Soulmates capitolo II
Ed eccomi di nuovo! Che dire.. questa storia mi sta trascinando.. la
musa ispiratrice deve essere davvero in vena in questo periodo!
Allora.. questo capitolo è più lungo del precedente!!
All'inizio pensavo di farlo più breve, ma poi le cose si sono
evolute e... vabbè basta xd Comunque non spaventatevi per il
titolo.. hahaha non ci sono alieni o mostri vari hahaha ho deciso di
chiamarlo così per la giornataccia che faccio passare a
Reneé e per tutte le persone che le faccio incontrare hhahaha
poverina!! Non ho pietà! Per non parlare di Lucy poi..
vabbè ovviamente sto divagando.. ah un'altra cosa... sappiate
che ognuna delle persone che incontrerete conserva un pizzico del
personaggio che interpreta e... beh non dico altro.. buona lettura!!!
Capitolo II
“Incontri
ravvicinati del quarto tipo”
Buongiorno
L.A! E' giovedì 13 settembre, sono le sette e mezza del mattino, la
temperatura esterna è di 22 gradi e il sole splende sereno!!! Da
fonti indiscrete dicono...
Reneé girò la manopola e abbassò il volume dello
stereo con uno sbuffo, osservando
il calendario appoggiato alla mensola di fronte a lei
con sguardo critico: mancavano solo nove giorni al 22 settembre.
“Cosa posso mai regalargli? Un nuovo videogame... o
forse uno di quei giochi di società che vanno così tanto di moda
oggi.. ah... è un bambino con così tanti interessi..”
Il
rumore di passi
lungo le scale e di una sedia strascicata la fecero voltare.
Un assonnatissimo Miles aveva preso posto al tavolo
della cucina e stava cominciando a versare cereali nella tazza di
latte arancione di fronte a lui.
“Buongiorno amore.. hai fatto presto stamattina” lo
salutò Reneé con un sorriso, avvicinandosi a lui e depositandogli
un leggero bacio tra i capelli biondi.
Il bimbo mugugnò qualcosa di incomprensibile prima di
addentare la fetta di pane tostato cosparsa di marmellata di more.
Reneé si sedette al suo fianco, sorseggiando il caffè
bollente con espressione pensierosa.
“Cosa vorresti per il tuo compleanno, Miles?”
domandò dopo pochi minuti, sperando di ricevere una richiesta
precisa che l'avrebbe tratta d'impaccio.
“Lusmmmm” rispose il bambino, mentre tracannava
quello che rimaneva dei cereali.
Reneé lo osservò perplessa “Ehm.. Lusmmmm? E' un
nuovo videogame?”
Miles scosse la testa “Chi ha mai detto Lusmmm??? Ho
detto Lucy!” disse piccato, alzandosi dalla sedia.
“Lucy?” ripetè Reneé ancora più confusa “Che
c'entra Lucy con il tuo regalo di compleanno?”
“Voglio organizzare una festicciola mamma! Voglio che
Lucy, Judah e Julius vengano da noi la sera del mio compleanno..
dai.. dai.. per favore...”
“Certo amore.. non c'è problema, ma io mi chiedevo..”
“Grazie!! Grazie mamma!!” esclamò il bambino
entusiasta, interrompendola e stringendole i fianchi con un abbraccio
stritolaossa.
“Hai preso tutto?” domandò Reneè sorridendo,
inginocchiandosi e aggiustandogli il colletto della camicia azzurra.
Il bambino annuì e con uno scatto si diresse fuori
della stanza “Ci vediamo oggi pomeriggio!! Ciao mamma!!”
Reneé si appoggiò alla parete con un sospiro “Immagino
di dover risolvere da sola il mio problema. Mmm andrò al negozio di
giocattoli e gli comprerò qualcosa che mi ispiri..”
Stava per andare a cambiarsi, quando il suono del
campanello la fece ritornare sui propri passi. Guardò l'orologio:
Miles era uscito da appena due minuti...
“Hai visto? Sapevo che ti eri dimenticato qualcosa!”
esclamò aprendo la porta.
Il postino la osservò perplesso, storcendo appena il
viso “Signora O'Connor... non credo di aver dimenticato nulla..”
disse semplicemente, porgendole alcune buste.
“Oh Jerry sei tu... ehm.. scusami, pensavo fossi
Miles! Sai.. è appena uscito di casa...” esclamò Reneè con un
sorriso,chiudendo in fretta la porta prima che l'altro potesse dirle
altro.
“Reneé... certe volte sei peggio di Gabrielle!”
pensò affranta, ritornando in cucina.
Prese un coltello e cominciò a scartare le buste.
“Bolletta, pubblicità, bolletta, cartolina, lettera
del preside, bolletta...” cantilenò con voce annoiata, prima di
fermarsi improvvisamente.
“Lettera del preside?” ripetè, estraendo dal
mucchio una busta gialla dall'aria ufficiale.
Il
timbro della Virgil Middle School (nota 1) troneggiava al di sopra di
un'elegante calligrafia in inchiostro nero “ Gent.ma
Sig. Evelyn Reneé O'Connor”.
“Evelyn.. nemmeno mia madre mi chiama più così...”
pensò sorridendo, aprendo con delicatezza la busta ed estraendo un
foglio ripiegato con cura.
“Gent.ma
Sig. Evelyn Reneé O'Connor,
a
seguito dell'increscioso episodio che ha visto protagonista suo
figlio Miles e il suo compagno di classe Joshua, è pregata di
recarsi nell'ufficio del Direttore Scolastico oggi pomeriggio alle
ore 16:00, per discutere dell'avvenimento.
La
ringraziamo in anticipo per la disponibilità...”
Reneé scosse la testa perplessa ed arrabbiata per
l'accaduto. “E ora cosa vuole il Preside da me? Insomma.. è stato
solo una scazzottata innocente... o no?”
Sospirò e si alzò, sbuffando nuovamente “Certi
periodi sono veramente di merda!” affermò affranta, prendendo il
telefono e digitando il numero dell'unica persona che poteva aiutarla
in quel momento.
Casa di Lucy
Lucy se ne stava seduta a gambe incrociate, le mani
appoggiate alle ginocchia e gli occhi chiusi. Inspirò ed espirò,
cercando di mantenere un ritmo regolare “Inspira.. ed espira..
intorno a te non c'è nulla.. inspira ed espira.. inspira ed esp..
Vaffanculo!!” urlò, alzandosi in piedi di scatto e mollando un
pugno contro il tavolo d'ebano al suo fianco.
Sollevò il polso dolorante con un mugugno e si guardò
intorno: il pavimento era completamente ricoperto di scartoffie di
ogni colore e forma che l'urto aveva scaraventato giù dal tavolo.
Ingoiando a stento altri improperi di fronte a quel disastro, si
inginocchiò e cominciò a raccoglierli alla rinfusa, disponendoli
disordinatamente sulla scrivania.
“Lucy? Tutto a posto? Cos'è stato quel rumore?”
“Non preoccuparti Robert... è solo..” cominciò,ma
non ebbe il tempo di terminare la frase.
La porta si aprì di scatto, rivelando la tozza figura
di suo marito sulla soglia.
“Porca miseria! Ma che diamine è successo qui?”
domandò sorpreso, osservando i fogli sparpagliati ovunque.
“Nulla.. nulla.. solo che mentre facevo yoga ho urtato
la scrivania.. e sono caduti tutti i fogli per terra..”
“Sembra che sia passato un tornado..” osservò
Robert, entrando in punta di piedi e depositando la cartella che
teneva in mano sulla poltrona vicino alla porta.
“Lascia che ti aiuti..” si offrì, inginocchiandosi
e cominciando a raccogliere quello che un tempo doveva essere un
copione.
“Ora che ci penso.. Hai letto la bozza che ti ho
preparato?” domandò curioso, risollevandosi ed osservando la
moglie in attesa di un commento.
“No.. non ancora” rispose Lucy distrattamente,
alzandosi a sua volta e guardandosi intorno per accertarsi di aver
raccolto ogni cosa.
“Ma come no? Lo sai benissimo che la prima bozza deve
essere pronta per la fine di Ottobre! Non posso andare avanti se non
so cosa ne pensa il mio personaggio principale! Questa storia è
strutturata su di te...”
“Si lo so Robert, mi dispiace, ma ho avuto altre cose
da fare in questi giorni.”
L'uomo sospirò, portandosi una mano tra i capelli “Sei
strana, si può sapere cosa ti è successo? Non riesco a capirti da
un po' di tempo a questa parte.”
“Non mi è successo niente, sono solo un po' nervosa..
ora scusami” rispose Lucy, prendendo la borsa e allontanandosi
dalla stanza
“E adesso dove vai??” urlò Robert nervosamente,
posando i fogli sulla scrivania e inseguendola per il corridoio.
“Esco! Ho bisogno di aria!” esclamò Lucy, prendendo
le chiavi della macchina dal cassetto e indossando gli occhiali da
sole.
“Mamma! Che fai esci?” domandò Daisy, facendo
capolino dalla sua stanza e ricevendo in risposta il tonfo secco
della porta di casa che si chiudeva.
“Però... gran bella risposta....” commentò
ironica, sollevando la testa e roteando gli occhi esasperata “A
volte vivere in questa casa è veramente impossibile...”
Casa di Reneé,
qualche ora dopo
L'orologio segnava le 15:38..
“Ma quando ha intenzione di arrivare? Non posso
presentarmi dal Preside con un'ora di ritardo!!” pensò,
cominciando a sbattere il piede a terra nell'estremo tentativo di
calmarsi.
“Doveva essere qui già da un pezzo! Ah.. oggi non me
ne va bene una.. la lettera del Preside, Miles che torna a casa in
anticipo, Iris che si ammala... a volte penso di essere decisamente
antipatica a qualcuno lassù, altrimenti non si spiega tanta
sfortuna!”
“Che fai mamma?”
Reneé si voltò e vide Miles che la squadrava curioso
dalle scale. “Chiamo la babysitter..” rispose seccata, prendendo
il cellulare e scorrendo la rubrica in cerca del numero.
“Mi avevi detto che non era successo niente Miles e
stamattina mi chiama il Preside! Se Joshua si è fatto male, sappi
che sei in punizione!”
“Ma mamma! Io non gli ho fatto niente! Gli ho dato
solo un colpetto!! E' lui che è scappato! E' un frignone...”
“Non mi interessa quello che è! Se il Preside mi ha
mandato a chiamare, vuol dire che si è fatto male e lo sai che non
ti ho educato a picchiare gli altri bambini!!”
Miles abbassò la testa e scese lentamente le scale.
“Sei molto arrabbiata con me mamma?” le chiese senza
avere il coraggio di guardarla negli occhi.
“Dipende da quello che mi dirà il tuo Preside...”
Il bambino annuì e le strinse i fianchi “Scusami, non
lo farò più..”
Reneé fece un sorriso e gli accarezzò i capelli “Ora
basta Miles.. scusami se ho alzato la voce, ma sono un po' nervosa in
questi giorni e questa convocazione del tuo Preside mi ha sorpresa..
non sono arrabbiata con te.”
Guardò nuovamente l'orologio “Ma insomma...”
esclamò sbuffando.
Stava per comporre il numero, quando il suono del
campanello disturbò la quiete della casa.
“Sia lodato il cielo!” esclamò con un sospiro di
sollievo.
“Chi è venuto a farci compagnia mamma?” domandò
Miles curioso, staccandosi e andando a sedersi sui gradini alle sue
spalle.
“Ora vedrai... mi raccomando, fai il bravo.”
“E' Lucy, mamma???” chiese Miles speranzoso,
alzandosi in piedi.
“Non esattamente...” disse Reneé, aprendo la porta.
“Ciao Reneé.. scusami se ho fatto tardi, ma mi hanno
trattenuto sul set!! Oramai non ho più un orario fisso.” esclamò
la giovane donna sulla soglia.
Camicia bianca, pantaloni aderenti di pelle e occhiali
da sole all'ultima moda: Adrienne Wilkinson (nota 2) sembrava molto
diversa dalla timida seguace dell'amore che per tanto tempo aveva
interpretato in “Xena Warrior Princess”
“Ciao Adrienne! Oh non preoccuparti, sei stata così
gentile a venire. Entra pure.” disse Reneé, scostandosi dalla
soglia e facendo gli onori di casa.
Adrienne entrò a rapidi passi, gettando uno sguardo
alla mobilia elegante e raffinata del salotto e posandolo poi su
Miles, che la squadrava scettico dall'alto del gradino.
“Ma tu.. ma tu sei Miles??” domandò sorpresa,
“Accidenti! Sei diventato davvero grande! L'ultima volta che ti ho
visto eri minuscolo...”
Il bambino piegò la testa da un lato e sollevò il
braccio, puntandole contro l'indice della mano destra.
“E tu... sei Eve, non è vero? Il tuo personaggio fa
schifo!” disse sfacciato, corrucciando gli occhi.
“Miles! Ma cosa dici?” lo richiamò Reneé “Scusalo
Adrienne, ma per lui esiste solo Xena..”
Adrienne scosse la testa e rise “Oh lascialo stare
Reneé, in fin dei conti ha perfettamente ragione.. Eve non era certo
il personaggio migliore della serie... Però ti ricordo giovanotto”
continuò, rivolgendosi nuovamente a Miles “che io prima di essere
Eve ero Livia, che ne pensi di lei?”
Miles sembrò rifletterci un momento, prima di
rispondere “Passabile, ma Xena è la migliore!”
Adrienne rise di nuovo e poggiò la borsa sul gradino
“Ah.. immagino che questo signorino sia l'orgoglio di Lucy..”
“Oh si.. è il suo primo fan..” rispose Reneé,
guardando l'orologio.
“Sarà meglio che vada... ah Adrienne.. grazie ancora
per il favore!”
Adrienne annuì “Vai tranquilla... ho un copione da
leggere e magari il signorino potrebbe darmi dei consigli per rendere
il mio alter ego hippie un po' più figo... che ne dici, Miles? Mi
dai una mano?”
“Si!” disse Miles eccitato, mettendo da parte
l'animosità che aveva dimostrato sino a quel momento.
Reneé scosse la testa e con un ultimo saluto se ne
andò, chiudendo la porta dietro di sé.
“Spero solo che quei due non trasformino quella povera
hippie in una pazza sanguinaria..” pensò, accendendo la macchina e
dirigendosi con un rombo di motore verso la Virgil Middle School.
Spiaggia
Il rumore del mare e il verso dei gabbiani le avevano
sempre ispirato calma e tranquillità.
Parcheggiò la macchina poco lontano e si incamminò
lungo il bagnasciuga, permettendo all'acqua salmastra di sfiorarle la
punta degli stivali. Non si era mai sentita così sola al mondo.
“E' incredibile come a volte le persone riescano a
scavare così profondamente dentro di te. Tu vivi con loro, parli con
loro.. e ti sembra la cosa più semplice e naturale del mondo. Solo
quando se ne vanno e senti una parte di te che sparisce con loro,
comprendi come certe persone ti siano necessarie..”
Raccolse un sasso bianco e lo lanciò nel mare,
osservandolo annegare con un semplice Blop.
Si portò una mano alla tempia e poi sugli occhi:
sentiva il cervello pulsare, come se qualcuno lo stesse spremendo in
una morsa d'acciaio.
“Complimenti Lucy.. nei telefilm guerriera senza
macchia e senza paura, biologa coraggiosa e idealista, matrona
spietata e geniale... nella vita.. una conchiglia vuota, che ha
troppa paura di essere riempita...”
Sbuffò e si sedette sulla sabbia morbida, tenendo la
testa tra le gambe.
Lacrime salate presero a scenderle lungo le guance “Devo
prendere una decisione... ma cosa posso mai fare? Da un lato lei..
dall'altro loro.. nessuno meriterebbe di essere sacrificato per colpa
mia,ma non posso più continuare a vivere in questo limbo infinito.
Non faccio altro che fare danni, è giunto il momento di cominciare a
risolverne qualcuno. Ah.. se solo non fosse tutto così complicato...
Devo trovare il coraggio di parlarle e di spiegarle quello che è
successo. Domani! Domani la chiamerò e le parlerò, se non mi
attaccherà il telefono in faccia ovviamente.. Non è una scelta
molto saggia, ma non posso fare altrimenti. Non posso rinunciare a
lei... non posso...”
Virgil Middle School
Il profilo della Virgil Middle School si stagliava alla
sua sinistra, circondato da aiuole fiorite e alberi imponenti.
Reneé parcheggiò la macchina poco lontano e si diresse
in fretta verso la scuola, sperando di non essere in ritardo come al
solito.
L'edificio beige e dalla forma rettangolare sembrava
squadrarla con severità dalle ampie vetrate posizionate sui lati e
sulla facciata.
Reneé sospirò e si guardò il polso sinistro:
mancavano due minuti alle quattro. Affrettò ancora il passo ed entrò
attraverso il portone marrone.
Un silenzio quasi sacro la accolse, interrotto solo
dall'eco di passi lontani.
Fece qualche passo avanti e si guardò intorno nella
speranza di vedere un cartello con la scritta “Presidenza”.
Era così concentrata che non si accorse della donna,
che, parlando animatamente al cellulare,stava correndo
precipitosamente verso l'uscita, accompagnata da un fastidioso rumore
di tacchi a spillo.
“Attenta!!” sentii dire un attimo prima di
ritrovarsi con la schiena per terra e il naso all'insù.
“Oh mi scusi... sono terribilmente di fretta, ma
l'avevo avvisata.. perchè non si è spostata?” le chiese di nuovo
la donna, porgendole una mano.
Reneé la strinse con una smorfia di dolore “Ah dunque
ora è colpa mia? Perchè diamine non si è fermata, invece di
correre come una matta per tutta la...” cominciò a dire
aggressiva, prima di vedere il volto della persona di fronte a lei e
rimanere a bocca aperta.
“Alexandra (nota 3)????” chiese stupita
“Reneé???” domandò l'altra di rimando, sorridendo
e abbracciandola con forza “Sono secoli che non ci vediamo!!!! Come
stai???”
“Beh.. fino a due minuti fa bene.. ora...”
“Oh scusami, scusami tanto.. non volevo certo metterti
al tappeto, è solo che ho talmente tanta fretta... Sono venuta a
scuola perchè il Preside mi ha chiamato...”
“Anche a te? Ma è una mania!” esclamò Reneé con
un sospiro, portandosi una mano alla schiena dolorante.
“Come dici scusa?” domandò Alexandra perplessa.
“Oh niente.. lascia stare.. una cosa mia...”
“Beh in realtà... è stata una vera e propria gioia
per me...” continuò Alexandra in tono confidenziale, appoggiando
il braccio alle spalle dell'altra.
“Devi sapere che mia figlia Roxanne è il capitano
della squadra delle Cheerleader dell'istituto e il Preside mi ha
chiamato per dirmi che parteciperanno ai tornei nazionali juniores...
ma ci pensi??? La mia Roxanne... ah.. è così elegante e
raffinata...”
Reneé annuì poco convinta “Beh.. avrà preso da te.”
“Tu dici??? Oh lo dicono tutti... ora scusami, ma devo
proprio scappare.. ho un party da organizzare per domani sera e Bruce
è veramente un disastro!!” esclamò la più alta, riprendendo a
correre verso l'uscita.
“Ehi aspetta!!! Hai detto Bruce (nota 4)???” la
richiamò Reneé “Quale Bruce??”
Alexandra si voltò nuovamente, mentre un sorriso a
trentadue denti le illuminava il volto “Ma il nostro Autolycus...
chi altri??? E' un uomo così passionale ed affascinante...”
“Questa sì che è una sorpresa!!!” esclamò Reneé,
tentando di dissimulare le risate dietro un sorriso cortese. “Ah
scusami ancora Alexandra!! Dov'è la Presidenza???”
“Secondo piano, terza porta a sinistra!!!” rispose
l'altra senza voltarsi indietro, mentre imboccava l'uscita e saltava
a piè pari i gradini di marmo.
“E poi dicono che non assomiglia ad Aphrodite...”
commentò Reneè, cominciando a salire le scale e ridendo a
crepapelle.
“Allora.. secondo piano.. terza porta a sinistra”
sussurrò, scorrendo le porte di legno lucido che si susseguivano
l'una dietro l'altra.
Si incamminò lungo il corridoio e con estrema
soddisfazione vide una targa di ottone con la scritta “Presidenza”.
“E pensare che è sempre stata una donna così
distratta...” pensò, sorridendo e spingendo la maniglia verso il
basso.
Si ritrovò in un'ampia sala, illuminata dalla luce del
sole che filtrava dalle imposte beige.
Tutto intorno a lei riluceva e splendeva, dal lampadario
fino al pavimento e alla scrivania rettangolare, alla quale stava
seduta una giovane donna, intenta a mettere dei documenti in una
cartellina.
“La signora O'Connor, presumo” esclamò la
sconosciuta, squadrandola dalla testa ai piedi “Mi segua, il
Preside la attende. E' la prima..”
Reneé deglutì nervosamente: quella donna la faceva
sentire terribilmente a disagio.
“Mi scusi.. cosa vuol dire che sono la prima? Devono
venire altri genitori?” domandò curiosa, affrettandosi a seguirla
lungo un piccolo corridoio adiacente alla sala.
“Non sono autorizzata a risponderle. Prego.. entri”
rispose meccanicamente la donna, aprendole la porta e facendole segno
di proseguire.
Reneé la osservò stupefatta e fece come le era stato
detto.
L'ufficio del Preside era decisamente sobrio ed
elegante: mobili in legno pregiato, lampade di ottone e persino un
modellino di un vascello, che troneggiava su un basso tavolino di
fronte alla scrivania.
La stanza era vuota. Reneé si sedette nella poltrona di
pelle e continuò a guardarsi intorno curiosa. Non dovette aspettare
molto prima che il Preside Thomas Goldwing entrasse nella stanza. “Mi
perdoni signora O'Connor, ma sono stato trattenuto dalla mia zelante
segretaria.. sa, è molto competente, ma terribilmente pesante a
volte...” le disse giovale, avvicinandosi e stringendole la mano.
“Si.. me ne sono accorta. Direi che è come le
segretarie di una volta che si vedono nei film...” commentò
ironica, sedendosi nuovamente.
Il Preside sorrise e la imitò, appoggiando i gomiti al
tavolo e congiungendo i polpastrelli delle dita.
“Allora signora O'Connor... presumo che lei sappia il
motivo per cui l'ho convocata...”
“Signorina O'Connor” puntualizzò Reneé,
appoggiando la borsa sulle ginocchia “Si.. sono al corrente
dell'avvenimento e ho già sgridato abbondantemente mio figlio. Non
nego di essere comunque rimasta sorpresa.. mio figlio mi aveva
assicurato che nessuno si era fatto male e che tutto si era..
diciamo.. risolto..”
“Infatti è così.. tecnicamente io non avrei saputo
nulla di tutto questo se non fosse stato per la madre di Joshua, che
mi ha telefonato indignata per quanto accaduto..”
“Ma.. Joshua si è fatto male?”
“Oh no signora.. ehm volevo dire signorina O'Connor..
il ragazzo sta benissimo.. è solo che la signora Kean è molto..
come definirla.. molto esagerata e soprattutto è una persona
influente.. sa.. è comunque la moglie dell'ambasciatore Kean, lei
capisce.. dunque non potevo rifiutarmi di chiarire le cose..”
Reneé annuì infastidita “Capisco.. eppure io non
l'ho mai vista qui a scuola.. né agli incontri con i professori né
alle recite scolastiche... c'è sempre quel signore gentile.. il
signor Marshall a questi eventi.. ed è sempre lui che viene a
prendere Joshua a quanto ho visto.”
Il Preside portò le braccia al petto “Oh si.. sa
signorina, il signore e la signora Kean sono così impegnati! Il
signor Marshall è il loro maggiordomo ed è lui che si occupa di
Joshua. Un po' come Alfred fa con Bruce Wayne..” disse ironico,
sorridendo per il paragone fumettistico. “Mi chiedo dove sia la
signora Kean.. sono le quattro e dieci” continuò perplesso,
osservando l'orologio a pendolo alla sua sinistra.
Come in risposta alla sua domanda si sentì un leggero
bussare alla porta.
La segretaria fece capolino nella stanza e con
espressione stranamente docile disse “Signor Preside.. è arrivata
la signora Kean..”
Thomas Goldwing si alzò in piedi e tossì, lisciandosi
i bordi della giacca
“Falla passare Jenny..”
Reneé sollevò gli occhi al cielo e si voltò, curiosa
di vedere chi meritava così tante attenzioni e pomposità.
“Signor Goldwing! Perdoni il ritardo, ma sa.. ero ad
un pranzo di beneficenza e certi eventi a volte sembrano durare in
eterno.”
“Signora Kean, che piacere! Ma prego.. prego.. le
presento la signorina O'Connor..”
Reneé si alzò e per la seconda volta in breve tempo
rimase senza parole.
Di fronte a lei, avvolta in una lunghissimo cappotto di
coccodrillo, se ne stava Claire Stansfield (nota 5), altera e snob
fino alla punta dei capelli.
“Claire?” domandò Reneé sorpresa, incapace di
contenere la sua meraviglia.
“Reneé..” rispose semplicemente Claire,
assottigliando gli occhi.
Il Preside Goldwing rimase in silenzio, spostando lo
sguardo prima sull'una e poi sull'altra come se stesse assistendo ad
un incontro di tennis.
“Ma voi vi conoscete! Ma certo!! Dovevo ricordarmi del
suo passato di attrice signora Kean!”
“Oh ci conosciamo eccome... da molte vite direi..”
disse Claire, sedendosi sulla poltrona, senza degnare Reneé di un
solo sguardo.
Reneé sospirò e la imitò: se solo ci fosse stata Lucy
in quel momento, ci sarebbe stato un vero e proprio duello in quella
stanza...
“Allora signorina O'Connor, come le dicevo l'ho voluta
vedere perchè la signora Kean mi ha telefonato indignata..”
“E vorrei ben vedere! Quell'indisciplinato di Miles ha
picchiato il mio Joshua senza alcun motivo! Credevo che questa fosse
una scuola esclusiva...” lo interruppe Claire, aprendo la borsa ed
estraendo una sigaretta.
“Posso fumare, non è vero?” domandò, accendendola
senza aspettare la risposta.
“Signor Preside per prima cosa mio figlio non ha
picchiato Joshua. Non credo che sia tornato a casa con le stampelle e
con le costole rotte.. e poi ci tengo a dire che il suo gesto, che io
assolutamente non condivido,è stato provocato da Joshua..”
“Ah certo.. figurati se non era colpa di Joshua..
Ammettilo Reneé tuo figlio è un rissoso e si è approfittato del
mio Joshua..”
Reneé trasse un profondo respiro e cercò di mantenere
la calma “Il “tuo” Joshua non è un santo, Claire, lo sanno
tutti che è un bullo e non fa altro che dare fastidio agli altri..”
Claire rise, portando indietro la testa e facendo
fuoriuscire il fumo dalle labbra “Oh.. ho capito.. il mio Joshua è
il bullo e il tuo ragazzino è il paladino della giustizia! Colui che
difende i deboli... ma per piacere! Signor Goldwing... anzi..
Thomas.. perchè non interviene? Insomma! Non vorrà soprassedere di
fronte ad un atto di violenza...”
“Ti ho detto come è andata Claire.. chiedi al tuo
Joshua cosa ha detto a Miles e poi discuteremo di cosa è successo!”
disse Reneé con veemenza, stringendo i manici della borsa fino a
sbiancarsi le nocche.
“Signore.. signore.. vi prego! Non vorrete cominciare
una rissa anche voi! Signorina O'Connor mi dica.. cosa avrebbe detto
Joshua a Miles per farlo arrabbiare?”
“Ecco in realtà..” esordì Reneé con difficoltà.
“Signorina O'Connor..” puntualizzò Claire,
interrompendola “non riesci nemmeno a mantenerti un marito per due
anni di fila e poi pretendi di saper educare due bambini.. ovvio che
Miles sia diventato un rissoso violento...”
Reneé si alzò di scatto e le puntò l'indice contro
“Sta zitta Claire! Non sono fatti tuoi né di Joshua quello che
faccio con i miei figli! Né sei tenuta a tenere il conto dei miei
fidanzati... Ecco perchè Joshua ha detto quelle cose a Miles..
sentendo la madre...”
Claire la guardò con sufficienza “Stai calma Reneé,
qui siamo persone aperte e moderne. Nessuno vuole discriminare tuo
figlio per la tua omosessualità, non è vero Thomas?” disse con
noncuranza, rivolgendo lo sguardo al Preside.
“Omosessualità?” chiese l'uomo di rimando,
sgranando gli occhi per la sorpresa.
Reneé trattenne il fiato e sollevò gli occhi al cielo,
mentre sentiva il cuore battere a mille e la mente pulsare per la
rabbia: avrebbe gettato la borsa da un lato e strangolato Claire se
si fossero trovate in un altro posto.
“Ecco.. io non ero al corrente di questa situazione..
ora non so proprio che cosa pensare..”
Claire scosse la testa e si alzò, guardando l'orologio
d'oro allacciato al polso sinistro
“Oh si è fatto tardi.. devo andare.. facciamo così
Thomas. Ritiro le mie accuse, si vede che la situazione familiare di
Miles non è delle più tranquille, poverino. Ovviamente non è colpa
sua. Ha solo scaricato la rabbia in maniera sbagliata. Lasci stare
questa faccenda e faccia come se nulla fosse successo. Ora me ne
vado, ciao Reneé, felice di averti rivista. Ah Thomas, si ricordi,
l'appuntamento è per domani sera alle nove. Porti anche la sua
signora!” e con un fruscio se ne andò, richiudendo la porta alle
sue spalle.
“Ecco signorina O'Connor io..” cominciò il Preside
con un sorriso tirato.
Reneé lo fulminò con lo sguardo e senza dire una
parola, si diresse verso la porta.
“Sa signor Goldwing.. a volte mi chiedo come facciano
i nostri figli a frequentare certi istituti scolastici..” disse
sicura, voltandosi appena e inchiodandolo con uno sguardo gelido
“Credo sia tutto per oggi pomeriggio, non è vero?” domandò,
inforcando la porta e sbattendola senza attendere la risposta.
Ripercorse il corridoio, incurante dei richiami della
onnipresente Jenny e scese le scale in fretta: voleva solo
allontanarsi da quel posto e ritornare a casa.
Era quasi arrivata all'uscita, quando una voce profonda
la fece fermare.
“Vedo che sei una vera combattente anche nella vita
reale..”
Reneé non si voltò, limitandosi a stringere i denti
“Cosa vuoi, Claire? Vedo che sei più stronza nella vita che nel
telefilm.. al tuo confronto Alti è un agnellino..”
Claire rise, staccandosi dalla parete e incamminandosi
lentamente verso il portone massiccio “Sei stata fortunata Reneé..
avrei potuto far espellere tuo figlio, lo sai?”
“E allora perchè non l'hai fatto?” domandò la
bionda aggressiva
“Oh, ma perchè io sono una persona aperta, come ti ho
detto. Ho educato mio figlio a rispettare le persone diverse da
lui..”
“Mio figlio non è diverso da nessuno bambino. Stai
attenta a come parli!” la minacciò Reneé, guardandola con occhi
di brace.
“Uh-uh.. vedo che frequentare Lucy ha dato i suoi
frutti. Sembri una piccola Xena.. hahahaha te l'ho detto, stai calma
Reneé.. e buona serata. Salutami tanto Lucy se la vedi.. ah no..
forse dovrei dire quando torni a casa... hahahahaha” e ridendo se
ne andò, sbattendole il portone in faccia.
Reneé lo riaprì di scatto e la osservò avvicinarsi ad
una limousine perfettamente lucida.
“Sei una grandissima stronza Claire! Vaffanculo!”
urlò senza pensare a cosa stesse dicendo.
Claire si voltò e per tutta risposta le fece un
elegante inchino.
“Lo so.. e mi piace.. Stammi bene signora Lawless!”
e con un altro sorriso strafottente, salì in macchina,
allontanandosi in fretta e lasciando Reneé impietrita di fronte al
portone della scuola....
Nota 1: Virgil Middle School. Realmente esistente, a
quanto ho letto sul web dovrebbe essere una delle scuole medie
migliori di L.A! Si trova al numero 152 della North Vermont Avenue!
Per la descrizione della scuola, ho guardato diverse fotografie,
dunque è proprio lei! :)
Nota 2: Adrienne Wilkinson. E' l'attrice che
interpretava sia Livia sia Eve/Evi in “Xena Warrior Princess”.
Poiché ho sempre odiato il personaggio da lei interpretato, ho
pensato di relegarla a babysitter hahahahaha Per cui le parole di
Miles esprimono esattamente il mio pensiero hahahahaha
Nota 3: Alexandra Tydings. E' l'attrice che interpreta
Aphrodite/Venere nella serie di Xena e di Hercules.
Nota 4: Bruce Campbell. Chi non ricorda il suo mitico
pizzetto!!! E' lui.. è Autolycus o Autolico se preferite hahaha che
carino! Ebbene si.. in questa storia ho deciso di farli sposare, che
ne pensate? Li ho trovati maledettamente simpatici insieme... anche
se non oso immaginare come sarà la piccola Roxanne.. una vera furia!
Hahaha
Nota 5: Claire Stansfield. E' l'attrice che interpreta
la più stronza di tutte le cattive... Alti o Antinea in italiano.
Ditemi quello che volete, ma secondo me questa donna è una stronza
anche nella vita, altrimenti non avrebbe saputo interpretare in
maniera così sublime un personaggio come Alti! Eccovi dunque una
snobbona piena di soldi, interessata solo ai party e poco al
figlio...la vita di Joshua non è poi così allegra.. per fortuna che
c'è Alfred! O per dirla alla Cristina D'Avena... “Niente paura,
c'è Alfred!!”
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