Who would you be?

di Rozen Kokoro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Superhero ***
Capitolo 2: *** Ninja ***
Capitolo 3: *** Captain Space! ***
Capitolo 4: *** Rockstar! ***



Capitolo 1
*** Superhero ***


Superhero!





Un'esplosione. Il silenzio venne rotto da un boato che si disperse fra i vicoli della cittadina, svegliandone la popolazione. I vetri della banca si infransero sul pavimento e l’allarme della banca si attivò. Quella fu la terza rapina in una sola settimana, ma non ci furono molte vittime, grazie al cielo. Quegli uomini con passamontagna si guardarono bene intorno , in allerta per l’arrivo della polizia; ce l’avrebbero comunque fatta, la loro squadra era una delle migliori. Con in spalla il bottino, fecero per fuggire nei vicoli, quando videro qualcosa sfrecciare a grande velocità nel cielo. Uno strano presentimento li invase del tutto, mentre cominciavano a sudare dentro quella stoffa pesante. La leggenda era vera forse? Che esistevano dei paladini della giustizia? Il rischio di essere catturati si faceva sempre più grande e i loro cuori battevano all’impazzata.
Mossi dalla paura, i tre criminali cominciarono a scappare, inutilmente, poiché i due Eroi gli si pararono davanti. Il loro sguardo fiero li scrutava con cattiveria, i loro mantelli svolazzavano mossi dal vento, le loro voci riecheggiavano nell’aria: non era solo una leggenda.
“Tsk! Voi cattivoni siete dannatamente monotoni!”
“Neanche un minimo di pace a quest’ora, diamine, stavo guardando la televisione…”
“Noi proteggeremo la città, costi quel che costi!” La ragazza si posizionò davanti a loro, mettendo in mostra lunghissimi capelli blu notte e un viso infantile. Il ragazzo dietro di lei incrociò le braccia al petto, in segno d’indifferenza.
“Ma voi due… chi siete?” Domandò uno dei criminali.
Entrambi si voltarono guardarsi, perplessi, forse anche un po’ sorpresi. Non avevano ancora pensato ad un nome in codice, un nome da veri Supereroi. Da quando avevano ottenuto i loro poteri erano così impegnati ad esercitarsi che gli era sfuggito questo particolare.
“Lui è Broncio-man!” Esclamò Lucinda, indicando il suo compagno. Questo arrossì, inarcando le sopracciglia: di certo quello non era il momento adatto per mettersi a giocare. “Allora lei è Patetic-girl.”
Nomi più ridicoli di quelli non si erano mai visti. Neanche un bambino di cinque anni si sarebbe spaventato, sentendoli. Avevano fatto squadra controvoglia, Paul e Lucinda, per sconfiggere il male che affliggeva quella città. Peccato che il ragazzo era totalmente indifferente, mentre lei si divertiva a stuzzicarlo. La giovane si girò di scatto verso di lui, furente dalla rabbia. “Che razza di nome eh?!”
“Ti pare normale quello che mi hai affibbiato?”
“Taci! Ti si addice benissimo!”
“Anche il tuo.” Sogghignò.
“Non costringermi ad usare i miei poteri…” Lo minacciò.
“Beh dovresti. Girati.” Paul indicò un punto imprecisato alle spalle della sua compagna, lasciando Lucinda un po’ sorpresa e confusa; si girò e un senso di rabbia cominciò ad invaderla completamente. Si poteva vedere anche il fumo uscire dalle sue orecchie. “Mmmmh… sono scappati!” Urlò, in preda alla rabbia e alla disperazione. “E’ colpa tua!”
“Mia?”
“Non… non dovevi distrarmi! Fai qualcosa!” Lo spronò, guardandolo con un cipiglio. Quel loro primo tentativo non era andato a buon fine, a quanto pare.
Così la gente si radunò intorno a quei due Supereroi, curiosa e leggermente infastidita dalla loro inutilità; questi intanto continuavano a discutere animatamente.
Chissà se quei due diverranno i paladini della giustizia tanto desiderati…




Note d'Autore: Umh, che dire... ho già un'altra raccolta da finire. E ne sto cominciando un'altra. Bene! Ormai io e gli aggiornamenti facciamo a cazzotti, ci odiamo a vicenda. L'idea è stata concepita un po' di tempo fa, in un momento sclerotico e abbastanza delirante; inoltre mi hanno aiutato ad "aver ben presente la storia" Aki e Amy, quindi le ringrazio :33
Vedrete questi due in diversi frangenti, e credo che alcuni saranno anche abbastanza emh... insomma, vi sorprenderanno parecchio. Non che vada proprio pazza di questa storia, ma... l'idea mi piace.
Ja ne!~

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Capitolo 2
*** Ninja ***


Ninja!



In una notte buia e silenziosa, due giovani allievi si nascondevano nell’ombra, mimetizzandosi al paesaggio e ascoltando la voce del vento senza far rumore…
“AHIA!”
“Shhhh! Idiota! Vuoi farti sentire?!”
“Oh Kami, mi hai schiacciato un piede ...”
Il ragazzo si massaggiò il dito dolorante, imprecando sottovoce. Perché aveva deciso di partecipare a quella follia, neanche lui lo sapeva: un giovane tanto tranquillo come lui, a nascondersi dentro un cespuglio, a muoversi con agilità nella notte; preferiva di gran lunga assistere agli allenamenti, oppure fregarsene altamente. E invece quella prova doveva superarla anche lui, per di più in compagnia di quella ragazzina fastidiosa.
Che seccatura.
Si sporse leggermente in avanti, osservando quel luogo con circospezione. “Pare che non ci sia nessuno, possiamo andare...” Fece un passo in avanti, alzandosi leggermente. “Aspetta!!” Disse la sua compagna, cercando di afferrarlo per la tuta; ma Paul, sfortunatamente, inciampò su di un ramo, finendo rigorosamente con il volto a terra. Lucinda a stento si trattenne dal ridere.
Alzò il volto, completamente sporco di terra, girando lo sguardo nella sua direzione. “Non è divertente.”
“Questo lo dici te!” Dopo essersi asciugata una lacrima, prese Paul per il colletto della tuta e lo riportò dietro al cespuglio, nascondendolo da occhi indiscreti. “Dobbiamo passare per di là!” Indicò una finestra semiaperta, da cui proveniva una luce fievole. Quella volta fu lei la prima ad incamminarsi, di soppiatto, verso la casa; arrivata davanti alla finestra, l’aprì del tutto e vi entrò con un’agilità quasi felina. Seguita da Paul, si nascose dietro il cornicione della porta, ascoltando la conversazione di quegli impresari, intenti a bere una tazza di tè e circondati da donne in kimono.
Improvvisamente di voltò verso Paul, sentendo un rumore metallico alle sue spalle. “Padelle del cavolo!” Sussurrò il ragazzo, alzando la gamba per dare un calcio all’arnese. “Fermo!” Lucinda lo bloccò in tempo, afferrandolo per entrambi i polsi. Poi lentamente si avvicinò al suo volto, diminuendo la loro distanza a pochi centimetri. “Vuoi farti scoprire?” Sibilò, assottigliando lo sguardo.
Paul indietreggiò, leggermente imbarazzato per la posizione in cui si erano ritrovati. Fece un paio di passi, prima di perdere di nuovo l’equilibrio e cadere di nuovo fra padelle e stoviglie. Lucinda affondò il volto sul palmo della mano, sospirando esasperata. Si accese la luce della stanza, illuminando un Paul intendo a levarsi di dosso tutti quegli arnesi. Alle spalle della ragazza comparvero Reggie e Marzia.
“Ragazzi…” Sospirò Reggie. “..Non avete superato la prova. Ancora.”
Lucinda si tolse il cappuccio e, sbuffando, si diresse verso Paul; lo prese per il colletto e gli urlò “Sempre per colpa tua!”
Il giovane se la staccò di dosso, borbottando sottovoce. Era sempre colpa sua, strano caso!
A lui non piaceva essere Ninja, perché il fratello l’aveva costretto ad iscriversi alla sua scuola?




Note d'Autore: Che velocità! Wow, non è da me. Beh che dire? Sto facendo fare a Paul la figura del cretino, ma gli voglio bene lo stesso~ Volevo pubblicarla domani, ma la mia Lover ha insistito perchè la pubblicassi oggi... Va beh... Ah, vorrei concludere con una cosetta.
Ho letto di molte ragazze che scrivono "Ma non ci sono Ikari sul Fandom neanche a pagarle oro!". Beh, care ragazze, io di Ikari ve ne scrivo quante ne volete. Potrei anche scriverne 100, se me lo chiedete. Ma che dite che non ci sono, mi sento abbastanza offesa. Se non vi piacciono, allora è meglio che non dite nulla, invece di dire queste cose. Ci rimango male, eh ;__;
Beh, vi lascio.
Ja ne!~

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Capitolo 3
*** Captain Space! ***


Captain Space!
 




Paul pigiò quel tasto con tanta potenza quasi da farlo rompere; stava sudando freddo, quella tuta gli stringeva il corpo in una morsa, tanto da farlo respirare a fatica. In effetti dentro la navicella di ossigeno ce n’era poco, ma non si sognava neanche di mettersi quel casco. A parte il fatto che faceva tremendamente caldo lì dentro, poi sarebbe sembrato ridicolo agli occhi dei suoi assistenti di bordo. “A tutte le unità, a rapporto.” Chiamò, dopo un lungo e pesante silenzio. “Capitano Pat186L, mi sente?” La risposta arrivò pochi secondi dopo, chiara e limpida. “Sì, sì ti sento… Ma perché Capitano Pat186L? Chiamarmi semplicemente Capitano Lucinda, non ti bastava? Certo ne hai di fantasia…”
Paul si sporse in avanti, osservando quella distesa infinita di stelle, a cui ormai ci aveva fatto l’abitudine. Non gli mancava la Terra, preferiva di gran lunga il silenzioso Universo che si espandeva man mano davanti ai suoi occhi. Nella più completa pace… o quasi. “Pat sta per Patetica, L per Lucinda e 186, non lo so, mi è venuto in mente così.” Disse atono, virando improvvisamente. I nemici erano vicini, la tensione si faceva sempre più forte e il cuore del giovane Capitano batteva all’impazzata. Dopotutto,  si trattava pur sempre di Alieni, pronti e vogliosi di distruggere il mondo. Dovranno passare prima sul nostro corpo, disse Paul prima della spedizione. Quando ad un tratto sobbalzò, essendo completamente assorto nei suoi pensieri, e vide il volto di Lucinda nello schermo principale. Era visibilmente innervosita. “Ma la smetti di chiamarmi Patetica? Ho capito che sono nuova e va bene, ma mi sono stancata di questo tuo continuo trattarmi male!” Urlò, arrossendo leggermente.
“Bada a come parli…” Disse alzandosi in piedi “… Sono pur sempre il tuo Capitano.”
Buh-uh, sai che grande cosa. Hai solo un anno in più di me!”
Paul si rimise seduto, stizzito ma al tempo stesso felice di aver fatto innervosire quella ragazza. Da quando era entrata a far parte della squadra, era diventata il suo punto debole. “Che c’entra, sono pur sempre un tuo superiore e…” Sbiancò. Davanti ai suoi occhi scomparve il volto di Lucinda e apparve la navicella nemica. Li avevano presi alla sprovvista, il che era male. Paul cominciò ad armeggiare con i vari comandi del ponte, in un completo attacco di panico. E’ la fine.
Quando ad un tratto, davanti ai suoi occhi una luce colpì in pieno la navicella nemica, distruggendola. Rimase meravigliato davanti a tanta bravura, mai vista fino a quel momento; sorrise lievemente, tornando a respirare.
“Beh?” Era di nuovo Lucinda. “Visto come sono stata brava?”
“Ci hai salvati te?” C’era dell’ammirazione nel tono del giovane.
“E chi sennò!”
Paul arrossì leggermente, abbassando lo sguardo. “Grazie, Capitano Patetico.”
Forse c’era posto per un’altra persona dentro quell’Universo sconfinato.
 



Note d'Autore: Salve! Devo dire che questa raccolta sta avendo un discreto successo, il che mi rende dannatamente fiera di me♥ Questa Flash è un pochino più romantica delle altre, anzi Paul è anche abbastana OOC. Ma va beh, arrangiatevi u_u E il nome Pat186L è qualcosa di meraviglioso! Il numero 186 l'ho scelto per la puntata di Pokèmon DP 186, la mia puntata preferita (Paul e Lucinda di parlano e lei arrossisce, deh eh~). Vi ringrazio ancora, a tutti!
Ja ne! ~

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Capitolo 4
*** Rockstar! ***


Rockstar!
 

Paul si passò istintivamente il palmo della mano sulla fronte sudata, ansimando per il caldo di quella sera. Portava una giacca di pelle, pesantissima, e un paio di anfibi color petrolio. I suoi occhi neri come la notte erano contornati da un alone scuro, sembrando quasi occhiaie; i capelli di un viola ancora più acceso gli ricadevano disordinati sulle sopracciglia. In mano teneva una chitarra elettrica, stile punk. Osservava quel tumulo di Fangirl in preda ad attacchi isterici continui e urla stridule. Ghignò, pensando a come avrebbero reagito nel vederlo in canottiera. Così, con uno charm da far invidia a chiunque, si tolse quella fonte di calore di dosso, facendola scivolare sinuosamente sulle sue forti braccia. Sentì le urla diventare ancora più isteriche.
“Paul, non sciuparle tutte, lasciane qualcuna per noi!” Urlò il suo compagno, nonché cantante del gruppo, Ash. Il ragazzo ghignò, prendendo la sua chitarra.
Sapeva perfettamente che il successo di quel gruppo era dovuto alla sua presenza; spesso girovagava in rete, per vedere i Fan Club in suo onore, e ne rimaneva stupito ogni volta. Esistevano davvero delle ragazzine così fissate? Bah, fatto sta che ne osservava una in particolare, proprio sotto il palco. Aveva dei capelli appariscenti, blu oltremare, e una maglia con la sua foto. Sembrava sul punto di svenire.
“Paul! Ti adoro!” Urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Era la presidentessa del suo Fan Club ufficiale, l’unica che riusciva a rintracciarlo(pedinarlo) direttamente. Era carina, anche se fissata.
La ammiccò, vedendo man mano le sue guance assumere color porpora.
Era come un sogno.
Lucinda sentì le sue gambe tremare, il battiti farsi sempre più veloci, il respiro diventare man mano affannoso.
Doveva ringraziarlo, le aveva dato un onore che mai nessuna aveva ricevuto.
E mentre Paul era completamente intento a suonare, la giovane infilò una mano nella maglietta, ridacchiando in modo quasi perverso.
“PAAAUULL!” Urlò con tutta la voce che possedeva. Il ragazzo non fece in tempo a girarsi nella sua direzione che si ritrovò in mano un reggiseno lilla, lanciato proprio dalla ragazza.
“E’ per te!” Gli fece l’occhiolino.
Il ragazzo sprofondò dall’imbarazzo, sentendo tutti gli sguardi puntati su quell’aggeggio che teneva in mano. Ma sentiva una risata, limpida, proprio davanti a lui. Lucinda rideva, fino alle lacrime, di gioia e di entusiasmo.
Ma in fondo, una Rockstar prova sempre un po’ di affetto per i suoi Fan più accaniti.



Note d'autore: Inizio col dire che dedico la Shot alla mia Lover, Sumi-chan. Perchè voleva vedere Paul Metallaro ed eccolo♥ Non ho nulla in particolare da dire, spero di riuscire a finire la raccolta, anche se dopodomani mi inizia la scuola <__< Non sono psicologicamente pronta, anche perchè questo è un anno importante. 
Beh, alla prossima Flash!
Kohchan~

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