Midnight Sun ღ di Unmei no Hana (/viewuser.php?uid=215267)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuovi arrivi ღ Ricordi dolorosi ***
Capitolo 3: *** Di sogni strani e mormorii ღ ***
Capitolo 4: *** Come NON vivisezionare una rana ღ ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Ⓟⓡⓞⓛⓞⓖⓞ
<<
Helen! Alzati e scendi, la colazione è pronta!
>>.
Un mugolio. Un
tonfo, e le coperte erano a terra. Helen si
alzò pesantemente dal letto, con gli occhi ancora impastati
dal sonno. Si
stropicciò gli occhi e, con la velocità pari a
quella di un bradipo, si avviò
verso il piano inferiore. Non riuscì a varcare la soglia
della porta che una
fitta le attraversò la testa. Portandosi una mano alla
fronte si appoggiò allo
stipite della porta.
<<
Helen, ti vuoi muovere? >> chiamò ancora la
madre.
<<
Si, arrivo! >> disse cercando di alzare la
voce affinché la madre potesse sentirla.
Scese le scale
tenendosi salda al corrimano, il dolore alla
testa non accennava a diminuire.
<<
Oh, finalmente sei arrivata! >> esclamò una
donna sulla quarantina dai lunghi capelli mori, che si mise a fissare
la figlia
con sguardo indagatore.
Helen si sedette
al tavolo della piccola cucina, iniziando a
giocherellare con la colazione.
<<
C’è qualcosa che non va? >>
domandò allora
Claire, cominciando a preoccuparsi per la figlia, che rispose scuotendo
la
testa in segno di diniego.
<<
Non è che hai bevuto ieri sera, vero? >>
continuò con tono ironico.
<<
Ma mamma! Che vai a pensare?! Ho solo sedici anni!
>> rispose Helen, alzando la voce, con un tono tra lo
stupito e
l’indignato.
<<
Sto scherzando! >> disse la madre ridendo
<< Però davvero, dimmi cos’hai!
>> concluse con tono più serio.
<<
Non è niente, mamma >> la
tranquillizzò la
ragazza. Ma la sua frase venne immediatamente smentita da una nuova
fitta di
dolore. Subito Helen appoggiò la testa al tavolo, sotto lo
sguardo ansioso
della madre.
<<
Helen! >> si avvicinò la donna. Prese la testa
della figlia tra le mani, e delicatamente le posò le labbra
sulla fronte.
<< Ma tu scotti! Perché non me l’hai
detto prima? >>
<<
Perché non ce n’era bisogno >>
rispose Helen,
scostandosi dalla madre. << Se mi lasci magari posso
andare a prepararmi
per la scuola >> disse con tono scocciato.
<<
Tu oggi non vai proprio da nessuna parte! Devi
riposare, non puoi andare a scuola con la febbre! >>
<<
Ma oggi arrivano quelli nuovi! Ricordi? La
professoressa Connor ci aveva avvisati che nella nostra classe
sarebbero
arrivati due nuovi alunni! Non posso non esserci! >> si
lamentò Helen.
<<
E da quando in qua ti interessa dei nuovi alunni?
>> incalzò la madre << E poi,
nuovi compagni o no, tu oggi non sei
nelle condizioni di andare a scuola. E non si discute! >>
La ragazza
sbuffò e, prima di tornarsene in camera, borbottò
qualcosa.
~ * ~ * ~ * ~ *
~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~
* ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ *
<<
Corri che è tardi! >> urlò un
ragazzo dagli
occhi verdi, che correva arrancando per la strada innevata.
<<
Col cavolo che corro! Se ci provo mi sfracello! >>
gridò di rimando una ragazza uguale a lui, se non fosse
stato per l’altezza.
<<
Sbrigati Scarlet! Così non ci faranno entrare!
>> disse allora lui, prendendo la ragazza per un braccio
e trascinandola.
Mossa sbagliata. Scarlet perse l’equilibrio finendo di faccia
nella neve.
<<
Luke! >> sbottò Scarlet, nera di rabbia
<< Se ti prendo ti uccido! >>
continuò, inseguendo il ragazzo che
nel frattempo le correva avanti ridendo.
<<
Dovevi vederti, sei caduta come un sacco di patate!
>> disse lui, tra una risata e l’altra.
<<
Muori! >>
fu la sua acida risposta.
<<
Scarlet, Luke! >> li richiamò una ragazza dai
capelli raccolti in una coda alta.
<<
Emma! >> gridarono all’unisono i ragazzi,
sorridendole.
<<
Sbrighiamoci, altrimenti chiuderanno i cancelli >>
li informò lei.
<<
Scusaci, ma come al solito questa nana ha pensato
bene di chiudersi mezz’ora in bagno >>
iniziò a dire Luke, voltando lo
sguardo verso la ragazza che aveva di fianco.
<<
Ehi! >> lo guardò male lei.
<<
E non sono stato io a voler provare una nuova strada
per arrivare a scuola >> concluse, soddisfatto.
<<
Ehi! >> ripeté la diretta interessata.
<< Se proprio non volevi fare quella strada potevi
andartene per conto
tuo! >>
<<
Non ho potuto, perché la mia dolce e cara sorellina
aveva bisogno del suo adorato gemellino per camminare sulla neve
>>
spiegò lui con tono ironico.
<<
Ehm... Ragazzi? Non credete che dovremmo andare?
>> azzardò con voce flebile e divertita Emma
<< Siamo già in
ritardo di nostro. Se voi vi fermate qui a discutere non arriviamo
più >>
<<
Uh, hai ragione Emma! >> trillò Scarlet
<< Solo che Luke è davvero insopportabile!
>>
<<
Io insopportabile? >> disse il ragazzo con
tono melodrammatico, ricominciando a camminare verso la scuola. Il
tutto senza
smettere di discutere con la sorella e sotto lo sguardo esasperato ma
allo
stesso tempo sorridente di Emma.
~ * ~ * ~ * ~ *
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* ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ *
<<
Alice, sei pronta? >> gridò una ragazza dal
fisico slanciato, in fondo alle scale.
<<
Si, Abby! Prendo la borsa e scendo! >> rispose
Alice, controllandosi per l’ultima volta allo specchio.
Sorrise all’immagine
riflessa, sistemandosi il grosso fiocco blu sulla testa. Poi scese le
scale in
tutta fretta, andando da Abby che l’aspettava
all’ingresso con il cappotto ben
abbottonato e lo zaino in spalla.
<<
Mi sta bene la divisa? >> chiese con un gran
sorriso Alice. Abby le scoccò uno sguardo distratto e
annuì in risposta.
Il suo scarso
entusiasmo non scalfì l’esuberanza
dell’altra,
abituata al carattere della sorellastra.
<<
Ragazze, siete pronte? >> le raggiunse una
voce dalla cucina.
<<
Sì, papà! Noi stiamo aspettando te!
>> esclamò
Alice.
Il padre
sbucò dalla cucina, afferrò le chiavi della
macchina
e insieme alle figlie varcò la porta d’ingresso.
<<
Come vi sembra l’idea di iniziare una nuova scuola?
>> chiese affettuosamente, una volta entrati in macchina.
<<
Io sono emozionatissima! Non vedo l’ora di conoscere
tutti i nuovi compagni! >> fu la risposta immediata di
Alice.
<<
E tu, Abby?
>>
<<
Mmh… >> mugugnò la ragazza, alzando
le spalle.
<<
Wow, sei di molte parole stamattina! >> la
prese in giro il padre, sorridendo.
<<
Credo sia un po’ tesa >> disse allora Alice
<< Stanotte non ha chiuso occhio! >>
aggiunse sottovoce.
L’uomo
sorrise, e dopo un ultimo sguardo alle figlie, avviò
l’auto.
N.d.A.
Salve a tutti!
:D Questa è la nostra prima storia insieme.
L’idea di questa storia è nata dalle nostre menti
malate già da un bel po’ e
finalmente siamo riuscite a trovare il tempo per iniziare a scriverla e
pubblicare il primo capitolo :D Con questo prologo abbiamo voluto
presentarvi i
personaggi principali: Helen, Scarlet, Luke, Abby e Alice. Speriamo che
il
capitolo vi abbia incuriosito e ci piacerebbe se lasciaste una piccola
recensione per farci capire il vostro parere :3 Contiamo di postare il
prima possibile.
Baci,
Ely&Cherry
<33
p.s. per chi fosse
interessato, su face book c’è la pagina
ufficiale della storia con dentro disegni dei personaggi e tanto altro.
Per il
link, clicca qui.
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Capitolo 2 *** Nuovi arrivi ღ Ricordi dolorosi ***
Nuovi
arrivi ღ
Ricordi dolorosi
<< Chi
è assente oggi? >> gracchiò una
donna dai
capelli neri raccolti in una crocchia.
<<
Carter e Mason, professoressa Connor! >>
rispose Stephanie Anderson, la figlia del
preside.
La professoressa
scribacchiò qualcosa sul registro, e subito
iniziò
a parlare.
<<
Bene. Come vi avevo anticipato, oggi diventeranno
alunne della nostra scuola due nuove ragazze >>.
Nella classe si
alzò un lieve brusio, che la professoressa
ignorò.
<<
Vengono da Londra e si chiamano Abigail e Alice
Cross >> si girò verso la porta con un
sorriso, più simile a una smorfia,
però <<
Entrate, ragazze >>.
Le due entrarono
sotto lo sguardo interessato dei nuovi
compagni. Alice sorrideva cordiale mentre Abby faceva saettare lo
sguardo da
una parte all’altra. Era l’ansia in persona.
<<
Ragazze, potete prendere posto. Purtroppo, non ci sono
molti banchi liberi, perciò tu, Alice, vai lì,
vicino a Ray, e tu, Abigail,
vicino alla signorina Anderson >> indicò i
posti la professoressa.
Abby non era
felice di separarsi dalla sorellastra, e mentre
si sedeva di fianco a Stephanie, le era parso che
quest’ultima le lanciasse
un’occhiata di superiorità. A Alice, invece,
sembrava andare meglio: aveva già
fatto amicizia con il suo vicino di banco. “Beata
lei” pensò guardandoli, Abby.
<<
Iniziamo la lezione! >> li riportò alla
realtà
la professoressa <<
Durante le
vacanze vi siete esercitati come vi avevo chiesto? >>
A questa domanda
la classe si zittì improvvisamente.
<<
Dal vostro silenzio deduco che non avreste problemi
a venire alla lavagna, giusto? >>
Ancora una volta
nessuno rispose. La Connor fece scorrere il
dito sul registro. Si fermò alla lettera R.
<<
Ray Scarlet, alla lavagna >> la chiamò con
falsa voce melliflua.
Scarlet
guardò prima Luke, terrorizzata, e poi Emma,
supplicandola con lo sguardo. Si avviò alla lavagna come se
si stesse dirigendo
al patibolo. Non era mai stata mai stata brava in matematica.
<<
Ray, sa che non abbiamo tutte la giornata a
disposizione, vero? Dovrebbe sbrigarsi >> la costrinse a
velocizzarsi la
professoressa.
<<
Copia questa equazione e risolvila. In fretta,
possibilmente >> concluse.
Scarlet,
preoccupata, iniziò a copiare l’esercizio,
pregando
che qualche divinità l’assistesse. Non che ci
contasse più di tanto, ma almeno
ci sperava. Finito di copiare, restò a fissare la lavagna
per qualche secondo,
cercando di decifrare quelli che per lei erano geroglifici. La
professoressa,
intanto, la fissava picchiettando le lunghe unghie nere smaltate.
Scarlet si
girò in cerca di aiuto. Con lo sguardo cercò il
fratello, ma i suoi occhi incrociarono quelli di Abigail. Un brivido le
percorse la schiena. Poi si accorse che la ragazza le stava mimando
con la
bocca cosa fare alla lavagna. Ma era troppo tardi. La voce della
professoressa
interruppe la missione di salvataggio in modo brusco.
<<
Insomma Ray, si è capito che non è in grado di
risolvere quest’equazione! Per questa sua magnifica
dimostrazione si merita un
bell’impreparato >>.
Abbattuta,
Scarlet tornò al suo posto e si lasciò cadere
pesantemente sulla sedia, sbuffando.
La lezione
riprese senza intoppi e un altro alunno fu
chiamato alla lavagna.
Una pallina
colpì la testa di Scarlet. Si girò. Era Luke.
<<
Ehi, scema >> sussurrò lui con un sorriso
smagliante, attento a non farsi sentire dalla professoressa
<< Ottima
prestazione! >> concluse alzando i pollici.
<<
Ehi, idiota >> sibilò lei, regalandogli una
dolce occhiata omicida << Voglio ricordarti la tua scena
muta in inglese,
qualche giorno fa? >>
<<
Touchè >> disse Luke, alzando le mani in segno
di resa.
Il resto della
lezione continuò tranquillamente.
~ * ~ * ~ *
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~ * ~ *
~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ *
“Maledetta febbre e maledetto mal di testa!”
Helen
tossì forte e il rumore risuonò per tutta la
stanza.
Lei odiava stare a letto. Odiava stare male. Stare male le impediva di
fare le
cose che amava di più fare, come correre o portare a spasso
il suo adorato
cane.
Ma non poteva
far vincere la febbre, lei doveva reagire! Così
si alzò barcollante dal letto, cercando qualcosa da fare. La
prima cose che le
venne in mente fu quella di leggere un libro. Con passo strascicato si
avviò
verso la libreria dove montagne di libri erano accatastate e
minacciavano di
cadere. Ma lei non permetteva nemmeno a sua madre di sistemare. Il
disordine le
piaceva. Il disordine le permetteva di avere i pensieri sempre in
ordine.
Fece scorrere lo
sguardo sui titoli dei libri, ma ormai li
aveva letti tutti. Poi, il suo sguardo si posò
più in alto, su una piccola
mensola dove erano state poste, in modo ordinato, tante piccole cornici
che
contenevano diverse foto. Sorrise, osservando la prima foto. Era stata
scattata
parecchi anni prima, e il fatto che fosse leggermente ingiallita lo
confermava. Raffigurava
lei da piccola
che sorrideva felice all’obbiettivo, tenendo il braccio
intorno alle spalle di
un bambino dai capelli biondi a caschetto. Helen sorrise e
passò alla foto
successiva che ritraeva lei a undici anni che abbracciava il suo cane,
appena
cucciolo. Continuò a guardare le foto, facendo riemergere
nella sua mente tanti
ricordi. Poi arrivò al’ultima foto presente sullo
scaffale e le si strinse il
cuore. Cercò di trattenere le lacrime, come sempre, ma non
ci riuscì. Di
nuovo. Nella foto
c’erano lei e suo
padre che mangiavano la sua torta di compleanno dei dodici anni.
Esattamente un
mese prima dell’incidente. Asciugò le lacrime e si
allontanò dalla mensola.
<<
Helen, è pronto, vieni a tavola! >>
gridò la
mamma dalla cucina.
<<
Arrivo! >> fu la risposta secca di Helen, che
fece il possibile per nascondere i segni del pianto.
Scese le scale
ed entrò nella cucina e un buon profumo la
investì. Claire era girata a sistemare la pasta nei piatti.
Helen afferrò un
pezzo di pane e si sedette al tavolo. Fu allora che lo
sentì. Un mormorio. Un
flebile mormorio. Guardò la madre, che però era
ancora voltata.
<<
Hai detto qualcosa? >> le chiese, incerta.
<<
No, niente! >> rispose la madre, girandosi a
guardarla con sguardo interrogativo.
Helen
alzò le spalle e lasciò perdere, pensando di
esserselo
immaginato.
~ * ~ * ~ * ~ *
~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~
* ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ *
E anche quella
giornata di scuola era terminata. Avere le
prime due ore di lezione con la Connor era una vera e propria tortura.
<<
Emma, noi oggi non facciamo la solita strada
>> iniziò Scarlet.
Emma non ebbe il
tempo di rispondere che intervenne Luke.
<<
Scusa Scarlet, che strada dovremmo fare? >>
domandò stranito << Non vorrai sperimentare
uno dei tuoi nuovi percorsi
avventurosi! >>
<<
Ma che dici Luke?! >> sbottò la sorella.
<<
E allora come mai oggi non venite con me? >>
chiese Emma cordialmente.
<<
Beh, volevo andare a trovare Helen, è strano che
oggi non sia venuta a scuola >> spiegò allora
Scarlet, tornando ad un
tono di voce normale.
<<
Ah, ecco! Potevi dirlo prima! >> esclamò Luke.
<<
Ma se tu nemmeno mi fai spiegare! >> urlò
nuovamente inferocita Scarlet.
<<
Ragazzi, scusate se vi interrompo, ma io dovrei
andare >> disse Emma che fino a quel momento aveva
assistito, in
silenzio, alla nascita di un nuovo litigio dei gemelli.
<<
Ok, ciao Emma! >> la salutarono all’unisono.
<<
Non copiarmi! >> ricominciò
Scarlet.
<<
Io non ho copiato nessuno! >> continuò Luke.
Emma
sospirò. Non sarebbero mai cambiati.
N.d.A.
Salve gente! :D
Eccoci qui col
primo vero e proprio capitolo! Evvai! xD
Speriamo che
anche questo nuovo capitolo via sia piaciuto
come a noi è piaciuto scriverlo :D
Baci,
Cherry&Ely
<33
p.s.
per chi fosse interessato, su face book c’è la
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ufficiale della storia con dentro disegni dei personaggi e tanto altro.
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due nuovi disegni :D
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Capitolo 3 *** Di sogni strani e mormorii ღ ***
Il
campanello suonò. Helen sbuffò e raccolse tutta
la forza che aveva per alzarsi
dal suo comodissimo divano ed andare ad aprire. Con passi lenti si
avviò verso
la porta e non fu sorpresa di trovarsi davanti i due gemelli,
sorridenti.
<<
Buon pomeriggio! >> esclamò Scarlet entrando
in casa.
<<
Prego, entra pure! >> fece Helen, ironica.
<<
Ciao Helen >> la salutò Luke.
<<
Ciao >> disse la padrona di casa, tossicchiando.
<<
Oi
Helen, dov’è tua madre? Volevo salutarla
>> chiese Scarlet, facendo
capolino dalla cucina << Qui non c’è
>>.
<<
Direi che è normale, sai com’è,
è andata a lavorare >> spiegò
Helen,
mantenendo la sua solita ironia.
<<
Ah,
giusto. E’ andata in ospedale, vero? >>
domandò Luke.
<<
Si,
è in ospedale >> rispose Helen con tono
scocciato << Possibile che
ci conosciamo da anni e mi fate ancora certe domande? >>
continuò con
tono esasperato.
I gemelli
alzarono le spalle, ignorandola.
<<
Wow, ragazzi, che grande considerazione avete di quello che dico
>> li
rimbeccò Helen << Dai, venite,
saliamo in camera mia >>.
<<
Ok,
però io prima vado in bagno >>
annunciò Scarlet, precedendo Helen e Luke
al piano di sopra.
Helen e Luke
si scambiarono un’occhiata rassegnata, prima di avviarsi
verso la camera.
<<
Allora, come sono i nuovi alunni? >> chiese
Helen, buttandosi a peso morto sul letto.
<<
A dire la verità, sono due ragazze. Sono anche
carine! >> rispose Luke, beccandosi immediatamente uno
scappellotto da
parte della sorella.
<<
Idiota >> disse Scarlet prima di riprendere il
discorso << Comunque si, Luke non ha tutti i torti
>>
<<
Perché io vengo picchiato se lo dico e tu no?
>> si lamentò il ragazzo, imbronciandosi.
<<
Perchè è così che deve essere
>> fece Helen
con un finto vocione, facendo ridere i due amici.
<<
Ritornando alle cose serie >> riprese, poi
<< come sono queste due ragazze? >>
<<
Si chiamano Abigail e Alice >> iniziò
sorridente Scarlet << Abigail è molto alta e
snella, ha lunghi capelli
mossi e stamattina era nervosissima! Non la smetteva di guardare da una
parte
all’altra! Alice, invece, non è alta come lei e ha
bellissimi capelli neri! Lei
è stata fortunata, la Connor l’ha fatta sedere
vicino a Luke; a Abigail,
invece, è toccata Stephanie! >> concluse
Scarlet con enfasi.
<<
Poverina, cosa avrà fatto di male? >>
esclamò
Helen, sinceramente dispiaciuta per le sorti della nuova compagna di
classe.
<<
Ah, dimenticavo una cosa: sono sorelle!
>> si ricordò l’altra.
<<
No Scarlet, vedi che sono sorellastre >> la
corresse Luke, facendo accigliare la sorella.
<<
Che dici, la professoressa ha detto che sono
sorelle! >> sbottò
Scarlet,
guardandolo contrariata.
<<
No >> ribadì lui scuotendo la testa
<<
Alice, mentre tu stavi mostrando le tue fantastiche conoscenze in
matematica
alla lavagna, mi ha spiegato che sono sorellastre >>.
Scarlet fece per
aprir bocca, ma Helen la precedette.
<<
E come mai sono sorellastre? Non te l’ha spiegato?
>> domandò curiosa Helen.
Luke si
toccò la nuca, vagamente in imbarazzo.
<<
Ad avermelo spiegato, me l’ha spiegato… Ma io non
ci
ho capito niente! >> confessò il ragazzo,
facendo un sorriso sbilenco.
<<
Luke! >> gridarono all’unisono le due ragazze.
<<
Non è colpa mia! Ha iniziato a parlare a
raffica:già
il concetto era abbastanza complicato, poi se lei parlava veloce, come
facevo a
capirci qualcosa? >> cercò di giustificarsi
Luke.
Scarlet scosse
la testa.
<<
Vabbè, vorrà dire che glielo chiederemo domani!
>> terminò il discorso lei.
<<
Avete fame? Volete che vi prepari qualcosa? >>
chiese cordialmente Helen.
<<
No, non preoccuparti. A dire la verità, dovremmo
iniziare i compiti >> disse
Luke
fulminando la sorella con lo sguardo, già intenta a leggere
un fumetto.
Scarlet emise un
gemito di disappunto, coprendosi la faccia
con le mani.
<<
Dobbiamo proprio? >> domandò speranzosa.
<<
Certo che dobbiamo! Vuoi un altro impreparato, per
caso? >> la punzecchiò il gemello.
Scarlet
preferì non rispondere e si trascinò alla
scrivania
accanto al fratello, sotto lo sguardo alquanto divertito di Helen.
<<
Finalmente abbiamo finito! >> esclamò Scarlet,
stiracchiandosi.
Era stata
davvero una giornata faticosa per lei, a partire
dal brutto risveglio che aveva avuto quella mattina, causato
dall’incubo di
quella notte. Normalmente, lei non si spaventava per gli incubi. Sin da
bambina, le sue notti erano state piene di sogni, belli o meno, ma
questo era
diverso da tutti gi altri. Era minimo la quinta volta che lo faceva e
ogni
volta le lasciava addosso una strana sensazione, come se non fosse del
tutto un
sogno.
Una voce
interruppe i suoi pensieri.
<<
Ragazze, scusatemi, ma io oggi ho gli allenamenti di
basket >> annunciò Luke, raccattando le sue
cose e avviandosi verso l’ingresso.
<<
Ok, aspetta che ti accompagnamo >> gli disse
Helen, alzandosi dal letto.
Scesero le scale
e attraversarono l’ingresso. Le ragazze
salutarono Luke e lo guardarono allontanarsi.
Andarono poi in
cucina, per prepararsi qualcosa da mangiare.
Scarlet però era assente. La sua mente era ormai fissa su
quel sogno così
strano ma allo stesso tempo così reale.
A Helen non
sfuggì lo strano silenzio dell’amica.
<<
Ehi Scarlet, ma che hai? >> le domandò
apprensiva.
<<
Nulla… E’ che… >> Scarlet
esitò, riflettendo
su cosa dire.
<<
Dai, dimmi! >> la incitò l’altra.
Scarlet
iniziò a trovare stranamente interessanti le punte
dei suoi piedi.
<<
Stanotte ho fatto un sogno molto strano… Non è la
prima volta che lo faccio e, non so, ogni volta mi lascia una strana
sensazione
addosso. Come… Come se non fosse del tutto un sogno
>> spiegò Scarlet,
alzando lo sguardo.
Helen la
fissò in silenzio per qualche secondo, poi parlò.
<<
Cosa succede esattamente nel sogno? >> domandò, incuriosita.
Scarlet fece un
lungo sospiro, dopodiché iniziò a raccontare.
<<
E’ notte, o almeno è quello che percepisco.
Inizialmente intorno a me è tutto buio, poi,
improvvisamente, mi trovo sul
terrazzo di un edificio altissimo, rischiarato dalla luce della luna.
Ma non
sono sola, affianco a me c’è Luke. E’ a
qualche metro di distanza da me, ma
guarda fisso davanti a sé, e fa come se io non ci fossi. Io
lo chiamo, ma lui
non mi sente. Provo a raggiungerlo ma le mie gambe non si muovono. Poi
lui
inizia a parlare, ma questa volta sono io che non lo sento. Continua a
guardare
il palazzo di fronte a noi. Mi volto anch’io per capire cosa
guarda e poi lo
vedo: due occhi rossi più del sangue. Poi riesco a
distinguere una sagoma, non
capisco bene chi sia, ma si tratta di un ragazzo. Guardo di nuovo Luke,
che
continua a dire qualcosa che non sento. Ritorno con lo sguardo sugli
occhi
rossi e poi improvvisamente sento il vuoto, e mi accorgo che sto
precipitando
giù. Il sogno finisce così, di solito mi sveglio
sempre arrivata a questo punto
>> concluse Scarlet.
Helen, che
durante il racconto di Scarlet non aveva perso una
parola, rimase colpita dalla dettagliata spiegazione.
<<
Come fai a ricordarti ogni singolo particolare del
sogno? >> le chiese stupita.
<< E’
da quando ero piccola che riesco a ricordare i
sogni in modo così nitido >> spiegò
lei, come se fosse la cosa più ovvia
del mondo. Helen annuì, poi iniziò a recuperare
l’occorrente per fare un paio
di panini.
Pensò
a quanto fosse strano quel sogno. Non che Scarlet non
facesse mai sogni strani, perché ne faceva eccome. Ma a
quanto pare, persino
per lei quel sogno non era normale. Le venne in mente che anche a lei
stavano
succedendo cose bizzarre e provò l’irresistibile
impulso di parlarne con
Scarlet.
<< Se
ti dico una cosa, mi prometti di non prendermi per
pazza? >> chiese timidamente Helen.
Scarlet la
guardò stranita. << Certo! >> le
assicurò.
Anche Helen
esitò, prima di iniziare a raccontare.
<<
Ultimamente mi sta accadendo una cosa strana. Sento….
Tipo… Dei mormorii. E la cosa inquietante è che
nessuno sta parlando nella
stanza in cui sto. >>
Scarlet si
accigliò, segno che stava riflettendo.
<<
Quando succede solitamente sei sola? Oppure c’è
qualcuno con te? >>
Helen ci
riflettè un attimo.
<<
No, solitamente c’è qualcuno con me, quando
succede
>>
Scarlet rimase
qualche secondo in silenzio, pensando a quello
che le aveva rivelato l’amica.
<<
Non so che dirti, Hel. Davvero >> concluse
l’amica.
Helen annuì e il discorso si chiuse lì.
Finirono di
mangiare i loro panini in silenzio, immersa
ognuna nei propri pensieri.
<<
Helen, sono le sette. Devo andare agli allenamenti
da Luke, perché poi
ce ne andiamo a casa
insieme >> ruppe il silenzio Scarlet, avviandosi a
prendere il cappotto
all’ingresso. Helen la seguì, accompagnandola. Si
salutarono, e Scarlet se ne
andò, camminando con difficoltà nella neve fresca.
~
* ~ * ~ * ~ * ~ *
~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ *
~ * ~ *
~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ * ~ *
Scarlet,
seduta
sugli spalti della palestra della St. James High School, osservava il
fratello
che faceva allenamento. Le piaceva molto osservare, anche le cose
più banali. E
le riusciva molto bene cogliere i particolari che ad altri sfuggivano.
Non
andava spesso agli allenamenti del fratello, così si
concentrò sui compagni di
squadra. Non c’erano molti visi conosciuti, ma riconobbe il
migliore amico di
Luke, Drew, un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi grigi. Un bel
ragazzo,
tutto sommato.
Poi,
vicino a Luke,
notò un ragazzo dai magnetici occhi blu. Poi il suo sguardo
si spostò sugli
altri ragazzi e le venne in mente che qualche volta avrebbe dovuto
portarci
anche Helen : i ragazzi non erano niente male.
I
suoi pensieri
furono interrotti da Luke che l’aveva notata e si stava
sbracciando per
salutarla. Lei sorrise e lo salutò con la mano. Poi Luke
riprese l’allenamento
e Scarlet continuò a osservare quello che succedeva in
palestra.
~
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~ * ~ *
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Il
giovane entrò
nell’enorme salone e l’attraversò, fino
ad arrivare al cospetto di un grande
trono, dove sedeva una donna.
<<
Abbiamo
trovato quello che stavamo cercando >> disse il ragazzo.
La
figura misteriosa
lo fissò per qualche secondo, per poi rispondere con voce
calma e sicura
<< Bene, non ci resta che attuare il nostro piano. Hai
già avvertito
Blake? >>
<<
Si, è già
al corrente di tutto >> gli rispose lui.
La
donna annuì,
sorridendo.
<<
Dove si
troverebbe, il nostro obbiettivo? >> domandò poi.
<< Alla St. James High School
>>.
N.d.A.
Ehilà
:D Ecco qui il
terzo capitolo, ricco di sorprese! Che ve ne pare? Cosa pensate stia
accedendo?
:D Speriamo vi sia piaciuto :D e ricordiamo che, per chiunque fosse
interessato, nella pagina facebook della nostra storia ci sono i
magnifici
disegni della nostra Scarlet :D con il disegno della settimana che
posteremo
ogni martedì, ovvero un disegno che ha a che fare col
capitolo postato :D
per il link della
pagina clicca qui
:D Baci
Cherry&Ely
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Capitolo 4 *** Come NON vivisezionare una rana ღ ***
Quel
giorno non aveva
fatto ritardo, anzi, al suono della campanella mancava ancora un po'.
Appena
entrò nell'ampio atrio della scuola, fu investita da un
gradevole tepore. Era
così rilassante, pensava Scarlet, a differenza del freddo
che regnava
incontrastato fuori. Lei odiava il freddo, e anche quel giorno, entrare
a
scuola, era stato come entrare in paradiso. Non che le piacesse la
scuola, sia
ben chiaro, ma la preferiva assolutamente rispetto al gelido vento che
soffiava
ogni inverno e alla bianca neve che scendeva lentamente.
Aspettò un paio di
minuti prima di togliersi di dosso il pesante giubbotto e la sciarpa
rossa ben
avvolta intorno al collo. Il cappello di lana era così
morbido e caldo, e i
vecchi guanti di suo fratello non volevano abbandonarle le mani.
Luke,
invece, non sembrava aver particolari
problemi con il freddo, anzi, al contrario della gemella, si trovava
parecchio
a suo agio tra la neve.
Ecco,
nonostante fossero gemelli, loro due erano
del tutto diversi.
Certo,
fisicamente erano uguali: stessi capelli
castani, identici occhi verdi pieni d'energia, stesse mimiche facciali.
L'unica
cosa che li rendeva diversi, sul piano fisico, erano solo dieci
centimetri in
più per Luke. Caratterialmente, invece, erano come Sole e
Luna, bianco e nero,
luce e buio. Lei ingenua, lui furbo. Lei infantile, lui maturo. Lei
dava
fiducia a tutti, lui solo a pochi. Lei distratta, lui sempre attento ai
minimi
particolari. Si compensavano persino nello studio: mentre lei andava
meglio
nelle materie umanistiche, lui la superava in quelle scientifiche.
Erano
in molti a trovare troppo strano questo
loro completarsi a vicenda, ma per loro era sempre stato
così: dove non
riusciva Scarlet, ecco che accorreva in suo aiuto Luke, e viceversa.
Non poteva
essere diversamente, loro erano due facce della stessa medaglia.
A
quel punto, la ragazza, decise di dire addio
ai suoi cari guanti e al resto del suo - così come lo
chiamava lei -
equipaggiamento di sopravvivenza. Il tutto per andare alla ricerca di
Helen.
Sapeva dove l'avrebbe trovata, e infatti era lì ad
aspettarla al solito posto
di sempre, vicino agli armadietti mezzi scassati. Si
avvicinò velocemente,
raggiungendola in pochi istanti. La trovò a leggere, come al
solito.
Attirò
la sua attenzione schiarendosi la gola.
Helen, che già si era accorta dell'arrivo dell'amica,
sollevò lo sguardo dal
libro.
<<
Buongiorno
>> disse con un grande sorriso.
<<
Buongiorno
anche a te! >> la salutò Scarlet saltandole
quasi addosso << Come
ti senti? >> domandò, premurosa.
<<
Bene Scar
>> la rassicurò Helen << Certo,
se tu ti staccassi di dosso,
sarebbe anche meglio, ma davvero, sto bene >> concluse
facendola ridere.
Dopo
aver mollato la
presa - ferrea - su Helen, Scarlet si guardò intorno, subito
imitata dalla
compagna.
<<
Emma e Luke
dove sono? >> chiese la più alta, cercando i
due con lo sguardo.
<<
Sono ancora
in cortile. Li ho lasciati in cortile a chiacchierare da soli
>> spiegò
la più bassa. Sulle sue labbra si era dipinto un sorriso
trionfante che fece
ridere l'altra.
<<
Quindi da
questo devo dedurre che a Emma piace ancora Luke? >>
Scarlet
annuì, e stava anche per aggiungere
alcuni dettagli, quando una voce l'interruppe.
<<
Che c'è? Sei
per caso gelosa? >>
Helen
alzò gli occhi al cielo, e Scarlet iniziò
a divertirsi sempre di più. A parlare era stata una ragazza
del primo anno,
Roxy Stevens, seguace di Helen fino alla morte.
<<
Roxy,
smettila con questa storia, per favore >> la
pregò Helen, tra
l'esasperato e il divertito.
<<
Ma scusami,
tu e Luke non potete far altro che stare insieme! >>
rincarò la dose Roxy, alzando
il tono di un'ottava.
Helen
le voleva bene, la conosceva già da un
paio d'anni, e col tempo le si era affezionata, ma in momenti come
quelli,
voleva quasi rinchiuderla in uno stanzino. Era fin dalle medie, che
quella
buffa ragazzina dai grandi occhi da cerbiatto si era fissata sul fatto
che,
prima o poi, Helen e Luke si sarebbero dovuti fidanzare,
perchè, come le
piaceva dire, erano fatti l'uno per l'altra. I due diretti interessati,
però,
non avevano mai creduto alle parole della "piccola sognatrice" -
così
l'avevano soprannominata. Si conoscevano fin dall'asilo, erano
semplicemente
migliori amici, niente di più, niente di meno.
<<
Dai, si vede
lontano un miglio che vi piacete! >> quasi
urlò lei, presa dalla foga.
Qualche
studente che
si trovava ancora a passare per il corridoio si girò
incuriosito da quello
strano "teatrino".
Helen,
imbarazzatissima, stava pensando
seriamente all'idea di chiuderla in uno stanzino. Scarlet invece,
assisteva
alla scena sempre più divertita.
<<
Beh, vuol
dire che devi metterti gli occhiali, perchè a me lui non
piace, e a lui non
piaccio io. Chiaro? >> disse col tono più
convincente che aveva.
<<
Chiaro
>> si arrese Roxy, andandosene mogia mogia.
Mentre
Helen
osservava la ragazzina allontanarsi, Scarlet sembrava riflettere su
qualcosa.
<<
Helen!
>> gridò.
L'interpellata
sobbalzò.
<<
Per caso
vuoi farmi prendere un colpo? Che c'è? >>
sibilò.
<<
Tra qualche
giorno è il tuo compleanno! >>
esclamò elettrizzata.
<<
E tu mi fai
venire un infarto per dirmi una cosa del genere? >> Helen
la guardava allibita.
Scarlet
la ignorò.
<<
Dobbiamo
festeggiare! >> trillò, aprendo le braccia.
Helen
annuì, poco
convinta. L’altra la fissò e non aggiunse nulla.
Poteva immaginare cosa passava
per la testa dell’amica: era da un po’ che non
festeggiava i suoi compleanni, e
lei voleva che almeno il suo sedicesimo compleanno lo passasse in modo
magnifico, libera da ogni pensiero. Ma Helen non voleva, quella era
l'ultima
cosa che desiderasse.
In
quel momento
arrivò anche Luke.
<<
Ehi!
>> salutò le due.
<<
'Giorno Luke
>> ricambiò Helen, cordialmente.
<<
Oi Luke,
dove hai lasciato Emma? >> domandò poi,
cercando l'amica con lo sguardo.
<<
Ha detto che
doveva passare un attimo in bagno prima delle lezioni. Ci raggiunge
direttamente in classe >> rispose lui, noncurante.
Helen
annuì,
distratta. Nel frattempo Scarlet aveva posato lo sguardo sull'entrata della scuola. Improvvisamente, i suoi occhi si
illuminarono.
<<
Eccole!
Abigail e Alice! >> saltellò, per poi avviarsi
a passo svelto verso di loro.
Il tragitto tra armadietti e ingresso era abbastanza breve, ma
l'abilità di
Scarlet nel cadere superava ogni aspettativa. Inciampò,
infatti, sul piede di
un ragazzo del terzo anno, cadendo per terra come una pera cotta.
Fortunatamente, non sembrava essersi fatta male. Immediatamente si
rialzò sotto
gli occhi straniti del ragazzo - che Scarlet non aveva minimamente
calcolato -
e continuò la sua strada con molta nonchalanche, facendo
morire dalle risate
Luke ed Helen che avevano assistito all'intera scena. Abby ed Alice,
invece,
non sembravano essersi accorte di nulla, impegnate com'erano a
guardarsi
intorno.
<<
Ragazze!
>> le chiamò Scarlet, una volta arrivata
vicino alle due.
<<
Ciao
Scarlet! >> la salutò Alice.
<<
Buongiorno
>> disse sorridendo Abby.
Scambiarono
velocemente qualche parola sul clima di quei giorni, quando Scarlet si
ricordò
di essere andata da loro per un motivo ben preciso.
<<
Venite,
voglio presentarvi Helen, ieri era assente >>
annunciò, prendendole
entrambe per mano e trascinandole vicino agli armadietti.
Dopo
essere state
presentate da Scarlet, calò un imbarazzante silenzio.
<<
Allora... Da
dove venite? >> cercò di rompere il ghiaccio
Helen.
Alice
fece per
parlare, ma Scarlet la precedette.
<<
Vengono da
Londra! >> rispose pimpante.
Alice
le scoccò
un’occhiata dievertita, poi annuì in segno di
approvazione.
<<
Luke mi ha
detto che siete sorellastre, giusto? >> chiese ancora
Helen.
Questa
volta fu Abby
che aprì la bocca per rispondere, ma Scarlet fu nuovamente
più veloce.
<<
Ma certo,
perché Luke avrebbe dovuto mentire? Saranno sicuramente
sorellastre! >>
continuò a dire, come se fosse la cosa più ovvia
del mondo.
Abby
richiuse la
bocca, guardando confusa Helen, che con la bocca mimò "Fa
sempre
così".
La
campanella suonò, e i ragazzi si avviarono in
classe.
~
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Le
prime ore di
lezione erano passate abbastanza velocemente. Professori che andavano e
venivano, interrogazioni, le solite cose di sempre. Alla fine, era
arrivata
anche la fatidica ora di biologia. Abby era sempre stata una ragazza
diligente
e studiosa, non aveva di certo paura di un'interrogazione, ma il giorno
precedente il professor Fisher, li aveva avvisati che avrebbero
vivisezionato
una rana. Bene, Abby non voleva, ed era sicura di non essere l'unica. A
parte
qualche sadico che faceva parte della sua classe, come un certo Steven
Webb:
non la smetteva di dire cose tipo "Non vedo l'ora di aprire quella
rana" oppure "Sono certo che ci sarà da divertirsi". Bah,
che
gente. Aveva notato che Alice non aveva la benchè minima
intenzione di far del
male alla sua rana, lei amava gli animali! Scarlet, invece, stava
facendo una
serie di discorsi - pieni zeppi di sorrisi - alla sua rana, mentre Luke
ci
stava giocherellando. Helen fissava la sua rana, triste per la fine che
avrebbe
potuto fare. Infine, la sua compagna di banco, Stephanie, continuava a
lagnarsi, dicendo che non aveva mai toccato una rana in vita sua, e che
mai
l'avrebbe fatto.
<<
Su
Stephanie, forse se baci quella simpatica rana, potresti trasformarla
in un
principe >> disse il vecchio professor Fisher, causando
l'ilarità della
classe e beccandosi una stilettata d'odio da parte della Anderson.
<<
Bene, direi
che possiamo cominciare la lezione vera e propria: in fondo cosa
c'è di meglio
se non la pratica? >> disse il professore, convinto della
sua
affermazione. Guardò un attimo la classe, e sorridendo,
puntò il dito verso
Abby.
Abby
sgranò gli occhi. Cavolo, non avrebbe mai
pensato di essere scelta dal professore! E cavolo, non avrebbe mai
squartato
una povera rana! Mai e poi mai!
<<
Si alzi
signorina, e venga qui con la sua rana >>
sentenziò Fisher, mentre con la
mano ticchettava la cattedra.
Abby
si alzò dopo qualche secondo, come in
trance. Cercando di guadagnare più tempo, faceva tutto con
estrema lentezza. Fu
per questo che molto lentamente prese la sua rana, e sempre molto
lentamente,
camminava verso la cattedra, dove il professore l'aspettava, sorridendo.
<<
Ecco, ti
servirà questo per inciderla >>
continuò Fisher, passando a Abby un
piccolo bisturi medico.
La
ragazza prese l'oggetto, osservandolo con
riluttanza. Dannazione, non voleva vivisezionare quella rana!
Tutti
la stavano osservando e il suo nervosismo
era palpabile.
Fisher
continuava a sorriderle.
<<
Sbrigati
Cross! >> la incitò Steven.
<<
Zitto
stupido >> rispose Luke per la ragazza, che lo
ringraziò mentalmente.
<<
Ehi tu, chi ti credi di essere per dir-
>>
<<
Silenzio ragazzi,
la signorina Abigail deve concentrarsi >> li
bloccò il professore,
mellifluo.
Abby
lo guardò.
Secondo lei, quell'anziano professore, pensava che vivisezionare un
animale
fosse una cosa normale, una di quelle cose che si fanno tutti i giorni,
come ad
esempio lavarsi i denti.
<<
Però si
sbrighi, signorina, non può passare l'ora con il bisturi in
mano, così, senza
far niente >>
Continuava
a sorridere. Abby pensò fosse molto
sadico. Okay, sei un professore di biologia, ma vivisezionare una rana
col
sorriso in volto era una cosa da sadici. O da pazzi.
<<
Professor
Fisher... Io... >> iniziò Abby.
<<
Cosa
Abigail? >> la spronò a continuare, sorridendo
calmo.
"Io
non voglio
uccidere questo povero animale!"
Era
questo che Abby
stava pensando ma che non riusciva a dire. "Non voglio, non voglio, non
voglio!"
Il
vecchio professore
la stava guardando, aspettando una risposta. Sempre con quel sorriso
stampato
sulle labbra. Possibile che non cancellasse un attimo quel sorriso
così
tranquillo?
"Vorrei
che suonasse la campanella!"
si ritrovò a sperare Abby. Sapeva che era impossibile,
mancava ancora un bel
po' prima della fine della lezione, ma lo sperò lo stesso.
Davvero,
lei quella rana non voleva
vivisezionarla, e il suo non era uno stupido capriccio. Non voleva e
basta.
"Vorrei
che la
lezione finisse ora" pensò di nuovo.
E
fu in quel momento che accadde. Il suono della
campanella aveva spezzato quel silenzio che si era andato a creare in
classe,
interrotto solo da qualche sussurro.
<<
Oh, com'è
passato in fretta il tempo >> canticchiò
Fisher << Non me n'ero
accorto! >>
<<
Ma cosa..
>> disse piano Abby, senza che nessuno la sentisse.
Dopo
che il
professore ebbe lasciato la classe - sempre sorridendo, tutti si
alzarono e
iniziarono a sparpargliarsi per la scuola. Era suonata la campanella
dell'intervallo.
Abby
si guardava intorno stralunata. Possibile che
nessuno, oltre lei, si fosse reso conto di quello che era appena
successo? In
fondo, mancava ancora molto alla fine della lezione!
<<
Abby! >>
Alice
interruppe i suoi pensieri. Nemmeno lei
sembrava essersi accorta di quello che era appena successo.
<<
Alice
>> fece, con un dolcissimo sorriso << per
fortuna non ho dovuto
fare niente alla rana >>
<<
Già!
>> disse l'altra << Senti, io, Scarlet e
Luke andiamo in mensa,
Helen invece va in biblioteca, ha detto che ha da fare. Tu vieni con
noi? >>
<<
Certamente!
>> le rispose, avviandosi verso la grande mensa con gli
amici.
Riguardo
a quello che
era appena successo in classe, decise di non dire niente a nessuno.
Forse si
era sbagliata. Forse era stata solo una sua impressione.
~
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Helen
entrò
nella piccola e accogliente biblioteca.
Appena posò il piede sulla moquette rossa, si
sentì a casa. Da sempre, i libri
erano i suoi migliori amici. Poteva rifugiarvisi all’interno
e viaggiare per
chilometri, stando seduta comodamente nella sua stanza.
I libri, non l’avrebbero mai tradita.
Salutò,
come
d’abitudine, l’addetta alla biblioteca e si
avviò alla ricerca di una lettura
leggera.
La biblioteca della scuola era molto ordinata: ogni scaffale aveva il
suo
genere. C’era lo scaffale per gli horror, che Helen evitava
accuratamente,
quello dei gialli, quello dei libri per le ricerche, quello dei
fantasy, il suo
genere preferito, e tanti altri scaffali pieni di tomi che Helen non
vedeva
l’ora di leggere. Optò per un libro di leggende,
che trovava particolarmente
interessanti.
Si avviò verso la sezione apposita, scorrendo con lo sguardo
tutti i titoli.
Uno di questi le saltò all’occhio: “Storie
e Leggende d’Inghilterra”. Helen,
che d’altronde amava la storia della sua terra, decise di
leggere quello.
Lo afferrò e andò a sedersi al suo tavolino
preferito, vicino alla finestra che
dava sul cortile della scuola.
Lo aprì e andò all’indice. La
attiravano diversi titoli, ma non sapeva da quale
cominciare. Decise di iniziare da una storia intitolata “Il
mistero di
Stonehenge”. Aprì il libro alla pagina indicata e
cominciò a leggere:
“Tanto tempo fa, nelle terre Britanniche,
abitava un Re molto ricco e presuntuoso che, nonostante fosse il
più potente
del suo regno, desiderava sempre di più. Un giorno, stanco
dall’essere
continuamente insoddisfatto, gli venne in mente un’idea che
avrebbe potuto
renderlo il più potente Re mai esistito al mondo: decise di
voler diventare uno
stregone. Dopo anni e anni di studi, sua Maestà
trovò la soluzione che avrebbe
realizzato tutti i suoi sogni. Ordinò agli architetti
più bravi del regno di
far costruire il monumento che oggi viene chiamato Stonehenge. Ci
vollero molti
giorni e molte notti, ma alla fine i lavori terminarono. Secondo i
calcoli del
Re, se lui si fosse messo al centro della costruzione una sera di luna
calante
pronunciando delle parole conosciute solo a lui, l’imponente
struttura avrebbe
conferito lui gli immensi poteri degli Stregoni Antenati, una setta di
potenti
maghi sotterrati proprio sotto quel suolo. E così fece,
divenendo il Re più
potente di tutti. Sottomise il suo popolo in modo brutale, uccidendo
chiunque
intralciasse il suo cammino. Il Regno, stanco delle cattiverie di sua
Maestà,
convinse lo Stregone di Montagna ad affrontarlo.
Quest’ultimo, avendo molta più
esperienza del Re, lo sconfisse facilmente, liberando il Popolo. Lo
Stregone fu
trattato come un Dio e, quando morì, lo seppellirono al
centro di Stonehenge,
dove giacque per sempre.”
Finito di
leggere il racconto, Helen si stiracchiò. La leggenda era
piuttosto carina e,
anche se non era vera, le piaceva pensare che esistessero davvero cose
come
magia o stregoni. Guardò l’orologio e
notò che si stava facendo tardi, ma si
concesse comunque un’ultima storia. Fece scorrere velocemente
le pagine del
volume fino a fermarsi ad una storia intitolata “Il regno
Rosso e il regno
Verde”. Iniziò a leggere.
“Anni e anni or sono, l’Inghilterra era
divisa
in due fazioni: il regno Rosso e il regno Verde. I due regni erano
sempre in
conflitto e questo li portava spesso a dichiararsi guerra. Un giorno,
il Re del
regno Rosso, decise di porre fine a tutto questo distruggendo il regno
Verde e
facendone schiavi i suoi abitanti. Così, attaccò
un villaggio dell’altro regno
radendolo al suolo. La regina del regno Verde, accecata
dall’ira, dichiarò
guerra al regno Rosso che, dopo anni e anni, ne uscì
vittorioso. Uno stregone
del regno Verde, però, non fu contento di tutto
ciò. Inviò così una maledizione
al castello del regno Rosso: tutti gli abitanti del castello si
trasformarono
in esseri senz’anima, capaci di trasformarsi in animali.
Avrebbero vissuto per
sempre una vita eterna e dannata, marchiati dall’anatema
dello stregone.”
Helen
controllò nuovamente l’orologio. Doveva tornare in
classe e doveva anche
muoversi. Si alzò di scatto e fece per andare a mettere a
posto il libro ma,
nella fretta, non si accorse che c’era qualcuno sulla sua
traiettoria e andò a
sbattere contro un ragazzo intento a scegliere un libro da uno
scaffale.
<<
Oh,
scusa, andavo di fretta e non ti ho visto! >> si
scusò Helen, alzando lo
sguardo. Incontrò gli occhi del ragazzo, di un azzurro
bellissimo, che le
ricordavano il cielo al mattino presto. Si prese qualche secondo per
osservarlo:
aveva dei capelli rosso fiammante, corti sotto e più lunghi
sopra. Era più alto
di lei di qualche centimetro e aveva delle spalle belle larghe. Dal
sorriso che
presentava sul volto si potevano scorgere i denti bianchi e dritti.
“Un bel ragazzo” pensò
Helen.
<<
Non
preoccuparti >> la rassicurò lui sorridendo
<< Non ti sei fatta
male, vero? >> chiese dolcemente.
Lei scosse
la testa, facendo così allentare la disordinata coda con cui
aveva legato i suoi
capelli.
<<
Bene! Comunque piacere, io sono Dean! >>
disse, porgendole la mano che lei strinse cordialmente.
<<
Piacere, Helen >> rispose sorridendo lei. Poi si
ricordò del suo ritardo.
<< Ora scusa, ma devo proprio andare! >>
aggiunse, correndo verso l’uscita
e dimenticandosi di mettere a posto il libro.
Uscendo
dalla biblioteca, il calore, che fino a quel momento l’aveva
avvolta, svanì.
Era una sensazione che non le piaceva per niente. Corse per i corridoi
della
scuola, urtando ogni tanto qualche alunno e balbettando qualche
<< Scusa
>>. Raggiunse la classe di inglese e aprì la
porta.
No. Niente
sarebbe mai stato come entrare in una biblioteca.
N.d.A
Alloooooora
:D come vi sembra questo nuovo capitolo? Vi piace? :D fatecelo sapere
:D La
prima parte del capitolo è stata scritta da entrambe, la seconda da Cherry e la terza da Ely :D Un grazie speciale alla beta di
Ely, Mary
Spurce :D Baci e a
presto
Cherry&Ely
p.s.
per chi fosse interessato, su face book c’è la
pagina
ufficiale della storia con dentro disegni dei personaggi e tanto altro.
Per il
link, clicca qui.
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