Our journey.

di Itsaminilisa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Si paarte. ***
Capitolo 2: *** Il laboratorio. ***
Capitolo 3: *** Dubbi e Preparazioni. ***
Capitolo 4: *** Alla scoperta di Quattroventi. ***
Capitolo 5: *** Checcarina la lotticina ***
Capitolo 6: *** Ora lottiamo a modo mio. ***
Capitolo 7: *** Andiamo a dormire. ***



Capitolo 1
*** Si paarte. ***



Ciaoooooo a tutti! E' una fic un po' banale, ne ho lette a bizzeffe così ma spero che la mia si possa distinguere almeno un po' da tutte le altre. Questa particella nei vari capitoli ci sarà solo se mi va, e la userò principalmente per ringraziare colui\colei\coloro che posterà\posteranno una recensione. Sarà pure un piccolo spreco di tempo per voi, però vi assicuro che niente rincuora più un lettore che sapere che la sua storia è stata letta *-* Beh, sappiate che di solito passo a vedere un po' le storie di chi commenta.
Penso di avere detto tutto, e più di ogni altra cosa

 
spero vivamente che questa ff vi piaccia e vi faccia ridere, anche per strappare un solo sorriso in tutta la storia.

 
Io qui ho finito.
*Svanisce in una nuvola di fumo rosea*
 

Our journey.
Si paarte.



Lisa
 
N.b.: Ce ne sono numerose di storie su dei ragazzi che partono all' avventura, mi scuso in anticipo se troverete delle parti simili a quelle delle vostre fanfictions.

 
1 giugno. Sarebbe figo anche metterci il giorno della settimana, ma non me lo ricordo.
Il dolce modo con cui mi svegliai oggi fu cadere dal letto sbattendo la faccia contro il palchè. Ahia.
Strisciai a fatica verso la finestra e la aprii. Mi sedetti sul davanzale e guardai giù. Il rito di ogni mattina: svegliarsi, mettersi accanto alla finestra, fare uno sforzo disumano per riuscire a prendere il mio amato Nintendo sul comodino lì vicino, accenderlo e quando mi girava andavo a fare qualcos' altro.
Però, una formichina in camice bianco che si stava facendo strada nel labirinto di siepi del vialetto di casa mia attirò l' attenzione dei miei occhi. Ah, no, era solo quella pazza della profressoressa Aralia. Ogni mattina irrompe a cosa nostra in cerca di un po' di caffè. Nel suo laboratorio ha dei macchinari che potrebbero trasformare un Pokemon in Harry Potter, e non ha una stupidissima macchinetta per il caffè?
 
Quando finalmente se ne andò, scesi di sotto.
- Ciao, mamma. -
- Oh, ciao Ammì. Sai, proprio poco era arrivata la professoressa Aralia, ti stava cercando. -
Oh, bene. Quella mi stava cercando proprio quando io non volevo avere niente a che fare con lei. Pensai.
- Ok, allora vado al suo laboratorio. -
Feci per andare verso la porta, però mia sorella mi fermò.
- Lisa, aspetta! Non dimentichi qualcosa? -
Iniziai a grattarmi la chiappa destra. - Dimenticarmi qualcosa? In che senso? -
Capendo che non ci sarei mai arrivata se qualcuno non me l' avesse fatto notare, prese parola mia mamma.
- Lisa, hai ancora il pigiama. - Guardai giù, verso la mia maglietta-pigiama estivo da notte con disegnato un pichu che dorme.
Alzai l' indice. - Oh, è vero! Vado a cambiarmi. - Mi avviai verso la mia camera e la prossima vittima: l' armadio.
 
Puntai dritto verso quell' insieme di pannelli di compensato, lo aprii e mi misi a rovistare tra il guardaroba estivo.
Dopo una lunga e attenta scelta durata a occhio e croce 30 secondi, lanciai sul letto una canotta bianca a maniche corte, una camicia a quadretti stile country sul celeste e lilla, un paio di pantaloncini in jeans blu, un foulard viola che sarebbe da mettere al collo, però ottimo come cintura, un paio di scarpe bianche con delle righe celesti ed il mio cappello rosa maialino con il disegno stilizzato di una Pokeball  interamente bianca.
Resi i miei capelli decenti pettinandoli e raccogliendoli in una coda di cavallo bionda e tirai su il colletto della camicia aperta sulla maglietta.
 
Scesi le scale saltando quattro gradini alla volta e con un frettoloso "Ciao mamma, ciao Alli!" mi avviai a passo di marcia verso la porta. Potevo far invidia ad Alex Schwazer da tanto andavo veloce.
Appena aprii, mi ritrovai davanti un ragazzo corvino, gli occhi azzurri ghiaccio e fisico allenato per un tredicenne.
 
***

Sean
 
Stavo per suonare quando quell' uragano aprì di scatto lasciandomi interdetto, come sempre.
- E tu che ci fai qui? - chiese la bionda.
- Buongiorno anche a te. - risposi. - La professoressa Aralia ci stava cercando, ci vuole tutti e due al suo laboratorio. Andiamo insieme? -
- Va bene - Sorrise.
- Arrivederci, Signora Holmes. Ciao, Alli. - salutai.
Uscimmo.
 
Eravamo appena arrivati al marciapiede, quando una squillante quanto irritante voce giunse da dietro alle nostre orecchie.
- EEEEEEEHHIIIIIIIII, RAGAZZIII!! - Sbraitò la bionda.
Ci spostammo appena in tempo per non essere travolti da una ragazza che sfrecciava peggio di uno Shuttle per i marciapiedi di Soffiolieve.
Belle.
La ragazza maledetta dall' intera regione di Unima. Era già tanto se non ti investiva sette volte al giorno. Però le persone che le stanno strettamente attorno (comprensibile la voglia di spedirla a Khanto attraverso uno dei cargo di Ponentopoli da parte di tutti noi) hanno sviluppato riflessi sopraffini e non rischieranno più di finire all' ospedale per colpa sua.
Poco dopo lo Shuttle inciampò in un sasso e sbattè la faccia contro la pietra.
Ci raggiunse anche quello sfigato secchione di Komor, ansimando e insultando pesantemente Belle tra sè e sè.
Quando lo Shuttle si riprese dalla botta, iniziò a saltare come una bambina.
- Allora? Allora? Allora? Dove andate? Cosa state facendo? Dite, dite, dite!! - sfoderò un sorriso che andava da un orecchio all' altro.
"Se le diciamo dove andiamo veramente si mette a seguirci!" sussurrai a Lisa.
"Va bene" rispose. Poi, prese parola.
- Stiamo andando al percorso 1, vogliamo arrivare fino al tratto di costa per un bel bagno - Sfoderò uno dei suoi sorrisi più falsi.
- Ooh, WOW! Posso venire anch' io? Posso posso posso?? - Senza neanche lasciarci tempo per rispondere, riprese. - Va bene, allora ci vediamo là!! - e ripartì alla velocità della luce verso nord, lasciando a noi solo la tosse per colpa di quel polverone che  alzò correndo via.
- Ah, è stato più facile di quanto pensassi. - Riflettè Lisa.
- Cosa avevi intenzione di fare? Andare fino al percorso 1, lasciare che vada avanti con uno dei tuoi subdoli piani e abbandonarla alla costa? - Chiesi.
- Esattamente. - Rispose. Si girò indietro verso Komor, ancora sfiancato per la corsa di due isolati.
- Va da lei, i suoi genitori mi faranno causa se ritorna a casa sana e salva e si mette a spifferare tutto come un Chatot. - Disse. 
Il secchione sussurrò qualcosa che poteva sembrare un "va bene" e si avviò per la stessa strada percorsa da Belle.
 
- Chissà se riusciremo ad arrivare al laboratorio sani e salvi ora. - Dissi.
- Oh, lo spero vivamente. Ma se qualche povero sfigato si mette tra me e la strada per il laboratorio, gli pianto uno schiaffo che finisce a Boreduopoli. Non sono ancora tanto forte, ma il mio prossimo obiettivo è spedire con un pugno qualcuno fino a Sinnoh. Se ce la faccio, mi sentirò davvero realizzata. - Rispose.
Non riuscii a trattenere un sorriso.

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Capitolo 2
*** Il laboratorio. ***


 
BuonSalve a tutti. Rieccomi qui con un' altra fic, fatta col cuore ♥
Un' altro capitolo del viaggio, e quello che dovevo spiegare l' avevo spiegato nell' introduzione (o angolo autrice, o angolo di una povera pazza, o angolo di quello che volete) del primo capitolo. Per cui, vorrei fare un ringraziamento speciale a:
Calciatrice_2000: grazie davvero per la recensione, apprezzo un sacco quello che mi scrivi, spero di non deluderti con quest' altro capitolo. Però mi dispiace, qui Belle non verrà trattata male, perché non ci sarà. xD
Achamo: bene, son davvero felice di sapere che ti piace e che è meglio della storia precedente, spero di non deluderti con quest' altro capitolo! :D
E' tutto! xD Ancora poche persone hanno scritto una recensione, però apprezzo immensamente anche le 39 persone che si sono prese la briga di guardare il primo capitolo della mia ff, grazie davvero e comunque :D
Ah, ho cambiato leggermente la presentazione generale della storia, e non l' ho fatto senza postare un nuovo capitolo, perché io sono una Brava Pampina e rispetto le regole. U.U
 
 

 

Our Journey.

 

Il laboratorio.

Della nipote di Heinstein.

 

Sean
 

Quando si dice baciati dal sole, questo non è proprio il caso. Più che altro, venivamo presi a sprangate da quel mostro a cui giravamo attorno.
Arrivammo all' inizio della lunga scalinata che avrebbe portato i nostri fondoschiena alla dimora della professoressa stanchi, doloranti e grondanti di sudore.
Se un tempo, nella nostra lontana infanzia, la parola Sole per noi voleva allegria, adesso poteva essere associata solo a sinonimi negativi.
- E fu così che i due poveri sventurati dovettero affrontare la scalata di seicentotrentun gradini per arrivare fino in cima ed attuare la vendetta contro la malvagia Professoressa, Nipote di Heinstein! - Alzai un pugno al cielo.
- Hahah, sta zitto, scemo! - Rise. Centro. Colpita e rincuorata. Ci rimango sempre male quando è giu, quando è arrabbiata. Sfruttando la mia dote di farla ridere perennemente quando è con me, la tiro su, mi zittisce dandomi dello scemo e i nostri cuori diventano più leggeri.
Lisa è una di quelle poche persone che possiedono davvero un sorriso cristallino. Lei non ha mai paura di mostrarlo, al contrario, adora ridere, lei stessa dice che "rende più leggeri e ti libera da ogni preoccupazione". Di sorrisi così ce ne sono pochi, in circolazione. E non hanno prezzo.

Arrivammo ancora più stanchi, doloranti e grondanti di sudore alla fine della scalinata. Anche se era già tanto se non eravamo arrivati morti.
Davanti a noi si stagliò un grande edificio estivo, circondato da una rigogliosa foresta.
I nostri occhi intravederono attraverso il portico che portava alla dimora della professoressa moltissime piante esotiche, probabilmente anche abbastanza rare che per necessità fisiologica andavano messe al sole. Come tutti gli arbusti, d' altronde.

Sotto al portico, un' ondata di caldo ci trapassò, così capimmo che quel posto era utilizzato come serra. Faceva decisamente un buon lavoro.
Con la coda dell' occhio, riuscimmo a vedere la professoressa Aralia distesa su un divano color panna che leggeva un libro. Si intitolava "Storia Pokémon: Oggi e Domani." [1]

- Salve ragazzi! - Trasalimmo. Nonostante ciò, la professoressa continuò. - Dovrei chiedervi una cosa. Però, ho bisogno che veniate al mio laboratorio. - Senza neanche lasciarci tempo per rispondere, si avviò verso la porta che apriva alla sua casa e ci fece cenno di seguirla.

Salimmo altre scale - potevo sentire Lisa che mi sussurrava "Son sempre più convinta che oggi vogliano ucciderci."  - finchè non ci trovammo davanti ad una porta di polistirolo compressato dietro la quale potevano essere disposti i macchinari più strani e pericolosi, conoscendo la donna che ora stava aprendo quella porta attraverso un codice vocale.
 

***
 
Lisa
 

- La Professoressa Aralia è la migliore! - Disse la donna. Usava quella frase come codice per aprire qualsiasi cosa in questa casa.
La porta si aprì e mostrò una grossa stanza piena di macchinari. Venni catturata subito da tutte quelle lucine, ora rosse, ora blu, verdi, azzurre, gialle, rosse, giosse, azzerdi, blalle, azossalle...
- Lisa! - Urlò la Professoressa Nevrotica. Trasalii e mi rifugiai alla velocità della luce dietro la spalla di Sean, tremante.
Il mio cervello resuscitò come meglio poteva. - Oh, ma qui c' è un tavolo! - dissi, uscendo dal rifugio "Spalla di Sean" indicando la superficie completamente piatta ospitante tre sfere poké.
- Oh, ma ci sono anche tre pokéball! - Sembravo una bambina a cui veniva mostrata una caramella della dimensione di un' anguria, non potevo avere espressione più idiota. Però i miei muscoli si rifiutavano di muoversi, quegli scansafatiche.
- Esatto, infatti volevo chiedervi una cosa. - Ah, è vero. Ce l' aveva detto anche sotto il portico.
- Spari. - Dissi.
Ci porse un robot in miniatura che assomigliava vagamente ad un Nintendo.
- Oooooooh, il nuovo 7DS 2°000°000!! - Urlai Battevo le mani come un tricheco e avevo gli occhi a forma di cuore.
- No, idiota. Questo dispositivo super tecnologico è un Pokédex, e registra e salva automaticamente ogni Pokémon visto e catturato! E' di mia invenzione! Basta puntare il mirino della sua telecamera contro il Pokémon interessato, così registrerà tutte le sue informazioni in un attimo! -
- Ah.. - risposi, sconsolata. Ma mi ripresi in fretta. - E perché ce lo ha dato? - Chiesi.
- Eeee proprio qui vi volevo! Voi dovrete esplorare ogni angolo di Unima, alla ricerca di tutti questi Pokémon, e li catturerete e li tratterete come dei compagni di viaggio, e li amerete, li coccolerete, li farete combattere.. -
- In pratica, dobbaimo partire all' avventura per scovare tutti i Pokémon di Unima. - Disse Sean, rimasto muto e impassibile fino a quel momento.
- Esatto! - Rispose la Prof.
Il mio sguardo cadde su quelle tre sfere rosse e bianche sotto al mio naso. - E queste tre pokéball? - Chiesi.
- Oh, giusto. - Lanciò in aria quelle tre sfere, lasciando uscire tre essereni pucciosissimi.
- Questo è Snivy, - Indicò una specie di serpentello verde. Mi è sembrato subito molto prepotente, come se tutto dovesse cadere ai suoi piedi. Mi guardava come per dire: "Io verrò scelto e tu no. Linguaccia."
- Questo è Tepig, - Puntò il dito rugoso contro un maialino tutto rosso. Quel piccolino sembrava avere un' aria sconsolata.
- E questo è Oshawott. - Indicò una piccola, tenera, paffutissima, impacciatissima lontra azzurra con una conchiglia al posto dell' ombelico. La presi subito tra le mani.
- Oooooooooh, ma guarda che ammoooooreeeeee!! - Iniziai a stringere quel Pokémon, cambiando il colore del suo muso da bianco a blu, a rosso, a bordò, a verde, finchè non lo liberai da quella stretta mortale solo per contemplarlo.
- Oh, vedo che hai scelto. -
- Scelto cosa? - Risposi all' affermazione della Prof. Sean rise silenziosamente, mentre a quanto pare la Prof era rimasta interdetta dalla mia stupidità.
- Il Pokémon con cui iniziare il tuo viaggio! - Disse, dopo qualche attimo passato a pensare che non fossi del tutto una forma di vita intelligente.
Allargai gli occhi per qualche secondo.
- Oh, davvero ce ne regala uno? Ma graziee!! - strinsi ancora di più l' Oshawott rimasto intrappolato nel mio decoltè rimpicciolito.
- Ma i nostri genitori.. -
- Tranquillo Sean, sanno già tutto e sono d' accordo. - Sorrise.
- Genitori d' accordo e nessun problema! - Dissi.
- Uhm.. esatto.. comunque io scelgo Snivy. -
- Ha-Ha! Senso di onnipotenza da parte di Snivy! - Oh, il povero Tepig c' era rimasto male. Feci rientrare Oshawott nella sua pokéball.
- Ok, Sean.- La Prof fece ritornare dentro alla sfera il maialino.
- Va bene, ora dovete solo andare ad avvisare le famiglie della vostra partenza, poi potete anche avviarvi. - Eravamo ai saluti.
- Va bene, arrivedereci!  "A mai più!" - Dissi frettolosa, poi andai a grandi passi verso la porta di polistirolo. e la spaccai con un pugno. In fondo, era come le vaschette dei gelati.
- Noooooo! La mia porta super blindataaaa!! - Quella poveretta era sull' orlo di una crisi da porta rotta.
- Ehm... Perché non prova con l' acciaio, la prossiva volta, Professoressa? Comunque arrivederci! - Sean fece rientrare Snivy nella sua pokéball e mi raggiunse.

Arrivammo in poco tempo a casa nostra.
- Andiamo, dai. Dobbiamo anche preparare lo zaino per il viaggio. - Mi guardò negli occhi. Aveva uno sguardo di gelido... Sarebbe stato capace di congelarmi all' istante, o almeno è quello che mi fanno pensare i suoi occhi, color azzurro sporco/azzurro ghiaccio.
- Ok, io vado. Ciao, Sean! -
- Ci vediamo fuori da casa mia? -
- Va bene, ciao! -
- Ciao. - Il corvino attraversò la strada ed entrò nell' edificio che stava esattamente di fronte alla mia dimora.

 

 

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[1]Questo errore è voluto, per evidenziare che la professoressa (e il beoto che ha scritto il libro) non è proprio a posto.


 

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Capitolo 3
*** Dubbi e Preparazioni. ***


Ciao :D Sono tornataaa!! *Nuooo* Scusate se questa volta ho fatto passare più tempo del previsto, è che ho un programma ferreo da seguire per finire tutti i compiti e la scuola da me inizia il 17, quindi ho deciso di dedicare un pochino meno tempo alla storia e dedicarne un po' di più ai compiti, per non marcar male fin dal primo giorno :S
Quindi, passiamo subito ai ringraziamenti:
Calciatrice_2000: Maaa tu ci sei sempre ♥ A dire il vero mi chiedo anche com' è che tu ci sia sempre dato che non l' hai messa tra le ricordate o le seguite.. fa lo stesso :D Sìsì, la prof megalomane perché è una schizzata, mi sembra più che lecito. Sono felice che ti abbia fatto morire dal ridere anche il capitolo precedente, il mio intento è questo! (O forse te l' avevo già detto?)
Achamo: Bene bene, se i miglioramenti aumentano sono felice anch' io ;D per il resto, ti avevo spiegato tutto rispondendo alla recensione, e spero davvero che questo capitolo t' interessi e ti faccia sorridere (:
Ringrazio immensamente anche le 77 persone che hanno letto il primo capitolo, le 30 che hanno letto il secondo e le altrettante che leggeranno questo ♥ Vi giuro che mi fate venire davvero un bene pazzesco *3*
Come vedete, ho cambiato il tipo di scrittura, passando da Times a Georgia. Ambisco a modificare anche i capitoli precedenti, se l' editor me lo permette u.ù
Questo capitolo è solo Lisa, per cui il prossimo sarà solo Sean. Se me lo ricorderò. Lo spero..


 
Io qui ho finito.
*Si dilegua in una nuvola di fumo rosea*



Our Journey.

 
Dubbi e Preparazioni.
Dubbi e Macchinazioni.
 
 
Lisa



 
Ook, ora dovevo solo convincere mia madre a farmi partire.
Pro: Tsè, ciao.
Contro: Tutto.
Beh, dai, ero messa anche abbastanza bene.
Poi, qualcosa rimbombò nella mia testa.
"Tua mamma lo sa già, idiota."
E non darmi dell' idiota!
"Io ti do quello che voglio, perché poi sei tu che ti stai dando dell' idiota da sola."
Ma è impossibile, sei stato tu a parlare.
"E neanche hai il controllo della tua coscienza?"
Aspetta...
"Sono la tua coscienza, imbecille."
Sai, per essere la mia coscienza sei molto pacata, io non avrei reagito come te di fronte a qualcun' altro. Ma smettiamola con questo monologo senza fine, tanto ho capito che ogni cosa che penso tu la senti e potresti anche rispondere.
...
Ah, ma se la mamma lo sa già non c' è nessun problema!
Però ora devo preparare lo zaino... non posso partire come una barbona.
 
Andai di sopra e presi su la prima cosa vagamente assomigliante ad uno zaino che trovai. Sì sì, è proprio uno zaino.
Ma cosa ci metto dentro? Vocina Interiore alias Coscienza, aiutami!
"Criii, criii..."
Ah bene, è andata a farsi una vacanza. Ma quando qualcosa serve non c' è mai, è sempre così.
Probabilmente dovrò metterci il ricambio... uno leggero e pesante. E la baincheria intima. E uno o due costumi.
Oh, ma il mio pail delle Winx! Non può mancare! Aggiungiamo anche il sacco a pelo, lo attaccherò allo zaino in qualche modo.
K-wei e ombrellino di quelli piccoli. I fazzoletti, la ricarica dell' interpokè e le Tic Tac!
C' è rimasto un po' di posto per qualcos' altro, bene bene. Delle scarpe per la pioggia ed un qualsivoglia qualcosa climatico. Ah, anche qualcosa per ascoltare la musica, ricarica e una cosa segreta... Muahhahhahhah.
Controllai di avere l' interpokè al polso, chiusi lo zaino e scesi le scale.
 
- Oh, Lisa! Perché non mi avevi detto che eri tornata? - era mia mamma. Dopo pochi secondi continuò. - Comunque, la Professoressa mi ha detto di riferirvi che adesso si avvia alla prossima città, Quattroventi, e a piedi ci metterete circa mezza giornata per arrivare lì. Ah, mi ha detto anche di consegnarvi queste... - prese dal tavolo due cosi che assomigliavano vagamente a dei contenitori arancioni e me li diede.
- Sono due mappe città. - sorrise.
- Eh, grazie, ma.. a cosa mi potrebbero servire due mappe città? - ero alquanto confusa, nonostante la risposta fosse scontata.
- Lisa, una la devi dare a Sean. - ma tagliò corto. - Sappi che è abbastanza duro per me lasciarti andare, nonostante la Professoressa mi avesse già convinto in passato. Per non sfociare in piagnistei senza fine, voglio salutarti qui e ora. -
Sorrisi, dopo la strinsi in un graaaande abbraccio, che lei accolse con piacere.
- Per farmi perdonare, giuro solennemente che appena trovo un Pokémon che sappia volare ritorno qui, e in fretta! -
- Sta tranquilla Lisa, che io sarò sempre qui ad aspettarti. - mi spiaceva abbandonare quella voce rassicurante che mi cullava e coccolava fin dai primi giorni di nascita, però dall' altra parte volevo fare quel viaggio. Era come uno strano tiro alla fune: io ero la fune, il Viaggio mi tirava da una parte e la Casa dall' altra. L' unica cosa diversa era che potevo decidere io le sorti dell' incontro. Mi staccai.
Di lì a poco, ci salutammo silanziosamente: ci scambiammo solo dei delicati baci sulle guance, poi richiusi la porta alle mie spalle.
Sean era già lì ad aspettarmi.
- Oh, alla fine sei uscita! - spiritosoone.
- Da quanto sei fuori? -
- Circa 10 minuti. -
Spalancai la bocca. - E perché per tutto questo tempo mi hai nascosto che sei campione mondiale dello Riempimento Dello Zaino Veloce e i tuoi se te ne devi andare fuori casa per mesi e mesi ti dicono solo "Ciao ciao."?! -
Qualcosa nella mia testa sospirò, probabilmente era Coscienza.
Mentre quel cretino se la stava ridendo infastidendomi non poco. Così, cercai di cambiare argomento.
- Ma senti, quando hai intenzione di partire per Quattroventi? Entro il duemilaediciassette ti potrebbe anche andare bene? -
Smise di colpo di ridere, sembrava alquanto confuso.
- Quattroventi? -
- Cos' è, ora i ruoli si sono invertiti? Tu fai lo scemo e io la Santa? - di colpo mi ricordai delle mappe città, così frugai nel mio zaino alla ricerca del contenitore arancione. Glielo porsi.
- Tieni, questa è una mappa città, che poi neanche ho capito perché si chiami così, dato che c' è l' intera Unima dentro. Io ce l' ho già. -
La prese. - Oh, grazie. Beh dai, andiamo. -
 
Proseguemmo il viaggio verso il percorso 1 ridendo, o meglio io ridendo come una cretina, e lui facendo delle battute spesso non divertenti, ma che rendeva comiche con i suoi modi di fare e le sue espressioni. Forse è proprio per questo che siamo diventati amici. A lui piaceva farmi ridere e a me piace. Eeeeehhmm, cioè, volevo dire... C-che mi p-piace quando lui mi fa r-ridere! Cioè, che mi p-piace che mi f-faccia r-ridere!

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Capitolo 4
*** Alla scoperta di Quattroventi. ***


Eccomi. Dopo mesi di assenza in cui
1. Non avevo tempo
2. Non avevo idee
Sono riuscita di nuovo ad infestare il magico mondo di EFP. Nel frattempo mi sono iscritta a Feisbuc, ma va beh.
Volevo ringraziare Calciatrice_2000 & Achamo, che sempre leggono e recensiscono :) Ah, anche tutti quelli che se la leggono e basta :)
Se magari chi legge vuole anche recensire non è che mi fa un dispiacere, eh. COMUNQUE questo prendetelo come un capitolo 'di passaggio', che serve ad introdurre le vicende avvenire. Forse.
Beh, ciao.

[Lisa_Chan.
 
Our journey.
 
Alla scoperta di Quattroventi.
O meglio, alla scoperta del Centro Pokémon di Quattroventi.
 
Sean. 
 
 
Eravamo già sul percorso 1: mentre abbandonavamo Soffiolieve ad appena qualche kilometro dietro di noi, eravamo completamente coscienti (o quasi) di quello che dovevamo aspettarci dinanzi. Ma per ora, riuscivamo a vedere solo una pianura lunghissima, all' apparenza infinita. Un piccolo sentiero disegnava la nostra strada, l' unico punto di riferimento di quella mappa immaginaria.
Il silenzio regnava sovrano tra di noi.
E' un fatto curioso, dato che solitamente tutti e due siamo restii a parlare quasi all' infinito.
Stavo guardando davanti a me, imperterrito, quando una delicata ciocca color oro mi svolazzò davanti agli occhi.
Mi girai verso la fonte del gioco di colori: I suoi capelli.
Quel giorno avevano stranamente abbandonato il loro solito pigmento ramato per dipingersi di un colore che poteva sembrare sabbia, luminosa, partendo dalla nuca, fino al laccio che teneva tutti i componenti della sua folta chioma saggiamente uniti, per poi lasciarli andare di nuovo liberi accarezzando l' aria e la schiena. Davanti, una  potente ciocca minacciava di coprire uno dei suoi grandi occhi che grazie al sole risplendeva, come d' altronde il gemello, di spruzzi color azzurro, mescolato con un tenue verde prato più interno che man mano, giungendo verso le pupille color pece, lasciava posto ad uno strano color bordeaux.
Oh, mi ero perso un' altra volta a guadarla.
 
Sul tardi, ma comunque non ancora al tramonto, giungemmo in un paesino descritto dalla professoressa come la città di Quattroventi. Precisamente eravamo in piazza, dove stavano allestendo un piccolo palcoscenico. Probabilemnte ci sarà un concerto...
- Oh, un concerto! Lo andiamo a vedere appena c' è? - Lisa interruppe i miei pensieri. Come in altre innumerevoli volte.
- Eh, va bene. Penso che sia stasera. Ma non esiterò un attimo a tagliare la corda se danno del metal. Piuttosto, dov' è il Centro Pokémon? -
- A ore 3. -
 
Le porte scorrevoli di quell' ingente edificio si aprirono velocemente, lasciando scrutare ai nostri occhi ogni angolo del salone. Alla nostra destra, dietro ad un grosso bancone, sedevano due uomini che vendevano degli "Oggetti per la cura dei vostri Pokémon in sconto!"
...
Oh, ma da quando i nostri Pokémon sono in sconto??
Comunque, davanti a noi, dietro ad un bancone ancora più grosso, albergava una donna sulla ventina, completamente rosa.
E quando dico "completamente rosa" non sto scherzando: Dal vestito alle iridi.
Dietro di lei era posizionato un macchinario gigantesco, grande più o meno quanto un Wailord.
Alla nostra sinistra, infine, un' area relax: numerosi divani color verde acqua erano sparsi, seppur stranamente sistematicamente, per quella parte di salone, reggendo ogni tanto i culi di allenatori in erba e esperti che aspettano chissà cosa, farneticando parole tipo "cucci cucci" o "picciniiiiiiiinooooooo" al Pokémon che tenevano in grembo. Devo vomitare.
Su uno di questi divani, precisamente quello più vicino a delle scale che portano chissà dove, sedeva la Professoressa Aralia.
Ci avvicinammo, sperando che potessimo saperne di più di questo nuovo posto.
- Allora: basta che date le vostre Pokéball a quella tro...- tossì vistosamente - tizia là e ve li cura. Vi dirà tutto lei. Ciao. - E in un attimo la Professoressa si dileguò.
 
Non avendo altro da fare, ci avvicinammo al bancone dove una ragazza trafficava con le sue unghie.
Non appena volse lo sguardo verso di noi, con un gesto fulmineo gettò all' indietro la lima usata fino a poco fa e si preparò ad accoglierci con un grande (quanto incredibilmente falso) sorriso.
- Saaaaaaalve, come posso aiutarvi? - allargò a un' ampiezza disumana i suoi muscoli facciali. Piegò i gomiti ed appoggiò sui palmi aperti delle sue mani il mento.
- Abbiamo bisogno di un po' di informazioni riguardo ad i Centri Pokémon: siamo allenatori in erba... - spiegò Lisa.
- Oh, certo! - sorriso. - Qui curiamo i Pokémon, basta che li affidiate a noi e li rimettiamo in sesto! - sorriso. - Ci sono dei Centri Pokémon in tutte le città, sono tutti uguali a quest' edificio - sorriso. - Quindi non sarà troppo complicato trovarli! - sorriso. Mi stava dando sui nervi. - Dovete sapere anche che qui potete passare la noette in comode stanze letto, un po' come un Bed&Breakfast! - sorriso. - Rivolgetevi a noi infermiere Joy e vi daremo le chiavi per una stanza con: o un letto matrimoniale, o due letti, o tre... -
- Oh bene, vorremmo prenotare per questa notte, una stanza con due letti singoli, grazie. - Rimasi un attimo spaesato da come Lisa interruppe di colpo l' infermiera Joy davanti a noi.
- Ok, allora sono 50 pokè a testa. Diventano 80 a testa se inclusi nel prezzo volete anche cena e colazione. - improvvisamente, quella donna sembrava essersi trasformata in una strozzina.
- Affare fatto. - Lisa si preparò a sganciare la grana. Era semre stata un' ottima affarista: si era preoccupata del salario della madre sin da quando aveva imparato a contare, poi teneva (e tiene tutt' ora) sotto controllo luce, gas, IVA, BTP, BUND tedeschi e quant' altro di cui io non ho alcun interesse.
Beh, intanto abbiamo la sistemazione per la notte.

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Capitolo 5
*** Checcarina la lotticina ***


Our Journey.

Checcarina la lotticina
Con un maniaco verde. ♥

 
Lisa
 
 
Eravamo in piazza, la manifestazione stava per cominciare.
Trovammo un posto davanti al palco per riuscire a sentire bene.
La gente stava iniziando ad affollarsi intorno a noi, innescando un brusio di voci sempre più insistenti.
Sul palco aspettavano due guardie vestite di grigio, con tanto di cappuccio. Avevano tutte e due i capelli rossi. Portavano sul petto una strana P, lo stesso simbolo scritto sul manifesto/bandiera/quello che vuoi che avevano in mano.
Quando la piazza si riempì abbastanza, un uomo vecchio e esile salì sul palco.
Davvero eccentrico.
Aveva dei capelli lunghi oltre alle spalle, verdi prato, con due strani "ciuffi" ai lati della nuca.
Mi ricordava un pagliaccio, anche se a confronto con quelli questo incuteva molto più timore.
Indossava un lungo non so cosa, penso sia un vestito, lungo fino alle caviglie. Era color porpora, più sul viola con dei motivi in oro.
L' eccentrico signore si schiarì la voce e diede due colpetti al microfono, prima di cominciare a parlare.
- Buonasera a tutti! Io sono Ghecis Harmonia Gropius e sono qui per parlarvi della liberazione dei Pokémon. -
...
Luichecosaioloammazzoquesto.
Io e Sean ci lanciammo due occhiate sconcertate mentre voci ancora più sbigottite si alzavano alle nostre spalle.
- Esatto, la liberazione dei nostri Pokémon! Perché sin dall' antichità noi abbiamo iniziato a schiavizzarli, a usarli come ci pare e piace, a ferirli, sino anche a portarli alla morte? E' colpa della nostra avidità: con la creazione delle lotte Pokémon volevamo, e vogliamo ancora oggi,  a tutti i costi vincere, senza tenere conto delle conseguenze che per la maggior parte avrebbero subito i nostri Pokémon. -
Altra pausa, altre voci dietro di noi. Sentii un uomo dire "Forse ha ragione... Stiamo facendo del male ai nostri Pokémon?" e altre voci lì accanto ad assecondarlo.
Rabbrividii, guardando fissa come una statua davanti a me.
- Detto questo io, Ghecis Il Grande - e modesto - vi lascio. Buona serata! Che la pace regni in voi e vi aiuti a fare le scelte giuste. -
La piazza ora mi sembrava il teatro di uno di quei film pieni di abbandoni e cose da  far piangere come un Blastoise che usa Idropompa.
Ci fu qualcosa, però, che distolse un attimo i miei pensieri dalla sceneggiata strappalacrime.
Qualcosa di familiare stava cercando i miei polpastrelli, per poi stringermi tutte e due le mani. Conoscevo bene quella stretta.
 
Sean
 
Cosa stava succedendo?
Perché c' è questo tizio?
Perché vuole liberare i Pokémon?
E soprattutto, perché tutti gli stavano dando ragione?
Cercai le sue mani dietro le mie, le strinsi in modo da non perderla.
Ecco che il mio istinto paterno ha il sopravvento, cerco di proteggerla ovunque sento puzza di pericolo.
Ma lei lo sa.
Nel frattempo davanti ai miei occhi giravano scene strappalacrime di allenatori accecati che si sentivano costretti ad abbandonare i loro Pokémon per uno strano discorso tenuto da un tizio ancora più strano che ha fatto loro il lavaggio del cervello.
Davanti a me ora c' era una donna sulla quarantina, che aveva fatto uscire dalla sua pokéball un piccolo Panpour.
Si chinò davanti a lui e con tutta la depressione di una madre che ha appena perso il suo bambino, disse:
- mi dispiace piccolo di averti tenuto in schiavitù per tutto questo tempo. Ora sei libero, puoi continuare per la tua strada senza che ci sia qualcuno a limitarti. -
Sì alzò con eleganza e a passo sempre più svelto si allontanò, lasciando quel piccolo e sconcertato Panpour e la sua pokéball al suo destino.
Lì vicino stava un centauro, che tra i singhiozzi, come se fosse un bambino, cercava di dare l' ultimo saluto al suo Scraggy.
Perché la gente stava facendo tutto questo?!
Ah, sì, quel tizio.
Cosa potevamo fare?!
Prima che ce ne accorgessimo la piazza ritornò spoglia, come in quelle noiose mattine d'autunno in cui non accade niente.
Non completamente spoglia.
C'era ancora un ragazzo alto, magro come un fuscello, anche abbastanza gracile, che rimaneva fermo a fissare un punto indefinito nel cielo.
Ciò che però permetteva di riconoscerlo erano di certo i suoi capelli.
Lunghissimi e... verdi. Quel verde prato del tuo giardino.
Lisa si sciolse dalla mia stretta e mi slittò a fianco.
Quel ragazzo si girò e svelto, ma con una calma che mi dava sui nervi, si avviò nella nostra direzione.
Si stava avvicinando.
Quando fu ritto davanti a noi, Lisa chiese chi fosse.
-Io sono N'. - disse quello. La bionda scoppiò a ridere.
-AHAHAH N'?! Ma che cazzo di nome è?! AHAHAHAHAH - il ragazzo sembrava scocciato, così presi posizione.
-Scusala, a volte non sa che cos'è il rispetto. Ma cosa vuoi da noi?
-Io ho il potere di parlare con i Pokémon e percepire i loro sentimenti. Quindi, lottiamo! - fece uscire da dietro di lui un Pokémon simile ad un gatto... Un Purrloin. Non avevo bisogno di controllare il Pokédex, la gattara che vive di fianco a me di questi mici pestiferi ne ha a palate.
-No, no, frena: non ho tempo da perdere con un visionario dai capelli verdi che mi lancia una sfida, ho cose più importanti da fare, arrivederci.- incisivo e acido. Oh sì.
-Aspetta! - cercò di richiamarmi - cosa ti vieta dal fare una lotticina con me? E' pur sempre la tua prima volta. - rabbrividii a quell'affermazione. I rumori cessarono intorno a noi. Guardai Lisa, che si stava avviando con me al Centro Pokémon. Aveva la mia stessa faccia sconcertata e schifata.
 
Lisa
 
Lui. Che. Cosa.
Non posso stare zitta.
-Q-quindi tu, oltre che un leggimente, sei anche un maniaco?!
-C-cosa?! No! Conosco le sensazioni dei vostri Pokémon.
-Anche se sono dentro le pokéball?
-Sì.
-Allora ti sfido io.
-Cosa?!-Subentrò Sean.
Mi girai verso di lui scocciata.
-Che hai da ribattere papino?- accompagnai a questa frase un sorrisetto strafottente.
-Beh, allora vai.- mi lasciò fare, scocciato - se poi ti succede qualcosa non venire a piagnucolare da me.
Tirai fuori la mia pokéball e schiacciai il pulsante. Ne uscì fuori un piccolo Oshawott, materializzatosi dopo pochi secondi preceduto da dei bagliori azzurri.
Mi chinai per potergli parlare
-Allora piccolo, questa è la tua prima lotta- non volevo traumatizzarlo, poveretto.

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Capitolo 6
*** Ora lottiamo a modo mio. ***


 
 Che tipo boh, non ho aggiunto questa premessa all'ultimo capitolo. Mi sono scordata ♥ Comunque boh non ho niente da dire, ringrazio come al solito Mikashi che s'è messa a recensire la mia storiella e l'ha messa tra le seguite. Poi bboh, ringrazio anche chi ha letto questa storia e chi la metterà tra le seguite e ricordate e preferite e K ciao. ♥ Ah son felice che la storia abbia raggiunto le 10 recensioni ♥

Lilly
 

Ora lottiamo a modo mio.

Sean
 
Bene, dopo quel sorrisetto la lascio fare.
Voglio proprio vedere cosa combina.
Ma cavoli io mi preoccupo...
Se le succede qualcosa?
Se quel Purrloin invece di colpire Oshawott va a prendere lei?
Stritolerei quella palla di pelo con le mie stesse mani...
Calma, devo far qualcosa per sedare la rabbia.
Non le piacciono il chiasso e la tensione.
Ritorna alla realtà Sean, stai in disparte.
Intervieni SOLO se ce n'è bisogno.
Oh, s'è alzata.
Sta andando indietro, prende le apposite distanze per delineare un campo lotta immaginario che neanche lei conosce.
Ho il cuore che pulsa nelle orecchie, cazzo, non è tanto piacevole.
Perché devo essere così preoccupato?!
E' solo una lotta.
Solo una lotta.
Quand'ero piccolo solevo guardare la trasmissione "Tragedie in lotta" prima di andare a dormire, pensando ingenuamente che mi avrebbe aiutato a prevenire disastri.
Solo ora ho capito che m'incute una gran paura e basta, non a caso infatti poi la notte mi sognavo altri modi di morire durante una lotta Pokémon.
Forse sono facilmente impressionabile.
 
Lisa
 
- Dai piccolo non ti devi spaventare, in fondo c'è una prima volta per tutti - cercai disperatamente di rassicurare il mio povero Oshawott con frasette dolci e sorrisi da vomito - non ti succederà niente, piccolo, fidati di Lisa. So che non è tanto semplice dato che a occhio e croce ti conosco da un giorno però affronteremo un lungo viaggio insieme e scommetto che supererai senza paura tutti gli ostacoli. - era alquanto confusa quella lontra, ma d'altronde i miei tentativi di rassicurare qualunque cosa, dalla gente a un fiore-che prontamente appassiva-, non erano mai andati a buon fine. Neanche una volta.
Persi la speranza.
- Almeno hai capito che questa è una lotta Pokémon? - chiesi alla lontra che rispose con un timido cenno affermativo.
Almeno quello.
Mi alzai e il Pokémon si girò verso quel N e Purrloin.
Vidi il piccolo rabbrividire di fronte al gatto, come fosse circondato da un cielo scuro come la notte tagliato da dei fulmini.
... Ah, forse dovrei conoscere le sue mosse prima di poter sferrare un attacco.
- ASPEEEEEEEETTAAAAAAAAAH - gridai a quel N, per poi controllare il Pokédex.
- Oshawott - gracchiò l'oggetto metallico - Pokémon lontra. Esistono pochi esemplari e vivono prevalentemente in acqua sebbene si trovino bene anche sulla terraferma. Combatte con la conchiglia che ha sul ventre. Contrattacca prontamente dopo aver parato l'attacco avversario. Quest'esemplare è una femmina - a segiure un sacco di altre informazioni di cui non me ne fregava assolutamente niente - Le mosse che conosce sono Azione e Colpocoda -
- EH?! - esclamai - E che cosa fanno?! -
- Usale in lotta e lo scoprirai, semplice - mi rispose Sean con una calma orribile.
Sbuffai e volsi lo sguardo davanti a me.
- Va bene - disse N - Purrloin, vai con Turbosabbia! -
... Quel coso non fece altro che buttare un po' di sabbia sul mio Oshawott.
- Va bene bello, allora usa... Ehm... Come si chiamava quella mossa? -
- Ora Graffio! - d'un tratto il Pokémon furbizia tirò fuori gli artigli e si scaraventò sulla mia lontra lasciandole tre lunghi graffi obliqui paralleli sul muso e facendola sbilanciare per poi cadere all'indietro.
Forse sono leggermente tarda.
- Ehm... Dai Oshawott rialzati, usa... Azione! - In un momento la mia piccola lontra coraggiosa-quel graffio non deve averle fatto tanto male-si rialzò e si scaraventò contro il gatto come fosse un placcaggio.
Ci sarebbe anche riuscita se non fosse stato per il fatto che mancò miseramente Purrloin andando a schiantarsi contro un albero.
Sean stava trattenendo a stento le risate.
Ma che ha quella lontra?
Stava continuamente strofinandosi gli occhi... Pensa Lisa, pensa...
Il tempo sembrava essersi fermato, oppure era solo quel coglione di N che era tanto fesso da lasciarmi tutto il tempo che volevo per riflettere... Fatto sta che capii che il mio Oshawott aveva qualcosa negli occhi che gli impediva di vedere bene, ragion per cui mancò la palla di pelo.
La verità mi colpì in pieno: è stato quel turbosabbia che gli ha lanciato il felino che ora gli impedisce di vedere bene!
Dovevo fare qualcosa: non sa ancora sparare dell'acqua... Noi per far sparire della sabbia dagli occhi li teniamo chiusi...
- FEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEERMO LI'!!! - Urlai puntando il dito contro N, che si girò di scatto verso di me. - E non provare a distogliere lo sguardo da me! -
Non voglio pensare a quello che potrebbe partorire ora la sua mente perversa, ma non ho alternativa.
 
Sean
 
Che aveva intenzione di fare?!
Il suo Pokémon era stato colpito da un turbosabbia... Ora è incapace di vedere...
Certo! Prende tempo per lasciare che Oshawott riacquisti la vista.
Dopo qualche minuto avendo compreso le intenzioni dell'allenatrice infatti riaprì trionfante e felice di poter vedere gli occhi, così Lisa non perse tempo.
- Forza, colpocoda! - Oshawott sembrava che sarebbe andata a dare una codata al gatto, ma con tutto il suo orrore-si poteva facilmente capire dalla sua faccia, quella di quando hai pestato una cacca-si fermò a pochi centimetri da quel Purrloin e cominciò ad agitargli la coda davanti al naso. La palla di pelo sembrava comunque confusa da quell'attacco, così le ordinò subito di usare azione. In un attimo il suo Pokémon si girò e si scaraventò contro il gatto, stavolta centrandolo in pieno.
Ma se il Pokémon non subirà nessun danno... Son sicuro che Lisa andrà lì a ucciderlo con le sue mani, quel dannato Purrloin.

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Capitolo 7
*** Andiamo a dormire. ***


 

Lisa is alive, bitches.

Our journey.

Andiamo a dormire.


Lisa
 
Se a quel gattaccio non succede niente giuro che vado lì e gli strappo quei pelini viola uno ad uno!
La mia lontra sta sferrando il suo attacco.
Vaiasegnovaiasegnovaiasegnovaiasegno!
Riuscì a colpire il gatto, e al di fuori di tutte le mie aspettative gli inflisse anche un danno notevole perché quel Purrloin subito dopo l'impatto venne lanciato a diversi metri lontano da Oshawott e fece parecchia fatica a riazarsi, così decisi di farlo attaccare di nuovo sperando di mandarlo K.O.
Un'altra volta la mia lontra si scagliò contro l'avversario, ma prima che potessi fare qualcosa N ordinò a Purrloin di usare un'altra volta graffio, rendendo il danno che subirà Oshawott ancora più distruttivo.
Si alzò un polverone, e appena si diradò trovai la mia lontra stesa per terra priva di forze.
Dovetti tirare un profondo respiro per frenare lìimpulso di andare da N e tirargli un pugno in faccia.
Forse sono leggermente aggressiva e me la prendo per le più piccole cose, ma perdere la mia primissima lotta Pokémon non mi garba assolutamente.
In fondo se parti bene sei già a metà del percorso, il problema viene però se inciampi dopo aver fatto un passo.
E durante tutto questo monologo interiore la mia Oshawott è ancora stesa per terra dolorante.
Mentre correvo verso di lei mi balenò in testa un'idea niente male.
 
Sean
 
Come volevasi dimostrare perse la sua prima lotta... Non si può sperare di avere successo senza un minimo di preparazione.
Corse a soccorrere la sua Oshawott.
- Oh, t-tu! Come hai potuto farmi questo?! Come hai potuto fare questo alla mia Oshawott! Sei senza cuore! - disse, recitando degna di un'attrice professionista e lasciando quel povero ragazzo interdetto.
- M-ma io...
- ZITTO! Non hai diritto di parlare dopo quello che hai fatto al mio Pokémon! Ora - Tirò su col naso - lasciaci soli. Abbiamo bisogno di un minuto di riposo, dopo le atroci sofferenze che qualcuno a caso ci ha fatto subire. - si girò lentamente abbassando la testa.
Passarono secondi interminabili.
- Ma per favore! - disse N - vuoi che creda a questo tuo teatrino? -
Colpita.
Ma non affonderà così facilmente.
- Ma quale teatrino?!
- Il teatrino che hai inscenato per cercare di farmi venire i sensi di colpa.
- Qui non c'è nessun teatrino! Io e la mia Oshawott siamo davvero ferite da come ci hai umiliate!
- Ma per favore.
La sua scena iniziò a vacillare pericolosamente.
- V-va bene, allora non crederci! Quando poi avrai i sensi di colpa non venire a piagnucolare da me!
N, a braccia conserte, sospirò.
- Anche se continui non ha importanza, Lisa, il tuo teatrino è caduto.
Lisa lanciò il suo Oshawott e si diresse a passo svelto verso N con tutta l'intenzione di prenderlo a pugni.
- Ah sì? E se cadessi te invece?!
Lisa era oramai a pochi metri dal malcapitato quando decisi di intervenire prendendola, caricandola come un sacco di patate sulla mia spalla e dirigendomi verso il centro Pokémon.
- Va bene - dissi mentre Lisa cercava invano di liberarsi da me - La festa è finita! Oshawott! - fischiai con l'ausilio della mano libera, come per richiamare il mio animaletto da compagnia.
 
- Sean! Lasciami, brutto stronzo! Devo ammazzare quel fattucchino da 4 soldi di N!! - Lisa mi stava sbraitando nell'orecchio.
- Ma per favore, sappiamo bene tutti e due che alla fine non gli faresti niente.
- Niente che vada al di fuori di un calcio nelle palle! LASCIAMIIII!
- Facciamo una cosa intelligente: ora te smetti di sbraitare e di muoverti così non rischi di castrarmi e io domani vado a prenderti un bel gelato, va bene?
Lisa sembrò davvero ascoltarmi e smise di lanciarmi calci e pugni.
- Non... E' più lì...
Mi girai di scatto, sgomento.
Lasciai andare la bionda che appoggiò aggraziatamente i piedi a terra, per poi voltarsi nella stessa direzione in cui guardavo io, il punto dove fino a qualche minuto fa era N.
- Ma te eri praticamente girata a guardarlo... come hai fatto a non vedere che si stava dileguando?
- Strillavo con gli occhi chiusi.
Oh, beh, plausibile.
Sospirai, provato da quella giornata come se fosse successo chissà cosa.
- Dai - dissi a Lisa con un sorriso paterno - andiamo a dormire.

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