La sposa del demone

di daisys
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1- Lunedì ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2- Martedì ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3- Mercoledì ***
Capitolo 5: *** Personaggi ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4- Giovedì ***
Capitolo 7: *** AVVISO! ***
Capitolo 8: *** Capitolo 5- Venerdì ***
Capitolo 9: *** Capitolo 6-Week end (1parte) ***
Capitolo 10: *** Capitolo 7-Week end (2parte) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 8-Week end (3parte) ***
Capitolo 12: *** Capitolo 9- Un nuovo inizio ***
Capitolo 13: *** Capitolo 10- Sua ***
Capitolo 14: *** Prossimo aggiornamento ***
Capitolo 15: *** Capitolo 11- Serata tra demoni ***
Capitolo 16: *** Capitolo 12- Conseguenze ***
Capitolo 17: *** Capitolo 13- Uniti, Io e Te ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


           La sposa del demone

P
rologo


Guardo stancamente fuori dalla finestra, non c'è niente di interessante da guardare, ma sempre meglio che ascoltare la lezione di matematica, odiosa materia, tutti quei numeri dannatamente antipatici, che ogni volta mi deridono se non riesco a risolvere una semplice equazione.                                                                                  
Pur avendo la migliore -dicono- professoressa io non riesco ad appassionarmi a questa dannata materia, nè ad avere voti decenti, infatti ogni anno sto con l'acqua alla gola per riuscire a prendere quella dannata sufficenza ed evitare i debiti.
La Galmacci sta dettando i compiti per casa, segno che la mia tortura sta finendo, ma io non li scrivo,semplicemente aspetto che finisca di dettare per poi farmeli copiare dalla mia migliore amica.
La professoressa mi guarda e scuote la testa, come da routine, ormai rassegnata davanti la mia totale indifferenza verso le sue materie, scocciata dai miei ottimi voti con qualunque altro professore che insegni qualcosa che non contenga numeri.
Dopo che la prof. ha raccattato le sue cose ed esce dall'aula io posso finalmente girarmi e dare segno di essere viva.
Di fianco a me, che mi guarda con un sorriso stampato in faccia c'è la mia migliore amica, che tende un mano verso di me, non c'è neanche bisogno che mi parli, la nostra routine non è mai cambiata da due anni a questa parte.
Le passo stancamente il diario, che lei mi rida velocemente dopo aver copiato i compiti alla velocità della luce.
<< Grazie >> e le regalo il mio primo vero sorriso della giornata.
<< Di niente >> dice tutta contenta, felice di essere l'unica a ricevere i miei veri sorrisi.
Rivolgo la mia attenzione verso la cattedra, dove si è appena seduta la mia professoressa preferita, quella di letteratura.
E' la prof. più severa della scuola ma io la adoro, seguo sempre le sue lezioni, anche se credo di essere l'unica.
<< Bungiorno ragazzi >>
<< Bungiorno >>
<< Ragazzi, vi devo dare una bellissima notizia >> la prof. a sempre saputo parlare, infatti si blocca un attimo, lasciandoci il tempo di assimilare le sue parole.
<< Vedete, ogni anno la nostra scuola organizza una specie di incontro con una scuola gemellata alla nostra, è un progetto che di solito si fa solamente con le classi quinte, ma il preside quest'anno ha deciso di estendere quest'evento a tutte le classi, oggi , in mattinata arriveranno i ragazzi e le ragazze dell'altra scuola, la prossima settimana andrete       voi >> conclude la professoressa con un sospiro.
Per la classe si espandondono gridolini estasiati, con commenti non proprio casti sui ragazzi del quinto della scuola gemellata con la nostra.
Un'occhiata della Inzeo fa azzittire tutti, e finalmente possiamo cominciare la lezione che io tanto adoro.
L'ora passa fra i racconti delle avventure di Renzo e Lucia.
                                                              ***
Ora sono qui, in palestra a sistemare questa dannata palestra per l'incontro con i ragazzi del gemellaggio, di fianco a me c'è Laura che si diverte a vedermi sbuffare.
<< Dai Eva, mica ti stanno ammazzando, devi solo preparare il discorso di benvenuto per i ragazzi dell'altra scuola, darlo a Carolina e farglielo leggere. >>
<< Poi io non capisco come mai fanno fare queste cose a Carolina & co, tu con i tuoi lunghi capelli neri e gli occhi color ghiaccio e Laura la bionda daglio occhi verdi siete molto meglio dei quel gruppo di oche che comunque mi scoperei volentieri. >>
Ecco l'altro deficente, nonchè migliore amico e dongiovanni di prima classe, Federico, biondo e alto dagli occhi chiari.
E' un deficente se confrontato a me e Laura, ma ci dobbiamo accontentare, è il tipo tutto muscoli e niente cervello,anzi un pò di cervello c'è l'ha ma è grande come una nocciolina, quindi ancora non è accertata come cosa.
Su una cosa comunque ha ragione il mio deficente-demente, io e Laura non siamo brutte, tutt'altro ma diciamo che ai nostri maschietti non va molto a genio che noi in confronto a loro sappiamo usare il cervello, cosa che le oche tinte di biondo davanti a noi non fanno.
<< Scusate, ma io non capisco perchè il discorso lo devo scrivere io se poi è la troia a leggerlo prendendosi il merito >> sibillo arrabiata.
<< Tesoro non è difficile, chi doveva fare il discorso è stato scelto a votazione, nella nostra classe i maschi sono in maggioranza, tu a questa maggioranza hai dato tutti due di picche, mentre la ragazza di fronte a noi l'ha data a tutti.
E' visto che Carolina non è una cima ne in letteratura ne in italiano per non fare la figura degli ignoranti l'Inzeo ha dato il compito a te, la più brava della classe. >>
Laura ha ragione , quindi mi rassegno e mi sbrigo a finire perchè Carolina mi gira attorno peggio di un avvoltoio che aspetta di lanciarsi in picchiata sulla carcassa della sua preda.
Quando ho finito mi giro con un sorriso falsissimo sul volto, di cui lei non si accorge, e le do i foglietti, mi dice un grazie quasi sincero e poi sparisce con le due lecchine al suo fianco per provare il mio discorso.
Stanca mi massaggio le tempie lentamente, come a voler riposare il cervello, mi fa male la testa, ho il ciclo, quindi sono più sclerotica del normale, irritata da tutto ciò che si muove intorno a me, e profondamente urtata da tutte quelle ragazzine che urlano e scalpitano per la palestra decorata a festa per un motivo dannatamente stupido.
Sono tutti in fibbrillazione per questo gemellaggio, anche se non capisco perchè, i ragazzi e le ragazze sono solo eccitati di poter vedre visi nuovi e fare nuove conquiste, i professori invece sono felici per qualcosa che a noi non è dato sapere.
Solo una persona come me non si sta tirando a festa, è la professoressa Inzeo, che guarda le persone al lavoro con un' aria annoiata, la bocca contornata da leggere rughe è piegata in una smorfia, e gli occhi hanno uno sguardo ancor più annoiato della piega del corpo.
Tutto in lei sembra un sinonimo della parola noia, anche i suoi capelli biondi, leggermente striati per via dell'età sembrano avere una piega di noia assoluta.
Mi vede che la fisso e mi fa un mezzo sorriso, prima di tornare a guardare il tutto con quell'aria che mi fa venire voglia di ridere.
Mi giro e comincio a cercare Federico, non ci metto molto a trovarlo, sta alle calcagna di quattro ragazzine del primo anno, che ridono come deficenti per ogni sua battuta.
Laura invece è con i ragazzi del club di arte, sta aiutando a dipingere gli striscioni, è praticamente sdraiata su... un lenzuolo?
Sorvoliamo.
Carolina sta provando il discorso, muove la testa mentre parla, sembra abbia delle convulsioni, ogni scatto della testa equivale a uno sputacchio di Sara e Emma, le sue lecchine, che sono costrette a girarsi per non sputare in faccia alla prima oca.
Sorvolo anche questa questione e mi rimetto a osservare i nostri compagni a lavoro, sembrano formiche, così indaffarati perchè la regina a dato l'ordine.
Visto che tutte le persone che mi passano davanti mi guardano male, decido di spostarmi e iniziare a fare anche solo per finta qualcosa.
Non mi va di mischiarmi con i miei compagni, per non farmi contagiare da questa allegria, che mi sembra tanto sbagliata, quindi vado dalla prof. Inzeo che nel frattempo a iniziato a sistemare le sedie aiutata da tre quattro ragazzi mingherlini , dalle camicie a quadri infilate nei pantaloni.
<< Professoressa, posso aiutarla? >> chiedo gentile, con un sorriso cordiale.
L'Inzeo alza a malapena lo sguardo dalla carta dove sono scritte le disposizioni della sedie, poi vedendo me sorride e mi da l'ok per aiutarla.
Ora visti da lontano sembriamo un gruppo male assortito, quattro secchioni e una stangona con tacchi, calzoni di pelle e camicia in cotone con sotto un top nero.
E pensandoci bene e proprio quello che siamo, un gruppo male assortito perchè non riescono ad integrarsi, che hanno pochi amici.
<< Tra un ora arriveranno i ragazzi dell'altra scuola, sono almeno quaranta, e gli anni che anno aderito della nostra scuola sono il quinto, il quarto e il terzo, cioè almeno venti classi, questo equivale a una montagna di sedie da aprire >> dice la professoressa sconsolata.
Noi silenziosamente ci mettiamo ad aprire sedie e a posizionarle nei margini del campo da pallavolo senza rete, lasciando comunque due colonne libere per permettere di uscire agevolmente dalle file.
Dopo qualche minuto arrivano il deficente-demente e Laura, che cominciano ad aiutarci, grazie a ciò riusciamo a finire di posizionare le sedie nel tempo previsto.
Dopo le congratulazioni del preside per il nostro duro lavoro i coordinatori di ogni classe cominciano a provvedere le sistemazioni.
Le prime quaranta sedie vengono lasciate libere, in modo che con l'arrivo dei ragazzi dell'altra scuola trovino facilmente i loro posti.
La prof. Inzeo, nostra coordinatrice, avendo sistemato le sedie e il progetto fa accaparrare alla nostra classe la fila migliore, ne trovo vicino al palco ne troppo lontano.
Il preside sembra impazito, corre da una parte all'altra della sala con fare agitato, guadagnandosi le risate di noi studenti e l'aiuto dei professori per calmarsi.
<< Non trovi strano che il preside sia così agitato? >> chiedo ridacchiando.
<< Si, come è strano che ogni anno dopo questo gemellaggio molti alunni si ritirano dalla scuola >> mi risponde con voce caversona Federico.
Un'altra cosa da ricordarsi del deficente è che adora l'horror e il sovrannaturale.
Non fa che parlare di fantasmi, demoni, angeli e vampiri, e quelle che se lo devono sorbire siamo noi.
Per non parlare poi se gli dici che demone e vampiro sono la stessa cosa, allora lì si che ti vorresti buttare da un ponte. 
Comincia un sermone infinito sulla varietà dei demoni e perchè si distinguano dai vampiri.
Laura, che è molto più realista e pragmatica, precede la mia mano che sta per scoccare uno scappelotto a Federico, dandogli un pugno sul braccio.
<< Idiota >> sibiliamo in coro.
Lo stupido per colpa del pugno di Laura ha cacciato un urlo del tutto femminile, attirando gli sguardi di quasi tutta la sala. 
<< Bravo scemo, tutta l'attenzione della sala è su di noi >> dico con voce strozzata guardando delle persone che ci fissano.
L'attenzione, per fortuna viene subito deviata da Enzo, il nostro bidello, che entra e annuncia l'arrivo dell'altra scuola, e dal preside che ricomincia a muoversi come un pazzo a destra e manca intimando di non farlo vergognare.
La Galmacci e L'Inzeo con voci pacate lo calmano, e gli dicono di contenersi perchè, testuali parole dell'Inzeo " é lei che ci farà vergognare, sopratutto se continua a saltare per la palestra come una scimmia in calore", affermazione che è costata il rossore delle guancie del preside e altre risate dagli alunni.
Anche il preside, dopo essersi ripreso ride,ma si ricompone subito, visto che Enzo il bidello lo avverte che il preside e gli alunni dell'altra scuola stanno per entrare.
Teniamo tutti il fiato sospeso quando la porta della palestra si apre mostrando la figura slanciata della preside sui tacchi.
Mi volto e guardo gli alunni appena arrivati come tutti.
Poi accade tutto in un attimo, due occhi neri per sbaglio incontrano il mio sguardo di ghiaccio, tutto sembra fermarsi e sento come se qualcosa dentro di me si sia rotto, riversando verso l'esterno qualcosa che si era assopito con il tempo.
Un sentimento strano mi fa sentire piena di forze e stranamente felice, come se quel qualcosa che si è aperto dentro di me fosse naturale.
Poi in un attimo come tutto si è bloccato tutto riprende a muoversi, lasciandomi stordita, costringendomi ad appogiare improvvisamente stanca la testa sulla spalla di Federico, mi sento debole e ho voglia di addormentarmi, voglia che un urletto di Sara e Emma al mio fianco mi fanno riprendere. 
Guardo sul palco e capisco il loro urlo.
Non ci vuole molto per capire il perchè hanno urlato, anzi per chi.
In piedi, di fianco a Carolina, tre ragazzi sono come magicamente apparsi. 
Quello a destra, il più vicino a Carolina, è il più basso dei tre ha capelli scuri e occhi azzurri, simili ai miei, esile ma forte.
Quello a sinistra è un colosso, a capelli e occhi scuri, tantissimi muscoli e è altissimo.
Il centrale è quello che cattura la mia attenzione, alto, dal fisico muscoloso ma non troppo evidente, capelli castani spariti in aria, e due occhi pece che cercano qualcosa nella sala.
Non so perchè, ma il mio spirito di sopravvivenza fa di tutto per sottrarsi a quello sguardo indagatore che ancora non lascia la fila dove sono seduta, costringendomi a nascondere la testa sotto il braccio di Fede, che mi guarda interrogativo.
Dopo alcuni secondi non sento più il suo sguardo su di me, che è rivolto a Carolina che ha appena cominciato a leggere il mio discorso, ma non so perchè ora le sono dannatamente grata per aver preso il mio posto su quel palco.
Qualcosa, una vocina dentro di me , mi dice che non reggerei lo sguardo nero del ragazzo, ne diventerei succube senza via d'uscita, intrappolata in un mondo nero, il mio inferno-paradiso personale.
Con uno sforzo immane scaccio la vocina dalla mia testa, concenrandomi al massimo sul discorso.
                                                                ***
Ho seguito a malapena la cerimonia di benvenuto, e ora sulla strada di casa mi rendo conto di non aver capito in cosa consiste questo gemellaggio.
Appena arrivata a casa non mangio, mi ritiro nella mia camera, perchè ho la testa che mi scoppia, sento un dolore enorme, la vocina mi continua a dire di non pensare a quello sguardo, che non è ancora tempo, che presto scoprirò perchè il mio scrigno di Pandora si è aperto, e scoprirò chi è quel ragazzo.
Chi sei?
Sembra stupido parlare con la mia stessa mente, tantissimo stupido, ma chissa perchè mentre mi addormento pensando allo sguardo onice del ragazzo la voce sibilla.
Lo scoprirai.


Angolo Autrice
Ciao a tutti, la mia prima storia romantica, e diciamocelo sovrannaturale.
Come prologo credo sia abbastanza lungo e penso, anche se non ne sono sicura scritto correttamente, ma io in grammatica non sono una cima quindi aspetto critiche positive e negative.
Per quanto vi posso interessare, volevo dire che il prossimo aggiornamento é venerdì, fra una settimana, perchè mi serve un pò si tempo per scrivere e sistemare il capitolo.
Non devo dire altro, a parte che spero in vostre recensioni, quindi se vi interessa come storia recensite.
Ok rompo un pò le scatole con le recensioni ma mi farebbero piacere.
Ps: questa è la mia pagina facebook, per foto e spoiler qui
 https://www.facebook.com/RoChanEfp?ref=hl
Un bacio ro_chan

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Capitolo 2
*** Capitolo 1- Lunedì ***




             La sposa del demone
                                                       Gli incontri più importanti sono gia combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano. (Paulo Coelho)
Capitolo 1-Lunedì

Il sabato e la domenica erano passati in tranquillita in casa, che puntualmente veniva invasa dai parenti, quindi fra nonni, zii, cugini e nipoti ne gli occhi neri come l'onice ne la vocina fastidiosa erano stati nei miei pensieri.
Ma ora, il lunedì, mentre mi preparo quegli occhi neri mi perseguitano, non mi danno tregua, costringendomi a prendere dei jeans rossi, e una maglia nera in tutta fretta e a vestirmi ad una velocità non mia.
Mi metto velocemente le decolte nere.
Mi sbrigo a scendere, lasciando sbigottita la mamma, che stranamente è ancora in pigiama e mi guarda male, sembra che mi parli anche ma io non la sento.
Mi siedo in silenzio al tavolo, con le cuffie nelle orecchie, con our destiny degli epica sparata a palla, voglio isolarmi completamente dalla realtà, dagli occhi neri del ragazo misterioso e dalla vocina inquietnte.
Tutto deve sparire e la musica fa al caso mio.
Faccio colazione in silenzio, preparandomi da sola al volo un succo d'arancia e mangiando un cioccolatino.
Mi infilo la giacca nera e esco.
Cammino piano, come se avessi tutto il tempo del mondo, che in effetti ho visto che sono uscita di casa alle 7:30, e la scuola da casa mia dista 500 metri.
Vado veramente piano, strascico ogni passo, come se il mio piede pesasse tantissimo.
Il mio spirito di soppravivenza mi dice di ritardare, di andare ancora più piano di quanto debba, perchè la scuola ora è pericolosa.
Io la ascolto e mi fermo davanti casa di Fede.
Io e il deficente abitiamo a tre case di sistanza, e solitamente evito accuratamente di passare la mattina a prenderlo, perchè mi si attaccherebbe addosso come una sanguisuga, ma stamattina ho veramente paura, il senso di essere osservata non se ne va e il mio spirito di prima mi dice di entrare.
Entro dal cancello scavalcandolo, operazione che mi costringe a togliere a togliere i tacchi, e salgo sulla scala a chiocciola che dal giardino porta alla camera di Fede.
Il demente ha lasciato la finestra aperta, a novembre, la notte fanno 2 gradi e lui dorme con la finestra spalancata, per non parlare poi dei ladri, se una diciasettenne con i jeans è riuscita a scavalcare un ladro ,anche mediocre riuscirebbe a farlo, se poi gli lasci la finestra aperta, di bene in meglio.
Comunque cercando di fare piano, sempre con le scarpe in mano scavalco la finestra entrando.
Come immaginavo Federico dorme ancora, quindi lentamente mi avvicino al suo letto e lo sveglio, premurandomi di mettergli una mano sulla bocca per impedirgli di urlare.
Lui come scottato si sveglia di botto, guardandosi intorno terrorizzato, poi distinguendo la mia faccia si tranquillizza, e io posso togliere la mia mano dalla sua faccia.
<< Si può sapere come diamine hai fatto ad entrare in casa mia, sono le cinque di mattina, ti rendi conto >> dice lanciando uno sguardo preoccupato alla radio svelia sul comodino.
E ora realizzo seriamente il perchè mia madre mi guardava male quando sono uscita, probabilmente quando sono uscita erano le 4:50, sicuramente la domenica pensando al gemellaggio ho posizionato male la sveglia e mi sono svegliata alle  4:20.
<< Scusa Fede, ora rispondo alla tua domanda >> dico sorridendogli << entrare non è stato difficile, ho scavalcato il cancello e sono entrata dall finestra, a proposito doresti chiuderla >> dico a mo di rimprovero. 
<< Si ma perchèqui alle cinque di mattina? Tu a casa mia non ci vieni mai la mattina.>>
<< Non lo so >> ammetto più a me stessa che a lui << ieri sera ho impostato male la sveglia, e non so come avendo la testa per aria mi sono ritrovata qui, ma se vuoi me ne vado >> dico alzandomi in fretta.
Una forza non normale mi rispedisce seduta sul letto, mi giro e vedo un braccio di Fede che mi blocca sul letto, e l'altro che mi porge una maglietta enorme.
<< Su vatti a cambiare, alla mia sveglia mancano due ore e tu non può andare in gira alle cinque di mattina, vieni e ti metti a letto con me >> dice sorridendomi dolce.
Gli sorrido riconoscente e velocemente mi alzo e vado nel bagno della sua camera.
Mi sfilo i jeans e la maglietta e li piego accuratamente per non sgualcirli, velocemente prendo la maglia bianca che mi ha dato il mio demente preferito e la metto.
Mi sta enorme, mi copre completamente fino a metà coscia  e le maniche mi coprono le mani di almeno quattro centimetri.
Entro di nuovo in camere e mi butto sotto le coperte per il freddo.
Lentamente Fede mi abbraccia in un gesto del tutto privo di malizia.
Nel dormiveglia lo sento mormorare un buonanotte, ma non so se lo sognato o meno.
                                                           ***
A svegliarci ci penso la voce allegra di dj Linus.
Dopo aver tirato una cuscinata al maniaco di fianco a me, mi alzo velocemente e corro in bagno a vestirmi.
Quando esco lo ritrovo pulito, profumato e vestito di tutto punto.
Con un cenno del capo, gli faccio intendere che scendo dalla finestr.
Sempre con le scarpe in mano faccio lo stesso percorso fatto per entrare.
Mi affretto ad uscire e corro verso il cancello, prontamente aperto da Fede, che dopo trenta secondi compare al mio fianco.
Sento che è agitato, qualcosa gli preme per uscire all'esterno.
Non è stato molto convinto della cosa della sveglia, perchè neanche io mi credevo mentre lo dicevo.
E poi scoppia.
<< Posso sapere perchè diamine ti sei svegliata alle 4 di mattina? E non dire la cazzata della sveglia perchè non ci credi neanche tu.>> dice fissandomi serio.
<< Eh già, perchè mi sono svegliata alle 4? Non lo so nemmeno io, so solo che sto diventando pazza , perchè sento delle voci che mi giudicano, durante la notte le sento dire che sono bella e sono perfetta per lui, ma chi cazzo è sto lui.
Mi hanno svegliato alla 4 ma non so perchè continuavo a crederee che fossero le 7, non mi sono resa conto dell'ora finche non me lo hai detto tu! >> sclero, finalmente mi sono sfogata.
Capisco il mio errore nel aver racconto propio a lui tutto ciò, quando mi risponde.
<< No dio che figo tu riesci a sentire i fantasmi >>
Faccio cadere la questione con una risata.
<< Idiota >> dico prima di entrare in classe.
                                                                 ***
In quarta C c'è un casino della madonna, chi urla e chi scrive sui banchi, chi sui ci dorme e chi ci salta sopra.
Con un sospiro mi avvio al mio banco, vicino quello di Laura, che è intenta a chiaccherare con Alessia, la secchia della classe.
Neanche si accorge della mia presenza catalizza la sua attenzione su di me.
<< Come va? >> chiede allegra.
<< Bene bene >> rispondo sorridendo.
Lei ricambia il sorriso, poi torna aconcentrarsi  su Alessia, chiamandomi ogni tanto per farmi intervenire su questioni e pareri di lettaratura.
Passano così pochi minuti, interrotti dall'entrata dell'Inzeo, con l'immancabile registro sotto braccio.
<< Buongiorno ragazzi, oggi vi presenterò gli studenti del gemellaggio, non fate i cafoni >> dice tranquilla.
La fauna maschile e femminile della classe viene pervasa da una sensazione di eccitazione, sono tutti in fibbrillazione, non vedono l'ora di vedere i volti che all'altra della classe.
Dalla fila delle troie provengono urletti al limite della decenza.
Poi tutti stanno zitti, perchè al di fuori della porta si sente una risata maschile mal trattenuta.
<< Visto la bellissima figura che abbiamo fatto... >> ad un cenno della prof quattro ragazzi entrano dalla porta.
L'ultima ad entrare è l'unica ragazza del gruppo, sembra una bambola.
Ha la pelle candida, è minuta e proporzionata, i lunghi capelli sono parzialmente appuntati sulla testa, la labbbra rosee leggemente dischiuse e gli occhioni azzuri saettano da una parte all'altra della classe.
Porta con una grazia innata un vestito bianco, le ballerine nere la fanno ancora più piccola.
<< Piacere sono Lily Evans >> dice con un sorriso che manda in subbuglio gli ormoni maschili della classe.
Poi si fa avanti un armadio, ha la pelle abbronzata e gli occhi e i capelli scuri.
E' grande il doppio di Fede, ed ha stampato in faccia un sorriso bonario che lo fa sembrare un gigante buono.
Laura non fa altro che fissarlo, ricambiata ampiamente.
<< Piacere sono Axel Pirson >> stavolta ad andare in subbuglio è metà deglio ormoni femminili.
Il secondo soggetto maschile, sembra un ragazzino, sarà alto quanto me sembra seriamente imparentato con me.
Pelle chiara, occhi azzurri e capelli nerissimi.
Fede sembra un baccalà, non credo sia per colpa del ragazzo dai capelli scuri, sarà ancora incantato da Lily.
<< Io sono Alex Blackwood >> il suo volto serio si addolcisce un attimo guardando... Fede?
No, no sto sognando.
Mi giro per vedere l'ultimo ma mi blocco, due occhi neri mi inchiodano al mio posto, costringendomi e rimanere immobile.
Quello sguardo che ho sognato e risognato, due pozzi neri, il mio paradiso, tutto ciò che mi ha tormentato sparisce fissando quei due cieli senza stelle.
Sento Carolina due banchi avanti a me mormorare "mi sta guardando", ma io so che non è vero, quel nero guardo me e solo me, ne sono sicura.
<< Piacere Adrian Evans >> distolgo forzatamente lo sguardo dal mio paradiso e mi concentro sul proprietario della voce.
Un angelo. Dai capelli castani e gli occhi neri.
Ora non mi guarda più, si sta accordando con La professoressa per il giro della scuola guidato da Carolina.
Passano poco meno di due minuti che Carolina si alza e seguita dai ragazzi alla cattedra esce per la guida.
                                                                    ***
Tic toc. Tic tot.
Mancano pochi minuti all fine della giornata scolastisca, Carolina e i ragazzi dello scambio non si sono fatti vedere.
Suona la campanella e tutti si ammassano verso la pora della classe, Laura mi da un veloce bacio sulla guancia e poi scappa via, per andare a prendere il bus.
Io rimango ferma, con la testa sul banco per riordinare un attimo le idee.
So di non essere sola, ho Federico seduto al banco di Laur che mi aspetta, non so perchè ma gli sono grata per questo.
Dopo cinque minuti buoni passati a "riordinare" le idee mi decido ad alzarmi.
Non mi curo di niente, neanche di Fede che mi viene dietro come un cagnolino, semplicemente mi alzo di malovoglia e mi dirigo verso la porta.
Stranamente qualcosa o qualcuno blocca la mia uscita, infatti sono appena andata a sbattere contro un petto forte e muscoloso.
Sento Fede tirarmi via,poi lentamente alzo lo sguardo.
Vedo di nuovo quei capelli chiari e quegli occhi scuri, che stavolta non guardano me ma il demente, pieni di rabbia e cattiveria, si posano su di me e per un attimo scorgo dentro di essi qualcosa di infinito e buono, che viene sostituita da rabbia ceca non appena vede il braccio del biondo cingermi dolcemente i fianchi.
Adrian entra dando una spallata a Fede, e poi come in una processione tutto il gruppo entra seguendo il castano.
Lily e Alex si fermano per studiarci, la prim guarda me e sorride lievemente e il secondo guarda Fede con un sorrisino malizioso.
"Avrano pensato che stiamo insieme" pensai non soffermandomi troppo sulla questione.
Lentamente mi avvio fuori  scuola e ancor più lentamente vado verso casa, saluto Fede davanti casa sua con un bacio sulla guancia.
Quando arrivo dentro casa non trovo nessuno, mamma sicuramente è allo studio e papà sarà in officina.
Sul frigo trovo un post-it:
                                         Tesoro quando torni da scuola passa
    in officina, mi serve aiuto per il motore di una lambotghini murcielago.
Baci Papo
Mangio un panino velocemente, e altrettanto velocemente mi vado a cambiare.
Pantaloni larghi, adidas bianche e canottiera nera.
Vado giù in garage e prendo la mia Kawasaki ninja nera.
Mi infilo il casco e volo in officina.
                                                                     ***
Quando entro nella nostra officina, trovo papà chino sulla lamborghini intento a smanettare lo spinterogeno.
<< Ciao cucciola >> dice alzandosi e pulendosi le mani su uno strofinaccio.
<< Ciao papo >> dico scioccandoglio un bacio su una guancia << ti serve aiuto? >>.
<< No non ti preoccupare io e Alessandro abbiamo risolto, mi dispiace averti fatto venire qui >> dice seriamente dispiaciuto.
<< Non preoccuparti, almeno esco un pò. Ma dimmi un pò chi ti ha portato questo gioiellino? >> chiedo seriamente curiosa.
Qui in giro nessuno può permettersi un auto del genere, quindi chi è il riccone che c'è l'ha portata?
<< E' mia >> mi blocco un attimo, quella voce mi pare di averla già sentita.
Mi giro lentamente fino a trovatmi immersa in due pozze scure, quelle che anno popolato i miei sogni.
<< Bella macchina >> commento solo dopo essermi ripresa.
<< Vi conoscete? >> chiede papà guardingo.
<< E' uno dei ragazzi del gemellaggio della mia classe >> rispondo con noncuranza andando nell'ufficio dell'officina, da mio fratello.
Sento lo sguardo scuro di Adrian seguirmi fino a che non entro nell'ufficio, chiudendomi la porta alle spalle.
Entro e rimango schifata dalla confusione che regna sovrana in questa stanza, il pavimento è cosparso di polvere e mucchi di robba che non voglio identificare, le pareti beige, un tempo bianche ricoperte di poster e la scrivania sommersa da centinaia di foglio ammucchiati.
Un bello spettacolo non c'è che dire.
Vedo Ale che si preepara ad andare via, oggi all'università ha le lezioni pomeridiane.
Mi passa di fianco senza neanche salutarmi, quindi velocemente esco e  lo affero per la t-shirt rossa e lo tiro a me per scoccargli un bacio sulla guancia.
Troppo tardi mi accordo dell'ospite in più,che ha assistito all'innocente bacio, e che pra guarda con uno sguardo d'odio puro mio fratello.
Se ne vanno in sincrono, Adrian con la lamborghini e mio fratello con la sua moto.
Rimango un attimo a fissare il punto in cui sono spariti, per poi scrollare le spalle e andare a sistemare quel porcile chiamato ufficio.
                                                             ***
Sono passate due lunghe ore, nelle quali non ho fatto altro che sistemare scartoffie negli archivi.
Quando esco all'aria aperta un ventata fresca mi travolge, inducendomi a respirare a pieni polmoni l'aria pulita.
Velocemente salgo sulla moto, mi infilo il casco e senza pensarci parto spedita verso casa.
Appena arrivata comincio a preparare la cena.
In tutta tranquillità, e quando un'ora dopo papà arriva mangiamo in silenzio, perchè di solito chi chiacchera a cena è la mamma ma oggi starà fino a tardi in ufficio, per finire di archiviare un caso risolto da poco.
Senza dire una parola mi avvio in camera bonficchiando un "buonanotte" appena udibile e appena aperta la porta mi lancio sul letto.
Sono stanca, tanto stanca, un dolce tepore si espande dal ventre cullandomi tra le braccia di morfeo.

Angolo Autrice
Eccomi con il secondo capitolo di "La sposa del demone", si sono presentati i personaggi di rilievo della storia, quindi:cosa ne pensate?
Ringrazio le 6 persone che mi hanno messo tra le seguite, le 2 che mi hanno messo tra le preferite e la ragazza viola per aver recensito.
Accetto pareri di ogni tipo, anche negativi sono benvenuti.
Per chi volesse vedere il trailer della storia andate sul link sotto.
Se volete vedere i volti dei personaggi entrate nel gruppo mio e di pulcino_bagnato99 di cui vi consiglio la storia The chosen.
LINK TRAILER 
http://www.youtube.com/watch?v=Y8gBiTOijLs
LINK GRUPPO https://www.facebook.com/groups/483107111717601/
LINK THE CHOSEN http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1158840&i=1
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2- Martedì ***


         La sposa del demone
Ti amo...ma non con il cuore... con l'anima, perchè un giorno il cuore cesserà di battere, l'anima invece vivrà per sempre!


Capitolo 2- Martedì
 

Sveglia, hei svegliati quella cosa che suona mi sta distruggendo le orecchie.
Mi sveglio di sopprassalto, cadendo dal letto, la vocina è tornata!
Imprecando mentalmente mi alzo e spenso la sveglia per riappogiarmi un attimo sul letto, ma neanche mi stendo sento qualcosa di pelosi strofinarsi sui miei piedi.
Sconcertata mi alzo lentamente con il busto e quello che vedo mi lascia un attimo bloccata.
Una piccola palla di pelo nera si struscia contro le mie gambe, facendo molteplici fusa e facendomi sorridere.
Il gattino accorgendosi di me mi guarda, facendomi incontrare i suoi occhioni blu tanto simili ai miei.
Ciao.
Mi guardo intorno spaventata, ho sentito di nuovo la vocina, ma in camera non c'è nessuno, lentamente mi volto verso il gatto che ancora mi guarda con i suoi occhioni blu doondolando dolcemente la testa a destra e poi a sinistra.
<< Sei stato tu? >> chiedo spaventata.
Il gatto come se mi avesse capito mi fa un cenno d'assenso con la testolina nera.
<< Come ti chiami? >>
Come vuoi tu.
<< Devo scegliere il tuo nome? >> altro segno di assenso << ce ne dici di Aramis?>>
La palla nera scuote la testa.
<< Lucifer? Nerino? Black?>>
Altro segno negativo.
Poi una lampadina si accende nella mia zucca, i nomi che ho detto sono tutti maschili quindi...
<< Che ne dici di Mira? >> 
Il gattino sembra pensarci, dondolando sembre la bella testolina nera.
Si, mi piace.
<< Ma si può sapere chi sei? >> chiedo alzandomi dal letto per prendere un paio di jeans dall'armadio.
La risposta non arriva e io mi preoccupo, quindi mi giro, ma la scena che trovo mi fa sorridere.
Il gatto, anzi Mira si è spostato sul mio cuscino e dopo averlo annusato a cominciato a farci le fusa contro.
Accortosi del mio sguardo Aramis si ferma e con compostezza si mette seduto sul mio cuscino, con la coda che fende l'aria.
Sono Mira e sono il tuo familio, colei che ti insegnera i doveri di una sposa.
Sembra soddisfatto della propria spiegazione che invece non soddisfa me.
<< Familio che? Doveri di una cosa? >> chiedo un attimo spiazzata.
La parola sposa non mi piace per niente, non è che mio padre si è accordato senza il mio permesso per un matrimonio di convenienza? Si può essere, ma come lo spieghiamo il gatto parlante?
Io sono il tuo familio, ti dovrò istruire ai doveri di una sposa, per poter essere la compagna perfetta per il principe dei demoni.
<< Un momento non ho capito bene, io che devo fa, no no tu non hai proprio capito niente, io non sarò la sposa di nessun demone, perchè i demoni non esistono, quindi non esisti neanche tu.                                                                                                   Sto ancora sognando, ora chiudo gli occhi mi do un pizzicotto  mi risveglierò sotto le coperte, si deve essere     così. >> 
Velocemente mi pizzico il braccio, aspetto qualche secondo e poi apro gli occhi per rimanere dannatamente delusa.
La mia stanza non è cambiata di una virgola, quindi anche il gatto sul mio cuscino per mia sfortuna non è evaporato.
Quindi senza degnarlo più di uno sguardo, prendo i vestiti e mi rintano in bagno.
                                                                *** 
Mi sto dirigendo a scuola con un faccia funerea, sembra che mi sia morto il gatto, cosa completamente sbagliata, visto che il sudetto gatto, che avrei preferito morto stecchito, mi trottelerà accanto felice.
Come ti dicevo prima, tu sei la sposa del principe dei demoni, la sua compagna, colei dal quale lui trarrà forza, bevendo il tuo sangue.                                                          
La tua anima è la gemella di quella del principe, ancora prima che voi nasceste il destino aveva già scelto per voi.                                                                                     Il suo solo sguardo a riaperto in te sentimenti arcani, predetti nel tempo.
Anima gemella e bla bla bla bla, tutte cretinate a parer mio, il suo sguardo, i sentimenti arcani, demoni e gatti che parlano.
Sto diventando matta ne sono sicura. Già prima ero sclerata di mio, ma ora si esagera.
Come faccio ad essere l'anima gemella di sto tizio se neanche l'ho incontrato?
E ora che mi rispondi palla di pelo nero eh?
Lo vedo girarsi verso di me e guardarmi con un aria... soddisfatta?
Ne sei sicura? Non ti viene in mente nessuno conuscito da poa che ti ha scombussolata con un solo guardo, facendo uscire fuori l'Eva più fragile che solo la tua anima gemella può comprendere?
E da lì il passo alla pazzia e alla comprensione è breve, molto breve.
Nella mia mente un varco si fa spazio, e due penetranti occhi neri ch mi sondano l'anima riappargono, il mio paradiso personale.
Un flebile sussurro viene proiettato nella mente di Mira, lasciandola soddisfatta, basso come un frullio d'aria ma potente come un cannone.
Un nome. Un unico e solo nome.
Adrian. 
                                                                              ***
Sono arrivata davanti al mio liceo senza neanche rendermene conto.
Mi giro per cercare la palla di pelo, ma qiesta volta è evaporizzata veramente, non poteva farlo prima?
Vedo Laura che picchia fede, cose all'ordine del giorno e normali, che mi risollevano il morale.
Vado dritta spedita verso di loro, che si accorgono di me, mi avvicino e vedo Laura che sta per parlare , ma che viene bloccata da qualcuno.
Un qualcuno che mi stringe sui fianchi, trasinandomi dall'altra parte del cortile.
<< Non vi dispiace se ve la rubo un secondo,vero? >> dice tranquilla una voe femminile dietro di me.
Cerco di girarmi ma non ci riesco,  sono inchiodata e bloccata tre le braccia del mio rapitore.
Mi volto verso i miei amici che mi guardano stralunati e increduli.
Vengo portata dietro la quercia del cortile interno, riesco finalmente a girarmi e vedere la nana che mi ha rapito.
Nana veramente,  perchè la supero di almeno venti centimetri dal mio metro e settanta.
E' la piccoletta dello scambio, quella che è entrata inclase dopo l'armadio.
<< Scusa,come ti chiami? >> chiedo confusa guardando quella bambolina che mi sorriva con benevolenza.
<< Ah, si scusa, che maleducata, sono Lily Evans >> dice porgendomi una mano che ancora confusa stringo.
Dopo un pò la confusione cede il posto alla diffidenza, ciò io la bambolina di porcellana neanche la conosco e lei mi rapisce?
Poi mi accordo che sono circondata.
Davanti ho la bambolina, a destra l'armadio e a sinistra il moro.
Non oso e non voglio immaginarmi chi ho dietro.
Ma per qualche dannato scherzo del destino Lily si sposta velocemente alle mie spalle, costringendomi a mia volta a girarmi.
La cerco con lo sguardo ma stranamente sono spariti tutti, intorno a me non ci sono più l'armadio, ne la bambola ne il moro.
L'unico rimasto è lui. 
Adrian.
Prova ad accarezzarmi la guancia, ma io mi scosta evitando sia il contatto con lui che con i suoi occhi.
<< Lo sai >> è una semplice constatazione, ma nella sua voce c'è felicità e consapevolezza, << sai di essere      mia >>.
Quel mia mi fa venire moltissimi brividi, ma non di paura.
Ma io non sono di nessuno, sono troppo fiera e sono solo mia.
<< N-non sono tua >> grande errore, la mia voce aveva tremato, e anche lui se ne è accorto, questa cosa lo fa gongolare parecchio.
Velocemente si avvicina a me, azzerando tutte le distanze, rimanendo a pochissima distanza dal mio viso, e mi guarda con un sorriso beffardo sulle labbra.
Tenta di avvicinarsi ancora, ma io indietreggio spaventata, fino a trovarmi con le spalle contro la quarcia della scuola, Adrian posa le mani ai lati della mia testa, faccio per spostarmi ma lui mi fissa con i suoi profondi occhi neri, che mi inchiodano, bloccando ogni mia resistenza.
Lentamente si avvicina alle mie labbra, azzerando ogni secondo che passa la distanza fra i nostri visi.
Si blocca prima di posare quelle labbra incredibilmente invitanti, dandomi la possibilità di assaporare il suo profumo.
Poi accade tutto in un attimo, l'unica cosa che riesco a vedere prima che il mio campo visivo venga invaso da lui, lo vedo leccarsi le labbra famelico.
E poi le nostre labbra si sfiorano, ma a  lui questo contatto sembra non piacere, quindi non si fa troppi scrupoli e mi viola la bocca, dandomi un bacio profondo non voluto.
Ora che i suoi occhi sono chiusi riesco cercare di ribellarmi, lui sbalordito mi lascia e prima che abbia il tempo di spiegarsi gli do uno schiaffo.
<< Come ti sei permesso? >> dico fissandolo con astio e trattenendomi dall'impulso di picchiarlo << ti odio! >> e così scappo via, l'ultima cosa che riesco a vedere è il volto di Adrian, sconvolto dalla paura e dalla tristezza.
                                                                ***
Quando le lezioni cominciano io non do segni di vita, ho uno sguardo che farebbe rabbrividire chiunque , infatti nessuno mi si è avvicinato, l'unica chiamata nessuno e che ha avuto il coraggio di avvicinarsi a me è stata Laura.
E' stata seduta accanto a me senza parlarmi, l'unica cosa che fa e guardarmi e sorridermi rassicurante.
Ma io è come se non la vedessi, non faccio che ripercorrere con la mente ciò che è accaduto durante la mattinata.
Dopo essere scappata da lui sono entrata velocemente nella mia classe senza guadare in facci nessuno e ho aspettato l'inizio delle lezioni, lui è entrato in ritardo, ed appena ha aperto la porta a cercato il mio sguardo, che io impuntandomi gli ho negato.
Non mi muovo sto ferma a rimuginare su quel dnnato, dannatissimo bacio.
Non me ne rendo nenche conto ma le ore scolastiche giungono al termine, così quando suona la campanella rimango per un'attimo confusa e rintronita,ma mi riprendo velocemente, cominciando a mettere velocemente le cose nello zaino.
Adrian dopo aver provato ad avvicinarsi, ha rinunciato dopo gli sguardi assassini che gli lanciavo.
Mentre sto per uscire dalla classe e andare a casa , Lily mi si avvicina e mi abbraccia, lasciando scioccata tutta la classe, ma sopratutto me.
Mi guarda con i suoi occhioni, sorridendomi.
<< Grazie per aver parlato con quel cafone di mio fratello >> dice prima di lasciarmi andare.
Quando ormai sono fuori dalla classe la sento gridare.
<< Ah, comunque adoro come ti vesti >> dice sorridendomi dalla porta.
                                                                  *** 
Sono tornata a casa da un'ora ormai, e Mira durante quest'ora non ha fatto altro che lanciare epiteti non molto carini contro Adrian, sia chiaro, non che la cosa mi avesse dato fastidio, ma quando ha cominciato a farmi parlare del bacio e della chimica che c'è tra noi sono scappata.
Prendo il casco e un giubbotto pesante e salto sulla moto.
Mi dirigo nell'unico posto dove posso trovare la pace.
Il mare.
                                                                             ***
Sto correndo come una pazza sulla moto perchè non mi sono resa conto di che ora fosse.
A quanto pare ho passato quasi tutto il pomeriggio al mare senza neanche rendermene conto.
Questo equivale a una strillata galattica, avvenuta poco prima al telefono con mio padre.
Dopo essere arrivata a casa papà mi ha solo detto di controllare ogni tanto l'orologio.
Ora siamo a tavola e mangiamo, tutto va tranquillo fino a quando mio padre sgancia la bomba.
<< Tua madre torna domani >> dice tutto contento.
Io quasi mi strozzo.
<< Non può tornare domani aveva detto che tornava domenica >> dico terrorizzata, perchè mia madre adora i balli e le feste modane, io le odio, e visto che la scuola dopodomani ha organizzato un ballo, io non ho intenzione di andarci, ma con mia madre la cosa si complica, si complica enormemente.
E papà come se mi avesse letto nel pensiero mi rassicura.
<<  Non ti preoccupare la convinceremo >>.
                                                                            ***
Quando vado in camera Mira non c'è, ma mentre sto per addormentarmi sento una cosetta pelosa avicinarsi al mio viso, e solleticarmelo con il respiro caldo.
 
Come se mi sentissi al sicuro mi addormento con il sorriso sulle labbra.

Angolo Autrice
Rieccomi con il nuovo capitolo, qui le cose cominciano a smuoversi, e credo sia ormai palese il prechè del titolo di questa storia.
Volevo ringraziare stri per la sua recensione e volevo pregarvi in ginocchio per ricevere commenti e giudizi sia positivi che negativi, e per corrompervi usero gli occhioni di Mira.

Per foto,spoiler e sapere la data degli aggiornamenti il nostro gruppo facebook   https://www.facebook.com/groups/483107111717601/
Per il trailer  http://www.youtube.com/watch?v=Y8gBiTOijLs
I vestiti di Eva nel capitolo 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3- Mercoledì ***


          La sposa del demone

Capitolo 3- Mercoledì


Sono sveglia e ho una bruttissima senzazione, sento brividi di paura salire lungo la mia schiena.
Anche la palla di pelo è irrequieta, ha detto che è colpa mia, ma io non le do peso.
Ho una dannata paura, mia madre dovrebbe tornare oggi, e io spero che non torni, perchè se torna a casa io sarò costretta ad andare a quel dannato ballo della scuola.
La mia adorata mammina è letteralmente fissata con balli e serate di gala, cose per lei naturali, visto che è praticamente il migliore avvocato della città.
Lei è sempre perfetta, i suoi lunghi capelli neri e gli occhi scuri ne fanno letteralmente una femme fatale, anche in casa gira sempre con i tacchi cosa che io, che ne ho ereditato la  passione ,mi astengo dal fare.
Capisco perchè mio padre si sia innamorato di lei, con il suo fare sicuro e determinato, cosa che mi provoca non pochi problemi ora che sono grande.
La mia adorata mammina mi costringerà letteralmente a infilarmi un abito e mi spedirà a quel ballo a cosidetti calci in culo, l'unica cosa che spero è che non mi infili un vestito vaporoso e rosa, altrimenti giuro che ci vado nuda.
Quasi quasi mi butto da un ponte, così non sarò costretta a mettermi niente di confettosamente oribbile.
Non riesco neanche a cominciare il mio piano che la mia adorabile Mira mi interrompe.
Eva se non ti sbrighi arriverai tardi.
Lo so,lo so, non c'è bisogno di ricordarmelo.
Mi sbrigo a infilarmi gli UGG grigi, oggi sono depressa e non sono in vene dei tacchi, prendo la borsa, inforco gli occhiali neri e velocemente scendo, senza aspettare Mira.
Mi siedo a tavola con papà che è intento a farsi il pranzo per il lavoro, ma vedo una cosa sospetta e aguzzo la vista.
 
Mira... ma quelle cose nella frittata sono gusci?
La mia adorabile palla di pelo, che ormai secondo mio padre fa parte della famiglia, cosa pensata neanche l'ha vista, si avvicina a alla padella con la frittata incriminata e da un cenno di assenso con la testolina nera.
Mio padre e bello e buono, con i sui capelli castani e gli occhi azzurri,la sua aria bonaria e gentile, è un genio con i motori, ma fatelo avvicinare alla cucina e state pronti a saltare in aria.
L'ultia volta a dato fuoco alla macchinetta del caffè, che poi neanche stava facendo il caffe, stava cambiando l'acqua.
Mi avvicino a quella schifezza che neanche Buck, il randagio dell'officina mangerebbe, e la prendo dalle mani di papà, che mi guarda con aria colpevole.
Butto quella schifezza e vado al frigo, prendo due uova e la bottiglia del latte di Mira, mettendone una buona porsione in una scodella, sulla quale si fionda affamata.
<< Allora ... la mamma sa del ballo? >> chiedo temendo la risposta.
Mi guarda in volto e fa un cenno breve con la testa, poi mi guarda stranito, fissandomi con le labbra increspate in un sorrisino ironico.
<< Eva, ma ti metti gli occhiali a novembre? >> chiede incredulo.
Non rispondo, faccio un cenno leggero con il capo mentre sistemo la frittata.
Mira ha finito il latte e sta salendo in camera mia.
Bevo il succo velocemente e mi infilo il giacchetto di pelle.
Prendo il casco e urlo.
<< Pa, torno per cena, oggi pomeriggio vado in centro con Laura, ci vediamo     stasera. >> e sbatto la porta.
Mi metto il casco e salgo sulla moto, la prendo ora per non tornare a pranzo, con il rischio di incontrare mia madre.
Prima di partire guardo Mira, seduta sulla finestra di camera mia che mi guarda dondolando leggermente la coda.
                                                              ***  
Arrivo in classe con dieci minuti di anticipo, però trovo sia Laura che Fede seduti ai loro banchi
Laura che sta chiaccerando con l'armadio facendo la civetta, ha fatto cambio posto con Fede che ora è seduto di fianco al mio posto.
Cerco Adrian con lo sguardo e quando lo vedo provo un impellente voglia di spaccare la testa a Carolina, che in questo momento è seduta in braccio al cafone, che fa finta di ascoltare le stupidagginiche escono da quella bocca mentre gioca distattamente con un boccolo biondo.
Velocemente distolgo lo sguardo, nel tentativo di cancellare questo sentimento, dannatamente irritate, al quale so dare un nome.
Gelosia.
Cercando di scacciare il nodo che mi si è formato sulla bocca dello stomaco. 
Afretto il passo e mi avvicino a Fede, che ha uno sguardo depresso, cosa veramente strana per un deficente che ha sempre il sorriso sulle labbra.
Mi siedo togliendomi la borsa dalla spalla, e velocemente picchietto il mio indice sulla spalla del mio migliore amico che come risvegliato dal trans in cui era caduto si gira e mi fissa.
Passano pochi secondi nei quali tenta di trattenere una risata alla mia espressione confusa, ma poi scoppia.
Lo si sente ridere talmente forte che tutta la classe si è girata verso di noi.
Dopo aver sedato il suo attacco improvviso, a parer mio ,di risate si degna di darmi una spiegazione.
<< Solo tu puoi metterti gli occhiali da sole scuri a novembre, solo tu >> dice continuando a ridacchiare.
<< In effetti hai ragione, non ci vedo un cazzo >> dico ridendo e togliendomi i rayban.
Ride di nuovo, ma poi la sua risata lentamente si spegne, facendo tornare il suo viso serio.
Impietosita, appoggio la testa sulla sua spalla, e dolcemente gli dico.
<< Che fine ha fatto il mio demente preferito? >>
Mi guarda e mi sorride.
<< Non lo so magari te lo spiego a pranzo >>
<< Mi dispiace ma oggi giro in centro >> dico a mo di scusa.
<< Per il ballo? >> dice sorridendo.
Sgrano gli occhi.
<< Ti prego non me lo ricordare oggi torna mia madre, mi costringerà a mettere qualcosa di confettosamente rosa >> dico inorridita pensando alle torture che mi aspettano domani << tu con chi vai? >>
<< Nessuno >> dice tranquillo.
Io lo guardo speranzosa, con uno sguardo che fa paura, deduco dal suo sguardo terrorizzato.
<< Eva non mi piace quello sguardo, a cosa stai pensan... >>.
Non lo faccio nemmeno finire che lo assalgo con le mie domande.
<< Ci vieni con me? ti preeeegoooooooooo! >> dico sorridendo in modo tutt'altro che tranquillo.
Lui mi guarda titubante,ancora indeciso se dirmi di si o di no.
E allora io ,stronza a più non posso sfodero il mio sguardo da cucciolo.
E allora cede, sotto le mie pressanti insistenze.
Poi mentre la Galmacci entra, costringendoci e sistemarci, io scrivo un biglietto:
  E visto che a pranzo non mi puoi dire che ti è preso dopo il ballo 
posso venire a dormire da te.
che ne dici? 
Velocemente lo lancio al biondo di fianco, che prontamente mi sorride e annuisce.
                                                    ***
Le giornata scolastica è finalmente finita, e tutta l'irritazione degli sguardi che quei due si lanciavano, si dissolve.
Mi alzo mi rimetto i miei occhiali, velocemente vado da Laura che parla con Alessia, però prima che io riesca a chiedergli qualcosa un fulmine biondo, molto sgradito piomba sul banco gridando " Adrian mi ha invitato al ballo", mi giro cercando il ragazzo in questione, ma non lo vedo, sarà già uscito.
Cercando di ignorare l'oca starnazzante, cosa molto difficile, riesco finalmente a chiedere a Laura di venire in centro con me.
Mi dice di si, e mi avverte che con noi verrà anche Alessia.
Poi mi prende da parte e con fare cospiratorio mi dice che andrà al ballo con l'armadio.
Scendiamo velocemente le scale, fino ad arrivare al parcheggio.
<< Eva io no ci vengo in moto con te, io vado con Ale >> dice Laura allontanandosi da me.
<< Si, si va bene >> dico liquidandola velocemente << poi tu ti chiedi perchè non porto mai la moto a scuola >> dico guardando schifata la folla di assatanati davanti alla mia moto.
Comincio a dare gomitate a destra e manca,per dieci minuti buoni, poi finalmente mi appoggio al sellino della mia kawasaki nera.
<> dice una voce allegra.
Mi giro e mi trovo davanti un muro di muscoli, alzo leggermente lo sguardo e mi ritrovo davanti Axel Pirson, cavaliere di Laura.
Gli faccio un sorriso malizioso e con altrettanta calma e allegria gli rispondo.
<< E Laura non è un pò troppo piccola per te? >> .
Lui mi guarda per un attimo sbigottito, poi inizia a ridere,  piegandosi sulle ginocchia.
Quando si ritira su lo vedo sorridermi.
<< Sei proprio forte >> dice dandomi una pacca sulla spalla.
Io gli sorrido di rimando mentre prendo il casco.
Velocemente salgo sulla moto e vado via seguita da Laura e Alessia.
Sentendoperò nitidamente uno sguardo scuro e liquido sulla mia schiena.
                                                            ***
Dopo esserci ingozzate di carboidrati da McDonald, io & co. siamo in giro per negozi, per cercare un vestito e delle scarpe per le due pazze.
Io al vestito non ci penso proprio, tanto mia madre sicuramente avrà già deciso quale obbrobio mi metterò.
Dio, ti scongiuro fa che non sia rosa.
Mentre penso a queste mie interessantissime idee, qualcosa dall'altra parte della via attira la mia attenzione.
Nella vetrina di un negozietto secondario, spicca su un manichino un bellissimo vestito verde a fascia fa la sua bella mostra, la gonna scende morbida sui fianchi della figura bianca di plastica.
Quindi trascino le matte dall'altra parte della strada.
Laura non appena lo vede si lancia nel negozio per provarlo.
Quando esce rimaniamo incantate, sembra Trilli gigante, adorabilmente adorabile.
I boccoli chiari scendono dolcemente sulle spalle, e il vestito cade perfettamente sul suo corpo.
Mentre Alessia fa complimenti su complimenti a Laura, io guardo un pò in giro.
Vedo una stoffa pervinca svolazzare mossa del climatizzatore.
Tiro furi dalla gruccia il bel vestito, morbido e senza pretese particolari.
Guardo il vestito dalle spalline grandi lungo fino alle ginocchia, poi guardo Ale con i capelli castani e gli occhi scuri.
Senza dire una parola mi avvicino glielo passo.
Lei mi guarda e mi salta adosso.
Usciamo tutte felice per gli acquisti fatti.
                                                               ***
Sono ferma da dieci minuti davanti la porta di casa mia, i brividi di terrore anno ricominciato a salire lungo la mia schiena, inchiodandomi sullo zerbino.
Finalmente mi decido ad entrare, ed il familiare ticchettio delle scarpe di mia madre mi accoglie.
Me la ritrovo davanti in tutta la sua fulgida bellezza, che mi guarda con un sorriso tendendo le braccia.
Io di rimando faccio un sorriso radioso e mi butto tra le sue braccia.
<< Lo sai che ti voglio bene mammina? >> dico con gli occhioni da cucciolo, meglio arrufianarmela per bene, per cercare di desisterla, o almeno a farmi mettere qualcosa di decente per il ballo.
Mi guarda male, capendo subito le mie intezioni.
<< Non ci provare signorina, tu al ballo ci vai, ho già scelto il tuo vestito >> dice andando in cucina,io non provo neanche a ribatere, non servirebbe.
Dico che non ceno e sconsolata mi ritiro in camera mia, con unica consolazione la piccola Mira che si è accovacciata sulle mie gambe a fare le fusa.
Penso un pò a tutto quello che sta succedendo e ammetto che sapere qualcosa sui demoni e le spose mi potrebbe aiutare a scampare da questa cosa.
Prendo la palla nera in braccio e vicino al suo orecchio sussurro.
<< Mira mia, mi parli un pò di questa cosa dei demoni?>>
Lei apre gli occhioni blu sbadigliando ma poi inizia a parlare.
I demoni sono come gli umani, solo che anno poteri speciali,immortalità e charme, sono destinati fin dalla nascita a cercare l'anima gemella per l'eternità.                                                       La persona destinata può essere di ogni sesso ed età, è da loro che il demone tra forza e felicità.
I demoni sono isensibili a chiunque se non alla propria sposa, ogni parola dettata dalla sposa è legge.
L'unione si svolge la sera, dopo il rito fato dal re dei demoni, la notte c'è l'unione vera e propria.
Con l'atto d'amore la sposa viene marchiata a vita dal demone, che bevendone il sangue suggella la loro promessa d'amore per l'eternità.
Si ferma e mi guarda, mentre mi parlava io mi sono stesa, e con gli occhi pesantissimi ho cominciato ad addormentarmi.
L'ultima cosa che ricordo prima di cadere tra le braccia di Morfeo è Mira che dolcemente si addormenta con il muso infilato trai mie capelli.

Angolo Mio
Allora eccomi con il terzo capitolo di questa storia che sta riscuotendo discreto successo.
A quanto pare non sono l'unica a cui interessano le vicende di Adrian ed Eva.
In questo capitolo le cose si smuovono, conosciamo la madre di Eva e Axel Pirson il nostro armadio.
Questo è più un capitolo di passaggio che un vero e proprio capitolo, la maggiorparte delle cose importanti si svolgeranno nel prossimo capitolo, che narrerà le imprese dei tre moschettieri.
Ringrazio le persone che mi danno fiducia recensendo e seguendomi.
Ringrazio i recensori e i lettori silenziosi.
Mi aspetto tante recensioni negative e positive, per imparare a crescere. 
Look di Eva nel cap. 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=340978379324296&set=oa.483183195043326&type=1&theater
Per chiunque voglia far parte della famiglia delle pazze vaneggiatrici che il nostro gruppo di matte da legare https://www.facebook.com/groups/483107111717601/
Per il trailer della storia http://www.youtube.com/watch?v=Y8gBiTOijLs
 

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Capitolo 5
*** Personaggi ***


          La sposa del demone
               ~Personaggi~

Allora per ringraziare le persone che commentano, seguono, prefriscono e ricordano la mia storia.
Spero che con questo capitolo riesca ad incitare le lettrici silenziose a commentare.

UMANI
Ecco a voi Eva:                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Secondo me Megan Fox è perfetta ripica bella ragazza con l'aria scazzata che non si caca nessuno.




Ecco a voi Laura:
Io trovo perfetta Candice Accola per fare Laura, secondo me è semplicemente bellissima.






Il nostro demente preferito. Federico:
Lui è un modello Mitch Hewer, lo adoro, ha gli occhi grigi.




La barbie
 E' Rachel Anne McAdams, la foto parla da se.




Emma e Sara
Interpretate da claire holt e amansa seyfried, anche qui le foto parlano per i personaggi

   



DEMONI

Adrian:
Lui è Francisco Lachowski, un modello bellissimo, è praticamente il mio idolo




Lily:
La bellissima Indiana Evans




Alex:
Adoro anche lui, Adam gregory.




Axel:
Tizio trovato in internet




E bhe rimane solo la nostra Mira, che voi conosciete già, ma io la rimetto.




Bhe, questo è un capitolino extra per il quale spero qualche recensione, in modo che io mi sbtighi a scrivere il capitolo del ballo, una piccola recensione pleaseeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 4- Giovedì ***


          La sposa del demone

Capitolo 4- Giovedì
Sono le 11 e sono già uscita da scuola, sempre grande idea del preside, che per come ha detto lui "dare tempo a noi donne di prepararci" ci ha fatto uscire prima.
Ho paura di tornare a casa perchè mia madre mi costringerebbe a farmi una completa ristrutturazione, che durerebbe probabilmente molte ore, dal preciso istante in cui le mie platou lucide avrebbero toccato il parque di casa mia fino alla sera, verso le sei e mezza, dandomi giusto il tempo di prepararmi.
Decido di andare a fare in giro in centro, e mentre sono seduta nel vagone della metro ripenso a le poche ore passate in classe, non riuscendo a non sorridere.
Appena entrata in classe,assonata mi ero diretta verso il mio banco, sperando di non venire importunata da nessuno, ma due tizi poco identificati mi avevano stritolato in un abbraccio di gruppo.
Quando mi lasciano riesco a capire chi diamine mi ha quasi ucciso.
Scioccata mi ritrovo davanti l'armadio e la bambola, che mi bloccano in una conversazione.
<< Ehi piccoletta, come va? >> mi arrabbio subito.
<< Piccoletta a chi stronzo di un armadio >> ringhio con poca femminilità.
Mi guarda un attimo scioccato poi inizia a ridere, irritandomi ancora di più, già sono sclerotica ,se ci si mette pure lui oggi impazzisco, quindi per azzittarlo gli pianto un tacco sul piede con una forza non mia.
Lo vedo gemere di dolore e piegarsi su se stesso, fino ad arrivare alla mia altezza.
Così mi avvicino e gli sussurro minacciosa.
<< Pirson, vedi di non rompere i coglioni che oggi non è aria >> dico allontanandomi.
Mi siedo al mio banco estraniandomi dal mondo, fino a quando una voce divertita mi sussurrà all'orecchio.
<< Allora quando sei gelosa tiri fuori le unghie gattina >> mi sussurra la sua voce.
Crede che io si arrabbiata per il suo invito a Carolina.
Sono un attimo scossa, poi sorridendo e ricordando cosa ha detto Mira sui demoni mi giro e mi avvicino al suo orecchio.
<< E perchè dovrei essere gelosa se lei non può darti quello che posso darti io? >> dico sorridendo maliziosa e avvicinandomi alla sua bocca, tentandolo, per poi allontanarmi proprio quando lui sta per catturarmi le mie labbra e lo spingo via con i palmi delle mani aperti sul suo petto.
Lo vedo barcollare stordito ed andarsene.
Mi giro verso Fede, ma inveci di Fede vedo Pirson seduto di fianco a me.
Mi sorride e mi da una pacca sulla spalla.
Scuote leggermente la testa.
<< Sei proprio un demonio >> dice prima di andarsene e ridare il posto a Fede.
Lo blocco per un polso e lo avvicino, mettendo la gamba in mezzo alle sue, per dare miglior senso alle parole che sto per dire.
<< Prova a farla soffrire e la mia gamba ti priverà facilmente di quel coso che penzola in mezzo alle gambe >> dico tranquilla riferendomi a Laura.
Lo vedo deglutire e guardare Laura per poi sorridere dolcemente.
<< Non ti preoccupare, sai benissimo che non le farei mai del male >> dice mettendo in un unica frase troppi significati che non voglio sapere.
Mi riprendo dai miei pensieri quando la metro annuncia la mia fermata, quindi mi alzo velomente e mi diriggo al ristorante cinese per pranzare.
Appeno entro nel locale pieno di decorazioni rosse non posso far a meno di sorridere per il bizzarro campanello che annuncia il mio arrivo.
<< Ciao Lin Lin >> dico salutando al ragazza orientale al bancone.
<< Cia Eva, il solito posto e il solito? >> .
Sorridendo annuisco e mi vado a sedere al mio tavolo, davanti la vetrina.
Aspetto il mio menù fisso, e quando arriva inizio a mangiare, peccato che rischio di strozzarmi con gli spaghetti saltati quando mi arriva un avviso di chiamata da mia madre.
<< Smettila di mangiare e sbrigati a tornare a casa ti devo preparare! >> è l'unica cosa che la mia adorata mamma dice prima di attacarmi in faccia.
Sconsolata pago e con un'aura depressa mi dirigo a casa.
Appeno entro in casa vengo accolta da mia madre che sclera.
Mi prende e mi porta nella sua camera per sistemarmi.
                                                               ***
Sono passate cinque estenuanti ore, durante le quali mia madre mi ha fatto: ceretta, manicure, pedicure, pulizia del corpo e del viso.
Butto letteralmente fuori mia madre, non potendone più di farmi sistemare come una bambola.
Mi avvicino timorosa alla custodia del vestito, neanche dentro ci fosse chissa cosa.
E quando la apro, a differenza di ciò che avevo pensato, resto piacevolmente stupita  dal vestito rosso e corto, completamente differente dai tipici canoni di mia madre.
Dopo neanche due minuti mia madre risbuca fuori dalla camera pretendendo di sistemarmi i capelli, mi io con poche parole la mando via.
Giusto per farla contenta mia armo di arriciacapelli e forcine e comincio a sistemare i miei capelli.
                                                               ***
Mi guardo allo specchio ritenendomi soddisfatta del mio operato.
I tacchi neri mi slanciano tantissimo, il vestito corto e rosso esalta il seno insieme alla lunga collana di ferro che pende nell'avvallamento, gli orecchini, l'anello con la rosa e la pochette rossa completano l'opera.
Per non parlare del viso e dei capelli, gli occhi chiari vengono fatti risaltare dal contrasto tra l'ombretto bianco e l'eyeliner, il rosetto rosso mi rende più sensuale.
I capelli sono semi raccolti e ricci, li ho appuntati con disordine sul capo creando un effetto bello, intrecciate alcune piccole rose rosse.
Sento mia madre chiamarmi e mi affretto a mettere il lungo cappotto nero, che mi copre completamente fino al ginocchio.
Velocemente scendo, e quello che vedo mi fa sorridere: mia madre e mio padre commossi che mi guardano e Fede con la bocca aperta.
Poi però il mio sorriso si spegne vedendo l'esoressione tristi e pensierosa sul viso del mio migliore amico.
Che fine ha fatto il ragazzo che in primo liceo mi ha salvata da quelli più grandi?
Chi diamine l'ha ridotto in questa maniera?
Cerco di non pensarci troppo, per poi tartagliarlo questa sera, a casa sua.
Velocemente prendiamo la macchina per non farmi prendere freddo.
Arriviamo a scuola cinque minuti dopo, e troviamo il parcheggio scolasto pieno.
Neanche entriamo fortuna delle fortune icontriamo il trio delle barbie con Adrian e due tizi tutto muscoli e niente cervello.
All'inizio la mia attenzione viene focalizzata su Adrian in smoking nero e cravatta, ma neanche sposto lo sguardo sulle tre ragazze devo cercare di trattenere la risata fragorosa che sta per uscire dalla mia bocca.
Insomma, sono tutte e tre dannatamente... rosa.
Emma e Sara hanno dei vestiti decenti e spezzano il rosa con qualcosa di bianco.
Ma Carolina è ridicola, è vestita completamente di rosa, dal vestito di tulle alle scarpe con un fiore enorme, in testa ha una specie di topo rosa morto e la pochette sono delle labbra fucsia.
Per non parlare dei capelli, raccolti sulla testa piena di ricci, la fanno sembrare un barboncino.
<< Eva carissima, ma non hai caldo, su su togliti la giacca >> dice sorridendo in modo falsissimo.
Maledetta stronza vuoi farmi sfigurare, secondo te ti credi di essere più bella di me.
<< Oh, grazie Caro,me la tolgo subito >>
Con un movimento fluido faccio scivolare la giacca nera dalle spalle, prontamente presa da Fede, che si blocca a mezz'aria quando vede il vestito.
Guardo Carolina e Adrian, la prima ha uno sguardo minaccioso, credo che se gli sguardi potessero uccidere io sarei già morta, il secondo invece ha uno sguardo adorante e la bocca spalancata.
Con un sorriso fintissimo me ne vado prendendo a braccietto Fede, non potendo evitare di sorridere vittoriosa quando uno sguardo scuro segue ogni mio più piccolo movimento.
Cerco Laura e la trovo con Pirson, Alessia e Lily.
Laura è bellissima con il vestito verde, e i tacchi chiari slanciano la sua figura minuta.
Alessia è molto bella con il vestito viola e i sandali neri senza tacco.
Lily, bhe... è Lily.
Il vestito blu scende morbido fino ai piedi, e le scarpe bianche fanno capolino da sotto il vestito.
Pirson è.... un armadio con lo smoking che sta per scoppiare sotto la pressione dei suoi muscoli.
Passiamo tutta la sera a ballare sulle note dei maroon5, rihanna, lady gaga e altre canzoni pop.
A metà serata cominciano i lenti, e quasi tutti i miei compagni di classe mi chiedono di ballare, e io addolcita dall'aria di festa ballo con un pò tutti.
Il problema arriva quando Simone, il più antipatico e libertino si avvicina per ballare, salvo poi tentare di baciarmi.
Quando lo schiaffo sta per partire, qualcuno prende Simone per la collottola e lo allontana da me, non posso non ridere quando vedo che quel qualcuno è Axel Pirson che mi guarda e mi fa l'occhiolino.
La mia risata si blocca quando il fiato caldo di qualcuno mi solletica il collo.
<< Mi dispiace, ma non sopportavo che qualcuno si potesse avvicinare così tanto a    te >> dice girandomi lentamente per ballare apologize.
Mi trovo immersa in due occhi scuri, scurissimi che mi guardano con una dolcezza assoluta.
<< Adrian... >> dico assorta, in contemplazione dei suoi occhi, poi ricordando con chi è venuto al ballo e del bacio tento di allontanarmi.
Sento la sua presa sui miei fianchi intensificarsi, poi la sua testa che si posa sulla mia spalla.
<< Mi odi, mi odi davvero? >> dice con voce spezzata, piena di tristezza, distrutta da qualcosa di enorme.
<< Io... >> non riesco a continuare, colpa del calore del suo corpo abbandonato al mio, che mi distrae completamente, impedendomi di dire qualsiasi cosa.
Lui sembra intendere il mio silenzio come un assenso, quindi mi stringe più forte, lasciando piacevolmente stupita.
Una forza sovrannaturale orende possesso del mio corpo, costringendomi a fare qualcosa che mai mi sarebbe passato per il cervello.
Piano piano affondo il viso sul suo collo, strofinandoci dolcemente il naso, e baciandogli il collo, sorrido contro la sua pelle quando lo sento sussultare.
<< Adrian io... no, non ti odio >> dico al suo orecchio sussurando dolcemente parole non veramente sentite, perchè il bacio della mattina mi ha lasciato dannatamente scossa.
Mi guarda sorridendo con le labbra e gli occhi.
Si avvicina nuovamente alle mie labbra, fermandosi poco prima di posarle sulle mie.
Cerco di distoglire lo sguardo dai suoi occhi, ma poi ricado nella trappola dei suoi occhi, che mi incatenano a lui.
Mi lascio andare, non sentendo Carolina che starnazza cercando di venire ad interromperci.
Ci baciamo per pochi minuti, che a me sembrano ore, poi Adrian si stacca dolcemente e scende a possarmi dolci baci lungo la mascella, fino al collo, dove finisce per mordicchiare la giugulare.
Io per facilitargli il compito ho gettato la testa indietro esponendo la gola candida.
Lo sento sorridere.
<< Ora posso dire che sei mia o mi becco un'altro schiaffo >> dice rialzandosi e guardandomi sorridente, ma con un filo di diffidenza negli occhi.
Non rispondo, semplicemente mossa da questa forza dannatamente forte gli mordo il mento e strofino il mio naso sul suo pomo d'adamo.
<< Sei mia, solo mia >> dice prima di riavvicinarsi per mordermi il collo.
Il nostro momento di pace viene bloccato da Carolina che torna a pretendere il suo cavaliere.
Neanche lui distoglie lo sguardo mi risento libera, quindi velocemete scappo, ignorando i suoi occhi puntati sulla mia schiena.
Velocemente torna dal mio gruppo in fondo alla sala.
Sono tutti tranquilli, a parte Fede che è parecchio inquieto.
Pirson ha un sorrisone da deficente, ancora più demente di quelli che fa Fede.
Neanche mi avvicino non può fare a meno di stuzzicarmi.
<< Allora tu e Adrian è .... >>
Io non gli rispondo, semplicemente sorrido in modo inquitante, dannatamente minaccioso e gli pianto il tacco destro sul piede, con molta più forza del normale.
Sento Lily sussurrare a Pirson qualcosa come non doveva, ma sono talmente scossa da non farci caso. 
Velocemente prendo Fede e andiamo a riprendere i capotti.
Saliamo in macchina e ci dirigiamo a casa sua.
<< I tuoi sono in casa? >> chiedo entrando e aspettandomi di vedere il pazzo regista splatter e la psicopatica scrittrice di horror pronti a sbucare da qualche parte.
Fede mi guarda e scuote la testa sorridendo.
Saliamo in silenzio e mi manda a cambiarmi, dandomi una sua maglia.
                                                 ***
Siamo seduti sul letto di Fede con una cioccolata calda e il riscaldamento acceso a palla.
Lui sta in silenzio e io mi chiedo come intavolare il discorso che mi preme sapere.
<< Fede mi dici che hai, è da lunedì che sei strano >> dico guardandolo comprensiva e posando la tazza sul comò.
Lui mi guarda, e prima di rispondere si passa stancamente la mano sul viso, fa un respiro profondo per darsi forza e poi parla.
<< Io... sinceramente non lo so che mi sia preso, da lunedì mi sento...>> si blocca per cercare la parola giusta << ...strano, si strano >> dice arrossendo.
Dio mio, Fede che diventa rosso, non e possibile, di solo e lui che fa diventare le persone rosse con le sue battutine a sfondo sessuale.
<< In che senso... strano? >> dico usando la sua parola.
Diventa ancor più rosso di prima.
<< Bhe... strano, sopratutto quando la vedo >>
<< Quando la vedo? >>
<< Si, quando vedo questa persona mi sento strano, è come se non potessi fare a meno di guardarla, e quando sorride sorrido anche io, poi ho caldo, tanto caldo >> dice confuso guardandomi in cerca di aiuto.
Aiuto che io naturalmente non posso dargli.
Visto che credo di aver capito cosa lo affligge io non posso darlgli l'aiuto che chiede.
<< Non è strano Fede, sei innamorato >> dico cercando di tranquillizzarlo, ma ottenendo il contrario.
Comincia a rotolarsi nel letto e a dare di matto dicendo frasi sconclusionate.
<< Oddio Eva ma io non posso innamorarmi, e sopratutto non di quella persona >> dice sclerando.
<< E che c'è di male nell'innarmorarsi? >> chiedo confusa.
<< Per te non ci sarà niente di strano, visto che sei innamorata di Adrian... >>
<< Un momento chi ha detto che sono innamorata di Adrian? >>
<< Bhe, vi siete baciati sotto gli occhi di tutta la sala >>dice confuso.
<< Io non lo volevo baciare, ma quando mi ha guardato negli occhi non ho potuto farne a meno >> ammetto arrossendo, io questa volta.
Lui mi guarda spalancando la bocca sorpreso.
<< Succede anche a te? >> dice << quindi non sono matto, e il gatto parlante lo hai anche tu ho ce l'ho solo io? >>dice cercando spiegazioni nel mio sguardo << diamine dice che io sono la sposa di Alex, e che sono, una donna? >> dice ricominciando a delirare.
Io spalanco gli occhi. Dio, sono confusa, rifacciamo il punto della situazione.
Fede è innamorato. E ok lo posso capire.
E' una sposa. Ok, questo però non va tanto bene.
Il problema è che io mi sono bloccata ad Alex, e qui mi sorge un dubbio...
<< Fede, ma sei gay? >> dico incredula, dannatamente incredula.
Lui mi guarda e sentendo il peso delle mie parole scappa di sotto.
Io lo rincorro, andandogli dietro.
Lo trovo nel salotto con la testa tra le mani.
Faccio per toccarlo ma mi urla di stargli lontano.
Io incazzandomi, perchè nessuno mi da ordina gli prendo la testa e lo costringo a guardarmi.
<< Rispondi: se dovesse succedere che dei ragazzi mi dia fastidio come al primo anno tu faresti quello che hai fatto per mandarli via? >> chiedo, lui prima mi guarda confuso, poi fa il solito ghigno da deficente.
<< Oh si, li ripicchierei mille volte, avevano una faccia >> dice ridendo.
<< Visto? Non cambia niente sei solo e sempre Fede, solo che ora ti piace Alex, quindi vedi di fare meno il depresso con il ciclo, che per quello basto io.>> dico sospirando e sedendomi stancamente sul divano.
<< Scusa Eva, ma anche Adrian e come Alex? >>
<< Se ti riferisci al fatto che è un demone si >> dico guardandolo. << piuttosto, tu come hai fatto a sapere che eri la sua "sposa" >>
<< Aspetta >> dice alzandosi e salendo le scale.
Sento una porta aprirsi e rumore di lotto, sto per salire ma il demente riscende tenendo lontano da sè una palla di pelo rossiccia che gli ringhia contro.
<< Questo coso me lo sono ritrovato nel letto, martedì mattina, e non ha fatto altro che parlare di anime gemelle, spose, e altre cose che non ho ascoltato >> dice mentre prende un fazzoletto e tampona un graffio sulla faccia.
Faccio per avvicinarmi ma quello mi soffia contro.
Si gira e se ne va.
Vedo Fede mandare il gatto a fanculo e girarsi verso di me.
<< E' capitata la stessa cosa a me solo che la mia palla di pelo è più educata >>dico sorridendo.
Lui scute la testa e mi si carica su una spalla a mo di sacco di patate e ridendo comincià a salire le scale.
<< Non so se te ne sei accorta principessa, ma sono le due e noi domani dobbiamo andare a scuola >> dice aprendo la porta della camera con un calcio.
Mi butta sul letto e spegne la luce, poi mi si mette di fianco e mi pizzica la pancia io gli mordo il braccio.
<< Maledetta ... >> dice cominciando a farmi il solletico.
Io dopo neanche dieci secondi chiedo pietà.
Così mi addormento con il sorriso sulle labbra per aver fatto ritornare Fede il solito demente.

ANGOLO MIO
Capitolo risistemato e idee riordinate, spero che non vi dispiaccia ma lo storia continuerà per un bel pò, e du questo dovete dire grazie a _Lou che con una sua recensione mi ha aperto gli occhi, quindi in un certo senso lo dedico a lei.
Ecco i vestiti:

EVA



CAROLINA EMMA SARA


LILY LAURA E ALESSIA



ED ECCO LA PALLA DI PELO AGGRESSIVA

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Capitolo 7
*** AVVISO! ***


Avviso

So che forse non interessa a nessuno, ma per chi mi segue volevo dire che mi è preso il cosidetto "blocco dello scrittore", qundi non aggiornerò  finchè non riuscirò a scrivere qualcosa di decente.
Mi dispiace se do fastidio a molte lettrici, avete tutto il diritto di linciarmi.
Scusate di nuovo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 5- Venerdì ***



Capitolo 5- Venerdì
 
Mi svegliai tranquilla ma per nulla riposata tra le braccia di Fede che dormiva ancora tranquillo di fianco a me.
Guardo verso la sveglia e mi rendo conto che è ancora un pò presto per preparasi, quindi ripercorro la serata del ballo mentalmente, fermandomi all'arrivo di drian e al bacio.
C'era qualcosa che non andava, me lo sentivo, era una sensazione strana.
Poco prima dell'arrivo di Adrian, non avevo nessunissima voglia ne di vederlo ne ballare con lui, figuriamoci baciarlo.
Poi arriva , mi guarda e... puff sono tutta dolciosa e zuccherosa con lui.
Come la sera prima un altro flash e le parole di Mira risuonano nella mia mente.
I demoni sono come gli umani, solo che anno poteri speciali,immortalità e charme.
Sgrano gli occhi.
No, no, quel maledetto stronzo non può aver usato i suoi poteri su di me, non avrebbe osato.
Velocemente e senza neanche fare troppa attenzione a non svegliare Fede mi fiondo in bagno , per cambiarmi con i vestiti portati da casa.
Sono incazzata nera, quindi riverso la mi rabbia nel vestirmi rischiando di rompere i jeans.
Esco furiosa, precipitandomi giù dalle scale con velocità, non presto attenzione a niente, infatti sento appeno quel cazzo di gatto rosso soffiarmi contro.
Mi sbatto la porta alle spalle, e incurante del freddo mi dirigo a passo spedito verso casa mia, dove per la furia e la velocità dei movimenti mi cadono le chiavi.
Impreco ad alta voce, e dopo due minuti riesco ad entrare chiudendo piano la porta riccordandomi dei miei genitori al piano di sopra.
Mi tolgo le scarpe con il tacco e lentamente per non fare rumore salgo le scale.
Arrivata al piano superiore, entro in camera e come una matta comincio a cercare Mira, che trovo sotto le coperte del mio letto tranquilla a dormire.
Comincio a tirarle la coda ed a infastidirla, ma non si vuole proprio svegliare, quindi a mali estremi, estremi rimedi.
Prendo la boccia d'acqua vicino al letto e facendo attenzione a non innondare le lenzuola ne verso un pò in testa a Mira, che velocemente salta rizzando il pelo e ringhiandomi contro.
Si può sapere perchè diamine mi hai tirato dell'acqua adosso!?
Adrian può aver utilizzato i suoi poteri su di me?
Dico senza mezzi termini, aspettando che mi risponda.
La vedo calmarsi e farsi dubbiosa, si siede e comincia a dondolare leggermente la testa a destra e a sinistra.
Si, potrebbe. Perchè? 
Sgrano gli occhi e la rabbia di prima torna a riempirmi completamente.
Quel fottuto bastardo. Come ha potuto fare una cosa del genere. Dio mio, mi sono sciolta tra le sua braccia come una gelatina.
Dico piagniucolando.
Mira mi guarda e mi incita a spiegarmi meglio.
Ieri sera Adrian mi ha baciato, ma io non volevo, perchè ero ancora troppo arrabbiata con lui, che mi ha baciato con la forza, però ad un certo punto quando lui mi ha guardato negli occhi mi sono sentita completamente sua,  avrei fatto qualunque cosa avesse chiesto.
Mi vergogno da morire, io la gelida Eva in balia di un ragazzo.
Vedo Mira sorridere in quel suo strano modo, che è un mostrare i denti tranquilla e arriciare il muso.
Allora, si ha usato i suoi poteri su di te, anche se non avrebbe dovuto farlo.                                      Ma la cosa che io non capisco è perchè  tu te la sia presa così tanto per quel bacio.
Di colpo mi blocco, diventando completamente rossa dall'imbarazzo, nascondo il viso dietro i capelli scuri e mi rccolgo su me stessa.
<< Quello... bhe.... vedi.... ecco... come dire... era ilmioprimobacio! >> dico veloce, arrossendo e distogliendo lo sguardo.
Vedo la palla di pelo nera girarsi e guardarmi scioccata.
Comeeeeeeeeee!
<< Bhe, ecco vedi il mio primo bacio, se così lo vogliamo chiamare me l'ha dato Federico alcuni giorni dopo averlo incontrato, per scomessa >> dico a mo di scusa.
Il mio gatto credo sia entrato in coma, perchè è immobile sul letto con il muso spalancato e gli occhi sbarrati.
Per non dare spiegazioni mi sbrigo a prendere lo zaino e velocemente esco.
                                                            ***
Davanti scuola cerco di fare di tutto per poter eveitare di entrare, il terrore di reincontrare queglio occhi neri mi perseguita.
Sono appostata dietro il cancello e le poche persone che mi vedono mi guardano male, effetivamente sembro una ladra, nascosta qui dietro cercando di dare il meno possibbile nell'occhio.
A quanto pare non ci riesco, perchè dopo pochi secondi mi ritrovo circondata dai "demoni".
Lily mi si è attacata alla schiena e mi stritola, Axel mi stritola, abbracciandomi il collo e Alex mi guarda sorridendo,io cerco di spostarmi e andarmi a nascondere nel mio angolino sicuro, dietro il cancello, lontano dagli occhi indiscreti.
Ma bruscamente vengo asportata via dal mio rifugio e protata verso quella cosa assurda chiamata scuola.
Pirson mi ha praticamente preso in braccio, visto che pur di non muovermi avevo puntato i tacchi a terra, blando tentativo di non doverlo vedere.
A pochi metri dalla mia classe comincia al arrivare il terrore, il terrore più puro, di quello che ti viene quando c'è una verifica a sorpresa e tu non hai studiato niente.
Lily entra per prima ma si blocca, il che mi fa capire che qualcosa non va.
No, decisamente c'è qualcosa che non va.
Lily è ferma davanti la porta, e guarda davanti a se con uno sguardo vitreo e assente, ma però scopre leggermente i denti in un ringhio poco amichevole.
Io non capendo cosa succede mi faccio avanti, ma i due ragazzi mi si piazzano davanti, irrequiti.
Io stufa di tutto ciò li sposto e mi faccio avanti, ma ciò che mi trovo davanti mi lascia completamente spiazzata.
L'unica cosa che il mio cervello collega sono alcune parole confuse.
Troia roscia. Adrian. In braccio.
Sgrano gli occhi vedendo quell'essere in braccio a quello stronzo.
Sposa sto cazzo.
Vedo Laura e Fede che guardano male Adrian, lui non si accorge di niente, o meglio fa finta di non accorgersene, ma poi butta la testa all'indietro, mentre quella... cosa lo bacia sul collo.
Lo vedo sbarrare gli occhi e cercare di cacciarla via, ma è troppo tardi, io mi giro e guardo Pirson.
<< Axel, non farmi seguire >> lo vedo annuire apprensivo e corro giù per le scale.
Mentre scendo le scale sento Pirson e Fede litigare con Adrian, che cerca in tutti i modi di venire dietro di me, e spiegarmi, ma io non lo ascolto, vado spedita verso il cnacello e dopo verso casa.
Appena entrata mi fiondo in cucina, scrivo velocemente un biglietto per avvisare mio padre e corro sulla moto.
Sento una lacrima scendermi sulla guancia, ma non ci faccio caso.
Continuo a correre senza curarmi di niente e di nessuno, sento il vento asciugarmi le lacrime che silenziose scendono copiose dalle mie guancie.
Se ci penso bene non so neanche perchè piango, tanto a me non interessa niente di Adrian giusto? 
Forse, ma fa male, fa dannatamente male essere traditi da chi ti dice e ti giura completa fedeltà.
Dio, come sono stata stupida,dannatamente stupida.
                                                              ***
Sono ormai almeno setto ore, credo, che io sono seduta qui , a terra sulla sabbia fredda, a guardare un mare tutt'altro che calmo, un mare d'inverno.
Le onde si infrangono sulla spiaggia creando migliaia di bollicine.
Fa freddo, quindi mi stringo nel mio capotto e inforco la testa nella pesante sciarpa di lana.
<< Sapevo che eri qui. >> mi giro e trovo Fede che mi guarda dispiaciuto.
Mi si siede di fianco, e io, come una bambina piccola mi butto fra le sue bracciaa, scoppiando di nuovo in lacrime, lacrime che avevo trattnuto per tutta la mattina.
Fede mi lasci sfogare tranquilla, senza mai dirmi niente o interrompermi, e io gli getto addosso tutta la mia stizza e la mia gelosia repressa.
Siamo lì per almeno un altra mezz'ora, ma poi Fede mi costringe ad alzarmi, facendomi sorridere, mi prende come un sacco di patate e mi carica su una spalla, buttandomi in malo modo sulla moto.
<< Su su, muovi il tuo bel culetto, che ho fame forza forza >> dice mettendomi il casco e salendo sulla sua macchina.
E io finalmente facendo la mia prima risata del giorno lo seguo.
                                                                 ***
Mi sto ingozzando di roba fritta da almeno mezz'ora, ricordando con Fede tutte le cose più stupide fatte da quando ci conosciamo.
<< Ti ricordi quando ti sei sniffato l'indelebile? E' stato epico >> dico ridendo.
Lo vedo quasi strozzarsi con il panino che stava addentando e scoppiare a ridere.
Dopo essercene andati dal Mac Donald ci dirigiamo a casa dove non trovo nè Mira nè papà ma solo un biglietto che mi avverte che papà tornerà tardi.
Tranquilla e più serena mi metto a letto, sperando di togliermi dalla mente quell'immagine che non ha fatto altro che perseguitarmi.

ANGOLO AUTRICE
Oddio, mi dispiace da morire per il ritardo, ma tra inizio scuola e mancanza di ispirazione non ho potuto aggiornare.
Se volete potete tranquillamente linciarmi, ne avete tutto il diritto.
Allora, in questo capitolo abbiamo conosciuto il nuovo personaggio, una tr**a rossa di capelli, Eva incavolata con Adrian, ma ci rimane comunque male, vediamo Fede in veste migliore amico e poi basta.
Anche se vi ho lasciato senza capitoli per un pò mi piacerebbe ricevere qualche recensione.
Per chi volesse c'è il gruppo mio e di pulcino bagnato, giusto per fre amicizia e pubblicizare storie, ma anche per spoiler e foto de "La sposa del demone".
LINK:
https://www.facebook.com/groups/483107111717601/
Poi c'è il trailer della storia.
LINK:
http://www.youtube.com/watch?v=Y8gBiTOijLs
PS: Un grazie speciale a Jess Graphic per la copertina.

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Capitolo 9
*** Capitolo 6-Week end (1parte) ***


 
 


Capitolo 6-Week end (parte 1)

Sento un rumore assurdo provenire dalla cucina, e cercando di non sentirlo mi sbatto il cuscino in faccia, ma non cambiando assolutamente niente mi alzo depressa.
Guardo in fondo al letto e trovo Mira acciambellata in un groviglio di coperte che dorme placida.
Vado verso la porta per scendere le scale e per sbaglio mi trovo davanti allo specchio, avendo la fortuna di osservare le magnifiche occhiaie , che fanno pandan con gli occhi rossi dal pianto.
Lentamente scendo le scale e ancora mezzo addormentata vado in cucina, dove trovo mio padre tentare di cucinare.
Si sta ammazzando, solo tentando di tagliare del pane.
Non posso evitare di ridere, attirando lo sguardo di mio padre che mi guarda disperato, chiedendomi silenziosamente aiuto.
Si accorge del mio stato, ma ha la premura di non chiedere niente.
Siamo solo io e lui, la mamma è ripartita.
Scuotendo la testa mi avvicino al tavolo e guardandolo lo esorto a spostarsi.
Lui tutto rosso si sposta e mi da il coltello.
Dopo due minuti siamo fermi a guardare un panino bello e fatto.
<< Papi, oggi che fai? >> chiedo più tranquilla e meno depressa dalla nottataccia appena passata.
<< Oggi vado in officina, mi hanno portato un peugeot 308 cc rosa con una fiancata completamente distrutta e con qualche problema la motore, da quello che ho capito la tizia ha versato al posto dell'olio da macchina dell'olio di oliva, fottendo il motore >> dice scuotendo la testa.
Io lo guardo sconvolto, quale cogliona può mettere dell'olio da cucina in una macchina?
<< Posso venire a dare una mano? >> dico tranquilla.
<< Si va bene, ma oggi non hai niente da fare? >>
Scuoto la testa e mi siedo a mangiare i biscotti presi.
<< Tu vai, ti raggiungo dopo con calma >> dico addentando un biscotto.
Mugugna un Ok e esce, dopo poco sento il rumore della macchina allontanarsi.
Finisco con calma di mangiare e salgo al piano di sopra per prepararmi.
Quando arrivo su trovo Mira che mi guarda con i suoi occhini blu.
<< Non dirmi niente >> dico prima di chiudermi in bagno.
Mi metto una tuta e una maglietta velocemente.
Scendo di corsa e vado a prender il caso.
Entro in officina ostentando un sorriso falso, che muore subito neanche mi rendo conto del caldo che fa.
Saluto Giovanni, un ragazzo da poco assunto da papà e vado a cambiarmi.
Mi infilo velocemente nell'ufficio, che dopo una settimana dalle mie pulizie e tornato il porcile di prima.
Calpestando di tutto e di più mi infilo una delle tute intere di mio fratello, annodata in vita, con le maniche , e sopra una maglia bianca annodata sotto il seno.
Prendo una matita e mi lego i capelli in modo confuso e disordinato.
Esco fuori e vedo Giovanni in difficoltà con una moto.
<< Ti serve una mano? >>
Lo vedo guardarmi il seno e il  ventre, ma io irritata faccio finire il mio piede sopra il suo.
Rialza lo sguardo dolorante.
<< Devo riverniciare questo disegno, sono una frana  disegnare, farò un casino assurdo. >> dice sconsolato.
Mi avvicino alla moto e guardo il disegno.
Ammetto che è un disegno tribale molto complicato e che visto che Giovanni non so neanche disegnare un fiore lo rovinerebbe.
<< Vattene, lo faccio io >> dico spostandolo con una leggera spinta.
Lui prima mi guarda confuso, ma poi più tranquillo se ne va.
Mi metto a cavalcioni sulla Harley davidson ed esamino il disegno.
Prendo la vernice ed un pennello fine e mi metto a ripassarlo a mano, senza sagoma.
Mi metto le cuffie e faccio partire un canzone dei Green day, Boulevard of broken dreams.
Comincio a dipingere dondolando leggermente la testa, in un groviglio di pensieri.
Mi perdo fra le note della canzone e le linee avvolgenti del disegno.
Vengo distratta un attimo da Giovanni, che guarda il mio disegno spalancando gli occhi, visto che trascinata dalla musica l'ho ingrandito e modificato senza volerlo.
Sta per dirmi qualcosa, ma rimane folgorato indicandomi qualcosa alle mie spalle.
Non faccio in tempo a girarmi che mi ritrovo circondata da un profumo che ormai conosco bene.
Lily.
Mi giro e lo sorrido.
Lei risponde al mio sorriso, ma vedendo la mia mise sgrana gli occhi.
Sento un fischio di apprezzamento e mi ritrovo davanti Pirson.
Senza farmi troppi problemi lo mando a fanculo e torno a disegnare.
Neanche intingo il pennello nella vernice mi sento sollevare di peso e Pirson, che mi ha sollevata, mi butta senza grazia su un tavolo vicino.
Sto per urlargli contro quando le sento dire.
<< Vediamo che hai combinato alla mia moto >>
Si avvicina alla moto e guarda il disegno sgranando glio occhi e emettendo un altro fischio di apprezzamento.
<< Bello >> mi dice solo.
<< Quella è la tua moto? >> annuisce << Bella >>
<< Già bella, ma tu che ci fai qui? >> chiede indicando il posto circostante.
<< Aiuto >> dico scrollando le spalle.
Aggrotta le sopracciglia.
<< Aiuti chi? >>
<< Mio padre è sua quest'officina >> dico non curante.
Sorride capendo finalmente qualcosa, ma poi si adombra un attimo.
Io so già a cosa sta pensando.
<< Come ti senti? >>
<< Bene>>
<< Sicura? >>
<< Sicura >>
<< Sicura sicura? >>
<< Sicura sicura >>
Lo vedo guardarmi attentamente, cercando la bugie che c'è, che infatti scopre.
<< Sicura una cazzo >> dice arrabbiandosi << gli voglio bene, ma Adrian è un coglione >>
<< Perchè è un coglione?Io e lui non stiamo mica insieme >> dico impassibile << lui può dentro sto morendo logorata dalla tristezza e dalla gelosia.
Vedo Lily guardarmi scioccata e fa per parlare, ma viene interrotta da mio fratello.
<< Eva vieni di là, papà vuole aiuto con la tizia della peugeot >>dice sorridendo.
Io assento con il capo e gli faccio segno che arrivo.
<< Lily non fa niente su, non ti preoccupare >> dico sorridendo.
E' come se non avessi parlato, infatti lei sorride come un ebete nella direzione in cui è sparito mio fratello.
Guardo Axel che mi porge dei soldi, che io prontamente nego.
<< Piccolo servizio della casa armadio >> dico facendogli l'occhiolino.
<< D'accordo, ma stasera vieni a cena con me, Lily e Alex, va bene?>>
Ci penso un attimo, una serata fuori casa  mi farà bene.
<< Okkey >>
Lo vedo annuire soddisfatto e trascinarsi dietro la moto e una Lily rincoglionita.
Mi pulisco le mani su uno straccio, e togliermi la vernice dalle mani.
Mi avvicino alla porta che da alla parte dietro dell'officina, ma prima di uscire do uno scapellotto a Giovanni.
Lui per vendetta mi prende a mo di sacco di patate e inizia a farmi il solletico, portandomi contemporaneamente sul retro.
Quando entra mi fa scendere ed io con le lacrime agli occhi mi guardo intorno e cerco mio padre.
Lo vedo, ma di fianco a lui vedo la troia dai capelli rossi, che guarda preoccupata quell'obbrobrio rosa chiamato da lei macchina, facendo finta di ascoltare mio padre, che gli elenca i problemi.
Sgrano gli occhi.
Ma si sa, i problemi non arrivano mai da soli, infatti poco distante da loro mi accorgo troppo tardi del terzo spettatore che sta uccidendo un Giovanni alquanto spaventato con lo sguardo.
Sono. Fottuta.
Adrian è lì, fermo e guarda con un espressione rabbiosa Giovanni, promettendogli con gli occhi mille torture dolorose.
A visto tutto.
Ed è furioso.


Angolo mio
Allora buonanotte a tutti, spero di rallegrarvi il domenica sera, visto che domani è lunedì.
Mi sono sbrigata ad aggiornare, e per questo dovete ringranziare Sunny Angel che mi segue e mi incoraggia dall'inizio, e la mia nuova prof di Matematica, che duraante le lezione non riesce a stimolarmi a seguire la sua lezione costringendomi a cercare qualcos'altro da fare.
Questo capitolo, essendo troppo lungo l'ho diviso in due parti.
Vi prego, aspetto commentini, che con l'inizio della scuola servono a risollevare il morale.
Per l'aggiornamento non so, ma i tempi dovrebberò essere questi insomma.
Per il gruppo facebook 
LINK:
https://www.facebook.com/groups/483107111717601/
Per il trailer
LINK:
http://www.youtube.com/watch?v=Y8gBiTOijLs&feature=relmfu
Ps: se a qualcuna di voi interessa fra non molto dovrei pubblicare un fic su Inuysaha.
Baci alla prossima
Secretly99

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 7-Week end (2parte) ***




Capitolo 7- Week end (parte 2)
 
Vedovo davanti a me la ragazza dai capelli rossi, che guardava Adrian, che a sua volta guardava me.
Lei, vedendo il suo sguardo su di me, arrabiato e sofferente.
Si gira e mi guarda, e avrei preferito che non lo facesse.
Sul suo viso è stampato un ghigno cattivo, che mira a ferire e a fare male.
La vedo lanciarsi letteralente correndo verso di lui, abbrianciandolo e leccandogli e sbavandogli una guancia.
Il tutto guardando la mia reazione.
Adrian mi guarda sofferente e proccupato.
Ma io stupisco tutti.
Sono sempre stata brava a recitare, e questa cosa ora mi è utile.
Metto su una faccia impassibile e ci stampo su un finto sorriso cordiale.
<< Piacere, sono Eva, io e te siamo in classe insieme giusto? >>dico con voce dolce e acuta, per niente mia.
Lei mi guarda strana, ma poi annuisce.
<< Eva vieni qui.Del motore della macchina te ne occuperai tu, tuo fratello sistemerà la fiancata e  la carrozzeria .
Se voi volete seguirmi parliamo del prezzo e del tempo >>
Si ferma un attimo poi si gira.
<< Eva, quanto pensi di metterci? >>
Mi affaccio sul cofano e guardo il disastro.
Il motore è completamente da buttare, l'olio di oliva l'ha distrutto.
E' da smontare e cambiare, lavoro semplice.
<< Papà, il motore è fottuto, quindi lo devo cambiare, entro stasera finisco.. >>
Dico professionale, dimenticandomi per un attimo di Adrian e la troia.
Mi giro e vedo Adrian scambiare effusioni con la tizia, quindi arrabiata prendo Giovanni sotto braccio.
<< Giovanni, mi aiuti a cambiarlo, così finiamo prima? >> dico con aria civettuola e sbattendo le ciglia.
Prima mi guarda confuso, io di solito lo tratto di merda, ma vedendoil mio sguardo puntato su Adrian capisce.
<< Ma certo Eva carissima >> dice cingendomi le spalle con un braccio.
Io fisso il mio sguardo su Adrian, e lo vedo ringhiare, snudando i denti più lunghi del normale.
Gli occhi neri si schiariscono, assumendo bagliori sanguigni.
Io sgrano un attimo gli occhi vedendolo, ma non posso evitare di pensare che sia bellissimo, più bello del normale, mi sembra di vedere il vero Adrian.
Lui rendendosi conto di ciò che ha fatto, torna normale, guardandosi intorno, assicurandosi di non essere stato visto da nessuno.
Mi vede, accorgendosi che io ho assistito a cosa ha fatto, nei suoi occhi  vedo il terrore del mio disgusto .
Ma vedendomi stupita e leggermente adoranti si rasserena, prima di venir tirato via dalla zecca rossa.
La prima cosa che sento quando la porta si chiude è la risata di giovanni.
<< Ahahahahahah, immaginavo che non avrei mai visto una cosa del genere, tu gelosa! >>
Ed io senza volerlo arrossisco.
Lo vedo sgranare e indicarmi scioccato.
<< Oddio no, che culo quello stronzo >> dice guardandomi dopo aver avuto chissà quale lampo di genio.
<< Cioè, a te piace quell'idiota e lui sta con quella cozza >> dice pensandoci e guardandomi un attimo stupito.
Io diventanto ancora più rossa lo spintono.
<< Si, ok, ora lavora, prima non scherzavo >> dico cercando di di ritrovare la mia dignità.
<< Si va bene bambolina violente, spintonatrici di meccanici e pomodoro >> dice ridendo.
Io di nuovo rossa prendo al volo una chiave inglese e la tiro mirando alla sua testa.
Lui la schiva al volo e quando cade la guarda preoccupato.
Po alza lo sguardo su di me incredulo.
<< Tu sei pericolosa e violenta>> dice indicandomi.
Poi lo vedo sgranare gli occhi, e guardarmi incredulo.
<< Oddio, tu volevi uccidermi! >> urla con voce acuta.
<< Ma sta zitto coglione >> poi lo guardo << lavora >> ordino prerentoria.
Lui mi guarda male, ma poi lavora.
                                                              ***
Corro a casa, devo lavarmi prima di andare a scuola per incontrarmi con l'armadio.
Entro in casa e volo nella doccia, dove mi lavo in tempo record.
Mi infiloun paio di jeans gialli e neri, un maglioncino e un paio di stiletti.
Butto il telofono, le chiavi, assorbenti e cazzi vari in una borsa gialli.
Velocemento scendo le scale, poi mi fermo a pensare.
Ma mira dove cazzo è?
Risalgo le scale e vado a cercare Mira.
Non la trovo.
Sconfitta scendo e mi metto il giacchetto.
Mentre vado verso scuola penso a dove può andare ogni volta Mira.
Quanto torna gli devo chiedere dove sparisce.
Arrivo davanti scuola e trovo Axel ad aspettarmi.
Non vedo Laura, e mi stuposco, visto che ormai sono sempre insieme.
Lui intuendo i miei pensieri scuote la testa.
<< Stasera siamo solo noi 4 baby >> dice indicando Lily ed Alex ad aspettarci, e ammiccando come un coglione.
Sorrido e scuoto la testa.
Stasera sarà una bella serata.

Angolo mio
Ciao a tutte eccomi con un nuovo capitolo.
Dico poche cose perchè rischio di perdere la connessione da un momento all'altro.
Ringrazio tutti quelli che mi sostengono, veramente mille grazie.
Alla prossima
PS:un piccola recensione please??????

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Capitolo 11
*** Capitolo 8-Week end (3parte) ***




Capitolo 8-Week end (parte 1)
 
Il ristorante scelto per la cena cucinava cucina giapponese e cinese, per la mia felicità.
Appena entriamo cala il silenzio, ma è comprensibile, dopotutto sono in compagnia di tre ragazzi che sembrano esseri divini.
Dopo poco tempo tutti tornano a fare quello che facevano prima, salvo voltarsi ogni tanto verso di noi.
L'armadio si avvicina ad una cameriera e chiede il tavolo prenotato, questa lo guarda con il viso tutto rosso, e incespicando ci porta al nostro tavolo.
Ci sediamo ed io finisco sulla panca imbottita con il mio quasi gemello.
Non posso evitare di sentirmi a disagio, perchè lui è l'unico demone con cui non ho mai avuto contatti ravvicinati.
Lo vedo girarsi verso di me e sorridermi leggermente, ma con il volto impassibile.
Io ancora più a disagio di prima distolgo lo sguardo, puntandolo su Lily e Axel che litigano su cosa ordinare.
<< Tu che prendi Eva? >> dice Lily, sperando di avere il mio favore << Sushi o cucina cinese?>>.
Io la guardo.
<< Cucina cinese, non sono una fan delle pesce crudo>> la vedo fare na faccia delusa, e vedo ancor meglio esultare lo scimmione.
Viene di nuovo la cameriera a prendere l'ordine, e rossa in viso se ne va dopo aver appuntato i piatti.
<< Allora.. >> dice Axel << Ora che siamo da soli sputa il rospo >>.
Io lo guardo confusa, non capendo di cosa stia parlando.
<< Su si... >> si aggiunge Lily << Non ci vuoi chiedere chi è la tizia roscia di stamane? >>.
Come illuminata dalla luce divina capisco tutto.
Ora hanno acceso la curiosità in me, quindi me lo devono dire.
Li esorto con lo sguardo a parlare.
<< Allora... si chiama Claire, ed è un demone>> dice Lily << Fa parte della nobiltà, la sua famiglia è la più vicina alla nostra, quella reale >>
Axel la guarda annuendo.
<< Mentre Adrian non trovava la sua sposa, lei era l'unica degna con cui lui poteva trombare>> dice schietto.
Io lo guardo scioccata.
<< E meglio che non ti ci avvicini, è innamorata di Adrian e farebbe di tutto per farti soffrire e tenersi lui >> dice Alex guardandomi veramente per la prima volta.
Faccio per rispondere ma arrivano le portate.
Mentre mangio l'antipasto misto caldo sorprendo tutti.
 << L'ho già incontrata >> dico asciutta e senza particolare inflessione nella voce.
Li vedo guardarmi sbalorditi e impauriti.
<< Non vi preoccupate, non gli ho detto niente >> dico tranquilla.
Niente, mi fissano aspettando chissà cosa.
<< L'ho incontrata in officina, ha sfonnato la peugeot di barbie >> dico mangiando.
Nada de nada, nessuno mi guarda nessuno mi parla.
Io guardo nel piatto di Axel e con le bacchette infilzo il raviolo alla griglia rimasto nel piatto.
Lo vedo riscuotersi, e tentare di riprendere velocemente il raviolo, che finisce nella mia bocca in meno di tre secondi.
<< Ehi, ma quello era mio! >> esordisce incavolato.
<< Bene, ora è al sicuro nella mia pancina >> dico continuando a mangiare.
Sta per sbraitarmi contro, ma poi Lily lo morde e lo distoglie da me.
Cominciano a litigare e a tirarsi contro la roba.
Io li lascio alle loro bambinate e mi giro verso Alex che non ha fiatato da quando è iniziata la serata.
<< Che hai? >> si gira e nei suoi occhi così simili ai miei non vedo niente, a parte il vuoto.
<< Lui lo sa vero? >> non sembra una domanda, più una constatazione.
Non mi ci vuole molto a capire chi è lui e cosa sa.
Lo fisso e annuisco.
Non mi parla più, mettendosi a rimuginare.
Non posso fare niente, perchè arrivano i primi e i secondi contemporaneamente.
Mentre mangio comincio a parlare con Axel.
<< Allora idiota, come va con Laura >> 
L'armadio diventa di venti sfumature di rosso.
<< Cavoli miei >>
<< Tanto durante il viaggio per la vostra scuola mi faccio dire tutto >> dico tranquillamente.
<< Non oserai...>>
<< Oso oso >> mi guarda attento, poi si alza.
<< Fossi in te comincerei a correre >> dice minacciandomi.
Faccio stridere la sedia sul pavimento e ridendo comincio a correre.
Esco velocemente fuori al freddo senza giacca, sentendo Axel corrermi dietro ed imprecare.
Continuo a scappare per un bel pò fino a che Lily e Alex, visibilmente divertiti non arrivano a cercarci.
L'armadio per non essere riuscito ad acchiapparmi paga il conto e contenti andiamo a casa.
Appena varco la soglia di casa comincio a cercare Mira, ma non la trovo da nessuna parte.
Sconsolata vado a letto a cercare di dormire.
                                                          ***
Domenica mi sveglio verso le due di pomeriggio, e rincoglionita scendo le scale.
Papà mi ha lasciato un biglietto, lui è a lavoro.
Cominciò a cercare Mira, ma stanotte non è tornata.
Sento il mio cellulare avvisarmi dell'arrivo di un messaggio.
Corro per le scale, quasi ammazzandomi.
Guardo chi l'ha spedito.
Laura.
Ehi tesoro, pronta a partire? :)
Vedendo il messaggio sulle prime non capisco, poi un lampo di genio.
Domani. Partire.Valigie.
Divento bianca, e velocemente, mi butto letteralmente sulle scale.
Salgo in soffitta e tiro giù al volo una delle valigie grandi.
La trascino in camera e cominciò a buttarci la roba a casaccio, senza nemmeno curarmi dei vestiti che metto dentro.
La valigia è strapiena, ma tutto è dannatamente buttato dentro senza logica.
Con pazienza rovescio il tutto sul letto e cominciò a sistemare.
Ho capito, mi ci vorrà tutto il pomeriggio.
                                                          ***
Sono passate quattro dannate ore da quando ho iniziato a sistemare la valigia e finalmente ho finito.
Vado in cucina per bere qualcosa, ma qualcosa prima di uscire cattura la mia attenzione.
In fondo al mio armadio, un bellissimo tubino di pizzo celeste è buttato malamente a terra.
Io lo prendo senza pensarci troppo e lo metto in valigia.
Guardo l'ora, sono già le sette meno venti.
Bene, un'altra giornata è finita. 


Angolo Autrice
Da oggi basta con i capitoli corti.
Il week end è finito e ricominciamo la settimana.
Capitolo di passaggio senza spessore, ma comunque allegro.
Ringrazio tutti quelli che sostengono questa storia dall'inizio.
Grazie veramente.
La mia pagina di facebook https://www.facebook.com/groups/483107111717601/">QUI

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Capitolo 12
*** Capitolo 9- Un nuovo inizio ***


Allora, mi vorrei scusare fin da subito per la mia assenza, mi dispiace veramente tanto.
Spero che qualcuna di voi mi segua ancora.
 




Capitolo 9
 
Apro gli occhi infastidita, sentendo troppo rumore a quest'ora di mattina.
Di sotto è un continuo sbattere di oggetti.
Sto per ricadere nel mondo dei sogni quando un movimento sospetto intorno alle mie gambe mi fa svegliare.
Alzo appena la testa e vedo Mira che sta per scendere dal letto.
Di soppiatto mi avvicino, e mentre sta per scendere l' afferro per la collottola.
Mi vede, e probabilmente leggendo le mie intenzioni nello sguardo comincia dimenarsi.
Cerco di farla stare ferma, ma tenta di graffiarmi.
Io la guardo male, ma lei continua interperrita a muovere furiosamente le zampette nere, tentando di sgusciare via dalla mia presa.
Sto per aprire bocca quando sento alcuni tonfi più forti provenire dal piano di sotto.
La porta della mia stanza si spalanca, mostrando un papino piuttosto trafelato con un ciuffo di capelli leggermente... bruciacchiato?
<< Eva, la cucina va a fuoco! >>
La cucina va a fuoco!?
Io sono scioccata, così scioccata da non accorgermi nemmeno di Mira che si libera e sparisce non so dove per la casa.
Ancora sotto shock lancio le coperte ai piedi del letto e mi catapulto a terra, rischiando di ammazzarmi.
Corro alla velocità della luce giù dalle scale, trovandomi in cucina.
Effettivamente mi rendo conto che il tagliere sulla penisola va completamente a fuco, ma io mi chiedo, come cazzo fa il tagliere, che sta distantissimo dai fornelli ad andare a fuoco?
Non pensando troppo ai dettagli mi avvicino al frigo, dove prendo un bottiglia d'acqua che rovescio sul tagliere senza grazia.
Quando il piccolo fuocherello è estinto mi giro verso mio padre, che inizia a ridacchiare nervoso.
Si defila in meno di un secondo, lasciandomi a scuotere la testa divertita.
Salgo le scale  vado in bagno, rendendomi condo di una cosa orribile.
Ho il ciclo.
Ho una merda di ciclo assurdo.
Ho deciso, la giornata è completamente e irrimediabilmente rovinata.
Con la luna storta mi vesto, e incazzata e col morale a terra mi metto gli occhiali da sole.
Ammetto di non vederci un tubo con gli occhiali neri ma sto bene così, sto di merda e il mondo lo devo vedere di merda.
Arrivo a scuola e vado dritta da Laura e Fede, la prima che gioca al cellulare, il secondo che fa il coglione.
Quando arrivo, come un tornado entrambi guardano impauriti i miei vestiti, allontanandosi da me.
Laura delicata chiede.
<< Eva hai il ciclo? >>
<< Si, come hai fatto a scoprirlo? >>
Entrambi indicano i miei vestiti.
<< Bhe che c'è ? >>
<< Sei vestita quasi completamente di rosso, tu odio il rosso, ti ci vesti solo in quel periodo del mese >> dice Fede allontanandosi.
Scuoto il capo e vado ad annunciare la mia presenza alla prof. Inzeo, che constatando che ero l'unica a mancare ci fa salire sul pullman.
Mi piazzo al mio posto fisso, infondo al pullman, da sola, fino all'arrivo di Laura.
Fede invece si mette proprio nella fila finale, insieme ai suoi amici maschi coglioni.
Dopo quasi una settimana di distanza io posso farmi i cazzi suoi, quindi le chiedo senza troppi problemi.
<< Come va con l'armadio? >>
Diventa subito rossa, ma sorridendo ammette che va tutto bene.
<< Sai, arrivati a casa sua ci uniremmo >> dice con gli occhi sorridenti.
Io la guardo sgranando gli occhi, e faccio per chiederle qualcosa, ma lei scappa vicino ad Alessia, stroncando sul nascere la conversazione.
Sono incavolata, confusa e ancora incavolata.
Questo gemellaggio non ha portato nulla di buono.
Prima Adrian e poi l'armadio che si porta via Laura
Turbata mi metto le cuffie, cercando di far passare le ore sul pullman.
I mie pensieri, anche se cerco di dirottarli finiscono su quelle due cose, a cui non vorrei pensare: Laura e Adrian.
Penso a Laura, perchè non so cosa potrebbe accadere dopo la sua unione con Axel, ho paura, paura perchè temo che possa rimanere con lui, lasciandomi solo.
E penso d Adrian, non lo posso evitare, ormai occupa un parte consistente nella mia mente, e se mi costa ammetterlo nel  mio cuore.
Ripensare ai momenti passati insieme, per quanto brutti e alquanto strani mi fanno sorridere e arrossire, poi ripensando alla sera del ballo dove lui ha usato il suo potere, non sono più così arrabbiata, mi rendo conto che io anche lo volevo, perchè sono dannatamente attratta da lui.
Un dolore lancinante al ventre mi fa distogliere dai miei pensieri.
Ciclo, ciclo di merda.
Ogni singolo mese è così.
Un altra fitta mi fa mugolare di dolore.
Lentamente mi alzo e rubo il giacchetto a Fede, che è dietro di me, lui mi guarda confuso, ma poi vedendo le mie smorfie capisce e si azzitta.
Mi sdraio su i due sedili e mi appoggio il giacchetto sulla pancia.
Il dolore si calma e io mi addormento. 
                                                         ***
Vengo svegliata da qualcosa di piuttosto pesante che si posa sulla mia pancia dolorante.
 Salto sul sedile imprecando, e guardando Fede con un espressione assassina.
Lui smette di botto di ridere e mi guarda impaurito, e comincia ad allontanarsi, per poi correre velocemente giù dal pullman, con una me piuttosto incazzata alle calcagna.
Sto per saltargli addosso, quando vicino al bus vedo la Inzeo con Carolina e Emma, che vomitano l'anima.
L'Inzeo,come se sentisse la mia presenza si gira verso di me.
<< Eva, spero che tu non ti vergoni perchè con Carolina in queste condizioni sul palco ci sarai tu, la stessa cosa per Laura >> dopo aver detto ciò si gira verso le malate.
Io comunico la notizia a Laura che lentamente si sgonfia.
Ci avviamo verso la palestra, notando con paura come questa scuola sia leggermente lugubre.
Arriviamo davanti la palestra e mi tremano le gambe.
Non è stata una buona idea mettersi i tacchi.
Il preside è davanti a noi ed è impaziente.
Le porte vengono aperte dall'interno, e noi ci ritroviamo catapultati in un enorme palestra.
Tutti ci fissano, ma non so perchè la maggior parte degli occhi sembrano puntati su di me.
Con passo sicuro seguo il preside, trascinandomi dietro un Laura piuttosto timida, che si nasconde dietro l'enorme maglione rosso che indosso.
Alzo lo sguardo sul palco e vedo Adrian, che a sua volta mi fissa, leggermente sollevato dal vedermi.
Una donna ed un uomo sulla quarantina mi guardano attentamente, studiando ogni mia espressione e comportamento, sorridono leggermente come se fossero contenti di me.
Li osservo meglio e noto una certa somiglianza tra la donna e Adrian, e capisco che è la madre.
Mentre salgo sul palco noto un movimento tra le gambe della donna, e il musetto di Mira spunta fuori, ma appena mi vede si rinasconde.
Io scuoto la testa, dandomi della stupida, e senza problemi mi piazzo di fianco a Adrian con Laura alla mia destra.
Mi impunto con tutta me stessa, e non lo guardo, anche se i suoi due pozzi neri e il suo profumo mi invitano a girarmi.
La madre di Adrian mi guarda soddisfatta, il padre confuso.
Adrian sconsolato, comincia il suo discorso di routine, quando poi mette in causa me per dare i dovuti ringraziamenti per l'ospitalità.
Mentre tutti vanno verso l'esterno una mano mi blocca.
Io conoscendo il suo possessore strattono il braccio infastidita e mi giro.
<< Non toccarmi >> sibillo, lo vedo cercare i miei occhi, mentre i suoi si tingono di sangue << E non usare i tuoi dannati poteri su di me >> velocemente scendo, e raggiungo la preside, che parla con il nostro.
Veniamo divisi in gruppi, e io finisco con Fede e Alessia, e veniamo spediti in una quinta al piano terra.
La prof. che ci accompagna entra e ci presenta, io entro per ultima.
Mi ritrovo davanti una classe di diciotto persone, tra cui riconosco la troia rossa, Alex e la mia dannazione eterna.
Ci presentiamo, ed io per il grandissimo culo che mi ritrovo mi mettono tra Adrian e la troia.
Il prima cerca di attirare la mia attenzione, la seconda che mi vuole sbranare.
Però anche Fede non è messo meglio, l'hanno messo vicino a Alex, che non fa altro che guardarlo.
Comincia la lezione.
Dopo poco mi arrivano due biglietti, uno dalla  mia destra, uno dalla mia sinistra.
Il primo è di Adrian.
Ti prego, perdonami, ti posso spiegare.
Il secondo è di Claire,
Puttana, avvicinati a lui e ti ammazzo.
Li leggo appena, poi li strappo e li butto nell'astuccio, senza curarmi ne di uno       dell' altro.
Alla fine della lezione mi attacco letteralmente a Fede, e Alex, "casualmente" viene con noi.
Mi ritrovo davanti ad una classe, e non so perchè durante il tragitto sembrava sembra che tutti mi guardassero.
L'ormai familiare profumo di Lily mi investe, quando mi salta addosso.
Questa volta non mi sembra solo che gli guardi di tutti siano puntati su di me, so che sono puntati su di me.
<< Ciao, mi sei mancata! >> dice la nana stritolandomi.
<< Lily, ci siamo viste sabato >> rispondo cercando di staccarmela di dosso.
Lei mi lascia un attimo, è stranamente mi ritrovo stritolata da un muro.
Può essere solo una persona : Pirson.
Infatti appena mi giro mi trovo la sua faccia da armadio davanti.
Dietro di lui c'è una Laura raggiante.
Sorrido ad entrambi e prendo Laura, trascinandola verso l'esterno della scuola, per andare con la prof. verso l'albergo prenotato dalla scuola, per farci alloggiare.
Arriviamo nel cortile dove i nostri docenti parlano con la preside.
Appena arrivo la preside si volta verso di me, mi osserva con attenzione, come se mi stesse nuovamente valutando, ed infine sorride leggermente.
Io distolgo velocemente lo sguardo, e salgo sul bus.
Mi metto al mio posto e mi metto le cuffie.
Guardo verso l'esterno e vedo la preside guardarmi, con di fianco tutti i ragazzi dello scambio.
                                                       ***
A quanto pare ci trattano bene, visto che le stanze sono singole è enormi.
Al centro troneggia un enorme letto matrimoniale dove potremmo entrare perfettamente io, Fede, Laura, Lily e l'armadio, anzi lui no che è troppo grosso.
Il bagno  ha vasca e doccia, entrambe idromassaggio.
Stanca mi butto sul letto e mi riposo, massaggiandomi il ventre, che non mi ha lasciato tregua per tutto il giorno.
Mi fa male la testa, e senza neanche che me ne accorga mi addormento.
Quando mi sveglio sono le otto e sento qualcuno bussare insistentemente alla porta.
Mi alzo barcollando e mi avvicino alla porta, trovandomi davanti il faccione di Fede, che mi trascina giù.
Ceniamo tutti insieme, ma il mio mal di testa è peggiorato, quindi vado fuori a prendere un pò d'aria.
Poi è un attimo.
Già intontita dai miei malesseri non sento che qualcuno mi si avvicina, mi tappa la bocca e mi stordisce.
E' solo buio.



Allora, mi dispiace veramente tanto per la mia assenza.
Spero che il capitlo vi piaccia.
Gruppo fb 
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Trailer http://www.youtube.com/watch?v=Y8gBiTOijLs
 
 
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 10- Sua ***



Capitolo 10
 
Mi sveglio frastornata, con un gran mal di testa ,sentendo i dolori al ventre rifarsi vivi.
L'unica cosa che ricordo è che qualcuno mi è arrivato alle spalle, stordendomi.
Sono in una stanza piuttosto buia, priva di finestre, con una sola porta, davanti a me.
Mi rendo conto di essere legata, e di essere letteralmente impossibilitata nel muovermi.
Vedo la porta aprirsi e da questa entrare quello zoccola con i capelli rossi.
E' diversa dall'ultima volta che l'ho vista, ha negli occhi una luce folle, inquietante.
Maledetta, penso, mentre mi guarda con un sorriso sadico sul viso.
Mi si avvicina e mi sposta un ciuffo di capelli dal viso, io mi sposto leggermente inclinando la testa da un lato, per evitare che mi tocchi ancora.
Lei sgrana gli occhi, e irritata mi da uno schiaffo, ferendomi sul viso con un anello che porta.
<< Hai paura? >> dice guardandomi, sorridendo maligna, al mio cenno negativo, si incavola ancora di più.
<< Adrian è mio, non ti devi avvicinare >> sibilla cattiva, tagliandomi una guancia con le unghie troppo lunghe per essere umane.
Io la fisso, senza parlare, o dare segni di paura, anche se dentro sto morendo dalla paura e dal terrore.
Prendo coraggio e rispondo.
<< Adrian non è tuo >> dico con voce bassa e non troppo sicura.
Lei mi guarda, inarcando leggermente le sopracciglia, e storcendo la bocca, mi si avvicina ancora di più, arrivando a malapena un soffio dal mio viso.
<< E di chi sarebbe? Tuo? >> conclude ridendo in modo isterico.
Non so presa da quale forza, ma ripensando a tutti i nostri momenti mi viene naturale rispondere.
<< Si, è mio >> dico sicura.
La vedo sgranare gli occhi sorpresa ma poi ritorna come prima.
<< E cosa te lo fa pensare? >> 
<< Sono la sua sposa >> ammetterlo fa uno strano effetto, e come se sentissi tutto il peso di questa affermazione, il vero significato di appartenere completamente e senza scampo a qualcuno.
Già accesi di pura follia.
<< No, no, no no no, non può essere vero, lui è mio! >>
Indietreggia come se l'avessi colpita, ma si riavvicina velocemente snudando le zanne e gli occhi rossi, che in confronto a quelli di Adrian mi fanno paura.
Comincio a tremare, pensando di essere ormai finita, cerco di muovermi e scappare, ma le corde me lo impediscono.
Prima che si avventi su di me sento di nuovo la porta che si apre, e una luce, e l'ultima cosa che vedo dopo che mi ha ferito la pancia sono due occhi pece che mi fissano terrorizzati.
Poi nel giro di poco tempo riperdo i sensi.
                                                        ***
Il mio risveglio questa volta è dolce e tranquillo.
Appena apro gli occhi mi trovo davanti un soffitto nero e rosso.
Sono in un letto enorme, coperta da pesanti piumoni,avvolta in un profumo forte e virile, che mi manda completamente il cervello in tilt.
Dalla finestra filtra la luce pallida della luna, che tranquilla ed indisturbata illumina la notte.
Mi stiracchio, inarcando la schiena, poi mi blocco terrorizzata, ricordandomi della ferita al ventre.
Rimango sorpresa quando la pelle della pancia non tira, la sento normale, sgrano gli occhi e lentamente alzo il piumone, rendendomi conto di indossare un enorme camicia sicuramente non mia.
Non facendoci troppo caso la alzo e riscopro la mia pancia, completamente liscia.
Sul punto dove dovrebbe essere la ferita c'è solo una striscia di pelle lucida e leggermente più chiara del resto del corpo. 
Mi tocco il viso e mi rendo conto che anche lì non ci sono segni di tagli.
Forse mi sono sognata tutto.
Mi rendo conto che ciò non è vero quando intravedo Adrian appoggiato allo stipite della porta, che mi fissa con gli occhi rossi, che non mi fanno paura come quelli di Claire, anzi mi attirano.
Lo fisso, e quando lui comincia ad avvicinarsi io, automaticamente mi allontano, fino a ritrovarmi con le spalle al muro.
Lui sale sul letto, e mi si avvicina gattonando, fino a fermarsi in mezzo alle mie gambe.
Con fare lento mi sposta i capelli dal viso, lasciandomi una lieve carezza su una guancia.
Mi fa sdraiare lentamente, ma senza usare il suo potere, sono io che stranamente mi sento docile e remissiva.
Lentamente mi alza la sua camicia,e mi fissa il ventre, senza nessuna ferita, mi lascia un bacio lento.
Le fitte dovute al ciclo si fanno risentire e io mi lascio uscire un lamento di dolore.
Lentamente sguscio via dalla sua presa e mi metto sotto il pesante piumone, raggomitolandomi su me stessa.
Lui mi segue e mi si mette dietro.
Mi abbraccia, e mi costringe a togliere le mani dal ventre, contro le mie proteste.
Comincia a fare un lento massaggio sulle parti dolenti facendomi lentamente rilassare.
<< Perchè non ho le ferite? >> chiedo a bassa voce, chiedendo spiegazioni e godendomi quel massaggio.
Lui continua a massaggiare.
<< Ti ho fatto bere il mio sangue >> dice, so che sta sorridendo << il sangue di demone ha potenti proprietà curative >>.
Comincio a tremare dal freddo quindi mi avvicino di più ad Adrian, che continua il suo massaggio.
Tento di parlare, di impedirmi di fare quello che ho fatto, di ribattere questa cosa, di tornare la vecchia Eva, ma lo sento cominciare a mormorare dolci parole, che lentamente mi fanno addormentare, avvolta tra le sue braccia e il suo profumo. 
                                                             ***
Un raggio di sole, che filtra dai pesanti tendaggi mi sveglia.
Mi muovo appena, sentendo un peso caldo che mi avvolge.
Giro appena la testa, e vedo Adrian dormire placido, con la testa immersa nei miei capelli, e per metà sprofondata nel cuscino.
I capelli sono sparati per aria, più del solito e le labbra sono dischiuse, facendo uscire un leggero russare.
Sorrido intenerita.
Magari non è così male.
No, ritiro tutto ciò che ho detto, quando mi rendo conto di come abbiamo dormito.
Io sono straiata di schiena, ma il problema non sono io, è lui.
E' completamente spalmato contro di me,a petto nudo, una mano si è infilata sotto la camicia, appena sotto al seno, una sua gamba è infilata tra le mie, in mezzo alle cosce.
Divento tutta rossa, e velocemente, ma con calma mi sposto da quel caldo groviglio di braccia, gambe e coperte.
Poggio i piedi a terra e cerco i miei vestiti, non trovando però niente.
Mi decido ad uscire, con solo la camicia indosso.
Mi avventuro per l'enorme casa, e non so come mi ritrovo in cucina.
Mi siedo su uno degli sgabelli e cerco di fare il punto della situazione.
Cosa che non riesco a fare, visto che un bell'uomo in giacca e cravatta, ma sopratutto grembiule rose, entra cantando.
Poi mi vede, e si ferma.
Ci fissiamo, ed io vedo preoccupata i suoi occhi cominciare a scintillare, diventare due stelle stile manga.
<< Tu sei Eva vero? >> dice tutto eccitato.
<< Ehm, si >> dico tentennando.
<< Bene, bene, come diceva Lily sei bellissima, bellissimissima, chissà che bei nipotini verranno fuori, già mi ti immagino vestita da sposa... >> e bla bla bla, scollego il cervello.
Quindi questo tizio è il padre di Adrian?
E' uno svampito su questo non ci sono dubbi, ma fisicamente si assomigliano.
Un ticchettio di tacchi e qualche risata annunciano l'arrivo di Lily e la signora, che appena mi vedono mi sorridono.
Lily ha una faccia leggermente preoccupata, quindi mi si avvicina.
<< Le ferite? Vanno bene? Sono sparite? >> dice veloce, controllandomi.
<< Si sto bene >>
La signora mi guarda, sempre accennando quel lieve sorriso enigmatico.
Incontro un attimo i suoi occhi, e la vedo cogliere all'interno dei miei qualcosa che io ancora non so.
Si avvicina al marito e lo saluta, avvertendolo che va alla scuola.
<< Eva, su che ti devo sistemare, stai da schifo >> mi prende e mi trascina su r giù per quel labirinto che è casa sua.
Mi ritrovo in una stanza ordinata e pulita dalle pareti chiare.
Vengo trascinata in una cabina armadio enorme, e mi ritrovo immersa in un mare di vestiti.
 Lily tira fuori da un mucchio di vestiti uno color avorio, con le maniche a tre quarti, lungo fino al ginocchio.
Poi si allontana e tira fuori un paio si platou con tacco e inseme ad un beauty case mi passa il tutto, spingendomi in un bagno enorme.
<< Sbrigati a vestirti! >> urla dall'altra parte.
Cominciamo a parlare.
<< Senti... come ha fatto Adrian a guarirmi? >> inizio.
<< Ti ha dato molto del suo sangue >> ammette tranquilla dall'altra parte della     porta << La prima cosa che ha fatto dopo che ti ho cambiato è stato tagliarsi un polso, tu stavi perdendo troppo sangue, e rischiavi di morire >>  
Mi blocco un attimo pensando al perchè era pallido ieri sera.
Finisco di mettermi il rossetto, quando inizio a sentire dei forti rumori al d là della porta.
Sento degli urli e la porta viene aperta.
Mi ritrovo davanti Adrian, scalzo e a petto nudo, con i capelli sparati per aria,e gli occhi ancora intontiti dal sonno, che mi fissa contrario, penso dal fatto che io mi sia alzata dal letto.
Senza una parola mi prende e mi trascina fuori, non ascoltando minimamente le protesti di Lily, e punta nuovamente verso la camera, credo sua.
Mi butta con poca grazia sul letto e si mette di fianco a me sul cuscino.
<< Togliti le scarpe. Dormi >> dice come un ordine.
Io mi puntello su un gomito, inarcando un sopracciglio.
Velocemente scendo dal letto e scappo, e non sapendo perchè lo faccio mi chino su di lui e gli lascio un bacio tra i capelli.
<< Grazie... >>
E sparisco, non prima di vedere il suo viso pervaso da un sorriso di contentezza.
                                                        ***
Entro nella classe che mi è stata assegnata e mi ritrovo tra due posti vuoti.
Prima di venire scuola mi sono cambiata, passando per la mia camera dall'albergo.
Mi siedo inquieta, pensando a quello che avevo fatto quella mattina.
Ripenso a tutto,tutto quello che mi è successo, che è successo a me e a i miei amici.
Appena entrata la professoressa passano pochi minuti, quando l'armadio entra trafelato nella classe, chiedendo con urgenza la mia presenza.
Io confusa mi alzo e lo seguo, sgomentata dalla preoccupazione che leggo nei suoi occhi.
Fuori dalla classe mi tartassa di domande, che per me non hanno senso logico.
<< Ma di che stai parlando, ehi mi senti ? >>
<< Di Laura sto parlando, è sparita da ieri sera anche lei >> dice mettendosi le mani in mezzo ai capelli.
E' disperato, lo si legge nei suoi occhi, è completamente perso, rischia di impazzire per la preoccupazione.
Ed io mi chiedo se Adrian stesse così quando, Claire per quelle poche ore mi ha rapito.
Nel frattempo arrivano Fede, Lily e Alex, Adrian non si è fatto vedere.
Usciamo insieme dalla scuola, andando verso l'esterno, dove quelli che mi vengono presentati come genitori di Pirson, ci aspettano.
Ci dividiamo, ed io finisco con Lily e Axel, accoppiata peggiore non potevano fare perchè fra tutti, l'unica persona che forse può superare l'armadio in fatto di preoccupazione per la sparizione di Laura sono io.
Mentre lui va avanti come un razzo io rimango dietro con Lily, ponendogli una domanda che mi preme da quando ho visto Axel.
<< Ma tuo fratello era ridotto così? >>
Mi guarda e sorride furba.
<< No, era messo molto peggio, era proprio impazzito, a costretto mamma a mobilitare tutta la nobiltà demoniaca per ritrovarti nel minor tempo possibile.
Sembrava un pazzo,  quando ha trovato Claire la voleva ammazzare >> dice << Peccato che non l'abbia fatto, visto che è opera di quella stronza tutto ciò >> sibilla rabbiosa.
Io arrossisco pensando a lui, a tutto quello che ha fatto per me.
Un leggero calore e senso di dolcezza si diffonde in me, creando un sentimento non identificato.
Continuiamo a cercare per ore a vuoto, fino a che non si fanno le 14:00 ed io e Lily costringiamo letteralmente Axel a fermarsi per mangiare.
                                                              ***
Sono le nove di sera, e nessuno è riuscito a trovare Laura.
A Pirson sta per venire un crisi di nervi, non fa altro che andare avanti e indietro per la villa di Adrian e Lily.
Per di più fuori a cominciato a diluviare, quindi io sono stata costretta a rimanere qui, e visto che i miei vestiti si sono bagnati mi è stata data una felpa di Adrian, che mi sta enorme.
Una cameriera porta del thè e alcuni dolci appena fatti per tenerci al caldo,a me presta particolari attenzioni, stando attenta che io mangi e beva abbastanza.
Io stupita da questa cosa chiedo una spiegazione, che subito mi viene data.
<< Era la balia di mio fratello, e per lei sei come una figlia visto che sei la sua sposa >> dice Lily con un sorriso.
Io mi siedo stile L di death note e comincio a dondolare preoccupata, pensando a cosa possa aver fatto quella maledetta a Laura.
Siamo tutti fermi e aspettiamo non so quale grazia divina, ma con questo tempo siamo impossibilitati ad uscire per cercarla, il tutto rischia di aggravare la crisi di nervi già in atto in Pirson.
Si fanno le dieci, e siamo nella stessa identica situazione di prima.
Poi sentiamo una macchina, il rumore di qualcuno che scende, lo sportello che si chiude.
La porta dell'ingresso si apre, e qui compare Adrian, completamente bagnato, ma con in braccio una Laura svenuta.
Axel si fionda su Laura e la toglie dalle braccia di Adrian, non senza ringraziarlo.
Piano piano tutti si disperdono, anche Adrian, che è andato su per cambiarsi.
Vado dalla tata, come mi piace chiamarla a me, e mi faccio dare muffin e thè.
Salgo velocemente le scale, e stranamente riesco ad arrivare in camera, apro la porta e trovo Adrian seduto a terra, con solo un paio di pantaloni e i capelli ancora zuppi.
Mi avvicino, e quando lui se ne accorge alza appena lo sguardo, e notando che sono io mi sorride dolce.
Poggio il tutto a terra e mi avvicino ancor di più, mettendomi fra le sue gambe, e prendendo l'asciugamano dalle sue mani.
Comincio a strizzare e a massaggiare la cute, con dolcezza, lui nel frattempo mi ha stretto in un abbraccio sui fianchi.
Dopo aver strizzato per bene prendo il phon, e gli asciugo veramente i capelli.
Mi sto affezionando.
<< Che è successo? >> chiedo dolce.
<< Claire l'ha presa per fare del male a te, è letteralmente impazzita i nobili l'hanno dovuta distruggere >> dice non guardandomi << ed io ho votato a favore, non volevo ti facesse ancora del male >> ammette riluttante, sentendosi sporco, malvagio, cercando di evitare ancora il mio sguardo.
Io sorrido come un'ebete, risentendo quel calore ormai familiare farsi strada in me.
<< Hai fatto bene, non preoccuparti, va tutto bene >> e detto questo lo costringo a guardarmi.
Gli passo il thè e i muffin e quando ha finito di mangiare gli rimbocco le coperte.
Faccio per andare via, ma mi trattiene.
<< Rimani >> mormora << Ti prego >>
Io sempre più accondiscendente mi tolgo gli enormi pantaloni della tuta, e velocemente mi infilo sotto le coperte per non prendere freddo.
Lui mi abbraccia, stringendomi contro il suo petto.
<< Buonanotte >> disse con dolcezza, con la voce impastata dal sonno che arriva.
Si addormenta con il viso immerso nei miei capelli, intento ad assuefarsi del mio profumo.
Io, non rendendomi conto di quello che faccio cominciò ad accarezzare la sua mano, prima in maniera delicata, poi la intreccio alla mia.
Durante il dormiveglia una consapevolezza enorme si fa largo in me.
Il piacere che il suo corpo contro il mio, la mia mano intrecciata alla sua, il suo respiro lento contro il mio collo, la sua gamba sopra il mio fianco a rimarcare il territorio.
Anche il ciclo passa in secondo piano.
Arriva come un fulmine a ciel sereno, come Mira che sento distintamente poggiarsi al fondo del letto, con il suo ormai familiare miagolio.
Ormai, sono irrimediabilmente ed inevitabilmente sua.
Mi sono innamorata di lui.

                                                                 “Nella tua vita arriva una persona e tu senti che è l’altra parte di te,
quella che ti mancava.
Potrebbe essere giovane, vecchio,
potrebbe essere una persona del tuo stesso sesso o di cinquanta colori diversi.
È la tua casa.
E tu improvvisamente ti senti completa. Intera.”
                                           cit.

 

Angolo Mio
Ciao a tutti, eccomi tornata con un nuovo capitolo, penso che sia uno dei miei preferiti.
Claire esce di scena , e Eva di rende conto di essere ormai di Adrian.
Spero che il capitolo vi piaccia.
Ringrazio le cinque persone che hanno recensito il precedente capitolo.
Ringrazio quelli che mi seguono.
Si accettano sia pareri positivi che negativi.
LINK GRUPPO FB:https://www.facebook.com/groups/483107111717601/
LINK TRAILER:http://www.youtube.com/watch?v=Y8gBiTOijLs
LINK ONESHOTE SU ADRIAN:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1277295&i=1

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Capitolo 14
*** Prossimo aggiornamento ***


Allora, visto che in queste settimane casa mia è già stata invasa dai parenti non aver modo di usare il computer, quindi fino dopo la befana non aggiornerò.
Per chi volesse sapere la data precisa del prossimo aggiornamento venga nel gruppo fb.

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Capitolo 15
*** Capitolo 11- Serata tra demoni ***




Capitolo 11
 
Un raggio di sole mi colpisce direttamente in viso, facendomi mugolare infastidita.
Stropiccio gli occhi, cercando di evitare la luce fastidiosa.
Mi muovo appena, sentendo il calore di un corpo che da poco mi è ormai diventato familiare, troppo.
Sfioro appena con le dita l'enorme mano appoggiata sul mio fianco, e mi rendo conto, che, così come le gambe intrecciate alle mie, stia a rimarcare il possesso di Adrian su di me, e mi rendo conto che questo non mi dispiace molto.
Cercando di non svegliare il demone che dorme dietro di me, mi giro lentamente, e mi fermo ad osservare il viso che mi ha stregato.
I lineamenti delicati, quasi femminili, ma sicuri e virili, il naso dritto e l'incarnato pallido, i capelli castani sparati per aria contro la forza di gravità.
Poi le labbra, che insieme ai suoi occhi, sono le  cose che mi hanno attratto fin da subito, carnose e rosee, leggermente dischiuse, che mi invogliano a sfiorarle.
Voglia che non riesco a trattenere.
Avvicino lentamente l'indice alle labbra dischiuse, e faccio una legger pressione, prima di accarezzare dolcemente le labbra.
Continuo per qualche secondo, fino a quando lui apre di scatto gli occhi, neri con qualche venatura rossa, e intrappola il mio indice fra le sue labbra.
Io colta di sorpresa arrossisco e cerco velocemente di scappare, togliendo per prima cosa l'indice dalla sua bocca, ma lui capendo le mie intenzione mi blocca un polso.
Lentamente comincia a baciarmi la mano, il palmo, le dita, lasciando scie umide che bruciano, come se mi avesse marchiato a fuoco.
Io presa dai movimenti delle sue labbra sulla mia mano non mi rendo conto dei suoi movimenti, ma non so come me lo ritrovo sopra di me, che mi fissa con i suoi occhi, ormai rossi.
Lascia la mia mano e si avvicina al mio volto, aspettando un mio segnale per procedere, visto il trattamento ricevuto dal primo bacio.
Stranamente, presa da una voglia fortissima delle sue labbra, sono io che lo bacio, mi aggrappo al suo collo e lo tiro verso di me, suscitando la sua sorpresa.
Ma si riprende subito.
Appena le nostre labbra si sfiorano, una passione che non so bene da dove arriva scoppia.
Il bacio da dolce diventa affamato, come se Adrian avesse fretta di assaggiarmi.
Le nostre lingue si cercano affamate, rincorrendosi e scappando l'una dall'altra.
Poi lui si stacca,e mi guarda con i suoi  occhi rossi, tremendamente belli.
Si fionda sul mio collo, leccando e mordendo, con forza ma cercando di non ferirmi.
Ricordo fugacemente il discorso di Mira sul fatto di marchiare e bere il sangue.
Ma ora, non penso a niente, assolutamente a niente, se non alla sensazione delle mani di Adrian sui mie fianchi e le sue labbra e i suoi denti più lunghi e appuntiti del normale, che potrebbero lacerarmi, ma che invece mi lasciano carezze raschianti.
Poi succede tutto di colpo.
Mira disturbata dai nostri movimenti e si muove e cade dal letto, contemporaneamente la porta viene aperta, e la madre di Adrian e Lily entrano, Adrian si stacca da me per fissarmi negli occhi. 
Ci voltiamo insieme verso la madre e Lily, che ci fissano maliziose, io rossa come un peperone mi stacco da Adrian, e lui si allontana sbuffando, e guardando contrariato la madre e la sorella si sdraia a letto guardandomi.
Lily e la madre si lanciano su di me prendendomi e trascinandomi via.
<< Ehi... ma cosa...? >> dico confusa.
<< Tu vieni con noi ! >> dicono madre e figlia insieme, guardandomi con uno sguardo preoccupante in viso.
<< Piacere son Joen, la madre di Lily e Adrian >> dice la donna.
Poi si ferma, fissando interessata il mio collo, sorride divertita.
<< Ti piacciono i foulard e le maglie a collo alto ? >> chiede ridendo.
Io la guardo confusa, non capendo cosa centri tutto ciò con maglie e foulard.
<< Si... abbastanza, ma perchè? >> dico non afferrando ancora il senso.
<< Lo scoprirai >> dice ridendo maliziosa e portandomi nella stanza armadio.
Mi chiudono dentro e mi trovo davanti un infinita di vestiti delle diverse lunghezze e colori.
<< Scegline uno, stasera ci sarà una festa tra nobili, e non dire che non vieni perchè la tua amica Laura ti ha minacciato di diseredarti come migliore amica >> dice Joen  azzittendo ogni mia obbiezzione.
Farei di tutto per far sparire il viso pallido che ho visto ieri sera, quello che mi ricorda tanto i nostri primi anni di amicizia.
Passo davanti ad uno specchio e sgrano gli occhi.
Sul mio collo ci sono almeno cinque succhiotti e altrettanti segni di morsi, che probabilmente entro sera diventeranno violacei.
Gonfio le guance e divento rossa, arrabbiandomi istantaneamente per quei marchi di possesso infantili e visibili.
L'arrabbiatura passa velocemente quando mi ricordo il modo in cui quei segni sono stati fatti.
Comincio a guardare i diversi vestiti, ma nessuno di questi riesce ad attirarmi.
Esco dalla cabina e annuncio la cosa.
Poi mi ricordo del tubino di pizzo celeste.
<< Potrei andare in hotel a prendere la mia valigia, lì c'è il mio vestito >> dico sperando di andarmene da quella gabbia di matti.
<< Tesoro non ti preoccupare, su ordine di Adrian ieri sera tutti i tuoi effetti personali sono stati portati qui >> dice Lily, infatti esce dalla stanza e quando rientra ha la mia valigia nera fra le braccia.
Sconsolata la prendo e mi rintano nella cabina armadio.
Prendo quel vestito divino e me lo metto, abbinandoci un paio di tacchi rossi.
Quando esco mi trovo madre e figlia guardarmi meravigliate, Joen con la lacrimuccia commossa.
<< Si è perfetto >> ammettono insieme.
Mi fanno cambiare e mi portano in giro.
Prima di uscire incontro il padre di Adrian,che mi saluta chiamandomi la sua "nuora love love".
                                                               ***
Da quando siamo uscite Lily ha uno sguardo corrucciato, incavolata per chissà cosa.
Io chiedo a Joen il perchè e lei, come se non aspettasse altro spiega.
<< Visto che tu sei la sua sposa, ma non siete ancora unici, Adrian ti ha fatto una specie di premarchio, in modo che gki altri demoni non si avvicinino a te, ma a quanto pare ha fatto cose visibili anche per gli umani, visto i segni che ha lasciato, a lei da fastidio l'odore del fratello su di te >> spiega sorridendo.
Io mi sfioro leggermente contrariata il collo, pensando ai segni sotto la maglia nera.
Ci fermiamo in un ristorante a mangiare, per riposarci un attimo.
Da quando siamo usciti ho una domanda che mi frulla per la testa.
<< Ma io cosa centro in mezzo ad una festa per demoni? >> chiedo confusa, dando voce al mio dubbio principale.
Vedo le due donne davanti a me guardarmi e sgranare gli occhi.
<< Ancora non se ne è resa conto vero? >> chiede Lily alla madre.
<< No, a quanto pare no >> dice Joel.
Poi mi guarda dolce, quasi materna.
<< Vedi, tu a quella festa ci devi venire perchè sei la sposa di uno dei principali nobili, il principe ereditario>>
<< Ma io non sono un demone >> dico non capendo ancora.
<< Tu non sei demone, è vero, ma l'essere una sposa ti dona particolari cose, come il vivere più a lungo >> sorride << Io, anche se non sembra ho quasi 97 anni >>
Io sgrano gli occhi stupita, non immaginando minimamente la cosa.
<< E vale veramente la pena vivere così a lungo, per cosa? Io sicuramente dovrei abbandonare tutti per poter vivere così a lungo, ma per cosa dovrei sopportare questo? >> sibilo arrabbiata.
<< Per la persona che ami >> dice seria Joel.
<< E chi ha detto che lo amo ? >> dico.
<< Te lo si legge in faccia, non so come ma quell'animale di mio fratello è riuscito a farti innamorare di lui. Ma ci è riuscito >> dice Lily, guardandomi con le braccia incrociate.
Io chiudo gli occhi, incapace di dire altro se non di arrossire.
Sento le due donne ridere.
<< Ma perchè, visto che io faccio pare dello scambio non ho mai seguito una lezione ? >>
<< Bhe... >> dice Lily mettendosi una patatina in bocca << lo scambio serve solo per individuare spose, se tu vai a scuola poi noi non ti possiamo seviziare. >>
Io mi allontano leggermente.
Quindi mi sbrigo a finire di mangiare.
Continuiamo a girare tranquille per la città.
                                                                      ***
Sono le sei, ed io sono è da un pò che girovago per la villa della famiglia di Adrian, sorridendo a tute le cameriere che rispettose si inchinano al mio passaggio.
Adrian è in giro, non è in casa, ho controllato, quindi sono tranquilla.
Mi allontano il più possibile dalla cucina, il regno dello svampito padre di Adrian che neanche sono entrata mi puntava con gli occhi sbrilluccicosi.
Comincio ad annoiarmi quindi decido di salire nella camera del demone.
Mi siedo sul letto sbuffando, fino a quando un notebook nero attira la mia attenzione.
So che non dovrei farlo, ma visto che, la curiosità è donna, non resisto.
Lo apro, senza trovare nessuna password, perchè nessuno potrebbe pensare di toccare il pc di un demone, e comincio a guardare le cartelle.
Non c'è niente di incriminante, ed io che mi aspettavo di trovare cose porno.
L'unica cosa che trovo e che mi fa arrossire è una mia foto durante la sera del ballo, mentre rido con Lily.
Rimetto il pc al suo posto e comincio a girovagare per la stanza, toccando ogni tanto qualcosa quà e là.
Vengo nuovamente attratta da qualcosa, e la curiosità torna prepotente.
Mi avvicino al grande armadio nero, passandoci dolcemente le dita sopra, poi lo apro.
Vengo investita dal suo profumo, impresso nei vestiti, leggermente agrumato, che mi fa venire voglia di strofinare il naso, in ogni tipo di tessuti.
L'armadio è un tripudio di Jeans, camice, magliette, gessati, felpe e t-shirt.
Lo sguardo mi cade su un cassetto in basso, e mettendo da parte la razionalità,mi trovo immersa nei suoi boxer.
Rossa fino ai capelli chiudo il tutto.
Poi vengo attratta da una felpa e da una camicia bianca semplice e normale.
La sfioro leggermente.
<< Trovato qualcosa di interessante ? >> 
Mi giro velocemente, come scottata e mi ritrovo davanti Adrian, con un sorriso sghembo, mollemente appoggiato sul letto.
Io rossa come un peperone, corro verso la porta, cercando di guardarlo il meno possibile.
Prima di uscire sento la risata roca di Adrian scoppiare.
                                                             ***
Sono due ore che mi preparo, e ormai si sono fatte le nove.
Tutti gli invitati sono arrivati, me ne accorgo dal vociare insistente che c'è al piano di sotto.
Passo vicino allo specchio e mi do l'ultima controllata.
Il vestito di pizzo azzurro cade fino a metà cosca, lascia la schiena scoperta.
I tacchi rossi come il rossetto e la linea sottile di eyeliner.
Esco lentamente dalla porta e mi ritrovo nel corridoio, dove il vociare è maggiore.
Mi ritrovo davanti Lily e Joel, perfette nei loro vestiti, quando mi vedono sgranano gli occhi.
<< Stenderai tutti ! >> dice Lily alzando il pollice.
Mi fermo sulle scale che danno sulla sala principale, dove le persone chiaccherano tranquille.
Cominciamo a scendere le scale lentamente, io di fianco a Lily e la signora davanti a noi.
Appena Joel entra nella visuale degli invitati tutti si zittiscono, e poi alla mia vista cominciano a parlottare.
Ma io non sento nessuno, l'unica cosa che vedo è Adrian, che a sua volta mi fissa estasiato, con la bocca aperta.
Quando scendo c'è lui che perfetto nel suo smoking mi aspetta alla fine della scala.
Poggio la mia mano sul braccio che mi offre e mi inoltro fra i demoni che mi fissano.
Mi porta al centro della sala, in mezzo a delle coppie che hanno ricominciato a ballare.
<< Sei bellissima >> dice mentre mi guida a suon di musica.
Arrossisco.
Lui sorride, e poi mi bacia leggermente sulle labbra, impedendomi di reagire.
<< Come mai sei così arrendevole da due giorni ? >> chiede sospettoso.
Io giro il viso dall'altra parte, sentendo le guance ridiventare rosse.
Lui si allontana, lasciandomi in mezzo ai demoni.
Mi si avvicina prontamente Lily, quando alcuni anziani iniziano ad avvicinarsi.
<< Attenta, fanno parte del consiglio >> sussurra Lily.
Mi si avvicina anche Alex, che si mette alla mia destra.
I due demoni sono davanti a me, e quando arrivano si presentano, io non ho neanche capito come si chiamano, visto che dopo la presentazione hanno subito iniziato a cercare di arruffianarmi con valanghe di complimenti.
Se ne vanno dopo una decina di minuti, e Lily sbuffa.
<< Ruffiani >> dice Alex.
Arrivano anche Axel e Laura, con dietro Fede.
Saluto in fretta Laura, che è protetta da Axel, quindi io non servo, e mi precipito da Fede, che si guarda intorno imbarazzato.
Alex fa per avvicinarsi, ma un occhiata di Fede lo fa desistere.
Gli stringo la mano per infondergli coraggio.
Da quel che vedo la questione con Alex non va bene, per niente.
Passo la serata vicino al mio migliore amico e Lily, visto che Adrian non si fa vedere.
Mi tocca sorbirmi ore ed ore di presentazioni e complimenti alla mia persona, tutti che cercano di conquistare i miei favori.
Cerco ancora con lo sguardo Adrian, ma di lui non c'è traccia.
Verso al fine della serata vedo i due vecchi consiglieri parlare con un giovane ragazzo, e correre velocemente e con aria cupa fuori.
Anche Joel e Mark, il padre di Adrian, uscire preoccupati.
Lily e svanita da un pò, ma dopo poco l'uscita dei genitori arriva trafelata verso di me, lentamente molti demoni, come richiamati escono fuori, verso il giardino, altri rimangono dentro, evitando di impicciarsi.
<< Eva corri, vieni in camera di Adrian ti scongiuro >> mi supplica, con le lacrime agli occhi.
Io la guardo scioccata, poi vedo del sangue sulle sue mani.
Il mio di sangue si gela.
Una bruttissima sensazione si fa strada in me, mentre velocemente salgo le scale e attraverso i corridoi, per arrivare alla camera dove ho dormito per parecchie notti.
Spalanco la porta e noto intorno al letto i due vecchi, Joel e Mark che fissano una cosa sul letto.
Mi avvicino e noto che la cosa è una persona.
Sul letto è disteso Adrian ricoperto di sangue.


ANGOLO MIO
Ciaooooooooooooooooo, avevo detto di non aggiornare almeno fino alla befana, ma non ho resistito, quindi vi ho fatto un regalo per l'anno nuovo.
Spero che il chappy vi piaccia.
Momento love love tra Adrian e Eva.
Conosciamo la family dei demoni.
Grazie a tutti per le recensioni, a chi mi segue e mi sostiene.
Sono ben accetti sia pareri positivi che negativi, per migliorare.
Per chi volesse entrare nel gruppo fb ora si può, ho risolto il problema che non permetteva di vedere la pagina.
Ps: volevo chiedervi, che ne pensate della nuova copertina?
E' una schifezza che ho fatto con photoshop.
LINK GRUPPO FB: 
https://www.facebook.com/groups/483107111717601/
LINK TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=Y8gBiTOijLs
Baci e alla prossima


PPS: ecco il vestito :3

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 12- Conseguenze ***



Capitolo 12
 
Sento il cuore perdere un battito alla vista di Adrian  sdraiato sul letto, coperto di sangue, e bianco come un cencio.
Comincio a respirare pesantemente, cercando di calmarmi, ma inutilmente.
Sposto malamente tutti e mi piazzo davanti al letto dalle lenzuola nere, che sono screziate di rosso.
Sento le lacrime salire, nel vederle quel demone sbruffone ridotto in questo stato, esangue e disteso su un letto, in punto di morte.
<< Come è successo? >>  chiedo con voce flebile, che quasi non si sente, ma so che loro mi hanno sentito, perfettamente.
Un silenzio teso si sente nella stanza, nessuno si azzarda a rispondermi.
Poi un singulto.
<< E' stata... la famiglia e i seguaci di Claire... l'hanno fatto per vendetta... >> Lily, dopo aver detto ciò scoppia a piangere, non riuscendosi a trattenere.
Sento le persone dietro di me muoversi e bisbigliare, mentre anche io ho ormai cominciato a piangere, con le lacrime che cadono sul letto.
Qualcuno mi tocca la spalla, e mi tira su, per dirmi qualcosa.
<< Esci un attimo, per favore >> dice Joel, tremante ma ferma.
Io controvoglia mi tiro su e seguo la donna fuori dalla stanza, lontano da orecchie indiscrete.
Si ferma e mi guarda negli occhi.
<< Il medico dice che non c'è niente da fare, oltre ad aver perso sangue gli è stato ignettato un veleno che gli impedisce di guarire >> dice fissandomi ancor più intensamente.
Io singhiozzo, mentre le lacrime cominciano a scendere ancor più copiose.
<< No, no, no, no, non può morire... no! >>  dico sempre più agitata, non potendo evitare di accelerare il respiro.
<< Devi mantenere il sangue freddo, perchè solo tu lo puoi salvare >> dice fermandomi e costringendomi a guardarla negli occhi << Essendo la sua sposa puoi aiutarlo, devi solo fargli bere il tuo sangue, ma sarà doloroso, perchè lui non ti aiuterà nell'attenuare il dolore. >>
Io senza neanche pensare alle conseguenze rispondo.
<< Lo farò >>
<< Sei sicura? Dopo che lui avrà assaggiato il tuo sangue diventerà sempre più bramoso, e tu ti dovrai legare a lui con il marchio,  lo capisci? Non lo potrai più evitare , sarai la sua sposa a tutti gli effetti, non potrai più scappare, perchè lui ti troverà ovunque andrai >>
No, non lo capisco. In questo momento, con l'ansia e la paura non capisco proprio niente, infatti annuisco.
Joel sospira sollevata e mi porta di nuovo da Adrian.
Fa velocemente uscire tutti, zittendo chiunque tenti di opporre resistenza con un'occhiata.
Io fisso in modo insistente Adrian, che non si è mosso dalla posizione in cui era prima.
E' sempre più pallido, e il sangue sul letto è aumentato.
Quando anche Joel sta per uscire io mi rendo conto di non sapere come fare per dargli il mio sangue.
La fermo, e lei sorridendo mi indica un coltello di fianco al letto e mi fa il segno di tagliare sul polso.
Lei esce.
Mi prende il panico.
Devo prendere e tagliare il polso, questo l'ho capito, ma se per sbaglio mi taglio una vena e muoio pure io?
Guardo verso il letto e vedere Adrian in quelle condizioni mi fa decidere.
Scuoto la testa, e evitando di pensarci prendo il coltello e lo poggio appena sul polso, deglutendo.
Appena il coltello incide la pelle del polso sussulto.
Poi facendomi coraggio premo e vado dritta, creando un taglio lineare e scarlatto, da cui velocemente il sangue comincia a zampillare.
Lo avvicino velocemente alle labbra di Adrian, e lui, come risvegliato comincia a succhiare il mio sangue dal polso.
Non è molto doloroso, ma giusto un pò.
No, ok, ritiro tutto quando Adrian, con forza mi morde il polso, con i denti più lunghi del normale.
Passano altri minuti e io mi sento sempre più spossata, per l'ingente perdita di sangue.
Quando sono sicura di star per svenire Adrian smette, e il mio braccio ricade sul suo petto.
Lo osservo, ma niente è cambiato, è sempre pallido e immobile sul letto.
Alcune lacrime cominciano a scendere copiose dalle guance, e prima di addormentarmi gli sussurro.
<< Non morire, per favore >> dico con un singhiozzo << devo ancora dirti che ti amo >> dico crollando di fianco a lui.
                                                                 ***
Mi sveglio sbadigliando, con tutti i muscoli che mi fanno male, e un mal di testa enorme.
E' stata una nottata infernale, mi sono svegliata intorno alle tre ma Adrian era nella stessa identica posizione.
Mi giro su un fianco per controllare Adrian, e mi ritrovo due occhi neri che mi fissano bramosi e smaniosi.
Faccio per parlare, ma lui mi salta addosso.
Io comincio a muovere le gambe e le braccia, cercando di allontanarlo da me, senza successo.
Mi do della stupida, io ragazza senza un muscolo sulle braccia come posso competere con un tizio con due spalle che sono il doppio delle mie?
Cerco di allontanarlo e quando ci riesco mi trovo con il sedere per terra, con lui che mi guarda sorridendo da sopra il letto.
<< Si può sapere che ti è preso?! >> urlo isterica allontanandomi da lui e da quel letto, avvicinandomi sempre di più alla porta, pronta a scappare al minimo accenno di avvicinamento.
Lui, mi guarda ancor più divertito, con un sorriso sornione sulle labbra.
Si alza dal letto e velocemente mi si avvicina, tentando di acchiapparmi, ma io più veloce fuggo via.
<< Mia madre te lo ha detto mi pare, ormai sei mia, non puoi più scappare >> dice avvicinandosi velocemente a me, con passo predatorio.
<< Poi mi hai detto che mi ami >> 
Io, ormai ,non riconoscendomi più, rischio di inciampare su miei stessi piedi, mentre velocemente apro la porta e scappo giù.
Corro verso la camera di Lily, rischiando di travolgere una cameriera.
Ed in questo momento della cameriera sinceramente non me ne frega nulla.
Entro come un tornado e mi sbarro dietro la porta, cercando un punto in cui nascondermi.
Mi rendo conto di aver fatto una cavolata colossale quando mi accorgo che questa stanza mi offre poche possibilità per nascondermi.
Aspetto quasi dieci minuti, ma Adrian non si fa vivo, ed io, pensando stupidamente di averla fatta franca, esco.
Altra enorme cavolata.
Appena metto piede fuori, mi ritrovo sbattuta, con grazia, contro il muro, con un Adrian attaccato alla bocca.
Provo a staccarmelo di dosso ma, rettifico, è grosso il doppio di me, come posso sperare di sfuggirgli?
Mi sgrido da sola, dove diamine e finita la solita Eva burbera e combattiva?
Presa da un coraggio e una forza sconosciuta, miro e velocemente carico la ginocchiata, prendendo in pieno e con forza i gioielli di famiglia.
Adrian con un singulto strozzato si stacca da me e mi guarda con odio, ben visibile nello sguardo scuro.
Veloce riscappo dalle sue braccia, visto che aveva tentato di acciuffarmi nuovamente.
Corro, velocemente, finché vedo la mia ancora di salvezza in fondo alle scale, che ride con l'armadio.
Mi lancio contro Lily, che sgrana gli occhi vedendomi arrivare arruffata e scalza.
Mi nascondo dietro di lei, che tenta di capire qualcosa, ma quando vede Adrian cercarmi famelico sorride maligna, scambiandosi uno sguardo d'intesa con Pirson.
<< Spostatevi >> ordina Adrian cercando di prendermi, ma l'armadio mi si para davanti, mentre Lily mi porta via, ridendo mentre fa una linguaccia e mi palpa un seno.
Il mio bel demone tenebroso inizia a ringhiare, ma Pirson lo blocca.
Vengo trascinata in una stanza nuova, ha uno stile classico, e fatta completamente in legno, i tessuti sono neri e viola.
Attraversiamo velocemente la stanza, e il mio sguardo cade sul letto, grande e morbido, e tutte le ore di sonno mancato si fanno sentire.
Però tutto passa in secondo piano quando mi ritrovo immersa in un mare di vestiti.
Parecchi sono miei, ma altri sono nuovi, comprati e scelti appositamente per me.
E sono tutti divini.
Ma la mia parte preferite sono le scarpe con il tacco, che hanno a disposizione un intera parte della cabina armadio.
Lo sento, ho gli occhi sbrilluccicosi, come quelli di una bambina con un barattolo di nutella davanti.
<< Tutto ciò è a tua completa disposizione, così come la camera, per pranzo scendi verso l'una e un quarto >> dice Lily sorridendomi poi complice << Per Adrian non ti preoccupare, cercherò di tenerlo lontano da te il più possibile >> e dopo avermi strizzato l'occhio esce.
Controllo il telefono, e rendendomi conto di avere come minimo tre ore prima del pranzo esploro la camera che dovrebbe essere mia.
Dopo il mio safari non ho più niente da fare.
Mi sdraio sul letto, facendo stancamente il punto della situazione.
Allora, prima di tutti il coso non è schiattato, ok, sembrerà brutto dire una cosa del genere ad uno che era sul punto di morte, ma dopo gli assalti di stamane non si merita altro.
La sua brama mi spaventa, mi spaventa parecchio, visto che già prima di assaggiare il mio sangue era parecchio arzillo, ma ora è troppo.
E l'ultima cosa, forse la peggiore, è che il pranzo formale che mi aspetta forse è dovuto al fatto che la famiglia mi vuole conoscere, perchè a parte i figli e la madre, gli altri componenti della famiglia mi sono sconosciuti.
Non ce la faccio più.
Tutta questa storia sui demoni e cose varie non la sopporto più, ma perchè tutto ciò doveva capitare a me?
Sbuffo contrariata, affondando il viso nel cuscino, sentendo una forte rabbia farsi strada in me.
Urlo, attutendo il grido contro il cuscino.
Prendo il telefono, quando il sonno si fa sentire.
Imposto la sveglia.
Mi giro e lancio il telefono di fianco a me, chiudo gli occhi.
Tutta la stanchezza si fa sentire e lentamente scivolo fra le braccia di Morfeo.
                                                           ***
Sento un rumore fastidioso distruggermi i timpani, costringendomi ad aprire gli occhi.
Sono un tantino confusa, e prima di rendermi conto che la cosa che suona è la sveglia passano come minimo cinque minuti.
Quando il mio cervello si collega riesco ad alzarmi e a spegnere quel maledetto telefono.
Guardo l'orologio e mi rendo conto di avere un pò di tempo per prepararmi, quindi con calma mi alzo per cambiarmi.
Entro nella cabina armadio e comincio a spulciare in mezzo ai vestiti.
Trovo un paio di jeans stracciati e una maglia a maniche lunghe grigia, che prendo senza troppi problemi insieme ad un paio di scarpe con tacco nere.
Presa da un insolita ironia gli accessori gli scelgo a caso, si può dire.
Per l'orecchio un singolo orecchino, a forma di drago serpentino, e per collana e anello due croci.
Mi vesto in fretta e mi metto un filo di trucco sugli occhi, ma carico le labbra con un deciso rossetto rosso.
Ho deciso, sono una donna e non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, anche se quella che ha perso sono io.
Ed ho perso alla grande, perché, non solo mi sono innamorata di lui, ma mi sono proprio scavata la fossa da sola, dandogli il mio sangue e legandolo a me.
Esco fuori dalla camera, e per non rischiare di perdermi chiedo ad una cameriera di accompagnarmi in sala da pranzo.
Scendiamo una marea di corridoi, fino a quando ci troviamo in un enorme ed elegante sala, dove tutti, e dico tutti mi aspettavano.
Vedo un fulmine arrivarmi contro, e quando me lo trovo davanti mi rendo conto che è Adrian, che mi ha messo una mano sul fianco, a marcare il territorio, e mi trascina a destra e manca presentandomi parecchie persone.
Prima di tutto il padre, che per una volta evita gli occhioni sbrilluccicosi stile manga.
Spostandoci dalla parte del salone dove c'è più casino mi rendo conto di Laura e l'armadio che si sbacciucchiano.
Mi vengono presentati i genitori di Pirson ed i suoi ben quattro fratelli e sorelle.
Dalla confusione allegra dei coniugi demoni Pirson mi ritrovo in una più silenziosa e composta, ma non meno accogliente famiglia Blackwood.
Non ci stiamo troppo tempo, perchè arriva Lily che comincia a litigarmi con il fratello, pretendendo di decidere con chi io debba stare per la serata.
Io non li sento, sto ancora guardando i Blackwood, che sembrano parenti miei, data l'assurda somiglianza che ho con loro.
I miei pensieri vengono interrotti quando mi sento trascinare via da una presa forte.
Guardo davanti a me e capisco chi ha vinto la sfida tra Lily e Adrian.
Adrian, era scontanto.
Vengo piazzata a sedere fra Adrian e Lily, con davanti la madre e il padre, che mi fissano sorridendo.
Si può dire che io non abbia un vero posto, visto che praticamente sto in braccio ad Adrian.
Cominciano a portare le portate per il pranzo, ed io mi rendo conto che non mangio da ieri.
Assaggio tutto, anche le cose che mai mangerei, e ad un certo punto rischio anche di stozzarmi, ed il fatto di strozzarmi è naturalmente colpa di Adrian.
Si, colpa sua perchè, mentre mangia tranquillamente, ha iniziato a fare lenti cerchi sulla mia coscia, massaggiandomi con tranquillità.
Mi si chiude lo stomaco e rifiuto di mangiare altro, decidendo di godermi queste carezze, perchè se devo perdere lo faccio come dico io.
Quando all'arrivo del dolce, lo stomaco si riapre, davanti al profitterol, fermo la sua mano, e la intreccio alla mia.
Lo sento irrigidirsi un attimo, per poi rilassarsi.
La cena finisce in tranquillità, non senza gli scherzi dementi di Pirson, che ha rovesciato contro Lily il suo piatto, facendola diventare tutta cioccolatosa.
Lentamente se ne vanno tutti, ognuno va a casa propria.
Ci ritroviamo soli nella sala, i genitori, i due figli ed io, che non ci azzecco molto in questa scena familiare.
Stanca del silenzio prendo un profondo respiro.
<< Sentite, grazie per la serata, io va... >> inizio, ma non faccio in tempo a finire che Adrian mi tappa la bocca con una mano e finisce la frase, stravolgendo le mie parole.
<< Grazie per la serata, noi andiamo in camera nostra, a domani >> dice calcando sul noi e trascinandomi su per le scale.
Io mi lascio guidare quasi scioccata, non rendendomi conto di ciò che è successo.
Anzi, mi rendo conto troppo bene di ciò che è successo, infatti comincio a strattonare il braccio, cercando di liberarmi, in vano.
La sua presa è troppo forte, ed io sono troppo troppo debole.
Arriviamo nella camera che mi ha accolto per giorni, mentre lui mi vegliava ed io vegliavo lui.
Sbatte letteralmente la porta, cominciando ad avvicinarsi minaccioso verso di me.
Io impaurita indietreggio, cercando di evitarlo, ma non mi riesce, perchè cado sul letto con lui sopra, senza via d'uscita.
Mi fissa.
Mi ritrovo immersa in due pozze rosse, che mi fissano con brama.
Deglutisco preoccupata, cercando di sfuggire, ma inutilmente.
Mi blocca contro il letto, impedendomi ogni movimento.
Siamo vicini, troppo vicini, sento il suo respiro sulle labbra, e si avvicina, sempre di più.
Si ferma a malapena un centimetro dalle mie labbra, costringendomi ad aprire gli occhi, che in precedenza avevo chiuso.
<< Dimmelo >> dice lui, continuando a guardarmi.
Io sulle prime non capisco, poi quando delineo la domanda e la risposta che lui vorrebbe  nella mia mente, non posso fare a meno di diventare rossa come un pomodoro.
<< Non so di cosa tu stia parlando >> la miglior arma, fare sempre finta di niente.
Lo vedo sorridere leggermente, come se si aspettasse una risposta del genere, e probabilmente è così.
<< Devi ammettere di amarmi, l'hai detti ieri notte >> dice ghignando, capendo di avere la situazione in mano.
Come ho già detto, io posso anche perdere, ma se lo devo fare lo faccio con stile.
Ormai decisa mi alzo sui gomiti, e mi avvicino sensuale verso di lui.
<< E se anche fosse? A te cosa importa? Il mio sangue ormai l'hai avuto >> dico amareggiata, lasciandomi sprofondare nel materasso.
Mi guarda serio.
<< Mi importa perchè vorrei darti una risposta >>


Alloraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :3
Ecco un nuovo capitolo, per il quale mi scuso dell'orribile ritardo, visto che è passato quasi un mese.
Ma sapete, sono gli ultimi capitoli, ed io sto un pò in crisi.
Ebbene si, questa rottura ( per voi) di storia è quasi conclusa, manca un capitolo e l'epilogo.
Volevo ringraziare tutte le persone che mi seguono, sostenendomi con le recensioni.
Ringrazio le 9 persone che hanno commentato lo scorso capitolo.
Come sempre sono ben accette le recensioni, sia positive che negative.
LINK FB:https://www.facebook.com/groups/483107111717601/
LINK BOOKTRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=Y8gBiTOijLs
PS: volevo avvisare tutti i lettori che in questo mese di rifare la richiesta al gruppo se l'hanno fatta, perchè per problemi alcune non sono arrivate.
Baci e alla prossima.

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Capitolo 17
*** Capitolo 13- Uniti, Io e Te ***



Capitolo 13
 
<< Mi importa perchè vorrei darti una risposta >>
Dritto e diretto, come sempre mi fissa con quegli occhi scuri ed incredibilmente profondi, portandomi ad annegare in quel baratro oscuro
Sento il cuore cominciare a palpitare pericolosamente, come se stesse per schizzare fuori dal mio stesso petto.
Il respiro si affanna pericolosamente, e lo sguardo di Adrian mi sonda l'animo in profondità, impedendomi di respirare correttamente.
Lui mi fissa, ed io lo fisso battagliera, indecisa su come proseguire.
E' una battaglia tra nero e azzurro.
Battaglia che inevitabilmente vince l'oscurità.
Prendendo un pò di coraggio comincio.
<< Vuoi la verità? >> dico respirando << eh va bene, Adrian, sono innamorata di te>> dico tutto di un fiato, rimanendo fedele al mio carattere per niente romantico.
<< E ora rispondimi, voglio proprio sentirti >> dico, sperando che non mi salti addosso, per sfogare qualche basso istinto demoniaco.
Ed invece, contro ogni mia idea, mi si avvicina con lentezza alla fronte , e mi lascia un bacio dolce, poi rimane ad un soffio dalle mie labbra.
<< Ti amo anch'io >> dice in un sussurro << mi sono interessato a di te si dal primo schiaffo che mi hai dato, e mi sono innamorato di te per la tua voglia di resistermi >> soffia ad occhi chiusi sull mie labbra.
Io sono boccheggiante e con gli occhi sbarrati, immobile nella mia posizione.
Mi ama. Mi ama anche lui.
Mi sento benissimo, più leggera come se dicendomelo mi avesse liberata.
Socchiudo gli occhi, fissandolo da sotto le ciglia scure, con gli occhi più scuri, lo sento.
Il mio respiro si è come bloccato, perchè ormai so perfettamente quello che voglio, lo so io, lo sa la mia testa e così il mio corpo e il mio cuore.
Voglio essere sua, completamente.
Voglio diventare la sua sposa, e diventare sua per l'eternità.
Lui è sopra di me, nella stessa posizione, non si è mosso, e mi fissa dubbioso con gli occhi neri resi più profondi dalle venature demoniache rosse.
Aspetta che io faccia qualcosa, forse attente una mia reazione positiva.
Rimugino, ho deciso si, ma non mi faro di certo mettere i piedi in testa solo perchè lo amo.
Poi mi muovo.
Lesta e veloce capovolgo la situazione, facendolo finire sotto di me, lui, che mi guarda con gli occhi sbarrati, leggermente sorpresi, ma io non gli do tempo ne di dire niente ne di pensare.
Mi avvento sulle sue labbra, mordendo e succhiando dolcemente quello inferiore, lasciando piacevolmente stupito.
Poi si riscuote, diventando parte attiva di questa azione.
Comincia ad accarezzarmi il collo, con movimenti circolari, per poi scendere verso, accarezzandomi con dolcezza la schiena e i fianchi.
Lascio la sua bocca per riprendere fiato e sospiro estasiata.
Mi tiro su e il cuore mi si ferma nuovamente nel giro di pochi minuti.
Adrian è steso, in mio potere e sottomesso, che mi fissa con gli occhi rossi pieni di venerazione.
Venerazione verso di me.
Sono estasiata dal potere che ho, quindi senza troppi problemi mi rifiondo sulle sue labbra, vezzeggiandole.
Ora è il suo turno di sospirare.
Smanio di poter toccare la sua pelle, quindi infilo le mani sotto la camicia.
Non sono sicura di come le cose si siano evolute, fin quando mi rendo conto di essere finita sotto di lui, e di essere completamente nuda.
Come lui.
Mi fissa, con gli occhi rossi e le zanne denudate.
Io lo guardo incantata.
Anche se è un demone, anche se potrebbe uccidermi in un secondo non posso fare a meno di trovarlo splendido, divino.
<< Sei sicura? >>
Come posso non essere sicura di te?
Dalla mia bocca esce un unico sospiro.
<< Si >>
E' un secondo, con una spinta, che siamo un'unica persona.
Sento dolore, e le lacrime cominciano a scorrere.
A fanculo tutti quelli che dicevano che la prima volta non era dolorosa.
Bastardi bugiardi.
Ipocriti che non siete altro, fa un dolore cane.
Adrian si abbassa su di me, con le braccia che tremano per lo sforzo di non muoversi e farmi ancora più male.
<< Mi dispiace >> dice respirando affannosamente, asciugandomi le lacrime.
Mi guarda un attimo incerto.
<< Mi dispiace di nuovo per il dolore che sto per farti. >>
Non riesco a capire.
Lui si muove veloce e mi morde a sangue la spalla.
Ora capisco.
Un dolore atroce mi colpisce.
Ansimo forte, cercando di calmare il battito accelerato.
Deglutisco, quando il dolore scema e Adrian comincia a spingere, facendomi dimenticare per un pò il dolore, grazie a quel poco piacere mischiato a fastidio che ancora mi provoca.
Ma io sono felice.
Non tanto per me, ma per lui, che è felice e in preda al piacere, che gli sto procurando io.
Ormai è mio.
Mio, unicamente e solo mio.
Il suo respiro si fa più pesante, come il mio.
Viene, e lentamente esce da me, posizionandomisi di fianco.
Regolo il respiro, sentendomi stanca e spossata.
Mi giro su un fianco, chiudendo gli occhi.
Non so se è un sogno o la realtà.
<< Ti amo >> mi dice Adrian sorridendo.
                                                       ***
Apro gli occhi assonnata, cercando di capire dove mi trovo e perchè sono nuda.
Poi, in un flash tutti i ricordi della sera precedente tornano prepotenti.
Ieri sera. Io ed Adrian. In questo letto.
Mi tiro su di scatto e divento un peperone, non potendone fare a meno.
Non ci posso credere.
Sono diventata la compagna di Adrian. Ho fatto sesso con Adrian.
Ok, inspira e espira, niente attacchi di panico o infarti.
Mi giro vero la parte del letto che dovrebbe occupare Adrian e mi trovo delusa e depressa.
Non è a letto.
Con un sospiro mi tiro su dal letto, e recupero l'intimo nero.
Cerco i miei vestiti, e quando li trovo sotto al letto mi rendo conto di come siano inutilizzabili.
Adrian doveva avere un certa fretta, penso ridendo, mentre guardo i miei jeans strappati a metà.
Per nulla scoraggiata prendo la sua camicia, che profuma di lui , e me la infilo, lasciandola aperta.
Mi dirigo di nuovo verso il letto, cercando di capire cosa è successo la notte precedente.
Poggio il ginocchio sul letto, ma mi fermo ricordandomi di un particolare.
Adrian ieri sera mi ha morsa.
Tocco il punto in cui ci dovrebbe essere il segno dei denti ma non trovo niente, a parte la pelle liscia.
Vado velocemente davanti allo specchio della camera, e mi fisso il collo.
Sul punto in cui ci dovrebbe essere il morso di Adrian mi rendo conto che c'è un piccolo tatuaggio, proprio alla base del collo.
Lo sfioro, rendendomi conto di cosa ha fatto.
Mi ha marchiato, sono sua, solamente sua.
Sospiro.
La porta si apre di colpa, facendomi prendere un colpo.
Mi giro e mi trovo davanti Adrian, con in mano un vassoio con la colazione.
E' vagamente deluso.
<< Ti sei svegliata >> dice mettendo il broncio << volevo farti una sorpresa >> bonficchia.
Fa per dire qualcos'altro, ma si blocca vedendomi.
Io arrossisco e comincio a torciere un angolo della camicia bianca, vergognandomi per la prima volta.
Alzo lo sguardo e lui scuote la testa, andando verso il letto, dove si sdraia e mi fa cenno di avvicinarmi.
Io mi avvicino e mi lancio sul letto con tutta la mia grazia, pari a quella di un elefante, nascondendo la testa sotto il cuscino.
Lo sento avvicinarsi mentre ride, e cerca di togliermi il cuscino dal viso.
<< No! >> urlo come una matta,  cercando di allontanarmi, inutilmente, da lui.
Continua a strattonare il cuscino, allora irritata lo prendo, sbattendoglielo in faccia.
Lui mi guarda sbigottito, poi sorride e prende un altro cuscino.
Questo da il via ad una lunga lotta fatta di cuscini e leggeri morsi.
Quando lui, naturalmente vince io mi ritrovo sdraiata sulla schiena, con lui sopra di me.
Mi fissa un attimo il corpo, passando dalle gambe, il ventre,il seno ed infine il collo, dove ferma lo sguardo sul marchio.
Ha lo sguardo estasiato, mentre passa l'indice sul leggero simbolo, disegnando immaginari centri concentrici, che vanno dal collo alla spalla.
Siamo ancora circondati dalle piume, che sono uscite dai cuscini distrutti.
Mi guarda negli occhi, con dolcezza e venerazione.
<< Sei mia >> dice con un sorriso incantevole sulle labbra.
<< Si >> rispondo a mezza voce.
Lo vedo corrugare un attimo la fronte, per poi aprirsi in un sorriso divertito, che poi sfocia in una risata.
Io non capisco, l'unica cosa che mi interessa è lui.
<< Mio padre non sarà per niente contento, ancora ci dobbiamo unire ufficialmente e già ti ho marchiato >> dice, poi si blocca impallidendo << mi uccideranno, sia lui che mia sorella  >>.
<< A quanto pare siamo in due, quelli a dover essere ammazzati, quindi... >> sussurro con un sorrisino che non pensavo di avere << ... vedi di non farmi pentire di tutto ciò >> concludo gettandolo sul letto con un colpo di reni.
Lo vedo un attimo scioccato dalla mia intraprendenza.
<< Chi sei tu e dov'è Eva? La vera Eva? >> dice non riuscendo quasi a respirare.
Io ridacchio divertita.
<< Questa è la vera Eva, ma tu mi hai sempre fatto arrabbiare quindi non ho avuto la possibilità di... mostrarmi >> dico sincera.
<< Bene, perchè mi piace questa Eva >> 
Si avvicina, cercando le mie labbra.
<< Ormai il guaio lo abbiamo fatto, quindi perchè non continuare? >> dice chiudendo la mano a coppa sopra il mio seno.
<< Mi piace questa idea >> ammetto.
<< Bene, perchè prima di stasera tu non uscirai da questa stanza >> dice baciandomi la spalla, mentre mi toglie lentamente la camicia.
<< Perchè stasera? >> chiedo confusa da lui, i suoi baci, insomma da tutto.
Mi guarda nascondendo un sorriso.
<< Ecco qualcun' altro che si arrabbierà, stasera c'è l'unione ufficiale di Laura e Axel , e noi arriveremo già uniti >> dice pensando al gran caos che creeremo appena entreremo.
Io non me ne preoccupo.
<< Non pensiamoci, ora ci siamo solo io e te >> dico baciandolo << Ti amo >>.
Mi guarda sorridendo felice.
<< Ti amo anche io >>
                                                              ***
Sono nella camera ormai mia e di Adrian, e mi rendo conto che, appena entreremo in sala avremmo gli occhi di tutti puntati contro.
Sono chiusa nel bagno a prepararmi, cercando di essere perfetta per stare al centro di un intera sala sotto gli occhi di tutti.
Mi infilo velocemente il vestito di chiffon, beige con stampa nera, le scarpe laccate di nero.
Ripeto il vestito è divino, il corpetto rigido, lo scollo a cuore, e la gonna, lunga dietro e corta davanti, completamente svolazzante.
Mi controllo velocemente il rossetto e il trucco degli occhi.
Perfetto, sono pronta.
Esco e trovo Adrian che si sistema la cravatta.
Sento le gambe che mi traballano per quanto è bello, con i capelli naturalmente disordinati e la cravatta sfatta.
Ma cosa più importante, è mio.
Mi avvicino, con i tacchi neri che producono il loro familiare ticchettio.
Sentendomi arrivare si ferma ed alza lo sguardo, sorridendomi complice.
Non posso fare a meno di rispondere al suo sorriso, che mi avvicino e gli sistemo la cravatta con un perfetto nodo windsor.
Cerca la mia mano e la stringe incoraggiante.
Ci diamo un leggero bacio a fior di labbra, per poi avviarci in fretta verso la sala grande, dove avverrà l'unione di Laura e Axel.
In prossimità della porta mi iniziano a tremare le gambe, al solo pensiero di ciò che accadrà al nostro ingresso in sala.
Adrian mi ha spiegato che il morso su una compagna si avverte subito, perchè l'odore della donna cambia, anche perchè diventa da mortale ad immortale.
Quindi appena io entrerò in sala tutti i demoni alzeranno il naso come segugi per via del mio odore.
Bene, di bene in meglio.
Davanti la porta ci guardiamo dandoci un ultimo incoraggiamento.
Adrian apre la porta.
Cinquanta paia di occhi si girano verso si noi.
Oddio.
Adrian sentendo la mi titubanza mi spinge velocemente verso i nostri posti, ma io non posso fare a meno di guardare le persone da me conosciute.
Lily e il padre ci guardano con gli occhi ridotti a due fessure, Joel sorride felice insieme ad Alex e l'armadio e Laura scuotono la testa divertiti.
Io filo al mio posto, nascondendomi e lasciando ad Adrian il compito di prendersi l'imbarazzo.
Viene richiamata l'attenzione, in modo che la cerimonia possa iniziare.
Il tutto è molto simile ad un matrimonio, mi rendo conto stupita, c'è anche la parte del "lo voglio".
Tutti piangono, io sorrido felice per Laura.
Poi accade qualcosa, il padre di Adrian taglia i polsi dei ragazzi, invitandoli a unirli.
<< Uniti in corpo, mente e sangue >> dice l'uomo << siete demone e sposa >> finisce.
Un grande applauso invade la sala, ed io sono ancora confusa.
Io e Adrian sta cosa non l'abbiamo fatta.
<< E' l'unione, e l'abbiamo fatta, anche se tu dormivi >> dice mostrandomi una x sul polso, uguale alla sua.
Io sorrido e mi avvicino per baciarlo.
A qualche centimetro dalle sue labbra due fulmini rapiscono Adrian, e solo in seguito mi rendo conto che i tizi sono Lily e il pazzo che ha generato Adrian.
Io mi ritrovo da sola nella grande sala, in balia di tutti, che vedendomi senza il mio protettore fanno per avvicinarsi, ma perdono tutti i loro propositi quando Joel mi si avvicina, intimando a chiunque di allontanarsi da me.
Mi abbraccia amorevolmente, baciandomi con dolcezza le guance.
<< Potevate aspettare un pò voi due >> mi sussurra divertita << avete creato non pochi problemi >> dice.
<< Ma non fa niente, almeno ora state insieme >> e se ne va lasciandomi di nuovo sola.
Tutti fanno per avvicinarsi, ma si fermano non appena Alex e Fede si avvicinano.
Non so cosa sia successo tra questi due , ma intorno a loro aleggia un aria di imbarazzo palpabile, che li segue ovunque vadano.
Rimangono vicino a me, ma non parlano, cercano di evitare anche di guardarsi.
Faccio per parlare dopo dieci minuti, ma un Adrian con una camicia sfatta mi porta via ,lasciandomi stupita a salutare come una stupida i miei amici, che mi guardano non riuscendo a capire cosa è successo.
Adrian mi porta fuori, nel giardino che non ho avuto la possibilità di vedere.
Percorriamo un tratto di strada piuttosto lungo, fino a quando arriviamo al centro del giardino stesso, dove un gazebo con colonne di marmo fa la sua figura maestosa.
Il tetto è coperto da un intelaiatura di ferro battuto, dove è appeso una specie di letto tondo che mi fa impazzire al solo guardarlo.
Adrian mi fissa, per un tempo che mi sembra infinito, poi mi porta nel gazebo, seduta su quel coso tutto tondo che mi piace tanto.
Lui non si siede, rimane in piedi a torcersi le mani, cercando e trovando qualcosa nella tasca della giacca, che non fa altro che toccare.
Prende un respiro profondo e si volta verso di me trovando finalmente il coraggio di parlare.
<< Abbiamo creato un pò di problemi >> dice con un sorriso.
<< Mi dispiace >> sospiro abbattuta.
<< A me no >> risponde divertito.
Ridiventa serio, poi alza lo sguardo sul cielo stellato.
Si ritocca la tasca.
<< Io e te abbiamo fatto un unione non molto tradizionale, ma ti voglio dire che tu sei nel mio cuore, nel mio corpo, nella mia mente e nel mio sangue.                                             Ormai se diventata la mia unica fonte di vite, è da te che ormai prenderò il nutrimento necessario alla mia sopravvivenza. >> si ferma prendendo fiato, e guardandomi.
Io sono senza fiato, lo fisso attonita, attendendo che lui finisca.
<< Eva, ti amo >> dice tirando fuori dalla tasca incriminata un anello, con un enorme pietra sopra.
Mi prende la mano sinistra e me lo posa con lentezza sull'anulare, mentre a me si ferma definitivamente il cuore.
Lo fisso, cercando di riprendermi, mentre lui mi fissa in attesa.
Poi con lentezza mi alzo e lo stringo fra le mie braccia.
<< Ti amo, ti amo anche io >> dico ridendo felice << Ma l'anello dove l'hai preso >> chiedo fermandomi un attimo.
Lui scrolla le spalle, come se la cosa non avesse importanza.
<< Dopo la ramanzina me l'hanno data mio padre e mia sorella, sai com'è, noi demoni in previdenza scegliamo sempre la fede prima, per poi non avere problemi >> ammette baciandomi << E questa è la mia >> dice indicando l'anello al mio anulare << Ti piace? >>
<< Si, è stupenda >> ammetto.
<< Bene >> incomincia a spingermi lentamente verso il coso tondo.
Appena le mie ginocchia toccano il bordo dell'amaca gigante, mi ci lascio cadere.
<< Pronta a passare l'eternità con me? >> chiede mentre mi bacia con dolcezza il collo, scendendo verso il seno.
<< Si, l'eternità >> sussurro guardando le stelle.


ANGOLO MIO
Alloraaaaaaaaaaaaaaaaaaa, siamo arrivati alla fine di questa storia, questo è l'ultimo capitolo e ci siamo arrivati.
Amo tutti voi fanssss, perchè allo scorso capitolo siamo arrivati a 12 e dico 12 recensioniiiiiii.
Vi amo, vi adoro siete mitiche.
Grazie per seguirmi.
Volevo avvissare che la storia di Adrian ed Eva finisce solo per ora, perchè ci sarà un seguito incentrato non su di lora ma ci saranno, ed uno spin off con Alex e Fede e la loro storia, ma visto che non sono ferrata negli yaoi cerco aiuto, se siete interessate scrivete nelle recensioni.
Grazie di tutto e scusatemi per le scene hot poco hot sono le prime e sono una frana.
Per il gruppo fb 
QUI La mia nuova storia 
QUI Anello, vestito e gazebo

 
 
 
 

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


EPILOGO


2 ANNI DOPO
 
<< Leaaaaaaaaaaaaaaa! >> urlo, incapace di trattenermi, mentre mi butto sotto mia figlia, cercando di prenderla al volo dalle scale.
Appena sono rientrata dai miei lavori al liceo mi si è presentata davanti un immagine orribile: mia figlia di appena un'anno e mezzo sul corrimano delle scale, pronto a gettarsi senza paura verso quello stupido di Adrian.
Per mia fortuna quell'idiota di mio marito riesce a prenderla, dopo avergli insegnato questo gioco parecchio pericoloso.
Sento il cuore pompare a mille, mentre il respiro e la rabbia si rilassano leggermente, vedendo Adrian con in braccio Lea.
La mia bambina è un miscuglio di me e del padre, con i capelli castani lunghi e mossi, e gli occhioni innocenti, azzurri.
Pur assomigliandoci, ha un visino tutto suo, paffuto e allegro.
Mi avvicino sconsolata, non con i nervi a mille, e quando mi vede si lancia contro di me, abbracciandomi le gambe, e urlando la parola mimma come un scatenate, le sorrido.
La prendo in braccio, baciandogli con dolcezza i capelli.
<< Si piccolo diavolo sono tornata, guai a te se rifai una cosa del genere >> dico alludendo al fatto che si è quasi spappolata a terra, lanciandosi dalle scale.
Lei mi guarda, arricciando il nasino.
<< E poi dove sono lo zio Fede e lo zio Alex? Io ti ho lasciata con loro, non con tuo padre >> dico guardandomi intorno, cercando il mio migliore amico.
La vedo concentrarsi, per quanto un adorabile bimba di un'anno e mezzo possa farlo, cercando le parole giuste.
<< Sono spaiti per sbaciucchiarsi, ha detto papi >> dice indicando il padre, che intanto si è avvicinato per baciarmi.
<< Per sbaciucchiarsi eh? >> dico ridacchiando, mentre Adrian annuisce, piuttosto divertito.
Io sospiro, non potendo pretendere troppo dai miei testoni, non ora, che da poco più di un'anno si sono messi insieme, risolvendo la spinosa questione demone-sposa.
Con tutta la buona volontà che io, Lily e Laura ci abbiamo messo per fare da cupidi è il minimo lasciargli un pò di privacy.
Faccio per uscire in giardino, cercando i miei unici amici, da quando Laura e l'armadio sono partiti per l'America, lasciandoci, ma mi fermo in tempo quando un telefo squilla.
Allora sospiro rumorosamente, mettendo una mano su un fianco e l'altra aperta, rivolta verso l'alto, attendendo.
Dopo pochi minuti dallo squillo del telefono una cameriera si fa avanti, poggiando diligentemente l'apparecchio sulla mia mano tesa, per poi andarsene educatamente.
<< Chi è? >> rispondo svogliata al telefono, non potendone fare a meno.
<< Eva, sono Laura, come va? >> dice una voce allegra al telefono, per niente arrabbiata dalle mie risposte.
<< Qui bene, da voi? >> dico ritrovando il sorriso.
<< Bene anche qui Ally ha messo il primo dente >> trilla allegra.
Ally. 
Alllison.
La prima figlia di Axel e Laura, di tre mesi, piccola, bionda e con una gran voglia di diventare l'aquila dello studio ovale.
<< Ne sono felice >> dico, sinceramente contenta per i loro primi momenti da genitore.
<< Eva, mi spiace, non posso rimanere troppo al telefono, ho la famiglia Pirson al completo dentro casa, e i più piccoli cugini di Axel sono pericolo... >> non finisce di parlare che un gran chiasso si sente per il telefoni, come qualcosa che cade, e dei vetri che si rompono.
Mi immagino Laura sbiancare e rimanere senza respiro, quindi non posso fare a meno di ridacchiare, mentre lei veloce mi saluta e attacca il telefono, probabilmente per precipitarsi a sistemare i guai che quell'enorme famiglia crea.
Mi giro verso mio marito e mia figlia, cercandoli con gli occhi, ma ora è il mio turno di sbiancare, non trovandoli.
Quando mia figlia sparisce con il padre c'è solo bisogno di preoccuparsi, perchè quando lui è con lei ritorna il bambino dispettoso e combinaguai che Joel mi ha racontato fosse.
Basti pensare il divertentissimo gioco " Facciamo morire la mamma di paura buttandoci dalle scale!".
Quando ho girato in lungo e in largo il piano terra e la crisi di nervi sta per raggiungere l'apice sento risate e urletti dal giardino.
Mi precipito fuori per poi fermarmi e incrociare le braccia al petto.
Sul mio viso albeggia un sorriso dolce per la scena che mi si sta presentando davanti.
Joel e Mark sono seduti su alcune sedie, mentre guardano davanti a loro, come me.
Adrian, Fede, Alex e Lea giocano insieme, rotolandosi nel giardino, mentre fanno la lotta.
Sorrido, sentendo la malinconia farsi avanti.
Ho dovuto lasciare tutti, la mia famiglia e i miei parenti, ma non me ne pento.
Ora ho la mia di famiglia.

L'ultima foto che metto su questa storia, vi presento Lea:

Angolo autrice
Ebbene, miei cari siamo arrivati alla fine di questa storia, la mia prima storia.
Questo è veramente l'ultimo capitolo, almeno della storia di Eva e Adrian, che hanno trovato il loro lieto fine, creandosi una famiglia.
Ma le avventure dei nostri demoni non sono finite qui:
Devo raccontare ancora due storie, quella di Fede e Alex e quella di Lea , la figlia di Eva.
Rimetto qui l'annuncio, cercavo qualcuno che mi potesse aiutare a scrivere la storia slash tra il nostro deficente e il demone.
Se vi interessa contattatemi o per la recensione o via messaggio personale.
Vorrei ringraziare le  39 persone che hanno messo la storia tra le preferite, le 12 che l'hanno messa tra le ricordate e le 95 delle seguite.
Vorrei anche ringraziare le persone che mi hanno sostenuto con le loro recensioni, sia negative che positive, mia hanno aiutato a crescere.
Grazie di cuore.
Un bacio e alla prossima storia
la vostra
cookie_monster 

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