Una vita difficile di Kat_Mel (/viewuser.php?uid=186004)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di un incubo ***
Capitolo 2: *** Perché non parli? ***
Capitolo 3: *** Un ritorno inaspettato ***
Capitolo 4: *** La vera paura ***
Capitolo 5: *** Chi è stato? ***
Capitolo 6: *** La quiete dopo la tempesta ***
Capitolo 7: *** Prima notte insieme ***
Capitolo 8: *** Orribili esperienze - NOME DEL CAPITOLO PROVVISORIO ***
Capitolo 9: *** Mi dimenticherò di quel sentimento non corrisposto che per anni ho nutrito solo io! ***
Capitolo 1 *** L'inizio di un incubo ***
1. L'INIZIO DELL'INCUBO
- Mamma!-.
- Vai dalla mocciosa,
subito!-.
- S-si, come vuoi-.
- Mi racconti una
storia?-.
- Ma certo tesoro!
Allora... C'era una volta una bellissima ragazza dai capelli turchini
come i tuoi, che si chiamava Bulma, e con il suo amico Goku, erano
andati alla ricerca delle sette sfere del drago...-.
- E che cosa sono?- la
interruppe la piccola.
- Sono delle sfere che,
messe tutte insieme, esaudiscono qualunque desiderio, però
solo uno, eh?-.
- E poi? Io cosa
desideravo?-chiese la bambina curiosa della risposta.
- Desideravi di trovare
il principe azzurro-.
- E l'ho trovato?-.
- Ma certo che l'hai
trovato, ed era molto affascinante, però lui era un principe
molto particolare-.
- In che senso?-.
- Nel senso che lui non
faceva vedere agli altri che ti voleva bene, te lo dimostrava solo
quando eravate da soli, ora però dormi, domani devi andare a
scuola-.
- D'accordo mamma,
buonanotte-.
- Buonanotte Bulma-.
Intanto, sulla soglia
della loro camera da letto, il compagno della Signora Brief, la stava
aspettando con ansia.
- Ma che fesserie le
racconti?- le domandò acido.
- E' solo una storia-.
- Sai che ogni volta che
le racconti una storia, tu devi vivere un incubo?-.
- Sì, lo so
benissimo- disse abbassando la testa, intuendo già cosa cosa
starà per accadere.
- Da dove vuoi che
cominciamo? Calci, schiaffi, o pugni?-.
- Da dove vuoi tu- disse
rassegnata la donna.
- D'accordo, preparati
al tuo incubo peggiore-.
E detto questo si
avvicinò alla bionda con una calma a dir poco inquietante,
la trascinò per i capelli fino al salotto, e
cominciò a picchiarla, svegliando anche la bambina che stava
dormendo. Bulma, svegliata dalle grida della madre, in punta di piedi
camminò silenziosamente per tutto il lungo corridoio della
Capsule Corporation, e, dalle scale, vide uno spettacolo terribile: sua
madre era riversa a terra, mentre suo padre le tirava calci allo
stomaco e alla schiena. La signora Brief, si accorse della presenza
della figlia e le fece un cenno con la testa, indicando la porta sul
retro, senza farsi vedere dal compagno. Madre e figlia, durante
l'assenza dell'uomo, avevano inventato un codice segreto, e la madre le
aveva spiegato che se le indicava la porta sul retro voleva dire di
scappare e andare a casa di Bardack, il padre del suo migliore amico.
La bambina fece un cenno di assenso verso la madre, e, con molta
cautela, attraversò la cucina di soppiatto, aprì
la porta sul retro, e scappò via. Il
cmpagno sentì la porta sbattere, convinto che fosse
della camera della figlia, così andò a
controllare. Appena giunto nella camera di Bulma, accese la
luce e vide che la bambina non era più lì. Di
corsa, ritornò in soggiorno, dove la compagna cercava di
rialzarsi, ma invano.
- Dov'è la
tua mocciosa, eh puttanella?-.
- N-non l-lo so-.
- Bugiarda. Credi che
sia così semo? Sono andato a controllare in camera sua e non
c'era, quindi è scappata... Dimmi dov'è, e forse
ti risparmierò la vita-.
- Ti ho detto che non lo
so-.
E dopo aver sentito
questo, con un calcio più potente degli altri,
spezzò la vita della compagna.
ANGOLO DELLE SCRITTRICI
Hola, come va? Abbiamo
voluto cambiare genere, voi cosa ne pensate? Prima di tutto volevamo
informarvi che nel secondo capitolo ci sarà un'incongruenza
con quello scritto qui, ma non vi preoccupate, l'abbiamo fatto apposta.
Se la storia vi piace e recensirete positivamente, allora la
continueremo, altrimenti la cancelleremo, oppure la modificheremo.
Baci,
L_B__ & LadyMary
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Capitolo 2 *** Perché non parli? ***
2. PERCHE' NON PARLI?
La bambina corse a casa
del suo migliore amico Goku, e raccontò a suo padre Bardack
quello che era successo. Appena udita quella tragedia, Bardack e Bulma
andarono immediatamente alla Capsule Corporation per andare a
soccorrere la signora Brief *, ma appena varcata la soglia di casa,
videro tutti e due uno spettacolo a dir poco raccapricciate: la signora
Brief, legata con un cappio al collo, era appesa al lampadario del
salotto e dondolava a destra e a sinistra. Sul tavolino basso c'era una
lettera scritta a mano dalla vittima.
Cara Bulma,
Mi dispiace lasciarti così presto, ma
non ce la facevo più a vivere con un peso sulle spalle come
te. Mi sei sempre stata d'intralcio ai miei progetti futuri, e con la
tua venuta al mondo, hai finito per rovinarmi l'esistenza, riempendola
di responsabilità come pagarti la scuola, ed è
per questo motivo che ho voluto privarmi della mia stessa vita.
Affiderò la tua custodia al mio compagno Matt, lui
saprà come prendersi cura di te. Non farlo arrabbiare,
altrimenti ne pagherai le conseguenze.
P.S. L'unica
soddisfazione che mi dai è quando canti con quella voce
così melodica e angelica per una bambina così
piccola.
Addio,
signora Brief.
- Come può
scrivere una cosa del genere!-
- Mi amamma mi vuole
bene!- gridò Bulma ormai esasperata da quella situazione,
con delle lacrime amare che le rigavano il volto così
innocente.
Bardack
chiamò la polizia, che arrivò immediatamente.
- Cos'è
successo qui?- chiese ignaro uno dei poliziotti, prima di spostare il
cadavere.
- Cosa vuole che sia
successo?! E' morta la madre di questa bambina- disse indicando la
piccola Bulma, disperata per la morte della persona più
importante della sua vita.
- Senta signore, noi
dobbiamo portare la bambina in ospedale per farle degli esami-.
All'ospedale...
- Come ti chiami
piccola?- domandò gentilmente un'infermiera abbassandosi
quanto bastava per vederla in volto.
- Bulma- rispose al suo
posto l'uomo accanto alla piccola, la quale non accennava a risponderle.
- Dovremmo farle delle
analisi. Potrebbe aver subito uno shock emotivo-.
La piccola Bulma non
rispose a nessuna delle domande che i poliziotti le porgevano, e i
medici capirono che non aveva intenzione di parlare, almeno con loro,
ma non sapevano quanto si sbagliavano. Poco dopo, Bulma
entrò in sala d'attesa, e, subito, due agenti
l'accompagnarono da uno specialista in psichiatria, per comprendere le
conseguenze dell'accaduto sul comportamento della bambina.
- Allora piccola, come
ti chiami?- chiese cordialmente il dottor Snow, lo psicologo a cui le
cure era stata affidata Bulma.
Lei non non emise
neanche un suono, e tacque per tutta la durata della risposta,
esattamente come aveva fatto con i poliziotti e con l'infermiera.
- Qual'è il
tuo animale preferito?- chiese ancora il medico.
Anche questa volta,
l'unica risposta che ottenne era il silenzio della paziente,
perennemente concentrata a guardarlo, piuttosto che rispondergli.
- A cosa ti piace
giocare?- fu l'ennesima domanda senza risposta che il medico ottenne da
Bulma. In quel momento, anche se fosse caduto uno spillo sulla
moquette, si sarebbe sentito indistintamente il suono metallico, dato
il silenzio che incombeva nella camera, infatti, la paziente, non ne
voleva sapere di rompere il mutismo in si era rinchiusa dopo aver letto
la lettera della mdre.
Dopo l'ennesimo
fallimento dello psicologo, apparve sulla soglia dello studio il dottor
Snow, che ordinò gentilmente alla bambina di uscire e di
restare in sala d'attesa. Sotto la supervisione di un agente, fecero
entrare Bardack, venuto come tutore momentaneo di Bulma, visto che il
compagno della signora Brief non era rintracciabile.
- Il caso di questa
bambina è piuttosto particolare, ma non unico nel suo
genere, infatti, sembrerebbe che lo shock causatele dalla vista di sua
madre appesa al lampadario e dalla lettera letta poco tempo prima,
l'abbiano chiusa in sé stessa, con la conseguenza del
mutismo. Questo potrebbe causare problemi sulla sua vita sociale, ad
esempio, potrebbe diventare ostile con tutti, allontanarsi da chiunque,
ma la cosa più grave è che così non
esprime i propri sentimenti- sentenziò il medico, che
appariva agli occhi di tutti i presenti come freddo e distaccato, ma in
fondo era preoccupato del futuro della bambina.
- Mi dica slo una cosa,
il mutismo è temporaneo o permanente?- domandò
Bardack con voce triste.
- Normalmente
è temporaneo, passa col tempo, ma lo shock è
stato molto forte per una bambina della sua età,
però, per ora, non lo si può sapere-.
- E cosa possiamo fare?-.
- L'unica cosa che
potete farle è starle vicini, metterla a suo agio, e non
ricordarle l'accaduto. Vi chiederei di portarla qui almeno una volta al
mese, in modo da farla aprire e iniziare a farla parlare, e di
conseguenza, di curare il suo mutismo in meno tempo possibile-.
- La ringrazio, lo
faremo- e poi Bardack uscì da quello studio, prese la
piccola Bulma con sé e insieme andarono a casa sua, dove sua
moglie Taanipu (così ho sentito dire nda L_B__) aveva
preparato una camera per Bulma, che avrebbe vissuto lì
almeno fino all'arrivo di Matt, il compagno di sua madre. I genitori di
Goku avevano promesso a Bulma, e soprattutto a se stessi che avrebbero
chiesto l'adozione di quella bambina, pur di non farla soffrire ancora
per via di quel mostro.
* Ho scritto
così perchè l'ultima volta che Bulma vide sua
madre era viva, ed era convinta che lo fosse ancora quando
arrivò lì con Bardack, ma non fu
così...
ANGOLO DELLE SCRITTRICI
Non resistevo
più, così ho pubblicato anche il secondo. So che
LadyMary m ucciderà domani, ma ne è valsa
totalmente la pena. Spero di avervi intrattenuto abbastanza come nel
primo capitolo. Ormai vi sarete chiesti tutti: come ha fatto a scrivere
la lettera, visto che è morta? oppure come ha fatto ad
impiccarsi fino al lampadario, siccome c'era solo un tavolino basso?
Tutte queste domande si risolveranno solo con il passare dei capitoli.
Un abbraccio,
L_B__ & LadyMary
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Capitolo 3 *** Un ritorno inaspettato ***
3. UN RITORNO INASPETTATO
Erano passati ormai due mesi dalla morte della madre di Bulma, ma la
bambina non accennava ad una parola, era ancora chiusa nel suo mutismo,
ma almeno sembrava riprendersi a poco a poco nella sua nuova
sistemazione, a casa del suo amico Goku e dei suoi genitori.
Visto che non riusciva a comunicare apertamente tramite i
gesti, Bardack e Taanipu le regalarono una lavagnetta magica (non
è che sia magica nel vero senso della parola. Avete presente
quelle lavagnette bianche che se fai scorrere una roba di plastica,
quello che hai scritto scompare? Proprio quella le aveva regalato), in
cui la turchina scriveva ciò che desiderava esprimere,
siccome aveva imparato presto a scrivere.
Un giorno, mentre Taanipu giocava con Bulma e Goku, la piccola scrisse:
- Dov'è adesso la mia mamma?- poi fissò
speranzosa la figura che ormai assomigliava più ad una
madre, che ad una amica.
- La tua mamma è in cielo, è diventata un angelo
e aiuta le persone buone ad entrare in paradiso- le disse lei
dolcemente.
- Davvero? E cosa sono gli angeli?-si impegnò a scrivere
senza fare errori.
- Sono delle persone che sono state buone tutta la vita, e hanno delle
bellissime ali bianche sulla schiena- le disse con un sorriso Taanipu.
- E quando potrò andare a trovarla?- scrisse ancora.
- Potrai andare a trovarla solo quando sarai molto vecchia- le
interruppe Bardack.
Poco dopo andarono a pranzare, siccome i bambini avevano una gran fame,
e non solo loro!
Stavano finendo il oro pasto tranquillamente, quando sentirono il rombo
di una moocicletta avvicinarsi alla loro via.
Bardack, Goku e Bulma uscirono dall'abitazione, mentre Taanipu metteva
in ordine la cucina, e videro una Harley Davidson che si
accostò davanti al loro giardino. Il pilota scese con calma
e si tolse il casco senza alcuna fretta, rivelando il volto del
conducente. Era il compagno della signora Brief, Matt.
Senza neanche salutare, disse:
- La bambina viene con me, poche storie-.
- Non ci pensare nemmeno! Tu sei violento, non saresti in grado di
crescerla e curarla, soprattutto nella situazione in cui si trova.
Finirai solo per farla soffrire ancor di più- fu la risposta
di Bardack.
- Lo sai, dal punto di vista giuridico l'affidamento
cel'ho io, non voi. Andiamo a casa, mocciosa-.
- Te l'ho già detto, a costo di andare in tribunale,
l'affidamento dell piccola Bulma verrà dato a noi, non a te!
E saresti anche in grado di picchiarla, e non le daresti l'istruzione
necessaria per affrontare la vita!- lo attaccò a parole.
- Non ti impicciare, la bambina viene con me- riuscì solo a
dire, punto sul vivo.
- Mai! Bulma, Goku, rientrate in casa a giocare con Taanipu-.
I bambini annuirono ed entrarono correndo in casa.
- Allora Matt, ti propongo di andare da un giudice o un avvocato, e se
necessario, portare la nostra causa in tribunale. Mi sembra l'unica
opzione razionale, visto che vogliamo tutti e due l'affidamento della
bambina-concluse Bardack.
- Mmmmm... D'accordo, tanto lo sai anche tu che sono il parente
più stretto che ha Bulma, quindi la legge è dalla
mia parte. Il processo è solo un modo per allungare il
soggiorno della mocciosa in questa casa, tanto alla fine
verrà con me-.
E dopo queste ultime parole, Matt salì sulla sua moto e
sfrecciò via.
CONTINUA...
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Capitolo 4 *** La vera paura ***
4. LA VERA PAURA
Dopo circa sei anni, il processo per l'affidamento di Bulma
terminò, finalmente.
- Coniugi Son, mi dispiace informarvi che Bulma non potrà
stare con voi, deve ritornare con suo padre -annunciò
l'avvocato.
- Ma non è possibile! Non può stare con lui! Le
farà solo del male!- gridò disperata Taanipu, nel
tentativo di far cambiare idea all'avvocato.
- Mi dispiace, ma è così che è stato
deciso, e poi anche se la signora Brief ha scritto che la custodia
andrà al suo compagno-.
- La signora Brief non è così stupida da fare una
mossa così azzardata nei confronti della figlia
-ribattè Bardack.
- Guardate che c'è scritto così nella lettera, e
c'è anche scritto che Bulma era un peso per lei -.
- No! Non è vero! A dir la verità loro erano
molto affiatate insieme, così tanto che in assenza di quel
mostro, hanno inventato un codice segreto, andavano tutti i giorni
alparco, oppure venivano a trovare Goku. Questo per farle capire che
Bulma era ben voluta da sua madre, anche se nella lettera diceva il
contrario -.
- Mettiamo il caso che fosse vero quello che dite, ma ciò
non distoglie che l'affidamento di Bulma sarà
comunque di Matt -.
- Ma potremmo andare a trovarla? - chiese speranzosa Taanipu.
- Tutte le volte che lo vorrete - li rassicurò l'avvocato.
Dopo alcuni mesi...
- Ehi, ragazzina, sono a casa! - gridò Matt.
La ragazza, sapendo che Matt era un tipo che non bisognava farlo
aspettare, scese di corsa dalla sua camera fino alla porta di casa,
dove si fermò davanti a lui.
- Hai fatto tutti i compiti? - le chiese con finta gentilezza.
Bulma annuì impercittibilmente.
- Sai ragazzina, con il passare del tempo sei diventata più
bella ed ubbidiente - disse mentre le cercava di accarezzarle la
guancia.
Di scatto, Bulma cominciò ad indietreggiare.
- Perchè hai paura di me? Io sono tuo padre, non dovresti
fare cose del genere a chi ha contribuito a crearti. Ora vieni
con me. Ti farò conoscere un po' di amici miei al bar -.
Matt, seguito a ruota dall'azzurra andò in un locale molto
buio e sinistro, nella zona più sporca e sudicia della
città, dove si aggiravano ubriaconi, prostitute, maniaci
sessuali, pazzi, e anche spacciatori.
Appena Matt varcò la soglia del loale, salutò
tutti i suoi compari, uno ad uno.
- E quella chi è, la tua nuova puttanella? Sai, è
così carina che me la farei seduta stante -.
Bulma rimase mpietrita a quelle parole cariche di desiderio e di
eccitazione, così rimase ferma sulla soglia della porta.
- No brutto scemo, quella lì è mia figlia Bulma-.
- Allora ti devo fare i complimenti: te la sei scelta bene la tua
puttanella, eh? Scommetto che se è bella quanto brava a
letto, domani ti darò almeno 10000€ per
la notte passata in compagnia -.
Sentite queste parole, la turchina scappò da quel locale
così lurido e pieno di depravati, e andò a
rifugiarsi in casa sua.
Dopo qualche ora...
- Ehi mocciosa! Perché sei scappata? - le domandò
gelido, come sempre del resto.
La ragazza prese in mano la lavagnetta e scrisse:
- Avevo paura -.
- Ah sì, eh? Adesso ti faccio vedere io che cos'é
la vera paura -.
Appena disse ciò, si slacciò la cintura dei
pantaloni e le ordinò:
- Togliti la maglietta -.
La turchina, impaurita da ciò che stava per farle,
obbedì senza ribattere.
Appena tolse l'indumento, Matt la frustò per circa tre ore,
lasciandole ferite per tutta la lunghezza della schiena così
candida, che ora era stata rovinata da quella cintura di cuoio.
- Sai una cosa, ragazzina? Non mi fermerò proprio adesso che
arriva il bello -le sussurrò all'orecchio.
Appena disse ciò, la girò, la prese per le
spalle, e le tirò una ginocchiata in pieno stomaco. Bulma si
piegò in due dal dolore. Matt la fece sdraiare sulla schiena
dolorante sul pavimento freddo del salotto, si accavallò su
di lei e cominciò a chiaffeggiarla, tirarle pugni, e, ogni
tanto si alzava per sgranchirsi le gambe tirandole calci, fino a farle
sputare il suo stesso sangue.
- Ora vedo che hai imparato che cos'è la vera paura, e
adesso torna a dormire -si congedò Matt, lasciando la figlia
che si rotolava dal dolore su quel freddo pavimento, dove anni addietro
si era consumato un omicidio.
CONTINUA...
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Capitolo 5 *** Chi è stato? ***
5. CHI E' STATO?
L'azzurra si
svegliò prima del solito, quindi decise di andare a fare una
passeggiataa, prima di andare a casa di Chichi, la sua migliore amica.
Appena Chichi le aprì il cancello, si spaventò
dall'aspetto dell'amica: aveva un occhio nero e gonfio, e il labbro
spaccato, e per non parlare dei polsi, erano segnati ed erano tutti
arrossati, anche se nascosti dalla felpa larga che indossava.
- Bulma, sai che giorno
è oggi? - le chiese l'amica, ancora preoccupata della salute
di Bulma.
- No, quale? - le
scrisse sulla lavagnetta.
- Ma è il tuo
compleanno! E sai una cosa? Ti ho fatto un regalo bellissimo -.
- Quale? Adesso voglio
saperlo però - le riscrisse.
- Andiamo al karaoke con
Goku e Vegeta! -.
- Davvero? -.
- Già, non
sei contenta? -.
In risposta ricevette un
sorriso, anzi, il primo e vero sorriso da quando l'aveva conosciuta.
Appena arrivati in aula,
la classe si dieresse frettolosamente in palestra, pronti a subirsi la
lezione del professore.
- Allora ragazzi. Visto
che siamo in pochi giocheremo a pallavolo-.
Bulma era felicissima,
non solo perché era il suo compleanno e sarebbe andata al
karaoke, ma perché era un asso della pallavolo, soprattutto
in attacco, e voleva dimostrarlo a tutti i presenti.
- Bulma, Yamcho,
Tensing, Rif, Laura, e... Vegeta. Voi siete la squadra 1, mentre Goku,
Chichi, Radish, Nappa, Turles, e Crili, saranno la squadre
2-annunciò il professore.
Bulma si
sistemò in zona 2, in zona d'attacco, mentre Vegeta si
sistemò in zona 3, come alzatore.
- Ehi, ragazzina-.
Bulma si girò
di scatto verso il suo compagno di squadra.
- Quando ti arriva la
palla, passamela, io te la alzo, e tu la schiacci contro il pelatino.
Quello è il loro punto debole-.
La ragazza
annuì, con un grande sorriso, intuendo già le sue
intenzioni.
"Quello che lui voleva
fare, era continuare ad attaccare su Crili, così poi tutti
lo difendevano, e quando si presentava un buco nella formazione,
manderò proprio lì la palla" pensò.
Dopo la partita, la
squadra 1 vinse tutti e tre i set. Vegeta era rimasto colpito da quella
ragazza sempre così triste, ma, in certi casi, forte e
determinata. Bulma, che distava a pochi passi da lui, si
abbassò per prendere la lavagnetta, e Vegeta vide, attravrso
la maglietta bianca, dei segni rossi, sparsi per la schiena, ma no ci
fece poi così tanto caso. Dopo essersicambiato,
andò davanti allo spogliatoio femminile, ormai tutte le sue
compagne di classe erano tutte andate nel corridoio, tranne Bulma, che
ogni volta, rimaneva ultima a cambiarsi. Per accertarsi di
ciò che aveva visto poco prima, aprì la porta
dello spogliatoio, facendo sobbalzare la ragazza all'interno, la quale,
alla sua vista indietreggiò, fino ad incontrare il muro.
Proprio in quel momento notò che Bulma si era già
cambiata, così le ordinò:
- Togliti la maglia-.
La ragazza, ovviamente
scossa per tutto quello che stava succedendo in quel momento,
negò con la testa.
A questo punto Vegeta,
spazientito dal suo carattere deciso, le tolse letteralmente la maglia
di dosso, e ciò che vide non fu affatto piacevole.
Solo in quel momento si
accorse che il suo occhio ceruleo, era coperto da un livido nero, il
labbro spaccato e, ora che riusciva a vederla meglio, aveva altri
lividi sullo sterno, sull'addome e alle braccia. Con una delicatezza
inaudita, la prese dolcemente per le spalle e la girò. Aveva
visto bene, anche troppo bene. La schiena presentava ventine e ventine
di tagli, sia profondi, sia superficiali, sia asciutti, sia ancora
aperti, che le rovinavano la sua pell liscia e nivea.
Spaventato per
ciò che provava Bulma in quel momento, la rigirò,
e le chiese con calma:
- Chi è
stato?-.
La ragazza
indicò la lavagnetta, che Vegeta le porse in un istante,
ansioso di conoscere chi era quella faccia di merda che aveva osato
picchiare una ragazza.
- Nessuno, ho
attraversato dei rovi e mi sono fatta male-.
- Bugiarda, a chi vuoi
darla a bere, eh? Dimmi subito chi è stato-.
Al tono rude di Vegeta,
che le metteva ansia e paura al tempo stesso gli scrisse:
- E' stato il compagno
di mia madre, con una cintura. Dopo che ebbe finito di torturarmi la
schiena, con la stessa cintura che aveva usato, la utilizzò
per legarmi i polsi e picchiarmi-.
E quando Vegeta ebbe
finito di leggere quello che aveva scritto, le prese le mani tremolanti
e notò che erano sfregiate e arrossate; poi
la aiutò a rivestirsi, e corsero in classe, pronti
per altre cinque ore di lezione.
Al karaoke...
- Allora, chi comincia?-
chiese Goku, adocchiando Bulma. Sì, perché solo
lei e Goku sanno quel segreto.
- Ma che ci facciamo qui
se lei non canta?- Chiese acido il moro.
- Adesso lo vedrai-
rispose Goku.
I quattro si chiusero in
una camera, scelsero ua canzone: Everytime we touch (slow).
- Tsk, e chi la canta?-.
- Lei- gli rispose il
moro dai capelli a palma.
La ragazza
cominciò a cantare e tutti rimasero a bocca aperta
perché non avevano mai pensato minimamente che una voce
così angelica e armoniosa, fosse rinchiusa in una ragazza
così triste, chiusa in se stessa da troppo tempo ormai,
senza esprimere sentimenti, senza esprimere emozioni, e soprattutto,
senza esprimere opinioni.
CONTINUA....!
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Capitolo 6 *** La quiete dopo la tempesta ***
6. LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA
- Hai una voce bellissima! - esultò la mora.
- Parla - le chiese "gentilmente" il ragazzo dai capelli a fiamma.
La ragazza dagli occhi color del cielo cercò qualcosa con lo
sguardo, la cosa più importante della sua vita, quella cosa
che le permetteva di esprimere opinioni, sensazioni e sentimenti: la
sua lavagnetta. La cercò per tutta la stanza, per il
corridoio e all'entrata, ma niente, non si trovava da nessuna parte,
così, rassegnata, decise di tornare dai suoi
amici, che la stavano aspettando.
- Perché sei scappata via? - le chiese preoccupato Goku.
Vegeta, intuendo che era successo qualcosa a Bulma, rispose al posto
suo, sbalordendo tutti i presenti.
- Voi restate qui a divertirvi, io accompagno la ragazzina a casa sua,
ormai mi sono rotto di stare in questo posto-.
- D'accordo! - esclamarono all'unisono Goku e Chichi.
Vegeta, seguito a ruota da Bulma, andò verso l'edificio
imponente della Capsule Corporation, quando si voltò e le
disse:
- Siamo arrivati, io me ne torno a casa. Ho ben altro da fare che
badare ad una mocciosa-.
POV Bulma
Lo stavo seguendo da quasi un quarto d'ora, ma non mi rivolse neanche
una parola, quando improvvisamente...
- Siamo arrivati, io me ne torno a casa. Ho ben altro da fare che
badare ad una mocciosa-.
Di risposta gli misi il broncio, ma lui si mise a ridere. Non era una
risata di scherno, né di derisione, era puro divertimento.
Adesso che ci penso, è anche molto più carino
quando ride che quando se ne sta con i suoi compari, sempre con
quell'espressione accigliata. E poi... cavolo, dovevo avere proprio
un'espressione davvero strana se l'ho fatto ridere così.
Mi incamminai verso la porta d'ingresso, mi voltai verso di lui e gli
feci uno dei miei sorrisi migliori, poi aprii la porta, vedendomi
sbarrare la strada il mio incubo peggiore.
- Dove sei stata?!- mi urlò in faccia.
Non dovevo sprecare la mia voce per rispondergli, dovevo lottare e
sostenere il suo sguardo, facendogli capire che non avevo paura di lui
e che non mi sarei mai sottomessa, a tutti i costi. Lo guardai con
tutto l'odio che provavo nei suoi confronti, ma come risposta ottenni
uno schiaffo che mi fece girare la testa. Dopo pochi secondi me ne
arrivò un altro, un altro ancora, seguito da pugni
violentissimi sul mio volto, poi, com'era solito fare, si
slacciò la cintura, mi strappò la maglietta e
lì, in quel momento, cominciò la mia vera
tortuta.
Non volevo gridare, non dovevo gridare perché se lo avessi
fatto, lui avrebbe ottenuto la mia sottomissione, ma io sono forte e
posso resistere a questo tipo di violenze. Non so spiegarmi il
perché, ma mi comparve il volto di Vegeta davanti agli
occhi; per un istante mi dimenticai dell'odio verso Matt, del dolore
che stavo provando e della tristezza di cui era ricolma la mia vita.
Dovevo resistere perché questa era una battaglia personale
tra un uomo che impone la propria autorità con la violenza,
e una ragazza con una
vita difficile che deve sopportare tutte
queste prepotenze. Ora lo vedo che sta caricando un calcio molto
potente, per poi colpiri all'altezza dell'addome. Una voce
all'improvviso arrivò gelida nelle mie orecchie:
- Sai una cosa? Sono stato io ad uccidere tua madre e a scrivere quella
lettera, e sono sempre io quello che l'ha appesa al lampadario. Sai
come ho fatto? Dopo che l'ebbi uccisa, scrissi con la sua penna quella
lettera, poi presi un cappio dallo scantinato e con una scala l'ho
appesa al lampadario per farlo credere un suicidio -.
Non ho versato nemmeno una lacrima a quella rivelazione. Non ce n'era
bisogno perché avevo già intuito chi era stato, e
poi dovevo essere forte per me, per mia madre, che sognava un futuro
roseo per me e sognava vedermi felice con la persona che amavo, ma la
morte l'ha strappata via da questo mondo, troppo ingiusto per una
persona così buona e gentile, lasciando vivere le persone
malvagie, e che potranno fare ancora del male. Non è
riuscita neanche a vedere espresso il suo desiderio, cioè
quello di vedermi essere una persona felice e con una famiglia tutta
mia. Voleva con tutto il cuore che mi sposassi con la persona che amavo
e che mettessi su famiglia, regalandole dei bellissimi nipoti, che lei
non potrà mai vedere, e che loro non
potreanno mai vederla.
Altri calci mi colpiscono senza perdere potenza, causandomi un dolore
immenso, ma non dovevo gridare, non volevo gridare, o avrei perso la
mia battaglia personale contro quel mostro.
Mentre tutta questa violenza veniva consumata in casa Brief, Vegeta si
era appostato nell'immenso giardino, vicino alla finestra che dava sul
salotto, assistendo a quell'orribile scenario, sentendo anche dei
gemiti trattenuti, che dovevano essere della sua compagna di classe, di
cui si era innamorato, ma il suo orgoglio gli impediva di dichiararsi e
continuava a negare a se stesso di amarla.
Il giorno dopo...
Vegeta si didirgeva verso la scuola, ma durante il tragitto,
incontrò la casa di Bulma, così decise che
sarebbe andato a scuola con lei. Si avvicinò al campanello,
ma un rumore improvviso lo fece voltare, e, attraverso una finestra,
vide un uomo tirare violentemente i capelli turchini di Bulma. L'uomo
si avvicinò alla porta, mentre, come per istinto, Vegeta
indietreggiò, e, quando la porta si aprì, Matt
spinse la ragazza scaraventandola sul moro, dicendogli poi, accortosi
solo in quel momento della sua presenza:
- Tieniti questa puttanella, però poi la rivoglio a casa.
Devo fare una cosa divertente con lei -.
Con Bulma ancora tra le sue braccia, cominciò a
rassicurarla, accarezzandole la choma azzurra.
- Cos'è successo? - le chiese di punto in bianco.
- Niente -.
Rimase basito per quella risposta perché la differenza della
voce che ha usato adesso, e quella che aveva sentito cantare, erano ben
differenti l'una dall'altra: la prima era roca e bassa, molto difficile
da sentire, mentre la seconda era piena di gioia e felicità,
motlo chiara e squillante.
- Non prendermi per il culo, hai capito? Ho visto tutto ieri sera -.
- Allora non c'è bisogno che te lo spieghi, visto che sai
già tutto nei minimi particolari -.
- Succede tutti i giorni? -.
- Quasi. Ogni tanto va in Viale Zara e porta qualche prostituta in
casa, a volte mi costringe perfino ad assistere alle sue notti focose -.
-... -.
- Oh, non ti preoccupare, non è poi così
traumatico -.
- Perché? - le chiese con una nota di sorpresa nella voce.
- Perché basta che non mi tocca con quelle luride mani e io
sono a posto, ovviamente ometto tutte le volte che mi ha picchiata -.
- Giusto -.
Quel giorno, a scuola, le ore passarono veloci, ma solo
perché tutti i professori avevano fatto uno sciopero,
così avevano messo alla classe dei supplenti.
Daopo 5 ore di supplenza, Bulma si avvicinò al cancello
dell'entrata, dove Vegeta era appoggiato con le braccia incrociate, e
con la sua solita espressione corrucciata.
- Grazie - gli sussurrò vicino all'orecchio.
- Vattene -.
- C-cosa? -gli chiese con le lacrime agli occhi.
- Vattene da quella casa. Vieni da me, ho già deciso -.
Bulma, non aspettandosi questo genere di risposta, rimase per un po'
interdetta, ma si riprese subito.
- E i vestiti? Come faccio? - gli domandò con aria da
saputella.
- Andremo a prenderli insieme -.
- Nei negozi? -.
- No, andiamo da tuo padre, ti lascio stuprare da lui mentre faccio
zapping standomene sul divano e grattarmi l'ombelico, e poi, quando lui
ha finito, andiamo in camera tua a prenderli tutti insieme felicemente.
E' ovvio che andremo a comprarli, no? -.
Bulma non si fece scoraggiare da quella risposta, anzi, era quasi
divertita.
- E quando hai intenzione di andare, genio? -.
- Subito -.
Parcheggiata sul retro della scuola c'era appostata la macchina di
Vegeta. Alla vista del suo mezzo di trasporto, Bulma scoppiò
in una risata cristallina, difficile da contenere, causando una nota di
disappnto nello sguardo del moro. La macchina parcheggiata era una Ford
Fiesta 1200 cavalli e aveva 6000 giri, ed era di colore... verde
fosforescente (N.B. informazioni prese da Top Gear, puntata
Ford Fiesta vs Corvette nda L_B__).
- Scegli - le ordinò.
- Non mi vuoi aiutare? -.
- Uffff, va bene. Prova questo, questo, e queste - disse mentre gli
lanciava gli abiti.
Dopo pochi minuti uscì una Bulma completamente diversa:
- Come sto? - domandò tutta sorridente facendo un giro su se
stessa.
- Tsk, come al solito - le rispose con una punta di imbarazzo.
- Uffa, sei proprio noioso -.
"Se devo dire la verita, sta benissimo, anche se c'è
qualcosa che non mi quadra: appena è uscita dallo
spogliatoio e l'ho vista contenta, io mi sentivo da schifo, impotente.
E' strano vederla con un vestito così corto, infatti le si
vedono i lividi, soprattutto in volto. Mi dispiace così
tanto per quella povera ragazza, ma da quando varcherà la
soglia dell'entrata di casa mia, la tratterò con molta
più gentilezza, almeno spero di riuscirci" pensò
tristemente Vegeta.
Bulma, in quel momento indossava un vestito bianco a fascia, che le
arrivava fino alle ginocchia, un cappello di paglia che riusciva a
tenere in testa a malapena, da quanto era grosso, e delle infradito
nere, molto semplici.
Dopo essere stato lì con lei a scegliere i vestiti da farle
indossare nei prossimi giorni a scuola, si accorse, tramite il suo
cellulare, che erano già le sette e mezza di sera.
- Andiamo ragazzina, è tardi -.
- D'accordo, adesso arrivo - gli rispose, portando tutta la roba
comprata alla cassa (intimo compreso).
Salirono in macchina e in fretta e furia arrivarono all'appartamento di
Vegeta.
CONTINUA....!
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Capitolo 7 *** Prima notte insieme ***
7. PRIMA NOTTE INSIEME
L'appartamento era molto carino, sotto gli occhi di Bulma: era un
trilocale in più aveva il bagno e il balcone, dove il colore
dominante era il bianco, sia per i pavimenti, sia per le porte e i
muri. Vi erano una cucina molto piccola con il minimo necessario per
cucinare, e sotto il lavello c'era una lavastoviglie, per di
più guasta; nel soggiorno c'erano un tappeto rosso scuro,
due divani, uno rosso e uno nero, un tavolino basso in legno e una
televisione. Si potevano scorgere due porte bianche, chiuse con tanto
di chiave: il bagno e la camera di Vegeta. In quest'ultima c' era un
letto matrimoniale con federe di un blu carico, e due armadi antichi di
ciliegio, un colore molto intenso, mentre accanto al letto c'era un
comodino dello stesso materiale degli armadi, e appoggiata sopra c'era
un'antica abajour.
I due ragazzi varcarono la soglia di casa con una miriade si sacchi,
sacchetti e borse, quando Bulma esclamò:
- Wow, che bella casa!-.
- Tsk, era già arredata-.
- Ma scommetto che il divano nero lo hai comprato tu, giusto?-.
-...-.
- Ho ragione!-.
- No che non hai ragione-.
- Invece sì! Chi tace acconsente! Ti sei scavato la fossa da
solo, come sei ingenuo-.
- Tsk, io non sono come te-.
- E ci mancherebbe altro! Aspetta...-.
Il suo volto diventava sempre più serio per ogni secondo che
passava, infatti il moro dai capelli a fiamma seguì le sue
istruzioni, aspettandosi una qualche notizia tragica o una rivelazione
non ancora svelata quando, all'improvviso, Bulma cominciò a
parlare:
- Ti sto immaginando con i capelli lunghi fino al sedere, con la gonna
e le tette con una 5° di reggiseno! Se fossi stato
così ti avrei iscritto al concorso Miss Maglietta Bagnata
2012, avresti vinto di sicuro.- lo sbeffeggiò spudoratamente.
- E io ti sto immaginando versione maschio con gli addominali
afflosciati, con la piazzola sulla testa e con il piciollo ( per chi
non avesse compreso il vocabolo usato, la parola misteriosa
è... pene) tutto raggrinzito per l'inattività-
rispose alla provocazione senza farsi scrupoli.
- Senti ma... non è che ti stai descrivendo da solo tra
qualche anno? Sai, per la parte della piazzola sulla testa ho un
rimedio speci...-.
- Basta! Non ti sopporto più! La mia camera è
quella là a sinistra, le tue cose mettile in uno degli
armadi-.
- Prima di mettere via i vestiti volevo farti una domanda...
Dov'è che dormo?-.
- Sul divano-.
- Che cosa?! Una signorina bella come me non dovrebbe dormire sul
divano!-.
- Hai detto giusto: bella! Siccome tu non sei bella non sei degna di
dormire sul letto-.
- Ma non eri della stessa opinione quando provavo i vestiti,
però-.
- Tsk, piuttosto, che mangi?-.
- Io niente, non ho fame-.
- Guarda che se non continuerai a mangiare diventerai uno stecchino-.
- E guarda che se mangio troppo diventerò una balena
arenata!-.
I due continuarono a lanciarsi sfide con lo sguardo, attenti a non
abbassare la guardia perché se uno dei due cedeva, finiva la
propria guerra silenziosa, dove uno dei due combattenti doveva uscire
vincitore.
- Senti, siccome non voglio sentire le tue lamentele ti faccio io da
mangiare d'accordo?-.
- Mettiti all'opera allora, ma stai attenta a non farmi scoppiare la
cucina o te la vedrai con me e con la vecchietta al piano di sotto-.
- Agli ordini Colonnello Vegeta Prince, la soldatessa semplice Bulma
Brief sarà sempre al vostro servizio!- lo derise poi,
imitando alla perfezione il saluto militare.
"Ma chi me l'ha fatto fare?!" si ritrovò a pensare Vegeta,
assistendo a quella scena.
Dopo mezz'ora passata a cercare gli ingredienti e a smanettare ai
fornelli, Bulma mise tutto sulla tovaglia, preparata accuratamente
mentre Vegeta era sotto la doccia.
- Che roba è?-le chiese schifato il moro.
- Ma come che roba è?! E' pasta con prosciutto cotto e
panna, delle cotolette alla milanese, insalata, bistecche, e macedonia
di fragole.-gli rispose saccente.
Bulma rimase ad osservare Vegeta ingozzarsi, fino a quando non si
alzò di scatto dalla sedia.
- Io vado a LETTO, sul divano rosso ci sono le coperte-.
La ragazza dai capelli turchini, dopo aver lavato e risciacquato quello
che Vegeta aveva sporcato, si coricò sul divano, arraffando
tutte le coperte che erano appoggiate lì. Dopo neanche un
quarto d'ora si svegliò di soprassalto, sognando quel mostro
di suo padre che la frustava e che la molestava davanti a tutti i suoi
amici, deridendola e prendendosi beffe di lei e di sua madre, e, per
giunta non se la sentiva di stare da sola, in una casa che non aveva
mai visto, così decise di fare una scelta azzardata. Con
ancora gli occhi velati dalle lacrime, si diresse silenziosamente verso
la porta socchiusa, la aprì, e trovò un Vegeta
alquanto differente: aveva sempre quell'espressione seria in volto, ma
c'er qualcosa di diverso. Era quasi... rilassato. Per non svegliarlo,
si coricò il più delicatamente possibile sul
letto, quando si ritrovò con il polso serrato in una morsa
ferrea, e non aveva intenzione di lasciarla andare, quando...
- Perché piangi?- le chiese brusco.
- Niente, posso dormire con te? Ho paura a stare da sola-.
- No che non puoi-.
- Ti prego, non ti darò alcun fastidio- gli chiese con voce
supplicante.
- D'accordo, basta che stai nella tua metà di letto-.
- Grazie mille!- disse per poi abbracciarlo.
- Staccati e dormi-.
Appena aprii gli occhi sentii un peso - non molto pesante- opprimere il
mio torace, notando poi una chiome azzurra appoggiata delicatamente a
me. Mi alzai quanto bastava per poter scorgere la posizione con la
quale aveva dormito, e devo dire che era... indifesa, ma non era a
questo a cui mi riferivo, la parola era un'altra. Era a dir poco...
tenera. Era appiccicata al mio corpo e sembrava che avesse paura che me
ne fossi andato via durante la notte. Si capiva dalla posizione in cui
era: aveva la testa appoggiata al mio torace, il suo braccio destro mi
circondava i miei addominali scolpiti, il braccio sinistro non si
vedeva nemmeno perché era piegato sotto il suo corpo, mentre
le gambe erano piegate leggermente. Mi presi ancora qualche minuto per
osservarla bene. Era bellissima, aveva un'espressione felice e serena
in quel momento, ma i suoi sentimenti contrastavano con le sensazioni
che aveva provato fino ad ora, infatti, una dimostrazione della sua
infelicità erano i lividi e i graffi sulla schiena, ancora
ben visibili sulla sua pelle nivea e morbida. Era da un po' che la
osservavo, quando finalmente aprì gli occhi sbadigliando
rumorosamente.
- Sei peggio di un camionista- la rimproverai.
- Vuoi litigare già di prima mattina?-.
- Mettiti quel vestito bianco e il costume che hai preso, oggi si va al
mare-.
- E da quando decidi tu?-.
- Guarda che ci sono anche quell'idiota di Kaharot e la sua tipa,
com'è che si chiama?-.
- Chichi!-.
- Si vabbé, ci sarà anche lei-.
- Allora vado subito a vestirmi!-.
E detto questo prese i vestiti e si rintanò nel bagno.
CONTINUA...!
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Capitolo 8 *** Orribili esperienze - NOME DEL CAPITOLO PROVVISORIO ***
8.
ORRIBILI ESPERIENZE - NOME DEL CAPITOLO PROVVISORIO
Appena
la turchina uscì dal bagno, Vegeta rimase a
fissarla imbambolato per pochi istanti, quando quel silenzio fu
interrotto dalla voce di Bulma:
-
Lo so che sono bella, non c'è bisogno di venerarmi!-.
-
La tua presunzione non conosce limiti. Comunque... sai come si fanno i
figli belli e quelli brutti?-.
-
No, come?- chiese curiosa l'azzurra.
-
Per quelli belli lei sta sotto e lui sta sopra - rispose
scocciato Vegeta.
-
E per quelli brutti?-.
-
Beh, per quelli brutti chiedi a tua madre-.
-
Non sei divertente, è un colpo basso- disse con rammarico,
accennando un piccolo sorriso malinconico, ricordando i bei momenti
prima dell'arrivo di Matt.
Dopo
l'uscita della turchina, scese un silenzio imbarazzante, almeno per
Vegeta, che non sapeva cosa dire a proposito. Stava per chiederle
qualcosa, ma fu prontamente interrotto dal campanello.
-
Chi è?- chiese la turchina, risvegliatasi dal suo stato di
trance.
-
Siamo Goku e Chichi! Venite fuori!-.
-
Arriviamo subito! Dai Vegeta, andiamo fuori che ci aspettano-.
-
Non rompere ragazzina, prima devo chiudere la porta- le rispose seccato.
Bulma
e Vegeta scesero e davanti alla portineria c'erano i due fidanzati ad
attenderli.
-
Ciao Bulma! Com'è stato dormire da Vegeta? Guarda
che se l'hai fatta dormire sul divano ti stacco la faccia a morsi, hai
capito?- le chiese per poi rivolgersi al moro.
-
Tranquilla brutta racchia, ha dormito con me-.
-
CHE COSA?! Che cosa avete fatto?-.
-
Niente Chichi, ho solo dormito, non è successo niente- la
interruppe Bulma.
-
Sentite, io e Kaharot vi raggiungeremo dopo, voi andate a prendere
posto in spiaggia-.
-
Ok Vegeta! Andiamo Chichi-.
-
Toglimi una curiosità Kaharot-.
-
Quale?-.
-
Lo sapevi già?-.
-
Che cosa? Che Bulma veniva picchiata, che non parlava per scelta o che
apriva la bocca solo per cantare?-.
-
Tutte e tre le cose-.
-
Sapevo tutto di Bulma: l'unica persona con cui si confidava ero io, ma
a quanto pare hai preso il mio posto- spiegò Goku.
-
Voglio sapere di più- tagliò corto il
più basso.
-
Beh, vedi, la sua infanzia e la sua adolescenza non l'ha passata nel
migliore dei modi. Tutto cominciò quando sua madre si
risposò con un altro uomo e la sera, dopo che sua madre le
raccontava una storia, Matt, il suo compagno, la picchiava fino a farla
svenire, e quando Bulma si risvegliava e scendeva in soggiorno per le
urla sentite, Matt le spiegava che sua madre si era sentita male mentre
scendeva dalle scale. Ovviamente la mattina presto lei veniva dalla mia
famiglia a dire tutto quello che aveva sentito, ma da quella sera in
cui aveva lasciato sua madre da sola per venire da noi, non
parlò più e si ripromise che non avrebbe sprecato
una parola, se non per cantare. Ti chiederai perché canta
così bene immagino. Nonostante si fosse chiusa nel suo
mutismo, frequentava dei corsi di canto cinque volte a settimana,
all'insaputa di suo padre. Quando Bulma compì 13 anni, il
"padre" cominciò a picchiarla, allinizio su zone nascoste
del corpo, poi cominciò a picchiarla anche sul volto e
arrivò perfino a tirarle cinghiate con la cintura se non gli
obbediva. Anche se viveva una vita d'inferno fra quelle quattro mura,
era felice e aveva degli amici, pochi ma almeno ne aveva. Tutti no
sappiamo della sua storia, perfino Chichi. Ora che la conosci tutti i
dettagli della sua vita, vuoi diventare suo amico?-gli chiese serio
Goku.
-
Mi dispiace molto per quello che le è successo, comunque
sì, voglio diventare suo amico-.
-
Ma ti avverto Vegeta. Se vuoi avvicinarti a lei solo per compatirla e
confortarla, ti stai facendo un'idea sbagliata dell'amicizia che
intende lei-.
-
E allora che amicizia intende?- chiese scocciato il moro.
-
Ma proprio non riesci a capire?! Come fai ad essere così
ottuso!-Cominciò
ad alzare la voce.
- Spiegati meglio Kaharot- rispose con un tono più pacato.
- Intende un'amicizia vera, non dove ci sono delle persone che la
confortano e basta dicendole "mi dispiace", a lei è capitata
una vita più dura della nostra e dobbiamo esserle vicini non
solo con la nostra persona fisica, ma anche con la nostra anima, con il
pensiero! Lei non si merita persone che non sono in grado di esserle
vicine-.
- Questo spiega perché ha solo voi come
amici-sentenziò Vegeta.
- Infatti, e devo dire che se li è scelti proprio bene,
perché noi non la tradiremo mai e le staremo sempre vicino,
anche nei momenti più difficili-.
- Senti Kaharot, che ne dici se questo discorso lo riprendiamo un'altra
volta? Ora dobbiamo andare o ci manderanno a "Chi l'ha visto"-.
- Già mi immagino la conduttrice dire: dispersi due ragazzi
sui 16-17 anni, molto belli, con fisico mozzafiato, capelli neri e
occhi dello stesso colore. L'ulima volta che li hanno visti erano
vicini ad un appartamento di seconda mano del più basso dei
due-.
- Kaharot ti voglio dire una cosa che non ti ho mai detto in vita
mia... smetti di sparar stronzate-.
Al mare...
- Eccoli, arrivano Chichi!-.
- Dove siete stati tutto questo tempo, eh?-.
- Siamo andati per i campi, contenta?- le rispose il moro con sarcasmo.
- Dai Goku, andiamo dentro, l'acqua è belllissima!-disse per
poi trascinarlo via con sé.
- Non entri?- le chiese duro Vegeta.
- No, oggi no. Ho un piccolo problemino tecnico- rispose Bulma
guardandosi la parte inferiore del costume.
- Mar Rosso?-.
- Già, a quanto pare-.
- Che racconta balle che sei-.
- Io non sono una racconta balle- per poi mettere il muso.
- E invece sì. In questo periodo non ce le hai-.
- E tu come fai a saperlo? Per caso mi spii?- chiese saccente.
- Ma ti pare? Innanzitutto non le hai adesso perché
attraverso il costume non si vedono sporgenze, poi perché
quei pannolini da femmine non li hai comprati- sentenziò il
moro.
- Per tua informazione, quei pannolini da femmine come li chiami tu si
chiamano assorbenti. E poi non lo sai che esistono anche quelli
interni?-.
- Certo che lo so, ma so anche che se te ne infileresti uno, grideresti
come una cagna in calore-.
- E allora perché non entri?- chiese, cercando di sviare il
discorso, diventato troppo imbarazzante per lei.
- Non ne ho voglia-.
- Beh, sai una cosa? a volte mi ritrovo a pensare che voi
maschi siete proprio fortunati su due aspetti: il primo è
che non avete la maledizione che affligge noi donne, la seconda
è che che non dovete partorire-.
- E quale sarebbe la maledizione che vi affligge?-.
- Quella che viene con un intervallo di tempo di 28 giorni circa e che
dura più o meno 5 giorni. Questa maledizione ci fa perdere
una miriade di sangue ogni volta, però... adesso che ci
penso dall'altro lato siete sfortunati-.
- Illuminami scolaretta, fammi sentire la tua teoria-.
- Noi femmine non ci facciamo il problema di chi ce l'ha più
lungo, o peggio ancora, il più gros...-.
Non fece nemmeno in tempo a fnire la frase che Vegeta con uno scatto
felino le si parò davanti e se la caricò sulle
spalle, portandola sempre più verso il largo. Appena la
turchina si rese conto di ciò che stava succedendo,
cominciò ad agitarsi e a battere pugni sulla schiena di
Vegeta, gridandogli:
- Lasciami Vegeta, riportami a riva, ti prego! Io n...-
Non ascoltando le sue parole, la prese dai fianchi e la
gettò in avanti, ignaro di ciò che stava per
accadere.
- Aiuto, aiutami ti prego!- Vegeta prontamente andò a
salvarla, per poi prenderla in braccio e facendola sedere a cavalcioni
sulle sue gambe già divaricate.
- Sei uno stupido! Perché l'hai buttata dentro?
Non sapevi che non sa nuotare?-gli gridò Goku che era poco
distante da loro.
- Zitto Goku!- lo sgridò Bulma, ormai in procinto di un
pianto.
- Andiamo a casa- le disse apprensivo Vegeta.
- No, sul telone- disse indicandolo.
Mentre Vegeta portava in braccio Bulma sul telone, Goku e Chichi
assistevano alla scena da lontano.
- Perché Bulma ha preferito mentire piuttosto che dirglielo
apertamente?-.
- Chichi, mi sorprendi. Pensavo che sapessi che Bulma non va a dire in
giro le sue paure al primo che passa. Piuttosto che dirle apertamente
si ucciderebbe-.
- Il suo orgoglio non ha limiti-.
Intanto sulla spiaggia...
- sc...-.
- Non c'è bisogno di scusarti, in fondo sono io che non te
l'ho mai detto, no? Se ti avessi avvertito prima, ti saresti
risparmiato la sfuriata di Goku, ma...-.
- Ma?- cercò di incoraggiarla a parlare.
- Ma tu mi avresti preso in giro a vita dicendomi: guarda, non ha paura
di suo padre che potrebbe stuprarla da un momento all'altro ma ha paura
dell'acqua-. rivelò le sue paure, rannicchiandosi sul telo.
- Tsk, e io direi queste stronzate? -.
- Non le diresti?-chiese una Bulma a dir poco sbalordita.
- Per prendere in giro qualcuno non cado così in basso. Ora
andiamo, tu porta la borsa, l'ombrellone e tutto il resto, io porto il
telo-.
- Ma del tipo "attaccati al tram e quando gira fischia?" Io porto il
telo e tu tutto il resto-.
- Così ti voglio vedere. Una ragazza con le palle! Vedo che
nonostante tutto il tuo caratterino non l'hai perso-.
- E non lo perderò, stanne certo-.
Con calma, i due ragazzi si diressero verso quella che loro chiamavano
"casa", ma videro davanti una alla portineria ormai vuota, unuomo alto
e imponente che aspettava con andia una persona.
- E così ci rivediamo, eh, stronzetta?- le disse l'uomo.
- Che cazzo ci ai qui, eh? Non ti è bastato rovinarle la
vita?-si intromise Vegeta.
L'uomo si avvicinò al ragazzo, colpendolo con un
malrovescio, facendolo cadere rovinosamente a terra.
- Vegeta! Oh no, Vegeta!- tentò inavano di chiamarlo.
- Sai puttanella, sei proprio uguale a tua madre: una cagna in calore
in cerca di qualcuno che soddisfi le sue voglie alla sera!-.
Matt si avvicinò a Bulma, slacciandosi la cintura dei
pantaloni, ma con intenzioni diverse a quelle che intendeva poco tempo
prima.
- Sai, ora ho voglia di cambiare un po' le cose: togliti il vestito- le
disse com se fosse la cosa più naturale al mondo.
- Col cazzo! Aiuami Vegeta!-.
- Il tuo amico non si risveglierà più. Ora sei
tutta mia!- E detto questo le strappò il vestito di dosso,
facendole uscire ungemito di dolore pe rpoi buttarla a terra. Matt fece
uscire il suo membro dall'ingombro dei pantaloni, le scostò
la parte inferiore del costume pronto per infilarlo nella
femminilità della ragazza, ma un'ombra dietro di lui lo
colpì con un vaso, stordendolo.
POV VEGETA
Quell'uomo mi si avvicinò minaccioso, colpendomi in pieno
volto stordendomi. Durante il mio dormiveglia sentii delle grida
disperate di Bulma che invocavano il mio nome. Sentii susseguirsi anche
un gemito di dolore uscire dalla sua bocca. E se la stesse... No! Non
oso neanche immaginarmelo. Lei è la mia ragazzina, quella
strana ragazzina che mi ha cambiato completamente la vita in meglio,
facendomi provare nuove sensazioni ed emozioni che non avevo mai
provato in vita mia. Con ancora questi pensieri che mi albergavano in
mente, trovai la forza di alzarmi e prendere un vaso da un mobiletto
lì vicino, mi avvicina silenziosamente e lo colpii da
dietro, facendolo svenire. Meno male che arrivai in tempo, altrimenti
non sapevo cosa avrei potuto fare. Il mio sguardo si posò
sulla ragazza seduta accovacciata in un angolino e tremava
convulsamente per lo shock subito; la presi in braccio, ma mi accorsi
solo in quel momento che quel mostro le aveva scostato il costume
per... insomma, avete capito, no? La tenni stretta a me più
che potevo, ma capii dal suo trmore che non si sentiva al sicuro;
appena fummo arrivati in camera mia, ci sdraiammo sul letto, poi mi
misi ad accarezzarle la testa e ad abbracciarla, dicendole che
andrà tutto bene, infondendole la sicurezza di cui aveva
bisogno.
Ci addormentammo così, abbracciati l'uno all'altra, ignari
di ciò che ci avrebbe riservato il domani.
FINE
SCHERZAVAMO!
ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Vi preghiamo di perdonarci se io (L_B__) non ho risposto alle vostre
recensioni, appena avrò un po' di tempo lo farò e
cci scusiamo se Vegeta è OOC, ma cercate di capirci: chi non
si preoccuperebbe per la/il ragazzo/a che ama?
Vi chiediamo di perdonarmi se ci sono degli errori ma l'ho scritta di
fretta e non ho avuto il tempo di leggerla, comunque diteci cosa ne
pensate!
E con questo saluto tutti quelli che seguono, recensiscono o leggono
soltanto. Grazie di cuore!
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Capitolo 9 *** Mi dimenticherò di quel sentimento non corrisposto che per anni ho nutrito solo io! ***
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9. MI DIMENTICHERO' DI QUEL SENTIMENTO NON CORRISPOSTO
Il sole regnava alto nel cielo limpido, continuando a battere
insistentemente sulle mie palpebre sigillate, ma ormai non avevo
più niente da sognare, così decisi di aprire gli
occhi.
Ero nella parte a sinistra del letto, e sentivo uno strano calore
all'altezza dei fianchi, così decisi di voltarmi, e i
ritrovai
la faccia di Vegeta a pochi millimetri dalla mia. Cercai di fare meno
rumore possibile, e tolsi il suo braccio dal mio fianco, ma appena
cercai di alzarmi dal letto, sentii il mio polso bloccato da una presa
ferrea che non accennava a diminuire, questo voeva dire che Vegeta si
era svegliato, e anche di pessimo umore.
- Dove vai. Oggi rimani a casa-.
- Col cavolo Vegeta, io vengo a scuola, non resterò a casa a
non
fare niente tutto il giorno, sai che non mi piace oziare...-.
- E allora preparami la colazione. Ho fame-.
Sempre il solito sciatto, non cambierà mai, neanche se lo
minacciassero a morte.
Preparai la colazione soltanto per una persona, infine mi vestii, e con
Vegeta mi diressi davanti alla scuola, dove c'erano Chichi e Goku ad
attenderci insieme a C-18 e Crili.
- Ciao ragazzi, come state?- chiesi raggiante.
- Bulma, è inutile che fai finta, sappiamo cosa ti
è successo- sentenziò amorevole C-18.
Mi rabbuiai di colpo, tornando con la mente al pomeriggio prima,
ricordando il tentato stupro che Matt stava per farmi, ma qualcuno mi
mise una mano sulla mia spalla e mi intimò di entrare in
classe.
<NON PORTATE
BIKINI, GRAZIE>>.
Mentre la classe era tutta eccitata all'idea di andare in piscina
domani, io ero tutto l'opposto... perché sono colpita da
questa
maledizione! Sono veramente preoccupata, come farò domani?
Questa volta non avevo via di scampo, ero in trappola.
La prof id turno entrò, ma non me ne accorsi e rimasi in
piedi,
come una beota a fissare la lavagna come se fosse stato Vegeta nudo...
Ma che diavolo stavo pensando?! Vegeta nudo?? Pff, e chi lo vuole quel
gran pezzo di ragazzo... Basta! Bulma, non devi pensare a
queste
cose, concentrati su quale scusa dovresti utilizzare domani... finto
mal di stomaco? No, non ci crede più nessuno...
Mestruazioni!
No, il professore ci ha detto che ci sono gli assorbenti interni...
Sono spacciata...
- Ehi Brief, ma che fa? Si sieda che cominciamo il dettato-
mi
interruppe il mio flusso di pensieri la nostra prof di inglese, poi
cominciò subito con il dettato - I've got a friend, and you?
Mee
too, i've got a friend, his name is Luke...-.
- Scusi prof , potrebbe ripetere un attimo?- le chiesi gentilmente.
- Non lo ripeto una seconda volta- mi rispose acida.
- Vai a farti friggere brutta megera- dissi sotto voce.
- Che cosa Brief, ripeta un po'...- mi sfidò la prof.
- Non lo ripeto una seconda volta- e con questo mi guadagnai il
rispetto e le risate dei miei compagni.
- Brief, mi porti il libretto scolastico-.
- Con piacere- la sfidai con lo sguardo.
Glielo portai e mi scrisse una nota lunga due pagine, su cui c'era
scritto solo che io ho risposto male alla prof di inglese... mah, chi
li capisce questi professori...
Mi allontanai dalla cattedra e mi misi al mio posto, e passata l'ora di
inglese, chiesi a Vegeta un piccolo favore...
- Vegeta, mi potresti falsificare la firma di mio padre? Ti prego-.
- Sai cosa devi fare a casa allora...-.
Non ci potevo credere che me lo voleva far fare! Era una cosa
inconcepibile, avrei perduto anche quel poco di orgoglio che mi
rimaneva...
Bussai alla porta della camera di Vegeta, che tra l'altro era anche la
mia, e mi chiese da dietro la porta:
- Allora ti sei decisa, muoviti, dì quello che devi dire-.
- La prego Divino Vegeta Prince, il più grande della
fantastica
e celeberrima dinastia dei Prince, Sommo protettore della sua
coinquilina e nonché schiavetta personale Bulma Brief. La
supplico,
mi faccia violare i suoi spazi, permettendomi di entrare nella sua
camera e di far falsificare la firma sul libretto scolastico dove la
prof di inglese ha inquinato il suo candido bianco per lasciare
impresse delle righe di inchiostro...-.
- E va bene, se insisti tanto...-.
Ma quale insistere, era questo quello che voleva, pensai irata,
imprecando contro il diretto interessato in ostrogoto e nella lingua
usata dagli ornitorinchi.
Aprii la porta con cautela, per poi richiuderla dietro di me, ma lo
spettacolo che mi si presentò davanti, per i miei occhi fu
come se avessi visto Orlando Bloom bussare alla porta di casa
mia in costume da bagno.
- Ma non puoi coprirti?! Sei uno svergognato!!- e mi coprii gli occhi
per non guardarlo anche se la tentazione era troppa.
- Tsk, parla quella che va in giro per casa scorrazzando in mutande e
in reggiseno-.
- Comunque... Sono venuta per questioni più importanti.
Tieni il libretto, fai del tuo meglio, deve essere uguale-.
- Niente di più facile-.
Prese il libretto che tenevo in mano, osservò bene la
calligrafia di mio padre, andò alla pagine dove ricevetti la
nota e la copiò in pochi secondi. Mi riallungò il
libretto, guardai la firma di Vegeta e... Oddio, era identica! Senza
neanche rendermi conto esultai di gioia e lo abbracciai dicendogli un
bel "Grazie Vegeta!"
- Adesso ci manca solo che mi dai anche un bacio- ironizzò.
- Non dire scemenze, non ti bacerei neanche se mi costringessi-.
- Ah si? Vediamo- e detto questo mi prese per il colletto della
maglietta e congiunse le mie labbra alle sue.
Fu un contatto rude, ma comunque piacevole, almeno per me.
- Che ti serva da lezione- mi sussurrò sulle labbra.
Cosa? Cos'è successo, Vegeta... Vegeta mi ha appena... Ba-
ba... non riesco neanche a pensarlo...
Vegeta mi ha appena dato... un bacio...
Non ci credo! Ma è un sogno?
- Io vado a farmi una doccia, tu non provare ad andartene o pagherai le
conseguenze- mi minacciò prima di uscire dalla porta.
Restai ancora un po' tramortita dall'avvenimento che era successo poco
fa, ma dopo poco gli vibrò il cellulare, spinta dalla
curiosità lo presi in mano e andai a leggere il messaggio
che gli era stato inviato.
<< Ciao Tesoro, l'altra notte sei stato fantastico, come
sempre del resto XD Che ne dici se il 10 agosto andiamo al mare a
vedere le stelle cadenti? Poi possiamo divertirci anche un po' noi due
da soli... Fammi sapere, Mi-chan >>.
Mi-chan?? E chi diavolo è Mi-chan?! Guardai attentamente il
messaggio e lo rilessi lettera per lettera, poi cominciai a ragionare
su quale giorno si riferisse. Da quando io ero qui lui di sera non si
è mai mosso, a parte... Ecco, nonostante Vegeta abbia un
inquilina in casa lui se ne va a mi*****e!
Come ha potuto abbandonarmi così...
Ma perché ero così triste, dovevo essere felice
per lui, aveva trovato finalmente un'ALTRA ragazza che lo
comprendeva, a cui gli era amica... ma allora... che cos'era questa
sensazione? Forse era solo il mio cuore che si spezzava...
Già, solo il mio cuore che si spezzava, ma allora
perché mi lacrimavano gli occhi... perché? Misi
una mano sotto gli occhi, come per fermare quel flusso di lacime che mi
annebbiaa la vista, forse sarei riuscita a trattenerle, forse...
- Ehi ragazzina che fai con il mio cellulare in mano?- mi
domandò dalla porta.
Mi giro di scatto, mi aveva colta in flagrante! Non mi asciugai nemmeno
le lacrime, riuscii a dire solo con tono flebile ma deciso:
- Una ragazza ti ha cercata.. Vuole che tu passi con lei la
notte di San Lorenzo sulla spiaggia-.
- Mph, Sono sicuro che è Kotomi... e allora
perché hai le lacrime agli occhi, ti dispiace?- mi chiese
sarcastico, però colpendo nel segno.
- No scemo, ho le lacrime agli occhi perché ho appena
sbadigliato... Visto? Fraintendi sempre le persone. Mi chiedo come
faccia quella lì a sopporarti-.
- Infatti non c'è bisogno di soportarsi, sono solo incontri
notturni...-.
Non volevo ascoltare una parola di più, ero furiosa. Senza
mostrare le mie vere emozioni uscii di fretta dalla porta, avvertendo
Vegeta che avrei preso del cibo al supermercato... ma in
realtà volevo solo sfogarmi e fare una passeggiata per
riflettere.
Ecco, la mia solita fortuna... aveva comminciato a piovere. Ma come
faceva a piovere a giugno, posso capire settembre o aprile, ma giugno
no! Cominciai la mia passeggiata sotto la l'acqua, molti mi guardavano
preoccupata, altri se la ridevano sotto i baffi perché non
avevo preso l'ombrello, altri ancora mi ossevavano di sottecchi, per
poi riprendere il proprio cammino.
Come aveva osato?! Come aveva potuto farlo, non doveva usarmi
così... se prima ero sorpresa e felice all'idea che Vegeta
mi avesse baciata, ora al solo pensiero mi faceva ribrezzo.
Non volevo immaginare che cosa avesse fatto con quella bocca... Non
volevo immaginarlo... non volevo, eppure mi continuavo a chiedere che
cos'è che quella Mi-chan avesse più di
me, continuavo a chiedermelo.
Non dovevo essere così felice per quel bacio maligno,
eppure, in quel momento, pensavo che fosse stato un sogno... un sogno
da cui non volevo svegliarmi, da cui non volevo ridestarmi.
Una stupida, ecco cos'ero. Semplicemente una stupida che aveva compreso
male il messaggio; un mesaggio che era di sfida e di scherno, io l'ho
compreso come un messaggio d'amore, d'affetto e di amicizia... che
scema!
Non sapevo quanto tempo avessi passato sotto la pioggia, ma appena
tornai a casa, Vegeta corse subito da me, buttandomi un asciugamano
addosso, cominciando a sfregarmi per bene.
Stammi lontano, io non volevo la tua pietà, non volevo la
tua compassione, non volevo niente da te. Perché mi
asciugavi, perché me ne stavo immobile, perché
non reagivo... forse perché... quel contatto mi piaceva, mi
rassicurava, mi faceva sentire protetta... Ma allora se mi faceva
sentire così bene, perché non gli dicevo che ero
innamorata di lui?
Non era per Mi-chan.
Non era per il bacio maligno.
Non era perché avevo paura di perderlo.
Era per un rifiuto...
Se mi avesse rifiutato, cosa avrei fatto?
Se mi avesse rifiutato, cosa gli avrei detto?
Come potevo resistere, con un peso sulla coscienza come questo; se gli
avessi detto "ti amo", lui come avrebbe reagito?
Alzai lo sguardo per guardarlo, ma non ascoltavo quello che diceva, mi
concentravo più sulla sua voce.
Bassa, ma chiara.
Fredda, ma che mi trasmette fiducia.
Se qualcuno mi avesse chiesto com'era la voce di Vegeta, io avrei
risposto così.
- Dove sei stata, sei uscita con la pioggia e non hai neanche portato
l'ombrello, possibile che ti debba dire tutto io?!- mi
rimproverò, ma non alzò la voce, sembrava un po'
preoccupato.
- Sono andata al supermercato, ma non c'era niente che mi interessava
così sono tornata indietro- riabbassai lo sguardo, non
volevo guardarlo negli occhi.
- Guarda che avevi lasciato il borsellino a casa, non eri andata al
supermercato. Dove sei stata-.
- Non sono affari che ti riguardano, io... io... -.
Oh no! Ci mancava solo questa, non riesco neanche a parlare, sono una
incapace con i fiocchi.
Non era passato molto tempo da quando Matt aveva cercato di
violentarmi, ma in questo lasso di tempo, ero riuscita a far
affiorare un sentimento bellissimo, unico al mondo, da condividere con
chi si ama, ma per me, per Bulma Brief, era un'emozione a senso unico,
un sentimento non corrisposto, un sentimento che provavo solo io...
- Allora? Io cosa... Non mi vorrai dire che ti sei innamorata di me,
vero? Lo sapevo, sono irresistibile. Sai, ricordo ancora quella lettera
che mi dessi in terza media...- e si fermò per riprendere
fiato.
FLASHBACK
-Vai Bulma, ormai è da solo- incitò la mora.
La turchina diede un cenno di assenso con il capo, poi prese coraggio,
si armò di lavagnetta e della lettera e cominciò
a dirigersi verso il suo obiettivo.
Bulma chiamò il ragazzo moro tirandogli la manica della
maglietta, lui si girò e lei lo salutò scrivendo
e gli diede la lettera. Lui la prese in mano, non degnandola di uno
sguardo e se ne andò con la lettera ancora tra le dita.
Il ragazzo, mentre tornava in classe, vinto dalla curiosità
lesse la lettera tuta d'un fiato.
<< Piacere di conoscerti Vegeta Prince, io sono Bulma
Brief, della sezione E...
Tu non sai chi sono vero?
Io invece ti conosco.
Ti ho ammirato per la tua intelligenza
e per la tua bellezza da quando due anni fa pronunciasti il tuo
discorso per la cerimonia di apertura...
Non ho alcuna speranza di finire nella
tua stessa classe, quindi ti scrivo i miei sentimenti su questa lettera
con tutto il cuore...
Vegeta Prince, tu mi piaci!
>>
- Allora Vegeta, un'altra ammiratrice?- lo interruppe il suo compagno
di classe Goku.
- Già, è quella ragazzina sramba che parla solo
con la sua lavagnetta. Che razza di idiota, poi è tutta
ricoperta di tagli e lividi, secondo me è bipolare...-.
- Ehi, Non parlare male di Bulma, non devi offenderla, ha avuto
un'infanzia difficile....-.
- Piacere di conoscerti Vegeta Prince, io sono Bulma Brief,
della sezione E... Tu non sai chi sono vero? Io invece ti conosco. Ti
ho ammirato per la tua intelligenza e per la tua bellezza da
quando due anni fa pronunciasti il tuo discorso per la cerimonia di
apertura... Non ho alcuna speranza di finire nella tua stessa
classe, quindi ti scrivo i miei sentimenti su questa lettera con tutto
il cuore...Vegeta Prince, tu mi piaci- concluse.
Quella lettera, quella lettera che scrissi in terza media per lui,
appositamente per lui. Ha capito tutto, ha capito tutto, ma non posso
fargliela passare liscia, non può sbucare all'improvviso con
quel discorso.
Gli mollai un ceffone, lasciandogli il segno rosso, ma lui non si
mosse, era rimasto impassibile.
- Non puoi uscirne con questo discorso! Ormai ho rinunciato da un pezzo
ad amarti, non provo più niente per te, mi
dimenticherò di quel sentimento non corrisposto che per anni
ho nutrito solo io!- e mi buttai sul divano, singhiozzando e piangendo,
spoorcandolo di lacrime amare.
ANGOLO DELLA SCRITTRICE
Scusatemi per l'assenza, non so che altro dirvi, spero di venire
perdonata, siccome ho aggiornato, ma tanto so che non lo farete...
Allora, qui troviamo una Bulma innamorata di Vegeta, tranquilli cari
lettori, non ho sbagliato storia XD, ma è che Bulma, per
tutti quegli anni aveva nutrito segretamente quel sentimento che per
ora anche io non provo per nessuno ç_ç
Sper di non avervi delusi.
Alla prossima,
Yuzu-chan
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