere i nomi sull'elenco per le selezioni. 
"Solo voi tre?" chiese, il capo chino rivolto alla pergamena. 
"Sì" rispose Dean. 
"Benissimo, stiamo già a dieci" disse la McGranitt, serenamente. "Dieci giovani speranze iscritte alle selezioni per la nuova squadra di Quidditch di Grifondoro. Beh, mi aspetto solo di vedere ancora la Coppa nel mio ufficio, come giusto che sia" 
Lumacorno ridacchiò. "Gioca anche a Quidditch, signorina Weasley?" chiese, curioso. 
"Sì, professore" rispose lei. 
"Mmh, allora se in un futuro accetterai di venire ad una cenetta per il Lumaclub non te ne pentirai" ribattè il professor Lumacorno, facendole un occhiolino. 
Ma che diavolo si era inventato, quella volta? La ragazza pensò indiscutibilmente a Gwenog Jones, di cui Lumacorno aveva tanto parlato e straparlato in treno, perchè era l'unico giocatore di Quidditch con lui lui avesse confidenza a detta sua. Tutte quelle storielle e aneddoti sulla Jones... credeva davvero che gli studenti fossero così idioti da crederci oppure, se fosse veramente la verità, credeva davvero che il Capitano delle Holyhead Harpies venisse ad Hogwarts per cenare con un ambizioso perdigiorno ed incontrare un paio di fans? 
Questo è praticamente improbabile! pensò Ginny tranquilla, e con un cenno di saluto uscì dall'ufficio. 






Angolo autrice
Questo capitolo è dedicato a Lumacorno, che come la rima ci dice ho preferito aggiungere qualcosa di divertente dopo come: ambizioso perdigiorno. Vediamo che Dean già si dimostra assillante e premuroso come una mammina, infatti aiuta Ginny a mettere la divisa e se io fossi stata lei gli avrei dato un pugno in faccia. Le cose tra loro non sono poi rose e fiori, perchè mi è piaciuto mettere la parte in cui lei sente un odore strano... che però non è di Dean. Poi, entra sempre in scena Lumacorno e io ho pensato che fosse lì per chiedere il permesso alla McGranitt di fare una delle sue festicciole come accadeva in passato. 
Un abbraccio!
 
 

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Capitolo 49
*** Ragazze urlanti e le selezioni di Quidditch. ***


RAGAZZE URLANTI E LE SELEZIONI DI QUIDDITCH.


I giorni passarono in fretta lì ad Hogwarts e i ragazzi del quinto anno iniziarono già a protestare contro l'enorme valanga di compiti che aspettavano loro ogni sera, da parte di tutti gli insegnanti. Lumacorno era decisamente buono con loro e non assegnava moltissimi compiti, ma Piton... beh, l'unica cosa da dire era che Difesa contro le Arti Oscure diventò la materia odiata da tutti dopo nemmeno una settimana. 
"Che poi non vedo l'ora di cominciare i vari club" 
Vick quasi gongolava, contenta di inziare di nuovo a frequentare il tenero Tassorosso del Club di Incantesimi. 
"Anch'io inizierò un club, e si chiama Lumaclub" borbottò Ginny ilare, e le due amiche scoppiarono a ridere. Arnold la Puffola Pigmea fece un suono acutissimo sulla spalla della padroncina e le leccò una guancia con la piccola linguetta, mentre faceva quasi le fusa. "Non è colpa mia se Lumacorno mi trova in gamba, io avevo solamente lanciato una Fattura Orcovolante a Smith ma chiunque avrebbe saputo lanciarla. N-no?" aggiunse, leggermente titubante. 
"Deve essergli piaciuto il tuo coraggio" disse Demelza, facendogli un gran sorriso. "Tutti avrebbe saputo lanciarla ma non tutti avrebbero voluto lanciarla proprio perchè le conseguenze potevano essere abbastanza disastrose. Pensa se un Prefetto o un Caposcuola avesse visto la scena, infondo non era proprio un duello: l'hai attaccato all'improvviso. Invece hai avuto fegato e adesso sei la prediletta di Lumacorno, semplice!" 
"Il ragionamento di Dem non fa una piega" convenne Vick ammirata. 
Ginny sorrise: forse era proprio vero quel che diceva Demelza. Lei non aveva avuto paura di nulla e nemmeno di essere punita o altro, aveva semplicemente lanciato la Fattura Orcovolante impulsivamente e questo faceva parte di coraggio... alla fine non era successo nulla, e tanto di guadagnato per la ragazza che adesso era la pupilla del professor Lumacorno. 
Arnold trillò. 
"Chissà che cosa sta dicendo" ridacchiò Vick, accarezzando la Puffola. 
"Chissà se al San Mungo hanno un reparto per pazzi come te" replicò Demelza divertita, incrociando le braccia al petto e fissando l'amica che contemplava Arnold come se sperasse di capire ciò che ipotizzava stesse dicendo. "Le Puffole Pigmee non parlano mica, canticchiano solo e fanno... diciamo, le fusa" aggiunse, scrutando la Puffola che stava saltellando da una spalla della padrona all'altra. 
"Secondo me ci capiscono" intervenne Ginny seria, prendendo Arnold in mano. "A volte, quando parlavo con Harry Potter di cose divertenti come mio fratello Ron che ci provava con la ragazza di mio fratello Bill sembrava che capisse, perchè trillava e zampettava a destra e sinistra come se fosse divertita. Capisci, Dem? Forse... forse Vick ha ragione, forse parla una sua lingua e capisce i nostri discorsi" 
"Parlate di quella Puffola Pigmea?" chiese una voce sognante alla destra delle ragazze. 
Luna Lovegood aveva appena spostato un arazzo e si dirigeva a passo svelto verso le tre ragazze, contemplando con una certa gioia la piccola Puffola che rizzava il pelo fulvo e si faceva sempre più piccolina. 
"Sì, secondo loro Arnold parla e capisce" rispose Demelza, e dal tono si capiva che preferiva non parlarne più.
"E hanno ragione" disse Luna tranquillamente, prendendo Arnold tra le mani e accarezzandola. Fece un gran sorriso a Ginny, e continuò: "Le Puffole Pigmee parlano il Pigmeese e loro non canticchiano, ma trillano solamente. Dicono che cantano a Natale, sai? E cantano veramente delle carole, e nella nostra lingua! Alla fine, iniziano di nuovo a trillare e non parlano fin quando non arriva il prossimo Natale!" 
Luna sembrava eccitata e Demelza scettica; Vick disse: "Davvero? Oh, quanto vorrei vederla cantare!" 
"Ma io non ho mai sentito dire che le Puffole Pigmee cantano e..." cominciò Demelza impeccabile, ma colse al volo lo sguardo di rimprovero di Ginny e tacque immediatamente. Luna era una persona davvero strana e non aveva senso contraddirla, alla fine avrebbero dato inizio solamente ad una faida scolastica ed era l'unica cosa di cui avevano bisogno tutti quanti: litigare tra loro non era saggio. 
"Quando canta a Natale ve lo faccio sapere, va bene?" chiese Ginny con dolcezza, guardando Luna. 
Lei sorrise radiosa e le porse la Puffola Pigmea. "Che bello! Il suo nome è Arnold? Bel nomignolo, molto particolare. Come vanno le cose con Dean Thomas? Lui è molto innamorato, è come se vedessi i cuoricini nei suoi occhi scuri" disse, mettendo in mostra i suoi occhi azzurri sporgenti. 
"Oh, va tutto bene... lui sta facendo la doccia, poi mi raggiunge in Sala Grande" 
"Sono contenta!" 
"Sì, anch'io! A te come vanno le cose? Cosa ci fai qui?" 
"Oh, è tutto apposto... stavo andando in biblioteca, volevo cercare informazioni sul Ricciocorno Schiattoso" disse Luna con sguardo deciso, e azzardò un'occhiatina ad una scioccata Demelza Robins. "Ci vediamo in giro!" aggiunse, dando a Ginny un bacio sulla guancia prima di saltellare in biblioteca. 
"Il Ricciocorno non esiste" dichiarò subito Demelza, sbuffando. 
Vick era perplessa, ma Ginny stava sorridendo. "Ma noi lasciamoglielo credere..." 




"Ma Dean è annegato nella doccia?" 
Ginny aveva iniziato a mangiare senza di lui, perchè probabilmente era davvero annegato dentro la doccia ma Seamus e Neville non erano preoccupati. Forse c'era ancora una speranza per lui, forse si era solamente addormentato. 
"Bellina" commentò Neville, indicando Arnold. 
"Ti piace? Luna dice che cantano a Natale!" 
Neville fece un'espressione allarmata, poi disse: "Forse... forse è vero... no?" ma non ne era convinto. 
"Forse sì" sorrise la ragazza, pensando al viso gioioso della stramba amica. 
Seamus prese Arnold dalle mani di Neville e l'appoggiò sul tavolo cominciando a giocarci, con Ritchie e Christopher che le lanciavano pezzetti piccolissimi di carne e pane nella bocca minuscola. William stava chiacchierando fitto fitto con Vick, probabilmente per quanto riguardava i vari club perchè lei sembrava parecchio emozionata; Demelza leggeva un libro e Colin mangiava insieme a suo fratello, vicino a loro. 
Ginny era tutta impegnata a mangiare e fissare gli altri che giocavano con la Puffola, quando una voce famigliare la destò. 
"E va bene, dillo che ho imbrogliato!" sbottò Harry Potter irritato, prendendo posto a tavola. 
"Beh... non è stata proprio opera tua!" ribattè la voce di Hermione. 
"Ha solo seguito istruzioni diverse dalle nostre" intervenne Ron, e Ginny fece di tutto per non dare a vedere che stava origliando. "Avrebbe potuto essere una catastrofe, invece ha corso il rischio e ha funzionato. Lumacorno poteva darlo a me quel libro, e invece no: io ho preso quello su cui nessuno ha scritto niente!" 
Ginny spalancò gli occhi, agghiacciata da ciò che aveva appena udito e non potè biasimare Hermione se si era arrabbiata: Harry aveva seguito istruzioni diverse da tutti gli altri e aveva corso rischi? E se il diario di Tom Riddle fosse di nuovo...
"Un momento" dovette intervenire la ragazza, preoccupata e arrabbiata allo stesso tempo. 
I tra ragazzi si voltarono dalla sua parte ma gli occhi di lei erano fissi su Harry Potter. 
"Ho sentito bene? Hai preso ordini da qualcosa che qualcuno ha scritto in un libro?" 
"Ma no, non è come..." abbassò la voce, "il diario di Tom Riddle... è solo un vecchio manuale su cui qualcuno ha preso appunti" 
"Ma tu fai quello che dice?" insistette lei.
"Ho solo provato alcuni dei suggerimenti scritti ai margini" rispose Harry dolcemente, guardandola negli occhi con un'espressione stranissima. Ginny continuò ad osservarlo torvo e lui aggiunse: "Davvero, non c'è niente di strano..." 
"Ginny ha ragione!" Hermione prese la palla al balzo, inalberandosi tutta. "Dobbiamo controllare che non ci sia niente di sospetto... voglio dire, tutte queste istruzioni strane... chi lo sa?" aggiunse, rallegrata che l'amica fosse intervenuta. 
"Ehi!" esclamò Harry indignato, mentre lei sfilava dalla sua borsa la copia di Pozioni Avanzate e alzava la bacchetta con fare solenne. Ginny era assolutamente d'accordo con Hermione: dovevano controllare che non ci fosse nulla di sospetto o avrebbero di nuovo fatto la stessa cosa che successe quattro anni prima, e nessuno aveva bisogno di una nuova Camera dei Segreti quando c'era Voldemort che diventava più potente lì fuori. 
"Specialis revelio!" disse Hermione, ma non successe nulla. 
"Finito? O vuoi aspettare di vedere se fa qualche capriola all'indietro?" chiese Harry seccato. 
"Sembra a posto, voglio dire... sembrava davvero solo un manuale" 
"Bene, allora me lo riprendo" tagliò corto il ragazzo, prendendo bruscamente il vecchio manuale che cadde a terra con un tonfo secco. Ginny scoccò uno sguardo a Ron ed Hermione, poi voltò loro le spalle e tornò a concentrarsi sulla sua cena. Per un attimo, il suo cuore aveva fatto sul serio delle capriole all'indietro convinta che Harry fosse caduto nella sua stessa trappola, invece no: era solo un vecchio manuale di chissà quale genio indiscusso di Hogwarts. 
Ginny lanciò un altro sguardo ad Harry e vide che lui le sorrideva con quella dolcezza che aveva solo lui, ma d'un tratto la visuale della ragazza fu coperta da Dean Thomas ed Harry Potter divenne solo una persona lontana anni luce. 




Le settimane passavano sempre di più e la McGranitt fece sapere ai ragazzi che quel giorno avevano i provini per il Quidditch, e loro si iniziarono a preparare già psicologicamente: Ginny e Demelza si intrufolarono prima dei provini nel bagno di Mirtilla Malcontenta, sperando che Mirtilla non ci fosse perchè quello che desideravano era solamente tranquillità. 
"... e ti dirò di più: Ritchie si è iscritto alle selezioni come Battitore!" esclamò Demelza serena, mentre l'amica prendeva posto sul lavandino maledetto. Ovviamente, il terribile ricordo sarebbe rimasto per sempre impresso nella sua mente ma aveva imparato a contrastrarlo: non poteva di certo scappare da quel bagno ogni volta oppure rifiutare di lavarsi le mani in quel lavandino quando erano passati anni da quell'incidente. 
"Non lo sapevo! Perchè non ce l'ha detto?" 
"Si vergogna, suppongo..." ipotizzò Demelza saggia, facendo un lungo sbadiglio. "William e Vick hanno proprio messo da parte il Quidditch per i vari club, e Chris non è mai stato interessato molto al volo ma Ritchie... non immaginavo che si iscrivesse!" 
Ginny aprì la bocca per dire qualcosa quando la porta del bagno si aprì ed entrarono un paio di ragazze urlanti, tra cui si distingueva Romilda Vane. Romilda fece alle due ragazze un saluto altrettanto urlante e si diresse con le amiche dal lato opposto, chiacchierando animatamente e senza curarsi di tenere bassa la voce. Anzi, sembrava che volessero proprio farsi sentire. 
"Mi dispiace dire che solo tre di noi diventeranno Cacciatori!" esclamò Romilda Vane, facendo una risatina acuta e fastidiosissima. "E anche se nessuna di noi entrerà a far parte della squadra di Quidditch, almeno faremo colpo sul mio Capitano!" aggiunse, e stavolta anche le altre ragazze ridacchiarono. 
Ginny lanciò uno sguardo disgustato a Demelza, che ebbe il buonsenso di continuare a parlare. La sua voce però non era molto acuta e riusciva a stento ad essere pari a quella di Romilda Vane, quindi la conversazione delle ragazze urlanti risuonò nuovamente nel bagno. 
"Il tuo Capitano?" sbottò la voce gracchiante di una ragazza. 
"Lui mi conosce, sono stata io ad invitarlo nel nostro scompartimento" ribattè Romilda. 
Ginny si fece tutta rossa: l'aveva invitato nel suo scompartimento? 
"Oh, è così carinoooo!" strillò qualcuna. 
"Il nostro Prescelto!" 
"Il nostro Prescelto..." le scimmiottò Ginny a bassa voce, e Demelza si premette le mani sulla bocca per non scoppiare a ridere. "Sono altamente disgustata, come diavolo fanno a dire una cosa del genere e con che dannato coraggio?" aggiunse, sibilando come un serpente pronto ad attaccare. Come facevano a chiacchiare di quell'argomento con leggerezza quando essere Prescelto non era affatto una cosa bella? 
"Marie, Harry Potter è solamente mio... capito?" 
"Romilda, ma non è giusto!" frignò quella che era Marie. 
"Mi spiace, ma Romilda è stata la prima a metterci gli occhi addosso" ribattè una nuova ragazza, dalla voce squillante. 
"La prima tra di noi volevi dire, vero?" 
Scoppiarono tutte quante a ridere.
"Le altre ragazze del castello non hanno possibilità con lui" disse Romilda convinta, e si sentì un grattare strano: forse si stava limando le unghie. "Devo cambiarmi per i provini o continuo a tenere la gonna? E come trucco? Io direi un trucco nero per risaltare il mio sguardo, o no? Infondo manca ancora tanto tempo per i provini, e devo sembrare davvero carina: forse il mio Capitano mi prenderà in squadra solo per la bellezza" aggiunse, con una risatina tintinnante. 
"Ce-ne-dobbiamo-andare... adesso!" ordinò Ginny seccamente, avviandosi fuori dal bagno battendo forte i talloni a terra. Demelza la raggiunse, e continuò a fissarla preoccupata temendo una nuova Fattura Orcovolante in arrivo contro Romilda Vane. "La gonna! Voleva mettersi la gonna quando deve restare a cavallo di una scopa! Vuole proprio farsi vedere la..." 
"Davvero affascinante" la interruppe Demelza, lanciandole uno sguardo.
"E così il suo Capitano la prende in squadra solo perchè ha il trucco che le fa risaltare lo sguardo, eh?" 
Ginny scoppiò in una risata priva di allegria, e Demelza la osservò spostare con ferocia un arazzo. 
"Certo, gonna e trucco nero! Ma deve andare a battere ad Hogsmeade?" 
"Abbassa la voce!" la supplicò Demelza, lasciando spazio sul volto ad un'espressione disperata e nascondendo un sorrisino. "Non capisco cosa ti prende, problemi suoi se la prendono per una... insomma, per quello che hai appena detto. E a te cosa interessa?" aggiunse, e stavolta non si diede la pena di nascondere il sorrisino malizioso che le increspava le labbra anche se sembrava leggermente irritata. 
"Cosa mi interessa? Niente! Perchè dovrebbe interessarmi?" 
"Non so, forse ti da fastidio che..." 
"Fastidio? A me?" lei rise di nuovo, sguaiatamente. "Nessun fastidio, la cosa mi diverte! Solo che non... insomma... sono solo preoccupata per i nostri provini di Quidditch e se Harry si fa distrarre da quelle ragazzine urlanti devo per forza arrabbiarmi! E poi, lui è un mio amico ed è ovvio che sono un pochino arrabbiata. Non le hai sentite toccare quell'argomento delicato del Prescelto con leggerezza? Adesso lui è il suo Prescelto mentre l'hanno scorso era un pazzo furioso!" 
"Su questo hai ragione, però credo tu sia un pochino gel..." 
"Demelza, vuoi far tardi ai provini o no?" ringhiò Ginny con un sbuffo, prendendo l'amica per un braccio e trasportandola sulle scale. "Chiudi quella bocca e sbrighiamoci a raggiungere il campo, altrimenti il posto in squadra te lo sogni!" 
"E tu ti sogni la testa se passi di qui" intervenne il custode Gazza maligno, con la sua gatta scheletrica che trotterellava attorno ai suoi piedi. "Ai miei tempi le frustate erano continue... passate per la scala girevole e non ne asseggerete" 
Le due ragazze notarono che Gazza aveva appeso un cartello grande scritto con una grafia strana. 

Non passare: corridoio ricoperto da una sostanza scivolosa.

Demelza fece dietrofront e Ginny la seguì, lanciando un'ultima occhiata a Gazza e al cartello. 
"Probabilmente quella sostanza viene dai Tiri Vispi" sussurrò. 
"Qualunque sia lo scherzo, dobbiamo allungare la strada e..." 
"... muoviamoci!" concluse Ginny disperata, fissando la scala girevole dalla parte opposta a dov'erano loro. 
Poi non si sapeva come, le due amiche presero a correre a perdifiato. 




"Condizioni perfette per il Quidditch" 
I ragazzi che dovevano fare i provini per la squadra erano già tutti vestiti di punto e muniti di manici di scopa mentre gli altri avrebbero assistito erano seduti in tribuna e accessoriati di sciarpe e coccarde rosso-oro. Colin per l'occasione aveva tirato fuori la sua vecchia ma bellissima macchina fotografica, e iniziava già a scattare un sacco di foto dall'alto e a gridare il nome dei suoi tre amici che dovevano fare i provini. 
"Quante persone ci sono? Il Quidditch non è mai stato così popolare!" esclamò Dean sconcertato. 
"Ma lo è il nostro Capitano" borbottò Demelza saggiamente. 
I ragazzi continuarono ad aspettare il loro turno, poi un ragazzo dai capelli crespi si avvicinò a Ginny. 
"Ehilà, ti ricordi di me?" chiese con voce suadente Cormac McLaggen, il cocco numero due del professor Lumacorno. "Ci siamo conosciuti nello scompartimento del vecchio Luma, prima di arrivare qui a scuola. Ricordi, giusto?" 
"Sì" rispose la ragazza. 
"Come non potresti" replicò lui divertito, come se fosse una cosa ovvia. "Faccio i provini per diventare Portiere, e tu?" aggiunse. 
"Cacciatrice" 
"Oho, buona fortuna!" 
E si allontanò a grandi passi con spavalderia, voltandosi per strizzare l'occhio alla ragazza. Dean spalancò la bocca ma Ginny lo mise a tacere dicendo che era un ragazzo che non ci stava praticamente con la testa, e il ragazzo parve solo leggermente rincuorato: non poteva rischiare di vedere Dean farle una scenata di gelosia in campo davanti a tutti quegli aspiranti giocatori. 
Harry iniziò i provini dividendo i ragazzi in gruppi di dieci per fare un veloce giro di campo: erano tutti eccitati. Ginny finì nel terzo gruppo di dieci con i ragazzi che sembravano i più esperti, dato che il primo gruppo era composto da ragazzini del primo anno che fecero fatica a rimanere in sella mentre il secondo gruppo era quello di Romilda Vane, quindi era decisamente finita nel gruppo migliore. Il quarto gruppo si era presentato senza scope, il quinto era di Tassorosso: andavano bene! 
"Se c'è qualcun altro che non è di Grifondoro, se ne vada subito!" ruggì Harry esasperato e irritato, e Ginny vide con chiarezza dei piccoli Corvonero schizzare via dal campo ridacchiando sonoramente. "Bene, adesso gli aspiranti Cacciatori si facciano avanti!" aggiunse il Capitano, quando rimasero solo i Grifondoro in campo.
Ginny obbedì e osservò gli aspiranti Cacciatori fare il loro provino: alcuni non erano veramente male ma altri erano pessimi allo stato puro. Harry stava perdendo la voce a furia di urlare contro i vari aspiranti e soprattutto contro il quarto aspirante, che ripeteva di non aver volato bene dato che si era distratto col risultato che era andato a sbattere contro un palo finendo per levarsi quasi tutti i denti dalla bocca. 
"Non posso farti provare di nuovo, mi dispiace!" esclamò Harry nevrotico, per la decima volta di seguito.
"Fammi riprovare, Potter!" insistette il ragazzo disperato, il sangue alla bocca. "Fammi riprovare solo una volta, poi me ne vado!"
"Non puoi, mi dispiace... il prossimo!" urlò Harry rauco, e un altro ragazzo venne avanti mentre l'altro imprecava ad alta voce in preda ad una crisi di nervi. 
Il quinto aspirate era davvero un principiante e il Capitano sembrava sul punto di scoppiare a piangere: fece un giro di campo facendo passare la Pluffa una sola volta dentro un anello e poi quando liberarono i Bolidi, si fece prendere dal panico tanto che rimase sospeso a mezz'aria con le braccia attorno alla testa per proteggersi e il Bolide arrivò a tutta birra spezzando la sua Comet Duecentosessanta mentre lui cadeva all'indietro, strillando. 
Inutile dire che ci fu un'ennesima crisi di nervi. 
"Katie Bell!" chiamò Harry sollevato, la voce bassissima. 
Katie si esibì in un perfetto provino che fece voltare di stupore perfino le persone che non se ne intendevano di Quidditch. Ovviamente, dopo tutti quei disastri che avevano partecipato ai provini vedere Katie Bell esibirsi era stato come sciaquarsi gli occhi e bearsi del suo talento; Ginny si complimentò vivamente con la ragazza mentre Colin scattava una foto dietro l'altra. 
"Katie... sei già in squadra, me lo sento!" esclamò Ginny cordiale, dandole una pacca amichevole sulla spalla. 
"Lo spero tantissimo, e lo sarai anche tu" disse Katie Bell sorridendo. 
Poi fu il turno di Dean, che se la cavò davvero bene ma, stessa e identica storia dell'anno precedente, era lentissimo a schivare i Bolidi. Ma non per questo non era bravo, anzi... fu decisamente il secondo più bravo dopo Katie Bell e per la squadra questo significava moltissimo. Alla fine, fu il turno di Demelza e lei li battè veramente tutti: zigzava tra i Bolidi con assoluta disinvoltura ed era anche molto brava a tirare tra gli anelli, facendo passare la Pluffa nove volte tra essi. 
"Sei stata davvero brava, Demelza" disse Harry raggiante, recuperando quel poco di colorito che aveva perso prima. 
"Grazie..." replicò Demelza timidamente, mentre l'amica correva verso di lei per darle una grossa pacca sulla schiena. 
"Formidabile, davvero formidabile!" esclamò. 
"Oh, ma smettila!" sbottò Demelza imbarazzata, ma sorrideva. 
Dopo Demelza, fu il turno di Ginny e rumorosi click echeggiarono in campo quando lei decollò. 
"Dunque... la stessa cosa vale per te" disse Harry sereno, fissandola dal basso e col fischietto pronto. "I Bolidi cercheranno di scaraventarti il più lontano possibile dagli anelli ma tu devi cercare di fare più gol possibili. Intesi?" aggiunse. 
"Intesi, Capitano!" 
Ginny avrebbe potuto giurare di aver visto comparire un sorrisino complice sulle labbra del Capitano mentre liberava i Bolidi, che sfrecciarono velocissimi in campo pronti per disarcionarla e non farle fare nemmeno un gol. Ginny li evitò tutti, anche se alcuni con una certa difficoltà (molte volte aveva davvero rischiato di venire disarcionata dalla scopa), ma alla fine riuscì a segnare diciasette gol, tra capovolte e picchiate che fecero urlare il pubblico dalle tribune. 
Stavolta, Harry era esilarato. 
"I Cacciatori sono Ginny Weasley, Katie Bell e Demelza Robins... complimenti!" annunciò allegro, dando un colpetto sulla spalla dell'amica. Ginny ricambiò il suo sorriso e corse ad abbracciare gli altri Cacciatori, con Dean che seppur deluso le festeggiava lo stesso: in questo era grandioso, non se la prendeva mai moltissimo se confrontato a Micheal e non metteva mai il broncio. 
"Non è giusto!" gridò un ragazzo, offeso. 
"FAMMI RIPROVARE, POTTER!" strillò una ragazza frignante, il viso rigato dalle lacrime.
Ma Harry li ignorò tutti e assistè alla prova dei Battitori, che durò davvero pochissimo. Ritchie si era aggiudicato il posto e perfino un bacio sulla guancia da Demelza, e Jimmy Peakes, un ragazzo corpulento del terzo anno che Ritchie conosceva di vista, fu il secondo Battitore. Poi fu la volta dei Portieri e i tre Cacciatori dovettero intervenire in campo per cercare di lasciar passare la Pluffa attraverso gli anelli, mentre gli aspiranti Portieri ce la mettevano tutta per parare. 
Cominciarono con dei ragazzi abbastanza scarsi, poi venne il turno di McLaggen: parò uno, due, tre, quattro... 
"Questa non la becchi" sussurrò Ginny tra sè, accelerando per lanciare la Pluffa nell'anello centrale. 
Si lasciò sfuggire un urletto: aveva segnato e McLaggen aveva intercettato quattro rigori su cinque. Per Ron c'era ancora speranza, però era stato abbastanza strano che il ragazzo si fosse lanciato dalla parte opposta alla Pluffa... come se fosse stato Confuso. Nessuno sapeva cosa fosse successo ma Ron era raggiante, e toccava a lui mettercela tutta per parare tutti e cinque lanci. 
"IN BOCCA AL LUPO!" gridò la voce di Lavanda Brown dalle tribune. 
"Ehi..." disse Harry quando Ginny gli sfrecciò accanto, per prepararsi al lancio. "So che è tuo fratello ed è anche il mio migliore amico però... insomma... voglio che vinca lealmente perchè è bravo e non deve essere aiutato. Dispiace anche a me, ma..." 
"Lo so, sarò equa con lui" ribattè la ragazza, sincera. 
Eseguì il primo rigore e Ron lo parò, e parò anche quelli successivi tirati da Katie Bell e Demelza: ce l'avrebbe di sicuro fatta. L'ultimo rigore lo fece Ginny e quello fu il rigore che aveva quasi sbagliato, ma per fortuna lo parò e la Pluffa precipitò metri e metri da terra mentre Harry annunciava che Ron era diventato di nuovo Portiere di Grifondoro. 
Ginny era così felice di essere di nuovo in squadra che le venne quasi voglia di abbracciare il Capitano. 






Angolo autrice
Vi pare un capitolo noioso? Beh, successivamente non sarà più così perchè Harry inizia ad innamorarsi di Ginny e quindi le cose diventeranno decisamente più interessanti. Ginny è sempre più gentile con Luna e ho voluto inserire la scena della Puffola Pigmea perchè da ora in poi il rapporto tra le due sarà molto stretto, quasi come se fossero delle migliori amiche. Spero vi piaccia!
Baci.

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Capitolo 50
*** Il Lumaclub. ***


IL LUMACLUB.


Dopo i provini di Quidditch durati tutto il giorno, Ginny si godette finalmente la sua tranquillità insieme a Dean mentre passeggiavano e chiacchieravano per diverse ore nel parco del castello lontano dagli occhi indiscreti di tutti. Il tramonto arrivò e la ragazza propose di ritornare su alla Torre per passare il loro tempo seduti su una poltrona accanto al fuoco, senza nessuno a disturbarli. 
"Vorrei che i nostri momenti durassero in eterno" mormorò Dean.
"Sì, ma adesso torniamo dentro: sto iniziando a sentir freddo" 
"Quanto tatto..." commentò il ragazzo, spostandosi da lei con uno sbuffo. "Ti sto dicendo che mi piacerebbe passare la vita intera con te e tu pensi al freddo" ridacchiò sonoramente, "non ti sembra di avere pochissimo tatto? Insomma, è una cosa importante quella che ti ho detto mica ti stavo informando delle previsioni del tempo!" aggiunse, imbronciato e divertito allo stesso tempo. 
"Sono ore che parliamo solo di noi" si giustificò lei, prendendogli la mano e trasportandolo verso il castello. 
"E non ti sta bene?" 
"Mi sta benissimo, però adesso ho freddo" 
Dean sorrise e acconsentì di tornare dentro, non prima di averle dato un lungo e passionale bacio. Ginny rispose a quel bacio ma non appena sentì dei passetti, si staccò immediatamente da lui sconvolta: Lumacorno stava attraversando il parco quasi a balzelli, nella loro stessa direzione. Non era un caso che si stesse dirigendo proprio verso di loro... forse intendeva parlare ancora del Lumaclub? 
"Piaci perfino ai professori, ma che cavolo!" sbottò a voce bassa Dean, contrariato e irritato.
"Signorina, proprio lei speravo di incontrare!" tuonò gioviale il professor Lumacorno raggiungendoli, mentre Dean sbuffava sonoramente. "Mi dispiace interrompere, come sta? So che avete fatto i provini stamattina... come sono andati?" aggiunse, tutto incuriosito.
"Sono entrata in squadra, professore" disse Ginny serena, con un gran sorriso. 
"Lo sapevo, lo sapevo!" esclamò Lumacorno eccitato. "Tipa in gamba, eh?" si rivolse a Dean, che fece una specie di grugnito neutro. "Bene, sono davvero molto felice per questa novità e non vedevo l'ora di avvertirla di una cosa: una cenetta del Lumaclub, ovviamente. Spero che ti unirai a me e agli altri, sarei davvero contentissimo di averti con me stasera!" 
"Stasera, signore?" 
"Esatto! Allora, hai impegni?" insistette l'insegnante e lei scosse il capo. "Magnifico, davvero magnifico! Verranno McLaggen e Zabini e Harry Potter... e naturalmente spero la signorina Granger vorrà deliziarci della sua presenza... una figlia di Babbani, così brava... beh, è un peccato non conoscerci meglio!" 
Dean voltò la faccia, ma Ginny annuì e chiese: "Verrà anche Hermione Granger?" 
"Proprio lei, è una tua amica?" 
"Sì, siamo molto amiche" 
"Oh, che cosa magnifica! Allora, vi aspetto con ansia!" 
Lumacorno le rivolse un piccolo sorriso prima di andare via, e trotterellò verso il castello. Dean aspettò che il professore fosse ben lontano prima di scagliarsi con furia contro la fidanzata che trasalì e lo fissò esterrefatta. 
"Non vorrai andarci sul serio?" sbottò lui, arrabbiato come una belva. 
"Perchè no?" ribattè lei, offesa da quella reazione. 
"Ma... ma... c'è McLaggen!" ruggì Dean indignato, appoggiandosi ad un albero con il respiro affannoso come se avesse appena finito di correre una maratona. "Non hai visto in campo? Ci ha provato spudoratamente con te e ti ha anche fatto l'occhiolino, come se non bastasse! E poi c'è anche quell'idiota di Zabini! Quel dannatissimo Serpeverde... non hai visto come ti guarda?" 
"Ma credi sul serio che io voglia andarci perchè ci sono loro?" 
Ginny era offesa anche solo a pensarlo, e non si meravigliò quando Dean arrossì. 
"N-no! Non sto dicendo questo, i-io..."
"Non ti fidi di me?" 
"No... che cosa stai dicendo? Ma certo che mi fido di te!" Dean si ricompose, ergendosi in tutta la sua altezza e diventando d'un tratto dolce e calmo. "Solo che... sono geloso, e lo sai benissimo! Tu... tu sei meravigliosa e tutti i ragazzi del castello vorrebbero stare con te e io... beh..." 
Ginny si ritrovò di nuovo a tappargli la bocca, sorridendo divertita. 
"Sì, ma io non voglio stare con loro" 
"E con chi, allora?" sussurrò Dean, avvicinandosi moltissimo a lei. 
"Ma con te!" esclamò lei divertita, e si avventò sulle sua labbra carnose per baciarlo. 




"Ma Dean?" chiese Vick incuriosita. 
"Te l'ho detto, ha iniziato ad insistere sul fatto che non devo andare alla cena del Lumaclub e l'ho mandato dolcemente al diavolo. In realtà, lui doveva andare in biblioteca per fare un tema ma facciamo finta che l'ho mandato io" ribattè Ginny divertita, sbadigliando vistosamente e giocherellando con Arnold mentre Vick scoppiava vivacemente a ridere. 
"Oh, un giornale..." 
Vick allungò la mano e afferrò una copia della Gazzetta del Profeta di quel giorno dalla poltrona che un ragazzino minuscolo aveva lasciato, e prese a scorrere gli occhi sul giornale mentre Ginny accarezzava la sua Puffola Pigmea e le lanciava dei pezzettini di pergamena costringendola a riportarli indietro. Arnold trillò e lasciò i pezzettini di pergamena dov'erano, ignorando la padrona. 
"Ma che figlia di un troll! Arnold, me li riporti?" 
Arnold fece un verso tipo purrrrrr e si nascose dietro ad un astuccio.
"Luna aveva detto che capivano... possibile che mi abbia detto una parolaccia perchè gli ho urlato contro?" chiese Ginny curiosa e sconcertata, prendendo quel batuffolo peloso da dietro all'astuccio e cominciando a coccolarlo. "Ma Demelza non arriva più dal bagno? Non si sarà mica incastrata lì dentro, vero? Aveva detto che faceva subito... e gli altri che morte atroce hanno fatto?" 
"Guarda, tre attacchi di Dissennatori e un arresto" sussurrò Vick inorridita, ignorando l'amica. 
"Di chi è l'arresto?" domandò Ginny allegra, pensando indistintamente a Bellatrix Lestrange.
"Stan Picchetto, il bigliettaio del Nottetempo!"
"CHE COSA?" 
Ginny strappò il giornale dalle mani di Vick e cominciò a leggere l'articolo con i ragazzi di Grifondoro che la fissavano come se fosse impazzita. In realtà, lo era sul serio e solo perchè aveva urlato durante l'ora di studio in Sala Comune... ma Stan Picchetto in prigione, come poteva essere? C'era di sicuro un errore perchè era impossibile che quel ragazzo brufoloso che era stato minacciato da Tonks l'anno precedente potesse essere un Mangiamorte. 
"Stan Picchetto, bigliettaio del popolare mezzo di trasporto il Nottetempo è sospettato di attività di Mangiamorte..." lesse la ragazza. 
Arnold fece di nuovo quel versetto, come per dimostrare il suo disappunto. 
"... Il signor Picchetto di 21 anni è stato tratto in arresto la notte scorsa dopo un'irruzione nella sua casa di Clapham... no, non voglio leggere proprio!" Ginny lanciò il giornale dove l'amica l'aveva trovato e si rivolse a lei, dicendo convinta: "Se Stan Picchetto è un Mangiamorte, io amo Piton nonostante ieri mattina mi abbia tolto dei punti e quasi messa in punizione. Ma che gioco stanno giocando? Probabilmente era sotto la Maledizione Imperius, e l'hanno beccato!" 
"No, qui dice che è stato arrestato dopo che l'hanno sentito parlare dei piani segreti dei Mangiamorte in un pub" disse Vick sconcertata, che era tornata di nuovo a riprendersi il giornale dalla poltrona mentre Arnold iniziava a fare le fusa con dolcezza. 
"Ma allora è proprio un cretino!" sbottò Ginny allibbita, osservando la foto del ventunenne brufoloso sul Profeta. "E il Ministero è ancora più cretino di Stan Picchetto se lo prendono sul serio... insomma, se fosse stato un Mangiamorte non sarebbe andato a vantarsi dei loro segreti" aggiunse, e stavolta appiccò direttamente fuoco alla Gazzetta del Profeta in modo da non leggere ulteriormente nulla. 
"La situazione precipita... non hai sentito le gemelle Patil? I genitori vogliono riportarle a casa!" disse Vick, scuotendo tristemente il capo. "E perchè la povera Eloise Midgeon? Si è ritirata dalla scuola ieri sera... suo padre è venuto a prenderla. Ho visto la scena mentre uscivo dal Club di Incantesimi, ed Eloise era in lacrime perchè non voleva lasciare le amiche. Ma è stata una sciocchezza portarla via!" 
"Sì, Hogwarts è più sicura delle loro case" mormorò Ginny convinta, fissando per un attimo Harry che chiacchierava con Ron ed Hermione. "Va beh, i genitori sono spaventati e se sono in pericolo vogliono passare il resto del loro tempo insieme ai loro figli" aggiunse, ipotizzando.
"Mi sa" convenne Vick alzandosi dalla sedia, stiracchiandosi. "Vado un attimo di sopra, aspettami qui..." 
E corse di sopra mentre Ginny rimaneva da sola allo scrittoio a giocherellare con Arnold, lanciando di nuovo i pezzetti di pergamena e sperando che lui obbedisse. Dopo pochissimi minuti, Demelza varcò il buco del ritratto con una pergamena stretta al petto e si diresse con decisione nella direzione del trio. Ginny vide Harry prendere la pergamena e Demelza mormorargli qualcosa, poi la ragazza la raggiunse con un'espressione mesta. 
"Che cosa gli hai detto?" chiese subito la ragazza a Demelza, incuriosita. "E in nome della sanità mentale, perchè sei tutta sporca e arruffata? Non avrai mica fatto a botte con qualcuno? Demelza Robins, non me lo sarei mai aspettato da te!" e ridacchiò. 
"Macchè, sono andata a sbattere contro Gazza..." sospirò lei, rabbrividendo. "Per i capelli, me la sono data a gambe prima che decidesse di usare la frusta proprio contro di me. Mi sono dimenticata di usare la scala girevole e quindi sono passata per quel corridoio di oggi" spiegò all'amica, che era sconcertata. "Gazza mi ha vista, anzi gli sono andata a sbattere contro e... beh, immaginatelo. Comunque, ho beccato anche Piton per questo ho tardato anche di più" 
"Piton?" 
"Piton. Ha messo in punizione Harry Potter, lo sapevi?" 
"Hermione deve avermelo accennato ieri sera" 
"Ecco, Piton l'ha messo in punizione e Lumacorno l'ha invitato alla sua festa alle otto... ma Piton non vuole spostare la punizione e Harry non potrà andare alla festa e quindi per punizione dovrà andare a separare i Vermicoli marci da quelli buoni senza guanti protettivi" 
Ginny era disgustata. "Perchè si comporta così con lui?" 
Demelza alzò le spalle, e Vick si unì a loro con una certa energia. 
"Allora, sei viva?" chiese a Demelza. 
"Sì, sono andata a sbattere contro Gazza che non mi ha risparmiato la ramanzina" tagliò corto la ragazza, mentre Ginny fissava Harry con intensità. D'un tratto, i loro sguardi si incrociarono ma la ragazza non voleva far vedere che lei lo stava guardando quindi si affrettò distogliere gli occhi e a puntarli sulle amiche. "... e quella gattaccia è un incubo, parola mia! Non si può nemmeno camminare che va subito a chiamare Gazza!" 
"Già, qualche volta le do un calcio e la spedisco ad Hogsmeade" intervenne Ginny ilare, sentendosi ancora lo sguardo del ragazzo addosso. 
"Ti faccio compagnia io e... arriva Dean, e arriva sconsolato" sussurrò Demelza. 
"Dimmi che ci hai ripensato, dimmi che non andrai a quella cenetta idiota" disse senza preamboli il ragazzo, cingendola le spalle e facendo scendere la sua mano sulla parte bassa del fianco. "Ciao, ragazze. Allora? Ci hai ripensato e passerai la serata insieme a me invece che bloccata tra quel tonto di McLaggen e quella serpe bastarda di Zabini, vero?" 
"Dean..." 
Lui sbuffò ma alla fine si arrese, mentre Vick e Demelza ridacchiavano. 
"Va bene, volevo solo tentare" si giustificò lui, dandole un bacio sulla guancia e salendo in dormitorio. 
Ginny alzò gli occhi al cielo. "Che palle... non è mica colpa mia!" 




"Mi mancano le nostre confessioni, ero così preso da quello scemo di Harry e dal suo stupido libro che..." 
"Hermione, non preoccuparti" disse Ginny cortese, poggiandole una mano sul braccio mentre il ritratto della Signora Grassa si chiudeva alle loro spalle. "Pensiamo al presente, piuttosto! Non so come dirtelo... ma non so se ti sei accorta che saremo davvero incastrate tra McLaggen e Zabini alla cenetta del Lumaclub" aggiunse, sull'orlo della disperazione. 
"Certo che me ne sono accorta" sbuffò Hermione, camminando lentamente. "Allora, con Dean come va?" 
"Non voleva che andassi alla festa a causa di McLaggen e Zabini ma ha dovuto arrendersi" rise Ginny divertita.
"Oh, anche Ron se l'è presa moltissimo quando Lumacorno non l'ha invitato" replicò Hermione, con sguardo dolce e languido. Ginny la guardò con un sorrisino malizioso: l'amica aveva la faccia di una che è stata sopresa a fissare una graziosa Puffola Pigmea come Arnold. "Tuo fratello è così... insomma..." aggiunse, impacciata e imbarazzata allo stesso tempo. 
"Capisco" borbottò Ginny in fretta, il sorrisino sempre tra le labbra mentre aspettava che la scala girevole si muovesse per farle scendere di sotto. "Ma quand'è che vi decidete a darvi una mossa, voi due scemi?" 
Hermione rise ma non rispose. 
"Come sarà questa festicciola?" chiese invece, pensierosa. 
"Di sicuro una noia mortale" rispose Ginny più che convinta, dirigendosi verso l'ufficio del professore. 
"Quel McLaggen..." mormorò l'amica a denti stretti, stringendo i pugni con un'espressione minacciosa. "Quando non è diventato Portiere non ha fatto altro che parlare male di Ron e di te, dicendo che hai tirato facile. Ma non era affatto vero, l'ultimo tuo rigore era stato quello che Ron aveva quasi mancato!" 
"Sì, ma poi il rigore che ho fatto a McLaggen era facilissimo e lui si è buttato dal lato opposto come un salame!" 
Hermione arrossì violentemente. 
"Che hai?" chiese Ginny sospettosa, notando che Hermione aveva cominciato a sorridere. 
"Ehm... nulla" 
"Non raccontarmi storie!" 
Hermione continuava a non dire nulla, e Ginny insistette col dire che doveva sputare il rospo. 
"E d'accordo, sputerò il rospo!" scattò Hermione, le guance ancora molto rosse. "Io ho... ecco, diciamo... ho confuso McLaggen con un incantesimo e... d'accordo, dillo che sono un Prefetto e che non avrei dovuto farlo ma non volevo, sono stata costretta!" aggiunse disperata, quando l'amica aveva spalancato la bocca: conosceva la teoria del Confundus... ma non se ne era accorta. "Tu non l'hai sentito, io sì e parlava male di tutti voi! Compresa te e tuo fratello perchè si credeva il migliore di tutti! E Harry ha detto che ho fatto bene perchè uno così non lo voleva in squadra, no no. Quindi infondo è stato un gesto a fin di bene perchè quel Cormac McLaggen è davvero spregevole... e non faceva altro che dare ordini e..." 
"Come ti spegni, Hermione? Spiegamelo, ti prego!" ridacchiò Ginny ilare, interrompendo il monologo di Hermione. Di certo, lei aveva sbagliato a Confonderlo così ma era vero che aveva agito a fin di bene dato che McLaggen avrebbe stravolto un'intera squadra di Quidditch che si sarebbe rivelata davvero con un buon potenziale per battere tutti. 
"Non sei mica arrabbiata?" 
"Scherzi? E chi lo voleva quello in squadra?" ribattè Ginny con un gran sorriso, e il viso di Hermione si rilassò. 
Le due ragazze si avvicinarono sempre di più all'ufficio di Lumacorno quando sentirono dei passi pesanti venire da dietro e si girarono di scatto: era McLaggen, parli del diavolo e spuntano le corna. Ginny aveva addirittura pensato che Dean la stesse seguendo come uno stalker ma alla fine si era rivelata la persona meno indesiderata del mondo e di cui le ragazze avevano appena finito di parlare. Se solo fosse arrivato prima... avrebbe sentito tutto, e le avrebbe denunciate! 
Hermione sospirò. 
"Buonasera, ragazze" disse Cormac altero, insinuandosi tra loro e lanciando uno sguardo ad Hermione. "Ho saputo che sei fidanzata, Weasley... è un peccato che una ragazza bella come te non sia libera di fare quello che vuole. Ma comunque, volevo complimentarmi con te per l'entrata in squadra: diciassette gol, vero?" 
"Esatto, McLaggen" rispose la ragazza, facendo un sorriso affabile. 
"Ovviamente, io mi sono sentito piuttosto ostacolato da te: si vede che hai facilitato tuo fratello" riprese Cormac. 
Ginny fece per parlare quando Hermione intervenne: "Ha solo giocato leale e poi..." arrossì, "Ron è bravissimo anche senza aiuti!" 
"Oho, è un tuo amico?" chiese Cormac incuriosito. 
"Perchè?" 
"Speravo di conoscerti meglio, Granger. Non mi dispiacerebbe arrivare a chiamarci per nome... mi spiego?" 
McLaggen ridacchiò della sua stessa sfacciataggine, ammiccò all'indirizzo di Hermione e bussò alla porta dove un eccitato Lumacorno li accolse e li fece accomodare subito dentro. L'ufficio era molto grande e se fosse stato ben arredato sarebbe stato ancora più bello, ma non c'era davvero male: al centro c'era un grosso tavolo dove Zabini, due gemelline che erano del quarto anno e Melinda Bobbin, una ragazza di Corvonero del settimo anno. 
"Buonasera professore, sono molto lieto di partecipare alla sua cena" disse McLaggen adulante. 
Gli occhi di Lumacorno scintillavano. "Cormac, Cormac! Siediti pure dove vuoi, anche voi ragazze!" 
Ginny prese posto tra Hermione e una gemellina, mentre Cormac si insinuò tra Lumacorno ed Hermione. 
"Ci siamo tutti? Possiamo iniziare!" tuonò Lumacorno sereno, addentando un grosso boccone di tacchino. "Aspettavamo solamente voi, anche se mi sarebbe tanto piaciuto che Harry Potter si unisse alla nostra divertente festicciola... purtroppo, il professor Piton non ha potuto spostare la sua punizione. Ah beh!" sospirò, e puntò gli occhi sui ragazzi arrivati. "Vi conoscete tutti? Signorina Granger, lui e Cormac McLaggen ma credo vi conosciate: siete arrivati insieme!" 
"Sì..." balbettò Hermione paonazza. 
"Ci conosciamo da poco, professore" aggiunse Cormac, ammiccando ancora. 
"Benissimo! Lui invece è Blaise Zabini ed è del tuo stesso anno, vero?" continuò Lumacorno. 
Hermione annuì mentre Zabini non la degnava di un solo sguardo. 
"Poi, loro due sono le sorelle Montgomery di Corvonero..." due gemelline minuscole dai capelli neri e la frangia fecero un timido cenno di saluto, "e questa qui seduta accanto a me è l'affascinante Melinda Bobbin, sempre di Corvonero!" aggiunse, e la ragazza sorrise alle due nuove arrivate. 
Lumacorno sorrise a tutti e cominciò chiacchierare allegramente e a fare domande ai ragazzi, per conoscerli tutti meglio. A Ginny dava fastidio che si continuasse di nuovo a parlare di Zabini e della sua mammina assassina ma Lumacorno era deciso a tenere i rapporti stretti tra i vari ragazzi quindi dovettero subirsi di nuovo la storia dei sette papà della serpe e dell'incontro con il nuovo Ministro della Magia da parte di McLaggen. Poi fu il turno delle gemelline e i ragazzi appresero che erano state invitate perchè entrambe in gamba, proprio come il loro padre che era un Pozionista davvero molto abile; Melinda Bobbin illustrò ai ragazzi della catena di farmacie che aveva la madre e affascinò moltissimo Lumacorno con la storia degli acquisti, poi toccò ad Hermione. 
"Per quelli che non lo sanno, la sigorina Granger è una Nata Babbana ma non per questo non è in gamba" stava dicendo Lumacorno ai ragazzi, durante il dessert che si rivelò essere davvero disgustoso: Ginny mangiò solamente per non offendere l'insegnante. "Signorina, cosa fanno esattamente i suoi genitori nel mondo dei Babbani?" aggiunse, tutto incuriosito. 
"Ehm... i miei genitori sono dentisti" rispose Hermione educatamente. 
I ragazzi, compreso il professor Lumacorno, si voltarono verso di lei con le sopracciglia inarcate. 
"Loro... ehm... curano i denti delle persone" si corresse la ragazza, imbarazzata. 
"Oh, affascinante! Ed è considerata una professione pericolosa?"
"No... anche se, una volta tanto tempo fa quando ero molto piccola, un bambino diede un morso a mio padre" mormorò Hermione divertita, con un sorriso assai nostalgico. "E ha dovuto mettere dieci punti di sutura!" aggiunse, come se fosse la cosa più divertente del mondo. 
Ginny scoppiò a ridere, perchè sapeva benissimo cos'erano i punti di sutura; Zabini alzò il sopracciglio; McLaggen e Lumacorno guardavano ancora la ragazza, perplessi; le gemelline e Melinda Bobbin furono così garbate che si unirono alle risatine di Hermione e Ginny come se ne avessero sentito parlare anche loro ma ovviamente, dalle loro espressioni titubanti, si capiva che non ne sapevano un bel niente. 
"E di cosa si occupano i suoi genitori invece, signorina Weasley?" chiese Lumacorno, ignorando l'imbarazzo di Hermione. 
"Mia madre non lavora, professore" rispose Ginny sincera, lanciando un occhiata di sfida a Zabini. Doveva solo azzardarsi a dire qualcosa che gli avrebbe seriamente mollato un piattone di dolci sulla testa, oltre che un pugno fortissimo sul naso. "Mentre mio padre lavora al Ministero della Magia, è stato da poco promosso"
"Ufficio?" 
"Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia" 
"Suo parte si chiama Arthur, giusto?" 
"Sì, signore" rispose Ginny cortese. 
"Sono stato il suo professore" disse Lumacorno, con un sorriso abbastanza stiracchiato. "E se non sbaglio, lui non..."
"...è imparentato con nessuno di importante? No, siamo solo una umile famiglia" disse Ginny infastidita ma fiera della sua famiglia, anticipando la domanda del professore e lui si rivolse di nuovo a Zabini e a McLaggen leggermente deluso, cominciando a chiacchierare. 
Di certo, quello non era il suo modo preferito per passare una cena. 




Il giorno dopo, Ginny si svegliò stanchissima perchè la sera scorsa alla festicciola noiosa di Lumacorno si era fatto davvero tardi dato che l'insegnante era così preso dai suoi studenti che aveva mancato di notare il tardo orario. Era ancora profondamente addormentata, mentre scriveva di fretta e furia il suo tema sui Dissennatori che avrebbe dovuto fare la sera scorsa ma che a causa della cenetta al Lumaclub non era riuscita a fare. Tra pochissimo aveva gli allenamenti, e subito dopo doveva consegnare il tema a Piton: non aveva proprio voglia di venire punita dal professore. 
"Hai finito?" le chiese Demelza, che la stava aspettando per scendere in campo. 
"No..." rispose la ragazza, soffocando uno sbadiglio e mandando giù un pezzetto di pane tostato. 
Il tema era lungo ma non era sufficientemente esauriente come avrebbe dovuto essere, e se solo Lumacorno non avesse insistito per il raduno del Lumaclub a quell'ora Ginny era riposata e con il tema già fatto e pronto per la consegna. 

Tema: I Dissennatori sono i guardiani della prigione dei maghi di Azkaban e il loro aspetto è celato sotto un mantello nero che sfilano soltanto per infliggere alla vittima il Bacio del Dissennatore con le loro mostruose fauci. Quando si avvicinano a una persona, i Dissennatori ne strappano ogni pensiero felice poiché essi si cibano appunto della felicità altrui svuotando le persone intorno a loro di ogni pensiero gioioso fino a farle impazzire dalla disperazione. È questo il meccanismo che usano sui prigionieri di Azkaban, fungendo dunque da guardiani eccezionali poiché eliminano dai carcerati qualsiasi desiderio di fuga o di reazione. I Dissennatori sono classificati come XXXX e possono essere sconfitti, o semplicemente scacciati, solo tramite un incantesimo: il cosiddetto Incanto Patronus, il quale crea un'immagine che fa da scudo Dissennatore...

"Gin, è tardissimo... perchè non me lo lasci, così lo continuo?" propose William cortesemente, osservando l'amica con preoccupazione. Forse quelle ombre sotto agli occhi erano particolarmente inquietanti, ombre e occhiaie di chi non aveva dormito. 
"Dici davvero?" chiese Ginny sollevata, come se avesse avuto un miracolo. 
"Ma certo, scendi in campo e non pensarci: faccio tutto io" la rassicurò William e la ragazza lo baciò più volte sulle guance (Dean si rabbuiò) mentre correva giù al campo con Demelza, Ritchie e anche Dean alle calcagna. Non c'era assolutamente bisogno che il fidanzato la seguisse ma lui aveva insistito, e aveva costretto Seamus a scendere al campo non appena avesse finito di fare colazione. 
Negli spogliatoi, Ginny si cambiò velocemente indossando la sua adorata divisa da Quidditch rossa e oro e infine si lasciò crollare sfinita su una panca accanto al Capitano della squadra: entrambi notarono che erano soli, gli altri si dovevano ancora cambiare. 
"Che avete fatto ieri alla cena di Lumacorno?" chiese Harry curioso, osservandola a sottecchi. 
"Oh, nulla... quelle cenette ti fanno solo perdere il sonno..." rispose lei, sbadigliando ancora. 
"Sembri stanca" osservò il ragazzo, preoccupato. "Se vuoi saltare questo allen..." 
"Scherzi? Piuttosto, vorrei saltare la prossima festicciola di Lumacorno tra cinque giorni" 
Harry sospirò, poi sul suo volto si aprì un grosso sorriso. "Io posso aiutarti!" dichiarò, convinto. 
"Ma dai, sei il suo cocco mica un dio!" esclamò Ginny divertita, poggiando la testa sulla sua spalla come se stesse per addormentarsi da un momento all'altro. Sentì Harry agitarsi leggermente sulla panca ma lui non si ritrasse, anzi... possibile che si fosse stretto di più a lei? Ginny stava già iniziando a sognare oppure il ragazzo in quel momento aveva davvero poggiato la sua guancia sui suoi capelli? Sì, stava già iniziando a sognare. 
"Fidati, quanto scommetti che sabato non andrai alla cenetta del Lumaclub?" insistette Harry con un ghigno. 
Ginny alzò il capo dalla sua spalla e lo guardò, scettica: "Scommetto due galeoni, Capitano!" 
"Hai già perso la scommessa, cara" ribattè lui, e il suo sorriso si fece se possibile ancora più largo e radioso. 






Angolo autrice
D'accordo, questo capitolo è davvero una noia ma io adoro aggiungere le scenette in cui Ginny e Harry interagiscono tra di loro e solo perchè Jo Rowling non è stata molto dettagliata su questo: chissà quante cose sarebbero potute uscire dalla sua penna, e io mi limitò a buttare giù qualcosa. Beh, questo era per tutti gli amanti della coppia e spero che abbiano apprezzato tanto quanto ho apprezzato io. 
Un bacio

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Capitolo 51
*** Faccende insolite e forti insinuazioni. ***


FACCENDE INSOLITE E FORTI INSINUAZIONI.


Come Ginny non si era aspettata, Harry aveva vinto la scommessa ma aveva risparmiato alla ragazza i due galeoni e si era pavoneggiato per tutto il campo durante gli allenamenti dicendo che lui era sia il cocco di Luma sia un dio. In realtà, Harry aveva spostato gli allenamenti di Quidditch di Grifondoro nelle date in cui Lumacorno doveva banchettare così Ron non veniva escluso e il ragazzo e Ginny si facevano quattro risate pensando ad Hermione intrappolata tra McLaggen e Zabini. 
E continuarono così, ogni volta che Lumacorno stabiliva una data per le cenette gli allenamenti venivano fissati proprio in quelle date. Dean era raggiante e non vedeva l'ora che venisse la metà di ottobre per andare ad Hogsmeade con la ragazza, passando finalmente del tempo con lei dopo tutti quegli allenamenti che gliel'avevano impedito.
"Siete stati bravi!" gracchiò Harry alla fine del penultimo allenamento, negli spogliatoi. "Faremo il nostro ultimo allenamento prima della partita contro i Serpeverde, e quindi il sabato pomeriggio... va bene, ragazzi?" 
"Sì" risuonò nello spogliatoio. 
Ginny sorrise, e si affrettò a coprire quel sorrisino ebete voltandosi di spalle per prendere la sua giacca: era ottobre e non faceva più tanto caldo come prima quindi era meglio prevenire prima che la prima partita della stagione la giocasse nel letto con la febbre alta. Una volta preso la propria roba, la ragazza si voltò e scoprì Harry che gongolava come un matto mentre gli altri andavano a cambiarsi. 
"Indovina sabato pomeriggio cosa avremmo dovuto fare..." disse, in tono vago.
"Non so, forse una festicciola col Lumaclub?" chiese Ginny divertita, facendo finta di essere pensierosa e titubante. 
"E indovina perchè noi non ci andiamo, come è successo stasera?" 
"Perchè il Capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro è sempre così dannamente sconsiderato da spostare gli allenamenti della propria squadra ogni volta che c'è una cenetta di Lumacorno!"
Scoppiarono entrambi a ridere. 
"Povera Hermione, a volte me ne pento..." mormorò il ragazzo, e sembrava davvero sincero. "Però non posso convivere con Ron imbronciato perchè Lumacorno lo ignora e invita solo me e lei. E poi, Ron col broncio equivale a una sconfitta a Quidditch ed Hermione non ha mai capito che Quidditch è una cosa seria" aggiunse, leggermente rincuorato. 
"Sai, a volte siamo proprio cattivi a ridere di Hermione incastrata da McLaggen e Zabini" disse Ginny ilare, pensando che quella sera sarebbe caduta più volte dal letto a causa delle bestemmie dell'amica. "Ma non possiamo mica evitarlo? Hai ragione, Hermione non capisce che il Quidditch è una cosa seria e poi... ci siamo divertendo un mondo ad immaginare la scena dell'incastro, no?" 
I due ragazzi scoppiarono di nuovo a ridere, come in sintonia tra di loro. Arrivò un momento in cui si guardarono con intensità e si sorrisero, poi Dean spalancò la porta dello spogliatoio e incrociò le braccia come un generale pronto per dare il via al bombardamenti. La scena fece ancora di più ridere la ragazza, che fu costretta a far passare quella risatina per un attacco di tosse. Demelza disse all'amica di avviarsi e per la gioia dei due amanti poterono stare finalmente da soli, insieme: non c'era cosa più bella che stare con Dean Thomas, che quando non era geloso o incazzato nero faceva morire dal ridere. 
"Finalmente domani c'è l'uscita ad Hogsmeade. Ci andiamo, vero?" chiese Dean, tenendola per mano. 
"Certo che andiamo, la aspettiamo da secoli" ribattè la ragazza, stringendogli la mano con dolcezza. 
"Fermiamoci qui" disse Dean indicando il grande albero nei pressi del lago, accomodandosi sull'erba. "Ci fermiamo qui, facciamo i nostri comodi e dopo torniamo su alla Torre... va bene? Non fa niente se puzzi" aggiunse divertito, perchè la ragazza stava per ribattere. 
"Io non... non puzzo!" sbottò Ginny offesa, ma sorrideva anche lei. 
"Allora vieni qui" la esortò il ragazzo, aprendo le braccia. 
Ginny ci si tuffò immediatamente. "Mi hai tratto in inganno!" protestò sorridendo, accoccolandosi sul petto massiccio di Dean. 
"In guerra e in amore..." cominciò lui. 
"... tutto è concesso" concluse Ginny civettuola, dandogli un bacio sulle labbra. 




Il giorno successivo, Ginny si svegliò abbastanza presto e mise in chiaro con le compagne di dormitorio che il bagno serviva a lei per più di quindici minuti: fece una lunga doccia calda e si preparò per andare ad Hogsmeade insiema a Dean ignorando Vicky e Demelza che ridacchiavano di lei e cantavano canzoncine sdolcinate sul presunto grande amore della vita. 
Una roba allucinante per le orecchie, decisamente. 
Dopo aver indossato il golfino caldo che le aveva spedito la mamma, con tanto di sciarpa di Grifondoro, mantello nero e guanti, Ginny salutò le amiche e le altre due compagne di dormitorio e si avviò verso la scalinata di marmo dove avrebbe dovuto esserci Dean. Ma non c'era: aveva tardato, era la prima volta che tardava ad un appuntamento. 
Per ingannare l'attesa, si sedette sulle scale di marmo e giocherellò con la sua sciarpa fin quando...
"Signorina Weasley" la chiamò una voce tranquilla. 
Ginny si girò di scatto indietro, trovandosi di fronte ad Albus Silente in persona. "S-sì?" chiese, titubante. 
E adesso che cosa era successo? Perchè proprio Albus Silente l'aveva chiamata? Era successo qualcosa ai suoi genitori o cosa? Si erano sentite tante cose durante quei giorni, e la madre di Hannah Abbott era stata ritrovata morta... possibile che qualcuno della famiglia si fosse sentito male a causa di un attacco? Ginny ricordava bene quando durante la notte la McGranitt era arrivata a svegliarla nel suo dormitorio a causa del padre. Ma per venire Albus Silente doveva essere accaduto qualcosa! Si aspettò il peggio...
"Mi dispiace molto disturbarla" replicò il Preside, sempre con quel tono calmo e pacato. 
"Nessun disturbo. I-io... è successo qualcosa?" 
"Si tranquillizzi, non è accaduto niente di grave. Per cortesia, può dare questo messaggio ad Harry Potter da parte mia?" chiese Silente affabile, facendogli un sorriso incoraggiante e porgendogli un piccolo foglietto di pergamena. "Vado di fretta, ho sempre molto da fare... ah, essere Preside di una scuola come questa ha dei pregi ma altrettanti difetti" aggiunse, spiegandosi in tono molto vago. 
"Certo, professore... vado subito!" rispose Ginny sollevata, facendo un gran sorriso al Preside. 
"Le sono immensamente grato" replicò Silente garbato e sparì con uno svolazzo del mantello, verso la bufera che infuriava fuori al castello. Ginny era davvero lieta di avere qualcosa da fare nell'attesa di Dean (oltre ad essere decisamente sollevata che tutti in famiglia stessero bene) e spiò in Sala Grande dove riconobbe la chioma sbarazzina di Harry Potter seduto al tavolo di Grifondoro insieme agli altri due.
Si affrettò a raggiungerlo, con la pergamena stretta tra le mani. Hermione le aveva accennato di alcune lezioni che il ragazzo doveva prendere da Silente ma era stata molto evasiva e Ginny non aveva insistito: se voleva dirglielo, l'avrebbe fatto e insistere non aveva alcun senso. 
"Ehi, Harry... devo darti questo!" disse quando raggiunse il tavolo e ficcò nelle mani del ragazzo la pergamena.
"Grazie" ringraziò Harry cortesemente, gli occhi già incollati sulla scrittura obliqua e sottile di quella pergamena che probabilmente era di Silente. Ron e Hermione si protesero in avanti incuriositi, e il ragazzo aggiunse: "E' la prossima lezione di Silente, lunedì sera!" 
Ginny diede una rapida occhiata ad Hermione, poi i suoi occhi si posarono nelle iridi verdi del ragazzo. 
"Vuoi venire con noi a Hogsmeade, Ginny?" chiese Harry all'improvviso, facendole un gran sorriso. 
Ginny fece un'espressione stupita, poi rispose: "Ci vado con Dean, magari ci vediamo lì" e salutandoli con la mano, uscì velocemente dalla Sala Grande senza dare troppo nell'occhio e col cuore che batteva freneticamente contro le costole. Ma perchè? Perchè il cuore le doveva battere in quel modo? Era solo un semplice invito ad Hogsmeade, mica le aveva chiesto di essere la sua ragazza! Un altro dubbio pervase la mente della ragazza: perchè Harry le aveva chiesto di andare ad Hogsmeade con loro? Ron e Hermione erano lì insieme a lui... perchè aveva invitato anche lei? Ginny fece un'espressione abbastanza sconcertata, mentre il cuore iniziava a battere forte contro le costole. Perchè? Perchè il cuore le doveva battere in quel modo? 
Tante domande le affollarono la mente, e dentro di sè sentiva una sorta di vaga eccitazione o entusiasmo. 
"Ehilà, come mai hai tardato?" chiese Ginny curiosa, quando Dean le si parò davanti. 
"Ma che...? Credevo mi aspettassi qui, poi non ti ho vista e ti ho cercata di sopra e poi... beh, lasciamo perdere" Dean sorrise, e le tese la mano come un bambino che non riesce ad attraversare la strada da solo. "Sei pronta, possiamo andare?" aggiunse, felice.
"Sì, andiamo" 
E si avviarono verso Gazza che era di guardia vicino al portone di quercia a spuntare i nomi dei ragazzi che avevano il permesso di andare ad Hogsmeade e controllandoli con il suo Sensore Segreto come se fossero tutti degli assassini, e probabilmente non vedeva l'ora di beccare qualcuno e frustarlo con la sua nuova frusta nera e consunta. Dopo i controlli, i due ragazzi sfrecciarono nella stradina poco affollata di Hogsmeade e quasi si pentirono di essere usciti dal tepore del castello data la bufera che c'era; inoltre, quel freddo gelido e la piogerellina erano ancora più fastidiosi e Ginny si coprì il volto sicuramente arrossato con la sciarpa in modo da non congelarsi la faccia. 
"Allora, dove ti piacerebbe andare?" chiese Dean, mentre le avvolgeva un braccio attorno alle spalle. 
"In un posto caldo" rispose Ginny distrattamente, la voce roca dal freddo. 
Stava ancora pensando ad Harry e alla sua strana proposta: non doveva pensarci, lo sapeva bene, ma non riusciva proprio ad evitarlo. E mentre ci pensava, si disse che probabilmente non significava nulla, non contava davvero nulla. Non era vissuti per tutta l'estate come fratello e sorella, affezionandosi e coltivando quella nuova amicizia? Sì, era così. Scacciò dalla mente il pensiero di Harry Potter, decisa a non ritornarci mai più quando stava o no insieme a Dean, e si avvolse stretta al suo ragazzo, lasciandosi guidare e sperando che non la portasse nel locale di Madama Piediburro, il rifugio delle coppiette felici che somigliava orribilmente all'ufficio della Umbridge. 
Troppo tardi: Dean aveva imboccato la stradina che portava proprio da Madama Piediburro. 
"Non ti va?" chiese il ragazzo perspicace, notando che Ginny fissava il locale con una strana espressione tra il disgustato e l'annoiato. Lei scosse più volte il capo e aprì la porta del piccolo pub rosa: tutto pur di non stare al freddo e gelare come un pupazzo di neve. 
"Finalmente caldo!" esclamò la ragazza, levandosi la sciarpa dalla bocca. "Guarda, questo locale non somiglia all'ufficio della Umbridge? Orribile, l'ho sempre odiato... forse erano meglio i Tre Manici di Scopa ma non ritorno di nuovo la fuori, quindi va bene così" aggiunse, prendendo posto sull'unico tavolino vuoto accanto ad una coppietta molto disgustosamente familiare: il suo ex fidanzato Micheal Corner e Cho-fontana-vivente-Chang. 
Ginny credette di vomitare, mentre Dean si sedeva accanto a lei e ordinava due cioccolate calde. 
"Tieni" il ragazzo le porse la cioccolata. "E no, non mi servono i tuoi soldi" aggiunse. 
"Va bene!" sbuffò lei, ricacciando il portafogli nella tasca. 
"Quello lì è il tuo ex fidanzato o sbaglio?" chiese Dean incuriosito, abbassando di molto la voce. 
"Sì... che schifezza" 
"Schifezza? Non hai visto che cosa stanno facendo adesso" ridacchiò lui. 
"Dean, vuoi proprio farmi vomitare?" sbottò Ginny infastidita e disgustata allo stesso tempo, cercando di non guardare Micheal e la Chang che slinguazzavano non curandosi degli sguardi di Madama Piediburro e di alcuni presenti. Quella Chang faceva tanto la ragazzina delicata l'anno scorso, e poi era capace di fare quelle cose vomitose in presenza di un intero locale? C'era un girone dell'inferno anche per lei. "Non li ho mai sopportati entrambi, nemmeno quando stavo con Micheal" aggiunse lei sottovoce, notando che Dean era sempre più rincuorato quando parlava male del suo ex. "Sì, stavo con lui e non lo sopportavo... mi credi?" 
"Sì, sembra un pallone gonfiato" replicò Dean, anche se per lui tutti gli ex della sua ragazza sarebbero stati dei palloni gonfiati. "Invece riesci a sopportare me, oppure avresti preferito lui?" 
"Dean, secondo me tu con la testa mica ci stai" borbottò la ragazza perplessa, sorseggiando ancora una volta la sua cioccolata e dando un piccolo buffetto sulla guancia del fidanzato. "Tipo adesso non ti sopporto ma dato che ti voglio bene devo farlo, capisci?" 
"Capisco" rise lui. 
Ginny fece una risatina, e si sporse in avanti quasi rovesciando la sua cioccolata calda. Dean le accarezzò una guancia e la baciò dolcemente sulle labbra, lasciandole lo stesso sapore caldo e avvolgente: era bellissimo sentire Dean così vicino, ignorando il locale e la gente che lo frequentava. La ragazza avrebbe giurato che Micheal e la Chang avessero interrotto le loro attività per fissarli ma loro non diedero loro tanta importanza... non esistevano nemmeno, in quel momento. 




"KATIE BELL... CHE COSA?"
Entro nemmeno un giorno, la notizia che Katie Bell era stata stregata si diffuse come gas nocivo per tutto il castello. Hermione aveva avvertito Ginny e Dean non appena erano arrivati da Hogsmeade dicendo che Katie aveva toccato una collana a opali e si era alzata in aria, iniziando a contorcersi e ad urlare come se provasse un dolore incredibile. 
"Sì, Dem... è appena stata trasferita al San Mungo" rispose Ginny con tristezza, sprofondando nel suo letto come se avesse passato una giornata pesante. 
"Non ci posso credere" mormorò Demelza, la voce rotta di pianto. 
"Ma come può essere successo?" chiese Vick.
"Ha toccato una collana maledetta" 
"Una collana maledetta?" 
"Sì" 
"Ma Gazza non dovrebbe sequestrare le cose oscure?" ruggì Demelza furiosa, con gli occhi che scintillavano di lacrime. Era passato un mesetto o meno da quando conosceva Katie ma le era già davvero affezionata, e poi Demelza Robins era una tipa sensibile. "Invece di passare il tempo a pensare a come trovare il modo per frustare gli studenti potrebbe fare più attenzione a dove mettere quel tuo Sensore del cazzo!" 
Ginny spalancò gli occhi: Demelza aveva detto sul serio una parolaccia? 
"Si riprenderà, il San Mungo non ha mai fallito... non è stato un attacco mortale, per fortuna" tentò di rincuorarla la ragazza. 
"Infatti, non prendertela così" aggiunse Vick con dolcezza, sfregandole la schiena. 
Demelza si asciugò gli occhi e si soffiò rumorosamente il naso. "Stanno cominciando già a succedere incidenti strani ai ragazzi, per non parlare degli attacchi al di fuori di Hogwarts ai loro genitori. Credo che tra pochissimo ci ritroveremo in una guerra... e il Ministero continua a starsene con le mani in mano, sperando che tutti credano alle cavolate che scrivono sulla quella Gazzetta del Profeta. Il fatto che Stan Picchetto sia un Mangiamorte, tipo... a chi vogliono darla a bere? E adesso metteranno a tacere anche l'attacco a Katie solo perchè sono troppo vigliacchi per far sapere al mondo che non sanno più tenere in mano la situazione" 
Le due ragazze annuirono perchè Demelza aveva assolutamente ragione, poi Ginny diede la buonanotte alle due amiche e cadde in un sonno abbastanza agitato dove collane d'argento e opali la inseguivano per scagliarle una forte maledizione e Katie Bell urlava... urlava... e urlava. 
"Sei bianca cadavere... ma sei morta?" chiese la voce squillante di Vick. 
"Lo sarai tu se non ti levi da dosso" minacciò Ginny assonnata, e l'amica si affrettò a scendere dal suo letto e a scrutarla nella penombra. "No, non sono morta e non sono nemmeno bianca cadavere. Va tutto bene, stanotte faceva proprio caldo e... Demelza ancora dorme?" 
"Sì, è stata una nottataccia per tutti" 
"Meglio se la svegliamo delicatamente, non ho scordato la parolaccia di ieri" 
Ci misero cinque minuti buoni di pazienza e dolcezza per svegliare delicatamente Demelza e alla fine le tre ragazze si prepararono e scesero a fare colazione: la Sala Grande era percossa da un basso mormoriio e i ragazzi non sembravano poi tanto allegri, soprattutto quelli del settimo anno che erano amici di Katie Bell. Ginny fece colazione in silenzio, con Dean che chiacchierava con Seamus al suo fianco, e dopo aver finito di mangiare corse a lezione di Difesa contro le Arti Oscure. 
"Oggi proveremo con gli incantesimi di Disarmo e Scudo" annunciò Piton con il suo solito tono lugubre. 
Ginny e Colin avevano fatto quelle cose all'ES e quindi erano i più bravi della classe ma Piton era troppo impegnato a contestare la tecnica scadente dei ragazzi e a contestarli tutti per prestare attenzione a due ragazzi che se la stavano cavando. Le battutine di Selwyn e Harper non intimidivano più Ginny ma quando si voltò dalla parte dei Serpeverde per fare una battutina sprezzante, notò che Astoria Greengass mancava all'appello. 
"Ehi, Dem... hai notato che la Greengass non c'è?" chiese Ginny all'amica, che annuì. 
"Sì, mi sembra un sacco strano" convenne, alzando la bacchetta per cercare di Disarmarla. "Anche il suo comportamento in questi giorni lascia tanto a desiderare... che fosse coinvolta in qualcosa come l'attacco a Katie? Non potrei mai perdonarlo ad una serpe odiosa" 
"Non credo" 
"Cosa te lo fa pensare?" 
"Beh, l'anno scorso mi ha... diciamo... salvato le chiappe dalla furia di Selwyn" le ricordò Ginny distrattamente, facendo un perfetto Sortilegio Scudo che fece barcollare Demelza all'indietro sopra ad un banco. "Oh, scusami. Comunque, Vick mi ha detto che dato che il padre di Selwyn è un Mangiamorte Astoria potrebbe avermi difesa perchè forse Selwyn ne aveva imparate delle belle dal padre e probabilmente quello che avrebbe potuto farmi Astoria lo trovava troppo anche per me, che per lei sono una odiosa Grifondoro e così via... che ne dici?" 
Demelza era convinta di quell'ipotesi. "Ma certo! E perchè l'avrebbe fatto altrimenti?" le chiese. 
"Boh..." fece Ginny sempre in tono distratto e vago, lanciando uno sguardo ai Serpeverde che ridacchiavano dei tentativi di Ritchie di Disarmare Christopher. "Tu non credi che potesse essere passata... insomma... dalla nostra parte?" sorrise nervosamente, sperando di non sembrare ridicola con quella domanda. 
"Come sarebbe a dire?" 
"Non lo so, forse è una cazzata" ribattè in fretta la ragazza, concentrandosi sul suo incantesimo. 
Non parlarono di Astoria Greengass per tutta la lezione ma quando Ginny uscì dall'aula di Difesa contro le Arti Oscure per andare in bagno prima di correre su alla Torre per prendere il materiale per Divinazione scoprì che Astoria aveva saltato la prima lezione di quel giorno per stare con Draco Malfoy: erano davvero in sintonia tra di loro ma Draco sembrava più che altro malato, e il pallore spettrale del suo viso era indescrivibile. Cosa stava accadendo ad Hogwarts non si sapeva, ma l'unica cosa che Ginny sapeva in quel momento era che doveva allontanarsi velocemente da quel corridoio per non essere scambiata dai due per un impicciona. 
Durante l'ora di Divinazione, si affrettò a riferire tutto a Demelza e Vick ma le due ragazze non sapevano proprio cosa pensare. E nemmeno Ginny sapeva che cosa pensare di quella situazione davvero strana, quindi si limitò a stare zitta e dimenticare quelle faccende insolite per concentrarsi sulla sua mappa stellare che era piena zeppa di pianeti e roba varia. 
"Sono contenta che sia finita" borbottò Christopher stanco, percorrendo il corridoio della Torre Nord. "Quelle mappe stellari, tutti quei pianeti... ma non si rende conto di essere solamente una brutta impostora pipistrella?" 
"Mi ha sempre intimorito, Divinazione" disse Demelza rabbrividendo. 
"Andiamo, ormai sono anni che segui questo corso!" sbottò Ritchie divertito. 
Demelza scrollò le spalle. "Mi mette lo stesso ansia" disse, in tono definitivo come per dire che il caso era chiuso. 
"Pensi davvero che possano accadere tutte quelle cose? Che accadano cose per l'influenza dei pianeti? E tutte quelle buffe predizioni della Cooman?" chiese Colin incuriosito, fissando Demelza come se fosse un interessante Ippogrifo. 
"Macchè" rispose William, facendo una lunga risatina. 
"Cosa ne sai, Will?" fece Vick.
"Le Profezie non esistono" dichiarò Christopher convinto, poi esitò visibilmente. "O almeno..." 
"... quelle che fa la Cooman in classe non esistono" concluse Ginny per lui, in tono abbastanza mesto. L'avevano letto tutti l'articolo sulla Gazzetta del Profeta su quella presunta Profezia dell'Ufficio Misteri quindi era ovvio che i suoi amici credessero ancora di più a quelle cose, tranne alle cose che diceva la Cooman come se stesse facendo uno spettacolo teatrale: se tutte le volte che aveva predetto la morte a ognuno di loro e loro avrebbero davvero tirato le cuoia, sarebbero una specie di miracolo della scienza medica. 
Gli amici la fissarono, preoccupati e tristi. 
"Magari lei non è una gran Veggente, altrimenti metà scolaresca di Hogwarts sarebbe morta stecchita" continuò la ragazza, sboccando in un corridoio del quarto piano con gli amici al seguito. "E magari... magari esistono veri Veggenti che fanno vere Profezie..." aggiunse. 
"Quindi tu hai davvero sentito la Profezia di cui parlano tanto?" chiese subito Christopher. 
"No, l'ho solo vista" 
"Ma credi che il Profeta potrebbe aver ragione?" insistette Chris cauto. 
"Non credo" mentì spudoratamente Ginny, che avrebbe preferito non toccare proprio quell'argomento. Era abbastanza delicato perchè la verità era bastarda, colpiva in pieno petto e la Gazzetta del Profeta aveva assolutamente ragione: infondo, non erano poi così stupidi. 
I ragazzi non parlarono della Profezia per tutto il tragitto, poi qualcuno si parò davanti a loro quando raggiunsero la Sala Grande per il pranzo. Il professor Lumacorno fermò Ginny dicendole che organizzava una cena di Natale in grande stile: sarebbero venute molte più persone e studenti selezionati, che a loro volta potevano invitare chi volevano e quindi si sarebbe trattato proprio di una grande festa di Natale da cui Ginny e Harry non potevano più scappare. 
"... quindi mi aspetto che veniate!" tuonò l'insegnante, trotterellando via. 
"Inviterai Dean?" chiese Demelza perspicace, facendo un sorrisino. 
"Per forza, non credi?" 
"Non per forza" 
"Ma andiamo! Dean sarebbe capace di venire anche con la varicella!" 
Demelza scoppiò a ridere, dato che conosceva Dean e poteva confermare le parole dell'amica. I ragazzi stavano giusto per accomodarsi al tavolo dei Grifondoro quando la voce di Dean li interruppe e sembrava così felice che Ginny si chiese se non avesse già saputo della festa di Natale di Lumacorno ed era assolutamente convinto che ci sarebbe andato con la fidanzata. 
"Ginny... ho corso per tutta la scuola... ho una notizia stupenda da darti!" gridò Dean eccitato e ansimante, facendo un cenno di saluto con la mano agli amici della ragazza che stavano già cominciando a mangiare e tornando a fissarla con un gran sorrisone ebete sulle labbra. 
"Hai già incontrato Lumacorno? Sì, ci andiamo insieme alla festa" disse Ginny stancamente, anticipandolo. 
"Cosa?" fece Dean confuso. 
"Ho detto che ci andiamo insieme alla festa" ripetè la ragazza, sedendosi al tavolo. 
"Ma dove?" 
"Alla festa di Natale di Lumacorno, no?" 
"Lumacorno fa una festa di Natale?" 
"Sì, Dean, è quello che ho appena detto" disse Ginny perplessa, credendo che ogni forma di logica fosse andata a farsi friggere in quella conversazione. "E ti ho anche detto che ci andiamo insieme. Lumacorno ha detto di invitare qualcuno così invito te, no?" 
"Davvero?" Dean la strinse in un abbraccio stritola costole. 
"Dean... ma cos... non eri venuto per questo?" chiese Ginny interdetta, sciogliendo quell'abbraccio e fissando il fidanzato che aveva un sorriso se possibile ancora più largo e ebete: probabilmente non era venuto per quello. 
"No, questa è una bella notizia ma te ne devo dare un'altra ancora più bella" disse Dean felice, e senza nemmeno darle il tempo di chiedere quale fosse la notizia esclamò: "Sono entrato a far parte della squadra di Quidditch di Grifondoro, sostituisco Katie Bell e oggi farò il mio primo allenamento con voi!" e la abbracciò nuovamente, quasi soffocandola. 
Ginny si era aspettata di essere contenta di quella notizia ma invece sentì solo la delusione crollarle addosso: Dean entrava davvero a far parte della squadra di Quidditch? E lei non era felice... forse perchè il Quidditch, come gli amici di cui Dean le aveva quasi spesso privato, erano l'unico rifugio che la ragazza avesse. In quel campo si sentiva libera, libera dall'ossessività del suo ragazzo e libera dalle sue gelosie... in quel campo stava coltivando l'amicizia di Harry e se Dean vedeva che i due erano così affiatati avrebbe potuto scatenare il putiferio... forse era proprio questo a darle fastidio, oltre al fatto che le toglieva anche quel briciolo di libertà che le era rimasta? 
"Complimenti, Dean!" si congratulò Demelza, sorridendogli. 
"Sì, è meraviglioso!" esclamò Ginny poco entusiasta, mascherando la delusione della voce. Era ancora abbracciata a Dean e per fortuna il ragazzo non poteva vedere che sulla sua faccia c'era un sorriso stiracchiato e per niente felice: non sarebbe stato affatto contento. Sempre attaccata al collo del fidanzato, Ginny vide Harry entrare nella Sala Grande abbattuto e sconsolato e scosse il capo. 
"Davvero meraviglioso" ripetè la ragazza, sciogliendo quel nuovo abbraccio e cominciando a servirsi. 
"Ci pensi? Altro tempo insieme!" fece elettrizzato Dean. 
Ginny sorrise, e si affrettò a nascondere l'espressione del suo viso in una zuppa inglese. 




Quella sera al campo di Quidditch, i ragazzi diedero del loro meglio e Dean si integrò moltissimo con il resto della squadra. Certo, forse tutti in quel campo si sentivano più liberi ma Ginny sentiva ossessivamente il fiato e gli occhi del ragazzo addosso quando si avvicinava a Ritchie, a Peakes oppure al Capitano... che fosse sempre più geloso via via che gli allenamenti proseguivano? Era davvero molto probabile. 
"Cerca di fare più gol possibili!" le gridò Dean con un sorriso, mentre lei sfrecciava con la Pluffa sottobraccio verso la porta dove Ron era pronto a parare (o meglio, a mancare) quell'ennesimo rigore. Era diventato davvero irascibile e ogni volta che Dean, Demelza o la sorella segnavano, si innervosiva e questo alla squadra non andava proprio giù: non doveva trattare male di altri solo perchè era troppo nervoso e non riusciva a parare i rigori. 
Ginny sfrecciò verso la porta e, mettendo in atto lo schema a V tanto discusso nei precedenti allenamenti con tutta la squadra e Katie, passò la palla a Demelza che era più vicina e la ragazza segnò, evitando per un pelo un Bolide di Peakes. 
Ron urlò e perse totalmente il controllo di sè stesso: con un gesto disperato e assolutamente impulsivo, mollò un grosso pugno sulla bocca di Demelza che stava festeggiando accanto agli anelli insieme all'amica e precipitò verso terra, col sangue che colava dappertutto. 
"E' stato un incidente! Scusa, Demelza! Mi dispiace davvero!" urlò Ron, quasi in lacrime. "Mi sono solo..."
"... fatto prendere dal panico!" completò per lui Ginny furibonda col fratello, atterrando accando a Demelza ed esaminandole il labbro gonfio. "Ron, idiota, guarda come l'hai ridotta!" aggiunse, quando il sangue dal labbro dell'amica continuava a colare a fiotti, senza fermarsi.
"Oh, ahia!" gemette Demelza e Ritchie si avvicinò a lei, seguito da Peakes e Dean. 
"Ci penso io..." intervenne Harry con tempismo perfetto, puntando la bacchetta verso il labbro gonfio e sanguinante di Demelza. "Epismendo!" disse, e il sangue si fermò di un botto. Poi aggiunse: "Ginny, non dire a Ron che è un idiota, non sei tu il Capitano" 
"Tu sembravi troppo occupato per dirglielo e io ho pensato che qualcuno dovesse..." si giustificò Ginny che non voleva sentire nessuna scusa per Ron, che aveva conciato la sua amica in quello stato. Harry si costrinse a restare serio e la ragazza avrebbe perfino giurato che prima di alzarsi in aria, stesse lottando contro un sorrisetto che cercava di spuntare sulla sua bocca. 
Nel complesso, gli allenamenti furono disastrosi, peggio di quelli dell'anno scorso quando Angelina era Capitano della squadra. L'unico problema era solo Ron, che contribuiva a distrarre gli altri contagiandoli con il suo malumore e la sua ira era diventata troppo seccante. Negli spogliatoi, Harry incoraggiò i ragazzi dicendo che avrebbero vinto quella partita e schiacciato i Serpeverde ma non aggiunse altro. Ginny scrollò le spalle e seguì Dean, Ritchie e Demelza fuori dove i due amanti si separarono per passare del tempo da soli per volere di Dean, perchè se fosse stato per la ragazza sarebbe crollata sul letto per dormire. 
"A parte qualche piccolo incidente di percorso direi che noi siamo andati bene" disse Dean mentre si avviavano insieme al castello passando per la scorciatoia.
"Già, dobbiamo schiacciare le serpi" ribattè Ginny decisa. 
Dean la guardò ammirato, mentre prendevano un'altra scorciatoia al secondo piano. "Sei bellissima, Gin... sei sempre bellissima, e non te l'ho mai detto" disse, e le guance della ragazza partirono per la tangente: erano di sicuro in fiamme. "Avresti potuto scegliere chiunque ed hai scelto me, sono felice di questo" e le sorrise. 
La ragazza non riuscì più a pensare: riuscì solamente a stringersi al suo petto mentre lui la dirigeva dietro all'arazzo con le spalle contro il muro, mentre si baciavano con furia come se le loro labbra fossero incollate. E continuarono così per un paio di secondi fin quando non si sentì un fruscio di un arazzo spostato e la voce adirata di qualcuno di davvero molto familiare. 
"Ehi!" esclamò Ron furente. 
Dean e Ginny si staccarono e si guardarono intorno col cuore in gola: Ron aveva gli occhi ridotti a due fessure e li fissava come se potesse ammazzarli entrambi con lo sguardo mentre Harry sembrava assai inorridito, lo sguardo vacuo. I due amanti erano a dir pochissimo imbarazzati e con l'espressione inconfonbile di due che sono stati appena beccati a fare qualcosa di sconcio... tuttavia, Ginny riuscì a mettere su un tono assai disinvolto. 
"Cosa?" fece Ginny sempre con quel tono finto, cercando di simulare indifferenza. Nessuno avrebbe mai potuto sapere che in quel momento le sue viscere si stavano contorcendo dalla vergogna: beccata in pieno da suo fratello, che vergogna! Di sicuro Ron non avrebbe lasciato correre, di sicuro era in arrivo una sfuriata peggiore di quelle a cui la mamma le riservava. 
"Non mi piace vedere mia sorella che pastrugna la gente in pubblico!" gridò Ron. 
Prastrugna?
"Questo era un corridoio deserto finchè non siete venuti a ficcare il naso!" sbottò Ginny infastidita. 
"Ehm... su, Ginny... andiamo in Sala Comune..." balbettò Dean, ancora imbarazzato. 
"Vacci tu!" ringhiò Ginny arrabbiata, che già avrebbe tanto voluto ammazzare Dean che voleva battersela in ritirata. 
Grazie, gran cavaliere... chi diavolo te l'ha dato quel cravattino Grifondoro sei anni fa?
"Io devo fare due chiacchiere col mio caro fratello!" aggiunse la ragazza, gli occhi folli che si posavano su Ron mentre Dean fuggiva via di lì con l'aria di non essere molto dispiaciuto di abbandonare la scena. Ginny avrebbe di sicuro fatto due chiacchiere anche con lui, o magari con il Cappello Parlante. "Bene, chiariamo questa faccenda una volta per tutte, Ron... con chi sto o che cosa ci faccio non ti riguarda!" attaccò, scuotendo i lunghi capelli rossi. 
"E invece sì! Non voglio che la gente dica che mia sorella è una..."
"UNA COSA?" urlò Ginny paonazza, sfoderando in fretta la bacchetta e puntandola contro il fratello. 
Se solo il fratello si permetteva a dire qualcosa in più di una cosa gli avrebbe scagliato una Maledizione illegale che gli avrebbe legato la lingua per sempre. E così, lei sarebbe la cosa? Nonostante tutto quello che aveva passato, adesso era lei quella che sbagliava? 
"Non voleva dire niente..." s'intromise Harry subito, frapponendosi tra i due. 
"Invece sì!" sbraitò lei, infiammandosi con Harry perchè aveva avuto la sfortuna di trovarsi lì insieme al suo migliore amico. "Solo perchè lui non ha mai baciato nessuno in vita sua, solo perchè il più bel bacio che abbia mai ricevuto è stato da zia Muriel..." 
Ginny si stava sul serio infuriando, lei non voleva dire quello che aveva appena detto ma era stata costretta: Ron stava per dire proprio quello che pensava e non le andava proprio che la offendesse in quel modo! Era stata anni a soffrire per il suo migliore amico senza avere altro che prese in giro e ora che si sentiva felice con qualcuno, lui doveva rovinare tutto? No, questo non le stava per niente bene. 
"Stai zitta!" esclamò Ron, rosso quasi marrone. 
"COL CAVOLO!" strillò Ginny furente, fuori di sè dalla rabbia. "Ti ho visto con Flebo: tutte le volte che la incontri speri che ti baci sulle guance, fai pena! Se andassi in giro a pomiciare anche tu non ti seccherebbe tanto che lo facciano tutti gli altri!" 
"Ma cosa stai dicendo!" abbaiò Ron, sfoderando anche lui la bacchetta. "Solo perchè non lo faccio in pubblico...!" 
Ginny rise sprezzante, di una risata che non le apparteneva, cercando di spingere Harry da parte con tutta la forza che aveva. 
"Cosa fai, baci Leotordo? O hai una foto di zia Muriel nascosta sotto il cuscino?" 
"Tu..." 
Un lampo di luce arancione sfrecciò sotto il braccio di Harry e mancò Ginny per pochi centimentri, che rimase impietrita come una statua: suo fratello l'aveva quasi colpita con chissà quale incantesimo! La ragazza si accorse di tremare di rabbia mentre gli occhi le riempivano di lacrime di collera, che bruciavano. 
"Non fare lo stupido!" disse Harry arrabbiato, spingendo Ron contro il muro per impedirgli di far del male alla sorella. 
"Harry ha baciato Cho Chang!" urlò Ginny con voce rotta, ormai vicina alle lacrime e il pensiero dei due ragazzi che si baciavano nella Stanza delle Necessità in sua presenza le fece capovolgere lo stomaco. "E Hermione ha baciato Viktor Krum, sei solo tu che ti comporti come se fosse una cosa disgustosa ed è perchè hai l'esperienza di un dodicenne!"
E con questo, corse via. I corridoi erano vuoti e silenziosi e la ragazza li superò di corsa mentre lacrime calde le scorrevano lungo il viso lentigginoso. Suo fratello si era comportato malissimo con lei, non l'aveva mai calcolata più di tanto quando erano piccoli e adesso si metteva a controllare ogni suo movimento? Lei non era una di quelle ragazze e non lo sarebbe mai stata! Erano passati anni ormai dalla bambina infantile che era, e adesso che provava nuove esperienze con qualcuno a cui voleva bene era considerata da Ron come una specie di mostro. I pensieri si affollarono nella sua mente, mentre le immagini di Harry e Cho sotto il vischio le balenarono davanti agli occhi con rabbia come se fosse un problema suo... come se a farla piangere fosse proprio quel ricordo. 
Corse più veloce del vento ed entrò nel bagno di Mirtilla Malcontenta, contenta che fosse sola. 
Come mi sono ridotta, pensò mentre si sciaquava il viso che era gonfio e arrossato. 
Si stava giusto strofinando la faccia arrossata quando la porta cigolò, ed Hermione entrò nel bagno dicendo: "Ti ho vista scappare qui dentro, stavo proprio per... santo cielo, ma che diavolo hai combinato alla faccia?" 
"Io... niente" rispose Ginny in fretta, tagliando corto e dando le spalle ad Hermione. 
"Oh, non mentire!" sbottò Hermione, scrutandola di più in cerca di qualche malanno. "Tu hai pianto... stai piangendo!"
"Può darsi" 
Hermione si affrettò a raggiungerla per abbracciarla. "Che cosa succede, Gin?" chiese, con dolcezza. 
"Ho litigato a morte con mio fratello" mormorò la ragazza, e il ricordo le procurò una fitta di dolore al petto. 
"Ron? E perchè mai dovresti litigare con Ron? Non sarà a causa del Quidditch, spero!"
"No, ha visto me e Dean che ci baciavamo e ci ha fatto una scenata" rispose Ginny mesta, stropicciandosi gli occhi gonfi e andando a sciaquarsi nuovamente il viso nel lavandino del bagno. "Alla fine, Dean è scappato via e io e Ron abbiamo litigato. In pratica, ci stavamo accusando a vicenda quando lui inizia quasi a d-dire che sono una... beh, mi sono arrabbiata e gli ho d-detto un paio di cose cattive... e p-poi... Ron mi ha quasi c-colpita con un incantesimo..." 
Hermione spalancò la bocca, troppo sconvolta per parlare. 
"Capisci perchè sono così arrabbiata?" continuò Ginny e nuove lacrime sgorgarono ancora dagli occhi, incapaci di trattenerle. "Capisci? Adesso che sono felice con qualcuno che non è... lui, il tuo migliore amico e migliore amico di mio fratello... Ron deve finire per rovinare tutto! E mi stava colpendo con un incantesimo, Hermione... lui stava colpendo me con un incantesimo!" aggiunse gridando, come se non fosse abbastanza chiaro. 
"I-io..." balbettò Hermione tristemente. 
"Non voglio che litighi con mio fratello per questo, fai finta che non hai visto nulla" l'anticipò l'amica, che aveva già previsto che Hermione facesse la ramanzina a Ron per come si era comportato con lei finendo per l'appunto per litigare furiosamente. "Passerà, come sempre e come tutto. E poi... Lumacorno fa una festicciola a Natale, credevo volessi andarci con Ron" aggiunse, con un piccolo sorrisetto. 
Hermione arrossì. "L'ho invitato..." dichiarò, facendosi cremisi. 
"GRANDIOSO!" esclamò Ginny colpita, davvero felice per i due ragazzi. Ci pensò su, e aggiunse: "Magari vi bacerete e Ron penserà che probabilmente baciare una ragazza non è poi così male e disgustoso... e alla fine mi chiederà scusa! Sì, deve andare così... e non mi interessa un accidente se siete timidi: fate in modo di baciarsi, e che mio fratello si rimangi quello schifo che ha detto!" 
Ginny fissò Hermione come per dirle che quello era un ordine e inaspettatamente... Hermione annuì, troppo felice. 






Angolo autrice
Questo capitolo è più dinamico degli altri e spero che questo a voi piaccia, perchè ci ho messo un bel poco per strutturarlo. Come vedete, quando Harry invita Ginny a Hogsmeade con loro la ragazza è perplessa anche se nel libro fa vedere che le è indifferente tutto questo. E sicuramente non lo è, ma cerca solo di nasconderlo. Infondo, ha dei sentimenti anche lei e se il ragazzo di cui è stata innamorata la invitasse da qualche parte in presenza dei suoi amici è strano ma lei è fatta così e cerca di nascondere l'eccitazione e la sorpresa. Inoltre ho immaginato che ciò che avesse dato più fastidio a Ginny quando aveva litigato con Ron era l'offesa del fratello che l'aveva quasi chiamata in quel modo. Ovviamente, per il mistero di Astoria Greengass dovrete aspettare più tempo però già che sta cominciando a frequentare Draco deve essere un indizio, no? 
Un abbraccio.

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Capitolo 52
*** Grifondoro contro Serpeverde. ***


GRIFONDORO CONTRO SERPEVERDE.


Se Ginny credeva che nei giorni seguenti Ron si sarebbe risentito di averla trattata in quel modo, si sbagliava di grosso: non solo era freddo con lei e Dean, ma non si sapeva il perchè, sembrava voler ostentare verso Hermione una sprezzante indifferenza che molte volte Hermione parlando con l'amica, era decisamente vicina alle lacrime di collera. L'aggressività di Ron non si placò neanche con il passare del tempo e Harry sembrava preoccupato che tutto ciò potesse confluire con le sue prestazioni da Portiere, e non aveva tutti i torti: durante l'ultimo allenamento prima della partita di sabato tra Grifondoro e Serpeverde, Ron non riuscì a parare neanche un tiro e urlò addosso a tutti con tanta furia che Demelza scoppiò a piangere.
"Questa parte della Trasfigurazione è molto difficile, e vi sarei grata se mi prestasse la massima attenzione" stava dicendo la McGranitt ad una noiosissima ora di Trasfigurazione, mentre la classe di Grifondoro e Corvonero obbediva e le prestava assoluta attenzione. "Sono certa che uscirà all'esame per i GUFO ed è meglio se sarete pronti, perchè visto che è molto difficile aumenterà i vostri punti di credito" 
"Sì, come se ce ne importasse..." borbottò Christopher con una risatina, proveniente dalla fine dell'aula. 
"Tuttavia" riprese la professoressa, scoccando al ragazzo uno sguardo di rimprovero, "preferirei che..." 
"Ma quando suona la campanella?" sussurrò Ginny disperata a William, che si affrettò a controllare sul suo orologio. "Non ne posso più, sono stanca morta e gli allenamenti di Quidditch mi occupano tutto il tempo... e anche Dean non mi da un attimo di respiro" 
"Non avevate litigato?" 
"Sì" rispose la ragazza, perchè Ginny aveva urlato contro Dean e contro il mondo nel corridoio del secondo piano a causa del fatto che il ragazzo era scappato via proprio quando lei aveva più bisogno di lui. "Ma abbiamo fatto subito pace" altrimenti Dean si sarebbe gettato dalla Torre di Astronomia. "Ma comunque, sono stanca lo stesso e non vedo l'ora che..." 
La campanella trillò. 
I ragazzi balzarono in piedi e corsero alla porta mentre la McGranitt sospirava e scuoteva il capo come se non avesse mai visto una mandria di studenti che evadono da una classe e li seguiva fuori per andare nel suo ufficio, ma Ginny rimase un attimo indietro perchè la sua attenzione fu catturata dalla voce sognante della sua amica Luna che stava, diciamo, litigando con un suo compagno di classe, nonchè compagno di classe anche di Ginny in quel caso. 
"... è per certo di Ricciocorno, me l'ha detto papà" stava dicendo Luna, irritata. 
"Lunatica, i Ricciocorni non esistono!" insistette John Miller serio, liquidando la ragazza con un gesto della mano e uscendo dalla classe. "Sono anni che leggo libri al riguardo e non ho mai sentito una sciocchezza come questa. Gli studiosi credevano che esistessero i corni dei Ricciocorni ma alla fine si sono trovati quelli di Erumpment tra le mani e sono saltati in aria... vuoi fare la stessa fine?" 
"Non ti conviene saltare in aria, Lunatica" aggiunse Kevin Stonkes. 
"Kevin ha ragione, Lunatica... dopo come facciamo senza te?" 
"La smettete o no di chiamarla Lunatica?" 
Ginny si parò davanti ai due ragazzi con eccessiva aggressività e non si meravigliò affatto che i due ragazzi facessero un doveroso passo indietro, fissandola spaventati: forse sapevano della sua fama con le Fatture Orcovolanti? Beh, peggio per loro se la ragazza sarebbe stata costretta a farne una. Individuò l'espressione sollevata e serena di Luna e le sorrise, concentrandosi poi sui due ragazzi di Corvonero. 
"Allora?" attaccò lei. 
"Meglio se ti calmi, Ginny..." mormorò Kevin, preoccupato. 
"Già, non volevamo mica offendere Lunatica... solo che... beh... siamo abituati a chiamarla..." ma John si interruppe perchè Ginny aveva sfoderato la bacchetta e l'aveva puntata addosso ai due sotto lo sguardo gongolante di Luna, che iniziò a canticchiare. 
"Giuro che vi faccio male se continuate ad infastidirla e chiamarla così!" ruggì Ginny irritata, stringendo la bacchetta. 
"Ma che cos..." 
"Mi avete sentito?" 
"Sì!" sbottò Kevin. 
"E allora?" 
"E allora non la chiameremo più Lunatica, va bene?" l'aggredì John arrabbiato, e con uno sguardo sprezzante alla ragazza si voltò dalla parte opposta e sparì con l'amico alla calcagna, probabilmente non vedendo l'ora di allontanarsi da lì. Lumacorno aveva una lingua lunghissima e magari i due ragazzi non vedevano motivo di far arrabbiare Ginny con i precedenti che aveva. E sapeva anche picchiare alla Babbana! 
"Sei stata gentile" disse Luna serena, facendo un gran sorriso. 
"Mi sono arrabbiata io per te. So che riuscivi a difenderti da sola però..." 
"Oh, io lascio correre ma è stato davvero carino da parte tua" la interruppe Luna Lovegood, aggiustandosi la bacchetta dietro all'orecchio destro da cui lobi spuntavano un paio di orecchini a rapanello. "Mi hai dimostrato molto, è stato come trovarmi con un'amica che mi vuole davvero bene" aggiunse, e Ginny provò uno strano moto di disagio: le affermazioni sincere di Luna mettevano sempre del disagio o pena. 
"Ma io sono amica tua, Luna!" ribattè la ragazza, prendendole la mano. 
"Ohw... che carina" commentò Luna contenta, ricambiando la stretta. "Adesso è meglio che vada o farò tardi alla prossima lezione, e non ho alcuna voglia di farmi prendere in giro dai miei compagni che credono che abbia sbagliato aula. Non oggi che sono così contenta, sai... papà ha davvero trovato un corno di Ricciocorno e non vedo l'ora di vederlo!" e detto quello, saltellò via dalla parte in cui erano spariti i due ragazzi. 
Ginny sorrise radiosa e si incamminò nella direzione della classe di Incantesimi, pensando a quanto fosse carina Luna e a quanto volesse davvero bene a quella ragazza assai stramba e insolita. Via via che si avvicinava sempre di più alla classe, iniziò a sentire delle esclamazioni disperate e dei singhiozzi soffocati e si chiese se fosse successo qualcosa di grave lì nel castello: accelerò il passo, arrivando a correre come una matta per i corridoi con la bacchetta sfoderata, e alla fine si fermò davanti all'aula di Incantesimi dove Vick era in lacrime e la professoressa McGranitt la portava via. 
Aveva subito un attacco da parte di qualcuno? Le era successo qualcosa di grave? 
I ragazzi erano tutti pallidi e scossi, in massa combatta vicino alla porta dell'aula con Vitius che cercava di mantere il controllo della situazione pregandoli di entrare in classe per la lezione. Anche Demelza, come Vick, aveva il volto rigato dalle lacrime e una volta individuata l'amica, le corse incontro e l'abbracciò forte: "Il p-padre di Vick... il padre di Vick è stato... è stato ritrovato m-morto nella sua casa e non si sa come sia potuto succedere!" disse, tirando su col naso. 
Ginny sentì le gambe che quasi cedevano. 




"... e ascolta, nessuno sano di mente andrebbe a picchiare Harper: lasciali sfogare!" 
"Li detesto a morte quando fanno così, Colin" 
"Gin, io lo so bene ma devi controllarti o Piton ti fa le chiappe nere come i suoi capelli e non so quanto ti conviene" 
Difesa contro le Arti Oscure risultava sempre più difficile man mano che le lezioni si susseguivano e Ginny non vedeva l'ora di togliersi di torno l'esame dei GUFO, perchè non ne poteva più di sentire i professori ripetere le stesse cose. Ovviamente, gli insegnanti non facevano che ripetere ai ragazzi che avrebbero dovuto avere le idee chiare per il futuro in modo da prepararsi per i MAGO e avere tutto ben limpido in testa per l'incontro di orientamento professionale ma Ginny non aveva le idee chiare: il Quidditch era l'unica cosa visibile del suo futuro e per il resto brancolava nel buio. 
"Pssssst!" fece Harper maligno, chinandosi in avanti per sussurrare all'orecchio della ragazza. "Giuro che domani ti getto giù dalla scopa, lenticchia! E non c'è bisogno che sfoderi quella bacchetta per far vedere che sei capace, domani ti butto lo stesso giù dalla scopa!" 
"Che diavolo stai dicendo?" sbottò Ginny irata, voltandosi indietro. 
Fece vagare rapidamente lo sguardo nella classe notando che Demelza e gli altri erano tutti concentrati a seguire le parole di Piton sulle varie Fatture che avrebbero dovuto compiere agli esami mentre Colin e i Serpeverde fissavano i due ragazzi fronteggiarsi. Come sarebbe a dire che Harper l'avrebbe gettata giù dalla scopa? Lui mica faceva parte della squadra di Quidditch, era così tonto che non sarebbe nemmeno stato capace di distinguere un capo dall'altro. 
"Vedi, lenticchia, a differenza tua io ho molte conoscenze e gioco al posto di Draco domani" ribattè Harper tranquillo. 
"Oh, allora sì che adesso Grifondoro perderà" commentò sarcastica la ragazza e Colin ridacchiò sonoramente. 
Harper arrossì. "Vedremo, lenticchia" 
"La smetti o no? Non riesco a sentire Piton!" sbottò Astoria Greengass, dando una gomitata ad Harper. 
"E chi ti ha detto di sederti qui vicino a me?" l'aggredì Harper. 
"Era l'unico posto libero, idiota! E non fare tanto il figo perchè giochi al posto di Draco... lui è malato, non ti ha fatto mica un favore!" 
"Astoria, meglio se taci: sappiamo tutti che sbavi dietro Draco da una vita" 
Ginny tossicchiò e puntò gli occhi sul suo foglio di pergamena, cercando di ignorare la conversazione tra i due Serpeverde. 




Il gran giorno della partita arrivò prestissimo e i Grifondoro sembravano davvero super carichi e pronti a battere i Serpeverde, che non la smettevano di canzonare e fischiare ogni giocatore rosso-oro. Ginny quella mattina si svegliò felice, credendo di trovare un'eccitata Vick a festeggiare insieme a lei e Demelza ma la verità le rovinò addosso: lei non c'era, andata via dalla scuola e chissà quando sarebbe ritornata. Lo stesso pareva pensare Demelza ma alla fine le due ragazze, aiutate dal buonsenso di William, dovettero ammettere che Vick non sarebbe stata felice se due sue amiche avrebbero avuto due musi lunghi da manuale prima della partita tra Grifondoro e Serpeverde. 
"Warringhton ti getterà giù dalla scopa, hai sentito?" la canzonò Demelza ritornata allegra, e Ginny rise.
"Idiota... gliela farò pagare per l'anno scorso, giuro!" 
"Fortuna che non è molto abile altrimenti ti avrebbe davvero gettata giù dalla scopa per come è grosso" 
"Direi" convenne la ragazza, mentre Harry e Ron (verde come nauseato) entravano negli spogliatoi. "Le condizioni sembrano ideali, e indovina? Quel Cacciatore di Serpeverde, Vaisey, si è preso un Bolide in testa ieri in allenamento e sta troppo male per giocare. E ancora meglio... anche Malfoy è malato!" aggiunse eccitata, sfregandosi le mani con gioia maligna. 
"Che cosa?" esclamò Harry intromettendosi, voltandosi di colpo per guardarla. "Malato? Che cos'ha?"
"Non ne ho idea, ma per noi è magnifico. Fanno giocare Harper al suo posto: è del mio anno ed è un idiota!"
Demelza scoppiò a ridere e annuì, e Harry abbozzò un sorrisino mentre indossava la divisa scarlatta. 
"Come fai a sapere che il loro capocannoniere si è beccato un Bolide in testa?" chiese Demelza interessata. 
"Oh, l'ho sentito dire in giro" rispose l'amica. 
"E del Cercatore?" 
"Harper me l'aveva detto ieri a Difesa, ma mi sono dimenticata di dirtelo" 
Rimasero a chiacchierare per altri pochissimi minuti poi Dean arrivò di corsa nello spogliatoio e annunciò che tra pochissimo iniziava la partita. Uscirono sul campo di Quidditch accolti da cori tumultuosi: una curva dello stadio era un grande striscione rosso e oro mentre l'altra un mare verde e argento; i Corvonero e i Tassorosso si erano schierati; il cappello a forma di leone che Luna Lovegood aveva fabbricato l'anno prima ruggì festeggiando. 
Ginny sorrise, eccitata di essere nello stadio dove orde di studenti gridavano e facevano il tifo per loro. 
"Capitani, stringetevi la mano" disse Madama Bumb e i due Capitani obbedirono. "Sulle scope! Al mio fischio... via!" 
Ed eccoli in aria, partiti. Madama Bumb liberò velocemente la Pluffa, che fu intercettata con prontezza da Ginny che deviò Urquhart e sfrecciò in alto nel cielo sereno mentre Demelza e Dean la superavano di corsa per rivedere gli schemi che avevano progettato. 
"Ecco che partono, e credo che siamo tutti sorpresi di vedere la squadra che Potter ha messo insieme quest'anno!" disse una voce diversa da quella del solito commentatore e mentre Ginny passava la palla a Dean, diede un rapido sguardo al podio del commentatore: Zacharias Smith parlava dentro il megafono magico appartenuto a Lee Jordan. "Molti pensavano che, dato le prestazioni discontinue dell'anno scorso, Ronald Weasley potesse essere escluso ma naturalmente l'intima amicizia con il Capitano aiuta" aggiunse, e quelle parole furono accolte con risate di scherno e applausi da parte dei Serpeverde.
Distratta da Smith, Ginny vide a malapena la Pluffa che volava verso di lei ma la riuscì a prendere prima che Warringhton avesse il tempo di acciuffarla, e sfrecciò verso la porta avversaria ma Urquhart, con una forte spinta alla spalla, gliela fece cadere e si diresse a tutta velocità verso Ron, con i Cacciatori alle calcagna. 
"Troppo tardi, lenticchia!" le gridò Urquhart, mentre si preparava per una schiacciata. 
"Idiota!" 
"Ed ecco il primo tentativo di segnare di Serpeverde!" esclamò Smith dal megafono magico, e nella sua voce c'era una leggera nota di eccitazione. "Urquhart sfreccia per il campo e... Weasley para! Ah beh, deve pur avere fortuna qualche volta, immagino" 
Ginny sospirò di sollievo e riprese la Pluffa che Ron le lanciava. Entro pochissimi secondi, dopo vari passaggi e schemi tra lei, Demelza e Dean, la ragazza riuscì finalmente a segnare dando ai tifosi di Grifondoro qualcosa su cui festeggiare: il suo nome era dappertutto negli spalti e quell'atmosfera mise di buonumore Ginny, che avrebbe fatto di tutto pur di non far vincere i Serpeverde. 
"E la ragazza Weasley segna la prima rete per Grifondoro con un nuovo eccesso di fortuna!" annunciò Smith senza calore, mentre Dean e Demelza si passavano la palla. "Naturalmente, anche lei è intima amica del Capitano e siccome ai provini c'erano molte persone più in gamba di lei, si direbbe proprio che Ginny Weasley stia in questa squadra solamente per l'amicizia con Harry Potter" aggiunse, malignamente. 
Ginny assunse una faccia indignata: Harry non l'aveva mica scelta per la squadra perchè erano amici, e poi... intima amica, cosa? Quel Zacharias Smith stava di nuovo dicendo delle assurdità, forse per vendetta personale per quanto era accaduto all'inizio dell'anno o l'anno precedente col l'ES, ma la ragazza decise che oltre a fargliela pagare ai Serpeverde, gliel'avrebbe fatta pagare anche a quel tonto di Zacharias Smith. 
Il secondo gol dei Grifondoro fu segnato da Demelza, il terzo da Dean e gli altri tre da Ginny e Zacharias Smith decise che forse chiedersi se la ragazza e Ron, che oltretutto aveva fatto le migliori parate con la punta dei guanti, fossero in squadra solo perchè erano intimi amici del Capitano era assai noioso e cambiò bersagli, avventandosi sui due Battitori. 
Ginny aveva così il sangue bollente il testa che dominò l'impulso di scendere in picchiata sul podio per travolgerlo. 
"Naturalmente, Coote non ha la tipica stazza di un Battitore: in genere hanno più muscoli" buttò lì Smith. 
"Tiragli un Bolide!" disse Harry irritato, che passava di lì mentre cercava di scorgere il Boccino. 
Ma Ritchie sorrise e spedì un Bolide contro Harper: si udì con piacere il tonfo di un Bolide andato a segno.

Perchè Weasley è il nostro re
ogni due ne para tre
così noi cantiam perchè
perchè Weasley è il nostro re

Weasley è il nostro salvator 
col suo gioco pien d'ardor
vinceremo noi perchè
perchè Weasley è il nostro re.
 

Sembrava che Grifondoro non potesse sbagliare e i Cacciatori segnarono più e più volte, acclamati dalla folla impazzita; Ron finse pure di dirigere i cori del solito canto dall'alto sugli anelli, agitando le mani come se fosse un direttore d'orchestra. 
"Avete notato, vero? Ginny Weasley ha segnato molte volte, ma devo dire che anche un principiante sarebbe riuscito a segnare tutte quelle reti" disse Smith altezzoso e sprezzante, e i tifosi di Grifondoro esplosero in grida indignate contro il podio del cronista mentre la ragazza, ancora in conflitto con Warringhton per la Pluffa, era divertita e furiosa allo stesso tempo. 
"Lui sì che dice le cose giuste!" esclamò Warringhton indicando Smith, dandole uno spintone e barcollando. 
"Peccato che non abbia detto che non hai tenuto la Pluffa per più di due secondi!" ribattè Ginny acida, ricambiando il forte spintone e passando velocemente la palla a Demelza, che la lanciò nella rete avversaria e fece un altro gol. I Grifondoro festeggiarono ma d'un tratto la folla urlò di rabbia, accusando i Serpeverde di qualcosa. 
Ginny alzò lo sguardo e vide che Harper sfrecciava in alto, la mano tesa vicino a qualcosa, mentre Harry lo inseguiva. 
"E credo che Harper di Serpeverde abbia visto il Boccino!" esultò Zacharias Smith e Ginny sentì le viscere contorcersi: di sicuro era successo qualcosa in alto tra i Cercatori altrimenti i tifosi non avrebbero urlato indignati. "Sì, ha sicuramente visto qualcosa che a Potter è sfuggito!" aggiunse, eccitato al massimo. 
Che stronzo! pensò la ragazza, reprimendo ancora una volta l'impulso di avventarsi su Smith. 
Sembrava che la partita si fosse fermata: tutti guardavano in alto mentre si lanciavano la palla distrattamente e poi successe... il Cercatore di Grifondoro prese il Boccino e non appena il pubblico se ne accorse, esplose in un boato che quasi soffocò il fischio di fine partita. Ginny era così eccitata e felice di quella vittoria che non capì più nulla e si disse di agire in fretta, e per pura ripicca personale: scese in picchiata a tutta velocità verso il podio del cronista, travolgendo Zacharias Smith che strillò di terrore come una ragazzina, esattamente come quella volta nello scompartimento nell'espresso per Hogwarts. 
La ragazza rise: gliel'aveva fatta pagare e i Grifondoro era fuori di loro dalla gioia. 
"SIGNORINA WEASLEY!" sbraitò la McGranitt, premendosi una mano sul petto. "Per l'amor del cielo, torna qui!" 
E lei, che stava andando ad unirsi alla squadra festante, dovette fare dietrofront quansi buttando a terra Harry. 
"Ginny... dove vai?" chiese il ragazzo, ma lei quasi non lo sentì. 
"Cosa diavolo è successo?" chiese inorridita la McGranitt, guardando Smith che si agitava debolmente tra le risate degli altri tifosi. "Santissimi numi, vuoi farmi venire un infarto o cosa? Mi è praticamente saltato addosso, tutto impaurito! Che hai combinato, adesso?"
"Non sapevo le saltasse addosso, ecco perchè non è un Grif..." 
"Cosa-è-successo?" ripetè l'insegnante, interrompendo la ragazza. 
"Ehm... mi sono dimenticata di frenare, professoressa... mi scusi" mentì lei, spudoratamente. La McGranitt la osservò torva poi fece un piccolo cenno col capo come per dire che quella volta non faceva niente e Ginny scappò via dal podio del cronista, sentendo una risata fragorosa alle spalle. Si voltò e il suo cuore fece una piccola capriola all'indietro: Harry le sorrideva radioso e le corse incontro per abbracciarla. Non l'aveva mai fatto e la ragazza sentì dentro di sè qualcosa di strano... un emozione strana che le riempiva il cuore. 
Quando si lasciarono, furono travolti dall'abbraccio collettivo della squadra. 
"SIAMO STATI GRANDI!" esclamò Demelza, una volta negli spogliatoi. 
L'atmosfera era di puro giubilio. 
"Avete visto come l'ha fatta pagare a Smith?" chiese Ritchie alla folla, ridacchiando. 
"Quel ragazzo ha avuto quel che si merita!" disse Peakes. 
"Si fa festa su in Sala Comune, l'ha detto Seamus!" esclamò Dean entrando nello spogliatoio, baciando la fidanzata. "Andiamo... Ginny, Demelza!" aggiunse, e i tre ragazzi uscirono dallo spogliatoio eccitati come non mai e seguiti dai Battitori. 
La Sala Comune di Grifondoro non poteva essere più magnifica: Colin e Dennis li aspettavano con le macchine fotografica alla mano, chiedendo ai ragazzi di far loro una cronaca della partita con tutte le mosse e le azioni; Romilda Vane storse leggermente il naso e Ginny era sicura che avesse visto Harry abbracciarla, e probabilmente si era ingelosita; ragazzi che non conosceva le davano pacche festose sulle spalle e Dean era così contento che neanche si accorse che Ginny si era messa a chiacchierare con alcuni ragazzi che si stavano complimentando con lei dei suoi favolosi gol. 
"Vieni, Arnold..." sussurrò Ginny felice, aprendo la gabbietta della sua Puffola per lasciarla libera. 
"Burrobirra?" chiese Seamus con sguardo vacuo. 
"Ti ringrazio!" replicò lei sorridendo, e bevve la sua Burrobirra, appoggiandosi al tavolo delle bibite e godendosi la festa. Demelza e Ritchie sembravano impazziti e non facevano che brindare; Dean era scherzava con Seamus e Calì; Lavanda Brown sembrava di guardia al buco del ritratto. 

Perchè Weasley è il nostro re
ogni due ne para tre
così noi cantiam perchè
perchè Weasley è il nostro re. 


Ron entrò dal buco del ritratto e fece un gran sorriso a tutti, rosso come un peperone ma immensamente soddisfatto. Incrociò lo sguardo della sorella e cercò di avviarsi nella sua direzione, cercò di avviarsi appunto... perchè d'un tratto la strada di Ron fu sbarrata da Lavanda Brown che, con un piccolo urletto eccitato, gli gettò le braccia al collo e lo baciò con passione. 
"Oh-mio-dio..." sussurrò Ginny disgustata, ferma come una baccalà nel mezzo della Sala Comune mentre suo fratello e Lavanda si dirigevano, tra gli applausi di tutti i festosi Grifondoro, nell'angolo più remoto per sbaciucchiarsi e contorcersi come due anguille. E così, quella cosa era lei? A Ron non piaceva per niente Lavanda... a Ron piaceva Hermione! 
Hermione... 
Ma perchè diavolo quel demente di Ron l'aveva fatto? Per vendicarsi della sorella che gli aveva detto tutte quelle cose e per dimostrarle che anche lui aveva una vita amorosa attiva quanto la sua? Sì, molto probabilmente per quello. Ginny era così angosciata e così in pena per Hermione che guardando oltre la folla distinse la sagoma della ragazza, che sicuramente si era accorta che Ron era in bella compagnia: sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. 
Ginny non vedeva come avrebbe potuto aiutare Hermione, forse era tutta colpa sua se il fratello aveva fatto quella cazzata...
Ci furono altri applausi festanti quando Harry Potter fece il suo ingresso nella Sala Comune. Romilda Vane e le sue amiche quasi gli saltarono addosso ma lui si liberò molto presto di loro, tuffandosi verso il tavolo delle bibite e imbattendosi in Ginny. 
"Cerchi Ron?" gli chiese subito lei, con una smorfia. "E' laggiù, quello schifoso ipocrita" aggiunse. 
Harry guardò nell'angolo indicato da Ginny e non appena vide Ron e Lavanda avvinghiati assunse un espressione indescrivibile: che era completamente disgustato l'avevano capito anche i non vedenti e sembrava stesse combattendo con l'impulso di vomitare. 
Ginny lo capiva benissimo. "Sembra che le stia mangiando la faccia, no? Ma suppongo che debba affinare la tecnica" osservò, disgustata e indifferente. Lo disse con tutto lo sdegno possibile che riuscisse a trovare, poi si rivolse di nuovo al ragazzo: "Bella partita, Harry" e dandogli un colpetto sul braccio, si allontanò per prendere dell'altra Burrobirra e sperando che quella festa finisse in fretta. 
I sensi di colpa quasi la divoravano... 




Il Natale si avvicinava in fretta e oltre al Natale anche la festa di Lumacorno. Nei corridoi non si parlava d'altro che della festicciola di Lumacorno e le ragazze tendendevano a convergere sotto rami di vischio ogni volta che passava Harry rendendogli la vita un inferno e Ginny trovava quel comportamento così infantile che ogni volta faceva dietrofront e cambiava strada per non trovarsi più davanti alle pluffe quella brutta faccia sbavosa di Romilda Vane: era decisamente irritata, e le detestava tutte a morte. 
Inoltre, Ron e Lavanda stavano insieme, ma più che stare insieme e parlare civilmente come due fidanzati si impegnavano solamente a sbaciucchiarsi dappertutto senza ritegno. Dean e Calì erano raggianti per quella situazione, Seamus di meno; Dean rivelò alla fidanzata che molto tempo prima era lui che si frequentava con Lavanda. L'unica che stava davvero male per quella situazione era Hermione, che passava molto più tempo in solitudine. 
"Perchè ti incolpi inutilmente?" sbottò Demelza impeccabile. "Certo, è strano che Ron abbia baciato Lavanda Brown proprio dopo il vostro litigio ma non credo l'abbia fatto per questo. Forse un poco, forse Lavanda si era solo trovata al posto giusto e al momento giusto e forse Ron l'ha assecondata per questo... ma infondo non è stata colpa sua, l'avrebbe fatto lo stesso!" 
Erano le cinque di pomeriggio e quella sera alle otto ci sarebbe stata la festa di Natale di Lumacorno ma Ginny e Demelza in quel momento non parvero preoccuparsene per niente, anche se Demelza, che non era stata invitata da nessuno, non avrebbe dovuto preoccuparsene lo stesso. Ginny era troppo frustrata dal presunto triangolino che si era venuto a creare tra Ron-Hermione-Lavanda e la festa era proprio l'ultimo dei suoi pensieri.
"Sì, ma io credevo che a lui piacesse Hermione!" s'intestardì Ginny arrabbiata, mentre giocherellava distrattamente con Arnold la Puffola Pigmea, mollemente distesa sul divano come se fosse ad una seduta psichiatrica. "Da quando in qua a lui piace Lavanda? Non gli è mai piaciuta quella ragazza... o almeno, non so... gli è sempre piaciuta Hermione e lo sa tutta Hogwarts!" 
Fece un versetto per poi tornare a rivolgere la sua attenzione alla sua Puffola Pigmea viola, meditando su cosa avesse tanto fatto perdere la testa a Ron in quel modo e pensando alla sua amica sofferente: chissà se quella sera sarebbe venuta alla festa e soprattutto con chi sarebbe venuta alla festa, dato che Ron stava con quell'oca di primo grado di Lavanda Brown. 
Demelza sbuffò, poi disse: "Comunque, arrivo or ora dal bagno e ce n'erano una decina... compresa quel segugio di Romilda Vane, che cercavano di decidere come far avere ad Harry Potter un filtro d'amore. Sai, per essere invitate alla festa di Lumacorno" 
Ginny, che al solo nome di quella tonta della Vane si era drizzata sulla sedia, sgranò gli occhi. "Coooosa? Ma che diavolo stai dicendo, Dem? Credevo... credevo che Gazza avesse messo al bando le cose dei Tiri Vispi! E tutti i gufi vengono perquisiti!" sbottò. 
"E da quando in qua Gazza fa il suo lavoro?" riprese Demelza irritata, e probabilmente le bruciava ancora per la collana maledetta toccata a Katie Bell. 
Ginny ci mise un paio di secondi per rendersi conto della realtà. 
"Sono una scema... Fred e George mandano i filtri e le altre cose sotto forma di profumi e pozioni per la tosse!" esclamò, schiaffandosi una mano sulla fronte come se fosse stata la cosa più ovvia. "Ma certo, fa parte del loro servizio ordini via gufo! Come ho potuto dimenticarmene? C'era anche scritto sull'etichetta delle bottigliette che mi hanno mostrato quest'estate al loro stesso negozio!" 
Demelza boccheggiò. "Ma... quindi Gazza viene imbrogliato?" chiese, scioccata. 
"Sì" rispose la ragazza in un sussurro, sbuffando e irritandosi subito. "Dovrebbe spettare a lui riconoscere i filtri d'amore ma è un perfido e brutto Maganò quindi non credo che sappia distinguere una pozione per la tosse da un filtro d'amore. Non credi?"
"No, proprio no" convenne Demelza. 
"Spero solamente che Harry stia attento a ciò che accetta dalle ragazze" 
"I filtri d'amore non sono pericolosi" obbiettò Demelza.
"Ma Romilda Vane sì..." disse Ginny pensando che se la ragazza aveva partecipato ai provini per il Quidditch non sapendo distinguere il capo della scopa oppure optando per un trucco nero forte per risaltare lo sguardo o ancora salendo a cavallo della sua scopa con la gonna, poteva fare qualunque cosa. Ginny non riusciva ad immaginare Harry che aveva un ossessione per quella ragazza, la cosa la faceva rabbrividire tutta. 
A interrompere i pensieri delle due fu Hermione, che avanzò verso di loro tutta ansimante come se avesse corso per tutta Hogwarts e Demelza con un'affermazione assai eloquente le lasciò da sole e andò dal lato opposto della Sala Comune dicendo di avere dei compiti da fare quando poi li aveva già finiti da un pezzo. Ma questo Hermione non lo sapeva, ed era meglio che continuasse a non saperlo. 
"Ciao, ti trovo... bene" mormorò Ginny interdetta, fissando Hermione che sorrideva radiosa. 
"Oh, sì! Ho deciso di venire lo stesso alla festa di Lumacorno ma ovviamente non ci andrò con tuo fratello" Hermione fece una lunga risatina di gola che non le apparteneva e poi divenne seria in un botto. Come una schizofrenica, se non peggio. "E indovina con chi esco stasera? Con Cormac! Cormac McLaggen, s'intende. L'ho appena invitato, Ron andrà sicuramente fuori di testa e poi magari..." 
"CHE COSA?" strillò Ginny scioccata, sperando con tutto il cuore di non aver capito bene e facendo sussultare alcuni timidi ragazzini del primo anno che la guardarono spaventati. "Tu hai... hai... hai sul serio invitato Cormac McLaggen? Ma sei impazzita o cosa?" 
"Sì, forse" borbottò Hermione divertita, facendo di nuovo quella risatina schizofrenica. "Ron si arrabbierà, non credi? Ma certo che si arrabbia, odia Cormac. Per un attimo avevo preso in considerazione Zacharias Smith ma non credo che avrei sopportato un'intera serata insie..."
"CHE COSA?" strillò Ginny nuovamente, ancora più scioccata di prima e sicura di aver udito il nome di un Tassorosso indesiderato. 
"Non fare così" rise Hermione. 
"Cormac... da quando vi date del tu?" 
"Da oggi. Ascolta Gin, questo è un piano geniale per far arrabbiare tuo fratello!" 
"Ci credo" borbottò la ragazza, facendo un cenno col capo. "Ma McLaggen è una cosa, non è tanto brutto... anzi, è bruttino però se non avesse quel carattere di merda forse sarebbe stato carino perchè il fisico ce l'ha, e non fare quella faccia scandalizzata, perchè il fisico ci sta tutto. Ma in nome della sanità mentale, Hermione... dove lo mettiamo Zacharias Smith?" aggiunse sgranando gli occhi, ma Hermione aveva inziato a ridere ed era partita per la tangente quindi non rispose. 
I maschi non sapevano una ceppa sugli abissi nei quali le ragazze potevano sprofondare per amor di vendetta.
Demelza salutò l'amica e si unì agli amici mentre Ginny faceva compagnia ad Hermione, e insieme scesero in Sala Grande per la cena prima della festa e allungarono di più la strada per raccontarsi le ultime cose. Ginny raccontò ad Hermione che aveva i suoi sospetti riguardo a suo fratello e le chiese scusa per il fatto di aver in qualche modo spinto suo fratello a fare una roba del genere come baciare Lavanda Brown ma Hermione, come Demelza, disse che non era colpa sua e che ormai era fatta e che sarebbe andata avanti con la vendetta di cui le aveva parlato, sperando che non andasse tutto a rotoli. 
"Non so perchè mio fratello è così idiota ma proprio con quella Lavanda... insomma, ehm... si parlano a malapena!" insistette Ginny disperata, cercando di convincere Hermione che davvero non voleva causare danni. "Sono stata in colpa per tutto questo tempo e credevo che non mi volessi rivolgere più la parola..." 
"Scherzi? Lui ti aveva offesa, era ovvio che ti dovessi difendere!" esclamò prontamente Hermione, poi aggiunse: "Ti vedi con Dean, stasera?" 
"No, mi vedo con Sir Nicholas" rispose sarcastica la ragazza. "Sì, vado alla festa con Dean... per forza..." 
"Non sembri felice" osservò Hermione, scrutandola. 
"Certo che sono felice, solo che... insomma, Dean non mi da spazi" 
"In che senso?" 
"In tutti i sensi, e adesso è anche nella squadra" disse Ginny piano, sottovoce. "Avrei voluto parlare con te prima solo che Dean mi occupa tutto il tempo libero, e non ho potuto nemmeno stare con i miei amici. Non lo so, molte volte vorrei dargli un calcio nel sedere per essere libera anche solo per un momento. Ed è brutto da dire, ma sono sull'orlo di una crisi di nervi... e quest'anno ho anche i GUFO!" aggiunse, e Hermione si fece d'un tratto più comprensiva. 
"Hai ragione, devi parlargli" dichiarò. 
Ginny annuì decisa a parlargli quella sera alla festa di Natale di Lumacorno, poi cambiò radicalmente discorso. "Ma Harry con chi va alla festa? Ho saputo che Romilda Vane e le sue amiche vogliono fargli avere di nascosto un filtro d'amore, deve fare attenzione a ciò che accetta dalle ragazze"
"Oh..." fece Hermione, "lui è davvero riservatissimo su queste cose, sai. Dice che non vuole invitare nessuna ragazza ma molto spesso è distratto, sorridente e con la testa tra le nuvole... e mi sa che mente, mi sa che si è innamorato" aggiunse, lanciandole uno sguardo. 
Ginny aveva improvvisamente un nodo in gola e non riusciva a capire perchè una semplice affermazione potesse farle quell'effetto. Riuscì a mettere su tutto il contegno del mondo e disse: "Mi fa piacere per lui, davvero. Insomma, avrà quella ragazza di cui è innamorato ai suoi piedi entro pochissimo tempo quindi potrebbe anche spicciarsi ad invitarla... n-no?" la sua voce era ridotta in un sussurro. 
"Non so, questa faccenda è proprio strana" disse Hermione distrattamente. 
"Strana? Dovresti scoprirlo!" 
"Mica me lo direbbe... si vergogna, quello scemo" 
"Hermione, devi insistere. Sei sua amica o cosa?" 
"Sì, ma perchè ti interessa tanto?" 
Ginny aprì la bocca, poi la richiuse. "Sono solamente curiosa" scrollò le spalle, con evidente disinvoltura. 
"Ma..." le parole di Hermione furono interrotte da uno strillo proveniente da Pix. 
"Potty ha chiesto a Lunatica di andare alla festa! Potty ama Lunatica! Potty aaaaaaaama Lunatica!" 
Gli studenti si voltarono dalla parte del Poltergheist e le ragazze si imbronciarono iniziando a spettegolare tra di loro e in un attimo, grazie agli strilli di Pix, tutta la scuola sembrava sapere che Harry Potter aveva chiesto a Luna Lovegood di andare alla festa con lui. Ginny sgranò gli occhi come per ricordare le parole di Hermione sul fatto che il ragazzo era innamorato ma non poteva mai essere innamorato di Luna, perchè seppure Luna era carina non era la tipa per lui... era troppo anormale. Perchè, diciamocelo, Harry Potter era Harry Potter e aveva bisogno di qualcuna mano pazzoide di Luna. 
"Ragazze!" trillò una voce sognante. 
"Luna!" esclamarono le due, voltandosi dalla sua parte per sorriderle. Luna Lovegood sembrava raggiante e ma c'era un brusio proveniente dalle ragazze nei corridoi che faceva pensare che loro erano lungi dall'essere raggianti. 
"Harry mi ha chiesto di andare alla festa con lui come amica" annunciò Luna serena.
Il ragazzo avrebbe potuto scegliere chiunque e aveva scelto Luna: era stato davvero un bel gesto. 
"Oh, sono così felice!" Ginny abbracciò l'amica, e lei le diede qualche colpetto sulla spalla. "Davvero, è magnifico che ti abbia invitata! Sono mille volte più felice se ha invitato te che qualche oca di ragazza che sta in questo corridoio a guardarti come se volesse ammazzarti" 
Hermione fissò Ginny in tralice. "Gin ha ragione, è stato bello da parte sua. Comunque, quando ti ha invitata?"
"Prima dell'ultima lezione" rispose Luna tranquilla. 
"Siamo contente" ripeterono all'unisono le due. 
"Sì, sono così emozionata! Meglio che vada... così mi preparo per la festa" canticchiò la ragazza, e corse via veleggiando. 
Ginny e Hermione entrarono nella Sala Grande e non appena ebbe individuato Ron seduto accanto a Lavanda, corse per prendere posto accanto a Harry... forse per mettere in atto il suo grande piano di vendetta. Ginny sorrise e si diresse verso Dean e i suoi amici, che già cenavano ed erano poco lontani dai ragazzi. 
"Avresti potuto invitare chiunque!" Ron stava rimproverando Harry. "Chiunque! E hai scelto Lunatica Lovegood?"
"Non chiamarla così, Ron!" intervenne Ginny irritata, fermandosi alle spalle dei due ragazzi. Poi si rivolse ad Harry, ignorando il fratello: "Sono proprio contenta che tu l'abbia invitata, Harry, è così emozionata" e sorridendogli, passò oltre per sedersi accanto a Dean.
"Avete saputo?" chiese subito in un sussurro, incapace di trattenersi.
I ragazzi annuirono e qualcuno rise. 
"Strano tipo Harry, vero?" chiese Dean sconcertato, dando un bacio sulla guancia a Ginny e continuando a cenare. "Avrebbe davvero potuto invitare una ragazza davvero carina ma ha scelto Luna Lovegood: si è ammattito! Dico, la Lovegood non è poi chissà quale bellezza e..." s'interruppe. 
Ginny lo stava fissando malissimo: una cosa era dire che avrebbe potuto invitare chiunque e un'altra cosa era dire che avrebbe potuto invitare una ragazza carina perchè Luna non era chissà quale bellezza. 
"Luna è carina" dichiarò la ragazza, arrabbiata. 
"Mi hai frainteso. I-io... intendevo... che ci sono molte ragazze carine..." 
"Luna è carina!" ripetè lei ad alta voce e inforcò la sua salsiccia con tanta ferocia che Dean zittì all'istante, spaventato da tanta ferocia. "Ed è anche intelligente! Non è un oca come tutte le altre ragazze, non è una di loro! E poi è... una persona speciale, molto speciale di quello che credono le persone superficiali come te!"
"I-io n-non volevo d-dire che..." Dean balbettava. 
"Beh, quello che volevi o non volevi dire non importa" tagliò corto la ragazza acidamente e ingoiò un pezzo enorme di salsiccia mentre Dean deglutiva confuso e inorridito allo stesso tempo: quello era di sicuro un buon modo per iniziare la serata.






Angolo autrice
Che ve ne pare? Ovviamente, la parte dell'assassinio al padre di Vick sarà spiegata più tardi perchè non è una cosa casuale ma servirà soprattutto per la trama che si svilupperà una volta concluso il ciclo di avventure del sesto libro. La parte in cui Astoria dice di Draco malato è sempre un indizio sul suo futuro comportamento, ma per il momento sono una tomba. Vediamo che Ginny è troppo felice che Luna sia andata alla festa con Harry... quindi questo è già un indizio e poi il fatto che lei difenda Luna mi piace, perchè alla fine Luna diventerà la sua migliore amica ed è bello che possa andare contro il suo fidanzato per difendere un'amica. Io l'avrei fatto. 
Un bacio!

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Capitolo 53
*** Un Natale incasinato. ***


UN NATALE INCASINATO.


"Ginny, e che cavolo, non puoi andare alla festa in felpa e jeans!" 
"... proprio no?" 
"Proprio no. Ho visto Lumacorno e ha già detto che è una festicciola elegante, quindi mettiti questo e fai silenzio" 
Ginny guardò il vestitino di lana che Alice le porgeva e fece un piccolo sorrisino stiracchiato: era della compagna ma lei gliel'aveva prestato, dato che erano quasi della stessa taglia. Magari le sarebbe andato un tantino grandicello, però meglio di nulla. Rose e Alice continuarono a costringere la compagna ad indossare collant e vestitino acquamarina mentre Demelza sbuffava, leggendo un libro. Per Demelza, Ginny avrebbe potuto indossare qualsiasi cosa ma in assenza di Vicky ci avevano pensato Alice e Rose a renderla presentabile per quella festa: loro erano state invitate da alcuni Corvonero ed erano molto eleganti. 
Alle otto in punto, Ginny si diresse nella Sala d'Ingresso dove si guardò intorno alla folla di studenti eleganti e scorse Dean, che era particolarmente elegante e l'aspettava ai piedi della scalinata di marmo: portava una giacca nera e un pantalone in tinta, compreso di cravatta. Appena vide la fidanzata, il suo sguardo si illuminò e le venne incontro; le gli sorrise radiosa. 
"Sei bellissima" disse lui sincero, dandole un bacio sulle labbra. 
"Anche tu stai bene" replicò Ginny allegramente, e insieme si avviarono verso l'ufficio di Lumacorno.
"Scommetto che qualcuno ti ha costretto ad indossarlo" borbottò Dean ilare, accennando al vestitino di lana. 
"Hai vinto la scommessa. Mi hanno detto che dovrebbe venire un vampiro, lo sai?" 
"Un vampiro?" 
"Sì... così ho sentito"
"Non possono invitare un vampiro, ci sono un sacco di studenti!" 
"Io ti ho avvisato, attento al collo" precisò la ragazza, mentre i due si avvicinavano sempre di più all'ufficio di Lumacorno. Ad ogni passo, il rumore di risate, musica e voci aumentava sempre di più fin quando non divenne difficile udire anche solo la voce di chi ti stava vicino. Ginny si avvicinò alla porta dell'ufficio e bussò più volte e più volte per farsi sentire, poi Lumacorno comparve sulla soglia con fare molto energetico.
"Signorina! E il tuo cavaliere! Entrate, entrate pure!" tuonò cordiale, facendo un cenno ai due ragazzi. 
"Grazie, professore" ribattè Ginny incuriosita, accomodandosi nell'ufficio seguita da Dean. 
"Fate come se foste a casa vostra!" 
Lumacorno trotterellò via da loro e Ginny si guardò velocemente intorno, rimanendo stupefatta: che avesse ricorso o no a qualche espediente magico, l'ufficio di Lumacorno era molto più grande degli uffici degli altri insegnanti e sembrava perfino più grande rispetto all'ultima volta che la ragazza era entrata lì dentro. Il soffitto e le pareti erano ricoperti da arazzi color smeraldo, cremisi e oro; la stanza era molto affollata e calda, dove svolazzavano fatine scintillanti; c'erano stregoni che fumavano la pipa e elfi che portavano pesanti vassoi carichi di cibo. 
Una festa di Natale in grandissimo stile. 
"Ma... è bellissimo qui" mormorò lei, mentre i suoi occhi giravano in tondo per non perdersi neanche un particolare di quella stanza, e sopratutto per vedere chi dei ragazzi che conosceva era stato invitato: c'erano alcuni membri dell'ES, delle squadre di Quidditch della scuola e anche Micheal Corner, il suo ex ragazzo. 
"Sì, vero? Andiamo!" fece Dean, che aveva individuato un posto per sedersi. 
"Giusto... meglio se ci sediamo" 
Ma prima che Ginny potesse fare un solo passo un ragazzo alto, pallido da far paura e con ombre scurissime sotto gli occhi le si parò davanti e la guardava incantato come se non avesse visto nulla di simile. La ragazza non dovette farselo dire da lui che era un vampiro, lo si vedeva lontano un miglio. Probabilmente era quello il vampiro affascinante di cui tutta la popolazione femminile di Hogwarts non aveva fatto altro che parlare. 
"Salve, mi chiamo Sanguini" disse, con voce roca. 
"Andiamo a sederci" sbottò Dean scorbutico, tirando la fidanzata per un braccio per allontanarla da Sanguini. Il vampiro non parve molto offeso da quel comportamento offensivo, anzi, iniziò di nuovo a guardarsi in giro per la sala, come se quell'incontro non fosse mai avvenuto e come se avesse appena subito un incantesimo di memoria. 
"Sì ma iniziamo proprio bene, eh!" aggiunse Dean, quando si furono allontanati. 
"Non aveva fatto nulla" ci tenne a puntualizzare Ginny annoiata, sedendosi su un divanetto.
"Quanto sei ingenua... è un vampiro, mica un tenero orsacchiotto da compagnia!" esclamò Dean, non curandosi di abbassare la voce e prendendo anche lui posto sul divanetto accanto alla ragazza. "E non so se l'hai notato ma ci stava appena provando con te, voglio dire... forse non te ne sei nemmeno accorta" 
"Infatti, nessuno ci provava" tagliò corto la ragazza. 
Era già stufa marcia di quella festa, ma per mettersi a proprio agio e non rovinare tutto si costrinse a cambiare radicalmente argomento tentando di parlare di tutto per non provocare Dean e una futura e ridicola scenata nel bel mezzo di una festa di Natale che avrebbe dovuto essere in armonia. Passarono la prima mezz'oretta a chiacchierare tranquillamente, dimenticandosi di Sanguini e di tutto: esistevano solamente loro due. Poi, Hermione e McLaggen attirarono l'attenzione dei due ragazzi e Ginny li fissò con uno strano moto di disgusto: McLaggen sembrava trovare affascinante Hermione e la ragazza non vedeva l'ora di scrollarselo di dosso. 
"Dove vai?" chiese Dean, balzando in piedi quando la ragazza si avvicinò ai due che erano schiacciati in un angolino della sala. "Ehi, aspettami! Vengo anch'io, un attimo!" aggiunse, correndole dietro mentre lei lo ignorava. 
"Ragazzi!" li salutò sollevata Hermione, allontanando la testa dalle labbra di McLaggen. 
"Ciao. Ehm... Hermione, posso parlarti in privato?" chiese Ginny esitante, notando che forse non era l'unica che trovava quella festa una totale perdita di tempo. 
Dean sbuffò da quello che sembrava un evidente esclusione ma la ragazza non perse tempo a rispondergli e ignorandolo, si allontanò in fretta dai due ragazzi. Poi Hermione si coprì il volto con le mani, tutta paonazza di vergogna. 
"Ma che diavolo ti è successo? Sembra quasi che tu sia uscita a fatica da un Tranello del Diavolo!" 
"Ohhh!" fece Hermione disperata. "Non ne posso proprio più, sul serio! Sto pensando seriamente di filarmela... credevo di aver fatto una cosa buona e invece? No, mi sto annoiando a morte e McLaggen vuole per forza baciarmi. L'ho piantato in asso sotto il vischio con la scusa di voler godermi la festa, ma non ce la faccio. Non mi ha fatto una domanda su me, e ho dovuto subirmi per tutto il tempo le Grandi Parate di Cormac McLaggen"
Sembrava esaurita. 
"Datti alla macchia" suggerì Ginny comprensiva, che avrebbe tanto voluto unirsi a lei. 
"Magari" disse Hermione in tono lamentoso. "D'accordo, allora io me la filo..." aggiunse, e sparì veloce come se si fosse appena Smaterializzata. 
Ginny non riusciva a credere che Hermione se la fosse cavata con così poco ma dovette ammettere che forse avrebbe dovuto parargli le chiappe con McLaggen, magari inventarsi una scusa da amica per non farle fare una figuraccia. Tossicchiò per annunciare la sua presenza, Dean la fissò male per averla abbandonata in quel modo e Cormac alzò il capo speranzoso. 
"Hermione?" chiese. 
"Si è andata a incipriarsi il naso" rispose Ginny velocemente, con una certa ansia. 
Due paia di occhi sconvolti si posarono su di lei. 
"Ehm... volevo dire, si è sentita male. Cavolo, ma quanto ha mangiato?" 
Rendendosi cosnto di stare per fare dei casini uno dietro l'altro, Ginny si affrettò a fuggire via da McLaggen e lasciarlo lì con l'illusione che Hermione non l'avesse per nulla dato buca. Dean la seguì immediatamente, ma non chiese spiegazioni: forse aveva capito. In ogni modo, i due ragazzi si goderono la festa mangiando e brindando con Burrobirre fino a diventare un sacco allegri... ma la festicciola era noiosa, e poco ci mancava che la ragazza non cadesse addormentata. 
"Buonasera, professoressa Cooman" disse Ginny all'improvviso, lieta di avere qualcosa da fare per staccare la spina con Dean e avanzando verso Luna e la strana professoressa di Divinazione, che strabuzzò gli occhi e la guardò come se non la riconoscesse (probabilmente aveva bevuto così tanto che non la riconosceva davvero), parlando con la voce vibrante e profonda di sempre. 
"Buonasera, cara" rispose la professoressa, stralunata. 
"Ciao, Luna... ti piace la festa?"
"Oh, mi sto divertendo!" esclamò Luna serena. 
"E lei come sta, professoressa?"
"Il mio Occhio è parecchio offuscato a causa di tutto questo caos, ma nel complesso sto bene" disse la Cooman teatrale, prendendo un altro calice. "Stavamo giusto parlando di un complotto fatto dal Ministero della Magia, la sua amica mi stava giusto dicendo..." 
"Il Ministero della Magia ha fatto un complotto?" chiese Dean perplesso.
"Il Complotto Zannamarcia" disse Luna con un gran sorriso. 
"Complotto Zannamarcia?" ripetè Ginny divertita, sgranando di poco gli occhi. 
"Stavamo parlando poco fa anche con Harry Potter" proseguì la Cooman seria, e la ragazza le rivolse la sua attenzione. "Lui vorrebbe tanto diventare un Auror ma gli Auror, come ci stava dicendo la signorina Lovegood, fanno parte del Complotto Zannamarcia"
"Sì, lavorano per minare il Ministero della Magia usando combinazione di Magia Oscure e piorrea!" li informò Luna tranquillamente e Ginny scoppiò a ridere: era ovvio che gli Auror non facessero parte di nessun complotto ma d'altronde, la ragazza era troppo abituata a sentire le strabilianti storie che si inventava la sua amica per rendersi conto della parte ridicola della situazione. 
"Vado a prendere qualcosa da bere" borbottò Dean con l'aria di chi non vedeva l'ora di levarsi i matti di torno, allontanandosi da lei per andare al tavolo delle bibite e prendere qualche altra Burrobirra. La fissò come se il suo sguardo potesse dirle 'non muoverti e non parlare con i ragazzi' e la ragazza sbuffò d'impazienza e iniziò a battere il piede a terra, scocciata da quella situazione mentre guardava gli studenti danzare, divertirsi e chiacchierare tra loro, facendo amicizia. 
Stava giusto pensando seriamente alla fuga quando una voce la fece sobbalzare, e non era la voce di Dean. 
"Ciao" disse Micheal Corner, sedendosi accanto a lei. 
"Micheal" lo salutò Ginny indifferente, mentre sperava con tutto il cuore che Dean non facesse nulla di stupido vedendola insieme a lui. 
"Come va?" chiese lui. 
"Una meraviglia, a te?" 
"Lo stesso. Ti ho vista da Madama Piediburro con Dean Thomas, non mi hai visto?" 
"Sì" dovette rispondere la ragazza, "ma eri davvero occupato e non volevo disturbarti" 
"Tu non disturbi mai! Insomma... mi stavo chiedendo se... beh, mi dispiace per quello che è successo tempo fa... la partita e..." 
"Non devi dirmi nulla, Micheal. Ormai è passata, davvero" lo interruppe Ginny velocemente, che non credeva affatto che fosse una buona idea essere lì a parlare con il proprio ex ragazzo di loro due quando Dean sarebbe piombato lì da un momento all'altro. 
"Sì, ma... volevo lo stesso chiederti scusa..." borbottò Micheal, impacciato.
"Non devi chiedermi scusa"
"Chiedo scusa" disse una voce irritata, la voce di Dean. 
Ginny trasalì e per pochissimo non scoppiò a ridere in faccia ai due ragazzi a causa di quella ripetizione della parola scusa, ma lo sguardo di Dean era poco più dall'essere minaccioso e quella che sarebbe stata una forte risata fragorosa svanì nel nulla: e adesso che cosa sarebbe successo? 
E adesso sto nella merda, scusate tanto.
"Micheal se ne stava giusto andando via" borbottò la ragazza in fretta, e lui annuì, alzandosi. 
"Ecco, bravo!" sbottò Dean furioso, facendo un cenno con la mano poco gentile nonostante l'avesse occupata da un bicchiere. 
"Ascolta... è inutile che ti scaldi tanto, so benissimo che voi due state insieme e io non intendo intromettermi nel vostro rapporto" spiegò Micheal con una certa nota di impazienza nella voce: sembrava annoiato. "Ero solo passato a salutare e a chiarire, va bene? Puoi chiederlo a lei!"
"Sì, come vuoi, ma adesso puoi anche anda..."
"Dean, per l'amor del cielo!" esclamò Ginny esasperata, afferrando il braccio di Dean mentre Micheal, con un lieve cenno di saluto alla ragazza, si allontanava da lì per unirsi di nuovo alla sua fedele accompagnatrice piangente.
Dean lo fissò in malomodo. "Sbaglio oppure quello era Micheal Corner?" chiese il ragazzo, furente.
"Non sbagli" 
"E sbaglio oppure tu e lui stavate insieme l'anno scorso?" 
"Non sbagli" ripetè Ginny annoiata, sorseggiando la sua Burrobirra. 
"E sbaglio oppure..." 
"Oh, piantala!" sbottò la ragazza, cominciando a scaldarsi e posando i boccale di Burrobirra sul tavolino con tanta forza che parecchi presenti si voltarono per guardarla. "Non ha fatto nulla di male e neanche io, a dirla tutta! Non è passato per implorarmi in ginocchio di rimettermi insieme a lui, è passato per chiarire e l'ha detto anche lui! Perchè diavolo tu non ci credi?" aggiunse, rabbiosa.
"Voi due stavate insieme!" urlò Dean, come se la cosa non fosse abbastanza chiara.
"Senti, è possibile mai che tu non ti debba fidare di me?" attaccò Ginny inalberandosi tutta, con il sangue alla testa. Sarebbe stato meglio rifiutare l'invito a quella maledetta festa... avrebbe potuto passare più tempo con i suoi amici dato che l'indomani sarebbe partita presto per la Tana. "Micheal voleva solo chiarire e non c'è bisogno che fai tutte queste scenate ridicole! Per non parlare degli ammonimenti quando alcuni ragazzi ci guardavano... ma che ti prende?"
"Ci volevano provare con te e tu dai loro corda!" 
"Da quando in qua vieni a dirmi ciò che devo o non devo fare? Ma poi... che diavolo sto dicendo? Io non ho fatto proprio un bel niente!" 
"Se parli con gli altri ragazzi mi fai imbestialire, cosa ci posso mai fare? Io... tu non... non ti permetterò..." 
"PERMETTERMI?" ripetè Ginny scandalizzata, la voce acuta e squillante. "Oh, ne ho davvero abbastanza! Me ne vado, restaci tu qui a romperti le palle!" 
Si voltò con rabbia e decisione, aprì la porta con tanta forza che parecchi invitati sobbalzarono spaventati e se la chiuse alle spalle con un tonfo altrettanto secco: mentre correva, diretta nel dormitorio femminile di Grifondoro in modo che Dean non potesse seguirla, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era quella di volersi assolutamente sfogare con Hermione o con Demelza. 




Il giorno dopo, la partenza fu così veloce che Ginny ebbe giusto il tempo di raccontare velocemente a Demelza e i suoi amici che aveva litigato pesantemente con Dean che loro se l'erano già filata su per il camino della McGranitt. Dean non si era fatto proprio vedere per tutta la mattinata (forse era rimasto insonne per tutta la notte frignando come un ragazzino) e la ragazza non aveva assolutamente intenzione di andare a salutarlo, quindi si precipitò subito nell'ufficio della McGranitt per raggiungere la Tana tramite Metropolvere. Aveva indugiato a salutare Hermione per convincerla a venire alla Tana ma lei aveva detto no più volte e si era limitata a sentire le novità che l'amica le raccontava, raccontando a sua volta cos'era successo alla festicciola di Natale di Lumacorno. 
Durante quei giorni di festa, alla Tana regnava l'allegria e non appena furono passati un paio di giorni (giorni in cui si rilassarono) dall'arrivo a casa, i ragazzi cominciarono a decorare la casa con festoni, ghirlande e luci colorate.
"Potresti anche venire ad aiutarmi con l'albero!" gridò Ginny spazientita ai fratelli e Harry, salendo su una scala trabballante. Era la vigilia di Natale e l'atmosfera lì in casa era di pura festa, era come se non ci potesse essere nulla di brutto a guastare quell'armonia.
"Che succede?" chiese Ron entrando in stanza, con l'amico alle calcagna. 
"Se mi aiutate a fare l'albero si fa prima" disse Ginny in tono imperioso, sempre in piedi sullo sgabello con le palline e le luci in mano come una baccalà lessa. "Tra pochissimo è pronta anche la cena e non abbiamo fatto nemmeno l'albero!" aggiunse, mettendo il muso. 
"Ma papà, Bill e Lupin ancora devono arrivare" obbiettò Ron. 
"Beh, la mamma mi ha detto così..." 
"Cominceremo senza di loro?" 
"Certo che no! Ti pare che ceniamo senza di loro? Piuttosto, dammi una mano" 
Ron borbottò qualcosa a proposito delle carote e si trascinò in cucina, rosso come il sole appena tramontato. Dal quel suo rossore i due ragazzi ebbero la conferma che Ron andava in cucina ad occuparsi delle carote solo perchè c'era Flebo (e si sapeva che a Ron piaceva contemplarla) e Harry si decise ad aiutare la ragazza. Cominciarono a decorare l'albero ridendo e scherzando tra di loro, mentre le voci allegre di Fred e George provenienti dal giardino risuonavano nel salotto. 
"Oh mio... ma quante ne abbiamo ancora?" chiese Ginny esausta, le gambe che iniziavano a farle male. 
"Ti do il cambio, dai!" disse Harry gentilmente, ma la ragazza scosse la testa. 
"Non ti preoccupare... abbiamo quasi finito, no?" 
"Ehm, se ti dicessi che manca ancora molto?" fece lui, affrettandosi per guardare nello scatolone e scuotendo il capo. "Dai, continuo io mentre tu ti riposi!" aggiunse, e le porse la mano come per aiutarla gentilmente a scendere dalla scala trabballante. 
Ginny la fissò per un attimo imbambolata: se fosse stato Dean, sarebbe salito fin su allo sgabello per aiutarla a scendere oppure l'avrebbe tipo trascinata per i fianchi come se lui stesse compiendo un gesto di eroico coraggio salvando una fanciulla in pericolo di vita su un dirupo profondo. Ma Harry no... lui era così diverso, così diverso da Dean e da tutti gli altri ragazzi che lei conosceva. 
"Va bene, ma ti aiuto" ribattè Ginny allegramente, e prese la sua mano calda per scendere dalla scala. 
Dandosi il cambio, iniziarono ad aiutarsi ancora e molte volte Ginny rimase con la pallina di Natale ferma a mezz'aria per guardare il ragazzo che si affaccendava attorno all'abero. Ma che diavolo le prendeva, che si imbambolava come una scema in quel modo a fissarlo tutta uno zucchero? Fu solamente quando Fred e George entrarono nel salotto, che la ragazza decise di battersela in una doverosa ritirata verso la cucina dove si scoprì che Ron aiutava Flebo col cibo per la cena. 
Quando si finì di decorare la casa e gli assenti diventarono presenti, si consumò la cena in allegria... 

Vieni, mescola il mio calderone
e se con passione ti riuscirà,
il mio forte amor bollente 
questa notte ti scalderà. 


... con Celestina Warbeck in sottofondo. 
Ginny odiava a morte la cantante preferita di sua madre perchè quando era piccolina e i fratelli non erano a casa perchè erano al castello, Molly non faceva che canticchiare quelle canzoncine sdolcinate in giro per la casa, dando bacini al marito una volta arrivato a casa: disgustamente disgustoso. Ma poi canticchiare... più che altro sembrava facesse qualche concerto e non si fermava finchè non aveva finito tutta la canzone. Per poi attaccare un acuto con un'altra, sia chiaro. 
Quella volta era ancora più orribile sentire Celestina perchè non appena Fleur apriva la bocca per dire qualcosa, la madre con un colpo di bacchetta alzava la voce alla piccola radiolina e cominciava a cantare a voce sempre più alta e squillante. 
"Mi dispiace che la cara Tonks non ci venuta, ma ha preferito passare il Natale coi genitori" borbottò Molly imbronciata, scoccando uno sguardo di rimprovero a Remus come per dirgli che era tutta colpa sua se si trovava Flebo come nuora al posto di Tonks. "Credevo l'avessi sentita, ma presumo che è molto occupata con il lavoro e tutto il resto..." 
"Sì" rispose meccanicamente l'uomo. 
"Mi piace avere la casa affollata durante le feste, mette allegria" commentò Ginny contenta, guardandosi intorno con un gran sorriso. Intercettò lo sguardo di Remus, e gli sorrise: era davvero molto felice di avere anche lui in famiglia, dopo tutto quello che aveva passato aveva bisogno di loro. "Ah mamma, il prossimo Natale voglio che il mio maglione sia di un altro colore... mi sono scocciata di averlo verde, mi dona il rosso" aggiunse, giocando a Spara Schiocco con i gemelli per terra. 
"E cosa devi fare, il pomodoro?" infierì Bill con una risatina. 
"Spiritoso. Seriamente, mamma: voglio un maglione rosso scuro" 
"Ma il verde..." cominciò la madre premurosa. 
"Il verde è da Serpeverde... bleah!" esclamò Fred inorridito, facendo poi una risata. 
"Mamma, come hai mai potuto tradire i Grifondoro?" aggiunse George, che pure sorrideva. 
"Grifondor... Serpevorde... noi a Beauxbatons non abiamo queste diversitò di studonti" intervenne Fleur impeccabile, non mancando mai di fare il paragone tra Hogwarts e la sua scuola e sottolineando soprattutto che le cose che Hogwarts faceva non rientravano proprio nelle sue grazie. "Noi a Beauxbatons viviam tutti assiem e impariamo a convivere, siamo tutti uguali" 
"Tesoro, la nostra scuola insegna valori diversi e li porta avanti" le spiegò pazientemente Bill, mentre la madre alzava la radiolina a colpi di bacchetta per non dover sentire di nuovo la voce di Flebo. 
"Tipo il coraggio, o l'ambizione" intervenne Ron, che guardava la mezza Veela incantato. 
"Esatto, siamo diversi e con valori diversi" ribattè Bill sereno. "E se ci andava di avere un solo ideale era meglio che cambiavamo tutti scuola e andare a Beauxbatons o Durmstrang oppure in qualunque altra scuola dell'Europa. Magari potevamo venire istruiti in casa o emigrare all'estero, ma queste azioni di solito non vengono mai svolte da nessuno perchè si trovano bene qui" aggiunse, poco pensieroso. 
Fleur gli sorrise, radiosa. "Però questa chanson è carina" commentò, iniziando a cantare la canzone di Celestina. 

Oh, mio povero cuore, dov'è andato?
Per un incantesimo mi ha lasciato...
E adesso che per bene l'hai spezzato
ridammi, ti prego, il mio cuore innamorato! 


Ovviamente, Molly detestava che qualcuno si mettesse in mezzo mentre lei e Celestina cantavano e la sua faccia lasciava intendere che in quel momento Flebo aveva superato il limite e che forse era meglio andare tutti a letto prima che si facesse troppo tardi. Si salutarono tutti e si diedero la buonanotte e Ginny, mettendosi il pigiama e trascinandosi a letto con aria spensierata, pensò a quanto fosse stata piacevole quella vigilia di Natale... fin quando la madre non le disse che avrebbe dormito di nuovo insieme a quella vacca totale di Flebo-metto-il-profumo-anche-per-dormire-Delacour. 




Dopo aver passato la notte insonne con la tosse a causa del profumo di Flebo, Ginny si disse che forse era meglio dormire in giardino e, no, non aveva tanta importanza il freddo perchè forse il freddo gelido di dicembre era meglio del profumo forte della mezza Veela. Se non fosse stata una perfettina e una maniaca dell'ordine, quasi quasi avrebbe pensato che si spruzzava il profumo per non far sentire la puzza. 

Caro amore mio,
so benissimo di essere stato uno stupido, un verme viscido e riempimi anche di epiteti volgari se vuoi, ma sono davvero pentito e non vedo l'ora di rivederti per fare la pace perchè voglio fare la pace con te e non voglio litigare mai più. Quando litighiamo sembra che il mondo giri diversamente, e che la sfortuna mi perseguiti... non deve ricapitare, mi sento male anche solo a pensarci. Non avrei dovuto dirti tutte quelle cose e mi dispiace sul serio ma sono geloso, cosa ci posso fare? Probabilmente niente, mi devi solamente ammazzare (veloce e indolore, mi raccomando). 
Ti aspetto alla fine delle vacanze, nella Sala Comune, sperando che tra noi tutto si sistemerà.
Tuo sempre,
Dean.
 

Ginny ridacchiò ai tentativi di Dean di tirarle su il morale con quella lettera, ma dopo pochi secondi divenne di nuovo accigliata: era geloso ma questa gelosia non si sarebbe di sicuro placata e la ragazza era sicura che Dean sarebbe stato più deciso che mai a tenerla per sè ora che il loro rapporto era diventato abbastanza vulnerabile e instabile a causa dei litigi. Quella non era l'unica scenata che Ginny avrebbe dovuto sopportare, ne era sicura. 
"Carino" borbottò Ginny imbronciata, infilandosi un braccialetto rosso che il fidanzato le aveva regalato. 
Lei non aveva regalato nulla a lui... avrebbe detto qualcosa e avrebbe messo il muso? No, non era come Micheal Corner in quello. Ma la cosa che alla ragazza spaventava di più non era il regalo, perchè il regalo non c'entrava una ceppa e per Dean anche solo passare tutto il tempo con lui equivaleva ad un perfetto regalo di Natale (in quello era un signore!) ma la spaventava la reazione del ragazzo se l'avesse vista in compagnia di Harry mentre tornava alla Torre del Grifondoro. 
Avrebbe accusato lei di tenere ancora molto per lui? Si sarebbe arrabbiato tanto? 
"Bonjour Jinnì" disse Fleur quando lei entrò in cucina, e la ragazza abbozzò un piccolo sorriso di saluto. 
Sentiva il profumo di Fleur Delacour dappertutto... ma come doveva fare per toglierselo dalle narici? Doveva incendiare la casa oppure incendiare direttamente Flebo con tutta la sua bottiglina di profumo francese? Mmh, la cosa sembrava davvero allettante. 
"Quel regalo rosa in scima è il tuo da parte di moi, sono sicura ti piasce!" 
Ginny aggrottò le sopracciglia e aprì il suo regalo da parte di Fleur, che si rivelò essere una collanina d'argento molto fine ed elegante. Non era di sicuro il genere della ragazza ma apprezzava sul serio il gesto, anche se lei non aveva fatto nulla a Fleur e non aveva avuto nessuna intenzione di farle nulla. Adesso però, aveva la voglia di incartarle qualsiasi cosa... 
"Jinnì, questa la indosseroi al nostro matrimonio!" cinguettò Fleur allegramente. 
"I-io... è bellissima... davvero, grazie..." 
"Nulla nulla, un ponsierino. Tanto ormai, siam di familia" 
La ragazza finì di scartare i suoi regali e alla fine si sedette a tavola per fare colazione, con Harry e Ron che la imitavano e si sedevano per mettere qualcosa sotto ai denti. Ginny osservò con una strana espressione Harry servirsi pane tostato con burro e marmellata, e fu attirata da qualcosa di viscido e disgustosamente simile ad un verme che camminava libero sulla testa spettinata del ragazzo. Dopo aver mandato via il verme dai suoi capelli, accadde l'immaginabile: Percy Weasley e il Ministro della Magia si Materializzarono proprio nei confini della Tana ma di sicuro c'era qualcosa di più losco sotto degli auguri Natalizi da parte dei due. 
Decisamente, quello di Percy non sarebbe stato il suo ritorno come la madre aveva sperato. 




In effetti, il presunto ritorno di Percy aveva incasinato leggermente la vita della famiglia: non solo la mamma si disperava e aveva iniziato a piangere come succedeva molto spesso l'anno precedente ma quel ritorno e la veloce fuga della pecora nera avevano segnato gran parte dei fratelli che sembravano detestarlo a morte per il suo comportamento sdegnoso. Il Capodanno non passò in armonia come il Natale, e quello tutto per colpa del grande idiota del mondo di nome Percival. 
Appurato che non riusciva a dormire a causa dei tanti pensieri che le frullavano in testa e a causa dell'odore pungente del profumo di Fleur, Ginny si alzò a notte fonda e facendo attenzione a non svegliare nessuno si catapultò scese in cucina con l'intento di bere e di uscire fuori per guardare i fuochi d'artificio Babbani provenienti. Aprì il frigorifero e bevve dell'acqua, tutta immersa nei suoi pensieri. Quando richiuse lo sportello, una figura apparve di fronte a lei... 
Ginny trasalì e fece per strillare, ma una mano le tappò gentilmente la bocca prima che lo strillo potesse svegliare tutti. 
"Sono io..." mormorò la voce di Harry Potter. 
"Sei impazzito?" sussurrò lei, quando il ragazzo le tolse la mano dalla bocca. Lei si premette la mano sul petto e constatò che il suo cuore stava dando un concerto di musica rock: aveva appena preso un bello spavento. "Merlino in calzamaglia, vuoi farmi venire un infarto? Sono troppo giovane per morire!" 
"Mi dispiace, non sapevo ci fosse qualcuno qui a quest'ora. Comunque, che ci fai alzata?" 
"Potrei farti la stessa domanda" 
Lui rise, di quella risata cristallina di sempre. "Non riuscivo a dormire, tuo fratello russa" 
"E Flebo odora troppo" sibilò Ginny infastidita, prima che il ragazzo potesse di nuovo scoppiare a ridere. "Sul serio, odora troppo per i miei gusti: spruzza sempre troppo profumo e quella roba fa venire tosse, mal di gola e mal di testa. Non vedo l'ora che queste vacanze passino così me la levo tra i piedi, e siamo tutti felici" aggiunse, con un tono davvero serio ma anche lei sorrideva. 
Qualcuno dai piani superiori grugnì. 
"Usciamo fuori?" suggerì la ragazza, nonostante facesse un freddo boia. 
"Sì" rispose Harry allegramente. 
Ginny prese un paio di coperte, e uscì fuori: l'aria gelida investì i due ragazzi ma loro non si fecero intimorire e si sedettero su un grande scatolone posto lì all'ingresso della porta e alzarono gli sguardi al cielo per ammirare lo spettacolo di fuochi d'artificio del villaggio accanto. 
"Belli" commentò Harry dolcemente, indicando un grosso fuoco d'artificio rosso. 
"Non dirlo davanti ai gemelli, o si offendono" lo avvertì lei e il ragazzo rise ancora. "Sai, stavo pensando alla visita del Ministro della Magia prima. Non è stato molto furbo da parte sua venire qui con la scusa che quell'essere spregevole volesse salutare la famiglia quando alla fine non ci ha guardati neanche in faccia, invitarti per puro caso a fare una passeggiata in cortile e persuaderti a collaborare con il Ministero e con quella Umbridge... no?" 
"Decisamente no. Li detesto, vogliono solo usarmi come mascotte" 
"Lo so, mi spiace così tanto!" 
Gli occhi tristi di Ginny incrociarono quelli verdi e ardenti di Harry per un attimo, poi entrambi distolsero lo sguardo. Rimasero ancora in silenzio a godersi i fuochi d'artificio Babbani, poi la ragazza ruppe ancora il silenzio: "Hai la mano gelida..." osservò cauta, perchè aveva toccato la mano di Harry per dargli forza e quella era parsa al tatto gelida come il ghiaccio. "Rientriamo dentro, i fuochi sono quasi finiti" concluse. 
Il ragazzo fece per ribattere, ma probabilmente il freddo ebbe la meglio. I due ragazzi rientrarono dentro e una volta chiusa bene la porta, si avviarono su per le scale per cercare di dormire. Ginny si fermò al primo piano e lui gli rovinò addosso, chiedendole poi scusa. 
"Avevo dimenticato che tu dormi al primo piano. Comunque... buona notte" sussurrò lui, e si chinò per darle un bacio sulla guancia. La ragazza si sentì ardere nel punto in cui lui l'aveva toccato e si meravigliò di quel gesto tanto da rimanere impalata a guardarlo: non era imbarazzata, era solo meravigliata e pensò a quanto avesse fatto piacere alla Ginny di una volta quel bacio leggero, puro e delicato. 
"Buona notte, Capitano" disse lei con un gran sorriso, e si affrettò a raggiungere il letto. 






Angolo autrice
Il capitolo di Natale è sempre pieno di sorprese e spero di aver fatto una bella sorpresa agli amanti della Harry/Ginny. L'avevo già detto che amo quei due e amo il modo in cui interagiscono tra di loro? Beh, sono una fan sfegatata di quella coppia. Comunque, i problemi con Dean riescono sempre di più a vedersi e il fatto che lui occupa molto tempo libero a Ginny è fra questi: ovviamente, lei gli vuole bene e non vuole ferirlo. Spero che il capitolo vi piaccia!
Baci.

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Capitolo 54
*** Perchè gli incidenti non sono mai abbastanza. ***


PERCHE' GLI INCIDENTI NON SONO MAI ABBASTANZA.


Un tardo pomeriggio, qualche giorno dopo Capodanno, i tre ragazzi tornarono ad Hogwarts sempre attraverso la Metropolvere. Mentre salutavano tutti, per la prima volta in vita sua Ginny si ritrovò a pensare che quella era la prima volta che lasciava casa a malincuore. Certo, era felice di essere di nuovo ad Hogwarts che considerava come una seconda casa ma Dean si aspettava che loro due passassero il loro tempo libero insieme per fare la pace e inoltre sua madre piangeva molto per la pecora nera della famiglia e la ragazza non riusciva a non stare male per quella situazione, o almeno era molto angosciata di doverla lasciare lì a piangere. 
E poi... quell'anno aveva gli esami! 
"Ron-ron!" strillò la voce di Lavanda Brown quando i tre ragazzi, compresa Hermione che si era appena unita a loro, varcarono il buco del ritratto. Lavanda si lasciò tra le braccia di Ron, abbracciandolo e baciandolo con furia e senza sosta sotto gli occhi di una disgustata Hermione che, con tutta la dignità che potesse mettere su, si ricompose in un perfetto sorriso. 
Non avevano nemmeno messo piede nella Sala Comune che già si dava i numeri... grandioso!
"C'è un tavolo lì" disse Hermione, indicando un punto della sala con lo stesso sorriso finto di prima. "Vieni con noi, Ginny?" aggiunse. 
"No, grazie, ho appuntamento con Dean" rispose lei lugubre. 
Salutò con la mano i due ragazzi, che andarono a sedersi al tavolo libero indicato da Hermione probabilmente per raccontarsi le ultime novità del momento e Ginny si mise a cercare Dean per la Sala Comune. Lo trovò velocemente, seduto con Seamus e Calì in un tavolo remoto della sala e non appena il ragazzo vide la fidanzata si scattò in piedi e corse ad abbracciarla. 
"Sei qui! Oh, finalmente!" esclamò, estasiato. 
Ginny fece una piccola smorfia. "Sì, ma perchè non usciamo?" chiese, quasi soffocando. 
"Certo, andiamo via!" 
Senza una parola, i due ragazzi attraversarono il buco del ritratto della Signora Grassa (Dean ovviamente non vedeva l'ora di aiutare la sua fidanzata a camminare nel buco dopo che erano anni che lei sapeva camminare benissimo) per andare a farsi una bella passeggiata nei corridoi del castello come non accadeva da un mesetto. 
"Allora, come sono andate le vacanze?" chiese Ginny incuriosita a Dean.
"Sono state abbastanza tranquille, e le tue? Ho visto che Harry era con te... ha passato le vacanze a casa tua?" chiese Dean con uno strano tono di voce, e in qualche modo quello parve abbastanza risentito e infastidito. 
"Sì, ha passato le vacanze da noi, come al solito" rispose Ginny asciutta, immaginando che Dean si sarebbe soffermato sull'argomento e lei non aveva alcuna intenzione di soffermarsi su un argomento tanto inutile come quello: insomma, ancora non aveva imparato a starsene buono con i suoi dannati attacchi di gelosia? Harry era anche un suo amico, poi... un compagno da sei anni. 
Dean non rispose, ma continuò a camminare con il capo chino come se si stesse studiando per bene le scarpe per descriverle in un lungo compito in classe. Ginny aggrottò la fronte e con un cipiglio abbastanza irritato, disse: "Beh? Mi avevi detto che non vedevi l'ora di fare la pace con me e adesso ti arrabbi?" 
"Non sono arrabbiato!" sbottò Dean, chiaramente arrabbiato. "Ma... ma, insomma... non sapevo che ci fosse anche lui a casa tua e poi non sapevo venisse sempre per le vacanze e... lo so che è un mio compagno di classe e tutto ma a te piaceva!" 
"E adesso che c'entra?" s'inalberò la ragazza, indignata. 
"Niente, lascia perdere..." 
"Oh, sai benissimo che lui è il migliore amico di mio fratello e che ormai la nostra casa è anche la sua!" esclamò Ginny sbuffando, stanca di ripetere sempre le stesse cose a tutti quanti. "Non ha altro che noi e la mia famiglia gli vuole molto bene... e anch'io, a dirla tutta! Ormai, fa parte della famiglia e tu devi fartene una ragione: non è abbastanza brutto per lui che debba sempre sentirsi sparlare dietro che tu lo accusi del fatto che va a trascorrere le vacanze dalla tua fidanzata?" aggiunse, soffiando come un gatto arrabbiato. 
Dean parve seriamente vergognarsi: si fermò di botto e prese il viso della ragazza tra le mani. 
"Hai ragione" disse, annuendo. "Hai ragione e mi dispiace, scusami... mi perdoni?"
Ginny avrebbe tanto voluto mandarlo via a calci nel sedere e mettergli il muso, ma l'unica cosa che fece fu dirgli: "Certo che ti perdono!" per poi baciarlo sulle labbra, dopo tante settimane passate senza di lui.




Gennaio passò con sorprendente velocità e un piovoso febbraio aprì le porte. 
Ginny non era mai stata più occupata nei compiti di quelle settimane, e in più Dean sembrava tapparle il respiro e ogni volta pretendeva di stare insieme a lei e metteva anche un muso lungo da manuale se la ragazza gli diceva che non potevano perchè lei doveva studiare sodo. Ma quel ragazzo proprio non capiva che quell'anno aveva quei santissimi GUFO? 
Si ritrovarono a litigare moltissimo e una volta Hermione assistette al loro litigio, dando ragione all'amica che oltretutto sapeva benissimo di avere ragione quella volta. Insomma, quegli esami erano davvero importanti per la sua carriera (tralasciando il fatto che lei non aveva la più pallida idea di cosa fare per prepararsi al MAGO del settimo anno) e Dean continuava imperterrito a toglierle il respiro? E come se non bastasse, Dean sembrava ostentare verso di lei una fastidiosa premurosità che andava dall'aiutarla a passare il buco del ritratto per finire ad aggiustarle i capelli... e ci mancava solo che l'accompagnasse al bagno per sederla sulla tazza che avevano completato. 
"... e l'altra sera Harry mi ha chiesto se Lumacorno aveva dato una delle sue festicciole... ma è un matto!" concluse Ginny ilare, e Hermione sorrise. Era la mattina di un gelido primo marzo e le due ragazze erano da sole a fare colazione, raccontandosi qualcosa. "Mi ha detto che l'ha chiesto anche a te, quindi perchè doveva chiederlo anche a me? Bah, quel ragazzo è matto. Intanto, io gli ho chiesto se gli mancavano le sue amate cenette del Lumaclub e lui mi ha risposto che gli mancano tanto... dato che non era venuto a nessuna delle milionesime" 
Entrambe scoppiarono a ridere. 
"Comunque" disse Hermione ricomponendosi, "stiamo parlando da almeno mezz'ora di lui, non mi parlavi di lui da secoli e cominciava a mancarmi tutto questo. Ma cosa mi racconti di te e Dean, piuttosto? Siete sempre alle solite?" aggiunse, facendo scomparire il ghigno. 
"Certo che stiamo sempre alle solite" rispose l'altra, mestamente. 
"Di nuovo per...?" 
"... tutto, Hermione! Stiamo avendo problemi, ma sappiamo tutti che ho ragione" 
"Mi dispiace, è abbastanza seccante che... oh, Dean!" esclamò Hermione, con voce acutissima come per avvertire l'amica di non dire cose cattive quando dietro di lei c'era proprio il suo ragazzo: ovviamente, parlando del diavolo spuntano le corna. "Proprio di te stavamo parlando, Ginny mi stava dicendo che si è divertita un mondo ad Hogsmeade con te l'altro giorno" aggiunse, mentendo. 
"Ma cos..." fece Ginny perplessa, sottovoce. 
Dean fece un gran sorriso e baciò la fidanzata. "Ah davvero? Magari possiamo ritornarci, ad Hogsmeade" 
Hermione aprì la bocca, esitando a causa dello sguardo feroce dall'amica: sapevano benissimo entrambe che quell'uscita ad Hogsmeade era stato un fiasco totale perchè Dean si era intestardito sul fatto che un ragazzo di Tassorosso con cui dovevano giocare la prossima partita si era fissato a guardare la fidanzata. 
"Magari in estate, adesso fa freddo" tentò di riparare Hermione.
"Giusto, io non ci esco lì fuori" aggiunse Ginny convinta, e annuì come per confermare le sue parole. "Comunque, Dean... non è che hai visto mio fratello Ron? Ancora deve scendere e non si perde mai la colazione, dorme ancora?" 
"Si stava preparando. Come mai?" fece il ragazzo, sedendosi accanto a loro con Seamus e Neville che li raggiungevano. 
"Oggi è il compleanno di Ron e volevo dargli gli auguri e il mio regalo per lui" 
Dean la fissò ad occhi aperti, poi si schiaffò una mano fortissima sulla fronte e il rumore rimbombò. Seamus e Neville spalancarono la bocca, e nascosero le loro facce dietro la caraffa del succo come se fossero imbarazzati. 
"Sono uno sciocco!" esclamarono all'unisono Dean e Seamus. 
"Non gli abbiamo neanche fatto gli auguri, eravamo nel dormitorio" borbottò Neville. 
"Su, ragazzi! Non se la prende per queste cose!" li consolò la ragazza, seria. "Comunque, gli ho comprato questo maglioncino ad Hogsmeade dove c'è una corona dorata e credo proprio che..." ma dovette interrompersi in fretta, perchè una Lavanda Brown in lacrime venne a scombussolare l'intera tavolata Grifondoro a braccetto ad una compresiva Calì Patil. 
La fissarono tutti sconcertati mentre Lavanda urlava come una cornacchia inferocita. 
"Tutto a posto, Lavanda?" chiese cauto Seamus. 
"No che non va tutto a posto" rispose impeccabile Calì. 
Ginny guardò Hermione e capì che, come lei, anche l'amica stava pensando che forse lei e Ron si erano lasciati. 
"Ron-ron... l-lui..." balbettò Lavanda disperata. "Era in ritardo al n-nostro apputamento mattutino e lui... ha d-detto..." 
"... scusa?" proprose Ginny ilare, trattenendo a stento le risatine; Hermione tossì. 
"NO!" esclamò Lavanda, cominciando di nuovo a piangere o almeno a frignare come una ragazzina. "Lui mi ha spinta! Capite? Mi ha spinta da un lato dicendomi di togliermi di mezzo e ha detto che Harry doveva presentargli Romilda Vane!" concluse, indignata. 
I ragazzi prima si fissarono... e poi scoppiarono a ridere. 
"Ma come è possibile?" chiese Seamus divertito. 
"Voleva conoscere Romilda Vane, eeeh?" fece Dean, scoppiando a ridere. 
"Non è divertente, e poi Ron ama Lavanda... non Romilda Vane" puntualizzò Calì, sovrastando la voce dei ragazzi. 
"Chi è Romilda Vane?" chiese Neville confuso. 
"Quella lì... e non mi pare che abbia un appuntamento, sai?" rise Dean, indicando l'altro capo del tavolo dove la Vane e le sue amiche chiacchieravano. 
"Ma... ma... IO CI SONO RIMASTA MALISSIMO!" ululò Lavanda, arrabbiata e triste allo stesso tempo. 
Ginny non riusciva a capirci niente di quella storia, sempre che Lavanda non se la fosse inventata per attirare l'attenzione su di sè. Ma questo era alquanto impossibile, perchè Hermione era un passo da lei e stava sentendo tutto quel che era successo di disastroso nella coppia Ron-ron/Lav-lav. E poi, Harry odiava a morte quella Romilda Vane a detta di Hermione... come era possibile che volesse presentarla a Ron? Avevano già bevuto Whisky per festeggiare e si erano ubriacati? 
"Lavanda, probabilmente era uno scherzo. Sai, oggi è il compleanno di Ron e..." 
"SO BENE DEL COMPLEANNO DI RON-RON!" Lavanda interruppe Ginny con un gridolino strozzato, iniziando di nuovo a sbuffare e disperarsi come una matta mentre alcuni timidi allievi del secondo anno andavano a sedersi più lontano possibile da lei. "Gli avevo... gli avevo comprato un regalo bellissimo. E non ridete, voi due! Non ridete, ho detto! Siete incredibili... andiamocene via, Calì!" aggiunse, quando Dean e Seamus iniziarono a ridere come scemi. 
Calì sbuffò ma in un attimo le due amiche erano fuori dalla Sala Grande, e Dean e Seamus ridevano ancora. 
"Avrà già bevuto per festeggiare il compleanno del suo Ron-ron?" chiese Dean, con le lacrime agli occhi. 
"Secondo me questa mattina ci ha dato dentro" aggiunse Seamus. 
"Magari non era Burrobirra, ma qualcosa di molto pesante..."
"... tipo droga o qualcosa del genere" 
"Che ne pensi di questa storia?" sussurrò Hermione all'amica, e pareva raggiante. 
"Non so, magari era uno scherzo o un pretesto per lasciarla" rispose Ginny sincera, e Hermione chinò il capo sulla sua colazione con un sorrisino sulle labbra mentre Neville, che non aveva capito assolutamente nulla della faccenda, tentava di riacciuffare il suo rospo Oscar. 
Ginny sbadigliò vistosamente e controllò l'orologio: i suoi amici ancora dovevano scendere a colazione. 
"Vado a vedere che morte cruenta hanno fatto gli altri" disse ad Hermione e lei annuì, felice come non lo era da giorni. 
"Dove vai?" le chiese subito Dean quando si alzò dalla panca. 
"A cercare Demelza e gli altri" rispose la ragazza, asciutta. E prima che Dean potesse dirle qualunque cosa oppure offrirsi nell'accompagnarla a salire le scale del dormitorio femminile della scuola, se l'era già filata fuori dalla Sala Grande. 
Si allontanò velocemente da lì per mettere una certa distanza tra lei e Dean, cozzò contro un paio di studenti per distrazione ed ebbe anche la sfortuna di travolgere quasi la professoressa McGranitt, che andava di corsa e quando la vide spalancò gli occhi come se sperasse di incontrare solo lei. La ragazza stava giusto per chiedere se le aveva fatto male alla spalla, quando l'insegnante la anticipò. 
"Oh, signorina!" esclamò, mettendosi una mano sul petto. 
"Professoressa, cosa...?" 
"Ascoltami, non allarmarti ma devi correre in Infermeria: suo fratello Ronald è stato avvelenato" 
"CHE COSA?" 
"Non si sa come sia potuto accadere, ma Madama Chips sta facendo il possibile..." 
Ma Ginny non la fece nemmeno finire di parlare che già correva a tutta velocità verso l'Infermeria del castello con il solo pensiero di Ron, di cosa gli fosse accaduto e come... e soprattutto perchè era accaduto. Tutto quella storia dell'avvelenamento c'entrava in qualche modo con l'assurda affermazione di Lavanda Brown su quella Romilda Vane? E Ron come poteva essere avvelenato? 
Corse ancora velocemente, travolgendo gli studenti che sbottarono in esclamazioni indignate, e poi arrivò alla sua meta. Fuori alla porta dell'Infermeria c'era solamente una persona, e quella persona andava a avanti e indietro sui gradini e non appena la vide, le venne incontro. 
"Ginny..." mormorò la voce di Harry Potter. 
La ragazza avrebbe tanto voluto aggrapparsi a lui, ma si trattenne. "Cosa diavolo succede? La professoressa McGranitt ha detto che Ron è stato avvelenato... ma come è possibile? Come è successo questo? Oh, Harry... dimmi che mio fratello sta bene" sussurrò, tremando tutta. E non era per il freddo. 
"Sono sicuro che sta bene" la rincuorò il ragazzo. 
"Harry, mi devi dire tutto quello che è successo..." 
E così lui raccontò tutta la storia, di come Ron aveva per sbaglio ingerito il filtro d'amore che Romilda aveva preparato, che voleva per forza conoscere Romilda Vane e che non gli aveva dato altra scelta, che erano arrivati da Lumacorno e che dopo che il professore gli ebbe somministrato l'antidoto, avevano bevuto per festeggiare il compleanno di Ron e Ron aveva già bevuto ed era caduto a terra, avvelenato. 
"... e poi gli li ho ficcato il bezoar in gola e ha cominciato a respirare meglio" concluse. 
Ginny sembrava intontita. "L'hai salvato..." riuscì solamente a dire. 
Sempre lui, era sempre lui: era stato Harry Potter a salvare la vita di suo fratello. La ragazza gli lanciò uno sguardo colmo di gratitudine e di gioia, come per ringraziarlo per quello che feceva sempre per la sua famiglia: aveva salvato lei da Riddle, aveva salvato Arthur dal serpente assassino di Voldemort e adesso aveva salvato Ron da un avvelenamento.
Come faceva quel ragazzo ad essere così grandioso da riuscire più volte a salvare vite altrui? 
"Andrà tutto bene..." mormorò Harry sincero, prendendole la mano e stringendola. 
Ginny ricambiò la stretta, come per farsi coraggio e lui di coraggio ne aveva da vendere. I due ragazzi si guardarono negli occhi: i grandi occhi verdi del ragazzo perforarono quelli di lei, che si sentì piccolissima in confronto a quel mare verde intenso e stupefacente. Poi, con un sussulto sonoro, distolsero velocemente lo sguardo e si lasciarono la mano, interrompendo quel momento magico. 
Hermione stava correndo rumorosamente verso di loro.




Ci furono una buona notizia e una cattiva notizia in quei giorni che seguirono. La buona notizia era che Ron si era ripreso alla grande, ma doveva restare in Infermeria per un paio di giorni giusto il tempo per guarire meglio. La cattiva notizia era che non ce l'avrebbe fatta a giocare nella partita di Quidditch tra Grifondoro e Tassorosso e quindi Cormac McLaggen aveva preso il suo posto come Portiere, rendo la vita di tutti in squadra un inferno. 
A scuola non si parlava d'altro dell'incidente a Ron ma quell'incidente non aveva fatto tanto scalpore come l'attacco a Katie, dato che in quel momento Ron si trovava nell'ufficio di un insegnante anche se il suddetto insegnante non aveva fatto una ceppa. 
"... e la squadra odia McLaggen perchè non fa altro che dare ordini a tutti quanti" stava dicendo Ginny al fratello, che era disteso nel letto dell'Infermeria a trangugiare le sue Cioccorane. Era il giorno prima della partita e lei, Harry ed Hermione (ritornata amichevole come una volta con lui) erano andati a trovare Ron prima degli allenamenti a cui Hermione avrebbe assistito da spettatrice. "Si crede il re dell'universo quando poi il re sei solamente tu, Ron" aggiunse, con una risatina. 
Anche gli altri scoppiarono a ridere. 
"Tu uscivi con McLaggen" osservò Ron, fissando torvo Hermione.
Lei arrossì. "Sì, siamo usciti insieme ma non è il mio tipo" disse la ragazza, guardando tutti tranne Ron. 
Ron parve compiaciuto e disse: "Beh, si vede che è un deficiente!" 
"Spero solo che non faccia il deficiente anche in campo e si lasci scappare la Pluffa" borbottò Harry mesto. I tre ragazzi sospirarono, mentre Hermione li osservava scuotendo il capo come se fossero una causa senza speranza. "Comunque, meglio scendere al campo o faremo tardi all'allenamento. Hermione, tu puoi restare ancora qui mentre noi... organizziamo" aggiunse lui, e Hermione arrossì nuovamente gettando all'amico uno sguardo minaccioso. 
Ginny e Harry uscirono dall'Infermeria, scossi da risatine. 
"L'hai fatta arrossire, sei proprio un cattivo Capitano" disse la ragazza ilare. 
"Si vedeva lontano un miglio che voleva restare" 
"Ma magari non voleva dirlo a te" 
Entrambi ridacchiarono, mentre si affrettavano a scendere le scale per raggiungere il campo... 
"Ehi, ragazzi!" 
... interrotti all'improvviso da Dean. 
"Ragazzi... Demelza e gli altri sono al campo, vi stavo aspettando ma... come sta Ron?" chiese, tutto ansimante. 
"Non male" rispose Harry piatto, assumendo un'espressione indifferente. 
"Credevo mi aspettassi" sussurrò Dean nell'orecchio alla fidanzata, senza farsi sentire dal compagno; lei trasalì. 
"Ne riparliamo, va bene?" fece Ginny in fretta, facendo un sorriso stiracchiato. E mentre camminava, avrebbe perfino giurato sulla sua testa di aver visto Dean fare una smorfia esasperata mentre fissava torvo il volto di Harry Potter. 




Quel giorno era il giorno della partita tra Grifondoro e Tassorosso e Ginny non vedeva l'ora di entrare in campo e giocare contro Zacharias Smith per fargli di nuovo pagare delle pesanti offese che aveva fatto dal megafano magico alla prima partita della stagione: nessuno della squadra aveva dimenticato le ingiustizie che Smith aveva detto e non avrebbero permesso che Tassorosso vincesse quella partita. 
L'atmosfera negli spogliatoi era molto tesa dato che in quella partita mancava il loro Portiere e McLaggen aveva preso il suo posto. Ormai, mancava pochissimo all'inizio della partita e McLaggen non faceva che dare ordini e consigli a tutti come se fosse il Capitano... ma il Capitano non era ancora arrivato. 
"Ma dovrebbe già essere qui a cambiarsi e tutto il resto... no? Era solamente passato per fare un salto a Ron in Infermeria!" stava dicendo Hermione, che era passata negli spogliatoi per far compagnia all'amica. 
"Hermione, non gli sarà capitato qualcosa?" chiese Ginny preoccupata, andando avanti e indietro. 
"Rilassati" intervenne Dean sprezzante, con una certa energia. "Non gli è capitato nulla, tra pochissimo sarà qui" 
"Ma forse è nello spogliatoio dei maschi?" 
"Sì!" esclamò Demelza, balzando su. "Non avevamo controllato, deve essere entrato dalla porta sul retro!" 
"Non vorrai mica... GINNY!" sbottò Dean, gli occhi sgranati. 
Ma la ragazza aveva già marciato verso lo spogliatoio maschile, con la convinzione che Harry era seriamente lì dentro e fosse passato dalla porta sul retro. Era quasi ovvio, non voleva far vedere che aveva tardato ed era passato dal retro... sì, doveva essere per forza così. Ma quando Ginny aprì la porta dello spogliatoio, vi trovò solamente Ritchie che si stava bagnando i capelli per chissà quale motivo e McLaggen a torso nudo. 
"GINNY, CHE COSA STAI FACENDO?" ringhiò Dean indignato e geloso, afferrandola per un braccio. Ma proprio non capiva che lei era vissuta con una banda di fratelli maschi e che era abituati a vederli tutti in mutande? Figuriamoci se la scandalizzava vedere a torso nudo Cormac McLaggen. 
"ECCO, WEASLEY... CHE COSA STAI FACENDO?" gli fece eco McLaggen, coprendosi il torso con le mani. 
"Oh, quante storie!" sbottò la ragazza, guardandosi intorno e chiudendo di nuovo la porta. 
"Che avevi intenzione di fare?" proseguì Dean, le mani sopra ai fianchi. 
"Di certo non volevo vedere McLaggen mezzo nudo, stavo solo cercando Harry e basta!" 
"Va bene... io me ne vado, altrimenti non trovo più posto. Spero solo che Neville e Seamus mi abbiano tenuto il posto..." s'intromise Hermione timidamente. Augurò in bocca a lupo all'amica e alla squadra, e sparì via verso le tribune sul quale gli studenti scalpitavano: mancavano solo cinque minuti.
Ginny pensò seriamente di annunciare alla squadra che andava a cercare il loro Capitano al castello, quando questi sfrecciò dentro.
"Dove sei stato?" chiese Ginny immediatamente. 
"Ho incontrato Malfoy..." mormorò lui, infilandosi la divisa scarlatta.
"E allora?" chiese Ginny incuriosita e irritata allo stesso tempo, mentre prendeva la sua scopa. 
"E allora volevo sapere come mai lui è su al castello con un paio di ragazze mentre tutti gli altri sono quaggiù..." 
"Ma è importante in questo momento?" 
"Tanto non posso scoprirlo, no?" fece Harry mesto, afferrando la Firebolt. "Andiamo, su!" aggiunse, incitando la squadra. 
Accolti da grida e da fischi di ammirazione, la squadra di Quidditch di Grifondoro entrò in campo. Ginny lanciò subito uno sguardo di sfida a Zacharias Smith, che si affrettò a spostare in fretta il suo altrove: avrebbe dovuto essere mooolto fortunato il caro Smith per cavarsela di nuovo. Poi, alzò lo sguardo e vide che stavolta a fare la cronaca della partita era Luna... era quella la sorpresa che l'amica le aveva detto di farle? Probabilmente sì. 
"Coote, Peakes... volate controsole, così non vi vedranno arrivare" ordinò McLaggen autoritario ai Battitori. 
"Sono io il Capitano, McLaggen, piantala di dare ordini e vai su agli anelli!" sbottò Harry furente, e il ragazzo dovette obbedire. "Comunque, volate controsole" aggiunse a malincuore, rivolto a Ritchie e Peakes. Strinse la mano al capitano del Tassorosso e al fischiò di Madama Bumb si levò in aria mentre Ginny scattava in avanti per prendere la Pluffa dalle mani di Smith, che l'aveva intercettata per prima. 
"Ed ecco Smith di Tassorosso con la Pluffa" la voce sognante di Luna echeggiò nel campo, e gli spettatori ridacchiarono per l'improvvisa sorpresa. "La volta scorsa era lui a fare la cronaca e Ginny Weasley l'ha travolto, credo apposta... o almeno così pareva"
Ginny inarcò le sopracciglia divertita e allungò la mano per sfilare la Pluffa da sotto al braccio di Smith.
"Smith è stato piuttosto insolente con Grifondoro, immagino che se ne penta adesso che sta giocando contro di loro" continuò Luna, serenamente. "Oh, guardate! Ha perso la Pluffa, Ginny gliel'ha presa! Lei mi piace, è molto carina" 
Ginny scoppiò vivamente a ridere, così come i tifosi di tutte le Case di appartenenza, e con la palla sottobraccio si diresse a tutta velocità verso la porta avversaria ma d'un tratto Cadwallader le si parò davanti facendole perdere l'equilibrio e quindi anche la Pluffa. 
"Ma ora quel giocatore grosso di Tassorosso le ha tolto la Pluffa, non mi ricordo come si chiama, qualcosa come Bibble... no, Buggins..." 
"E' Cadwallader!" urlò la McGranitt dal megafono, e Ginny fece molta fatica a restare seria mentre inseguiva il ragazzo. 
"CHE DIAVOLO HAI FATTO? TI SEI LASCIATA SFUGGIRE LA PLUFFA!" strillò McLaggen furibondo. 
"McLaggen, la palla!" esclamò Demelza agitata. 
Troppo tardi: Cadwallader segnò grazie alla distrazione del Portiere di Grifondoro. 
"Idiota, il tuo compito è proteggere gli anelli!" gridò Ginny infuriata, mentre McLaggen continuava ad apostrofarla perchè si era lasciata sfuggire la Pluffa, col risultato che non aveva notato la grossa palla rossa che gli planava oltre l'orecchio destro finendo nell'anello centrale.
"McLaggen, vuoi stare attento a quello che dovresti fare e lasciare in pace gli altri?" intervenne Harry irritato.
"Senti chi parla!" strillò McLaggen, rosso furente. 
Bella partita che era iniziata, davvero. 
"Ed ecco che Harry Potter discute con il suo Portiere" commentò Luna soave, mentre i Tassorosso e i Serpeverde sugli spalti urlavano, esultavano e ridacchiavano sonoramente; i Grifondoro stavano iniziando a protestare. "Non credo che questo lo aiuterà a trovare il Boccino, ma forse è un astuto stratagemma!" 
Dopo un paio di minuti, Ginny e Demelza segnarono una rete a testa dando ai Grifondoro qualcosa di cui rallegrarsi, ma per sfortuna Cadwallader segnò di nuovo perchè McLaggen era troppo impegnato a commentare le azioni degli altri giocatori per prestare attenzione a quello che avrebbe dovuto fare lui. 
"Oh, guardate! Sopra, guardate di sopra!" esclamò Luna all'improvviso, gli occhi che scintillavano di gioia. Tutti i tifosi alzarono la testa incuriositi verso l'alto, verso il punto indicato dalla ragazza. "Quelle nuvole lassù assomigliano tanto ai sifoni di Gorgosprizzo che ho a casa! Sono identiche, guardate bene la forma e le dimensioni! Sapete, i sifoni di Gorgosprizzo che mio padre..." 
"Venti pari!" ululò la McGranitt, mentre Ginny e Smith litigavano per la Pluffa in campo.
"Mi stai fra i piedi, sei un incubo!" sbottò Smith, dandole una gomitata. 
"Ci vediamo a fine partita, tesoro!" ribattè Ginny irritata, prendendo la palla dalle mani del ragazzo e lanciandola a Dean. 
"Ovviamente, i gol di Tassorosso sono stati segnati da Bibb... ehm, no scusate... come si chiamava? Oh, Cadawallader" disse Luna serena, mentre Dean segnava un'altra rete e i Grifondoro impazzivano sugli spalti. "E avete notato che non è stato Zacharias Smith di Tassorosso a segnarli tutti? Quando faceva la cronaca si era tanto vantato della sua abilità... eravate tutti qui, come testimoni!"
Un giocatore di Tassorosso segnò proprio quando McLaggen era distratto e Demelza si prese la rivincita portando i Grifondoro a quaranta punti, poi Cadawallader pareggiò e McLaggen scattò arrabbiato contro Demelza. 
"SEI UN INCOMPETENTE, ROBINS, GUARDA COS'HAI COMBINATO!" McLaggen strillò come una femminuccia. 
"Sei tu che hai lasciato che la Pluffa volasse oltre l'anello centrale!" gridò di rimando Demelza, arrabbiata. 
"PENSA A FARE IL TUO LAVORO! TI SEI LASCIATO SFUGGIRE QUATTRO RETI FACILISSIME CHE AVREI SAPUTO PARARE ANCH'IO!" ruggì Ginny nervotica, mentre Luna commentava la partita dicendo che McLaggen era rosso come la sostanza che ricopriva il corpo di un Nargillo e i Grifondoro erano combattuti dall'arrabbiarsi con McLaggen per aver complicato le cose oppure ridere per le sciocchezze che sparava la loro nuova cronista. 
"Come stavo dicendo" proseguì Luna, mentre un altro ragazzo di Tassorosso segnava e nessuno se ne accorgeva perchè la cronista non si interessava a quisquilie come il punteggio. "Zacharias Smith era stato molto cattivo con i Grifondoro la scorsa volta, credo che adesso se ne stia davvero pentendo. E credo anche che tutti noi abbiamo notato che non ha saputo tenere la Pluffa per più di un minuto tra le mani... beh, ovviamente so tutto su quest'argomento: questi sintomi di non riuscire a trattenere gli oggetti per più di un minuto tra le mani fanno parte di una sindrome chiamata Broccopatia, e mi dispiace dire a Smith che lui ne soffre gravemente" 
Scoppiarono tutti a ridere; Smith era furente. 
"Settanta a quaranta per Tassorosso!" abbaiò la professoressa McGranitt dal megafono.
"Di già?" domandò Luna distrattamente. "Oh guardate! Il Portiere di Grifondoro si è impadronito di una delle mazze da Battitore!" 
Ginny sgranò gli occhi orripilata e si voltò immediatamente dal lato della porta: McLaggen, per ragione solo a lui note, aveva strappato la mazza a Peakes per mostrargli come colpire Cadwallader per far sì che si levasse di mezzo e che non segnasse più nessuna rete. 
"Vuoi ridargli la sua mazza e tornare agli anelli?" strillò Harry rauco, ma McLaggen non lo stette a sentire. 
Colpì un Bolide così forte che questo sorvolò il campo e incappò in Harry con un gran tonfo, quasi frantumandogli la testa mentre veniva disarcionato dalla scopa: di sicuro, era svenuto. Ginny urlò di spavento, insieme alla folla, paralizzata a mezz'aria e pensando alla grave lesione alla testa che un suo zio di secondo grado aveva avuto ed era morto, e con l'espressione di paura sul volto mentre Ritchie e Jimmy correvano ad acciuffare il Capitano prima che toccasse terra... 







Angolo autrice
Come vedete, tra Ginny e Dean non va più come una volta perchè Dean si dimostra sempre più asfissiante e come un polipo: sinceramente, i ragazzi così sono da giustiziare e parlo per esperienza personale. Quindi, la ragazza si ritrova di nuovo a pensare ad Harry e ancora di più quando suo fratello viene avvelenato e prima della partita di Quidditch quando lei lo cerca dappertutto... anche negli spogliatoi maschili, ignorando Dean. Beh, per me è più che normale che Ginny si arrabbi con Dean e non so voi. 
Un abbraccio!

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Capitolo 55
*** Comincia la vita da single. ***


COMINCIA LA VITA DA SINGLE.


"E Tassorosso vince: trecentoventi a sessanta!" 
Ginny non aspettò neanche il fischio del dopo partita e si precipitò immediatamente a terra, rossa di rabbia e bianca di preoccupazione: era ovvio che la partita sarebbe dovuta andare a finire in quel modo. Il Cercatore di Tassorosso aveva acciuffato quel Boccino solo perchè aveva campo libero e Ginny dopo l'incidente a Harry non era riuscita a segnare più neanche un misero gol. 
Fu la partita peggiore di tutte, decisamente. 
"McLaggen!" ruggì Ginny furibonda, con il sangue bollente alla testa mentre marciava in direzione del ragazzo. 
Lui si voltò e sul suo viso non c'era nè paura nè preoccupazione, anzi, sembrava divertito. "Eh?" fece, interessato. 
"Ma ti ha dato di volta il cervello?" 
"Non venire a farmi la predica, immaginavo avremmo perso. Siete dei così buoni a nulla" disse McLaggen serio. Ginny strinse forte i pugni, e avanzò leggermente il passo per trovarsi proprio di fronte al ragazzo e prenderlo di petto. "E poi dovreste ringraziarmi in ginocchio, voi tutti! Almeno ho dato... ah, del colore a questa partita noiosa e inutile in cui mi sono ritrovato a giocare!" 
"DEL COLORE?" strillò Ginny incazzata nera, mentre Demelza la raggiungeva per scuoterle il braccio come per avvisarla di non fare azioni avventate. "Sei proprio un idiota, e sei anche impazzito! Harry è in Infermeria con una frattura cranica... ed è tutta colpa tua, deficiente!" 
"McLaggen, sei proprio un coglione" aggiunse Ritchie irritato, raggiungendoli. 
"Quello si è fatto colpire da almeno dieci metri di distanza, mica è colpa mia" replicò McLaggen asciutto, arrossendo leggermente sulle guance. "E poi non dirmi che non è stato divertente... andiamo, ragazzi! Non avete visto come precipitava?" e gli fece l'imitazione, di cui solo Dean trovò uno spasso totale. 
Le risate di Dean infastidirono Ginny più che mai, mentre McLaggen andava gongolando verso gli spogliatoi con l'aria soddisfatta di chi aveva ottenuto l'effetto desiderato e con Demelza e i Battitori che lo seguivano, accusandolo e riempiendolo di epiteti che la vecchia Demelza calma e rilassata non avrebbe mai osato dire e nemmeno sentire. 
"E tu cosa diavolo hai da ridere?" sbottò la ragazza sprezzante, al fidanzato. 
"Non prendertela con me! McLaggen l'ha fatto male, mica io!" disse Dean, sulla difensiva. 
"Certo, ma tu sembri trovare questa situazione alquanto divertente. Vero?" chiese Ginny nauseata, con lo stesso tono sprezzante. 
"Dai, tesoro... McLaggen ha ragione: è stato divertente... ammettilo!" 
"Sei un coglione come quell'altro coglione di McLaggen" 
"GINNY!" gridò Dean indignato. 
"AVREI VOLUTO VEDERE TE AL POSTO DI HARRY!" ringhiò la ragazza, senza guardarlo in faccia e continuando a camminare. 
Una cosa era certa: Dean Thomas era sul serio un idiota. Ma non capiva proprio che le fratture craniche erano una cosa seria? E poi a Ginny stava davvero a cuore Harry e questo non poteva non ammetterlo a sè stessa, ed era ovvio che trovasse quella situazione tutto meno che divertente. E la cosa che la faceva più arrabbiare era che Dean rideva di tutto quello... come se gioisse per il fatto che Harry non potesse più passare il tempo con la fidanzata, gioire come una sorta di vendetta personale di cui quella situazione aveva offerto. 
"MA SEI IMPAZZITA?" strepitò lui, fissandola. "Non l'ho colpito io con il Bolide e ti arrabbi con me? Tu sei pazza!"
"Tu hai riso, non era divertente per niente!" 
"Ma a te cosa diavolo importa? Ormai sta in Infermeria, perchè ti scaldi così tanto? Eh? Vorrei proprio saperlo!"
Ma Ginny era arrivata ben oltre l'insopportabile... 
Sibilò un grosso e potente: "Vaffanculo" al suo adorato fidanzato e sparì via dalla circolazione.




"La prego, Madama Chips... solo cinque minuti!" 
Madama Chips la fissò come per soppesare la proposta. Ginny stava pregando l'anziana donna da almeno dieci minuti abbondanti, perchè non appena si era data una ripulita nello spogliatoio femminile dopo la partita era corsa subito in Infermeria per andare a vedere come stavano i due ragazzi, ma soprattutto Harry: aveva bisogno di sapere come stava dopo che quel cretino di Dean l'aveva deriso. 
"Cinque minuti" ripetè la ragazza, facendo gli occhioni. 
"Oh, d'accordo!" acconsentì Madama Chips, abbastanza impaziente. 
Ginny fece un'espressione soddisfatta e corse al letto di Harry, approfittando del fatto che il fratello stesse nel mondo dei sogni. Si sedette al lato del letto del ragazzo, gli prese la mano sperando che nessuno entrasse e la vedesse e lo guardò per bene: la mano era fredda, il suo capo ricoperto di bende bianche e gli occhiali erano stati messi da parte. 
"Si riprenderà?" chiese Ginny ad alta voce. 
"Certo!" ribattè subito Madama Chips. 
"Quando?" 
"Tra qualche oretta, ma deve riposare" rispose la Curatrice e uscì, chiudendo la porta e lasciandola da sola. 
Ginny tornò a guardare di nuovo il ragazzo e pensò a quanto fosse stato bello se lui avesse aperto gli occhi in quel momento e la vedesse accanto a sè, felice di vedere che lei ci teneva e aveva litigato con il suo ragazzo per lui. Lei non faceva che pensare di nuovo ad Harry Potter e per quanto fosse brutto nei confronti di Dean, non poteva farne a meno: che fosse di nuovo cotta di un ragazzo impossibile? No, non era poi tanto impossibile... ora erano diventati amici! Sì, ma questo non significava niente e... 
Io non dovrei nemmeno pensare queste cose!
Ginny si maledisse e allungò la mano per accarezzargli i capelli scompigliati, come aveva tanto sognato fare da ragazzina: la sua chioma scompigliata le era sempre sembrata abbastanza hot anche solo a toccarla. Chissà quali problemi riempivano la sua mente così affollata, e quale sarebbe stata la fortunata ragazza che sarebbe caduta in un secondo ai piedi del Prescelto quando erano secoli che Ginny lo amava alla follia? 
Non ci poteva credere, stava pensando di nuove cose assurde: lei non lo amava più, non l'aveva mai amato. Forse... 
"Ginny?" biascicò Ron assonnato, la voce impastata.
Lei ritrasse in fretta la mano dal viso di Harry senza farsi vedere. "Ron? Sei sveglio. Come ti senti? Hai saputo della partita?" chiese, e il fratello annuì. 
"Sì, è venuta a trovarmi la squadra e non sembravano molto contenti... McLaggen vi ha proprio fatti arrabbiare, eh?" 
"Oh, che ci ha fatto arrabbiare è dire poco" disse Ginny seria, pensando di non aver ancora sistemato per benino McLaggen. "Sai, è davvero un tale idiota! Non vedo l'ora che guarisci e che rientri in squadra così distruggiamo i Corvonero e vinciamo la Coppa. A nessuno sta molto simpatico McLaggen e adesso si è reso ancora più insopportabile. Ha combinato anche un bel casino..." e accennò ad Harry, ancora svenuto. 
"Ero sveglio quando l'hanno portato qui" disse Ron. 
"Lo sai che è venuto appena in tempo per la partita?" chiese Ginny distrattamente, ma Ron era troppo impegnato a scartare le sue Cioccorane per fare caso alle parole che la sorella stava dicendo. "Comunque... Ron, mi ascolti? Ti ho appena chiesto..." 
"Tempo scaduto!" trillò Madama Chips, entrando nell'Infermeria e sbandierando un fazzolettino di pizzo. 
"Ma..." obbiettò la ragazza. 
"Sono passati cinque minuti esatti" 
Ginny si alzò dal letto di Harry di malavoglia, lanciandogli un ultimo sguardo. "Sto andando" borbottò, sbuffando. 
"Benissimo. E tu, riposati" ordinò la Chips a Ron, che spalancò la bocca inorridito. 
"Ma mi sono appena svegliato!" protestò, sedendosi sul letto. 
"Beh, allora ti somministrerò un altro bel sonnifero" 
"Ma..." 
"Niente storie, e tu esci" 
Ginny ridacchiò sonoramente e salutò il fratello con la mano (Ron aveva un'espressione disperata), uscendo dall'Infermeria per andare a godersi anche lei un bel riposo seduta nella poltrona della Sala Comune di Grifondoro. Stava appena sorpassando l'angolo che Neville le andò quasi a sbattere contro, per poi finire lungo disteso per terra come un salame. 
"Oh scusami..." disse il ragazzo, sospirando. 
"Neville! Che ci fai da queste parti?" chiese Ginny divertita, sorridendogli amichevolmente. 
"Volevo andare a trovare Harry per vedere come sta, ha fatto una brutta caduta..." mormorò Neville. 
"Sono appena andata ma Madama Chips non vuole visitatori, mi ha fatta entrare per pena" 
"Davvero?" 
"Sì" sbuffò la ragazza, prendendo a camminare nella direzione in cui era venuto Neville. "Quella donna è matta, l'ho sempre pensato. Cosa le costa acconsentire che gli amici dei ragazzi disgraziati passino il tempo nell'Infermeria? Me lo sono sempre chiesta... tu no?" 
Neville annuì. "Vengo con te" disse semplicemente, e la seguì. 
"Come ti va la vita?" chiese Ginny incuriosita, molto incuriosita. Lei e Neville avevano un bel rapporto e molto spesso si ritrovavano a tarda notte a chiacchierare allegramente tra di loro e a ricordare dei tempi dell'ES e di tutto... era un vero amico, un amico al quale lei voleva davvero un mondo di bene. Era cambiato dal Neville che aveva conosciuto anni fa, ma anche lei era cambiata: tutti cambiano, prima o poi. 
"Oh, non male... sai, Hannah è arrivata di nuovo a scuola" rispose Neville. 
"Hannah? Hannah Abbott?" 
"Sì, la madre le è morta mesi fa ma il padre ha voluto che lei continuasse la sua istruzione" 
"E lei come sta?" chiese Ginny preoccupata, pensando che forse avrebbe dovuto parlare con Hannah. 
"Eh..." mormorò Neville mesto, "mi dispiace tantissimo per lei, piange spesso ma si vede che è una ragazza forte" aggiunse. 
"Ci stai uscendo insieme?" Ginny si voltò verso l'amico per saperne di più di quella situazione, ma probabilmente si era spinta troppo in là perchè Neville era arrossito moltissimo e aveva iniziato a balbettare. "Scusami, non volevo essere così indiscreta... volevo solo..." 
"Non ti preoccupare. Non ci sto uscendo insieme, ti pare che lei uscirebbe con me?" chiese Neville tristemente. 
"Certo!" ribattè l'amica, offesa da quella domanda. "Perchè non dovrebbe?" 
"Non so, chiedevo. Non me ne intendo in materia di ragazze, comunque" rise il ragazzo, facendo ridere anche l'amica. Che fosse cambiato, a volte il suo comportamento rimandava al Neville di una volta: a volte insicuro, a volte impacciato e spessissimo senza amici... ma estremamente coraggioso e pronto a mettersi in gioco... cosa che nel Neville di una volta non riusciva ad emergere. 
"E a te come va con Dean? L'ultima volta che abbiamo parlato eri appena arrivata da un appuntamento disastroso ad Hogsmeade" aggiunse lui, incuriosito. 
"Oh, va tutto bene" rispose Ginny subito, con abbondante sarcasmo. Neville la fissò, scettico quanto le parole che la ragazza aveva appena pronunciato. "Scherzo, va una schifezza totale. Abbiamo litigato, ma ti dissi che sono mesi che abbiamo dei problemi... non mi sento molto libera con lui, sai? Vorrei passare del tempo con i miei amici ma..." disse la parola d'ordine per il ritratto della Signora Grassa, "lui non mi lascia molto tempo per questo. Adesso è capitato che abbiamo litigato, e abbiamo litigato perchè Dean rideva perchè quell'idiota di McLaggen ha colpito Harry con il Bolide" concluse, sprofondando in una poltrona accanto al fuoco. 
"Non me l'aspettavo: Dean non è cattivo!" disse Neville sorpreso, sedendosi accanto a lei su un'altra poltrona.
"L'ha fatto di proposito, ha un'avversione verso..." lei s'interruppe, ma Neville sembrava aver capito e annuì. "Va beh, tanto so che faremo pace. Comunque, non dire niente a Dean che abbiamo parlato di lui o di argomenti come questi perchè altrimenti non lo sopporterei" 
Neville sorrise. "Muto come una tomba, puoi scommetterci" 
"Oh, io mi sono sempre fidata di te e... cielo, ecco che arriva" la ragazza si alzò dalla poltrona come se quella l'avesse colpita con una scossa elettrica abbastanza forte e spettinò i capelli a Neville in saluto... per poi sparire verso il dormitorio femminile e pensare ad un travestimento per non vedere Dean per il resto dei suoi giorni. Magari un passamontagna avrebbe fatto comodo, o il mantello invisibile... 




"E tu e Dean avete litigato per questo?" 
"Sì, Hermione. Ammettilo, si è comportato davvero molto male!"
Ginny ed Hermione erano strizzate in un angolino remoto della Sala Comune, una settimana dopo la disastrosa partita tra Grifondoro e Tassorosso, e si scambiavano le ultime notizie. La ragazza avrebbe tanto voluto parlare prima con Hermione ma era troppo impegnata a nascondersi da Dean per avere una vita sociale lì nel castello... così Neville aveva iniziato a spiare Dean (di malavoglia, ma solo perchè le voleva bene) per assicurare l'amica che non lo incontrasse nei suoi stessi posti, cosa che lui e Demelza trovavano terribilmente seccante. 
"E hai messo Neville come sentinella?" volle sapere Hermione. 
"No!" Sì. "Insomma, non è che fa da sentinella e spii Dean... per l'amor del cielo, che cosa sciocca!" 
"Vi ho sentiti parlare, e parlavate di turni di guardia" 
"Oh, d'accordo!" si arrese la ragazza, sbuffando. "Stavo pensando di mettere su un'intera squadra di spie: Christopher è eccitatissimo al pensiero, e Colin non vede l'ora di usare la macchina fotografica come una vera sp... no, scherzavo" si affrettò a dire, perchè lo sguardo di Hermione era puro omicidio. 
"Gin, fai la seria: o chiarisci con Dean o ci rompi" riassunse Hermione piccata. 
O chiarisci con Dean o ci rompi... la cosa era abbastanza allettante perchè quando arrivava l'ora di dire basta, arrivava. Infondo, lei non ce la faceva più a rendersi una vita un inferno per quel ragazzo che non le dava libertà e la libertà era l'unica cosa che aveva preteso Ginny dai suoi fidanzati. Quasi quasi, iniziava a pensare che Micheal Corner fosse meglio di Dean Thomas... almeno lui non era così ossessivo. 
"Non so, sono indecisa... insicura..." mormorò Ginny pensierosa, abbassando il capo e fissandosi le scarpe da ginnastica. "E se sbagliassi tutto? Io non vorrei litigare con Dean ma lui certi litigi se li va proprio a cercare! Ha un'avversione verso Harry grandissima, ti rendi conto di quello che sta facendo?" 
"Ti sei mai domandata perchè hai un'avversione verso Harry?" 
"Certo, e ti rispondo: è un idiota totale. Crede davvero voglia mollarlo per avventarmi su Harry come anni fa?"
Hermione si morse il labbro inferiore e non rispose, fissandola. 
"CHE COSA?" inorridì Ginny offesa, balzando in piedi e guardando Hermione dall'alto. "Non penserai sul serio quello che adesso sto pensando? No, Hermione! Il caso è proprio chiuso, è chiuso da anni... ma non capisci? Questa gelosia che Dean ha nei suoi confronti non significa proprio nulla, è solamente geloso perchè io e luiandiamo d'accordo come veri amici... quando poi da bambina mi piaceva, semplicemente questo" 
Hermione continuò a stare in silenzio, poi disse: "Non è che tu vuoi... insomma... cercare un pretesto per litigare con Dean?" 
All'occhiataccia che le lanciò l'amica, si fece piccolissima ai suoi occhi. 
"Lo so che è stato orribile che abbia riso di lui ma... voglio dire..." balbettò Hermione.
"Hermione" scandì Ginny orripilata, "stai dando ragione a Dean o mi sbaglio di grosso?" 
"Non sto dando ragione a Dean!" protestò Hermione. 
"Credi che stia sbagliando con lui? Insomma, non provo l'affetto di una volta... dovrei chiarire, giusto?" 
"Ritengo" 
Ginny si prese il volto tra le mani. "Sono così confusa!" disse, disperata. 
Molto probabilmente era il pensiero di Harry che la distraeva dal pensiero Dean, ma lei era così legata ad Harry Potter che a volte dimenticava che il ragazzo non era innamorato di lei. Certo, lui era cambiato nei suoi confronti ed era diventato decisamente più affettuoso ma lui non l'amava, doveva farsene una ragione. Ma lei sì... l'aveva appena ammesso, lei lo amava da anni... ma allora perchè si ostinava a stare con Dean, a cui voleva lo stesso un mondo di bene nonostante a volte gli facesse salire il sangue in testa? Per riempire il vuoto che Harry Potter aveva lasciato nel suo cuore? 
Hermione le diede una piccola pacca sulla spalla, come per consolarla. "Dai, forse sono stata troppo dura... pensaci bene, d'accordo? Comunque, cambiando argomento: ho detto a Harry che tu e Dean avete litigato perchè Dean rideva perchè McLaggen l'aveva colpito col Bolide alla partita" buttò lì la ragazza, come se niente fosse. "Sai, non so come dirtelo... ma mi è sembrato davvero interessato" aggiunse. 
Ginny spalancò gli occhi, ma la verità le rovinò addosso. "Ovvio, non credi? Il Quidditch, la squadra che ha messo su... è ovvio che in veste di Capitano non voglia che la sua squadra finisca di nuovo a rotoli: ci manca solo che perdiamo la prossima partita!"
"Non saprei" borbottò Hermione pensierosa. 
Ginny non fece fatica ad ignorarla, e continuò a mangiucchiarsi le unghie della mano destra. 
"Ehm... Ginny?" 
"Eh?" 
"Non hai mai pensato che quest'anno... insomma... Harry si fosse finalmente accorto di te?" 
La domanda diretta di Hermione la colpì in pieno petto e nel corpo di Ginny successero tante cose contemporaneamente: primo, i cereali che aveva mandato giù a colazione sembravano voler salire di nuovo in superficie e un paio di fuochi d'artificio fuggiaschi erano esplosi all'improvviso nelle sue budella, che stavano iniziando a festeggiare e a ballare tutti insieme la conga. 
In poche parole, la sua mente era appena partita per la tangente. 
"Ci ho pensato" rispose sincera la ragazza, pensando a tutte le volte in cui lei e il ragazzo avevano riso tra di loro, alla proposta per Hogsmeade ad ottobre e tutte le volte in cui il suo sguardo era su di lei. "Ma non è così, me ne sono fatta finalmente una ragione. Sono successe troppe cose in passato che non si possono accantonare, non è possibile che lui abbia una cotta per me... no, è impossibile davvero" concluse, scuotendo il capo. 
No, non era veramente possibile che fosse lei la ragazza di cui il grande Harry Potter si era innamorato. 
Hermione non rispose, e continuò ad essere pensierosa. "Oh, sta arrivando Dean" disse, all'improvviso. 
"Ehi, ti va di andare a farci una passeggiatina?" chiese il ragazzo. 
Impotente, Ginny dovette annuire e seguì Dean nel corridoio del settimo piano (lui l'aveva sempre aiutata a camminare, ovviamente) e stettero in silenzio per un paio di minuti che sembravano dilungarsi per ore. Ginny non aveva mai avuto meno voglia di parlare, perchè tra i suoi pensieri c'era solamente Harry... ma come diavolo faceva a lasciare Dean quando era un anno che stavano insieme? Non poteva, non poteva mollarlo per Harry Potter... non per lui, che non l'amava. 
"Sono giorni che non ci parliamo e vediamo... la cosa mi sta facendo impazzire" disse Dean, arrivando al dunque. 
"Sì, è da giorni che non ci parlamo e vediamo" fece eco la ragazza, con un mormorio.
"Volevo chiederti scusa, mi sono comportato da schifo. Non volevo ridere di Harry... è un mio amico, mi sono comportato male solo perchè... beh, non so nemmeno io il perchè. So solo che mi dispiace tantissimo, e sono sincero. Mi perdoni?" 
E con tutto il coraggio che avesse in corpo, la ragazza rispose: "Sì" e si baciarono. 




Nei giorni che seguirono, Ginny trovò davvero difficile parlare con Dean dei loro problemi perchè non aveva ancora rinunciato a parlare col ragazzo dei loro problemi di coppia sperando che quel rapporto potesse aggiustarsi sul serio. 
Lei illusa. 
Quando passò un'altra settimana, la situazione era sempre la stessa e Ginny non ce la faceva proprio più di stare insieme a Dean. E non era per Harry Potter che quel giorno aveva deciso di rompere... era anche per lei, perchè Harry Potter in quella situazione non c'entrava perfettamente nulla. Geloso, premuroso e ossessivo al massimo... ma Dean non capiva proprio che doveva piantarla con queste idiozie? 
"Dai, ditelo che sto sbagliando tutto!" 
"Secondo me, non stai sbagliando proprio niente: Dean è una piattola" la rassicurò Christopher, facendogli un gran sorriso. 
"Christopher ha ragione" convennero William e Ritchie. 
"Ma certo che ho ragione" ribattè lui, soddisfatto. 
"Quindi non vuoi più che lo spii?" chiese Colin, leggermente deluso. "Insomma, avevo preparato la macchina fotografica per il grande evento e adesso mi dici che non devo più fare la ronda? Oh, per una volta che mi volevo divertire! Ma almeno ci hai pensato bene? Non so, magari sei indecisa... ti capisco, ma facciamoli lo stesso i turni di guardia come delle vere spia e poi..." 
"Colin" scandì Demelza nevrotica, "vuoi chiudere un attimino quella tua boccaccia e lasciarmi pensare in grazia del Signore?" 
"Oh, Dem... sei esasperante anche tu" fu la risposta infastidita di Colin. 
"Niente turni di guardia, se Gin non vuole più stare con Dean... lo lascerà" dichiarò Demelza duramente, annuendo come confermare le sue parole. 
Ginny dovette annuire: doveva entrare finalmente in azione e mollare Dean. Non solo per il suo bene, anche per il bene del ragazzo... perchè con lui aveva vissuto dei bei momenti ma quei bei momenti adesso facevano parte del passato e se avessero ancora fatto parte del suo presente forse non sarebbe arrivata a questa conclusione. Sì, Demelza aveva assolutamente ragione: lei non voleva stare con Dean, così lo avrebbe lasciato. 
Il percorso dalla Sala Grande alla Torre di Grifondoro parve piccolissimo con la mente occupata da tanti pensieri...
"Pensi davvero che abbia sbagliato?" riuscì a dire la ragazza, rivolgendosi all'amica. 
"No..." mormorò Demelza. 
"Oh, non mentire!" sbottò Ginny spazientita, che si era accorta del lieve rossore che invadeva le guance di Demelza quando diceva qualche bugia. "Ho sbagliato sicuramente, dovevo farlo prima... ma volevo salvare la relazione. E non è accaduto. Quindi adesso ci chiarisco prima di impazzire e far impazzire lui" aggiunse.
"Chiarisci adesso?" chiese William. 
"No, magari più tardi..." 
"Ti conviene farlo adesso... ehm... Dean a ore dieci" 
Ginny si voltò alla sua sinistra: Dean a ore dieci che stava correndo verso di lei. Gli amici le lanciarono un'occhiata abbastanza preoccupata (probabilmente la sua faccia era diventata verde) e la salutarono, convinti che avrebbe voluto restare da sola a chiarire. Ma proprio adesso doveva spuntare Dean così felice? Proprio adesso doveva chiarire? Erano meglio i turni di guardia... 
"Noi andiamo in Sala Comune" disse in fretta Demelza, e si trascinò dietro tutti gli altri. 
"Ciao..." disse Ginny lugubre, senza nemmeno un pochino di entusiasmo. 
"Ehi" disse Dean, dandole un bacio sulla guancia. 
"Dean, no... aspetta..." la ragazza si scostò quando lui tentò di baciarla sulle labbra. "Dobbiamo parlare... adesso" 
"Ti avevo già chiesto scusa per il fatto di quel Corvonero coglione, no?" 
"Sì, ma non si tratta di questo" 
"Guarda che io non c'entro nulla con l'incidente al ragazzo del corso di scacchi" 
"No, non volevo accusarti di questo. Insomma, dobbiamo parlare di cose serie..." 
"Ma facciamolo dopo aver fatto le nostre cose, no?" propose Dean, tentando ancora di baciarla. 
Ginny ragionò in fretta: lei e Dean non potevano stare da soli altrimenti lui avrebbe liquidato il discorso e avrebbe continuato a baciarla come se nulla fosse. In pratica, i due ragazzi si dovevano trovare in una stanza affollata in modo da non riuscire a stare da soli per fare le carinerie... e quale era il miglior posto per stare in compagnia se non la Sala Comune di Grifondoro? 
"Andiamo nella sala, dai..." disse Ginny frettolosamente, e lui sbuffò. 
"Che cosa ho fatto adesso?" chiese, leggermente infastidito. 
"Niente, andiamo in Sala Comune e basta!" esclamò Ginny esasperata, cominciando a camminare in direzione della sala. 
Camminarono in silenzio per tutto il tragitto verso la sala e dopo aver detto la parola d'ordine per il ritratto della Signora Grassa, Dean sfiorò nuovamente Ginny e lei scattò: erano di nuovo alle solite, non ci poteva credere! Ancora con questa storia di aiutarla a varcare il buco del ritratto? Era esasperata di quella premurosità, non ne poteva di essere trattata come una poppante che riusciva a camminare solo gattonando.
"Non spingermi, per favore, Dean!" protestò lei, infuriata come non mai. "Lo fai sempre, so camminare benissimo da sola!" 
"Adesso oltre ad essere impazzita hai anche le allucinazioni?" volle sapere lui, sprezzante e offeso allo stesso tempo. 
"Ah, io ho le allucinazioni adesso? Fai sempre così, mi aiuti a camminare ogni volta come se non fossi in grado di varcare il buco del ritratto da sola!" 
"Questa volta non l'ho fatto, d'accordo?" 
"Sì, allora ho le allucinazioni!" esclamò lei irritata, mentre nella sua mente non poteva fare a meno di pensare che mancava poco alla rottura. "Ma andiamo! Ogni volta è sempre la stessa storia con te... sembri la mia balia! Ma davvero credi che sono cretina? L'ho fatta passare buona tutte le volte, ma adesso basta: quante volte devo dirti che so reggermi sulle gambe benissimo?" 
"NON SONO STATO IO ADESSO!" gridò Dean furibondo, attirando gli sguardi di tutta la sala su di loro. 
"E io ho i capelli biondi" ironizzò la ragazza. 
"Ma cosa diavolo stai dicendo?" chiese lui, fissandola come se fosse pazza. "Ma non ti va bene mai nulla di ciò che faccio io?" 
"Ah, e tu adesso me lo vieni a dire?" 
"Hai iniziato tu, io non ti ho aiutata a camminare questa volta!" 
"PERCHE' LEI ERA CON TE?" strillò una voce familiare dal dormitorio maschile e i ragazzi ridacchiarono: sembrava che quella sera stessero accadendo due rotture tra fidanzati contemporaneamente e la cosa sarebbe stata assai divertente da un punto di vista esterno. Sì, Ginny si sarebbe goduta anche lei il divertimento di due coppie che urlavano in Sala Comune... se non fosse un membro di una coppia derisa. 
"Dean, tu mi togli il respiro! Vuoi che io passi tutto il mio tempo libero con te... ma io ho i miei spazi!" la ragazza sputò fuori ogni cosa, cercando di tenere la voce bassa per non far sentire i cavoli suoi a tutti gli spettatori, mentre la voce esasperata di Ron echeggiava dai dormitori. "Mi accompagni dappertutto come se non ti fidassi di me, capisci? Basta, è stancante... e io mi sono stancata!" concluse, sibilando con irritazione. 
"AH, ALLORA PREFERISCI STARE CON LEI INVECE CHE CON ME?" strillò di nuovo la voce rotta di Lavanda Brown mentre Dean boccheggiava con gli occhi sgranati, inorridito da ciò che aveva detto la fidanzata. 
"Lavanda, non stavo facendo nulla con Hermione!" protestò Ron inbufalito. 
"Fammi capire... mi stai dicendo che è finita? Dopo tutto questo tempo?" chiese Dean sconcertato, gli occhi lucidi. 
"Sì, siamo troppo diversi" disse Ginny velocemente, sperando che lui non la pregasse davanti a tutti. "Tu hai bisogno di una ragazza che necessita tutte quelle tue attenzioni soffocanti, non di me. Io sono indipendente, avresti dovuto saperlo. Mi dispiace, tra noi è finita..." 
Il rumore di uno schiaffo echeggiò dai dormitori. "TRA NOI E' FINITA!" sbottò Lavanda, scendendo rumorosamente le scale. 
Un silenzio accolse le parole delle due ragazze e Dean seguì l'amica Lavanda fuori al buco del ritratto, lanciando a Ginny un ultimo sguardo triste. Lei non era affatto pentita per ciò che aveva fatto anche se avrebbe tanto voluto rompere civilmente e senza urlare, le dispiaceva per lui dato che stare un anno con un ragazzo significava molto... ma non era pentita. Anzi, si sentiva davvero libera, libera come non lo era da mesi, libera da ogni cosa. 
Chissà, magari la sua vera vita sarebbe cominciata proprio domani... 






Angolo autrice
Ovviamente le varie conversazioni sono create e girano tutte intorno alla coppia Ginny/Dean che alla fine andrà in frantumi. Mi dispiace tanto, ma io sono felice che Dean si sia levato dalle scatole perchè venero la coppia Ginny/Harry. Ho sempre immaginato che il litigio avvenisse in Sala Comune quando Ron e Lavanda si stavano lasciando di sopra... così ho creato un certo parallelismo tra le due situazioni che spero vi piaccia. Mi è piaciuto inserire il dialogo tra Ginny e Neville di Hannah perchè Neville diventerà a breve il miglior amico di Ginny e mi è piaciuto vedere Hermione confusa sull'argomento "Harry è innamorato di una ragazza ma non riesco a capire quale ragazza" il che è una cosa strana dato che Hermione la sa sempre più lunga di tutti. 
Con questo, spero vi piaccia il capitolo!

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Capitolo 56
*** Un bacio inaspettato. ***


UN BACIO INASPETTATO.


Nelle tre settimane successive, Ginny si sentiva, per la prima volta dopo tanto tempo o almeno per la prima volta da quando aveva messo piede in quella scuola, davvero libera di fare tutto ciò che le passasse per la testolina rossa che si ritrovava. Riusciva a passare molto tempo con i suoi amici e si divertiva di nuovo un mondo con loro e inoltre, Katie Bell era ritornata dal San Mungo e Dean non avrebbe più fatto parte della squadra di Quidditch di Grifondoro. 
Stava sognando? No, era tutto reale. 
Molti studenti si sorpresero che lei non fosse turbata per la rottura con Dean, quando lui stesso era davvero molto infelice, e tra l'altro tutta la scuola aveva già in mente qualcosa per conquistarla ma lei non aveva intenzione di fidanzarsi ancora. 
Infine, per completare la felicità...
"... e adesso vivo con mia madre e mia nonna nella casetta di campagna di nonna. Oh, sono così felice di vedervi!" esclamò Vick Probisher, abbracciando gli amici e singhiozzando di gioia con tutta sè stessa: era appena tornata a scuola. 
"Ci sei mancata!" disse Demelza, con una voce nasale che preannunciava le lacrime. 
"Sì, Vick... ci sei mancata!" fece eco Ritchie. 
L'arrivo di Vick era la ciliegina sulla torta per Ginny che non era mai stata tanto felice di rivederla, di abbracciarla e soprattutto di avere nuovamente tutti i suoi amici al completo. La nuova arrivata e gli altri ragazzi cominciarono a raccontarsi le ultime novità e quando Ginny arrivò al punto in cui aveva rotto con Dean, Vick fece un'espressione scandalizzata e raggiante insieme e iniziò a blaterare cose incomprensibili sul fatto che se fosse stata lei ci avrebbe provato spudoratamente con Harry Potter. 
Davvero molto allet... no.
"Tu sei diventata scema, siamo solo amici!" esclamò Ginny indignata, scuotendo il capo. 
"Ma sembrate molto affiatati e intimi ultimamente" obbiettò Christopher. 
"Non ti ci mettere anche tu!" ribattè la rossa. 
"Per la prima volta in vita mia sono d'accordo con Chris" convenne Demelza seria, dando una pacca sulla spalla all'amico. "Insomma, l'abbiamo notato tutti e anche Zacharias Smith nella cronaca della prima partita aveva accennato una roba del genere. L'hanno sentito tutti!" aggiunse. 
"Sì, ho sentito anch'io" disse subito William, facendo uno di quei suoi radiosi sorrisi. 
"Ho delle foto che vi ritraggono insieme..." cantilenò Colin malizioso. 
Ginny spalancò la bocca, poi storse il naso: non voleva parlare di ragazzi, o meglio di quel ragazzo. 
"Tesoro, non puoi negare: ti sta guardando da almeno mezz'ora" aggiunse Vick gongolando. 
"Cosa?" 
Nonostante tutto, la diretta interessata si voltò immediatamente a guardare verso il camino della Sala Comune, accorgendosi che Harry Potter la stava davvero fissando. Il cuore cominciò a batterle forte contro il petto mentre lui le sorrideva e lei ricambiava quel sorriso e, sperando di non arrossire in un momento come quello, mise su una faccia di totale indifferenza e distacco: non voleva che i suoi amici la credessero cotta di Harry Potter, come era successo anni fa... con disastrose figure di merda, per non dire altro. 
"Vuole attirare la mia attenzione perchè tra poco abbiamo gli allenamenti di Quidditch" scrollò le spalle lei, fingendosi ancora indifferente. 
"Da quando in qua qualcuno attira l'attenzione di una ragazza per degli allenamenti di Quidditch?" chiese Vick sconcertata, scambiando un sorrisino naturalmente malizioso con gli altri; Christopher iniziò a ridere, segno che stava pensando qualcosa di assolutamente perverso. 
Ovviamente, le occhiate scettiche che i ragazzi rivolsero a Ginny quando lei ripetè per l'ennesima volta la storia "siamo solamente amici" dicevano chiaramente che la sapevano più lunga di lei. Per fortuna, gli allenamenti di Quidditch chiamavano e la ragazza fu quasi lieta di abbandonare la Sala Comune, scappare via dai suoi perversi amici insinuanti e volare al campo per gli allenamenti. 
Tutto sommato, da quando Ginny si era lasciata con il fidanzato la squadra aveva visto gli allenamenti migliori di sempre e lei era l'anima di tutto questo: le imitazioni di Harry e McLaggen erano davvero il suo forte e ogni volta i ragazzi della squadra arrivavano perfino a lacrimare dalle risate talmente che l'imitazione era fedele. 
"McLaggen, vai agli anelli e lascia perdere gli altri!" fece l'imitazione lei all'improvviso, con la stessa voce che un Harry Potter particolarmente nevrotico aveva adoperato durante l'ultima partita di Quidditch; passò la Pluffa a Katie mentre lei ridacchiava, afferrandola al volo. 
I ragazzi iniziarono nuovamente a ridere. 
"Coote, Peakes... volate contro sole!" fece eco Demelza con una voce possente, da McLaggen. 
"McLaggen, sono io il Capitano! Smettila di dare ordini e vai agli anelli... e comunque, volate controsole" aggiunse Ginny divertita, e sentì Harry scoppiare vivamente a ridere e guardarla come se non l'avesse mai vista in tutta la sua vita. "Quella parte fu bellissima perchè per la prima volta McLaggen aveva detto una cosa buona... e Harry l'aveva pure rimproverato, per poi ripetere quello che McLaggen aveva detto!" 
"Giuro che stavo morendo dalle risate!" rise Peakes. 
"Non volevo dargli soddisfazioni" ribattè Harry sorridendo, mentre maneggiava il fischietto. 
"Giusto, era lui il Capitano!" disse Katie allegramente. 
E tra le risate, continuarono ad allenarsi duramente per l'ultima partita decisiva della stagione di Quidditch. Si allenarono per tutto il giorno, alternando momenti di serietà a momenti in cui il divertimento era garantito, e Ginny non si era mai sentita così viva. Era così felice per la rottura con Dean, che si accorse di amare Harry Potter più che mai... 
Lui si era accorto di lei e lei aveva capito bene che persona era: sembravano fatti per stare insieme. Se non fosse stato per il semplice fatto che per il ragazzo lei continuava ad essere la sorella del suo migliore amico o una sua grande amica sarebbero davvero stati benissimo insieme. In quelle poche volte che si erano trovati da soli, Ginny aveva finalmente conosciuto il vero Harry Potter, e non una persona famosa... solamente Harry Potter, un ragazzo normale e senza cicatrice a forma di saetta sulla fronte. 
BANG.
Ginny smise subito di ridere, fermandosi di botto e voltandosi: Harry era caduto dalla scopa da un metro da terra, colpito da un Bolide. Sapeva benissimo che era caduto solamente da un metro circa, ma fece lo stesso dietrofront e scese in picchiata a terra per aiutarlo a rialzarsi. 
"Harry...?" chiamò Ginny sconcertata, atterrando accanto al ragazzo e inginocchiandosi accanto alla sua testa. 
Strano: era l'ennesima volta che il ragazzo era stato colpito da un Bolide... ma a cosa diavolo pensava se era così distratto? Parecchi Bolidi in testa significavano molto per uno che si è già frantumato la testa durante una partita. Succedeva quasi sempre, e all'improvviso. La ragazza si accorse che quando lei iniziava a sorridere durante un allenamento un attimo dopo lui si distraeva... e veniva colpito da un Bolide. 
... ma per quale motivo? 
"Ehi, stai bene?" chiese lei, accarezzandogli delicatamente una guancia. 
Lui sbattè più volte le palpebre, mentre i ragazzi e gli spettatori si avvicinavano per guardare. "Sembra... sembra che io stia bene, adesso" disse il ragazzo, facendo un leggero sorriso. 
Ginny aggrottò la fronte. "Non sa quel che dice" dichiarò alla folla, mentre Ron scuoteva l'amico e Hermione li fissava. 
"Ma che cosa gli è successo?" chiese Demelza, gettando via la scopa per guardare il ragazzo a terra. 
"Demelza, è diventato rimbambito. Cosa vuoi che succeda?" la rimbeccò Ron divertito. 
"Ci sento ancora..." mormorò il ferito. 
"Ma stavi guardando le nuvole?" sbottò Hermione sbuffando, ma sembrava preoccupata.
"Giuro che non l'ho fatto di proposito, credevo si spostasse!" esclamò Ritchie agitato, fissando il Capitano come se fosse spaventato anche solo sfiorandolo con lo sguardo. "Sul serio, ragazzi... non è la prima volta che ha problemi di riflessi, avete notato tutti? Forse la caduta all'ultima partita l'ha reso particolarmente lento di riflessi" aggiunse, leggermente titubante. 
"Deve essere così, per forza. Ma adesso che si fa?" chiese Peakes. 
"Ma stai bene?" fece Katie Bell preoccupata. 
"Sì" rispose Harry alzandosi, aiutato da un ridacchiante Ron. "Sì, mi sento benissimo. E non ho bisogno di andare da Madama Chips, Demelza... Hermione, hai capito bene: non vado da Madama Chips a farmi tenere per una settimana lì dentro per una piccola botta che ho preso" 
"PICCOLA BOTTA?" ripetè Hermione scettica.
"Per fortuna i Bolidi di allenamento sono lentini" sospirò Demelza. 
"Sicuro di stare bene?" chiese Ginny sospettosa, scrutando il ragazzo in cerca di qualche malanno. "Insomma, lo so che il terreno era molle e che sei caduto da meno di un metro da terra però... sicuro che la tua testa sia in forma? Posso accompagnarti in Infermeria, se vuoi" aggiunse. 
"Ehm..." 
"Ma sta benissimo, Ginny! Possiamo continuare?" intervenne Ron energico, facendo il guastafeste. 
Ovviamente, il mio adorato fratellino deve rovinare sempre tutto... mi sembra giusto.
Continuarono il loro allenamento di Quidditch e, come succedeva sempre a fine allenamento, Ginny e Harry decidevano di stare insieme per avviarsi al castello (approfittando della temporanea assenza di tutti e della scomparsa, non sicuramente a caso, di Hermione) ma Ron non ne voleva proprio sapere di farsi da parte: continuava imperterrito a fare il terzo incomodo. 
Ginny si accontentava di quella semplice amicizia e non andava oltre, nonostante Harry Potter stesse iniziando di nuovo a sbucare nei suoi sogni in modi che gli facevano ringraziare il cielo che il fratello, Hermione e i suoi amici non fossero dei Legilimens. 
E al diavolo l'eleganza! 
"Ehm... dovrei andare un attimo nello spogliatoio per... ho dimenticato... mi accompagni?" chiese Ginny ad Harry all'improvviso, fingendo di aver misteriosamente scordato qualcosa di inesistente nello spogliatoio e tentando qualcosa che le permettesse di stare da sola con lui... anche se aveva promesso a sè stessa che quella semplice amicizia le sarebbe bastata. 
Aveva anche balbettato... ma in che pasticci si ficcava? 
"Sì, certo. Ci vediamo dopo, Ron" disse Harry immediatamente, facendo dietrofront. 
"No, aspettate... vengo anch'io, non ho nulla da fare" si intromise naturalmente Ron, scrollando le spalle. 
E viva con il terzo incomodo!
Ginny si schiaffò pesantemente una mano sulla fronte, e scosse ripetutamente il capo. "Ops, ho dimenticato che ce l'avevo qui... beh, grazie lo stesso. Corro al bagno per darmi una ripulita, ci vediamo in Sala Comune!" disse frettolosa, e corse velocemente via dal corridoio del primo piano per non stare un secondo di più insieme a suo fratello: sentiva che l'avrebbe ammazzato da un momento all'altro, con il suo stesso manico di scopa. 




"Ascolta, so tutto su quest'argomento: se Harry Potter ti rivolge quelle attenzioni significa..." 
"Stai vaneggiando, Vick!" 
Ginny infilzò la salsiccia con tanta potenza che Vick dovette per forza stare zitta, per paura di finire infilzata dall'amica con la stessa forza, e se la ficcò in bocca sotto lo sguardo sconcertato degli amici: sembravano troppo sconvolti per proferire parola. Poi Ritchie si azzardò a dire qualcosina... 
"Secondo me, stai vaneggiando proprio tu" disse cauto, e annuì confermando le sue parole. "Avrei anch'io i miei dubbi, come tutti gli altri. I miei Bolidi non facevano altro che colpirlo perchè era rimasto tutto il tempo imbambolato a guardarti... spero che domani non lo rifaccia: abbiamo la partita e non dobbiamo perdere!" 
Demelza annuì. "Sì, hanno ragione" decise semplicemente. 
"Ma lui è il Capitano, è ovvio che mi guardava!" ribattè Ginny intestardendosi, con un tono falsamente seccato. 
"Il Capitano guarda tutti, non solo te" disse Christopher, sorridendo come un depravato. 
"Di certo non guardava me e Ritchie in quel modo" rise Demelza, sorseggiando il suo succo col mignolino teso. 
"Ma..." 
"Il caro Jones e la cara Robins hanno ragione: il Capitano dovrebbe guardare tutti, mica solamente te" convenne William divertito. "Oh, non vedo l'ora che Colin scarichi quelle foto che ha scattato durante i vari allenamenti così ti daremo la prova di ciò che noi tutti ti stiamo dicendo da mesi: Harry Potter è cotto di te!" 
Ginny sbuffò di finta impazienza (doveva fare l'attrice!) e fissò il suo piatto per non guardare in faccia gli altri, con una scarica elettrica che l'attraversava: non doveva illudersi. Ma i suoi amici proprio non capivano che più le dicevano quelle cose più si illudeva? Non aveva intenzione di ritornare indietro nel tempo, al punto in cui si era davvero illusa che per lei e quel ragazzo potesse nascere davvero qualcosa. Lei non voleva più soffrire per Harry Potter, non voleva più... 
"Ragazzi! Ragazzi!" 
"Eh?" fece Demelza, riscuotendosi. 
Ginny ingoiò l'ultimo pezzetto di salsiccia assorta nei suoi pensieri e vide che Alice e Rose correvano a perdifiato verso di loro, come se fossero inseguite da un branco di Acromantule impazzite. Che avessero davvero qualche mostro di Hagrid alle calcagna? Per correre in quel modo, qualcosa doveva essere accaduto.
"Ragazzi... oh mio..." ansimò Alice, poggiando entrambe le mani sul tavolo mentre ansimava ancora. 
"Cosa?" volle sapere Ritchie, incuriosito. 
"Voi non... è successa una cosa t-terribile e Gin... devi andare..." balbettò Rose. 
"Cosa? Cosa succede?" chiese la ragazza, balzando in piedi e rovesciando il piatto col cibo. 
"Harry Potter..." 
"Ha quasi ucciso... ha quasi ucciso Draco Malfoy... quel ragazzo di Serpeverde..." 
Ginny sbiancò e dire che era sbiancata era poco: probabilmente stava quasi per vomitare. Guardò dritta negli occhi Demelza che balbettava cose sul fatto che non era assolutamente possibile che il ragazzo avesse quasi ucciso Draco, sebbene quei due si detestassero a morte da secoli. Ma Rose aveva ragione: Ginny doveva immediatamente correre da Harry... perchè in quel momento aveva bisogno di lei. 
Ci mise non meno di qualche minuto per raggiungere la Sala Comune e non appena varcò il buco del ritratto capì che Alice e Rose dicevano sul serio e che Harry Potter in qualche modo c'entrava qualcosa in quella storia. Il ragazzo era circondato da Ron ed Hermione, che non smettevano di parlargli mentre lui aveva il capo chino; il suo sguardo era vacuo e il pallore del suo volto era pari quasi quanto a quello di Nick-Quasi-Senza-Testa. 
"Harry..." mormorò, e lui alzò lo sguardo su di lei. Per poi posarlo di nuovo a terra, per vergogna. 
"Hai saputo?" chiese. 
"Io... sì, ho saputo adesso ma... vorrei che tu mi raccontassi tutto" 
"Meglio di no" disse in fretta Ron, scrutando l'amico in modo preoccupato; Hermione non osava parlare. 
Ma Harry fissò di nuovo la ragazza e cominciò a raccontare tutto. Raccontò la scena nei dettagli di come lui e Draco avevano iniziato a duellare, di come Draco aveva tentato di lanciargli una Maledizione Senza Perdono e di come quella formula Sectumsempra gli fosse venuta in mente, scritta sulla pagine del vecchio libro di Pozioni. 
"... Piton mi ha punito: ho la prima punizione domani, per tutti i sabati dell'anno" concluse il ragazzo, con voce da funerale. 
Ginny ci mise qualche secondo per capire. "Come sarebbe a dire? Aspetta... questo sabato abbiamo la partita!" esclamò, scandalizzata al solo pensiero. Lui non rispose... e la cruda e dolorosa verità le cadde addosso. "Non ci posso credere! Tu non giocherai? Non giocherai? Dimmi che non è vero, dimmi che Piton si è sbagliato!" aggiunse, la voce che era sulla vetta della disperazione estrema. 
Lui continuò a non rispondere, e non incrociò il suo sguardo. 
"Harry..." mormorò Ginny devastata. 
"Mi sostituirai come Capitano e Cercatore, Dean farà di nuovo parte della squadra e..." la sua voce si spense.
Ginny non riusciva proprio a crederci, non voleva assolutamente crederci: Harry si era impegnato tantissimo per quell'ultima partita, pronto per battere i Corvonero e dimostrare che aveva allenato una bellissima squadra. Era angosciata, e Dean sarebbe di nuovo rientrato in squadra... come potevano mai farcela? Come potevano vincere quella partita senza il loro Capitano? 
"Come fai a difendere ancora quel libro?" stava dicendo Hermione, testarda come un mulo. 
"Vuoi smetterla con quel libro? Il Principe l'ha solo copiato, non ha consigliato a nessuno di usarlo! Per quello che ne sappiamo, può aver preso un appunto su qualcosa che è stato usato contro di lui!" 
"Stai difendendo..."
"Non sto difendendo quello che ho fatto!" la interruppe Harry angosciato, il capo sempre chino per non lasciarsi guardare in volto. Ginny guardò Hermione e la rabbia prese il sopravvento: era già spiacevole che lui si sentisse così e lei insisteva con quel libro del Principe Mezzosangue? Doveva smetterla. "Vorrei che non fosse mai successo... ma non puoi dar la colpa al Principe, lui prendeva solo appunti!" 
"Mi stai dicendo che tornerai...?" fece Hermione sconvolta. 
"A riprendermi il libro? Ma certo! Senti, senza il Principe non avrei mai vinto la Felix Felicis, non avrei mai saputo come salvare Ron dal quell' avvelenamento e non avrei mai..."
"... ottenuto la fama di abile pozionista che non meriti" concluse Hermione perfida. 
Ginny scattò arrabbiata, cercando di essere razionale e calma: "Piantala, Hermione! A quanto pare Draco stava cercando di usare una Maledizione Senza Perdono, dovresti essere contenta che Harry avesse una buona contromossa!" 
"Beh..." fece Hermione colpita, "naturalmente sono felice che Harry non sia stato maledetto, ma non puoi definire buono l'incantesimo Sectumsempra! Guarda che cosa è successo! E avrei pensato che, visto quel che ha fatto alle vostre possibilità di vittoria..." 
"Oh, non far finta di capire il Quidditch: farai solo una figuraccia!" sbottò Ginny arrabbiata, ringhiando contro l'amica. 
Harry e Ron rimasero esterrefatti dal modo in cui Ginny si era rivolta ad Hermione, mentre le due ragazze si scrutarono torve. Hermione si era comportata molto male con il suo migliore amico e Ginny non voleva proprio sentire nessuna accusa da parte di nessuno: lui non l'aveva fatto di proposito, e ne stava pagando le conseguenze. A volte, Hermione era davvero insopportabile: solamente perchè l'amico l'aveva battuta in Pozioni doveva trattarlo in quel modo? 
Ginny fu così imbarazzata per aver urlato contro Hermione, che dopo pochissimi minuti corse in dormitorio. 




"Ti sei comportata malissimo, ammettilo!" 
"No, io... insomma... quel libro non me la racconta giusta!" 
Ginny sbuffò: era mezz'ora che cercava di far ragionare Hermione che forse aveva un tantino esagerato con quello che doveva essere il suo migliore amico, e che adesso se ne stava tutto depresso sul suo letto a rimuginare su quanto era accaduto. Era spiacevole, spiacevole non poco. 
"Non c'era bisogno di trattarlo di merda" insistette la rossa, imperterrita. 
E Hermione, ancora più cocciuta di lei, ribattè: "Non l'ho trattato di merda! Volevo solo... Ginny, ascolta: se lui mi avesse dato ascolto anche solo per un secondo riguardo a quel libro probabilmente in questo momento sarebbe stato felice e domani avrebbe potuto giocare la partita insieme a voi!" 
"Ma non puoi rimproverarlo, lui ci sta malissimo..." 
Hermione sospirò. "So che non capisco nulla di Quidditch ma mi dispiace davvero per la partita" 
"Sì, non ci capisci nulla" sorrise la ragazza, alzandosi dalla poltrona della Sala Comune. "Dispiace anche a me, mi dispiace per tutto. E anche per il fatto che Dean rientra di nuovo in squadra, non vorrei che nell'euforia del dopo partita... capisci" rise. 
"Euforia del dopo partita?" ripetè Hermione sconcertata. 
"Sono meglio della Cooman, vedrai: vinceremo la Coppa del Quidditch!" 
"Sei così sicura di te" Hermione sorrise, ammirata. 
"Certo, lui si fida di me e io porterò la sua squadra alla vittoria" 




"Manca pochissimo, ragazzi... meglio se ci sbrighiamo!" ordinò Ginny autoritaria, mentre infilava la sua divisa scarlatta. 
Aveva salutato Harry e gli aveva promesso che avrebbero vinto, che avrebbero vinto per lui. Non era stato un saluto molto affettuoso, tipo con abbracci e baci e roba del genere... ma la ragazza sapeva che per entrambi aveva lo stesso valore. E Grifondoro avrebbe vinto la Coppa. 
"Oh... è ora!" esclamò Demelza. 
I ragazzi uscirono alla luce accecante del sole e i tifosi Grifondoro urlarono e urlano, mentre un nuovo cronista gridava i loro nomi. Ginny conosceva di vista il cronista e sapeva che era un Tassorosso probabilmente molto ma molto diverso da Smith e questo la rincuorò davvero molto. I Corvonero erano già usciti e squadravano i Grifondoro, chi sfidandoli e chi incoraggiante. 
Ginny avrebbe dovuto vedersela di nuovo con quella lagna vivente di Cho Chang, la ragazza che l'anno precedente le aveva strappato la vittoria... oh, non la vittoria di Quidditch ma la vittoria più importante che ci potesse mai essere: Harry Potter. 
"Capitani, stringetevi la mano!" 
Ginny strinse la mano al Capitano di Corvonero; lui le sorrise e lei ricambiò. 
"Ragazzi, salite in sella alle scope! Al mio fischio... tre, due..." fischio.
Tutti i ragazzi si levarono in aria e Demelza intercettò immediatamente la Pluffa, mentre il Tassorosso cominciava la cronaca di quella partita. Ginny si levò in aria prima di Cho, pensando alla tattica che avrebbe utilizzato quella volta. Era molto diversa da quella dell'anno precedente perchè l'anno prima lei aveva paura di sbagliare tutto, aveva paura di non acciuffare il Boccino... quella volta le cose si sarebbero capovolte: era Cho a dover avere paura perchè Ginny sapeva che lei avrebbe preso quella minuscola pallina dorata. 
"Questa partita è molto importante per le due squadre perchè è la partita decisiva" stava commentando il cronista, mentre tutti si davano da fare. Grifondoro e Corvonero avevano già segnato un paio di reti e pareggiavano, con Dean che aveva la Pluffa tra le mani. "Ci chiediamo tutti chi sarà a vincere questa partita e... oh, ed ecco un altro tentativo di segnare per Corvonero ma Ron Weasley para!" 
Ginny sorrise. "Non girare attorno agli anelli, Ron!" lo rimproverò mentre passava dalle sue parti. 
"Scusami!" gridò in risposta il fratello, che nel nervosismo aveva preso a volteggiare attorno ai due anelli laterali. 
"E stiamo a sessanta pari!" 
Passarono i primi quindici minuti... 
"Corvonero passa in testa di un paio di punti! I Grifondoro devono stare molto attenti, adesso" annunciò il cronista, mentre Demelza sfrecciava sul campo."Se Cho Chang riesce ad acciuffare il Boccino prima di Ginny Weasley la partita sarebbe vinta da Corvonero e di conseguenza anche la Coppa!" 
"Buono a sapersi" commentò Cho con un ghigno.
Ginny, che fino a quel momento aveva gli occhi ridotti a fessure per ispezionare ogni millimetro del campo, si voltò piano verso di lei, mantenendo un'innaturale calma e le sorrise affabile e minacciosa allo stesso tempo. 
"Giusto, ti consiglierei di fare attenzione" l'avvertì e sfrecciò in basso, facendo una finta. 
Doveva usare per forza questa tattica di gioco, doveva far arrivare Grifondoro in vantaggio e doveva perdere più tempo possibile in modo che Grifondoro potesse almeno recuperare un paio di punti. Cho abboccò alla finta della ragazza, convinta che davvero lei avesse visto il Boccino e si lanciò al suo inseguimento. La folla trattenne rumorosamente il respiro... poi Ginny rise e si fermò di botto, grattandosi la testa come se fosse confusa. 
I Grifondoro sugli spalti risero. 
"Credi di essere simpatica?" fece Cho sprezzante, rossa di vergogna. 
"No, certo che no. Credevo davvero di aver visto qualcosa di luccicante... ma mi sbagliavo" rispose Ginny calma e fece dietrofront, volando in alto. Cho la seguì, abbastanza preoccupata dal fatto che la ragazza non avesse più timore di lei, come nella sua prima partita da Cercatore. 
Passarono altri minuti ma della pallina dorata nessuna traccia... 
"Grifondoro passa in vantaggio!" annunciò il cronista e Ginny sentì l'emozione crescere dentro di lei. Grifondoro in vantaggio... doveva sbrigarsi, doveva sbrigarsi se voleva abbracciare il ragazzo per il quale stava facendo tutto quello. 
"Non ti dispiace ti gironzolo attorno, vero?" chiese Cho, acidamente. "Tu l'hai fatto, l'anno scorso. Voglio solamente ripagarti con la stessa moneta, niente di personale..." e fece un radioso sorriso. 
Anche Ginny le sorrise. "Ti prego, continua pure. Non mi fai paura, sono molto tranquilla" disse, indifferente. 
"Sei così sicura di vincere?"
"Certo!" 
Ginny fece per dire qualche altra cosa ma un luccichio alle spalle della Chang l'aveva distratta: aveva appena visto il Boccino che adesso volteggiava sotto di loro. Con una mossa abbastanza pericolosa, spinse lievemente Cho Chang da un lato e si precipitò verso il basso, col vento che le fischiava fastidiosamente nelle orecchie mentre Cho faceva fatica a restarle dietro e imprecava il suo disappunto per non aver visto la pallina dorata. 
"Non fare la furba!" sbottò Cho furibonda. 
"E chi fa la furba?" la rimbeccò l'altra, determinata al massimo. 
Ginny tese la mano in avanti, le dita a pochissimi centimetri dal Boccino... e poi lo afferrò e ci fu il caos. 
"EVVAI! ABBIAMO VINTO!" gridò Ginny euforita, mentre il Boccino si agitava frenetico tra le sue dita. 
I Grifondoro esplosero in grida di gioia e molti si riversarono nel campo per abbracciare o congratularsi con gli altri, orgogliosi per quella vittoria. Era come essere di nuovo alla Coppa del Mondo di Quidditich: era una sensazione troppo grande per essere descritta. 
"I Grifondoro vincono la Coppa del Quidditch, quattrocentocinquanta a centoquaranta!" 
Stretti in un grosso abbraccio collettivo, la squadra rideva e piangeva allo stesso tempo: ce l'avevano fatta, avevano vinto!




La festa dei Grifondoro sembrò durare tantissimo ma di Harry non c'era proprio nessuna traccia: Piton l'aveva tenuto di proposito nel suo ufficio a scontare la punizione tutto quel tempo? Era davvero così crudele con lui? Sì, probabile... era ovvio che voleva fargliela pagare per aver ferito il suo studente preferito. Ma l'avrebbe fatto anche se avesse ferito un Vermicolo, perchè si trattava di Harry Potter e non di un altro studente. 
Ginny era felicissima e euforica allo stesso tempo per la vittoria mentre si godeva quella festa in Sala Comune, ma senza il ragazzo quella festa pareva assai vuota. Lei aveva così tanta voglia di abbracciarlo, di stringerlo, di fargli capire che lei aveva vinto per lui... solamente per lui. 
"Non ti piace la festa?" chiese Hermione con due boccali di Burrobirra tra le mani, facendo trasalire l'amica.
"Mi piace!" esclamò la ragazza, continuando a fissare il buco del ritratto e ad allungare il collo. 
"Stai aspettando lui, vero?" 
Ginny annuì senza pensarci. "Sto aspettando solo lui" sussurrò. 
Hermione non rispose, poi chiese: "Burrobirra?" 
"Sì" ringraziò l'amica e prese la Burrobirra che lei le porgeva, continuando a 'godersi' in qualche modo la festa mentre Hermione andava a dare una strigliata Ron: stava davvero esagerando con il Whisky Incendiario e lui era un dannatissimo Prefetto, come diceva sempre Hermione. Grifondoro festanti diedero a Ginny pacche sulle spalle, ma lei non ci badava così tanto quando i suoi pensieri erano così altrove. 
"Posso offrirti della Burrobirra o altro?" 
"Ciao, Dean..." salutò Ginny con scarso entusiasmo, fissando ancora il ritratto in attesa e non degnando l'ex di un solo sguardo. "No, non ho proprio voglia di Burrobirra e nemmeno di quella roba forte. Ne ho bevuto abbastanza, e non mi va proprio di fare la stessa fine di mio fratello..." aggiunse, sorridendo. 
Dean rise. "Senti, volevo..." 
"Scusami" lo interruppe la ragazza, "devo andare da Demelza per... beh, ci vediamo dopo!" 
E corse via da Dean, che si stava già avvicinando a lei come se stessero ancora insieme... cosa che non era affatto vera dal momento che erano passati secoli da quanto si erano lasciati e lei non aveva alcuna intenzione di tornare indietro. La verità fu che voleva davvero raggiungere Demelza (oltre che scappare da Dean) ma non raggiunse mai l'amica, che stava inscenando una specie di balletto con Ritchie e Christopher, perchè Colin si piazzò proprio avanti a lei. 
"Posso scattarti una foto?" chiese allegramente, e scattò una fotografia senza che la ragazza avesse il tempo di acconsentire oppure di mandarlo a calci nel sedere altrove per non farsi scattare alcuna foto. "Oh, sono sicuro che sei venuta benissimo e... ma ti vedo abbastanza triste. Hai appena vinto una partita, sorridi!" 
Ginny si ricompose in un perfetto sorriso, piuttosto forzato. 
"Non sei felice" constatò Colin tristemente, facendo il labbruccio come se quello potesse renderla davvero felice. 
"Lo sono!" protestò lei, facendo un altro sorriso forzato. 
"No, tu non... VOLTATI!" rise il ragazzo all'improvviso, brandendo la macchina fotografica. 
Lei obbedì velocemente e vide che i Grifondoro erano ritornati a festeggiare e a gridare perchè... 
"Ecco, adesso sei felice" aggiunse Colin, facendo un piccolo sorrisino. 
Harry Potter era confuso mentre avanzava nella Sala Comune di Grifondoro e sembrava che i ragazzi non vedessero l'ora di vederlo, proprio perchè era stato lui ad allenare la squadra che aveva appena vinto quella Coppa. Colin aveva ragione: prima non era affatto felice, in quel momento invece... era raggiante. Lei si fece largo tra la folla acclamante con il cuore che batteva a mille... 
"Abbiamo vinto! Abbiamo vinto! Quattrocentocinquanta a centoquaranta! Abbiamo vinto!" gridava Ron impazzito. 
Harry si guardò velocemente intorno, poi i suoi occhi si soffermarono su Ginny e lì rimasero: sembrava che quegli occhi verdi stessero cercando lei, sembrava che volesse solo trovare davvero solamente lei tra tutta quella folla. La ragazza sorrise e gli corse incontro: aveva bisogno di stringerlo... non le importava un accidente di nulla e non desiderava altro che abbracciarlo, per fargli capire che lui la rendeva davvero felice. 
Ginny si gettò tra le braccia di Harry Potter e, senza avere neanche il tempo di dire qualcosa, lui la baciò... 






Angolo autrice
Ci ho messo un poco per fare questo capitolo ma ne sono soddisfatta e solo perchè si conclude magnificamente: per noi fans sfegatate della coppia Harry/Ginny è il massimo e il bacio in Sala Comune è davvero magnifico. Ed è magnifica anche il fatto che è stato Harry a prendere l'iniziativa, ma non altrettanto magnifico è il bacio del film cosa che non perdonerò mai al regista. 
Beh, spero vi piaccia!

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Capitolo 57
*** Ginny Weasley e Harry Potter. ***


GINNY WEASLEY E HARRY POTTER.


Ginny si gettò tra le braccia di Harry Potter e, senza avere neanche il tempo di dire qualcosa, lui la baciò... 
Incredibile il fatto che dopo anni e anni passati ad amare una persona, quella persona potesse davvero essere a pochissimi centimetri da lei... con le sue labbra morbide e dolci a contatto con quelle della ragazza. Incredibile il fatto che dopo anni e anni Harry Potter aveva sul serio baciato Ginny Weasley in presenza di cinquanta persone... 
La ragazza rispose a quel bacio, cogliendo al volo quell'occasione magica con la paura che si sarebbe svegliata da un momento all'altro senza nient'altro che un ricordo splendido, ma la splendida verità era che non stava per nulla sognando. Era tutto concreto, tutto magicamente reale. 
Dopo parecchi lunghi istanti, o forse mezz'ora, o forse parecchi giorni di sole... si separarono.
Nella stanza si sarebbe potuto sentire cadere uno spillo: nessuno fiatava, era piombato il silenzio più totale. D'un tratto, partì una serie di fischi di ammirazione e ci fu un esplosione assordante come se avessero di nuovo vinto una partita a Quidditch, anche se quella volta la posta in gioco non era la Coppa, ma qualcosa di più importante. Ginny si guardò velocemente intorno, non volendo perdersi nulla di quella sua nuova vittoria: Dean aveva in mano un bicchiere infranto e tremava di collera; Romilda Vane e le sue amiche erano verdi di invidia; Colin aveva in alto la macchina fotografica, come se fosse imbambolato; Demelza e Hermione erano raggianti; Vick batteva le mani, con l'aria di chi sapeva fosse successo; Ritchie, Chris e William avevano gli occhi che brillavano di contentezza. 
Ma Ginny individuò Ron tra tutta quella folla, che sembrava avere l'espressione di uno che ha ricevuto un colpo di Bolide in testa. Lo vide rivolgere a Harry un piccolo cenno con capo che interpretò come un "se proprio devi". Dopo aver ricevuto quel consenso, Harry si voltò a guardare Ginny e sorrise raggiante, facendo cenno al buco del ritratto. Lei annuì e dopo un'ultima occhiata alla Sala Comune e ai suoi amici sparì insieme a lui. 
La festa divenne immediatamente uno dei suoi ultimi pensieri: adesso era percorsa da una scarica elettrica, incapace di credere a quello che era appena successo. Adesso, dubbi e domande si affollarono nella mente della ragazza... dubbi e domande che solo lui avrebbe potuto soddisfare e lei dovette ammettere di aver leggermente timore di qualcosa anche se non sapeva bene di cosa. 
Harry Potter le prese la mano mentre scivolavano giù dal buco del ritratto e qualcuno in corridoio sussurrò. 
"... ma da quando?" 
"Harry Potter e Ginny Weasley?" 
"Potter e Weasley insieme?"
"Ma quando si sono fidanzati?"
"Stanno davvero insieme?"
Nessuno dei due diretti interessati ci badò e una volta raggiunto il parco, Ginny lasciò la mano del ragazzo... 
"Perchè l'hai fatto?" chiese lei, scrutando l'orizzonte accanto a sè. 
La domanda infantile le era salita alle labbra prima che potesse fermarla. Perchè il grande e famoso Harry Potter l'aveva baciata davanti a cinquanta persone e soprattutto davanti al fratello? Solo perchè era diventata la ragazza più popolare e voluta da tutta Hogwarts? 
"I-io..." tentò lui ma lei lo interruppe. 
"Non sono più quella bambina sciocca che rincorreva il treno solo per vederti di nuovo! Non sono più quella ragazzina che si era lasciata stregare da uno stupido diario solo per avere qualcuno a cui interessassero le fantasie di una piccola infatuata..." 
"No, non lo sei" rispose Harry velocemente, e con fermezza. "E senti, io volevo..." aggiunse, prima di venire interrotto. 
"Ecco! Non lo sono, non sono più la ragazza che arrossiva ad un solo tuo sguardo o sorriso..." 
"No, certo che no" convenne il ragazzo, spaventato che lei potesse pensare il contrario. "E Ginny... senti, i-io..."
"Sono maturata, prima non lo ero... ma adesso sì, adesso lo sono" insistette Ginny velocemente, quasi ignorandolo. 
Voleva mettere in chiaro molte cose con lui ma sembrava che non ce ne venisse in mente nessuna: voleva fargli capire che lei non era più quella di prima, ma che era diventata ragazza matura. Era ciò che avrebbe voluto dirgli senza vergogna e soprattutto senza tutti quei giri di parole... ma lui le metteva davvero troppa agitazione, ed era pure normale dato che fino a dieci minuti prima si era baciati. 
"Sì, lo sei" annuì Harry garbato, sorridendole dolcemente. "Ma io volevo solo dire..." 
"Non sono una di quelle stupide ragazze che sbava per il ragazzo più popolare della scuola" aggiunse Ginny maniacale, mettendo in chiaro soprattutto quel punto. "E... insomma, voglio solo dire che non sono la tipica ragazza occasionale che dopo aver saputo del Prescelto..." si bloccò, non riusciva più a continuare la frase. 
Era da una vita che a lei piaceva Harry Potter: le era piaciuto fin da piccolina. Non conosceva il suo nome alla stazione ma non appena aveva saputo il suo nome aveva esercitato su di lei un interesse maggiore perchè Harry Potter eserciterebbe l'interesse di chiunque. Quindi, la sua infatuazione per lui era tutta accentuata dal fatto che era famoso ma con il passare degli anni anche lei si era resa conto che quell'interesse non era più quello per una persona famosa. Lei si era innamorata... e l'amore che provava per lui era andato avanti, più avanti della popolarità che aveva. 
Avrebbe voluto dirgli tutto, chiarire che se lei lo desiderava così tanto non era perchè era famoso ma perchè era semplicemente lui, un ragazzo forte, coraggioso, l'eroe che aveva sempre sognato... ma le parole gli morirono in gola. Voleva chiarire tutto, ma non ci riusciva. E voleva capire cosa fosse esattamente lei per lui e perchè aveva compiuto quel gesto davanti a tante persone. 
"Posso parlare?" rise Harry gentile, lieto che Ginny fosse troppo agitata per proferire parola e approfittando di quello. 
"Oh... ma sì, certo!" rispose lei, con una vocina piccola e acuta. 
Lui rise, poi si schiarì la gola e disse: "Io so come sei, lo so benissimo. E capisco altrettanto bene cosa mi vuoi dire: sei una splendida ragazza adesso e non sei tu quella stupida... semmai io. Mi sono accorto troppo tardi di come sei realmente, i-io vorrei..." 
"Sì, ma la colpa è stata mia!" esclamò Ginny desolata, quasi scusandosi con lui e con lei stessa. 
"Ma adesso è tutto passato..." gli disse lui, prendendole di nuovo la mano e guardandola negli occhi. "Adesso è tutto passato, adesso sei te stessa. Sei te stessa e io posso dire che dall'anno scorso ho avuto la fortuna di conoscerti per come sei realmente: una ragazza splendida, forte e coraggiosa... in gamba e tutto... ah, e un'ottima lanciatrice di Fatture Orcovolanti!" rise. 
Anche Ginny scoppiò a ridere, per la prima volta da quando lui l'aveva baciata. 
"Sapevo che sarebbe successo un giorno..." continuò il ragazzo, abbassando lo sguardo. "Insomma, è stato un incubo in questi mesi nascondere quello che provavo per te quando hai un migliore amico geloso della sorella e una migliore amica che è fatta in quel modo lì" rise ancora, "ma i-io ero confusissimo perchè non potevo deludere Ron e rinunciare alla sua amicizia ma io mi sono fatto coraggio e... beh, mi devo preoccupare delle Fatture Orcovolanti con te?" 
"In che senso? Che vuoi dire?" 
E partiamo con le domande idiote perchè il cervello è andato in tilt, evvaaaaai!
"Voglio dire che è più facile affrontare Voldemort che parlare dei miei sentimenti per te..." borbottò lui. 
Ginny scoppiò nuovamente a ridere: come faceva a non saltargli addosso e sbaciucchiarlo tutto?
"Non fare lo scemo!" sbottò allegramente la ragazza, dandogli un piccolo colpetto sulla spalla. 
Lui rise, poi si schiarì ancora la gola. "Parlando seriamente, quello che volevo dire è che... insomma, l'ho fatto... ti ho baciata perchè... perchè io mi sono davvero innamorato di te, di quello che sei realmente..." 
Ah, molto interess... CHE COSA?
D'accordo, una cosa è pensare che Harry Potter sia innamorato e un'altra cosa è sentire Harry Potter dirlo... e da quel momento il cervello di Ginny partì decisamente per la tangente senza tornare più indietro. Lui non sapeva più cosa dire e lei non sapeva più cosa dire: una bella coppietta di imbecilli, vero? No, imbecilli proprio no dato che entrambi si mossero simultoneamente l'uno verso l'altro. 
Altro che imbecilli!
Ginny si mosse ancora di più verso di lui e si baciarono, con più dolcezza. E fu solamente quella volta che si rese conto che Harry Potter poteva essere bravo in qualunque cosa... ma che a baciare era proprio una schiappa. Evitò di dirglielo perchè era sinceramente poco carino, anche se l'unica cosa importante era che le labbra di quel ragazzo erano sulle sue: era l'unica cosa che importava davvero in quel momento. 
Riusciva perfino a sentire il profumo della sua pelle... il profumo che aveva sentito nella segreta di Lumacorno: il terzo odore strano dell'Amortentia era il suo. Continuarono a baciarsi e Ginny Waesley seppe che era lui quello che aveva sempre cercato. 
Lei si staccò da lui, e gli sorrise. 
"So che non sono molto bravo in queste cose..." disse Harry imbarazzato, dando voce ai pensieri della ragazza. 
"Oh, te la caverai!" 
"Dean baciava meglio di me?" 
"Nah" mentì la ragazza, tossicchiando. 
Lui scoppiò a ridere, con vero scetticismo. "Ginny" disse, come per ammonire. 
E no, a Ginny non piaceva per nulla il modo in cui Harry pronunciasse il suo nome... marcando sulla G come se... no, davvero: aveva il cervello praticamente partito, e di sicuro quello non sarebbe ritornato indietro proprio in quel momento. Cavolo, lei aveva bisogno di un cervello! Cavolo, era Harry Potter... lei stava con Harry Potter, il ragazzo che le era piaciuto da ragazzina! No, stentava ancora a crederci. 
Che qualcuno mi svegli da questo sogno bellissimo e fin troppo concreto!
"E Cho? Baciava meglio di me?" lo rimbeccò lei, facendo un piccolo sbuffo. 
"No" rispose prontamente lui e annuì, "assolutamente no, e dico per davvero e non perchè ci sei tu qui. Quel bacio mi fece particolarmente... insomma, stava piangendo e... mi aspettavo un primo bacio più bello e... non mi piacque" aggiunse, rabbrividendo. 
"Piangeva" la schernì Ginny maligna, sperando di non apparire troppo maligna. "Non parliamo di Cho, perchè altrimenti viene da piangere proprio a me. Indovina? Riesco a sentire il tuo profumo nell'Amortentia! All'inizio non sapevo cosa fosse perchè non l'avevo mai sentito questo odore mischiato alla vaniglia, avevo pensato a Dean ma si arrabbiò quando mi sentì parlare con le mie amiche: sapeva che non era il suo, dato che era allergico alla vaniglia" 
"Davvero? Anch'io sento il tuo profumo nell'Amortentia" 
"Davvero?" fece lei sbalordita. 
"Sì, ma al contrario di te io sapevo che era il tuo" disse lui, sedendosi sull'erba e lasciando che la ragazza poggiasse il capo sul suo petto. Ginny riusciva a sentire il battito regolare del suo cuore, che finalmente apparteneva solamente a lei. "Ed fu quello che mi mise un sacco di cose in testa... insomma, tu stavi con Dean e io non avevo alcuna possibilità se tu eri innamorata di Dean" 
Ginny non rispose, ma continuò ad osservarlo dal basso. "Sempre ottimista, tu" riuscì a dire, strappandogli un sorriso. 
"Beh, tu eri innamorata di Dean?" chiese lui, leggermente imbronciato.
"All'inizio sì, ma alla fine ho capito che ero sempre stata innamorata di te" 
"Questo non lo sapevo, altrimenti non mi sarei fatto mille film mentali" 
Lei sorrise. "Ma come è successo?" 
"I-io... non ne ho idea" rispose Harry sincero, accarezzandole i capelli con una dolcezza infinita. "Cioè, dall'anno scorso ho capito che eri cambiata tantissimo e che per me eri disposta ad andare dappertutto ma quando hai detto che avevi scelto Dean Thomas... sinceramente, all'inizio non mi ha dato troppo fastidio ma quando abbiamo iniziato a passare l'estata a casa tua mi ingelosivo ogni volta che tu ti chiudevi in stanza per scrivergli o per parlare con Hermione. Cercavo in tutti i modi di tenerti occupata insieme a me, lo ammetto" aggiunse, divertito. 
"Casanova..." commentò Ginny ilare, dandogli un piccolo bacio sulla guancia. 
"Poi alla fine ho capito che non mi interessava nessuna ragazza, al di fuori di te" continuò lui, strappando una manciata di erba. "Quando ti sei lasciata con Dean ero felice ma combattevo tra due pensieri: tu e Ron. Non sapevo che fare ma alla fine... beh, ho scelto entrambi" 
"Sempre che Ron non ti aspetti con la mazza di Ritchie pronto ad ammazzarti" suggerì Ginny divertita, fingendosi pensierosa. 
"Uhm... sempre ottimista, tu" la rimbeccò Harry, che pure sorrideva. 
La fissò con un sorriso e la baciò, tenendole una mano dietro alla nuca per non farla urtare contro la corteccia dell'albero. Fu un bacio bello quanto il precedente e quanto il precedente ancora, e la cosa non turbò nessuno: erano solamente loro due. 
"Con Cho me lo sognavo un bacio così allegro" commentò il ragazzo, accarezzando la guancia della nuova fidanzata. 
"E tu? Eri innamorato di Cho?" 
"No, mi piaceva solamente..." 
"... sempre di meno quando ha iniziato a piagnucolare" concluse Ginny per lui, ed entrambi scoppiarono a ridere. "A proposito di Cho Chang, ti devo ancora raccontare quello che è successo alla partita!" 
"Oh giusto, non vi sarete scontrate?" 
"Quasi" rise la ragazza, e si tuffò in un'animata discussione sull'ultima partita di Quidditch avvenuta poco fa (anche se per lei sembravano essere passati secoli) con tanto di dettagli e rimasero lì distesi sull'erba fresca fin quando Gazza urlò ai ragazzi ancora in cortile di entrare immediatamente dentro perchè stava per scattare il coprifuoco. 




"Il fatto positivo è che preferisco il mio migliore amico a Micheal Corner o Dean Thomas ma il fatto negativo..." 
"Non c'è alcun fatto negativo!" Hermione interruppe Ron, e gli diede un grosso scappellotto. 
"Hermione, è orribile vedere la propria sorella sbaciucchiarsi con il proprio migliore amico!" 
"Come al solito dimostri di avere la sfera emotiva di un cucchiaino" 
"Avete finito?" chiesero in coro Ginny e Harry divertiti, fissando Ron e Hermione ribattere come se fossero ad una partita di tennis e seguissero con gli occhi la palla ogni volta che quella veniva colpita dai due giocatori. 
"Dovreste proprio andare a farvi una bella passeggiata ad Hogsmeade: calmerà i nervi di entrambi" aggiunse Ginny maliziosa, facendo l'occhiolino ad Hermione e stringendo il braccio del proprio fidanzato. 
Ron sbuffò. "Harry... ehm... io e te dobbiamo mettere in chiaro alcuni punti..." balbettò. 
Dopo aver passato un'intera piacevole e splendida giornata insieme ad Harry nel parco del castello, era davvero spiacevole per Ginny che suo fratello piombasse su di loro come un avvoltoio e rubasse il suo fidanzato per un paio di minuti per chiarire alcuni punti che sicuramente comprendevano ammonimenti per quando dovevano restare da soli. La ragazza sperò con tutto il cuore che Ron non mettesse in imbarazzo l'amico con quell'argomento e che a sua volta Harry non corresse a dirlo ad Hermione... che l'avrebbe detto a Ginny nel modo più teorico possibile. 
Sarebbe stato un pochino come farsi spiegare la procreazione da qualche Corvonero, munito di lavagnetta e formule. 
"Sapevo che eri tu..." mormorò Hermione, approfittando dell'assenza dei due amici. 
Ginny fece scorrere lo sguardo da un Ron gesticolante, e li puntò sull'amica. "E perchè non me l'hai detto?" sbottò, indignata al massimo e non curandosi di tenere bassa la voce. Lei ed Hermione si erano sempre dette tutto e adesso quando doveva vacillare Hermione? Quando doveva dirle la cosa più importante che potesse mai esserci, Hermione non parlava: ma che cavolo! 
"Perchè l'avevo capito da sola!" ribattè Hermione in fretta, sperando che lei non si arrabbiasse. "Lui non ha mai aperto bocca con me, e neanche con Ron a quanto vedo. Giuro, lui sembrava davvero inebetito quando parlavate o quando ci ritrovavamo a parlare di te... ma non mi ha mai detto niente. Ho provato a parlare dell'argomento con delicatezza ma lui cambiava sempre argomento oppure... beh, a volte ho pensato che me ne avrebbe parlato ma credo abbia cambiato idea"
"Davvero?" 
"L'ho giurato!" esclamò Hermione. "Non l'ho mai visto così innamorato e felice, come una persona normale... e sappiamo bene tutti che lui non è una persona normale ... ma con te è una persona diversa, una persona senza cicatrice a forma di saetta sulla fronte" 
Ginny non sapeva cosa dire: era stata una giornata perfetta. Una vittoria a Quidditch, una vittoria ancora più grande quando Harry l'aveva baciata e le aveva confessato il suo amore... cosa voleva di più dalla vita se non questo? Nulla, era felice davvero. 
"Sapevo che sarebbe successo, me lo sentivo!" disse Hermione, raggiante. 
"Io non ho mai rinunciato veramente a lui..." 
"Lo so" 
"No, non puoi saperlo! Non l'avevo mai detto, e neanche riuscivo a capirlo io stessa!"
"I tuoi occhi parlavano fin troppo" disse semplicemente Hermione e abbracciò l'amica, facendole capire che lei ci sarebbe stata sempre. 
Ginny ricambiò l'abbraccio mentre ascoltava Ron dire: "Ricorda che le porcherie in mia presenza sono abolite" e intercettò lo sguardo di Harry con un piccolo sorrisino, mentre ringraziava il cielo che Hermione e il fratello non potessero vedere la sua faccia da perfetta innamorata persa. Sarebbe stato per sempre tra lei e Harry Potter, sarebbero durati in eterno... 




Il fatto che Harry Potter stesse con Ginny Weasley parve interessare a molte persone, anzi... i pettegolezzi diventarono come il prezzemolo: c'erano sempre, e con sempre intendo dire sul serio sempre. Come le fece notare Vick il mattino successivo, i due piccioncini erano le due persone più popolari di tutta Hogwarts ed era impossibile che adesso non si parlasse d'altro che di loro. Harry era seriamente colpito: aveva scoperto un mondo tutto nuovo di pettegolezzi e dichiarò di essere molto contento di essere sulla bocca di tutti per qualcosa che lo rendeva più felice di quanto fosse stato da molto tempo e non per fatti di Magia Oscura. 
"Ma siete così carini!" esclamarono Demelza e Vick con un urletto eccitato, quando il ragazzo, dopo averle dato un bel bacio in presenza degli occhi dell'intera Sala Grande, sgattaiolò via per una pesante lezione di Pozioni con Ron ed Hermione. 
Ginny arrossì. "La finite?" chiese, ma sorrideva anche lei. 
"Ti vedo così felice, santo cielo... con Dean era diverso" disse Demelza, gli occhi che luccicavano di gioia. "Insomma, eri felice con Dean ma con Harry Potter sembra una cosa totalmente diversa... oh, non puoi immaginare quanto io sia felice" 
"Davvero, siete bellissimi" convenne Ritchie. 
"Sempre che non ci facciate vomitare se vi sbaciucchiate in pubblico in modo sconcio come poco fa" borbottò Christopher divertito, beccandosi una bella botta da parte di Demelza e strozzandosi con i fiocchi d'avena. "Che cosa vuoi da me, Dem? Mi stavi facendo morire solo perchè ho detto la verità! Ovvio che se dopo la colazione iniziano a fare la lavatrice con la bocca... beh, vi avverto: non fatelo mai più o vomito sul serio!" 
"Non stavamo facendo la lavatrice!" sbottò Ginny indignata, ma faceva fatica a restare seria. Non sapeva nemmeno se il suo fidanzato sapeva fare quelle cose sconce con la bocca che Chris chiamava lavatrice ma sicuramente non l'avevano fatto a tavola: Chris tendeva molto ad ingigantire la cosa, ma se erano stati sconci... non ci potevano fare nulla. 
Baciare Harry Potter in quel modo era come respirare: semplice e naturale. 
"Un pochino l'avete fatta la lavatrice" disse piano William, stando bene attento che Demelza non colpisse anche lui. 
"Will, ma da che parte stai?" 
"Harry Potter non mi sembra il tipo da lavatrice" disse Vick sincera, facendo una risatina e sorseggiando il suo succo. "Senza offesa, ma sembra un bravissimo ragazzo e non uno di quei ragazzi che pensa solo a fare la lavatrice e roba così... cioè, non so se mi sono spiegata. Una volta sono uscita con un ragazzo che non la smettava di fare la lavatrice con me!" 
"Ooooohoh!" gongolò Christopher malizioso, facendo finta di essere interessato all'amica. "Tu sai fare la lavatrice, Vick? Proviamo?" 
"Mi piacerebbe, mio prode!" 
I ragazzi scoppiarono tutti a ridere, ma Ritchie e Demelza smisero subito. 
"Questo argomento disturba solamente me?" chiese Ritchie imbarazzato. 
"Sì" risposero in coro i ragazzi. 
"No" fece Demelza, che si stava sforzando di non pensare ai due che facevano la lavatrice. 
"Ragazzi, meglio che ci muoviamo anche noi: abbiamo Piton oggi" intervenne Ginny in fretta, notando che Demelza stava sul serio diventando tutta rossa dall'imbarazzo di quella conversazione e non aveva assolutamente bisogno di un nuovo eccesso di disgusto. "Forza, voi due... farete dopo la lavatrice, quando non ci sono Ritchie e Demelza" aggiunse, facendo una risatina. 
"Testa Rossa ha ragione, ci vediamo dopo!" Christopher fece l'occhiolino a Vick e sparì con William e Ritchie. Chissà Colin dov'era... forse stava appena stalkerando Harry fuori alle segrete di Pozioni per fargli raccontare tutta la storia di come si fosse innamorato dell'amica, munito di macchinetta fotografica. 
"Che spasso, Chris" commentò Vick sbarazzina, alzandosi dalla panca. 
"Sì, un vero spasso quando non si parla di cose sconce" ribattè Demelza impeccabile, balzando anche lei in piedi. "E non dirmi che non erano cose sconce perchè... oh, guardate! Sta arrivando Romilda Vane e sta arrivando proprio qui... furiosa" rise, mentre scrutava la Vane marciare verso di loro. 
Ginny fece un sorriso stiracchiato, mentre la ragazza si piazzava di fronte a lei. "Possiamo parlare?" chiese, falsamente amichevole. 
"Ma certo" ribattè l'altra, con il suo stesso tono. 
"In privato" aggiunse Romilda Vane, lanciando uno sguardo alle due amiche. 
Demelza fece roteare gli occhi e trascinò Vick fuori alla Sala Grande, lasciando sole le due ragazze. 
"Allora... tu e Harry Potter state insieme?" chiese subito Romilda, incuriosita. 
"Sì, ma dovresti saperlo dato che c'eri anche tu in Sala Comune quando lui mi ha baciata" 
Romilda Vane storse il naso. "Giusto!" ridacchiò, come una bambinetta. "E dimmi, è vero che il tuo fidanzato ha un Ippogrifo tatuato sul petto?" aggiunse, e il suo sguardo parve illuminarsi mentre batteva languidamente le ciglia. Probabilmente avrebbe tanto voluto toccargli l'Ippogrifo... e non quello di Ippogrifo, ma il tatuaggio invisibile di cui pareva esserne a conoscenza solamente lei (e sicuramente le sue amichette ochette). Ed era altrettanto probabile che voleva toccare anche quello di Ippogrifo... ma sorvoliamo. 
Qualunque cosa sapesse Romilda Vana era una cazzata: Harry non aveva un Ippogrifo tatuato sul petto e Ginny lo sapeva benissimo perchè aveva... ehm... diciamo, che avevano studiato anatomia insieme e il petto del suo fidanzato non presentava un Ippogrifo. "Certo che ha un tatuaggio!" esclamò Ginny pimpante, dicendo una grossa bugia e godendosi l'effetto delle sue parole. "Ma non è un Ippogrifo, sai... ha un drago tatuato sul petto, un Ungaro Spinato per la precisione" aggiunse, e Romilda Vane ebbe una specie di spasmo. 
"Quello con cui ha combattuto al Torneo Tremaghi?" 
"Esatto!" 
"Ooohhh! E tuo fratello? Anche tuo fratello Ron ha un tatuaggio?" 
"Sì, una Puffola Pigmea... ma non posso dirti dove" sussurrò Ginny maliziosa, e Romilda Vane scoppiò a ridere come una cornacchia eccitata. La salutò con la mano e ancora ridacchiando raggiunse le sue amiche per spettegolare su quel nuovo pettegolezzo: Harry Potter e Ron Weasley avevano dei tatuaggi invisibili, solo che quello del primo era un tatoo da macho e quello del secondo... beh, era stata una bastardata da parte della sorella. 
Ma doveva o no fargliela pagare per quella gelosia familiare o no? 
"Cosa ti ha chiesto Romilda?" chiese subito Demelza, quando l'amica arrivò nell'aula. 
"Mi ha chiesto se Harry avesse tatuato un Ippogrifo sul petto" rispose lei, scrollando le spalle e fingendo di seguire la spiegazione di Piton. I Serpeverde bisbigliavano e la fissavano con disgusto, e l'unica ad essere indifferente a tutto quello era Astoria Greengass che aveva lo sguardo perso nel vuoto. 
"Ma cos...? E Harry ha un Ippogrifo tatuato sul petto?" 
"Un Ungaro Spinato, per la precisione" 
"Davvero?" chiese sbalordita Demelza, guardando l'amica come se fosse impazzita. 
"No" rise Ginny divertita. 




"Tre attacchi di Dissennatori in una settimana, e Romilda Vane mi chiede se è vero che hai un Ippogrifo tatuato sul petto" raccontò la ragazza, appoggiata alle gambe del fidanzato e intenta a leggere la Gazzetta del Profeta; Ron e Hermione si sbellicarono dalle risate. 
"E tu che cosa le hai risposto?" volle sapere Harry incuriosito. 
"Che è un Ungaro Spinato, fa molto più macho"
"Grazie!" ribattè lui con un gran sorriso. Poi fissò il migliore amico e aggiunse: "E Ron, che cosa le hai detto che si è fatto tatuare?" 
"Una Puffola Pigmea... ma non le ho detto dove" 
Hermione arrivò a piangere dalle risate, mentre Ron s'incupì di botto. 
"Attenti, solo perchè vi ho dato il permesso non vuol dire che non posso riprendermelo" minacciò lui.
"Il permesso!" lo schermì la sorella, facendo una piccola risatina tintinnante e da psicopatica. Hermione continuò a ridacchiare piano, le mani premute sulle labbra. "E da quando tu mi dai il permesso di fare qualcosa? Non l'hai detto tu che preferisci Harry a Micheal o Dean?" aggiunse, incrociando le braccia al petto.
"Certo" dovette ammettere Ron, a malincuore. "E finchè non cominciate a pastrugnarvi in pubblico..."
"Schifoso ipocrita! E tu e Lavanda che vi contorcevate dappertutto come due anguille?" 
Ma dopo che Ron aveva ribattuto, l'argomento non pareva più tanto interessante come prima dato che il fratello acconsentiva al suo permesso solo se loro avessero rispettato le regole e bla bla bla: sì, una gran cagata. Harry pensava sicuramente la stessa cosa, perchè dopo qualche minuto fece cenno a Ginny al buco del ritratto e insieme si ritirarono dalla Sala Comune ignorando le persuasioni di Ron sul fatto che fuori faceva freschetto e che lì dentro si stava belli caldi. 
"Sai, è qui che ti ho sfiorato inavvertitamente..." borbottò Harry d'un tratto, indicando il punto accanto al ritratto della Signora Grassa che in quel momento canticchiava stonata una canzoncina delle Sorelle Stravagarie. "Ehm... ero sotto il Mantello il giorno in cui tu e Dean avete litigato..." aggiunse, dato che Ginny aveva una faccia da pesce lesso. 
"Davvero?" 
"Sì, è colpa mia se ti sei arrabbiata con Dean" 
"Oh..." fece Ginny sollevata, "allora non ho le allucinazioni come diceva lui!" 
"Ti ha accusato di avere le allucinazioni? Lo sfido a duello?" rise Harry ironico, e fece finta di prendere la bacchetta dalla tasca dei jeans. 
"Lo faresti, mio prode?" cinguettò la ragazza, battendo le ciglia. 
Scoppiarono entrambi a ridere, poi Harry esclamò: "Ma io sono pacifista!" e aveva una vocina piccolissima. 
"Dammi un bacio, pacifista" sbuffò Ginny divertita, chinandosi in avanti per ricevere un bacio dal ragazzo. Lui sorrise e si avvicinò alle sue labbra, dandole il bacio più bello che le avesse mai dato e sfoggiando per la prima volta le sue vere doti di baciatore. 
Niente male, il pacifista! commentò la ragazza, mentalmente. 
Sarebbe stato un bellissimo bacio se... 
"Oh, per la barba di Merlino!" 
... Lumacorno non li avesse appena interrotti, mettendoli in evidente imbarazzo. 
"P-professore! N-noi stavamo..." tentò Harry balbettando, ma il professore liquidò quel balbettio con un gesto noncurante della mano. 
"Non dovete giustificarvi, ragazzo, non dovete!" tuonò pimpante, venendo loro incontro con un largo sorriso. Si lisciò i baffoni da tricheco, e aggiunse: "Tutti i vecchi come me alla vostra età avevano fatto le stesse cose, non dovete affatto giustificarvi con me! Oh-ho, che mi venga un colpo: Potter e Weasley insieme. Approvo la vostra relazione, siete davvero perfetti!" 
Ginny fece un gran sorriso al pazzo insegnante, che fu ricambiato. 
"Ho detto che mi veniva un colpo" disse Lumacorno sporgendosi in avanti per creare suspance e i due ragazzi lo imitarono, "perchè voi due insieme mi avete fatto ritornare indietro nel tempo, ai tempi in cui ero il professore di Lily Evans e James Potter. Ho pensato che fossero davvero loro, è stata una cosa straordinaria! Se vi vedesse Severus... oh, rimarrebbe deliziato!" squttì Lumacorno entusiasta, facendo vibrare i baffoni. "Sapete, anche lui era amico dei tuoi genitori... è un peccato che non fosse con me in questo momento: un salto nel passato mette sì malinconia, ma ti fa anche rivivere i migliori ricordi" aggiunse, e stavolta sul suo viso dovette farsi largo uno sguardo di tristezza. 
Mentre Harry ringraziava il professore, Ginny pensò alle parole di Sirius Black sui genitori del ragazzo: quanto sarebbe stato felice di vedere che il sogno della ragazza si era finalmente avverato, quanto sarebbe stato felice rivedere di nuovo Lily Evans e James Potter nella loro versione abbastanza ingannevole... la versione fasulla dei suoi migliori amici. Ma almeno sarebbe stato felice, come lo era il professor Lumacorno. 
"Professore... lei lo dirà a Piton?" chiese Ginny piano, ricordandosi che anche Piton c'entrava in quella storia. 
"Non si preoccupi, signorina!" disse Lumacorno gioviale, ma il suo tono troppo allegro lasciava intendere che avrebbe raccontato davvero tutto a Piton. "Vi lascio soli, allora... fate pure con comodo!" aggiunse con un sorrisino malizioso e se ne andò, quasi saltellando. 
"Insomma, non abbiamo fatto una brutta figura" scherzò Ginny divertita, con una finta alzata di spalle. 
Harry rise, poi disse: "Non importa. Lumacorno pensa che siamo davvero perfetti" 
"Sì... tipo bizzarro, eh?" 
"Molto" 
"Già, e tu che cosa ne pensi?" 
"Penso che Lumacorno abbia proprio ragione" sussurrò il ragazzo, e la baciò nuovamente. 




Quella sera fu un incubo ritornare nella Sala Comune di Grifondoro per completare i compiti di Astronomia e lasciare l'occupazione più fruttuosa che Ginny avesse mai potuto fare quel giorno: pomiciare e divertirsi con Harry negli angoli più remoti del castello. Sì, era davvero un incubo scrivere quel noioso tema di Astronomia con il pensiero che il suo ragazzo non vedeva l'ora di stare con lei... e lei con lui.
"Gin, tu sei bravissima in Astronomia..." disse Demelza all'improvviso, che stava scarabbocchiando qualcosa sulla sua pergamena. Lo scrittoio in fondo alla Sala Comune era occupato dalle due ragazze e da Vick, che si stava lamentando dei troppi compiti e sbuffava ogni tre secondi. 
"Sì, e quindi?" fece la ragazza, distrattamente.
"... e quindi, dovresti impegnarti: la luna più grande di Giove è Ganimede, non Callisto" concluse semplicemente Demelza. 
Ginny aggrottò la fronte, poi si affrettò a controllare sulla pergamena. "Oh giusto, ma giuro che lo sapevo!" esclamò, cancellando la scritta con un colpo di bacchetta. "Santissimi numi, sono davvero molto con la testa altrove oggi... non so proprio che cosa diavolo mi prende!" 
"Mi hai fatta sbagliare!" s'imbufalì Vick irritata, sfoderando la bacchetta e imitando l'amica. 
"Stavi copiando?" chiese Demelza severa. 
"Sì, lei è la migliore del corso di Astronomia" si giustificò la bionda, con un'alzata di spalle. Cogliendo lo sguardo di Demelza, aggiunse: "Insomma... dopo di te, dico. E visto che tu non fai copiare nessuno, ho copiato da lei... e ho sbagliato. Contenta, Demelza?" 
"No, niente affatto. Secondo me, voi due non volete proprio arrivarci ai GUFO di fine anno!" sbuffò Demelza, con un tono così simile a quello severo della McGranitt che Ginny e Vick alzarono il capo e lo posarono sul volto dell'amica per assicurarsi che non fosse incarnata dalla professoressa di Trasfigurazione. "E non guardatemi così, lo sapete che lo faccio solo per voi. Poco fa, ho costretto i ragazzi a studiare in biblioteca... così almeno sono concentrati: mi ringrazieranno, lo sento" aggiunse, piuttosto compiaciuta. 
Un'oretta dopo si poteva dire che le ragazze avevano studiato abbastanza, anche se Demelza non ne era così sicura e continuava a consultare il diario con i compiti ogni cinque minuti per vedere se avevano mancato qualcosa. Riuscì nuovamente a costringere le due amiche ad un altro piccolo ripasso ma per Ginny arrivò una distrazione nella persona del suo affascinante fidanzato... 
"Finito?" le chiese con dolcezza, accarezzandole i capelli rossi. 
"Sì, faccio le ultime cose e vengo..." 
Harry annuì paziente. "Anno difficile, il quinto" disse, come per tirarla leggermente su di morale... cosa che non gli venne molto bene. "Non vorrei metterti fretta ma su in dormitorio non c'è nessuno quindi se finisci entro cinque minuti abbiamo la stanza per noi" aggiunse, e Vick fece un grosso colpetto di tosse. 
"Benissimo!" disse Ginny allegra, sperando di non apparire troppo... in quel modo lì. 
"HARRY!" esclamò Hermione indignata, dall'altro capo della sala. "STA FINENDO I COMPITI! LA LASCI IN PACE?" 
"Ehm... Hermione, non... arrivo..." 
Nei dieci minuti successivi, Ginny dovette lottare contro la vocina squillante di Hermione che rimproverava Harry di non disturbarla mentre faceva i compiti, contro le proteste del suo fidanzato e contro i film mentali che si stava facendo... in pratica: non vedeva l'ora di finire quel dannato tema di Astronomia e unirsi al caro ragazzo, che l'attendeva paziente ma impaziente. 
Avendo ignorato anche gli sbuffi di Demelza e le risatine di Vick, Ginny finì i suoi compiti. 
"Non ti ho stressata, vero? Dillo anche tu ad Hermione..." proruppe Harry teso, lanciando sguardi strani all'amica. 
Ginny rise. "Allora, è ancora valida la proposta della stanza?" chiese. 
"Sì" 
Insieme si avviarono di sopra, non prima di aver sentito Ron urlare furibondo nella Sala Comune: "E NO, PER IL SINISTRO FLOSCIO DI MERLINO! NELLA STANZA DA SOLI PROPRIO NO!" e non prima di aver visto alcuni presenti ridere ed Hermione bloccare Ron, spingendolo letteralmente sul divano. 
"Accogliente" commentò la ragazza, entrando nel dormitorio nel quale cinque anni fa era venuta a frugare in cerca del diario di Tom Riddle. Il ricordo le procurava ancora fitte al petto, molte fitte al petto. "Dean non mi ha mai portata qui, sai?" aggiunse, cercando di non pensare a quel ricordo lì. 
"Meglio così" replicò Harry subito, facendo un gran sorriso mentre chiudeva a chiave la porta della stanza. 
Ginny si sedette sul letto del ragazzo, imitata subito da lui. Poi cominciarono a baciarsi: fu la solita cosa semplice e istintiva. Mentre si baciavano con passione, la ragazza pensò al fatto che mai la piccola ragazzina che era venuta in quel dormitorio avrebbe potuto immaginare che un giorno avrebbe baciato Harry Potter, il ragazzo che più le era piaciuto. 
Siamo sicuri che non è un sogno? pensò Ginny mentre lei e Harry si stendevano sul letto, senza fare alcuna porcata. 
Continuarono a baciarsi, fin quando la voce di Ron non echeggiò dalle scale dei dormitori. 
"Hermione, devo solo prendere una cosa in camera!" 
"Certo, come no. Ma vuoi lasciarli soli?" 
Ginny e Harry si staccarono e scoppiarono a ridere, le loro risate fragorose si fusero. Continuarono con la loro occupazione solamente quando Hermione riuscì a convincere Ron che quei due in camera da soli non stavano facendo nulla di male e smisero nuovamente quando qualcuno bussò alla porta. 
A Ginny sfuggì un'imprecazione. "E se è Dean?" inorridì lei. 
"Se è Dean siamo nella..." Harry non concluse la frase, ma corse velocemente alla porta. 
Insomma, anche se Dean Thomas era solamente un ricordo vedere la propria ex che limonava con un compagno non era proprio il massimo e Ginny voleva bene a Dean. Come amico. E l'ultima cosa che voleva era fargli del male. Sempre come amico. 
"Nasconditi sotto al letto" suggerì il ragazzo, mentre la chiave nella toppa girava. 
"Eh?" sussurrò lei. 
"Ti devi nascondere sotto al letto, altrimenti è troppo sospetto. Vuoi o non vuoi fare la stronza con Dean?" 
"Non voglio!" 
"Allora ficcati lì sotto" 
Ginny si abbassò a ginocchioni sul pavimento, poi lanciò un altro sguardo al ragazzo. 
"MUOVITI!" sibilò lui ansioso, e lei sparì sotto al letto. 
La porta si aprì e qualcuno sospirò. 
"Sì, sono io. Gin, puoi anche uscire... so benissimo che sei lì sotto" disse la voce di Neville Paciock. 
"Neville, che succede?" chiese Harry incuriosito, mentre Ginny coglieva al volo il suggerimento di Neville e faceva sbucare la sua testa sotto alla coperta rossa del letto del fidanzato: non le piaceva stare schiacciata lì sotto, al buio. 
"Dovevo davvero prendere una cosa dal comodino, io" sottolineò Neville divertito, andando al comodino e frugando distrattamente in quel cassetto per cercare quella misteriosa cosa. "Ron faceva un pochino troppe storie, vero? E poi, beh... Dean è nella Sala Comune e Hermione l'ha placcato in tempo. Forse è meglio se tu rimani lì sotto" aggiunse. 
"Io lo sapevo che non era una buona idea" sbuffò la ragazza, lagnandosi. 
"E ti pareva se non sono sempre perseguitato dalla sfiga..." sussurrò Harry affranto, schiaffandosi una mano sulla fronte. 
Dei passi vicini informarono i ragazzi che Dean stava salendo in dormitorio, come aveva profetizzato Neville; Ginny sparì sotto al letto, lasciando aperto un piccolo spazio di coperte per respirare e per spiare le mosse dell'ex fidanzato. 
"Ciao, ragazzi" salutò Dean distrattamente, crollando sul suo letto. "Serve a qualcuno il bagno? Voglio farmi una doccia veloce..." aggiunse, mentre probabilmente i due ragazzi scuotevano il capo. 
Ci fu un minuto di silenzio poi una maglietta cadde a terra: la maglietta di Dean. 
"Ehm... no, Dean... io non lo farei: potrebbe entrare Hermione" disse Harry velocemente, tossicchiando. 
Dean rimase con le mani sui pantaloni (voleva calarseli!), poi corse in bagno. 
Ginny ridacchiò. "Sei un farabutto, Harry Potter!" 






Angolo autrice
Questo capitolo è interamente dedicato a questa coppia e ai loro primi giorni da fidanzati, dato che Jo Rowling ha deciso male di non deliziarci nemmeno un pochino di qualche scena se non della scena del tatoo di Harry. Così, ho scritto ciò che secondo me era carino: nè troppo dolce nè troppo smieloso. Spero che vi piaccia!
Baci.

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Capitolo 58
*** Tra morte e amore. ***


TRA MORTE E AMORE.


Giugno era ormai arrivato e con esso anche uno studio matto e disperato a causa dei GUFO.
Ginny e Harry non avevano quasi mai tempo per loro dato che la ragazza era costretta a studiare fino a tardi e il ragazzo aveva le punizioni con Piton tutti i sabati, che sembravano durare un eternità e toglievano ancora più tempo che avrebbero potuto passare insieme. Piton sembrava aver saputo della relazione tra lei e Harry, e ogni volta non faceva che lanciare a Ginny frecciatine sul fatto che, come diceva lui, per quanto fosse affascinante la loro vita privata dovevano impegnarsi altrimenti lui avrebbe bocciato chiunque. 
Era come se provasse rabbia quando li vedeva insieme... improbabile, ma assolutamente vero. 
"Io non voglio che ti chiuda per tutto quel tempo nel suo studio!" aveva esclamato Ginny accalorandosi, una sera in biblioteca. 
"Mi odia, è sempre stato così... e adesso vuole farmela pagare" 
Ma pagare di cosa? Perchè Severus Piton si comportava così? 
Quella sera, Ginny si meravigliò di se stessa: aveva finito molto presto un faticoso compito di Erbologia ed era libera di fare qualunque cosa. Tipo (una cosa a caso) stare con i proprio fidanzato. Ora che aveva finito i suoi compiti potevano finalmente passare del tempo insieme senza essere interrotti da niente e da nessuno. Era a lui che stava pensando mentre si precipitava in Sala Comune ma quando si guardò intorno... Harry non c'era. Possibile che avesse già cenato e fosse già andato a dormire? Aveva detto che l'avrebbe aspettata anche tutta la notte anche solo per vederla. 
Romilda Vane ridacchiò al suo passaggio, ma lei la ignorò di buon grado. 
"Ehi, eccoti!" esclamò una voce familiare. 
"Hermione... Ron..." salutò Ginny distrattamente, che ancora si guardava intorno in cerca del ragazzo. Forse non aveva visto bene, spesso le capitava di guardare tra tutto quel rosso e non riuscire a distinguere la figura di nessuno: il troppo studio, dannati GUFO! 
"Non è qui, inutile che guardi in giro" disse Ron mesto, che si torceva le mani in grembo. 
Ginny puntò lo sguardo su di lui e si accigliò. "E dove sta? Mi aveva detto che mi aspettava qui in Sala Comune. Oppure è in punizione con Piton? Ma oggi non è sabato... oh, non ditemi che quella carogna orripilante vuole ancora stressarlo con le punizioni!" sbottò, indignandosi immediatamente. 
"Ehm... sì, a questo proposito dovremo dirti una cosa" sussurrò Hermione piano. 
"Ma è successo qualcosa?" 
"Niente di cui preoccuparsi" ribattè Ron, ma era davvero molto teso. 
"Beh, Harry è con... Albus Silente. E nessuno sa dove sono perchè quelli sono solamente affari loro" disse Hermione rapida, tirando l'amica in un angolo remoto della sala per non permettere a nessuno o nessuna di origliare quella conversazione. "Devi sapere che sono via dalla scuola e..." 
"Dove sono andati?" insistette Ginny inquieta. 
"Non possiamo dirtelo" tagliò corto Ron, in tono frettoloso. 
Ginny fece per protestare quando Hermione la interruppe, con una certa impazienza. "Il punto è che Silente non è qui, stanotte. Capisci? E Harry sospetta che Draco e Piton abbiano qualcosa in mente. Insomma, quello che dovremmo fare è sorvegliarli con la Mappa del Malandrino" disse, mostrando all'amica una pergamena che sembrava solamente una pergamena, "mettere insieme i membri dell'ES con il galeone e dividerci questa scorta di Felix Felicis" aggiunse. 
"Ehi... frena, frena!" Ginny aggrottò la fronte, fissando con agitazione gli oggetti che Hermione le aveva mostrato. "Ma che diavolo, quella pergamena ingiallita è una mappa magica? E quella roba dorata a cosa dovrebbe mai servirci?" 
"Pozione della Fortuna" spiegò Ron velocemente, voltandosi indietro per vedere chi li osservava. 
"Ma in cosa dobbiamo essere fortunati?" 
"Ehm... è complicato" 
"Complicato?!" 
"Ma vuoi aiutarci oppure no?" 
"Ti spieghiamo strada facendo" intervenne Hermione, interrompendo il discorso dei due prima che scoppiasse una faida familiare. Iniziò ad armeggiare con bacchetta e un vecchio galeone mentre Ron controllava che nessuno davvero non origliasse, ma la Sala Comune era quasi praticamente deserta per via della cena e perfino Romilda Vane e le sue amiche erano andate via. 
"Prima mi dice che mi aspettava..." borbottava Ginny nervosa, andando avanti e indietro nella Sala Comune e facendo girare gli occhi ad un paio di timidi studenti del terzo anno che presero la decisione più saggia del mondo: andarono via e li lasciarono totalmente soli. "Poi scopro che è partito all'avventura con niente di meno che il Preside in persona... alla fine, questi due mi bloccano e mi dicono che dobbiamo sorvegliare Draco e Piton con una pergamena sudicia, dividerci una Pozione della Fortuna manco stessimo andando a fare la guerra e reclutare di nuovo l'ES..." 
Ginny si coprì il volto con le mani e pensò al suo ragazzo, a dove potesse essere in quel momento: segreti e bugie... era quello su cui si fondava la loro relazione oppure c'era qualcosa di più grande e oscuro sotto? Segreti e bugie... con Harry Potter non ne potevi di certo fare a meno perchè lui non era un ragazzo normale. Lui era il Prescelto. 
Di nuovo, c'era qualcosa che ostacolava il loro amore. 
"Ah!" fece Ron all'improvviso, fissando la sorella. 
"Eh?" 
"Ehm... Harry ti saluta..." 




"Non tutti hanno il galeone in tasca... è passato un anno dall'ES!" 
"Deve pur esserci qualcuno che potrebbe venire, Hermione!" insisteva Ginny irrequieta, che stava cominciando a provare strizza.
Era sera e il coprifuoco era già scattato da un bel pezzo: gironzolare in giro per la scuola a tarda sera le aveva sempre messo strizza e in quel momento ne provava tanta dato che non era normale quello che stavano facendo. Avrebbe potuto vederli Gazza e avrebbe potuto mandarli a quel paese, o direttamente dalla McGranitt... e addio il loro buon intento di scoprire cosa stesse succedendo lì ad Hogwarts. 
"Hermione, non essere pessimista" ribadì Ron per l'ennesima volta. 
"Sono realista" 
"Sii realista in altri momenti, grazie" 
"Ron, non è colpa mia se è passato molto tempo dall'ES!" 
"Ma potresti anche..." 
"... smetterla? Anzi, potreste smetterla entrambi?" sbottò Ginny irritata, dando un colpetto al fratello sul braccio e stringendo nervosamente la bacchetta nella mano destra. "Se state zitti forse riesco... uhm... mi è parso di sentire qualcosa oltre alle vostre voci e se provate di nuovo a fare battibecchi in un momento come questo vi lancio una Fattura Orcovolante! Controllate quella mappa magica, o Mappa del Malandrino..." 
Ron ed Hermione tacquero, poi quest'ultima si affrettò a controllare la mappa. 
"Sono..." cominciò la ragazza ma Ron cacciò un'esclamazione di sollievo: erano Neville Paciock e Luna Lovegood. 
Entrambi correvano verso di loro, affannati ma sorridenti e col galeone ancora caldo tra le dita. 
"Lo porto sempre in tasca, in caso... beh, avevo ragione!" disse Neville, facendo un gran sorriso. 
"Sapevo che l'ES non sarebbe mai morto" cinguettò Luna allegramente. 
"Sì, ma questa è una cosa più pericolosa delle lezioni dell'ES" li informò Hermione impeccabile, sempre ottimista. "Insomma, è successo il finimondo e noi abbiamo pensato bene di riunire l'Esercito ma purtroppo solamente voi avete risposto alla chiamata" 
"Che cosa succede?" 
Hermione spiegò in breve ciò che aveva raccontato già prima, con il sostegno di Ron. 
"Dobbiamo dividerci, quindi" decise Neville, paonazzo e grondante di sudore freddo. Si vedeva lontano un miglio che era agitato e spaventato come gli altri ma non si poteva dire che non era molto coraggioso, non si poteva dire che nessuno dei cinque non era coraggioso. 
"Sì, Draco non è nel suo dormitorio" sussurrò Ginny nervosamente, consultando la mappa. 
"Bene, allora... io, tu e Neville possiamo stare di guardia al settimo piano" suggerì Ron velocemente, e con settimo piano lasciò praticamente intendere che si trattava di spiare la Stanza delle Necessità per scovare Draco. "Mentre Hermione e Luna possono andare a controllare Piton... va bene?" aggiunse, poco titubante.
"Sì" risuonò nel corridoio. 
"Fate attenzione" mormorò Ron ad Hermione e con un ultimo sguardo presero direzioni diverse. 
Ron, Ginny e Neville si avviarono correndo velocemente al settimo piano, di fronte all'arazzo vuoto dove l'anno precedente avevano partecipato alle loro fantastiche lezioni di difesa: un angoscia parve risvegliarsi nel petto della ragazza e lei seppe che anche per i due ragazzi era lo stesso. L'immagine di Harry era ancora più dolorosa in quel momento... ma dove diavolo si era cacciato? 
Perchè lui? 
"Dobbiamo aspettare" disse Ron agitato, guardando l'arazzo vuoto nella speranza che Draco uscisse in fretta da lì. 
"Andrà tutto bene..." sussurrò Neville cortesemente, sfoderando la bacchetta. 
Ginny annuì ma quando i minuti iniziarono a passare ebbe di nuovo quel senso opprimente di ansia e di dolore, che non si sarebbe sicuramente colmato. I minuti passavano ma non accadeva nulla, non c'era nulla di pericoloso lì ad Hogwarts. Che Harry Potter avesse torto oppure che avesse nuovamente ragione? Che cosa dovevano fare? 
"Sei preoccupata?" chiese Neville, dopo quindici minuti. 
"Sì" rispose la ragazza, "ma non per me"
Neville fece per dire qualcosa ma dei rumori li distrassero, facendoli sussultare e metterli in guardia. Ginny, che era afflosciata accanto alla parete di fronte all'arazzo vuoto, scattò in piedi velocemente: qualcuno stava aprendo la porta della Stanza delle Necessità e probabilmente quel qualcuno era Draco. I tre ragazzi si avvicinarono, compatti, e puntarono le bacchette verso la grande parete vuota che stava via via per sparire sostituita da una grande porta di legno. 
"Attenti, ci siamo... " sussurrò Ron, spaventato ma deciso. 
La porta si spalancò con uno scatto e i ragazzi alzarono le bacchette: Draco era da solo e stringeva nella mano un orrido braccio raggrinzito. I tre non ebbero nemmeno il tempo di dare uno sguardo alla cosa orribile che il Serpeverde aveva in mano che lui si accorse di loro e gettò qualcosa in aria, facendo diventare tutto buio pesto... 
"Polvere Buiopesto Peruviana!" esclamò Ginny agitata, che cercava di trovare il braccio di Neville e Ron. 
"Quella era la sua mano della gloria!" sbottò Ron. 
"Che cosa significa?" chiese Neville, la voce acuta dallo spavento. 
"Adesso non ha importanza, dobbiamo uscire da qui... Lumos! Non funziona!" gridò la ragazza, furibonda col mondo. 
Intanto, si sentirono dei passi e delle voci sghignazzanti. 
"Incendio!"
"Lumos!" 
"LUMOS!" 
"INCENDIO!" strillò Ginny nevrotica, tastando la parete di pietra e alzando nuovamente la bacchetta. "STUPEF...!" 
"No, fermati!" una mano la bloccò, la mano di Ron. "Niente Schiantesimi o roba del genere, così rischiamo di colpirci tra di noi e finire secchi. Piuttosto, dobbiamo immediatamente uscire da qui e chiamare qualcuno! Se ha portato Mangiamorte ad Hogwarts..." non finì la frase, perchè l'orrore gli rovinò addosso.
Un rumore di porta, poi i gemiti dei tre ragazzi echeggiarono nel buio mentre cercavano di strisciare verso la luce. Finalmente, dopo aver avanzato nel buio a tentoni per minuti e minuti, uscirono da quell'opprimente oscurità e corsero alla cieca nel il corridoio del settimo piano per avvertire qualcuno. Non parlarono, ma corsero per parecchi minuti, con la sensazione che Draco non avesse buone intenzioni... e d'un tratto incontrarono Remus, Bill e Tonks, che sembravano di guardia. 
"BILL!" strillò Ginny affannata, crollando nelle braccia del fratello. "Tonks! Remus! Che ci fate qui?" 
"Siamo di guardia, come ci ha detto Silente" rispose Tonks, che li fissava preoccupata. 
"Che succede, ragazzi?" chiesero in coro Remus e Bill.
Ron spiegò velocemente di Draco, dei probabili Mangiamorte che erano riusciti a penetrare in quel momento ad Hogwarts e della situazione di Harry e Silente. Alla fine del racconto, Remus, Bill e Tonks corsero via di lì per cercare quei presunti Mangiamorte e i tre ragazzi li seguirono a ruota, senza avere la minima intenzione di seguire il consiglio degli adulti: state fuori da questa storia e tornate ai vostri dormitori. 
Sembrava un'impresa alquanto impossibile trovare dei Mangiamorte all'interno di un enorme castello ma... 
"Impedimenta!" esclamò Tonks e abbattè un Mangiamorte, che stava tentando di sgattaiolare sulla Torre di Astronomia. 
Draco lanciò un grido spaventato e cominciò a frugare nelle tasche alla ricerca di qualcosa ma un'altra imprecazione fece capire ai tre ragazzi che probabilmente aveva finito la sua scorta di Polvere Buiopesto Peruviana... perchè alla fine scoppiò una battaglia. Ron bevve in fretta un goccino di Felix Felicis, la passò alla sorella che bevve un sorsetto e che a sua volta la passò a Neville che bevve in fretta anche lui e la infilò nella tasca. 
"Volete ammazzarci, eh, mocciosetti?" cantilenò un uomo biondo, scagliando una maledizione che mancò Ginny di un soffio. Gli altri erano troppo occupati a combattere per rendersi conto che il Mangiamorte che era toccato alla ragazza era un pazzo furioso, col vero senso della parola, dato che cominciò a lanciare Maledizioni Senza Perdono tutte intorno. 
Ma mai pazzo quanto Fenir Grayback, che invece di usare la bacchetta cercava di mordere il suo avversario. 
"Stupeficium!" 
"IMPEDIMENTA!" 
"DIFFINDO!" 
"Reducto!" 
La battaglia infuriava sempre di più, e fu solamente grazie alla santa Felix Felicis che Ginny non aveva tirato le cuoia. 
"Ragazzi, che ci fate fuori dai vostri letti?" sbraitò la McGranitt, insinuandosi nella battaglia e iniziando a combattere con l'agilità di una giovane donna. 
Ginny si voltò verso di lei e si abbassò fino al pavimento per evitare una Cruciatus. "Professoressa, stiamo nel bel mezzo di una battaglia!" esclamò, facendo roteare la bacchetta e facendole notare che potevano tutti rimetterci la pelle da un momento all'altro. "Le sembra il caso di rimproverarci di essere fuori dai nostri dormitori in un momento come questo?" 
Ma non ci fu tempo di rispondere perchè la battaglia continuava a farsi più percolosa... 
"No!" 
"NOOO! BILL!" 
"Cosa diavolo è successo?" strillò Ginny atterrita, voltandosi alla sua destra: Bill era per terra, col volto insanguinato. 
"Bill... è vivo... è vivo!" disse Tonks sollevata, che era andata a controllare. 
I battiti del cuore della ragazza ritornarono regolari fin quando qualcuno non lanciò un Avada Kedavra vicinissimo a lei e colpì qualcuno che stava davvero molto vicino a lei. Col cuore in gola, si scoprì che era solamente un Mangiamorte e che nessuno di loro era rimasto ferito o peggio... tranne Bill. Che cosa gli aveva fatto, quel lupo mannaro sanguinario? Perchè Bill non si muoveva ed era in una pozza di sangue? 
Un altro rumore: Neville era stato sbalzato in aria da una barriera invisibile che bloccava l'accesso alla Torre di Astronomia. Era tutto un caos di lampi di luce rossa e verde, esplosioni e grida: non si capiva più nulla. Piton li raggiunse a metà battaglia ma, non si sa come, riuscì a sorpassare la barriera che avevano messo per la Torre di Astronomia. Remus provò a superarla, ma fu sbalzato in aria. 
"Ma che cavolo hai fatto?" gridò un Mangiamorte ad un altro, che aveva infranto la barriera. 
Tutti si voltarono verso la torre per salire di sopra ma Piton e Draco irruppero nel corridoio, correndo a perdifiato. Erano seguiti da altri Mangiamorte, e la battaglia prese ancora più vita: tutti erano concentrati sul proprio avversario. 
"Amycus, ferma la ragazzina!" sbottò un Mangiamorte e un altro uomo grosso e goffo si parò davanti a Ginny, che stava sgattaiolando da Bill. 
"Non vai da nessuna parte!" canticchiò quello che doveva chiamarsi Amycus, e iniziò a far roteare la bacchetta con tanta agilità che Ginny ebbe solo il tempo di schivare i suoi colpi grazie alla Felix perchè non aveva neanche il tempo di puntargli contro la bacchetta. "Crucio! Crucio! Non puoi ballare per sempre, carina..." aggiunse ridacchiando. 
Proprio quando sembrava la fine, non fu la fine: una maledizione colpì Amycus in pieno petto. 
Ginny si rese conto che Harry Potter l'aveva salvata. "Harry... da dove sei spuntato?" chiese, ma non ci fu tempo di rispondere: i Mangiamorte stavano andando via, accalcandosi tra loro come se avessero ricevuto delle istruizioni. La battaglia smise di infuriare all'istante mentre i Mangiamorte correvano verso l'uscita con Harry alle calcagna; tutti crollarono a terra, sfiniti. 
"Non possiamo lasciare che il ragazzo vada da solo a..." cominciò Tonks. 
"Severus si sbarazzerà di quei Mangiamorte" disse la McGranitt, che era alquanto distrutta dal combattimento. "E se Potter è qui ad Hogwarts, questo vuol dire che anche il professor Silente è tornato. Adesso dobbiamo solo curare i nostri feriti, portiamoli da Madama Chips..." 
"Ma Bill..." balbettò Ginny terrificata, inginocchiandosi accanto a suo fratello. Remus la raggiunse, per esaminare il corpo di Bill che non si muoveva. "Santo cielo, che cosa gli ha fatto? Lui... è t-tutto insanguinato e... è stato quel lupo mannaro a ridurlo così, v-vero?" 
"Non diventerà mica un lupo mannaro?" chiese Ron, con la voce che tremava. 
"Fenir Grayback non era trasformato, fortunatamente" rispose Lupin. 
Ron abbracciò la sorella. "Va tutto bene..." le disse, accarezzandole i capelli. 
"Sì, va tutto bene..." ripetè lei. 




"Signorina Weasley..." 
"Sì, professoressa?" 
"Vada a chiamare il signor Potter, probabilmente è nel parco del castello" 
Ginny annuì e uscì velocemente dall'Infermeria per eseguire gli ordini della McGranitt e portare il ragazzo da Madama Chips. Tutto era silenzioso, il castello era immerso in un silenzio naturale e la cosa era stranissima dato che avevano appena dato battaglia e avevano svegliato mezzo castello. Quasi si aspettava di vedere correre studenti da tutte le parti, preoccupati per quello che era successo... invece no. 
La fonte del silenzio era per terra, attorno al quale tutte le persone del castello erano in cerchio. Il Marchio Nero brillava verde alla luce della luna... e lei avanzò, mentre alcune persone si giravano dalla sua parte e sussurravano terrorizzate tra di loro. In lontananza vide Ritchie abbracciare una Demelza in lacrime; Colin che portava via il fratellino Dennis; e Vick singhiozzare silenziosamente nel suo fazzolettino mentre gli altri ragazzi avevano la bocca spalancata e gli occhi in cui si rifletteva il terrore. 
Harry Potter era chinato su una figura: Albus Silente. Hagrid singhiozzava con tutto sè stesso e nello stesso tempo cercava di portare via il ragazzo da lì ma lui non ne voleva proprio sapere... e fu in quel momento che Ginny seppe che non c'era nulla da fare per il loro Preside. Ma doveva essere forte, doveva essere forte per Harry: non poteva crollare proprio in quel momento. 
"Harry, andiamo" disse Ginny decisa e infilò la sua mano calda in quella del suo ragazzo, che era fredda e gelida, come immersa nell'acqua ghiacciata. Lui obbedì senza pensarci, senza guardare chi in quel momento era venuto a prenderlo ma lei sapeva che l'aveva riconosciuta. 
"Andiamo in Infermeria..." disse la ragazza, cercando di non guardare il corpo di Silente e i ragazzi che mormoravano al loro passaggio.
"Non sono ferito" 
"Ordini della McGranitt, sono tutti lassù: Ron, Hermione, Lupin e altri..." 
"Ginny" esordì il ragazzo preoccupato, fissandola negli occhi, "chi altro è morto stanotte?" 
"Non preoccuparti, nessuno di noi" rispose lei tesa, che non voleva per niente al mondo che Harry si agitasse.
"Ma il Marchio Nero... Malfoy ha detto di aver scavalcato un corpo" 
"Ha scavalcato Bill. Ma è tutto a posto, è vivo" ribadì Ginny tremante, che non vedeva l'ora di andare in Infermeria e farsi dire da Madama Chips che Bill sarebbe guarito completamente. "Lui è un pochino rovinato, tutto qui... Grayback l'ha aggredito. Harry, se non avessimo avuto la tua pozione Felix credo che saremmo stati uccisi, tutte le maledizioni ci mancavano" 
Arrivarono in fretta in Infermeria e Harry chiese subito di Bill, non convinto dalle parole della ragazza. 
"Silente potrebbe conoscere qualcosa che funzioni, però!" stava dicendo Ron, che non riusciva a guardare il fratello un minuto di più. "Dov'è? Bill ha lottato contro quei pazzo per ordine di Silente! Silente glielo deve, non può lasciarlo in questo stato..." aggiunse, la voce che tremava. 
"Ron..." cominciò Ginny esitante, prendendo fiato. "Silente è morto" 
"No!" esclamò Remus agitato, guardandola come se fosse impazzita. Spostò lo sguardo da lei a Harry per assicurarsi che lui smentisse tutto ma il ragazzo rimase zitto: il silenzio parlava, Silente era davvero morto. 
"Com'è morto? Com'è successo?" sussurrò Tonks. 
"L'ha ucciso Piton" disse Harry devastato. 
Ginny si sentì mancare e il suo cuore precipitò. Piton? Che cosa diavolo c'entrava Piton in tutta quella storia? Silente si fidava di Piton, si fidava ciecamente di Piton per quello che ne sapeva... era impossibile che l'avesse ucciso! Eppure... Harry raccontò tutta la storia dall'inizio, di come Silente fosse debole e di come Piton l'aveva ucciso in sua presenza. Il lamento della Fenice di certo non aiutava quella situazione: era la cosa più melodiosa e triste nello stesso tempo e Ginny si sentì addosso tutta l'angoscia del mondo. Cosa sarebbe successo adesso? Piton... l'uomo di cui Silente si fidava... non ci poteva credere. 
Dopo il racconto, irruppero i signori Weasley per vedere Bill. 
"Oh... era un b-bambino così carino, sempre stato un bel ragazzo... e s-stava per sposarsi!" stava singhiozzando Molly disperata, dopo che ebbero finito di raccontare com'erano andate davvero le cose a Bill per quanto riguardava la battaglia. 
"Perchè disce stava per sposarsi?" s'inalberò Fleur, all'improvviso. Guardò la suocera e fece fremere le narici, per poi aggiungere con rabbia: "Ponsa che Bill non mi vuole più? Ponsa che per colpa di quei morsi scesserà di amarmi?" 
"No, non volevo dire..."
"E invesce mi amerà!" esclamò la ragazza, ergendosi in tutta la sua considerevole altezza. "Sci vuol ben altro che un uomo lupo per impedir a Bill di amarmi!"
Ginny rimase esterrefatta da quella dichiarazione ma continuò a guardare Fleur con gli occhi ridotti in due fessure: allora la ragazza non amava Bill solo per il suo aspetto. Per quanto ci tenesse ad ammetterlo, in quel momento Fleur stava dimostrando davvero molto coraggio accettandolo così com'era, devastato esteriormente e con le conseguenze di un morso di lupo mannaro. 
Fleur amava davvero Bill. 
"Cosa importa del suo aspetto?" incalzò Fleur impaziente, le narici ancora dilatate dall'irritazione. "Io sono abbastonsa bella per tutti e due! Tutte quelle scicatrisci sono il segno del courage di mio marito!" aggiunse, accarezzando Bill con un fazzoletto di stoffa impregnato di unguento per cicatrici. 
Allora non si amavano perchè si piacevano fisicamente, non si amavano per questo... il loro amore andava ben oltre l'aspetto fisico. Ginny guardò le due donne, leggermente sovrappensiero a causa di quella situazione, e poi sbarrando gli occhi vide che la madre e Fleur si abbracciarono da sopra al corpo di Bill. D'accordo, forse quello era un pochino troppo: lei non avrebbe mai abbracciato Flebo Delacour in quel momento. 
"Visto?" irruppe la voce nervosa di Tonks. "Lei vuole sposarlo lo stesso, anche se è stato morso! Non le importa!"
Ginny ci mise del tempo per capire che Tonks si riferiva a Remus. 
"Ma è diverso" ribattè l'uomo, arrossendo e cercando di non guardare nessuno. "Bill non sarà un vero lupo mannaro, i casi sono completamente..."
"Ma anche a me non importa, non m'importa!" esclamò Tonks, prendendo Remus per la veste e scuotendolo. 
"Sono troppo vecchio per te! Troppo povero, troppo pericoloso... Tonks merita uno giovane e sano" 
"Ma lei vuole te" osservò Arthur con dolcezza. 
"Non ha importanza adesso, Silente è morto e..." 
"Silente sarebbe stato felice di scoprire che c'è più amore nel mondo!" la McGranitt interruppe Remus. 
Silente sarebbe stato felice di scoprire che c'è più amore nel mondo...
Ginny guardò Harry per un attimo, mentre la McGranitt lo portava con sè nell'ufficio del Preside. Anche loro due si amavano, come Tonks amava Remus anche se era a tutti gli effetti un lupo mannaro e come Fleur amava Bill anche se era stato rovinato da cicatrici, anche se non era più bello come una volta. Ma Silente era morto... Silente non avrebbe mai scoperto che c'era più amore nel mondo. 
Quante cose sarebbero cambiate da quel momento? Quante cose avrebbero potuto contrapporsi tra di loro? Ginny non era una stupida, se lo aspettava da quando lui l'aveva salvata da Tom Riddle nella Camera dei Segreti: Harry doveva andare incontro al suo destino, che in quel momento era più nitido che mai. Ginny non era una stupida, lo sapeva da secoli... 






Angolo autrice
Che ve ne pare? Capitolo leggermente angosciante e noioso a causa di tutti questi avvenimenti, ma non avete ancora letto il prossimo. E così, vediamo che Ginny e gli altri si ritrovano a combattere e a subire perdite. Tra morte e amore... spero che anche il titolo vi piaccia, perchè a me piace davvero e non a caso l'ho voluto mettere come titolo. 
Baci.

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Capitolo 59
*** La ragazza che ha aspettato e che avrebbe aspettato ancora. ***


LA RAGAZZA CHE HA ASPETTATO E CHE AVREBBE ASPETTATO ANCORA.


Lezioni sospese, studenti portati frettolosamente via da Hogwarts... erano passate solo pochi giorni dalla morte di Albus Silente ma già tutto era cambiato, già tutto non era più lo stesso. Gli esami furono posticipati e quelli dei ragazzi che avevano i GUFO andarono bene, nonostante nessuno avesse la testa molto presente. Harry sembrava più triste e devastato che mai ma Ginny gli stava vicino e non lo abbandonava, non l'avrebbe abbandonato mai. 
Loro due insieme a Ron ed Hermione erano una squadra: Harry aveva bisogno di loro. 
Chissà come sarebbe stato se Silente non fosse morto, se il ragazzo non fosse stato Harry Potter: l'estate era alle porte e magari avrebbero potuto passarla insieme, con il sollievo di non avere più compiti e lezioni... avrebbero potuto stare sempre insieme, nel parco del castello a godersi il sole estivo o nel loro posto preferito sotto il grande albero accanto al lago. 
Sembrava che quel tempo mai trascorso appartenesse al passato. 
"Non ci credo: Dolores Umbridge qui ad Hogwarts. Di nuovo!" sbottò Ginny irritata, rivolta al fidanzato mentre entrambi passeggiavano insieme nel cortile della Torre dell'Orologio prima del funerale di Albus Silente. "Lei lo detestava, vuole prenderci in giro?" 
"Mi sa... col Ministero al completo poi..." borbottò Harry distrattamente, lo sguardo perso nel vuoto di fronte. 
"Oh, mi fanno venire i nervi a fior di pelle!" 
"Sì... ma Bill come sta? Oggi non l'ho proprio visto. L'hanno dimesso?" 
"Non ancora, ma sta come al solito: bistecche molto al sangue e Flebo" 
Harry accennò un sorriso, ma non rispose. 
"Forse mi sono sbagliata sul suo conto" ammise Ginny a malincuore, mentre i due ragazzi entravano di nuovo nel castello per fare colazione. "Insomma, Bill è davvero felice quando sta con lei e la sua dichiarazione pochi giorni fa davanti a mia madre... beh, infondo non si piacciono solo perchè sono entrambi bellissimi, si piacciono oltre la bellezza esteriore... si piacciono dentro" aggiunse fissando il fidanzato, e lui ricambiò il suo sguardo. 
Per tutto il tragitto fino alla Sala Grande non scambiarono una parola ma si tennero saldamente per mano e quando giunsero nella sala si sedetto vicini, di fronte a Ron e Hermione, cominciando a trangugiare la loro colazione distrattamente e di malavoglia. Sembrava che nessuno avesse voglia di mangiare in quel momento... anche se, Ginny notò con rabbia e con assoluto disprezzo, alcuni Serpeverde ci davano dentro col cibo e borbottavano tra loro. 
Ma da che parte stavano? Da quale parte erano sempre stati? 
Lo sguardo della ragazza si spostò dai Serpeverde al tavolo dei professori in fondo alla sala: la sedia di Hagrid era vuota, insieme a quella simile ad un trono di Albus Silente; Rufus Scrimgeour aveva preso il posto di Piton e a fianco a lui sedeva quella pecora nera di Percy. Ginny azzannò il suo pane tostato lanciando uno sguardo di intesa a suo fratello Ron, che ricambiò la stessa occhiata feroce per poi rivolgere tutta l'attenzione alla sua aringa affumicata: quel loro dannato fratello sarebbe ritornato sui suoi passi o sarebbe ancora stato il manichino del Ministero della Magia? 
Gli amici di Ginny la salutarono da lontano e lei ricambiò quel saluto: avevano compreso, avevano compreso che Harry aveva bisogno di Ginny al suo fianco e l'avevano sostenuta in ogni sua decisione. 
"E' quasi ora..." annunciò la professoressa McGranitt, con voce rotta. "Per favore, seguite i direttori delle vostre Case nel parco... Grifondoro, dietro di me" 
Si sentì il solito grattare di panche ma quella volta non c'erano voci eccitate o grida: solamente il silenzio. Si misero in fila e avanzarono verso il parco dove il sole picchiava forte sulle loro teste. Il limitare del lago era addobbato con centinaia di sedie e al centro, sul fondo del lungo corridoio, vi era una tavola di marmo. Molte persone, tra cui membri dell'Ordine della Fenice e del Ministero della Magia, già avevano preso posto e Ginny, Harry, Ron e Hermione si unirono a loro sedendosi all'estremità di una fila accanto al lago. Quando finalmente tutti si sedettero, si udì una musica: era melodiosa, ultraterrena... come il canto della Fenice ma abbastanza diversa... era più strana e più triste che mai. Tutte le teste dei presenti si voltarono per cercare la fonte del suono; Ginny la individuò subito. 
"Là dentro..." sussurrò lei all'orecchio del fidanzato, indicando alcune sirene e tritoni che dal lago accanto cantavano in Marino quella strana melodia che faceva tanto venire la pelle d'oca a chiunque la ascoltasse. 
La ragazza sentì beata quella canzone poi fu distratta dall'alta figura di Hagrid che singhiozzava e reggeva tra le grosse braccia una specie di coperta di velluto viola dove ci doveva essere il corpo di Silente: pensando al tanto forte e indistruttibile Preside, le venne da piangere; anche Hermione, come lei, piangeva in silenzio. Harry aveva un espressione indescrivibile e Ron era pallido e spaventato mentre Hagrid posava Silente sulla tavola di marmo. 
Un ometto con i capelli a ciuffi cominciò a parlare con voce monotona. 
"Nobiltà di spirito... grandezza di cuore... contributo intellettuale..."
L'ometto finì di parlare presto e dopo che anche lui si fu seduto al posto del tavolo comparve una tomba di marmo bianco dove venne deposto, con un grande spettacolo di fumo bianco, delicatamente il corpo di Silente. Harry guardò intensamente Ginny e lei ricambiò il suo sguardo con la stessa espressione con cui l'aveva abbracciato, espressione che lasciava intendere che sapeva che stava per succedere: lui stava per scegliere la sua strada e lei non l'avrebbe trattenuto. 
"Ginny, ascolta" mormorò prevedibilmente lui, abbassando il capo verso di lei per non far origliare agli altri la loro conversazione. "Io non posso più stare con te... dobbiamo smettere di vederci... non possiamo stare insieme" aggiunse, la voce che tremava leggermente. 
Ginny non poteva assolutamente dire di non esserselo aspettato ma l'impatto delle sue parole la ferì più che mai, come dei coltelli nel petto. Con tutta la sua forza, riuscì a mettere insieme un sorriso storto e strano: era l'unica cosa che potesse fare in quel momento per nascondere l'angoscia. 
"E' per qualche stupida e nobile ragione, vero?" chiese lei, con lo stesso sorriso strano. 
"Queste ultime settimane con te sono state come... come la vita di un altro. Ma io non posso... noi non possiamo... devo fare delle cose da solo" 
Sì, come se la ragazza non avesse previsto anche questo. Doveva fare delle cose da solo, a partire dal quel momento... ma erano anni che affrontava quelle cose, erano anni che affrontava quelle cose da solo. Ma alla luce di ciò che era accaduto pochi giorni fa, alla luce della morte di Silente... lui doveva andare per la sua strada e abbandonarla, perchè doveva per forza andare così. 
"Voldemort usa le persone a cui i suoi nemici tengono" insistette Harry angosciato, deciso a far comprendere a Ginny la verità come se lei non sapesse già di cosa fosse capace Lord Voldemort. "Ti ha già usato una volta come esca e solo perchè sei la sorella del mio migliore amico... pensa a quanto più grande sarà il pericolo che correrai se continuiamo a stare insieme" la guardò intensamente e la ragazza ebbe una brutta impressione: l'impressione che quello sarebbe stato il loro ultimo sguardo. "Lui lo verrà a sapere, lo scoprirà, cercherà di arrivare a me attraverso te" aggiunse. 
No, quello non doveva essere il loro ultimo sguardo... non ce la faceva, non poteva sopportarlo. 
"E se a me non importasse?" ribattè Ginny con forza. 
"Importa a me" rispose Harry subito. "Come credi che mi sentirei se questo fosse il tuo funerale... e fosse colpa mia..." 
Ma non capiva che lei avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di stare con lui? Perchè quella guerra non riguardava solo lui... perchè dopo tanti anni passati ad aspettare una persona, doveva accadere tutto ciò? Non potevano dividersi solo per paura, solo per paura di perdersi: il loro amore andava oltre la paura della morte. Allora perchè lui non voleva più stare con lei? Sarebbe andata con lui... gli sarebbe stata vicino, non le importava della morte. 
Stavolta fu lei a distogliere lo sguardo dal ragazzo, per poi lasciare che si spostasse sul lago.
"Io non ho mai davvero rinunciato a te" disse, le lacrime agli occhi che però non dovevano assolutamente scendere giù. "Mai, ho sempre sperato. Hermione mi ha detto di vivere la mia vita, magari di stare con altri, di lasciarti perdere... perchè non riuscivo a spiccicare parola se c'eri tu nella stanza, ti ricordi? E lei pensava che forse mi avresti notato di più se io fossi stata più... me stessa" 
"Astuta, quell'Hermione" disse Harry ironico, cercando di strapparle un sorriso che però non venne. "Io vorrei solo averti chiesto di stare con me prima, avremmo avuto un sacco di tempo, mesi, forse anni..." 
"Ma tu eri troppo occupato a salvare il mondo magico" lo interruppe Ginny con una mezza risata, sempre per nascondere la rabbia e la tristezza che sembravano quasi divorarla viva. Troppo occupato a salvare il mondo magico per guardare ciò che c'era intorno a lui, troppo occupato con qualche fardello che solo a lui poteva toccare. "Beh, non posso dire di essere sorpresa... sapevo che sarebbe successo, alla fine. Sapevo che non saresti stato contento se non fossi andato a caccia di Voldemort..." aggiunse, con una certa cattiveria. 
Non sapeva nemmeno lei da dove le era uscita un'affermazione così cattiva, ma infondo lei era arrabbiata... troppo arrabbiata. 
"Forse è per questo che mi piaci tanto" aggiunse la ragazza, abbassando il capo. 
Ginny non guardò neanche per un secondo Harry e nemmeno lui lo fece, piuttosto voltò le spalle a lei e alla tomba di marmo. La ragazza aveva gli occhi colmi di lacrime di tristezza e rabbia, e non sapeva più che fare o che pensare. L'aveva fatto per lei, l'aveva abbandonata solamente per proteggerla... ma la stava facendo soffrire! E lei era troppo distrutta dentro per cercare di trovargli qualche giustificazione, qualche giustificazione a quel gesto. 
Potevi portarmi con te, posso venire con te... si ritrovò a pensare Ginny mesta, che cedette alle lacrime. 
Ron ed Hermione si alzarono dalle sedie e corsero via dal funerale, probabilmente per andare a cercare il loro amico. Sì, loro due sarebbero andati con lui e questa sarebbe stata la seconda delle poche certezze della vita. Ma Ginny... che cosa ne sarebbe stato di lei? Niente, lei era solamente la ragazza che aveva aspettato e che avrebbe aspettato ancora. 




"Ma non potete non tornare ad Hogwarts! Hogwarts è la nostra casa!" 
"Sì, ma i nostri genitori saranno terrificati dopo quello che è successo" Vick interruppe Ginny e il viso della bionda non parve più allegro e spensierato come quello della ragazzina che aveva trovato un fidanzato o che aveva ricevuto una O ad un difficile compito di Trasfigurazione: era cambiata anche lei. "Dopo la morte di mio padre, mia madre non vorrà perdere la sua unica figlia... sono sicura che andremo via dal Paese" aggiunse, mentre il treno che li avrebbe condotti a casa sferragliava sempre di più e con grande velocità. 
"Vick ha ragione" convenne Demelza, distrattamente. 
"Sì, ma sono sicuro che alcuni non torneranno a scuola" aggiunse Ritchie. 
"Ma la frequenza ad Hogwarts è obbligatoria!" esclamò Ginny affranta, fissando gli amici come per far capire loro che non potevano abbandonare Hogwarts e abbandonare lei in un momento come quello. 
"Sì, ma se qualcuno si trasferisce fuori non possono obbligare nessuno" ribattè Demelza. 
"Sai quante scuole di magia ci sono nel mondo..." disse William comprensivo. 
"Bella merda di situazione!" sbottò Christopher, che era assai distrutto. 
Esatto, il tutto poteva benissimo riassumersi in due paroline: bella merda. 
"Cosa ne sarà di me e Dennis?" chiese Colin dispiaciuto, fissando il fratellino che guardava il paesaggio. "I nostri genitori sono Babbani, non ne capiscono tantissimo. Noi li abbiamo avvertiti su tutto, prima che lo facesse la McGranitt e li spaventasse ma..." 
"E li spaventasse ulteriormente" corresse Dennis. 
"Tu non volevi nemmeno avvertire i tuoi?" lo rimproverò Demelza. 
"No... insomma, sì... ma... beh, tu cosa ne pensi? Tu e Ron frequenterete?" 
Ginny si riscosse dai suoi pensieri. "Sì, frequenteremo" rispose, anche se era sicura che Ron non l'avrebbe fatto. 
"Cos'hai?" le chiese gentilmente Ritchie. 
"Sono solo stanca" mentì lei, osservando le mucche e le pecore che trotterellavano nella campagna. 
"Nessuno lo mette in dubbio" disse decisa Demelza, fissandola sott'occhio in cerca di malanni. "Ma è successo di sicuro qualcosa, ti conosco"
Ginny azzardò uno sguardo a Demelza, che le ricordava tanto Hermione. "Io..." disse, esitando. "Io e lui non... ci siamo lasciati..." sussurrò con un filo di voce e Vick spalancò la bocca, troppo orripilata per dire qualcosa. 
"Ma come sarebbe a dire?" esclamò Christopher agitato. 
"Come avete fatto?" aggiunse William. 
"Infatti, come sarebbe a dire che vi siete lasciati?" intervenne Colin con fervore, aggrottando la fronte. "Come è possibile che non state più insieme? Tu e Harry Potter vi amavate così tanto... come diavolo è mai potuto succedere questo?" 
Lei non rispose: loro che si amavano così tanto, come diavolo era mai potuto succedere? 
"Lo vedevo così preso da te, ti voleva bene..." disse Ritchie esterrefatto. "Perchè vi siete lasciati?" aggiunse. 
"Perchè ci volevamo troppo bene" rispose Ginny mesta, senza guardare in faccia nessuno e con il pensiero rivolto a non fare scendere lungo le guance le lacrime che aveva nei grandi occhi castani. Senza guardare gli amici, prese il baule dal portabagagli e tirò su col naso: il treno si stava arrestando. 
Non ci furono saluti di addio perchè lei non ne voleva sapere, perchè lei era sicura che le cose non sarebbero cambiate così tanto da impedire agli amici di non tornare ad Hogwarts: non voleva perdere altre persone. Niente addii e niente lacrime: era così che voleva salutare le persone che tra due mesi o forse parecchi mesi o forse un giorno lontano avrebbe sicuramente rivisto. 
Niente addii e niente lacrime. 




Una volta tornata a casa, Ginny evitò con immediatezza Fred e George che cercavano di rallegrarle la giornata con una serie di battute (non aveva voglia di ridere, e questo era davvero grave) ed evitò anche le cure asfissianti di sua madre che continuava a ripeterle che era troppo pallida e che aveva bisogno di mangiare. Li evitò tutti dicendo di essere stanca e andò dritto in camera sua dove era certa che nessuno l'avesse disturbata perchè quello era il suo mondo, e il suo mondo non poteva venire violato. 
La sua stanza era dipinta di vari colori: il rosso e il giallo erano prevalenti, ma sembrava che avesse una luminosità tutta sua. Era piccola e in ordine, in quel momento, ma le altre volte sembrava molto affollata e quasi ci si faceva fatica a camminare dentro. Oggettini strani spuntavano dalle mensole ordinate; ogni oggetto strambo che apparteneva al passato e che lei non aveva mai avuto cuore di buttarlo. Ginny inspirò l'aria di casa e si raggomitolò sul suo letto con le lacrime agli occhi, accarezzando le coperte candide. Poi si addormentò... 
Quando aprì gli occhi, era sera: aveva dormito pochissimo. Passando per la ex camera di Bill, vi trovò lui nelle cure altrettanto asfissianti di Fleur e fece di tutto per non essere notata... ovviamente con scarso successo.
"Jinnì" chiamò la voce gracchiante di Flebo. 
"Sì?" 
"Potresti prondermi della stoffa pulita? Ho bisogno di pulir le ferite" 
Ginny avrebbe tanto voluto dirle di alzare le chiappe dorate e di andare in cucina a prendersele ma d'altronde da quando Fleur aveva fatto quella dichiarazione d'amore a Bill dopo la battaglia le ostilità sue e della madre erano diminuite nei confronti della ragazza francese. Annuì e si precipitò nella cucina, dove la madre stava preparando la cena e Fred e George chiacchieravano con Ron sul divano. 
"Sorellina! Perchè non..." 
"Mamma, Fleur vorrebbe della nuova stoffa per pulire le cicatrici di Bill" disse Ginny alla madre, interrompendo George. 
La madre si affrettò a trovarle una stoffa pulita. "Oh, quella ragazza! E dire che prima proprio non ci andava giù... si sta prendendo cura di Bill in tutti i modi, forse siamo state troppo cattive a giudicarla" disse, con un certo affetto. 
"Sì, forse" 
Ginny prese la stoffa nuova e la portò di sopra, ignorando nuovamente i gemelli e Ron che cercavano di renderla parte alla loro chiacchiera allegra. Anche se per Ron allegra non lo era moltissimo... forse aveva già detto all'amico che sarebbe venuto con lui, rischiando la vita e abbandonando tutti per amicizia. E quello, sebbene a Ginny facesse del male non solo perchè non poteva unirsi a loro ma anche perchè avrebbe potuto perdere un altro fratello, lo considerava davvero nobile. 
"Ecco qui" 
"Grozie mille, Jinnì. Sei delisiosa" le disse Fleur, spalmando l'unguento sulla stoffa. 
"Di nulla. Come stai, tu?" 
"Amo le bistecche molto al sangue... ti basta, sorellina?" rise Bill, strappando un sorriso anche alle due ragazze. 
Ginny annuì sorridente e fece per andarsene, quando Bill parlò nuovamente. 
"E a te come va? Con Harry Potter come va?" chiese, con un ghigno malandrino. Ovviamente, Bill non sapeva nulla dell'addio del ragazzo a lei... ma non avrebbe dovuto sapere altrettanto niente del fatto che lei stava con Harry Potter. 
"Cosa?" 
"Cosa?" la scimmiottò il fratello, mentre Fleur ridacchiava. "Guarda che lo sanno quasi tutti, naturalmente nessuno si è preso la briga di dirlo alla mamma ma forse va benissimo così. E non fare la finta tonta, approvo la vostra relazione segreta" aggiunse, divertito. 
"Non so di cosa tu stia parlando" negò la ragazza, e sgattaiolò via. 
Negare sempre, negare fino alla morte! 




Fu proprio dopo le insinuazioni di Bill che a Ginny venne di nuovo quel vuoto nello stomaco, e fu proprio dopo quelle parole dette inconsapevolmente dal fratello che la ragazza si chiuse di nuovo in stanza e si raggomitolò sul lettino come un gatto. Non voleva piangere, ma le lacrime continuavano sempre a scivolarle lungo le guance: era distrutta, distrutta dentro. 
Quando la porta si aprì, lei fece finta di dormire. 
"So benissimo che sei sveglia, sorellina" disse la voce di Ron. 
"Che vuoi?" chiese lei scontrosa. "Sono stanchissima, Ron... se mi lasciassi dormire..." aggiunse, più dolcemente.
"Ma che cosa è successo?" fece il fratello angosciato, sedendosi accanto a lei sul letto mentre la ragazza continuava a dargli le spalle. 
"Cosa dovrebbe mai succedere?" 
"Oh, per le mutande di Merlino... credi che sono scemo? Perchè tu e Harry non vi siete salutati?" 
"Ci siamo salutati dopo il funerale!" 
Ron sbuffò, costringendo la sorella a voltarsi verso di lui mentre lei si asciugava velocemente le lacrime. "Inutile che fai finta di dormire, ti asciughi le lacrime e neghi tutto... so benissimo che è successo qualcosa. Dimmelo, io ti posso aiutare!" 
Ginny si sedette a gambe incrociate e fissò il volto preoccupato del fratello: doveva dirglielo, magari poteva davvero aiutarla. Magari poteva aiutarla a capire qualcosa di quella situazione... magari le avrebbe dato ragione e non avrebbe appoggiato la decisione dell'amico. O forse no? Ma doveva dirlo a Ron, lui meritava anche un briciolo di verità dalla sorella. 
"Il tuo amico mi ha lasciata..." mormorò Ginny arrabbiata, dopo quelli che parvero secoli. "Ma tu l'avevi capito, vero?" 
Ron fece una strana espressione. "Perchè cavolo ti ha lasciata? Harry sembrava davvero innamorato... certo, mi dava fastidio che mia sorella sbaciucchiasse il mio migliore amico in pubblico però devo ammettere che ero contento. E anche tu eri assai contenta, mentre lui... lui sembrava un'altra persona" 
Ginny rise di una risata senza gioia, e prese a tormentare la coperta che aveva tra le mani. 
"Proprio come mi ha detto lui: 'questi giorni con te sono stati come la vita di un altro' e adesso tu: 'lui sembrava un'altra persona'... cavolo, ma non capite? Il punto è che lui non è affatto un'altra persona! Lui è Harry Potter e ovviamente non ha scelta che fare delle cose... non per se stesso ma per amore del prossimo e di tutti, giusto? Perchè tutto questo che sta succedendo non riguarda solo lui, riguarda tutta l'umanità!" 
Ron capì, perchè non disse una parola. "L'ha fatto perchè ti vuole bene" riuscì a dire. 
Ecco, il fratello aveva appoggiato il suo migliore amico e si sapeva. Ginny era arrabbiata e triste allo stesso tempo e si trattenne dal dire: "bell'affare! Se mi voleva così bene, restava insieme a me!" perchè quello era sbagliato: sapeva benissimo che quello che avrebbe voluto dire era sbagliato. Ma il suo addio era stato devastante, e ancora non riusciva a credere che quel momento era arrivato. 
Ginny non disse nulla ma non ci furono bisogno di parole: Ron la abbracciò e la strinse. 
"Tu andrai con lui, vero? Tu ed Hermione non lo lascerete... vero?" 
"Sì" rispose Ron mesto. "Sì, non lo lasceremo mai... mi dispiace, Gin! So che cosa vorresti dire adesso, so benissimo che vorresti venire con noi ma non puoi proprio. Silente ci ha lasciato un compito da svolgere, una missione... e l'ha detto solo a noi tre, dobbiamo essere solamente noi" 
"Ma io sono in gamba!" protestò lei, sciogliendo quell'abbraccio. 
"Lo so, ma dobbiamo essere noi tre" 
Ginny pianse ma si coprì velocemente il volto con le mani. "Lo sapevo, l'ho sempre saputo! Perchè fin da piccola sono stata attratta da quel ragazzo che non fa altro che pensare agli altri, alla salvezza degli altri, alla vita degli altri... e mai, mai alla sua! Ma lui è il Prescelto, no? Non negare, non andate a fare la scampagnata in mezzo al bosco solo perchè non vi va di andare a scuola" 
Ron non confermò e non negò... ma d'altronde: chi tace, acconsente.
"Mi dispiace che ti abbia lasciata, sono sicuro che quando tutto finirà sarete una famiglia" disse Ron, la voce stranamente nasale. 
"Devo aspettarlo ancora, quindi..." mormorò lei, come se non fosse già chiaro. 
"Non per forza" obbiettò il fratello, asciugandole le nuove lacrime. "Solamente se lo ami davvero, se ne vale la pena" 
"Ne vale davvero la pena" ribadì Ginny mestamente, facendo un piccolo sorriso al fratello. 
"RAGAZZI! LA CENA!" risuonò nella camera. 
"Vieni?" chiese Ron, porgendole la mano. 
"No, non voglio che mi vedano così... di' a mamma che voglio riposare" 
Ron annuì e andò via, lasciandola da sola con i suoi pensieri. 






Angolo autrice
Questo è il capitolo più triste che abbia mai scritto e mi ha messo addosso un angoscia enorme ma... dovevo farlo, perchè fa parte della storia ed è parte davvero importante della storia. Dal settimo libro sappiamo che Ron dice ad Harry che Ginny era a pezzi quando lui l'ha lasciata, quindi ho cercato di fare del mio meglio. Spero solo che questo capitolo triste non sia una letania, ma che almeno sia un bel capitolo anche se malinconico. Scrivere di Ginny in questo stato mi ha fatto venire in mente la canzone dei Paramore: we are broken. Ascoltatela se volete immedesimarvi nel personaggio, io l'ho fatto ed è uscito questo capitolo. 
Un abbraccio!

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Capitolo 60
*** Una missione pericolosa. ***


UNA MISSIONE PERICOLOSA.


Erano passate tre settimane da quando era finita la scuola e la Tana era diventata di nuovo quel quartier generale dell'anno precedente: gli Auror erano sempre tantissimi ed erano così frequenti le loro visite che Ginny e gli altri avrebbero addirittura potuto aprire la porta di casa stando senza chiedere chi fosse dall'altro lato della porta. La cosa certa era che non erano Mangiamorte, ma purtroppo bisognava attenersi alla regole facendo domande che dei presunti impostori (chiamatosi Mangiamorte) non avrebbero mai potuto sapere. 
Per arrivare a fare domande la situazione stava lentamente degenerando...
L'Ordine della Fenice continuava a ripetere che al Ministero della Magia c'era un'atmosfera strana, come se quello potesse crollare da un momento all'altro e questo li mandava tutti in agitazione. Per Ginny queste cose erano davvero importanti, e la distrassero dal pensiero del suo fidanzato... ops, ex fidanzato: ovviamente, la situazione non degenerava solamente fuori ma anche nella testa della ragazza, e i primi giorni lì a casa erano stati proprio un incubo. Era davvero a pezzi. 
"Dio, Arnold... c'è tantissima confusione senza che tu crei scompiglio!" sbottò Ginny stufa, mentre rinchiudeva di nuovo la sua Puffola Pigmea nella gabbietta e sistemava per bene la sua stanza come la madre le aveva suggerito. 
Tra una settimana e mezzo ci sarebbe stato il matrimonio di suo fratello con Fleur e se la madre non metteva su un'intera squadra di persone addette alle pulizie di ciascun angolo della casa non sarebbe stata lei, quindi erano tutti impegnati con i lavori domestici. Ron si dileguava ogni volta che la madre apriva bocca e i gemelli fingevano di dover correre al negozio... e chi è che rimaneva a mettere a lucido la casa? Beh, la figlia femmina di casa! 
"Dovevo nascere maschio!" Ginny gettò un paio di cianfrusaglie in uno scatolone, ponendolo sotto il letto. "Capito, Arnold? Se nascevo maschio non sarei stata in questo stato, non sarei stata male per un ragazzo o altro e non avrei pulito tutta la casa per il matrimonio e... parlo con una Puffola Pigmea: sto vaneggiando!" 
Arnold fece di nuovo un versetto simile a purrrrrrrrrrrr.
"Sì, continua pure a..." 
Qualcuno bussò alla porta: era un tocco leggero, di sicuro quello di Fleur. Anche perchè nessuno della famiglia avrebbe mai bussato alla camera, avrebbe immediatamente aperto la porta senza fregarsi che probabilmente ci potesse essere qualcuno che stava facendo i comodi suoi lì dentro. 
"Avanti!" esordì la ragazza, dando le spalle alla porta e rimettendosi in fretta a pulire la camera. "Se sei venuta qui per farmi provare qualche vestito per il matrimonio devo deluderti: la mamma si aspetta che io metta a lucido la mia camera. Certo, mi piacerebbe fare altre cose... ma mia mamma è fatta in quel modo, si sa!" 
"Spero che tu abbia almeno il tempo di salutare una tua vecchia amica" ribattè una voce divertita. 
Ginny spalancò gli occhi sorpresa e si voltò di scatto indietro, battendo col sedere per terra: Hermione aveva un sorriso sghembo e stanco; i capelli cespugliosi legati in una lunga treccia e indossava un paio di pantaloni e una giacca di jeans. Avvicinandosi, la ragazza mostrava anche ombre scure sotto gli occhi come se non dormisse bene da molto. 
"Quando sei arrivata?" chiese Ginny lieta, alzandosi dal pavimento. 
"Mezz'ora fa, mi sono Smaterializzata entro i confini degli incantesimi di protezione" rispose lei. 
"Giusto, sai Smaterializzarti come un elfo domestico e sei maggiorenne. Passi l'estate qui, allora?" 
"Sì" disse Hermione, con lo stesso sorriso sghembo di prima. "Vuoi che ti aiuti?" aggiunse. 
Ginny scosse il capo. "No, ho finito. Finito per modo di dire, la mamma non si accontenterà di una pulizia superficiale alla mia camera... e quella di Ron ha davvero bisogno di una santa pulizia. Comunque... hai detto che sei arrivata mezz'ora fa! Dov'eri per tutto questo tempo?" 
"Tuo fratello mi ha trattenuta" rispose Hermione, sedendosi sul letto dell'amica. 
"Ron?" 
"Sì, mi ha raccontato come stanno le cose. Ehm... tutte le cose" precisò la ragazza, fissandola intensamente. 
Ginny capì e annuì, ritrovandosi a guardare fuori dalla finestra: il cielo era di uno striato color indaco con delle macchie di rosso e arancio sparse ovunque e con poche nuvolette dalle forme stravaganti all'orizzonte. E in quel momento, la sua cameretta ed Hermione non parvero poi così tanto importanti... 
"Non devi essere arrabbiata con Harry, Ginny. Sai benissimo che l'ha fatto solo..." 
"... per proteggermi" concluse Ginny in un sussurro, tornando a guardare l'amica e assumendo un'espressione particolarmente bellicosa, le mani sui fianchi. "Lo so benissimo ma non posso fare a meno di essere devastata, anche se mi aspettavo questo suo abbandono. Era veramente troppo bello per essere vero... ma purtroppo lui deve andare incontro al suo destino, no? E mai per amor proprio, vero?" silenzio: Ginny aveva occhi solamente per il volto triste e sconsolato di Hermione. "Io lo amo... lo amo ma non gliel'ho mai detto per paura che dopo non avrebbe avuto il coraggio di affrontare quelle scelte. Ma adesso quasi me ne pento" 
"M-mi dispiace" sussurrò Hermione, gli occhi lucidi di lacrime. 
"Sì, anche a me. Ma non voglio parlare di lui..." tagliò corto l'altra, voltandosi per non far vedere all'amica che anche lei aveva gli occhi molto lucidi. "E comunque, come mai sei qui? Passerai davvero le vacanze insieme a noi? Ti tocca prima stare qui per il matrimonio: Fleur e la mamma ci tengono molto. Anzi, ora che ci penso potrebbero venire anche i tuoi genitori, così almeno..." 
Alla parola 'genitori' si udì un piccolo singhiozzo. 
"Hermione! Che hai?" chiese Ginny spaventata, dato che l'amica tremava e singhiozzava. Non capiva: gli occhi di Hermione erano già colmi di lacrime ma alla ragazza non era parso di aver detto qualcosa di male. Aveva solamente detto che non voleva parlare del suo ex fidanzato, aveva detto che Hermione sarebbe stata da loro per le vacanze e per il matrimonio... come mai in quel momento stava diventando un innaffiatoio vivente?
"I-io... non s-so c-cosa mi p-prende..." mormorò Hermione, coprendosi gli occhi con le mani. "Insomma..." riprese, calmandosi e inspirando profondamente. "A v-volte quando qualcuno ama qualcun altro così tanto è c-costretto a f-fare de-determinate s-scelte. Anche s-se queste scelte sono brutte e... orribili... s-si devono fare: le persone che ami di più al m-mondo vanno protette" aggiunse, inspirando ancora una volta. 
"Sì, facile a dirsi. Ma perchè stai piangendo?" 
"I miei genitori... i-io li ho lasciati per proteggerli..." ammise la ragazza, piangendo. "Ho imposto su di loro un incantesimo di memoria prima di catapultami qui, prima che qualcuno potesse impedirmi di fuggire e di nascondermi qui! Gli daranno la caccia se scoprono che io sono coinvolta in faccende con Harry Potter!" 
"Ma... ma..." 
"Non sanno di avere una figlia, si trasferiranno in Australia... l'ho fatto per proteggerli, proprio come Harry ha fatto con te!" 
Ginny trattenne il fiato e abbracciò immediatamente l'amica, che in quel momento sembrava toccare il limite della disperazione. In un secondo, provò un misto di vergogna mescolata alla voglia di unirsi ad Hermione e piangere tutte le sue lacrime... ma non poteva. Non poteva cedere proprio nel momento in cui qualcuno aveva più bisogno di lei. La voglia di piangere si tramutò subito nella voglia di fare qualcosa, voglia di combattere quella guerra. 
"Sei stata molto coraggiosa" 
Quando Ginny parlò, la sua voce era ferma e determinata. 
"So che non potete dir nulla di questa faccenda ma io non mi arrendo... combatterò per voi, e per tutti" concluse. 
Su questo non c'era più alcun dubbio: non si sarebbe mai più in vita sua raggomitolata sul suo letto a piangere come una fontana vivente, non l'avrebbe mai fatto. Anche se il dolore era forte, lei l'avrebbe combattuto. Avrebbe combattuto per quei tre ragazzi Prescelti, per tutti. Quella missione era pericolosa ma Harry ce l'avrebbe fatta. Ron e Hermione ce l'avrebbero fatta. Ce l'avrebbero fatta tutti e avrebbero avuto un mondo migliore. 




I giorni passavano e Ginny, dopo quel brutto periodo passato a deprimersi e piangere in camera sua, era tornata più guerriera che mai. Non vedeva l'ora di vedere il suo ex fidanzato ma doveva sempre ricordare a sè stessa di non esagerare con lui altrimenti lui non avrebbe più avuto la forza per fare quello che avrebbe dovuto fare. Ovviamente, la ragazza non ne poteva più dei continui segreti di Ron ed Hermione e aveva tentato di estorcere loro qualche informazione in più... ma loro erano davvero muti come due tombe Egiziane e la cosa non andava giù ne a lei e ne alla madre. 
"Una cena deliziosa" commentò Remus, lanciando uno sguardo a Tonks che sorrise. Si erano sposati da pochissimi giorni ma era stata una cerimonia molto intima e solamente per i suoi parenti: purtroppo, quelli come Remus Lupin non venivano presi molto in simpatia.
"Sì, davvero" convenne Tonks. 
"Ho aliutato a preparar" gracchiò Fleur felice, con una voce che quasi sembrava stesse facendo le fusa. 
"Quoto, ma credo che adesso si debba parlare di fatti più seri di una cena" intervenne Malocchio con il suo fare spiccio, appoggiandosi allo schienale della sedia e facendo roteare il suo occhio blu elettrico. Tutti puntarono lo sguardo su di lui, che continuò: "Dobbiamo chiarire di come riuscire a portare Potter qui, è successo un finimondo al Ministero. Voi-Sapete-Chi è lì fuori che cerca di mettere le mani sul ragazzo... dovremmo discuterne, e dovremmo farlo adesso" 
Silenzio... poi Molly fece cadere un piatto per terra, che si infranse. "Non ce l'avevi detto, Malocchio!" esclamò. 
"Reparo!" disse Bill, puntando la bacchetta sul piatto rotto. 
"Beh, non mi sembrava giusto rovinare la cena" si giustificò Malocchio.
"Ma che cosa sta succedendo?" chiese Fred. 
"Primo: ci sono degli infiltrati al Ministero, e sono decisamente Mangiamorte. Questo ci pone di fronte ad un problema: Pius O'Tusoe è probabilmente sotto alla Maledizione Imperius e quindi è passato dalla loro parte. Essendo diventato direttore dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia saprà immediatamente se Potter si Smaterializzerà da casa dei suoi zii, oppure se userà una Passaporta" 
"Pius O'Tusoe è sotto la Maledizione Imperius?" ripetè Molly sconcertata, mentre il marito poggiava la guancia sul palmo della mano. "Ma... non era quell'uomo che... adesso è dalla parte dei Mangiamorte perchè sotto la Maledizione Imperius?" aggiunse, e stavolta parve molto spaventata. 
"Sì" rispose Arthur stanco. 
"Oh... terribile" fece Fleur con un brividino. 
Malocchio aspettò pochi secondi, poi aggiunse: "Secondo: Potter è minorenne, il che vuol dire che ha ancora addosso la Traccia" 
"Cos'è la Traccia?" chiese Ginny subito, incuriosita e terrorizzata allo stesso tempo. 
"Individua la magia minorile" spiegò Tonks, facendo scintillare il suo anello all'anulare. 
Hermione era confusa; George sconcertato. "Potrebbero intercettarlo all'istante se si Smaterializza da minorenne?" chiese quest'ultimo. 
"Sì, all'istante" rispose Tonks mesta. 
"Davvero?" 
"Purtroppo" 
"Ma allora..." 
"Non siamo spacciati, Ron" Remus interruppe Ron, che stava per dire qualcosa. "Basta solamente usare i soli mezzi di trasposto che ci rimangono e che la Traccia non può individuare: scope e Thestral... e dobbiamo agire in fretta! Mundungus ci ha aiutato parecchio con questo piano, dobbiamo solo muoverci" 
"Abbiamo fatto trapelare una falsa traccia al Ministero, quindi non sanno che trasferiremo Harry prima del suo compleanno" aggiunse Arthur. 
"Li confonderemo!" disse Tonks vivace, sfregandosi le mani con una certa gioia. Cogliendo le espressioni sconcertate degli altri, disse: "Ehm... abbiamo dimenticato di dirvi che ci saranno sette Harry Potter in volo e ognuno con un membro esperto dell'Ordine della Fenice... come una specie di protettore" 
"Sette Harry Potter?" ripetè Hermione. 
"In che senso?" chiese Ron, aggrottando la fronte. 
"Ci siamo persi qualcosa?" domandarono all'unisono i gemelli. 
Ma Ginny aveva afferrato il resto del piano. "Pozione Polisucco!" esclamò, voltandosi per guardare le facce dei ragazzi. Capito il piano, i gemelli fecero dei sorrisi identici e beffardi; Ron ed Hermione parvero nuovamente preoccupati ma decisi. 
"Hai capito tutto, ragazza!" ruggì Malocchio, lodando e approvando la perspicacia della ragazza. Molly aprì la bocca per protestare, ma lui aggiunse: "Sappiamo bene che tutto questo sembra una pazzia ma è l'unica cosa che possiamo fare, non abbiamo scelta! Neanche Voi-Sapete-Chi si può dividere in sette parti!" 
"Malocchio... è così pericoloso!" esclamò Molly dubbiosa, che si stava iniziando a tormentare le mani in grembo. 
"Ma è l'unica cosa che possiamo fare: dobbiamo trasferire il ragazzo qui" disse Bill con convinzione. 
"Possono andare storte troppe cose..." 
"Saremo fortunati, la falsa traccia al Ministero ha funzionato" insistette Remus, fissando il volto tormentato di Molly. 
"Non so..." fece lei, gli occhi lucidi di ansia. 
"Dobbiamo sbrigarci, prima che i Mangiamorte si impossessino del Ministero" aggiunse Tonks, cercando di convincerla. "Perchè sappiamo che presto succederà e quando succederà non avremo più tempo: Tu-Sai-Chi prenderà il ragazzo... e non possiamo permetterlo" 
"No, infatti!" convenne Ginny immediatamente, pensando a quando sarebbe stato orribile che Voldemort... non riusciva nemmeno a far prendere forma al pensiero, proprio perchè non potevano permettersi una cosa del genere. "Beh, ma se è l'unica cosa si può fare che si faccia! Insomma, inutile restare qui a perdere tempo"
"Ben detto, sorellina!" intervenne Bill con calore. "Allora, chi siamo? Noi dell'Ordine eccetto la mamma e poi...?" 
"Noi" disse immediatamente George, dando un colpetto col gomito al gemello accanto a lui. 
"Sì, noi ci stiamo!" convenne Fred senza la minima traccia di paura. 
"Io vengo, ovviamonte. Volo insieme a Bill sul Thestral... nionte scope con moi" disse Fleur decisa. 
"Bene, anche io ed Hermione ci saremo" dichiarò Ron, lanciando uno sguardo alla ragazza che annuì con fermezza. 
"Partecipo anch'io!" si intromise Ginny velocemente, lanciando un occhiata in tralice alla madre prima di vederla quasi gonfiarsi come un pollo dall'indignazione. "No, mamma, santa miseria! Non iniziare a fare così, non posso nemmeno aiutarvi tutti? Non posso stare qui con te ad aspettare!" 
"Hai sentito Malocchio: sei minorenne, hai ancora la Traccia" ribattè la madre, impeccabile e intransigente come sempre. 
"Bella scusa, anche Harry ha ancora la Traccia addosso!" 
"Tu resti qui" intimò alla figlia. "Sai che è pericoloso, potrebbe accadere il peggio... potreste essere attaccati tutti, potrebbero accadere tantissime cose brutte! Stiamo parlando di Tu-Sai-Chi, ci si può aspettare di tutto da lui e non è escluso che abbia dei Mangiamorte a sorvegliare i cieli di Londra ventiquattr'ore su ventiquattro. Oppure non l'avete ancora capito? Credevo che sapevi di cosa era capace!" 
Ginny rimase colpita da quelle parole. "So benissimo di cosa è capace..." borbottò, pensando al suo primo anno ad Hogwarts e al diario di Tom Riddle. "Ma io voglio combattere con loro! Non mi importa... perchè dovete sempre mettermi da parte?" 
"Ti prego..." la madre sembrava sull'orlo delle lacrime, così come la ragazza, "sei ancora minorenne, non puoi..." 
Ginny guardò il volto addolorato della madre e invece di arrabbiarsi, si alzò dalla sedia e andò via dalla cucina. Corse fino alla sua stanza e si chiuse a chiave dentro, pur sapendo che chiunque avrebbe potuto entrarci perchè maggiorenne. Voleva dimostrare ad Harry che non era una principessina da salvare, voleva dimostrare agli altri che riusciva a combattere... voleva dimostrare di che pasta era fatta. 
Per l'ennesima volta, non le fu permesso. 




"Gestirai le Passaporte: è un lavoro difficile che non affiderei a nessuno oltre che a te" aveva detto Remus Lupin. 
Sì, certo... avrebbe gestito le Passaporte! Era proprio un lavoraccio, eh? Ma che diavolo! Gli adulti avevano sempre un modo tutto loro per farti sentire una completa nullità ma ovviamente non ci si poteva tirare indietro. Sarebbe stato un calvario aspettare il loro ritorno da quella missione pericolosa, piuttosto... altro che gestire le Passaporte. 
"Mi dispiace, anch'io sarei arrabbiatissima al posto tuo" stava consolandola Hermione, battendogli pacche sulle spalle. "Ma non credo che tu ti sia comportata molto bene con tua madre: è preoccupatissima e terrificata da quello che potrebbe succedere. Inutile insistere, inutile avere questi scatti di ira nei suoi confronti... così peggiori solamente le cose" 
"Non sto avendo scatti d'ira!" sbottò Ginny desolata, ma naturalmente quella era una bugia: in quei giorni non aveva fatto altro che rinfacciare la madre di non comprenderla e di non volere il suo bene... di conseguenza l'aveva fatta sentire peggio. 
"La mamma non se la prende" intervenne Ron incoraggiante, "vedrai che quando stasera starete da sole sarete una squadra" aggiunse. 
"Non la prendere con troppa leggerezza, Ron. Infondo è un periodo terribile per tutti... e lei è pur sempre vostra madre" disse Hermione ambiguamente, abbassando il capo e sedendosi sul divano del salotto. "Io credo che dovremmo stare tutti calmi, se ci facciamo prendere dal panico oppure iniziamo a litigare tra noi siamo perduti" aggiunse, lieta di essere riusciata a cambiare velocemente argomento. 
"Non vorrei litigare con nessuno, ma sono angosciata..." mormorò Ginny piano. 
"Sei minorenne, il Ministero potrebbe intercettarci ed è l'ultima cosa che vogliamo" disse Ron in tono definitivo. "E poi... insomma... gestire le Passaporte è divertente, interessante... se non dovessi rischiare la pelle lì fuori sarebbe proprio il lavoro ideale per me!" aggiunse, poco convincente. 
Ginny sbuffò di fastidio. "Non mi prendere per il..." ringhiò. 
"Molto affascinante" intervenne Hermione, interrompendo l'amica. "Vi va di fare una partita a Spara Schiocco?" 




Quella sera, le due donne di casa avevano salutato tutti e avevano augurato loro buona fortuna. Erano agitate come se quella missione avrebbero dovuto compierla loro e non riuscivano a fare altro che andare avanti e indietro, guardando l'orologio. 
"Andrà tutto bene" disse Molly ottimista, accarezzando i capelli rossi della figlia. 
"Sì" convenne la ragazza, "ho la massima fiducia in loro..." aggiunse. 
Le due si sorrisero come per farsi forza a vicenda poi un crac le distrasse, seguito da una luce azzurrina. 
"MAMMA!" strillò Ginny ansiosa, alzandosi e precipitandosi in cortile con la madre alle calcagna. Madre e figlia si guardarono intorno come per vedere Ron e Tonks spuntare da qualche cespuglio lì vicino, particolarmente scossi ma illesi, ma non c'era proprio nessuno lì intorno... solo il vento e una lattina arrugginita che era la Passaporta persa dai due. Ron e Tonks dovevano essere i primi a tornare a casa, e invece? Avevano perso la Passaporta. 
Cosa stava succedendo? 
"M-ma... Ron e Tonks... loro..." balbettò Ginny terrorizzata, scrutando ancora i dintorni. 
"Non era detto che avrebbero fatto in fretta" ribattè la madre, tirando impercettibilmente su col naso. 
Ginny non la smetteva di guardare il cortile in cerca di qualche segno, di qualunque cosa...
Crac: un'altra luce azzurrina le accecò, portandole alla realtà. Una vecchia scarpa da tennis giaceva da sola sul terreno, ma di Arthur e Fred non c'era nessuna traccia... nessuna traccia di quattro persone. Come era possibile che quattro persone potevano tardare? Non era un caso che nessuna delle coppie era arrivata in ritardo. Ginny iniziò a respirare a fatica, mentre entrava in casa insieme alla madre e guardava l'orologio: la lattina arrugginita e la vecchia scarpa da tennis furono abbandonate proprio nel punto in cui erano cadute. 
"Chi erano i secondi?" 
"Papà e Fred..." rispose Ginny mesta, la voce che tremava. 
"Possono aver avuto qualche contrattempo, queste Passaporte sono così puntuali" 
"Giusto!" l'ansia rendeva la sua voce molto acuta. "Le Passaporte sono fin troppo puntuali, e non era detto che potessero tornare così presto. Forse si sono trattenuti a chiacchierare con zia Muriel o con i genitori di Tonks o... non so. Facciamo i piatti, mamma?" 
Crogiolandosi della loro non magia, iniziarono a pulire i piatti che la madre avrebbe potuto benissimo lavare con un colpo di bacchetta. Non avevano mai sostenuto una conversazione vera negli ultimi anni e parlare di qualunque cosa che non fosse la missione e i ragazzi che ancora dovevano fare ritorno alla Tana fu davvero piacevole, e piacevole era una parola grossa se ti trovavi ad attendere il ritorno delle persone che ami. 
"... e poi Colin stava cadendo dalla scopa così io e Christopher gli abbiamo fatto una fotografia" raccontava Ginny nostalgica, ricordando quando un giorno Colin aveva avuto la brillante idea folle di provare a cavalcare per la prima volta la Nimbus Duemila di Demelza col risultato che stava per cadere con la faccia per terra. "Abbiamo fatto tantissime fotografie, ma Colin deve ancora spedirmi quelle che abbiamo fatto quest'anno" 
"Colin è figlio di Babbani?" 
"Sì, gli altri sono tutti Purosangue o Mezzosangue" 
"Ma per noi non fa alcuna differenza" 
"Infatti!" la ragazza sorrise alla madre, finendo di asciugare un ultimo piatto. "E poi noi... mamma, cosa diavolo è questo rumore?" aggiunse, sbarrando gli occhi e guardando fuori dalla finestra: gli incantesimi di protezione si erano appena infranti o era tornato qualcuno? 
C'era stato un crac e un secondo dopo un grosso schianto, e una vibrazione. 
Ginny lanciò un grido acuto e corse subito fuori al cortile, con la mamma al seguito. Una spazzola era stata scagliata poco lontano dalla porta sul retro e due figure si alzavano barcollando dal terreno: Rubeus Hagrid e quello che doveva essere il vero Harry Potter. 
"Harry... sei quello vero? Che cos'è successo? Dove sono gli altri?" gridò Molly preoccupata. 
"Come sarebbe? Gli altri non sono ancora tornati?" chiese Harry ansante, guardandosi intorno. "I Mangiamorte ci stavano aspettando, ci hanno circondato. Non so cos'è successo agli altri... siamo riusciti a scappare e poi ci ha raggiunto Voldemort" aggiunse, troppo desolato per dire altro. 
Ginny avvertì il solito tono di scusa nella sua voce e non potè fare a meno di pensare che si sentisse in colpa per il ritardo degli altri. Il ragazzo guardò intensamente la ex fidanzata con sguardo spaventato... e lei rispose immediatamente alla sua sete di informazioni. Mentre lo informava, lui era sempre più angosciato e triste che mai: ma non lo capiva proprio che non era colpa sua? 
Crac: il solito rumore e la solita lucina azzurra echeggiarono in cortile. Due figure girarono su sè stesse e caddero come bambole, evidentemente con qualcosa che non andava. La ragazza chiamò a gran voce la madre e i quarti che dovevano fare ritorno barcollarono nel buio: Lupin sorreggeva George svenuto e con il collo coperto di sangue. 
"Che cos'ha?" esclamò Ginny spaventata, guardando il sangue fresco che colava dalla ferita del fratello mentre quello veniva adagiato sul divano. Osservandolo bene, notò che quella non era una ferita qualunque... a George mancava un orecchio. "Oh s-santo... mamma, il s-suo..." 
"Oh, ragazzo mio!" esordì la madre, estraendo la bacchetta per fargli qualche incantesimo e curarlo. "Gin, vai a prendermi subito della stoffa pulita e qualche benda... e porta la valigetta del Curatore qui in fretta. Fai presto!" aggiunse, mentre formulava degli incantesimi sconosciuti. 
Ginny eseguì e tornò in salotto con l'occorrente, ansiosa come prima. 
"Mettigli un cuscino sotto alla testa, non troppo alto" ordinò la madre, mentre si affaccendava attorno al figlio. 
"Sì" disse meccanicamente la ragazza, ubbidiente. "Mamma, come... come va? Come sta George?"
"Molto meglio. Ho fermato il sangue, ma l'orecchio... non posso farglielo ricrescere" 
"Ma è vivo: questo conta veramente" 
Un altro rumore e un'altra luce azzurra accecante: qualcun altro era arrivato ma Ginny era troppo affaccendata accanto a George per notare qualcosa. Stavano tutti bene, stavano arrivando, non c'era proprio alcun bisogno di preoccuparsi. La ragazza asciugò il sangue secco dal viso del fratello con una piccola spugnetta mentre la madre ripeteva di nuovo qualche altro incantesimo, poi il vero Harry Potter fece capolino nel salotto. 
"Come sta?" chiese, indicando George ancora svenuto. 
Molly gli spiegò come stava la situazione. "... è impossibile far ricrescere qualcosa tranciato con la Magia Oscura" concluse. 
Il ragazzo annuì, sconfortato come non mai e con un viso pallidissimo. Ginny si rivolse a lui, chiedendo: "C'è qualcuno in cortile?" mentre la madre si voltava di nuovo verso George per accarezzargli i capelli rossi, dando le spalle ai due ragazzi. 
"Hermione e Kingsley" rispose Harry. 
"Meno male" sussurrò la ragazza e i due si guardarono. 
Quanto vrebbe voluto aggrapparsi a lui per stringerlo, abbracciarlo forte e fargli sapere che lei era lì... ed era sicura che anche lui stava pensando la stessa cosa, era sicura che anche lui se ne sarebbe stra-fregato della madre della ragazza pur di gettarsi tra le sue braccia. Prima che riuscissero a fare qualunque cosa dalla cucina si levò un gran baccano: Arthur e Fred entrarono in salotto, precipitandosi al capezzale del divano di George. Fred guardò il gemello come se non riuscisse a credere a quello che gli era appena capitato, poi George aprì gli occhi e mise a fuoco il gemello spaventato. 
"Come ti senti, Georgie?" chiese subito Fred, gli occhi lucidi come non lo erano mai stati in vita sua. 
"Romano" gracchiò lui, con un sorriso malandrino appena accennato. 
"Che cos'ha che non va? Ha subito un danno al cervello?" 
"Romano" ripetè George indignato, indicando l'orecchio. "Come il foro... il foro, Fred... capito?" 
"C'è un mondo di battute legate alle orecchie e tu scegli romano, sei patetico!" sbottò Fred sollevato, facendo un gran sorriso. 
"Sono comunque più bello di te..." borbottò il gemello, debolmente. "Perchè Ron e Bill non sono chini al mio capezzale?" 
"Non sono ancora tornati" rispose la madre e il sorriso di George sbiadì. 
Harry guardò Ginny e le fece cenno di seguirlo fuori. Lei annuì e lo seguì subito fuori al cortile, ricordando che l'ultima volta che lui le aveva fatto cenno era in un occasione fantastica: il loro primo bacio in Sala Comune di Grifondoro in presenza di cinquanta persone. I due ragazzi arrivarono nel cortile della Tana e Ginny riuscì a percepire il senso di colpa nel silenzio del suo ragazzo: lo conosceva, conosceva bene Harry Potter e sapeva che in quel momento non faceva che pensare agli altri, che ancora dovevano arrivare. Ginny lo prese per mano, come per fargli forza, e i due si unirono a Kingsley, Hagrid, Lupin e Hermione alla loro veglia silenziosa. Passarono i minuti ma... nessuna traccia di Ron, Tonks, Bill o Fleur. Hermione si voltò per guardare Ginny e la ragazza gli restituì uno sguardo come per dirle che era felice di vederla e di vederla viva soprattutto, poi una scopa apparve proprio sopra di loro. 
"Eccoli!" strillò Hermione con voce acuta, mentre Tonks e Ron atterravano sul terreno schizzandoli di terriccio e ghiaia. Tonks ruzzolò dalla scopa e corse velocemente ad abbracciare il marito, con Ron alle calcagna che avanzava verso gli amici. 
"Oh..." Ginny sospirò di sollievo, "vado a dire a mamma e papà che state bene, Ron!" e corse dentro. 
"Che cosa succede?" chiese Arthur quando la figlia arrivò di corsa nel salotto. 
"Ron e Tonks sono arrivati... stanno entrambi bene, ringraziando il cielo" rispose lei e i gemelli sospirarono di sollievo. 
All'improvviso ci fu un grido generale e si sentì un forte stridio: era arrivato un Thestral, e se era arrivato un Thestral erano arrivati anche Bill e Fleur. Entrarono tutti dentro casa, e Bill ricambiò la stretta della madre senza calore: stava guardando il padre. Che espressione era quella? Perchè era di un biancore così spettrale?
"Malocchio è morto" annunciò Bill, e Ginny sentì le sue viscere contorcersi. "E' successo appena dopo che siamo usciti dal cerchio. Malocchio e Mundungus erano vicino a noi e Voldemort ha puntato dritto contro di loro... Mundungus si è fatto prendere dal panico, si è Smaterializzato e la maledizione di Voldemort ha colpito Malocchio in pieno volto... è caduto dalla scopa e non abbiamo potuto fare niente" 
Fleur singhiozzava e annuiva, scossa. 
Ginny strabuzzò gli occhi, perchè non ci poteva credere: Malocchio, l'esperto Auror... così coraggioso, così bravo a cavarsela. Vigilanza costante... la ragazza ricordava ancora di quando erano entrati molto più in confidenza due anni prima e lui non faceva che ripetere quell'affermazione, soprattutto quando lei aveva ruzzolato per due rampe di scale nella casa di Sirius Black, Grimmauld Place. Sirius, Malocchio... quanti coraggiosi innocenti sarebbero ancora morti? 
"Non posso restare qui" disse Harry prevedibilmente, e la sua voce echeggiò prepotente nel salotto. Ginny era esterrefatta, anche se doveva ammettere che se l'era aspettato: lui si sentiva in colpa, era ovvio che dicesse una cosa del genere. "Siete tutti in pericolo finchè resto qui e se Voldemort scopre che sono qui..." 
"Ma perchè dovrebbe?" chiese Molly dolcemente. 
"Non è per me che mi preoccupo"
"Lo sappiamo" 
"Tu non ti muovi di qui" ringhiò Hagrid. "Cavolo, con tutto quello che abbiamo fatto per portartici?" 
"Già, vogliamo parlare del mio orecchio?" aggiunse George, inarcando le sopracciglia. 
"Malocchio non avrebbe voluto..."
"LO SO!" sbottò Harry arrabbiato, abbassando il suo sguardo. 
Ci fu un attimo di silenzio, mentre l'assenza di Malocchio Moody li opprimeva tutti. 






Angolo autrice
Ehi, che ve ne pare? Lo so, è abbastanza triste... come i capitoli che sto pubblicando ultimamente ma questa è la storia, e la storia diventa leggermente più triste alla fine prima che il male venga sconfitto. Spero vi piacciano i dialoghi e l'ironia che vi ho messo: ho dovuto, altrimenti sarebbe apparso davvero angosciante e non voglio che i miei lettori si angoscino. 
Baci!

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Capitolo 61
*** Francesi, baci rubati e strane faccende. ***


FRANCESI, BACI RUBATI E STRANE FACCENDE.


La tristezza per la perdita di Malocchio aleggiò nella casa come gas nocivo nei giorni seguenti. Ginny quasi si aspettava che entrasse zoppicando dalla porta e, facendoli sobbalzare, gridasse che la loro vigilanza non era abbastanza costante ma purtroppo non fu così. Inoltre, la ragazza non ne poteva più di sua madre: non la smetteva di tormentarla e fare domande a trabocchetto per farsi dire da lei dove andavano di preciso i tre ragazzi. Ma non lo capiva proprio che le tombe Egiziane erano più chiacchierone di quei tre e che la figlia davvero non ne sapeva nulla? 
"Staranno di nuovo tutti quanti a cena... puoi aiutarmi ad apparecchiare?" chiese Molly alla figlia, in modo dolce... troppo dolce. 
"Sì, mamma" 
Ginny aprì il cassetto delle tovaglie e rovistò dentro in cerca della tovaglia grande, quella che si usava per le occasioni speciali. Sentiva lo sguardo della madre addosso ma non lo incrociò, non voleva per niente iniziare un'altra inutile conversazione su suo fratello e i suoi amici e sul fatto che marinassero incautamente la scuola per un difficile pic nik all'aria aperta. 
"Tesoro..." esordì la madre con calma. 
"Vedi, va bene se prendo questa tovaglia rossa? Mi piace il rosso" la interruppe la figlia, desiderosa di apparecchiare e fuggire dalla cucina. 
"Sì, va benissimo. E senti..." 
"O vuoi che metta questa verde che è più grande?" 
"Metti quella grande, viene anche Hagrid. E cara, io..." 
"Allora metto la verde e poi..." 
"Ginny" scandì la madre con forza, bloccandole il braccio e costringendola a guardarla negli occhi: i suoi mandavano lampi. "Mi stai evitando di nuovo, sto notando. Sai davvero qualcosa di quei tre che io non so e che devo sapere?" aggiunse, quasi minacciosa. 
"No, non so nulla" ammise la ragazza, perchè quella era solamente la verità. "Ti sto evitando perchè mi stai assillando" 
"Ma tu devi sapere qualcosa" insistette la donna, imperterrita. "Io ho il diritto di sapere dove stanno andando mio figlio e i suoi amici, che è come se fossero anche figli miei. Una mamma ha il diritto di sapere! Sono sicura che i signori Granger sarebbero d'accordo con me. Noi mamme siamo preoccupate..." la porta della cucina si aprì con un cigolio, "e dobbiamo sapere cosa sta succedendo e quale compito ha affidato loro Silente! Ti hanno detto qualcosa, Ginny? Me lo devi dire!" 
"Mamma!" sbottò Ginny furibonda, mentre il padre entrava in cucina. "Io non so niente! E basta! Non stressarmi!" 
"Tu non mi diresti niente lo stesso!" 
"Sì che lo farei! Ma non so davvero nulla, per il sinistro floscio di Merlino!" 
"Calma, eh" la rimproverò Arthur severo, che stava dando dei colpetti sulle spalle alla moglie. Non aveva bisogno di alzare la voce per farsi ubbidire: incuteva soggezione anche se sussurrava qualche parola di rimprovero. "Se voi ragazzi non volete dirci nulla, va benissimo. Ma non trattare male la mamma, Ginevra. Siamo intesi?" aggiunse, con quel suo cipiglio arrabbiato e deciso. 
"Io non... non la sto trattando male..." borbottò la ragazza, seccata. 
Ma il padre non la udì e portò via la moglie, lasciando la figlia da sola con le stoviglie e con la tovaglia verde extra large. Ginny aspettò che furono lontani e imprecò sottovoce contro la madre e il padre, che non facevano altro che rimproverarla perchè aveva detto solamente il vero e cioè che non sapeva davvero nulla di quella missione pericolosa in cui si dovevano avventurare i tre ragazzi. Magari sapesse qualcosa! 
"Io non capisco... non la capisco proprio..." borbottava, mentre stendeva la tovaglia verde sul tavolo grande. Quello vibrò leggermente quando la ragazza posò con energia le posate su di esso, facendole vibrare e tintinnare a loro volta. "Io cerco anche di capirci qualcosa in più di questa situazione di merda e loro se la prendono con me perchè non sono riuscita a farmi dove dove caspita vanno quei tre! Ma io non lo so!" 
La porta si aprì nuovamente ma stavolta in cucina entrò Harry Potter. 
"Tua madre mi ha detto che hai bisogno di una mano" dichiarò lui imbarazzato, avanzando piano verso la ragazza. 
Ginny rimase per pochi secondi a contemplarlo. "In realtà, io non... sì, certo... puoi darmi una mano ad apparecchiare, se vuoi" balbettò, abbassando la testa per prendere altre stoviglie dal cassetto e pensando che probabilmente la madre l'aveva mandato lì solo per far indagare la figlia sulla situazione. "Fammi indovinare, tu stavi insieme a Ron ed Hermione e la mamma ti ha costretto ad aiutarmi... giusto?" 
"Giustissimo" rispose il ragazzo, facendo una risatina. "Ha mandato Hermione a rassettare la camera dei gemelli" 
"Tipico..." 
"Sembra che voglia tenerci lontani" 
"Secondo me la mamma è convinta che impedendovi di stare insieme a tramare riuscirà a ritardare la vostra partenza" spiegò Ginny sottovoce, dichiarando al ragazzo i suoi sospetti sulla madre e pensando che non aveva capito proprio nulla di quei tre. 
"E poi cosa crede che succederà?" ribattè il ragazzo, e dal suo tono di voce si capì che era abbastanza infastidito. "Che qualcun altro ucciderà Voldemort mentre lei ci tiene qui a preparare vol-au-vent?" 
Ginny ci mise del tempo per afferrare le sue parole e una volta comprese, spalancò gli occhi: sapeva benissimo che Harry doveva uccidere Lord Voldemort ma... con quale razza di tatto aveva potuto dire quelle parole, il ragazzo? In presenza della ragazza che amava e che era spaventata al massimo... parlare di Voldemort e di chi potesse ucciderlo se lui restava qui a dare una mano in casa? 
Ginny era visibilmente impallidita. "Allora è vero? E' questo che vuoi fare?" chiese, piuttosto stupidamente. 
La domanda era stata stupida quasi quanto la dichiarazione del ragazzo, ma lei sapeva che lui si era lasciato sfuggire solamente il vero. Che cosa la spaventava? Erano anni che sapeva che Harry Potter era il Prescelto e quella strana profezia... perchè si spaventava così tanto quando sapeva già cosa sarebbe successo? Forse era stato solo il tono noncurante del ragazzo a spaventarla. 
"Io... non... stavo scherzando" rispose lui evasivo, fissandola intensamente. Si ritrovarono a guardarsi e in quel momento Ginny seppe che Harry nel suo sguardo non vedeva solamente spavento, perchè c'era più dello spavento in quel momento nei suoi occhi: erano insieme, da soli e insieme per la prima volta da quando era finita in quel maledetto giorno estivo. Perchè entrambi rimanevano fermi a guardarsi negli occhi senza dire una parola? Stavano pensando la stessa cosa? Sì, Ginny ne era sicura. Perchè pensare ai pomeriggi con lui, alle chiacchierate e ai baci faceva così male? Forse lei avrebbe dovuto dirgli quanto lo amava, quella era l'unica occasione che... 
La porta si aprì e i due ragazzi sussultarono: Arthur, Kingsley e Bill entrarono in cucina per la cena. 
Ginny salutò e voltò immediatamente loro le spalle, affrettandosi a posare i bicchieri sulla tavola, in modo molto arronzato e veloce. Tutte quelle cose non dette... non vedeva perchè Harry non potesse proprio fidarsi di lei, che sarebbe morta piuttosto che tradirlo. Tutte quelle cose non dette... le fecero desiderare tanto una diversa assegnazione di posti durante la cena: era capitata proprio accanto al ragazzo. Per tutta la cena, lei cercava in tutti i modi un contatto fisico maggiore ma il ragazzo faceva di tutto pur di non toccarla e sussultava quando i loro gomiti cozzavano. 
Loro due si amavano... come erano potuti arrivare a quello? 




Piuttosto che affrontare quella situazione, Ginny avrebbe preferito piuttosto fare un giretto con un Ungaro Spinato: tra due giorni ci sarebbe stato il compleanno del suo ex fidanzato e la ragazza non sapeva proprio cosa regalargli, e voleva davvero regalargli qualcosa che gli facesse pensare a lei. Qualcosa che poteva rimanere per sempre... un ciondolo o un bracciale? No, quegli oggetti sembravano cose così sciocche e superficiali. 
"Mi accorci questa maglia? Era di Charlie quando fece i muscoli..." 
Hermione sorrise e agitò la bacchetta, facendo un piccolo incantesimo per accorciarle la maglietta extra large. 
"Io non capisco perchè la mamma voglia farci apparire tutti perfetti per i Delacour" borbottò Ginny infastidita, mentre dava indicazioni all'amica su come volesse la maglia e le modifiche che desiderava. "E mi ha lavato pure tutte le magliette, come se i genitori di Fleur potessero controllare il mio guardaroba. Adesso mi tocca andare in giro con una maglia degna di Hagrid... e i Delacour non si sono scomodati neanche un pochino per questo matrimonio!" 
"Vedo che hai smesso di chiamarla Flebo" disse Hermione divertita. 
"Cosa? Oh... beh, adesso è decisamente più simpatica di prima. La mamma la adora: che voltagabbana!" 
"Anche a te piace adesso, quindi sei anche tu una voltagabbana" 
"Ma da che parte stai?" Ginny rise, mentre ringraziava Hermione per averle dato una sistemata. "Comunque, insieme ai genitori di Fleur verrà anche quella sua sorellina insopportabile, sai? Gabrielle, da quando lui l'ha salvata in quel maledetto Lago Nero, non fa che parlare di Arrì Pottèr a tutti. Dio, adesso mi tocca anche fare concorrenza con uno gnomo biondo alto un metro e un tappo di Burrobirra" 
Hermione scoppiò a ridere. "Gnomo biondo alto un metro e un tappo di Burrobirra" stava lacrimando, poi si ricompose e disse: "A proposito di Arrì Pottèr... mi stavi raccontando di quando vi siete ritrovati da soli in cucina l'altro giorno" 
"Beh, cosa c'è da raccontare? Mi ha detto che andava a uccidere Voldemort, mi ha fatta sbiancare come un vampiro e mi ha fissata come un cretino per tutto il tempo... ah, e durante la cena ha avuto paura di sfiorarmi col gomito. Chiamalo normale" 
"Non so tu, ma io lo comprendo. Certo, i maschi sono stupidi... ma lui non sa che fare con questa situazione" 
"Dovrei fargli un regalo" disse Ginny distrattamente, sprofondando ad occhi chiusi sul suo letto e sbadigliando vistosamente. "Tra pochissimi giorni è il suo compleanno, fa diciassette anni... e io non lo vedrò per chissà quanto tempo, potrebbero passare anni e io continuerei ad aspettare. Ma vorrei fargli un regalo che gli faccia pensare a me, niente collane o bracciali e roba del genere. Ma qualcosa che gli rimarrà impresso" 
"Come un bacio?" suggerì Hermione. 
Ginny arrossì, e chiese: "Che ne pensi?" 
"Penso che è un'idea assai geniale" ribattè Hermione decisa, facendole un gran sorriso. 
Le due ragazze non parlarono del regalo per tutto il tempo che passarono insieme, e alla fine scesero giù in cortile per inaugurare l'arrivo dei Delacour. A Ginny piaceva che la sua casa fosse perfettamente tirata a lucido ma sinceramente la preferiva di gran lunga incasinata e malandata, perchè era quella la vera Tana e rispecchiava la personalità di tutti i componenti della famiglia. 
Stava per l'appunto pensando a quanto le mancassero le galline quando si levò un gridolino. 
"Maman!" Fleur si gettò tra le braccia di una signora bionda, bellissima quanto lei. "Papa!" aggiunse, accerchiando con le braccia anche il padre, che non si avvicinava nemmeno remotante alla bellezza della moglie e della figlia. 
"Cara signora!" esclamò il padre di Fleur, sorridendo garbatamente a Molly e facendole un elegantissimo baciamano che fece ridacchiare Ron. "Siamo onoratisimi dell'imminonte union delle nostre famiglie! Mi permetta di presentorle mia molie Apolline" 
"Enchantèe!" disse Apolline con eleganza. "Suo marito sci ha raccontato delle storie molto amusonti" 
"E naturalmonte conoscete la mia filia picola, Gabrielle" continuò Monsieur Delacour, indicando una bambina di undici anni identica a Fleur, che fece un gran sorriso a tutti e spedì ad Harry uno sguardo a dir poco ardente, battendo languidamente le ciglia. 
Ginny tossicchiò: decisamente, avrebbe dovuto fare concorrenza con uno gnomo biondo alto un metro e un tappo di Burrobirra. 




I Delacour si rivelarono ospiti abbastanza piacevoli ma Ginny non volle dargliela vinta così in fretta, dato che sua madre era sempre così occupata, affaccendata e nervosa e sembrava che i genitori di Fleur si divertivano a gironzolare qua e la, definendo ogni cosa charmant. Ovviamente, i Delacour erano zero in confronto alla piccola Gabrielle che si era attaccata a Ginny come una piovra gigante e non la smetteva di ripetere più e più volte di voler essere bella per Harry Potter e non faceva altro che trovare scuse per restare da sola insieme a lui. 
"Ha solamente unidici anni, perchè non se ne va di nuovo in Francia?" sbottava ogni volta Ginny, in presenza di una divertita Hermione. 
In ogni caso, le giornate passarono in fretta e arrivò spiacevolmente il giorno del compleanno del ragazzo, prima del matrimonio. 
Ginny sentì delle voci provenire dalle scale, fece un respiro profondo e raccolse tutto il suo coraggio. "Harry, vieni dentro un momento?" chiese al ragazzo, aprendo la porta e fissando soprattutto il volto sconcertato del fratello. 
Harry annuì, mentre Hermione trascinava via da lì Ron. Il ragazzo la seguì in camera e si guardò meravigliato intorno, perchè non era mai stato lì dentro: guardava dappertutto ma mai dalla sua parte, come se avesse paura di bruciarsi o accecarsi se azzardava anche solo un'occhiata. Ginny preferì che non lo facesse, che si bruciasse o accecasse piuttosto che fissare con insistenza ogni angolo della cameretta. 
Lei lo guardò negli occhi. "Buon compleanno" disse. 
"Sì... grazie" rispose lui, guardando la finestra. "Bella vista" aggiunse, indicandola. 
"Non sapevo cosa regalarti" continuò Ginny angosciata, ignorando la sua frase: non voleva virare ad argomenti inutili come una piacevole vista della finestra della sua cameretta. Anzi, preferiva decisamente evitare di parlare di quell'argomento dato la bella vista affacciava sull'orto, che era pieno di momenti felici tra di loro. 
"Non dovevi regalarmi niente" 
"Non sapevo cosa ti sarebbe servito, niente di troppo grande perchè non puoi portarlo con te" 
Finalmente, Harry la guardò intensamente negli occhi e il cuore di Ginny battè all'impazzata al solo sguardo, alla sola vista dei suoi occhi verdi scintillanti e colmi di sentimenti indefinibili. Fece un passo verso di lui, non poteva evitarlo. 
"Quindi ho scelto qualcosa che ti faccia pensare a me, sai... nel caso incontrassi qualche Veela mentre sei in giro a fare quello che fai" 
"Le possibilità di uscire con delle ragazze saranno abbastanza scarse, a essere sincero"
"Era proprio quello che speravo" sussurrò lei e lo baciò, come non lo aveva mai baciato prima. 
Harry rispose al bacio, e fu una sensazione meravigliosa... meglio delle sensazioni che il ragazzo le aveva fatto provare quando erano ad Hogwarts, meglio ancora, perchè quello sarebbe veramente stato il loro ultimo bacio. Non l'ultimo perchè non si sarebbero mai visti, ma ultimo perchè aspettare di nuovo un ragazzo che doveva andare a caccia di qualcosa di tanto pericoloso era davvero un impresa, una lunga impresa. Ginny affondò una delle sue mani sul suo petto e l'altra accanto al collo, mentre il ragazzo le teneva la schiena e con l'altra mano le accarezzava i capelli. 
Ma qualcuno che fermasse il tempo, no, eh? 
Gli occhi della ragazza stavano annegando in un mare di lacrime... 
"Oh" fece Ron, aprendo la porta. "Scusate" aggiunse, seccamente. 
"Ron!" strillò Hermione senza fiato, e tra i quattro calò un silenzio teso e imbarazzato. 
Ginny avrebbe volentieri picchiato suo fratello, o disintegrato. Altro che fermare il tempo... lui aveva interrotto il momento più bello della sua vita! Non l'aveva fatto di proposito, ma il suo tatto non l'avevo per niente avverito che forse sua sorella e il suo migliore amico si stavano dando un addio decente. No, ovviamente, no. Infondo era suo fratello. Ginny trattenne con forza quelle lacrime, ma sentiva che non avrebbero rinunciato a cadere giù, come valanghe ghiacciate, perchè quel momento caldo ed inebriante si era trasformato, diventato gelido come la neve. 
"Beh... buon compleanno, Harry" sussurrò lei con una vocina piatta, e le ci volle tutta la forza di volontà per non piangere in sua presenza. Si mordicchiò a sangue le labbra che fino a secondi fa appartenevano al ragazzo, poi lui la guardò leggermente spaesato. Voleva di sicuro dirle qualcosa, ma davanti a Ron non sarebbe stato capace di dir nulla, non sarebbe stato capace nemmeno di consolarla... 
Ginny gli voltò le spalle, mentre una lacrima scivolava giù dal suo suo viso e quello fu più doloroso di un dolore fisico. 
"Ci vediamo dopo" mormorò Harry impotente e seguì gli amici fuori, chiudendo la porta. 
Stavolta, Ginny scoppiò decisamente in lacrime... perchè non sarebbe stata capace di trattenerle un secondo in più, ma le asciugò in fretta e guardò dalla finestra. Non era colpa di Ron, non era colpa di Harry, non era colpa di nessuno oltre che del male. Voldemort era il male. E quella situazione era straziante, era la situazione più straziante del mondo... ma Ginny sapeva che non doveva fare così, ma non riusciva ad impedire alle lacrime di scivolare e farle del male. 
Tu sconfiggerai Voldemort, amore mio... lo so.




Non era successo niente, niente di niente: i due ragazzi si erano solamente salutati civilmente.
Sì, Ginny avrebbe tanto voluto che fosse andata così, ma in tutta la giornata non cercò occasioni per restare da sola con Harry e se poteva, evitava proprio di restare nella stessa stanza con lui, perchè non sopportava più di restare nella sua stessa stanza e non parlargli, non sorridergli e non pensare al passato. 
"Beh... mi sono spaventata: Scrimgeour si è comportato molto male con noi" stava raccontando Hermione. 
"E da quando in qua un Ministro si comporta bene con tutti noi?" ribattè Ginny disgustata, fissando la grande torta a forma di Boccino che gli altri si stavano godendo mentre le due ragazze si erano estraniate dalla festa di compleanno per chiacchierare. 
"Sì, ma perquisire il testamento per un mese, insomma!" 
"Chissà Silente cosa aveva in mente: lasciare a Ron un Deluminatore, a te un libro inutile. Per non parlare del Boccino che ha lasciato a lui" 
"Per non parlare invece del fatto che il Ministero non vuole dare la spada che Silente aveva lasciato nel testamento e..." 
A Ginny andò di traverso la Burrobirra. "Spada? Silente vi ha lasciato una spada?" esclamò, tossendo forte. 
"Sì, mi sono dimenticata di dirtelo! Silente ci ha lasciato la spada di Godric Grifondoro ma come importante manufatto storico il Ministero non ha voluto consegnarcela e quindi... beh, Scrimgeour si è arrabbiato e i tuoi genitori sono entrati proprio quando si stava scatenando il caos"
Ginny ricordò dell'ultima volta in cui aveva visto la spada: Harry l'aveva consegnata a Silente, che l'aveva messa nella teca del suo ufficio. La spada di Godric Grifondoro era nella teca dell'ufficio di Silente... interessante. 
"Non sei arrabbiata con Ron, vero?" chiese Hermione, cambiando discorso. 
"No, forse è stato meglio... non mi sarei più voluta staccare da Harry se non fosse stato per mio fratello" rispose la ragazza, con uno strano sorriso. 
"Io... non sono riuscita a convincerlo che stavate solo parlando" si scusò Hermione desolata, ma l'amica fece spallucce. "Gin, non devi essere angosciata o arrabbiata con noi... perchè so benissimo che lo sei, e anch'io lo sarei. Ma ti prometto che noi tre ce la faremo, per te e per tutti" aggiunse, fin troppo tristemente. 
"Lo so" rispose Ginny sincera, accennando un sorriso incoraggiante. "Lo che ce la farete, ho la massima fiducia in voi" 
"Sarà dura..."
"Ma voi siete forti" 
L'amica non rispose, si limitò a guardarla. Ginny era sicura che stesse pensando ai suoi genitori, e si rivolse di nuovo a lei. "Lo aspetterò, vi aspetterò tutti e tre, come ho sempre aspettato... perchè io le persone non le so proprio abbandonare" 






Angolo autrice
Volevo che il capitolo del matrimonio fosse un capitolo a parte, perchè ne vedremo delle belle dato che i Mangiamorte riusciranno a rovinare tutto! La rabbia di Ginny contro di loro sarà magnifica, rabbia accumulata dentro dopo l'abbandono dei tre ragazzi! Il suo coraggio e la ribellione emergeranno proprio dal prossimo capitolo ma spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, anche se molto triste. Ultimamente scrivo capitoli tristi... ma va beh! 
Un bacio!

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Capitolo 62
*** Il matrimonio di Bill e Fleur. ***


IL MATRIMONIO DI BILL E FLEUR.


Alle due e mezzo del pomeriggio del giorno seguente, i nervi delle donne della Tana erano già saltati del tutto dal cervello: c'erano pochissimi bagni in cui prepararsi decentemente e Fleur aveva preso la residenza nel bagno più grande di tutti. Aveva perfino fatto colazione lì dentro e lei, la madre e la piccola Gabrielle passavano più tempo in quel bagno che in qualunque altro posto, alla larga di Bill che poteva vedere la sposa prima delle nozze. 
"Fleur... ma sei bellissima!" esclamò Ginny abbagliata, quando vide Fleur Delacour vestita da sposa. La francese le sorrise radiosa, le scoccò due sonori baci sulle guance e lasciò che la madre le acconciasse il bellissimo ma semplice vestito bianco, che aveva un lungo strascico che quasi non entrava in bagno. "La mamma vi ha detto delle nostre usanze, vero? Qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di prestato, qualcosa di blu... da noi si usa ogni volta" aggiunse. 
"Oui!" rispose Apolline, aggiustando il velo della figlia. "Mollì sci ha detto tutto. Di nuovo abiam il vestito e le scarpe, per il vecchio abiam questi vecchi orecchini della mia grand maman, di blu abiam l'intimo... ma di prestoto non abiam nulla, forse dovrem farsci prestar qualcosa" 
"Mia zia Muriel non aveva detto che acconsentiva a prestarti la sua tiara?" chiese Ginny, ricordandosi le parole della madre. 
"Oh justo!" esclamò Fleur vivacemente. "La zia di Bill mi presta la sua tiara, così abiam fatto tutto" 
Apolline fece un grandissimo sorriso e disse qualcosa in francese alla figlia. Poi aggiunse: "Jinnì, tu non ti prepori?" 
"Sì, adesso vado..." 
Ginny si precipitò nel bagno del piano superiore per vestirsi ma fu attirata da un paio di singhiozzi provenienti dalla camera da letto dei genitori, probabilmente quelli della madre. Per un attimo fu tentata di andare a consolarla perchè sicuramente piangeva per l'assenza del figlio ma alla fine decise di non disturbarla e di lasciarla sfogare, forse era troppo indelicato irrompere nella sua camera e dirle: "ehi mamma, non piangere se quel gran pezzo di merda di tuo figlio non viene a vedere il matrimonio del fratello... non è successo nulla di grave!" 
No, non poteva. 
Decise di andare a vestirsi e di metterci più tempo possibile. Il suo vestito non era neanche lontanamente bello rispetto a quello che le aveva fatto vedere Hermione: era completamente oro pallido e molto semplice, decisamente non nel suo stile ma abbastanza grazioso e presentabile. I capelli rossi erano stati lasciati ondulati e sciolti sulle spalle, e le scarpe avevano iniziato già a darle un gran fastidio. 
"Tesoro, fatti guardare! Sei bellissima!" esclamò la madre, non appena la vide. 
Ginny sorrise, e decise che forse era meglio togliersi le scarpe e metterle alla fine. "Queste le metto dopo, non vorrei cadere e rompermi l'osso del collo... oppure stancarmi prima che la cerimonia inizi. E comunque, sei bellissima anche tu!" ribattè la ragazza, mentre la madre volteggiava nel suo vestito color verde acquamarina. Aveva le scarpe in tinta e i capelli erano pettinati con dei boccoli che le scendevano sulle spalle; il cappello a punta dominava il tutto. 
"Non iniziare a lasciare le scarpe in giro per la casa, la sposa le ha pagate tantissimo" sussurrò la madre, guardandosi nervosamente le spalle. 
"Mica le sto buttando via" 
"Spera solo che Apolline e Fleur non facciano troppo caso ai tuoi piedi nudi" 
"Oh, non ci faranno caso. Questi tacchi sono fastidiosi, l'avevo detto di comprarmi delle ballerine o..." 
"Jinnì!" trillò la voce squillante di Apolline. "Sei splondida come la mia picola Gabrielle!" 
L'undicenne annuì e sorrise: era vestita esattamente Ginny, dato che anche lei era una damigella. Non sapeva parlare molto bene la loro lingua, quindi si limitava a sorridere e parlottare in francese con sua madre, o con sua sorella o con il padre. Ma Ginny era più che convinta che qualcosina l'avesse imparata, perchè sembrava capire tutto quando udiva parlare gli altri. 
"Sì, siete entrambe splendide" convenne Hermione, raggiungendo le altre e guardando le due damigelle. 
"Ma ti sei guardata?" ribattè Ginny colpita, fissando l'amica e aggiustandole le spalline merlettate: era bellissima nel suo abito lilla. "Questo matrimonio sarà una favola, me lo sento. Quanto vorrei che zio Bilius fosse qui con noi... ai matrimoni faceva morire dalle risate. Ma gli ospiti? Non dovrebbero essere qui?" 
"Oh, sono arrivati" disse Hermione, annuendo. 
"Sono arrivati?" strepitò Molly eccitata, scendendo velocemente le scale e dirigendosi verso il salotto a piano terra. Ginny ed Hermione scambiarono un sorrisetto con Apolline e la piccola Gabrielle e la seguirono, sorridendo contente e altrettanto eccitate, curiose di sapere chi era già arrivato e chi stava sostando nel soggiorno della Tana. Molly era così emozionata per quel matrimonio che colpì per sbaglio Hermione e le fece cadere di mano la piccola borsa a perline, che fece un rumore sproporzionato rispetto alle sue dimensioni. 
Come diavolo poteva una misera borsetta grande quanto un pugno a fare un rumore come BAM
Molly non parve accorgersi di nulla ma Ginny inarcò le sopracciglia, con aria interrogativa. 
"Ehm... poi ti spiego" borbottò Hermione imbarazzata, mentre avanzavano nel salotto.
"Uhm" fece la ragazza, ancora sospettosa. 
Quando si fermarono nel salotto notarono che l'unico ospite che si era appropriato di quella stanza era zia Muriel, la terribile prozia simile ad un irascibile fenicottero rosa. Aveva già l'espressione di chi era particolarmente incazzata e non felice per quel matrimonio, e non era decisamente bello da vedere. Erano le quattro e mezzo: gli invitati dovevano essersi riversati tutti nel grande gazebo. Chissà se Luna Lovegood e suo padre erano arrivati... 
"Muriel, cara!" salutò Molly cortesemente, con un sorriso assai stiracchiato. 
"Oh, credevo foste tutti morti!" sbraitò la vecchia strega, salutando altrettanto cortesemente la donna secondo i suoi standard. "Vi sto aspettando da ore, sapete? Sto qui a cuocermi le chiappe su questa maledetta sedia a dondolo come un elfo domestico! Per la barba di Merlino, ma che giornataccia di sole!" 
Hermione rimase palesemente esterrefatta dal modo in cui un'anziana parente si era posta ai suoi familiari, ma per fortuna Hermione non aveva ancora sentito nulla di ciò che era capace di dire zia Muriel... e forse era meglio che continuasse a credere che fosse così educata a modo suo. 
"Sotto al gazebo non arriva il sole, Muriel" sorrise Molly garbata. 
"Ciao, zia Muriel" disse Ginny piatta. 
"Salve" disse Hermione. 
"Oh, cielo!" esclamò la zia, le sopracciglia alzate e l'espressione disgustata di chi vede una lumaca marina. "Questa è la figlia di Babbani? Mmh... Merlino in carrozza, ma non sei mai stata a dei matrimoni? Dico, i tacchi non sai proprio portarli! E infatti hai un brutto portamento e... sì, guarda un pochino: caviglie secche!" 
"I-io..." 
"Ehm... Muriel, ti dispiace se...?" 
"Ginevra, hai deciso di lanciare la nuova moda senza scarpe?" abbaiò la zia alla nipote, fissandola esattamente come aveva fissato Hermione. "Più si va avanti nel tempo, più si va a peggiorare... le generazioni di oggi sono orribilmente non inclini alle regole e all'eleganza, a quanto vedo. Mia madre mi avrebbe squoiata viva se mi avesse visto in queste condizioni ad un matrimonio che..." 
"Grazie mille, Muriel" la interruppe la donna, mentre le due ragazze sgattaiolavano via dal salotto. 
"Tua zia è charmant" sussurrò Hermione divertita, avvicinandosi all'amica per non farsi udire. 
"Hai visto? Così graziosa, così adorabile... non mi stupisco che sia zitella" 
"E' davvero zitella?" 
"In nome della sanità mentale, Hermione... chi uomo riuscirebbe a vivere insieme a lei?" 
Entrambe scoppiarono a ridere, ma smisero quando si accorsero di fare troppo rumore. 
"Rientriamo in salotto" 
"... e il vestito di Ginevra non è molto indicato per un matrimonio, sono sicura che è stata opera delle francesi" stava blaterando zia Muriel, gesticolando e alzando la voce anche se la sposa e la sua famiglia erano solo un piano sopra di loro. "Ah, eccola! Beh, non lo vedi? Alla sua età non mi avrebbero mai permesso di andare in giro conciata in questo modo così poco appropriato! Mia madre era una grande strega e a tredici anni..."
"Quasi sedici" la corresse Ginny con un borbottio.
"... dovevi essere fortunata se potevi mettere un abito nuovo, altrimenti veste lunga e cappello a punta!" concluse Muriel. "E a proposito di veste lunga... dove Merlino sta la sposa? Non so proprio cosa è preso a Bill per prendersela francese, insomma! Lui è un bel ragazzo, il mio nipotino preferito... credevo avesse un pochino più di senno ma naturalmente mi sbagliavo. Ah, ho pure centosette anni! Comunque, ho portato alla sposa la mia tiara, spero che dopo ritorni indietro: con un cimelio di famiglia così pregiato, mi stupirei che non provasse a fare la furbetta" aggiunse, molto maleducamente. 
Silenzio imbarazzato. 
"Ehm... meglio che vada a... no, eccola!" disse Molly sollevata, indicando Fleur che scendeva le scale accompagnata dalla famiglia. 
Muriel si compiacque un casino quando fece vedere alla sposa come portare la sua tiara. 
"Così si porta, siamo intesi?" chiese per l'ennesima volta, come se Fleur fosse una rimbambita. 
"Scertamonte, signora Murìel" rispose la ragazza, leggermente altera da far testa alla zia. "Crode davvero che non sappia portar una tiara?"
Questo chiuse la bocca alla vecchia strega, che uscì dal salotto per andare a prendere posto nel gazebo. 
"Hermione, cara" intervenne Molly concitata, "la zia stava solamente scherzando quando ha detto quelle cose su di te, insomma... è molto vecchia. E comunque... Vedi lì in fondo? Ci sono Ron, Harry e i gemelli. Harry è quello ricciolino lì con i capelli rossi, vedi? Bene, puoi raggiungerli se vuoi" aggiunse, affettuosamente.
Hermione annuì e corse fuori, salutando l'amica con la mano. Dopo aver aspettato un paio di minuti dentro casa, giusto per dare il tempo che tutti gli invitati si fossero messi comodamente a sedere, arrivò l'ora: le due mamme uscirono fuori al gazebo e andarono a sedersi davanti, accanto ad Arthur. Fleur, monsier Delacour e le due damigelle restarono dentro... poi poterono arrivare anche loro fin sotto al gazebo. 
Ginny si sentiva proprio come sotto a dei riflettori ma riuscì a mettere insieme un sorriso radioso, anche se era più che sicura che quel sorriso non avesse per niente nascosto l'imbarazzo che c'era dietro: le due donne singhiozzavano nei loro fazzoletti; Hagrid singhiozzava nella sua tovaglia; alcuni invitati ridevano e piangevano allo stesso tempo e Bill sembrava non aver mai incontrato Fenir Greyback. 
"S-siediti l-l-lì" ordinò la madre alla figlia, e Ginny prese posto accanto ai gemelli. 
"Signore e signori, siamo qui riuniti oggi per celebrare l'uninione di due anime fedeli..." 
"Sì, la mia tiara valorizza il tutto" sussurrò zia Muriel sonoramente, e Fred e George diedero dei colpetti di gomito alla sorellina, che sorrise mentre i due ridacchiavano. "E devo dire che il vestito di Ginevra è troppo scollato" aggiunse. 
Ginny si guardò attorno con un gran sorriso, fece l'occhiolino ad Harry per far capire che l'aveva riconosciuto e si voltò di nuovo per seguire la cerimonia. Beh, più che seguirla... a far vagare i suoi pensieri molto più lontano di quel gazebo, più lontano di qualunque altro pensiero. Face vagare la sua mente ai pomeriggi trascorsi insieme al ragazzo, al loro primo bacio, alla loro prima e vera chiacchierata dopo quel bacio magnifico... era così bello per essere vero e probabilmente, solo in quel momento, fu come se l'avesse sempre saputo: aveva capito cosa aveva Hermione nella sua piccola ma grande borsetta a perline. 




"... dunque io vi dichiaro uniti per sempre!" annunciò il piccolo mago coi capelli a ciuffi, e levò la bacchetta sopra le teste di Bill e Fleur inondandoli di una pioggia di stelle d'argento che cadde su di loro avvolgendoli a spirale; ci furono molti applausi. 
"Una cosa abbastanza pacchiana, a dire il vero" commentò zia Muriel, applaudendo leggermente. 
Quando gli applausi si furono spenti, le panche sparirono per lasciare spazio alla pista da ballo. Ginny rimase a bocca aperta da quella meraviglia e non vedeva l'ora di buttarsi nella pista da ballo, ma si era appena ricordata che non aveva avuto nemmeno il tempo di salutare nessuno dei suoi parenti. L'aspettava una grossa processione di parenti... forse era meglio mandare un bacio generale a tutti e correre a sfrenarsi in pista. 
"Merlino, quanto sei cresciuta!" 
"Ricordo quando eri piccolina, ti ho vista crescere!" 
"Volevi sempre stare con me da piccola, ti ricordi al tuo quarto compleanno?" 
"Come ti sei fatta grande e bella, Ginevra!" 
Orde di parenti erano felici di rivederla e la ragazza non potè fare a meno di notare che erano tutti piuttosto ripetitivi: si era sentita dire quasi da tutti che era diventata grande e bella. Ma i parenti sono così... inutile contestarli. Quando la processione di parenti finì, Ginny corse immediatamente da Bill e lo abbracciò con calore mentre lui rispondeva all'abbraccio con energia. 
"Ho un fratellone sposato, non ci credo!" 
"Nemmeno io, se qualche annetto fa mi avessero detto che mi sarei sposato avrei riso" disse Bill divertito. 
"Ma davvero?" 
"Sì! Voglio che tu ti diverta e che ti levi le scarpe, se vuoi..." 
Risero tutti e due, poi la ragazza corse via per andare in cerca di qualcuno con cui passare il suo tempo. Magari Hermione, Ron, i gemelli, oppure Harry... anche se la prospettiva di stare con qualcuno che non aveva il suo viso e i suoi occhi sembrava a dir poco sgradevole. E se per caso si fossero ritrovati a baciarsi? Bleah, era come baciare un parente! Orribile. Anche se non si sarebbero mai ritrovati a baciarsi di nuovo, avevano avuto la loro occasione. Ma poi se qualcuno li avesse visti avrebbe di sicuro pensato ad un incesto e sarebbe corso a gambe levate, zia Muriel sarebbe decisamente corsa a gambe levate. 
A interrompere i suoi pensieri fu... 
"Luna!" esclamò Ginny colpita, quando la sua amica Luna Lovegood le coprì la visuale con uno scintillio di colori vivaci. Era vestita tutta di giallo, con alcune zone del vestito arancio accesissimo, e aveva un grosso girasole tra i capelli che erano più lunghi che mai e le arrivavano fino alla vita. Accanto alla ragazza c'era un uomo che le somigliava tantissimo (oltre al fatto che era vestito esattamente come lei) e che poteva essere solamente suo padre. 
"Ho interrotto un pensiero profondo, vero? Lo vedo rimpicciolire nei tuoi occhi..." sussurrò Luna, avvicinandosi a lei. 
"No, certo che no!" Ehm, forse... "Sei bellissima con questo abito, sai?" 
"Tu sei elegante..." osservò l'amica, con fare molto pensieroso. "Io l'ho detto a papà che tutti si sarebbero vestiti eleganti ma non ne ha proprio voluto sapere, sai, pensa che ai matrimoni di debbano mettere i colori del sole per augurare buona fortuna" 
"E ha ragione" ribattè Ginny velocemente, facendo un gran sorriso al padre di Luna. 
Lui ricambiò il sorriso e le strinse la mano con energia. "Sono Xenophilius Lovegood! Abitiamo oltre la collina, la sua famiglia è stata davvero gentile ad invitarci"
"Ne possiamo essere solo lieti" 
"Una bella infestazione di gnomi, davvero ammirevole" 
"Oh... sanno un mucchio di parolacce" 
"Come ci ha detto suo fratello!" ridacchiò Xenophilius. "Vado a dare il nostro regalo alla sposa..." aggiunse con aria sognante, e sparì. 
"Avete visto il nostro giardino?" chiese Ginny incuriosita, camminando verso la pista da ballo insieme a Luna. "Tuo padre sembrava davvero colpito dai nostri gnomi, ma suppongo che viverci insieme per molto tempo non ti incuriosisce più di tanto. I gemelli non fanno che insegnare loro parolacce... zia Muriel, quella vecchia strega vestita di rosa che è seduta lì" indicò un punto vicino ad un grosso lampione, "non fa che dire che non si comportano molto da persone serie, ma lo dice solo perchè uno gnomo le ha detto che ha un sedere grosso come quello di un elefante" aggiunse, divertita da quell'accaduto. 
Luna scoppiò a ridere. "Il sedere grosso come quello di un elefante! A me hanno dato un morso..." disse, e mise l'indice sotto gli occhi dell'amica. 
Ginny mise a fuoco il dito di Luna e rimase leggermente desolata. "Non credevo mordessero così, entriamo dentro a curare il tuo dito" disse. 
"Oh no, la saliva di gnomo fa miracoli" 
La ragazza era titubante: a Luna usciva ancora il sangue dall'indice. "Sei sicura?" chiese, fissando il sangue. 
"Sicurissima" rispose Luna sognante. 
Ginny fece per dire qualcosa quando una vocina fastidiosa quanto quella gracchiante di zia Muriel venne a disturbarla e ad interrompere la conversazione con Luna. Luna osservò la piccola Gabrielle Delacour con un sorriso dolce sulle labbra e acconsentì ad andarsene quando quella mocciosetta le disse che doveva dire una cosa in privato a Jinnì, come lei era solita chiamarla. Prima Muriel... poi quel piccolo incubo di bambina... cosa sarebbe capitato ancora? E che diavolo voleva quell'undicenne asfissiante? 
"Jinnì" esordì la piccola Gabrielle, con le mani sui fianchi. 
"Dimmi" disse Ginny infastidita, mentre Luna si sedeva ad un tavolino lì vicino. 
"Volio saper dove sta Arrì Pottèr! So che ti piasce ma io voglio star con lui... adesso!" 
Ginny rimase visibilmente spiazzata da quella proposta e alzò un sopracciglio, contrariata. Fleur Delacour era zero in confronto alla sua sorellina rompi Pluffe e forse era meglio se Arrì Pottèr non avesse salvato quella piccola biondina dal Lago Nero durante la seconda prova del Torneo Tremaghi. 
"Non so dove sta... e non mi piace" ribattè Ginny piatta, mentendo spudoratamente. 
Il ragazzo stava chiacchierando con Ron e Luna, al sicuro con il suo travestimento da Babbano rosso. Ma quella mocciosetta proprio non si arrendeva con lui? Insomma, aveva tipo sei anni in meno a lui e ancora gli stava dietro come una piovra? Ginny le aveva fatte di sciocchezze da piccola ma aveva un anno in meno a lui e non era così asfissiante! Forse un pochino... ma non in questo modo! 
"Sì che ti piasce!" insistette Gabrielle imbronciata, aggiustandosi un ricciolo che le era cascato sulla fronte. 
"No, non mi piace... siamo amici" 
"Ma non è assolutamonte vero!" 
"Non mi piace, e sono tre" sbottò la ragazza, che stava cominciando a spazientirsi. Iniziò a battere furiosamente il piede a terra e continuava a fare quel sorriso stiracchiato per non dare nell'occhio: di certo non voleva essere rimproverata per aver mandato a quel paese una mocciosetta. 
"Gabrielle, è tutto tuo... va bene?" Ceeerto, piccola Delacour, tu vai convinta. "Vai a cercarlo, ha una cravatta viola scuro" aggiunse. 
La biondina assunse un'aria di superiorità. "Très bien!" disse e corse via, i capelli che le danzavano sulle spalle con eleganza. 
Ginny si schiaffò pesantemente una mano sulla fronte e raggiunse Luna sulla pista da ballo, che danzava una strana danza e muoveva le braccia come se stesse scacciando qualche insetto invisibile... tipo Nargilli o Gorgosprizzi o altre creature di cui nessuno ne era a conoscenza, tranne lei. Luna continuò ad agitare le braccia, incurante che molte teste si erano voltate dalla sua parte. 
"Voglio provarci... come devo fare?" chiese Ginny impazzita, continuando a ridacchiare come una scema. 
"Metti le mani sopra la testa" disse Luna, posizionandole le mani all'altezza giusta. "Ecco, ferme qui... poi le agiti come se fossero le pale di un termos. Le mani devono stare sempre indietro... prima si dondola e poi si gira, e le mani vengono sempre dopo" 
Ginny ci provò e sembrò tanto una mezza iperattiva, poi scoppiò a ridere. "Che disastro!" esclamò. 
"Sì, un vero disastro" ribattè una voce conosciuta. 
La ragazza sgranò gli occhi e si voltò alla sua destra, trovandosi di fronte Lee Jordan, l'amico dei gemelli. Dovevano averlo invitato secoli fa ma lei non lo sapeva, e nemmeno l'aveva visto alla cerimonia e tra la folla. Era davvero elegante e bellissimo, con lo smoking nero e le scarpe in tinta. 
"Lee!" esclamò Ginny felice, abbracciandolo. "Come stai? Santo cielo... ma da quanto tempo che non ci vediamo?" 
"Tanto, purtroppo. Diventi sempre più bella tu, eh?" fece Lee Jordan, facendola arrossire visibilmente. "Ricordo ancora quando portavi le treccine a scuola, e i tuoi fratelli mi dicevano di tenerti per evitare che qualcuno ti desse fastidio o altro!" aggiunse, scoppiando vivamente a ridere. 
Luna aveva iniziato di nuovo a girare in tondo, agitando le mani. 
"Davvero? Ho gli stalker dietro e neanche me ne sono accorta?" chiese Ginny indignata, ma rideva anche lei. 
"Sì, strana la vita. Ti va di ballare? Hanno cambiato la musica..." 
"Ma certo!" 
Lee le mise cortesemente una mano dietro la schiena e la fece volteggiare, proprio come Micheal Corner aveva fatto al Ballo del Ceppo. Quella musica lenta le fece ricordare indiscutibilmente il ballo di tanti anni prima e di quando avrebbe dovuto ballare con Neville Paciock ma alla fine era capitata con Micheal Corner. Era stata la sua prima opportunità bellissima per dimenticare Harry Potter, a quel tempo... e ancora adesso il ballo le faceva dimenticare tutto. 
"Che cosa mi racconti? Non ci sentiamo più da quando te ne sei andato da Hogwarts" disse la ragazza, mentre Lee le faceva fare una giravolta. 
"Oh, faccio lavoretti per l'Ordine della Fenice e roba così" sussurrò lui, guardandosi intorno dagli altri ballerini in pista. 
"Cosa intendi per lavoretti? Cosa fai esattamente? Qualcosa di pericoloso? Qualcosa per quanto riguarda Tu-Sai-Chi?" insistette Ginny avida di sapere, consapevole di stare facendo il quarto grado a Lee Jordan. "Insomma... qui nessuno mi dice nulla, ne ho abbastanza di bugie. Tu non ne avresti abbastanza?" 
"Sì, ma non è che io non mi fidi di te..." cominciò Lee, poi alzò leggermente la voce quando la ragazza sbuffò. "Ascoltami, non posso davvero dirti nulla... è una cosa assolutamente top secret: nessuno di questi tempi si mette a gridare al mondo intero che cosa sta facendo. Sono tempi pericolosi, potrebbero usare la Legilimanzia su di te e tu non sei un Occlumante... vero?" 
"Decisamente no" sbottò lei. 
"Divertiamoci, dai!" disse Lee desolato, la musica che cambiava. "Ti piace questa canzone? La ballammo al Ballo del Ceppo..." 
Ginny fece un gran sorriso. "Oh, verissimo! Era la mia preferita!" 

Move your body like a hairy troll
Learn' to rock and roll
Spin around like a crazy elf
dancin' by himself.


Lee la fece fare due giravole di seguito, mentre entrambi ridacchiavano. Fred e George si unirono a loro, e improvvisarono una danza strana: si scambiavano compagno di ballo ad ogni giravolta e quando Lee capitò con Fred... beh, fu una cosa che avrebbe sconvolto i bambini. 
"Smettetela di fare i pornstar!" esclamò Ginny, quasi piegata in due dalle risate mentre Fred muoveva il bacino. 

Can you dance like a Hippogriff
Ma, ma, ma, ma, ma, ma, ma, ma, ma
Flyin' off from a cliff
Ma, ma, ma, ma, ma, ma, ma, ma, ma
Swooping down to the ground
Ma, ma, ma, ma, ma, ma, ma, ma, ma.


Altro movimento di bacino da parte di George e le risate generali dei parenti... risate generali che si mescolavano a quelle dei ragazzi, scatenati in pista. Si lasciarono tutti trasportare dalla musica per quei piccoli tre minuti, fin quando quella cambiò in una specie di valzer e i quattro furono costretti immediatamente ad abbandonare la pista. I lenti andavano anche bene... ma i valzer? 




"Ti stai divertendo?" chiese Ginny a Ron, mentre entrambi bevevano le loro Burrobirre accanto al tavolo delle bibite. 
"Sì, ho ballato con Hermione la canzone dell'Ippogrifo" rise Ron allegro, sorseggiando la bibita e gettando all'indietro i capelli rossi. "Sai, è arrivato anche Viktor Krum e non... non volevo che lei ballasse di nuovo con lui: dovevo ballare io con lei, come avrei dovuto fare anni fa" aggiunse, con una certa malinconia. 
Ginny non sapeva che dire. "Ehm... l'importante è che adesso hai capito che è una ragazza" riuscì a dire. 
Risero entrambi ma le loro risate si spensero: all'improvviso, un piccolo Patronus argenteo a forma di lince atterrò con grazia nella tenda e, creando un leggero scompiglio tra gli invitati, inziò a parlare con la voce profonda e calma di Kingsley Shacklebolt. 
"Il Ministero è caduto... Scrimgeour è morto... stanno arrivando
Ci fu un boato, alcune esplosioni e colpi, e molti degli invitati schizzarono terrorizzati da tutte le parti: regnava il caos totale. Ron lanciò uno sguardo triste alla sorella e fuggì via, in cerca dei suoi amici... perchè era ormai arrivato il momento che tutti temevano: i tre ragazzi sarebbero andati via e non sarebbero tornati per chissà quanto tempo. Niente abbracci, niente addii... di nuovo. 
Un altro rumore e l'arrivo di figure nere incappucciate annunciarono a tutti che i Mangiamorte si stavano riversando nel padiglione, rovinando tutto quanto. Ginny scattò in avanti e prese a correre in cerca di qualcuno da soccorrere, ma si sentiva totalmente impotente senza la sua bacchetta. La mamma non le aveva permesso di portarla, ma chi minorenne avrebbe tenuto la bacchetta in un vestito? Cosa potevano mai seperne loro che i Mangiamorte avrebbero rovinato il matrimonio che avevano tanto atteso? 
"ALIUTOOO!" strillò la piccola Gabrielle, ferma da sola in mezzo alla pista. Si era rannicchiata su se stessa e tremava, le mani che le coprivano la testa: era terrorizzata da tutto quello. "MAMAN! PAPA! ALIUTATEMI!" 
Ma Apolline e il marito non si vedevano da nessuna parte, a causa della folla degli invitati che sfrecciavano dappertutto in cerca dei loro cari e si Smaterializzavano in fretta e ritornavano al sicuro nelle loro case. L'Ordine della Fenice era entrato in azione e proteggeva tutti, Schiantando e Disarmando i Mangiamorte che tentavano di farli del male e incendiavano cose. 
"Gabrielle! Ci sono io! Forza, non aver paura!" disse Ginny spaventata e affannata, afferrando la piccola per la mano. 
"Jinnì! Aliutami!" 
"Sì, ci sono io... andiamo, vieni via..." 
Ginny aiutò Gabrielle ad alzarsi da lì e insieme corsero verso un tavolo, mettendosi al riparo lì dietro. Perchè aveva dato ascolto alla madre e non aveva portato la sua bacchetta? Non poteva aiutare, non poteva attaccare nessun Mangiamorte senza la bacchetta... perchè aveva dato ascolto alla madre?
Questo matrimonio sarà una favola, me lo sento.
Voldemort si era impadronito del Ministero, il Ministro della Magia era morto e i Mangiamorte stavano cercando disperatamente Harry Potter per ucciderlo e consegnarlo al loro padrone... sicura che sarebbe stato proprio un matrimonio da favola? 




"Gin, stai qui vicino a me e non fiatare..." mormorò Bill preoccupato, con la voce ridotta ad un sussurro mentre i Mangiamorte si facevano largo tra tavoli e sedie per raggiungere i pochi che erano rimasti, i pochi che potevano rimanere lì: famiglia e membri dell'Ordine. "Capito? Non devi dire una parola, parliamo noi..." 
"Bene, bene!" esclamò un Mangiamorte a volto scoperto, che si chiamava Rowle. "Cosa diavolo si festeggiava qui?" 
"Il mio matrimonio" rispose Bill con calma, mentre Apolline e Gabrielle singhiozzavano piano; Fleur aveva il viso rigato dalle lacrime ma aveva anche un'espressione decisa e decisamente aggressiva; gli altri erano spaventati ma non piangevano. 
"Il tuo matrimonio?" 
"Il mio matrimonio. Perchè siete qui?" 
"Per i rinfreschi!" rise un grosso Mangiamorte, scolandosi una bottiglia di Burrobirra. 
"Digustoso..." sussurrò Rowle schifato, che pareva comandare tutti i Mangiamorte. Voltò le spalle al disgustoso compagno, che ci stava davvero dando dentro con i rinfreschi, e chiese con determinazione: "Allora, dove si trova Harry Potter?" 
Il cuore di Ginny batteva all'impazzata, al solo udire quel nome. 
"Non era qui, non sappiamo dove si trovi" rispose Arthur, in tono convincente. 
"Sta mentendo, è chiaro!" sibilò ferocemente un Mangiamorte dall'aria arcigna. 
"Perquisite questo porcile voi cinque, noi provvederemo ad interrogarli uno per uno" ordinò Rowle secco, e gli altri Mangiamorte ubbidirono e irruppero violentemente in casa, seguiti da Arthur e la moglie, che probabilmente volevano tenere la situazione dentro casa sotto controllo e mostrare il demone che sarebbe stato per tutto il tempo Ron. 
Ginny pensò inconfondibilmente al fratello e agli altri... dove si trovavano? 
"Qui al primo piano non c'è nulla!" annunciò un Mangiamorte, dopo pochi minuti. 
"Neanche al secondo piano!" fece eco un'altra voce. 
"E continuate a controllare dappertutto, incapacissimo branco di ingrati!" gridò Rowle impaziente, scalciando una sedia lì vicino. 
Dei passi pesanti uscirono nel cortile e i Mangiamorte che erano andati a perquisire casa ritornarono. 
"Nulla" annunciarono. 
"Il figlio minore ha la Spruzzolosi, l'abbiamo visto" aggiunse un altro Mangiamorte, disgustato. 
Rowle parve deluso. "Dove si trova Potter?" insistette. 
"Ma vi abbiamo già detto che non è qui, avete anche controllato!" sbottò Ginny rabbiosa, incapace di trattenersi e di ribellarsi a quello schifo. Si beccò anche le occhiatacce della famiglia, e soprattutto quelle di Bill che poco prima le aveva raccomandato di starsene in silenzio. 
Rowle sorrise. "Beh, questo cambia tutto" disse, sorridendo ancora. 
"In che senso?" chiese in fretta Bill. 
Tonks ansimava e si reggeva la pancia, mentre Remus osservava attentamente i Mangiamorte. 
"Sembra avere l'età di Potter..." osservò un Mangiamorte, e un altro fece una grossa risata. 
"Sì, cominceremo con lei l'interrogatorio" convenne Rowle compiaciuto, avvicinandosi alla ragazza e prendendola per un braccio. 
"NO!" strillò Molly disperata, ponendosi tra la figlia e il Mangiamorte e cominciando a piangere silenziosamente. "No, è troppo piccola... Guardate? Troppo piccola! Lei non sa niente di tutto questo, vengo io all'interrogatorio!" aggiunse. 
"E invece verrà proprio lei all'interrogatorio" replicò Rowle piatto. 
"Non è neanche maggiorenne!" intervenne Remus. 
"Non potete, non ne sa nulla" aggiunse Arthur agitato. 
"Tacete tutti" ordinò Rowle seccamente, mentre decideva sul da farsi, le labbra strette e gli occhi ridotti a due fessure. 
Ginny si guardò intorno e dai volti dei suoi parenti notò il biancore quasi spettrale: si era appena cacciata in grossi guai. 






Angolo autrice
Da questo capitolo in poi iniziano i guai con i Mangiamorte, ma la conversazione che avverrà tra Rowle e Ginny la metterò nel prossimo capitolo. Il matrimonio... beh, non è stato proprio una favola come aveva detto la nostra protagonista ma almeno all'inizio si sono divertiti. Mi è piaciuto inserire il dialogo con Lee Jordan e quello con Ron per quanto riguarda Hermione, dato che fratello e sorella non si vedranno per molto. E' stato un momento molto dolce e il più bello, ma purtroppo l'arrivo dei Mangiamorte ha rovinato tutto... ma così doveva andare. 
Un abbraccio!

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Capitolo 63
*** Dopo le nozze, gufi e lettere. ***


DOPO LE NOZZE, GUFI E LETTERE.


"Dimmi dove si trova il tuo amichetto Potter e non ti faremo nulla" minacciò Rowle, quando rimase da solo con la ragazza. 
"Non lo so" rispose Ginny piatta, per l'ennesima volta di seguito. "E se anche lo sapessi non ve lo direi!" aggiunse, arrabbiata. 
Rowle schiuse le labbra con una strana espressione impaziente e le puntò contro la bacchetta con una velocità sorprendente: ci fu un piccolo lampo di luce bianca e del sangue guizzò dalla guancia della ragazza. Ginny sussultò sonoramente e si coprì la guancia ferita, guardando con odio il Mangiamorte che l'aveva aggredita senza un valido motivo. Quello era il primo taglio che si procurava... e le faceva davvero male. 
"Ne vuoi un altro?" domandò Rowle beffardo. 
"E a cosa servirebbe? E a chi? Io non ho l'informazione che cercate!" 
"Non costringermi ad usare le Maledizioni" 
"Non so dove si trova Harry Potter"
"Questo lo vedremo..." 
Rowle puntò di nuovo la bacchetta contro di lei ma stavolta non ci fu nessun lampo di luce e nessun dolore: sembrava come se stesse tentando di estorcerle informazioni direttamente con la Legilimanzia. Ma Ginny non sapeva nulla e d'altronde non era nemmeno un'Occlumante, non sapeva come fare per difendersi dalla penetrazione esterna della mente... ma questo Rowle non poteva saperlo.
Blocca la mente, blocca la mente da qualsiasi pensiero.
Quando Rowle aprì gli occhi, non parve soddisfatto. "Stai cercando di nascondermi qualcosa, ragazzina?" sbottò. 
"Non so dove si trova Harry Potter!" ripetè la ragazza, furibonda e disgustata da tutto quello. Guardò negli occhi il Mangiamorte più rozzo che esistesse nell'esistenza e aggiunse, con visibile odio: "Non sono un'Occlumante abile, anzi... sono ignorante in materia. E ti ho già detto che non so nulla!" 
"Non permetterti di alzare la voce con me" ringhiò il Mangiamorte, procurandole un secondo taglio sotto al precedente. 
Ginny rimase a tamponarsi il fiotto di sangue, in silenzio religioso. 
"Mi stai facendo perdere la pazienza, ma per questa volta ti lascio andare" dichiarò Rowle spazientito, afferrandola per un braccio e spingendola via. 




"Se ne sono andati?" chiese Arthur a Remus, ma questi scosse il capo. 
"No, ci stanno spiando. Ci sono dei Mangiamorte qui fuori, non se ne sono andati e non se ne andranno" 
Fleur tirò nervosamente su col naso e si stropicciò gli occhi, pieni di matita e mascara, lasciandosi grossi segni neri sulle guance: era ancora vestita da sposa, e la sua espressione era di odio puro per i Mangiamorte che avevano rovinato l'occasione che lei e Bill più aspettavano da tanto tempo. Bill andò a tranquillizzarla, mentre Remus si sedeva accanto a sua moglie. I genitori di Fleur erano andati via subito dopo l'interrogatorio, per volere della ragazza e su sua grande insistenza. 
"Chissà dove sono i ragazzi..." borbottò Arthur preoccupato. 
Ginny sedeva al tavolo con la testa tra le mani, arrabbiata e disgustata allo stesso tempo. Pensava a suo fratello e agli altri... pensava a dove fossero, se stessero bene e come avrebbero proseguito da quel momento in poi... era come se stessero avanzando alla cieca, senza nessuno e appena maggiorenni. 
Molly singhiozzava. "Io n-non c-capisco... come ha p-potuto Silente?" 
"Magari sono a casa di Sirius" propose Remus, e annuì come se quello fosse abbastanza ovvio. "Non appena riesco a seminare quei Mangiamorti vado a controllare, sono sicuro che Voi-Sapete-Chi avrà messo delle sentinelle in ogni luogo che ha a che fare col ragazzo... Devo offrire loro il mio aiuto, devo andare con loro. Tonks, tu resterai dai tuoi genitori... è la cosa migliore, si prenderanno cura di te" 
"Ma non posso!" protestò Tonks, reggendosi la pancia. 
"Sì che puoi" 
"Ma che diavolo dici? Vuoi lasciare me e il bambino perchè hai paura?" strillò Tonks; sembrava fuori di sè. 
ME E IL BAMBINO? IL BAMBINO?!
Ginny sgranò gli occhi da quello che aveva appena udito e dalle facce degli altri sembrava proprio che lei fosse l'unica a non sapere nulla di quella storia: erano tutti desolati oppure preoccupati, ma non sorpresi. Tonks aspettava un bambino? E perchè nessuno si era preso la briga di dire che la loro Tonks era incinta di Remus? E... perchè Remus voleva abbandonare la moglie e il bambino? 
L'uomo non rispose, così Tonks aggiunse: "Sì, me ne vado proprio dai miei genitori!" e si Smaterializzò in tutta fretta. 
"Cosa succede? Tonks è davvero incinta?" chiese Ginny perplessa. "E nessuno me l'ha detto?" 
"I-io... è complicato..." rispose Remus, sospirando. "Quelli come me di solito non si riproducono, il bambino sarà come me..." 
"Questo non è un buon motivo per lasciare tua moglie: ha bisogno di te" ribattè Arthur. 
"Adesso è proprio inutile parlare di questo argomento, le persone stanno morendo" disse Remus, guardando fuori dalla finestra mentre Ginny fissava il fratello Bill in cerca di una qualunque spiegazione. "I Mangiamorte sono stati spietati, hanno incendiato le case... questa storia deve finire una volta per tutte" 
"Dobbiamo mandare un Patronus ai ragazzi, dire loro che stiamo bene" suggerì Bill. 
"Sì, ci penso io..." disse Arthur, e uscì dalla cucina per andare a produrre un Incanto. 
"Han distrutto il matrimonio, il matrimonio che aspettavam da tanto!" esclamò Fleur irata, scoppiando a piangere sulla spalla di Bill. "Questi Mansciamorte cosa voliono da noi? Non si stanno dando pasce! Dobbiam intervenire, non possiam permettere tutto questo!" 
Molly ancora singhiozzava, con il viso tuffato in un fazzoletto. 
"Fleur ha ragione, noi dell'Ordine dovremmo fare qualcosa" intervenne George, mentre il gemello annuiva. 
"Sì, come facciamo a starcene con le mani in mano?" aggiunse Fred. 
"Adesso è troppo presto per intervenire, si sono appena impadroniti del Ministero... non hanno dato il tempo alle persone di capire cosa succede" disse Remus con convinzione, guardando ogni tanto fuori dalla finestra come per scorgere qualcuno. "Magari ci sarà data l'occasione di intervenire un giorno, ma adesso non dobbiamo assolutamente fare nulla. Comunque, vado via... salutatemi Arthur" aggiunse, e si Smaterializzò anche lui con un sonoro rumore. 
"Andrà da Ron e dagli altri a Grimmauld?" chiese Fred perspicace, fissando il punto in cui era appena sparito Remus. 
"Sicuramente" mormorò la madre, che si stava asciugando gli occhi. 
"Non capisco proprio Remus" intervenne Fleur, assumendo una brutta espressione triste. "Non può lasciare Tonks e il loro bambino perchè lui è un Lupo Manaro, le cose non dovrebbero andar così! Non importa che ha sposato una umana, non importa che si trasforma... qualcuno gli faccia cambiar idea!" 
"Ma da quanto tempo Tonks è incinta?" chiese Ginny infastidita, alzandosi dalla sedia e appoggiandosi ad un mobile per tenere d'occhio la finestra: non le piaceva proprio dover dare le spalle alla finestra quando si sapeva che erano spiati. 
"Da un paio di settimane, non si vede ancora la panscia" rispose Fleur. 
"E perchè non me l'avete detto?" 
"Non sce stato tempo di avvertire nessuno, Jinnì. L'abbiam saputo da poco anche noi" 
Non me l'avreste detto neanche se il bambino fosse già nato, pensò la ragazza, sbuffando adirata. Ad interrompere le imprecazioni di Ginny contro la sua famiglia che le nascondeva sempre tutte le cose fu Arthur, che entrò in cucina e annunciò agli altri che aveva inviato il Patronus ai ragazzi e aveva chiesto loro di non provare a contattarli in alcun modo perchè erano spiati. 
"Cosa farete, voi due?" chiese Arthur a Bill e Fleur. 
"Avevamo già in mente di andare ad abitare in una casa tutta nostra" rispose Bill mestamente, "dato che siamo sposati, ma fin quando sia possibile resteremo qui. Insomma, aspettiamo che Fred e George aprano nuovamente il negozio a Diagon e che Ginny sia nuovamente al sicuro ad Hogwarts" aggiunse. 
"Villa Conchiglia" cinguettò Fleur, con uno scintillio negli occhi. "Così si chiama casa nostra, si trova viscino al mare" 
Molly assunse una strana espressione. "Andrete ad abitare in una Villa al mare?" chiese. 
"Sì" rispose Bill, facendo l'occhiolino alla sorella e lei sorrise. "Bene, noi ci andiamo a sistemare di sopra... passeremo la nostra notte di nozze nella mia vecchia camera, sperando che il demone dentro alla stanza di Ron non faccia troppo caos" 
"Non era così che avevo prospettato la nostra prima notte di nozze ma..." Fleur fece spallucce e si diresse di sopra, con aria assai triste ma in un certo senso contenta che Bill fosse finalmente suo marito e che erano riusciti ad avere una prima cerimonia di nozze bellissima, non contando il resto dei festeggiamenti. Ginny quasi li invidiava: i Mangiamorte avevano rovinato il loro matrimonio ma avevano ancora la forza di sorridere e andare avanti. 
"Vi va di cenare?" chiese Molly titubante, anche se nessuno era nelle condizioni di cenare. "Non so, si è fatto parecchio tardi e dopo tutto quello che abbiamo passato questa sera forse dovremmo proprio fare una bella cenetta. Forse dovrei chiedere a Bill se lui e..." 
"Non puoi rovinare la loro prima notte di nozze" mormorò Fred malizioso, alzandosi dalla sedia e raggiungendo le scale per salire in camera sua. Quell'affermazione fece molto ridere Ginny ma lei fece il possibile per non farlo notare alla madre, che stava già assumendo un cipiglio contrariato. 
George lo seguì e fece un sorrisino. "Eheh, una notte di nozze qui alla Tana" aggiunse, altrettanto malizioso. 
"Ah, io e George restiamo qui a tempo indeterminato... se non si fosse capito" 
"Sì, ma la mattina preferiremo dormire fino a tardi... sai, nel caso che Bill e Fleur riuscissero a non farci dormir..." 
"D'accordo!" sbottò la madre, brandendo la bacchetta e indicando le scale. "Andate di sopra, forza!" 
"Stavamo solo dicendo che potrebbero non..." cominciò Fred ma il padre lo interruppe. 
"Sentito la mamma?" disse, con fermezza. 
Loro fecero due smorfie identiche e sparirono di sopra. Ginny fissò con intensità il pavimento (non voleva far credere ai genitori di aver colto il doppiosenso dei gemelli) e notò che portava ancora i fastidiosi tacchi che aveva indossato al matrimonio, quindi li tolse velocemente e fece un sospiro. In realtà, indossava ancora il vestito della cerimonia... e non era l'unica; Fleur aveva addirittura ancora il vestito da sposa, anche se considerando la sua bellezza e la nuova aggressività di Bill dovuta al morso del Lupo Mannaro doveva non avere più nemmeno un centimetro di stoffa addosso. 
Dio, che schifo... la smetti di farti pensieracci su tuo fratello?!
"Vado anch'io di sopra..." annunciò la ragazza, e corse di sopra e si chiuse in stanza. 
Ebbe un flashback molto doloroso e gli occhi iniziarono a pizzicare: l'ultima conversazione con Ron, l'arrivo del Patronus e dei Mangiamorte, i combattimenti, il caos, gli interrogatori... sembravano passati anni, sembravano passati anni che i tre ragazzi non c'erano più. Come avrebbero fatto senza di loro? Come avrebbero fatto a sapere se stavano bene e se sarebbero stati bene col passare del tempo? 
Ginny aveva fiducia in loro: ce l'avrebbero fatta. 




Agosto sembrava ormai volgere velocemente al termine e da quando i Mangiamorte avevano rovinato il matrimonio di Bill e Fleur, Ginny si svegliava sempre in un bagno di sudore, con l'ansia e la preoccupazione che i Mangiamorte potessero irrompere di nuovo alla Tana oppure che Voldemort stesso potesse dare una bella strigliata agli amici stretti di Harry Potter. Non era per lei che aveva paura, non era per lei che sudava freddo... aveva bisogno di sapere cosa ne era stato dei tre ragazzi, aveva bisogno di sapere che ce l'avrebbero fatta in fretta. 
Sorvegliati e pedinati... è così che dovevano vivere? 
Il desiderio di vendetta e di ribellione cresceva ogni secondo di più dentro di lei... ma non sapeva proprio cosa fare. 
Ginny lanciò uno sguardo al piccolo orologio che aveva in camera: era mezzogiorno. Si alzò pian piano dal letto, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando, e raccolse la Gazzetta del Profeta del giorno prima, che era accartocciata in un angolo. Ricordava che l'aveva gettata via dopo l'orrore che aveva letto. 

 

HARRY POTTER
RICERCATO COME PERSONA INFORMATA SUI FATTI 
RELATIVI ALLA MORTE DI ALBUS SILENTE.


Voldemort si era impradonito dei giornali, del Ministero della Magia e aveva l'intera popolazione magica al suo servizio. Era un pretesto così sciocco per dare la caccia al ragazzo, eppure... eppure comportandosi così e stando nell'ombra, Voldemort stava agendo con grandissima furbizia, seminando incertezza e paura tra le persone, che erano spaventate. Nessuno si fidava di nessuno, oramai. 
Ginny continuò a sfogliare le pagine del giornale la sera precedente l'aveva tanto disgustata: articoli sulle presunte dimissioni di Scrimgeour sembravano gettare nel caos e confondere ancora più il mondo magico, Pius O'Tusoe si era proclamato Ministro della Magia, il Censimento dei Nati Babbani era in atto. Da quell'ultimo articolo, la ragazza si ritrovò a pensare di nuovo ai piccoli undicenni che non avrebbero visto Hogwarts e forse neanche i loro parenti perchè non potevano dimostrare che nel loro albero genialogico c'era un parente mago o strega. 
Ancora in pigiama, Ginny scese velocemente giù in cucina dove trovò la madre che preparava il pranzo. 
"Buongiorno" disse lei, facendo un altro sonoro sbadiglio e sedendosi pesantemente su una sedia. 
"Alla buon ora!" fece la madre, ma non era arrabbiata. 
"Dove sono gli altri?" 
"Tuo padre ha cominciato ad andare a lavoro, Bill e Fleur sono di sopra e i gemelli sono usciti con Lee" 
"Mmh... ci sono novità?" chiese Ginny immediatamente, senza troppi giri di parole. Mentre attendeva la risposta della madre, prese la biscottiera dal centro del tavolo e iniziò a mandare giù qualche biscotto al cioccolato senza troppe cerimonie. Poi aggiunse: "Mamma, dovete smetterla di nascondermi le cose... non credete?" 
"Sì, beh... te lo stavo per dire. Remus è stato dai ragazzi, erano a casa di Sirius" ammise la madre, assumendo un'espressione tristissima ogni volta che si toccava l'argomento trio oppure ragazzi. La ragazza si mise ritta a sedere, sgranando gli occhi e spronando col capo la madre a continuare. "Remus ha offerto loro tutto il suo aiuto ma ovviamente hanno rifiutato. Non so bene cosa è successo a Grimmauld ma loro hanno detto che quella era una missione che non spetteva a nessun altro e sono riusciti a convincere Remus che doveva tornare da Tonks... e adesso lui vive dai genitori di lei" 
Ginny fece un gran sorriso. "Finalmente una notizia grandiosa!" esclamò, mentre inzuppava un biscotto nel latte. "Sono stati carini a convincerlo a tornare da Tonks, e per fortuna stanno tutti benone. Ah, e poi non è detto che il bambino sia un Lupo Mannaro! Può essere anche un Metamorfomagus, giusto?" 
La madre annuì, poi indicò la finestra. "Quelli devono essere per te" disse. 
Ginny si voltò e vide che c'erano un paio di gufi che picchiettavano alla finestra e che portavano lettere: possibile che fossero le lettere di tutti i suoi amici e possibile che tutte quelle lettere improvvise portassero buone notizie? Lei sperò con tutto il cuore che portassero sul serio buone notizie, ma per precauzione aprì prima la lettera di Hogwarts che contenteneva i risultati dei suoi esami. 

GINEVRA MOLLY WEASLEY HA CONSEGUITO:
Astronomia: E. 
Babbanologia: A. 
Cura delle Creature Magiche: E. 
Incantesimi: E. 
Difesa contro le Arti Oscure: O. 
Divinazione: T. 
Erbologia: O. 
Storia della Magia: A. 
Pozioni: O. 
Trasfigurazione: O. 

"Nove GUFO! Bravissima!" esclamò la madre, stampandole un grosso bacio sulla guancia e tornando a rileggere i voti. "Sono davvero soddisfatta, hai più di Ron e i gemelli! Oh, quando andremo a Diagon ti comprerò qualcosa di nuovo per regalo... va bene?" 
"Grazie mille, mamma! Bocciata solo in Divinazione... e chissenefrega?" borbottò la ragazza, facendo un gran sorriso e servendosi altri biscotti al cioccolato. "Sapevo di prendere il massimo in Astronomia, Cura delle Creature Magiche e Incantesimi. Sai... credevo anche che sarei stata bocciata in Storia della Magia, oltre che in quella materia inutile e odiosa come Divinazione. Non dovevo sceglierla, la Cooman mi ha reso un anno scolastico un inferno!"
"E poi... oh, e questo?" chiese Molly sconcertata, fissando un altro piccolo foglio che era appena volato dalla busta di Hogwarts. 
Ginny aggrottò la fronte e lo prese, leggendolo. Il foglietto recava testuali parole: 

Cara signorina Weasley, 
sono lieta di informarla che lei è stata nominata come Capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro per il nuovo anno scolastico. I corsi avranno inizio il 1° settembre e l'Espresso per Hogwarts partirà alle 11.00 dalla stazione di King's Cross, binario nove e tre quarti. 
Le auguro un buon proseguimento di vacanze. 
Minerva McGranitt, 
Vicepreside. 


Ginny lanciò uno strilletto acuto: era stata nominata Capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro! Non ci poteva credere, adesso il campo di Quidditch era totalmente suo... non vedeva l'ora di tornare ad Hogwarts. Rilesse la lettera e la fece leggere alla madre (che non fu felice come lei alla notizia del Capitano) e si fermò a riflettere su una parola: Vicepreside.
"La McGranitt non è diventata Preside di Hogwarts... credevo spettasse a lei" disse Ginny sorpresa, che non riusciva a capire perchè la professoressa di Trasfigurazione era nuovamente Vicepreside e non Preside. 
"Giusto" mormorò Molly pensierosa, guardando meglio la firma della professoressa.
"Forse ancora devono decidere chi far salire come Preside" 
"Impossibile, forse ci sarà stato un errore" 
"Oh... bene, vado a leggere le mie lettere di sopra" 
Ginny corse di sopra per leggere le lettere dei suoi amici, con la sensazione che non portassero nulla di buono...




Ginny sorrise tra le lacrime, mentre riguardava le ultimissime foto che Colin le aveva mandato e mentre giocherellava con il suo nuovo distintivo da Capitano della squadra, proprio come l'aveva Harry l'anno prima. Le ultimissime foto erano le più tristi e le più divertenti che potesse vedere... e per ultimissime intendo ultime in assoluto: Colin non avrebbe frequentato più Hogwarts a causa del Censimento dei Nati Babbani. Le lettere degli altri amici erano, se possibile, peggiori di quelle di Colin Canon, perchè la ragazza sapeva fin dal momento che aveva letto l'articolo sui Nati Babbani che Colin poteva non frequentare più. Ma gli altri... 
Non potete abbandonarmi così...
Demelza aveva la sorellina Maganò ed era velocemente fuggita dal paese, prima che il Ministero convocasse anche loro; Vick aveva la nonna Nata Babbana ed era dovuta scappare esattamente come Demelza e prima che il Ministero della Magia intervenisse; William aveva la madre Babbana e per proteggerla era fuggito via. Gli unici che potevano rimanere ad Hogwarts perchè al sicuro dal loro stato di sangue avevano deciso di trasferirsi perchè i genitori Mezzosangue erano troppo spaventati, così avevano dovuto lasciarla tutti. 
"GINNY! A TAVOLA!" gridò la madre, dalla cucina. 
Cielo... era arrivata già ora di pranzare? 
"ARRIVO!" 
Ginny ripose il distintivo e le fotografie nel cassetto, si asciugò gli occhi e prima di scendere a pranzo scrisse una lettera identica a Neville e Luna. Intinse la piuma nell'inchiostro e si mise a scrivere velocemente la lettera più breve che avesse mai scritto: 

Cari Neville e Luna, 
scrivo ad entrambi la stessa cosa perchè avete il diritto di saperlo. Non voglio fare troppi giri di parole perchè non sono praticamente in vena di chiacchiere e soprattutto di chiacchiere allegre sulle vacanze e roba del genere. Sappiate solo che non vedo l'ora di vedervi: presto sarà la rivoluzione. 
Un bacione a tutti e due, 
Ginny.


E d'un tratto seppe esattamente cosa fare, per suo fratello Ron, per Hermione, per Harry e per tutti coloro che quell'anno non avrebbero rivisto la scuola per l'orrore di un mondo magico conquistato dal male, per l'orrore che erano costretti a sopportare ma di cui non erano costretti a non ribellersi. D'un tratto seppe esattamente cosa fare: presto sarebbe stata la rivoluzione. 






Angolo autrice
Questo è il primo capitolo in cui non compare il trio e vediamo che Ginny viene interrogata e che già davanti a Rowle dimostra di non aver paura, affrontando la situazione a testa alta. La parte successiva è concentrata sui dialoghi e su ciò che sta succedendo, quindi potrà sembrare leggermente più noiosa la situazione... anche perchè viene descritta da Remus nell'ultimo libro, quando fa un salto a Grimmauld Place. Spero che i voti dei GUFO di Ginny si addicano alla sua persona e mi è piaciuto molto inserire la parte in cui viene nominata Capitano della squadra di Quidditch. Per chi se lo chiedesse, ho dovuto levare da Hogwarts Demelza e gli altri perchè dovevo fare in modo che Ginny si ritrovasse senza i suoi vecchi amici, ma sola e in compagnia solo di Neville e di Luna, capi dell'ES. Lo so che questa è una specie di strage, ma Ginny deve ritrovarsi senza amici (mi dispiace!). 
Baci!

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Capitolo 64
*** Hogwarts, cara vecchia Hogwarts. ***


HOGWARTS, CARA VECCHIA HOGWARTS.


1° settembre, ore 10.17: la Tana non era più affollata come una volta, non era più caotica come i tempi in cui anche Ron, Harry ed Hermione erano lì per andare a scuola insieme. C'era solamente Ginny ed era di umore troppo tenebroso per sprizzare energia da tutti i pori come gli altri anni, senza contare il fatto che Bill e Fleur erano partiti la mattina presto per Villa Conchiglia e non ci sarebbero stati a King's Cross per darle un ultimo saluto. Una tristezza infinita veleggiava nella casa ma la ragazza fece il possibile per sconfiggerla, e anche se la famiglia evitava di dire il nome di Ron o degli altri due ragazzi... si percepiva lo stesso nell'aria. 
Nonostante le perdite e la distruzione interiore, era più guerriera che mai per portare la sua amata vecchia Hogwarts alla rivoluzione. 
"Dimenticato nulla?" chiese Ginny retoricamente, guardandosi intorno nella sua stanza vuota mentre i gemelli le sistemavano una piccola valigetta dei Tiri Vispi, per far si che la sorella li portasse ad Hogwarts e facesse vedere di che pasta era fatta. "Ho preso tutti i libri, le Penne Autocorreggenti e il manico di scopa... Arnold lo porto sulla spalla... quindi non ho dimenticato nulla. Ah, datemi quella valigetta: non vedo l'ora di usarla contro i figli dei Mangiamorte!" aggiunse, tendendo la mano. 
Fred e George erano in estasi e avevano un sorriso che andava da un orecchio all'altro. 
"Come crescono i pulcini" commentò George divertito, guardando la sorella con ammirazione mentre Fred le passava la valigetta. "Ascoltami, per quanto riguarda i passaggi segreti..." aggiunse, guardando nervosamente la porta come se si aspettasse di vedere comparire la madre da un momento all'altro per urlare loro contro, "ce ne sono solamente tre che Gazza non conosce o che crede di tenere strettamente sotto controllo per chissà quale motivo" 
"Uno sta sotto al Platano Picchiatore e porta dritto ad Hogsmeade, precisamente nella Stamberga Strillante" intervenne Fred, sottovoce.
"Un altro sta al quarto piano ma è franato" 
"E un altro si trova dietro ad una Strega Orba e porta nella cantina di Mielandia" 
"Sì, questo me l'avete detto. E gli altri quattro passaggi segreti?" insistette Ginny incuriosita, poggiando Arnold sulla spalla. 
"Gazza li conosce benissimo e fa rapporto continuo" rispose Fred, annuendo con fare saggio. "Perfino io e George non siamo riusciti a passare da lì. Non che non ci avessimo provato... ma è davvero molto difficile distrarre Gazza quando ci conosce bene da sospettare di noi" aggiunse. 
La ragazza annuì e non potè biasimare Mastro Gazza, nonostante lo detestasse con tutto il cuore. Prima che la mamma potesse entrare in camera e andare fuori di testa perchè i gemelli le avevano dato una grossa scorta di prodotti Tiri Vispi, chiuse velocemente il baule e lo mise a terra. Era soddisfatta: sapeva dei passaggi segreti e aveva il materiale giusto... adesso poteva perfino allearsi con Pix e con gli altri fantasmi! 
"E che cosa trovo nella valigetta?" chiese, mentre si infilava gli stivaletti rosso fuoco. 
Arnold fece il solito versetto simile a puurrrrrr e si contrasse, segno che era felice. 
"Nella valigetta trovi Pallottole Puzzole, Detonatori Abbindolanti" iniziò ad elencare Fred, gonfiando il petto con ardore. "I Detonatori sono perfetti per una fuga rapida o magari per creare un diversivo abbastanza convincente, ricordatelo. La Polvere Buiopesto Peruviana, che pure è utilissima per le fughe veloci... anzi, probabilmente è la migliore ma non possiamo garantire che anche tu veda quando fa buio quindi... ti consigliamo di utilizzare i Detonatori" 
"Abbiamo aggiunto anche una Palude Portatile e Merendine Marinare" aggiunse George fiero, strizzandole l'occhio. 
"Perfetto!" proclamò Ginny eccitata, trascinando il suo baule. "Potete fare l'incantesimo per il baule?" 
Fred annuì ed estrasse la bacchetta, ma in quel momento arrivò un grido rauco dalla cucina e i tre si guardarono atterriti: dato che erano sorvegliati, potevano aspettarsi veramente di tutto. Ma non sembrava che qualcuno fosse stato aggredito, non c'erano stati colpi o qualche altro rumore che facesse pensare il peggio. Un altro grido e i tre ragazzi decisero che forse era meglio intervenire: la madre aveva avuto un'ennesima crisi di nervi? 
"IN CUSTODIA AD UN ASSASSINO! NO! NON POSSIAMO!" 
"Cosa?" sussurrò George perplesso, mentre lui e i fratelli scendevano velocemente le scale. 
Ginny aveva corso così velocemente per le scale che Arnold era finita a terra, e continuava a saltellare come se non fosse successo nulla. In cucina, la madre era seduta su una sedia e tremava, mentre il marito tentava invano di tranquillizzarla; la Gazzetta del Profeta di quel giorno era poggiata sulla tavola, aperta. 
"Calmati, rilassati... ragioniamo" ripeteva Arthur. "Non possiamo evitarlo, ci sono anche gli altri professori ad Hogwarts" 
"Che cosa è successo?" chiese Ginny preoccupata, notando il pallore spettrale della madre e chinandosi per raccogliere Arnold dal pavimento. Nessuno si prese la briga di risponderle, così si avvicinò alla tavola e prese la Gazzetta del Profeta del mattino... spalancando la bocca davanti alla prima pagina e rendendosi appena conto che era proprio quella prima pagina che aveva quasi fatto venire un collasso alla madre. 

SEVERUS PITON
CONFERMATO PRESIDE DI HOGWARTS.

Una grossa foto di Severus Piton riempiva la prima pagina... ma la ragazza non ci poteva credere. Piton era stato confermato Preside di Hogwarts? Piton era davvero Preside? Piton al posto di Silente? PITON NELL'UFFICIO DI SILENTE?! Quell'assassino nell'ufficio del più grande Preside che Hogwarts avesse mai avuto... non era vero, non poteva assolutamente essere vero tutto quello. 
Ginny si ritrovò a balbettare senza ritegno. "Non importa, mamma. Gliela faccio vedere io a quell'ass..." 
"VUOI MORIRE ANCHE TU? NO, MI DISPIACE! TU NON TORNERAI AD HOGWARTS!" strillò la madre, balzando in piedi e puntando il dito contro la figlia. "Ti metteremo al sicuro da qualche altra parte e basta. Arthur, non puoi permettere che nostra figlia stia sotto il comando di quell'uomo!" 
La ragazza trasalì. "Ma mamma!" 
"Ascoltami" disse Arthur alla moglie, con una certa impazienza. "Ad Hogwarts ci sono gli altri insegnanti, che sono rimasti in quella scuola solo per proteggere gli studenti e quindi anche nostra figlia, non devi preoccuparti. Non può succedere nulla se ci sono loro, per favore... i Mangiamorte saranno qui a momenti con la macchina del Ministero, è troppo tardi per decidere di non mandarla ad Hogwarts. Capisci? Verremo arrestati o sbattuti ad Azkaban... o peggio!"
"C-come f-f-facciamo a restare qui c-con l'ansia che nostra f-figlia p-potrebbe..." 
"Non succederà mai, ci sono gli altri insegnanti" 
"Mamma, io voglio andare a scuola" disse Ginny decisa. "Sono al sicuro, papà ha assolutamente ragione: se ci sono gli altri insegnanti, che sono rimasti solo per noi studenti, non verremo toccati nemmeno con un dito. Ricordati, loro non vogliono versare sangue puro e noi siamo tutti Purosangue adesso" 
"Il suo ragionamento non fa una piega" disse Fred sincero. 
"Questa è una buona occasione per farla pagare a Piton" aggiunse George pimpante. 
"NO!" esclamò la madre, sgranando gli occhi. "Non puoi, non ti permettere... quello è un assassino!" 
"George scherzava, ama fare scherzi. Non a caso ha aperto un negozio di scherzi" intervenne Ginny velocemente, facendo l'occhiolino ai gemelli e mentendo con la madre per paura che davvero non la mandasse ad Hogwarts. George non scherzava, aveva ragione: quella era una buonissima occasione per farla pagare a quel brutto assassino di Severus Piton. 
Un rumore annunciò che la macchina dei Mangiamorte era arrivata; Arthur prese il baule della figlia e corse in cortile. 
Ginny si sentì carica e non vedeva l'ora di raggiungere la stazione per unirsi a Neville e Luna, per cominciare a chiacchierare con loro per quanto riguardavano le prossime mosse dell'ES e del nuovo regime di Piton. Non aveva paura, provava solamente un disgusto per quella situazione... per il fatto che davvero Severus Piton sarebbe stato ancora lì ad Hogwarts insieme a loro, rovinando tutto. 
"Oh, G-Gin..." mormorò la madre, stringendola in un abbraccio soffocante. "F-fai attenzione... s-stai attenta, ti s-scongiuro" 
"Sì, mamma. Non stare in pensiero per me, sono al sicuro lì ad Hogwarts" 
"N-non f-f-fare nulla di s-stupido..." 
"Certo che no, stai tranquilla e non preoccuparti per me" 
Suono impaziente di un clacson. 
"Quanto li detesto!" sibilò Ginny inferocita, deponendo la sua Puffola Pigmea nel taschino della giacca. Li detestava, li detestava con tutto il suo cuore... non vedeva l'ora di liberarsi finalmente di loro e della loro insulsa presenza da mancare il fiato. 
"Tutti dietro!" sbottò Rowle, indicando il sedile posteriore dell'auto. "Tranne te, ragazzina. Provate a fare i furbi e lei muore... andiamo" 




Materializzata sul binario nove e tre quarti, Ginny rimase incantata a guardare l'Espresso per Hogwarts scarlatto che si trovava davanti: aveva avuto il tempo di abbracciare per un secondo i suoi genitori e i gemelli e dire loro che sarebbe stata alla grande lì a scuola, prima che il Mangiamorte la spingesse oltre la barriera e la scortasse fin sopra al binario. 
La ragazza si accorse che c'erano altri Mangiamorte nella stazione che controllavano la situazione, e quella notizia non potè non disgustarla altamente. Stava ancora imbambolata a guardare il vuoto quando si accorse che stava come una scema ferma tra gli studenti che si spintonavano per entrare nel treno. Si mosse piano piano verso la locomotiva, con aria quasi assente, mentre molti ragazzi la salutavano con la mano o le facevano cenni col capo. 
Quando entrò nel treno per trovare posto, Luna Lovegood e Neville Paciock le corsero incontro. 
"Ehi!" esclamò quest'ultimo, stringendola in un timido abbraccio. "Oh, da quanto tempo!" aggiunse, mentre Luna si univa all'abbraccio di gruppo. 
"Noi non possiamo dire di non vederci da molto" disse Luna soave, facendo un sorriso. 
"Già, al matrimonio di mio fratello" ribattè la ragazza, sciogliendo l'abbraccio. 
"Vi siete viste quest'estate al matrimonio di tuo fratello? Come è andato?" chiese Neville incuriosito. 
"La prima parte bene, poi abbiamo avuto degli imbucati spiacevoli: Mangiamorte" 
Neville spalancò la bocca. "Davvero?" esclamò, mentre Luna indossava i suoi grossi Spettrocoli e guardava in aria. "Non ho capito bene, temo... mi stai davvero dicendo che i Mangiamorte si sono catapultati al matrimonio di tuo fratello e hanno rovinato tutto?" 
"E questo non è nulla" mormorò Ginny tristemente, annuendo. "Ma adesso sistemiamoci prima in uno scompartimento e poi parliamo, credo che il treno stia per partire. Mancano... esattamente cinquanta secondi" aggiunse, cominciando a muoversi verso la coda del treno dove i suoi amici avevano trovato un bel posto. 
Si incamminarono e sorpassarono vari scomparti; quasi tutti gli studenti schiacciarono il naso nei vetri per guardarli meglio, perchè durante l'ultimo periodo ad Hogwarts erano diventati davvero popolari e soprattutto perchè erano amici di Harry Potter. In realtà, Ginny era la ragazza di... ooops, la ex ragazza di Harry Potter e probabilmente i ragazzi quasi si aspettavano di vederli insieme passeggiare per il treno e trovarsi uno scompartimento tutto loro. Ma come potevano, quando il Ministero guidato da Voldemort in persona aveva messo una taglia sulla testa del ragazzo per cose da lui mai fatte e crimini mai commessi?
Quando il treno si mosse, i tre ragazzi stavano issando i loro bauli sulla rastrelliera. Neville depose la sua Mimbulus Mimbletonia sul sediolino e Luna ribaltò con decisione il Cavillo per immergersi nella lettura, con gli Spettrocoli sempre sul naso e la collana a tappi di Burrobirra che dominava il tutto. 
"Allora?" fece Neville impaziente, sistemandosi sul sediolino e tenendo gli occhi puntati sull'amica. 
"Beh..." cominciò lei, adagiandosi mollemente sul sedile e lasciando libera Arnold per lo scompartimento. "In poche parole, i Mangiamorte si sono impadroniti del Ministero e si sono catapultati a casa mia perchè erano sicuri di trovare lui, ma alla fine non l'hanno trovato perchè lui si è Smaterializzato in fretta insieme agli altri e i Mangiamorte hanno perquisito da cima a fondo casa mia..." 
"... rovinando il matrimonio" concluse Neville in un sussurro triste. "Mi dispiace, non avevo idea" 
"Neanche noi. I Mangiamorte ci hanno interrogati per ore" 
"Chiedevano domande su...?" 
"Sì, volevano sapere dove si trovava. Noi non lo sapevamo, ma non l'avremmo detto neanche sotto tortura" 
Arnold fece un versetto e Luna sorrise, dichiarando nuovamente che le Puffole Pigmee cantavano a Natale. 
"Non sanno che mio fratello sta con lui... abbiamo travestito il nostro demone in modo che faccia Ron malato di Spruzzolosi..." sussurrò Ginny sottovoce, guardandosi sempre intorno per vedere se qualcuno poteva origliare le loro conversazioni: ci mancava solamente che i loro segreti venivano sguinzagliati ai quattro venti e potevano dirsi esattamente morti. "I Mangiamorte l'hanno visto ma non hanno voluto avvicinarsi" aggiunse. 
"Quindi la vostra famiglia è protetta" intervenne Luna in aiuto, voltando una pagina del Cavillo. 
Ginny annuì e il suo pensiero andò al fratello e ai due ragazzi, lontani da loro e lontani da Hogwarts... stavano pensando a lei? Suo fratello era in pensiero per la famiglia? Harry si ritrovava a pensare a lei qualche volte oppure era troppo impegnato a fare congetture su piani per sconfiggere Voldemort piuttosto che volgere i suoi pensieri alla ex fidanzata. Sapeva che lei avrebbe continuato ad aspettarlo? Si aspettava che lei lo facesse? 
"Immaginavamo che Ron e Hermione stessero con..." sussurrò Neville con evidente eloquenza. 
"Sì, lui mi ha lasciata per proteggermi" disse Ginny mestamente, e sentì l'amico trattenere il respiro e Luna puntare i grossi occhi su di lei. "Nel vero senso della parola, mi ha lasciata al funerale di Silente. Ma gli sono fedele e continuerò ad esserlo, non posso arrendermi adesso" 
"Mi dispiace... è triste" commentò Neville malinconico, lo sguardo triste perso nel vuoto. 
Luna coprì la mano dell'amica con la propria. "L'ha fatto per te, combatteremo per lui e per tutti. Vedrai che quando tutto sarà finito sarete una famiglia, vi sposerete e avrete tre bellissimi bambini" cinguettò, con il suo solito tono pratico e sognante. 
I due ragazzi risero ma Luna sembrava davvero seria. 
"Comunque, parlando di cose davvero serie... Piton Preside: non possiamo permetterlo!" sbottò Ginny arrabbiata, ricordando solo in quel momento dell'argomento di cui tanto voleva parlare con i suoi amici. Loro esclamarono indignazioni mentre la ragazza cacciava dalla borsa la Gazzetta del Profeta di quel giorno, con la foto dell'uomo più disgustoso che avessero avuto la sventura di incontrare in prima pagina. 
"Mi sono arrabbiato tantissimo quando l'ho letto" disse Neville disgustato, afferrando il giornale e fissando la foto come se fosse cacca di drago. "Senti che cosa dice: sono lieto dell'opportunità di tenere alti i nostri più nobili valori e tradizioni magiche... ma guarda che idiota!" aggiunse. 
"Tenere alte le tradizione magiche... come commettere omicidi nel bel mezzo di un castello" disse Ginny amareggiata, mettendosi dritta a sedere. "Piton come Preside, Piton nello studio di Silente... vi rendete conto? Non possiamo permetterlo, dobbiamo fare qualcosa. Non possiamo starcene con le mani in mano!" 
"Sono d'accordo!" replicò Luna, serena ma con grandissima energia. 
"Mi sa che dobbiamo radunare di nuovo l'ES se dobbiamo sabotare il nuovo regime di Piton" intervenne Neville, più deciso che mai e Ginny vide una specie di orgoglio zampillare negli occhi dell'amico. "Avete ragione: non possiamo starcene con le mani in mano, dobbiamo dimostrare la nostra fedeltà a Silente, a Harry, Ron ed Hermione... dobbiamo agire in fretta!"
Chi l'avrebbe mai detto che il ragazzino paffuto e frignante sarebbe diventato un guerriero? Chi l'avrebbe mai detto che la ragazzina strampalata e sempre con la testa tra le nuvole sarebbe diventata una guerriera? Chi l'avrebbe mai detto che la piccola di casa Weasley sarebbe diventata una vera donna? 
"Dovremmo mettere di nuovo l'incanto Proteus sui finti galeoni" disse Luna convinta. 
"Ci pensi tu" disse subito Neville. 
"Sì" convenne Luna, chiudendo il Cavillo che mostrava una grossa foto di Harry Potter. 
Ginny aggrottò la fronte e si sporse in avanti, guardando bene la copertina del buffo giornale diretto dal padre di Luna Lovegood. La copertina mostrava una grossa foto del suo ex ragazzo con una grossa scritta ribella a caratteri cubitali. 

AIUTIAMO E SUPPORTIAMO
HARRY POTTER.

"Ti piace?" domandò Luna felice, vedendola così impegnata a fissare il Cavillo. "Mio padre dice che di questi tempi a tutti importa della cronaca, piuttosto che delle nuove scoperte sui Nargilli e sui Ricciocorni. Anche se è un peccato perchè quelle erano notizie davvero interessanti, mio padre ha deciso che dedicherà il Cavillo esclusivamente per la cronaca" 
"Ma è magnifico! Davvero!" esclamò Ginny colpita, aprendo il Cavillo e osservando attentamente la copertina. I grossi occhi verdi di Harry Potter parvero perforarla di nuovo da parte a parte... come accadeva in passato, in quel passato che loro avevano vissuto così poco e così in poca pace. I capelli corvini erano in disordine proprio come sempre e l'espressione era quella di sempre: malinconica, stanca. 
"Ma la foto è presa dal Profeta?" chiese Neville curioso, spiando al di sopra della spalla dell'amica per guardarla. 
"Sì, almeno attiriamo l'attenzione delle persone" rispose Luna tranquilla, afferrando il Cavillo che l'amica le porgeva. "Insomma, se papà inizia a scrivere della cruda verità in cui ci troviamo e articoli solamente dedicati ad Harry e alla sua innocenza, le persone che leggono e che sono confuse possono anche convertirsi e voltare le spalle al Ministero" 
Ginny non trovava le parole per descrivere tutto quello: era davvero una cosa bellissima da fare, era commossa. Certo, era pericolosissimo per Luna e per Xenophilius scrivere di Harry Potter in tempi infami come quelli ma era una cosa che faceva loro onore. Il ragazzo ne sarebbe stato lieto, gli avrebbe dato forza e speranza... magari se si trovava a leggerne una copia poteva constatare che le persone credevano in lui e che non si erano arrese. Perchè il Prescelto aveva dato loro la forza e la speranza, perchè lui stesso era simbolo di forza e speranza. 
"Sono davvero ammirato" disse Neville sincero, poi aggiuse: "Ma adesso bando alle ciance... dobbiamo discutere di come sabotare il nuovo regime di Piton" 




"Ginny..." la chiamò Luna. 
"Eh?" 
"Ti ha colpita un Gorgosprizzo? Ce ne sono tantissimi qui, anche Neville è stato una loro vittima" rispose Luna turbata, agitando un braccio in avanti come per mostrare agli altri che i Gorgosprizzi volavano tranquillamente tra di loro per confondere i cervelli. 
Ginny sorrise e scosse il capo, perchè era certa che le creaturine che poteva vedere solo Luna non potevano procurarle così tanta angoscia. Le ore erano passate con velocità sorprendente e i tre ragazzi le avevano passate discutendo di come mandare all'aria Piton, i Mangiamorte e il suo nuovo schifo regime che aveva infettato la loro scuola. Non appena era arrivata la donnina dei dolci si erano rimpinzati, dato che i tre credevano che sarebbero già stati molto fortunati se avessero messo piede ad Hogwarts quella sera stessa ricevendo la cena. 
Luna e Neville avevano continuato a chiacchierare ma Ginny si era chiusa in sè stessa, angosciata. 
"Chissà se Harry ha un piano anche per Hogwarts dopo che ha fatto quello che deve fare..." stava dicendo Neville, abbastanza pensieroso e con tono leggermente triste. "Se ha un piano anche per noi e per liberarci oppure si aspetta che possiamo benissimo cavarcela da soli" aggiunse, e la sua espressione si fece currocciata mentre addentava uno Zuccotto di Zucca. "Magari pensa che, dato che abbiamo la McGranitt e gli altri insegnanti... ma cos'hai?" 
"Niente" rispose Ginny velocemente, facendo un sorriso stiracchiato ma rassicurante all'amico. 
"Gin... sono sicura che loro ce la faranno, non stare in pensiero" disse Luna, con il suo tono calmo e rassicurante. 
"No, ma sento un'infinita tristezza... all'improvviso..." mormorò la ragazza, quasi con le lacrime agli occhi. 
"La sento anch'io" disse Neville mesto. "Cosa succede?" 
Luna puntò gli occhi pallidi fuori dal finestrino: in quel momento, era la più razionale dei tre. "Dissennatori" disse semplicemente, e rabbrividì visibilmente. "Hanno messo dei Dissennatori ai confini del castello... dovremmo essere vicini alla stazione di Hogsmeade" 
"Dissennatori?!" ruggì Ginny furibonda, balzando in piedi e affacciandosi al finestrino. Era vero: sagome nere incappucciate si muovevano nella notte, traendo respiri profondi e rochi... e togliendo l'allegria e la voglia di fare qualsiasi cosa a chiunque potesse anche solo avvicinarsi. "Che diavolo ci fanno qui dei Dissennatori? Che schifo è mai questo!" 
"Io non... ma che cosa succede?" sbottò Neville. 
Il treno aveva fatto una brusca frenata e ci furono delle urla: probabilmente si erano ritrovati tutti addosso ai compagni. Ma che cosa stava succedendo alla loro Hogwarts? Perchè i Dissennatori marciavano sul perimetro della scuola incutendo tristezza e terrore? 
"Credo che qualcuno stia salendo a bordo" sussurrò Luna, che rabbrividiva. 
"Cosa?" chiese Neville, sgranando gli occhi e agitandosi ulteriormente. 
"Qualcuno? Qualcuno come i Dissennatori?" fece Ginny preoccupata, mentre guardava fuori dal finestrino e udiva delle grida. "Oh, credo ci siano anche dei Mangiamorte... sentite? Dissennatori e Mangiamorte nel territorio di Hogwarts, mi viene da vomitare!" 
Le luci si spensero quando i Dissennatori entrarono nel treno e i ragazzi iniziarono a respirare sempre più profondamente, agitandosi. Era come tanti anni prima, come quando tutto il mondo magico credeva che Sirius Black fosse un assassino, quando invece era solo un uomo buono che aveva vissuto gli anni della sua vita ad Azkaban per crimini mai commessi ed era stato ucciso dalla stessa cugina. Era come tanti anni prima... quando il terrore era parte delle loro vite. 
"Non siamo arrivati alla stazione di Hogsmeade" sussurrò Luna. 
"Controllate lì dentro! E nell'ultima carrozza!" risuonò una voce possente da fuori. 
I tre ragazzi si scambiarono delle occhiate quando un Mangiamorte entrò nel loro scompartimento, seguito da un Dissennatore. 
"Non attaccare. Nomi?" chiese il Mangiamorte, che aveva una voce rauca e rozza e il viso completamente coperto da una maschera dorata. 
"Neville Paciock, Ginevra Weasley e Luna Lovegood" rispose Neville per tutti e tre. 
"Weasley... mmh... e tuo fratello dove sta?" sbottò il Mangiamorte. 
"A casa con la Spruzzolosi" rispose Ginny tranquillamente, fissando l'uomo con evidente odio e rancore. "Ma voi dovreste saperlo bene, no? Avete controllato personalmente quando avete fatto irruzione a casa mia rovinando il matrimonio di mio fratello" 
Il Mangiamorte parve soddisfatto. "Buon anno ad Hogwarts" disse ironico. Uscì dallo scompartimento dei tre ragazzi e dopo che ebbero atteso per un paio di minuti, il treno riprese la sua corsa verso la stazione di Hogsmeade. 
"Buon anno ad Hogwarts?" ripetè Ginny arrabbiata, sputando quelle parole come se fossero veleno. "Gliela faccio vedere io a quei grandissimi..." Luna coprì le orecchie di Arnold per non fargli sentire l'enorme parolaccia che aveva detto l'amica. "Come diavolo si è permesso di fare dell'ironia? Non vedo l'ora di mettere piede in quel castello per fare qualcosa!" 
Dire che era arrabbiata era poco. La verità era che si sentiva montare dalla collera, che bruciava dentro di lei... la rabbia era zero in confronto a ciò che provava la ragazza: le avevano portato via tutto e provava solamente disgusto per tutto quello. Non riusciva a mantenere la calma di fronte a tutto quello. L'abbandono di suo fratello e delle due persone a cui teneva più al mondo, i Mangiamorte che avevano puntato la sua famiglia e che potevano fare loro del male in qualsiasi momento... quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. 
"Calmati, loro vogliono questo: imprimere sulle persone rabbia e paura" disse Luna ragionevole. 
"Io non ho paura!" s'inalberò Ginny subito, che naturalmente era terrorizzata. 
"Sì, certo che hai paura. E' normale aver paura" la corresse l'amica, così pacata che pareva stesse discutendo delle previsioni del meteo. "Tutti abbiamo paura, non nascondere questo sentimento. Anche i coraggiosi hanno paura, siamo coraggiosi anche se abbiamo paura" 
Ginny fece per protestare ma annuì, perchè naturalmente Luna aveva ragione. 
"Tra pochi minuti: stazione di Hogsmeade" nel treno echeggiò la solita voce femminile. 
"Meglio prepararci" incalzò Neville. 
I tre ragazzi si preprarono, indossarono le loro tuniche e scesero velocemente dal treno, dove ad incontrarli non era Hagrid ma un manipolo di Mangiamorte. Questi urlarono ai ragazzini del primo anno di disporsi in fila e di seguirli mentre altri seminavano il panico tra gli studenti più grandi, ordinando loro di stare fermi fin quando loro non davano il segnale di andare alle carrozze. 
"Voi, perquisite i loro bauli!" ordinò un Mangiamorte agli altri. 
Ginny sbuffò: di sicuro la valigetta dei Tiri Vispi sarebbe finita nell'ufficio di Gazza e lei avrebbe dovuto fare di tutto pur di prenderla. L'anno scorso era stata perquisita ma non in quel modo: Gazza le aveva passato solamente un Sensore Segreto addosso e sul baule che rilevava Magia Oscura ma con i Mangiamorte che frugavano nella loro roba... anche una valigetta di scherzi poteva definirsi pericolosa e Oscura per loro. 
"Primo anno!" esclamò la voce di una donna. "Primo anno! Muovetevi! MUOVETEVI! Gli altri... nelle carrozze!" 
"Diamoci una mossa" brontolò un Mangiamorte, spingendo i ragazzi più grandi verso le carrozze. 
"Sappiamo camminare da soli, grazie" sbottò Ginny irritata, dato che un uomo le aveva preso il braccio come se non fosse in grado di camminare da sola. Ma non era l'unica, ovviamente. "E credo anche di riuscire a vedere ancora le carrozze. Grazie" 
L'uomo dirignò i denti ma non disse nulla: quello era decisamente un bel modo per cominciare l'anno scolastico. 




Non appena avevano varcato la soglia del castello, tutti si accorsero che niente era più lo stesso e che c'era qualcosa che non andava. I Mangiamorte avevano già imposto la loro personalità ad Hogwarts, che non era più luminosa, allegra e ricca di candele come una volta ma piuttosto era buia, tenebrosa e trascurata. Quello che un tempo era un castello accogliente come una casa ma allo stesso tempo sicuro come una fortezza era diventato un luogo tetro e pericoloso. Non si vedevano in giro fantasmi, armature e quadri, che di solito auguravano agli studenti un buon anno scolastico. I quadri che erano stati risparmiati se ne stavano in religioso silenzio e li osservavano come se fossero impauriti, altri (che erano quadri nuovi) ridacchiavano e si beffavano di loro. 
Hogwarts, cara vecchia Hogwarts... che cosa è successo? 
"Tra pochi minuti inizia lo Smistamento" sussurrò Neville dando un colpetto all'amica, che si era incantata a guardare il cielo nero sopra le loro teste. 
"Ma hai notato che ci sono molte facce nuove?" chiese Ginny incuriosita, che stava allungando il collo per vedere meglio cosa succedeva.
"Sì, ho notato che ci sono anche studenti più grandi che devono essere Smistati" rispose Neville pensieroso. 
"Sono gli studenti che prima venivano educati in casa e che adesso sono costretti a frequentare" intervenne Seamus, facendo un sorriso di saluto ai due. "Ehi, ragazzi. Come vi va la vita? La McGranitt ha appena dato indicazioni a me e Calì... siamo i nuovi Prefetti di Grifondoro" 
"Nuovi Prefetti?" ripetè Neville. 
"Sì, dato che Ron ed Hermione non ci sono hanno dovuto sostituirli" disse Calì, con tono meno allegro degli altri anni. 
Lavanda sospirò sonoramente al nome di Ron e poggiò la guancia sul pugno, mettendo il muso. Mentre Neville chiacchierava con Seamus e Calì, Ginny osservò la professoressa McGranitt mettere il Cappello Parlante sullo sgabello, ma il suo sguardo si posò sul tavolo degli insegnanti dove i professori sedevano con aria assai malinconica, mentre i due Mangiamorte assunti come insegnanti ghignavano. La ragazza riconobbe l'uomo perchè aveva combattuto contro di lui la notte in cui era morto Silente: lui la voleva morta. Severus Piton sedeva sulla sedia simile ad un trono appartenuta ad Albus Silente e aveva un'espressione indecifrabile sul volto pallido e appuntito. 
"Allen Peter!" chiamò la McGranitt e un ragazzino biondo avanzò verso il Cappello, a cui non era stata concessa la filastrocca. 
"Serpeverde!" disse il Cappello. 
"Anderson Jake!" 
"Serpeverde!" 
"Barker Melinda!" 
"Serpeverde!" 
"Ehm... troppi Serpeverde..." borbottò Calì. 
"Noi Grifondoro ci siamo estinti" aggiunse Lavanda.
"Collins Jessica!" 
"Corvonero!" 
"Ellis Morgana!" 
"Tassorosso!" 
"Green Eddie!" 
"Grifondoro!" 
Alla fine della cerimonia dello Smistamento ci furono più Serpeverde di quanti ce ne fossero stati in passato, come se la cosa potesse divertire i Mangiamorte. Ben quattordici bambini che dovevano frequentare il primo anno furono Smistati in quella casa, sei in Tassorosso, cinque in Corvonero e otto in Grifondoro. Tutti si accorsero della cosa ma non dissero nulla. Ci fu anche un secondo Smistamento per i ragazzi più grandi che i Mangiamorte avevano obbligato a frequentare Hogwarts, piuttosto che venire istruiti a casa loro o in un'altra scuola meno prestigiosa come quella: ovviamente, Voldemort voleva tenere tutta la popolazione magica sotto controllo e ci stava riuscendo. 
"Jackson Cassie!" chiamò la professoressa e Cassie, una ragazza dai capelli nerissimi che poteva avere quindici o sedici anni, avanzò verso il Cappello. 
"Grifondoro!" disse il Cappello e Cassie si unì a dei festanti Grifondoro. 
"Prince David!" 
Un quindicenne dai capelli biondissimi fu Smistato nei Tassorosso, insieme ad un altro ragazzo leggermente più piccolo. Un altro paio di ragazzi finirono in Grifondoro e il resto in Serpeverde e Corvonero; di nuovi Tassorosso ce n'erano solamente due.
E lo Smistamento finì e Piton si alzò in piedi, ma non allargò le braccia come faceva il loro vecchio Preside. Non fece nulla per richiamare il silenzio, perchè tutti si erano zittiti anche solo vedendo la sua figura che si alzava dalla sedia: sembrava un morto. 
"Benvenuti ad un nuovo anno ad Hogwarts" disse la voce milliflua di Piton, senza alcun entusiasmo ma piuttosto annoiata. "Credo che dobbiate aspettare per la cena, ho bisogno che ascoltiate gli annunci che ho da dire. Innanzitutto, vorrei mettere in chiaro che quest'anno non sarà come tutti gli altri anni..." 
"Come se non ce ne fossimo accorti" borbottò Seamus ironico. 
"Gli oggetti che sono vietati in questo castello sono aumentati. Ci saranno perquisizioni mensili per ognuno di voi e..." 
"COSA?" esclamarono Neville e Seamus. 
"Perquisizioni mensili?" sbottò Ginny infuriandosi, squadrando il loro nuovo Preside con odio. "Mensili, poi... come se fossimo criminali come loro!"
"E per quale motivo?" 
"Di che perquisizioni si tratta?"
"Si tratta di perquisizioni mensili che, se i Grifondoro non smetteranno di protestare, diventeranno settimanali" rispose Piton e i ragazzi tacquero. "Benissimo, vedo che avete captato il mio messaggio. Capirete presto che da quest'anno non verranno tollerate le scorrettezze che il nostro vecchio Preside era solito tollerare e quindi ci saranno regole più severe, in modo che a chi non le rispetti può essere punito in modi che nemmeno vi dico" 
Quasi tutti gli studenti rabbrividirono. 
"Il nostro vecchio Preside era troppo buono con coloro che non rispettavano le regole, quest'anno verrà insegnato agli studenti che chi non rispetta le regole verrà punito severamente. Ad ogni vostra azione, spetterà una mia reazione... a voi la scelta" 
"Io scelgo di ammazzarti nel sonno" sibilò Ginny arrabbiata, facendo schioccare le nocche. 
"Adesso, lasciate che vi presenti i nuovi membri del corpo insegnanti" riprese Piton pigramente, sempre con la solita espressione indecifrabile. "Primo: diamo il benvenuto ad Alecto Carrow che insegnerà Babbanologia, che sarà una materia obbligatoria a partire da questo momento" borbottii confusi e sconcertati dalla platea studentesca. "Secondo: Amycus Carrow invece sarà il vostro insegnante di Arti Oscure. Oltre ad insegnarvi le rispettive materie saranno responsabili della disciplina, mi aspetto che siate rispettosi e ubbidienti altrimenti andrete incontro a grossi guai" 
"Dove sta la professoressa Burbage?" chiese una ragazzina del quarto anno. 
"Perchè ha detto Arti Oscure e non Difesa?" 
"Benissimo, per adesso è tutto. Buon appetito" concluse Piton annoiato, e si sedette mentre i piatti d'oro si riempivano. 
"Cosa sta succedendo? Perchè Babbanologia è obbligatoria?" chiese Neville perplesso, iniziando a servirsi dell'acqua. 
"Non ne ho idea, ma stanno proprio facendo le cose per bene qui" rispose Ginny mesta, chinando il capo e osservando le nuove pietanze: ce n'erano più del solito e la ragazza immaginò che i poveri elfi domestici nelle cucine erano stati spaventati tanto farli cucinare senza sosta. "E quest'anno impareremo Arti Oscure, non Difesa contro le Arti Oscure. Babbanologia obbligatoria... sai, non credo che la professoressa Burbage si sia davvero dimessa" aggiunse, tremando di rabbia. 
"E cosa allora?" chiese Lavanda Brown. 
"L'avranno costretta" disse Seamus. 
Ginny sospirò. "Hogwarts, cara vecchia Hogwarts... cosa ti hanno fatto?" 






Angolo autrice
Salve a tutti, spero che questo capitolo vi piaccia perchè ci ho messo tantissimo per farlo e soprattutto ci ho messo il cuore. Eccoci ad un nuovo anno ad Hogwarts senza il trio! I Mangiamorte ormai dominano tutto e l'atmosfera non è come una volta. Ho messo Ginny, Neville e Luna ad interagire tra di loro per tutto il viaggio perchè nel settimo libro è scritto chiaramente: "Era certo che Ginny, Neville e Luna erano seduti nello stesso scompartimento, e forse si chiedevano dove fossero lui, Ron e Hermione, o discutevano la maniera migliore per sabotare il nuovo regime di Piton." ed è proprio quello che i ragazzi hanno fatto. Il fatto che ci siano più Serpeverde non è un caso e il fatto che vengono Smistati anche ragazzi più grandi dimostra che la situazione non è delle migliori e che Voldemort ha fatto davvero le cose per benino. 
Baci a tutti!

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Capitolo 65
*** Inizia un caotico anno scolastico. ***


INIZIA UN CAOTICO ANNO SCOLASTICO.


Il mattino successivo, Ginny si svegliò infastidita dal sole che penetrava attraverso le tendine scarlatte del suo letto a baldacchino, proprio come il suo primo giorno lì ad Hogwarts. Tutto intorno a lei sapeva di solitudine, di abbandono... e non riusciva proprio a sopportarlo. Quasi immaginava di vedere Demelza spuntare da dietro alle tendine per svegliarla e dirle che non doveva assolutamente fare ritardo il primo giorno di scuola con Vick che protestava, ficcando la testa sotto al cuscino. Ma non c'era nulla di tutto questo. Solo Alice e Rose che dormivano e la ragazza nuova di Grifondoro che si preparava velocemente. 
Ginny non si era neanche alzata dal letto che Cassie Jackson era scappata via. 
Quando la ragazza arrivò in Sala Grande, Luna e Neville chiacchieravano allegramente al tavolo dei Grifondoro.
"Ehi ragazzi" disse Ginny cupamente, insinuandosi tra i due amici e soffocando un grosso sbadiglio. Non aveva tanta voglia di parlare, anche perchè le mancavano terribilmente i suoi vecchi amici e provava un'angoscia incredibile e una fitta dolorosissima al petto. "Come mai siete così... ehm... di buon umore?" aggiunse, sbuffando per la grande quantità di cibo che si trovava davanti e che gli elfi domestici erano stati costretti a preparare. 
"Notizie bellissime da parte di... guarda" disse Neville con un sorriso mentre Luna canticchiava una canzoncina.
Ginny prese la Gazzetta del Profeta che l'amico le porgeva, quasi strappandogliela dalle mani. 

INTRUSI AL MINISTERO CREANO IL CAOS
NATI BABBANI IN FUGA.

La mattina del due settembre si sono verificati eventi strani al Ministero della Magia, eventi dannosi per l'intera popolazione magica. Si pensa che dietro ci siano i parenti dei cosiddetti Nati Babbani, pronti a tutto pur di portare via i loro cari che hanno rubato la magia e darsi alla macchia. 
"A dir poco deplorevole!" s'idigna un nostro dipendente, incontrato stamane presto che tentava di mettere ordine nell'atrio. "Ci sono prove schiaccianti sul fatto che se non hai un parente mago tra la famiglia, tu, Nato Babbano, hai rubato la magia! Devi solamente presentarti all'interrogatorio e sperare che nel tuo albero genialogico ci sia un parente mago!"
C'è chi si sottolinea le norme per i Nati Babbani e chi, come un'anziana strega del Wizengamot, sbraita contro di essi e contro gli intrusi.
"Ma chi si credono di essere? Si saranno messi d'accordo!"dichiara la strega, che sembra arrabbiata col sistema. "Deve essere andata così: i parenti dei Nati Babbani sono penetrati nel Ministero per recuperarli. Ma è davvero uno schifo! Azioni così non si sono mai viste all'interno di un Ministero!"
Siamo caduti davvero in basso ma il nostro Ministro della Magia rimedierà in fretta a tutto questo caos che si è creato, dettando severissime regole che potrebbero perfino costare la vita a coloro che non le rispettano. 
"Mi par, ovviamente, giusto ammettere altri leggi decisamente più rigide" si giustifica Pius O'Tusoe, il Ministro."Se nel Ministero accadono atti di ribellione del genere non devo far altro che fermare la popolazione magica e i loro atti di vandalismo. Quindi, come vostro nuovo Ministro della Magia, prometto di riportare questo tempio di tolleranza alla sua precedente gloria. Pertanto, ogni cittadino continuerà a sottoporsi a queste valutazioni. E ricordate: non avete nulla da temere se non avete nulla da nascondere"

Un uomo alto e dalla faccia scura era in piedi davanti ad una statua di marmo che raffigurava dei Nati Babbani, sormontati da un enorme trono sul quale sedeva un mago; accanto al Ministro vi era Dolores Umbridge. Ginny non sorrise a quella notizia, ma provò un moto di sollievo e sentì il cuore decisamente più leggero di quanto non lo fosse mai stato: non aveva bisogno di rivolgersi agli amici per capire che in quella storia c'entravano Harry, Ron ed Hermione. 
"Perlomeno sappiamo che stanno bene, che stanno combattendo per salvare noi e quei poveri Nati Babbani" mormorò Ginny rincuorata, continuando a fare colazione con una sorta di armonia che le veleggiava nel petto. "Stanno bene e stanno lottando, adesso tocca solamente a noi. Se questo articolo ha voluto darci un messaggio, dobbiamo esserci anche noi qui sopra per dare un messaggio a loro" e premette l'indice sulla prima pagina del giornale. 
"Sì, io e Neville stavamo pensando di trovare un modo per radunare l'ES" disse Luna soave. 
"Giusto! Cominciamo a radunare l'ES... ma come?" 
"In modo vistoso" rispose Neville convinto. 
"Certo, appendiamo uno striscione da stadio in Sala d'Ingresso e lasciamoci beccare" ironizzò la ragazza, facendo ridacchiare Luna e Neville. "No, hai ragione. Dovremmo trovare un modo vistoso per radunarli tutti... ma non dobbiamo farci scoprire" 
"Ne parliamo dopo, va bene? Arriva la McGranitt..." le avvertì Neville. 
Luna augurò loro una buona colazione e fluttuò verso il tavolo dei Corvonero, prima di suscitare sospetti da parte degli insegnanti. La McGranitt era molto più scura in volto e pareva arrabbiata, e non arrabbiata come gli altri anni ma arrabbiata con il vero senso della parola: furiosa, disgustata. Gli altri insegnanti chiacchieravano pochissimo tra di loro e sedevano rigidi, guardando solamente il loro piatto; Alecto e Amycus Carrow parevano divertirsi un mondo e sghignazzavano a voce alta e stridula, fissando tutti gli studenti con una bella dose di malignità in volto; Piton mancava all'appello. 
"Gli orari di oggi, Paciock" disse la professoressa McGranitt, mettendo tra le mani di Neville gli orari del settimo anno. "Weasley... gli orari del sesto anno. Ah, si sono appena iscritti un paio di ragazzi per la squadra di Grifondoro stamane, fammi sapere quando hai intenzione di fare i provini per la squadra" aggiunse. 
"Va bene, professoressa" rispose la ragazza, consultando gli orari di quel giorno. 
"Gli orari del quinto anno, Vane! E quelli del terzo per te..." 
"Chi hai alla prima ora?" chiese Neville curioso, dando un altro morso al suo pane tostato. 
"Pozioni con il vecchio Luma. E tu?" 
"Erbologia" 
"Tu sei il migliore del corso in Erbologia" osservò la ragazza, facendo arrossire l'amico. 
"Me la cavo..." si schermì lui. "Oh, la campanella! Ci vediamo dopo?" 
"Sì, dobbiamo anche parlare di come fare per radunare l'Esercito" disse Ginny sottovoce, mentre si alzava e raccoglieva tutta la sua roba e l'orario. 
Neville annuì e sorrise. "Mi è venuta un'idea" disse. 




"Che cosa ne hai fatto del tuo innamorato? Si è dato alla macchia per la codardia?" 
"Sola soletta, lenticchia?" 
"Io so che il fidanzatino è fuggito, battendosela in ritirata... bel Grifondoro! AH!" 
Le risate dei Serpeverde echeggiarono nella testa della ragazza, che si sentiva il viso bollente. 
"Mi parlate di codardia... voi!" sbottò Ginny furibonda, marciando verso di loro nella segreta vuota e respirando con grande fatica. Alcuni studenti del sesto anno di Corvonero entrarono nell'aula, ma Lumacorno ancora non era presente. "Voi mi venite a parlare di codardia, voi che non sapete nemmeno da che parte stare perchè avete troppa paura. Vergognatevi" aggiunse, e diede loro le spalle. Poi si accorse di aver mancato qualcosa e disse, voltandosi per guardarli: "Ehi, Selwyn... salutami quel Mangiamorte di tuo padre e digli che fare il servo di qualcuno non è poi un così bel mestiere" 
Selwyn, che in un attimo si era fatto rosso o quasi verde dalla rabbia, le urlò contro: "Come diavolo ti permetti, lenticchia pidocchiosa? Quel Mangiamorte di mio padre insieme al Signore Oscuro non ci metterà nulla a schiacciare come una formica te, la tua famiglia di poveracci e il tuo odioso fidanzatino di merda!" 
Ci furono risatine e proteste scandalizzate da parte di alcuni studenti ma Ginny affondò velocemente la mano nella tunica ed estrasse la bacchetta, puntandola contro il Serpeverde. In un attimo la segreta si riempì di lampi di luci rosse e bianche, mentre le bacchette della ragazza e di Selwyn fendevano l'aria. 
"Smettetela!" esclamò una voce esasperata. 
Astoria Greengass venne avanti e afferrò rapidamente il braccio della ragazza per impedirle di colpire Selwyn, spingendola da un lato della stanza. L'incantesimo del Serpeverde rimbalzò sul pavimento con uno scintillio e fortunatamente non colpì niente e nessuno. 
"Cristo santo, Ginny... è solamente quel deficiente di Selwyn" 
"Che cos...? E da quando mi chiami per nome?" si stupì Ginny, fissando con occhi sbarrati la Greengass. 
Giustamente, nel mezzo di una battaglia ti stupisci se la Greengass ti chiama per nome... uno dei tanti motivo per cui non sei a Corvonero.
Astoria arrossì visibilmente. "Non vale la pena mettersi contro di lui, credevo di avertelo già detto l'anno scorso. Ti metterai nei guai" sussurrò sempre con quel tono esasperato, mentre Lumacorno entrava nella segreta e ordinava allegramente a tutti di sedersi ai proprio posti. 
"Tu non hai sentito cosa ha detto" 
"Ho sentito, ma non vale la pena finire nei guai per questo. Credimi" 
"Ma da che parte stai?" 
Astoria si limitò a fissarla come se quella domanda l'avesse sconvolta e non rispose. Ginny rimase a braccia conserte, a guardare di rimando la ragazza: le aveva salvato le chiappe da una punizione gravissima due volte... e ancora non riusciva a capire da che parte stava. Chi era la vera Astoria Greengass? Una parte di Ginny era propensa a credere che Astoria fosse cambiata, ma l'altra parte... insomma, Astoria Greengass era pur sempre una serpe! 
"Signorine, prendete posizione, forza! Unitevi alla signorina Loovegood, lì in fondo. Jackson, tu puoi lavorare con loro tre" disse Lumacorno sereno. 
Le due ragazze si guardarono intorno, notando che tra il caos generale che avevano fatto a causa del Serpeverde si erano lasciate sfuggire tutti i posti. Ginny non voleva sedersi accanto ad Astoria e alla nuova arrivata, voleva parlare da sola con Luna del loro primo piano per radunare l'Esercito di Silente ma non ebbe alcuna scelta e obbedì al professor Lumacorno. Scaraventò la cartella sopra al banco con una certa stizza e la nuova arrivata le puntò gli occhi verdi addosso, mentre si avvicinava timidamente al banco con il timore che Ginny potesse scaraventare via anche lei. Astoria sbuffò e Luna fece un piccolo sorriso incoraggiante.
"Allora, come ti chiami?" chiese Luna alla nuova arrivata, in tono molto curioso e vivace. 
Lei sorrise. "Cassie" rispose. 
"Io sono Luna, mentre lei..." Luna diede un colpetto di gomito all'amica. 
"Eh? Ah... sono Ginny, piacere mio" borbottò la ragazza impacciata, mentre metteva a posto la sua roba sul banco e guardava in cagnesco i Serpeverde dall'altro lato della sala, ringraziando il cielo che non erano capitati proprio a tiro di bacchetta. 
"Astoria" disse l'altra, in tono abbastanza annoiato. 
Cassie annuì con un lieve sorriso, poi guardò il professor Lumacorno senza degnarle di uno sguardo. 
"Prima avevi un insegnante privato?" insistette Luna pimpante, ignorando l'apaticità della nuova arrivata. 
"Sì, poi questa scuola è diventata obbligatoria" rispose Cassie. 
"Sai come deve essere difficile per te, adesso" 
Tanto per essere originali, Cassie sorrise di nuovo e rivolse di nuovo tutta la sua attenzione al professore. 
"Ehm... spero tu ti trova bene qui ad Hogwarts" aggiunse Ginny incoraggiante, dato che Cassie sembrava di umore stranissimo e non voleva assolutamente metterla in soggezione. O forse l'aveva fatto scasualmente? Aveva appoggiato la sua roba sul banco così delicatamente che a momenti il banco si spezzava in due. Forse Cassie aveva di sicuro pensato in che diavolo di scuola era capitata o soprattutto in che classe e con qualielementi. 
Cassie fece cenno di sì col capo. "Sicuro" disse, alzando gli angoli della bocca. 
"La Bevanda della Pace... iniziamo?" domandò Luna soave, sfregandosi le mani e sorridendo a Cassie. 
Si misero in opera per fabbricare quella Pozione, e più passava il tempo più Ginny si rendeva conto che Cassie doveva avere qualche problema di salute: non solo era incredibilmente magra, ma aveva anche ombre scurissime sotto agli occhi e la carnagione pallidissima, quasi verdognola. I lunghi capelli neri le ricadevano flosci sulle spalle e gli occhi verdi erano spenti ma attenti. 
Alla fine della lezione, nonostante i futili tentativi di Luna di inserire Cassie nella conversazione che avveniva tra di loro (anche Astoria fu coinvolta molto nella conversazione, con gran disappunto di Ginny), la nuova arrivata salutò cortesemente tutti -con un gran sorriso, si capisce- e corse via per la prossima lezione. Quando Luna si voltò per fissare l'amica, Ginny fece spallucce: quella nuova ragazza non le stava molto simpatica, anzi, non aveva praticamente fatto nulla per inserirsi nel nuovo gruppo e rendersi simpatica ai loro occhi. Ma forse era timida, forse ci voleva del tempo. 
"Ha l'accento americano, viene da fuori" intuì Ginny perpicace, fissando la chioma nerissima di Cassie che si allontanava. La seguì di buon grado, per avviarsi alla lezione successiva con Luna che le trotterellava di fianco. "Magari non le piace molto questa scuola, magari preferiva essere istruita a casa piuttosto che stare qui a contatto con le persone. Non mi sembra molto loquace, sai" 
"Mmh, ha uno sguardo così triste... quella ragazza si nasconde dietro ad un sorriso" 
Ginny riflettè, soppesando quell'ipotesi. "Forse è timida, deve ambientarsi" 
"Oh, non so... ha gli occhi così persi. Comunque, perchè hai fatto a botte con i Serpeverde?" chiese Luna interessata, lasciando perdere l'argomento Cassie. Il resto della classe sembrava immerso nelle chiacchiere, e Astoria camminava a pochi metri di distanza dalle due ragazze e le osservava tristemente. 
"Non ho fatto a botte con i Serpeverde. Io e Selwyn ci siamo sfidati a duello, ma..." la ragazza abbassò la voce, "la Greengass mi ha trattenuta" 
"E ha fatto bene, non bisogna attaccare, neanche quando ti offendono. Sei troppo impulsiva, Gin" 
"Scusa tanto se mi ha minacciata" sbottò Ginny irritata, a denti stretti. 
"Non dovresti lasciarti subito sopraffare da una minaccia, loro vogliono solamente questo" 
Ginny si impose di non rispondere, mentre entrava nell'aula di Incantesimi. Il professor Vitius li accolse a braccia aperte ma ormai la mente della ragazza galoppava altrove e pensò che quello era decisamente un modo caotico per iniziare la giornata. 




"Luna crede che Astoria abbia fatto bene" stava raccontando Ginny a Neville, con i nervi che erano già stati messi duramente alla prova quella mattina. Era sera e i tre ragazzi stavano chiacchierando in Sala Grande, estraneandosi dalla massa e sedendosi in fondo alla tavolata Grifondoro per la cena. "Ma io non sono d'accordo" aggiunse, come se non fosse già comprensibile. "Insomma, non resterò di nuovo con le mani in mano mentre loro offendono la mia famiglia e il mio fidanzato" 
Gli occhi di Luna brillarono. "Per questo ti dicevo! Ignorali" disse semplicemente. 
"Facile" commentò la ragazza ironica, fissando Neville come in cerca di un sostegno morale. Di un qualsiasi sostegno. 
"Forse Luna ha ragione. Sei troppo arrabbiata col mondo, Gin" sussurrò l'amico in fretta, prima che lei potesse in qualche modo aggredirlo e fargliela pagare per aver appoggiato Luna e non lei. "Lo siamo anche io e Luna, ma i commenti dei Serpeverde non ci toccano più ormai. Adesso abbiamo nemici più seri con cui combattere, non possiamo perdere tempo a sfidare a duello un manipolo di serpi idiote" 
"Se mi stai dicendo che devo..." 
"No" la interruppe Neville, mentre Luna faceva dei disegnini col cibo e sorrideva. "Non ti sto dicendo di non reagire, ma di farlo con calma" 
"Da che pulpito viene la predica!" sbuffò Ginny infastidita, ficcandosi una grossa cucchiaiata di porridge in bocca e inclinando il capo. "Quando ti ho incontrato alla terza ora volevi ridurre in mille pezzettini quei due cretini di Tiger e Goyle... e vieni a dirmi di stare calma?" 
Neville rise. "Lo ammetto, ero arrabbiato. Ma non ho fatto nulla" 
Ginny alzò gli occhi al cielo. "Va bene, hai vinto. E comunque Astoria mi ha fermata" 
"Astoria... non era quella bulletta di Serpeverde, fidanzata con Draco?" chiese Neville perplesso, allungando il collo per guardare il tavolo di Serpeverde. "Sì, è lei... sta sempre insieme a Draco e si baciano sulle labbra. L'anno scorso era sempre felice" aggiunse. 
"Sì, me ne sono accorta. In passato era una bulletta, adesso non so che le prende" 
"Forse è l'amore" suggerì Neville ridacchiando. 
"O magari è dalla nostra parte" disse Luna seria, con un tono davvero molto convinto. "Se è da un paio di anni che ha smesso di fare la bulla, qualcosa in lei è scattato. Forse sta dalla nostra parte ma ha timore di farlo sapere in giro perchè è una Serpeverde e la sua famiglia è dalla parte dei Mangiamorte. Non deve essere molto felice in questo periodo, è felice solo quando sta con Draco. Non hai visto come ci guardava a fine lezione?" 
"Luna, va bene fare congetture su Cassie ma su Astoria Greengass no" disse Ginny ragionevole, fissando l'amica e lanciando uno sguardo a Neville. "Non può stare dalla nostra parte neache se lo vuole perchè le famiglie di Serpeverde Purosangue sono così, manipolano i figli e lei non potrebbe ribellarsi" 
"Ma è così triste, Gin... dovresti vederla quando non è con il fidanzato..." sussurrò Luna desolata, spiando il tavolo Serpeverde dove Astoria Greengass sedeva da sola e in compagnia solamente del suo grosso piatto di porridge. 
"Non possiamo sapere se è davvero dalla nostra parte, non mi fido di lei. Ma poi... Draco ha lasciato la Parkinson?" 
"Draco Malfoy è un altro ragazzo che non sta avendo scelta, proprio come Astoria Greengass. Per questo vanno d'accordo, hanno tanto in comune!" esclamò Luna, battendo le mani per far capire il concetto ai due amici. 
Ginny non era molto convinta, non riusciva a capire: il discorso di Luna filava e filava benissimo, ma non riusciva proprio a fidarsi di un ragazzo che aveva fatto di tutto per uccidere Silente non fregandosene di quante vittime avrebbe potuto fare prima di arrivare a lui e di una ragazza che aveva passato la vita a deriderla e a sottolineare il suo stato Babbanofilo e da poveraccia. Provava troppa rabbia per lasciare spazio alle decisioni che le sussurrava il cuore, e Luna lo sapeva. 
"Ne riparliamo, Luna... va bene?" 
"Sì, magari quando metterai da parte l'orgoglio e il rancore" le sorrise Luna, coprendo la mano dell'amica con la propria. 
Ginny si sentì leggermente a disagio. "Benissimo, adesso parliamo di cose più serie: come fare per entrare in azione. Neville, avevi detto che avevi pensato ad un piano per reclutare seguaci nel nostro Esercito... dico bene?" 
"Eh?" fece Neville distrattamente, che aveva alzato la mano per salutare la graziosa Hannah Abbott di Tassorosso. "Sì, avevo un idea. Sì... ehm... ve la dico..." iniziò a balbettare, segno che era abbastanza nervoso. "Avevo pensato di agire stasera, mentre tutti dormono. Nessuno si aspetta che qualcuno potrebbe infrangere le regole dal primo giorno di scuola, quindi lo faremo noi e recluteremo finalmente l'ES" 
"Agire di notte? Non male!" approvò Ginny vivacemente e Luna annuì, sorridendo. 
"Sì, scriveremo un avviso su un muro con della vernice" aggiunse Neville. 
Qualche secondo di silenzio. 
"Vernice?" 
"Sì, Gin. Scriviamo una specie di messaggio in codice con della vernice" 
"Uhm..." la ragazza pensò inconfondibilmente al suo primo anno, quando si era ritrovata sporca di vernice e non sapeva come, quando si era ritrovata ad obbedire agli ordini di Tom Riddle senza che lei se ne accorgesse e aveva usato proprio della vernice. "Va bene, ma io non scrivo nulla. Ehm... quella roba non la prendo in mano, sto di guardia. Sì, per salvaguardare la nostra missione..." aggiunse, ambiguamente. 
"Bell'idea!" approvò Luna soave. 
"Sì?" fece Neville, arrossendo in zona guance. 
"Sì" 
Ginny sorrise e si sfregò le mani. "Bene, e con questo la prima fase del piano è quasi completata!" 




Alle tre di notte, la sveglia di Ginny suonò facendo un gran baccano e lei la spense con un colpo fulmineo di bacchetta: era ora di entrare in azione. Si alzò velocemente dal letto e infilò le scarpe sotto al jeans, dato che si era addormentata direttamente con i vestiti che aveva indossato durante la cena. Le sue compagne di dormitorio grugnirono nel sonno ma non si svegliarono, quindi la ragazza potè uscire cautamente dal dormitorio. 
Per le scale incontrò Neville, vestito di punto come lei. 
"Eccoti, stavo venendo a chiamarti" disse Neville a bassa voce. 
"Non potevi. Le scale femminili si trasformano in uno scivolo quando qualche ragazzo prova a salirle" 
"Davvero?" 
"Sì, Ron una volta è caduto" annuì Ginny divertita, ricordando la volta in cui Vick gliel'aveva raccontato con tanto di ricchezza di particolari. "Ehm... forse è meglio che ci muoviamo, Luna porta la vernice e ci aspetta vicino alla Sala Grande. Speriamo non sia stata beccata, la sorveglianza dovrebbe essere stretta" 
Fu con cuore in gola che i due ragazzi sgattaiolarono in Sala Comune per uscire fuori, sperando di non essere stati troppo rumorosi e di non aver dato agio ai loro compagni di dormitorio di agitarsi. Luna li avrebbe aspettati sicuramente fuori alla Sala Grande, con un grosso barattolo di vernice che non si sapeva da dove provenisse, pronta per imbrattare i muri della scuola. 
"Dove credete di andare a quest'ora della notte?" sbottò la Signora Grassa non appena li vide, incrociando le braccia al petto schiacciato dal corpetto e sbuffando di impazienza. "Santo cielo, questi ragazzi non fanno che mettersi nei guai e io stavo appena lasciando il quadro per andare a zonzo! Dopo non potete più tornare su alla Torre di Grifondoro, lo sapete? Io vado via! Fine della storia, addio, ciao!" 
"No! Signora Grassa, la prego..." supplicò Neville, rivolgendosi alla donna del riquadro con le mani conserte. "Aspetti dieci minuti, massimo venti"
"Venti minuti qui a non far nulla? Non se ne parla! Almeno cinque!" decretò la donna. 
"Cinque?" ripetè Ginny infastidita, che non vedeva come potessero fare tutto in cinque minuti quando ce ne avrebbero messo almeno quattro solamente per arrivare fuori dalla Sala Grande. "E va bene" acconsentì, lanciando uno sguardo eloquente a Neville. "Grazie lo stesso, Signora Grassa. Ah, ma lo sa che è proprio dimagrita? Ormai il soprannome Grassa non le si addice. Segue qualche dieta speciale a base di verdure?" aggiunse, cercando di adularla. 
La Signora Grassa arrossì e si fissò le mani grassocce. "Oh, beh... sì, seguo una dieta speciale" rise, come una bambina alla quale promettono un grosso sacchetto di caramelle. "Come hai fatto ad accorgertene? Credevo di non essere dimagrita neanche qualche chilo... ma forse è l'effetto della tela. D'accordo, per adesso posso rimanere fin quando non avete finito di... ehi, non ho finito! Non si corre nei corridoi!" 
Ma Ginny e Neville si erano già allontanati di molto, correndo a perdifiato nei corridoi e controllando nervosamente che qualcuno non spuntasse alle loro spalle. O almeno che Gazza o Mrs Purr non spuntassero alle loro spalle, portandoli immediatamente dai Carrow. Chissà cosa avrebbero fatto i Carrow se avessero trovato tre studenti fuori dal letto il primo giorno di scuola... e la Signora Grassa ci era cascata come una pera alla storia della dieta. 
... ma davvero i quadri si mettevano a dieta, adesso? 
"Luna!" esclamarono contemporaneamente i due ragazzi, vedendo Luna che arrivava di corsa in pigiama e con un secchio di vernice tra le mani. 
"Perchè sei in pigiama?" chiese Neville perplesso, a bassissima voce. 
"E perchè porti le scarpe da ginnastica sotto al pigiama?" aggiunse Ginny divertita, fissando la strana figura di Luna. 
"Sono sonnambula, per questo a letto porto sempre le scarpe. Se mi beccano, calo nella parte" cinguettò Luna, facendo un gran sorriso agli amici. "Oh, siete voi che sarete in grossi guai se vi beccano... sapete, la storia del sonnambulismo non credo funzioni anche con voi" 
"Sei sonnam...?" cominciò Neville sgranando gli occhi, ma fu interrotto. 
"Lascia perdere, piuttosto muoviamoci" tagliò corto Ginny in fretta, fissando la vernice rossa con una certa titubanza. "Ehm, voi scrivete... mentre io faccio la guardia qui..." aggiunse, allontanandosi leggermente dagli amici e spiando a destra e sinistra per vedere se qualcuno li avesse uditi. "Forza, via libera!"
Neville e Luna presero i pennelli, e lasciarono gocciolare della vernice a terra mentre imbrattavano il muro della Sala d'Ingresso. Avevano concordato sul luogo e sul testo da scrivere durante la cena, così non avrebbero perso tempo quando si fossero ritrovati lì a fare scritte ribelli sui muri di Hogwarts. La Sala d'Ingresso era l'ideale per far leggere qualcosa a qualcuno: se dovevi andare in Sala Grande dovevi passare per la Sala d'Ingresso, se dovevi uscire dovevi passare per la Sala d'Ingresso e se dovevi raggiungere qualche aula dovevi passare per la Sala d'Ingresso. In pratica, tutta Hogwarts avrebbe letto quella scritta. 
Quando i due ragazzi ebbero finito di scrivere, fecero un passo indietro e Ginny li affiancò, sorridendo orgogliosa. 

 

ESERCITO DI SILENTE: IL RECLUTAMENTO E' ANCORA APERTO.








Angolo autrice
Questo è solamente un capitolo in cui si introducono le cose ad Hogwarts e il nuovo regime di Piton. Il personaggio di Astoria Greengass sarà importantissimo per la trama, quindi aspettatevi sempre che lei intervenga e stia sempre in mezzo tra il nostro nuovo trio protagonista. Cassie Jackson è un personaggio nuovo che non sarà importantissimo per questa storia ma sarà comunque un bel personaggio, dato che aiuterà psicologicamente Ginny e sarà una compagna di confessioni. Ma più tardi racconteremo la sua storia. Per il resto, credo che il capitolo sia chiaro: i ragazzi intervengono e imbrattano i muri della Sala d'Ingresso. Ah, e Luna è in pigiama. 
Un abbraccio!

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Capitolo 66
*** Babbanologia, Arti Oscure e imprevisti. ***


BABBANOLOGIA, ARTI OSCURE E IMPREVISTI.


Il mattino successivo fu un miracolo entrare in Sala Grande per la colazione: i Carrow avevano bloccato il passaggio e sbraitavano contro Gazza e contro tutti, cercando in tutti i modi di far scomparire la grossa scritta rossa a colpi di bacchetta. Ovviamente, solamente loro non sapevano che le scritte di vernice non andavano via con la magia, ma gli studenti ne avevano fatto ricordo grazie all'avvenimento della Camera dei Segreti (purtroppo!). E così, Gazza fu costretto a stare tutta la mattinata con la spugnetta impregnata di Solvente Magico di Nonna Acetonella a strofinare sulle scritte, che proprio non volevano andare via. 
"Siete stati geniali" sussurrò Seamus a colazione, che era raggiante e non vedeva l'ora di frequentare di nuovo le lezioni. "Noi ci arruoliamo subito, soprattutto perchè oggi abbiamo Difesa contro le... ehm... volevo dire Arti Oscure e basta... e dobbiamo vedercela con quel caprone di Carrow" 
Ginny sorrise. "Daremo filo da torcere a quel simpaticone" disse, socchiudendo gli occhi con un'espressione divertita sul volto. 
"Avete visto come era arrabbiato?" rabbrividì Lavanda, che guardava nervosamente l'ingresso dove fratello e sorella litigavano. 
"Sì, sputacchia dappertutto" rise Neville.
"Non avreste dovuto farlo" disse Calì severa, scuotendo il capo. "Gli insegnanti ci stanno guardando male perchè sanno che ci siamo noi dietro tutto questo!" 
"Calì, è stata un'idea semplicemente geniale! Gli insegnanti non ci denunceranno" ribattè Seamus convinto, rassicurandola. "Solo perchè adesso un Prefetto non vuol dire che devi essere un'insopportabile perfettina che odia infrangere le regole, come stai facendo. Guarda che non ci stiamo ribellando per divertimento!" 
Ginny alzò le sopracciglia e si voltò piano verso Seamus, capendo subito che aveva detto qualcosa di offensivo per Calì. Infatti, la ragazza si fece tutta paonazza e corse via dalla tavolata Grifondoro, prendendo Lavanda per un braccio e sibilando parole molto poco eleganti e decisamente non nel suo linguaggio. 
"Ehm... forse ho esagerato" borbottò Seamus. 
"Direi" convenne Neville. "Dai, basta che le vai a parlare. E fallo adesso, le ragazze odiano non essere al centro dei pensieri dei ragazzi" aggiunse, sorridendo. 
"EHI!" protestò Ginny divertita, dando uno scappellotto all'amico mentre Seamus raggiungeva Calì fuori dalla sala. "Comunque, Calì e Lavanda si arruoleranno lo stesso... sono sicura che hanno a cuore questa scuola quanto noi. E Luna mi ha detto che i Corvonero hanno subito aderito e... guarda, ci sta salutando" 
I due ragazzi risposero al saluto di Luna e capirono che non poteva spostarsi dal suo tavolo, altrimenti sarebbe parso sospetto. 
"Secondo te gli insegnanti ci denunceranno?" chiese Neville, fissando intensamente il tavolo in fondo alla sala.
"No" rispose immediatamente la ragazza, dato che il pensiero del contrario le faceva girare disgustosamente lo stomaco. "Insomma, sanno benissimo che ci siamo dietro noi ma non ci denunceranno perchè i Carrow sono Mangiamorte e loro vogliono solo la nostra sicurezza. Non so, forse Piton potrebbe cantare... ma non si trova qui a scuola. Da ieri, se ci penso bene" 
"Chissà dove sta..." mormorò Neville. 
In ogni caso, la mattinata trascorse abbastanza tranquilla, tra varie lezioni e parecchie crisi di nervi da parte di alcuni studenti del quinto anno che avrebbero dovuto affrontare i GUFO quell'anno. Ma tutto sommato la mattinata trascorse bene e i ragazzi del sesto anno ebbero anche due ore buche di seguito: una cosa meravigliosa per chi non l'ha mai provata in tutti gli anni che ha trascorso ad Hogwarts. In quelle ore libere, Ginny e Luna si divertirono molto a provare sulle monetine l'Incanto Proteus che Hermione aveva utilizzato due anni fa e chiacchieravano della nuova stretegia di azione. 
Poi Ginny dovette salutarla, per andare a lezione di Babbanologia... 
"I due Carrow in un pomeriggio con i Serpeverde, credo di preferire la quadrupla ora della McGranitt" sussurrò Ginny rivolta a lei stessa, prendendo posto nell'ultimo banco libero accanto a Cassie Jackson. "Cielo, quest'aula non sarà mai più la stessa senza la professoressa Burbage... tutta Hogwarts l'adorava, è un peccato che sia andata via" aggiunse, mentre Cassie la fissava molto interessata a ciò che diceva nonostante lei stesse parlando da sola. 
Cassie fece per dire qualcosa quando la porta si spalancò e Alecto Carrow avanzò nella stanza, ghignante e con l'aria di chi avrebbe fatto passare i guai peggiori di tutta l'esistenza agli studenti. A Ginny vennero i nervi a fior di pelle solamente guardo la sua figura altera e insopportabile, ma si impose di restare calma almeno per tenerle testa e fissarla negli occhi neri pieni di odio, segno che non aveva paura di lei. 
"Quando suona la campanella voglio vedervi tutti in classe, non sparsi per i corridoi" disse Alecto acidamente, richiamando all'ordine un paio di ritardatari che avevano fatto il loro timido ingresso dietro di lei. "Esigo ordine, disciplina e rispetto: se dico una cosa, siete obbligati ad obbedirmi. Siamo intesi?" 
Nella classe risuonarono affermazioni di assenso; i ritardatari mormorarono le loro scuse. 
"Benissimo!" Alecto si mise dietro alla cattedra, guardandoli tutti con ferocia mentre apriva un registro. "Come ben sapete, Babbanologia è diventata una materia obbligatoria per tutti perchè abbiamo ritenuto necessario istruire tutti gli studenti. Chi ha seguito già i corsi su questa materia, deve ben sapere che lo studio della Babbanologia di quest'anno sarà totalmente diverso da quello a cui siete abituati" aggiunse, facendo un versetto di scherno. 
I ragazzi non capivano cosa Alecto volesse dire. 
"Dunque, il motivo per cui questa materia è diventata obbligatoria è uno: il caos al Ministero" continuò Alecto, godendosi l'effetto delle sue parole e guardando i ragazzi del sesto anno come si aspettasse di venire contraddetta. "Quest'anno c'è stata davvero parecchia confusione al Ministero della Magia e si ritiene che molti Nati Babbani abbiano rubato la magia ad un mago, cosa assolutamente spregevole. Impareremo da questo momento a studiare il loro vile comportamento e i vari affronti che abbiamo dubito noi maghi dal sangue puro da parte dei Babbani" 
Ginny strinse i pugni: che sciocchezza era mai quella?! 
"Siamo sicuri che noi maghi abbiamo subito degli affronti da parte dei Babbani?" chiese la ragazza aggressiva, con tutto il coraggio che avesse in corpo e con il sangue che cominciava a bollirle in testa. Tutte le teste dei ragazzi si voltarono verso di lei; Alecto strinse le labbra, puntandole addosso gli occhietti acquosi. 
"Gli studenti alzano la mano quando vogliono parlare nella mia classe!" sbottò la donna, balzando in piedi. "Tu chi sei?" 
"Ginny Weasley. E non credo che i Babbani ci abbiano fatto degli affronti" 
Alecto rimase per un attimo a contemplarla, poi sorrise troppo affabilmente. "Davvero?" sussurrò, con voce mielosa. "Beh, non mi sorprende che molti di voi non sappiano la verità. Quei disgustosi Babbani hanno realmente fatto del male a persone dal sangue puro come noi e voi dovete saperlo, io sono qui per questo. Bene, proseguiamo la lezione! E non voglio interruzioni durante la mia ora" aggiunse, sfoderando la bacchetta per spaventare i ragazzi. 
Con la voce di Luna che le echeggiava nelle orecchie facendo raccomandazioni, Ginny non reagì. 
"L'insegnamento di questa materia è stato preoccupantemente confuso dagli altri insegnanti, che invece di mettere in guardia gli studenti, si accingevano a spiegare gli usi e i costumi dei Babbani e il modo in cui noi maghi avremmo potuto convivere con loro. O magari accoppiarci" stava dicendo Alecto, nel silenzio tombale che era calato in classe dopo l'intervento della ragazza. "Cosa del tutto sbagliata, direi. Il Ministero della Magia ha ritenuto necessario che Babbanologia debba essere una materia che mette in guardia i maghi dalla feccia dal sangue sporco che, purtroppo, ci circonda" 
Ginny strinse nuovamente e si montare di rabbia, ma non intervenne. Di nuovo. 
"Cominciamo con l'appello" disse Alecto. 
L'appello proseguì in modo tranquillo, ma durò pochissimo perchè i ragazzi del sesto anno erano di meno rispetto agli altri anni. Per iniziare la lezione, Alecto distribuì alla classe delle piccole schede da compilare e quelle schede erano lungi dall'essere benevoli. Sembrava tipo un test di medicina sul gruppo sanguigno dato che la parola sangue era ripetuta dappertutto. Ma davvero sottoponevano agli studenti a "test" del genere?
"Pensate bene a cosa scrivere, avete trenta minuti. Cominciate" disse Alecto, controllando l'orologio. 
La scheda si strutturava in due parti: la parte personale e la parte che riguardava la materia. I ragazzi si misero sotto e compilarono sconcertati le loro strane schede, e quando furono passati trenta minuti esatti Alecto appellò le schede e quelle atterrarono sulla sua cattedra, pronte per essere valutate. Ginny sorrise: aveva scritto un mucchio di sciocchezze sulla sua scheda, per ribellarsi e opporsi a quel nuovo ordine. 

1. Nome e cognome: Ginny Weasley. 
2. Stato di sangue: AB rh positivo, ma non ne sono molto sicura. 
3. Che lavoro svolge tuo padre? Impiegato al Ministero della Magia. 
4. Che lavoro svolge tua madre? Casalinga. 
5. C'è qualche Sanguesporco nella tua famiglia? No. 
6. Cosa ne pensi dei Sanguesporco? Niente. 
7. Credi che i Sanguesporco debbano essere allontanati dai maghi Purosangue? Non comprendo. 
8. Hai mai conosciuto qualcuno dallo stato di sangue inferiore a Purosangue? Sì. 
9. Hai già seguito corsi di Babbanologia? Sì. 
10. Se sì, scrivi la motivazione e descrivi in modo dettagliato le tue conoscenze in merito: Ho scelto di seguire i corsi di Babbanologia perchè mi interessava il mondo dei Babbani ed ero curiosa di scoprire come vivevano senza l'utilizzo della magia, cosa che ammiro molto. So molte cose al riguardo, so come fanno i Babbani ad accendere il fuoco e come riescono a comunicare senza Metropolvere o via Patronus: loro usano i cellulari, e a mio avviso sono stati geniali. Credo che un giorno comprerò un iPhone 4s o un Samsung di ultima generazione, proprio come i Babbani. 
Mentre Alecto dava uno sguardo alle schede e commentava, talvolta con stizza e talvolta soddisfatta, i ragazzi restavano all'erta e si guardavano tutti, sussurrando ansiosi cose come: "Ehi, cosa hai scritto alla numero 6?" oppure "Tu avevi fatto Babbanologia prima?" o ancora "Ma alla settima domanda cosa diavolo si doveva scrivere?" 
"... e mi hai colpito moltissimo, complimenti Harper" stava dicendo Alecto, con un gran sorriso. 
"Grazie, professoressa. I miei genitori hanno parlato sempre bene di lei e suo fratello" ribattè Harper, entrando nella fase di adulazione. 
Alecto fece un cenno d'intesa col Serpeverde e ridacchiò. "Bene, passiamo alla prossima scheda. Weasley..." disse, iniziando a ghignare come una matta. Ginny attese impaziente, mentre di nuovo tutti gli occhi della classe si posavano su di lei e i Serpeverde facevano gesti osceni con le mani, e man mano il ghigno di Alecto si afflosciava sempre più. 
Sembrava nera di rabbia... o forse era accertato che lo fosse? 
"Che cavolo significa?" sbraitò all'improvviso, facendo trasalire l'intera classe e provocando scompiglio. Si alzò da dietro alla cattedra e la raggiunse, sbattendole la scheda sotto il naso. "VOLEVI FARE LA SPIRITOSA CONSEGNANDOMI LA SCHEDA IN QUESTO MODO, WEASLEY?" aggiunse, dirignando i denti e assumendo un'espressione orribile e di puro odio. 
"No" ribattè Ginny tranquillamente, mentre gli occhi Astoria si spostavano da lei ad Alecto. 
"Ah, ma veramente?" sbottò Alecto, sottolineando l'odio in ogni parola che pronunciava mentre i suoi occhi mandavano lampi. "I Weasley sono la vergogna dei Purosangue, non potevo aspettarmi niente di meglio dalla figlia di un idiota che lavora nel reparto più pidocchioso del Ministero... il reparto dei Babbani!" aggiunse, facendo una grossa risata folle e incendiando la sua scheda con un colpo di bacchetta. 
"MIO PADRE NON E' UN IDIOTA!" urlò Ginny infiammandosi, sovrastando il suono della campanella e balzando in piedi per fronteggiare Alecto. Nella classe non si sentiva volare una mosca; nessuno osava alzarsi dalla sedia per uscire dalla classe e andare alla lezione successiva. 
La donna dirignò nuovamente i denti, puntandole la bacchetta contro. "Come osi rivolgerti a me con questo tono?" strillò, gli occhi sgranati. "Brutta Babbanofila che non sei altro! Dovevano impedire anche te di venire ad Hogwarts, sei come tutti i Sanguesporco più disgustosi!"
Ginny sorrise. "Anche Voldemort è un Sanguesporco, lo sa?" 
Molti trattennero il respiro e capirono immediatamente che la ragazza si era spinta oltre. Anche lei se ne accorse, ma era troppo tardi. Un lampo di luce arancione scaturì dalla bacchetta di Alecto e Ginny si ritrovò la parte inferiore della guancia e il labbro completamente zuppo di sangue, che scendeva copioso sui vestiti. 
"COME HAI OSATO PRONUNCIARE IL NOME DEL SIGNORE OSCURO?!" strillò Alecto, lasciandosi sfuggire un gemito e toccandosi l'avambraccio. Prese la ragazza per i vestiti e la scaraventò lontano, contro la porta dell'aula. "Lurida Babbanofila... come hai osato pronunciare il suo nome?" aggiunse, ansimando come se avesse corso e mettendole le mani al collo. 
La classe iniziò a protestare, o meglio... i Grifondoro iniziarono a protestare. I Serpeverde ridacchiavano, tranne Astoria. 
"La smetta, professoressa!" 
"Ha commesso solamente un errore, la lasci andare!" 
"COME-HAI-OSATO?" insistette Alecto ignorando gli altri, e le sue grida si sarebbero potute sentire anche in Perù. 
Ginny sentiva il suo alito caldo addosso e le unghie di lei conficcarsi nel collo, ma non si mostrò spaventata anche se lo era: doveva tenerle testa, soprattutto davanti ai suoi compagni. Proprio quando la donna scrollò ancora di più la ragazza, si sentì una specie di vibrazione alla porta: qualcuno stava cercando di forzarla per entrare e probabilmente quel qualcuno era un insegnante. Oppure no? 
"Apra, Alecto! Apra subito questa porta!" 
La voce della McGranitt risuonò nell'aula silenziosa. Alecto rallentò la presa, spinse via la ragazza e aprì la porta. 
"Sentivo delle urla..." si giustificò la McGranitt, lanciando uno sguardo ai ragazzi nella classe e notando immediatamente che qualcosa non andava. "Alecto, devo ricordarle di non dover fare violenze fisiche ai miei studenti? Mi pareva di averlo già detto a lei e a suo frat..." 
"Non mi interessa quello che dice lei!" sbottò Alecto esasperata, pulendosi il sudore dalla fronte con un gesto rozzo. "Ha osato pronunciare il nome del Signore Oscuro, e il nome del nostro Signore è un tabù per tutti voi! Potrebbe piombare qui, potrebbe punirci perchè questa feccia ha osato pronunciare il suo nome! Non mi interessa quello che dice lei, Minerva McGranitt... questa qui verrà nell'ufficio del Preside con me e subirà le conseguenze" 
Alecto marciò verso la ragazza e la prese per il cravattino, spingendola fuori dalla classe costringendola a muoversi, nonostante lei tentasse di scrollarsi di dosso la donna. La ragazza non provò neanche a scappare dalla presa di Alecto Carrow: sapeva che non aveva altra scelta e patire per ciò che aveva detto e che aveva fatto. Era stato stupido, ma non riusciva a sopportare nulla di quella donna. Quasi quasi, era stata contenta di aver messo fine in quel modo la lezione, anche se le sarebbe costata veramente cara. No, non era affatto pentita, infondo qualcuno doveva iniziare quella rivolta e reagire era utile: dava agli altri coraggio e speranza. Lo notava sempre quando era Harry a farlo...
Le due camminarono per un paio di minuti, inseguite dalla voce disperata della McGranitt mentre si facevano largo tra la calca di studenti che dovevano raggiungere le classi, e sparirono in fretta dietro ad un arazzo rosso e dorato, arrivando a destinazione: il gargoyle di pietra di guardia all'ex ufficio di Silente riconobbe Alecto e fece una specie di cenno. 
Alecto scoprì l'avambraccio, mostrando il Marchio Nero che fungeva come parola d'ordine. "Ecco fatto, stupido colosso di pietra! Adesso spostati!" sbraitò, ma la statua di pietra si stava già spostando per lasciarle passare. "Qui dentro nessun insegnante idiota ci vedrà, quella vecchia balorda della McGranitt non si farà venire le ulcere per difenderti e tu subirai una punizione come si deve. Oh sì... pronunciare il nome del Signore Oscuro... la pagherai molto cara" aggiunse, eccitata nonostante ansimasse come se avesse corso. 
Ginny cercò di divincolarsi, magari avrebbe potuto temporeggiare: l'avrebbe sul serio pagata cara e nell'ufficio del Preside non c'era nessuno. Oppure... 
"Severus!" esclamò Alecto, sorpresa quanto la ragazza di ritrovare Piton in ufficio. "Non sapevo che..." 
"Alecto" ribattè Piton seccato, mentre con uno svolazzo del mantello si sedeva dietro ad una scrivania di legno. "Contrattempi sono sopraggiunti. Tu, piuttosto... che cosa ci fai qui? Ti avevo ordinato di non entraremai qui dentro se non per un'emergenza, e non mi pare che questa sia un'emergenza" 
Ginny non aveva proprio voglia di guardare Piton negli occhi, era meravigliata dalla stanza. Non era mai stata nell'ufficio del Preside e da quel che poteva notare, Piton non aveva imposto la sua personalità alla stanza... ed era davvero molto strano. Insomma, adesso l'ufficio apparteneva a lui e secondo i canoni di Piton quel posto avrebbe dovuto essere cupo, oscuro... perchè non si era preso la briga di modificare quella stanza così splendente e gioiosa? 
I ritratti sussurravano tra di loro e fissavano Piton, che sembrava agitato. 
Alecto abbassò lo sguardo. "Minerva McGranitt ha tentato di ostacolare la punizione di questa ragazza" disse, squadrandola. "Si è ribellata alle mie norme e ha pronunciato il nome del Signore Oscuro. Ho dovuto precipitarmi qui in modo che nessuno intervenisse, sembrava il luogo giusto" 
"Capisco, in effetti ho sentito il Marchio bruciare. Bene, provvedo io a lei" disse Severus Piton con calma, e Alecto uscì immediatamente dalla stanza. 
Quando la porta si chiuse alle spalle della donna, Ginny finì di seguirla con lo sguardo e deglutì: che cosa le avrebbe fatto Piton? Se era stato capace di uccidere Albus Silente, il più grande mago di tutti i tempi, come avrebbe fatto una ragazzina di appena sedici anni a difendersi da lui? Si accorse di sudare per l'agitazione, e non riuscì a mantenere il contatto visivo con Piton. 
"Non mi potevo aspettare niente di meno da te, Weasley. Proprio come i tuoi fratelli, proprio come il tuo presunto grande amore..." sussurrò Piton beffardo, e ogni parola che pronunciava aveva un enfasi diversa. "Credete di essere i migliori se infrangete le regole? Credete di essere coraggiosi?" 
"Siamo coraggiosi. E io non ho infranto nessuna regola" replicò la ragazza, con un nodo in gola. 
Distolse nuovamente lo sguardo da Piton e sgranò gli occhi per la sorpresa: la spada di Godric Grifondoro si trovava proprio davanti a lei, nella teca accanto alla scrivania del Preside! Quella spada serviva ai tre ragazzi per la loro missione, se ne era quasi dimenticata che ne avevano un disperato bisogno... non poteva averla Piton! Dovevano prenderla, dovevano escogitare un modo. 
A Ginny parve che il ritratto di Silente le avesse fatto l'occhiolino. 
"Sei un'impertinente molto fortunata" disse Piton, ignorando il suo stupore. "Ho parecchie cose da fare al momento, a differenza di molti il mio tempo è limitato e se ti do ascolto perdo solo tempo prezioso e oggi non mi va proprio. Meglio se sparisci in fretta"
Ginny non se lo fece dire due volte: con un ultimo sguardo alla teca dove si trovava la spada di Godric Grifondoro e senza avere il coraggio e la voglia di guardare Severus Piton di nuovo negli occhi, uscì in fretta dallo studio, meditando su cosa avesse di tanto importante da fare Piton per non darle una punizione e per non fargliela pagare cara. 
Qualcosa non quadrava... 




"... e mi ha lasciata andare, capite? Mi ha lasciata andare! A che gioco sta giocando?" 
"Andiamo! Ovviamente il suo Signore gli ha chiesto di fare qualcosa di importante, non poteva perdere tempo con te" ribattè Neville come se fosse ovvio, scrollando le spalle e ficcandosi una cucchiaiata di pasta in bocca. "La notizia della tua ribellione con Alecto e della mia con Amycus ha fatto il giro della scuola" aggiunse, cambiando radicalmente argomento. 
"Sì, vi siete anche beccati bei taglietti profondi" fece Luna pensierosa. "Sono preoccupata per voi, dovreste pensare ad altro quando loro parlano" 
"Tu ci riesci benissimo, Luna. Noi no" rispose Neville, che esibiva anche un labbro gonfio a causa della lezione con Amycus di quella mattina. 
"Comunque, non è da lui non farla pagare agli studenti... capite? Non è da Piton!" obbiettò Ginny per la decima volta di seguito, a bassa voce. 
"Ma se aveva parecchio da fare è ovvio che ti ha lasciata andare" ripetè Neville, con tutta la pazienza che avesse in corpo. 
"Non è normale, Neville! Non puoi negarlo!" 
"Aspetta un attimo. Mi stai davvero dicendo che Piton ha fatto il buono?" 
"NO!" esclamò Ginny immediatamente, chiaramente offesa dall'accusa dell'amico nei suoi confronti. I ragazzi vicini trasalirono a causa di quell'improvvisa esclamazione, ma la ragazza li ignorò. "Sto solo dicendo che non è da lui, magari non so... sta solamente giocando, facendo un complotto. Questa faccenda è troppo strana, senza precedenti. Piton... ma capite di chi stiamo parlando?"
Neville sgranò gli occhi e la ragazza abbassò lo sguardo: cosa stava tentando di dire all'amico? Stava davvero insinuando che Piton giocava a fare il buono? O che magari lo fosse davvero? Non voleva dire quello, voleva solamente dire che la faccenda di Piton era stranissima. Lui era così strano, così poco comprensibile...
"No, hai ragione, aveva faccende importanti da svolgere" sussurrò Ginny affranta, dando ascolto alla parte disgustata da quell'uomo. Quella disgustata dall'attacco a Silente che aveva provocato la sua morte e la perdita dell'orecchio di suo fratello George, quella disgustata dalla persona che Hogwarts aveva come Preside... quella disgustata dalla figura di Severus Piton. "Ero su di giri, questa faccenda mi ha totalmente scombussolata" aggiunse, mandando giù il suo pranzo e sorseggiando del succo di zucca. "E poi quella spada di Godric Grifondoro nella teca... non mi ha fatto capire nulla!" 
"La spada di Godric Grifondoro?" ripetè Luna confusa, il boccone a mezz'aria. 
"Che cosha scentra la fpada?" fece Neville sconcertato, con la bocca piena di cibo. 
Ginny si schiaffò una mano in fronte a causa della sua sbadataggine e spiegò brevemente agli amici la faccenda della spada, che serviva ad Harry, Ron ed Hermione e che il Ministero non aveva potuto lasciarla come oggetto del testamento di Silente ai ragazzi perchè quei corrotti Mangiamorte avevano ritenuto che un importante manufatto storico non potesse andare nelle mani di dei ragazzi e soprattutto in quelle di Harry Potter. 
"... e quindi dobbiamo recuperarla" concluse la ragazza, in un sussurro roco. 
Neville e Luna si guardarono. "Cosa stiamo aspettando?" chiese Luna, con tono interessato e combattivo. "Ai ragazzi serve la spada di Grifondoro, dobbiamo aiutarli nella loro missione. Non perdiamo tempo, dobbiamo prendere la spada ad ogni costo" 
"Sì" convenne Neville, con fare incoraggiante e brandendo la forchetta come se fosse uno scettro magico. "Luna ha ragione, dobbiamo prendere la spada di Grifondoro per aiutarli. Magari loro sono lì, che contano su di noi... e noi stiamo qui a cincischiare" 
Ginny sorrise, di quel sorriso pieno di speranza e gratitudine. "Giusto, è arrivato il momento di agire!" 




Il fatto che fosse già passata una settimana di scuola comportò già parecchie proteste, dati i compiti che avrebbero dovuto affrontare quell'anno i ragazzi dal quinto anno in su. Ginny era affaccendatissima: stava radunando l'ES insieme a Neville e Luna e, avendo già distribuito le monetine che avrebbero utilizzato come comunicatori, non vedeva l'ora di iniziare le lezioni segrete; aveva un mucchio di lavoro da fare con i compiti; doveva fare le selezioni per il Quidditch dato che era il Capitano e doveva trovare il modo di penetrare nell'ufficio di Piton per prendere la spada. Ah, e inoltre doveva anche trovare il modo di evitare lo sguardo preoccupato della professoressa McGranitt! Un lavoraccio, in effetti. L'insegnante l'aveva presa in disparte il giorno stesso in cui Piton l'aveva lasciata andare e l'aveva raccomandata di non fare sciocchezze, iniziando poi a fare domande sulla punizione che aveva ricevuto nell'ufficio del Preside. A parte il fatto che Ginny non aveva ricevuto nessuna punizione... la McGranitt credeva davvero che lei e l'ES se ne sarebbero stati buoni buoni a ubbidire agli ordini dei Carrow? 
Ha ha ha... no. 
"Lo faremo oggi" aveva annunciato Ginny agli amici, quella mattina a colazione. "Prendere la spada, intendo. Probabilmente loro stanno facendo i salti mortali per trovare un modo per prenderla, mentre noi siamo qui e non ci muoviamo" 
"Come faremo a prenderla?" chiese Neville. 
"Non ne ho idea, Alecto ha usato il Marchio e noi non abbiamo il Marchio" borbottò Ginny, che non vedeva come potessero entrare senza Marchio. "Non fa niente, rifletteremo quando saremo davanti alla statua... l'importante è tentare e portare la spada di Grifondoro via da Piton. Sempre se riuscirò ad uscire viva da questa giornata: Arti Oscure e basta con quel simpaticone di Amycus Carrow" aggiunse, guardando le cicatrici di Neville e pensando di riceverne altrettante. 
Quando la campanella suonò, la ragazza si avviò da sola verso l'aula di Arti Oscure e basta. Era un peccato che non avrebbe potuto seguire le lezioni dei Carrow con Luna, le avrebbe dato più sicurezza e familiarità... invece le erano toccati i Serpeverde, come al solito. 
"Ginny! Ehi, Ginny!" gridò una voce familiare, che rimbombò nel corridoio del secondo piano. 
La ragazza si voltò, trovandosi di fronte a Astoria Greengass. "Ciao" disse, voltandole di nuovo le spalle. Ci mancava solamente che quella strana ragazza della Greengass le venisse a scombussolare il cervello prima della lezione con Amycus. Ma perchè continuava a comportarsi in quel modo insolito? Astoria, Piton... ma cosa diavolo prendeva a tutti quanti in quel periodo? 
"Ti devo parlare..." sussurrò Astoria decisa. L'altra alzò lo sguardo su di lei e si fermò in mezzo al corridoio, constatando l'idea di ascoltare Astoria. "Ti devo parlare di cose serie. So che non sarai d'accordo e che non mi crederai perchè... beh... perchè non lo farai, ma devo dirtelo lo stesso" 
Ginny attese, restando in silenzio. "Dimmi" disse semplicemente, sperando che quello che doveva dirle non fosse una raccomandazione sui suoi amichetti. 
Astoria si protese in avanti, controllò che fossero sole e disse: "Voglio entrare a far parte dell'Esercito di Silente" 
Ehm... CHE COOOSA?!
Ginny non si rese conto di aver sgranato gli occhi e spalancato la bocca contemporaneamente, e si stupì quando Astoria assunse un'espressione indignata. Se questo era un sogno, sembrava davvero così concreto e dannamente reale. Ma cosa diavolo stava dicendo Astoria Greengass? Aveva bevuto! Troppa Burrobirra fa pur sempre male, sì... gli elfi domestici dovevano avere esagerato con l'ubbidienza. Poveri diavoli, gli elfi. 
"Sono dalla vostra parte" aggiunse Astoria, con una sorta di vana disperazione nella voce e un tantino di impazienza. "Sono dalla vostra parte, voglio far parte dell'Esercito di Silente. I Serpeverde hanno cantato con i Carrow, hanno detto che dietro alla faccenda delle scritte ci siete voi... hanno fatto i vostri nomi! I Carrow vi tengono d'occhio! Se entro nell'ES potrei essere una spia" 
"Per noi o per loro?" sfuggì a Ginny, nonostante Astoria in quel momento le facesse pena. 
"Ascoltami, sono cambiata... non sono più come prima!" sussurrò Astoria, gli occhi luciccanti. "Non tutti i Serpeverde sono in quel modo, capisci? Io odio la mia famiglia, io e Draco non stiamo avendo scelta... se potessi entrare nell'ES, vi aiuterei. E se riuscissi a convincere Draco..." 
"Ma che imbroglio è mai questo?" sbottò Ginny arrabbiata, voltando di nuovo le spalle ad Astoria e continuando a camminare. 
"Nessun imbroglio!" esclamò Astoria, cercando di stare al passo della ragazza. 
"Certo, io faccio entrare te e il tuo fidanzatino nell'ES e voi ci aiutate... come no, pace e amore a tutti" 
"Sapevo che non mi avresti creduta..." 
"Ma sì, fatti qualche domanda la prossima volta" replicò Ginny affranta, fermandosi per fronteggiare Astoria e ignorò di buon grado i suoi occhi, colmi di tristezza e angoscia. "Senti, non so a che gioco tu stia giocando ma voi tutti non riuscirete a farci ammazzare, nè a fare ammazzare il mio fidanzato" aggiunse, e il pensiero di Harry le fece venire una fitta dolorosa nel petto. Dove era? Stava bene? E Ron ed Hermione? Il loro pensiero era costante nella mente della ragazza. 
Astoria sbuffò. "Io sono dalla sua parte" ripetè. 
"Dillo a qualcuno che si beva queste sciocchezze" ribattè Ginny, nonostante fosse confusa e in pena per la ragazza. "Ci si vede in classe, Greengass" 




Il tragitto dal corridoio all'aula del simpaticone fu davvero molto lungo per la ragazza, che aveva optato per allungare la strada e riflettere sulle parole di Astoria. Non sapeva che fare, non sapeva di chi fidarsi... non sapeva se valesse davvero la pena aiutarla, o magari smascherare la sua viltà e il suo doppiogioco al fine di fare la spia non per l'ES ma per i Mangiamorte. 
A cosa doveva credere? E soprattutto, a chi? Silente si era fidato di Piton... ma questo che cosa aveva comportato? Solo un assassinio sulla Torre più alta. Ginny si coprì il volto con le mani, esausta: era passata solo una settimana di scuola e già non sapeva più che fare. Ma doveva farcela, doveva resistere per loro, loro che stavano rischiando la vita ogni giorno per un mondo migliore. Loro che erano sempre nei pensieri della ragazza, in ogni momento.
Quando aprì la porta dell'aula, Amycus era già seduto dietro alla cattedra e stava cominciando l'appello. Al cigolare della porta, l'uomo alzò gli occhi su di lei, squadrandola da capo a piedi come se fosse un Vermicolo particolarmente disgustoso, poi lui spalancò gli occhi e ghignò. Ginny sapeva che Amycus l'aveva riconosciuta: l'anno precedente si erano battuti fuori alla Torre di Astronomia e lui stava per ucciderla. Di certo quell'uomo durante l'anno non avrebbe fatto altro che trovare scuse per ucciderla.
"Weasley... dico bene? Sei in ritardo. La lezione è cominciata da un minuto" l'apostrofò Amycus, ghignando beffardo. 
"Mi scusi tanto, professore. Non accadrà mai più" replicò la ragazza, in modo molto tranquillo. Si diresse con decisione verso l'unico posto libero, ovvero accanto ad un ragazzo nuovo di Grifondoro che sedeva solo al primo banco e gli rivolse un sorriso incoraggiante. 
"Benissimo, adesso ci siamo tutti. Avete il libro di testo?" chiese Amycus rivolto alla classe. 
"Sì" risuonò nell'aula. 
"Sì, signore!" sbottò lui. 
"Sì, signore" ripeterono gli studenti, intimoriti dal suo tono di voce. 
"Bene, mettetelo via" disse l'uomo con un ghigno. "Quella robaccia cartacea non vi servirà" 
"Faremo pratica, professore, signore?" chiese Selwyn emozionato, con occhi che brillavano di eccitazione. 
"La mia materia si baserà sulla pratica, caro ragazzo" rispose Amycus, facendo una grossa risata. "Dunque, ho pochissime cose da dire sulle Arti Oscure. A quanto mi ha riferito il nostro Preside, l'insegnamento di questa materia è stato preoccupantemente discontinuo ma quest'anno noi impareremo qualcosa in più di quanto avete già fatto in precedenza con quei babbei dei vostri ex professori. Intesi?" 
"Sì, signore" 
"Le Arti Oscure sono magnifiche" continuò Amycus, ormai in estasi. "Ti permettono di spingerti oltre, oltre i confini della magia... e io vi insegnerò a padronarle tutte, a rendervi padroni delle arti più oscure che possano esistere. Il Ministero ha concesso a voi tutti l'insegnamento delle Arti Oscure e noi cominceremo proprio dalle più semplici: le Maledizioni senza Perdono" aggiunse, e un brivido percorse la schiena di Ginny. 
Certo, uccidiamoci pure a vicenda... ma che storia era?!
"Scusi, professore... temo di non aver capito bene" intervenne la ragazza, sperando che non ripetesse quello che aveva appena detto. 
"E io temo di non sapere in che modo spiegarlo: cominceremo con le Maledizioni senza Perdono. Semplice, no?" rise Amycus. 
A Ginny salirono i nervi a fior di pelle. "Voi Mangiamorte avete perso il senno! Maledizioni senza Perdono... ma certo!" sbottò. 
"Abbiamo perso il senno, eh?" sorrise l'uomo, iniziando a gironzolare per la classe. Ginny notò che era più bravo della sorella a mantenere la calma e la cosa non le piaceva, non le piaceva per niente. "Benissimo, proprio l'occasione che speravo di ottenere. Oggi avremo la dimostrazione di ciò che accade agli studenti irrispettosi e indisciplinati come questa qui. In piedi, seguimi alla cattedra" 
Ginny obbedì, determinata e coraggiosa ma col cuore in gola e con una strana sensazione. 
"Chi vuole provare a lanciare una Maledizione senza Perdono su di lei?" chiese Amycus sereno, con la tranquillità con cui le persone chiedono l'ora. 
"COOSA?" esclamò qualcuno, dopo un secondo di silenzio tombale. 
"Una Maledizione? Su di lei?" 
"Professor Carrow, ma non si possono fare magie del genere!" 
"Le Maledizioni sono state legalizzate dal Ministero, signorina. Oh, un volontario! Vieni qui, coraggio" Amycus incoraggiò Selwyn come se stesse incoraggiando un bambino a camminare senza l'ausilio dei genitori, sorridendogli in maniera paterna e decisamente eccitata. "Senza perdere tempo, ragazzo mio. Le persone ribelli meritano di essere punite, punite gravemente" 
Ginny tremò appena. "Non mi farà uscire nemmeno il sangue dal naso" sibilò, a denti stretti. 
Amycus e Selwyn risero, poi quest'ultimo fece un cenno d'intesa con l'insegnante e esclamò: "CRUCIO!" e la ragazza si contorse, piombando con le ginocchia a terra. Non si era aspettata un dolore del genere, non immaginava assolutamente che Selwyn sarebbe riuscito al primo colpo ma di certo avere un padre Mangiamorte è utile per questo. Ci furono dei singhiozzi disperati e proteste strozzate da parte della classe... ma Ginny non sentiva nulla, solo dolore. 
"BASTA!" strillò la voce che la ragazza riconobbe come quella di Cassie Jackson. 
"Fermati, figliolo" disse Amycus, alzando un braccio per interrompere Selwyn. 
Ginny rimase con le ginocchia a terra, tremando e tossendo. "T-tutto qui quello c-che sai fare?" biascicò, coraggiosamente. 
Amycus fece una grossa risatina e sfoderò la bacchetta. "Cru..." 
"PROTEGO!" urlò la ragazza, fendendo l'aria con la sua bacchetta. 
Tutta la classe trattenne il respiro quando Amycus fu scagliato violentemente all'indietro, sul pavimento gelido, a causa della potenza del Sortilegio Scudo. Ginny capì subito di essersi spinta nuovamente troppo oltre e di essere naturalmente in grossi guai. L'uomo ansimò, squadrandola con disgusto e rabbia. 
"Ma che piccola sudicia..." cominciò, ma d'un tratto la porta dell'aula si aprì con uno scatto. 
Pix il Poltergheist fece una pernacchia, svolazzò dentro la classe e sparì, lasciando sulla soglia una scarmigliata McGranitt. 
"Mi dispiace interrompere la lezione, ma Pix sta creando caos in giro e si sta accingendo a distruggere il reparto di Trasfigurazione" disse la McGranitt, in tono vagamente contento come non lo era mai stato. "E, come il nostro Preside ha riferito, siete lei e sua sorella ad occuparvi della disciplina e dei disatri che accadono ad Hogwarts, quindi mi è stato detto di venire da voi se accadeva qualcosa in questa scuola" aggiunse. 
Amycus sbuffò, rimettendosi in piedi. "Arrivo subito!" sbraitò, e con un ultimo sguardo ai ragazzi, uscì sbattendosi la porta alle spalle. 
"La lezione è finita, ragazzi. Potete tornare nelle rispettive Sale Comuni" annunciò la McGranitt e i ragazzi si alzarono velocemente dalle proprie sedie, seguendo l'insegnante fuori dall'aula. "Weasley..." chiamò la donna, afferrandola delicatamente per un braccio. "Tutto bene? Ti vedo pallida e sudaticcia" 
"Sto bene, professoressa. Grazie" mentì lei, allontanandosi dall'insegnante per timore che scoprisse la bugia. 
Il corridoio era stipato di studenti e la ragazza dovette farsi largo tra quella folla per intravedere la fonte del caos. In mezzo a tutta quell'ondata di studenti chiacchieroni e caotici, la ragazza intravide Luna e le corse incontro. 
"Cielo, Pix mi ha salvata da un'altra Cruciatus..." disse Ginny affannata, fissando Pix che rovesciava le armature e Carrow che gli correva dietro. Luna alzò le sopracciglia e i suoi occhi divennero sporgenti, ma non c'era tempo per spiegarle. "Piuttosto, che diavolo sta succedendo qui? Perchè Pix sta facendo questo? Credevo che volesse riservarsi il caos per la fine dell'anno scolastico" 
"Neville ha incontrato Pix prima e gli ha detto di creare scompiglio. Geniale, vero?" cinguettò Luna sognante, abbassandosi gli Spettrocoli sul naso. Poi continuò, seria: "Sapeva che avevi Arti Oscure e non voleva che ricevessi lo stesso trattamento che ha ricevuto lui ma... è arrivato troppo tardi, giusto?" 
"Sì... ma sto bene" 
Qualcuno tossicchiò. "Questo è l'importante. Su, applausi per me!" 
"Neville!" esclamarono le due ragazze, una felice di vederlo e l'altra in tono sognante e soave. 
"Ragazze!" le scimmiottò Neville, con la stessa intensità di voce. 
"Scemo, ma che diavolo ti è venuto in mente? Sei stato forte, Amycus poteva farmi secca" sussurrò Ginny, scompigliando i capelli all'amico. "No che non ci abbia provato, intendo. Selwyn mi ha lanciato una Cruciatus ben fatta, Pix è arrivato un tantino troppo tardi" 
Neville sgranò gli occhi. "Non hai provato a difenderti?" 
"Non credevo ci riuscisse davvero" 
"Per fortuna stai bene" Neville abbracciò l'amica, che gli accarezzò la schiena come per rassicurarlo. 
"Credo che non sia una buona idea prendere la..." Luna mimò in silenzio la parola spada, "dopo le lezioni. Forse dovremmo aspettare un altro giorno, giusto per dare il tempo alle acque di calmarsi. Non fate sciocchezze, voi due. A quest'ora avremmo potuto avere la spada e probabilmente stavamo escogitando un modo per consegnarla ai ragazzi che ne hanno bisogno" 
"Sì, forse è meglio se ci diamo una calmata" convenne Neville. "Ma è stato per puro caso che ho incontrato Pix, poteva andarti peggio, Gin. E poteva andare malissimo anche a me se mi avessero beccato, quindi... sì, Luna ha ragione: calmiamoci. Per la spada" 
"Fatelo per i ragazzi" aggiunse Luna. "Non credo che... oooohhhh, guardate! Pix sta usando i palloncini colorati per fare i gavettoni!" 
Ginny e Neville si guardarono, intendendoci. "Caspita!" sbottarono, trascinando Luna fuori dal pericolo. 






Angolo autrice
Ehi! Eccoci ad un altro capitolo, che nonostante sia lungo spero non sia troppo seccante. La prima parte riguarda la lezione di Babbanologia: ho immaginato che la loro prima lezione fosse interrotta da Ginny che reagisce contro la professoressa, ma il bello deve ancora venire. Dovevo anche trovare il modo per far sì che Ginny vedesse la spada di Grifondoro nella teca e ho usato la scusa di Alecto che vuole punire la ragazza come si deve, in modo che nessun insegnante intervenga tra di loro. Il fatto che Ginny è confusa da Piton mi è piaciuto inserirlo perchè in effetti Piton è buono e sta proteggendo gli studenti, per questo l'ha lasciata andare. Ma nessuno lo sa. Per quanto riguarda l'ennesima botta di fortuna, ho aggiunto questa parte solamente perchè la scuola è cominciata da una settimana e non è possibile che i ragazzi prendessero subito delle punizioni. Non sembrava tanto normale, e volevo far sì che quando il trio decide di rimettere insieme l'ES, tutti quanti decidano di ribellarsi ai Carrow e siccome era troppo presto per l'ES lo era anche per le punizioni toste. 
Un bacio!

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Capitolo 67
*** La spada di Grifondoro e punizione nella Foresta Proibita. ***


LA SPADA DI GRIFONDORO E PUNIZIONE NELLA FORESTA PROIBITA.


Ginny si asciugò lentamente le lacrime, che non smettevano di scorrerle lungo le guance. Era stata una giornataccia, quella. Aveva avuto un attimo di debolezza, poteva succedere. Pensieri, preoccupazioni e mille domande la tormentavano: dov'erano Harry, Ron ed Hermione? Che cosa stavano facendo? Harry pensava a lei, al tempo che avevano trascorso insieme, al tempo che avrebbero potuto trascorrere insieme se lui non fosse stato il Prescelto? E Ron era in pensiero per la sorellina e per la famiglia? Hermione sentiva la mancanza dell'amica e dei suoi genitori? 
Quelle domande non facevano che irrompere nella sua testa. Così giovani... per lottare contro tanti. 
Tanto per fare qualcosa, rispose alla lettera dei genitori rassicurando e dicendo loro che stava davvero benissimo e che lì ad Hogwarts, nonostante tutto fosse cambiato, si sentiva ancora aria di casa. Mandò indietro Errol, il gufo sbadato e strambo di famiglia, che spiccò uno sghembo volo e sparì tra le nuvole colorate di arancio pallido: il tramonto calava sulle montagne della Scozia, illuminando tutto il Lago Nero. 
Ginny sospirò: quanti altri segreti avrebbe dovuto nascondere e quante altre bugie avrebbe dovuto dire alla famiglia per non farli preoccupare ulteriormente? Segreti e bugie, ecco con cosa stava crescendo. Oramai, aveva un talento naturale per quello.
D'un tratto, la porta del dormitorio si aprì. 
"Oh ciao" disse Cassie Jackson, sorridendo come era solita fare. 
"Cassie, ciao. Che stavi facendo?" 
"Il tema di Trasfigurazione per la professoressa McGranitt. E tu?" 
"Nulla, rispondevo ad una lettera" 
"Oh, è stata la lettera a farti piangere?" chiese Cassie perspicace, osservando i suoi occhi probabilmente arrossati e gonfi di pianto. 
"I-io non... non piangevo..." balbettò Ginny imbarazzata, ben consapevole di essere appena stata scoperta a frignare come una ragazzina. "A parte il fatto che sono abbastanza raffreddata e influenzata, poi mi è anche entrato un ciglio dentro all'occhio. Mmh... forse dovrei andare da Madama Chips" 
"Ah, tu con un ciglio nell'occhio ti conci in questo stato?" Cassie continuò a sorridere, di un sorriso che faceva terribilmente venire i nervi. "Non lo dirò in giro, non ti preoccupare. Se vuoi sfogarti... io posso ascoltarti. Non chiacchiero molto, ma so ascoltare... quando voglio" sottolineò. 
Ginny abbassò lo sguardo: no, non poteva sfogarsi con una sconosciuta. "Mi è davvero finito un ciglio nell'occhio, Cassie" s'intestardì la ragazza, dando le spalle alla nuova arrivata e cominciando a mettere a posto tutta la sua roba. "Ma grazie lo stesso per l'offerta, sei davvero gentile" aggiunse, voltandosi solo per sorriderle. 
Cassie ridacchiò e annuì. Fece per andarsene quando qualcosa la trattenne. 
"Ehi, se non ti va di parlare con le persone puoi scrivere un diario!" esclamò, eccitata come se avesse appena fatto la scoperta dell'acqua calda. "Insomma, molte persone scrivono dei diari e talvolta diventa anche molto divertente. Potresti sfogarti" 
Ginny alzò le sopracciglia, con un'espressione strana. "Ehm... non mi piacciono i diari, non mi fido" disse. 
"I diari non parlano mica!" rise Cassie. "Hai paura che qualcuno lo legga?" 
"Diciamo che ho timore che qualcuno possa leggerlo, esatto" 
"Oh, se lo dici tu. Ci vediamo in giro, ragazza misteriosa" salutò Cassie, chiudendosi la porta alle spalle. 
Ginny sospirò nuovamente. 




"Piton non è nel suo ufficio e nemmeno a qui a scuola" stava dicendo Neville, a bassissima voce. Nella biblioteca della scuola non si sentiva volare una mosca, anche se Madama Chips si affacciava ogni tanto tra gli scaffali per rimproverare gli studenti che parlavano a voce troppo alta. "Ho sentito i Carrow parlarne, hanno anche detto che stasera sono impegnati con del lavoro che Piton ha affidato loro. Quindi, non montano la guardia" aggiunse, raggiante come non mai. 
"Perfetto!" sussurrò Ginny contenta, che non vedeva l'ora di entrare in azione. "Gazza monta la guardia da solo, suppongo" 
"Sì" rispose Neville tutto felice. 
"No" lo contraddisse Luna, voltandosi per fissarlo come se fosse matto. "Ci saranno Gazza e la sua gatta" 
Neville fece un'espressione strana, come se fosse spaventato dalla sanità mentale di Luna. Poi proseguì: "Se Gazza sarà da solo stasera, noi possiamo benis..." 
"Ma abbiamo appena detto che Gazza sarà con Mrs Purr" lo interruppe Luna, sgranando gli occhi. 
"Ehm... e va bene. Dicevo, se ci saranno solo loro due... possiamo stare tranquilli" ribattè Neville impaziente, mentre Ginny assisteva a quella specie di battibecco che avveniva tra i due amici con un piccolo sorrisino sulle labbra. 
"Ma bisognerebbe distrarre Gazza o creare un diversivo per allontanarlo" propose la ragazza, colta da una preoccupazione. 
"Seamus, Calì e Lavanda lo distraggono e noi corriamo nell'ufficio di Piton" disse Neville, gonfiando leggermente il petto. "Oggi, io e Luna abbiamo avuto quest'idea geniale e ci siamo precipitati a dirlo ai ragazzi così che potessero prepararsi. Hanno subito accettato. Geniale, eh?" 
Luna, che stava osservando l'alto soffitto della biblioteca con aria assai sognante, fece un gran sorriso. "Io avevo pensato di usare come diversivo i Cannoli Balbuzienti, ma Neville non ha voluto proprio ascoltarmi" disse, in tono abbastanza offeso. 
"La prossima volta useremo i Cannoli, Luna. Ma adesso andiamo via da qui" disse Ginny nervosa, "che la biblioteca sta per chiudere e io non ho proprio nessuna voglia di far attirare l'attenzione su di noi proprio in un momento come questo" aggiunse, iniziando a posare velocemente tutti i libri che aveva preso in prestito dalla biblioteca prima che Madama Prince le alitasse addosso. 
Dopo che ebbero messo a posto le loro cose, i tre ragazzi sgattaiolarono fuori dalla biblioteca e si diressero correndo verso l'ufficio di Severus Piton, con il cuore che martellava fastiosamente nel loro petto. Erano eccitati e carichi per quella loro prima missione, ma non potevano negare che erano anche un pochino spaventati. Tante cose potevano andare storte... ma se ce l'avrebbero messa tutta, avrebbero recuperato la spada di Godric Grifondoro. 
"Bene, fermiamoci..." disse Ginny affannata, mentre si alzava le maniche della sua camicetta e allentava il nodo del cravattino. Stava iniziando a sudare, segno che era davvero molto nervosa e agitata per quello che dovevano fare. "Dunque, forse qualcuno deve rimanere qui... qui di guardia, intendo... per avvertire gli altri se ci sono guai in vista o non so cosa..." 
"No" la interruppe Neville deciso. "Non dobbiamo separarci, dobbiamo essere noi tre" aggiunse, e Luna annuì. 
"Gin, non puoi fare tutto da sola" convenne la ragazza. 
"Non era quello che stavo tentando di dirvi, non volevo fare tutto da sola. Volevo solo..." 
"Adesso non ha importanza" sussurrò Neville in fretta. "Dobbiamo scoprire come fare a passare da qui" 
La statua di pietra aprì gli occhi, ricossa dal rumore delle loro voci. "Parola d'ordine?" gracchiò, con voce roca.
"Esiste una parola d'ordine o il Marchio Nero fungeva da parola d'ordine?" chiese Ginny, ponendosi proprio di fronte alla vecchia statua. 
"Esiste anche una parola d'ordine" rispose quella. 
"Questo ci pone di fronte ad un problema, vero?" fece Neville irrequieto, con evidente nervosismo. "Luna rifletti, sei una Corvonero!" 
"Pallini Acidi...?" mormorò Ginny titubante, scuotendo il capo perchè la risposta era fin troppo ovvia. Quella era la parola d'ordine che Silente usava l'anno precedente ed era quasi impossibile che Severus Piton usasse nuovamente quella per entrare nel suo ufficio, anche se la ragazza non era nemmeno sicura che a Piton servisse la parola d'ordine per entrare nel suo ufficio. 
"Mi spiace ma non è questa la parola d'ordine" ribattè la statua. 
"Non può farci entrare e basta?" "No, non posso" "D'accordo, mentre Luna riflette potremmo dire parole a caso... qualunque parola ci venga in mente, va bene Neville?"
"Sì" rispose il ragazzo. "Ehm... Mimblus Mimbletonia?" 
La statua scosse il capo. 
"Quidditch" 
"Algabranchia" 
"Nimbus Duemila"
"Deve pur esserci un nesso logico, la parola non può essere solamente una parola messa a caso" mormorò Luna pensierosa, studiando gli occhi della statua come se quella potesse sussurrarle la parola d'ordine nell'orecchio. "Io credo sia... Silente" aggiunse, sorridendo in modo sognante. 
"Ben fatto!" esclamò la statua, aprendosi per lasciarli passare. 
Ginny e Neville si lanciarono uno sguardo, leggermente imbarazzati dalle parole che avevano tirato fuori senza alcun senso e nesso logico. Non era possibile che avevano fatto la figura dei Grifondoro ignoranti... infondo anche loro grifi avevano cervello! Forse non in situazioni come quelle, ma avevano pur sempre un cervello ben funzionante! Ginny si impose di restare calma mentre saliva le scale, e disse: "La parola d'ordine non doveva avere per forza un nesso logico, Luna. Infondo Silente l'anno scorso aveva scelto Pallini Acidi e non mi pare che questa sia una parola con un nesso logico, sembra messa a caso" 
"Ma tu questo non lo puoi sapere" ribattè Luna serena, sfoderando la bacchetta. "Alohomora!" e la porta dell'ufficio si aprì, cigolando. 
"Cavolo!" commentò Neville affascinato, mentre Luna si guardava intorno come se fosse una piccola bimbetta ad un parco giochi, non prestando nemmeno un attimo di attenzione alla spada nella teca in fondo all'ufficio. "Questo posto è meraviglioso, proprio da Silente. Strano che Piton non l'abbia reso scuro e cupo come lui" aggiunse il ragazzo, guardandosi ancora intorno. 
L'ufficio era proprio come Ginny l'aveva visto la scorsa volta, ma a differenza degli amici lei non pensò a guardare le meraviglie della stanza. Piuttosto, non aveva occhi che per la spada di Grifondoro e ignorava perfino tutti i personaggi dei quadri che al loro ingresso avevano iniziato a sussurrare tra di loro. Ovviamente, la violazione della privacy del Preside da parte loro era stata accolta non bene dalle persone dei riquadri. 
"La spada di Grifondoro è in quella teca, guardate!" li esortò Ginny eccitata, avvicinandosi alla teca quasi in punta di piedi. I ritratti che al loro ingresso avevano fatto finta di dormire, aprirono gli occhi e sussultarono quando la ragazza sfoderò la bacchetta e la puntò contro la teca scintillante. "Non c'è modo di prenderla senza magia, dobbiamo farla esplodere. State indietro" li avvertì, allungando la mano sinistra verso di loro per allontanarli da lì. 
Armando Dippet trasalì e Phineas Nigellus imprecò a voce alta, svegliando i ritratti che dormivano davvero. 
"Che cosa diavolo state combinando, ragazzini?" strillò, con vocina stridula. "TUUUU! WEASLEY! Sciocca ragazza! Che diavolo hai intenzione di fare? Metti via quella bacchetta! Come osi comportarti in modo così assai dissennato?" 
Ginny lo ignorò di buon grado e pronunciò l'incantesimo: "Reducto!" e la teca andò in mille pezzi sul pavimento immacolato dell'ufficio, mentre altri pezzetti di vetro schizzavano dappertutto e li colpivano. Neville scattò in avanti e afferrò la mano dell'amica, nel frattempo i ritratti gridavano furibondi proteste e imprecazioni. L'unico ritratto tranquillo era quello di Albus Silente, che sembrava addirittura assai divertito dalla situazione. 
Ginny si fermò ad osservarlo: avrebbe voluto dirgli tantissime cose, ma aveva un nodo alla gola solo a guardare il suo vero Preside. Luna non gli staccava gli occhi da dosso e sembrava aver instaurato con Silente un tacito accordo, dove i due dovevano guardarsi e sorridersi a vicenda. 
"Gin, la spada! Prendila! Sbrigati!" esclamò Neville impaziente, e lei obbedì. 
L'elsa della pesante spada di Grifondoro scintillò tra le sue mani, e Neville la osservò con interesse vivo. 
"AAAAAARGH! NOO! LA SPADA DI GODRIC GRIFONDORO!" Phineas si agguantò i pochi capelli tra le mani, iniziando a dare di matto e a correre a destra e a sinistra del ritratto. "COME OSATE? COME STATE OSANDO? RUBARE AL PRESIDE! STATE RUBANDO AL PRESIDE!" 
"La spada di Godric Grifondoro non appartiene a Piton" ribattè Ginny irritata, il braccio già affaticato. "Neville, Luna, aiutatemi a trascinarla..." 
"CHE COOOSA?" strillò Phineas Nigellus. "FERMIIII! LADRI! STATE RUBANDO AL PRESIDE!"
Neville e Luna afferrarono le parti inferiori della spada, aiutando l'amica a trasportarla da quel caos verso l'uscita. La spada di Godric Grifondoro era proprio come Ginny la ricordava, nonostante il ricordo fosse lontano e sbiadito: ricordava ancora che Harry l'aveva utilizzata per salvarla, per salvarla da Tom Riddle e dal grosso Basilisco che si celava nella Camera dei Segreti. L'elsa tempestata di rubini brillò alla luce delle candele; Luna ci soffiò su per spegnerle. 
"Professor Silente, lei avrà davvero lasciato la scuola quando non ci sarà più nessuno che gli sarà fedele!" disse Luna decisa, rivolta al ritratto di Silente. 
Silente sorrise: le parole di Luna erano così veritiere. Ginny voleva dire qualcosa, qualunque cosa a Silente e si maledisse per la sua mancanza di genialità in situazioni come quelle... per la sua mancanza di tutto, ben diversa da Luna, che sapeva sempre cosa dire in ogni occasione. Ma poi... che cosa avrebbe mai potuto dire? Che le dispiaceva per la brutta morte che aveva fatto il Preside? Sarebbe stato indelicato, forse troppo ingenuo e stupido. Forse Silente preferiva le parole di Luna, perchè la ragazza aveva ragione: lui non aveva davvero lasciato la scuola, loro gli erano ancora fedeli. 
"CHE INTENZIONI AVETE?" continuava a protestare il professor Black, mentre gli altri ritratti sussurravano tra loro. "POSATE IMMEDIATAMENTE QUELLA SPADA NELLA TECA! QUALI DIRITTI POTETE VANTARE SU DI ESSA? TU, WEASLEY, DI GRAZIA, QUALI DIRITTI PUOI VANTARE SU..." 
Neville si chiuse la porta alle spalle; le urla di Phineas divennero solo sussurri lontani. 
I tre sospirarono. 
"Ce l'abbiamo fatta!" esultò Neville eccitato, facendo un gran sorriso alle amiche. "Non ci posso credere, ci siamo riusciti!" 
"Sì! Ce l'abbiamo fatta!" sussurrò Ginny contenta, che non vedeva l'ora di portare la spada di Grifondoro in un posto in cui nessuno avrebbe potuto toccarla... magari nel suo dormitorio. "Avete visto come ci ha sorriso Silente? Lui sta ancora dalla nostra parte, era felice!" 
"Belle parole, Luna" si complimentò Neville. 
"Grazie" ribattè la ragazza, quasi cinguettando. 
"Forza, adesso facciamo piano in corridoio..." 
I tre ragazzi si affrettarono a raggiungere la scala che li avrebbe condotti al settimo piano, guardandosi nervosamente intorno. Era un sogno, un sogno che si avverava: avrebbero potuto aiutare i ragazzi nella loro missione, mandare loro un messaggio in codice e farli venire lì per prendere la spada. Avrebbero potuto vedersi di nuovo, potevano vedersi ancora! Magari potevano utilizzare un passaggio segreto di Hogwarts... si sarebbero rivisti! 
"Siamo stati grandi. Avete visto come urlava, quel Black?" fece Ginny con un ghigno. 
"L'abbiamo proprio messo nel sacco!" aggiunse Neville, e i due risero. 
"Sssst" fece Luna pensierosa. "Non fate baccano, voi due" 
"Giusto" convenne Neville in un sussurro, mentre i ragazzi si affrettavano a trasportare la spada su per le scale. "Se qualcuno ci scopre siamo..." 
"... come i cavoli a merenda, per caso?" completò una voce milliflua, sbucando in cima alle scale. 
Ginny si bloccò di colpo, gli occhi spalancati dal terrore e il cuore in gola: erano davvero come i cavoli a merenda. 
Severus Piton li fissava beffardo, i capelli neri e unti che gli incorniciavano il volto pallido e il solito mantello nero che coronava la sua figura tetra. In un secondo, la bacchetta dell'uomo si ritrovò tra le sue mani e puntata contro i ragazzi e loro indietreggiarono di buon grado, facendo cadere la spada di Godric Grifondoro ai loro piedi. Questa fece un rumore così fragoroso che avrebbe potuto svegliare mezzo castello e infatti, dopo neanche venti secondi o almeno così sembrava, apparve il custode Gazza con Mrs Purr alle calcagna, tutto eccitato perchè il Preside stesso aveva catturato qualche studente in piedi fuori dal letto.
Ginny non osava guardare negli occhi i suoi amici: avrebbero potuto farcela, ma era troppo bello per essere vero...
"Come avete osato..." riuscì a dire Piton, dopo quella che sembrava una lotta interna sul fare fuori i tre ragazzi immediatamente oppure mantenere il controllo. "Voi, come avete osato rubare nel mio ufficio? Come? Cento punti in meno ad entrambe le Case!" aggiunse, prendendo con violenza la spada di Grifondoro come se fosse sua. 
Ginny si sentì montare dalla rabbia e dalla nausea. "La spada non appartiene a lei!" esclamò, con tutto il coraggio che avesse in corpo. 
"La spada non appartiene a me?" volle sapere Piton fingendosi interessato, con un tono ironicamente disgustoso. "Non osare rispondermi in quel modo, non osare alzare la voce con me come faceva il tuo beato fidanzatino! Potter deve averti contagiata a tal punto che ti senti come lui, un Dio sceso in terra. Ma devi sapere, Weasley, che tu e il tuo grande amore non siete altro che dei ragazzini presuntuosi che giocano a fare i grandi" 
Ginny tremò appena, e un brivido le percorse la schiena: sentire parlare Piton di Harry le faceva male, le faceva venire il vomito. Voleva gridare a quell'uomo di chiudere quella boccaccia, di sciaquarsela quando parlava di lei e del suo fidanzato ma le parole le morirono in gola, mentre Piton sorrideva beffardo. 
"Potter ha fatto proprio le cose come si deve con te, vero?" sussurrò Piton, sorridendo appena. "E proprio come lui hai pensato bene di portarti dietro altri due balordi come te, per rubare nel mio ufficio questo antico cimelio della scuola! Credevate sul serio di poterla utilizzare? Contro di me, magari?" Piton fece una grossa risata beffarda. "Volevate davvero infilzarmi con la spada di Godric Grifondoro? Poveri illusi. Visto che siamo in tema Grifondoro, via altri cinquanta punti per Grifondoro! Gazza, tenga d'occhio questi mocciosi" aggiunse gongolante, voltando loro le spalle e avviandosi verso il suo ufficio con uno svolazzo del mantello nero. 
Ginny riusciva solamente a pensare a cosa Piton avrebbe fatto per farla pagare a lei e ai suoi amici, non riusciva a pensare ad altro che agli orrori che avrebbero dovuto subire a causa di quel loro atto di impulsività. Li avrebbe espulsi? No, troppo facile per un Mangiamorte come lui. Avrebbe chiesto ai Carrow di vedersela con loro per non sporcarsi le mani? I ragazzi avrebbero subito la Cruciatus di nuovo? O peggio... li avrebbero uccisi? Ginny non potè fare a meno di sentirsi in colpa per la sorte toccata agli amici: era stata lei a raccontare la faccenda della spada, era stata lei a decidere di penetrare nell'ufficio per rubarla. 
"Siete nei guai... ohhh, certo che lo siete..." canticchiò Gazza allegramente, per l'ennesima volta di seguito. 
"So a cosa stai pensando, Gin" sussurrò Neville, mentre il vecchio custode gongolava e accarezzava la sua gatta. "Ma non ti permettere, l'abbiamo voluto anche noi... non è colpa tua. L'abbiamo fatto insieme, non ti addossare la colpa di qualcosa che abbiamo fatto in tre" 
Piton avanzò verso di loro, di ritorno dal suo studio. 
"Gin, non ti permettere..." 
"Bene, questa punizione sarà esemplare per voi: vi divertirete un mondo, ne sono assolutamente sicuro" annunciò Severus Piton, soavemente. "La prossima volta ci penserete due volte prima di violare il regolamento della scuola" 
"Loro due non c'entrano nulla!" esclamò Ginny disperata, prima che Piton potesse continuare, indicando i due amici.
"Ah... non c'entrano nulla?" fece Piton con voce milliflua, mentre Neville e Luna aprivano la bocca per protestare. "Beh, a me non importa un accidente di quello che dici tu" aggiunse, interrompendo le future proteste dei due ragazzi. "Punizione per tutti e tre, come è giusto che sia. E tu, Weasley, sei solo una spietata ragazzina che vuole giocare a fare l'eroina archittettando questi piani sciocchi, come era solito fare il tuo grande amore. Ti sei giocata le uscite dal castello: non ci saranno più gite ad Hogsmeade per te a tempo indeterminato" 
E grazie tante!
"Domani sera eseguirete la vostra punizione: andrete nella Foresta Proibita a svolgere del lavoro per Hagrid" concluse Piton, definitivamente. "E non pensate neanche per un momento che vi mandi lì per farvi divertire con quello zoticone. Se scopro che provate a ribellarvi, me la pagherete cara. E tu" puntò il dito contro Ginny, che si sentiva sempre più confusa e stordita, "se provi a fare un passo falso ti giochi il posto di Capitano" 




Il mattino successivo, non si sapeva come ma tutti gli esseri viventi e non di Hogwarts sapevano che Ginny Weasley, Neville Paciock e Luna Lovegood erano penetrati nell'ufficio del Preside per rubare la spada di Godric Grifondoro per chissà quale remoto motivo. Pix aveva contribuito moltissimo a far circolare quella voce, aggiungendo il particolare che i tre ragazzi avevano intenzione di usare la spada di Grifondoro per infilzare Piton e levarselo dalle Pluffe per sempre. Gli insegnanti non presero molto bene quella notizia, soprattutto quella della calunnia inventata da Pix. 
I tre protagonisti di quell'avventura furono bombardati di domande a colazione, ma Ginny non aveva alcuna intenzione di rispondere a tutte quelle domande. Rispose solamente ad alcune domande fattole da studenti del settimo anno oppure del sesto (nascondendo la vera ragione per cui volevano prendere la spada, si capisce), ma alla fine iniziò a rispondere a monosillabi. 
La spada... ce l'avevano quasi fatta. Come avrebbero aiutato i ragazzi? 
L'unica buona notizia fu che quella sera sarebbero stati con Hagrid. Ma che razza di punizione era mai quella? Tutto lì quello che dovevano fare? Andare nella Foresta Proibita a svolgere del lavoro per Hagrid? La ragazza aveva riflettuto per tutta la notte, si era tormentata per tutta la notte: perchè Piton aveva scelto quella punizione per i tre ragazzi? Loro avevano affrontato cose più pericolose di una foresta! 
La Foresta Proibita... ma per l'amor del cielo! A che gioco sporco stava giocando? Ginny ci sarebbe andata anche bendata lì dentro, non temeva quella foresta infida, poteva affrontare di tutto. Ehm... forse non una Strillettera urlata a pieni polmoni nel suo dormitorio... 
"Ginevra!" strillò la voce della madre, amplificata e cento volte più acuta del normale, facendo sobbalzare la figlia e le sue compagne di dormitorio. Cassie Jackson fissava la lettera come se non potesse credere ai suoi occhi. "Come diavolo ti è saltato in mente di entrare nell'ufficio del Preside, mandare in mille pezzi la teca di vetro, creare caos per tutta Hogwarts e rubare la spada di Godric Grifondoro? La spada di GODRIC GRIFONDORO! Non una cosa qualsiasi... ma la SPADA DI GODRIC GRIFONDORO! No, dico, ti rendi conto di ciò che hai fatto? POTEVI MORIRE! MA NON TI IMPORTA PROPRIO NIENTE DI NOI A CASA, CHE SOFFRIAMO OGNI SANTO GIORNO?! Non me lo sarei mai aspettata da te, Ginevra! MAI ME LO SAREI ASPETTATA DA TE! Da Fred e George, forse... ma MAI da te! Bill è venuto di corsa stamattina a casa per informarmi dell'accaduto, i giornali non parlano che di voi e alla Gringott è il caos più totale! Che cosa intendevi fare, eh? Usare quella spada contro gli insegnanti che ti stanno antipatici? Contro il Preside? O magari incartarla e fare un regalino a qualcuno? Io e tuo padre siamo preoccupatissimi, cristo santo! Giurami che non farai più sciocchezze, Ginevra. Giuramelo! Altrimenti sono guai!
Era un orrore per le orecchie della ragazza, un orrore sentire gli strilli spaccatimpani della madre e fu una cosa fantastica quando la busta scarlatta prese fuoco, spegnendo quelle urla rauche e fastidiose. E aveva fatto pure una grande figura di merda davanti alle sue compagne di dormitorio con quella Strillettera idiota, grazie alla madre. Perfetto... cos'altro ci mancava per completare? Ah, sì! Ci mancava solamente che i genitori corressero ad Hogwarts per trascinarla via da quella scuola per i capelli. Anche se era del tutto impossibile che riuscisse a penetrare ad Hogwarts e portarla via, cosa che era rincuorante. 
"Ehm... è arrabbiata, eh?" fece Alice intimorita, fissando la cenere della lettera per terra. 
Ma certo che no. Si sta solo complimentando per il grande buco nell'acqua che ha fatto la figlia, mica è incazzata nera!
"Sì" rispose Ginny rintontita, con le grida della madre che ancora le echeggiavano in testa. 
"Ma cosa credevi di fare con quella spada? Volevi davvero infilzare Piton?" chiese Rose sconcertata, facendo Evanescere con un colpo di bacchetta la cenere scaturita dalla lettera scarlatta. 
Ginny si grattò un orecchio, ancora stonata. "No, non era mia intenzione usarla contro Piton" disse. 
"E cosa volevi farne, allora?" 
"Era di Silente. Mi dava fastidio vederla sotto il possesso di Piton" mentì spudoratamente Ginny, anche se quello che aveva detto era in parte vero. Ma solamente in una piccola parte. "Sul serio" aggiunse, cercando di sembrare più convincente, facendo naturalmente l'ennesimo buco nell'acqua. 
"Potevi ignorare la situazione" disse Alice ragionevole. 
"Non ci ho pensato. E comunque l'unica oltraggiata è mia madre, quindi..." 
"Gin, poteva finire davvero male per te, Paciock e la Lovegood" insistette Rose. 
Ginny non potè fare a meno di sentirsi accerchiata. "Lo so, non lo rifaremo. Adesso vado..." e sgattaiolò via, prima che le due amiche potessero fare qualche altra domanda indescreta e metterla ancora più in difficoltà di quanto già non lo fosse. 




Alle dieci di sera, i tre ragazzi si accinsero a raggiungere il parco del castello scortati da un gongolante Argus Gazza per la punizione con Hagrid. Il gigante li attendeva al limitare della Foresta Proibita e la sua espressione non era rilassata, ma di pura ansia e nervosismo. 
"Gazza, ragazzi... siete voi?" chiese Hagrid. 
"Sì, i mocciosi stanno qui con me come previsto" rispose Gazza eccitato, spingendo brutalmente Neville al limitare della foresta mentre Luna indicava un corvo che aveva appena spiccato il volo. "Ecco, se la meritano proprio questa punizione. Rubare la spada di un fondatore di Hogwarts nell'ufficio del Preside. Dio, qui ci voleva la frusta e le catene... ricordo ancora quando il vecchio Preside appendeva per i pollici i mocciosi ribelli. Aaah, mi mancano quelle urla!" 
"D'accordo, adesso ci penso io" lo interruppe Hagrid e il custode corse via, quasi trotterellando. 
"Hagrid!" esordì Neville con voce tremula. 
"Dico io, ma a voi che vi è passato per la testa a tutti e tre, eh?" sbottò il gigante in tono burbero e parecchi corvi si alzarono in volo, stridendo infastiditi. "La spada di Grifondoro, per tutti i draghi sputafuoco, ma avete idea del casino che avete combinato? Cosa credevate di fare, eh? Di infilzare Severus Piton, per caso?" 
"Hagrid, la spada serve ai ragazzi..." spiegò Ginny eloquente, ansiosa di far capire ad Hagrid che avevano davvero bisogno della spada. 
Il gigante capì, ma la ignorò. "L'avete davvero combinata grossa, piccoli ingrati, nell'ufficio di Severus Piton!" ribattè, rabbioso. 
"L'ufficio di Silente, semmai" lo corresse Neville irritato. 
"No, adesso è l'ufficio di Severus Piton" disse Hagrid angosciato, abbassando la voce. "Ascoltate, non dovete mettervi contro di Piton. Avete capito? Quell'uomo è pericoloso, sapete di cosa è stato capace di fare. Non fatemi venire le preoccupazioni! E tua madre sta agitatissima, Ginny... agitatissima!" 
"Mamma non capisce" 
"Manco voi, non dovevate entrare in quell'ufficio" insistette Hagrid. "Piton ha faccende più importanti a cui pensare, ma i Carrow hanno la testa freschissima. Ve la faranno pagare cara!" aggiunse, e un brivido gli percorse tutto il grosso corpo. "E voi non avete idea di cosa cela la foresta di questi tempi..." altro brivido. 
"Che cosa dobbiamo fare?" chiese Luna interessata, che era la più tranquilla del gruppetto. 
"Trovare degli ingredienti per le pozioni. Ma non credete che è cosa da niente!" esclamò Hagrid in tono grave. "Questi sono compiti per un gigante, per me è facile e diverso in quella stramaledetta foresta. Piccoli ingrati, ecco che siete! Mi farete spaventare a morte" 
"Risparmiaci i rimproveri, Hagrid. Cosa dobbiamo fare di preciso?" chiese Neville. 
"Raccogliere questa roba qui" rispose Hagrid rude, lanciando a Neville un foglio di pergamena. "Al centro della Foresta Proibita!" aggiunse, facendoli sobbalzare dallo spavento. "E dovrete vedervela con le creature mostruose che pillulano lì dentro negli ultimi tempi! Ma io vi ammazzerei con queste mani qui! Vedete? Con queste mani qui. La spada di Godric Grifondoro... nella foresta..." 
Ginny sospirò. "Sbrighiamoci" disse. 




"Io credevo ci avrebbero torturati di brutto" 
"E io che ci avrebbero dato in pasto ad un branco di Eliopodi" 
"Ehm... Luna, quelle creature non esistono... sentisti Hermione, due anni fa?" 
"Ma certo che esistono, ci sono tantissime testimonianze oculari! Ohhhh, Neville... guarda! Un dente di leone!" 
La Foresta Proibita era silenziosa ma lo stesso non si poteva dire di Neville e Luna, che si tenevano compagnia a vicenda ed erano piuttosto chiacchieroni e ben disposti sul da farsi (Neville voleva concludere in fretta e scappare via da quella foresta). Ginny invece era molto taciturna: si sentiva strana, quasi stordita... come se quella punizione non fosse nulla rispetto a ciò che avevano già affrontato in precedenza, e questo le metteva addosso una strana sensazione. Mentre superava con passo svelto gli arbusti e le piante, il foglio delle istruzioni sugli ingredienti da trovare stretto in grembo, la ragazza non faceva che pensare alla spada di Grifondoro: ogni speranza di aiutare Harry, Ron ed Hermione era svanita, ma non voleva incolparsi. Piton non c'era, tutto era silenzioso... come facevano a sapere che il Preside sarebbe riapparso e li avrebbe scoperti con la spada mentre cercavano di portarla via su per le scale? In ogni caso, avevano fallito. 
"Io non ne posso più di stare qui dentro..." mormorò Neville inquieto, per la quinta volta di seguito. "Siamo qui dentro da ore e preseguire da soli non è proprio uno spasso... se solo ci fosse stato Hagrid! Ma quelli hanno mille spie, l'avrebbero ammazzato se avessero scoperto che ci aiutava!" 
"Per questo Piton e i Carrow la devono pagare" intervenne Ginny rabbiosa, facendo schioccare le nocche. 
"Hagrid era piuttosto amareggiato... avete notato?" osservò Luna. "Ragazzi, fermiamoci. Vediamo cosa abbiamo raccolto" aggiunse. 
I tre ragazzi si misero vicini e controllarono tutto quello che avevano raccolto e cosa mancava, secondo la pergamena che Piton aveva spedito ad Hagrid. Avevano preso la maggior parte della roba, di sicuro ce l'avrebbero di sicuro fatta prima che il sole sorgesse. 
Ginny sbadigliò. "Comunque, anch'io ho creduto che ci accadesse il peggio. Piton mi mette i brividi... avete visto come ci ha guardati?" chiese, riprendendo il discorso che Luna aveva interrotto. "Siamo stati davvero fortunati a finire qui dentro e non nel suo ufficio o in quello dei Carrow. Ci avrebbero davvero torturati di brutto, avremmo avuto cicatrici per tipo... una settimana? E sarebbe stata tutta colpa di quei Mangiamorte!" 
"Sì, e a proposito di colpa!" esclamò Neville, inarcando le sopracciglia e incrociando le braccia al petto con stizza. "Tu, nana lentigginosa che non sei altro! Non avresti dovuto difenderci e addossarti la colpa per tutti! Volevamo tutti e tre rubare la spada, che intervento del cacchio" aggiunse. 
"Ma sono stata io ad architettare tutto!" ribattè Ginny testarda, le guance rosse mentre camminava scalciando le cime frastagliate degli alberi. "Non volevo che voi subiste... santo cielo, non fare quella faccia, Neville! La nana lentigginosa ti ammazza di botte, altrimenti" 
Luna ridacchiò. "Neville ha ragione, non avresti dovuto. Sono proibite le gite ad Hogsmeade per te..." 
"E cosa sono le gite ad Hogsmeade, di questi tempi?" replicò la ragazza, facendo una scrollatina di spalle. "Certo, era bello uscire di tanto in tanto dal castello per godersi l'aria fresca, ma posso uscire anche in cortile. Mi porterete voi qualcosa di Zonko o di Mielandia quando andrete in gita" 
"Noi non andiamo da nessuna parte senza di te" disse Luna con energia e Neville annuì, fissando l'amica con guardo di sfida. 
Ginny fece un gran sorriso, grata ai suoi due amici che non l'avrebbero mai abbandonata. Stava per dire qualcosa di incredibilmente tenero e non da lei quando un rumore sinistro lì nella foresta la distrasse totalmente, mandandola a cozzare contro la corteccia di un albero. Era stata distratta da qualcosa che faceva uno strano rumore, come se tirasse respiri lunghi, rochi e profondi... qualcosa che sembrava raggelarti il sangue nelle vene, che non ti faceva più essere felice, che ti faceva rivivere i tuoi peggiori ricordi... qualcosa che somigliava spaventosamente a un Dissennatore. Anzi... a più di un Dissennatore. 
"Siamo stati davvero fortunati a finire qui dentro" scimmiottò Neville, imitando la voce di Ginny con una nota di sarcasmo, divertimento e spavento.
Ma non ci fu tempo e modo di rispondere: i Dissennatori erano cinque e avanzavano verso i tre ragazzi, come una minaccia, e i brutti ricordi spaventavano Ginny più della loro stessa presenza. La ragazza si sentì in un attimo irrigidita, proprio come la prima volta che nel treno ne aveva incontrato uno, ma stavolta non c'era nessuno a salvarli, avrebbero dovuto vedersela da soli. 
Sei stata tu ad aprire la Camera dei Segreti, Ginny Weasley.
Ginny chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi sul suo Patronus a forma di cavallo. 
Ti resta poco tempo.
La bacchetta le tremava tra le mani, la mente incapace di formulare un pensiero felice. 
Hai messo troppo te stessa in quel diario, troppo te stessa in me...
Non doveva mollare, non doveva mollare. 
Harry Potter arriverà ma per te sarà troppo tardi.
Il solo udire il nome del suo ragazzo, le diede tutta la forza di cui aveva bisogno. Aveva le gambe paralizzate ma la mente era tornata normale. Un ricordo felice... quale ricordo più felice del giorno in cui Harry Potter l'aveva baciata davanti a cinquanta persone? Se non era quello un ricordo felice, quale? Formulò velocemente il suo pensiero, che era così intenso che perfino un gigante alto come un grattacielo avrebbe potuto allontanarsi da lei, e alzò la bacchetta. 
"EXPECTO PATRONUM!" gridò Ginny e il suo cavallo argenteo fece inciampare due Dissennatori, che scomparvero dalla vista. 
"Expecto Patronum!"
"Expecto Patronum!" 
Una lepre scintillante sparì via, trasciando insieme a loro i tre Dissennatori; il Patronus di Neville non c'era.
"Dissennatori" sbottò Ginny furibonda, infilando la bacchetta nella tasca dei jeans. "Dissennatori ad Hogwarts... che schifo" 
"Ma mai più schifo del mio non-Patronus" mormorò Neville, che era pallido e sudaticcio. "Il tuo cavallo e la tua lepre mi hanno salvato, non sono mai stato capace di evocare un Patronus vero. Solo sbuffi di fumo argento" aggiunse. 
"Non importa" disse Luna tranquilla. "Un giorno ti riuscirà bene, ne sono sicura. Andiamo via da qui, cerchiamo altrove che forse troviamo altre cose" 
E i tre ragazzi cambiarono direzione, stando ben attenti a ricordarsi dove avevano virato. 
"Come facciamo con la spada?" chiese Neville all'improvviso. "Dove potrebbe nasconderla Piton?" 
"Troppo tardi, Neville. Piton l'ha messa alla Gringott..." rispose Ginny cupa, calciando un rametto. 
"E tu come lo sai?" 
"Mia madre oggi pomeriggio mi ha mandato una Strillettera" 
"Come ti ha detto?" 
"Ha detto: 'Bill è venuto di corsa stamattina a casa per informarmi dell'accaduto, alla Gringott è il caos più totale.' E siccome mio fratello Bill lavora proprio alla Gringott avrà sicuramente saputo da uno dei folletti che la spada si trova nella camera blindata di Piton" 
Neville gemette. Luna si rivolse all'amica: "La Strillettera è quella buffa lettera rossa che urla?" chiese, interessata. 
"Buffa... mica tanto" disse Neville divertito. "E poi... aaaargh!" 
Ginny sfoderò immediatamente la bacchetta dalla tasca, voltandosi per affrontare il pericolo. Ma non c'era nulla contro cui combattere: Neville era solamente inciampato a faccia a terra e aveva il viso immerso nelle foglie secche, e tossicchiava; le ragazze aiutarono l'amico ad alzarsi. 
"Stai bene?" chiese Luna serena, come se Neville fosse atterrato su un pavimento fatto di zucchero filato. 
"Sì. Cavolo, voglio andarmene subito da qui!" sbottò il ragazzo, pulendosi i vestiti e guardando a terra. "Questa foresta sta iniziando seriamente a seccarmi, dico davvero. Prendiamo queste ultime cose e facciamo dietro front, che qui c'è anche un puzzo tremendo!" 
"Ma dove sei inciampato?" chiese Ginny, spazzolando dalla spalla di Neville le foglioline secche. 
"Su quella specie di zampa" rispose Neville confuso, indicando una roba grossa molto distante. "Ma come è possibile..." 
"Così in fondo? Ma sei caduto qui!" obbiettò Luna ragionevole, alzando entrambe le sopracciglia. "Hai spiccato un volo così lungo? Ohhh, spesso i Gorgosprizzi usano questa tattica dei voli super esagerati per entrare subito in contatto con le proprie prede, insinuandosi nelle orecchie. Forse ti hanno contagiato, oppure..." 
Ma Ginny aveva capito qualcosa che gli amici non avevano capito, e ne era atterrita. "Un momento!" scandì, allargando le braccia e sgranando gli occhi. "Neville... dimmi che mi sbaglio di grosso perchè me la sto facendo addosso... hai detto di essere caduto su una specie di ZAMPA?!" aggiunse, con un gridolino acuto. 
"Sembrava una zampa" disse Neville. "Ma... non starai cercando di dirmi che... caspita, ma io questo lo conosco!" 
I tre ragazzi avevano guardato contemporaneamente in alto, terrei in volto: la fonte del puzzo tremendo era proprio su di loro e si chiamava chiaramente cane gigantesco a tre teste. Non ad una testa, ma a tre teste. Aveva realmente tre grosse teste! E tre paia d'occhi. E soprattutto... tre bocche decise ad assaporare cibo gustoso per le papille gustative! Merlino in carrozza... ERANO TRE BOCCHE! 
"Ehm... scappiamo?" propose Ginny allarmata, con una strana vocina sottile e acuta. 
"Scappiamo" concordò Neville, annuendo come un pazzo. 
"Oh, guarda! Che schifo, Neville... la bava del cane ti è andata a finire sulla..." 
"A proposito, sbaglio o quella cosa ci sta guardando? E ringhiando contro?" la interruppe il ragazzo, irrequieto al massimo. 
"CORRETE!" gridò Ginny spaventata, perchè il cane a tre teste aveva proprio guardato nella loro direzione con quei sei occhi grossi e scuri e stava ringhiando contro di loro con quelle tre bocche gigantesche, cui all'interno si celavano altrettanto giganteschi denti. I tre ragazzi schiazzarono alla loro destra, correndo. "Correte come se steste in un deserto e vedeste un grosso bicchiere d'acqua fresca! O nel caso di Luna... un Nargillo!" 
"Ooooh, questa mi piace!" esclamò Luna sognante, scoppiando a ridere. 
Non ci fu più il tempo per parlare, i tre ragazzi stavano correndo a perdifiato (o stavano volando?) per cercare di seminare il grosso cane a tre teste che aveva sbavato sulla maglietta di Neville. Volevano mettere una certa distanza tra loro e quel cagnone, anche se non sembrava molto agile e veloce ma più che altro un goffo e sfaticato, il tipico cane che è stato per troppo tempo fermo. Ma quello non giustificava nulla: il cane aveva tre bocche che funzionavano benissimo. 
"Basta... vi prego... fermi!" esclamò Neville, piombando a terra con la milza in fiamme; Ginny gli fece compagnia. 
"Io forse ho davvero visto un Nargillo, ragazzi" ansimò Luna, tutta contenta. 
Un secondo di silenzio, poi la risata di Ginny echeggiò fragorosa nella foresta, risata che contagiò anche gli amici. Una volta che ebbero iniziato a ridere in quel modo, fu davvero molto difficile smettere e stare zitti per non attirare creature o il cagnone dalle tre bocche grosse. 
"Lo ammetto, è stato divertente" rise Ginny, rialzandosi dal terreno sporco. 
Luna annuì; Neville scosse il capo. "Parla per te, io non mi sono scordato del ricordino che quel cane enorme mi ha sbavato addosso" disse, ma dopo pochi secondi scoppiò a ridere anche lui, e non riuscì di nuovo a fermarsi. "E io l'avevo pure già incontrato, ad Hogwarts. Silente teneva quel coso gigante ad Hogwarts per proteggere la Pietra Filosofale, ma voi non c'eravate. Ah, quella puzza mi perseguiterà per tutta la vita!" 
Ginny non aveva mai trascorso una serata come quella e i tre ragazzi arrivarono presto alla conclusione che l'incontro con il cane a tre teste e con tutto ciò che viveva lì nella Foresta Proibita -Dissennatori esclusi- era stata una splendida avventura, avventura che difficilmente avrebbero dimenticato. 






Angolo autrice
Non avevo idea di come far svolgere la punizione ai tre ragazzi, ma alla fine mi sono convinta a fare un capitolo del genere e non ho la più pallida idea di come sia potuto uscire. La punizione, nonostante terribile, si trasforma in una serata divertente tra amici ed era proprio quello a cui ho pensato: i Dissennatori scatenano il panico, il cane a tre teste (la Rowling disse che lo lasciarono libero nella foresta) scatena il panico ma anche il divertimento. Ma torniamo indietro: l'ingresso nell'ufficio di Severus Piton. Beh, quella parte è stata complicata da scrivere ma alla fine ci sono riuscita. 
Ps: so di aver fatto errori grammaticali quando metto in scena Hagrid, ma Hagrid è sgrammaticato. 
Spero che il capitolo vi piaccia! 

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Capitolo 68
*** Esercito di Silente: ricominciamo! ***


ESERCITO DI SILENTE: RICOMINCIAMO!


Il fatto che tutti gli studenti di Hogwarts fossero interessati alla punizione che avevano svolto i tre ragazzi non fu una sorpresa, ma una spiacevole rottura di Pluffe. Ginny si era aspettata di venire martellata senza sosta di domande dal mattino ma, stranamente, quasi nessuno le venne a chiedere troppe cose. Quella sì che era una cosa strana. Probabilmente i Carrow avevano minacciato gli studenti di non fare ulteriori domande, almeno non in Sala Grande. 
La giornata, nonostante già iniziasse nel migliore dei modi, sarebbe stata la migliore: l'ES rinasceva e nascendo l'Esercito di Silente nasceva la rivoluzione. Ma prima, Ginny avrebbe dovuto passare tutta la mattinata a fare i provini per la squadra di Quidditch di Grifondoro, dato che era il Capitano. E la cosa non fu per nulla facile dato che sembrava essersi presentata tutta la scuola... 
"Salve, sono Ginny Weasley e sono il vostro nuovo Capitano" esordì la ragazza, per presentarsi a coloro che non la conoscevano. Anzi, a coloro che non la conoscevano bene, visto che tutta la scuola sembrava sapere chi fosse. "Per i provini sarà semplicissimo, ve lo garantisco. Premetto solamente una cosa: chi non è di Grifondoro oppure è del primo anno esca immediatamente dal campo" aggiunse, ricordando i provini dell'anno precedente. 
Alcuni furbi ragazzini schizzarono via dalla folla, ridacchiando come matti. 
Ecco, appunto.
"Benissimo, cominciamo con gli aspiranti Cacciatori. Venite avanti!" 
Gli aspiranti Cacciatori, tra cui anche Seamus, vennero avanti e a turno fecero il loro provino. Ginny non aveva mai visto nulla di più orribile, purtroppo per lei: la maggior parte dei ragazzi andò davvero -per usare un eufemismo- male. La ragazza, esaurita già dalle prime ore del mattino, volle far riprovare a coloro che avevano volato abbastanza bene, per vedere meglio chi sarebbe stato all'altezza della sua squadra di Quidditch. Alla fine, dopo varie proteste da parte di chi era stato scartato a priori, alcune crisi di nervi da parte di ragazzine del secondo o terzo anno, la ragazza scelse... 
"I nuovi due Cacciatori di Grifondoro sono Seamus Finnigann e James Wood!" annunciò Ginny alla folla, e i due ragazzi fecero un gran sorriso. 
James Wood era un ragazzo del quarto anno, dalla carnagione chiarissima e gli occhi grigio intenso, ed era molto bravo a schivare i Bolidi e andare in picchiata durante i passaggi con la Pluffa. Seamus era risultato secondo alle selezioni, quindi se l'era meritato quell'accesso in squadra. Se Dean era lì ad Hogwarts non avrebbe mai potuto competere con lui. Dean... il solo pensiero che anche Dean era stato costretto alla macchia le faceva male. Quante altre cose doveva sopportare? Seamus le aveva confidato che era scappato di casa da solo, non che era al sicuro con i genitori. Quella notizia le aveva fatto piangere il cuore. 
"Complimenti, ragazzi!" disse Ginny allegramente, dando una pacca amichevole ai due e sorridendo a James. "Bene, adesso tocca agli aspirati Cercatori" 
Se la ragazza credeva che gli aspiranti Cacciatori erano andati male, era niente in confronto al disastro che si trovava davanti guardando il provino degli aspiranti Cercatori. I ragazzi non riuscivano proprio ad acciuffare il Boccino, nonostante quello fosse un Boccino lentissimo, e molti di loro cominciarono a piangere e ad imprecare contro la minuscola pallina dorata, che proprio non si faceva acciuffare e che spariva nel nulla nemmeno si fosse Smaterializzata. 
"NO! No, no... non iniziare a piangere anche tu, cara..." disse Ginny esasperata, quando l'ennesima ragazzina del secondo anno si mise a singhiozzare con tutte le sue forze dicendole che quell'anno voleva davvero entrare in squadra. "Non posso farti riprovare, mi dispiace. Davvero, mi dispiace. Ma ci hai messo mezz'ora solamente individuare il Boccino, dovevi essere velocissima. L'ho stregato in modo da facilitarvi il compito... il prossimo!" aggiunse, facendo pat pat sulla testa della bimba. 
La bambinetta singhiozzò, stropicciandosi gli occhi. "MA IO SONO BRAVISSIMA!" 
"E io sono a corto di pazienza" borbottò Ginny esausta, asciugandosi il sudore dalla fronte e ordinando a Seamus di scortare la bimbetta singhiozzante fuori dal campo in modo da non far distrarre gli altri ragazzi. "Sì, datemi una nuova pazienza per affrontare questi provini... ehm... il prossimo!" aggiunse. 
Cassie Jackson, munita di Firebolt e di un gran timido sorriso, venne avanti. 
"Cassie!" esclamò Ginny colpita, sbattendo più volte le palpebre. "Non sapevo che... parliamo dopo, scusami" 
Ginny liberò velocemente il Boccino mentre Cassie si alzava in volo e rimase a guardarla scrutare l'aria, fare capovolte e picchiate. La Jackson era davvero bravissima, inutile dire che risultò prima alle selezioni come Cercatore: di certo, non si era visto un Cercatore migliore di Harry Potter in quelle selezioni ma Cassie ci era andata davvero vicinissima. Beh, trovare qualcuno che sostituisse a pieno Harry era difficilissimo, l'avevano capito tutti e subito... ma Cassie era stata fantastica. Alla fine di quelle selezioni, nessuno aveva dubbi sul nuovo Cercatore di Grifondoro. 
"Il nuovo Cercatore di Grifondoro è Cassie Jackson! Complimenti" 
"Grazie" ribattè Cassie paonazza, facendo un sorriso sghembo. "In America ho seguito corsi privati di Quidditch, ero una schiappa prima. Poi la cosa mi ha appassionata... ed eccomi qui" aggiunse, e stavolta sembrava imbarazzata tanto da sotterrarsi. 
"Non lo sapevo che te la cavavi, mai mi era passato per la mente. Bravissima" ripetè la ragazza, incoraggiando la sua compagna e cercando di metterla a suo agio nonostante stesse sotto i riflettori. "Bene, adesso passiamo alla prova dei Battitori. Ragazzi, venite avanti! Gli aspiranti Battitori!" 
La mattinata passò in fretta, tra i vari provini ed esaurimenti nervosi, e Ginny capì immediatamente che all'inizio il ruolo di Capitano non era poi così facile e divertente come aveva immaginato. Certo, poteva dare ordini a destra e a manca, fare tutto quello che voleva perchè era per l'appunto il Capitano ma quei provini la distrussero fisicamente. Non sapeva come Harry aveva potuto sopportare l'esaurimento per i provini dell'anno precedente, dato che erano stati cento volte più faticosi. 
Ginny aveva dovuto intervenire molte volte per evitare risse in campo e si era anche procurata un forte mal di testa, quindi un danno anche mentale. Alla fine dei provini, il nuovo Portiere di Grifondoro era un ragazzo nuovo dell'anno di Neville di nome Alex Allen, che aveva il tipico fisico palestrato da giocatore di Quidditch, mentre i due nuovi Battitori erano Matt e Mark Stonkes, due fratelli del quarto e terzo anno alti e biondissimi, e dotati di estrema forza. 
"Bene, congratulazioni a tutti voi e benvenuti in squadra!" concluse la ragazza, stremata ma incredibilmente soddisfatta. Ci fu un applauso collettivo e parecchie pacche sulla schiena, mentre Neville e Luna raggiunsero l'amica. "Avete volato benissimo, saremo una magnifica squadra!" 
Seamus raggiunse Neville e gli sorrise, battendogli il cinque; Alex Allen sorrise. "Quando faremo gli allenamenti?" chiese. 
"Sì, per i prossimi allenamenti?" chiese Matt o Mark Stonkes. Nonostante non fossero gemelli, si somigliavano tantissimo. 
"Ehm... tu sei?" chiese Ginny imbarazzata. 
"Matt" rispose il ragazzo, sorridendo divertito. "Lo so, quasi tutti ci scambiano per gemelli" 
"Sono cresciuta con dei gemelli, sarà un giochetto distinguervi" 
"Ti daremo del tempo" rise Mark. 
"Benissimo, per i prossimi allenamenti... non saprei" disse Ginny sincera, che aveva troppe cose da fare quell'anno. "Corvonero e Tassorosso ancora devono fare i loro provini, quindi credo che se ne parla verso gli inizi di ottobre. Vi faccio sapere quando di preciso, va bene?" aggiunse. 
Cenni di assenso, saluti e i ragazzi andarono via, mentre Ginny si avvicinava a Neville, Luna e Seamus. 
"Oh, ragazzi... avete assistito? Ho troppa fame, andiamo al banchetto" disse la ragazza, stanca da quei provini da Capitano. 
I quattro si incamminarono verso il castello. 
"I Capitani di Corvonero e Tassorosso hanno assistito ai provini" la informò Luna, piuttosto tranquilla. 
"Chi sono?" 
"John Miller di Corvonero e Aaron Turner di Tassorosso" 
"Oh, del nostro anno. Sapete chi è quello di Serpeverde?" 
"Harper" rispose Neville cupamente; Ginny grunì. "Non fa che vantarsene, quel maledetto idiota. Mi sorprende che tu non lo sappia" 
Ginny fece una smorfia, poi lo sguardo le cadde sulla rivista che Luna teneva sottobraccio: la foto di Harry capitanava il tutto e la ragazza si disse che avrebbe potuto rimanere lì a guardarlo per tutto il tempo, come se non ci fossero state interruzioni tra di loro... come se lui fosse ancora insieme a lei. Luna si accorse che l'amica fissava intensamente il Cavillo e glielo porse, facendo un gran sorriso. 
"Grazie, Luna" ribattè Ginny cordiale, aprendo velocemente la prima pagina. 

 

IL CAVILLO SVELA LA VERITA'

Ultimamente sono successe tante cose stranissime nel nostro paese e molte persone sono ancora del tutto perplesse, perchè nessuno riesce a dare risposte esaurienti su cosa davvero succede e su chi è la causa di tutto questo. Beh, come potete vedere, cari lettori, ho abbandonato momentaneamente le ricerche sul Ricciocorno Schiattoso per dedicarmi ad propagare in giro la verità. 
Ormai, tutta la popolazione magica sa che tre studenti di Hogwarts sono penetrati all'interno dell'ufficio del Preside per rubare una reliquia appartenente al fondatore di Grifondoro ma nessuno sa perchè quei tre ragazzi l'hanno fatto. Ad Hogwarts si sono verificati fatti oscuri, è un caso che tre studenti penitrino proprio nell'ufficio del Preside per cercare di rubare la spada di Godric Grifondoro? Un caso che abbiano rischiato per riuscire ad avere quella spada? Faccende oscure si sono verificate ad Hogwarts. Anzi, mi correggo: faccende oscure continuano a verificarsi ad Hogwarts. 
E ancora, tutta la popolazione magica è al corrente del caos accaduto alla Gringott, perchè dei folletti hanno rifiutato di adempiere a degli ordini, ma nessuno sa cosa c'è dietro a tutto questo e alla scomparsa dei molti folletti della famosa banca dei maghi. I folletti avrebbero dovuto davvero obbedire, nonostante quelli fossero compiti inappropriati alla dignità della loro razza? Assolutamente no. Quale motivo c'era di fuggire, altrimenti? Mi correggo nuovamente: faccende oscure non si stanno verificando solamente ad Hogwarts, ma in tutto il nostro paese. 
Per quanto riguarda Harry Potter, credo che ognuno di noi si chieda cosa è davvero successo a questo ragazzo e quali motivi l'hanno spinto a scappare. Sebbene alcuni credano che lui c'entri qualcosa con la morte di Albus Silente, sbagliano di grosso: la politica del Ministero è cambiata troppo bruscamente negli ultimi tempi e Harry Potter è simbolo e il punto di raccolta di ogni forma di resistenza al male. 
Spingo le tante persone a credere a ciò che è più giusto e non quello che ormai tutti stanno fingendo di credere. 
-Xenophilius Lovegood. 


Ginny rimase a bocca aperta, non sapeva proprio cosa dire. 
"Ma... è meraviglioso" riuscì a dire, facendo un gran sorriso a Luna e ammirando suo padre. "Meraviglioso e coraggioso da parte di tuo padre prendere le nostre difese, quelle dei folletti e far sapere al mondo che cosa succede. Anche se è molto pericoloso... adesso le persone sapranno tutto!" 
"Sì, hanno il diritto di sapere" aggiunse Luna serena. 
"Com'è finire su un giornale?" chiese Seamus. 
"Magnifico!" rispose Neville divertito. 
Ginny stette a guardare l'articolo di giornale, incantata: Xenophilius Lovegood correva davvero un grosso pericolo ma se serviva per convertire le persone, lui era sempre in prima linea, coraggioso e senza paura. I folletti della Gringott erano fuggiti davvero? Cosa avevano chiesto i Mangiamorte ai folletti da spaventarli a tal punto da farli scappare tutti? E cosa ne pensavano le persone che non credevano al Cavillo ma alla Gazzetta del Profeta? 
"Comunque... adesso abbiamo cose più concrete a cui pensare" intervenne Neville, imboccando il sentiero che portava al cortile della scuola. "Abbiamo fatto quello che ci avevi detto, Gin. Abbiamo avvertito i vecchi membri dell'ES: dopo cena faremo la nostra prima riunione" 
Ginny si schiaffò una mano sulla fronte. "Cavolo! L'avevo dimenticato!" esclamò. "Siete sicuri che verranno?" aggiunse. 
"Sicurissimi" confermò Neville pimpante. "Vogliamo tutti mettere fine a tutto questo, ricordalo" 
La ragazza annuì, pensando con insistenza alla riunione di quella sera. 




Subito dopo cena, i tre ragazzi attesero che gli studenti di Hogwarts fossero tutti nelle rispettive Sale Comuni e sgattaiolarono furtivi al settimo piano. La solita striscia di parete libera di fronte ad un enorme arazzo che raffigurava Barnaba il Babbeo intento in una classica danza di troll era sempre lì, immacolata, come se nulla fosse cambiato dall'ultima volta che i ragazzi avevano messo piede in quel corridoio per prendere parte all'associazione, allora illegale, chiamata Esercito di Silente. 
"Questo arazzo è sempre stato divertente" cinguettò Luna sognante, indicando Barnaba il Babbeo e i troll. 
"Dobbiamo passare davanti a questa parete tre volte, ragazze" disse Neville nervoso, passandosi la mano destra tra i capelli chiari e scompigliandoseli con un gesto distaccato. "E dobbiamo concentrarci su cosa ci serve di preciso. Siete pronte?" 
"Sì" dissero le ragazze. 
Ci serve un posto per le riunioni dove Piton, i Carrow e i Serpeverde non possano accedere. Ci serve un posto per le riunioni dove Piton, i Carrow e i Serpeverde non possano accedere. Ci serve un posto per le riunioni dove Piton, i Carrow e i Serpeverde non possano accedere...
Neville esultò, avanzando per aprire la grossa porta di legno apparsa dal nulla. "Entriamo, presto!" disse. 
I tre ragazzi entrarono nella stanza e si guardarono intorno, stupefatti. La Stanza delle Necessità era esattamente come quella di tanto tempo prima ma sembrava meno attrezzata: c'erano pochissimi manichini, le pareti presentavano sempre tantissimi volumi, non c'erano Spioscopi o Sensori Segreti, ma solamente un Avversaspecchio e una piccola radiolina di legno poggiata su una scrivania in fondo alla sala, come se fosse abbandonata. Era malinconica, vista dal punto di vista dei tre ragazzi. Come se fosse abbandonata, come se fosse dimenticata. 
"Sembra vuota o sbaglio?" commentò Neville, leggermente stordito. 
Ginny scosse il capo. "Non sbagli" disse, malinconica. "Ma noi qui dentro non abbiamo bisogno di imparare la Difesa, ce la caviamo benissimo. Dobbiamo solo perfezionarci, ma prima di tutto siamo qui per discutere ed entrare in azione fuori da questa stanza. Naturale che è vuota! Questa stanza è un luogo di ritrovo"
Mentre camminava per quella stanza, fiumi di ricordi le attraversarono la mente, facendole pizzicare gli occhi: Harry che non la conosceva ancora per quello che era, ma che stava imparando a conoscerla, lodando le sue prestazioni da strega; i vari litigi con Micheal Corner e il fatto che lui era troppo lento per lei; Dean Thomas che la studiava con interesse; Colin e Dennis che creavano caos con i cuscini. Tutti i ricordi tristi erano legati a quella stanza. 
"Sì, hai ragione" convenne Luna decisa, che stava maneggiando delicatamente un'ingannevole Avversaspecchio gigante. "Dobbiamo solo ribellarci a tutto questo, dobbiamo combattere al di fuori della stanza" 
I due non risposero: erano troppo persi nei loro ricordi. 
"Ehi!" li richiamò Luna, la voce che echeggiava lì dentro. "Sono sicura che stiamo facendo la cosa giusta. Pensate bene a quante persone potremmo aiutare, a quante persone potremmo dare la speranza di andare avanti, lottare fino alla fine e farcela" aggiunse, stringendo la mano dell'amica, che era gelida come ghiaccio. 
"Lo so..." sussurrò Ginny tristemente, la voce incrinata. 
Neville aveva un'aria assai distratta ed indecifrabile e sobbalzò sonoramente quando la porta della stanza di aprì ed entrarono Lavanda, Calì e Padma, seguite da Seamus. I ragazzi guardarono la stanza proprio nel modo in cui i tre ragazzi l'avevano fissata, ma l'arrivo degli altri membri dell'ES risparmiò ai nuovi arrivati i commenti: Ernie, Smith, Goldstein, Micheal, Steeval, Justin, Hannah e Susan Bones entrarono nella vecchia stanza, chiudendosi la porta alle spalle. 
"Cavolo... non me la ricordavo così vuota" disse Ernie in tono pomposo, voltandosi per squadrare ogni centimetro della stanza. 
"Sì, è proprio strana" convenne Justin. 
"Ciao, Neville!" esordì Hannah Abbott con una vocina sottile e acuta, facendo un gran sorriso a Neville. 
Il ragazzo si fece paonazzo e rispose al saluto, con voce piccolissima. "Ehi, Hannah..." disse. 
"Direi che è decisamente più spaziosa, no?" fece Anthony incuriosito. 
"Sì, anche se non ne vedo il motivo: siamo pochi rispetto a due anni fa" disse Terry mesto, accarezzando un Avversaspecchio. "Oh, quanti ricordi contiene questa stanza... vi ricordate quando facemmo l'albero di Natale?" aggiunse, gli angoli della bocca che si alzavano in un sorriso. 
"Oh, io non c'ero!" esclamò Seamus, sbuffando. 
"Fu molto divertente" disse Neville felice. 
"Io e lei non partecipammo... vero?" rise Micheal, facendo un gran sorriso all'ex fidanzata. Ginny sentì le guance ardere: ricordava benissimo la sera in cui l'ES si era riunito a fare l'albero di Natale nella stanza mentre lei e Micheal pomiciavano in un'aula vuota. "Peccato, mi dissero che fu molto divertente" 
Quando tutti ebbero detto la propria sulla stanza e sui ricordi che si celavano lì dentro, cadde il silenzio. Ognuno di loro non vedeva l'ora di sapere cosa avevano intenzione di fare i tre ragazzi e quali sarebbero stati i loro obiettivi a partire da quel momento. Tutti guardavano i loro nuovi tre capi intensamente, come se si aspettassero chissà quale discorso. 
Poi Neville si schiarì la gola. "Bene, rieccoci nella nostra seconda casa qui ad Hogwarts" disse, volgendo un sorriso a tutti. "Ehm... allora... dunque, vi abbiamo convocati qui per ragioni molto diverse da quelle dell'anno scorso, come avrete immaginato. Insomma, tutti sapete che cosa sta succedendo, vero? Oppure credete alle sciocchezze che spara la Gazzetta del Profeta?" aggiunse, con un tono di leggera accusa. 
Ci furono cenni di diniego; Ernie esclamò: "Io leggo il Cavillo!" e Luna gli sorrise radiosa, mentre gli altri concordavano sul fatto che la rivista di Xenophilius Lovegood fosse una perfetta fonte di informazioni, ed era un miracolo che ci fosse una fonte di informazioni del genere in tempi come quelli. 
"Benissimo!" Neville sembrava rincuorato. "Sono contento che tutti voi sapete in che situazione siamo. Voi-Sapete-Chi ha dalla sua parte l'intera popolazione magica perchè è riuscito ad impossessarsi del Ministero, ci ha scaricato i Carrow e Piton qui ad Hogwarts, sta creando scompiglio e, come tutti ci aspettavamo dalla sua ascesa al potere, sta gettando fango su Harry Potter" 
"Esatto" convenne Zacharias Smith. "Sappiamo la triste verità, ma purtroppo non possiamo farci proprio nulla..." 
"E invece sì!" intervenne Ginny energica, facendo un passo avanti. 
Il nervosismo aveva reso la sua voce più squillante e sottile che mai e Neville, che stava ribattendo qualcosa, zittì immediatamente per ascoltarla; Luna aveva gli occhi sporgenti puntati sull'amica e anche gli altri ragazzi la fissavano, in attesa di scoprire che cosa aveva da dire. 
"Sì? E cosa possiamo fare noi ragazzi?" incalzò Smith arreso, volgendo uno sguardo ai suoi compagni di Casa. 
"Possiamo combattere" ribattè la ragazza, la voce che diventava sempre più decisa. Nessuno aprì bocca per fiatare, quindi lei aggiunse: "Siamo solamente dei ragazzi, hai ragione. Ma questa è una guerra che ci riguarda, che riguarda anche noi ragazzi. Il mio fidanzato, mio fratello e la mia amica sono lì fuori a compiere una missione pericolosissima per salvare tutta la popolazione... e noi ce ne stiamo qui a lasciare che i Carrow e Piton ci diano ordini?" 
Non volava una mosca nella Stanza delle Necessità, non si sentivano rumori. 
"Non vi abbiamo convocati qui per imparare la Difesa" continuò Ginny decisa, gli occhi che scintillavano di una gioia ribelle che non aveva mai provato prima. "Vi abbiamo convocati qui per essere tutti d'accordo a ribellarci, ad aiutare e a dare a tutti una speranza. Non abbiamo imbrattato i muri della scuola solo perchè ci faceva comodo, non ci siamo ribellati ai Carrow solo per sentirci eroi e non abbiamo sfidato Piton e tentato di prendere la spada di Grifondoro per gioco. L'abbiamo fatto perchè... perchè vogliamo combattere!" 
Per poco non scoppiarono gli applausi: le parole della ragazza erano così vere. 
"Perchè volevate prendere la spada di Godric Grifondoro?" chiese Smith nel silenzio generale, con tono curioso. 
"Serviva ai ragazzi per la missione, abbiamo tentato" rispose Neville. 
"E comunque..." riprese Luna, "volete davvero che la nostra epoca giunga al suo tramonto? Molte persone lì fuori si stanno radunando contro il nostro comune nemico, stanno rischiando la vita. E noi dobbiamo fare lo stesso, non siete d'accordo?" 
Neville annuì. "Sì, adesso tocca a noi" aggiunse. 
Di nuovo il silenzio. E poi... 
"Ben detto!" ruggì Seamus, scatenato al massimo. "ESERCITO DI SILENTE!" 
Stavolta, ci fu un fragoroso applauso di gruppo. 
"I falsi galeoni ci serviranno non solo per concordare l'ora e la data delle lezioni" disse Luna, richiando di nuovo il silenzio. "Ma potremmo scambiarci anche dei messaggi, con un incantesimo che vi insegnerò man mano. I Carrow diventeranno pazzi, renderemo loro la vita impossibile" cinguettò, sognante. 
Ci furono delle forti risate. 
"Bene, direi che per adesso può bastare" intervenne Neville. 
"Sì" convenne Ginny stanca, stropicciandosi gli occhi dal sonno. "Dobbiamo studiare per bene gli orari di guardia dei Carrow e assicurarci che la stanza sia al sicuro, magari potremmo predisporre qualche incantesimo per la guardia o non so cosa. Insomma, quest'anno facciamo sul serio. Magari domani mattina potremmo festeggiare l'ES facendo colazione tutti insieme qui dentro... che ne pensate?" 
"E' un'idea fantastica!" esclamò Micheal Corner. 
"Noi tre potremmo andare a Mielandia e tornare con una ricca colazione" rise Ginny gongolante, scambiando uno sguardo eloquente con Neville. 
"Cosa?" fece Padma Patil, confusa al massimo. 
"In che senso?" chiese Calì. 
"Non sono state fissate ancora gite per Hogsmeade" aggiunse Lavanda. 
Neville sorrise, malizioso. "No, ma fidatevi di noi" 




"Ho detto a Luna di incontrarci nella statua della vecchia strega orba" 
"Geniale! Così se qualcuno passa di lì non sospetta, perchè saremo direttamente nel passaggio segreto... geniale!" 
"Ammettilo, Neville... vorresti avere il mio cervello" 
"Non darti tante arie, nana lentiggionosa" 
Ginny scoppiò a ridere e diede un forte pizzicotto all'amico sul braccio, in modo da fargliela pagare per l'ultimo epiteto che le aveva attribuito. I due ragazzi avanzavano cauti proprio come se volessero fare qualcosa di illegale all'interno del castello (in realtà, stavano davvero per fare qualcosa di illegale ma non all'interno del castello, diciamo in una via di transito tra dentro e fuori) ma per sfortuna non avevano con loro un mantello che rendeva invisibili, quindi dovevano controllare ogni volta se erano o no spiati dai Carrow, da Gazza, da quella gattaccia spelacchiata di Mrs Purr e anche dai Serpeverde. Non si sapeva mai. 
"Siamo arrivati?" chiese per l'ennesima volta Neville. 
Ginny fece roteare gli occhi. "Sì, la statua sta lì. Contento?" sussurrò, avanzando il passo per raggiungere la statua della strega orba. 
"Contentissimo" rispose il ragazzo, sospirando di sollievo. "Ehm... e adesso che si fa? Ci vuole una parola d'ordine?" 
La ragazza sfoderò la bacchetta. "Certo che ci vuole, zucca vuota. Allora, dunque... Dissendium!" 
La gobba della statua iniziò ad aprirsi pian pianino e rivelò il passaggio segreto di cui i gemelli le avevano tanto parlato, passaggio che portava nel luogo più amato dagli studenti di Hogwarts. Neville era imbambolato a guardare, così l'amica lo spinse direttamente dentro in caso qualcuno passasse di lì proprio in quel momento. E se qualcuno passava di lì in quel momento... erano spiacevolmente nella merda fino al collo. 
"L'ho detto io che era un passaggio magnifico. Questo porta dritto a Mielandia, così potremmo... ahia!" 
La ragazza era inciampata su Neville, che era caduto a faccia a terra su uno scivolo di pietra scura. 
"Tu mi hai spinto e qui dentro non si vede una ceppa!" sbottò Neville, che aveva iniziato a tossire a causa del posto angusto. 
"Lumos!" 
Il passaggio segreto si rivelò essere un lungo tunnel roccioso, dove dal soffitto di pietra bagnata convergevano lunghe stalattiti e il pavimento scivoloso era ricco di pietruzze e gradini messi lì a tradimento. A Ginny non piacque per nulla quel luogo buio e solamente perchè le ricordava terribilmente il passaggio della Camera dei Segreti, ed erano secoli che stava cercando di dimenticare il passato. Neville doveva essere scivolato sul gradino in fondo, che gli aveva fatto fare l'ennesimo volo della settimana per terra. Proprio come durante la punizione nella Foresta Proibita. 
Il ragazzo prese la sua bacchetta e fece più luce. "Lumos!" 
"Dai, andiamo. Prima che i ragazzi si chiedano in che guaio ci siamo cacciati" esortò Ginny, cominciando a camminare per il lungo passaggio. "Questo passaggio segreto deve esistere da migliaia di anni, tu non credi?" 
"No, altrimenti Gazza lo saprebbe. Forse è stato scoperto da poco" 
"E da chi?" 
"Non lo so, magari dai tuoi fratelli" 
Ginny fece una grossa risata. "Stai esagerando! Lo so che sono geniali e così via, ma nessuno può..." 
Delle voci interruppero quella della ragazza, echeggiando nel passaggio segreto. 
"CHI SEI? FATTI AVANTI E NON TI FAREMO NULLA!" esclamò una voce possente e aggressiva.
Neville guardò l'amica con occhi sbarrati, che gli restituì lo stesso sguardo. "Ma che cos..." 
"Forse è qualche studente, Rowle" disse un voce diversa dalla prima. "Andiamo a controllare, muoviamoci!" aggiunse. 
Con un tacito accordo, i due amici fecero velocemente dietrofront e si arrampicarono su per la salita per uscire immediatamente da quello stramaledetto passaggio mentre passi pesanti, voci sghignazzanti e lampi di luce rossa e bianca echeggiavano da ogni dove, in quel tunnel scivoloso. Ma che cosa stava succedendo ad Hogwarts? Adesso avevano messo anche i Mangiamorte a bloccare ogni passaggio segreto della scuola? Ci mancava solo quella! 
"Muoviti, muoviti! O li perderemo!" sbottò Rowle, avanzando tra le stalagmiti. 
"Li abbiamo già persi" si arrese l'altro, mentre Ginny e Neville correvano silenziosamente verso l'uscita. "Se proveranno a tornare li beccheremo, questo è sicuro. E se torneranno di notte... li beccheremo doppiamente: l'Incanto Gnaulante è imposto su tutto il villaggio. Non avranno scam..."
Neville chiuse la gobba della statua dietro di sè, mentre l'amica ansimava al suo fianco, con la tremarella alle gambe. Non aveva previsto che per una colazione si potesse arrivare fino a quel punto, non aveva previsto che Piton potesse arrivare a mettere dei Mangiamorte di guardia ad ogni centimetro della scuola e Dissennatori in ogni parte del castello. Era orribile e disgustoso che Hogwarts era passata alla mercè di quell'uomo maledetto... come si poteva vivere in quel modo? 
"Dobbiamo avvertire Luna, lei doveva venire con noi" disse Neville affannato. 
Ginny annuì un paio di volte e cominciò a correre verso la Torre di Corvonero, con Neville alle calcagna. Ai due ragazzi non importava un accidente di essere affannati e stanchi dalla corsa che avevano fatto nel tunnel: volevano solamente mettere della distanza tra loro e quella statua maledetta e, soprattutto, dovevano avvertire immediatamente la loro amica, che correva un pericolo pazzesco se entrava in quella statua. 
I due arrivarono alla Torre di Corvonero in un baleno. 
"Dove sta il quadro?" chiese Ginny nervosamente, guardandosi in fretta intorno mentre si teneva la milza dolente. 
"Forse non ce l'hanno..." suggerì Neville agitato. "Forse dovremmo bussare" aggiunse, bussando sulla grossa porta che si trovava di fronte. 
"Incredibile! Dei Corvonero che non hanno un quadro con una parola d'ordine!" 
"Vuoi finire di blaterare a vuoto?" 
"MI VIENE SPONTANEO!" strepitò la ragazza, che non la smetteva di andare avanti e indietro. 
Aveva ereditato dalla madre il fatto che durante le situazioni di nervosismo non stava un attimo ferma come se fosse iperattiva, parlava da sola e spesso urlava, proprio come era successo in quel momento. Neville, invece, era silenzioso ma sudava ed era tutto rosso: strano modo per esternare la tensione. 
"Qui non risponde nessuno" 
"Devono anche risponderti? Aaah... e quello da dove è sbucato?" 
Dal grosso battente di legno era sbucato un piccolo corvo, che aprì la bocca e fece un versetto gracchiante.
"Chi si spoglia quando comincia a fare freddo?" chiese, con voce roca. 
"Ma sono ad Hogwarts, a maial college o nella scuola dei pazzi?" sbottò Ginny sconcertata, rivolta al corvo, che fece un altro lungo versetto. "Oh, Neville... credo che questo indovinello potrebbe farci accedere alla Sala Comune di Corvonero. Forza, dacci dentro!" 
"Sei tu quella che avevi un cervello geniale" le fece notare Neville, ripetendo le sue parole. "E la domanda non mi piace. Non si può cambiare?" 
"No, rispondete: chi si spoglia quando comincia a fare freddo?" insistette il corvo. 
"Ma che ne so, che ne so!" sbottò nuovamente la ragazza, che si stava innervosendo ulteriormente. 
Neville era perplesso. "In che senso spogliare...?" chiese, sgranando gli occhi e assumendo un'espressione vacua. 
"Se fa freddo ci spogliamo tutti se dobbiamo, perchè dobbiamo lavarci e fare le nostre cose... quindi credo che la risposta sia: tutti!" Ginny arrivò subito alle conclusioni, conclusioni troppo facili per una nervosissima Grifondoro che ne è subito uscita a capo. 
E infatti il corvo scosse la testa. "Mi dispiace, hai sbagliato" disse. 
"E ti pareva!" fece Ginny agitata, battendo un pugno sulla porta e imprecando. "Probabilmente Luna è chissà dove e noi stiamo qui che cerchiamo il modo di entrare in questa stramaledettissima Torre di Corvonero! E tu, Neville... mi dici che diavolo stai facendo, che sei tutto rosso? Vuoi davvero risolvere l'indovinello?!?" 
"Scusa tanto se voglio provarci... sono nervoso quanto te"
"Non è roba per i Grifondoro, dobbiamo solo sperare che... LUNA!" 
Luna si chiuse la porta alle spalle e puntò gli occhi pallidi sugli amici, facendo un gran sorriso, ma si vedeva che era piuttosto sorpresa di torvarsi i due proprio fuori alla Torre della sua Casa. Era appena uscita e nessuno dei ragazzi l'aveva vista (ovvio, stavano battibeccando come due bambini!); al tocco di Luna, il piccolo corvo scomparve dietro al battente di legno. 
Ginny si rilassò completamente: Luna era lì e stava bene, adesso doveva solamente calmarsi. 
"Cosa succede? Avete visto un Nargillo? Stavo venendo da voi, sapete?" esordì Luna, controllando il suo orologio. "Oh, sono leggermente in ritardo... stavo chiacchierando con un gattino di una mia amica. Sapete, a lui non piace molto essere rinchiuso in dormitorio" 
Era una delle tante affermazioni stravaganti di Luna, che nessuno dei due ragazzi contestò. 
"Grazie al cielo sei in ritardo" disse Neville, sospirando. 
"Cosa vi succede? Siete bianchi come il sedere di un Gorgosprizzo" osservò Luna, gli occhi sporgenti puntati sugli amici. 
Neville raccontò brevemente la storia all'amica, che non rimase molto sconvolta come i due. 
"Oh, capisco... terribile che Hogwarts sia così sorvegliata" disse Luna comprensiva, annuendo seria. "Ma cosa stavate cercando di fare qui fuori?" 
"Salvarti la vita, no?" fece Neville divertito, il viso paffuto ormai rilassato e per nulla paonazzo. 
"E quell'animale era un porco, altro che corvo" aggiunse Ginny testarda, ormai completamente tranquilla ma indignata per la faccenda dell'indovinello. "Ci ha chiesto: Chi si spoglia quando comincia a fare freddo? Ti sembra normale, eh, Luna? Qui sono tutti pazzi, l'ho detto io che stanno impazzendo tutti" 
Luna rise. "Gin, la risposta esatta era: l'albero. L'albero si spoglia quando fa freddo, no?" cinguettò, sognante.
Ginny alzò entrambe le sopracciglia e aprì la bocca. "Mi sento umiliata" disse, e voltò le spalle al battente di legno mentre Luna e Neville scoppiavano a ridere. 




"Abbiamo ricevuto il messaggio, sì. Ma che cosa è successo di preciso?" chiese Micheal Corner alla sua ex ragazza. 
Ginny esitò per un attimo. "In pratica, hanno messo Mangiamorte a sorvegliare i passaggi segreti" sussurrò, guardandosi intorno. "Ti rendi conto? Ci stavano facendo secchi, a me e Neville. Perciò abbiamo corso verso la Torre di Corvonero per avvisare Luna, ma quel vostro maledetto corvo non ci faceva entrare" 
"Ovvio, no?" fece Micheal, ridacchiando. "Voi avete la parola d'ordine, noi abbiamo gli indovinelli da risolvere. A voi era: audacia, fegato e cavalleria. Giusto? Mentre a noi era: svegli e pronti di mente. Noi ci dobbiamo distinguere dalle altre Case, no?" 
"Datti poche arie, saputello. Quel corvo aveva fatto una domanda oscena..." 
"... e non hai saputo risolvere l'indovinello, mi sembra normale" 
Ginny scoppiò a ridere: Micheal Corner era cambiato tantissimo da due anni fa, anzi, quasi non si riconosceva. Ma forse era solamente l'impressione iniziale, forse voleva farsi bello per dimostrare alla ragazza cosa aveva perso... poteva andare in questo modo, vero? 
"Doveva essere proprio una pessima domanda per conciarti in questo stato" continuò Micheal ilare. 
Ginny alzò un sopracciglio, divertita dal modo naturale in cui lui l'aveva detto. 
"No, no... non mi fraintendere! Sei bellissima come sempre, solo che... sei tutta arruffata" 
"Sì, era una pessima domanda" rise la ragazza. "Ma adesso devo andare a lezione, ci vediamo!" 
Micheal le sorrise e si avviò nella direzione opposta rispetto a Ginny. 






Angolo autrice
Non ho voluto fare un capitolo gigantesco dedicato ai provini perchè quest'anno il Quidditch sarà messo per la prima volta in secondo piano: la rivoluzione ha inizio e il Quidditch è l'ultima cosa di cui i ragazzi si preoccupano. Per il discorso della ragazza... beh, ce l'ho messa tutta per scriverlo, per far emergere da quelle parole l'angoscia e la decisione che prova in quel momento il personaggio. Ci sono riuscita? Non saprei. L'idea che Ginny e Neville si infilano nella passaggio della strega orba l'ho trovata illuminante, perchè quando Harry, Ron ed Hermione arrivano ad Hogwarts, Neville dice loro chiaramente che hanno chiuso i passaggi segreti per uscire dal castello e ho pensato che magari lui e Ginny ne sapevano qualcosa, e hanno rischiato di brutto. 
Spero che vi piaccia! 
Ps: l'affetto che Micheal Corner nutre per Ginny potete interpretarlo come volete, che sia ancora innamorato di lei oppure che provi solamente affetto e basta. Io, sinceramente, devo ancora decidere. Questo personaggio avrà un ruolo importante nella vita di Ginny, perchè come ci viene detto nel libro libererà uno studente incatenato e questo mi ha fatto capire che è molto maturato e cresciuto, avendo quindi un valore per la ragazza. 

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Capitolo 69
*** Che la rivoluzione abbia inizio. ***


CHE LA RIVOLUZIONE ABBIA INIZIO.


Ottobre arrivò in tutta fretta e portò con sè l'autunno come non si era mai visto: indebolite, le foglie continuavano a cadere dagli alberi, vento forte e pioggia non contribuirono affatto con il virus di influenza che girava in giro per il castello e Halloween pareva alle porte, e quel castello tenebroso che era diventato Hogwarts riusciva perfettamente ad evocare l'atmosfera da brivido che Halloween portava in tutta la Gran Bretagna. 
Ogni volta che i ragazzi vedevano Piton seduto al tavolo degli insegnanti (quelle poche volte in cui era a scuola, si capisce) constatavano che era sempre più nervoso, su di giri e praticamente con gli occhi addosso ai Grifondoro, come se si aspettasse qualcosa, qualche atto di ribellione o cose simili, da parte loro. Intelligentone mancato, il vecchio Severus Piton. Le perquisizioni mensili erano andate alla grande, anche se a Tiger non fu confiscata quell'orrenda mano della gloria, il che faceva pensare che i Serpeverde avevano un trattamento speciale dai Carrow (come se gli studenti non lo sapessero!), ma Ginny non intendeva assolutamente lasciare la valigetta dei Tiri Vispi ancora per molto nell'ufficio di Gazza: se l'ES doveva entrare in azione, la roba dei Tiri Vispi poteva aiutare. E molto. 
"Oggi parleremo dello Statuto Internazionale di Segretezza" annunciò Alecto Carrow, durante un'ora particolarmente noiosa di Babbanologia. "Questo argomento è veramente importante per la vostra istruzione, per cui voglio che prestiate la massima attenzione. E prendete appunti!" aggiunse. 
Ginny si trovava in quell'aula buia, seduta accanto a Cassie, che quel giorno pareva più malata che mai anche se Ginny non sapeva spiegarsi il perchè, sonnecchiando con la testa appoggiata alla mano e sbadigliando di tanto in tanto per la noia che quella lezione le recava. L'occhio cadeva sempre sull'articolo di giornale che il compagno seduto davanti a lei aveva nella borsa, articolo di Rita Skeeter sulla probabile morte di Harry Potter. 
Un mucchio di sciocchezze, in pratica. 
"Dunque, ai tempi della fondazione di Hogwarts..." cominciò Alecto con tono squillante e pomposo, e i ragazzi si affrettarono a prendere appunti mentre lei gironzolava in giro per la classe. "Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero consideravano la discriminazione dei Nati-Babbani sostenuta da Salazar Serpeverde insolita e insensata, e non solo loro ma anche la maggior parte dei maghi di quel tempo" fece una piccola pausa. 
Ginny finì di scrivere: di certo, non poteva dar torto alla maggior parte della popolazione dei maghi. 
"In seguito, l'opinione del mondo magico ebbe un cambiamento dopo l'introduzione nel 1692 dello Statuto Internazione di Segretezza, quando i Babbani iniziarono a perseguitare i maghi, che furono costretti a nascondersi" 
La ragazza mise un puntino sulla 'i' con tanta ferocia che non si meravigliò affatto quando nella pergamena rimase un piccolo forellino. 
"Questo è un fatto storico" disse Alecto, tutta gongolante. "Alcuni di voi non potranno proprio negare che quegli esseri dal sangue sporco dei Babbani ci hanno reso la vita passata un inferno. Hanno reso la vita un inferno ad esseri superiori a loro!" 
Ginny fece una smorfia di fastidio. "Beh, non è ovvio?" disse, rabbiosa. "Se Salazar Serpeverde non ammetteva i figli dei Babbani ad Hogwarts era ovvio che loro reagissero credendo di essere in pericolo! Questa è una cosa logi..."
"SI-LEN-ZIO!" scandì la Mangiamorte, gli occhi ridotti in due fessure strette. "Continuiamo..." riprese, volgendo lo sguardo sui Serpeverde seduti sulla destra della stanza. "Dopo la legge del 1692, molti maghi convennero che Salazar Serpeverde non aveva tutti i torti. Infatti, col passare del tempo, i matrimoni tra maghi e Babbani furono considerati poco rispettosi per la dignità della razza Purosangue, fino ad arrivare ai giorni nostri quando..."
"Perchè omette la parte in cui si racconta che dopo la Prima Guerra maghi e Babbani ritennero di non essere poi così diversi?" chiese Ginny arrabbiata, e quella naturalmente fu la goccia che fece traboccare il vaso... e il vaso si chiamava chiaramente Alecto Carrow. 
Inutile dire che a fine lezione la ragazza si era ritrovata con l'ennesima punizione orribile rifilatole da quella donna, cinquanta temi di Trasfigurazione e Incantesimi arretrati e un mucchio di lavoro da svolgere per l'Esercito di Silente e per la sua squadra di Quidditch. Quell'anno non si prospettava per niente rilassante come tutti avevano immaginato, soprattutto a causa di quei due idioti dei fratelli Carrow. 
Dopo la punizione di quel pomeriggio con la Carrow, Ginny si ritrovò piena di graffi dolorosi e lividi violacei, ma ormai ne era abituata. Anche Neville aveva una sua scorta di punizioni a settimana, mentre Luna non era il classico tipo che perdeva le staffe: a lei bastava pensare ad altro, non attaccava mai briga e non riusciva proprio ad arrabbiarsi. Magari fosse stata temperata come Luna, magari avesse potuto far arrabbiare i Carrow ignorandoli semplicemente! 
"Se continui a fare la prepotente con me" disse Alecto a fine punizione, "ti do una settimana intera di punizioni e ti giochi la prima partita della stagione di Quidditch nella Torre di Grifondoro a frignare come una poppante mentre tutti si divertono. Mi sono spiegata?" 
"Sì, professoressa" rispose Ginny furibonda, che si stava sforzando di tenere tutto dentro. "Posso andare?" 
"E non osare fare la ribelle con noi, ragazzina, che per te va a finire male. Chiaro?" 
"Chiaro, professoressa. Adesso posso andare?" 
"Sì, brava, levati dai piedi!" sbraitò Alecto minacciosa, guardandola con disprezzo mentre Ginny sgattaiolava via. 
Gli occhi della ragazza mandavano faville, avrebbero perfino potuto appiccare un incendio disastroso. Non aveva fatto neanche dieci passi che si sentì la voce della professoressa McGranitt echeggiare in corridoio: era venuta ad apostrofare Alecto, tutta preoccupata ed indignata per qualcosa che probabilmente Alecto o il suo caro fratellino avevano fatto. Qualcosa di orribile o di sbagliato, come ci si doveva aspettare da loro. 
Ginny si fermò di botto dietro all'angolo per ascoltare, ma le voci delle due donne si facevano sempre più lontane. 
"... ordinato a degli studenti di lanciare una Maledizione Cruciatus sui bambini!" 
"Beh?" 
"Non potete! Gli studenti non possono usare la Maledizione Cruciatus su altri studenti!" 
"E chi lo dice? Lei non comanda più, Minerva McGranitt, se lo ricordi" 
"Ma non potete... degli studenti... che non hanno fatto..." e le voci si affievolirono tanto da non sentirsi più. 
Quando la sfiga prende il sopravvento.
La ragazza imprecò a voce bassa: che cosa avevano combinato i due Carrow di tanto orrendo da mandare la McGranitt da Alecto per rimproverare lei e suo fratello? Che cosa era successo di tanto schifoso lì ad Hogwarts da non garantire la sicurezza degli studenti? Che cosa doveva fare l'Esercito di Silente per fermarli? Se solo non si fossero allontanate, avrebbe potuto sentire che cosa dicevano le due donne. 
"Pssssst" un sibilo la fece sobbalzare, proprio nel momento in cui aveva preso in considerazione l'idea di seguire le due donne. 
"Oh... sei tu" disse Ginny annoiata, quando riconobbe Astoria correrle incontro e fermarsi proprio davanti a lei. "Che ci fai qui?" aggiunse, troppo furibonda col mondo per dare ascolto alla Greengass e alle sue stranezze poco raccomandabili. 
"Volevo parlarti" disse Astoria, con faccia tosta. 
Ginny si incamminò nella direzione in cui era arrivata la Serpeverde, direzione opposta presa delle due donne, purtroppo. 
"Ehi, sto facendo la spia per voi, lo sai? Ho scoperto una cosa terribile" continuò Astoria seria, con tono di urgenza nella voce. 
"Nessuno ti ha chiesto di fare la spia" 
"Oh, smettila di trattarmi così! Dobbiamo intervenire. I Carrow hanno rinchiuso i ragazzi del primo anno nelle segrete!" 
Ginny si sentì per un attimo mancare, convinta che Astoria la stesse prendendo in giro e che le stesse giocando una delle sue. Non era possibile che i Carrow avessero fatto una cosa disgustosa come quella, andava oltre ogni sua immaginazione. Come era possibile che avessero rinchiuso quei bambini di undici anni nelle segrete e lasciati lì da soli a marcire, piangere e Merlino sa solo cosa, NELLE SEGRETE GELIDE DI UN CASTELLO? 
"Stai mentendo" decise Ginny esterrefatta, scuotendo il capo con sguardo vacuo. "Stai mentendo" ripetè, per rafforzare il concetto. 
"Ma magari!" sbottò Astoria, assumendo una strana espressione triste. "Mi devi credere, mi devi credere! Ancora nessuno lo sa, solamente i Serpeverde perchè i Carrow hanno trovato giusto confidarsi con loro. E si vantano di quello che hanno fatto! Credimi, ci sono dei bambini nella cella buia del castello!" 
Ginny non capiva. "Ma... ma... come è possibile? E perchè?" 
"Quelli del primo anno sono ingenui" spiegò Astoria, sempre con quel suo tono di urgenza che faceva venire i nervi. "Perchè sono piccoli, non capiscono molto bene come vanno le cose qui ad Hogwarts adesso. Hanno contestato qualcosa ai Carrow e loro li hanno rinchiusi lì sotto, e ci sono rimasti per tutta la notte!" 
Era orribile da pensare, era orribile da credere. Ma Astoria sembrava così seria, così preoccupata per quegli undicenni che avevano passato la notte in bianco a gemere, piangere e disperarsi per il fatto di non avere i loro genitori accanto, per il fatto di essere rinchiusi in una cella gelida e oscura, nei meandri del castello di Hogwarts, che Ginny quasi le credette. 
Non sapeva che fare: era una trappola di Astoria e dei Serpeverde? 
La ragazza pensò a quello che la McGranitt stava dicendo ad Alecto, qualcosa sugli studenti che volevano lanciare una Maledizione Cruciatus sui bambini. Sui bambini... allora c'entravano davvero i bambini in quella storia? 
"Perchè sei così disposta a non credermi?" insistette Astoria, mortificata. 
"Sei solo una Serpeverde Purosangue! Perchè mai dovrei crederti?" ruggì Ginny adirata, facendo un passo avanti e facendo indietreggiare Astoria. Non sapeva neanche lei da dove le era uscita tutta quella rabbia e come mai proprio contro Astoria Greengass, che ultimamente non aveva fatto altro che strisciare ai suoi piedi. Perchè doveva continuare a serbare tutto quel rancore, che poi esplodeva come una bomba in quel modo? 
"Ti ho detto che sono contro la mia famiglia, sto facendo la spia per voi... sto cercando di aiutarvi..." mormorò Astoria, irritata. 
"Puoi anche essertela inventata tutta quella avvincente storiella!" 
"Sai benissimo che non è così!" 
"No che non lo so! Me ne vado..." concluse Ginny, che non riusciva a dire altro che non fossero brutte cose. 
Era pronta a Schiantare direttamente Astoria Greengass se avesse mosso un passo verso di lei ma la Serpeverde non si mosse, rimase lì ferma a contemplarla fin quando la ragazza non svoltò velocemente l'angolo in fondo al corridoio del quarto piano e sparì. Tutto quadrava... tutto sembrava quadrare ma... che cosa doveva fare? A cosa doveva credere? E soprattutto, a chi? 
Mentre camminava (a grandi falciate come un elefante, ovvio) e rimuginava sui recentissimi avvenimenti degli ultimi minuti, intravide Luna e Neville dietro ad un arazzo di Tassorosso, che chiacchieravano animatamente, tutti e due ben attenti a non farsi sentire da nessuno. 
Si schiarì la gola per annunciarsi e lo si voltarono verso di lei. "Ehi, ragazzi" disse, avvicinandosi a loro. 
I due sospirarono quando la riconobbero; Neville fece un sorriso mesto. "Gin, proprio te cercavamo! Finita la punizione? Cavolo, che segnacci..." 
"Oh, hai un aspetto orribile. Successo qualcosa di brutto?" chiese immediatamente Luna, scrutandola in modo preoccupato come in cerca di malanni. "La Carrow ti ha torturato tantissimo oppure è qualcos'altro che ti ha ridotto in questo stato?" aggiunse, comprensiva. 
Ginny rimase un attimo in silenzio, ancora arrabbiata. "La Carrow mi ha conciata per le feste ma se vuoi proprio saperlo, Luna, il mio brutto aspetto non ha niente a che fare con quella stronza. E grazie per avermi avvisata, adesso corro a chiudermi in camera" 
Neville rimase di stucco a quelle parole; Luna non aveva cambiato espressione. 
"Ma che ti prende?" fece Neville stupefatto, sgranando gli occhi. 
"Astoria" disse Ginny semplicemente, e si sentì montare di una nuova rabbia solo dicendo quel nome. "Insiste, vuole entrare nell'Esercito e aiutarci, facendo la spia per noi a suo grande rischio e pericolo, tradendo in segreto la famiglia e blablabla. Tutte schiocchezze! E mi ha anche rifilato una bella storiella: i bambini del primo anno sarebbero rinchiusi in cella, adesso. Vi rendete conto? Vuole giocarci una trappola da serpe che non è altro!" 
Neville guardò intensamente Luna, poi disse: "La storia dei bambini... è vera. Ti cercavamo per questo" 
Ginny aprì la bocca, da cui non uscì alcun suono. Piuttosto, un gorgoglio strozzato. "Ma allora è una presa per il culo totale! E scusatemi tanto!" sbottò, recuperata la voce e decisa ad incolpare Astoria. "Vuole istigarci, vuole farci andare lì sotto con tutto l'Esercito di Silente mentre lei e i Serpeverde tramano contro di noi e avvisano i Carrow per farci beccare!" 
"No" disse Luna tranquilla, scuotendo il capo. "Astoria è davvero pentita, Gin. Non giudicarla solo per le cose che ha fatto in passato, adesso ci sta dimostrando in tutti i modi che lei è cambiata e pronta ad aiutarci. Smettila di trattare in questo modo le persone, non ne hai alcun diritto!" 
Ginny aprì nuovamente la bocca, spalancandola: non riusciva a credere al fatto che Luna le avesse parlato in quel modo. Luna, tanto pacata, gentile e sempre pronta ad aiutare... come era possibile che proprio quella ragazza fosse irritata in quel modo? Perchè stava dalla parte di Astoria Greengass e non da quella dell'amica? 
"Ma che sciocchezze stai dicendo?" sussurrò Ginny addolorata, che non riusciva ancora a credere alle sue orecchie. "Tu stai davvero difendendo quella Serpeverde di Astoria Greengass? Bell'amica che ho! Potresti fingere di stare dalla mia parte almeno per una volta? Datti una santa calmata, Luna" aggiunse, duramente. 
"L'unica che si deve calmare qui sei tu" replicò Luna tranquilla, nonostante l'amica le stesse facendo perdere le staffe. 
"Forse non ti è molto chiaro: non-siamo-tutti-rilassati-come-te" scandì l'altra. 
"Questo non c'entra un Nargillo secco, stai facendo un discorso senza senso" 
"Sì, brava, fai uscire il tuo arguto genio da Corvonero adesso! Ma resta il fatto che non daremo ad una serpe il mezzo per mandare i nostri piani all'aria! Mio fratello, il mio fidanzato e la mia migliore amica potrebbero morire da un momento all'altro e noi ci lasciamo prendere per in giro da quella serpe?" 
"Non sai nemmeno cosa pensare di Astoria. La verità è che sei troppo arrabbiata con tutto e con tutti per sfruttare l'intelligenza" 
"Continua pure con la storia della Grifondoro stupida, Luna... solo perchè tu hai un cervello enorme! A te non importa nulla di nessuno!" 
"Non è vero! Siamo preoccupati anche noi per i ragazzi" intervenne Neville, aggrottando la fronte. "E poi... Luna ha ragione, la penso come lei" aggiunse, piano. 
"Ah, complimenti" mormorò Ginny incollerita, fissando l'amico con le narici dilatate. 
"Non biasimarlo per questo, si vede che sto dicendo una cosa giusta" disse Luna ragionevole. 
"Una cosa giusta per te, magari" 
"No. Ma non capisci? Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere, Gin!" 
"Ma ti senti? La pianti?" 
"Sì, santo Merlino, la piantate tutte e due?" intervenne nuovamente Neville, esasperato. 
Ginny serrò gli occhi. "Sì, la pianto! Col vostro permesso... tolgo il disturbo" sbottò acidamente e, facendo dietrofront, si allontanò dai due amici. 




Piangendo per la rabbia, Ginny capì che probabilmente Luna e Neville avevano ragione: doveva darsi una calmata, doveva smetterla di trattare male le persone solo perchè era preoccupata e arrabbiata per tutto, doveva cominciare a fidarsi anche se il suo fidanzato l'aveva fatto ed era andata male, anche se Silente l'aveva fatto ed era andata malissimo. Doveva ascoltare il suo cuore e il suo cuore le diceva che doveva andare a scusarsi con i suoi amici e con Astoria. Doveva ascoltare il suo cuore anche se le diceva che doveva ammettere una Serpeverde nell'Esercito di Silente. 
Cassie entrò nel dormitorio femminile, trafficando con delle ampolle, ma non fece commenti sullo stato emotivo della ragazza. 
"Sei stata brava agli allenamenti di oggi" disse Ginny subito, con un tono stranamente allegro. Non voleva attirare l'attenzione su di sè e sulla sua tristezza, anche se quella la divorava; Neville e Luna non avevano neanche assistito ai suoi allenamenti sugli spalti... e quello era stata forse la peggior cosa. "Sono molto positiva su questa squadra, stracceremo i Serpeverde la settimana prossima" aggiunse. 
"Sì, sono positiva anch'io" ribattè Cassie con un sorriso, e la sua voce era roca e debole da far paura. Ma che cos'aveva quella ragazza scarna, sempre pallida, misteriosa e perennemente con un gran sorriso sulle labbra screpolate? C'erano giorni in cui non rientrava la notte, giorni in cui sembrava mancare dalla scuola... era in pessime condizioni di salute oppure quelli su di lei erano vaneggiamenti? 
"L'unica cosa che mi preoccupa sono le intenzioni dei Serpeverde, tu non li conosci" sbuffò Ginny infastidita.
"Cosa possono farci?" 
"Di tutto, in corridoio hanno tentato di farmi davvero di tutto..." 
... e con i Carrow dalla loro parte riusciranno nel loro intento uno di questi giorni, concluse la ragazza, mentalmente. 
Cassie sorrise. "Così mi spaventi" disse, crollando sul letto per leggere un libro dalla copertina azzurrina. 
"No, non ti spaventare. Dobbiamo essere noi a spaventare le serpi" rise l'altra, piuttosto ottimista e che non vedeva l'ora di far vedere ai Serpeverde di che pasta era fatta la sua grandiosa nuova squadra. "Che cosa leggi di interessante?" aggiunse, cambiando totalmente argomento. 
"Poesie" rispose Cassie. 
Ginny annuì: le poesie non erano il suo argomento di lettura preferito ma le adorava. "Posso?" chiese, gentilmente. 
Cassie le diede il libricino e lei lesse: 

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. 
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono 
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede. 


Ginny tossicchiò, gli occhi lucidi come non mai: il poeta era riuscito perfettamente a descrivere la situazione in cui adesso si trovava, quella poesia era una carezza sul suo viso. Cassie se ne accorse, perchè fece un lieve sorriso incoraggiante. Forse fu solamente il pensiero di aver sbagliato con sè stessa e tutte le persone intorno a lei oppure la lettura della poesia di Cassie che smosse Ginny una volta per tutte: doveva radunare l'ES per una riunione nella Stanza delle Necessità sui bambini rinchiusi nelle segrete. E doveva rintracciare Astoria. 
La ragazza frugò nel suo cassetto e trovò il galeone per mandare un messaggio: Alle 20.00 nella stanza.
Per quanto riguardava la Greengass... Ginny l'avrebbe cercata per tutta Hogwarts. 




... e infine trovò Astoria, che stava canticchiando una canzoncina sul davanzale della finestra del corridoio del quarto piano e si attorcigliava attorno al dito una ciocca dei lunghi capelli castani. Quello era il luogo in cui Astoria e Draco passavano la maggior parte del loro tempo e la ragazza quasi quasi si chiese se fosse una buona idea parlare con Astoria quando non sapeva se Draco sarebbe arrivato lì da un momento all'altro. 
Ginny si decise e venne avanti; Astoria le puntò gli occhi verdi addosso. 
"Che ci fai qui?" chiese quest'ultima, squadrandola con sospetto e interrompendo la sua attività attorciglia-capelli. 
"Volevo parlarti" rispose Ginny con decisione, e fece un lieve sorriso perchè stava ripagando Astoria con la stessa moneta. La Serpeverde se ne accorse e sorrise, abbassando il capo. "Hai avuto un deja vu? Perchè la stessa cosa è appena capitata anche a me" aggiunse. 
"Sì, ho avuto un deja vu. Di che cosa vuoi parlarmi?" 
Ginny trasse un profondo respiro e disse: "Ho cambiato idea su di te, Astoria. Ti credo e ti voglio nell'ES" 
"Era ora che mi credessi" disse Astoria facendo uno sbuffo, ma era divertita e anche incredibilmente sollevata. "Da quanto tempo sto cercando di persuaderti a credermi? Strano che tu sia venuta qui da me per dirmelo, non me lo sarei mai aspettato da..." 
"Poche chiacchiere, Greengass" la interruppe l'altra. "La mia amica Luna Lovegood ti ha sempre creduta e so benissimo che è strana e tutto il resto ma è davvero una persona speciale, mi ha aiutata a capire. Adesso abbiamo una riunione nella Stanza delle Necessità, vieni con me oppure no?" 
"Vengo" rispose subito Astoria, alzandosi dal davanzale. "La Stanza delle... hai capito... era quella stanza che scompariva e che usavate due anni fa?" aggiunse incuriosita, restando al passo della Grifondoro. 
"Sì. Tu facevi parte della Squadra di Inquisizione?" 
"No! Non ne ho mai fatto parte!" esclamò Astoria, come se quella domanda l'avesse offesa. "Odiavo quella Umbridge! Sapevo benissimo che Tu-Sai-Chi era risorto, tutti i Serpeverde sapevano che era risorto ma dovevano fingere con quel rospo odioso. Infondo, era un bene per loro far credere che non fosse risorto... così mettevano paura e incertezza su tutti. La mia famiglia non è composta da Mangiamorte ma tutti loro sono d'accordissimo con il regime di Tu-Sai-Chi, come tu hai ben capito. Quasi tutti i Serpeverde sono così" 
Ginny annuì, ascoltando con estremo piacere, doveva ammetterlo. Solo in quel momento si accorse che forse in quel periodaccio aveva proprio bisogno di una compagna Serpeverde con cui parlare, anche perchè era interessante sapere su cosa era basata la vita del Serpeverde medio e come era composta la sua famiglia, ma soprattutto era bello sapere cosa ne pensava il nemico. Astoria non era il nemico, i nemici erano coloro con cui lei aveva a che fare... ed era sempre buono saperne di più su di loro.
Le due continuarono a chiacchierare e quella cosa somigliava quasi ad un paradosso: mai a memoria d'uomo un Grifondoro si era avvicinato anche solo per dire: "che ore sono?" ad un Serpeverde e poi... Ginny Weasley arrivava a stravolgere le cose, stringendo rapporti proprio con una Serpeverde. Una roba da non credere! Che cosa avrebbe detto il suo fidanzato se l'avesse vista? Sarebbe stato d'accordo a fidarsi di una serpe? La ragazza si trovava a disagio con Astoria, in difficoltà. 
Chiacchierando ininterrottamente tra di loro, le ragazze arrivarono in fretta fuori alla Stanza delle Necessità. 
"Vieni" disse Ginny incoraggiante, perchè Astoria continuava a guardare il battente di legno con esitazione e sembrava non voler entrare. 
La Serpeverde sibilò una piccola parolaccia, rivolta più alla situazione in cui si era cacciata che a qualcuno in particolare. "Me ne diranno di tutti i colori" sbottò. 
"Sì, probabilmente. Ti spaventa? Dai, non fare la cacasotto ed entra" 
Astoria le rifilò un'occhiataccia, ma la seguì con coraggio. Entrando, trovarono tutti i componenti dell'Esercito di Silente che parlottavano allegramente mentre aspettavano l'arrivo dell'ultima componente del gruppo, che inoltre li aveva convocati. Non appena i ragazzi inquadrarono Astoria, ci fu il silenzio tombale in cui si poteva sentire cadere uno spillo. 
Rimasero tutti a bocca spalancata, tranne Neville e Luna, che colsero lo sguardo di scusa dell'amica. 
"Ragazzi, lei è Astoria Greengass e da questo momento in poi fa parte dell'Esercito di Silente!" esordì Ginny decisa, lanciando un altro piccolo sguardo a Neville e Luna. Quasi si aspettava di venire apostrofata con epiteti molto poco garbati ed eleganti, ma l'ES continuava a stare in silenzio... cosa che non faceva che accrescere la sua ansia e il suo nervosismo. 
Parlate, porco Godric!
E finalmente un'esclamazione si levò dal gruppo. 
"Ma lei è una Serpeverde!" sbottò Zacharias Smith, sdegnoso e con occhi sgranati. "Che diavolo significa questo?" 
"Sì!" gli diede man forte Calì. "Lei mi fece una fattura una volta, per mettermi in ridicolo davanti a tutti!" 
"Me lo ricordo! Ha fatto un sacco di cose brutte!" esclamò Lavanda, incrociando le braccia al petto. 
"Lei e le sue amichette serpi... la devono solo pagare!" insistette Calì furibonda, e sembrava davvero arrabbiata nera. 
"Da piccola già faceva fatture illegali, è una odiosa serpe!" sbottò Padma infiammandosi.
"Ragazzi" intervenne Neville, ma la sua voce non riusciva a sovrastare il rumore delle altre proteste. 
"Ci hai portato nella trappola per topi, Gin?" 
"Astoria Greengass nell'Esercito di Silente?" 
"Lei e la sua cara sorellina ci vogliono morti!"
"Non ce la vogliamo qui, cacciatela via! Cacciate quella serpe!" 
Astoria aprì la bocca e guardò la ragazza che l'aveva condotta lì, come in cerca di un qualunque aiuto.
Neville guardò l'amica e si decise ad intervenire, le sue grida rimbombarono nella stanza: "RAGAZZI! Vi prego, dovete ascoltarmi!" esclamò, e pian piano le proteste andarono ad affievolirsi. "Vi abbiamo mai dato modo di non fidarvi di noi? Vi abbiamo mai tradito in qualunque altro modo? Ginny è la persona meno adatta tra noi per portare una Serpeverde qui, ragion per cui dovete capire che se l'ha fatto c'è un motivo!" 
"Ha ragione!" convenne Hannah Abbott, che aveva occhi solo per Neville. "Ginny non è affatto una stupida, dobbiamo fidarci!" 
"Grazie, Hannah. Astoria è qui per aiutarci, per ribellarsi contro la sua famiglia e le ingiustizie" disse Ginny a voce alta, che dopo l'intervento di Hannah era abbastanza rincuorata e molto più motivata nel continuare. "Diamole una possibilità, sono sicura che non ci tradità. Ha fatto la spia per noi, ha scoperto molte cose sui Carrow e su cosa hanno fatto... abbiamo bisogno di lei e lei di noi" concluse, fissando i suoi amici. 
Ci furono cenni d'assenso ed esclamazioni diverse da quelle di prima, ma di benvenuto e fiducia nei confronti di Astoria Greengass. Ovviamente, non tutti si unirono ai cenni di assenso e alle paroline di benvenuto: il gruppetto composto da Calì, Lavanda e Padma era ben restio anche solo a fissare Astoria.
"Sono sicura che Astoria potrà deliziarci raccontando la sua storia in un altro momento" disse Luna, sorridendo alla nuova arrivata con serenità. "Ora abbiamo cose più importanti a cui pensare. Vero, ragazzi?" aggiunse, facendo un cenno d'intesa con i due migliori amici. 
"Verissimo, Luna" concordò Neville, annuendo. 
"Sì, dunque... vi ho mandati a chiamare perchè i Carrow l'hanno fatta grossa" annunciò Ginny irritandosi, pensando alla cosa orribile che avevano fatto i Carrow. "Ed è stata proprio Astoria ad avvertirmi su questa nuova mostruosità: lei e il fratello hanno rinchiuso dei ragazzini del primo anno nelle segrete del castello" 
Trattennero tutti il respiro, compreso Zacharias Smith. 
"I ragazzini sono confusi" intervenne timidamente Astoria, "confusi da quel che sentono qui e da quello a cui sono abituati a casa: i Carrow stanno facendo il lavaggio del cervello a tutti quanti loro e gli insegnanti non possono far nulla per impedire che agli studenti non venga imposta la Maledizione Cruciatus" 
"Dovremmo andare a soccorrerli?" chiese Justin. 
"Non vogliamo costringervi, sia chiaro" puntualizzò Neville. 
"No, no... io ci sto!" ribattè Justin, come per mettere in chiaro che la sua domanda non era un rifiuto. 
Imitarono tutti Justin: c'erano tutti, tutti volevano entrare in azione. Astoria non fiatò per tutto il tempo, fin quando i tre ragazzi capi dell'Esercito di Silente non le puntarono gli occhi addosso. Ovviamente, i ragazzi non si aspettavano che la Greengass si facesse coraggio per scendere nei sotterranei con loro (anche perchè se la scoprivano era nella merda totale) ma inaspettatamente... 
"Ci sto anch'io!" esclamò Astoria, volgendo un gran sorriso limpido a tutti. 




I ragazzi camminavano quasi in punta di piedi mentre si dirigevano nei sotterranei, con le bacchette sfoderate e, nel caso di Luna, con dei grossi barattoli di vernice tra le mani, e i visi contratti dal freddo e dal gelo, ma anche dall'irritazione e dalla preoccupazione che qualcosa potesse andare storto proprio in quel momento. Oh, non preoccupazione per quello che potevano fare loro i Carrow, ma preoccupazione per le conseguenze che avrebbero comportato a quei piccoli studenti. 
Il piano di Ginny era davvero molto semplice: liberare i piccoli, creare l'atmosfera perfetta per una rivoluzione e, soprattutto, convincere i ragazzini a non proferire alcuna parola ma piuttosto convincerli a dimostrarsi piuttosto Confusi, in modo che la colpa non potesse ricadere su nessuno di loro. 
"Ragazzi, piano, facciamo piano..." sussurrò Ginny a voce bassissima, da dietro alla fila. 
"Potresti anche evitare di camminare come un Troll, anche tu!" ribattè imperturbabile Smith, di fianco a lei. 
"E tu potresti evitare di guardarti intorno come un cacasotto: stavi anche facendo cadere quel candelabro!" 
"Santa Tosca, è capitato solo prima! Tu ci cammini sempre come un Troll..." 
"Tu cammini come una femminuccia. Chi sta più rovinato tra i due?" 
"Non è vero che cammino come una femminuccia!"
"Sì, e gridi anche come una femminuccia" 
"Avete intenzione di smetterla, voi due?" sbottò Astoria con vocina stridula, che stava iniziando a dimostrarsi incredibilmente nervosa e in preda all'ansia più totale. Certo, i Serpeverde non erano fatti per essere i coraggiosi della situazione e per fare un gesto simile, Astoria di coraggio ne aveva molto... ma anche altrettanta fifa. "Sembrate una coppietta di sposi, sapete? Se tu non fossi fidanzata con Harry Potter, Smith ti farebbe la corte e tu accetteresti di stare con lui" aggiunse. 
Le ragazze ridacchiarono; Smith mise il naso all'aria. 
"Come no, come... cavolo, non si vede nulla... Neville!" sibilò Ginny irritata, che stava andando a finire contro un candelabro data l'oscurità. 
"Lumos!" disse Neville, che stava in capo alla fila insieme a Luna. 
La sua bacchetta illuminò tutto intorno ma alcuni ragazzi lo imitarono, perchè quel buio era troppo opprimente. Camminarono per più di un minuto, poi lievi mormorii e vocine giunsero alle orecchie dei ragazzi che avanzarono il passo, trovandosi proprio di fronte all'unica cella disponibile: spaziosa e cupa, ospitava più di quindici ragazzini del primo anno che, spaventati, iniziarono ad appiattirsi contro le pareti alla vista dei ragazzi; alcuni iniziarono perfino a gridare. 
"NOOOO!" esclamò un bambino dai capelli biondissimi, spaventato da morire. "NON ABBIAMO FATTO NIENTE!" 
"NON FATECI DEL MALE, VI PREGO!" strillò una bambina minuscola, rannicchiata in un angolino a piangere. 
A Ginny venne il voltastomaco guardando lo stato in cui i Carrow avevano ridotto quei poveri bambinetti del primo anno e assunse un'espressione mortificata mentre avanzava verso le sbarre, alzando le braccia in segno di resa come per far capire che non voleva attaccare i bambini. 
"La Maledizione Cruciatus no! Vi prego! Basta!" 
"Non abbiamo fatto nulla!" 
"Non siamo qui per farvi del male" esordì Luna con quella voce pacata che metteva tranquillità, avanzando verso la cella.
"Vogliamo aiutarvi, non urlate" mormorò Ginny tristemente, che cercava di apparire calma e dolce. 
"State indietro" disse Neville cortesemente, mettendo la testa dentro alle sbarre per calmare i ragazzini. "Nessuno vi farà del male, state indietro così vi liberiamo da qui dentro. Non dovete far altro che restare dove siete, senza muovervi, così non vi farete male" 
I ragazzini erano titubanti; alcuni continuavano a piangere. 
"Dobbiamo far scoppiare questa parte della cella" disse Ginny a bassa voce, indicando la parte opposta dove si trovavano i piccoli. "Così potrete uscire da qui sani e salvi e senza che usino la Maledizione su di voi. Non vi accadrà nulla, promesso" aggiunse, mettendo una mano sul cuore. 
"M-ma tu sei G-Ginny Weasley... n-non è così?" balbettò una ragazzina singhiozzante, che non riusciva a proferire parola talmente che era impaurita. 
"Sì, sono io" rispose la ragazza, facendo un sorriso incoraggiante alla bimba. 
"La f-fidanzata di Harry Potter?"
"Esatto"
"Oh... io m-mi fido di te!" 
"Devi" 
La bimbetta sorrise e si appiattì lungo la parete che Neville stava indicando, calmandosi. 
"D'accordo..." riprese Neville, leggermente nervoso. "Va tutto bene, lì in fondo?" aggiunse, voltandosi. 
Lavanda, Seamus e le gemelle Patil alzarono i pollici per dire che era via libera, che tutto era silenzioso. 
Ginny puntò la bacchetta contro le sbarre. "Reducto!" gridò, e la parte sinistra della cella scoppiò facendo un gran fracasso. Rumori metallici echeggiavano da ogni dove, l'incantesimo fece sgretolare alcune pietre e mattonelle dei sotterranei ma fece anche prendere un gran bello spavento ai ragazzini. 
"Va ancora tutto bene lì?" chiese di nuovo Neville e Seamus annuì. "Bene, andiamo..." e lui e Luna superarono con un balzo le sbarre devastate per avvicinarsi ai ragazzini del primo anno e spiegare loro la situazione. 
"Quella bimba ti ha riconosciuta" osservò Astoria, che aveva gli occhi lucidi. Non si sapeva se era per la situazione dei bimbi del primo anno o per la grande quantità di polvere che era esplosa insieme alle sbarre. "Come diavolo ha fatto?" 
"Tutti la conoscono a scuola" rispose Micheal. "Lasceremo tutto così qui sotto, vero?" 
"Mi sa proprio di sì" disse Ernie soddisfatto dell'impresa. 
"Esatto" confermò la ragazza, mentre la bimba che l'aveva riconosciuta avanzava verso di lei, seguita da un paio di amichette. "Abbiamo evocato l'atmosfera perfetta da rivoluzione, il caos è quello che si meritano i Carrow. Ehi, tu... va tutto bene?" aggiunse, verso la piccola. Quest'ultima le strinse la vita, contenta; Astoria sorrise dolcemente e perfino a Zacharias Smith sfuggì uno sbuffo di risata, una di quelle dolci. 
"Sto bene" mormorò la piccola. "Ci avete salvati"
"Ti dispiace?" rise Ginny dolcemente, cercando di alleggerire la tensione.
"No, non mi dispiace"
"Non ti ho chiesto come ti chiami" 
"Amelia Summers..." 
"Ascoltami, Amelia" disse Ginny frettolosamente, notando che i ragazzi stavano cominciando ad agitarsi. "Quello che noi abbiamo fatto stasera è proibitissimo, i Carrow potrebbero Cruciarci o peggio se scoprono che cosa abbiamo fatto. Ma voi non dovete preoccuparvi, capito? Dovete solo far finta di essere tanto Confusi da non sapere chi è stato a liberarvi. Se quei due insistono, dite che avete visto un paio di persone tra il fumo che vi dicevano di andare nelle vostre Sale Comuni. Va bene?" 
"Sì, lo faremo. Ci avete salvati" ribadì Amelia, con una vocina sottilissima. 
Luna sorrise all'amica, mentre passava di lì con un manipolo di ragazzini. "Neville si sta occupando del messaggio sulla parete" disse. 
"Messaggio sulla parete?" ripetè Astoria.
"Ogni volta che facciamo una misfatta, il messaggio provocatorio sulla parete è d'obbligo" disse Susan Bones con un gran sorriso.
"E dopo quel che abbiamo fatto stanotte, il messaggio provocatorio ci vuole proprio" ribattè Terry Steeval contento. "Vero, ragazzi?"
"Super vero" confermò Anthony Goldstain.
"Ma allora..." esordì un ragazzino con occhi spalancati, "ma allora voi tutti siete dell'Esercito di Silente?"
"Sì" rispose Seamus fiero.
"Wow!" esclamò ammirata una bambina dal viso paffuto. "Quando tutto sarà finito potete farmi un autografo?" aggiunse, timidamente.
"Anche due" rispose Ginny garbata, con ilarità.
I ragazzini sorrisero e lei sorrise in risposta, voltandosi poi per leggere il messaggio che Neville aveva lasciato sulla parete devastata: 

ESERCITO DI SILENTE
CHE LA RIVOLUZIONE ABBIA INIZIO.

"Che ve ne pare? Non è niente di che, però... è l'unica cosa che mi è venuta in mente" si schermì Neville. 
"Ma dai! Se non fossi fidanzata ti bacerei" annuì Ginny divertita, facendo ridere tutti. 
"Può sempre farlo qualcun altro" replicò Astoria maliziosa. 
Hannah Abbott divenne paonazza, come se fosse stata chiamata in causa; Seamus invece disse: "Cavolo... facciamo la prossima volta, amico. Sento dei rumori: dobbiamo muoverci" 






Angolo autrice
Dunque, spero che il capitolo sia piuttosto movimentato dato che i ragazzi stanno cominciando proprio da adesso a creare grattacapi ai Carrow e volevo che questo capitolo inquadrasse la situazione grave ad Hogwarts. Non me ne vogliate della rabbia di Ginny, è un momentaccio per lei e quella rabbia è molto autobiografica, mi ha aiutato scriverne. Ovviamente, ho messo dei litigi all'interno della storia perchè non è assolutamente possibile che vada tutto rose e fiori tra amici: si litiga e si fa pace. Mi è piaciuto anche mettere la parte della poesia: io adoro Montale e questa poesia mi fa venire i brividi ogni volta, rispecchia lo stato di Ginny senza Harry e senza le persone che ama. Semplicemente la adoro. Per quanto riguarda il salvataggio dei bambini... la scena parla da sola.
Baci!

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Capitolo 70
*** Pettegolezzi e incidenti di percorso. ***


PETTEGOLEZZI E INCIDENTI DI PERCORSO.


"Avete sentito del messaggio di ribellione dell'Esercito di Silente?" 
"Come hanno fatto a liberare i ragazzini senza venire catturati?" 
"Sapete che cosa è successo ieri notte?" 
"Che forza, quell'Esercito di Silente!" 
La Sala Grande, il mattino successivo a colazione, fu più agitata del solito, dato che tutti quanti gli studenti avevano saputo cos'era successo nei sotterranei quella stessa notte, mentre tutti dormivano beati. I ragazzi della scuola continuavano a porsi domande senza risposta su chi ci fosse dietro a tutto quello, su cosa stesse accadendo ad Hogwarts e su come avessero fatto i membri di quell'esercito a riuscire a creare tutto quel caos senza venire catturati. Di conseguenza, avevano anche saputo dei bambini del primo anno imprigionati lì sotto, cosa che comportò una specie di piccola rivolta in tutta Hogwarts: tutti sembravano approvare le maniere del tanto famoso Esercito di Silente, tutti tranne i Serpeverde e i Mangiamorte, naturalmente. 
I ragazzini del primo anno erano sotto le cure di Madama Chips: avevano fatto un ottimo lavoro con la storia di essere Confusi, i Carrow e Piton ci erano cascati in pieno e li avevano condotti dalla Guaritrice, che si bevve quella storia solo per proteggere gli studenti. Ginny si chiedeva come mai Piton non dicesse ai Carrow chi fosse dietro a tutto quello (anche se i Carrow parevano averlo intuito) e non facesse pagare i ragazzi per la loro rivoluzione. Cosa alquanto strana. 
"Non dobbiamo preoccuparci" stava dicendo Neville ai membri dell'ES di Grifondoro, quella mattina. "Se Piton non ha spifferato tutto, e sono sicuro che non l'ha fatto anche se non so il perchè, i Carrow staranno addosso come Asticelli sulle uova di Doxy solamente a coloro che li fanno perdere sempre le staffe. Quindi, voi che riuscite bene o male a controllarvi non sarete calcolati da quei due caproni" concluse, facendo un gran sorriso a Calì, Lavanda e Seamus. 
Luna succhiò il suo latte con la cannuccia e sorrise: anche lei si era seduta al tavolo di Grifondoro. "Oh, sono così contenta per i ragazzini" disse, sognante. 
"Sì, ma da ora in poi ci impegneremo molto di più. Non possiamo mollare proprio adesso che abbiamo la vittoria in tasca, no? Avete visto che facce hanno?" rise Seamus, premendosi le mani sulla bocca per soffocare il riso. "Stanno andando fuori di testa a causa nostra!" 
A Ginny parve che lo sguardo severo della McGranitt fosse puntato proprio su di loro e non le piacque moltissimo. La ragazza distolse in fretta il suo dalla donna, tossicchiando. 
"Giusto! Non possiamo mollare proprio adesso che Luna ha suggerito il modo per farli andare ancora più fuori di testa, con la benedizione di Neville" ribattè la ragazza, sorridendo ai due amici, dimenticata ogni ostilità che aveva portato il pomeriggio precedente. Era il piano più ingegnoso mai elaborato da Luna: quello di far impazzire i Carrow usando i galeoni per mandarsi i messaggi in aula era il massimo, sarebbero diventati matti quando avrebbero scoperto di non riuscire a capire in che modo stessero in contatto. 
I ragazzi scoppiarono a ridere; lo sguardo della McGranitt si fece più intenso ma loro lo ignorarono. Poi Seamus sospirò. 
"Qualcosa non va?" chiese Ginny al ragazzo, che sembrava d'un tratto malinconico. 
"No, è che... stavo pensando... a Dean sarebbe piaciuto..." mormorò Seamus, con gli occhi lucidi. "Mi manca. Tu puoi capirmi" aggiunse. 
Ginny annuì: lo capiva perfettamente. Anche lei ogni notte pensava a Dean e a tutte le persone che più amava al mondo, tutte le sante volte si chiedeva se stessero pensando a lei, tutte le volte si chiedeva dove fossero e cosa stessero facendo. Ma non lo sapeva, non sapeva proprio nulla di loro. 
Luna coprì la mano di Seamus con la propria. "Loro lottano per noi e noi per loro: ce la faremo" disse, con tono così tranquillo e rassicurante che Ginny credette sul serio che le parole dell'amica fossero parole vere e che alla fine sarebbe andata esattamente in quel modo. 
"Sì, l'hai detto tu stesso, Seamus" le diede man forte Neville. "Non possiamo mollare adesso" 
Seamus sorrise, e così fecero anche gli altri. 
DRRRRRIN. 
"Ohhw" fece Neville deliziato, non appena la campanella finì di trillare. "Sento odore di... vittoria!" aggiunse, scoppiando a ridere. 
"Al segnale di Neville... scateniamo l'inferno!" rise Ginny agguerrita, mulinando i lunghi capelli rossi e balzando in piedi, pronta all'attacco e lasciando che la roba nei piatti d'oro si dissolvesse nel nulla. "Scherzavo, eh. Noi siamo bravi ragazzi, non ci permetteremmo mai di rovinare un'altra lezione" 
"Infatti" convenne Neville, stando al gioco dell'amica. "Come potremmo mai farlo?" 
"Giusto... per chi ci hanno presi?" fece Seamus, ridacchiando. 
Ginny rise e, facendo un cenno di saluto a tutti e un occhilino malandrino, uscì dalla Sala Grande e si diresse a passo svelto verso l'aula di Arti Oscure e basta, preparandosi a quello che doveva affrontare con Amycus in quella buia aula. Era così distratta dalla contentezza che, svoltando velocemente l'angolo, si ritrovò tra le braccia di un ragazzo che quasi perse l'equilibrio e rischiò di ritrovarsi steso a terra; i libri che lui aveva tra le mani gli caddero e finirono a terra. 
"Oh, miseriaccia, mi dispiace!" esclamò Ginny senza fiato, ignorando l'ingorgo che si era creato in corridoio a causa dello scontro. 
"Non preoccuparti, non preoccuparti" ribattè in fretta il ragazzo, rassicurandola garbatamente. La fissò a lungo prima di aprirsi in un largo sorriso e aggiungere: "Tu sei Ginny Weasley" e la ragazza seppe che quella non era affatto una domanda, ma un'affermazione. 
Lei annuì e lo aiutò con i libri. "Ecco, tieni... scusa ancora" disse, indugiando a fissare il ragazzo. 
Era un bel ragazzo, non c'era assolutamente niente da dire: sorridente, dalla pelle chiarissima come raggi di luna spenta, capelli biondo cenere e occhi di un castano molto scuro che brillavano dietro gli occhiali quadrati. Sembrava il solito ragazzo di cui le ragazze solitamente si innamoravano, mettendo da parte Harry Potter. 
"Non mi sono presentato. Alan Parker" lui gli tese la mano e lei la strinse. "Sono di Tassorosso, settimo anno" 
"Vorrei potermi presentare ma mi è parso di udire il mio nome, prima" 
"Sì, era dall'inizio dell'anno che volevo conoscerti. Sono nuovo in questa scuola, ma ho sentito parlare di te" 
Ginny fece un piccolo sorriso stiracchiato ma non rispose, perchè non sapeva proprio che dire: da quando in qua le persone parlavano tanto di lei? Per fortuna, una voce richiamò il ragazzo all'attenzione e Ginny riconobbe Romilda Vane e le sue simpatiche amichette oche, cosa che non fece che renderla più annoiata. 
"Alan" esordì nuovamente la Vane, in tono autoritario. "Marie ti sta cercando dappertutto, sai? Non sarebbe felice di rivederti qui in... dolce compagnia" 
Lui sospirò. "Andiamo, forza" fece piuttosto irritato, e sorrise a Ginny in saluto mentre seguiva Romilda e la sua combriccola. 
La ragazza scosse il capo come per liberarsi dai suoi pensieri e, quando si rese conto che probabilmente aveva fatto tardi, corse come una matta e travolse tutte le pettegole che si erano messe ad origliare la conversazione sua e di Alan come se non avessero niente di più importante da fare. Corse, corse e corse come una forsennata, arrivando giusto in tempo per non farsi mettere l'assenza sul registro, e si sedette velocemente accanto a Cassie, che le sussurrò un breve: "Ma dove eri finita?" e alzò il braccio per farsi segnare la presenza. 
Astoria Greengass lanciò un rapido sguardo a Ginny e lei ricambiò, sorridendo lievemente. 
"Ci siete tutti? Perfetto!" disse Amycus con voce rozza, non appena ebbe finito di fare l'appello. "Allora, ragazzi... questa lezione sarà una di quelle lezioni che non scorderete facilmente, per tutto il resto della vostra vita" aggiunse, sfregandosi le mani e guardando con complicità l'eccitato gruppetto Serpeverde. 
Sì che non ce la scorderemo, pensò Ginny divertita. 
"Prima di fare pratica, vorrei parlarvi di un incantesimo che adoro: l'Ardemonio..." 
I ragazzi si accinsero a prendere appunti, prima che Amycus potesse ringhiare contro di loro. 
"... detto anche: fuoco maledetto" concluse l'uomo, che quel giorno sembrava la quintessenza della felicità. 
Ridi, ridi... poi vediamo chi ride alla fine.
"Studieremo davvero questo tipo di incantesimo, professore, signore?" chiese Harper eccitato. 
"Sembra uno spreco non lasciare che i miei studenti non imparino una cosa del genere" disse Amycus sogghignando, lo sguardo puntato malignamente su tutti quanti i Grifondoro. "Bene, naturalmente dovete prendere appunti. Allora, l'Ardemonio è un potente incantesimo che scaturisce un fuoco maledetto capace di distruggere qualsiasi cosa si trovi davanti: a questo incantesimo non si sono scampi. Contrastrarlo è difficile ma non impossibile, basta solo un Protego Horribilis..."
Passarono la maggior parte dell'ora a prendere appunti e Ginny quasi si chiedeva quando Neville si decidesse ad entrare in azione, perchè l'idea di dover sopportare ancora i discorsi del Mangiamorte sul fatto che avrebbe tanto voluto provare quell'incantesimo in una piccola città Babbana per fare fuori tanta povera gente era orribile e decisamente insopportabile all'udito, per non dire altro. 
Poi, finalmente, il galeone nella tasca della ragazza bruciò e lei emise un flebile gemito che passò sotto silenzio da parte di tutti, tranne di Cassie. Ma non importava che Cassie sapesse qualcosa, l'importante era leggere il messaggio di Neville. Il messaggio diceva chiaramente: Alecto sistemata con l'incantesimo Avis. Si sta precipitando da suo fratello. Avvertire immediatamente Amycus. 
A Ginny sfuggì una risatina mentre ficcava di nuovo il galeone nella tasca. 
"... il controincantesimo è complicatissimo ma se va a fuoco una casa Babbana non serve, su questo potete contarci" stava dicendo Amycus, facendo una grossa risatona di gola; i Serpeverde si unirono a lui, tranne Astoria Greengass. 
"Professore!" esordì Ginny velocemente, facendo voltare tutta la classe dalla sua parte. Amycus le puntò gli occhi addosso e ghignò, sicuro che lei volesse contestargli qualche altra cosa come era sempre solita fare durante le sue lezioni. Ma non era quello che lei intendeva fare, non in quel momento così speciale. "Professore, sua sorella è stata aggredita da uno stormo di canarini impazziti mentre era nella classe dei Grifondoro del settimo anno!" aggiunse in modo altrettanto veloce, e sentì le guance ardere, segno che stava per scoppiare a ridere. 
Tutti si scambiarono un'occhiata perplessa; Astoria represse un sorrisino. 
"Che sogno infantile è mai questo?" chiese Amycus, che era confuso al massimo. 
"Le ho detto la verità! La professoressa Alecto è stata aggredita da uno stormo di canarini!" insistette Ginny. 
"M-ma che diav..." 
L'uomo non ebbe finito nemmeno di completare la sua frase che uno sbattere di porta li fece voltare tutti, con perfetto stupore. Con uno strillo spaccatimpani, Alecto Carrow corse sgambettando verso suo fratello, coprendosi con le braccia il corpo che era pieno di graffi e lividi mentre i numerosissimi canarini infuriavano sempre di più su di lei e cercava di beccare ogni centimetro della sua pelle. Ginny pensò che se lo meritava a pieno, quella donna, per tutte le torture che avevano subito gli studenti e i suoi amici a causa sua: cos'era quello che facevano lei e suo fratello in confronto ad uno stormo di graziosi canarini? 
"Amycus, lev... levameli... da do... da dosso!" strillò Alecto nevrotica, mentre i Grifondoro scoppiavano a ridere a crepapelle. Ma i canarini erano più intelligenti di quanto si credeva: in un baleno, si avventarono anche su Amycus, che non riuscì ad afferrare la bacchetta in tempo e fu colto da una crisi di saltelli improvvisi. "Ti ho detto di levarmeli da dosso, non di istigarli e farli piombare anche su di te, idiota!" aggiunse la donna, le grida che rimbombavano nell'aula.
"Io non ho istigato proprio nessuno... sono stati... loro!" esclamò Amycus, urlando a pieni polmoni quanto la sorella. 
Era come assistere ad un saggio di danza classica, solo molto più osceno e divertente. 
"ARRGH! PER TUTTI I GARGOYLE!" gridò nuovamente Amycus agitato, tra l'ilarità dei presenti, agitando le braccia per scacciare i canarini impazziti, senza riuscire a prendere la bacchetta dalla tasca. "La McGranitt... dove diavolo sta? Chiamate... chiamate qualcuno, incapacissimo branco di ingrati!" 
I Serpeverde si agitarono, non sapendo che fare. 
"AMYCUS, FAI QUALCOSA!" 
"COSA DIAVOLO... AHIA... POSSO FARE? ALECTO, VECCHIA CAMPANA!" 
"Ragazzi, chiamiamo qualcuno!" disse Harper in fretta, balzando in piedi e correndo alla porta. Non ci fu alcun bisogno che corresse a chiamare qualcuno: le urla dei due Carrow si erano sentite probabilmente fin sopra alla Torre di Astronomia e il professor Vitius e la professoressa McGranitt erano intervenuti, portandosi con sè l'intera classe di Corvonero e Tassorosso del settimo anno, insieme a tutti i membri dell'Esercito di Silente al completo. 
"Che cosa succede qui?" chiese la vocina del piccolo professor Vitius mentre gli studenti ridevano alla vista di quello spettacolo. 
"COSA POTREBBE MAI SUCCEDERE?" sbottò Alecto inferocita, cercando di mandare ancora via i canarini con le mani. 
"PICCOLO IDIOTA, FERMI QUESTI STRAMALEDETTI UCCELLI!" aggiunse il fratello, che era paonazzo di vergogna e nero di rabbia. 
Vitius, con un rapidissimo colpo di bacchetta, fece esplodere i canarini, che lasciarono piume in giro. I due Carrow sputacchiarono e si massaggiarono gli arti, poi lanciarono uno sguardo severo agli studenti di spettacolo e loro si ritrassero in fretta, probabilmente rientrando nelle rispettive aule. 
"Che cosa è successo qui dentro? Se mi è concesso saperlo" fece la McGranitt, gelida come il ghiaccio. 
"Minerva McGranitt" esordì Alecto furibonda, scostandosi alcune ciocche di capelli dal viso sudato. "Visto che vuole fare tanto la spaccona della situazione... come ce lo spiega questo caos infernale?" aggiunse, avanzando verso la donna e puntandole il dito tozzo contro il petto. 
La professoressa McGranitt fece una specie di scrollata di spalle. "Ditemelo voi" disse, per nulla intimorita. 
"ESERCITO DI SILENTE!" sbottò Amycus, sputacchiando saliva dappertutto. Saliva a cui erano aggiunte piume di uccello, in verità. "Non ha proprio idea di quello che è successo qui dentro, vero, Minevra McGranitt? Esercito di Silente..." sputò a terra. Saliva e piume, ancora. "Sono stati quei mocciosi, ci metto la mano su... sull'Ardemonio! E tu" puntò il dito contro Ginny per poi afferrarla rudemente per un braccio, "tu ci sei dentro fino al collo in questa situazione! T-tu e quel ganzo di Paciock e quella svitata della Lovegood! Chi altrimenti, eh? Come diavolo sapevi che Alecto era stata aggredita? COME? RISPONDI!" 
"Che storia è questa?" chiese Alecto in confusione. 
Le narici di Amycus fremettero. "Questa qui ha interrotto la mia lezione per dirmi che eri stata aggredita, Alecto! Come faceva a saperlo?" chiese indispettito alla sorella. Poi si voltò dalla parte della ragazza e scandì, con voce altissima: "COME-FACEVI-A-SAPERLO? I Grifondoro del settimo anno... è stato quel Paciock ad avvertirti! TU LO SAPEVI CHE ERA STATA AGGREDITA!" 
"Certo che no, come facevo a saperlo?" mentì Ginny innocentemente, aggrottando la fronte per recitare bene la sua parte. "Come può pretendere che sappia qualcosa che è accaduto fuori dalla classe quando io ero effettivamente in classe?" 
"Ma... ma..." balbettò Amycus irato. "Bugiarda! Bugiarda! Lei lo sapeva benissimo!" 
"Si calmi, professor Carrow. Come può essere possibile questo che dice? La ragazza ha ragione" disse il professor Vitius con garbo. 
"Il professor Carrow ha ragione, lei ha interrotto la lezione... lei lo sapeva..." intervenne Selwyn sbruffone, alzando la mano per farsi notare dagli altri insegnanti. 
Amycus si afferrò i capelli. "Il problema non è se lo sapeva, il problema è COME lo sapeva!" gridò, facendo sussultare tutti. "WEASLEY! Rispondimi subito!" 
Ginny rimase in silenzio e scrollò le spalle, non rispondendo alla domanda. 
"Mio fratello ti ha fatto una domanda, rispondi!" Alecto schiaffeggiò la ragazza e il rumore echeggiò nell'aula silenzio; la McGranitt e i Grifondoro trattennero rumorosamente il fiato. "Come avete fatto a comunicare, voi mocciosi dell'Esercito di Silente? Eh? Perquisiamola, vuota le tasche!" 
Ma quel che i fratelli Carrow trovarono fu niente: stavano cominciando a diventare pazzi. 
"C-come è... come è p-possibile..." 
"Suggerisco ad entrambi di prendere una tisana calda e di mettervi a riposo, la vostra mente deve essere esausta" intervenne la McGranitt, con una sorta di gioia repressa mentre faceva apparire i due Carrow infinitamente pazzi e stupidi. "La lezione è finita per tutti" 




Nella settimana che seguì, ad Hogwarts si respirava aria di pettegolezzi, perchè i Carrow erano stati nuovamenti messi nel sacco dal famigerato Esercito di Silente, e aria di eccitazione, perchè quel giorno ci sarebbe stata la prima partita della stagione di Quidditch: finalmente Grifondoro gareggiava contro Serpeverde. 
A Ginny non piacquero per niente le occhiate che i Serpeverde e i Carrow rivolsero a lei e alla sua squadra la mattina della partita e quindi pensò che probabilmente i Serpeverde, su ordine deciso dei due Carrow, avrebbero giocato sporchissimo in quella prima partita della stagione, più sporco di quanto erano soliti giocare non essendoci Silente che aveva il controllo totale di tutto. 
"Ragazzi" esordì Ginny alla squadra, una volta che furono tutti preparati e pronti negli spogliatoi. Erano tutti nervosi ed estremamente verdognoli mentre seguivano il discorso del Capitano di inizio partita, soprattutto coloro che non avevano mai giocato in una partita prima di quel momento. "Abbiamo lavorato duramente in questi giorni, ci siamo allenati con la pioggia, con il vento e con il gelo... non possiamo farci battere dai Serpeverde! Sarà dura vincere, perchè quelli hanno i Carrow dalla loro parte, ma ce la possiamo fare con il gioco leale e con l'impegno" 
Molti annuirono; alcuni si limitarono a fissare il Capitano. 
"Voglio che qualunque cosa vi accada in campo, qualunque cosa strana, la denunciate" continuò la ragazza, decisa a dare ai Serpeverde del filo da torcere. "Praticare magie in campo è davvero pericoloso, potreste distrarvi e farvi male, e io non voglio assolutamente questo... ma se, qualora voi foste costretti ad usare le maniere forti con loro, vi ordino di usarle pure" concluse, e Neville le fece un gran sorriso. 
"Non vedo l'ora di usare le maniere forti" ironizzò Seamus, che era molto agitato. 
I compagni di squadra risero e si dispersero nello spogliatoio, per prepararsi psicologicamente a quella partita che non sarebbe stata uguale alle altre partite giocate lì al castello. Neville si avvicinò all'amica con una grossa barretta di cioccolato, che probabilmente arrivava delle cucine, e continuò a sorriderle. 
"Non hai mangiato nulla stamattina" disse, porgendole il cioccolato con affetto. "Non puoi affrontare una partita senza mandare giù qualcosa. E poi, Lupin diceva sempre di mangiare tanto cioccolato, soprattutto prima di una partita di Quidditch... ricordi?" 
Ginny sorrise di rimando e la prese, ficcandosene un pezzo in bocca. "Grazie" ribattè. "Che cosa hai saputo in giro?" aggiunse. 
"Nulla, ma i Carrow sono arrabbiati" rispose prevedibilmente Neville, sospirando. "La McGranitt ha affidato la cronaca a Smith e Luna, la faranno insieme. Nessuno dei due voleva restarne fuori, così ho proposto una doppia cronaca, in modo da avere bene la situazione sotto controllo in campo. L'idea le è piaciuta non poco"
"Brillante" approvò Ginny entusiasta, battendo una poderosa pacca sulla spalla a Neville. 
Lui sorrise di nuovo, e quando arrivò l'ora di entrare in campo per la partita, corse velocemente via dagli spogliatoi per raggiungere gli spalti insieme agli altri Grifondoro, non dopo averle dato un timido bacio sulla guancia come portafortuna e averle augurato un in bocca al lupo per la partita. Ginny incoraggiò la sua squadra e i Grifondoro uscirono dagli spogliatoi, acclamati dalla folla, proprio nel momento in cui i Serpeverde uscivano dai loro, minacciosi come non mai. 
"Signore e signori, benvenuti alla prima partita della stagione di Quidditch!" una voce sognante echeggiò nello stadio, la voce di Luna Lovegood. "Ed ecco che Grifondoro e Serpeverde entrano in campo, acclamati dalla folla di studenti, pronti a dare il loro appoggio ai giocatori!" 
Era un'emozione incredibile quella di scendere in campo e vedere che il tuo nome era ripetuto così tante volte, come se fossi chissà quale giocatore di Quidditch internazionale: l'atmosfera pre-partita era perfetta, di puro giubilio. Sorridendo, Ginny vide un sacco di striscioni in tribuna ma quello che attirò particolarmente la sua attenzione fu uno con scritto: Grifondor vinci per me, perchè manca il nostro re. Miseriaccia, possibile che un misero striscione simile le facesse venire una malinconia immane e un vuoto nello stomaco dolorosissimo? Quasi si aspettava di vedere Ron raggiungere goffavamente gli anelli e dirigere il coro di canzoni dall'alto, mentre parava con assoluta disinvoluta, dopo che ebbe avuto l'ennesima crisi di nervi, si capisce. Lui doveva essere lì, doveva ancora essere lì... 
"Siamo lieti di presentarvi la squadra che Weasley ha messo su, essendo quest'anno il Capitano" proseguì la voce di Smith, non più altezzosa ma pur sempre non amabile come avrebbe dovuto essere. "Squadra nuovissima ad Hogwarts! Che dire? Siamo tutti curiosi di vedere come se la cava questa nuova squadra. I Capitani precedenti erano più molto in gamba di lei, chissà se sarà all'altezza del suo ruolo" aggiunse, facendo protestare Grifondoro. 
"Ma non facevi che criticarli, i Capitani precedenti!" obiettò Luna, incrociando le braccia al petto, e la folla Grifondoro applaudì. Ginny vide l'amica seduta sul podio e sorrise a vederla con quel ridicolo capello gigante a forma di leone, segno che lei tifava per loro. 
Proprio in quel momento il capello ruggì e la McGranitt trasalì. "Andate avanti con la cronaca!" esclamò, dal megafono. 
"Sì, giusto, professoressa" fece Smith pomposo. "La squadra dei Serpeverde sembra sempre la stessa, ma sono sicuro che saranno tutti molto carichi per questa prima partita della stagione. Un concentrato di forze nuove era proprio quello che ci voleva!" 
"Capitani, stringetevi la mano" disse Madama Bumb, a voce alta per farsi sentire da tutti. 
Tiger fece un ghigno e cercò di stritolare le dita a Ginny, ma lei non battè ciglio e lanciò al ragazzo uno sguardo di sfida. 
"In sella alle scope" ordinò la Bumb autoritaria. "Al mio via in aria. Tre, due, uno... via!" e la squadra si librò in aria. 
"E Weasley si impossessa immediatamente della Pluffa" disse Smith alla folla di tifosi, che acclamarono quella prima azione e cominciarono a gridare il nome della ragazza con tutte le loro forze. "Tuffandosi tra loro in picchiata, schiva contemporaneamente Zabini, Urquhart e Warringhton..." 
"... che avevano formato un triangolino poco raccomandabile attorno a lei..." aggiunse Luna severa, e i Serpeverde fischiarono. 
"... e lancia la palla a Finnigann, che si dirige verso la porta" concluse Smith. 
"Finnigann sfreccia via con la Pluffa ma un Bolide di Tiger gli impedisce di tirare in uno degli anelli" continuò Luna al posto di Smith. "Perde la Pluffa, la prende Urquhart di Serpeverde e... no, la perde anche lui... James Wood, nuovissimo ad Hogwarts e nella squadra, si impossessa della Pluffa... si dirige agli anelli, prova a lanciare e... non-mi-ricordo-il-nome para!" 
"Si chiama Bletchley!" intervenne la McGranitt, che sembrava a disagio con Luna e Smith; la folla rideva e continuava a fare il tifo. 
Ginny si voltò indietro per guardare Urquhart e Warringhton grugnire e puntarle gli occhi addosso, come se avesse fatto chissà che cosa quando li aveva schivati. Già seppe di essere nei guai nell'esatto momento in cui loro le lanciarono quelle occhiatacce di fuoco: di certo, quel che di buono faceva andava solo a discapito suo. Cassie era ancora in cerca del Boccino e si fronteggiava con Astoria Greengass, mentre i due Battitori cercavano in tutti i modi di colpire un giocatore avversario. 
La ragazza afferrò la Pluffa che James le lanciava, ma un Bolide di Tiger quasi le smantellò il braccio. 
"AHIA!" esclamò lei, lacrimando di dolore e massaggiandosi il braccio. Non aveva mai visto dei Bolidi così violenti e agguerriti... 
"Ops" fece Tiger con un ghigno malefico, volteggiandole attorno. "Fatta male, Weasley?" 
"Verme schifoso! E quello che diavolo era?" sbottò la ragazza, col braccio indolenzito.
"Nessuno ti ha informato sui nuovi Bolidi-Spappola-Babbanofili? Che peccato" e sparì via, ridacchiando stupidamente. 
Ginny fece dietrofront e acciuffò la Pluffa lanciatole da Seamus, facendo una picchiata veloce verso il basso in modo che Warringhton non le fosse addosso. Accelerò in modo da seminarlo ma i Serpeverde parevano avercela con lei in tutti i modi: stavano di nuovo iniziando a circondarla. La ragazza sapeva che non si sarebbero arresi perchè i Carrow avevano di sicuro parlato chiaro con loro e di sicuro non avevano buone intenzioni come si sperava. 
"Weasley in possesso della Pluffa... -era ora che si muovesse!- e i tre Cacciatori di Serpeverde la bloccano" disse Smith, continuando con la cronaca. "Sembra un astuto stratagemma, quello dei Serpeverde. Ma perchè Weasley non si decide a fare qualcosa?" 
"L'hanno circondata!" sbottò la voce di Luna; la McGranitt accanto a lei si agitò sulla sedia. 
Un Bolide di Tiger la sfiorò per un pelo e quasi colpì Zabini, che bestemmiò contro il compagno di squadra e contro il mondo intero per la rabbia e la frustazione. La distrazione dei ragazzi fece avvantaggiare Ginny, che corse verso l'anello centrale di Serpeverde, schivò l'ingombrante Goyle e... 
"... GOOOOL!" strillarono Luna e la McGranitt dal megafono; la folla Grifondoro ruggì, e anche il cappello di Luna. 
"Weasley segna!" esclamò Smith, senza l'entusiasmo di tutti i presenti. "Dieci a zero per Grifondoro!" 
La partita andò avanti e accadde proprio quello che Ginny temeva: man mano, i suoi compagni di squadra furono protagonisti di incidenti molto strani. I due battitori erano stati colpiti da un paio di Bolidi che, non si sapeva come, erano riusciti a tornare indietro da chi li aveva lanciati; Cassie era stata spinta da Warringhton e il suo naso sanguinava come non mai; James Wood era rimasto appeso a testa in giù sulla scopa, ma nessuno sapeva come era successo. Intanto, Ginny, che era il Capocannoniere di Grifondoro, era riuscita a segnare tre delle quattro reti di Grifondoro. 
"E Gi... Weasley... ancora con la Pluffa, che bravura!" disse la voce di Luna, affettuosa anche in megafono. "Schiva di nuovo Warringhton, sfreccia via e Zabini quasi le fa perdere l'equilibrio!" la folla Serpeverde fece un grosso applauso. "Lancia a Finnigann, che passa a Wood, che ripassa a Weasley e... ehi, che succede?" 
Ginny si era fermata all'improvviso a mezz'aria sul campo, lo sguardo immensamente vacuo e la mente sgombra da qualsiasi cosa... in confusione netta. Perchè si trovava lì? Che cosa stava facendo? Che ci faceva su un manico di scopa? La testa continuava a girarle e il campo era un vorticare incessante di luci e colori, e lei si trovava proprio al centro di tutto questo. Sentiva grida, esclamazioni... ma era troppo confusaper capire qualcosa. 
D'un tratto, era come svegliarsi da un attimo di sonnolenza: tutto apparve nitido e i Serpeverde avevano segnato due reti e cantavano una canzone. Ginny guardò la squadra e notò che anche loro sembravano incredibilmente confusi, come se avessero fatto loro un incantesimo. Ma certo che l'avevano fatto! La McGranitt stava ancora urlando furibonda contro i Serpeverde, che ghignavano malignamente e avevano l'appoggio dei Carrow, che intimavano alla McGranitt di tacere. 

Babbanofili, Feccia e sporchi Mezzosangue
tremate, tremate:
sono arrivati i Purosangue!

Ehi, Grifondoro, volete veder cosa faremo?
tremate, tremate:
noi vi distruggeremo!


"Ma non è giusto!" sbottò Ginny adirata, puntando il dito contro Tiger mentre Serpeverde segnava un'altra rete. I Grifondoro ancora protestavano contro la squadra avversaria per l'incantesimo ben riuscito e per i versi cattivi con cui i Serpeverde stavano minacciando tutti. "Ci avete Confusi di proposito, fate schifo! Brutti imbroglioni schifosi che non siete altro!" 
Tiger rise. "Vacci piano con le parole, carina" disse, minaccioso. 
"Ma vai al diavolo!" 
"Oh, che caratterino. Te ne pentirai" 
"Ed ecco che i due Capitani discutono animatamente tra di loro e il Capitano di Grifondoro sembra che mandi quasi a quel paese Tiger" stava dicendo Luna, che pure sembrava arrabbiata e sempre incredibilmente sincera. "Ma mi sembra giusto, dopo quello che è appena successo qui in campo. Questa è di sicuro la partita più sporca e disgustosa a cui io abbia mai assistito! E in sei anni ne ho viste moltissime"
"Sicura di aver assistito a qualche partita? Oppure eri in tribuna e guardavi le nuvole?" intervenne Warringhton, scoppiando a ridere; i Serpeverde si rotolarono dalle risate e attaccarono di nuovo quell'odiosa canzoncina minacciosa, mentre i Carrow ghignavano in tribuna e facevano il tifo. 
"Pensate a voi, che solo imbrogliando siete riusciti a segnare due reti!" sbottò Seamus, intervenendo a difesa di Luna. Nel frattempo, James Wood aveva segnato una rete, dando ai tifori rosso-oro qualcosa di cui gioire ma la Pluffa era stata recuperata da Zabini, che in quel momento sfrecciava verso il Portiere di Grifondoro. 
"Seamus, lascia perdere... a loro brucia perchè non sono capaci di distruggerci senza imbrogliare" ribattè Ginny acidamente, voltando le spalle alle serpi. 
"Taci, Babbanofila" intimò Tiger alla ragazza. 
"Taci tu!" ringhiò Mark Stonkes, appoggiato dal fratello. 
"Ragazzi, basta!" esclamò Ginny agitata, afferrando il braccio di Mark. "Continuamo come stiamo continuando, avanti! Forza, la partita non è finita!" aggiunse, arrabbiata con la situazione in cui si era trovata. 
E la partita continuò con dei successi da parte di Grifondoro: Seamus e James fecero un gol a testa, mentre Ginny tentava di contrastare i tre Cacciatori di Serpeverde che le stavano attaccati dietro come delle piovre giganti. Non riusciva a capire perchè ce l'avessero tanto con lei ma tutto quello stare appiccicati a lei gravava la situazione. Ginny non riusciva a concentrarsi, sbagliava in ogni tentativo di gol. 
"Warringhton canzona Weasley per qualcosa, temo la stia distraendo" disse Luna dal megafono, e la sua voce non era pacata come sempre. "Ma Weasley non si arrende... vai così, Gin! Sfreccia via con la Pluffa sottobraccio, lancia a Wood, che la rilancia a lei che... SEGNA!" 
"Sessanta a trenta per Grifondoro!" disse Zacharias Smith, mentre la McGranitt applaudiva con vigore. "E sono quattro le reti che segna il Capitano di Grifondoro... ancora Capocannoniere della squadra come l'anno precedente, vero?" 
"Verissimo!" esclamò Luna serena, battendo le mani mentre il suo cappello ruggiva. "E mentre i Grifondoro festeggiano, credo che Jackson, il Cercatore di Grifondoro, abbia visto qualcosa che a Montague è sfuggito... ma certo! Quelli è il Boccino, signore e signori!" 
"Muoviti, Goyle... ammasso inutile di lardo!" sbottò Tiger, che stava apostrofando malignamente il suo amico. 
Ginny capì le loro cattive intenzioni: volevano colpire Cassie per non farle prendere il Boccino. "Che diavolo credete di fare, eh? Vermi schifosi che non siete altro!" intervenne, ponendosi tra di loro e guardandoli con assoluto disprezzo mentre i due facevano oscillare stupidamente le loro mazze di Battitore. "FERMI!" aggiunse, e si buttò addosso a Tiger proprio nell'esatto momento in cui stava per lanciare il Bolide contro Cassie. 
Il Bolide partì a tutta birra verso i due Cercatori ma Cassie lo evitò facilmente, mentre rischiò quasi di colpire in pieno Astoria. La cosa positiva fu che Cassie non si fece male e che neanche Astoria fu colpita, la cosa negativa fu che il Boccino era sparito nel caos. 
"BRUTTA LENTICCHIA BABBANOFILA!" sbraitò Tiger infiammandosi subito, dato che Ginny gli aveva fatto perdere l'occasione di far fuori il Cercatore di Grifondoro. "Ridi, ridi pure quanto vuoi... tu e il tuo stramaledetto ragazzo siete già morti, capito? Già morti" e accompagnò la frase con il gesto di tagliarsi la testa dal collo. 
Ginny scoppiò a ridere. "Strano... credevo che da morta avrei volato diversamente, mica in sella ad una scopa" 
"Giuro che questa la paghi, e la paghi eccome" Tiger fece dietrofront, mentre la partita infuriava ancora di più. 
Era la partita pessima per eccellenza, Luna aveva ragione: e loro avevano assistito a tante partite! Ginny segnò un'altra rete, proprio per non far prendere le speranze a Grifondoro, ma Serpeverde fece il quarto gol e la folla verde-argento nello stadio cantarono a squarciagola quella canzoncina orribile. Tiger rivolse alla ragazza un ghigno mentre volava con la Pluffa sottobraccio e le spedì un Bolide, scoppiando a ridere per chissà cosa. Ginny evitò con estrema facilità il suo Bolide e fece una smorfia. 
"Credevi di impressionarmi?" rise, mentre lui la inseguiva. "Quel Bolide avrebbe saputo evitarlo anche un bamb..." 
Ma qualcosa non andò: il Bolide sembrava non fermarsi, continuava a tornare indietro da lei, come se fosse attratto da una calamita invisibile, e non faceva altro che distrarla e tentare di disarcionarla dalla scopa. Più lei lo evitava, più le rendeva una vita un inferno. E fu così che la ragazza capì che Tiger gliela stava facendo pagare... un Bolide manomesso, ma certo! 
"... professoressa McGranitt faccia qualcosa!" stava strillando Luna dal megafono, mentre Neville scavalcava per raggiungerla. 
"UN CASO LAMPANDE DI MANOMISSIONE!" sbraitava Neville strappando il megafono magico dalle mani di Smith, che stava per dire qualcosa. La McGranitt si stava sgolando e gridava contro i Carrow e contro il Preside, che sedeva impassibile sulla sedia appartenuta a Silente. 
La quarta volta che il Bolide provò a disarcionare la ragazza ci riuscì: Ginny era così confusa che non vide più la palla, e quella spuntò alle spalle e la colpì fortissimo alla testa. L'ultima cosa che la ragazza vide fu il Bolide che la colpiva. Poi, tutto divenne d'un tratto nero e lei precipitò... ancora... e ancora... 




Quando aprì nuovamente gli occhi si trovava nell'Infermeria del castello e i visi preoccupati di Neville e Luna si rilassarono. 
"La partita!" esclamò Ginny agitata, cercando di rimettersi in piedi. "La partit... come... che cosa..." 
Neville la fece stendere e lei ricadde sui cuscini; Luna disse: "Grifondoro ha perso, ovviamente. Cassie aveva visto il Boccino ma era vicina a te ed è corsa a prenderti prima che toccassi terra e Seamus le ha dato una mano. Astoria non si è accorta di nulla, aveva campo libero e ha preso il Boccino. Mi dispiace..." 
Ginny si coprì gli occhi con le mani e constatò che il suo capo era pieno di bende. Avevano perso miseramente a causa dei Serpeverde, che avevano tentato in tutti i modi di battere il record delle partite più sporche al quale tutti avevano mai assistito. Era uno schifo. 
"Che cos'ho?" chiese la ragazza, afflitta e con una faccia da funerale. 
"Frattura cranica e una distorsione al braccio" rispose Neville mesto. "Ci dispiace, Gin... la McGranitt non ha potuto fare nulla. I Carrow torturano gli studenti quando aprono bocca, figuriamoci se a loro importava che Mark e Matt lanciassero Bolidi manomessi e violentissimi che tornavano indietro oppure che il naso di Cassie sanguinasse a causa di una gomitata da parte di Warringhton o ancora che a James è stata fatta una Fattura. E figuriamoci se a loro importava che il Bolide voleva farti fuori... anzi" concluse, piuttosto tristemente. 
"Come hanno fatto a rendere i Bolidi così aggressivi?" insistette Ginny furibonda, che si stava agitando. 
"Incantesimi a noi sconosciuti" disse Luna facendo un sospiro. "Nessuno ha visto una roba simile, quei Bolidi erano violenti il quadruplo, se non peggio" 
"L'ho notato..." replicò la ragazza, con il braccio e la testa dolente come non mai. "Immagino che le serpi siano uscite pulite da quel caos... omettendo la Greengass, ovviamente" 
"Immagini bene, certo che ne uscivano pulite. Avevi dubbi?" chiese Neville con amarezza, accarezzandole una mano. "Tieni, la squadra ti è venuta a trovare e ti ha portato dei dolci. Abbiamo fatto fuori alcune Cioccorane prima che ti svegliassi, sei qui da ore: tra poco scatta il coprifuoco" 
"Non avete mangiato?" domandò Ginny, rimettendosi a sedere. 
"Non importa, aspettavamo te per darci dentro coi dolci" rispose Neville sorridente. 
Un ciabbattio annunciò ai ragazzi che Madama Chips stava arrivando nell'Infermeria, con il solito cipiglio premuroso per i suoi pazienti. Infatti, guardò con sospetto i dolci che i ragazzi stavano facendo fuori e incrociò le braccia al petto, come una ragazzina offesa. 
"Sei sveglia" constatò. 
"Come nuova" rispose la ragazza, allargando le braccia (il sinistro molto meno). "Non mi dica che devo passare la notte qui dentro da sola come un cane, Madama Chips. Non vedo l'ora di alzarmi, di mangiare qualcosa di consistente e di fare qualunque cosa che non sia restare nel letto a..." 
"Passerai la notte qui" disse la donna, intransigente, mentre trafficava con delle ampolle. "I tuoi compagni ti hanno avvertita sulla tue condizioni? Braccio distorto al massimo e una grossa frattura cranica, ma tu guarda questo Quidditch! Tu rimani qui, non devi fare sforzi eccessivi" 
"Ma non posso! Devo correre dai Serpeverde e ammazzarli, quegli schifosi bastardi!" ringhiò la ragazza, facendo schioccare le nocche. 
"Questo rientra nei sforzi eccessivi. E rientra negli sforzi eccessivi anche solo alzarti" 
"Ma Madama Chips! Lei non sarebbe contenta di liberarsi delle serpi? E anche dei Carrow, se ci riesco..." 
"Sssssst... è pericoloso parlare in quel modo! Tu rimani qui, Weasley. Niente storie" 
"La prego, non posso..." 
"Tu rimani qui, Weasley, o chiamo la McGranitt" disse in tono definitivo la Guaritrice, andando via e lasciando da soli i tre ragazzi. 
Ginny sbuffò. "Braccio maciullato, testa spaccata in due... e notte in Infermeria. Il mondo mi vuole male!" 
"Lascia perdere" tagliò corto Neville, mentre Luna sorrideva all'amica. "Piuttosto, mandiamo giù quanti più dolci possibili" 




Il mattino successivo, Ginny si era svegliata con una serenità che non aveva mai provato da quando aveva messo piede ad Hogwarts. Era stata una bella serata piacevole insieme ai suoi amici, nonostante fosse immobile sul letto, e Neville e Luna avevano passato insieme a lei tutta la notte, rimanendo a dormire lì. Luna si era addormentata ai piedi del letto e Neville si era adagiato sul letto accanto, iniziando a russare come era solito fare Ron. 
"Come mai Madama Chips non ha fiatato quando siete rimasti?" chiese Ginny incuriosita, quando ebbero finito di fare colazione in Infermeria. Con gli avanzi dei dolci della sera prima, ovvio. "E io che credevo che vi mandasse a calci nel culo fuori dall'Infermeria" aggiunse, facendo ridacchiare Neville. 
Luna stava canticchiando una canzone, che comprendeva Nargilli impazziti e Gorgosprizzi curiosi. 
"Siamo rimasti dopo il coprifuoco" spiegò invece Neville, che stava intascando la sua figurina della Cioccorana. "Siccome non voleva che ci mettessimo nei guai con i Carrow e tutto il resto, ci ha fatti rimanere qui a dormire. Ci siamo addormentati subito" 
"Il tuo russare è stato tremendo, stamattina mi sono svegliata a causa tua" lo rimbeccò Ginny divertita, facendogli una smorfia e una linguaccia. Poi la sua espressione divenne triste, e aggiunse: "Quasi credevo di essere a casa... intendo dire, insieme a Ron... lui russa quando dorme..." 
"Pensi sempre a lui e a loro, vero?" 
"Sì, Neville... non faccio altro. Mi mancano" 
"Anche tu manchi a loro" intervenne Luna, che aveva finito di canticchiare e adesso sembrava rivolgere agli amici tutta la sua attenzione. "Sono sicura che è così, puoi contarci. Spero solo che tra le loro mani capiti una copia del Cavillo, mio padre sta davvero facendo di tutto per appoggiarli" 
Ginny prese la borsa di Luna e vide che dentro vi era messa la rivista di Xenophilius Lovegood, la rivista che diceva il vero e che sbeffeggiava la Gazzetta del Profeta. Nonostante quella cosa fosse pericolosa, il padre dell'amica non si arrendeva e cercava in tutti i modi di far sapere al mondo magico cosa succedeva. La ragazza sfilò la copia del Cavillo dalla borsa di Luna e lesse: 

IL MINISTERO IN CONTRASTO CON UN RAGAZZO INNOCENTE
COME MAI?

Come ben sappiamo tutti, il Ministero della Magia è in forte contrasto con un ragazzo che è assolutamente innocente. Non ci sono prove sul fatto che Harry Potter, simbolo di speranza e di forza per tutti, c'entrasse davvero qualcosa con la morte di Albus Silente. Non ci sono dubbi sui tanti testimoni oculari che avrebbero visto Harry Potter correre via dal castello subito dopo la morte del più grande mago di tutti i tempi, ma il ragazzo potrebbe essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato e, sebbene anche Severus Piton è stato visto correre via dopo la morte di Silente, inseguito dal ragazzo, di questo il Ministero non ne fa parola. 
Il problema che ci sta divorando è che tutti hanno paura di dire apertamente quel che si pensa e l'unico colpevole è solamente questo ambiguo Ministero della Magia, consapevoli di stare sbagliando nei confronti di Harry Potter ma altrettando propensi a gettare fango su di lui per chissà quale remota ragione. 
Non è strano? Tutte le faccende al quale stiamo assistendo... non sono strane? 
L'aria strana che si respira al Ministero della Magia è nulla in confronto a quello che stanno facendo. Invito, dunque, i lettori ad aiutare Harry Potter e a supportare sempre un ragazzo innocente, ricercato dalle autorità per cose di cui non è affatto colpevole. 
-Xenophilius Lovegood. 

"Mi emoziono ogni volta" disse Ginny felice, tirando su col naso e restituendo la rivista a Luna. 
Neville fece per dire qualcosa quando Hagrid entrò nell'Infermeria, gridando burbero: "Giorno a voi, piccoli fuorilegge che non siete altro!" e diede una grossa pacca sulla spalla di Neville, che quasi cadde in avanti. Il gigante sorrise alle due ragazze e fece per abbracciare la malata, quando si fermò di botto. "Se Madama Chips mi vede abbracciarti sono fritto. Allora, che partitaccia, ieri... ce l'ho io detto alla McGranitt! Quelli stanno prendendo il sopravvento! Ma tu come stai, rossa?" 
"Molto bene, Hagrid" rispose lei, facendogli un gran sorriso. "Ho solo una distorsione al braccio e una frattura cranica... ma tra un paio di giorni posso finalmente uscire da questa Infermeria del cavolo" 
"Non venite mai a trovarmi, eh?" sbottò Hagrid, incrociando le braccia al petto. 
"I Carrow ci stanno impegnando" rispose Neville quasi scusandosi. 
"E voi state impegnando loro, a quanto ne so io... eh, piccoli furilegge?" 
"Che cosa ne sai?" chiese Neville incuriosito. 
"Oh, le voci girano in tutto il maledetto territorio di Hogwarts. Ma speravo che almeno non abbandonavate Cura delle Creature Ma..." 
"Non farci sentire in colpa, non attacca con noi" 
"E va bene!" accordò Hagrid infastidito, che infine sorrise a Neville e aggiunse, cambiando argomento: "Comunque, ho letto l'articolo di tuo padre sul Cavillo. E beh... coraggio da vendere il vecchio Xeno! Proprio come sua figlia... vero, Luna?" aggiunse, il sorriso che si intravedeva tra la barba cespugliosa. 
"Che ne pensi, Hagrid?" volle sapere Luna, pacata e tranquilla. 
"Penso che dovrebbero imparare a essere tutti come lui e non dimostrarsi solamente delle pedine di questo Ministero fetente" rispose il gigante, gonfiando il petto in modo fiero e sorridendo garbato ai ragazzi. "Un pochetto come voi, piccoli fuorilegge. Fategliele vedere delle belle a quegli stramaledetti Mangiamorte" aggiunse, abbassando la voce di tantissimo. "Non fate cose sciocche, come rubare cimeli importanti della scuola nell'ufficio del Preside, ma fategliele vedere delle belle. Perdinci, Mangiamorte nella scuola di Albus Silente! Dateci dentro con l'Esercito di Silente: mi gioco la coda di Thor che quelli non dureranno molto qui" 
I tre ragazzi scoppiarono a ridere e annuirono, scambiandosi un cenno col capo. 
Ginny fece una smorfia e disse: "Tranquillo, Hagrid. Giuriamo solennemente di non avere buone intenzioni" 






Angolo autrice
Dato che Neville dice ai tre ragazzi che i Carrow stavano diventando matti perchè non riuscivano a capire in che modo riuscivano a stare in contatto, mi sembrava giusto scrivere un assaggio di quello che i Carrow erano disposti a sopportare. Spero che vi abbia divertito la prima parte perchè io mi sono divertita tanto a raccontare di quella lezione: l'ES non può starsene con le mani in mano. Per quanto riguarda la partita, gli insegnanti non potevano intervenire come gli altri anni: ad Hogwarts comandano i Carrow e se i Serpeverde manomettono la partita, i Mangiamorte non possono che esserne felici. Ginny finisce in Infermeria a causa di una partita per la prima volta, cosa che ho amato scrivere e non so perchè! 
Un bacione!
Ps: ho amato scrivere i versi dei Serpeverde in rima, spero vi piacciono. 

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Capitolo 71
*** Continueremo a combattere. ***


CONTINUEREMO A COMBATTERE.


Halloween passò, portandosi con sè anche ottobre, e novembre fece il suo ingresso, tetro come non mai. Ginny fu trattenuta in Infermeria da Madama Chips, dopo le molte protesta da parte della ragazza, per ben una settimana e quando finalmente uscì dall'Infermeria, si sentiva libera come non mai. Luna veniva sempre a portarle appunti sui vari argomenti che i professori spiegavano ma quella mattina avrebbe iniziato di nuovo a frequentare le lezioni, iniziando con quella della McGranitt. Non prima di aver fatto una bella colazione in Sala Grande, ovviamente. 
Non appena i Serpeverde la videro entrare, insieme a Luna e Neville, attaccarono la canzone che avevano cantato alla partita. 
"Oh cielo..." mormorò Ginny spiazzata, che non riusciva a credere l'avessero fatto davvero. Il fatto che cantassero quei versi minacciosi in Sala Grande e nel bel mezzo di una colazione in presenza del Preside faceva già capire la gravità della situazione: Hogwarts era nella totale mercè di Piton e dei Carrow. "Stavano aspettando proprio me o sbaglio? Incredibile, la cosa sta degenerando..." aggiunse, cercando di non guardare dalla parte dei Serpeverde. 
"Mi sa che aspettavano davvero solo te" disse Neville in risposta, leggermente a disagio. 
"Sono impazziti" dichiarò la ragazza, voltando le spalle alla banda Serpeverde canterina e prendendo posto al tavolo di Grifondoro, insieme a Neville. Luna salutò gli amici e corse al tavolo di Corvonero, per non dare troppo nell'occhio. "Stanno impazzendo tutti" sospirò. "Hogwarts, cara vecchia Hogwarts..." 
"... cosa ti hanno fatto?" concluse Neville cupo, servendosi la colazione. 
Ginny scosse il capo, cercando di liberarsi dei suoi pensieri mentre i cori Serpeverde si arrestavano. "Allora, ci sono notizie?" chiese. 
"Uhm... due notizie..." Neville si protese verso la ragazza, che si avvicinò di molto per udire la sua voce sussurrante. "Astoria voleva venire a trovarti, io e Luna l'abbiamo incontrata proprio nel corridoio dell'Infermeria e ha detto che era preoccupata per la botta che hai preso alla partita contro di loro. Ci sembrava troppo pericoloso e l'abbiamo mandata via, tanto stavi quasi per uscire e noi temevamo che potessero vederla" 
"E la seconda notizia?" 
"Micheal mi ha chiesto di te" sorrise Neville, tossicchiando appena quando l'amica gli puntò uno sguardo severo addosso. "Insomma... nel senso... mi ha fermato in corridoio e mi ha chiesto che cosa ci fosse tra te e un certo Alan Parker. Io non ho saputo rispondergli" 
"E da quando a Micheal Corner interessa la mia vita privata?" s'insospettì Ginny confusa, voltandosi per guardare il ragazzo al tavolo di Corvonero. 
"Ma chi è questo Alan Parker?" chiese invece Neville. 
"Oh, un tizio con cui mi sono scontrata in corridoio..." rispose la ragazza con nonchalance, imburrandosi una fetta di pane tostato. "Niente di particolare, davvero... e ora tutta la scuola sa che io ho una tresca con questo Alan? Certo che le cose si ingigantiscono sempre! Mi ha solo detto che gli sarebbe piaciuto conoscermi, forse deve essere stato questo che ha reso la faccenda di dominio pubblico. Ma a Micheal cosa importa?" aggiunse, sempre più sospettosa. 
"Non saprei" Neville fece un'alzata di spalle. 
"Questo Alan si sta frequentando con un'amica della Vane, se non sbaglio" 
Il ragazzo scoppiò a ridere. "Ecco spiegata la fonte di tanto caos e pettegolezzi" disse, e l'amica non potè non essere d'accordo con lui. Infondo, Romilda Vane tendeva molto ad ingigantire le cose... e d'un tratto, il ricordo di quando la ragazza l'aveva fermata a colazione per chiederle se era vero che Harry Potter avesse un Ippogrifo tatuato sopra al petto divenne reale, concreto. Così concreto che le fece venire le lacrime agli occhi. 
Cercò di scacciare quel ricordo con tutte le sue forze e si concentrò solamente sul suo piatto. 
"Comunque" continuò Neville con un sorrisino, "in questi giorni l'ES non ha avuto modo di entrare in azione e la cosa ci ha turbati davvero non poco. Ora, dato che ti sei ripresa alla grande, direi che una leggerissima confusione sia proprio quella che si meritano Piton e i Carrow" 
"Giusto! Devo ancora fargliela pagare per la partita!" 
"Allora, stanotte si va rubacchiare nell'ufficio di Gazza?" 
Ginny sorrise e annuì con vigore, pensando che la valigetta dei Tiri Vispi aspettava solo loro. 
Dopo aver finito di fare colazione, i due ragazzi si alzarono, chiamarono Luna e si incamminarono per i corridoi, passeggiando per dare una svolta alla noia. Non era ancora suonata la campanella, quindi rimasero insieme a fare piccole chiacchiere tra amici e bighellonare in giro per il castello. Informarono Luna del loro piano per quella notte e lei si offrì di comunicare agli altri Corvonero che a breve l'ES tornava di nuovo in scena, con i prodotti dei Tiri Vispi. 
"Io posso informare i Tassorosso" stava dicendo Neville, le guance leggermente rosse. 
"Come mai la parola Tassorosso ti ha fatto arrossire così?" chiese Ginny invadente, cercando di reprimere un sorrisetto. 
"E chi è arrossito?" fece Neville sulla difensiva, guardando altrove pur di non guardare l'amica. "E comunque... guarda davanti a te" aggiunse, con le sopracciglia aggrottate e un tono piuttosto allarmato. Ginny smise di ridacchiare ed eseguì, trovandosi di fronte Romilda Vane e la sua tenere combriccola di ochette pettegole. Di nuovo, la sua mente fu invasa dal pensiero del tatuaggio sul petto di Harry Potter... 
E adesso che cosa volevano da lei? 
"Ginny Weasley... dico bene?" chiese una biondina, ponendosi davanti al gruppo. Era magra da far paura, aveva un viso scarno e tanto truccato, gli occhi che in quel momento mandavano lampi da tutte le parti e delle labbra così grosse che sembravano gommoni di salvataggio. "Io e te dobbiamo proprio fare quattro..." 
"Oh, quanti altisonanti paroloni in una volta" la interruppe Ginny cordiale, alzando una mano per farla tacere. Il corridoio che fino ad un attimo prima era deserto, intanto, stava cominciando a riempirsi di studenti che stavano raggiungendo le varie aule. "Io parto svantaggiata, non ti pare? Sembra che tu conosca il mio nome mentre io non conosco ancora il tuo" aggiunse, facendo un piccola smorfia. 
"Eileen Marie Swan, quinto anno di Grifondoro" rispose Eileen, colpita. 
"Dovevi parlarmi?" chiese Ginny affabile, nonostante fosse palesemente seccata da quel comportamento. 
"Sì" riprese Eileen, con foga smisurata. "Mi è stato riferito che hai importunato il mio ragazzo, sai... Alan Parker... quel ragazzo nuovissimo ad Hogwarts, di Tassorosso... molto bello e muscoloso... hai presente?" 
"Certo, ma credo che le tue amiche ti abbiano raccontato tutt'altra cosa. Ti stai agitando per nulla, carina: io e il tuo ragazzo ci siamo solo scontrati per i corridoi. Gli ho dato una mano ad alzare i libri che gli erano caduti a terra a causa mia, non ho filtrato con lui" 
Gli studenti della scuola sembravano in totale ascolto, in modo speciale le ragazze. 
"A me pare che tu ci abbia provato" intervenne Romilda Vane. 
"Non ci ho provato. Sono fidanzata, come sapete bene" "Sì... con Harry Potter. Ma a me hanno detto che ci hai provato con Alan" insistette Eileen Marie, non sapendo più dove arrampicarsi. 
"Ti ha già detto che è fidanzata, perchè dovrebbe provarci col tuo ragazzo se non l'ha nemmeno visto mezza volta?" le venne in aiuto Neville, sbuffando. "Oh, Godric prima li fa e poi li accoppia... in questa scuola stanno tutti impazzendo!" 
"Il fatto che è fidanzata con Harry Potter dovrebbe bastarvi" intervenne Luna sognante. 
"Hai visto?" chiese Ginny cortesemente, ma piuttosto irritata. "Come vedi, non vado in giro a provarci col primo che passa" aggiunse. 
"Non si direbbe!" sbottò Eileen intestardendosi, con tutto il coraggio Grifondoro che avesse in corpo. "Sanno tutti che hai mollato Micheal Corner per stare con Dean Thomas, e poi hai mollato anche il povero Dean Thomas per stare con Harry Potter e baciarlo davanti a cinquanta persone e davanti a Dean!"
Ginny la fulminò con lo sguardo: che cosa c'entrava quella storia con la faccenda di Alan Parker? 
Micheal Corner era stato la sua prima cotta dopo Harry Potter, le era servito per esperienza e, sebbene fosse davvero molto carino, con lui non aveva avuto momenti felici e intensi. Infatti, quella storia aveva preso una piega del tutto diversa, come un modo per dimenticare Harry Potter: non era andata bene, si erano lasciati ed ora erano amici. Di Dean si era innamorata ma dopo quasi un anno aveva capito che lui non era quello giusto ma che il ragazzo giusto per lei era sempre stato colui che aveva cercato di dimenticare. Che problema c'era se, dopo anni di sofferenze e tante peripezie, aveva coronato il suo più grande desiderio? 
Quella ragazza aveva scherzato col fuoco e doveva pagare. 
"E questo che diavolo c'entra con il tuo fidanzatino?" sbottò Ginny infiammandosi, avanzando verso la ragazza. 
"Adesso s'accapigliano..." commentò qualcuno tra la folla. 
"C'entra! Perchè non voglio che Alan si incontri con una che fa i tira e molla in gir... AAAAAAARGH!" 
Ginny non aveva contato fino a dieci e si era davvero gettata addosso alla ragazza, cercando di farle più male possibile. Perchè la detestava dal momento in cui si era posta nei suoi confronti al momento in cui le aveva dato della donna scarlatta indirettamente. E questo non le andava proprio a genio. Sentiva Eileen gemere e strillare, mentre la rossa le tirava i capelli, e d'un tratto si sentì in bocca il sapore del sangue: per difendersi, Eileen le aveva dato una gomitata in bocca. 
"GINNY!" esclamò Neville, intervenendo per dividerle e acciuffando l'amica per la vita. "PER TUTTI I GARGOYLE GALOPPANTI, FERMATI!" 
Gli studenti si agitarono, non sapendo che fare; Romilda e le altre boccheggiavano e si godevano la scena. 
"Eileen...?" fece una voce, la voce di Alan Parker. "Che cosa stai facendo? BASTA!" aggiunse, trascinando la fidanzatina via dalla lotta. 
"SI POTREBBE SAPERE COSA DIAVOLO STA SUCCENDO QUI?" sbraitò la voce della professoressa McGranitt, ritta come un palo davanti alle due ragazze che erano appena state divise da Neville e Alan. Immediatamente, Ginny smise di divincolarsi tra le braccia di Neville e si diede un contegno: far finta che non fosse successo niente dopo che c'erano decine di testimoni oculari, il suo labbro sanguinante ben in vista e i capelli super terrificanti di Eileen che gridavano di essere stati tirati ripetutamente e con forza, era davvero impossibile. 
"Allora?" incalzò la donna, furente mentre squadrava le due ragazze. "Le questioni private non vanno risolte qui a scuola, comportandovi così" certo che la vecchiaccia era perspicace. "Avete idea di cosa sarebbe successo se vi avessero visto i Carrow dare questo bello spettacolino in un corridoio? Noi insegnanti dovremmo denunciarvi immediatamente se accade qualcosa di sbagliato qui dentro!" 
Ginny era sicura che la McGranitt non avrebbe denunciato un bel niente; Eileen Marie cercava di aggiustarsi la capigliatura ribelle. 
"Non vi denuncerò. Ma punizione per entrambe: giovedì, alle sei nel mio ufficio" decise la professoressa, in tono definitivo. 
"Oh no, professoressa! La prego, ho un centinaio di punizioni e compiti da..." 
"Non mi interessa, Weasley... l'hai combinata grossa oggi" 
"Come se non avessi combinato nulla di peggio a questo..." borbottò la ragazza a bassissima voce, facendosi sentire solamente da Neville e Luna. 
"Cosa ha detto?" chiese la McGranitt, ma dal suo sguardo si capì che aveva sentito benissimo quel che Ginny aveva sussurrato agli amici. I suoi occhi parlavano e dicevano che se era per lei non le avrebbe imposto nessuna punizione, ma doveva farlo. "Vi consiglio di andare nelle vostre aule per le lezioni, la campanella sta per suonare. Forza!" concluse, e fece dietrofront per andare nell'aula di Trasfigurazione. 
La folla si disperse; con un ultimo sguardo alla ragazza, Eileen, Romilda e le amichette sparirono, trascinando con loro Alan. 
Neville sospirò. "C'è sicuramente qualcosa nell'aria qui! Ah, tu sei completamente pazza, Gin" 
"Sospetto che i Nargilli ne siano responsabili" intervenne Luna seria, annuendo come per confermare le sue parole. 
Ginny scambiò uno sguardo divertito con Neville e i tre si avviarono nelle rispettive aule, mentre la campanella suonava. 




"Come faremo a distrarre Gazza per entrare nel suo ufficio e prendere la valigetta dei Tiri Vispi?" 
"Sai, Neville... non avevo ancora pensato a questo piccolo dettaglio" 
"Questo piccolo dettaglio è vitale per noi!" 
"Lasciami pensare, lasciami pensare" 
"Oh, se solo potessimo mutare la nostra forma con quelle creaturine magiche che risiedono nella foresta più famosa della Tanzania e..." 
"Luna! Vuoi lasciarmi riflettere in pace? Ah-ha, ci sono! Rapiremo Mrs Purr!" 
Neville fissò l'amica con gli occhi sgranati e l'espressione di chi ha preso un Bolide in testa durante un'importante partita di Quidditch; Luna era raggiante come non mai, anche se pareva piuttosto contrariata dal fatto che dovessero rapire proprio un gatto, dato che lei amava tantissimo i gatti. Ginny invece, che odiava i gatti e in particolare Mrs Purr (quasi si pentiva di non averla pietrificata durante il suo primo anno), trovava quella sua idea geniale e brillante. 
"Dobbiamo solo metterla in un'armatura, ragazzi, non le faremo del male" aggiunse la ragazza, confortando soprattutto Luna. "Acquisteremo tempo prezioso... non trovate? E poi qualcuno dovrebbe fare la guardia, nel caso Gazza riuscisse a tirarla fuori prima del tempo" 
"Credo dovrebbe farlo Luna" disse Neville convinto. "Sa inventarsi storie incredibili, potrebbe aiutarci molto stando fuori" 
Luna gli sorrise e annuì; Ginny convenne esattamente quello che l'amico aveva detto: "D'accordo. Adesso basta solo... ssssst, eccoli" 
I tre ragazzi si nascosero dietro ad un arazzo e guardarono Gazza e Mrs Purr fare la guardia, inseparabili come non mai. Gazza aveva le orecchie tese ed era distratto da un rumore che aveva udito: era ora di agire. Ginny scambiò uno sguardo con gli amici, mormorò: "Wingardium Leviosa" e la gatta di Gazza prese a levitare con grazia, mentre la ragazza la guidava verso un'armatura lontana da loro... 
Si sentì un clangore metallico e Mrs Purr finì nell'armatura. 
"Forza, corriamo..." Neville prese l'amica per un braccio e la trascinò via, verso l'ufficio di Gazza che risiedeva nella parte opposta all'armatura. Luna fece cenno agli amici di correre via e loro, dopo aver udito il vecchio custode urlare le sue proteste scandalizzate, si chiusero la porta del suo ufficio alle spalle. L'ufficio di Gazza era incredibilmente a soqquadro e i due ragazzi ci misero molto per riuscire a vedere la valigetta dei Tiri Vispi. 
"Non ci credo che stiamo davvero facendo questa pazzia" disse Neville, scuotendo il capo come rassegnato. 
Ginny rise. "Neanche io" disse, afferrando la valigetta e precipitandosi alla porta. "Ehm... Luna sta parlando con Gazza. Come facciamo ad uscire?" 
Neville alzò entrambe le sopracciglia e aprì di pochissimo la porta, attirando l'attenzione di Luna. 
"... e credo che dovrebbe controllare che Mrs Purr non abbia gli occhi arrossati" stava dicendo la ragazza, che aveva capito che gli amici avevano fatto quel che dovevano fare nell'ufficio di Mastro Gazza. "Quando sono molto spaventati hanno gli occhi arrossati e lucidi, ed è meglio portarli da un esperto per non rischiare che abbiano uno shock. Ma dico io, c'è ancora gente che si diverte a fare questi scherzi idioti? La sicurezza degli animali è importante quanto lo nostra, dopotutto" 
Gazza si affrettò ad annuire e si chinò per terra, concentrandosi per controllare gli occhi di Mrs Purr. I due ragazzi non seppero se Luna aveva detto o no una balla, ma tanto non importava perchè le cose che diceva Luna erano sempre balle o cose insolite a cui credeva solamente lei, ma solamente quell'idea fece sì che Gazza desse le spalle al suo ufficio e si distraesse. 
Ginny e Neville sgusciarono fuori e sgattaiolarono via, facendo cenno a Luna di seguirli. 
"Ehm... io vado, signor Gazza, è stato un piacere aiutarla" disse Luna in fretta, e corse via per seguire gli amici. 




Il giorno successivo, i tre ragazzi avvisarono l'ES di entrare in azione prima che finissero tutte le lezioni, così da creare il caos adatto per interrompere le lezioni di quei due caproni dei Carrow. Progettarono per bene un giorno in cui capitava un'ora buca coincidente con quella di tutti i membri e la notizia che esisteva davvero un giorno così era strabiliante: non l'avevano quasi creduto possibile. Ad Astoria non fu dato un galeone comunicante perchè era troppo pericoloso ma faceva sempre parte dell'Esercito di Silente e si occupava di riferire le notizie e i pettegolezzi che circolavano tra i Carrow e i Serpeverde. Sembrava rinata. 
"Questi sono i Fuochi Forsennati?" chiese Micheal a Ginny interessato, mentre lei cercava di metterli in funzione. 
Non ci aveva mai provato e i gemelli non le avevano mai dato qualche istruzione in più, ma quello non era il momento di piangersi addosso: doveva assolutamente trovare il modo per metterli in uso. Erano tutti lì, nel bel mezzo del corridoio in cui si tenevano le lezioni, e dovevano muoversi: se suonava la campanella che segnava la fine di tutte le lezioni per quella mattina erano tutti nella merda totale fino al collo. 
Ginny annuì. "Sono i Fuochi Forsennati dei gemelli" confermò, sorridendo al ragazzo. "Che più Forsennati non esistono, dato che li hanno inventati loro. Ti ricordi quando li fecero esplodere davanti alla Umbridge? Bene, non riesco a credere che dobbiamo fare lo stesso noi!" 
Micheal scoppiò a ridere. "Infatti... e chi l'avrebbe mai immaginato?" 
La ragazza fece un sorriso stiracchiato mentre Micheal la fissava, senza staccarle un attimo gli occhi di dosso. Chi mancava solamente quella, in quel momento... ma come diavolo avevano fatto i gemelli a mettere in funzione quei dannati fuochi d'artificio?! 
"Luna, Neville... aiutatemi..." sussurrò Ginny concitata, imprecando sonoramente contro i gemelli e i loro fuochi. 
Neville si voltò e le rivolse uno sguardo ironico. "Ti sembra il momento?" le chiese, le mani occupate da un grosso pennello colmo di vernice rossa: era sempre lui che si occupava del messaggio sulla parete, e in quel momento era aiutato da Hannah Abbott. Scattava ogni volta che l'amica lo chiamava per un aiuto e guarda caso, proprio quando Hannah lo aiutava... ignorava Ginny di buon grado. Poi uno non doveva pensare che ci fosse una tresca tra i due. 
"Sì... non saprei... qualcuno mi aiuti!" 
"E adesso che diavolo succede?" sbottò silenziosamente Astoria, che stava facendo la guardia con alcuni Corvonero e batteva furiosamente il piede a terra. "Quei maledetti cosi non funzionano? Oh, non mi dire... i tuoi fratelli li avevano fatti funzionare!" 
"E io non ricordo come" 
"Ma che ca..." 
"Astoria!" la interuppe Ernie pomposo, che tendeva a interrompere sempre la Serpeverde quando si lasciava sfuggire brutte cose, come le parolacce. "Piuttosto, troviamo una soluzione in fretta! Guardate, mancano giusto diciassette minuti prima che suoni la campanella" 
"Cosa?" fece Anthony interdetto, torcendosi le mani in grembo. "E tu non ricordi proprio come li fecero funzionare?" 
Quando la ragazza scosse il capo, Smith rise di una risata amara e fastidiosa. "Certo che voi rosse avete proprio una memoria da schifo, scusami tanto. Come diavolo fai a non ricordare una cosa così importante come..." 
Astoria gli assestò una gomitata nelle costole. "Vuoi stare zitto e abbassare la voce?" 
"Ha ragione, Zacharias: stai zitto" convenne Terry annuendo, che stava cercando di riflettere su un modo per azionare i fuochi. 
"Te la devo ancora far pagare per la cronaca alla partita, Smith" sussurrò Ginny minacciosa, lanciando uno sguardo al ragazzo e strizzandogli l'occhio. 
"Vi dovete sbrigare!" sbottò Calì agitata, che stava spiando nella fessura di una porta. "Vedo un certo movimento qui dentro..." 
"Sì, anche qui. Mettete immediamente in azione quei cosi!" aggiunse Lavanda, la voce roca. 
"Usa un incantesimo qualsiasi" suggerì Susan. 
"No!" la contraddisse Padma, gli occhi sgranati. "Così potrebbe rischiare di fare solo rumore e non concludere nulla: i fuochi non esploderebbero" 
"Ma dobbiamo rischiare" disse Justin convinto, scambiando uno sguardo d'intesa con Ernie. 
Ginny puntò la bacchetta verso un fuoco d'artificio e disse: "Incendio!" per poi tapparsi le orecchie perchè il rumore che fecero quei piccoli fuochi d'artificio era fastidioso, e non poco. Con un lungo fischio, i piccoli missili vennero sparati in aria nel corridoio e crearono il caos più totale, esplodendo come bombe atomiche. Ci fu un gran sbattere di porte e gli studenti e gli insegnanti delle aule vennero fuori, coprendosi la bocca con le mani alla vista di quella confusione. 
I Carrow non avevano mai assistito ad uno spettacolo del genere, sopratutto a scuola: era una vera e propria novità per loro. I fuochi d'artificio dei gemelli si erano tramutati in grossi dragoni e serpenti, sparando tante scintille e ruggendo, e tutti gli studenti della scuola gridavano e si aggrappavano ai compagni, agitando le braccia per allontanare la polvere dei fuochi; alcuni ridacchiavano e applaudivano; gli insegnanti avevano un'espressione indecifrabile sul volto. I Carrow avevano iniziato a strillare accuse e maledizioni, agitati come non lo erano mai stati. 
Ma nessuno li ascoltava. 
"Diamocela a gambe, così li metteremo in confusione" sussurrò Neville agli amici e loro annuirono, correndo lungo un corridoio deserto. 
Mentre correva a perdifiato, Ginny lanciò uno sguardo al messaggio sulla parete: 

ESERCITO DI SILENTE:
CONTINUEREMO A COMBATTERE.

"Oh, spero che provino a farli Evanescere!" rise Ginny affannata, ricordando cosa era successo quando la Umbridge l'aveva fatto. 
"Quei draghi mi ricordano tanto la forma dei sifoni di Gorgos..." 
"Ascoltate, sembra che Alecto stia bestemmiando!" esclamò Astoria divertita, interrompendo Luna e le sue strane affermazioni. 
Ma tutto ciò che si riuscì a sentire non appena i ragazzi ebbero svoltato l'angolo fu... 
"VEDE, PROFESSORESSA MCGRANITT? ESERCITO DI SILENTE!" 




"E così Piton è andato su tutte le furie ieri?"
"Sì" rispose Luna, serena e informata, maneggiando un bastoncino tra capelli biondissimi per legarli in un alta crocchia spettinata. "L'ho sentito dire in Sala Comune e tutta la scuola non parla d'altro: una scenata con i Carrow nel corridoio del quarto piano... divertente, vero?" 
"Ci credo che è furioso" rise Neville e anche le altre due ragazze scoppiarono a ridere. 
Luna aveva proposto ai due amici una passeggiata nei corridoi del castello per informare loro degli ultimi pettegolezzi e il fatto che Piton fosse furioso con i Carrow e con l'Esercito di Silente era il massimo: si vedeva che odiava quelle bravate molto più di quei due caproni. 
"Ho sentito dire che Piton ha intimato a Gazza di far sparire immediatamente le scritte" stava raccontando Luna, beandosi della situazione. "Si vede che detesta più quei messaggi minacciosi sui muri che le bravate che facciamo. Avete visto l'altra sera? Vedere scritto il nome di Silente sui muri lo rende furibondo" aggiunse. 
"Ed è per questo che dobbiamo continuare a fargli trovare teneri messaggini sui muri" disse Ginny convinta, con un gran sorriso. 
I due amici risero, annuendo con vigore. Mentre svoltavano l'angolo, Neville venne attraversato da un fantasma e rabbrividì tutto: venire attraversati da un fantasma era la cosa più odiosa del mondo, sentivi il corpo come se l'avessi immerso nell'acqua ghiacciata e ti provocava una brutta sensazione. Quel fantasma era Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro. 
"Ehi, Nick!" salutò Ginny cortesemente, ignorando i piagnucolii di Neville. 
"Buongiorno, miei amatissimi Grifondoro" rispose il fantasma in tono pomposo, ponendosi con fluida eleganza tra Neville e Luna. "E buongiorno a lei, giovane Corvonero. Come state, mortali amici? Ah, purtroppo oggi tira una brutta aria... in tutti i sensi!" aggiunse, in modo piuttosto teatrale. Ma si sapeva: i modi di Nick erano sempre molto teatrali ma era un fantasma davvero amichevole e sincero. 
"Come sarebbe a dire?" chiese Neville incuriosito. 
"La situazione tra i vari professori... ahimè... devo dire che non è delle migliori. Ma sono assai contento di vedere che c'è almeno qualcuno che si ribella in questa scuola" disse Nick, gonfiando il petto tutto fiero. "Esercito di Silente, sono davvero orgoglioso di quegli studenti!" 
I tre amici si scambiarono uno sguardo allegro, sorridendo al fantasma. 
"Ovviamente, i Carrow sospettano di voi tre e anch'io immaginavo, tra i fantasmi non si parla d'altro" li informò Nick pomposo, un sorrisino che appena si intravedeva tra quel colore madreperlaceo che era il suo corpo. "Comunque... riguardati, Luna, credo che tu sei quella più fastidiosa per loro" aggiunse, infelice. 
"Cosa?" fece Ginny interdetta, sperando di non aver udito bene. "Come può Luna essere la più fastidiosa? Stiamo agendo tutti insieme" 
"Infatti, che cosa c'entra Luna in questa storia? Siamo un gruppo!" aggiunse Neville, fissando Nick con la stessa espressione sconcertata dell'amica. 
Luna fissava con intensità il fantasma e pareva aver capito. Nonostante questo, era serena e tranquilla come sempre. 
"Il Cavillo, ragazzi... proprio il Cavillo" disse Nick mesto. 
"La rivista?" domandò Neville agitato, mentre Ginny si grattava l'estremità del capo con la sua bacchetta in modo del tutto confuso. Luna, che invece aveva capito tutto, aveva già sfilato velocemente dalla sua borsa una copia del giornale di suo padre. E poi, i due ragazzi capirono tutto: il Cavillo era diretto da Xenophilius Lovegood e riportava sempre notizie reali, che non potevano che recare un danno ai Mangiamorte e Voldemort. 

 

GLI STUDENTI DI HOGWARTS LOTTANO PER IL BENE COMUNE
IL MINISTERO DELLA MAGIA NO.

Nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e dintorni non si parla d'altro: Esercito di Silente. Questa associazione di ribelli nata nelle mura del castello di Hogwarts ha portato caos all'interno della scuola stessa e partendo dal fatto che i ragazzi abbiano utilizzato proprio il nome Esercito di Silente per un loro gruppo ribelle ci fa capire molto sulla situazione in cui siamo. Gli studenti di Hogwarts lottano per il bene comune, il Ministero della Magia no. 
Che cosa c'è sotto di oscuro?
-Per ulteriori informazioni sull'Esercito di Silente, andare a pagina 4.


Ginny non potè biasimare i Carrow che erano arrabbiati ma Luna in quella storia non c'entrava assolutamente nulla, non era colpa sua se Xenophilius racimolava notizie e le metteva per iscritto su una rivista che ormai leggevano tutti. Non era colpa di Luna se suo padre aveva coraggio da vendere... oppure sì? Ginny lesse con attenzione il titolo e si rivolse all'amica. 
"Hai dato a tuo padre le informazioni sull'ES?" chiese Ginny ammirata, gli occhi che andavano dal titolo della rivista alla sua migliore amica. 
"Indirettamente" rispose Luna con un sorriso, per niente preoccupata dalla notizia. "Controllano la posta, sai. Ho dovuto farlo con cautela e usando dei nomi in codice e varie cose... una faticaccia, in effetti. Ma sono molto soddisfatta: il mondo deve sapere" 
"Sì, ma..." fece Neville irrequieto, "ehm... certo, l'idea è fantastica... dire la verità è sempre un bene ma... Nick ha ragione: è rischioso!" 
"Lo so" sussurrò Luna tranquilla, e ricacciò il giornale nella borsa. "Ma cos'è la vita senza qualche rischio?" 
Ginny ebbe una fitta nel petto che non aveva nulla a che fare con Luna: quasi le era sembrato di sentir parlare il vecchio Sirius Black. 






Angolo autrice
La prima parte del capitolo può essere futile e poco importante per la trama, ma vi assicuro che non lo è. Ginny è ormai molto popolare e lo scontro con una ragazza del gruppetto di oche di Romilda Vane per un ragazzo con l'intervento della McGranitt ci fa capire molte cose: la popolarità della ragazza e il fatto che gli insegnanti non denunciano i loro studenti quando fanno qualcosa di sbagliatissimo. Infatti, la lotta alla Babbana è severamente proibita. Ma la parte più importante è la notizia che Luna è in pericolo, e quella parte serve proprio a farci capire che manca poco al rapimento. 
Baci!

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Capitolo 72
*** Il rapimento di Luna Lovegood. ***


IL RAPIMENTO DI LUNA LOVEGOOD.


Il giorno successivo, i tre ragazzi a capo dell'ES non avrebbero mai immaginato che la loro giornata si sarebbe conclusa con una nota negativa: i Carrow tesero loro un'imboscata proprio nel bel mezzo del corridoio del settimo piano, non appena i ragazzi ebbero finito la loro riunione con l'ES. Il fatto era che li avevano proprio fatti arrabbiare e i Carrow avevano tanta voglia di fargliela pagare a tutti loro, prendendo solamente come cavie i tre ragazzi a capo di quell'esercito ribelle. 
Ovviamente, i tre ragazzi non se lo sarebbero mai aspettato... 
"E quella Eileen Marie della combriccola delle pettegole si è anche lasciata con quel ragazzo... Alan, vero?" 
"Neville! Che stai dicendo?" sbottò Ginny, che mentre stava mandando giù una Cioccorana si stava strozzando. 
"Ieri stavi studiando in biblioteca quando Romilda Vane e le sue amiche hanno inscenato uno show nel bel mezzo della Sala Comune" raccontò Neville infastidito, ma socchiuse gli occhi e sorrise: probabilmente lo show era stato davvero divertente. "Io e Seamus abbiamo sentito tutto. Ma chi non avrebbe sentito tutto?" 
Ginny rimase in attesa di altre notizie, mentre Luna al suo fianco canticchiava. 
"Beh, quella Eileen si lamentava che Alan l'aveva lasciata" continuò Neville. "E l'aveva lasciata per motivi a lei ignoti e che poteva benissimo immaginare. Ha detto proprio: probabilmente gli scontri ad Hogwarts sono di suo gradimento. Cosa poteva significare se non il fatto che ce l'ha con te?" aggiunse, iniziando a ridacchiare come un matto. 
"Io non c'entro niente" Ginny alzò le mani, per mostrarsi in tutta la sua innocenza. "Ma se quella Eileen vuole battersi di nuovo con me, che venga pure. Le do un altro assaggio di quello che posso fare senza l'intervento di alcun professore" 
Luna ridacchiò. "Così mi fai venire in mente una storia che mi raccontava sempre papà" disse, fissando l'amica e continuando a ridacchiare. "Parlava di un mago muscoloso che amava le lotte alla Babbana, ma che le prendeva sempre dai Babbani" concluse, ridendo sguaiatamente. 
I due amici si unirono alle sue risate; Neville disse: "Beh, magari anche lei le prenderà da quella ragazza" e rise, sbeffeggiando l'amica. 
"Certo, come no" fece Ginny con nonchalance, agitando la mano come se la cosa non la riguardasse. "Neville, se vuoi batterti alla Babbana basta dirlo. Io sono pronta per qualsiasi tipo di scontro. Allora, che vorresti fare?" e aprì le braccia in modo divertito, segno che si stava calando nella parte della ragazza violenta. 
Neville scosse il capo. "I tuoi ammiratori non sarebbero contenti di vedere il tuo bel faccino rovinato" disse, con un gran sorriso. 
"Oh, ma che ammiratori e ammiratori!" 
"E tu vorresti farmi credere che non hai ammiratori? Ma sentiti! Tutti ti vogliono" 
"Ma io voglio solo una persona..." sfuggì alla ragazza, che abbassò il capo per non farsi guardare negli occhi dagli amici e leggervi la delusione sui loro volti. I sorrisi divertiti di Neville e Luna si spensero, piano piano. "Che dite, credete che Harry pensi a me di tanto in tanto? Solo di tanto in tanto, eh..." 
Fu Luna a rispondere. "Ma certo che ti pensa! I suoi pensieri per te si insinuano nella tua mente di notte... non te ne sei mai accorta?" chiese, spalancando i grossi occhi pallidi che le davano un aria da Veggente impazzita mentre l'amica scuoteva il capo. "Impossibile che non riesci a sentirli, è soprattutto di notte che avvengono queste cose. I pensieri di Harry si insinuano nella tua mente e tu nel letto sorridi all'improvviso, senza una ragione... come se ti sentissi beata da qualcosa, molto più leggera. Ti è mai capitato da quando sei qui?" 
Ginny ci pensò su, non sapendo che rispondere. Sì, forse qualche volta le era capitato... ma questo non significava che Luna aveva ragione. Inaspettatamente, annuì all'indirizzo dell'amica, che fece un gran sorriso mentre Neville, interdetto e scettico, era in lotta con sè stesso sul tappare la bocca a Luna oppure ascoltare. 
"Questo, mi ha raccontato mio padre, succede quando qualcuno ti pensa" concluse Luna semplicemente, convinta di ciò che diceva e raggiante. 
Ginny sorrise, impotente. "E a proposito di pensieri e ragazzi... non è che ci stai nascondendo qualcosa, Neville?" chiese maliziosa, cambiando discorso. 
"Io?" fece Neville agitato, sbattendo le palpebre e scuotendo velocemente il capo. "Assolutamente no! Perchè mai dovrei avere qualche segreto? Per chi mi avete preso? Siete proprio due... due... impiccione! Io non... non sono il tipo che fa queste cose! Capito? Non sono proprio il tipo!" 
Ci fu un attimo di silenzio; Luna aveva alzato le sopracciglie. 
"... ma di che cosa stai parlando?" borbottò Neville imbarazzato, le guance paffute rosse. 
"Oh, sai benissimo di cosa parlo" assicurò Ginny, con uno sguardo malizioso che andava oltre ogni pura aspettativa. "Ma non voglio bloccarti la crescita con le mie ipotesi sfacciate, quindi cambiamo nuovamente discorso. Tanto si sa che Neville ci nasconde qualcosa, nulla da dire" 
"Ehi, ma non è vero!" protestò l'altro. Fece per aprire la bocca, ma un rumore lo fece zittire. "... è scattato il coprifuoco da dieci minuti" aggiunse, controllando l'orologio e sfoderando la bacchetta per un ipotetico duello improvviso. 
Ginny lo imitò e così fece anche Luna, mentre i tre si guardavano intorno. Poi una voce li fece rabbrividire. 
"CRUCIO!" un lampo di luce rossa passò sopra la testa di Neville e lo sfiorò. 
I ragazzi si voltarono: alcuni Serpeverde, capitanati da Tiger, Goyle e i Carrow ghignavano, le bacchette sfoderate e pronte per usarle contro i tre ragazzi. Era stato Tiger a lanciare quella Maledizione Cruciatus e si vedeva lontano un miglio che era il prediletto dei due Carrow: aveva imparato più cose da loro in quattro mesi che qualcosa in sette anni di scuola. 
"Dove credete di andare con il coprifuoco da tempo scattato?" volle sapere Alecto, con voce squillante e infantile. "Oh, ma forse volevate farvi una bella passeggiatina per i corridoi ignorando il regolamento della scuola, vero?" 
"E' arrivata l'ora di far sapere loro cosa succede quando si esagera, quando si passa il limite con noi" aggiunse Amycus, con tono molto più minaccioso della sorella e decisamente non in vena di farla passare liscia a qualcuno. "Forse vi dicono qualcosa le parole... Esercito di Silente?" 
"Forse" rispose Neville vago, con sguardo di sfida. 
"Forse, eh?" sbottò Amycus irritato. 
"Beh... l'Esercito di Silente è molto famoso, no?" fece Ginny impassibile, e quella frase fece infuriare ancora di più i Carrow. 
"NON FATE I FURBI CON NOI!" sbraitò Amycus infiammandosi, avanzando verso di loro mentre i Serpeverde li imitavano. "Tanto non ci scapparete ancora, non la passerete liscia. Sappiamo benissimo che voi tre mocciosi e l'Esercito di Silente siete..." e mandò a cozzare ripetutamente l'indice della mano destra con l'indice della mano sinistra, "per cui vi consiglio di non... CRUCIO!" un lampo di luce rossa partì dalla bacchetta dell'uomo, rivolto contro Neville. 
Lui riuscì ad evitarlo e a portare in salvo le due amiche: volevano attaccarli all'improvviso, da codarli quali erano. 
"CRUCIO!" esclamò Alecto, come se fosse impazzita. 
Colpì Ginny in un baleno, che cadde a terra in preda ad un dolore incredibile, forse il più terribile che avesse mai provato. Forse era quello il prezzo da pagare per essere così popolare ad Hogwarts, così ricercata da tutti... forse era quello il prezzo da pagare per essere il capo dell'Esercito di Silente. Ma nonostante tutto quel dolore e la disperazione, era convinta di aver fatto la scelta giusta. 
Il dolore non cessò, le sembrava che la tortura fosse iniziata da secoli... le sembrava di essere lì da secoli... 
"Posso provare io, signore?" chiese Tiger eccitato. 
"Ma certo, ma certo!" 
"Voglio provare sulla Lovegood, che possa passare un buon Natale" aggiunse il ragazzo, ridacchiando come un babbeo; i Carrow e gli altri Serpeverde scoppiarono a ridere per chissà quale remota ragione e osservarono Tiger levare la bacchetta e dire: "Crucio!" 
Luna si contorse e strillò, e così fecero i due amici, che non potevano sopportare le urla dell'amica. 
"Ce n'è anche per voi, tranquilli" disse Amycus sinceramente divertito. "Crucio! Crucio!" 
E il dolore tornò, crudele come sempre... e sembrava non andare via, sembrava... 
"Vediamo se avete imparato la lezione" concluse Alecto quando li ebbe torturati per benino, ed era tutta contenta del loro operato. "Tiger, ragazzi... quando volete sapete cosa fare" aggiunse e con un ghigno malvagio, corse via insieme agli altri, lasciando i tre ragazzi per terra ad ansimare. 




I giorni lì ad Hogwarts passavano veloci e dicembre arrivò in un battito di ciglia, portandosi dietro neve e bufere. Arrivando dicembre, si avvicinavano sempre di più le vacanze di Natale e sembrava che nessuno studente volesse rimanere ad Hogwarts per le feste... come biasimarli! Anche un orfano avrebbe preferito andare via da Hogwarts piuttosto che restare lì, con i Carrow e i Serpeverde che rendevano la vita un inferno a tutti. 
In quel periodo natalizio, l'ES aveva voglia di entrare in azione per sconvolgere le cose prima di partire ma i tre ragazzi avevano deciso che forse era meglio non rischiare, soprattutto nel periodo in cui dovevano ricongiungersi alle loro famiglie. Ginny non aveva ritenuto opportuno avvertire i membri dell'ES di quel che era accaduto a lei e ai suoi due migliori amici prima di dicembre: si sarebbero spaventati a morte. Solo Astoria ne era a conoscenza e aveva riferito ai tre ragazzi che i due scimmioni di Tiger e Goyle erano diventati gli schiavetti personali dei Carrow, superando perfino Harper e Selwyn: era come se li venerassero. 
I giorni passavano... passavano... e arrivò anche il giorno della partenza. 
"Mi scriverete, voi tre?" chiese Hagrid, mentre aiutava i ragazzini del primo anno ad issare i bauli sulla locomotiva scarlatta. I tre amici annuirono subito, con vigore, mentre trascinavano le loro cose. "E non dite che sì e invece non scrivete mai!" 
"Lo faremo, promesso" disse Luna serena, salendo sulla locomotiva. 
"Promesso? Anche solo un fetente saluto mi va bene" disse il gigante, mentre ridacchiava dietro la folta barba bruna. 
"Puoi contarci" disse Neville, raggiungendo Luna sul treno e affacciandosi dal finestrino. 
"E tu, rossa... salutami i tuoi genitori e quei furbetti dei tuoi fratelli" 
"Non preoccuparti, Hagrid" 
Ginny sorrise al suo grande amico e salì sull'Espresso di Hogwarts, facendo scorrere velocemente la porta e raggiungendo Neville e Luna al finestrino per un ultimo saluto ad Hagrid. Mentre i tre ragazzi sventolavano le mani in saluto, il treno cominciava a muoversi lentamente. In pochissimo tempo la figura massiccia e grossa di Hagrid fu solamente un puntino nero all'orizzonte e fu solo quando non videro più il loro amico che i tre decisero di prendere posto. 
I tre ragazzi passarono per diversi scompartimenti, tra cui anche quello dei Serpeverde. Tiger fece un ghigno a Luna quando gli passarono accanto e Draco abbassò visibilmente lo sguardo, puntandolo velocemente sul paesaggio che si estendeva al finestrino; Astoria fece un lievissimo sorriso in saluto e la sorella le puntò gli occhi adosso, decidendo poi con un cenno del capo di aver avuto una specie di allucinazione. 
"Dov'eravate?" 
Era Seamus e stava emergendo da uno scompartimento, insieme a Calì, entrambi molto paonazzi in volto.
"Dove sono gli altri?" chiese Neville.
"Hanno cercato un vagone tutti insieme" rispose Seamus, massaggiandosi la nuca imbarazzato.
"Meglio andare" propose Calì, superando i ragazzi e afferrando Luna a braccetto. 
"Cosa stavate facendo?" sussurrò Neville a Seamus, cominciando a sorridere come un matto e lasciando trasparire la malizia dalla sua risatina. Ginny avvicinò in fretta la testa ai due ragazzi, troppo incuriosita, per essere partecipe dei loro discorsi. 
"I-io... n-niente... che v-vuoi che facciamo?" balbettò l'amico. 
"Andiamo, che cosa sono tutti questi segreti con me?" 
"Neville, vattene a quel paese!" sbuffando, Seamus seguì velocemente Lavanda e Luna nello scompartimento.
Ginny sorrise e sussurrò nell'orecchio di Neville: "Sono proprio brutti i segreti tra amici..." 
Lui parve sconvolto e corse nello scompartimento, con le guance leggermente arrossate. Una volta entrati dentro allo scompartimento dell'ES, non ci fu più bisogno di parlare a sussurri: i ragazzi erano caotici e attivi, molto propensi a far confusione tutti insieme e non a chiacchierare concitati a gruppetti. Perfino ad Arnold la Puffola Pigmea piaceva quell'atmosfera e la ragazza la lasciò libera, sperando che non venisse schiacciata da uno dei suoi amici. 
"Uh, che tenera!" disse Micheal Corner, indicando Arnold con una certa dolcezza. 
"Tenera, vero?" 
Lui annuì. "Bella come la padrona" disse e le guance della ragazza parvero ardere. 
"Ehi, sapevate che Neville ha un'ammiratrice molto carina?" stava chiedendo Luna alla folla e i ragazzi risero di cuore; Hannah Abbott parve infastidita. 
"Non era un'ammiratrice, era solo una ragazza che mi ha sorriso" si schermì Neville, fissandosi le unghie con interesse. 
"Oh no!" lo corresse Luna, con un sorrisino. "Ho visto riflesso nei suoi occhi il desiderio di starti accanto" 
I ragazzi si crogiolarono dalle risate, compreso Neville, che li colpì tutti con dei pacchetti di Cioccorane, centrandoli in pieno. Ginny lo vide scambiarsi uno sguardo divertito con Hannah e la ragazza parve rilassarsi molto rispetto a quando sembrava davvero infastidita. Durante il viaggio, i ragazzi si misero a scambiarsi le ultime notizie mentre trangugiavano dolci a non finire, passandosi le figurine delle Cioccorane per qualche scambio e facendo scherzi a Smith, la loro cavia. 
"... e dopo che avevo detto che i Nargilli ne erano responsabili, i Plimpi d'acqua dolce sono sguazzati nel mio secchio" concluse Luna con occhi che brillavano, soddisfatta di quel racconto. "Non mi era mai capitata una cosa del genere!" 
"Ma i Plimpi sarebbero pesci?" chiese Susan confusa. 
"Sì, ma sono pesci particolari" ribattè Luna convinta, annuendo con fare saggio. "Dai mille colori brillanti e..." 
"... non esistono" concluse Smith, facendo una lunga risatina tintinnante. 
Ginny, che era abituata a non contestare le stranezze di Luna, si voltò dalla parte di Zacharias Smith e fece una smorfia. "Fattura Orcovolante tra tre... due..." 
"NON OSARE, WEASLEY!" sbottò il ragazzo, lanciandole sulla testa una gelatina tuttigusti+1 al sapore di trippa. 
I ragazzi scoppiarono a ridere; Terry chiese: "Perchè hai così timore delle Fatture Orcovolanti?" e sembrava curioso. 
"Ragazzi, un attimo di attenzione!" Ginny richiamò tutti a mettersi in ascolto, in modo molto teatrale. "Ho una storia da raccontarvi. Anche se molti di voi ne sono già a conoscenza è sempre bello risentirla perchè parla di un ragazzo davvero molto impertinente e di una ragazza..." "... molto in gamba..." le venne in aiuto Neville. 
"... che lanciò a suddetto impertinente ragazzo una bella Fattura Orcovolante in presenza di Lumacorno" continuò lei, ridacchiando come una matta e facendo ridere anche gli altri. Smith le lanciò contro un'altra gelatina tuttigusti+1 e le disse di perdere quella boccaccia, cosa che lei non fece. "Inoltre, il suddetto impertinente ragazzo stette per chissà quanto tempo con quegli esserini volanti... cosa diavolo è questo rumore?" sbottò infine, interrompendo il suo racconto. 
Tutti si stavano guardando intorno, spaventati. Il fatto preoccupante era che erano successe tante cose contemporaneamente: il treno aveva avuto dei sobbalzi e continuava ad averli, sagome scure e fluttuanti sembravano raggiungerlo in volo, formando dei cerchi attorno ai finestrini dove si trovavano gli studenti, e il cielo si fece grigio e venne improvvisamente a piovere. 
Ma che cosa stava succedendo? 
"C-cosa... s-sono quei c-cosi in aria?" squittì Lavanda, allontanandosi dal finestrino e stringendo la mano a Calì.
"Ci stanno inseguendo!" esclamò Hannah rabbrividendo. 
Ginny sfoderò la sua bacchetta e intimò anche agli altri di imitarla, presto obbedita da tutti. 
"Che cosa succede?" chiese Smith. Il terrore aleggiava sui volti di tutti e il treno ebbe l'ultimo sobbalzo e finì la sua corsa, rimanendo immobile. 
"Non perdiamo la calma, forse vogliono solo controllarci. Ricordate a inizio anno?" chiese Micheal rassicurante, ma nemmeno lui era troppo convinto. Infatti, si sentirono delle grida e delle esclamazioni verso l'inizio del treno e nessun membro dell'ES sembrava tranquillo, ma nemmeno un pochino. 
"Che cosa succede?" chiese nuovamente Smith, la vocina acuta e impaurita. 
"Potrebbero essere davvero solo i controlli? Oppure qualcos'altro...?" fece Terry agitato, guardandosi intorno. 
Hannah, Ernie e Justin corsero al finestrino e si affacciarono. Poi ci furono altre grida, stavolta molto spaventate e strozzate. 
"CHE COSA SUCCEDE?" esclamò per la terza volta Zacharias Smith, la cui voce era arrivata all'isteria. 
"Calmati, amico" gli suggerì Seamus. "Micheal ha ragione: devono essere i controlli" aggiunse. 
"Esatto, i ragazzi si agitano sempre per un nonnulla" ribattè Neville, annuendo come per infondersi coraggio ma era ovvio che stava accadendo qualcosa di decisamente più oscuro. "Ehm... Seamus, andiamo a controllare. Voi restate tutti qui, capito? No, Gin... resta qui anche tu, andiamo solamente io e Seamus!" 
"Non se ne parla!" protestò la ragazza, offesa da quel comportamento. "Io vengo con te" aggiunse, afferrando il braccio di Neville. 
Ma non ci fu bisogno di nulla perchè proprio in quel momento ci fu un urlo acuto e penetrante e la porta del loro vagone si aprì: due alte figure incappucciate erano in piedi e scrutavano i visi di ogni studente, sorridendo come se Natale fosse arrivato in anticipo. Neville, Seamus e Ginny erano vicinissimi ai due Mangiamorte e si immobilizzarono, ghiacciati dentro da una forza paralizzante che si chiamava paura. 
"Non ci sta?" chiese un Mangiamorte all'altro. 
"Certo che ci sta!" sbottò il secondo Mangiamorte, dando un colpo negli stinchi all'altro con aria disgustata e scosse il capo di fronte all'idiozia del compare. "Questa qui è l'ultima carrozza, ovvio che deve stare qui! Non credi, testa vuota? Dio, ma che razza di idiota mi sono portato appresso..." 
"Scusa. Allora, chi è Luna Lovegood?" fece il primo uomo. 
Nessuno osava fiatare. 
"Eccola... si vede lontano un miglio" mormorò il secondo Mangiamorte, avanzando minaccioso verso Luna, che puntò gli occhi pallidi su di lui con un espressione sconcertata, come se volesse sapere qualcosa. "Se non opporrai resistenza non ti faremo nulla, quindi non provare a fare la furba o tu e i tuoi amichetti la pagherete cara. Siamo intesi?" aggiunse, afferrandola per un braccio e cominciando a farle del male. 
"EHI!" sbottò Ginny furibonda, venendo avanti. "Che cosa diavolo volete farle?" 
I Mangiamorte la ignorarono di buon grado, mentre altri Mangiamorte venivano in soccorso dei compari: erano decisamente troppi in quel momento. 
"Vieni con noi, Lovegood. E sbrigati!" 
"LASCIATELA STARE!" esclamò Neville, mentre il Mangiamorte stringeva la pelle delicata di Luna senza il minimo ritegno. 
"Cammina, sciocca. Tale padre, tale figlia... cammina, ho detto!" sbraitò il Mangiamorte, trascinando Luna e ignorando i ragazzi nel vagone. 
Con un muto accordo, l'intero Esercito di Silente puntò la bacchetta contro tutti i Mangiamorte, pronto all'attacco. 
"Voi non andate da nessuna parte con la nostra amica! Lasciatela stare!" esclamò nuovamente Neville. 
"Che cosa volete farle?" sbottò Padma Patil, tremando dalla testa ai piedi. 
Ma il Mangiamorte sembrava non voler lasciare Luna. Ginny si intromise, facendo la cosa più coraggiosa e allo stesso tempo più stupida del mondo, e si avventò sulla mano dell'uomo con una forza immane, cercando di allentare la presa della sua mano sul braccio dell'amica. Il Mangiamorte imprecò e la spinse via con una forza tale da mandarla a terra, facendole battere la testa sul sedile mentre gli altri Mangiamorte alzavano le bacchette per attaccarla. 
"STUPEFICIUM!" urlò Ginny da terra, puntando la bacchetta contro la mischia di uomini mascherati. Loro evitarono in tempo il lampo di luce blu e uno riuscì perfino a bloccarlo velocemente con un incantesimo, salvando tutti i suoi compagni. 
"Che credevi di fare, carina?" la derise. "Credi davvero che tu e i tuoi amichetti abbiate scampo contro di noi? Forse non ti... NO! CRUCIO!" 
"Expelliarmus!" gridò Micheal, spingendo Ginny da un lato mentre il lampo di luce rossa colpiva il pavimento.
"Stupeficium!" 
"Incarceramus!" 
"REDUCTO!" 
All'improvviso, lampi di luce rossa e blu partivano da ogni bacchetta presente, contro i due Mangiamorte. 
"Adesso basta!" sbraitò il secondo uomo minaccioso, mettendo fine agli incantesimi minori dell'ES con un colpo di bacchetta e scrutò i ragazzi che avevano osato sfidarlo con un sorriso beffardo. "Prendi la ragazzina e scendi da qui, razza di maledetto idiota!" 
"NO!" strillò Ginny terrorizzata, avventandosi sull'uomo prima di venire sbalzata indietro per la seconda volta. 
"Deve andare così, ragazzi... vi voglio bene" mormorò Luna, lasciandosi trascinare e non opponendo alcuna resistenza. 
"NON DEVE... LUNA! LASCIATELA ANDARE!" strillava ancora la ragazza, tentando di spostare via il Mangiamorte di guardia per raggiungere l'amica mentre gli altri membri dell'ES si agitavano e lanciavano contro i Mangiamorte qualche Fattura. 
"Vi voglio bene" ripetè Luna malinconica, agitando la mano. "Siete gli unici amici che io abbia mai..." 
Il Mangiamorte la zittì con una mano e la spinse giù dal treno, tenendola ben salda. 
"Combattete, codardi! STUPEFICIUM!" sbottò Neville agonizzante; gli altri ragazzi lo imitarono subito. 
"Expelliarmus!" 
"Stupeficium!" 
"Incarceramus!" 
Ma i Mangiamorte erano troppi per loro e i ragazzi non riuscirono a contrastarli, così su due piedi. Riuscirono solamente a vedere l'uomo che trascinava via Luna mentre gli altri Mangiamorte ridacchiavano e pian pianino si dissolvevano in fumo nero, sparendo dai finestrini e continuando la loro corsa. 
"La vostra amichetta subirà il castigo che avrebbe dovuto subire suo padre a causa delle sciocchezze che spara su quella rivista inutile" rise il Mangiamorte che ancora doveva dissolversi e il compagno diede in una forte risatina rozza. "Vi saluto, mocciosetti!" aggiunse, sparendo dal finestrino sotto forma di fumo nero vorticante.
L'altro fece un'altra grossa risata. "Ah-ha! Il Signore Oscuro gliela farà pagare... ah-ha!" sghignazzò senza ritegno. 
Il cuore di Ginny si trovava in gola e tutto nella sua mente aveva preso significato, una volta per tutte. Il ghigno di Tiger, il suo desiderio di voler lanciare la maledizione Cruciatus proprio su Luna e la sua frecciatina al buon Natale... Nick-Quasi-Senza-Testa aveva ragione: Luna aveva rischiato tantissimo a causa del padre e ne avrebbe di sicuro pagato le conseguenze. Ma quali conseguenze? Cosa le sarebbe successo? 
Ginny ebbe uno scatto di rabbia. "BRUTTI SCHIFOSI ESSERI INUTILI!" strillò, avventandosi sul Mangiamorte ma quello svanì nel nulla, imitando il compagno e diventando anch'egli fumo nero vorticante. La ragazza finì per terra con uno schianto, il labbro che cominciava a sanguinare moltissimo. 
Le porte del treno si chiusero con uno scatto... poi il treno si mosse e di Luna non rimase che un ricordo. 




Ginny non sapeva per quanto tempo aveva pianto, disperandosi per il rapimento dell'amica, ma sapeva solo che aveva pianto troppo e soprattutto per un motivo inutile: Luna sarebbe di certo sopravvissuta, all'amica non sarebbe accaduto nulla, non c'era bisogno di disperarsi come se potesse accaderle qualcosa. Era quello che lei e gli amici si ripetevano... e il fatto era che ripeterlo faceva bene, dava a tutti la speranza che serviva per affrontare la situazione. 
Il treno si arrestò di colpo e Ginny scese dal treno, salutando distrattamente gli amici e stringendo in un veloce abbraccio Neville. 
"Sentiamoci tramite lettera, va bene?" chiese dolcemente l'amico, dandole dei colpetti affettuosi sulla spalla e tentando un sorriso. La sua voce era roca e i suoi occhi erano esattamente come quelli dell'amica: rossi e gonfi di disperazione. 
"Sì" 
"Lei sta bene. Viva e vegeta. Non le faranno niente" ribadì Neville, per l'ennesima volta da quando avevano rapito Luna nel treno. "La useranno per ricattare il padre a non scrivere quegli articoli sul Cavillo. Non avrebbe senso ucciderla... quando possono fare affari. Ricorda, sono pur sempre Mangiamorte" aggiunse. 
Ginny annuì: quel che diceva l'amico non faceva una piega ma era comunque orribile pensare al destino di Luna. Guardandosi intorno, vide la madre e il padre che la salutavano da lontano facendo grossi sorrisi e i gemelli che si sbracciavano per attirare la sua attenzione, festosi e caotici come sempre. 
"Stammi bene, Paciock" salutò Ginny scherzosamente, cercando di tirarsi e di tirare l'amico su di morale. 
Lui sorrise. "Anche tu" disse, allontanandosi e raggiungendo la nonna. 
"Tesoro!" esclamò Arthur contento di vederla, abbracciandola come se fosse arrivata da una missione di guerra in Afghanistan. La madre si unì all'abbraccio, mentre i gemelli ridevano malandrinamente e facevano delle smorfie. "Come stai? Ci sei mancata tantissimo!" 
Ma la ragazza non rispondeva: stava guardando Xenophiulius Lovegood che andava avanti e indietro per la stazione, cercando Luna tra la folla. A Ginny venne un nodo dolorosissimo in gola e non riusciva a pensare ad altro che a Luna e suo padre... soprattutto suo padre, che in quel momento stava dando di matto e chiedeva a tutti se avessero visto la sua bambina. 
"Sorellina, da quanto tempo!" stava dicendo Fred, mentre i genitori lasciavano andare la ragazza. 
"A casa ci racconterai tutto, vero?" aggiunse George sorridente. 
"Oh, non vedo l'ora che... che cosa stai guardando?" 
Lo sguardo dei gemelli e dei genitori seguì quello della ragazza, posato indiscutibilmente su un disperato Xenophilius Lovegood. 
"Ma che cos'ha?" fece Arthur spaventato. 
"Luna!" chiamava l'uomo, spintonando le famiglie e voltandosi a destra e manca come un fulmine. "Luna! LUNA!" 
Una lacrima scese sul viso di Ginny... fredda come il modo in cui i Mangiamorte avevano portato via l'amica. Arthur se ne accorse, se ne accorsero tutti e puntarono lo sguardo su di lei, che non riusciva a dire una parola ma che doveva assolutamente avvertire Xenophilius. 
Abbandonando per un attimo la famiglia, la ragazza marciò verso l'uomo e picchiò sul suo braccio. 
"Oh, un'amica di Luna!" esclamò Xenophilius, abbracciandola come se fosse sua figlia. "Hai visto Luna, cara? Spero non si sia attardata da qualche parte, sai... è una ragazzina molto curiosa e fuori dal comune. Sta ancora nel treno? Non sono neanche salito a dare un'occhiata... che sciocco!" 
"S-signor L-Lovegood... i-io..." 
Ma non ci fu modo di parlare: le sagome fluttuanti nere dei Mangiamorte in volo stavano planando proprio nella stazione, creando scompiglio tra i presenti. Arthur scattò in avanti e afferrò la figlia per un polso, trascinandola via dal pericolo... ma i Mangiamorte non volevano attaccare nessuno. Anzi, si fermarono proprio davanti a Xenophilius Lovegood, scoppiando a ridere come se avessero visto un pagliaccio. 
"Cerchi la cara Luna?" chiese un uomo mascherato, e gli altri Mangiamorte se la risero. "Credo che la tua piccolina abbia bisogno di un bel viaggetto fuori casa, tu non credi? Magari insieme a noi. Ha! La prossima volta ci riflettevi su dieci volte prima di pubblicare sciocchezze sul Cavillo. Beh, ti saluto!" 
Il pianto disperato di Xenophilius fu l'ultima cosa che Ginny udì. 




"Magari più tardi puoi sempre raccontarci qualcosa..." 
"Sì, sono sicuro che ti farà bene raccontare..." 
"Non subito. Quando vuoi e se ti va" 
"Lasciate in pace vostra sorella, ragazzi" intimò la madre a Fred e George, che tacquero e squadrarono la sorella con una certa tristezza. Ovviamente, la ragazza dovette raccontare tutto ai genitori del fatto che i Mangiamorte avevano fatto irruzione sul treno e avevano rapito Luna, omettendo la parte in cui lei e l'ES avevano reagito ai Mangiamorte e li avevano attaccati per salvare l'amica. 
Vi voglio bene. Siete gli unici amici che io abbia mai...
Le ultime parole di Luna rimbombavano nella mente di Ginny e le provocavano un effetto doloroso, alle parti del petto: Luna non era riuscita nemmeno a concludere la sua frase. Non c'erano stati addii, saluti... niente di niente. Se n'era andata proprio come se n'erano andati Harry, Ron ed Hermione. Senza qualche ultima parola di conforto e saluto a cui aggrapparsi, ma solo ricordi. 
La tana era tranquilla, e Bill e Fleur si erano uniti alla famiglia per stare tutti insieme. 
"Scioccolata calda?" fece Fleur dolcemente. 
"Sì... grazie..." annuì Ginny cordiale, facendo un breve sorriso a Fleur. Mise una mano in tasca e ne estrasse il foglietto che Xenophilius aveva fatto cadere dal baule di sua figlia, mentre dava urla angosciate e metteva nel panico ragazzi e genitori. Non voleva aprirla davanti alla famiglia, quindi la intascò di nuovo. "Oh, ma è davvero caldissima!" aggiunse, quando assaggiò la cioccolata calda. 
"Vero?" sorrise Bill affettuoso. 
"E comunque, noi volevamo davvero offrire il nostro aiuto a Lovegood... ma lui è sparito" disse piano Arthur, mentre la moglie annuiva e si affaccendava in cucina per la cena, con il modesto aiuto di Fleur. "Si sarà Smaterializzato subito e mi sembra ovvio: voleva stare da solo con i suoi pensieri" 
"Non so voi, ma me lo aspettavo. I suoi articoli erano troppo disturbanti per Voi-Sapete-Chi e non potevano circolare ancora" disse Fred, serio come non mai. 
"Concordo" convenne subito George. "Ma non mi aspettavo tanta furbizia da parte dei Mangiamorte. Insomma, potevano far fuori il vecchio Xeno in un attimo... sarebbe stato orribile o peggio, lo so!" esclamò velocemente, quando la madre spalancò la bocca per rimproverarlo. "Ma sarebbe stato decisamente da loro, da stupidi quali sono. Invece hanno trovato il modo per manipolarlo e ricattarlo rapendo Luna... è stato furbo, no?" 
Gli altri annuirono, d'accordo con George. 
"Non preoccuparti" disse Bill alla sorella, stringendola in un abbraccio. "George ha ragione: devono solo ricattare Xenophilius, non faranno del male alla piccola Luna. Anche perchè saprebbero a cosa andrebbero incontro: una rivolta tra le mura di Hogwarts" sorrise, incoraggiante. "Luna serve a loro viva, e tu non devi mai pensare che può accaderle qualcosa di brutto" aggiunse. 
"Vado di sopra" borbottò bruscamente la ragazza, e senza guardare negli occhi nessuno salì in fretta le scale e si chiuse a chiave di cameretta. Sentì dei rumori venire da sotto ma era più che sicura che i genitori e i fratelli l'avrebbero lasciata in pace, almeno per quella volta. Era sì riuscita a consumare tutte le sue lacrime... ma non appena aprì il grosso cartoccio appallottolato che Xenophilius aveva lasciato scasualmente a terra dovette ricredersi. 
Quel che trovò nel foglietto furono cinque foto identiche che ritraevano un soffitto di una stanza, della stanza di Luna: Ginny, Harry, Neville, Ron ed Hermione erano ritratti su quel soffitto alto e circolare. Non si muovevano come i ritratti di Hogwarts ma possedevano una loro magia, infatti pareva che respirassero. Attorno ai volti vi era una catena. No, non era una catena. Era un unica parola ripetuta chissà quante volte e fungeva da catena: amici, amici, amici, amici, amici, amici...
Luna non aveva mai avuto il coraggio di mostrarlo agli amici... perchè? 






Angolo autrice
Il capitolo più triste che abbia mai scritto... o forse no? Non so, spero di non avervi angosciato troppo perchè questa era l'ultima cosa che desideravo. Ho dovuto mettere la parte in cui i Carrow cruciano i tre ragazzi: loro sanno che dietro ci sono loro tre e poi una serie di persone che fanno parte dell'ES e li cruciano senza troppi complimenti. E il fatto che vengono aiutati dai Serpeverde sarà una cosa abituale a partire da questo capitolo (Neville dice che a Tiger e Goyle piace beccare gli studenti e far patire loro la Cruciatus). Spero che il rapimento e il seguito siano di vostro gradimento, ci metto sempre tutta me stessa. 
Un abbraccio!

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Capitolo 73
*** Tempo di Natale e passeggiatine per la Londra Babbana. ***


TEMPO DI NATALE E PASSEGGIATINE PER LA LONDRA BABBANA.


Ginny non ricordava di aver mai trascorso le vacanze di Natale in modo così nervoso e triste: tendeva a scattare, arrabbiata, contro qualunque persona le capitasse a tiro, soprattutto con i gemelli che non lo meritavano per niente. Ma Fred e George erano Fred e George, ed era impossibile che si arrendessero oppure che la prendessero a male per ogni parola acida che rifilava loro la sorella. 
Ginny intinse la piuma nell'inchiostro e scrisse altre parole per Neville, poi rilesse il contenuto della lettera. Hagrid si aspettava un fetente saluto e la ragazza l'aveva accontentato con piacere, ma Neville voleva che rimanessero in contatto per tutto il tempo delle vacanze, per tenersi vicini col pensiero come dei veri amici e la cosa non le dispiaceva per niente. 
Leo distrasse la ragazza, che non pensò nemmeno di riempirlo di insulti: era la cosa che più le faceva pensare a suo fratello Ron, e gli somigliava anche un pochino. Non si sarebbe proprio sognata di trattare male Ron, almeno non in quel momento. 

Caro Neville, qui Ginny. 
Forse sto sbagliando a tenere lontana da me la mia famiglia, sai? Li sto trattando di merda solo perchè sono angosciata per Luna e non penso lo meritino. Cercano di starmi vicini in tutti i modi ma io ancora non riesco a calmarmi. Tu come stai? Come va il Natale lì a casa tua? Qui non si sente l'atmosfera serena, o almeno io non la sento per niente. Il fatto è che Luna passerà il Natale chissà dove, da sola... e io vorrei tanto essere lì dovunque con lei. Ho mandato ad Hagrid i miei saluti e l'ho informato sulle ultime tristi notizie: starà piangendo tutte le sue lacrime, ma si sarebbe arrabbiato se non gli avessi detto nulla. Infondo, è un mio amico. Anzi, nostro. Allego un regalo a questa piccola lettera, spero di piacciono le cose di lana e che non ti facciano venire il prurito altrimenti me la prenderei davvero tanto. 
Ti stringo forte,
tua rossa. 
Ps: mia madre mi ha tipo costretta a farlo, quindi se te lo stai chiedendo la risposta è: sì, l'ho fatto io. E l'ho fatto a mano! 
Pps: spero che la lettera ti venga recapitata, Leo è un tale casinista. 


"Questa lettera è per Neville Paciock... capito?" chiese Ginny al gufetto di Ron, che svolazzava per tutta la stanza con la lettera e il regalo per Neville legato alla piccola zampetta. "Bene, puoi andare. E sbrigati!" sbottò, e Leo fuggì praticamente via da lei, spiccando uno sghembo volo fuori dalla finestra. 
Ginny sospirò, sprofondando sul suo letto e incrociando le mani dietro alla nuca, appoggiandosi al cuscino. All'improvviso, un sonorissimo crac echeggiò nella sua stanza e lei trasalì, iniziando ad imprecare contro i gemelli che non avevano per nulla perso la loro abitudine di Smaterializzarsi tutto d'un tratto nella stanza, soprattutto nella stanza di qualcuno a cui giravano eccessivamente le Pluffe. 
"Non volevamo spaventarti" fece George ghignando. 
"Affatto" aggiunse Fred, con tono di assoluta innocenza. 
I due gemelli sembravano vestiti a festa: portavano il solito grosso maglione di lana che la mamma amava fare ai ferri, con su incise le loro iniziali, mentre i pantaloni erano di caldo velluto ma diversi in colore. Ginny aveva rifiutato categoricamente di infilare il suo solito magliore color rosso scuro e somigliava più che altro alla madre di Sirius Black, sia per aspetto dato che era vestita con i suoi abiti più malconci e neri che avesse, sia per il carattere furioso delle prime settimane trascorse lì alla Tana per il Natale. E poi il Natale doveva essere una bella festa. Doveva. 
"Dove è finita la nostra vera sorellina? Quella combattiva di sempre?" chiese George, facendo una smorfia. "Scusami Ginevra cara, ma sei acida come uno yogurt andato a male. Mi dispiace" aggiunse, e stavolta era serio. 
La ragazza non rispose, sapeva benissimo che era vero quel che diceva il fratello. 
"Scusatemi tanto se sono preoccupata per Luna" ribattè stizzita. 
"Ginny... hai proprio un cervello di gallina, sai?" sbottò Fred senza il minimo rimpianto e la sorella lo colpì forte sul braccio. "No, davvero. Luna è la tua amica! La-tua-amica. Come puoi pensare il peggio per lei?! Hai sentito Bill? E anche il tuo amico Neville te l'ha detto... hai riferito. Beh, hanno ragione!" 
"Combatti per lei, non startene a rimuginare" disse George, annuendo con fare saggio. "Se fai così, sei perduta. Devi combattere per lei e per quei tre disgraziati che non si stanno facendo vivi da fine agosto ma che sono sicuro stanno benone. Forza, sorellina!" 
Lei guardò i gemelli... poi annuì e sorrise loro. 
"A parte il fatto che con Harry non me la racconti giusta..." borbottò ancora George, sospettoso. 
Ginny rise di nuovo, cosa che fece aumentare la curiosità e il sospetto dei due fratelli. 
"AH-HA!" fece Fred, puntandole il dito accusatore contro. "Allora tu ammetti che tra te e lui...?" 
"Piantatela" ribattè la ragazza, interrompendo l'accusa del fratello. "Avete ragione su Luna, io devo essere forte per lei e combattere proprio come sta facendo Neville e proprio come ho fatto per quei tre da quando la scuola è iniziata. Sì, devo combattere ancora" 
"Ed ecco la nostra vera sorella!" esclamò Fred vivacemente, ammazzandola di solletico e finendo per sbaciucchiarla tutta, imitato dal gemello. "Finalmente ti riconosciamo! Era orribile vederti chiusa qui dentro come una detenuta di Azkaban. Dovevamo solamente disobbedire alla mamma per farti ritornare in te?"
"Tanto semplice quanto difficile" mormorò George a mezza voce, facendo un sorrisino. "E comunque, non hai risposto alla nostra domanda: tu ammetti che hai una tresca con il tanto famoso fanciullo dai capelli neri, gli occhi verdi e la cicatrice a forma di saetta sulla fronte?" 
Ginny apparve imbarazzata, poi disse: "Ehm... e va bene... consideratemi pure la ragazza ufficiale di Harry Potter..."
I gemelli rimasero spiazzati, per nulla convinti che le loro supposizioni fossero vere come si erano rivelate. 
"Uhm... dunque... ma non vi dovevo raccontare di quel che ho combinato ad Hogwarts con i Carrow?" 




Mentre Ginny decorava la casa con gli addobbi insieme a gemelli, non poteva mai sapere che Luna Lovegood stava per inviare il suo messaggio per l'ES. Ginny ci aveva sperato fino in fondo in un suo messaggio, che non era mai arrivato. Per non pensare assolutamente che fosse morta, la ragazza era giunta alla conclusione che, oltre alla bacchetta, a Luna era stata tolto anche il galeone, anche se nessuno sapeva a cosa serviva. La verità era che Luna Lovegood non sapeva di avere ancora il galeone in tasca, credeva di averlo messo nella sua giacca, ormai trafugata e lasciata nelle mani dei Mangiamorte... 
"Jingle bells, jingle bells..." canticchiava Ginny allegramente, usando per spalle di Fred per deporre la stella di Natale sull'albero. "Lalala lalalala! Ah, ragazzi... non trovate che il Natale renda molto più belle le persone?" aggiunse, ammiccandosi in una pallina dorata che ne faceva il suo riflesso. 
"Sì, davvero molto. Ehm... potresti scendere dalla mia schiena?" gemette Fred. 
"Un attimo" 
"Ma sei bellissimo come zerbino, Fred" sorrise George, facendo un lieve colpo di tosse che lasciava intendere del sarcasmo. "Perchè tanta fretta?" 
"Vai al diavolo, fratello!" fu l'ovvia risposta di Fred, che avrebbe tanto voluto blaterare qualche parolaccia. 
"Ma George ha assolutamente ragio... AHIA!" 
Ginny sentì la pelle bruciare e scivolò dalla schiena di Fred, precipitando con un botto a terra e finendo quasi per rompersi tutti i denti davanti. La madre accorse subito il salotto e rimproverò i tre figli del caos che stavano creando, per poi uscire e continuare a preparare la cena di Natale. Intanto, George stava aiutando la sorella ad alzarsi da terra, mentre lei era ancora molto confusa sulla fonte della scottatura. 
Poi ci pensò su e... IL GALEONE! 
"Cosa succede? E quello è il galeone che usavamo noi dell'ES per comunicare?" chiese George perplesso, mentre Fred si massaggiava la schiena. 
Ginny annuì, con il cuore che batteva freneticamente contro le costole. Era un messaggio... un messaggio... un messaggio di qualcuno. E infatti, sul galeone c'era scritto il messaggio più bello che i ragazzi potessero mai ricevere: Non so dove sono ma sono viva. Era Luna, sana e salva. 




Dopo quella notizia, il Natale passò nel migliore dei modi anche se Bill e Fleur avevano deciso di battersela in ritirata e fare i piccioncini a Villa Conchiglia, trascorrendo il Natale soli soletti. Ginny ci rimase parecchio male a quella notizia, ma il fatto di sapere con certezza che Luna stesse bene non le fece perdere per un attimo il sorriso. E dopodichè il Natale passò in fretta... 

Cara rossa,
il tuo gufo è decisamente impazzito: ci ho messo giorni per costringerlo a partire per spedirti indietro la lettera. Ma come fai a chiamare Leo quel cosino tutto spelacchiato? A parte il fatto che mi ha fatto venir mal di testa, poi è anche un pochino tardo. Forse come la padrona. Ma non voglio dilungarmi a parlare male del tuo gufetto (non è nemmeno tuo, se non ricordo bene), anche perchè non vorrei trovarmi con centinaia di esserini svolazzanti sul corpo non appena mi vedi. Odio le Fatture Orcovolanti, per la cronaca. Comunque, il tuo maglione fatto a mano è davvero bellissimo e caldissimo (non farti film mentali, mi è davvero piaciuto e non lo dico per farti contenta), spero che apprezzi anche il mio di regalo, che scommetto ti sta benissimo. Senti, mi chiedevo se ti andava di venire a casa mia, così passiamo un pomeriggio diverso. Non appena ricevi questa lettera non esitare a catapultarti a casa mia, ci facciamo una passeggiata in giro per il paese e chiacchieriamo. 
Non mandarmi più lettere, ho già detto che il tuo gufetto non mi piace moltissimo? 
Un abbraccio, 
Neville. 


Ginny sorrise e scartò il suo regalo da parte di Neville: un vecchio scrigno decorato con dentro una lunga collana, davvero molto bella. Non ci pensò nemmeno su due volte e la indossò, pronta per andare da Neville se sua madre glielo permetteva, cosa che doveva assolutamente fare se voleva evitare una scenata e una crisi di nervi. Scese velocemente le scale, attirando l'attenzione dei gemelli che stavano complottando qualcosa nella loro camera, e piombò in cucina. 
"Posso andare a casa di Neville?" chiese senza troppi mezzi termini. 
Il padre alzò lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta. "Chi è Neville?" chiese invece, leggermente accigliato. 
"Paciock, caro paparino. Neville Paciock. Posso andare adesso?"
"No" intervenne la madre, severamente. "Non posso lasciarti andare, sarebbe pericoloso" 
La ragazza sbuffò. "Ma mamma..." 
"Mi hai sentita. Mi preoccupo troppo per lasciarti and..." 
"Avanti, cara. Forse è meglio se le lasciamo prendere dell'aria fresca" la interruppe il marito convinto, mentre i gemelli irrompevano in cucina. "Sono secoli che non esce di casa, non mi importa nemmeno che i canali di viaggio siano controllati: non sta facendo nulla di male. Che ne pensi, allora?" 
La donna parve in lotta interiore contro se stessa. "Oh, e va bene. Ma non tornare tardi!" disse, ammonendola. 
"Va benissimo! Grazie!" esclamò Ginny contenta, baciando prima il padre e poi la madre, e facendo poi una smorfia ai gemelli. 
"Dov'è che vai?" chiese Fred impertinente. George incrociò le braccia al petto, sfidandola a non rispondere. 
"A casa di Neville. Ciao, ragazzi" 
"Ehi! Io mi ero fermata ad Harry Potter!" protestò George. 
"Harry Potter?" ripeterono Molly e Arthur contemporaneamente, sgranando gli occhi. 
Ginny si disse che forse era meglio partire subito. "Ciao a tutti! Casa Paciock!" disse, gettando la polvere magica nel camino di casa sua e sparendo dalla vista dei parenti. I suoi fratelli erano più soffocanti di quel vorticare turbinoso che era la Metropolvere e quello era tutto dire. Magari in quel momento stavano riferendo ai genitori che Ginny aveva una tresca con niente di meno che Harry Potter... e probabilmente quando la ragazza sarebbe ritornata a casa non avrebbe avuto più le chiappe. Sia la destra che la sinistra! Entrambe andate, sparite a causa di Fred e George. 
Quando toccò il terreno, una voce maschile ed esultante la accolse. 
"Eccoti qui! Credevo non venissi!" 
"Cerca di fare poca cenere sul pavimento, cara" gracchiò una voce femminile. 
"C-certo..." 
Cercando di fare davvero pochissima cenere sul pavimento, uscì fuori dal camino e diede un abbraccio a Neville, sorridente. Neville la lasciò andare e le sussurrò nell'orecchio: "La nonna è parecchio su di giri in questi giorni..." e fece una piccola smorfia contrariata, mentre la ragazza tendeva la mano alla vecchia signora. 
"Salve!" disse, cortesemente. 
"Oh, tu devi essere la migliore amica di Neville" disse Augusta Paciock, stringendola in un burbero abbraccio. "Ci siamo incontrate al San Mungo due anni fa, ricordi, bellezza? Sì, e adesso ti ritrovo in casa mia. Ma accomodati pure, accomodati. So che tu e Neville avete fatto baldoria, quest'anno" 
"Che abbiamo fatto baldoria è un eufemismo, signora Paciock" rise Ginny fiera, scoccando uno sguardo all'amico. 
La vecchia signora rise, orgogliosa. "Neville mi ha raccontato tutto. Ah, sono felice che sia cambiato così! Adesso somiglia al padre... mio figlio Frank..." in un attimo, l'atmosfera felice che si era creata mutò e la ragazza non riusciva a dire una parola in merito. I genitori di Neville erano stati torturati fino alla pazzia e il fatto che Augusta nominasse il figlio metteva a disagio tutti, soprattutto se il figlio era malato da anni. 
Neville tossì. "Vuoi qualcosa? Oppure usciamo subito?" 
"Usciamo" rispose lei. 
Augusta scattò in piedi e si avviò in cucina, il sorriso ritornato sulle labbra, e spronò il nipote a far vedere prima la loro casa alla ragazza e poi uscire. Neville tossì ancora una volta e fece guida all'amica per mostrarle la casa, che era davvero grande ma dato che erano solamente in due a condividerla era perfetta. La camera di Neville era molto ordinata e aveva un che di tranquillo... come se anche lui stesse sereno col mondo che lo circondava. Ma era decisamente l'impressione. 
"La nonna non cerca mai di esternare i suoi sentimenti davanti agli estranei, deve aver avuto un attimo di debolezza" stava dicendo Neville, a disagio mentre infilava il giubbotto. "Lei parla sempre normalmente di mio padre e mia madre, come se stessero ancora bene. Non so cosa le è preso... forse perchè è Natale" 
"Non devi giustificarla, è normale" ribattè Ginny velocemente, dando una pacca sulla spalla dell'amico. Non sopportando il silenzio che si era creato tra di loro, aggiunse con delicatezza: "Sei andato a trovare i tuoi genitori al San Mungo?" pentendosi immediatamente della domanda. "Scusami... non volevo..." 
"Ehi, non preoccuparti" disse Neville senza la minima traccia di vergogna. "Sì, sono andato a trovarli ma loro non migliorano granchè. Beh, me l'aspettavo... sono anni che non migliorano e non riescono a riconoscermi. Anzi, aspetta... credo che a volte mi abbiano riconosciuto. Quando ho raccontato loro di cosa ho combinato ad Hogwarts con i Carrow si sono messi a ridere e non credo sia una coincidenza!" e rise, contento di condividere quella notizia. 
A Ginny parve che Neville avesse tanta voglia di parlare dei suoi genitori con un amico, dato che non si apriva con nessuno. Quella sensazione le fece venire un nodo dolorosissimo nello stomaco, come se fosse attorcigliato, che non aveva niente a che fare con i tanti biscotti che aveva trangugiato a casa. 
"Questo è fantastico, un miglioramento netto!" esclamò la ragazza, gioiosa. 
"I medici hanno detto che ci può stare, ma che non significa che guariranno. Nonna, noi usciamo!" 
Augusta raggiunse i due ragazzi all'ingresso e sorrise. "Ma siete davvero solo migliori amici o c'è dell'altro?" chiese, invadente e maliziosa. 
Un secondo di silenzio, poi Neville arrossì di botto e iniziò a balbettare senza ritegno. "Nonna! N-non mi s-sembra il c-caso di..." 
Ginny invece scoppiò a ridere e scosse il capo, dicendo: "No, signora Paciock. Siamo davvero solo migliori amici" 
"Peccato. Vi ci vedevo insieme" borbottò la vecchia donna, mettendo il broncio. "Sei una ragazza molto in gamba, proprio come la cara Alice. Ci vorrebbe proprio una ragazza come te per il mio Neville, non una di queste sciaquette e donne scarlatte. Sai, con i tempi che corrono... è ovvio che una vecchia nonna debba interessarsi alla vita del proprio nipote. Spero che lui sposi una buona ragazza quando tutto sarà finito" 
"Ehm... noi andiamo, nonna..." fece Neville imbarazzato, trascinando Ginny per una manica verso la porta d'ingresso. 
"Ci sono sempre altre ragazze in gamba per il suo Neville, signora" disse la ragazza, mentre combatteva contro la forza dell'amico. "Adesso è molto popolare a scuola, molto corteggiato e poi sono sicura che non si sposerà con una donna scarla..." 
"Sì, molto interessante. Ciao!" Neville tirò letteralmente l'amica e chiuse con uno scatto la porta. 
L'ultimo rumore che si udì fu la risatina della signora Augusta Paciock. 
"Voi donne!" sbuffò il ragazzo, coprendosi il viso con la sciarpa e borbottando imprecazioni. "Che novità è quella che mi devo sposare, adesso?" aggiunse, e nonostante il tono indignato non potè non coprire la nota ilare che era uscita dall'affermazione. "Nonna è letteralmente impazzita. Da quando le ho raccontato quel che ho fatto ad Hogwarts non fa che trattarmi come un principino... e adesso vuole anche trovarmi moglie!" 
Ginny sorrise, mentre cercava di non scivolare su un marciapiede ghiacciato. "Beh, mi sembra naturale. Sei pieno di corteggiatrici! Tua nonna si preoccupa: le fan sono micidiali. Devi prendere quella più adatta a te... e io so già chi è quella adatta a te" gongolò, facendo una pernacchia a Neville e facendolo ridere. 
"E chi sarebbe?" volle sapere lui. 
"Una Tassorosso" 
Neville arrossì e sbottò: "Assolutamente no!" 
"Non sai nemmeno di chi parlo" ribattè Ginny confusa, ma piuttosto divertita dall'espressione dell'amico. 
"E invece sì. Ti dico che non io e Hannah non abbiamo una tresca..." 
"Ah, allora subito hai pensato alla cara Abbott" 
"Ma no! Era il primo nome femminile che ho buttato fuori" 
"Ceeeeeerto, e io sono Morgana e oggi fa caldissimo. Ma fammi il piacere, Neville Paciock! A proposito, dove siamo diretti?" cambiò discorso la ragazza, guardandosi intorno mentre Neville la conduceva in una stradina laterale abbastanza buia e nevosa. 
"A Londra, ovvio" rispose l'amico. 
Londra si parò proprio davanti ai loro occhi e non poteva apparire più spettacolare di quanto non lo fosse, con tantissime luci colorate lì per inaugurare il periodo Natalizio. Ginny non era mai uscita per quella zona di Londra nei periodi Natalizi (nemmeno negli altri periodi, se era per quello), i genitori non avevano mai avuto tempo di farle visitare quella parte di Londra che ora tutto il mondo sembrava odiare con il cuore: la Londra Babbana. 
I due amici passarono accanto ad una chiesa e sentirono le carole di Natale. Non seppe come mai, ma alla ragazza venne in mente il suo ragazzo... sperduto chissà dove invece di godersi il Natale insieme a lei e alla sua famiglia. Come sarebbe stato il Natale insieme a lui se non fosse partito? Come sarebbe stato averlo nella stessa casa e godersi le feste e lui contemporaneamente? Come sarebbe stato se alla fine di quel suo settimo anno Harry sarebbe venuto a vivere alla Tana? 
Come sarebbe stato se lui non fosse stato il Prescelto nessuno lo sapeva... 
"Gin, stai bene?" sussurrò Neville, vedendola così assorta nei suoi pensieri. 
"Sì... sto bene" rispose lei distrattamente. 
"Andiamo in quel locale, ci prendiamo qualcosa di caldo" 
Entrarono in un locale stipato di persone allegre, che pareva quasi i Tre Manici di scopa, e ordinarono un paio di cioccolate calde. 
"Stavo per ordinare due Burrobirre al posto di due cioccolate calde..." Neville si schiaffò una mano sulla fronte, divertito, e porse all'amica la sua cioccolata. Lei fece per dare i soldi al ragazzo ma lui le rifilò un'occhiataccia gelida e la ragazza dovette ricacciare indietro i soldi. 
Mentre sorseggiavano la loro cioccolata, Neville spalancò gli occhi. Ginny sfoderò la bacchetta sotto al tavolo e si voltò indietro, credendo di trovare Mangiamorte appostati fuori al locale ma l'unica cosa che trovò dietro di sè fu un vecchietto leggermente brillo che augurava un felice anno nuovo a tutti. 
"Ma che diavolo ti è preso? Mi fai venire un colpo!" sbottò Ginny irritata, dando uno schiaffo a Neville sul braccio e lui assunse un'espressione divertita. 
La barista li guardò con una dolcezza infinita e sospirò, mormorando: "Ah, l'amore!" 
"Adesso le lancio una Fattura Orcovolante..." 
"Frena gli ormoni, rossa. Mi sono dimenticato di dirti del messaggio di Luna! Ti ho invitata ad uscire proprio per parlarne apertamente" disse Neville, spiegando il motivo per cui aveva spalancato improvvisamente gli occhi. "Volevo dirtelo da subito, poi mi sono distratto con la nonna, i vostri argomenti inutili e tutto il resto..." aggiunse, scuotendo il capo. 
"Mi hai invitata ad uscire per questo?" rise l'altra. 
"Ma no, nel senso..." 
"Ho capito" 
"Hai capito" ripetè Neville, sorseggiando la cioccolata mentre l'amica lo fissava. La fronte corrugata, lo sguardo deciso e l'accenno di barba sul mento non le facevano per niente pensare al piccolo Neville Paciock che l'aveva invitata al ballo con un balbettio e un rossore incredibile alle guance, non somigliava per niente al piccolo impacciato ragazzino al quale capitavano sempre di tutti i colori. "Beh, immaginavo che stesse bene e purchè continua a mandarci messaggi sulle sue condizioni non mi scomporrò affatto. Anzi, combatteremo per lei e contro quelle serpi. Spero si sbrighi a farci sapere dove si trova così..." abbassò la voce in un sussurro, "potremo contattare l'Ordine della Fenice e mandarlo da lei" aggiunse. 
Ginny annuì. "Sì, sarebbe fantastico! Sono sicura che presto arriveranno buone notizie e..." si interruppe: le persone nel locale avevano iniziato a ballare, e la barista non faceva altro che battere languidamente le ciglia e sospirare quando ogni coppietta si alzava per ballare. 
I valzer di Natale non erano il massimo del divertimento ma quando un vecchietto Babbano ha alzato troppo il gomito anche un valzer è divertente. 
Ginny rise e tossì per assumere un tono di voce aristocratico. "Mi concedi l'onore di questo ballo?" chiese all'amico, porgendogli la sua mano con grazia. 
"Ooooh!" fece Neville, scoppiando a ridere. "Ginny-sono-una-gran-ballerina-Weasley mi ha invitato a ballare! Godric è con me!" 
"Ti voglio solo ripagare con la stessa moneta. Accetti?" 
"Ma certo! E giuro che stavolta non ti schiaccerò i piedi" 
La ragazza rise nuovamente, ripensando al Ballo del Ceppo. "Lo spero bene per te, Neville-sono-un-pasticcione-Paciock" 




Quando Ginny arrivò a casa per la cena, beandosi della recente e bellissima uscita insieme al migliore amico Neville, trovò tutti i membri dell'Ordine della Fenice al completo, seduti al tavolo della cucina che parlavano in modo serio. Si chiese se per caso non fosse successo qualcosa di grave, poi i gemelli sorrisero e fecero cenno alla sorella di unirsi a loro. 
"Ginny cara!" esclamò la voce di Tonks, correndo ad abbracciare la ragazza. Lei rimase spiazzata mentre abbracciava di rimando Ninfadora Tonks, facendo attenzione a non stringerla troppo: il suo pancione era evidente. "Da quanto tempo, vero? Ho saputo che quest'anno ti sei data alla pazza gioia" aggiunse. 
"Sì, quest'anno ha proprio fanno quel che temevo. E non va" sbuffò la madre, lanciando un'occhiataccia alla figlia. "E ti sembra l'ora di tornare a casa?" 
"Andiamo, mamma, non è nemmeno ora di cena" ribattè la ragazza, offesa da quel comportamento. 
"Ha ragione, lo dobbiamo ammettere" intervenne Remus Lupin, facendo un sorriso sghembo. 
"Ma i tempi sono diventati pericolosi per una strega minorenne in giro per Londra" replicò Kingsley Shaklebolt, ma non era troppo severo. 
"Tu levi proprio tutto il divertimento!" sbottò Lee Jordan amichevolmente. 
Ginny non si era proprio resa conto che Lee era nella sua cucina. Ma che strano. 
"Si può sapere perchè... insomma... non che non mi faccia piacere" balbettò la ragazza, mettendo in chiaro che non aveva dispiacere a vederli tutti. "Però è strano che vi trovate tutti qui. Ehm... è successo qualcosa? Qualche avvistamento? Oppure siete qui per festeggiare Capodanno?" 
"No, ma partiremo presto tutti" rispose Fred con orgoglio, mandando un bacio alla madre, che scosse il capo rassegnata. 
"Per dove?" chiese la sorella. 
"Ci diamo alla macchia" disse George, facendo un sorriso. 
"Vi date alla cosa di preciso?" 
"Ci diamo alla macchia, fondiamo RadioPotter e propagheremo in giro la verità" conclusero all'unisono i gemelli.
"CHE COOOOSA?" 






Angolo autrice
Questo dovrebbe essere un capitolo rilassante, e spero che sia apparso tale. Insomma, il periodo di Natale mette sempre relax ma presto il relax sarà sostituito con una buona dose di guai, a cui Luna purtroppo non parteciperà. Ho sempre immaginato che Luna sia stata rinchiusa per giorni nella cella di Villa Malfoy e che solo dopo tanto tempo si ricordasse di avere ancora il galeone. Confusione comprensibile per una che è stata rapita da un treno. La passeggiata di Ginny e Neville la trovo veramente rilassante e mi è piaciuto tanto scrivere di questi due amici che escono insieme, senza alcuna vergogna. La scoperta di RadioPotter mette un certo sconcerto ma alla fine Ginny si abituerà, come Ron. 
Baci bacii!

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Capitolo 74
*** Lasciate ogni speranza voi che entrate. ***


LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CHE ENTRATE.


Le festività Natalizie volsero in fretta al termine e con la partenza dei gemelli, Lee Jordan e l'Ordine della Fenice ci fu anche la partenza per Hogwarts, un piovoso giorno di gennaio in cui tutto pareva malinconico. L'Espresso per Hogwarts sbuffava vapore e i ragazzi erano pronti a montare su, per poi continuare il lavoro per il quale avevano intrapreso quell'anno scolastico: cacciare i Carrow via dalla loro scuola. Perchè quei caproni dei Carrow meritavano di essere cacciati da Hogwarts e, se ci riuscivano, anche l'idiota di Severus Piton. Il fatto che avesse preso il posto di Silente disgustava ancora metà popolazione della scuola. 
"Fai la brava, studia e comportati bene... capito?" stava raccomandando la madre, mentre la ragazza si sporgeva dal finestrino per annuire stancamente. Era la ventesima volta che la madre le faceva sempre le solite raccomandazioni inutili; il padre sorrideva al fianco della moglie e faceva delle smorfie esasperate. "E fai la brava! Giurami che farai la brava e ti comporterai bene!" aggiunse, diventando esageratamente ripetitiva. "E non fare arrabbiare gli insegnanti, soprattutto... beh... hai capito. Tutti gli insegnanti. E non farmi ricevere lettere di ammonizione o roba del genere!" 
Il treno cominciò a muoversi, diretto per il castello di Hogwarts. 
"E fai la brava!" concluse Molly preoccupata, camminando nella direzione del treno per ripetere quella frase per la centesima volta. 
"Non ti preoccupare, mamma! Ciao!" la ragazza sventolò la mano e mandò un bacio al padre, poi chiuse il finestrino. 
In un attimo, si ritrovò faccia a faccia con Neville Paciock, che la guardava con un sorrisino comprensivo. 
"Genitori assillanti?" chiese lui, con tono di chi la sa lunghissima. E non sembrava che sua nonna fosse così assillante. 
"Solo mia madre è assillante. E tua nonna?" 
"Mia nonna non fa mai raccomandazioni del genere, se sai cosa intendo" Neville le fece l'occhiolino e lei rise, complice. "Beh, andiamo? Gli altri ci stanno aspettano in un vagone e credo che Seamus ci debba delle spiegazioni. Lui e Calì non me la raccontano giusta, soprattutto ora che fanno i Capiscuola insieme" 
"Come sei pettegolo" rise ancora la ragazza, dando un buffetto sulla nuca dell'amico. 
I due ragazzi trascinarono le loro cose nel corridoio zeppo di studenti che cercavano di trovare posto e avanzarono tra gli scompartimenti per raggiungere il vagone in cui sedeva tutto l'Esercito di Silente al completo, pronto per pianificare nuove strategie di azione e nuove cattiverie da fare ai Carrow. Per non parlare dei messaggi ribelli che facevano incazzare più di tutti Piton e che loro lasciavano amabilmente sulle pareti di tutta Hogwarts. 
Nella penultima carrozza, Romilda Vane e le sue amiche chiacchieravano animatamente, probabilmente di pettegolezzi vari. Alla vista di Ginny, ammutolirono tutte quante e in tutta fretta; alcune sussurrarono qualcosa nell'orecchio delle amiche ma Eileen Marie era serissima e la fissava come se volesse sterminarla dalla faccia della terra. Come se a sterminare le persone non ci pensasse già Voldemort! Ah, che gente... 
Alan Parker le sorrise in segno di saluto e Ginny ricambiò con cordialità, beccandosi l'occhiataccia di Eileen. Gli amici del ragazzo guardavano Ginny leggermente imbambolati, sorridendo come ebeti; Neville fece un sorrisetto malizioso mentre apriva la porta dell'ultimo scompartimento, lasciando passare prima l'amica. 
"Salve!" 
"Ciao ragazzi!" 
Ci furono grida di saluto ai nuovi arrivati e i cinque minuti passarono mentre i due sistemavano la loro roba sul portabagagli e si sistemavano sul grande vagone treno, occupato solamente dai membri dell'Esercito di Silente. Infine, dopo essersi sistemati per bene, presero posto sui sediolini. 
"Allora, come vi sono andate le vacanze?" incalzò Neville, volgendo uno sguardo intorno. 
"Le mie sono state abbastanza noiose" rispose subito Hannah, che non aveva occhi che per Neville. Lui sorrise garbato e continuò a guardarla di rimando, mentre tutti gli altri restavano ad ascoltare. "E le tue? Che cosa hai fatto durante tutti questi giorni?" aggiunse. 
"Oh... ehm... anche le mie sono state molto noiose" disse Neville distrattamente. 
Ginny tossicchiò. 
"Ehm... volevo dire... io e Gin ci siamo visti dopo Natale, siamo usciti a prendere una boccata d'aria" si ricompose il ragazzo, scusandosi con lo sguardo. "Ma da amici, naturalmente. Non iniziate a farvi strane idee. Mia nonna conosce i suoi genitori e hanno acconsentito per questo" 
Hannah parve leggermente più rincuorata. Micheal disse: "Prima che arrivaste stavamo parlando del messaggio di Luna" 
"Sì" intervenne Padma con energia. "L'hanno ricevuto tutti, è stato il nostro regalo di Natale!" 
"Credevo le avessero sequestrato anche il galeone, oltre alla bacchetta" disse Susan. 
"Anch'io lo credevo" ammise Smith piano. 
"Sono stata contenta di ricevere sue notizie, non ho mai creduto fosse morta" disse Anthony deciso, facendo un gran sorriso agli amici. 
"Io e Calì stavamo facendo qualche ipotesi... secondo voi dove si trova Luna?" chiese Terry confuso, fissandosi la tasca dove vi era il galeone. 
"Avevo pensato ad Azkaban ma loro hanno detto..." 
"Non può essere ad Azkaban, Lavanda" la interruppe Seamus, testardo. "Ci sono ancora tante persone non Mangiamorte nel Ministero, l'avrebbero saputo. E poi... anche il padre di Gin lavora al Ministero, giusto? Avrebbe di sicuro avuto qualche soffiata" 
Ginny annuì. "Verissimo. Di certo non è ad Azkaban" disse e il solo pensiero la fece rabbrividire. 
"E dove?" insistette Lavanda. "Nella casa di uno dei Mangiamorte?" 
"Ma certo!" convenne Calì in fretta. "Certo che si trova nella casa di uno dei Mangiamorte. E dove, altrimenti?" 
Nessuno aveva niente da contestare: erano tutti d'accordo. Lasciarono vagare il discorso su che cosa stesse facendo Luna da sola nella cella della casa di uno dei Mangiamorti e se magari mandarle un messaggio di speranza sarebbe stato poco prudente. Decisero che prima o poi l'avrebbero fatto, ma più poi che prima... perchè di certo era pericoloso. Luna poteva comunicare con loro... e se loro l'avessero messa nei guai? 
Quando il discorso cambiò, le tematiche non furono per nulla interessanti. Man mano, i ragazzi si appisolarono con le teste contro il vetro o ciondolanti, appoggiate alle spalle dei compagni e passarono il viaggio davvero molto tranquillamente. Fin quando il treno non cominciò a perdere velocità, annunciando a tutti gli studenti che erano appena arrivati nel territorio di Hogwarts: Dissennatori e Mangiamorte controllavano il perimetro della scuola, ci furono quelle inutili perquisizioni e il treno ripartì, per poi fermarsi di botto alla stazione di Hogsmeade, dove ad aspettarli vi erano due Carrow leggermente infagottati nei loro grandi mantelli. 
"Oh-ho!" esultò Amycus con tono rozzo quando vide che i ragazzi non erano dimezzati, anche se alcuni mancavano all'appello. "Sono contento che dopo quello che è capitato prima di Natale non ve la siete fatti addosso e siete tornati qui. Bene, sono proprio contento! Che ne pensi, Alecto?" 
"Sono proprio contenta!" fece eco la sorella, spaventosamente pimpante. "Forza, in marcia fino ad Hogwarts!"
Gli sguardi sbigottiti degli studenti erano una domanda per i Carrow: che voleva dire con quell'affermazione? 
Ginny si schiarì la gola, temendo di non aver capito bene. "Prego? Come sarebbe a dire che dobbiamo marciare?" chiese, irritata. 
"Esattamente quello che ho detto, signorina Weasley. E non fare quella faccia" aggiunse Alecto, facendo una risatina maligna mentre il fratello ghignava. "Ti prometto che il viaggetto da qui ad Hogwarts sarà sorprendemente breve. Forza, muovetevi o sono guai per tutti voi!" 
"Si parte! Un, due, tre... un, due, tre..." prese a contare Amycus. 
E i ragazzi furono costretti a marciare come soldatini fino al castello di Hogwarts. 




Per tutto il viaggetto i ragazzi dovette sopportare le risatine di scherno dei Serpeverde, gli insulti e la loro perfetta complicità con i Carrow, che sembravano divertirsi un mondo vedendoli a marciare come piccoli soldatini, sbottando di tanto in tanto di mettersi in riga, ordinatamente e con disciplina. Decisamente, le cose ad Hogwarts continuavano a cambiare. E cambiavano in peggio. 
La sicurezza di notte era sempre più ristretta, e presto l'ES se ne accorse... 
Era un giorno di fine gennaio, Ginny aveva appena finito gli allenamenti di Quidditch della sua squadra e stava discutendo con Neville e gli altri nella Sala Comune di Grifondoro, strizzati nell'angolino più remoto e meno visibile per non attirare l'attenzione dei loro compari. 
"Non possiamo agire subito, non adesso!" stava protestando Calì, imperterrita. "Avete sentito cosa è successo ad Astoria pochi giorni fa, quando cercava di raggiungerci? Beh, stanno iniziando ad avere dei sospetti, le serpi... sanno che tra loro ci può essere una specie di spia!" 
"Stronzate" la liquidò Seamus con un gesto della mano. 
"Non sono poi tanto stronzate, Calì potrebbe aver ragione" intervenne Ginny preoccupata, che ricordava perfettamente il racconto di Astoria e la sua paura nel venire ipoteticamente scoperta come spia. Calì fece una smorfia al ragazzo, molto compiaciuta di avere ragione. "Ma questo non vuol dire che dobbiamo starcere con le mani in mano... ricordate: i Carrow ci hanno usati come soldatini" 
"Ecco!" fece Seamus, e stavolta era lui quello compiaciuto. 
"Forse è meglio che voi due parliate in privato, siete troppo tesi..." suggerì Neville con una risatina, per sdrammatizzare. 
Lavanda fu scossa dalle risatine. "Concordo con Neville" disse, ridacchiando in faccia all'amica. 
Ginny in mente sua non potè dire di non essere d'accordo. Da quando Seamus si stava frequentando molto con Calì, le cose tra loro erano tese... e probabilmente c'era qualcosa sotto che i due ragazzi avevano evitato con cura di dire agli altri. Tutta la faccenda era un mistero ma c'erano cose più importanti di Seamus e Calì che ogni tanto si davano alla pazza gioia con gli insulti, oppure che smettessero di essere d'accordo su una cosa. 
"Io comunque sono d'accordo con lei" ammise piano Lavanda, beccandosi un'occhiataccia da parte di Calì. "E poi, l'Esercito è stato appena avvertito: non possiamo tirarci indietro adesso. Ormai, dobbiamo andare fino in fondo e... non guardarmi così!" 
Calì incrociò le braccia al petto e fece un piccolo sbuffo; Ginny chiese: "Neville, tu che ne pensi?" somigliando così terribilmente alla madre che si rivolgeva al padre che il solo pensiero la fece arrossire di botto e balbettare un pochino. 
"Io credo che tu abbia ragione: dobbiamo agire adesso" rispose il ragazzo, che non si era accorto del sinistro rossore alle guance dell'amica. 
Guardarono tutti Calì... e lei si arrese. "E va bene. Facciamolo" 




Il piano era pronto, i preparativi terminati: l'aula dei Carrow attendeva solamente l'ES. 
"Fate piano..." sussurrò Neville ai ragazzi, mentre avanzavano tutti con cautela. 
Ovviamente, quella raccomandazione non servì proprio a nulla: l'Esercito di Silente al completo stava andando incontro a grossi guai. 
"Oh, che noia! Paciock, se non la smetti di dare ordini..." 
"Smith, se non la smetti di frignare come un poppante in fasce ti lancio una Fattura Orcovolante che ricorderai per il resto dei tuoi giorni" lo interruppe Ginny minacciosa, promettendo di scioccarlo a vita e facendo tintinnare il barattolo con la vernice rossa. 
"L'esperienza mi basta" disse Zacharias irritato. 
La ragazza rise di cuore. "Giusto! Vedo che non l'hai dimenticato!" 
Lui fece per dire qualcosa quando Astoria lo interruppe, sibilando un veloce: "ABBASSATEVI!" e tutti dovettero obbedire seduta stante, perchè una voce possente echeggiò nel corridoio vuoto e un lampo di luce rosso fuoco colpì la parete. Era notte fonda, la sicurezza non era stata per niente allentata. Anzi, era stato davvero incauto da parte dei ragazzi uscire quella notte con i Serpeverde della Squadra di Inquisizione alle calcagna. 
"CRUCIO!" esclamò la stessa voce. "Sappiamo che siete voi, Esercito di Silente! Una spia è venuta a dircelo, forse era un uccellino verde-argento! Ha-haaa!" 
"Correte e sparpagliatevi!" intimò Ginny ai ragazzi, che spiccarono una corsa disperata e si divisero. La ragazza capitò in un corridoio insieme a Neville, Hannah e Astoria... e purtroppo per loro da quella parte stavano accorrendo i ragazzi della Squadra di Inquisizione, pronti a Cruciarli tutti per benino. 
"Chi diavolo ha fatto la spia? Sei stata tu?" sbottò Ginny arrabbiata, scagliandosi contro Astoria e parlando con la voce ridotta ad un sussurro. 
"No, no..." fece lei, atterrita. "Ti giuro di no... mi devi credere..." aggiunse, ma non ci fu tempo di parlare: due persone si stavano avvicinando a loro. Ben consapevoli di non poter scappare da nessuna parte, i quattro ragazzi restarono fermi per affrontare il nemico. Poi Astoria fece una cosa che lasciò tutti di stucco: sfoderò la bacchetta e la puntò contro Neville, Ginny e Hannah. 
"Beccati!" sghignazzò Astoria, con una voce maligna e non da lei. 
Tiger li raggiunse col fiatone, sorridendo come un matto alla vista di Astoria che puntava la bacchetta contro i tre ragazzi. Anche il suo fedele e grossissimo compagno Goyle li raggiunse, ma sembrava molto sconvolto per la corsa che aveva appena intrapreso senza alcun preavviso. 
"Astoria, non sapevo facessi parte della Squadra" ammise Tiger, ma era piuttosto soddisfatto. 
"Mi sono unita da poco" ribattè lei in fretta. 
Tiger rise malignamente, la spinse burbero da un lato e lei assunse un'espressione disperata, come se volesse dir qualcosa. Ma Ginny non la guardava: aveva occhi solamente per Tiger, che stava avanzando verso di lei e stava ghignando in modo spaventoso. Che cosa voleva fare a lei e ai suoi amici? 
"Guarda un pochino chi si rivede" disse, canzonante. 
"Lasciala in pace!" sbottò Neville rabbioso, mentre Hannah annuiva al suo fianco e avanzava verso i grossi Serpeverde. 
"Fallo parlare, Neville. Che cosa vuoi?" ribattè Ginny, iniziando a scaldarsi. "Voi due vi sentiti più liberi senza gli ordini di Dracuccio? Avete anche deciso di agire senza di lui, i capi della Squadra di Inquisizione. Ma stavolta non ci sarà Dracuccio a tirare i fili. Mi chiedo: come ve la caverete col cervello che vi ritrovate?" 
"Stai giocando con il fuoco..." Goyle fece schioccare le nocche, minaccioso ma mai quanto Tiger. 
"Sai, Dracuccio, come lo chiami tu, ci ha raccontato buffe storie sulla tua famiglia" fece quest'ultimo, il sorriso orribile che si allargava sul viso grosso. Non sapeva che cosa dire e metteva in ballo la famiglia: tipico atteggiamento da idiota messo con le spalle al muro. "Diceva sempre che la tua cara mammina è grassa e brutta, e che il tuo caro paparino è un ridicolo Babbanofilo fuori di testa che..." 
"STUPEFICIUM!" 
Tiger scansò l'incantesimo della ragazza, meravigliandosi della propria abilità. "CRUCIO!" inveì, arrabbiato per essere stato interrotto. 
"CRUCIO!" fece eco Goyle. 
Neville si lanciò da un lato, portando in salvo anche Hannah. 
"Stupeficium!" 
"Oh no che non lo fai, Paciock! CRUCIO!" 
Ma l'urlo maschile non venne: Hannah Abbott si era interposta tra Tiger e Neville. L'urlo disperato fu il suo mentre Tiger rideva di cuore, torturandola senza un minimo di pena o di vergogna. Neville si lanciò su di lui, colpendolo forte con un pugno sul naso mentre Hannah si metteva in piedi, scossa dai brividi. 
"Corri!" fece Ginny alla ragazza, che non volle sapere nulla. "Hannah, corri! Ti seguiamo subito! Corri, ti prego!" 
La ragazza non voleva, poi si decise e corse verso le scale che portavano al quarto piano. Neville la seguì a ruota, inseguito dai due babbei di Serpeverde, che non facevano altro che lanciare dietro ai due ragazzi maledizioni una dopo l'altra, senza mai smettere. Ginny restò indietro, promettendosi di andare ad aiutare Neville e Hannah (anche se sapeva che nella corsa i due ragazzi potevano caversela molto meglio di quei due grossi troll ritardati Serpeverde), e si scagliò nuovamente contro Astoria, che era stata in disparte tutto il tempo con il terrore sul volto. 
"Noi ci eravamo fidati di te!" gridò, spingendo Astoria contro il muro con un colpo secco. 
"Mi devi credere... credimi... io non ho fatto nulla!" 
"Ah no? Beh, allora chi era l'uccellino verde-argento? Mia sorella?" 
"Ti giuro che non lo so! Non mi sono mai lasciata sfuggire nulla, mai!" Astoria la prese per gli abiti, supplicandola e dando le spalle al corridoio. 
Ginny stava per ribattere quando uno Schiantesimo improvviso colpì Astoria, che cadde sulla ragazza e perse immediatamente i sensi. Ginny non sapeva che cosa era successo, non aveva aperto bocca e di certo non era stata lei a lanciare l'incanto alla Serpeverde: che stregoneria era mai quella? Adagiando Astoria per terra, Ginny intravide una sagoma che si dirigeva verso di lei con passo felpato e con una certa indifferenza. Indifferenza strana per uno che ha Schiantato una compagna. 
Era Blaise Zabini. 
"Ehi!" fece la ragazza, troppo sconvolta. "E tu che diavolo ci fai qui? Non avevo bisogno del tuo aiuto!" 
Zabini era la persona che meno la ragazza si sarebbe mai aspettata accorrere in suo aiuto. A quel punto, la domanda le sorgeva spontanea: perchè Blaise Zabini era andato contro una che era dalla sua parte per aiutare Ginny? Sapevano tutti che lui la detestava a morte. Cosa aveva detto Astoria a Blaise? Lui sapeva qualcosa? Oppure aveva agito di sua spontanea volontà? 
"Dovresti ringraziarmi in ginocchio" rispose Blaise, accigliato ma assolutamente indifferente. "Tiger e Goyle stanno diventando più stupidi del solito ultimamente, ma ho visto i tuoi amichetti Schiantarli entrambi, se ti fa piacere. Astoria, e di conseguenza gli altri Serpeverde, sono altrettanto stupidi e impulsivi: non sanno quel che fanno e potrebbero provocarci molti guai" 
Blaise Zabini non sapeva nulla: aveva agito per salvarsi la pelle. 
"Quando dici potrebbero provocarci molti guai intedi che potrebbero provocare guai ai Mangiamorte come voi?" chiese Ginny disgustata. Il ragazzo non rispose ma si limitò a fissarla con uno sguardo strano. "Comunque, non avevo lo stesso bisogno del tuo aiuto, Zabini. Potevo Schiantarla benissimo da sola" 
"Beh, di sicuro non te la stavi cavando affatto bene" lui fece lo scontroso, sbeffeggiandola. 
Se solo avesse saputo che quella tra le due ragazze non era una lotta... e adesso Ginny aveva fatto la figura della scema! 
"Non me ne hai dato il tempo" ribattè Ginny ostinata, facendo un passo avanti verso il Serpeverde. "Se mi avessi dato il tempo per difendermi, io... io avrei ridotto la tua ridicola compagna in polpetta! E invece sei intervenuto! E io non so nemmeno il motivo" 
"Tu cosa credi?" 
"Tu perchè sei intervenuto?" insistette Ginny, senza ascoltarlo. 
"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda" puntualizzò Blaise Zabini, acido ma divertito. 
La ragazza strinse i pugni. Certo, Zabini aveva risposto alla sua domanda molto prima che lei la formulasse, dicendo che era intervenuto per salvare la pelle a se stesso e ai suoi sciocchi amici che non erano degni della sua intelligente compagnia. Ma lui poteva benissimo aspettare che Astoria la colpisse, ipoteticamente perchè lei non l'avrebbe mai fatto. Avrebbe potuto intervenire dopo. Invece si stava intrattenendo a chiacchierare con lei... che storia era mai quella? 
Ginny si accorse che le sue guance erano un tantino rosse ma comunque ringraziò il cielo per l'intervento di Zabini: se lui non avesse Schiantato Astoria, sarebbe venuto a conoscenza del fatto che la Serpeverde non era dalla loro parte. E quello non doveva mai accadere. 
"Sempre così altezzoso e pallone gonfiato, eh, Zabini?" chiese la ragazza, senza avere risposta. 
Ginny superò il ragazzo con passo spedito, non notando per nulla che i lacci delle sue scarpe erano sciolti a causa della lotta avvenuta poco prima, e provocando ovviamente la sua immediata caduta: una ridicola caduta in stile davvero molto vittorioso. Blaise prese a soggnignare mentre lei imprecava con tutta la poca finezza che avesse in corpo, aggiungendo nelle bestemmie anche una piccola rivendicazione verso Salazar Serpeverde e tutte le serpi. 
"Sempre così poco goffa ed elegante nel linguaggio, eh, Weasley?" chiese invece Zabini. 
"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda" 
Zabini spalancò la bocca, orripilato dal fatto di essersi fatto scappare il filo della conversazione. E di conseguenza, aver risposto alla ragazza facendo un'altra domanda, cosa che lui stesso aveva tenuto a puntualizzare che non doveva accadere. Con un ghigno, Ginny si allontanò da lui e sparì su per le scale per vedere che fine avessero fatto Neville e Hannah, con la voglia matta di ballare la danza dei Nargilli che Luna aveva ballato al matrimonio di suo fratello. 
Aveva davvero messo nel sacco una serpe. 




"Sicura che è stata Astoria?" chiese per la decima volta Micheal Corner. 
"Non lo so" rispose Ginny irritata, tormentandosi le mani in grembo. "Ho detto che ho dei dubbi, ma adesso Astoria è chissà dove e non ho voglia di saperlo. Se la caverà benissimo da sola, devo prima scoprire cosa diavolo è successo stasera" 
"Ma tu credi che potesse essere lei la spia?" 
"Ancora, Micheal? Ti ho detto che non lo so!" 
"D'accordo, calmiamoci" intervenne Neville in fretta, tentando di calmare gli animi di tutti, che stavano iniziando ad agitarsi nella Stanza. Michea fissava la ragazza con un certo risentimento. "Sappiamo che forse c'è una spia e so benissimo che state pensando sia Astoria ma Luna aveva fiducia in lei. E poi..." aggiunse, alzando la voce perchè Seamus stava spalancando la bocca per dire la sua. "E poi Astoria non sapeva davvero cosa stava succedendo, ci ha protetti" 
"A me non è mai andata a genio: dovremmo allontanarla" disse Calì in modo definitivo. "Che ne pensi, Seamus?" 
"Forse hai ragione..." mormorò lui, ma non era molto convinto. "Voi che ne pensate?" 
Ci furono diverse opinioni: alcuni erano d'accordo con Calì, altri non sapevano che pensare. Ginny intanto si stava distraendo, e molto. Pensava ad Astoria e al fatto che davvero lei potesse essere innocente, che Tiger avesse buttato lì quella frase a causa della sua idiozia, che non sapesse davvero che tra loro ci fosse una Serpeverde. Infondo, Blaise Zabini non lo sapeva... ma Blaise era così strano ultimamente, proprio come Draco. 
"... riprovare, ovvio. Cosa ci dici, Gin?" Neville si rivolse a lei, ma la ragazza lo fissò sconcertata. 
"Io... ero distratta" ammise. 
"Stavamo parlando del fatto che potremmo uscire da qui e riprovare" le venne in aiuto Ernie, gentile. 
"Uscire di qui e fare quello per cui eravamo usciti" aggiunse Justin. 
"Oh, certo. Ehm... facciamolo" disse lei convinta, ritornando con la testa sulla terra. 
"E che cosa concludiamo se devastiamo le loro aule e i loro studi?" sbottò Smith tra la folla, impiettito. "Finora non abbiamo concluso nulla, li abbiamo solamente fatti arrabbiare molto. E a che cosa serve? Noi dobbiamo cacciarli da qui, non dargli l'agio di ucciderci tutti!" 
"Questo" disse Neville arrabbiato, "al mio paese si chiama effettivamente: ribellione. Se non sei dell'umore giusto per infrangere e ribellarti alle insulse regole che quei Mangiamorte hanno imposto su Hogwarts nessuno ti trattiene nel restare. Puoi andare via, noi continuiamo!" 
"Ma a che cosa servirà?" insistette Zacharias, e stavolta non aveva il suo solito tono tagliante ma un che di supplica. 
"Speranza" rispose Ginny decisa, guardando fisso fisso negli occhi di Zacharias Smith. Non c'era rabbia nel suo sguardo, non c'era sarcasmo. "Speranza: è la sola cosa più forte della paura. E noi stiamo dando a tutti gli studenti di Hogwarts, insegnanti compresi, speranza. Siamo noi un simbolo di speranza per loro! E non possiamo permetterci di starcene con le mani in mano... perchè rappresentiamo la speranza" 
Un minuto di silenzio... poi Seamus diede il via agli applausi. Ginny si sentiva la faccia ardente e non sapeva nemmeno lei da dove le erano uscite quelle parole. Forse perchè era proprio vero che loro erano simbolo di speranza, perchè combattendo in segreto stavano dando la forza a tutti. E lo stavano facendo anche per Harry, Ron ed Hermione, di cui non si avevano notizie da quelli che parevano secoli. 
Gli applausi si interruppero solo quando un sonoro bzzZzZZZzzZz risuonò nella Stanza. 
"Che cos'è stato?" chiese Terry sospettoso, guardandosi intorno. 
Anthony indicò la piccola radiolina sul tavolo degli Spioscopi. "Viene da lì" disse, accigliato. 
"Comu... bzZzz... cazioni da RadioPotter, nuovo pro... bzz... amma che è già and... zzz... to in onda poche sere fa" 
"Ma è RadioPotter!" esclamò Ginny eccitata, balzando in piedi e dirigendosi verso la radietta. Gli altri ragazzi la seguirono, con facce sconcertate; molti iniziarono a capire di che cosa si trattava. "La comunicazione radio di cui vi parlavo. Ricordate?" 
"Per sintonizzarci su RadioPotter dobbiamo avere la parola d'ordine?" chiese Micheal. 
"Esatto, si aggiorna ad ogni cronaca" borbottò Ginny pensierosa, picchiettando con la bacchetta sulla radiolina per sintonizzarsi e sparando parole a caso come le avevano detto di fare i membri dell'Ordine e i gemelli. "Ovviamente, la loro prima cronaca ce la siamo persa e di conseguenza anche la parola d'ordine. Inizialmente non dovevamo buttare ad indovinare, perchè avevano appena iniziato. Ma adesso... oh, nel nome di Merlino! Odio questa canzone!" 

Vieni, mescola il mio calderone
e se con passione ti riuscirà,
il mio forte amor bollente 
questa notte ti scalderà. 


Mentre Celestina Warbeck finiva l'ultima nota, Ginny borbottava parole incomprensibili alla radiolina. 
"Luna" disse come colta da un lampo di genio, e la manopola della radio girò. "L'HO TROVATA! HO TROVATO LA PAROLA D'ORDINE!" aggiunse. 
La voce di Celestina svanì per dare spazio ad una voce familiare; i ragazzi si radunarono in cerchio attorno alla radio, prestando attenzione. 
"Buonasera a tutti voi ascoltatori, ci scusiamo per l'assenza dovuta a qualche visitina di quei simpaticoni di Mangiamorte nella zona dove alloggiamo. Per fortuna, stiamo tutti benone e ci facciamo coraggio a vicenda" 
"Ma... ma è Lee Jordan!" esclamò Lavanda, avvicinando l'orecchio alla radio. 
"Prima di ascoltare cos'hanno da dire i nostri collaboratori" proseguì Lee Jordan, "dedichiamo un attimo all'elenco dei caduti: ripetiamo, ritrovati i cadaveri di Ted Tonks, Dirk Cresswell e un folletto di nome Gonci sulla riva del fiume a nord. Si pensa che Dean Thomas e un altro folletto siano sfuggiti alla morte" 
Molti trattennero il fiato, tra cui Seamus; Ginny riusciva solamente a pensare al padre di Tonks e a Dean. 
"Proseguiamo con la cronaca" disse Lee. "Aggiornamenti da Londra: nel centro di una cittadina, una famiglia Babbana di quattro persone è stata ritrovata morta. Le autorità Babbane non riescono a darsi una spiegazione a tutto questo ma i membri dell'Ordine della Fenice ci informano che i loro corpi mostravano le inconfondibili tracce di ferite da Magia Oscura. Un minuto di silenzio per tutti loro, vittime innocenti dei Mangiamorte" 
Ci fu un silenzio rispettoso per tutti i caduti. 
"Grazie" riprese il ragazzo, dalla radio. "Continuando con le notizie, la notizia top di questa serata è quella che il nome di Voi-Sapete-Chi è diventato Tabù. Strano, vero? Sì, per noi ma non per quei simpaticoni dei Mangiamorte. Con questo metodo, hanno acciuffato parecchie persone in questo periodo e molti di noi hanno davvero rischiato grosso. Ovviamente, il nome di Voi-Sapete-Chi viene pronunciato dai ribelli ed è così che ci intercettano" 
"Come fa un nome a diventare Tabù?" chiese Padma sconcertata. 
"Un incantesimo Oscuro... molto potente" rispose prevedibilmente Micheal. 
"E adesso, passiamo la parola a Romulus per la rubrica: gli amici di Potter" concluse Lee. 
"Dovrebbero parlare di noi e Hogwarts" disse Ginny entusiasta, ricordando le parole dei gemelli e sperando che non fossero solo ciance: anche loro si meritavano un pochino di spazio dato che stavano lottando. "Spero solo che i tre ragazzi stiano ascoltando... lo spero tantissimo..." 
"Grazie, River!" disse la familiare voce di Remus Lupin. 
"Aspetta... io conosco quella voce!" esclamò Hannah, aggrottando la fronte per sforzo di ricordare. 
"Non sarà mica il professor Lupin? La voce sembra la sua..." mormorò Susan, dubbiosa. 
Neville annuì e Hannah fece un versetto felice. "Mi piaceva il professor Lupin!" disse, nostalgica ma contenta. 
"Molte sono le voci in giro che ripetono della scomparsa di Harry Potter" disse Remus Lupin, con voce stanca. "Ma sono assolutamente sicuro che la notizia della sua morte si sarebbe diffusa alla velocità della luce. E se non è stato così, deve voler dire solamente una cosa: Harry Potter è vivo. Invito gli amici di Harry Potter a mantenere la calma e la fede in lui. Harry Potter continuerà ad essere il simbolo del trionfo del bene sul male" 
Ginny sorrise, commossa da quelle parole. 
"E il consueto aggiornamento sugli amici di Harry Potter?" chiese Lee Jordan. 
"Passiamo la parola a Rodente e Mordente" concluse Lupin. 
"Grazie, River" replicarono le voci allegre dei due gemelli. 
"Fred e George!" esclamarono Ernie e Calì all'unisono. 
"Che forti!" commentarono Justin e Neville. 
"Dunque... da dove iniziamo?" fece la voce di Fred. "La triste notizia che diamo a voi tutti è che uno dei più grandi e aperti sostenitori di Harry Potter, ovvero Xenophilius Lovegood, direttore del Cavillo, è stato punito severamente. Non si sa altro e non si hanno ancora notizie di Luna, rapita dai Mangiamorte. Sappiamo di sicuro che sono entrambi vivi e se verremo a conoscenza di qualunque cosa sulla scomparsa della piccola Luna non esiteremo ad avvisarvi tutti" 
"Inoltre, volevamo segnalare che le cose ad Hogwarts sono sul serio cambiate e peggiorate" aggiunse George, con una nota di nostalgia e malinconia nella voce. "Da quando in qua nel nostro amato castello i Dissennatori sono autorizzati a passeggiare e trotterellare liberamente per i corridoi e dintorni? Da quando in qua la nostra Hogwarts è sottomessa a leggi oscure? Beh, per fortuna che nella nostra scuola c'è una squadra pronta a ribellarsi a tutto questo!" 
"Naturalmente stiamo parlando dell'Esercito di Silente!" intervenne Fred, pimpante. "L'Esercito di Silente, un gruppo fondato un paio di anni fa, sta dando davvero del filo da torcere al tanto amato preside della scuola, Severus Piton, e ai due Mangiamorte assunti come insegnanti, i Carrow, e questo fa all'Esercito di Silente davvero onore: sono oramai diventati simbolo di speranza e di forza celato nella scuola. Un applauso per loro!" 
I ragazzi applaudirono con forza e stavolta nessuno si curò di abbassare la voce per sentire il resto della cronaca: erano troppo felici per stare zitti, troppo eccitati a festeggiare per capire qualcosa che non fosse che erano stati uditi in radio. Se Harry, Ron ed Hermione erano in ascolto avrebbero sentito tutto quello, avrebbero saputo che Hogwarts era dalla loro parte e che nessuno se ne stava con le mani in mano a ricevere ordini da dei Mangiamorte. 
Mentre la manopola della radiolina girava per mettere fine a quella cronaca, Ginny si lasciò sfuggire una piccola lacrimuccia di gioia. 




Dopo la cronaca di RadioPotter, l'ES era più convinto di che cosa doveva fare: continuare rendere la vita un inferno ai Carrow e a Severus Piton. E fu proprio la parola inferno che fece venire una grossa ideona a Ginny e che animò l'entusiasmo di tutti i ragazzi, perfino di Smith. Fortunatamente, non incontrarono nessuno di guardia e agirono: le aule dei due fratelli, poste molto vicine tra di loro, erano state messe a soqquadro. 
La ciliegina sulla torta era il messaggio. 
"Sbrigatevi, voi due..." sussurrò Anthony nervoso, controllando l'angolo del corridoio. 
"Abbiamo finito, abbiamo finito" disse Ginny contenta, sorridendo all'amico. "Ohh, ditemi che l'idea vi piace!" 
Neville le diede un grosso bacio sulla fronte. "Sei stata geniale!" disse, annuendo. 
Il messaggio dell'ES era posto sulla parete che divideva due aule, quella di Arti Oscure e quella di Babbanologia, e la vernice rossa gocciolava in modo sinistro sul pavimento del corridoio, rendendo il tutto più inquietante. 

 
ESERCITO DI SILENTE: 
LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CHE ENTRATE.







Angolo autrice
Ho voluto mettere la parte in cui i Carrow li fanno marciare verso Hogwarts per farvi capire il divertimento che provano queste persone a veder soffrire gli altri, e anche perchè la versione del film mi piace moltissimo: sembra che il castello sia diventato una scuola militare, e mi piace scrivere di questa nuova Hogwarts. Per quanto riguarda la spia... no, non è Astoria, ma più tardi verrà svelato questa piccolissima perplessità. Volevo tanto introdurre Zabini per far capire a Ginny che il ragazzo era sul serio attratto da lei, nonostante lui avesse detto alla Parkinson che: "non avrebbe mai toccato una traditrice del suo sangue per quanto carina potesse essere" e so bene che voi ricordate meglio di me quella scena. Per il messaggio... beh, Neville diceva che uscivano quasi tutte le notti per scrivere dei messaggi sulla parete e siccome sto studiando Dante e l'Inferno ho voluto mettere questa frase: la mia preferita. 
Baci a tutti!

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Capitolo 75
*** San Valentino rosso sangue e festa pro Harry Potter. ***


SAN VALENTINO ROSSO SANGUE E FESTA PRO HARRY POTTER.


"Visto e considerato che alcuni studenti di Hogwarts sono sempre molto più propensi verso lo studio, soprattutto lo studio della letteratura italiana, da ora in poi gli insegnanti daranno il doppio dei compiti che avrebbero dovuto spettare agli studenti. Ne sarete felici, immagino. Buon proseguimento di studi" 
L'annuncio di Severus Piton la mattina dopo il messaggio Dantesco dell'ES fu una coltellata nello stomaco per i ragazzi. Di certo, l'ultima cosa che intendevano fare era dare agio agli insegnanti di caricarli di compiti. Ma loro non avrebbero potuto prevedere che accadesse questo: Piton detestava quelle scritte ma nessuno si sarebbe mai immaginato il doppio dei compiti, ma almeno una punizione per tutti i sospettati dell'ES. Severus Piton celava sempre brutte sorprese, impararono.
Gennaio passò in fretta, lasciando il posto ad un allegro febbraio. L'aria si stava mostrando sempre più soleggiata, sembrava un aria di speranza e rinascita: stava arrivando anche primavera. Quell'aria non fece scoraggiare gli studenti, che erano stati costretti a studiare il doppio, e diede loro sempre più forza. Nessuno dell'ES aveva parlato ad Astoria dal giorno in cui la Squadra di Inquisizione li aveva beccati ma la ragazza cercava ogni modo per contattarli, mettendosi a rischio. 
Fu proprio quando Ginny e Neville furono beccati dai Carrow mentre canticchiavano una canzone che aveva inventato Pix su di loro, che le cose si misero abbastanza male per loro: Ginny fu espulsa dalla squadra di Quidditch di Grifondoro a tempo indeterminato e a Neville furono tolte le uscite ad Hogsmeade. Di certo, era arrivato di nuovo il tempo di agire: quel San Valentino sarebbe stato un San Valentino rosso sangue. 
"Mi chiedevo se... insomma... ti andava di venire con me ad Hogsmeade..." Hannah Abbott diventò paonazza tutto un botto e Ginny fece attenzione a non farsi vedere, nascosta dietro ad una colonna con la strada sbarrata da Neville e Hannah che si scambiavano dolci effusioni. 
Non sentire, non sentire, non sentire. 
"Hannah, mi sarebbe piaciuto ma... i Carrow mi hanno proibito le gite ad Hogsmeade" rispose Neville imbarazzato, e nel suo tono c'era anche rabbia. 
"Oh, mi dispiace. Allora la prossima volta..." la ragazza lasciò la frase in sospeso e fece per andarsene quando Neville la prese per un braccio. Non sarebbe stato per nulla imbarazzante se Neville avesse preso Hannah per un braccio e basta. No, il ragazzo le diede anche un rapido bacio sulla guancia, facendo accrescere l'imbarazzo sia sulla scena che dietro alla scena, o meglio... dietro alla colonna di marmo. 
Non vedere, non vedere, non vedere. 
Ma Ginny non potè non vedere: il bacio di Neville e Hannah fu rapido ma carino. E soprattutto imbarazzante. 
"Ehm... mi sarebbe piaciuto venire ad Hogsmeade con te" disse Neville impacciato. 
"Sì... anche a me..." sussurrò Hannah, e stavolta se ne andò sul serio. 
Ginny ci mise del tempo per uscire fuori dal suo nascondiglio, tempo che impiegò a riflettere su come comportarsi dopo che aveva visto il migliore amico fare lo sdolcinato con la Tassorosso e scambiare un bacio innocente e confusionario, ma quando uscì, decise di fare addirittura finta di niente. La faccenda per Neville era un tantino confusa e parecchio seria per far sì che lui mantenesse il tono amichevole di sempre. 
"Ehi, Neville!" la voce di Ginny era troppo acuta e falsamente allegra per essere convincente.
Il ragazzo le lanciò una rapida occhiata e tornò a guardare di fronte a lui. "Ciao, Gin" disse, con scarso entusiasmo.
E fin lì era andato tutto bene. 
"Che stavi facendo? Sei tutta rossa e strana" aggiunse, sospettoso. 
Come non detto. 
"Davvero?" lei fece una grossa risatina nervosa. "No, ma che dici! Io? Rossa? Semmai ho i capelli rossi, non la faccia. Neville, Neville... ma per chi mi hai presa? Per un colibrì? E che cosa stai insinuando con quella faccia da ebete che hai sul viso?" 
Neville sembrò riflettere velocemente. "Hai visto" decretò, in tono afflitto e rabbioso. 
"Ho visto?" chiese Ginny stupidamente, tradendo la nota di panico nella voce. 
"Hai visto" 
"Ho visto" si arrese la ragazza. 
"Beh? Che bel buco nell'acqua, vero?" fece Neville, sbuffando di impazienza. "Perchè ti metti a spiare le persone?" 
"Ehi!" protestò Ginny immediatamente, diventando d'un tratto dura. "Io non avevo intenzione di spiarti! Non è colpa mia se mi sei passato davanti! Non potevo sbucare all'improvviso tra voi e mi sono nascosta. E ho cercato di non sentire e vedere... ma era difficile!" 
Neville annuì e tra loro ci fu un silenzio molto più che imbarazzante. 
"Allora è vero che ti piace Hannah" disse la ragazza, per rompere il silenzio. "Perchè non me l'hai mai detto? Guarda che sta soffrendo un casino perchè sei pieno zeppo di ammiratrici e quelle lettere d'amore che hai in mano e che lei ha sicuramente visto non aiutano per nulla nella tua situazione" 
"Sei venuta a farmi la predica?" 
"Ehi!" fece nuovamente lei. "Non ti sto facendo la predica. Stavo solo dicendo che se vai in giro con un manipolo di ammiratrici che..." 
"Ti pare che è colpa mia?" la interruppe Neville brusco, scagliandosi contro la migliore amica. 
"No" ribattè Ginny in fretta, sorpresa dalla reazione dell'amico. "Ma... volevo dire... che ti prende?" 
"Devi farti gli affari tuoi" sbottò Neville e si diresse via da lei con passo veloce, sbuffando infastidito. 
Ginny alzò gli occhi al cielo: ci mancava solamente quella storia per completare al meglio la giornata. 




Dopo l'incontro/scontro con Neville, Ginny rimase col broncio per tutta mattinata, anche quando Lumacorno mostrò loro dell'Amortentia dal profumo magnifico e che doveva rivelarsi il momento più bello della settimana: nell'Amortentia lei sentiva anche l'odore del suo fidanzato ed era come se lui fosse lì con lei. Purtroppo, non si godette a pieno quel momento. Colpa di Neville. Lumacorno sembrava piuttosto felice a San Valentino e non faceva che ricordare i vecchi tempi, cosa davvero molto noiosa per la classe. 
"Ehi" 
Una voce familiare arrivò alle orecchie della ragazza, intenta a scrivere un lungo tema per Lumacorno in Sala Comune di Grifondoro. 
"Ciao, Neville. Sei venuto per scagliare nuovamente la tua rabbia su di me?" chiese Ginny irritata, ma non era troppo arrabbiata. Non alzò lo sguardo su di lui, piuttosto continuò a scrivere sulla sua pergamena, ricordandosi le parole che Lumacorno aveva detto quella mattina sugli antidoti. 
"No" rispose il ragazzo, sprofondando nella sedia accanto a lei. "Mi dispiace, non ce l'avevo con te. Mi perdoni?" 
Ginny sorrise. "Certo, zucca vuota!" disse con uno sbuffo, e lui si spinse in avanti per abbracciarla. "Adesso mi dici che ti è preso e cosa è successo con Hannah. Non mi importa un'accidente se i tuoi ormoni impazziti si sono placati... tu adesso mi racconti tutto per filo e per segno" aggiunse, affettuosamente minacciosa.
"Che ti devo raccontare?" Neville era di nuovo imbarazzato. "Mi piace Hannah, l'hanno notato pure i ciechi. E io l'ho invitata a fare una passeggiata nel castello prima delle lezioni e lei deve aver capito come amici, e che non era un vero e proprio appuntamento di San Valentino. D'accordo, come appuntamento faceva schifo, mi sono espresso anche male e il fatto che l'appuntamento fosse un giro nei corridoio è penoso ma... i Carrow mi hanno tolto le gite ad Hogsmeade! Quando lei mi ha chiesto di andarci insieme ho dovuto dirle di no e... beh, ha capito male. Ha capito che non volevo andare con lei, che volevo solamente passeggiare in corridoio per perdere tempo. Ma io le ho dato un bacio e ho reso tutto più confuso. Anzi, è stata lei a confondere tutto! Ma cosa ne pensa di quel dannatissimo bacio?" 
Un attimo di silenzio accolse le parole sconsolate di Neville. 
"Oh, sono sicura che il bacino sulla guancia è stato magnifico" cinguettò la ragazza, per tirarlo su di morale. 
Neville rise. "Smettila" borbottò. "Non è affatto divertente! Non ho mai baciato una ragazza, neanche sulla guancia. Magari ho fatto schifo!" 
"Non farti questi film mentali e vai immediatamente da lei" 
"Come?" 
"Mi hai sentita" concluse Ginny senza spiegazioni, arrotolando il lungo foglio di pergamena e fissando intensamente un impacciato e imbarazzatissimo Neville. "Domani abbiamo la riunione dell'ES... vai da lei con la scusa della riunione, inventa una scusa qualsiasi e parlale. Semplice, vero?" 
"Non sono bravo in queste cos..." 
"Muo-vi-ti!" 
E il povero Neville dovette annuire e darle ascolto, ovviamente. Conosceva benissimo il suo talento per le Fatture Orcovolanti e non valeva la pena rischiare. 
Ginny parve piuttosto soddisfatta. "E ho anche una bellissima idea per farla pagare ai Carrow..." disse, sbattendo languidamente le ciglia e cercando di non mostrarsi troppo compiaciuta della sua idea geniale. "Già ho detto che questo San Valentino sarà un San Valentino rosso sangue?" 




"Vedo che con la parte delle rivolte Babbane ci sono stati parecchi problemi" disse Alecto quel pomeriggio, sfogliando pigramente i test che i ragazzi avevano fatto per la fine del quadrimestre. "Eppure le abbiamo ripetute tempo fa, e tante di quelle volte..." 
Ginny fece un grosso sbadiglio, perchè l'aula di Babbanologia le metteva addosso una grossa stanchezza e di conseguenza una gran voglia di dormire, e lanciò uno sguardo alla donna, ancora intenta a sfogliare le verifiche di fine quadrimestre, pensando seriamente che nessun test in tutta Hogwarts poteva essere disastroso come il suo: lei non aveva compilato quel disgustoso questionario, piuttosto si era divertita a scrivere risposte non pertinenti all'argomento. 
"Greengass, da te mi sarei aspettata di meglio" mormorò Alecto imbronciata, alzandosi per consegnare alla ragazza il test. 
Astoria impallidì. "I-io... mi dispiace di non aver dato il meglio" disse, con gli sguardi sospettosi dei compagni Serpeverde addosso. 
Anche l'insegnante le rivolse uno sguardo sospettoso, poi lesse l'ultimo test. "E adesso... aaaaah, vedo che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Vero, cara?" chiese, rivolgendo tutta la sua attenzione a Ginny e consegnandole il suo disastroso test di Babbanologia. "Davvero comico il tuo test... comico come i tuoi vani tentativi di startene buona: tentativi da Troll" 
E alzò in aria il foglio con la valutazione per mostrarlo alla classe: le serpi scoppiarono a ridere vedendo la sua T. 
Ginny era tranquilla: non le era mai importato di Babbanologia e Arti Oscure, e adesso che il piano dell'ES stava per compiersi le sarebbe importato sempre meno di queste due materie inutili e odiose. Se solo Gazza si fosse dato una mossa, forse in quel momento Alecto era già prosciugata fino all'osso di sangue. E chiunque può immaginare in che modo. 
Passarono altri minuti interminabili, poi qualcuno bussò alla porta. 
"Avanti!" disse Alecto imperiosa, aspettandosi qualche professore. 
"Professoressa Carrow..." Gazza entrò nell'aula inciampando, seguita dalla sua gatta scheletrica. "Professoressa Carrow, ho trovato questi cioccolatini fuori alla sua classe e sono proprio per lei. Oggi è San Valentino, mi sa che ha un ammiratore segreto" aggiunse, tutto uno zucchero. 
L'espressione di Alecto si addolcì, poi le sue sopracciglia si aggrottarono. "Possono essere anche cioccolatini avvelenati" 
"Oh no, signora. Non appena li ho visti li ho fatti assaggiare personalmente ad un elfo domestico" disse subito Gazza, in tono adorante. "Avevo immaginato che questi sciocchi studenti avrebbero potuto metterla in pericolo, ho previsto tutto. E non sono di un ammiratore, glieli ha mandati proprio suo fratello in persona" 
Alecto era così contenta che accettò la scatola di cioccolatini e se ne ficcò uno in bocca, con sicurezza. L'ES aveva davvero previsto tutto: sapevano tutti che Gazza avrebbe fatto provare i cioccolatini a qualche elfo domestico ma quel che Gazza e Alecto non sapevano è che i cioccolatini erano davvero ripieni di qualcosa, e quel qualcosa era Torrone Sanguinolento... e il Torrone Sanguinolento di Fred e George non funzionava sugli elfi domestici, solo sugli umani. 
"Grazie mille, Gazza. Mi ricordi di aumentarle lo stipendio" disse Alecto, congedando il vecchio custode. 
"Ohhh" fece il vecchio, felice come non lo era mai stato. "La ringrazio, signora... la ringrazio!" e si chiuse la porta alle spalle. 
"Benissimo" incalzò la professoressa, soddisfatta. "Dunque, dove eravamo rimasti? Ah, dato che i test di alcuni di voi sono risultati a dir poco disastrosi, potrei anche pensare di bocciare queste persone. E non ci sarà nessun insegnante a fermarmi" aggiunse, e tirò su col naso. Nel momento in cui tirò su col naso, un piccolo rovolo di sangue uscì da una narice, atterrendo alcuni timidi Serpeverde al primo banco. "Inoltre, la condotta di..." ma non ci fu modo di continuare: il sangue aveva iniziato a gocciolare copioso e ben presto sul pavimento si fece una piccola pozzanghera rossa. 
Era così divertente vedere Alecto strillare, bianca come un lenzuolo. 
"SONO STATI QUEI CIOCCOLATINI! CHIAMATE QUALCUNO!" 
I ragazzi si agitarono vistosamente; Harper e alcuni Serpeverde corsero immediatamente fuori alla porta, mentre Alecto urlava. 
"SE SOLO ACCHIAPPO... AAAAAAAH!" Alecto si tamponava il flusso di sangue, ma quello era troppo. I Grifondoro ridacchiavano sommossamente, certi che dietro a tutto quello c'era di sicuro l'Esercito di Silente. "AAAAAAAAAH! AIUTOOOOOOO!" 
"Professoressa, si calmi..." disse una Serpeverde. 
Ovviamente, non sarebbe stato divertente se allo spettacolo non sopraggiungeva Amycus. E infatti, dopo nemmeno cinque minuti, Amycus fece una violenta irruzione nell'aula, con il naso gocciolante di sangue come la sorella e l'aria furibonda, anche più della sorella. Sbattè la porta dell'aula così forte che molti dei ragazzi quasi caddero dalle sedie e si spaventarono molto: la loro aula era diventata una specie di strano luogo dalle pozzanghere rosso sangue. 
"ALECTO, STUPIDA! MI HAI MANDATO DEI CIOCCOLATINI AVVELENATI!" sbraitò, infiammandosi con Alecto e colpendola sul petto. 
"IO?! SEI TU CHE LI HAI MANDATI A ME!" si difese Alecto, colpendo a sua volta il fratello. 
"GAZZA AVEVA DETTO CHE NON ERANO AVVELENATI!" 
"LI AVEVA FATTI PROVARE AD UN ELFO!" 
Le urla dei due Carrow echeggiavano nel corridoio e in un attimo accorse la McGranitt, che fingeva di essere seriamente preoccupata. Dietro alla professoressa, un manipolo di studenti, in cui spiccavano i membri dell'Esercito di Silente al completo e alcuni piccoli del primo anno, si affacciarono nella classe e scoppiarono a ridere alla vista dei sanguinanti insegnanti. Ginny riuscì perfettamente a vedere l'ombra di un sorrisino di scherno sul volto della McGranitt ma stette ben attenta a non farsi notare, anche perchè era stata lei l'artefice di tutto quello e non doveva farsi scoprire, anche se probabilmente i due fratellini avevano già capito chi c'era sotto. Ma non avrebbero indagato a lungo: il sangue li avrebbe prosciugati. Era così bello vedere i Carrow strillare e scannarsi tra di loro dando vita ad una faida familiare interessante. Un evento senza precedenti e degno di essere ricordato a lungo. 
Neville le fece l'occhiolino e Ginny fece una smorfia, scambiando poi uno sguardo contento con Astoria Greengass. 
"Si può sapere adesso cosa succede qui dentro?" fece la McGranitt, esasperata come non mai. 
"Secoddo lei?" sbottò Alecto, il sangue che colava anche nella bocca. "Guel dannado Esercido di Siledde! Cioggoladini avvelenadi!" 
"Avvelenati?" 
"NON VEDE CHE SDIAMO SANGUINADDO?!" 
"Credevo che ogni cosa che provenisse dai Tiri Vispi fosse sequestrata, ne avevate personalmente il compito" ribattè la McGranitt gelida, e anche compiaciuta. "Si vede che avete fatto male i vostri conti: l'ho detto che le perquisizioni non servivano a nulla. Forse dovremmo affidare questi compiti a gente più competente" 
Sebbene coperti di sangue, i due Carrow erano lividi di rabbia e collera. 
"NON VEGGA A CONDESTARE!" esclamò Amycus furibondo, alzando il capo per non far colare altro sangue. "FERMI GUESTO SANGUE! SUBITO!"
"Mi dispiace, la magia non funziona su questi prodotti. Sono anni che sperimentiamo incantesimi" rispose la McGranitt, affabile. "L'effetto svanisce da solo. E mi dispiace informarvi che questo vi procurerà giramenti di testa e svenimenti per tutta la giornata" 
"CHE GOSA?" strillarono i due, mentre i Grifondoro ridacchiavano e i Serpeverde si agitavano, scoccando occhiate furenti alla professoressa McGranitt. 
"Ah, inoltre... questi prodotti non funzionano sugli elfi domestici" 
Ci furono due colpi sonori: Alecto e Amycus Carrow erano appena svenuti, mettendo fine a quel San Valentino rosso sangue. 




"Ahi! Madama Chips... piano..." 
"Signorina, per l'amor del cielo... stia un attimo ferma!" 
Nonostante i Carrow furono soggetti a continui svenimenti per tutta la settimana e ricoverati in Infermeria, dopo quasi un mesetto diedero inizio ad una specie di punizione collettiva: chiunque loro sospettassero dello scherzetto di San Valentino venne punito. E ovviamente non mancarono Ginny e Neville, in cura da più di quattro giorni con la speranza che quei brutti lividi e segnacci li abbandonassero in fretta. 
Ovviamente, quel San Valentino era stato un fiasco totale se non fosse stato per il divertimento dato dagli svenimenti dei Carrow: Ginny aveva ricevuto tantissime lettere d'amore e regalini, ma non aveva fatto altro che pensare al suo fidanzato e ai suoi baci, ai suoi abbracci, alle sue parole d'amore e al fatto che avrebbe potuto essere lì con lei invece di essere chissà dove. Al fatto che lui le mancava tantissimo. Neville era riuscito a parlare con Hannah ma non aveva risolto nulla: la ragazza era sempre più ostinata nei suoi confronti e questo perchè lui aveva ricevuto dichiarazioni da qualunque ragazza, grande o piccola che sia. Astoria era ritornata a far parte dell'ES perchè aveva dato di nuovo ai ragazzi prova che potevano fidarsi di lei, e questo le rendeva davvero onore. 
"Madama Chips, sia delicata. La spalla mi fa male!" gemette Ginny sofferente, tutta infreddolita. Era marzo ma la primavera non era ancora arrivata, e avere una spalla da fuori a marzo non era poi così salutare... una spalla maciullata da fuori, mi correggo. "Ahia... la prego, faccia piano! Anzi, pianissimo... possibilmente!" 
"Gin, poche storie" la rimbeccò Neville, che era stato già medicato. 
"Avrei voluto vedere te" sussurrò la ragazza, ficcandosi un pugno in bocca mentre Madama Chips le continuava a curare la spalla. "Brucino all'inferno, quei due caproni! Maciullarmi la spalla già ferita e continuare a farmi del male con la Cruciatus... forse il Torrone Sanguinolento non è stato abbastanza!" 
"SSSSSSSSSSSSST!" fece Madama Chips, atterrita che qualcuno potesse sentirla e portare spia ai Carrow. 
Un veloce scarpettio annunciò ai tre che qualcuno stava entrando in Infermeria: era la professoressa McGranitt, ed era arrabbiata. I due ragazzi cercarono di evitare lo sguardo severo dell'insegnante e di concentrarsi su altro che non fosse il suo volto, ma non potettero farne a meno. La professoressa stava guardando dai graffi su tutto il corpo della ragazza alla sua spalla sanguinante per finire ai lividi violacei sul volto di Neville. 
"Professoressa McGranitt" salutò la Guaritrice, in tono rispettoso. 
"Buon pomeriggio. Beh, vedo che si danno da fare i due insegnanti" disse la McGanitt, con estremo disappunto. Poi abbandonò l'espressione severa per dare spazio ad un'espressione sconsolata e preoccupata. "Volete stare attenti, voi due? Ho appena incontrato il signor Finnigann, e neanche lui è messo bene. Dovete finirla di rischiare così... la vostra vita è preziosa. Guardate come siete ridotti! I Carrow fanno sul serio, l'avrete notato. E noi non possiamo fare nulla per proteggervi, per impedire loro di farvi del male con la Maledizione Cruciatus o altro" aggiunse, addolorata. 
"Professoressa..." cominciò Neville, con urgenza. 
"No, signor Paciock. Non mi importa se siete nell'Esercito di Silente" lo interruppe lei. 
"Ma professoressa, non vede che stiamo dando una speranza ai ragazzi?" chiese Ginny velocemente, prima che la professoressa potesse interrompere anche lei. "I ragazzi hanno bisogno di speranza, questi ragazzi hanno davvero bisogno di speranza. Non ha ascoltato RadioPotter, ultimamente? Stiamo davvero dando forza a tutti agendo dentro questa scuola. Non possiamo fermarci" 
"Silente sarebbe stato fiero di noi, se lo ricordi" aggiunse Neville convinto. 
Madama Chips tirò su col naso, affrettandosi a pulire le ferite della ragazza senza guardare in faccia nessuno, e gli occhi della McGranitt parvero lucidi di lacrime, il viso meno teso di prima: i due ragazzi avevano commosso le due donne. La McGranitt parve fare dietrofront per andare via, poi ci pensò un attimo su e tornò di nuovo a guardare negli occhi i due capi di quel famigerato Esercito di Silente con un'intesità mai vista. 
"State attenti" disse semplicemente, e uscì dall'Infermeria. 
Una volta che Ginny sfuggì dalle cure assillanti di Madama Chips, lei e Neville si avviarono velocemente dal loro grande amico. Sì, Hagrid li aveva invitati ad una piccola festicciola in onore di Harry Potter e di certo i due ragazzi non potevano mancare, sebbene avessero già rischiato tantissime volte l'osso del collo e sebbene continuassero a mettersi costantemente in pericolo. Era certo che i membri dell'ES li attendevano a braccia aperte, compresi, probabilmente, altri ragazzi che sostenevano fieramente Harry Potter e che non si erano tirati indietro dal partecipare alla festa messa su da Hagrid. 
Quando attraversarono il cortile e scesero la collinetta per andare da Hagrid, non c'erano dubbi sul luogo della festa: l'orto delle zucche era addobbato a festa con foglie, fiori primaverili e un sacco di roba strana, che di sicuro il gigante aveva trovato nella Foresta Proibita; foto giganti di Harry Potter, prese dalla Gazzetta del Profeta, li guardavano a sottecchi con aria spaesata ed erano sparse dappertutto; Denti di Leone erano posti in cerchio in modo abbastanza goffo e funghi dalle dimensioni giganti fungevano da sedie nella staccionata; cibi e bevande erano posti dentro alla capanna. 
Accanto alla staccionata vi era scritto, con calligrafia stramba: 

 
FESTA PRO HARRY POTTER.
 
Come se non fosse abbastanza comprensibile. 
"Ragazzi!" ruggì Hagrid, stritolando in un abbraccio soffocante i due ragazzi appena arrivati. "Credevo che non venivate, e non era carino da parte vostra!" 
"Ma ti pare?" fece Neville con voce strozzata, facendo una piccola smorfia. "Abbiamo avuto solo qualche piccolo contrattempo..." 
"Contrattempo da niente?" chiese Hagrid preoccupato, lasciandoli andare. 
"Nulla di grave" 
"Oh, sono così felice che ci siate anche voi! Venite, venite... ci sono i posti per sedere!" Hagrid stava indicando i funghi giganti, sul quale erano seduti gli studenti. "Lo so, sono solamente funghi ma sono molto comodi. E dentro casa ci sta il mangiare, da bere e roba varia. Venite dentro, coraggio!" 
Ginny e Neville avanzarono nella staccionata e salutarono tutti, compresi gli studenti che non conoscevano. In un attimo, furono circondati da un manipolo di ammiratori, cosa che Micheal e Hannah parvero trovare particolarmente irritante perchè si alzarono dai loro funghi e andarono via, sparendo nella capanna. Nessuno sapeva cosa avevano avuto: Hannah era gelosa... ma Micheal? 
"Chi vi ha detto della festa?" chiese Ginny incuriosita, guardando gli studenti che non facevano parte dell'ES. 
"Abbiamo incontrato Hagrid in corridoio" rispose una ragazza molto graziosa, accavallando le gambe. "Lui ci ha detto subito della festa e noi abbiamo fatto circolare la voce, senza che i Carrow lo sapessero altrimenti erano guai. Comunque io sono Sophia, sono di Corvonero del quinto anno" aggiunse, sorridendo. 
Ginny aprì la bocca per presentarsi, ma lei la interruppe. 
"Ovviamente so chi sei" disse Sophia in tono autoritario, sistemandosi la gonna e provocando la reazione dei ragazzi. "Parlano tutti di te a scuola, e so anche che probabilmente sei dell'Esercito di Silente. Vorrei arruolarmi ma non sono una ragazza particolarmente coraggiosa, devo ammetterlo. Sono dalla vostra parte" 
"Davvero?" 
"Certo!" 
Ginny fece un gran sorriso a Sophia e si rilassò: aveva amato la sincerità della ragazza e il fatto che non le chiedesse di arruolarsi nell'ES. Avrebbe dovuto farle fare tantissime prove per constatarne la fiducia e l'affidabilità... ma era contenta che fosse dalla loro parte, nonostante non agisse. 
"Anch'io sono dalla vostra parte" intervenne un ragazzo. 
"Non dimenticatevi di me" aggiunse un altro studente. 
"L'incidente del Torrone Sanguinolento è stato fortissimo" disse il primo ragazzo, lasciandosi sfuggire una risatina. "Ho visto i Carrow svenire per tutto il giorno, non ne potevo più di ridere. Era impossibile non scoppiare a ridere! Come avete fatto?" 
"Oh... è stato facilissimo" ribattè Ginny divertita, cominciando a raccontare. 
Alla festa si erano creati alcuni gruppetti chiacchierini: Hagrid ciarlava con i più piccoli degli studenti ed era intento a mangiare; gli altri chiacchieravano sparsi tra di loro e non vedevano l'ora che la festa cominciasse, perchè secondo Hagrid dovevano arrivare ancora altre persone. Ginny aveva spiegato a Sophia, Jim e Francis, tutti e tre che appartenevano alla Casa di Corvonero, come erano riusciti a fare lo scherzo di San Valentino e Sophie rivelò alla ragazza che sapeva chi le aveva regalato l'orsacchiotto rosso, ovvero un suo compagno di classe molto idiota. 
"E l'idea del verso Dantesco chi l'ha avuta?" chiese Sophia curiosa. 
"Sempre io... e mi dispiace per il doppio del compiti che avete ricevuto" rispose Ginny scusandosi, mangiando la tartina che Jim le porgeva. 
"Ma dai, non potevi saperlo. Piton è stato davvero perfido" 
"E da quando in qua Piton non è perfido?" 
Sophia fece una grossa risatina tintinnante. "Ben detto!" convenne. "Comunque... ho saputo dell'incidente con Alan Parker" aggiunse, indicandolo con un cenno del capo mentre si univa a Romilda Vane e alle sue amiche. "Io sto dalla tua parte anche per questo: detesto con tutto il cuore Eileen e le amiche. Si credono Dio sceso in terra, vero? Io mi circondo solo di persone che ritengo intellettualmente stimolanti" 
La festa pro Harry Potter durò a lungo e ben presto i ragazzi, insieme ad Hagrid, conversarono su quelli che erano i problemi della popolazione magica e sul periodo difficile che stavano passando tutti, a partire da quello della scuola di Hogwarts. Anche se le canzoni di Celestina Werbeck distraevano alcune ragazze, la maggior parte di loro presero parte al dibattito, mandando giù di tanto in tanto una specialità culinaria di Hagrid, stranamente buona e non dura come roccia. Anche Cassie Jackson aveva preso parte alla festa ed era stato davvero molto coraggioso da parte sua, dato che era arrivata quell'anno. 
"METTERE DIECIMILA GALEONI SULLA TESTA DI UN RAGAZZO!" stava gridando Hagrid con foga, mentre i ragazzi, presi anche loro dalla conversazione, annuivano con vigore e, seguendo l'esempio del gigante, smuovevano accuse contro l'intero Ministero. "Che schifo... è una schifezza! Questa festa doveva dimostrare proprio questo e sono contento che tutti voi la pensiate come me! E qui c'è anche la sua fidanzata... che è sconvolta! Hanno rovinato il loro amore!" 
Ginny arrossì, mentre gli occhi di tutti si posavano su di lei. 
Neville sorrise. "Giusto, che ingiustizia!" esclamò. 
"CHE FETENTE INGIUSTIZIA!" fece eco Hagrid, calandosi in gola un grosso bicchiere di una bevanda... sicuramente forte. 
In un attimo, la festa pro Harry Potter divenne una piccola rivoluzione, a calar del sole. Ginny non si sarebbe meravigliata se la McGranitt fosse scesa lì nell'orto delle zucche con la crocchia spettinata, la vestaglia scozzese e un paio di ciabattine per intimar loro il silenzio: le loro voci si sarebbero sentite perfino dalla Torre di Astronomia. E quella festa era pure illegale. Se i Carrow fossero accorsi... sarebbe accaduto il pandemonio.
Ma i Carrow non accorsero... non loro, almeno. 
"A Harry... hic... Potter!" esclamò Hagrid, alzando il settimo bicchiere al cielo mentre facevano l'ennesimo brindisi. "E cento di questi... hic... giorni!" 
"La festa gli ha dato alla testa" sussurrò Neville, tra una risatina e l'altra, nell'orecchio dell'amica. 
"Almeno ci siamo divertiti" disse Ginny contenta, facendo una piccola smorfia. "Sono davvero contenta del fatto che queste persone gli credano. Se solo lui fosse qui con noi... se solo sapesse che cosa stiamo facendo per lui... questo potrebbe dargli tanta forza. Mi manca tantissimo" aggiunse. 
"Immagino. Manca a tutti" ribattè il ragazzo, poggiando cortesemente un braccio attorno alle spalle dell'amica. 
"Con Hannah?" chiese Ginny curiosa, tanto per cambiare argomento. 
"Eh..." fece Neville. "Il solito... dannazione! Non mi vuole proprio vedere... le ho chiesto spiegazioni, ma nulla..." 
"Ma sono settimane che è arrabbiata con te. Dovresti confessarle il tuo amore" 
"Sei impazzita? Sei impazzita. Non posso confessarmi! Dovrei baciarla... è il mio primo bacio... perchè voi ragazze siete così complicate?" 
"Bada a come parli, signor-primo-bacio" 
Neville rise. "Ehi, guarda Hagrid!" aggiunse, scoppiando nuovamente a ridere. 
Hagrid canticchiava una canzone, facendo l'ennesimo brindisi; i ragazzi ridacchiavano. 
Poi ci fu una distrazione nella persona di Astoria Greengass. 
"Astoria!" si stupì Neville. "Che ci fai qui? Se qualcuno ti vedesse... saresti in grossi guai" 
"Più di quelli che spettano a voi?" ribattè Astoria agitata. "Sentite, pessime notizie. Mia sorella e alcuni Serpeverde stavano parlando con i Carrow perchè hanno capito che qui ci sta una festa o qualcosa del genere, qualcosa di rivoluzionario. Non so cosa hanno in mente ma ve ne dovete andare. Subito!" 
"Cosa?" esclamò Ginny preoccupata, fissando il volto che in passato tanto aveva odiato. "Astoria, ma..." 
"Io devo scappare via. Voi avvisate tutti e abbandonate la festa" 
Ginny aprì la bocca per dire qualcosa ma all'improvviso si udirono dei crac sommossi, come se qualcuno si fosse appena Smaterializzato fuori al confine del castello. I ragazzi si guardarono attorno, atterriti da quel che avevano appena udito, prima di scattare su dai funghi: rumori di voci e di passi pesanti giunsero alle orecchie dei presenti. Astoria afferrò Ginny per un braccio e la trascinò via dalla mischia, sussurrandole nell'orecchio. 
"Raduna gli altri e vai via, ti prego" disse, correndo. "Sono quelli del Ministero!" aggiunse, a voce alta perchè la potessero sentire tutti. 
"QUELLI DEL MINISTERO?" si udì uno strillo. 
Erano bloccati e circondati: quelli del Ministero correvano verso di loro dalla Foresta e i Carrow e un manipolo di Serpeverde percorrevano velocemente il parco per raggiungerli. Astoria impallidì, cercando disperatamente una via d'uscita che non fosse la tortura. 
"Andate al castello! Muovetevi!" esclamò Hagrid in direzione dei ragazzi, che presero a correre come matti verso la serra di Erbologia, l'unica scorciatoia che avrebbe permesso loro di non essere scoperti. "Forza, anche voi due! Andatevene via immediatamente!" 
"Ma Hagrid! Non puoi restare qui e..." Ginny non sapeva che fare: non voleva lasciare solo l'amico, che avrebbe pagato per quello. Ma Hagrid le fece segno di andare via e le disse che lui se la sarebbe cavata alla grande. 
Neville prese l'amica per una manica e la costrinse a muoversi, mentre lei incitava Astoria a seguirli. Ma ormai Astoria era stata vista dalla sorella: non aveva più vie di fuga e per salvare la loro pelle era stata costretta a mostrarsi come spia davanti a coloro che la credevano dalla parte di Voldemort. 
"Tua sorella fa la spia! Fa la spia!" strillò Selwyn a Daphne Greengass, che era troppo scioccata per parlare. 
"L'ho sempre detto che era una spiona!" sbottò Tiger disgustato, facendo schioccare le nocche in modo minaccioso. 
"Brutta schifosa! Come hai osato?" esclamò Daphne furibonda, una volta che ebbe recuperato l'uso della parola. "CRUCIO! CRUCIOOO!" aggiunse, lanciando una Maledizione Cruciatus sulla stessa sorella. 
Astoria cadde a terra e si contorse, urlando come una matta. 
"Gin, non possiamo fare nulla per lei... abbassati!" disse Neville agitato, nascondendo se stesso e l'amica dietro ad un cespuglio di rose. 
"Bene, bene!" fece Amycus, compiaciuto per l'operato. "Cosa abbiamo qui? Una spiona e una festa ridicola" 
"Una festa pro Harry Potter..." Alecto rise, di una risata rozza e tagliente. I membri del Ministero, che erano Mangiamorte, sopraggiunsero sulla scena mentre i Carrow sbeffeggiavano Hagrid e deridevano la festa che aveva messo su. Astoria era trattenuta a forza dai suoi compagni Serpeverde e aveva la bacchetta della sorella puntata in gola, con tanta forza che quel punto era diventato quasi viola. 
"Una festa? Oh, mi piacciono le feste" disse la voce di un Mangiamorte. 
"Perfetto. Prendete quel selvaggio!" ordinò Alecto imperiosa, indicando Hagrid con un cenno della mano. 
I Mangiamorte del Ministero cercarono di ammanettare Hagrid ma quello si muoveva con così tanta forza che sarebbe stato capace di scatenare un terremoto. Ce l'avrebbe fatta e sarebbe scappato, nessuno poteva anche solo trattenerlo e nessuno poteva neanche Schiantarlo. 
"PRENDETELO, FORZA!" sbottò Amycus impaziente, tenendosi a distanza. 
"MA PRENDETELO UN CORNO!" ribattè Hagrid, scagliando per aria i Mangiamorte che tentavano di fermarlo. 
"Dobbiamo fare qualcosa per Astoria... glielo dobbiamo..." sussurrava Ginny spaventata, fissando Astoria che tremava per terra, circondata dai Serpeverde. "Neville, ti prego... ci ha salvati tutti, ci ha avvertiti! Ci ha detto lei di quelli del Ministero... dobbiamo aiutarla!" 
"Come facciamo?" chiese Neville, che era terreo in volto. "Come facciamo ad aiutarla? Due contro... quanti ne sono? Una trentina, se non peggio! Possiamo tentare... ma cosa concludiamo? Non ce la faremo ad uscirne vivi, è già un miracolo che non abbiano visto me e te!"
Naturalmente aveva ragione: li avrebbero ammazzati. 
"HAGGER!" una voce echeggiò tra gli alberi. 
"Cosa?" fece Alecto stupidamente, guardandosi intorno. 
"Cosa diavolo succede?" fece eco Amycus, ringhiando contro i suoi colleghi.
"HAGGER!" esclamò il gigante Grop, il fratellino di Hagrid di cui avevano tanto sentito parlare, gettando da un lato un albero e fiondandosi tra i tipi del Ministero e tra i Carrow e i Serpeverde, che schizzarono velocemente via, spaventati come non lo erano mai stati. Zabini reggeva Astoria, semi-svenuta, mentre correva per salvarsi quella pellaccia odiosa che si ritrovava. 
Hagrid si lasciò acciuffare dal fratello, che lo issò sulla spalla e si affrettò a correre velocemente verso i meandri della Foresta Proibita, lasciando i Carrow a sbraitare inutili ordini agli uomini del Ministero della Magia. 




"Il Profeta di ieri non dice una parola, vero?" chiese Ginny mestamente, cullata dal movimento dell'Espresso di Hogwarts che sferragliava pigramente nelle campagne per riportarli tutti a casa. Neville scosse il capo, mentre setacciava il giornale del giorno prima. 
Poi rispose: "Niente" 
Era arrivato anche il giorno della partenza per le vacanze di Pasqua e i ragazzi non avevano trovato nessuna informazione su Hagrid: secondo RadioPotter, ascoltata quella stessa mattina prima di prendere il treno, Hagrid si era dato alla macchia. Ma Ginny sapeva che Hagrid se la sarebbe cavata e inoltre lui stava insieme a Grop... ma Astoria che fine aveva fatto? Il giorno dopo la disastrosa festa pro Harry Potter era scomparsa, insieme a sua sorella Daphne. Che gliel'avessero fatta pagare per il fatto che era una spia? Sicuramente. Ma lei stava bene? E di Xenophilius Lovegood e Luna non c'erano notizie? Dov'erano tutte quelle persone scomparse? 
"Ho bisogno d'aria..." sussurrò Ginny decisa, uscendo dallo scompartimento. 
Percorse quasi l'intero treno per trovare una zona in cui non ci fossero persone che la squadrassero dagli scompartimenti o che schiacciassero il naso per vedere bene la fidanzata di Harry Potter, e alla fine la trovò, fermandosi a pochi metri dallo scompartimento dei Serpeverde. Ginny si affacciò al finestrino del corridoio e notò che il sole stava calando e che lì fuori non era più aperta campagna: si stava avvicinando sempre di più a casa. Lo scenario del tramonto le fece automaticamente pensare al suo fidanzato, a suo fratello e alla sua migliore amica... ma decise di scacciare quei pensieri, perchè le facevano sempre tanto male. 
Poi qualcuno pensò bene di fiondarsi sull'argomento. 
"Hermione Granger... è scritto sul Profeta di oggi!" 
"Lei insieme ad Harry Potter?" 
"Io l'avevo sempre detto!" 
"Anche Ronald Weasley è con loro due?" 
"Può darsi... ma qui dentro non sta scritto un bel niente su di lui" 
Dei ragazzi del quarto anno chiacchieravano tra loro, la Gazzetta del Profeta aperta. Ginny si lasciò prendere dal panico, e guardandoli con un'espressione interrogativa, marciò dritta verso di loro, sperando che il battito del suo cuore tornasse normale. 
"Ginny Weasley?" chiese subito una studentessa dai capelli castani, in tono preoccupato. 
"Sì... sono io, ehm... ho sentito..." il cervello di Ginny sembrava ipnotizzato ma i ragazzi del quarto anno furono molto comprensivi e le tesero immediatamente la rivista, accennando un sorriso forzato, quasi incoraggiante, allontanandosi da lei per lasciarla in pace con i suoi pensieri e con la lettura del giornale. Che sicuramente non era una tisana per la salute.


HERMIONE GRANGER, LA NATA BABBANA 
NOTA PER ESSERE IN VIAGGIO CON HARRY POTTER.

Una grossa foto di Hermione riempiva la prima pagina e Ginny si sentì mancare: come l'avevano scoperto? 
Ginny era così presa dai suoi pensieri che non notò nemmeno che Tiger era uscito dallo scompartimento e la fronteggiava. 
"Oh-ho! Guarda chi si rivede dopo il... ehm... fiasco della festa" Tiger fece un grosso ghigno malefico. "Su, non fare quella faccia, sappiamo benissimo che alla festa di quel selvaggio brutto e peloso ci stavi anche tu e quel ganzo di Paciock. Non siamo stupidi come credi, sai?" 
"Ho i miei dubbi" ribattè la ragazza a denti stretti. 
"Cosa hai detto?" 
"Ho detto spostati che devo passare" lei cercò di superare Tiger, ma la strada le venne sbarrata. 
Goyle rise; Draco si alzò per fronteggiare il compagno. "Entra dentro, smettila di fare l'idiota" disse, semplicemente. 
Nonostante Tiger non prendesse più ordini da Draco, a quelle parole zittì ed entrò nel suo scompartimento, sbuffando e imprecando a voce bassa. Era certo che Draco esercitasse sempre del comando su di loro, anche se quell'anno non aveva preso parte alle loro azioni contro i ribelli. Ginny restò a guardare gli occhi freddi e grigi di Draco, convita che quelli volessero dirle qualche cosa. 
Avrebbe tanto voluto correre e andare via da lui, ma lei non si mosse. 
Poi Draco parlò con voce bassa e roca: "Lei sta bene" disse solo, per poi voltarsi ed entrare nello scompartimento. 
Ginny sbarrò gli occhi e si decise ad andare via da lì, con le parole di Draco che echeggiavano nel suo cervello. 
Lei sta bene...
Ma lei chi? Astoria? Luna? Hermione? Chi tra queste tre stava bene? Chi aveva visto Draco? 
Fu con volto sconvolto che la ragazza ritornò nello scompartimento dell'ES. 
"Che succede?" chiese immediatamente Micheal Corner. 
Neville alzò il viso dal Profeta; Seamus aggrottò la fronte. "Che succede? Chi hai visto?" chiese, facendo eco alle parole di Micheal. 
"Sembra... non so, hai un'aria sconvolta" borbottò Lavanda e Seamus annuì, piegando il capo dal lato sinistro, come per osservarla meglio.
La ragazza era ancora impalata alla porta e Ernie tossicchiò sonoramente; Neville scattò su. 
"Gin... che cos'hai?" chiese l'amico, dolcemente, trovandosi proprio di fronte a lei e la ragazza, attirata dal suono della voce del suo migliore amico, trasse un profondo respiro come per calmarsi e mostrò ai ragazzi il giornale che i ragazzi del quarto anno le avevano dato. 
"Loro... loro lo sanno. Sanno che Hermione è con lui" 







Angolo autrice
Capitolo confusionario, vero? Prometto che alla fine tutto si sistemerà e che i misteri verranno risolti, ho promesso. Mi è sembrato giusto mettere la parte in cui Sophia, la ragazza che Ginny conosce alla festa, sappia dell'Esercito di Silente ma che non voglia arruolarsi perchè ha paura. Sapete, non tutti sono coraggiosi come i ragazzi dell'ES e mi è parso ovvio che alcuni studenti ammirino questo esercito ma che non avrebbero mai il coraggio di aggiungersi, ma che comunque sono dalla loro parte. Per quanto riguarda Astoria... beh, lei è il personaggio che più ammiro e la sua evoluzione è straordinaria. Ovviamente, viene tenuta a casa e non mandata più a scuola e per sicurezza anche la sorella Daphne. Mi è piaciuto inserire la parte in cui Draco difende Ginny e le dice che "lei sta bene". Naturalmente, voi potete immaginare di chi si tratta ma Ginny no, e dal momento in cui Draco è confuso ed è parzialmente dalla parte del bene, mi è parso più che giusto l'inserimento di una parte del genere. 
Un bacio!

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Capitolo 76
*** Il messaggio di Neville. ***


IL MESSAGGIO DI NEVILLE.


La Tana era davvero molto caotica nel periodo di Pasqua: Ginny e i gemelli si dedicavano, in ogni ora e minuto e secondo della giornata, a rendere l'atmosfera gioiosa e spensierata, ma senza di Ron quella casa pareva vuota. Erano mesi che non si faceva vedere, sentire... e alla famiglia mancava tantissimo. Ginny sentiva la mancanza di tutto, non faceva altro che sentire la mancanza di qualcuno o di qualcosa mentre ripensava ininterrottamente alle persone che aveva perduto e alle parole di Draco che nascondevano un grosso significato. Sì... ma quale? 
"Ma come diavolo è saltato in mente ad Hagrid di mettere su... una festa pro Harry Potter?" stava blaterando Molly irritata, affaccendata attorno ai fornelli e con un diavolo per capello. Non che ci fosse bisogno di qualsiasi aiuto per farle avere un diavolo per capello, intendiamoci. "Quella festa era così pericolosa che Ginevra ha pensato bene di andare a farci un salto! Vero?" aggiunse, rivolgendosi alla figlia in tono arrabbiato.
Lei notò che la madre era ritornata all'uso del nome per intero: era incazzata. Molto incazzata. 
"Andiamo, mamma..." disse, lanciando uno sguardo di supplica ai gemelli. 
"Cosa hai da rimproverarle ancora?" intervenne Fred in aiuto alla sorella. "Ha fatto benissimo ad andarci. Sinceramente? Era una bella festa..." 
"... che ha messo in pericolo tutti" concluse la madre, severamente. 
"Noi non ce la saremmo persa per nulla al mondo" ammise George serio. 
"Non ne avevo dubbi" ribattè ancora la madre, decisa a rimanere di quell'umore tempestoso per tutte le vacanze. "E io che sto ancora parlando con voi due... che siete andati in giro per il mondo a gestire illegalmente RadioPotter! E se vi avessero preso? Eh? Che bell'esempio che avete dato a vostra sorella! Non mi sorprende il fatto che stia dando così tanti problemi alla scuola, andando a feste illegali e Merlino solo sa cos'altro!" 
A Ginny veniva seriamente da ridere, e quella cosa non era normale. 
"Vero, Ginevra cara?" fece la madre, le mani sui fianchi e la roba che bolliva sui fornelli. 
"Verissimo" rispose la ragazza, allegramente. 
"Ehi! Come sarebbe a dire? Siediti subito! Non ho ancora finito con te, signorinella!" 
"Mamma... non potevo starmene con le mani in mano. I Carrow sono tremendi" e fece per andarsene. 
Crac.
Il rumore di una Materializzazione echeggiò in cucina, facendoli sussultare tutti come non accadeva da tempo. Ginny non uscì dalla cucina e, con la mano sul cuore e l'altra che impugnava la bacchetta velocemente sfoderata, si tenne a debita distanza; il padre aveva rovesciato tutte le carte da lavoro, talmente che era concentrato, e non aveva avuto tempo di prendere la bacchetta; la madre e i gemelli avevano solamente sussultato contemporaneamente, ma il pericolo non c'era. Chi si era appena Materializzato nella loro cucina era solamente Bill. 
"BILL!" esclamò Arthur, balzando in piedi e andando incontro al figlio. "Che cosa succede? Come mai sei...quello lì è sangue?!" 
Bill, pallido e sudaticcio e sicuramente sconvolto per qualcosa, recava sulle scarpe le inconfondibili tracce di sangue. 
Che cos'altro era successo? Cos'altro sarebbe mai potuto accadere? Ginny aveva il cuore che batteva a mille e non riusciva proprio a capacitarsi che fosse successo qualche altra brutta cosa: non c'era più spazio nella sua mente per le cose spiacevoli, ormai. Ma Bill doveva avere per forza qualcosa che non andava... doveva. Non si sarebbe mai Materializzato alla Tana con quel viso e le scarpe sanguinanti se la cosa non fosse seria. 
"Q-quello... SANGUE?" strillò la madre, sgranando gli occhi e tremando tutta. I gemelli scambiarono uno sguardo con la sorella, spaventati. 
"Mamma, calmati... non abbiamo molto tempo" disse Bill velocemente, mettendo le mani sulle spalle della madre. "Dovete andarvene da qui. Immediatamente e senza fare storie. Loro lo sanno. Voi-Sapete-Chi e i Mangiamorte sanno che Ron è con Harry ed Hermione. Quei tre sono appena stati a Villa Malfoy... un pasticcio! Li hanno presi, scoperti... ma sono riusciti a scappare. Sanno che Ron è con loro, prenderanno di mira la famiglia se non scappate!" 
Le parole di Bill raggiunsero le orecchie di Ginny da chilometri di distanza e il suo cuore continuò a battere all'impazzata. I tre ragazzi erano stati beccati dai Mangiamorte ed erano riusciti nuovamente a scappare? E cosa ne sarebbe stato di loro? 
"Ma stanno bene? Sono feriti?" riuscì a chiedere George, mentre la sorella e la madre si accasciavano su una sedia. 
"Cosa ci facevano a Villa...?" 
"Non ne ho idea" Bill interruppe il padre, agitato. "Stanno bene, ma sono scossi. Erano insieme ad un folletto ferito gravemente, con un elfo morto, Luna Lovegood e un certo Dean Thomas, che sono messi davvero male... ed Hermione... Hermione che sembra essere stata torturata. Ma stanno bene, tutti vivi" aggiunse. 
Elfo morto? Luna e Dean? Hermione torturata? 
"Dobbiamo sbrigarci" disse Bill tra il silenzio generale. "Ci Smaterializziamo adesso, andrete da zia Muriel. L'ho avvisata poco fa e... beh, sapete come è fatta ma è d'accordo sul fatto che per il momento andrete a vivere da lei. Non ci sono soluzioni, mi dispiace" 
Nessuno sembrava volersi muovere o, probabilmente, non ci riuscivano: quelle notizie li avevano scioccati. 
Arthur trasse un profondo respiro. "Forza, muoviamoci" 
Bill fece il giro del tavolo e prese la mano della sorella, stringendola con forza. Ginny sentì uno strattone, come se stesse vorticando: si stava Smaterializzando? Una sensazione orribile, claustrofobica e opprimente si faceva largo dentro di lei mentre vorticava. Le venne perfino il voltastomaco, dato soprattutto dal senso di vuoto alle parti dello stomaco che sembrava schiacciarla, che le impediva di respirare. 
Quando aprì gli occhi, tossì forte e cadde a terra. 
"AAAAAARGH!" lo strillo di una voce gracchiante echeggiò nelle orecchie della ragazza. "Nel nome di Merlino, Bill! Cos'è tutto questo fracasso?" 
"Ehm... scusa, zia Muriel" disse Bill distrattamente. Si chinò a terra per vedere come stesse la sorella, e aggiunse: "Come va? Era la prima volta, giusto?" 
In tutta risposta, Ginny tossì ed emise un conato di vomito. 
"Non vi aspettavo adesso, credevo ci avessi messo più tempo" sbottò zia Muriel, con estremo disappunto anche in situazioni come quella. 
"Dobbiamo imporre l'Incanto Fidelius" disse Arthur, in tono svelto. 
"Sì, sarai il Custode Segreto" convenne Bill. "Ehm... zia Muriel? Te l'ho spiegato poco fa che..." 
Ginny mise fine a quella conversazione vomitando sul pavimento del salotto immacolato di zia Muriel. 
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!" strepitò la vecchia strega, scioccata. "IL MIO PARQUEEEEEEEEEEEET!" 




La vita a casa di zia Muriel era terrificante e chiunque avrebbe potuto immaginare il motivo. Ovviamente, i pavimenti di ogni singolo angolo della casa erano sacri e i ragazzi erano costretti a camminare senza scarpe e, soprattutto, in punta di piedi, eccetto la zia che poteva benissimo sfoggiare ogni tipo di scarpa elegante a suo pacimento. Fred e George ebbero la faccia tosta di chiederle il motivo e lei rispose che non si fidava dell'igiene altrui, cosa che fece ridere molto i ragazzi. 
La casa di zia Muriel era enorme per una vecchia e scorbutica signora di centosette anni che viveva da sola ma, sebbene fosse troppo esagerata nell'arredamente e soprattutto eccessivamente elegante, era un posto che i ragazzi amavano esplorare ogni giorno. 
La cosa brutta fu che Ginny e i gemelli condividevano una camera accanto a quella della loro amata prozia e quello fu più che un incubo per loro: di sera, la donna pretendeva il massimo silenzio e se i tre ragazzi non obbedivano si metteva a strillare, appostandosi fuori alla loro porta come un avvoltoio irascibile. L'ennesima cosa che faceva impazzire zia Muriel per quanto riguarda quella convivenza fu il fatto che i gemelli gestivano un Servizio di Ordini via Gufo in una delle sue più belle stanze sul retro: i gufi resero la camera un vero porcile (con il vero senso della parola) e la vecchia strega fece a gara con i gufi a chi strepitava di più. 
"Io non la biasimo, povera vecchia donna" disse Ginny divertita, osservando la stanza occupata dai gemelli per il negozio e convincendosi sempre di più che era ritornata ad Hogwarts... o meglio, nella Guferia di Hogwarts. "Il suo amato parquet di mogano è pieno zeppo di cacche di gufo... ne siete consapevoli?"
"Dolce sorellina, il lavoro è lavoro" disse George sorridente, agitando la bacchetta per incartare un Filtro d'Amore. 
"E il lavoro è denaro!" aggiunse Fred con un ghigno. 
Ginny rise e si sedette sull'unico posto libero che c'era: un bellissimo scrittoio bianco perla. Ormai, di quella casa conosceva quasi tutto, dato che erano almeno tre settimane che abitava lì, rinunciando ad andare a scuola dopo le vacanze di Pasqua. Tre settimane di inferno in quella casa volevano dire ma la cosa più importante in quel momento era la loro salvezza e la salvezza dei tre ragazzi. 
"Pensa se tutto questo caos fosse accaduto dopo Pasqua..." mormorò Fred, e il solo pensiero lo fece rabbrividire. "Ti avrebbero portata via dal treno come hanno fatto con Luna e noi non ti avremmo rivista. Sarebbe stata una tragedia, mamma avrebbe dato di matto e avrebbe affrontato Tu-Sai-Chi in persona!" 
Ginny pensò inconfondibilmente al suo amico Neville, senza lei che gli aveva promesso che sarebbe rimasta e da solo a gestire l'Esercito. Chissà cos'era accaduto quando Neville aveva scoperto che la migliore amica non sarebbe mai più tornata ad Hogwarts... chissà come aveva reagito. Ovviamente, la ragazza non aveva potuto scrivere a Neville durante le vacanze e raccontargli tutto, perchè se le lettere venivano intercettate sarebbe accaduto il finimondo o peggio, ma aveva mandato un messaggio all'ES col galeone dicendo che stava bene e che non sarebbe tornata a scuola.
Loro avevano capito di sicuro. 
"Credi sul serio che la mamma avrebbe affrontato Vol..." 
"NON DIRE QUEL NOME!" strillarono i gemelli, tappando la bocca alla sorella. 
Lei rimase per un attimo scioccata, senza sapere cosa dire mentre i fratelli le toglievano pian pianino la mano dalla bocca. Che diavolo avevano avuto? Una specie di attacco, probabilmente. Il nome di Voldemort non era più spaventoso come tanti anni prima e nessuno della famiglia, a parte la madre e Ron, aveva mai avuto problemi a pronunciare quel nome. Certo, l'avevano sempre chiamato Tu-Sai-Chi... ma quando scappava il nome Voldemort scappava, non se ne facevano una tragedia. Come mai i gemelli tutto ad un tratto ne avevano paura? 
"Cosa vi prende? Non avete mai avuto problemi a pronunciare il nome di Vol..." 
"ZITTAAAAAAAAAAAAAA!" sbottarono ancora i gemelli. 
"Mi dite che vi prende?" 
"Ci prende" disse George irritato, "che ci siamo dimenticati di dirti che quel nome è diventato tabù. T-A-B-U... hai presente? Non si può pronunciare senza venire intercettati ed è così che riescono a prendere i ribelli. Non hai sentito RadioPotter, ultimamente? L'abbiamo anche detto!" 
"Devo essermi persa quella parte" ammise Ginny piano. 
"Beh, vedi di non farci spaventare" concluse George. 
Fred aveva ancora una mano sul cuore ma si animò quando un sonoro crac risuonò dal basso. I tre ragazzi balzarono in piedi e si precipitarono di sotto, come ogni volta che udivano il suono di una Materializzazione, e si trovarono faccia a faccia con Bill e con un piccolo ometto dalla pelle bianchissima e gli occhietti incavati: il signor Olivander, il fabbricatore di bacchette. 
"... e insomma! Questa casa sta diventando sul serio una stazione ferroviaria!" stava blaterando zia Muriel, come una furia impazzita. 
"Zia, per favore..." mormorò Bill imbarazzato, facendo un sorriso incoraggiante al vecchio fabbricante di bacchette. "Ti ricordi del signor Olivander? Alloggia qui con voi a tempo indeterminato a partire da adesso, l'hai dimenticato? No, benissimo" concluse, quando la zia arricciò le labbra con disappunto. Il signore fece un mesto sorriso alla zia. "E questa qui è la tiara che avevi prestato a Fleur per il nostro matrimonio" aggiunse, con la speranza di calmarla, e le tese un pacchetto ben fatto.
"Ah-ha!" fece zia Muriel, prendendo immediatamente la tiara dalle mani del nipote. "Ecco qui la mia adorata tiara! Credevo proprio che l'aveste rubata, sai?" 
"Ehm... no... noi non... non abbiamo avuto tempo di restituirtela" balbettò Bill, ancora più imbarazzato di prima. "Ehm... adesso devo andare, devo tornare subito a Villa Conchiglia. I ragazzi partiranno l'indomani e non voglio lasciare Fleur da sola: qualcuno deve controllarli" 
"Partiranno?" intervenne Arthur, preoccupato. 
"Sì" rispose Bill mesto. "Hanno in mente qualcosa, e stavolta non sono soli... ma ci si mette di mezzo anche il folletto! Non so che altro fare, hanno fatto comunella con Unci-Unci e hanno anche detto che non torneranno a Villa Conchiglia" 
"Devi parlare con loro" 
"Ci provo, papà, ma si rifiutano di dirmi tutto. Meglio che vada, saranno in pensiero per me" 
Si udirono degli stridii di gufi e i gemelli corsero di sopra in un baleno, salutando rapidamente il loro fratello. 
"MALEDETTI UCCELLACCI!" strillò di nuovo zia Muriel, facendo sussultare il povero Olivander. "SIETE DEI DEMONI, VOI DUE! AVETE FATTO MUFFIRE LA MIA STANZA E MI STATE FACENDO IMPAZZIRE!" 
Ginny rise. "Hai ragione, zia Muriel: quella stanza fa davvero schifo" ammise, e la prozia mise il broncio. 
"Allora... io vado" disse Bill tra il trambusto generale. "Mi raccomando, fate i bravi. Anche tu, sorellina" aggiunse, strizzandole l'occhio. 
"Salutaci i ragazzi, tesoro" disse la madre, dando un gran bacio al figlio.
"Grazie di tutto, figliolo. Non so proprio come avrei fatto senza te e la cara Fleur" mormorò Olivander, con voce roca ma gentile. "E grazie a lei per l'ospitalità. Non potevo desiderare di meglio in un periodo del genere... che Dio vi benedica, per l'aiuto che avete dato ad un vecchio prigioniero" 
"Non si preoccupi, buon uomo" ribattè la zia, facendo la gentile per la prima volta in vita sua. 
"Manda ai ragazzi tutto il mio affetto, Bill, per favore..." aggiunse Ginny tristemente, pensando che erano tanto vicini ma tanto lontani. 
Bill annuì e le scioccò un bacio prima di Smaterializzarsi. 




Durante la cena, il signor Olivander parlò davvero pochissimo. Sembrava di una debolezza unica e zia Muriel gli permise perfino di tenere le scarpe e di lasciargli abbandonare la tavola anche se gli altri non avevano ancora finito di mangiare. Di conseguenza, apostrofò i gemelli in modi che non sto qui a dire: i loro gufi stavano facendo un gran baccano. 
"FIGLI DEL DEMONIO, ECCO COSA SIETE!" sbottò la zia, brandendo minacciosamente la forchetta. "Uscite immediatamente da qui e andate a mettere fine a tutto quel baccano! Cacciate quegli stra-maledetti gufacci prima che cacci io voi... a calci nel sedere!" 
I gemelli ridacchiarono e sgattaiolarono di sopra. 
"Posso andare a dar loro una mano?" chiese Ginny a nessuno in particolare. Doveva immediatamente uscire dalla cucina e andare a fiondarsi sul letto: il mal di testa che le procurava quella convivenza forzata era immane. Peggio di quando Fleur aveva deciso di trasferirsi alla Tana, l'estate prima. 
"Forse è meglio!" sbraitò in risposta la prozia, e la ragazza non se lo fece dire due volta e uscì dalla stanza. Si chiuse la porta alle spalle e percorse il corridoio, avendo l'intenzione di fare tutto tranne che aiutare i gemelli a ripulire quella stalla puzzolente. Passò anche per la camera del signor Olivander e lì vi indugiò, senza nessun motivo in particolare. Voleva parlare con il signor Olivander, voleva chiedere le spiegazioni che le erano state sempre negate. 
Non seppe con che coraggio, ma bussò. 
"Avanti" disse la voce roca di Olivander. 
"Signore..." sussurrò la ragazza, entrando timidamente nella stanza. "Posso... posso entrare?" aggiunse, dato che Olivander sembrava molto sveglio. 
"Ma certamente, cara. Siediti, siediti pure e mettiti comoda, mi sembra il minimo" ribattè il vecchio, con un certo calore. "Ricordo ancora la sua bacchetta... undici pollici e mezzo, salice e piuma di coda di fenice. Dimmi se sbaglio, la mia memoria non è più come quella di una volta" 
"Ha perfettamente azzeccato" la ragazza mostrò la bacchetta all'uomo, che sorrise. "Senta, signor Olivander... io dovrei farle alcune domande. Quando lei si trovava nella cantina della Villa... beh... insieme a lei c'era Luna Lovegood, vero? Quella ragazzina dai capelli biondi" 
"Oh, mi è stata di grande aiuto in quel luogo. Le voglio un gran bene" 
"Davvero? Si ricorda se ha detto qualcosa... non so, su di me oppure su qualche amico?" 
"Non ricordo nulla, solo che ci tenevamo compagnia a vicenda. Sinceramente? Sto cercando di dimenticare"
Ginny annuì: anche lei avrebbe dimenticato. "C'eravate solamente voi due? Chi vi dava da mangiare o da bere?" 
"Il giovane" rispose Olivander, aggrottando la fronte. "Il giovane della famiglia. Non me l'aspettavo così gentile, ci ha sorpresi" 
"Draco? Draco era gentile con voi?" 
"Sì, una cosa deliziosa" 
Ginny annuì nuovamente, poi aggiunse: "Un ultima domanda, signor Olivander... Harry Potter cosa ha detto quando eravate insieme a Villa Conchiglia?" 
Il signor Olivander si sforzò di ricordare. "Ha detto che avrebbe fatto qualunque cosa per mettere fine alla vita di Tu-Sai-Chi" disse. 
E Ginny seppe che il suo eroe non si era arreso. 




"Da quando ci siete voi in questa casa non ci capisco nulla! Puzza di cavolo marcio, di mangime per i polli e di cacche di gufo! L'avevo tenuta come un brillante e adesso? Assomiglia a quei pub in cui quelle streghe vanno a fare sporca comunella con i maghi pieni zeppi di galeoni!" 
Zia Muriel non era affatto esaurita. No. Per niente. 
"Credo di essermi innamorato di vostra zia" sussurrò Lee Jordan, passato per fare un saluto ai ragazzi a casa della loro prozia, mentre quella sgambettava in giro per la casa imprecando contro il demonio e contro tutti gli esseri umani. "Se la sposo, faccio ufficialmente parte della vostra famiglia!" 
"Non te lo consiglio, amico" disse George, con una risatina. 
"Decisamente no" fece eco Fred. 
"OH CIELO!" Arthur irruppe improvvisamente nel salotto, il Profeta tra le mani. "MERLINO SANTISSIMO! MOLLY! GUARDA!" 
La moglie corse da lui e lesse sul giornale, e quasi svenne. I ragazzi si alzarono contemporaneamente dalle poltrone e si affrettarono a volerne sapere di più di quella situazione, strappando il giornale e cercando l'articolo interessato. Ma non ci fu bisogno di setacciare la Gazzetta del Profeta: la prima pagina diceva tutto.

 
AVVISTATI HARRY POTTER E I SUOI AMICI 
DOPO AVER RUBATO ALLA GRINGOTT E SCAPPATI VOLANDO CON UN DRAGO. 

I quattro ragazzi sgranarono gli occhi e si guardarono come se non potessero credere a ciò che stava scritto. Ginny era seriamente colpita da quell'articolo, e anche abbastanza sollevata: erano fuggiti, erano salvi di nuovo dopo che avevano fatto chissà cosa e in quel momento erano al sicuro. Ce l'avevano di nuovo fatta. E il fatto che fossero scappati dalla Gringott in groppa ad un drago della banca era la ciliegina sulla torta. 
"Ma come è venuto loro in mente di rubare alla Gringott?" chiese la donna al marito, una volta che si fu calmata. "A rubare... sono andati a rubare... ALLA GRINGOTT! Con tutta quella sorveglianza... come diavolo hanno fatto?"
"Sono stati grandi!" esclamò Fred invidioso. 
"Fuggire con un drago alla Gringott deve essere un'esperienza strepitosa!" aggiunse George, con occhi che luccicavano. 
"Io l'ho sempre saputo che Harry Potter era un degenerato mentale!" intervenne zia Muriel, impeccabile. 
"Harry Potter non è un degenerato mentale, zia" ribattè Ginny convinta, dopo che ebbe finito di ridere. 
"Uno che fugge in groppa ad un drago trascinandosi dietro i suoi amici non è un degenerato mentale?" replicò immediatamente zia Muriel, con fare di chi la sapeva lunga. "E me lo chiami uno normale, eh, Ginevra?" aggiunse, indispettita. 
"Ma se la mettì così, lui... AHIA!" la ragazza gemette, toccandosi un punto imprecisato dei pantaloni. 
"AHIAAAA! PER LE MUTANDE DI MERLINO!" esclamò Fred, dopo pochi secondi. 
"AHIII! PER LE MUTANDE CONSUNTE DI MERLINO!" fece George dolorante. 
Lee Jordan si tappò la bocca con la mano per non urlare: tutti e quattro erano in preda a forti bruciori. 
"COSA AVETE DA URLARE?" sbottò infine zia Muriel, senza riuscire a trattenersi. 
Ginny capì che Neville doveva avere aumentato la temperatura del galeone perchè tutti e quattro avevano ricevuto dei messaggi. Fred spiegò velocemente ai genitori la faccenda del falso galeone, poi tutti quanti spiarono sulla propria moneta e notarono che Neville aveva scritto lo stesso messaggio a tutti: 
Harry è ad Hogwarts: si combatte.







Angolo autrice
Allora, tutto si svolge alla Tana e a casa di zia Muriel date una serie di circostanze che già sappiamo. Capitolo abbastanza breve rispetto agli altri ma spero che sia soddisfacente: ho amato scrivere dei gemelli a casa di zia Muriel e spero vi piaccia anche il dialogo tra Ginny ed Olivander, che io ho trovato molto dolce. Ero sicura che Ginny avesse chiesto qualcosa di Luna o Harry ad Olivander, che è stato tutto il tempo a casa di zia Muriel e ha condiviso quella casa con i Weasley. 
Un bacioo!

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Capitolo 77
*** La seconda guerra magica comincia. ***


LA SECONDA GUERRA MAGICA COMINCIA.


Il rumore di una Materializzazione echeggiò imperturbabile nel salotto come accadeva molto spesso, ma quel rumore era niente confrontato al rumore del battito cardiaco della ragazza, eccitata dal messaggio che aveva ricevuto da Neville. Ginny non riusciva a pensare ad altro che al messaggio, al fatto che loro stessero ad Hogwarts... al fatto che avrebbero finalmente combattuto. 
"Avete saputo?" chiese Bill, con una certa fretta. "Ron e gli altri si trovano ad Hogwarts per combattere, dopo che sono scappati dalla Gringott con un drago. Per fortuna non li hanno beccati ad Hogsmeade: hanno imposto l'Incanto Gnaulante per tutto il villaggio. Luna e Dean sono appena partiti, si sono appena Smaterializzati direttamente nella Testa di Porco: un passaggio segreto lì dentro li conduce al castello sani e salvi" 
Aveva detto tutto quello senza smettere di prendere fiato e Ginny provò uno strano moto di impazienza e irritazione: Luna e Dean erano andati ad Hogwarts per combattere insieme a Harry, Ron, Hermione, l'ES e gli altri studenti del castello... mentre lei era a casa di zia Muriel a poltrire! Non era giusto, doveva immediatamente andare ad Hogwarts anche lei se non voleva perdersi quella battaglia. Doveva finalmente far vedere a tutti di che pasta era fatta. 
"Se Hogwarts sarà davvero in guerra, l'Ordine della Fenice deve intervenire" disse Arthur preoccupato. 
"Esatto! Non dimenticatevi: sono solo dei ragazzini" aggiunse la moglie, in tono serio e spaventato come non mai. 
"Una battaglia?" intervenne zia Muriel, mettendo fine al dialogo tra Arthur e Bill con uno strillo. "Una battaglia nel castello di Hogwarts? Una battaglia proprio come accadde in passato? Merlino in calzamaglia!" 
Ginny sorrise debolmente, poi si rivolse ai fratelli. "Voi partecipate?" chiese, stupidamente. 
"Sono affermazioni che si fanno?" ribattè subito Fred. 
"Sorellina, come puoi anche immaginare il contrario?" fece George, fingendosi profondamente offeso. 
"Io vengo con voi, capito? Non pensate di svignarvela e abbandonarmi qui!" 
Se avevano in mente quella strana e assurda idea di lasciarla lì a marcire insieme a zia Muriel e ad Olivander mentre loro combattevano si sbagliavano di grosso. Lei doveva combattere, il momento era arrivato. Non sarebbe rimasta lì neanche per milioni di galeoni al mondo, quello era sicuro. E i genitori non glielo avrebbero impedito... non potevano impedirle di combattere. Per cosa aveva lottato tutto quel tempo ad Hogwarts insieme all'Esercito di Silente se non per prepararsi a quello che li attendeva? Lei avrebbe partecipato alla battaglia anche se i genitori le avrebbero imposto il contrario. 
"Certo che ti portiamo con noi" disse George a voce bassa, come se la cosa fosse ovvia. "Ehm... noi andiamo a vedere che si dice al castello, veniamo tra pochissimo per avvisarvi" aggiunse, mentre i genitori erano indaffarati a contattare i membri dell'Ordine della Fenice. 
"Capito?" insistette Fred. 
"Stiamo lavorando!" sbottò la madre, irritata; gli altri due erano profondamente distratti per dar loro ascolto.
"Noi vi abbiamo avvisati" disse Fred innocentemente, afferrando senza farsi vedere la mano della sorella. "Pronto quando lo sei tu. Si parte?" 
Ginny annuì e in un attimo sentì quell'orrenda sensazione claustrofobica e opprimente, e all'improvviso le sue narici si riempirono di un'orripilante odore nauseabondo, come un puzzo di chiuso e di capra: capì immediatamente di essere arrivata alla Testa di Porco, insieme a Lee e ai suoi fratelli. Guardandosi intorno, la ragazza scorse una stanza piccola e cupa con una piccola finestra; dal grande soffitto pendevano alcune ragnatele ma l'elemento che più dominava in quella stanza era un grandissimo ritratto di una bella e giovane ragazza. Poi la visuale dei ragazzi fu coperta dal barista, che era arrabbiato. 
"DANNATISSIMO MERLINO!" sbottò burbero, le mani sui fianchi. 
Ginny si rivolse a lui, cercando di essere garbata. "Lei deve essere il fratello di Albus Silente" disse, guardando meglio l'uomo che era sicura si chiamasse Aberforth, così dissimile nei modi al loro vecchio ma estremamente gentile Preside. "Me lo dissero una volta, ma non ci avevo mai fatto caso. Poi non ho avuto modo di venire qui e... beh, poche chiacchiere: dobbiamo raggiungere immediatamente il castello!" 
"Davvero una brillante idea" disse Lee sarcastico, ma era divertito. 
"Avete finito?" sbottò nuovamente Aberforth Silente, e sembrava esasperato. "Santo cielo, il mio pub è diventato una stazione ferroviaria! Dico, ma non si può neanche andare a dormire adesso oltre che a mettere il naso fuori dalla propria porta di casa? Questi giovani credono sempre di essere nel giusto!" 
"Ehm... per il castello?" chiese Fred impaziente. 
"Sa, la battaglia non aspetta noi" fece eco George, con lo stesso tono impaziente del fratello. 
"Passate il ritratto" borbottò Aberforth, indicando il quadro della ragazza e voltando loro le spalle. 
I quattro ragazzi seguirono le indicazioni del vecchio barista e si arrampicarono su per il ritratto della giovane ragazza, seguendo una lunga stradina che sembrava un grosso tunnel buio. Dentro al tunnel filtrava pochissima luce, e la fonte erano solamente poche lanterne sparse dappertutto. Stalagmiti pendevano dal soffitto di pietra e il terreno era roccioso e bagnato, come se si trovassero metri e metri sottoterra, non allo stesso livello del pub, ma profondamente in basso. 
Per tutto il tragitto, la ragazza non disse una parola: era agitata ed eccitata allo stesso tempo. 
"Ci siamo..." disse Lee Jordan, salendo rumorosamente sulla roccia. 
Ginny aprì il ritratto, oltrepassandolo mentre veniva invasa da una luce che faceva male agli occhi: non riuscì a mettere a fuoco la stanza e le persone, ma riuscì ad essere richiamata solamente da due grossi occhioni verdi che la fissavano intensamente. Gli occhi del suo fidanzato. Harry Potter la fissava come se volesse rimanere beato a guardarla in eterno e la cosa la fece sentire stranamente in imbarazzo. Harry aveva abiti laceri e sporchi, capelli scompigliati e nonostante l'aria trasandata e leggermente selvaggia... era bellissimo. 
"Aberforth è un filino seccato!" disse Fred, rispondendo ai saluti con una mano. "Vorrebbe andare a dormire e il suo pub è diventato una stazione ferroviaria" 
La visuale di Fred e degli altri venne oscurata dai membri dell'ES, che corsero ad abbracciarli e quasi staccarono loro la testa dal collo. E quel gesto significava moltissimo. Significava che loro c'erano sempre stati e ci sarebbero stati anche quel giorno, il giorno più importante della loro vita: il giorno della resa dei conti. Il giorno in cui il male veniva finalmente sconfitto. Il giorno in cui Piton e i Carrow avrebbero abbandonato per sempre la loro scuola. 
"Sapevo che saresti venuta!" disse una voce sognante. 
Ginny corse incontro ad una trasandata Luna, abbracciandola. "Luna! Come stai? Sapevo che avremmo combattuto insieme!" 
"Davvero? Beh, direi che l'attesa finisce qui. Ci sediamo?" chiese Luna allegra, prendendo la mano dell'amica e prendendo posto sul bracciolo di una poltrona; l'altra si sedette sulla poltrona e prese ad ispezionare ogni centimetro della stanza. 
Riconobbe Ron, che pareva molto meno trasandato del suo ragazzo... ma forse era solamente l'impressione. Ron fece un cenno di saluto con la mano alla sorella e aprì la bocca come se avesse voluto dirle qualcosa, poi sembrò ripensarci e si limitò a farle un sorriso incoraggiante e nostalgico allo stesso tempo. E in quel sorriso c'era tutto l'affetto fraterno che si potesse desiderare. Accanto a Ron vi era Hermione, sempre con i capelli cespugliosi e l'aria da saputella: le sorrise radiosa, mentre i suoi occhi si colmavano di lacrime di gioia. Davanti a loro c'era Neville e fissava l'amica con il volto trepidante di contentezza: non vedeva l'ora di abbracciarla.
La voci dei ragazzi si spensero quando la voce di George risuonò nella stanza. 
"Allora... qual è il piano?" chiese. 
Harry era spaesato. "Non c'è un piano..." disse, quasi imbarazzato o irritato. 
"Improvvisiamo, allora? Oh, è il mio piano preferito!" dichiarò Fred allegramente, e i presenti ridacchiarono. 
"Devi smetterla!" sbottò Harry rivolto a Neville, e stavolta non c'erano dubbi sul fatto che era irritato. "Perchè li hai chiamati tutti?" aggiunse. 
"Per combattere, no?" rispose Dean, con una nota di ironia. "Il messaggio diceva che Harry era tornato e che avremmo combattuto!" 
Ron avvicinò il capo a quello del migliore amico. "Perchè non possono aiutarci?" sussurrò. 
"Ed eccoli che mormorano civettuoli tra loro, come i vecchi tempi! A chi non mancavano?" esclamò George e i ragazzi nella stanza risero, non permettendo a nessuno di udire che stavano dicendo i tre ragazzi. "A me mancavano di certo... sempre così misteriosi! E nostro fratello non scherza!" 
"Il nostro fratellino cresce" fece Fred con aria di chi la sa lunghissima. "Sai che battuta mi è venuta in mente? Quella dei tre maghetti fuori di zucca!" 
"La raccontiamo?" 
"Raccontiamola" 
"Illuminiamoli!" 
"Ho sentito così tante volte quella barzelletta che non mi fa ridere" ammise Ginny e Luna sorrise, in modo sognante. 
"Sono davvero divertenti" disse, annuendo con fare saggio. 
La voce di Harry mise fine alle battute dei gemelli e tutti tacquero immediatamente. 
"D'accordo! Dobbiamo trovare una cosa" annunciò, rivolgendosi a tutti i presenti. "Una cosa... che ci aiuta a sconfiggere Voi-Sapete-Chi. E' a Hogwarts, ma non sappiamo dove. Forse apparteneva a Corvonero. Qualcuno ha sentito parlare di un oggetto del genere? Qualcuno ha mai visto qualcosa con il corvo inciso sopra, per esempio?" aggiunse, guardando speranzoso il gruppetto di Corvonero. 
Fu Luna a rispondere. "Beh... ci sta il diadema perduto di Priscilla Corvonero" 
"Maledizione, ci risiamo!" sussurrò qualcuno, e ci furono un paio di risatine. 
"Ma il diadema perduto è perduto, Luna!" obbiettò Micheal Corner, sgranando gli occhi. 
"Quando è stato perduto?" volle sapere il diretto interessato. 
"Secoli fa..." rispose Cho Chang, che era seduta accanto a Micheal.
"E nessuno di voi ha mai visto qualcosa che gli assomigli?" 
Il gruppetto di Corvonero scosse il capo; gli altri non avevano idea di che cosa stessero parlando. 
Cho si schiarì la gola e disse: "Se vuoi sapere che aspetto si pensa che avesse il diadema posso portarti su nella nostra sala comune e mostrartelo. La statua di Priscilla Corvonero lo indossa" e fece gli occhioni dolci a quello che era il suo ex fidanzato. 
Ginny aprì la bocca per dire qualcosa, mentre squadrava Cho come una furia. E così... anche nel bel mezzo di un organizzazione per una battaglia c'era di che preoccuparsi? Si doveva preoccupare anche per quella frignona della Chang, adesso? Doveva anche preoccuparsi di un possibile bacio tra i due? Sì, perchè Cho era ancora innamorata del grande Harry Potter e probabilmente prima della guerra voleva dargli il suo addio. Era ovvio che volesse dargli un addio coi fiocchi e questo Ginny non poteva proprio sopportarlo. 
Lui era solamente suo e di nessun'altra.
"No!" intervenne Ginny energica, mentre il ragazzo accettava la proposta di Cho. Tutte le teste di ogni studente si voltarono verso di lei, chi sconcertato e chi profondamento divertito. "Sarà Luna ad accompagnare Harry... ti va, Luna?" aggiunse, sperando che l'amica la assecondasse. 
"Oooh, volentieri!" rispose Luna allegra e Cho si sedette, troppo offesa e delusa per parlare. 
Inutile dire l'intervento della ragazza aveva suscitato gran trambusto all'interno della stanza e non appena Harry e Luna si furono allontanati, i ragazzi esplosero in esclamazioni divertite e i gemelli non la smettevano di fare battutine maliziose sulla sorellina, dichiarando di essere troppo gelosi. Lei si sentiva lo sguardo di tutti addosso, soprattutto quello della Chang e dei suoi fratelli, compreso quello comprensivo di Hermione. Ma si sentiva anche più leggera: prevenire era meglio che curare e di quella Cho proprio non si fidava. 
Ginny ignorò i commenti dei ragazzi e corse velocemente da Ron, superando con un balzo la testa di Padma Patil, e lo strinse forte, come non accadeva da tantissimo tempo. Ron quasi le stritolò tutte le costole e in quel loro abbraccio c'era un affetto immane: non potevano desiderare nulla di meglio. La ragazza sentì il fratello tirare nervosamente su col naso mentre la stringeva e il loro abbraccio si sciolse. Ma i due continuarono a guardarsi, felici di essersi incontrati ancora. 
"Sapevo che ci saremmo visti presto!" esclamò Ginny gioiosa, scompigliando i capelli del fratello. 
Ron fece una smorfia a quel gesto, poi disse: "Ti voglio bene" facendo singhiozzare Hermione, dietro di loro. 
Ginny non sapeva che dire e nel dubbio abbracciò l'amica. "Ce l'avete fatta! Sapevo che ce l'avreste fatta!" 
"Te l'avevo promesso" sussurrò Hermione, asciugandosi gli occhi con una manica. 
"Cosa ti avevo detto io quando eravamo in camera mia? Ho combattuto per voi!" 
Non ci fu tempo di rispondere: Ron ed Hermione furono in un baleno travolti dai membri dell'Esercito di Silente. Ginny uscì dalla folla scalpitante, guardandosi piano piano intorno e soffermandosi sui particolari della stanza. Era la Stanza delle Necessità... quello era certo: nessuna stanza poteva essere così meravigliosa come quella che era stata la loro Stanza e che lo era tutt'ora. Era diversa da quella di sempre, era particolarmente lussuosa e somigliava all'interno di una gigantesca casa sull'albero; c'erano amache di tutti i colori e gli arazzi dei colori del Grifondoro, Tassorosso e Corvonero coronavano il tutto e mancavano solo il verde e l'argento dei Serpeverde ma loro erano esclusi, a meno che non scegliessero una parte, come aveva fatto Astoria. 
Astoria... chissà dove era finita la loro amica Serpeverde... 
"Allora, ti piace questa nuova stanza?" chiese una voce divertita. "Tutta opera mia, modestamente!" 
Voltandosi, la ragazza mise le braccia al collo di Neville e sorrise. "Oh, quanto mi sei mancato! E' stato un incubo stare a casa della mia prozia!" 
"Non sai che paura che ho avuto quando non ti ho vista alla stazione di King's Cross... mannaggia a te!" 
I due si staccarono, sorridendosi e facendo delle smorfie. 
"Perchè è stato un incubo a casa della tua prozia?" chiese Neville incuriosito, mentre le urla di gioia aumentavano sempre di più attorno a Ron ed Hermione. "Niente che mi dirai sarà pari all'incubo vissuto qui ad Hogwarts dopo che te ne sei dovuta andare. Era sempre più difficile uscire di notte, infatti siamo rimasti buoni per un certo periodo di tempo. I Carrow sono stati davvero spietati: hanno sorpreso Micheal mentre liberava un ragazzino del primo anno e l'hanno torturato di brutto..." e fece uno sguardo triste mentre la ragazza guardava il coraggioso Corvonero parlare animatamente con suo fratello Ron, "... quindi ci siamo nascosti qui dentro per due settimane e non ci siamo fatti scoprire: non potevo permettere che agli altri accadesse quello che era accaduto a Micheal" 
"Cosa gli hanno fatto?" 
"Maledizione Cruciatus" rispose Neville. "So che vuoi dire ma la sua punizione è stata bruttissima, è durata per tantissimo tempo. Eravamo tutti scioccati, spaventati... credevamo che potesse finire davvero male. Micheal avrà fatto davvero arrabbiare i Carrow in classe... per questo quei due si sono ribellati"
Ginny fece per dire qualcosa quando ci fu uno scatto al ritratto della parete: tutti i membri dell'Ordine della Fenice al completo, Oliver Baston, Katie Bell, Angelina Johnson e Alicia Spinnet fecero il loro ingresso nella stanza, strizzando gli occhi per mettere a fuoco le persone e salutarono tutti con la mano. 
"Arrivano i rinforzi!" esclamò Fred allegramente.
L'ultima che scese dal ritratto fu Molly e, non appena vide il figlio, le si illuminarono gli occhi. "RON! HERMIONE!" emise uno strillo acutissimo e, tra le risatine generali, corse ad abbracciare i due ragazzi e a stritolarli con tutta la sua forza. Ron si divincolava frenetico dalle grinfie della madre ma lei lo teneva ben stretto e non lo lasciava scappare; Lavanda aveva un'espressione di assoluta tenerezza sul volto, come se vedesse sua suocera abbracciare il suo figlioletto preferito. 
Ginny rise, poi si ricordò che i suoi genitori non sapevano che lei era lì e si allontanò in fretta e furia. 




"Co...?" 
Harry stava quasi inciampando sulla soglia della porta per la sorpresa di vedere tutta quella gente e i ragazzi presenti si voltarono subito verso di lui, avidi di sapere qual era il piano d'azione. Avidi di sapere quando sarebbe cominciata la battaglia che tutti aspettavano da anni. 
"Cosa succede?" chiese Lupin, andandogli incontro. 
"Voldemort sta arrivando, stanno barricando la scuola, Piton è fuggito..." disse Harry frettolosamente, elencando tutti quei punti sulle dita. "Stanno facendo evacuare i ragazzi più piccoli... l'appuntamento è in Sala Grande per organizzarsi: si combatte!" 
Ci fu un boato, boato di gioia che si poteva paragonare ai boati che si sentivano durante una partita di Quidditch e che non avrebbero mai dimenticato, e un'ondata di persone si riversò fuori dalla Stanza per prepararsi a combattere e raggiungere velocemente la Sala Grande per non perdersi neanche una parola. Neville era raggiante come tutti, tese la mano all'amica e la ragazza la prese, felice di partecipare. Ma la sua contentezza durò pochissimo: la madre le si parò davanti. 
Ginny fece cenno a Neville di andare e lui annuì e corse via, convinto che lei l'avrebbe raggiunto presto. 
"E tu che cosa ci fai qui?" ringhiò come una furia impazzita, afferrandole il braccio con una forza pazzesca. "SONO STATI QUEI DUE DISGRAZIATI A PORTARTI QUI, VERO? TI SEI SMATERIALIZZATA CON FRED E GEORGE?" 
"Mamma... i gemelli ti avevano avvisata" 
"Sì, ma che loro venivano qui!" 
"Mamma..." 
"Non fare la furba con me! Devi tornare a casa immediatamente!" 
"NO!" gridò Ginny in risposta, che stava sul serio per arrabbiarsi. "Devo combattere anch'io questa battaglia, non mi importa nulla!" 
"Sei minorenne! Non lo permetterò! I ragazzi sì, ma tu... tu devi tornare a casa!" 
"No!" Ginny liberò con uno strattone il braccio dalla stretta ferrea della madre. "Sono nell'Esercito di Silente..."
"... una banda di ragazzini!" concluse la madre, furibonda. 
"Una banda di ragazzi che sta per sfidarlo, cosa che nessun altro ha osato fare!" intervenne Fred, con energia. 
"Ha sedici anni! Cosa vi è saltato in mente a voi due di portarvela dietro?" 
"La mamma ha ragione" intervenne Bill, dolcemente. "Tutti i minorenni devono andarsene" 
"Non posso tornare a casa!" esclamò la ragazza, con occhi che luccicavano di lacrime. 
Aveva aspettato così tanto quel momento... così tanto... il momento di combattere, di dimostrare agli altri che ce l'avrebbe fatta. E adesso? Adesso sarebbe dovuta tornare a casa, a tormentarsi l'anima. Senza sapere la sorte degli altri, senza prendere parte alla guerra. Come una codarda che vuole scappare... e lei non lo era. Lei non era una codarda e doveva assolutamente combattere, anche a costo di andare contro i genitori. 
"Tutta la mia famiglia è qui! Non posso stare a casa ad aspettare, senza sapere e..." 
Non si era accorta che Harry si era avvicinato a loro e la sua presenza le diede quasi forza. Fu solo quando lo guardò in modo così supplichevole, aspettandosi una replica da parte sua, un intervento di qualunque tipo... la forza cadde a pezzi su di lei: il ragazzo scosse il capo, preoccupato per lei e per nulla convinto di farla partecipare a quella pericolosa battaglia di Hogwarts. E lei gli diede le spalle, carica di sconforto e di rabbia. 
Con la sensazione che presto si sarebbe liberata presto della prigionia al quale la sua famiglia e quello che doveva essere il suo ragazzo l'avevano condannata, solo ed esclusivamente per quel momento, finse di arrendersi e di gettare la spugna. 
"Bene" la ragazza fissò il buco del ritratto senza aver davvero l'intenzione di varcarlo. "Allora vi saluto e..." 
Ma si interruppe: qualcuno stava attraversando il passaggio segreto, facendo baccano. Qualcuno che inciampò goffamente e si rialzò immediatamente, aggiustandosi pomposo gli occhiali sul viso e i capelli spettinati. Qualcuno con i capelli rossi come tutti loro e che somigliava terribilmente a... 
"Sono in ritardo?" esordì Percy in tono pratico, strizzando gli occhi. "L'ho saputo solo ora e..." aggiunse, e ovviamente zittì. 
Non si aspettava di trovarsi davanti tutta la famiglia al completo ed era imbarazzante squadrarsi e non parlarsi. 
"Allors... come va il picolo Teddì?" chiese d'un tratto la voce gracchiante di Fleur, per rompere il ghiaccio che si era creato. 
Ginny sentì la voce di Remus da un chilometro di distanza, e non smetteva di fissare suo fratello. 
"Io... oh... sta bene!" rispose Remus evasivo, mostrando una foto del piccolino a Fleur. 
"Sono stato uno scemo!" ruggì Percy all'improvviso. "Un idiota, un imbecille tronfio, sono stato un... un..." 
"Un deficiente schiavo del Ministero, rinnegato e avido di potere" gli venne incontro Fred, con schiettezza. 
"Sì!"
"Beh, non potevi dirlo meglio di così" Fred tese la mano la mano al fratello. 
Molly scoppiò vivamente in lacrime e, spingendo Fred da un lato, corse ad abbracciare il figlio maggiore, soffocandolo in uno dei suoi soliti abbracci. E lo stesso fece il padre, che aveva gli occhi lucidi di lacrime ma non piangeva, probabilmente per una questione di virilità. Ginny non fece un passo verso il fratello e neanche i gemelli: non l'avrebbe perdonato così facilmente, dopo anni che non parlava alla famiglia. 
Poi ebbe il lampo di genio.
La famiglia era indaffarata attorno al traditore, quindi se lei sgattaiolava via in fretta... "GINNY!" esclamò la voce della madre. 
Come non detto: fu ovviamente beccata mentre cercava di scappare via. 
"Facciamo così" intervenne Remus serio. "Lei resta qui. Almeno sarà presente e saprà cosa succede ma non starà nel mezzo della battaglia" 
"Io..." 
"Buona idea" convenne Arthur, lanciando un'occhiata benevola all'amico. "Ginny... tu non ti muovi da questa Stanza, mi hai sentito?" 
Ginny aveva ancora uno sguardo sfrontato e ribelle ma allo sguardo fermo del padre annuì. 
"Dove sono Ron ed Hermione?" chiese Harry all'improvviso, guardandosi intorno velocemente. 
"Devono essere già in Sala Grande!" gli rispose Arthur, mentre lui e gli altri uscivano in fretta dalla stanza per andare a combattere. 
"Parlavano di un bagno... poco dopo che te n'eri andato" disse la ragazza, che aveva poco origliato la conversazione del fratello e di Hermione. 
Harry le rivolse un ultimo sguardo prima di andarsene via e lasciarla sola, prigioniera nella Stanza delle Necessità. 




Ginny era da sola in quella dannata stanza da almeno un venti minuti ma i tormenti già la uccidevano, le impedivano di pensare. La battaglia era cominciata? Cosa stava succedendo in quel momento mentre lei era lontana dal mondo? Stavano tutti bene o qualcuno era rimasto ferito? E, soprattutto, perchè lei era ancora nella Stanza delle Necessità quando poteva disobbedire agli ordini dei suoi genitori e partecipare alla battaglia? 
La ragazza non sapeva rispondersi. 
Anzi, forse l'ultima domanda aveva una risposta: aveva paura. E non paura di disobbedire agli ordini severi di suo padre, ma paura che per salvare lei, che da minorenne si esponeva a dei seri pericoli, potesse capitare qualcosa di brutto alle persone che più voleva bene al mondo. Probabilmente era proprio quello il motivo per il quale si ostinava a restare segregata nella stanza. 
Andava avanti e indietro. Avanti e indietro... avanti e indietro senza sosta, mentre la paura la divorava. 
"Non è possibile! Io qui dentro come una prigioniera e loro..." la ragazza s'interruppe: il ritratto stava scattando in avanti. 
Ginny prese la bacchetta e la puntò verso il ritratto, all'erta contro eventuali pericoli. Anche se probabilmente quello che stava per uscire dal buco del ritratto era Aberforth Silente. Ma non era affatto Aberforth, piuttosto un gruppetto di persone che mai la ragazza si era immaginata di incontrare in quel momento... 
"Spero che non abbiano cominciato" 
"Guarda che tu sei minorenne, Colin. Non dovresti nemmeno essere qui, ti avevo detto di non venire" 
"Ha parlato la donna vissuta! So badare a me stesso, Demelza, grazie mille" "Oh, non cominciate a litigare!" 
"Ma siete così teneri insieme... soprattutto quando litigate" 
"Vick, sei sempre esagerata con le parole" 
"Per favore, possiamo muoverci?" 
"Will, devi sapere che qualcuno si ingelosisce facilmente qui" 
"Potreste smetterla tutti?" 
"Come al solito fai sempre prendere aria alla boc... GINNY!" 
Ginny non riusciva a credere ai suoi occhi: Colin, Demelza, Vick, Ritchie, Christopher e William stavando balzando giù dal buco del ritratto, seguiti da un timido Jimmy Peakes, un ragazzino che l'anno precedente era nella squadra di Grifondoro come Battitore. Dopo lo strillo di Demelza, si erano accorti tutti della presenza dell'amica e ne erano rimasti assolutamente pietrificati. 
"NON-CI-CREDO!" esclamò scioccata Demelza, raggiungendo l'amica e gettandole le braccia al collo mentre singhiozzava rumorosamente sulla sua spalla. Colin e gli altri corsero e imitarono Demelza, soffocando l'amica che non vedevano da tantissimo tempo in un abbraccio stritola-costole. 
"Da quanto tempo..." sussurrò Ginny smarrita, ma emozionatissima di rivedere i suoi vecchi amici. 
"Ho temuto che non ci saremmo più riviste" disse Demelza, abbracciandola di nuovo. 
"E ti pareva se Dem non arrivava sempre alle conclusioni peggiori" ribattè Christopher divertito. 
Ci furono delle risate; Colin fece uno scatto con la sua macchina fotografica. "Chris... ti ho mai detto che tu e Demelza siete una bella coppia?" 
"Io l'ho detto dal primo giorno" aggiunse William soddisfatto, mentre Demelza boccheggiava. 
"E io ti ho sempre appoggiato!" convenne Ritchie. 
"Ma vi sembra il caso di parlare di questo con una battaglia lì fuori?" esclamarono Demelza e Christopher all'unisono. 
I ragazzi scoppiarono nuovamente a ridere; Vick battè le lunghe ciglia e disse: "Gin, sei davvero bellissima!" 
"Ecco un altro commento fuori posto" commentò William, mentre Ritchie scompigliava i capelli della bionda. 
"Cosa ci fate qui? Come l'avete saputo?" chiese Ginny agli amici, interrompendo quella che sarebbe stata una discussione lunga e noiosa. "Non avevo idea che eravate voi dietro a quel ritratto. Ho subito pensato ad Aberforth, sapete... ma mai a voi!" aggiunse, beandosi della loro presenza. 
"Mia madre ha avuto una soffiata" rispose semplicemente Demelza. "Ero in contatto con Colin e gli altri e mi sono Materializzata direttamente da loro per avvertirli che Hogwarts stava andando in guerra. Non abbiamo mai provato a Materializzarci o Smaterializzarci, ma dato che eravamo maggiorenni potevamo farlo" 
"E voi sapete...?" 
"No" rispose William con una risatina. "Non avevamo mai provato. Demelza conosceva la teoria, ha provato a Smaterializzarsi da casa sua per venire da noi e ha funzionato... quindi abbiamo usato una Materializzazione Congiunta per arrivare qui" 
"E Colin ha vomitato" aggiunse Christopher con energia. 
"Non ho vomitato!" protestò il ragazzo, infevorendosi immediatamente. "Mi stavo solamente sentendo male... è stato tremendo!" 
Ci fu un attimo di silenzio... poi Peakes si schiarì la gola e chiese: "Allora... la battaglia è cominciata?" 
"Non ne ho idea, sono chiusa qui dentro per ordine dei miei genitori" rispose Ginny mesta, abbassando lo sguardo. 
Per un attimo aveva creduto che i suoi amici restavano lì con lei per farle compagnia, ma loro dovevano correre in battaglia, non erano arrivati ad Hogwarts per intrattenersi in chiacchiere amichevoli: dovevano prendere parte all'azione come era giusto che fosse. Anche Ginny avrebbe fatto così, avrebbe detto loro che c'era tempo per chiacchierare ma che era arrivato il momento di combattere e di far vedere a Voldemort e ai Mangiamorte quanto valevano, quanto valevano insieme. Non li biasimava se loro andavano via... era giusto. 
Infatti, quando loro le dissero timidamente di andare a combattere, lei era comprensiva. 
"Vi raggiungo ben presto... non me ne starò qui a marcire" disse la ragazza, fissando ancora il pavimento. 
Gli amici le sorrisero, l'abbracciarono ancora, le regalarono parole di conforto e poi andarono via. Fu solo quando tutti si furono avviati che Colin fece dietrofront e diede un ultimissimo abbracciato all'amica, stringendola fortissimo più di quanto non ebbe mai fatto in vita sua. In quell'abbraccio c'erano le parole non dette, le scuse per l'abbandono subito quando erano insieme ad Hogwarts e tutto quel che si possa immaginare. 
"Fai vedere chi sei, Colin! Anche un minorenne può battere i Mangiamorte" 
"Puoi dirlo forte!" esclamò Colin allegramente. Poi aggiunse: "Mi sei mancata. Ti voglio bene... non dimenticarlo mai" 
Ginny rimase per un attimo senza parole e senza fiato: riuscì solamente ad annuire in modo distratto. 
"Ti aspetto in battaglia, lo prometto!" disse Colin. 
"Ti raggiungo in un baleno... lo prometto" 
Ginny rimase a fissare la schiena di Colin finchè l'orlo della sua maglia non sparì dietro all'angolo, come avevano fatto i suoi amici. 




Ginny era ancora sola nella stanza quando... 
"So che vi state preparando a combattere" una voce acuta e fredda rimbombò prepotente tra le quattro pareti della stanza e fece tremare la ragazza. Era una cosa spaventosa, come se stesse per uscire dalle mura stesse. "I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto per gli insegnanti di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago" 
Lei era al sicuro ma aveva paura, paura per coloro che amava. 
"Consegnatemi Harry Potter" proseguì la voce di Voldemort, "e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry Potter e lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati... Avete tempo fino a mezzanotte" 
Il silenzio inghiottì di nuovo la ragazza, che fu presa seriamente dal panico, nonostante lei non corresse alcun rischio in quella stanza. Ebbe la strana idea di abbandonare il suo rifugio per andare a vedere cosa succedesse al castello: la voce di Voldemort era stata come una goccia di pioggia fredda sul viso, che si insinua nel vestiti e ti lascia senza fiato. Che ti lascia con la paura. Stava per decidere cosa fare quando una voce familiare la fece sussultare. 
"Gin...?" chiese la voce di Astoria Greengass. 
"Astoria?" 
Le due ragazze si corsero incontro e si squadrarono, come se non riuscissero a credere di essere lì. Astoria era identica a prima, senza un graffio e senza nessun segno che facesse pensare che aveva vissuto momenti da incubo. Eppure la sua espressione diceva tutto. 
"Sei venuta per combattere?" chiese Ginny fissando la ragazza, che pareva agitata. "Anche se vorrebbero farti fuori per aver tradito la tua famiglia?" 
Astoria annuì. "Combatto dalla vostra parte. Ma prima devo vedere una persona che so che è qui" 
"Draco?" 
"Esatto. Mia sorella e mia madre stavano parlando, e ho origliato. Mi sono Smaterializzata subito" 
Ginny non sapeva cosa dire, se non: "Buona fortuna..." mormorò lievemente. 
La Serpeverde la strinse in un rapido abbraccio e fuggì via, replicando a sua volta: "Buona fortuna anche a te!" 




Non erano passati neanche dieci minuti dall'arrivo di Astoria, che un'altra voce distrasse la ragazza. 
"Hai sentito quella voce?" chiese una pallida Ninfadora Tonks, correndo verso di lei. "Non ti preoccupare, piccola... non consegneranno Harry. Dovranno passare prima sul cadavere di tutta Hogwarts messa assieme e non credo che si possa fare. Comunque... che ci fai qui da sola? E gli altri dove sono?" 
"Mi hanno lasciata qui, sono minorenne" rispose Ginny irritata, sperando che Tonks le facesse compagnia. "Loro sono pronti per combattere, si sono radunati tutti in Sala Grande ma non so adesso cosa succede. Ma tu non dovevi essere col bambino?" 
"Mia madre sta con lui. Non potevo restare a casa senza sapere" 
"Benvenuta nel club..." 
"Quindi non sai cosa sta succedendo?" chiese una voce rauca e familiare. 
La signora Augusta Paciock fece un gran sorriso alle due ragazze e si fermò proprio di fronte e a loro. 
"No... che strazio rimanere qui" rispose la rossa. 
Tonks non sapeva cosa fare. "Remus ti ha detto qualcosa? Qualunque cosa?" chiese. 
"Nulla" rispose Ginny impotente, arrabbiata per essere praticamente inutile in quella situazione di emergenza. 
"Ma..." le parole di Tonks furono soffocate dall'arrivo di Harry, Ron ed Hermione, che avevano il fiatone. 
"Ah, Potter!" lo accolse la signora Paciock vivacemente. "Tu saprai dirci cosa sta succedendo. Hai visto mio nipote?" 
"Sta combattendo" 
"Naturalmente. Con permesso, devo andare ad aiutarlo" 
La signora Paciock corse verso la scala di pietra con una rapidità sorprendente, poi Tonks ruppe il silenzio, mentre Ron ed Hermione continuavano a fissare intensamente Ginny come se volessero dirle qualcosa. In cuor suo, la ragazza era agitata: Neville stava combattendo. E chissà quante altre persone avevano appena intrapreso la battaglia, persone che probabilmente non avevano mai preso parte ad un vero duello... persone come i suoi vecchi amici. 
"Hai visto Remus?" chiese Tonks irrequieta. 
"Doveva guidare un gruppo di combattenti nel parco..." 
Tonks non disse una parola e corse via, probabilmente per raggiungere il suo consorte. 
"Ginny... mi dispiace, ma devi andartene anche tu. Dopo potrai tornare" disse Harry preoccupato, che non aveva occhi che per lei. 
Ma la ragazza sembrava quasi come se avesse vinto il lotto: finalmente aveva una scusa per lasciare il suo dannatissimo rifiugio. Non ci poteva credere! Stava sul serio per lasciare quel nascondiglio pietoso al quale i genitori l'avevano abbandonata, e senza infrangere la parola di suo padre. Ghignando come se Natale fosse arrivato prima del tempo, corse velocemente dietro Tonks, senza nemmeno curarsi di rispondere ad Harry che le stava gridando di tornare alla stanza, alla fine. 
Era libera.
Stava andando a combattere. 








Angolo autrice
Capitolo pre-battaglia terminato, come potete vedere. Ho modificato parecchio lo stile e ho allungato molto il brodo dato che questo è un capitolo molto importante, anche se alcune parti sembrano davvero non finire mai. Era esattamente così che mi immaginavo la versione dei fatti ed è esattamente come l'ho immaginata che l'ho trascritta. E spero vivamente che non vi deluda. La parte sconvolgente è l'addio tra Ginny e Colin: sono stata molto cattiva ad inserirlo però andava fatto, dato che Colin è l'unico personaggio che alla fine muore e che la ragazza non ha più la possibilità di vedere. 
Spero che l'intero capitolo vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va. Spero anche che non sia troppo lungo, volevo che fosse solo un capitolo pre-battaglia, volevo che la battaglia si svolgesse a parte in un altro capitolo.
Un abbraccio!

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Capitolo 78
*** La Battaglia di Hogwarts. ***


LA BATTAGLIA DI HOGWARTS.


Ginny e Tonks correvano a perdifiato nel corridoio del settimo piano. Probabilmente erano dirette verso il parco del castello dove Remus guidava un gruppo di combattenti ma Ginny non osava fiatare, non osava chiedere nulla a Tonks che sicuramente stava tormentandosi l'anima per sapere cosa stesse succedendo a suo marito. La ragazza non osava neanche dare a Tonks parole di conforto... perchè in quel momento sarebbero state parole vuote e inutili. 
Dopo cinque minuti, la donna si fermò di botto con la bacchetta pronta e puntata dinanzi a lei: c'erano dei Mangiamorte che bloccavano il passaggio sulle scale e ghignavano come matti. Ginny trasse un profondo respiro e prese la bacchetta dalla tasca dei suoi jeans, puntandola contro i due uomini mascherati. 
"Guardate chi abbiamo qui!" fece beffardo un Mangiamorte. 
"State forse andando da qualche parte, belle fanciulle?" chiese un altro, con una smorfia di disgusto. 
Ginny era furibonda, ma anche combattiva: di certo non poteva rispondere ai due Mangiamorte che lei e Tonks non andavano da nessuna parte in particolare, lasciarli lì impalati ed essere a loro volta lasciate incolumi mentre si allontanavano. No... i Mangiamorte non erano così generosi da lasciarle in pace, soprattutto in quel momento che era scoppiata una guerra. "Allora... avete perso la lingua?" aggiunse il primo Mangiamorte e Tonks spedì contro di lui un incantesimo. 
Cominciarono a combattere, mentre la ragazza cercava di tenere il passo veloce di Tonks e spediva incantesimi ai due Mangiamorte, uno dietro all'altro in modo molto rapido. Lampi di luce rossa, blu e, con gran orrore per le due combattenti, verdi schizzavano da tutte le parti sul soffitto e sulle parenti, ma le due ragazze si concentrarono al massimo per dare del filo da torcere a quegli uomini, che sembravano molto abili ed esperti. 
Ginny non mollò neanche per un secondo ma il combattimento finì subito: ebbe una grande idea geniale. 
"Glisseo!" esclamò sicura di coglierli di sorpresa, e le scale di pietra sotto i Mangiamorte diventarono un lungo scivolo e li fecero crollare rumorosamente al sesto piano come se fossero delle palle da bowling nere e particolarmente grosse. 
Tonks fissava la ragazza in modo ammirato. "Davvero ottimo!" disse, ansimando. "Ma mi sa che dobbiamo scendere per l'altra scala adesso... andiamo!" aggiunse, facendo velocemente dietrofront e iniziando a correre verso il lato opposto del corridoio. 
In un attimo, si ritrovarono di nuovo fuori alla Stanza e un'esplosione costrinse le due a fermarsi: Tonks prese con una mano sola l'altra per i vestiti e la strattonò lontano dalla finestra vicina, a cui mancavano diverse lastre di vetro a causa di quell'esplosione che le aveva fatte spaventare a morte. 
"Che cosa succede?" chiese Ginny mentre si alzava dal pavimento, guardando a destra e a sinistra in maniera nervosa. 
"Credo provenga dal parco..." Tonks corse verso la finestra distrutta e lanciò una fattura di sotto, probabilmente verso qualche Mangiamorte particolarmente assatanato ad uccidere, salvando chissà quale studente dalla loro furia. Ginny capì in un baleno le sue intenzioni e si precipitò anche lei alla finestra, se ancora poteva chiamarsi in quel modo, e spedì una fattura potente che mancò un Mangiamorte mascherato e rischiò di colpire uno studente sbucato dal nulla. 
E non sembrava l'unica che stava rischiando di colpire gli innocenti: Grop il gigante si faceva largo tra la folla dei combattenti battendo forte i piedi. 
"Speriamo che ne calpesti!" esclamò la voce di suo fratello Ron, proveniente da una zona imprecisata del corridoio. 
"Basta che non siano dei nostri!" ribattè Ginny prontamente, e si sporse ancora un poco dalla finestra. Puntò decisa la bacchetta contro un Mangiamorte e gli spedì contro una fattura di assoluta precisione che lo colse il pieno mandandolo a cozzare contro la balaustra di marmo. 
"Brava!" ruggì la voce di Aberforth Silente, alla guida di un manipolo di studenti. 
Compiaciuta, la ragazza scorse suo fratello e gli altri due ragazzi. 
"Hai visto Remus?" chiese Tonks ad Aberforth. 
"Stava combattendo contro Dolohov... poi non l'ho più visto!" rispose, e sparì correndo via. 
Ginny fece un respiro, guardando una Tonks bianca come un cencio. Cosa poteva fare in quel momento? Come poteva mai rassicurarla? Quali stupide parole di conforto, che non avrebbero confortato proprio nessuno, poteva mai dirle? Era inutile, inutile davvero... ma provò con le uniche parole che le venissero in mente, perchè non c'era altra alternativa se non restare in silenzio. E lei non riusciva a stare in silenzio. 
"Tonks... Tonks sono sicura che sta bene" mormorò. 
Ma lei non l'ascoltò per niente e sparì anche lei dietro Aberforth. E in quel momento? Ginny era rimasta sola nel bel mezzo di una battaglia e non era assolutamente colpa di Tonks, che era preoccupata per suo marito che stava combattendo. La colpa era solamente dei suoi genitori che l'avevano lasciata in quella odiosa Stanza a farla marcire mentre loro erano in battaglia, non pensando minimamente che ci potesse essere un intoppo di qualunque tipo, come quello. Purtroppo per loro avevano sbagliato qualche conto: la Stanza serviva ai tre ragazzi e lei non sapeva che fare e dove andare mentre il maestoso castello di Hogwarts cadeva a pezzi per lo scontro tra Mangiamorte e Hogwartiani. 
Non era meglio se fosse scesa da subito in battaglia con la famiglia? 
"Se la caveranno" fu la risposta ovvia del solito Harry Potter. "Noi torniamo subito. Tu stanne fuori, resta al sicuro... andiamo!" 
Harry non riuscì a guardarla negli occhi un secondo di più e fece cenno ai due amici di seguirlo velocemente nella Stanza: Ron lanciò uno sguardo triste alla sorella, e allo stesso tempo ammonitorio come se avesse voluto dire di restare al sicuro e basta, e corse anche lui; Hermione, dal suo canto, aveva un espressione indecifrabile... un espressione di spavento e preoccupazione, ma anche lei seguì i due amici. 
Ginny rimase da sola in corridoio, con le urla e gli scoppi che si udivano in maniera soffocata. 
Dopo dovrai tornare alla Stanza... stanne fuori... resta al sicuro.
Ma non capiva proprio che Ginny non sarebbe rimasta per nulla fuori e al sicuro? Lei voleva combattere, voleva dimostrare a tutti che anche lei avrebbe combattuto fino all'ultimo per il bene del mondo. E nessuno, neanche il suo fidanzato che voleva tanto proteggerla, poteva impedire che ciò avvenisse. La ragazza guardò per l'ultima volta la Stanza e partì a tutta velocità nella direzione presa da Tonks e da Aberforth, non desiderando altro che trovarli e unirsi a loro. 
Scese le scale a tre alla volta, rischando di rompersi l'osso del collo, e arrivò nel corridoio del sesto piano: quello del settimo piano era una sala relax in confronto. La folla dei combattenti era fittissima lì, che Ginny non poteva neanche intervenire per paura di mutilare studenti innocenti. Si abbassò appena in tempo per evitare un lampo di luce scarlatto e, superando con un balzo una pozza di sangue, scese al quinto piano e in cinque minuti si ritrovò nel corridoio del secondo piano. 
Continuando a scendere le scale, intravide Aberforth e la chioma rosa cicca di Tonks. 
"Impedimenta!" esclamò Ginny puntando la bacchetta contro un Mangiamorte, e con un fragoroso colpo di bacchetta spedì l'uomo dal volto scoperto e arcigno lontano da una studentessa, che la guardò raggiante di felicità e la ringraziò con lo sguardo per averle salvato la vita. "Stupeficium! Impedimenta!" 
"Non ti arrendi?" sbottò un Mangiamorte, ringhiandole contro. 
"STUPEFICIUM!" 
"Avada..." 
Qualcuno si lanciò su di lei e la costrinse ad abbassarsi, mentre la Maledizione Senza Perdono colpiva il muro. 
"Micheal!" fece Ginny sorpresa, trovandosi tra le braccia del suo ex ragazzo, che aveva appena Schiantato il Mangiamorte. 
"Dio... che spavento" mormorò Micheal. 
"Da dove sei sbucato?" 
"Ringrazia il cielo che sono sbucato..." 
"Ringrazio il cielo. Sono in debito con te!" gli disse lei, mentre correva verso la Sala Grande e sorrideva a Micheal. 
Raggiunse velocemente la Sala Grande e... constatò che quella non somigliava affatto alla loro Sala Grande. La situazione sembrava essere degenerata: le pareti erano distrutte, i tavoli erano mezzi distrutti, le panche giacevano di lato scorticate, gli smeraldi e i rubini di Serpeverde e Grifondoro erano sparpagliati a terra e lampi di luce schizzavano da tutte le parti rischiando di colpirli tutti. Una figura pazza dominava il tutto, una figura pazza che trotterellava per la Sala lanciando incantesimi a destra e a manca con un'abilità e una precisione sorprendente, una figura pazza che somigliava orribilmente a... Bellatrix Lestrange. 
La donna sghignazzava e abbatteva tutti gli studenti con ferocia, come se fossero solamente bambole di pezza. 
Ginny sgranò gli occhi, pietrificata da tanta freddezza, e qualcosa nel suo cuore si mosse... come pena per i poveri caduti, raccapezzo per il modo in cui erano stati uccisi. La ragazza diede un rapido sguardo in giro, volendo mettere a fuoco solo le facce della famiglia poi qualcosa la distrasse: Remus, che aveva i vestiti più laceri che mai e che combatteva vicino al portone d'Ingresso della Sala Grande, doveva essersi accorto che Tonks era lì e non dove avrebbe dovuto essere. 
"VATTENE DA QUI!" le disse, ma Tonks schizzò in avanti per andare in suo soccorso, senza preamboli. 
Ginny si insinuò velocemente nella battaglia della Sala Grande e cercò di Schiantare e lanciare incantesimi a più Mangiamorte possibili mentre la famiglia, che si era accorta che lei era lì con loro come Remus si era accorto di Tonks, cercava di raggiungerla. 
Il cuore della ragazza batteva a mille mentre guardava gli occhi della madre. 
"GINNY! CHE CI FA TU QUI? AVEVI DETTO... CHE RIMANEVI... NELLA... STANZA!" sbottò sua madre, tutta ansimante dallo sforzo di abbattere un suo avversario. "TORNA IMMEDIATAMENTE IN QUELLA DANNATA STANZA!" 
Anche gli altri membri della famiglia si erano avvicinati a lei mentre combattevano. 
"Vattene! Avevi detto che restavi nella Stanza!" aggiunse Bill arrabbiato, lanciando uno Schiantesimo così potente che il Mangiamorte atterrò dall'altro lato della stanza con un rumore secco. "Sapevo che saresti scappata... non dovevamo fidarci!" 
"Ai ragazzi serviva la stanza!" ribattè Ginny frettolosamente, con la speranza che le credessero. "Vi giuro! A loro serviva quella stra-maledettissima stanza, non sapevo cosa fare! Me la cavo con gli incantesimi, posso dare una mano... non so dove andare e voglio rimanere qui con voi!" 
"Resta sempre vicino a Bill o vicino agli altri della famiglia, capito? E non ti muovere!" rispose il padre con rabbia, accigliato. 
Ginny annuì e restò appiccicata a Bill, mentre prendeva parte alla battaglia. Vicino a lei, la madre faceva roteare la bacchetta in modo molto abile e soprendente; il padre abbatteva con ferocia tutti i Mangiamorte che si trovavano a tiro, senza curarsi di guardarli in faccia; Fleur, con fluida eleganza, lanciava Incantesimi di Ostacolo a tutti gli avversari che si trovava di fronte; Bill e George creavano una specie di cerchio attorno alla sorella mentre lottavano. 
"VAI A CASA DA TEDDY... TI PREGO!"
"NO!" 
Ginny si voltò e vide Dolohov ridacchiare sonoramente mentre fronteggiava moglie e marito insieme: Remus sembrava voler difendere Tonks e persuaderla a tornare a casa dal loro bambino, ma lei non aveva intenzione ne di venire difesa ne di andarsene e lasciare suo marito da solo nella battaglia, dal momento che Dolohov non voleva affatto mollare la presa e rinunciare ad ammazzarli entrambi. 
Ginny sperò con tutto il suo cuore che i due non si distraessero... 
"Sapevo che ci raggiungevi in qualche modo, sai?" fece la voce di George. 
Era impegnato a combattere ma si rivolse alla sorellina con un gnigno sulle labbra. 
"Speravo ci fosse qualche intoppo o qualcosa del genere" ribattè la sorella, compiaciuta. "Non vedevo l'ora di raggiungervi tutti e... Impedimenta!" 
"Io l'avevo detto dal primo momento a Fred che saresti fuggita" 
"Non vi perdono per avermi lasciata lì a marcire... Pietrificus Totalus!" 
"Ma non avevamo scelta. Sai la mamma come è fatta..." 
Ginny annuì e mise lo sgambetto ad un Mangiamorte alle spalle di suo padre, che cadde ai suoi piedi. "Pietrificus Totalus! Aspetta un momento... Fred?" 
George fece una smorfia mesta e rispose: "Ci siamo separati. Lui sta combattendo insieme a Perce in un corridoio di sopra..." 
"Come avete fatto a separarvi?" 
"Non ne ho idea! So solo che avrei tanto voluto essere con lui in battaglia ma..." la sua voce si spense. 
Ginny non riusciva a pensare a niente che non fosse Fred... Fred lontano dal suo gemello. I gemelli si erano separati: niente di tutto quello poteva significare qualcosa di buono in quella situazione. Ricordava ancora che, da piccolini, mentre giocavano tutti insieme a nascondino, Fred si nascose in un cespuglio diverso da quello del gemello e si punse un dito con la spina di una rosa, sanguinando copiosamente. Ricordava ancora quando George corse in casa a bere e Fred cadde dalla sua scopa, finendo direttamente al San Mungo con una frattura cranica. Il ricordo di George senza l'orecchio era il più recente... e anche durante quella missione pericolosa i due gemelli erano lontani e non stavano insieme. E no... non significava proprio nulla di buono. 
Ginny scosse la testa, perchè quelle erano solamente sgradevoli coincidenze. 
"Indovina?" giunse alle sue orecchie la voce di suo fratello da chilometri e chilometri. "Io e Fred avevamo giurato solennemente, nonostante volessimo proteggerti ad ogni costo da questa battaglia, che se non ci avresti raggiunto qui saremmo venuti a recuperarti dalla Stanza" 
"Sul serio?" 
"L'abbiamo giurato solennemente" ribattè George sincero. 
La battaglia in Sala Grande infuriava sempre di più e più infuriava, più Ginny e George tendevano ad allontanarsi dalla famiglia, a causa dei vari combattimenti con i Mangiamorte. Purtroppo per loro, si spostavano sempre più verso Remus e Tonks, che stavano ancora combattendo contro Dolohov. E d'un tratto, Ginny fu distratta da un grido acuto e penetrante... di quelli che ti rimangono sempre impressi nella mente, quelli che fanno paura. 
Dolohov rideva e ghignava come un pazzo e, dopo un secondo grido da parte di Tonks accompagnato da una fragorosa risata, un lampo di luce verde scaturì dalla bacchetta del Mangiamorte e colpì Remus Lupin in pieno petto. L'uomo, con occhi ancora aperti, cozzò contro la balaustra di marmo con un tonfo e cadde a terra, inerme... senza muoversi... gli occhi spenti. 
Si udì uno strillo agghiacciante, da far gelare il sangue nelle vene. Uno strillo carico di dolore che poteva appartenere solamente a Tonks, che corse verso suo marito e si gettò su di lui, come se volesse proteggere il suo corpo con il proprio. 
Ginny era paralizzata, coi piedi lì per terra. Non riusciva a capacitarsi, l'orrore la teneva ferma lì... perchè Remus Lupin non poteva essere morto. Era Schiantato, ecco tutto. Era solamente ed esclusivamente Schiantato... sì, alla ragazza pareva di avere la mente Schiantata... e lacrime gelide le solcarono il viso lentigginoso senza preavviso, incapace di credere che il suo vecchio insegnante e suo vecchio amico fosse davvero morto. 
Tonks, in quel momento, era accasciata sul suo petto e strillava in agonia, scossa da singhiozzi irrefrenabili. Dolohov non la smetteva di ridere, quasi piegato in due dalle risate mentre Bellatrix Lestrange sghignazzava sonoramente, indicandola col dito e facendosi beffe di lei e del marito. 
"Hai ucciso il lupacchiotto! Hai ucciso il lupacchiotto!" canticchiò la donna, facendo l'imitazione di una vocetta da bambina. 
"REMUS, APRI GLI OCCHI! REMUS! TI PREGO!" 
"E adesso io ucciderò lei, aaah-ah-ah!" 
Ginny e George, che non intendevano stare fermi lì un secondo di più, si mossero verso il punto in cui si trovavano i quattro ma... troppo tardi: Bellatrix, da codarda e senza permettere a Tonks di ristabilirsi per un vero duello, la colpì alle spalle con una Maledizione Senza Perdono urlata ai quattro venti. Ninfadora Tonks poggiò delicatamente la testa sul petto del marito, raggiungendolo nel luogo in cui Remus Lupin si trovava e restando immobile esattamente come lui. 
"TONKS! NOOOOO!" strillò Ginny disperata, trattenuta da George per impedirle di raggiungere i due coniugi. 
Attirati dagli strilli angosciati della ragazza, molte persone la raggiunsero; Dean e Calì cominciarono a seguire Dolohov che correva verso la scalinata di marmo mentre Bellatrix ridacchiava e trotterellava in cortile, in cerca di qualche altro avversario da uccidere. 
"Ragazzi! Ragazzi, state be..." Arthur si interruppe: non riusciva a proseguire. "Cosa stanno...?" 
"Son feriti?" chiese Fleur intimorita. 
George scosse il capo. "Remus e Tonks... loro..." 
Ginny pianse come una bambina, ripendendo i nomi dei suoi due amici. Non seppe mai per quanto tempo ripetè il nome di Tonks e Remus ma, nonostante sapesse che seppur continuasse a chiamarli a lungo loro non avrebbero mai risposto, continuava a farlo. Loro non avrebbero risposto, non avrebbero risposto neanche se lei urlava a squarciagola il nome Ninfadora: Tonks non avrebbe mai più strillato accuse su chi usasse ancora il suo vero nome di battesimo e Remus non avrebbe mai detto che era strano che a una ragazza piacesse più il cognome che il nome. 




Gli Hogwartsiani continuarono a combattere, continuarono, e continuarono ancora... 
Nella Sala d'Ingresso nessuno faceva caso a Tonks e Remus: tutti avevano occhi per i propri avversari. Ginny non desiderava altro che fare del male a quei Mangiamorte, fare del male a coloro che avevano fatto del male due persone innocenti, due persone che si amavano. I suoi due amici erano morti dinanzi ai suoi occhi, lei aveva visto la morte. Ogni millesimo di secondo ripensava a quel momento, ripensava al momento in cui il grido di Dolohov l'aveva distratta, ripensava a quando un Avada Kedavra aveva colpito un grande guerriero. Remus era forte, avrebbe potuto salvarsi... ma lui pensava a Tonks, pensava a sua moglie che era sgattaiolata via per venire da lui, dal marito che era un lupo mannaro e che lei aveva voluto a tutti i costi sposare nonostante le sue condizioni, dal marito che non sarebbe mai riuscito a capacitarsi del fatto che una giovane sana e bella avesse scelto proprio lui tra tutti i ragazzi magnifici che poteva avere. 
Tonks merita uno giovane e sano. 
Ma lei vuole te. 

Ginny non riusciva a dimenticare, ripensava ancora al momento in cui le urla di Tonks squarciavano la notte mentre era accasciata sul petto di Remus, scuotendolo invano e quando Bellatrix Lestrange aveva lanciato una Maledizione Senza Perdono sulla ragazza, alle sue spalle. Due guerrieri li avevano lasciati, quella notte. E chissà quanti altri valorosissimi guerrieri li avrebbero ancora lasciati. 
"Impedimenta!" 
Proprio in quel momento, Ginny riuscì a battere un Mangiamorte di intralcio. 
"Bravissima! Dove hai imparato a combattere così?" chiese Bill ammirato, lanciando un incantesimo non verbale ad un uomo mascherato. 
"Esperienza, fratellino. Ma dove sono gli altri?" 
"Infatti!" disse George con energia, il volto carico di paura. "Dove diavolo sta Fred?" aggiunse, guardandosi intorno. Era l'ennesima volta che George faceva quella domanda e nessuno gli aveva mai dato una vera risposta: potevano solo continuare a ripetersi che Fred stava bene e stava combattendo. 
"George..." mormorò Ginny preoccupata, mentre fissava il fratello tormentarsi l'anima, anche se non sapeva come continuare. 
"Io non mi do pace! N-noi non dovevamo s-separarci!" sbottò George, arrabbiato con se stesso. 
Ma l'agitazione del ragazzo era comprensibile: aveva fatto tutto con Fred e quella battaglia era l'occasione migliore per fare gioco di squadra. Non era andata in quel modo e non faceva nulla. Fred se la stava cavando anche senza il gemello, anche se probabilmente provava lo stesso sentimento di George: paura. Ma Fred stava benissimo, combatteva come un leone e sprizzava energia da tutti i pori come il suo solito. Non aveva nulla che non andava. 
"Pietrificus Totalus!" 
Ginny spedì un incantesimo ad un uomo mascherato ma quello lo evitò facilmente e le spedì in risposta un forte Schiantesimo che la fece quasi letteralmente volare sui gradini di pietra del cortile, dove la battaglia infuriava ancora di più, dove sembrava che vi fossero un'infinità di cadaveri sul pavimento gelido. 
"Stai bene?" chiese George spaventato, che le fu prontamente vicino. 
"Sì" rispose la ragazza, afferrando la mano che il fratello le porgeva e rimettendosi in piedi. Si accorse che le girava vorticosamente la testa per la botta che aveva preso e che le ferite di guerra si facevano già vedere: taglio sul labbro sanguinante e uno grosso sulla coscia sinistra, dove il jeans era stracciato. 
Anche i genitori, Bill e Fleur la raggiunsero, tranquillizzandosi quando vide che non si era fatta nulla. Ma non ci fu più bisogno di parlare: la stessa voce acuta, penetrante e gelida come il ghiaccio risuonò spaventosamente tra le pareti del castello, costringendo tutti ad abbassare le bacchette e mettersi in ascolto. 
"Avete combattuto valorosamente" disse quella voce fredda, penetrando fin dentro alla pelle. "Lord Voldemort sa apprezzare il coraggio. Ma avete subito pesanti perdite. Se continuerete a resistermi, morirete tutti, uno per uno. Io non desidero che ciò accada. Ogni goccia di sangue magico versata è un perdita e uno spreco. Lord Voldemort è misericordioso. Ordino alle mie forze di ritirarsi, immediatamente" 
I Mangiamorte obbedirono, riponendo immediatamente le bacchette nelle tasche delle loro tuniche nere. 
"Avete un'ora. Disponete dei vostri morti con dignità. Curate i vostri feriti" aggiunse la voce di Lord Voldemort, mentre i Mangiamorte se la battevano in ritirata come aveva ordinato il loro padrone. "Ora, Harry Potter, mi rivolgo direttamente a te. Tu hai consentito che i tuoi amici morissero per te piuttosto che affrontarmi di persona. Io ti aspetterò nella Foresta Proibita. Se entro un'ora non ti sarai consegnato a me, la battaglia riprenderà. E questa volta vi prenderò parte io stesso, Harry Potter, e ti troverò e punirò fino all'ultimo uomo, donna o bambino che abbia cercato di nasconderti a me. Avete un'ora" 
Ginny rimase interdetta dalle parole di Voldemort e ne ebbe fortemente paura. Paura per il suo ragazzo, che avrebbe potuto fare qualche sciocchezza. Paura che si consegnasse perchè si sentiva in colpa... responsabile della morte di tante e tante persone. Le accuse di Voldemort sulla sua codardia erano la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso. E quel vaso non poteva permettersi di traboccare. 
Tu hai consentito che i tuoi amici morissero per te piuttosto che affrontarmi di persona...
Ginny rabbrividì: Harry si sarebbe di sicuro tormentato l'anima, perchè non avrebbe sopportato quell'accusa inutile e Voldemort lo sapeva benissimo, perchè lo conosceva benissimo. Ma era un'accusa bella e buona, era solo un'infantile provocazione. Ma Voldemort stava giocando bene, avrebbe dovuto saperlo. 
Io ti aspetterò nella Foresta Proibita... E se lui fosse davvero andato a consegnarsi nelle braccia della morte per impedire che Voldemort e i suoi Mangiamorte facessero del male a coloro che più amava o agli innocenti? E se lui davvero stesse avendo questo pensiero in quel momento? Ma Ron ed Hermione erano con lui, e loro non avrebbero mai sopportato che lui si allontanasse da loro per raggiungere Voldemort, non avrebbero permesso che il loro migliore amico facesse anche solo un passo verso la foresta. 
George sembrò leggerla nel pensiero perchè la strinse in un abbraccio, consolandola. 
"So cosa stai pensando, ma non farlo: sai bene che non è uno sciocco. Non si consegnerebbe mai a Voldemort" disse, convinto. 
"No... non stavo pensando a questo" mentì la sorella. 
"Bugiarda" rise George, accarezzandole i capelli rossi. "Su, non pensare cose stupide. Entriamo..." aggiunse, prendendola per mano. 
I due ragazzi salirono i gradini di pietra e varcarono la Sala Grande, che era immersa in un silenzio totale... in un silenzio che faceva più paura della voce. Gli insegnanti e un paio di volontari si stavano affrettando per curare i feriti e dovunque si voltassero c'erano famiglie che si abbracciavano o amici riuniti. I Weasley erano entrati nella Sala Grande prima dei due ragazzi e i soli rumori e gemiti provenivano stranamente dalla loro parte. 
Ginny capì immediatamente che qualcosa non andava e le tremarono le gambe: sua madre era accasciata debolmente su qualcuno e piangeva in modo disperato, mentre il marito le accarezzava dolcemente i capelli, con le guance rigate dalle lacrime silenziose. Ma di chi era quel cadavere senza vita lì per terra? Che cosa era successo? George non provò neanche ad avvicinarsi cauto agli altri, si lanciò direttamente in corsa. 
Tutti i membri della famiglia piangevano, l'uno accanto all'altro. Ma mancava Fred... mancava Fred.
"FRED! FRED! NOOO! RISPONDI, FRED!" 
Ginny aveva le gambe che quasi cedevano, non riusciva a respirare. Si avvicinò alla famiglia, inciampando nei suoi stessi piedi, con il respiro irregolare: Fred era disteso sul pavimento gelido della sala e sembrava profondamente addormentato, le labbra leggermente curvate in un sorriso e la pelle bianchissima. E Ginny non riusciva davvero a respirare... non ci riusciva... perchè di sicuro quello era uno dei suoi soliti scherzi. Di cattivo gusto, ma era uno scherzo. 
"F-Fred?" chiamò la ragazza disperata, con voce roca, crollando a terra. Lui non rispose e lei scosse il fratello, urlando: "Fred! FRED!" 
"FRED, MALEDIZIONE! RISPONDI!" gridava George in agonia. 
Gridava, gridava e continuò ancora a gridare a squarciagola, scuotendo con forza il gemello come se quello potesse farlo risvegliare ma Fred era immobile. Ginny non voleva crederci, dalla sua bocca uscivano solamente dei gorgoglii sommossi e fu scossa da una serie di singhiozzi disperati che le impedivano di riprendere fiato. Ma come era possibile? Come era possibile che non avrebbero mai più rivisto Fred scherzare, sorridere e combinare pasticci? 
La ragazza aveva gli occhi così inondati di lacrime che non vedeva più il corpo di suo fratello, lo vedeva solo attraverso un velo di dolore e tristezza. E forse era meglio perchè non sarebbe riusciuta a guardare il corpo di Fred neanche un secondo più del necessario, non voleva vederlo morto. Voleva rivederlo pieno di vita, voleva vedergli aprire gli occhi e sentirgli gridare che quello era solo uno scherzo. 
"FRED... APRI GLI OCCHI! TI PREGO! TI PREGO! NON MI PIACE QUESTO SCHERZO! FRED!" 
Le urla di suo fratello George erano la cosa più angosciante che si potesse sentire. 
"TI SUPPLICO, FRED! BASTA GIOCARE! NON VOGLIO GIOCARE!" 
Ginny si allontanò dalla famiglia, premendosi una mano sul petto dolorante e versando più lacrime di quante ne avesse versate in tutta la sua vita, chiedendosi se la sua vita avrebbe avuto più un senso senza suo fratello. Se quella vita avrebbe avuto senso senza un valoroso guerriero sorridente... senza Fred. Una vita senza sorriso non assomiglia per niente alla vita e Fred questo aveva fatto: si era portato via il loro sorriso. 
Nella mente della ragazza si fecero largo tutti i momenti più belli che aveva vissuto con Fred e tutti gli scherzi alla quale anche lei aveva preso parte. E la cosa le procurava un dolore immenso, troppo grande per essere descritto. Perdere un fratello era la cosa più brutta al mondo, aveva imparato. 
Quando si toccò il volto notò che quello era gonfio e, come poteva immaginare toccandolo, arrossato e stravolto. Poi la sua visuale sfocata e acquosa fu coperta da un manto cespuglioso che poteva appartenere solo ad Hermione, che l'abbracciò forte senza dire una parola. La strega più brillante della sua età non aveva parole, ma forse perchè non c'erano parole. Cosa si poteva mai dire in certe occasioni? Mi dispiace? Non volevo che accadesse? 
Intravide a mala pena Ron, che si inginocchiava accanto a George, e Harry arretrare dopo aver visto il corpo di Fred e quelli di Remus e Tonks, vicini come se stessero dormendo nel loro letto matrimoniale dopo una notte passata a cullare il loro bambino. Harry corse via dalla Sala Grande e la ragazza immaginò che non sopportava la vista di tutti quei morti: sentiva che era solamente colpa sua se erano morti. 
"Gin..." sussurrò Hermione, che piangeva in silenzio. 
Ma Ginny non aveva forza di parlare: il dolore si faceva largo dentro di lei, dolore per quelle tre importanti perdite. 
"Scusate" giunse la voce della McGranitt. "Se qualcuno vuol darci una mano a... oh!" 
La professoressa zittì velocemente e le sfuggì un piccolo singhiozzo alla vista di Fred, disteso per terra senza un briciolo di vita, e circondato dalla sua famiglia. Ron, Hermione e Ginny si voltarono verso la loro insegnante contemporaneamente e annuirono, sapendo cosa desiderava la McGranitt: tutti e tre non volevano far altro che allontanarsi da quel posto, allontanarsi dai corpi freddi e senza vita di Fred, Tonks e Lupin, anche se quello significava vederne altri e curare i feriti. 
"Dove devo...?" chiese Ginny in un sussurro roco, sfregandosi gli occhi lacrimosi e arrossati di pianto. 
"Puoi raggiungere Oliver Baston e Neville Paciock in cortile" rispose mestamente la McGranitt. 




Morte e disperazione.
Avrebbero dovuto ricostruire la loro grande fortezza sulle macerie, perchè Hogwarts era diventata un cumulo di macerie ormai. Ginny avrebbe tanto voluto isolarsi in una palla di vetro, non vedere più il volto morto di nessun studente di quella scuola. Ma continuò senza osare dire una sola parola il suo lavoro e uno dopo l'altro aveva trovato tutti i caduti in battaglia e li aveva adagiati, con l'aiuto fondamentale di Neville e Oliver, con cautela nella Sala Grande come se stessero solo dormendo. Come se non avessero voluto disturbare il loro sonno. Eterno sonno. 
In quel momento, Ginny avanzava da sola attraverso le macerie per trovare altri caduti, ma un suono la distrasse: qualcuno piangeva disperatamente lì vicino. Ci sentirono dei piccoli gemiti e la ragazza riconobbe Demelza, rannicchiata sopra al corpo piccolissimo e freddo di un guerriero. Il guerriero era Colin Canon. 
Il parco del castello parve rimpicciolire per l'orrore di quel che Ginny aveva appena visto, e non si stupì quando dai suoi occhi fuoriuscirono solamente poche strazianti lacrime di rabbia e dolore. Rabbia per tutto quello che era successo, rabbia per il fatto che tanti innocenti avevano dovuto pagare a causa di Voldemort, rabbia per non aver visto il sorriso di Colin accendersi di nuovo accanto a lei, proprio come quello di Fred... e di Remus e Tonks... 
"C-come..." Ginny non riuscì a pronunciare una sola parola. Demelza corse ad abbracciarla, aggrappandosi a lei come un'ancora di salvezza. "C-Colin... come ha... come è p-potuto succedere q-questo?" concluse, scossa dai brividi. 
"Tre attacchi di Mangiamorte in pieno petto" rispose Demelza, con la voce incrinata di pianto. 
Ginny pianse senza sosta, sperando che quella di Colin era stata una morte senza sofferenza. In un attimo, i momenti passati insieme durante i loro anni ad Hogwarts balenarono nella mente della ragazza, incapaci di andare via. Tutti i pasticci, le bravate... che appartenevano solamente al passato. Perchè Colin Canon non era più tra di loro... come Fred e come tanti altri valorosi guerrieri. 
Fu una fortuna che Oliver Baston si avvicinò con cautela a loro, insieme ad uno sconvolto Neville, e raccolse il cadavere gelido di Colin dal terreno, trasportandolo con delicatezza nella Sala Grande come se fosse un piccolo bambino addormentato. Una fortuna che Oliver e Neville avessero tolto dagli occhi della ragazza quella visione così straziante di quello che era stato un suo grandissimo amico fin dal primo anno. 
"Gli altri s-stanno b-bene?" chiese Ginny tremante, spaventata per la risposta. 
Demelza annuì. "Alcuni sono feriti, sono in Infermeria. Io non ho voluto lasciarlo..." sussurrò, poi corse dentro con le lacrime agli occhi. 
Ginny proseguì il suo cammino verso le macerie, camminando meccanicamente: sembrava che tutto intorno fosse vivo mentre lei un fantasma. Sembrava che i cadaveri intorno a lei fossero i vivi mentre lei era morta, solamente un'impronta di un'anima dipartita tormentata. 
"Mamma... mamma..." 
Una voce la costrinse a voltarsi: una ragazza sembrava respirare a fatica e chiamava sua madre. Ginny fece una corsa verso di lei e si rese conto che il suo corpo era tutto lacerato da ferite sanguinanti, che il suo corpo era schiacciato sotto il peso di un grande masso freddo come il ghiaccio. 
"Ehi... ci sono io qui..." mormorò Ginny agitata, spostando i massi che avevano schiacciato il suo corpo. 
"Mia madre..." disse la ragazza. Si vedeva lontano un miglio che soffriva tantissimo, che probabilmente non ce l'avrebbe fatta. 
"Va tutto bene: i feriti sono tutti dentro. Come ti chiami?" 
"Ju... Julia. Voglio vede... vedere mia... ma... madre..." 
"Va tutto bene" insistette Ginny tristemente, guardando Julia con un misto di pena e ansia. "Ora ti portiamo dentro" 
"Ma io voglio andare a casa. Non voglio più combattere!" 
"Lo so... andrà tutto bene"
Ginny si inginocchiò accanto a Julia e le prese la mano: era fredda e gelida come il ghiaccio. La ragazza non respirava: aveva perso troppo sangue, così tanto sangue che neanche Madama Chips avrebbe potuto fare qualcosa. Ma lei non ce la faceva a portarla dentro, neanche con la magia: non ne aveva forza. In cuor suo sperava che la ragazza resistesse... che magari la Chips potesse fare davvero qualcosa per lei, che potesse aiutarla a sopravvivere. 
Julia le sussurrò qualcosa ma Ginny non la udì: aveva sentito un fruscio sinistro alle sue spalle, lo stesso fruscio che faceva il mantello di Piton quando fluttuava in classe, come se qualcuno stesse camminando proprio vicino alle due ragazze, nascosto da qualche incantesimo. Forse era un fantasma? Magari... era Fred? Fred era insieme a lei a proteggerla e ad infonderle forza? 
Ginny scosse il capo con tristezza, autoconvincendosi che si era solo immaginata tutto. 
"Sei tanto buona... tanto buona, Ginny..." sussurrò Julia, con occhi lucidi di lacrime e facendo una specie di sorriso. 
La ragazza non le chiese come sapesse il suo nome. "Ce la farai, tu ce la farai. Continua a ripeterlo..." 
Ma Julia non sembrava più avere la forza neanche di parlare: esalò un ultimo respiro e morì tra le braccia di Ginny. 




Passarono minuti e minuti e la situazione in Sala Grande non era ancora migliorata. George era stravolto; gli Hogwartsiani feriti... l'atmosfera era di puro abbattimento e terrore, non si vedevano facce determinate o felici e tutti cercavano di dare un addio dignitoso a coloro che volevano bene. Gli Hogwartsiani erano stati dimezzati dai Mangiamorte e il lato oscuro si rigenerava sempre più, potente e con un'arma letale dalla loro parte. 
Ginny uscì in cortile per prendere una boccata d'aria, rallegrandosi del fatto che non vi era più nessun cadavere lì fuori. 
"Ehi..." disse la voce di Neville, sorridendo in modo mesto. 
"Neville... notizie di Lavanda?" chiese Ginny automaticamente, ripensando al corpo sanguinante di Lavanda Brown. 
"Sta molto meglio adesso" rispose il ragazzo. "Ho visto Harry..." aggiunse, con nonchalance. 
"Cosa?" "Ho visto Harry... stava sotto al suo Mantello invisibile. Passava per di qui e mi ha detto che doveva fare una cosa da solo" 
"Ma... non può essere vero!" 
Ginny cominciò immediatamente ad agitarsi, a non capire: cosa doveva fare da solo di tanto importante da fermare Neville? Cosa significava? 
"Sì, invece. Ha tolto il Mantello per dirmi di uccidere il serpente se Ron ed Hermione non ci riuscivano ed è andato via" 
"Ma... ma... Ron ed Hermione hanno detto che non avevano più un piano, che dovevano escogitarlo insieme! Hanno detto che non si sarebbero lasciati!" 
Neville spalancò gli occhi, sbiancando visibilmente alla luce delle torce. 
Harry stava sotto al suo Mantello invisibile. 
E poi il fruscio sentito da Ginny prima di accovacciarsi accanto alla ragazza ferita ebbe un senso... 







Angolo autrice
Capitolo orribile, e non so dirvi se è così perchè è scritto male o troppo straziante... comunque eccoci qui alla battaglia di Hogwarts. Qui dentro non esiste un briciolo di armonia e contentezza, è stata una vera angoscia scriverlo. Beh, adesso siamo agli sgoccioli della storia, manca davvero poco. Ho immaginato il corso degli eventi in questo modo e, come ben potete immaginare, mi sono affrettata a scriverli. Spero che abbiate immaginato le vicende proprio come le ho scritto, o almeno una cosa non troppo diversa, e spero anche di non avervi deluso.
Baci!

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Capitolo 79
*** Epilogo. ***


EPILOGO.


"Harry Potter è morto" 
Una fredda voce terribilmente familiare echeggiò nel silenzio del castello, rompendo quell'equilibrio di calma che era andatosi a creare. Ginny si sentì gelare il sangue nelle vene: iniziò a tremare incontrollabilmente mentre la frase non solo echeggiava tutta intorno ma anche nella sua testa, soprattutto nella sua testa. 
"E' stato ucciso" continuò la gelida voce di Voldemort, facendo rabbrividire perfino le foglie. "Stava fuggendo per mettersi in salvo mentre voi davate la vita per lui. Vi portiamo il suo corpo a dimostrazione che il vostro eroe è caduto. Abbiamo vinto la battaglia. Avete perso metà dei vostri combattenti. I miei Mangiamorte vi superano in numero e il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto è morto" 
"Sta mentendo" disse Neville con voce tremante. 
Harry Potter è morto... morto...
"La guerra deve finire. Chiunque continui a resistere, uomo, donna o bambino, verrà ucciso insieme a tutti i membri della sua famiglia. Uscite dal castello, ora, inginocchiatevi davanti a me e verrete risparmiati. I vostri genitori e i vostri figli, i vostri fratelli e sorelle vivranno e saranno perdonati, e vi unirete a me nel nuovo mondo che costruiremo insieme" concluse la voce di Voldemort, lasciando un eco agghiacciante nel castello. 
Ginny era incapace di muoversi, incapace di credere ad una sola parola che Voldemort aveva appena detto. Sapeva solamente che un dolore terribile le stava attraversando con prepotenza il petto: il cuore batteva contro le costole con un ritmo veloce, tamburellante, fastidioso... le mani e le gambe tremavano incontrollabili... perchè non era possibile che il loro eroe fosse morto. 
Era di sicuro passato di lì con il suo Mantello invisibile... ma quello non significava che era andato a consegnarsi. 
"Non può averlo fatto... impossibile..." ripeteva Neville, mentre il suo petto di abbassava e si alzava lentamente. 
Lui e l'amica varcarono il portone d'ingresso del castello, guardandosi preoccupati intorno e scorgendo i visi di ogni ragazzo: alcuni piangevano a dirotto sulle spalle dei loro compagni, alcuni si facevano forza a vicenda, altri erano a bocca aperta e altri ancora si abbracciavano, come per dirsi addio. 
"Non si sarebbe mai consegnato!" 
"Questo è un imbroglio bruttissimo!" 
"Voldemort sta mentendo per spaventarci" 
Ginny deglutiva a fatica, si sentiva la testa in fiamme e una volta individuati Ron ed Hermione che correvano verso di loro, superando velocemente la McGranitt e tenendosi per mano, la ragazza venne loro incontro con gambe incerte: Ron aveva il viso rosso, come se stesse per scoppiare da un momento all'altro, ed Hermione era stravolta e continuava a fare segni di diniego con il capo. 
"Mi spiegate che diavolo è successo?" sbottò Ginny agitata, rivolgendo uno sguardo vacuo e terrorizzato ai due ragazzi, che si ritrassero. "Vi siete davvero separati? Perchè Harry non era insieme a voi? Grifondoro santissimo... volete dirmi che cosa è successo? Sono la sua ragazza! La-sua-ragazza, non so se vi è chiaro. E ho il diritto di sapere! Questo dannatissimo Voldemort dice che Harry è... che... ma non è così! Voi stavete insieme, vero? Non vi siete separati, g-giusto?" 
Ginny non si rese conto di gridare: i visi di Remus, Tonks, Colin e di suo fratello Fred continuavano a tornarle nella sua mente, e tutto lo sfogo che avrebbe dovuto riservare per la loro morte arrivò a scoppio ritardato, arrivò quando la situazione stava degenerando, quando la situazione stava crollando interamente per le parole che Lord Voldemort aveva riservato ai combattenti, le parole più orribili che avessero mai udito. 
Come poteva il simbolo grazie al quale avevano lottato fino allo stremo essere morto? 
Un rumore di passi pesanti li fece voltare tutti, mettendo fine a quella breve conversazione. Ginny intravide la grossa figura di Hagrid tra la folla di studenti che li superavano in tanti per vedere meglio che cosa fosse tutto quel rumore. Si era creato una specie di muro davanti ai ragazzi, ma nonostante tutto quell'accalcamento di ragazzi, si riuscì perfettamente a distinguere Hagrid: tra le sue braccia giaceva qualcosa... no, qualcuno... 
"NO!" ci fu un urlo terribile: era la voce della professoressa McGranitt. 
"Ma cosa succede?" sussurrò Neville atterrito, facendosi largo tra la folla. 
"Fuori dai piedi!" intimò Ron rudemente, spintonando gli studenti per riuscire a passare. 
"GINNY! RON!" strillò la madre, ma loro erano già schizzati in avanti dove Voldemort e il suo esercito si erano fermati. "Tornate indietro! Tornate indietro!" 
Anche Hagrid si era fermato e tra le possenti braccia reggeva... 
"NOOO!" "NO! NOO!" 
"HARRY! HARRY!" 
La sagoma di Harry Potter era così estremamente vicina ed era... proprio lui: aveva la giacca che portava nella Stanza delle Necessità, i capelli ribelli come il suo solito e gli occhiali leggermente storti sul naso. Ma come poteva essere possibile quello? Come poteva essere vero? Vedere la persona che aveva vissuto con lei pochissimi momenti perchè gli erano stati sottratti, perchè gli erano stati negati, era uno strazio immenso. 
Ginny era straziata: corse in avanti per affrontare Lord Voldemort in persona ma Bill riuscì a trattenerla in tempo. 
"Lasciami, Bill! HARRY! RISPONDI! TI PREGO... RISPONDI!" 
La folla dei sopravvissuti si scatenò, iniziò ad urlare e a tirar fuori le bacchette dalle tasche per vendetta: erano tutti scossi, tutti profondamente scioccati ma Ginny non riusciva a vedere nessuno se non la mano di Bill stretta tra il suo esile braccio e Luna che tratteneva Neville per le vesti, per impedirgli di gettarsi su Voldemort. 
"SILENZIO!" esclamò Voldemort, facendo volteggiare la bacchetta e ci fu un colpo, un lampo di luce chiara. 
Poi il silenzio: aveva imposto un incantesimo per far ammutolire i presenti. 
"E' finita! Posalo ai miei piedi, Hagrid... dove è giusto che stia!" il loro eroe fu adagiato con cautela sull'erba da un singhiozzante Hagrid. "Visto? Harry Potter è morto! Lo capire, adesso, illusi? Non è mai stato altro che un ragazzo che contava sul sacrificio degli altri!" 
"Ti ha sconfitto!" urlò Ron e l'incantesimo si ruppe.
Ginny cominciò ad urlare e a dimenarsi tra le braccia di suo fratello, poi un'altra esplosione li costrinse a stare zitti di nuovo. 
"E' stato ucciso mentre cercava di scappare di nascosto dal parco del castello, ucciso mentre tentava di mettersi in salvo..."
Neville si divincolò frenetico e sfuggì dalle braccia di Luna, avventandosi direttamente su Voldemort. Ginny strillò mentre vedeva Neville combattere a mani nude contro Voldemort e venire gettato di peso per terra mentre veniva Disarmato, la bacchetta per terra e troppo lontana da lui. Voldemort rise mentre tutti trattenevano il respiro: era stata una mossa troppo avventata perfino per il più scatenato dei ribelli. 
"E chi è costui? Chi si è offerto volontario per dimostrare che cosa accade a coloro che continuano a combattere quando la battaglia è perduta?" domandò Voldemort con la sua voce fredda, che somigliava ad un sibilo di un serpente. 
Bellatrix Lestrange fece un ghigno. "Neville Paciock, mio Signore! Il ragazzo che ha dato tanti grattacapi a Carrow. Il figlio degli Auror, ricordate?" 
"Ah, ricordo. Ma tu sei un Purosangue, mio coraggioso ragazzo?" chiese Voldemort, guardando Neville che si era alzato con i pugni stretti nella carne. 
"E allora?" rispose il ragazzo ad alta voce. 
"Mostri spirito e ardimento. E discendi da una nobile stirpe" continuò Voldemort, con quello che sembrava un tono amabile. "Sarai un Mangiamorte molto prezioso. Abbiamo bisogno di gente come te, Neville Paciock" 
"Mi unirò a te quando l'inferno gelerà" ribattè Neville. "ESERCITO DI SILENTE!" 
Dalla folla si levò un boato. 
"Se questa è la tua scelta, Paciock, torneremo al piano originale" preseguì Voldemort con una punta di minaccia nella voce fredda, puntando la bacchetta in alto. In un baleno, il Cappello Parlante che Smistava gli studenti del primo anno era nelle sue mani bianche e affilate. "Non vi saranno altri Smistamenti alla scuola di Hogwarts, non vi saranno più Case. I colori del mio nobile antenato, Salazar Serpeverde, basteranno per tutti" aggiunse, e puntò la bacchetta contro Neville che si irrigidì. Voldemort gli mise il Capello Parlante sulla testa; Ginny cercava ancora di spostare da un lato suo fratello, ma proprio non ci riusciva. "Il nostro Neville ora dimostrerà che cosa accade a chiunque sia così sciocco da continuare a opporsi a me" concluse. 
E poi l'alba fu lacerata da urla di terrore perchè Neville stava prendendo fuoco, immobilizzato dall'incantesimo di Voldemort. Tutti si mossero verso Neville e Ginny finalmente riuscì a liberarsi dalla stretta di Bill, e scattò in avanti per andare ad aiutare il suo amico mentre sua madre e suo padre le gridavano di tornare indietro. Ma successero tante cose contemporaneamente e si levò un frastuono assordante: centinaia di persone varcarono le mura levando alte grida di guerra, Grop il gigante fece tremare tutto mentre urlava con voce forte e profonda, ci fu un rumore di zoccoli e i Centauri scoccarono frecce tutte sui Mangiamorte, Neville riuscì a liberarsi dalla sua prigionia mentre Voldemort e i Mangiamorte rompevano in ranghi. 
Regnava il caos più totale in un secondo. 
"HARRY! DOVE STA HARRY?" ruggì Hagrid spaventato, e Ginny guardò per terra: Harry non era dove lo avevano lasciato. 
"Ginny... dentro! Entriamo dentro!" esclamò Ron, mentre trascinava Hermione con una mano. 
"Dobbiamo entrare dentro!" fece eco Luna, prendendo l'amica per un braccio. "Forza, o verremo travolte!" aggiunse. 
Avevano ragione: dovevano subito tornare in Sala Grande. 
"Dentro!" 
"Tutti dentro!" 
"Si combatte! Entriamo dentro!" 
Ginny diede solo un rapido sguardo intorno a lei prima che suo padre e Luna la trascinassero velocemente nella Sala Grande: Harry era sparito misteriosamente, gli animi di tutti i ribelli si stavano surriscaldando... e quello significava solamente una cosa. 
Harry Potter era vivo: dovevano combattere. 




La battaglia finale nella Sala Grande divampava sempre di più e Ginny quasi non riusciva a capirci nulla: lanciava incantesimi a qualunque Mangiamorte gli capitasse a tiro e Luna ed Hermione le erano entrambe vicine, formando una specie di cerchio a tre. 
"GINNY! DIETRO DI TE!" strillò Hermione terrorizzata, con la bacchetta occupata. 
Luna si voltò con una velocità sorprendente e lanciò un Incantesimo d'Ostacolo ad un Mangiamorte mascherato che, con molta codardia, si stava avvicinando alla ragazza con l'intenzione di colpirla alle spalle come Bellatrix aveva fatto con Tonks. 
"IMPEDIMENTA!" gridò Ginny e abbattè Travers con un colpo solo. 
Hermione e Luna invece lanciavano incantesimi non-verbali, cosa di cui la rossa non era mai stata molto capace. La Sala Grande non poteva essere più piena, c'erano proprio tutti: i Centauri continuavano a lanciare frecce ai Mangiamorte facendosi largo galoppando tra la folla di combattenti, gli elfi domestici di Hogwarts urlavano e menavano pugnalate alle caviglie e agli stinchi dei nemici, Voldemort era nel cuore della battaglia e colpiva chiunque gli capitasse a tiro amico o nemico che fosse, e Bellatrix era in piedi su un tavolo e, come il suo padrone, colpiva chiunque. 
"Stupeficium! Stupeficium!" 
"Non mi prendi, non mi prendi!" sghignazzò un Mangiamorte. "Oh, non voglio ucciderti così... prima dimmi addio!" 
Hermione arrivò per prima e lo spedì dal lato opposto della stanza, Schiantandolo. 
"Addio!" gli gridò dietro la ragazza, prima di lanciarsi di nuovo in battaglia. 
Sprazzi di duelli balenavano davanti agli occhi delle tre amiche: George e Lee Jordan che mandavano al tappeto Yaxley; il professor Vitius che abbatteva Dolohov; Hagrid che scagliava nella stanza Macnair con tutta la sua forza; Ron e Neville che abbattevano il lupo mannaro sanguinario Fenir Greyback; Aberforth che schiantava Rookwood; Arthur e Bill che atterravano completamente O'Tusoe. 
"EHI, MOCCIOSETTE!" 
Una voce sghignazzante costrinse le tre ragazze a voltarsi, che si trovarono faccia a faccia con la donna Mangiamorte più guerriera e sanguinaria che avessero mai incontrato in vita loro: Bellatrix Lestrange le fronteggiava ridacchiando divertita e indicandole con un dito come se fossero solamente delle formiche, anche se forse... in confronto a lei erano davvero delle formiche. 
"Amycus mi ha tanto parlato di te, sciocca ragazza!" rise Bellatrix, indicando la rossa. 
"TU SEI SCIOCCA!" sbottò Ginny coraggiosamente, lanciandole con ferocia uno, due, tre, quattro Schiantesimi che Bellatrix parò con la facilità con cui il portiere dell'Irlanda parava una Pluffa lanciatole della Bulgaria e si disse che forse aveva esagerato troppo con lei. 
Ma non le importava un accidente. 
Hermione e Luna le diedero man forte e le tre ragazze cominciarono a combattere contro la Lestrange mentre la Mangiamorte le canzonava sprezzanti, e canzonava soprattutto colei che aveva dato tanti grattacapi ai Carrow insieme a Neville: Bellatrix agiva con assoluta prontezza e capacità mentre le tre ragazze erano troppo deboli per un'assassina come lei, che lanciava Maledizioni Senza Perdono a destra e a manca. 
"Indovina chi ho visto prima che venisse schiacciato come una mosca?" continuò Bellatrix sprezzante, rivolta a Ginny mentre lei scansava le sue Maledizioni. "Dimmi: come sta il tuo caro fratellino Freddie? Oh, dimenticavo... Freddie è morto! Che disgrazia, vero? Abbiamo ucciso Freddie... la la la!" 
"NON DEVI NEMMENO NOMINARLO MIO FRATELLO, SCHIFOSA VIGLIACCA!" 
"Come osi..." 
Un lampo di luce verde volò minacciosamente oltre l'orecchio destro di Ginny, scompigliandole i capelli rossi come una brezza leggera. La ragazza spalancò gli occhi, respirando affannosamente, quasi come se avesse corso: aveva mancato per un soffio un Anatema che Uccide. Tutti gli occhi della sala erano posati su di lei, che sembrava ancora profodamente orripilata mentre Hermione e Luna la guardavano scioccate e sollevate allo stesso tempo. 
Poi si sentì un grido carico di odio. 
"NO! MIA FIGLIA NO, CAGNA!" 
Molly raggiunse le tre ragazze e le spinse di lato, gettando via il mantello per avere più libertà di movimento. Alcuni studenti corsero in suo aiuto ma lei li liquidò velocemente con un gesto della mano e cominciò a combattere contro Bellatrix. Tutti erano fermi, immobili... e guardavano le due donne combattere con ferocia. Ginny stringeva forte la mano ad Hermione e Luna: aveva paura, paura per sua madre... paura che a causa sua sua madre sarebbe rimasta ferita gravemente, senza pensare alla possibilità che potesse venire uccisa, perchè Bellatrix era un'ottima guerriera. Sarebbe stata tutta colpa sua se a sua madre fosse capitato qualcosa di brutto... ma Ginny aveva fiducia in lei: sua madre era forte e ce l'avrebbe fatta.
E così fu: la maledizione di Molly passò sotto il braccio teso di Bellatrix e la colpì in pieno petto. Il corpo della donna cadde all'indietro e il ruggito di rabbia che poteva appartenere solo a Voldemort si levò dalla folla, incapace di credere che la sua migliore Mangiamorte fosse davvero morta. Ginny lasciò le mani delle sue amiche e alzò la bacchetta, perchè la furia di Lord Voldemort non si sarebbe fermata qui. Ma d'un tratto una figura con gli occhiali tondi e con la cicatrice a forma di saetta sulla fronte emerse da sotto al Mantello dell'Invisibilità ponendosi tra Molly e Voldemort. 
Si levarono grida di di puro gubilio in Sala Grande. "HARRY! HARRY!" strillò Ginny con il cuore ricco di amore e di orgoglio per il ragazzo che amava. 
Nonostante la situazione critica seppe che per Voldemort e i Mangiamorte era finita, che Harry Potter ce l'avrebbe fatta e che grazie a lui il male sarebbe stato sconfitto per sempre. 




Ogni fibra del corpo di Ginny sperava e sperava. 
Parti della conversazione tra Harry e Voldemort echeggiavano nella sua testa, perchè per i due non era ancora arrivata l'ora del combattimento finale, perchè i due non si stavano sfidando ma giravano in cerchio nella Sala Grande gridando al mondo intero, ai sopravvissuti, la verità: per Harry non esisteva altro che Voldemort, e per Voldemort non esisteva altro che il ragazzo. 
Bene contro male, nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive. 
"Avada Kedavra!"
"Expelliarmus!" 
Ed ecco il momento decisivo, il momento della resa dei conti: Ginny era pietrificata con i piedi per terra, il respiro affannato e gli occhi sbarrati dall'ansia e dal terrore per quello che sarebbe potuto succedere, mentre guardava la luce rossa della bacchetta di Harry avanzare sempre più minacciosa verso la luce verde della bacchetta di Voldemort, che infine volò via tra le mani del ragazzo. 
Harry, con l'infallibile abilità del Cercatore, la prese al volo e lui e i presenti guardarono il corpo di Voldemort cadere all'indietro, con le bianche braccia spalancate e le pupille a fessura dei suoi orrendi occhi rossi roteare verso l'altro: Tom Riddle era morto. 
Ci fu un silenzio carico di eccitazione poi urla di esultanza e ruggiti esplosero intorno ad Harry e lacerarono l'aria.
Ginny, con il cuore che minacciava di esplodere da un momento all'altro, corse dietro Ron ed Hermione, seguita da tutti i sopravvissuti, e avvolse tra le sue braccia il suo eroe, che di sicuro non riusciva a capire quali mani lo tirassero, urlandogli qualcosa di incomprensibile: erano tutti lì, attorno ad Harry Potter, tutti lì che cercavano di dirgli qualcosa, di abbracciarlo, tutti a premere contro di lui e a toccare il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto, la ragione per cui era davvero finita... 
L'alba si levava sul grande castello di Hogwarts ma per Ginny e Harry non era ancora ora, non era ancora ora di parlare, di chiarire tutto. Per il loro salvatore era ora solamente di parlare con i familiari delle vittime, stringere loro le mani, ricevere ringraziamenti e guardare le loro lacrime... e la ragazza, che era appoggiata col capo sulla spalla della madre, non cercò di intromettersi in tutto quello, perchè sapeva che era il semplice ma difficile prezzo da pagare per essere la fidanzata dell'eroe che aveva salvato il mondo magico. 
Lui aveva bisogno di riposo, tranquillità... e Ginny l'avrebbe ancora aspettato. 

"Abbiam vinto, viva viva Potter,
Vold è mort, con le ossa tutte rotte!" 


Pix sfrecciava sopra le teste dei sopravvissuti canticchiando con un motivetto stonato quelle parole da lui inventate, mentre i sopravvissuti si aprivano nel primo sorriso sincero della giornata. 
"Coloro che erano vittime della Maledizione Imperius sono tornati normali" annunciò Arthur, sedendosi al tavolo con la sua famiglia (George non c'era). "I Mangiamorte sono stati spediti ad Azkaban e Kingsley è il nuovo Ministro della Magia! Magnifico, no?" 
"Già, sono contenta per lui" rispose Bill, abbassando il capo. 
Ginny sapeva che il dolore per la perdita di Fred, Remus e Tonks li trapassava tutti ad intervalli regolari, e infatti la sua famiglia non parlava molto, sebbene fossero tutti molto felici che Harry Potter avesse finalmente sconfitto per sempre Voldemort e fatto sì che la loro era potesse rinascere. 
"Vado in giro" dichiarò Ginny alla famiglia alzandosi, e cominciò a camminare. 
Camminava da sola per la Sala Grande e tutto quello che riusciva a vedere negli occhi delle persone era tristezza e felicità mescolate insieme, cosa che anche lei non poteva fare a meno di provare: George non era a festeggiare e Ginny sapeva per certo che era in Infermeria, a vegliare senza stancarsi mai su Fred. I Weasley non sarebbero stati più gli stessi senza Fred: cosa ne sarebbe stato di loro? Sarebbero mai riusciti a sorridere veramente di nuovo? 
Più in là c'era Neville, che aveva in mano la Spada di Godric Grifondoro e chiacchierava con Hannah Abbott. Ginny notò con una nota di divertimento che ad Hannah luccicavano gli occhi di amore e non potè neanche fare a meno di notare che il manipolo di ammiratrici che avevano circondato Neville poco prima non esisteva più. Non voleva fermarsi per non disturbare i due ragazzi ma Neville agitò il braccio e lei fu costretta ad avvicinarsi ai due. 
"Ce l'abbiamo fatta!" esclamò Ginny dando il cinque a Neville, ma lui si alzò e l'abbracciò forte. 
"Ce l'abbiamo fatta..." sussurrò, lasciandosi andare. 
Ginny si allontanò dai due ragazzi e proseguì per la sua strada. Più in là c'erano Dean Thomas, Seamus Finnigan, Calì e Padma Patil che chiacchieravano allegramente tra di loro, anche se nei loro volti si poteva vedere la preoccupazione... preoccupazione per Lavanda; poco lontani dai quattro c'erano Micheal Corner, Terry Steeval, Anthony Goldstein, Ernie Macmillan, Justin Finch-Fletchley e Susan Bones che mangiavano e bevevano spensierati e in allegria, come se niente fosse andato storto; Demelza e gli altri non erano in sala, ma probabilmente loro, come George, erano in Infermeria per stare con Colin. Ginny si promise di farci un salto dopo che il doloroso nodo alla gola di sarebbe allentato, o magari fosse scomparso del tutto, perchè non sopportava proprio di vedere dei ragazzi che erano stati sempre pieni di vita, giacere su un letto... in silenzio e immobili per sempre. 
"Fantastica e spiacevole situazione, non è vero?" fece la voce sognante di Luna. 
"Sì" rispose Ginny mesta, a capo chino. 
"Ma sai una cosa? Possiamo sempre passare al Ministero della Magia!" disse Luna soave, sorridendole.
"Al Ministero della Magia?" 
Quella era una delle affermazioni strampalate della sua amica. 
"Oh sì. Ti ricordi quando combattemmo al Ministero? Lì c'erano parecchie stanze e in ognuna di quelle stanze c'era qualcosa di fantastico" continuò Luna serena, con gli occhi spalancati che le conferivano un espressione totalmente impazzita e Ginny ricordò la stanza dell'uovo che si trasformava in Fenice. "E indovina? Una di queste fantastiche stanze portava alla più stupefacente e incredibile, ovvero alla Stanza..." "... dell'Arco" concluse Ginny in un sussurro. 
"Esatto! Io, Neville e Harry riuscimmo a sentirli... loro sono lì, oltre il velo!" 
Ginny ricordò spiacevolmente di aver avuto sempre una gran difficoltà a decifrare quel loro della sua strana amica, ma adesso capì per certo che cosa volesse dire: coloro che li avevano lasciati, coloro ai quali volevano più bene ed avevano abbandonato il mondo erano lì, in quel velo misterioso che Ginny si era augurata di non riuscire a vedere mai e che adesso avrebbe potuto vedere... come poteva ormai vedere i Thestral... 
"Luna ha ragione" intervenne la voce di Neville. "Possiamo sempre andarci insieme, no?" 
"Sì, perchè adesso anch'io riuscirò a sentire le loro voci. Remus, Tonks... e chissà quante persone sono morte davanti ai miei occhi..." 
"Io ho visto morire mia madre" li informò Luna, con un tono indecifrabile. "Era una strega davvero straordinaria e amava tantissimo fare esperimenti, e creare nuove cose. Poi un giorno uno dei suoi esperimenti è andato male... c'era un fumo incredibile nel nostro piccolo laboratorio e io e mio padre siamo accorsi ma lei era già morta. Avevo nove anni. E' stato davvero terribile e io mi sento molto triste a pensarci qualche volta ma quando ho visto che al Ministero c'era quella misteriosa Stanza dell'Arco non era in me dalla gioia. Sono stata felicissima di andarci... lei era proprio lì con me!" 
Ginny e Neville sorrisero tristemente: non avevano mai sentito Luna parlare di sua madre. 
"Sono stata felicissima tanto quanto sono stata felicissima di aver conosciuto voi, che mi avete accettato così come sono... vi devo ringraziare di cuore" concluse Luna in un sussurro, fissando i suoi due amici con i grossi occhioni traboccanti di contentezza. 
Ginny strinse in un veloce abbraccio Luna, mentre Neville sorrideva. 
"Allora" disse Ginny velocemente, mentre scioglieva quell'abbraccio strappa-lacrime. "Credi che ci faranno entrare al Ministero per un saluto?" 
"Oh sì! Credo proprio di sì!" rispose Luna. 
"Ci andremo insieme, promesso?" chiese Neville. 
"Promesso!" replicarono le due amiche. 




Fu una giornata ricca di avvenimenti per i ragazzi di Hogwarts e quando finalmente non ci fu bisogno dell'aiuto di nessuno nella scuola, Ginny crollò sfinita a terra nella Sala d'Ingresso, appoggiata alla grande porta di quercia che, la prima volta che l'aveva vista, l'aveva così tanto spaventata: era con Colin, la prima volta che arrivò ad Hogwarts e entrambi cercavano di infondersi forza e coraggio mentre varcavano la soglia del castello. 
"Finalmente un po' di pace, eh?" chiese una voce divertita e familiare.
Ginny si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con Harry Potter, che le sorrideva in modo mesto. La ragazza rimase a fissarlo a lungo imbambolata da quell'avvicinamento: era bellissimo, pulito e rigenerato. Allora era vero che Kreacher gli aveva portato un panino su nel dormitorio maschile di Grifondoro! Ancora una volta l'orgoglio prevalse sull'amore e Ginny spostò velocemente lo sguardo da lui, osservando con interesse il pavimento della Sala d'Ingresso. 
"Ti stavo aspettando..." mormorò lei, senza riuscire a trattenersi. 
"Sono qui, e non me ne andrò via ancora" disse Harry deciso, guardando dritto davanti a sè il sole che stava tramontando dietro alle montagne. "Adesso tutto questo sarà solo un ricordo e finalmente potrò vivere una vita normale. Per sempre al tuo fianco se... ancora mi vorrai" aggiunse. 
"Io non ho mai davvero rinunciato a te" Ginny ripetè le stesse parole che disse al funerale di Silente e si alzò, trovandosi ad un palmo da lui, una vicinanza che ancora le faceva battere il cuore a mille. 
"E io non ho mai davvero smesso di pensare a te nonostante le scarse probabilità di uscire vivo da quella situazione" sussurrò lui, riuscendo finalmente a guardarla negli occhi e riuscendo addirittura a non abbassare il suo sguardo. "Sei stata la mia forza in tutto questo tempo che ho trascorso via e..." 
Si mossero l'uno verso l'altro e si strinsero. 
"Hai il diritto di sapere tutto e io ti racconterò tutto. Che ne dici di andare sotto al faggio?" chiese Harry dolcemente. 
Le loro mani si trovarono senza preamboli e tenendosi saldamente per mano come se fossero una persona sola si incamminarono verso il grande faggio, luogo di tanti momenti vissuti insieme, luogo perfetto per parlare di loro. Ma prima che fossero giunti davvero sotto a quell'albero, si levò un gridolino eccitato. 
"GINNY WEASLEY CON HARRY POTTER!" era una vocina familiare. 
Amelia Summers, la bambinetta che l'Esercito di Silente aveva liberato dalla cella del sotterraneo, correva verso i due ragazzi a perdifiato e con un sorriso raggiante sulle labbra, seguita dalle sue amichette e dai suoi piccoli amici, e prima che ognuno di loro potesse dire qualsiasi cosa, Amelia strinse la vita di Ginny mentre gli altri si accalcavano attorno ai due ragazzi. 
La ragazza sorrise e Harry guardò i minuscoli bimbi di undici anni, divertito. 
"Oh, ciao... ti ricordi di me? Hai salvato me e i miei amici dalla cella!" 
"Certo che mi ricordo di voi" rispose la ragazza, sorridendo loro. 
"State di nuovo insieme?" 
"Noi non ci siamo mai lasciati" ribattè Harry cordiale, stringendo la mano della ragazza con più calore. 
"Oooooh!" strillò eccitata Amelia. "Posso chiedervi un autografo?" 
Ginny e Harry si sorrisero di nuovo divertiti: ci sarebbe stato tempo per parlare più tardi, dopo che avrebbero fatto quello che dovevano e quello che i piccoli lì presenti si aspettavano da loro. Se quello era il prezzo da pagare per essere la fidanzata dell'eroe del momento allora non era niente male, nonostante avesse aspettato quasi secoli, nonostante avesse atteso più della metà della sua vita. 
Ginny le persone non sapeva proprio abbandonarle e qualunque cosa Harry avesse da dirle lei l'avrebbe perdonato, avrebbe perdonato le sue stupidità da adolescente degli anni precedenti e avrebbe vissuto per sempre al suo fianco. 








Angolo autrice
La mia fiction finisce qui e mi piange il cuore. Oh, vi ringrazio davvero di cuore, ringrazio tutti coloro che hanno seguito con passione la mia storia su questo enigmatico personaggio e che hanno recensito facendomi sapere il loro parere: vi adoro davvero tanto! Dedico questo capitolo a tutti voi che mi seguite. Spero che man mano farete di nuovo un salto qui nella mia storia per leggere tutti i capitoli modificati, spero che questo capitolo finale vi piaccia e spero anche che continuerete a seguirmi nelle prossime fanfiction che scriverò, perchè sicuramente ne scriverò delle altre. 
Alla prossima! 
GRAZIE ANCORA DI CUORE.

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