Midnight Sun ღ

di Unmei no Hana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuovi arrivi ღ Ricordi dolorosi ***
Capitolo 3: *** Di sogni strani e mormorii ღ ***
Capitolo 4: *** Come NON vivisezionare una rana ღ ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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<< Helen! Alzati e scendi, la colazione è pronta! >>.

Un mugolio. Un tonfo, e le coperte erano a terra. Helen si alzò pesantemente dal letto, con gli occhi ancora impastati dal sonno. Si stropicciò gli occhi e, con la velocità pari a quella di un bradipo, si avviò verso il piano inferiore. Non riuscì a varcare la soglia della porta che una fitta le attraversò la testa. Portandosi una mano alla fronte si appoggiò allo stipite della porta.

<< Helen, ti vuoi muovere? >> chiamò ancora la madre.

<< Si, arrivo! >> disse cercando di alzare la voce affinché la madre potesse sentirla.

Scese le scale tenendosi salda al corrimano, il dolore alla testa non accennava a diminuire.

<< Oh, finalmente sei arrivata! >> esclamò una donna sulla quarantina dai lunghi capelli mori, che si mise a fissare la figlia con sguardo indagatore.

Helen si sedette al tavolo della piccola cucina, iniziando a giocherellare con la colazione.

<< C’è qualcosa che non va? >> domandò allora Claire, cominciando a preoccuparsi per la figlia, che rispose scuotendo la testa in segno di diniego.

<< Non è che hai bevuto ieri sera, vero? >> continuò con tono ironico.

<< Ma mamma! Che vai a pensare?! Ho solo sedici anni! >> rispose Helen, alzando la voce, con un tono tra lo stupito e l’indignato.

<< Sto scherzando! >> disse la madre ridendo << Però davvero, dimmi cos’hai! >> concluse con tono più serio.

<< Non è niente, mamma >> la tranquillizzò la ragazza. Ma la sua frase venne immediatamente smentita da una nuova fitta di dolore. Subito Helen appoggiò la testa al tavolo, sotto lo sguardo ansioso della madre.

<< Helen! >> si avvicinò la donna. Prese la testa della figlia tra le mani, e delicatamente le posò le labbra sulla fronte. << Ma tu scotti! Perché non me l’hai detto prima? >>

<< Perché non ce n’era bisogno >> rispose Helen, scostandosi dalla madre. << Se mi lasci magari posso andare a prepararmi per la scuola >> disse con tono scocciato.

<< Tu oggi non vai proprio da nessuna parte! Devi riposare, non puoi andare a scuola con la febbre! >>

<< Ma oggi arrivano quelli nuovi! Ricordi? La professoressa Connor ci aveva avvisati che nella nostra classe sarebbero arrivati due nuovi alunni! Non posso non esserci! >> si lamentò Helen.

<< E da quando in qua ti interessa dei nuovi alunni? >> incalzò la madre << E poi, nuovi compagni o no, tu oggi non sei nelle condizioni di andare a scuola. E non si discute! >>

La ragazza sbuffò e, prima di tornarsene in camera, borbottò qualcosa.

 

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<< Corri che è tardi! >> urlò un ragazzo dagli occhi verdi, che correva arrancando per la strada innevata.

<< Col cavolo che corro! Se ci provo mi sfracello! >> gridò di rimando una ragazza uguale a lui, se non fosse stato per l’altezza.

<< Sbrigati Scarlet! Così non ci faranno entrare! >> disse allora lui, prendendo la ragazza per un braccio e trascinandola. Mossa sbagliata. Scarlet perse l’equilibrio finendo di faccia nella neve.

<< Luke! >> sbottò Scarlet, nera di rabbia << Se ti prendo ti uccido! >> continuò, inseguendo il ragazzo che nel frattempo le correva avanti ridendo.

<< Dovevi vederti, sei caduta come un sacco di patate! >> disse lui, tra una risata e l’altra.

<< Muori! >>  fu la sua acida risposta.

<< Scarlet, Luke! >> li richiamò una ragazza dai capelli raccolti in una coda alta.

<< Emma! >> gridarono all’unisono i ragazzi, sorridendole.

<< Sbrighiamoci, altrimenti chiuderanno i cancelli >> li informò lei.

<< Scusaci, ma come al solito questa nana ha pensato bene di chiudersi mezz’ora in bagno >> iniziò a dire Luke, voltando lo sguardo verso la ragazza che aveva di fianco.

<< Ehi! >> lo guardò male lei.

<< E non sono stato io a voler provare una nuova strada per arrivare a scuola >> concluse, soddisfatto.

<< Ehi! >> ripeté la diretta interessata. << Se proprio non volevi fare quella strada potevi andartene per conto tuo! >>

<< Non ho potuto, perché la mia dolce e cara sorellina aveva bisogno del suo adorato gemellino per camminare sulla neve >> spiegò lui con tono ironico.

<< Ehm... Ragazzi? Non credete che dovremmo andare? >> azzardò con voce flebile e divertita Emma << Siamo già in ritardo di nostro. Se voi vi fermate qui a discutere non arriviamo più >>

<< Uh, hai ragione Emma! >> trillò Scarlet << Solo che Luke è davvero insopportabile! >>

<< Io insopportabile? >> disse il ragazzo con tono melodrammatico, ricominciando a camminare verso la scuola. Il tutto senza smettere di discutere con la sorella e sotto lo sguardo esasperato ma allo stesso tempo sorridente di Emma.

 

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<< Alice, sei pronta? >> gridò una ragazza dal fisico slanciato, in fondo alle scale.

<< Si, Abby! Prendo la borsa e scendo! >> rispose Alice, controllandosi per l’ultima volta allo specchio. Sorrise all’immagine riflessa, sistemandosi il grosso fiocco blu sulla testa. Poi scese le scale in tutta fretta, andando da Abby che l’aspettava all’ingresso con il cappotto ben abbottonato e lo zaino in spalla.

<< Mi sta bene la divisa? >> chiese con un gran sorriso Alice. Abby le scoccò uno sguardo distratto e annuì in risposta.

Il suo scarso entusiasmo non scalfì l’esuberanza dell’altra, abituata al carattere della sorellastra.

<< Ragazze, siete pronte? >> le raggiunse una voce dalla cucina.

<< Sì, papà! Noi stiamo aspettando te! >> esclamò Alice.

Il padre sbucò dalla cucina, afferrò le chiavi della macchina e insieme alle figlie varcò la porta d’ingresso.

<< Come vi sembra l’idea di iniziare una nuova scuola? >> chiese affettuosamente, una volta entrati in macchina.

<< Io sono emozionatissima! Non vedo l’ora di conoscere tutti i nuovi compagni! >> fu la risposta immediata di Alice.

<< E  tu, Abby? >>

<< Mmh… >> mugugnò la ragazza, alzando le spalle.

<< Wow, sei di molte parole stamattina! >> la prese in giro il padre, sorridendo.

<< Credo sia un po’ tesa >> disse allora Alice << Stanotte non ha chiuso occhio! >> aggiunse sottovoce.

L’uomo sorrise, e dopo un ultimo sguardo alle figlie, avviò l’auto.

 

 

N.d.A.

Salve a tutti! :D Questa è la nostra prima storia insieme. L’idea di questa storia è nata dalle nostre menti malate già da un bel po’ e finalmente siamo riuscite a trovare il tempo per iniziare a scriverla e pubblicare il primo capitolo :D Con questo prologo abbiamo voluto presentarvi i personaggi principali: Helen, Scarlet, Luke, Abby e Alice. Speriamo che il capitolo vi abbia incuriosito e ci piacerebbe se lasciaste una piccola recensione per farci capire il vostro parere :3 Contiamo di postare il prima possibile. Baci,

Ely&Cherry <33

p.s. per chi fosse interessato, su face book c’è la pagina ufficiale della storia con dentro disegni dei personaggi e tanto altro. Per il link, clicca qui.

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Capitolo 2
*** Nuovi arrivi ღ Ricordi dolorosi ***


Nuovi arrivi   Ricordi dolorosi

<< Chi è assente oggi? >> gracchiò una donna dai capelli neri raccolti in una crocchia.

<< Carter e Mason, professoressa Connor! >>  rispose Stephanie Anderson, la figlia del preside.

La professoressa scribacchiò qualcosa sul registro, e subito iniziò a parlare.

<< Bene. Come vi avevo anticipato, oggi diventeranno alunne della nostra scuola due nuove ragazze  >>.

Nella classe si alzò un lieve brusio, che la professoressa ignorò.

<< Vengono da Londra e si chiamano Abigail e Alice Cross >> si girò verso la porta con un sorriso, più simile a una smorfia, però  << Entrate, ragazze >>.

Le due entrarono sotto lo sguardo interessato dei nuovi compagni. Alice sorrideva cordiale mentre Abby faceva saettare lo sguardo da una parte all’altra. Era l’ansia in persona.

<< Ragazze, potete prendere posto. Purtroppo, non ci sono molti banchi liberi, perciò tu, Alice, vai lì, vicino a Ray, e tu, Abigail, vicino alla signorina Anderson >> indicò i posti la professoressa.

Abby non era felice di separarsi dalla sorellastra, e mentre si sedeva di fianco a Stephanie, le era parso che quest’ultima le lanciasse un’occhiata di superiorità. A Alice, invece, sembrava andare meglio: aveva già fatto amicizia con il suo vicino di banco. “Beata lei” pensò guardandoli, Abby.

<< Iniziamo la lezione! >> li riportò alla realtà la professoressa  << Durante le vacanze vi siete esercitati come vi avevo chiesto? >>

A questa domanda la classe si zittì improvvisamente.

<< Dal vostro silenzio deduco che non avreste problemi a venire alla lavagna, giusto? >>

Ancora una volta nessuno rispose. La Connor fece scorrere il dito sul registro. Si fermò alla lettera R.

<< Ray Scarlet, alla lavagna >> la chiamò con falsa voce melliflua.

Scarlet guardò prima Luke, terrorizzata, e poi Emma, supplicandola con lo sguardo. Si avviò alla lavagna come se si stesse dirigendo al patibolo. Non era mai stata mai stata brava in matematica.

<< Ray, sa che non abbiamo tutte la giornata a disposizione, vero? Dovrebbe sbrigarsi >> la costrinse a velocizzarsi la professoressa.

<< Copia questa equazione e risolvila. In fretta, possibilmente >> concluse.

Scarlet, preoccupata, iniziò a copiare l’esercizio, pregando che qualche divinità l’assistesse. Non che ci contasse più di tanto, ma almeno ci sperava. Finito di copiare, restò a fissare la lavagna per qualche secondo, cercando di decifrare quelli che per lei erano geroglifici. La professoressa, intanto, la fissava picchiettando le lunghe unghie nere smaltate.

Scarlet si girò in cerca di aiuto. Con lo sguardo cercò il fratello, ma i suoi occhi incrociarono quelli di Abigail. Un brivido le percorse la schiena. Poi si accorse che la ragazza le stava mimando con la bocca cosa fare alla lavagna. Ma era troppo tardi. La voce della professoressa interruppe la missione di salvataggio in modo brusco.

<< Insomma Ray, si è capito che non è in grado di risolvere quest’equazione! Per questa sua magnifica dimostrazione si merita un bell’impreparato >>.

Abbattuta, Scarlet tornò al suo posto e si lasciò cadere pesantemente sulla sedia, sbuffando.

La lezione riprese senza intoppi e un altro alunno fu chiamato alla lavagna.

Una pallina colpì la testa di Scarlet. Si girò. Era Luke.

<< Ehi, scema >> sussurrò lui con un sorriso smagliante, attento a non farsi sentire dalla professoressa << Ottima prestazione! >> concluse alzando i pollici.

<< Ehi, idiota >> sibilò lei, regalandogli una dolce occhiata omicida << Voglio ricordarti la tua scena muta in inglese, qualche giorno fa? >>

<< Touchè >> disse Luke, alzando le mani in segno di resa.

Il resto della lezione continuò tranquillamente.

 

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Maledetta febbre e maledetto mal di testa!

Helen tossì forte e il rumore risuonò per tutta la stanza. Lei odiava stare a letto. Odiava stare male. Stare male le impediva di fare le cose che amava di più fare, come correre o portare a spasso il suo adorato cane.

Ma non poteva far vincere la febbre, lei doveva reagire! Così si alzò barcollante dal letto, cercando qualcosa da fare. La prima cose che le venne in mente fu quella di leggere un libro. Con passo strascicato si avviò verso la libreria dove montagne di libri erano accatastate e minacciavano di cadere. Ma lei non permetteva nemmeno a sua madre di sistemare. Il disordine le piaceva. Il disordine le permetteva di avere i pensieri sempre in ordine.

Fece scorrere lo sguardo sui titoli dei libri, ma ormai li aveva letti tutti. Poi, il suo sguardo si posò più in alto, su una piccola mensola dove erano state poste, in modo ordinato, tante piccole cornici che contenevano diverse foto. Sorrise, osservando la prima foto. Era stata scattata parecchi anni prima, e il fatto che fosse leggermente ingiallita lo confermava.  Raffigurava lei da piccola che sorrideva felice all’obbiettivo, tenendo il braccio intorno alle spalle di un bambino dai capelli biondi a caschetto. Helen sorrise e passò alla foto successiva che ritraeva lei a undici anni che abbracciava il suo cane, appena cucciolo. Continuò a guardare le foto, facendo riemergere nella sua mente tanti ricordi. Poi arrivò al’ultima foto presente sullo scaffale e le si strinse il cuore. Cercò di trattenere le lacrime, come sempre, ma non ci riuscì. Di nuovo.  Nella foto c’erano lei e suo padre che mangiavano la sua torta di compleanno dei dodici anni. Esattamente un mese prima dell’incidente. Asciugò le lacrime e si allontanò dalla mensola.

<< Helen, è pronto, vieni a tavola! >> gridò la mamma dalla cucina.

<< Arrivo! >> fu la risposta secca di Helen, che fece il possibile per nascondere i segni del pianto.

Scese le scale ed entrò nella cucina e un buon profumo la investì. Claire era girata a sistemare la pasta nei piatti. Helen afferrò un pezzo di pane e si sedette al tavolo. Fu allora che lo sentì. Un mormorio. Un flebile mormorio. Guardò la madre, che però era ancora voltata.

<< Hai detto qualcosa? >> le chiese, incerta.

<< No, niente! >> rispose la madre, girandosi a guardarla con sguardo interrogativo.

Helen alzò le spalle e lasciò perdere, pensando di esserselo immaginato.

 

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E anche quella giornata di scuola era terminata. Avere le prime due ore di lezione con la Connor era una vera e propria tortura.

<< Emma, noi oggi non facciamo la solita strada >> iniziò Scarlet.

Emma non ebbe il tempo di rispondere che intervenne Luke.

<< Scusa Scarlet, che strada dovremmo fare? >> domandò stranito << Non vorrai sperimentare uno dei tuoi nuovi percorsi avventurosi! >>

<< Ma che dici Luke?! >> sbottò la sorella.

<< E allora come mai oggi non venite con me? >> chiese Emma cordialmente.

<< Beh, volevo andare a trovare Helen, è strano che oggi non sia venuta a scuola >> spiegò allora Scarlet, tornando ad un tono di voce normale.

<< Ah, ecco! Potevi dirlo prima! >> esclamò Luke.

<< Ma se tu nemmeno mi fai spiegare! >> urlò nuovamente inferocita Scarlet.

<< Ragazzi, scusate se vi interrompo, ma io dovrei andare >> disse Emma che fino a quel momento aveva assistito, in silenzio, alla nascita di un nuovo litigio dei gemelli.

<< Ok, ciao Emma! >> la salutarono all’unisono.

<< Non copiarmi! >>  ricominciò Scarlet.

<< Io non ho copiato nessuno! >> continuò Luke.

Emma sospirò. Non sarebbero mai cambiati.

 

 

 

N.d.A.

Salve gente! :D

Eccoci qui col primo vero e proprio capitolo! Evvai! xD

Speriamo che anche questo nuovo capitolo via sia piaciuto come a noi è piaciuto scriverlo :D

Baci,

Cherry&Ely <33

p.s. per chi fosse interessato, su face book c’è la pagina ufficiale della storia con dentro disegni dei personaggi e tanto altro. Per il link, clicca qui. Ci sono due nuovi disegni :D

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Capitolo 3
*** Di sogni strani e mormorii ღ ***


Il campanello suonò. Helen sbuffò e raccolse tutta la forza che aveva per alzarsi dal suo comodissimo divano ed andare ad aprire. Con passi lenti si avviò verso la porta e non fu sorpresa di trovarsi davanti i due gemelli, sorridenti.

<< Buon pomeriggio! >> esclamò Scarlet entrando in casa.

<< Prego, entra pure! >> fece Helen, ironica.

<< Ciao Helen >> la salutò Luke.

<< Ciao >> disse la padrona di casa, tossicchiando.

<< Oi Helen, dov’è tua madre? Volevo salutarla >> chiese Scarlet, facendo capolino dalla cucina << Qui non c’è >>.

<< Direi che è normale, sai com’è, è andata a lavorare >> spiegò Helen, mantenendo la sua solita ironia.

<< Ah, giusto. E’ andata in ospedale, vero? >> domandò Luke.

<< Si, è in ospedale >> rispose Helen con tono scocciato << Possibile che ci conosciamo da anni e mi fate ancora certe domande? >> continuò con tono esasperato.

I gemelli alzarono le spalle, ignorandola.

<< Wow, ragazzi, che grande considerazione avete di quello che dico >>  li rimbeccò Helen << Dai, venite, saliamo in camera mia >>.

<< Ok, però io prima vado in bagno >> annunciò Scarlet, precedendo Helen e Luke al piano di sopra.

Helen e Luke si scambiarono un’occhiata rassegnata, prima di avviarsi verso la camera.

 

 

 

<< Allora, come sono i nuovi alunni? >> chiese Helen, buttandosi a peso morto sul letto.

<< A dire la verità, sono due ragazze. Sono anche carine! >> rispose Luke, beccandosi immediatamente uno scappellotto da parte della sorella.

<< Idiota >> disse Scarlet prima di riprendere il discorso << Comunque si, Luke non ha tutti i torti >>

<< Perché io vengo picchiato se lo dico e tu no? >> si lamentò il ragazzo, imbronciandosi.

<< Perchè è così che deve essere >> fece Helen con un finto vocione, facendo ridere i due amici.

<< Ritornando alle cose serie >> riprese, poi << come sono queste due ragazze? >>

<< Si chiamano Abigail e Alice >> iniziò sorridente Scarlet << Abigail è molto alta e snella, ha lunghi capelli mossi e stamattina era nervosissima! Non la smetteva di guardare da una parte all’altra! Alice, invece, non è alta come lei e ha bellissimi capelli neri! Lei è stata fortunata, la Connor l’ha fatta sedere vicino a Luke; a Abigail, invece, è toccata Stephanie! >> concluse Scarlet con enfasi.

<< Poverina, cosa avrà fatto di male? >> esclamò Helen, sinceramente dispiaciuta per le sorti della nuova compagna di classe.

<< Ah, dimenticavo una cosa: sono sorelle!  >> si ricordò l’altra.

<< No Scarlet, vedi che sono sorellastre >> la corresse Luke, facendo accigliare la sorella.

<< Che dici, la professoressa ha detto che sono sorelle! >>  sbottò Scarlet, guardandolo contrariata.

<< No >> ribadì lui scuotendo la testa << Alice, mentre tu stavi mostrando le tue fantastiche conoscenze in matematica alla lavagna, mi ha spiegato che sono sorellastre >>.

Scarlet fece per aprir bocca, ma Helen la precedette.

<< E come mai sono sorellastre? Non te l’ha spiegato? >> domandò curiosa Helen.

Luke si toccò la nuca, vagamente in imbarazzo.

<< Ad avermelo spiegato, me l’ha spiegato… Ma io non ci ho capito niente! >> confessò il ragazzo, facendo un sorriso sbilenco.

<< Luke! >> gridarono all’unisono le due ragazze.

<< Non è colpa mia! Ha iniziato a parlare a raffica:già il concetto era abbastanza complicato, poi se lei parlava veloce, come facevo a capirci qualcosa? >> cercò di giustificarsi Luke.

Scarlet scosse la testa.

<< Vabbè, vorrà dire che glielo chiederemo domani! >> terminò il discorso lei.

<< Avete fame? Volete che vi prepari qualcosa? >> chiese cordialmente Helen.

<< No, non preoccuparti. A dire la verità, dovremmo iniziare i compiti >>  disse Luke fulminando la sorella con lo sguardo, già intenta a leggere un fumetto.

Scarlet emise un gemito di disappunto, coprendosi la faccia con le mani.

<< Dobbiamo proprio? >> domandò speranzosa.

<< Certo che dobbiamo! Vuoi un altro impreparato, per caso? >> la punzecchiò il gemello.

Scarlet preferì non rispondere e si trascinò alla scrivania accanto al fratello, sotto lo sguardo alquanto divertito di Helen.

 

 

<< Finalmente abbiamo finito! >> esclamò Scarlet, stiracchiandosi.

Era stata davvero una giornata faticosa per lei, a partire dal brutto risveglio che aveva avuto quella mattina, causato dall’incubo di quella notte. Normalmente, lei non si spaventava per gli incubi. Sin da bambina, le sue notti erano state piene di sogni, belli o meno, ma questo era diverso da tutti gi altri. Era minimo la quinta volta che lo faceva e ogni volta le lasciava addosso una strana sensazione, come se non fosse del tutto un sogno.

Una voce interruppe i suoi pensieri.

<< Ragazze, scusatemi, ma io oggi ho gli allenamenti di basket >> annunciò Luke, raccattando le sue cose e avviandosi verso l’ingresso.

<< Ok, aspetta che ti accompagnamo >> gli disse Helen, alzandosi dal letto.

Scesero le scale e attraversarono l’ingresso. Le ragazze salutarono Luke e lo guardarono allontanarsi.

Andarono poi in cucina, per prepararsi qualcosa da mangiare. Scarlet però era assente. La sua mente era ormai fissa su quel sogno così strano ma allo stesso tempo così reale.

A Helen non sfuggì lo strano silenzio dell’amica.

<< Ehi Scarlet, ma che hai? >> le domandò apprensiva.

<< Nulla… E’ che… >> Scarlet esitò, riflettendo su cosa dire.

<< Dai, dimmi! >> la incitò l’altra.

Scarlet iniziò a trovare stranamente interessanti le punte dei suoi piedi.

<< Stanotte ho fatto un sogno molto strano… Non è la prima volta che lo faccio e, non so, ogni volta mi lascia una strana sensazione addosso. Come… Come se non fosse del tutto un sogno >> spiegò Scarlet, alzando lo sguardo.

Helen la fissò in silenzio per qualche secondo, poi parlò.

<< Cosa succede esattamente nel sogno? >> domandò, incuriosita.

Scarlet fece un lungo sospiro, dopodiché iniziò a raccontare.

<< E’ notte, o almeno è quello che percepisco. Inizialmente intorno a me è tutto buio, poi, improvvisamente, mi trovo sul terrazzo di un edificio altissimo, rischiarato dalla luce della luna. Ma non sono sola, affianco a me c’è Luke. E’ a qualche metro di distanza da me, ma guarda fisso davanti a sé, e fa come se io non ci fossi. Io lo chiamo, ma lui non mi sente. Provo a raggiungerlo ma le mie gambe non si muovono. Poi lui inizia a parlare, ma questa volta sono io che non lo sento. Continua a guardare il palazzo di fronte a noi. Mi volto anch’io per capire cosa guarda e poi lo vedo: due occhi rossi più del sangue. Poi riesco a distinguere una sagoma, non capisco bene chi sia, ma si tratta di un ragazzo. Guardo di nuovo Luke, che continua a dire qualcosa che non sento. Ritorno con lo sguardo sugli occhi rossi e poi improvvisamente sento il vuoto, e mi accorgo che sto precipitando giù. Il sogno finisce così, di solito mi sveglio sempre arrivata a questo punto >> concluse Scarlet.

Helen, che durante il racconto di Scarlet non aveva perso una parola, rimase colpita dalla dettagliata spiegazione.

<< Come fai a ricordarti ogni singolo particolare del sogno? >> le chiese stupita.

<< E’ da quando ero piccola che riesco a ricordare i sogni in modo così nitido >> spiegò lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Helen annuì, poi iniziò a recuperare l’occorrente per fare un paio di panini.

Pensò a quanto fosse strano quel sogno. Non che Scarlet non facesse mai sogni strani, perché ne faceva eccome. Ma a quanto pare, persino per lei quel sogno non era normale. Le venne in mente che anche a lei stavano succedendo cose bizzarre e provò l’irresistibile impulso di parlarne con Scarlet.

<< Se ti dico una cosa, mi prometti di non prendermi per pazza? >> chiese timidamente Helen.

Scarlet la guardò stranita. << Certo! >> le assicurò.

Anche Helen esitò, prima di iniziare a raccontare.

<< Ultimamente mi sta accadendo una cosa strana. Sento…. Tipo… Dei mormorii. E la cosa inquietante è che nessuno sta parlando nella stanza in cui sto. >>

Scarlet si accigliò, segno che stava riflettendo.

<< Quando succede solitamente sei sola? Oppure c’è qualcuno con te? >>

Helen ci riflettè un attimo.

<< No, solitamente c’è qualcuno con me, quando succede >>

Scarlet rimase qualche secondo in silenzio, pensando a quello che le aveva rivelato l’amica.

<< Non so che dirti, Hel. Davvero >> concluse l’amica. Helen annuì e il discorso si chiuse lì.

Finirono di mangiare i loro panini in silenzio, immersa ognuna nei propri pensieri.

<< Helen, sono le sette. Devo andare agli allenamenti da Luke, perché  poi ce ne andiamo a casa insieme >> ruppe il silenzio Scarlet, avviandosi a prendere il cappotto all’ingresso. Helen la seguì, accompagnandola. Si salutarono, e Scarlet se ne andò, camminando con difficoltà nella neve fresca.

 

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Scarlet, seduta sugli spalti della palestra della St. James High School, osservava il fratello che faceva allenamento. Le piaceva molto osservare, anche le cose più banali. E le riusciva molto bene cogliere i particolari che ad altri sfuggivano. Non andava spesso agli allenamenti del fratello, così si concentrò sui compagni di squadra. Non c’erano molti visi conosciuti, ma riconobbe il migliore amico di Luke, Drew, un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi grigi. Un bel ragazzo, tutto sommato.

Poi, vicino a Luke, notò un ragazzo dai magnetici occhi blu. Poi il suo sguardo si spostò sugli altri ragazzi e le venne in mente che qualche volta avrebbe dovuto portarci anche Helen : i ragazzi non erano niente male.

I suoi pensieri furono interrotti da Luke che l’aveva notata e si stava sbracciando per salutarla. Lei sorrise e lo salutò con la mano. Poi Luke riprese l’allenamento e Scarlet continuò a osservare quello che succedeva in palestra.

 

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Il giovane entrò nell’enorme salone e l’attraversò, fino ad arrivare al cospetto di un grande trono, dove sedeva una donna.

<< Abbiamo trovato quello che stavamo cercando >> disse il ragazzo.

La figura misteriosa lo fissò per qualche secondo, per poi rispondere con voce calma e sicura << Bene, non ci resta che attuare il nostro piano. Hai già avvertito Blake? >>

<< Si, è già al corrente di tutto >> gli rispose lui.

La donna annuì, sorridendo.

<< Dove si troverebbe, il nostro obbiettivo? >> domandò poi.

<< Alla St. James High School >>.

 

 

 

N.d.A.

Ehilà :D Ecco qui il terzo capitolo, ricco di sorprese! Che ve ne pare? Cosa pensate stia accedendo? :D Speriamo vi sia piaciuto :D e ricordiamo che, per chiunque fosse interessato, nella pagina facebook della nostra storia ci sono i magnifici disegni della nostra Scarlet :D con il disegno della settimana che posteremo ogni martedì, ovvero un disegno che ha a che fare col capitolo postato :D per  il link della pagina clicca qui :D Baci

Cherry&Ely

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Capitolo 4
*** Come NON vivisezionare una rana ღ ***


Quel giorno non aveva fatto ritardo, anzi, al suono della campanella mancava ancora un po'. Appena entrò nell'ampio atrio della scuola, fu investita da un gradevole tepore. Era così rilassante, pensava Scarlet, a differenza del freddo che regnava incontrastato fuori. Lei odiava il freddo, e anche quel giorno, entrare a scuola, era stato come entrare in paradiso. Non che le piacesse la scuola, sia ben chiaro, ma la preferiva assolutamente rispetto al gelido vento che soffiava ogni inverno e alla bianca neve che scendeva lentamente. Aspettò un paio di minuti prima di togliersi di dosso il pesante giubbotto e la sciarpa rossa ben avvolta intorno al collo. Il cappello di lana era così morbido e caldo, e i vecchi guanti di suo fratello non volevano abbandonarle le mani.


Luke, invece, non sembrava aver particolari problemi con il freddo, anzi, al contrario della gemella, si trovava parecchio a suo agio tra la neve.


Ecco, nonostante fossero gemelli, loro due erano del tutto diversi.
Certo, fisicamente erano uguali: stessi capelli castani, identici occhi verdi pieni d'energia, stesse mimiche facciali. L'unica cosa che li rendeva diversi, sul piano fisico, erano solo dieci centimetri in più per Luke. Caratterialmente, invece, erano come Sole e Luna, bianco e nero, luce e buio. Lei ingenua, lui furbo. Lei infantile, lui maturo. Lei dava fiducia a tutti, lui solo a pochi. Lei distratta, lui sempre attento ai minimi particolari. Si compensavano persino nello studio: mentre lei andava meglio nelle materie umanistiche, lui la superava in quelle scientifiche.
Erano in molti a trovare troppo strano questo loro completarsi a vicenda, ma per loro era sempre stato così: dove non riusciva Scarlet, ecco che accorreva in suo aiuto Luke, e viceversa. Non poteva essere diversamente, loro erano due facce della stessa medaglia.


A quel punto, la ragazza, decise di dire addio ai suoi cari guanti e al resto del suo - così come lo chiamava lei - equipaggiamento di sopravvivenza. Il tutto per andare alla ricerca di Helen. Sapeva dove l'avrebbe trovata, e infatti era lì ad aspettarla al solito posto di sempre, vicino agli armadietti mezzi scassati. Si avvicinò velocemente, raggiungendola in pochi istanti. La trovò a leggere, come al solito.
Attirò la sua attenzione schiarendosi la gola. Helen, che già si era accorta dell'arrivo dell'amica, sollevò lo sguardo dal libro.

<< Buongiorno >> disse con un grande sorriso.

<< Buongiorno anche a te! >> la salutò Scarlet saltandole quasi addosso << Come ti senti? >> domandò, premurosa.

<< Bene Scar >> la rassicurò Helen << Certo, se tu ti staccassi di dosso, sarebbe anche meglio, ma davvero, sto bene >> concluse facendola ridere.

Dopo aver mollato la presa - ferrea - su Helen, Scarlet si guardò intorno, subito imitata dalla compagna.

<< Emma e Luke dove sono? >> chiese la più alta, cercando i due con lo sguardo.

<< Sono ancora in cortile. Li ho lasciati in cortile a chiacchierare da soli >> spiegò la più bassa. Sulle sue labbra si era dipinto un sorriso trionfante che fece ridere l'altra.

<< Quindi da questo devo dedurre che a Emma piace ancora Luke? >>
Scarlet annuì, e stava anche per aggiungere alcuni dettagli, quando una voce l'interruppe.

<< Che c'è? Sei per caso gelosa? >>
Helen alzò gli occhi al cielo, e Scarlet iniziò a divertirsi sempre di più. A parlare era stata una ragazza del primo anno, Roxy Stevens, seguace di Helen fino alla morte.

<< Roxy, smettila con questa storia, per favore >> la pregò Helen, tra l'esasperato e il divertito.

<< Ma scusami, tu e Luke non potete far altro che stare insieme! >> rincarò la dose Roxy, alzando il tono di un'ottava.
Helen le voleva bene, la conosceva già da un paio d'anni, e col tempo le si era affezionata, ma in momenti come quelli, voleva quasi rinchiuderla in uno stanzino. Era fin dalle medie, che quella buffa ragazzina dai grandi occhi da cerbiatto si era fissata sul fatto che, prima o poi, Helen e Luke si sarebbero dovuti fidanzare, perchè, come le piaceva dire, erano fatti l'uno per l'altra. I due diretti interessati, però, non avevano mai creduto alle parole della "piccola sognatrice" - così l'avevano soprannominata. Si conoscevano fin dall'asilo, erano semplicemente migliori amici, niente di più, niente di meno.

<< Dai, si vede lontano un miglio che vi piacete! >> quasi urlò lei, presa dalla foga.

Qualche studente che si trovava ancora a passare per il corridoio si girò incuriosito da quello strano "teatrino".
Helen, imbarazzatissima, stava pensando seriamente all'idea di chiuderla in uno stanzino. Scarlet invece, assisteva alla scena sempre più divertita.

<< Beh, vuol dire che devi metterti gli occhiali, perchè a me lui non piace, e a lui non piaccio io. Chiaro? >> disse col tono più convincente che aveva.

<< Chiaro >> si arrese Roxy, andandosene mogia mogia.

Mentre Helen osservava la ragazzina allontanarsi, Scarlet sembrava riflettere su qualcosa.

<< Helen! >> gridò.

L'interpellata sobbalzò.

<< Per caso vuoi farmi prendere un colpo? Che c'è? >> sibilò.

<< Tra qualche giorno è il tuo compleanno! >> esclamò elettrizzata.

<< E tu mi fai venire un infarto per dirmi una cosa del genere? >> Helen la guardava allibita.

Scarlet la ignorò.

<< Dobbiamo festeggiare! >> trillò, aprendo le braccia.

Helen annuì, poco convinta. L’altra la fissò e non aggiunse nulla. Poteva immaginare cosa passava per la testa dell’amica: era da un po’ che non festeggiava i suoi compleanni, e lei voleva che almeno il suo sedicesimo compleanno lo passasse in modo magnifico, libera da ogni pensiero. Ma Helen non voleva, quella era l'ultima cosa che desiderasse.

In quel momento arrivò anche Luke.

<< Ehi! >> salutò le due.

<< 'Giorno Luke >> ricambiò Helen, cordialmente.

<< Oi Luke, dove hai lasciato Emma? >> domandò poi, cercando l'amica con lo sguardo.

<< Ha detto che doveva passare un attimo in bagno prima delle lezioni. Ci raggiunge direttamente in classe >> rispose lui, noncurante.

Helen annuì, distratta. Nel frattempo Scarlet aveva posato lo sguardo sull'entrata della scuola. Improvvisamente, i suoi occhi si illuminarono.

<< Eccole! Abigail e Alice! >> saltellò, per poi avviarsi a passo svelto verso di loro. Il tragitto tra armadietti e ingresso era abbastanza breve, ma l'abilità di Scarlet nel cadere superava ogni aspettativa. Inciampò, infatti, sul piede di un ragazzo del terzo anno, cadendo per terra come una pera cotta. Fortunatamente, non sembrava essersi fatta male. Immediatamente si rialzò sotto gli occhi straniti del ragazzo - che Scarlet non aveva minimamente calcolato - e continuò la sua strada con molta nonchalanche, facendo morire dalle risate Luke ed Helen che avevano assistito all'intera scena. Abby ed Alice, invece, non sembravano essersi accorte di nulla, impegnate com'erano a guardarsi intorno.

<< Ragazze! >> le chiamò Scarlet, una volta arrivata vicino alle due.

<< Ciao Scarlet! >> la salutò Alice.

<< Buongiorno >> disse sorridendo Abby.

Scambiarono velocemente qualche parola sul clima di quei giorni, quando Scarlet si ricordò di essere andata da loro per un motivo ben preciso.

<< Venite, voglio presentarvi Helen, ieri era assente >> annunciò, prendendole entrambe per mano e trascinandole vicino agli armadietti.

Dopo essere state presentate da Scarlet, calò un imbarazzante silenzio.

<< Allora... Da dove venite? >> cercò di rompere il ghiaccio Helen.

Alice fece per parlare, ma Scarlet la precedette.

<< Vengono da Londra! >> rispose pimpante.

Alice le scoccò un’occhiata dievertita, poi annuì in segno di approvazione.

<< Luke mi ha detto che siete sorellastre, giusto? >> chiese ancora Helen.

Questa volta fu Abby che aprì la bocca per rispondere, ma Scarlet fu nuovamente più veloce.

<< Ma certo, perché Luke avrebbe dovuto mentire? Saranno sicuramente sorellastre! >> continuò a dire, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Abby richiuse la bocca, guardando confusa Helen, che con la bocca mimò "Fa sempre così".
La campanella suonò, e i ragazzi si avviarono in classe.

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Le prime ore di lezione erano passate abbastanza velocemente. Professori che andavano e venivano, interrogazioni, le solite cose di sempre. Alla fine, era arrivata anche la fatidica ora di biologia. Abby era sempre stata una ragazza diligente e studiosa, non aveva di certo paura di un'interrogazione, ma il giorno precedente il professor Fisher, li aveva avvisati che avrebbero vivisezionato una rana. Bene, Abby non voleva, ed era sicura di non essere l'unica. A parte qualche sadico che faceva parte della sua classe, come un certo Steven Webb: non la smetteva di dire cose tipo "Non vedo l'ora di aprire quella rana" oppure "Sono certo che ci sarà da divertirsi". Bah, che gente. Aveva notato che Alice non aveva la benchè minima intenzione di far del male alla sua rana, lei amava gli animali! Scarlet, invece, stava facendo una serie di discorsi - pieni zeppi di sorrisi - alla sua rana, mentre Luke ci stava giocherellando. Helen fissava la sua rana, triste per la fine che avrebbe potuto fare. Infine, la sua compagna di banco, Stephanie, continuava a lagnarsi, dicendo che non aveva mai toccato una rana in vita sua, e che mai l'avrebbe fatto.

<< Su Stephanie, forse se baci quella simpatica rana, potresti trasformarla in un principe >> disse il vecchio professor Fisher, causando l'ilarità della classe e beccandosi una stilettata d'odio da parte della Anderson.

<< Bene, direi che possiamo cominciare la lezione vera e propria: in fondo cosa c'è di meglio se non la pratica? >> disse il professore, convinto della sua affermazione. Guardò un attimo la classe, e sorridendo, puntò il dito verso Abby.
Abby sgranò gli occhi. Cavolo, non avrebbe mai pensato di essere scelta dal professore! E cavolo, non avrebbe mai squartato una povera rana! Mai e poi mai!

<< Si alzi signorina, e venga qui con la sua rana >> sentenziò Fisher, mentre con la mano ticchettava la cattedra.
Abby si alzò dopo qualche secondo, come in trance. Cercando di guadagnare più tempo, faceva tutto con estrema lentezza. Fu per questo che molto lentamente prese la sua rana, e sempre molto lentamente, camminava verso la cattedra, dove il professore l'aspettava, sorridendo.

<< Ecco, ti servirà questo per inciderla >> continuò Fisher, passando a Abby un piccolo bisturi medico.
La ragazza prese l'oggetto, osservandolo con riluttanza. Dannazione, non voleva vivisezionare quella rana!
Tutti la stavano osservando e il suo nervosismo era palpabile.
Fisher continuava a sorriderle.

<< Sbrigati Cross! >> la incitò Steven.

<< Zitto stupido >> rispose Luke per la ragazza, che lo ringraziò mentalmente.
<< Ehi tu, chi ti credi di essere per dir- >>

<< Silenzio ragazzi, la signorina Abigail deve concentrarsi >> li bloccò il professore, mellifluo.

Abby lo guardò. Secondo lei, quell'anziano professore, pensava che vivisezionare un animale fosse una cosa normale, una di quelle cose che si fanno tutti i giorni, come ad esempio lavarsi i denti.

<< Però si sbrighi, signorina, non può passare l'ora con il bisturi in mano, così, senza far niente >>
Continuava a sorridere. Abby pensò fosse molto sadico. Okay, sei un professore di biologia, ma vivisezionare una rana col sorriso in volto era una cosa da sadici. O da pazzi.

<< Professor Fisher... Io... >> iniziò Abby.

<< Cosa Abigail? >> la spronò a continuare, sorridendo calmo.

"Io non voglio uccidere questo povero animale!"

Era questo che Abby stava pensando ma che non riusciva a dire. "Non voglio, non voglio, non voglio!"

Il vecchio professore la stava guardando, aspettando una risposta. Sempre con quel sorriso stampato sulle labbra. Possibile che non cancellasse un attimo quel sorriso così tranquillo?
"Vorrei che suonasse la campanella!" si ritrovò a sperare Abby. Sapeva che era impossibile, mancava ancora un bel po' prima della fine della lezione, ma lo sperò lo stesso.
Davvero, lei quella rana non voleva vivisezionarla, e il suo non era uno stupido capriccio. Non voleva e basta.

"Vorrei che la lezione finisse ora" pensò di nuovo.
E fu in quel momento che accadde. Il suono della campanella aveva spezzato quel silenzio che si era andato a creare in classe, interrotto solo da qualche sussurro.

<< Oh, com'è passato in fretta il tempo >> canticchiò Fisher << Non me n'ero accorto! >>



<< Ma cosa.. >> disse piano Abby, senza che nessuno la sentisse.



Dopo che il professore ebbe lasciato la classe - sempre sorridendo, tutti si alzarono e iniziarono a sparpargliarsi per la scuola. Era suonata la campanella dell'intervallo.


Abby si guardava intorno stralunata. Possibile che nessuno, oltre lei, si fosse reso conto di quello che era appena successo? In fondo, mancava ancora molto alla fine della lezione!

<< Abby! >>


Alice interruppe i suoi pensieri. Nemmeno lei sembrava essersi accorta di quello che era appena successo.

<< Alice >> fece, con un dolcissimo sorriso << per fortuna non ho dovuto fare niente alla rana >>



<< Già! >> disse l'altra << Senti, io, Scarlet e Luke andiamo in mensa, Helen invece va in biblioteca, ha detto che ha da fare. Tu vieni con noi? >>



<< Certamente! >> le rispose, avviandosi verso la grande mensa con gli amici.



Riguardo a quello che era appena successo in classe, decise di non dire niente a nessuno. Forse si era sbagliata. Forse era stata solo una sua impressione.

 

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Helen entrò nella piccola e accogliente biblioteca.
Appena posò il piede sulla moquette rossa, si sentì a casa. Da sempre, i libri erano i suoi migliori amici. Poteva rifugiarvisi all’interno e viaggiare per chilometri, stando seduta comodamente nella sua stanza.
I libri, non l’avrebbero mai tradita.

Salutò, come d’abitudine, l’addetta alla biblioteca e si avviò alla ricerca di una lettura leggera.
La biblioteca della scuola era molto ordinata: ogni scaffale aveva il suo genere. C’era lo scaffale per gli horror, che Helen evitava accuratamente, quello dei gialli, quello dei libri per le ricerche, quello dei fantasy, il suo genere preferito, e tanti altri scaffali pieni di tomi che Helen non vedeva l’ora di leggere. Optò per un libro di leggende, che trovava particolarmente interessanti.
Si avviò verso la sezione apposita, scorrendo con lo sguardo tutti i titoli. Uno di questi le saltò all’occhio: “Storie e Leggende d’Inghilterra”.  Helen, che d’altronde amava la storia della sua terra, decise di leggere quello.
Lo afferrò e andò a sedersi al suo tavolino preferito, vicino alla finestra che dava sul cortile della scuola.
Lo aprì e andò all’indice. La attiravano diversi titoli, ma non sapeva da quale cominciare. Decise di iniziare da una storia intitolata “Il mistero di Stonehenge”. Aprì il libro alla pagina indicata e cominciò a leggere:

Tanto tempo fa, nelle terre Britanniche, abitava un Re molto ricco e presuntuoso che, nonostante fosse il più potente del suo regno, desiderava sempre di più. Un giorno, stanco dall’essere continuamente insoddisfatto, gli venne in mente un’idea che avrebbe potuto renderlo il più potente Re mai esistito al mondo: decise di voler diventare uno stregone. Dopo anni e anni di studi, sua Maestà trovò la soluzione che avrebbe realizzato tutti i suoi sogni. Ordinò agli architetti più bravi del regno di far costruire il monumento che oggi viene chiamato Stonehenge. Ci vollero molti giorni e molte notti, ma alla fine i lavori terminarono. Secondo i calcoli del Re, se lui si fosse messo al centro della costruzione una sera di luna calante pronunciando delle parole conosciute solo a lui, l’imponente struttura avrebbe conferito lui gli immensi poteri degli Stregoni Antenati, una setta di potenti maghi sotterrati proprio sotto quel suolo. E così fece, divenendo il Re più potente di tutti. Sottomise il suo popolo in modo brutale, uccidendo chiunque intralciasse il suo cammino. Il Regno, stanco delle cattiverie di sua Maestà, convinse lo Stregone di Montagna ad affrontarlo. Quest’ultimo, avendo molta più esperienza del Re, lo sconfisse facilmente, liberando il Popolo. Lo Stregone fu trattato come un Dio e, quando morì, lo seppellirono al centro di Stonehenge, dove giacque per sempre.

Finito di leggere il racconto, Helen si stiracchiò. La leggenda era piuttosto carina e, anche se non era vera, le piaceva pensare che esistessero davvero cose come magia o stregoni. Guardò l’orologio e notò che si stava facendo tardi, ma si concesse comunque un’ultima storia. Fece scorrere velocemente le pagine del volume fino a fermarsi ad una storia intitolata “Il regno Rosso e il regno Verde”. Iniziò a leggere.

Anni e anni or sono, l’Inghilterra era divisa in due fazioni: il regno Rosso e il regno Verde. I due regni erano sempre in conflitto e questo li portava spesso a dichiararsi guerra. Un giorno, il Re del regno Rosso, decise di porre fine a tutto questo distruggendo il regno Verde e facendone schiavi i suoi abitanti. Così, attaccò un villaggio dell’altro regno radendolo al suolo. La regina del regno Verde, accecata dall’ira, dichiarò guerra al regno Rosso che, dopo anni e anni, ne uscì vittorioso. Uno stregone del regno Verde, però, non fu contento di tutto ciò. Inviò così una maledizione al castello del regno Rosso: tutti gli abitanti del castello si trasformarono in esseri senz’anima, capaci di trasformarsi in animali. Avrebbero vissuto per sempre una vita eterna e dannata, marchiati dall’anatema dello stregone.

Helen controllò nuovamente l’orologio. Doveva tornare in classe e doveva anche muoversi. Si alzò di scatto e fece per andare a mettere a posto il libro ma, nella fretta, non si accorse che c’era qualcuno sulla sua traiettoria e andò a sbattere contro un ragazzo intento a scegliere un libro da uno scaffale.

<< Oh, scusa, andavo di fretta e non ti ho visto! >> si scusò Helen, alzando lo sguardo. Incontrò gli occhi del ragazzo, di un azzurro bellissimo, che le ricordavano il cielo al mattino presto. Si prese qualche secondo per osservarlo: aveva dei capelli rosso fiammante, corti sotto e più lunghi sopra. Era più alto di lei di qualche centimetro e aveva delle spalle belle larghe. Dal sorriso che presentava sul volto si potevano scorgere i denti bianchi e dritti.
“Un bel ragazzo” pensò Helen.

<< Non preoccuparti >> la rassicurò lui sorridendo << Non ti sei fatta male, vero? >> chiese dolcemente.

Lei scosse la testa, facendo così allentare la disordinata coda con cui aveva legato i suoi capelli.

<< Bene! Comunque piacere, io sono Dean! >> disse, porgendole la mano che lei strinse cordialmente.

<< Piacere, Helen >> rispose sorridendo lei. Poi si ricordò del suo ritardo. << Ora scusa, ma devo proprio andare! >> aggiunse, correndo verso l’uscita e dimenticandosi di mettere a posto il libro.

Uscendo dalla biblioteca, il calore, che fino a quel momento l’aveva avvolta, svanì. Era una sensazione che non le piaceva per niente. Corse per i corridoi della scuola, urtando ogni tanto qualche alunno e balbettando qualche << Scusa >>. Raggiunse la classe di inglese e aprì la porta.

No. Niente sarebbe mai stato come entrare in una biblioteca.

N.d.A

Alloooooora :D come vi sembra questo nuovo capitolo? Vi piace? :D fatecelo sapere :D La prima parte del capitolo è stata scritta da entrambe, la seconda da Cherry e la terza da Ely :D Un grazie speciale alla beta di Ely, Mary Spurce :D  Baci e a presto

Cherry&Ely

p.s. per chi fosse interessato, su face book c’è la pagina ufficiale della storia con dentro disegni dei personaggi e tanto altro. Per il link, clicca qui.

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