Un appartamento per 2

di courage_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***



Capitolo 1
*** I ***


UN APPARTAMENTO PER 2
 
Capitolo I
-          Toonyy  – la voce di Steve Rogers rimbombava nella stanza. – Tony, non è che mi puoi ospitare in casa tua per un po’? –
Stark sembrava esausto, Steve lo stava tormentando da mezz’ora, almeno.
-          No, ti ho già detto di no! –
-          Ma perché? Sai che non ho altro posto dove andare per ora… – Steve cercò di usare i suoi occhi dolci per pregarlo, ma inutilmente. Certe cose non funzionano con Tony Stark. Lui lo guardò, forse per un attimo si sentì tentato di concedergli il favore, ma l’idea balzana gli passò presto. Non aveva voglia di trovarsi in giro per casa un novantenne surgelato che avrebbe giocherellato con tutti i suoi amati e sofisticati apparecchi elettronici. Così la risposta fu negativa.
-          Steve, senti, mi è venuta un’idea. –disse ,però, infine.
Inutile dire che ormai Cap non ci sperava nemmeno più. Pensava già che avrebbe dovuto vivere in giro per un mondo totalmente nuovo per lui, dormendo qua e là… o peggio, tornare allo SHIELD per farsi tenere sotto controllo come un esperimento. Non amava molto l’idea. Quindi, appena sentì le parole di quell’ometto davanti a lui si illuminò in viso.
-          Sai, pensavo che non hai solo tu il problema di dove andare a stare… c’è anche –
-          No, no, no! – Steve lo interruppe bruscamente – so dove vuoi andare a parare! –
Se c’era una cosa che Tony odiava alquanto ,tra le altre, era l’essere interrotto. Ma cercò comunque di rilassare la sua espressione innervosita. Si sarebbe tolto di torno il soldato prima, pensava. E con qualche parte divertente in più.
-          Fammi finire, Steven. – fece scoccandogli uno sguardo velenoso, e raccogliendo l’assenso leggermente sottomesso dell’altro. – Dicevo, non sei solo tu a cercare un posto dove stare “indipendentemente” – disse sottolineando con la voce l’ultima parola – infatti, c’è anche un certo “dio del tuono” che dovrà soggiornare con noi terrestri per un po’… -
Quasi come se fosse stato chiamato, si udì dal corridoio un tonfo,un rumore di cocci, un urlo femminile seguito da una voce grossa e cavernosa “Mi piace, un altro!”
A quanto pareva, la cameriera aveva offerto a Thor un cappuccino.
Tony rise, mentre Steve cercò a stento di trattenersi. Non era l’unico a non trovarsi perfettamente con le usanze del mondo. Nuovo per lui, diverso per il dio.
Stark si mosse velocemente verso la porta della sala in cui si trovavano, la aprì, e invitò ad entrare Thor, che con pesanti e grossi passi stava già cominciando ad avvicinarsi con una tazza, stranamente ancora intatta, in mano.
Entrò mostrando un sorriso trionfante ai due amici, mentre beveva beatamente il suo cappuccino.
-          Ciao Thor! – esordì Tony amichevolmente.
-          Saluti a voi, midgardiani! – il dio rispose al saluto con la sua solita foga e tono di voce un po’ troppo alto.
-          Che ci fa la tua regale forma di vita in questa umile dimora? – Stark si divertiva a prenderlo in giro.
-          Uomo di ferro, devo chiederti un favore. – disse Thor , che stava cominciando a calmarsi. Ma Tony lo interruppe.
-          Lo so, lo so. – la sua aria presuntuosa dava sui nervi a Steve, Thor forse nemmeno ascoltava, continuava a bere con interesse il suo cappuccino.
-          Cerchi un posto dove stare, non è così? – continuò .
Il dio si sentì interpellato dal midgardiano, e con la barba sporca della schiuma del caffè, alzò; o per meglio dire; abbassò lo sguardo su di lui, con suscitata curiosità.
-          Purtroppo quello che stai dicendo corrisponde alla verità. – la teatralità della sua voce, quasi quasi superava il volume con cui parlava. – Non posso tornare nel mio mondo, nella mia amata Asgard per ora. Ho potuto solo accompagnare Loki lì, e poi sono stato ritrasportato qui su Midgard. Forse su volere del mio saggio padre! –
Sembrava come se Tony non credesse ad una sola parola detta dal dio, o semplicemente non gliene importasse molto. La seconda possibilità era più probabile, pensò Steve, che nel frattempo stava a braccia conserte a guardare la scena, aspettando che Tony esordisse con la sua proposta arrivando al dunque. E così fu.
-          Senti, allora ce l’hai un posto sì o no? – Stark doveva sbrigarsi il più possibile, quella situazione lo stava annoiando.
-          No… - fu la risposta di Thor.
-          Il qui presente Capitan Ghiacciolo ha il tuo stesso problema. –
Steve diventò rosso in viso, odiava quegli assurdi nomignoli di Stark. Thor guardò a ruota prima l’uno e poi l’altro, pensando. Evidentemente non aveva ancora capito dove sarebbe andato a parare l’uomo di ferro.
-          Anche lui cerca casa, perciò che ne dite di prendere un appartamento insieme? Siamo a New York ragazzi! Qui la vita è dura! – Tony si fece la sua uscita con un gran sorrisone convincente.
Thor cambiò espressione, da inespressiva qual era , diventò interrogativa e confusa.
-          Io? Il grande dio del tuono, il grande Thor figlio di Odino, vivere con un midgardiano in un semplice appartamento di una città su Midgard?! – sembrava sul punto di scatenare una tempesta, sembrava arrabbiato. In un attimo Stark si pentì di quello che aveva detto.
Ma Thor si fermò un momento, pareva sovrappensiero. Fece mente locale, e si rese conto che ,alla fin fine, non aveva che altre scelte peggiori. Perciò ,con grande sorpresa degli altri due presenti nella stanza, infine disse: - Perché no? -.
Rogers spalancò la bocca, Stark sorrise vittorioso verso il Capitano.
      Tony si sfregò le mani, fiero.
-          Bene! A quando il trasloco, allora? –






Angolo dell'autrice
Se state leggendo, significa che siete arrivati fino alla fine del mio breve primo capitolo! Vi ringrazio :D
Questa è la mia prima FanFiction, perciò vi prego di essere comprensivi xD. Non sarà un granché, e andrò avanti a pubblicare i capitoli solo se ci saranno lettori o recensioni.  
Per quanto riguarda la storia, cercherò di rimanere  (almeno nei limiti del possibile) nell' IC, ma perdonatemi se non ce la farò! Mi piace inventarmi qualcosina a volte xD.
Grazie di aver perso un po' del vostro tempo qui, arrivederci a presto! :)
 

 

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Capitolo 2
*** II ***


II
 
Dopo qualche ora la sala era diventata una specie di ufficio molto disordinato: giornali e fogli vari invadevano il tavolo e buona parte del pavimento, penne e pennarelli buttati qua e là e tre vendicatori seduti, intenti a cercare un appartamento in affitto.  La finestra era aperta, faceva un gran caldo e il leggero venticello che entrava faceva svolazzare i vari foglietti, tra cui alcuni erano bloccati con il martello del possente Thor a mo’ di fermacarte.  
-          Trovato! – la voce di Tony Stark che interruppe il silenzio fece sobbalzare gli altri, che lo guardarono incuriositi.
-          Tony, sono ore che cerchiamo, ancora ti ostini a trovare l’appartamento che vada bene ad entrambi? – Steve sembrava un po’ scocciato.  Thor ,invece, non aveva ancora perso le speranze e guardò il capitano come per dirgli di lasciar fare a Stark.
-          Rogers, aspetta e vedrai. – replicò Tony ripescando da un mucchio di carte un foglio che si mise a leggere ad alta voce. – Dunque, avevamo detto: Thor preferisce la vista sulla città, Steve sul mare. –  gli sfuggì un sospiro. Avevano appena cominciato e già si andavano scoprendo tutte le differenze di quei due. Steve guardò il dio con ben poca convinzione.  Stark riprese il pezzo di giornale che poco prima  aveva ritagliato e lo lesse.
– “Attico con vista su Central Park, 150 metri quadrati, luminoso, già ammobiliato” –
Thor e Steve si guardarono involontariamente, l’uno per vedere la reazione dell’altro.
-          Non male questo, vero? – continuò Tony, guardando i due amici a sua volta, con un sorriso.
-          Dopotutto non mi dispiace Central Park… Sarei disposto anche a sacrificare la vista sul mare, se non c’è altro. – disse Steve come se stesse facendo un favore a Thor. Questo annuì, insolitamente silenzioso. Poi gli si allargò un sorriso sulle labbra.
-          Va bene allora! – urlò il dio soddisfatto.
Stark afferrò velocemente la cornetta del telefono e compose il numero che c’era scritto nell’annuncio, per chiamare il proprietario.
L’ appartamento era ancora libero, raccontò Tony dopo la telefonata, e sarebbero potuti andare anche quel pomeriggio a visitarlo.
-          Spero che vada bene. – disse Steve – non ho voglia di continuare a cercare. –
-          Andrà bene sicuramente – lo rassicurò Tony. - …E poi solo il fatto che dall’articolo sia andato bene ad entrambi… Non è una cosa facilmente ripetibile! – concluse con una risata.
Improvvisamente, Thor si alzò di colpo e andò a prendersi il suo Mjolnir che stava ancora sul tavolo. 
-          Che aspettate? Andiamo! – esclamò con foga e un gran sorriso alzando l’amato martello in aria.
Così, i tre uscirono dalla sala capitanati dal grande Thor, che guidava la breve fila con fierezza, anche se non sapeva bene esattamente dove andare per uscire dalla Stark Tower.
-          Oh, mi scusi! – fece Thor ad un certo punto, dopo essersi accorto di aver sbattuto contro un dipendente di Stark mentre camminava frettolosamente.
Steve e Tony si fecero una risata e si avvicinarono all’ascensore più vicino. Tony premette il pulsante per chiamarlo e, quando si aprirono le porte, Steve fissò quella macchina con curiosità. “Questa tecnologia moderna!” si disse stupito. “Questi strani terrestri!” si disse Thor un po’ imbarazzato.
L’appartamento non distava molto dalla Stark Tower, così decisero di andare a piedi.
Certo, il vestito asgardiano e il martello di Thor non passavano del tutto inosservati, ma nella affollata e variegata New York, poteva passare per un costume semplice e ben fatto.
      - Eccoci qui! Numero 34 della 16esima strada. – esclamò contento Tony.
La proprietaria, una elegante e bella donna di mezza età, li stava aspettando davanti al portone dell’edificio.
-          Salve! – disse lei, mostrando un sorriso educato. I tre uomini risposero al saluto, Stark le fece anche un occhiolino malizioso, guadagnandosi una bella gomitata da Steve.
-          Saliamo? – propose lei, diretta ma gentilmente. E, prese le sue chiavi, aprì il portone. Un altro grande ascensore si aprì davanti agli occhi nuovamente stupiti di Steve. Vi entrarono e, mentre l’ascensore saliva, Thor giocherellava col suo Mjolnir. Tony lo guardava preoccupato: se gli fosse caduto avrebbe sfondato l’ascensore e la strada sotto di loro. Per fortuna non successe niente, ed entrarono nell’attico.
 La casa era davvero bella, luminosa, con dei grandi finestroni che davano sul parco sotto di loro. A Stark parve di vedere dell’entusiasmo negli occhi degli amici, e ne fu felice anche lui.
-          Che ne pensate? – chiese, evidentemente aspettandosi dei complimenti per la sua scelta; complimenti che però non arrivarono.
-          Bello, davvero bello. – disse Steve lentamente, godendosi il panorama che si intravedeva tra le tende.
-          Anche io lo trovo molto…- Thor non finì la frase, perché aveva già cominciato a girare per la casa, seguito subito da Steve.
La proprietaria, soddisfatta, capì di doversi rivolgere a Stark per contrattare il prezzo, dato che le sembrava più serio e affidabile degli altri due.
 
Finita la visita, Tony richiamò Steve e Thor, proprio come fa una mamma premurosa con i suoi bambini, e chiese:
-          Ragazzi, allora? La prendiamo? –
La risposta fu un “sì” all’unisono dei due uomini entusiasti.
 
 





__
***
Grazie a chi ha letto anche il secondo capitolo di questa storiella! :)
Tra qualche giorno pubblicherò il prossimo, dato che sono un po' avanti con la scrittura... Spero che continuiate a leggerla :)
A presto! ^^


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Capitolo 3
*** III ***


III
 

-          Rogers, hai caricato tutto? –
Steve sentì la voce di Fury chiamarlo dalla macchina parcheggiata in strada. In quei giorni, Steve aveva vissuto in una delle sedi dello SHIELD, ma era da un po’ che voleva cambiare aria. Ed ora sarebbe andato a vivere in un appartamento di New York finalmente da solo, si disse. Ma poi si corresse: “ Non esattamente solo.” Pensò con una punta di fastidio, ritrovandosi con una strana smorfia in viso. Thor, infatti, gli avrebbe fatto una “simpatica compagnia”, proprio come gli aveva detto Tony, cercando di convincerlo ad accettare l’insolita convivenza.
Scese le scale con un ultimo scatolone tra le braccia, facendo attenzione a non cadere, e notò, sporgente da uno scatolone già caricato in macchina, una delle stelline argentate del suo amato costume di Capitan America. La vista gli fece tornare molti ricordi in mente e, con un sorriso fra le labbra, montò in auto e partì.
 
***
-          Thor, hai preso tutto? –
Thor sentì la voce del dottor Selvig chiamarlo dal camioncino parcheggiato sotto casa del dottore. In quei giorni Selvig lo aveva gentilmente ospitato in casa propria, fino a che Thor non avesse trovato un altro posto dove stare. Si sentiva di troppo e di peso in casa sua e, anche se l’amico era ospitale, Thor voleva trovarsi un altro posto il più in fretta possibile. Per questo era andato alla Stark Tower a chiedere aiuto a Tony.
Non aveva bagagli con lui, solo qualche borsa con dei vestiti midgardiani che gli aveva dato Jane.  Così, li prese e, con il Mjolnir in mano, si chiuse dietro la porta della casa con un sorriso fra le labbra.
 
***
 
Tony era già davanti il portone della nuova casa, aspettando i due amici. Ad un tratto, vide un’auto fermarsi vicino a lui e ne uscì Steve.
-          Ciao, Tony. Sei qui da tanto? – chiese lui chiudendo la portiera.
-          Non proprio, Capitano. – rispose Stark senza guardarlo, continuando a fissare il palazzo che aveva di fronte.
Aspettarono in silenzio l’arrivo di Thor, che non tardò parecchio. Infatti, dopo poco, si vide avvicinarsi un camioncino che correva a velocità. La macchina si fermò di colpo dietro quella parcheggiata ordinatamente da Steve e per poco non la ammaccò.
Steve adorava le moto o le macchine e appena vide quel pericolo imminente non poté fare a meno di spalancare preoccupato gli occhi e sperare in una veloce frenata dell’autista, un uomo brizzolato che nel frattempo chiacchierava e rideva sguaiatamente col suo passeggero.
Thor fece un salto fuori dal camioncino e chiuse la portiera con un colpo così forte che l’avrebbe anche potuta rompere.
“Cominciamo bene…” pensò Cap un po’ sconsolato e, quasi come se Tony gli avesse letto nella mente, lo guardò ridendo sornione.
     
-          Thor! Ora che ci sei anche tu, saliamo? – esclamò Tony, ricevendo un assenso del dio.
Thor salutò Selvig dandogli la mano (un gesto tipicamente midgardiano che lui gli aveva insegnato) e, prese le borse, si avviò su per le scale, seguito da Steve con i suoi scatoloni.
Tony aveva le chiavi di casa, perciò i due lasciarono entrare prima lui nell’ascensore.
-          Sai, Steve? – fece Stark mentre l’ascensore riempito di scatoli e borse saliva fino all’attico. – dovresti imparare ad usare l’ascensore! Non è difficile, puoi riuscirci. – concluse Tony, riempiendo il silenzio con le sue risate. Rogers diventò rosso, aveva notato anche lui di avere un problema con le apparecchiature elettroniche, ma cosa ci poteva fare se gli anni ’40 non erano così pieni di questi aggeggi!
Nel frattempo arrivarono all’attico e, una volta entrati, i due vendicatori posarono per terra le loro cose.
Certo, Thor era abituato allo sfarzo e alla ricchezza della reggia di Asgard, ma almeno qui poteva avere una residenza propria, senza infastidire nessuno.
-          Bene! – disse ad un certo punto Tony – Ho fatto il mio dovere. Ora torno al lavoro! –
Steve si girò a guardarlo, sembrava volesse proporgli di rimanere un altro po’, ma ci ripensò, e lo lasciò andare con un semplice sorriso.
Thor salutò l’amico con un’altra stretta di mano, e poi l’uomo di ferro li lasciò soli.
Dopo qualche attimo di silenzio, il dio prese la parola:
- Rogers, hai già deciso qual è la tua stanza? – disse afferrando senza problemi la propria pesante borsa, rivolgendogli un sorriso. Si vedeva che Thor cercava di iniziare un discorso con il suo nuovo coinquilino. Non ci teneva a convivere totalmente in silenzio. Persino ad Asgard, nel suo grande palazzo reale, non c’era mai completamente silenzio, pieno com’era di dame di corte, soldati, e quant’altro.
Ma Cap sembrava abbastanza a disagio e un po’ imbarazzato. Non gli era mai capitato di andare ad abitare con qualcun’ altro, e non pensava gli sarebbe capitato, soprattutto di vivere con un altro uomo! Infatti, la sua maggiore esperienza di convivenza con gli altri era stata nell’esercito, che non è esattamente la stessa cosa.
-          Mah, guarda, stavo pensando alla stanza in fondo al corridoio… Quella più grande, hai presente? – disse con una risata, cercando di vincere la timidezza e il disagio.
-          Credo che quella sia già occupata, amico. – rispose Thor allo scherzo.
Ma alla fine quella stanza non la prese davvero nessuno dei due.
Scelsero entrambi una delle stanze nel corridoio, per fortuna era grande quella casa… Se no chi avrebbe voluto sentire i litigi dei due supereroi del piano di sopra?
 














****
Grazie di aver letto anche il terzo capitolo! ^^
So che è abbastanza breve ma mi piace lasciare la storia un po' in sospeso (ahahah sono cattivaa) xD
Spero continuiate a seguirla! Tra poco arriverà anche il prossimo capitolo, che ho appena finito di scrivere :3 
Sarei molto felice se mi lasciaste una recensione ewe 
A presto!

 
 

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Capitolo 4
*** IV ***


IV
 

Steve non aveva mai pensato alle abitudini degli Asgardiani, ma si rese conto che ne avrebbe imparate alcune, dovendo convivere con il dio del tuono.
Aveva appena finito di sistemare la sua stanza: i vestiti riposti ordinatamente nei cassetti, le scarpe anche loro ordinate nella scarpiera, le lenzuola del letto senza una grinza. Era così che gli avevano insegnato nella scuola militare. Così, contento del proprio lavoro, uscì chiedendosi cosa stesse facendo Thor.
Si affacciò senza far rumore alla porta della stanza dell’amico e lo vide intento a costruire uno strano appendiabiti con le grucce trovate nell’armadio.
Steve lo guardò stralunato.
 – Thor, che combini? –
Thor era molto affaccendato e, senza nemmeno guardare Cap, gli rispose di voler costruire un “porta elmo”, o qualcosa del genere. Steve non capì bene, ma si limitò a non rivolgergli altre domande mentre usciva strabuzzando gli occhi.
Si fece un giretto in casa e, vedendo che non c’era altro da fare, chiamò l’amico.
-          Io sto uscendo, ok? Vado a comprare qualcosa da mangiare e torno, il frigo è vuoto! – Steve udì il brontolio del suo stomaco.
-          D’accordo. – si sentì la voce del dio da lontano.
-          Preferisci qualcosa di preciso? –
La risposta tardò un po’ ad arrivare, o Thor era troppo impegnato in quella strana costruzione per sentire, o stava pensando.
-          Sai, ho apprezzato delle curiose frittelle qui su Midgard. – disse infine. – Avevano una specie di sciroppo marrone dolce sopra… Non ricordo il nome però. –
“I pancakes” pensò Steve con una risata.
-          Okay! – disse infine chiudendosi la porta alle spalle.
 
 **
“Thor è strano a volte!” pensò ridendo tra sé e sé Cap. “Anche più di a volte!”.
Preferì prendere le scale, non si fidava di quelle macchine futuristiche.
La strada non era molto affollata e decise di andare a piedi fino al supermercato più vicino. Non gli dispiaceva affatto camminare un po’.
 
**
Chiuso nella sua camera, Thor aveva un leggero languorino allo stomaco.
Il pensiero di quel cibo terrestre così buono gli aveva messo appetito. “Bene, motivo in più per sbrigarmi a finire.” si disse, mentre incollava gli ultimi pezzi della sua opera.
 
Dopo un po’, il suo capolavoro già portava su di sé il glorioso elmo dorato, con estrema fierezza del costruttore.
Lo appese al muro con un po’ di fatica, ma alla fine era soddisfatto del proprio lavoro.
Si girò intorno e capì di dover sistemare i propri abiti da solo, senza servitori che lo avrebbero aiutato a svolgere l’ingrato incarico.
Molte volte da piccolo, sua madre Frigga aveva insistito affinché anche lui imparasse ad ordinare la propria stanza, a rifare il letto, ma lui aveva sempre protestato. E ora lo rimpiangeva un pochino, dato che non sapeva da che parte cominciare.
 
 
**
-          Thor! – la voce di Cap interruppe il silenzio – Sono tornato! – e invase la casa di un delizioso profumino.
Thor da buttato sul divano qual era, si alzò di colpo e andò a salutarlo, prendendo il pacchetto caldo che lui stava porgendogli.
Così, si sedettero e cominciarono a mangiare il piatto terrestre preferito del dio del tuono: i pancakes, che lui divorava come niente.
-          Hai finito di costruire quello strano aggeggio? – chiese ad un certo punto Steve.
-          Sìsì! – affermò Thor con fierezza parlando a bocca piena, tra un pancake e l’altro. – Se vuoi te lo mostro! –.
-          Ahah, va bene se ci tieni! – .
 
Finita quella che avrebbe dovuto essere la cena, ma che bastò a malapena per Thor soltanto, il dio portò l’amico nella propria stanza e gli mostrò la sua creazione.
- Mmh, bella. – fece Cap alla vista di quell’assemblaggio di grucce incollate con sopra un elmo.  Non sembrava molto convinto. Ma Thor la riappese al muro e uscirono dalla camera, sorpassando il letto sfatto e disordinato che fece sorridere Steve.
 
**
I due si sedettero sul divano, era scesa la sera e si era fatto buio, e la voce di un assonnato Capitan America interruppe il silenzio.
      -    Che possiamo fare ? Ancora è presto per andare a dormire… –
-          Sai per caso fare funzionare quella scatola parlante che c’è in soggiorno? –
-          Eh? Perché me lo chiedi? –
-          Ne ho notata una uguale anche nella dimora del dottor Selvig, lui si avvicinava e ne premeva un pulsante accendendola, e improvvisamente apparivano all’interno delle voci e delle persone parlanti. – fece Thor, finendo la sua ben poco appropriata descrizione accompagnata da gesti alquanto esagerati, tutto convinto e concentrato.
-          …Si chiama “televisore”. –
-          Ahh.. -
 
 
 
 
 
 


***
Grazie di aver letto anche questo capitolo! Vorrei scusarmi per l'immenso ritardo con cui sto aggiornando, ma purtroppo in questi giorni devo studiare parecchio, perchè tra poco dovrò fare un esame importante T.T..
Non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, ma sta di fatto che l'ho già scritto, e c'è davvero un bel colpo di scena! *ride sadica* :3
Cercherò di trovarmi un po' di tempo per continuare a scrivere e finire la storia, perciò ci rivediamo tra qualche giorno! (spero).

Baci! :*
 

 
 
 

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