I principi hanno le carrozze scintillanti di bambola_e_bibola (/viewuser.php?uid=99981)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
Autore: bambola_e_bibola
Titolo: I PRINCIPI HANNO LE CARROZZE SCINTILLANTI
Numero di capitoli: 3
Lunghezza (numero di parole): 5181
Genere: generale, romantico
Avvertimenti: OCC, AU
Rating: verde
NdA: Spero di aver capito bene cosa si intende per NdA, non ho mai
partecipato ad uno di questi contest quindi non so come fare.
Allora la bicicletta era il mio oggetto ed è stata scelta
come mezzo di trasporto di Bella. La storia che mi era capitata invece
era “Il principe ranocchio” e cercando un
po’ su internet mi sono lasciata ispirare da
un’immagine:
Che
ho cercato su google inizialmente per mera curiosità ma che
mi ha aiutato per una parte della storia. La favola fa da margine e da
contorno alla storia che ho scritto unendone tratti reali ad altri in
cui ho scelto di cambiare qualcosa. Spero di essere riuscita nel mio
intento di far apparire Edward come quel principe ranocchio che volevo
apparisse. Buona lettura!
1
Il sole picchia forte sulla testa ma io sono costretta a continuare a
pedalare, un altro paio di isolati e sono arrivata. Maledetto il giorno
in cui ho scelto di vendere quel catorcio del Pick-up per una
bicicletta, perché consuma di meno e perché
è più salutare, maledizione!
Eccomi qui Isabella Swan, sudata dalla testa ai piedi mentre arranco
tra le strade di una New York completamente sopraffatta
dall’afa settembrina. In questa città non esistono
le vie di mezzo, o muori di caldo o di freddo, non hai molta scelta.
Mi ricordo che da piccola guardavo fuori dalla finestra della mia
stanzetta di Forks, un paesino di tremila anime in cui ancora oggi
vivono i miei, e sognavo la Grande Mela come solo un bambino la
può sognare. I colori, le luci, quella vita sempre in
movimento, tutti quegli strani avvenimenti che si vedevano nei film.
Da bambina li guardavo e pensavo come mai tutti gli alieni e tutte le
catastrofi di questo mondo dovessero proprio arrivare in questa
città, ora che sono qui da ormai due anni mi rendo conto che
a parte la velocità della vita e la sua caoticità
è una città come le altre, stupenda ovvio, ma
eccessivamente sopravvalutata.
Sono finalmente arrivata nella quarantaquattresima strada,
più precisamente davanti all’Actors Studio ovvero
uno dei più importanti laboratori per plasmare i giovani
attori del domani. Da questo posto sono usciti nomi famosissimi come
Marlon Brando, Billy Crystal, Robert De Niro, Julia Roberts e Meryl
Streep.
Ed ora, qui davanti a quello che sembra un piccolo edificio rosso ci
sono io qui per coronare il mio sogno di attrice.
È un anno che frequento questo laboratorio ed i risultati si
vedono. Oggi sono qui, con questo caldo, ben due mesi prima
dell’inizio degli effettivi corsi, perché con la
mia classe parteciperemo a quello che sarà, mal definendolo,
un saggio di fine anno.
In altre parole faremo una rappresentazione teatrale di
un’opera dei fratelli Grimm anche se ancora non sappiamo
quale.
Entro tranquillamente nella scuola quasi deserta e sento solo il rumore
delle parole soffocate dei miei colleghi di corso.
Mi ritrovo dentro quello che è a tutti gli effetti un
teatro, seppur piccolo, dove solitamente teniamo le lezioni sul palco.
Faccio un saluto generale e mi avvicino alle mie amiche Alice e
Rosalie. Sono entrambe molto belle: Alice è minuta ed
aggraziata con dei corti capelli neri e gli occhi più
azzurri ed allegri che si possano vedere; Rosalie, invece, è
alta, snella, con i capelli di un biondo cenere naturale e gli occhi
nocciola grandi e luminosi. Siamo legate moltissimo anche se ci
conosciamo solo da un anno. Rosalie è del Tennessee e Alice,
invece, viene dall’Alaska.
Cominciamo a chiacchierare del più e del meno ed intanto mi
guardo un po’ intorno tra i miei compagni. Vedo Tanya che
civetta come sempre con Tyler e lui che non riesce a toglierle gli
occhi di dosso, Angela che scherza con Ben e Jessica, Mike che dorme su
un sedile della sala e poi più in là seduto su
un’altra poltroncina c’è Edward.
Mi ha sempre incuriosito quel ragazzo, è molto chiuso, sta
sempre sulle sue, ed anche in questo momento, seduto lì
tutto solo a leggere il suo libro come se il mondo in torno a lui
neanche esistesse. È molto alto, il classico spilungone,
sembra abbastanza magro e se non lo è lo mitiga con un
abbigliamento largo e poco curato, i capelli sono di un colore
insolito, rosso tendente al ramato, gli occhi non li ho mai visti
perché li nasconde sotto degli occhiali dalla spessa
montatura, non proprio a fondo di bottiglia ma quasi. Nessuno qui sa
molto di lui, solo che è un Cullen e che quindi i soldi non
gli mancano visto che il padre è il primario del
Metropolitan Hospital Center, arriva infatti tutti i giorni su una
scintillante Volvo metallizzata ultimo modello, a quanto dice Rose.
Oggettivamente sembra un ragazzo molto nella norma ma che si cura poco.
Sentendosi osservato si volta verso di me e mi fissa negli occhi, io
rimango paralizzata per essere stata colta sul fatto mentre lo
analizzavo nei dettagli. Non distoglie lo sguardo, cosa che, invece,
faccio io, troppo imbarazzata per continuare questo gioco di sguardi di
cui sarei comunque stata io la perdente.
Torno a rivolgere la mia attenzione a Rose che mi parlava di come
Emmett e Jasper, rispettivamente il suo ragazzo e suo
fratello, siano finalmente riusciti ad intraprendere una
conversazione civile senza scannarsi, infatti per quanto Rose ami
l’uno e l’altro loro si odiano platealmente da non
so quanto tempo ormai.
Continuo a sentire gli occhi di Cullen su di me ma faccio finta di
nulla, so che sono i suoi perché proprio come poco fa mi sta
facendo sentire nuda davanti a lui come se non riuscissi a nascondergli
nulla il che è un danno non solo come attrice ma anche come
persona visto che lui è a tutti gli effetti uno sconosciuto.
Passano altri dieci minuti e finalmente la Prof. Volturi fa il suo
ingresso direttamente dal palco.
-Signori scusatemi il ritardo ma stavo finendo di scegliere le parti
per lo spettacolo. Avanti sedetevi tutti, e svegliate Newton o
finirà per avere il compito di porta panini!
Mike si riscuote e noi ridiamo alle sue spalle mentre, ancora
assonnato, si risistema seduto al suo posto. Tutti ci sediamo e la Prof
continua il suo discorso.
-Allora, come vi avevo accennato, metteremo in scena una delle favole
dei fratelli Grimm, tra le tante ne ho scelto una classica ma che viene
poco considerata, ovvero “Il principe Ranocchio”.
Ho già scelto le parti quindi quando vi chiamerò
vi prego di alzarvi in piedi e di venire qui sul palco.
La settimana prima ci eravamo dovuti tutti incontrare a turni con
Renata, la Prof, per una specie di audizioni. Simpatica la scelta della
favola anche se i personaggi sono pochissimi e quindi anche le parti.
-Allora- continua Renata- Alice Whitlock e Isabella Swan sul palco,
sarete le due sorelle della principessa.
Io ed Alice contente ci alziamo e raggiungiamo la prof che continua a
fare nomi.
-Rosalie Hale sarai la principessa, James nomadi tu sarai il padre
della principessa e Ben tu sarai il servo del principe, Enrico.
Tutti a questo punto aspettavamo con ansia il nome del protagonista.
-Ed infine ed ovviamente non per importanza, il protagonista
è …
Renata è fantastica, ha un unico problema, ama il patos e la
melodrammaticità.
-È … Edward Cullen!
Tutti rimaniamo a bocca aperta, anche il diretto interessato, che per
la prima volta usa la voce per parlare.
-Sta scherzando vero?- il suo viso è trasfigurato da una
smorfia di incredulità.
-Certo che no Edward sali sul palco con gli altri, da domani cominciano
le prove- poi rivolta a tutti gli altri- quelli che siete rimasti vi
dividerete tra comparse, scenografia, luci, costumi e aiuto staff,
siete tanti e la storia è povera di protagonisti,
sarà per la prossima volta ma intanto imparerete che un
attore non lavora solo sul palco ma anche fuori. Le prove inizieranno
domani, buon ritorno a casa e mi raccomando, alle otto in punto tutti
qui o rimarrete fuori.
E lascia il palco trionfalmente, come solo una diva sa fare,
dall’uscita di destra.
Dopo qualche minuto di silenzio ci sciogliamo e cominciamo ad
andarcene. Quando ormai la sala è quasi vuota esco
anch’io e mi rendo conto che fuori ha cominciato a
piovigginare. Ecco, questi sono i danni che lo smog causa a questa
città!
Mi avvicino alla mia bicicletta pensando a quanto mi bagnerò
nel tragitto fino a casa.
Arrivata lì davanti, noto la figura di Edward Cullen con lo
sguardo basso, gli passo di fianco ma lui mi ferma dicendo:
-Perché mi guardavi oggi?- ecco questo non me lo sarei mai
aspettato!
-Ero persa nei miei pensieri e mi ero incantata- brava Bella, usa le
tue doti di attrice al meglio…
-Allora perché? E sì sincera questa volta per
favore …- beccata!
-Stavo riflettendo su di te, sul fatto che ci conosciamo da un anno ma
che di te conosco solo il nome- waw e da dove arriva tutta
quest’intraprendenza?
-Grazie per la sincerità- guarda il cielo con sguardo
circospetto e mi dice- vuoi un passaggio?
-Grazie, sei molto gentile, ma non posso lasciare la bici qui.- cerco
la scusa più banale del mondo, lui mi sorride, come se
avesse capito le mie intenzioni, e prende la bici in spalla cominciando
a camminare verso la sua auto, rimasta la sola nel viottolo. Dico un
‘grazie’ quasi stentato e lui mi sorride di nuovo.
Mi chiedo a cosa devo tutte queste attenzioni, proprio oggi e proprio
rivolte a me che come tutti gli altri qui non sono mai stata calcolata.
La cosa potrebbe essere interessante.
Apre il cofano, mette la bici e viene ad aprirmi la portiera del
passeggero. Galante…
Pochi secondi dopo è seduto di fianco a me, al posto guida,
e comincia ad immettersi per le strade della città.
Stiamo in silenzio, il disagio è palpabile
nell’abitacolo.
Lui rompe il silenzio chiedendomi la via di casa che subito gli dico e
lui gira ad un incrocio.
Di nuovo in silenzio mi sento in obbligo ad aprire anche una minima
conversazione.
-Em … congratulazioni per la parte! Protagonista,
è un bellissimo ruolo!
-Grazie, non so se sono d’accordo con te.
-Perché?- Non riesco a frenare la mia curiosità.
Lui continua a guardare avanti e con un sorrisetto ironico mi risponde:
-Perché? Forse perché per il novanta percento
dello spettacolo sono un orrendo ranocchio che vive in un lago, che
viene maltrattato da una principessa egoista e piena di sé,
che viene scagliato contro un muro e che alla fine tutto contento dice
che si deve sposare con la suddetta principessa. Non amo la versione
dei fratelli Grimm per questo … almeno nelle altre versioni
il ranocchio torna principe con un bacio, non con una botta in testa!-
e ride, io lo seguo più timidamente, chissà
perché non mi è mai capitato di parlarci.
-Sai che hai ragione? Chissà perché viene
trattato così!
-La cosa più brutta sai qual è?
-Quale?- chiedo curiosa.
-L’unico che sembra amare davvero il principe è il
suo servo Enrico!
- Hai ragione!- rido di gusto.
- E tu invece sarai una delle sorelle…
- Sì, non che abbia molto da dire in realtà, ma
è pur sempre un inizio.
Ritorniamo poi in silenzio, ma più rilassato,
finché non arriviamo sotto casa mia.
Mi volto verso di lui e lo trovo rivolto con gli occhi verso
l’alto per guardare i balconcini del mio palazzo.
- Edward?- mi guarda - Ti ringrazio tanto per il passaggio, sei stato
molto gentile, mi apriresti il cofano per favore, così
prendo la bici?
- Certo. Aspetta.
Scende ed in pochi minuti lui è zuppo e la mia bici
è sotto il portico dell’entrata.
Viene ad aprirmi la portiera e mi aiuta ad uscire, mi accompagna
davanti alla porta ed io non posso fare a meno di pensare a quanto
questo ragazzo sia gentile.
- È stato un piacere Bella. A domani.
Mentre sta per andarsene non posso fare a meno di chiedergli:
- Edward!- si ferma e mi ascolta- perché mi hai parlato?
- Perché sei stata l’unica a guardare oltre - mi
guarda negli occhi e per la prima volta noto che sono di un vede
smeraldo intenso e luminoso - A domani Bella.
- A domani Edward.
Corre verso la sua auto lasciandomi sorpresa, confusa e piena di
curiosità su questo ragazzo come non lo ero da troppo tempo.
______
La storia è formata da 3 capitoli, l'aggiornerò
nell'arco di un paio di settimane.
Se vi va fatemi sapere com'è con un recensione.
Questo è stato il giudizio finale:
Grammatica: 14/15
Lessico e stile: 11/15
Utilizzo dell’oggetto 10/10
Gradimento personale 10/10
Originalità e trama 15/15
Per un totale di: 60/ 65
Comincio col complimentarmi per la scelta del titolo, azzeccata e
sopratutto raffinata, oserei dire. Mi piace molto.
Tranquilla, hai intenso perfettamente cosa fosse NdA (note
dell'Autore), anche l'immagine da cui ti sei lasciata ispirare
è davvero simpatica. Allora, analizziamo prima tutto
separatamente, per capitoli, e poi il tuo lavoro nella sua
totalità.
Ho notato qualche errore di punteggiatura e battitura (capitolo 1),
però tutto sommato, mi è davvero piaciuto. L'idea
di farli recitare uno spettacolo è stata davvero molto
carina e fantasiosa, non me l'aspettavo affatto, è stata una
piacevole sorpresa, mi hai fatto sorridere.
Appena ho cominciato a leggere (capitolo 2) è salto fuori un
punto non molto chiaro, forse un errore di sintassi, forse no ("Sono in
ritardo, ma la sveglia, come di consueto, non ha suonato", non mi
è chiaro il "ma", che sostituirei con "perché").
Ci sono anche qui alcuni errori di punteggiatura, ma nel complesso, mi
piace l'evolversi della storia e la "metamorfosi" di Edward,
così come l'intuizione di Bella. Ha ragione, Edward
è un po' come il principe ranocchio.
E passiamo al capitolo 3! Vogliamo parlare di Mike che dorme sempre?
Mio Dio, mi hai fatto morire descrivendo Mike, ridevo da sola.
Il terzo capitolo mi è piaciuto più del lecito,
con un finale strepitoso, degno d'una favola. Della più
romantica delle favole. Nel complesso, ti devo davvero fare i
complimenti, perchè hai creato una storia meravigliosa, che
mi ha fatto ridere e sorridere, ma anche riflettere. Non hai lasciato
nulla al caso, te la sei studiata bene! La grammatica è
buona, e alla fine, l'unica pecca sono gli errori di punteggiatura,
anche se molto pochi. Sono riuscita a far intendere quanto mi sia
piaciuta?
Davvero tanto, troppo! Ottimo lavoro ;)
__
A presto ^^
bambola_e_bibola
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 2 ***
2
Sono le otto meno dieci ed io sono ancora qui a sudare sulla mia
bicicletta per arrivare al laboratorio. Sono in ritardo, ma la sveglia,
come di consueto, non ha suonato. Devo fare in fretta altrimenti Renata
mi lascerà fuori e per quest’anno mi sono giocata
i crediti extra.
Giro l’angolo e rivedo, come un faro nella tempesta, il
familiare edificio rosso e nella mente sento il coro degli alleluia.
Sono riuscita ad arrivare appena in tempo!
Entro correndo in teatro travolgendo Newton che se ne stava posato,
molto svogliatamente, sulla porta da cui io sono appena entrata. Mi
scuso e lui si avvicina ad una nostra compagna.
Mi guardo intorno in cerca delle mie amiche ed incontro invece lo
sguardo di Edward su di me, in un attimo mi ricordo di
com’è stato carino nei miei confronti e di quello
che ha detto quando ci siamo lasciati ieri sera, ‘sono stata
l’unica a guardare oltre’ … ma oltre a
cosa?
Lo saluto timidamente con la mano e lui ricambia.
Inquadro Alice e Rose e le raggiungo velocemente. Mentre
chiacchieriamo, le vedo sgranare gli occhi su qualcosa dietro di me, le
guardo confusa ma quando sto per voltarmi al mio fianco compare Edward
Cullen in tutta la sua altezza.
-Ciao ragazze- dice noncurante delle facce scioccate delle mie amiche
–come va?- e loro continuano a guardarlo a bocca aperta, io
non so che dire e lui continua tranquillo come se non vedesse tutto
ciò- Voi siete Rosalie e Alice vero?- loro annuiscono in
silenzio- io sono Edward!- dice allegro.
Che gli succede? In un anno non si è mai avvicinato a
nessuno ed ora tutto d’un tratto cerca di fare amicizia con
le mie amiche?
-Bella- mi saluta.
-Edward- ricambio guardandolo negli occhi in cerca di risposte-
potresti venire con me un attimo di là?- chiedo. Lui
annuisce contento e saluta gentilmente le mie amiche.
Lo porto nell’angolo più lontano del teatro e
comincio a parlargli a voce molto bassa:
-Edward, che ti prende?
-Nulla perché?- la sua faccia è troppo
tranquilla, non mi piace per niente mi irrita solo maggiormente.
-Perché? Edward ti rendi conto che stavi per far prendere
un’embolia alle mie amiche? Ti rendi conto che non ti puoi
comportare come se le conoscessi da una vita quando in
realtà non ti sei minimamente interessato di loro mai?
-Che male c’è se voglio provare a fare amicizia?-
e vedo nei suoi occhi un velo di tristezza.
-È solo questo Edward? Vuoi fare amicizia? Vuoi conoscere
qualcuno?
-Sì e poi tu sei stata molto gentile con me ieri,
così pensavo che ci saremmo potuti conoscere …
-E perché allora cercavi di parlare con Aly e Rose?
-Pensavo che magari, vedendomi più attivo con gli altri, mi
avresti visto meno asociale e cupo e, magari, avresti accettato di
conoscermi un po’ meglio.
-Ma anche tu ieri sera con me sei stato molto gentile, se non fosse
stato per te mi sarei presa l’influenza ed oggi non potrei
essere qui ed avrei perso un’opportunità molto
importante.
Il suo sguardo si addolcisce ulteriormente ed anche il mio di rimando.
-Edward, se vuoi che proviamo a conoscerci perché non
cominci spiegandomi il perché del tuo comportamento generale
rispetto a quello di ieri ed oggi?
-Okey ma non qui, non ora, dopo le prove facciamo un giro e ti spiego
tutto. Ci vediamo davanti alla mia macchina quando finiamo okey?- ha
uno sguardo speranzoso e così luminoso che mi fa sorridere.
Annuisco e poi in silenzio torno dalle mie amiche che mi guardano piene
di domande a cui io però non posso rispondere
perché fa il suo ingresso Renata e le prove hanno
ufficialmente inizio.
________
-Edward impara a saltare per la miseria! Dio mio cosa mi doveva
capitare! Un principe ranocchio con incapacità a saltare dal
basso!
Renata continua a farfugliare sul fatto che non sappiamo fare questa o
quella cosa come vuole lei. Sta diventando stressante, deve capire che
è solo il primo giorno!
Sono le quattro del pomeriggio ormai sono otto ore che siamo qui
abbiamo solo mangiato un tramezzino e la stanchezza si fa sentire.
Edward ha passato le ultime tre ore a saltare come una rana il che non
so se sia più divertente da vedere o frustrante.
-Basta! Sono stanca! Ci vediamo domani alle otto, tutti puntuali e mi
raccomando riposatevi e siate pronti e scattanti per domani.- ed esce
quasi correndo.
Faccio un respiro liberatorio e scendo dal palco, è riuscita
a farmi stancare anche se io non ho neanche una battuta! Non so come ci
sia riuscita ma è davvero esasperante!
Prendo la mia roba e dopo una capatina in bagno per rinfrescarmi prendo
la mia bici e mi avvicino alla macchina di Edward, lui ancora non
c’è ed io così l’aspetto.
In lontananza vedo le mie amiche guardarmi di nuovo interrogative e
quando vedono Edward venirmi incontro sono ancora più
sbalordite. Io faccio finta di nulla mentre loro guardano Edward
prendere la mia bici come il giorno prima e metterla nel cofano.
Salgo sulla macchina e dopo poco partiamo per non so dove.
-Bella ti posso chiedere una cosa?- chiede.
-Certo, dimmi.
-Perché giri per New York con una bici?
-C’è crisi, caro! La bici e molto meno dispendiosa
dell’auto e soprattutto del macinino che avevo prima!
-Capisco, ma perché proprio una bici?
-Non so, so solo che quando sono entrata nel negozio e l’ho
vista me ne sono innamorata!
-Capito. Ma come fai quando piove?
-O prendo un cappotto oppure mando maledizioni alla bici e cerco di
pensare perché ho abbandonato in una discarica la vecchia
macchina.
-Caspita!- ride
-Si ridi intanto io da un anno che sono a NY con la bici ho perso ben
cinque chili e ne vado fierissima!- dico orgogliosa del mio risultato.
-Ne avresti potuto fare anche a meno, ricordo com’eri un anno
fa e non ci sarebbe stato proprio bisogno di perdere quei chili!
EEE?
-Perché … tu un anno fa mi guardavi?
Si irrigidisce e continuando a guidare si tira su gli occhiali.
-Beh … sì.
-Ah.
Restiamo in silenzio. Quindi mi guardava? Sembrava che non gli
interessasse dell’intero genere umano!
Arriviamo davanti a Central Park West ed usciamo dalla macchina per
addentrarci nel parco.
Passeggiamo in silenzio, lui perso nei suoi pensieri ed io in attesa di
sentirlo parlare.
-Edward siamo qui per qualcosa, comincia a parlare oppure me ne vado a
casa, non si può cominciare una conoscenza tra noi due se tu
non mi spieghi quello per cui siamo qui.
-D’accordo Bella. Io mi comporto così, lontano e
freddo con tutti, perché fino ad ora tutti mi si
avvicinavano solo perché la mia famiglia è
benestante. Non sarà un mistero neanche per te questa cosa.
Sono costretto anche a nascondermi dietro questi vestiti, dietro questa
trascuratezza, per tenere lontano le persone, per fargli dimenticare
che io sono un Cullen e quindi per allontanarmi e capire chi veramente
c’è di buono al mondo.
Lo ascolto attenta, e mi sovviene una domanda:
-E perché hai scelto di cominciare a parlare con me?- dico
con voce quasi impercettibile.
-Perché, Bella, devi sapere che lì al laboratorio
nessuno mi guarda mai, solo Renata essendo lei la nostra professoressa,
mai davvero, quando ieri ho incontrato il tuo sguardo ero scioccato, e
non solo per il fatto che mi stessi, a differenza degli altri,
guardando. La differenza sta nel fatto che non mi stavi guardando come
mi guardano sempre tutti, per criticare come mi vesto o per dare un
prezzo a tutto quello che mi riguarda, ma il tuo sguardo era curioso e
genuinamente interessato, o almeno mi sembra di averlo interpretato
così … a cosa stavi pensando oltre al fatto che
non ci conosciamo anche se stiamo nella stessa stanza da
un’anno?
-Pensavo semplicemente che ero curiosa di te. Di come sei, di cosa
nascondi dietro questo “te” che mostri agli altri.
Non pensavo ad altro in effetti.
-Ed ecco perché io sono qui adesso a parlare con te, ti sei
risposta da sola.
-Ah! In effetti pensavo anche ad un’altra cosa!
-Cosa?
-Pensavo che non ero mai riuscita a vedere i tuoi occhi, nascosti come
sono da quegli occhiali, ero curiosa … - mi imbarazzo un
po’ per la mia confessione.
-Eri? Non ricordo di aver tolto gli occhiali davanti a te- cerca di
fare mente locale.
-Non li hai tolti ma in macchina eravamo vicini ed ho potuto vedere
come sono.
-E quindi?
-Hai dei bellissimi occhi …- rispondo timidamente.
-Ah. Beh grazie …- anche lui è imbarazzato e
così subito cerco di cambiare discorso parlandogli di una
cosa che mi era frullata prima per la testa.
-Sai, sei un po’ come il principe ranocchio!
Mi guarda confuso.
-Che vuoi dire?
-Come il principe, sì! Perché proprio come lui ti
devi nascondere sotto le tue “squame” metaforiche
mostrando agli altri una persona, o nel caso del ranocchio, un essere
che non si vorrebbe avvicinare in alcun modo, ma dietro al viscido
verdume si nasconde un bellissimo e dolcissimo principe che ama la sua
principessa!
-Cavolo! Non ci avrei mai pensato!
-Mmm … - rifletto, ormai sono partita in quarta e fermarmi
è difficile.
-Che c’è? Cosa ti è passato per la
testa?- mi guarda e mi sorride in modo ironico. Io cerco di non farci
caso e finisco di riordinare i miei pensieri prima di parlargli.
-Renata, quando ha fatto i provini per le parti, cosa ti ha chiesto di
fare?
-Di togliermi la giacca, di smuovere i capelli e di togliere gli
occhiali, poi ho ripetuto qualche battuta e mi ha cacciato via, per
questo ero sorpreso di avere avuto la parte, mi ha fatto fare ben poco.
-Evidentemente vedendoti come sei realmente ha capito che eri perfetto
per essere il principe.
-Non so che dire …
Rimaniamo in silenzio, vorrei chiedergli di farmi vedere
com’è realmente ma non me la sento ancora, in
realtà ci conosciamo a malapena.
Ritorniamo indietro alla macchina e quando siamo dentro ci mettiamo a
chiacchierare del più e del meno senza alcuna pretesa.
Arriviamo davanti casa mia e come ieri scarica la mia bicicletta, mi
apre la portiera e mi accompagna davanti al portone.
Mi dispiace che debba andare via, è simpatico e molto
gentile, parlare con lui mi viene molto naturale.
-Allora io vado … - dice improvvisamente in imbarazzo.
-A domani allora …
-Bella?
-Si?
-Quindi … ehm … ti farebbe piacere se ci
frequentassimo?- è agitatissimo ed io sono imbarazzata e
rossa fino alla punta dei capelli- cioè come amici se non
vuoi … se non ti interesso …
Ho imparato a mie spese che quando qualcuno comincia a farfugliare le
cose non vanno mai bene quindi lo interrompo, per salvarlo da se stesso.
-Si Edward mi farebbe molto piacere conoscerti un po’ meglio,
ehm … si anche tu mi interessi …
I suoi occhi si illuminano e di slancio mi abbraccia stretta, non me lo
sarei mai aspettata da lui. La sua presa è forte e salda, ha
un profumo stupendo e mi sta dimostrando di tenere davvero a me. Si
allontana per guardarmi negli occhi e poi mi dà un bacio
sulla fronte.
-Ora devo andare ma ci vediamo domani, okey?
-Certo! - gli sorrido.
-Dopo le prove ci facciamo un giro?
-Si mi farebbe piacere ma proviamo anche a ripetere le battute oppure
Renata ci uccide!
-D’accordo ma niente salti! È già
abbastanza umiliante farlo sul palco, poi farlo in pubblico sarebbe
anche peggio … - ride ed io lo seguo. Gli lascio un bacio
sulla guancia e ci salutiamo.
Non vedo l’ora che arrivi domani. Chi l’avrebbe mai
detto che Cullen il musone è interessato a me ed
è riuscito a farsi piacere da me in così poco
tempo.
__________
Ciao a tutti\e questo è il secondo capitolo. *Capitan ovvio
mode*
Allora il prossimo, come vi avevo accennato, sarà l'ultimo
capitolo.
Arriverà nella prossima settimana, spero, perchè
ufficialmente sono in vacanza e quindi quando mi avvicinerò
ad EFP e sopratutto ad un programma di HTML aggiornerò ^^
Sono molto contenta che la storia vi sia piaciuta, ne ero un po'
preoccupata visto che era da molto che non scrivevo ^^
Ora vi lascio e a presto, come sempre se ne avete voglia lasciatemi una
recensione.
Ciao :D
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 3 ***
Allora,
Salve a tutti per cominciare!
Vorrei ringraziare prima di dire altre cose tutti quelli che hanno
apprezzato la storia dividendola nelle categorie, recensendo o
semplicemente leggendo. Siete stati molto gentili tutti a farmi sapere
cosa ne pensavate di questa mia piccola creatura! Ed ora, sinceramente
un po' a malincuore, posto l'ultimo capitolo chiedendomi: ma
perchè l'ho scritta di solo tre capitoli? Beh diciamo solo
che se avessi voluto sarebbe stata più lunga, ma per me
è giusta così come deve essere perchè
l'ho immaginata così ed è uscita come volevo.
Parlo troppo e chi mi conosce lo sa già ora vi faccio vedere
il laboratorio teatrale, l'Actor Studio, il famoso edifico rosso di cui
Bella parla sempre:
Ora vi auguro una buona lettura, fatemi sapere, se vi va, cosa ne avete
pensato, ed alla prossima storia!
____
3
Oggi sono stranamente in anticipo. Sarà che oggi ho un
obbiettivo in più? Sono le otto meno un quarto e sono
già davanti al laboratorio. Pronta per le prove e per vedere
Edward. Mio Dio! Lui in così poco tempo è
riuscito in quello in cui tanti si sono cimentati, ma mai sono riusciti
a portare a termine. Entrarmi nella testa e nel cuore.
L’altro giorno quando fantasticavo su che persona fosse in
realtà Edward, mai mi sarei aspettata che fosse un ragazzo
così bello, dolce, educato e semplice. Riesco a parlare con
lui ma ancora non ho visto com’è davvero
fisicamente. Chissà com’è. Sono
sincera, in questi giorni ho avuto l’opportunità
di vederlo da vicino e di passare con lui del tempo ed ho notato che
deve essere proprio un bel ragazzo, se poi anche Renata l’ha
notato, sicuramente a breve lo vedremo per com’è
davvero.
Sorseggio il mio caffè seduta sugli scalini
dell’Actors Studio, ormai questo piccolo edificio rosso
è un po’ come una seconda casa.
Passano altri cinque minuti e comincio a vedere i miei compagni di
corso che si avvicinano alle porte. Mi salutano, entrano ed io rimango
ancora lì sullo scalino.
Arrivano Rose e Alice che vorrebbero farmi il terzo grado, ma la
ragione del mio “essere in orario” scende dalla sua
scintillante Volvo con eleganza. Appena incontra il mio sguardo,
sorride, ed io di rimando.
Le ragazze ci guardano a bocca aperta, mi dovrò far
perdonare, non sanno nulla di ciò che sta succedendo.
Edward si avvicina e dopo aver salutato educatamente le ragazze si
china alla mia altezza e mi da un bacio sulla fronte, così,
in modo naturale e senza imbarazzarsi perché ci stanno
guardando. Prendendo forza dalla sua sicurezza, mi alzo in punta di
piedi e gli lascio un bacio sulla guancia.
-Ciao Bella- mi dice.
-Ciao a te Edward!- gli rispondo felice. Non mi sono mai sentita
così, con lui sono naturale e spontanea, e mi piace.
Mi lancia un ultimo dolcissimo sguardo ed entra. Dopo poco lo seguo
anch’io, accompagnata dagli sguardi ghiotti di
novità delle mie amiche.
Che la giornata cominci!
______
Renata oggi si è sfogata con Mike e l’ha usato
quasi come uno zerbino, povero ragazzo, ma se le va a cercare, si
addormenta ovunque! A volte mi chiedo perché sia venuto qui,
tanto non fa nulla per dimostrare di valere qualcosa.
Mi avvicino alla mia bici e la porto vicino all’auto di
Edward.
Lui arriva sorridente e dopo avermi salutato con il suo consueto bacio
sulla fronte cerca di prendere la bici per metterla in macchina.
-No caro! Oggi guido io!
-Cosa?
-Sì sì! Mio principe mi permette di accompagnarla
in un giro per il parco con il mio umile mezzo?
Sorride divertito.
-Ma mia signora, lo sanno tutti che i principi viaggiano solo nelle
loro carrozze scintillanti- dice indicando la Volvo.
-Ma mio signore, dobbiamo ricordare che lei è anche un
ranocchio! Quando mai si è sentito dire che un ranocchio
viaggia in carrozza?
-Mai è vero …
Sale dietro alla mia bici ed un po’ con difficoltà
comincio a pedalare.
-Oh Poveri ranocchi, che vita triste fanno! Ai principi toccano le
carrozze scintillanti e a loro rimane … questa!- dice
indicando la mia bicicletta con fare melodrammatico.
-E sì mio signore, non ci possiamo far nulla,
così va la vita!
E continuiamo a scherzare finché non arriviamo a Central
Park e come il giorno prima chiacchieriamo e passeggiamo, a volte a
piedi altre sulla bici, conoscendoci meglio, e scoprendo di aver molte
più cose in comune di quanto ci aspettassimo.
Siamo ora seduti in mezzo al prato a chiacchierare del più e
del meno, a gambe incrociate e l’una di fronte
all’altro. Non posso far a meno di pensare che voglio vedere
com’è davvero. Quindi mi avvicino e gli chiedo,
alzando delicatamente la mano:
-Posso?- ed indico con gli occhi i suoi capelli.
Lui mi guarda dubbioso per un attimo ma poi annuisce ed io tuffo la mia
mano nella sua chioma ramata. Ha tantissimi, folti e morbidi capelli.
Sono soffici e piacevoli al tatto. Una vera goduria passarci le mani
dentro. Prendo il folto ciuffo che ha posato davanti agli occhi e con
una mossa studiata, non togliendo gli occhi dai suoi, tiro i capelli
verso dietro e li smuovo per renderli più naturali uniti
agli altri. Ha la fronte alta e molto maschile, bella.
Le sopracciglia sono folte e rifinite, di un colore più
scuro di quello dei capelli.
Li faccio un gesto per fargli capire le mie intenzioni e lui annuisce.
Lentamente poso le mani ai lati della sua testa, prendo le astine degli
occhiali e glieli sfilo dal viso. Mi allontano impercettibilmente per
guardarlo e rimango folgorata, è bellissimo!
Già prima mi piaceva, per quanto per molti potesse sembrare
strano, ma ora, ora che vedo il vero lui sono scioccata, questo
è il principe che si nascondeva sotto le spoglie di un
ranocchio?
Si passa nervosamente una mano tra i capelli portandoli più
in dietro ed io da questo capisco che per lui è un gesto
naturale.
Mi guarda imbarazzato e leggermente intimorito, come se avesse paura
della mia reazione.
-Allora …?
-Sei bellissimo Edward.- sincera e diretta, perché dovrei
nascondergli quello che penso realmente?
Si rabbuia e dice:
-Quindi … prima …
Subito capisco che linea stanno prendendo i suoi pensieri e mi muovo
per cambiarla:
-No no no Ed! Mi piacevi anche prima, solo che ora …- mi
ferma prendendomi il viso tra le mano e lo stringe forte sorridendomi.
-Davvero ti piacevo anche prima?- dice colmo di felicità.
-Certo Edward! Tu mi piaci dentro e fuori- mi guarda sognante ed
avvicinandosi a me mi dice:
-Anche per me è lo stesso Bella, dentro e fuori.
E posa le sue labbra sulle mie in un bacio casto e delicato, il nostro
primo bacio, ed io mi sento a casa, amata, desiderata dal mio principe
ranocchio.
______
-Silenzio dietro le quinte! – Dice Renata.
Siamo tutti schiacciati dietro il palco per vedere l’ultima
scena de “il principe ranocchio”.
Sono passati ben nove mesi da quando Renata ci ha riuniti tutti qui per
farci sapere quale sarebbe stato il tema di questo spettacolo. Sono
cambiate così tante cose da allora.
Ormai io ed Edward stiamo insieme e lo sanno tutti, ci amiamo alla
follia ed è una cosa stupenda. Edward dal giorno dopo il
nostro primo bacio, si è presentato al laboratorio
così com’è veramente. Pulito, sbarbato,
senza occhiali e con i suoi meravigliosi capelli sempre ribelli. Tutto
questo per la gioia mia e di Renata, e per lo sgomento dei nostri
compagni di corso. Quel giorno non ci siamo potuti vedere
perché ho dovuto subire l’interrogatorio delle mie
amiche che ormai fremevano di sapere e non mi avrebbero più
lasciato scampo.
Dopo quel pomeriggio siamo diventati inseparabili. Ho conosciuto la sua
famiglia e lui ha conosciuto la mia. Adoro il suo fratellino Alec e mi
è capitato spesso di fargli da baby-sitter. In poche parole
stiamo benissimo insieme e siamo innamorati come mai avrei pensato
fosse possibile.
Ora lui è sul palco e Ben nel ruolo di Enrico recita
l’ultima battuta dell’opera:
-No, padrone, non è il cocchio,
bensì un cerchio del mio cuore,
ch'era immerso in gran dolore,
quando dentro alla fontana
tramutato foste in rana.
Il principe da dentro la sua carrozza da un bacio sulle labbra alla
principessa e mentre il sipario si chiude e gli applause cominciano a
sentirsi, il mio principe viene da me e mi da un bacio mozzafiato,
perchè il mio principe rimarrà sempre un
ranocchio, il mio principe ranocchio, ed io rimarrò sempre
la sua unica principessa, l’unica che potrà mai
dargli un bacio capace di spezzare qualunque magia.
FINE
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1208559
|