Bride Wars - La mia migliore nemica

di Claire Marie Blanchard
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte prima ***
Capitolo 2: *** Parte seconda ***
Capitolo 3: *** Parte terza ***
Capitolo 4: *** Parte quarta ***
Capitolo 5: *** Parte quinta - Epilogo ***



Capitolo 1
*** Parte prima ***


Disclaimer: I personaggi della saga di Harry Potter e quelli del film al quale mi sono ispirata – avente l’omonimo titolo - non mi appartengono. Tutti i loro diritti appartengono rispettivamente a Joanne Kathleen Rowling e alla 20th Century Fox. Inoltre, questa storia è stata ideata e scritta senza alcun scopo di lucro.
 
Premessa: la storia si svolge qualche tempo dopo Menta e cioccolato e fa parte della serie Sapori e profumi, ma comunque può essere letta singolarmente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Bride Wars – La mia migliore nemica
 
Parte prima

 

 

 
 
 
 
- Io mi sposerò.
Hermione alzò lo sguardò dal libro di Aritmanzia che aveva in mano per guardare in faccia la fonte della voce che aveva parlato. Ginny Weasley era seduta di fronte a lei, ad un tavolo della biblioteca lontano dagli occhi rigidi di Madama Pince.
- Come dici, scusa?
- Dicevo che io mi sposerò, un giorno, con Harry.
Hermione sorrise davanti a quel desiderio espresso, pensando che non poteva non avverarsi.
Ginny non poteva temere nulla, perché Harry era talmente innamorato della piccola Weasley che sicuramente le avrebbe – prima o poi, in futuro – proposto di sposarlo.
E con un sorriso stampato sul volto tornò a concentrarsi sul libro di Aritmanzia.
- E, quando accadrà… sarà tutto… perfetto.
Hermione tornò ad osservare la sua amica per un istante, notando il suo sguardo incantato verso il vuoto e il suo sorriso a quel dolce pensiero, mentre stava sognando il suo matrimonio con il Bambino Sopravvissuto, e non poté proprio fare a meno di sorridere di nuovo anche lei.
Ginny iniziò a fissarla curiosa.
- Tu non ha mai pensato al matrimonio? Non hai mai fantasticato di sposare il Furetto?
La Caposcuola rispose, ma non staccò gli occhi dal libro.
- Io non ci penso al matrimonio. Anzi, credo di non essere adatta a fare la moglie e la madre.
- Sciocchezze!
Ginny usò un tono molto disinvolto, agitando una mano, e la Grifondoro, inevitabilmente, alzò lo sguardo. La rossa la osservava con uno sguardo ovvio, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
- Tutte pensano a sposarsi. Ogni singola donna.
Hermione la guardò stupita e un po’ contrariata.
- Beh… io no.
- E perché mai?
La curiosità racchiusa in quella domanda posta in quel tono era così vera da far sembrare Ginny un’ingenua, anche se – in realtà – non lo era.
- Beh, perché… io… non credo sia né il luogo né il momento opportuno per parlarne, Ginny.
E detto ciò, tornò a studiare Aritmanzia.
La rossa, per tutta risposta, fece spallucce e gettò momentaneamente la spugna.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

********************

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Lavanda e Calì erano già andate in camera, a dormire.
Mentre, loro due, erano rimaste in Sala Comune a giocare ad un gioco babbano chiamato Scarabeo… o Scarafaggio? Ginny non lo ricordava più.
Fu quando ebbero finito la partita – con l’inevitabile vittoria di Hermione e una smorfia di delusione della rossa – che Ginny riprese il discorso lasciato in sospeso in biblioteca.
- Senti, Hermione… ma, prima, cosa intendevi dire quando hai detto che non pensi al matrimonio con Malfoy?
La maggiore delle due sgranò gli occhi – avrebbe dovuto immaginarlo che non l’avrebbe scampata così facilmente. Soprattutto con Ginevra Molly Weasley, che dalla madre non aveva ereditato solo il secondo nome, i capelli rossi e gli occhi azzurro cielo, ma anche la sua perseveranza.
- Beh… intendevo dire che… non tutte sognano il matrimonio.
- Quindi tu non t’immagini sposata con Malfoy?
- Ginny!
- Che c’è? State insieme da un po’, ormai… la cosa si è fatta piuttosto seria. Perché questo taboo?
- Non è Draco il problema… te l’ho detto: non mi ci vedo a fare la moglie e la madre. Non mi ci vedo adesso, ma forse tra dieci anni…
- E cosa vorresti fare in questi dieci anni?
Ginny non era delusa dalla sua risposta. Piuttosto era curiosa, piena di aspettativa.
Appoggiò il mento sull’interno del posto e il gomito dello stesso braccio sul bracciolo della poltrona sulla quale era seduta, aspettando con sincera curiosità la risposta.
La Caposcuola prese un lungo respiro, si appoggiò con la schiena verso lo schiena della poltrona che stava occupando e sorrise prima di chiudere gli occhi ed espirare.
La ragazza iniziò ad immaginare il suo futuro ad occhi aperti e a raccontare quello che era il suo sogno.
- Vorrei viaggiare… scoprire tante parti del mondo, se non addirittura tutte. Vorrei viaggiare nel passato con le piramidi e i misteri dei faraoni d’Egitto… perdermi nel labirinto di Cnosso costruito da Dedalo… immaginare i giochi dei gladiatori nel Colosseo di Roma… salire in cima alla Tour Eiffel, a Parigi e ammirare le luci di New York City dalla Statua della Libertà e percorrere il Ponte di Brooklyn… bagnarmi i piedi nell’Oceano Pacifico… scoprire Buddha e me stessa in Tibet… ammirare la Muraglia Cinese… respirare il profumo dei ciliegi in fiore e visitare i templi shintoisti del Giappone… partecipare ad un Carnevale di Rio de Janeiro… sentirmi viva grazie alla fredda neve siberiana e visitare il palazzo imperiale di San Pietroburgo…
Ginny la ascoltava incantata, cercando di immaginare quei posti che, a sentire la sua migliore amica, sembravano davvero magici.
Era stata in Egitto, qualche anno prima, insieme a tutto il resto della famiglia Weasley, ma non aveva mai visitato nessun altro posto nominato da Hermione.
Quest’ultima, nel frattempo, si alzò – intenta a raggiungere la camera al piano di sopra.
- … ma credo che, per ora, sia meglio andare a dormire. Andiamo, Lucia Mondella!
Luci che?!
Ginny sembrò essersi bruscamente svegliata da un dolcissimo sogno.
E mentre raggiungevano la loro camera, Hermione le spiegò chi fosse quella Lucia Mondella.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

********************

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Hermione Jean Granger, quella mattina, si era svegliata con una strana sensazione.
Aveva il presentimento che qualcosa non quadrasse.
Focalizzò la vista e notò di trovarsi nel suo appartamento, ma si rese conto che realmente qualcosa non andava.
Si era svegliata nell’enorme letto matrimoniale, ma completamente sola. L’altra parte era disfatta, sì, ma sembrava che la sua dolce metà fosse via già da un bel pezzo.
Si era svegliata con un enorme mal di testa.
Fu il bussare di qualcuno alla porta che la convinse ad alzarsi. Indossò una vestaglia da donna appoggiata su una poltrona, posta accanto al letto, e si avviò con l’aria ancora assonnata verso la porta.
Arrivata davanti la porta dell’ingresso, guardò dallo spioncino, e quando si accorse che era Ginny, aprì senza esitare.
- Ginny!
L’abbraccio che seguì fu talmente forte che la rossa fece fatica a respirare.
- Gi-Ginny… non… non respiro!
- Sì, scusa.
Lasciandola, Ginevra le prese le mani e la trascinò dentro, chiudendo la porta a chiave e dirigendosi in cucina, seguita dalla bruna.
- Che succede? Come mai a quest’ora? Stavo dormendo!
- Sì, scusa. È che ho litigato con Harry…
- Cos’è successo?
Mentre la rossa si sedeva, Hermione prendeva – in ordine cronologico – la ciotola, il cucchiaio, i cereali e il latte.
- Non si è ancora deciso! Stiamo insieme da otto anni e non si è ancora deciso di chiedermi di sposarlo!
- Forse, non si sente pronto… forse, crede che tu non voglia sposarlo…
- Ma come fa solo a pensarlo?! Non siamo più le due ragazzine che giocavano a Scarafaggio nel dormitorio di Hogwarts!
Scarabeo
Ginevra alzò esasperata gli occhi verso l’alto e sbuffò.
- Fa lo stesso!
Hermione la guardò con occhi comprensivi e le sorrise.
- Ginny… vedrai che ti sposerai davvero un giorno di giugno, in un bellissimo giardino…
La ragazza la guardò sconsolata e borbottò.
- Quello di Malfoy.
Hermione trattenne una risata e sospirò.
- … sì, il bellissimo giardino di Malfoy.
Ginny la guardò come se la sua migliore amica fosse, d’un tratto, diventata una marziana.
- Io non capisco perché vi siete lasciati! Hai così un bel giardino! Malfoy Manor è davvero migliorata! E, poi, Narcissa è una vera intenditrice. Quando ha capito che il loro giardino era perfetto per eventi come i matrimoni, ha dato immediatamente la disponibilità della villa e del giardino. Senza contare il fatto che ti adorava! Come puoi aver rinunciato ad una suocera simile?
Hermione ricambiò il suo sguardo stralunato.
- Ok, ieri sera hai fatto il pieno di Tequila, stanotte non hai dormito e stamattina desideravi tanto ignorare la sveglia ma ti sei ricordata che dovevi venire da me, vero?
- Beh, veramente… ho distrutto la sveglia!
- Ginny!
- Era odiosa! Non sopportavo l’orrendo suono di quella gallina starnazzante!
- Ma era un regalo di Cormac!
- Vorrà dire che chiederò al Biondo di regalarmene una nuova e, stavolta, classica. A proposito di fidanzati e di matrimoni… ricordi cosa dobbiamo fare oggi?
- Uhm…
- Come?! Hermione, te ne sei dimenticata?!
Hermione aggrottò la fronte. Ginny la guardò sconvolta.
- Hermione, ma che ti succede? Non ti ricordi?
La ragazza distolse lo sguardo con l’aria di chi stesse cercando di risolvere un rebus, finché non si arrese e decise di tirare a indovinare.
- Shopping selvaggio a Carnaby Street?
La rossa la osservò rassegnata. L’amica stava lavorando troppo.
- No!
Hermione sussultò.
- L’addio al nubilato di Lavanda! Il matrimonio di Ron è domani!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Ginny si alzò dal tavolo dove era seduta insieme alla sua migliore amica, seguita poi da quest’ultima, per andare a cercare i rispettivi fidanzati. Ritrovandosi, poi, vestite entrambe in un rigoroso e vestito grigio scuro a tubino, a passeggiare tra i tavoli con entrambe in mano un bicchiere di champagne, osservare com’era stato organizzato il tutto e dare la propria opinione sul matrimonio di suo fratello Ronald con Lavanda Brown.
- Sì, passabile… caviale e cocktails a volontà…
- … rollatore di sigari, personale in guanti bianchi…
- … Orchidee Cymbidium cielo…
- … deejay fantastico… insomma, Ginny, non è niente male.
La piccola Weasley sembrò pensarci su un paio di secondi.
- Mmhh… sì.
- Pensi che Ron e Lavanda abbiano chiesto consigli a Narcissa Malfoy? - chiese Hermione curiosa. Anche se, a dirla tutta, lo dubitava. Perché, nonostante la sua precedente relazione con Draco Malfoy, nonostante quest’ultimo fosse diventato Auror esperto in pozioni per la squadra di Harry Potter e nonostante i pregiudizi fossero finiti, Ron non sembrava molto interessato a dettagli come quelli. E non perché ritenesse Narcissa incapace, o perché li odiasse ancora, no, anzi. Ma perché Ron non era il tipo che chiedeva consigli su come disporre i posti degli invitati al proprio matrimonio. Quella era Lavanda.
- No… Lady Malfoy è una visionaria…
E fu lì che si guardarono negli occhi, capendosi immediatamente al volo.
- Aahh, Ginny…
- Se fosse il mio matrimonio…
- … diciamo la verità…
- … non è giugno…
- … e non è il giardino di Malfoy Manor!
Seguì un piccolo brindisi loro, solo loro. Avevano stabilito un patto, qualche anno prima: si sarebbero sposate entrambe a giugno, nel grande e maestoso giardino di Malfoy Manor.
Certo, per Hermione, la cosa sarebbe stata molto più difficile, dato che il padrone di casa era il suo ex-fidanzato. Ma, d’altra parte, erano rimasti in buoni rapporti. E, poi, lui cercava sempre di non entrare negli affari e negli accordi di sua madre.
Lui si limitava, semplicemente, a dare qualche informazione della casa, insieme a Narcissa, per poi sparire nel suo laboratorio, nei sotterranei, a lavorare a qualche pozione per la squadra di Auror a cui aveva preso parte. Ad eccezione di qualche matrimonio a cui lui stesso era stato invitato, come quello di qualche collega o Capo del Ministero.
Ginny sospirò.
- È la triste realtà.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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- Ma dove si saranno cacciati?
Ginny perlustrava ogni testa di ogni singolo tavolo alla ricerca di Harry e di Cormac. Ma, di loro,  nessuna traccia.
- Probabilmente a parlare di Quidditch, di partite e di incontri amichevoli – tipo loro due e Ron – contro Malfoy, Zabini e Nott.
Era strano da dire, ma i tre Serpeverde e i tre Grifondoro, crescendo, cominciarono ad andare d’accordo. Un po’ per la storia di Hermione e Draco – finita qualche anno prima – un po’ perché si videro costretti a lavorare insieme – tranne Zabini e Nott che erano diventati rispettivamente Guaritore e Magiavvocato.
- O, forse, siamo dietro di voi con l’intenzione di portarvi a ballare.
Era la voce di Cormac.
Hermione si girò subito e lo strinse.
- Ciao, tesoro!
Ginny fece lo stesso con Harry, aggrappandosi come un koala ad un albero di Eucalipto. Il moro, nel frattempo, cercava di convincere la sua fidanzata, tra un bacio e l’altro, di ballare per l’ultima volta prima che la sposa lanciasse – com’era da tradizione – il bouquet verso le ragazze – fidanzate e non.
- Amore, che ne dici di un ballo? L’ultimo. Ti prometto che non te ne chiederò altri fino al prossimo matrimonio.
La rossa sembrava davvero combattuta.
Sì sentì, all’improvviso, la voce di Lavanda – alzata con un Incantesimo amplificatore – che chiamava tutte per il fatidico lancio del bouquet.
- Credo che, purtroppo, non ne abbiamo il tempo. - annunciò una Ginny un po’ dispiaciuta.
- Vieni, Hermione. Andiamo ad illuderci un po’.
La bruna diede un ultimo bacio a McLaggen, prima di raggiungere, insieme a Ginny, il piccolo palco dove si trovava la sposa. Mentre, i due ragazzi, si accinsero ad avvicinarsi allo sposo.
- Ehi, voi! - Lavanda sembrava un po’ allegra. Era merito del matrimonio, o dell’ennesimo bicchiere che aveva in mano? - Siete pronte a prendere il bouquet? Sono così felice che siate venute al mio matrimonio!
Lì, le due ragazze si resero conto che il merito di quella allegria era merito di entrambe le cose.
- Tutte le amiche… le mie ex-compagne di scuola…
Ginny e Hermione si trovavano proprio al centro del gruppo di ragazze che, nel frattempo, si era formato.
In quell’occasione, rividero le gemelle Patil, Cho Chang, Susan Bones, Hannah Abbott e tante altre ex-studentesse di Hogwarts.
Si scambiarono uno sguardo complice e tornarono a guardare Lavanda.
- Oh, Merlino! Ginny, quello è un vestito di Hermione Granger? Quello che ha indossato alla festa de La Gazzetta del Profeta un miliardo di anni fa?
Ginny era un po’ imbarazzata, ma Hermione – da ottima migliore amica – intervenne e le fece da cavalier servante.
- Che c’è di male? Questo vestito è un classico! Se funziona, lo sfrutti! E, poi, abbiamo la stessa taglia, ci consideriamo sorelle…
Ed Hermione strinse un braccio intorno alle spalle di Ginny per rassicurarla, sorridendole sinceramente e contagiandola.
Davanti a quella dimostrazione di amicizia, Lavanda quasi si commosse.
- Oh… guardate che affetto! E che lealtà! Amiche che si difendono a vicenda, quanto mi piace! Restate così! Bene… ora… - e iniziò a fissare il bouquet come se fosse un giocattolo dal quale non voleva separarsi, mentre tutte le ragazze, Hermione e Ginny comprese, lo fissavano con avidità - cercate di concentrarvi. Concentratevi, desideratelo e prendetelo. Uno… due… tre!
E la sposa lanciò quel piccolo e classico bouquet verso la folla di ragazze.
Hermione e Ginny si alzarono di poco, allungando il braccio, prima di essere sommerse dal resto del gruppo.
Quando tutte le ragazze si decisero a togliersi da dosso, si alzarono insieme.
Non seppero come, ma il bouquet era stretto dalla mano sinistra di Ginny e quella destra di Hermione.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

I miei pensieri.
 
 
Ben ritrovati.
Sì, lo so che avevo detto che mi sarei allontanata, ma… stanotte (soffro di insonnia) ho rivisto per la trecentesima volta questo film e, credetemi, non ho saputo resistere.
Vi avverto che questa sarà una fanfic molto corta. Perciò, credo che la storia non durerà più di 5 capitoli.
Consiglio davvero di guardare il film. Ma non solo perché è la fonte di ispirazione, ma perché vi fareste davvero qualche risata!
Vi abbraccio.
 
 
Manu.

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Capitolo 2
*** Parte seconda ***


Disclaimer: I personaggi della saga di Harry Potter e quelli del film al quale mi sono ispirata – avente l’omonimo titolo - non mi appartengono. Tutti i loro diritti appartengono rispettivamente a Joanne Kathleen Rowling e alla 20th Century Fox. Inoltre, questa storia è stata ideata e scritta senza alcun scopo di lucro.

Premessa: la storia si svolge qualche tempo dopo Menta e cioccolato e fa parte della serie Sapori e profumi, ma comunque può essere letta singolarmente.

Note:

(*) = nome di una stilista magica di mia invenzione.









Bride Wars – La mia migliore nemica

Parte seconda












Hermione aveva cercato di finire l’articolo il più in fretta possibile: sapeva che, a breve, sarebbe passata Ginny, una volta che questa avesse finito il suo allenamento con le Holyhead Harpies.
Aveva riordinato la sua scrivania del suo ufficio della redazione de La Gazzetta del Profeta in modo impeccabile, quasi maniacale, in attesa del suo arrivo.
Quando ciò avvenne, le due si smaterializzarono in vicolo di Kensington Park Road di Notting Hill, nella Londra babbana, dove Hermione aveva affittato un accogliente e ampio appartamento che divideva da un po’ con la sua dolce metà.
Una volta arrivate davanti al portone, arrivò un gufo per Hermione: era Kevin, un aspirante stagista del giornale che le chiedeva di tutto, in qualsiasi momento della giornata. E lei, da quando lo incontrò, si inventò una falsa scusa per evitarlo.
Prese la piuma e, davanti a Ginny gli rispose.

Mi dispiace, Kevin, ma sono in piena crisi.

- Cosa significa “Sono in piena crisi”?
- È un codice per celare la mia mancanza di voglia di parlargli o vederlo. Uso sempre questa scusa con lui. Sarebbe capace di piazzarsi a casa mia e continuare a farmi domande, anche di notte.
Ginny ridacchiò insieme a lei, la ringraziò per avere voglia di parlarle e vederla e salì insieme a lei.
- Sembra ieri che giocavamo a Sparageo nei dormitori di Hogwarts, e ora ci ritroviamo con due ragazzi fantastici e con una carriera promettente.
La bruna sorrise divertita davanti all’ennesimo tentativo di indovinare quel dannato nome di quel benedetto gioco che a Ginny piaceva tanto - anche se non vinceva mai.
- Era Scarabeo
- Per me, è uguale.
Andarono in camera da letto, dove Hermione tirò fuori tutti i vestiti che non avrebbe più messo e proponendoli a Ginny, in modo da non buttarli via.
Lei e Ginny si scambiavano spesso i vestiti dismessi e quelli da buttare via.
La maggiore tirò fuori un vestito color prugna e lo porse all’amica.
- Questo dovrebbe starti d’incanto! A me non sta affatto bene!
La piccola Weasley osservò il vestito e spiegò il motivo per il quale non le stava bene.
- Lo credo che non ti sta bene! Il viola prugna non è il tuo colore, è della mia taglia ed è nuovo… è il vestito di Harrods che ho visto in vetrina, Hermione, non posso accettare!
L’ex Caposcuola tentò di giustificarsi.
- Mi ha letteralmente pregato di portarlo via da quel negozio e di condurlo da te! Ogni volta che mi giravo c’era qualche ragazza che si provava questo vestito! E, poi, era in saldo. Praticamente, me l’hanno regalato!
- Hermione…
- Ginny… Ginny, dì solo grazie!
- Grazie, è fantastico! Lo adoro! Ah… a proposito, ho dei vecchi maglioni di Harry fatti da mia madre. Potresti usarli come coperte per Grattastinchi!
- Ma certo!
La rossa tirò dalla borsa un maglione dismesso del suo fidanzato.
Lo stava porgendo alla sua migliore amica, quando qualcosa di azzurro cadde, scivolando dall’interno del maglione.
Lei e Ginny mollarono i vestiti che avevano in mano, sconvolte, e la raccolsero piano.
Mentre la prima sorrise felice per l’amica, la seconda davvero sgranò gli occhi dalla sorpresa, non riuscendo a spiccicare parola. Fu Hermione a confermare ciò che vedeva anche lei.
- È di Tiffany!
Le si mozzò il fiato. Non poteva crederci.
- Mi sto per fidanzare.
- Ti stai per fidanzare.
E lo dissero insieme, sussurrando.
- Mi sto per fidanzare!
- Ti stai per fidanzare!
Lo ripeterono insieme, ma stavolta urlando dalla gioia.
E iniziarono a saltellare, finché Ginny non afferrò la scatoletta e fece per aprirla, ma Hermione fu molto brava e molto veloce a strapparle di mano la scatolina.
- Mi dispiace! Ma lui ha il diritto di esserci quando vedrai l’anello.
- Hai ragione… oh, Merlino! Finalmente, si è deciso! Oh, la miseria! Non ci posso credere!
- Sono così felice per te! Ora, però, devi assolutamente mantenere il segreto. Dopotutto, lui non te l’ha ancora chiesto…
- Giusto!
- Non devi dirlo a nessuno! Nemmeno a Grattastinchi!
- Vero! Sai cosa facciamo per festeggiare? Chiamiamo Luna e Lavanda e andiamo a bere qualcosa stasera.
- Qualsiasi cosa facciamo, tu non dire ancora nulla!
- Ma per chi mi hai presa, scusa?









********************











Quella sera, Hermione ebbe un contrattempo chiamato Cormac.
Per questo, arrivò al locale per ultima.
- Ciao, Hermione!
Luna l’aveva accolta alzandosi e abbracciandola, prima di sedersi.
- Ciao, Luna! Come stai?
- Benone! Ti trovo in gran forma! Hai saputo di Ginny e Harry?
La bruna si voltò verso Ginny con uno sguardo severo. Mentre questa si fece piccola piccola.
- Scusa, non ho resistito.
Hermione rise piano, prendendole dolcemente la mano.
Lavanda ordinò quattro Tequila lisce, con la disapprovazione di Hermione, la quale ebbe una brutta esperienza con la Tequila.
- No, grazie. Non per me!
Fu Luna a ricordare il perché.
- Acapulco, 2002. Hermione e Cormac sono in piena crisi.
Ginny e Lavanda iniziarono a ridere ricordando Hermione ubriaca che si agitava con un cameriere, Miguel.
- Ok, ok. Basta! Non successe nulla con quel Miguel.
- Questo perché io e Ginny te lo abbiamo impedito!
Era vero. Se non fosse stato per Lavanda e per Ginny, forse Hermione avrebbe rovinato il suo rapporto con Cormac che, in quel periodo, era davvero instabile.
Dopodiché, Lavanda alzò il bicchiere e propose un brindisi.
- A Ginny. Congratulazioni, tesoro. E a Hermione. Condoglianze, bellezza, perché le dovrai stare dietro come fossi la sua ombra.
Ginny, a quella frase, annuì consapevole.
- Un favore che spero di ricambiare molto presto! Salute!









********************











Una volta rimaste da sole, poco prima di avviarsi verso casa a fine serata, le due iniziarono a fantasticare sui preparativi.
- Sarai una grande damigella d’onore! - disse la piccola Weasley a Hermione con aria convinta.
- Sì! Lo credo anch’io!
- Da cosa si inizia?
La bruna fece per pensarci un po’ su, alzando gli occhi assottigliati verso l’alto, finché non esordì con il primo dettaglio da proporre.
- Che ne dici se intanto lui ti chiedesse ufficialmente di sposarlo?
L’altra sgranò gli occhi e si maledì - dentro di sé – per non averci pensato prima.
- Vedi? Tu hai occhio per i dettagli!









********************











La sera successiva, Hermione convinse Cormac a provare la cucina cinese. Si offrì di andarla a prendere lui, così da fare due passi. E ciò fece sorridere la ragazza in modo compiaciuto.
Si era raccomandata, e più volte, di prendere i biscotti della fortuna: li adorava.
Il ragazzo non sembrò molto riluttante, anzi. Piuttosto, sembrava sempre più affascinato dalla vita dei Babbani.
Quella sera, Hermione scoprì che a Cormac piacevano da matti i ravioli al vapore e che adorava i gamberetti fritti. Anche gli involtini di primavera furono spazzati via in poco tempo. Il pollo alle mandorle, invece, fu l’unica cosa che Cormac non mangiò. E non perché non fosse appetitoso nell’aspetto, ma perché temeva di scoppiare.
Quando fu il turno dei biscotti della fortuna, Cormac ne prese uno e lo porse ad Hermione.
- Grazie!
Lui le sorrise, un po’ nervoso.
Hermione non capì cosa stesse succedendo, ma ciò non le impedì di aprire il biscotto e prendere il bigliettino che, solitamente, inserivano all’interno.
Quando il biscotto si ruppe, non ne uscì fuori un semplice e banale bigliettino, ma… un anello.









********************









Un anello.
Hermione si aspettava un foglietto di carta strapazzato o nuovo, con sopra dell’inchiostro che formava un insieme di lettere che, a loro volta, formavano un insieme di parole che, a loro volta, formavano una frase.
Invece, no.
Un anello.
Si aspettava di tutto, fuorché un anello.
Non riuscì nemmeno a chiedere che cosa ci facesse un anello nel suo biscotto della fortuna.
Ecco perché Cormac aveva insistito nell’andare a prendere lui la cena dal ristorante cinese.
Ora capiva ogni cosa.
- Che cos’è, Cormac?
Il ragazzo le sorrise, soddisfatto dell’effetto che quell’anello le aveva prodotto.
- Ho pensato molto al luogo dove avrei voluto dartelo e, alla fine, ho capito che il luogo era questo: casa nostra. Perché, tra vent’anni o tra cinquant’anni, io vorrò tornare e trovarti ad aspettarmi qui, seduta sul divano, a casa nostra. Non chiedo di meglio che passare il resto della mia vita con te.
Hermione era rimasta senza parole. Aveva gli occhi lucidi dall’emozione e si stava chiedendo cosa stesse aspettando a chiederglielo. Perché, la risposta, sarebbe stata inevitabile.
- Hermione Granger, vuoi sposarmi?
La ragazza boccheggiò per un paio di secondi, prima di dire e ripeterlo mentre lui le infilava l’anello all’anulare sinistro.









********************











Harry aveva avvisato che sarebbe tornato tardi quella sera.
Ginny sapeva che il lavoro di Auror era davvero difficile, oltre che imprevedibile. Per questo, non era in ansia più del dovuto.
Aveva nascosto di nuovo la scatoletta nell’armadio – nella parte di Harry – tra tutti quei maglioni, si era fatta un bagno caldo, infilata in un caldo pigiama e si era sdraiata sul divano, intenta a leggere un romanzo rosa, dove lui chiede a lei di sposarlo.
Poi, d’un tratto, il camino prese la forma del viso di Hermione.
- Ginny?
La rossa si alzò dal divano un po’ sorpresa, guardandosi intorno per vedere da dove provenisse la voce di Hermione.
- Ginny, il camino!
La ragazza sospirò e andò verso il fuoco.
- Ok… nulla di fatto, stasera. Ma scommetto che Harry sta organizzando una romantica cenetta, una di queste sere, per…
- Mi sono fidanzata! Cormac mi ha chiesto di sposarlo, due minuti fa. E io ho accettato. Sono così felice che potrei andare a tuffarmi nel Tamigi! Ti rendi conto, Ginny? Sono fidanzata!
L’amica sgranò gli occhi dalla sorpresa, ma mostrando un sorriso felice, prima di tornare seria.
- Colore?
- Incolore.
- Taglio?
- A brillante.
- Inclusioni?
- Quasi invisibili!
- Un carato?
- Credo! Forse, appena un po’ sotto, ma sarà comunque costato una fortuna!
- Oohh!
Ginny fece una smorfia intenerita. Era davvero felice: lei e la sua migliore amica erano entrambe fidanzate, stavano entrambe per sposarsi e si sarebbero fatte da damigella d’onore a vicenda. Non poteva che esserne felice.









********************










Il giorno successivo, nel pomeriggio, le due ragazze si dettero appuntamento per fare, insieme, un po’ di jogging.
- Non mi sembra ancora vero di averlo al dito! Incredibile, brilla anche sotto la pioggia!
Ginny era un po’ nervosa. E non perché si sposava anche Hermione, ma perché Harry non si era ancora deciso a farle la fatidica proposta di matrimonio.
- Abbagliante! Accidenti, Harry…
E mentre una imprecava, l’altra iniziava a organizzare a parole il matrimonio.
- Vorrei ingaggiare il Dj Humboldt per il ricevimento, tu che ne pensi?
- Ma certo… è il tuo matrimonio!
- Mia madre non potrà esserci fino al matrimonio… ma che importa, io ho te! Giusto?
- Ma certo! Non vedo l’ora!
- Allora mi accompagni all’appuntamento con Narcissa Malfoy di venerdì?
Ginny rimase sconvolta.
- Hai già preso un appuntamento? Ti sei fidanzata soltanto ieri sera e tu ha già preso un appuntamento?!
- Lo so, ma se voglio sposarmi a giugno al giardino di Malfoy Manor, sono anche piuttosto in ritardo. Ti ricordo che siamo già a marzo!
Era come se all’unica figlia femmina di Casa Weasley fosse caduto un secchio d’acqua in testa.
- Il Manor… non posso crederci.
Hermione aggrottò la fronte, non capendo quale fosse il problema.
- Che succede, tesoro? Te la sei presa? - e il suo tono diventò seriamente preoccupato. Non voleva offendere la sua migliore amica, ma non poteva nemmeno rinunciare al suo sogno.
- No, non me la sono presa… - fece Ginny con aria un po’ imbronciata – non con te, almeno. Non capisco perché Harry ci metta così tanto!
E lì Hermione si sentì un po’ in colpa. Era il tallone d’Achille di Ginny quello. E lei, da brava migliore amica avrebbe dovuto ricordarlo.
- Ginny… perdonami, io… non volevo. Ti prego, non parliamone più! Davvero!
- Non preoccuparti per me! Preoccupati per il tuo migliore amico! Tra poco sarà morto!
E iniziò a separarsi da lei, correndo verso l’ufficio del suo fidanzato, il Capo Auror del Ministero.
- Ti chiamo io! - si sentì urlare Hermione.
Quest’ultima, si mise ad urlarle contro a sua volta - Ginny! Che cosa vuoi fare?! Lascia che te lo chieda a modo suo!








********************











Corse che più non poteva, dirigendosi nelle vie del Mondo Magico, cercando di raggiungere il più in fretta possibile l’ufficio della sua dolce metà.
Una dolce metà che stava per diventarlo per davvero, in modo letterale: l’avrebbe ucciso e fatto a pezzi con una mannaia da macellaio, se non si fosse deciso a chiederle di sposarlo, prima di uccidere se stessa e portarselo nella tomba insieme a lei.
Come giusta punizione.
Giunta al Ministero, incontrò – in ordine cronologico – Draco Malfoy, il Ministro Kingsley Shacklebolt, suo fratello Percy, suo padre Arthur e qualche membro dell’Ordine, ignorando tutto e tutti e filando diretta verso l’ufficio di Harry.
Il Bambino Sopravvissuto stava leggendo alcune carte riguardanti alcuni seguaci di Voldemort ancora liberi, convincendosi che mancasse sempre meno alla giusta cattura, quando improvvisamente sentì la porta aprirsi e la voce affannata di Ginny esordire diretta.
- Tesoro! Allora… vuoi sposarmi, o no?
- Cosa?!
Il ragazzo sembrò sorpreso da quell’uscita che gli sembrò disperata.
- Insomma… - ricominciò Ginny - è questo quello che vuoi? Perché io lo voglio! Ma, prima, ci tenevo a sapere le tue intenzioni, i tuoi voleri. Ci tenevo a sapere se tu vuoi sposarmi… tra un mese, tra un anno… non importa quando, ma voglio sapere se tu vuoi sposarmi!
Ginny riprese a respirare dopo aver finito quel piccolo monologo, mentre il morò la guardava a bocca aperta, incerto su cosa risponderle.
- Ginny… - il ragazzo si alzò e si avvicinò a lei, con l’intenzione di calmarla e convincerla a rimandare il discorso.
- Non vuoi sposarti?
- Tesoro, è meglio se ne riparliamo a casa, più tardi…
- No! Voglio parlarne adesso! Hai cambiato idea? Ho visto la scatolina di Tiffany tra i vestiti… nell’armadio! – bugiarda, ma questo lui non lo sapeva.
Se Harry non fosse stato certo di conoscerla, avrebbe detto che quello era un vero e proprio capriccio di una bambina viziata.
Ma si rese conto che Ginny non era né una bambina, né tantomeno viziata. Semplicemente… era una donna. E come tale desiderava di sposarsi e creare una famiglia molto presto.
Senza contare il fatto che lui non aveva mai avuto una famiglia, prima di incontrare Ron e Hermione, ad Hogwarts, tredici anni prima. Ginny voleva dare a lui – e ai figli che sarebbero arrivati in futuro – ciò che lui non aveva mai avuto da bambino.
Per questo, sospirò rassegnato, appoggiandosi alla scrivania. Un gesto che Ginny interpretò male.
- Oh, Merlino… non è un anello?
Non ottenne nessuna risposta. Solo uno sguardo, da parte di Harry, serio rialzato.
- Se è un portachiavi, io mi ammazzo e ti porto nella tomba con me.
- Ah, è così, eh?
Harry non sembrò spaventato davanti a quell’avvertimento – o meglio, davanti a quella minaccia.
- Ma, ti prego… non tenermi sulle spine. È una cosa che ti andrebbe di fare? Ti andrebbe di sposarti… con me… in un eventuale futuro, Harry Potter?
Harry la guardò con uno sguardo severo, indeciso se litigare o confessare.
- Sai che ti dico? Che ne ho abbastanza del tuo essere petulante, insistente, a volte sembri anche un bambina e non parlo solo del tuo aspetto fisico…
Dicendo questo, si staccò dalla scrivania per andare verso i cassetti di questa, aprirne uno, estrarre la scatoletta di Tiffany e tornare verso di lei - … ma non posso nemmeno fare a meno del tuo fascino, della tua generosità e del tuo infinito ed eterno amore, Ginny. Se solo avessi aspettato fino a stasera… - e le indicò con la mano la scatola, aprendo la bocca e fingendo di essere sorpreso, mentre lei sorrideva e una luce calda tornava a brillare nei suoi occhi - … ma non saresti stata la donna che amo, perché lei non può aspettare, giusto? E va bene così, perché amo litigare con te tanto quanto amo stare con te. Ti amo perché ogni giorno mi fai sentire vivo, riesci a capirmi sempre e comunque. Ti amo perché tu mi hai accettato sempre per quello che sono, e non per ciò che gli altri dicevano di me. mi sei sempre stata accanto, anche quando non eravamo insieme. Pertanto, ora io te lo chiedo perché voglio chiedertelo, anche se non avevo immaginato di farti la proposta così: Ginevra Molly Weasley, vuoi sposarmi?









********************










Passò qualche giorno e arrivò anche il famoso venerdì, quello nel quale avrebbero dovuto vedersi con Narcissa Malfoy per stabilire le data e altri dettagli per i loro matrimoni.
All’entrata del Manor, aveva risposto Draco. Hermione lo riconobbe immediatamente.
Ginny la guardò, cercando di capire se stesse bene. E la bruna si sforzò di sorridere e di pensare al giorno più bello della sua vita.
Entrate nella villa, Hermione riconobbe il salotto – ora era molto più illuminato e curato – dove, sei anni prima venne torturata da Bellatrix Lestrange ed ebbe alcuni istanti di paura, accompagnati da brividi che le scorse lungo la schiena.
Ginny le prese immediatamente la mano, guardandola negli occhi e sorridendole – cercando di infonderle sicurezza e coraggio.
- Controllati… andrà tutto bene, vedrai.
Hermione inspirò rumorosamente e annuì.
Draco le accolse con molta galanteria.
- Buon pomeriggio, signore. Vi accompagno da Debbie: è lei che si occupa degli appuntamenti di mia madre. Prego, da questa parte…
Il biondo le guidò, stando attento a restare il più lontano possibile da Hermione. E non perché la considerava una feccia, come tanti anni prima, ma perché lui era ancora innamorato di lei. Solo che non voleva ammetterlo, né davanti agli altri, né davanti a sua madre o a Hermione stessa, ma soprattutto a se stesso.
Le aveva condotte in un’ala della villa, riservata esclusivamente all’attività della madre.
- Debbie sarà qui tra qualche istante…
Ma il tono con il quale lo disse fece immaginare il suo imbarazzo davanti alle due giovani donne, le quali sorrisero e annuirono forzatamente, cercando di evitare di guardarlo negli occhi.
Restarono in silenzio per circa un minuto, finché il ragazzo non riprese la parola.
- Purtroppo, io devo lasciarvi… ho lasciato una pozione sul fuoco. Se volete scusarmi…
- Ma certo! - rispose Ginny comprensiva, mentre Hermione si limitava a sorridere e annuire.
Quando se ne fu andato, la rossa le chiese se fosse tutto a posto. L’amica annuì, anche se sapeva benissimo che quella era stata una situazione imbarazzante.









********************











Debbie – una donna bassa, grassoccia e non molto bella – arrivò esattamente trenta secondi dopo e le condusse nello studio di Narcissa, annunciandole prima alla Lady.
- Benvenute nella mia residenza, care. Prego, sedetevi pure.
Le ragazze ricambiarono la gentilezza con la quale la donna le aveva accolte e si accomodarono alle due poltroncine davanti la scrivania.
Una volta sedute, le due ragazze si guardarono eccitate, mentre l’ultima Lady Malfoy le guardava estasiata e deliziata, attirando l’attenzione delle due e iniziando un discorso sul matrimonio.
- Le nozze segnano il primo giorno del resto della vostra vita. Voi eravate morte, fino ad ora. Ve ne rendevate conto?
Hermione e Ginny non staccarono gli occhi da lei, mentre scossero il capo negando.
- Siete morte anche adesso.
- Sì, lo capisco… - sussurrò Hermione.
- È vero… - la imitò Ginny.
Lady Malfoy riprese il suo discorso dopo aver loro sorriso.
- Debbie, la mia segretaria, per esempio, morirà già morta… ho appreso le vostre richieste espresse quando avete fissato l’appuntamento. Sposarsi qui, a giugno
E iniziò a ridacchiare divertita. Hermione e Ginny si guardarono terrorizzate, finché Hermione non assunse abbastanza coraggio da porre quella domanda tanto temuta da loro, mentre Ginny trattenne il fiato.
- Sta dicendo che non c’è nessuna possibilità?
La donna le sorrise prima di risponderle.
- Se vi foste rivolto a qualcun altro, neanche una. Ma voi siete venute da me… - e ridendo in modo piano e sinceramente - chiamatemi Bacchetta Magica, se volete…
Ginny riprese a respirare, mentre Hermione sorrise sollevata.
Nel frattempo, Narcissa prese da un cassetto la sua agenda, andando nel mese di giugno.
- Ho, pensate un po’… - disse consultando l’agenda - tre disponibilità per la villa e il giardino a giugno… due il secondo sabato e una l’ultimo sabato: il 12 e il 26 giugno.
Ginny non poteva credere alle sue orecchie: il 12 giugno era l’anniversario dei suoi genitori.
- Non posso crederci! I miei genitori si sono sposati il 12 giugno!
- Davvero? Oh, Merlino! Allora, io prendo il 26!
Hermione aveva felicemente ceduto il secondo sabato di giugno alla sua migliore amica, prendendosi il 26 e Ginny le aveva sussurrato “Grazie, grazie, grazie”.
Narcissa sorrise loro soddisfatta, dicendo - Bene, immagino che vorrete discuterne con i vostri rispettivi fidanzati…
- No - risposero in coro le due ragazze sorridendo.
- Bene… a questo punto non dovete fare altro che scrivere la data e firmare – disse loro porgendo una pergamena.
A Hermione tremavano le mani mentre firmava.
- Sono così eccitata - disse giustificandosi.
- Non dirlo a me! - le confessò Ginny.
Lady Malfoy le osservò sorridendo e chiedendo quali fossero le loro preferenze per quanto riguardavano lo stile, gli addobbi e l’organizzazione in generale del matrimonio.
Hermione sembrò pensarci su… mentre Ginny rispose immediatamente.
- Tradizionale… tradizionale, con un tocco di modernità.
Hermione la osservò e timidamente iniziò ad esprimere le sue preferenze.
- Elegante, minimalista, con qualcosa di poetico.
La signora Malfoy annuì lentamente e annotò il tutto.
Disse loro che le avrebbe ricontattate per definire i dettagli, andando avanti con i preparativi. Nel frattempo, loro dovevano pensare al vestito per la sposa e per le damigelle. Le congedò, salutandole con cortesia.
Uscendo, le due notarono un’altra ragazza in attesa, seduta accanto alla scrivania di Debbie.
Hermione era talmente felice che le fece una soffiata sussurrandole - Da sposa a sposa, è rimasta una data disponibile per giugno.
- Grazie! Sei molto gentile!
Ginny la osservò un po’ contrariata. La bruna alzò le spalle. Erano troppo felici per poter discutere e rovinare la giornata con un battibecco.
Una volta uscite loro ed entrata l’altra sposa, Debbie le accompagnò verso l’uscita.
Hermione si guardò intorno, durante il percorso, e si rese conto che non c’era nessuna traccia di Draco.
Con una sensazione di dispiacere, tornò sui suoi passi, salutando insieme a Ginny la segretaria e uscendo dal Manor.
Dopo aver chiuso il cancello, lei e Ginny si guardarono con l’aria di chi si era trattenuta per troppo tempo. E Hermione esplose dopo dieci secondi.
- Giugno… qui!
E Ginny annuì vistosamente e la strinse forte.
Sembrava che il loro sogni si stesse avverando.
Sembrava










********************











Per Hermione e Ginny, i giorni passarono in fretta, trascorrendoli insieme tra una mattina al negozio di fiori, un pomeriggio a scegliere il catering – e la quantità di piani della torta nuziale – e le sere una a casa dell’altra per decidere chi invitare e come disporre i posti al ricevimento.
Una mattina, le due ragazze si trovavano nel negozio di Madama McClan, nel reparto di abiti da sposa, quando Hermione vide un modello di Madame Claire* in bella mostra, rubando la scena a tutti gli altri.
- Oh, Merlino, Morgana e tutti i folletti! Un Madame Claire! Corpetto di raso…
- Viso a V, dieci strati di tulle… provalo dai!
- No! No, io metterò l’abito di mia madre.
- Hermione, sei sicura? L’abito di tua madre è da sogno, ma… è il tuo sogno o il suo?
- È il mio! Solo che vorrei farle una sorpresa.
Ginny sapeva che Hermione teneva da morire ai suoi genitori. Soprattutto dopo la guerra, quando rischiarono di rimanere uccisi colpevoli di avere generato una potente strega - nonché migliore amica del nemico del Signore Oscuro.
Per questo, Hermione voleva indossare l’abito di sua madre: voleva renderla ancora più felice di quanto lo fosse già.
- Sì, ma… è il tuo grande giorno! Regala a tua madre una scatole di Cioccorane e una di caramelle di Mielandia e mettiti l’abito che vuoi!
- È meraviglioso… e io adoro gli abiti senza spalline…
- Anch’io…
Ginny lo guardava con aria sognante, mentre Hermione con aria combattuta.
- No. Sto facendo un torto all’abito di mia madre - disse con aria ferma - sono soddisfatta e convinta della mia decisione, nessun pentimento o ripensamento… - le disse con molta convinzione.
- D’accordo…
- … però, se a te piace… dovresti provarlo!
Ginny boccheggiò, prima di risponderle.
- No! L’hai visto prima tu!
Hermione la guardò con aria di rimprovero e insistette.
- Non è un buon motivo! Insisto!
Ginny esitò per qualche minuto, finché non si arrese quando Hermione disse alla commessa - Vogliamo provare questo modello!









********************










Il vestito che Ginny provò era… da restare senza fiato.
Non c’erano parole per descrivere quanta bellezza e quanta eleganza emanava Ginny con indosso quell’abito.
Hermione approvò immediatamente la scelta. Anzi, cercava di convincerla quando la rossa cercava di trovare sempre qualche difetto. Anche con l’abito, Ginny esitò per qualche istante e Hermione cercò di farle capire che quello era l’abito perfetto.
- È un incanto. È perfetto!
- Lo so - disse l’amica un po’ troppo incredula - forse, dovrei cercare ancora…
Ma Hermione scosse immediatamente la testa disapprovando quella ipotesi già sul nascere.
- Credi che sia un abito migliore di un Madame Claire? Magari lo tengono riservato nel negozio degli scherzi di Zonko. Ginny, prendi quel vestito.
usò un tono molto calmo e ovvio, come se stesse spiegando alla sua migliore amica la funzione di una ciambella gonfiabile.
- Sì, ma se poi cambi idea?
Hermione agitò la mano e fece una smorfia, che significava Non preoccuparti, poi vennero raggiunte dalla commessa che aveva aiutato Ginny ad indossare l’abito.
- Stia solo attenta a non ingrassare prima delle nozze. Non si allarga un Madame Claire: se non ti entra, sei tu che ti restringi.
Ginny le lanciò un’occhiata assassina.
- Ingrassare? Io? La figlia di Molly Weasley che ha anche la sua testardaggine? Lo vede questo sguardo? Sa che cos’è? Fermezza. Esatto. O meglio, lenti a contatto e fermezza. Lo prendo!
E la commessa, dopo essere stata incenerita da Ginny, sotto l’appoggio di Hermione le lasciò da sole per andare a bloccare immediatamente l’abito.
Una volta tornate nei loro appartamenti, entrambe ricevettero un gufo urgente da Narcissa Malfoy: doveva vederle urgentemente.
Si precipitarono immediatamente al Manor – questa volta, a rispondere, fu Debbie – e ascoltarono incuriosite cosa aveva Narcissa, di così urgente, da dire loro.
- C’è stato un terribile errore… una cosa che, vi assicuro, non era mai successa a Malfoy Manor…
Hermione e Ginny iniziarono a sudare freddo quando sentirono le parole terribile ed errore. Narcissa sembrava davvero mortificata a dare quella notizia.
- Le vostre nozze sono state prenotate nello stesso giorno.

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Capitolo 3
*** Parte terza ***


Disclaimer: I personaggi della saga di Harry Potter e quelli del film al quale mi sono ispirata – avente l’omonimo titolo - non mi appartengono. Tutti i loro diritti appartengono rispettivamente a Joanne Kathleen Rowling e alla 20th Century Fox. Inoltre, questa storia è stata ideata e scritta senza alcun scopo di lucro.
 
Premessa: la storia si svolge qualche tempo dopo Menta e cioccolato e fa parte della serie Sapori e profumi, ma comunque può essere letta singolarmente.
 
Note:

* = negozio per spose e liste nozze di mia invenzione.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Questo capitolo è dedicato a coloro alla quale dico grazie proprio qui sotto.

Grazie alla mia Adelina Bla Bla, Francesca, che mi riempie le giornate e serate di risate, amorevoli litigi, sigarette, aperitivi alcoolici e ca…ramelle!
Grazie a DearJuliet, per incoraggiarmi sempre a scrivere.
Grazie a Sonia, che rimane sempre mia sorella maggiore acquisita.
Grazie a Sara, a Maria, a Debora e a Stefania, che hanno sempre un pensiero per me.
Grazie a Emilia, perché cerca sempre di capirmi, di consolarmi e di farmi credere nelle mie stesse capacità.
Grazie a Eleonora, che sembra quella fredda, ma che invece è quella che c’è sempre stata più di tutti.
Grazie a tutte voi che mi sostenete sempre, conoscendomi e non.
Grazie.
Ma, soprattutto, grazie a Gustavo ed Eustachio: i miei ultimi due neuroni rimasti.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Bride Wars – La mia migliore nemica
 
Parte terza

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Le vostre nozze sono state prenotate nello stesso giorno.
Hermione e Ginny credettero di aver sentito male.
La giornalista pensò di chiederle di ripetere.
- Scusi, come ha detto? Le dispiacerebbe ripetere?
Narcissa prese fiato, come se avesse paura di ripetere ciò che aveva annunciato pochi istanti prima.
- Le vostre nozze sono state prenotate nello stesso giorno.
- Non è vero - piagnucolò la piccola Weasley.
- Sta scherzando, spero! - esplose l’eroina del Mondo Magico e di quello Babbano.
Ginny la guardò delusa, arrabbiata.
- È da tutta la vita che sogniamo di sposarci qui! - Hermione la guardò incuriosita, aggrottando la fronte e incitandola a continuare - Voglio dire… è da quando suo figlio ha organizzato quella festa per Hermione… sembra davvero passata una vita!
La Lady alternò il suo sguardo su Ginny e sull’ex-fidanzata di suo figlio, con aria un po’ compiaciuta e lusingata e un po’ malinconica – accompagnando lo sguardo con un sorriso nostalgico – per poi tornare seria e professionale.
- Debbie ha scambiato le date: voi siete state prenotate entrambe per il 12 giugno e l’altra sposa per il 26. La prossima data disponibile per Malfoy Manor è il 16 giugno…
Hermione non esitò un secondo - Perfetto: la prendo! - ma non aveva fatto finire Narcissa.
- … fra tre anni, però.
La ragazza cadde nel più totale sconforto per circa un paio di secondi, ma riprese immediatamente vigore quando ebbe un’idea.
- Aspetta! Negoziare fa parte del mio mestiere, giusto? Ho sempre a che fare con compromessi. Bene! Cercherò di far ragionare l’altra sposa e a farmi cedere la data.
Ginny si illuminò, tornando a fissare Narcissa con gli occhi spalancati e indicando il viso della sua migliore amica.
- Deve credermi: nessuno riesce a resistere a questa faccia!
Narcissa sorrise, ma assunse un’aria dispiaciuta, accennando della privacy e della magia con la quale erano stregati i contratti.
- Purtroppo, abbiamo stregato i contratti, in modo che il rapporto sia il più vincolante possibile. Possono essere rotti solo se la coppia si lascia prima di diventare marito e moglie o se la coppia – quindi, sia il futuro sposo e la futura sposa – sono d’accordo nel voler rinunciare al contratto. E quel che è peggio è che non posso rivelare i loro nomi, a causa della privacy. Tuttavia, sono costretta a chiedervi: chi delle due è interessata a rinunciare?
In quel momento, entrò Debbie, con un’aria colpevole e mortificata.
- Ehm… allora, io me ne vado, Lady Malfoy.
Ginny ed Hermione si voltarono e la guardarono con uno sguardo pieno di rabbia e di delusione.
La donna se ne accorse e abbassò lo sguardo, mentre la Lady disse dura - Chi ha orecchie per intendere intenda, cara, e io intendo te: non dare il mio nome come referenza!
Le due giovani spose tornarono a guardare la Lady, un po’ soddisfatte, un po’ arrabbiate e un po’ dispiaciute.
Debbie lasciò quella villa riprendendosi tutti i suoi effetti personali.
Le due spose dissero a Narcissa che ci avrebbero pensato e la salutarono, congedandosi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Hermione, uscendo dalla villa, camminava come se stesse marciando. Provava rabbia, delusione, frustrazione… era stato come un fulmine a ciel sereno. Si sarebbe aspettata di non riuscire ad avere le peonie – che a Cormac piacevano tanto – oppure che non avrebbe potuto chiamare l’arpista per la Marcia Nuziale. Ma non si sarebbe mai aspettata una cosa simile.
E se Hermione era nervosa, Ginny era furiosa.
Non riusciva a credere che, forse, avrebbe dovuto litigare con la sua migliore amica per uno stupido errore commesso da una stupida ed odiosa donna che poteva benissimo evitare tutto ciò.
Come spiegarlo a Harry e a Cormac? Come spiegarlo a Ron? E le loro amiche? Da che parte si sarebbero schierate?
Era giusto continuare con la storia di giugno a Malfoy Manor? E se questo fosse solo una prova d’amicizia? Magari, Lady Malfoy voleva solo divertirsi un po’… dopotutto, era pur sempre una ex-Serpeverde, moglie di Lucius Abraxas Malfoy, madre di Draco Lucius Malfoy - quindi dell’ex-fidanzato della sua migliore amica.
Sì! Forse, era solo per vedere se Hermione era davvero innamorata di Cormac McLaggen! Era solo una scusa per far riavvicinare Hermione a Draco! Perché non ci aveva pensato prima?
- Hermione… io credo che…
- Ginny, non fasciamoci la testa prima di rompercela, d’accordo? Ora cerchiamo l’altra sposa e proviamo a convincerla.
- E se non dovessimo riuscirci?
- In tal caso, ci penseremo.
- Ma come facciamo a trovarla? Hai sentito anche tu: non possono rivelare i nomi degli sposi.
Hermione vide Debbie in lontananza che caricava una carrozza con i suoi bagagli.
- Ginny, tu lascia fare a me.
Si mise a camminare ancora più in fretta, con Ginny che cercava di tenerle il passo, ma invano.
Una volta raggiunta la donna – che era di spalle – Hermione, con tutta l’intenzione di spaventarla, attirò la sua attenzione.
- Ciao, Debbie.
La donna sussultò e si girò sorpresa e spaventata. Hermione sfoggiava un sorriso calmo, tranquillo, un sorriso che non apparteneva alla ragazza dolce ed ingenua che Ginny conobbe dodici anni prima.
- Dicci solo tutto ciò che sai sull’altra sposa e non ti succederà niente.
La rossa non seppe riconoscere quell’affermazione. Cos’era? Un avvertimento? Una minaccia? Forse, entrambi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Era Astoria. Astoria Greengrass.
Colei sulla quale dovevano contare per riavere il 26 giugno era Astoria Greengrass.
Quella alla quale Hermione fece la soffiata era Astoria Greengrass? Perché non l’aveva riconosciuta?
Forse, perché l’aveva vista tre o quattro volte in tutta la sua vita? Dopotutto, era più famosa sua sorella Daphne. E della ex-promessa sposa del suo ex-fidanzato non le importava granché, ad essere sincere.
E ora perché tirava in ballo Draco?
Debbie disse loro che avrebbe potuto trovarla da Strega Maritella: liste nozze per il vostro Matrimonio Magico*, dove ogni sposa del Mondo Magico disponeva di una lista di nozze.
Hermione e Ginny si mossero come gazzelle, cercando di dare meno nell’occhio e di raggiungere la loro ex-compagna di scuola.
- Ciao, Astoria!
La ragazza si voltò sorridendo e, riconoscendo le due, il sorriso scomparve.
- Non so se ti ricordi di noi, io sono…
- La Mezzosangue ed eroina del Mondo Magico.
Hermione cercava di non rispondere alla provocazione, ignorando quell’uscita infelice, e cercò di presentare anche Ginny.
- … e lei è…
- L’unica femmina Weasley, detta anche Piattola.
Ginny iniziò a scaldarsi, ma venne fermata da Hermione con un’occhiataccia.
- … ecco… vedi, Astoria, c’è stato un errore madornale… - e iniziò a raccontarle la faccenda.
- Volete che io cambi la data del mio matrimonio? - chiese la Greengrass prestando l’attenzione al servizio di bicchieri in cristallo di Boemia.
Hermione lanciò uno sguardo complice a Ginny.
- Sì, esatto…
La mora la fissò con aria pensosa, poggiando anche l’indice sulle labbra e dando l’aria di chi stesse riflettendo su un problema amletico. Ciò fece riaccendere la speranza in Ginny ed Hermione.
- Uhm… direi… di no - e terminò con un sorriso falso.
L’ex Caposcuola di Grifondoro provò a convincerla in più modi – anche offrendole dei soldi – ma la risposta era sempre negativa e il tono sempre più civettuolo.
- No. No, no e no. Un milione di volte no. E ora, se volete scusarmi, devo raggiungere il mio futuro marito. Sapete, dobbiamo scegliere il menù. Il 26 giugno, in fondo, è dietro l’angolo. Voi dovreste saperlo meglio di me. Ciao, ciao, spose!
E dopo quest’ultima frecciatina odiosa, sorrise come se stesse salutando due sue amiche ochette e se ne andò.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Il marmo della panchina era freddo. Hermione riusciva a constatarlo attraverso il tessuto dei jeans che le fascia le gambe toniche e magre. Nel frattempo, cercava un modo per uscire da quella assurda situazione, fissando il vuoto.
Ginny, seduta al suo fianco, continuava a mordersi – alternandoli – il labbro inferiore e quello superiore, torturandosi le mani che, col freddo di inizio marzo, erano screpolate. Era frustrante non riuscire a trovare una via di fuga.
Fu la bruna a rompere il silenzio.
- Ok. Io non riesco ancora a trovare un rimedio a questa faccenda, ma…
Ginny si voltò verso di lei speranzosa, incontrando i suoi occhi color nocciola.
- … credo che… Ginny, temo che non abbiamo altra scelta.
La rossa abbassò la testa, delusa.
- Comincio a pensarlo anch’io.
- Una di noi dovrà scegliere…
- Una di noi dovrà spostare la data, per forza. Io voglio la mia damigella d’onore al mio matrimonio, Hermione!
- Anch’io ti voglio al mio matrimonio come damigella d’onore, Ginny!
- Una delle due deve necessariamente sposarsi un altro giorno…
- Sì, deve farlo.
- Magari, non quella che ha avuto come regali sempre e solo maglioni e sciarpe Made in Molly Weasley
- Giusto! Per lo meno, lo sarebbe, se per l’altra non fosse di grande importanza, dato il suo costretto incantesimo di qualche anno fa di cancellazione della memoria sui suoi genitori, i quali si ritengono la causa di molte delle sofferenze della loro figlia e vederla felice e sposata, come ha sempre sognato, li appagherebbe come non mai…
Entrambe sapevano che erano ambedue cause importanti.
- Giusto.
- Una delle due deve necessariamente posticipare il matrimonio.
- Già…
Non riuscivano nemmeno più a guardarsi negli occhi. Entrambe avrebbero fatto carte false pur di accaparrarsi quella data e quel posto.
Hermione provò a trovare un compromesso.
- Allora… rimaniamo così: finché una delle due non sposta la data, non faremo ancora nulla.
Ginny alzò lo sguardo verso di lei.
- Sì… è fattibile. Abbiamo ancora un po’ di margine.
- Bene, allora non definiremo nulla…
- Esatto… fino a che una di noi non contatterà l’altra.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Una di noi non ha ancora chiamato!
Ginny stava camminando avanti e indietro per il salotto di Casa Weasley-Brown, mentre il suo fidanzato e suo fratello giocavano a scacchi e Lavanda stava preparando la cena, qualche sera dopo.
Harry aveva appena mosso una pedina, quando Ginny gli si sedette accanto, sul divano.
- Ma sai… sarà lei cambiare la data del matrimonio. Sono sicura che cederà! L’ha sempre fatto! - e si stiracchiò sul divano, allargando le braccia sullo schienale.
Suo fratello Ron, dopo aver mosso la torre, mangiando una pedina di Harry, assunse un’aria pensierosa.
- Io non l’ho vista molto arrendevole.
Ginny lo guardò scettica, incitandolo a continuare.
Il rosso la guardò e sbuffò esasperato, svuotando il sacco - Hanno richiesto una dichiarazione stampa sulla Gazzetta del Profeta e l’ho rilasciata ad Hermione. Lo sai che ci occupiamo io ed Harry di queste cose!
- Ah! Non devi essere pappa e ciccia con loro. Specie in questo momento! A quello può pensarci Seamus! Lui è il direttore! È il suo direttore! È il suo lavoro, no?
E lì Harry s’intromise.
- Lui gestisce la disposizione degli articoli e l’intera redazione, amore. Non fa delle semplici interviste su come abbiamo catturato due maghi criminali.
Ginny sbuffò sonoramente e incrociò le braccia sotto al seno. Suo fratello, invece, iniziò a dare le sue spiegazioni.
- Hermione si occupa delle nostre dichiarazioni da ben cinque anni! Non ci penso proprio a spifferare le notizie più riservate a qualcuno che non sia lei. Lei è più che affidabile! Sa cosa è meglio dichiarare pubblicamente e cosa, invece, è meglio omettere. Non esiste che se ne occupi qualcun altro.
Dopodiché, i due amici tornarono a pensare agli scacchi.
Ginny emise un grugnito infastidito e frustrato, si alzò e se ne andò in cucina a dare una mano a Lavanda.
Mentre tagliavano le zucchine a dadini, Lavanda ebbe un’idea.
- Ehi, Ginny! Potreste fare un doppio matrimonio!
- Cosa siamo due gemelle quarantenni?
Harry entrò proprio in quel momento per prendere due burrobirre.
- Amore! Un doppio matrimonio! È un’ottima idea!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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- Tesoro, un doppio matrimonio! Perché non ci abbiamo pensato prima? È un’idea brillante!
Hermione guardò Cormac con uno sguardo fulminante, per poi rivolgersi di nuovo al suo amico rosso.
- No! Scordatelo, Ron. Io non farò un doppio matrimonio!
Ron sbuffò, si alzò dalla poltrona del salotto di Hermione girovagando per la stanza e cercò di insistere.
- Perché no, Hermione?
La ragazza, seduta sul divano, era chinata davanti per ultimare il suo articolo con le ultime dichiarazioni ufficiali dei suoi migliori amici Auror.
Cormac leggeva la cronaca sportiva su La Gazzetta del Profeta, seduto accanto a lei.
- Io credo che Weasley abbia ragione, amore. Voglio dire: vi considerate sorelle giusto?
La bruna lo guardò stralunata.
- Sorelle sì. Quarantenni no! - e si alzò per dirigersi in cucina a prendere del succo di zucca.
Ron la raggiunse.
- Perché lo trovi così assurdo? – le chiese appoggiando le mani sullo schienale di una sedia del tavolo posto in cucina.
- Uhm, vediamo… forse, perché vorrei che fosse il mio giorno indimenticabile? Mio e solo mio? - Hermione non lo guardava nemmeno mentre gli rispondeva.
- Da quando sei così egoista?
- Da quando tua sorella vuole sposarsi lo stesso giorno delle mie nozze.
Ron sospirò rumorosamente.
- Hermione…
- Scusami, Ron - lo interruppe lei - posso pensarci, se vuoi… ma cerca di capire anche me.
Ron l’abbracciò con fare fraterno.
- Ti capisco, Hermione. Vedrai, andrà tutto bene.
E, come se non lo vedesse da una vita, Hermione strinse il suo migliore amico più forte che poté.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il bambino sopravvissuto, qualche pomeriggio dopo, rimpianse di essere sopravvissuto. Soprattutto ora che dovevano scegliere le partecipazioni.
Merlino, cosa aveva fatto di così tanto grave, nella sua vita precedente?
- Scegline una. A me vanno bene tutte.
Ginny mostrò il suo fastidio davanti a quell’affermazione.
- Lo vedi? Mi serve una damigella d’onore. Sei assente, come se non si trattasse del tuo matrimonio.
Harry colse l’occasione per cercare di convincere Ginny a riavvicinarsi ad Hermione.
- Se rivuoi Hermione in campo, sai cosa fare. Non è mai troppo tardi e agli ospiti non cambierebbe nulla se annunciassimo il posticipo delle nozze. Siamo ancora agli inizi dei preparativi, abbiamo tutto il tempo per avvisarli.
- Infatti, stiamo scegliendo le partecipazioni, ma a te non interessa… - insinuò Ginny con l’aria offesa.
Harry sospirò e uscì dal Ghirigoro, rimanendo a Diagon Alley.
- Uomini… - borbottò Ginny alla commessa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Cormac sentì il profumo di dolce, non appena aprì la porta dell’appartamento che condivideva con la sua fidanzata.
- Ciao, amore. Sono a casa!
Hermione gli rispose dalla cucina.
- Ciao, tesoro!
Cormac seguì il profumo di dolce, che lo guidò dalla sua dolce metà.
- Ehi… che combini? Ciambellone?
- No - gli disse piano sulle labbra, dopo averlo baciato delicatamente – Muffin ai mirtilli!
Cormac, per tutta risposta, la baciò ancora più intensamente.
Quando si staccarono, gli cinse le braccia attorno al collo e iniziò a parlare.
- Ho deciso: chiamerò Ginny.
- Davvero?
- Sì. Luna e Lavanda ci hanno organizzato una festa in comune, e non mi va avere ancora della tensione con lei - e gli appoggiò la fronte sul suo torace.
- Sai chi ho incontrato a Diagon Alley?
Hermione aggrottò le sopracciglia e alzò lo sguardo verso di lui.
- Mmhh… il Ministro Kingsley?
- No - le rispose lui baciandole la punta del naso - Potter.
- Oh!  - rispose lei, mentre si staccarono - Sta bene?
Cormac si prese una lattina di… com’era quella bibita Babbana? Cocca Colla?
- Cormac! Non ti fa bene bere la Coca Cola a stomaco vuoto! Sai cosa succede al tuo stomaco con tutta quell’acidità?
Ma il biondo non se ne curò minimante.
- Sai che per me questa bibita è una droga… comunque, sì. Sta bene. Mi ha detto che Ginny stava scegliendo le partecipazioni.
La ciotola di plastica che Hermione teneva in mano cadde scivolandole via.
- Non… non posso crederci! - urlò.
Il ragazzo la guardò confuso - Amore, va tutto bene?
- No! No che non va bene! Avevamo deciso che non avremmo definito nulla. Per inviare le partecipazioni devi per forza aver deciso la data! Avevamo detto che avremmo aspettato a muoverci.
Il suo fidanzato la guardò con gli occhi sgranati. Non l’aveva mai vista così sconvolta.
Quando lei andò verso il salotto, dove aveva penne e pergamene, lui la seguì a ruota.
- Pulce… cosa fai?
- Agisco di conseguenza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La festa per le due spose avvenne la sera seguente.
- Ginny, prima che tu dica qualcosa: è vero che sono tua cognata, ma è anche vero che sono amica di Hermione. Ragione per la quale…
- Ragione per la quale io e Lavanda abbiamo deciso di non volerci schierare da nessuna delle due parti. Vogliamo essere neutrali.
Luna e Lavanda misero in chiaro la situazione alla rossa, la quale annuì e sorrise piano.
- Tranquille: non definiremo nulla, finché non avremo risolto questa faccenda.
- Wow - rispose Luna.
Ginny non capì.
- L’hai presa bene, allora! - disse Lavanda.
- Come avrei dovuto prenderla?
- Beh, gli inviti scritti da Hermione e mandati via gufo erano carini sì, ma scritti talmente in fretta che a stento si riusciva a capire cosa ci fosse scritto. Insomma, lei ha sempre avuto una scrittura ordinata, mentre stavolta devo ammettere di averci messo un po’ nell’interpretare la sua calligrafia - spiegò Luna.
- Scioccante - rispose la rossa con un mormorio.
Fu in quel momento che Hermione fece il suo indifferente ingresso, salutando chiunque incontrasse.
Ginny era infastidita da questo affronto, e la chiamò chiedendo spiegazioni. Le pretendeva.
- Hermione? - e quella si voltò verso di lei con disinvoltura.
- Hai inviato le partecipazioni? - continuò Ginny.
Hermione le sorrise piano e le rispose semplicemente - Sì. Effettivamente l’ho fatto, sì.
Ginny la guardò spalancando occhi e bocca.
- Sorpresa, Ginny?
- Uhm… - iniziò la rossa - quindi, una di noi non sposta la data.
Hermione ghignò.
- Sei incredibile, Ginny. Seriamente. Questa storia del matrimonio a giugno a Malfoy Manor ti ha davvero fatta impazzire.
- Uhm, no… - cercò di replicare Ginny.
- Ho saputo che sei rimasta sconvolta perché ho avuto l’ardire di fidanzarmi per prima.
- Eh, no. Prima di tutto, Harry ha comprato l’anello a dicembre. Quindi, effettivamente sono stata io la prima…
- Patetico… - borbottò la bruna.
- E, poi, cara la mia giornalista, anche tu sei fissata con il matrimonio a Malfoy Manor a giugno. Forse, tu lo sei più di me.
- Oh, beh… se è per questo, io sono anche più morbida di te. Ti sei accaparrata la prima data di giugno disponibile senza nemmeno consultarmi.
Ginny non poteva credere alle proprie orecchie.
- Beh, almeno io non ho così paura della solitudine da passare il resto della mia vita a compiacere qualcuno… Hermione, tu ti accontenti!
La ragazza non capiva cosa volesse dire. Solo un’ipotesi le venne in mente.
Draco Malfoy.
Perché le veniva in mente? Perché Ginny aveva sempre detto che con Malfoy lei non doveva compiacere nessuno. Con Malfoy più c’erano i confronti e i litigi, e più c’erano l’amore e la passione.
- Vuoi dire che… che mi accontento di Cormac?
Ginny fece un sorrisetto furbo.
- Non stavo parlando di Cormac. Sei tu, Hermione, ad averlo tirato in ballo.
Tutte le ragazze presenti, comprese Luna e Lavanda non vollero intromettersi.
Hermione iniziò a fare il giro del tavolo per raggiungere Ginny, così da avere un faccia a faccia. E l’altra fece lo stesso.
- Sposta la data, Ginny!
- No, spostala tu, Hermione!
Ma Hermione la fissò negli occhi azzurro cielo e sorrise.
- Mi dispiace. Hai perso - le disse prima di girare i tacchi nel tentativo di andarsene.
Ginny, però, si mise le mani sui fianchi e richiamò la sua attenzione.
- Il tuo matrimonio è a rischio!
Hermione si voltò piano.
- Scusami, che cosa hai detto?
Ginny non smise un attimo di fissarla.
- Ho detto che il tuo matrimonio deve restare in guardia, adesso. Fossi in lui, io dormirei con un occhio aperto.
Hermione sorrise – o meglio, ghignò di nuovo – e imitò l’altra.
- Perché non tieni le tue minacce per Harry? Non è così che l’hai convinto a chiederti di sposarlo?
Ginny sgranò gli occhi, prima di ridurli a due fessure sottili.
- Il tuo matrimonio sarà squallido!
Hermione non poteva credere a ciò che aveva sentito. Boccheggiò per un paio di secondi, lasciando a Ginny il tempo di salutare le presenti.
- Ehi, Ginny!
La rossa si voltò.
- Il tuo matrimonio, invece sarà grandioso - e Ginny annuì piano, con aria consapevole.
- Come il vestito da cerimonia che tua madre fece indossare a Ron al Ballo del Ceppo.
Ginny sgranò gli occhi e la fissò seria, indicandola un paio di volte, prima di decretare la sentenza finale.
- Abbiamo chiuso.

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Capitolo 4
*** Parte quarta ***


Disclaimer: I personaggi della saga di Harry Potter e quelli del film al quale mi sono ispirata – avente l’omonimo titolo - non mi appartengono. Tutti i loro diritti appartengono rispettivamente a Joanne Kathleen Rowling e alla 20th Century Fox. Inoltre, questa storia è stata ideata e scritta senza alcun scopo di lucro.
 
Premessa: la storia si svolge qualche tempo dopo Menta e cioccolato e fa parte della serie Sapori e profumi, ma comunque può essere letta singolarmente.
 
 
 
 

 
 
 
 

A te, che porti il mio stesso nome, che hai compiuto gli anni sei giorni fa, ma che vorresti un solo regalo. Un regalo che, purtroppo, non può più tornare indietro. A te che soffri ogni giorno per quell’amico che sette mesi fa la vita ti ha strappato via troppo presto. Spero che questo piccolo pensiero, un giorno, possa farti sorridere di nuovo.
Buon compleanno, amico.
E a Matteo, che sette mesi fa ci ha lasciati con un vuoto mai più colmabile, a soli vent’anni.
Ciao, campione.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Bride Wars – La mia migliore nemica
 
Parte quarta

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Le partecipazioni furono spedite a tutti gli invitati nell’arco di una settimana.
L’accordo con Lady Malfoy era stato definito con i minimi dettagli.
Sabato 12 giugno 2004, a Malfoy Manor, si sarebbero svolti due matrimoni: il matrimonio Potter-Weasley e quello McLaggen-Granger.
Era stata anche data in anticipo una caparra di 100 galeoni, per entrambi i matrimoni.
Hermione si vide un paio di volte con Narcissa, al Manor, per organizzare tutta la sua parte di giardino prenotata, esprimendo anche la sua volontà di includere al matrimonio delle statue raffiguranti Afrodite e altri personaggi e divinità della mitologia greca.
Anche Ginevra vide Narcissa – in momenti e giorni diversi – per definire alcuni dettagli riguardo la disposizione dei tavoli nella sua parte di giardino prenotata.
Il consiglio che Narcissa diede ad entrambe fu quello di scegliere una nuova damigella d’onore.
Non doveva, forzatamente, essere un’amica.
Non doveva essere, per forza, la persona più affezionata che si potesse avere.
Doveva essere semplicemente una persona disponibile ad aiutare la sposa con i preparativi e precederla all’altare, nel giorno delle fatidiche nozze.
Hermione non sapeva a chi chiedere, e neppure Ginny.
Continuavano ad evitarsi, continuavano a non parlarsi. Anzi, cercavano in tutti i modi di non entrare in contatto in alcun modo.
Ginny non perdonava a Hermione il fatto di aver spedito le partecipazioni. E, d’altro canto, Hermione non perdonava a Ginny il fatto di aver dato tutto per scontato.
Si sarebbero sposate entrambe, entrambe avevano diritti e doveri l’una verso l’altra, perché erano migliori amiche.
Avevano il dovere di essere sincere reciprocamente e il diritto di essere ascoltate.
Avevano il dovere di consultarsi e il diritto di formulare ulteriori ipotesi.
Avevano il dovere di sostenersi e il diritto di vivere insieme quella bellissima esperienza che era il matrimonio.
Ma così non fu.
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
Una mattina, Harry si svegliò prima della sua fidanzata, cogliendo l’occasione per prepararle la colazione e portargliela a letto.
- Amore… svegliati, amore.
Il ragazzo, dopo aver appoggiato il vassoio sul comodino, scosse dolcemente e più volte la fidanzata che, ancora piena di sonno, mugolava qualcosa del genere “Ancora cinque minuti”.
- Ginny… dai, è ora di alzarti.
Niente da fare.
- Tesoro… ti ho portato la colazione!
La rossa si alzò tutto d’un colpo.
- Caffè - borbottò.
- Sì, ti ho portato anche il caffè - le disse lui, sorridendo dolcemente.
- Caffècaffècaffè - disse tutto d’un fiato, dopo aver messo a fuoco ciò che aveva davanti agli occhi ed esserti strofinata occhio e guancia destri con la mano destra.
Harry sorrise davanti a quella richiesta.
- Ginny… senti… - quando Harry Potter iniziava un discorso con un Ascolta, Ginny… o con un Senti, Ginny… significava che voleva parlare di un argomento che, per Ginny, non era per niente piacevole - che ne dici di fare due chiacchiere con Hermione?
La ragazza, per tutta risposta, gli lanciò un’occhiataccia con la quale nemmeno quella solita di suo zio Vernon poté competere.
- Ok. Non vuoi. Però, lascia che ti dica una cosa: questa faccenda del matrimonio ti, anzi, vi ha fatto diventare matte. Ad entrambe. Quindi, permettimi di dirti che ciò che state facendo, tu e Hermione, è totalmente sbagliato. Perché diavolo un matrimonio dovrebbe rovinare l’amicizia che vi lega da così tanti anni? Io proprio non riesco a capire.
Ginny rimase zitta e con lo sguardo arrabbiato, senza nemmeno rispondergli.
Harry si alzò mentre Ginny addentava un toast.
- Io vado a lavoro… ci vediamo stasera - le disse con aria dispiaciuta, delusa.
Ginny rimase un po’ male davanti a quel saluto freddo.
 
 
 
 
 

***************

 
 
 
 
 
La redazione de La Gazzetta del Profeta quella mattina era davvero indaffarata.
Seamus non riusciva nemmeno ad avere il tempo di bere un bicchiere d’acqua e respirare un po’.
Hermione aveva così tanto lavoro da fare che non riusciva nemmeno ad andare in bagno.
Ma fu abbastanza veloce da finire tutto il lavoro in meno di tre ore.
Come premio, Seamus le aveva concesso il resto della giornata libero.
La ragazza ne approfittò: andò alla ricerca di una nuova damigella.
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
Calì? No, era troppo legata a Lavanda…
Padma? No… era la gemella di Calì!
Pansy Parkinson? Assolutamente no! L’avrebbe umiliata solo al pensiero.
Quando, d’un tratto, le venne un’idea.
Morag McDougal.
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
Ginny correva più veloce che poteva.
Doveva raggiungere l’ufficio di Harry il prima possibile, ne andava del suo matrimonio.
Quando, finalmente, riuscì a raggiungere il Dipartimento degli Auror, fece le scale di corsa, ancora più veloce.
Fiondò nell’ufficio di Harry, mentre questo discuteva con Ron.
- Har… Harry…
Il moro aggrottò la fronte sorpreso.
- Ginny! Che succede?
- Io… - esordì, entrando e cercando di riprendere fiato - … io devo… devo trovare… assolutamente… - ma non riuscì a finire la frase che si girò e si accorse che ciò che stava cercando – o meglio, chi – entrò proprio in quel preciso istante.
Lo notò immediatamente, si girò verso di lui, additandolo ed esclamando - Lui!
Draco Malfoy sbiancò, quando si rese conto che Ginevra Weasley stava puntando proprio verso di lui.
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
- Cosa?!
- Cosa?!
- Cosa?!
Draco, Harry e Ron, in ordine cronologico, espressero tutta la loro incredulità con quella semplice parola, quelle semplici quattro lettere – con tanto di punto interrogativo ed esclamativo insieme – davanti alla proposta della ragazza.
- Ti ho chiesto se ti va di farmi da damigella d’onore.
- Scordatelo!
Il rampollo della Casata dei Malfoy, dopo aver saputo tutta la faccenda, non esitò a rifiutare la richiesta di Ginny.
- Perché proprio Malfoy? - chiese contrariato Ron.
- Perché no?! Voglio dire: ha gusto, ha classe, sua madre mi organizza il matrimonio… - elencò Ginny numerandoli con le dita della mano, come se fosse la lista della spesa.
- … sono l’ex della tua migliore amica… - fece lui con lo stesso tono.
Ginny sbuffò, mormorando - Ormai, non lo so più se siamo ancora amiche…
Draco sospirò, ma rimase fermo sulla sua decisione.
- No, Weasley. Non ti farò da damigella d’onore.
Ginny cominciò a piagnucolare, piazzandosi davanti ad Harry - Amore… ti prego, prova a convincerlo anche tu…
Harry Potter non riusciva a credere alle sue orecchie.
La sua fidanzata stava chiedendogli di provare a convincere Draco Malfoy a farle da damigello d’onore?
Il mondo si era, per caso, capovolto?
- No! Se Draco vorrà farti o no da damigello d’onore, deve essere lui a deciderlo.
- Ma Draco ha detto di no, Potter - ripeté Draco.
La rossa non si arrese.
- Farò tutto quello che vuoi, promesso!
- Ma io non voglio fare la damigella d’onore!
- Vedrai, sarà come giocare a Scarabocchio! - insisté lei.
- Scarabeo… - la corresse il Bambino sopravvissuto.
- Che differenza fa? Il gioco è quello! – rispose lei con veemenza.
Harry, Draco e Ron alzarono tutti e tre gli occhi al cielo, sbuffando delicatamente, come per dire ‘Io ci rinuncio’. Il biondo, addirittura, si coprì il viso con le mani.
- Allora, Furetto? Ci stai o non ci stai? - gli chiese lei seria, quasi fosse un ultimatum.
Draco non sapeva se accettare o no… ma, pensandoci, che male ci sarebbe stato nel farlo?
Hermione si era rifatta una vita con McLaggen…
Ma il fatto che lei e Ginny avessero litigato e che lui avrebbe fatto da damigello d’onore alla Weasley, poteva significare dire addio per sempre ad una possibilià – anche remota – di riconquistare Hermione, perché – magari – la ex Caposcuola poteva sentirsi… come dire… ferita da quel gesto.
Un momento… perché pensava questo? Lei stava sposandosi con un altro. Un emerito imbecille, certo, ma era pur sempre una sottospecie di uomo.
- Affare fatto, Weasley. Ci sto.
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
Morag stava bevendo il terzo bicchiere di vino elfico, davanti agli occhi sbalorditi di Narcissa e di Hermione.
Le due la stavano guardando storcendo le labbra, come se volessero dire ‘Merlino, un po’ di decoro!’.
- Ehi, ma voi avete mai assaggiato il vino elfico irlandese?
Le due la guardarono come se non potessero crederci.
Narcissa decise di ignorare quella scena, riferendosi direttamente ad Hermione.
- Bene, ora non ti rimane che scegliere la musica per il ricevimento. Devo avvertirti, però, che il Dj Humboldt non è più disponibile per quella data.
Hermione credette di non aver sentito bene, ma quando si accorse che non stava sognando, boccheggiò un paio di secondi e iniziò a parlare.
- Oh… credevo… credevo che ci fosse già un accordo… o, almeno, a parole…
- Sì, è vero, ma un’altra sposa l’ha contattato privatamente e prima di te. Mi dispiace, cara.
- Stronza!
Lady Malfoy ed Hermione sussultarono e si voltarono lentamente verso Morag, la quale sembrò un po’ imbarazzata.
- Oh, ma non mi riferivo a Lei! - indicò Morag verso Narcissa, tentando di spiegarsi - Ma un’altra…
Hermione le faceva segno con la testa e con alcune facce di stare zitta, scusarsi e stare zitta, per evitare ulteriori danni d’immagini e Morag, dopo poco, ubbidì.
Ma Narcissa Black in Malfoy si congedò, con la scusa di dover andare a ripescare il menù scelto per il matrimonio.
- È inquietante! - sussurrò la McDougal ad Hermione, mentre questa aveva assunto l’aria di chi stesse cercando di risolvere un rebus.
- Credi che Ginny…
- Oh, sì che lo credo! - l’anticipò Morag.
- No… no, sapeva che ti tenevo troppo. Non penso sia stata lei.
- Beh, io credo invece che sia stata lei… aspetta! Hai detto che indosserà un Madame Claire?!
- Sì… - borbottò Hermione confusa.
- Ho sentito che calzano stretti… e mi hai anche detto che lei è molto golosa… - esordì l’ex Corvonero.
- No. No, lei mangia sempre pochi dolci… dice che fanno male...
Morag la guardò alzando le sopracciglia, come a dire ‘Continua…’.
- Ok, sì, è golosa, ma… un pochino.
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
Ginny aveva raggiunto Malfoy Manor nel pomeriggio, informando Narcissa del fatto che sarebbe stato Draco la sua nuova damigella d’onore.
Ovviamente, Narcissa non volle più discutere su quella scelta, anzi. Sembrava divertita al pensiero di vederlo costretto a scegliere i centritavola e la disposizione dei fiori.
Quando Lady Black in Malfoy le porse alcuni assaggi di dolci – in modo da scegliere quello per il matrimonio – Ginny non ci pensò due volte ad assaggiarli.
Ogni boccone era sublime.
Ogni sapore era una perfezione.
Ogni morso era una chiave per l’ingresso del Paradiso.
- Mmhh… questo è squisito… mascarpone? Sembra mascarpone…
- Piuttosto, devi pensare a ciò che è rimasto da fare. Per i fiori, immagino se ne occuperà Draco… dico bene?
- Sì - borbottò piano il biondo sospirando.
- Vanno bene le rose? – chiese ingenua Ginny a Narcissa.
- Ma certo, cara.
- E che rose siano! – commentò sarcastico il ragazzo, alzando le sopracciglia.
Narcissa strozzò una risata e si rivolse di nuovo a Ginny.
- Per quanto riguarda il dolce? Come procediamo?
- Oh beh - rispose Ginny con disinvoltura - Hermione ha già scelto la torta? Perché io devo assolutamente avere la mia torta di crema al cioccolato a sette strati, ammantata di marzapane con perle e decorazioni floreali.
Draco spalancò gli occhi dalla sorpresa.
La Weasley mangiava così tanto e rimaneva magra com’era? Sarebbe stato meglio avvertirla che stava esagerando… o, altrimenti, non avrebbe potuto indossare il suo Madame Claire.
A pensarci… anche Hermione era golosa e anche lei non ingrassava anche se esagerava.
Ma perché continuava a fare quei paragoni assurdi?
Hermione, Hermione e ancora Hermione… possibile che continuasse a pensare a lei?
Scosse il capo, come se avesse avuto una piccola svista e sua madre riprese la parola.
- Bene! Lo terrò a mente. Ora, scusatemi, ma devo urgentemente chiedere una conferma via gufo. – e si congedò.
Ginny si stava guardando intorno, assaporando quei piccoli assaggi, quando all’improvviso scorse – su uno scaffale – dei programmi matrimoniali, racchiusi in raccoglitori magici eleganti.
- Quello cos’è? - chiese Ginny a Draco, con aria sospettosa.
- Uhm… credo che… credo che siano i programmi dei matrimoni organizzati da mia madre…
La rossa corse immediatamente verso di essi.
Erano ordinati alfabeticamente. Tuttavia, andò alla lettera G.
Gales, Galworf, Giles, Granger. Eccolo! Granger!
Lo aprì, nonostante Draco l’avesse intimata a non farlo e avesse cercato di strapparle dalle mani il raccoglitore, guardando il suo programma personale.
- Lezioni di ballo… disposizione foto…
Quando si accorse che Narcissa stava tornando, si sbrigò a chiudere il raccoglitore e a infilarli in mezzo agli altri, mentre Draco la guardava con rimprovero.
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
Tornarono al Dipartimento degli Auror e al suo lavoro – dal quale Draco aveva preso un permesso per organizzare il matrimonio Potter-Weasley – e, mentre posava la sua borsa sulla poltrona dell’ufficio di Harry, Ginny riprese il discorso dei programmi racchiusi nei raccoglitori.
- Lezioni di ballo! Quant’è competitiva…
Draco si accorse che non avevano scelto il colore delle tovaglie.
- Per le tovaglie? – e le mostrò i campioni appoggiati sulla scrivania di Harry.
- Fammi un po’ vedere i gialli… giallo canarino? Tarassaco? Canarino? Possibile che non ci sia una via di mezzo?!
Draco sbuffò esasperato. Ad un tratto, Ginny si fermò e assunse un’aria sorpresa.
- Che c’è? - chiese il biondo, voltandosi.
Era arrivato un gufo. E aveva con sé una scatola di cioccolatini e un biglietto.
 

Ginny, ti meriti questo ed altro.

 
La rossa lesse a voce alta sorrise intenerita.
- Oh… non è un tesoro il mio Harry?
Draco fece uno sforzo per non vomitare.
- Ne assaggio uno. Uno soltanto.
Draco la guardò incredulo.
Quanto poteva essere lunatica una donna da 1 a 10?
Se gliel’avessero chiesto, riferendosi a Ginny Weasley – futura Potter – avrebbe risposto “100”.
- Sta’ attenta con i dolci – e, imitando una voce stridula femminile, disse -Non sia allarga un Madame Claire: se non ti entra, sei tu che ti restringi.
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
La palestra era ampia, forse troppo grande per delle lezioni di ballo private.
Ci erano voluti sette baci, un massaggio alle spalle e quattro moine per convincere Cormac a intraprenderle.
- Continuo a non capire cosa ci faccio qui… lezioni di ballo… - disse ghignando.
- Cormac, ti prego. - lo supplicò Hermione.
- Ma noi sappiamo già ballare! Si tratta di un lento, pulce! Non di crick crock!
- Si chiama hip hop… . lo corresse lei.
- Quello che è.
- Beh, ad ogni modo, è importante, invece. Narcissa dice che il primo ballo rispecchia lo stile della coppia.
Un paio di minuti dopo, entrò un uomo urlando - Spaaaaazio!!!
Hermione e Cormac sgranarono gli occhi, spaventati, mentre quel pazzo saltellava e rideva come un matto.
- Ciao, ragazzi! Io sono Lucas Sucas… – e, a sentire il cognome, Cormac si trattenne dal ridere, mentre Hermione gli lanciava una gomitata in pieno stomaco - il dottore della danza. Vi porto fisicità… vi porto ritmo… vi porto sesso
E lì Hermione sgranò gli occhi, incredula, mentre Cormac cercava di non ridere.
Questo Lucas Sucas li fece ballare, muovere, sudare… li rese stremati. Li torturò per più di un’ora.
Quando, finalmente, la lezione finì, i due rimasero stesi per terra, con i muscoli atrofizzati dal dolore e il fiato corto.
- Il dottore… della danza… - disse Cormac – te lo faccio vedere… io, il dottore… della danza.
Hermione non aveva nemmeno la forza di respirare.
Sentirono dei passi. Qualcuno stava entrando nella palestra, ma non ebbero nemmeno la forza di alzarsi e vedere chi fosse.
- Oh, voi dovete essere Hermione e Cormac, dico bene? - e i due aggrottarono la fronte, alzandosi e trovando un uomo dai capelli brizzolati dall’aspetto curato e gentile… totalmente differente da Lucas Sucas.
- Vedo che avete già fatto riscaldamento! Bene! Ho ricevuto il vostro gufo dove dicevate di spostare la lezione un’ora dopo. Da quanto siete qui?
Hermione rise nervosamente.
- Oh, Merlino!
Cormac la guardò confuso - Che c’è?
Hermione smise di ridere in quel modo così serio, sorridendo e rispondendo con un tono ovvio.
- Ginny.
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
- Non posso credere che la Weasley abbia sabotato le lezioni di ballo!
- Questa storia del matrimonio l’ha fatta davvero impazzire. Ma, credimi, questa volta non gliela farò passare liscia!
- Non mi sorprende il fatto che sia uscita di testa… con una famiglia così…
Hermione si fermò di botto.
- Che vuoi dire?
Hermione provò una certa irritazione. Non sopportava quando qualcuno criticava anche un solo membro dei Weasley.
Dopotutto, era la sua seconda famiglia.
Ma ormai erano quasi arrivati: stavano raggiungendo il portone del palazzo nel quale era situato il loro appartamento.
- … sai… mi spiace solo per Potter. Mi è simpatico, in fondo. Mi dispiace il fatto che non potrà mai controllare sua moglie. - disse Cormac, aprendo il portone con le chiavi.
Hermione assunse un’espressione di pura sorpresa.
- Scusa, che significa questo?
Sembrava che Cormac avesse subito un interrogatorio di terzo grado, per come diventò: impallidì, distogliendo lo sguardo per evitare quello infastidito di Hermione.
- No, è che…
- Cosa?
- Beh, io penso che Ginny si stia comportando da egoista, come sempre.
Hermione non sembrò reagire bene, anzi. Il contrario. Non le piaceva quando la sua migliore amica veniva giudicata senza che l’avessero conosciuta.
- E allora? Anche se fosse, per una volta?
Il biondo decise di finirla lì.
- Io vado dentro.
Hermione sgranò gli occhi incredula.
- Tu cosa?!
 
 
 
 
 

**********

 
 
 
 
 
Ginevra Molly Weasley era davvero un’ottima cacciatrice.
Dopo un duro allenamento, tornò negli spogliatoi per farsi una doccia e cambiarsi.
Quando uscì dal bagno, una sua compagna le fece notare che era arrivato un cesto per lei.
- Per me? Un cesto di dolciumi di Mielandia… non è un tesoro il mio Harry?
- Attenta, Ginny… i Madame Claire non si allargono! - le ricordò una sua compagna di squadra.
- Oh, guarda! E c’è anche una copia de La Gazzetta del Profeta con la notizia del tuo matrimonio! - le fece notare un’altra sua compagna.
La piccola Weasley si sistemò per bene l’asciugamano, annodandolo attorno al seno, prima di prendere la copia del giornale e leggere a voce alta.
 

FIORI D’ARANCIO PER IL TRIO DEI MIRACOLI
Gli eroi del Mondo Magico mettono su famiglia.
 
Di Kevin Walker

 
Dopo il matrimonio di Ron Weasley con Lavanda Brown, avvenuto lo scorso 13 marzo, anche Harry Potter ed Hermione Granger hanno deciso di convolare a nozze.
Se per il Bambino sopravvissuto – e attuale Capo Auror del Dipartimento di Londra – si tratta della sua storica fidanzata, Ginny Weasley (ndr sorella minore dell’amico e collega Ron Weasley, a lato), per la ragazza del Trio, Hermione Granger (in basso), si tratta del portiere degli Appleby Arrows, Cormac McLaggen.
C’è da dire, inoltre, che entrambi i matrimoni verranno celebrati il 12 giugno prossimo, nel giardino di Malfoy Manor.
Buffo, se pensiamo che l’ex-fidanzato dell’eroina del Mondo Magico è proprio Draco Malfoy. Ma sappiamo da alcune fonti certe che questa è una pura coincidenza.
Entrambe le coppie hanno espresso il loro desiderio di celebrare il matrimonio in privato, senza l’intrusione di paparazzi e giornalisti e/o fotografi scandalistici.
La Redazione porge loro le sue più sincere felicitazioni.
 
Fin qui, nulla di strano. Peccato, però, che le foto delle due spose erano una il contrario dell’altra.
Se Hermione sembrava radiosa, raggiante, sorridente, ma soprattutto bellissima, Ginny sembrava il brutto anatroccolo.
Era una fotografia scattata all’inizio del suo quarto anno a Hogwarts, piena di brufoli e acne.
Questo scatenò un piccolo momento di rabbia per Ginny.
Gettò in malo modo il giornale nel cestino.
- Questo è il meglio che sa fare? - disse facendo scorrere una mano tra i capelli bagnati.
 
 
 

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Luna aveva accettato il suo invito a pranzo molto volentieri.
Era da un bel po’ che non usciva con qualche amica.
- Scusa, Ginny. Ma Rolf ed io siamo stati in giro a fare un sopralluogo. Vogliamo trasferirci, sai…
- Oh, non preoccuparti, tesoro! Davvero!
Ginny l’aveva invitata per un motivo preciso.
Durante il pranzo, Luna continuava a parlare di strane creature che popolavano le cantine e i seminterrati più bui, quando d’un tratto, Ginny la interruppe.
- Mmhh… chissà perché Hermione e Cormac hanno così tanta fretta di sposarsi… perché ci tengono così tanto a quella data? Pensaci…
E imitò un rigonfiamento, o meglio, una pancia… come se volesse confessare che Hermione era, in realtà, in dolce attesa.
Luna capì subito.
- È incinta?! Hermione è incinta?!
 
 
 
 
 

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In camera sua e di Harry, dopo essersi chiusa a chiave – in modo che lo sposo non vedesse l’abito prima del matrimonio – Ginny stava provandosi il suo Madame Claire.
Lo aveva infilato dai piedi, tirandolo su, quando, ad un tratto, mentre cercava di allacciarselo dietro, scoprì che non si chiudeva più…
- Aarghh!! Noooo!!
Harry corse immediatamente per vedere cosa stesse succedendo.
- Ginny! Piccola, è tutto ok?
- Tesoro!!
- Ma che sta succedendo lì dentro?! Amore, fammi entrare!
Ginny aprì la porta ma di poco, in modo che non la vedesse.
- Ho preso più di due kg! Due kg! È come se fossero venti! - esclamò sbattendo di nuovo la porta e tornando nella sua cabina armadio.
- Il vestito non mi entra. E, se non mi entra, il mio matrimonio sarà un vero disastro! Il primo vero disastro a Malfoy Manor!!!
Harry era ancora fuori la porta e non era ancora arreso.
- Primo: è il nostro matrimonio; e, secondo: allora, fallo allargare!
Ginny rimase sconvolta da quell’affermazione.
- Non… non si allarga un Madame Claire!! Se non ti entra, sei tu che restringi per entrarci! Ma cosa insegnano a voi maschi a scuola?!
- Amore, ma non è la fine del Mondo!
Harry tirò un sospiro rassegnato, appoggiando il gomito al muro, dietro la porta.
- Posso fare qualcosa per te? - le chiese dolcemente.
Finalmente, la rossa aprì la porta, in vestaglia, e permise al suo fidanzato di entrare in stanza.
- Devi smetterla di fare una cosa per me. Sei carino a mandarmi tutti quei dolcetti, ma io…
- Quali dolcetti? - chiese il ragazzo, confuso.
- Come? I dolcetti… i cioccolatini! I cioccolatini ripieni! - gli disse Ginny con un tono ovvio - I cioccolatini! - ripeté, ma l’espressione confusa dell’Eroe magico si fece più calcata.
- I dolci di Mielandia… - riprovò Ginny.
Ma la situazione non cambiò.
- Il cesto con tutti i dolci di Mielandia - insisté, finché non fu Harry a farle capire che non era stato lui a inviarle tutti quei dolciumi.
- Tesoro, ma non sono stato io a mandarteli…
- Oh, Merlino, Morgana e Circe!! Hermione!! - urlò – vuole farmi ingrassare così non potrò indossare il vestito!! Ti rendi conto?!
 
 
 
 
 

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Hermione si era recata in un centro di bellezza babbano per acquisire un po’ di colore, una settimana prima delle fatidiche nozze.
Ginny si intrufolò nell’edificio innocentemente e cercò di mettere in atto il suo piano.
Si ritrovò in un corridoio e guardò a destra e a sinistra, nascondendosi quando intravide Hermione.
- Oh, signorina Granger! Le ho preparato ‘miele dorato’ oggi. - le disse la ragazza che si occupava del solarium.
- Sì! Perfetto, la ringrazio! Oh, mi raccomando: solo una sfumatura leggera.
- D’accordo!
Stette attenta a non farsi scoprire e sostituì la boccetta con ‘rosso sangue’.
 
 
 
 
 
 

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Quando uscì dal centro di bellezza, Hermione sembrava un pomodoro maturo.
Ma non solo in viso, ma in tutto il corpo. Si vergognava addirittura di farsi vedere da Cormac, figuriamoci in redazione…
Capì che era stata opera di Ginny.
Quando Morag la vide, quasi le venne un colpo.
- Oh, Merlino! Ma che hai fatto? Viene via, vero?
Hermione aveva gli occhi lucidi.
- È così terribile? Perché Cormac dice che non è così terribile!
- Tesoro, Cormac è il tuo fidanzato. Secondo lui anche i tuoi capelli sono perfetti… comunque, direi che sia il caso di vendicarci!
 
 
 
 
 

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Ed Hermione così fece.
Ginny andò dal parrucchiere magico di Diagon Alley, per far risaltare qualche ciocca con un tono leggermente più scuro. Giusto per il matrimonio e per distinguersi dai Weasley.
- Oh, Luis, questa storia del matrimonio mi sta facendo impazzire.
- Ah, ti capisco, tesoro…

- Poi con questa storia del Campionato... spero solo di battere i Pride of Portree, ma sai... con questo stress che mi causano chi mi sbaglia i centritavola e chi le porcellane, mi è difficile.
- Si sa che sei una vera dura! - disse lui ammiccando - anche se Ginny sapeva che era omosessuale. Per questo non aveva paura a dirgli tutto ciò che le frullava per la testa.
- Vado a prendere il  colore!
Ginny annuì e gli urlò dietro - Prendine uno che abbia più la tendenza al ‘mogano’
Hermione, ben nascostasi, a quel punto mise in atto il suo di piano.
 
 
 
 
 

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Luis le aveva applicato la tintura sulle ciocche di capelli e aveva aspettato che queste prendessero colore.
Le stava togliendo la carta stagnola, quando si accorse di ciò che era successo e sgranò gli occhi.
- Oh, Merlino!
Ginny sorrise.
- Oh, Merlino! È riuscito? Bene!
Ma non era riuscito come voleva lui. Le fece lo shampoo e arrotolò attorno ai capelli un asciugamano.
Quando la portò davanti allo specchio e le tolse l’asciugamano, le fece scoprire la verità.
- Non riesco a fare niente, se non… - e lì si bloccò, vedendo ciò che era successo e alternando il suo sguardo dal suo viso riflesso allo specchio a quello riflesso di Luis - … oh…
- Non so come sia potuto accadere… bisogna lasciarli riposare per un giorno o due… forse, potrei riuscire a riportarli al bianco…
- Ho i capelli blu!!! - esplose lei - Sono blu, guarda!!! Mi sposo tra una settimana!
- Con… congratulazioni. - disse lui deglutendo.
- Tra una settimana!! Tra una settimana!!!
 
 
 
 
 

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Quando tornò a casa, Ginny andò subito in soffitta, a scovare qualcosa che avrebbe sorpreso tutti… Hermione per prima.
- Oh, andiamo! So che siete qui… eccovi! Vacanze Acapulco 2002. Oh, sì. Perfetto.
 
 
 
 
 

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Hermione tornò a casa abbastanza presto, ma dopo Cormac.
Si accorse di questo particolare notando le chiavi appoggiate al piccola mensola vicino alla porta. Ma non fu l’unico oggetto a notare nell’ingresso dell’appartamento.
Una culla, un lettino, molti pupazzi e una palestrina per neonati ingombravano lo spazio dell’ingresso.
- Cor! Sono a casa!
- Oh! - disse lui uscendo dalla cucina - Eccoti qui… c’è qualcosa che devi dirmi?
Hermione non capì, ma il suo sguardo confuso si alternò ripetutamente dal suo fidanzato ai vari oggetti sparsi sul pavimento dell’ingresso.
- Stiamo per avere un bebè arancione, amore?
E lì, Hermione capì. Prese un pupazzo enorme che raffigurava un Ippogrifo e lo rigettò per terra con rabbia e con forza.
- A quanto pare, abbiamo una lista di nozze anche da Magiche Coccole: tutto per il vostro piccolo maghetto e la vostra piccola streghetta. Non è carino? - disse Cormac con un tono intenerito, mentre Hermione si aggrappò alle sponde del lettino, con tutte le forze che aveva, fino a far diventare le nocche bianche, trasmettendo tutta la sua rabbia e la sua frustrazione a quel povero lettino.

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Capitolo 5
*** Parte quinta - Epilogo ***


Disclaimer: I personaggi della saga di Harry Potter e quelli del film al quale mi sono ispirata – avente l’omonimo titolo - non mi appartengono. Tutti i loro diritti appartengono rispettivamente a Joanne Kathleen Rowling e alla 20th Century Fox. Inoltre, questa storia è stata ideata e scritta senza alcun scopo di lucro.

Premessa: la storia si svolge qualche tempo dopo Menta e cioccolato e fa parte della serie Sapori e profumi, ma comunque può essere letta singolarmente.





Note:

* = il locale La Mela Stregata è di mia invenzione.
** = la sede principale delle Holyhead harpies si trova a Holyhead, nel Galles. Per questa ragione, ho deciso di inserire una “filiale”.
*** = dato che le Holyhead harpies sono giocatrici femminili – perché una squadra femminile – ho pensato che lo fosse anche il rappresentante maggiore. È, tuttavia, un personaggio di mia invenzione.




Bene. Siamo giunti alla conclusione di questa piccola storia.
Qui, in basso, troverete il pezzo di una canzone che mi ha ispirata per quanto riguarda la parte in cui Hermione e Draco si incontrano a Diagon Alley.
Ringrazio coloro che hanno inserito la storia tra le preferite, chi tra le seguite, chi invece tra le ricordate.
Ringrazio coloro che hanno commentato la storia.
Ma, soprattutto, ringrazio tutti coloro che l’hanno letta, anche se in maniera anonima.
Grazie.





[…] Liberi… ci sembrerà di essere più liberi.
E, intanto, farò a pugni contro il muro per averti ancora qui. […]

[…] Portami altrove, portami dove non c’è nessuno che sappia di noi.
Fammi vedere come si muore senza nessuno che viva di noi. […]

“Basta così”, Negramaro feat. Elisa (2010)










Bride Wars – La mia migliore nemica

Parte quinta – Epilogo











Hermione era corsa nell’ufficio di Harry per fare due chiacchiere, quando incrociò Ron.
- Ehi, Hermione!
- Ciao, Ron. – rispose lei freddamente, ma lui ignorò questo piccolo dettaglio sapendo che, in fondo, non aveva tutti i torti ad avercela anche con lui. Lui non aveva fatto nulla per impedire questa guerra.
Si limitò semplicemente a chiedere - Non sei con le altre?
- Cosa? – chiese stupita lei.
- Beh, sì… l’addio al nubilato di Ginny… Luna, Lavanda e le gemelle Patil sono a festeggiare il suo addio al nubilato, al La Mela Stregata*…
Era come se avesse ricevuto una doccia fredda.
- No. No, veramente… ero venuta a… cercavo Harry…
- Oh. Stavo giusto andando da lui. È andato a casa a cambiarsi, sai… per il suo addio al celibato… - disse lui.
- Oh… sì, beh, non importa, lo vedrò un’altra volta, devo scappare. Ciao, Ron!
Ma non diede nemmeno il tempo al rosso di salutarlo che si smaterializzò.
- Ciao, Hermione. - mormorò lui, sospirando.


**********




Ginny e le sue amiche avevano prenotato un tavolo per quella sera. Voleva che il suo addio al nubilato fosse indimenticabile… ma non immaginava che quel desiderio le si sarebbe ritorto contro.
- Signore e… signore! Il Dj Volchock vi dà il benvenuto al La Mela Stregata! - disse un ragazzo dai capelli scuri e riccioluti, posto alla console - Qui mi dicono che abbiamo una futura sposa nel locale! Forza, bellezza, sali sul palco e mostraci ciò che sai fare… altrimenti, il professore di Hogwarts Non-Sono-Tuo-Marito ti interrogherà… - disse riferendosi allo spogliarellista presente sul palco, travestito da professore di Hogwarts.
Ginny era un po’ imbarazzata, ma Lavanda e Calì la stavano incoraggiando a salire.
Quando si decise, un’altra ragazza – un po’ brilla – cercò di attirare l’attenzione su di sé.
- Ehi!! Ci sono due spose nel locale, stasera!
Ginny non riusciva a vedere bene chi fosse costei, ma una volta messa a fuoco l’immagine, non poteva crederci.
Era Hermione Granger la ragazza che aveva appena urlato dopo essere salita sul bancone del bar.
Il Dj non perse tempo, annunciando, dalla console, anche la seconda sposa.
- Woo woo! Aspettate, aspettate! Abbiamo due spose nel locale, stasera!
Ginny le lanciò uno sguardo colmo di rabbia
- Hermione, questa festa è solo per chi è stato invitato!
Hermione, sempre brilla, le rispose a dovere.
- Ehi, tesoro, la sai una cosa? Sto per sposarmi anch’io.
Il Dj, per calmare la situazione, si intromise.
- E, allora, sposa numero 2, ti invito io alla festa! Forza, bellezza! Dacci dentro anche tu su quel palco!
Ed Hermione ubbidì. Cominciò a muoversi sensualmente accanto al finto professore di Hogwarts, suscitando ancora di più l’ira di Ginny.
- Dovevi per forza rovinare il mio addio al nubilato?! - le urlò la rossa.
- E tu dovevi per forza soffiarmi il Dj Humboldt? Un vero colpo basso, Ginny! Complimenti! Per non parlare del tuo damigello d’onore… ottima scelta! - rispose Hermione, continuando a muoversi.
Quando, poi, quest’ultima si girò verso le amiche, si rivolse a loro dicendo - Oh! E, a proposito, giusto per la cronaca… non sono rimasta incinta! Chiaro? È stata solo una bugia messa in giro dalla qui presente futura sposa.
Le ragazze sgranarono gli occhi e spalancarono la bocca, facendo sorridere Hermione e sentire Ginny morire dall’imbarazzo.
Il Dj riprese a parlare.
- Bene! A questo punto, gara di ballo!
E tutte le donne presenti nel locale lo incoraggiarono.
Hermione iniziò a muoversi in modo audace, come se nella vita non avesse fatto altro che ballare.
Mentre, Ginny, sembrava molto più impacciata.
- Attenzione! La sposa più sexy vince il primo premio! Forza, bellezze!! Scatenatevi!! – urlò Volchok.
Ginny improvvisò, muovendosi in modo lento e sensuale, ma Hermione le si piazzò davanti, muovendosi in modo più veloce e più sexy, roteando spesso il bacino e agitando i lunghi capelli mossi.
Infine, vide una corda e improvvisò una lap dance.
La folla urlò ancora di più, in delirio. Solo Ginny sembrava delusa. Lei era l’unica a non sorridere.
Quando la folla – comprese Luna, Lavanda e Calì e Padma Patil – urlò per approvazione, Volchok annunciò chi fosse la vincitrice.
- Sposa numero 2: sei tu la sposa più sexy della serata! Un bell’applauso, signore!
Poco dopo, disse alla console - Mi dispiace, sposa numero 1, ma non si può vincere sempre.
Padma si avvicinò alla futura signora Potter, consolandola e dicendole - Non prendertela, Ginny. Siete state brave entrambe!
- Sì! È vero! - le diede manforte Lavanda.
- Chi se ne importa! È il mio addio al nubilato, quindi… passami una burrobirra! - disse Ginny, indicando una bottiglia posta vicino al braccio sinistro di Lavanda..


**********




Il mattino dopo, Ginny si svegliò di soprassalto... ma, soprattutto, si svegliò in ritardo e con una leggera sensazione di nausea.
Probabilmente, pensò, quella nausea mattutina era dovuta alla serata passata con le amiche.
Harry era già andato a lavoro, ma prima aveva cercato di svegliarla, ma invano.
La serata precedente l’aveva distrutta e, di conseguenza, fatta svegliare in ritardo.
aveva l’incontro con la Presidentessa delle Holyhead Harpies per il rinnovo del contratto.
Quando si fu alzata, ed ebbe fatto colazione, andò a farci una doccia veloce e a vestirsi in fretta e furia.
Uscì di corsa e tenne il passo veloce.
Stava andando verso gli uffici della sede di Londra** (quella magica) della società sportiva – non accorgendosi degli sguardi della gente alla vista dei suoi capelli blu – quando stava per investire, letteralmente, il suo damigello: Draco Malfoy.
- Scusa, Draco! - gli urlò lei, mentre lo scavalcava.
- Weasley, dove vai così di corsa? - le urlò lui - Aspetta!
Ginny si fermò e si voltò verso di lui.
- Furetto, scusami! Ma sono in pieno ritardo!
- Ok, ma almeno dimmi che hai fatto ai capelli! Si può rimediare?
Solo in quel momento, Ginny Weasley si ricordò dei capelli blu, sussultando spaventata – e imbarazzata – e cercando di coprirsi con la divisa da Quidditch che portava in mano.
- Oh, Merlino! Me ne sono scordata! Doveva andare a rifarmi la tinta alle sette…
- Vieni, ti accompagno io. Dov’è che dovevi andare?
- Alla società delle Holyhead Harpies… dovevano rinnovarmi il contratto… - disse impaurita.
Impaurita perché, in quello stato, non era sicura che le rinnovassero il contratto.
- Non preoccuparti, Weasley… sei un asso in campo! Vedrai, te la caverai!
Era una sua impressione, o Draco Malfoy stava cercando di tirarla su di morale?


**********




- Eccomi!
La piccola Weasley entrò di corsa nell’ufficio della Presidentessa, Melanie Davies***.
- Signorina Weasley… la stavamo aspettando. - rispose lei gelida.
Ginny – che, nel frattempo, si era avvolta la casacca della divisa attorno ai capelli blu – tentò di gustificarsi.
- Sì… perdonatemi, ma ho avuto un piccolo contrattempo. Ma sono qui, no? Parliamo del contratto. - disse la ragazza con un tono infastidito.
La Presidentessa, insieme alle sue assistenti, stavano spiegando le condizioni del contratto.
Ginny le conosceva a memoria: non era la prima volta che rinnovavano il suo contratto. Prese dalla borsa gli occhiali per aiutarsi a leggere meglio il contratto.
Ma, ad un tratto, mentre si chinò per prendere gli occhiali – che fece fatica a trovare – la casacca che aveva in testa le scivolò giù, mostrando a tutte i suoi capelli.
- I suoi capelli, Miss Weasley…
Ginny si alzò con gli occhiali in mano e sospirò esasperata. Dopodiché, si alzò in piedi girovagando per l’ufficio.
- Sì… i capelli. I miei capelli sono blu, e allora?
Le donne sgranarono gli occhi spaventate.
- Ho i capelli blu, mi sposo tra una settimana e il mio damigello d’onore è l’ex-fidanzato – ancora innamorato – della mia migliore amica, l’UNICA amica migliore che ho al mondo, che… mi odierà per sempre! PER SEMPRE!
Dopo questo piccolo sfogo, la ragazza tornò a sedersi, mettendosi le mani nei capelli e cercando di rilassarsi.
Ma quando notò che una piccola ciocca era caduta e si trovata tra le sue dita, esplose di nuovo.
- Sarò una sposa pelata!! Argh! Ci mancava solo questo…
La Presidentessa respirò piano, inspirando profondamente poi.
- Signorina Weasley… la prego di calmarsi. Per il momento, si ritenga momentaneamente esonerata dal suo ruolo di cacciatrice delle Holyhead harpies. Le faremo sapere, ma ora la prego di lasciare questo ufficio.
Ginny, con gli occhi lucidi e un’altra sensazione di nausea, si alzò, prese le sue cose e se ne tornò a casa.


**********




- Amore, sono a casa!
Quando Harry Potter tornò a casa da lavoro, quella sera, non trovò Ginny ad aspettarlo.
Non c’era quella dolce ragazza dai capelli rosso intenso e dagli occhi azzurro cielo.
Non c’era la ragazza che aveva conosciuto tredici anni prima.
Non c’era la sorella minore del suo migliore amico.
No.
C’era una ragazza dai capelli blu e dagli occhi colmi di lacrime e tristezza.
C’era una ragazza che somigliava ai Weasley, ma che non era Ginny.
C’era una ragazza che non conosceva.
C’era un’altra Ginny.
Era in camera da letto, sdraiata a pancia in su, con lo sguardo fisso sul soffitto e le mani congiunte sul ventre piatto.
Si sdraiò accanto a lei, di lato, appoggiando la testa al braccio sinistro e prendendole dolcemente il braccio destro con la mano destra.
- Tesoro, che succede? – gli chiese dolcemente.
Ginny, tra le lacrime gli raccontò ciò che era successo nell’arco della giornata. Compreso degli attacchi di nausea.
Una volta terminato il resoconto della situazione, si era autoconvinta che la colpa fosse sua. Sua e di Hermione, ma principalmente sua.
Harry la ascoltava con attenzione e comprensione.
- Io non sono così. Io non vengo esonerata, non commetto errori. È così doloroso… mi sento completamente sola, abbandonata. Come se nessuno potesse capirmi. - e si girò, in modo che Harry non potesse vedere le sue lacrime. Ma lui la strinse da dietro in un abbraccio pieno di amore e comprensione. E, con la mano destra, strinse quella destra di Ginny, ancora appoggiata sul ventre.
- Io sono qui, amore. Lo sai. La verità è che ti manca Hermione. Manca anche a me. Lei saprebbe come fare per farti tornare il sorriso.
Ginny pianse ancor di più, a sentire il nome di Hermione.
- Ce l’ho anche con lei. I capelli non si toccano, sono sacri! Una migliore amica non fa queste cose.
Harry sorrise tristemente.
- Si rimedia a questo! E, se proprio non ci riesci, non importa. Sono carini. Mi piacciono anche così. Così sembri un’alta, sensuale, testarda e determinata perfezionista puffa. - finì lui ridendo piano e contagiando anche Ginny, la quale prese coraggio e si voltò di nuovo verso di lui, in modo da potergli parlare guardandolo in viso e riprendendo a parlare.
- Oh, tesoro… non è solo per i capelli. Il fatto è che sono arrabbiata perché non è lei che ha sbagliato. Non è lei che ha dato inizio al tutto. Non è lei che ha agito per prima, dopotutto. Non è lei che non ha ascoltato e che ha fatto di testa sua. Non è lei che ha cercato di tenere tutto sotto controllo ogni singolo momento, in modo che fosse tutto perfetto.
Harry le sorrise dolcemente, dicendole - Ma, amore… la vita non è per niente perfetta. Anzi, è un insieme di casini… di enormi casini.
Ginny lo guardò, sorridendo piano.
- Hai ragione. Volevo essere perfetta per te, ma dato che dici che non potrà mai essere così… - e rise piano.
Harry fu contagiato da quella piccola risata.
- No, Ginny. Non devi essere perfetta. Io ti amo e voglio stare con te per sempre perché sei umana. Con i tuoi pregi e i tuoi difetti. Proprio perché sei piena di pregi e di difetti, io penso che tu sia perfetta nella tua imperfezione. E, se proprio devo dirla tutta… io so già che tu vuoi crearti una famiglia, avere dei bambini… hai l’animo dei Weasley, mi capisci al volo. Non posso lasciarti scappare via, mi capisci?
E Ginny rise ancora di più, prima di correre in bagno, colpita da un attacco di nausea, lasciando il ragazzo con un’espressione di pura perplessità in volto.


**********




- Hermione, sei in casa?
Cormac chiuse la porta alle sue spalle e appoggiò le chiavi sulla mensola vicina, cercando la fidanzata.
La trovò che usciva dal bagno, in accappatoio e con un asciugamano avvolto in testa.
- Ciao!
- Eccoti! Uhm… vedo che stai tornando al tuo colore naturale…
Effettivamente, facendo il bagno in acqua e limone – dopo esserselo strofinato addosso – due volte al giorno, Hermione stava tornando ad avere la sua carnagione normale. Aveva ancora un po’ di tonalità abbronzante, ma era un colore simile al miele, quindi accettabile per il matrimonio.
- Hai visto? Ce l’ho fatta. Dovrebbe bastare fino al matrimonio, perciò… ops! Mi spiace, Ginny, ti è andata male. Dovevi vedere la sua faccia quando ho afferrato quella corda! Oh, amore, vorrei tanto avere delle foto dell’altra sera per…
- Ehi, basta! Basta! Non ne posso più! Sarà la millesima volta che me lo racconti. Ti stai comportando da esaltata! Smettila, ok? Non sei più tu! Sei… diversa. Nervosa, frustrata, irritabile per qualsiasi cosa.
Hermione non poteva credere a ciò che stava sentendo.
- Non so più cosa pensare… sono stufo! E, sinceramente, questo mi preoccupa, perché non so se è il nervosismo per la vicinanza del matrimonio o se è una cosa permanente!
La ragazza lo guardò e schioccò la lingua contro la guancia.
- Oh, beh, Cormac… effettivamente, è permanente! Sì, perché, potrà capitare che io sia nervosa, frustrata o agitata nei prossimi cinquant’anni…
- Oh, davvero? - chiese sarcasticamente Cormac - Lo vedi? Lo stai facendo ancora!
- Cosa? - chiese lei, di rimando.
- Stavo per dire stronza, ma mi rendo conto che è un po’ eccessivo.
La ex Caposcuola lo fulminò con lo sguardo.
- Ti ho detto che il termine stronza è troppo! Ma non ci sei molto lontana! Che ne dici di fare un viaggetto commemorativo ad Hogwarts, dove ci siamo conosciuti?
Hermione si alterò ancora di più.
- Ok, Cormac. Non capisco dove tu voglia andare a parare. Ti dà fastidio che io provi delle emozioni o ce l’hai con Ginny?
- Oh, ma certo! Ora sono io che mi arrabbio se tu provi delle emozioni, ma certo…
- Perfetto! Quindi non devo provare nulla! E se, inevitabilmente, le provo, non devo darlo a vedere. Ok, d’accordo, non è impossibile. - rispose lei arrabbiata.
- Oh… Merlino! Come faccio a parlare con te? È così assurdo!
- Ma se noi non parliamo mai? Non hai nemmeno provato ad avere un dialogo con me… non mi hai mai chiesto come mi sentissi!
- Non ti riconosco più!
- O se stessi soffrendo per questa situazione! Oh, Morgana, mi sento la testa affollata di pensieri...
- Senti, non mi va di litigare, chiaro? Non mi va di parlarne e basta. Io me ne vado agli allenamenti. Non aspettarmi alzata.
E detto ciò, la lasciò da sola, prendendo il borsone e uscendo sbattendo la porta.
Hermione si rannicchiò sul letto e iniziò a piangere in silenzio.


**********




Nei giorni successivi, Ginny ed Hermione continuarono ad evitarsi.
Ogni tanto, però, entrambe sentivano il bisogno di riavvicinarsi, ma nessuna delle due ebbe il coraggio di farsi avanti.
Un mattino, mentre faceva footing nel parco, Ginny vide Hermione correre, e provò a chiamarla, correndo anche lei, in modo da avvicinarla, nel caso si fosse accorta del suo richiamo.
- Hermione?! Hermione! - ma la ragazza non poteva sentire: aveva delle cuffiette alle orecchie.
- Hermione!!!
Nulla da fare, Hermione non riuscì a sentirla, continuando a correre ininterrottamente.
Ginny smise gradualmente di correre, riprendendo a camminare a passo veloce.


**********




Era in pausa pranzo, prima di tornare a lavoro, in Redazione.
Era seduta a bordo di una fontana e sentiva l’irrefrenabile voglia di sentire Ginny.
Così, decise di passare a casa di Harry, giusto per fare due chiacchiere.
Ma, una volta arrivata, dopo aver bussato alla loro porta, il patronus di Ginny – un cavallo – le si presentò davanti e le fece segno di no con la testa.
Hermione sapeva che questo accadeva quando i due non erano a casa: uno dei due patronus avvertiva gli ospiti visitatori.
E così, sconsolata, tornò in ufficio.



**********




Ginny aveva appena scoperto di aspettare il suo primo figlio.
Voleva dirlo a Harry, ma non sapeva come fare.
Avrebbe voluto parlarne prima con Hermione, in modo da farsi consigliare sul come agire per annunciare a Harry l’arrivo del loro primo figlio.
Ma questo non fu possibile.


**********




Il giorno prima delle nozze, Hermione tornò da Madama McClan, per l’ultima prova del vestito.
Proprio a Diagon Alley, davanti al suo negozio, Hermione vide Draco Malfoy avvicinarsi verso di lei.
- Ehi!
- Ciao! - gli rispose lei, col sorriso.
- Ciao! - le rispose lui, sempre sorridendo.
- Come stai? - chiese lei, abbracciandolo.
- Quanto tempo, eh? - disse lui, stringendola forte e godendosi del suo profumo, affondando il viso nei capelli folti e crespi – oltre che profumati.
Non si erano più visti dopo quella volta al Manor, tre mesi prima.
- Lo so! Colpa mia… - disse lei staccandosi - sono occupatissima.
Lui assunse un’espressione dubbiosa.
- Sì, certo… non è perché sono il damigello d’onore della tua peggior nemica… volevo dire migliore amica… - disse lui sarcastico.
Lei sorrise debolmente e abbassò lo sguardo. Lui si rese conto di aver esagerato un po’ e cercò di sviare la conversazione.
- Cos’è che ti porta da queste parti, Granger?
Lei rialzò lo sguardo e, esitando in un primo momento, gli confessò del vestito.
- Beh, allora direi di entrare… anch’io sono venuto per il mio completo da damigello.
E rise, contagiando anche lei.
- Dai, vieni… entriamo.


**********




Il vestito era bianco, con scollo a barca, pieno di fini pieghe e con le maniche corte che le fasciavano elegantemente le spalle, stretto fino a sopra il ginocchio… con la gonna semplice, senza strascico.
Ci mise meno di quanto avesse immaginato. Draco era nel camerino a fianco.
Lei, invece, era lì, impalata davanti allo specchio, domandandosi che cosa stesse facendo vestita di bianco davanti a quello specchio.
Madama McClan la chiamò più di una volta.
- Signorina, Granger! Ho bisogno che lei esca per vedere come ho eseguito il lavoro!
Hermione inspirò profondamente e uscì.
Anche Draco era uscito. Le dava le spalle, allacciandosi i bottoni del suo completo. Solo quando sentì Madama McClan dire - Oh, finalmente! - si girò nella sua direzione.
Rimase incantato alla visione di Hermione in abito bianco.
Quest’ultima stava lisciandosi il vestito all’altezza del ventre, sistemandosi davanti allo specchio e dando le spalle a Draco.
Non si era accorta che questi la stesse fissando.
Madama McClan si congedò con la scusa di andare a prendere le ultime annotazioni sul vestito.
Draco le si avvicinò da dietro, posando una mano sulla spalla.
Lei lo guardò negli occhi attraverso lo specchio e gli sorrise dolcemente.
Lui ricambiò quel sorriso e le prese una mano, conducendola verso due poltroncine poste al centro della stanza, sedendosi così – in modo da scambiare due chiacchiere – e le prese una mano.
- Allora? Come te la passi? Come ti senti? - iniziò lui.
- Uhm… sto bene… - tentò di cavarsela lei, sorridendo.
- Bene non significa niente, lo sai… - insisté lui.
- Sì, invece! - rispose lei, ridendo istericamente - È una risposta! Si dice così, no?
- Sì, certo, si dice così… - la assecondò lui, ironicamente.
Hermione lo guardò negli occhi, capendo che a lui non poteva mentire, ritirò dolcemente la mano e si lasciò andare sulla poltrona.
- Ok… la verità è che… il matrimonio mi sta facendo diventare pazza. Credevo che sarebbe stato bello, elettrizzante… ma, ora, mi rendo conto che è tutto, tranne che bello. E non so per quale motivo.
Finì guardandolo con gli occhi lucidi.
Lui annuì e sospirò tristemente, abbassando lo sguardo.
- Ma, per il resto, sto bene. - tentò di rassicurarlo lei.
Madama McClan tornò, interrompendo quella conversazione e prendendo le ultime modifiche del vestito, per poi rimandare Hermione in camerino a cambiarsi.
Fece la stessa cosa con Draco.
Quando uscirono dal negozio, lui sembrò un po’ deluso… come se volesse passare più tempo con lei.
- Alla fine hai scelto la cravatta e non il papillon!
- Sì… io odio i papillon. Ci si mette troppo tempo per farli bene, e – detto sinceramente – io non li so neanche fare bene.
Senza volerlo, le regalò una leggera risata. E, di questo, ne fu felice. Era da tanto che non la sentiva ridere.
Ciò lo fece sorridere.
- Dì la verità: sei troppo pigro! Bisogna solo avere un po’ di pazienza…
Draco tornò serio, guardandola con uno sguardo serio.
- Già… come non ho fatto con te.
Anche Hermione tornò seria, abbassando lo sguardo.
- Perché ci siamo lasciati, Hermione? - iniziò lui, malinconico - Io non me lo ricordo più.
La ragazza alzò nuovamente lo sguardo – questa volta – confuso e riflessivo.
- Nemmeno io… non ne ho la più pallida idea. – confessò sussurrando.
Lui assottigliò gli occhi, rimanendo a fissarla per qualche secondo, finché non tornò a sorridere.
- Ti va un tè? - le propose lui.
Hermione cominciò ad avere paura di ciò che sarebbe potuto succedere se avesse passato ulteriore tempo con Draco Malfoy alias primo vero grande amore della sua vita.
- Uhm… ora devo proprio scappare… ma, appena posso, ti mando un gufo! Promesso! Beh… Draco… sarai un elegantissimo… sarai un perfetto damigello d’onore! Dico davvero.
Il biondo sorrise e le rivolse un altro sguardo dolce.
- Grazie, e tu sarai una sposa meravigliosa.
Hermione arrossì un po’ - Sì? - chiese lei ingenuamente.
- Sì. L’ho sempre pensato. E, dopo la prova da Madama McClan, credimi: ne sono ancora più convinto.
- Grazie. - disse piano Hermione - Ciao…
- Ciao…


**********



Quella notte, Hermione non riuscì a chiudere occhio.
Si faceva sempre più domande sul rapporto che aveva con Cormac.
Non era più come quando era ai primi tempi.
Cominciava a pensare di non amarlo più. Forse, addirittura, di non averlo mai amato affatto.
O, almeno, non quanto aveva amato Draco.
Draco.
Le mancava il rapporto che aveva con lui. E non solo a livello fisico, ma piuttosto a livello psicologico.
Sentiva di aver provato e vissuto con Draco cose ed esperienze che Cormac le ha sempre fatto solo sognare.
Perché ora tirava in ballo Draco? Forse, perché lo aveva incontrato da Madama McClan.
La loro storia era finita tre anni prima. Anche se il primo amore non si scorda mai. Ma è sempre l’ultimo quello che conta.
L’unica domanda che si faceva era: aveva mai amato Cormac?
Perché cominciava a pensare che quello per Draco fosse il primo e l’ultimo.
O, forse, invece… era solo il solito dubbio prematrimoniale.


**********




Il 12 giugno arrivò.
Più caldo e splendente che mai.
Un giorno perfetto per celebrare un matrimonio. In questo caso, due.
Narcissa Malfoy aveva tutto sotto controllo.
Tutto il personale era stato addestrato in maniera eccelsa.
- Mancano due ore all’ora x. L’officiante dei Granger è arrivato, Milly? - chiese rivolgendosi ad una ragazza.
- Sì, signora.
- Le tovaglie dei Weasley, Kate? - chiese ad un’altra ragazza.
- Sì, signora.
- Mio figlio Draco è di sopra con la sposa numero due? - chiese ad Albert, il responsabile del personale.
- Sì, signora.
- Eccellente.



**********




Draco stava osservando i capelli di Ginny.
- Fantastico… nessuna traccia di blu, Weasley.
Ginny era felicissima: il suo grande giorno era arrivato, i capelli erano stati salvati e aspettava un bambino dall’uomo che amava.
Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta della stanza dove stavano aspettando.
- Avanti! - rispose Draco.
Narcissa entrò piano e, notando la sposa, non poté non complimentarsi.
- Oh, Ginevra, ma sei stupenda!
- Grazie… - le rispose lei con un sorriso raggiante.
- Ora devo tornare di là… Draco, fa’ attenzione al velo!
- Sì, mamma! Non preoccuparti.
Poco dopo, qualcuno bussò nuovamente alla porta.
Era Andrew Granger, il padre di Hermione.
- Si può?
Ginny stava sistemandosi, parlottando con le altre damigelle: Fleur, Angelina e Audrey, rispettivamente le mogli di Bill, George e Percy.
Fu, infatti, Draco ad accoglierlo.
- Signor Granger! È un vero piacere vederla. - gli disse porgendogli la mano.
- Anche per me, Draco. - gli rispose sorridendo e stringendogli la mano offerta.
- Ho dato una sbirciatina nella camera di Hermione, qualche minuto fa, sa… per spiare il campo nemico. - disse scherzando, ridacchiando divertito e contagiando il padre dell’ex-fidanzata - È stupenda, signore. Dico davvero.
- Ti ringrazio, ragazzo. Confesso che… - esordì imbarazzato, ma sincero - avrei preferito che fossi tu a portarla all’altare… ti ho sempre considerato il minore dei mali, quando capii che vi amavate davvero molto, ma… evidentemente, doveva andare così. - terminò sforzandosi di sorridere.
Draco lo imitò e annuì.
- Grazie, signore.
Anche Andrew Granger annuì, dandogli qualche pacca sulla spalla sinistra con la mano sinistra.
- Senti, Draco… avrei bisogno di parlare con Ginny… non è inerente al litigio con mia figlia, anzi…
- Ma certo, signore! La prego, si accomodi. Ginevra? - Draco richiamò l’attenzione della rossa, rubandola alle damigelle - Guarda un po’ chi c’è…
Ginny non poté credere ai suoi occhi.
- Signor Granger! Che bello averla qui!
- Ciao, Ginny. - le disse lui, con tono paterno e abbracciandola affettuoso - Sono venuto per porre a te e ad Harry i nostri più sinceri auguri e felicitazioni. Miei e di Jean.
Ginny sorrise intenerita - La ringrazio di cuore.
- Mi auguro che le cose con la nostra Hermione migliorino, anzi, sono certo che sarà così. - le assicurò prendendole la mano e stringendola con le sue.
- Purtroppo, ora devo proprio scappare. Ho una figlia da accompagnare all’altare.
E lì, Draco abbassò lo sguardo e annuì – come se volesse convincere tutti, ma prima di tutto se stesso.
- Ancora congratulazioni, Ginny. - disse l’uomo, stringendo più forte la sua mano e rilasciandogliela dolcemente.
- È una gioia averla rivista. - disse la ragazza.
- Anche per me.
E se ne andò.
Ginny sorrise piano e sussurrò - Che brava persona. Hermione gli somiglia tanto.
Draco la guardò, assottigliando gli occhi.
Di punto in bianco, Ron entrò non curante.
- Ho parlato con Narcissa e ci ha dato il permesso di farci un goccetto, per rilassarci. Bene… qui abbiamo FireWhiskey…
- Mio! - esclamò Draco, afferrando la boccetta monodose.
- … Vino elfico e… novità per Lady Malfoy, Tequila!
- Tequila... Tequila, Tequila, Tequila… - ripeté Ginny, come se avesse dimenticato qualcosa. E, in effetti, qualcosa ricordò - Tequila!!
- Ma Tequila è da barboni… - bofonchiò Ron.
- Draco, devi sostituire le fotografie! Ho sostituito le fotografie di Hermione e Cormac con quelle di Acapulco!
Il biondo quasi si strozzò con il FireWhiskey.
- Tu cosa?! - chiese sgranando gli occhi. Non poteva crederci.
- Lo so, lo so… ho sbagliato! Appunto per questo, devi sostituirle con queste. - disse lei allungandogli le fotografie giuste - Solo tu hai il permesso di farlo, sei un Malfoy! Non ti faranno domande.
Draco era ancora incredulo. E anche Ron era rimasto colpito.
- Poi mi spiegherai perché l’hai fatto! - esclamò il rosso, con tono severo, nei confronti di una Ginny in preda alle lacrime e agli ormoni.


**********




Bene. Doveva solo raggiungere la disposizione delle foto, vicino all’altare e poi tornare da Ginny per precederla all’altare.
- Signor Malfoy!
Albert gli si stava avvicinando.
- Il matrimonio Weasley-Potter è dall’altra parte del giardino.
Draco non sapeva come fare. Doveva sostituire quelle foto…
Dannata Weasley
- Uhm… sì, volevo solo… sì, insomma, volevo vedere se qui andava tutto bene.
- Sì, signore! Tutto alla perfezione.
Draco stava rifilargli una scusa per allontanarlo, quando arrivò sua madre.
- Draco! Che ci fai qui? Dovresti essere con Ginevra! Fila! La cerimonia sta per iniziare! - e venne trascinato via da sua madre e da Albert.
Non era riuscito a sostituire le fotografie.
Oh. Porco. Godric.


**********




- Lady Malfoy, è arrivata l’arpista e il quartetto d’archi chiede dove deve essere mandato…
Narcissa stava per esplodere. Possibile che il suo personale non fosse più operativo come negli altri matrimoni? Possibile che quei due matrimoni avessero reso tutti meno efficienti?
- Quante volte ancora dovrò ripeterlo? L’arpista va dai Granger e il quartetto dai Weasley! Sareste capaci di chiederlo ancora?! - e terminò sbuffando esasperata.
Proprio in quel momento, arrivarono le gemelle Patil, Lavanda e Luna.
Degli addetti indicavano le direzioni dei due matrimoni.
- Io andrò al matrimonio di Ginny e al ricevimento di Hermione… voi che fate? - disse Lavanda.
- Io ti seguo! - rispose Calì.
Le altre due, invece, fecero il contrario: matrimonio di Hermione e ricevimento di Ginny.

**********




In un’altra stanza della villa, Hermione si stava sistemando in attesa della cerimonia.
Morag stava seduta comodamente su una poltrona, guardandola con uno sguardo severo e critico.
- Sei sicura che il velo debba andare così? - le chiese.
- Sì, perché? - le rispose la sposa, infastidita, fulminandola con lo sguardo.
- Ah, no… nulla. Lascia perdere.
Hermione ricominciò a sistemarsi davanti all’anta-specchio di quell’elegantissimo armadio.
- Io non capisco perché mettere tutta questa pressione alle spose perché siano perfette… voglio dire, le mamme si convincono che deve essere così, ma non si è mai così! Io credo che…
- Morag, detto francamente, non mi interessa ciò che credi tu. - le confessò Hermione.
La ex Corvonero rimase stupita da quella interruzione.
- Come?
- Ho detto che non mi importa di quello che pensi. Forse, non te ne sei accorta, ma questo è il mio grande giorno. La ruota gira, prima o poi è il turno di tutti. Bene: oggi è il mio. Non sempre, ma una volta tanto tocca anche a me, sai? Pertanto, ti sarei grata se oggi ti limitassi al tuo ruolo, e cioè: sorridere, dire che sono una sposa bellissima e precedermi all’altare. Sei in grado di farlo o ci vogliono altri addestramenti come nell’Esercito di Silente al quinto anno?
Era stata dura, ferma, convinta.
Aveva tirato fuori di nuovo le unghie, finalmente.
Morag era rimasta basita e annuì lentamente - Sì, ci terrei tanto.
- Perfetto, allora! - disse allora lei.
Qualche secondo dopo suonarono alla porta: erano i signori Granger. Ad accoglierli fu proprio Morag, la quale cercò di farsi perdonare.
- Signori Granger! Entrate pure! Non è una sposa bellissima?
Jean Granger rimase a bocca aperta – dalla felicità e dallo stupore – vedendo sua figlia con il suo vestito.
- Mamma, ma sei elegantissima! Sei meravigliosa!
- Tesoro, qui sei tu ad essere una meraviglia! Ma quello non è il mio vestito? - chiese indicando il vestito all’altezza del seno di sua figlia.
Hermione annuì elettrizzata - Sì! Sei felice?
- Tesoro, io sono felice se tu sei felice. Se tu fossi felice sposandoti avvolta nella carta da pacchi, sarei felice anch’io ugualmente. Oggi ti sposi! Questo è il tuo grande giorno! - disse sua madre con gli occhi lucidi.
- Signora, no… non faccia così! Il trucco poi si rovina! Tenga - le disse Morag, offrendole un fazzoletto di stoffa e invitandole a sedersi insieme a lei per fare due chiacchiere.
Andrew ne approfittò per stringere forte sua figlia e per darle un regalo.
- Tieni. Questo è per te.
Hermione sorrise e alternò lo sguardo da suo padre al pacchetto, incuriosita.
- Che cos’è?
- L’ho trovato un paio di settimane fa, in soffitta. Chissà perché, ma era finito tra alcune cose che ti aveva regalato Draco. Forse, l’hai dimenticato a casa, da noi, durante l’ultima estate che hai passato a casa, prima di trasferirti con Cormac e, involontariamente, è finito in quello scatolone.
Hermione lo guardò perplessa, non riuscendo a capire cosa potesse contenere quel pacchetto incartato con così tanta cura.
- Che aspetti? Aprilo! - la incitò suo padre, sorridendole dolcemente.
Hermione ricambiò il sorriso e lo scartò delicatamente.
Era la scatolina di un gioiello.
Quando l’aprì, vide un suo medaglione a forma di cuore, con dentro due piccole fotografie magiche di lei e Ginny che si abbracciavano sorridenti.
Questo le cambiò l’espressione del viso, iniziando ad avere gli occhi lucidi.
Suo padre, nel frattempo, glielo sfilò dalle mani e glielo legò al collo.
- Io la devo vedere, papà.
Suo padre le sorrise, dicendole - Sono sicuro che lo vorrebbe anche lei.
Hermione non ebbe nemmeno il tempo di aprire bocca, che alla porta bussò Narcissa, la quale non aspettò nemmeno il permesso ed entrò nella stanza, insieme ad Albert.
- Scusatemi, ma è arrivato… - si interruppe, però, alla vista di Hermione - Oh, Merlino! Hermione, sei incantevole!
La donna le accarezzò piano una guancia, sorridendole commossa.
- Narcissa, vorrei andare di là… solo per un secondo.
- Purtroppo, non si può, cara. È arrivato il momento. Albert, dì a tutti che la sposa numero uno è in arrivo.
- Sì, signora.
Narcissa tornò a rivolgersi verso l’intera famiglia Granger.
- Signori Granger, sono davvero felice di incontrarvi.
Andrew e Jean le sorrisero cordiali.
- Anche noi, Narcissa.
La madre di Draco assunse un’aria malinconica, dicendo - Mi sarebbe piaciuto se fossero stati i nostri ragazzi a sposarsi, ma mi rendo conto che il Destino gioca le sue carte.
Andrew confessò di essere d’accordo.
- Sì, sarebbe piaciuto anche a me.
Hermione lo guardò seria e lo richiamò contrariata, imbarazzata per la presenza della signora Malfoy.
- Papà!
Suo padre cercò di difendersi.
- Che c’è? È la verità, amore. Ma ora siamo qui, giusto? Vieni, è ora di accompagnarti da Cormac.


**********




Arrivata nel giardino, si fermò davanti a un porticato. Inspirò ed espirò profondamente. Più volte.
Si voltò, quando sentì una voce familiare ringraziare Albert.
Anche Ginny era arrivata.
Si era accorta che la stava fissando e la guardò, sorridendole dolcemente e guardandola commossa.
Hermione ricambiò sia lo sguardo, sia il sorriso.
Ginny con i capelli raccolti in uno chignon, Hermione legati dietro, con un elegante fermaglio.
Entrambe si trovarono bellissime, e se lo dissero in quello sguardo.


**********



- Sto per sposarmi… - sussurrò.
Suo padre le stava sistemando il velo.
- Sì. Sei felice?
Hermione non si aspettava quella domanda. Non se l’aspettava. Di fatti, non sapeva come rispondere.
Albert arrivò frenetico.
- Siamo pronti per iniziare.
Uno…
Suo padre la prese sottobraccio. Lei si sentì percossa da brividi.
Due…
Le diede un bacio delicato sulla fronte. Lei si sentì morire.
Tre…
Iniziò il percorso sulla navata.
Hermione vide tutti i volti felici e sorridente. Provò anche lei a sorridere, ma lo sforzo le stava facendo piangere il cuore.
Che ci faceva lì?
Per un attimo, le sembrò che il ragazzo all’altare che la stava aspettando, non fosse Cormac, ma Draco. Ma poi si accorse di aver avuto una svista, convincendosi che era solo soggezione.
E tornò a sorridere.
Poi, vide che Cormac aveva posato lo sguardo alle fotografie disposte vicino all’altare, rimanendo sconvolto.
Lei lo imitò, e rimase sconvolta anche lei.
Quelle fotografie, non erano quelle sue e di Cormac.
Raffiguravano le sue vacanze ad Acapulco, due anni prima, dove era ubriaca e si strusciava con un cameriere, Miguel.
Cormac rimase a bocca aperta e le rivolse uno sguardo arrabbiato… o, forse, furioso, offeso.
Il sorriso sparì nuovamente. Sgranò gli occhi, si fermò di colpo, lanciò per terra il bouquet ed emise un urlo di rabbia.
Fece dietrofront e si diresse verso l’altra parte del giardino, correndo.


**********




Draco era già arrivato all’altare e Ginny stava percorrendo la navata con papà Arthur, con Harry che l’aspettava eccitato, felice e sorridente, all’altare.
Si scambiarono, infatti, uno sguardo di puro amore e felicità.
Hermione arrivò quando lei era a metà navata.
Corse ancora di più e cercò di saltarle addosso, ma fu impedita dal vestito.
Riuscì, però, ad afferrarla e costringerla a separarsi dal padre.
- Hermione! - disse stupita Ginny.
Hermione stava per iniziare una lotta, ma Draco arrivò in tempo per fermarla, mentre Arthur teneva ferma Ginny che stava per rispondere alla provocazione.
- Avevi detto che non le avresti mostrate a nessuno! Fatti sotto! - urlò, con le lacrime agli occhi.
Ginny la guardò perplessa.
- Che ho fatto stavolta?! - urlò, invece, Ginny. Anche lei con gli occhi lucidi, per colpa degli ormoni.
Hermione non poteva crederci.
Come sarebbe a dire ‘Che ho fatto, stavolta?’? sapeva benissimo ciò che aveva fatto, non c’era certo bisogno di ricordarlo.
- Io… io non… - disse Hermione, boccheggiando per l’incredulità - io… non ce la… non ce la faccio più. Ti prego, basta.
E si sedette per terra.
Ginny le si sedette a fianco.
Arthur e Draco si erano fatti da parte.
Ginny ed Hermione fissarono per qualche secondo il vuoto, prima di guardarsi negli occhi e accorgersi che tutti le stavano guardando sbalorditi.
Si rialzarono lentamente, ed Hermione andò verso Cormac, il quale aveva assistito a tutta la scena.
- Hermione, ma sei impazzita? - chiese lui, prendendola da parte e cercando di non farsi sentire - Hai rovinato tutto, sei contenta? Scordati della tua amica. - e lì Hermione assunse un’aria perplessa - Ha sempre avuto una brutta influenza di te. E, a giudicare da quelle foto, le somigli più di quanto credi…
- Certo! Me lo auguro! - ribatté lei.
- Cosa? Che stai dicendo, non…
- Cormac, mi sei stato vicino negli ultimi tre anni, e ho bisogno che mi stia vicino anche adesso. Tu sei innamorato della Hermione che hai conosciuto ad Hogwarts, tredici anni fa?
- E allora? Cosa c’è di così sbagliato?
- C’è che quella Hermione non c’è più… se non te ne fossi accorto, è cambiata… è cresciuta. Oppure, semplicemente, non è mai stata se stessa. Non con te, per lo meno. E non voglio passare tutta la vita a litigare con te, Cormac. Stiamo affondando. E sono sicura che nemmeno tu voglia questo, giusto?
Hermione parlava con le lacrime agli occhi e Cormac la guardava tristemente, perché si stava rendendo conto che il ragionamento di Hermione non era sbagliato, anzi. Aveva centrato il bersaglio.
- Siamo diversi, Cormac… vogliamo cose diverse. Lo sai anche tu, ma ti ostini a non accettarlo e ammetterlo.
- Sì, lo so. - rispose il biondo sospirando dispiaciuto.
Draco, Ginny, Harry, Ron e tutti gli altri stavano assistendo alla scena. Stavano assistendo alla rottura della storia tra i due.
Hermione abbracciò forte Cormac, cercando di ricacciare le lacrime, sfilandosi l’anello, per poi staccarsi e rendergli l’anello.
- Addio. - disse, infine, e Cormac se ne andò.
Ginny andò verso di lei.
- Oh, Merlino, Hermione…
- Sto bene… - rispose lei, piangendo.
- È tutta colpa mia! Ho confessato a Draco dello scambio delle foto solo poco fa… le avevo sostuite io, ma poi ho capito che stavo sbagliando e gli ho chiesto di eliminare il sabotaggio… non ti farei mai una cosa così orribile!
Ma Hermione scosse piano la testa, sforzandosi di sorridere - Ginny…
- Sei la mia migliore amica!
- Io…
- Questa lite è così stupida! - disse Ginny, abbracciandola.
Hermione, staccandosi, le disse - Mi dispiace tanto per… tutto questo.
- Anche a me. Tanto. Tantissimo. - rispose lei - Se ho rovinato il tuo matrimonio, non voglio sposarmi nemmeno io.
- Se io e Cormac fossimo una coppia perfetta, a quest’ora staremmo entrambi davanti all’officiante a sposarci, invece… ma, Ginny… tu piangi!
Ginny tirò su con il naso.
- Sì! - e, sussurrando, disse - un po’ è perché mi dispiace davvero e un po’ perché sono gli ormoni…
Terminò sorridendo e posando una mano sul ventre.
- Non ci credo - mormorò Hermione - Ginny, davvero? Harry lo sa? - chiese sussurrando, in modo da non farsi sentire.
- No… volevo che fosse la mia migliore amica a consigliarmi su come dirglielo. - concluse sorridendo - Ti va di precedermi all’altare? Ti avverto, però, dovrai andare accompagnata da Malfoy.
Hermione si commosse - È ciò che ho sempre voluto.
Rivolsero entrambe uno sguardo a Narcissa, la quale intuì subito e sorrise, dicendo - Ripartiamo, signori. Ripartiamo.


**********




- Pronta? - chiese Hermione alla sua migliore amica.
- Sì, tu?
- No, prima devo darti una cosa - disse, togliendosi il medaglione e mettendolo al collo di Ginny.
Quest’ultima – dopo essersi accorta cos’era – sbalordita, le chiese - Hermione, dove l’hai trovato?
- Due ragazzine l’hanno conservato. - rispose lei, prendendole le mani e sorridendole.
Arthur Weasley arrivò dicendo - È ora, ragazze. Hermione, vai con Draco.
La ragazza passò davanti a Ginny, guardandola affettuosamente mentre la lasciava e posando lo sguardo – imbarazzato – su Draco.
Una volta che lui la prese sotto il braccio – anche lui, imbarazzatissimo – la guardò sorridendo.
Hermione se ne accorse e lo guardò anche lei.
- Pronta? - le chiese.
- Andiamo. - rispose lei piano.


**********




Durante il ricevimento, nel momento del primo ballo nuziale, Hermione fissava i neo sposini, cercando di immaginarsi anche lei, in un eventuale futuro.
Cominciava a pensare che lei non potesse davvero sposarsi, che lei non fosse davvero fatta per il matrimonio.
All’improvviso, Draco le si avvicinò.
- Belli, vero? - chiese.
- Molto - rispose lei, sinceramente.
Subito dopo Harry la guardò e le sorrise. Lei ricambiò il sorriso.
- Ti va di ballare, Granger? - le chiese ancora Draco.
Hermione si girò verso di lui e rispose, semplicemente - Sì.


**********




Ginny Weasley in Potter – neo moglie di Harry Potter – guardava quella coppia ballare, parlare, ridere e scherzare, mostrandosi felice e sollevata.
- Dì la verità, neo signora Potter: hai sabotato il matrimonio di Hermione anche per farla tornare con il Furetto, vero?
Ginny lo guardò.
- Mi ero dimenticata di aver sposato il capo Auror del Dipartimento di Londra. Comunque, non lo so… forse, inconsciamente, l’ho fatto anche per quello, sì.
Harry sospirò.
- Sarò franco: preferisco dieci mila volte Draco a Cormac.
- Come vedi, non tutti i mali vengon per nuocere
Il ragazzo spalancò la bocca, incredulo, prendendola in giro.
- Non posso crederci! Ginny Weasley-Potter, finalmente, riesce a dire una cosa babbana corretta!
La ragazza si mise a ridere divertita.
- Zitto, capo Auror, perché non è l’unica cosa corretta che ho fatto… o meglio, che abbiamo fatto. - rispose lei, prendendo la sua mano destra e poggiandola al ventre ancora piatto.
Harry, inizialmente, non capì. Un bambino?
Poi, la ragazza annuì, confermando quell’ipotesi, e lui la strinse ancora di più, con gli occhi lucidi dalla felicità.


**********




Un anno dopo, Ginny stava aspettando Hermione, seduta ad un tavolo di un bar, bevendo un bicchiere d’acqua.
- Ginny! - la chiamò Hermione sorridendo.
- Hermione! - l’accolse lei, sorridente.
- Ciao! Come sei bella!
- Ciao! Anche tu stai benissimo!
- Allora? Com’è andata la Luna di Miele?
- Uhm…
- Anzi, no. Non voglio saperlo. Hai sposato il Furetto, non vorrò mai sapere nulla.
Hermione rise piano.
- Come sta il mio figlioccio?
- Oh, James sta benissimo. Meglio di te e di me sicuramente! - rispose Ginny ridendo e contagiando anche Hermione.
- Che ne dici di un brindisi alla vita coniugale?
Hermione sorrise ancora di più.
- Veramente, io non posso bere…
- Davvero? Pensa, nemmeno io…
Poi, si guardarono e capirono.
- Sei incinta?! - si chiesero contemporaneamente.
- Quando hai la scadenza?
- Quando scade il tuo termine?
- Il 3 maggio! - risposero in coro.
Si guardarono, sorrisero, urlarono dalla gioia e si strinsero forte, felici di condividere l’esperienza più bella della vita di una donna: quella di diventare mamma.


**********




- Hermione… Hermione! Vuoi svegliarti, o no?!
- Avanti, Granger! Svegliati! Weasley, perché non si sveglia?!
- Per la millesima volta, Malferret: NON-LO-SO.
Hermione aprì gli occhi. Si svegliò assistendo ad una litigata Malfoy-Weasley, una litigata simile a quella presente in quel sogno assurdo.
Si alzò con i gomiti e li appoggiò sul letto a baldacchino.
- Che succede? - chiese bofonchiando.
Ginny spostò lo sguardo dal Serpeverde alla sua migliore amica.
- Oh! Finalmente! Ma che hai fatto? Perché hai dormito fino adesso? Ho anche chiamato il Furetto, talmente mi ero preoccupata!
- Beh, almeno, con la mia presenza si è svegliata, Weasley!
- Sempre presuntuoso eh, Malfoy?
- Sempre!
Hermione li guardava sorridendo.
- Ragazzi, ma quanto ho dormito?
- Beh… considera che ieri siamo andate a dormire verso le undici e mezzo… ora sono le undici e mezzo del mattino, quindi, direi dodici ore tonde tonde.
- Che cosa?! - urlò Hermione, balzando dal letto.
- Te l’ho detto che mi hai fatto preoccupare! Non hai mai dormito così tanto! Meno male che oggi è sabato…
- Merlino, Morgana e Circe! E non avete idea dell’assurdo sogno che ho fatto!
- Stavi sognando me? - chiese malizioso Draco, ghighando.
- Effettivamente, c’entravi anche tu. - ammise la Caposcuola - Tu (indicando Ginny) ti sposavi con Harry…
A Ginny si illuminò il viso.
- Io, invece, dovevo sposarmi con McLaggen…
- Tu cosa?! - chiese indignato Draco.
Hermione lo guardò, arrossendo un po’ - Beh, sì… in fondo, era solo un sogno, no?
- Io quello lo crucio.
- Malfoy!
- Granger
- Cosa? No! Non se ne parla!
- Hai ragione: userò l’Anatema che uccide!
- Malfoy!
- Granger
Hermione sorrise, mentre Ginny li guardava stranulata.
Dopodiché, il biondo si avvicinò alla Caposcuola, la quale gli confessò - Mi piace quando fai il geloso…
Il biondo ghignò.
- E non ti piace nient’altro, di quello che faccio?
Anche per Hermione fu il turno di ghignare.
- Oh, sì… riparliamone nella Stanza delle Necessità, stanotte… - concluse lei, ammiccando.
- Ehi, voi due! Andatevene al Paiolo Magico!
Ginny attirò l’attenzione dei due, imbarazzatissima, per poi fare una domanda ad Hermione con gli occhi che le brillavano.
- Hermione… davvero mi sposavo con Harry?

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