Pokemon White: Like a treasure hunt.

di Juls_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one: Memories. ***
Capitolo 2: *** Chapter two: Closer to you. ***
Capitolo 3: *** Chapter three: Find me. ***
Capitolo 4: *** Chapter four: A long travel. ***
Capitolo 5: *** Chapter five: I want to fight with you. ***
Capitolo 6: *** Chapter six: Challenge. ***
Capitolo 7: *** Chapter seven: Fireworks and flames. ***
Capitolo 8: *** Chapter eight: A stormy arrival. ***
Capitolo 9: *** Chapter nine: Into the clutches of Team Idro. ***
Capitolo 10: *** Chapter Ten: You won't catch me. ***
Capitolo 11: *** Chapter eleven: Finally, free. ***
Capitolo 12: *** Chapter twelve: Let’s the journey begin! ***
Capitolo 13: *** Chapter thirteen: Strange meetings: Regi- what? ***



Capitolo 1
*** Chapter one: Memories. ***


Chapter one: Memories.

(Memorie.)







Ghecis era appena stato sconfitto.
Ormai si poteva dire che il male era stato almeno in parte scacciato da questo mondo e la minaccia che incombeva era ormai un ricordo di un passato appena trascorso.
I pokémon di Touko avevano lottato fino all’ultimo, credendo fermamente nel proprio allenatore ed è stato proprio questo a dargli la forza di vincere.
Nella stanza di quel grande palazzo, ormai quasi in rovina, erano rimasti solo Touko e N. Entrambi avevano lo sguardo perso nel vuoto e dentro di loro sentivano un turbinio di emozioni così diverse tra loro ma intense.
Ad un certo punto, N ruppe il silenzio magico che si era creato e, aggiustandosi il suo berretto nero, aveva detto alla ragazza che doveva parlarle.
Lei si era girata lentamente verso di lui, quasi meccanicamente: era rimasta ancora incantata da quando aveva sconfitto il capo del famigerato Team Plasma.
Lentamente, iniziarono a camminare lungo il corridoio dall’elegante tappeto blu, mentre N, parlava di quanto avesse riflettuto sul valore dell’amicizia che lega umani e pokémon e di quanto fosse stato stupido a non averlo compreso prima.
Lui aveva un animo puro.
Altrimenti non si sarebbe potuto congiungere al leggendario drago Reshiram.
Camminarono per qualche istante, istante che sembrò a tutti e due infinito quando arrivarono in fondo al corridoio che non aveva la parete a causa dell’entrata del pokémon leggendario.
Lui si fermò. Lei fece lo stesso, guardandolo interrogativo.
Passarono pochi secondi di silenzio, quando N estrasse dalla sua borsa una pokeball facendo uscire il suo pokèmon leggendario, la sua metà: Reshiram fece la sua regale comparsa.
A quel punto, N si girò verso Touko, sorridendo.
I suoi occhi, si specchiarono su quelli azzurri e puri della ragazza che lasciavano trasparire un velo di paura: ora cosa voleva fare?
Touko sentiva il suo cuore scoppiarle in petto.  Aveva un brutto presentimento che aleggiava nella sua mente, ma non voleva crederci.
Deglutì, ascoltando con attenzione le parole che il ragazzo davanti a lei stava per pronunciare.
«Tu... Avrai sicuramente dei sogni! Credi in loro, con tutta te stessa. Fai di tutto per realizzarli.»
Fece un sospiro.
«Ora...»
La ragazza sussultò: Avrebbe voluto tanto gridare in quel momento un sonoro “NO” che avrebbe convinto il ragazzo dai capelli verdi a rimanere con lei.
Ma non riusciva a gridare, in compenso lo stava facendo il suo cuore.
Ormai le paure che aveva attanagliate dentro di sé stavano venendo a galla, non voleva perderlo di nuovo, aveva scorrazzato per tutta Isshu pur di rintracciarlo, era stanca.
«Addio!»
Ma purtroppo il ragazzo lasciò la stanza montando in groppa al suo pokemon e lanciando un ultimo sguardo a quell’allenatrice tanto speciale per lui.
Touko corse verso di lui inutilmente e solo a quel punto gridò “NO!!” liberandosi finalmente di tutto quello che aveva dentro e facendo scendere dal suo viso una lacrima: una sola.
 
...
 
«NO!»
Una ragazza dai capelli castani, spuntò a una velocità supersonica dall’ ammasso di coperte candide che la coprivano.
Aveva i battiti del cuore accelerati, respirava affannosamente mentre una goccia di sudore le scendeva dalla fronte.
Si mise seduta, massaggiandosi le tempie cercando di calmarsi.
«Ancora quel sogno?»
Ormai era da due mesi che riviveva, di tanto in tanto, la scena dell’addio di N.
Quel ragazzo le aveva pure creato vari problemi, ma era anche riuscito a rapire il suo cuore.
Era il suo chiodo fisso, non ce la faceva proprio a toglierselo dalla testa.
«Grrr..»
Il suo povero Lucario mugugnava contrariato, mentre si massaggiava la testa a causa del brusco risveglio e della capocciata. Il pavimento, seppur in legno, era alquanto duro.
Touko era tornata a casa ormai da due giorni e, visto che aveva trovato il quarto saggio nel percorso 17 che era vicino a casa sua, e averlo consegnato a Bellocchio, aveva deciso di fare un piccola pausa. La determinazione di certo non le mancava: infatti il suo più grande desiderio era diventato quello di ritrovare N.
Non le era piaciuto per niente che lui le avesse detto addio, anche se ormai lo aveva interpretato come un “arrivederci”. Era una ragazza alquanto ostinata, non si arrendeva molto facilmente e sarebbe andata fino in capo al mondo pur di ritrovare il ragazzo dai capelli verdi e fargli una bella lavata di capo.
In fondo sapeva che lui aveva un animo uguale al suo, essendo stato ingannato da quel farabutto di Ghecis.
Lucario si era rimesso in piedi, digrignando i denti a causa del bernoccolo che gli stava uscendo dalla testolina.
Egli non si separava mai da Touko, era stato il suo primo pokèmon e fra loro c’era un legame indissolubile. La ragazza lo aveva trovato vicino a Soffiolieve, proprio all’inizio della sua avventura, quando era ancora un piccolo Riolu.  Era svenuto e ferito, così dopo averlo curato, il cucciolo non si era più separato da lei. Era alquanto raro trovare un esemplare di Riolu proprio in quella regione, ma si sa, i pokemon vanno e vengono.
Spesso la ragazza lo lasciava fuori dalla sua pokeball e di tanto in tanto, lui coglieva l’occasione di infiltrarsi nel letto dell’allenatrice, al calduccio.
Quella mattina però gli era andata male.
Touko si fiondò subito dal suo pokemon, con aria corrucciata.
«Lucario! Scusami davvero.. Questi giorni non ho un sonno molto tranquillo..»
La ragazza abbassò lo sguardo, mentre continuava ad accarezzare la testolina del  malcapitato. I pensieri su N e al sogno che aveva fatto le riempivano la mente, lasciando solo spazio all’idea di perseverare nel suo obiettivo.
Lucario intanto, che aveva letto i pensieri della rispettiva allenatrice e compreso il suo silenzio e la sua tristezza, cercava di rassicurarla strofinandosi sulla sua gamba.
L’allenatrice lo abbracciò, intenerita dal suo sguardo.
«Oh piccolo mio.. Hai ragione, ce la faremo.»
Quello era stato un segno, una spinta in più che le diceva di continuare ad andare avanti. Ed è ciò che avrebbe fatto fino alla fine.
Con determinazione si alzò in piedi e recuperate le sue pokeball, scese di corsa le scale seguita dal suo fedelissimo Lucario.
«Devo trovare gli ultimi saggi!»
Disse ad alta voce con determinazione, senza rendersene conto.
«Buongiorno tesoro, dove pensi di andare?»
La madre della ragazza era sbucata fuori dalla cucina con una tazza di the fumante in mano e un sorrisetto che aveva tutta l’aria di stare per trasformarsi in una sonora risata. Stava guardando divertita sua figlia che, con uno sguardo perplesso le aveva dato il buongiorno.
«Continuo la mia missione, mamma!»
Aveva risposto lei, più decisa che mai. Ormai era arrivata sull’uscio della porta ed era pronta per girare la maniglia e continuare la sua ricerca nei meandri di Isshu.
«E pensi di farlo in pigiama?»
Esclamò la madre, ormai quasi ridendo e seguita dalla risata di Lucario.
L’allenatrice si guardò: effettivamente aveva ancora indosso il suo pigiama azzurro a nuvolette.
Un lieve colorito roseo si fece spazio sulle sue guance e, correndo come una furia, tornò al piano di sopra nella sua stanza. Era così presa dalla sua missione che del resto non le importava minimamente.
Dalla sedia che ormai usava come un secondo armadio, prese e infilò i suoi soliti jeans, scarponcini e maglietta. Tutto alla velocità della luce.
Poi corse davanti allo specchio e legò i suoi capelli castani ribelli in una coda alta.
Ci riprovò più volte dato che non ne volevano sapere di legarsi, come provava a metterci un elastico questi ad uno ad uno si sfilavano.
Dieci minuti dopo era finalmente pronta, mancava solo il suo cappellino rosa e bianco all’appello.
«Oh cavolo e ora dove è finito?! Ero sicura di averlo appoggiato sopra al letto!»
Pensava ad alta voce Touko, mentre rovistava disperatamente in tutti gli angoli possibili e inimmaginabili del suo armadio. Ormai tutti i suoi vestiti erano finiti ammucchiati e sparsi per la stanza, ma del cappellino non c’era traccia.
Proprio nel momento in cui aveva quasi deciso di partire senza, ecco che dalle scale fece capolino un Gengar con un’aria compiaciuta e divertita con il tanto cercato cappellino sulla testa.
«Gengar!! Ma sono questi scherzi da fare? Sei sempre il solito tu! E sei anche uscito dalla pokeball senza che me ne accorgessi!»
Touko tirò quasi un sospiro di sollievo nel rivedere il suo cappello in testa al suo dispettoso pokemon, tanto che l’arrabbiatura le era scomparsa.
Andò verso il pokemon fantasma prendendogli il cappellino e accarezzandogli la testa.
«Ora si parte Gengar!»
«Gen, Gen!»
La ragazza aveva quindi estratto una pokeball interamente rossa dalla borsa e aveva richiamato il suo pokemon che stava venendo risucchiato da una luce dai colori dell’arcobaleno.
Dopo questi piccoli inconvenienti era pronta per partire. E stavolta non si era dimenticata nulla.
 
Una volta fuori da casa, un piacevole venticello che faceva danzare la foglie, le accarezzò il viso, dandole un po’ di freschezza in quella calda e afosa giornata d’estate.
Estrasse fuori dalla borsa la mappa della città e cercò il posto dove doveva trovarsi il quinto saggio.
«Vediamo, dagli indizi che mi aveva fornito Bellocchio, dovrebbe trovarsi.. QUI!»
Il suo dito si era posato sul quadratino della città di Libecciopoli, che si era ingrandito e che ora mostrava la figura del deposito frigo.
Si ricordava di quanto fosse terribilmente freddo là dentro e di quanto fossero noiose quelle piastrelle di ghiaccio ma niente e nessuno l’avrebbe fermata.
Lanciò in aria una pokeball dalla quale uscì un maestoso pokemon uccello che si posò davanti a lei elegantemente, strofinando il becco in segno di saluto sul corpo dell’allenatrice.
«Bene Braviary, andiamo!»
Detto questo fece salire prima Lucario in groppa al pokemon e poi salì anche lei.
Adorava volare libera con i suoi pokemon nei cieli di Isshu.
Spiccarono il volo e dopo pochissimo erano già alti. Così alti da vedere le case come solo un puntino in un’immensa distesa verde.






 

~
 





Allooorra, credo che prima di dire qualcosa dia d’obbligo un minimo di presentazione.
Beh, salve a tutti sono Juls_ e ho voluto provare a pubblicare la mia prima storia sui pokemon. (una schifezza lo so, ma sono qui per migliorarmi ç_ç)
Anyway, forse dovrei spiegare alcune cose: innanzi tutto ho lasciato il nome di Unima e quello della protagonista femminile del gioco in giapponese.
Devo dire che li preferisco di gran lunga a quelli italiani, per il resto dovrebbe essere tutto quanto nella norma, cioe tutto in lingua italiana nei prossimi capitoli.
Per altri dubbi e domande recensite, aspetto la vostra gradita opinione ^^
Alla prossima!

 

Juls_
 

 



 



 

Allooorra, credo che prima di dire qualcosa sia d’obbligo un minimo di presentazione. Beh, salve a tutti sono Juls_ e ho voluto provare a pubblicare la mia prima storia sui pokemon. (una schifezza lo so, ma sono qui per migliorarmi ç_ç)
Anyway, forse dovrei spiegare alcune cose: innanzi tutto ho lasciato il nome di Unima e quello della protagonista femminile del gioco in giapponese.
Devo dire che li preferisco di gran lunga a quelli italiani, per il resto dovrebbe essere tutto quanto nella norma, cioe tutto in lingua italiana nei prossimi capitoli.
Per altri dubbi e domande recensite, aspetto la vostra gradita opinione ^^
Alla prossima!
Juls_
 Allooorra, credo che prima di dire qualcosa dia d’obbligo un minimo di presentazione. Beh, salve a tutti sono Juls_ e ho voluto provare a pubblicare la mia prima storia sui pokemon. (una schifezza lo so, ma sono qui per migliorarmi ç_ç)
Anyway, forse dovrei spiegare alcune cose: innanzi tutto ho lasciato il nome di Unima e quello della protagonista femminile del gioco in giapponese.
Devo dire che li preferisco di gran lunga a quelli italiani, per il resto dovrebbe essere tutto quanto nella norma, cioe tutto in lingua italiana nei prossimi capitoli. Per la squadra di Touko, credo userò quella che ho in pokemon bianco, composta da elementi di tutte le regioni :)
Per altri dubbi e domande recensite, aspetto la vostra gradi



 

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Capitolo 2
*** Chapter two: Closer to you. ***


Chapter two: Closer to you.
(Vicina a te.)







 

La ragazza dai capelli castani stava sorvolando i cieli di Sciroccopoli, determinata come non mai a scovare gli ultimi saggi.
Chissà, magari avrebbero potuto dirle qualcosa riguardo a N. Ma per il momento pensava solo a divertirsi con il suo pokemon uccello sferzando, di tanto in tanto, qualche nuvola.
«Vai così Braviary! Un'altra piroetta!»
Esclamò felice, tenendosi il cappello mentre il volatile spensierato andava alla velocità della luce facendo acrobazie spettacolari per far divertire la sua allenatrice.
Sapeva quanto le piacesse volare in groppa a lui.
Ciò tuttavia non faceva per niente contento il povero Lucario che, per la disperazione era rientrato nella sua pokeball, tanto aveva la nausea per tutti quei movimenti.
«Braviary!! Attento a quell’Unfezant!»
Urlò l’allenatrice piena di adrenalina, mentre il suo fedele compagno aveva evitato come se niente fosse lo spaventato uccellino che stava volando tranquillo fino a poco fa.
«Braaaaaviary!!»
Ghignò il pokemon, divertito.
Dopo aver passato stormi di Pidove, Ducklett e altri pokemon che si erano fatti da parte spaventati a causa del volo spericolato del pokemon uccello e della sua allenatrice, finalmente stavano sorvolando i cieli di Libecciopoli che però si facevano sempre più bui.
Più Touko si addentrava nella grigia nuvolaglia, più il clima si faceva fresco.
Aveva ordinato, anche se a malincuore, al suo pokemon di procedere lentamente scendendo verso la città.
«Certo che ho scelto l’unico giorno che in questa città non c’è il sole. Speriamo almeno non si metta a piovere.»
Sbuffò, mentre una goccia le aveva appena bagnato una guancia.
Qualche minuto dopo, un acquazzone si riversò nell’area circostante, infradiciando la povera allenatrice dai capelli castani.
«Maledizione!»
Urlò contro le nuvole, mentre il suo pokemon cercava di affrettare l’arrivo al centro pokemon.
 
L’arrivo in città non era stato dei migliori, infatti Touko appena scesa dal suo fedele pokemon, era così fradicia e arrabbiata che era riuscita a scivolare e cadere proprio nel bel mezzo di una pozzanghera.
Oggi non doveva essere proprio il suo giorno fortunato.
Era entrata nel centro pokemon quasi implorando aiuto all’infermiera Joy che aveva subito provveduto a sistemarla in una stanza mentre lei avrebbe asciugato i suoi vestiti.
Prima se ne andava da Libecciopoli e meglio era.
Stanca, si buttò sul letto, con lo sguardo perso a contemplare il soffitto.
«N..»
Sussurrò, facendo tornare alla mente i ricordi di quando lei era soltanto un’allenatrice inesperta e di tanto in tanto si ritrovava in mezzo al cammino quello strano ragazzo dai capelli verdi che sapeva capire gli animi dei pokemon. Si era così abituata alla sua presenza che ora le sembrava cosi strano non poterlo avere accanto.
Aveva girato Isshu in lungo e in largo per ritrovarlo, aveva già trovato quattro saggi ma non le avevano dato nessuna informazione in merito.
Una lacrima solitaria scese sulla sua guancia.
«N, MA DOVE SEI?»
Singhiozzò.  Dopo quello che le era successo oggi, la pressione per tutto quello che si sentiva in dovere di fare tornò a galla.
Touko era forte, ma a volte la sua sensibilità prendeva il sopravvento.
Il suo Lucario uscì dalla pokeball e, triste, cercò di stare vicino alla sua allenatrice leccandogli le guance.
«Massì.. Hai ragione Lucario.. Dopotutto, N non è così lontano vero?»
 
Recuperati i vestiti, Touko era pronta per dirigersi al deposito frigo, con Lucario al seguito.
Ancora non aveva cessato di piovere quindi era stato abbastanza inutile l’aver asciugato gli indumenti  ma pazienza.
Varcarono la porta a vetri del centro pokemon con uno sguardo deciso e, correndo sotto la pioggia raggiunsero finalmente il deposito.
Con il cuore in gola, Touko aprì la porta di ferro e si ritrovò davanti all’ambiente che già aveva avuto modo di conoscere. Faceva un freddo assurdo, tanto che c’era una fitta nebbiolina nell’atmosfera che non faceva vedere a un palmo dal naso.
Gli operai lavoravano indaffarati, non facendo caso a lei. Non era come la prima volta che tutti l’avevano sfidata a una lotta pokemon, rimanendo sconfitti. Probabilmente avevano imparato la lezione.
«Ehi ragazzina!»
Touko e il suo pokemon alzarono lo sguardo sopra uno dei tanti cassoni, intravedendo un operaio con una cassa in mano.
«Che stai facendo di nuovo qui? Non è un parco giochi!»
Continuò l’uomo, con fare annoiato.
«Troppo complicato da spiegare..»
Disse Touko, sbuffando e mettendo cautamente il piede sulla lastra di ghiaccio.
«Come vuoi, l’importante è che non crei troppo scompiglio.»
Ignorando le ultime parole dell’operaio, la ragazza e il suo Lucario, scivolando, salendo e scendendo da quei cassoni ammucchiati, erano arrivati in fondo al deposito.
«Sto letteralmente congelando, se non esco da qui in fretta rischio di diventare un cubetto..»
Esalò l’allenatrice, rivolgendosi tremante al suo pokemon, che non era da meno.
Sospirando, aveva varcato la soglia del grande cassone aperto dove in precedenza aveva scovato gli scagnozzi del team plasma, sperando di trovare il quinto saggio.
Fece qualche passo e infondo alla sala, davanti all’ammasso di cubi di ghiaccio, si ergeva la figura dell’uomo che stava cercando.
Aveva una veste viola stavolta. Egli non sembrava sorpreso di vedere l’allenatrice che aveva sconfitto il suo capo.
Touko a piccoli passi si stava avvicinando a lui, mentre Lucario era attento ad ogni sua mossa.
«Abbassa pure la guardia, ragazza. Non avrebbe senso che io scappassi ora.»
Ghignò il vecchio, aggiustandosi il cappello.
Touko si rilassò, tirando un sospiro di sollievo e fermandosi dinanzi al saggio.
Il cuore le batteva a mille, sentiva dentro di se di essere sempre più vicina a N.
Non sentiva più nemmeno il freddo che regnava in quella sala, tutto era diventato superfluo.
«Ho come la sensazione che tu voglia sapere qualcosa in particolare prima che arrivi quell’agente della polizia internazionale.. Ebbene..»
Il saggio stava muovendo alcuni passi verso Touko che, presa in contropiede, si era preparata alla battaglia. Non c’era mai da stare troppo tranquilli con questi soggetti.
Il vecchio sorrise, guardandola negli occhi, quasi leggendo cosa volesse.
«Ah.. N..»
Touko sussultò sentendo quel nome a lei così familiare.
«Non è mai stato come Ghecis voleva.. La sua purezza lo contraddistingueva. Ecco perché l’ha ingannato con tutte quelle parole più grandi di lui..»
La ragazza deglutì nervosamente, ascoltando attentamente cosa aveva da dire.
«Tu tieni molto a lui non è vero?»
Touko con un leggero rossore in viso, puntò gli occhi a terra, muovendo leggermente il capo per rispondere affermativamente.
«Lo sapevo. Altrimenti non lo staresti cercando così assiduamente.. Beh se ti dicessi dove si trova sarebbe troppo facile che dici?»
Dopo un lungo momento di silenzio in cui l’allenatrice non sapeva più cosa dire, sconsolata da quelle parole, il saggio ricominciò a parlare, sollevando la ragazza da un grande peso che la opprimeva.
«..Ma ti darò un piccolo indizio. Lui è più vicino di quanto tu credi.»
«Ma..!»
La ragazza fece per parlare, non soddisfatta per nulla di ciò che le era stato detto, ma qualcuno la interruppe.
«Fermi tutti! Sono un poliziotto della polizia internazionale!»
Bellocchio era piombato nella sala come un fulmine, così in fretta che Touko ancora non l’aveva realizzato.
Ancora doveva capire come facesse a raggiungerla cosi tanto tempestivamente.
Il poliziotto si era avvicinato al vecchio saggio, infilandogli le manette.
«Tu sei ufficialmente in arresto. Ora ti condurrò in caserma così potrai esporci tutto ciò che sai riguardo al team Plasma.»
Il vecchio abbassò il capo, mentre Bellocchio si era rivolto all’allenatrice.
«Grazie del tuo sempre presente aiuto Touko! Direi che ora ne manca soltanto uno. Ti invierò maggiori dettagli a breve!»
Detto questo, si era precipitato velocemente verso l’uscita, seguito dal saggio. Prima di uscire, si era voltato verso la ragazza e le aveva riservato un sorriso.
Touko rimase lì, immobile, riflettendo su quello che le aveva detto.
“Lui è più vicino di quanto tu credi.”
Ad un tratto, un’idea balenò nella testa dell’allenatrice. Forse N era davvero vicino, forse era addirittura là fuori che la stava aspettando.
Senza pensarci due volte, si mise a correre a perdifiato per raggiungere l’uscita, mentre Lucario, contento, le stava dietro fieramente.
Aprì violentemente la porta di ferro, fermandosi sull’uscio a riprendere fiato mentre le goccioline di pioggia le bagnavano i capelli.

Si guardò intorno, ancora col fiatone, cercando il ragazzo dai capelli verdi da ogni parte. Quando ad un tratto, in lontananza, intravide la figura del maestoso drago bianco Reshiram, allontanarsi fra le nubi grigiastre. 
 






 ~
 

 

 


Author's corner:

Saaalve a tutti ^^
Sono tornata con un capitolo fresco fresco ;) Probabili errori di battitura, perdonatemi!!
Ad ogni modo, grazie se siete arrivati a leggere fin qui, un grazie speciale a chi ha recensito o chi è semplicemente passato a dare un'occhiata:)
Questa è la mia piccola storia, spero sempre che chi la legga possa farmi sapere cosa ne pensa^^
Accetto tutti i tipi di critiche, mi aiutano a migliorare:)
Allorraaa, per la squadra della nostra Touko ho preso spunto da quella che ho io nella versione bianca: è composta da vari pokemon anche di diverse regioni come avete potuto notare:)
Ho trattao un tantino male la cara Touko, ma le voglio comunque bene ^^
Beh, basta con questo noioso monologo, ho parlato abbastanza!!

Al prossimo capitolo,
 

Juls_





 

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Capitolo 3
*** Chapter three: Find me. ***


Chapter three: Find me.
(Trovami.)

 

 
 





Touko stava passeggiando tranquillamente per il percorso 6 insieme al suo Lucario,  sconfiggendo di tanto in tanto, qualche Pokèmon che sbucava fuori dall’erba alta.
Erano passati tre giorni da quando aveva scovato il penultimo saggio.
Tre giorni in cui non aveva ancora avuto nessuna notizia del prossimo luogo in cui cercare da Bellocchio.
Aveva passato due notti nel centro Pokèmon di Libecciopoli ed ora si era rimessa in cammino, ormai decisa a setacciare ogni angolo di Isshu, pur di trovare da sola anche il sesto saggio.
L’aver visto finalmente il Pokèmon bianco Reshiram, le aveva fatto capire che N era ancora da quelle parti. E ciò non faceva altro che motivarla ancora di più.
Dopotutto, era diventata la campionessa della Lega Pokèmon, doveva pur dimostrare di saperlo tenere quel titolo.
Quella, era una bellissima giornata estiva.
Il sole accarezzava le guance della ragazza mentre un flebile venticello faceva ondeggiare le foglie, scacciando la troppa calura.
Probabilmente era una giornata fin troppo tranquilla per Touko che, con la cartina in mano seduta sotto un albero, ragionava sui possibili luoghi in cui cercare il saggio.
Lucario riposava tranquillamente su un ramo mentre Gengar era di nuovo uscito clandestinamente dalla pokeball per pasticciare nella borsa di Touko o semplicemente per stare accanto a lei.
Ormai era mattina inoltrata, così aveva deciso di rimettersi in cammino dopo pranzo e, vista la calma, aveva deciso di far uscire anche i suoi restanti Pokèmon per fargli prendere una boccata d’aria fresca e farli sgranchire un po’.
«Forza amici miei! Uscite tutti quanti!»
Esclamò felice, lanciando in aria le quattro pokeball da cui, con luci di colori diversi, uscirono Braviary, Salamence, Tyranitar e Krokodile.
«Restate sempre qui intorno però!»
Raccomandò Touko, mentre i suoi Pokèmon scorrazzavano felici nella radura circostante, mentre lei si stava rimettendo a ragionare sulla mappa.
La sua tenacia stava venendo a galla: avrebbe trovato da sola il luogo dove si nascondeva l’ultimo saggio a qualsiasi costo.
 
Qualche ora dopo, recuperati i suoi Pokèmon, Touko si era rimessa in marcia più motivata che mai.
Realizzato che fissare ininterrottamente la mappa di Isshu era solo un’inutile spreco di tempo dato che non le veniva in mente niente, aveva deciso che avrebbe seguito la strada a caso, guardando qua e là.
«Certo che Bellocchio avrebbe anche potuto darmi qualche indicazione come ha sempre fatto!»
Sbuffava la ragazza, mentre calciava qualche sassetto che le capitava sotto tiro.
Lucario ascoltava le lamentele dell’allenatrice divertito, mentre sgranocchiava una bacca pesca.
Touko lo guardò, facendosi scappare un sorriso.
«Uff.. Se solo mi arrivasse un segno.. Anche un’insignificante traccia del percorso, un indizio, anche un indovinello toh!..»
Proprio nel momento che aveva finito di lamentarsi, come se qualcuno l’avesse ascoltata, ecco che l’interpoké iniziò a squillare.
La ragazza portò all’altezza degli occhi la ricetrasmittente e appena lesse il nome i suoi occhi si illuminarono.
Era l’indizio che stava cercando!
La videochiamata si avviò, mostrando la faccia seria del poliziotto.
«Touko, sono Bellocchio. Volevo dirti di andare a controllare alla Cava Pietraelettrica, abbiamo registrato un modesto movimento, vai a vedere cosa succede probabilmente li si nasconde l’ultimo saggio.»
«Benissimo ora vado, sono già di strada, chiudo!»
Lo schermo si spense e Touko non poté fare altro che esultare, finalmente.
Felice, si mise a correre verso la Cava, una cosa buona le era successa: trovarsi li vicino. Questa fortuna non le capitava molto spesso, la maggior parte delle volte infatti si trovava dalla parte opposta del luogo dove doveva cercare il saggio, aveva dovuto scalare monti, superare tempeste di sabbia, ma ovviamente per lei non era un problema.
Si sentiva così vicina a N, era così sicura che non sarebbe più stato necessario scorrazzare per l’intera Isshu pur trovarlo l’ultimo saggio le avrebbe sicuramente detto qualcosa di più.
Arrivò all’entrata della Cava carica come non mai e, facendo un grande sospiro, entrò sorridendo.
«N sto arrivando!»
 
La Cava era tale e quale a come l’aveva lasciata la prima volta.
C’era una carica elettrica potentissima, tanto che alcune rocce avevano assunto un colore bluastro per quanto erano intrise di elettricità mentre nell’aria di tanto in tanto svolazzava qualche scarica, oppure usciva dal terreno e faceva qualche balzo per poi sparire.
C’erano i soliti allenatori perditempo che cercavano di allenarsi oppure di catturare qualche Pokèmon di tipo elettro che, sfortunatamente quel giorno non si erano ancora fatti vedere come se qualcosa li avesse spaventati.
Touko insospettita da ciò, si addentrò nella Cava sempre di più, facendo slalom fra le pietre azzurrine e cercando di evitare le scariche elettriche.
Si respirava un’aria davvero diversa lì dentro tanto che la tensione dell' allenatrice cresceva sempre di più inspiegabilmente ad ogni passo.
Forse perché aveva un brutto presentimento, alimentato dal silenzio che da li a poco l’aveva soppressa. Persino le scintille elettriche sembravano non emettere più la potenza di prima. La tensione però si poteva benissimo tagliare con il coltello, da quanto era densa.
Si sentiva strana, sentiva come se stesse per accadere qualcosa, ma con lei aveva i suoi Pokèmon quindi non aveva molto di cui preoccuparsi.
A passo sostenuto si addentrò ancora nella grotta e fra piattaforme più alte e scalette rocciose, proprio vicino all’uscita che portava a Ponentopoli, intravide su un promontorio sporgente una figura alta e vestita in modo strano.
Avvicinandosi ancora di più aveva potuto notare con gioia che era l’uomo che stava cercando.
Lentamente e furtivamente si avvicinò a lui, era girato di spalle così solo quando l’allenatrice era a pochi passi da lui la sentì.
Si girò molto lentamente, con uno strano ghigno in volto, che non prometteva nulla di buono. Touko sapeva che non era gente di cui potersi fidare, così era sempre in allerta nel caso sarebbe dovuto accadere qualcosa di spiacevole.
«E così ce l’hai fatta a trovarmi, beh logico dopo tutto quello che ci hai fatto passare...»
Touko si sentì orgogliosa a quell’affermazione: dopotutto aveva sgominato da sola il Team Plasma.
Beh forse qualche aiutino in fondo in fondo ce l’aveva avuto, però continuava a tenere il suo atteggiamento fiero, mentre i suoi occhioni azzurri luccicavano come le onde del mare al riflesso della luce.
«Avete sbagliato a sottovalutarmi, i vostri piani andavano a scontrarsi con i miei perciò..»
L’uomo scoppiò in una fragorosa risata, pensando a quanto fosse stata incauta la ragazzina, infastidendo Touko, la quale non vedeva l’ora di porgli qualche domanda su N prima che arrivasse Bellocchio a portarselo via.
«Forse questa volta sei tu che ti sei crogiolata troppo sotto gli allori..»
Disse, sempre con quel ghigno perfido che all’allenatrice non piaceva per niente.
Nervosa, si avvicinò di qualche passo non capendo cosa volesse dire. Lei non aveva mai abbassato la guardia, era sempre stata attenta a tutto anche se quel suo sesto senso non l’aiutava per niente a stare tranquilla e sicura di ciò.
«Cosa...?»
Ma prima che potesse parlare, si sentì afferrare improvvisamente da dietro, mentre una benda veniva stretta sulla sua bocca.
I suoi polsi erano immobilizzati da due forti mani e quasi le stavano facendo male. Stava provando a dimenarsi ma era tutto inutile.
Due scagnozzi del Team Plasma sghignazzavano mentre l’uomo si era avvicinato all’allenatrice sorridendo.
«Ma guarda un po’ come si sono ribaltati i ruoli, cara ragazzina...»
L’uomo aveva alzato il mento della ragazza, facendo specchiare i suoi bellissimi occhi azzurri su quelli grigi e intrisi di oscurità del vecchio.
Touko sembrava come voler esplodere. Aveva una tale rabbia dentro di se per quell’affronto che gliel’avrebbe fatta pagare.
Era bastato un momento, un attimo in cui aveva abbassato leggermente la guardia e l’avevano colta impreparata.
Non poteva permettersi ciò, e oltretutto non sapeva cosa fare per togliersi da quella scomoda situazione.
«Il Team Plasma resusciterà dalle ceneri in cui Tu l’hai ridotto! E tutto il mondo si inginocchierà sotto la nostra potenza!»
Predicava il saggio, convinto di ciò che diceva, mentre alzava sempre più il tono di voce, immergendosi nei suoi sogni di gloria.
Alla ragazza stava salendo sempre di più il sangue al cervello, avrebbe voluto dargli una bella lezione con i suoi Pokèmon, ma non ce la faceva nemmeno più a muoversi.
«Legatela!»
Ordinò ad un tratto il vecchio, con tono risoluto, mentre si allontanava da Touko per dirigersi a passo lento verso l’uscita della Cava. Subito, la seconda recluta estrasse delle corde, iniziando a legare ben salti i polsi della ragazza che nel frattempo cercava disperatamente di liberarsi.
«Buona ragazzina, vogliamo solo assicurarci che non chiami rinforzi!»
Ma appena la recluta ebbe avvolto la fune, dalla borsa a tracolla di Touko un fascio di luce arcobaleno accecò tutti i presenti, costringendo le reclute ad arretrare lasciandola finalmente capace di liberarsi dalle corde e dalla fastidiosa benda sulla bocca.
Anche il vecchio si era voltato a guardare la scena allibito, accecato però dalla forte luce.
Una pokeball interamente rossa si era alzata in aria, facendo comparire il dispettoso Pokèmon di Touko, che però l’aveva appena salvata.
«Gengar!»
Il Pokèmon fantasma si era parato davanti a lei, arrabbiato più che mai perché le avevano messo le mani addosso.
«Gen, Gen!!!»
Esordì il Pokèmon, prontissimo a dare una lezione a quei brutti ceffi, che invece erano indispettiti da ciò che era successo.
Touko era al settimo cielo, aveva dei Pokèmon fantastici. Riusciva a percepire persino dalle pokeball la voglia di tutti gli altri di scendere in campo, ma alla fine Gengar era stato il più veloce.
«Avanti! Scrafty!»
«Garbodor!»
Le due reclute avevano mandato in campo un Pokèmon ciascuno, sicure che in due avrebbero potuto sconfiggere la nuova campionessa della Lega di Isshu.
Ma evidentemente non avevano mai lottato con lei.
«Gengar! Serviti della carica elettrica della Cava per usare Fulmine!»
Il Pokèmon spettro aveva chiuso gli occhi per concentrarsi al massimo, mentre l’elettricità della Cava veniva convogliata in lui.
Tutte le scariche elettriche erano come attirate da quel Pokèmon che le assorbiva come niente fosse, diventando sempre più di colore azzurrino.
Le reclute sembravano terrorizzate da tutta quell’energia, ma la paura per la ramanzina del saggio se fossero scappate, era più grande della paura di essere sconfitti.
Persino il vecchio stava tentando di uscire, ma si ritrovò come un topo in trappola, bloccato dalla schiera di poliziotti della polizia internazionale capitanati da Bellocchio. Ci aveva messo un po’ per arrivare, ma meglio tardi che mai.
Gengar era carico di elettricità al massimo, tanto che emetteva delle piccole scintille dal suo corpo gassoso.
«ORA!»
Ordinò Touko, orgogliosa del suo Pokèmon.
Il fantasma scatenò un enorme Fulmine, trasformatosi ormai in un Tuono che aveva illuminato tutta la grotta, producendo anche un suono rimbombante e fortissimo.
Andò diretto a colpire quei poveri malcapitati dei Pokèmon avversari, che erano finiti ovviamente K.O.
Tempestivamente, i poliziotti di Bellocchio, dopo aver visto a bocca aperta quello spettacolo, avevano dichiarato in arresto le reclute e con essi il saggio, che stavano uscendo compostamente dalla grotta.
L’allenatrice poté finalmente tirare un sospiro di sollievo, avendo realizzato che ormai era tutto finito. Senza pensarci due volte era corsa ad abbracciare il suo amato Gengar che, stremato per quella mossa, si era seduto a terra però con il suo solito sorrisone che non si era mai spento, anzi, si era allargato appena aveva sentito il contatto con l’allenatrice.
«Grazie, grazie, grazie! Sei un Pokèmon formidabile piccolo!»
Bellocchio, si era precipitato tempestivamente dall’allenatrice, interrompendo quel momento di tenerezza fra allenatore e Pokèmon con un colpo di tosse.
«Touko, lasciatelo dire sei veramente F-A-N-T-A-S-T-I-C-A. Una scarica elettrica, per rimanere in tema. Si vede che sei la campionessa di Isshu, complimenti.»
Touko sorrise, alzandosi per guardare il poliziotto negli occhi.
«E’ merito dei miei Pokèmon. Grazie.»
Sorrise imbarazzata, puntando lo sguardo in un punto indefinito.
«Direi che ora abbiamo finito. Grazie per il tuo preziosissimo aiuto, senza di te non ce l’avremmo mai fatta.»
Disse il poliziotto, tendendo una mano verso l’allenatrice.
«E’ stato un piacere.»
Sorrise amaramente, stringendo la mano a Bellocchio, sapendo che comunque non aveva completato la sua missione principale, non avendo avuto modo di porre le domande che voleva al saggio riguardo N. Un velo di tristezza si dipinse sul suo viso, mentre Bellocchio si avviava verso l’uscita.
E ora dove avrebbe cercato N? Era da sola, senza niente in mano, senza nessun indizio. Era daccapo.
«Ah giusto.» il poliziotto si rigirò verso Touko. «Abbiamo avvistato uno strano ragazzo volare su un drago bianco verso un luogo lontano. Con le tue doti puoi benissimo scoprire chi è. Anche se forse già lo sai.. Beh, alla prossima!»
Ed era scomparso, lasciando Touko con il cuore in gola.
Si riferiva sicuramente a N. Ma se non era lì, dove era diretto?
Troppi dubbi attanagliavano la mente dell’allenatrice, facendole quasi venire il mal di testa, quando ad un tratto, Gengar la chiamò.
La ragazza si voltò dietro, dove prima era fermo il saggio, notando che il Pokèmon le stava indicando un pezzo di carta dimenticato li a terra.
Curiosa, lo raccolse, notando che nonostante fossero sbiaditi, c’erano dei segni a matita.
Era uno schizzo della regione di Hoenn, a sud est di Johto. Aveva sempre sognato di andarci, l’affascinava come regione, anche se era abbastanza lontana da Isshu.
Gengar tentava di sbirciare cosa ci fosse sul foglietto, arrampicandosi fin sopra alla testa dell’allenatrice.
Guardando più attentamente, in un angolino del foglio c’era scritto: N.
Un lampo le attraversò la mente. Era questo l’indizio che cercava finalmente.
Tutto ad un tratto, aveva chiaro in mente cosa doveva fare.
 









~

 

 




Author's corner:

Buonasera gente! Vi sono mancata? *un coro di NO si leva dai lettori* ^^'
Anyway, eccovi il nuovo capitolo!! Spero non vi abbia deluso, se devo essere sincera io lo sono .-.
Spero in un qualcosa che sfondi il blocco che ho per scrivere ._.
Comunque, direi che non devo aggiungere nulla riguardo a quello che ho scritto, ora spetta a voi dirmi come vi è sembrato^^ E risponderò come sempre alle vostre domande e ai vostri consigli per migliorarmi :)
Ringrazio veramente di cuore tutti coloro che si sono presi la briga di recensire 'sta roba qua, siete il motore che mi sprona ad andare avanti ^^, e anche chi legge soltanto, chi passa qui per caso.
Grazie davvero! :')
Non dovrei aver dimenticato nulla, sto facendo veramente patire le pene dell inferno alla mia Touko ^^

Beh allora alla prossima !!:)


Juls_ 


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Capitolo 4
*** Chapter four: A long travel. ***


Chapter four: A long travel.
(Un lungo viaggio.)

 

 
 
 




Quando Touko aveva deciso di partire all’istante per Hoenn con i suoi Pokèmon, pensava di farlo da sola.
Ma aveva fatto i conti senza l’oste. Infatti non aveva considerato il fatto che, appena i suoi amici Komor e Belle l’avrebbero saputo da sua madre, non si sarebbero fatti sfuggire l’occasione di seguirla.
Avevano insistito così tanto, che alla fine aveva dovuto cedere al forte legame d’amicizia che li unisce.
O perlomeno, Belle aveva insistito, trascinando anche Komor, a cui l’idea non dispiaceva affatto. E così si era dovuta sorbire minuti infiniti di richieste del tipo:
«Dai Touko, ti promettiamo di non intralciare le tue ricerche!» oppure: «Ho sempre sognato di visitare Hoenn e catturare nuovi amici!»,  da parte di Belle, mentre Komor annuiva sotto i suoi occhiali.
E così si era ritrovata la mattina seguente al porto di Austropoli aspettando la regale nave con i suoi due bizzarri amici. Che, fra parentesi l’avevano fatto anche “per non lasciarti da sola in balia ad una regione che non conosci mentre cerchi quello psicopatico che ha tentato di governare il mondo”, come aveva detto Komor la stessa mattina, mentre Touko sbuffava, credendo che la pensavano ancora come una bambina.
Belle aveva persino portato un libro su cui a caratteri cubitali c’era scritto:
“GUIDA A HOENN, ATTRAZIONI, POKÈMON E ALTRO ANCORA!”
Vedendo l’entusiasmo dei suoi due amici, non poteva che essere felice anche lei.
Si prospettava un alquanto lungo viaggio: massì, dopotutto si sarebbero divertiti insieme.
 
La nave su cui si erano appena imbarcati era a dir poco enorme. Arredi nuovi e lussuosi avevano soppresso i nuovi arrivati che, a bocca aperta, osservavano ogni minimo particolare di quella nave, costruita di recente.
Appena saliti la ragazza della reception aveva dato ai tre allenatori le rispettive chiavi delle loro camere. Fortunatamente erano tutte vicine, il problema ora era trovarle.
I corridoi di quel mezzo galleggiante sembravano non finire mai, erano come i cunicoli di un labirinto.
I loro passi risuonavano felpati sulla moquette rossa, mentre facevano slalom fra i passeggeri.
«Allora vediamo un po’.. Dobbiamo salire sul ponte, poi tornare giù e...»
Belle indaffarata, cercava di ragionare sulla cartina presa alla reception mentre Komor, aggiustando gli occhiali, le aveva preso di mano il pezzo di carta girandolo dal verso giusto.
«Se la guardi al rovescio non arriveremo mai.»
Aveva detto divertito, mentre Belle arrossiva di vergogna.
Era una ragazza molto distratta, a volte. E ciò lo dimostrava anche il suo abbigliamento un po’ disordinato.
Touko invece incantata, osservava ogni minimo particolare di quella meraviglia. Non era mai salita su una nave in vita sua, questa era la prima volta.
La sua attenzione era rapita dalle luci dei negozi sempre aperti, dagli ascensori addirittura di vetro che andavano e venivano nei due piani e soprattutto dai Pokèmon che, spensierati scorrazzavano per i corridoi insieme ai loro allenatori.
Quella sembrava davvero una città galleggiante.
Così, si limitava a seguire distrattamente i suoi amici, sperando che avrebbero trovato presto la via per la cabina.
 
Dopo molti sali e scendi su e giù per i due piani della nave, i tre ragazzi erano finalmente riusciti non si sa come, a trovare le loro cabine, esausti.
Erano stati costretti a chiedere aiuto anche a i loro Pokèmon: con i poteri psichici del Musharna di Belle, erano riusciti a vedere il percorso da fare.
Avevano scalato montagne, attraversato boschi e paludi, ma erano riusciti a farsi venire il mal di testa nei corridoi di quella nave.
Attualmente, i tre allenatori si erano chiusi nelle loro camere, con la speranza di potersi riposare qualche oretta e dimenticare presto l’umiliazione che avevano appena subito.
Il viaggio sarebbe durato circa tre giorni, dopodiché sarebbe iniziata la loro avventura nella sconosciuta Hoenn e ciò non faceva che elettrizzarli.
Solo Touko non riusciva a sentire il peso della stanchezza sulle spalle.
Distesa sull’enorme letto a due piazze accanto al suo Lucario, non stava più nella pelle di toccare la terra di Hoenn. E anche trovarsi in quella nave cosi maestosa e piena di stanze era una novità: la sua innata curiosità aveva preso il sopravvento.
Avrebbe voluto esplorarla da cima a fondo, dal ponte alle cabine del capitano.
E in tre giorni forse ce l’avrebbe fatta, se non fosse stata cacciata prima.
«Non è bellissimo essere qui Lucario? Soprattutto con Komor e Belle. Non immaginavo avrebbero voluto seguirmi a tutti i costi.»
Il Pokèmon annuiva distrattamente, completamente preso dai grattini che l’allenatrice gli stava facendo sul collo. Adorava essere coccolato, specialmente da lei.
Touko sorrise, spostando di nuovo gli occhi alla contemplazione del soffitto, perdendosi in un giro di pensieri che alla fine tornavano sempre quelli, come in un circolo vizioso da cui non puoi e non vuoi uscirne.
«Come vorrei che N fosse qui con me...»
Il silenzio della stanza regnava sovrano, dominato solo dal flebile rumore del motore della nave che tranquilla solcava le onde. C’era troppo silenzio, troppa quiete.
Non che dispiacesse all’allenatrice, ma un’ora chiusa lì dentro a pensare era fin troppo per lei, abituata all’azione.
Con un salto, si alzò di scatto dal letto, facendo sobbalzare anche Lucario che, con il battito del cuore accelerato e gli occhi sgranati, seguiva la sua allenatrice che sembrava attiva e piena di energia.
La ragazza aprì la porta, facendo scivolare la schedina sulla serratura.
«Si va in esplorazione!»
 
Touko non aveva mai visto in vita sua una nave così lussuosa. Era quasi incantata dalle enormi sale dedicate alle lotte Pokèmon, alla loro cura e al loro svago. C’era veramente di tutto.
In quell’ora aveva visitato quasi tutti i negozi del secondo piano, e aveva anche comprato qualche souvenir e delle bacche per i suoi Pokèmon.
Poche volte le capitavano momenti di tranquillità come questo.
L’acqua si abbatteva fragorosamente sul parapetto della nave, facendo arrivare al viso dell’allenatrice, degli impercettibili schizzi d’acqua che la rinfrescavano in quell’afosa giornata estiva, mentre l’arietta salmastra le accarezzava le guance.
Erano in mare aperto ormai e tutto sembrava essere tranquillo. La nave procedeva spedita, mentre allegri Pokèmon acquatici di tanto in tanto balzavano qua e là fuori dall’acqua, facendo stagliare la loro sagoma nel rossore che aveva assunto il cielo con il sole che tramontava.
Touko se ne stava poggiata alla ringhiera del ponte, contemplando quello spettacolo, mentre Lucario e Gengar si godevano il sole rimasto con un cocktail in mano e con indosso gli occhiali da sole che la loro allenatrice gli aveva comprato poco fa.
In giro per tutta la nave, c’erano tantissimi allenatori che trovavano qualsiasi pretesto per lottare o per semplicemente ammazzare il tempo.
Touko temeva che prima o poi l’avessero riconosciuta come la Campionessa della Lega di Isshu e dopo non avrebbe avuto un viaggio molto tranquillo.
«Ehi Touko! Pensavamo fossi ancora in cabina!»
Belle in tenuta da spiaggia, sventolava la mano per farsi notare dalla sua amica, mentre un Komor imbarazzato, e in costume, cercava di fare l’indifferente.
Non era abituato a mostrare il suo fisico, ma uno strappo alla regola ci stava, dopotutto faceva caldissimo anche se il sole stava calando.
Touko sfoderò un sorriso a trentadue denti, orgogliosa.
«Ormai è tutto il pomeriggio che sono qui! Ho esplorato tutto il secondo piano, dovreste vedere che razza di negozi ci sono è veramente fantastico!»
Spiegava, raggiante, quasi volesse rendere partecipe i suoi amici della sua felicità.
Komor la raggiunse sul parapetto, osservando il mare con i suoi riflessi arancioni.
«Aspetta di vedere Hoenn allora. Da quello che ho potuto vedere e sentire, dicono che sia veramente una regione fantastica.»
Disse, accennando un sorriso e appoggiando i gomiti alla ringhiera laccata di bianco.
«Lo so! E’ il mio sogno andarci!»
Rispose l’allenatrice, sognante. Sin da quando era piccola era ossessionata da quella magica regione, che a lei sembrava così diversa dalla sua.
Ingenuamente tempo fa, aveva persino chiesto a sua madre di trasferirsi lì prima di iniziare il suo viaggio con i Pokèmon, ed ora, come uno scherzo del destino, si era trovata in una nave diretta proprio a Hoenn.
Belle nel frattempo aveva preso posto sul lettino vicino a Lucario e, inforcati i suoi occhiali da sole era pronta per prendere un po’ di tintarella grazie ai raggi di sole.
O quel che ne rimaneva.
«Ehi tu!»
Una voce fuori campo, disturbò la quiete dei tre ragazzi che, incuriositi si voltarono di scatto.
Dietro di loro stava ritto in piedi un ragazzo con lo sguardo deciso e un mezzo sorrisetto sulla faccia. Sembrava simpatico e un po’ ingenuo: a giudicare dall’ abbigliamento era un allenatore di Pokèmon, infatti sopra al suo cappellino stava comodamente accovacciato un Pikachu che sembrava comunicasse tutta la sua determinazione con il solo sguardo.
Touko lo osservava distrattamente, chiedendosi cosa potesse mai volere da lei.
«Sì! Proprio tu!»
Insisteva lo strano ragazzo con il dito puntato verso di lei. Persino Gengar e Lucario si erano leggermente scostati gli occhialineri dal muso, infastiditi dal chiasso che quel ragazzo stava facendo.
Komor osservava la scena temendo il peggio: aveva uno strano presentimento, mentre Belle si era messa seduta con uno sguardo curioso.
Quel ragazzino non era per niente male!
«Ash... Abbassa il tono almeno...»
Una ragazza alle sue spalle con una bandana verde e bianca stretta sui capelli, si era messa una mano sulla fronte, quasi vergognandosi del suo amico.
Il ragazzo chiamato Ash, ignorò il consiglio della sua amica, rivolgendosi di nuovo all’allenatrice di fronte a lui.
«Tu sei Touko vero?»
Chiese, mentre i suoi occhi di un castano impetuoso quasi brillavano.
«Uhm, si...»
Rispose lei, sempre più confusa. Forse quel ragazzo era solo uno degli allenatori perditempo che popolavano quella nave.
Il sorriso di Ash si allargò ancora di più.
«Ti ho trovata finalmente! Bene!»
La ragazza presa in questione, aveva inarcato un sopracciglio, mentre osservava l’allenatore prendere fiato.
«Io Ash Ketchum di Pallet Town, sfido te, Touko, Campionessa della Lega Pokèmon di Isshu!»
Un brivido percosse la schiena dei presenti, scossi dall’ urlo che Ash aveva appena tirato, rivelando l’identità della bruna che era ormai sbiancata.
Quasi sudava freddo al pensiero di essere stata scoperta, e se quel ragazzino avesse continuato a parlare, probabilmente la sua identità non sarebbe stata più tanto nascosta.
Una pokeball, lanciata a tutta velocità da Touko, andò a colpire in pieno la fronte di Ash come un proiettile. Era stata la prima cosa che aveva trovato nella borsa per cercare di farlo stare zitto.
«MA TI SEI BEVUTO IL CERVELLO?!»
Urlò lei, spaventata.
Alla faccia che non voleva farsi scoprire per non avere un viaggio irrequieto.
Tutti i passeggeri che erano sul ponte, avevano sobbalzato, girandosi per vedere l’esilarante scena: Belle che rideva a crepapelle, Komor che sospirava aggiustandosi nervosamente gli occhiali, la ragazza con la bandana che si discostava sempre di più da Ash, rossa più che mai in viso mentre diceva di non conoscerlo e quest’ultimo che, piagnucolando, si  massaggiava il grande livido rosso che pulsava a intermittenza.
Touko, resasi conto di quello che aveva appena fatto, era corsa verso Ash mortificata.
Non era mica sua intenzione lanciarla così forte, voleva solo tappargli la bocca.
Appena la pokeball toccò terra però, una luce bianca accecò tutti i presenti, consapevoli che i guai non erano ancora finiti.
Sfortunatamente Touko, nella fretta di far stare zitto il povero Ash, non aveva scelto una pokeball vuota..
E così, un maestoso Salamence si mostrò sotto gli  occhi allibiti di tutti, sputando fiamme e provocando un leggero attacco di panico fra i passeggeri della nave.
  






~


 




Author's corner:

Salve a tutti gente^^ *una paglietta rotola solitaria nel deserto*
Sono tornata! Perdonate il ritardo, passo molto tempo a rileggere i capitoli prima di pubblicarli: non sono mai soddisfatta >_<
Comunque, piaciuto il nuovo capitolo? *NOOOO* Ehm ^^'
Spero di non avervi deluso, ce la sto mettendo tutta per migliorarmi:)
Coomunque, un ringraziamento speciale, va a coloro che recensiscono sempre: le vostre recensioni sono sempre bellissime e mi fanno capire che a qualcuno questa storia può interessare^^ grazie veramente tanto!
Un grazie va anche a chi legge soltanto e chi segue la storia in silenzio, un vostro parere sarà sempre aspettato e gradito^^
Poooi volevo fare una correzione nel precedente capitolo: Touko possiede un Krokodile, non un Krokorok.
Nomi simili=errrore di battitura^^
Dovrei aver finito :)
Ah un ultima domanda: i Pokèmon di Ash nella serie Bianco&Nero, si evolvono?
Allora alla prossima!!
Un bacio! 

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Capitolo 5
*** Chapter five: I want to fight with you. ***


Chapter Five: I want to fight with you.
(Voglio combattere con te)

   

 
 
 




Il capitano della nave era un signorotto veramente calmo e distinto. Aveva un’ aria simpatica e non aveva nessuna intenzione di punire pesantemente i ragazzi che avevano sconvolto l’equilibrio della sua nave, al contrario di quanto pensavano loro.
Infatti, aveva fatto accomodare i mortificati cinque allenatori nella sua cabina e gli aveva gentilmente offerto una tazza di thè, massaggiandosi la folta barba bianca con uno sguardo curioso.
In quella sala, il silenzio regnava sovrano. Si sentivano solo i cucchiaini girare irrequieti nel liquido ambrato.
Touko era più imbarazzata che mai: in un certo senso era stata lei a combinare quel disastro, lanciando nientemeno che la pokeball di Salamence. Però dopotutto la colpa era anche di Ash che si era messo ad urlare.
«Ragazzi! Non state così giù o intristirete anche me!»
Rise di gusto il capitano, sollevando la tensione accumulata.
«Ci scusi per il disagio causato, signor capitano.»
Iniziò Komor, cercando di dare il buon esempio agli altri, anche se con scarsi risultati.
Touko, con Lucario accovacciato sopra le gambe, annuiva imbarazzata, mentre guardava l’amica di Ash scuotere la testa mentre poggiava una borsa piena di ghiaccio sulla fronte del suo sofferente amico.
«Beh, la colpa è stata soprattutto mia per Salamence... Ma la sua parte l’ha fatta anche quel ragazzo lì urlando che ero io.. La campionessa.. della Lega.. di Isshu..»
Si giustificò Touko, calando il tono sulle ultime parole quasi intimidita dallo sguardo del capitano.
Ash sbuffò, soffocando un urletto a causa della sua amica, che aveva premuto troppo il ghiaccio sul nascente bernoccolo, mentre Pikachu cercava di supportare il proprio allenatore come meglio poteva.
Ma in fondo in fondo, pensava solo a quanto potesse essere cretino.
Belle ormai non era più sorpresa da questo genere di situazioni: ormai a Isshu ne aveva viste di tutti i colori.
Il capitano rise di gusto, capendo perfettamente i cinque ragazzi: amava quelli come loro, così tanto determinati e pronti a prendersi le loro responsabilità.
«Su, su! Almeno mi avete fatto divertire, altrimenti non succede mai niente qui! Potete andare!»
Disse sorridendo, sotto gli sguardi sorpresi dei ragazzi, che probabilmente si aspettavano tutt’altro.
«Ah...» Aggiunse poi, mentre tutti stavano lasciando la sala in silenzio, temendo un repentino cambiamento di idea. «è un grande onore avere qui la campionessa di Isshu.»
Touko arrossì, facendo un inchino di ringraziamento, mentre Lucario gonfiava orgoglioso il petto.
 
«...E così siete qui per sbarcare nientemeno che a Hoenn… Anche io sono diretta proprio lì!
Touko faceva ondeggiare svogliatamente la cannuccia nel suo frullato preferito, mentre interessata, ascoltava le parole della ragazza con la bandana che si era presentata come Vera.
Nella mezz’ora successiva all’incontro con il capitano, si erano ritrovati tutti e cinque nel bar più vicino della nave, e Ash aveva proposto di bere qualcosa per calmare la tensione.
E così, chiacchierando e fra una risata e l’altra, avevano iniziato a prendere confidenza gli uni degli altri, ridendo persino dell’episodio accaduto poco prima.
«Quindi potresti farci tu da guida a Hoenn!»
Aveva detto Touko, sorridente.
Vedeva in Vera una persona di cui potersi fidare, sembrava anche una ragazza solare e gentile. Lei aveva annuito, felice di aver trovato nuovi amici a cui poter mostrare la sua incantevole regione, mentre Lucario non la smetteva di annusarla: era il suo modo per dirle quanto le piaceva.
Belle intanto, era completamente immersa nella lettura della sua guida, sembrava quasi isolata  da tutto il resto che accadeva intorno a lei, come in una campana di vetro.
Mentre leggeva con così tanta foga, accanto a lei Komor ogni tanto le dava di sottecchi un occhiata curiosa, mentre beveva tranquillamente il suo succo d’arancia.
Qualche pagina avrebbe voluto leggerla anche lui!
«COSA?!»
La ragazza dai capelli biondi aveva sussultato, alzando di scatto la testa dal libro e facendo sobbalzare tutte le persone presenti nel bar che, avendo riconosciuto i ragazzi, avevano soffocato una risata.
Ormai erano diventati famosi per lo scompiglio causato sul ponte.
Belle deglutì, spostando alternamente gli occhi da Vera alla sua guida, non preoccupandosi del povero Komor che momenti finiva con la faccia nel bicchiere.
Touko e Ash, vicini, osservavano la scena strabuzzando gli occhi.
«Tu sei la famosa coordinatrice Vera? La più popolare di tutta Hoenn assieme a Drew?»
Vera arrossì, sotto gli occhi luccicanti della bionda, annuendo timidamente.
Ancora le sapeva strano, dopo qualche anno, di essere considerata come la compagna del ragazzino dai capelli verdi, e ogni volta non faceva che riempirla di gioia. Così come l’essere riusciti a raggiungere quel tanto agognato traguardo, insieme.
Touko sorrise entusiasta: a quanto pare non era l’unica a dover nascondere la propria identità in quella nave. In qualche modo, si sentiva vicina e simile a Vera.
«Ehi ragazzi?»
Alle spalle della coordinatrice era comparso un bel ragazzo dai capelli verdi, che osservava, con i suoi occhi del medesimo colore, le facce sconosciute con una certa curiosità.
Le guance di Vera si imporporarono di nuovo di rosso, stavolta più acceso, mentre sorrideva al nuovo arrivato, facendolo accomodare seduto accanto a lei.
«Ehi Drew ma dove ti eri cacciato? Ti sei perso  una scena sensazionale!»
Aveva esclamato Ash sorridente, togliendosi il ghiaccio dalla fronte.
Drew lo guardava stranito, concentrando soprattutto lo sguardo su quello strano livido rosso, chiedendosi come diavolo avesse fatto a procurarselo.
«In effetti ho sentito un po’ di trambusto... Mi stavo rilassando nella sauna e dopo sono venuto a cercarvi.»
Aveva spiegato tranquillamente, mentre aveva tirato fuori da chissà dove una bellissima rosa rossa, che aveva porto alla sua fidanzata che, fra parentesi, aveva il viso che ormai si confondeva con il colore del fiore che rigirava fra le mani.
«Ohhh ma che carini!»
Aveva esclamato Belle, presa dalla tenerezza dei due coordinatori.
Mentre la bionda li sommergeva di domande, non avendo mai visto dei coordinatori, Komor riusciva a malapena a frenare il suo entusiasmo.
Fatte le dovute presentazioni, Touko e Ash si erano ritrovati in disparte ad assistere alla buffa scena, con un sorriso.
«Senti Touko...»
Ash prese la parola, puntando di nuovo il suo sguardo deciso verso la ragazza dai capelli castani che non poteva fare a meno di farsi scappare un sorriso guardando il nascente bernoccolo sulla sua fronte.
«Accetteresti comunque la mia sfida?»
L’allenatrice sembrò pensarci un po’ su: in verità quella timida domanda se l’aspettava prima o poi.
Dopotutto, Ash era un amico ormai, una lotta non ufficiale gliela poteva anche concedere, così quella sarebbe stata la buona occasione per provare le arene della nave. L’idea l’allettava, e non poco.
«Seguendo il regolamento, tu non potresti sfidarmi senza le otto medaglie di Isshu, però...»
Ash la interruppe, estraendo dalla tasca un cofanetto ben lucidato, il cui contenuto fece rimanere Touko a bocca aperta.
Le otto medaglie dei capipalestra di  Isshu, brillavano come appena lucidate, confermando il diritto di Ash di poterla sfidare.
«Sai, ho preso questa nave per poter tornare dalla mia Mis- ehm»
Ash tossì imbarazzato, cercando poi di riprendere il suo importante discorso.
«..per tornare a Kanto, visto che arrivato alla Lega, l’ex campione Nardo mi ha annunciato che tu eri partita per un lungo viaggio e che volendo potevo sfidare lui... Ma io non ho accettato, non sarebbe stata la stessa cosa! E ora che ti ho trovata non voglio perdere questa occasione.»
Terminò deciso, mantenendo lo sguardo fermo.
In cuor suo sperava in una risposta affermativa da parte della ragazza che sembrava stesse pensandoci su.
Touko, colpita dalla determinazione di Ash, che in un certo senso le ricordava la sua, sorrise.  Ora era tutto più chiaro, quel ragazzo aveva davvero un cuore d’oro e una testa d’acciaio. E battere i capipalestra di Isshu non era cosa da poco, lei si era dovuta allenare veramente tanto con i suoi Pokèmon per raggiungere quel titolo.
L’allenatrice incrociò gli occhi con quelli di Ash: azzurro su castano, determinata e risoluta come non mai. Ormai aveva deciso.
«Sono pronta.»
 









~


 




Author's corner:  

Saaaaaaalve a tutti! ^^
Si sono veramente in ritardo questa volta, chiedo venia! Non sono stata a casa questi giorni quindi perdonatemi^^"
Anyway, volevo augurare una Buona Pasqua a tutti anche se in ritardo ma meglio tardi che mai^^ Se dovesse esserci qualche errore segnalatemelo pure:)
Spero che anche questo capitolo non abbia deluso le vostre aspettative, sono sempre qui pronta a ricevere una vostra recensione!
A questo proposito volevo ringraziare come sempre chi recensisce (non smetterò mai di dirvelo <3) e anche chi solamente legge^^
In ultimo, vorrei dirvi che ho già abbozzato il prossimo capitolo ma... E' un completo disastro perdonatemi ç_ç
E' noioso, ho cercato di stringerlo il più possibile ma tratta della sfida tra Touko e Ash .. AAAAAAh non sono brava a fare le telecronache, è veramente orrendo ç_ç
Ma purtroppo era funzionale per la storia, quindi dovevo metterlo per forza perdonatemi !!!!
Ok basta ho anche parlato troppo, ci vediamo alla prossima!
Un bacio!


Juls_

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Capitolo 6
*** Chapter six: Challenge. ***


Chapter six: Challenge.
(Sfida.)

 

 
 
Il sole era alto nel cielo già da un pezzo e ormai aveva raggiunto il punto più alto emanando i suoi raggi più caldi.
Si prospettava un’altra bella giornata: gli Wingull e i Pelipper volavano alti nel cielo sferzando le bianche nuvole, segno che ormai la nave non era molto lontana da Hoenn.
Nave, i cui passeggeri in fermento si erano tutti riuniti nell’arena Pokèmon più importante e bella, situata sul punto più alto, per osservare una lotta fra due allenatori formidabili.
Ai due estremi stavano la Campionessa dagli occhi azzurri come il mare, Touko, e l’allenatore Ash, impaziente di cominciare.
L’aria era carica di elettricità, rafforzata dalle urla e dall’agitazione del pubblico che aspettava l’inizio della lotta.
In mezzo a questi non potevano mancare gli amici dei due sfidanti che, addirittura in prima fila, incitavano a gran voce gli allenatori.
Il povero Komor, rosso come non mai in viso, era stato costretto da Belle a indossare sulla fronte una fascia rosa che recitava la scritta: “Fan Club di Touko: metticela tutta! ♥”, mentre la ragazza bionda aveva steso un manifesto con la medesima scritta sulla ringhiera, orgogliosa della sua amica.
Vera si era limitata a dei pon-pon verdi per Ash, mentre Drew guardava l’arena curioso con le braccia incrociate.
Touko si guardava intorno, osservando tutta quella moltitudine di gente impaziente di cominciare, mentre la sua adrenalina cresceva sempre di più.
Probabilmente era la prima volta che lottava in un’arena così grande e così piena di gente che esultava.
Quella, era stata una gentile concessione del capitano che, avendo saputo che quei due allenatori avrebbero voluto prenotare un’arena, gli aveva concesso la migliore.
Ora era nel suo posto d’onore, osservando la lotta che stava per iniziare con un sorriso, accarezzando il suo fedele Growlithe.
«Sei pronta? Sappi che ce la metterò tutta per sconfiggerti! Ho scelto i miei Pokèmon migliori!»
Esclamava Ash, mentre si era girato il cappellino, pronto a fare sul serio.
Voleva vincere, a tutti i costi. Per dimostrare di sapersi meritare il titolo di Campione.
Touko si mise in posizione di combattere, guardando il suo rivale  con un sorriso.
Ovviamente era sicura di poter vincere con i suoi formidabili Pokèmon: non aveva mai perso una lotta, o forse qualcuna.
«Mai sta così pronta! Iniziamo!»
Era carica al massimo.
Dal pubblico si alzò un boato di approvazione, mentre l’arbitro si apprestava a dare inizio alla lotta.
«Benvenuti a tutti ad assistere a questo nuovo incontro nell’arena della Nave di Isshu, da una parte vediamo l’allenatrice locale, Touko!»
Urla di gioia si propagarono per tutta l’arena, mentre la ragazza sorrideva, tenendo sempre lo sguardo fisso sul suo sfidante.
«..E Ash! Dalla regione di Kanto! La tensione si taglia con il coltello, bene iniziamo! Gli allenatori hanno deciso per uno scontro quattro contro quattro. Mandate in campo i vostri primi Pokèmon!»
L’arbitro si era messo da parte, pronto ad osservare quella che si prospettava una lotta all’ultimo sangue.
Touko aveva già deciso chi mandare in campo per primo: in quei momenti della  notte precedente passati in dormiveglia, aveva tracciato qualcosa simile a una strategia, anche se di solito non amava usarle.
Estrasse dalla borsa una Pokèball, guardandola intensamente.
«Mettiamocela tutta piccolo.» Sussurrò dolcemente al Pokèmon all’interno, quasi volesse caricarlo di più.
«Vai! Braviary!»
E da una luce argentata, un maestoso Pokèmon uccello aveva fatto la sua comparsa, posizionandosi elegantemente davanti alla ragazza in attesa dell’avversario.
Aveva uno sguardo deciso, sicuro di non deludere la sua allenatrice.
Ash lanciò uno sguardo al suo Pikachu, in posizione accanto a lui. Il topolino elettrico con un sorriso e emettendo qualche scarica dalle guance, muoveva la testolina in segno di approvazione, sapendo di essere avvantaggiato nel tipo.
Ash sorrise.
«E va bene, Pikachu, scelgo te!»
Il topolino elettrico saltellando, si era messo davanti a Braviary, guardandolo con sfida.
Touko non si era lasciata intimidire da quella scelta: di certo il suo Pokèmon oltre che avere lo svantaggio del tipo, non vantava di essere molto veloce, quindi avrebbe puntato tutto sull’attacco, la sua specialità.
«Vai Pikachu, attacco rapido!»
Il topolino giallo era partito a tutta velocità, lasciando dietro di se solo una scia bianca mentre raggiungeva il pokemon avversario.
Il volatile, colto impreparato aveva accusato il forte colpo, indietreggiando di qualche passo, ma restando quasi illeso.
«Contrattacca Braviary, vola in alto e usa Aereoassalto!»
Il Pokèmon aveva ubbidito all’allenatrice, sfrecciando verso il cielo, mentre le sue ali si illuminavano e si caricavano di potenza.
Pikachu sembrava disorientato, così come Ash, non sapendo in che punto l’avrebbe colpito. Allora decise di optare per la mossa più potente del suo Pokèmon.
«Vai con Locomovolt!»
Il tempo ormai stringeva, Braviary si stava avvicinando sempre di più al topolino giallo che nel frattempo, si era illuminato di una luce gialla carica di elettricità, e aveva spiccato un balzo verso il volatile.
Nel frattempo nelle gradinate, Belle era preoccupata per la sorte di Braviary: se Touko non avesse fatto qualcosa per fermarlo, il colpo l’avrebbe messo K.O.
E proprio nel momento in cui stava per avvenire la collisione fra i due Pokèmon a mezz’aria, Touko tentò una manovra azzardata.
«Braviary, mantieni l’Aereoassalto e spostati verso sinistra!»
Il volatile aveva ubbidito, spostandosi con una piroetta a sinistra, che aveva lasciato il topo elettrico di sgomento e senza un bersaglio da colpire, facendogli perdere tutta la carica elettrica del Locomovolt. Il povero Pikachu era sospeso a mezz’aria, non sapendo cosa fare e Ash che lo sguardava preoccupato.
«Bene! E ora colpiscilo!»
Aveva ordinato Touko con impeto, sicura di potercela fare.
Ash strinse i denti. Doveva provare almeno a farlo raddrizzare e spostarlo dalla traiettoria del volatile.
«Pikachu, attacco rapido!»
Ma ormai era troppo tardi, Braviary lo aveva colpito in pieno e a massima potenza, facendolo finire dall’altro lato del campo.
Il volatile poi, si era riposizionato davanti alla sua allenatrice che, orgogliosa, si preparava alla prossima mossa.
Fra le urla del pubblico, Pikachu si era rialzato a fatica dopo quel micidiale attacco, respirando affannosamente.
Ash vedendo l’affaticamento del suo migliore amico non poté fare a meno di ritirarlo.
«Pikachu, vieni. Riposati un po’ hai fatto del tuo meglio, grazie!»
Il topolino aveva alzato le orecchie e, con qualche saltello aveva raggiunto l’allenatore. Ancora qualche passetto, e cadde a terra esausto, costringendo  l’arbitro a decretare Braviary il vincitore.
Ash aveva preso Pikachu fra le braccia, amareggiato: non aveva mai incontrato una ragazza in grado di fare fuori subito il suo amato compagno, si prospettava una lotta molto difficile.
«Sei stata brava! Ma non ti illudere, vincerò io questa sfida!»
Ash aveva sorriso, mentre estraeva la pokeball del prossimo Pokèmon.
«Vedremo!»
«Vai, Unfezant!»
Sul campo era apparso un altro Pokèmon uccello che sembrava sfidare l’altro con il solo sguardo. Si era accesa una certa competizione fra i due volatili.
«Unfezant, vola in alto!»
«Seguilo, Braviary!»
Come in un inseguimento aereo, i due uccelli sfrecciavano veloci, quasi facendo a gara per colpirsi anche se con scarsi risultati.
Dopo svariati minuti di piroette e attacchi a vuoto, Touko decise che era ora di farla finita.
«Braviary, vola sopra Unfezant!»
Quest’ultimo, si era ritrovato la sagoma del suo rivale sopra di lui, non capendo cosa avesse in mente.
«Afferralo con le unghie e usa Cadutalibera!»
Braviary aveva eseguito il comando velocemente, e in pochi secondi aveva scaraventato il povero Unfezant a terra, sollevando un polverone che aveva accecato gli sguardi dei presenti.
Il pubblico aveva trattenuto il fiato per qualche secondo, non capendo cosa era successo. Ma appena la nube di polvere si era levata, aveva mostrato il Pokèmon di Ash a terra, decretando così il vincitore.
«Unfezant non è più in grado di combattere, il vincitore è Braviary!»
L’ennesimo boato di gioia e di applausi si levarono dal pubblico, mentre sulle prime file, Belle esultava dicendo quanto potesse essere grande la sua amica.
«Braviary, hai fatto un ottimo lavoro, rientra!»
L’allenatrice aveva risucchiato nella Pokèball il suo Pokèmon, mentre Ash, per niente abbattuto ritirava il suo.
«La lotta è appena iniziata! Mi stavo giusto riscaldando!»
Touko sorrise, estraendo un'altra Pokèball dalla borsa, sempre più sicura di sé.
D’accordo, Ash era bravino, ma dopo tutte le sfide che aveva passato lei, questo era un incontro fin troppo tranquillo. Però si stava veramente divertendo.
«Massì, forse hai ragione, avanti Gengar, scelgo te!»
Il Pokèmon spettro era sceso in campo saltellando e facendo le boccacce ad un divertito Ash.
Il punto forte del Pokèmon fantasma era l’attacco speciale, questo avrebbe messo a dura prova l’allenatore, che stava lanciando la pokèball con il suo prossimo Pokèmon.
«Buizel scelgo te!»
La lontra, gonfiando il galleggiante che aveva sul collo, aveva preso posto, determinata più che mai a non deludere Ash.
Era alquanto infastidita dalle boccacce di Gengar, si sentiva veramente preso in giro, così non vedeva l’ora di attaccarlo.
«Vai, attacca con Acquagetto!»
Una turbinio d’acqua avvolse il Pokèmon che, a velocità delle luce si stava scagliando contro un Gengar fin troppo tranquillo e rilassato.
«Gengar, Neropulsar!»
Una potentissima scarica di emozioni nere colpì in pieno Buizel, facendolo addirittura retrocedere e farlo balzare in aria, facendolo schiantare violentemente a terra esausto.
«Buizel! NO!»
Aveva urlato Ash, incredulo e ancora sorpreso dalla fin troppo veloce sconfitta del suo Pokèmon.
«Buizel non è più in grado di combattere, vince Gengar!»
L’arbitro aveva alzato la bandierina, mentre Ash ritirava il suo Pokèmon, alquanto scoraggiato. Sembrava non ci fosse modo di scalfire la difesa di Touko.
Il Pokèmon fantasma saltellava qua e là felice, aspettando il suo prossimo avversario.
L’allenatore di Kanto aveva stretto i denti, pensando che quello sarebbe stato il suo ultimo Pokèmon.
«E va bene, Torterra vieni fuori!»
Il gigantesco Pokèmon continente, non fece certo intimidire l’allegro Gengar che, avendo smesso di saltare lo stava analizzando da cima a fondo.
«Gengar, vai con Psichico ora!»
Aveva ordinato Touko. Vincere sarebbe stato alquanto facile.
Il Pokèmon fantasma si stava concentrando al massimo, quando ad un tratto era riuscito a sollevare Torterra a mezz’aria, per poi scaraventarlo di nuovo a terra violentemente.
Accusato il colpo, il Pokèmon continente si era rialzato ed era pronto a combattere ancora.
«Usa Verdebufera!»
Un turbinio di foglie verdi si erano scagliate su Gengar, che invece le evitava senza problemi  con un ghigno.
«Facciamola finita, Gengar vai contro di lui e usa Fangobomba!»
Una luce bianca aveva accecato tutti i presenti, e la forza dell’impatto aveva costretto i due allenatori ad arretrare, costringendoli ad aspettare per vedere l’esito della battaglia.

 




 ~ 








Author's corner:

Buonasera... Sigh.
Sono così affranta da questo capitolo, non riesco proprio a farmelo piacere. Ho aggiornato il prima possibile così da togliermi questo enorme peso .. Uff sono così scoraggiata =_=
Comunque spero che almeno chi legge non mi abbandoni, prometto che rimedierò con il prossimo chappy ç_ç
Anyway, basta con la depressione, ormai è andata!
Ringrazio ancora chi legge e recensisce (<3) e chi magari segue in silenzio ^^
Il prossimo chappy è quasi pronto, solo che devo rivederlo e aggiungere delle cose e, a causa della scuola non credo aggiornerò questa settimana, vado anche in gita!
Tornerò il prima possibile^_^
Ok, ho finito di annoiarvi, alla prossima! ^^
Un bacio!

Juls 

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Capitolo 7
*** Chapter seven: Fireworks and flames. ***


Chapter seven: Fireworks and flames.
(Fuochi d’artificio e fiamme.)
 

 
 






La nave stava ormai solcando le acque di Hoenn, calme e nere, punteggiate dai riflessi delle brillanti stelle, come il cielo notturno di quella limpida notte.
Touko se ne stava sul parapetto, rigirando in mano un bicchiere con i rimasugli dello spumante che il capitano aveva appena offerto ai passeggeri.
Il ponte della nave era letteralmente in festa: ballerine che si esibivano con i loro Pokèmon, musica alta e un grandioso buffet con ogni ben di Dio che si estendeva per tutta la lunghezza del ponte.
La nave sarebbe attraccata a Porto Alghepoli la mattina seguente e una festa di saluto ci voleva.
Tutti si stavano divertendo come matti, esprimendo almeno per una sera ciò che erano veramente dentro.
Anche Touko era una di loro fino a poco fa, ma dopo aver passato un’intera serata a ballare con i suoi amici, aveva deciso di prendersi una boccata d’aria, distanziandosi dall’allegra combriccola.
La frizzante arietta notturna le pizzicava le guance e forse era un po’ freddino anche per i suoi pantaloncini corti, ma ormai era abituata ad ogni genere di intemperia.
«Ehi Touko.»
Una voce familiare la costrinse a voltarsi sorridendo, mentre alzava il bicchiere contro quello del nuovo arrivato.
«Bella festa eh Ash? Non mi aspettavo che il capitano fosse... Così giovanile.»
Disse Touko, buttando un’occhiata divertita al signorotto dalla barba bianca che, sicuramente fuori fase, rideva a scherzava con Vera e Belle.
Una pausa ogni tanto se la poteva permettere.
Il ragazzo dai capelli neri si poggiò sulla ringhiera accanto a Touko, rivelando un sorriso.
«Già. Senti...»
Ash posò il suo sguardo sincero verso la ragazza, che lo guardava curiosa.
«Volevo complimentarmi per la splendida  vittoria di oggi pomeriggio.. E’ stato un incontro veramente emozionante.»
Disse, porgendogli la mano in segno di rispetto. Quel pomeriggio le aveva proprio prese, nemmeno lui pensava di perdere così facilmente: aveva sicuramente sottovalutato la forza della ragazza dagli occhi blu.
Touko aveva sorriso, stringendo la mano del suo amico.
«Non vedo l’ora di risfidarti di nuovo, però nella sede ufficiale della Lega di Isshu.»
Esclamò lei, felice. Di sicuro non aveva mai incontrato un ragazzo così determinato come lui.
«E stai pur certa che quando sarà il momento mi rifarò vivo e ti batterò!»
Touko sorrise. Alle sue orecchie, quella suonava come una promessa, che però lei di sicuro non gli avrebbe permesso di mantenerla. Avrebbe difeso il suo titolo ad ogni costo.
«Ragazzi!»
Belle aveva raggiunto i due rivali euforica, seguita da Drew, Vera e un Komor che faticava a reggersi in piedi.
Non era abituato a partecipare a feste di quel genere, ma si stava davvero divertendo.
«Stanno iniziando i fuochi d’artificio!»
Aveva esclamato raggiante la ragazza dai capelli biondi. Amava i fuochi d’artificio quanto li amava Touko, e lo sapeva.
Così, senza perdere tempo, avevano tutti rivolto il viso verso il punto più alto della nave, dal quale si stavano preparando a far esplodere i fuochi.
Drew aveva circondato teneramente le spalle di Vera, imbarazzata più che mai, con il braccio, pronto per godersi insieme a lei quello spettacolo.
Ancora qualche secondo di attesa ed ecco sbocciare in cielo luci di ogni colore e forma che illuminavano gli occhi di Touko, che li osservava sognante vicino alla sua migliore amica Belle.
Tutti erano completamente incantati da quello spettacolo, ma la sagoma di un gigantesco Pokèmon, si nascondeva fra le minacciose nubi nere che aleggiavano intorno alla luna piena di quella notte.
 
Ormai lo spettacolo pirotecnico stava volgendo a termine, e Touko ormai l’aveva capito dai sempre più piccoli fuochi che scoppiavano in cielo.
Ad un tratto, una fortissima esplosione fece tremare la nave e allarmare i passeggeri, capitano e marinai compresi.
Alte fiamme divamparono velocemente nell’arena da dove provenivano i fuochi d’artificio, costringendo i fochisti a interrompere l’operazione.
Senza pensarci due volte, Touko e compagni facendo slalom fra le persone in panico che andavano a destra e a sinistra come formiche senza una meta, arrivarono in cima, davanti all’ormai incontrollabile incendio che si espandeva sempre di più.
Il panico era ormai padrone del grande oggetto galleggiante: il capitano aveva dato l’ordine di fermare i motori mentre i marinai ordinavano a tutti i Pokèmon d’acqua che possedevano di lanciare il loro attacco acquatico più forte contro le altissime fiamme.
Poco a poco, anche gli allenatori a bordo avevano lanciato i loro Pokèmon, dando l’esempio anche a Touko e gli altri.
Vera con impeto, aveva  mandato in campo il suo Wartortle, Drew il suo Absol con Idropulsar, Ash provava con Oshawott, mentre Belle e Komor avevano schierato rispettivamente Samurott e Simipour.
Tutti stavano dando il meglio di loro stessi per domare le fiamme, tranne Touko che, impotente, osservava l’inquietante spettacolo.
Non aveva con sé un Pokèmon d’acqua, nemmeno i suoi Pokèmon erano in grado si apprendere attacchi acquatici.
Il suo Carracosta si stava allenando in una cascata con un bizzarro tipo che aveva incontrato durante la sua avventura e ora, per una volta, si stava sentendo veramente inutile e solo d’impiccio.
Lei, che aveva salvato Isshu dalla distruzione e che ne era la Campionessa, si stava sentendo impotente davanti all’impegno di tutti i Pokèmon delle persone presenti in quella nave.
La ragazza aveva abbassato lo sguardo, iniziando a camminare verso le imponenti fiamme che si stavano espandendo senza tregua.
«Touko fermati! E’ pericoloso!»
Aveva urlato preoccupata Vera, vedendo la sua amica proseguire senza voltarsi.
Inutili furono i richiami di Komor, Belle, Ash e Drew.
Ormai era arrivata così vicina da sentire a pelle l’immenso calore che le fiamme sprigionavano, quasi scottandosi.
Avrebbe voluto fare qualcosa, qualcosa che avrebbe fatto finire quell’assurda situazione.
Buttando uno sguardo qua e là, aveva notato, in un angolino pieno di cenere ormai, una piuma bianca e candida.
L’aveva sicuramente persa qualche Pokèmon.
Allontanandosi dalle fiamme, si era chinata verso la piuma, osservandola e rigirandola fra le mani.
Era allungata e abbastanza grande, così bianca che era stata sicuramente persa da poco.
Un lampo attraversò la mente della ragazza, a cui quella piuma bianca non era per niente sconosciuta. Anzi.
I suoi occhi azzurri si erano inumiditi di colpo, riempiendosi di lacrime ogni secondo di più.
A testa bassa e stringendo al petto la piuma, stava tornando dai suoi amici, con il viso nascosto dalla visiera del suo capello.
 
Grande piuma. Grande Pokèmon. Bianca. Reshiram. N.
 
Non era difficile per il suo cervello fare quel genere di congetture.
La lacrime volevano prepotentemente uscire dai suoi occhi, ma non gliel’avrebbe data vinta, non ora.
Si guardò intorno: tutti i Pokèmon d’acqua erano ormai esausti, e gli allenatori erano stati costretti a ritirarli nelle loro Pokèball.
Solo alcuni riuscivano a resistere ancora a stento, ma i loro sforzi erano tutti vani.
Le fiamme avanzavano prepotentemente, come se quello fosse un fuoco non estinguibile da forze così piccole.
Quello, era il fuoco di Reshiram, un fuoco inestinguibile.
Ash aveva ritirato il suo Pokèmon, rassegnato.
«Cosa facciamo?»
Aveva urlato, digrignando i denti. Touko capiva la sua rabbia, la sua voglia di fare qualcosa.
Komor e Belle si erano accasciati a terra, ormai senza speranza, accanto a una Vera che non sapeva più cosa fare.
Il capitano si era avvicinato a Touko, gli occhi stralunati, il sudore che ormai gocciolava dalla fronte e una disperazione che si leggeva nei suoi occhi ghiaccio.
«Ti prego... Sei l’unica... Che può salvare la mia nave...»
Touko strinse i denti, ricacciando ancora indietro le lacrime che tentavano di uscire copiose.
Perché N, perché hai fatto questo?
Fece un respiro profondo, volendo scacciare momentaneamente quel pensiero per pensare lucidamente ad una soluzione veloce.
Lucario uscì dalla Pokèball, avendo percepito il turbamento dell’allenatrice: una soluzione c’era e lui lo sapeva.
E stava proprio all’interno di quella Master Ball che Touko aveva chiusa in una tasca interna della borsa.
Lucario guardò la sua allenatrice con decisione, facendole capire che lei poteva farcela, come sempre.
Touko aveva annuito, capendo le intenzioni del suo Pokèmon.
Dalla borsa, aveva preso in mano la Master Ball che racchiudeva la metà del Pokèmon Bianco, colui che aveva catturato proprio nel Palazzo di N.
 
“Il fuoco di Reshiram, si spegnerà solo se a contatto di un potere altrettanto forte, un potere che può appartenere solo alla sua metà nera, Zekrom.”
 
Sì, doveva essere così il passo che aveva letto distrattamente in un libro di mitologia  qualche tempo fa.
D’un tratto, ebbe chiaro in mente cosa poteva fare.
Corse di nuovo verso le fiamme, che ormai avevano preso metà arena, in mezzo a quegli allenatori che avevano desistito e che guardavano il fuoco impotenti e ormai senza speranza.
Touko, accanto al suo Lucario, lanciò la Master Ball, dalla quale un’enorme drago completamente nero, in mezzo a fulmini e saette, era comparso sprigionando tutta la sua carica.
I passeggeri erano atterriti da quell’enorme Pokèmon, tanto che avevano indietreggiato, ma vedendo che Touko gli accarezzava tranquillamente il muso per calmarlo, una luce di speranza si era riaccesa in loro.
«Che razza.. di spettacolo..»
Aveva sussurrato Ash, preso ad osservare il Pokèmon leggendario. L’ennesimo di una lunga serie che aveva visto e che, puntualmente, per una ragiona ancora sconosciuta aveva preferito non catturare.
La ragazza aveva sospirato, buttando fuori tutta la tensione accumulata per farsi coraggio.
Era giunto il momento di mostrare a tutti la potenza di Zekrom.
«Zekrom, usa Incrotuono sulle fiamme!»
Il drago nero, emettendo il suo terribile verso, si era illuminato di una luce bluastra, mentre un ammasso di nubi nere stava ricoprendo il cielo limpido di prima. Fulmini e saette spuntavano di tanto in tanto dalla nuvolaglia, per poi rimmergersi e scomparire.
Tutti avevano il cuore in gola per la scena che avevano sotto gli occhi, quasi temendo la potenza del Pokèmon drago che, alla velocità della luce, si era unito alle nuvole, caricandole ulteriormente di elettricità.
«Touko! Fermati così distruggerà la nave!»
Aveva urlato Belle, terrorizzata. Sapeva quanto Zekrom potesse essere devastante e di certo non sarebbe voluta finire in mare, ma forse quello era il minimo.
«No, con il suo potere assorbirà il fuoco di Reshiram!»
Aveva risposto la bruna, sempre puntando gli occhi fissi sul suo Pokèmon che era pronto a scatenare un tuono potentissimo.
Qualche secondo di attesa, quando ad un tratto, un lampo giallo aveva illuminato il cielo, scagliandosi poi con un grande boato sulle fiamme, assorbendole del tutto.
La nave era salva, così come i passeggeri.
Il silenzio era sceso sopra tutti che, ancora atterriti e increduli da ciò che era successo, osservavano Zekrom atterrare delicatamente accanto alla sua allenatrice.

 









~










Author's corner:

 
Buenas tardes, amigos!          *si domanda se si scrive veramente così*
Questo capitolo è arrivato un pò in ritardo, lo so.
Ma i preparativi per la gita si sono rivelati più lunghi del previsto e il compito il giorno prima della partenza ha peggiorato le cose ç_ç
Sono tornata da un'oretta ed ho subito approfittato per aggiornare qua, dato che nelle prossime settimane aggiornerò meno spesso causa: scuola, appunto -.-"
Ma continuerò a scrivere ^^
Anyway, piaciuto il chappy? Non so, come mi sia venuta in mente questa mezza pazzia, ma eccola qua! Vediamo cosa ne pensate ç_ç
Come sicuramente avrete notato, ho aggiunto le traduzioni ai titoli dei capitoli. Mi sembrava una cosa carina e completava meglio il tutto ^^

Ringrazio come sempre, i miei adoratissimi recensori: senza di voi sarei persa, davvero ç_ç
Ma anche chi l'ha messa nelle preferite e seguite, apprezzo che seguiate questa mia piccola storia ^^
Grazie a tutti, aspetto sempre un vostro parere :D
Basta, mi sono dilungata troppo!
Alla prossima!!
Un bacio,

Juls_

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Capitolo 8
*** Chapter eight: A stormy arrival. ***


Chapter eight: A stormy arrival.
(Un arrivo burrascoso)

 

 

 
 





Il sole già alto nel cielo aveva scandito un nuovo giorno per Touko e i suoi amici che, dopo aver a malincuore salutato Ash con la promessa di rivedersi al più presto, avevano appena toccato la terra di Hoenn.
Più precisamente, il verde prato del pittoresco Porto Alghepoli.
L’orologio segnava le nove in punto di mattina, e l’arietta fresca della nuova regione sembrava avesse fatto subito bene a Touko che, avendo passato la notte insonne piena di dubbi e domande sull’accaduto della sera prima, si era alzata ancora più determinata che mai.
Si era ripromessa di picchiare violentemente N, appena l’avrebbe ritrovato.
L’apparente buon umore, era dato anche dal fatto di aver ricevuto i più sentiti ringraziamenti e apprezzamenti del capitano e della sua ciurma che, quasi in lacrime, sembravano volerle costruire una statua d’oro massiccio nel bel mezzo dell’arena.
Certo, il suo non era di certo stato un gesto da poco. Era già la seconda volta che chiamava Zekrom per salvare la situazione.
Ora, la ragazza si era ritrovata con un uovo nella borsa, donatole gentilmente dal capitano, completamente arancione con un ovale più chiaro al centro, che contribuiva ad appesantirla ulteriormente.
Però era davvero entusiasta del regalo e in cuor suo sperava nella repentina schiusa.
Belle non la smetteva di guardarsi intorno con gli occhi brillanti, scattando foto a destra e a sinistra: la sua Isshu sembrava così diversa da Hoenn.
Komor si era perso ad osservare la baia, incantato dalle nuove specie di Pokèmon, che non aveva mai visto sguazzare nei corsi d’acqua della sua regione natale.
«Allora ragazzi, cosa ne pensate?»
Vera si vedeva lontano un miglio che si sentiva a casa. Conosceva alla perfezione ogni angolo di Hoenn e non vedeva l’ora di mostrarlo ai suoi nuovi amici che continuavano a guardarsi intorno con un sorriso stampato in faccia.
«Vera, ma quella specie di grotta cos’è?»
Aveva domandato Komor, aggiustandosi gli occhiali e sporgendosi verso una grotta quasi coperta dalla marea.
La coordinatrice aveva guardato il ragazzo dai capelli verdi come se volesse un consenso, indecisa se parlargli o meno dei farabutti che hanno tentato di governare Hoenn.
Drew aveva fatto le spallucce: ormai era una storia vecchia.
«Diciamo soltanto che era un covo di psicopatici come quello che sta cercando Touko e che ora sono stati completamente annientati
La bruna, si era risentita leggermente alle parole del verdino, il quale aveva dato anche lui a N l’appellativo di “psicopatico”, che lei odiava.
«N non è un psicopatico.»
Esclamò, sottolineando particolarmente il “non”, accentuando il concetto.
Una risata generale si levò fra i ragazzi, inconsapevoli che qualcuno stava controllando ogni loro singola mossa.
 
Nel frattempo...
 
In una grande sala, un uomo con una camicia nera e una bandana azzurra seduto sulla sua poltrona, osservava distrattamente la cartina di Hoenn, tracciando mentalmente i disegni che la sua mente stava progettando.
«Signore, la ragazza è qui.»
Una sua recluta con la medesima bandana e una maglia a righe era arrivato in sala per recapitare l’ultimo rapporto ricevuto.
Sul viso dell’uomo si era disegnato un ghigno malefico, e il suo Mightyena sembrava essersi svegliato dal suo sonno, avendo sentito le voci dei due.
«Perfetto, mettetevi in moto qui al rifugio. Dite all’altra recluta di condurla in qualche modo qui.»
Aveva detto compiaciuto, mentre osservava il monitor sulla sua scrivania che mostrava l’allegra Touko chiacchierare con la coordinatrice Vera.
«Quella ragazza è fondamentale per il nostro piano di rinascita. Lei e il suo Pokèmon.»
La recluta aveva sogghignato, facendo un inchino per congedarsi, mentre l’uomo alla scrivania già progettava le sue prossime mosse.
 
«Allora ragazzi, quello che vedete davanti a voi è il centro commerciale di Porto Alghepoli, nonché l’unico e il più grande di tutta la regione!»
Vera mostrava con un grande entusiasmo i posti più gettonati della città, mentre Touko, Belle e Komor ascoltavano attentamente, quasi fossero ad una gita scolastica, eccitati come dei bambini.
«..E alla vostra destra potete ammirare il museo d’arte di Alghepoli, famoso per ospitare oltre a dei bellissimi dipinti, raffigurazioni dei Pokèmon dei più grandi coordinatori che hanno partecipato alle Gare dell’arena dietro di voi!»
Gli sguardi dei ragazzi di Isshu si posavano irrequieti da tutte le parti, seguendo le parole della coordinatrice.
Era solo la prima città che visitavano di Hoenn e già erano entusiasti di quella nuova regione.
«Modestia a parte, lì è raffigurato nientemeno che il mio Glaceon!»
Aveva aggiunto poi Vera, gonfiando orgogliosa il petto. Non era mica facile entrare in quella galleria e lei non perdeva mai occasione di poterlo dimostrare.
Drew di sottecchi e con uno sguardo perfido aveva sussurrato a Touko e i suoi amici: «In realtà è stato ritratto solo perché sembrava affascinante al pittore!», provocando un leggero risolino dei ragazzi, che sghignazzavano alle spalle di Vera.
«Hai detto qualcosa carissimo?»
Aveva sibilato lei, con una vena pulsante sulla fronte, che aveva tutta l’aria di scoppiare.
«N-nulla!»
Rispose il verdino, quasi terrorizzato dall’aura oscura che emetteva la sua ragazza.
«Bene! Come dicevo quell’edificio rosso dietro di voi è la famosa Arena di Porto Alghepoli, dove vengono disputate gare fra coordinatori..»
Aveva continuato Vera, riprendendo il suo tono allegro.
Touko sembrava molto rapita da quell’edificio, così come Belle che scattava foto come una perfetta turista.
«...Arena dove Vera ha subito una cocente sconfitta contro di me!»
Aveva aggiunto Drew, continuando a diffondere infamie sulla sua ragazza, sghignazzando insieme agli altri, che sembravano averci preso gusto a prenderla in giro scherzosamente.
La vena sulla fronte di Vera ormai era al limite, così il povero Drew si era beccato una botta forte in testa, seguita dalla cascata di rose che lui aveva regalato i giorni precedenti alla sua ragazza.
«..e infine c’è lo Scalo, dove siamo sbarcati noi, che è il più importante di tutta Hoenn!»
Aveva continuato la coordinatrice disinvolta, ignorando il suo fidanzato che si era accasciato a terra stramortito, fra le risate di tutti.
Vera sapeva essere molto ostinata, quando voleva.
 
Touko non la smetteva di perdersi fra i pupazzi dei Pokèmon di Hoenn che aveva trovato in un reparto del centro commerciale.
Erano così adorabili che avrebbe voluto comprarseli tutti, ma si accontentò di un piccolo e soffice Mudkip.
I cinque ragazzi se la stavano spassando dentro all’enorme centro commerciale, rovistando in ogni scaffale che poteva interessargli.
Merce di ogni tipo traboccava dagli scaffali, dalle Pokeball a nuove mosse per Pokèmon, bacche, tappeti e chi più ne ha più ne metta.
Vera stava spiegando a Belle e Komor come utilizzare le bacche in vendita per farne delle deliziose Pokèmelle per i Pokèmon, mentre Drew badava ancora a Touko, ancora in mezzo a tutti i peluche. Mentre guardava distrattamente gli scaffali, aveva adocchiato un piccolo pupazzo a forma di Luvdisc, che forse avrebbe regalato alla sua ragazza per farsi perdonare. Però in fondo in fondo, adorava prenderla in giro e osservare come si arrabbiava.
Touko mentre stringeva l’ennesimo pupazzo, aveva il presentimento che qualcuno, da quando erano arrivati allo Scalo, li stesse osservando insistentemente e ciò cominciava a preoccuparla.
Chiamò Lucario, ancora intento ad abbracciare un piccolo pupazzo di Delcatty: si era probabilmente innamorato di quel Pokèmon rosa.
Fece un giro per qualche reparto, mentre il suo sospetto si faceva sempre più vivo.
Girando gli occhi infatti, distrattamente aveva visto un uomo vestito con una cappa nera per non farsi riconoscere, allontanarsi verso l’uscita, trapelato.
E una cappa nera con quel caldo, era alquanto sospetta.
Si guardò intorno, non volendo allarmare i suoi amici e furtivamente, era uscita dal centro commerciale.
Nemmeno due ore che era a Hoenn e già era a caccia di misteri.
Gli abitanti di Porto Alghepoli osservavano l’allenatrice seguita dal suo Lucario con una certa curiosità e ammirazione per quel Pokèmon che a loro sembrava così nuovo, mentre cercando di non farsi vedere, seguiva l’uomo che si stava dirigendo verso la baia.
Sembrava tutto normale, finché, arrivato in spiaggia, non era salito sul suo Wailmer ed era entrato nientemeno che nella grotta incastonata nella roccia del promontorio.
L’acqua marina bagnava i piedi di Touko che, osservando la baia, si stava chiedendo se entrare e mettersi in guai sicuri oppure no.
Lanciò uno sguardo al suo Lucario, che sembrava avesse voglia di andare all’avventura, allora prese una decisione che più tardi gli sarebbe costata non pochi problemi.
Facendo rientrare il suo Pokèmon, si era diretta a nuoto nella grotta artificiale.
Touko amava l’avventura, ma forse stavolta la sua curiosità non l’aveva portata a una buona decisione. Appena ebbe varcato l’entrata, una grande porta metallica si richiuse dietro di lei, lasciando la ragazza navigare nel buio più totale.
 
Intanto, al centro commerciale i ragazzi si erano ancora accorti della mancanza dell’allegra Touko e del suo Lucario. Non trovandola in mezzo ai peluche, Vera aveva già mostrato un atteggiamento preoccupato. Dal canto loro, Belle e Komor non erano per nulla sorpresi: Touko era davvero una ragazza imprevedibile e, anche se non lo dava a vedere, aveva un gran bisogno a volte di stare da sola e riflettere, alla luce degli ultimi fatti accaduti recentemente.
«Tranquilla, sarà sicuramente andata in giro a vedere i Pokèmon di Hoenn. Oppure avrà avuto bisogno di stare da sola... Sai… L’incendio...»
Aveva detto Belle, consapevole dello stato d’animo della sua migliore amica mentre soppesava curiosa una Baccaparmen.
La coordinatrice aveva subito capito la situazione ed ora sembrava più tranquilla. Avrebbe tanto voluto aiutare la sua amica, ma in quel momento lei non sarebbe stata in grado.
Peccato che Touko si trovava in una situazione ben diversa e complicata.
 














~











Author's corner:
 

… *cerca di nascondersi*
Uhm, ehilà? C’è qualcuno? ^^”
Si lo so, ho un ritardo imperdonabile, ma la scuola e i vari impegni mi stanno lentamente togliendo l’ispirazione =_= Almeno per questo ultimo periodo aggiornerò meno spesso, scusatemi ç_ç
Perdonatemi sia di questo, sia per il capitolo: noioso e indecente °-° Spero che non mi abbiate abbandonato … ç_ç
Comunque, i nostri avventurieri hanno finalmente toccato la terra di Hoenn, dopo l’ “incidente” della sera prima, che sicuramente non ha lasciato indifferente la povera Touko... Ahimé quante ne dovrà sopportare xD Chissà cosa stanno tramando quei misteriosi uomini…

Anyway, ringrazio ancora di cuore chi ha recensito (<3) e anche chi legge soltanto, cercherò di migliorarmi sempre di più!^^
Ogni critica\consiglio sarà sempre ben accetto ^^
Allora, alla prossima! (?)
Un bacio!

Juls_

 

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Capitolo 9
*** Chapter nine: Into the clutches of Team Idro. ***


Chapter nine: Into the clutches of Team Idro.
(Nelle grinfie del Team Idro)

 
 






Nei corridoi di quell’intricato edificio, i passi del generale Alan risuonavano affrettati e pesanti.
Il capo Ivan non amava attendere e di certo Alan non avrebbe sopportato un’altra lavata di capo. Grande e grosso com’era, lui aveva pur sempre una certa paura del capo e del suo Mightyena.
Aveva spalancato la porta di metallo violentemente con la forza delle sue possenti braccia, ma nemmeno questo era bastato a distogliere lo sguardo di Ivan dal monitor sulla sua scrivania.
«Capo, la ragazza è qui nella base, come agiamo?»
Ivan aveva incrociato le dita, portandosele a contatto con il mento, sorridendo compiaciuto. Il suo piano stava iniziando più facilmente e velocemente del previsto.
«Conducetela da me. Viva. Dopo anni, abbiamo di nuovo l’occasione di dominare Hoenn e sottomettere il Team Magma. Vi aspetterò nella sala del sommergibile. Il team Idro rinascerà!»
Alan aveva annuito, mostrando un ghigno. Questa volta non si di certo sarebbe fatto sconfiggere da una ragazzina.
«Agli ordini capo.»
Prima che il generale andasse via, Ivan lo fermò, alzandosi dalla scrivania di scatto.
«Ah un'altra cosa, non dovete permetterle di usare i suoi Pokèmon.»
 
Touko si era ritrovata immersa nel buio più totale, mentre cercava di restare a galla in quella limpida acqua salmastra.
Solo in quel momento si era resa conto che entrare in quella grotta era stata una pessima idea: la porta di metallo si era chiusa di scatto dietro di lei e non aveva più modo di uscire.
Avrebbe dovuto per forza trovare un’altra via addentrandosi in qualche modo in quel posto dove era capitata.
Improvvisamente le luci si riaccesero, mostrando l’interno della grotta che era tale e quale ad un grandissimo magazzino abbandonato.
L’allenatrice, sollevata dal fatto di non essere più immersa nell’oscurità, aveva fatto roteare i suoi occhi blu per tutta la sala, curiosa, mentre raggiungeva le scalette di metallo arrugginito che l’avrebbero portata finalmente all’asciutto.
I suoi vestiti erano completamente bagnati, infatti i primi brividi di freddo avevano già iniziato a percorrere il corpo di Touko, che quasi tremava nonostante la stagione estiva.
Di lei, l’unica cosa asciutta era la borsa, intoccabile, in quanto conteneva il suo amato uovo e le sue cose. Aveva fatto peripezie assurde per tenerla asciutta e ne era valsa la pena sentire un po’ freddo.
Posata la borsa su uno dei tanti cassoni ammassati qua e là e strizzati i vestiti più che poteva, aveva fatto un giro per la stanza deserta. C’erano un sacco di cianfrusaglie ammassate negli angoli: scatoloni, marchingegni e nulla di utile.
Solo la porta metallica socchiusa in fondo sembrava condurre ad un'altra stanza, probabilmente si sarebbe infilata li dentro, andando incontro al suo destino, seppur non lo vedeva dei più rosei.
Mentre si guardava intorno, Touko notò sempre nella parete di fondo, oltre la vasca d’acqua rettangolare dove nuotavano indisturbati dei Carvanha, un quadro alquanto interessante.
Lentamente e attirata dai colori accesi, si era avvicinata alla parete per osservarlo meglio: le pennellate decise e veloci e fatte a regola d’arte, ritraevano ben tre Pokèmon, quasi messi in posa. Due ai lati e uno al centro, più in alto.
Solo dopo qualche minuto e dopo aver estratto il Pokèdex dalla tasca, Touko li aveva riconosciuti come Kyogre e Groudon impegnati in una lotta senza vincitori né vinti, immersi nelle fiamme e oppressi dalla pioggia, mentre sopra tutti c’era il possente drago verde Rayquaza, probabilmente lì presente per calmarli, come narrava la leggenda.
«Però! Bella triade!»
Aveva esclamato, sorpresa e allo stesso tempo inquietata dalla scena che sembrava così reale. Era la prima volta che vedeva i Pokèmon leggendari di Hoenn, seppure da un dipinto. L’affascinavano così tanto: dopotutto venire in quella regione era stata l’idea migliore che le era venuta nell’ultimo mese.
Facendo le spallucce e pensando che magari un giorno avrebbe potuto scovare quegli incredibili Pokémon, stava per tornare a recuperare la borsa da sopra il cassone metallico in cui l’aveva inconsciamente abbandonata, potendo constatare che si era purtroppo, volatilizzata.
Letteralmente.
L’allenatrice a quella scoperta sentì accrescere in sé una grandissima rabbia, trasformatasi subito dopo in panico, che riuscì fortunatamente a controllare facendo un bel sospiro e pensando positivamente.
O perlomeno, era quello che stava cercando di fare.
«Eh no, eh. Quella è la MIA borsa e la rivoglio! Ci sono il mio uovo, il mio peluche, i miei Pokèmon e i miei oggetti! Che scherzo è questo?!»
Urlò, più alle pareti che a sé stessa, dato che non sembrava esserci nessun’altro nei paraggi. E per fortuna, altrimenti avrebbe probabilmente scaricato la sua indignazione verso quella persona.
Nei minuti di silenzio che erano trascorsi, stava iniziando a maturare l’idea che quello era stato solo lo scherzo di un qualche spettro che abitava in quel magazzino abbandonato.
Dopotutto proprio in queste circostanze aveva incontrato il suo Gengar, sebbene era rimasta traumatizzata da quell’esperienza.
Sbiancò ulteriormente, ricordandosi d’un tratto che dentro a quella maledetta borsa c’era anche la pokèball di Zekrom.
Un leggero attacco di panico si era impossessato dell’allenatrice, ancora piena di rabbia per l’accaduto e decisa nello scovare i presunti ladri.
E magari insegnargli le buone maniere.
Proprio nel momento in cui non sapeva che fare, una luce arcobaleno che proveniva dalla sua tasca l’accecò, costringendola a portarsi le mani sul viso a proteggersi gli occhi.
Dalla luce era apparsa nientemeno che la figura dell’allegro Gengar che saltellava qua e là, annusando curioso i dintorni di quel posto che non aveva mai visto.
La ragazza tirò un sospiro di sollievo, al settimo cielo nello scoprire che non era più sola e sentendosi protetta.
Solo dopo si era ricordata che nella tasca sinistra dei pantaloncini teneva sempre la Pregio Ball di Gengar, più per abitudine che per sicurezza. Per tutte le volte che usciva dalla sua Pokèball, era più comodo tenerla a portata di mano.
Per l’ennesima volta, la sua uscita clandestina si era rivelata davvero molto utile.
 
I minuti scorrevano lenti da quando Touko, a fianco del suo fidato Pokèmon, aveva preso la decisione di addentrarsi nell’unica porta aperta di quella sala, arrivando così ad una serie di corridoi deserti e polverosi, costeggiati solo da qualche cassa sparsa e piante in vaso qua e là, magari messe lì per cercare di abbellire quel posto anche se con scarsi risultati.
I passi della ragazza risuonavano sordi sul pavimento leggermente bagnato, come se qualcuno era già passato lì prima di lei, e il silenzio che regnava in quella serie di intricati corridoi opprimeva la ragazza, annoiata a morte.
Gengar saltellava qua e là tranquillo, sperando almeno di attirare l’attenzione della sua allenatrice e rassicurandola che non c’era nessun pericolo.
Touko in realtà, in cuor suo, sperava di incappare in qualcosa di strano, o addirittura in qualcuno: non era abituata a queste situazioni di tranquillità oppure di troppo silenzio, la rendevano leggermente nervosa.
La ragazza sbuffò, calciando nervosamente un sassetto che le era capitato a tiro, continuando a camminare aumentando l’andatura, con la speranza di trovare una porta che fosse aperta.
Presa da questi pensieri, non si era accorta che Gengar si era fermato, e aveva iniziato a guardarsi intorno con le orecchie tese ad ogni minimo rumore.
L’allenatrice si era fermata a sua volta, osservando dubbiosa il suo Pokèmon che aveva lo sguardo puntato verso le lamiere del soffitto, mentre emetteva dei ringhi sinistri.
«Gengar? Cosa succede?»
Aveva domandato poi, rincuorata dal fatto che stava sicuramente per accadere qualcosa che avrebbe movimentato un po’ la situazione.
Appena ebbe finito la frase, due lamiere del soffitto si incrinarono, cadendo poi a terra a causa di un’esplosione fortissima, che aveva alzato un enorme polverone e un onda d’urto alquanto potente.
Gengar era balzato all’indietro, proteggendosi dietro Touko che, con le braccia davanti al viso era stata costretta ad arretrare i qualche passo.
Tossendo a causa della polvere –che odiava- e stropicciandosi gli occhi lacrimanti e ridotti a due fessure, faticava a distinguere due siluette nere davanti a lei ancora coperte dal polverone.
 
La nube si era diradata dopo qualche secondo, lasciando finalmente distinguere a Touko le figure di un uomo e una donna, il primo vestito con una maglia a righe nere, mentre l’altra portava una casacca azzurra con una maglietta nera aderente. Entrambi calzavano una bandana azzurra con uno strano simbolo, quasi facessero parte di un’altra organizzazione.
Agli occhi dell’allenatrice, quei due  non sembravano altro che gli ennesimi tizi in divisa con aspettative troppo grandi per loro, infatti li stava squadrando dubbiosa con la testa leggermente inclinata da un lato, ripensando all’ormai sgominato Team Plasma.
Cosa che tolse immediatamente il ghigno soddisfatto sul volto delle reclute, infastidite per non essere riuscite a spaventare la ragazza come avrebbero voluto.
Per loro sfortuna, Touko non era quel genere di persona.
Gengar, appurato che quelle potevano essere potenziali minacce, si era subito parato davanti all’allenatrice, in forma e pronto per uno scontro.
La donna dai lunghi e ricci capelli rossi, si era portata davanti all’uomo, riacquistando il ghigno di prima.
«Finalmente sei arrivata ragazzina, ti stavamo aspettando!»
Aveva detto, mostrando una Pokèball nella mano destra, che sembrava pronta per essere lanciata.
L’uomo alla sua destra le bloccò prontamente la mano, visibilmente preoccupato per quello che stava vedendo.
«Generale Ada, ma il piano non era quello di non farle usare i Pokèmon?»
Aveva sussurrato poi alla donna, quasi tremante. Il capo gli aveva raccontato della forza della ragazza, e di certo non ci teneva ad essere umiliato di nuovo, da una ragazzina poi.
La donna di nome Ada si era scostata sprezzante dalla recluta, sbuffando, e capacitandosi ancora di più della stupidità del suo collega che non arrivava a fare anche le congetture per lei più banali.
«Che vuoi che sia un Pokèmon? Noi possiamo scagliargliene quattro contro.»
Disse sospirando e agitando i suoi lunghi capelli con nonchalance.
«Comunque sia, l’altra recluta ha fatto un bel lavoretto soffiandole la borsa, ora ce l’abbiamo in pugno!»
Aveva aggiunto con un ghigno, volgendo di nuovo lo sguardo verso una stizzita Touko che, alla parola “borsa”, aveva sentito il sangue ribollirle nelle vene, passando dalla preoccupazione alla rabbia, capacitandosi che era in mano a quella gente.
Gente che ce l’aveva con lei per chissà quale motivo e ancora una volta, gente che si divertiva a rovinarle le giornate.
«Ridatemi immediatamente la mia borsa!»
Aveva esclamato, con una punta di indignazione nella voce. Quella donna dagli occhi ghiaccio le dava i nervi solo a vederla.
Ada rise di gusto, facendo rabbrividire l’uomo accanto a lei che, a fatica, aveva estratto due Pokèball dalla tasca.
«Per fare cosa? Per chiamare i tuoi adorati amici e distruggerci il covo?»
Chiese la donna, con una strana luce negli occhi mentre estraeva la sua seconda Pokèball.
«Beh, non credo proprio! Avanti Crawdaunt, Mightyena!»
Aveva esclamato, scagliando contro Touko quei due Pokèmon, all’apparenza potenti, che l’avevano fatta trasalire un pochino.
Il tutto rafforzato dal fatto che anche l’uomo aveva mandato in campo due Pokèmon, quali un Golbat e un altro Mightyena che sembravano allenati veramente bene.
Touko deglutì nervosamente, indietreggiando di qualche passo, preoccupata, mentre passava il suo sguardo da Gengar, che sembrava volesse combattere, a quei quattro Pokèmon.
Ada, nel vedere la sua speranza di sconfiggerli e la sua sicurezza vacillare, non poté fare a meno che sogghignare fra sé e sé, compiacendosi della nuova potenza del Team Idro.
Lo sapeva, in cuor suo, che Ivan non avrebbe lasciato perdere il suo obiettivo così facilmente, dopo un inciampo iniziale.
Una goccia di sudore scese dalla tempia di Touko, era alle strette: di certo Gengar non ce l’avrebbe fatta a tenere testa a quattro Pokèmon così ben allevati, anche se il suo sguardo risoluto e deciso sembrava dire tutt’altro.
«Su non farci perdere tempo, il capo desidera vederti!»
Esclamò la donna, prima di ordinare con un cenno della mano ai quattro Pokèmon di attaccare contemporaneamente il Pokèmon fantasma.
Fu un attimo, in cui Touko non ebbe nemmeno il tempo di pensare a una mossa per contrattaccare, né a una soluzione per uscire da quella situazione.
Aveva l’adrenalina a mille quando, all’ultimo secondo, aveva ordinato al suo Pokèmon di balzare più in alto che poteva e di correre oltre le guardie.
L’unica via d’uscita, era proprio darsela a gambe senza pensare alle conseguenze.
Il fantasma aveva rapidamente ubbidito, sebbene di malavoglia, facendo scontrare violentemente i quattro Pokèmon fra di loro, sotto uno sguardo allibito della recluta e della donna dai capelli rossicci.
Touko, approfittando della distrazione era riuscita a superare i nemici correndo a perdifiato, preoccupata solo di non farsi prendere.
«Gengar, non fermarti per nessuna ragione!»
 
Il suo fiato era ormai corto e non poteva fare a meno di respirare affannosamente
ad ogni corridoio che voltava. Quel covo sembrava un vero e proprio labirinto
senza vie d’uscita.
Non erano passati nemmeno cinque minuti, che Touko e il suo Pokèmon si erano
ritrovati fra i piedi reclute in divisa ad ogni angolo, pronte a catturarli.
Ancora si stava chiedendo cosa avesse fatto di tanto male a quei tipi per meritarsi
questa estenuante corsa ad ostacoli, mentre pregava alle sue gambe e al suo
Pokèmon che respingeva i nemici, di resistere.
Due Mightyena le stavano alle costole, mentre Gengar cercava di tenerli lontano con i suoi potenti attacchi.
Touko, vedendo che la situazione si era più o meno calmata, si era accasciata a terra stanca, reggendosi sulle ginocchia.
Proprio nel momento in cui pensava di essersi liberata almeno per un po’ di quel fiume di reclute, il generale Ada, le era comparsa davanti dalla penombra, agitando i suoi lunghi capelli arancioni.
«Game over, ragazzina.»
Aveva detto poi, con un ghigno in faccia finalmente sicura di avercela fra le mani, mostrando due Walrein alle sue spalle, pronti ad attaccare.
Finalmente il capo le avrebbe dato una promozione surclassando quell’energumeno di Alan.
Touko si era a malapena rialzata, cercando di riprendere un respiro regolare anche se con scarsi risultati. La rabbia di essersi fatta incastrare come un topo in trappola da quei tipi era forse più grande della paura per quello che avevano intenzione di farle.
Il suo orgoglio era veramente impossibile, a volte.
Si guardò velocemente intorno, cercando con i suoi occhi azzurri irrequieti, una qualsiasi via di fuga, quando il suo sguardo si era posato alla sua destra. Precisamente sul suo Pokèmon che, rincuorato, le stava indicando una porta metallica socchiusa.
Touko deglutì: probabilmente qualsiasi cosa avrebbe trovato al suo interno sarebbe stata meglio di quella che stava vivendo in quel momento.
«Avanti Walrein, attaccate!»
Al comando di un’Ada troppo sicura di sé, i Pokèmon si erano lanciati a tutta velocità verso la ragazza, alla quale ormai restava una sola decisione da prendere.
Qualche secondo prima dell’impatto, si era rotolata a terra verso destra, aprendo del tutto la porta arrugginita con una spallata, riuscendo ad entrare nella stanza che forse le avrebbe garantito una via di fuga.
Gengar aveva lanciato il suo fulmine più potente ai Pokèmon avversari, accecando anche la vista di Ada, per poi seguire la sua allenatrice in una corsa contro il tempo.
La pesante porta si era richiusa alle loro spalle di scatto, con uno scricchiolio sinistro, mentre sul viso della donna dai capelli rossi, ripresasi, era comparso un ghigno che non prometteva nulla di buono.
Touko e il suo Pokèmon giacevano a terra, esausti e con l’adrenalina ancora a mille. Il cuore della ragazza non voleva saperne di riprendere il suo normale battito, ma ad ogni minuto che passava si rilassava sempre di più.
«Ce l’abbiamo fatta.»
Aveva detto la ragazza, sfoggiando uno dei suoi più sinceri e bei sorrisi.
Dopotutto, le peripezie che aveva fatto a Isshu le erano servite a qualcosa.
Ma solo nel momento in cui Touko e il suo Pokèmon si stavano rialzando, si erano resi conto guardandosi intorno, che forse erano più nei guai di prima.
Squadre di reclute stavano sparse per l’enorme stanza, che nella pozza d’acqua al centro conteneva un sommergibile già pronto alla partenza, osservando i poveri malcapitati da ogni angolo, da dietro i cassoni e persino dalle travi sospese sul soffitto.



 








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Author's corner:

*evita coltelli e pomodori* 
C'è ancora qualcuno qui? ç_ç Si lo so che sono in un ritardo imperdonabile, diciamo un mese!
Purtroppo è tutta colpa della scuola e dello stress di fine anno, che mi hanno tolto tutta l'ispirazione per scrivere... Ma per fortuna l'estate è alle porte ed eccomi qui con un capitolo fresco fresco :3
Spero che ci sia ancora qualcuno che non mi abbia abbandonato e che segua ancora la mia piccola storia ^_^
Scusatemi ancora per il ritardo >_<
Anyway, come vi è sembrato questo capitolo? L'ho scritto abbastanza di fretta, quindi ci saranno probabili errori ^^"
Allora, dire che c'è bisogno di qualche piccola spiegazione sui componenti del nostro Team Idro.
Se avete giocato ai videogiochi per gameboy (Rubino, Zaffiro o Smeraldo), sarebbe più facile inquadrarli dato che li ho presi proprio da li :3
Alan è quel tenente muscoloso, con la giacca azzurra aperta, Ivan (o Archie) è il capo, mentre Ada è il secondo tenente, quella dai capelli rossicci e mossi, che mi sembra compare anche nell'anime.
Uhm, spero di essermi spiegata bene :P

Per altre domande e chiarimenti (e magari correzioni) sono sempre disponibile ^_^
Ringrazio di cuore coloro che mi seguono e soprattutto che recensiscono (che spero siano ancora qui :3)

Uh? Credo di aver finito, ho scritto anche troppo >_<
Non so quando arriverà il nuovo capitolo, spero viviamente il prima possibile!
Alla prossima ^_^

Juls!
 

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Capitolo 10
*** Chapter Ten: You won't catch me. ***


Chapter Ten: You won’t catch me.
(Non mi prenderete.)

 
 
 
 
 
Questo capitolo è dedicato interamente a Vampire Ninja, Dark Riocha e Tsuri-chan.
Perché queste tre splendide ragazze mi hanno sempre dato il loro appoggio in ogni capitolo e hanno fatto tanto per me.

 
 
 
 

Quell’immensa sala del sommergibile, dominata da un profondo silenzio, non era mai stata così brulicante di persone, almeno fino a quel giorno.
Il respiro e i battiti del cuore di Touko si erano letteralmente fermati, vedendosi circondata da ogni parte da quelle reclute dalla bandana azzurra che la guardavano con un ghigno, sicure ormai di avere in pugno la ragazza che cercavano.
Si era lentamente alzata, passando i suoi irrequieti occhi blu per tutta la stanza, pensando che, probabilmente, stavolta non aveva davvero uno straccio di via di fuga.
Gengar, esausto per la corsa e per gli sforzi fatti per tenere lontani quegli uomini, faceva fatica a reggersi in piedi, ma nonostante ciò aveva trovato la forza per avvicinarsi di più alla sua allenatrice.
Probabilmente avrebbe fatto di tutto per proteggerla e rassicurarla.
L’acqua dell’enorme vasca si infrangeva allegramente sulle pareti del sommergibile, creando una tranquillità che andava nettamente in contrasto con l’inquietudine e il turbinio di pensieri di Touko.
Dei passi che risuonavano calmi, ma allo stesso tempo pesanti sul pavimento, avevano catturato la sua attenzione, facendola voltare quasi meccanicamente verso la fonte del rumore, potendo accorgersi che si era placato e trovandosi al cospetto di due uomini che la guardavano sorridendo sotto i baffi.
Uno di questi, vestito diversamente dagli altri, con una camicia nera e con un’aria di superiorità, si era leggermente avvicinato alla ragazza, con le mani in tasca, mentre i lineamenti del suo volto si erano piegati in un ghigno.
«Finalmente sei arrivata.»
 
L’irrequietudine di Touko non era sicuramente un peso che stava portando da sola. Anche i suoi Pokèmon, nelle rispettive pokèball, separati dalla loro
allenatrice, percepivano che stava accadendo qualcosa.
Una recluta con una cappa nera correva irrequieta per i corridoi, con la borsa portata malamente a tracolla, mentre da un auricolare riceveva gli ordini. Aveva svoltato un corridoio, per poi entrare  in una stanza piena fino al soffitto di casse e cianfrusaglie varie dove, toltasi la cappa, aveva abbandonato anche la preziosa borsa di Touko.
La porta si era richiusa rapidamente con un tonfo, seguito subito dopo da due mandate di chiavi.
Ma quegli uomini non avevano fatto ancora i conti con gli ostinati Pokèmon della campionessa di Isshu.
Una luce bianca invase la stanza, facendo impallidire la fioca luce che emanava quella lampadina posta quasi per bellezza sul soffitto, mostrando la possente sagoma di un Salamence tutt’altro che tranquillo.
Il drago si era guardato intorno, curioso, oppresso da quei grandi cassoni che sperava nascondessero la sua allenatrice, ma invano.
«Grr...»
Un leggero ruggito uscì dalle sue fauci, insieme a una nuvoletta di fumo con qualche scintilla, mentre rifletteva sul da farsi.
Puntò i suoi occhi vispi e accesi sulla borsa, inclinando la testa da un lato e ricordandosi di quanto fosse importante per Touko.
Allungando il lungo collo, se l’era infilata a tracolla, quasi volendo proteggerla consapevole del piccolo uovo Pokèmon che c’era all’interno.
Sarebbe uscito da lì, era poco ma sicuro.
 
Una piccola goccia di sudore era scesa rapida dalla tempia di Touko, trovandosi sotto esame da due occhi neri come la pece che la scrutavano curiosi.
«Capo, che facciamo ora?»
Alan, al fianco di Ivan si era avvicinato, sussurrando quelle parole all’orecchio dell’uomo con uno strano sorriso.
Avrebbe ottenuto la sua vendetta sui ragazzini che si sarebbero messi di nuovo contro i piani del Team Idro e nemmeno il suo capo avrebbe potuto fermarlo.
Ivan aveva di nuovo rivolto il suo sguardo determinato su Touko, quasi ignorando la voglia di combattere del suo sottoposto.
«Allora, cara ragazzina.»
Touko, sentendosi chiamata in causa, aveva rivolto tutta la sua attenzione a quell’uomo che non le piaceva per niente.
Aveva corrugato la fronte, indietreggiando lievemente.
«Tranquilla, non vogliamo farti del male.»
Aveva sogghignato Ivan, avvicinandosi ancora, forse troppo.
«Vogliamo solo che tu ci aiuti nel nostro piano.»
Aveva sussurrato, chinandosi all’altezza dell’orecchio di una Touko quasi immobile, che avrebbe tanto voluto tirare un calcio a quello psicopatico e andarsene da lì, proseguendo la sua assidua ricerca.
«Che genere di piano?»
Alla domanda dettata dalla curiosità e dall’impotenza della ragazza, Ivan si era girato verso la folla infinita di reclute, schioccando le dita e mostrando la chioma rossa di Ada farsi spazio fra i suoi colleghi.
La donna era comparsa al cospetto del capo, mostrando sulle mani un cuscino rosso, su cui era adagiata una sfera che riluceva di un rosso acceso.
«Questa sfera... Qualche tempo fa aveva il potere di controllare nientemeno che il creatore del mare, il leggendario Kyogre, l’acerrimo nemico di Groudon.»
Ivan aveva poi sospirato, prendendo delicatamente in mano la sfera e facendola specchiare nei suoi occhi, risvegliando in lui i ricordi del precedente fallimento.
Touko era rimasta incantata dal colore acceso di quella sfera, per certi versi assomigliava allo scurolite del suo Zekrom.
«Ma!»
Aveva continuato Ivan, riposata la sfera sul cuscinetto, con un tono che aveva come risvegliato la povera allenatrice dal trans in cui si trovava.
«Per qualche strana ragione, sia questa sfera rossa, sia l’altra blu che controlla Groudon, hanno perso il loro mirabolante potere, forse per impedire a qualcun altro di risvegliare i creatori del mare e della terra... Ma ovviamente non sarà questo a fermare noi, il grande Team Idro dal dominare Hoenn risvegliando Kyogre ed espandendo il mare!»
Concluse il capo, con un tono solenne e deciso che fece venire i brividi in Touko e il suo Gengar.
La ragazza più ripensava alle parole di quell’uomo, meno ci capiva.
«Mi dispiace interrompere il tuo momento di gloria interiore, ma…»
Provò a parlare Touko, inarcando un sopracciglio, e convincendosi ancora di più del fatto che quegli idioti erano dei buoni a nulla come il Team Plasma, ricevendo un’occhiata infastidita da Ivan.
«Io cosa c’entro in tutto questo?»
Il muscoloso Alan aveva sospirato, stanco di tutte quelle chiacchiere. Non era il tipo che amava chiacchierare, piuttosto voleva l’azione.
«Sei proprio tu la chiave del potere della sfera, ragazzina! Tu e il tuo adorato Zekrom!»
Touko aveva sussultato, preoccupandosi di come il Team Idro sapesse che lei possedeva il Pokèmon Leggendario di Isshu, mentre Alan aveva estratto una Pokèball dalla sua tasca, preparandosi a lanciarla contro l’allenatrice.
Ivan aveva prontamente bloccato il braccio del suo sottoposto, stringendolo e lanciando un’occhiata fulminante ad Alan.
«Calmati Alan, verrà il tuo momento ma non ora.»
Il generale aveva strattonato il suo braccio per liberarsi dalla presa del capo, scocciato.
Intanto Touko, non sapeva più cosa pensare. Evidentemente toccava sempre a lei risolvere questo genere di problemi, era già il secondo Team con cui si ritrovava a che fare.
Ivan aveva poi riconcentrato il suo sguardo verso di lei, cercando di sembrare più calmo possibile di fronte all’ormai atteggiamento di sufficienza della ragazza.
«Quello che Alan stava cercando di dirti, è che ci serve l’elettricità del tuo caro Zekrom per ridare potere a quella sfera, poiché solo un Pokèmon Leggendario è in grado di fare ciò, e visto che ci siete capitati a tiro proprio tu e l’altro Pokèmon Bianco...»
«Il Pokèmon Bianco? Reshiram?»
Aveva incalzato Touko, sentendo che quei manigoldi avevano avvistato anche N.
Il capo aveva annuito, aggiustandosi la bandana azzurra e inarcando un sopracciglio, curioso.
«Esatto. A quanto pare, il ragazzo che è in grado di domare Reshiram è un tuo conoscente.»
L’aveva stuzzicata, intuendo che quello era un tasto pesante da toccare per la ragazza.
Touko aveva deglutito, stringendo i pugni, pensando che forse N era davvero più vicino di quanto pensava.
«Guarda.»
Un grande monitor si era acceso sulla parete di fondo, mostrando a tutti i presenti che avevano puntato lì lo sguardo, le immagini dell’enorme Reshiram che volava indisturbato con in groppa un ragazzo dai capelli verdi, N.
Touko aveva spalancato gli occhi, avendo sentito quasi un tuffo al cuore nel rivedere, dopo tanto tempo quel ragazzo seppur da uno stupido monitor, che l’attirava tanto, quel ragazzo che stava cercando per mari e monti, quel ragazzo che era riuscita a farla forse innamorare?
Per l’ennesima volta, forse, erano più vicini di quel che pensavano. L’essere in grado di saper tenere sotto controllo la potenza di due Pokèmon Leggendari li avrebbe legati con un filo indistruttibile.
«Eravamo anche sulle sue tracce ma.. Non siamo riusciti a tendergli una trappola, e poi eri tu quella che ci serviva per ridare potere alla sfera di Kyogre.»
Le parole di Ivan, erano passate come aria nelle orecchie di Touko, che aveva ancora gli occhi blu puntati sul monitor e la mente piena di ricordi della sua avventura a Isshu e di come si ritrovava sempre fra i piedi, il principe dell’ex Team Plasma.
Ad un tratto, il monitor si era spento, mostrando solo una schermata nera che aveva riportato l’allenatrice nel mondo reale.
«Probabilmente ora il Team Magma è sulle sue tracce.. Ma quell’ammasso di incompetenti non sarà mai in grado di catturare un ragazzo tosto come quello...»
Ragionava Ivan ad altra voce, non accorgendosi dello sguardo dubbioso che le stava riservando la ragazza.
In quel momento, sembrava come se il mondo le fosse caduto addosso, avendo scoperto l’esistenza di un altro Team di uomini in divisa.
A quanto sembrava, ogni diversa regione aveva la sua squadra di psicopatici.
«Ad ogni modo...»
Ivan si era rivolto di nuovo verso Touko, mostrando una Pokèball nella mano sinistra.
«Ci serve il tuo aiuto ragazzina, e non hai molte alternative...»
Alle spalle di Ada erano comparsi i due Walrein, mentre Alan e tutte le altre persone presenti nella sala avevano estratto dalla tasca delle Pokèball, pronte ad essere lanciate contro la ragazza.
Gengar, ripresosi quanto più aveva potuto, si era parato davanti all’allenatrice arrabbiato per quella mossa sleale, mentre Touko stringeva i pugni: di certo non avrebbe mai dato il suo aiuto a quel Team di scellerati.
«A meno che... Non vorrai che ai tuoi amici o Pokèmon venga fatto qualcosa di male...»
Aveva continuato Ivan, sogghignando e toccando in pieno il punto debole della ragazza, sicuro ormai di poterla manovrare a suo piacimento con quella terribile pressione psicologica.
Touko sussultò: non avrebbe mai di certo permesso a quei tizi di toccare i suoi amici e i suoi Pokèmon, ma allo stesso tempo non poteva condannare Hoenn e l’intera umanità al declino.
Cercando di non farsi vedere debole, aveva tirato un confuso Gengar dietro le sue spalle e aveva guardato con decisione Ivan: ormai non bastava più temporeggiare, doveva prendere una decisione.
«Io...»
Aveva sibilato, prima che l’onda d’urto di un’esplosione dominasse la stanza, insieme a una nube fitta di fumo e fiamme.
Tutto il Team era nel panico più totale: un incendio ormai imperversava nel rifugio che, grazie all’immane onda d’urto provocata, sembrava stesse per crollare da un momento all’altro.
Touko stringeva fra le braccia il suo Pokèmon spettro, mentre cercava di capire cosa fosse stato il principio di quel disastro, quando, fra le fiamme, si era stagliata la possente figura di un Salamence infuriato.

 











~











Author's corner: 
 

Ehm, salve? C'è nessuuunooo?
*una paglietta vola solitaria nel deserto*

Ehm ^_^ Sono tornata finalmente :D Finita la scuola, ecco che la mia mente ha riniziato a produrre nuovi capitoli, spero di non aver deluso nessuno e che siate ancora qui a seguirmi. :)

Bene bene, qui diciamo ho voluto far intendere gli scopi del nostro caro Team Idro con un dialogo, forse veramente noioso... Perdonatemi se questo capitolo non v'aggrada, farò del mio meglio con i prossimi, giuro ç_ç
Scusatemi di nuovo ç_ç
Ma altrimenti non sapevo come fare, era funzionale per lo svolgimento!
E... così entra in gioco anche il Team Magma e... N! Eccolo qua! Touko per ora si dovrà accontentare di queste apparizioni ambigue, poverina ! Quanto la faccio soffire :\
 
Ve l'aspettavate che Salamence avrebbe salvato la situazione? Beh,  è grazie ai Pokèmon che nasce questo fandom, quindi hanno molto risalto nella storia ^^

Bene, ora vi lascio, con la speranza di non avervi annoiato e che il mio ritorno sia stato almeno carino :3
Concludo ringraziando chi legge e chi continua a recensire, senza di voi non credo avrei la motivazione per continuare, grazie davvero!
Un abbraccio,

Juls!
 

 

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Capitolo 11
*** Chapter eleven: Finally, free. ***


 Chapter eleven: Finally, free.
(Finalmente, libera.)
 

 





A Porto Alghepoli il tempo scorreva tranquillo.
Il mare era calmo e cristallino, tanto che qualche Wailmer a volte guizzava fuori dall’acqua, mentre stormi di Wingull sorvolavano gli scogli alla ricerca di cibo.
Le navi andavano e venivano, cariche di merci, per poi ripartire alla volta di Porto Selcepoli.
Il sole era ormai alto nel cielo e Belle e Komor erano appena usciti dal centro commerciale, seguiti da una Vera imbronciata per il comportamento precedente di Drew e quest’ultimo che, con un sorriso in volto, le stava porgendo il peluche a forma di Luvdisc che aveva comprato poco prima, facendo diventare il viso della ragazza rosso scarlatto.
Belle si era stranamente data una controllata nello shopping: non era riuscita a resistere dal comprare il peluche di un Pikachu e qualche bacca per i suoi Pokèmon, mentre Komor aveva trovato in chissà quale scaffale, un’interessante libro sulla mitologia di Hoenn che leggeva avidamente, noncurante ormai del mondo esterno.
«Per questa volta ti perdono, grazie Drew!»
Aveva esclamato Vera, ripresasi dall’imbarazzo. Diceva sempre così: non c’era una volta che non riusciva a perdonare quel ragazzo dal bel faccino che qualche anno fa l’aveva letteralmente conquistata.
Velocemente, aveva scoccato un bacetto sulla guancia di Drew che sorrideva soddisfatto.
«Ragazzi ma... Touko?»
Belle aveva rivolto il suo sguardo verso l’amica dalla bandana verde smeraldo che, visibilmente preoccupata aveva posto quella domanda.
«Ormai è da parecchio tempo che è via... Sto iniziando anche io a preoccuparmi...»
Rispose la bionda, grattandosi nervosamente il mento.
C’era qualcosa che non andava e lei riusciva a sentirlo. In tutte le peripezie fatte a Isshu, quella era la seconda volta che aveva un brutto presentimento e di solito ci azzeccava sempre, soprattutto se riguardava la sua migliore amica.
Un boato ricoprì l’aria circostante, facendo voltare tutte le persone che fino a quel momento camminavano tranquillamente, verso la baia, più precisamente verso quella specie di grotta poco lontano dalla costa che una volta era identificata come il rifugio del pericoloso Team Idro.
Nemmeno il tempo di realizzare la scena, che una colonna di fuoco, seguita da una fortissima esplosione, aveva squarciato la grotta, levandosi fino alle nuvole e creando una fitta nuvolaglia di fumo grigio, che costrinse i ragazzi a indietreggiare proteggendosi gli occhi.
Di sicuro, quella era l’unica cosa che aveva turbato la tranquillità di Porto Alghepoli da qualche anno a questa parte, qualcosa che significava forse l’inizio di un’altra corsa per fermare il risveglio dei creatori del mare e della terra.
Dalla nube fitta di fumo, alla velocità della luce si era stagliata la sagoma di un drago, che era filato dritto in alto, verso le nuvole.
«Ma quella è Touko!»
Aveva urlato Belle, in preda al panico e cercando di capire se ciò che stava vedendo era vero.
Tutti puntarono gli occhi su quella figura, che ormai era completamente sparita nell’azzurro del cielo, mentre la nube di fumo ricopriva la città.
I ragazzi si guardarono con uno sguardo d’intesa, misto fra lo sconvolto e l’impaurito.
Komor cercava assiduamente quella che aveva riconosciuto come la sua amica quando, aguzzando la vista grazie ai suoi occhiali, aveva visto che quel drago, stava lentamente scendendo verso la spiaggia.
Si era rialzato goffamente, mantenendo lo sguardo fisso sulla figura che scendeva sempre di più.
«Presto, andiamo in spiaggia, sta scendendo li!»
Senza farselo ripetere due volte, i ragazzi si erano precipitati con i piedi sulla sabbia, potendo assistere all’inquietante spettacolo del crollo della grotta, che spariva fra le onde.
I membri del Team Idro erano stati colti alla sprovvista come delle formiche ed ora, chi non era riuscito a salire sul sommergibile del capo, si ritrovava a seguirlo a nuoto con gli Wailmer del covo.
Vera si era portata una mano davanti alla bocca, così come i cittadini che dall’alto del promontorio osservavano la scena, potendo constatare che il Team Idro era ritornato o forse, non era mai cessato di esistere.
Un cameraman spuntato da chissà dove,  stava riprendendo le immagini, al fianco di una giornalista che documentava i fatti accaduti negli ultimi minuti.
I quattro ragazzi avevano il fiato sospeso, vedendo la sagoma del drago farsi sempre più chiara e identificarsi proprio come il Salamence di Touko, la quale riusciva a fatica a reggersi.
Dopo attimi che parvero infiniti, Salamence era atterrato, levando un sottile strato di sabbia, cercando di fare il più dolcemente possibile per non urtare la sua allenatrice, ormai provata.
«Ehi.»
Aveva sibilato Touko, scendendo a fatica dal suo Pokèmon e reggendosi al suo possente collo.
I suoi amici l’avevano accerchiata, preoccupati per le sue condizioni ma, nonostante questo, non era mancata Belle a circondarla con un abbraccio quasi fraterno.
«Cosa è successo? Chi ti ha ridotto così? Dove sei stata amica mia? Chi erano quei tizi?»
Incalzava la bionda, ansiosa e preoccupata allo stesso tempo.
Komor, vedendo lo sguardo perso di Touko, aveva allontanato l’amica per dare un po’ più di spazio a Touko che tossiva a causa della polvere.
«Touko...»
Vera non sapeva come comportarsi in quella situazione, vedere un’amica in quelle condizioni non era una bella cosa. Drew l’aiutava a stare in piedi, mentre dalla borsa era addirittura uscito il suo Lucario, preoccupato per l’accaduto.
«Ragazzi, sto bene, ho solo bisogno di... Un po’ di riposo.»
Aveva cercato di dire Touko, abbozzando un qualcosa simile ad un sorriso che sicuramente non era servito a calmare i suoi amici. Quasi si commosse nel vedere che tutti si stavano preoccupando così per lei.
«Dai andiamo al centro Pokèmon ora, poi ci racconterai cosa sta succedendo.»
La folla di curiosi che si era attorniata intorno ai ragazzi, compreso il cameraman, si erano letteralmente volatilizzati all’ultima affermazione della coordinatrice e soprattutto allo sguardo fulminante che gli aveva riservato.
 
«Glielo dovremmo dire?»
Il pomeriggio non aveva tardato ad arrivare e oramai il cielo aveva iniziato ad assumere un colore rossastro che scandiva l’arrivo della vicina notte.
I quattro ragazzi, appena entrati al centro Pokèmon, non ci avevano pensato due volte a spedire velocemente Touko in una camera per riposarsi, mentre avevano consegnato i suoi Pokèmon a Blissey che li avrebbe rimessi in sesto.
«Certo, tanto verrà a saperlo dall’infermiera Joy prima o poi, quindi.»
I quattro ragazzi ancora turbati dall’accaduto, si erano appropriati di un divanetto con un tavolino del centro Pokèmon, ora con un altro pensiero che gli frullava in testa: le condizioni dell’uovo che la loro amica aveva ricevuto dal capitano.
«Ci rimarrà sicuramente male, non voglio vedere giù la mia migliore amica.»
«Quel che è stato è stato, deve saperlo.»
Komor riusciva sempre a prendere una decisione, anche se significava essere dolorosa. Nemmeno in quel momento era riuscito a staccare gli occhi dal libro che aveva comprato, aggiustandosi di tanto in tanto gli occhiali e ascoltando gli argomenti di conversazione dei ragazzi che, alla fine, rimanevano sempre gli stessi.
«L’infermiera Joy era visibilmente preoccupata quando ha visto la piccola crepa sul dorso dell’uovo...»
Aveva sibilato Drew, stringendo i pugni. Cercava di non darlo a vedere, ma era veramente preoccupato, sia per la sua nuova amica, sia per l’uovo.
Erano davvero troppe quelle ore di attesa, troppe e dominate dalla preoccupazione. Un silenzio tombale era calato fra i ragazzi, ma venne interrotto dall’inaspettata comparsa di una sorridente Touko, affiancata dal suo Lucario.
«Ragazzi! Che succede?»
Aveva chiesto poi, vedendo i volti corrucciati dei suoi amici e non capendo il perché. Forse si sarebbe aspettata un sorriso e qualche sospiro nel vedere che ora lei si sentiva meglio, cosa che purtroppo non arrivò.
L’entusiasmo di Belle però non si era del tutto spento, infatti era letteralmente saltata addosso alla sua amica, dandole quell’abbraccio che sperava fosse ricambiato, questa volta.
«Finalmente ti sei ripresa! Come sono felice!»
«Ti sei dormita tre ore filate... Però!»
Komor era comparso di fianco a lei, aggiustandosi gli occhiali, sollevato.
Vera inglobò le due ragazze con un altro abbraccio, quasi con le lacrime agli occhi nel vedere Touko in grado di reggersi in piedi da sola e con lo stesso sguardo allegro di sempre, sguardo che però, era colmo di preoccupazioni e di responsabilità, nonché colmo dell’avventura vissuta nel covo.
«Così mi soffocate però!»
Aveva esclamato Touko, fra le risate.
A interrompere il giubilo dei cinque ragazzi, era stata l’entrata improvvisa di una sorridente infermiera Joy che, in un certo senso, servì ad alleviare ancora di più la situazione creatasi.
«Sono contenta che tu ora ti sia ripresa cara. I tuoi amici mi hanno dato l’uovo che avevi in custodia nella borsa e... Mi sono accorta che c’era una piccola incrinatura, così l’ho portato in sala operatoria per analizzare se il piccolo all’interno ha subito qualche danno...»
Il cuore di Touko aveva sicuramente perso qualche battito, mentre i suoi occhi diventavano sempre più vuoti e un principio di lacrime quasi si faceva spazio nelle sue iridi azzurre.
Come aveva potuto permettere che l’uovo si potesse danneggiare?
Joy aveva visto il cambiamento di umore della ragazza, così si era affrettata ad esporle l’esito degli esami, sbirciando qua e la nei fogli che aveva in mano.
«...Non c’è nulla di cui preoccuparti, il piccolo è in ottima forma e nascerà sanissimo!»
Una sensazione di sollievo si era impadronita dei cinque ragazzi che, almeno per qualche cosa, potevano ancora gioire, cercando di non pensare al fatto che probabilmente stavano accadendo cose di cui avrebbero dovuto preoccuparsi.
 
«Guardate un po’.»
Una mezz’ora dopo, i ragazzi si erano rifugiati in un bar per rilassarsi e cercare di smaltire la tensione dei fatti accaduti e magari, farsi raccontare da Touko cosa le era successo.
Vera e Drew ascoltavano i fatti preoccupati e ripensando alla precedente esperienza che avevano avuto con il Team Idro, Belle girava la cannuccia nervosamente sul suo bicchiere e Komor ascoltava in silenzio, analizzando ogni minimo dettaglio di ciò che gli veniva detto.
Ora gli sguardi dei ragazzi, erano concentrati al centro del tavolo, in mezzo alle loro granite, dove Touko aveva posto delicatamente una sfera che riluceva di un rosso scarlatto che attirava non poco, l’attenzione dei due coordinatori di Hoenn.
«Quando Salamence ha fatto la sua entrata nella sala per salvarmi, ha provocato il terremoto che ha distrutto il covo. Nella confusione generale, ho visto la sfera rotolare fra i piedi delle reclute e così, dopo aver fatto rientrare Gengar, sono riuscita ad afferrarla ed andarmene.»
Aveva spiegato Touko, con ancora addosso l’adrenalina del momento. L’essere riuscita ad afferrare quell’oggetto è stata una vera fortuna, almeno era sicura di non averlo lasciarlo in mani sbagliate.
Vera aveva preso delicatamente la sfera fra le mani, soppesandola e analizzandola.
«Cavoli, non dovrebbe stare separata dalla sfera blu. Quei manigoldi l’hanno rubata per la seconda volta, è veramente un guaio!»
Komor aveva ripreso fra le mani il suo libro, sfogliandolo in cerca di qualche informazione in più, mentre Belle era rimasta incantata da quella sfera luccicante.
«L’unica cosa a cui dobbiamo stare attenti ora è... Il Team Idro che sicuramente tornerà a riprendersela. Anni fa, erano riusciti a risvegliare i due Pokèmon leggendari che, fuori controllo, avevano invaso Hoenn da piogge torrenziali e vampate di calore.»
Raccontava Drew, facendo affiorare in mente quei ricordi tanto inquietanti, insieme alla rabbia per non aver potuto fare nulla.
«I leggendari erano fuori controllo, ma un ragazzo è riuscito a risvegliare il drago verde, il signore dell’aria Rayquaza per calmarli, che ha fatto perdere il potere alle sfere per evitare che una cosa del genere risucceda.»
Vera aveva preso la parola, restituendo a Touko la sfera, con quanta più delicatezza possibile. Era fin troppo consapevole che la storia si stava ripetendo, ma questa volta, Touko e, ironia della sorte, N, erano i prescelti.
«C’è scritto proprio così in questo libro.»
Aveva esclamato Komor, aggiustandosi gli occhiali con aria soddisfatta per aver memorizzato così velocemente la mitologia di Hoenn.
«E questo cosa significa?»
Chiese Belle, preoccupata ma allo stesso tempo eccitata nel vivere una nuova avventura.
Touko si era alzata dal tavolo, facendo sobbalzare Lucario che dormiva beatamente sulle sue gambe, dirigendosi verso la veranda che dava sulla spiaggia.
Aveva stretto i pugni, puntando lo sguardo fisso sul confine fra cielo e mare, proprio dove il sole stava scomparendo, pensando a quello che aveva passato in quel covo e quello che aveva sentito dire da quegli uomini.
«Significa che per ora devo cercare il Team Magma e prendere anche la sfera blu.»
 
La cascata di bolle che i Corpish emettevano sempre la sera, rilucevano agli ultimi raggi di sole, creando degli arcobaleni sospesi e giochi di luce veramente belli. Lucario si divertiva a rincorrerle e saltare per prenderle, ma rimaneva davvero deluso, vedendo che al tocco della sua zampa, queste scomparivano in mille schizzi d’acqua che gli bagnavano il muso.
Touko era seduta in spiaggia, godendosi lo spettacolo con la mente intrisa di pensieri e di cose che doveva fare che la preoccupavano e non poco.
«Ehi Touko!»
Belle e Komor erano comparsi alle sue spalle con un lieve sorriso e si erano accostati alla loro amica per godersi quello spettacolo.
Touko gli aveva rivolto un sorriso di rimando, per poi concentrarsi di nuovo sulle onde che infrangevano gli scogli.
«Dove sono Drew e Vera?»
«Credo siano tornati al centro Pokèmon a riposarsi.»
Aveva risposto Komor, abbandonandosi alla brezza marina.
Belle era stranamente silenziosa, e disegnava cerchietti a vuoto nella sabbia, cercando di liberare la mente da tutti quei pensieri.
«Non voglio che te ne vai da sola nel covo del Team Magma. Sono tua amica e voglio viverla con te questa avventura.»
Aveva sibilato, facendo l’offesa. E forse un po’ lo era, in fondo, dato che Touko aveva insistito nel voler entrare da sola in quel covo di manigoldi.
La campionessa aveva soffocato un risolino, contenta del fatto che avrebbero voluto seguirla.
«Non posso rischiare di mettervi in pericolo, Belle. E’ una cosa che devo fare da sola...»
Aveva risposto, con un sorriso che nascondeva un po’ di preoccupazione.
«Touko! Ragazzi!»
La voce di Vera aveva interrotto il dialogo, arrivata come un fulmine a ciel sereno che aveva fatto sobbalzare i ragazzi.
Tutti si erano voltati verso la direzione della voce, mostrando una Vera  che respirava affannosamente dopo la corsa appena fatta.
«Cosa è successo?»
Aveva detto Touko, agitata, alzandosi e andandole incontro.
«L’uovo! Si sta già schiudendo!»
 


 


~











Author's corner:

Buonasera a tutti!!! ^^
Eccomi qui, con un nuovo capitolo scritto veramente a tempo record e abbastanza lunghetto!
Dite la verità, non vi aspettavate che sarei tornata così presto, neh?
Forse l'ho anche fatto perché per il prossimo capitolo ho un vuoto temporaneo, quindi mi ci vorrà un pochettino più di tempo rispetto a questo ^_^"

Anyway, come vi è sembrato? Spero sia stato di vostro gradimento anche questo, anche se a me non soddisfa molto! :|

E così vediamo una Touko uscita dall'incubo del Team Idro, piena di preoccupazioni e decisioni da prendere, e degli amici che per lei ci saranno sempre.
Cosa faranno ora i nostri eroi?
#Domanda del giorno: Che Pokèmon pensate ci sia nell'uovo che è già in procinto di schiudersi?

Troppo facile >_<

Ringrazio ancora di cuore Dark Riocha, Vampire Ninja e Tsuri_chan che recensiscono sempre, grazie ragazze <3
E ringrazio veramente tanto anche chi legge solamente, un vostro parere\critica sarà sempre bene accetto ^^

Vi lascio ora, vi ho anche annoiato troppo!!
Un bacio,
Juls!


 

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Capitolo 12
*** Chapter twelve: Let’s the journey begin! ***


Chapter twelve: Let’s the journey begin!

(Che il viaggio inizi!)
 



 Premessa: anche se è un capitolo di passaggio e temo deluderà molti di voi (ç_ç) vorrei dedicarlo a delle ragazze speciali per ringraziarle ancora una volta di tutto quello che fanno.
A: Vampire Ninja, Kikari_, Dark Riocha, Tsuri_chan, Yume KourineOrsacchiotta Potta Potta e bilo99.

Grazie.~  






 
«Ci siamo...»
L’infermiera Joy aveva sospirato rumorosamente, cercando di scaricare la tensione che da pochi minuti aveva accumulato insieme ai cinque ragazzi riuniti accanto a lei, tutti a semicerchio intorno al piccolo uovo di Touko che non la smetteva di agitarsi sul cuscino dove l’avevano posto.
Touko, ancora con il fiatone per la corsa fatta, non riusciva a staccare gli occhi da quello che da lì a poco, sarebbe stato il suo nuovo compagno di viaggio, mentre si torturava un lembo dei pantaloncini.
Crack.
Un altro pezzetto di guscio era caduto a terra, mentre il movimento dell’uovo si faceva più irrequieto, così come gli animi dei ragazzi.
Vera aveva inconsapevolmente stretto la mano di Drew più forte che poteva e lui non faceva altro che ricambiare, mantenendo lo sguardo fisso sull’uovo.
Crack.
Un altro pezzettino che cadeva a terra, un altro minuto passato in mezzo a mille dubbi e domande.
Belle teneva gli occhi sbarrati e attenti su quello che stava per accadere, mentre Touko si mordeva il labbro in cerca di uno stato di tranquillità.
Ma come poteva esserlo, con la preoccupazione di quella dannatissima crepa, anche se Joy aveva provato a rassicurarla?
Komor poggiò una mano sulla spalla dell’amica, consapevole dell’incerto stato d’animo in cui si trovava, cercando di dirle che doveva calmarsi.
Crack.
Una luce bianca aveva abbagliato i presenti, costringendoli a coprirsi gli occhi accecati dalla troppa luce.
Il momento era giunto e Touko, non appena la luce si era dissolta, aveva puntato le sue iridi azzurre verso il nuovo nato, quasi con le lacrime agli occhi per la tenera scena che stava osservando.
Un piccolo esemplare di Charmander era raggomitolato su di se, mentre la fiammella sulla coda bruciava allegra, segno che era davvero in buona salute.
Il piccolo aveva aperto i suoi occhietti vispi, mettendosi seduto e guardandosi intorno curioso, trovandosi addosso i dolci sguardi delle persone attorno a lui.
«Ma.. E’ dolcissimo...»
Aveva sussurrato Belle, con la voglia di prenderlo in braccio e coccolarlo.
Touko era al colmo della gioia nel vedere quel piccolo così vispo e allegro, mentre scrutava e studiava attentamente i dintorni.
Joy aveva sorriso, mentre si accingeva ad accendere le macchine che avrebbero effettuato i controlli di routine sul nuovo arrivato.
«Dall’aspetto sembra davvero in buona salute, Touko!»
Aveva esclamato, raggiante.
La castana aveva fatto un passo avanti, chinandosi leggermente all’altezza degli occhietti vispi del suo nuovo amico, sorridente.
«Benvenuto in questo mondo, piccolo. Io sono Touko e sarò la tua allenatrice e compagna!»
Il Charmander aveva fatto un sorriso, quasi avesse capito le parole della ragazza, per poi goffamente mettersi in piedi e balzare fra le braccia di Touko, che quasi era commossa per la felicità.
«Chaaar!»
Assistere alla schiusa di un uovo era davvero un momento magico, quasi una delle meraviglie di quel mondo, e gli occhi sognanti di Vera lo dimostravano.
La campionessa di Isshu aveva stretto a se il suo nuovo piccolino, e Lucario, uscito dalla Pokeball, osservava curiosamente e con un pizzico di gelosia la scena, alzandosi fin sulle punte per cercare di sfiorare e annusare il nuovo arrivato.
Chissà, se era simpatico.
 
«Bene, qui abbiamo finito, Charmander scoppia di salute anche se è leggermente più piccolo del normale, ma nulla di cui preoccuparsi!»
L’infermiera Joy, finiti i controlli, aveva riconsegnato il piccolo alla sua allenatrice che, sorridente, l’aveva fatto salire sulle spalle.
«Non so come ringraziarla!»
La donna dal camice bianco aveva fatto un inchino, per poi tornare dietro al bancone del Centro Pokèmon a svolgere il suo lavoro.
«E’ stato un piacere!»
Touko aveva mosso qualche passo verso i suoi amici, seduti attorno ad un tavolino di vetro, mentre Lucario fremeva dalla voglia di tenere fra le zampe il piccolo.
«Grr!!»
Aveva protestato la volpe, aggrappandosi alla gamba della ragazza.
Touko aveva riso, seguita dai suoi amici che stavano osservando divertiti la scena e pensando che dopotutto, Lucario era anche un po’ geloso.
«E va bene amico mio, ma stai attento!»
Esclamò la ragazza, mentre si chinava all’altezza del suo Pokèmon.
Il cucciolo di Charmander si era nascosto dietro la folta coda castana di Touko, intimorito da quel Pokèmon più grande di lui.
Lucario aveva sorriso, cercando di rassicurarlo e trasmettergli un senso di tranquillità e sicurezza, intimandolo ad avvicinarsi.
Dopo qualche minuto, Charmander si era deciso a saltare in braccio a Lucario, seppur titubante, mentre sorridendo lo annusava memorizzando il nuovo odore.
Touko aveva lasciato i due Pokèmon conoscersi, intenerita dalla scena, mentre si dirigeva dai suoi amici che chiacchieravano animatamente.
«Allora Touko, quali sono i programmi?»
Aveva chiesto Drew qualche minuto dopo, tirando fuori la cartina dettagliata di Hoenn e conoscendo fin troppo bene la decisione dell’amica di voler scovare il Team Magma, cosa che all’inizio, nemmeno lui e Vera avevano approvato.
Touko osservava la cartina, pensierosa, mentre Belle e Komor, preoccupati, aspettavano la sua decisione definitiva.
«Devo trovare il Team Magma e con loro la sfera blu. Anche perché da quanto ho capito, loro potrebbero avere dei contatti con .. N.»
Aveva deglutito, incerta, dopo aver pronunciato l’ultima parte.
Doveva rischiare, ormai il disastro era già avvenuto separando le due sfere inattive, non poteva rischiare che la situazione degenerasse.
Drew aveva sospirato, iniziando a tracciare con un pennarello rosso, la rotta che dovevano seguire per raggiungere il rifugio dove tempo fa era nascosto il Team Magma.
«Sei proprio irremovibile, eh?»
Touko sorrise alle parole del verdino, impegnato ad orientarsi in quella che era la sua regione natale.
«Ma Touko...»
Belle aveva provato a far cambiare idea all’amica ma, dopo aver visto il suo sguardo deciso e rassicurante, aveva rinunciato, abbandonandosi con la schiena alla poltroncina rossa accanto a un Komor attento ad ogni minimo movimento del pennarello di Drew.
«E sia, andremo al Rifugio Magma!»
Aveva esclamato Vera, convintasi del fatto che quella era l’unica soluzione per salvare la situazione, o perlomeno cercare di evitare qualche catastrofe peggiore, viste le precedenti alluvioni e siccità di anni addietro.
Touko sorrise, felice di essere riuscita a coinvolgere del tutto i compagni in quell’avventura, consapevole però del fatto che avrebbe dovuto metterli in mezzo il meno possibile. Probabilmente, se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato e avrebbe conservato dentro di se un rimorso perenne.
«Tempo fa il Team Magma aveva il covo nel Passo Selvaggio, proprio ai piedi del Monte Camino..»
Ragionava Drew ad alta voce, mentre con il suo pennarello aveva disegnato una piccola crocetta sulla città di Cuordilava.
I ragazzi osservavano curiosi la mappa, cercando di orientarsi, cosa che era alquanto difficile, soprattutto per gli allenatori di Isshu.
«Quindi io direi che da qui, Porto Alghepoli...»
Vera aveva strappato di mano il pennarello al suo compagno, iniziando a tracciare un itinerario in rosso per le strade alberate di Hoenn.
«...Possiamo seguire camminando il sentiero che porta fino a Forestopoli, per poi da lì proseguire in volo verso Cuordilava e stabilirci là, che ne dite?»
Aveva concluso la coordinatrice, entusiasta, mentre Drew la guardava offeso.
Spettava a lui disegnare l’itinerario, dopotutto era lui quello più esperto della regione di Hoenn!
Il ragionamento di Vera non faceva una piega, e Touko e Belle annuirono decise.
Komor si era aggiustato gli occhiali, scrutando con attenzione la cartina.
«E se proseguissimo direttamente da qui volando?»
Aveva chiesto con il chiaro intento di restringere i tempi d’arrivo: dopotutto, quella era una missione che non poteva farsi attendere.
«Il problema è che già volando da Forestopoli rischiamo di essere rintracciati più facilmente e ora che quei farabutti stanno alle calcagna di Touko non possiamo rischiare e volare per un raggio così ampio, e in più privo di foreste...»
Aveva risposto Drew, facendo notare al moro che quello in effetti, era un tratto un po’ spoglio, con la costa vicina e priva di foreste così grandi da potercisi camuffare.
«… Invece passando prima a piedi e poi in volo da Forestopoli, abbiamo più occasioni per nasconderci e far perdere le nostre tracce, inoltre io e Drew laggiù conosciamo una via in volo completamente nascosta da alberi!»
Aveva concluso Vera, soddisfatta, con il chiaro intento di non farsi sorpassare dal compagno che aveva sbuffato sonoramente.
Touko si era alzata di scatto, poggiando una mano sulla cartina, determinata e con il fuoco che ardeva nelle sue iridi azzurre come il cielo.
«E’ andata, partiremo domani mattina
 
«Wing, Wiinguuul!»
Touko si era nervosamente messa – e non con il massimo della delicatezza- il morbido cuscino bianco sopra testa, dopo l’ennesimo verso di quell’odioso Wingull che aveva trovato casa proprio sul balcone della sua stanza del Pokèmon Center dove aveva deciso con gli altri di fermarsi, la sera prima.
Charmander invece dormiva beatamente, raggomitolato su se stesso sopra alle coperte del letto, accanto a Lucario che ormai l’aveva preso in custodia come suo fratello minore mentre la loro allenatrice, rassegnata e con istinti omicidi verso quel Wingull che sembrava avesse radunato una decina di altri suoi rumorosi amici, si era alzata di scatto da letto, pensando che quella giornata era già iniziata piuttosto male.
Aveva mosso qualche passo verso il bagno, trovandosi davanti il suo dispettoso Gengar che faceva le boccacce davanti allo specchio e che, non appena si era accorto del risveglio della sua allenatrice, era balzato di fronte a lei, con uno sguardo sornione e la sua linguaccia rosa che arrivava quasi fino a terra.
Touko, con una carica di energia negativa dovuta a quel Wingull che l’aveva costretta ad alzarsi due ore prima dell’appuntamento delle dieci fuori dal Pokèmon Center con gli altri, aveva bellamente ignorato il Pokèmon fantasma, continuando a muovere alcuni passi verso il lavandino con l’andatura simile ad uno zombie.
«Scusami, Genghy
Il Pokèmon fantasma aveva mutato di colpo il suo umore, diventando triste e quasi con i lacrimoni agli occhi. Come aveva potuto un Pokèmon così vivace e allegro come lui, fallire nella sua missione di spaventare e\o far divertire la sua allenatrice?
Touko, vedendo quel repentino cambio di umore, non aveva potuto fare altro che ridere di gusto, facendo finalmente scivolare via quell’energia negativa che aveva accumulato al risveglio, stringendo Gengar fra le braccia e pensando che aveva davvero dei Pokèmon unici.
Ora sì, che il viaggio e la sua missione potevano iniziare.

 



 ~











Author's corner:

*Schiva coltelli*
I'm back! Si, ormai lo sapete che sono una ritardataria, neh? T_T
Sempre più imperdonabile, un pò per colpa dell'ispirazione, un pò perché sono stata al mare (dove spero di tornarci) e un pò perché sto cercando di maturare il mio stile di scrittura leggendo molto, ma alla fine eccomi! Ah e poi anche causa idee per nuove fic ! Ho già scritto due one-shot sulla Ferriswheel e sto programmando una fic dove farà il suo debutto la mia OC Julia, nella sezione "Naruto"   (Julia, saluta! ndMe  Salve a tutti ^^ ndJulia) e... altre cosette che spero di concludere presto *fine angolo noioso*
Però non potrei mai permettermi di abbandonare questa storia :')
Anyway, scusatemi per il capitolo di passaggio, infatti sto gia scrivendo il successivo dove le cose comincieranno a muoversi un pò di piu!

*piccolo spoiler* : "Touko e i suoi amici si mettono in viaggio per raggiungere Cuordilava con Charmander al seguito, ma qualcosa o meglio, qualcuno, li costringerà a fermarsi durante il tragitto, scontrandosi con un Pokèmon che non dovrebbe essere sveglio... Ormai la catastrofe è iniziata e Touko, Vera, Drew, Belle e Komor ne avranno la prova"

^^ Spero almeno con questo di essermi fatta perdonare, non prometto nulla ma il prossimo capitolo vorrei farlo più lungo delle canoniche 5 pagine di word :3
Infine ( ma non di certo per importanza) ringrazio ancora una volta chi recensisce e ringrazio anche di cuore chi ha messo la storia nelle preferite\ricordate\seguite. :')
Si accettano scommesse su ciò che accadrà sul prossimo capitolo :D

Un grande bacio!
Juls!



 

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Capitolo 13
*** Chapter thirteen: Strange meetings: Regi- what? ***


Chapter thirteen: Strange meetings: Regi- what?

(Strani incontri: Regi-cosa?)
 

 

 

«Finalmente siamo al completo!»
Aveva esclamato Belle, raggiante e pronta ad intraprendere un nuovo viaggio nella regione di Hoenn, vedendo Touko che usciva dalle porte a vetri del Centro Pokèmon e raggiungeva i suoi amici seguita a ruota da un Lucario che teneva teneramente in braccio Charmander e un Gengar curioso che saltellava attorno ai due, osservando il cucciolo arancione.
Vera osservava sorridente la scena mentre, con la borsa a tracolla in spalla, era pronta per partire affiancata da Drew che aveva appena riposto la cartina in tasca. Ovviamente, lui non ne aveva bisogno!
«Certo che il capitano Smith è davvero una persona imprevedibile. Naviga qui a Hoenn da parecchi anni ma non si è mai scordato della sua regione natale, Kanto.»
Aveva esclamato la coordinatrice, osservando Charmander che tentava di toccare Gengar con le zampette e Lucario che cercava di tenerlo buono per non farlo cadere.
Touko aveva sorriso, ormai con i segni di stanchezza quasi scomparsi,  raggiungendo con gli ultimi passi i suoi amici all’uscita di Porto Alghepoli.
«Bene, si parte!»
Aveva esclamato Belle, sturando i timpani a tutti i presenti con la voce che aveva raggiunto qualche decibel di troppo, mentre sprizzava gioia ed energia da tutti i pori nonostante fossero ancora solo le dieci del mattino.
Di certo, quello sarebbe stato davvero un viaggio insolito insieme a quei soggetti, pensava Touko ridendo, mentre faceva rientrare il suo Gengar nella pokeball.
 
Il passo dei ragazzi procedeva tranquillo in mezzo all’erba alta del percorso 121 dove, di tanto in tanto, sbucavano fuori Pokèmon che Touko, Belle e Komor non avevano mai visto e che li facevano rimanere affascinati.
Più volte Belle si era fermata in procinto di voler catturare un Linoone, ma più volte aveva fallito nel suo intento facendolo scappare a gambe levate con il suo tono di voce fin troppo alto e il suo entusiasmo che ormai aveva preso piede.
Di tanto in tanto qualche allenatore sbucava fra i cespugli con l’intento di lottare, ma purtroppo dovevano piegarsi di fronte alle squadre degli allenatori di Isshu, determinati più che mai ad arrivare alla meta il prima possibile.
Dopo essere passati davanti alla Zona Safari e aver trattenuto Komor dal farci un salto per vedere nuovi e rari Pokèmon, i ragazzi avevano finalmente raggiunto il passo che scendeva fino al mare, costeggiato da rocce appuntite dove le onde si infrangevano violente.
Touko osservava con una certa curiosità il molo, da dove partivano barche cariche di strane persone con cappe marroni e lanterne che si dirigevano verso l’alta montagna che si ergeva in tutta la sua imponenza, proprio in mezzo al mare.
«Oh, quello è il Monte Pira. E’ una specie di... Cimitero per commemorare i Pokèmon scomparsi, è davvero inquietante...»
Aveva sussurrato Vera, quasi rabbrividendo. Solo una volta aveva avuto il coraggio di entrare in quella torre, la prima e l’ultima, probabilmente.
Lanciò uno sguardo omicida a un Drew che se la rideva sotto i baffi, ricordandosi del giorno in cui ci aveva trascinato a forza la sua malcapitata ragazza e uno Zubat aveva incominciato a seguirla per tutto il primo piano, in mezzo alle sue urla e le persone che, fra la nebbia, cercavano infastidite di mandare via la Top Coordinatrice di Hoenn.
Sì, era stato davvero un giorno indimenticabile, quello.
«Prima che venissero rubate, le sfere erano custodite qui, comunque.»
Aveva incalzato Drew, fissando la cima del monte, completamente invaso da una nebbia fitta e grigiastra.
Touko aveva stretto i pugni lungo i fianchi, ripromettendosi che presto, quelle due sfere, avrebbero riguadagnato quel sicuro posto.
 
Solo quando Belle aveva esternato il suo ennesimo –e ultimo- lamento per i suoi piedi ormai doloranti dopo quattro ore di cammino fra sali e scendi rocciosi ed erba, Touko aveva deciso di fermarsi per il pranzo, sotto anche gli sguardi stanchi degli altri suoi tre amici che si sforzavano di non darlo a vedere, soprattutto Komor.
Eppure, lei ancora era al massimo della forma. Certo, non fresca come una rosa, ma avrebbe potuto camminare ancora per qualche chilometro, pensava fra se e se.
Così, dopo un percorso tortuoso, Pokèmon selvatici che sbucavano stranamente irrequieti e turbati da qualcosa, e allenatori, i quattro ragazzi si erano fermati proprio sulle sponde di un laghetto a consumare i manicaretti che Vera si era gentilmente fatta preparare la mattina precedente dalla gentile e cordiale infermiera Joy di Porto Alghepoli.
Ovviamente, sotto un minimo compenso.
I Pokèmon dei ragazzi, fatti uscire dalle pokèball per l’occasione, divoravano avidamente il mangime Pokèmon della busta che Drew aveva scelto al centro commerciale il pomeriggio prima, mentre si pavoneggiava dicendo che aveva scelto la tipologia migliore.
In realtà, si era attenuto ad una scelta più semplice e più ovvia: quello che fosse più economico fra tutti.
Belle, con il suo immancabile istinto materno nonostante i suoi soli diciassette anni, allattava il piccolo Charmander con un biberon rosa, sotto gentile concessione di Touko che non era riuscita a resistere al suo sguardo supplichevole, mentre Lucario sgranocchiava la sua baccapesca lanciando, di tanto un tanto, qualche occhiata gelosa a quella scena, tanto per essere sicuro che il piccolo non fosse rimasto in braccio alla bionda per più tempo del previsto.
Komor leggeva indisturbato il suo libro di mitologia, aggiustandosi di tanto in tanto gli occhiali e dando qualche morso alla crocchetta di riso che aveva nell’altra mano.
Probabilmente se lui avesse continuato a leggerlo con quella foga e con quell’interesse, le pagine di quel vecchio libro avrebbero preso fuoco da un momento all’altro, pensava Touko mentre lo guardava di sottecchi, divertita, mentre spazzolava le lucide piume del suo Braviary che, sotto quel tocco, non poteva fare altro che tenere la testa appoggiata alla spalla dell’allenatrice e gli occhi chiusi.
Anche Vera e Drew si stavano godendo quel momento di relax, avendo deciso di mettere la parola “pausa” ai loro battibecchi, almeno per quel pomeriggio e lasciarsi cullare dalla piacevole brezza che si era alzata da qualche minuto.
Vera si stava crogiolando al sole appoggiata con la testa al petto del suo ragazzo che, con gli occhi socchiusi e fissando svogliato le nuvole che attraversavano quel pezzo di cielo, le accarezzava le punte dei capelli, mosso per l’ennesima volta ad un gesto di tenerezza nei suoi confronti.
Solo in quel momento e sentendo che stava anche lei riacquistando le forze, Touko aveva capito che era stata davvero una buona idea fare una pausa in mezzo a quel verde rigoglioso.
Quasi si maledì mentalmente, dandosi della vera egoista che, in quelle ore, aveva pensato solo a raggiungere la meta prefissata il giorno prima, non pensando alla stanchezza che i suoi amici avevano accumulato in quelle ore di cammino sotto il sole estivo. Ci sarebbe stata sicuramente più attenta, d’ora in poi e non avrebbe fatto prevalere in lei altri sentimenti di foga o fretta.
Scosse la testa, pensando che quel –maledetto- N le stava davvero fondendo il cervello e pensando che, se lui non avesse voluto vederla, probabilmente dopo tutto questo casino fatto per corrergli dietro, lo avrebbe decisamente pestato a sangue, alla fine.
 
«Drew, Vera, toglietemi una curiosità...»
Komor aveva alzato gli occhi dal libro, serio, mentre con un dito aveva spinto lievemente gli occhiali, aggiustandoseli.
Quel tomo di mitologia era davvero interessante per uno studioso come lui, specialmente se riguardava un'altra regione.
Drew si era destato dal pisolino pomeridiano che aveva quasi intrapreso, piantando i gomiti a terra e cercando di alzarsi lievemente per guardare in faccia il moro, poiché Vera a quanto sembrava, non aveva la benché minima intenzione di alzarsi dal suo – a quanto pareva- comodo petto. Ma forse era proprio quel contatto che la principessa di Hoenn non voleva intaccare, almeno per un altro po’. Drew aveva sospirato, cercando di sembrare meno assonnato di  quello che era, mentre anche gli occhi di Belle e Touko si erano concentrati su Komor, in procinto di parlare.
«Non è che –per caso- quella lassù è la Tomba Antica?»
Drew aveva puntato lo sguardo sull’altopiano roccioso dietro di loro indicato dal moro dove, circondata da rocce e da alberi, si ergeva imponente una piccola e all’apparenza tranquilla grotta.
Belle non aveva prestato molta attenzione a quelle parole, troppo impegnata nel prendersi cura del piccolo Charmander, invece Touko, alzandosi sulle punte per cercare di vedere al di là di quell’altopiano, scrutava i dintorni.
Dopotutto, era consapevole che ogni cosa che interessava a Komor doveva essere davvero degna di attenzione e se ne aveva chiesto informazioni a Drew doveva racchiudere qualcosa di veramente interessante.
Il verdino aveva sorriso, ributtandosi a peso morto in mezzo all’erba e stavolta chiudendo gli occhi, pronto a soddisfare la sete di informazioni del suo amico, orgoglioso.
«Esatto. A quanto pare a quell’affare non sfugge nulla sui Pokèmon Leggendari di Hoenn.»
Touko non appena aveva sentito la parola “leggendario” uscire dalla bocca di Drew, non aveva fatto altro che farsi mille domande dentro di se, domande che, molto probabilmente avrebbe espresso apertamente ai suoi amici.
Aveva appena finito di spazzolare Braviary, sotto un suo sguardo quasi sognante, mentre curiosamente fissava Komor che, dopo la risposta ricevuta, aveva riaffondato gli occhi sul libro.
In quel momento si sentiva come una bambina piccola in cerca di risposte alle domande che si era fatta, mentre muoveva inconsciamente alcuni passi verso l’amico che, nemmeno nell’occasione in cui Touko gli aveva chiesto di cosa stava parlando, aveva distolto lo sguardo dalla pagina che la Campionessa, sbirciando, aveva notato piena di immagini di uno strano Pokèmon grigio che sembrava quasi un robot, con ben sette strani occhi rossi al centro.
«A quanto pare ci troviamo davvero vicini alla dimora di uno dei tre Golem leggendari di Hoenn, Registeel...»
Rivelò lui, pacato.
Touko sbarrò gli occhi, eccitata e al contempo incredula a quell’affermazione.
«Regi... Cosa?»
Replicò, quasi ingenuamente, cercando con scarsi risultati di ricordare il nome che aveva sentito solo qualche secondo fa. Di nomi di Pokèmon strani ne aveva sentiti, ma mai come quello. O forse, le sembrava così assurdo solo perché era una specie che a Isshu non esisteva proprio.
Scosse la testa, consapevole che avrebbe dovuto imparare davvero molte - troppe cose.
Belle era scattata in piedi, lasciando un piccolo e alquanto spaventato dal cambio di stato – da tranquilla a esagitata- Charmander fra le braccia di un Lucario iper-protettivo e di un Salamence che annusava il nuovo arrivato, sorridendo del fatto che era stato lui a proteggerlo quando era ancora nell’uovo.
«Pokèmon Leggendario
Gli occhi della bionda sembravano quasi voler diventare diamanti, tanto erano lucenti, mentre si era avvinghiata al braccio di un imbarazzato Komor, per leggere qualcosa da quello che prima reputava solo un inutile libro pieno di scritte noiose e fitte.
Touko stava per raggiungere l’allegro duo, in cerca anche lei di più informazioni sul nuovo Pokèmon appena conosciuto, quando un’esplosione aveva interrotto quei momenti –provvisori- di tranquillità, cogliendo di sorpresa gli impreparati ragazzi.
L’onda d’urto provocata li aveva fatti accasciare a terra, mentre i Pokèmon di Touko e degli altri, si erano riparati dietro al Salamence e al Tyranitar della ragazza, anch’essi in difficoltà nello stare in piedi anche a causa della nuvola fitta di fumo che si era espansa nell’aria.
«Ma cosa diavolo...?»
Imprecava Drew, mentre si parava di fronte alla sua fidanzata, cercando di proteggerla il più possibile da quell’insolito fatto.
Touko cercava di tenere aperti i suoi occhi blu, provando almeno ad identificare l’origine dell’esplosione, potendo constatare che proveniva proprio dal luogo preso in esame qualche minuto fa da Drew e Komor.
Una sensazione di irrequietezza di era fatta spazio in Touko che, mentre vedeva delle sagome nere spuntare dalla nube, si domandava se avrebbe avuto almeno una giornata di pace, o perlomeno, che quella situazione non coinvolgesse di più le persone a lei care.
I minuti passavano e, finalmente il fumo era scomparso, lasciando finalmente intravedere ai ragazzi un gran trambusto e versi incerti di Pokèmon che provenivano dall’altopiano poco distante da loro.
«Fiammetta, non possiamo farcela, dobbiamo andare!»
Delle urla di ragazza giunsero alle orecchie dei quattro che, mentre stavano ritirando i Pokèmon nelle ball, erano pronti a scattare per vedere la causa del disastro.
«E lasciare che distrugga tutto? Non credo proprio!»
Aveva ribattuto una voce, sempre di ragazza, quasi in bilico fra terrore e coraggio.
Touko, seguendo come sempre il suo innato istinto della giustizia, era corsa in mezzo alla vegetazione, seguita da un Lucario che si era persino preoccupato di mettere Charmander nella ball, cercando di ottimizzare i tempi.
Drew, Komor, Belle e una Vera – ancora con il cuore a mille per essere stata svegliata in quel modo – correvano dietro alla Campionessa, allarmati dal disastro che stava poco a poco diventando sempre più evidente.
Touko, più avanti, non sembrava per nulla rallentata dalle pareti rocciose che si era trovata a scalare per cercare di accorciare il percorso, e nemmeno dai cespugli di ortica in cui era passata in mezzo. Probabilmente, tutti i dolori e i graffi sarebbero arrivati dopo che la situazione si fosse calmata, così come il suo animo.
La grande e alta –due metri erano tanti- figura del Pokèmon che la ragazza aveva visto nel libro, sembrava avesse preso vita e, infuriato, stava distruggendo tutto ciò che trovava a tiro, nonostante i tentativi di due strane ragazze che con i loro Pokèmon provavano a contrastarlo o perlomeno mandarlo K.O.
Touko, raggiunta dai suoi amici osservava impotente la scena che si era parata prepotentemente davanti ai loro occhi, vedendo come i colpi di quel Registeel, erano così dannosi per l’Altaria e il Camerupt delle due ragazze che, visibilmente esauste combattevano inutilmente contro il golem.
«Touko!»
Vera aveva richiamato l’attenzione della Campionessa, quasi volendo ricevere un consenso, la conferma che le serviva per aiutare quelle ragazze. Una conferma da lei che, con uno sguardo determinato come quello dei suoi amici, era pronta a scendere in campo e lottare.
Forse poteva sembrare una stupida scelta dettata dalla foga di fermare quella furia, forse era davvero un’opzione folle quella di combattere contro quel – all’apparenza- inscalfibile leggendario, ma, dopotutto, pensava Touko, con i forse e con i se non si combinava mai nulla.
«Lucario, Forzasfera!»
Aveva ordinato Touko categorica, mentre un determinato Lucario stava correndo verso il titano d’acciaio, attorniato da un Wartoltle, un Absol, uno Stoutland di Belle e dal Liepard di Komor, che si preparavano a lanciare i loro attacchi più potenti,
Le due ragazze intanto, avevano ritirato i loro ennesimi Pokèmon esausti, mentre il grande Registeel si preparava a lanciare il suo attacco finale, stavolta però, su di loro.
La ragazza dai capelli viola si era stretta forte a quella dai capelli rossi che, nonostante tutto, guardava ancora quel Pokèmon con una strana luce ardente negli occhi, quasi non volesse ancora arrendersi e con la voglia di combattere e di calmarlo che bruciava in lei.
L’equilibrio di Hoenn si era inaspettatamente rotto, dopo qualche anno dal risveglio dei due leggendari e lei, si trovava a vivere di nuovo le conseguenze della rottura di quella tranquillità, subendo in prima persona le dolorose conseguenze.
Stavolta non ci sarebbe stato quel ragazzo, Brendon, a salvare la situazione. Svegliati, Fiammetta, Hoenn è in seri guai.
Chiuse d’istinto gli occhi, aspettando un colpo che però non arrivò, a dispetto di quanto si aspettava.
Registeel era stato finalmente colpito di spalle da ben quattro attacchi contemporaneamente, ma la cosa sembrava non averlo danneggiato più di tanto, visto il durissimo acciaio di cui era composto il suo corpo.
Meccanicamente si era girato verso la fonte del fastidio, trovandosi a confronto con altri quattro scocciatori che nella sua mente quasi da automa, risultava dovessero essere schiacciati e spazzati via all’istante, così come tutto ciò che lo circondava.
Aveva mosso, all’apparenza  quasi a fatica, i suoi pesanti passi in grado di generare un piccolo terremoto non appena toccavano terra verso i ragazzi che, per nulla impauriti, continuavano a scagliargli contro gli attacchi dei propri Pokèmon.
Touko non si era mai sentita così agguerrita come in quel momento.
Eppure, di situazioni del genere ne aveva vissute a Isshu, ma mai come quel giorno. Forse solo nello scontro finale con N si era sentita in quel modo, tralasciando l’ultima parte in cui aveva scioccamente avuto dei dubbi su quel che sarebbe successo dopo, trasportata da quei dannati sentimenti che erano finalmente venuti a galla.
Scacciò dalla mente quei pensieri, facendosi riportare alla realtà dall’Iper-Raggio di Registeel che in un solo colpo aveva messo fuori uso tutti i Pokèmon.
Tutti, tranne Lucario che, a fatica e dettato dalla forza che veniva dalla fiducia che la sua allenatrice riponeva in lui, cercava di rialzarsi, con il sudore sulla fronte e il respiro già corto, dopo nemmeno un attacco.
Belle aveva fatto per estrarre la Pokèball del suo Samurott, ma Touko l’aveva fermata, stringendole il polso e bloccando così gli altri che seguivano il suo esempio.
La bionda aveva puntato il suo sguardo interrogativo contro la bruna che, mentre teneva gli occhi fissi su Registeel che emetteva il suo inquietante verso, pensava, ragionava su una soluzione che avrebbe risolto le cose.
Che era inutile utilizzare i Pokèmon contro di lui era appurato e, chiamandoli a lottare, gli avrebbero solo fatto del male inutilmente. Con la furia e la rabbia che Registeel stava sprigionando, era davvero inutile cercare di fermarlo con attacchi che, in quel momento, non avevano il benché minimo effetto.
I minuti scorrevano fin troppo veloci, ma Touko, nel turbine di pensieri e ragionamenti che sfociava nella sua mente, non riusciva a trovare una soluzione e, il Registeel che indisturbato si avvicinava e il tempo che quindi stringeva, contribuivano a mandarle in fumo tutto quanto.
Drew stava per intervenire con una Pokèball ma la ragazza l’aveva fermato di nuovo, decidendo infine di provare a lanciare l’unico Pokèmon che forse l’avrebbe tenuto impegnato per un po’.
Il suo Tyranitar si era scagliato contro il titano d’acciaio, impedendogli di raggiungere i ragazzi trattenendolo grazie alla forza delle possenti braccia.
Una goccia di sudore scese dalla fronte di Touko, quasi come una liberazione, consapevole che il rettile verde, grazie alla sua violenza, sarebbe stato capace di tenere a bada la furia almeno per un po’.
Dall’altra parte, le due ragazze osservavano allibite la scena, accasciate a terra e abbracciate, incapaci di fare qualsiasi passo o mossa verso quei ragazzi che le avevano salvate da una fine imminente.
«Komor, il libro!»
Aveva intanto ordinato Touko, con trasporto, lasciando la stretta che aveva riservato al polso della sua migliore amica, rivolgendo invece lo sguardo verso il sapiente moro che, colto alla sprovvista, osservava il viso della bruna interrogativo.
Touko sapeva che Vera e Drew non sarebbero stati così informati da saperle indicare un modo alternativo per placare l’ira del titano, e quindi quale miglior fonte di sapere se non le pagine del libro che –quasi come un miracolo- Komor aveva comprato e che le era balzato alla mente come un’ancora di salvezza?
D’altronde, gli studiosi scrivono di tutto su libri di quel genere, qualcosa ci sarebbe dovuto essere per forza.
«Lanciami il libro, Komor!»
Ripeté la Campionessa, cercando di scuotere la situazione di trans e smarrimento in cui il moro si trovava. Senza farselo ripetere un'altra volta, aveva estratto l’ormai famoso tomo dalla copertina marrone consumata che recitava la scritta “Alla scoperta della mitologia di Hoenn”  dalla borsa e l’aveva lanciato goffamente alla bruna che, prontamente e con attenzione l’aveva preso al volo.
«Ascoltatemi, ragazzi.»
Sentenziò, cercando di trasmettere una certa tranquillità ai suoi amici e cercando di fargli capire che ce la potevano fare, insieme, unendo le loro forze.
Nemmeno lei era convinta di quel tono all’apparenza pacato, non sapeva nemmeno come aveva fatto a mantenerlo, ma ce la doveva fare.
«Ho bisogno di un po’ di tempo per cercare informazioni riguardo Registeel su questo libro, magari ci sono i rimedi per quando si arrabbia...»
Tentò di alleggerire la situazione, abbozzando un sorriso alquanto tirato, sentendo il potente verso del suo Tyranitar che, a fatica ma con l’intenzione di non farsi sconfiggere da quell’ostinato Registeel, lo teneva lontano, punto nel suo orgoglio da Pokèmon grande e grosso quale era.
«...Quindi ho bisogno che voi intanto aiutiate Tyranitar a tenere lontano quel Registeel, con ogni mezzo.»
Concluse, allungando in avanti la sua mano stretta a pugno.
La stessa mano, che poco più su, sul polso, aveva allacciato un semplice braccialetto nero, regalatole tempo addietro da N, che l’aveva definito come “l’oggetto che le avrebbe ricordato gli ideali per cui combatteva”, e che Touko, custodiva gelosamente, nonostante ancora non avesse capito quel gesto a tratti infantile, del ragazzo.
Quella mano chiusa a pugno era li, sotto gli occhi decisi dei ragazzi che la osservavano, pronti a dare manforte alla loro amica, di cui si fidavano ciecamente.
«Ci state?»
Belle aveva poggiato la sua su quella della migliore amica, senza indugiare, seguita poi da una determinata Vera e da un deciso Drew, anticipati da Komor che sembrava aver riacquistato la fiducia in se stesso e nella sua storica amica.
E, mentre Tyranitar aveva emesso il suo ennesimo verso rabbioso carico di determinazione, i ragazzi sapevano che era giunta l’ora di agire, qualsiasi fosse stato il risultato.



  ~











Author's corner: 
 
Wa! Ce l'ho fatta, non riesco a crederci! Ho scritto questo capitolo con una tale foga, che il prossimo è già pronto, vi annuncio con immenso piacere :3
E ora? Vi ho sorpreso, neh? :3
In primo luogo sicuramente con la puntualità (non sono in ritardo come le altre volte :3) e sopratutto per la comparsa del Registeel!

Come vi è sembrato? Non so, io ce l'ho messa tutta per descrivere i luoghi e le varie situazioni, soprattutto gli animi dei poveri protagonisti, spero vivamente che sia stato di vostro gradimento :33
(anche se a me, ovviamente, c'è sempre qualcosa che non convince)

Anyway, ora vi lascio, con la consapevolezza che se continuo rischio di annoiarvi troppo, anche perché questo cappy è stato leggermente più lungo (9 pagine di word) rispetto al mio standard(4 pagine di word). :3

Ora però mi chiedo: meglio così o riprendo il vecchio standard? Sempre se ci riesco perché quando inizio a scrivere non riesco più a fermarmi!
Beh, vorrei lasciarvi con un'immagine visto che ho imparato come metterle nelle fic^^
.. Mh vediamo un pò *spreme le meningi* Si, ho trovato! Per rendere più chiare le idee, vi mostrerò il percorso (ovviamente quello stilizzato del videogioco) dove i nostri ragazzi si sono trovati ad osservare il disastro^^ (grazie a Pokèmon Central Wiki per l'immy:3)

[Il pallino rosso è dove stanno i ragazzi, il pallino giallo è la tomba antica da dove Registeel è uscito e se prosegui verso la strada del pallino viola vai a Forestopoli]


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Un abbraccio e un grazie di cuore a chi legge e recensisce <3
Juls!
 

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