Con gli occhi di un adolescente

di LeAliDelCigno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il regnare del silenzio ***
Capitolo 2: *** Il misterioso trasloco ***
Capitolo 3: *** Pensieri d'amore ***
Capitolo 4: *** Rose ***
Capitolo 5: *** Momenti di gelosia ***
Capitolo 6: *** Ascoltando il prorpio cuore ***
Capitolo 7: *** Regali ***
Capitolo 8: *** Perdono ***
Capitolo 9: *** Un Natale diverso ***
Capitolo 10: *** Un bacio rubato ***
Capitolo 11: *** Alle porte dell'infinto ***
Capitolo 12: *** Saltando scuola ***
Capitolo 13: *** Litigio ***
Capitolo 14: *** Nulla sarà come prima ***
Capitolo 15: *** La verità ***
Capitolo 16: *** Tecniche di seduzione ***
Capitolo 17: *** Ghiaccio ***



Capitolo 1
*** Il regnare del silenzio ***


 

Ciao a tutti cari lettori della mia prima storia :)Questa fic è iniziata per caso, volevo che questo capitolo fosse unico ma, sollecitato da alcuni amici ho deciso di continuare a scriverla. La vera storia inizia con il terzo capitolo anche perchè i primi due sono abbastanza "particolari" :)
Detto ciò vi auguro una buona lettura.



 

1- Il regnare del silenzio
 



 

Un passo, un respiro, il rumore della pioggia; Stefano continuava a camminare distrattamente vicino al bordo della strada fissando quella riga discontinua sotto i suoi piedi finché non ne mise uno erroneamente in una pozzanghera. 

«Cazzo!» aveva urlato ma dopo aver tirato fuori il piede dall'acqua tornò a camminare come prima passivo, distratto, stanco. 

Accese la musica del suo mp3 a palla per non sentire più quell'odioso rumore che faceva la pioggia e, così facendo, si isolò dal mondo. 

Era stanco di tutto: della scuola, della famiglia, dei falsi amici...
Era tutto troppo pesante quel giorno. 

Arrivò a casa e come ogni volta si scaldò il pranzo, accese la televisione e si incantò a vedere quella scatola animata. 

Sapeva già che quella giornata sarebbe passata nella monotonia più totale, non poteva uscire nel centro del suo paese sia perchè pioveva sia perchè amici lì non ne aveva, lo prendevano sempre per il culo senza sapere nemmeno lui il motivo; forse erano gelosi perchè c'erano molte ragazze che lo corteggiavano, mah... Ormai era abituato a tutto questo e anche ai suoi genitori che lo stressavano per ogni cosa; ora però era stufo di questa monotonia e di tutta questa pesantezza. 

Però nonostante questi buoni propositi Stefano non fece nulla per migliorarle infatti le giornate passavano sempre lente e noiose; a scuola nessuno parlava con lui e tantomeno Stefano voleva condividere qualcosa con loro. Il silenzio dominava la mente del ragazzo facendogli credere di essere solo in quell'aula finché non suonò la campanella dell'ultima ora mettendo fine a quella tortura. 

Stefano si alzò e lentamente nella sua solitudine uscì dall'aula e andò a casa. Dopo aver pranzato, non sentendosi molto bene, andò in camera si distese sul letto e chiuse gli occhi.

Finalmente ragnava il silenzio.

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Capitolo 2
*** Il misterioso trasloco ***


 

Eccomi qui cari lettori con un altro capitolo;
ho cambiato un po lo stile della scrittura sperando che vi piaccia di più, da questa fic inizia ad esserci una piccola svolta nella vita del nostro giovane protagonista...
Ringrazio in maniera particolare Isl che mi ha dato spunti per continuare la stoia e tanto altro e un grazie enorme a chi continua a seguire questa storia.
Detto ciò vi auguro una buona lettura, aspetto con piacere le vostre recensioni ;)

 

3- Il misterioso trasloco

 



Stefano stava tornando a casa tranquillo finché un camion parcheggiato vicino al ciglio della strada attirò la sua attenzione; notò che il veicolo stava scaricando mobili:
" Un trasloco? In questo paese?" aveva pensato, era curioso di capire chi si fosse trasferito nell'abitazione di fronte alla sua ma ci sarebbe andato dopo  anche perchè ora aveva fame.
Finito di pranzare si affacciò al balcone di camera sua che stava di fronte alla casa interessata, per vedere, almeno, com'erano i nuovi vicini ma sembrava non ci fosse nessuno.
Forse si era solo confuso.

Decise, allora, di andare a presentarsi di persona anche se non sapeva che dire o fare, infatti era molto agitato...
Suonò il campanello ma non venne ad aprire nessuno, riprovò più volte ma sempre con lo stesso risultato; forse quel trasloco se lo era veramente immaginato...
Passò la notte a domandarsi se quel camion stesse veramente scaricando mobili o meno...
" Non posso essermi immaginato tutto!" pensava " Cioè mi sarei inventato un camion intero che scarica mobili?! Forse sto diventando matto!!"

Il giorno dopo andò da Ilaria ( l'unica amica che aveva se così si poteva definire) e le chiese:
« Ciao! Sai se per caso c'è stato un trasloco vicino a casa mia? »
« Non direi, perchè? » rispose lei guardando Stefano con aria interrogativa
« Perchè ieri era mi sembro di vedere un camion che scaricava mobili nella casa d'avanti alla mia »
« Te lo sarai immaginato! » disse ridendo la ragazza
« Un camion intero?! » rispose innervosito il ragazzo
« Il fatto di stare sempre solo ti fa immaginare nuovi vicini evidentemente!! » ripete ancora ridendo Ilaria.

A quella risposta Stefano, arrabbiato, la mandò a cagare e si allontanò da Ilaria che aveva smesso di ridere e che rimase spiazzata dal comportamento del ragazzo; dopo tutto lei voleva solo farlo sorridere e divertire di più, tante volte aveva provato a farlo inserire nel suo gruppo di amici ma senza successo e non capiva proprio il perchè...
Gli dispiaceva vederlo lì da solo senza amici, non voleva che gli altri lo mettessero sempre da parte e lo prendessero in giro; non era giusto!
Intanto, mentre Ilaria pensava, Stefano continuava ad allontanarsi piuttosto scocciato:
" Ma come si permette a fare battute del genere?!" pensava " Io sto bene nella mia solitudine, possibile che non lo capisca?! Sai quanto mi importa di lei... Posso vivere benissimo anche senza!"

Le ore di scuola passavano lentamente come sempre e proprio quel giorno l'insegnate di matematica aveva pensato bene di far fare gli esercizi del libro a coppie e, guarda il caso, proprio Stefano e Ilaria dovettero fare coppia.
La tensione era palpabile e si poteva leggere negli occhi di entrambi i ragazzi; nessuno dei due voleva stare lì e tantomeno fare quegli inutili esercizi di matematica; finché, all'improvviso, Ilaria alzò lo sguardo di scatto e disse:
« Senti, mi dispiace di essere stata un tantino impertinente, ma la verità è che non sopporto di vederti sempre da solo... Non è giusto!! » sentendo quelle parole Stefano alzò gli occhi al cielo e rispose:
« Quante volte devo dirti che io sto bene anche da solo! Ci sono abituato; so cavarmela senza l'aiuto degli altri a differenza tua e se a te non sta bene puoi andare anche da un'altra parte! »
« Che palle che sei! » rispose subito Ilaria « Ma perchè fai così?! Hai paura di soffrire e rimanere deluso? O semplicemente non vuoi farti vedere per quello che sei veramente?! Per quanto ti dia fastidio io ti conosco Stefano!! So che questa è tutta una facciata e che sotto questa maschera si nasconde un ragazzo sensibile che sa solo bisogno di tanto affetto!! »

Stefano non rispose...
Sapeva perfettamente che la sua insensibilità era per la maggior parte una maschera che non riusciva più a togliere.
Si limitò a dire: « Facciamo gli esercizi di matematica va... » con una voce più spenta del solito.

Finita la scuola si avviò verso casa mentre fissava la striscia discontinua continuava a pensare alle parole di Ilaria... Sapeva che aveva ragione, ma che ci poteva fare?
Assorto nei suoi pensieri andò addosso a una ragazza che non aveva mai visto prima: poco più bassa di lui, magra, con dei capelli mossi che gli arrivavano fino a dopo le spalle di colore castano chiaro e due bellissimi occhi blu come il mare.
" Che carina" aveva pensato e subito dopo le chiese:
« Scusa! Mi ero distratto, stai bene? »
« Tranquillo sto bene » disse lei sorridendo « Posso chiederti dove abiti? »
« Certo, abito in quella casa lì » disse Stefano indicandola
« Ah, che bello! » disse lei radiante « Mi presento: mi chiamo Rose e sono la tua nuova vicina » disse porgendogli la mano destra.

Stefano rimase imbambolato; allora il trasloco non se lo era immaginato!

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Capitolo 3
*** Pensieri d'amore ***


Ciao a tutti cari lettori!!
In questo capitolo Stefano si fa una domanda che tutti noi ci siamo fatti quando eravamo adolescenti: cos'è l'amore?
Domanda più difficile di quanto si creda; comunque questo capitolo è incentrato sulle riflessioni del ragazzo (anche per questo è scritto in prima persona) spero vi piaccia e con questo vi auguro una buona lettura.




2- Pensieri d'amore




Quante cose mi rendo conto di non sapere...
Quanti momenti vissuti e persi, quanto tempo sprecato, ma nonostante ciò rimango "separato" dalla realtà se così si può dire... Ma perchè?
Eh... Bella domanda... è come chiedere a una persona che non ha mai amato cos'è l'amore: ti guarderà con occhi fuori dalle orbite e si inventerà qualcosa, forse quel sentimento che crede più simile ad esso.

Però che bella domanda... Penso che siano poche le parole o le persone che sappiano descrivere l'amore.
Io posso provare a descriverlo a modo mio, in base alle mie esperienze (secondo me l'amore ha un significato diverso per ogni persona).
Io credo che l'amore sia condivisione, di tutto quello che si ha tanto o poco che sia, in parole povere dare tutto senza chiedere; è stare bene con l'altra persona che pian piano diventa la ragione del tuo vivere.

Ma l'amore richiede anche impegno da entrambe le parti; spesso si vorrebbe mandare la propria dolce metà a cagare perchè non se ne può più di lui/lei ma la verità è che si inizia ad amare veramente il/la proprio/a patner quando si accetta i suoi difetti e così facendo si inizia ad amare anche quelli (soprattutto perchè i pregi sono buoni ad amarli tutti).

L'amore non è stabile, spesso si litiga...Spesso è come un diavolo: prima ti illude e poi ti fa piangere, proprio quando avevi appena ripreso fiducia nei confronti della gente e della vita... Dopotutto la vita è come un alito: prima ti sfiora e poi ti lascia così... Immobile, colpevole di qualcosa che nemmeno tu sai, ma questa non deve essere l'occasione per abbattersi anzi!
Bisogna tirare fuori tutta la propria forza e reagire per quanto difficile è possa essere!

Un giorno ho chiesto ai miei genitori cos'è per loro l'amore: mio padre mi ha guardato fisso negli occhi e visto che non diceva nulla intervenne mia madre dicendomi che è un sentimento forte che supera l'aspetto fisico ne accetta tutti i pregi e difetti della persona che ami; ma quando gli ho chiesto di spiegarmi cosa sentivano loro mi hanno detto che è difficile da spiegare e che non capirei.

Mi fece riflettere quando mia mamma disse: accettare tutti i pregi e difetti della persona amata... Forse è per questo che i matrimoni non durano più tanto, forse perchè ci si ferma ad accettare la prima facciata... Non lo so, ma potrebbe essere un'ipotesi; purtroppo la gente ora non da più peso a ciò che dice: ai ti amo, all'innamorarsi... Tutte parole bellissime, calde, con un significato forte e di un certo peso che viene spesso ignorato; è anche per questo che la gente crede di aver amato anche se in realtà forse non lo ha mai fatto e dice tante cose senza darci peso, ciò illude le persone che quando vengono lasciate stanno malissimo perdendo qualsiasi aspettativa nei confronti di ciò che le circonda.

E così torniamo al discorso iniziale... Vorrei capire qual’è la forza che, nonostante il dolore, ti spinga ad amare e a fidarti ancora... Forse perchè l'uomo non può vivere senza amare ed essere amato... Non lo so; l'unica cosa che so è che io dopo quel giorno non sono più riuscito ad aprirmi nei confronti di qualcun altro senza sapere il perché di questa difficoltà...


Proprio in quel momento la campanella dell'ultima ora suonò, interrompendo i pensieri di Stefano che, subito dopo, si alzò e uscì dall'aula per poi andare a casa.



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Capitolo 4
*** Rose ***


Eccomi qui con un altro capitolo!
Ieri mi è mancata completamente l'ispirazione e il tempo per continuare ma oggi ho recuperato il tempo perso :)
Ringrazio tutti voi lettori che mi seguite e spero che anche questo capitolo vi piaccia!


4-Rose



Stefano continuava a fissare Rose con una faccia da ebete senza dire nulla finché lei scherzando disse:
« Hey! Che succede? Il gatto ti ha mangiato la lingua? »
« Si ehm... Eccomi, sono tornato anche con la testa nel regno dei vivi » Rispose il ragazzo un pochino imbarazzato
« Per fortuna » disse lei ridendo « Dicevo: piacere sono Rose la tua nuova vicina, tu come ti chiami? » disse porgendogli la mano destra
« Piacere mio, io sono Stefano » rispose stringendole la mano « Ero venuto a presentarmi anche ieri ma non c'era nessuno in casa »
« Davvero? Mi dispiace ma per strada la nostra macchina ha avuto un problema e quindi siamo arrivati il giorno dopo dell'arrivo del camion dei traslochi »
« Capisco... Bè, se hai bisogno di qualcosa di qualcosa o di qualcuno che ti faccia conoscere il paese non esitare a chiedere! » disse sorridente Stefano « Ora vado a mangiare, ci vediamo dopo daccordo? »
« Va bene, grazie per la tua disponibilità » disse radiante Rose.

Ognuno dei due si diresse verso le rispettive case: Rose era molto felice che il suo nuovo vicino fosse così simpatico e disponibile.
Non appena dentro casa Stefano, invece, si impressionò del suo comportamento ma che gli stava prendendo? Non si riconosceva nemmeno lui! Tutta questa simpatia e disponibilità da dove uscivano? Forse aveva sbattuto la testa da qualche parte!
Continuò a riflettere su questa cosa fino che Rose non incominciò a suonare il campanello della sua dolce dimora.
« Rose, ciao! Hai fatto presto! »scherzò il ragazzo
« Già, hai ragione » disse lei ridendo « Ma non vedevo l'ora di conoscere questo paese per me sconosciuto »
« Tranquilla, ti farò io da guida turistica » disse felice Stefano
« Perfetto! Allora andiamo » disse radiante Rose.

Iniziarono a girare assieme per il paese e continuando a parlare del più e del meno scoprendo di avere molte cose in comune come, ad esempio, la stessa età, amavano entrambi leggere, giocare a giochi da tavolo e fare sport.
Il ragazzo fece vedere luoghi un po’ nascosti alla sua vicina in modo che potesse avere una chiara idea di quel paese.
Finalmente Stefano si sentiva a suo agio con qualcuno senza nascondere il suo vero carattere; Rose, invece, era molto felice di essersi fatta un nuovo amico in così poco tempo ed era certa che si sarebbe divertita molto con lui.
Si fermarono in un bar per ordinare una cioccolata calda che li avrebbe scaldati un po da quel terribile freddo di dicembre.
Continuarono a parlare e a scherzare finché ad un certo punto Rose disse: « Sei veramente simpatico, era da tempo che non mi divertivo così con qualcuno ». Stefano arrossì lievemente e subito dopo ricambiò i suoi complimenti; non sapeva perchè ma con lei era come se la timidezza svanisse.

La giornata passò velocemente tra risate e lunghe chiaccherate; quando furono vicino alle loro rispettive case e Rose disse: « Stefano, grazie per il bel pomeriggio assieme, come primo giorno è stato formidabile! »
« Grazie a te, anche io mi sono divertito molto e ti assicuro che passeremo altri pomeriggi anche migliori di questo! » disse con un sorriso radiante il ragazzo
« Perfetto! Non vedo l'ora! » disse Rose tutta emozionata.

Si Diressero ognuno a casa propria e una volta dentro Stefano si mise a canticchiare e andare di qua e di là per la casa. Era così felice che sua madre si preoccupò e gli chiese il perchè di tutta questa allegria che, subito dopo, il ragazzo spiegò con molto entusiasmo.
Rose, invece, andò subito dai suoi genitori ai quali spiegò quanto si era divertita col nuovo vicino con il quale era entrata molto e subito in empatia. Suo padre, contento di ciò, le arruffò un po’ i capelli e le disse: « Sono contento che qui ti piaccia, divertiti più che puoi ».
Il giorno dopo Stefano si svegliò presto ( come sempre ) per andare a scuola e, per strada, incontrò Ilaria a cui disse: « Alla fine avevo ragione io!! Una famiglia si è trasferita veramente nella casa di fronte alla mia! »
« Si, ho saputo » disse con tono rassegnato la ragazza « So anche che hai girato tutto il pomeriggio con la tua nuova vicina di casa, ti sei divertito? »
« Si molto, lei si chiama Rose ed è molto alla mano a differenza tua »
« D'avvero » disse sorpresa Ilaria ignorando completamente la critica di Stefano « Non è che ti sei preso una bella cotta? »
« Ma no sparare cazzate! » disse ridendo il ragazzo

Continuarono a parlare di ciò fino a scuola dove iniziarono le lezioni. Stefano era sovra pensiero, come sempre; continuava a chiedersi cosa stesse facendo Rose, in quel momento avrebbe preferito sicuramente passare del tempo con lei invece che stare chiuso in quella inutile aula.
Finì l'ultima ora di scuola, Stefano uscì dall'aula e fuori dall'edificio trovò Rose e le chiese:
« Ciao Rose, che ci fai qui? »
« Sono venuta a parlare con la vostra preside, » disse « voglio iscrivermi a questa scuola superiore »

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Capitolo 5
*** Momenti di gelosia ***


 

Rieccoci qui cari lettori con un nuovo capitolo!!
Mi scuso già da subito per aver tardato ad aggiornare questa fanfiction ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a trovare una continuazione abbastanza soddisfacente ( il classico blocco di scrittura ).
Un grazie speciale a chi continua a seguire e recensire questa storia poiché mi rende molto felice.
Detto ciò via auguro una buona lettura!


 

5- Momenti di gelosia


   

« Sono venuta a parlare con la vostra preside » disse Rose « Voglio iscrivermi a questa storia ».
 
Stefano non credeva alle sue orecchie e improvvisamente, come in preda ad una magica euforia a lui sconosciuta, disse « Davvero? Ma è una fantastica notizia! E che indirizzo hai intenzione di frequentare? »

 

« Il turistico, a me piacciono molto le lingue straniere »
Sentendo quella frase Stefano si incupì, se,brava che il mondo gli fosse caduto addosso improvvisamente « Ah... Che peccato, non saremo in classe assieme » disse con voce cupa
« Dai, non essere triste! Ci incontreremo a ricreazione e ai cambi d'ora » disse positiva lei.

In quel momento arrivò Ilaria che guardò male i due ragazza senza dire nulla sperano di attirare la loro attenzione ma essi continuarono a parlare come lei non ci fosse, allora disse: « Finalmente ho l'onore di conoscere la tua nuova vicina di casa »
« Già, ti presento Rose » disse Stefano
« Ciao, io sono Ilaria » disse con tono acido « vedo che vi state divertendo... »
« Ovvio! Rose è veramente di buona compagnia. » disse con tono provocatorio il ragazzo.

Ilaria fulminò Stefano e subito dopo prese sotto braccio Rose e disse: « Allora voglio conoscere la tua nuova amica, dai andiamo! »
Durante tutto il tragitto verso casa Ilaria fece di tutto per dividerli, mettersi in continuazione tra di loro e interromperli di continuo; il suo scopo infatti era quello di infastidirli in modo che non avessero tempo per parlarsi.

Una volta arrivati d'avanti a casa di Ilaria, Stefano disse a Rose che si sarebbero trovati il pomeriggio e, appena l'amica si era allontanata abbastanza, si girò verso Ilaria e urlò: « Si può sapere che cazzo ti prende oggi?! »
« Proprio non capisci... » disse chinando il capo facendo di che i capelli le oscurasse il volto
« L'unica cosa che ho capito è che oggi tu non hai fatto altro che metterti tra me e Rose!! »
« Vabbè lasciamo stare... » disse a bassa voce Ilaria che stava per girarsi ed entrare in casa ma Stefano la prese per un braccio e la girò verso di lui scoprendo il suo volto pieno di lacrime.

« Perchè ora stai piangendo? » le chiese
« Proprio non capisci... » ripeté lei tra i singhiozzi mentre i suoi occhi nocciola continuavano a far scendere grosse lacrime che le rigavano il viso
« Cosa ci sarebbe da capire? » chiese freddo il ragazzo
« Secondo te?! Da quando eravamo alle medie io ti sono sempre stata accanto cercando di aiutarti il più possibile » disse Ilaria tra i singhiozzi che le rompevano la voce « E ora, all'improvviso arriva questa Rose e mi dici, in poche parole, che lei è meglio di me! Oggi poi eri felice con lei, ti sei comportato diversamente cosa che con me non hai mai fatto in questi anni! E questa cosa mi da fastidio, sono gelosa del fatto che tratti lei come io ho sempre voluto essere trattata da te! »

Ilaria fece una brave pausa per riprendere fiato e poi continuò: « L'unica cosa che mi sono sentita dire da te è che sono invadente, pesante e impertinente! Una persona normale ti avrebbe mandato a cagare; io no, ho voluto rimanerti sempre accanto, ma tu questo non l'hai mai capito, invece in una settimana questa "Rose" ha saputo darti tutto quello che io non sono riuscita a dare. Se solo avessi guardato più attentamente chi ti sta intorno avresti capito che ti sto dando ciò che sta cercando da sei anni!! ».
« Cioè cosa starei cercando? » disse scettico Stefano
« L'amore stupido! Io ti amo cretino! » urlò lei tra i singhiozzi; detto ciò si liberò dalla presa del ragazzo ed entrò in casa sbattendogli la porta in faccia.

Stefano rimase di sasso, fermo davanti alla porta per parecchio tempo come se fosse pietrificato.
" Come ho potuto essere così ceco?" si chiese ma senza trovare una risposta.
 

  

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Capitolo 6
*** Ascoltando il prorpio cuore ***


 Eccomi qui cari lettori con un nuovo capitolo!!
Ringrazio tutti voi che mi seguite e anche chi mi scrive delle recensioni: è solo grazie a voi che trovo la voglia e il piacere di continuare questa storia. Ringrazio anche tutti quelli/e che hanno messo quesat storia nelle seguite o nelle da recensire o altro :)
Ora vi lascio a questo nuovo capitolo, spero che vi piaccia!
Aspetto con ansia le vostre recensioni ( come sempre dopo tutto).
 

 

6- Ascoltando il proprio cuore

 
 
 
Come aveva potuto essere così ceco?
Ilaria aveva ragione e lui non poteva fare nulla per smentire ciò che diceva. Ogni volta che ci ripensava vedeva lei rientrare in casa con le lacrime agli occhi e ciò contribuiva solo a farlo sentire più in colpa.
 
“ Come potrò guardarla negli occhi adesso? Come potrò rimediare a questa situazione?” Stefano continuava a farsi queste ed altre domande simili ma senza trovarvi una risposta.
Maledetta quella volta che aveva deciso di restare amico di Ilaria, lo sapeva che doveva allontanare anche lei; se solo lo avesse fatto prima, ora non si sarebbe trovato in questa situazione!
 
“ Per non soffrire dovresti allontanare anche Rose!” gli disse una voce rocca nella sua testa.
Forse avrebbe dovuto farlo… O forse no… Dopotutto con Rose stava bene, riusciva ad essere se stesso e non si preoccupava di ciò che pensavano gli altri: in quel momento per Stefano esisteva solo lei che con i suoi capelli castani e il suo sorriso dolce e positivo riusciva a fargli dimenticare chiunque fosse nei paraggi, al di furori di Rose ovviamente.
Non capiva nemmeno lui il perché, sapeva solo che la sua vicina era diversa dalle altre.
 
“ Non dire sciocchezze Stefano!”disse con rabbia la stessa vocina di prima “ ti userà fino che le farà comodo e, quando non gli servirai più, si allontanerà da te! Come hanno fatto tutti!”
“No! Rose è diversa! Lei non è come tutti gli altri, lei mi accetta per quello che sono! Questa volta le cose andranno diversamente…! Devono andare diversamente…”rispose il ragazzo pieno di rabbia nei confronti della voce, stava per scoppiare in un pianto nervoso; dopotutto Stefano voleva solo che le cose per una volta andassero per il verso giusto.
 
Dopo circa mezzora abbondante di riflessioni qualcuno bussò alla porta d’entrata di casa sua: era Rose, si era dimenticato che dovevano incontrarsi nel pomeriggio.
« Hey! Pronto per un altro strabiliante pomeriggio assieme? » chiese la ragazza piena di energie come sempre
« Si… Andiamo » rispose spento lui
Rose lo guardò storto e subito gli chiese « Che hai? »
Stefano scosse la testa e sospirò « Niente, sono solo stanco… Vedrai che tra poco torno come nuovo »
Durante tutto il pomeriggio il ragazzo rimase taciturno finché Rose, stufa del comportamento del ragazzo, gli chiese a bruciapelo: « Hai per caso litigato con Ilaria? »
« … Si, come fai a saperlo? » chiese sorpreso Stefano
« Bè, non ci voleva molto per capirlo » disse lei ridacchiando « Oggi, prima di pranzo, mi hai detto di andare a casa senza di perché dovevi parlare con lei e che ci saremo incontrati il pomeriggio »
 
Stefano abbassò la testa non rispose anche perché non sapeva cosa dire.
« Lo si vede lontano un chilometro che è persa per te » continuò lei vedendo che il ragazzo taceva « Sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa se solo gliela chiedessi… Cosa pensi di fare? » chiese seria.
« Io… Io… Non lo so… » rispose avvilito il ragazzo
« Almeno sai cosa provi per lei? Cioè… Ti piace? » chiese di nuovo a bruciapelo
« No…! Non lo so… Cioè non penso di provare nulla di speciale per lei » rispose impacciato Stefano, non era abituato a ricevere domande a bruciapelo, specialmente di quel genere
« Senti… » sospirò Rose « devi ascoltare il tuo cuore, solo così capirai cosa provi veramente per lei e cosa è meglio fare »
Stefano rimase sbalordito dalla risposta della ragazza, era bello avere un’ amica così saggia.
« Sei semplicemente fantastica » disse lui con un timido sorriso
« Si fa quel che si può » disse Rose ridacchiando « E poi è il minimo che possa fare per aiutarti » disse ricambiando il sorriso.
 
Conclusa la conversazione si diressero verso casa e, prima di entrare in casa, la ragazza abbraccio Stefano e disse: « Vedrai che tutto si risolverà, casomai se hai bisogno di qualcuno con cui sfogarti sai dove trovarmi»
« G… grazie » disse lui che sentendo quelle parole diventò rosso in viso e sentì battere il suo cuore in un modo diverso dal solito e molto più forte e non capì il perché o cosa gli stesse succedendo.
 
Il giorno dopo, Ilaria non era venuta a scuola e Stefano si ritrovò in compagnia della sua solitudine per l’ennesima volta.
“ Immaginavo che non sarebbe venuta… Come minimo non vorrà più vedermi”
“ Stefano, lei ti ama! Non potrebbe mai odiarti così, di punto in bianco!”  disse una voce una voce nella sua testa simile a quella di Rose
“ Lo so, ma io mi sento comunque in colpa…”  disse nella sua testa il ragazzo
“ Allora si può sapere cosa aspetti a scusarti?!”  disse la voce di Rose
“ Ormai devi tenerla lontana per non soffrire più!!”  tuonò la solita voce rocca nella sua testa
“ No! Se le chiede scusa lei lo perdonerà, torneranno amici e troveranno un compromesso per migliorare la propria amicizia!” rispose a tono la voce femminile
“ Cazzate!! Ragazzo non ascoltare questa voce pseudo-angelica! Non capisce il tuo dolore!!”  si impunto la voce rocca
“ Cazzate un corno!!”rispose stizzita la voce di Rose“ Stefano, fidati di me e vedrai che tutto andrà per il verso giusto”
 
Il ragazzo, stufo, scosse il capo per scacciare quelle fastidiose vocine nella sua testa  e chiudere così la loro conversazione. Di una cosa era certo, doveva fare qualcosa alla svelta se voleva sistemare le cose.
In quel preciso istante suonò la campanella che segnava l’inizio della ricreazione, Stefano decise di andare in bagno per darsi una sciacquata alla faccia e schiarirsi, se possibile, un poco le idee.
Cosa doveva fare? Non ci capiva più nulla nemmeno lui.
Le ore passarono lente e intanto le due vocine continuavano a distruggergli le meningi provocandogli, infine, un forte mal di testa.
 
Finita la scuola Stefano si incamminò verso casa e a metà strada notò una cosa che non gli piacque affatto: Erick e Rose erano assieme al bar e quest’ultima sembrava divertirsi molto con lui che non faceva altro che provarci con lei.
Erick era un ragazzo della sua stessa età, biondo, con occhi verdi, alto come lui ma molto più muscoloso, in poche parole: era il classico figo e rubacuori del paese.
Stefano odiava quel ragazzo sia perché gli rubava le ragazze che gli piacevano sia perché lo trovava insopportabile e vedere quella scena lo infastidì molto anche se non ne capiva il motivo; Rose per lui era solo una semplice amica alla quale si era affezionato molto velocemente.
 
Il ragazzo continuò a pensare a questa nuova emozione mai provata prima: non era rabbia, non era tristezza… E allora che cos’era? Era una sottospecie di fastidio ma diverso da quello che provava litigando con i suoi genitori.
Dopo una decina di minuti Stefano trovò la risposta: era geloso, ora poteva immaginare come si era sentita Ilaria in tutti questi anni.
 
La vera domanda ora era un’altra: cosa provava veramente per Rose?

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Capitolo 7
*** Regali ***


 Eccomi ancora qui con un altro capitolo!! :)
Mi scuso già da subito per aver tardato a scrivere questa continuazione, ma ho avuto molti impegni, un po’ di mancanza d’ispirazione e ho dovuto fare alcune ricerche prima di scrivere questo testo. ;)
Ringrazio tutti voi che mi seguite, che recensite e che mettete la mia storia nelle tre caselle di scelta (seguite, da recensire e preferite).
Spero che anche questo capitolo vi piaccia e con ciò concludo augurandovi buona lettura.

 
 
 

7- I regali
 

 

Ormai le vacanze invernali erano alle porte e la felicità degli alunni si percepiva facilmente.Oggi Stefano era venuto a scuola con molti buoni propositi per scusarsi con Ilaria e mettere fine a tutti i loro problemi ma anche oggi lei non si presentò.
Questa cosa rattristò molto il ragazzo che ormai non sapeva più che cosa fare per sistemare le cose con lei anche perché non ne trovava mai l’opportunità.
 
L’attesa del primo quadrimestre sembrava facesse scorrere più lente del solito le ore di scuola e ogni minuto che passava “gasava” sempre di più gli alunni che ormai erano pronti per festeggiare.
Finalmente l’ultima ora di scuola finì e un boato di gioia, urla e schiamazzi si levò tra gli allievi che, dopo aver augurato delle buone vacanze ad insegnati e amici, uscirono di corsa dalla scuola come se dovessero scappare da una prigione.
Stefano uscì per ultimo e stava tornando a casa stranamente felice nonostante i suoi problemi.
 
Dopo un po’ che camminava si fermò a contemplare ciò che lo circondava: si respirava già un’aria natalizia, la piazza era già stata decorata a dovere e i negozianti avevano appena esposto le loro merci migliori; insomma, tutto era pronto per l’arrivo del Natale.
Intanto che si guardava attorno, gli venne un’idea: doveva fare assolutamente un regalo a Rose uno anche ad Ilaria così forse sarebbe riuscito a farsi perdonare con più felicità, ma ci avrebbe pensato più avanti.
 
Quando arrivò a casa, Stefano fece tutti i compiti che gli assegnarono per le vacanze in modo da potersi riposare a pieno in esse.
Erano ormai le sei di sera e Stefano decise di fare una passeggiata in centro per vedere se c’era qualcosa di carino da comprare per le due ragazze finché non si trovò davanti Rose ed Erick.
In quel preciso istante sentì una forte fitta di gelosia allo stomaco: perché doveva beccare quei due sempre assieme?!
« Ciao Stefano che ci fai qui? » chiese lei
« Già che ci fai qui? » le fece l’eco con voce da lamento l’altro.
« Potrei chiederti la stessa cosa Erick!! » disse già infastidito Stefano « Comunque sto comprando dei regali di Natale. Tu che fai qui? » chiese rivolgendosi solo a Rose
« Una semplice passeggiata. Vedo che conosci anche tu Erick; vuoi venire con noi? » domandò gentilmente la ragazza
« Io non vado in giro con certi sfigati! » s’impuntò con voce rocca l’altro
« Stefano è mio amico quindi se non ti sta bene puoi anche andartene! » lo sgridò Rose facendolo ammutolire
« Grazie ma preferisco non stare in compagnia di certi elementi » disse Stefano guardando male Erick « Casomai ci mettiamo d’accordo per vederci un altro giorno ».
« Va bene… » disse dispiaciuta « Sarà per un’altra volta » e se ne andò via con l’altro ragazzo che la seguiva.
Vederli assieme gli dava troppo fastidio, ma non sapeva che fare per separarli.
 
Continuò la sua ricerca ma non trovando nulla che lo ispirasse in maniera particolare decise di andare in un centro commerciale che era vicino al suo paese.
Una volta arrivato si mise  a girare per i negozi finché non trovò dei braccialetti molto graziosi e particolari che avevano allegato un foglio con scritto il significato di un nome.
Stefano si fondò subito a cercare quello che portava il significato del nome di Rose e dopo un po’ lo trovò:
 

 

“ROSE
Il nome Rose deriva dal greco “rodon”, che significa “Rosa”,
ed è senz’altro il più diffuso tra i nomi floreali stranieri.
Da sempre i poeti hanno cantato la rosa come il simbolo della bellezza,
il pegno d’amore, le promesse degli amanti.
La regina dei fiori è anche un importante simbolo:
Dante descrive il luogo dei beati come una rosa gialla.
 Se la rosa è d’oro poi, potrebbe addirittura alludere al Cristo;
 vigeva un’usanza a Roma,
 quella di far cadere dall’oculo del Pantheon petali di rosa.
 A simboleggiare la discesa dello Spirito Santo in lingue di fuoco.
Nel Medioevo, grazie ai canti di numerosissimi poeti,
il nome Rosa si diffuse molto rapidamente.
L’onomastico di Rose e dei suoi derivati,
 come Rosina, Rosi, Rosella, Rosita,
può essere festeggiato il 23 Agosto (S. Rosa da Lima)
 oppure il 6 Marzo (S. Rosa da Viterbo).
Molto diffuso è anche Rosa, Rosella, Rosetta e Rosita;
nonostante quest’ultimo sia di matrice spagnola,
 viene portato da moltissime donne in Italia.
Il numero portafortuna di Rose è il 3,
 il colore il blu, il metallo è l’oro e la sua pietra lo zaffiro.”.
 

 

Solo dopo aver letto mentalmente il testo Stefano notò com’era il braccialetto: aveva tre zaffiri ovali e piatti fatti diversamente uno blu, uno bianco e uno a stella, tenuti uniti da un bracciale di finta pelle di colore marrone chiaro con decorazioni oro.
 
Appena finito di analizzare quel braccialetto si mise a cercare quello col nome di Ilaria e appena lo trovò lesse mentalmente il foglio:

“ILARIA
Chiamare una figlia Ilaria è sempre una scommessa:
e se poi, crescendo,
si rivelasse una persona cupa, malinconica, imbronciata?

Ilaria deriva infatti dall'aggettivo greco hìlaros che significava "allegro, sereno, gaio".
 Il suo è un carattere forte, rustico, chiaro, scrupoloso,
che ben si adatta a tutte le circostanze.

 Non nega mai ai suoi amici una parola di conforto o un aiuto,
 e ai suoi nemici non perdona nulla.
Tuttavia non arriva mai alla brutalità, all'aggressione, alla violenza.
 Rimane fedele al suo uomo per tutta la vita.
I latini lo trasformarono nel nome proprio Hilarius e i greco-bizantini in Hilariòn.
 Nella Roma antica si chiamavano Hilaria,
in altre parole Ilarie,

anche le feste che celebravano il 25 marzo la resurrezione di Attis,
un dio che era giunto dall'Asia Minore insieme con il culto di Cibele.
 A loro volta i primi cristiani adottarono il nome col significato di
"felice perché illuminato dalla grazia".

Ilaria ha un onomastico: il 3 dicembre, quando si ricorda Sant'Ilaria
martire di Roma nel III

Il suo numero fortunato è l’1, il suo colore è il rosso,
la pietra è il rubino e il metallo è il ferro.”

 

 

Il braccialetto aveva un gran rubino quasi piatto a forma di rombo che era bloccato dalle estremità da un bracciale in pelle finta di colore marrone che, dalla parte visibile aveva alcune decorazioni di color ferro.
 
Preso dalla curiosità Stefano volle cercare il braccialetto col suo nome e appena lo trovò lesse il suo significato:


 

“STEFANO
In greco il sostantivo Stéphanos significava "corona":
quella corona che era un segno di dignità regale,
ma aveva anche un significato religioso.

 Per questo motivo nell'antica Grecia lo Stephanéforos,
cioè "colui che porta la corona", era il sacerdote addetto al culto della divinità.
 Stefano comunque è dotato di tutte le qualità e
le promesse necessarie per condurre una vita ricca di soddisfazioni.

 Starà a lui scegliere la via più adatta.
 Sicuramente si dedicherà alla logica, alle scienze e alla ricerca.
 Sicuramente nulla potrà guarire la sua vulnerabilità:
 se ferito da qualcosa o da qualcuno,
 si ripiegherà su se stesso e cercherà conforto nell'isolamento della solitudine.
Il suo numero portafortuna è il 9,
il colore è il verde, la pietra è lo smeraldo e il metallo è il rame.”.

 
Il ragazzo si sorprese quanto il significato del suo nome fosse veritiero soprattutto, quando parlava del fatto di trovare conforto nella solitudine.
“Assurdo…”pensò guardando il suo bracciale.
Esso aveva nove smeraldi di normale grandezza che avevano un foro al centro un elastico molto spesso di color rame.
 
Dopo un bel po’ di tempo decise di comprare i braccialetti per le ragazze e si fece fare direttamente i pacchi regalo, finito ciò uscì dal negozio accorgendosi che erano già le otto e mezza di sera.
 
Il giorno seguente scrisse il biglietto d’auguri di buon Natale ad Ilaria dove si scusò anche del suo comportamento e una volta finito si diresse a casa sua.
Arrivò davanti alla porta che gli era stata chiusa in faccia l’ultima volta, inizialmente esitò: aveva paura, ma alla fine si fece coraggio e suonò il campanello.
Ecco, la porta si stava aprendo.
Una ragazza dai capelli castani e gli occhi nocciola aprì la porta.
Era lei, Ilaria! Ormai non poteva più tornare indietro, questa era la sua unica opportunità per mettere le cose a posto.

 

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Capitolo 8
*** Perdono ***


 Eccomi qui con un nuovo capitolo!
Prima di iniziare porgo le mie scuse a tutti voi lettori per aver tardato così nell’aggiornare questa storia, ma ho avuto una settimana molto intensa e non avevo né il tempo né la voglia di continuare.
Non mi dilungo troppo nelle scuse e vi auguro subito buona lettura sperando che questa continuazione vi piaccia ( cosa che capirò da quante visualizzazioni e recensioni lasciate).
Detto ciò vi saluto sperando che il capitolo sia di vostro gradimento :).

 
 
 
 

8- Perdono
 
 
 
 

Subito Stefano iniziò a sudare freddo: cosa doveva dire? Cosa doveva fare?
“ Devi essere semplicemente te stesso, dille la verità, come sei stato male in questi giorni e tutto il resto… Vedrai che capirà” gli rispose dolcemente nella sua testa la voce di Rose.
“ Ok… Devo farmi forza” pensò.
 
« Che cosa vuoi? » chiese brusca Ilaria interrompendo i pensieri del ragazzo.
« Ciao… Io… Ehm… » balbettò lui
« Senti, non ho tutta la giornata! Cosa vuoi? » domandò seccata per la seconda volta
« Tieni… » disse timidamente Stefano porgendole il pacchetto senza guardarla negli occhi « E’ per te… »
Ilaria si sorprese di quel gesto e dopo aver preso tra le mani quel dono disse: « Wow… Grazie »
 
Il suo tono di voce era completamente cambiato, nei suoi occhi ora si leggeva qualcosa di diverso nei confronti di Stefano: ora la rabbia non la dominava più.
 
“E’ il momento, ora o mai più” si disse tra se e se il ragazzo.
« Senti… Mi dispiace » dichiarò tutto d’un fiato
« Eh…? » chiese lei convinta di non aver capito bene.
Stefano sospirò, abbassò il capo e, mentre guardava a terra, ripeté: « Mi… mi dispiace, non pensavo che tu provassi certi sentimenti contrastanti dentro di te, non pensavo di averti fatto soffrire in questo modo.
Mi sento uno stupido ad non aver notato tutto ciò e mi sento ancora peggio nel sapere tutto quello che avevi fatto per me io non l’avevo minimamente calcolato. ».
Il ragazzo si zittì per qualche secondo, giusto il tempo di riprendere fiato e continuò: « La solitudine mi aveva reso cieco, non riuscivo a sentire più nulla perché ero troppo occupato a stare attento a non soffrire.
Ma grazie a te e al nostro litigio o imparato a sentire ciò che provo, a dare un nome ai miei sentimenti e capirli.
Le parole non saranno mai abbastanza per descrivere come sto e cosa provo in questo momento per te… Ora la scelta devi farla tu, qualsiasi cosa tu voglia fare di questo rapporto io lo rispetterò ».
 
Appena finito di dire tutto ciò, Stefano sospirò e spostò il suo sguardo dal pavimento agli occhi di Ilaria che scoprì ancora una volta gonfi e pieni di lacrime.
« Bè… Wow… Non smetti mai di sorprendermi, queste parole da te non me le sarei mai aspettate » disse con voce tremante la ragazza
« Ho solo aperto il mio cuore » disse il ragazzo continuando a fissarla negli occhi.
Sentendo ciò la ragazza rise e scosse il capo: « Hai “solo” aperto il tuo cuore? Vuoi farmi credere che sia stato facile? Specialmente per uno come te? »
« No, non è stato per niente facile » disse Stefano serio « Ma ho capito che per te ne valeva la pena »
Ilaria non credeva alle sue orecchie: ma quello era lo stesso ragazzo con cui aveva litigato?? No, c’era qualcosa di diverso in lui, nel suo sguardo, nel suo modo di parlare.
“ Assurdo…” pensò la ragazza “ Da quando Stefano ammette i suoi errori e di aver bisogno di qualcuno?”
« So a che pensi… Litigare con te mi ha fatto crescere. Avresti la forza di perdonarmi ancora? »
Ilaria lo abbracciò improvvisamente e sussurrò al suo orecchio: « Sei uno stupido… ».
 
Restarono in questa posizione finché Ilaria guardò il ragazzo negli occhi e, dopo averli socchiusi, cercò di baciarlo.
« No… » disse lievemente Stefano allontanandosi « Devo capire… E’ una scelta che richiederà tempo… ».
« Rose, vero? » chiese la ragazza abbassando lo sguardo
« Si… » disse timidamente.
 
Il silenzio cadde tra i due ragazzi: nessuno dei due sapeva che dire, l’imbarazzo e l’esitazione sembravano cancellare ogni pensiero che cercava di tramutarsi in parola.
L’unica cosa che riuscivano a fare, anche se a fatica, era guardarsi negli occhi.
Il tempo passava inesorabilmente lento facendo dimenticare ad entrambi da quanto si stessero fissando.
Questo non era un silenzio come tutti gli altri, era pieno di pensieri, di speranze, d’idee e di desideri incompiuti.
 
« Va bene Stefano » disse Ilaria rompendo quella nuova “pace” (se così si poteva definire) « Fa la tua scelta, io sarò qui ad aspettarti e rispetterò qualsiasi decisione tu faccia ».
« Grazie, so che sarai sempre al mio fianco, ti prometto che appena saprò cosa fare tu sarai la prima a saperlo ».
Il ragazzo stava per girarsi e andarsene, ma prima che potesse fare ciò fu abbracciato da dietro dalla ragazza in singhiozzi.
Che strana sensazione che provava, diversa da quella che sentiva abbracciando Rose, chi sa come si chiamava… L’unica cosa che sapeva era che sentiva qualcosa stringersi attorno al cuore misto ad un lieve gorgoglio allo stomaco.
“ Che strano…” pensò.
 
Ancora una volta quello strano silenzio cadde tra i due, ma Stefano non voleva che si ripetesse la stessa scena di prima anche perché sapeva che non avrebbe avuto la forza di uscirne.
« Ora devo andare… » disse semplicemente e flebilmente liberandosi dall’abbraccio della ragazza.
Ormai Stefano era per strada e continuava a pensare sia a Rose che a Ilaria, non poteva più andare aventi così… Era il momento di fare una scelta, ma prima doveva capire se Rose ricambiava i suoi sentimenti.

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Capitolo 9
*** Un Natale diverso ***


 Ecco qui un nuovo capitolo appena scritto J.Stiamo entrando finalmente nel vivo della storia, ho cercato di scrivervi questa continuazione il prima possibile in modo da non farvi attendere troppo.Non mi perdo troppo in chiacchere e vi faccio subito iniziare a leggere.
Buona lettura.

 
 
 

9- Un Natale diverso
 

 
 
 

 Il giorno di Natale era alle porte quindi anche capodanno era prossimo all’arrivo e Stefano doveva ancora scegliere un posto dove fare i festeggiamenti. Sarebbe potuto andare con Rose per provare a capire cosa provava per lui.
 
Continuava a pensare a come organizzarsi finché qualcuno non bussò alla porta di casa sua: era lei.
« Hey Rose, che sorpresa! E’ da un po’ che non ci si vedeva eh? »
« Ciao Stefano! Come stai? Ero passata anche ieri ma non eri in casa… » disse lei solare
« Un po’ stanco ma bene » rispose il ragazzo « Entra così non stiamo al freddo »
Rose ubbidì e una volta dentro casa il ragazzo la fece accomodare in salotto: era una stanza molto spaziosa con un grande divano sul fondo un divano ad angolo. La ragazza notò che sugli scaffali cerano molti oggetti particolari sia di altre culture sia particolari lavori di artigianato molto antichi. Rose restò incantata da una statua in marmo alla quale non sapeva dare una forma.
 
« Noto che ti piacciono le cose strane » disse Stefano che era tornato nella stanza con due bicchieri e un paio di bibite « Si dice che quella statuetta cambi forma per chiunque la guardi »
Il ragazzo appoggiò tutto ciò su un tavolo che Rose prima non aveva notato.
« Allora, per quale motivo ho l’onore di ospitarti a casa mia? » disse scherzando ma curioso nello stesso momento
« Ah già! Quasi dimenticavo! » disse lei e tirò fuori un foglio che mise sul tavolo « Ho trovato questo volantino che parla di una festa per il giorno di capodanno… Mi chiedevo, sempre se non avessi altri impegni, se fossi interessato a venire con me? »
A quella domanda il cuore di Stefano si inondò di felicità e disse: « Dovrei chiedere a mia madre, ma se fosse per me ti direi subito di si! Pensavo che ci saresti andata con Erick… »
La ragazza sentendo ciò rise di gusto: « Con quel “Don Giovanni”?? Ma preferisco andare con qualcuno che considero mio amico ».
Stefano, sentendo queste parole, si rassegnerò molto: almeno non avrebbe dovuto vedere anche il giorno di capodanno quel tipo.
 
Continuarono a parlare del più e del meno finché la serratura della porta d’entrata scattò facendola aprire; entrò una donna sulla quarantina con un fisico rispettabile per la sua età, aveva dei capelli a baschetto color castano scuro e due occhi verde smeraldo: era la madre di Stefano.
« Ciao mamma! » la salutò il ragazzo portandosi appresso l’amica
« Ciao tesoro, chi è questa bella ragazza? » chiese subito
« E’ Rose la figlia dei nuovi vicini »
« Ciao cara, io sono Luciana, fa come se fossi a casa tua! » disse stringendole la mano
« Salve signora Luciana, capisco finalmente che lei è l’artefice dei bellissimi occhi di Stefano » disse la ragazza facendo i complimenti ad entrambi i parenti
« Non darmi del lei, mi fa sentire vecchia » disse scherzosamente la donna « A parte questo, come mai sei venuta a farci visita? »
« Sono venuta per invitare Stefano ad una festa di fine anno » disse Rose porgendo il tagliando a Luciana che lo prese, lo lesse e disse: « E’ qui vicino e il costo non è nemmeno alto… Potrei portarvi io e uno dei tuoi genitori potrebbe venirvi a prendere… Che ne dici? »
« Penso sia un’ottima idea!! » disse euforica Rose « Ora però devo andare, ci vediamo Stefano, arrivederci signora Luciana è stato un piacere conoscerti » diede un bacio sulla guancia al ragazzo che diventò paonazzo, una stretta di mano alla donna e se ne andò.
 
Passarono alcuni minuti di silenzio tombale che vennero interrotti dalla madre che dopo aver sospirato affermò: « Eh già, è proprio una bella ragazza, c’è poco da fare… » fece una breve pausa e poi disse a gran voce tra le risate « Dai che in discoteca te la baci!! »
« Mamma!! » disse Stefano con un urlo stridulo (dopotutto è quello che sperava anche lui)
« Che carino! Sei diventato tutto rosso! Allora ti piace? » chiese divertita Luciana « Sappi che se vuoi qualche consiglio basta chiedere! La tua mamma per i consigli d’amore è una forza della natura! »
 
Stefano, imbarazzatissimo, andò in camera sua dove trovò sul comodino il regalo di Rose.
Era ormai la vigilia di Natale quindi doveva assolutamente consegnarglielo.
Dopo essere uscito di casa sua con il pacchetto tra le mani, il ragazzo si diresse verso la dimora dell’amica, ma quando si trovò d’avanti la grande porta d’entrata inizialmente esitò un po’, ma poi si fece forza e bussò.
La porta cigolante si aprì con gran rumore e facendo comparire dietro ad essa un’anziana signora minuta dai capelli corti e neri.
« Salve giovanotto, posso aiutarti? » chiese con voce stanca la donna
« Salve, sono un amico di Rose, è in casa? » domandò gentilmente Stefano
« No caro, mi dispiace » disse « E’ andata un attimo in centro con un altro ragazzo per comprare delle cose ».
Stefano ringraziò e si diresse verso la piazza del paese dove trovò, a malincuore Rose in compagnia di Erick che appena lo vide disse: « Guarda, guarda, l’erba cattiva non muore mai! »
« Si può sapere che diamine vuoi da me?! » chiese già in collera Stefano
« Niente di speciale, mi stai semplicemente sulle palle » rispose con un ghigno
« Bè sappi che la cosa è ricambiata! » ringhiò.
In quel momento Rose si mise tra di loro e per farli calmare disse: « Calma ragazzi, è la vigilia di Natale, facciamo in modo di poter vivere queste vacanze nel modo migliore »
« Infatti » ghignò Erick « E’ meglio che vada a fare qualcosa di meglio piuttosto che rovinarmela reputazione facendomi vedere con sto sfigato »
« Quale reputazione? Quella del fighetto puttaniere? » urlò con rabbia Stefano
« BASTA!! TUTTI E DUE!! » urlò Rose.
Erick, anche se rideva, aveva una voglia matta di prendere a botte l’altro ragazzo ma si limitò ad andarsene mentre pianificava la sua vedetta.
 
Quando rimasero soli l’atmosfera natalizia tornò a rasserenare quell’aria invernale che fino a poco fa era carica di tensione e rabbia.
I negozi erano pieni di persone che cercavano qualche regalo dell’ultimo minuto, gli addobbi alle vetrine e alle case rendevano tutto più sereno, le luci colorate degli alberi e dei decori natalizi facevano in modo che tutto fosse più festoso: ormai il Natale era alle porte e si poteva sentire nell’aria come l’odore della salsedine in luoghi in prossimità del mare.
 
« Questo è il mio regalo per te… » disse Rose porgendo un pacchetto e sorprendendo il ragazzo
« Wow grazie! Anche io ho qualcosa da darti » disse Stefano facendo altrettanto
« Grazie! » disse la ragazza sfoggiando un super sorriso « Ho un idea, domani li apriamo assieme? »
« Va bene » rispose felice
Continuarono a chiaccherare mentre si dirigevano verso casa, le abitazioni che sorpassavano erano, come ogni anno, piene di decori e addobbi, ma quest’anno per Stefano c’era qualcosa di diverso in quella brezza invernale, si poteva respirare qualcosa di diverso, di più vivo, forse era lui che la stava vivendo in modo diverso e con persone diverse.
Chissà come mai… Più ci pensava e meno riusciva a capire… La causa di tutto ciò potrebbe essere stata per tutto ciò che era successo o forse per quello che provava per la ragazza.
L’unica cosa che sapeva era che ora stava in compagni di Rose e sentiva cose mai provate prima.
 
Mentre continuavano a parlare Stefano non poté fare a meno di notare una cosa: era veramente carina, con quei capelli castano chiaro, mossi e lunghi fino alle spalle, con quegli occhi di un blu intenso e brillante, con quel sorriso angelico che riusciva a cambiargli le giornate, con le sue guance lisce e lievemente arrossate dal freddo invernale e con quel suo modo di fare che riusciva sempre a tirare fuori il meglio di lui.
 
“ Chissà se ricambia i miei sentimenti… ”pensò
Stefano sapeva cosa provava ma non capiva perché sentiva sentimenti così contrastanti e distinti per le due ragazze: con Rose era tutto più sereno, facile e dolce; con Ilaria invece le cose erano diverse, erano più serie e complicate, ma anche più cariche di dolore.
 
“ Cosa devo fare? ” si chiese, ma dentro di se trovò solo un immenso vuoto e silenzio, nemmeno le voci nella sua testa gli rispondevano.
 
Stefano si accorse che ormai erano arrivati a casa quindi, dopo essersi messi d’accordo su quando trovarsi, si salutarono ed entrarono nelle loro abitazioni.
 
Il giorno dopo già di prima mattina si sentivano le urla dei bambini in festa e la gente che si scambiava gli auguri.
Stefano si alzò dal letto pieno di energie consapevole che quella giornata sarebbe stata diversa dalle altre. Dopo essersi vestito un po’ più elegante del solito uscì di casa, andò nel posto di ritrovo dove incontrò subito Rose e, come promesso, si scambiarono i regali.
La ragazza aprì il suo con molto entusiasmo quando vide il braccialetto disse con gioia: « Stefano! E’ bellissimo! » e lo abbracciò.
Ora venne il turno del ragazzo che quando aprì il suo rimase sbalordito: era una piccola statua di un Buddha su una piattaforma ed aveva un vaso in mano dove c’erano tre fori per inserire dei bastoncini di incenso che si trovavano in una custodia a parte.
« Avevo chiesto ad Ilaria cosa avrei potuto regalarti e lei mi aveva detto che ti piacciono molto le cose particolari e il profumo dell’incenso… » spiegò Rose
« Hai fatto un ottima scelta, mi piace tantissimo » disse Stefano con gli occhi carichi di enfasi
« Davvero? Ne sono felice » disse la ragazza tirando un sospiro di solievo.
 
Passarono tutta la mattinata divertendosi assieme e Stefano notò che più tempo passava con Rose più il suo sentimento cambiava e si trasformava in qualcosa di più importante e serio in lui.
 
Quando arrivò a casa sua madre lo guardò diritto negli occhi e gli disse: « Siediti, devo dirti una cosa che non sarà tanto facile da sentire »
Il ragazzo si preoccupò ma obbedì: « Dimmi… Ho fatto qualcosa che non dovevo? »
« No, riguarda la tua amica Ilaria » disse la donna
Il cuore di Stefano iniziò a battere sempre più forte facendolo sudare freddo, che cosa le era successo?
Vedendo che il figlio non rispondeva, Luciana riprese a parlare: « Stava attraversando la strada quando una macchina comparsa all’improvviso l’ha presa sotto. Ora è in coma in ospedale »
« Cosa?! » urlò Stefano con la prima lacrima che si faceva strada per rigargli il volto
« Mi dispiace… » disse sua madre abbracciandolo
« Portami all’ospedale dove è ricoverata » disse il ragazzo
« Ma figliuolo… »
« Poetami lì!! » urlò il ragazzo interrompendola
« Va bene… » disse Luciana asciugandogli le lacrime.
 
Il viaggio fu molto silenzioso, nessuno parlava, nessuno aveva niente da dire anche se in realtà Luciana avrebbe voluto usare qualche parola di conforto per il figlio, ma non ne era capace, non era mai stata brava in questo genere di cose.
Una lacrima di nervoso solcò il viso della donna: odiava questo senso di impotenza, di non riuscire a concludere qualcosa, ma soprattutto di aiutare suo figlio, quello non lo sopportava proprio, ma per quanto si sforzasse non riusciva a cambiare.
Una volta arrivati a destinazione si precipitarono alla stanza di ospedale per poi entrarci: Stefano vide Ilaria distesa in un letto di ospedale con una parte del volto piena di bende, le braccia erano piene di tagli e botte, ma la cosa che lo impressionò di più era che, da una gamba che usciva un po’ dal letto, si vedeva un taglio profondissimo lungo per tutto il polpaccio.
I genitori della ragazza erano inginocchiati da una parte all’altra del letto che le tenevano le mani e continuavano a piangerla.
 
Appena il ragazzo entrò la madre di Ilaria gli venne incontro e dopo averlo abbracciato disse tra le lacrime: « Stefano, è bello vederti »
« Salve signora Annamaria » si limitò a dire Stefano con la voce spezzata
« Sai, Ilaria è veramente innamorata persa di te, a casa non fa altro che parlare di te » disse la donna con un sorriso amaro sulle labbra.
Stefano non disse nulla, sentiva che le lacrime gli rigavano il volto senza che lui potesse fare nulla per impedire il contrario; si staccò dall’abbraccio di Annamaria e andò a sedersi vicino all’amica.
Notò subito che al polso aveva il braccialetto che le aveva regalato, vedendo ciò gli scappò un lieve sorriso, ma subito dopo le lacrime ripresero a scorrere lente e copiose sul suo volto.
Prese la mano dell’amica e l’unica domanda che formulò nel suo pensiero fu “ Perché…? ” ma ancora una volta dentro di se dominava il silenzio e nessuno era capace di rispondergli.
 
Passò la notte in ospedale a piangere per Ilaria.
Era questa la conseguenza per aver vissuto un po’ di felicità?

  

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Capitolo 10
*** Un bacio rubato ***


Ecco qui un altro capitolo.
Mi scuso per aver aggiornato così tardi. Ad ogni modo, con questo capitolo si entra nel pieno della vicenda della storia, spero che vi piaccia. Ho fatto anche alcune ricerche per lanciare certi messaggi indiretti: chi sa se qualcuno di voi lì troverà:)

Buona lettura.

 

 

10- Un bacio rubato
 

 
 
 

Erano ormai passati tre giorni e per Stefano furono lunghissimi, pieni di lacrime, tristezza e dolore.
Molte volte sua madre aveva provato ad allontanarlo da quel letto d’ospedale ma senza successo poiché il desiderio del ragazzo era quello d’essere presente, quando Ilaria si fosse svegliata, voleva vedere ancora una volta quel sorriso, quello sguardo su di se, ma ciò non avveniva.
 
Ilaria stava immobile, distesa su quel letto d’ospedale senza dare cenni di vita.
Era tutto infinitamente lento e l’unico rumore che rompeva quel silenzio mortuario era il rumore che faceva l’elettrocardiogramma, ma esso era sopraffatto dai singhiozzi del ragazzo.
“ Perché?” continuava a chiedersi in continuazione senza trovare una risposta e anche quando lo domandò a sua madre non trovò nessuna risposta al suo quesito.
 
Ancora una volta un silenzio diverso dagli altri dominava il ragazzo: questa volta era molto più doloroso, pesante, denso e gli provocava una forte sensazione di vuoto dentro di se.
Solo dopo un po’ che ci pensava con le lacrime agli occhi, scoprì che per la prima volta si sentiva veramente solo.
Assieme alle lacrime, una sensazione di stanchezza entrò in lui e poco dopo lo fece addormentare con la testa sul materasso dove giaceva Ilaria.
 
Fu un sogno molto strano: si trovò in un prato immenso peno di Crisantemi al centro rossi che sfumavano fino a diventare agli estremi bianchi e d’Eriche color panna.
“ Che fiori bizzarri” pensò Stefano mentre camminava tra essi senza una meta precisa.
Il ragazzo notò che più s’inoltrava in quel prato più alberi di pesco in piena fioritura, continuò ad avanzare finché non notò una bellissima giovane donna con un elegante vestito bianco ottocentesco.
Aveva lunghi capelli rossi e ricci e due occhi color acquamarina, quando la dama vide Stefano fece un sorriso grazioso che riusciva a tranquillizzarlo.
Il ragazzo notò che nonostante lei si trovasse in mezzo ad alberi di pesco in fiore che perdevano i loro petali, la giovane donna non veniva nemmeno sfiorata da essi, era come protetta da una sorte di barriera invisibile che impediva ai petali di toccarla.
 
“ Che cosa strana…”pensò Stefano che si era fermato alcuni metri dalla giovane donna.
La donna, vedendo che il ragazzo si era bloccato, porse la mano con aria preoccupata verso di lui e chiamò il suo nome. Il ragazzo si stupì nel sentire che la donna aveva la stessa voce di Rose.
« Stefano, presto! Vieni! » disse lei con più forza.
Sentendo ciò il ragazzo iniziò a correre verso la giovane donna ma sembrava che a ogni suo passo la strada si allungasse per impedirgli di raggiungere la sua meta.
« Non fermarti, continua a correre! » lo incoraggiò lei.
Stefano fece come gli fu detto e quando fu abbastanza vicino alla dama fece un salto grazie al quale riuscì a toccarle le dita.
Da quel contatto si sprigionò una luce bianca così forte che eliminò lo scenario in cui si trovavano lasciando Stefano sospeso nel vuoto e non vendente per la troppa luce, sentiva solo chiamare ripetutamente il suo nome da lontano.
 
Improvvisamente Stefano si svegliò; era sudato e il cuore gli batteva velocemente, si girò e vide Rose che lo guardava con aria preoccupata e subito disse: « Hey! Finalmente ti sei svegliato! Stai bene? »
« Secondo te? » rispose con un’altra domanda.
La ragazza non disse nulla, si limitò a guardarlo negli occhi e, successivamente, abbracciarlo.
« So che non è facile » disse dopo un paio di minuti « Ma non puoi rinchiudere te e il tuo dolore qui dentro! Solo parlandone potrai sfogarti e liberarti da quel peso che ti opprime! »
Sentendo quelle parole Stefano scoppiò in lacrime tra le braccia di Rose che lo strinse ancora più forte a se e disse: « Bravo sfogati, ora ci sono io qui con te ».
Fu un pianto molto liberatorio, sembrava che ogni lacrima che versava togliesse un po’ del dolore e veniva sostituito dall’affetto di Rose.
 
« Domani è capodanno, te la senti di venire alla festa? » chiese lei appena Stefano smise di piangere.
« Non lo so… » rispose lui guardando verso Ilaria.
« Tu ci devi andare! » disse Luciana entrando nella stanza « Devi pensare a divertirti e cercare di dimenticare questa situazione almeno per una notte! »
« Tua madre ha ragione» disse Rose dando manforte alla donna « Vedrai che poi starai meglio ».
« Ok, ho capito » disse Stefano « Non mi sembra di avere molta scelta »
« Perfetto! Domani fatti trovare pronto per le nove di sera » disse la ragazza sorridente mentre usciva dalla stanza
« Penso che dovremo andare a casa in modo da prepararti al meglio per domani » disse Luciana sorridendo
« Hai ragione, non ho una bella cera » rispose il figlio con un mezzo sorriso.
 
Il giorno di capodanno fu fin dalla mattina molto movimentato sia per le preparazioni sia per il via vai di tutti i parenti. Appena arrivò la sera l’adrenalina di Stefano schizzò alle stelle, si fece una doccia, si vestì con una camicia bianca elegante ma non troppo e dei jeans eleganti scuri, si fece i capelli meglio che poté in modo da essere il più presentabile possibile.
Quando arrivò Rose il cuore del ragazzo fece un balzo così forte che pensava gli uscisse dal petto: indossava un vestito blu scoro, la parte alta era fatta come un top con un particolare ricamo sulla zona vicino al seno e la parte bassa era simile a una gonna lievemente a palloncino; i capelli erano raccolti in una coda di cavallo e d’avanti aveva lasciato che alcuni ciuffi arricciati le cadessero sul volto.
« Sei… sei bellissima » balbettò Stefano
« Grazie, anche tu stai molto bene » rispose lei un po’ rossa in viso.
Il ragazzo salutò la famiglia, uscì da casa assieme a Rose ed entrarono nella macchina del padre della ragazza, poiché li doveva accompagnare alla festa.
 
Il viaggio di andata sembrò molto brave anche perché lo passarono chiacchierando assieme.
Una volta arrivati pagarono il biglietto ed entrarono alla festa: era un luogo enorme pieno di luci, gente e musica ad alto volume.
Dopo un po’ che continuavano a parlare Rose prese Stefano per mano e lo portò in pista a ballare.
« Non so come fare… » disse timidamente il ragazzo
« Fatti trasportare dalla musica » disse lei.
Nonostante i continui consigli Stefano continuava a muoversi come un robot mal funzionante, allora Rose mise le braccia sul collo del ragazzo e continuò a ballare come prima sperando di farlo sciogliere un po’.
Stefano non sapeva che fare, il suo cuore batteva fortissimo, il volto era in fiamme, l’unica cosa che voleva fare era baciarla.
« Eddai! » disse Rose portando le mani del ragazzo dietro la sua schiena « Balla un po’ con me! »
Facendo ciò i loro corpi si avvicinarono ancora di più facendo sentire ancora di più la presenza fisica di uno
all’altro.
 
In quel momento iniziò il conto alla rovescia e lei si avvicinò ancora di più.
« Dieci, nove, otto, sette…!! »
Rose alzò il volto verso il ragazzo
« … sei, cinque, quattro…!! »
Stefano notò che nello sguardo della ragazza c’era una luce diversa dal solito e non era per colpa delle luci della stanza.
« … tre…!! »
Rose chiuse gli occhi e si avvicinò il suo viso verso il ragazzo.
« … due…!! »
Stefano fece lo stesso
« … uno…!! »
Le loro labbra erano vicinissime
« … zero!!! »
In quel momento si alzò un boato di grida di gioia nel quale tutti iniziarono a porgersi gli auguri di buon anno e, nello stesso istante, Stefano e Rose si baciarono: fu un bacio rubato, veloce, pieno di significato e passione, ma che purtroppo finì presto.
In quel momento le parole erano futili, le loro labbra spiegavano tutto quello che bisognava sapere. Delle sensazioni nuove e inspiegabili presero il cuore e lo stomaco del ragazzo: le gambe gli tremavano ma non sapeva per quel motivo, il cuore gli batteva forte ma in modo completamente diverso dal solito, il suo stomaco si muoveva come in preda a una strana euforia e la sua bocca si muoveva con maestria unendosi con quella di Rose permettendo uno scambio di saliva attraverso le loro inesperte lingue.
 
Quando quel magico momento giunse concluse si guardarono negli occhi: le loro iridi brillavano di qualcosa di speciale di cui solo loro sapevano cos’era, le loro bocche erano rosse e vogliose di un altro bacio ma questa volta più intenso e più approfondito. In quel momento tutto era così straordinariamente perfetto che non serviva spiegare, il loro sguardo valeva più di mille parole.
 
Dopo poco Rose si allontanò scomparendo tra la folla e in quel momento da una miriade di domande senza risposta:
“ Che cosa avrà significato quel bacio per lei?” si chiese
“ Avrà sicuramente significato: chi conquista a capodanno rimorchia per tutto l’anno!!”disse la voce rocca nella sua testa
“ No! Non ci credo! Non è possibile! Dopo ci parlerò”
 
In quel momento gli arrivò un messaggio con scritto: “ Ciao sono Rose, non serve più che mi porti a casa, grazie”.
Dopo averlo letto Stufano andò in paranoia e si riempì di mille domande alle quali non trovava risposta.
Non sapeva più a che pensare ma di una cosa era certo: tra poco sarebbe stato il momento della verità.

  

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Capitolo 11
*** Alle porte dell'infinto ***


 11- Alle porte dell’infinito

 
 
Erano passati parecchi giorni da quel magico ma doloroso capodanno e Stefano non aveva ancora trovato il coraggio di parlare con Rose di ciò che era successo.
L’inizio del secondo quadrimestre era alle porte, ma la cosa peggiore era che la ragazza e la sua famiglia erano andati in vacanza senza dire a nessuno né la destinazione del viaggio né quando sarebbero tornati.
Ogni giorno che passava le domande paranoiche di Stefano diventavano sempre più insistenti e, dato che non riusciva a trovare una risposta che le placasse, una sensazione di vuoto e solitudine crescevano sempre di più in lui.
 
“ Come ho potuto essere così ingenuo?”si chiese
“ Io ti avevo avvisato…” disse la voce rocca nella sua testa
“ No! Non può essere! Non può essere finita in questo modo!” pensò il ragazzo prendendosi la testa tra le mani cercando di far scomparire quel fastidioso rumore.
 
In quell’istante una lacrima gli rigò il viso, quel volto dolce, delicato veniva segnato ancora una volta da una goccia di tristezza creata dai suoi occhi smeraldo che in questo ultimo periodo erano diventati, ora più che mai, lo specchio della sua anima.
In quest’ultimo periodo il suo mondo era stato molto duro, il suo cuore era pieno di cicatrici che continuavano a riaprirsi, i suoi occhi avevano reimparato a piangere e i suoi sentimenti erano ritornati a far parte della sua vita anche se a caro prezzo.
Era per questo che Stefano preferiva non provare sentimenti, non gli avevano mai portato nulla di buono e, come sempre, alla fine si trovava lì, da solo nel suo dolore, col suo cuore in mano senza sapere che fare. Nel passato questo era il momento in cui, dopo aver analizzato la sua situazione e tutto quello che era successo, rendeva impossibile far uscire i suoi sentimenti.
 
Questa volta però le cose stavano diversamente.
“ Perché preferisci soffrire?! Perché non vuoi tornare alla normalità?!” chiese con tono irritato la voce rocca e sottolineando il termine normalità
“ Perché non voglio più restare solo!!”urlò nella sua testa Stefano
“ Non dire cazzate ragazzo! Tu stai bene da solo! Non ti servono gli altri! Preferisci essere trattato come hanno fatto in passato?!” domandò severamente la voce
“ E’ meglio soffrire per qualcuno che ami che non provare sentimenti perché sono proprio questi a farmi sentire vivo!!” rispose “ Vivrò per le persone che mi vogliono bene e che sono mie amiche mettendo me in discussione!! Solo così potrò crescere e maturare sia da solo sia assieme agli altri!!”
Dopo aver detto ciò un silenzio apparentemente infinito calò in Stefano che si accorse solo ora di aver pianto.
 
Cosa doveva fare? Da chi doveva andare ora?
Domande apparentemente semplici, ma alle quali non era capace a dare una risposta e per quanto i suoi occhi parlassero al suo posto nemmeno loro sapevano dare una risposta.
Il tempo passava, ma non l’umore di Stefano che decise di andare in ospedale per stare un po’ con Ilaria: ne sentiva il bisogno.
Una volta d’avanti al corpo inerme della ragazza il silenzio regnò ancora una volta facendo sentire la sua pesantezza in modo peggiore del solito, facendo provare un dolore che conosceva fin troppo bene le urla e le lacrime del cuore, del suo cuore.
 
“ E ora? Cosa pensi di ottenere venendo qui da una ragazza in coma?” chiese la voce rocca, ma Stefano la ignorò e dopo aver preso la mano di Ilaria si mise a raccontare tutto quello che gli era successo a capodanno nei minimi dettagli.
Più di una si dovette fermare per prendere fiato dato che i suoi singhiozzi e le sue lacrime gli impedivano di parlare normalmente.
Per quanto cercava di dire tutto per sfogarsi non riusciva a provare la stessa situazione che aveva provato con Rose, ma, nonostante tutto ciò, Stefano continuò a parlare e quando, con molto fatica, concluse tutto sentì la mano di Ilaria stringersi alla sua.
 
« Allora adesso stanno così le cose? » disse la ragazza alzando la testa lievemente dal letto
« I… Ilaria? » balbettò con la voce spezzata
« Sì, sono ancora viva » disse con ironia lei
Sentendo quelle parole delle lacrime di gioia riempirono il volto di Stefano che dopo averla abbracciata disse: « Grazie a Dio! Pensavo che non avrei più rivisto quello sguardo su di me, quel tuo sorriso e risentito la tua voce! »
Ilaria rise a fatica e disse: « Bè, con tutti i casini che ti trovi non posso certo abbandonarti; cosa pensi di fare ora? »
« Non lo so, non ne ho proprio idea… » rispose sinceramente
« Sai che dovrai affrontare lei e la discussione di petto? » chiese lei per metterlo in guardia
« Quella, purtroppo, è l’unica cosa di cui sono certo » ammise amaramente lui.
 
A quella risposta Ilaria si zittì e, mentre guardava il soffitto, si mise a pensare.
« Che ti succede? » chiese il ragazzo preoccupato
« Niente » rispose girando il volto verso Stefano mostrando così i suoi occhi lucidi « pensavo solo al fatto che tu orma hai fatto la tua scelta… »
« Mi dispiace… » disse interrompendo il loro contatto visivo
« Tranquillo… » disse lei con tono pacato « Un po’ me lo aspettavo… »
 
Ancora una volta nessuno aveva il coraggio di dire qualcosa, un silenzio imbarazzante si era creato tra i due: Stefano aveva paura di dire qualcosa di sbagliato e Ilaria non riusciva a creare un nuovo discorso per colpa di quella orribile stanza d’ospedale che rendeva impossibile avere ispirazioni decente.
Nessun rumore al di fuori dell’elettrocardiogramma era presente in quella stanza e nelle menti dei ragazzi.
 
Improvvisamente Stefano prese la mano dell’amica e con quegli occhi smeraldo che ora avevano paura della solitudine chiese: « Resterai affianco a me? »
Ilaria sorrise e con un magico luccichio alle iridi rispose: « Fino alla fine! »
 
 
 

Note:

 
Eccomi qui lettori!! :)
Ho spostato le note in fondo alla storia perché mi sembravano più carine (e anche perché non sapevo più che colori usare per le note xD) , voi che ne dite?
Siamo nel pieno della vicenda e ho in mente tantissime cose intriganti per proseguire *_*
 
Bè, vi è piaciuto il nuovo capitolo? Allora recensite ^_^
Un po’ corto lo so, ma secondo me il finale di questo capitolo è perfetto così poi posso sbagliarmi, ma io penso che vada bene… Voi che dite?
Leggere le vostre recensioni sono sempre un ottimo stimolo per farmi continuare a scrivere ( questo non vuol dire che mi fermerò se non commentate xD )
 
A parte questo: voglio scusarmi se alcune volte aggiorno in  ritardo la storia, cercherò di essere sempre puntuale :)
Per il resto ho tante altre storie in mente ( che mi fanno tanta confusione, quando cerco di scrivere capitoli nuovo xD ) di genere fantasy.
 
Al prossimo capitolo, un saluto
Kevs   ;)

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Capitolo 12
*** Saltando scuola ***


 12- Saltando scuola
 

 
 
Ormai il secondo quadrimestre era iniziato ma di Rose non c’era ancora nessuna traccia.
Il solito fastidioso rumore della sveglia aveva svegliato Stefano che si era alzato dal letto con molta fatica e con un forte mal di testa: se il buon giorno si vede dal mattino quello non era di certo un buon inizio.
 
“ Che seccatura la scuola…” pensò nella sua testa dolorante.
Il ragazzo si alzò a fatica dal letto e dopo aver fatto la doccia, la colazione ed essersi lavato i denti, uscì di casa per andare a prendere il bus.
 
Prima di andare verso la sua meta si fermò qualche minuto davanti all’abitazione di Rose: perché si era comportata in quel modo senza preoccuparsi di dargli delle spiegazioni?
Per quanto si sforzasse non riusciva a capirlo, non era da lei…
 
“Non era da lei?!” gli fece l’eco la voce rocca nella sua testa “ Ma che diavolo stai dicendo?! La conosci da neanche da metà anno e ragioni come una persona che la conosce da tutta la vita!! Ma sei stupido o cretino?!”
“ Per una volta non posso fare altro che darti ragione…” rispose con un sospiro e, mentre lo faceva, si avvilì nel pensarlo
“ Io ho sempre ragione” disse vantandosi la voce
“ Se, come no;  vedi di non farci troppo l’abitudine va…”  disse concludendo la discussione all’interno della sua testa poiché gli faceva troppo male per continuare e anche perché aveva visto Ilaria venirgli incontro.
« Finalmente ti hanno dimesso! » disse lui
« Gia, ma purtroppo devo ancora portare questo gesso un mese » disse lei alzando il braccio infortunato.
 
Ci fu una breve pausa di parole tra i due nelle quali Stefano esaminò la pelle dell’amica scoprendola piena di cicatrici. La loro visione fece stare male il ragazzo che si sentì in colpa, anche se non ne aveva motivo. Non capiva nemmeno lui il motivo di questi sentimenti però, non si sa come, si sentiva colpevole di ciò che le era successo ma, nello stesso tempo, era felice che stesse bene e fosse lì a sorridergli.
Non era abituato a provare questi sentimenti contrastanti, non riusciva a controllarli, non sapeva come comportarsi… L’unica cosa che era riuscito a fare ora era stare zitto.
 
« Questi tuoi improvvisi attimi di mutismo mi fanno paura… » disse Ilaria cercando di rimanere ironica e attirare l’attenzione del ragazzo contemporaneamente ma senza successo perché ormai era immerso nei membri della sua testa.
“ Oh no, l’ho perso…” pensò preoccupata Ilaria toccandosi la fronte con la mano sana.
 
Intanto Stefano pensava a tante cose, troppe, ai sentimenti, a ciò che provava fino ad arrivare a pensare a Rose e ciò gli faceva male, tanto… Era forse troppo chiedere d’essere felice?
Evidentemente si… Era scappato per tanto tempo da se stesso e ora che era pronto ad affrontare la realtà era proprio quest’ultima a scappare da lui.
“ Che strana che è la vita…” si disse.
 
Improvvisamente sentì qualcosa che lo prese per le spalle e iniziò a strattonarlo.
Da lontano sentì una voce femminile urlargli: « Stefanoooooo!!!! » era Ilaria, la sua voce era inconfondibile: « Riprenditiiii!!! Se non ci sbrighiamo perderemo il bus!! ».
Il ragazzo guardò l’ora e disse cominciando ad incamminarsi velocemente verso la fermata: « Diamine! Muoviamoci! ».
 
Camminarono così veloci che Stefano pensava di star eseguendo la marcia delle olimpiadi.
Riuscirono a salire in coriera per miracolo e, dopo essersi guardati negli occhi, scoppiarono a ridere come due pazzi. Nessuno capì perché lo fecero tanto meno loro, sapevano solo che era stata una cosa liberatoria soprattutto per Stefano che era la prima volta che rideva di gusto dall’incidente dell’amica.
 
Una volta seduti, Ilaria accese il suo MP3 e, dopo aver dato un auricolare al ragazzo, si misero ad ascoltare musica. Questo fece sembrare il viaggio meno noioso e pesante.
“ Le cose sarebbero perfette se non dovessimo andare a scuola…”pensò Stefano.
 
In quel preciso istante Ilaria, nemmeno fosse telepatica, chiese: « Andiamo a bigiare¹ »
« Stavo pensando la stessa cosa! » disse il ragazzo gasato « Ma che faremo? »
« Che ne so io! » rispose lei ridendo « decideremo sul momento assieme che combinare ».
 
Svenderono alla stazione dei bus e, dopo essersi imboscati in un bar, ordinarono qualcosa di caldo da bere.
« Questa cioccolata calda ci voleva proprio con questo freddo » confermò la ragazza dopo aver ingoiato il primo sorso bollente
« Hai perfettamente ragione » disse lui sorridendo.
 
Quando Ilaria alzò lo sguardo verso il ragazzo non poté fare a meno di ridere poiché aveva tutto il naso sporco di panna e quando Stefano se ne accorse anche lui non poté fare altro che unirsi alla risata dell’amica.
Gli erano mancati questi momenti: solo lui e Ilaria, senza nessun altro che rompesse o che s’intromettesse nella loro indistruttibile e magica amicizia; era tutto così bello, sembrava quasi tornato tutto alla normalità.
“ Ora lo sarebbe se non avessi mai conosciuto Rose…” pensò Stefano.
Già, ormai era un chiodo fisso nella sua testa dolente… Perché non riusciva a toglierla? A non pensarci? Quante domande senza una risposta, chissà quando riuscirà a rispondere a questi ed altri quesiti…
 
Nonostante tutto ciò Stefano cercò di non pensarci almeno per oggi, voleva godersi la mattinata con Ilaria e per la prima volta stranamente ci riuscì.
Il tempo con Ilaria passò velocemente anche perché con lei non si poteva fare a meno di ridere e divertirsi.  Fecero di tutto, dal passeggiare per il parco all’entrare in tutti i negozi d’abbigliamento per provare dei vestiti e uscire senza comprare nulla promettendogli che sarebbero tornati.
 
Ilaria era felice perché era riuscita nel suo intento: finalmente Stefano era riuscito a passare una mattina pensando solo a divertirsi e a nient’altro. Ne aveva passate tante ultimamente ed era stufa di vederlo in quel modo. Oggi, finalmente, vide Stefano sorridere, era riuscita a dargli un po’ di felicità e Ilaria non poteva sperare in un risultato migliore.



¹ = Saltare scuola

Note:
 

Ciao a tutti :)
Allora? Vi è piaciuto questo capitolo?
Che ne pensate?

E' stato divertente crearlo :)
Eh... Il bello dello scrivere è che basta crare dei personaggi, metterli in un contesto e lasciarli muovere e mutare in esso ( sperando che io riesca a farlo U.U)

Luciana: - Si ma sei te che decidi che cosa farci fare!-
Questo è un dettaglio irriverente U.U
Erick: - Non penso prorpio, non mi piace fare il cattivo di turno!-
Rose: - Hey! Perché io devo fare la parte della ragazza fecile??-

Bè, sentite! Sono io che scrivo e io che decido cosa è meglio che fate!
Stefano: - Cosa dovrei dire io?! Ho dovuto aspettare per quasi dodici capitoli prima di tirare fuori le palle!!-
Ilaria: - Sono l'unica a cui piace la sua parte? Certo, avrei preferito fare a meno di essere tirata sotto però almeno sono viva! :) -
Rose: - Ma io non voglio fare la ragazza facile!!-
Luciana: - Io vorrei essere più presente nella storia! -

Ok, con questo chiudo la mia conversazione con i miei personaggi.
( scusate ma mi sono lasciato prendere dalle note xD)
Ah... Mi diverto troppo!
Tutti tranne Ilaria: - Noi no!! -

Alla prossima,
Kevs_cun

Ps: se trovate degli errori correggetemi pure.

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Capitolo 13
*** Litigio ***


  
 

13- Litigio
 

 
 
 
Con una forza mai prima e con un passo deciso Stefano, seguito da Ilaria, si stava incamminando verso Rose ed Erick.
La breve strada sembrò infinita per il ragazzo che credeva si allungasse ad ogni suo passo.
 
Ciò gli aveva permesso di pensare ma soprattutto di prendere consapevolezza delle sue emozioni che crescevano ogni volta che la sua destinazione diminuiva: l’adrenalina gli accelerò  il battito del cuore e gli fece sudare i palmi delle mani.
 
Stefano, nonostante l’agitazione, sentiva che era grazie ad essa che riusciva a tirare fuori tutta quella forza finora sconosciuta per affrontare quella situazione.
Non riusciva a capire come, improvvisamente, tutto gli fosse più chiaro, come se riuscisse a vedere le cose da una posizione diversa, esterna dal suo punto di vista.
 
Quando a furono a pochi passi di distanza dagli altri sue, Erick li vide e sbuffò.
« Come mai questo cambiamento improvviso? » chiese la ragazza dai capelli castani
« Ci sono lo sfigato e la sua amica alle tue spalle… » rispose infastidito lui.
A quelle parole Rose si girò e si trovò davanti il volto infuriato come non mai di Stefano seguito da quello dell’amica che non era sicuramente meglio.
 
« Hey ragazzi, come va? » chiese sorridendo ed ignorando le loro espressioni « Ciao Ilaria, finalmente ti hanno dimesso! Quando ti toglieranno il gesso? ».
Notando l’indifferenza di Rose, Stefano si arrabbiò ancora di più e urlò: « Vedi di non fare tanto la carina ora!! Tu mi devi delle spiegazioni!! ».
A quella risposta, la ragazza dai capelli castani sgranò gli occhi ed impallidì, non riusciva a credere alle sue orecchie.
 
Erick, già stufo della situazione, sbuffò e disse con rabbia: « Possibile che tu devi farti vivo sempre nei momenti sbagliati?! »
« Stai zitto!! » gli urlò contro Ilaria che era stata in silenzio fino a quel momento « Tu non sai cosa è successo!! Quindi fammi il piacere di chiudere quell’inutile bocca che apri solo per sparare cazzate!! ».
 
“ Chi sono questi due?”  si domandò mentalmente Rose “ Non sono più i ragazzi che conoscevo… Nei loro sguardi, nel loro carattere, nei loro modo di fare c’è qualcosa di diverso che non avevo mai notato prima…” .
« Tu!! » urlò Erick riportando alla realtà la ragazza « Come ti permetti a rispondermi in questo modo!! Io…!! »
Rose lo interruppe alzando un braccio facendogli capire di finirla e subito disse: « Tranquillo, me la sbrigo da sola… »
« Ahhh!!! » urlò l’altro « Io me ne vado!! » e così fece allontanandosi.
 
« Io sto ancora aspettando una risposta! » disse Stefano senza mollare la presa
« Che cosa vuoi intendere? »chiese confusa Rosa
« Indovina?! » urlò di risposta « Quel bacio!! Quel maledetto bacio che cos’ha significato per te?! »
« Ah, solo per questo… Pensavo fosse qualcosa di più grave… » disse lei
« E’ una cosa importante! » rispose serio lui
« Stefano… » sussurrò Ilaria.
Non era mai stato così determinato, era la prima volta che non cedeva in una discussione cercando in tutti i modi di portarla al termine.
« Era solo un bacio… » rispose Rosa incredula di quel litigio
« Lo sarà stato per te!! » urlò Stefano non capendo come la ragazza potesse essere così tranquilla « Quindi a te non è importato proprio nulla, vero?! Tu sei una di quelle “ rimorchio a capodanno per cuccare tutto l’anno” giusto?! Mi hai baciato solo perché ero l’unico deficiente a portata di mano?! ».
 
Stefano era fuori di sé, infatti, urlava così forte che molte persone che passavano da quella parte si giravano per guardarlo male.
Ilaria gli prese gentilmente il bracco e gli disse a bassa voce: « Dai, ora calmati un po’… ».
Il ragazzo dopo aver ascoltato il consiglio si zittì un attimo per tranquillizzarsi e poi chiese a Rose che era rimasta muta fino a quel momento: « Allora? Non hai nulla da dire? »
« Non riesco a capire dove vuoi andare a parare dopo questa sfuriata… » disse lei
« Tu mi piaci!! Ho dato il mio primo bacio a te pensando che provassi lo stesso, ma poi sei scomparsa lasciandomi lì, da solo, come un ebete! ». Mentre diceva questa frase, Stefano sentì che una lacrima gli stava scendendo da un occhio ma riuscì a trattenerla: non poteva dargliela vinta, non questa volta!
 
Aspettò in un intenso e lungo momento in silenzio una risposta da parte di Rose che, purtroppo, non arrivò.
« Come immaginavo… Per te è stato “solo” un bacio » disse Stefano marcando la parola solo con la voce « Mi dispiace che sia andata a finire così… Soprattutto perché ci speravo… ».
Finita la frase si girò ma, quando lo fece, Rose lo trattenne per un braccio.
« Aspetta… » disse flebilmente lei
« Che cosa vuoi? » chiese lui serio rimanendo voltato
« Siamo… Siamo ancora amici vero? » domandò a bassa voce
« Vai da Erick, lui sarà un ottimo amico per te visto che preferisci i don Giovanni… » disse acidamente dopo aver strattonato il per liberarsi dalla presa della ragazza e, infine, avviarsi verso casa.
 
Rose rimase immobile sotto lo sguardo di Ilaria che, prima di voltarsi per raggiungere l’amico, si limitò a dire: « E’ raro che Stefano si arrabbi in questo modo… Te la sei andata a cercare… »
“ Lo so… ”pensò l’altra come risposta.
Rose stette ferma a fissare i due amici allontanarsi assieme in silenzio senza sapere che cosa fare per sistemare il casino che si era creato.
Intanto, Stefano e Ilaria fecero la strada, come spesso capitava, in silenzio: nessuno dei due aveva voglia di parlare, non sapevano nemmeno cosa poter dire dopo tutto ciò, avevano solo voglia di pensare rimanendo in compagnia l’uno dell’altro.
Questa volta però era diverso, nell’aria erano ancora presenti la rabbia e il dolore del litigio, ma in essa era completamente sparito il rancore e la tristezza.
« Sei stato forte…! » disse Ilaria per rompere il silenzio « Non ti riconoscevo più, sei stato una forza! »
Stefano fece una lieve risata e rispose: « Grazie… Questo era il momento di affrontare la realtà definitivamente… ».
 
Quando arrivarono d’avanti a casa dell’amica si salutarono con un abbraccio che valeva più di mille parole.
Una volta arrivato nella propria abitazione, Stefano si preparò il pranzo e poi si mise a mangiare mentre guardava la televisione.
 
Sicuramente ora tutto sarebbe tornato alla normalità, ne era convinto.






Note:

Ecco qui il nuovo capitolo!!
Allora?? Bello? Brutto? Troppo corto? Troppo corto?
Insomma, che ne dite??

Io e i miei personaggi siamo molto felici U.U

Ho una cattiva notizia:
questo sarà il mio ultimo capitolo dell'estate poiché per tutta la prossima settimana non potrò aggiornarvi con nuovi capitoli dato che vado che i farò una meritata settimana di vacanza.
Alle faccia vostra xD
Sto scherzando :)

Ma tranquilli porterò con me il mio block notes con me sperando di tornare con tanti nuovi capitoli e/o storie.
Aspetto tante recensioni al mio ritorno :)

Adesso io e i miei personaggi vi salutiamo ;)
Vi auguro dei buoni ultimi giorni d'estate.

Un saluto dal vostro
                                                                                                                                  Kevs_cun


Ps: se trovate degli errori segnalatemeli pure ;)

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Capitolo 14
*** Nulla sarà come prima ***


14- Nulla sarà come prima






Il pomeriggio era passato molto lento e Stefano non riusciva a fare nulla se non pensare al litigio fatto con Rose.
I suoi sentimenti e ricordi, forti e vividi in lui, gli rendevano impossibile concentrarsi in qualcosa di diverso restando indelebili sia nel cuore che nella mente come impossibili da rimuovere.
Non voleva soffocarli perché gli faceva troppo male, ma non voleva nemmeno che continuassero a dimorare in lui, poiché gli impediva di fare qualsiasi azione e scelta.

Più il tempo passava più si sentiva in colpa e l’idea di riconciliarsi con Rose si faceva largo in lui.
“ Forse se la perdono tutto tornerà come prima…” pensava.
No, non sarebbe stato così e Stefano n’era certo, nulla sarebbe tornato come prima, niente avrebbe funzionato come un tempo, sapeva le cose erano troppo cambiate per tornare alle origini.
Ormai aveva rivelato i suoi sentimenti a Rose e non poteva tornare indietro e anche se fossero ritornati amici non ci sarebbe stato lo stesso rapporto.

Stefano si prese la testa tra le mani imprecando, perché la vita doveva essere così difficile? In particolare perché la sua vita doveva esserlo?
Si sentiva come in un pallone invisibile che gli impediva di fare qualsiasi azione per risolvere e uscire da quella situazione.
Quella certezza che aveva poche ore prima era come svanita rendendogli impossibile affrontare la realtà che sembrava essere diventate dura e severa di colpo.

“ Potrei andare da Ilaria e sfogarmi con lei…” pensò in preda alla disperazione.
No, per andarci avrebbe dovuto passare di fronte alla casa di Rose, forse l’avrebbe anche incontrata e solo l’idea gli faceva male: non sarebbe riuscito ad affrontarla ancora una volta, non ora per lo meno.

Quanto avrebbe voluto che tutto questo fosse solo un brutto sogno e svegliarsi nella sua normale vita di sempre; ma qual era il suo modo di vivere prima di conoscere Rose? Stefano se la ricordava vagamente, ripensandoci solo ora aveva iniziato a mettersi in gioco, solo ora sentiva questi sentimenti… Prima che lei arrivasse la sua vita era piuttosto monotona, in essa regnavano sovrane il menefreghismo, l’apatia e soprattutto la suo più grande compagno: il silenzio.

Chissà come aveva fatto a ridursi in quello stato, non riusciva a capirlo nemmeno lui.
Si ricordava solo che d'un tratto aveva incominciato a non provare più niente per nessuno se non rabbia o fastidio. Questo suo comportamento l’aveva pian piano portato quasi alla completa solitudine, doveva ringraziare solo Ilaria se non si era chiuso completamente nei confronti degli alti e in seguito del mondo.

Sua madre di certo non lo aveva aiutato a superare questo muro che pian piano stava diventando sempre più spesso e impenetrabile, infatti, lei non faceva altro che lamentarsi di lui continuando a dire che era come se la sua presenza in casa fosse inesistente e che doveva uscire di più.

Suo padre, invece, non era mai presente in casa, lavorava sempre e non aveva una vita al di fuori della sua carriera cosa che, secondo Stefano, era l’unica cosa che gli importasse realmente. Vedeva suo padre solo nell’ora di cena anche se di rado e in quel momento si giustificava stanco per il giorno di lavoro pesante chiudendo così le loro uniche “chiacchierate” se così potevano definirsi.

Per la sua vita sociale sapeva darsi ancora meno spiegazioni perché non riusciva a ricordare da quando ebbe inizio quella sua situazione… Per lui era sempre esistita e per superarla aveva indurito il cuore facendosi come unico amico il silenzio.
Questa era la vita di Stefano prima dell’inizio della scuola, prima di conoscere Rose, almeno credeva.

Improvvisamente una lacrima lo sorprese rigandogli il volto.
Successivamente Stefano si tirò una botta sulla testa: gli dava fastidio essere così fragile e impotente… Non sapeva come comportarsi, come agire… Sembrava che la sicurezza che qualche ora prima aveva fosse crollata nel nulla.

Ancora una volta la sua mente si affollò di domande alle quali non riusciva per l’ennesima volta a dare una risposta. Ora però aveva bisogno di qualcuno che gli indicasse la strada, che potesse stargli accanto e gli consigliasse la strada giusta da prendere.

Per la prima volta in assoluto aveva ammesso di aver bisogno di una persona che lo avrebbe aiutato. Se l’avesse sentito Ilaria non ci avrebbe mai creduto nemmeno se gliel’avesse detto Dio in persona. Anche Stefano, dopo aver riflettuto su ciò che aveva pensato, si sorprese. Era molto cambiato in quei giorni, n’era certo, ma non avrebbe mai immaginato così tanto!
Il tempo sembrava più lento del solito come se dovesse sottolineare a Stefano che doveva soffrire minuto dopo minuto senza un secondo di tregua.

Le lacrime iniziarono a scorrere copiose sul volto del ragazzo senza un motivo preciso che sperava di liberarsi del perso che lo opprimeva, ma ciò senza farlo sentire meglio come desiderava.
Solo un pensiero si faceva largo tra quelle lacrime: Rose.
Il suo volto, la sua espressione dopo quel litigio gli era impressa nella mente e non riusciva a fare nulla per rimuoverla.

Cosa aveva fatto di sbagliato per meritarsi tutto ciò? Dopotutto lui non aveva fatto altro che essere sincero con lei, da quando dire la verità fa così male a che la esprime?
Anche questa volta la risposta a queste domande fu il silenzio.
Forse era per questo che Stefano sentiva il bisogno di parlare con qualcuno che potesse consigliarli che fare, qualcuno che avesse più esperienza, qualcuno che potesse dare un parere alle sue domande alle quali da solo non trovava risposta…

Tutti questi pensieri e quesiti andarono avanti fino a quando non sentì che suonarono alla porta.
Stefano guardò l’ora: erano ormai le sei e un quarto passate, chi poteva essere a quell’ora del tardo pomeriggio? Dopo un attimo d’esitazione decise di andare a scoprirlo.

Stefano si alzò dal suo letto dove si era messo a piangere abbracciato al cuscino cercando di ricreare la sensazione dell'abbraccio di Ilaria, ma senza successo, e dopo essersi sistemato un po’ cercando di nascondere sua la faccia  cadaverica da “dopo pianto” andò ad aprire.

Con gran sorpresa dietro la porta trovò la persona che avrebbe mai pensato di trovare e in una situazione inimmaginabile per lui.
Rose era d’avanti a Stefano con gli occhi lucidi e un respiro spezzato segno che, secondo il ragazzo, anche lei aveva smesso di piangere da poco.

« Che ci fai qui? » chiese lui con voce tremante
« Sono venuta a parlarti » rispose cercando di essere decisa « Tu mi hai detto ciò che provi e che pensi, ora è giusto che io ti torni il favore ».

Quella frase fece tremare le gambe a Stefano che ebbe la conferma di ciò che pensava: qualsiasi cosa potesse accadere la sua vita non sarebbe mai più tornata come prima.



Note:
Ben ritornati!!
Prima di dire qualsiasi cosa mi scuso tantissimo per aver aggiornato così tardi :(
Il capitolo era pronto da tempo ma non riuscivo mai a copiarlo nel computer...
Purtroppo la scuola e lo sport mi riempiono tutti i pomeriggi... dal 15 ottobre le cose dovrebbero migliorare... Mi sucso ancora...

Passiamo alla storia:
in questo capitolo posssiamo notare una parte del passato del nostro protagonista e capire in parte il perché era diventato più cinico.
Possiamo notare che alla fine del capitolo Rose vuole giocare a carte scoperte.
Che succederà ora?
Stefano sarà in grado di perdonarla dopo aver saputo la verità?
E Rose cosa vorrà dire? Vorrà dichiararsi o vendicarsi per come l'aveva trattata male?

Restate con me se volete scoprirlo!!
Il vostro
Kevs_cun :)

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Capitolo 15
*** La verità ***


15- La verità

 

 


Dopo quella frase calò il silenzio. Un silenzio tombale, ricco di dolore e di parole mai dette. Esso scese sui due ragazzi come la chiusura di un sipario: in modo netto e irreversibile, senza dare possibilità di scelta agli spettatori. In quegli attimi apparentemente infiniti i due ragazzi continuarono a fissarsi senza dire o fare nulla.
Che strana situazione si era formata, mai Stefano avrebbe pensato di trovarsi ancora davanti a quella ragazza, si sentiva spiazzato e ciò gli impediva di fare qualsiasi cosa.

« Guarda… penso non sia il caso » disse lui a mezza voce mentre chiudeva lentamente la porta d’entrata. In verità Stefano sperava che Rose la fermasse con la mano facendo successivamente valere le sue idee e fortunatamente fu così.
« No, io credo che dovremo giocare a carte scoperte » disse lei decisa che, dopo aver riaperto la porta con la mano, entrò in casa. Ormai era determinata a mettere le cose in chiaro e non sarebbe uscita da lì fino a che non avrebbe raggiunto il suo obbiettivo.

Stefano studiò tutti i movimenti di Rose, dalla sua entrata fino a quando si accomodò elegantemente sul suo divano. Aveva un portamento e un carattere completamente diversi dall’ultima volta, qualcosa era cambiato in lei come era successo a Stefano in questi giorni: presto questo silenzio si sarebbe caricato anche di tensione.
Con braccia conserte e gambe accavallate, Rose era ferma ad aspettare il proprietario di casa che si trovava ancora all’ingesso.
A quella visione i battiti del cuore di Stefano accelerarono ulteriormente e non seppe spiegarsi se era per la presenza della ragazza in casa sua o per la consapevolezza di dover affrontare un nuovo litigio. Chiuse lentamente la porta e si avviò lentamente da colei che lo attendeva: il tempo di scappare era finito.
Arrivò lentamente in salotto e quando alzò lo sguardo per guardarla ebbe un tuffo al cuore. Era semplicemente bellissima: i suoi vestiti attillati che mettevano in risalto il suo fisico atletico, la pelle abbronzata metteva in risalto i suoi occhi blu nei quali Stefano si immergeva e i capelli castani e setosi, raccolti in una grande treccia, appoggiati su una spalla si illuminavano si molti riflessi biondi grazie alla luce della lampada.
Quanto avrebbe voluto mettere le mani tra i suoi capelli, quanto desiderava baciare quelle labbra rosee e carnose, quanto voleva che lei fosse sua. Ma purtroppo non era così e Stefano ne era consapevole.

Il silenzio continuava insistente a dominare la scena, nessuno diceva nulla. Rose si mise di colpo a fissare negli occhi Stefano, voleva capire ciò che pensava senza usare le parole. Il tempo passava inesorabilmente lento ma nonostante ciò la situazione non cambiava. Ogni minuto che passava rendeva quel silenzio sempre più carico di interesse e suspance.
Improvvisamente lo sguardo di lei divenne indecifrabile al punto che Stefano fu costretto ad abbassare lo sguardo: non era più in grado di sopportare quell’espressione.

« Beh… Cosa pensiamo di fare? » disse finalmente lei
« Beh… Non penso spetti a prendere l’iniziativa » rispose lui sforzandosi senza successo di essere ironico
« Infatti sono venuta qui di mia spontanea volontà » disse la ragazza senza un minimo di inflessione vocale
« Lo so, o meglio, lo vedo… Ma dato che dobbiamo giocare a “carte scoperte” potresti iniziare tu che sei l’ospite no? » disse lui fissando Rose e cercando di mantenerlo.
Detto questo la ragazza improvvisamente si alzò e si fermò a pochi centimetri dal corpo dell’altro.
Stefano poteva sentire il suo odore, un profumo inebriante, forte ma allo stesso tempo dolce e genuino; gli sarebbe bastato allungare le braccia per poter toccare quei capelli segosi o per poter prendere tra le mani quel viso angelico, avvicinarlo al suo volto e baciare quelle labbra che tanto desiderava.
Ma questa scena rimase nella testa e nelle fantasie di Stefano, rimase nascosta come una ripresa di un film che non è venuta bene e quindi non utilizzata, rimase ignara come la verità delle cose che, dopotutto, non viene mai scoperta pienamente, rimase celata come le tantissime frasi dette parzialmente…

Improvvisamente a rompere il filo delle sue fantasie fu la sensazione di qualcosa di umido e morbido all’altezza delle labbra: ebbene sì, Rose lo stava baciando ancora e non stava accadendo nella sua testa.
Fu un contatto casto e rapido che fece si che i sentimenti di Stefano per la ragazza potessero essere più forti e presenti del solito.
« Perché? » chiese debolmente lui appena la ragazza si staccò
« Perché anche tu mi piaci » rispose lei.
Questa frase fece scoppiare di gioia Stefano che, per l’euforia, non sapeva come reagire.
« Ma mi piace anche Erick » continuò dopo un attimo di silenzio che le servì per dare le spalle al ragazzo « Se mi dimostrerai che sarai meglio di lui starò insieme a te… Insomma dovrai conquistarmi… »
Questa frase lasciò Stefano spiazzato oltre che addolorato e pieno di quesiti. Doveva mettersi in competizione per lei? E cosa avrebbe dovuto fare? Come avrebbe dovuto agire?
Domande alle quali non trovava risposta anche perché era la prima volta che gli capitava una cosa del genere.
« Ora è meglio che vada… » e quando si voltò per andare alla porta e poi uscire Stefano vide incredulo che un paio di gocce cristalline rigava il volto della ragazza.

Una volta tornato da solo si mise ad esaminare le sue nuove sensazioni. Non sapeva spiegarsi bene cosa provava: il cuore a mille, le mani lievemente sudate, l’incapacità di ragionare… “E’ questo che fa una cotta assieme all’adrenalina?” si chiese scettico ragazzo.
In realtà non aveva ancora capito che il termine corretto da usare era amore.


Note:
Eccomi tornato dopo una pausa moooolto lunga della quale mi scuso... Tra lavoro, scuola e rugby trovare il tempo per scrivere è veramente difficile purtroppo, cercherò di essere più veloce possibile e di non farvi aspettare troppo per il prossimo capitolo.

Ma andiamo alla storia: Rose finalmente ha deciso di giocare a carte scoperte e dire la dura realtà al giovane Stefano che non sa come fare per poter conquistare la sua dama. Ma accecato dalla forza dell'amore il nostro protagonista farà di tutto... o forse no? Come si esprimerà Ilaria quando scoprirà questa cosa? Ed Erick cosa avrà in mente di fare per poter avere Rose tutta per se?
Forze maggiori interverranno nella storia o si cadrà in una situazione dalla quale i ragazzi dovranno uscire da soli?
Restate con me se volete scoprirlo...! :)

A proposito, questo capitolo vi è piaciuto? Scrivetemi pure tante recensioni e sopratutto datemi molti consigli!! :D

Un saluto dal vostro
Kevs_cun

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Capitolo 16
*** Tecniche di seduzione ***


 16- Tecniche di seduzione
 


 
 Ormai erano passati due giorni da quella notte. Due giorni nei quali Stefano non aveva fatto altro che pensare, con mille domande e spiegazioni incerte, ciò che doveva fare al più presto prima che Rose finisse tra le grinfie di Erick.
Gia non sopportava l’idea di vederla con qualcun altro, figurarsi poi se l’altro ragazzo doveva essere la persona che meno sopportava al mondo!
 
“  No!”pensava con determinazione“ Devo agire fin che sono in gioco!” ma nonostante la sua buona volontà la sua testolina non riusciva a trovare dei metodi per raggiungere il suo scopo. Quindi che fare? Chiedere aiuto? Si, ma a chi? Ad Ilaria no perché se lo avesse saputo ci sarebbe rimasta male anche se non lo avrebbe dato a vedere, ai suoi genitori meno che meno… L’unica persona che conosceva e sapeva muoversi in questa situazione era Erick, ma purtroppo si stavano altamente sulle palle. Almeno così credeva.
 
Questa nuova consapevolezza agitò molto il ragazzo che iniziò a credere che sarebbe partito svantaggiato nei confronti di Rose. Questo però, visto che non tutto il male viene per nuocere, fece in modo che si mobilitasse a cercare delle risposte. Ma dove? Semplice, nell’oggetto che ogni ragazzo adolescente utilizza perché crede sia in possesso di tutte le informazioni esistenti: internet!
 
Maturata quest’idea Stefano si mise al computer e, dopo aver aperto la finestra di Google, dopo varie ricerche aprì una pagina che iniziava così:



LE SETTE MANOVRE BASE DELL'APPROCCIO
 



1.AVVISTAMENTO
La persona che ci interessa viene scelta e localizzata.

2.SCAMBIO DI COLPI
Con sguardi e sorrisi viene fatta notare la nostra presenza e manifestato il nostro interesse.

3.INFILTRAZIONE
Si cerca di capire se l'altra persona ci corrisponde e, se così, si approfondiscono le osservazioni su di lei.

4.DIVERSIONE
Si spiazza la persona che ci interessa mostrandole, contemporaneamente, interesse e disinteresse.

5.AVANZATA FULMINEA
Ci si fa avanti decisamente, presentandosi.

6.RITIRATA STRATEGICA
Dopo esserci presentati ed aver fatto breve conoscenza, ci si eclissa nuovamente.

7.CAPITOLAZIONE
Si sferra l'attacco decisivo e si tenta la seduzione con parole e pochissime omissioni.

 
Stefano sgranò gli occhi rimanendo chiaramente interdetto. Più che dei consigli per sedurre e corteggiare una persona sembravano dei suggerimenti per una battuta di caccia ( e man mano che proseguiva la lettura più si convinceva di questo).
“ Va bene che l’essere umano è un animale formato da istinti, ma così si esagera” pensava.
Nonostante la scetticità, il ragazzo non smise di leggere e si annotò anche alcune cose su un piccolo quaderno.
 
Le giornate intense passavano lentamente e il ragazzo sfruttava ogni occasione buona per cimentarsi nelle “tecniche di seduzione” lette nei siti internet ma senza provarle davanti a Rose, anche la scuola era un ottimo luogo per provare le tecniche tanto cercate.
Purtroppo una domanda non sfiorò mai il ragazzo, una domanda delicata ma fatale allo stesso momento: avrebbero funzionato? Una risposta non c’era.
 
 

********
 

Finalmente per Stefano le cose stavano prendendo lentamente una piega diversa e la prima ad accorgersene fu Ilaria nonostante non sapesse nulla di ciò che era accaduto.
Lo percepì perché quando parlava con lui riusciva a scorgere una luce diversa nei suoi occhi, del tutto nuova e non sapeva darci una spiegazione adeguata. Spesso lo vedeva distratto durante le ore di lezione ( non che di solito stesse molto più attento) impegnato a leggere e rileggere qualcosa in un quaderno e a pensare a cose che solo la sua testa è capace di pensare.
Pur non sapendo a che cosa riflettesse, Ilaria conosceva perfettamente chi aveva per la testa.
Sapendo di conoscere la risposta la ragazza si scoprì molto invidiosa oltre che gelosa.
 
“ Perché non pensa a me in quel modo? Perché non può avere quella faccia da cretino imbambolato quando pensa a me?” si chiese più amareggiata che mai. Domande che richiamavano solo tristi ricordi e verità.
Sbirciò ancora una volta Stefano con la coda dell’occhio e lo vide intento a fare qualcosa di inspiegabilmente buffo da solo, sembrava un pazzo.
La ragazza si fece una silenziosa risata sotto i baffi: “ Mi sono innamorata proprio di un caso perso” si disse per tirarsi su di morale; con un altro grosso sospiro che solo l’amore è capace di farti fare Ilaria mandò giù un grosso nodo alla gola e, con le lacrime agli occhi, si rassegnò definitivamente a non poter essere mai sua.
 
 

********
 

Sebbene la vita sentimentale di Stefano sembrava poter intravedere finalmente degli spiragli di luce, quella scolastica stava sprofondando in un buco sempre più nero.
Ebbene sì, il ragazzo non studiava, non ne aveva voglia e nemmeno gli interessava. Nonostante Ilaria venisse tutti i giorni a casa sua per aiutarlo nelle materie carenti i risultati non miglioravano, anzi.
I suoi genitori non erano contenti della situazione scolastica e iniziarono a togliergli le comodità e libertà di cui godeva: prima il computer, poi la televisione, poi il cellulare e così via fino ad impedirgli di uscire.
Quest’ultima privazione mise nel caos Stefano.
“ Ma come… Ora che ho la certezza che Rose contraccambia i miei sentimenti e ho la possibilità di frequentarmi con lei non posso più uscire?”pensò in preda all’agitazione.
Ma non sapeva che quello era solo l’inizio di tante altre difficoltà.



Note:
Eccoci qua con un nuovo capitolo :)
Cosa ne pensate?
Lo so, è breve e molto diverso dagli altri ma, oltre ad averlo scritto in velocità, l'ho steso così perchè è una sorta di capitolo di intermezzom di transito... Non so se mi spego.

In questo pezzo possiamo notare il trasformamento di Stefano che sta rinascendo come un fiore in primavera. Questo però come avete notato non porta solo cose positive. Come farà a conquistare Rose se non può uscire di casa? Riuscirà a studiare ed corteggiarla nello stesso istante?
Ed Erick cosa avrà escogitato? Ed Ilaria come reagirà?
Molte saranno ancora le difficoltà che seguiranno, riuscirà il nostro protagonista a superarle tutte?
Posso dirvi solo una cosa: restate con me se volete scoprirlo!!
A presto
Kevs_cun

PS: ringrazio molto Sgiach che, con le sue bellissime notifiche, mi da sempre un motivo in più per continuare questa storia :) Grazie

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Capitolo 17
*** Ghiaccio ***


 Ghiaccio

 

 

 
Si dice che si incontrano tante difficoltà mentre si percorre una “strada” vuol dire che è quella giusta, ma Stefano non sapeva più quanto crederci. La spiegazione è semplice dato che qualsiasi qualcosa facesse per avvicinarsi a Rose poco dopo accadeva qualcos’altro che lo riportava al punto di partenza o anche più in dietro! Erick a differenza sua sembrava sempre più vicino a lei. Senza contare che ora era praticamente stato messo fuori gioco per colpa delle punizioni dei suoi genitori.
Rose, intanto, restava lì; metaforicamente irraggiungibile nella sua bellezza, lontana  tanto quanto la voglia e il desiderio di volerla accanto.
 
Era ormai passata più di una settimana da quella notte ma tutto, dalle sensazioni ai ricordi, era ancora vivido nella pelle del ragazzo come un marchio impossibile da rimuovere. Quella sera tutto cambiò aprendo alcune porte apparentemente sigillate e chiudendone definitivamente altre. Ma ogni cosa sembrava essersi fermato a quel giorno anche se tutto lentamente continuava e Stefano sempre di più rischiava di rimanere indietro (cosa che in parte era già successa). Questa cosa preoccupò molto Ilaria che in tutti i modi cercò di spronarlo a fare qualcosa per riprendersi o a parlare con lei, però i suoi sforzi furono vani. Povera ragazza, non sapeva più cosa fare e dopo un po’, in preda alla disperazione e al dolore, decise di aspettare che fosse lui a venire da lei senza forzarlo a fare qualcosa che non voleva. Fortunatamente questo accadde qualche giorno dopo.
 
Quando accadde, Ilaria se lo ricordava bene, era marzo inoltrato e già si poteva iniziare a sentire un clima primaverile: i primi fiori sbocciati, le varie anche se rade foglioline sugli alberi, i dolci cinguettii… Insomma, tutto questo faceva pensare a una giornata perfetta, piena di divertimento, una giornata da vivere a pieno e col sorriso. Non per Stefano. Spesso nella vita reale il tempo non rispecchia il nostro stato d’animo o ciò che dobbiamo fare: quel giorno, infatti, bisognava raccontare e di far fronte alla dura verità.
Decise di affrontare l’argomento a casa di Ilaria, nel tempo previsto al “corso di recupero” fatto dall’amica stessa. Quelli erano gli unici momenti in cui Stefano riusciva a stare da solo con lei. Sapeva che non poteva più rimandare la cosa ma nonostante questa consapevolezza la prima volta non riuscì a dire nulla.
La seconda volta andò un po’ meglio anche se alla fine il ragazzo non riuscì a concludere gran che. Andò proprio così :
« Ilaria, devo dirti parlarti… » disse lui a mezza voce
« Dimmi » rispose lei dopo averlo guardato con una faccia su cui leggeva un grande punto interrogativo.
Il silenzio prese il sopravvento nella conversazione, l’agitazione si impossessò del ragazzo che esitò. Alla fine chiese tutto d’un fiato: « Ehm… Mi potresti rispiegare il nuovo argomento di filosofia che abbiano fatto oggi? … »
« Certamente, mi avevi fatto pendere uno spavento! Scemo! » rispose energica lei anche se non era convinta che quello fosse ciò che voleva veramente dirle e subito dopo si mise a spiegare l’argomento richiesto.
 
Il terzo giorno Stefano si fece forza e dopo aver fatto due profondi respiri le disse prima di iniziare la lezione: « Senti… Devo raccontarti una cosa… Ho bisogno di te »
Ilaria non credeva alle sue orecchie, non avrebbe mai pensato di sentire quelle quattro parole uscire dalla bocca di quel ragazzo! Ma, nonostante l’avvenimento degno di nota e festeggiamento annuale ( manco fosse un compleanno), la ragazza si mise silenziosamente all’ascolto seppur consapevole che le sue preoccupazioni del giorno precedente si sarebbero presto avverate.
Allora lui le raccontò tutto ma non la guardò in faccia per non bloccarsi: le disse di quella sera, di cosa era successo, di ciò che aveva sentito e provato, continuò fino a parlarle di quando tutte le cose precipitarono, speranze comprese, in mezzo ad altri mille problemi e divieti. Infine le spiegò la sua difficoltà nel capire cosa volesse veramente dire corteggiare e di quanto odiasse il fatto che Erick riuscisse a farlo così bene ed avvicinarsi sempre di più a Rose.
 
Il ragazzo continuò a parlare per un tempo interminabile dove si sfogò completamente, ma lei non osò proferir parola per tutta la durata del racconto. Una volta finito ci furono pochi attimi di silenzio assoluto. Subito dopo Stefano alzò finalmente lo sguardo verso la sua silenziosa ascoltatrice e la guardò agli occhi, quegli occhi che lo avevano sempre amato in segreto senza che lui si accorgesse di nulla, quegli occhi che anche ora soffrivano ma nascondevano le lacrima dietro un sorriso, quegli stessi occhi che ora facevano sentire Stefano piccolo e terribilmente in colpa.
“ Ilaria, devi avere veramente una forza bestiale… Quante lacrime avrà versato per me? Nonostante tutto lei è ancora qui… Sempre e comunque…” pensava tra se e se il ragazzo.
 
« Beh, tu non sei capace di corteggiare una ragazza… » disse lei rompendo finalmente quel silenzio tedioso « Ma sotto quel muso c’è una persona fantastica, quindi il mio consiglio è: sii te stesso… Non c’è modo migliore per conquistare una persona che essere se stessi, poi se ci sei riuscito con me ci riuscirai anche con lei! »
In questa ultima frase la voce di Ilaria vacillò e, accortasi di ciò, cercò di camuffarla con una risata incerta. Prima che però Stefano potesse dire o fare qualcosa lei lo prese per mano e lo accompagno alla porta d’entrata.
« Va da lei e dille tutto ciò che hai detto a me. I  tuoi sono convinti che tu sia qui da me quindi non sospetteranno nulla, ma fa attenzione… Va e prendi il tuo amore. » detto questo lo spinse fuori di casa e chiuse la porta.
Ilaria aspettò di sentire i passi allontanarsi da casa sua, aspetto qualche istante ancora fino a quando non rimase sola con il suo dolore e il macabro abbraccio del silenzio. Si sedette per terra con le spalle contro la porta e pianse. Pianse come mai aveva fatto in vita sua. Un dolore di una forza incredibile le stava squarciando il petto. Le lascive continuavano a sgorgare copiose e non davano alcun cenno di cedimento. Allora Ilaria si prese il viso tra le mani come a volersi nascondere dalla presenza di quel silenzio opprimente rotto solo dai suoi singhiozzi e che imperterrito continuava a fissarla, ad avvolgerla, a scrutarla con superiorità.
“ E’ questo il risultato di essere buoni? Perché devo soffrire così? Cosa ho fatto di sbagliato o di male per meritarmi questo?” si chiedeva ma il silenzio non fu capace di darle una risposta e tantomeno di consolarla.
Ad ogni minuto il dolore aumentava diventando più insistente e Ilaria non riusciva a fare nulla per diminuirlo. Le lacrime continuavano a scendere rigando e bagnando il suo volto. Ma nulla era lì per aiutarla, tantomeno il silenzio che continuava a guardare questa scena con la freddezza e l’indifferenza di un Big Brother¹.
 
********
 
 
Stefano rimase fermo fuori dalla porta di casa dell’amica per un po’ di tempo: che strano comportamento aveva avuto, non gli era mai stato successo di essere sbattuto fuori casa.
Il ragazzo scese le scale con molte domande che gli affollavano la testa, era meglio tornare da Ilaria per vedere se stava bene o sfruttare questa preziosa possibilità? Con un energia a lui estranea, e un piccolo senso di colpa, si incamminò verso casa di Rose che dopotutto era la stessa strada per andare nella sua dimora. Bastarono due minuti d’orologio per far si che Stefano si rendesse conto di ciò che stava accadendo, questa cosa fece riaffiorare un insieme di sentimenti così forti e contrastanti da bloccarlo in mezzo al marciapiede. Come si sarebbe dovuto comportare una volta d’avanti a quella casa? Cosa avrebbe dovuto dire. Per una volta non fu il silenzio a rispondere ma una voce flebile e lontana che gli ricordava Ilaria: “ Sii te stesso… Parlale col cuore, dille ciò che provi… Questo è ciò che devi fare”.
 
In quel preciso istante iniziò lentamente a piovigginare prima piano, poi sempre più forte. Stefano guardò il cielo, era limpido.
“ Che tempo strano…” pensò. Subito prese dal suo zaino un piccolo ombrello che si portava sempre dietro per gli imprevisti come questi. Si mi se a camminare sulla linea discontinua come era solito a fare nei giorni piovosi.
L’incessante pioggia continuava a scendere impetuosa ma Stefano era così immerso nei suoi pensieri che non la sentiva. Più avanti si trovava una pozzanghera. La schivò all’ultimo e subito gli venne spontaneo fare un mezzo sorriso. Per una volta sentiva nella pioggia un complice.
 
D’un tratto tutto fu chiaro, sapeva cosa fare. Accelerò il passo e imboccò delle strade poco frequentate. In pochi attimi fu d’avanti alla porta d’entrata della casa di Rose. La immaginava di già, bellissima come sempre, davanti a lui. Ora però non era tempo di fantasticare e quindi, dopo due profondi respiri, bussò alla porta. Silenzio. Riprovò più forte. Niente. Il suono sordo che aveva emesso bussando alla porta di dissolse nell’aria andando a dissolversi nelle particelle circostanti fino a non essere più udibile.
“ Che siano fuori casa?” pensò Stefano. Provò ad entrare. Era aperto.
Non era mai stato dentro quella casa, era rustica e molto spaziosa. La porta d’ingresso permetteva di accedere subito al salotto molto spazioso: fatto principalmente in legno con molti mobili rustici e storici ( sicuramente molto costosi), un caminetto in pietra, un divano ad angolo e un televisore al plasma. In parte al televisore c’era una porta che portava direttamente alla cucina. Diversamente dall’altra stanza questa era molto moderna ma sempre grande. Qui era tutto molto chiaro e le finestre permettevano di avere una buona luce naturale nella mattina.
Il parquet di legno molto pregato si estendeva anche in questa stanza. In mezzo ad essa giaceva a terra il corpo di Rose in una posa innaturale. Aveva la pelle più chiara del solito.
A quella visone l’agitazione e la paura si insinuarono in Stefano. In pochi secondi si senti gelare le vene del sangue.

 
 
 
¹: Romanzo nel quale si parlava di una grande macchina a forma di occhio che aveva la capacità di vedere all’interno di qualsiasi cosa, comprese le case. Da questo prende il nome il celebre reality show chiamato “ Grande Fratello”



Note:
Eccoci qui con un nuovo capitolo :)
Che ne pensate? Scrivere questo capitolo è stato parecchio impegnativo per me perché ho dovuto inserire tantissime cose ma senza appesantire troppo il testo. Secondo voi ci sono riuscito? Sappiatemi dire :)
Ora vi saluto
Kevs_cun

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