Hogwarts - Vivete la vostra vita

di _Crazy Sisters_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 -Smistamento ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - A lezione di pozioni. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 -Imparare a volare ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Bugie e scommesse ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

Ci sono storie che premono di essere raccontate. Personaggi con la bocca piena di parole da ascoltare. Vite che entrano in collisione tra loro, come meteoriti che si scontrano contro i pianeti.

Hogwarts è scenario di storie, perché niente finisce. È vero, Voldemort è stato sconfitto, il bene ha trionfato…ma è davvero così?

Sono passati dieci anni da quel giorno in cui tutto è finito e un nuovo anno ad Hogwarts sta per cominciare.

Voi sarete i personaggi, noi semplicemente scriveremo quello che voi premete di raccontare.

Quando l’oscurità si fa tenebra, bisogna restare uniti, combattere l’uno affianco all’altro. Ma gli inganni, gli intrighi e anche gli amori creeranno la squarciatura giusta per far subentrare il male. E quando il panico viene seminato, come restare uniti se non ci si fida più di chi si ha accanto?

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Questa, signori e signore, sarà una storia interattiva.

Voi sarete i protagonisti, potrete cenare nella Sala Grande, assistere a una partita di Quidditch e preparare una pozione (e anche assaggiare le gelatine tutti gusti +1, perché no! Ahah).

Questa, sì è una storia interattiva, ma non bisogna necessariamente creare un personaggio per leggerla. No, voi recensori e lettori potrete “intromettervi” nelle loro vite, dicendo chi tra loro è il vostro preferito o quello che odiate di più. In questo modo la sua Casa perderà o guadagnerà punti, dandole quindi una possibilità in più per la vittoria della coppa delle Case.

Ma soprattutto, quando la "perfetta" storia si incrinerà, quando subentrerà la parte dark, potrete aiutare la sorte della vita del vostro personaggio amato.

Dico inoltre che questa storia è come tutte le altre in questo fandom: ha una trama che si snoderà nei capitoli successivi e dei personaggi, quindi nulla vieta a voi lettori di seguirla (e una recensione è sempre gradita) normalmente, senza votare o creare un personaggio. Anzi, un parere sulla storia in generale sarebbe più gradito, perché ricompensa lo sforzo che stiamo facendo per realizzarla!

Detto questo vi lascio e spero di vedervi in tanti nelle recensioni :)

Ps: ringrazio le 44 persone che per ora hanno recensito questa storia; le 11 che l’hanno inserita nelle preferite, le 15 che hanno cominciato a seguirla e la persona che l’ha ricorda. Grazie, davvero!

PPS: ci sono ancora posti, contattatemi privatamente e vedremo di trovare un accordo tra il personaggio che volete ideare e quello che ci serve :)

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 -Smistamento ***


CAPITOLO 1 – SMISTAMENTO

 

Hogwarts è, come ogni anno, calda ed accogliente. Gli alunni del primo anno entrano nella Sala Grande ammaliati dalla sua grandezza e bellezza, camminano con passi incerti, alcune gambe tremano sapendo di dover essere smistati.

Le candele che pendono giù dal soffitto sono quelle che più attirano l’attenzione dei nuovi arrivati. Sono finte, logico.

Questo Deianira l’ha saputo ancor prima di arrivare ad Hogwarts. Infatti prima dell’arrivo della sua lettera lei aveva già letto il libro “Storia di Hogwarts”. E non è l’amore per lo studio a trattenerla ore e ore sui libri, bensì il dover sempre primeggiare tra tutti perché lei deve sempre essere la migliore.

I suoi occhi verdi guardano annoiati lo smistamento, soffermandosi sui volti delusi di alcuni studenti evidentemente non smistati nella Casa in cui credevano di andare. Lei sa cosa significa quella sensazione di delusione che si impossessa del corpo, quel sentirsi diversi, quell’avere l’amaro in bocca… perché lei stessa aveva quell’espressione sette anni fa, quando il Cappello Parlante l’aveva assegnata ai Serpeverde, mentre tutta la sua famiglia apparteneva a Grifondoro. E nonostante i suoi genitori non le facciano pesare la questione della Casa, lei si sente diversa, fin troppo

Si passa una mano tra i capelli lisci come spaghetti, ravvivando quell’arancione carota e distogliendo l’attenzione dai visi delusi, mettendosi ad ascoltare i discordi di Nicholas e Celine. Stanno scherzando sull’ora in cui il ragazzo dai capelli scuri si presenterà a lezione. Il suo secondo nome è Ritardo e questo dice tutto.

«Mi spieghi come diavolo sei finita tra i Serpeverde?» chiede divertito Nicholas, incuriosito dal comportamento e dal carattere tipico più di un Tassorosso o di un Grifondoro. Le sorride e il sorriso è il suo punto forte: ne basta uno solo per rendere sue le ragazze della sua Casa, tutte tranne Celine a quanto pare.

«Mi sembri abbastanza intelligente. Il Cappello non sbaglia mai» risponde la ragazza dagli occhi neri, così neri che sembra abbiano ingoiato l’oscurità. Guardarli è come osservare un cielo senza stelle.

Sorride anche lei, sorride il sorriso perfetto. E Nicholas è troppo divertito dalla conversazione per soffermarsi a guardarla veramente, dritta negli occhi senza armature. Nessuno l’ha mai fatto, nessuno infatti l’ha mai conosciuta davvero.

Seduta dalla parte opposta del tavolo una ragazza molto minuta sta allungando il collo per cercare di scorgere una figura famigliare tra i Grifondoro. Lo trova quasi subito, lo riconoscerebbe tra mille. Sorride, sta chiacchierando. È felice, è amato. Vorrebbe potergli parlare ogni volta che vuole, abbracciarlo quando gli va e invece non può, si accontenta di guardarsi a distanza, di quei sorrisi che lui gli regala. E anche adesso lo fa, incontra i suoi occhi sorridendogli e lei non può far altro che ricambiare, sentendo un cantuccio nel suo cuore riscaldarsi.

Peter, suo fratello, è a soli tre tavoli distanti da lei. Tre tavoli che li costringono a vivere due vite opposte, completamente diverse. Lila non può permettersi di dimostrare di volergli bene.

«Che fai, guardi il tuo fidanzato?» la schernisce acida Faye, guardandola dall’alto verso il basso, assumendo la sua tipica faccia da snob. Di lei si può giudicare tutto, perfino il fatto che si tiri strategicamente su la divisa in maniera da mostrare un po’ le gambe, ma la sua bellezza non si tocca e lei lo sa. Ti guarda con i suoi occhi grandi azzurri incorniciati dai capelli lisci perennemente sciolti e con un solo sguardo riesce ad ottenere qualsiasi cosa voglia. Spesso però non si sa se bisogna temerla di più quando ghigna o quando sorride. Fatto sta che adesso sta ghignando. Lila la fulmina con un’occhiata e le risponde fredda «Almeno io ho qualcuno da guardare, al contrario tuo che sei ancora sola. O mi sbaglio?»

Il labbro inferiore di Faye comincia a tremare per la rabbia e scambiandosi sguardi di odio, terminano la loro breve conversazione.

 

Nel tavolo dei Corvonero la maggior parte della confusione proviene dai posti accanto ad Axel, tra i ragazzi più popolari della scuola. Si passa una mano tra i capelli biondo cenere, gesto che fa ogni cinque minuti e questo sembra far impazzire le ragazze a cui lui, però, non bada minimamente. Finge di seguire la conversazione intrapresa da alcuni suoi amici, puntando gli occhi grigi –come il cielo nuvoloso, avrebbe aggiunto Dave, suo fratello di dieci anni – da un’altra parte. Si ritrova inconsciamente ad osservare una ragazza e non una qualsiasi.

Osserva la sua timidezza e anche la sua tenebrosità farsi largo sul volto e vorrebbe tanto alzarsi e sedersi accanto a lei, parlare del cibo e di cose inutili. Invece resta fermo in mezzo ad una conversazione di cui non si ricorda manco di che si parli e la guarda. Nishe, questo è il suo nome. Nonostante giochino nella stessa squadra di Quidditch, Axel di lei sa soltanto quello. Non si sono mai parlati, neanche una volta.

Nishe si sente osservata, ma non alza gli occhi dal suo piatto. Cerca di non pensare al fatto che ha accanto Layla che quella sera sembra più intenzionata del solito a vantarsi. Ripete di quanto sia brava in qualsiasi materia e ancora le lezioni non sono cominciate. In più, in mezzo a quella sfilza di voti, ci infila quale insulto contro Nishe che, però, resta in silenzio. Non le sembra intelligente rispondere, abbassarsi al livello di quella.

Descritta così, questa Layla sembrerebbe un mostro, una rompiscatole per eccellenza –e in parte lo è – ma non è stata sempre così. La vita ti cambia, le persone che ti circondano ti cambiano. Ma soprattutto ti cambiano le assenze e Layla non vede suo padre da ormai due mesi. Non vuole ammetterlo, ma fa maledettamente male, soprattutto se è costretta a stare con Crudelia, soprannome che ha affibbiato alla sua matrigna.

Tra i Corvonero c’è un nuovo arrivato e il tavolo esplode in grida e applausi, mentre a Sylvia non passa minimante per il cervello l’idea di battere le mani: è troppo presa dal libro che ha cominciato in treno. La testa è china sulle pagine, può sentirne l’odore di inchiostro e i suoi capelli biondi e mossi le ricadono continuamente sul viso, comprendo i suoi occhi verde mare.

«Che leggi?» le chiede Timothy, avvicinandosi al suo volto.

«Non mi sembri interessato molto al titolo del libro» replica lei, con voce molto suadente, alzando lo sguardo, trovando questa situazione più interessante del libro. Le sue amiche scherzano sempre sui suoi giochetti che mette in pratica con i ragazzi, infatti le piace più provocare che avere vere e proprie relazioni.

Quando i suoi occhi incontrano quelli del ragazzo rimane un po’ sorpresa: sono di due colori diversi, uno verde e uno azzurro. La sua espressione è fredda, non sembra di uno che voglia filtrare, così lei acida come non mai, risponde «Sto leggendo “Il più grande mago oscuro di tutti i tempi”» e glielo sbatte in faccia. In copertina c’è raffigurato il volto di un ragazzo molto giovane e bello: Tom Riddle.

 

Il tavolo dei Tassorosso è il più tranquillo di tutti. Nell’attesa che cominci il banchetto Lux e Caroline, le amiche di Sylvia, stanno chiacchierando del più e del meno. Nonostante la prima sia molto aperta, mentre l’altra timida, vanno abbastanza d’accordo. Soprattutto perché la ragazza dai capelli lunghi e rossicci ha trovato qualcuna di cui fidarsi ciecamente, a cui affidare i suoi pensieri e i suoi segreti più nascosti.

Caroline è una ragazza di statura media, che ama parlare come stare in silenzio. Si trova sempre un passo avanti a tutti, visto che è intuitiva, ma non lo fa pesare mai, proprio come odia parlare di sé durante una conversazione.

Sorride spesso, un sorriso timido, e i suoi occhi color nocciola si illuminano ancor di più di come non lo siano già.

William è seduto accanto a loro, non partecipando minimante alla conversazione, nonostante sia amico di Caroline. È più timido di lei e forse è proprio questo che lo esclude dagli altri. Non ha molti amici né è interessato ad averne. Ha Caroline, ha Kate e questo gli basta. Com’è che si dice? Pochi ma buoni. Ecco lui crede fermamente in questo. Con Kate ha un legame diverso, più intimo. Amano entrambi la musica, compongono insieme e fantasticano sul loro futuro da musicisti. È l’unica a cui lui conceda un sorriso, uno di quelli veri, rari e bellissimi.

 

Gli occhi di quasi tutte le ragazze di Grifondoro sono puntati contro Christian che a volte finge di non accorgersene, mentre altre alza lo sguardo ammiccando e sorridendo in modo fin troppo smagliante.

Con i suoi amici sta discutendo di Quidditch e ormai è palese che gli confermeranno di nuovo il ruolo come Cacciatore. Alza un attimo i suoi occhi marroni al cielo, guardando le candele sospese nel vuoto, e sente alcune ragazze fare le oche come non mai. Non le sopporta, eppure sta al gioco.

È “famoso”, o almeno così lo definiscono tutti, limitandosi a descriverlo con tre aggettivi: bravo, bello e simpatico. E questo Christian lo sa e la modestia non è mai stato il suo forte, per questo sta al gioco. Gli piacciono tutte quelle attenzioni, quell’essere sempre ricercato. È divertente per certi versi.

Ma questo non lo distoglie dalla studio e da quando hanno scoperto che il suo posto preferito è la biblioteca, ormai molte ragazze passano lì interi pomeriggi.

Selene osserva la scena disgustata, ha sempre odiato le persone adorate da tutti. Prova un odio infondato, ma pur sempre odio.

Infatti lei tende sempre a rimanere in disparte da tutti e questo è dovuto al divorzio del suoi genitori quando aveva nove anni. Anche alle elementari aveva sempre avuto problemi a socializzare e quando si arrabbiava succedevano cose strane che poi si scoprì essere magia. Non che sia triste, anzi, è molto allegra, ma è abbastanza frustrante non poter condividere la felicità con qualcuno.

Questo, però, non significa che non abbia delle amiche. Vuol dire solo che spesso preferisce la compagnia di un buono e silenzioso libro.

In mezzo al “fan club” di Christian c’è Katie e non perché lo ami chissà quanto, ma piuttosto per essere in mezzo a tanta gente.

Ogni volta che studia deve combattere duramente con la sua pigrizia ed essendo molto determinata riesce a vincere ogni volta contro la voglia di dormire, riuscendo ad ottenere quindi degli ottimi risultati. Ha un viso da bimba, glielo dicono tutti, ma a lei quell’aria infantile le piace. Si crede particolare. Pervinca, una sua amica, è seduta accanto a lei e ascolta la conversazione che Katie ha cominciato con un amico di Christian. Osserva la scena con i suoi occhi violetti, senza mai entrare nel vivo della conversazione neanche quando le si presenta l’occasione. È timida, dannatamente timida. Ma almeno è un vantaggio per molti: la sua timidezza fa in modo che non si vanti di essere una so-tutto-io.

Al duo formato da Pervinca e Katie si aggiunge Pat, anche se è due anni più grande. Al contrario della sua amica, non è timida per niente, diventando in poco tempo la burlona del gruppo: di fatto le piace fare scherzi, senza però mai esagerare o mandare all’ospedale qualcuno.

Ha degli ideali, chiunque ce li ha e uno dei suoi è il sacrificio della sua stessa vita verso le persone che lo meritino davvero, che siano Grifondoro o Serpeverde.

 

«Silenzio, ragazzi, silenzio!» esordisce il Preside Lewis, facendo ammutolire la sala. Non è molto giovane, ha i capelli bianchi e una lunga barba proprio come il suo predecessore: Albus Silente.

«Anni tristi hanno rabbuiato il cuore di molti, persino di studenti di questa scuola. Ma adesso è tutto finito, il bene ha trionfato e vi ripeto questo ogni anno, per non dimenticare gli orrori e i morti della guerra.» continua, ripetendo la stessa storia come sempre.

«Passiamo al regolamento: tutti i piani sono accessibili e nessun studente, se non sotto ordine di un professore, si deve inoltrare nella Foresta Proibita. A sorvegliarvi ci sarà come sempre il nostro giovane custode, James – un uomo sulla trentina dagli occhi color ghiaccio, la pelle olivastra e i capelli neri si alza leggermente dalla sedia – Per i nuovi arrivati è giusto presentare anche i professori che vi guideranno per tutto l’anno: l’insegnate di pozioni, Angelina Moon –una donna di trentasette anni con i capelli neri raccolti in una comoda coda di cavallo, si alza dalla tavola e osserva tutti con i suoi occhi neri come la pece – Il docente di Divinazione, Arwin Flickermayer –un signore di cinquantasette anni si alza in maniera buffa e osserva tutti gli studenti con il suo solito sorriso attraverso delle spessissime lenti montante su un paio di occhiali neri molto vistosi –Il professore di volo, Alec Anderson –un ragazzo di ventiquattro anni si mostra a tutti e non sono poche le studentesse che lo divorano con lo sguardo. –Poi vorrei presentarvi la guardiacaccia, Aryal Lillybet –un’altra giovane di ventisette anni si alza, è magra e minuta vista la sua fissa per la dieta biologica. - L'insegnante di trasfigurazione, Alex Jane - una donna di quarantacinque anni si mostra a tutti, con i suoi capelli boccolosi color carota e il viso pieno di lentiggini, il volto di una che soffre: infatti è tornata ad insegnare dopo la dolorosa morte del marito -… » il Preside finisce di presentare gli ultimi professori rimasti, dando poi inizio al banchetto.

Una volta finito, da la buonanotte a tutti gli studenti che gioiosi e scherzosi si dirigono ognuno nella propria Sala Comune.

È la prima notte di tante e per ora sembra che tutto vada bene.

Ma il pericolo è sempre fuori la porta e attende solo il momento giusto per entrare e seminare il panico.

Tenete gli occhi aperti studenti e che un nuovo anno  alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, cominci!

 

 

 

 

Angolo autrice:

Ho modificato il capitolo, quello precedente non mi piaceva affatto, essendo molto lista della spesa. Non che questo sia bellissimo, ma sicuramente migliore.

Spero di aver citato tutti i personaggi, se me ne dovessi essere dimenticata uno, non temete: apparirà sicuramente nel capitolo successivo.

Infatti procederemo così: in un capitolo approfondiremo determinati personaggi, in un altro quelli rimanenti. In modo tale da dare spazio a tutti, anche perché raccontare ogni personaggio in tutti i capitoli risulterebbe un po’ noioso…

Mi sento in dovere di dire alcune cose:

-questa è una storia come le altre, con una trama propria che si svilupperà una volta che i personaggi si saranno inseriti bene tra le mura di Hogwarts, perciò potrete benissimo seguirla (e recensirla, se volete) normalmente, senza bisogno di partecipare.

- se voi recensori volete far parte della storia, potete commentare aggiungendo al vostro parere sulla storia anche il vostro personaggio preferito o quello che più odiate. In questo modo potrete togliere o aumentare punti alla Casa a cui appartiene, il che è determinante per la vittoria della coppa delle Case.

Ma soprattutto, andando avanti con la storia, potrà essere fondamentale per la sopravvivenza del personaggio stesso.

Ho già anticipato, infatti, che sarà un anno ricco di azione eh eh non a caso ho citato Tom Riddle…ma basta spoiler!

 

Spero che recensiate in molti, al prossimo capitolo =D

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - A lezione di pozioni. ***


Note iniziali:

Salve a tutti. Sì, odiateci con tutto il cuore, ma dopo nove mesi (mese più, mese meno) siamo tornate! Mi scuso a nome di entrambe (gestiamo in due questa storia), ma non siamo riuscite più ad aggiornare poiché ci siamo perse di contatto e con la scuola e impegni vari gestire una storia come questa ci è risultato quasi impossibile. Oggi ho letto tre messaggi che chiedevano riguardo al futuro su questa storia e, non avendo nulla in programma, ho deciso di rispolverare i personaggi e tentare di riaggiornare. Spero che non riceverò troppe recensioni negative per il ritardo, vi prego di perdonarci…l’importante è che alla fine siamo tornate, no? *cerca di pararsi il sederino*

Per problemi tecnici, ho dovuto modificare alcune età dei personaggi. Alla fine del capitolo spiegherò bene tutto.

Ripeto che questa è una storia come le altre, dotata quindi di una trama che si snoderà con il passare dei capitoli, quindi per leggerla non bisogna per forza partecipare! Poi se c’è qualche lettore disponibile per fare almeno altri due maschi Grifondoro andrebbe ancora meglio! Aggiungo in oltre che ho modificato il primo capitolo, poiché non mi piaceva molto (era più lista della spesa che altro), e se volete (di contenuto è praticamente uguale a quello che avete già letto, cambiano un po' le descrizioni e il modo in cui è scritto, secondo me poi) lo potete leggerlo, magari dandomi una vostra opinione....

Buon capitolo =D

 

 

 

 

CAPITOLO 2 – A LEZIONE DI POZIONI.

 

 

 

«Preparare una pozione è assai più complesso che seguire passo per passo le indicazioni su un libro. È un po’ come cucinare, ci vuole sesto senso e predisposizione.»

Angelina Moon, insegnante di pozioni da ormai tre anni, cammina per l’aula con passo lento e pesante mentre introduce la sua lezione. Lo fa sempre, ama dare un tocco di importanza e teatralità a ciò che insegna.

Passa attraverso i banchi, guarda dritto negli occhi ogni alunno, scandendo tutte le parole che dice.

«Poiché questa è la prima lezione dell’anno e voi sarete ancora presi dalle vacanze estive, proporrei qualcosa di leggero – tutti nella classe sospirano, rilassandosi sulla sedia e incuriositi da ciò che li attenderà – Ma questo non significa che non faremo niente, quindi non siate troppo felici.»

Aneglina Moon sorride agli studenti. Essendo giovane ha un rapporto con gli alunni diverso da altri professori un po’ più avanzati con l’età. Con loro può scherzare e rendere ogni lezione meno pesante, sapendo farsi rispettare quando è il momento di lavorare seriamente.

Ritorna alla cattedra senza parlare finché non si siede.

«Quindi oggi lavorerete in coppia!»

Esclama l’insegnante, battendo le mani per far risultare quello che ha detto più emozionante.

«Le coppie le scegliamo noi, vero?»

Chiede Christian, sporgendosi in avanti sul banco. Siede al primo, per seguire meglio la lezione. Al sentire la sua voce tutte le ragazze nella stanza si voltano ammaliate nella sua direzione, perfino qualche Serpeverde, eccetto una Faye e una Selene visibilmente irritate da quel comportamento da oche.

«Certo che no, Sungood.»

Risponde Angelina, mostrandogli un sorriso smagliante.

«Perché le classi non sono più suddivise per età?» chiede maliziosamente Lila, alzando un sopracciglio e toccandosi i capelli ricci in modo che nascondano l’orecchio malformato.

«Ordini del Preside per il primo periodo. Tutto tornerà come prima, non si preoccupi troppo signorina Silvereen. E ora, passiamo alla pozione che dovrete preparare una volta che vi avrò diviso in coppie.»

L’insegnante sfoglia velocemente il libro di pozioni, lodando mentalmente il suo vizio di tenere i capelli in una coda alta in modo che nessun ciuffo ribelle cada davanti agli occhi.

«Preparerete una pozione d’amore. Semplice, quella a pagina 134. Alla fine la coppia che otterrà il miglior risultato potrà scoprire quello che è contenuto qui dentro»

Angelina da una piccola bottarella a un calderone coperto, catturando la curiosità dei presenti. Fa per alzare il coperchio, ma poi lo richiude sotto gli sguardi delusi di tutti. Giocare è divertente, pensa tra sé e sé.

«Le coppie sono: Tom Evans con Pat Ferguson; Lila Silvereen con Faye Anderson; Nishe Clayreen con Axel White; William Grant con  Caroline Hill; Selene Morres con Christian Sungood…»

Continua ad elencare le varie coppie chiamando per nome e cognome (e tutti sanno che quando fa così significa che non ammette repliche), mentre gli alunni cominciano a spostarsi.

Tom cerca con i suoi occhi azzurri Pat e non appena la trova le va incontro, sedendo accanto a lei e sorridendole amichevolmente. La ragazza ricambia il sorriso allegramente, spostandosi una ciocca dei suoi lunghi capelli ricci dietro l’orecchio. Lei e Tom si conoscono sin dal primo giorno di scuola perché, avendo la stessa età, ogni lezione di ogni anno l’avevano passata all’interno della stessa stanza e poi sono anche nella squadra di Quidditch.

Lila si alza dal suo posto sbuffando rumorosamente e si lascia cadere nella sedia accanto a quella di Faye che la guarda irritata. La ragazza dai capelli neri non osa pensare a quale tortura l’attende guardando “la più piccola”. Hanno la stessa età, è vero, ma la corporatura di Lila è molto minuta. Non si sopportano e il vero motivo di quest’odio è perché l’una non sta al gioco dell’altra: Faye non crede mai ad una singola parola di Lila, non pendendo quindi dalle sue labbra come succede a molti; mentre Lila non si fa abbindolare dal bel faccino dell’altra.

Axel guarda accigliato il banco disordinato di Nishe e cerca di ritagliarsi un piccolo spazio, il tutto sorridendo. Come può non farlo? La fortuna è stata dalla sua parte e ora, nel guardare quella pelle pallida e quegli occhi azzurri, si sente rinascere. Vorrebbe accarezzarle i capelli, stringere il suo corpo asciutto tra le sue braccia. Ma invece si limita a non dire nulla, proprio come Nishe. Si guardano, lei apre il libro e comincia a sfogliarlo senza alzare lo sguardo, ben sapendo che due grandi occhi grigi la stanno perforando.

Caroline e William non hanno bisogno di spostarsi, essendo già l’uno accanto all’altra. La ragazza si lega i capelli biondi in uno chignon disordinato e sorride contenta al ragazzo che ha accanto. Sicuramente vinceranno loro, William è il più bravo del corso. Non parla molto, nemmeno con lei, resta spesso chiuso in se stesso, avvolto nella sua timidezza come se fosse nebbia che lo fa scomparire.

Lila e Faye non sono le uniche ad essere scontente di quelle combinazioni: Selene si trova accanto al “famoso” Christian e si sente bruciata dagli occhi di tutte le ragazze che invidiose la guardano, sperando che un loro sguardo la possa uccidere. Lei si vorrebbe alzare ed esclamare che il bell’imbusto glielo regala con tanto di fiocco, ma resta zitta e seduta cercando di guardare il meno possibile il ragazzo moro che ha accanto. In fondo sa che lui non le ha fatto niente di male, ma lei non sopporta chiunque sia adorato da tutti come un dio e lui non fa eccezione.

«Bene, direi che potete cominciare! Avete un’ora, ragazzi»

Dice Angelina, battendo nuovamente le mani a mo’ di gong. Subito tutti si mettono all’opera, chi con più entusiasmo chi con meno. L’insegnante gira tra i vari banchi, osserva come lavorano i suoi studenti. A volte allunga il collo in un calderone per vedere come sta procedendo.

«Il primo passaggio dice di riempire il calderone con l’acqua fino a poco più di metà e bisogna farla bollire»

Dice Pat, prendendo il contenitore dell’acqua e cominciando a versare. Tom afferra annoiato il libro e sfoglia fino a pagina 134 e da una rapida occhiata a tutti i passaggi da fare.

«Sei brava in Pozioni?» le chiede, cercando di mantenersi serio. Pat aggrotta le sopracciglia, non sapendo bene cosa rispondere, intuendo un altro fine in quella domanda «Me la cavo…» a quel punto capisce dove vuole andare a parare e gli sorride amichevolmente «Scordatelo.» gli dice ferma la ragazza dai capelli castani lunghi, spostandoseli da davanti gli occhi, nonostante un ciuffo ribelle si ostini a calarle sulla la fronte. «Scordarmi cosa?» fa lui, come se fosse piombato giù dalle nuvole. «Che farò tutta la pozione da sola.» continua con quel tono, mordendosi il labbro inferiore carnoso per trattenersi dal ridere.

«Ci ho provato» ammette Tom grattandosi quell’accenno di barba che ha e sorridendo, un sorriso di quelli che contiene una risata.

 

«Ma che fai?!» sbotta infastidita Faye, bloccando i polsi di Lila e scuotendoli in modo che lasci cadere i petali di rosa sul tavolo. Li stringe forte, senza mostrare alcuna intenzione di lasciarli.

«Quello che c’è scritto qui» risponde semplicemente Lila, indicando con un cenno del capo la pagina aperta del libro.

«Dividi i petali seguendo la vena centrale delle foglie e gettali uno per volta nel liquido ottenuto prima girando continuamente» cita Faye, alzando un sopracciglio e guardandola nuovamente negli occhi, aumentando la presa e facendo uscire un gemito di dolore dalla bocca di Lila, stranamente piegata in un sorriso. Ama il dolore, sente quel calore pungente sui polsi ed è follemente felice. «Che stavo facendo io?» ribatte Lila spazientita, lasciandosi stringere.

«Stavi buttando tutti i petali interi dentro il calderone senza girare» risponde a denti stretti Faye, lasciandole i polsi. «In questo modo, una volta aggiunto il peperoncino tritato, sarebbe esploso tutto!» la rimprovera di nuovo.

«Boom» la prende in giro Lila, mimando con le mani un’esplosione. Era proprio quello il suo intento, in questo modo la signora Moon sarebbe andata su tutte le furie e ci sarebbe stato da ridere. Certo, si sarebbe dovuta trascinare dietro pure Faye nella punizione ma era disposta al sacrificio.

Prende il coltello e sotto lo sguardo attento di Faye comincia a tagliare i petali, sbuffando per l’attenzione e la lentezza con cui deve svolgere quest’azione.

Allunga la mano verso il mestolo, ma Faye è più rapida e lo afferra prima di lei.

«Faccio io» digrigna.

 

«Mi passi il coltello?»

Chiede gentilmente Christian a una Selene stupita dall’attenzione che il ragazzo sta usando per preparare la pozione. Sa della sua bravura, ma vederlo lavorare così diligentemente le fa effetto.

Lei sta per prendere quello dalla punta larga, quando la mano di Christian la blocca. «Non quello, l’altro con la punta fina.» le dice, per niente infastidito.

Le guance di Selene si imporporano e Christian finge di non notarlo e toglie subito la mano, credendo che sia quel contatto la causa del rossore. Anche Selene intuisce i suoi pensieri e cerca di ricomporsi, mormorando un “illuso” impercettibile: lei è arrossita per il fatto che era ormai la quarta volta che sbagliava a seguire le indicazione di lui, non di certo per quell’insulso contatto.

Christian tira fuori da un contenitore sei peperoncini e se ne lascia tre per sé e i rimanenti gli passa a Selene.

«Qui c’è scritto che bisogna tagliarli a pezzetti piccoli e poi sbriciolarli con le dita nella pozione.» le spiega il ragazzo moro, cominciando a lavorare. Gli occhi concentrati puntati sui tre peperoncini. Selene lo imita, cercando di mantenersi concentrata, ma perdendosi subito dopo nei suoi pensieri e sbagliando più volte a tagliare. Pazienza, tanto pozioni non è il suo forte e né le interessa.

 

«Axel White, perché non la smetti di parlare? Ho già chiuso un occhio per il tuo ritardo, non costringermi a punire i Corvonero» lo rimprovera Angelina, ormai stanca di sentire la sua voce come un continuo sottofondo musicale.

«Mi scusi» mormora Axel, abbassando la testa e zittendosi di colpo. Ma non appena vede l’insegnante allontanarsi, riprende a parlare della partita di Quidditch a cui aveva assistito quest’estate con sui fratello.

Nishe ascolta in silenzio, interessata alla partita che Axel le racconta. Non avevano mai parlato nonostante fossero nella stessa squadra di Quidditch.

Lei tende sempre a stare sulle sue, senza dare confidenza a nessuno.

Nishe mescola la pozione dopo aver gettato i sei peperoncini dentro e legge rapidamente il passo successivo.

Axel interrompe la conversazione e allunga il collo per vedere anche lui cosa bisogna fare. «Prendi due uova di Ashwinder» gli ordina la ragazza e lui annuisce obbedendo. L’anno scorso aveva preparato una pozione simile e sicuro delle sue azioni sta per rompere le uova, quando la voce di Nishe lo ferma. «No, non vanno rotte così» gli dice, tentando di prendere un uovo dalle mani del ragazzo, ma lui non glielo permette. «So cosa faccio.» ribatte, cercando di controllarsi. Odia essere contradetto, soprattutto riguardo a una cosa di cui è certo. Ma non vuole rovinare tutto con Nishe, è la loro prima conversazione e di certo non sarà l’ultima per colpa di una sua stupida escandescenza.

«Bisogna rompere la parte sopra e rovesciarlo, senza distruggere troppo il guscio. Come fai te, invece, lo rompi e ci sono molte più probabilità che dei pezzi finiscano dentro la pozione, non facendola venire perfetta»

Spiega in modo semplice Nishe, riuscendo a prendere l’uovo dalla mano di Axel e mostrandogli quello che ha appena detto.

«Prova te» gli intima, porgendogli il coltello. Lui l’afferra in malo modo, irritato dal fatto che la ragazza abbia ragione. Nonostante sia la stessa ragazza per cui ha una cotta da anni, in quel momento non la sopporta.

Ripete ogni gesto che ha fatto prima Nishe e mette via il guscio quasi completamente integro.

«Visto?» dice lei, sorridendogli e tornando subito dopo seria e tenebrosa. Ad Axel, però, non è sfuggito quel piegamento in su di labbra e sente il cuore martellargli forte in petto. Dio, è bellissima!, pensa mentre la guarda e sente quell’odio finto svanire immediatamente, risucchiato dalla luce azzurra di quegli occhi cielo.

 

Mentre Caroline gira la pozione soddisfatta del risultato che stanno ottenendo, William rompe le uova separando i tuorli dal resto. Fatto ciò li mischia, sbattendoli forte. Caroline lo osserva curiosa e non esita a domandargli subito perché faccia in quel modo. Lui le punta addosso i suoi occhi azzurro grigio, osservando la timidezza della sua amica nel porgli quella domanda. Lui, più timido di lei, cerca di non mostrarsi troppo so-tutto-io mentre le risponde.

«L’anno scorso avevo preso in prestito un libro di pozioni dal reparto proibito della biblioteca. Lì si parlava di come preparare l’ Amortentia, ma non nel solito modo. Era descritto in maniera diversa, nuove indicazioni per renderla ancora più potente. Era spiegato che invece di mettere nella pozione ottenuta tutto l’uovo, tranne il guscio logico, era meglio dividere gli albumi dai tuorli per poi mischiare quest’ultimi. Infatti essendo il tuorlo più compatto rispetto all’albume ed essendo un uovo di Ashwinder congelato per evitare che incendi qualcosa, sbattendolo lo si rende meno compatto e si amalgama meglio nella pozione. * »

Parla a bassa voce per paura che qualcuno lo senta, continuando a sbattere i tuorli per poi unirli alla pozione dove già ha buttato gli albumi. Caroline sorpresa dalla spiegazione continua a girare il mestolo. Ormai è quasi pronta e lo si capisce dallo sguardo soddisfatto della professoressa Mood quando passa per il loro tavolo.

 

«Ragazzi, l’ora è quasi finita!» avverte Angelina, battendo nuovamente le mani per attirare l’attenzione degli alunni.

«Non abbiate fretta, perché sono proprio gli ultimi procedimenti per preparare una pozione quelli più importanti. Se li fate troppo frettolosamente rischiate di rovinare tutto» continua la professoressa, vedendo già alcuni studenti accelerare la mescolatura della pozione.

Faye ha già rotto un uovo e non smette mai di mescolare la pozione. Lila, furbamente, sta cercando di imitare William. «Che fai?!»

«Sei monotona, mi dici sempre la stessa cosa» la prende in giro nuovamente Lila. «Scricciolo, bada a quello che dici» la mette in guardia Faye, avvicinando il volto minacciosamente a quello della “più piccola”.

«Altrimenti che fai?» la sfida Lila, sorridendo. È un sorriso enigmatico, uno di quelli che cela più cose di quanto si possa pensare.

«Lo scoprirai» dice, avvicinandosi ancora e ritrovandosi a pochi centimetri dal volto di Lila. Ghigna cattiva, ritraendosi subito dopo.

La ragazza minuta si tocca nuovamente i capelli, cosa che fa spazientire la compagna. «Così finirai per far cadere qualche capello nella pozione» la rimbecca, non perché le interessi chissà quanto questa materia, anzi la odia, ma semplicemente si diverte a punzecchiarla e a rimproverarla.

Allunga una mano verso quel riccio ramato, all’altezza della guancia, per scompigliarli ma Lila si ritrae indietro, impedendo all’altra di toccarla. Ha il battito del cuore accelerato dalla rabbia mista al terrore che possa scoprire il suo segreto. Il petto le si abbassa e le si alza velocemente e lei cerca di tranquillizzarsi, toccandosi nuovamente i capelli e nascondendo meglio l’orecchio. Se Faye l’avesse visto molto probabilmente l’avrebbe presa in giro, tutti l’avrebbero saputo e lei vuole solo evitare tutto questo. Non perché tema di non saperle tenere testa, ma perché odia quella deformazione. Odia il suo stupido orecchio che fa rabbrividire chiunque lo veda. E odia chi le ha lanciato quella maledizione.

Faye rimane sorpresa dal suo comportamento e non dice nulla, la guarda ripetere le stesse mosse di William e una volta che anche il secondo uovo di Ashwinder è stato messo nella pozione, riprende a mescolare a ritmo regolare. Tre giri in senso antiorario, quattro in quello orario.

 

«Il tempo è finito!»

Angelina Moon comincia a perlustrare ogni pozione, cominciando dalla fila vicino alla porta.

Guarda la pozione di Christian e Selene, ha un colore rosa pallido, fin troppo pallido. «Può andare» dice e da un giro con il mestolo notando che è più compatta di come dovrebbe essere.

Li supera e Christian sembra un po’ deluso, nonostante continui a sorridere.

Selene sa che è colpa dei suoi errori e vorrebbe scusarsi, ma Christian si volta a parlare con una ragazza dietro di lui che gli ha chiesto una cosa stupida e che ora si bea degli sguardi invidiosi, sentendosi importante. Christian sta al gioco, rivolgendole un occhiolino e qualche sorriso fin troppo smagliante. Selene sbuffa irritata, decidendo che a quel pallone gonfiato non dirà neanche sotto tortura la parola “scusa”.

Angelina osserva un po’ delusa alcune pozioni finché non arriva al tavolo di William e Caroline. Il colore è giusto, di un rosa chiaro e la consistenza pure.

«Ben fatto, davvero ben fatto!»

Si complimenta, superandoli.

«Sei un mostro delle pozioni» gli dice Caroline, sorridendogli timidamente. Lui si limita ad annuire, arrossendo leggermente. Si sente sempre un po’ in imbarazzo quando qualcuno gli fa dei complimenti.

Angelina arriva al banco di Axel e Nishe che, dopo l’episodio della rottura delle uova, sono caduti nel silenzio totale. «Vedo che hai smesso di parlare eh, signor White» lo riprende giocosamente. Il ragazzo sorride senza però dire nulla. Guarda la pozione, non è il massimo ma almeno rientra nei limiti della decenza. «Mm… quasi giusta» commenta dopo aver fatto il solito giro con il mestolo. Angelina Mood è ancora scioccata dalla pozione esaminata prima, di un rosa shocking da brividi.

Raggiunge il banco di Pat e Tom che stanno parlottando su qualcosa di divertente, visto i loro sorrisi e le loro risate sommesse.

«Mi chiedo se la vostra pozione sarà divertente come i vostri discorsi» dice Angelina, allungando il collo verso il loro calderone. Non è rosa shocking, ma quasi. La consistenza almeno è giusta.

«Impegnatevi di più, il colore è completamente sbagliato. Evidentemente avete sbagliato il passaggio sui petali» gli spiega Angelina che cerca sempre di far migliorare i suoi studenti.

Tom, una volta che la professoressa li ha superati, scoppia a ridere. «Te l’ho detto che andavano tagliati seguendo la vena centrale come era scritto sul libro» fa per rimproverarla, ma troppo divertito al pensiero di quelle forme strane che erano venute fuori una volta tagliati i petali.

«Chiedo scusa vostro onore» dice Pat, mimando un inchino. Con Ton è tutta una risata, sempre. Forse per questo non ha dei veri e propri amici, ma questo Pat lo pensa, non lo dice.

Arriva all’ultimo tavolo della fila opposta alla finestra dove stanno sedute una Lila e una Faye di pessimo umore, imbronciate e visibilmente irritate l’una con l’altra. «Allegria!» dice Angelina, guardandole. Ma questo, secondo lei, le fa infuriare ancora di più, quindi decide di non interferire più di tanto.

Anche la loro pozione si avvicinava a quella corretta, soprattutto per il colore.

«Ci siamo quasi» dice, ritornando alla cattedra.

Guarda di nuovo tutti negli occhi, tornando seria. «E i vincitori sono… rullo di tamburi… –scherza – William e Caroline» applaude, trascinandosi tutta la classe. Alcuni, soprattutto i Tassorosso, battono le mani con entusiasmo, gli altri con meno vivacità e un pizzico di invidia.

Il fatto che li abbia chiamati per nome non sfugge a nessuno, ma quando Angelina è veramente soddisfatta non riesce a chiamare uno studente per cognome.

«Curiosi?» chiede una volta che i due Tassorosso si sono avvicinati alla cattedra, cercando di sbirciare cosa è contenuto nel calderone. Solleva il coperchio e William rimane stupito, mentre Caroline aggrotta la fronte non sapendo di cosa si tratti. Dietro di loro gli altri studenti si sporgono in avanti per sbirciare.

«Amortentia» sussurra stupefatto William. Non ne ha mai vista una e guardando l’aspetto intuisce che è stata preparata alla perfezione. Guarda ancora con la bocca aperta dallo stupore la professoressa Mood che gli sorride ancora più soddisfatta. «Esatto William. Vuoi dire alla classe che cos’è?»

Angelina nota da subito il groppo in gola del ragazzo che fa fatica a mandare giù. È nervoso e sente gli occhi di tutti puntati sulla sua schiena. Decide di non voltarsi e di parlare fissando un punto indefinito del pavimento.

«L’ Amortentia è il filtro d’amore più potente del mondo. Dovrebbe avere l’odore di ciò che ci attrae, quindi diverso per ogni persona. Naturalmente non provoca il vero amore, ma una potente infatuazione od ossessione.»

«Molto bene, cinque punti a Tassorosso»

Alcuni della stessa Casa sbuffano, pensando che cinque siano pochi, ma per Angelina sono più che sufficienti. Non che faccia distinzione tra le Case, certo avrebbe preferito assegnare la vittoria a Lila e Faye, ma tenta di essere più o meno imparziale…

«Bene, fatevi più vicini. –continua la professoressa Mood, facendo segno di avvicinarsi ai due studenti – Cosa sentite?» chiede infine, curiosa.

Lei sente l’odore dei capelli di suo marito Jackson, quello di un libro di cui casa loro è piena e il profumo della pelle di sua figlia Maddy.

Caroline si avvicina incerta, inspirando profondamente. «Io sento…cioccolato –inspira ancora – erba dopo la pioggia e – sente le guance imporporarsi, sentendo la fragranza di cui odorava suo padre e qualcosa si agita nel suo stomaco e punge all’altezza del cuore, sa che è la sua assenza ha provocarle quel dolore – …menta» conclude, mentendo.

Rattristita dal pensiero di suo padre, fa qualche passo indietro, lasciando spazio a William che più insicuro di lei si avvicina al calderone. Mai avrebbe pensato di trovarsi davanti a una delle pozioni più potenti al mondo e, in base all’utilizzo, anche tra le più pericolose.

«Io sento –comincia timido – l’odore del legno della mia chitarra e di eliotropio **, un fiore, e di… biscotti appena sfornati»

Quando finisce di parlare, tira un forte sospiro, sentendosi sollevato e non vede l’ora di tornare seduto, lontano dagli sguardi di tutti.

«Molto bene. Andate a posto» li congeda la professoressa Mood, chiudendo la pozione. «La lezione è finita e abbiamo anche sforato con l’orario –dice, guardando l’ora –direi che dovete sbrigarvi o altrimenti farete tardi. Ah…buon ritorno a scuola!»

Sorride radiosa agli studenti che si affrettano ad uscire, tranne Axel che sembra prendersela con comodo. «Muoviti!» lo rimprovera giocando Angelina, dandogli una leggera spinta e intimandolo ad uscire mentre ancora è intento a mettere il libro nella suo zaino a tracolla.

«Arrivederci» la saluta educato, scomparendo tra gli altri studenti.

Tornando alla scrivania nota qualcosa che non va: lei è sicura di aver chiuso bene la pozione, eppure il coperchio è leggermente spostato .







* Mi sono del tutto inventata la cosa del tuorlo o degli albumi, serviva a dare a William un'aria più esperta. .

** il fiore (secondo il libro "Il linguaggio segreto dei fiori") significa affetto devoto. Non l'ho scelto a caso. Affetto devoto lo si intende anche come un'amicizia profonda e sincera, basata sulla fedeltà. Ripeto che non l'ho scelto a caso. .

 

 

 

 

Angolo delle due autrici morte e ora resuscitate:

Se state leggendo questo spazio significa 3 cose:

 

1     Siete arrivati fino alla fine, quindi la storia non faceva del tutto schifo

2     Ci avete perdonato per il ritardo *spera, spera, spera*

3     Siete curiosi di sapere cosa ho da dirvi *non sapeva che scrivere nel punto 3 ahaha*

 

Allora, non so da dove cominciare. Richiedo nuovamente scusa, mi inginocchio per terra!

Oggi mi è venuta voglia di scrivere, di rispolverare questi personaggi che avevate ideato non so quanti mesi fa e che avevo fatto la muffa… sono stata spinta da tre messaggi (che si, riportavano le date di Gennaio, ma sorvoliamo…) e non avendo nulla da fare oggi, ho deciso di provare a riaggiornare questa storia per vedere quanti ancora stanno aspettando questo secondo capitolo che, credetemi, ho impiegato ore per scriverlo. Troppi personaggi ahahah PREMETTO: SE I PERSONAGGI VI SEMBRANO OOC, DITEMELO CHE PROVVEDO A SISTEMARE TUTTO (senza arrabbiarsi)

Come avete notato le classi di lezione di solito sono divise per età, ma è impossibile farlo visto che ci sarebbero poi classi da due alunni… perciò il Preside ha indetto un nuovo regolamento! *si pare nuovamente il sederino*

Inoltre vorrei chiedere scusa all’ideatrice di William: per motivi tecnici e utili alla storia ho dovuto modificare la sua età, da quattordici a quindi anni. Se questo non ti andasse bene, non preoccuparti risolverò tutto e lo lascerò ai suoi quattordici anni.

È stato inserito un nuovo personaggio: Tom Evans. Infatti la sua descrizione è arrivata dopo il primo capitolo e quindi l’ho potuto inserire solo in questo. (un maschio Grifondoro yhee) *balla*

Mi scuso in anticipo per eventuali errori che mi sono sfuggiti, il capitolo è lungo e ci sono molti personaggi da gestire, quindi può capitare benissimo commettere qualche erroruccio…

Ripeto la stessa cosa che ho detto tanti mesi addietro:

-per leggere questa storia non bisogna necessariamente avere un personaggio, la trama si svilupperà in seguito, il tempo di far integrare i personaggi tra le mura di Hogwarts;

-puoi essere un lettore silenzioso (una recensione è sempre gradita), o un votatore: il personaggio preferito farà portare punti alla Casa a cui appartiene, dandole una possibilità in più di vincere la coppa delle Case (le quattro clessidre con i punti cercherò di inserirle alla fine di ogni capitolo)

-sarebbe bello (e più “opportuno”) che se ci fosse qualcuno interessato anche solo alla storia in sé recensisse come recensore normale. Ripeto infatti che questa è una storia come tutte le altre, ha una trama e dei personaggi. Nulla vieta di recensire normalmente.

-I PERSONAGGI NON RIPORTATI IN QUESTO CAPITOLO APPARIRANNO SICURAMENTE NEL PROSSIMO.

-I PROFESSORI, come già avevo detto, NON APPARIRANNO SEMPRE. IN BASE ALLE MATERIE CHE AVRANNO GLI ALUNNI E ALLE DETERMINATE SITUAZIONI SCRIVEREMO SU DI LORO. NON SARANNO LASCIATI A MARCIRE.

(per ora pensavo di scrivere un professore a capitolo, finiti i professori si entra nel cuore della storia) (?)

 

Bene, finito il monologo. Spero che recensiate e che non mi tiriate addosso troppi pomodori o verdure marce.

Baci e spero a presto :*

 

Ps: se ce la faccio e se questo capitolo piacerà, cercherò di aggiornare PRIMA del 3 Luglio.

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 -Imparare a volare ***


Capitolo 3 – Imparare a volare

 

Durante la notte ha piovuto, la rugiada ricopre il manto verde del campo da Quidditch silenzioso e vuoto. Il cielo ancora grigio della mattina si staglia tra le alte mura di Hogwarts.

Alec si passa una mano tra i capelli neri spettinandoli ancora di più, sospirando. Distrattamente si sfiora con le dita la cicatrice sopra il sopracciglio destro, le labbra che si incurvano in un sorriso amaro, malinconico.

Ogni volta che si guarda allo specchio la vede, è lì su quel sopracciglio e non se ne andrà mai. Gli ricorda la sua vita prima di diventare insegnante, toccare la felicità della realizzazione di un sogno per poi doverla abbandonare. Ma non rimpiange niente, vive ciò che ha e non è poco. Hogwarts l’ha riaccolto e lui si è lasciato avvolgere in quell’abbraccio familiare, in quel profumo di casa di quando parti e non torni per anni.

Guarda l’ora e decide di rientrare per fare colazione. Spesso la mattina va tra quel verde per godersi il campo di Quidditch ancora addormentato, a volte si porta pure la scopa per bearsi di quella pace che solo il volo gli da.

Non appena varca la soglia della Sala Grande nota subito che è quasi completamente vuota, salvo per pochi studenti mattinieri tra cui  Sylvia, l’unica seduta al tavolo dei Corvonero. Alec le si avvicina, la trova intenta a leggere un libro poggiato sulle gambe, mentre sul tavolo ha un piatto colmo di pietanze che molto probabilmente non mangerà mai tutte. Ha la testa china che alza solo ogni tanto per infilarsi in bocca qualcosa, i capelli biondi le ricadono sul viso coprendo gli occhi.

«Già sveglia?» le chiede Alec, sedendosi accanto a lei e rivolgendole un sorriso caloroso che muore sulle sue labbra non appena Sylvia lo gela con lo sguardo.

«Ho i G.U.F.O., devo studiare» risponde lei, infastidita per essere stata distratta dalla lettura.

«Leggere quel libro non ti aiuterà per l’esame» le fa notare, strappandoglielo dalle mani. « “Il più grande mago oscuro di tutti i tempi” eh? Lettura interessante…» continua il professore, restituendole subito il libro.

Quando Sylvia parla di nuovo, Alec nota subito che ha cambiato espressione, non è più gelida…e il tono della sua voce è caldo, suadente…

«Fare apprezzamenti sul libro che legge la ragazza su cui si vuole far colpo è un classico, ma immagina cosa possa pensare un alunno o un altro professore se la vedesse adesso, seduto da solo con un alunna… concorda con me che questa situazione potrebbe essere…ambigua» gliele dice lentamente, queste parole, avvicinandosi quanto basta al volto del professore per farlo arrossire leggermente. L’ha spiazzato, lo sa, lo capisce dal modo sorpreso in cui i suoi occhi marrone chiaro la guardano.

Alec cerca di ricomporsi e le sorride nuovamente. «Ambigua? Perché mai dovrebbe essere ambigua? Sono solo un professore che ci tiene a legare con gli alunni…»

«E le alunne» lo interrompe furbamente lei, sul viso un sorriso da gatta.

Alec si alza, scuotendo la testa divertito. «Ci vediamo dopo in campo» le da una pacca sulla spalla, superandola e raggiungendo il tavolo degli insegnanti e perdendosi in una conversazione sul cibo con Aryal Lillybet, la guardiacaccia.

 

Le lezioni di volo, dopo il primo anno, non sono più obbligatorie e lo stesso Alec ha notato che le sue classi più vanno avanti più diminuiscono.  Il massimo degli alunni che ha avuto per classe è stato dieci ed è tanto rispetto a quelle che avevano gli insegnanti prima di lui.

Indossata la divisa bianca e nera delle Montrose Magpies che si mette sempre per fare lezione, aspetta che tutti i suoi alunni arrivino nel campo, o meglio ne attende solo uno per essere al completo: Nicholas. Arriva sempre tardi quel ragazzo, lo sanno tutti i professori e ormai hanno perso la speranza da quando hanno capito che neanche togliendo i punti alla sua Casa arriverà in orario.

«Sempre con questo libro in mano» Sylvia si volta seguendo il suono di quella voce fredda, ritrovandosi davanti a due occhi dal colore diverso.

«Sempre interessato, vedo» ribatte lei, incurvando le labbra in un sorriso malizioso.

«Sei così disperata che ci provi con i tredicenni?» fa lui, avvicinandosi a lei. Sylvia vorrebbe tanto capire cosa passi nella mente di quel ragazzino, ma ha un’espressione indecifrabile, fredda…è come se fosse impenetrabile.

«Sei tu quello che ci sta provando con me» anche lei gli si avvicina e ora i due respiri si mischiano, l’azzurro e il verde di lui la guardano, la scrutano e lei da quegli occhi si sente quasi giudicata. Il primo ad allontanarsi è lui, non le rivolge neanche un ultimo sguardo, le volta le spalle e raggiunge la parte opposta a dove si trova lei.

«Ragazzino…» sbuffa lei, irritata da quel comportamento di indifferenza nei suoi confronti. Non capisce a che gioco stia giocando, ma pare sia molto interessato a quel libro che ora, quasi a proteggerlo, stringe più forte tra le mani.

«Finalmente!» esclama Alec e tutti seguono la direzione del suo sguardo. Un ragazzo corre incontro al gruppo, i capelli corti e scuri che si scompigliano al vento, il petto che si alza e si abbassa velocemente.

«Eccomi! Sono in anticipo, vero?» scherza, prendendo l’aria a bocconi. Alec scuote la testa con un’espressione tra il divertito e l’irritato.

«Spero che tu abbia una scusa credibile…» lo invita a parlare l’insegnante, guardandolo a braccia conserte. «Il bagno si era allagato, così sono dovuto andare a chiamare James e poi che lo lasciavo pulire tutto da solo?» comincia Nicholas, diventando improvvisamente serio. «E come mai i tuoi vestiti sono completamente asciutti?» gli fa notare Alec, sorridendogli beffardo. «Mi sono cambiato» alza le spalle ingenuamente il ragazzo e così il professore è costretto a congedarlo con un breve cenno della mano. Ha decisamente perso la speranza.

«La scusa del bagno era la meno credibile tra tutte» lo prende in giro Celine non appena Nicholas le si affianca. «È la prima che mi è venuta in mente e poi non era male!» ridono insieme, ridono e in quella risata tutto il resto svanisce.

 

«Bene, ora che ci siamo tutti direi che possiamo cominciare la lezione!» dice Alec, attirando l’attenzione di tutti.

«Chissà che ci farà fare» sussurra Katie a Pervinca che si limita ad alzare le spalle.

Non parla perché ha paura che Alec la possa riprendere, portandola in questo modo al centro dell’attenzione anche solo per qualche secondo.

«Possiamo giocare a Quidditch?» chiede Celine, alzando la voce per farsi sentire chiaramente. «Ottima idea!» esclama Nicholas, dandole una pacca sulla schiena e guardando speranzoso il professore. «Siete solo dieci…» comincia Alec, subito interrotto da Deianira «Cinque contro cinque, che problema c’è?»

A nessuno va di fare lezione, nonostante quelle di Alec siano molto interessanti e utili per chi gioca nella squadra di Quidditch. Ma è mattina, alcuni hanno ancora sonno. «E va bene, avete vinto voi» si arrende Alec, guardandoli uno per uno decidendo mentalmente le squadre.

«Nicholas, va a prendere le palle e vedi di non fermarti ad aiutare James con qualche altro bagno allagato» ordina al ragazzo, facendo ridere tutti.

«Sono una persona gentile, io!» risponde Nicholas, allontanandosi.

«Non mi va di giocare, il Quidditch è da stupidi» sbuffa Lux e Sylvia le da una bottarella dietro la testa. «Sei tu che non capisci nulla» la rimprovera l’amica, essendo lei nella squadra di Corvonero. «Se ci fosse stata Caroline mi avrebbe appoggiata» continua Lux che per quanto ami volare non trova il senso nello stare dietro a quattro stupide palle.

«Peccato però che non sia stata inserita nella nostra classe» dice Sylvia dispiaciuta, arricciando le labbra. «Mannaggia a me che mi sono lasciata abbindolare da te a iscrivermi a queste lezioni» scherza l’amica, beccandosi però un’altra botta in testa.

«Siamo manesche oggi eh? Che ti è successo?» la punzecchia Lux e dalla faccia stranita che le rivolge Sylvia sa che è successo qualcosa veramente.

«Niente» si limita a rispondere. Vorrebbe dirle di  Timothy e delle loro brevi e confuse conversazioni, parlarle di Alec e ridere di come lo abbia fatto arrossire, ma non ci riesce. Da quando è cominciata la lezioni non stacca gli occhi dal professore, non lo sa neanche lei il motivo.

«La prima squadra è composta da Max, Deianira, Lux, Timothy e Sylvia. L’altra da Katie, Pervinca, Celine, Nicholas e Layla» una cosa che tutti amano di Alec è che chiama sempre per nome, usando il cognome solo quando è realmente furioso, evento più unico che raro.

«Deduco che Nicholas sia stato tentato dall’aiutare nuovamente James» scherza Alec e tutti ridono, ma ecco che proprio in quel momento il ragazzo dai capelli scuri arriva trascinando la pesante custodia contenente le palle.

«Si gioca senza cercatore?» chiede Nicholas, posandola per terra e riprendendosi dalla fatica. «Perché mai? Le squadre saranno composte da un portiere, un battitore, due cacciatori e un cercatore. Vi lascio decidere i ruoli a voi» così dicendo comincia a sistemare tutto l’occorrente, mentre i ragazzi si dividono per squadre.

 

«Io faccio il battitore» dice subito Deianira. Infatti quello è il suo ruolo nella squadra dei Serpeverde. Tutti si trovano d’accordo e Sylvia si propone come cercatrice, mentre Lux e Timothy finiscono per essere i cacciatori.  «Max, tu farai il portiere così corri meno rischi di fare pasticci» gli dice Deianira, cercando di non ridergli in faccia.

Tutti sanno della goffaggine di Max che non passa mai inosservata. L’unico che riesce ad inciampare con la stessa facilità di respirare. Max ride davanti le parole della ragazza, ride perché altrimenti potrebbe solo piangere. È stanco che tutti lo prendano in giro e più lui cerca di camminare correttamente, di non balbettare in presenza di una bella ragazza e più cade e più viene deriso. Chi uscirebbe con uno così? Perfino i suoi amici a volte si vergognano di lui…

«Tanto mi piace fare il portiere» risponde, mostrandosi menefreghista.

Quella è stata la prima volta che Max ha sorpreso Deianira, usando quel tono.

 

«Chi fa il cercatore?» chiede retoricamente Celine, essendo cercatrice dei Serpeverde.  Ma a quanto pare non è l’unica a volere quel ruolo, lo intuisce dal modo in cui il volto di Katie si illumina speranzoso. Pervinca non dice nulla, anche lei potrebbe farlo, ma sa quanto ci tiene la sua amica ed ha già in mente di proporsi come portiere, le è sempre piaciuto quel ruolo.

«Io faccio il cacciatore» interviene Nicholas, sperando che Celine lo segua. Sa che loro due sono una squadra vincente, l’ha capito fin dal primo momento in cui si sono parlati, in cui hanno riso insieme. «Se nessuno si propone faccio io la cercatrice…» continua per la sua strada Celine, deludendo con quella frase ben due persone su cinque.

«Io, voglio farla io» dice Katie timidamente e la Serpeverde è costretta a scegliere tra cedere il ruolo alla Grifondoro o tenerselo per sé. Le sorride amichevolmente, nonostante non si siano mai parlate. «E va bene, fallo tu. Io gioco come cacciatrice»  e il volto di Katie si allarga in un sorriso enorme «Io faccio il portiere» interviene Pervinca e Layla è costretta a fare il battitore, non che gliene importi un granché.

Celine si avvicina a Nicholas e gli sussurra maliziosamente all’orecchio «Naturalmente in campo comando io» sarà il suo respiro sul collo o la sua voce improvvisamente bassa e graffiante, ma un brivido nuovo sale lungo tutta la schiena del ragazzo.

 

«Prima che cominciate a giocare voglio dirvi solo una cosa e spero non sarà il solito sermone noioso.» dice Alec, facendo avvicinare tutti a sé. «Voi pensate che basti imparare a volare per sapere tutto quello che c’è da sapere sul volo. Vi sbagliate, perché nella vita non si impara solo una volta a volare, almeno questo succede a me. Io imparo ogni volta che mi libro in aria, ogni volta che stringo tra le mani un manico di scopa. Non fatevi bastare quello che già sapete, non fatelo mai. Cercate sempre di apprendere di nuovo, anche daccapo se ce n’è bisogno. Imparate a volare veramente, a volare sopra gli ostacoli, sopra le difficoltà che la vita vi impone. Imparate a cadere, a farvi male e a sapervi curare. Imparate a riafferrare il manico di scopa, imparate a volare di nuovo.» Alec ha un dono, sa trasmettere la passione. E per lui il volo è passione, lui che più di tutti ha brillato nella carriera, che aveva un futuro e che poi questo futuro l’ha perso.

Lui ha davvero imparato a volare di nuovo.

«Sylvia e Celine saranno i capitani perché mi ispirano simpatia» dice subito dopo, facendo ridere tutti, ancora un po’ scossi dal discorso affrontato poco prima.

Tutti si librano in aria e sia Celine che Sylvia si avvicinano ad Alec che fa l’arbitro.

«Mi raccomando, non voglio un comportamento scorretto. Se qualcuno si fa male scordatevi di giocare un’altra partita con me» li avverte severo Alec, lanciando la pluffa in aria. Subito Pervinca e Max raggiungo il loro posto davanti agli anelli, mentre  Katie e Sylvia cominciano la ricerca del boccino che saetta veloce tra i giocatori.

«Nicholas!» lo chiama Celine, attirando la sua attenzione. Il ragazzo le vola incontro afferrando la pluffa e portandosela sotto il braccio, mirando al portiere. Lux tenta di andargli contro, rallentandolo quanto basta affinché Timothy riesca a portargli via la palla se pur con poca agilità.

Layla tiene fermamente la mazza tra le dita pronta a colpire il bolide, quando una figura seduta sugli spalti la distrae. È lontana, non riesce a metterla del tutto a fuoco, ma sa perfettamente chi sia. Lui lo riconoscerebbe anche in una sala piena di gente che si fa largo a gomitate. Layla sente su di sé i suoi occhi, li sente sempre quando la guarda.

Un bolide le arriva contro e con rabbia lo allontana da lei, mirandolo contro Timothy che quasi cade dalla scopa, non riuscendo del tutto ad evitarlo vista la sua scarsa agilità. «Una lumaca è più veloce di te» gli ringhia contro, prendendosi beffe di lui che però la guarda neutro, tentando di riprendere a pieno il controllo della scopa.

La pluffa è tornata nelle mani di Celine che vola sparata contro Max. Il ragazzo cerca di restare fermo sulla scopa, teme che la sua goffaggine gli faccia fare una bella caduta. La Serpeverde guarda decisa uno dei tre anelli, lanciandoci con forza la pluffa che rotea velocemente in aria. Max ne segue la direzione, allungando la mano per pararla. Non sa bene cosa sia accaduto dopo, pare che sia riuscito a deviare la palla con il braccio, ma che, vista la forza del tiro, si sia ritrovato a testa in giù, appeso solo per le gambe al manico di scopa. Tenta di rialzarsi, mentre comincia a precipitare lentamente e a sbalzi. In malo modo alla fine riesce a tornare dritto, nel mentre Nicholas ha ripreso possesso della pluffa e, approfittando degli anelli scoperti, ha segnato. Deianira gli è subito accanto, sembra preoccupata. «Tutto apposto?» gli chiede, deviando un bolide improvviso. «Strano ma non sono caduto» scherza Max, ritornando davanti ai tre anelli.

Deianira si lascia scappare una risata e il ragazzo rimane sorpreso per quanto questa sia bella. Con lei non ci ha mai parlato, cosa mai si sarebbero potuti dire? Lei è una brillante Serpeverde, lui un goffo Grifondoro. E ora lui l’ha fatta ridere.

«Smettetela di parlare che siamo già sotto di un punto» gli rimprovera Sylvia, sorpassandoli. Deianira fa per voltarsi, ci pensa un attimo e poi gli dice «Occhio a non cadere» e facendogli l’occhiolino tenta di buttare giù dalla scopa Celine, lanciandole un bolide contro che la ragazza schiva con facilità. Max sorride, in quelle parole non c’era alcun segno di scherno.

Lux vola annoiata per il campo, quanto odia il Quidditch! Ogni tanto si ritrova la pluffa tra le mani, ma subito Nicholas riesce a strappargliela senza troppa fatica.

Quando vola non riesce a pensare a niente che non sia il vento tra i capelli e l’altezza sotto di lei. Come può il Quidditch rovinare qualcosa di così perfetto? È un gioco stupido per persone stupide, si ripete mentre vola.

«Ti diverti?» la schernisce Sylvia, va e viene senza darle il tempo di risponderle.

Pervinca guarda Katie cercare il boccino, non l’ha mai vista così felice. Sa che può distrarsi quanto le pare, tanto vista la scarsa abilità sia di Timothy che di Lux non toccherà la pluffa neanche per sbaglio.

Il suo sguardo ricade su Alec e spesso si chieda come faccia a sopportare tutto questo. Chiunque ad Hogwarts conosce la sua storia e lei non capisce come una promessa del Quidditch che ha dovuto interrompere la carriera per un incidente riesca ad insegnare a dei ragazzi come loro. Non fa male toccare con le proprie mani il sogno che si è visto infrangere davanti agli occhi? E invece lui è sempre lì con il sorriso sul volto, la battuta sempre pronta, come se la vita che aveva vissuto prima non fosse realmente accaduta, come se fosse stato sempre un insegnante di volo.

Pervinca forse pensa troppo, forse con la sua mente affronta storie in cui non dovrebbe interferire.

Qualcosa nella partita cambia, lo intuisce dall’improvviso agitamento. Katie ha individuato il boccino e Sylvia subito le è alle costole. Volano fianco a fianco, la Grifondoro è qualche centimetro più avanti e i suoi capelli castani e mossi sbattano sul volto della Corvonero che è costretta ad allontanarsi leggermente.

Katie allunga una mano verso il boccino, ma è ancora troppo lontana e per poco un bolide non le rompe il braccio. Deianira le sorride malignamente, portandosi la mazza dietro il collo. Il Quidditch rende tutti più crudeli, più animali.

Per colpa della Serpeverde, Katie si è distratta quanto basta per farsi superare da Sylvia che si sporge più avanti con il busto sul manico di scopa.

La Grifondoro non ha nessuna intenzione di perdere, proprio ora che il suo sogno di essere cercatrice si è avverato. È dietro di Sylvia, ne vede la nuca bionda e un’idea le passa per la mente. Con la scopa si mette a testa in giù, volando esattamente sotto di lei e accelerando. Continua così per cinque minuti buoni, ha il sangue alla testa ma deve resistere. Bruscamente ritorna su, tagliando in malo modo la strada a Sylvia e per poco non cadono entrambe. La Corvonero è costretta a deviare del tutto, rimanendo abbastanza indietro e dando quindi un buon vantaggio alla Grifondoro che decisa si lancia contro il boccino. Allunga una mano, ora lo può afferrare, sa che può farcela. Stringe le dita e sa di aver vinto non appena sente la superficie fredda del metallo nella mano.

La sua squadra esulta e Grifondoro, Corvonero e Serpeverde si abbracciano senza distinzione di Case.

«Ottimo lavoro» si complimenta Nicholas con Celine, sorridendole. Ancora spera che il suo sorriso riesca ad incantarla come succede con tutte le altre, infatti le sorride spesso, ma ogni sorriso che le rivolge sembra perdere ancora di più l’effetto.

È un attimo, il tempo che lei pieghi le labbra per rispondere: è seria, nonostante stia per sorridere. Si perde per poco tempo in quegli occhi, ma quanto basta per toccarne l’oscurità. È stranito, guardarla in quel momento è come camminare in mezzo ad una notte senza stelle.

Scuote la testa, Celine alza la mano per un batti cinque, lui le risponde con la stessa foga di lei.

È tutto passato, forse è stata solo un’illusione.

 

«Bravi, bella partita. La lezione è finita.» si complimenta Alec, facendo cenno a tutti di tornare con i piedi per terra.  L’ultima a rimanere in aria è Sylvia che sembra avere qualche problema ad atterrare, sarà per lo scontro con Katie… quando tocca terra si schianta contro Alec, buttandolo giù e ritrovandosi sopra di lui. Ops, che sbadata, pensa furbamente Sylvia tentando di non sorridere o altrimenti lui avrebbe capito tutto.

Alec punta i suoi occhi dritti in quelli verde di lei. «Immagina cosa possa pensare adesso se passasse un alunno o un professore e ti vedesse così…questa situazione potrebbe essere un po’…ambigua» le fa il verso, tirandosi su e facendola rotolare via dal suo corpo. «Perché ambigua? Sono solo una ragazza che è caduta dalla scopa» alza le spalle lei, sorridendogli accattivante e alzandosi da terra.

«So che stare seduti sull’erba è comodo, ma ha intenzione di restare lì tutto il giorno?» gli chiede la ragazza, notando che il professore non si è ancora alzato.

«È anche se fosse?» fa lui, non accennandosi a muovere. Si guarda intorno, il resto degli alunni si sta allontanando per rientrare nel castello. Giusto Layla è rimasta, ma sembra non accorgersi di loro, troppo presa a fissare la figura ancora seduta sugli spalti. Si guardano, non si parlano.

«Potrei fargli compagnia.» Sylvia abbassa il tono della voce di un’ottava e si mette sulle ginocchia davanti ad Alec per fissarlo negli occhi. Lui ride, alzandosi in piedi ed incamminandosi verso la Sala Grande. «Magari un’altra volta»

Sylvia si mordicchia il labbro inferiore, soddisfatta e allo stesso tempo delusa della riuscita del suo piano.

Afferra la sua borsa, notando da subito che qualcosa non va: è troppo leggera. Ci fruga dentro e non ci mette poco a capire cosa manca.

Qualcuno le ha rubato il suo libro.

 

 

 

 

 

 

 

  

Note: 

Lo so, vi ho fatto attendere tanto per un capitolo schifoso. Chiedo scusa per eventuali errori, ma non ho avuto modo di rileggerlo bene e chiedo anche scusa se ho trasformato quasi tutti i personaggi in OOC, se non li ho approfonditi bene etc…

Se veramente fanno schifo, il mio modo per scusarmi è tentare di inserirli nel prossimo capitolo…non mi scannate :)

Ho inserito le foto dei personaggi di questo capitolo così che cominciate a farvi un’idea…

Allora, la storia come vedete sta cominciando ad ingranare, prima il coperchio della pozione spostato, ora il libro rubato… eh eh

Avevo in mente di fare una cosa e se non siete d’accordo ditemelo subito!

Allora, pensavo che qualche volta in alcuni capitoli potevo approfondire pochi e determinati personaggi, che ne so magari quattro o sei… naturalmente non sempre e non sempre gli stessi! Che ne pensate?

Ho fatto bene ad aspettare ad aggiornare perché qualche lettore in più si è fatto vivo :)

Spero che apprezzerete anche questo schifoso capitolo e che me lo facciate sapere :)

Aggiornerò presto…

 

Ultimo avviso…sto scrivendo una Draco/Hermione (nonostante detesti questa coppia ahaha) che provvederò ad aggiornare o oggi o nei prossimi giorni…se volete darci un’occhiata e magari darmi anche un parere, questo è il link:

 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1947100&i=1

 

Baci e a presto!

 

 




Alec:
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Max:
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Timothy:
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Nicholas:
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Sylvia:
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Layla: ?

Lux:
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Katie: ?

Deianira:
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Pervinca: ?

Celine:
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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Bugie e scommesse ***


Note iniziali (?) : le foto dei personaggi sono in fondo, dopo le note finali ahaha

 

 

Capitolo 4 ‒ Bugie e scommesse

 

 

Le lezioni ad Hogwarts sono cominciate da più di due mesi e nessun professore è più magnanimo con gli studenti, visto che ormai le vacanze estive rappresentano solo un ricordo sbiadito e l’autunno ha già sfondato le porte di ingresso.

Fa freddo quella mattina di metà Novembre,  Tom cammina per i corridoi pieni di ragazzi con le mani in tasca e la tracolla troppo lunga che sbatte continuamente contro le sue gambe ad ogni passo.

È distratto, pensa a tutto e pensa a niente. Stamattina neanche ha fatto colazione, non ha fame e se continua così finirà per cadere giù dalla scopa durante gli allenamenti di Quidditch.

Sente dei passi veloci dietro di lui e un respiro affannato che lo costringono a voltarsi, sobbalzando per lo spavento quando si ritrova Pat a qualche centimetro dal viso. «Non pensavo di essere così brutta da far paura» scherza la ragazza, allontanandosi subito e affiancandosi a Tom che ride, grattandosi la barba di qualche giorno sul mento. «Mi hai colto di sorpresa» cerca di scusarsi lui, senza impegnarsi troppo a trattenere le risate per la scena di poco prima. «Ti ho chiamato quattro volte, più che altro ho urlato il tuo nome e tu non ti voltavi» dice Pat alzando le spalle a mo’ di scuse e poi abbassando lo sguardo in un gesto automatico quando un ragazzo le passa davanti.

Fruga nella sua borsa e tra i vari libri di scuola tira fuori una scatola.

«Biscotto?» chiede a Tom, mettendosene uno in bocca. Sono i suoi preferiti, quelli con le gocce di cioccolato. A colazione fa sempre la scorta e li nasconde in quella scatola di plastica. Tom annuisce e ne prende uno, non ha fame eppure mangia, forse solo perché glielo ha offerto lei con quel sorriso…

«Sono buoni» osserva il ragazzo, finendolo in due bocconi e allungando la mano per prendersene un altro senza permesso.

«Lo so» risponde semplicemente lei, allontanando la scatola non appena le sue dita sono sul punto di rubarsene uno.

Improvvisamente Tom guarda un punto indefinito dietro Pat che si volta, cercando di capire cosa avesse catturato l’attenzione del ragazzo. «Guarda! ‒ esclama il biondo, gli occhi azzurri che luccicano come un bambino ‒ quel ragazzo ha una Firebolt!» lo dice così ad alta voce e con così tanto entusiasmo da far voltare non solo Pat, ma anche alcuni studenti che gli camminano vicino.

«Dove? Io non l’ho ve…» la Grifondoro non fa in tempo a finire la frase che, voltandosi verso Tom, lo vede correre via con in bocca un biscotto e un altro tra le mani. Si da una botta in fronte «Stupida» si dice, mettendosi alla rincorsa del ragazzo. «Dove scappi?! Se ti prendo…!»

Si fanno largo a gomitate tra il mare di studenti e la loro corsa si trasforma in una risata continua, liberatoria. A Pat piace sentire Tom ridere, le mette gioia.

Si fermano davanti la porta dell’aula di Trasfigurazioni, lui ha frenato di botto e la ragazza gli si è schiantata contro. Prendono fiato e non appena Pat si riprende gli da uno schiaffo in testa. «Miei biscotti» fa con una voce da bambina piccola. E Tom ride ancora finché, una volta entrati, non le chiede. «Ti siedi vicino a me?»

«Lo avevo promesso a –non riesce a finire la frase che il ragazzo mette un broncio scherzoso, ma sembra realmente dispiaciuto –perché no? Però ci sediamo in fondo eh!» accetta infine Pat, lasciandosi cadere su una sedia tra gli ultimi banchi. Con Tom sono sempre stati amici, ma in quest’ultimo periodo hanno legato parecchio, soprattutto dopo la lezione di pozioni. Le piace questa nuova amicizia, Tom è un po’ come lei, è divertente stare con lui. Certo, con i Serpeverde diventa una testa calda e tutto questo odio nei loro confronti Pat non lo capisce, forse un giorno gli parlerà anche di questo. Non ora, non ha voglia di litigare.

«Tu l’hai fatta la ricerca sugli Animagus?» chiede Tom ingenuamente, cercando di non sorridere troppo. «Si e scommetto che tu non l’hai finita» risponde pacata lei, tirandola fuori. «Invece ti sbagli, volevo solo confrontare un passaggio…» comincia lui, facendole vedere cosa intendesse. Trasfigurazione è la sua materia preferita insieme a Difesa contro le Arti Oscure, non copierebbe mai un compito. Pat si ritrova a sorridere inconsciamente, subito aveva pensato male e invece…

Gli piacciono sia Trasfigurazione che i biscotti, sono due punti a suo favore.

 

«Ragazzi per favore, sedetevi» Alex Jane, la professoressa di Trasfigurazione, entra nell’aula con le mani piene di scartoffie e la borsa che si impiglia al mantello verde e argenteo tipico della sua Casa: Serpeverde.

Posa tutto sulla cattedra, prima di voltarsi verso i suoi studenti. Raccoglie i capelli boccolosi color carota in una coda veloce, lasciando qualche ciocca libera davanti.

«Fatta la ricerca?» chiede a tutti, facendo cenno con la mano di tirarla fuori. Proprio mentre sta cominciando a fare un giro tra i banchi, la porta si spalanca.

«Mi chiedevo quando saresti arrivato, signor White. Meno due punti alla Casa dei Corvonero, magari la prossima volta eviterai di fermarti a parlare con le tue ammiratrici nei corridoi e, se te lo stessi chiedendo, ti ho visto per caso, quindi stai pur tranquillo che non ti spio.» lo accoglie in quel modo la professoressa, odia i ritardatari, quando è il momento di studiare bisogna studiare, non perdere tempo o giocare.  «Se era un Grifondoro, minimo toglieva sei punti» scherza Tom, facendo ridere Pat, una risata sommessa per non essere ripresa.

Axel rimane sorpreso dalla reazione dell’insegnante e si guarda velocemente intorno per vedere se c’è qualche posto libero. Fa finta di non notare una ragazza spingere in mal modo la sua compagna per fargli spazio e arriva davanti al banco dove Nishe siede da sola. «Posso?» le chiede, quando già ha poggiato la sua tracolla sul piccolo spazio di banco rimasto. «Ti sei già seduto» risponde lei, intenta a intingere un pennello nell’inchiostro colorato. Solo in quel momento Axel si accorge delle chiazze sul banco che vanno a formare un fiore. Sorride, osservandola nel corso del tempo ha capito quanto ami disegnare, una volta era venuta a pranzo con le mani dipinte e sul naso una piccola striscia di inchiostro verde.

«Sei brava» si complimenta lui, tentando di aprire un discorso, ma forse lei ora è troppo occupata per badare a lui, forse neanche a voglia di parlare.

«Grazie» si limita a rispondere, ma ad Axel non sfugge quel sorriso soddisfatto che le riempie le labbra anche solo per qualche secondo.

 

«Chi ti ha detto di sederti vicino a me?» le chiede acida Lila, vedendo che Faye si è seduta accanto a lei e non ha alcuna intenzione di alzarsi. «Sono “contenta” quanto te, ma tutti i posti sono occupati» risponde a tono Faye, sistemandosi una ciocca dei capelli neri dietro l’orecchio. Lila si volta a guardarla per la prima volta da quando si è accorta di averla accanto e osserva curiosa la perfetta treccia in cui ha legato i capelli, una treccia di quelle che si portano di lato. Anche a lei piacerebbe potersene fare una, ma qualcuno potrebbe notare il suo orecchio malformato…

«Evidentemente nessuno vuole stare vicino a te» la stuzzica Lila, sorridendo. Faye nota in quel momento che sorride spesso, anche senza motivo. Sorride e sa che quel sorriso cela una miriade di cose che nessun uomo riuscirebbe mai ad immaginarle tutte e lei vorrebbe tanto scoprirle. Si morde la lingua dopo aver fatto quel pensiero e, lasciandosi inviperire dalle parole che Lila le ha riservato, le risponde fredda con il labbro inferiore che comincia a tremare per la rabbia «Anche tu eri da sola, a quanto pare la mia compagnia non è l’unica a non essere gradita» non guarda neanche la reazione di quelle parole sul volto di Lila, sa di aver vinto e questo le basta. Fruga nella sua borsa e tira fuori la ricerca, consegnandola alla professoressa che ci getta un’occhiata veloce, strappandole un sorriso soddisfatto che si ampia ancora di più leggendo le prime righe di quella di Lila.

«La prossima volta vedi di non arrivare all’ultimo minuto, così non rischi di sederti di nuovo accanto a me» l’avverte la piccoletta, toccandosi come sempre i capelli ricci ramati proprio davanti l’orecchio e Faye comincia ad avere il sospetto che nasconda qualcosa, il problema è cosa.

«Non ci sarà una prossima volta»

 

«Come mai così felice? Sempre se posso saperlo» fa Caroline a William, notando il suo sorriso. E lui non sorride spesso.

Il ragazzo dai capelli rossi viene riportato alla realtà dalla voce della sua amica che lo guarda curiosa.

William non è abituato a parlare dei suoi fatti personali ad altre persone, ma Caroline è diversa, lei è…Caroline.

«Mi ha scritto Kate stamattina» le rivela e solo in quel momento la ragazza bionda nota la lettera che tiene stretta tra le mani.

Non può che provare un pizzico di gelosia, Kate è l’unica in grado di farlo sorridere in quel modo. Neanche lei ci è mai riuscita e sono amici fin dal primo anno di scuola.

«Davvero? E che dice?» chiede, la curiosità mista alla gelosia che la divora dentro.

Tutti sanno che è una buona ascoltatrice, la persona perfetta con cui confidarsi.

William le rivolge uno sguardo timido, non sa se aprirsi o no. Se ci fosse stata un’altra persona al posto della bionda, non avrebbe esitato a rimanere in silenzio rileggendo quella lettera. Ma Caroline lo guarda in quel modo e come fa a non fidarsi?

«Niente di che, mi ha detto che ha provato a comporre un pezzo e che quando torno a Natale me lo vuole fare sentire, anche se crede che se….che se cantassi io sarebbe ancora più bello » William non può che non arrossire nel pronunciare l’ultima frase, nessuno sa che canta, tranne Kate e la sua famiglia.

«E questo tu lo definisci “niente di che”?» scherza Caroline per smorzare l’imbarazzo e la timidezza del rosso. «Davvero canti?» chiede, non riuscendo a frenare la sua lingua. Lo vede annuire, le orecchie che diventano rosse.

«Un giorno mi farai sentire» conclude così la conversazione Caroline, sapendo di essere andata fin troppo oltre, ma allo stesso tempo contenta che William si sia aperto con lei. Non capita spesso, anzi, quasi mai.

Le piace la loro amicizia, ora ancora di più.

È una di quelle amicizie che sicuramente non si trasformeranno in amore, anche perché William ha Kate, sicuramente stanno insieme, pensa Caroline e non sa se essere felice per lui o ancora più gelosa. Che poi perché sia gelosa resta un mistero, forse si sta legando tanto a lui e sapere che per William esiste solo Kate…ecco fa un po’ male.

 

«Ei ciao» Selene, in quel preciso momento, vorrebbe puntarsi una pistola in bocca e sparare, invece di rispondere. Perché Christian la perseguita? Non si sono mai parlati in questi anni, nonostante si vedessero ogni santissimo giorno, e da quando hanno fatto coppia per quella stupidissima pozione d’amore la saluta sempre, in ogni momento. Se non camminasse velocemente, sicuramente lui si fermerebbe a parlare di cose stupide.

Stupide come lui, d’altronde.

«Ciao» risponde, senza voltarsi. Christian è seduto esattamente dietro di lei, accanto a Peter, pare sia il fratello di Lila dalle voci che circolano…

«Fatta la ricerca?» le chiede, tentando di attaccare un discorso. Selene a quel punto è costretta a voltarsi e alzando le sopracciglia gli risponde «No, guarda, sono venuta a lezione senza aver svolto il compito e non mi sono neanche premurata di copiarlo» detto ciò si volta, chiudendo la loro breve conversazione neanche iniziata e già finita.

Peter trattiene una risata e sussurrando a voce così bassa che a stento Christian riesce a sentire, gli dice «Sarà difficile vincere la scommessa, è un tipetto duro questa Selene» ma Christian scuote la testa, sorridendogli «Ce la farò»

E non è solo per scommessa.

 

Mezz’ora prima:

 

Timothy si sta dirigendo a lezione, si passa una mano tra i capelli corvini mentre supera un gruppetto di Grifondoro intento a parlare e a lodare Christian per le sue conquiste. Li ha sempre odiati i tipi come lui, sempre amati solo perché belli e popolari.

«Allora, Chris, chi scegli tra le pollastre che ti vanno dietro?» scherza Peter, ridendo insieme a Tom.  «Mm… sai potrei averle tutte» ribatte Christian, sistemandosi con una mano i capelli mori in un gesto che tutte le ragazze trovano sensuale.

La verità è che Christian però si sta stancando di recitare sempre il solito copione, ignorare e allo stesso tempo corteggiare tutte le ragazze che gli vanno dietro, ma gli piace troppo stare al centro dell’attenzione per rinunciarvici. In questo modo si sente amato, loro sono la sua vera famiglia, non quei genitori che si ritrova…

«Tutte?»

Improvvisamente il gruppetto di Grifondoro si volta verso Timothy che lo guarda con sguardo indifferente. Alza le sopracciglia, ripete la sua domanda con un tono di sfida

«Tutte?»

Qualcuno ride, spingono Christian verso il Corvonero.

«Di sicuro più di te» ancora risate. Non lo sa neanche Timothy perché si è immischiato in una situazione che non lo riguardava minimamente, ma è voluto entrare nel gioco, quindi adesso gioca.

«Vuoi scommettere?» C’è una voce dentro Christian che dice di lasciare perdere, che non può mettere una ragazza come premio di una scommessa, ma poi ci sono i suoi amici che guardano la scena divertiti, che aspettano che questa scommessa si faccia.

E loro sono la sua famiglia, non può deluderli proprio come ha fatto con i suoi genitori quando è stato smistato tra i Grifondoro, quando non ha provato mai odio contro i Mezzosangue.

«Scommetto che Selene non uscirà mai con te»

Timothy è sicuro delle sue parole e non ci vuole un grande osservatore per capire che Selene la pensa al suo stesso modo riguardo ai tipi come Christian.

«Accetto» risponde fintamente divertito il Grifondoro, stringendo la mano a Timothy che si volta, dirigendosi verso la sua aula.

 

«Bene, come avrete intuito dalla ricerca che vi ho fatto fare per la lezione di oggi, in quest’ora parleremo degli Animagus» comincia la lezione Alex.

«Aprite il libro 'Trasfigurazione: vantaggi ed effetti collaterali' a pagina 234» incita i ragazzi ad accelerare l’azione dello sfogliare le pagine, poi con un gesto della bacchetta chiude tutte le finestre e accende il proiettore in fondo all’aula.

La professoressa comincia a spiegare e mentre buona parte degli alunni prendono appunti, un piccolo aeroplano fatto di carta distrae Selene. Volteggia dalla porta fino a lei, nessuno sembra averlo notato, complice anche il buio dell’aula. Lo afferra con un gesto rapido e subito lo nasconde tra le pagine del libro, aprendolo.

Aggrotta le sopracciglia, mentre legge. È una grafia obliqua, disordinata, rapida.

 

Ei Selene, attenta a Christian, pare abbia fatto una scommessa che consiste con il chiederti di uscire.

T.

Selene si volta automaticamente verso Christian che le sorride calorosamente.

Se prima lo odiava solo per la fama, ora lo detesta anche per lo schifo di persona che è. Come si può scommettere su una ragazza?

E chi è questo –T ?

Però decide di fargliela pagare, perché con lei non si può giocare in questo modo, così ricambia il sorriso, fingendosi timida e rivolgendo nuovamente l’attenzione verso la professoressa. Accartoccia il foglio e se lo infila nella tasca della veste, non lo vuole vedere più.

«Visto, sta funzionando» sussurra Christian a Peter che si limita a sorridergli e a dargli una piccola pacca.

Qualcosa, dentro Christian, si è smosso nel vederla sorridere in quel modo per lui.

 

Lila e Faye non hanno più parlato, sono rimaste in silenzio ognuna con la testa china sul foglio a prendere appunti.

Lila non ha mai prestato così tanta attenzione ad una lezione e non ha mai svolto una ricerca in un modo così accurato, ma gli Animagus l’hanno da sempre affascinata, un giorno vorrebbe diventarne uno.

Che bello potersi trasformare in un animale, fuggire anche se per poco dalla vita che ti soffoca, pensa sorridendo tra sé e sé.

A Faye non sfugge quel sorriso e vorrebbe capire cose le succede, perché è così affascinata e allo stesso tempo irritata da quella ragazzina.

«Perché mi stai fissando?» le chiede Lila infastidita, senza alzare gli occhi dai suoi appunti.

«Non ti sto guardando» risponde freddamente Faye, voltandosi verso lo schermo dove le immagini vengono proiettate.

 

Tom non può non pensare che Pat sia bella e illuminata dalla fioca luce del proiettore lo è ancora di più.

«La lezione è interessante» le dice, sorridendole. Lei annuisce «Tra le più interessanti fino ad ora»

«Ma sei ti dicessi che sei bellissima, che ti amo e che ti voglio sposare…» comincia Tom, un sorriso furbo che maschera il battere furioso del suo cuore «Tu mi daresti un altro biscotto?» chiede infine, facendo scuotere la testa divertita a Pat che ringrazia il fatto che siano al buio e che questo nasconda il rossore delle sue guance.

«Ci penserò» risponde, facendogli la linguaccia.

Tom si volta verso Christian che li sta guardando con uno sguardo buffo.

Muove le labbra, dice Ti sei preso una bella cotta eh?

E Tom si sente morire dentro.

Non è vero, non mi sono preso nessuna cotta!

Scuote leggermente la testa e, muovendo solo le labbra anche lui, gli risponde

“Ti pare!”

E sgrana gli occhi per rendere la cosa ovvia e la frase di lui prima ridicola.

Pat non gli piace e lo dimostrerà.

 

William non presta attenzione alla lezione, legge e rilegge la lettera scritta da Kate e gli sembra quasi di sentire la sua voce.

Dio, quanto mi manca, pensa, un sorriso nostalgico sulle labbra.

Caroline si morde un labbro nel vederlo così preso da Kate. Non vuole sostituirla, non potrebbe mai, ma sente qualcosa dentro che si rompe, perché lui non sorriderà mai così nel caso lei gli scrivesse, non rileggerebbe cento volte le sue parole.

«Le vacanze di Natale si avvicinano» tenta di cominciare una conversazione Caroline, visto che sia lei che lui non stanno seguendo la lezione.

Si mette una ciocca dei capelli biondi dietro l’orecchio per ingannare l’attesa in cui William dica qualcosa. Ma lui resta zitto, la guarda come ad aspettare che continui.

«Tu che farai?» gli chiede infine Caroline. Lui è ancora troppo timido per cominciare da sé un discorso e questo significa che il suo essersi aperto prima non conti più di tanto, che in fondo in fondo lui non si fidi del tutto di lei, non si trovi ancora a casa con lei.

«Vado dai miei genitori, nella periferia di Londra. Vivo lì e finalmente rivedrò Kate» sorride di nuovo ed è un sorriso così bello che riscalderebbe quest’autunno gelido.

«Tu?» le chiede William, sorprendo Caroline: evidentemente vuole continuare il discorso, non vuole farlo cadere nel dimenticatoi. Forse si sbagliava prima…

«Sai, io vivo a Londra con mia madre, è una babbana… potremo vederci…» ipotizza, sorridendogli incoraggiante. William aggrotta le sopracciglia, di nuovo sente le orecchie diventare rosse.

«Perché no… ‒ dice, la voce che trema un poco, le mani che giocano con il bordo della lettera, rovinandolo leggermente ‒ e tuo padre?» chiede, cercando di cambiare discorso. Mossa sbagliata.

Caroline sente il cuore fermarsi, pensa a suo padre, a tutte le volte che lo è andato a trovare in prigione…

«Ci conviene seguire la lezione» dice bruscamente lei, fissando di scatto la professoressa.

William sa di aver toccato un tasto che non doveva toccare e se ne dispiace, ma non sa come chiederle scusa, come farsi perdonare.

Non è abituato a questo genere di cose.

 

Nishe sembra essere scollegata con il mondo. È solo lei e la pittura.

Axel la guarda ammaliato, riuscendo comunque a seguire la lezione.

Tra un po’ ad Hogwarts organizzeranno la gita invernale ad Hogsmeade ed ecco…lui vuole andarci con lei. Al diavolo i suoi amici, le sue ex fidanzate che in queste occasioni più romantiche si fanno di nuovo vive, non sapendo che lui non si ricorda nemmeno il loro nome.

«Con chi vada ad Hogsmeade?» decide di buttarsi, ora o mai più. È la sua occasione, deve coglierla al volo.

Lei alza finalmente lo sguardo dalle sue mani dipinte e punta i suoi occhi azzurri in quelli grigi di lui. Lo guarda con il suo tipico sguardo indagatore, prima di rispondere

«Con nessuno, credo» e quella è la risposta che aspettava.

Prende un bel respiro, prima di buttarsi del tutto. «Sai, pensavo… potevamo andarci insieme, sì, insomma come compagni di squadra di Quidditch, per legare meglio e così fare più squadra unita in campo…»

Idiota, si dice da solo.

Nishe pare cogliere il suo imbarazzo, ma resta ugualmente in silenzio, curiosa per come continuerà «Ah e poi conosco un posto che ti piacerà, ti ci porto se vuoi»

Ecco, ha ribaltato la situazione. Per questo è così popolare, riesce a cavarsela sempre e comunque e inoltre incuriosisce, attirando l’attenzione su di sé.

«Che posto?» chiede curiosa Nishe, una nuova luce che le scintilla negli occhi.

«Sorpresa» fa lui, alzando le spalle e sorridendole con fare ammaliante.

«Accettare per scoprire» continua, facendole l’occhiolino.

Nishe sospira, alzando gli occhi al cielo divertita dalla situazione.

«E va bene, verrò» non si gode neanche il sorriso da bambino sul volto di Axel che subito ritorna a intingere il piccolo pennello nell’inchiostro, dipingendo una pianta dai tentacoli che Axel non riconosce.

 

«Bene, la lezione è finita. Per la prossima volta voglio una ricerca sui lupi mannari» dice Alex, sistemando tutte le sue scartoffie e i suoi libri.

«Lila, puoi venire qui un secondo?» la chiama la professoressa, sorridendole amichevolmente. La Serpeverde le si avvicina, non sapendo che Faye si è appostata accanto alla porta per origliare la conversazione.

«Volevo complimentarmi con te per la tua ricerca sugli Animagus. Ho avuto modo di leggerne solo due, tre pagine mentre voi copiavate degli appunti dalle diapositive e sono rimasta sbalordita dalla passione che hai messo e dalla bravura con cui ti sei applicata»

Lila si sente soddisfatta di quei complimenti, ma l’unica cosa che fa è sbuffare.

«Me la sono fatta fare da uno di sesto, bravo vero?» risponde stizzita, mentendo spudoratamente.

Faye sgrana gli occhi, incredula. Perché si comporta così?

Perché è solo una stupida ragazzina, si ripete, ma più si dice quella frase, meno ci crede.

Alex Jane scuote la testa delusa. Sa che l’ha scritta lei, lo capisce dal modo in cui suoi occhi hanno brillato quando le ha rivolto i complimenti, dal modo in cui segue ogni sua lezione.

«Credo proprio che ti dovrò punire…» ma dovrà metterla in punizione, anche se non crede a una parola di quelle dette da Lila.

«Faccia come crede» risponde semplicemente la ragazza. «Posso andare?» chiede poi, sbuffando nuovamente.

«Sabato mattina alle otto qui e si, puoi andare» la congeda l’insegnante, guardandola andare via con uno strano sorriso soddisfatto.

«Perché le hai detto quelle cose?» subito l’attacca Faye, prendendole un braccio e strattonandoglielo per intimarla a fermarsi.

«Ti ho visto io lavorare giorno e notte per questa ricerca!» sembra esterrefatta, non capisce il suo comportamento e vorrebbe tanto capirlo. Vorrebbe capire lei.

«Si può sapere che vuoi?» sbotta improvvisamente Lila, guardandola con occhi di fuoco. «A quanto mi risulta non sei né mia madre né tantomeno la mia fidanzata. Quindi fammi un favore, esci fuori dalla mia vita che mi irriti soltanto!» le grida addosso, spingendola via. Qualcosa dentro Faye si rompe a quelle parole, perché se la odia le fa male sentirsi dire tutto questo?

«Bene, ma notizia dell’ultimo minuto: non ho bisogno di uscire dalla tua vita visto che non ci sono mai entrata!» le urla a sua volta lei, il labbro che trema di rabbia.

Le volta le spalle, furiosa, confusa, arrabbiata e dispiaciuta. Perché si sente così…così spezzata?

Non fa in tempo a fare qualche metro che una voce la chiama, una voce nuova che già ha sentito e a cui non ha mai fatto attenzione.

«Ei bellezza»

Un ragazzo alto dai capelli biondo scuro corti e gli occhi chiari la guarda con un sorriso accattivante sulle labbra. Non può non notare un graffio sulla guancia e un occhio un po’ gonfio dove evidentemente ha incassato un pugno.

«Ci conosciamo?» Faye l’ha incontrato qualche volta nella Sala Comune, si dicono brutte voci su di lui, ma non ci ha mai badato.

«No, ma non vedo perché non dovremmo. Sono Richard» le dice, allungando la mano che la ragazza stringe titubante.

«Faye… perché il mio sesto senso mi dice che devo stare attenta?»

«Sono un cattivo ragazzo» ride lui, una risata folle, contagiosa.

«Bene, perché ho voglia di fare cose…cattive»

Non lo sa neanche Faye perché sta al suo gioco, forse perché la diverte o forse perché è sicura che due occhi grigi la stiano fissando, perforandole la schiena.

Solo che non sa che anche un paio marrone li sta guardando.

 

«Ei, Selene, aspetta un attimo!» esclama Christian, correndo dietro la ragazza che già si è incamminata per i corridoi pieni di studenti che spingono per non far tardi alle altre lezioni.

«Dimmi» fa lei, tentando di celare il nervosismo e la rabbia che prova.

«Senti, pensavo che sarebbe carino… si, dai, uscire insieme. Anche a prendere qualcosa da bere, una Burrobirra per esempio, magari quando andiamo ad Hogsmeade. Ci stai?» le dice tutto d’un fiato, come se temesse che lo bloccasse.

È vero, è una scommessa, ma lui ci spera che le dica di sì, perché quella ragazza lo intriga e più lo ignora e più lo invoglia a provare.

«Se dicessi di sì, tu vinceresti non è vero?» eccola, la sua vendetta.

Christian aggrotta la fronte, confuso.

Che lei sappia…impossibile!

«Perché non lo diciamo a tutti?» alza la voce per farsi sentire e Christian le fa cenno di abbassarla.

Ma che fa? È matta?

«Cos’è? Non vuoi far sapere alle tue ammiratrici che chiedi alle ragazze di uscire solo per scommessa? Solo per farti più “figo” tra i tuoi stupidi amichetti?»

Ora tutti si sono voltati verso loro due e a Christian la situazione è sfuggita di mano, sente delle voci schifate e arrabbiate verso i suoi confronti, soprattutto femminili.

«Non dici nulla? Bè, parlo io per te allora. Vuoi uscire con me? La risposta è no» gli dice, dandogli un sonoro schiaffo e lasciandolo solo in mezzo alla folla di studenti che li avevano accerchiati per scoprire il motivo di quella breve conversazione ad alta voce.

Christian è in imbarazzo e si volta anche lui per andarsene, quando incrocia gli occhi soddisfatti di Timothy.

E l’imbarazzo diventa rabbia.

 

«Ti ha tirato un brutto tiro eh?» gli è subito affianco Tom che ha lasciato Pat poco distante da loro. «Non ne voglio parlare » dice a denti stretti Christian, tentando di controllarsi. «Parliamo di te, con Pat? Si vede lontano un miglio che sei cotto» lo prende in giro, tenta di spostare l’attenzione su di lui.

Tom si irrigidisce, non ha mai avuto una cotta per una ragazza, solo storie superficiali e stupide e gli è sempre andata bene così.

«Non è vero e te lo dimostrerò» gli dice, puntandogli un dito contro.

«Ah si?» lo prende ancora in giro Christian, sforzandosi di ridere.

In quel momento accanto a loro passa Layla a passo rapido, come se stesse scappando da qualcosa o da qualcuno, e Tom non perde occasione, non conoscendo però neanche il suo nome. La trova carina e deve dimostrare a Christian (e a se stesso) che Pat è solo un’amica, che lui non ha bisogno di cotte e robe varie.

«Ei, sei molto bella sai? Ti va di farti un giro con me a pranzo?» le chiede di botto, fermandola. Layla lo guarda fredda, senza mostrare emozioni.

«Va bene» risponde, un tono cinico e se ne va, neanche si presentano, evidentemente a nessuno dei due importa davvero di uscire, di conoscere l’uno il nome dell’altro.

«Visto?» fa a Christian, andandosene a sua volta e superando una Pat delusa.

Che ti aspettavi, è pur sempre lo stesso Tom, si dice.

E si da della stupida perché si era illusa, aveva creduto in qualcosa che semplicemente non esiste e non è mai esistito.

 

Nishe è l’ultima ad uscire dall’aula, sistema il suo banco raccogliendo le sue cose e, una volta infilato tutto nella sua borsa, esce dalla stanza.

Sul banco ancora i resti del suo dipinto: il Tranello del Diavolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Visto? Ce l’ho fatta ad aggiornare ahahah

Ad agosto non so proprio se avrò il tempo di scrivere qualsiasi cosa, sarà un mese molto confusionario e dovrò fare 24567 mila cose tutte di corsa (sorvolando sul fatto che ho una montagna di compiti e non ho manco comprato tutti i libri D: )

Che dire, quando ho scritto questo capitolo ero ispirata e penso si veda sia dalla lunghezza sia perché mi piace come è venuto fuori. UN bel modo per scusarsi del capitolo precedente che era orrendo!

Grazie per le 6 persone che hanno recensito questa storia, sono contento che continuate a seguirla, senza di voi non sarei qui =D

Grazie per le 13 persone che hanno inserito questa storia tra le preferite, grazie per la persona che la ricorda e per le 14 persone che la seguono!

Al prossimo capitolo che spero arrivi presto :*

Baci baci

 

Ps: ho scritto una one-shot su Hunger Games, so che in molti amano la trilogia perché sono arrivati qui da una ff interattiva in quel fandom, quindi se volete darci un’occhiata e se vi va anche un parere mi rendereste molto contenta =D

Ecco il link:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2026543&i=1

 

 

 

 

 



FOTO PERSONAGGI:

Tom:
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Pat:
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Lila:
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Faye: Image and video hosting by TinyPic

Nishe:
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Axel:
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William:
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Caroline:
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Selene: ??

Christian:
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Peter (fratello di Lila) :
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Richard:
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