Una vita difficile

di Kat_Mel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di un incubo ***
Capitolo 2: *** Perché non parli? ***
Capitolo 3: *** Un ritorno inaspettato ***
Capitolo 4: *** La vera paura ***
Capitolo 5: *** Chi è stato? ***
Capitolo 6: *** La quiete dopo la tempesta ***
Capitolo 7: *** Prima notte insieme ***
Capitolo 8: *** Orribili esperienze - NOME DEL CAPITOLO PROVVISORIO ***
Capitolo 9: *** Mi dimenticherò di quel sentimento non corrisposto che per anni ho nutrito solo io! ***



Capitolo 1
*** L'inizio di un incubo ***








1. L'INIZIO DELL'INCUBO

- Mamma!-.
- Vai dalla mocciosa, subito!-.
- S-si, come vuoi-.
- Mi racconti una storia?-.
- Ma certo tesoro! Allora... C'era una volta una bellissima ragazza dai capelli turchini come i tuoi, che si chiamava Bulma, e con il suo amico Goku, erano andati alla ricerca delle sette sfere del drago...-.
- E che cosa sono?- la interruppe la piccola.
- Sono delle sfere che, messe tutte insieme, esaudiscono qualunque desiderio, però solo uno, eh?-.
- E poi? Io cosa desideravo?-chiese la bambina curiosa della risposta.
- Desideravi di trovare il principe azzurro-.
- E l'ho trovato?-.
- Ma certo che l'hai trovato, ed era molto affascinante, però lui era un principe molto particolare-.
- In che senso?-.
- Nel senso che lui non faceva vedere agli altri che ti voleva bene, te lo dimostrava solo quando eravate da soli, ora però dormi, domani devi andare a scuola-.
- D'accordo mamma, buonanotte-.
- Buonanotte Bulma-.
Intanto, sulla soglia della loro camera da letto, il compagno della Signora Brief, la stava aspettando con ansia.
- Ma che fesserie le racconti?- le domandò acido.
- E' solo una storia-.
- Sai che ogni volta che le racconti una storia, tu devi vivere un incubo?-.
- Sì, lo so benissimo- disse abbassando la testa, intuendo già cosa cosa starà per accadere.
- Da dove vuoi che cominciamo? Calci, schiaffi, o pugni?-.
- Da dove vuoi tu- disse rassegnata la donna.
- D'accordo, preparati al tuo incubo peggiore-.
E detto questo si avvicinò alla bionda con una calma a dir poco inquietante, la trascinò per i capelli fino al salotto, e cominciò a picchiarla, svegliando anche la bambina che stava dormendo. Bulma, svegliata dalle grida della madre, in punta di piedi camminò silenziosamente per tutto il lungo corridoio della Capsule Corporation, e, dalle scale, vide uno spettacolo terribile: sua madre era riversa a terra, mentre suo padre le tirava calci allo stomaco e alla schiena. La signora Brief, si accorse della presenza della figlia e le fece un cenno con la testa, indicando la porta sul retro, senza farsi vedere dal compagno. Madre e figlia, durante l'assenza dell'uomo, avevano inventato un codice segreto, e la madre le aveva spiegato che se le indicava la porta sul retro voleva dire di scappare e andare a casa di Bardack, il padre del suo migliore amico. La bambina fece un cenno di assenso verso la madre, e, con molta cautela, attraversò la cucina di soppiatto, aprì la porta sul retro, e scappò via. Il cmpagno sentì la porta sbattere, convinto che fosse della camera della figlia, così andò a controllare. Appena giunto  nella camera di Bulma, accese la luce e vide che la bambina non era più lì. Di corsa, ritornò in soggiorno, dove la compagna cercava di rialzarsi, ma invano.
- Dov'è la tua mocciosa, eh puttanella?-.
- N-non l-lo so-.
- Bugiarda. Credi che sia così semo? Sono andato a controllare in camera sua e non c'era, quindi è scappata... Dimmi dov'è, e forse ti risparmierò la vita-.
- Ti ho detto che non lo so-.
E dopo aver sentito questo, con un calcio più potente degli altri, spezzò la vita della compagna.















ANGOLO DELLE SCRITTRICI

Hola, come va? Abbiamo voluto cambiare genere, voi cosa ne pensate? Prima di tutto volevamo informarvi che nel secondo capitolo ci sarà un'incongruenza con quello scritto qui, ma non vi preoccupate, l'abbiamo fatto apposta. Se la storia vi piace e recensirete positivamente, allora la continueremo, altrimenti la cancelleremo, oppure la modificheremo.
Baci,
        L_B__  & LadyMary

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Capitolo 2
*** Perché non parli? ***










2. PERCHE' NON PARLI?






La bambina corse a casa del suo migliore amico Goku, e raccontò a suo padre Bardack quello che era successo. Appena udita quella tragedia, Bardack e Bulma andarono immediatamente alla Capsule Corporation per andare a soccorrere la signora Brief *, ma appena varcata la soglia di casa, videro tutti e due uno spettacolo a dir poco raccapricciate: la signora Brief, legata con un cappio al collo, era appesa al lampadario del salotto e dondolava a destra e a sinistra. Sul tavolino basso c'era una lettera scritta a mano dalla vittima.
Cara Bulma,
                   Mi dispiace lasciarti così presto, ma non ce la facevo più a vivere con un peso sulle spalle come te. Mi sei sempre stata d'intralcio ai miei progetti futuri, e con la tua venuta al mondo, hai finito per rovinarmi l'esistenza, riempendola di responsabilità come pagarti la scuola, ed è per questo motivo che ho voluto privarmi della mia stessa vita. Affiderò la tua custodia al mio compagno Matt, lui saprà come prendersi cura di te. Non farlo arrabbiare, altrimenti ne pagherai le conseguenze.
P.S. L'unica soddisfazione che mi dai è quando canti con quella voce così melodica e angelica per una bambina così piccola.
Addio,
          signora Brief.
- Come può scrivere una cosa del genere!-
- Mi amamma mi vuole bene!- gridò Bulma ormai esasperata da quella situazione, con delle lacrime amare che le rigavano il volto così innocente.
Bardack chiamò la polizia, che arrivò immediatamente.
- Cos'è successo qui?- chiese ignaro uno dei poliziotti, prima di spostare il cadavere.
- Cosa vuole che sia successo?! E' morta la madre di questa bambina- disse indicando la piccola Bulma, disperata per la morte della persona più importante della sua vita.
- Senta signore, noi dobbiamo portare la bambina in ospedale per farle degli esami-.

All'ospedale...

- Come ti chiami piccola?- domandò gentilmente un'infermiera abbassandosi quanto bastava per vederla in volto.
- Bulma- rispose al suo posto l'uomo accanto alla piccola, la quale non accennava a risponderle.
- Dovremmo farle delle analisi. Potrebbe aver subito uno shock emotivo-.
La piccola Bulma non rispose a nessuna delle domande che i poliziotti le porgevano, e i medici capirono che non aveva intenzione di parlare, almeno con loro, ma non sapevano quanto si sbagliavano. Poco dopo, Bulma entrò in sala d'attesa, e, subito, due agenti l'accompagnarono da uno specialista in psichiatria, per comprendere le conseguenze dell'accaduto sul comportamento della bambina.
- Allora piccola, come ti chiami?- chiese cordialmente il dottor Snow, lo psicologo a cui le cure era stata affidata Bulma.
Lei non non emise neanche un suono, e tacque per tutta la durata della risposta, esattamente come aveva fatto con i poliziotti e con l'infermiera.
- Qual'è il tuo animale preferito?- chiese ancora il medico.
Anche questa volta, l'unica risposta che ottenne era il silenzio della paziente, perennemente concentrata a guardarlo, piuttosto che rispondergli.
- A cosa ti piace giocare?- fu l'ennesima domanda senza risposta che il medico ottenne da Bulma. In quel momento, anche se fosse caduto uno spillo sulla moquette, si sarebbe sentito indistintamente il suono metallico, dato il silenzio che incombeva nella camera, infatti, la paziente, non ne voleva sapere di rompere il mutismo in si era rinchiusa dopo aver letto la lettera della mdre.
Dopo l'ennesimo fallimento dello psicologo, apparve sulla soglia dello studio il dottor Snow, che ordinò gentilmente alla bambina di uscire e di restare in sala d'attesa. Sotto la supervisione di un agente, fecero entrare Bardack, venuto come tutore momentaneo di Bulma, visto che il compagno della signora Brief non era rintracciabile.
- Il caso di questa bambina è piuttosto particolare, ma non unico nel suo genere, infatti, sembrerebbe che lo shock causatele dalla vista di sua madre appesa al lampadario e dalla lettera letta poco tempo prima, l'abbiano chiusa in sé stessa, con la conseguenza del mutismo. Questo potrebbe causare problemi sulla sua vita sociale, ad esempio, potrebbe diventare ostile con tutti, allontanarsi da chiunque, ma la cosa più grave è che così non esprime i propri sentimenti- sentenziò il medico, che appariva agli occhi di tutti i presenti come freddo e distaccato, ma in fondo era preoccupato del futuro della bambina.
- Mi dica slo una cosa, il mutismo è temporaneo o permanente?- domandò Bardack con voce triste.
- Normalmente è temporaneo, passa col tempo, ma lo shock è stato molto forte per una bambina della sua età, però, per ora, non lo si può sapere-.
- E cosa possiamo fare?-.
- L'unica cosa che potete farle è starle vicini, metterla a suo agio, e non ricordarle l'accaduto. Vi chiederei di portarla qui almeno una volta al mese, in modo da farla aprire e iniziare a farla parlare, e di conseguenza, di curare il suo mutismo in meno tempo possibile-.
- La ringrazio, lo faremo- e poi Bardack uscì da quello studio, prese la piccola Bulma con sé e insieme andarono a casa sua, dove sua moglie Taanipu (così ho sentito dire nda L_B__) aveva preparato una camera per Bulma, che avrebbe vissuto lì almeno fino all'arrivo di Matt, il compagno di sua madre. I genitori di Goku avevano promesso a Bulma, e soprattutto a se stessi che avrebbero chiesto l'adozione di quella bambina, pur di non farla soffrire ancora per via di quel mostro.





* Ho scritto così perchè l'ultima volta che Bulma vide sua madre era viva, ed era convinta che lo fosse ancora quando arrivò lì con Bardack, ma non fu così...


ANGOLO DELLE SCRITTRICI

Non resistevo più, così ho pubblicato anche il secondo. So che LadyMary m ucciderà domani, ma ne è valsa totalmente la pena. Spero di avervi intrattenuto abbastanza come nel primo capitolo. Ormai vi sarete chiesti tutti: come ha fatto a scrivere la lettera, visto che è morta? oppure come ha fatto ad impiccarsi fino al lampadario, siccome c'era solo un tavolino basso? Tutte queste domande si risolveranno solo con il passare dei capitoli.
Un abbraccio,
                     L_B__  & LadyMary

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Capitolo 3
*** Un ritorno inaspettato ***










3. UN RITORNO INASPETTATO









Erano passati ormai due mesi dalla morte della madre di Bulma, ma la bambina non accennava ad una parola, era ancora chiusa nel suo mutismo, ma almeno sembrava riprendersi a poco a poco nella sua nuova sistemazione, a casa del suo amico Goku e dei suoi genitori.
Visto che non riusciva a comunicare apertamente tramite i gesti, Bardack e Taanipu le regalarono una lavagnetta magica (non è che sia magica nel vero senso della parola. Avete presente quelle lavagnette bianche che se fai scorrere una roba di plastica, quello che hai scritto scompare? Proprio quella le aveva regalato), in cui la turchina scriveva ciò che desiderava esprimere, siccome aveva imparato presto a scrivere.
Un giorno, mentre Taanipu giocava con Bulma e Goku, la piccola scrisse:
- Dov'è adesso la mia mamma?- poi fissò speranzosa la figura che ormai assomigliava più ad una madre, che ad una amica.
- La tua mamma è in cielo, è diventata un angelo e aiuta le persone buone ad entrare in paradiso- le disse lei dolcemente.
- Davvero? E cosa sono gli angeli?-si impegnò a scrivere senza fare errori.
- Sono delle persone che sono state buone tutta la vita, e hanno delle bellissime ali bianche sulla schiena- le disse con un sorriso Taanipu.
- E quando potrò andare a trovarla?- scrisse ancora.
- Potrai andare a trovarla solo quando sarai molto vecchia- le interruppe Bardack.
Poco dopo andarono a pranzare, siccome i bambini avevano una gran fame, e non solo loro!
Stavano finendo il oro pasto tranquillamente, quando sentirono il rombo di una moocicletta avvicinarsi alla loro via.
Bardack, Goku e Bulma uscirono dall'abitazione, mentre Taanipu metteva in ordine la cucina, e videro una Harley Davidson che si accostò davanti al loro giardino. Il pilota scese con calma e si tolse il casco senza alcuna fretta, rivelando il volto del conducente. Era il compagno della signora Brief, Matt.
Senza neanche salutare, disse:
-  La bambina viene con me, poche storie-.
- Non ci pensare nemmeno! Tu sei violento, non saresti in grado di crescerla e curarla, soprattutto nella situazione in cui si trova. Finirai solo per farla soffrire ancor di più- fu la risposta di Bardack.
- Lo sai, dal punto di vista  giuridico l'affidamento cel'ho io, non voi. Andiamo a casa, mocciosa-.
- Te l'ho già detto, a costo di andare in tribunale, l'affidamento dell piccola Bulma verrà dato a noi, non a te! E saresti anche in grado di picchiarla, e non le daresti l'istruzione necessaria per affrontare la vita!- lo attaccò a parole.
- Non ti impicciare, la bambina viene con me- riuscì solo a dire, punto sul vivo.
- Mai! Bulma, Goku, rientrate in casa a giocare con Taanipu-.
I bambini annuirono ed entrarono correndo in casa.
- Allora Matt, ti propongo di andare da un giudice o un avvocato, e se necessario, portare la nostra causa in tribunale. Mi sembra l'unica opzione razionale, visto che vogliamo tutti e due l'affidamento della bambina-concluse Bardack.
- Mmmmm... D'accordo, tanto lo sai anche tu che sono il parente più stretto che ha Bulma, quindi la legge è dalla mia parte. Il processo è solo un modo per allungare il soggiorno della mocciosa in questa casa, tanto alla fine verrà con me-.
E dopo queste ultime parole, Matt salì sulla sua moto e sfrecciò via.








CONTINUA...

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Capitolo 4
*** La vera paura ***


















4. LA VERA PAURA






Dopo circa sei anni, il processo per l'affidamento di Bulma terminò, finalmente.
- Coniugi Son, mi dispiace informarvi che Bulma non potrà stare con voi, deve ritornare con suo padre -annunciò l'avvocato.
- Ma non è possibile! Non può stare con lui! Le farà solo del male!- gridò disperata Taanipu, nel tentativo di far cambiare idea all'avvocato.
- Mi dispiace, ma è così che è stato deciso, e poi anche se la signora Brief ha scritto che la custodia andrà al suo compagno-.
- La signora Brief non è così stupida da fare una mossa così azzardata nei confronti della figlia -ribattè Bardack.
- Guardate che c'è scritto così nella lettera, e c'è anche scritto che Bulma era un peso per lei -.
- No! Non è vero! A dir la verità loro erano molto affiatate insieme, così tanto che in assenza di quel mostro, hanno inventato un codice segreto, andavano tutti i giorni alparco, oppure venivano a trovare Goku. Questo per farle capire che Bulma era ben voluta da sua madre, anche se nella lettera diceva il contrario -.
- Mettiamo il caso che fosse vero quello che dite, ma ciò non distoglie che l'affidamento di Bulma  sarà comunque di Matt -.
- Ma potremmo andare a trovarla? - chiese speranzosa Taanipu.
- Tutte le volte che lo vorrete - li rassicurò l'avvocato.


Dopo alcuni mesi...

- Ehi, ragazzina, sono a casa! - gridò Matt.
La ragazza, sapendo che Matt era un tipo che non bisognava farlo aspettare, scese di corsa dalla sua camera fino alla porta di casa, dove si fermò davanti a lui.
- Hai fatto tutti i compiti? - le chiese con finta gentilezza.
Bulma annuì impercittibilmente.
- Sai ragazzina, con il passare del tempo sei diventata più bella ed ubbidiente - disse mentre le cercava di accarezzarle la guancia.
Di scatto, Bulma cominciò ad indietreggiare.
- Perchè hai paura di me? Io sono tuo padre, non dovresti fare cose del genere a chi ha contribuito a crearti. Ora vieni con me. Ti farò conoscere un po' di amici miei al bar -.
Matt, seguito a ruota dall'azzurra andò in un locale molto buio e sinistro, nella zona più sporca e sudicia della città, dove si aggiravano ubriaconi, prostitute, maniaci sessuali, pazzi, e anche spacciatori.
Appena Matt varcò la soglia del loale, salutò tutti i suoi compari, uno ad uno.
- E quella chi è, la tua nuova puttanella? Sai, è così carina che me la farei seduta stante -.
Bulma rimase mpietrita a quelle parole cariche di desiderio e di eccitazione, così rimase ferma sulla soglia della porta.
- No brutto scemo, quella lì è mia figlia Bulma-.
- Allora ti devo fare i complimenti: te la sei scelta bene la tua puttanella, eh? Scommetto che se è bella quanto brava a letto,  domani ti darò almeno 10000€ per la notte passata in compagnia -.  
Sentite queste parole, la turchina scappò da quel locale così lurido e pieno di depravati, e andò a rifugiarsi in casa sua.

Dopo qualche ora...

- Ehi mocciosa! Perché sei scappata? - le domandò gelido, come sempre del resto.
La ragazza prese in mano la lavagnetta e scrisse:
- Avevo paura -.
- Ah sì, eh? Adesso ti faccio vedere io che cos'é la vera paura -.
Appena disse ciò, si slacciò la cintura dei pantaloni e le ordinò:
- Togliti la maglietta -.
La turchina, impaurita da ciò che stava per farle, obbedì senza ribattere.
Appena tolse l'indumento, Matt la frustò per circa tre ore, lasciandole ferite per tutta la lunghezza della schiena così candida, che ora era stata rovinata da quella cintura di cuoio.
- Sai una cosa, ragazzina? Non mi fermerò proprio adesso che arriva il bello -le sussurrò all'orecchio.
Appena disse ciò, la girò, la prese per le spalle, e le tirò una ginocchiata in pieno stomaco. Bulma si piegò in due dal dolore. Matt la fece sdraiare sulla schiena dolorante sul pavimento freddo del salotto, si accavallò su di lei e cominciò a chiaffeggiarla, tirarle pugni, e, ogni tanto si alzava per sgranchirsi le gambe tirandole calci, fino a farle sputare il suo stesso sangue.
- Ora vedo che hai imparato che cos'è la vera paura, e adesso torna a dormire -si congedò Matt, lasciando la figlia che si rotolava dal dolore su quel freddo pavimento, dove anni addietro si era consumato un omicidio.













CONTINUA...





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Capitolo 5
*** Chi è stato? ***











5. CHI E' STATO?





L'azzurra si svegliò prima del solito, quindi decise di andare a fare una passeggiataa, prima di andare a casa di Chichi, la sua migliore amica. Appena Chichi le aprì il cancello, si spaventò dall'aspetto dell'amica: aveva un occhio nero e gonfio, e il labbro spaccato, e per non parlare dei polsi, erano segnati ed erano tutti arrossati, anche se nascosti dalla felpa larga che indossava.
- Bulma, sai che giorno è oggi? - le chiese l'amica, ancora preoccupata della salute di Bulma.
- No, quale? - le scrisse sulla lavagnetta.
- Ma è il tuo compleanno! E sai una cosa? Ti ho fatto un regalo bellissimo -.
- Quale? Adesso voglio saperlo però - le riscrisse.
- Andiamo al karaoke con Goku e Vegeta! -.
- Davvero? -.
- Già, non sei contenta? -.
In risposta ricevette un sorriso, anzi, il primo e vero sorriso da quando l'aveva conosciuta.
Appena arrivati in aula, la classe si dieresse frettolosamente in palestra, pronti a subirsi la lezione del professore.
- Allora ragazzi. Visto che siamo in pochi giocheremo a pallavolo-.
Bulma era felicissima, non solo perché era il suo compleanno e sarebbe andata al karaoke, ma perché era un asso della pallavolo, soprattutto in attacco, e voleva dimostrarlo a tutti i presenti.
- Bulma, Yamcho, Tensing, Rif, Laura, e... Vegeta. Voi siete la squadra 1, mentre Goku, Chichi, Radish, Nappa, Turles, e Crili, saranno la squadre 2-annunciò il professore.
Bulma si sistemò in zona 2, in zona d'attacco, mentre Vegeta si sistemò in zona 3, come alzatore.
- Ehi, ragazzina-.
Bulma si girò di scatto verso il suo compagno di squadra.
- Quando ti arriva la palla, passamela, io te la alzo, e tu la schiacci contro il pelatino. Quello è il loro punto debole-.
La ragazza annuì, con un grande sorriso, intuendo già le sue intenzioni.
"Quello che lui voleva fare, era continuare ad attaccare su Crili, così poi tutti lo difendevano, e quando si presentava un buco nella formazione, manderò proprio lì la palla" pensò.
Dopo la partita, la squadra 1 vinse tutti e tre i set. Vegeta era rimasto colpito da quella ragazza sempre così triste, ma, in certi casi, forte e determinata. Bulma, che distava a pochi passi da lui, si abbassò per prendere la lavagnetta, e Vegeta vide, attravrso la maglietta bianca, dei segni rossi, sparsi per la schiena, ma no ci fece poi così tanto caso. Dopo essersicambiato, andò davanti allo spogliatoio femminile, ormai tutte le sue compagne di classe erano tutte andate nel corridoio, tranne Bulma, che ogni volta, rimaneva ultima a cambiarsi. Per accertarsi di ciò che aveva visto poco prima, aprì la porta dello spogliatoio, facendo sobbalzare la ragazza all'interno, la quale, alla sua vista indietreggiò, fino ad incontrare il muro. Proprio in quel momento notò che Bulma si era già cambiata, così le ordinò:
- Togliti la maglia-.
La ragazza, ovviamente scossa per tutto quello che stava succedendo in quel momento, negò con la testa.
A questo punto Vegeta, spazientito dal suo carattere deciso, le tolse letteralmente la maglia di dosso, e ciò che vide non fu affatto piacevole.
Solo in quel momento si accorse che il suo occhio ceruleo, era coperto da un livido nero, il labbro spaccato e, ora che riusciva a vederla meglio, aveva altri lividi sullo sterno, sull'addome e alle braccia. Con una delicatezza inaudita, la prese dolcemente per le spalle e la girò. Aveva visto bene, anche troppo bene. La schiena presentava ventine e ventine di tagli, sia profondi, sia superficiali, sia asciutti, sia ancora aperti, che le rovinavano la sua pell liscia e nivea.
Spaventato per ciò che provava Bulma in quel momento, la rigirò, e le chiese con calma:
- Chi è stato?-.
La ragazza indicò la lavagnetta, che Vegeta le porse in un istante, ansioso di conoscere chi era quella faccia di merda che aveva osato picchiare una ragazza.
- Nessuno,  ho attraversato dei rovi e mi sono fatta male-.
- Bugiarda, a chi vuoi darla a bere, eh? Dimmi subito chi è stato-.
Al tono rude di Vegeta, che le metteva ansia e paura al tempo stesso gli scrisse:
- E' stato il compagno di mia madre, con una cintura. Dopo che ebbe finito di torturarmi la schiena, con la stessa cintura che aveva usato, la utilizzò per legarmi i polsi e picchiarmi-.
E quando Vegeta ebbe finito di leggere quello che aveva scritto, le prese le mani tremolanti e notò che erano sfregiate e arrossate; poi la aiutò a rivestirsi, e corsero in classe, pronti per altre cinque ore di lezione.

Al karaoke...

- Allora, chi comincia?- chiese Goku, adocchiando Bulma. Sì, perché solo lei e Goku sanno quel segreto.
- Ma che ci facciamo qui se lei non canta?- Chiese acido il moro.
- Adesso lo vedrai- rispose Goku.
I quattro si chiusero in una camera, scelsero ua canzone: Everytime we touch (slow).
- Tsk, e chi la canta?-.
- Lei- gli rispose il moro dai capelli a palma.
La ragazza cominciò a cantare e tutti rimasero a bocca aperta perché non avevano mai pensato minimamente che una voce così angelica e armoniosa, fosse rinchiusa in una ragazza così triste, chiusa in se stessa da troppo tempo ormai, senza esprimere sentimenti, senza esprimere emozioni, e soprattutto, senza esprimere opinioni.
 















CONTINUA....!

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Capitolo 6
*** La quiete dopo la tempesta ***









6. LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA






- Hai una voce bellissima! - esultò la mora.
- Parla - le chiese "gentilmente" il ragazzo dai capelli a fiamma.
La ragazza dagli occhi color del cielo cercò qualcosa con lo sguardo, la cosa più importante della sua vita, quella cosa che le permetteva di esprimere opinioni, sensazioni e sentimenti: la sua lavagnetta. La cercò per tutta la stanza, per il corridoio e all'entrata, ma niente, non si trovava da nessuna parte, così, rassegnata,  decise di tornare dai suoi amici, che la stavano aspettando.
- Perché sei scappata via? - le chiese preoccupato Goku.
Vegeta, intuendo che era successo qualcosa a Bulma, rispose al posto suo, sbalordendo tutti i presenti.
- Voi restate qui a divertirvi, io accompagno la ragazzina a casa sua, ormai mi sono rotto di stare in questo posto-.
- D'accordo! - esclamarono all'unisono Goku e Chichi.
Vegeta, seguito a ruota da Bulma, andò verso l'edificio imponente della Capsule Corporation, quando si voltò e le disse:
- Siamo arrivati, io me ne torno a casa. Ho ben altro da fare che badare ad una mocciosa-.

POV Bulma

Lo stavo seguendo da quasi un quarto d'ora, ma non mi rivolse neanche una parola, quando improvvisamente...
- Siamo arrivati, io me ne torno a casa. Ho ben altro da fare che badare ad una mocciosa-.
Di risposta gli misi il broncio, ma lui si mise a ridere. Non era una risata di scherno, né di derisione, era puro divertimento. Adesso che ci penso, è anche molto più carino quando ride che quando se ne sta con i suoi compari, sempre con quell'espressione accigliata. E poi... cavolo, dovevo avere proprio un'espressione davvero strana se l'ho fatto ridere così.
Mi incamminai verso la porta d'ingresso, mi voltai verso di lui e gli feci uno dei miei sorrisi migliori, poi aprii la porta, vedendomi sbarrare la strada il mio incubo peggiore.
- Dove sei stata?!- mi urlò in faccia.
Non dovevo sprecare la mia voce per rispondergli, dovevo lottare e sostenere il suo sguardo, facendogli capire che non avevo paura di lui e che non mi sarei mai sottomessa, a tutti i costi. Lo guardai con tutto l'odio che provavo nei suoi confronti, ma come risposta ottenni uno schiaffo che mi fece girare la testa. Dopo pochi secondi me ne arrivò un altro, un altro ancora, seguito da pugni violentissimi sul mio volto, poi, com'era solito fare, si slacciò la cintura, mi strappò la maglietta e lì, in quel momento, cominciò la mia vera tortuta.
Non volevo gridare, non dovevo gridare perché se lo avessi fatto, lui avrebbe ottenuto la mia sottomissione, ma io sono forte e posso resistere a questo tipo di violenze. Non so spiegarmi il perché, ma mi comparve il volto di Vegeta davanti agli occhi; per un istante mi dimenticai dell'odio verso Matt, del dolore che stavo provando e della tristezza di cui era ricolma la mia vita. Dovevo resistere perché questa era una battaglia personale tra un uomo che impone la propria autorità con la violenza, e una ragazza con una vita difficile che deve sopportare tutte queste prepotenze. Ora lo vedo che sta caricando un calcio molto potente, per poi colpiri all'altezza dell'addome. Una voce all'improvviso arrivò gelida nelle mie orecchie:
- Sai una cosa? Sono stato io ad uccidere tua madre e a scrivere quella lettera, e sono sempre io quello che l'ha appesa al lampadario. Sai come ho fatto? Dopo che l'ebbi uccisa, scrissi con la sua penna quella lettera, poi presi un cappio dallo scantinato e con una scala l'ho appesa al lampadario per farlo credere un suicidio -.
Non ho versato nemmeno una lacrima a quella rivelazione. Non ce n'era bisogno perché avevo già intuito chi era stato, e poi dovevo essere forte per me, per mia madre, che sognava un futuro roseo per me e sognava vedermi felice con la persona che amavo, ma la morte l'ha strappata via da questo mondo, troppo ingiusto per una persona così buona e gentile, lasciando vivere le persone malvagie, e che potranno fare ancora del male. Non è riuscita neanche a vedere espresso il suo desiderio, cioè quello di vedermi essere una persona felice e con una famiglia tutta mia. Voleva con tutto il cuore che mi sposassi con la persona che amavo e che mettessi su famiglia, regalandole dei bellissimi nipoti, che lei non potrà mai vedere, e che loro non  potreanno mai vederla.
Altri calci mi colpiscono senza perdere potenza, causandomi un dolore immenso, ma non dovevo gridare, non volevo gridare, o avrei perso la mia battaglia personale contro quel mostro. 

Mentre tutta questa violenza veniva consumata in casa Brief, Vegeta si era appostato nell'immenso giardino, vicino alla finestra che dava sul salotto, assistendo a quell'orribile scenario, sentendo anche dei gemiti trattenuti, che dovevano essere della sua compagna di classe, di cui si era innamorato, ma il suo orgoglio gli impediva di dichiararsi e continuava a negare a se stesso di amarla.

Il giorno dopo...

Vegeta si didirgeva verso la scuola, ma durante il tragitto, incontrò la casa di Bulma, così decise che sarebbe andato a scuola con lei. Si avvicinò al campanello, ma un rumore improvviso lo fece voltare, e, attraverso una finestra, vide un uomo tirare violentemente i capelli turchini di Bulma. L'uomo si avvicinò alla porta, mentre, come per istinto, Vegeta indietreggiò, e, quando la porta si aprì, Matt spinse la ragazza scaraventandola sul moro, dicendogli poi, accortosi solo in quel momento della sua presenza:
- Tieniti questa puttanella, però poi la rivoglio a casa. Devo fare una cosa divertente con lei -.
Con Bulma ancora tra le sue braccia, cominciò a rassicurarla, accarezzandole la choma azzurra.
- Cos'è successo? - le chiese di punto in bianco.
- Niente -.
Rimase basito per quella risposta perché la differenza della voce che ha usato adesso, e quella che aveva sentito cantare, erano ben differenti l'una dall'altra: la prima era roca e bassa, molto difficile da sentire, mentre la seconda era piena di gioia e felicità, motlo chiara e squillante.
- Non prendermi per il culo, hai capito? Ho visto tutto ieri sera -.
- Allora non c'è bisogno che te lo spieghi, visto che sai già tutto nei minimi particolari -.
- Succede tutti i giorni? -.
- Quasi. Ogni tanto va in Viale Zara e porta qualche prostituta in casa, a volte mi costringe perfino ad assistere alle sue notti focose -.
-... -.
- Oh, non ti preoccupare, non è poi così traumatico -.
- Perché? - le chiese con una nota di sorpresa nella voce.
- Perché basta che non mi tocca con quelle luride mani e io sono a posto, ovviamente ometto tutte le volte che mi ha picchiata -.
- Giusto -.
Quel giorno, a scuola, le ore passarono veloci, ma solo perché tutti i professori avevano fatto uno sciopero, così avevano messo alla classe dei supplenti.
Daopo 5 ore di supplenza, Bulma si avvicinò al cancello dell'entrata, dove Vegeta era appoggiato con le braccia incrociate, e con la sua solita espressione corrucciata.
- Grazie - gli sussurrò vicino all'orecchio.
- Vattene -.
- C-cosa? -gli chiese con le lacrime agli occhi.
- Vattene da quella casa. Vieni da me, ho già deciso -.
Bulma, non aspettandosi questo genere di risposta, rimase per un po' interdetta, ma si riprese subito.
- E i vestiti? Come faccio? - gli domandò con aria da saputella.
- Andremo a prenderli insieme -.
- Nei negozi? -.
- No, andiamo da tuo padre, ti lascio stuprare da lui mentre faccio zapping standomene sul divano e grattarmi l'ombelico, e poi, quando lui ha finito, andiamo in camera tua a prenderli tutti insieme felicemente. E' ovvio che andremo a comprarli, no? -.
Bulma non si fece scoraggiare da quella risposta, anzi, era quasi divertita.
- E quando hai intenzione di andare, genio? -.
- Subito -.
Parcheggiata sul retro della scuola c'era appostata la macchina di Vegeta. Alla vista del suo mezzo di trasporto, Bulma scoppiò in una risata cristallina, difficile da contenere, causando una nota di disappnto nello sguardo del moro. La macchina parcheggiata era una Ford Fiesta 1200 cavalli e aveva 6000 giri, ed era di colore... verde fosforescente  (N.B. informazioni prese da Top Gear, puntata Ford Fiesta vs Corvette nda L_B__).
- Scegli - le ordinò.
- Non mi vuoi aiutare? -.
- Uffff, va bene. Prova questo, questo, e queste - disse mentre gli lanciava gli abiti.
Dopo pochi minuti uscì una Bulma completamente diversa:
- Come sto? - domandò tutta sorridente facendo un giro su se stessa.
- Tsk, come al solito - le rispose con una punta di imbarazzo.
- Uffa, sei proprio noioso -.
"Se devo dire la verita, sta benissimo, anche se c'è qualcosa che non mi quadra: appena è uscita dallo spogliatoio e l'ho vista contenta, io mi sentivo da schifo, impotente. E' strano vederla con un vestito così corto, infatti le si vedono i lividi, soprattutto in volto. Mi dispiace così tanto per quella povera ragazza, ma da quando varcherà la soglia dell'entrata di casa mia, la tratterò con molta più gentilezza, almeno spero di riuscirci" pensò tristemente Vegeta.
Bulma, in quel momento indossava un vestito bianco a fascia, che le arrivava fino alle ginocchia, un cappello di paglia che riusciva a tenere in testa a malapena, da quanto era grosso, e delle infradito nere, molto semplici.
Dopo essere stato lì con lei a scegliere i vestiti da farle indossare nei prossimi giorni a scuola, si accorse, tramite il suo cellulare, che erano già le sette e mezza di sera.
- Andiamo ragazzina, è tardi -.
- D'accordo, adesso arrivo - gli rispose, portando tutta la roba comprata alla cassa (intimo compreso).
Salirono in macchina e in fretta e furia arrivarono all'appartamento di Vegeta.











CONTINUA....!

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Capitolo 7
*** Prima notte insieme ***














7. PRIMA NOTTE INSIEME












L'appartamento era molto carino, sotto gli occhi di Bulma: era un trilocale in più aveva il bagno e il balcone, dove il colore dominante era il bianco, sia per i pavimenti, sia per le porte e i muri. Vi erano una cucina molto piccola con il minimo necessario per cucinare, e sotto il lavello c'era una lavastoviglie, per di più guasta; nel soggiorno c'erano un tappeto rosso scuro, due divani, uno rosso e uno nero, un tavolino basso in legno e una televisione. Si potevano scorgere due porte bianche, chiuse con tanto di chiave: il bagno e la camera di Vegeta. In quest'ultima c' era un letto matrimoniale con federe di un blu carico, e due armadi antichi di ciliegio, un colore molto intenso, mentre accanto al letto c'era un comodino dello stesso materiale degli armadi, e appoggiata sopra c'era un'antica abajour.
I due ragazzi varcarono la soglia di casa con una miriade si sacchi, sacchetti e borse, quando Bulma esclamò:
- Wow, che bella casa!-.
- Tsk, era già arredata-.
- Ma scommetto che il divano nero lo hai comprato tu, giusto?-.
-...-.
- Ho ragione!-.
- No che non hai ragione-.
- Invece sì! Chi tace acconsente! Ti sei scavato la fossa da solo, come sei ingenuo-.
- Tsk, io non sono come te-.
- E ci mancherebbe altro! Aspetta...-.
Il suo volto diventava sempre più serio per ogni secondo che passava, infatti il moro dai capelli a fiamma seguì le sue istruzioni, aspettandosi una qualche notizia tragica o una rivelazione non ancora svelata quando, all'improvviso, Bulma cominciò a parlare:
- Ti sto immaginando con i capelli lunghi fino al sedere, con la gonna e le tette con una 5° di reggiseno! Se fossi stato così ti avrei iscritto al concorso Miss Maglietta Bagnata 2012, avresti vinto di sicuro.- lo sbeffeggiò spudoratamente.
- E io ti sto immaginando versione maschio con gli addominali afflosciati, con la piazzola sulla testa e con il piciollo ( per chi non avesse compreso il vocabolo usato, la parola misteriosa è... pene) tutto raggrinzito per l'inattività- rispose alla provocazione senza farsi scrupoli.
- Senti ma... non è che ti stai descrivendo da solo tra qualche anno? Sai, per la parte della piazzola sulla testa ho un rimedio speci...-.
- Basta! Non ti sopporto più! La mia camera è quella là a sinistra, le tue cose mettile in uno degli armadi-.
- Prima di mettere via i vestiti volevo farti una domanda... Dov'è che dormo?-.
- Sul divano-.
- Che cosa?! Una signorina bella come me non dovrebbe dormire sul divano!-.
- Hai detto giusto: bella! Siccome tu non sei bella non sei degna di dormire sul letto-.
- Ma non eri della stessa opinione quando provavo i vestiti, però-.
- Tsk, piuttosto, che mangi?-.
- Io niente, non ho fame-.
- Guarda che se non continuerai a mangiare diventerai uno stecchino-.
- E guarda che se mangio troppo diventerò una balena arenata!-.
I due continuarono a lanciarsi sfide con lo sguardo, attenti a non abbassare la guardia perché se uno dei due cedeva, finiva la propria guerra silenziosa, dove uno dei due combattenti doveva uscire vincitore.
- Senti, siccome non voglio sentire le tue lamentele ti faccio io da mangiare d'accordo?-.
- Mettiti all'opera allora, ma stai attenta a non farmi scoppiare la cucina o te la vedrai con me e con la vecchietta al piano di sotto-.
- Agli ordini Colonnello Vegeta Prince, la soldatessa semplice Bulma Brief sarà sempre al vostro servizio!- lo derise poi, imitando alla perfezione il saluto militare.
"Ma chi me l'ha fatto fare?!" si ritrovò a pensare Vegeta, assistendo a quella scena.
Dopo mezz'ora passata a cercare gli ingredienti e a smanettare ai fornelli, Bulma mise tutto sulla tovaglia, preparata accuratamente mentre Vegeta era sotto la doccia.
- Che roba è?-le chiese schifato il moro.
- Ma come che roba è?! E' pasta con prosciutto cotto e panna, delle cotolette alla milanese, insalata, bistecche, e macedonia di fragole.-gli rispose saccente.
Bulma rimase ad osservare Vegeta ingozzarsi, fino a quando non si alzò di scatto dalla sedia.
 - Io vado a LETTO, sul divano rosso ci sono le coperte-.
La ragazza dai capelli turchini, dopo aver lavato e risciacquato quello che Vegeta aveva sporcato, si coricò sul divano, arraffando tutte le coperte che erano appoggiate lì. Dopo neanche un quarto d'ora si svegliò di soprassalto, sognando quel mostro di suo padre che la frustava e che la molestava davanti a tutti i suoi amici, deridendola e prendendosi beffe di lei e di sua madre, e, per giunta non se la sentiva di stare da sola, in una casa che non aveva mai visto, così decise di fare una scelta azzardata. Con ancora gli occhi velati dalle lacrime, si diresse silenziosamente verso la porta socchiusa, la aprì, e trovò un Vegeta alquanto differente: aveva sempre quell'espressione seria in volto, ma c'er qualcosa di diverso. Era quasi... rilassato. Per non svegliarlo, si coricò il più delicatamente possibile sul letto, quando si ritrovò con il polso serrato in una morsa ferrea, e non aveva intenzione di lasciarla andare, quando...
- Perché piangi?- le chiese brusco.
- Niente, posso dormire con te? Ho paura a stare da sola-.
- No che non puoi-.
- Ti prego, non ti darò alcun fastidio- gli chiese con voce supplicante.
- D'accordo, basta che stai nella tua metà di letto-.
- Grazie mille!- disse per poi abbracciarlo.
- Staccati e dormi-.

Appena aprii gli occhi sentii un peso - non molto pesante- opprimere il mio torace, notando poi una chiome azzurra appoggiata delicatamente a me. Mi alzai quanto bastava per poter scorgere la posizione con la quale aveva dormito, e devo dire che era... indifesa, ma non era a questo a cui mi riferivo, la parola era un'altra. Era a dir poco... tenera. Era appiccicata al mio corpo e sembrava che avesse paura che me ne fossi andato via durante la notte. Si capiva dalla posizione in cui era: aveva la testa appoggiata al mio torace, il suo braccio destro mi circondava i miei addominali scolpiti, il braccio sinistro non si vedeva nemmeno perché era piegato sotto il suo corpo, mentre le gambe erano piegate leggermente. Mi presi ancora qualche minuto per osservarla bene. Era bellissima, aveva un'espressione felice e serena in quel momento, ma i suoi sentimenti contrastavano con le sensazioni che aveva provato fino ad ora, infatti, una dimostrazione della sua infelicità erano i lividi e i graffi sulla schiena, ancora ben visibili sulla sua pelle nivea e morbida. Era da un po' che la osservavo, quando finalmente aprì gli occhi sbadigliando rumorosamente.
- Sei peggio di un camionista- la rimproverai.
- Vuoi litigare già di prima mattina?-.
- Mettiti quel vestito bianco e il costume che hai preso, oggi si va al mare-.
- E da quando decidi tu?-.
- Guarda che ci sono anche quell'idiota di Kaharot e la sua tipa, com'è che si chiama?-.
- Chichi!-.
- Si vabbé, ci sarà anche lei-.
- Allora vado subito a vestirmi!-.
E detto questo prese i vestiti e si rintanò nel bagno.
















CONTINUA...!

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Capitolo 8
*** Orribili esperienze - NOME DEL CAPITOLO PROVVISORIO ***


8. ORRIBILI ESPERIENZE - NOME DEL CAPITOLO PROVVISORIO





Appena la turchina  uscì dal bagno, Vegeta rimase a fissarla imbambolato per pochi istanti, quando quel silenzio fu interrotto dalla voce di Bulma:
- Lo so che sono bella, non c'è bisogno di venerarmi!-.
- La tua presunzione non conosce limiti. Comunque... sai come si fanno i figli belli e quelli brutti?-.
- No, come?- chiese curiosa l'azzurra.
- Per quelli belli lei sta sotto e lui sta sopra - rispose scocciato Vegeta.
- E per quelli brutti?-.
- Beh, per quelli brutti chiedi a tua madre-.
- Non sei divertente, è un colpo basso- disse con rammarico, accennando un piccolo sorriso malinconico, ricordando i bei momenti prima dell'arrivo di Matt.
Dopo l'uscita della turchina, scese un silenzio imbarazzante, almeno per Vegeta, che non sapeva cosa dire a proposito. Stava per chiederle qualcosa, ma fu prontamente interrotto dal campanello.
- Chi è?- chiese la turchina, risvegliatasi dal suo stato di trance.
- Siamo Goku e Chichi! Venite fuori!-.
- Arriviamo subito! Dai Vegeta, andiamo fuori che ci aspettano-.
- Non rompere ragazzina, prima devo chiudere la porta- le rispose seccato.
Bulma e Vegeta scesero e davanti alla portineria c'erano i due fidanzati ad attenderli.
- Ciao Bulma! Com'è stato dormire da Vegeta?  Guarda che se l'hai fatta dormire sul divano ti stacco la faccia a morsi, hai capito?- le chiese per poi rivolgersi al moro.
- Tranquilla brutta racchia, ha dormito con me-.
- CHE COSA?! Che cosa avete fatto?-.
- Niente Chichi, ho solo dormito, non è successo niente- la interruppe Bulma.
- Sentite, io e Kaharot vi raggiungeremo dopo, voi andate a prendere posto in spiaggia-.
- Ok Vegeta! Andiamo Chichi-.

- Toglimi una curiosità Kaharot-.
- Quale?-.
- Lo sapevi già?-.
- Che cosa? Che Bulma veniva picchiata, che non parlava per scelta o che apriva la bocca solo per cantare?-.
- Tutte e tre le cose-.
- Sapevo tutto di Bulma: l'unica persona con cui si confidava ero io, ma a quanto pare hai preso il mio posto- spiegò Goku.
- Voglio sapere di più- tagliò corto il più basso.
- Beh, vedi, la sua infanzia e la sua adolescenza non l'ha passata nel migliore dei modi. Tutto cominciò quando sua madre si risposò con un altro uomo e la sera, dopo che sua madre le raccontava una storia, Matt, il suo compagno, la picchiava fino a farla svenire, e quando Bulma si risvegliava e scendeva in soggiorno per le urla sentite, Matt le spiegava che sua madre si era sentita male mentre scendeva dalle scale. Ovviamente la mattina presto lei veniva dalla mia famiglia a dire tutto quello che aveva sentito, ma da quella sera in cui aveva lasciato sua madre da sola per venire da noi, non parlò più e si ripromise che non avrebbe sprecato una parola, se non per cantare. Ti chiederai perché canta così bene immagino. Nonostante si fosse chiusa nel suo mutismo, frequentava dei corsi di canto cinque volte a settimana, all'insaputa di suo padre. Quando Bulma compì 13 anni, il "padre" cominciò a picchiarla, allinizio su zone nascoste del corpo, poi cominciò a picchiarla anche sul volto e arrivò perfino a tirarle cinghiate con la cintura se non gli obbediva. Anche se viveva una vita d'inferno fra quelle quattro mura, era felice e aveva degli amici, pochi ma almeno ne aveva. Tutti no sappiamo della sua storia, perfino Chichi. Ora che la conosci tutti i dettagli della sua vita, vuoi diventare suo amico?-gli chiese serio Goku. 
- Mi dispiace molto per quello che le è successo, comunque sì, voglio diventare suo amico-.
- Ma ti avverto Vegeta. Se vuoi avvicinarti a lei solo per compatirla e confortarla, ti stai facendo un'idea sbagliata dell'amicizia che intende lei-.
- E allora che amicizia intende?- chiese scocciato il moro.
- Ma proprio non riesci a capire?! Come fai ad essere così ottuso!-Cominciò ad alzare la voce.
- Spiegati meglio Kaharot- rispose con un tono più pacato.
- Intende un'amicizia vera, non dove ci sono delle persone che la confortano e basta dicendole "mi dispiace", a lei è capitata una vita più dura della nostra e dobbiamo esserle vicini non solo con la nostra persona fisica, ma anche con la nostra anima, con il pensiero! Lei non si merita persone che non sono in grado di esserle vicine-.
- Questo spiega perché ha solo voi come amici-sentenziò Vegeta.
- Infatti, e devo dire che se li è scelti proprio bene, perché noi non la tradiremo mai e le staremo sempre vicino, anche nei momenti più difficili-.
- Senti Kaharot, che ne dici se questo discorso lo riprendiamo un'altra volta? Ora dobbiamo andare o ci manderanno a "Chi l'ha visto"-.
- Già mi immagino la conduttrice dire: dispersi due ragazzi sui 16-17 anni, molto belli, con fisico mozzafiato, capelli neri e occhi dello stesso colore. L'ulima volta che li hanno visti erano vicini ad un appartamento di seconda mano del più basso dei due-.
- Kaharot ti voglio dire una cosa che non ti ho mai detto in vita mia... smetti di sparar stronzate-.

Al mare...

- Eccoli, arrivano Chichi!-.
- Dove siete stati tutto questo tempo, eh?-.
- Siamo andati per i campi, contenta?- le rispose il moro con sarcasmo.
- Dai Goku, andiamo dentro, l'acqua è belllissima!-disse per poi trascinarlo via con sé.
- Non entri?- le chiese duro Vegeta.
- No, oggi no. Ho un piccolo problemino tecnico- rispose Bulma guardandosi la parte inferiore del costume.
- Mar Rosso?-.
- Già, a quanto pare-.
- Che racconta balle che sei-.
- Io non sono una racconta balle- per poi mettere il muso.
- E invece sì. In questo periodo non ce le hai-.
- E tu come fai a saperlo? Per caso mi spii?- chiese saccente.
- Ma ti pare? Innanzitutto non le hai adesso perché attraverso il costume non si vedono sporgenze, poi perché quei pannolini da femmine non li hai comprati- sentenziò il moro.
- Per tua informazione, quei pannolini da femmine come li chiami tu si chiamano assorbenti. E poi non lo sai che esistono anche quelli interni?-.
- Certo che lo so, ma so anche che se te ne infileresti uno, grideresti come una cagna in calore-.
- E allora perché non entri?- chiese, cercando di sviare il discorso, diventato troppo imbarazzante per lei.
- Non ne ho voglia-.
- Beh, sai una cosa? a volte mi ritrovo a pensare  che voi maschi siete proprio fortunati su due aspetti: il primo è che non avete la maledizione che affligge noi donne, la seconda è che che non dovete partorire-.
- E quale sarebbe la maledizione che vi affligge?-.
- Quella che viene con un intervallo di tempo di 28 giorni circa e che dura più o meno 5 giorni. Questa maledizione ci fa perdere una miriade di sangue ogni volta, però... adesso che ci penso dall'altro lato siete sfortunati-.
- Illuminami scolaretta, fammi sentire la tua teoria-.
- Noi femmine non ci facciamo il problema di chi ce l'ha più lungo, o peggio ancora, il più gros...-.
Non fece nemmeno in tempo a fnire la frase che Vegeta con uno scatto felino le si parò davanti e se la caricò sulle spalle, portandola sempre più verso il largo. Appena la turchina si rese conto di ciò che stava succedendo, cominciò ad agitarsi e a battere pugni sulla schiena di Vegeta, gridandogli:
- Lasciami Vegeta, riportami a riva, ti prego! Io n...-
Non ascoltando le sue parole, la prese dai fianchi e la gettò in avanti, ignaro di ciò che stava per accadere.
- Aiuto, aiutami ti prego!- Vegeta prontamente andò a salvarla, per poi prenderla in braccio e facendola sedere a cavalcioni sulle sue gambe già divaricate.
- Sei uno stupido! Perché l'hai buttata dentro?  Non sapevi che non sa nuotare?-gli gridò Goku che era poco distante da loro.
- Zitto Goku!- lo sgridò Bulma, ormai in procinto di un pianto.
- Andiamo a casa- le disse apprensivo Vegeta.
- No, sul telone- disse indicandolo.
Mentre Vegeta portava in braccio Bulma sul telone, Goku e Chichi assistevano alla scena da lontano.
- Perché Bulma ha preferito mentire piuttosto che dirglielo apertamente?-.
- Chichi, mi sorprendi. Pensavo che sapessi che Bulma non va a dire in giro le sue paure al primo che passa. Piuttosto che dirle apertamente si ucciderebbe-.
- Il suo orgoglio non ha limiti-.

Intanto sulla spiaggia...

- sc...-.
- Non c'è bisogno di scusarti, in fondo sono io che non te l'ho mai detto, no? Se ti avessi avvertito prima, ti saresti risparmiato la sfuriata di Goku, ma...-.
- Ma?- cercò di incoraggiarla a parlare.
- Ma tu mi avresti preso in giro a vita dicendomi: guarda, non ha paura di suo padre che potrebbe stuprarla da un momento all'altro ma ha paura dell'acqua-. rivelò le sue paure, rannicchiandosi sul telo.
- Tsk, e io direi queste stronzate? -.
- Non le diresti?-chiese una Bulma a dir poco sbalordita.
- Per prendere in giro qualcuno non cado così in basso. Ora andiamo, tu porta la borsa, l'ombrellone e tutto il resto, io porto il telo-.
- Ma del tipo "attaccati al tram e quando gira fischia?" Io porto il telo e tu tutto il resto-.
- Così ti voglio vedere. Una ragazza con le palle! Vedo che nonostante tutto il tuo caratterino non l'hai perso-.
- E non lo perderò, stanne certo-.
Con calma, i due ragazzi si diressero verso quella che loro chiamavano "casa", ma videro davanti una alla portineria ormai vuota, unuomo alto e imponente che aspettava con andia una persona.
- E così ci rivediamo, eh, stronzetta?- le disse l'uomo.
- Che cazzo ci ai qui, eh? Non ti è bastato rovinarle la vita?-si intromise Vegeta.
L'uomo si avvicinò al ragazzo, colpendolo con un malrovescio, facendolo cadere rovinosamente a terra.
- Vegeta! Oh no, Vegeta!- tentò inavano di chiamarlo.
- Sai puttanella, sei proprio uguale a tua madre: una cagna in calore in cerca di qualcuno che soddisfi le sue voglie alla sera!-.
Matt si avvicinò a Bulma, slacciandosi la cintura dei pantaloni, ma con intenzioni diverse a quelle che intendeva poco tempo prima.
- Sai, ora ho voglia di cambiare un po' le cose: togliti il vestito- le disse com se fosse la cosa più naturale al mondo.
- Col cazzo! Aiuami Vegeta!-.
- Il tuo amico non si risveglierà più. Ora sei tutta mia!- E detto questo le strappò il vestito di dosso, facendole uscire ungemito di dolore pe rpoi buttarla a terra. Matt fece uscire il suo membro dall'ingombro dei pantaloni, le scostò la parte inferiore del costume pronto per infilarlo nella femminilità della ragazza, ma un'ombra dietro di lui lo colpì con un vaso, stordendolo.

POV VEGETA

Quell'uomo mi si avvicinò minaccioso, colpendomi in pieno volto stordendomi. Durante il mio dormiveglia sentii delle grida disperate di Bulma che invocavano il mio nome. Sentii susseguirsi anche un gemito di dolore uscire dalla sua bocca. E se la stesse... No! Non oso neanche immaginarmelo. Lei è la mia ragazzina, quella strana ragazzina che mi ha cambiato completamente la vita in meglio, facendomi provare nuove sensazioni ed emozioni che non avevo mai provato in vita mia. Con ancora questi pensieri che mi albergavano in mente, trovai la forza di alzarmi e prendere un vaso da un mobiletto lì vicino, mi avvicina silenziosamente e lo colpii da dietro, facendolo svenire. Meno male che arrivai in tempo, altrimenti non sapevo cosa avrei potuto fare. Il mio sguardo si posò sulla ragazza seduta accovacciata in un angolino e tremava convulsamente per lo shock subito; la presi in braccio, ma mi accorsi solo in quel momento che quel mostro le aveva scostato il costume per... insomma, avete capito, no? La tenni stretta a me più che potevo, ma capii dal suo trmore che non si sentiva al sicuro; appena fummo arrivati in camera mia, ci sdraiammo sul letto, poi mi misi ad accarezzarle la testa e ad abbracciarla, dicendole che andrà tutto bene, infondendole la sicurezza di cui aveva bisogno.
Ci addormentammo così, abbracciati l'uno all'altra, ignari di ciò che ci avrebbe riservato il domani.






FINE










SCHERZAVAMO!

ANGOLO DELLE "SCRITTRICI"
Vi preghiamo di perdonarci se io (L_B__) non ho risposto alle vostre recensioni, appena avrò un po' di tempo lo farò e cci scusiamo se Vegeta è OOC, ma cercate di capirci: chi non si preoccuperebbe per la/il ragazzo/a che ama?
Vi chiediamo di perdonarmi se ci sono degli errori ma l'ho scritta di fretta e non ho avuto il tempo di leggerla, comunque diteci cosa ne pensate!
E con questo saluto tutti quelli che seguono, recensiscono o leggono soltanto. Grazie di cuore!














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Capitolo 9
*** Mi dimenticherò di quel sentimento non corrisposto che per anni ho nutrito solo io! ***


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9. MI DIMENTICHERO' DI QUEL SENTIMENTO NON CORRISPOSTO





Il sole regnava alto nel cielo limpido, continuando a battere insistentemente sulle mie palpebre sigillate, ma ormai non avevo più niente da sognare, così decisi di aprire gli occhi. Ero nella parte a sinistra del letto, e sentivo uno strano calore all'altezza dei fianchi, così decisi di voltarmi, e i ritrovai la faccia di Vegeta a pochi millimetri dalla mia. Cercai di fare meno rumore possibile, e tolsi il suo braccio dal mio fianco, ma appena cercai di alzarmi dal letto, sentii il mio polso bloccato da una presa ferrea che non accennava a diminuire, questo voeva dire che Vegeta si era svegliato, e anche di pessimo umore.
- Dove vai. Oggi rimani a casa-.
- Col cavolo Vegeta, io vengo a scuola, non resterò a casa a non fare niente tutto il giorno, sai che non mi piace oziare...-.
- E allora preparami la colazione. Ho fame-.
Sempre il solito sciatto, non cambierà mai, neanche se lo minacciassero a morte.
Preparai la colazione soltanto per una persona, infine mi vestii, e con Vegeta mi diressi davanti alla scuola, dove c'erano Chichi e Goku ad attenderci insieme a C-18 e Crili.
- Ciao ragazzi, come state?- chiesi raggiante.
- Bulma, è inutile che fai finta, sappiamo cosa ti è successo- sentenziò amorevole C-18.
Mi rabbuiai di colpo, tornando con la mente al pomeriggio prima, ricordando il tentato stupro che Matt stava per farmi, ma qualcuno mi mise una mano sulla mia spalla e mi intimò di entrare in classe.
<NON PORTATE BIKINI, GRAZIE>>.
Mentre la classe era tutta eccitata all'idea di andare in piscina domani, io ero tutto l'opposto... perché sono colpita da questa maledizione! Sono veramente preoccupata, come farò domani? Questa volta non avevo via di scampo, ero in trappola.
La prof id turno entrò, ma non me ne accorsi e rimasi in piedi, come una beota a fissare la lavagna come se fosse stato Vegeta nudo... Ma che diavolo stavo pensando?! Vegeta nudo?? Pff, e chi lo vuole quel gran pezzo di ragazzo... Basta!  Bulma, non devi pensare a queste cose, concentrati su quale scusa dovresti utilizzare domani... finto mal di stomaco? No, non ci crede più nessuno... Mestruazioni! No, il professore ci ha detto che ci sono gli assorbenti interni... Sono spacciata...
- Ehi Brief, ma che fa? Si sieda  che cominciamo il dettato- mi interruppe il mio flusso di pensieri la nostra prof di inglese, poi cominciò subito con il dettato - I've got a friend, and you? Mee too, i've got a friend, his name is Luke...-.
- Scusi prof , potrebbe ripetere un attimo?- le chiesi gentilmente.
- Non lo ripeto una seconda volta- mi rispose acida.
- Vai a farti friggere brutta megera- dissi sotto voce.
- Che cosa Brief, ripeta un po'...- mi sfidò la prof.
- Non lo ripeto una seconda volta- e con questo mi guadagnai il rispetto e le risate dei miei compagni.
- Brief, mi porti il libretto scolastico-.
- Con piacere- la sfidai con lo sguardo.
Glielo portai e mi scrisse una nota lunga due pagine, su cui c'era scritto solo che io ho risposto male alla prof di inglese... mah, chi li capisce questi professori...
Mi allontanai dalla cattedra e mi misi al mio posto, e passata l'ora di inglese, chiesi a Vegeta un piccolo favore...
- Vegeta, mi potresti falsificare la firma di mio padre? Ti prego-.
- Sai cosa devi fare a casa allora...-.
Non ci potevo credere che me lo voleva far fare! Era una cosa inconcepibile, avrei perduto anche quel poco di orgoglio che mi rimaneva...



Bussai alla porta della camera di Vegeta, che tra l'altro era anche la mia, e mi chiese da dietro la porta:
- Allora ti sei decisa, muoviti, dì quello che devi dire-.
- La prego Divino Vegeta Prince, il più grande della fantastica e celeberrima dinastia dei Prince, Sommo protettore della sua coinquilina e nonché schiavetta personale Bulma Brief. La supplico, mi faccia violare i suoi spazi, permettendomi di entrare nella sua camera e di far falsificare la firma sul libretto scolastico dove la prof di inglese ha inquinato il suo candido bianco per lasciare impresse delle righe di inchiostro...-.
- E va bene, se insisti tanto...-.
Ma quale insistere, era questo quello che voleva, pensai irata, imprecando contro il diretto interessato in ostrogoto e nella lingua usata dagli ornitorinchi.
Aprii la porta con cautela, per poi richiuderla dietro di me, ma lo spettacolo che mi si presentò davanti, per i miei occhi fu  come se avessi visto Orlando Bloom bussare alla porta di casa mia in costume da bagno.
- Ma non puoi coprirti?! Sei uno svergognato!!- e mi coprii gli occhi per non guardarlo anche se la tentazione era troppa.
- Tsk, parla quella che va in giro per casa scorrazzando in mutande e in reggiseno-.
- Comunque... Sono venuta per questioni più importanti. Tieni il libretto, fai del tuo meglio, deve essere uguale-.
- Niente di più facile-.
Prese il libretto che tenevo in mano, osservò bene la calligrafia di mio padre, andò alla pagine dove ricevetti la nota e la copiò in pochi secondi. Mi riallungò il libretto, guardai la firma di Vegeta e... Oddio, era identica! Senza neanche rendermi conto esultai di gioia e lo abbracciai dicendogli un bel "Grazie Vegeta!"
- Adesso ci manca solo che mi dai anche un bacio- ironizzò.
- Non dire scemenze, non ti bacerei neanche se mi costringessi-.
- Ah si? Vediamo- e detto questo mi prese per il colletto della maglietta e congiunse le mie labbra alle sue.
Fu un contatto rude, ma comunque piacevole, almeno per me.
- Che ti serva da lezione- mi sussurrò sulle labbra.
Cosa? Cos'è successo, Vegeta... Vegeta mi ha appena... Ba- ba... non riesco neanche a pensarlo...
Vegeta mi ha appena dato... un bacio...
Non ci credo! Ma è un sogno?
- Io vado a farmi una doccia, tu non provare ad andartene o pagherai le conseguenze- mi minacciò prima di uscire dalla porta.
Restai ancora un po' tramortita dall'avvenimento che era successo poco fa, ma dopo poco gli vibrò il cellulare, spinta dalla curiosità lo presi in mano e andai a leggere il messaggio che gli era stato inviato.
<< Ciao Tesoro, l'altra notte sei stato fantastico, come sempre del resto XD Che ne dici se il 10 agosto andiamo al mare a vedere le stelle cadenti? Poi possiamo divertirci anche un po' noi due da soli... Fammi sapere, Mi-chan >>.
Mi-chan?? E chi diavolo è Mi-chan?! Guardai attentamente il messaggio e lo rilessi lettera per lettera, poi cominciai a ragionare su quale giorno si riferisse. Da quando io ero qui lui di sera non si è mai mosso, a parte... Ecco, nonostante Vegeta abbia un inquilina in casa lui se ne va a mi*****e!
Come ha potuto abbandonarmi così...
Ma perché ero così triste, dovevo essere felice per lui, aveva trovato finalmente un'ALTRA ragazza che lo comprendeva, a cui gli era amica... ma allora... che cos'era questa sensazione? Forse era solo il mio cuore che si spezzava...
Già,  solo il mio cuore che si spezzava, ma allora perché mi lacrimavano gli occhi... perché? Misi una mano sotto gli occhi, come per fermare quel flusso di lacime che mi annebbiaa la vista, forse sarei riuscita a trattenerle, forse...
- Ehi ragazzina che fai con il mio cellulare in mano?- mi domandò dalla porta.
Mi giro di scatto, mi aveva colta in flagrante! Non mi asciugai nemmeno le lacrime, riuscii a dire solo con tono flebile ma deciso:
- Una ragazza ti ha cercata..  Vuole che tu passi con lei la notte di San Lorenzo sulla spiaggia-.
- Mph, Sono sicuro che è Kotomi... e allora perché hai le lacrime agli occhi, ti dispiace?- mi chiese sarcastico, però colpendo nel segno.
- No scemo, ho le lacrime agli occhi perché ho appena sbadigliato... Visto? Fraintendi sempre le persone. Mi chiedo come faccia quella lì a sopporarti-.
- Infatti non c'è bisogno di soportarsi, sono solo incontri notturni...-.
Non volevo ascoltare una parola di più, ero furiosa. Senza mostrare le mie vere emozioni uscii di fretta dalla porta, avvertendo Vegeta che avrei preso del cibo al supermercato... ma in realtà volevo solo sfogarmi e fare una passeggiata per riflettere.
Ecco, la mia solita fortuna... aveva comminciato a piovere. Ma come faceva a piovere a giugno, posso capire settembre o aprile, ma giugno no! Cominciai la mia passeggiata sotto la l'acqua, molti mi guardavano preoccupata, altri se la ridevano sotto i baffi perché non avevo preso l'ombrello, altri ancora mi ossevavano di sottecchi, per poi riprendere il proprio cammino.
Come aveva osato?! Come aveva potuto farlo, non doveva usarmi così... se prima ero sorpresa e felice all'idea che Vegeta mi avesse baciata, ora al solo pensiero mi faceva ribrezzo. Non volevo immaginare che cosa avesse fatto con quella bocca... Non volevo immaginarlo... non volevo, eppure mi continuavo a chiedere che cos'è che quella Mi-chan avesse più di me, continuavo a chiedermelo.
Non dovevo essere così felice per quel bacio maligno, eppure, in quel momento, pensavo che fosse stato un sogno... un sogno da cui non volevo svegliarmi, da cui non volevo ridestarmi.
Una stupida, ecco cos'ero. Semplicemente una stupida che aveva compreso male il messaggio; un mesaggio che era di sfida e di scherno, io l'ho compreso come un messaggio d'amore, d'affetto e di amicizia... che scema!
Non sapevo quanto tempo avessi passato sotto la pioggia, ma appena tornai a casa, Vegeta corse subito da me, buttandomi un asciugamano addosso, cominciando a sfregarmi per bene.
Stammi lontano, io non volevo la tua pietà, non volevo la tua compassione, non volevo niente da te. Perché mi asciugavi, perché me ne stavo immobile, perché non reagivo... forse perché... quel contatto mi piaceva, mi rassicurava, mi faceva sentire protetta... Ma allora se mi faceva sentire così bene, perché non gli dicevo che ero innamorata di lui?
Non era per Mi-chan.
Non era per il bacio maligno.
Non era perché avevo paura di perderlo.
Era per un rifiuto...
Se mi avesse rifiutato, cosa avrei fatto?
Se mi avesse rifiutato, cosa gli avrei detto?
Come potevo resistere, con un peso sulla coscienza come questo; se gli avessi detto "ti amo", lui come avrebbe reagito?
Alzai lo sguardo per guardarlo, ma non ascoltavo quello che diceva, mi concentravo più sulla sua voce.
Bassa, ma chiara.
Fredda, ma che mi trasmette fiducia.
Se qualcuno mi avesse chiesto com'era la voce di Vegeta, io avrei risposto così.

- Dove sei stata, sei uscita con la pioggia e non hai neanche portato l'ombrello, possibile che ti debba dire tutto io?!- mi rimproverò, ma non alzò la voce, sembrava un po' preoccupato.
- Sono andata al supermercato, ma non c'era niente che mi interessava così sono tornata indietro- riabbassai lo sguardo, non volevo guardarlo negli occhi.
- Guarda che avevi lasciato il borsellino a casa, non eri andata al supermercato. Dove sei stata-.
- Non sono affari che ti riguardano, io... io... -.
Oh no! Ci mancava solo questa, non riesco neanche a parlare, sono una incapace con i fiocchi.
Non era passato molto tempo da quando Matt aveva cercato di violentarmi, ma in  questo lasso di tempo, ero riuscita a far affiorare un sentimento bellissimo, unico al mondo, da condividere con chi si ama, ma per me, per Bulma Brief, era un'emozione a senso unico, un sentimento non corrisposto, un sentimento che provavo solo io...
- Allora? Io cosa... Non mi vorrai dire che ti sei innamorata di me, vero? Lo sapevo, sono irresistibile. Sai, ricordo ancora quella lettera che mi dessi in terza media...- e si fermò per riprendere fiato.


FLASHBACK

-Vai Bulma, ormai è da solo- incitò la mora.
La turchina diede un cenno di assenso con il capo, poi prese coraggio, si armò di lavagnetta e della lettera e cominciò a dirigersi verso il suo obiettivo.
Bulma chiamò il ragazzo moro tirandogli la manica della maglietta, lui si girò e lei lo salutò scrivendo e gli diede la lettera. Lui la prese in mano, non degnandola di uno sguardo e se ne andò con la lettera ancora tra le dita.
Il ragazzo, mentre tornava in classe, vinto dalla curiosità lesse la lettera tuta d'un fiato.
<< Piacere di conoscerti Vegeta Prince, io sono Bulma Brief, della sezione E...
     Tu non sai chi sono vero?
     Io invece ti conosco.
     Ti ho ammirato per la tua intelligenza e per la tua bellezza da quando due anni fa pronunciasti il tuo discorso per la cerimonia di apertura...
     Non ho alcuna speranza di finire nella tua stessa classe, quindi ti scrivo i miei sentimenti su questa lettera con tutto il cuore...
     Vegeta Prince, tu mi piaci! >>
- Allora Vegeta, un'altra ammiratrice?- lo interruppe il suo compagno di classe Goku.
- Già, è quella ragazzina sramba che parla solo con la sua lavagnetta. Che razza di idiota, poi è tutta ricoperta di tagli e lividi, secondo me è bipolare...-.
- Ehi, Non parlare male di Bulma, non devi offenderla, ha avuto un'infanzia difficile....-.



 - Piacere di conoscerti Vegeta Prince, io sono Bulma Brief, della sezione E... Tu non sai chi sono vero? Io invece ti conosco. Ti ho ammirato per la tua intelligenza e per la tua bellezza da quando due anni fa pronunciasti il tuo discorso per la cerimonia di apertura... Non ho alcuna speranza di finire nella tua stessa classe, quindi ti scrivo i miei sentimenti su questa lettera con tutto il cuore...Vegeta Prince, tu mi piaci- concluse.
Quella lettera, quella lettera che scrissi in terza media per lui, appositamente per lui. Ha capito tutto, ha capito tutto, ma non posso fargliela passare liscia, non può sbucare all'improvviso con quel discorso.
Gli mollai un ceffone, lasciandogli il segno rosso, ma lui non si mosse, era rimasto impassibile.
- Non puoi uscirne con questo discorso! Ormai ho rinunciato da un pezzo ad amarti, non provo più niente per te, mi dimenticherò di quel sentimento non corrisposto che per anni ho nutrito solo io!- e mi buttai sul divano, singhiozzando e piangendo, spoorcandolo di lacrime amare.




ANGOLO DELLA SCRITTRICE



Scusatemi per l'assenza, non so che altro dirvi, spero di venire perdonata, siccome ho aggiornato, ma tanto so che non lo farete...
Allora, qui troviamo una Bulma innamorata di Vegeta, tranquilli cari lettori, non ho sbagliato storia XD, ma è che Bulma, per tutti quegli anni aveva nutrito segretamente quel sentimento che per ora anche io non provo per nessuno ç_ç

Sper di non avervi delusi.
Alla prossima,
Yuzu-chan







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