Principessa dei mie stivali!

di Synacky_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Arrivo a Gerusalemme ***
Capitolo 3: *** Notizie sconcertanti e nuovo assassinio ***
Capitolo 4: *** Fuga ***
Capitolo 5: *** Patto con Minaccia ***
Capitolo 7: *** Arrivo a Masyaf ***
Capitolo 8: *** La balia ***
Capitolo 9: *** Mi porti con te? ***
Capitolo 10: *** Acri, dubbi e lacrime ***
Capitolo 11: *** Lei o 'Lei'? ***
Capitolo 12: *** Nuovo ordine ***
Capitolo 13: *** Vivi la TUA vita ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Londra, Palazzo Reale
Una ragazza sui ventun anni, percorreva i corridoi di un’enorme palazzo a Londra. Era una ragazza snella con le forme ai punti giusti, i capelli marroncini chiari e gli occhi verdi smeraldo. Indossava un’armatura da battaglia con lo stemma di Re Riccardo. Era provvista di spade, pugnali e una spada corta. Camminava spedita sbuffando sonoramente.
-Ma che vorrà adesso mio padre? Mi stavo allenando … George ha detto che era urgente, sarà- si fermò davanti ad un’enorme portone. Bussò delicatamente
-Padre sono io… è permesso?- chiese mentre spingeva lievemente la porta verso l’interno.
-Avanti figlia mia- disse un uomo mentre si voltava. Sul capo aveva una corona ricca di pietre preziose ed era imbottita di una stoffa rossa e bianca con dei puntini neri sparsi nell’oggetto. Sulle spalle indossava un mantello della stessa fantasia della corona. Sotto di esso un’armatura con lo stemma reale.
-Non è l’aspetto che dovrebbe avere una principessa, sbaglio forse, Ada?- domandò rivolgendosi alla figlia con un sorriso.
-C…come? Oh be, mi stavo allenando padre, mi scusi- disse chinando il capo.
-Non ti preoccupare, non per questo sei il soldato più forte del regno- disse il Re osservando la figlia che rialzava il capo fiera.
-Devo parlarti di una cosa importante- disse andando a sedersi su una scrivania di fronte alla ragazza.
-Mi dica padre- incitò la figlia
-Dovrò andare in Palestina, questi giorni… visto che dopo la morte di Roberto di Sable è un po’ in confusione. Sarò scortato come tu ben sai… ma vorrei un soldato abbastanza capace. Perciò verrai con me. Domande?- chiese guardando severo la figlia. Lei abbassò il capo
-No padre. Nessuna. Con permesso vado a prepararmi- disse chinandosi e lasciando la stanza. Re Riccardo sospirò e tornò al suo lavoro.
 
Dopo essersi lavata, la principessa si legò un velo di stoffa nel dorso e si sedette nel suo enorme letto a baldacchino. Si lasciò scivolare e sospirò rumorosamente.
“Roberto di Sable… per mia fortuna é morto. Mi importunava sempre, ma io da brava ragazza qual’ ero non mi lasciavo sfiorare. Già, ucciso per mano di un Assassino con cui hanno compiuto un patto di alleanza. Lo stesso assassino che fu tradito dal suo stesso Maestro… mi domando come ci si senta adesso… Papà ha sempre detestato i Templari, forse è per questo che fu felice che Roberto sia passato ad altra vita. Forse è meglio che ora mi prepari e dovrò stare attenta a celare al meglio la mia identità” ghignò ed andò dietro ad un paravento e si cambiò.
 
 
 
Masyaf, Dimora degli Assassini
Altair stava in camera sua, vestito quotidianamente, con le mani sulla testa seduto nel letto. Pensava, … pensava a tutto quello che era successo. Era molto confuso, troppo per uno come lui. Sbuffò sonoramente e spostò lo sguardo sulla suo divisa da assassino. Ora era tutta completa. Per la seconda volta, ma questa volta sarebbe stato più attento ad averne cura di tutti i suoi ranghi. I suoi pensieri furono distratti da un leggero bussare alla porta. Si alzò ed andò ad aprire. Sulla porta trovò un novizio alquanto intimorito… doveva essere nuovo.
-G…Grande Altair, M…Malik la desidera nei suoi alloggi- disse poi scomparendo dalla visuale dell’Assassino che lo guardava con un sopracciglio alzato.
Chiuse la porta ed indossò la sua uniforme. Dopo cinque minuti si avviò verso gli alloggi del suo amico. Quando fu arrivato davanti ad un portone bussò, ed entrò non appena gli fu dato l’accesso.
-Oh, Altair, sei arrivato! Dobbiamo parlare!- disse un po’ … agitato
-D’accordo…- disse mentre si sedeva su una sedia davanti ad una scrivania.
-Senti, … vorresti essere il nuovo Maestro?- Altair per poco non si strozzò con la sua stessa saliva
-Ma sei pazzo?!- domandò cercando di riprendersi
-Perché? Cosa c’è di male?- chiese perplesso. Altair lo fulminò con lo sguardo
-Uno, mi odiano nonostante gli abbia salvato la vita. Due la vita sedentaria non fa per me.- disse finendo il discorso ed incrociando le braccia –Perché non lo fai tu?- domandò a Malik che era un po’… stressato.
-Io?! Non ho le capacità adatte. Uff…- si sedette e mise le mani sulla testa
-Theodore?- disse Altair di punto in bianco
-Chi?!- chiese perplesso Malik
-Come, chi?! Il vecchio saggio! Quello esperto in tutto e abbastanza capace…. Il vecchietto che borbotta!- Malik si illuminò
-Giusto! Come ho fatto a non pensarci prima!! È perfetto lui sa tutto! Grazie Altair, come fare senza di te!- disse correndo fuori a cercare il vecchio
(rimbambito -.-‘’ ndAltair) “Un paio di mesi fa mi voleva morto! Alla faccia…” si alzò e seguì l’amico ormai chissà dove a cercare l’anziano saggio.
 
-Me?- chiese un uomo sulla settantina rivolto al ragazzo
-Vede qualcun altro?- chiese acido Altair. Malik gli diede una gomitata
-Si, Grande Saggio, la prego, lei è il più adatto- l’uomo guardò prima Malik poi Altair. Poi tornò con lo sguardo verso il moro
-Perché non lui?- chiese rivolgendosi ad Altair. Quest’ultimo alzò gli occhi al cielo mormorando un, ‘Ho le mie ragioni’. L’uomo sorrise
-Non fa per te vero Altair? La vita sedentaria
-Si, Theodore, chissà come farò a chiamarti Maestro-
-Da piccolo lo facevi… comunque accetto la tua proposta figliolo- disse tornando a rivolgersi a Malik.
-Grazie, Maestro. Farò in modo che lo sapino tutti- disse Malik abbassando il capo in segno di rispetto e lasciando il gruppo. Theodore posò lo sguardo su Altair
-Altair, devi dirmi qualcosa… non è vero?- disse con lo sguardo indagatore
-Be io… si, devo chiederle di andare a Gerusalemme-
-Perché mai?- chiese curioso il vecchio
-Dicono che arrivi Re Riccardo e poi voglio vedere la situazione- disse
-D’accordo, stavo già pensando di farlo e mandare qualcuno, come mio primo ordine. Ma visto che ti sei offerto volontario, ti do licenza di andare-
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Salveee ^.-!!
Ho voluto riproporre questa ficton in modo più dettagliato e descritto. Mi sono accorta che l’altra, a parte non aver riscosso tanto successo, non era per niente leggibile ^^ Perciò ho voluto fare un altro tentativo ^^ Spero sia di vostro gradimento >.< Un bacione grande a tutti e mi raccomando recensite in tanti :b
Ali :3

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Capitolo 2
*** Arrivo a Gerusalemme ***


POV ADA
Il sole entrava timido attraverso le tende dei miei alloggi. Era ora di alzarsi. Presto sarei stata in Palestina. Sospiro, non mi piace il caldo. Certo non è la prima volta, ultimamente ci vado spesso, come principessa però. Ogni volta che arrivo mi ritrovo davanti quel molliccio di Francesco di Acri, che mi invita a fare una passeggiata, io sto per mandarlo a quel paese, ma poi mio padre mi guarda assassino. E così incomincia la mia tortura! Lui che parla, parla e io neanche lo ascolto. Ogni tanto vedo delle figure bianche muoversi tra i tetti furtivi e con un silenzio tomba. Ci sono anche quelli che quando hanno fretta non si preoccupano minimamente di nascondersi e si arrampicano sotto lo sguardo scioccato dei passanti e dei loro commenti. Sono come le aquile, belle, silenziose e letali. Che si notano solo al momento dell’attacco. Per fortuna noi ora abbiamo un patto di alleanza segreto con loro, se no potrei essere uccisa da un momento all’altro, anzi, non credo ne sarebbero capaci.
I miei pensieri vengono interrotti dall’arrivo di Barbara, la mia serva personale, che mi ricorda che devo prepararmi e che lei mi aspetta qui, per aiutarmi con l’armatura. Come se non fossi capace a mettermela. Mi alzo e mi dirigo verso il bagno dove mi guardo allo specchio prima di sciacquarmi la faccia. Sospiro, ho paura di rincontrare Francesco… che Dio me la mandi buona. Esco dal bagno dopo essermi lavata e vedo Barbara che mette in ordine l’armatura. Quando si accorge della mia presenza mi fa cenno di avvicinarmi e io faccio come richiesto. Fra mezz’ora saremo partiti…
 

POV ALTAIR
Il sole entra dalla porta che da al balcone, lasciata mezzo aperta. Mi alzo dal mio letto e mi dirigo verso il bagno. Oggi dovrò andare a Gerusalemme a vedere la situazione. Arriverà anche Re Riccardo e compagnia. Girano voci sul fatto che si sia portato dietro il soldato più forte di corte. Sarà. Dopo essermi lavato indosso la mia uniforme con tutti i miei ranghi e mi dirigo verso la scrivania di Theo... del Maestro, me lo devo ricordare! Appena mi vede mi fa cenno di avvicinarmi
-Salute e Pace T…. Maestro- dannazione! Me lo devo scrivere da qualche parte. Lo vedo sorridere, deve aver capito che sono un po’ in crisi nel chiamarlo per nome.
-Salute e Pace a te Altair. Dimmi sei pronto per andare a Gerusalemme?- mi chiede sedendosi alla scrivania
-Certo… mi chiedevo se c’è dell’altro- lui mi guarda perplesso
-Dell’altro? … oh! Scommetto che Malik non si è stato zitto- sorrido –Sto finendo di raccogliere informazioni, perciò ti devo chiedere di trattenerti lì un paio di giorni almeno, fino a nuovi ordini- annuisco e mi congedo. Quando raggiungo l’uscita ecco che arriva il “maestrino”
-Altair, pare che i miei allievi non comprendano bene come maneggiare la spada, daresti loro una dimostrazione?- mi chiede con il suo solito tono. Ma Dio Santo! Sbaglio o sono i TUOI allievi?!
-Avrei da fare- lo congedo atono
-Capisco- detto questo torna a dare ordini ai SUOI allievi. Sospiro, sempre la solita storia… chissà su quali ordini deve lavorare… mah!
Dopo essere uscito fuori dal cancello sento qualcuno che mi insegue
-Ehi!! Altair!! Aspetta!! – mi volto e vedo Malik sfinito inseguirmi.
-Devo andare anch’io a Gerusalemme, servo quando arriveranno i nuovi ordini da assegnarti- lo guardo atono
-D’accordo- ed entrambi montiamo sui cavalli. Io sempre sul mio solito cavallo nero come la pece e con una macchia in mezzo alla fronte bianca. Do una frustata più forte e parte al galoppo verso Gerusalemme.
 
 
Un gruppo di persone si affretta ad andare in centro pronta ad ammirare l’arrivo del Re. I bambini corrono per le strade giocando a nascondino, dove spesso vengono sgridati dai mercanti. Dopo un paio di minuti la gente si volta all’arrivo del Re Riccardo con la sua armata. Affianco a lui un soldato, dove si intravedono solo gli occhi, scruta attentamente la città attorno a lui. I bambini si fanno spazio verso la folla e esclamano quanto vorrebbero essere ricchi così. Quanto vorrebbero mangiare come il Re. Il soldato gli fissa per un paio di secondi per poi tornare con lo sguardi fisso davanti a se. Aveva gli occhi smeraldo velati e circondati da un Kajal nero e folte ciglia, che li risaltavano magnificamente. Nessuno però notava ciò. Nessuno immaginava che si potesse nascondere la Principessa. Poi un commento di una bambina vestita di stracci attirò la sua attenzione.
-Che peccato, questa volta non c’è la principessa… mi sarebbe piaciuto vederla. Sempre così bella, con quei vestiti magnifici…- Poi il soldato vide che arrivò un vecchio e la prese per i capelli urlandola che tra li a poco dovevano venderla e di non permettersi di fuggire. La principessa storse la bocca. Memorizzò bene il viso dell’uomo e giurò che egli non poté vedere la luce del giorno di domani. Se ne sarebbe occupata più tardi. Notò poi che una figura bianca scostava la gente per vedere meglio…
 

POV ALTAIR
Accidenti devo fare in fretta, dovrebbero essere già lì. Vedo un gruppo di monaci in lontananza e mi intrufolo in mezzo a loro. Dopo essere passato in osservato mi chiedo quanto possano essere stupide quelle guardie… come può un monaco avere tante armi… come può un monaco avere armi! Per non parlare delle macchie di sane sul vestito che mi sono dimenticato di lavare! Mi chiedo come le selezionano. Dopo essermi diviso salto sui tetti per arrivare prima a destinazione.
Finalmente eccomi arrivato, scosto le varie persone per vedere meglio e finalmente lo vedo. Dopo un po’ noto un soldato che fissa una bambina che viene portata via da un venditore di schiavi penso… anzi… quello è un sottoposto. Noto anche che stringe più forte le briglie per ritornare con lo sguardo dritto davanti a se. … ma è una donna?! Guardando i suoi occhi sembra di si. Scuoto la testa, com’è possibile? Va be ne avevo vista un’altra quando dovevo assassinare Roberto e mi sono ritrovato di fronte quella lì. Ma mi sembra strano, sarà la luce. Poi noto che mi guarda
 

POV ADA
Un assassino? Penso sia qui per il nostro stesso motivo. Dopo un paio di secondi rimasta a guardarlo si avvera uno dei miei più grandi incubi. Volto la testa lentamente… eccolo! Francesco di Acri con il nuovo Governatore di Gerusalemme e suo padre. Possibile che non mi lasci mai in pace?!
 
 

 
 

 
Salce salvino!!
Scusate il capitolo corto ma voglio lasciare le nuove notizie al prossimo capitolo ^.-!
Ringrazio Ezia98 per aver recensito e inserito nelle preferite. Grazie, grazie, grazie!!
Spero recensirete in tanti. Ho pensato di modificare la trama, quindi sarà diversa dalla precedente, sarà più emozionante ^.-!! Il prossimo capitolo si intitolerà:
Notizie sconcertanti e nuovo assassinio”  A presto e grazie a chi legge!
Mi raccomando recensite in tanti, anche le critiche sono ben accette ^^
Un bacioneeeee  

Ali :3

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Capitolo 3
*** Notizie sconcertanti e nuovo assassinio ***


Il Re dopo aver parlato al popolo si ritirò nel castello. Quando chiusero i cancelli, i cavalieri e il Re lasciarono i cavalli alle stalle e si ritirarono nei loro alloggi. Solo tre guardi seguirono il Re, per garantire lui, la sua protezione.
-Prego potete proseguire, non c’è bisogno che costoro vi seguano, mio signore- disse il nuovo Governatore di Gerusalemme. Re Riccardo fece cenno alle guardie di allontanarsi e raggiungere gli altri. Solo una rimase con lui.
-Anche tu puoi andare- disse il Governatore. La guardia emise un sonoro “Tsk” e si tolse l’elmo e il velo. E rimase con il viso coperto e i lunghi capelli marroncino chiaro, lasciarli liberi accarezzando le spalle e la schiena della ragazza.
I tre uomini strabuzzarono gli occhi per poi emettere un flebile “Oh”
-Prego, allora, vostra altezza- disse il Governatore lasciandole spazio per entrare. Quando passò Francesco di Acri le sorrise maliziosamente e lei in risposta, storse la bocca in segno di disgusto.
-Padre, con permesso, vado a togliermi l’armatura e indossare un abito più consono per la cena.-
-Va pure, Ada. Ci vediamo alla cena- la principessa fece un breve inchino e si precipitò nei suoi alloggi. Non sarebbe scesa a pranzo, non ne aveva la voglia. Si sarebbe fatta rivedere a cena. Nel frattempo avrebbe ingannato le ore, conoscendo meglio la sua vittima. L’uomo che aveva portato via la bambina dai capelli rossi.
 
 
Altair dopo la visita al Re, tornò alla dimora per raccontare ciò che aveva veduto.
Saltò dall’apertura sul tetto e ci si precipitò all’interno. Varcò la porta e rimase sorpreso a fissare la figura che si ritrovò al bancone
-E tu? Quando diamine sei arrivato? C…come hai fatto?-  chiese Altair
-Be sai, in realtà sono arrivato ora- si giustificò Malik. –Allora dimmi-
-Re Riccardo a  tranquillizzato il popolo e proclamato definitivamente, Giacomo, il nuovo Governatore di Gerusalemme-
-Giacomo di Contea? Però…- commentò Malik aprendo un tomo appena preso dalla libreria.
-Insieme al Governatore ho notato due uomini. Il Governatore di Acri e suo figlio. Quest’ultimi non ho idea di cosa ci facessero. Il Re ha finito il suo discorso, proclamando che stasera avrebbe fatto un annuncio al popolo della Palestina. Non ho la più pallida idea di quale sia, ma so che dovrò andarci per accertarmene di persona.- concluse Altair. Malik poi si ricordò di una cosa.
-Altair, pare che il Maestro, voglia approfittare della tua presenza per togliere la vita ad uno schiavista. Egli prende le bambine, ragazzine e donne e le vende al miglior offerente. Per qualcosa di davvero orribile.- Altair storse la bocca in segno di disgusto, poi si ricordò del sottoposto a costui che prese in malo modo la bambina dai capelli rossi.
-D’accordo, farò delle ricerche su costui. Poi tornerò da te per informarti delle mie azioni- Malik annuì e lo invitò a riposare, fin quando non si sarebbe sentito pronto.
 
Una figura dal Mantello nero e il viso celato dal cappuccio e dal velo dell’ennesimo colore, si spostava silenziosa tra la folla. Due occhi smeraldo fissavano le persone che gli passavano accanto. La sua attenzione venne catturata da due uomini che parlavano tra loro. Si sedette su una panchina e origliò il loro discorso.
-Sembra che Imad voglia dara la prossima asta nel distretto ricco. Sembra che li avrà più successo.- disse uno
-Già… sembra che la farà nei pressi del mercato- disse il secondo muovendo le mani. Il primo poi disse un’altra cosa alquanto interessante.
-Pare che però, egli tema per la propria vita. Gira voce, che gli Assassini si siano infiltrati per porre fine alla sua vita- il secondo non parve sorpreso
-Già, girano voci che vogliono porre giustizia-
“Mascherano la vendetta con la giustizia, o vogliono davvero portare ciò che dicono?” poi notò che una figura con il volto celato da un cappuccio bianco ascoltava la scena. Ada scosse la testa. Impossibile. “Sarà la mia immaginazione”
Si alzò dalla panchina e con immenso silenzio si perse tra la folla.
“Per ora so che l’uomo che ho visto era un sottoposto e che a quanto pare è una cosa ben più grande di quello che immaginavo. So che il loro capo tenderà un asta nei pressi del mercato del distretto ricco e che egli teme per la propria vita, cosa che giova a mio vantaggio” Ada però decise che era meglio se avesse altre informazioni prima di porre fine alla vita dell’uomo. Trovò due malviventi che parlavano tra loro. Rimase in piedi ad ascoltarli
-Pare che il grande Imad, ci abbia assoldati per proteggerlo. Pare che tema per la propria vita-
-Già… ma di cosa ha paura? E’ un ottimo spadaccino-
-Si, ma non devi mai sottovalutare gli Assassini-
“ Di nuovo gli Assassini? Pare che giocheremo a chi fa prima” pensò Ada mentre tornò ad ascoltare il discorso
-Quanti saremo?- chiese il secondo
-Un centinaio, ha radunato quelli di tutta la città, e ci pagherà bene- il secondo sorrise e poi congedò il ‘collega’.
Ada si voltò e vide che c’era di nuovo una figura bianca che osservava la scena.
“Chi fa prima, Assassino? Bene ora so che sono un centinaio a proteggerlo. Un bel problema, ma ho una notevole astuzia e se dovesse andare male ho vari piani” pensò Ada mentre si riperse tra la folla.
 
“Ora ho tutte le informazioni necessarie. Mi chiedo come abbino fatto a scoprirci. Ma non devo preoccuparmi, neanche per le guardie del corpo di quel verme. Bene riferirò delle mie informazioni a Malik. Poi porterò a termine la mia missione.” Pensò Altair mentre saliva sui tetti e saltava dirigendosi verso la dimora.
Una volta arrivato diede le informazioni a Malik che gli diede il permesso di andare. Altair pensò che non c’era tempo per riposare. L’asta si teneva tra pochissimo. Si arrampicò nella fontana con il simbolo della setta degli Assassini e uscì fuori dal covo. Una volta fuori, vide una guardia che lo fissava dicendogli che lui non poteva stare lì. Altair non gli diede retta e continuò finche il soldato non lanciò una freccia che Altair schivò facilmente. Quest’ultimo si voltò prese un pugnale e glielo lanciò ponendo fine alla sua vita. E si diresse verso il luogo dell’assassinio.
 
Ada ormai era giunta a destinazione e fissava l’iniziazione dell’asta. Vide poi un’altra figura bianca farsi largo tra la folla.
“Mi dispiace Assassino, ma io sarò più lesta di te”
-Venite, signori! Guardate quante belle ragazze ho qui per voi! Una più bella dell’altra. Avanti quanto offrite! Su non avete timore, le offerte sono aperte!-

Ada storse la bocca fece un salto e velocissima punto il pugnale al collo della vittima sgozzandolo.
-Taci bastardo!- sussurrò tagliente, mentre estraeva la lama dalla gola dell’uomo. Il sangue sgorgava e piano piano allargava una pozza sotto la vittima.
Ada fece un balzo e si confuse con la folla. I malviventi cercavano di capire chi era il colpevole.
Altair era scioccato, non capiva bene cos’era accaduto. Poi vide la figura nera alle sue spalle che poi urlò
-Un Assassino! Prendetelo!- poi mormorò all’orecchio dell’Assassino
-Mi spiace, io lavoro, tu guardie- poi sparì tra la folla. I malviventi circondarono Altair e lui cominciò a liberarsene.
“Giuro che me la paghi, chiunque tu sia!” pensò Altair mentre conficcava la spada nel ventre del malvivente.
 
“Sono già in ritardo, devo tronare al palazzo, lavarmi e prepararmi. Che schifo ho le mani piene di sangue, mi sa che la prossima volta devo portarmi i guanti. Mi dispiace un po’ per quel Assassino. Ma del resto l’ho aiutato a portare a termine la sua missione, no?”
Dopo essere arrivata, la principessa indossò l’abito che gli aveva consegnato il padre. Era un classico abito inglese. Corpetto che non ti fa respirare e gonna pomposa, non molto però, ma abbastanza per renderti difficile il movimento. Rosso ricamato d’oro con varie fantasie. Si legò i capelli in un chignon e lasciò che un ciuffo gli cadesse davanti. Si  mise la corona d’oro e si recò verso la Sala dove l’aspettava il padre.
-Finalmente la figura degna di una principessa, Ada- disse il Re
-Si padre.- rispose lei facendo un breve inchino di saluto
-Dove sei stata?- Ada si avvicinò con eleganza
-Sono sta in giro per il palazzo, padre. Curiosità- finì. Il Re annuì per poi iniziare un discorso
-Come ben sai ora dovrò fare un annuncio a tutto il popolo-
-Si padre. Ma non mi avete detto di cosa si tratta- disse la principessa sempre con tono di rispetto.
-Lo saprai presto- le porte si spalancarono e entrarono il Governatore di Acri, Il padre di Francesco di Acri ed esso.
-Possiamo andare, vostre eccellenze- disse il Governatore.
-Bellissima come sempre, principessa Ada- disse Francesco offrendoli il braccio, che lei rifiutò con un sonoro ‘Tsk’ per poi affiancare il padre.
 
-Ho capito… sei piuttosto stanco Altair- disse Malik vedendo Altair che ansimava
-No, vedi tu! Ho dovuto combattere con cento guardie tutte in una volta!- disse Altair riprendendosi
-Comunque deve essere molto astuto costui- disse Malik
-Costei! Era una donna, quando mi ha parlato, si è capito che era una donna. Volevo ucciderla per quello che mi ha fatto passare! L’ha detto con un tono di superiorità. Tsk! Ma poi è sparita. Comunque ora devo riandare alla piazza per assistere all’annuncio del Re.
-D’accordo, ma poi riposati!- Altair sospirò e si avviò verso la piazza.
 
Quando arrivò trovò il Re, i Governatori e il figlio di uno di essi. Poi vide anche la principessa, che aveva uno sguardo freddo. Poi il tipo che pare si chiami Francesco di Acri si avvicinò a lei e si inchinò
-Principessa Ada, chiedo la sua mano in matrimonio- la principessa alzò un sopracciglio “Cosa?!”
 
 
 
 

Salve salvino!! ^.-!!
Nuovo capitolo, con sconcertante notizia e un nuovo assassinio.
Povero Altair, Ada gli ha fatto saltare i nervi, oltre che averli scaricato cento guardie ^^

Grazie a tutti coloro che mi seguono!!! Grazie a:
Ezia98, Narjis e LoveDolphin per le recensioni *-*!! Grazie :***
Grazie anche ai lettori. Il prossimo capitolo s’intitolerà:
Fuga
Un bacione grande a tutti, recensite mi raccomando ^.-!!
Ali :3

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Capitolo 4
*** Fuga ***


-Principessa Ada, chiedo la sua mano in matrimonio- la principessa alzò un sopracciglio “Cosa?!” ….
 
-Cosa?!- esclamò la principessa. Re Riccardo spalancò gli occhi, come gli altri del resto. La principessa Ada ritrasse violentemente la mano. Prese la sua lunga gonna e scappò in mezzo alla folla.
-Ada! Ti ordino di tornare immediatamente qui! Sarai punita se non lo fai! Ti obbligo!- urlò Re Riccardo.
Ma stiamo scherzando?!Pensò Ada mentre correva. Delle guardie gli si posarono davanti lei buffò alzo l’enorme gonna prese il suo adorato pugnale e in uno scatto fulmineo tagliò il ventre delle guardie, senza ucciderle, se no oltre che fuggitiva, sarebbe diventata traditore.
Correva, con una mano teneva la gonna e con l’altra il pugnale. Chiunque gli si metteva davanti lei lo faceva accasciare al suolo. Poi dopo che fece perdere le sue tracce si accasciò in un vicolo buio.
-Accidenti! Non respiro! Dannato bustino!- respirava affannosamente. Stava per perdere i sensi, raccolse le ultime forze e taglio il bustino. Riprese a respirare normalmente. Si tolse il vestito e rimase in canotta, con un bustino più leggero del precedente, e un paio di pantaloni-mutande, il tutto beige. Adesso si sentiva meglio, essendo più agile. D’un tratto sentì le voci dei soldati farsi sempre più vicine. Merda! Devo scappare! Prese il pugnale, il cui manico erano due serpenti intrecciati i quali occhi erano rubini, significava molto per lei. Ricominciò a correre a più non posso, urtava la gente che la guardava sconvolta. Non era da tutti i giorni vedere una ragazza mezzo nuda (che poi, a quel tempo erano più coperte di noi in autunno -.-“ Ma per quel tempo significava essere in intimo) che scappava. Svoltò in un vicolo e andò a finire sopra un uomo.
-Ahia!- esclamò poi aprì gli occhi e sorrise –Ah ciao- l’uomo la guardava allibito
-C…che diamine!- l’Assassino continuava a fissarla sconvolto.
-Shh!! Se urli mi scoprono! Ahia… spostati! Il manico della tua spada mi fa male, l’ho conficcato nella pancia!- Altair la guardò male.
-Mi scusi principessa! Ma qui non sono io quello che si deve spostare!- disse cominciando a spazientirsi.
-Ah- esclamò la principessa alzandosi. Altair sbuffò e si alzò.
-Senti mi fai un favore? Mantienimi al segreto!- disse in un tono, come fosse un ordine, Ada. Altair alzò un sopracciglio e si voltò e fece per andarsene
-Aspetta! È un ordine!- Altair si fermò e la guardò
-Sai quanto me ne può importare?!- poi si voltò e cominciò ad incamminarsi.
-Ti prego!- Ada cominciò a seguirlo, quando lo raggiunse lo prese per un braccio e lo fece sbattere in un muro di un vicolo, in modo che la guardasse negli occhi. L’assassino era sconvolto, ma che diamine le prendeva?!
-Senti Assassino, ora tu mi aiuti a fuggire!- disse decisa Ada, Altair alzò entrambi i sopraccigli e la guardò male
-Spostati- disse freddo. Ma principessa strinse le labbra
-No! Adesso tu mi aiuti!- continuò. Altair spazientito la prese per le spalle e la spostò con forza facendola finire sulla strada. Ada era furiosa
-Come ti permetti?!-
-Come ti permetti, tu! Prima mi finisci a dosso, poi pretendi che io ti aiuti, poi me lo ordini sbattendomi al muro! Sono affari tuoi, non miei!- Ada continuava a reggere lo sguardo freddo e testardo di sempre. Aggrottò le sopracciglia e si rialzò dal pavimento. Stava per ribattere ma un’aquila arrivò e si posò sulla spalla dell’Assassino. Altair si volto
-Ehi, che mi porti?- disse prendendo un foglio che l’aquila teneva nella caviglia. Lo aprì e lesse
 
Salute e Pace fratello,
ho sentito di quello che è successo all’annuncio, Re Riccardo è venuto di persona alla dimora, naturalmente in segreto, e mi ha chiesto di radunare gli uomini che avevo a Gerusalemme per trovare la Principessa. Siccome ci sei tu, e sei libero ho pensato di accettare. Questa è la tua nuova missione, porta onore alla confraternita e al trattato di alleanza con il Re,
Malik
 
Altair dopo aver letto la lettera si ritrovò il volto della ragazza sopra la sua spalla che leggeva anch’essa il contenuto della pergamena. Altair la guardò per poi ghignare. Lei lo fissò a sua volta. Si staccò fece un respiro; in una frazione di secondo Altair si ritrovò spalle al muro con un pugnale particolare puntato alla gola e la principessa che lo guardava fredda e decisa.
-Se ci provi a portarmi alla tua dimora, giuro che ti uccido- disse scandendo bene le parole, con la sua voce perfettamente femminile, che in questo momento non si abbinava con il suo sguardo.
-Ma come hai fatto?!- chiese Altair. Poi ritornò in se stesso, cercò di prendere per le spalle la ragazza ma lei affondò la lama facendoli uscire del sangue.
-Portami alla dimora, ma non per consegnarmi, ma per trattare con il tuo capo-
-Tecnicamente, non è il mio capo- affondò più la presa e Altair gemette. Non riusciva a muoversi
-Non ti conviene opporre resistenza, perché tanto è inutile- disse continuando a parlare decisa. Non si era accorto però che un arciere si era posizionato sopra un tetto e che per fermarla l’aveva colpita con una freccia ad un fianco. Ada gemette, allungò la mano nel collo dell’Assassino sino alla spalla. Prese un pugnale e si voltò di scatto lanciandolo e centrando la guardia. Continuando a tenere con una mano il pugnale; con l’altra si estrasse la freccia e gemette. Ma non se ne preoccupò e riprese con la minaccia.
-Allora? Fammi…. Strada…- stava lentamente vedendo annebbiato. L’aveva colpita in un punto critico, stava perdendo molto sangue. Cercò di non abbattersi e si fece forza tornando con lo sguardo deciso sull’assassino che osservava la ferita e il sangue che cadeva nell’asfalto.
-Non è nulla! Tanto non riesci a battermi nemmeno se io sono ferita! Posso sembrare una classica principessa debole, ma non è così! Mi sono allenata da quando ero piccola. –
Ad Altair bruciava la ferita sul collo ed il pugnale su di essa. Ma pensò che la ferita che la ragazza aveva da parte a parte, l’avrebbe fatta cedere entro cinque minuti, avrebbe agito allora. Però si stupiva che non aveva ancora perso i sensi.
-Allora Assassino… la tua vita… la… risparmierò… se mi conduci dal… tuo …- non c’è la faceva a continuare, vedeva tutto annebbiato, sentiva i suoni man mano farsi sempre più lontani. Poi posò lo sguardo su la freccia. Non era una qualsiasi, era un bastone con legato un pugnale. Volevano ucciderla, e forse ce la stavano facendo. Girò lo sguardo e guardò il soldato abbattuto, Templare, ora si spiegava tutto. Lo stesso fece Altair che storse le labbra alla vista del Templare… il suo ex-Maestro lo era… già, ma non meritava più di essere chiamato tale.
-D’accordo di condurrò alla Dimora, seguimi- Altair accettò sapendo che la ragazza avrebbe ceduto da li a poco. Ada lo lasciò passare e cominciò a seguirlo debolmente. Vedeva tutto diventare nero, poi rosso… sentiva come se fosse in un altro pianeta. Barcollava, quando vide l’assassino salire una scala verso un tetto, a lei parve impossibile. Non ne aveva le forze
Resisti Ada, avanti… non puoi abbandonare proprio ora. Se lo fai sarai costretta a essere punita e soprattutto  a sposare quel mollusco. In questo momento odiava suo  padre. Lei era sempre stata femminista, anche se a quel tempo ne esistevano ben poche, se non niente. Ed essere usata come merce di scambio la disgustava. Si perché suo padre l’aveva promessa in sposa in modo da avere un trattato di alleanza, pace e potere con la Palestina. Bastardi!
Altair notò con quale fatica camminava e con quali enormi sforzi cercava di alzare la gamba per salire nella scala. Sapeva che sarebbe crollata a momenti. Si stupiva però di quanta forza di volontà continuava… anzi di quanto fosse testarda. Pensò anche che non aveva tutti i torti a fuggire da quel matrimonio, del resto quello lì sapeva di porco, maschilista, che a quanto aveva capito non erano molto apprezzati dalla principessa, e mollusco. Ma di certo non l’avrebbe aiutata.
Vide poi che c’è l’aveva fatta a salire la scala. Notò i suoi occhi spenti, il suo pallore, il suo sangue che colava senza fermarsi. Poi fu un attimo… Ada vide il buoi e cadde dal tetto. Altair afferrò di scatto il polso della ragazza. Erano parecchio in alto, sarebbe sicuramente morta. Notò che era ancora viva. Diede un sospiro di sollievo. La doveva portare viva, non morta. La prese in braccio e saltò di tetto in tetto fino alla dimora per consegnarla. Guardò quanto la sua carnagione olivastra fosse diventata bianca come la sua tunica. Stava perdendo molto sangue, sarebbe sicuramente morta. Prima di consegnarla bisognava almeno fasciarla.
Arrivato alla Dimora, gli corse incontro Malik.
-Oddio Altair, ma è morta! Dovevi consegnarla viva accidenti!- Malik era esasperato, già si vedeva giustiziato dal Re.
-Non sono stato io. È stato un templare. Curala, così quando si riprende la possiamo consegnare- disse freddo Altair sdraiandosi sul tappeto e sui cuscini.
Malik prese in braccio la ragazza e la condusse in un letto dove la medicò.
Altair si guardò le mani e la veste, erano piene di sangue… chissà se ce l’avrebbe fatta. Non l’importava della Testarda, ma l’importava del trattato di alleanza con il Reame. Se la figlia del Re sarebbe morta, sarebbe andato in fumo tutto. Si alzò e andò verso la fontanella della dimora e si sciacquò. Poi vide uscire Malik dalla stanza,
-Allora?- gli domandò freddo. Malik si lavò le mani e disse
-Ha perso molto sangue, ma domani mattina dovrebbe riprendersi- Malik poi si sedette in una sedia della stanza rivolta verso il letto
-Che facciamo avvisiamo il Re?- chiese Altair sedendosi anch’esso affianco al letto.
-No… è meglio che non sappia che sia in queste condizioni. L’avviseremo appena si rimetterà. Ma Altair- Malik gli si avvicinò e gli tolse la mano dal collo –Ma tu sei ferito! Chi è stato?-
-La principessina dei miei stivali! Voleva trattare con noi due, ha detto che se non l’avremo aiutata ci avrebbe uccisi- disse freddo Altair. Malik cominciò a curarlo. Dopo che ebbe finito sospirò
-E se domani ci uccide tutti?- chiese Malik sedendosi e guardando la figura “angelica” supina nel letto.
 

 



Salve ^.-!!
Allora che ve ne pare? >.< La principessa è in fuga, che cosa succederà?

Ringrazio Ezia98 per aver recensito, grazie Stella *-*
Ringrazio anche chi mi segue e chi legge ^^ Il prossimo capitolo s’intitolerà:
-Patto con minaccia
Grazie in anticipo a tutti, mi raccomando recensite ^.-!!
Un bacione grande

Ali :3

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Capitolo 5
*** Patto con Minaccia ***


Mmh… mi hanno catturata?!  Ada si mise a sedere di scatto sul letto, ma gemette di dolore. Si guardò il fianco e vedendo la ferita, i ricordi riaffiorarono nella mente della giovane. Lo gemere della principessa svegliò l’assassino che dormiva seduto su una sedia. Esso scattò in piedi e con la voce impastata dal sonno
-Chi?! … Ah, non è nulla, torno a dormire- fece Malik risedendosi. Difatti Ada si era ricoricata e finse di essere ancora incosciente. Se voleva farseli alleati… o semplicemente minacciarli e renderli suoi subordinati doveva sorprenderli di nascosto. Con uno sforzo immane mise i piedi fuori dal letto. Per fortuna era ancora in biancheria, sarebbe stata più agile. Diede un’occhiata in giro. Da una fessura di una porta si intravedeva un bancone e più in là un tavolo… con sopra il suo pugnale.Evviva, l’ho trovato! … ahia! La ferita… è vero…
Si mise in piedi, ma si accorse che le girava la testa in una maniera assurda. La ferita cominciò a farle male e la vista si annebbiava.Su Ada, resisti, devi farcela! Se no non concludi nulla, avanti! Cercò di incoraggiarsi, mentre si teneva la ferita bendata e avanzava di qualche passo. Era incerto, trascinato, ma dopo vari sforzi riuscì ad arrivare al tavolo. Prese il pugnale e fece per ritornare in stanza ad elaborare una buona strategia, ma…
Dall’apertura sul tetto si udirono dei rumori. Ada imprecò a bassa voce e provò ad arrivare in stanza più velocemente, ma la ferita le bruciò all’istante. Sentì un balzo accompagnato da un imprecazione. Affrettò il passo. Zoppicava e trascinava i piedi, ma doveva farcela, doveva trovare una soluzione.
-Malik! Ehi! Svegliati! …- disse Altair, ma non concluse poiché rimase colpito dalla scena. Ada aveva tappato la bocca dell’assassino con una mano e con l’altra teneva il pugnale puntato alla gola.
Malik si dimenava, ma a ragazza non accennava a lasciare la presa. Dopo tutto, lei aveva più resistenza di una ragazza normale e Malik poteva cercare di dimenarsi solo con un braccio.
-Malik… sta fermo- sussurrò Altair muovendo passi incerti verso la principessa. Malik sbarrò gli occhi Stare fermo?! Ma ha perso, forse, il senno?!
-Malik, se ti muovi, ti uccide. È a sangue freddo. Ripeto, sta fermo-  Altaur continuò ad avanzare
-Non… non ti avvicinare!- disse Ada, mentre le parole le morivano in bocca. La ferita si era riaperta e il sangue tornò libero a defluire. Altair posò lo sguardo sulla macchia rossa che pian piano si allargava sempre di più. Pensò che se avesse perso ancora sangue sarebbe morta e loro venivano incolpati, e allora si, che dicevano addio ad il patto. Pensò che era meglio farla ragionare, del resto era sempre una ragazza, no? Si avvicinò ancora
-Metta giù il pugnale… se continui così perderai ancora sangue e per te sarà la fine. Perché non sposi Francesco di Acri?- provò Altair
-Perché ti sembro forse la tipa che si fa sottomettere così?! O forse ti sembro una da vendere ad un porco! O  forse, non pensate a come mi senta?! Sono una merce di scambio! Sai cosa significa?! Sono come una pezza di stoffa, o un contenitore di spezie orientali! IO non sono un OGGETTO! Sono un essere umano e non merito di essere trattata in questo modo. Quindi vi pongo le mie condizioni. Voi mi aiutate a scappare e mi portate a Masyaf; li rimarrò fino a quando mio padre rinuncerà al matrimonio. Avrete il compito di mantenermi in incognito fino ad allora. Se non lo fate, ucciderò il tuo amico e dirò a mio padre che voi mi avete ridotta in questo modo e volevate approfittare di me. In questo modo, mio padre ritirerà l’accordo e voi verrete uccisi. E anche se non dovesse succedere, la vostra confraternita vi riterrà disertori, traditori e colpevoli delle morti subite. Verrete cacciati e condannati a morte. Accettate o morite?-
Altair sembra dubbioso e preoccupato.Se ora mi getto su di lei, ucciderà Malik. Se mi rifiuto lo ucciderà comunque… e poi c’è il fatto che la sua spiegazione non fa una piega. Oltre che ad essere testarda, tenace e determinata, suppongo sia anche un abile combattente e non solo… a quanto pare è anche un abile stratega. Calcola tutto nei minimi dettagli… accidenti… cosa faccio!? Non posso mettere di nuovo Masyaf e la setta nei guai… non di nuovo! Altair consultò Malik guardandolo negli occhi, in cerca di una risposta.
-Allora?- affondò il pugnale sulla carne. Una goccia di sangue cadde a terra. Altair si trovava con le spalle al muro, fregato da una donna. Malik strinse gli occhi dal dolore e gemette sotto la mano della ragazza. Altair non sapeva che fare.
-D’accordo allora, ucciderò il tuo amico- passò di lato la lama facendo urlare da sotto la mano, Malik dal dolore. Altair strinse i pugni
-Ferma! Accetto… accettiamo le tue condizioni… ma ora lascialo andare.- Ada ghignò in segno di vittoria. Altair pensò che quel ghigno non l’avrebbe più scordato. Ada lasciò cadere a terra Malik che tornò a respirare. Si mise subito una mano sul collo. La ferita era superficiale, paragonabile a un graffio profondo.
Ada vide tutto annebbiato. Scosse la testa e andò verso l’assassino più giovane
-Allora… part………- svenne e cadde sopra ad Altair.
-Che bello! Adesso ho un moribondo sconvolto e una ferita manipolatrice di uomini! Altro che farsi sottomettere! Qui è lei a sottomettere tutti!- disse Altair prendendola in braccio e lasciandola sul letto. Poi tornò da Malik.
-L’ho detto io che ci avrebbe uccisi tutti!!- esclamò Malik, mettendosi a sedere sul pavimento.
 
Passarono due giorni e ormai Ada si era più o meno ripresa, più meno che più. Si mise a sedere nel letto e subito qualcuno le lanciò un mantello nero e un fazzoletto. Alzò gli occhi e lo vide, il suo più grande nemico
-Copritevi il viso e lasciate solo gli occhi fuori. Mettetevi il mantello in modo che oscuri pure essi. Partiremo questo pomeriggio- disse freddo lasciando la stanza.
Ada rimase al buio con solo una finestrella sbarrata, che filtrava i raggi solari. Guardò gli indumenti e successivamente li indosso. Ora era irriconoscibile poiché non si vedeva nulla di lei. Prese il pugnale e fece per dirigersi alla porta quando, un urlo di dolore riecheggiò nella stanza. Non riusciva a muovere un passo. Le cure offerte da Malik non erano sufficienti. E adesso come avrebbe fatto a cavalcare e a correre o semplicemente camminare verso l’uscita?
Malik entrò nella stanza spaventato dall’urlo.
-Principessa, state bene- essa si accasciò al pavimento.
-Non riesco a muovere un passo…- disse debolmente. Entrò pure Altair che vedendo la scena storse il labbro
-Ti prenderà Malik, ora andiamo- Malik alzò un sopracciglio
-Ehi Altair… non so se te ne sei accorto, ma mi è impossibile… COME DIAMINE FACCIO A PRENDERLA SE HO SOLO UN BRACCIO?!- Altair si fermò sull’uscio della porta. Non era possibile… toccava a lui! Quest’ultimo periodo era tutto un incubo. Era tutto stravolto… da quando era arrivata, Miss Principessina.
 

 
 
 
 
 
 

Salve!! ^.-!!
Scusate il capitolo corto, ma volevo mantenere la fuga dalla città per il prossimo capitolo ^^
Allora che ve ne pare?

Tutti: Non farci parlare -.-“
?!... -_- ok… Comunque, tornando alla storia,
il nostro Altair è sempre più stressato, riuscirà a mantenere le staffe ancora per molto? … e chi lo sa!

Ringrazio Ezia98 e Narjis per le recensioni, grazie *-*!!
Ringrazio anche chi legge e basta, mi raccomando recensite,
Un bacione grande

Ali :3

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Capitolo 7
*** Arrivo a Masyaf ***


-E va bene! Ma sbrighiamoci!- disse Altair arrabbiato e spazientito uscendo dalla stanza e dirigendosi verso il tetto. Ma venne richiamato da Malik
-Altair?- quest’ultimo grugnì in risposta –Dimentichi forse, che ne so… il motivo dei guai, scusa… della nostra fuga?- Altair si fermò di scatto e strinse i pugni. Un giorno o l’altro sarebbe esploso se lo sentiva dentro. Tornò sui suoi passi e prese la “Principessina” in braccio mugugnando ad ogni passo.
-Non sono così pesante! Smettila di lamentarti!- si lamentò Ada
-State zitta- disse infastidito Altair, Ada mise il broncio e Malik tremò,
Con quei due che vanno così “d’accordo” che mi devo aspettare? Pensò terrorizzato al solo pensiero Malik
-Mi viene male arrampicarmi con te in braccio- disse scocciato l’Assassino
-Ah! Perché è colpa mia se siete incapaci di usare una porta?! Secondo te a che le hanno inventate a fare le porte? Le strade? C’è bisogno di arrampicarsi, Nostro Signore!!- cominciò ad infastidirsi Ada. Altair grugnì e si voltò verso Malik
-Le chiavi?- chiese Altair sul punto di scoppiare
-Mmh? Oh si eccole!- disse andando verso la porta e aprendola. Una volta fuori si diressero verso l’uscita. Ada ripescò la discussione
-E poi! Mi spieghi come fa il tuo amico ad arrampicarsi con un braccio?!- Altair non rispose incapace di ribattere. Altair si fermò di colpo
Accidenti le guardie! Non si vede il suo volto ma … le guardie stanno perquisendo tutte le donne che escono dalla città…! Assassinarle? Ma come faccio con questa qui?! Potrei nasconderla e poi rivenire a prenderla… e se mi tenta di lasciarla a marcire lì? Cosa che sto pensando in questo momento…
-Altair io le distraggo, tu vai ai nostri cavalli, prendi il tuo e cominci ad andare… io ti raggiungo- disse Malik avviandosi all’entrata
-Aspetta! Ma hai solo un braccio e quelle guardie sono sei, più quelle in giro! Non c’è la farai mai!- lo fermò AdaMi hai tolto le parole di bocca, Principessina
-So ancora tenere una spada. E poi non intendo affrontarle, mi limiterò a schivare i loro attacchi. Quando non vi vedrò più scapperò e tornerò anonimo, d’accordo?- Altair sospirò e Ada lo guardava in attesa di una risposta
-Ti aspettò all’uscita del territorio di Acri, nei pressi del Regno. Devi esserci Malik, va- ordinò, Malik annuì e si precipitò sulle guardie, celando il suo volto in modo, che non dicessero che gli Assassini collaboravano in modo che la principessa scapasse. Quando ebbe ingaggiato lo scontro Altair con il cappuccio calato e la ragazza in braccio uscì da Acri in assoluto silenzio. Una volta fuori, prese il suo cavallo nero e vi montò sopra con la ragazza. Quest’ultima appoggiò il capo sopra il petto di lui e gli puntò il coltello in pancia
-Non fare veloce, Malik non è molto bravo a curare, perciò le ferite sono fragili. Ora tolgo il coltello, ma al minimo errore, ti uccido, intesi?- Altair sbuffò, e partì non troppo brusco. Ada si accoccolò e chiuse gli occhi.
Che seccatura che sei…pensò Altair mentre si dirigeva verso il Regno. Quando vide un templare, si mimetizzò subito e gli venne da pensare a quella donna che aveva incontrato al posto di Roberto. Non era un bellezza ma era abbastanza brava con le armi, non c’è che dire. Poi posò lo sguardo sulla ragazza dormiente.
Lei di certo è molto più bella, ma è una carogna, malefica, scorbutica, testarda, acida e una seccatura enorme! Nulla in confronto a quella… Maria?
-Certo che sono più bella…- sbadigliò –Avevi qualche dubbio?! Riguardo alla cara descrizione che mi hai dato, be questa volta chiudo un occhio. … chi è questa Maria?!- chiese. Altair era parecchio imbarazzato. Non si era reso conto che aveva dato voce hai suoi pensieri, adesso che gli diceva, dopo che aveva tirato in ballo Maria?! Ada lo guardò, mentre lui teneva gli occhi fissi sulla strada facendo finta di nulla. Ada sopirò
-Quella psicopatica di Maria Thorpe?!- Altair sbiancò e lei come la conosceva?!
-E tu…?- Ada fece una faccia disgustata

-E’ una che si crede chi sa chi. Si atteggia da maschio e si crede di poter battere tutti. Tsk! Prima che diventasse Templare, e anche dopo,  mi sfidava sempre- Altair ghignò, Minimo ti ha sempre battuta Principessina
-Perdente!- esclamò, Altair alzò un sopracciglio –Non è altro che una perdente. Non mi ha mai fatto un graffio! Le ho risparmiato la vita, soltanto per un capriccio. Volevo continuare a farle invidia. Doveva guardarmi in tutto il mio splendore e soffrire!- ghignò malefica Ada. Altair la guardò sconvolto. Ma chi era questa qui?!
-Abbastanza modesta…- disse Altair, tralasciando altre domande ed esclamazioni
-No. Per niente. Non è forse la verità, Assassino?!- Altair ghignò.
Ancora poco e sarebbe esploso.
-State zitta, dovremo esserci. Dobbiamo solo aspettare Malik-
Ada guardò davanti a se in cerca di qualcosa
-State comoda poggiata a me ‘Vostra Altezza’?-
Ada continuava a fissare davanti  a se, e a scrutare il territorio.
-Smettetela di prendervi gioco di me!- Altair alzò un sopracciglio e sorrise
-Come mai del voi, Principessina?- Ada arrossì
-Be parlare di quella ‘lì’ mi ha fatto ricordare che oltre ad essere una fuggitiva e come avete detto voi una furfante ricattatrice sono anche una principessa-
-Datemi del tu, il voi, mi fa sentire vecchio- sbuffò Altair. –Perché ci mette tanto Malik?!- sospirò preoccupato. Smontò dalla sella e poggiò Ada a terra con la schiena in una parete rocciosa. –Aspettate qui, vado a controllare- disse prendendo il cavallo e montandovi sopra. Diede una frustata e partì
Non erano solo sei… devono essere di più… accidenti mi serve! Però è alquanto strana l’espressione dell’Assassino poco educato… è come se non volesse che qualcosa riaccadesse di nuovo. Mah! Saranno affari loro…
 
Venti minuti… venti interminabili minuti. Ma dov’erano finiti?! Ada provò ad alzarsi ma gemette di dolore.
Merda! Odio stare in queste condizioni!!  Dove siete?!
Poi voltò lo sguardo davanti a se e vide un soldato
-Ehi, tu! Che ci fai buttato qui?!- Scusa?! Guarda che sono una donna! … ah giusto.  Ma se parlo adesso e vede che sono donna approfitta di me! Ma dove sono finiti!!
Un urlò strozzato spezzò il silenzio. Il soldato cadde a terra sgozzato. Dietro Altair con il volto indecifrabile estrasse la lama.
-Se la uccidi adesso, abbiamo fatto tutto questo casino per nulla! Andiamo su- disse Altair prendendo in braccio, con malo modo Ada che gemette e gli diede un colpo intesta.
-Ahia!- Ada lo guardava furiosa
-Ahia?! Lo devo dire io! Ti pare il modo di prendermi?!-
-E’ già tanto che ti prendo in braccio e non in spalla- Ada continuava a sostenere lo sguardo arrabbiato dell’Assassino
-Provaci soltanto e giuro che ti ammazzo- sibilò velenosa
-Sbaglio o ti servo?!-   Ormai era certo, primo o poi uno dei due sarebbe esploso, ma chi sarà il primo?!
 
Si stava facendo notte e Ada dormiva tranquillamente con il volto poggiato sul petto di Altair. A Malik, cadde la palpebra più di una volta e andava a sbattere altrettante. Allora Altair prese la decisione di accamparsi. Scese dal cavallo e poggiò Ada su una stuoia. Appena Malik toccò il pezzo di stoffa cadde in un sonno profondo. Invece Altair stava di guardia e a intervalli regolari attizzava il fuoco.
Calò la notte e anche Altair cominciava ad accusare la stanchezza del giorno. Si alzò e svegliò Malik chiedendoli di cambiare il turno
-E’ così carina quando dorme- disse Malik sorridendo. Altair storse la bocca
-Già peccato che quando apre la bocca sparisce tutta questa ‘magia’- poi si coricò e prese sonno. Malik guardò il fuoco quasi spento. Altair doveva aver sonnecchiato, del resto oggi aveva lavorato parecchio, gli aveva anche salvato la vita.
 
La mattina seguente Altair sveglio ‘gentilmente’ la principessa
-Svegliatevi! Qui non siamo al palazzo reale! Avanti!- Ada aprì gli occhi e sbadigliò. Altair la prese di peso e salì sul cavallo. Dopo che Malik ritirò le stuoie e cancellò ogni loro traccia, da bravo assassino, si mise a galoppo verso Masyaf.
 
-Ben tornato Maestro Altair, o salve Maestro Malik- disse la guardia lasciando passare i tre. Aspetta, tre?
-Aspettate chi è costui?- disse indicando la figura con il mantello nero.
-Una donna- la guardia lo guardò con un sopracciglio alzato e Malik continuò
 –L’abbiamo trovata dopo un attacco templare alla sua dimora. Vogliamo portarla al grande Maestro, in modo che decida lui che cosa farne e …- ma venne interrotto da Altair alquanto scocciato
-Non vi riguarda il perché.- disse incamminandosi verso la fortezza. Malik si scusò con la guardia e lo seguì. Appena furono all’entrata Altair ordinò alle donne incaricate di curare i feriti di occuparsi di lei senza toglierle per nessun motivo il velo. Poi andò verso la scrivania del Maestro.
-Salute e pace, Maestro- salutò e con lui fece lo stesso Malik
-Salute e pace, Altair, oh… Malik?- Malik fece un breve inchino poi aggiunse
-Abbiano notizie da porgevi-
 
 

 
 

Salve salvino miei adoratissimi lettori!
Come state? Io sono sulla via della depressione, domani comincio la scuola! :O
Speriamo vada bene, quest’anno sono anche di esame >.< Si salvi chi può!
Tornando alla storia, che ve ne pare? Penosa? … u.u possibile, visto che la depressione ha coinvolto la mia ispirazione, ma dopo una breve partitina qualcosa mi è venuto, cioè questo schifo -_-
Spero che almeno un po’ vi sia piaciuto ^^
Ringrazio tantissimo la mia carissima Ezia98, Grazie *-* :***
Ringrazio anche chi legge e basta,
Un bacione grande, la vostra

Ali :3

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Capitolo 8
*** La balia ***


Dopo che Malik raccontò quanto accaduto, naturalmente inventato, il Maestro si alzò dalla sedia e si avvicinò ai due, perplesso.
-Quindi mi state dicendo, che una ragazza sopravvissuta ad un attacco templare vi ha supplicato che la prendeste con voi?- Malik annuì, terrorizzato all’idea che non fosse credibile.
-Sono proprio curioso di conoscerla!- disse allegro il Maestro facendo rilassare Malik.
-Ma fin quando non si riprenderà la voglio lasciare tranquilla, poi vedremo cosa farne. Altair, la tua prossima missione è di seguire la ragazza- Altair per poco non si strozzo con la sua stessa saliva. Dopo che si fu ripreso, protestò
-Come scusi?! Sta scherzando spero- il Maestro scosse il capo –Dovrei fare la balia?! Non ci penso proprio, lo faccia fare a Malik!- il Maestro rise
-Oh Altair! Malik ha da fare a Gerusalemme! E non sarà mica così terribile!- Altair alzò un sopracciglio –E’ una brava ragazza scommetto! Anche dolce!- Dolce?! Vorrebbe scherzare?!
-E poi il mio è un ordine- Altair sbuffò e per altri cinque minuti lo pregò di togliergli l’incarico.
Ma non ci fu nulla da fare, lo congedò e gli ordinò di andare dalla ragazza. Moggio, moggio, andò verso l’infermeria. Attraversò il cortile per poi aprire una porticina che dava a delle scale. Le salì, e lo condussero ad una grande sala. Era lussuosa e ricca di mobili pregiati. Aveva tante librerie dove degli assassini, si arricchivano dei contenuti che esse portavano. Varcò un corridoio che dava a tante porte. Aprì la penultima. Era una stanza abbastanza grande e lussuosa. Al centro stava un letto a baldacchino. Vi ci sdraiò e chiuse gli occhi. Sarebbe passato più tardi da Ada.
Non bastava che dovevo occuparmi di tenere all’oscuro di tutti della sua vera identità? No… certo che no! Non basta! Ora devo pure farle da balia! Non è possibile… pensò Altair portandosi le mani in volto, per poi sbuffare. Passarono altri cinque minuti, quando Altair decise che era meglio andare. Si spogliò di tutti i suoi ranghi e armi e indossò abiti normali. Aprì la porta della sua stanza, e dopo che vi uscì la richiuse a chiave. Era ora di andare in quella stramaledetta infermeria a trovare Miss. Principessina
Aprì la grande porta. Al suo interno tanti letti pieni di feriti o malati. Le donne tamponavano il sangue e ricucivano le ferite. Si avvicinò ad un lettino vicino ad una finestrella. Supina sopra di esso, stava una ragazza con un velo, da cui trasparivano a mala pena gli occhi.
-Ho caldo, questo velo non è per niente confortante!- disse mentre guardava attraverso la finestrella. Altair si sedette in una sedia affianco alla branda
-Non scocciate. Pensate a quelle che devono portarlo tutta la vita- Ada storse il labbro
-Secondo te perché non voglio sposare quel porco maschilista?!- Altair sospirò
-Dimenticavo che sei una femminista nata. Peccato che tu sia l’unica- Ada si voltò e gli diede un colpo al ginocchio, essendo l’unico punto a cui arrivava
-Non è così. Le donne vivono con la paura. Si tengono tutto dentro per paura che vengano uccise per aver manifestato ciò che pensano! In questa società, non hanno nessun diritto. Devono stare in silenzio e sottostare a voi sotto specie di esseri inferiori!- disse Ada adirata. Altair sorrise
-Magari verrà il giorno che anche loro avranno dei diritti-
-Lo spero… ma bisogna incominciare con poco. Quando anche tu avrai una compagna, se mai ci fosse qualcuna così pazza da prenderti – Altair sussurrò un grazie sarcastico – Rispettala e insegna ai tuoi figli di fare altrettanto, vedrai che prima o poi, tutti avranno questa mentalità… almeno in parte- sorrise Ada. Altair sbuffò ricordando il suo compito
(purtroppo ancora oggi non tutti rispettano le donne, brutti disgraziati maschilisti!   Ali :3)
-Ah, principessina, sono la tua balia da oggi- disse “poco” scocciato Altair, poco si fa per dire.
-Non sta bene neanche a me, cosa credi?! Ma, c’è un lato positivo-
-Quale, di grazia?!- disse sempre più scocciato l’Assassino
-Ti posso tenere d’occhio- Altair sbuffò  Un lato positivo per te, non per me!
-Domattina mi starò meglio, a quanto dicono.-
-Meglio così, almeno non dovrò restare in questo posto dove non fanno altro che lamentarsi-
Poi Altair avvicinò il dorso della mano, alla ragazza e le sfiorò la pelle.
-Sei gelida, hai perso molto sangue, copriti e riposati e vedi di restare viva, altrimenti va tutto all’aria, principessina- detto questo si alzò dalla sedia e fece per andarsene
-Dove vai?- chiese flebile, cominciava a vedere appannato, la debolezza.
-A fare due passi, quest’odore di sangue mi da al volta stomaco. Questa pattuglia deve aver combattuto duramente per essere ridotta in questo modo- disse lasciando definitivamente la stanza. Ada cercò di respirare. Vedeva tutto buio, o la debolezza o il sangue…
-Signorina!! Signorinaaaa!!!- poi il nulla.
 
Altair camminava tra le strade sospirando scocciato da tutta la situazione. Ad un certo punto venne urtato da una donna da cui si intravedevano solo gli occhi.
-Ehi! Fate attenzione…- urlò, ma poi vide un biglieto

Ad Acri fra una settimana, al calar del sole
                                                   M.


-M? Chi caspita è M? … comunque ha preso la persona giusta, sono uno che al mistero non sa resistere… penso che andrò- disse piegando il foglio e mettendoselo in tasca.
-Maestro Altair!- l’assassino vide un novizio che correva verso di lui.
-Mi manda una donna dei medici, dice di andare, la persona da lei affidata è svenuta!- Altair sbuffò e accennò ad un ‘ Sto andando’ scocciato.
 
Arrivato all’infermeria una donna gli si avventò contro
-Dobbiamo toglierle il velo per farla respirare!- Altair scosse la testa contrariato
-Non è possibile- disse lui, la donna continuò ad insistere
-Ma signore! Potrebbe morire! È svenuta per mancanza d’aria o per il troppo caldo!-
-E’ sposata- si inventò Altair
-Lo faremo in gran segreto, la  porteremo in una stanza- disse facendo un cenno a due donne che trasferirono Ada in una stanza di piccole dimensioni. Altair sbuffò
-Lasciatelo fare a me, se si tratta solamente di togliere un velo!- la donna scosse la testa
-Se è sposata è peggio se le toglie il velo un uomo, a meno che non sia lei suo marito-
-Neanche se mi minacciassero con la pena di morte, la vorrei una così!- la donna era perplessa
-Non capisco…- disse Altair la scostò e andò nella stanza mandando via anche le altre donne dal suo interno. Cominciò a scioglierle il velo. Dopo che lo ebbe sfilato i lunghi capelli dorati coprirono il cuscino. Altair le fece aria
-Svegliati! Non ti sopporto più! Possibile che non sai rimanere sveglia per più di cinque minuti!?!- disse in preda ad una crisi di nervi
-Sono qui- disse Malik arrivando in quel momento e aprendo la porta
-Bene mi devi aiutare a trasportarla in una camera libera, così le togliamo il velo e non rompe più… volevo dire che la togliamo da questo mortorio…- si corresse subito l’assassino.
-D’accordo, in effetti, c’è parecchio odore nauseabondo- Altair annuì e la prese in braccio e le gettò il velo a casaccio sul volto.
-Ma così non respira! Le hai tappato pure gli occhi!- disse Malik sconvolto
-Tanto è svenuta, su andiamo e non facciamoci vedere, non voglio altre seccature, ne ho già abbastanza per conto mio. La più grande l’ho in braccio!- disse Altair andando verso una stanza abbastanza lussuosa, libera. Appoggiò Ada sul letto e chiuse la porta dopo che fu entrato Malik.
-Bene ora le tolgo il velo, altrimenti ci rimane- disse Altair togliendole il velo.
-Ora troviamo un modo per svegliarla.- disse Malik poggiando una mano sulla spalla della ragazza. Vale come ipotesi strattonarla finché non si rianima? Pensò Altair, fece per parlare, ma
-No. Altair non è una buona ipotesi- disse Malik provando a chiamare delicatamente la ragazza
-?!- E’ un veggente?! –Aspetta- disse Altair sussurrando qualcosa all’orecchio della ragazza
-Provaci e vi uccido!- disse Ada strangolando Altair, che si strappò la mano della ragazza riprendendo fiato. Malik sorrise
-Sono felice che ti sia ripresa- Ada sospirò
-Io no- disse freddo Altair sedendosi in una sedia. Ada fece un a smorfia contrariata
-Comunque avete fatto bene a portarmi qui, almeno non mi sorbisco quel velo e quel mortorio!-
-Non ti ci abituare appena ti rimetti dovrai indossarlo- Ada sbuffò
-Mica tutto il giorno-
-Dipende da dove andiamo- fece l’assassino, che ormai ci trovava gusto a stuzzicare Ada.
Dopo cinque minuti di battibecchi e un Malik sempre più disperato qualcuno bussò alla porta.
Altair prese il velo e lo mise alla rinfusa sulla faccia di Ada. Si ritrovò con il buco per gli occhi nelle orecchie. In fretta se lo rimise a posto scocciata.
-Avanti- fece Malik, sperando che varcasse quella porta una persona normale.
-Salute e pace!- come non detto. Varcò quella porta, il Maestro tutto bello pimpante. Ancora Malik si domandava come poteva aver scelto uno del genere… poi tornavano in mente le sue qualità di Assassino. Altair fece la solita faccia seria, Ada cercò di essere il più dolce possibile e Malik… be Malik era Malik.
-Come mai col volto coperto?- chiese atono Altair al Maestro, dimenticandosi completamente che ora era, per l’ appunto il Maestro degli assassini.
-Non importa ora. Sono venuto a conoscere la bell’addormentata-
-Addormentata?! Magari…- sussurrò Altair. Beccandosi un pizzico da Ada che per sua fortuna non fu visibile a nessuno. Il Maestro si mise di fronte al letto.
-Mi dici come ti chiami?- chiese dolce. Ada sospirò silenziosamente.
Accidenti il nome?! Che cosa mi invento ora?!
-I…io…- sospirò ancora una volta –Melissa?- il Maestro la guardò perplesso
-Come … non sai che nome hai?- Ada scosse la testa
-Melissa- disse decisa. Il maestro preferì andare oltre. Poi Ada si allargò la fessura degli occhi, non ci vedeva nulla. Scoprendo così i suoi meravigliosi occhi verde smeraldo. Il maestro sussultò
 
Inizio Flashback
L’assassino saltava di tetto in tetto, tra le case di Londra. Ad un certo punto si trovò costretto a scendere e imboccò una scala. Si mimetizzò tra i passanti, quando ad un certo punto si scontrò con una bimba. Aveva una mantella con la quale camminava a testa bassa.
-Mi scusi…- si scusò facendo un breve inchino e guardando negli occhi l’uomo. Quest’ultimo si perse in quegli smeraldi così rari… così difficili da trovare.
-Di nulla, principessa- disse sorridendo. Lei fece cenno di far silenzio con un ‘Sht’
-Non deve saperlo nessuno! Ero stanca di rimanere chiusa in camera così sono uscita di nascosto! Ma come avete fatto a scoprirmi?- chiese innocente la bimba
-Due occhi così gli possiedi solo tu e tua defunta madre-Ada abbassò lo sguardo
-Lo so… dai dipinti sembrava bellissima-
-Lo era- la bambina sorrise. E l’uomo si chinò in modo da vedere il volto della bimba.
-Non hai paura che qualcuno ti rapisca?- lei scosse il capo in modo superiore
-Io non sono come le altre principesse! Io sono forte e coraggiosa!- disse fiera.
-Come ti chiami?- chiese alla piccola
-Ada… e tu?-
-Theodore- L’uomo sorrise e le porse un pacchetto di velluto. Lei lo guardò perplessa
-Dimmi… di cosa si tratta?-
-Aprilo- la bambina fece come detto e ne rimase meravigliata. Era un pugnale, il cui manico aveva due serpenti attorcigliati e agli occhi avevano dei rubini. Ne rimase affascinata.
-M…ma?- lui sorrise
-Tienilo è molto importante per me e per la mia setta- poi sparì e la bambina sorrise per l’ultima volta…
Fine Flashback
                                                     
-Ada…- sussurrò e i tre rimasero perplessi….
 
 

 
 
 
 
 
 

Ciao ^.-!!
Scusate il ritardo!! Mi perdonate? ( Ti avremmo perdonato se non fossi tornata!  ndTutti) :( il bello è che sono tornata con sto schifo!

Lo dedico alla mia Mary ovvero
Ezia98 spero che le piacerà *-*, tesoro spero di potertene dedicare un capitolo in futuro migliore ^^
Spero apprezzerai >.< La ringrazio anche per la recensione e spero di sentirla anche nel prossimo capitolo :3

Grazie a tutti, recensite in tanti mi raccomando,
Un bacione grandissimo e tanti abbracci coccolosi, la vostra

Ali :3

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Capitolo 9
*** Mi porti con te? ***


Ecco a voi Ada! Vi piace? Io la trovo molto carina, poi se c’è qualche lettore maschio, lo capirà meglio di me XD .
Cambiatele il colore degli occhi ed è perfetta :3 Buona lettura!

 

 
Dopo che i ricordi nella mente del vecchio vennero nuovamente a galla, egli lasciò la stanza sorridendo e sbiascicando qualche parola, sempre col volto coperto. I tre rimasero perplessi, ma decisero di far correre. Ada fu lasciata sola nella stanza a riposare, e i suoi pensieri si fermarono al biglietto che teneva stretto il giovane assassino. Da buona volpe, doveva scoprire cosa teneva nascosto.
La mattina seguente i due andarono in paese al mercato per far fare un giro a ‘Melissa’ . Ada indossava un abito lungo e ben decorato, molto ricco. Il velo era stato accuratamente scelto in modo che potesse essere della stessa fantasia dell’abito. Ella era sovrappensiero… doveva trovare un modo per prendere il biglietto all’assassino e leggerne il contenuto. Ma le sue idee non tardarono ad arrivare e così agì di impulso. Altair che stava tranquillo per i suoi pensieri, escogitando un modo per cedere la ragazza a qualcuno per poter andare ad Acri, si ritrovò stretto in un abbraccio. All’inizio fu sorpreso ma poi la rabbia prese il sopravvento vedendo il sorriso maligno della principessina, che aveva sciolto l’abbraccio ghignando e mostrando il bigliettino, per poi correre via, con dietro le bestemmie del giovane.
 
-Ada! Apri subito questa porta!!- urlò ‘calmo’ l’assassino. Si sentì un ‘Arrivo, arrivo!’ scocciato. La serratura fu di nuovo libera e apparve Ada che si muoveva i capelli dopo aver sciolto l’acconciatura. Dopo averlo fatto entrare richiuse la porta ma mentre si voltava, nuovamente, verso la stanza si ritrovò l’assassino di fronte.
-Hai qualcosa che mi appartiene, o sbaglio?- Ada non gli diede retta e lesse il bigliettino
-Emme?!... chi satana è M?! … anche se la scrittura l’ho già vista da qualche parte, anche se non ricordo dove… vediamo- confabulò sedendosi di fianco ad Altair che si era seduto nel letto con sguardo di uno che ormai era rovinato, come di uno che ormai è senza speranze.
-Ridammelo!- disse prendendolo dalle mani della giovane. Lei lo guardò con occhi da cerbiatta
-Smettila! Si vede che dietro quegli occhi si cela malvagità e una rompi balle, infinita!- Ada mise il broncio facendo finta di essere offesa, cosa che non toccò nemmeno da lontano l’assassino.
-Mi porti con te?- Altair per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Ma stava scherzando, vero?!
-No- rispose secco e lei subito rispose a tono con un
-Ma perché!!- Altair la zittì con un ‘Non si discute’
-Senti, oltre che a rompere le scatole, sai dire qualcosa di sensato, come… che ne so! Hai parlato con il Maestro chiedendogli spiegazioni?- Ada scosse la testa
-No… ero troppo presa, da alcune- fece una pausa –cose…- disse non precisando e lasciando un tono sospettoso. Altair alzò gli occhi al cielo
-Un modo per prendere il biglietto- disse sospirando rassegnato
-Esatto! Sei un genio! Prima ho ragionato un bel po’, ma poi ho agito di impulso-
-Si si, d’accordo… ma ora va e parla con il maestro.- Ada sospirò
-Cosa credi che sia così stupida come ti ho fatto credere?... l’ho cercato ma dicono che non vuole vedere nessuno… ho paura, sai? E se chiama le guardie? Io… io dovrò sposare quel porco, mollusco, sfruttatore, maschilista!- disse prendendosi la testa fra le mani
-E se provassi a contattare mio padre? Posando una lettera nella notte sul portone degli ‘Acri’?-
-Escluso… e quando andresti?- Ada sospirò
-Domani… tu andrai ad Acri per scoprire chi sia questa/o ‘M’ … ed io nella notte raggiungerò villa ‘Acri’-
Altair parve pensarci, e le guardie?
-E se ti scoprono? Che fine fai? Ogni tuo sforzo sarà stato inutile.- Ada sorrise nervosamente
-Mi prenderanno… del resto non ho altra scelta, posso porgerli le mie condizioni, sta a loro decidere se ascoltarle o meno- finì. Altair si alzò dal letto dicendo che ne avrebbe parlato con il maestro, se potesse andare ad Acri e portare con lui anche ‘Melissa’.
Quando fu fuori dalla stanza sentì qualcuno corrergli a presso. Si voltò e vide Ada che correva a per di fiato, del resto era normale con quell’abito
-Sentiamo, che vuoi?!- chiese scocciato. Ada riprese fiato portandosi una mano allo stomaco. Era un incanto i capelli biondastri mossi le ricadevano sulle spalle facendola sembrare una dea… aspetta… i capelli?! Balbettò il suo nome, ma lei continuava a non dargli retta ed elencandogli i motivi per cui doveva andare con lui…
-O mio Dio!!!- urlò una donna con dei panni in mano, lasciandoli cadere a terra per lo stupore.
-Era questo, quello che stavo cercando di avvisarti, stupida!- Ada si voltò titubante finché non vide la donna sconvolta che farfugliava cose senza senso.
-E adesso?- sussurrò al compagno
-Ed io cosa vuoi che ne sappia?!- disse scontroso, di rimando, l’assassino.
-M-ma… v-voi… s-siete- fece una pausa –La principessa scomparsa!-
-Non esageriamo… la seccatura fuggita semmai! Scomparsa sembra la vittima, più che la criminale- venne interrotto da una gomitata da parte della ragazza
-Sei inglese?- Altar alzò un sopracciglio E cosa ci dovrebbe fare un inglese, qui?!
-S-si… Madame- Ada ghignò, tralasciando l’evidente parola francese.
-Bene… quindi sei mia suddita, avrai l’obbligo di rimanere in silenzio e se non lo farai- fece una breve pausa –Ti ucciderò con le miei stesse mani… sono stata chiara?!- disse con un sopracciglio alzato. La serva abbassò il capo in segno di rispetto e sottomissione.
-Sei troppo crudele- sussurrò Altair all’orecchio della giovane
-I sovrani si comportano così- si difese.
-Hai detto di voler cambiare il modo di pensare di questi tempi… perché non cominci da te?- le sussurrò in risposta per poi lasciarla per andare da Maestro. La suddita stava ancora col capo abbassato e ad Ada ripensando alle parole di Altair le si addolcì lo sguardo.
-Qual è il tuo nome?- disse andandole vicino, con voce dolce. La suddita rimase col capo abbassato e poi sussurro ‘Elizabeth’ . Ada sorrise
-Bellissimo nome- poi le sollevò il capo e sorrise
-Vieni in camera mia, ti spiegherò tutto … e magari non rivelerai il segreto non per minaccia, ma perché mi comprendi- disse la serva accennò ad un breve sorriso e seguì la principessa.
 
-Maestro… le chiedo di portare con me anche A…Melissa- disse correggendosi all’istante
-Perché?- disse con un tono… triste?! Lui?! Il Maestro che non aveva mai un’aria triste?!
-Be… è sotto la mia custodia, no?-
-Non se ne parlo, la lascerò a qualcun altro, tanto non fa differenza vero?- Altair pensò a come avrebbe reagito Ada
-Stai scherzando vero?! E dovrei tenere il velo tutto il giorno!? In più farmi trattare come una servetta e forse subire violenze?! Sei uno scemo!! In tutti i sensi!!-
Al solo pensiero rabbrividì
-Puoi andare- disse sedendosi sulla scrivania tornando sui fogli sempre con lo sguardo basso e triste. Altair provò a ribattere, ma il Maestro non sentì ragioni  e il giovane dovette cedere e andare a riferire la notizia alla principessina assassina
-Aspetta Altair! Sarà Amud il suo nuovo tutore, sino al tuo ritorno- Altair si fermò di botto e per poco non senì… Amud…. Il donnaiolo bastardo?... Oddio, chissà cosa gli avrebbe fatto Ada, o chissà cos’avrebbe fatto lui a lei. rabbrividì al solo pensiero
 
Bussò piano alla porta, quasi come se il grande Altair avesse paura, quasi.
-Che vuoi?- disse acida, lui la fulminò con lo sguardo –Cioè … novità?- Altair prese un gran respiro
-Non puoi venire e verrai affidata a qualcun altro
--Stai scherzando vero?! E dovrei tenere il velo tutto il giorno!? In più farmi trattare come una servetta e forse subire violenze?! Sei uno scemo!! In tutti i sensi!!-
-Che avevo detto?- si disse Altair
-Come?- chiese Ada non capendo
-Nulla- Ada lo prese per il colletto e lo tirò a se sussurrando parole che sembravano lame
-Se prova a farmi qualcosa, giuro che sarai tu quello morto- scandì bene le parole ad un centimetro da lui.
-  D- d’accordo… io vado allora vado- disse ‘uscendo’… per meglio dire, fuggendo dalla stanza.
 
La mattina seguente Ada era nella sua stanza e si accingeva a scendere le scale.
-Ehi, sgualdrina! Muoviti! Non ho tempo da perdere con le puttane come te- disse un uomo muscoloso e possente, niente male se non fosse, per la ‘delicatezza’ che fecce venire un tic all’occhio alla povera Ada
-Come scusa?!- disse cercando  di mantenere una voce innocente, cosa assai difficile vista la situazione
-Muoviti puttana!- Ada alzò un sopracciglio –Di quelle come te le conosco tutte ! Belle da vedere e da farsi, ma puttane!- Ada non resistette e con mosse furtive lo stordì con una gomitata al mento, prese la sua spada e con il manico gli diede un colpo in pancia e poi di nuovo sotto il mento. Situazione finale: Stordito, incosciente, mascella rotta e dislocata, trauma al fegato e trauma psicologico.
-Be, se erano tutte come me, allora non saresti così ‘vivo’- disse lanciandogli la spada che cadde al fianco dell’uomo disteso e andando verso la strada che portava fuori da Masyaf,  ma non prima di aver preso delle cose dalla sua camera.
Dopo essersi messa il mantello ed essere passata inosservata alle guardie del paesello prese un cavallo e si mise a galoppare verso Acri.
Nell’ufficio del Maestro, costui sospirò e mandò a chiamare un messaggero
-Salute e pace Maestro- si chinò leggermente il messaggero
-Salute e pace… manda un messaggio al Rafik di Acri, digli che da lui verrà una ragazza-
Tanto so che andrà… se non è già andata, ormai la conosco. Come le mie tasche sorrise il vecchio.

 
 
 

Salve ^^
Con quale coraggio mi presento qui, dopo tutto questo tempo e con sto schifo di capitolo corto?
Non lo so -___- ma posso spiegarvi perché è corto ^^ . Volevo mantenere l’arrivo ad Acri per il prossimo capitolo :b . Spero di poter aggiornare prima questa volta, ma con ‘sta scuola -.-“ chi è studente o chi lo è stato può capirmi … uff… Beeeene, ringrazio il mio tesoro la quale è Mary, cioè
Ezia98, grazie amoreee :***  . Spero di sentirla anche in questo capitolo, Un bacione grande a tutti i miei lettori!!
Vostra,

Ali :3

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Capitolo 10
*** Acri, dubbi e lacrime ***


Arrivò ad Acri ormai in tarda sera, quei due ormai dovevano essersi già incontrati, era certo. Perciò non passò nemmeno alla dimora e andò direttamente alla muraglia, pensava che se fosse salita su una di quelle torri avrebbe avuto una visuale migliore. Così fece e…

-Maria?!- disse sorpreso Altair dopo aver seguito la templare sino alla torre di vedetta. Lei sorrise maliziosa e lo tirò a se baciandolo appassionatamente. Altair per un primo momento fu sorpreso, ma da bravo ominide maschile rispose al bacio con la stessa passione.

Sarà stato per il bustino o magari per la visuale che le si poneva davanti, ma le mancava il fiato. Respirava affannosamente, in iperventilazione, ma non sapeva spiegarsi il perché. Si poggiò al muretto della torre per cercare di calmarsi. Maria…. La sua peggior nemica, l’avrebbe sicuramente rovinata, ne era certa… proprio lei doveva essere?! Tutti i suoi piani stavano andando in fumo, tutta questa fatica per niente. L’ansia non calò e il fiato si fece sempre più veloce, come il battito cardiaco. Il corpo per non andare incontro a morte certa, decise che era meglio smettere le funzioni cerebrali, perciò la giovane svenne, e cadde giù dalla torre. Precipitò su una bancarella e anche se aveva attutito il colpo rimase più inerme di prima a terra.
Passarono ora finché una guardia non vide la fanciulla e accorse a vedere chi fosse. Ne volle approfittare e la prese di scatto. Ada si svegliò ma era ancora convalescente e non riusciva a difendersi. Lui la picchiava per farla smettere di urlare e cercava di toglierle i vestiti. Riuscì pian piano a farsi spazio. Stava per spostarle il velo quando una mano lo fermò e rapido l’uccise. Prese la ragazza in braccio e la portò alla dimora. Una volta tolto il cappuccio, rivelò essere un uomo, anziano dai capelli bianchi. Mise la ragazza sul letto, chiuse la porta e andò via.
Nella notte Ada si svegliò e in un primo momento si chiese cosa fosse successo, ma dopo una manciata di secondi i ricordi divennero chiari… purtroppo. Si alzò di scatto e si tenne la testa. Si guardò intorno. Era una stanza angusta, piccola e umida. Era interamente di legno, mentre le pareti erano di mattoni ricchi di muffa. Il letto era duro e scomodo e odorava di odore dolciastro, di sangue. Si alzò e andò verso la porta. Si trovò di fronte l’uomo che doveva essere un assassino… giusto era nella dimora di Acri e lui era il capo. Tranquilla che non sapeva chi fosse per via del velo, abbassò il capo e  l’uomo acido le disse
-Tu dovresti essere Melissa, giusto? Dimmi, perché ti trovi ad Acri nel bel mezzo della notte?- Ada parve pensarci e rispose la prima cosa che le passò in mente
-Dovevo… sbrigare della faccende, ma poi… sono stata a-aggredita da…- balbettò, anche se non ci era riuscito il dolore era comunque grande abbastanza da farla star male.
L’uomo la guardò dall’alto con disgusto
-Non sarai mai un assassina con le miserabili capacità che ti ritrovi e…- Ada non lo lasciò finire e tagliò corto, andando verso la porta e prendendo il mantello.
-Non voglio lo diventare, vado- la sua voce era fredda, come sempre. Ma l’uomo rimase sorpreso di simile cambiamento, che suscitò in lui dei dubbi, ma vennero subito lasciati in un angolo della sua mente, pensando che si fosse solamente offesa.
 
Si ritrovò davanti ad un immenso castello, prese un respiro profondo e si avvicinò. Le guardie erano addormentate, perfetto. Che bella efficienza! Pensò Ada passando vicino ad esse. Poggiò la lettera vicino al soldato e se ne andò. In essa vi era riportato:
Saluti, Sir. Francesco e famiglia.
Fonti mi dicono che mio padre alloggi da voi, farò tesoro di ciò e vi proporrò il mio accordo. Se farete come vi dico non farò del male a nessuno e tornerò a casa. Non voglio assolutamente sposare Sir. Francesco di Acri, non mi piace essere trattata come merce di scambio. Ho sempre avuto idee rivoluzionarie e voglio portarle avanti. Potremo trovare un accordo diverso dal matrimonio. Sono disposta a tutto. Fatemi sapere le vostre risposte mandando un falco alla torre di controllo. Spero potremo scendere a patti, altrimenti la cosa sarà molto più brusca. Se non volete farlo io se mi troverete verrò con voi senza fare storie altrimenti lotterò per non sposarmi.

Distinti saluti,

Principessa Ada Elisabetta Sofia Cuor di Leone

Lei sapeva però che così sarebbe stata facile da rintracciare… ma non sapeva perché aveva scritto quella lettere era come se… volesse farsi trovare di proposito.
Con il volto stravolto tornò alla dimora
 
La mattina seguente Altair tornò alla dimora per avvertire che sarebbe tornato al villaggio. Non appena entrò fu accolto da una voce sorpresa
-Ah, sei tu… dimmi pure- disse il vecchi Altair parve perplesso
-Si aspettava qualcun altro?- Il vecchio indicò una figura dietro di lui
-Si, lei- Altair si voltò e vide una figura col capo chino, con il mantello nero e il volto coperto da esso. Con voce fredda e distrutta l’esile figura disse
-Ho fatto ciò mi è stato richiesto dal Maestro- mentì. L’uomo annuì e diede la licenza di andare ad entrambi. Una volta fuori Altair l’afferrò per un braccio e la fece voltare verso di lui facendo aderire i loro corpi. Quello freddo di lei, per l’esposizione diretta alla notte fredda e umida, e quello caldo e accogliente di lui. Le si strinse il cuore vedendo gli occhi di lui e la sua mano che le toglieva il velo in un vicolo. Fu sorpreso vedendo il volto di lei, completamente spento, senza più la vivacità che la caratterizzava, almeno con lui. Il trucco sfumato sotto l’occhio era sinonimo che aveva pianto. Altair le accarezzò il volto
-Che ti è successo?- chiese stranamente dolce, anche lui non sapeva cosa stesse facendo. Gli occhi di lei diventarono umidi e presto calde lacrime rigarono il volto perfetto di lei. Si era fatta trovare con quella lettere, ma perché, perché lo aveva fatto?! Il respiro si fece accelerato, una parte di lei diceva che l’aveva fatto perché era stanca di fuggire; l’altra le diceva che lo aveva fatto perché preferiva essere trovata da suo padre che rovinata da quella racchia.
Le lacrime non accennavano a fermarsi e fu costretta a prendersi il capo fra le mani, ma presto le lacrime furono raggiunte dai singhiozzi incessanti. Non stava più piangendo per la lettera ma la violenza della notte passata le bussò alla porta e si sentì uno straccio, inutile… orribile
 Altair non l’aveva mai vista così e spinto da qualche forza di compassione allungò una mano verso il suo volto, ma lei lo fermò sussurrando
-E’ t-tutta c-colpa m-mia- altri singhiozzi fermarono le sue parole e cadde a terra in ginocchio. Altair si chinò su di lei e le cinse le spalle. Poi vide un alone viola su collo e spostò la spallina dell’abito e rimase senza fiato, voleva indietreggiare per lo stupore, per la rabbia. Chiunque le aveva fatto questo doveva pagare, non sopportava la violenza sulle donne e guardando lei e avendo vissuto un periodo con lei, non lo sopportava. La voleva felice e rompi balle più che mai… come prima. Tramava dalla rabbia.
-C-chi è stato?- chiese cercando di mantenere la rabbia.
-S-sono successe varie cose questa notte e … t-tutte mi hanno rovinato profondamente.- Nella sua mente riapparve Lui e Maria, la lettera e … la violenza.
Altair la tirò su e l’abbraccio. Si sentiva in colpa… lui era andato a far baldoria con Maria lasciandola sola. Certo lui aveva bisogno della sua vita sentimentale, ma a quanto pare ora aveva lei l’assoluta priorità. Ada si sentiva protetta al sicuro tra le forti braccia di lui. Sentiva di essere sempre più vicina alle donne che aveva protetto tutti questi anni e sentiva che Altair era una persona meravigliosa…certo purtroppo aveva delle storie con le persone sbagliate.
-Mi dispiace- disse stringendola forte. Ada ricambiò l’abbraccio e si fece consolare, qualche volta anche due nemici avevano bisogno di una tregua durante la battaglia, al resto avrebbero pensato dopo, con calma. Una soluzione si trova sempre, ed ogni cosa ha un rimedio, tranne la morte, certo.

 





Ciao!
Scusate il ritardo! Sono un mese che non aggiorno! Che vergogna!! Ma dovete capirmi, la scuola mi assilla, non mi lascia un momento libero!! Spero mi capirete e spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Un ringrazio speciale alla mia dolce Mary,
Ezia98 che saluto tanto e che voglio un mondo di bene per recensirmi sempre! Spero recensirete in tanti in questo capitolo. Un bacione grande, vostra

Ali :3 Nee-chan

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Capitolo 11
*** Lei o 'Lei'? ***


Che cosa sto facendo? … che cosa ho fatto?  Accovacciata nel buio di una stanza, stava Ada con la testa fra le gambe e gli occhi umidi. Aveva combinato un bel macello con quella lettera… aveva combinato una disgrazia andando ad Acri! Ma cosa gli era saltato in mente?! L’avrebbero trovata subito e suo padre non ci avrebbe pensato due volte a strapparle la sua vita e darla a Francesco. Che bel guaio. In più non aveva nessun aiuto. Altair andava quasi ogni notte ad Acri, a far baldoria con Maria. Sorrise, eppure pensava che dopo quell’abbraccio l’avrebbe aiutata, invece la figura di Ada si era dissolta nella nebbia.
Sono la principessa accidenti! Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno, andrò ad Acri e prenderò la risposta… al costo di essere scoperta!Aprì gli occhi di scatto, aprì le finestre e si preparò con l’armatura da guerriero. Si mise un lungo mantello nero e vi si coprì il capo e tutto il corpo, niente velo, del resto non era araba. Aprì la porta della sua stanza e lasciò sulla sua scrivania una lettera. Scese le scale del grande palazzo e dopo essere arrivata fuori si confuse tra l’immensa folla del mercato.
All’uscita del villaggio prese un cavallo e veloce lo fece galoppare verso Acri. Diceva addio in quel momento a Masyaf, avrebbe risolto la questione… o almeno sperava.
 
Si svegliò nel buio della sua stanza. Anche quella notte aveva viaggiato parecchio per arrivare prima dell’alba a Masyaf. Era stanco e non aveva nessuna voglia di alzarsi. Pensava alle notti con Maria, erano belle certo, ma quando si chiedeva cosa provava per lei era il vuoto in persona, non si sapeva dare una risposta sincera. Si alzò e dopo essersi sciacquato la faccia, si vesti e andò a svegliare ‘la principessina’. Già doveva farsi perdonare, si sentiva di averla trascurata, insomma, era un periodo difficile per lei, non che gli interessasse qualcosa.
Bussò alla porta più volte, ma nessuna risposta. Sbuffò, era stata viziata con l’ozio. Aprì la porta e non vi trovò nessuno, solo vestiti sparsi. Per un attimo il tempo si fermò. Le armi erano sparite e con esse l’armatura. Si mise le mani in testa. Theodore l’avrebbe sicuramente ucciso! Poi vide una lettera.
 

Hai trovato la lettera giusto? Dopo aver capito che me ne sono andata, è giusto che tu ti chieda il perché, almeno per spiegarlo a Theodore. L’altra notte ad Acri, lasciai una lettera in cui ponevo le mie condizioni a mio padre e alla Famiglia ‘Di Acri’.  So che con questa mossa mi son fatta scoprire e ho combinato un bel disastro, ma ero parecchio sconvolta. Dopo che ho visto te e Maria, ho capito che non potevo più permettere di ostacolare la vostra vita (so che è strano, ma anche io ho un cuore, anche se piccolo). Dovevo risolvermela da sola. Quindi con queste parole rompo il sigillo del nostro patto, tu e Malik siete liberi da ogni responsabilità. Se va tutto bene potremo anche rivederci chissà… se va tutto male… Addio Altair e … anche se non te lo saresti mai aspettato da una come me… Grazie.

Cordiali saluti

                     Vostra, Ada Elisabetta Sofia Cuor di Leone

 


Altair strinse la lettera tra le mani. Era stata altro che stupida… era stata una deficiente in piena regola! Respirò profondamente, doveva calmarsi, ora era tornato tutto come prima giusto? Allora perché non riusciva a staccarsi dalla testa le sue risate, le sue parole sul femminismo, quella lettera? Si mise le mani in testa, doveva smetterla, ora a lui non interessava più. Decise di andare da Theodore e dirli quanto aveva letto e congedarsi.
 
Appena arrivò davanti a lui si fermò senza parole. Il Maestro lo guardava.
-Altair devi forse dirmi qualcosa?- Altair aprì la bocca, ma da essa non proveniva alcun suono. Era come muto, non riusciva a pronunciare quelle parole ‘Mi congedo, il patto è sciolto’. Continuava a pensare a quella rompi scatole dai capelli dorati e gli occhi color smeraldo.
-Altair tutto bene?- chiese il Maestro un po’ perplesso
-Si… io mi chiedevo se lei,- si fermò davvero lo voleva? No… -Se lei mi potesse dare un permesso per Acri. Il Maestro rise
-Dopo le scapatine notturne in segreto, le vuoi anche diurne?- Altair abbassò il capo ora di Maria, gliene fregava poco e nulla.
-No signore. È per un altro motivo- disse serio alzando il volto. Il Maestro vide la sua solita determinazione e non poté far altro che accettare. Quando Altair varcò il portone fu fermato dalla voce di Theodore.
-Si lesto e sincero. Si forte e saggio. Si convincente e dolce. È l’unico modo per conquistare una come Ada… del resto è figlia della madre.- disse con gli occhi lucidi che per la prima volta Altair li notò di un verde smeraldo, proprio come quelli di Ada.
 
Scalò la torre e quando arrivò in cima vicino alla campana, notò che la sua lettera era sparita.si chinò a vedere se ce ne fossero delle altre, ma fu presa alle spalle e per poco non le veniva un infarto. Qualcuno estrasse un pugnale e dopo averle tappato la bocca, glielo puntò alla gola in modo da minacciarla. Ne sbucò un altro, dal tetto ne dedusse, che aprì una botola di legno e fece scendere Ada e il primo uomo. Scese anch’esso e richiuse la botola dietro di se.
Ada si dimenava mentre camminavano tra i vicoli bui della città. Per resistere ad una come lei erano belli grossi, uno doveva essere quasi due metri e aveva più muscoli che altro. Mentre il compare era uno e novanta e anche lui non era certo mingherlino.  
Sentì un gemito, e si voltò verso l’altro che vide giacere a terra, e subito dopo fu libera anche dal primo. Tornò a respirare e si voltò verso… Altair.
-Mi spieghi cosa ti è saltato in mente?!- disse Altair furibondo
-Sbaglio o non ti ho chiesto nulla?!- rispose lei a tono. Altair per poco non uccideva pure lei
-Ah è vero, volevi che ti lasciavo con quei due!?- Ada sbuffò
-C’è l’avrei fatta anche da sola!- Altair le si avvinò fino a sentire il suo fiato nel suo viso
-E sentiamo, cosa stavi aspettando?- Ada cercò di ricollegare il cervello e pensò su una scusa
-Volvevo vedere dove mi portavano- disse con la sua solita faccia strafottente
-Al palazzo. Delle volte non so se baciarti o ucciderti- Ada ghignò, estrasse un pugnale dalla cintura dell’assassino e uccise una guardia dietro di lui.
-Per ora cerca di rimanere vivo, assassino- disse estraendo la spade e mettendosi in posizione d’attacco vedendo arrivare delle altre guardie. Fece lo stesso l’assassino e prima di partire all’attacco disse:
-Bisogna ucciderli tutti altrimenti diranno di te a tuo padre e a Francesco e famiglia- disse cominciando a combattere sgozzando un soldato che si avventò contro di esso.
-Be almeno così potrò scendere a patti- disse Ada conficcando la sua spada nel ventre dell’avversario. Altair diede un altro colpo di grazia e rispose
-Non se ne parla, il piano rimane quello delle origini. Perciò tu torni con me a Masyaf e non si discute- disse continuando la lotta. Ada sorrise, non era poi così sola.
Le guardie aumentavano e l’affaticamento con esse.
I due lanciavano fendenti che si scontravano nell’aria. Con movimenti aggraziati, la principessa, sconfiggeva i nemici in pochi attimi. Ma pian piano la forza diminuiva, la stanchezza aumentava e la velocità calava a occhio nudo. Sembravano infiniti.  La spada risultava pesare tonnellate, e diventava difficile sollevarla da terra. Tutto era così pesante.
-Ada resisti, non possiamo lasciare che ci battano. Devi resistere e combattere per ciò in cui credi- disse l’assassino col fiatone. La ragazza rispose che era più facile a dirsi che  a farsi.
Dopo altri dieci minuti di fendenti per aria ne rimase solo uno che chiedeva pietà
-Non concedo la pietà a persone che mi possono pugnalare alle spalle dopo- sibilò Ada
-Non dirò nulla lo giuro- la pregò il soldato
-Chi mi dice che posso fidarmi? Riposa in pace- disse dandogli il colpo di grazia.
-Dobbiamo lasciare la città Ada- disse Altair prendendola per il braccio
-Non così in fretta- disse una voce uscendo allo scoperto.

 
 
 


Ciao! Scusate ancora il disastroso ritardo, ma ero davvero impegnata mi dispiace! Chi sarà la voce? Qualcuno di compromettente per il piano? O non sarà nessuno? Vi lascio sulle spine, sperando di aggiornare prima questa volta. Un grazie enorme alla mia Mary che mi segue sempre e che spero recensisca anche in questo capitolo. Spero recensiate in tanti. Un bacione grande

Vostra Ali :3 Nee-chan

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Capitolo 12
*** Nuovo ordine ***


-Non così in fretta, principessa- disse Maria sbucando da dietro al vicolo. Ada e Altair si pietrificarono. -Altair? Ma che fai? Se la stavi riportando al palazzo, non vedo perché uccidere le guardie...- poi sorrise -Ho capito... vuoi prenderti tutto il merito, eh?- disse. Altair non sapeva cosa fare... era tra due scelte. La principessina viziata o Maria. Ada lo guardò e vide la sua indecisione. Poi sorrise tristemente e Altair la notò

-Va bene così... tornerò al palazzo è giusto così. Mi dispiace per avervi minacciato e mi dispiace per avervi usato. Seppur per poco mi sono divertita con te e Malik. È stata la prima volta che mi sentivo a casa. Potevo essere me stessa e non ero più sola. Grazie, davvero e … mi dispiace- disse sorridendolo. Altair si sorprese e non sapeva cosa dire. Era la prima volta che lo sorrideva sinceramente. Era la prima volta che la vedeva sorridere. Ma vedeva anche la tristezza nei suoi occhi, sapendo che destino le attendeva.

-A...- non lo fece finire e si allontanò andando verso il palazzo. Sentì Maria che lo abbracciava.

-Ho capito... ti ha raccattato? Vuoi che le dia una lezione? Anzi... con quel Francesco la lezione durerà tutta la vita- rise di gusto. Una risata malvagia. Altair abbassò lo sguardo.

 

-Sei tornata! Mi hai fatto preoccupare! Per lo più ti sembra il modo! Non so quale punizione affliggerti per lo più, non vuoi sposare Francesco! Ma chi sei tu per decidere lo...- Ada lo fermò con lo sguardo basso e gli occhi lucidi -Sposerò Francesco, non obbietterò, chinerò il capo in segno di sconfitta. Sarò sua.- disse con voce strozzata. Una lacrima rigò il suo viso fino a cadere a terra. Sperava che suo padre non l'avesse notata, visto che teneva lo sguardo basso.

-Deciderò la tua punizione. Per ora puoi andare- disse freddo. Ada annuì e andò nei suoi alloggi.

-Perdonami Ada. Perdonami Sofia... potrai mai farlo? Sto trattando nostra figlia come carne da macello... ma questo ciò che deve fare un regnante. Mi dispiace-

 

Piangeva nel buio della sua stanza, voleva essere a Masyaf con le scusa continue di Malik, i sorrisi di Theodore e... con i grugniti di Altair... era tutto finito. Davanti a lei non c'era futuro. In quel momento lei era morta. Addio... ragazzi... Addio Altair, grazie di tutto.

 

 

 

-Ho capito- disse con un sorriso triste Theodore. Altari era tornato e gli aveva raccontato tutto del biglietto e che la ragazza era andata a palazzo. -Può sembrare antipatica, ma ha un cuore grande, come ha dimostrato, ha sacrificato se stessa... la mia bambina...- Altair alzò lo sguardo triste

-La tua... bambina?- Teodore sorrise

-Devi aver capito male!- si corresse all'istante.

-Devo tornare ai miei alloggi. Salute e pace... Maestro-

-Salute e pace, Altair-

 

Ada... ti ho sempre considerato una seccatura e non vedevo l'ora di liberarmi di te... ma ora che non ci sei più, sento come se mi mancasse qualcosa.

 

 

-Altair! Mi annoio!- urlò Ada al ragazzo

-Non urlare! Mi servono buone le orecchie!- disse scocciato

-Ma … mi annoio!- continuò.

-Giuro che se non la smetti ti strangolo!- disse burbero, affilando la spada nel giardino interno. Ada sbuffò e mise il broncio. Sembra così piccola, pensò Altair, poi scosse la testa come per cacciar via quei pensieri.

-Ehi! Che avete qui?- disse sorridente Malik arrivando

-Portatela via. Non c'è la faccio più- sussurrò a denti stretti Altair. Malik posò lo sguardo su Ada a braccia conserte. L'espressione del viso non si poteva vedere per via del velo, ma dagli occhi si capiva che aveva il broncio. -Dai Altair! Sii cordiale!- Il ragazzo in questione alzò gli occhi al cielo

-Che vuoi, principessina?- lei si fiondò a un centimetro dal viso del ragazzo

-Ci alleniamo?- disse con gli occhi che brillavano. Altair se non fosse per quella maschera che teneva dentro, era arrossito di sicuro. Guardandola da vicino i suoi occhi era davvero bellissimi. Scosse di nuovo la testa per mandare via quei pensieri

-No- rispose secco. La ragazza si allontanò offesa. E Altair represse il desiderio di sentirla di nuovo vicino

-Altair!!- urlò mettendo di nuovo il broncio. Seppur impercettibile, un sorriso comparve sul volto del ragazzo. Era divertente provocarla e passare la giornata così. Sembrava più leggera. Dimenticava tutto, l'odio dei suoi fratelli, il suo ex-maestro... si sentiva tranquillo e felice.

 

 

Ada... penso che sei entrata nella mia vita come un tornado e l'hai sconvolta. Sei come esso, che quando se ne va lascia intorno a se distruzione e un gran vuoto. Ed ora che la mia vita è tornata come prima, vorrei riavverti qui con me, stupida, malefica, ricattatrice, principessina.

 

 

Il giorno seguente Altair si recò in giardino e si maledisse perché voleva quella rompiscatole ancora con lui.

-Altair- si voltò e vide che era Malik che affannava -Il Re ha annunciato il matrimonio... domani- Il tempo per l'assassino si fermò. Prima la stava perdendo, ora... fra neanche un giorno, si sarebbe sposata e l'avrebbe persa per sempre. Rivide ancora una volta il volto sorridente con quel ghigno stampato in faccia, che si divertiva un mondo a vederlo in difficoltà quando si avvicinava pericolosamente a lui. Poi rivide quel sorriso sincero, quel volto e quegli occhi tristi … per l'ultima volta. Abbassò il capo. Mi dispiace principessina...

 

 

 

Un'aquila si poggiò sul davanzale della finestra di Ada. La principessa non poté far a meno che sorridere.

-Ehi- sussurrò -Sei uguale a lui sai...- disse tristemente -Mi manchi stupido idiota...-

Sentì bussare e l'aquila volò via.

-Avanti- disse atona. Si sorprese quando vide entrare Francesco e chiudersi la porta a chiave dietro di se. Ad Ada le si gelò il sangue nelle vene. Lui si precipitò su di lei e la tenne ferma per i polsi gettandola sul letto. Lei si dimenava e urlava -LASCIAMI!!-

-Taci puttana- e così dicendo le infilò la lingua in bocca. Era inerme, non riusciva a fare nulla e una lacrima non poté far altro che sfuggirle. Aiuto... Altair... salvami...

cominciò a picchiarla e a toglierli i vestiti

-Fermati, ti prego... fermati!- disse piangendo dal dolore.

-TACI!- e poi la violentò e la possedette. Quando ebbe finito se ne andò. Lasciandola stesa in quel letto, piena di lividi, con gli occhi vacui e il viso bagnato dalle lacrime. Sono morta.

 

-Signorina! Signorina! È ora! Signorina?- la cameriera aprì la porta, trovandola con la camicia da notte e con una pezza umida, la quale passava sulle ferite per recarle sollievo.

-Principessa!!- urlò correndo a vedere come stava. Le accarezzò i capelli e pianse per lei -Principessa... il re- Ada la interruppe e con voce senza tono, come di un fantasma rispose -Non cambierà nulla. Ora sono solo un guscio vuoto, senza più nulla dentro. Non valgo nulla- la cameriera continuò a piangere

-Non dica così... principessa...-

-È ora che mi cambi- la cameriera annuì e la preparò per il matrimonio. Ada si guardava allo specchio dove vedeva solo un pallido fantasma, ricoperto di lividi. Poi una voce nascosta dentro di lei si lasciò sfuggire un'esclamazione seguita dalle lacrime.

-Non voglio...- la cameriera l'abbraccio e la ragazza si lasciò cullare -Non voglio...Altair- la cameriera si sorprese ma non smise di cullarla accarezzandole i boccoli biondi -Signorina... il signore mi ha ordinato di controllarla. Sarebbe arrivato questa mattina. Ma ora che è successo questo, sono contenta che me lo abbia ordinato- sorrise la cameriera sciogliendo l'abbraccio. Ada la guardò meglio e sobbalzò

-Elisabeth?- sussurrò -H-hai... d-detto... A-Altair...- la cameriera annuì e sorrise nel vedere che gli occhi della ragazza si illuminarono un poco -Dovrebbe essere qui a mom...- sentirono bussare alla finestra. Ada si voltò e lo vide. In veste bianca, con il volto celato, ma lei sapeva che era lui. Il suo battito accelerato ne era la prova. Aspetta... se il suo cuore batteva vuol dire... che non era morta?

 

Altair la guardò. Era bellissima, un abito bianco che la fasciava dolcemente esaltando le sue forme, e si apriva sui piedi. Il velo con la corona, bianchi. Poi fu un attimo. Altair osservò con orrore i lividi neri macchiare la sua pelle perfetta, gli occhi arrossati e spenti. No... doveva essere un incubo. Si ripeteva Altair

-Cosa... - le parole gli morivano in bocca. Ada lo guardava a sua volta senza dire una parola -Che ti ha fatto?- pronunciò con odio. Ada represse un singhiozzo e si abbandonò tra le braccia di Altair. Il ragazzo le accarezzò i capelli, stringendola forte a se, lasciando che si sfogasse anche con i singhiozzi

-Non voglio..- ripeté nuovamente -Non voglio che lui mi sfiori di nuovo, Altair- completò questa volta, la frase accennata prima. Altair la strinse ancor di più, e le sussurrò

-Non ti sfiorerà più, nemmeno un capello... perdonami Ada, è colpa mia- Ada lo fisso, gli occhi gonfi e rossi, ma sempre di quel bellissimo verde. Gli accarezzò una guancia -Può darsi Mr. Arroganza, però... la colpa è solo sua- i suoi occhi si illuminarono fissando Altair. E l'assassino si sentì sollevato. Ada era forte. E questo era dimostrato dal fatto che dopo tutto quello che aveva avuto, era ancora in vena di prenderlo in giro.

Sentirono la porta aprirsi e Ada si strinse ad Altair. La cameriera impugnò il coltello, ma poi lo abbassò notando che era il Re.

-Che succede qui?- Altair abbassò il capo, in modo che il cappuccio celasse completamente il suo volto, sempre stringendo a se la principessa. Riccardo notò i lividi nel volto della figlia, che aveva voltato appena il capo e capì. Il suo cuore si distrusse e anche il suo scudo d'acciaio nel suo cuore si ruppe e cadde in ginocchio.

-A-Ada....- sussurrò. La principessa sciolse l'abbraccio e si voltò verso il padre -Quell'uomo...- strinse i pugni.

-Mi dispiace bambina mia. Mi sono comportato da stupido e ti ho portato a questo. Ti prego, piccola mia, perdonami, e se non lo farai ti capisco. Ma c'è una cosa che voglio regalarti. Il matrimonio non si può sciogliere è vero, ma senza lo sposo è inutile- disse alzandosi e guardando l'assassino.

-Assassino, chiedi permesso di assassinare Francesco di Acri per i crimini da lui commessi. Porta onore alla vostra confraternita, al vostro credo e alla nostra alleanza. Le mie guardie non vi attaccheranno, faranno solo finta di cercarvi. Al momento della cerimonia, assassinatelo e portate via mia figlia. Vi prego- Altair si tolse il cappuccio -La vostra richiesta sarà recapitata- Il Re spalancò gli occhi

-Altair... pensavo fossi il capo ormai- l'assassino si voltò verso la finestra

-La vita sedentaria non fa per me- fece per andarsene, ma Ada lo tenne per un braccio, lui le sorrise

-Torno, vedrai, per liberarti. È una promessa- Ada si morse il labbro

-Una promessa?- Altair annuì e se ne andò, silenzioso come un felino, bianco come un aquila.

Torna presto, Altair

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non uccidetemi!!

So che sono molto in ritardo... MOOOOOLTO . Lo so, ma … avevo il blocco dello scrittore. Perdonatemi!! In più il capitolo fa schifo * si deprime. E' corto -____-” e non si capisce nulla. Avrei fatto meglio a non tornare -____-” Grazie a Ezia98 il mio angelo *-* perdonami, ti prego!! Spero di ricevere delle recensioni e aggiornerò prima, promesso! Un bacione grande

Vostra

Ali :3 Nee-chan

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Capitolo 13
*** Vivi la TUA vita ***


-Ho capito la situazione e sono felice che andrà a finire così. Manderò una lettera al Maestro, anche se penso sarà d'accordo. Nel frattempo, ti do licenza di andare. Porta onore alla confraternita, al nostro contratto. E fai felice sia Ada che te. Buona fortuna amico. Tornate sani e salvi- disse Malik con un sorriso.

-Porterò onore alla confraternita. E torneremo sani e salvi, promesso- sorrise Altair.

-Ora va, fratello- disse infine Malik

 

 

-Oggi siamo qui, riuniti per celebrare le nozze...- cominciò il prete la cerimonia. La cattedrale era piena di persone. Nobili arrivati dall'Inghilterra e da tutta la Palestina. Ada non ascoltava una sola parola del sacerdote. Il labbro le tremava e aspettava solamente che quell'Aquila entrasse da quel portone, così come era entrata nella sua vita. E sconvolgesse la cerimonia, così come aveva fatto con il suo cuore.

Mentre la principessa era in preda all'ansia; al contrario Francesco di Acri aveva un ghigno stampato sul volto e teneva con forza le mani della principessa come se temesse che lei potesse fuggire.

La cerimonia continuò lentamente per entrambi gli sposi, al tal punto che Ada temette che quell'Aquila non sarebbe arrivata. -Vuoi tu, Sir. Francesco di Acri prendere come tua sposa la qui presente Principessa d'Inghilterra Ada Elisabetta Sofia Cuor di Leone?- pronunciò la tanto attesa frase, ma qualcosa, anzi qualcuno interruppe quel momento. Un'Aquila silenziosa e bianca come il vento si avvinò minacciosamente all'altare

-Guardie prendetelo!!- esclamò impaurito Francesco di Acri, poi successivamente cercò di scappare ma inutilmente perché Ada con un sorriso teneva strette le sue mani senza nessuna intenzione di lasciarlo

-GUARDIE!!!- urlava. Poi si guardò in giro, le guardie erano sparite. Alcune persone cominciarono a fuggire da quella chiesa, così come fece lo stesso parroco. Altair estrasse la spada dal fodero e la puntò alla gola dell'uomo -Giù le mani, dalla mia donna- disse secco prima di conficcare la spada, più in basso, nel ventre del soldato. Le urla delle persone si fecero più forti e tutti se ne andarono presi dal panico. Tranne Re Riccardo che stava per dire qualcosa ma la figlia lo precedette. Altair mollò la spada si voltò verso la sua Principessa

-Sei in ritardo- disse sorridendo finalmente felice

-Mi piacciono le entrate trionfali- rispose con un sorriso. Ada gli abbassò il cappuccio e gli prese il volto tra le mani -Non ti sarò mai riconoscente abbastanza- disse accarezzandogli una guancia. Lui socchiuse gli occhi, lei si alzò sulla punta dei piedi e si fermò ad un millimetro dalla bocca del giovane -Grazie- sussurrò. Lui aprì gli occhi e fece unire le loro labbra in una splendida danza attesa da tempo. Un imbarazzato ma felice Re Riccardo sparì e così tutto il mondo. C'erano solo loro due, finalmente insieme. Poi Ada si staccò leggermente per riprendere fiato -A questo punto dovresti scappare- sussurrò

-Non lo farò da solo- disse in risposta. Ada sorrise ed entrambi si voltarono verso il Re che sorrideva

-Il tuo posto non è qui nel regno Ada, ma è lì accanto a lui- cominciò i due si guardarono negli occhi -Abbi cura di te figliola, sii felice ma non dimenticare mai la tua famiglia- disse sorridendo felice per la figlia, nonostante ciò non fu quello che aveva programmato per lei

-Non lo farò padre- rispose con le lacrime agli occhi

-Altair abbi cura della mia vita, sono felice che sia con te, perché sei un bravo ragazzo e vedo nei tuoi occhi che la ami, così come lei ama te. Siate felici e siate sempre voi stessi. Avete la mia benedizione- Le lacrime cominciarono a rigare il volto della giovane e per la prima volta nella sua vita, abbracciò quell'uomo che era sempre stato tanto distante quanto irraggiungibile. Il padre ricambiò l'abbraccio, quando sentirono le guardie arrivare in lontananza. L'uomo lo sciolse e guardò la figlia per l'ultima volta

-Va e vivi la TUA vita- Ada gli sorrise tornò dalla sua Aquila che le prese la mano

Addio papà pensò con le lacrime agli occhi mentre fuggiva via lontano, insieme all'uomo a cui aveva donato il cuore. Addio bambina mia. Rendimi fiero di te pensò il Re prima di volgere lo sguardo al cielo Spero di averti resa fiera, Sofia

 

 

I due atterrarono nella dimora e si recarono da Malik che li accolse con un sorriso

-Vedo che c'è l'avete fatta- disse. Altair storse il labbro

-Se siamo qui. Che domande fai?- chiese ''dolce'' come al solito.

-Lasciamo stare- rinunciò -Com'è bella vostra altezza- disse porgendo i suoi omaggi alla principessa. Essa sorrise dolcemente -Grazie, ma non sono nella mia forma migliore- Altair lanciò un occhiata di pura gelosia al povero Malik che sobbalzò impaurito, chiedendosi il perché. Dopo pochi secondi venne a formarsi un ghigno malizioso sul suo volto Oh ecco perché pensò divertito

-Alla fine tutto è andato per il meglio e voi siete ancora vivi- ghignò la principessa -Ancora- i due sbiancarono e le scoppiò a ridere -Sto scherzando! Prometto di non minacciarvi per i prossimi tre minuti a partire da … ora!-

-Che cosa ho fatto?- si domandò a voce alta uno sconsolato Altair. La ragazza gli si avvicinò abbracciandolo da dietro -L'affare più grande che potessi ma firmare-

-Se lo dici tu...-

 

 

 

 

-Me lo immaginavo che sareste tornati- li accolse il vecchio. Ada sorrise e Altair fece il suo solito ghigno che diceva tutto. “C'erano forse dubbi su questo?” . -Immagino sia tutto a posto- suppose Theodore -Se posso però vorrei rubarti un attimo Ada se non ti dispiace- disse prendendo in disparte la principessa.

-Ti va di fare un giro?- chiese offrendole il braccio. Lei accettò e camminarono lungo il giardino interno

-Sai assomigli proprio a tua madre- disse con la voce immersa nei ricordi

-Comincio a capire sai... tu sei quell'uomo non è vero?- chiese fermandosi e guardandolo negli occhi -Come conosci mia madre?- chiese. Il Maestro sorrise

-Diciamo che senza di me, non ci sarebbe né lei né te- rispose. Ada spalancò gli occhi e per un paio di minuti stette in silenzio per analizzare e assorbire lo abbracciò. Un pezzo di famiglia lo aveva anche in quella setta. Ma presto se ne sarebbe creata un'altra, con l'uomo che amava.

 

 

 

 

 

 

 

 

Siamo giunti alla fine!

Questa è la seconda versione e mi sembra sia andata un pochetto meglio rispetto alla prima, anche se pure questa mi lascia con l'amaro in bocca. Un po' mi spiace però, sapete? Anche se c'ho messo più di un anno e mezzo, due per finirla … ah me e i tempi di aggiornamento... siamo come l'olio e l'acqua, incompatibili. Comunque, sono felice di averla scritta, seppur con i piedi. Ma sono arrivata sin qui grazie ai miei amati recensori! Vi amo sappiatelo u.u Un grazie particolare va a Ezia98 che mi ha supportato per la maggior parte dei capitoli, grazie amore, senza di te sarei ancora ferma ai primi. Ma un ringraziamento altrettanto grande va a tutti quelli che hanno lasciato una recensione ai miei capitoli, a chi la inserita tra le preferite e chi tra le seguite. Grazie grazie, davvero grazie! Non sapete quanto mi avete reso felice. Non ve lo potete nemmeno immaginare!

Ancora un grazie infinito

Un bacione grande

la Vostra

Ali :3 Neechan

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