High school never ends!

di Leyna_s_heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New life ***
Capitolo 2: *** Primo giorno di scuola - parte prima ***
Capitolo 3: *** Primo giorno di scuola - parte seconda ***
Capitolo 4: *** I problemi che nascono..restano! ***
Capitolo 5: *** Opposti ***
Capitolo 6: *** Shopping! ***
Capitolo 7: *** Halloween ***



Capitolo 1
*** New life ***


 

Capitolo uno: New life

 

Questo è un cross-over tra Teen titans e young justice, quindi per sapere di più sui personaggi vi consiglio di guardare le foto su internet o di guardare il cartone alle 22.10 su Cartoon Network, se vi capita.

 

 

 

Stella

 

“Preghiamo i gentili passeggeri di allacciarsi le cinture di sicurezza e prepararsi all’atterraggio.”

Mi tolsi le cuffie dalle orecchie e sbirciai fuori dal finestrino una New York che iniziava ad accendere le luci in vista della notte: era uno spettacolo meraviglioso!

Diedi una gomitata alla mia amica seduta accanto a me che dormiva beatamente.

“Megan!! Megan!!”

“Mhm.. Ancora 5 minuti..” bofonchiò.

Le tolsi le cuffie dalle orecchie delicatamente e dissi con voce decisa “Megan!”

Lei spalancò gli occhi color nocciola e si guardò in giro per capire quale fosse l’emergenza.

“Che c’è?”

“Guarda!” indicando tutta sorridente la città sotto di noi.

Megan Morse mi fisso per un attimo e poi puntando un dito sul mio petto mi disse “Kory Anders giuro che se lo rifai di nuovo chiederò a mio cugino di farti dormire col cane!” poi osservò un po’ la città in cui loro due avrebbero vissuto per il prossimo ed ultimo anno scolastico della loro vita da liceali “Però hai ragione è un bel paesaggio!” mi sorrise, non potei fare a meno di ricambiare notando che entrambe riuscivamo a stento a trattenere l’eccitazione per l’imminente arrivo.

Megan è proprio un tipo strano e su questo ne ho sempre avuto la certezza.

Forse è proprio questo il motivo per cui andiamo così d’accordo: siamo molto simili.

Caratterialmente intendo e un pochetto pure fisicamente lo ammetto.

Molti ci scambiano per sorelle.

Lei ha i capelli fino le spalle di un castano rossiccio, un visetto da ragazzina spruzzato di lentiggini e gli occhi color nocciola, mentre io ho dei lunghi capelli rosso fragola, gli occhi color smeraldo e una pelle tutt’altro che pallida.

“Non vedo l’ora di atterrare!!” cinguettò allegra Meg.

“Idem!!” risposi d’istinto.

Lo scambio culturale a cui avevamo aderito in quanto migliori allieve delle scuola ci avrebbe tenute lontane da casa per nove lunghi mesi, ma ne sarebbe valsa la pena.

“Spero solo che Garfield si sia ricordato di venirci a prendere..” la sua voce ora aveva un tono vagamente dubbioso.

Non avevo mai conosciuto suo cugino Garfield, ma dalle storie che avevo sentito non c’era da fidarsi e sarebbe stato un po’ sbadato.

Ora però volevo mettere in chiaro una cosa “Meg! Non chiamarmi Kory. Non mi piace lo sai! Chiamami Stella!”

“Evita di farmi arrabbiare e vedrò di farlo.”

Si sorrisero.

 

Megan

 

L’aereo atterrò senza problemi e ci ritrovammo cariche di valigie in cerca di Garfield che non si vedeva.

Mi sedetti sulle valigie accanto a Stella che sembrava non stare nella pelle.

Anche io avrei schiamazzato come lei se non fossi stata preoccupata per il fatto che probabilmente mio cugino se ne fosse dimenticato o fosse andato in un altro aeroporto magari dall’altra parte della città.

“Meeeegaaan!!!” un urlò coprì i rumori degli altri viaggiatori, attirando la mia attenzione: era Garfield.

Apparve tutto trafelato davanti a me e cercò di rivolgermi un sorriso, ma aveva seri problemi a respirare.

Mio cugino era un po’ bassino, solo più alta di lui per intenderci, ha i capelli corti biondo scuro e degli enormi occhioni da cucciolo di labrador non svezzato color verde muschio.

“Ecc.. Eccomi!! Pen..Pensavi non sarei più arrivato, eh?!”

Sì pensai, ma in realtà dissi “No, avevo fiducia nella nostra capacità telepatica. E al massimo la zia ti avrebbe ricordato di venire a prenderci.”

Mi voltai e gli presentai Stella, andavano molto d’accordo il che mi fece piacere: rendeva più facile la convivenza.

Mentre uscivamo dall’aeroporto, Stella mi prese il braccio.

“Questo è un nuovo inizio!”

“Si, qui andrà tutto molto meglio!”

 

 

 

 

 

Salve!!

Questa è la mia prima long e mi rendo conto che questo inizio è un po’ palloso, ma migliorerà.

Almeno secondo il mio modesto parere di autrice.

La storia come dicevo è un cross-over tra “Teen Titans” e “Young Justice”.

I personaggi hanno i nomi umani che ho trovato su Wikipedia.

Quindi per le info le trovate lì.

Per altre cose chiedete a me!!^^

Oh e lasciate magari un commentino.

Grazie!!

 

Snow White Queen

 

 

 

Come immaginare i personaggi:

 

 

Stella Rubia / Kory “Stella” Anders – Susan Coffey

 

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Miss Martina / Megan Morse – Molly Quinn

 

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Beast Boy / Garfield Mark Logan – Cody Simpson

 

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Capitolo 2
*** Primo giorno di scuola - parte prima ***


 

Capitolo due: Primo giorno di scuola – parte prima

 

 

Garfield

 

Odiavo la scuola sopra ogni altra cosa: la sveglia presto, la divisa, dover stare attento per tutte quelle ore, le interrogazione, le verifiche.. Insomma tutto!

L’unica nota positiva era Tara.

Dopo le vacanze estive avrei finalmente rivisto la mia ragazza.

Anche se ci siamo messi insieme appena prima la fine della scuola e non ci siamo visti durante le vacanze, ora avremmo recuperato il tempo perduto.

Scesi le scale e mi diressi in sala da pranzo dove trovai la mamma, Megan e Stella già intente a fare colazione.

“Buongiorno tesoro” disse la mamma senza staccare gli occhi dal giornale.

“Ciao cugino!” Megan stava bevendo un tè caldo come una vera inglese.

“Ciao Gar!”

“’giorno anche a voi ragazze!” dissi sedendomi accanto a Stella che stava mangiucchiando con entusiasmo qualcosa che non riuscivo ad identificare.

“Cosa stai mangiando Stella?”

“Oh quest?” indicando il panino “ pane, pancetta, mostarda e marmellata di pesche” mi sorrise “è favoloso! Ne vuoi un morso?” porgendomi il panino.

Il mio stomaco si chiuse.

“Passo grazie.”

Megan intanto ridacchiava.

“BB lascia perdere! Stella mangia sempre cose strane. Le piace così!”

“Non chiamarmi più BB! Non siamo più bambini.” Protestai.

“Da quanto tempo non sentivo più questo soprannome, tesoro! Era divertente!” disse mamma smettendo di sorseggiare il suo caffè.

“BB?” Stella si staccò dal suo panino.

“Beast Boy” spiegò Megan “ da bambino era bravissimo ad imitare i versi degli animali e così noi in famiglia lo chiamavamo così.”

“E’ simpatico!” mi rassicurò Stella.

Dovevo ammettere che mi piaceva da bambino fare le imitazioni degli animali, ma ora era tutto un altro paio di maniche.

“Tu invece?” chiesi a Stella “perché ti fai chiamare Stella?”

“perché adoro cantare. A detta di tutti me la cavo. E fin da piccola la mia mamma mi chiedeva sempre di cantare per lei e mi diceva che ero la sua stellina canterina.” Ridacchiò infantilmente “ormai mi identifico così.”

Feci per aprire bocca ma la mamma ci ricordò che era ora di andare a scuola e che eravamo già tardi il primo giorno.

La salutammo e ci incamminammo .

 

 

Stella

 

La scuola era ad un isolato di distanza dalla casa dei Logan. Almeno a ciò che diceva Gar, ma secondo il lungo tratto di strada già percorsa era un po’ più lontana del previsto.

“Stella!”

“Si Gar?”

“Volevo dirti che se ti interessa cantare anche qui abbiamo un glee club a scuola.”

“Oh sì! mi sa proprio che mi iscriverò!”

“Saremmo molto felici di avere un nuovo componente!”

“Grazie!” lo abbracciai d’impulso.

“Garfield!” la voce ci fece voltare immediatamente.

Davanti a noi tre c’era una bella ragazza bionda, alta e magra con due occhi blu da fare invidia.

“T..Tara?”

“Si, sono io Garfield” rispose sarcastica “Scusa se ho interrotto il tuo menage-a-tres!”

Prima che potessimo fare qualcosa, una Megan sorridente si piantò davanti a Tara.

“Sono Megan Morse, la cugina di Garfield. Lei è Stella.” Indicandomi “siamo le nuove studentesse che sono qui per lo scambio.” Le strinse la mano “piacere!”

Gar si avvicinò e mise un braccio attorno la spalla della bionda.

“Lei è Tara, la mia ragazza” rivolgendosi a me “il vice capitano del glee club”

“E chi è il capitano scusa?”

“Io, ovvio!”

Gar ne era orgoglioso. Si vedeva. Chissà quanto doveva aver faticato per ottenere il ruolo!

“quindi Stella ti propongo un provino per oggi pomeriggio per entrare nel nostro club. Ci stai?”

“Non devi nemmeno chiedere!”

“Vuoi provare pure tu Megan?”

“Grazie, ma no grazie! Ho altri grilli per la testa.”

Riprendemmo la strada verso la scuola parlando del più e del meno.

Notai però che Tara a volte mi lanciava degli sguardi come volesse valutarmi e non sapesse cosa pensare di me.

Provai a sorriderle e a rivolgerle una domanda gentile, ma lei con poche parole rispose senza aggiungere nulla.

Tentai di ignorare la morse che mi stringeva le viscere. Non era la prima volta che mi succedeva e questo mi faceva stare peggio.

Mi guardai in giro per veder un po’ la città più visitata al mondo, ma non funzionava!

Era già successo che le persone mi si avvicinassero solo per diventare amiche di mia sorella, Konnie, o per la posizione facoltosa della mia famigli.

O così o il contrario.

Mi odiavano a pelle. Dicevano che ero una oca stupida o che facevo apposta di distogliere l’attenzione dei loro fidanzati da loro. Che ero una stupida egocentrica.

La mia unica vera amica è sempre stata Megan.

Entrambe eravamo due aliene in un mondo straniero e ci siamo aiutate a vicenda.

So che Tara ora non vuole parlarmi perché crede che voglia rubarle Gar per cui sarebbe meglio cercare di legare quando non c’è lui in giro.

Si, mi convinsi, questo è un buon piano.

Gar, Tara e Megan svoltarono davanti all’ingresso della scuola. L’edificio era in stile british ben conservato e i giardinetti erano molto curati.

Una marea di studenti che si salutavano e si chiamavano da una parte all’altra riempivano la scalinata di una decina di gradini che dava sulla porta in legno massiccio.

Feci un bel respiro profondo, per quanto lo smog permettesse, e.. un clacson mi fece sussultare!

“Hei tu! Stai attenta!”

Mi accorsi solo in quel momento che ero scesa dal marciapiede e ci risaltai su mentre l’auto che mi aveva suonato accostava e il guidatore scese.

“Ma sei scema? Sta’ attenta! Potevo prenderti sotto!”

Il guidatore doveva avere circa vent’anni, molto alto, dai capelli neri, un viso severo e crudele e due gelidi occhi verdi.

“io..io..”

Non riuscivo ad articolare un pensiero decente.

“Sai almeno parlare?” mi ringhiò contro lui.

Dalla portiera accanto scese un ragazzo molto magro e non tanto alto, coi capelli neri anch’esso e gli occhiali da sole. Indossava la divisa della scuola, quindi immaginai il tizio spaventoso avesse accompagnato lui.

“Jason, così la spaventi.”

“Almeno sarebbe utile e non andrebbe in giro con la testa tra le nuvole! Rischiava di morire!”

Lo studente mi si avvicinò, mettendosi tra me e Jason, mi chiese come stavo, io involontariamente arrossì invece che rispondere.

“Sta bene, è solo euforica per essere a New York.” La voce di Megan la sentivo lontana perché tutta la mia attenzione era per il ragazzo davanti a me.

“Vero che stai bene Stella?” disse con voce tranquilla ma con una nota di imperiosità che mi faceva pensare che volesse farmi uscire dalla situazione in fretta.

Quindi annuì, prima con incertezza poi man mano più convinta.

“Si, sto bene.” Mi rivolsi allo studente misterioso che mi sorrideva e a Megan, Gar  e Tara che mi erano accanto. “Mi spiace per..”

“Sta’ più attenta ragazzina.”

La voce di Jason era dura ma stavolta le sue parole erano sincere. Dopo esserci fissati per un attimo ancora, lui risalì in auto e partì a tutta velocità.

“Scusa ancora per il comportamento di Jason” lo studente misterioso stava facendo alcuni passi verso scuola “sono felice tu stia bene.” E con un cenno a Gar “Ci vediamo!” si voltò in fretta ed andò incontro ad una ragazza dai capelli rossicci e gli occhi chiari che stava puntando verso di lui con espressione furente che lo prese per un braccio e lo trascinò dentro.

Probabilmente era la fidanzata.

Sentì la mano decisa di Megan prendere il mio polso e lo sguardo era duro di preoccupazione lanciava lampi dorati.

“Stella a cosa stavi pensando?”

Non risposi. Qualunque cosa dicessi lei era furiosa.

“devi stare più attenta!”

“Mi spiace Megan.”

“Non ti sei accorta di nulla!”

Mi fissò un attimo con un’espressione di dolore.

Sapevo cosa stava pensando. Ero stata stupida a comportarmi così.

La abbracciai e le sussurai “Scusa Megan scusa”

La sentivo tremare. Sapevo perché e ne stavo male. Poi si fermò e sciolse dall’abbraccio, si sistemò i capelli e il cerchietto e mi guardò con il suo solito sguardo.

“Scuse accettate! Entriamo a scuola!”

La seguì ignorando gli sguardi confusi. Non sapevano cosa aveva passato Megan e non potevano giudicarla. Mi voltai in cerca di Gar che mi rispose con un cenno. Sapeva anche lui e ignorando le domande e i sussurri di Tara per capire la situazione entrarono con noi.

Ci stava accompagnando in segreteria, quando suonò la campanella e Megan si fermò in mezzo al corridoio.

“Hello Megan!” si batté la mano sulla fronte, proprio come faceva la protagonista di un telefilm che Megan adorava “dobbiamo andare dal preside noi”

“Oh si è vero!”

Come dimenticarsi le cose già il primo giorno. Evviva!

“Vi accompagnamo. Vero Tara?”

Tara aveva l’aria di una che sarebbe volentieri andata ovunque tranne che dove eravamo Megan ed io, ma annuì.

Gar nel frattempo ci raccontava delle innumerevoli volte in cui era andate nell’ufficio del preside o per una marachella o per un brutto voto.

Non eravamo neppure arrivati che la porta di aprì e il preside ci rivolse un cenno.

“la signorina Morse” facendo cenno a Megan “e la signorina Anders” facendo cenno a me stavolta “prego” indicando col braccio il suo studio.

“Signor Logan, a lei e la sua donzella è consigliato di andare in classe ed in fretta. Non vorrete già iniziare con un richiamo?”

Gar e Tara s’incamminarono, ma mentre il preside si girò verso di noi, intravidi Gar mostrare la lingua e non potei trattenere una risata.

“Cosa trova di buffo nel benvenuto della nostra scuola, signorina Anders?”

“Ehm..”

Ora si che cominciamo bene!

 

 

Babs

 

Le sedie fuori l’ufficio del preside sono molto comode e me ne meraviglio ogni volta che mi ci siedo. Oggi le avrei volute apprezzare come al solito, ma non riuscivo.

Ero irrimediabilmente irrita tata con il ragazzo seduto accanto a me.

Normalmente avrei tirato fuori un libro per studiare o avrei iniziato a scrivere il pezzo di benvenuto, ma oggi questo nervosismo non mi aiutava a concentrarmi.

Gli unici rumori presenti erano il ticchettio dell’orologio e lo sfogliare di pagine del ragazzo vicino a me.

Sospirai, perdere alcune ore di lezione i tirava un po’ su il morale almeno.

Avevo sempre apprezzato il silenzio, mi aiutava a pensare, ma oggi lo trovavo irritante.

Il ragazzo accanto a me avrebbe dovuto riempirlo rispondendo alle domande, ma sapevo non mi avrebbe detto nulla.

Non ne potevo più.

“Ok, Dick. Non ne posso più. Raccontami qualcosa. Qualunque cosa!”

“Tipo cosa?” Dick non aveva neppure staccato gli occhi azzurri dal libro.

“Cos’hai fatto quest’estate?”

“Babs posso ricordarti che abbiamo passato praticamente tutta l’estate assieme?”

I suoi occhi erano ancora fissi sul libro.

Un’idea maliziosa mi venne in mente.

“Ma non mi hai raccontato com’è andata la tua vacanza con Zee!” dissi con le voce più dolce che riuscivo.

Dick chiuse il libro e arrossì, il tanto che bastava a farmi capire che avevo centrato il bersaglio.

“Non sono affari tuoi!”

“Eddai!”

Si ricompose. “La curiosità uccide il gatto, lo sai Babs?”

Gli sorrisi. “ma io non sono un gatto ma un pipistrello. Non ricordi più pettirosso?”

Lui ridacchiò e io lo seguì. Era un gioco che facevano tanto tempo fa eppure non era cambiato nulla da allora: ancora litighiamo e ci punzecchiamo. Però ora hai giochi non partecipa più Jason.

Dall’espressione greve di Dick capì che pure lui stava pensando a suo fratello maggiore.

Questo mi fece tornare in mente il motivo della mia preoccupazione: perché Dick era in auto con Jason?

Per quanto fossi fantasiosa nella risposta, la conoscevo già.

Chiederlo al diretto interessato avrebbe portato alla risposta ‘mi serviva un passaggio per scuola, tranquilla Babs’.

Tranquilla il piffero, pettirosso!

Una risposta così poteva bastare a Zee che non voleva immischiarsi in situazioni scabrose o con Tim che preferiva non sapere piuttosto che conoscere troppi dettagli.

“Dick!” si voltò a guardarmi, sapeva cosa stavo per chiedergli. “cosa ci facevi in auto con Jason?”

Non mollai i suoi occhi neppure per un secondo e lui essendo in colpa, come immaginavo, li abbassò sul libro. Allungò il braccio per riporre il libro nello zaino e lì notai le bende. La camicia si era sollevata e si notavano delle bende sul polso e immaginai continuassero lungo tutto il braccio.

Non potei trattenermi, allungai la mano sul suo polso. Sentivo le bende ruvide sotto le dita.

“Dick.. ma allora tu..”

La porta dell’ufficio si spalancò e il preside ci guardò e si schiarì la voce, pensando di aver interrotto chissà quale momento romantico.

Dick si alzò in fretta, voleva allontanarsi da me, perché non dicessi quello che sapevo.

Io con più calma raccolsi le mie cose e mi affiancai a lui.

“Bene, ragazze. Questi sono Richard Grayson, presidente del consiglio studentesco e Barbara Gordon, vice del signor Grayson e direttore del sito scolastico.” Con un sorriso orgoglioso “sono i nostri migliori studenti dell’ultimo anno. Vi lascio in ottime mani quindi.” Con un cenno di capo “arrivederci!” richiuse la porta dietro di sé.

La più bassa delle due fece un passo aventi con la mano tesa “Sono Megan, piacere!”

Le strinsi la mano “chiamatemi Babs!”

“io Stella, piacere!” mi strinse rapidamente la mano, per poi scambiare uno sguardo con Dick.

I due si strinsero la mano con un secondo più del dovuto. Non potevo permettere che succedesse. Non ora!

“Lui potete chiamarlo Dick se preferite. Lo chiama Richard solo suo padre.” Dando un buffetto al mio suddetto migliore amico sorridendogli maliziosa, mentre lui ricambiava il mio sorriso.

Non potevo permettergli di flirtare con Stella.

“Venite vi mostro la scuola.” M’incamminai con Dick accanto a me.

“Non è difficile ritrovarsi. L’edificio ha quattro piani uno per anno, noi siamo all’ultimo per l’appunto. Le uniche scale sono quelle all’ingresso. Ma immagino vi stia annoiando, quindi vi spiegherò solo le cose essenziali.”

Colpì Dick sul braccio come a dirgli ‘sono stanca, perla tu ora’.

Lasciai guidare a lui il tour, mentre io ponderavo se avrei mai fatto come queste due ragazze: mollare tutto e imbarcarsi in uno scambio con un paese così lontano.

No, non credo l’avrei fatto. Volsi lo sguardo a Dick. Non potevo lasciare lui, o Jason o Tim. Avevano bisogno di me.

Il giardino interno era grande e luminoso e metteva pace camminarci quando non c’era nessuno.

Stella mi si avvicinò. “Senti potresti.. Ehm farmi un piccola cartina? Non vorrei perdermi o chiedere sempre aiuto.”

Annuì e tirai fuori dallo zaino il blocco e la penna e iniziai a tracciare una piantina comprensibile.

“Grazie Babs!” mi sorrise come fosse una bambina.

“prego! Se ti serve altro. Non hai che da chiedere.”

Il sorriso diventò mesto e abbassò lo sguardo sulle sue mani. Sembrava agitata.

“Stella cosa c’è?” detti un colpetto accanto al posto accanto a me sulla panca.

“Babs.. Io.. Vorrei.. se..”

“Dimmi pure cosa vuoi ” usai il tono più rassicurante che mi riusciva.

“Mi dispiace.. Non sapevo che tu e Dick steste insieme.. giuro!” disse tutto d’un fiato.

Probabilmente avevo sentito male.

Controllai che Dick e Megan fossero abbastanza lontani a parlare di cheerlinding. Lo erano!

Riportai la mia attenzione su Stella che sembrava molto tormentata.

“Dick ed io non stiamo insieme”

“Davvero? Ma a guardarvi..”

“sembriamo una vecchia coppietta sposata?” ridacchiai “è perché ci conosciamo da sempre,tranquilla!”

Stella aprì la bocca.

“Siamo solo amici” ripetei con tono deciso.

Alla millesima persona che me lo chiederà gli tirerò una testata.

“Stella.. Però lui..”

“Babs! Stella!” Dick e Megan si avvicinarono “ho pensato che potrebbero pranzare con noi in mensa, che dici?” annuì. Ci avevo già pensato. “Megan ha già accettato. Tu Stella?”

Lei s’illuminò e annuì.

La campanella suonò. Il tour era finito e ci dividemmo: Megan ed io a chimica e Dick e Stella a matematica. Rientrammo a scuola e ci separammo in corridoio.

“Allora dove abitate di bello?”

“A casa di Garfield.”

“Garfield.. Logan? Il capitano del glee club?”

“sì, è mio cugino.”

“Maddai! Non l’avrei mai detto!”

Parlammo ancora un po’. Dovevo ammettere che mi piacevano queste due ragazze. Saremmo diventate buone amiche!

Arrivate in aula di chimica salutai l’insegnate e andai da Zee che si sbracciava.

“Si sieda signorina Gordon prima che alla signorina Zatara si rompa il braccio” Zee si sistemò i capelli neri con imbarazzo, mentre mi sedevo accanto a lei. “Ragazzi! Zitti!” il brusio cessò “Bravi! Questa è Megan Morse..” immaginai la pena che doveva provare Megan a presentarsi di continuo. Decisi di guardare un po’ la disposizione dei banchi: Karen e Cassie erano accanto a me e Zatanna, davanti a noi c’erano Wally ed Artemis.. Wally ed Artemis?? Com’era possibile che fossero in banco assieme. Pensandoci era probabile che stessero litigando e che il prof abbia deciso di metterli vicini perché imparino a collaborare. Wally stava guardando Megan con aria imbambolata, garantito al limone che ci avrebbe provato con lei mentre Artemis lo guardava irritata.. Questo era un po’ meno garantito, ma possibile che fosse gelosa? Dopo tutti questo anni a bisticciare, vuoi che tra i due ci sia del tenero?

Decisi di non pensarci.

Mi stiracchiai e quasi colpì la persona seduta dietro me. Mi girai e feci un gesto di scusa a Conner Kent. Mi rispose con un appena accennato cenno e notai che era strano pensare che Wally non fosse in banco col suo amico ed invece fosse con Artemis.

Era divertente quasi!

Tornai a fingere di ascoltare Megan. Per fortuna aveva appena terminato e il prof l’aveva lasciata andare al suo posto.

Chissà con chi sarebbe finita in banco?

Tutti i banchi erano pieni, escluso.. Mi voltai giusto per vedere Megan prendere posto vicino a Conner.

Lei gli disse qualcosa tipo ‘spero andremo d’accordo e prendere qualche buon voto’ tendendogli la mano e lui, in linea con il suo modo di essere, l’ha fissata per un po’ facendola arrossire tanto da fare a gara coi miri capelli e ha rivolto la sua attenzione al prof senza nemmeno rispondere.

Megan affranta abbassò la mano allora le lanciai una pallina di carta e le sorrisi facendole l’occhiolino. Lei ricambiò il sorriso e sembrava stare un po’ meglio.

Si preannunciava un anno insolitamente interessante!

 

 

Rachel

 

Sarebbe potuto essere un inizio anno qualunque, ma due sostanziali differenze erano sorte a dispetto degli anni passati: questo è l’ultimo anno di scuola e lui ha la fidanzata!

Ero sconvolta!

Come poteva essersi messo con quella poi?!

Ok, io non mi sarei mai fatta avanti in nessun modo, né in nessun caso, ma questo mi faceva stare male lo stesso.

Devo essere realistica: a lui piacciono quelle che sembrano delle barbie, non Morticia Adams.

Fissai il mio riflesso al vetro della finestra: sono alta, magrissima, ho i capelli neri lunghi che mi coprono il viso e un’espressione non molto dolce.

‘Si catturano più api col miele che con l’aceto’ si dice.

Questo detto è vero! Ne sono la prova!

Mi infilai le cuffiette del mp3 e accesi un po’ di rock al massimo del volume. Avevo solo voglia di farmi inghiottire dalla musica. Dimenticate tutti, tutto e soprattutto il mio dolore.

Non mi accorsi subito di cosa stava succedendo, stavo guardando fuori dalla finestra le strade sempre in fermento di New York posso dire a mia discolpa.

Spostai per puro caso il mio sguardo e vidi Dick Grayson entrare in classe con una nuova studentessa. Lui andò a sedersi poco davanti a me accanto ai suoi amici Victor  Stone e Garfield Logan.

Riportai la mia attenzione alla nuova studentessa, perché guardare loro non aiutava a cancellare il fatto che lui avesse la ragazza. Anzi, avevo lui proprio davanti agli occhi così!

La nuova non aveva nulla di normale!

Molto alta e con un fisico da modella. Aveva la pelle ambrata, lunghi capelli rossi e due occhi smeraldini.

Avrebbe potuto far concorrenza a Zatanna, la quattro-volte-reginetta-del-ballo-della-scuola.

La Lance fece un gesto con la mano alla nuova che si mosse rapidamente tra i banchi, ignara sembrava degli sguardi dei compagni.

Si fermò davanti al banco accanto a me, dove avevo messo lo zaino visto che nessuno di solito si siede.

Era sconvolgente quindi vedere sta ragazza che aspettava togliessi lo zaino.

Nel farlo fui troppo affrettata e mi scapparono le cuffiette così che si sentisse la musica in tutta la classe.

“Ragazzi chi di voi ha acceso l’mp4? Quante volte devo dirvi che se volete avere a che fare con la musica dovete entrare nel mio glee club!”

Sbiancai ancor di più se possibile appena la Lance spostò lo sguardo verso me e la nuova.

“Scusi tanto!” inaspettatamente la nuova esordì così “ho dimenticato di spegnere il cellulare e mi stanno chiamando di sicuro i miei.” Aprì lo zaino tirò fuori un cellulare di ultima generazione, ma prima di girarsi mi guardò e mimò un ‘nacondilo’. Lo spensi e nascosi nello zaino il tutto.

“Mi spiace davvero! Ma i miei genitori hanno problemi con il fuso orario e mi chiamano alle ore più disparate.”

“e va bene Anders. E’ il tuo primo giorno, ma se capita di nuovo nota e sequestro del telefono.”

La nuova annuì e si sedette accanto a me.

La Lance iniziò a spiegare e la mia nuova vicina di banco- mi suona ancora strana sta cosa- si voltò verso di me e mi sorrise.

“Ciao! Sono Stella, piacere!”

“Lo so.” Le risposi secca.

In realtà non sapevo il suo nome, ma ora sapevo cosa mi toccava.

Lei mi guardò con espressione da cucciolo.

Sospirai esasperata. “Rachel.” Borbottai.

“Come?”

“Rachel. Mi chiamo Rachel”

Mi sorrise. “era carina la canzone che stavi ascoltando. Come si chiama?”

“Non credo il rock sia il tuo genere”

“Non sembrava male!”

Sospirai di nuovo. “Ascolta ti ringrazio per quello che hai fatto per me, ma perché non mi dici direttamente cosa vuoi in cambio e la finiamo qui?”

“Cosa voglio.. in cambio?” mi guardava stranita. Sembrava sinceramente non aver idea di cosa stessi parlando.

“Di certo non mi hai aiutato perché non avevi nulla di meglio da fare. Cosa vuoi in cambio?”

Sembrò riflettere un attimo- aveva una espressione che la faceva sembrare una bambina- poi mi sorrise.

“se proprio vuoi, ci terrei che diventassimo amiche”

Spalancai la bocca.

“Se per te va bene.” Si affrettò ad aggiungere.

Richiusi la bocca.

Questa ragazza era davvero matta!

Il problema era che mi fidavo della sua sincerità.

Ma non avrei commesso due volte lo stesso errore.

“qualcosa di più immediato?”

“Beh puoi unirti a noi per pranzo.”

“Con chi?”

“Megan, la mia amica, Babs, Gar e Dick.”

Stavo già per rifiutare, ma qualcosa dentro di me mi spinse s dire “e va bene.”

Stella sorrise felice e tornò alla lezione.

Non so cosa mi abbia spinto a farlo, ma se poi ci fosse stato bisogno me ne sarei andata immediatamente.

Anche se sapevo che il pranzo si sarebbe trasformato in un disastro assicurato!

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono in mostruoso ritardo e me ne scuso.

Mi si è rotto il computer, poi saltata la connessione e poi ho avuto il blocco dello scrittore per quando una autrice come me possa avere questo blocco.

In questo capitolo introduco molti nuovi personaggi. Mi rompe ripetere le presentazioni, ma finché non ho tutti i personaggi sarà dura poter smettere di farlo.

Alla fine di questo capitolo ho messo circa la foto di persona con cui identifico i personaggi e spero mi diciate cosa ne pensate.

Ho messo Megan, Stella e Gar nel primo capitolo se volete vederli.

Gli altri nei prossimi.

Spero di scrivere la seconda parte entro una settimana.

A presto.

 

Snow White Queen

 

Ps. Un commento sarebbe gradito!

 

 

 

 

 

 

 

 

Robin I / Richard “Dick” Grayson – Logan Lerman

 

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Red Hood/ Robin II / Jason Todd – Non so

 

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Batgirl / Barbara “Babs” Gordon – Sarah Bolger

 

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Zatanna Zatara – non so

 

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Superboy / Conner Kent – Dean Geyer

 

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Raven (Corvina) / Rachel Roth- non so

 

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Terra / Tara – non so

 

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Capitolo 3
*** Primo giorno di scuola - parte seconda ***


 

Capitolo tre: Primo giorno di scuola – parte seconda

 

Stella

 

La campanella stava suonando sentenziando quindi la fine delle lezioni del mattino. Finalmente era ora di pranzo!

Ora devo andare a cercare Rachel. Sorrisi involontariamente: era stato facile farsi una amica!

Dio, forse la parola ‘amica’ era esagerata, ma era pur sempre un inizio.

“Stella!” Dick con Gar e Tara si stavano avvicinando al mio banco.

“Ciao ragazzi!” raccolsi il materiale e lo gettai alla rinfusa nella borsa.

Usciti dalla classe c’era un ragazzo di colore enorme che ci salutò.

“Ciao! Tu devi essere Stella” mi strinse la mano “io sono Victor, siamo nella stessa classe di matematica”

“Mi ricordo di te, si!”

Si avvicinò a noi una bella ragazza di colore che baciò Victor.

“Ciao a tutti ragazzi!” si rivolse agli altri e poi spostò la sua attenzione su di me “Tu devi essere Kory, giusto?”

“Preferisco Stella.”

“Io sono Karen” ci incamminammo verso la mensa.

“Sai ho già conosciuto Megan.”

“Davvero?!”

“Si, siamo nella stessa classe di chimica”

“Megan è bravissima in tutte le materie quindi sei fortunata”

“Non direi. La povera Megan è seduta vicino a Conner. Spero la prof non assegni troppe ricerche in coppia per il suo bene”

Aggrottai le sopracciglia “Perché?”

“Conner è un nostro amico” rispose Dick “ma, come dire?, non è propriamente una persona molto espansiva”

“L’ha ignorata per tutta la lezione!” ribatté indignata Karen “si è comportato da maleducato!”

Povera Megan!

Ero dispiaciuta già che non avessimo le stesse lezioni – lei da brava studentessa aveva i suoi corsi avanzati, mentre io essendo piuttosto mediocre rientravo nei corsi normali- più se aggiungi vicini di banco maleducati doveva essere piuttosto abbattuta.

Ma sapevo di aver fatto bene ad insistere perché potesse fare questo scambio con me, a Londra non l’avrei mai lasciata!

Arrivati in mensa , mi fermai sulla porta “io devo aspettare una persona”

“Aspetto con te” Dick mi sorrise e s’appoggiò al muro accanto a me. Il mio cuore accelerò i battiti.

Intanto gli altri entrarono promettendo che ci avrebbero tenuto i posti.

Appena fummo soli calò un silenzio imbarazzante.

Dick si schiarì la voce “allora come ti trovi qui?”

“Devo ammettere che all’inizio era strano, ma infondo Londra e New York si assomigliano”

“La casa? Com’è Gar come padrone di casa?”

“Meglio di quello che ci si aspetta. Poi Megan è una cuoca ottima e aiuta molto in casa, visto il poco tempo libero della signora Logan.”

“Della scuola cosa pensi?”

“Mi piace. Ricorda molto la mia a Londra e gli insegnanti non sono male, un po’ rompi, ma non bravi!”

“E..” ebbe una esitazione “dei compagni cosa pensi?”

“E’ un po’ presto per dirlo, ma mi piacciono le persone che ho conosciuto.”

Sperai che non si fosse accorto del rossore sulle mie guance.

“Perché me lo chiedi?”

“Devi stare attenta a..”

“Dick! Stella!”

Babs e Megan si avvicinavano seguiti da un ragazzo ed una ragazza.

“Hei ciao Megan!!” l’abbracciai stretta stretta.

“Stella mi soffochi!” si liberò “lascia che ti presenti alcuni miei compagni. Lui è Wally” indicando un ragazzo alto, dai capelli rosso carota, il viso spruzzato di lentiggini e gli occhi verdi che la guardava adorante “e lei è Artemis” la ragazza era alta tanto quanto il ragazzo e lo guardava di storto. Aveva la pelle olivastra, gli occhi neri come quelli di un felino e dei lunghissimi capelli biondi legati in una cosa di cavallo. “Ragazzi, lei è Stella!”

Ricapitolai le persone che avevo conosciuto in poco tempo e  sperai di non confondere nessuno per non fare gaffe assurde.

“Allora entriamo? Ho fame!”

“Tu hai sempre fame, West!”

“Sei tu che non apprezzi i piaceri della vita, Crock!”

Ridacchiammo. Wally ed Artemis battibeccavano così carinamente insieme che sarebbero stati una coppia perfetta.

I due entrarono. Babs afferrò poco delicatamente il cravattino di Dick e lo trascinò via dicendo che qualcuno lo stava aspettando.

Avevo ancor dei dubbi su quei due – perché non ho mai pensato di rubare il fidanzato a nessuno-, ma mi fidavo della ragazza, sembrava essere molto sincera.

“Allora chi stiamo aspettando?”

“Una mia nuova amica” risposi fiera.

“Chi è?”

“Rachel”

“Non ho presente”

“Alta poco meno di me, magra coi capelli scuri?”

Scosse il capo. “Dovrebbe essere già qui” mi disse dando una occhiata all’orologio.

Non risposi. Rachel aveva accettato. Forse era solo tardi!

“Magari ti aspetta dentro” Megan lo disse con un tono di voce molto basso, quello che usa per calmare le persone e farsi ascoltare.

“Ok, ragazze entriamo!”

Babs stava puntando verso di noi. Da sola.

“Dov’è Dick?”

Sospirò esasperata “se non ci fossi io lui non si ricorderebbe nemmeno un appuntamento! Mi faranno santa per aver accudito quel ragazzo!” ci prese per i gomiti e ci trascinò in mensa quasi di peso. Per essere alta si e no come Megan – il che voleva dire sul metro e sessanta- aveva una forza portentosa.

La scena che nacque dopo che fummo entrare determinò tutte le disavventure che successero a me e i miei amici. Ammetto che fu in parte –buona parte- colpa mia.

Rachel stava tranquillamente mangiando in un tavolo da sola. Ci rimasi male, molto male. Però indignata volevo una spiegazione. Testarda che non sono altro! Diedi a Megan la mia borsa perché me la tenesse mentre mi dirigevo verso la corvina. In quell’istante, Rachel alzò gli occhi e mi vide, rapidamente distolse lo sguardo e ancor più veloce recuperò cibo e vassoio per andarsene, ma nel farlo colpì una ragazza.

La ragazza in questione, a cui si era solo rovesciata la bottiglietta d’acqua per terra, si girò verso Rachel furiosa.

Mi fermai intanto. Sentivo la presenza di Megan e Babs poco dietro di me che osservavano pure loro la scena.

“Tu! Dannata darkettona! Guarda cos’hai fatto?!”

“Mi dispiace”

“Cosa me ne faccio delle tue scuse? Voglio qualcosa in cambio!”

Rachel le porse la bottiglietta. “Prendi la mia. Non l’ho aperta”

La ragazza – una biondona che poteva fare concorrenza a Barbie dalla tonalità platinata dei suoi capelli – afferrò la bottiglietta con aria di sdegno la poggiò sul suo vassoio e prese qualcosa dal suo, intanto Rachel se ne stava andando sempre in totale silenzio.

“Aspetta un attimo!” la bionda la afferrò per la giacca della divisa e la fece scivolare. Il cibo che si trovava sul vassoio cadde tutto sulla corvina – facendo ridere tutti o quasi in mensa-, mentre la ragazza si chinò a sussurrarle qualcosa all’orecchio e le sfiorò una ciocca dei capelli di Rachel, si rialzò e rise insieme agli altri.

Rachel, sbiancata, si alzò e camminò rapidamente sempre di più fino a correre fuori la mensa.

Lo ammetto: fui codarda a non intervenire subito, ma a mia discolpa posso dire che non avevo idea che sarebbe finita così.

La bionda afferrò lo zaino lasciato da Rachel e io scattai strappandoglielo di mano.

“E tu cosa vuo..”

Non la lasciai nemmeno parlare “Sarò nuova, ma se è così che trattate le persone qui è una scuola davvero schifosa!” dissi a voce abbastanza alta perché tutti mi sentissero.

“Non sapevo che qui si mancasse totalmente di educazione” intervenne Megan gelida.

Megan era una persona molto gentile e disponibile, ma quando perdeva le staffe diventava gelida e spaventosa.

La bionda tentò di aprire la bocca, ma Megan la fermò “quello che è appena successo non è, per caso s’intende, un episodio di bullismo? E sbaglio o il regolamento è decisamente severo in questo caso?” lo disse quasi con noncuranza.

La ragazza sbiancò.

Io però ero troppo furiosa per tacere. “Se succede qualcos’altro a Rachel” le dissi in modo che solo lei potesse sentire “sappi che me la pagherai cara!”

La bionda fece un paio di passi indietro e scivolò sull’acqua.

Né io né Megan ridemmo o dissimo nulla. Mentre Babs tirò fuori il cellulare e fece una foto “Sarà una bella foto per il blog della scuola, eh Becky?” sorrise maliziosa. “A meno che tu non decida di smettere un po’ questa tua politica di dittatura del terrore.”

La bionda fissò tutte e tre con rabbia e uscì dalla mensa furibonda.

Scambiai uno sguardo con le altre due e cercai Rachel.

Diciamo che tentai di trovare Rachel perché senza la piantina della scuola –rimasta nella mia borsa ancora in mano a Megan- ma la trovai poco dopo nei bagni in palestra.

Più che altro sentì cantare e, incantata, entrai nei bagni trovando Rachel che si stava lavando i vestiti.

..hope you know, I hope you know 
That this has nothing to do with you 
It's personal, myself and I 
We've got some straightenin' out to do 
And I'm gonna miss you like a child misses their blanket 
But I've got to get a move on with my life 
It's time to be a big girl now 
And big girls don't cry 
Don't cry 
Don't cry 
Don't cry..

 

Applaudì e istintivamente le dissi “Bravissima Rachel!!”

Lei sobbalzò. “St..Stella!” era tesa come una corda di pianoforte.

“si, sono io.” Le allungai lo zaino “ti volevo riportare lo zaino e dirti che mi dispi..” mi stavo innervosendo pure io.

“Ti dispiace per cosa?”

“Appena mi hai vista sei scappata e poi quella pazza ti ha aggredito e..” dissi tutto d’un fiato.

“Ti stai scusando per questo? Credi che sia colpa tua se quella str.. Becky mi ha aggredita?”

“Si”

Rachel si portò una mano alla bocca, chinò il capo ed iniziò a tremare.

Oh no si era messa a piangere!

“Ah ah ah tu sei tutta matta!”

Appena tirò su il capo vidi che stava ridendo a crepapelle e cercava di calmare la ridarella.

“Sei matta! Matta!” continuava a ripetere.

Sorrisi. “Oh si te lo posso confermare!”

Appena si fu calmata mi disse “Grazie Stella!”

“Prego Rachel!” I vestiti sono tornati a posto?”

Annuì. Poi portò la mano ai capelli “però..” sollevò la ciocca per mostrami il chewingum attaccato.

Mi balenò una mezza idea. “Hai delle forbici?”

Ne estrasse un paio dallo zaino e me le porse.

“Direi che è ora di un cambio di immagine!”

“Sei sicura di saper tagliare i capelli?” mi chiese titubante.

“Fidati!” notai un lampo d’incertezza nei suoi occhi, che però sparì subito, così mi misi a tagliare.

Infondo stava diventando un nuovo inizio un po’ per tutti.

I suoi lunghi capelli si trasformarono in un carré, coi ciuffi lunghi davanti e corto corti dietro.

Ora si notavano meglio gli occhi viola scuro di Rachel.

Si toccò più volte i capelli, rimirandosi allo specchio. “Sei più brava del previsto..”

“Lo so!” mi vantai.

“Che ne dici se torniamo a lezione?”

Annuì. Scoprimmo pure di avere praticamente buona parte delle lezioni assieme.

Uscimmo dalla palestra che si riempiva di studenti per fare educazione fisica e mi lasciai riportare da Rachel alle aule, visto che mi stavo perdendo alla grande.

In corridoio trovammo Megan con Gar, Dick, Wallly, Babs e Artemis.

“Megan!” le andai incontro.

“Era ora ti presentassi! Tieni!” mi porse un fazzoletto “ho conservato la mia fetta di torta per te”

“Ti amo Megan!!”

“Si lo so lo so.” Mi liquidò “Tu sei Rachel giusto?” le sorrise rassicurante “Megan, piacere!”

La corvina sembrava imbarazzata, ma non si sottrasse, conquistata della gentilezza e il calore di Megan.

“Rachel cavoli stai proprio bene così!” disse con un fischio d’approvazione Gar.

“E’ vero. Stai meglio.” Confermò Dick con tutto il suo charme.

Rachel arrossì fino alla punta dei capelli e chinò il capo. Immaginai che Dick fosse arrivato in mensa dopo che me ne ero andata e che Megan abbia pranzato con loro visto che erano tutti assieme.

“Non temere Megan, tu sei più carina.” La rassicurò Wally.

Megan balbettò un ‘grazie’. E la campanella censurò la rispostaccia che stava arrivando al rosso da parte di Artemis.

Ci separammo.

Rachel mi portò all’aula di chimica e dopo essersi seduta vicino a me sentenziò “simpatica la tua amica!”.

Salutai Tara pochi banchi davanti a me che mi rispose esitante.

Mentre il prof parlava e parlava e parlava, io facevo mente locale su cosa mi fosse successo oggi: avevo rischiato di venire presa sotto, ma Dick mi aveva salta – più o meno-, avevo conosciuto tanta nuova gente – Babs, Tara, Wally, Artemis, Karen, Victor-, poi avevo una nuova amica, Rachel, e avevo sentito la sua splendida voce e tra poco sarebbe finita per oggi.

E questo era solo il primo giorno!

Ah si, giusto, ma oggi avevo pure l’audizione.

Avevo già deciso cosa avrei cantato.

Cantare.. oh sì!! questa si che era una idea!

“Rachel” sussurrai per non farmi sentire.

“Mhm..”

“Ho una proposta per te!”

“Dimmi..”

“Io a fine lezioni ho l’audizione per il glee club..”

“Se vuoi vengo ad ascoltarti”

“perché non provi tu?”

“ma neanche per idea!”

“Ma hai una voce favolosa!”

“Non credo mi prenderebbero”

“Perché?”

“Tara ed io non siamo propriamente in buona rapporti diciamo..”

“Ma sarà la prof Lance a decidere, mica lei!”

“Si ma lei e Gar essendo vice e capitano hanno potere decisionale.”

“Non se la tua bravura è lampante!”

Rachel non rispose, stava rimuginando e sperai accettasse.

“E va bene, un tentativo!”

“Si!”

“Solo perché me l’hai chiesto tu!”

“Perché siamo amiche?!”

“Si.. siamo amiche..” pronunciò la parola ‘amica’ come la stesse saggiando.

Tornai a seguire la lezione in preda ad una certa eccitazione.

Perché il tempo non passa più veloce?!

Suonò l’ultima campanella e presi praticamente di peso Rachel per portarla giù in auditorium.

“Stella eccoti!” mi salutò Gar che mi aspettava sulla porta “oh e ciao Rachel! Vieni pure a prendere posto vicino a noi.”

“A dire il vero, sono qui per una audizione” guardandolo come lo stesse sfidando a mettere in dubbio il suo diritto.

“Ma è meraviglioso!!” ci abbracciò.

Rachel rossa si staccò in fretta da noi e corse dentro.

“Mi sa che non le piacciono gli abbracci.”

“Un giorno glieli faremo piacere vedrai Gar.”

“Si!”

Prima che l’idiozia ci cogliesse ancora, mi diressi verso il palco.

“Merda Stella!” (è buona norma dire ‘merda’ a chi si sta per esibire sul palco)

“Si tanta!” gli sorrisi.

Rachel era già davanti al microfono sul palco e si presentava, che io ero appena arrivata dietro le quinte per ascoltarla.

Tutto il club era seduto davanti a lei curioso di sentirla.

La band iniziò a suonare il pezzo richiesto e lei teneva gli occhi chiusi, battendo il tempo con il piede.

Aprì gli occhi appena iniziò a cantare.

 

http://www.youtube.com/watch?v=Y7VGOnV2QhU

 

Here we are and I can think from all the pills you made
Start the car and take me home
Here we are and you're too drunk to hear a word I say
Start the car and take me home

Just tonight I will stay
And we'll throw it all away
When the light hits your eyes
It's telling me I'm right
And if I, I am through
It's all because of you
Just tonight

But here I am and I can't seem to see straight
But I'm too numb to feel right now
And here I am watching the clock that's ticking away my time
I'm too numb to feel right now

Just tonight I will stay
And we'll throw it all away
When the light hits your eyes
It's telling me I'm right
And if I, I am through
It's all because of you
Just tonight

Just Tonight

Do you understand who I am
Do you wanna know
Can you really see through me now
I am 'bout to go

But just tonight I won't leave
I'll lie and you'll believe
Just tonight I will see
It's all because of me

Just tonight I will stay
And we'll throw it all away
When the light hits your eyes
It's telling me I'm right
And if I, I am through
It's all because of you
Just tonight

It's all because of you
Just tonight

It's all because of you
Just tonight

It's all because of you
Just tonight

It's all because of you
Just tonight

 

 

 

Conclusa la canzone, tra il pubblico ci fu un attimo di silenzio, finché Gar non si alzò in piedi per acclamare Rachel cosicché pure gli altri lo seguirono.

La prof Lance li zittì e si congratulò con Rachel dicendole che era presa.

“Wow Rach sei incredibile!”

“Non pensavo.. Hei aspetta mi hai chiamata Rach?”

“Non ti piace?” sorrisi “Waah! Sono tanto tanto felice per te.”

Rachel non rispose. “Sai una cosa Stella? Grazie! Senza te non l’avrei mai fatto” e mi sorrise per davvero.

“Sei ancora più carina quando sorridi!” la stritolai.

“Hei Hei! Piano con gli abbracci!”

“Giusto. Beh ci lavoreremo!” e salì sul palco.

Mi presentai e diedi l’ordine alla band di suona le canzone che avevo scelto.

 

http://www.youtube.com/watch?v=ZxzWv2PAM0Q

 

There were nights when the wind was so cold
That my body froze in bed
If I just listened to it
Right outside the window

There were days when the sun was so cruel
That all the tears turned to dust
And I just knew my eyes were
Drying up forever

I finished crying in the instant that you left
And I can't remember where or when or how
And I banished every memory you and I had ever made

But when you touch me like this
And you hold me like that
I just have to admit
That it's all coming back to me
When I touch you like this
And I hold you like that
It's so hard to believe but
It's all coming back to me
(It's all coming back, it's all coming back to me now)

There were moments of gold
And there were flashes of light
There were things I'd never do again
But then they'd always seemed right
There were nights of endless pleasure
It was more than any laws allow
Baby Baby

If I kiss you like this
And if you whisper like that
It was lost long ago
But it's all coming back to me
If you want me like this
And if you need me like that
It was dead long ago
But it's all coming back to me
It's so hard to resist
And it's all coming back to me
I can barely recall
But it's all coming back to me now
But it's all coming back

There were those empty threats and hollow lies
And whenever you tried to hurt me
I just hurt you even worse
And so much deeper

There were hours that just went on for days
When alone at last we'd count up all the chances
That were lost to us forever

But you were history with the slamming of the door
And I made myself so strong again somehow
And I never wasted any of my time on you since then

But if I touch you like this
And if you kiss me like that
It was so long ago
But it's all coming back to me
If you touch me like this
And if I kiss you like that
It was gone with the wind
But it's all coming back to me
(It's all coming back, it's all coming back to me now)

There were moments of gold
And there were flashes of light
There were things we'd never do again
But then they'd always seemed right
There were nights of endless pleasure
It was more than all your laws allow
Baby, Baby, Baby

When you touch me like this
And when you hold me like that
It was gone with the wind
But it's all coming back to me
When you see me like this
And when I see you like that
Then we see what we want to see
All coming back to me
The flesh and the fantasies
All coming back to me
I can barely recall
But it's all coming back to me now

If you forgive me all this
If I forgive you all that
We forgive and forget
And it's all coming back to me
When you see me like this
And when I see you like that
We see just what we want to see
All coming back to me
The flesh and the fantasies
All coming back to me
I can barely recall but it's all coming back to me now

(It's all coming back to me now)
And when you kiss me like this
(It's all coming back to me now)
And when I touch you like that
(It's all coming back to me now)
If you do it like this
(It's all coming back to me now)
And if we..

 

Appena finì di cantare, uno scroscio di applausi mi investì.

Non sentivo neppure quello che mi diceva la prof Lance ma immaginai di essere presa.

Dietro le quinte ricevetti i complimenti da Rachel e scrissi a Megan la bella notizia e lei mi rispose che aveva l’audizione per le cheerleader e di aspettarla.

Così Rachel ed io uscimmo di scuola e ci sedemmo a parlare aspettando Megan.

 

 

Megan

 

Quando una persona s’immagina una cheerleader la figura alta, bionda, con un fisico da modella e ovviamente bellissima. Io non sono nulla di tutto ciò. Ma avevo deciso di tentare lo stesso l’audizione, su consiglio di Dick che mi aveva fatto ottenere un posto.

Il mio entusiasmo però era scemato pian piano, che mentre mi dirigevo in palestra con Artemis avevo già cambiato idea.

“Non sono più sicura di volerlo fare!”

“Tentare non costa nulla e se non va bene.. pazienza!”

Artemis ed io avevamo molte lezioni in comune e avevamo legato subito. Mi piaceva la sua sincerità brutale e non fingeva mai.

“Si hai ragione!”

Mi piaceva la scuola: i corsi avanzati era strutturati bene e gli insegnanti competenti.

Poi ero sempre seduta vicino a Artemis o Babs che avevano già deciso di prestarmi gli appunti dell’anno precedente.

In pratica andava tutto a meraviglia, escluso: chimica!

Quell’ora era stata un po’ umiliante visto che Conner Kent – avevo saputo il suo nome da Artemis che era andata con Babs e Karen dal prof per chiedere di farmi cambiare partner di laboratorio – non mi aveva rivolto né uno sguardo né una parola.

Entrammo in palestra dove notai subito due cose: la dozzina di ragazze aspiranti cheerleader praticamente perfette e gli spalti ben pieni di spettatori.

Ci avevo ripensato.

Neanche mi avesse letto nella mente, Artemis mi mise un braccio attorno le spalle e mi spinse dentro verso gli spogliatoi aspettandomi fuori mentre mi cambiavo, neanche potessi scappare – ci avevo pensato però!-.

L’accompagnai agli spalti. “Noi siamo lì a seguire le prove”

“Ma non avevi detto che odiavi queste cose?”

“Rettifico: sono qui a fare il tifo per te!”

“Grazie!”

Vidi che c’erano pure Dick, Victor, Wally e.. Conner Kent!

“Che ci fa Conner qui?” bisbigliai ad Artemis, mentre il mio umore scendeva ai minimi storici!

“E’ amico di questi tre e mi sa l’hanno costretto a venire”

Non ero convinta della spiegazione, pensai piuttosto che fosse lì per vedermi umiliata.

“Invece” continuò Artemis “Victor e Dick sono qui per le loro ragazze”

“Victor sta con Karen” indicai col capo la bella ragazza di colore che era seduta accanto alla prof Bertinelli “ma Dick?”

“L’altra cheerleader vicino a Karen. E’ con noi a chimica e in molte altre materie.”

La ragazza era piuttosto bassa e dai lunghi capelli, ma non riuscivo a vederne il viso.

Annuì. Questo spiegava come Dick avesse ottenuto la mia audizione e dove fosse sparito pranzo.

“Vedrai che ce la farai!” non ribattei che non sapeva neppure se fossi coordinata “in caso contrario..” si scroccò le dita “ me ne occupo io”

“Megan! Hei Megan!” Wally ci aveva notate e ignorava come sempre Artemis.

Sospirai e lo salutai con la mano, ma poi mi chiamava e faceva cenno di salire.

“Ecco qualcuno di cui occuparsi!”

Prese il suo zaino e con precisione millimetrica glielo lanciò in faccia. Soffocai una esclamazione mentre Dick e Victor si complimentavano con Artemis che s’inchinò.

“Ma sei impazzita Crock?”

“Lascia in pace Megan, West!”

“Sei solo gelosa!”

“Ah ti piacerebbe!”

Mi frapposi tra i due. “Dai ragazzi! State buoni per un po’, ok? Fatelo per me!”

“Certo Megan!” si affrettò a rispondere Wally.

Artemis prese posto vicino a Conner proprio dietro Wally che li squadrava.

“Sarò bravissima, Megan, te lo prometto.” Confermò la bionda.

Così mi diressi giù felice di aver scampato una scenata di dimensioni epiche.

Mi piazzai infondo al campo mentre le altre aspiranti cheerleader parlottavano. Capì solo alcuni pezzi di frasi qua e là tipo ‘si è lei! Quella che..’, ‘come può pretendere che la prendano se..’ o ‘povera ragazza avrà vita dura qui..’.

Quest’ultima frase mi spaventò.

Ero qui da nemmeno un giorno e già c’erano problemi!

Respirai profondamente. Mi concentrai su Karen che stava parlando.

“Ok, ragazze! Grazie per essere qui. Ora Bette e Wendy mi mostreranno l’esercizio da fare!”

alzò il volume della voce “mi raccomando osservate con attenzione perché lo faranno una sola volta”

Bette, una ragazza dai capelli ricci e biondi e Wendy, coi capelli neri e corti,- che di sicuro erano a qualche lezione che non ricordavo con me- si misero a fare un esercizio non troppo difficile, ma , che realizzai con orrore, prevedeva di essere in coppia.

A esercizio finito le ragazze già in coppia si disposero per ripeterlo e notai con orrore sempre maggiore che eravamo numero dispari e che il numero dispari ero io.

Questa era l’occasione perfetta per andarsene.

Magari potevo tornare a Londra e il più in fretta possibile!

“Hei! Megan, giusto?”

Una ragazza bassina, dai capelli neri e mossi e due occhi azzurri enormi era davanti a me.

La riconobbi:era a chimica con me. E pure in molti altri corsi.

“Si sono io.. Tu..?”

“Sono Zatanna Zatara. Nonché vice capitano delle cheerleader.” Mi sorrise porgendomi la mano “siamo insieme in molti corsi se non ricordo male.”

“Già.”

“Ascolta siete in numero dispari, quindi cosa ne dici di fare l’esercizio con me?”

“Sei molto gentile!”

Mi sorrise.

Le coppie si esibivano ad una ad una e noi eravamo le ultime.

“Senti grazie per l’opportunità. Anche se probabilmente non andrà in porto, almeno ho potuto tentare!”

“Non è detto che tu non possa entrare. Poi devi ringraziare Dick che mi ha chiesto di inserirti.”

“L’ho già fatto finché non mi costretta a smettere.. Ma ora..”

“Cosa?”

“Ma ora non sono più entusiasta dell’idea di tentare.. Senza offesa!”

“Puoi ritirarti certo, ma se poi ti pentissi?”

“…”

“Noi, o meglio la capitana e la Bertinelli, non ti darebbero altre opportunità.”

“Questo si, ma..”

“Poi è l’ultimo anno, no? Poi saremo catapultati nel mondo degli adulti e questa è l’ultima possibilità per fare tutto ciò che ci piace, no?”

“Hai ragione!” mi aveva dato la carica.

Arrivò presto i nostro turno.

Feci del mio meglio e senza essere aiutata. Mi impegnai molto ed ero già soddisfatta così.

“Bene ragazze!” la prof Bertinelli intervenì “i risultati saranno esposti in bacheca tra due settimane. Ora potete andare!”

Tutte andarono in spogliatoio, mentre io andai prima da Artemis e gli altri, Zatanna invece seguiva la prof e le altre cheerleader che si riunivano per decidere chi scegliere.

“Bravissima Megan!”

“Si davvero!”

“Secondo me ti prendono sicuramente!”

“Grazie grazie ragazzi! Ce l’ho messa tutta e staremo a vedere.”

Conner mi fissava intanto e io cercai di non arrossire troppo, quindi per evitare ulteriore imbarazzo andai a cambiarmi e tornai da loro e ci dirigemmo all’uscita di scuola, dove mi aspettava Stella.

 

 

Zatanna

 

Non mi interessava molto chi sarebbero state le tre nuove leve, basta che tra loro ci fosse Megan. Lo dissi chiaramente prima che iniziasse la riunione e pure durante, ma senza il nostro capitano era impossibile decidere qualcosa e la Bertelli era già stufa quindi neanche dopo dieci minuti fummo congedate.

Io corsi subito in classe di storia, dove mi aspettava il mio ragazzo, Dick Grayson.

Sapevo che venivo molto invidiata per questo, ma io ci tenevo davvero a lui e cercavo di non vantarmene troppo.

Dick intanto stava guardando fuori dalla finestra con il tramonto che illuminava la stanza.

Era molto cambiato da quando c’eravamo messi insieme, il primo anno, dove era bassetto e magrolino, ora invece era molto alto, muscoloso – dal fisico perfetto direi- e i capelli erano lunghetti sempre neri come l’ala di un corvo.

“Sei arrivata”

Non si era neppure voltato eppure come sempre sapeva quando arrivato. Mi avvicinai a lui.

“Hei! Com’è andata?”

“Bene, dai! A te Zee?”

“Circa. E’ stata sfiancante direi.” Lo osservai “mi sei mancato oggi!”

Si girò a ricambiare lo sguardo “Anche tu!” e mi baciò.

Ci staccammo e osservammo le persone all’ingresso della scuola. C’erano Megan e l’altra ragazza dello scambio che parlavano con Garfield e Babs insieme a.. Rachel Roth? Non l’avrei mai detto! Eppure era lì a parlare con loro. Buon per lei!

Vidi che si avvicinava un’auto scura e sentì Dick irrigidirsi accanto a me. Babs si voltava per guardare chi fosse arrivato e la vidi puntare dritta verso la macchina.

“Zee. Scusa devo andare!” corse fuori dall’aula ancora prima che potessi capire cosa mi aveva detto. Mi voltai verso al finestra e lo vidi uscire dalla scuola tutto trafelato per puntare verso Babs e dirle qualcosa. Lei sembrava molto irritata, mentre lui la ignorava e parlava col conducente che ripartì subito. Babs lo colpì e lui le prese il braccio e mentre le parlava s’incamminavano verso casa.

Così sfumavano gli unici pochi e preziosi minuti che avevo da poter passare con lui.

Sospirai tristemente.

“Certo che ti ha mollata proprio in malo modo!”

Rischiai di cacciare un urlo dalla spavento.

“Becky! Mi hai spaventata!”

“Scusa Z, ma stavo esprimendo la mia opinione.”

Becky era il capitano delle cheerleader: bionda platinata, alta, dagli occhi verdi e dal fisico perfetto.

“Beh penso abbia ritenuto opportuno andare.”

Non sapevo perché difendevo sempre Dick, ma non riuscivo a pensare male di lui.

“Correre dalla Gordon in quel modo? Mhm Z mi puzza la cosa.”

“Cioè?”

“Oh Z andiamo non te ne sei accorta?”
“Accorta di cosa?”

“Che tutte le volte che la Gordon gli fa cenno Dick si precipita da lei”

“Sono amici da sempre. Se lei ha bisogno di aiuto, lui certo che va da lei.”
“E lascia te da sola?”

“Beh..” tentai di iniziare una frase.

“Povera Z!”disse con tono mieloso.

“Non è come pensi Becky” ribattei spazientita.

“Non è come penso cosa?”

“Stai cercando di insinuare che tra i due ci sia una storia.”

Becky sorrise dolcemente.

“Non l’ho detto io!”

Sbuffai spazientita. Ero caduta nella sua trappola.

“Tra loro due non c’è nulla”

“Davvero?”

“Già.” Risposi in modo più duro di quanto volessi.

“Scusa scusa! Non volevo farti arrabbiare Z” invece era proprio quello che volevi “stavo solo constatando. Tipo quanto vi siete visti quest’estate?”

Non risposi. Lo avevo visto solo per le due settimane in cui era venuto a trovarmi dai miei nonni in Italia.

“te lo chiedo perché io l’ho visto molto spesso in giro per New York con la Gordon!”

Non le risposi di nuovo. Decisi di cambiare argomento prima che mi irritassi ancora di più.

“cosa è successo oggi in mensa?”
“Nulla di che. Piccoli incidenti di percorso.”

“Mi hanno detto che..”

“Si so cosa ti hanno detto. Però hanno ragione le due nuove.”

“Davvero?”

Sentire che ammetteva di aver sbagliato era una novità.

“Si mi sono comportata male per troppi anni, quindi ho deciso di non tormentare più nessuno.”

Ero sbalordita.

Vuoi vedere che le due nuove avevano aperto gli occhi a Becky.

“Sono sorpresa, ma anche..” cercai la parola giusta “colpita da questa tua ammissione e sono felice di questo!”

“Addio vecchia Becky! Benvenuta nuova Becky insomma!”

“Buon per te!”

“Già. Però io terrei d’occhio la Gordon e il tuo ragazzo, sai?”

Non risposi.

“Te lo dico da amica.”

“Ok, grazie per il consiglio! Ci vediamo!”

Uscì dalla classe continuando a pensare e a ripetermi che tra Babs e Dick non c’era nulla.

Ma più me lo dicevo più credevo avesse ragione Becky.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve!!

Stavolta ho postato un po’ più in tempo rispetto all’ultima volta.

Comunque volevo aggiungere alcune note alla storia:

- Aqualad non apparirà per motivi puramente egoistici (non mi piace per intenderci!);

- i nuovi personaggi inseriti in YJ invasion appariranno più avanti (e saranno più giovani degli altri di un paio d’anni);

- il personaggio di Jason Todd non appare in TT né in YJ( in cui viene solo nominato) però dopo essermi vista ‘Batman: under the red hood’ me ne sono innamorata e volevo assolutamente inserirlo, quindi è qui! Tra l’altro la sua storia non è molto allegra perché lui muore e poi viene riportato in vita e cerca vendetta (dettaglio: lui è il secondo Robin dopo Dick);

- nel caso vi facesse strano che Dick dica che Jason (e Tim) sono suoi fratelli è perché nella mia ff sono stati adottati da Bruce prima che egli avesse un figlio naturale (Damian). Lo ripeterò più avanti comunque;

- Zatanna la considero italiana di origine perché ho letto che suo padre si chiama Giovanni Zatara (soprannominato John) e ha un forte accento italiano, quindi ho ufficialmente fatto passare la ragazza per una nostra compatriota.

- ho dovuto accelerare i tempi in cui facevano amicizia per poter così entrare prima nella storia!

Si, so che è strano che in nemmeno una giornata sia già tutti amici, ma mi serviva davvero!

-Becky è un personaggio inventato da me, visto che non trovavo un cattivo decente!

Diciamo che non so più cosa aggiungere di note, ma se ci sono cose che non capite ve le spiego, basta dirmi!

Scusate la lunghezza di queste note, ma ci tenevo a specificare alcune cose.

Più se non avete mai visto guardate YJ davvero!

E’ bello! E poi capite un po’ meglio i personaggi.

Se volete il lo guardo qui:

http://www.animeflavor.com/cartoon/young-justice

Se potete lasciate un commento.

 

Snow White Queen

 

 

 

 

Artemis / Artemis Crock – Dianna Agron

 

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Kid Flash / Wally West – Eddy Redmayne

 

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Cyborg / Victor Stone – non so

 

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BumbleBee / Karen Beeher-Duncan – non so

 

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Becky – Addison Black (mio OC)

 

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Capitolo 4
*** I problemi che nascono..restano! ***


 

Capitolo quattro: I problemi che nascono.. restano!

 

Rachel

 

La sveglia suonava sempre più insistentemente ed io, da sotto le coperte, sbuffai con la mano afferrai il cellulare e spensi quel rumore infernale. Mi trascinai in bagno a prepararmi e poi in cucina a fare a colazione. Abitare da sola – per quanto l’appartamento fosse piccolo e scialbo – mi piaceva molto e avevo tutta la pace di cui necessitavo.

Essendo molto in anticipo, uscì dalla finestra per sedermi sulle scale antincendio e gettai il pezzo di pane, che avevo in mano, poco distante da me.

Corvina arrivò subito, beccando il pezzo di pane e ringraziandomi gracidando.

La sua presenza mi aiutava a calmarmi e presi a meditare, cercando di scaldarmi con la luce del sole.

Corvina era il corvo più grande e bello che avessi mai visto e ricordo perfettamente il giorno in cui la incontrai  la prima volta, quasi quattro anni fa ormai.

Ero scappata di casa – anche se non dovrei definirla una vera e propria fuga visto che era stata tutta una idea di mia madre – e mi serviva un posto in cui stare lontana da mio padre.

Questo appartamento faceva al caso mio: affitto ai minimi storici, un bagno e la vicinanza alla scuola. Se escludiamo il quartiere non proprio sicuro e gli altri inquilini che sono tutti – tranne uno- dei criminali, il resto è perfetto! La mamma voleva tenermi lontana da quell’uomo e la mia finta fuga di casa era la soluzione adatta.

La prima notte che mi trovai da sola in questo posto la passai piangendo, finché dei rumori al vetro della finestra non mi resero guardinga e con la mazza da baseball – dono di buona permanenza di mia madre – andai alla finestra per vedere.. un enorme corvo.

Ero davvero sorpresa della cosa!

Il corvo continuava a gracchiare e io le rispondevo pure con delle frasi del tipo ‘si si adesso smetto’ o ‘ho capito. Visto non piango più!’.

Appena terminai di piangere il corvo in effetti smise di gracchiare e così feci amicizia con lei.

Un pianto isterico di bambino mi riportò alla realtà.

“Lian si è alzata eh?!”

Le mie reminescenze erano durate anche troppo e con tempo diventavo sempre più nostalgica e malinconica.

“Ora vado a scuola. Ci vediamo al mio ritorno Corvina!”

Lei rispose gracchiando.

Rientrai e le feci cenno di saluto con la mano così che lei spiccò il volo.

Mi misi in spalla lo zaino e chiusi la porta di casa.

“Ciao Rachel!”

Mi voltai verso la voce “Ciao Jas!”

Jason Todd, il mio vicino di appartamento, era di un paio d’anni più vecchio di me ed era il classico esempio di vicino semi-criminale di cui parlavo prima.

Ma nonostante tutto era sempre gentile con me. Ad esempio una volta mi avevano praticamente svuotato la casa di tutto ciò di valore e lui il giorno dopo mi aveva fatto avere tutta la mia roba in appartamento con le scuse degli svaligiatori. Non oso immaginare cosa sia successo a quei poveri svaligiatori!

Devo ammettere che da allora nessuno aveva più tentato di rubarmi nulla.

“Vuoi un tiro?” mi offrì la sigaretta.

Era davvero un bel ragazzo: alto, fisico statuario, capelli neri come le ali di Corvina e due occhi verde chiaro.

Peccato che il ghigno di crudeltà che aveva sempre in viso rovinasse il tutto.

Scossi il capo “Non fumo più”

“Questa poi..” disse ironico.

“A differenza tua vorrei vivere qualche annetto in più” ribattei gelida.

“Oh sì! Questa è una frase adatta ad una campagna antifumo!” ridacchiò.

Girai sui tacchi ignorandolo.

Se voleva ottenere qualcosa avrebbe dovuto sudarsela un po’.

“Hei aspetta!” mi fermai “Dai scusa Rachel! Parliamo ancora un po’.”

Non mi girai nemmeno “So già cosa vuoi sapere..”

“Cos”

“Dick Grayson, il tuo amato fratellino, è sempre il solito impeccabile studente, mentre” mi voltai a guardarlo “la tua adorata Barbara” i suoi occhi s’incupirono come succedeva sempre “è la migliore studentessa del nostro anno, come sempre del resto.”

Jas voltò lo sguardo fuori dalla finestra e continuò a fumare in silenzio.

A volte sentivo la stranissima sensazione di voler fare qualcosa di più per lui, ma la scacciavo ogni volta perché so che non me lo permetterebbe mai.

“Oh Jason! Rachel!” un ragazzo alto dai capelli corvini uscì dalla porta di uno degli appartamenti “Ciao!” sembrava stupito di vederci.

“Ciao Billy!” risposi mentre Jason si limitava ad cenno del capo.

Billy Batson era di un paio d’anni più giovane di me e frequentava la mia scuola – anche lui con borsa di studio come me-. Abitava qui da quando aveva perso i genitori e lo zio lo manteneva per permettergli di finire le scuole, prima di raggiungerlo sulla west coast.

Era un bravo ragazzo, decisamente troppo disponibile – Jade lo sfruttava senza pietà per fare da babysitter a Lian- e buono per quelli che abitavano qui, ma nessuno gli avrebbe mai fatto nulla.

Infondo piaceva perfino a me. Ma non l’avrei mai ammesso a voce alta!

“Andiamo Billy. O faremo tardi.” Mi rivolsi a lui col mio solito tono annoiato. “Ciao Jas.”

Uscito dall’edificio, raggiungemmo la fermata della metropolitana e salimmo sul primo metrò meno foderato di gente.

“Uff. finalmente!” si lasciò cadere accanto a me sulle poltroncine.

“Già rischiavamo di non arrivare a scuola.. Quale sacrilegio!” ribattei sarcastica.

Ignorò il mio sarcasmo. “Per fortuna stamattina Lian si è messa a strillare o non mi sarei mai svegliato!”

“Si è meglio di una sveglia”

“Ma almeno la notte dorme o sarebbe dura anche per noi!”

“Non so quanto resisterebbero Jade e Roy se la bimba piangesse sempre.”

La metro si fermò e scendemmo in fretta, incamminandoci verso scuola.

Billy mi lanciava di sfuggita delle occhiatine che non promettevano nulla di buono, sbuffai spazientita.

“Vai spara!”

Un ghigno comparve sul suo viso. “Ho saputo che sei entrata nel glee club..”

“Già” risposi lapidaria.

“E.. Posso sapere come?”

“Ho fatto il provino, ovviamente”

“Ovviamente. Ma cosa ti ha spinto a farlo?”

“Mi hanno costretta”

“Nessuno ti costringe a fare nulla, se non vuoi!”

“Come puoi dire una cosa così?”

“L’ultima volta che ho provato a farti fare qualcosa contro voglia, ed era solo badare con me di Lian, mi hai sbattuto la porta in faccia. Non ti ricordo neppure cosa hai fatto al povero Jason!”

“Non mi pare di aver mai fatto così.”

“Il mio naso ed io si!” disse massaggiandosi il naso con aria dolorante.

Ridacchiai involontariamente e lui sorrise con me.

Eravamo arrivati già a scuola e la prima cosa che notai fu la str.. Becky che ci fissava e la cosa non mi piaceva.

Se avesse continuato a prendersela solo con me non era un problema, non mi importava, ma se avesse anche solo provato a fare qualcosa per rovinare Billy le avrei fatto davvero male.

Erano passate un paio di settimane dall’incidente del primo giorno in mensa, quando Stella, Megan e Babara Gordon mi avevano difesa – ero venuta a saperlo solo in seguito – e la cosa non aveva avuto ripercussioni dalla str.. Becky.

Anzi!

Becky era venuta a chiedermi scusa.

Ok, ‘scusa’ è una parola grossa, ma almeno non era più successo che usasse bullismo contro di me.

Era tutto perfetto quindi.

Solo che io non credevo minimamente che una così avrebbe lasciato perdere la vendetta e quindi continuavo a controllarla da lontano.

Stava molto spesso con la Zatara e le parlottava spesso all’orecchio indicando la Gordon.

Sperai che la Zatara avesse un po’ di buon senso e non finisse nella rete di menzogne di quella str.. Bec.. Oh quello che è!

“Rachel!!!” mi girai lentamente e, come mi aspettavo da quell’urlo, Stella i stava correndo incontro agitando le braccia, mentre poco dietro Megan cercava di farla smettere di gridare – benedetta ragazza! – e Logan con appesa al suo braccio quella sanguisuga della sua ragazza.

“Ciao” salutai il nuovo gruppetto a cui, ormai si poteva dire, appartenevo.

Stella mi abbracciò neanche fossi il suo cantante preferito e spostò lo sguardo su Billy che immaginai se la doveva ridere sotto i baffi vedendomi così.

“Chi è il ragazzo con te?” mi chiese subito Stella mentre scioglieva l’abbraccio “è il tuo ragazzo?” mi guardò curiosa “Non me l’avevi detto!” mise le mani sui fianchi e fece una smorfia di disappunto.

“Lascia Billy in..” non feci in tempo a dire nulla che la rossa stava davanti al mio vicino di casa tutta sorridente che nel frattempo aveva raggiunto il suo gruppetto.

“Ciao!” Billy si guardò in giro come per essere sicuro che Stella non parlasse con qualcun altro. Immaginai che si stesse chiedendo cosa una ragazza così bella volesse da lui. “Io sono Stella, una amica di Rachel.”

“.. in pace..” terminai la frase.

“Oh una amica di Rachel.” Billy mi guardò ghignando. “Io sono Billy!” continuò a ghignare prendendoci gusto. Ovviamente sapevo mi avrebbe preso in giro. “Rachel mi ha mai parlato di te però.”

“Davvero?!” Stella mi guardò: era raggiante. “Lei non ha mai parlato di te.”

“Oh a Rachel non piace che si sappia troppo di lei.”

“Si si vero vero! L’ho notato pure io!”

“A volte è davvero una musona, ma cosa ci vuoi fare..”

“.. le vogliamo bene lo stesso!” terminò per lui Stella ridacchiando.

Ero basita!

Andavano anche troppo d’accordo!

Mi sarei avvicinata ai due, ma non mi andava di morire di vergogna per chissà quale episodio della mia vita avrebbe tirato fuori Billy e mi voltai in cerca di conforto da Megan.

“è sempre così?”

“Oh ha fatto di peggio.” Mi rassicurò con un sorriso.

“Davvero?”

“Oh si! Una volta la Regina stava passando in auto salutando i suoi sudditi e Stella è salita su un muretto e ha urlato ‘Regina sei una dura! Da vecchia voglio diventare come te!’ e credo l’abbia sentita perché ha guardato dalla nostra parte”

Mantenni una espressione impassibile anche se avrei voluto ridere.

Tara ascoltava disgustata la storia e Gar era incredibilmente serio e sembrava assorto in chissà quali pensieri.

“Oh e poi c’è stata la volta in cui avevo vinto i biglietti per la prima di un film con il nostro attore preferito e a fine film Stella ha inseguito il protagonista e quando l’ha beccato gli ha detto ‘io ti amo, ma in sto film hai fatto proprio schifo!’, i bodyguard l’hanno trascinata via mentre io mi scusavo con sto povero attore.”

“Imbarazzante!” sentenziò scandalizzata Tara.

“No, è divertente!”

“Ma dai ti ha fatto fare figuracce perché non riesce a stare zitta!”

“dice solo ciò che pensa.”

Notavo che c’era delle tensione tra le due. Megan però lo mascherava benissimo. Forse avrei dovuto intervenire, così decisi di rivolgermi a Gar che di sicuro avrebbe detto qualche cretinata.

“Gar..” non riuscì a dire altro. Lui mi stava fissando serio e una espressione strana. Sperai vivamente di non essere arrossita e cercai di riprendere il controllo del mio cuore che batteva troppo forte.

“Forse dovremmo entrare, non trovate?” dissi a voce abbastanza alta perché mi sentissero pure Stella e Billy.

“Si si andiamo adesso.” Si voltò verso di me “sai che simpatici che sono questi ragazzi?!” sorrideva raggiante.

Feci un cenno di capo ai compagni di classe di Billy: Stephanie Brown, una biondina che faceva parte del club di giornalismo, Cassie Sandmark, la vice capitana del club di karate, Bart Allen, il cugino piccolo di Wally West e Jaime Reyes che facevano entrambi parte del glee club.

“Andiamo dai Stella!”

“Ok ok, ciao ragazzi! Hei Billy!” il ragazzo si voltò “Ci sentiamo eh!”

“Ah ah certo Stella! Quando passi a trovare Rachel vieni pure a salutarmi.”

Gli lanciai uno sguardaccio.

“Sai Rachel ho capito come ha fatto a convincerti”

Gli rifilai la mia migliore occhiataccia e lui mi sorrise serafico.

“So dove abiti ricordati!”

“Chiederò a Jason di proteggermi!”

“Chi è Jason?”

“Il mio altro vicino di casa. Guarda che..”

“Su dai Rach! Non te la prendere con lui che è un gran bravo ragazzo!” mi disse Stella “molto meglio di altri.” Mi sussurrò.

Avrei dovuto chiarire la situazione. Ed in fretta!

“Ah ah ah Rach..” Billy intanto cercava di trattenere le risate per via del soprannome che mi aveva appioppato Stella.

Indietreggiò troppo e colpì una ragazza che passava proprio in quel momento dietro di lui.

La campanella suonò in quel momento e Gar se ne andò subito con Tara alle calcagna, così come Megan corse su borbottando di una verifica e il gruppo di Billy era già entrato.

La ragazza colpita da Billy era la Zatara.

Billy era diventato rosso e si stava sprecando in mille scuse, mentre le ragazza non sembrava stare molto bene.

Io entrai lentamente a scuola, alla fine non avevo motivo di rinunciare alla vista di Billy imbarazzato – e, ammetto, non ho in grande simpatia sta ragazza -, mentre notai che Stella s’irrigidì al mio fianco.

Fissava stranita la Zatara.

Per un attimo credetti di cedere alla curiosità, ma non lo feci.

Se voleva parlarmi di qualcosa lo avrebbe fatto lei.

Presi la manica della giacca di Stella la tirai indicando la porta con la testa.

“Siamo tardi per davvero, ora.”

Stella annui e salutammo Billy, mentre la Zatara proseguiva davanti a noi spedita in classe.

Appena fummo abbastanza distanziate dalla corvina, mi voltai verso la mia amica.

“Stella.. Tutto bene?”

“Cosa..?!” mi guardò come mettendo a fuoco. “Oh si si, tutto bene!” rispose con una risata che sapevo falsa.

“Dai avanti spara!”

“Ecco… Diciamo che appena arrivata qui ho visto un bel ragazzo e ho provato una specie di..  attrazione per lui, definiamola così.. Però avevo pensato che lui avesse la ragazza, ma una sua amica mi ha smentito di essere lei e io.. ho iniziato a credere che forse l’avrei conquistato allora, visto che era libero.. ma ho saputo da poco che lui ce l’ha davvero una ragazza e io.. io ormai ho già una cotta per lui.. e non so che fare!”

Teneva il capo chino, mi faceva pena e rabbia.

Pena perché capivo cosa provava – eravamo nella stessa situazione – e rabbia perché come me non sapeva cosa fare.

“Mi dispiace per te, Stella! Dick è una brava persona, ma non so se lascerebbe la Zatara, sai.”

Stella arrossì di botto. “Come hai capito che era lui?!”

Evitai di farle notare che era ovvio. “Sono una sensitiva. Non lo sapevi?!”

“no! deve essere una delle cose che Billy non mi ha detto di te.”

“Oh no, non cambiare discorso stavamo parlando di te!”

“Non ti scaldare, so che non è il tuo ragazzo.”

“Non dovevano esserci dubbi su questo.”

“Non è così facile. Insomma è l’unico ragazzo di sesso maschile con cui ti ho mai vista parlare! E poi lui ti adora, questo è certo. Penso che pure tu gli voglia bene infondo infondo.” Mi sorrise.

“Un po’ si. Ma credimi,te l’avrei detto se avevo un ragazzo.” Sorrisi “siamo amiche, no? e che amica sarei se non te lo dicessi!”

Stella mi sorrise felice.

Aiutare le persone era più facile del previsto.

“Comunque..” riprese Stella “non ho intenzione di fare nulla con Dick”

“Perché? Potresti anche farcela a conquistarlo.”

“Anche, ma io non sono così! Non rubo i ragazzi alle altre.” Lo disse con una determinazione tale che ci credetti.

“è..” cercai la parola adatta “..ammirevole”

Fece un sorriso strano che non riuscivo a decifrare: tra il dolce e il malinconico: “Sai poco prima dell’estate a fine dell’anno scorso, il mio ragazzo ed io ci siamo lasciati. Lui si era innamorato di un’altra e non voleva tradirmi e me lo disse, così rompemmo dopo 3 anni assieme.”

“Cosa? Ti ha lasciata senza pensare a te?”

“In realtà l’ha fatto solo per correttezza verso di me. Avrebbe potuto divertirsi alle mie spalle, ma non l’ha fatto, ha affrontato la situazione di petto e ha deciso di parlarne con me. Ammetto che non c’erano più i sentimenti di una volta e quindi lasciarci non è stato difficile.”

“La fai sembrare una bella cosa.”

“Lo è. Siamo rimasti amici e ci sentiamo spesso.”

“Allora non lo odi o stai male per lui? Questo è l’importante!”

Mi guadò con dolcezza, facendomi avvertire quanto mi volesse bene dopo così poco che ci conoscevamo.

“No, sono felice per lui e questo viaggio era per voltare pagina.” Sospirò “ora però dovrò stare attenta a non prendermi alter sbandate per ragazzi fidanzati.”

“Io sono convinta che dovresti provarci lo stesso con Dick”

Questi sì sono buoni consigli da dare specie da chi poi predica così bene ma razzola così male!

“… Ci penserò.”

Sembrava assorta chissà dove, dovevo aiutarla.

“Hei! Vieni con me!” la presi e la portai fuori la scuola dall’uscita secondaria.

“Dove andiamo?”

“Oggi saltiamo la prima ora e facciamo colazione al bar qua di fronte, ok? Lag, il ragazzo che lavora lì, è simpatico addirittura a me!”

“Ma..”

“Niente ma! Ci divertiremo!”

Sorrise. “E sia!”

Ero felice che fosse venuta qui e che fossimo diventate amiche.

 

 

Megan

 

La giornata era passata così lentamente che di più non si poteva!

Il nervosismo era palpabile, tanto che sta mattina stavo per rispondere male alla povera Tara.

Stavo seduta nell’atrio di scuola, aspettando l’uscita dei risultati delle cheerleader.

Non so perché fossi lì, infondo sapevo che difficilmente mi avrebbero persa, ma non potevo smettere di pregare in un miracolo.

Dubitavo che Becky Smith la capo cheerleader mi avrebbe presa dopo il modo in cui le avevo risposto il primo giorno, per quanto si fosse scusata con noi e Zee continuasse a dirmi che per lei ero brava.

“Oh come sono nervosa!!”

Stella pareva in preda ad un nervosismo maggiore al mio: camminava avanti ed indietro come una bambina che spera passi il tempo per poter aprire i suoi regali a Natale.

“Fermati Stella! Stai innervosendo tutti.” La riprese Rachel.

Le rivolsi un sorriso grato – ero già abbastanza in tensione – e mi rispose con un cenno.

“Certo che la Smith ce ne mette di tempo per arrivare ed appendere un dannato foglio!” ribatté irritato Wally.

“Oh smettila!” lo zittì Artemis. “Cos’è smette una ed inizia l’altro?!”

Si squadrarono con la solita anda da ‘ti odio proprio tanto’.

Accanto a me Gar sbuffò. “Ho fame da tanto nervoso che sono.”

“Ma tu pensi sempre al cibo?!”

“In effetti avrei pure io una certa fame, Rachel.”

“Stella!”

“Anche io avrei fame!”

“West! Possibile che anche tu non pensi ad altro?”

“Hei! È pomeriggio inoltrato, cosa pretendi Crock?!”

“Hello Megan!” mi diedi un buffetto sulla fronte “Ho dei biscotti con me, ve li do se volete.”

Un ‘si’ non espresso aleggiava tra loro.

“Prima i risultato, poi i biscotti” sentenziò lapidaria Rachel “Non puoi premiarli per essersi lamentati costantemente”

Trattenni un risolino. Ne parlava come fossero cani da addestrare.

Zatanna con Becky, Wendy, Karen e Bette si facevano largo tra le altre ragazze che erano lì come me ad aspettare. Becky attaccò il foglio alla bacheca e se ne andò.

Zee e Karen vennero verso di me.

“Allora non vai a vedere?”

Un paio di aspiranti ragazze pon-pon scapparono in lacrime e questo non mi aiutò, ma annuì meccanicamente e mi avvicinai.

Cercai il mio nome nella lista e rimasi sorpresa: c’era!

Ero stata presa!

Mi voltai. “Mi hanno presa..”

“Magari lo ripeteresti con un po’ più di convinzione?”

“Si non ne sembra molto felice direi Artemis.”

Stella si fiondò ad abbracciarmi. “Lo sapevo! Lo sapevo!!”

Mi strinse così forte che sentivo benissimo l’odore di fragola del suo bagnoschiuma.

Non appena la mia migliore amica allentò la presa, mi ritrovai tra le braccia di mio cugino che mi stritolò ancora di più di quanto aveva fatto la rossa.

Anche Karen, Wally ed Artemis si avvicinarono a congratularsi.

Rachel si limitò ad un gesto di approvazione da lontano, come me non era tipa da abbracci.

Wally ovviamente avrebbe voluto abbracciarmi ma un poderoso pugno di Artemis lo fermò.

“Visto? Bastava un po’ di fiducia.”

“Si, hai ragione Karen.”

“Ora scappo” disse controllando l’orologio “Victor mi starà aspettando. Hanno appena finito l’allenamento di karate.” Mi diede un buffetto “ci vediamo allora domani pomeriggio agli allenamenti!”

La salutai e mi volsi verso Zee che sapevo essere l’artefice della comparsa del mio nome sulla lista.

“Grazie..”

“Te lo sei meritato!”

La abbracciai.

“Ehm.. Cugina! Non per rovinare il tuo bel momento commuovente, ma.. prima si parlava di biscotti..”

Rachel sbuffò. “Sei pessimo Garfield!”

“Ma io ho fame!!”

Presi la mia borsa e porsi un sacchetto pieno di biscotti arancia e cioccolato amaro e tutti ne presero uno.

“Hei qui mangiate e festeggiate senza di noi! Pensa te, Dick, ci hanno tagliati fuori!”

Babs e Dick si avvicinarono a noi.

“Mi hanno presa!” mi rivolsi a Dick “grazie!”

“Hei! Non è mica merito mio se ti hanno presa, se hai talento, hai talento!”

“Biscotto?” porsi il sacchetto a loro prima che Stella e Gar finissero la loro gara a chi mangia più in fretta tutti i miei biscotti.

“Sono ottimi!”

“Complimenti a te!”

Sorrisi soddisfatta. “Senti Rachel perché non porti un due biscotti a Billy?”

“Ma no li mangiamo noi!”

“Stella!”

“Beh si non è una cattiva idea. Anche se non se li merita” disse a voce alta “Magari ne darò un due anche a Jason.” Disse come se pensasse ad alta voce e solo io, Babs e Dick la sentimmo.

“Non so chi sia Jason, ma va bene.”

“Grazie! Beh io vado. Ciao!” Rachel se ne andò in fretta.

Babs si fermò col biscotto a metà strada dalla sua bocca e mi disse in fretta “Io devo andare. Grazie Megan e ancora brava”

Nessuno ebbe neppure i tempo di chiederle nulla che era già sparita.

Mi girai per riporgere i biscotti agli altri e notai che Gar aveva una espressione seria e alterata in viso.

“Ancora biscotti Gar?”

Annuì poco convinto, ma dopo aver addentato il biscotto si riprese.

“Ti amo, cugina! I tuoi biscotti sono la fine del mondo!”

“Dimmi qualcosa che non so.”

Mi rivolse un sorriso malizioso. “Credo che tu piaccia a Conner”

Io arrossì. “Ma cosa dici?” Scossi il capo con forza.

“Ora che ci penso ho notato che ti fissa spesso ultimamente.” Convenne Babs.

Divenni più rossa dei capelli di Stella e mi defilai in bagno.

Iniziavo a realizzare di essere stata presa ma non ero molto rilassata per ciò che sembrava collegato a Conner Kent.

Mi bagnai il viso e risistemai il cerchietto. Uscì dal bagno e mi imbattei in un uomo che mi fece cadere la borsa di mano.

“Mi dispiace! Si sente bene signorina?”

Alzai lo sguardo su di lui e vidi che era la copia spiccicata di Conner Kent adulta davanti a me.

“Mi.. mi scusi.. Io avevo la testa tra le nuvole.”

“No è colpa mia.” Mi sorrise affabile.

Era così diverso dal mio vicino di banco di chimica così musone e silenzioso.

“C’è qualche problema?”

Arrossì fin alla radice dei capelli. Hello Megan non si fissa la gente!

“No, è solo che assomiglia molto ad un mio compagno di classe.”

“Conner Kent, immagino.”

“Si esattamente..” dissi sbalordita.

“Sono Clark Kent, lo zio di Conner.” Mi porse la mano.

“Io sono Megan Morse, piacere!”

“Immagino che tu – posso darti del tu, vero?- e Conner siate amici.”

“Oh no non proprio. Anzi lui non mi rivolge la parola.. Lui..” mi bloccai.

Ma che cavolo fai Megan? Vai a dire allo zio di quel ragazzo che è maleducato.

Hello Megan!!

“No.. Io intendevo..”

“Tranquilla. So che Conner non ha un carattere propriamente facile, ma devi capire che non ha avuto una infanzia facile.”

“Oh.”

“Senti ora devo andare, è stato un piacere signorina.” Mi sorrise gioviale.

“A.. Aspetti!” si fermò e mi guardo interrogativo “Vorrei sapere qualcosa di più su Conner, ma credo che chiedere al diretto interessato non servirebbe” ridacchiai per sdrammatizzare “Insomma dovremo essere vicini di banco e visto che dovrò far le ricerche con lui, credo che debba almeno rispondermi, no?”

Il signor Kent mi guardava come capendo il sottotitolo a cui alludevo.

“E vorrei sapere come fare perché parli con me, perché..” perché mi interessa sapere cosa pensa “Beh per l’ovvia motivazione che ho detto prima..” sperai di non essere troppo rossa “La scuola insomma.”

“Se vuoi che ti parli della sua infanzia ci potremmo vedere giovedì pomeriggio qui a scuola. Conner ha gli allenamenti e io lo aspetto con l’altra mia nipote Kara e io e lei te ne potremo parlare.”

Annuì con foga.

Cosa mi era saltato in testa non lo sapevo, ma volevo davvero sapere di Conner.

 

 

Babs

 

Arrivai in cima alle scale col fiatone. Non ero per nulla in forma, ma questo non era il momento di curarsi di simili dettagli.

Rachel aveva parlato di un certo Jason che abitava con lei e a sentire nominare il suo nome mi era mancato il terreno sotto i piedi.

Non poteva essere Jason, il Jason che conoscevo da tanto tempo e che ormai non avrei più  rivisto, il Jason fratello di Dick e Tim, il mio Jason.

Probabilmente era solo paranoia la mia.

Si si, sicuramente!

Mi ripetevo come un mantra, ma entrai lo stesso nell’aula computer e fui sorpresa di vedere Becky seduta al computer del prof.

Non appena si accorse di me posò la penna sul blocco note e mi rivolse un sorriso smielato.

“Qual buon vento, Gordon!”

“Smith” sibilai.

“Ecco, ti lascio il computer.” Raccolse la sua roba “Prego!” mi fece cenno con la mano.

“Cosa ci fai qui?”

“Volevo controllare che la mia media fosse alta abbastanza.”

“E se così non fosse?”

“Come farei ad entrare in un buon college?”

Mi morsi la lingua per impedirmi di risponderle male. Mi sedetti.

“Tu invece Gordon?””

“Lavori arretrati col blog.” Risposi automaticamente.

“Buon lavoro allora!” mi salutò con la mano neanche avesse 5 anni e richiuse la porta dietro di se.

Stava sicuramente combinando qualcosa, ma non avevo né voglia né tempo di capire cosa, quindi mi concentrai su ciò che mi premeva: Jason.

Entrai nel database della scuola – sorvolerò sul dettaglio che ho hackerato il blocco per la privacy della scuola – e controllai l’indirizzo di casa di Rachel Roth.

Controllai anche quello di Billy Batson per verificare che fosse lo stesso e lo era.

Spensi il computer e mi ritrovai a guardare quell’indirizzo.

Se era davvero lui..?

L’ultima volta che avevo visto Jason – quasi tre anni fa ormai – avevamo litigato di brutto. Lui era intenzionato a scappare da casa Wayne  e io avevo cercato di fermarlo, ma non essendoci riuscita avevo fatto la cosa peggiore che potessi fare avevo detto a Jason che non mi interessava nulla di lui e che non volevo vederlo mai più.

Quanto desideravo rimangiarmi queste parole!

Mi accorsi che stavo piangendo e mi asciugai in fretta le lacrime con la manica della giacca.

Ora avevo il suo indirizzo –se era davvero lui- ma non sapevo cosa fare.

Sospirai.

Per ora avrei aspettato.

Avrei aspettavo di trovare il coraggio.

 

 

Stella

 

I biscotti di Megan sono insuperabili.

Ricordo che è grazie a loro se ci siamo conosciute.

Era successo tutto la vigilia di Natale di quasi 10 anni fa, i miei erano troppo impegnati per badare a me e Konnie e quindi non si accorgevano se c’eravamo o meno.

Fu proprio quello a farmi perdere le staffe con loro che decisi di scappare di casa e presi la metro per la prima volta tutta da sola, ma mi persi.

Era ovvio che mi sarei persa! Quando mai avevo avuto un minimo di senso di orientamento!

Provate ad immaginare una bimbetta che non sa cosa fare in mezzo a tanta gente che con la frenesia dei regali non si accorge di nulla.

Alcune persone aveva cercato di chiedermi dove fossero i miei genitori, ma io scappai terrorizzata da loro e dopo aver vagato per un po’ mi imbattei in un profumino invitante. Lo seguì.

Arrivai alla porta di un piccolo locale: panificio e bar.

L’odore di biscotti alla cannella era fortissimo e non resistetti ed entrai.

Il sorriso caldo della mamma di Megan mi fece sentire a casa.

Lei si avvicinò a me e, a differenza di tutti che mi chiedevano dove fossero mamma e papà, mi disse di sedermi e mi preparò una cioccolata calda, dicendomi che i miei genitori sarebbero arrivati presto.

Inizia a sorseggiare la cioccolata, ma mi sentivo osservata e scorsi un’altra bimba della mia età nascosta dietro le gambe della madre.

“Megan, perché non fai assaggiare alla nostra ospite i biscotti che hai preparato?”

La bambina, magra con un caschetto castano rossiccio e il visetto a cuore spruzzato di lentiggini, guardò dubbiosa la madre, ma fece ciò che le aveva chiesto.

Mi porse un piattino con un biscotto un po’ bruciacchiato e dall’aspetto non molto invitante, ma lo presi lo stesso.

Megan mi guardava trepidante, mentre masticavo il biscotto con lentezza.

Appena mandai giù il boccone, mi illuminai: era il miglior biscotto avessi mai mangiato. Meglio ancora di quelli preparati dalla mia tata.

“Sono ottimi!”

Ci sorridemmo. E lei si sedette accanto a me mentre la madre le preparava una cioccolata.

“Io sono Stella. Tu?”

“So chi sei. Andiamo alla stessa scuola.”

Ero basita non l’avevo mai vista. Ma doveva essere vero.

Parlammo ancora un po’, finché la madre di Megan non si avvicinò a chiedermi se non volessi chiamare i miei genitori.

“Non voglio! Poi mi sgrideranno!” le spiegai.

Ma mi rassicurò che si sarebbe occupata di tutto lei.

E fu così. Chiamò i miei che arrivarono a spron battuto da tanto irritati erano, ma la mamma di Megan spiegò loro che Stella era venuta a trovare sua figlia Megan, visto che frequentavano la stessa scuola.

I miei genitori si rabbonirono e tutto fu dimenticato.

Appena rientrata a suola cercai subito Megan e da lì non ci siamo mai separate.

Gar allungò la mano e recuperò l’ultimo biscotto.

“Gar!! Maledetto!! Ti sei mangiato l’ultimo!”

“Scusa! Lo vuoi?” se lo tolse di bocca e me lo porse.

“No, passo”

Finiva sempre i biscotti. Me l’avrebbe pagata però!

“Tieni!” disse una voce accanto a me.

Zatanna Zatara mi stava porgendo il suo biscotto.

“Non lo mangio” mi rassicurò.

“Io..”

“Non l’ho messo in bocca tranquilla.”

“Grazie!”

Masticai lentamente.

“E’ la prima volta che parliamo, anche se immagino tu sappia chi sono e io so chi sei.”

Annuì.

“Però per fare le cose bene: sono Zatanna, ma chiamami Zee.”

“Stella” ci stringemmo le mani.

Restammo in silenzio un momento.

Gar e Dick se la ridevano seduti alla panchina ascoltando i litigi tra Artemis e Wally.

Non sapevo cosa dire, né cosa fare.

Avevo si una mezza sbandata per il suo ragazzo, ma lei era gentile. No?

Insomma una donna che ti porge l’ultimo biscotto lo fa per gentilezza.

O per farti ingrassare a suo vantaggio.

No! era gentilezza di sicuro!

“Grazie per aver preso Megan. Ne è così felice!”

“Oh è brava se l’è meritato!”

“A Londra non si fa cheerlinding e quindi Megan si è solo esercitata in ginnastica artistica, ma qui può fare ciò che le piace.”

“Avendo già una base non avrà tanti problemi.”

Annuì.

“Tu invece sei entrata nel glee club ho saputo.”

“Già! Sono  la nuova prima voce femminile!”

“Spero di sentirti alla festa per Halloween allora.”

“Festa?”

“Si, la scuola organizza balli e feste per tutte le festività e di solito ad intrattenerci sono i club della scuola.”

“Figata! Nessuno me ne aveva parlato!”

Ridacchiò. “Megan mi aveva detto che eri una che metteva il buon umore e non esagerava!”

“Grazie!” ricambia il suo sorriso. Vidi arrivare Megan rossa in viso e tentava di nascondere una certa euforia.

“Era ora che tornassi!”

“Scusate.” Sorrise radiosa “per farmi perdonare vi preparerò altri biscotti.”

“Questa è la cosa migliore che hai detto oggi, cugina!”

Megan alzò gli occhi al cielo.

Una volta usciti il sole ormai stava per sparire e i lampioni iniziavano ad accendersi.

“Dai vieni Crock che ti accompagno a casa.”

“E chi te l’ha chiesto?”

“Che uomo sarei se ti lasciassi tornare a casa da sola?”

“Infatti non sei un uomo!”

Non sentii come proseguì la discussione perché, nonostante litigassero, si stavano incamminando verso casa.

Una macchina aspettava sia Dick e un’altra Zatanna che si salutarono con un bacio a fior di labbra.

Mi voltai per educazione ma lo sguardo che mi lanciò Dick mi impediva di distoglierlo.

Mentre saliva in macchina continuava a fissarmi.

“Buona serata! A domani.” Sorrise.

Sapevo che infondo era rivolto a me.

Ero ipnotizzata.

Era sbagliato, ricordai a me stessa!

Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te. Questa è la mia regola!

Distolsi lo sguardo a forza e m’incamminai verso casa.

L’oscurità nascondeva il rossore sulle mie guance, la brillantezza dei miei occhi e il desidero del mio cuore.

Questo si rivelava la svolta che non desideravo!

Kal.. cosa devo fare?

 

Garfield

 

Il sonno ci aveva messo tanto ad arrivare quella sera, mi ero girato e rigirato nelle lenzuola tutto il tempo.

Di solito, nonostante avessi qualche problema –ben più grave di questo-, prendevo sonno in fretta e dormivo come un sasso e il giorno dopo pensavo ad una soluzione.

Ma stavolta no.

Mi immobilizzai e iniziai a fissare il soffitto.

Dopo quattro anni..

Un moto di rabbia mi salì alla testa.

Dopo quattro anni che ero stato così stupidamente – si stupidamente è l’aggettivo corretto – innamorato di Rachel –mentre lei non lo considerava minimamente-, veniva a sapere che lei aveva un ragazzo così! Quasi per errore, per giunta più giovane e più alto di lui-cosa che mi rodeva moltissimo-!

Forse avevo fatto bene a non dichiararmi..

Questo pensiero mi calmò.

Alla fin fine mi era andata bene, no? Tara era una ragazza adorabile.

Le piacevo e lei piaceva a me.

Ma..

Maledetto ma!

Rachel aveva sempre un pezzo del mio cuore.

Mi schiacciai il cuscino in faccia, così non poteva andare avanti.

Chiusi gli occhi e cercai di ricordare gli esercizi di respirazione.

Inspira.. Espira..

Sembrava funzionare.

Lentamente il torpore mi portò al sonno, dove sognai ragazza dai capelli neri.

 

 

 

 

 

 

Dunque.. Scusate il ritardo!

Avevo perso questo capitolo e ho dovuto riscriverlo.

12 pagine di testo non sono poche, credetemi!

Comunque in questo capitolo ho iniziato a gettare qua e là riferimenti per il futuro e la cosa mi rende felice perché posso finalmente dire che la storia sta iniziando.

Certo finora sono pochi i capitoli e la cosa sarà lunga, ma non toglietemi questa soddisfazione!

Ringrazio chiunque legga e le commentatrici.

Siete la mia salvezza!

A presto-spero!-.

 

Snow White Queen

 

 

 

 

 

Capitan Marvel / Billy Batson – Jared Leto

 

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Robin III / Tim Drake – Logan Lerman

 

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Batgirl II / Stephanie Brown – Hayden Panettiere

 

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Wonder Girl / Cassie Sandmark – Ashley Benson

 

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Impulse / Bart Allen – Callan Mc Auliffe

 

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Blue Beetle / Jaime Reyes – Tyler Posey

 

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Cheshire Cat / Jade – Crystal Reed

 

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Arsenal, Speedy, Red Arrow / Roy Harper – Alex Pettyfer

 

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Capitolo 5
*** Opposti ***


 

Capitolo cinque: Opposti

 

Tara

 

Ogni mattina dall’inizio della scuola mi toccava aspettare Gar che è sempre patologicamente in ritardo con sua cugina e la rossa al seguito.

Da un po’ non è più così.

Gar si sveglia sempre prima e ci porta a scuola molto presto.

Questo va avanti da una settimana per l’esattezza.

Da quando si è scoperto che Rachel Roth ha un ragazzo e lui, adducendo la scusa al fatto che Stella vuole abbracciare l’amica già di prima mattina , voleva assolutamente vedere che genere di rapporto c’è tra i due.

Stella non si è espressa e cito ‘non so proprio nulla! Non ho chiesto!’ , ma per quanto Gar si sforzi di immaginare chissà cosa tra Rachel Roth e quel ragazzino, io so che non c’è nulla.

E’ palese!

Ma Gar è offuscato e di parte quando si tratta di lei.

Ma infondo l’ho sempre saputo..

Lui ha avuto per anni una cotta per lei.

Probabilmente quando si è messo con me pensava di averla superata, ma non è così.

O non del tutto.

Non lo so più neppure io..

“Ciao Tara!”

Becky si stava avvicinando al mio armadietto.

“Buongiorno Becky!”

“Ma cos’hai? Piangi?”

“No no” la rassicurai e mi passai d’istinto la mano sotto gli occhi per sentire che –sorpresa!- erano un po’ umide.

“Sicura di star bene?”

Mi guardava con un aria così preoccupata che dovetti annuire convinta perché si rasserenasse.

“Bene.” Mi sorrise “sei molto più forte di ciò che pensavo.”

“Come scusa?”

“Si, insomma, se il mio ragazzo mi lasciasse solo per correre dalla Roth di certo non la prenderei bene come te.”

“Non mi ha lasciata sola. Me ne sono andata io per prendere i libri.” Mi affrettai ad aggiungere.

“Io non li lascerei soli, sai?”

Non risposi.

“Altrimenti cosa penseranno gli altri di te?”

M’irrigidii. Non mi piaceva che le persone parlassero male di me, per me era importante ciò che pensavano.

“Non voglio che si pensi male di me!”

“Infatti nessuno lo pensa. Anzi! Credo che la Roth dovrebbe vergognarsi! Logan è il tuo ragazzo, mica il suo!”

“Già!” ammisi, coinvolta dal suo discorso.

Ci fu un silenzio.

“Perché non la controlli?”

“Come?”

“Hai capito. Pedinala. Scopri cosa fa, dove va e chi frequenta.”

“Lo stalker è reato e non credo che..”

“Perché no? Non vive come noi, qui nell’ Upper East Side, ma a Brooklyn! Là chissà che gente gira.”

Non sapevo cosa dire. “Non so neppure dove abita..” tentai di farla smettere, visto che l’idea mi stava tentando, anche se debolmente.

“Ecco!” mi porse un biglietto. “Qui c’è l’indirizzo.”

Da un lato avrei voluto trovare qualcosa che la screditasse, ma dall’altra non mi sembrava una buona idea.

“Se la becchi a fare qualcosa di illegale e la filmi o fotografi, potrebbe venir cacciata dalla scuola.” Mi disse con un cenno al cellulare di ultima generazione che mi spuntava dalla tasca della borsa. “Così si risolverebbe il problema alla radice!”

Annuì lentamente. “Hai ragione! Lo farò!”

Becky mi sorrise.

“Grazie.”

“Non mi ringraziare. Sono felice di aiutare un’amica.” Raccolse la borsa griffata. “Ci vediamo a lezione.” E se ne andò.

Strinsi il bigliettino.

“Hei Tara!” mi voltai verso la voce con un sussulto. “Che voleva quella serpe da te?”

“Niente, tesoro!” nascosi il biglietto nell’agenda. “Mi stava chiedendo degli appunti.” Gar mi guardava poco convinto. “Andiamo, dai! Abbiamo ginnastica con il prof Queen e non vuole ritardatari.” Gli sorrisi al meglio che potevo.

Gar parve dubbioso ancora per un secondo e mi prese la mano mentre andavamo in palestra.

Mi sentii morire, ma lo facevo per amore!

 

 

 

Artemis

 

 

“Artemis, cos’hai?”

La voce di Megan mi distolse –per fortuna!- dai miei pensieri –per la terza volta in cinque minuti-.

“Niente, sono solo stanca.”

La mia amica mi guardò un po’ di storto.

“Ho dei biscotti in borsa, ne vuoi alcuni?”

“Sto bene, grazie. Non sono poi così stanca.” Le sorrisi, ma non dovevo averla convinta perché mi guardava ancora con la coda dell’occhio mentre si cambiava.

Ginnastica era appena finita e ci stavano rimettendo la divisa.

Ero stanca sì, avevo dormito poco sì, avrei bisogno di mangiare un biscotto per riprendermi sì, ma non feci nulla di tutto ciò.

La causa stava in ciò che mi aveva tenuta sveglia metà notte.

Però non volevo pensarci.

E per non dover rispondere ancora alle domande di Megan –che era fin troppo sveglia!-, uscii e aspettai che tutti si fossero cambiati.

Gettai lo zaino accanto a me e guardai fuori la finestra.

Come diavolo potevo aver fatto un sogno del genere??!

Mi meravigliavo di me!

Delle grida attirarono la mia attenzione verso lo spogliatoio maschile.

Mi avvicinai a sentire cosa dicessero, ma proprio in quel istante la porta si aprì e mi ritrovai per terra con sopra di me qualcuno.

Ovviamente non poteva essere un qualsiasi altro individuo di sesso maschile, perché si sa il karma mi odia ultimamente.

Wally West era disteso sopra di me e mi fissava come se qualcosa non gli tornasse.

Il suo viso era vicino, troppo vicino..

Questo mi riportò in mente il sogno di questa notte..

Wally si avvicinava a me, sorridendo e guardandomi come fossi una dea.

Le nostre mani s’incontrarono a metà strada e si strinsero tra loro, i nostri corpi si avvicinarono, ma i suoi occhi erano sempre lì.

Non mi lasciavano. Mai.

La sua bocca era morbida sulla mia, ma ben presto iniziavo a sentire di volere di più.

I nostri corpi si strinsero di più.

Le mie mani gli toccavano le braccia, il petto e poi giù.

Mi piaceva sentirlo respirare forte contro il mio orecchio.

Le sue di mani, invece, mi stuzzicavano i seni, accarezzavano la mia schiena e il mio sedere. Non volevo smettesse.

Volevo di più.

Mi distese sul letto vicino a noi, mi fissò negli occhi con una tale intensità:così piena d’amore e devozione, e sussurrò il mio nome. Una sola volta e io sapevo che me ne sarei innamorata. Per sempre, in modo irreversibile.

Poi..

 

“Artemis!”

Il vero Wally West mi fissava rosso in viso mentre tentava di alzarsi da sopra di me e di coprire i boxer.

Ok, questo è il mio momento. Di’ qualcosa di intelligente!

“Bei boxer, Wally!”

Bene. E questa è la cosa più intelligente che riesco a pensare. Brava! Brava!

Il prof Queen arrivò attirato dal casino dello spogliatoio maschile.

Meglio tardi che mai, direi.

“West! Non importunare la signorina Crock. Fila dentro a vestirti!”

Wally sempre più rosso, corse dentro.

“Tutto bene?”

“Si, grazie prof.”

Megan uscì dallo spogliatoio.

“Magari andate in classe.”

“Si decisamente.” Risposi cercando di non essere troppo acida.

Ci incamminammo e notavo che Megan mi lanciava occhiatine.

“Uff.. Cosa c’è?”

“Dovrei chiedertelo io. Avanti!”

“Ok, te lo dirò, ma devi promettere di non dirlo a nessuno!”

Mi guardai attorno. “Vieni.” Le presi il braccio ed entrai in un bagno, controllai che fosse pure deserto: lo era.

“Non so come partire.” Dissi imbarazzata.

“Dall’inizio.”

Presi un bel respiro. “stanottehofattounsognoeroticoconmeewallyelacosamisconvolgemacomeèpotutosuccedereepoiprimal’hobeccatoinboxerelacosamiturbaènormale?!”dissi tutto d’un fiato.

“Ripeti più lentamente, ok?”

“Uff.. Ho fatto un sogno erotico su Wally stanotte e non so perché! Mi preoccupo! Sarò malata? L’inizio di una lenta discesa verso la stupidità?”

Megan mi rivolse un sorrisetto ma non disse nulla.

“Poi prima mentre aspettavo è sbucato fuori Wally in boxer e mi è caduto addosso. Ma dico io? Che è? Poi la cosa più intelligente che sono riuscita a dire è stata ‘bei boxer’. Bei boxer! Ma ti rendi conto!!”

“Probabilmente la tua mente cerca di dirti qualcosa, non credi?”

“Che voglio fare sesso con Wally?”

Megan arrossì.

“Scusa il linguaggio.”

“Tranquilla.” Mi sorrise lo stesso un po’ imbarazzata.

“Cosa c’è?”

Megan piantò lo sguardo a terra.

“Dai, puoi dirmelo. Fidati!”

“Prometti di non ridere?” mi chiese così a bassa voce che temetti di non averla sentita.

“Certo.” Risposi decisa.

“Ecco io.. Sono ancora vergine.”

“Che problema c’è?”

“Magari vuoi un parere più esperto. Qualcuno che sappia meglio come funziona.”

“Ma lo sono pure io.”

Megan mi guardò stupita.

“Si si, non sembra, ma è così!”

Le sorrisi.

Volevo rimangiarmi le parole, ma non potevo.

Le avevo mentito.

Non ero più vergine da quando avevo 16 anni, ma avrei preferito dimenticare ciò che era successo quella volta.

Non le sarebbe piaciuto saperlo.

“Comunque” Megan cambiò abilmente argomento. “per me devi fare chiarezza sui tuoi pensieri e sentimenti per Wally. Quanti anni sono che litigate?”

“Da tutte le superiori, ormai.”

“Appunto. magari cerca di essere sua amica, no?”

L’occhiata che mi lanciò e il tono con cui lo disse non mi piaceva, ma sorvolai.

“Si può essere un’idea..”

La campanella suonò.

“Ora andiamo. La Lance ci fulmina se arriviamo tardi.” Uscimmo dal bagno. “Wally ed io eh?! Mhm!”

Megan ridacchiò. “Ti rendi conto che lo stai chiamando per nome?”

Mi bloccai.

Oh. My. Gosh.

Non me ne ero resa conto.

“Mi sa che è meglio che gli parli, no?”

Questo non mi aiutava.

Proprio no!

 

 

Conner

 

“A cosa pensi?”

Cassie me lo chiese mentre mi stavo rimettendo in piedi.

Era la mia vice appunto per questo.

“Forse dovrei chiederti s chi stai pensando?” ridacchiò maliziosa.

“Cas, basta!”

“Oh eddai! Sei il pettegolezzo migliore della giornata, dopo quello di West in mutande che gira per i corridoi!”

“Non sono un pettegolezzo!” le risposi lapidario.

“Ok ok, grand’uomo!”

“E poi cosa dicono di me?”

“Ahh, allora ti interessa.”

“No ma voglio sentire le cretinate che sparano in giro.”

Cassie mi guardò negli occhi e poi sbuffò sconfitta.

“Hai ragione. Su di te non girano pettegolezzi.”

Tirai un sospiro di sollievo mentalmente.

Nessuno se ne era accorto allora.

“Ma..”

Il tono di Cassie non mi fece ben sperare.

“..Credo tu mi stia nascondendo qualcosa!”

“No.”

“Un brutto voto? Un problema con la legge? Un video strambo? O..”

Rimasi impassibile.

“.. un ragazza che ti piace?”

Cassie alzò il sopracciglio e le si allargò un sorriso sul viso.

“Oh oh oh. Dai!! Chi ti piace?”

“Nessuno.”

“Ma se sei rosso!”

Non le risposi e richiamai tutti i componenti del club di karate a me e facemmo la cerimonia del saluto.

Scappai – non è una definizione molto virile, ma con Cas non posso far altro- a togliere il kimono  e preparami per tornare a casa.

Uscì dagli spogliatoi rapido.

“Stai scappando?”

Cassie mi aspettava fuori gli spogliatoi con l’aria di chi si stava divertendo un mondo. Alle mie spalle.

“No, ma ho dei compiti da fare. Buona serata”

“Ok.. Allora ci avviamo assieme.” Camminava al passo senza problemi, nonostante stessi accelerando apposta. “Mi vuoi dire chi è?”

“Non so di che parli.”

Negare.

“Della tua cotta?”

“Non ho nessuna cotta.”

Negare.

“Oh certo che ce l’hai!”

“No.”

Negare sempre.

“E’ una delle nuove?”

“No.”

Negare sempre.

“Quale delle due? La rossa o la castana?”

“Nessuna delle due.”

Negare sempre.

“Ho sentito che hai ignorato la castana a chimica, ma poi ogni tanto la fissi. E’ lei?”

“No.”

Negare sempre e comunque.

“Ah! Parlare con te, non è facile!”

“Nessuno ti chiede di farlo, allora.”

Negare. E’ sempre stata questa la mia regola.

Qualunque cosa succeda: negare.

Così non si mostro agli altri ciò che c’è dentro.

Quello li farebbe allontanare per sempre, più delle rispostacce che do.

Uscimmo dalla scuola.

“Hei! Quella non è l’auto di tuo zio?”

Mi avvicinai, ma in auto non c’era nessuno.

Però notai che c’era pure lo zaino di Kara. Che ci faceva lì?

“Cerco Clark e Kara.”

“Si, ok. A domani.” Mi salutò Cassie.

Rientrai a scuola.

 Dove potevano essere?

Avevo una brutta sensazione.

Mi misi a cercare per tutta la scuola: niente!

Rivolsi la mia attenzione alla caffetteria della scuola. Avrebbe dovuto essere chiusa a quest’ora.

“Capisci, ora?”

“Si, grazie per avermene parlato.”

“Attenta a non farti sfuggire nulla. Se il fratellone viene a sapere che te ne abbiamo parlato si arrabbierà e moltissimo!”

“Tranquilla Kara. Grazie ancora, signor Kent.”

“Prego Megan. Sapevo che di te potevo fidarmi.”

Spalancai la porta.

Megan, Clark e Kara sobbalzarono.

“Oh. Conner ciao!” Clark fu il primo a riprendere la padronanza di sé. “Ora andiamo.” Si rivolse alla ragazza. “Arrivederci Megan!”

“A.. Arrivederci!”

“Ciao Megan!”

“Ciao Kara!”

Megan non mi rivolse neppure uno sguardo, mentre mi salutava.

La sensazione che sapesse quella cosa mi faceva star male.

Quindi mi fermai.

“Cosa le avete detto?”

Kara e Clark mi guardarono come fossi un bambino che non capisce e si ostina.

“Non le avrete detto quella cosa, vero?”

Lo lessi nel loro sguardo: gliene avevano parlato.

Senza accorgermi corsi dentro a cercare Megan.

Dovevo fare qualcosa, non sapevo cosa, ma qualcosa!

Sapevo già in che aula era. Infatti la trovai nel laboratorio di chimica.

“Conner..?”

Sembrava preoccupata, spaventata e imbarazzata.

“Cosa ti hanno detto?” mi avvicinai.

“Conner.. Io..” lei indietreggiava.

“Cosa ti hanno detto?” feci un passo avanti.

“Conner.. Ti prego..” lei uno indietro.

Eravamo vicini, le presi il braccio con forza.

Era così sottile e fragile sotto le mie dita.

“Cosa. Ti. Hanno. Detto?”

Mi guardò con infinita tristezza. “Mi hanno raccontato di come sono morti i tuoi genitori in quell’incidente stradale. Di come il tuo altro zio ti avesse reclamato per sé, essendo il fratello di tua madre, di come..” le morì la voce.

“Continua.. racconta tutto.”

“Di come tuo zio Lex ti maltrattasse e se non ti comportavi bene ti..” un singhiozzo le uscì dalle labbra. “..ti chiudesse in una stanza buia senza farti uscire per giorni, non ti desse da mangiare e ti lasciasse..” una lacrima le rigò la guancia. “..ti lasciasse soffrire, dolorante e morente in quella stanza.”

Il silenzio calò.

Il resto lo sapeva di certo.

Clark mi aveva salvato. Mi aveva preso in affido, appena sveva scoperto le mie condizioni, con lui, Lois e la loro figlia Kara.

Mi allenavo quotidianamente, per essere forte, perché non mi succedesse più nulla del genere, per imparare a sopravvivere.

“Cos’altro ti hanno detto? Manca il dettaglio fondamentale, no?”

Megan piangeva apertamente ormai. Ma io non le lasciavo il braccio.

“Tu.. Tu non hai mai pianto.”

Questa frase mi fece montare dentro una rabbia indescrivibile.

“Esatto! E allora perché stai piangendo ora? Ti faccio male?”

“No. non piango per questo.” Tirò su col naso e mi guardò dritto negli occhi.

Il cuore mi stava battendo a mille.

C’era qualcosa in lei che ti attira inesorabilmente.

Non ha un bellezza eccelsa che attira, né un carattere adorabile, né un’intelligenza fina, ma la sua sensibilità il suo modo di comportarsi con gli altri mi attraeva.

“Io piango per te. Piango al posto tuo.”

Era sottile il modo in cui ti attira a sé, non te ne accorgi finché non ci sei invischiato e non puoi più uscire. Non vuoi più uscire.

“Lo faccio per te.”

“Allora preparati a condividere il mio dolore!”

E la baciai.

Lei si strinse a me, invece di respingermi come pensavo avrebbe fatto.

Mi accettava quindi, per come ero veramente.

Non me la sentivo ancora di dirlo agli altri, ma che lei lo sapesse mi faceva sentire felice per la prima volta nella mia vita.

 

 

Wally

 

Central Park era enorme. Una vera isola verde in mezzo ad una città frenetica, piena di gente che è quasi impossibile imbattersi nella stessa persona due volte al giorno –o anche in una vita intera-.

Quasi.

Quasi, per l’appunto!

“Wally!”

Artemis, tuta e i pod, stava correndo accanto a me.

“Hei ciao Atemis!”

Sperai di non essere arrossito troppo. Solo io ero capace di farmi beccare con i miei boxer peggiori dalla propria nemica – o quello che siamo-.

Ma dico io.. Perché??

Mi fermai.

“Allora..” iniziai.

Di’ qualcosa di intelligente.

“..ti son piaciuti così tanto i miei boxer che ora mi segui?”

Potei sentire tutti i miei neuroni –pochi, credo me ne siano rimasti- farsi un facepalm.

Artemis arrossì, ma si mise a ridere.

“Ma certo che a volte sei pessimo, sai?”

“No, sono solo simpatico!”

“Oh si certo.”

“Hei! Niente sarcasmo!”

“Non era sarcasmo. Ti davo ragione.”

“Io..” mi bloccai.

Eravamo alle solite.

Io dicevo una cosa stupida, lei faceva la sarcastica, le rispondevo, lei rispondeva per  le rime a me e poi iniziavamo a bisticciare.

Era un copione già letto.

“Hai ragione, era una battuta stupida!”

Artemis era stupita.

Mai quanto me. Cosa mi era saltato in mente di dirle così?

Ora potrà prendermi in giro a vita!

“Mi spiace essere sempre così sarcastica.”

Che?

Avevo sentito bene?
Si scusava –più o meno-?

“Bene, abbiamo riscritto il copione.”

“Come?”

“Dicevo che abbiamo cambiato copione. Di solito litighiamo come cane e gatto, ma stavolta abbiamo cambiato.”

“Sarà l’unica volta mi sa.”

“Probabile.”

Camminammo in silenzio.

“Ehm.. scusa se a scuola ti sono caduto addosso solo in boxer. Sarà anche il sogno di molte ragazze della scuola..”

“Cosa?”

“..Ma non il tuo.”

Artemis arrossì tantissimo.

Immaginai fosse per la mia figuraccia.

Anche perché tutti sapevano che aveva perso la verginità con..

“Tranquillo!” la sua voce era di qualche ottava più alta del normale. “Non ci sono problemi.”

“So che avresti preferito qualcun altro.. Tipo Conner.”

Non mi rispose.

M’irritai un po’. Sapevo che le piaceva Conner.

Come a me piaceva Megan.

Giusto?

“Artemis.. io..”

Lei ridacchiava e scuoteva la testa.

“Wally ti rendi conto che dopo tre anni insieme, iniziamo a chiamarci per nome solo ora?”

Ci pensai su.

“E’ vero!”

“Che tempo di reazione..”

“Hei! Io non faccio caso a queste sottigliezze.”

“Però è così.”

“Già. Ormai siamo amici.” Dissi senza riflettere. Un po’ come al solito.

“Hai ragione.” Disse lentamente lei.

Non dovevo essere l’unico a cui pareva strano.

“Wally.. Io..”

Il telefono le squillò.

 Fece un paio di passi per rispondere.

Amici..

Ero felice finalmente che lo fossimo.

Ma..

Ma c’era qualcosa.

Qualcosa di sbagliato!

Scossi il capo.

No! meglio non sapere!

L’ignoranza è una bella cosa infondo.

Salutai Artemis con la mano, che ricambiò un po’ sorpresa.

Adoravo correre.

Ero veloce.

Ma oggi mi sforzai.

Non volevo pensare ai miei sentimenti.

Volevo correre più veloce del mio cuore.

 

 

Dick

 

La stanza era buia, ma non mi dava fastidio.

Ero abituato all’oscurità e non mi impediva i movimenti, come succedeva a molti.

Infondo il buio nascondeva le cose

Le brutte cose.

Il buio era mio amico. Stasera come sempre.

Ero disteso sul letto. La sveglia accanto al mio letto segnava le 23.26, ma non avevo sonno. Non facevo che pensarci.

Avrei dovuto fare qualcosa di concreto, ma credevo che il semplice fatto che fossero solo pensieri non potesse esser un problema.

Innocenti pensieri.

Innocenti pensieri che sfociavano sull’erotico.

Innocenti pensieri che sfociavano sull’erotico su una ragazza.

Innocenti pensieri che sfociavano sull’erotico su una ragazza che non era la mia.

Stella.

Da quando l’avevo vista il primo giorno non facevo che pensare a lei.

I suoi bei capelli rossi fragola.

Quegli verdi come gli smeraldi.

Quella pelle olivastra.

Le sue labbra a cuore.

Il suo fisico sinuoso e morbido al tempo stesso.

Ma non era solo una cosa fisica.

Mi piaceva il suo carattere, il suo perenne buon umore, quel suo modo di fare da bambina.

Tutto.

Mi piaceva tutto di lei.

I pensieri sono una cosa, ma ciò che avevo fatto la settimana scorsa era peggio.

Avevo baciato Zatanna e avevo pensato a Stella.

Questo mi aveva fatto capire che era ora di smettere.

Il problema era che non sapevo cosa: lasciare Zatanna o dimenticare Stella?

Mi alzai di scatto.

Presi il cellulare e composi il numero che ben conoscevo.

“Hei! Ti fai sentire a volta.”

“Si, sono stato impegnato.”

“Non c’è problema. Se vuoi per domani sera ti combino..”

“No meglio stasera!”

“Non..”

“Subito!”

“Ok… Bene ti ho combinato.”

“A tra poco.”

“Certo.. Fratellino!”

Chiusi la chiamata.

Babs mi avrebbe ucciso probabilmente, ma era l’unica cosa che mi aiutava.

 

 

 

Scusate!!!

Sono tardissimo, lo so.

Però ho avuto problemi in famiglia e ho dovuto aspettare la fine della scuola per poter riprendere, quindi eccoci qui!

Mi spiace per gli errori ma non l’ho rivisto.

Per quanto riguarda la scena –sottospecie di scena- di sesso beh.. diciamo che ne metterò a volte.

Ma niente di esplicito.

Non cambio rating.

Poi indovinate chi sono gli insegnati?

Mi sono sempre scordata di chiedervelo.

Ultima cosa qui Kara è figlia di Clark e Lois, ma in realtà sarebbe la cugina di Clark. Fingiamo ceh non sia così!

Tra due settimane il prossimo capitolo.

 

Snow White Queen

 

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Capitolo 6
*** Shopping! ***


 

Capitolo sei: Shopping!

 

 

Stella

 

Ad una settimana dalla tanto attesa festa di Halloween finalmente noi ragazze – Megan, Artemis, Babs, Rachel ed io- abbiamo deciso di andare a comprare i nostri abiti.

Ovviamente gli sono la scusa, più o meno, per spettegolare e stare tra noi.

In questo mese tra le prove del glee – dobbiamo essere perfetti alla festa, vero Rach?-, Megan con le prove di cheerleader, Artemis con tiro con l’arco – avevo scoperto che lo praticava pure a livello agonistico- e Babs col club di giornalismo trovare un buco nelle agende era stato fin troppo difficile.

Per fortuna quasi nessuna di noi aveva un ragazzo da dovervi incastrare.

Si, ho detto quasi.

Megan usciva da un paio di settimane con Conner Kent.

Ero felice per lei. Anche se ammetto che lui era troppo tranquillo e silenzioso.

Non erano però una coppia ufficiale, cosa che sapevo non piaceva a Megan.

Le ricordava troppo il suo passato e Londra.

Tornava tutto a quegli avvenimenti.

“Megan.” Richiamai la sua attenzione, sorridendole allegra.

Il taxi svoltò sulla South Street Seaport dove si iniziavano a notare tanti negozi pronti per essere svaligiati.

Io avrei voluto andare nel Financial District a fare shopping, ma pareva troppo caro per tutte. Ovviamente io avrei potuto, se non fosse che i miei ricaricavano la carta platino che mi avevano lasciato regolarmente e avrei pagato volentieri anche alle altre, ma sapevo che avrebbero rifiutato.

“Dimmi.”

“Ci stai ancora pensando?”

“Di cosa parli?” si era raddrizzata con la schiena dalla posizione molle che teneva poco prima.

“Al fatto che Conner.. Beh.. Non ha ancora dichiarato le sue intenzioni?”
“Cosa? No no. Insomma so cosa prova per me, vorrei lo facesse, ma non è un tipo tanto aperto e quindi so che mi toccherà aspettare.”

“Allora cosa c’è?”

La vidi stringere le labbra, poi rilassarle. “Hello Megan!” dandosi un buffetto. “Stavo pensando che è davvero dura quest’anno. Ho problemi a fare tutti i compiti ed incastrare tutto. Tutto qui!”

Sapevo che stava mentendo. Non le era mai riuscito bene.

“Va bene. Sai che ti aiuterei, ma..” sospirai teatralmente “sono peggio di te!”

Lei ridacchiò e si preparò a scendere.

Lasciai cadere il discorso. Era meglio così! Per ora.

Afferrai la mia borsa e notai subito i capelli rossicci di Babs che spiccavano tra la folla.

Il taxy si fermò e gli diedi una banconota senza aspettare il resto.

So so, ma è difficile togliersi le abitudini da brava inglese.

“Hei ragazze!! Siete tardi!!”

Babs si avvicinò a noi con aria di finto rimprovero.

“Il traffico non lo comando ancora.”

Rachel e Artemis restarono vicino all’ingresso del primo negozio che avremmo visitato – ne avevamo 10 in tutto- e ci salutarono con un cenno.

Corsi ad abbracciare Rachel.

“Ciaoo!!”

“Si, ciao anche a te!”

Almeno ora non si irrigidiva di più e non tentava la fuga, ricambiava pure con una pacchetta sulle spalle.

Ma non si allargava troppo lo stesso.

Indossava come sempre quando uscivamo degli abiti scuri: o viola o blu o neri. Non le avevo mai visto altri colori e speravo che oggi l’avrei costretta ad indossare qualcosa che non la facesse scomparire nel buio.

“Oggi sarai tutta mia Rach, voglio proprio usarti come cavia.”

Emise uno sbuffo. “Scherzi? Io non ti farò da manichino. Al massimo lo fai tu per me.”

Entrammo ma io e Rachel ci dirigemmo –meglio dire che la portai via di peso- verso il reparto abiti corti.

“Stella! Vieni?”

Megan mi stava richiamando. Le altre volevano vedere altri abiti.

“Ci sentiamo.” Le feci segno di telefonare.

Il negozio era strapieno. C’erano tantissime ragazze che si litigavano i vestiti, mentre poveri fidanzati aspettavano alle poltroncine stanchi e stufi.

Rachel ovviamente stava passando in rassegna tutti gli abiti dai colori scuri.

“Non..”

“Si, Stella! Non mi metterò un vestito che mi faccia assomigliare ad una fatina, preferisco assomigliare ad una strega.”

“Ok ok, calmati.” Presi un vestito lì acanto. “Volevo farti provare questo.” E le feci i miei occhi-da-cucciolo super collaudati.

“Va bene. Ma solo perché è di un colore che mi piace e il modello non grida alla prostituta.”

Sparì nei camerini, afferrai l’abito che stavo puntando prima di un’altra e la seguì.

Trovai subito quello in cui si era sistemata Rachel e aspettai che uscisse.

“Oh Rach. Compralo!!!”

L’abito le stava d’incanto.

“Sicura? Con tutti i negozi che dobbiamo visitare?!”

“No, è tuo. E’ questo!”

Si osservò nello specchio con calma.

“Il prezzo non è male, quindi va bene.”

Rientrò nel camerino.

Mi guardavo attorno e scorsi nello specchio una figura fugace.

Voltai la testa ma era già sparita.

Mi era parso di vedere Zatanna, ma probabilmente era solo una ragazza che le somigliava.

“Eccomi.” Rachel era di fronte e a me con il suo abito in mano. “Va’ pure.”

Annuì ed entrai.

Spogliarsi era la parte facile, ma non riuscivo a chiudere la cerniera.

“Rachel! Rachel! Aiutami con la cerniera!”

Presi i capelli e li calai sul viso perché non si impigliassero quando sentì aprirsi le tendine.

“La cerniera, grazie.”

La mano di Rachel mi tirò su la zip velocemente.

“Ti sta d’incanto.”

Scostai di scatto i capelli dal viso.

Dick era lì. Davanti a me.

“Dick..?”

Mi sorrise in quel modo affascinante e furbesco che sapeva fare solo lui. “prendilo, Stella. Deve essere tuo.”

La frase era un po’ strana.

Sperai fosse riferita al vestito.

“Non..”

“Sei molto bella così.”

Allora prima non mi ero immaginata Zatanna.

Lui era qui si, ma perché era qui con la sua ragazza.

Questo mi fece montare la rabbia.

“Non so se lo prenderò o meno. Potrei trovare di meglio.”

Era difficile fare l’indifferente.

C’era attrazione e tra noi e il camerino era dannatamente troppo piccolo in quel momento.

“Stella..” allungò la mano per toccarmi, ma mi scansai.

“Vattene.”

Lui si fermò.

“Va’ via Dick. Tu hai una fidanzata e non ti permetto di fare di me una volgare puttenella.”

Lui aprì la bocca, ma alzai una mano con gesto imperativo.

“Vai. Lontano da me.” Sibilai.

Quelle parole erano rivolte a me quanto a lui.

Non dovevamo stare vicini.

Lui fece un paio di passi indietro ed uscì.

Allora alzai lo sguardo e mi ritrovai stanca. Tanto stanca.

Mi tolsi il vestito con abiti calcolati.

“Stella e il vestito?”

Rachel mi aspettava un po’ più lontana e per fortuna non pareva aver visto Dick andarsene.

“Non mi piace. Non fa per me.”

Mi osservò in viso e annuì con aria greve.

“Ne cerchiamo un altro. A costo di provarli tutti.”

Mi parve che sapesse di cosa parlavo.

“Troverai il vestito giusto.” Mi sorrise appena.

Annuì.

 

La sera a casa appesi all’armadio un vestito totalmente diverso da quello provato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, buonasera.

Per prima cose scusate il ritardo!

D’estate ho avuto seri problemi a scrivere tra una cosa e l’altra.

Poi con la scuola, ora, è ancora peggio.

Ma mi impegnerò.

Come avete notato capitolo corto e schifoso.

E’ solo di passaggio.

Il problema è che ne avevo già scritti un paio ma li ho persi e ora mi tocca ricordare cosa succedeva.

Spero entro due settimane di postare.

Prossimo capitolo: Halloween! Con un nuovo personaggio.

 

 

Baci,

 

Ley

(ex Snow White Queen)

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Capitolo 7
*** Halloween ***


 

Capitolo sette: Halloween.

 

 

Megan

 

La gioia mi riempiva il corpo.

Conner mi aveva chiesto di andare con lui al ballo!

Era successo tutto il giorno dopo aver comprato l’abito. Io non avevo voglia di lasciare sola Stella –doveva esserle successo qualcosa- anche se avevo un appuntamento.

Aveva qualcosa che non andava. Mi ricordava lo strano comportamento che aveva a volte a Londra, eppure da quando eravamo qui –due mesi o poco più- aveva un atteggiamento più tranquillo.

Ricordo che a scuola molte ragazze parlavano alle spalle per pura gelosia del fatto che Stella avesse un successo innato con gli uomini.

Però mi dava molto fastidio.

Stella era molto di più di una bella ragazza.

Era generosa e sempre felice.

Giudicarla per quello era sbagliato.

Oltretutto c’era da notare il fatto che i fidanzati di quelle ragazze avrebbero dovuto guardare il loro di partner.

Poi dicevano pure che Kal l’aveva tradita, ma io sapevo non era così.

Kal era un bravo ragazzo.

Insomma avevo trovato Stella rannicchiata a letto che stringeva Silkie a fissare lo schermo della tv, ma quando le avevo chiesto cosa aveva niente.

“Tranquilla, Megan. Sono solo un po’ stanca dalle prove.”
Non dissi nulla.

“Non avevi un appuntamento con Conner?”

Arrossì mio malgrado. “Si, ma se tu sei in questo stato non me la sento.”

Stella mi sorrise dolcemente. “Oh Megan” e mi abbracciò “va’ tranquillamente, io sono davvero solo stanca.”

La guardai attentamente.

“Ne parleremo dopo la festa di questo week end, promesso!”

“E va bene.”

Uscì dalla sua stanza, ma pensai che fosse il caso di parlarne con Rachel.

All’appuntamento mi divertì molto e parlai a Conner dei miei dubbi.

“Sono preoccupata per Stella.”

“Vuoi parlarne?”

Annuì. “lei è una bravissima persona, le voglio tante bene. Senza lei ora sarei a pezzi. E non voglio vederla così! Neppure quando è stata lasciata da Kal era così male.”

“Forse è solo stanca.”

“Non credo. La sento la sua tristezza.”

“Senti..?”

“Si, a volte sembro empatica.”

“Questo spiega molte cose.”

Lo guardai curiosa.

“A volte sembra che tu sappia leggere dentro le persone.”

Sbuffai divertita. “Me lo dicono spesso.”

“Ma è vero. Gli altri stanno bene con te per questo. Hai sensibilità che mette a proprio agio.”

Inizia ad agitarmi nervosa e ad arrossire. “Su non esagerare.”

“E’ vero, Megan.” Abbassò il viso alla mia altezza. “Sei straordinaria.”

Mi baciò dolcemente.

Sentivo il corpo come pieno di uccellini che volavano da tutte le parti.

“Volevo sapere se ti andava di venire con e al ballo.”

“Ma così tutti sapranno che usciamo insieme.”

“Non ti va?” sembrava deluso.

“Ma certo che voglio!” replicai con fervore e lui mi regalò un sorriso che mi fece scogliere.

Stavo così bene con lui.

Era il mio primo amore!

“Passo a prenderti alle sei.”

“Certo.”

Ora potevo contare le ore che mancavano.

Ma..?

“Hello Megan!” mi diedi il tipico buffetto. “Portiamo pure Stella e Rachel, vero?”

“certo.”

Ora non sapevo cosa succederà, ma avrei voluto fermare il tempo.

 

 

Rachel

 

Halloween, la festa delle streghe.

La consideravo la mia festa, ormai.

Era dalle tre che ero a casa Logan per prepararmi. Sarei andata al ballo da sola, ovviamente.

Ma non me ne ero mai fatta un problema.

Avevo aiutato le ragazze a vestirsi.

Stella indossava un bel vestito color verde pavone con inserti stile piume che metteva in risalto i suoi occhi e i capelli rossi.

Megan invece indossava un abito giallo con una fascia sotto il seno e il monospalla.

Si, avete capito bene, giallo.

Ma le stava benissimo.

Dove va essere l’unica persona al mondo a cui il giallo stava bene. Le risaltava gli occhi nocciola e i capelli color cannella.

E io?

Io indossava un abito nero stretto a tubino da cui su un lato partiva una specie di strascico.

Sarei stata l’unica vestita di scura –oltre gli uomini per cui era obbligatorio la giacca-cravatta -, ma mi andava meglio così.

Mi truccai di viola scura così che i miei occhi parvero ancora più scuri e misteriosi.

Dovevo ammettere che mi piaceva.

Mi piaceva l’affetto che faceva e il potere che derivava del essere.. Cosa? Bella? Si, bella.

Capivo perché molte donne lo sfruttassero.

“Sei uno schianto, Rach!!”

“Grazie Stella. Anche tu mi piaci così. Il fatto di vestirci quando tra non molto ci dovremo cambiare non l’ho capito però.”

Mi abbracciò.

Mi stavo abituando lentamente a questa cosa.

“Si stai bene, Rachel.”

“Anche tu Megan.”
“Stella va’ a finire di preparati.”

“Corro!”

Restammo così solo Megan ed io in cucina ad aspettare l’arrivo di Conner –per Megan-, Tara –per Garfield e Billy –per me-.

Si, vado al ballo col mio migliore amico, problemi?

Anche se in realtà dovendo cantare passeremo più tempo sul palco che a “ballare”.

“Rachel vorrei parlarti.” Megan aveva uno sguardo serio. “Di Stella.”

Annuì.

“Ti sarai accorta pure tu che qualcosa non va, vero?”

“Si, infatti. E’ troppo felice.”

“Esatto, anche per i suoi standard.”

“Per te cos’ha?”

“Non lo so. Ha promesso di parlarmene dopo la festa, ma volevo sapere se avevi qualche idea.”

“Forse.. Per la storia di Dick..”

“Ci avevo pensato. Però di solito le passa se non è una cotta tanto seria, anche perché lui è fidanzato.”

“Mi ha già detto una cosa così, riguardando un certo.. Mhm..”

“Kal. Il suo ex.”
“Quello.”

“Ma quando si sono lasciati lei aveva capito il perché.”

“A me sembra una cavolata!”

“Anche io non lo capivo agli inizi, ma poi riflettendo si sono lasciati in amicizia.”

“Credo stiamo perdendo il punto del discorso.”

“Già. Penso che se è Dick dovremmo consigliarle di parlargli e fare in modo che sia chiaro. Stella è una persona troppo brava per finire in stupidi giochetti.”

“Concordo.”

“Allora..?”

“Eccovi qua ragazze!!” Garfield entrò nella stanza. Stava meglio del previsto vestito così.

“Sei splendida, Megs!” prese il braccio di sua cugina e la fece piroettare, ridendo.

“Anche tu stai bene.”

Si voltò verso me e mi fisso per un paio di secondi.

“Stai bene Rachel.. Sembri una vera strega..”

Cosa??

“Anche tu stai bene.. Sembri un vero pinguino!” ribattei acida.

Ma che razza di complimento è?!

E io che pensavo che..

Pensavo cosa?

Non devo pensare nulla!

Il suono della porta lo costrinse ad andare ad aprire.

Conner Kent, Tara e Billy erano lì ad aspettare.

Billy venne dritto verso me. “Wow Rach, sei uno schianto.” Guardò attorno a me “e la scopa?”

“La prendo ora per dartele!”

Ridacchiò.

Stava incredibilmente bene. Sembrava più grande della sua età.

Conner Kent intanto stava fissando cercando di non farsi notare –beh io ti ho beccato, quindi non sei molto discreto!- Megan con tanto d’occhi.

Tara aveva un vestitino rosa molto delicato.

Mi venne da ridere quando notai che sembrava la versione dolce e carina del mio.

“Ora siamo tutti pronti.” Disse Stella arrivando alle mie spalle “Andiamo?”
Uscimmo di casa e il tragitto in limousine –rigorosamente nera- fu breve –per fortuna!-.

La scuola sembrava completamente trasformata.

Aveva un aspetto più inquietante del solito e le decorazioni sembravano vere.

La palestra sembrava un covo oscuro per spiriti erranti.

Mi piaceva la cosa!

Era da tanto tempo che non andavo ad una festa scolastica.

Ook, era la prima volta che ci andavo in realtà!

Nei quattro anni precedenti non ne avevo mai avuto voglia sia per la compagnia che per il fatto di dover trovare un abito –ci sarebbe anche il cavaliere, ma Billy non lo considero neppure tale-.

“Direi che oltreoceano fate le feste piuttosto bene, ma aspetto per decidere quali sono le migliori!”

“Probabilmente le vostre.” Replicai a Stella.

“Oh guarda la Lance ci sta facendo segno, mi sa tocca andare.”

Seguì Stella, Gar e Tara fino alla prof dove trovammo gli altri componenti.

“Allora siete pronti?” poi ci guardò stranita “Ragazzi, senza costumi di scena non potete salire sul palco.”

“Li abbiamo lasciati in sala canto.”

Annuì. “Bene. Preparatevi, la scaletta e questa.”

Gar la prese e leggendola aggrottò le sopraciglia. “Ma non sono tutte quelle che abbiamo provato?”

“Infatti. Ho deciso di cambiare partner con cui canterete.”

La cosa non mi piacque.

Io dovevo cantare due duetti – rispettivamente con Bart Allen e Jaime Reyes- e fare il coretto della canzone finale.

Non mi piaceva l’idea di dover cantare con altri.

“Ma prof..? iniziò Tara.

“Niente ma. Siete artisti e imparerete a cantare in qualunque occasione.”

“Però..?”

“I testi li conoscete pur, no?”

Tacqui dal lamentarmi.

“Su dai, ragazzi! Ce la possiamo fare. Poi la prof crede in noi e quindi dobbiamo impegniarci!” sorrise Stella cercando di trasmettere un po’ di buon umore.

“Esatto! Poi siamo così bravi che non potranno che scritturarci anche per quella dopo di festa!” le diede manforte anche Bart Allen.

Tutti annuirono poco convinti, tranne me e Gar.

Io trovavo fosse la peggiore idea di sempre.

Insomma mi ero esercitata per quelle e ora chissà con chi cantavo!

Gar invece sembrava preso alla sprovvista.

Stella mi prese e disse con determinazione “Andiamo a cambiarci, poi studieremo la scaletta.”

In sala canto dopo aver messo gli abiti viola scura che ci erano stati assegnati ci ritrovammo seduti più o meno in cerchio ad ascoltare la scaletta.

Avevo una canzone con tutti che aveva come solisti Stella e Jaime, una da solista in cui cantavo ‘this is halloween’ e..

Oh beh e avevo un duetto con Gar.

Una canzone d’amore ovviamente se ve lo steste chiedendo!

Evviva la legge di Murphy.

La fortuna era che lui non sembrava molto più felice di me.

E la cosa mi faceva un po’ male.

Ok, avevo una cotta per lui, ma se lui non voleva cantare con me, che ci facevo ancora innamorata di lui?
Mentre rimuginavo per fortuna il tempo passò in fretta e arrivarono le 21.

Si andava in scena.

La palestra era piena di gente e il palco si illuminò.

Il preside fece il suo discorso –divertitevi, ma non esagerate. Ma che vuol dire?- e ci preparammo all’esibizione.

Bart si avvicinò al centro del palco e intonò la prima strofa.

Everytime that I look in the mirror
All these lines on my face gettin' clearer
The past is gone
It went by like dust to dawn
Isn't that the way
Everybody's got their dues in life to pay

Anche Stella iniziò a cantare e a muoversi secondo il mini balletto che andava fatto.

Yeah
I know what nobody knows
Where it comes and where it goes
I know it's everybody's sin
You got to lose to know how to win
Half my life's in books' written pages
Lived and learn from fools and from sages
You know it's true
All the things come back to you

 

Sing with me, sing for the year

 

Sing for the laughter, sing for the tears

 

Sing with me, if it's just for today

 

Maybe tomorrow the good Lord will take you away

Take me away

Sing with me, sing for the year

 

Sing for the laughter, sing for the tears

Sing with me, if it's just for today

Maybe tomorrow the good Lord will take you away

 

Dream On, Dream On, Dream On,
Dream until your dream come true

Dream On, Dream On, Dream On,
Dream until your dreams come true
Yeah

Dream On, Dream On, Dream On,
Dream On, Dream On, Dream On,
Dream On, Ooooh

 

 

Sing with me, sing for the year

Sing for the laughter and sing for the tears

Sing with me, if it's just for today

 

Maybe tomorrow the good Lord will take you away

 

Sing with me, sing for the year

Sing for the laughter and sing for the tears

Sing with me, if it's just for today

 

Maybe tomorrow the good Lord will take you away
Will take you away

 

 

 

La gente intanto ballava e applaudì quando finirono di cantare.

Rientrammo lasciando gli altri a cantare, per prepararmi per ‘this is halloween’.

Sistemai il vestito e finsi indifferenza, ignorando bellamente Gar e Tara che litigavano sottovoce.

“Ma come le è venuto in mente di cambiare le canzoni?”

“Non so proprio!”

“Poi devi cantare con la Roth? Ma che cavolo!”

“...”

“Garfield! Di’ qualcosa!”

Ci fu un attimo di silenzio.

Il mio cuore smise di battere.

Ora cosa avrebbe detto?

Perché non si era lamentato del fatto che avrebbe cantato con me?

No speranza. Muori!

“Io..”

Karma vuole che in quel momento mi chiamassero.

“Rach! Vieni tocca a te!”

“Si, eccomi.”

Sospirai. Stavo diventando patetica!

“Ci becchiamo in sala prove dopo.” Mi sorrise Stella.

Salii sul palco e smisi di pensare.

 

Boys and girls of every age 
Wouldn't you like to see something strange? 
Come with us and you will see 
This, our town of Halloween 

This is Halloween, this is Halloween 
Pumpkins scream in the dead of night 

This is Halloween, everybody make a scene 
Trick or treat 'till the neighbors gonna die of fright 
It's our town, everybody scream 
In this town of Halloween 

I am the one hiding under your bed 
Teeth ground sharp and eyes glowing red 

I am the one hiding under your stairs 
Fingers like snakes and spiders in my hair 

This is Halloween, this is Halloween 
Halloween, Halloween, Halloween, Halloween 

In this town, we call home 
Everyone hail to the pumpkin song 

In this town, don't we love it now? 
Everybody's waiting for the next surprise 

'Round that corner man, hiding in the trash cans 
Something's waiting for the pounce and how you'll 
scream! 

This is Halloween 
Red 'n black, slimy green 

Aren't you scared? Well, that's just fine 
Say it once, say it twice 
Take a chance and roll a dice 
Ride with the moon in the dead of night 

Everybody scream, everybody scream 
In our town of Halloween 

I am the clown with the tear away face 
Here in a flash and gone without a trace 

I am the "Who" when you call, "Who's there?" 
I am the wind blowing through your hair 

I am the shadow on the moon at night 
Filling your dreams to the brim with fright 

This is Halloween, this is Halloween 
Halloween, Halloween, Halloween, Halloween 
Halloween, Halloween 

Tender lumplings everywhere 
Life's no fun without a good scare 
That's our job, but we're not mean 
In our town of Halloween 

In this town, don't we love it now? 
Everyone's waiting for the next surprise 

Skeleton Jack might catch you in the back 
And scream like a banshee 
Make you jump out of your skin 
This is Halloween, everybody scream 
Wont you please make way for a very special guy 

Our man Jack is King of the pumpkin patch 
Everyone hail to the Pumpkin King now 

This is Halloween, this is Halloween 
Halloween, Halloween, Halloween, Halloween 

In this town, we call home 
Everyone hail to the pumpkin song 

La la la, lalala, la la, lalala, la la, lalala, lalala, woo!


Scesi dal palco senza aspettare gli applausi e andai a rintanarmi in camerino.

Sperai che Stella arrivasse prima o poi.

Iniziavo ad assuefarmi alla presenza di un’altra persona sempre accanto a me e ora che non c’era non stavo meglio.

“Toc toc. Posso?”

Inaspettatamente invece di Stella, c’era Billy alla porta.

“Sei più brava di quanto immaginassi.”

“Pff.. Non prendermi in giro! Mi danno solo canzoni facili!”

Billy si sedette accanto a me e mi scrutò in viso serio. Era davvero un bel ragazzo.

“Hai davvero così poca fiducia nelle tue capacità?”

La domanda mi lasciò interdetta e riflettei attentamente sulla risposta da dare.

“No, non è quello. Penso sia il fatto che non mi piace l’idea che tutti mi guardino e mi prestino attenzione. Detesto non mantenere il controllo delle mie emozioni e sentire che non voglio deludere chi amo, cozza con i miei propositi di calma.”

Billy fece una smorfia finto offeso. “Quindi ora io non faccio parte di quelli a cui vuoi bene solo perché mi conosci da più tempo? Ma grazie!”

Ridacchiai. “Ma dai Billy. Sai che sei il mio migliore amico!”

Mi studiò un attimo e sorrise sornione. “Ook, se lo sono davvero allora perché non mi hai mai parlato del tuo compagno per cui hai una cotta?”

Arrossì. “Ma come.. Cosa..?”

“Era ovvio, eh! Ti piace Garfield.”

Ringraziai mentalmente che in quel momento il mio karma volesse che fossimo soli in quella stanza e nessuno avesse sentito.

“E’ così ovvio?”

“No. te lo sei scelto scemo e non credo abbia capito. Credo però la sua ragazza sia gelosa di te. Li ho sentiti tipo litigare perché lui non ha voluto lamentarsi e farsi ridare un duetto, mi pare dicesse, per cantarlo loro due.”

“Già, la prof ha cambiato tutti gli abbinamenti.”

“Lucky you! Dai che è la volta buona!”

Rimasi in silenzio mugugnando qualcosa che poteva parere un assenso. Questa situazione non mi piaceva. Insomma lui poteva “ricattarmi” così, ma io?

“E tu?”

“Io cosa?”

“Per chi hai una cotta?”

Billy divenne talmente tanto rosso che mi fece quasi ridere. “P..Per nessuna!”

“See. Chi ci crede!”

Lui si guardò in giro imbarazzato.

“Se te lo dico, prometti di non fare niente?”

“Cosa dovrei fare?”

“Quelle cretinate da ragazze tipo indicarla, darmi colpetti al braccio e ridere.”

“Ti sembro una di quelle?” alzai il sopracciglio. Ma per chi mi ha preso?

“Prometti?” insistette.

“Ok ok.”

Billy mugugnò qualcosa.

“Non ho sentito!”

“Zatanna .”

“Zatanna? La reginetta del ballo? la capo cheerleader?”

“Si, lei.” Stava guardando ovunque tranne che me.

“Ma lo sai che è fidanzata, vero?”

“Certo che si. Ma al cuore non si comanda!”

Sospirai. Conoscevo la sensazione. “Vero.”

Eravamo nella stessa situazione. Ridicolo!

Mentre stavamo lì l’uno accanto all’altra in silenzio, mi venne l’impulso di abbracciarlo.

Si, l’impulso partiva da me.

Capivo come si sentiva ed era il mio migliore amico. L’unico maschile vero e proprio. L’equivalente maschile di Stella.

E così lo feci: lo abbracciai.

“Rachel, ma cosa..?”

“Shh. Non capiterà mai più lo sai, ma voglio farlo.”

“Lo sapevo che prima o poi ti saresti lasciata andare!” e mi strinse a sé neppure fossi un orsacchiotto.

Era rassicurante.

Meglio di quelli che mi avevano imposto!

“Eh-ehm. Non vorrei disturbare ma dobbiamo andare Rachel.”

Sulla porta c’era Gar che ci guardava con occhi scuri.

“S-si.” Balbettai come una scema.

“Stendili tutti, Rach!” mi disse allegro Billy, mentre tornava alla pista da ballo.

Sbuffai. “Non chiamarmi Rach!” ma gli sorrisi.

Seguii Gar che non pareva avere intenzione di dirmi nulla.

Mentre aspettavamo nelle quinte che la prof ci chiamasse, lo guardai per un attimo.

Vestito di scuro sembrava più adulto –e più alto!-, con quell’espressione seria poi non aveva nulla da spartire con quello sciocco che fa il pagliaccio in classe.

“Gar..”

Non mi rispose subito, si girò a guardarmi lentamente. “Si?”

“Mi spiace che dobbiamo cantare insieme ‘Lucky’, so che volevi cantarla con..”

Mi bloccai. lui si era fatto più vicino.

Molto vicino.

Troppo vicino.

Mi avrebbe baciata?

“Ed ecco a voi a cantare ‘Lucky’: Grafield Logan e Rachel Roth.”

Ci allontanammo e senza dire nulla salimmo sul palco.

Ci avrei pensato dopo.

Gar iniziò a cantare.

Do you hear me, 
I'm talking to you 
Across the water across the deep blue ocean 
Under the open sky, oh my, baby I'm trying 

 
Poi toccò a me.


Boy I hear you in my dreams 
I feel your whisper across the sea 
I keep you with me in my heart 
You make it easier when life gets hard 

 
Insieme cantavamo molto bene, le nostre voci si amalgamavano per bene.


I'm lucky I'm in love with my best friend 
Lucky to have been where I have been 
Lucky to be coming home again 
Ooohh ooooh oooh oooh ooh ooh ooh ooh 

They don't know how long it takes 
Waiting for a love like this 
Every time we say goodbye 
I wish we had one more kiss 
I'll wait for you I promise you, I will 

I'm lucky I'm in love with my best friend 
Lucky to have been where I have been 
Lucky to be coming home again 
Lucky we're in love in every way 
Lucky to have stayed where we have stayed 
Lucky to be coming home someday 

And so I'm sailing through the sea 
To an island where we'll meet 
You'll hear the music fill the air 
I'll put a flower in your hair 

Though the breezes through trees 
Move so pretty you're all I see 
As the world keeps spinning round 
You hold me right here right now 

I'm lucky I'm in love with my best friend 
Lucky to have been where I have been 
Lucky to be coming home again 
I'm lucky we're in love in every way 
Lucky to have stayed where we have stayed 
Lucky to be coming home someday 

Ooohh ooooh oooh oooh ooh ooh ooh ooh 
Ooooh ooooh oooh oooh ooh ooh ooh ooh


Sentii il pubblico applaudire come non mai e ringraziammo gentilmente tutti e tornammo dietro le quinte.

“Rachel.. Io..”

“Devo andare Gar. Ci vediamo per il finale.” Dissi ciò senza guardarlo e scappai a cercare Stella o Megan.

Nessuna traccia di una di loro.

La palestra era gremita di gente e vidi da lontano Billy che aveva appena finito di ballare con Cassandra Sandsmark.

“Billy, hai visto Stella o Megan?”

“No. Mi spiace.”

“Io si, sono andate nei bagni del primo piano.”

“Perché?”

Scosse il capo dispiaciuta. “Non so. Me l’ha detto Conner quando l’ho visto poco fa da solo.”

Se Megan aveva lasciato solo Conner Stella non doveva stare bene.

“Grazie.” E me ne andai.

Andai a recuperare rapida il mio vestito e lo indossai e corsi verso l’edificio.

Vagai per un po’ e infine trovai il bagno. Bussai e restai in attesa.

Non sentendo nulla entrai.

“Rachel, sei qui.” Megan mi venne in contro con aria triste.

“Cosa succede?”

“Vieni.” Mi prese e mi portò vicino il lavabo in cui per la prima volta avevamo fatto amicizia –dove mi aveva tagliato i capelli per interderci-.

“Stella cosa c’è?”

Era rannicchiata a terra e stringeva le ginocchia al petto, accanto a lei c’era Babs che le stava accarezzando la schiena.

Stella sollevò il capo e ci guardò stupita come se non si fosse accorta del fatto che fossi lì prima.

“Ciao Rachel! Scusa se non ti ho sentita cantare con Gar.”mi sorrise.

La fissai stranita e poi cercai lo sguardo di Megan che era come il mio.

Ma che diavolo.?

“Stella. Siamo preoccupate per te. Sei scappata dal ballo sconvolta!” disse Babs.

Megan annuì. “Che ne dici di parlare di quello che devi dirci già ora?”

“Ma no non voglio rovinarvi il ballo. Megan va’ da Conner. Non farlo aspettare!” ci disse allegra.

Il suo sguardo però era sporco, macchiato dalla tristezza e dal dolore.

Mi sedetti davanti a lei. “Stella” le dissi con tono duro “siamo preoccupate per te.”

Lei abbassò lo sguardo.

“Io sono tanto preoccupata per te. Ti prego dicci.” Lo dissi con un tono che non avevo mai sentito neppure io: era dolce e triste allo stesso tempo.

Lei sollevò lo sguardo e le sue labbra presero a tremare e gli occhi a riempirsi di lacrime.

“Io.. Io..” iniziò a singhiozzare “Sono innamorata di Dick..”

“Dai tesoro questo non è grave, su.” Le disse gentilmente Babs.

“Esatto. Non è un male.”

“..Ma lui ha la ragazza.”

“Ascolta non so se lui la lascerà, però vedrai che ti passerà.”

Megan ed io annuimmo.

“..Però lui prova qualcosa per me!!”

Ci scambiammo uno sguardo.

“Quando eravamo a provare vestiti è entrato nel camerino e ho capito che non poteva continuare così!”

Tentai di dire qualcosa.

“Non voglio essere l’amante! Non voglio essere la seconda scelta! E’ egoistico, ma non voglio! Non voglio neppure diventare come mia madre: vivere con un uomo che non la ama e la tradisce sempre!”

Mentre Stella piangeva, Megan le passo il braccio attorno le spalle e la abbracciò.

“So la situazione in casa tua Stella, ma non ti preoccupare non diventerai così.”

Stella si calmò. “L’ho mandato via io, ma mi fa male il cuore vederlo così.”

Babs scattò in piedi. “Gli parlerò io”

“Ma io..” biascicò Stella.

“Tranquilla! Non sono stupida, gli farò capire però che faccia chiarezza nella cosa.” Detto ciò uscì di gran carriera dalla stanza.

Presi ad accarezzare la testa rossa finché non si calmò.

“Ragazze, grazie.”

Le sorridemmo.

Scambiai uno sguardo con Megan che tornò alla festa, mentre io restavo lì con Stella e per la seconda volta in una sera stavo abbracciando qualcuno.

 

Zatanna

 

La stanchezza e il nervoso sarebbero sfociati in un pianto molto presto ne ero sicura.

Becky, durante il ballo –e anche ora mentre aspettava la sua limousine-, era tornata da me per parlare e casualmente mi aveva fatto notare che Babs si stava trascinando via il mio ragazzo.

“Ma davvero sei sicura siano amici?”

Ero anche stufa di rispondere.

“Cioè se l’è portato via quando nessuno la vedeva!”

Detesto ammetterlo ma un paio d’ore di questa manfrina e io avevo realizzato che forse non amavo più Dick.

Insomma se ascolti una frase del genere un po’ di gelosia dovrebbe nascere?

Ma perché a me non succedeva?

Forse eravamo talmente tanto abituati l’uno all’altra che ci eravamo dati per scontati.

Ne avrei parlato con lui.

Però.. si c’è un però.

Però avrei parlato anche con Babs!

Se le piaceva avrebbe fatto meno ad ammetterlo e non fare così.

“Allora Zee?”

“Come?”

Becky ridacchiò. “Ti chiedevo se ti fermi per il dopo festa da Bette?”

“No no vado.” Salutai Becky –non ne  potevo più!- e salì sulla limousine.

Stavolta rimasi sorpresa di non trovarla vuota.

No, non c’era Dick –era ancora chissà dove con Babs-.

C’era mio padre!

“Papà!” lo abbracciai

“Sorpresa tesoro!”

“Quando sei tornato?”
“Poco fa. Sapevo avevi il ballo e volevo tanto farti una sorpresa, ma poi non resistivo a casa e sono venuto a prenderti!”

“Che bello!”

Mio padre era un prestigiatore.

Si, lavoro strano, ma è molto bravo e passato di solito 10 mesi su 12 in giro per il mondo in tour con il suo spettacolo e quindi lo vedo davvero poco e questa visita mi rendeva tanto felice.

Qualcuno si schiarì la voce. “Che bella rimpatriata. Non saluti anche me?”

Mi girai verso la voce. “Klarion?”

“Si, tesoro, sii educata e salutalo.”

Cercai di sorridere.”Ciao Klarion! Che piacere rivederti!”

“Anche per me!”

Si allungò per abbracciarmi e io rabbrividì –se di rabbia o altro non saprei-.

“vedo che non hai ancora imparato a mentire, maghetta, impegnati di più.” Mi sussurrò all’orecchio con voce carezzevole mentre io arrossivo e tornavo seduta accanto a papà.

Papà per fortuna non si accorse della mia reazione e parlammo del più e del meno così che potei ignorare Klarion e i suoi occhi neri come la notte.

Arrivati fuori casa scendemmo tutti e tre.

“Non vai a casa?”

“No, cara.”

“Ma..?”

“Tesoro, visto che Klarion è il mio assistente ho pensato fosse meglio restasse con mio in casa senza dover fare sempre strada.”

“Oh.” Mi bloccai ma cercai di dire la cosa migliore. “Favoloso!”

“Vedi Klarion avevi ragione a dire che sarebbe stata felice di averti per casa, come quando eravate piccoli.”

“Si, Giovanni.” Si rivolse a me sorridendo serafico “Come da piccoli Zee, come da piccoli.”

Loro rientrarono in casa mentre io le seguivo in preda ai brividi.

Perché mi faceva sempre questo effetto?

 

 

Ebbene si, sono viva.

Sorry se son tardi!

Il capitolo non mi piace, ma è piuttosto importante direi.

Se ci sono errori avvisatemi!

Il prossimo spero di essere puntuale. Però saranno tre settimane.

Se riesco prima!

Grazie a chi leggere e commenta!!

 

Baci,

 

Ley

 

The Witch Boy / Klarion – Nicholas Hoult

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