Una vita viva

di MonkeyDRobin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Grand Line-è qui che è iniziato tutto ***
Capitolo 3: *** Le amicizie-a volte non sono quello che sembrano ***
Capitolo 4: *** Weekend-mai così strano ***
Capitolo 5: *** Incertezze-possono rovinare tutto a volte ***
Capitolo 6: *** Ambiguità-amicizia o amore?! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Una vita viva

 

Città nuova, vita nuova, nuove esperienze. È quello che ti dicono sempre quando qualcosa finisce…soprattutto se finisce in modo spiacevole…ma nessuno purtroppo si rende conto che questo non è facile. Ci sono gli amici certo, ma oltre che confortarti con parole , spesso vuote, non possono fare di più…o meglio è quello che vedi tu in quei momenti. Non ti rendi conto che loro ti sono vicino e ti stanno aiutando più di quanto tu non possa immaginare…ma ci sono quei momenti…quegli istanti quasi irrilevanti, in cui vorresti solo essere lasciato in pace, e cadere nel tuo dolore…senza riuscire poi ad uscirne…

 

Questo era proprio quello successo ad una semplice ragazza dei mari del Sud; Nico Robin era il suo nome, una ragazza dai capelli corvini e gli occhi di un marrone splendente.

La sua storia non è certo tragica, anzi è sempre stata una ragazza felice nel suo piccolo, aveva degli amici, aveva una famiglia alle spalle e aveva delle passioni, ed era grazie a queste passioni che aveva conosciuto un ragazzo, un ragazzo fantastico, che l’aveva accettata per come era, che l’aveva fatta sentire viva come non mai, che l’aveva amata veramente, e che era sempre stato ricambiato con la più totale sincerità…ma le cose belle come si sa sono destinate a finire…

Robin sarebbe voluta andare a vivere con lui, e ci sarebbe anche riuscita, perché dove abitava lui c’era l’università in cui avrebbe voluto studiare…ma così non fu…

Lui decise che voleva fare un’avventura, in luoghi lontani, dove lei non sarebbe riuscita a raggiungerlo più…

Provarono in tutti i modi a non far crollare tutto ciò che c’era stato tra loro, ma a causa di entrambi, o a causa di nessuno, la loro storia finì…e non bene…

 

Robin distrutta decise allora di seguire il tanto odiato consiglio “città nuova, vita nuova, nuove esperienze”!

Si trasferì comunque nella città che le portava tanti ricordi bellissimi, ma in quel momento più amari che mai. E qui decise a malincuore di andare avanti, di riuscire a superare quello che era stato, e piano piano forse anche di dimenticare…perché in quei momenti l’unica cosa che farebbe piacere sarebbe poter mettere tutti i ricordi in una cartella del nostro cervello non raggiungibile, in modo da non dover soffrire, e poterla riprendere solo quando quei ricordi torneranno di nuovo belli e felici.

 

 

 

Mi è tornata la voglia di scrivere!! xD

Questo è il prologo della mia nuova storia a capitoli…è un po’ deprimente come inizio lo so, ma questa storia riflette molto il mio stato d’animo attuale xD il che non è una bella cosa lo so :P

 

Ebbene, spero che la seguirete e che mi farete qualche bel commentino u.u

Alla prossima

NicoRobin92

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Capitolo 2
*** Grand Line-è qui che è iniziato tutto ***


Capitolo I

Grand Line-è qui che è iniziato tutto.

 

 

Robin camminava per le strade assolate della grande città, erano pochi giorni che si era trasferita dalla sua piccola cittadina Ohara, dove aveva lasciato amici e famiglia. Si era iscritta all’università, ma le lezioni sarebbe cominciate solo la settimana dopo, quindi nel frattempo si godeva i pochi giorni di libertà prima di cominciare la solita routine scolastica.

A casa era ancora piena di valigie da sistemare, con tutti i suoi libri dentro e solo pochi vestiti…eh già, la sua passione era la lettura. Doveva cominciare si una nuova vita, ma dai suoi libri non si sarebbe mai separata.

Aveva trovato una casetta accogliente non troppo lontano dalla sua università, così da poter andare anche a piedi, senza dover prendere mezzi di trasporto. La zona in cui abitava era ottima, aveva tutto ciò di cui poteva aver bisogno: diversi supermercati, il cinema, un mercato all’aperto, diversi negozi di ogni genere, ma soprattutto, una biblioteca. Ed infatti era proprio lì che stava andando. Avrebbe passato tutto il giorno tra gli scaffali alla ricerca di qualcosa di nuovo da leggere, per poi tornare la sera a casa e magari dargli una sistemata.

La sera arrivò presto, con stupore di Robin e le venne da pensare “è proprio vero che quando ti diverti il tempo passa in fretta” e sorrise tra se e se.

Anche i pochi giorni di libertà passarono in fretta, e le lezioni all’università sarebbero cominciate l’indomani.

Robin quella sera era tesa, fino ad allora aveva passato i giorni nella nuova città non pensando a niente se non a procurarsi da mangiare, a girovagare qua e là senza meta, e a leggere qualche libro preso in prestito  in biblioteca; non aveva ancora fatto i conti col fattore “socializzare”. Lei non era il tipo di persona a cui bastava poco per socializzare, anzi, le veniva molto difficile, infatti tutti gli amici che aveva non li aveva cercati lei, le si erano avvicinati loro senza che lei facesse niente. Ma come si sa all’università ognuno pensa per sé, il senso di “unità di classe” non c’è più, quindi Robin cominciava a chiedersi se sarebbe mai riuscita a farsi dei nuovi amici e a riuscire veramente a superare la relazione passata.

Era l’alba, Robin non era riuscita a dormire per niente a causa del panico da “primo giorno di scuola”. Si vestì con calma, fece colazione e uscì di casa.

Arrivò all’università che ancora era chiusa, ma non si creò problemi, prese dalla borsa uno dei suoi libri e cominciò a leggere nell’attesa della sua apertura.

Man mano che i minuti passavano la gente si affollava davanti l’entrata dell’edificio, e cominciarono anche a formarsi vari gruppetti di persone; gente che già si conosceva, gente che cominciava a socializzare con la persona più vicina, e poi c’era lei, Robin, appoggiata al muro, sola, che leggeva, alzando ogni tanto gli occhi dalla sua lettura per vedere se le porte dell’università si aprivano.

Le 9.00, ed ecco che finalmente le porte si aprirono permettendo alla calca di gente di riversarsi nelle aule per le varie lezioni.

Robin si diresse subito in Aula Magna, era lì che si sarebbe tenuta la sua prima lezione.

La gente si precipitava per prendere posto nei primi banchi e magari tenere qualche posto da parte anche per gli amici, ma lei non si preoccupò di questo, decise che per la prima lezione non voleva sedersi né troppo avanti né troppo dietro, il giusto. Prese quindi posto nella quarta fila e finalmente un po’ di tempo dopo cominciò la lezione.

 

Al termine della prima lezione c’era una pausa e poi ci sarebbero state le lezioni pomeridiane. Robin decise così che avrebbe preso qualcosa da mangiare al Bar dell’università a poi sarebbe andata in qualche posto a leggere.

Uscì dall’aula e scese le scale che portavano al Bar, quando improvvisamente si sentì spingere e per poco non cadeva dalle scale, però le caddero tutti i libri che aveva in mano. Arrabbiata con lo sconsiderato aggressore si girò di scatto per ammonirlo, ma non fece in tempo a farlo che il mal capitato si stava già scusando e stava raccogliendo i suoi libri

-scusa scusa scusa, davvero!! Non volevo scusami, perdonami! Raccolgo tutto, ecco! Scusami ancora!- non fece che scusarsi il ragazzo, e le porse i libri raccolti da terra –davvero la prossima volta starò più attento…-

Lei lo guardò stupita, non sapeva se ridere o arrabbiarsi, aveva una faccia così buffa. Era un ragazzino che non avresti mai pensato potesse fare l’università, mingherlino, occhi scuri e capelli corvini che andavano un po’ dove volevano. Lei riprese i suoi libri senza dire una parola, era rimasta scioccata.

-certo che ne leggi di roba! Io non sarei capace di leggere neanche uno di quei libri! Sono veramente negato! Però quest’università mi piace, quindi credo che mi metterò sotto e almeno i libri di testo li leggerò!” disse tutto d’un fiato e alla fine sorrise. E che sorriso. Uno di quelli che ti scaldano il cuore, uno di quelli che non dimenticherai tanto facilmente, uno di quelli che anche se è la giornata più brutta della tua vita, potrà farla diventare la più bella.

Robin continuò a non rispondere, era rimasta incantata dal suo sorriso, non avrebbe mai creduto che avrebbe conosciuto così presto un ragazzo che anche con la cosa più stupida l’avrebbe messa a suo agio. Dopo l’ultima storia d’amore pensava che non sarebbe mai più stata veramente felice, e invece ora, in quel preciso istante, era felice, per una stupidaggine come un sorriso, ma era felice.

-ah, ma che scemo, non mi sono presentato! Il mio nome è Rufy, Monkey D Rufy! Non chiedermi il perché della D, ma ce l’hanno tutti in famiglia e nessuno mi ha mai voluto spiegare il perché!- riprese a parlare lui senza darle tempo di assimilare tutto quello che aveva detto. Neanche si conoscevamo e già parlava della sua famiglia, che tipo strano

-ehm…ecco io…io mi chiamo Robin, Nico Robin!- aprì finalmente bocca lei e gli sorrise

-ah ma allora sai parlare! Pensavo fossi muta! Ahahahahah- rise della sua stessa battuta, facendo scappare una piccola risata anche a Robin

-eri pure tu alla lezione col professore Hillk? Immagino stavi andando a prendere qualcosa al bar-

-ecco, veramente si-

-bene! Allora andiamo insieme, così ti offro il pranzo per farmi scusare della spinta!- le sorrise ancora, e la fece rimanere di sasso per l’offerta appena proposta, non sapendo cosa dire, sbarrò semplicemente gli occhi per lo stupore. Lui prendendolo per un si le prese la mano e la trascinò giù per le scale, fino al bar.

 

 

FINE!!

Ringrazio pokemaster90 per la recensione :D e niente, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguire l’evoluzione degli eventi ^_^

 

A presto!!

NicoRobin92

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Capitolo 3
*** Le amicizie-a volte non sono quello che sembrano ***


Capitolo III

Le amicizie-a volte non sono quello che sembrano

 

 

Era un lunedì come tanti, Robin aveva passato il fine settimana da sola a leggere libri in biblioteca, ed ora era arrivato il momento di riprendere le lezione e di rincontrare i suoi amici.

-Ciao Robin!!! Buongiorno- urlò Rufy, come di consueto ormai, quando la vide arrivare in aula

-buongiorno a te Rufy- gli sorrise lei –e buongiorno anche a tutti voi- e salutò anche il resto del gruppo

-‘Giorno- fu il coro che ricevette in risposta

La lezione stava per iniziare, così prese posto tra Rufy e Nami, ormai non le permettevano di sedere altrove se non tra loro due. Da un lato era felice di questa sistemazione, dall’altro un po’ meno perché durante tutte le lezione doveva sorbirsi le litigate tra i due…o meglio, le litigate che intraprendeva Nami da sola, mentre Rufy faceva finta di ascoltarla o le faceva gestacci in risposta, facendola innervosire sempre di più.

Robin pensò che fossero davvero una bella coppia loro due, litigi a parte, erano molto affiatati. Infatti Nami un giorno raccontò a Robin che lei e Rufy, e Zoro compreso, si conoscevano dalle elementari. Trano caso vuole la vita che tutti e tre abbiano poi intrapreso gli stessi studi, sia medie che superiori e persino università. Erano un trio inseparabile, niente al mondo li avrebbe potuti mettere l’uno contro l’altro, perché ognuno di loro conosceva l’altro meglio di se stesso. Una vera amicizia che sarebbe durata per sempre.

Usopp, Sanji e Chopper invece le raccontò che li incontrarono alle medie, e da allora neanche loro si sono mai separati dal gruppo, Usopp e Chopper infatti avevano legato tantissimo con Rufy, tutti e tre dei bambinoni, anche Chopper, che nonostante il suo aspetto aveva il carattere di un bambino; mentre Sanji da quando aveva visto Nami non s’era più voluto scollare da lei, Don Giovanni quale era si innamorò subito della sua bellezza.

Franky e Brook invece li incontrarono alle superiori e col tutto che il gruppo era già affiatato così com’era, sono riusciti benissimo ad inserirsi e a diventare parte integrante della combriccola.

Però Robin notò che anche se anche Zoro conosceva Nami e Rufy da una vita, non sembrava essere così affiatato come quest’ultimi due, stava sempre in disparte e sembrava non avere nessuno rapporto col resto del gruppo. Così Robin un giorno decise di chiedere a Nami del perché di questo comportamento, e lei le rispose che è un burbero scimmione scontroso, ma che alla fine ha il cuore tenero, e che se anche sembra che stia sempre in disparte, in realtà lui partecipa molto più attivamente di tutti gli altri alla vita del gruppo, che sembra sempre che dorme, ma in realtà sta ascoltando tutto. È fatto così, è Zoro e a loro piaceva proprio perché era così. Le raccontò anche che in fondo era stato Rufy ad aver riunito tutti loro, e sempre a Rufy dovevano la loro grande amicizia. Lui era un po’ la colla che univa tutti. E a quelle parole Robin pensò che in fondo anche lei era finita in quel gruppo perché Rufy ce l’aveva portata di forza, ed ora senza di loro non sapeva davvero cosa avrebbe potuto fare.

 

Però c’era ancora qualcosa che a Robin non tornava. Perché c’era solo Nami come ragazza nel gruppo?! Se era vero che tutti erano stati avvicinati da Rufy, allora lui doveva aver visto in lei qualcosa di speciale, e il fatto che non abbia scelto altre ragazza prima di lei le faceva pensare che forse Rufy provava qualcosa per Nami. Che forse addirittura stavano insieme!

In fondo non era così difficile da credere, si conoscevano da praticamente tutta la vita, erano sempre stati insieme e litigavano proprio come se fossero due fidanzati. Così Robin un Mercoledì durante la pausa tra le lezione del professore Hillk e quella della professoressa Terracotta, si decise a prendere da parte Nami e chiederle questa cosa

-AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH- fu l’unica risposta che le diede, e non smise di ridere per almeno dieci minuti

La cosa fece rimanere abbastanza male Robin, perché non capiva cosa ci fosse di così divertente

-no dai Robin, ma sei seria?! Lo pensi davvero?!- le chiese con le lacrime agli occhi dopo aver smesso di ridere

-ehm…v-veramente si…-

-ma NO! Ma proprio proprio no! AHAHAHAH!!-

-ma scusa ma vi conoscete da una vita e poi tu e lui sembrate così “uniti”…- si giustificò Robin

-No, no, no!! Rufy è troppo scemo, è Rufy! Non potrei mai stare con lui, e poi io ho già il mio boy!- disse Nami e fece cenno con la testa in direzione dei ragazzi

-chi?- chiese stupita Robin, capendo che era qualcuno del gruppo

-ma Zoro no?! Mi sembra ovvio!- rispose Nami come se fosse la cosa più normale e scontata del mondo

-Zoro?!?- Robin era sempre più stupita

-eh già…quel buzzurro mi faceva la corte dalla prima elementare, ma io ho ceduto solo alla fine delle medie…l’ho fatto soffrire come un cane quello scemo!! AHAHAHAH!! Gliene ho fatte passare di tutti i colori, ma senza di lui non saprei proprio vivere ormai- e finì la frase con un sorriso dolcissimo, che non le aveva mai visto fare. Doveva essere proprio innamorata di lui, ma…

-e Rufy?!-

-Rufy è un fratellino per me, ovviamente neanche senza di lui saprei più vivere, ma non è amore quello che provo per Rufy sicuramente- la convinse infine.

Lo scoprire che Rufy e Nami non stavano insieme aveva fatto sentire Robin stranamente sollevata, e non riusciva proprio a capire perché, in fondo li conosceva solo da qualche settimana, e di sicuro non poteva permettersi di sperare che lei potesse avere qualche possibilità con Rufy, anche se non stava con Nami.

 

Pensare a certe cose fece completamente dimenticare a Robin tutti i problemi che aveva quando era arrivata nella nuova città…queste nuove amicizie le avevano di nuovo fatto vedere il sole, che era ormai da troppo tempo nascosto dietro a brutti nuvoloni.

 

 

Aggiornato!! :D

Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento!! :D

Scusate per la lunga attesa, ma ho avuto molti impegni in questi giorni xD prometto di aggiornare più velocemente d’ora in poi u.u

 

A presto! E lasciate qualche bel commentino :D

NicoRobin92

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Capitolo 4
*** Weekend-mai così strano ***


Capitolo IV

Weekend-mai così strano

 

 

I giorni passavano sempre molto simili; si andava all’università, si faceva finta di seguire le lezioni, a volte si faceva anche innervosire i professori, tanto che una volta il professore Shanks lanciò il microfono in testa a Rufy; si usciva insieme agli amici, si faceva baccano per le strane, a volte si organizzavano picnic e pranzi, ma i weekend Robin li aveva sempre passati da sola, il Sabato in biblioteca, e la Domenica, visto che era chiusa, prendeva un paio di libri da leggere a casa, che poi restituiva il Lunedì.

Le cose andarono così fino all’arrivo della primavera, quando le giornate divennero più lunghe e molto più soleggiate, perfette per uscire più spesso con gli amici.

 

La settimana scolastica era finita ed era arrivato il Sabato, e come sempre Robin s’era svegliata presto per andare in biblioteca e passare lì l’intera giornata.

-Salve- salutò Robin la bibliotecaria, che ormai in quei pochi mesi la conosceva benissimo

-Ciao Robin- rincambiò lei –oggi su cosa punterai?-

-beh, pensavo al fantasy per oggi, qualcosa di leggero-

-ma è Sabato, possibile che non abbia niente di meglio da fare, in una giornata così bella, che chiuderti qui a leggere?- chiese la bibliotecaria un po’ preoccupata per la ragazza, che passava più tempo sui libri che fuori

-beh, a dire la verità degli amici ce li ho, ma nei weekend scompaiono, e poi io preferisco leggere- rispose sorridendo per tranquillizzare la donna, così prese un paio di libri fantasy dallo scaffale e andò ad un tavolino libero a leggerli.

 

Durante la lettura del secondo libro fantasy che aveva preso, sentì vibrare il cellulare, cosa che la turbò profondamente, un po’ perché era completamente assorta nella lettura, un po’ perché non era più abituata ad essere cercata sul cellulare; un tempo passava intere giornata a mandare messaggi e a fare telefonate col suo ragazzo, ma da quando era tutto finito il cellulare per lei era diventato solo un soprammobile, che si portava dietro solo nel caso i suoi le avessero dovuto dire qualcosa.

Aprì il messaggio e con suo grande stupore era un messaggio di Rufy che diceva:

-Ciao Robin, come va?? Lo so che non ti ho mai cercata nessuno di questi weekend e mi faccio schifo da solo. Ma so che a te piace molto andare in biblioteca e non volevo disturbarti, però questo Sabato è diverso. Mi hanno abbandonato tutti ç.ç sono solo come un cane!! Non mi piace stare solo, ti va se ci vediamo?? :D ti prego dimmi di si, voglio stare un po’ con te oggi! :D-

Il messaggio in se e per se non mise Robin troppo a disagio, in fondo qualche volta l’avevano anche invitata ad uscire con loro nei weekend, ma si era sempre rifiutata dicendo che voleva andare in biblioteca, e allora avevano smesso di chiederglielo, in fondo era stata anche colpa sua di questo isolamento; ma la richiesta che ora le stava facendo Rufy l’aveva completamente spiazzata, rimase a guarda il display del cellulare per qualche minuto, continuando a rileggere quelle poche parole, pensando che forse con una lettura più attenta avrebbe trovato qualche significato intrinseco che le era sfuggito. Ma non c’era, voleva solo dire quello che voleva dire, niente di più niente di meno. Anche se la frase finale era quella che la fece seriamente riflettere: “voglio stare un po’ con te oggi”. In che senso!? Non aveva senso semplicemente! Alla fine era Rufy, aveva imparato a conoscerlo, l’80% di quello che diceva lo faceva senza neanche pensarci, quasi mai niente di quello che diceva aveva un senso, o un fine, uno scopo.

Così si decide a rispondergli:

-va bene :) dimmi dove e quando- e lo inviò

Dopo solo pochi minuti arrivò la risposta

-stai dove sei, tanto lo sei che sei in biblioteca, sto arrivando!- fu la risposta di lui

La conosceva veramente bene, anche se non era da tanto che si frequentavano e soprattutto che Robin non era un tipo espansivo, e non parlava mai di se.

-ok- le rispose lei

L’idea che Rufy stava per arrivare lì da un momento all’altro l’aveva resa felicissima, e non riusciva a capacitarsi ancora del perché, in fondo era solo un amico come un altro, non era possibile che così presto era riuscita a dimenticare il suo vecchio amore…non lo credeva davvero possibile…

Passò mezz’ora dallo scambio di messaggi e finalmente Rufy arrivò alla biblioteca. Robin lo stava aspettando vicino all’entrata, leggendo l’ultimo della serie di libri fantasy che aveva preso in prestito.

-Ciao Robin!!- la salutò appena la vide

-ciao- ricambiò timidamente lei. Non sapeva più come comportarsi con una ragazzo al di fuori di un ambiente scolastico. Ormai era troppo tempo che non le capitava una situazione del genere.

-che cosa vuoi fare? Andiamo da qualche parte o preferisci rimanere qui a leggere ancora? Sta tranquilla, a me basta stare in tua compagnia, ti guarderò leggere se vorrai- disse lui con la più totale normalità, una cosa che era tutto fuorché normale

Lei rimase un secondo a pensare e poi gli rispose

-no, andiamo dove più ti piace, per oggi ho letto abbastanza- e gli sorrise

-evvai!! Devo ammettere che a stare qui mi sarei annoiato!- e gli fece la linguaccia.

Robin posò i libri che aveva preso in prestito e uscì con Rufy dalla biblioteca.

Ovviamente lui le prese la mano e cominciò a fare ipotesi sul posto dove poter andare. Alla fine optò per un parco che c’era lì vicino, però prima voleva qualcosa da mangiare

-possiamo andare in quella pizzeria lì vicino, così ci prendiamo qualcosa se ti va- propose Robin visto l’impellente bisogno di cibo dell’amico

-ma certo!! Che bello…grazie Robin, sei un mito!!- disse questo tra salti di gioia e poi le diede un bacio sulla guancia come ringraziamento, cosa che la fece arrossire vistosamente. Già si tenevano per mano come fossero una coppia, poi pure questo...arrossì infatti tanto che se ne accorse addirittura Rufy

-perché sei tutta rossa?- le chiese ingenuamente

-n-n-n-niente, tranquillo, andiamo…- rispose lei frettolosamente, per evitare di far sorgere troppi sospetti.

Arrivarono al parco, dopo aver preso due tranci di pizza, e si sedettero sul prato a mangiare.

Rufy finì la sua pizza alla velocità della luce, e guardava quella di Robin come se fosse un cucciolo affamato

-ehm…la vuoi?- ormai Robin aveva capito che lo stomaco di Rufy non aveva limiti, e quel misero trancio di pizza non gli sarebbe mai bastato

-me la daresti davvero??- chiese lui con gli occhi che ormai sembravano sbrilluccicare. E senza preavviso si avvicinò a lei, le prese la mano che teneva il trancio e gli diede un morso. Poi Rufy alzò lo sguardo per sorriderle, e le loro facce erano spaventosamente vicine, tanto che la cosa fece arrossire nuovamente Robin.

Rufy però questa volta non se ne accorse, era troppo intento a gustarsi la pizza di Robin, continuando a mangiarla dalle sue mani, cosa che costrinse Robin a guardare da un’altra parte per non arrossire troppo.

Finalmente Rufy finì di mangiare la pizza e Robin poté tornare alla normalità.

-aaaah!! Sono proprio contento di essere uscito con te, sai Robin?- disse tutto ad un tratto Rufy, assumendo una posizione molto comica, sdraiandosi a terra e sbattendo un mano sulla pancia, segno che era pieno

-ah si? Come mai?- chiese sorridendo Robin, felice di essere stata capace di avergli fatto compagnia senza farlo annoiare

-perché tu mi piaci Robin…-

Queste parole spiazzarono completamente Robin, che non seppe rispondere. Ormai questo ragazzo che conosceva davvero da poco, non faceva che lasciarla senza parole

-…si ecco…so che ti sembrerà stupido, neanche io so come è successo…ma ecco…quando ti ho vista la prima volta mi hai lasciato senza fiato…trovo che tu sia bellissima, e che, dopo averti conosciuta, posso dire che tu sei veramente fantastica…-

Robin continuava a guardalo con gli occhi sgranati, così lui continuò

-…penso di non aver mai provato niente di simile per nessuno!- concluse lui, e le prese la mano.

Robin era spaventata! Ma perché essere spaventati?! Era una cosa meravigliosa quella che le aveva appena detto! Eppure lei era spaventata.

Si alzò di scatto lasciando la mano di lui, lo guardò ancora scioccata, e scappò. Letteralmente si mise a correre in direzione di casa. Perché? Perché fare una stupidaggine del genere?! Perché a lui, lasciarlo lì da solo al parco, dopo che aveva trovato il coraggio di dichiararsi! Che crudeltà! Aveva fatto una cosa orribile, non avrebbe più trovato il coraggio di guardarlo in faccia!

Dal canto suo Rufy ci rimase male, non pensava avrebbe potuto mai reagire così, in fondo non s’era mai dichiarato a nessuna, ma non avrebbe mai pensato a QUESTA reazione!

Così rimase lì seduto al parco, a fissare un uccellino che si era appena posato su un ramo, e stava flirtando con un’altra uccellina, ma a lui era andata meglio che al moro, l’uccellina infatti si era avvicinata subito all’uccellino ed ora stavano cinguettando insieme.

-perché non è andata così anche a me?!- disse tra se e se Rufy, mettendosi la testa tra le mani, assumendo l’espressione più triste che gli fosse mai capitato di fare nella sua vita.

 

 

 

 

 

SCUSATEEEEE!!! Non potrò mai farmi perdonare per tutta quest’attesa…ma il mio amatissimo computer aveva deciso di morire…e solo ora è resuscitato ç.ç mi dispiace!! T_T

Appena mi è stato ridato mi sono messa all’opera ed ecco a voi un altro capitolo :D

Spero vi sia piaciuto, e ringrazio di cuore tutte voi che mi state seguendo *_* vi adoro!! :D

 

Alla prossima!! E stavolta sarà presto! :D

NicoRobin92

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Capitolo 5
*** Incertezze-possono rovinare tutto a volte ***


Capitolo V

Incertezze-possono rovinare tutto a volte

 

 

Passò una settimana dall’appuntamento di Robin e Rufy, e lei non s’era più fatta vedere all’università. O almeno era quello che i suoi amici pensarono, perché a lezione non si faceva vedere. Ma lei semplicemente arrivava giusto in tempo per la lezione, si sedeva in fondo alla classe e scappava via appena la lezione finiva.

Era terrorizzata da quello che poteva pensare ora Rufy di lei, e non aveva più il coraggio di farsi vedere da lui, né tanto meno dagli amici che a lui stavano tanto cari.

Chissà cosa aveva raccontato di lei?! Chissà se ora la odiavano tutti?! Chissà se ora lui la odiava…

In realtà Rufy non aveva detto niente a nessuno, non ne aveva avuto la forza. Per la prima volta in vita sua si sentiva impotente, stanco, triste, senza voglia di andare avanti. Ovviamente gli amici notarono questo cambiamento di Rufy, era difficile non notare che il ragazzo più scalmanato dell’università ora stava seduto composto, con la testa appoggiata sulle braccia conserte sul banco e non diceva una parola; a volte affondava la testa tra le braccia e non la tirava fuori fino alla fine della lezione. Invano chiesero lui cosa avesse, ed ogni volta la stessa risposta

-Niente!-

Ma ovviamente non era vero, poteva essere di tutto, ma di certo non “niente”.

Passò un’altra settimana e la situazione non cambiava di una virgola.

Robin andava all’università di nascosto dagli amici, appena poteva si rifugiava in biblioteca, negli scaffali più lontani e anfratti, per paura di farsi notare da qualcuno; e a casa non faceva che mangiare, pulire casa e la sera, quando era nel letto, a piangere, piangere lacrime amare, chiedendosi cosa dovesse fare in quella situazione così brutta. Ma non aveva ancora il coraggio di reagire.

Rufy diventava sempre più cupo, sempre più depresso. Addirittura non aveva neanche più voglia di mangiare.

Però gli amici si erano stancati. Erano passate due settimane, volente o nolente doveva dire loro quello che era successo per ridurlo così, e anche che fine avesse fatto Robin. Perché sapevano che lui era l’ultimo ad averla vista.

-ora basta Rufy, oggi dovrai dirci che cosa ti prende!!- intimò Nami per prima

-già!! E questa volta non rispondere niente, perché non ti crede nessuno!- continuò Usopp

-parla!- fu l’unica parola espressa da Zoro

-ORA!- gli urlò Sanji, tirando su la testa che il moro teneva nascosta tra le braccia conserte, appoggiate sul tavolino del bar dell’università.

Lui li guardò, li squadrò tutti, uno sguardo assente, bofonchiò qualcosa che nessuno poté capire e tornò a guardare il vuoto.

Non gli andava di parlare con nessuno, non gli andava di spiegare niente a nessuno. Stava male, sapeva solo questo, stava male e non c’era nessuno che poteva aiutarlo!

SBANG!

Zoro, senza preavviso e lasciando tutti a bocca aperta, tirò uno schiaffo a Rufy, talmente forte che lo fece cadere dalla sedia

-ma che cazz..?! Zoro!!- si alterò Rufy

-ah allora sai parlare ragazzetto!!- lo istigò Zoro

-ma che vuoi fare a botte?!-

-e se così fosse?!-

I due si guardavano in cagnesco, attirando l’attenzione ormai di tutto il bar, gestori compresi

-se volete fare a botte per favore fatelo fuori di qui!- disse infatti uno dei gestori

-no! Non si preoccupi! Non accadrà niente!- disse Rufy rimettendosi in piedi, guardando ancora in cagnesco l’amico e uscendo fuori dal locale.

Una volta fuori la vide, eccola! In lontananza c’era lei, Robin! Stava correndo impacciata con un paio di libri in mano, in direzione dell’aula dove si sarebbe tenuta la lezione dopo.

Appena la vide Rufy ebbe subito l’istinto di urlare il suo nome, ma lo frenò immediatamente. Lei forse non voleva vederlo.

-ROBIIIIN!- fu però il grido dei suoi amici, che lo seguirono fuori dal locale, e videro anche loro la ragazza.

Lei sentendosi chiamare si voltò nella loro direzione, e la prima persona che notò del gruppo fu il ragazzo moro. Appena si rese conto della situazione si voltò di scatto e fece per tornare a casa, ma questa volta l’istinto di Rufy prese il sopravvento. Non poteva vederla scappare una seconda volta, ora voleva lui delle spiegazioni. Così si mise a correre, la raggiunse e la prese per il braccio per impedirle di andarsene. La strattonò così forte che le caddero i libri. Lei si voltò verso di lui arrabbiata per quel gesto così maleducato

-ora mi dici il perché sei scappata quella volta e non ti sei fatta più vedere- chiese Rufy in tono poco cortese

Il modo in cui s’era rivolto a lei era del tutto comprensibile, ma non poté non far rattristare Robin. Allora era vero che la odiava.

-ok…scusa…sono stato brusco…- si scusò subito lui, lasciandole il braccio e cominciando a raccogliere i libri per terra.

Lei dal canto suo rimase in piedi, con la testa bassa, senza dargli risposta

-non vuoi dirmi proprio perché ti stai comportando così?- le chiese, continuando a raccogliere i libri

Nessuna risposta

-va bene…ho capito…- disse lui, porgendole i libri che aveva raccolto da terra e facendo per andarsene

-ho paura…- bofonchiò Robin per non farlo andare via

-cosa?-

-ho paura…ho avuto paura…per questo sono scappata…-

-ma paura di cosa?- Rufy non capiva

-paura di quello che stai provando per me…è una cosa che non capisco, e quindi ho paura…- si spiegò meglio lei.

A queste ultime parole lui non rispose, ma si avvicinò a lei e l’abbracciò. L’abbracciò forte!

-io ti voglio bene, questo non deve farti paura…- gli sussurò all’orecchio lui

Lei non rispose, ma lascò cadere ancora una volta i libri a terra e ricambiò l’abbraccio.

Aveva trovato, senza che lei nemmeno se ne accorgesse, qualcuno che avrebbe potuto amarla veramente, qualcuno di puro e semplice che le voleva bene per quello che era.

-io avevo paura che tu non mi volessi più vedere…- le disse Rufy, appoggiando la sua testa sulla sua spalla, continuando a tenerla stretta nel suo abbraccio

-no, questo mai!- rispose dolcemente lei

 

Da lontano gli amici avevano assistito a tutta la scena, e anche se non avevano sentito una sola parola, avevo di sicuro capito l’intera situazione. Ora si spiegavano gli atteggiamenti di Rufy e l’assenza di Robin delle ultime due settimane. Ma soprattutto ora sapevano anche che tutte queste incomprensioni si erano risolte, e che i due erano tornati ad essere amici…o forse qualcosa di più?!

 

 

 

 

 

Eccoci qui!!! :D

Sappiate che ci stiamo avvicinando alla fine :D e spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento xD

Grazie per tutte le recensioni che mi lasciate :D mi fate felice ç.ç

Continuate a recensireeee XD

 

A presto

NicoRobin92

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Ambiguità-amicizia o amore?! ***


Capitolo VI

Ambiguità-amicizia o amore?!

 

 

Robin decise che dal giorno della loro “dichiarazione” avrebbe ripreso a seguire le lezioni insieme al gruppo, però tenendo sempre le distanze da Rufy. Non voleva ancora fare nulla di serio con lui, non se la sentiva. Certamente quello che provava per lui non era solo semplice amicizia, ma le riusciva veramente difficile entrare in quella parte sconosciuta del suo cuore e ammettere a se stessa che non poteva continuare così.

-buongiorno Robin!- la salutò Nami e si sedette accanto a lei

Come sempre era arrivata presto Robin e si era seduta per seguire poi la lezione

-‘giorno Nami!- le rispose sorridendole. La rossa aveva fortunatamente interrotto i suoi pensieri sul moro

-mattiniera come sempre! Brava! Gli altri sai dove sono?-

-a dire il vero no, ancora non è arrivato nessuno-

-ah…capisco…e Rufy?- chiese Nami ammiccando all’amica

-Rufy neanche c’è- rispose Robin non cogliendo la sfumatura nel tono della voce della rossa

-ehm…no, io intendo…e Rufy???- cercò stavolta di sottolineare l’argomento della questione

-…Nami, non ti capisco…- la mora provò un patetico tentativo di fare la parte di quella che non capisce a cosa ci si sta riferendo

-Robin!!- l’ammonì l’amica

-ma niente! Non c’è niente da dire su Rufy…è solo che…-

-BUONGIORNOOOO!!- fu fortunatamente interrotta dal diretto interessato della discussione che era appena entrato in classe portandosi dietro tutto il resto del gruppo

-RUFYYY!!! Non si urla in aula!!- gli urlò contro Nami per rimproverarlo

-ma ora stai urlando tu Nami- la riprese il ragazzo grattandosi la testa

-ihihih- Robin non riuscì a trattenere una risata alla vista di quella scena

-ah buongiorno a te Robin- disse Rufy alla ragazza, avvicinandosi a lei e dandole un bacio sulla guancia, cosa che fede andare letteralmente a fuoco lei

-oh ma guardate che carini che sono i due nuovi piccioncini!- commentò Usopp vedendo il rossore propagarsi sul volto della bella mora

-ma…ma…che dici Usopp!!- tentò di nascondere tutto Rufy

-dai che si vede lontano un miglio che tutti e due siete cotti l’uno dell’altra- sentenziò senza possibilità di replica l’amico

Quelle parole pronunciate da Usopp fecero entrare in panico la povera Robin, che non riuscì a reggere più lo sguardo di tutti puntato addosso, e decise che la cosa migliore era una sola. Scappare.

E così fece.

Raccolse tutti i libri che aveva sul tavolo, li mise in borsa in fretta, si alzò e scappò più veloce che poté fuori dall’aula e lontano da quegli occhi curiosi.

-Robin!- la chiamò Rufy –avete visto che avete fatto? L’avete messa in imbarazzo! Vado a riprenderla…- ammonì gli amici e corse subito dietro di lei fuori dall’aula

 

 

Nel frattempo Robin era arrivata fino al bar, e da lì non aveva intenzione di muoversi fino alla fine delle lezioni.

Perché dovevano dire quelle cose?! Non erano vere! Loro non stavano insieme. Non sapeva neanche se lui fosse realmente interessato a lei. Magari il suo era solo semplice affetto tra amici, come quello che aveva con Nami.

Non ce la faceva più a reggere quella situazione. Erano giorni che ormai Rufy le stava effettivamente più dietro del solito. Ma lei continuava a ripetersi che era solo amicizia.

 

-Robin ti ho trovata!- dopo una decina di minuti che Robin si era seduta al bar arrivò Rufy che la raggiunse e si sedette al suo fianco –perché sei scappata così? Non devi dare retta a loro, piace loro scherzare a volte!- la confortò il ragazzo, sorridendole.

Le parole di Rufy non la confortarono affatto. Allora davvero non era interessato a lei in quel senso?!

-ah…ok…- fu l’unica risposta che riuscì a dargli

Passarono un paio di minuti di silenzio. Minuti che per i due sembrarono ore di vuoto…fino a che Rufy non si decise a rompere quel silenzio, svelando quello che davvero aveva nel cuore

-Robin voglio essere sincero ora! Non voglio più far finta di niente e andare avanti come se niente fosse…io mi sono innamorato di te! E credo di esserlo dal giorno in cui ti stavo per buttare dalle scale- rise –i tuoi occhi, la tua espressione, le tue mani…tutto di te in quel momento mi è piaciuto…- fece una pausa, le prese la mano tra le sue e continuò, guardando negli occhi –non so come sia successo, ma so solo che è successo…e mi piacerebbe sentire se tu provi le stesse cose per me…- fece un’altra pausa, come in attesa di una risposta, ma continuò quasi subito –ma se così non fosse, amici come prima! Non importa eh! Tranquilla!- sorrise lui, stavolta un sorriso finto, un sorriso che serviva a mascherare il suo volto deluso e addolorato se lei davvero non avesse ricambiato i suoi sentimenti.

Robin stette a guardarlo qualche secondo, lo fissò dritto negli occhi, quei grandi occhi neri in cui si perse quasi subito. Come poteva continuare a mentire a se stessa dopo tutto quello che lui le aveva detto?! Semplicemente non poteva!

Si prese di coraggio, un coraggio che non credeva neanche di avere, strinse forte quelle mani così calde, che spesso l’aveva sostenuta, avvicinò il suo volto a quello del ragazzo e disse due semplici parole: Ti amo. E lo baciò.

Il bacio scioccò Rufy, ma riuscì subito a riprendersi per poterlo ricambiare nel migliore dei modi.

 

 

Da quel giorno i due ragazzi capirono che i sentimenti che provavano l’uno per l’altra non potevano certo essere nascosti o ignorati e decisero che potevano finalmente stare apertamente insieme, senza che niente e nessuno si intromettesse tra di loro.

 

 

 

FINEEEE!!!

Ok ammetto che doveva durare uno o due capitoli in più, ma davvero non sapevo più che scrivere…le mie idee iniziali sono sfumate causa “troppo studio”, quindi mi scuso umilmente per non essere riuscita a scrivere qualcosina in più D: ma almeno ora vi ho finalmente dato una fine :D

E per farmi perdonare ho già scritto altre fic (alcune addirittura scritte anni fa e mai pubblicate O.o) che pubblicherò a breve u.u stavolta sono già concluse, così non dovrete stare dietro ai miei ritmi e non vi farò aspettare xD

 

Alla prossimaaa!!

NicoRobin92

 

 

 

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