Ballando con la preda.

di phoenix_esmeralda
(/viewuser.php?uid=178541)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Folata di vento improvvisa. ***
Capitolo 2: *** Nubi pericolose ***
Capitolo 3: *** Tempesta ***
Capitolo 4: *** Acquazzone ***
Capitolo 5: *** Acquerugiola ***
Capitolo 6: *** Rugiada ***



Capitolo 1
*** Folata di vento improvvisa. ***


“...io non conosco quel sorriso sicuro che hai,
io non so chi sei, non so più chi sei, mi fai paura oramai...”
(“La canzone del sole” L. Battisti)




- 1 -
Folata di vento improvvisa


- “...i sdia ue diposa..?”
- “Che cosa?” – urla Camilla, cercando di sovrastare con un acuto d’eccezione i 110 decibel della musica sparata a tutto volume.
- “VUOI BERE QUALCOSA?” – Viola ormai sta gridando a pochi millimetri dal suo padiglione auricolare.
Camilla fa un cenno d’assenso e s’infila nella scia dell’amica che si sposta nel locale come una palla da bowling in mezzo ai birilli.
La pista è affollata in modo pazzesco, Camilla è stata in quella discoteca l’anno prima e da quel che ricorda di gente ne aveva vista ben poca.
- “Da quand’è che il Planet-3 è tornato tanto in auge?” – chiede, afferrando al volo il Mojito che Viola le sta passando sopra alla testa di una tipa che, nonostante il tacco 12, le arriva a malapena al mento.
- “Da quando hanno introdotto i go-go dancers!”
- “I go-che?”
- “Perché credi che ti abbia portata qui stasera?”
Viola allunga una gomitata impietosa a una tizia in tacchi vertiginosi e abito striminzito e torna a infilarsi tra la folla.
- “Seguimi!”
Camilla cerca di imitare il passo disinvolto dell’amica nella giungla di braccia e gambe che si dimena tendendo trappole alle sue caviglie instabili. Negli ultimi mesi ha passato più tempo a scorazzare nei i corridoi dell’università che non in locali alla moda e suppone di aver perso un po’ il ritmo.
- “Ecco, guarda!”
Sono tornate al centro della pista e ora Viola le sta indicando un punto ben preciso della stanza, là dove il fascio incrociato di riflettori colorati va a cadere su una gabbia appesa sopra il bordo pista. Camilla impiega un secondo prima di accorgersi che nella gabbia si trova qualcuno. Una ballerina..? No. Si accorge stupita di non vedere fra le sbarre la solita squinzia seminuda. C’è un giovane invece, un ragazzo.
E che ragazzo!
- “Visto che roba?” – le grida Viola all’orecchio- “E questa notte potrebbe essere nostro!”
Camilla sta ammirando il fisico del giovane, quel giusto mix tra lo snello e il muscoloso che le fa accelerare il sangue in circolo, e sul momento non si sofferma sulle parole di Viola. Poi le capisce.
- “Cosa vuoi dire?” – le chiede sbalordita.
- “Sai il biglietto numerato che ci hanno dato all’entrata? Quello che ci hanno premurato di non buttare?”
Automaticamente, Camilla inizia a frugare nelle tasche dei jeans. Sono così attillati che il biglietto potrebbe essere stato fagocitato dal tessuto. No, invece c’è. Non si ricorda di averlo infilato in tasca, ma deve averlo fatto soprappensiero.
- “Fra poco estrarranno un numero” – le spiega Viola, avvicinandosi al suo viso – “La vincitrice si prende lui!”
Accenna al giovane in gabbia. Camilla torna a fissarlo esterrefatta. Lui sta ballando ed è terribilmente sexy. Alto e slanciato, fisico atletico, capelli scuri scarmigliati e movenze da far rigirare lo stomaco su se stesso. Non per lo schifo, ovvio. Per l’eccitazione. Indossa solo un paio di jeans che gli fasciano il fondoschiena in modo a dir poco scandaloso.
- “Vuoi dire che si vince una notte di sesso con lui?”
A Camilla piace essere esplicita e Viola le sorride di rimando maliziosa. Ha ripreso a ballare e con il bacino esprime tutta la sua soddisfazione.
- “Viola, che assurdità! Io non posso andare a letto con uno che balla mezzo nudo in una gabbia! Non potrei mai più guardarmi allo specchio!”
Lei alza gli occhi al cielo ed emette uno sbuffo teatrale.
- “Smettila di fare la complicata! Se estraggono il tuo biglietto, puoi sempre passarlo a me!”
Camilla tuttavia continua a credere che una cosa del genere non sia possibile, finché il dj abbassa la musica e annuncia l’estrazione. È con sgomento che assiste all’arrivo di una bionda mozzafiato con una palla di cristallo colma di fogli di carta ripiegati. Il dj estrae un biglietto e soffia nel microfono: “86!”
- “Nooo! Non è il mio !” – esplode Viola delusa e si allunga a controllare il biglietto dell’amica – “Non hai vinto neanche tu!”
Camilla però non la sta ascoltando. Ha individuato immediatamente la vincitrice, è la bionda con i tacchi vertiginosi e l’abitino striminzito a cui, un quarto d’ora prima, Viola ha allungato una violenta gomitata.
Ora avanza nella ressa con sorriso sornione, sventolando il suo biglietto. Sotto gli occhi esterrefatti di Camilla, il dj consegna alla bionda una grossa chiave e un paio di manette. Lei si avvicina alla gabbia e la apre con uno scatto che si perde nel rumoreggiare della folla. Poi, come se non avesse mai fatto altro nella vita, ammanetta il giovane e inizia a riattraversare la pista portandolo con sé. La gente attorno applaude e fischia, mentre la voce del dj li segue con commenti di dubbio gusto.
La folla si apre per farli passare e, spintonata dalla ressa in agitazione, Camilla si trova proprio sul bordo del varco che si è aperto. La bionda le passa a due centimetri dal naso, odora di fard e profumo costoso. Dietro a lei viene immediatamente il giovane.
Camilla alza lo sguardo per osservarlo e deglutisce accorgendosi di quanto il suo fisico sia spettacolare da vicino ancor più che da lontano. Poi lui si volta per un istante nella sua direzione. Occhi azzurri passano sopra la folla senza vederla. Nel movimento i capelli sul lato destro si scostano, rivelando un neo sullo zigomo.
Camilla rimane impietrita a osservarlo. Senza fiato.
Sbatte più volte le palpebre per riattivare il suo cervello entrato in apnea.
- “Ehi, che ti prende?” – le urla Viola, raggiungendola.
Camilla scuote lentamente la testa, mentre il suo sguardo è calamitato dalla figura del giovane che sta raggiungendo il bordo della pista.
La bionda, con un sorrisetto malizioso, gli strattona le manette e lo porta con sé, là dove, suppone Camilla, succederanno cose di cui non vuole venire a conoscenza.


******************************************************************************************************************

Ciao a tutti, questa è la primissima volta che mi cimento con il genere esclusivamente romantico e ho deciso di farlo partecipando al
contest "L'amore è un'arte" di Frantasy e "Love, love, love and... love" di Five Carrots. Devo ammettere che la cosa mi ha messa parecchio in difficoltà, ma nonostante gli ostacoli e le paranoie, alla fine qualcosina è saltato fuori. Se avrete voglia di leggere e di recensire, mi farete un grosso piacere.
Intanto, grazie a chiunque deciderà di seguirmi!

phoenix_esmeralda

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Nubi pericolose ***


 

 - 2 –

Nubi Pericolose
 
Il lunedì mattina la lezione di biologia generale sembra non voler più terminare. Camilla vorrebbe padroneggiare il tempo, stropicciarlo e accartocciarlo per far giungere al più presto al capolinea i maledetti meccanismi di respirazione cellulare che piovono dalla bocca del professore. Normalmente biologia è una tra le materie che più la interessano, ma oggi la frustrazione sta raggiungendo livelli parossistici. A un certo punto si è legata i capelli in una coda di cavallo alta... molto alta... tanto da non permetterle di arrotolarsi le ciocche in continuazione, come ha fatto per la prima metà della lezione, rischiando di crearsi un orrendo buco calvo.
Quando la lezione finalmente termina però, l’agitazione ha sorprendentemente il sopravvento. Si ferma a una macchinetta ladra – non dà il resto – a prendere un bicchiere di tè caldo e lo sorseggia con calma forzata.
Quando arriva all’aula di testistica infatti, la lezione è già iniziata. Mentre scivola fra i banchi, la voce della professoressa l’accompagna.
- “... per oggi dovevate terminare di sbobinare le vostre interviste, per cui passeremo a trasformare i dati qualitativi in quantitativi. Seguendo lo schema che lascerò alla lavagna, inizierete a inserire i dati in SPSS in forma numerica. Lavorerete per tutta l’ora con il vostro compagno, per cui fate in modo di aiutarvi a vicenda per non sbagliare. Le prime volte è facile fare confusione.”
Camilla si dirige immediatamente verso l’ultima fila, nei due banchi più prossimi alla finestra, dove sa che Christian la sta aspettando. È già seduto infatti con il computer acceso e una miriade di fogli scritti a mano sparsi intorno. Quando la vede arrivare, alza gli occhi un istante e accenna un sorriso.
- “Ciao. Hai portato la tua parte, vero?”
Camilla accenna di sì, apre la borsa ed estrae il quaderno. Lavorano in coppia dall’inizio del semestre ed entrambi hanno sempre affrontato il corso con lodevole serietà. Testistica è un esame opzionale che entrambi hanno messo nel piano di studi prevedendo che tornerà utile al momento di affrontare la tesi.
- “Ho sbobinato per tutto il week-end” – gli dice – “Eccetto sabato sera naturalmente. Sono uscita con un’amica che mi ha trascinato per locali. Tu invece che hai fatto di bello?”
Christian non alza neppure lo sguardo dal computer, sta combattendo con i rudimenti di SPSS.
- “Niente.”
Già... niente. Camilla appoggia a terra la borsa senza distogliere gli occhi da lui. Ha sempre pensato che fosse carino a suo modo, quell’essere carino che hanno i bravi ragazzi, quelli senza grilli per la testa, dal sorriso aperto e lo sguardo pulito. Un viso regolare, piuttosto ordinario, capelli scuri sempre in ordine, occhi attenti sotto gli occhiali da vista troppo seri, una statura piacevole, sovrastante, accompagnata da un fisico armonioso, ma decisamente occultato dai pantaloni sportivi con le tasche e da larghe felpe con il cappuccio.
Anche oggi ne indossa una, benché sia primavera avanzata e la maggior parte dei ragazzi porti già magliette a mezze maniche.
Camilla stenta a credere che sotto quella felpa nera si nascondano gli addominali che ha visto due giorni prima in discoteca.
Christian sa dissimulare bene. Così bene che sabato non l’ha riconosciuto finché non le è passato a dieci centimetri di distanza. L’abbigliamento provocante, i capelli scarmigliati ad arte, le lenti a contatto hanno trasformato il bravo ragazzo in qualcosa di oscuro.
E per Camilla questo è un problema. Un problema serio se si considera che Christian le piace. Le era sempre parso il tipico ragazzo serio, poco interessato alle follie sfrenate della vita universitaria e... sì. Poco interessato anche alle ragazze.
Vive in un appartamento microscopico assieme a un coinquilino perennemente assente e torna al suo paese, a 200km di distanza, ogni week-end.  O così le aveva raccontato.
Camilla si accorge solo ora di averlo valutato in modo tutt’altro che corretto. D’altronde che cosa ne sa lei di ragazzi? Arrivata a vent’anni vanta nel suo passato una sola storia seria, durata non più di un anno e mezzo. Questo perché è una persona complicata e non riesce a farsi piacere i ragazzi che le fanno il filo. Lei è una cacciatrice, insegue chi scappa e scappa da chi la insegue.
Il suo precedente ragazzo le aveva fatto un filo insistente per mesi, senza suscitarle il minimo interesse. Poi, quando finalmente si era deciso a mollare il colpo e a lasciarla stare, Camilla si era sorpresa a cercarlo. Così si erano messi insieme, ma appena lui si era riavvicinato lei si era ritrovata a tenerlo a distanza, mentre ogni volta che lui, stanco, si distaccava, lei lo rincorreva a perdifiato. Una battaglia senza soste e senza respiro che, dopo un anno e mezzo, li aveva lasciati delusi e sfiancati.
Camilla era tornata felicemente single, per poi imbattersi, non molto tempo dopo, in Christian.
Le era piaciuto e dopo i primi momenti di conoscenza, aveva fatto un passo verso di lui, per incoraggiarlo ad un approccio più intimo. Ma lui non aveva corrisposto. E cosa c’era di più affascinante per Camilla la Cacciatrice?
- “Accidenti, impiegheremo una vita a inserirli tutti!”
Camilla sussulta e torna al presente, mentre Christian esamina l’insieme dei loro dati congiunti.
- “Forza, tu detta e io scrivo, cerchiamo di farne il più possibile!”
Lei afferra il primo foglio e si impegna a concentrarsi. In quel momento la conversione dei dati qualitativi in quantitativi è l’ultimo degli argomenti che possa interessarla. Tuttavia si sforza e per tutta l’ora ripete come un automa ciò che deve, senza che Christian sospetti in lei il minimo cambiamento.
Ma quando la professoressa annuncia la fine dell’ora e tutti i loro compagni iniziano ad alzarsi dai banchi, Camilla non può più aspettare.
- “Pensavo tornassi a casa nel week-end” – accenna, mentre si alza raccogliendo le sue cose.
- “Mm-mm?” – replica lui, ancora impegnato nel chiudere correttamente il programma.
- “Ero al Planet-3 sabato sera.”
Questo attira la sua attenzione. Si immobilizza e alza su di lei uno sguardo inespressivo.
- “Se nel tuo mondo il fatto di andarsene ammanettati a una bellezza bionda e scoparsela tutta notte significa non fare niente, forse ho ancora diverse cose su di te da scoprire, Christian.”
Lui si alza di scatto e raccoglie i fogli sparsi sul banco, senza guardarla.
Camilla abbassa gli occhi sui suoi pantaloni.
- “I jeans attillati ti stanno decisamente meglio sai? Dovresti indossarli anche a lezione, ci verrei molto più volentieri!”
- “Smettila” – dice lui, con un tono che vuole essere piatto, ma che tradisce nervosismo.
Finisce di infilare i fogli nella borsa e le sfila accanto per raggiungere la porta dell’aula.
- “Allora potresti dirmi quando c’è la prossima lotteria” – replica lei, mescolando malizia e sarcasmo – “Non vorrei perdermi l’occasione!”
Lui non risponde, non si volta neanche. Raggiunge la porta e scompare oltre la soglia.
 
 
L’ultima battuta che gli ha rivolto però, le ha dato l’idea per la mossa successiva.
Da Christian si sente ingannata, tradita. Quella sua aria così seria e innocente, quel suo mostrarsi tanto pulito, quando in realtà...
Camilla non fa che mordersi le labbra e prendersela con i suoi capelli, già sufficientemente tormentati.
Christian l’ha respinta. Non che lei ci avesse provato apertamente, non lo fa mai, si è limitata ad accennare un messaggio che riteneva chiaro.
Però lo credeva un cuore puro. Uno serio, che pensa allo studio e magari non ha troppo tempo per le ragazze.
Ora che conosce la verità, si sente doppiamente rifiutata.
Questo la fa infuriare, la fa soffrire... e l’attrae.
Così si reca direttamente al Planet-3 a parlare al padrone del locale. Gli chiede se Christian offra anche prestazioni ai singoli. Vuole sapere fino a che punto si spinge, quanto le ha mentito.
No, però. Niente prestazioni ai singoli. Christian lavora al Planet-3 ogni sabato sera esclusivamente per la lotteria, al venerdì a quanto pare, lo stesso servizio è offerto da una ragazza. Il Planet-3 riserva loro la stanza dove i fortunati vincitori possono godere del premio. Al termine della prestazione devono rilasciare un giudizio scritto sull’esperienza.
- “Capisci, è necessario” – le dice il proprietario del locale, serissimo – “Se iniziassero a fioccare giudizi negativi, dovrei licenziarli in tronco e cercare qualcun altro. Ma per ora tutto fila liscio, da quando ho introdotto questa novità il locale si è riempito!”
Poi, quando sembra che non ci sia più niente da dire, lui pronuncia la frase fatale.
-“ Se proprio ci tieni ad averlo per te, però, possiamo accordarci. Per 200€ posso farti avere il biglietto vincente.”
Per i primi cinque secondi la proposta la scandalizza e poi la indigna. Poi, sorprendendo persino se stessa, Camilla comincia a pensare ai soldi sul suo conto.
E poi viene a patti con l’uomo.


**************************************************************************************************************************

Sto aggiornando abbastanza velocemente, perché fra un paio di settimane me ne vado in ferie e vorrei aver pubblicato per allora tutta la storia (sono 6 capitoli).
Vorrei ringraziare tutte le persone che già dal primo capitolo hanno inserito questa fic nelle ricordate-seguite-preferite e anche chi ha recensito... che fa sempre
tanto taaaanto piacere! ^^  Spero che la storia continui a interessarvi!!

phoenix_esmeralda

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tempesta ***


 -3-
Tempesta
 
Camilla non può credere di averlo fatto davvero. Se sua lo madre sapesse, non sopravvivrebbe al colpo!
Eppure eccola qui, il sabato sera, al Planet-3. Capelli scuri freschi di lavaggio, jeans attillati, top scollato e tacchi a spillo. Trucco curato, ma non eccessivo. E un biglietto in tasca che le assicurerà il diritto sul ragazzo più agognato della sala.
Non ha avuto il coraggio di parlarne a Viola... non è riuscita a dirle che lo stangone che l’ha mandata fuori di testa il sabato precedente è il Christian che fa coppia con lei a testistica. E soprattutto non è riuscita a dirle che lei, Camilla, la ragazza più tenacemente incerta e complicata in amore, ha barato per andare a letto con il suddetto stangone. Sì, ha barato. Ha pagato la tangente come i politici corrotti o come i cattivi di Calciopoli. Potrebbero metterla dentro per truffa e forse pure per favoreggiamento di prostituzione!
Polenta santissima, come ha fatto a ridursi in questo modo???
Così è venuta qui sola, sul tardi,  si è ritirata agli angoli della pista e ha finto di sentirsi a suo agio sorseggiando un cuba libre, mentre il suo cuore non fa che sobbalzare ogni volta che l’orologio le comunica che l’obiettivo si è avvicinato di altri cinque minuti.
Ma perché deve sempre sentirsi così? Confusa, agitata, impanicata??
Riesce a malapena ad alzare gli occhi verso la gabbia, dove Christian balla sotto gli sguardi dell’intera sala. E balla come uno che sa ballare, porca miseria! Ha mai pensato lei, che potesse muoversi a quel modo? Ha mai accennato lui a qualche sua velleità nel ballo?
È sexy, ma non solo. È armonioso, ha il senso del ritmo e del movimento. E lei a confronto si sente così impacciata, che non ha accennato un solo passo in tutta la serata.
Finalmente arriva la tipa con la boccia di vetro, a Camilla fa tutt’altro effetto sapendo quanto poco casuale sia l’estrazione della vincitrice. Chissà se il sabato precedente la bionda con il vestito striminzito aveva versato a sua volta una losca tangente per accaparrarsi il bel ballerino?
Sta ancora riflettendo su questo, quando il dj pronuncia a gran voce il numero sul suo biglietto.
Camilla sobbalza, si guarda intorno e si rende conto che tutti stanno facendo lo stesso. Stanno cercando la fortunata vincitrice. Lei.
Alza la mano con il biglietto e inizia ad avanzare verso il dj. Qualcuno si accorge di lei, pian piano la folla si apre al suo passaggio. Il dj l’accoglie con un sorriso, controlla il biglietto e le strizza l’occhio. Già...deve essere informato. Forse nella boccia ci sono biglietti esclusivamente con lo stesso numero.
Quando le porgono la chiave, Camilla l’afferra con mano un po’ tremante, ma rifiuta le manette. Non ce la può fare, sul serio. Con la tangente è arrivata al limite della trasgressività che può tollerare questa settimana.
Avanza verso la gabbia accompagnata dalle invocazioni dei presenti. Non ha il coraggio di guardare l’espressione di Christian quando si accorgerà di lei. Tiene lo sguardo basso e infila la chiave nella toppa. La serratura scatta, la porticina si apre.  Ora deve guardarlo per forza.
Incontra occhi azzurri costernati. Giurerebbe che lui è sotto shock.
Gli fa cenno di seguirla e lui deve farlo, è il suo lavoro. Deve andare fino in fondo, altrimenti lei lascerà un giudizio negativo e verrà licenziato.
Così la segue docilmente attraverso la folla che fischia e allude. Qualche mano di ragazza si sporge a toccare Christian, a palpargli il torace che oggi è coperto da una maglietta aderente, il fondoschiena fasciato dai jeans e... quella... accipicchia, che spudorata! Prova seriamente a toccarlo... lì!!
Ma Camilla è lesta, allunga un braccio e stoppa il gesto.
Molla l’osso, stanotte è mio!
Il messaggio passa chiaro, anche se  non apre bocca. Basta lo sguardo.
Accelera il passo e finalmente scende dalla pista, Christian è subito dietro di lei. È lui adesso a sapere dove andare e la conduce in silenzio su per le scale, fino a una porta rossa che nasconde una piccola camera da letto.
Non è grande, ma è molto più graziosa di quanto si è aspettata. I toni delle tende, dell’armadio, della specchiera e del lampadario, sono tutti sul rosso ciliegia. Una scelta azzardata, ma ben riuscita.
E ora che finalmente sono soli, che l’effetto impattante del trovarsi di fronte a Christian si è consumato, Camilla ritrova la baldanza.
- “Sembri stupito di vedermi qui!” – dice disinvolta, lanciando su una sedia la giacchetta di jeans che teneva su un braccio. Appoggia al tavolino la borsetta e lo fissa.
- “Non dovrei?” – domanda lui.
Lei scrolla le spalle e si sforza di incurvare le labbra in un sorriso.
- “Avanti, spogliati! Sei qui per questo no? Non vorrai un giudizio negativo proprio da me!”
Christian resta immobile e in quel momento Camilla si accorge delle cuciture sulla sua maglietta.
- “Non ci credo!” – esclama – “È fatta apposta per essere strappata!”
Appoggia le mani sulla maglia e tira. Si lacera sotto le sue dita come carta. Una maglia usa e getta... assurdo!
I pezzi di stoffa cadono a terra lasciando Christian a dorso nudo. La pelle  è abbronzata e il fisico non meno appetibile di una settimana prima. Impensabile che sia rimasto seduto accanto a lei a testistica per tutte quelle ore, senza che lei sospettasse nulla.
- “Cam, non vuoi farlo veramente.”
- “Non voglio?” – trasecola lei – “Ho pagato 200€ per avere il biglietto vincente, tu che dici?”
Lo sgomento che gli legge negli occhi le dice che non sapeva dei traffici illeciti cui è soggetto.
Camilla fa spallucce.
- “Così è la vita Christian! Se ti metti in vendita, sarai soggetto al miglior offerente. Non è così difficile da accettare, paragonato al mio digerire di poterti avere solo in questo modo!”
Dal suo sguardo capisce che ha colto la sua amarezza. Ma Camilla non vuole compassione, stanotte l’ha sottratto alle grinfie di una qualsiasi bionda arrapata con le tette rifatte e questo basta già a sollevare il suo umore.
Senza preavviso lo spinge all’indietro e lui, con la testiera del letto alle spalle, ricade sorpreso sul materasso. Prima che possa fare qualunque cosa, Camilla balza sul letto e si siede sul suo stomaco.
- “Allora, stanotte sei mio, cosa mi proponi?”
Lui distoglie lo sguardo e gira la testa a sinistra, in quello che può essere interpretato solo come un netto rifiuto. La sensazione è che si stia assentando, come se il suo spirito potesse scivolare fuori e prendere il largo.
Sta scappando lontano da lei e Camilla la Cacciatrice ha un guizzo di ribellione.
Gli afferra il viso tra le mani, si china su di lui e lo bacia.
È così agitata che per un istante non capisce più nulla. Poi realizza. Lo sta baciando davvero!
Da quanto tempo lavorano insieme a testistica? Tre mesi?  Da quanto tempo ha voglia di baciarlo? Due mesi e venticinque giorni?
Le labbra di lui, così rigide e lontane, si sciolgono all’improvviso. Quando risponde al bacio, il cuore di Camilla ha un singulto. Lei gli affonda le mani tra i capelli e si aggrappa a quella bocca come se non le restasse altro. In quell’istante tocca la felicità.
 
 
Forse ha voluto far passare alle amiche, a Viola e persino a se stessa il concetto che Christian fosse una cotta senza importanza. Forse ha sempre descritto i suoi sentimenti per lui come leggeri impulsi nati più dalla noia universitaria che da una passione seria.  “Christian... sì è carino! Un bravo ragazzo. Tranquillo, gentile. Una compagnia piacevole. E poi è molto alto, fa scena uno con quell’altezza!”
Ma la verità è ben diversa.
La verità è, come direbbe Viola, che lei ci è rimasta sotto.  
Quando è successo?
Durante il primo giorno di lezione, la professoressa di testistica aveva spiegato che, per coloro che avessero deciso di preparare quell’esame da frequentanti, ci sarebbe stata la possibilità di avvalersi di un laboratorio pratico che li avrebbe sgravati di buona parte dei testi teorici e che sarebbe stato considerato parte integrante della valutazione finale. Il lavoro si sarebbe svolto a coppie, per facilitare e velocizzare l’esecuzione degli esercizi. Camilla e Christian erano per puro caso seduti uno accanto all’altra, nessun altro di loro conoscenza frequentava quel corso, di conseguenza si erano voltati a guardarsi facendo spallucce e si erano presentati con una stretta di mano.
Camilla aveva apprezzato il sorriso cordiale di Christian, la sua naturale gentilezza, la serietà con cui si era approcciato al primo compito affidato loro dalla professoressa. Aveva pensato che sarebbe stato un buon compagno di lavoro.
Questo, tre mesi prima.
Poi...
 
Poi un giorno in cui si erano rintanati nel minuscolo giardinetto dell’università a sperimentare vicendevolmente diversi tipi di intervista. Christian, nelle vesti dell’intervistatore, con cipiglio serissimo e un luccichio traditore negli occhi, le aveva chiesto: “Con quante persone sei stata a letto?”
- “Ho perso il conto” – aveva risposto lei, bluffando con fare talmente disinvolto da stupire persino se stessa.
- “Mmh... l’intervistata mente.” – aveva segnato lui sul foglio, con fare assolutamente professionale.
- “Perché dovrei mentire?”
- “Perché tu non sei così.” – questo senza alzare gli occhi dal foglio.
- “Ah no?” – aveva risposto, presa in contropiede – “E come sarei?”
Alzata di spalle e poi occhi azzurri nei suoi.
- “Non credo che andresti a letto con un ragazzo per passatempo. Sei una persona seria. E che ha bisogno di certezze. Tu non vai con chiunque.”
E chi era quel ragazzo per dire questo di lei? Per avere ragione su di lei?
Christian la vedeva davvero e dopo essersene resa conto, Camilla iniziò a vedere lui.
 
Una volta che inizi a guardare una persona, scopri cose interessanti. Come la galanteria innata che Christian portava con sé a ogni piè sospinto. Non era un atteggiamento studiato, né la messa in atto di una forzatura. Lui era così: ti apriva le porte, ti portava i libri, le borse, ti parcheggiava la bicicletta, ti pagava sempre da bere, ti cedeva sempre il passo. Questo senza affettazione, con assoluta naturalezza. Era una persona dall’umore stabile, equilibrato. Mai una parola fuori posto, mai un momento di irrequietezza che facesse scontare agli altri.
Questo lo rendeva affidabile. Potevi contare su Christian, potevi avvicinarti sapendo che non ti avrebbe ferito. Non rigirava mai contro di te ciò che dicevi, non sfruttava le tue debolezze, non approfittava dei punti deboli. Era una forza che Camilla non aveva ancora incontrato nei suoi coetanei. Erano ancora talmente freschi della sofferta adolescenza, che sperare vedessero qualcos’altro oltre i dieci centimetri di vita che li riguardava era impensabile.
Ma Christian non era così. Sapeva vedere, sapere capire. Aveva una maturità rassicurante, su cui potevi fare affidamento.
 
Così gli raccontò della sua storia con Maurizio. Della strana legge del Cacciatore e della Preda.
Lui l’ascoltò senza interromperla e alla fine annuì.
- “Non siamo tutti uguali in amore.” – disse semplicemente, accettando quella parte di lei come tutto il resto. Senza un giudizio, senza un consiglio non richiesto. Le fece tirare il fiato.
L’unica cosa che le rivolse fu un sorriso d’intesa – “Però posso capire perché ai ragazzi venga voglia di inseguirti.”
Inaspettatamente, questo la fece arrossire.
 
A farla capitolare definitivamente fu, a conti fatti,  una sciocchezza.
Erano sdraiati a pancia in giù nell’erba, cercando di capire sul libro di testo la differenza tra la “r” di Pearson e la “rho” di Spearman-Brown.
A una decina di metri di distanza, l’i-pod di una ragazza iniziò a sparare a tutto volume le note di “Adagio” di Lara Fabian.
 
“...immagini del tuo viso
che passano all’improvviso
mi fanno sperare ancora che ti troverò...”
 
-“Bella!” – disse Christian alzandosi a sedere e si mise a seguire il testo. La ragazza regolò il volume abbassandolo fin quasi a scomparire alle loro orecchie, ma Christian continuò a cantare. Non a canticchiare, a cantare, con la voce roca che si abbassava fino a sfiorare le pareti del suo cuore e poi si alzava lambendole la spina dorsale con lunghi brividi.
Cosa c’è di più sensuale di un uomo che canta bene?
Oh sì, poteva aver minimizzato i suoi sentimenti per Christian, ma la realtà era che il suo cuore aveva accelerato il battito e non aveva più rallentato.
 
E adesso lo sta baciando. La bocca di lui risponde in modo tale da far sembrare il suo coinvolgimento autentico e Camilla non riesce a smettere. È incollata a lui come sognava da un’infinità di tempo, il mondo rotea dietro le sue palpebre chiuse e il respiro le diventa sempre più corto, più affannoso... così tanto che lei a un certo punto si stacca a forza, per non rischiare di morire.
Ansimando, osserva gli occhi azzurri sotto di lei, vagamente spersi.
- “Come... fai... a ballare in... quel modo?” – sussurra, con il fiato spezzato.
Lo sguardo di lui si colma di confusione. Gli ha fatto una domanda totalmente sciocca, ma è la prima cosa che le è venuta in mente. Ha così tanto da chiedergli!
- “Come fai..?” – ripete.
- “I... i miei hanno una scuola di ballo.”
Anche lui ha il fiato corto e sembra che faccia fatica a tornare totalmente in sé.
- “Una scuola di ballo?”
- “Insegnano... e hanno dipendenti che si occupano delle discipline che conoscono meno. Sono cresciuto lì dentro, ho imparato a ballare un po’ di tutto.”
- “Di tutto...” – ripete Camilla sconcertata – “Latino-americano? Boogie e swing?”
- “Sì.”
- “Hip hop... Danza moderna?”
- “Li insegnano i dipendenti dei miei genitori... Sì, ho seguito i corsi anch’io.”
- “Valzer, polca... il tango?!?” – domanda, sempre più incredula.
- “Sì... un po’...” – per un attimo Christian sembra divertito dello sguardo attonito di Camilla, ma la leggerezza dura solo quell’istante. Con delicatezza si risolleva.
- “Dì al padrone del Planet che mi sono rifiutato di fare il lavoro, oppure scrivi direttamente un giudizio negativo sul registro che troverai fuori dalla stanza. Trova il modo di riavere i tuoi soldi. Non farò niente con te, Camilla.”
Le rivolge  uno sguardo che lei non riesce a decifrare... di pietà, di rammarico, di vergogna?
Poi le dà le spalle ed esce.


*******************************************************************************************************************************

Ciao a tutti, mi fa molto piacere vedere come tante persone abbiano già inserito questa fic fra le seguite... grazie grazie grazie!!! E grazie anche a chi l'ha messa fra le ricordate e ai due coraggiosi che quasi a scatola chiusa l'hanno inserita tra le preferite!!
Grazie anche a chi recensisce, aspetto i vostri commenti con gioia! ^^
In questo capitolo la nostra Camilla si è scatenata, ma come potete vedere è rimasta con un pugno di mosche in mano e ben poche risposte in testa.  Come reagirà all'ennessimo rifiuto di Christian..? Alle prossime pagine l'ardua sentenza!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Acquazzone ***


 

- 4 –

Acquazzone
 
Dopo un mese e mezzo di conoscenza, quando ormai Camilla era più che cotta, la Cacciatrice in lei decise di esporsi. A modo suo naturalmente, niente di troppo vistoso, solo un accenno, quel tanto che basta a offrire un appiglio, nel caso questo volesse essere afferrato.
Era un martedì, il giorno di riposo di Christian che per il resto della settimana lavorava in un bar dalle 18 alle 22. Dovevano sbobinare un numero infelice di interviste e lui le aveva proposto di farlo nel suo appartamento, dove il coinquilino non metteva quasi mai piede.
Così erano rimasti dalle 15 alle 19 attaccati al tavolo della cucina a lavorare e quando ormai il loro cervello fuso non aveva più permesso loro di decifrare una sola parola, si erano buttati sul divano a sgranocchiare delle Speedy Pizza annaffiate di aranciata.
Christian aveva acceso la TV, ma avevano finito entrambi per ignorarla perdendosi a chiacchierare del più e del meno. Lui viveva in un paese di mare in Toscana, vicino alla Versilia e Camilla era rimasta affascinata dai racconti di chi, in vacanza, ci abitava praticamente tutto l’anno.
Così, trascinata dall’atmosfera opportuna, aveva lasciato cadere un “Potrei venire a trovarti quest’estate, non sono mai stata al mare dalle tue parti!”
Lui aveva sorriso con la solita gentilezza, quella di una persona che non vorrebbe mai farti del male, ma le sue parole non avevano lasciato possibilità di replica.
- “Preferirei di no. Non ho mai ospitato una ragazza e i miei potrebbero pensare che io e te stiamo insieme. Vorrei evitare malintesi, ora devo concentrarmi solo sull’università e non vorrei che i miei genitori iniziassero a diventare invadenti.” – e poi, dopo aver lanciato il macigno, aveva cercato di addolcirlo un pochino – “Ma se tu volessi venire con qualche amica, potrei trovarvi un bread&breakfast carino a poco prezzo!”
Un vero cavaliere.  Un cavaliere in fuga.
Camilla aveva ringraziato senza rendere evidente la sua delusione, tornando a casa si era ripromessa di mollare il colpo e lasciar  perdere. Christian aveva rifiutato le sue velate avances con galanteria, era masochistico perseverare costringendolo a essere più lapidario.
Ma non ce l’aveva fatta. Pur ripromettendosi di soffocare qualunque sentimento nascente, la Cacciatrice in lei l’aveva stuzzicata senza sosta.
Fino a che non aveva ritrovato il suo affidabile compagno, tanto serio e concentrato solo sullo studio, a ballare sensualmente mezzo nudo in una gabbia, impacchettato per la migliore offerente.
 
Quello era il colmo dei colmi.
Rifiutare una storia con lei... ok. Non gli interessa. Di questo ci si può fare una ragione.
Rifiutare di fare sesso con lei, quando lo si fa con chiunque venga estratto dalla boccia ogni santa settimana, in modo indifferenziato... No, di questo farsi una ragione è davvero complicato.
Non la vuole in un modo, non la vuole nell’altro.
Rifiutata in ogni senso.
Buona solo per dettare dati quantitativi, sbobinare interviste interminabili, estrarre la sua calcolatrice scientifica nei momenti di crisi.
E lei pure a lasciare sul registro un giudizio positivo per non metterlo nei pasticci!
Ma il momento peggiore sta per arrivare.
Oggi è lunedì. Camilla sente la voce del professore di biologia come un mormorio costante e privo di senso. Ritmo cadenzato, pause calcolate. Se solo capisse una parola.
Ma il suo cervello non decifra.  Fra venti minuti deve essere a testistica.
Un disastro.
 
Se la prende con calma, va in bagno, si lava la faccia, sistema i capelli. Si ferma alla macchinetta ladra a bere un caffè, dà un’occhiata in bacheca perché non si sa mai, di annunci interessanti potrebbero sempre spuntarne fuori.
Quando arriva davanti all’aula la porta è chiusa e la lezione è già iniziata da un quarto d’ora.  Non riesce a entrare.
Se lui non dovesse esserci, lei morirebbe. Ma se c’è... se è seduto al solito posto... come affrontarlo? Come guardarlo in faccia?
Si lascia andare su una sedia in corridoio, fissa la porta dell’aula e aspetta che il coraggio torni, che qualcosa si sblocchi.
Se non c’è... Ma se invece c’è...
Sarebbe terribile se non ci fosse. Ma se lo trovo cosa faccio?
Il dubbio la incolla alla sedia.
Il ricordo del loro bacio la confonde.
L’ha rifiutata, ma quando si è imposta, lui ha risposto. Non ha risposto meccanicamente, il trasporto di Christian era pari al suo.
Quando chiude gli occhi e si concentra su quel momento, le stesse emozioni la travolgono come se si trovasse ancora in quella camera, il corpo aderente al torace nudo del giovane, le mani fra i suoi capelli, la bocca sulla sua.
E intanto rimane su quella sedia.
È passata una mezzora ormai, quando la porta dell’aula si apre all’improvviso. Christian sguscia fuori e quando si accorge di lei si immobilizza.
Restano entrambi pietrificati, l’imbarazzo congela il silenzio fra loro.
Alla fine è lui a parlare.
- “Grazie per non avermi fatto licenziare” – dice in un mormorio. Alza su di lei occhi addolorati, che sembrano voler dire molto più di quelle parole, ma Camilla non conosce il codice per decriptarli – “Farti del male era l’ultima cosa che desideravo.” – aggiunge.
Poi sistema meglio la sacca sulla spalla e si avvia lungo il corridoio. Camilla osserva le sue spalle avvolte nella felpa larga, i pantaloni sportivi, la borsa che ondeggia lungo i fianchi.
È finita così? Non ci sarà mai più nulla fra loro? Risate, complicità, pomeriggi di lavoro comune... tutto sparito?
Vorrebbe chiamarlo indietro, inseguirlo... ma per dire cosa? Forse invece dovrebbe picchiarlo, fino a fargli male veramente! Dovrebbe sputtanarlo con tutta l’università, dovrebbe insultarlo e risputargli in faccia tutte le bugie che le ha rifilato! I week-end a casa dai suoi, lo sguardo casto da bravo ragazzo, l’intesa che credeva li legasse.
Affonda il viso tra le mani e preme i polpastrelli sulle palpebre. Non vuole piangere in mezzo al corridoio dell’università. Non vuole stare così.
 
Il resto della settimana si trascina fra il deprimente e l’ancora più deprimente. A favore del suo umore cupo, piove ogni giorno senza sosta, il cielo grigio e piatto fa da sfondo al vorticare dei suoi pensieri.
Sa che dovrebbe chiamare Christian, stabilire con lui un accordo per statistica... è il suo compagno ed entrambi, tra un mese e mezzo, dovranno dare quell’esame.
Ma non ha la forza né il coraggio di mandargli un sms e lui sembra condividere la stessa difficoltà.
Man mano che la settimana si approssima alla fine però, il pensiero che più la ossessiona è quello del sabato sera.  Sabato Christian sarà al Planet-3 e qualcuna, in mezzo a quella folla di tette, gambe e sederini sodi, vincerà la notte con lui.
Due settimane prima, vedendolo sparire ammanettato alla bionda con il vestito striminzito, si era sentita svenire. Non aveva chiuso occhio immaginando ogni scenario possibile e la gelosia era diventata così feroce da renderla aggressiva nei suoi confronti. Per questo il lunedì mattina era stata così stronza con lui. Per questo il sabato sera aveva speso 200 dei suoi non abbondanti euro.
Per non farlo andare con un’altra.
Perché non sopporta quel pensiero.
Sabato pomeriggio, quando ormai è prossima al culmine della follia, riceve un sms da Viola.
“Stas Planet, passo ore 22. News: mi scopo il figo!”
Il messaggio la gela, senza pensarci schiaccia il pulsante di chiamata a Viola.
- “Cosa significa?” – domanda, appena l’amica risponde.
- “Un compagno di mio cugino è amico del proprietario del locale! Gli ho fatto un favore il mese scorso prestandogli i miei libri per un esame... e stasera ricambia! Farà in modo che venga estratto il mio biglietto! Mi scopo il figo Cami!!!!”
Tramortita dalla notizia, non riesce a rispondere.
- “Allora passo da te...Ora vado a scegliere l’intimo, a dopo!”
Camilla resta immobile con il cellulare muto in mano. Credeva che il peggio fosse già accaduto, ma era stata veramente ingenua.
 
Non sa dire neppure lei perché sia venuta. Se a casa era una donna sanguinante, lì al Planet, vedendo Viola e Christian insieme, diventerà la vittima di un massacro.
Non vuole vedere, ma non riesce a stare lontana, a non controllare, a non sapere cosa accadrà. L’essere umano non sempre riesce a preservarsi dal dolore. A  volte lo va a cercare spontaneamente.
Viola è così entusiasta con il suo biglietto truccato in mano, che non si accorge neppure dello stato d’animo dell’amica.
Camilla balla meccanicamente, muovendosi appena, nascondendosi tra la folla. Osserva Christian e si chiede a cosa pensi.
Perché fa tutto questo? Gli piace? O c’è finito dentro senza volerlo davvero?
Dovrebbe dire a Viola la verità, ma non riesce a farlo. Poi dovrebbe spiegarle anche tutto il resto e in questo momento non ha la forza di parlare.
Al momento dell’estrazione resta immobile osservando l’amica gongolante apprestarsi al dj e poi alla gabbia. Una settimana prima, a quell’ora, lei stessa stava calcando quei metri gloriosi.
Inutilmente, perché Christian non l’ha voluta, unica fra tutte... E allora perché se ne sta ancora lì, a inasprire la sua umiliazione?
Cammina faticosamente verso il guardaroba e si fa restituire il golfino. Dovrà chiamare un taxi, ma non le importa, ora vuole solo allontanarsi.
Solo che nel recuperare il golfino ha perso troppo tempo e ora Viola e Christian sono lì vicino a lei.
- “Eccoti!” – esclama Viola –“Ma stavi già scappando? Aspetta che te lo presento!”
Christian è impalato di fronte a lei, sgomento una volta di più. Lei non fa che shoccarlo. Ma anche lui non scherza in quanto a colpi di scena.
- “Lo conosco già, Viola...” – mormora in  un fil di voce – “Lui... è il mio compagno di testistica”.
Lo sguardo di Christian si riempie di consapevolezza. Gli ha parlato spesso di Viola in quei tre mesi, sa quanto siano amiche.
- “Viola?” – dice, tramortito – “Lei è la tua amica Viola?”
- “Il tuo compagno di testistica?” – sbalordisce nello stesso momento Viola – “Vuoi dire che è Christian? Il Christian per il quale hai una cotta?!?”
Camilla li osserva, uno accanto all’altra, non sa più che dire. L’angoscia le ostruisce la gola e con orrore si rende conto di avere gli occhi lucidi. Una lacrima sta già scappando ed è solo il “la” che darà il via a una sinfonia fragorosa. Prima di dare spettacolo si volta e scappa fuori.
Le lacrime la inondano e non può fare altro che fermarsi in mezzo al parcheggio singhiozzando come una scema, sotto una pioggia fine fine. Deve chiamare il taxi, ma non può farlo in quelle condizioni. Si ferma vicino alla macchina di Viola, si appoggia con la fronte e singhiozza tutto ciò che ha dentro. Vergogna e imbarazzo, gelosia delirante, disperazione, dolore puro.
- “Smettila di essere patetica e lascia in pace la mia auto!” – la mano di Viola l’afferra per la spalla e la allontana. Camilla alza lo sguardo appannato su quello feroce dell’amica.
 - “Ci sono molte cose che dovrai spiegarmi” – le intima lei – “Per cui vedi di telefonarmi domani e di prepararti un bel discorso! Per stanotte ho rinunciato al mio premio, facendo un’enorme figura di merda con mio cugino e il suo amico! Voglio che tu lo sappia e che te lo ricordi per il futuro! Christian si sta cambiando, ha detto che ti porta a casa lui!”
Con questa affermazione finale sale in auto, accende luci e motore e ingrana la marcia.
Camilla la fissa inebetita mentre fa manovra e con una sgommata significativa si allontana dal parcheggio.
Non è andata con Christian.
Il sollievo si mescola agli altri sentimenti e il nuovo mix la fa piangere ancora più di prima. Non riesce più a smettere.
Christian la trova ancora singhiozzante, peggio della Cascata delle Marmore.
Tra le lacrime riesce a vedere che si è infilato una felpa e che sta tirando fuori le chiavi della macchina. La guida docilmente fino alla sua Punto grigia e la fa salire.
Quando escono dal parcheggio, lei sta ancora piangendo. Si sente scema, ma non riesce davvero a fermarsi.
Non è andato con Viola, ma andrà comunque con tutte le altre. Con tutte fuorché lei e questo non riesce a digerirlo. Ha un nodo doloroso al centro della gola che la fa singhiozzare pateticamente.
Christian si ferma in un angolo appartato e spegne il motore.
- “Cam...” – dice piano, con un tono che sfuma dall’addolorato all’apprensivo – “Cosa posso fare per farti smettere di piangere?”
Lei scuote la testa senza riuscire a parlare.
- “Viola ha inventato una scusa con la direzione per rinunciare alla nostra notte insieme.”
- “...Lo...so. Me l’ha d...detto. Mi... dispiace.”
- “Ti dispiace per cosa?” – chiede lui stupito.
- “Per averti rovinato... la nottata.”
- “Rovinato?” – nel suo tono ora c’è una punta di amarezza – “Credi che mi piaccia? Che lo faccia per piacere?”
- “Come faccio a saperlo? Tu non mi spieghi niente.”
Cerca nella borsetta un fazzoletto e si soffia il naso. Vorrebbe asciugarsi le lacrime, ma non sa neppure da dove iniziare talmente ne è inondata.
- “L’unica cosa che so è che ogni sabato sera ti porti a letto una ragazza diversa. A meno che quella ragazza non sia io!” – un nuovo fiotto di lacrime accompagna quell’esclamazione.
Christian sembra realmente amareggiato.
- “Non pensavo di farti male fino a questo punto.”
- “Non è colpa tua” – singhiozza lei – “Tu sei stato chiaro fin da subito. Mi hai rimessa a posto immediatamente. È solo che io... non riesco a sopportare l’idea... no, non posso.”
Christian sospira. Ora sembra combattuto, tamburella le mani sul volante seguendo pensieri contrastanti.
- “Avresti voluto davvero fare l’amore con me sabato scorso? In quelle condizioni? Pagando? Cam, a pensarci non ti sembra... squallido?”
- “Sì, mi sembra squallido! Ma preferisco che tu sia squallido con me, piuttosto che con chiunque altra. Non posso farci niente!”
Negli occhi di lui si accende un lampo improvviso.
- “E poi? Dopo aver fatto l’amore con me cosa sarebbe successo? Cam, sii sincera... mi insegui solo perché scappo? Perché una volta ottenuto ciò che vuoi, sai cosa accadrebbe? Apriresti gli occhi e ti renderesti conto di ciò che sono. Un ragazzo che si vende una volta a settimana per soldi. Ti disgusterei e a quel punto non ti resterebbe che allontanarti!” – si stropiccia gli occhi con una mano, mentre le sue parole fanno effetto su di lei – “Va bene” – dice alla fine – “Forse è meglio così. Forse è la soluzione migliore.”
Apre la portiera e scende. Stupita, Camilla si rende conto che si trovano vicino a casa di Christian. Scende dall’auto a sua volta e lo segue. Mentre cammina dietro di lui, non può fare a meno di riflettere sulle sue parole. Hanno senso purtroppo. Sembra che Christian sia in grado di anticipare le sue emozioni più di quanto lei stessa riesca a fare.
Salgono in silenzio nell’appartamento, lui ha il passo rapido di chi ha preso una decisione e vuole portarla al più presto a compimento.
Ma lei ora sta ripetendo fra sé le sue parole. Lo insegue solo perché scappa? Si sta replicando ciò che era accaduto con Maurizio? La Cacciatrice in lei che si emoziona più per la battuta che per la preda?
Christian accende le luci di casa e la porta in salotto. C’è un divano ampio che Camilla ha sempre trovato comodo. Lui si sfila la felpa restando a dorso nudo. Con movimenti gentili le toglie il golfino e lo appoggia sul tavolino.
Lei chiude gli occhi.
- “Ti prego, dimmi perché lo fai. Perché ti svendi come un oggetto di poco valore? Tu... tu non sei una persona che andrebbe a letto con chiunque.”
Le stesse parole che lui le aveva rivolto. Christian se le ricorda e accenna un sorriso velato di tristezza.
- “Grazie. Lo pensavo anch’io di me, un tempo.”
- “Hai bisogno di soldi? Sei... in difficoltà?”
Lui annuisce appena.
- “Non per molto ancora. Solo fino a settembre, poi potrò smettere.”
Settembre. Ora sono a metà maggio.
Da metà maggio ai primi di settembre sono...
- “Quindici ragazze” – dice Camilla ad alta voce.
Lui capisce e distoglie lo sguardo.
- “Questo è il motivo per cui non volevo stare con te.”
Camilla impiega un po’ di tempo ad assorbire il significato delle sue parole. Sta cercando di dirle qualcosa di importante?
- “Il motivo per cui... mi hai rifiutata sabato scorso, intendi” – gli specifica.
- “Sabato scorso, come il mese precedente.”
Sembra che faccia fatica a guardarla in faccia, è nervoso e va a capitolare sul divano, stropicciandosi le tempie con le mani.
Camilla trattiene il respiro.
- “Il motivo non dovrebbe piuttosto essere che... non provi niente per me..?”
Lui sospira di tensione. Non l’ha mai visto così nervoso.
- “Cam... non farmi dire ciò che non dovrei.”
Lei gli si inginocchia di fronte, sul pavimento.
- “L’ho sentito il tuo bacio sabato scorso. Volevi trattenerti, ma non ci sei riuscito. E non capivo, non riuscivo a conciliare quel fervore con il tuo rifiuto. Ma se... se il problema non sono i sentimenti...”
Si interrompe e quello che gli legge negli occhi fa cadere ogni riserva. Lo bacia. Stavolta lui reagisce immediatamente, come un fiammifero di fronte a un falò. Camilla riesce a sentire il suo ardore liberarsi dopo essere rimasto imbrigliato tanto a lungo e questo la eccita. Si stringe a lui divorandolo, per un istante perde completamente la lucidità.
Impiegano una vita a separarsi nuovamente.
Si guardano ansimanti, sul volto di Christian si legge lo sgomento.
- “Come faccio?” – dice. Si alza di scatto, straziato – “Come faccio adesso? Dopo questo bacio, dopo averti sentita così... come faccio a tornare in quello schifo?
‘Non farlo’- vorrebbe dirgli Camilla, ma non conosce la sua situazione personale e non sa bene come muoversi.
- “Non potresti... semplicemente smettere?” – azzarda.
Lo vede incerto, tormentato.
- “In questi mesi ho messo da parte un po’ di soldi” – mormora –“Dovrei chiedere più ore al bar e andare avanti mangiando pane e latte, ma potrei provare. Ma per farlo Cam... ho bisogno di sapere che non scapperai subito dopo avermi avuto. Se stasera ti dico sì... domani inizierai già a dubitare dei tuoi sentimenti per me?”
- “Non lo so.”
Lui chiude gli occhi, gli sfugge un gemito di sconforto.
- “Christian... dammi una settimana di tempo. Potremmo... provare a uscire insieme. A vedere quello che succede. Solo una settimana... e poi sabato prossimo saprai come comportarti con il Planet”
- “Uscire? Come due fidanzati in prova?”
Camilla annuisce – “Te la senti?” – gli sorride – “Sarebbe... come un primo appuntamento. Il nostro vero Primo Appuntamento. Potresti portarmi a ballarem, magari. Non sono brava come te, ma ballo un po’ di tutto sai?”
L’idea lo attrae, riesce a vederlo.
- “Va bene. Domani è domenica... passerò a prenderti dopo cena e vedremo cosa fare.” – si guarda intorno cercando la felpa – “Allora adesso... ti riaccompagno a casa.”
Lo dice incerto, quasi temendo che lei possa scambiare le sue parole per un altro rifiuto. Ma Camilla gli sorride afferrando golfino e borsetta.

****************************************************************************************************************
 
Beh... a questo punto buona parte della vicenda è svelata... ^_^
Ringrazio ancora una volta tutti coloro che hanno messo la storia nelle "seguite", a sorpresa siete davvero tantissimi, sono sconvolta!!! °_°
Grazie a chi recensisce, a chi l'ha messa nelle ricordate e preferite, a chi mi dà suggerimenti utili!
A prestoooo!

phoenix_esmeralda

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Acquerugiola ***


 

- 5 –

Acquerugiola
 
La telefonata a Viola dura quasi tutto il pomeriggio.  Prima per scusarsi, poi per spiegare, infine per discutere con lei sul da farsi.
- “E stasera vedi di metterti il top bordeaux, quello che ti fa le tette favolose!”
I consigli di Viola sono sempre misurati.
Alla fine però il top se lo mette veramente, sotto a una camicetta lasciata aperta. Jeans carini, ballerine comode, trucco appena accennato, coda alta. Orecchini rossi.
Il pensiero della serata la emoziona, è curiosa di sapere dove la porterà Christian.
Non gli ha mentito, a ballare se la cava.
Lei e Viola alle elementari avevano fatto danza classica, alle medie danza moderna. Avevano smesso al liceo, per non rubare tempo allo studio, ma si erano tenute occupate con corsi di hip hop o jazz dance in palestra. Durante le sagre estive avevano ballato il liscio con suo padre o con la nonna di Viola e nei villaggi turistici al mare avevano seguito più e più volte corsi di salsa, bachata e merengue.
Per coronare il tutto, l’anno prima Viola l’aveva convinta a iscriversi ai corsi di una scuola di ballo vicina a casa sua. Facevano due ore a fila, la prima di boogie, la seconda di swing. Si erano divertite parecchio. E per quell’estate, Viola stava già programmando di imbucarsi ad alcune feste country per imparare i rudimenti della line dance.
Per cui ecco, pur non potendo raggiungere i livelli di Christian, tuttavia non teme di sfigurare troppo.
Lui arriva puntuale e quando sale in macchina le sorride con una dolcezza che la commuove.
Indossa i jeans, anche se non gli stessi che usa al Planet, e una maglietta di cotone a maniche lunghe. I capelli non sono intrappolati dal gel come all’università, gli scendono in riccioli scuri sul volto. Non è l’effetto disordinato e selvaggio ricercato per la gabbia del Planet, ma qualcosa di più naturale, di più fresco. Di terribilmente carino. E non porta gli occhiali.
- “Lenti?” – gli chiede, mentre lui guida attraverso la città.
- “Sono più comode per ballare!”
Lei si guarda attorno, studiando il tragitto.
- “Dove andiamo?”
- “A una festa!”
Non fa in tempo a chiedere altro, perché lui sta già parcheggiando. Camilla apre la portiera e scruta con curiosità l’edificio di fronte al quale si trovano.
“SWEET LITTLE DANCE” recita l’insegna luminosa.
- “È una scuola di ballo?” – chiede incuriosita.
- “Sì, come quella dei miei genitori. Ogni tanto organizzano serate aperte a tutti e si ballano tutte le discipline insegnate dalla scuola. Beh, principalmente partecipano gli iscritti ai corsi, ma con un ingresso di 3 euro chiunque può entrare!”
La guarda cercando di capire  se l’idea le piaccia.
- “Mi hai detto che balli un po’ di tutto...”
– “Mi piace la tua idea.”
Quando entrano, in pista si balla swing. Camilla appoggia a una sedia la borsetta e la camicetta e si volta verso Christian, accettando la sua mano.
Gli occhi di lui cadono sul suo top bordeaux e si soffermano un istante di troppo. Poi si sollevano rapidamente sul suo volto, nel tentativo di rimediare. Le rivolge un sorrisetto imbarazzato.
- “Bella maglia...”
- “Già.”
Quando salgono in pista, Camilla per qualche istante si sente disorientata. Lo swing è complesso e lei è fuori allenamento.
- “Io ballo per divertirmi” – si giustifica – “Ma non sono granché...”
Non fa in tempo a trovare altre scuse, perché Christian la prende e inizia a segnarle il tempo. E inaspettatamente Camilla si trova sotto incantesimo. Non sa bene cosa accada alle sue gambe e alle sue braccia, ma i passi che aveva automatizzato mesi prima e che non era certa di saper replicare, sotto la guida di Christian emergono spontaneamente, senza sforzo. Non deve far altro che affidarsi a lui e lasciare che faccia affiorare passi e figure.
Christian è bravissimo. Le sue braccia la guidano usando in egual misura forza e gentilezza, la fanno girare, volteggiare, volare. La alzano in aria e lei scoppia a ridere. È divertente ed è emozionante. Ha già ballato in passato con ragazzi bravi, con animatori e insegnanti e sa quanto può diventare affascinante un ballo fatto come si deve. Ma con Christian c’è qualcosa di più. Si sente attraversata dall’euforia, dall’eccitazione.
A un certo punto la musica cambia. Nella stanza risuonano le note di una bachata. La mano di Christian risale con più decisione lungo la sua schiena, si ferma, calda, la tira più vicina a sé. All’improvviso i suoi movimenti sono diventati sensuali, lenti. Camilla lo segue e lui le sorride facendole fare un giro e poi riprendendola con sicurezza.
Che cosa c’è di più sensuale di un uomo che canta bene? - Si era chiesta un paio di mesi prima.
Un uomo che sa ballare.
Ballare con un ragazzo che prende in mano la situazione e sa farti produrre qualunque passo.
Appoggia la testa alla sua spalla assecondando i movimenti provocanti della bachata.
- “Te la cavi molto bene” – le dice lui.
- “Perché ci sei tu. È facile ballare con te... Sei così bravo che potresti farlo per mestiere.”
Lui ride sommessamente, vicino al suo orecchio.
- “Era quello che facevo. Ho iniziato a insegnare nella scuola dei miei genitori quando avevo quattordici anni.”
Nulla di cui stupirsi allora. E, ora che ci pensa bene, era scontato.
Ballano la bachata per un tempo infinito e poi passano alla salsa. Per un’altra mezzora Christian riesce a farle ricordare senza sforzo tutte le figure che aveva imparato al corso estivo. Poi, alla fine, la musica sfuma in un valzer lento.
- “Qui come te la cavi, donzella?” – le chiede, assumendo la posa adeguata.
- “Peggio che nel resto. Preferirei riposarmi un attimo e bere qualcosa.”
Scendono a fatica dalla pista che si sta riempiendo di amanti del liscio e raggiungono il limitare della stanza dove è stato posto un tavolo con le bevande e qualche snack.
È in quel momento che Camilla nota un cartello appeso vicino alla porta.
- “Christian... guarda là!”
Gli occhi di lui seguono la direzione indicata.
 
“CERCASI  INSEGNANTE DI BALLI LATINO-AMERICANI PER CORSI ESTIVI.
 CHIEDERE IN SEGRETERIA.”
 
Lo sguardo di lui si illumina.
- “Aspettami qui”
Lo vede scomparire verso il bancone all’ingresso e poi parlottare con uomo calvo, alto e sudato. Quando ritorna il suo sorriso fa ben sperare.
- “Mi ha detto di tornare domani per un colloquio ufficiale e di portare un curriculum. Ma mi ha osservato ballare e ha detto che ci sono buone possibilità che mi prendano! Hanno bisogno di un insegnante per parecchie ore!”
Camilla deglutisce.
- “Quindi puoi... mollare il Planet in ogni caso, giusto?”
Lui annuisce ed è così sollevato che quasi le fa venire voglia di piangere di commozione.
- “Allora.. speriamo bene. Speriamolo davvero!”
È felice per lui. Non soltanto perché non si porterà più a letto ogni settimana una biondona con le tette rifatte, facendola rodere di gelosia, ma anche per il dolore che gli ha letto la sera prima negli occhi. Lui detesta il lavoro al Planet!
- “Pronta a tornare in pista?”
Camilla adocchia il centro della sala e riconosce i passi di una mazurka.
Polenta santissima!
 
Quando Christian ferma l’auto davanti a casa, è mezzanotte passata. Camilla è sudata e stanchissima, ma felice come non si sentiva da... beh, sicuramente da un tempo così lungo da non poter neppure essere ricordato!
- “Mia madre mi ucciderà, non le piace che torni tardi quando il giorno dopo ho lezione!”
Lui le rivolge un sorriso di scuse.
- “Non volevo farti tardare. Ma domattina ci sarai a testistica vero?”
Lei annuisce e chiude gli occhi quando si accorge delle labbra di lui che scendono a sfiorare le sue.
È un bacio breve, dolce.
- “Ero rassegnato a non poterti avere neppure per un istante. Grazie per questa serata.”
La lascia così. Con questa frase da perfetto cavaliere, dopo averle fatto trascorrere ore indimenticabili.
È così eccitata che non sente neppure le rimostranze materne, va a letto e non dorme. Rivede in testa a rallentatore ogni momento della serata. Si sofferma su ogni emozione provata.
Il mattino dopo ha delle occhiaie spaventose.
 
Il mercoledì si trovano a casa di Christian per finire gli ultimi inserimenti dati. Le lezioni di testistica stanno per finire, presto dovranno prepararsi seriamente per l’esame finale.
Camilla cerca di scacciare dalla mente gli avvenimenti degli ultimi giorni per concentrarsi solo sul lavoro. Svolgere gli esercizi assieme a Christian sta diventano una prova di volontà. Ogni volta che lo guarda i suoi pensieri corrono alla domenica sera, ai pochi baci che si sono scambiati, alle parole dette.
Dopo due ore di lavoro si concede perlomeno una puntata in bagno e, quando torna, scopre che Christian è uscito sul balcone e sta osservando la lenta corsa del sole verso il tramonto.
- “Pausa?” – sorride lei, appoggiandosi alla sua schiena. La sente forte sotto il suo corpo e un brivido di desiderio la percorre – “Ehi, posso sbirciare?” – dice, sollevando maliziosamente la maglietta per ritrovare quel fisico provocante che finora le è solo passato davanti fuggevolmente.
- “Certo. Vuoi anche che ti faccia un balletto sexy?”
La voce di Christian è aspra, pungente, trasuda amarezza mista a sarcasmo. La sorprende. Lui non è mai stato aggressivo prima d’ora.
Si stacca, ammutolita per lo stupore. Lui si volta e vedendola impietrita viene preso dal rimorso.
- “Scusami. Scusami, non volevo fare lo stronzo.”
- “Christian... io ci ho provato con te molto prima di scoprire... beh, com’eri fatto sotto allo scafandro che indossi a lezione!”
- “Lo so. Lo so, perdonami. Non so cosa mi sia preso.”
Lei invece sta iniziando a intuirlo.
- “Il lavoro al Planet ti è pesato molto vero?”
Un breve cenno con la testa. Un sospiro. Poi lui si gira definitivamente, appoggiandosi di schiena alla ringhiera.
- “Penso di doverti parlare.”
Guai in vista? Camilla è sul chi va là. Le sembrava che tutto andasse bene ... sono trascorsi solo quattro giorni da quando lei gli ha chiesto un po’ di tempo per provare.
- “È giusto che tu sappia tutto, prima di prendere una decisione riguardo... noi due. Non voglio tacerti oggi cose che potresti scoprire più avanti... Non voglio sentirmi rinfacciare ciò che sono stato. Devi ponderare ogni cosa adesso e valutare se... se puoi sopportarlo.”
Camilla annuisce in silenzio e si siede sul bracciolo della sedia a sdraio del balcone.
- “Un anno fa ho litigato furiosamente con i miei genitori” – comincia lui – “Per via dell’università. Non volevano che mi iscrivessi, tanto meno a psicologia, che prevede un percorso di studi molto lungo e non offre alcuna garanzia di lavoro. Loro... avevano sempre dato per scontato che sarei rimasto a lavorare alla nostra scuola di ballo. E per un certo periodo anch’io l’avevo pensato... Mi avevano sempre ripetuto che nella nostra famiglia siamo troppo stupidi per studiare, che mia madre ci aveva provato e si era dovuta ritirare dall’università, che mio padre non aveva finito neppure le superiori... Siamo buoni solo per ballare noi! – mi dicevano – E tu Christian sei tale e quale la tua famiglia!
Camilla non riesce a trattenersi – “Che sciocchezza, tu sei bravissimo! Molto più di me, senza il tuo aiuto non riuscirei a saltare fuori dall’esame di testistica!”
Lui sorride debolmente.
- “Grazie... In realtà era la stessa cosa che dicevano i miei professori... Mi hanno incoraggiato a proseguire gli studi, a non sprecare l’impegno che avevo impiegato fino a quel momento. Non che mi dispiacesse insegnare ballo... tutt’altro, a me ballare piace moltissimo Cam, ma... come hobby, come lavoro part-time... non come scopo di una vita. Capisci?”
- “Sì, lo capisco.”
- “Ma loro no. Non volevano saperne, non volevano neppure farmi provare. Abbiamo discusso per l’intera estate e alla fine sono andato a fare il test d’ammissione senza il loro consenso. L’ho passato senza problemi e questo mi ha portato a decidere. Se avessi ancora procrastinato, avrei perso l’anno. Sono venuto via di casa, ho pagato la retta universitaria con i pochi soldi che avevo da parte e ho cercato un appartamento e un lavoro. Se mi fossi mosso prima avrei potuto chiedere una borsa di studio, ma ormai era troppo tardi. Ho iniziato a lavorare al bar pensando che, se fossi riuscito a dare tutti gli esami con una media alta, l’anno dopo avrei potuto chiedere la borsa di studio. Era un buon lavoro, perché mi permetteva di non saltare le lezioni e mi lasciava il tempo per studiare. Ma... quello che guadagnavo non era sufficiente. Dopo un mese non avevo più un soldo, non sapevo come pagare l’affitto, come mangiare...”
- “E i tuoi genitori non ti hanno aiutato?” – chiede Camilla incredula.
- “Non ci siamo più sentiti da quando me ne sono andato. Loro... si aspettavano che fallissi e tornassi alla scuola, a insegnare. E per qualche giorno ho pensato di farlo davvero. Ero già in ritardo per l’affitto e non sapevo più come fare. Ho cercato lavoro nelle scuole di ballo, ma ormai eravamo a fine ottobre, i corsi erano iniziati e non c’era più richiesta. Alla fine il Planet-3 mi ha assunto come cubista. All’inizio dovevo solo ballare, ma dopo qualche giorno, dopo aver valutato l’impatto che avevo sul... pubblico femminile, hanno avanzato la proposta della... lotteria.”
- “E hai accettato.”
Christian deglutisce, parlare gli mette tensione.
- “Mi sono detto che l’avrei fatto una volta sola, giusto per pagare l’affitto, mentre cercavo un’altra soluzione. Ma l’altra soluzione non è mai arrivata. Al Planet-3 in una serata guadagnavo quanto due settimane al bar, era un lavoro che mi permetteva di studiare, di seguire le lezioni... e, grazie a questo, di passare gli esami con voti ottimi. Avrei dovuto tenere duro per quest’anno e poi l’anno prossimo avrei avuto la borsa di studio. Questo pensavo. Questo ho pensato in tutti questi mesi, mentre facevo... quello.”
Alza gli occhi su Camilla e lei percepisce tutto il suo nervosismo.
- “Ma non mi piaceva, almeno questo voglio che tu lo sappia. Ogni settimana il mio disgusto aumentava, ogni volta che mi ritrovavo in camera con una ragazza diversa pensavo che sarebbe stata l’ultima, che non l’avrei tollerato una volta di più. Ma quando iniziava una nuova settimana e arrivavano l’affitto da pagare, la rata universitaria, il bollo dell’auto... allora i miei propositi crollavano. Mi ritrovavo il venerdì successivo ancora in quella gabbia e poi ammanettato a una ragazza qualunque e poi di nuovo in camera... e facevo tutto quello che mi veniva richiesto solo per avere un giudizio positivo, come una macchinetta a comando. Non mi sono mai tirato indietro, ho toccato il fondo e sono andato oltre... fino a non riconoscermi più. Io... non avrei mai pensato di poter essere così, di poter fare questo.”
- “Ma quando il biglietto l’ho vinto io non l’hai fatto.”
Un sorriso amaro increspa il viso di Christian.
- “Non potevo tirarti in quello schifo. Non tu! Quando ci siamo incontrati ero già immerso fino al collo in tutto questo..  non potevo lasciarti avvicinare! Non avrei sopportato di... insozzare anche te.”
Camilla avverte il familiare nodo in gola, quello che rischia di trasformarla in una fontana di lacrime.
- “Mi dispiace” – mormora – “Ti ho messo in difficoltà. Quando ho capito che ogni sabato andavi a letto con una ragazza diversa, ho perso la testa. Sono diventata gelosa in modo furioso... e mi sono comportata come una stupida!”
Lui stringe le braccia a sé, come a difendersi dai pensieri spiacevoli.
- “Alla Sweet Little Dance... mi hanno preso. Inizio venerdì, ci sarà una festa all’aperto e farò da trainer. Mi hanno dato anche parecchi corsi, lavorerò quasi tutte le sere, al bar hanno accettato di farmi fare l’orario dalle 16 alle 20. Con il Planet ho chiuso.”
Camilla si sente invadere da un’ondata di sollievo.
- “E te lo posso giurare.” – aggiunge Christian – “Non farò mai più nulla di simile. Mai più. Per nessun motivo. Per cui... ecco... so che questa per noi è una settimana di prova. E vorrei che prima di decidere tu valutassi tutto quello che ti ho detto, che pensassi a ciò che ho fatto e a ciò che sono. Non voglio più ingannarti.”
Camilla scaccia le lacrime che minacciano di erompere, gli si avvicina e gli butta le braccia al collo.
- “Va bene” – bisbiglia, stringendolo – “Ma anche tu ora dovrai fare una cosa.”
- “Quale?”
- “Andare a trovare i tuoi genitori.” - lo sente trasalire, ma prosegue comunque – “Puoi partire domattina ed essere di ritorno venerdì pomeriggio, in tempo per il tuo primo giorno di lavoro. Fatti dare un permesso dal bar. Devi parlare ai tuoi genitori, adesso puoi farlo.”
- “Cam...”
- “Immagino perché tu non l’abbia fatto prima... Ti vergognavi vero? Ti vergognavi di quello che stavi facendo e non avevi il coraggio di tornare e guardarli in faccia. Ma adesso è finita. Puoi tornare a casa e fare pace con loro.”
- “Non credo che mi vorranno vedere Cam... Non se torno solo per salutarli e poi rientrare qui!”
- “Tu provaci! E io venerdì sera... ti darò la mia risposta.”
Lui non risponde, ma Camilla si accorge che sta pensando. Ci sta pensando seriamente.

*************************************************************************************************************************************

Ci siamo, il prossimo capitolo è l'ultimo! ^^
Ne approfitto per ringraziare ancora una volta tutti quelli che seguono questa storia e quelli che recensiscono... mi raccomando, non mollatemi sul finale! ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Rugiada ***


 - 6 -
Rugiada
 
Il giovedì Camilla lo utilizza per pensare. Christian è partito quella mattina, le ha mandato un sms per avvisarla di aver seguito il suo suggerimento. Lei incrocia le dita, il giorno prima le era sembrata un’idea buona, ma oggi teme di aver combinato un pasticcio.
Tuttavia ormai non resta che aspettare il dipanarsi degli eventi.
Prova a studiare, ma le parole le si incrociano davanti agli occhi. I pensieri scappano indipendentemente dalla sua volontà.
Alla fine si butta sul letto ad ascoltare la musica, sceglie apposta brani che lei e Christian hanno ballato il martedì sera. Chiude gli occhi e lascia che le emozioni la attraversino.
Non vuole rinunciare a quella storia Ora che finalmente è riuscita ad avvicinarsi a Christian... ora che sa che cosa prova lui, come può darci un taglio?
Ma lui le ha domandato serietà, non vuole essere la preda di una caccia eccitante che perde fascino non appena viene catturata. E lei come può assicurarglielo, se finora non ha fatto che inseguirlo? Come può prometterglielo, se Maurizio si era ridotto per lei ad essere quello?
Non aveva avuto alcuna attrattiva ai suoi occhi finché non si era allontanato. E a quel punto lei aveva iniziato l’inseguimento, l’aveva riconquistato... per poi perdere interesse non appena l’aveva riottenuto.
Non vuole fare questo a Christian... lui stesso non vuole che gli sia fatto.
Quando scende la sera non ha ancora avuto sue notizie. Non che debba dargliene, ma la voglia di sentirlo, di sapere che i suoi genitori non l’hanno buttato fuori di casa appena arrivato, è tanta.
Quando finalmente arriva un sms, è ormai tarda sera:
“Tutto ok, son ancora arrabbiati ma è meglio del previsto. Domani arrivo tardi e vado direttam alla scuola di ballo. Se vuoi ci vediam lì.”
Ci vediamo lì...  Christian si aspetta una risposta, come promesso.
Forse dovrei lasciarlo andare, evitare il rischio di farlo star male...
Ma quel pensiero le fa piangere il cuore.
Ed è allora che capisce.
Ripensa a Maurizio, ai momenti in cui la lasciava... Corre ad aprire il diario che teneva al liceo, per cercare conferma.
“Mauri mi ha lasciata un’altra volta. Dovrò ancora riconquistarlo! Chiederò a Viola di darmi una mano, ho già un’idea!”
Nessun dolore, nessun rammarico, nessuna nostalgia. Maurizio non era che la preda da conquistare... poteva essere lui come chiunque altro, l’importante era che scappasse.
Ma oggi non è così. Oggi non le basta chiunque.
Quando pensa a Christian, i momenti trascorsi insieme le bruciano sottopelle.
E non vuole più che scappi, vuole smettere di inseguire e fermarsi... con lui.
Si addormenta con questo pensiero, sperando che l’indomani quella certezza non l’abbandoni.
 
 
Quando Camilla arriva alla scuola, sono già le 22.30.
La festa si tiene all’aperto, nei giardini retrostanti la “Sweet little dance”, hanno tappezzato l’erba con una pista in legno circondata di sedie. La serata è in pieno svolgimento e c’è molto più affollamento dellla settimana prima. Qui c’è anche molta gente venuta solo per vedere, oppure per provare per la prima volta.
Camilla individua immediatamente Christian sulla pista: jeans scuri e maglietta grigia della scuola con la scritta sulla schiena “Sweet little dance. Staff.”
Sta ballando la salsa con una ragazza che, probabilmente, sale in pista per la prima volta nella sua vita. Ha l’aria confusa e imbarazzata mentre Christian cerca di spiegarle i passi basilari.
Camilla sente la gelosia affiorare, ma la rispedisce in fondo allo stomaco. Poteva essere al Planet-3 a quell’ora... qualunque altra cosa è preferibile!
Fa per sedersi, ma un altro membro dello staff la invita a ballare. Così sale in pista e quando Christian la adocchia, si sorridono a vicenda.
Il tempo passa veloce, continua a ballare con chiunque glielo chieda, ma non riesce mai ad accaparrarsi Christian prima che qualcun’altra glielo porti via.
È già mezzanotte quando lui finalmente la raggiunge. Sorride e la fa piroettare, ma sono entrambi sudati fradici.
- “Non puoi fare una pausa?” – bisbiglia lei – “Ormai è rimasta poca gente”
Lui annuisce, afferra due bottigliette d’acqua fresca vicino alla consolle e le fa cenno di ritirarsi fra gli alberi del giardino.
La guida fino a una panchina scarsamente illuminata e mentre si siedono le passa l’acqua.
- “Mi sembra che tu ti sia già ambientato bene” – commenta lei.
Lui fa spallucce – “Questo è il mondo in cui sono nato.”
Alla frase segue un lungo silenzio. È Camilla a romperlo.
- “Christian... com’è andata?”
Per fortuna lui sorride.
- “Bene, credo. Beh... meglio dell’anno scorso comunque. All’inizio erano ancora molto sostenuti e quando hanno saputo che avrei lavorato quest’estate per un’altra scuola di ballo sono rimasti delusi. D’altronde con gli ultimi esami in ballo, non potrei tornare da loro fino a fine luglio... per cui al momento va bene così...”
- “Hai mostrato loro il libretto con i voti degli esami?”
- “Sì, certo!” – la guarda e lei non sa se leggere nei suoi occhi sollievo o imbarazzo – “All’inizio erano increduli, pensavano fosse un falso!” – ride – “Ma poi sono andato su internet a mostrare i voti che avevo preso nei singoli esami... Hanno dovuto ricredersi! E... sai, l’un con l’altro mostrano ancora di avercela con me, ma ieri sera mio padre è entrato di nascosto in camera mia e mi ha lasciato una busta di soldi. Mentre mia madre oggi, prima che partissi, mi ha abbracciato. Credo che... comincino a farsene una ragione.”
Lei annuisce, contenta. Quando Christian avrà una laurea saranno orgogliosi di lui, non ne dubita.
- “E tu Camilla? Ti sei fatta una ragione di ciò che sono?”
Lei accenna un sorriso, si gira e gli si siede a cavalcioni.
- “Una ragione del fatto che tu sia un genio indiscusso della statistica e che senza di te non combinerei nulla all’esame intendi?” – mormora vicino al suo collo.
Sente che lui si sforza di restare serio.
- “Cam...”
- “Sì, lo so. Stiamo facendo una discussione seria. E io ci ho pensato con la dovuta calma. Ammetto che scoprire che tu non fossi proprio così... acqua e sapone come sembravi mi ha causato un leggero shock. Non è stato semplice integrare la tua immagine con quella del ballerino sensuale ammanettato alla biondona con il vestito striminzito...”
Lui geme di sconforto rievocando quel momento. Camilla non chiede nulla, non vuole conoscere i dettagli, vuole solo andare oltre.
- “E, come tu mi hai chiesto, mi sono domandata onestamente se sarei riuscita ad avere una storia con una persona che per nove mesi si è...venduta per soldi. Mi sono chiesta cosa avrei provato facendo l’amore con te, se mi avrebbe disgustata il pensiero... di tutte quello donne.”
Camilla parla tenendo gli occhi bassi, non vuole guardarlo in faccia, ma sa che sul volto di Christian ci sono vergogna e timore.
- “Ma l’unica cosa che riuscivo a pensare alla fine... è che ti desidero. Quello che mi hai detto l’altra sera mi ha colpita Christian... hai giurato che non accadrà più e io lo credo, perché vedo quanto quello che è accaduto ti addolora. Io... voglio stare con te.”
Camilla lo sente trattenere il respiro e si affretta ad aggiungere.
- “E lo dico davvero. Non ho intenzione di disinteressarmi a te appena ti avrò... non mi interessa la caccia, mi interessa vivere accanto a te. Di questo sono abbastanza sicura.”
- “Potresti scoprire altre cose di me che non ti piacciono” – mormora lui fra i suoi capelli.
- “Questo è certo! E altrettanto tu di me... è questo che significa stare insieme, no?”
Lui le avvolge la schiena con le braccia e la attira a sé.
- “Non avrò molto tempo libero quest’estate, sarò ogni sera qui.”
- “E io mi iscriverò a tutti i tuoi corsi!”
Christian cerca la sua bocca e la bacia con una tenerezza quasi dolorosa.
- “Ancora una cosa..” – bisbiglia Camilla – “Non sei costretto a venire immediatamente a letto con me. Se preferisci aspettare, disintossicarti dallo schifo in cui eri caduto...  a me va bene, sai? Ti voglio indipendentemente dal tuo strafavoloso fisico!”
Lui non risponde e la stringe di più. Percepisce la sua commozione e a sua volta avverte un nodo in gola.
Nonostante i trascorsi, Christian rimane una persona pulita. Camilla si fida come non si è mai fidata prima.
Basta inseguimenti, basta fughe. Le relazioni fra uomo e donna non sono un combattimento. Vanno vissute, non domate.
E lei è pronta a viverle.

 
********************************************************************************************************************

E così finisce la storia tra Christian e Camilla... O meglio, inizia, ma noi non saremo più qui a sbirciare! ^^
Devo ringraziare davvero tanto tutti quelli che hanno seguito, commentato e apprezzato questa storia. Grazie anche a chi mi ha palesato le sue
perplessità, sono consapevole che questa fic possa farne sorgere parecchie... (sono sorte persino a me...)... grazie davvero a tutti quanti!!!
Ciao Slappy! ^_^   W le tue recensioni non dovute!! :D
E spero che anche chi ha seguito senza commentare, arrivato alla fine della storia mi lasci un suo pensierino... Quelle 15 persone che hanno messo la storia
tra le seguite, mi destano tanta curiosità!! ;)
Un bacione a tutti!!!!    *riverenza*

phoenix_esmeralda

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1150448