Come finì quella notte

di albaazzurra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La svolta o la storta? ***
Capitolo 2: *** come finì... ***



Capitolo 1
*** La svolta o la storta? ***


“Posso spiegarti!”
 
Con rabbia mi girai emettendo un gemito di frustrazione.Sentivo tutto il mio corpo ricoperto di acqua piovana,dentro e fuori.Ma non si rassegnò,mi seguì.
 
“E tutto quello che hai appena detto?Non si giudica un libro dalla copertina!”
 
Ma come si permetteva di rinfacciarmi queste parole?Mi voltai ancora più arrabbiata.
 
“Come ho già detto sono le azioni che contano!E quali sono le tue Megamind?Che cos’hai all’interno del tuo libro?Te lo dico io!Hai preso possesso di questa città privandola del suo eroe,hai distrutto i cuori di centinaia di persone facendole morire di paura,e hai creato un criminale che vaga senza alcun freno per Metro City!E inoltre,ti sei finto un umano solo per ingraziarti alla mia persona!Ma che vuoi da me?Vuoi per caso che io diventi la tua regina e signora del male?Per caso è questo che vuoi?!”
 
Mi ero sfogata.Avevo le braccia lungo i fianchi,e il mio viso trasudava rabbia…odio…voglia di prenderlo a schiaffi.Insomma…aveva giocato con i miei sentimenti,li aveva manipolati a suo piacimento…per cosa poi?Non tardai a scoprirlo.
 
Alzò lo sguardo…il suo viso…i suoi occhi…non riuscivo a capire se erano lacrime o gocce di pioggia il bagnato sulle sue guance.I suoi occhi lucenti si posarono su di me,fissandomi con insistenza.Le sopracciglia incurvate e la bocca socchiusa…
 
La pioggia ricadeva sulla sua pelle,i suoi occhi color smeraldo risplendevano illuminati dalla luce dei lampioni,e le sue pupille dilatate miravano il mio viso.Udii un quasi impercettibile suono proveniente dalla sua gola,e deglutì la saliva.Sbattè le palpebre più volte,e involontariamente mi diede l’impressione che avesse l’intenzione di impietosirmi.
 
“Piantala di farmi gli occhioni,non mi sciolgo!”
 
“C-cosa?”Disse con un filo di voce.”Ma…non ho fatto nulla di male.”
 
“Piantala di mentirmi,ho già sofferto abbastanza non credi?!”
 
“Roxanne…lasciami spiegare…”
 
“E allora parla,sono qui per questo!”
 
“I-io…”Mi guardò esitante.
 
Passò una trentina di secondi.Lo guardavo fuoribonda,mentre digrignavo i denti,e davo dei leggeri mugolii.
 
“Parla!”Gridai improvvisamente.Diede un piccolo sobbalzo.Ma ancora non parlava.
 
Si morse il labbro inferiore,stropicciandosi le mani,e distogliendo lo sguardo da me.
 
Avevo capito.Si era innamorato di me.Non avrebbe avuto quell’atteggiamento se fosse stato intenzionato ad altri scopi.
 
Sentivo i muscoli del viso rilassarsi,e chiusi gli occhi.Mi misi le mani tra i capelli bagnati,e passai le dita fra i nodi e le mie ciocche marroni.Sospirai.Mi aveva tradita,umiliata…come potevo sentirmi?Insomma,lui era il cattivo,il malvagio,l’alieno,l’antagonista.Tutta questa storia non aveva senso.Ma cosa credevo…la classica storia è dell’eroe che riesce sempre a sconfiggere il cattivo,e ciò era accaduto fino al giorno in cui Megamind ideò il raggio della morte…da quando Metro Man era scomparso dalla circolazione tutto era cambiato,sia in città che in Megamind.Lo vedevo diversamente:i suoi attacchi alla città si erano interrotti,e tutto era quasi tornato alla normalità.E all’improvviso…me lo ritrovo attaccato alle mie labbra,sotto forma di un’altra persona,innamorato di me.Ma che mi aspettavo…la classica storia esiste solo in un fumetto e nella fantasia.Questa è la realtà,non un libro di fiabe.Eppure…può sempre accadere qualcosa di inspiegabilmente magico,come accadde quella notte.Tutto è possibile.
 
Fu un maledetto errore di cui non mi pentirò mai a ribaltare la situazione.
 
Mi tolsi le mani dal cuoio capelluto,rivolgendo lo sguardo a terra;vedevo il mio riflesso in una pozza di acqua limpida.Sentivo il freddo che mi penetrava nelle ossa e nei muscoli dandomi un brivido.Poco dopo alzai la testa per guardarlo.Aveva ancora lo sguardo distolto da me,erano quasi dieci minuti che non parlava.Mi sentivo come se avessi trovato l’uomo che amavo a letto con un’altra.Ma in fondo…mi aveva solo baciando,non mi aveva fatto del male…
 
Sentivo una fitta di rimorso per quella povera creatura…ma sono fatta così,sono un ingenua,vedo il buono anche quando non c’è.Ma in questo caso…Megamind non era cattivo.Mi sentivo impietosita,e avevo la motivazione.La rabbia era sparita,o almeno si era placata.Guardavo suo viso… e mi veniva voglia di  accarezzare la sua pelle blu.Provavo una stranissima sensazione di attrazione…così potente non l’avevo mai provata.
 
Ciò nonostante,improvvisamente parlai.
 
“Megamind…”Dissi solo in suo nome,non sapendo che dire.
 
Incrociai le braccia,e istintivamente mi incamminai verso casa.Camminavo lentamente,sotto la pioggia.All’improvviso,sentì una fitta di dolore al piede. Caddì a terra sprofondando in una pozzanghera.Non potevo essere più bagnata.
 
“Oh Dio!Ahia!Ahi!Oh Dio che male!!”Gridai chiudendo gli occhi.Mi aggrappai alla caviglia destra piegando il ginocchio.Notai che non avevo più il tacco sulla scarpa,probabilmente mi ero presa una storta.Sentì improvvisamente una voce,e un paio di mani che mi stavano tirando su.
 
“Roxanne!Oh Dio!Aspetta,aspetta!Non muovere il piede.”Le mani di Megamind mi stavano sostenendo,e vidi il suo viso sopra il mio.
 
“Lasciami!Non mi toccare,levami le mani di dosso!!”Gli diedi uno spintone cercando di allontanarlo.Ma non mi lasciò,mi teneva stretta.
 
“Roxanne,non puoi andare a casa in queste condizioni.Lascia che ti aiuti,non puoi farcela sa sola.”Mi sussurrò dolcemente.
 
Gli diedi ancora un’altra piccola spinta…ma in realtà volevo che mi stringesse,che mi tenesse stratta fra le sue braccia.Mi arresi.Ero distesa sulla schiena con una gamba piegata,mentre l’altra quella dove avevo preso la storta era distesa per terra.Megamind era sopra di me con un suo braccio dietro la mia schiena,e l’altro poggiato sulla vita.Chiusi gli occhi,e annusai il profumo che proveniva dalla sua pelle.Quanto amavo quel profumo…avevo avuto l’occasione di sentire altre poche volte.Era il suo odore naturale…no aspetta.Ma…quello era un profumo francese.Ma lo adoravo comunque.Sfioravo il naso contro la pelle del suo collo.
 
“Megamind…ti dispiacerebbe portarmi a casa?”Sussurrai.
 
“Ma certo…”Mi disse con un leggero sorriso.
 
Mi mise un braccio sotto le ginocchia,l’altro sosteneva la schiena,e mi sollevo in braccio stile sposa.Appoggiai la testa sul suo petto,e avvolsi il mio braccio attorno al suo collo,facendo attenzione a non pungermi con le punte del suo mantello. Cominciò a camminare.
 
Speravo di non incontrare nessuno,speravo che nessuno ci avesse visto.I miei capelli completamente bagnati erano appiccicati alla mia pelle,ealle mie palpebre.Avevo una stranissima sensazione allo stomaco.sembrava che si fosse attorcigliato su se stesso,e che si stesse contraendo ritmicamente al battere del mio cuore.Non provavo rancore o disgusto a stare tra le sue braccia.Ma ciò nonostante avevo ancora la voglia di prenderlo a schiaffi…ma sapevo che mi sarei pentita e mi sarei messa ad accarezzarlo.E non sapevo esattamente il perché.E non ci voleva molto  a capire che mi ero completamente innamorata di lui.
 
Passò una decina di minuti e aprì gli occhi.Vidi il suo viso,concentrato…ma non riuscivo a capire ciò che stava provando.Sbattei lentamente le palpebre,e mi strisciò dolcemente un sorriso sulle labbra.Guardai davanti a me,e notai che eravamo arrivati al mio appartamento,ed entrammo.Ringraziai il cielo…Carlos era addormentato su una sedia dietro la reception.
 
Si avviò verso le scale,poiché l’ascensore era guasto.
“Aspetta…”Sussurrai.”Posso farcela da sola…”Cercai di scendere.Non volevo arrecargli troppo peso.
 
“Non se ne parla!Ti porto io…”Mi rispose.Come se fossi leggera come una piuma,mi portò su per le scale,non mostrando fatica.
 
Mi portò al quinto piano.’Accidenti quanto è forte!’Pensai.
 
 “Dove…emh…”Chiese fermandosi nel corridoio.
 
“La numero otto…”
 
Percorse il corridoio guardando una ad una le porta,fino ad arrivare quella con appesa la targhetta su cui era inciso il numero otto.
 
“Le tue chiavi?”Mi chiese.
 
“Oh caz-cavolo…le ho lasciate nella tasca del giubbotto.Ma…ho lasciato il giubbotto al ristorante.”
 
Mi portava ancora in braccio.
 
“Mh…non è un grosso problema.Hai una forcina?”Mi domandò.
 
Mi chiesi se era impazzito.
 
“Emh…si.”Dissi esitante.Mi sfilai una forcina nera dai capelli bagnati.
 
Mi pose delicatamente sulla moquette rossa del pavimento inginocchiandosi.Prese la forcina delle mie dita,e sempre in ginocchio la infilò nella serratura armeggiando come un chirurgo durante un operazione.Era così carino con la lingua che sporgeva dalle labbra.
 
“Dove hai imparato?”Chiesi improvvisamente.
 
“Eh?A fare che cosa?”
 
“Ad usare questo trucchetto per aprire le porte.Dove hai imparato?”
 
“Al carcere.I miei zii mi hanno insegnato quando avevo sette anni.”
 
“I tuoi zii?”Chiesi incuriosita.
 
“Erano solo dei detenuti,ma per me erano come degli zii.Mi volevano bene,mi hanno insegnato tutto,a leggere a scrivere,e mi hanno insegnato questi trucchetti.”
 
Ridacchiai dolcemente.Continuò per un paio di minuti ad armeggiare la forcina.
 

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Capitolo 2
*** come finì... ***


Clac
 
Era riuscito ad aprire la porta.Sfilò la forcina,e me la porse.Si alzò,e mi prese nuovamente in braccio;avrei potuto camminare appoggiandomi alle pareti…ma volevo restargli in braccio.Entrò,e chiuse la porta con un piede.Sfilò il braccio da sotto le ginocchia,e riuscii a stare in piedi,anche se il mio braccio era avvolto attorno al suo collo.Con la mano guantata chiuse la porta a chiave,mettendo anche la catena.
 
Stavamo gocciolando entrambi.
 
“Ora aspetta.”Mi disse.”Ora è meglio che ti sdrai.Ci penso io a te…sempre se non vuoi che io…”
 
“Fa pure…”
 
Mi sdraiai sul divano,mentre lui prese una coperta trovata appoggiata sulla sedia accanto,e me la posò sul corpo fradicio lasciando la caviglia dolorante fuori.Prese un cuscino sollevò il mio piede,e lo appoggiò dolcemente sulla superfice morbida.Mi tolse la scarpa senza il tacco.
 
“Accidenti…è piuttosto gonfia.Ma ci penso io.”Sfilò la sua pistola dalla fondina che aveva sul fianco.Mi spaventai.
 
“Ehi!Che vuoi fare?!”Dissi spaventata.
 
Lui mi sorrise dolcemente.
 
“Stai tranquilla.Questa pistola non è capace solo di cattiverie come credete.Fidati di me.Non ti succederà nulla.”
 
Non mi opposi;di lui mi fido.
 
Ma nonostante ciò quando regolò la pistola e premette il grilletto,chiusi gli occhi.Era una strana sensazione,ma durò solo qualche secondo.
 
Aprì gli occhi.La caviglia era gonfia,ma non mi faceva più male.
 
“Ma…scotta.”Dissi  toccandomi il piede.
 
“Credo sia un effetto collaterale.Ma posso rimediare.”Regolò la pistola nuovamente,e sparò un raggio di luce bianca per una decina di secondi.Quandò finì,rimise la pistola nella fondina.
 
“Va meglio?”
 
Annuì.
 
“Si…ora va bene.”
 
Si tolse i guanti di pelle,e mostrò le sue mani blu,che posò sulla caviglia,e cominciò a massaggiare dolcemente.
 
“Che stai facendo?”
 
Mi guardò come se avesse compiuto un reato.
 
“Emh…stavo solo…non vuoi?”
 
Gli sorrisi.
 
“Continua.”
 
Diede un sospiro tremolante quasi esitante,ma massaggiò con sicurezza.Il mio stomaco era caldo,e sentivo come se avessi delle farfalle nella pancia.Le sue lunghe dita toccavano il gonfiore sulla caviglia palpando dolcemente il muscolo.Continuò per qualche minuto senza guardarmi in faccia.
 
Sollevò lo sguardo improvvisamente.
 
“Mi dispiace Roxanne.”
 
“Ti riferisci a prima?”
 
“Si…non avrei dovuto.”
 
Ripensando a quello che era successo dando ul leggero sospiro.
 
“Dimmi…perché?”Chiesi trattenendomi.
 
 
“Vedi…è tutto cominciato dall’inizio.Il nostro pianeta aveva miliardi di anni,e il nostro sole almeno un centinaio di miliardi.Insomma si stava spegnendo.La fine del nostro mondo era vicina.Senza il sole non c’è più vita.Ma a causa la mancanza di luce solare,o per il sovraccarico di radiazioni e per motivi inspiegabili…l’orbita del mio pianeta si modificò;cominciò a vagare nello spazio e la vita intanto si stava esaurendo,la mia razza si era quasi estinta.In pochi erano i sopravvissuti,tra cui il re la regina e il piccolo principe.Si erano studiati piani per l’evacuazione,ma ci sarebbe voluto troppo tempo per costruire i mezzi adatti.Ma ce n’era abbastanza per costruire delle capsule di salvataggio.Otto giorni prima della fine del mio pianeta nacque il principe.Anche lui era tra i piccoli da salvare,a cui dare una speranza di sopravvivenza,una speranza di trovare persone impietosite da queste povere piccole creature aliene sprovviste di piani di armi e di intenzioni di distruzione come tutti credevano!”
 
Si interruppe fra le lacrime.Non potei fare a meno di far scendere una lacrima sulla mia guancia.Si mise le mani sugli occhi e cominciò a singhiozzare.
 
“S-scusami…”Deglutì asciugandosi le lacirme.
 
“Ti prego…continua.”Fece un profondo respiro.
 
“Molti bambini,incluso il futuro re del pianeta che ormai non esiste più,furono affidati a strane creature che avevano il compito di accudirli e di proteggerli.Io ricevetti Minion.Naturalmente le mie sventure non si placarono.Anche Metro man aveva avuto lo stesso destino.Più o meno insomma…l’auspicio fu identico…ma essendo più simile a voi ricevette in dono una famiglia affettuosa e un futuro da eroe.Io essendo calvo e di carnagione blu…mi aspettavano detenuti come famiglia,carcere come casa e un futuro già deciso da pregiudizi dei cittadini di Metròcity.Chi mi avrebbe accettato come un onesto cittadino?!Insomma…già dal periodo sciuolastico tentai di allacciare una relazione con qualcuno…ma ero solo vittima di bullismo e di razzismo.Avevo solo Minion.Un giorno poi…capii la motivazione del comportamento delle altre persone nei miei confronti,dovevo essere un cattivo!Quello era il mio destino!E così iniziò la mia carriera da signore del male.”Finì con sguardo triste.
 
“Che fine ha fatto il principe?”Chiesi incuriosita.
 
Mi guardò con gli occhi umidi.
 
“Sono io il principe…”
 
Capii un sacco di cose.Con le lacrime agli occhi lo abbracciai facendo strisciare le braccia sotto il mantello per non pungermi con le punte di metallo.Sentì che stava trattenendo le lacrime cercando di non piangere.
 
“No,no…sfogati.Non ti preoccupare...”
 
Si lasciò andare e seppellì il suo viso sulla mia spalla piangendo intensamente.Lo consolai strofinando una mano sulle scapole.
 
Avevo capito.Aveva finalmente ritrovato un barlume di luce nella sua vita.Si era innamorato di me.Non voleva che anche questa speranza si frantumasse,così quel giorno al covo malvagio…aveva preso il posto di Bernard solo per stare in mia compagnia,non voleva che finisse così.Era solo innamorato.
 
Lo sentì singhiozzare sempre più forte.Lo strinsi fra le mie braccia sussurrando parole di conforto.
 
“Oh Megamind…se lo avessi saputo non avrei mai reagito così.Non sai quanto mi dispiace di aver aggravato la tua sofferenza.”
 
Lo strinsi ancora più forte e lo baciai sulla guancia dandogli l’amore che non aveva ricevuto per più di venticinque anni.
 
Lo coccolai per un tempo che mi sembrò infinito.Ma non si interromepeva,anche se poco a poco  si stava camlando.Restammo abbracciati anche quando aveva finito le lacrime.Dondolai avanti e indietro chiudendo gli occhi.
 
Diede dei piccoli gemiti.
 
“Shh…calmo.Stai calmo.Non piangere…”
 
Ci staccammo e mi sciolsi nei suoi occhioni da cucciolotto smarrito.Sbattè le palpebre.
 
“Q-questo vuol dire…c-che mi perdoni?”Balbettò a fatica con un sorriso.
 
Gli presi il viso tra le mani accarezzandogli le guance.Feci scivolare di nuovo le mie braccia attorno al suo corpo e attaccai le mie labbra alle sue dandogli un dolce e tenero bacio.Tenevo gli occhi socchiusi per vedere la sua reazione.I suoi occhi verdi mi guardavano un po’stupiti anche se erano ancora pieni di lacrime e aveva le palpebre leggermente abbassate.Ritirai le mie braccia e tentai si slacciare il mantello di pelle nera.Con un piccolo rumore si slacciò e cadde dietro la sua schiena che finalmente potevo abbracciare senza paura di pungermi o di farmi male.Si lasciò sfuggire un piccolo gemito di piacere.Aprì la bocca e leccai dolcemente le sue labbra chiuse tentando di aprirle,ma era un po’esitante.Gli leccai dolcemente il pizzetto partendo da sotto la mandibola fino alla fine.Tentai di aprire di nuovo la sua bocca,questa volta riuscendoci con successo.
 
La mia lingua incontrò la sua,e insieme cominciarono a massaggiarsi a vicenda scambiandosi gocce di saliva.Approfondì il bacio facendo scivolare più a fondo la mia lungua nella sua bocca.Contunuammo a baciarci alla francese,leccandoci le lingue,masaggiandole,e bagnandoci le labbra.Dovevamo staccarci qualche volta per riprendere fiato per l’emozione fantastica che stavamo provando.Ma tutto ha un’inizio e anche una fine.
 
Ci staccammo con un forte schiocco.Respirava pesanetemente con gli occhi chiusi.
 
Sorrisi e lo guardai.Quando i nostri occhi si incontrarono appoggiai la fronte sulla sua.
 
“Questo ti basta come risposta?”
 
“Mh…”Rispose con un sorriso.Mi prese le mani ”E se ribattessi con un…ti amo Roxanne Ritchi?”Continuò.
 
Ridacchiai.
 
“Risponderei con un…ti amo anch’io,Megamind.”
 
Finimmo col darci un altro lunghissimo e appassionatissimo bacio.
 
Ecco il classico finale delle AU di questo genere.Lo so non è il massimo…spero però che vi sia piaciuta!Fatemi sapere  :D
 

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