Non tu;

di MyOwnSavior
(/viewuser.php?uid=154909)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo due. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Quando aveva sette anni Allison Daves non sognava ciò che tutte le bambine della sua età sognano: la Barbie nuova, la giornata al lunapark, tanti giochi. Allison a sette anni sognava già l`amore, anzi, il matrimonio. Sua madre lo diceva sempre: "un buon marito è tutto ciò di cui avrai bisogno. Divertimento, soldi, una bella casa, una vita sociale. L'amore dei film, quello, mia cara, non esiste. Un buon marito deve avere diverse caratteristiche. Innanzitutto deve essere di buona famiglia, magari una stirpe di avvocati, o medici. Il che si ricollega al secondo e terzo punto: deve avere un lavoro importante e sicuro, che gli permetta di aver un ottimo conto bancario. Sì, tesoro mio, i soldi. Aprono le porte a tutto. Non esistono le storie dove gli innamorati vivono solo del loro amore. Non so chi inventi queste sciocchezze! Tuo marito dovrà avere molti soldi per renderti felice, perché con i soldi ti porterà dappertutto. Viaggi, gioielli, vestiti. I regali e le emozioni più belle’’
Con gli anni, Allison si convinse sempre più che sua madre avesse ragione. Arrivata a diciotto anni decise che era arrivata l'ora di trovare marito. Neanche tre anni dopo era ufficialmente fidanzata con Richard Morris, avvocato, con padre medico e madre insegnante di filosofia a Yale. Tutto ciò che lei e sua madre avevano sempre desiderato. Ma qualcosa stava per sconvolgere la vita di Allison, o meglio, qualcuno.
 
 
 
-Credevo che prima o poi saresti rinsavita, che avresti mollato quel figlio di papà di Richard-non-toccatemi-i-capelli! E invece guarda! Te lo sposi!-

Allison voleva bene ad Amber. Era la sua migliore amica e le era stata vicina per tanti anni, e adesso, seppur contraria al matrimonio, la stava aiutando a scegliere l'abito da sposa, da brava damigella d'onore, ma non sopportava quando si comportava da eroina dei romanzi rosa.

-Cos'ha Richard che non va? Mi tratta bene, mi darà un ottimo futuro, cosa potrei desiderare di più? Guarda che anello mi ha dato poi!- disse orgogliosa mettendo la mano sinistra a due centimetri dal viso dell'amica.

-Potresti avere l'amore. Tu e Richard non vi amate e lo sai bene! Lui ti sposa perché per quanto è palloso, nessuna lo sposerebbe mai, tranne te! Che lo sposi solo per quelle stupide regole di quella pazza di tua madre. Allie, sicura di non volerci ripensare? Potresti ancora annullare tutto, e prima o poi troveresti il vero amore - concluse Amber con aria sognante

- Il vero amore!!! Pff! Chi può dire cosa sia l'amore? Sai, conosco una donna che da giovane si "innamorò" - e virgolettò davvero con le dita - di un uomo bellissimo, Peter. Faceva il chitarrista, ed era in cerca di un contratto discografico. Andarono a vivere in un appartamento di 40 metri quadri, infestato da topi e scarafaggi. Tutto questo per risparmiare denaro. Denaro che sarebbe servito a Peter - disse quel nome con una smorfia di disgusto - per affittare strumenti e garage per provare con la sua stupida band. E lei accettò tutto questo perché, come te, era una romanticona. A lei bastava dormire abbracciata a lui la notte, sbaciucchiarsi e tutte queste cose stupide! -

- Ecco! Vedi? L'amore è questo! Fare di tutto per la persona alla quale si vuole bene. -

- sì, certo. Ma fammi finire la storia -

Allison rimase in silenzio a lungo, assorta nei suoi pensieri. Lo faceva spesso. Quando ricordava o pensava a qualcosa d’importante, fissava lo sguardo nel vuoto e s’immergeva nella sua mente. Fu riscossa solo dalla voce della sua amica

- Allora? Com’è andata a finire?-

- Andò a finire che furono incoscienti e lei rimase incinta. Lui all'inizio si assunse una sorta di responsabilità, restò con la sua donna fino al settimo mese di gravidanza, non volendo sposarla però. Arrivati all'ottavo mese, stavano per perdere il bambino e servivano molti medicinali, cioè molti soldi. Così, senza dire una parola, Peter la lasciò sola nell'appartamento nel cuore della notte, e lei la mattina trovò un biglietto, dove lui le diceva che non poteva spendere tutti i soldi che avevano per lo stupido sbaglio di averla messa incinta, e che il bambino avrebbe rovinato la sua grande carriera da rockstar. Gli dispiaceva e bla bla bla, ma da quel momento se la sarebbe dovuta cavare da sola. -

- Oddio santissimo, che grandissimo bastardo figlio di una buona donna! -

Allison sorrise alle parole della sua amica. Sapeva già che era molto esplicita e diretta, ma la faceva sorridere ogni volta. Anche per questo le voleva bene.

-E quindi lei rimase sola? E che fine ha fatto il bambino?-

-Bambina, alla fine nacque una femminuccia e, beh...ce l'hai davanti.- ammise Allison quasi con imbarazzo.

- Non dire sciocchezze Allie. Dimentichi che io conosco tuo padre, so che non si chiama Peter e so che è l'opposto di un chitarrista di una rock band! Sbaglio o è un patito di Celine Dion?-

Allison non riuscì a trattenersi dal ridere a crepapelle - Sì, è fissato! L'anno scorso ha speso un capitale per andare fino a Las Vegas per un concerto! E pensa che voleva portarci anche me, ma...-

-Allie, cavolo, spiegami!-

-Ah sì, scusa.- disse cercando di riprendersi. Quando ci riuscì, il suo racconto continuò - Christopher Daves, l'uomo che tu conosci come mio padre, in realtà non è il mio padre biologico.- Amber spalancò la mascella, ma non riuscì a emettere alcun suono. Così Allison continuò - Ho promesso a mamma di non raccontare a nessuno questa storia, ma tu sei la mia migliore amica, quindi in un certo senso te lo devo.  Quando Peter la lasciò, mamma ritornò dai suoi genitori. Tu sai che mio nonno è il reverendo della chiesa protestante del paesino qui vicino giusto? Ecco, per loro fu impossibile accettare che mia madre stesse per mettere al mondo un figlio bastardo, fuori dal matrimonio tra l'altro. Che cosa avrebbe pensato il signore? Ma soprattutto, cosa avrebbero pensato i vicini? – cercò di scherzare Allison-

-Quindi doveva innamorarsi di qualcuno e sposarselo in meno di un mese. - concluse Amber al posto dell'amica -  Ma è impossibile. Lei non poteva innamorarsi in così poco tempo, e seppur fosse stato possibile, chi avrebbe mai accettato di riconoscere il figlio di un altro?-.

- Qualcuno al quale avrebbe fatto comodo avere un figlio-

- No, ti giuro Allison che non ci sto capendo niente-

-E allora fammi finire senza interrompere!- si spazientì Allison. Una volta che Amber ritornò in silenzio, continuò - Quando era giovane, mio padre, Christopher, si è molto divertito. Frequentava strip club, case d’incontri e schifi simili, al fine di beccarsi non so quale malattia venerea, che lo rese sterile. Inizialmente non gli interessò, poiché non aveva intenzione di avere figli. finché suo padre gli disse qualcosa come "se non metti su famiglia col cazzo che hai la mia eredità!!!"  Mio padre non poteva dire alla sua di essere diventato sterile per colpa delle sue porcate, così, per la prima volta in vita sua si recò in chiesa, con la speranza di ricevere una grazia o stronzate del genere. Dopo qualche settimana incontrò mia madre, che era quasi al termine della gravidanza. Mio nonno spiegò a Christopher la situazione e dopo aver discusso a lungo, arrivarono alla soluzione di tutti i problemi. Mia madre avrebbe dovuto partorirmi e presentarsi qualche giorno dopo alla porta dei genitori di Christopher lì avrebbe dovuto spiegare di aver incontrato il loro figlio nove mesi prima e di avergli nascosto la gravidanza. Questa fu un'idea di mio padre. Sarebbe stato più semplice spiegare l'improvviso arrivo di un bambino così. Mio nonno decise invece che lui avrebbe dovuto sposare mamma e riconoscermi. Ed ecco qua. Tutti felici. Se l'amore esiste, è questo, il compromesso! E guardali poi! Stanno insieme da ventuno anni. Dopo non si sono mica lasciati.-

-Non si sono lasciati perché tuo nonno non è ancora schiattato e non ha mollato il malloppo-
Allison rise - Incredibile il nonnino eh? Ottantatré anni e neanche un raffreddore becca! Un mito!-

-Io però non ho capito perché tu debba seguire quelle stupide regole di tua madre! Buon lavoro, buona famiglia e tanti soldi!  -

- Mia madre vuole solo che non commetta i suoi sbagli. Peter non aveva nessuna di queste cose. Se avesse avuto una buona famiglia, avrebbe avuto un buon lavoro, e quindi tanti soldi e non ci avrebbe abbandonate.  Così quando avevo quindici anni e mi avvicinai ai ragazzi, mamma mi ha raccontato questa storia e mi ha dato i suoi consigli. E a me stanno bene.  Sposerò Richard in questo bellissimo abito color champagne e andrà tutto bene. – Però cos’èra quella fastidiosa sensazione allo stomaco? E perché sembrava che volesse convincere prima se stessa?
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***


Capitolo uno
 
Allison voleva un grande matrimonio: 247 invitati, orchidee in ogni dove, sette damigelle in abiti di seta color tortora, vino e cibo francese. Il tutto contornato da una splendida cattedrale gotica dove suo nonno avrebbe celebrato la cerimonia e dalla magnifica villa in stile imperiale. Doveva essere tutto perfetto. Sarebbe stato il matrimonio del secolo, altro che Kate e William!
Richard non s’interessava molto ai preparativi. Lavorava fuori città e vedeva Allison solo nel week-end. Non che a loro pesasse. Il loro rapporto non era molto fisico.
Si erano scambiati il primo bacio al quinto appuntamento e ad Allison non era piaciuto. Credeva che la gente sopravalutasse bacetti, coccole, abbracci. Lei abbracciava con piacere solo sua madre. Ma col tempo sarebbe riuscita ad abbracciare anche Richard. Infondo sarebbe diventato suo marito.
A preoccuparla era ciò che Allison non nominava mai.
 
Il sesso.
 
Lo avevano fatto solo poche volte, che non avevano lasciato un buon ricordo in Allison. Lei sdraiata nuda, con addosso Richard ansimante e vergognosamente sudato. Le aveva quasi fatto schifo. Lui faceva versi strani e lei non capiva il perché di ciò. Infondo lei non aveva sentito niente.
 
Una volta sposati, Allison sarebbe andata a vivere da lui, che avrebbe preteso di farlo ogni sera. " Questo è il compito di una buona moglie, infondo" si diceva ogni volta che era travolta da questo pensiero, ma a furia di ripeterlo a se stessa questa frase le sembrava falsa. Come quando si ripete una normalissima parola all'infinito finché non ci sembra ridicola.
 
 
La milionesima volta che quei pensieri vagavano nella sua mente, fu distratta dallo squillo del telefono.
 
 
- La signorina Allison Daves?-
 
 
- sì, mi dica. - –
 
 
-Chiamo per conto del proprietario della villa dove si sarebbe dovuto svolgere il ricevimento delle sue nozze...-
 
 
Allison cominciò a sudare freddo. Perché quell'uomo aveva detto "si sarebbe dovuto svolgere... “.
 
 
-... Vede... Purtroppo a causa di un guasto alle tubature il posto sarà inagibile per quella data...-
 
 
-COME INAGIBILE? Non dica sciocchezze! Mi sposo tra un mese. Un guasto in un mese può essere riparato. –
 
 
- Forse non mi sono spiegato. Tutto il primo piano si è inondato d'acqua. Questo ha fatto crollare una parte di soffitto nel salone che lei aveva prenotato. L'impianto elettrico è da rifare e ci sono tantissimi altri danni, a partire dalla tappezzeria per finire con i bagni inutilizzabili.-
 
 
-Non importa. Mi avevate proposto il giardino, staremo bene anche lì.-
 
 
- Signorina, ci sono le norme di sicurezza da seguire. Ci creda, siamo molto dispiaciuti. Saremmo disposti a restituirle la caparra, salvo che lei non sia disposta a posticipare la data, ma non saprei dirle quanto tempo occorrerà. I danni sono tanti.
 
 
- Allison non poteva crederci. Come faceva a dire a 247 invitati che non aveva un posto per il matrimonio? Era impossibile trovare un altro posto altrettanto elegante e prestigioso  in meno di un mese e tutti gli invitati non ci entravano nel salotto di sua madre. Sconvolta, terminò la telefonata senza
 
 
salutare e inviò un sms ad Amber.
 
 
Un disastro!!! Corri subito da me!!!
 
 
Un'ora dopo le due amiche erano sedute davanti una tazza di caffè a parlare dell'accaduto
 
-Allie è un segno cazzo! Non devi sposare il mollaccione! Scommetto che tra un po' brucia anche la chiesa. Il tuo fidanzato porta sfiga. -
 
 
-Amber!-
 
 
- Davvero Allie, non sottovalutare questi segni. Mia nonna diceva sempre... –
 
 - Ma sii seria per una volta cazzo! Io sono rovinata! Dove li metto gli invitati? Come faccio? –
 
 
 - Beh... in effetti, è un problema... -
 
 
 - Mi sei d'aiuto sai!-
 
 
 - Forse ho una soluzione, ma dammi un minuto per fare una telefonata ok? Non posso assicurarti niente ma ci provo. -
 
 
 Senza che Allison potesse rispondere Amber era uscita già dalla casa. Il minuto si trasformò in dieci, poi venti, poi trenta. finché Allison non si decise di andare a controllare e la beccò nel momento dei saluti.
 
- Oddio, grazie Ty! Te la mando giù massimo in due giorni! Grazie, davvero! Salutami gli zii, ciao.-
 
 
Allison attendeva una risposta.
 
 
-Su Allie, entriamo e ti spiego tutto. - rispose Amber sorridente.
 
 
- Che cosa mandi giù? E giù dove? E poi chi è 'sto Ty?-
 
 
-Mio cugino Tyler! Vive in quel buco di paese dove sono nata io. Non ha un vero e proprio lavoro allora aiuta la gente ad allestire le sale quando ce n’è bisogno. Ho chiesto a lui pareri dopo avergli spiegato per bene la situazione e a quanto pare ha trovato una soluzione.-
 
 
-Cavolo dici sul serio?-
 
 
 
-Sì ma fammi finire. C’è un suo amico che affitta tendoni. Lo so , detto così starai pensando ‘’ma io mi sposo mica vado al circo’’, ma aspetta di ascoltare tutto-
 
Allison cercò di nascondere una risata. Stava pensando proprio a quello.
 
-   Allora. Tyler è bravo a fare ‘ste cose, te l’assicuro. Nella nostra città era sempre lui ad allestire le sale per il ballo. Cioè … lui si vergognava e lo faceva fare agli altri ma dava lui le dritte. Potrebbe trasformare i tendoni in una reggia. Davvero. C’è un solo problema … il tendone devi sceglierlo tu, e quindi dovresti partire al piu presto per andare da lui. Se vuoi, prenoto tutto io, non preoccuparti. –
 
 
-   Va bene, tanto vieni con me no?-
 
 
-   Beh no… lo sai che lavoro. Dai Allie, è l’unica soluzione. Non buttarla via così. Già ci ho messo una vita per convincere Ty.-
 
 
-   E perché avresti dovuto convincerlo?-
 
 
-   Beh… lui ti odia! Forse non ricordi ma lo hai già conosciuto. Cinque anni fa, al party per i miei sedici anni. Lui è più grande di due anni e si annoiava allora andò a fumare uno spinello sulla veranda e siccome ti stava antipatico, per non so quale motivo, con una scusa mandasti mia madre e mia zia fuori. Lo beccarono, mio zio gli tolse l’auto per tre mesi e lui non è potuto andare al concerto dei Foo Fighters.-
 
 
-   ODDIO non sarà mica quel tipo che si credeva Dio? No Amber, preferisco sposarmi al parco tra le cacche di cane piuttosto che aver a che fare con quel maniaco. Non guardarmi così! È un maniaco. Ci provò con Maggie alla tua festa-
 
 
-   È un ragazzo,non un maniaco. –
 
 
-   Non importa. Io da sola con quel ceffo non ci sto.-
 
 
-   Allison, devi solo scegliere il tendone e portarlo qui col furgone di Ty. Ci vorranno al massimo tre ore di viaggio e una volta arrivati qui vi aiuterò io a scegliere fiori, tavoli, sedie e tutto ciò che servirà. Va bene? –
 
 
-   Lo sai che ti odio vero?-
-    Sì me lo dici spesso- sorrise Amber- ma adesso andiamo a fare il biglietto del treno, che Ty odia i ritardatari. -

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo due. ***


Il sole non era ancora sorto, i lampioni della luce erano ancora accesi e sebbene fosse l'inizio d'agosto, la temperatura era molto bassa. La sera prima Allison e Amber avevano passato ore a trovare un volo per quell'assurdo paesino del cugino sbruffone di Amber. Alla fine si erano accontentate di un treno e di un pullman con diverse deviazioni, poi Allison avrebbe preso un taxi.
 
 
'Chi me l'ha fatto fare!'  pensò Allison. Erano le 5.15 ed il  treno era in ritardo. Se tutto fosse andato bene sarebbe arrivata da Tyler alle 12, avrebbe scelto quel stramaledettissimo tendone con lui e sarebbe tornata col suo furgone in serata.
 
 
Non era molto felice di passare del tempo con il cugino di Amber. L'ultima volta che lo aveva visto, lui finì col chiamarla  'stronza' per averlo fatto scoprire  mentre  si faceva uno spinello, ma se l'era cercata. Restò tutta la serata in veranda a rimorchiare ragazzine più giovani di lui e a criticare la serata ed Allison  non poteva sopportarlo, anche se a detta di Amber, l'unica cosa ad infastidirla era il fatto che Tyler non ci avesse provato anche con lei. Ma questa era un'idiozia. Ad Allison non interessava di certo quel cavernicolo.
 
 
 
Tyler;
 
 
Tyler non era abituato a svegliarsi prima delle dieci, ma quel mattino doveva andare contro se stesso.
Alle dodici sarebbe arrivata quella santarellina amica  di sua cugina Amber per scegliere il tendone da Peter e lui ricordava quanto potesse rompere, quindi era il caso di dare una ripulita al furgone, che avrebbero usato per ritornare in città, e di svegliare e far sparire la ragazza che dormiva nel suo letto. L'aveva conosciuta la sera prima in un pub e adesso si vergognava da matti perché non ricordava il suo nome.
Lui era sempre stato chiaro con le ragazze, non le aveva mai illuse, ingannate o maltrattate. Stava a loro accettare o rifiutare e se Tyler le vedeva insicure stroncava la cosa sul nascere, per non farle soffrire. Sebbene non tornava da nessuna di loro, il giorno dopo le richiamava sempre.
Le ringraziava per la splendida serata trascorsa e le salutava. Non gli era mai capitato di far restare una ragazza a casa sua, di solito trovava una scusa e le riaccompagnava, così come non gli era mai capitato di non ricordare un nome.
 
 Si ritrovò così, in mutande  e confuso davanti il letto, dubbioso sul da farsi. Tutta colpa di sua cugina. Tyler non sapeva dire di no ad Amber. Era come una sorellina per lui  e,  quindi, quando gli aveva chiesto di fare un favore alla sua amica si era trovato ad accettare pur sapendo che si trattava della più grande rompicoglioni del pianeta. Ricordava ancora quando fece la bastardata di farlo scoprire con quello spinello. Era molto giovane ed adesso non ne fumava più, ma un po' di solidarietà adolescenziale cazzo! Gli costò tantissimo quell'episodio e non seppe neanche perché quella tipa lo fece.
Si era ritrovato quindi a ripensare a tutto ciò in un pub del quale non era a conoscenza nemmeno dell'esistenza, a bere birra doppio  malto scadente,  con la speranza di riuscire a gestire la stronza.
 
 
'come faccio a svegliarla se non so nemmeno il suo nome?' pensò.
 
 
Optò quindi per un:
 
 
- Tesoro...sei sveglia?- falso quanto la banconota da sei euro, ma non voleva farle capire che non sapeva neanche chi fosse.
 
 
Per risposta ottenne solo dei grugniti così provò a strattonarla un po'.
 
-Eeeeh calmino…sono sveglia.-
 
Tyler si complimentò mentalmente con se stesso. Era una bellissima ragazza. Bionda, molte curve, alta.
 
- Si può sapere che diavolo ci fai a casa mia?- ma a quanto pare non era altrettanto sveglia.
 
- Casa tua dici? Questa è casa mia bella.-
 
 
- Oddio,ma ho bevuto parecchio?-
 
 
- Sinceramente? Non ricordo … ho  bevuto parecchio anche io. -
 
 
-Mmh… senti mi sento un po’ zoccola a dirtelo … ma io non ricordo neanche di averti incontrato e non credo che tu mi abbia portato  qui di forza, quindi ho fatto una cazzata ed è meglio che vada via.- disse con notevole imbarazzo in volto. Strano, visto che quella notte era stata tutt’altro che imbarazzata, da quel che ricordava.
 
 
-  Senti, non è colpa di nessuno. Io ero un po’ scazzato e tu… beh non so, ma avrai avuto sicuramente i tuoi motivi-
 
Lei non era tanto convinta allora lui continuò – Senti … se vuoi ti accompagno a casa … -
 
-  Mi faresti un enorme favore, davvero- sorrise e aggiunse – Io sono Rachel,non so se mi sono già presentata.-
 
Almeno non aveva fatto la figuraccia di non ricordare il suo nome,considerando che lei era confusa di lui su quella nottata.
 
-  Tyler - le porse la mano –piacere di conoscerti.- suonava stranissimo dirlo. Fino a poche ore fa sembravano molto intimi ed adesso si stavano presentando.
 
-  Tyler, potresti lasciarmi sola per rivestirmi?-
 
 
Due ore dopo Tyler tornò al suo mini appartamento. Un monolocale che consisteva in una camera da letto che fungeva anche da cucina ed ingresso. Non c’era spazio per cianfrusaglie, ne tantomeno per un divano.
Non aveva immaginato che Rachel potesse abitare così lontano e aveva perso la mattinata. Tra poco sarebbe arrivata quella rompicoglioni e la casa era sottosopra,per non parlare del suo furgone. Meglio mettersi al lavoro.
 
 
Allison;
 
Il treno arrivò in enorme ritardo. Erano le 11.45 e sarebbe dovuta già essere arrivata, invece la strada era ancora lunga. Sicuramente quel casanova dei poveri avrebbe avuto da ridire. Se lo immaginava già: faccia da strafottente, ghigno, sopracciglio alzato alla’’sono bello e me ne vanto ’’.
Meglio non pensarci, aveva già mal di testa per colpa di quel moccioso che non aveva smesso di piangere neanche per un minuto in treno.
 
Avrebbe dovuto avvertirlo del suo ritardo?
Infondo Amber le aveva dato il suo numero in caso di emergenza.
Scrisse e cancellò un sms un interminabile numero di volte fino ad arrivare ad un semplicissimo:
 
Scusa, arriverò in ritardo. Allison.
 
‘Sarà una lunga giornata’ pensò Allison,ma non immaginava neanche quanto.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1233365