L'amore... ti troverà.

di Cristy_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La fine e l'inizio di tutto. ***
Capitolo 2: *** Le apparenze ingannano. ***
Capitolo 3: *** L'intrusa o la nuova arrivata? ***
Capitolo 4: *** La nuova ragazza di Minho! ***



Capitolo 1
*** La fine e l'inizio di tutto. ***


Camminavo sulla via per casa. La strada non era deserta, ma pochi rumori la animavano.
Quel poco di gente che c'era si limitava a portare a spasso il cane o a fare footing. Già, perchè erano le sei del mattino.

Probabilmente a quest'ora tantissime altre ragazze stanno lottando contro il dolore ai piedi per i tacchi e tornano a casa dopo una serata in discoteca”, pensai.

Ma no, niente discoteca per me.

Richiusi gli occhi al ricordo di quello che era appena successo e mi fermai di colpo sul marciapiede. Li riaprii e sbattei un paio di volte, combattendo contro l'impulso di piangere.

L' avevo già fatto, più e più volte.

Non sapevo di preciso dove stavo andando, camminavo senza una meta per le strade del mio quartiere senza alcuna fretta.

Volevo aspettare che sorgesse il sole, ma d'inverno era più lento a farlo. E io non avevo tempo, né più forza di sopportazione.

Mia nonna era morta in casa nostra e guardarla pallida e distrutta in quel letto mi faceva male, un male cane.

Lei era tutto quello che mi restava della mia famiglia e se n'era andata, lasciandomi sola. Che cosa avrei fatto? Non ero neanche maggiorenne...

Il modo in cui l' aveva fatto era più che normale: gli anni che aveva, malata di vecchiaia... Entrambe ce lo aspettavamo.

La cosa che mai mi sarei aspettata era ritrovarmi con solo un bigliettino tra le mani ed un ipotetico indirizzo di quella che sarebbe stata la mia nuova casa... in corea.

***

<< Occhei, al mio tre... Uno, due, tre! >>

<< Sollevatela! >>

Mi misi una mano sulla fronte ed abbassai la testa, quella visione era troppo straziante per me.

La stavano portando via.

Con lei se n'erano andate tutte le mie forze, ma non dovevo arrendermi.
Era proprio allora che cominciava la parte più difficile della mia vita: perdere i genitori a soli quattro anni in un incidente d'auto era niente a confronto. Dover arrivare nella Corea dall' Italia e vivere da sola in un posto dove non parlavano la mia lingua era assolutamente spaventoso.

Proverò con l'inglese.”

Prima ancora che finissero decisi che dovevo sbrigarmi. Più tempo ci avrei pensato su e più le paranoie sarebbero aumentate.

Era una cosa che dovevo fare e basta.

Mi girai e cominciai a prendere tutte le cose di mia nonna e a metterle in due scatoloni. Tutto. Dai vestiti ai libri, alle foto, ai trucchi, alla sua spazzola... “Tutto. Devo liberarmi di tutto.”

Quando sono in camera mia apro l'armadio e butto i vestiti alla rinfusa dentro la valigia. Li schiaccio con le mani per farceli entrare tutti ma inizio a piangere prima di poter lottare contro la cerneria.

Crollo sul pavimento. Cercavo di tenere tutto dentro e mi ero costruita un muro alto quanto un castello di carta. Fragile, instabile.

La mia vita era così da quando lo ricordassi. Ero mai stata sicura di qualcosa?
“Di lei.” Si, ma se n'è andata. Non c'è più.

Devo continuare. Devo rincominciare. A vivere. A sperare. A sognare.

A credere. A lottare. Non posso fermarmi.

Devo andare avanti e risolvere quest'altra cosa.”

***

<< Ciao Laura. Ti chiamo per... >>

<< Cristina! Ma si può sapere che fine hai fatto? E' da stamattina che provo a rintracciarti, ma il tuo telefono era staccato... >>

<< Mmh, si lo so... Ti ho chiamata per questo. >>

<< Senti, ho visto il manifesto. Come stai tu? >>

<< … >> Ci misi un attimo per rispondere. << Bene. >> Mandai giù il groppo. Era la terza volta quel giorno. << Sto bene e sto partendo per la corea. >>

<< Che cosa? >>

<< Si, ummh, una cosa che mi ha detto mia nonna... >>

L' aereoporto era affollatissimo. Trascinavo la mia valigia con una mano e con l'altra tenevo il telefono. Non avevo proprio voglia di fare la fla e parlare con una di quelle signorine- robot che tutta sorridente mi avrebbe venduto il biglietto, quasi a farmi credere che fosse una cosa positiva che stessi partendo. Fortuna che avevo comprato il biglietto da internet.

Non ci sapevo fare granchè, ma ce l'avevo fatta.

<< Cristy non puoi andare in Corea da sola, hai solo diciasette anni! >>

<< Lo so. Ma non posso fare altro. >>

<< Certo che puoi! Puoi venire da me, ne parliamo... Ai miei non creerebbe nessun problema se sapessero dove vuoi andare! E poi che ci vai a fare li'? >>

<< Ha detto che è importante. >>

<< Tu sei pazza! Cristy, fermati un attimo a pensare. Ti rendi conto di dove stai andando? Non sai niente della corea!! >>

<< So... che mangiano il riso con le bacchette. >>

<< Non solo quello! >>

<< Bè, per questo non avrò problemi! >> Sorrisi, amaramente. << Senti, non posso dirti che starò bene. Posso dirti che me la caverò, come al solito. Mi impegnerò, per tutto. >>

<< Sarai sola! E' così pericoloso... >>

<< Ho già una casa. Ecco perchè ci vado. Non starò poi così male... >>

Laura sospirò. << Credi di essere pronta per una cosa del genere? >>

<< Devo fare questa cosa, pronta o no. E ora devo anche salutarti. Mi dispiace di non esserci viste... prima che io partissi. Ma ci rivedremo presto. >> Quelle parole le avevo dette più per consolare me che lei, mi sentivo un po' in colpa ad andare via senza salutare nessuno.

La cosa positiva era che la cultura orientale mi era sempre un po' piaciuta, mi affascinva.

Quanti film di Jackie chan avevo guardato da piccola? Quasi tutti!!!

Ma questo non bastava... Un po' mi intristii. Mi sentivo un'illusa.

Laura si fece arrendevole e si limitò a salutarmi, a dirmi che le sarei mancata e ad augurarmi di prestare attenzione, perchè se mi sarebbe successo qualcosa, dovunque mi trovassi, sarebbe venuta a prendermi a pugni.

Feci i controlli necessari e poi mi diressi verso l'aereo.

Più volte mentre camminavo mi avevano chiesto se fossi sicura di non volere un'assistente: ero minorenne, mica scema e irresponsabile!

Mi sedetti al mio posto e con un po' di agitazione mi guardai intorno.

Pensai che non avevo davvero salutato nessuna delle mie amiche. Laura avrebbe fatto da passaparola.

Mi distrassi con il cellulare. Entrai su facebook. Non ero solita farlo, però non volevo rendermi conto di essere in una scatoletta di ferro che sarebbe stata sospesa nell'aria per non poco tempo.

Trovai vari messaggi di posta. Cliccai su uno a caso, quello che non iniziava con “come stai” o “mi dispiace”.

Mons: Cristy! Questo era il gruppo di cui ti parlavo l'altro giorno. Ascoltali, lo so che il coreano fa strano, ma penso possano piacerti.”
Coreano? Avrei proprio dovuto ascoltarli! Forse mi sarebbe servito a qualcosa...

Si chiama k-pop. Ballano benissimo!!!” Accanto c'era un link. Stavo per cliccarci ma sentii la voce robotica annunciare del decollo dell'aereo. Spensi il cellulare e quel messaggio finì nel dimenticatoio per qualche ora...

***

<< Cristina... >>

<< Sono qui, nonna. >> Mi avvicinai a lei e le presi la mano.

<< Devo dirti una cosa. Importante. >> Lei tossì un paio di volte e poi fece un respiro profondo.
Non potevo crederci che stava morendo. Lì, così, davanti ai miei occhi...

<< Tu sai che tuo padre ed io siamo coreani. >>

<< Si... >> Avevo la vista appannata dalle lacrime e la voce faceva fatica ad essere stabile. Non volevo parlare più del necessario.

<< Tu devi andare in Corea. Devi andare in Corea del Sud, ti ho lasciato in eredità casa mia. Il testamento... -tossì- è nel cassetto... >>

<< Che co...cosa? Io... >>

<< Ascoltami. Devi farlo. Sei coreana anche tu, per metà. >>

<< Lo so, ma... Io non so niente... >>

<< Va, questo è l'indirizzo. >> Mi porse un biglietto che aveva gia' scritto e poggiato sul comodino. Non mi chiesi perchè non lo avevo notato prima.

<< Nonna... >>

<< Cristina, non immagini cosa ti aspetta ancora. Ma... diffida dalle apparenze. >>

<< Cosa? Perchè? ...Nonna! >> Le mossi un po' la mano, lei si era fatta d'improvviso ferma come una statua.

<< Devi... vedere quello che c'è dentro. Dentro le persone che incontrerai... C'è sempre un po' di noi. >>

<< E... poi? >> chiesi, con voce tremante.

<< Non temere. Non avere paura delle tue origini. >>

<< Nonna... >> Cos' altro avrei potuto dirle? << Ti voglio b... >> le mie parole furono stroncate. Smise di stringermi la mano.


Heylà! Ciao a tutti! ^^ Se siete arrivati fino qui vi prego di lasciare una recensione, anche piccola, per sapere cosa ne pensate della mia storia!
Sono stata travolta dal vortice degli SHInee da nemmeno un paio di mesi ed eccomi qui, con tanto impegno a cercare di combinare qualcosa di giusto! Mi farebbe molto piacere sapere che non ho combinato un completo disastro... xD E spero che possia piacervi tanto da seguirla! :D

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Capitolo 2
*** Le apparenze ingannano. ***


Aprii gli occhi. L'aereo aveva appena attraversato una turbolenza.

Mi accorsi che anche gli altri passeggeri stavano dormendo. Dopo aver fatto due scali ero sull' ultimo aereo. Era quasi mattina e l'aereo stava per atterrare.

Ero un po' emozionata.

Quando scesi dall'aereo ero davvero sollevata di poter risentire l' asfalto con i piedi. Mi stropicciai gli occhi e sperai di raggiungere presto un bagno, dove togliermi gli ultimi segni del sonno. Avevo dormito davvero abbastanza!
Quando lo trovai fui davvero preoccupata di come distinguere quello per le donne e quello per gli uomini. Su entrambe le porte c'era un omino maschile accompagnato da una scritta in coreano.

Cercando di fare l'indifferente mi appostai fuori dal bagno aspettando che qualcuno uscisse da una delle due porte, per capire in quale sarei dovuta andare. Possibile che il bagno in un aereoporto fosse così poco... internazionale?

La porta a sinistra si aprì e ne uscì... una ragazza!
La guardai attentamente per esaminare se quella fosse la porta giusta. Capelli lunghi fino alle spalle, frangetta a coprirle metà del viso e corpo esile ma ben proporzionato.

Peccato che fosse vestita da maschiaccio.

Ma... che...??? Era una ragazza, questo bastava!

Presi la valigia e la trascinai verso il bagno piuttosto di fretta, troppo... tanto da sbattere a quella ragazza.

Lei inciampò nella mia valigia e per poco non finì per terra. Mi fermai di colpo e misi le mani in avanti, come a voler fermare il tempo.

Oddio! E adesso in che lingua mi scuso???”

<< Emh.. I'm sorry! >> Quella alzò la testa verso di me ma non potei ancora scorgere i suoi occhi, coperti dai capelli. Però sembrò capirmi, perchè annuì. Annuii anch'io e mi decisi ad entrare nel bagno. Ma quella ragazza mi tirò indietro per il polso e mi guardò.

Mi fece segno di no col dito.

Cosa? Era sporco? Allagato?

<< Excuse me, I only spe- eak e-english... >> Balbettai, speravo davvero mi capisse! Ma forse non conosceva molto bene l'inglese... Prese un quadernino dalla sua tasca ed un pennarello e scrisse qualcosa su un foglio. In coreano.

Ma sei scema??” La guardai. Mi porse il foglio e poi fece un gesto quasi scocciato con la mano.
Sentii delle urla provenire dalla sala principale.
Mi girai a guardare la ragazza e lei mi mise il foglio in mano, guardandosi intorno allarmata.

Le urla si avvicinavano sempre di più, ed inoltre mi accorsi solo in quel momento che un tizio alto quanto un armadio ci stava fissando con insistenza.

Non ci stavo capendo un bel niente. Tutto era in coreano, e ancor prima che potessi provare a dileguarmi via da lì -persino i bagni mi inquietavano- quella ragazza trascinò dentro il bagno me e la mia valigia in meno di due secondi.

Mi ritrovai con le spalle al muro e spaventata.

Mi fece ”sssh” con l'indice ed io obbedii.

Mi girai a guardare verso la porta e sentii le urla disperate passarci accanto e poi superarci.

Ancora qualche attimo e poi mi trascinò fuori dal bagno, superammo l'uomo grande, grosso e pervertito ed io tentai di minacciarla in inglese.

<< Don't... do that! I'm... an important person! >> Se, certo... Una persona importante! Quella neanche mi stava a sentire.

Continuava a correre, uscimmo dall'aereoporto ed io mi voltai appena in tempo per vedere l'uomo pervertito correrci dietro.

Mi lasciai scappare un urletto e corsi ancor più veloce, stavolta io tirando lei. Ecco perchè stavamo correndo!

Schivavamo le persone che correvano per non perdere i loro voli e la mia valigia rischiò di cadere un paio di volte. Svoltammo l'angolo e lì ci fermammo.
Eravamo in un vicolo cieco ma lei sembrava non esserne preoccupata. Che l'avesse fatto apposta??? Era questa la meta???

Davanti a noi apparirono quattro ragazzi che indossavano delle felpe con i rispettivi cappucci sulle loro teste, occhiali da sole e sciarpe fino al naso.

Mi girai a guardare dietro di me, tutto questo era troppo inquietante!
Ero distratta dall'ansia ma non appena vidi rispuntare quel tizio-armadio sbarrai gli occhi e lasciai la mano di quella ragazza. Sobbalzai anche spaventata ma non seppi più che fare.

Guardavo quei cinque visi senza capire un bel niente delle parole che la ragazza stava scambiando con uno dei ragazzi.

All'improvviso quest'ultimo mi si avvicinò, cauto, e mi parlò in inglese allegramente.

<< Hey! Taemin mi ha raccontato che cosa è successo... Per favore non essere spaventata! >>

<< Tu... tu... parli inglese... >> avevo di nuovo le spalle al muro e sentivo le mie mani tremare.

<< Si. Ci dispiace di averti coinvolta, ma sai com'è... dobbiamo nasconderci da quelle pazze scatenate! Ma hey... cioè, se anche tu sei una nostra fan... non tutte sono pazze sai! Cioè, è comprensibile il modo in cui si comportano... anche io darei di matto se incontrassi il mio idolo! >>
Quel ragazzo stava straparlando.

<< Io non vi conosco. >> Mi stupii della freddezza con cui pronunciai quelle parole.

Lui si girò verso i suoi amici e disse qualcosa in coreano. Un attimo dopo tutti si tolserò sciarpe e occhiali e gridarono in coro: << We are the SHInee!!! >> facendo pose strane. Sembravano aver preso spunto da great sayaman!
Anche la ragazza si unì a loro.

<< La... la vostra amica è stata un po' brusca. E quel tipo ci ha inseguito fino a qui, penso sia un pervertito. Però credo sia tutto apposto... >>
Quel ragazzo con cui stavo dialogando mi guardò per un po' e poi scoppiò a ridere.

Gli altri sembrarono incuriositi da cosa lo stesse facendo ridere così, tanto che lo pregarono di dirlo anche a loro.
Non parlavo il coreano però i gesti erano gli stessi!
Lui lo disse e tutti scoppiarono a ridere, tranne quella ragazza.

Che si fosse offesa perchè avevo detto che non era stata tanto gentile?

Quelli continuavano a ridere. Cosa c'era di tanto divertente?

M girai a guardare il tizio pervertito che ormai era vicino a noi.

<< Sono la loro guardia del corpo. >> Parlò in inglese.

Mi portai le mani alla bocca nascondendo una risatina.
Avevo dato del pervertito ad un uomo che faceva il suo lavoro!

Lo stesso ragazzo di prima continuava a ridere, così io chiesi scusa al bodyguard.

<< No, non è a lui che devi chiedere scusa.. >> Disse poi, << ma... a... alla ragazza! Hahahahah... >>

E tutti ripresero a ridere.

<< Perchè? >> Chiesi io, confusa.

<< E' un ragazzo!!! >>

Mi girai a guardare la... il ragazzo?

Quello si alzò i capelli in una coda di cavallo e mise indietro la frangetta.

Finalmente vidi il suo viso, dolce, dolcissimo... Ma era proprio un ragazzo accidenti!
<< Oddio! Mi dispiace! Scusa! >>

<< Dai Taemin, non è colpa sua se ti copri il viso con i capelli! >>

Taemin, se avevo capito bene, rispose solo con uno sguardo diretto e infastidito.

<< Prova ad inchinarti! >> Mi sussurrò uno di loro. A quanto pare anche gli altri parlavano inglese?

Ricordai di come i cinesi si inchinassero ed unissero le mani a mo' di preghiera per salutarsi. Feci la stessa cosa e richiesi scusa.

<< Occhei, occhei! Adesso possiamo considerarla chiusa qui! Posso presentarmi?? Io sono Key! >> Il ragazzo con cui avevo dialogato mi strinse la mano e mi sorrise.
Adesso che riuscivo a respirare e mi ero calmata, poteii studiare i loro volti. Key era davvero grazioso: i suoi occhi felini e le sue labbra furono quelli che mi rimasero più impressi del suo volto.

Poi fu il turno di Minho, l'altro ragazzo che aveva parlato inglese.

Non appena si era avvicinato a me per stringermi la mano ero stata colpita dal suo sguardo profondo, tanto da restare impalata a fissarlo.

Mi chiesi se facesse quell'effetto a tutte le persone che incontrava; toccò poi ad Onew che mi regalò un sorriso bellissimo. Il suo sguardo era spensierato e tranquillo, come se tutto quello che fosse appena successo non lo toccasse minimamente.

L'ultimo a presentarsi fu Jonghyun, << Ma per gli amici Jong! >> che si inchinò davanti a me e mi fece scappare un sorriso. Il suo viso brillava per il suo sorriso a 32 denti.

<< Io sono Cristina, ma per gli amici Cristy. >> Fu la mia unica risposta per tutti quanti.

Poi mi girai a guardare l'unico che non si era presentato.

Mi stava fissando, silenzioso. Serio.

Mi faceva sentire in colpa.

<< Dai Taemin! Presentati educatamente anche tu! >> Jong lo punzecchiò.

<< Perché dovrei? Sa già come mi chiamo. >>

A guardarlo meglio era proprio carino!

In italia non c'erano ragazzi dai lineamenti del viso così dolci. Questo l'avevo notato un po' in tutti e 5 i ragazzi, ma Taemin... Sembrava la dolcezza fatta a persona.
Sembrava.

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Capitolo 3
*** L'intrusa o la nuova arrivata? ***


Spero che questo capitolo vi piaccia! Lasciate una recensione (:

Cristy continuava ad osservare Taemin chiedendosi come avesse fatto a scambiarlo per una ragazza con quei vestiti addosso.

Il che non significava solo che erano vestiti da maschio, ma che aveva dei pantaloni talmente aderenti che avrebbe dovuto notare il suo fisico mascolino, e non soltanto esile.

Il fatto che avesse un viso dolcissimo l'aveva ingannata, e l'avrebbe ingannata ancora, solo che lei non poteva immaginarselo.

Si rivoltò verso gli altri quando anche lui lo fece, e notò quasi subito che erano tutti abbastanza alti. Lei a malapena raggiungeva Jong, il più basso, che era anche più alto di lei di qualche centimetro.

Forse era stato questo a spaventarla a prima vista.

Ma adesso che li guardava meglio, tutti avevano un viso simpatico ed un'aria affidabile.

<< Allora, cosa ti porta qui nella Corea del Nord? >> Key era sempre più incuriosito da quella ragazza. Aveva praticamente fatto irruzione nella loro vita e voleva saperne di più. Lui ci credeva al destino.

Lei sembrò capire chissà che cosa, così lui riformulò la domanda, ma questo servì solo a renderla ancor più scioccata.

<< Nord? Corea del Nord?... >> Cristy sentì l'aria mancarle all'improvviso.

Non doveva arrivare nella Corea del Sud lei, col suo aereo?

Dopo quegli scali, dopo tutte quelle ore d'aereo, dopo tutta quella faccenda della guardia del corpo e dei ragazzi... ballerini? Canterini? Che cos'è che facevano di preciso?

Ancora non l'aveva capito ma non si diede neanche il tempo di chiederglielo che si sentì mancare...

Aveva sbagliato la prenotazione dell'aereo.
Appoggiò una mano al muro per reggersi e guardò Key.

<< Come... io... devo andare nella corea del sud... >>

Lui si girò a guardare i suoi amici e glielo disse in coreano.

Minho guardò prima Key e poi la ragazza.

<< Potremmo portarcela noi! >>
Jong iniziò a saltellare sul posto << Siii!! Si! Si! Si! >> si diresse poi saltellando verso l'amico Key e poggiò le mani sulle sue spalle, tentando di coinvolgerlo nel suo saltellare entusiasta.

<< Dai Key, diglielo! Tanto è lì che stiamo andando anche noi! Abbiamo un altro posto in macchina! >> Jong continuava a saltellare e a parlare a macchinetta, Key non ci stava capendo più niente.

Cristy ancora peggio di lui.

Onew si rallegrò in viso non appena lei lo guardò e le mostrò uno dei suoi sorrisi più spontanei, allora lei passò a Minho che la guardò come se volesse vederle l'anima. Con quei suoi occhi, lei sentiva che scavava dentro di lei, potendo così vedere i suoi sentimenti più nascosti e questo la spaventò. Guardò allora Taemin.

Lui stava guardando Jong tentare di convincere Key a saltellare con lui prendendogli le mani e girando sul posto, e sorrideva. Poi si girò a guardare Cristy e quel sorriso s'affievolì, come se la ragazza gli avesse portato via tutta l'energia che ci voleva per sorridere.

Lei era dispiaciuta, se n'era accorta del cambio d'espressione che aveva percorso il suo viso...

Stava per dire qualcosa quando Key venne lanciato dall'altra parte del vicolo, finendole addosso.

Si rialzarono a fatica e ridendo, << Tu verrai con noi! >> disse lui con il fiatone.

<< Cosa? Dove? >>

<< Nella corea del sud! >> e le sorrise. Le sorrise così dolcemente che a lei sembrò di vedere un ragazzo per la prima volta in vita sua.

Era così che dovevano essere. Non le era mai capitato di incontrare qualcuno così gentile in italia. Con gli stranieri, per giunta...

***

La valigia di Cristina era stata messa nel cofano insieme a quelle dei ragazzi, Lerry (la guardia del corpo) era seduto davanti accanto all'autista e dietro di loro c'erano Jong e Key, che non facevano altro che parlare e farsi dispetti.

Dietro ancora c'erano Onew e Taemin e per ultimi Minho e Cristy.

Lei non parlava, stava guardando quello che facevano quei ragazzi che aveva appena conosciuto ma che sembrava conoscesse da anni per il modo in cui la stavano aiutando.

Minho accanto a lei non parlava, osservava i suoi amici comportarsi come se niente fosse cambiato dai loro soliti viaggi in auto.

Eppure Taemin sentiva ben forte la presenza di un' estranea, era come se stando in auto con loro si fosse insinuata nel loro mondo, quello di loro cinque e basta. Nessun altro aveva il diritto di entrarci, e questo l'aveva infastidito parecchio.

Soprattutto perchè lei l'aveva scambiato per femmina.

E non era la prima volta che succedeva.

Aveva svariate volte dovuto specificare di essere un ragazzo, un ragazzo a tutti gli effetti.

Però forse la cosa che lo infastidiva di più era che quando lei l'aveva travolto con la sua valigia stava per rimproverarla di stare più attenta ma appena aveva visto il suo viso non ce l'aveva fatta.

Non aveva mai visto una ragazza così.

Era americana? Aveva anche dei tratti orientali però.
La forma dei suoi occhi era... come descriverla? Come quelli di Key! Ecco.

Key era coreano a tutti gli effetti, quindi poteva classificare gli occhi della ragazza dal taglio orientale. La cosa che non si poteva non notare era il loro colore: chiari. Chiari ed intensi. Verdi- celesti.

Sotto la luce nel bagno erano celesti, quando l'aveva spinta verso il muro e a guardarla si era quasi dimenticato perchè lo stesse facendo.

Non era una sua fan, quando le aveva fatto l'autografo lei sembrava non aver capito...

Doveva portarla da Key, solo lui parlava l'inglese così bene da essere all'altezza del compito.

Doveva chiederle scusa per aver agito così e...

Scusa. Psè, certo. Voleva anche le scuse, dopo averlo scambiato per una femminuccia?
Taemin rimurginava su queste cose mentre guardava fuori dal finestrino dell'auto. Onew accanto a lui era completamente rilassato contro il sedile. Sembrava stesse dormendo. D'altronde erano svegli dalla mattina del giorno prima... Era l'unico completamente a suo agio nonostante la presenza di un'estranea.

 

Key faceva fatica a seguire i discorsi di Jong, lui se n'era accorto e tutte le volte che l'amico rimaneva a fissarlo incantato lo pizzicava per avere la sua attenzione.

<< Hey!? Mi stai ascoltando?? >>

<< Si Jong... Dimmi. >>

<< Ti ho chiesto un consiglio! Come faccio a dirglielo? >>

<< Che cosa? >>

<< Che mi piace! >>

<< Bè, tu... diglielo! >>

<< Si, d'accordo... ma come??? >>

<< Baciala! >>

Jong non rispose. L'amico era distratto e non sapeva più che fare per conquistare la sua attenzione. Quando Key voltò il viso verso il finestrino lui glielo girò con la mano e se lo avvicinò al suo.

<< ...Così? >> Soffiò a qualche centimetro dalla sua bocca mentre ancora lo teneva fermo con la mano.

Key sbattè le palpebre un paio di volte prima di rendersi conto quello che stava facendo l'amico; Jong sorrise e lo allontanò con una spinta leggera, per poi scoppiare a ridere.

<< La prossima volta che non mi ascolti ti bacio davvero! >>

E da dietro di loro anche Minho prese a ridere.

***

Cristy li guardava, assaporava ogni minimo sorriso o gesto che facevano. Per come si sentiva lei, non credeva che sarebbe mai riuscita ad avvicinare dei ragazzi così pieni di vita.

Non gli aveva ancora chiesto cosa facevano per essere così famosi da essere inseguiti nell'aereoporto...

Si girà di scatto verso Minho pronta a chiederglielo ma solo dopo aver boccheggiato si ricordò che lui non poteva capirla.

<< Si? >> chiese lui.

Lei cercò di essere più chiara possibile. << Cosa fate? Cantate? >>

Lui la osservò attentamente, giusto il tempo di analizzare le sue parole che lei sentì un brivido percorrerla dentro.

<< Oh, si! >> rispose lui. << Vuoi sentire??!! >>

Lei sorrise ed annuì quasi subito.

Amava così tanto la musica...

Minho si sporse in avanti sul sedile e diede un colpetto sulla testa di Taemin.

<< Ragazzi! Facciamo sentire a Cristy come cantiamo! >>

Jong e Key si girarono di colpo verso di loro e il primo si radrizzò sul sedile, prese dei respiri profondi e cominciò a cantare Juliette.

Key batteva le mani a ritmo e subito Taemin s'insinuò nella sua parte della canzone. Minho prese a cantare con loro e fu musica per le orecchie della ragazza. Le loro voci si mescolavano armoniosamente e quando Minho cantò la sua parte subito dopo al ritornello le prese le mani e gliele battè, tanto da coinvolgerla con la loro allegria.

Con quel baccano Onew si svegliò e non potette fare a meno di cantare con loro.

Lei sorrideva, poi rideva, e Jong capì perché Key era così distratto.

La sua risata l'aveva spaesato. Sicuramente aveva fatto lo stesso effetto sul suo amico, tanto che quando si girò a controllare lo vide incantato proprio come lo era prima, con gli occhi fissi su di lei.

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Capitolo 4
*** La nuova ragazza di Minho! ***


Key non era l'unico a parlare inglese, anche gli altri lo facevano, solo che lui era quello a cui riusciva meglio.

<< Allora, sei italiana? >> Onew era girato verso di lei con le braccia poggiate sul sedile e la guardava sereno.

<< Si, ma mio padre era coreano. >>

<< Oh, è interessante! >>

Lei sorrise con lui. << Purtroppo questo non ha influito molto sulla mia vita... E' morto quando avevo quattro anni. Perciò non mi ha mai insegnato a parlare il coreano! >> Si lasciò scappare una risatina per scherzarci su'.

Tutti gli altri stavano dormendo, o almeno così credeva Cristina.

Infatti loro due stavano sussurrando, Onew era fresco e attivo perchè aveva dormito prima, ma le palpebre di Cristy faticavano a non chiudersi. Lei non voleva lasciarsi andare al sonno, non ancora...

Voleva parlare con quel ragazzo. Era così piacevole la sua presenza... le rilassava i sensi...

<< Oh, ti insegneremo noi! Tanto avremo tempo durante il viaggio! >> Onew sorrise e si tirò più su' sul sedile perchè stava scivolando.

<< Bè sarà difficile... Non capisco proprio niente quando parlate! >> Entrambi risero e a Cristy il sonno pesò un po' di meno.

A Taemin scappò un sorriso. Anche lui faceva fatica a capirli.

***

Key aveva fatto fatica ad addormentarsi. La sua mente era piena di pensieri confusi.

Quando si addormentò non sentì più niente e nessuno e cadde in un sonno profondo.

Fece uno strano sogno.

C'era lui, ad un parco giochi. E correva verso l'altalena. Però non era né solo né ventun'enne. Era tornato bambino e il suo papà lo rincorreva reggendo tra le mani il suo giubbottino.

<< Avanti Key, mettitelo! Ti raffredderai! >>

<< Papà! Spingimi! >>

Suo padre lo spinse sull'altalena. << Guarda Key, la nonna! Fai ciao alla nonna! >>

<< Ciao nooonnaaa! >> Salutò con la manina e la sua risata riempì il parcogiochi insieme a quelle di altri bambini che giocavano felici. Come se non sarebbero mai cresciuti, come se la felicità fosse solo quella.

Si svegliò di colpo sobbalzando dal sedile quando i ricordi più recenti gli portarono il volto di Cristy alla mente, si guardò intorno e vide Jong dormire e spostarsi dalla sua spalla al finestrino. Per fortuna che aveva il sonno pesante quel testone, altrimenti l'avrebbe preso a pugni se si fosse svegliato!

Key tirò quindi un sospiro di sollievo e si voltò a controllare la situazione.

Tutti dormivano. Anche lei.

Osservò il suo viso. Era incorniciato da dei lunghi capelli castani,quasi biondi, morbidi, che si intrecciavano in boccoli lenti scendendo verso le punte. Erano mossi insomma. Sembravano fatti con l'arricciacapelli, perchè la radice della ragazza era assolutamente liscia.

Desiderò allungare la mano e toccarglieli ma non poteva, c'era Taemin di mezzo...

La pelle chiara, leggermente a contrasto con le sue guance rosse; più forte invece era la tonalità di rosso delle sue labbra.

Key si girò di scatto sul sedile imponendosi di smetterla di guardarla così.

Gli confondeva ancora di più le cose!

E poi, quel sogno che cosa voleva dire? Non se lo ricordava nemmeno che aspetto avesse suo padre, era troppo piccolo quando l'aveva visto l'ultima volta. Se n' era andato di casa quando aveva solo tre anni e sua madre aveva cancellato da casa sua ogni traccia di lui. Ogni foto. Non sapeva neanche il suo nome.

Per questo aveva dedotto che l'uomo nel suo sogno era suo padre. Sapeva che il suo ricordo era ancora lì, sepolto da qualche parte del suo subconscio.
Dopo tutto la cosa lo aveva sempre fatto stare male. Quasi traumatizzato. Gli era diventato difficile fidarsi delle persone, sentiva che se suo padre se n'era andato così, chiunque avrebbe potuto farlo.

Se non era stato un legame di sangue a trattenere una persona, qualsiasi altro legame sarebbe stato insulso.

E invece no. Non era per niente insulso il rapporto che aveva con i suoi amici. Sentiva che erano loro la sua famiglia, loro che c'erano sempre stati da quando si erano conosciuti. Non l'avevano abbandonato un attimo, neanche quando diventava insopportabile per i suoi sbalzi d'umore!

Loro ci sarebbero sempre stati. Solo di loro si fidava.

Li amava più di sé stesso. Niente avrebbe dovuto separarli, lui non l'avrebbe permesso.

***

<< Hey Julieeet! >> Un acuto assurdo svegliò Cristy che si portò una mano alla testa, cercando di bloccare quel dolore che la stava torturando così all'improvviso.
Aprì gli occhi e li vide cantare e ballare seduti, la voce di Jonghyun era così alta che temette sputasse le corde vocali da un momento all'altro.

Da quanto tempo erano in viaggio? Sei ore? Sette ore? Si erano fermati due volte per mangiare qualcosa ed andare in bagno, però erano tutti troppo storditi da intraprendere qualsiasi tipo di conversazione.

Semplicemente Onew si era limitato a camminarle accanto tutto il tempo sorridente e Minho li seguiva silenzioso e attento.
Dovevano fare in fretta ed erano tutti e cinque camuffati, ma chi poteva esserci alle quattro del mattino?

Comunque, faceva un freddo cane, e Key davanti a lei non faceva altro che ripeterlo e lamentarsi.

L'avrebbe fatto anche lei se non fosse che era troppo stanca per fare qualsiasi altra cosa oltre mangiare.

Erano stati gentili comunque, tanto che si stupiva ogni secondo che passava di quanto lo fossero.

Minho era stato così dolce da passarle il fazzolettino ed aiutarla a pulirsi quando lo zucchero le era stato soffiato in faccia dal cornetto di Jong.

<< Non l'ho fatto apposta! >>, si era giustificato. E tutti avevano incominciato a ridere.

Lei gli aveva sorriso ed era arrossita.

Nonostante tutti avessero una personalità che spiccasse, lei si era fissata su quella di Taemin. Dopo averlo scambiato per una ragazza voleva capire come fosse davvero, come se fosse il modo per riparare al suo errore.

Sentiva che lui non l'aveva ancora perdonata. Perchè lo vedeva con i suoi amici, era allegro, spontaneo. Saltellava da una parte all'altra e ora capiva perchè lo coccolavano così tanto.

Era il più piccolo. Lui diciannove e lei diciasette.

Non si sentiva più così distante da quei ragazzi.

E nemmeno così diversa.
Li guardava scherzare insieme e abbracciarsi, e quando Jong l'aveva tirata e circondata con un braccio gli aveva rivolto un sorriso che non credeva lei stessa di poter fare.

Era spontaneo e pieno di felicità.

Si sentiva parte del loro gruppo adesso.

Anche gli altri le avevano sorriso.

***

Le piaceva come guidava l'autista. Normalmente le veniva un po' di ansia nei viaggi lunghi ma con quei cinque ragazzi neanche se n'era accorta di essere in viaggio da due giorni.

Erano passati così, a parlare di quello che facevano nella vita.

Le avevano raccontato dei concerti, dei reality a cui avevano partecipato insieme o separatemente. L'aveva molto colpita “Hello baby”.
Avrebbe proprio voluto vederli alle prese con un bambino. Da come li aveva conosciuti le sembravano piuttosto iperattivi e forse immaturi.

Ma non irresponsabili.

I posti in auto erano sempre gli stessi.
Cristina si chiese cosa facesse Minho da solo per tutto il tempo.

E infatti glielo chiese.

<< Mi sdraio e dormo! >> La sua risposta la fece ridere.

<< Oh, mi dispiace allora! Ti ho rubato il posto! >>

<< No! E' più divertente così! >> e subito le sue braccia le circondarono la vita, la attirarono a sé e poggiò il suo mento sulla testa di lei.

Lei rise ancora e alzò il braccio destro verso di lui, ricambiando l'abbraccio.

<< Avete sentito? Io ho una ragazza accanto e voi no! >> Minho cominciò a fare pernacchie a tutti.

<< Siamo fidanzati! Siete gelosi? >>

Cristy stette subito al suo gioco, era una che scherzava lei.

<< Stiamo per sposarci! >>

<< E voi non siete invitati! >>

<< Ya! Che ingiustizia... volevo proprio vedere Minho nell'abito da sposa... >>

<< Stà zitto Key! >> E tutti risero. 

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