Scelte Difficili

di maybeme
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Estate ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Estate ***


 Prologo 

 -Estate 

Quell'estate fu piuttosto calda, a dispetto delle prevesioni.
Il sole nel cielo indaco indirizzava i suoi raggi sul mare limpido e calmo, che riflettendoli, produceva un lieve luccicchio.
Hermione Granger era stesa sulla sabbia morbida, al di sotto di uno scoglio, per ripararsi dal calore. La brezza mattutina le scompigliava i lunghi capelli bagnati ed impastati di salsedine. L'odore la invadeva. Faceva lunghi respiri per assoporarne il profumo, godendosi quel momento.
Le pareva di essere in paradiso. In quell’istante nulla poteva sconvolgerla o terrorizzarla. Nemmeno Lord Voldemort in persona. Per quanto amasse Hogwarts, la magia e tutto quel mondo cosí pieno di sorprese, starsene qualche mese nel mondo babbano era... rilassante.
In fin dei conti era pur sempre casa. Ma quel che la rendeva più felice di ogni altra cosa era il ragazzo che le sedeva accanto.
Gli occhi chiusi, il viso rivolto verso il cielo che cercava i caldi raggi del sole nel tentativo di scaldarsi. Le gocce d'acqua gli cadevano dai capelli biondi per poi scorrere sul suo petto scolpito. Hermione gli puntó addosso i grandi occhioni castani, beandosi di quello spettaccolo.
Il ragazzo allungó la mano alla ricerca di quella della ragazza. Quando la trovó intrecciò le dita con le sue. Hermione fu colpita dal quel gesto, ma ricambió la stretta. Non era cosa da tutti i giorni vedere Draco Malfoy fare il tenero con qualcuno.

Aprí gli occhi azzurro-grigi e intercettó lo sguardo della ragazza. Le sorrise teneramente: «Avevi ragione. Il mondo Babbano non è poi cosí male». Hermione sorrise di rimando.


Sí, era in paradiso.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


Hermione non sapeva localizzare con precisione il momento in cui aveva capito di essere innamorata di Draco Malfoy.
Forse era stata quella notte, durante il Ballo del Ceppo, quando, mentra ondeggiava sinuosa tra le braccia di Victor Krum, aveva incrociato il suo sguardo.
Quei suoi occhi cosí chiari in quel momento le erano parsi terribilmente scuri. Sul volto del ragazzo era scolpita un'espressione di tale sofferenza, quasi le stesse urlando « sono qui, salvami! » che lei si era dovuta fermare e abbassare gli occhi, turbata.
Non aveva mai visto Malfoy, quell'orribile presuntuoso e arrogante, cosí fragile che sembrava poter essere spezzato da un soffio di vento. Ma la cosa che più la turbó fu lo scoprire che era sinceramente preoccupata per lui.
Infatti contro ogni aspettattiva, aveva camminato spedita verso il biondino, con lo sguardo colmo di domande, intenzionata a capire cosa fosse successo.
Al che lui, vedendosela venire incontro, si era come illuminato. Quella che fino a due minuti prima era una smorifa di dolore, era magicamente mutata in un sorriso appena accennato ma che certo celava un sentimento tanto grande che nemmeno lei avrebbe potuto immaginare.
Anzi, ora che ci pensava forse era proprio quello il momento in cui si era innamorata: vedere l'effetto benefico che aveva fatto a quel ragazzo tormentato le aveva scaldato talmente tanto il cuore da farle dimenticare cosa stava facendo.
E cosí si era ritrovata di fronte a lui immobile con un sorriso che trapelava pura e semplice dolcezza, dimenticandosi completamente il suo intento. Erano rimasti fermi a fissarsi sorridendo per qualche minuto buono, persi l'uno negli occhi dell'altra. E quanto erano belli quegli occhi color del cielo!
Chi li avesse osservati da fuori avrebbe potuto constatare che si conoscessero da tempo immemore e che fossero l'uno innamorato dell'altra se non fosse che la situazione era completamente assurda: Lei, Hermione Granger, grifondoro nata babbana, definita "so tutto io". Lui, Draco Malfoy, serpeverde purosangue, anche detto "il principe delle serpi". Inconcepibile. 

A qualche metro di distanza Ron Weasley, seduto accanto al suo migliore amico, osservava Hermione immobile in un angolo della sala, ritta di fornte a Malfoy.
Cosa diavolo stava combinando? Non gli piaceva affatto il modo in cui quell'arrogante serpeverde stava guardando la sua Hermione. Cosí non era riuscito, in un impeto d'ira, a trattenersi dall'urlare « Ora pure con Malfoy? Non ti bastava Krum? » in direzione della ragazza. Alcuni si girarono verso gli interessati. 


Sentite le urla del rosso, fu Malfoy il primo a sottrarsi a quello sguardo cosí magnetico. Non disse niente, si allontanò semplicemente con gli occhi fissi a terra, di nuovo turbato. Hermione, ancora confusa, si voltò lentamente verso Ron. Ci mise qualche secondo a realizzare cosa fosse appena accaduto. La prima cosa a cui pensò fu quanto la irritava aver dovuto staccare gli occhi dal ragazzo. Poi però le tornò di colpo in mente quel pomeriggio e in particolar modo le parole di Malfoy « Vorresti dire che qualcuno ha invitato quella roba al ballo? Non la Mezzababbaba zannuta?» si ricordò di come l'avevano ferita. Si ricordò di tutte le cose orribili che le aveva fatto e detto in passato. E si meravigliò di aver potuto anche solo pensare a Malfoy come qualcosa di più di uno squallido insetto da evitare. Insomma che diavolo era successo?


Ron le si avvicinò « Allora è proprio vero. Stai fraternizzando con il nemico. Primo Krum ora lui» disse divorato dalla gelosia.
La ragazza lo fulminò con gli occhi ridotti a due fessure. Avrebbe volentieri lanciato una fattura orcovolante contro quel ragazzo che in quel momento era cosí sgradevole.
« Non fare lo stupido! » urlò e se ne andò dritta verso la sala comune, noncurante di tutti gli occhi che aveva puntati addosso. Arrivò davanti al ritratto della signora grassa e borbottò sgarbatamente la parola d'ordine: « Luci fatate ».
La porta si aprí e entrò nel dormitorio femminile. Si lasciò andare sul letto ancora vestita e adirata. 

Quella notte sognó due occhi azzurro-grigi.


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Ecco il primo capitolo! Spero che vi piaccia. Mi piacerebbe leggere qualche recensione, anche negativa, i consigli sono bene accetti: non sono una scrittrice, scrivo qui per migliorare e per imparare :]

Cheyenne

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


2.

Draco si scostò una ciocca bionda dal viso, imprecando. Perché l'estate era passata cosí in fretta? Scrutó il suo riflesso nell'antico specchio di casa Granger.
Si era vestito di tutto punto, per il ritorno a casa: pantaloni lunghi e neri e una camicia di un bianco spento. Sopra portava la mantellina grigiastra tipica dei maghi purosangue. Terribilmente sobrio e serio, come si addiceva ad un Malfoy quale era. Certo non poteva farsi vedere da suo padre vestito da babbano come lo era stato fino al giorno prima.
Aveva passato l'estate in calzoncini colorati che gli aveva regalato Hermione. In un primo momento era rimasto scioccato nel vedere con quale tipo di abbigliamento andavano in giro i babbani d'estate. Ma poi si era perso negli occhi color cioccolata della sua Hermione e pur di poter passare del tempo con lei si era reso conto che avrebbe indossato anche uno squallido straccetto per elfi domestici.
Quanto si era divertito a scorrazzare per le vie parigine con lei? Gli aveva insegnato cosí tante cose. Era cosí piena di sorprese.
Ma ora doveva tornare a scuola e non poteva certo farsi vedere in giro con lei. Suo padre l'avrebbe diseredato. E poi doveva mantenere alta la sua reputazione di Principe delle Serpi. Mentre si lasciava trasportare dai suoi pensieri, Hermione entrò nella stanza. Indossava un vestitino di un rosa pallido che cadeva morbido fino alle ginocchia. Draco si aprí in un tenero sorriso.
« Per la barba di Merlino, è strano vederti di nuovo versione serpeverde» esclamò la ragazza osservandolo con attenzione. Poi incrociò gli occhi di lui e rimasero in silenzio per qualche secondo. Draco le si avvicinò lentamente: « Non voglio tornare a scuola. Sto cosí bene qui, con te.» disse mentre le accarezzava il viso.
Hermione abbassò la testa, improvvisamente triste. Chiuse gli occhi e si concentrò sulla carezza. Poi li riaprí e sorrise.
« Avanti, non sei contento di rivedere Tiger e Goyle? E Pansy? Lei certamente non vede l'ora di vederti.» affermò scherzando, mentre si sistemava le pieghe del vestito.
Il ragazzo fece una smorfia disgustata che la fece ridere. E lui si beò della sua risata cristallina.
« Dài, muoviti! Casa Malfoy aspetta!» disse Hermione, girandosí verso la porta.
« Aspetta!»  Draco la afferrò per un braccio. « Ti devo salutare. E certamente non posso farlo davanti ai tuoi» sussurrò. 
« Certo che potresti. Basta che poi usi un oblivion.» lo corresse con il suo solito tono da sapputella.
Il biondino scosse la testa, le prese dolcemente la testa fra le mani e la baciò. Fu un'esplosione di emozioni indescrivibile. In quel bacio si riversarono tutte le cose che non riuscivano a dirsi: quanto avrebbero sentito la mancanza l'uno dell'altra, quanto fosse ingiusto dover fingere di non sentire quello che sentivano. Le loro labbra si muovevano in sincrono, come fosse la cosa più naturale di questo mondo, come se in quel gesto non vi fosse nulla di sbagliato. E parve durare un'eternitá. 

Draco legó saldamente il baule alla sua firebolt. Diede un'ultima occhiata alla casa. 
« Stai attento e non farti vedere!» si raccomandò premurosa Hermione.
« Sí, mamma» rispose lui ridendo. Poi l'abbracciò stretta. « Grazie. E stai lontana da Weasley, capito?» le mormorò all'orecchio. Lei sorrise e lo lasciò partire. Lo vide allontanarsi tra le nuovole arancioni che coprivano il sole che tramontava. Si adagiò sulla staccionata bianca levandosi finalmente il sorriso finto dalle labbra. Sarebbe stata dura, stare senza di lui. Ma doveva resistere. Prese il bagaglio e lo sistemó sull'auto. Salí sul sedile posteriore con Grattastinchi sulle gambe. Era pronta per partire per la Tana. 

Era contenta di rivedere i suoi amici, ma rimanere sola con Ronald la metteva un po' a disagio. Da qualche tempo a questa parte aveva cominciato a comportarsi in modo strano. Si avvicinava più del dovuto e cercava spesso un pretesto per sfiorarle le mani. Certo, lei gli voleva bene, ma rimaneva solo una grande amico. Per fortuna, a casa ci sarebbe stata anche Ginny.

Arrivò all'ingesso variopinto e disordinato alle sei di sera. Il cielo rosato aveva appena visto il sole tramontare. Bussò due volte e si dipinse sul volto un sorriso che celava stanchezza, reggendo a fatica la valigia. La porta si aprí e una chioma rossa le si precipitò addosso. "Hermione!" esclamò Ron, stringendola.
 
 
Hermione si sveglió presto. Scese le traballanti scale di legno e andò nel salotto.Il sole era appena sorto e illuminava debolmente il soggiorno della Tana.
La signora Weasley, avvolta in uno scialle dai colori sgargianti, era già al lavoro. Sventolava la bacchetta con una mano e sistemava la cucina con l'altra. I piatti volavano a mezz'aria insieme a uova, pane e marmellata. Era uno spettacolo. Doveva ammettere che le era mancata la magia. 
Continuò ad osservarla silenziosamente dal divano violaceo del salotto, incantata. 
Improvvisamente si trovó ad immaginare il futuro: lei, come la signora Weasley in quel momento, che preparava sorridente la colazione in una casetta di un bianco acceso. Dalla finestra si scorgeva una distesa erbosa e colma di fiori. Accanto alla porta, un piccolo giardino. Si vedeva appoggiata al lavello mentre con un gesto della bacchetta, pietanze prelibate si sistemavano sul tavolino lí accanto.
E poi eccolo: Draco con il viso segnato da qualche ruga, ma tuttavia ancora giovanile e fresco che si avvicina a lei con un sorriso genuino. Le posa un piccolo bacio sulle labbra e prende posto a tavola dove lo raggiunge un bellissimo bambino, biondo come il padre ma con le iridi cioccolata della madre.

« Hermione cara, che ci fai già sveglia?» la signora Weasley interruppe bruscamente il suo sogno ad occhi aperti. Hermione, colta di sorpresa, sbarrò gli occhi e scosse la testa violentemente per cercare di allontanare quel l'immagine appena balenata nella sua mente, come se l'averla immaginata fosse tanto grave quanto essere sorpresi a pronunciare l'anatema che uccide.
« Io... Io, non riuscivo a dormire» riuscí a balbettare infine. La signora Weasley la guardó stranita. 
« Sicura di stare bene, cara?» domandó preoccupata. La ragazza incurvó le labbra in un piccolo sorriso.
« Certo, certo. Ho solo un po' di fame» accattó come scusa.
« Oh, a questo rimediamo subito!» rispose la signora Weasley con vivacitá. « Vieni, è tutto pronto per la colazione!» Hermione si poggiò delicatamente sulla sedia, cercando di non fare rumore, ma appena fu seduta sentí un forte colpo, poi il rumore di passi pesanti giú per le scale.
« Ciao Ma'!» strilló Ron, incurante del fatto che metá della famiglia stava ancora dormendo. « Mmh, uova e pancetta!» esclamò alla vista della colazione. « Oh, ciao Hermione» disse vedendola. Le schioccò un bacio sulla guancia per poi tuffarsi sul piatto. La ragazza scosse la testa divertita. Stava per mettere in bocca la sua porzione quando la signora Weasley disse con calma: « Ah, mi ero dimenticata di dirvi che ieri notte è arrivato Harry». Non fece in tempo a continuare che Ron scattó in piedi urlando: « Harryyyy?» e si precipitó nella camera del ragazzo. Hermione si alzò per seguirlo, non voleva lo svegliasse, ma una volta arrivata fu troppo tardi. Ron aveva sbattuto con forza la porta dell'amico e si era praticamente catapultato nella stanza, aprendo le tende. Il povero Harry balzó in piedi, spaventato e prima ancora che riuscisse a rendersene conto si ritrovò il rosso addosso. 
« Non sapevamo che eri giá qui!» gridó. Hermione entrò con cautela nella stanza e ammoní il ragazzo: « Ron, non picchiarlo»
Ma quello non l'ascoltó e cominció a fare il suo interrogatorio ad un Harry ancora nelle braccia di Morfeo. 
Quelle ultime settimane d'estate sarebbero di certo state le piú movimentate, pensó sorridendo.


Ciao a tutti, eccovi il nuovo capitolo. Mi piacerebbe leggere qualche recensione, giusto per sapere se vale la pena continuare o se è meglio che non la continui. Quindi fatemi sapere cosa ne pensate!
Grazie!
Cheyenne x

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Ciao a tutti. Scrivo all'inizio perché vi devo avvisare: in questo capitolo scoprirete che Draco è molto OOC. Direi che è completamente diverso da quello che ci ha descritto la Rowling. Per scrivere questa Dramione ho dovuto un po' stravolgere il suo personaggio. Be', buona lettura! Cheyenne x









Dall'altra parte del mondo magico, Draco viaggiava spedito sulla sua scopa ultimo modello. Non aveva la minima voglia di tornare a casa.
Oramai non la sentiva più come tale. Villa Malfoy era tanto grande quanto vuota. I colori più cupi riempivano pareti e mobilio. Passavano dal verdone scuro alle più tristi sfumature di grigio. All'ingresso, poi, troneggiava un enorme stemma di Salazar Serpeverde, come a ricordare che i Malfoy facevano tutti parte di quella casata da generazioni orsono.
Se solo Lucius, suo padre, fosse venuto a sapere quello che il cappello parlate gli aveva detto la notte dello smistamento, sarebbe andato su tutte le furie.


"Mmh, un altro Malfoy... Sei un ragazzino dalle grandi qualità. Possiedi molto potere e sei un purosangue. Questo mi fa pensare che il tuo posto è a serpeverde, se non fosse che... Non staresti male nemmeno a Tassorosso,sai? Nonostante tu lo nasconda, tieni molto ai tuoi amici. Hai un cuore grande, Draco."
sussurrò in modo che solo lui lo sentisse. Il ragazzo spaventato all'idea di come il padre avrebbe potuto reagire se non fosse stato un serpeverde, si affrettò a dissimulare:
"Non è vero! Non ho un cuore grande, e i miei amici sono degli incompetenti!" cercò di non strillare, esibendo il tono più sgarbato che era riuscito a trovare.
"Se cosí vuoi...." aveva detto il cappello, con un grande sospiro.

"SERPEVERDE!" aveva sentenziato infine.


Ogni volta che ci ripensava, Draco capiva quanto l'oggetto magico avesse ragione. Prima di arrivare ad Hogwarts aveva due magnifici amici con cui giocava tutti i pomeriggi nel retro di casa Malfoy. Teneva molto ad entrambi. Ma dopo il suo trasferimento ad Hogwarts, non si erano più visti.
Ed andando avanti con gli anni non aveva fatto altro che costruirsi un personaggio che soddisfasse le aspettative del padre. Si era circondato di persone che fossero degne di frequentare un Malfoy.
E cosí si era ritrovato senza veri amici. Quelli che aveva lui erano tuttalpiù dei seguaci.
Quanto aveva invidiato il legame che avevano Harry, Ron ed Hermione? Con il tempo,poi, a forza di fingere di essere un ragazzo che non era, si era inacidito. Era diventato scontroso e infelice. Fino a quando una ragazza dai capelli castani e vaporosi non aveva risposto alla sua richiesta d'aiuto.


Atterrò nel vialetto della villa con questi pensieri che gli frullavano in testa. Una donna alta e sinuosa gli venne incontro.
<< Draco! >> lo abbracciò forte << Come è andata da Pansy, caro? >> chiese con un sorriso mellifluo.
<< Bene, Madre. Mi sono divertito. Ma non vedevo l'ora di tornare a casa. Sai, in quella casupola non c'era abbastanza spazio vital>>  inventò al momento.
In realtà la casa di Pansy Parkinson era molto grande, certo non come la villa in cui viveva lui ma sicuramente più grande di una qualsiasi altra casa. La donna sorrise compiaciuta.
<< Caro,non essere cattivo >> ridacchió portandosi alla bocca una mano dalle unghie smaltate di rosso. << Non tutti hanno la fortuna di essere un Malfoy! >> 
Draco sfoderò il suo miglior finto sorriso da Prince delle Serpi. Poi con un gesto della bacchetta fece sparire la firebolt e il baule nella sua stanza.
<< Ora vai pure a riposarti. Manderò la domestica a chiamarti per la cena. >> lo congedò la madre.
Lui ne fu molto contento, e si rifugiò nella grande camera da letto il più velocemente possibile. Quanto gli mancava giá l'allegria del mondo babbano?
Ma specialmente le mancava lei, la sua Hermione. Si lasció cadere sul letto bianco e rimase immobile fino  all'ora di cena, immerso nei suoi pensieri.
Quando fu chiamato dalla voce stridula e impastata della domestica fu come riportato alla realtá. Scese di malavoglia dal letto, si sistemò i capelli e si stampò sul viso il suo tipico ghigno di indifferenza.

Raggiungendo la grande tavola si accorse che era apparecchiata per tre. Si chiese il perchè, dal momento che suo padre stava marcendo ad Azkaban. Cercò sua madre e quando la trovò fu sorpreso. Aveva cambiqto radicalmente umore. Aveva le gote pallide e gli occhi persi nel vuoto. Sembrava invecchiata di qualche anno nel giro di due ore.
<< Che c'è mamma? Ti senti male?>> chiese visibilmente preoccupato, dimenticandosi dell'appellativo che era solito darle, ovvero un semplice e distaccato 'Madre'.
Lei si accorse appena della presenza del figlio. Si limitó a squotere la testa, incapace di proferire parola.
Qualche minuto più tardi, seduti entrambi a tavola, riuscí a dire: << Stasera si unirá a noi la zia. Ha...>> si fermò titubante, << Ha una notizia importante da darti>>.
Draco rabbrividí cercando di non darlo a vedere. Qualsiasi cosa avesse da dirgli Bellatrix Lestrange, ex mangiamorte come suo padre , non poteva essere nulla di buono.

Quando la prediletta del Signore Oscuro, suonò il campanello Draco e Narcissa sobbalzzarono, spaventati. Bellatix si fece avanti, scortata dalla servitù, con un sorriso trionfante sul viso.
<< Draco, caro! Non immagini nemmeno quello che ti devo dire! >> trillò allegra, sventolando la bacchetta informe.
<< Ciao, zia .>> fece per tutta risposta il biondo, che nel frattempo l’aveva raggiunta. Le baciò le guance e la fece accomodare sulla sedia vuota.
<< Ciao Narcissa >> disse lei rivolta alla sorella, piegando leggermente la testa e chiudendo un poco gli occhi, come per cercare di guardarla meglio. La donna, che era rimasta seduta immobile fissando il piatto, fece un piccolo cenno con la mano a mo’ di saluto, ma nulla più.
Cenarono piuttosto silenziosamente, interrotti soltanto da qualche commento di Bellatix riguardo a quanto Il Signore Oscuro fosse magnifico e potente. Arrivati al dessert, la mangiamorte fece per alzarsi.
<< Seguimi Draco, è giunto il momento che ti dica il perché della mia visita .>>  disse solenne. Draco obbedì, spaventato. L’idea di rimanere solo con lei lo terrorizzava. Entrarono nel salotto e Bellatrix chiuse la porta.
<< Dunque, caro il mio nipotino .>> iniziò. << Il motivo per cui sono qui, è perché sei stato scelto per ricoprire una carica di grande onore.  Il Signore Oscuro, il potente re delle tenebre, colui che sta finalmente “ripulendo” il mondo magico dalla feccia babbana >>  continuò sbrodolando quelli che per lei dovevano essere grandi complimenti su Lord Voldemort.
<< Vuole che tu, mio caro Draco, segua le orme di tuo padre, vuole che diventi un mangiamorte! >> esclamò infine con emozione, agitando le mani.                                                                 Draco impallidì improvvisamente. Un mangiamorte, lui? Lui non voleva diventare una delle marionette di Voldemort. Lui odiava essere sempre dalla parte del male. Odiava dover fingere di odiare una persona solo perché aveva un o entrambi i genitori babbani. Cosa poteva importagliene? Quell’estate poi, aveva imparato persino ad amare i babbani. Voleva più bene ai genitori di Hermione che hai suoi. Come poteva passare al Lato oscuro? Avrebbe dovuto combattere contro Silente, il mago più potente del mondo magico, contro Potter, Wealsey…. Contro Hermione!
<< Che ne dici, Draco? Non sei felice? >> il ragazzo tentò di nascondere il terrore che stava provando. Fece un enorme sforzo ed annuì vigorosamente.
<< Lo sapevo! Ora ti espliciterò il tuo compito. Tutto quello che devi fare, è tenere d’occhio Silente. Sei quello che più si avvicina ad una spia per noi. Sarai la nostra risorsa oltre a Piton. Sai, nessuno è ancora completamente convinto della sua fedeltà. In più dovrai trovare un modo per farci oltrepassare ila barriera di protezone che giace su Hogwarts. Dovremo trovare un modo per impossessarci del castello. Una volta abbattuto quello, prendere in mano il mondo magico, sarà un gioco da ragazzi. Tutto chiaro? >> sentenziò solenne.                        Draco strabuzzò gli occhi. Non aveva scelta davanti al Signore Oscuro. Cosa poteva fare se non inchinarsi e obbedire? Non poteva certo rifiutare.

<< Bene, ora avvicinati, devo marchiarti, per tenerti in contatto con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. >> le brillavano gli occhi ogni volta che accennava a lui.
Draco sbiancò ancora di più, se possibile. Gli passò per la testa di fuggire , ma si rese conto che la porta era troppo lontana. Non restava altro da fare che diventare quello per cui era destinato.

Bellatrix alzò la bacchetta  e pronunciò le parole di un antico incantesimo che Draco non aveva mai sentito, forse era in antiche rune, perché non riusciva a riconoscere quella lingua. Una nuvola nerastra ed infuocata uscì dalla bacchetta. Il ragazzo chiuse gli occhi e lasciò che la magia si compiesse. Sentì la bacchetta premere sul braccio.
Avvertì qualcosa di orribile, caldo e liquido penetrargli la pelle e diffondersi per tutto il corpo, come stesse strisciando.
Da Villa Malfoy quella notte, si librò in cielo un agghiacciante urlo di dolore.
 




Eccomi di nuovo qui! [Yeeh!]. Volevo solo rongraziare tutti quelli che leggono la mia FF e se avete voglia, scrivete una piccola recensione. Grazie mille C:
Cheyenne x

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