SHAN

di AngelNavy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della fine. ***
Capitolo 2: *** Tutto ciò è scientificamente impossibile. ***
Capitolo 3: *** Il nulla dopo la tempesta ***
Capitolo 4: *** Che l'avventura abbia inizio ***
Capitolo 5: *** Forse qualcosa c'era... ***
Capitolo 6: *** Uno squallido... pub ***
Capitolo 7: *** Umani, solo dagli occhi. ***
Capitolo 8: *** Da quanto tempo ***
Capitolo 9: *** Flashback ***
Capitolo 10: *** Lunatico ***
Capitolo 11: *** Quartier generale. ***
Capitolo 12: *** Una visita inaspettata ***



Capitolo 1
*** L'inizio della fine. ***


L'INIZIO DELLA FINE

«
Un onigiri, Noemi?»
«Sì grazie, mi piacciono quei cosi»
Ayumi scoppiò a ridere.
Noemi era arrivata da poco in Giappone, ma si era già conquistata la fiducia di Ayumi, Sayuri e Haruko. Ormai loro quattro erano inseparabili, come sorelle.

Ecco perché si trovavano lì, in compagna, a fare un pic-nic, tutte insieme. Quel luogo era speciale per loro, aveva una bellezza differente, ma non sapevano in cosa.
«Sarà l’aria pulita» pensava Sayuri.
«Sarà il paesaggio stupendo» pensava Haruko.
Ad Auymi invece piaceva una grotta, una semplice e rocciosa grotta. Cosa aveva di speciale? Niente. Ma le piaceva. Era convinta che fosse indistruttibile e che potesse salvarla da qualsiasi pericolo.
Erano lì, sul prato, su una tovaglia stesa, niente di più semplice. Ma questa semplicità le faceva stare bene e a loro agio.
Amavano stare insieme, tanto che vivevano nella stessa casa.
Noemi si era trasferita da poco dall'Italia, aveva paura di iniziare una vita così diversa. Culture differenti? Fisionomie opposte? Chi può dirlo.
Noemi era bionda, e alta. Una modella? No. Un po' maschiaccio. Era campionessa regionale di sherma, le piaceva cucinare o più che altro infilzare gli ingredienti col coltello. All'inizio di un rapporto poteva essere timida, ma poi tirava fuori tutta la sua grinta e intraprendenza.

Sayuri, la più grande, era una giapponese convinta. Fiera del suo popolo e delle sue tradizioni, conosceva tutti gli avvenimenti importanti, i proverbi e le superstizioni. Di una dolcezza unica, riusciva a mettere pace anche se fuori c'era la Terza guerra Mondiale. Capelli lunghi, neri e occhi dolci.
Haruko, la più piccola, era una ragazza bassina ma energica. La sua energia era inversamente proporzionale alla sua altezza, quindi vi lascio immaginare quanto sia energica. O a quanto sia bassa. Ha fatto Karate e Judo, un po' di yoga per calmare i suoi bollenti spiriti. Ha occhi nerissimi e intensi, capelli corti e neri come la pece.
Infine Ayumi, che riesce a trovare la magia in qualunque cosa. Lunghi capelli castani che le arrivano fino alla vita, occhi castano scuro ma che illuminano le tenebre. Ha una bellissima voce e grande agilità.
Stavano mangiando cibo tradizionale giapponese, per far intregrare ancora di più Noemi. La prossima volta avrebbe portato lei del cibo europeo. Ma ci sarebbe stata una prossima volta?
Erano lì, a mangiare e ascoltare la loro musica preferita, quando la terra tremò e si fece tutto buio.

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Capitolo 2
*** Tutto ciò è scientificamente impossibile. ***


TUTTO CIO' E' SCIENTIFICAMENTE IMPOSSIBILE!

« Ditemi che non è normale!!» Noemi era in preda al panico.
« Come fa ad essere normale! Non è mai successa una cosa del genere» disse Sayuri.
Il cielo era totalmente coperto di… non erano nuvole. Cos’era allora? erano striature nere che coprivano il sole lasciando le quattro ragazze nella totale oscurità.
Hakuro grondava di sudore. Il clima non poteva essere più difficile da spiegare, ma la sua temperatura corporea era salita, e di molto.
Ayumi cercava affannosamente una soluzione, a differenza delle altre non stava ferma, camminava molto velocemente formando un cerchio attorno alle altre, sperando si formasse una barriera che le proteggesse. In casi normali ciò le avrebbe infastidite, ma questi non potevano essere chiamati casi normali.
Intanto la terra tremava, ad intervalli irregolari, ma gli occhi erano rivolti al cielo. I terremoti non le preoccupavano. Qualsiasi cosa ci fosse lassù non era terrestre, ed era questo ad impaurirle.
« Ho trovato! La grotta!» disse infine Ayumi.
Le ragazze ripresero conoscenza ma guardavano Ayumi come se fosse un alieno,  o che almeno provenisse da quella grande massa di nero.
« Non è il momento di scherzare! Una semplice grotta non può proteggerci da quella roba lì». Hakuro era stanca e frustrata dal fatto che non riuscisse a capire cosa stesse succedendo.
« è la nostra unica speranza, fidatevi di me, ma dobbiamo correre o quella cosa lì ci prenderà» implorò Ayumi.
Infatti nel cielo era comparsa una scia argentea  che pareva distruggere tutto quello che incontrava al di sotto. E veniva verso di loro…
Le ragazze iniziarono a correre, più veloce che potevano.
Rotolarono lungo un ripido pendio, erano tutte sporche di terra. Il braccio di Noemi sanguinava, ma non smise di correre. 
Erano terrorizzate all’idea che quella “cosa” potesse prenderle e mettere un freno alla loro vita per sempre.
Videro una bimba, la più bella che avessero mai visto. Saranno state le circostanze a farglielo pensare, o forse no.
La bambina era immobilizzata, guardava inerte il cielo, sembrava che le avesse risucchiato l’anima, e aspettava paziente che la scia argentea le desse il colpo di grazia.
Ayumi si fermò. Aveva gli occhi lucidi. Non voleva vedere la bambina morire davanti ai suoi occhi. Stava per andare da lei, ma Noemi la fermò: era già troppo tardi.
La bambina si accasciò delicatamente a terra, come se volesse buttarsi su un prato fiorito.
Adesso anche le altre avevano gli occhi lucidi. Ma non potevano aspettare ancora, o quella scia avrebbe preso anche loro. Correvano, convinte ormai che quella grotta fosse la loro unica ancora di salvezza.
Finalmente la trovarono e si catapultarono dentro. 
Correvano così veloce che non sentirono la terra mancare sotto i loro piedi.

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Capitolo 3
*** Il nulla dopo la tempesta ***


IL NULLA DOPO LA TEMPESTA

Scivolarono per non so quanti metri, abbastanza da farsi molto male.
L’atterraggio, infatti, non fu uno dei migliori.

Erano tutte e quattro stese a terra, incapaci di muoversi, con labbra o naso sanguinanti.
«Ho paura» disse Sayuri.
«Ragazze, vi voglio bene» Haruko era avvilita, parlava a stento.
«Non dite così! Ce la caveremo!» Noemi era ancora speranzosa, tanto che si era convinta che l’idea di Ayumi funzionasse.
Con tutta la forza che aveva, si rimise in piedi e si fasciò il braccio con il foulard.
«Fa male?» chiese Ayumi.
Era rimasta immobile, senza parlare, odiando se stessa perché aveva conciato così le sue amiche. Pianse, in silenzio. Avrebbe funzionato la sua idea? Aveva ferito le sue amiche solo perché credeva che quella grotta avesse poteri sovrannaturali. Che sciocchezza.

«Si può rimediare» sorrise Noemi.
«è tutta colpa mia…» questa volta Ayumi iniziò a singhiozzare.
«No! Non è vero!» Haruko si era alzata di scatto, chissà dove aveva trovato la forza.
«Infatti! Se saremo salve sarà tutto grazie a te!» Sayuri si era seduta accanto a lei e le accarezzava i capelli, consolandola.
«Non dire mai più una cosa del genere, va bene? Sarà una stupidaggine o una cosa geniale, la faremo insieme» disse Haruko.
Ayumi pianse, ma stavolta dalla felicità di avere amiche così speciali.
«A proposito… dovrebbe essere passato» disse Sayuri.
«Forse, ma la domanda più interessante è: come usciamo di qui?» chiese Noemi.
Si fecero tutte pensierose, analizzarono la grotta cercando un passaggio quando Haruko disse: «L’unica soluzione è uscire da dove siamo entrate, la parete è abbastanza scalabile»
Effettivamente era l’unica soluzione, e anche se le ragazze non erano delle alpiniste, cercarono di salire lungo la rocciosa parete stando più attente possibile.
Si accorsero che erano cadute abbastanza in basso, ma con la forza di volontà e la voglia di farcela a tutti i costi, riuscirono finalmente a trovare la superficie.

«Avete mai notato questa buca?» chiese Sayuri.
Le altre scossero la testa.
Si avviarono verso l’uscita, stanche morte e sperando che il terremoto e la fascia non avesse fatto tanto danni.

Quando videro la luce, si coprirono gli occhi, ma erano felice che almeno quella fosse ritornata. Ciò significava che la scia era passata, senza ucciderle. Si affrettarono, per vedere cosa le attendeva.
Quando uscirono, ci vollero due secondi per focalizzare la scena, e ,quando riuscirono a vedere chiaramente, sgranarono gli occhi dal terrore.
Niente, non c’era niente

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Capitolo 4
*** Che l'avventura abbia inizio ***


CHE L'AVVENTURA ABBIA INIZIO

Rimasero atterrite da ciò che videro: una grande distesa di … nulla.
Solo terreno.
Sembrava che erano appena sbarcate sulla luna. C’era una strana luce, ma non sapevano dire qual’era la fonte di essa. C’erano colline ogni tanto, come dune del deserto, ma quella non era sabbia.
 « Ma che?!? » Sayuri era incredula, paralizzata.
Un po’ tutte erano paralizzate.
 « è scomparso tutto … »  disse Haruko.
 « … tranne noi » continuò Noemi.
. 

Infatti l’unica forma di vita erano loro quattro. E tutto grazie ad Ayumi. Ma diciamo che non sprizzava di gioia per questo. La natura, gli animali, anche le metropoli, tutto scomparso. E tutto in una manciata di minuti.
Sayuri aveva gli occhi lucidi. Amava il suo paese, e tutta la terra, e vederla in questo stato non le dava un bell’effetto.
 «dobbiamo trovare chi ha fatto questo » disse Noemi.
 «Scusami?!? Mi spieghi come facciamo? Se ne sarà andato. » chiese Haruko.
 «Non se n’è andato. Non distrugge la terra e va via. Nessuno lo farebbe. Deve farci qualcosa, ovviamente non so cosa. »
 «Ma la domanda più interessante è questa: lo troviamo, e poi? Gli chiediamo “Hei, come mai hai distrutto la terra?” oppure “Siamo più forti di te, faremo tornare tutto questo alla normalità, sei d’accordo?” » sbottò Sayuri.
Era la prima volta nella sua vita che perdeva la pazienza.
 «è l’unica cosa che possiamo fare! È la nostra unica chance. Chi è con me? Ayumi? »
Ayumi non aveva preso parte alla discussione, era ancora atterrita.
Non capiva come potessero scaldarsi così tanto, pensare ad uccidere un tipo, quando non sapevano nemmeno dove trovare l’acqua.
Perché non avevano acqua, a parte una bottiglina nei loro zainetti, ma disse:
 «siete sicure che tornerà tutto alla normalità? »
 «No, ma dobbiamo provarci » disse Haruko. Aveva cambiato idea.
Qualunque cosa potessero fare, valeva la pena di farla. Non potevano star lì a far niente.
 «Ok, iniziamo a camminare » disse Noemi.
Le altre la seguirono, Sayuri un po’ contrariata e Ayumi ancora avvilita. Potevano camminare per giorni, o mesi, ma dovevano provare a fare qualcosa.


Ma non sapevano ancora cosa…

 

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Capitolo 5
*** Forse qualcosa c'era... ***


FORSE QUALCOSA C'ERA.

«Ho sete» Sayuri moriva di sete, e camminava con la lingua da fuori.
Nessuna rispose. Camminavano da un bel po’ di tempo. Forse anche Noemi e Haruko avevano perso le speranze.
Intanto Ayumi, si era ripresa, aveva capito che quella era la cosa più sensata da fare. Cercavano tutte di convincere Sayuri, che le seguiva anche se non era d’accordo.
Ma in cuor suo sapeva che non c’era altra via d’uscita.

Camminavano, ma non vedevano altro che una grande distesa di terra, circondata da una fitta nebbia, non si riusciva a vedere più lontano del proprio naso, quindi camminavano mano nella mano e ogni volta che una doveva bere o riposarsi, si fermavano tutte e nessuna osava fare un passo per paura di perdersi.
Il terreno era di una consistenza quasi rocciosa, e a volte potevano incontrare delle buche, perciò Haruko era la prima del gruppo, con la sua agilità riusciva a seguirle. Poi c’era Noemi, poi Ayumi che aiutava Sayuri.
Con un misto di paura e speranza, si diressero in direzione nord.

«è tutto così strano» disse Ayumi.
«se è strano per te, immagina per noi» rispose Noemi.
«ho una domanda: come affronteremo quel tipo?» chiese Sayuri
«Beh, io ho fatto karate, Noemi scherma, Ayumi è agile e tu sei un genio, che vuoi di più» rispose Haruko.
«Non basterà … » Sayuri era sconfortata.
«pensa positivo» disse Noemi.
Finalmente videro qualcosa: due sagome, due persone, una molto alta.
Le ragazze avanzarono il passo, poi corsero, sempre mano nella mano, finchè non raggiunsero le due persone.
Erano umane, e questo le confortò. Non le conoscevano, non potevano dire se erano buone o no, le confortava solo il fatto che avessero trovato qualcosa di umano oltre a loro.

Una era un uomo: alto e magro, sembrava non mangiasse da giorni. Gli occhiali quadrati erano rotti ma continuava ad indossarli. Aveva una camicia tutta sporca e dei pantaloni strappati.
Il loro salvataggio non si era fermato a ferite ma anche a vestiti rotti e consumati, un po’ troppo consumati.

C’era una bambina con lui: aveva un vestito rosa ciliegio con un fiocco in vita, calzini bianchi e ballerine rotte. Aveva i capelli sciolti e neri, con qualche fogliolina qua e là.
Sayuri allungò delicatamente la mano e ne prese una, la guardò: non aveva perso quel verde splendente, ma si vedeva che non apparteneva più alla pianta che l’aveva ospitata. Se la mise in tasca, sperando che la portasse fortuna.

L’uomo sgranò gli occhi alla vista delle ragazze, sorridendo per la prima volta dopo ore di agonia.
«Io ho visto il signore che ha ci fatti fare bum» disse la bambina.
«No, non dirlo, non sappiamo se sono nemici» disse impaurito l’uomo.
«Si fidi di noi, siamo le uniche persone qui. Com’era questo signore, piccola?» le chiese Sayuri con la dolcezza di una madre.
«era alto e biondo e cattivo. E aveva gli occhi bianchi» rispose la bambina.
«aspetta» sbottò Noemi « è umano?»
«» rispose l’uomo «e comunque, non siamo gli unici qui»
«Cosa vuol dire?» chiese Haruko.
«Seguitemi».

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Capitolo 6
*** Uno squallido... pub ***


UNO SQUALLIDO... PUB

«Hei, aspetti, come si chiama?» gridò Sayuri.
L’uomo pareva privo di emozioni, a parte la paura e l’angoscia. Iniziò a camminare, mano nella mano con la bambina. La nebbia si era diradata, adesso riuscivano a vedere meglio, ma questo migliorò solo di poco la loro condizione.
«Sono Daisuke Nagai, e lei è Haruka» disse dopo un po’ indicando poi la bambina.
«Ma come siete sopravvissuti?» chiese Noemi.
«Non lo so in realtà. Abbiamo sentito la terra tremare e il cielo scurirsi all’improvviso. Stavo giocando con Haruka in giardino, lei ha visto quello che ci ha ridotti così, ma siamo subito scappati. Ci siamo nascosti io e lei in cantina. C’era anche mia moglie, ma … non ce l’ha »
Aveva gli occhi lucidi, guardò la bambina, che scossa com’era, non si rendeva conto di ciò che stava dicendo il padre.
«Mi dispiace …» disse Ayumi.
Aveva ritrovato la voce, finalmente. Camminava a testa bassa, calciando ogni tanto qualche sassolino con la speranza che gli spuntassero le gambe e camminasse accanto a lei. Una mascotte, niente di più, le sarebbe servita per ritrovare l’allegria.

«Dove stiamo andando precisamente?» chiese Haruko.
«Non so cosa sia, nemmeno chi fossero quegli esseri che ci vivono dentro. Ma potrebbe essere la prima costruzione di una nuova civiltà » rispose il signor Nagai.
Alle parole “la prima costruzione di una nuova civiltà” le ragazze trasalirono.
Non immaginavano nemmeno un mondo diverso da questo, o da quello che c’era poche ore fa. Nei loro animi nacque la determinazione di dover distruggere tutto questo. Nell’animo del signor Nagai probabilmente c’era già la sconfitta …

«è sicuro che stiamo andando nella direzione giusta?» chiese Noemi con la sua solita finezza.
«Sicurissimo» rispose il signor Nagai. La sua voce divenne più profonda, più … metallica.
Sarà il cambiamento di clima.

Finalmente in lontananza videro una costruzione, non era a forma di navicella spaziale o verde come gli alieni: era uno squallido … pub?!?
«Fantasiosi gli alieni» disse Haruko.
«Non saranno tutti così, sarà molto meglio dopo che potranno espandersi>> disse il signor Nagai, questa volta con una voce completamente metallica e minacciosa.
«Cosa? E lei che ne sa? Da che parte sta veramente?» sbottò Ayumi.
Le ragazze non potevano credere alle loro orecchie … e nemmeno ai loro occhi.
La figura del signor Nagai stava mutando, era più alta e possente, con un torace il doppio di quello umano.
I vestiti gli si strapparono da dosso, le mani crebbero e spuntarono artigli affilati come bisturi. Anche la figura di Hakura mutò, ma rimase sempre più bassa di quella del “signor Nagai”. I loro sguardi erano ora pieni di odio.
Le ragazze erano paralizzate e terrorizzate, tranne Sayuri, che studiava attentamente la figura.

«è semplice ragazze: dalla loro» disse indicando il pub. 

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Capitolo 7
*** Umani, solo dagli occhi. ***


UMANI, SOLO DAGLI OCCHI

«Ci mancava solo questa» disse Haruko.
I due “cosi” erano nettamente più potenti e grandi di loro. Le ragazze erano terrorizzare.
Tranne Sayuri.
Lei scrutava con curiosità le due grandi figure, cercando forse un punto debole o una via di fuga.
Noemi non poteva stare lì senza far niente, era contro la sua natura, anche quando si trattava di una situazione apparentemente impossibile.
«Quattro anni di kick-boxing e il resto di scherma saranno anche serviti a qualcosa» disse sottovoce, e, con tutta la forza che le restava, sferrò un calcio all’ex signor Nagai.
Forse si spostò di un centimetro, ma sicuramente quel calcio non gli aveva fatto un graffio.
Noemi era atterrita.
Haruko riprovò con una raffica di pugni sulla pancia a quello più piccolo, ma niente, non si scalfivano nemmeno.
Ayumi, nella confusione, iniziò a correre verso il pub, più veloce che poteva.
Ci girò attorno alla ricerca di qualcosa.
Sentì un dolore al piede: vide dei pezzi di vetro a terra, i resti di una finestra frantumata. Nel prese qualcuno e ritornò in fretta dalle altre, che non sapevano più come difendersi.
Prese il pezzo di vetro più grande, e lo conficcò nella schiena del mostro più piccolo, per poi ritrarlo.
Al posto del vetro era comparsa una ferita, e per un momento forse un po’ di sangue.
Sangue in un mostro? Possibile?

Fatto sta che la ferita si richiuse, senza nemmeno dare il tempo ad Ayumi di sorridere per aver trovato la soluzione.
Niente.
Non funzionava niente.
Era impossibile.
O forse no?
Sayuri, che era rimasta senza far niente, prese un mucchio di terreno tra le mani, e avvicinandosi al mostro grande, glielo buttò in faccia.
Emise un gemito, un forte e lungo gemito di dolore.
Si portò le orribili mano sul volto, e alzò il viso al cielo, e lanciò il grido più forte mai sentito, finché non si accasciò a terra e rimase immobile.
Noemi fece lo stesso con l’altro mostro, che a sua volta gemette e cadde a terra.
Dopo un minuto di silenzio, Noemi parlò: «Ma come hai fatto?» chiese a Sayuri.
«Semplice. Li ho colpiti nel loro punto debole»
«Ovvero?» chiese Ayumi.
«Non l’avete notato? Sono umani»
«Come fai a dirlo?» Haruko era incredula.
«Gli occhi» rispose Sayuri.
Le ragazze si avvicinarono agli pseudo - mostri/umani.
Sì, avevano degli occhi luminosi, una pupilla nerissima, e l'iride ben definita.
Umani, solo dagli occhi.

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Capitolo 8
*** Da quanto tempo ***


DA QUANTO TEMPO

«Che strano…» Haruko ancora non ci credeva. Se non erano alieni, perché qualcuno li ha trasformati tutti? E, quesito ancora più importante e misterioso, perché loro sono ancora umane?
«Aspetta un momento! Abbiamo ucciso degli umani?!? Ho infilzato un umano con un pezzo di vetro!» Ayumi aveva gli occhi fuori dalle orbite, non avrebbe mai e poi mai fatto una cosa del genere.
«No, non sono morti, un po’ di terra negli occhi non uccide» rispose Sayuri.
«Dai, andiamo» disse Noemi dirigendosi verso il pub.
«Lì dentro? Sei impazzita? Ce ne saranno più di venti!» sbottò Ayumi.
«E che dovremmo fare? Abbiamo trovato qualcosa, un indizio, dobbiamo continuare» rispose Noemi.
Ayumi tirò un lungo sospiro, chiuse gli occhi per assaporare per un attimo la dolce sensazione della calma e del silenzio, prima di una forte e lunga tempesta.
Iniziarono a camminare in direzione del pub.
L’ansia intanto saliva alle stelle e quei pochi metri divennero chilometri ricchi di tensione. Noemi che camminava un passo avanti alle altre, sembrava determinata, decisa a scrivere la parola fine a questo racconto dell’orrore.

Finalmente erano tanto vicine da toccare la vecchia porta unta che sarebbe caduta da un momento all’altro.
Haruko afferrò la grande e sporchissima maniglia e tirò: lo spettacolo dentro non era uno dei migliori.
Quanti ne erano? Una ventina? O forse più? Sta di fatto che le ragazze tremarono di paura, ma con un passo deciso entrarono in quello squallido pub.
Poteva essere un normalissimo pub se non si teneva conto della moltitudine di ragnatele, dello sporco di unto sul bancone e su ogni tavolo e dalla presenza di strane creature senza un preciso nome.
Le ragazze trattennero il respiro, pronte al peggio.
Haruko aveva la mano piena di terra e Noemi il pugno serrato. Ayumi chiuse gli occhi, ma passò qualche secondo e li dovette riaprire, perché non successe niente.

Nessuno le aggredì, nessuno si mosse.
Le ragazze più che sollevate erano stupite.
E la fonte del loro stupore era di fronte a loro: tutte quelle creature, uguali per corporatura, ma con occhi totalmente diversi, le guardavano non con stupore, ma sembrava che le stessero aspettando da un po’ di tempo.

Poi, si girarono, non curandosi più di loro.
Le ragazze iniziarono ad esplorare il luogo, troppo anonimo per contenere esseri creati da chissà chi per fare chissà cosa. Ayumi si era divisa dalle altre e andò verso il bancone. Le sedie erano tutte occupate.
-che cosa ripugnante- pensò Ayumi.
Analizzava con cura tutti gli individui seduti, ma ne vide uno differente: aveva i capelli biondi.
«Un umano?» disse, forse troppo forte, Ayumi.
L’uomo si girò per un secondo, vide Ayumi e si alzò dalla sedia. Si diresse verso il retro del negozio. Ayumi non riuscì a vederlo in faccia, e decise di seguirlo.
Entrò in una stanza, vuota, tranne per quell’uomo.
-Ragazzo- si corresse Ayumi.
Si girò verso di lei. Era un normalissimo ragazzo, forse dell’età di Ayumi, ma lei non si fossilizzò sul suo aspetto, ma sul sua viso: aveva gli occhi bianchi, proprio come descritto da Haruka. Allora i mostri le avevano portate lì proprio per… per cosa?

Ayumi cacciò un coltellino trovato nel pub e lo lanciò, sperando che la sua mira non la abbandonasse proprio adesso.
Ma fu inutile. Il ragazzo schivò il colpo e si fiondò su di lei, le prese il polso.
Per un attimo i loro nasi si incontrarono e così anche i loro occhi.

Ayumi li guardava intensamente, perché, come per magia, comparvero dei bellissimi occhi verdi.
Ebbe un tuffo al cuore.
«Sei tu!»
Da quanto tempo…

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Capitolo 9
*** Flashback ***


FLASHBACK

«Ayumi, guarda che ho trovato!»
Il ragazzino dai folti capelli biondi, gli occhi a mandorla verde smeraldo, il viso tondo e raggiante,  invitò la sua amica a sedersi accanto a lui.
Si trovavano nella cantina della nonna di Hiroto.
Lei e Hiroto erano inseparabili. Erano cresciuti insieme, erano migliori amici, come fratelli.
Dove c’era Ayumi, c’era Hiroto, e viceversa.
Quella però, fu una delle ultime loro avventure insieme.

«Cos’è?» chiese la bambina guardando un grande libro, tutto impolverato che Hiroto teneva sulle gambe.
«Qui c’è scritto “Significato dei nomi giapponesi”. È interessante, no? Cerco il tuo nome»
Ayumi si sedette accanto a lui, non curandosi della polvere che ricopriva il pavimento di legno puro.
«A-A-A» disse, passando il dito su ogni nome, fino a trovare quello interessato «Ayumi! Significa… meravigliosa! Allora vuol dire che non lo penso solo io» volse lo sguardo verso di lei e sorrise.
Sorrise anche lei, e le sue guance divennero rosa confetto. Sì toccò i capelli, chiusi in una lunga treccia, ornata da freschi fiori di ciliegio, raccolti sull’albero nel parco dove spesso lei e il suo migliore amico andavano a giocare.

«Dai, vedi  il tuo» disse indicando il libro col mento.
Il ragazzino annuì, e iniziarono a sfogliare il libro dalla copertina di pelle marrone con scritto in corsivo il titolo color oro. Girarono le pesanti e impolverate pagine, arrivando alla lettera h.

«Significa… grande! Bello no? Diventerò valoroso! Ce l’ho scritto nel sangue» si alzò e mise le mani sui fianchi, come spesso fa un cavaliere.
«Però!» continuò, guardando Ayumi «Voglio che diventiamo grandi insieme» allungò la mano, aspettando che lei la stringesse, come per fare una promessa.
Lei si alzò, contenta delle parole dell’amico. Sapeva che non si sarebbero mai separati.

«Insieme!»
 
[...]

 
Quel giorno il cielo era coperto di nuvole, nemmeno il sole aveva voglia di diffondere la sua luce.
Nel cuore di Ayumi c’era solo buio, solo tristezza e voglia di non andare via.
Quel giorno era vestita di bianco, i capelli lunghi erano tenuti in una coda: nemmeno la madre aveva voglia di pettinarli, cosa che le piaceva molto fare. Ma quel giorno era tutto diverso. Non valeva la pena di curarsi. Teneva la mano a sua madre che aveva gli occhi lucidi e rossi. Anche lei era vestita di bianco, come tutti i presenti.
Nella folla la bambina vide il suo migliore amico, che, a testa bassa, camminava accanto alla nonna che da anni li curava come se fossero tutti e due suoi nipoti.
La madre di Ayumi si fermò, s’inginocchiò davanti a lei, per guardarla diritto negli occhi, che quel giorno non avevano più quella lucentezza e spensieratezza di sempre.

«Tesoro» iniziò a parlare «Non essere così triste, il nonno ci guarda, da lassù, e ti ama, non vuole vederti così», ma quando vide che ciò non bastava continuò «devi sapere che quando piove, il nonno innaffia i fiori, quando troneggia, sta spostando dei pesanti mobili, e quando fuori vedi dei fulmini, ti sta scattando delle foto» una lacrima scese sul viso liscio e giovane della donna che aveva cresciuto Ayumi.
«E adesso che fa?» chiese alzando lo sguardo al cielo, grigio e pieno di nubi.
«Adesso sta andando in cielo, e vedrai, quando arriverà gli angeli saranno così felici che il cielo tornerà azzurro e il sole risplenderà come non ha mai fatto prima» la donna si alzò. Piangeva, e non voleva far notare alla figlia la sua fragilità.
«Ma perché ce ne andiamo?» chiese Ayumi, con voce triste.
«Sarà meglio per tutti, con questo trasloco inizieremo una nuova vita, una vita migliore. Mi dispiace per Hiroto, tesoro, giuro che vi continuerete a sentire»
Da quel giorno non lo rivide più, fino a pochi attimi fa.


___________________

Angolo Aurtice! Leggi, perchè ci sono ringraziamenti anche per te!
Salve a tutti, non ho mai fatto un "angolo autrice" ma direi che qui ci vuole!
Prima di tutto mi scuso con chi segue la mia storia, perchè non aggiorno da un sacco di tempo. Sarò sincera, mi sono venuti ripensamenti su questa storia, ma non sono una presona che butta la spugna tanto facilmente :)
Allora vorrei dire a te, caro lettore, di recensire, mi farebbe molto piacere.
Vorrei ringraziare Serena, che recensisce ogni capitole, Kekka, che quando le chiedo di recensire corre a farlo, anche se non sa che scrivere.
Vorrei ringraziare hheth, che ha inserito la mia storia tra le preferite, seguite e da ricordare: mi raccomando, recensisci anche! xD
Vorrei ringraziare anche eeyore, che ha inserito la mia storia nella sezione "seguite" , anche a te, recensisci :D
E vorrei ringraziare tutti coloro che leggono la mia storia, e vorrei dirgli: fatevi conoscere! Inviate una recensione così capirò che la mia storia vi piace.
Qui c'è il mio account twitter, per chi volesse contattarmi: AngelNavy_
Un bacione!

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Capitolo 10
*** Lunatico ***


LUNATICO

«Ayumi! Da quanto tempo!» Il ragazzo adesso era raggiante, gli occhi spalancati e non più bianchi, un sorriso che gli illuminava il volto.

Posò me mani sulle spalle di Ayumi, incredula, per vederla negli occhi e affermò:
«Non sei cambiata proprio».
Ayumi ancora non ci poteva credere, non riusciva a mettere due parole insieme, rimase a bocca aperta e con gli occhi spalancati.
Ma lui non si curò della sua espressione e la abbracciò.
«Ma che..?» la ragazza non poté terminare la frase, perché Hiroto la interruppe.
«Ti prego non dire niente» e la strinse ancora di più.
Erano petto contro petto, e Ayumi non poté far altro che ricambiare l’abbraccio. In quel momento provò una sensazione familiare, che non provava da tanto, e che non vedeva l’ora di provare di nuovo.
 

«Prometti che ci sentiremo?» chiese il ragazzino, in lacrime.
«Promesso. Ricordi? Insieme» rispose la sua migliore amica, alzando per la prima volta la testa dal suo vestito bianco.
«Insieme»  abbozzò un sorriso e l’abbracciò.
Fu un abbraccio così vero, così liberatorio, che tutti e due si misero a piangere, sapendo che sarebbe cambiato tutto, che non sarebbe stata più la stessa cosa. Nessuno dei due rinunciava all’altro.
Finché la madre di Ayumi non disse: 
« Tesoro, dobbiamo andare».

 

Per la prima volta dopo ore, Ayumi si sentì a casa.
Pensò a sua madre, alla sua famiglia, pensò a dove potessero essere in questo momento.
Pensò a quale mostro poteva esserci dietro questa distruzione.
Poi si rese conto che stava abbracciando il mostro.
Lo spinse via. Aveva gli occhi lucidi. Come poteva essere possibile? Il suo migliore amico… si sentì un mostro anche lei.
«Questo è il tuo modo di diventare grande?» urlò la ragazza, riferendosi alla loro più grande promessa.
«Cosa…?»
All’improvviso la porta di aprì ed entrò correndo Noemi, con le due mani impegnate da due pistole.
«Muori, bastardo!» Urlò, con gli occhi pieni di rabbia e odio.
 Appena gli occhi di Hiroto si staccarono da quelli di Ayumi e videro Noemi, divennero di nuovo spaventosamente bianchi.
Vide il ragazzo e cercò di sparargli, ma lui era velocissimo e prevedeva tutte le mosse di Noemi.
-Sempre più veloce- pensò Ayumi, che l’aveva sempre visto correre come un razzo.
«Ayumi, vattene!» disse Noemi, che si trovava in difficoltà e iniziava a sparare a caso.
«Dove le hai prese?» chiese Ayumi, indicando le pistole.
«Ti pare il momento di fare domande? Esci! ORA!» sembrava quasi sua madre. La sua voce altissima fece tremare i vetri della finestra rotta.
Hiroto si girò richiamato dal rumore del vetro, e subito corse verso la finestra e scavalcò.
«Non è finita qui!» gli urlò Noemi, su tutte le furie.
«Ritirata!» urlò Hiroto, continuando a correre.
Tutti i suoi scagnozzi uscirono dal pub e lo seguirono.
Dopo un po’ non riuscirono più a vederlo.
Le ragazze tornarono di là e incontrarono Haruko e Sayuri che le guardarono con sguardo interrogativo.
«Beh, almeno adesso abbiamo un quartiere generale» disse sorridente Noemi.


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Angolo Aurtice! Leggi, perchè ci sono ringraziamenti anche per te!
Salve lettori! Spero vi stia andando tutto bene in queste vacanze :D
Voglio scusarmi umilmente per il titolo del capitolo, fa pena, lo so T___T
Vorrei ringraziare come sempre tutti coloro che leggono la mia storia, e invitarli sempre a recensire :)
Vorrei ri-ringraziare Sesy, che ha messo la storia tre le preferite e seguite, e mi dà sempre ottimi consigli. Adesso va bene Sesy? u.u
Ringrazio anche RobbySuperElf, che ha messo la storia tra le preferite (recensisci anche xD) 
Ringrazio Blania, che ha messo la mia storia tra le seguite, recensisce, e ha fatto un disegno BELLISSIMO, ispirato a SHAN. :D
Ringrazio di cuore tutti i lettori, vi voglio bene :)
Al prossimo capitolo!

Baci

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Capitolo 11
*** Quartier generale. ***


QUARTIER GENERALE

«Dite che ritorneranno?» chiese Haruko appoggiandosi al bancone.
«Ci farebbero un piacere, così non dobbiamo andare noi da loro, ma sono sicura che ritorneranno, siamo d'intralcio» commentò Noemi posando le pistole sul bancone.
«Dove le hai prese?» chiese per la seconda volta Ayumi, questa volta in un contesto nel quale Noemi poteva rispondere.
«Beh, i proprietari di questo locale non dovevano essere brave persone… le ho trovate sotto al bancone»  rispose la ragazza, portandosi avanti la lunga coda bionda.
«Che facevi con quel ragazzo lì dentro?» chiese Sayuri. In circostanze normali avrebbe avuto un tono malizioso, ma in quel momento il suo tono era preoccupato.
«Io… niente, mi è sembrato strano di vedere un umano e l’ho seguito. Poi ho visto che aveva gli occhi bianchi e gli ho tirato un coltellino, che ha mancato il bersaglio, poi è arrivata Noemi…» non se la sentiva di dire la verità.
Non se la sentiva di dire alle sue migliori amiche se conosceva il ragazzo dagli occhi bianchi e verdi allo stesso tempo. Non se la sentiva di dire che un tempo erano inseparabili, come fratello e sorella, ma perché non voleva dirlo?

«… e menomale che è arrivata lei» aggiunse poi ridacchiando.
«Sì, ho visto che ti allontanavi e mi sono preoccupata>> disse mordicchiandosi le unghia, non era abituata a far uscire il suo lato tenero.
«C’è del cibo qui!» gridò Sayuri saltellando dalla gioia. Veniva dal retro.
«Perfetto!Ho una fame!» disse Haruko illuminandosi in viso e correndo come non aveva mai fatto da dove veniva Sayuri per poi tornare con un mucchio di cibo.
«Volete?» chiese alle altre.
«E ce lo chiedi?!?» riposero in coro, scoppiando poi a ridere.
 
Dopo aver placato la fame, Sayuri si alzò e prese una scopa e iniziò a togliere le ragnatele dagli angoli del pub.

«Che fai?» chiese Haruko alzando un sopracciglio.
«Pulisco, genio. Se dobbiamo stare qui, preferisco stare alla larga da ragni e company. Mi aiutate?»
Le ragazze iniziarono a ripulire il pub da cima a fondo, felici di quell’attimo di tranquillità prima di un forte cambiamento. Non sapevano come avrebbero riportato tutto alla normalità, ma avrebbero fatto di tutto.
«Ok, basta, sono stanchissima» disse Haruko buttando la pezza sul bancone e buttandosi su una sedia.
«Per dormire facciamo a turno. Due dormono e due fanno la guardia» disse Noemi in tono autorevole.
«Va bene, però adesso io dormo!» sbottò Haruko.
«Ayumi e Sayuri faranno la guardia, fra qualche ora svegliateci e ci diamo il cambio».
Le ragazze annuirono e si diressero verso l’ingresso lasciando lì le amiche che si stesero sul pavimento e dopo qualche minuto già dormivano.
 
 


«E’ riuscito a distruggere la grotta, padrone?» chiese una voce metallica.
«No, e tutto questo è seccante! Come è potuto accadere?» urlò una voce molto più umana.
Il tono era seccato e stanco. Il giovane si tirò indietro i capelli che tanto odiava pensando come potessero sopportarli gli umani.

«Devo eliminare quelle ragazzine, penso che andrò a farle una visitina, non penso si siano spostate, gli umani sono così prevedibili» continuò abbozzando un sorrisetto sul giovane viso.


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Angolo Aurtice! Leggi, perchè ci sono ringraziamenti anche per te!
salve a tutti! Rieccomi qui con un nuovo capitolo! Un capitolo di transito lo chiamerei, per far calmare un po' le acque XD
Ma come vedete non possiamo mai stare tranquilli con un biondo in circolazione, anzi, due, ci metterei anche Noemi, il mio personaggio preferito. Qual è il vostro? Fatemi sapere. :)
Come sempre ringrazo tutti i lettori, le mie amiche, tutti gli appassionati alla storia, spero di non deludervi!
Grazie di tutto
Baci

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Capitolo 12
*** Una visita inaspettata ***


UNA VISITA INASPETTATA

Ayumi e Sayuri si trovavano fuori al vecchio locale, sedute a terra e con le spalle appoggiate al muro. Sayuri, con le gambe incrociate, disegnava con il dito uno smile nella terra. Ayumi lanciava qualche sassolino e pensava. Pensava alla stranezza di tutta quella situazione, ad Hiroto che un attimo prima sembrava un’altra persona, e un momento dopo non era cambiato affatto. Ricordava ogni momento di quegli anni passati insieme, e per questo non riusciva a comprendere il suo cambiamento. Tutto le sembrava irreale, nella sua testa c’era una vocina che diceva –Non sta accadendo davvero- e ce n’era un’alta che diceva –Sbrigati!Fai qualcosa!- e non sapeva quale delle due ascoltare.

Ma intanto, doveva ascoltare Sayuri che parlò all’improvviso facendola sussultare: « A che pensi?»
«Oh» non sapeva cosa rispondere. Aveva sempre detto tutto a Sayuri, lei era meglio di un diario, ma non aveva la forza di dirle che conosceva il ragazzo che ha messo fine a sette miliardi di vite.
Si limitò a dire: «Niente. Chissà, forse fra tutti quei mostri c’è mia madre»
«Già, non ci avevo pensato. E tutti quelli che conosciamo, adesso, vogliono ucciderci, che situazione assurda» disse la ragazza alzando un angolo della bocca.
«Sì, c’è anche Ji Yong, meglio non parlarne con Haruko»
Ji Yong era il fidanzato di Haruko, l’unico a sopportare così tanto il suo carattere forte. Coreano, trasferitosi in Giappone a undici anni, incontrò il suo guaio più grande solo qualche anno dopo.
«Vedrò di non farne parola»
 
«Ayumi! La finestra!» gridò Sayuri.
«Che?»
«La finestra! Possono entrare da lì! Come ho fatto a dimenticarmene?» disse la ragazza in preda al panico.
«Calmati! Adesso vado io! Se vedi qualcosa fai un grido ok?»
La ragazza annuì e si rimise a sedere.
Ayumi corse sul retro, spalancò la porta e trovò Hiroto che le puntava contro una pistola.
La ragazza si immobilizzò, incapace di urlare e avvertire Sayuri, mentre il ragazzo si avvicinava minaccioso inquadrandola in quegli occhi bianchi.
«Bene bene. Ti stavo aspettando. Dove sono le tue amichette? Hanno paura dell’uomo nero?» domandò lui.
«Se davvero ci fosse un uomo nero qui… non penso avrebbero paura, Hiroto» rispose la ragazza.
Al suono di quella parola, il ragazzo sgranò gli occhi. La pistola gli cadde dalla mano e con un tonfo finì a terra.
Ormai Ayumi sapeva cosa stava per accadere, non sapeva ancora perché, ma l’avrebbe scoperto presto.
Gli occhi di Hiroto diventarono verdi, il suo viso si rilassò, non aveva più quell’espressione di odio, sembrava un’altra persona, era un’altra persona.
«Ciao Ayumi! Perché ci incontriamo sempre qui?» disse sorridendo e guardando la stanza con una sola finestra rotta.
Aveva moltissime domande da fargli,  ma non sapeva se fidarsi di lui.
«Sediamoci» disse con freddezza per stare abbastanza vicini da non interrompere il contatto.
«è successo qualcosa di brutto?» chiese il ragazzo preoccupato.
-Di tutto, e l’hai provocato tu- pensò Ayumi. Aveva gli occhi lucidi.
«Perché non hai risposto alle lettere?» è tutto quello che riuscì a dire. Una cosa stupida, lo sapeva benissimo. Ma ci aveva pensato molto negli anni passati, e l’unica cosa che gli voleva dire se l’avesse incontrato era quella.
Hiroto era perplesso, pensieroso.
«Lettere? Quali lettere? Non capisco…»
«Ayumi! Tutto bene lì? Diamoci il cambio» era la voce di Sayuri. Doveva far sparire Hiroto prima che lei potesse vederlo.



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Angolo Aurtice! 
Salve a tutti miei cari lettori!
Solo io noto che EFP è un po' cambiato di grafica? Beh, è tanto bello, tranne la mia storia! Notate anche voi che è diversa? No, perchè se è un problema mio fa niente...
Non so, è troppo in grassetto, "poco professionale" lo chiamo io.
Ma comunque! Passiamo alla storia!
Devo avvisarvi che dopodomani parto e che quindi la storia non averrà aggiornata fino a settembre! "Evviva" staranno pensando tutti, ma io no T__T
Anyway... per scrivere questo capitolo ci ho messo più tempo rispetto agli altri, e ancora non ne sono pienamente contenta (Non mi accontento mai io eh -.-")
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!
Ovviamente ringrazio tutti quelli che seguono le mie storie, vi stimo molto *W*
Buone vacanze! Ci sentiamo a settembre!
Baci

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