Profezia e leggenda

di albalau
(/viewuser.php?uid=105972)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo

 

Un pianeta. Un regno. Una profezia. Una leggenda.

Così tutto ebbe inizio...

Il pianeta in questione era la Terra. Il regno era nel vasto territorio del Nord, governato dal glorioso popolo sayan e dal suo potente sovrano, il re Vegeta.

Re Vegeta dominava su tutti i paesi conquistati, sottomettendoli al suo volere. Era malvagio, crudele e privo di pietà, ma questa era una prerogativa di tutti i sayan.

Feroci e distruttivi in battaglia. Niente sopravviveva dopo il loro passaggio. Il re in persona scendeva in campo ad ogni combattimento e si distingueva in ogni occasione.

I suoi sudditi lo adoravano come un dio.

Ma fu proprio qui, nel periodo di maggior estensione del suo regno, che entrò in gioco quella strana profezia, seguita da una particolare leggenda.

Un giorno, dopo la conquista dell'ennesimo territorio, il sovrano stava riposando nella sua tenda, quando il capitano delle sue guardie si presentò a lui.

-Perdonatemi sire, ma uno dei prigionieri ha chiesto udienza.- disse inginocchiandosi fino a sfiorare la terra con il capo.

Re Vegeta lo fissò irato. Come osava, nonostante fosse il suo uomo più fidato, disturbarlo nel suo momento di riposo? Tutti i suoi sudditi conoscevano perfettamente la legge. Era lui che li chiamava, non il contrario. Comunque, se aveva avuto l'ardire di presentarsi al suo cospetto senza preavviso, doveva essere, quanto meno, una cosa interessante.

-Chi sarebbe questo essere inferiore che osa fare una simile richiesta?- chiese con voce dura.

-Si...si tratta... di una veggente.- balbettò, ma felice di aver salvato almeno la testa.

-Cosa?!- tuonò.

-Mio re, quella donna afferma di avere notizie che cambieranno le sorti del vostro regno.-

Il sovrano gli diede le spalle, incrociando le braccia sul petto. Era indeciso se concedere il suo prezioso tempo a quella vecchia o ucciderla come la maggior parte della sua gente. Quell'ultimo pensiero fece apparire un ghigno sul suo viso, poi ricordò una cosa che suo padre gli aveva insegnato quando era ancora un bambino.

Maghi, veggenti e indovini non potevano essere toccati, in caso contrario la sventura si sarebbe abbattuta sul regno per gli anni a venire.

Sospirò profondamente.

-Falla passare.- ordinò brusco.

Attese seduto sulla sua enorme poltrona, quando finalmente la tenda si scostò, permettendo alla veggente di entrare. Guardandola, il re si accigliò.

Era una donna di bassa statura. Indossava un vestito nero che la ricopriva interamente, sulla testa un cappello a punta del medesimo colore, adagiato sopra ad una chioma a caschetto di un insolito colore rosa. Ma la cosa che lo stupì di più era che non camminava, ma avanzava sospesa da terra seduta sopra ad una palla, molto somigliante ad una sfera di cristallo.

Riprese immediatamente la sua aria seria.

-Cosa vuoi da me?- domandò con astio.

La vecchia, per niente intimorita, si avvicinò ulteriormente, fermandosi proprio davanti a lui.

-Il mio nome è Baba e sono venuta qui per metterti al corrente del futuro che ti attende.-

-Parla! Non ho tempo da perdere!- urlò infastidito.

Baba sorrise sommessamente.

-Non dovresti essere così ansioso. Non porto buone notizie.-

Re Vegeta si alzò di colpo, afferrandola per il vestito.

-Ti ho detto di parlare. Sarò poi io a decidere come interpretare le tue parole.- sibilò rabbioso.

-Va bene, ma lasciami. È difficile parlare con una mano che ti stringe la gola. Rispose fissandolo negli occhi.

Mollò la presa, scostandosi di qualche passo, per evitare che il suo istinto prendesse di nuovo il sopravvento.

Baba si massaggiò il collo e si rimise a posto il cappello, leggermente spostato di lato da “quell'attacco”.

-Per niente pazienti voi sayan.- poi vide lo sguardo del re e continuò da dove si era interrotta.

-Allora, qualche tempo fa stavo scrutando la mia sfera, quando la tua immagine mi apparve. Eri coperto d'oro e d'argento e la tua potenza era inarrivabile. All'improvviso un fumo ti avvolse, celando ai miei occhi la tua persona. In seguito un possente drago è comparso, affiancato da due potenti guerrieri, circondati da una forte luce. Biondi, con risplendenti occhi col del cielo terso.    Questo è tutto.-

Re Vegeta sbiancò solo alle ultime parole della vecchia. Un pensiero si era insinuato in lui. Il pensiero di una leggenda legata al suo popolo. Ma era solo una leggenda...o no?

Mantenne la calma, non doveva far vedere quanto fosse scosso.

-E mi spieghi cosa significano queste tue parole?-

Rise. Questa volta Baba rise apertamente.

-Eppure sei noto anche per la tua intelligenza!-

Lo vide incupirsi e corse ai ripari. Non era salutare dare dello stolto a quell'uomo.

-Significa che nel momento di maggior potere, verrai schiacciato da un regno il cui emblema è il drago e che i tuoi leggendari guerrieri lo affiancheranno. Il tempo del tuo dominio sta per terminare.-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Capitolo   1

 

Vent’anni. Ormai erano passati vent’anni da quando le sue orecchie avevano udito quelle parole.

Con molta calma, il grande sovrano, si alzò dal suo trono, avanzando nella grande sala deserta, per suo volere. Si portò davanti ad una pesante ed enorme tenda di velluto rosso, uguale al colore del mantello che portava sulle spalle. Colore regale, che gli ricordava quello del sangue, unico degno di lui. Con una mano lo scostò, rivelando l’enorme carta appesa alla parete.

Sempre il rosso predominava su quel muro. La Terra, quasi completamente coperta di sangue.

Ormai erano davvero pochi i regni che si opponevano a lui, ma ben presto sarebbero stati dominati. Riportò gli occhi sul suo impero, perdendosi nei ricordi.

In base a quello che la vecchia Baba gli aveva riferito quel giorno, aveva preso le sue precauzioni.

Da quel preciso istante si era personalmente occupato di far scomparire dalla faccia del pianeta ogni singolo regno arrecasse quel simbolo da lui tanto temuto.

Che fosse sullo stemma della casata o solamente raffigurato in un semplice disegno.

Tutti quei popoli erano stati sterminati o sottomessi al suo volere e le famiglie reali tolte dalla circolazione. Non poteva certo rischiare che qualche discendente potesse nuocergli in qualche modo.

Re Vegeta sogghignò soddisfatto. Le parole di quella megera non si sarebbero mai avverate.

-Ti vedo soddisfatto.-

Quella voce lo fece sobbalzare. Si voltò di scatto, vedendo la strana creatura al suo cospetto.

-E tu come hai fatto ad entrare!- esclamò furente.

Baba si avvicinò a lui, senza timore.

-Calmati. Passavo da queste parti e volevo vedere con i miei occhi se quello che ti avevo detto anni fa si fosse avverato.- rispose con calma.

Il re le diede le spalle, tornando ad ammirare il suo operato.

-Come vedi, sono riuscito facilmente a “difendermi” dai tuoi stupidi vaneggiamenti.- disse sicuro di se.

Baba scrutò la carta appesa, socchiudendo gli occhi.

-Ne sei davvero certo?-

L’uomo si volse di scatto, udendola.

-Che intendi?!-

La veggente scosse il capo.

-Intendo dire che la mia previsione non è cambiata, nonostante i tuoi sforzi.-

-Allora questo significa che come veggente non vali niente. Non esiste regno o popolo che possa affrontarmi e il tuo “drago” non esiste più.- nella sua voce si udiva perfettamente una nota di trionfo.

-Sarà…- ma Baba non ne era convinta.

Poi decise di cambiare argomenti.

-I tuoi figli, dove sono adesso?-

Re Vegeta si accigliò, come la prima volta che l’aveva vista. Ma che razza i domanda gli faceva adesso?

-Perché ti interessi a loro?- chiese sospettoso.

La donna alzò le spalle, come se realmente non gliene importasse poi molto.

-Curiosità.-

L’uomo la scrutò con la coda dell’occhio, non convinto di quella sua affermazione. Decise di risponderle, solo per conoscerne la reazione.

-Sono entrambi in perlustrazione nelle terre ad Ovest. Pare che ci siano stati degli incidenti e li ho mandati per sedarli. Con ogni mezzo.-

L’espressione di Baba non mutò a quella notizia.

-Beh, immagino che il principe Vegeta non abbia alcun problema, ma Goku non mi sembra adatto al compito.-

-E tu, come fai…- ma non terminò la frase.

Non li aveva mai visti, come poteva conoscerli così bene?

-Dimentichi che sono la più grande veggente del pianeta.- gli ricordò, vedendo la sorpresa sul suo volto.- E poi ti ho sempre tenuto d’occhio, dopo il nostro primo incontro. Sia te, che i tuoi figli. Per questo li conosco così bene.-

Il re decise di lasciar cadere l’argomento spiegazioni, quella donna era e restava un mistero.

-Goku, quando sarà il momento, farà quello che ogni sayan è destinato a fare. Comunque non è un problema rilevante. L’erede e colui che prenderà il mio posto è Vegeta, il mio primogenito. E l’unico degno di divenire il re del mio popolo.- disse con orgoglio.

Baba decise di non andare oltre con le sue parole. In fondo era così divertente vederlo crogiolarsi nella sua convinzione di essere onnipotente.

-Tornando a noi, non sei ancora al sicuro. Ma bada, non ti dico tutto questo per salvarti, lo faccio solo per vedere se sarai in grado di sopravvivere all’umiliazione.-

-Come hai detto?!- fece per afferrarla, ma di fronte a lui non vide più nessuno.

La veggente si era come volatilizzata. Come poteva essere!

Si ricompose, con ancora le parole di quella vecchia nelle orecchie.

Sopravvivere all’umiliazione? Lui non l’avrebbe mai conosciuta!

 

 

-Siete riusciti a scovare la tana di quei conigli?- chiese una voce imperiosa.

Un uomo, dalla mole imponente, si inchinò di fronte a colui che aveva posto quella domanda.

-Mio signore, siamo riusciti ad individuare il luogo, ma non il punto esatto.- disse costernato.

-Incompetenti! Solo e unicamente incompetenti! Vorrei sapere che cosa me ne faccio ancora di voi!- sbottò collerico.

Il giovane diede le spalle al suo sottoposto, ancora con il fuoco negli occhi. Com’era possibile che un pugno di uomini potessero arrecare tanto disturbo? E, in particolare, non essere trovati?

-Mio principe.- la voce del suo capitano interruppe le sue riflessioni.

-Che vuoi ancora.- disse con voce dura, guardandolo con la coda dell’occhio.

-Abbiamo messo degli uomini nel luogo dove sono apparsi l’ultima volta. Sono esseri inferiori e sicuramente commetteranno un errore e noi saremmo li a coglierli di sorpresa.-

Rimuginò su quella specie di piano, in fondo poteva anche funzionare. Erano li già da diversi giorni e ancora non era riuscito a venire a capo di niente.

-Va bene, ti concedo un’altra possibilità Napa.- disse voltandosi verso di lui.

Napa tirò un sospiro di sollievo, ma che ben presto si mozzò, ascoltando le sue ultime parole.

-Ma bada. Se anche questa volta fallirai, sarà la tua testa che ornerà la mia stanza.- concluse il principe con cattiveria.

Napa deglutì a fatica, prima di scomparire dalla vista del suo signore.

-Non ti sembra di aver esagerato un pochino, Vegeta?-

Vegeta si volse di scatto contro colui che aveva osato tanto.

-Tu vedi di tacere, Kaharot. Se fosse per te, tutto l’universo sarebbe costellato di fiori e farfalle. Mi chiedo ancora come abbia fatto, nostro padre, a generare un fallito come te.- disse duramente.

Esattamente come si aspettava, il ragazzo alzò le spalle.

-Io non credo che solo con la violenza si possa comandare.- rispose con tranquillità.

Il giovane principe gli volse le spalle, palesemente infastidito da quella risposta.

-Dici così solo perché sei stato cresciuto da quella “donna”. Chissà quali altre fandonie ha inculcato in quel tuo cervello.-

-Quello che avrebbe insegnato anche a te, se nostro padre non ti avesse strappato a lei con la forza. E visto che ci siamo, smettila di chiamarmi così. Sai bene che il mio nome è Goku.- ribatté con una serietà che raramente veniva fuori.

Vegeta non rispose, gli sembrava superfluo. Lui avrebbe sempre ringraziato il genitore per quello che aveva fatto. Solo che adesso non comprendeva il perché si ostinasse ad affiancargli il fratello in ogni missione. Era completamente inutile!

Sbuffò e non sopportando oltre la presenza del fratello, abbandonò la tenda che l’ospitava.

-Ehi dove vai?- gli chiese Goku.

-Non sono affari tuoi.-

Camminò per l’accampamento, diretto verso il dirupo li vicino. Giunto sul bordo del crinale, guardò il territorio circostante. Un bosco molto fitto ricopriva quel pezzo di terra, ma il silenzio regnava sovrano. Infatti, dopo la furiosa battaglia che si era disputata qualche anno addietro, nemmeno gli animali abitavano quelle foreste. Troppo intrise di sangue e di malvagità. Però si era rivelato un buon nascondiglio per i ribelli che ancora cercavano di resistere ai sayan. Per quel motivo, lui, il figlio del grande re che aveva avuto l’onore di portare lo stesso nome, era stato mandato li, per dimostrare ancora una volta la superiorità del suo popolo.

E lui, il principe Vegeta, non avrebbe fallito.

Il sole stava ormai calando, quando un soldato si avvicinò a lui.

-Mio principe, è arrivato un messaggio da Napa.- gli disse.

Continuando a dargli le spalle, annuì.

-Leggilo Radish.- intimò con voce forte.

Radish spiegò in piccolo foglio, ma poi spalancò gli occhi.

-Un ribelle! Ne hanno catturato uno!- esclamò.

Vegeta si volse a quelle parole.

-Lo stanno portando qui.- continuò il soldato.

Sul bel volto del principe si formò un ghigno di soddisfazione. Bene, adesso si che finalmente si sarebbe divertito.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


Capitolo   2

 

Con passo spedito stava andando verso la parte dell’accampamento riservato ai prigionieri. Mentalmente stava pregustando le torture che avrebbe inflitto al prigioniero, in caso non si sarebbe presentato disposto a collaborare. Si, una lenta e prolungata agonia.

A quei pensieri, il solito ghigno malvagio si dipinse sul suo viso. Adorava quella parte dei suoi incarichi. Più i nemici si opponevano a lui, più lui si esaltava ad infliggergli sofferenze. Sfortunatamente, nelle ultime due missioni, non aveva potuto dar sfogo ai suoi istinti, colpa della presenza di quella nullità di suo “fratello”. Infatti, al contrario di Goku, per Vegeta lui era pari a niente. Aria e nemmeno della più pura.

Una volta giunto a destinazione, però, si rese conto che anche quella volta sarebbe stato costretto a trattenersi. Goku, appunto, lo attendava a pochi passi dalla soglia.

Strinse i denti, visibilmente contrariato dalla sua presenza.

-Cosa fai qui Kaharot?-

Il ragazzo sfoggiò il suo solito sorriso, che tanto irritava Vegeta.

-Semplice fratello. Se vuoi delle risposte dal prigioniero, non potrai comportarti nella tua solita maniera. E io sono qui per non farti fare delle sciocchezze.-

Vegeta strinse i pugni. Quanta voglia aveva di prenderlo a pugni! Lui e il suo sorriso da ebete!

Lo afferrò per il collo della candida camicia, portando il viso di fronte al suo.

-Smettila di intralciarmi, oppure dovrai pentirtene amaramente. Non ti sopporto più. Sia chiara una cosa, sono io il principe dei sayan, non tu.- sibilò rabbioso.

Goku non si scompose più di tanto, fronteggiando senza paura lo sguardo si Vegeta.

-L’unica differenza tra noi è che erediterai il trono di nostro padre, niente di più.- disse con pacatezza, ma che nascondeva una forte determinazione.

Vegeta strinse ancora un poco la sua presa, ormai completamente infuriato. Come osava! Lui non era degno di niente!

Ma decise di lasciar cadere l’argomento. Non erano ne il luogo, ne il momento adatto. Non ancora.

-Vedremo.-  e lo lasciò andare con una spinta, che però non scompose Goku.

Stava per ribattere, ma vennero interrotti dall’uscita di Napa dalla tenda.

-Quella maledetta! Sembrava una gatta impazzita. Ancora poco e mi cavava un occhio!- esclamò ad alta voce.

Poi notò i due principi e si ricompose immediatamente. Fece loro un inchino, pronto a rispondere alle domande che sarebbero presto giunte.

-Che diavolo hai combinato alla faccia?- chiese con il solito tono imperioso Vegeta, notando tre linee parallele che solcavano il volto del soldato.

-Beh, mio signore, la prigioniera era, per così dire, agitata quando l’abbiamo portata qui. Non la finiva di dimenarsi e scalciare e ho provato a legarla. Solo che lei è stata più veloce e mi ha graffiato. Sono stato costretto a chiamare altri quattro soldati per farmi aiutare.- spiegò in preda ad un forte imbarazzo.

-E tu vuoi farmi credere che è stata una donna a ridurti così?- era incredulo.

-S…si…- rispose Napa con un filo di voce.

A quella risposta Vegeta si oscurò ancora di più. Ma che razza di gente aveva ai suoi ordini, se anche una semplice femmina riusciva a metterli sotto?

-Ne riparleremo.- ringhiò tra i denti.

Adesso lo aspettava l’incontro con quella “furia”, non aveva altro tempo da perdere. Napa sarebbe stato punito a dovere in seguito. Nessun sayan doveva farsi sottomettere, tanto meno da una donna.

Scostò con impeto il lembo della tenda ed entrò con decisione. In parte era anche curioso di sapere come fosse la creatura che aveva creato così tanto scompiglio, ma solo lievemente.

Giunse dinnanzi alla figura a terra, con le mani e il busto legati al grosso palo che si ergeva al centro.

Era seduta a terra in maniera scomposta, i capelli, lunghi e scuri, le coprivano il volto. Se ne stava immobile. Solo il sollevarsi accelerato del suo petto, faceva comprendere che fosse in vita.

Vegeta la guardò attentamente, ma nonostante quello che aveva udito da Napa, non avvertiva in lei alcun pericolo. La sua forza combattiva era pari a zero. Sogghignò nuovamente. Era conscio di essere completamente superiore a lei, ancora si chiese come poteva aver atterrato il suo capitano. Infatti, una particolare dote del suo popolo era quella di poter avvertire la forza combattiva dell’avversario. Questo era il motivo per il quale i regni che si opponevano a loro venivano facilmente sconfitti.

Lanciò ancora un’occhiata alla prigioniera, prima di impartire il suo ordine.

-Uscite tutti!-

Napa, Radish e gli altri quattro uomini lasciarono la tenda senza fiatare, ma Goku non si mosse.

Vegeta lo guardò con la coda dell’occhio.

-Credevo di essere stato chiaro. Fuori dai piedi.- disse cercando di celare il suo forte disappunto.

Per tutta risposta, Goku incrociò le braccia sul petto, poggiando la schiena al sostegno più esterno della tenda.

-Io di qua non mi muovo.- rispose disinvolto.

Il fratello si trattenne a stento dal prenderlo a pugni, ma sorvolò. Sapeva, che in ogni caso, mai e poi mai sarebbe riuscito ad allontanarlo. In quanto a testardaggine erano pari.

-Fa come ti pare, ma ricorda. Non voglio nessuna intromissione da parte tua.- gli intimò.

Non rispose, limitandosi a fissarlo. Vegeta, non avvertendo al momento nessuna  replica, si accinse a fare il suo “lavoro”.

Lentamente si avvicinò alla ragazza, inginocchiandosi e prendendole bruscamente il mento con una mano. Molto facilmente lo sollevò in modo di vedere il suo viso. Con molta calma ne studiò ogni lineamento. Aveva la pelle chiara che non mostrava nessuna imperfezione. Gli occhi erano scuri, quasi neri come i capelli e lanciavano chiari segni di disprezzo. Le labbra di color rosa e ben disegnate, erano contorte in una leggera smorfia di disgusto, per via del suo tocco. Tutto sommato poteva definirsi bella, ma non gli interessava più di tanto. Era altro quello che bramava.

-Bene, bene. Ammetto che in questo ultimo periodo tu e i tuoi amici ci avete dato del filo da torcere, ma adesso mi dirai quello che voglio.- disse fissandola con sguardo glaciale.

La giovane rimase impassibile a quelle parole, continuando a sfidarlo con gli occhi.

-Non so quanto ti convenga continuare con questo atteggiamento. Non sarebbe salutare per te.- continuò il principe.

-Qualunque cosa intendi farmi, dalla mia bocca non uscirà una parola. Non tradirò i miei amici.- rispose la giovane risoluta.

Vegeta scoppiò in una risata, però priva di ogni allegra.

-Ne sei sicura? Vedremo se sarai ancora di questa opinione quando avrò finito con te.-

Impallidì. Sapeva di cosa fossero capaci i sayan. Lei stessa aveva assistito, non vista, alle loro atrocità. Ma mai gli avrebbe dato a vedere che lo temeva, ne lui, ne gli altri.

-Puoi uccidermi, principe, ma alla fine sarai tu a perdere.-

Vegeta si alzò di scatto, allontanandosi di un passo. Con una mano levò il mantello che portava sulle spalle, adagiandolo su una sedia. In seguito tolse le protezioni di metallo dorato che aveva sulle braccia, facendo attenzione a non far fare la stessa fine ai guanti bianchi che gli ricoprivano le mani. Non poteva assolutamente correre il rischio di sporcarsi direttamente le mani.

Vedendo i suoi movimenti, Goku si allarmò. Conosceva bene quel rituale e non prometteva niente di buono. Doveva fare qualcosa per fermarlo, prima che la sua furia prendesse il sopravvento. Non solo perché questo genere di torture non gli piacevano, ma perché quella ragazza lo aveva turbato fin dal primo istante che l’aveva vista. Era bella, molto di più delle ragazze che era solito vedere e inoltre il suo carattere forte e la caparbietà avuta nel non mostrare debolezze a suo fratello, erano riusciti a conquistarlo. Voleva salvarla, solo che doveva agire con cautela.

Si diresse verso la fanciulla, continuando a guardare con la coda dell’occhio suo fratello.

Con un sorriso stampato in volto, si chinò su di lei.

-Ascolta, se vuoi avere una possibilità di salvarti, non parlare.- le disse sottovoce.

La ragazza lo studiava attentamente. Sembrava così diverso dal principe e il suo sorriso appariva sincero. Le ispirava a pelle fiducia, ma era un bene sentire quelle sensazioni? Era pur sempre tra nemici.

-Fidati.- continuò Goku con lo stesso tono di voce.

Senza nemmeno rendersene conto, annuì.

-Allontanati da lei Kaharot.- ordinò Vegeta.

Goku lanciò un ultimo sorriso alla prigioniera, per poi voltarsi verso il fratello.

A passi lenti gli andò davanti, fermandosi a pochi centimetri. Lo guardò dritto negli occhi prima di parlare, mantenendo ancora basso il tono di voce.

-Lascia fare a me questa volta.-

I lineamenti di Vegeta si indurirono ancora di più. Come si permetteva di interferire? Era o non era stato chiaro fin da subito?

-Non immischiarti.- sibilò, senza celare la sua rabbia.

-In fin dei conti non ti sto chiedendo l’impossibile. Se non ottenessi nulla, te ne occuperai tu, personalmente.-

Il principe strinse i pugni. Iniziava davvero a non poterne più di lui.  Sapeva perfettamente che non sarebbe riuscito a cavare nulla da quella ragazza con la sua “gentilezza”, perché solo con quella poteva sperava di convincerla. L’idiota. E poi stava volutamente minando la sua autorità.

-Tu non farai nulla. È mio il compito, tu sei qui solo per osservare.-

Goku sorrise, sapeva sarebbe stata dura, ma non voleva arrendersi. Non poteva permettere che lei morisse, perché è così che sarebbe andata.

-E dai Vegeta, che ti costa. Ti chiedo solo fino a domani al tramonto, dopo di che, farai come ti pare.- insistette.

La rabbia che stava provando era incontenibile, al limite dallo scoppiare. Erano anni che malediceva la sua venuta al mondo, ma su quella non poteva farci nulla. Solo che se avesse continuato a comportarsi in quella maniera con lui ancora a lungo, ben presto sarebbe finito sotto terra. E lo avrebbe fatto personalmente. Però, a ripensarci,  aveva anche ragione, per quale motivo non farlo tentare? Al massimo avrebbe avuto una scusa per dargli una lezione che mai sarebbe riuscito a dimenticare.

Rilasciò i pugni, dandogli le spalle e riprendendo il mantello.

-Al calar del sole voglio le mie risposte e se non mi soddisferanno, pagherai con lei.- lo avvisò prima di uscire.

Solo vedendo la tenda richiudersi, Goku osò rilassarsi. Per il momento era andata, ma ora doveva escogitare un piano e alla svelta. O sarebbero stati dolori…

Si voltò verso la ragazza e tornò da lei. Sciolse le corde che la tenevano imprigionata, ma prima di lasciarla libera del tutto, la trattenne per un braccio.

-Non pensare di scappare, non andresti lontana.-

Lo guardò negli occhi.

-Perché lo fai?- domandò piano.

Alzò le spalle, assumendo la sua solita aria serena. Si sedette al suo fianco incrociando le gambe e poggiando la schiena al palo dove lei poco prima era stata legata.

-Non sono d’accordo con i metodi usati da mio padre e mio fratello. Ci sono molte altre soluzioni alla guerra.- spiegò con voce pacata.

-Si, ma anche tu sei un sayan e un guerriero.-

Goku chiuse gli occhi e sorrise nuovamente.

-Hai ragione, ma io sono completamente diverso da Vegeta. Combatto solo se è strettamente necessario, per difendere la mia vita e quelle delle persone vicine al mio cuore.-

Inconsapevolmente, anche lei sorrise. Sembrava inconcepibile, ma le era simpatico, dopo tutto.

-Sei strano, lo sai?-

-Si, ne sono cosciente.- rispose di rimando.

Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Goku riprese a parlare.

-Lo sai che devo, comunque, scoprire dove si trovano i ribelli.-

La ragazza s’irrigidì. Per un momento aveva quasi dimenticato con chi aveva anche fare.

-E tu sei consapevole che da me non saprai nulla.-

-Ascoltami, dammi fiducia. Non voglio ci siano altre vittime. Se riuscissi a giungere ad un accordo col vostro capo, forse entrambe le parti si riterrebbero soddisfatte.-

Lo fissò nuovamente negli occhi. Erano così limpidi, così sinceri…ma poteva dare a lui quella fiducia che tanto chiedeva? Forse…forse…tentare…

Ci pensò ancora qualche attimo prima di rispondere.

-D’accordo, ma posso solo dirti dove potrai incontrarlo, nulla di più. In cambio mi dovrai promettere che sarai solo, senza nessun soldato, ne tanto meno con tuo fratello.- disse seria.

Il sorriso di Goku si allargò.

-Promesso.-

Si strinsero la mano per sugellare quel patto.

-Ora è meglio che tu ti riposi, io staro in disparte. Meglio non lasciarti sola.- si alzò, diretto verso la poltrona dall’altro lato della tenda.

Poi si volse.

-Dimenticavo. Il mio nome è Goku.-

La giovane sorrise leggermente.

-Piacere Goku. Io mi chiamo Chichi.-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Capitolo   3

 

Lentamente si alzò dalla poltrona, non senza prima aver lanciato un’occhiata nella direzione del giaciglio dove la giovane donna riposava. Sorrise.

La sera prima si era dimostrata davvero coraggiosa nell’affrontare suo fratello, senza farsi intimidire. E poi si era anche fidata di lui, confidandogli quello che desiderava sapere. Infatti Goku, dentro di se, non solo mirava a salvare gli amici di Chichi, ma il suo intento era quello di non far apparire il suo popolo così spietato, anche se le cose stavano diversamente.

Lui non era mai stato d’accordo con i metodi di suo padre, al contrario di Vegeta. Era stata sua madre, con i suoi modi gentili, a fargli capire che c’erano altre strade per governare.

Sua madre. Il pensiero della donna fece addolcire ancora di più il suo sguardo.

Ricordava i giochi, le carezze, la voce dolce di lei. Ringraziava ogni giorno la decisione del padre di lasciare a lei l’istruzione del figlio più giovane. Infatti solo Vegeta, essendo il primogenito, doveva ricevere gli insegnamenti paterni, dato che il regno sarebbe passato a lui, una volta giunta la sua ora. Il padre non aveva alcun dubbio sul fatto che il maggiore non sarebbe mai stato sconfitto. La sua potenza si era rivelata già da quando era piccolissimo, al contrario di Goku. Senza contare che Vegeta aveva ereditato anche il suo carattere. Fiero, orgoglioso, crudele.

Il vanto della razza sayan.

Goku invece appariva fragile e non degno di considerazione da parte del genitore. Per lui era inutile. Solo per questo motivo era stato lasciato alle cure materne.

Solo che il genitore era stato costretto a cambiare idea, dopo quel giorno.

Quel terribile giorno.

Sarebbe stato impresso nella sua vita per sempre.

Un fruscio fuori dalla tenda interruppe le sue riflessioni.

Scostò il lembo che lo separava dall’esterno, incontrando il soldato che aveva mandato a chiamare solo pochi minuti prima.

-Scusatemi del ritardo, mio signore.- disse appena lo vide.

Come al suo solito, Goku gli rivolse un sorriso.

-Non devi sempre scusarti, Crilin. Solo lo sai che non voglio essere chiamato così. Conosci il mio nome.-

Il soldato, più basso di statura rispetto agli altri, chinò leggermente la testa, passandosi una mano dietro il collo e, arrossendo leggermente per le sue parole, annuì.

Goku lo scrutò. Quel giovane, nonostante non appartenesse al suo popolo, si era rivelato un buon acquisto.

Era accaduto qualche mese prima.

Suo padre aveva appena conquistato un nuovo territorio e catturato i pochi superstiti rimasti, che erano quasi tutti civili. Solo Crilin, tra i soldati, fortunatamente, si era salvato. Mentre il re passava in rassegna i suoi “acquisti”, aveva riconosciuto quel piccoletto, che infatti era stato uno dei pochi a distinguersi in quella battaglia.

Battaglia già dall’esito scontato per i sayan.

Subito aveva impartito l’ordine di giustiziarlo, onde evitare che qualche altro essere inferiore, sapendo che quel guerriero era in vita, potesse farsi venire strane idee di ribellione. Ma appena venne preso e preparato per l’esecuzione, Goku stesso aveva fermato il tutto.

Negli occhi del soldato nemico aveva scorto una fierezza e un coraggio che anche pochi dei sayan possedevano.

Prese in disparte suo padre, ancora infuriato per la sua intromissione e gli chiese di poter prendere il prigioniero sotto il suo comando.

Inizialmente il re fu contrario alla sua richiesta, ma il giovane riuscì a convincerlo, promettendo che in cambio di questo “favore”, lui avrebbe partecipato ad ogni campagna contro i nemici del suo regno e conquistando nuovi territori in suo nome.

Re Vegeta valutò quelle parole. Sapeva che per Goku promettere questo, equivaleva a rinnegare sia il suo cuore così sentimentale che quello che la madre aveva insegnato lui. Sogghignò. Quella prospettiva era molto più allettante di un’esecuzione.

Fu così che Crilin si ritrovò salva la vita e agli ordini di Goku, ma solo ai suoi.

-Ascolta bene.  Sarai a conoscenza della donna catturata ieri sera.- disse con aria seria.

Crilin fece un cenno affermativo col capo, ma rimase in silenzio, sapendo che il giovane non aveva ancora finito di parlare.

-Ecco il punto. Io devo allontanarmi dall’accampamento per alcune ore. Il tuo compito è quello di restare con lei e impedire a chiunque, soprattutto a Napa di incontrarla..-

Sentendo quel nome, il soldato sbiancò leggermente.

-Scu…scusa. Ma come faccio…io…ad oppormi a lui?- domandò balbettando leggermente, ricordando molto bene la mole del guerriero.

Goku incrociò le braccia sul petto, addolcendo la sua espressione.

-Stai tranquillo. Sono certo, che se si dovesse presentare davanti a te, saprai tenergli testa. E se non volesse ascoltarti, minaccialo di rivolgerti a Vegeta.-

-Cosa?!- stavolta era sorpreso.

Goku si mise a ridere, ma non troppo forte, spiegandogli quello che era accaduto la sera prima.

-Ho raggiunto un accordo con lui che manterrà fino al tramonto. Terrà fede alla sua parola, ne va del suo onore. Ed è anche per questo che non accetterà nessuna disobbedienza neanche dai suoi uomini.-

 

Camminava velocemente verso il cunicolo sotterraneo, illuminato solo lievemente dalla torcia che teneva in mano. Le rade gocce che scendevano dalla volta, inumidivano il mantello che indossava provocandole dei leggeri brividi, ma non ci faceva neanche caso. Altri erano i pensieri e le preoccupazioni che affollavano la sua mente.

Il giorno prima Chichi non aveva fatto rientro dal suo giro di perlustrazione.

Come era stata stupida a cedere e farla uscire da sola!

Sapeva che i sayan era in giro per cercare di catturarli e sterminarli definitivamente e avrebbe fatto bene a farla accompagnare, o andare lei stessa con lei. Invece, complici anche le suppliche dell’amica, aveva accettato la sua richiesta.

Idiota! Idiota! Idiota!

Se lo sarebbe ripetuto fino a che non l’avesse trovata, per poi passare alla lavata di testa che aspettava Chichi per la sua ingenuità.

Era ormai arrivata all’uscita, quando improvvisamente si sentì afferrare per un braccio.

Si voltò di scatto, pronta ad aggredire chiunque fosse.

-Dove credi di andare?- quella voce placò subito la sua furia.

Si liberò della sua presa con uno strattone.

-Sai benissimo dove sto andando, Yamcha.- rispose, cercando di nascondere il disappunto di essere stata scoperta.

-Non puoi andare da loro, anche perché non abbiamo la certezza che sia stata catturata. Può anche darsi che Chichi si sia nascosta da qualche parte, attendendo il momento giusto per tornare.-  disse il ragazzo, fissandola negli occhi.

-No, qualcosa mi dice che sia in mano loro. E io devo salvarla.- sussurrò.

Yamcha sbuffò sonoramente di fronte alla sua testardaggine. Ma come poteva essere così imprudente?

-Ragiona Bulma! Saresti da sola, in mezzo a degli spietati assassini! Non puoi, non potresti mai farcela e, soprattutto, uscirne viva.-

Si girò verso di lui, con uno sguardo irato.

-E che dovrei fare allora? Stare qui, mentre la mia migliore amica, una nostra compagna, viene torturata?-

Avvertendo chiaramente la sua furia, Yamcha indietreggiò di una passo. Quando quella ragazza si arrabbiava, poteva diventare molto pericolosa.

-Non…non sto…dicendo questo.- cercò di giustificarsi.

-Allora fatti da parte e lasciami andare.- gli ordinò con rabbia.

Si girò, continuando il suo cammino, ma subito avvertì dei passi dietro di lei. Sorrise. Sapeva che l’avrebbe seguita per aiutarla nella sua missione.

A volte quel ragazzo, che era un valido combattente, si dimostrava timoroso nell’affrontare le questioni spinose di petto, ma si poteva contare sempre su di lui.

Giunsero all’uscita, guardandosi circospetti intorno. Vedendo che, almeno al momento, potevano dirsi al sicuro, misero un piede fuori dalla grotta, ma non fecero che due passi, che una voce a loro sconosciuta li gelò sul posto.

-Meno male che ho capito bene! Ad un certo punto credevo di essermi perso!-

Si voltarono entrambi, come al rallentatore. Seduto sul ramo di un albero vicino a loro, c’era un ragazzo che non avevano mai visto, ma compresero all’istante che si trattava di uno di quei maledettissimi sayan.

Goku, sempre col sorriso stampato sul volto, saltò giù dal ramo, nello stesso istante che Yamcha si spostava rapidamente davanti a Bulma per proteggerla.

Sguainò la spada, impugnandola saldamente e si scagliò contro di lui.

-Maledetto sayan!- gridò.

Iniziò a colpirlo, ma nessun colpo andava a segno. Il ragazzo si muoveva molto rapidamente, evitando la lama dell’avversario con facilità.

-Senti, calmati un attimo.- cercava di farsi ascoltare, ma inutilmente.

Allora decisa di passare all’offensiva, non gli dava scelta.

Con due dita riuscì a bloccare la spada e gliela tolse con estrema facilità dalle mani. Yamcha restò di stucco per un attimo, mai nessuno era riuscito così velocemente a disarmarlo. Ma non si perse d’animo. Cominciò a colpirlo a mani nude, ma subito si accorse che era inutile.

Stanco di quell’attacco e deciso a farsi ascoltare, lo prese per un braccio portandoglielo dietro la schiena. A quella vista, anche Bulma scattò in avanti, ma le parole del nemico la fermarono.

-Ascoltatemi un secondo. È Chichi che mi manda.-

I due ragazzi sbarrarono gli occhi, increduli. Perché la loro amica aveva fatto una cosa simile? Rivelargli il loro nascondiglio!

-Menti!- gridò la ragazza.

Goku lasciò andare Yamcha e assunse un’aria seria in volto.

-No, non vi sto mentendo. È stata catturata ieri sera e portata al nostro accampamento. Con un po’ di fatica sono riuscita a fare in modo che non le accadesse nulla di spiacevole, ma le ho proposto un patto.- spiegò calmo.

-E cioè?- chiese la ragazza dubbiosa.

-Cercare di fermare questa “guerra” senza ulteriori spargimenti di sangue. In cambio mi avrebbe rivelato il modo per incontrarvi e per cercare di giungere ad un accordo.- disse alzando le spalle.

Lo fissavano, non ancora convinti delle sue parole. Eppure a Bulma, quel ragazzo appariva completamente diverso dai sayan che era solita vedere. C’era qualcosa in lui che le diceva di fidarsi, anche se non sapeva cosa.

-Come facciamo a sapere che stai dicendo la verità?- domandò ancora scettica.

-Sono qui e non è stato per niente facile arrivarci. Solo chi conosce la zona sa come farlo. E poi…no, non avete nessuna motivo per credermi, ma datemi almeno il beneficio del dubbio.-

Per un attimo Bulma lo guardò negli occhi. Erano sinceri, limpidi, senza ombra di menzogna. Ascoltò quello che le dicevano il cuore e l’istinto.

Gli andò di fronte.

-D’accordo, sentiamo cosa hai da dire. Poi valuteremo le tue proposte, ma non posso prometterti nulla.-

Goku le sorrise accettando quelle condizioni. Stava per porgerle la mano per sugellare quel patto, quando una sensazione, o meglio, un aura a lui molto famigliare, lo costrinse a voltarsi.

Come temeva, lui era li, a pochi passi.

-A quanto vedo ho fatto bene a lasciar fare tutto a te. Mi hai stupito, piacevolmente stupito.-

Vegeta avanzava nella fitta vegetazione, giungendo quasi di fronte a loro.

-Cosa ci fai qui Vegeta?- domandò Goku irritato dalla sua presenza.

Sentendo quel nome, entrambi i ragazzi sussultarono. Vegeta, il principe dei sayan, davanti a loro.

Bulma sentì una violenta rabbia salire dentro di lei. E non solo verso i sayan, anche verso se stessa che era stata così ingenua a credere alle parole di quel ragazzo.

-Ci hai mentito e ingannati! –

-Ti sbagli!- rispose cercando di difendersi.

Poi si volse verso il fratello, irato.

-Mi avevi dato la tua parola!- lo accusò.

Vegeta incrociò le braccia sul petto e le sue labbra si piegarono in un ghigno.

-Ti ho promesso che non avrei toccato la ragazza, non che non ti avrei tenuto d’occhio, fratellino.-

-Siete anche fratelli?- domandò uno Yamcha stupito e furioso.

-Per mia sfortuna.- gli rispose il principe.

In seguito, assumendo la sua solita aria autoritaria, parlò nuovamente.

-Adesso portatemi dai vostri compagni e finiamola con questa faccenda. Altrimenti mi vedrò costretto ad eliminarvi qui e ora.- la minaccia non era campata in aria e tutti i presenti lo sapevano.

Ma Bulma agì nuovamente d’istinto. Afferrò la sua spada e senza pensarci troppo, si scagliò su Vegeta. Goku e Yamcha rimasero impietriti nel vedere la reazione dalla ragazza e dalla sua incoscienza. Non poteva pensare di batterlo.

Yamcha fece per intervenire, quando Goku lo fermò.

-Ma cosa…- non lo fece terminare.

-Fermati, non intrometterti.-

-Perché?!- non capiva.

-Semplice, se conosco bene mio fratello, non le farà niente. Almeno per il momento.- rispose con sicurezza.

Nel frattempo Bulma stava incalzando con la spada Vegeta che, con estrema facilità, evitava ogni attacco. La ragazza, vedendo che non giungeva ad alcun risultato, si stava infuriando ancora di più. Ormai il fiato le stava venendo meno, ma comunque non voleva arrendersi.

Vegeta guardava attentamente i movimenti dall’avversaria. Per lui era come se colpisse al rallentatore, ma per un attimo si ritrovò ad ammirare il suo coraggio. Non era da tutti cercare di eliminare il principe dei sayan, pur sapendo di essere inferiori.

Distratto da quei pensieri, non si accorse di essere finito contro un albero. Bulma se ne accorse e cercò di approfittarne, sferrando un colpo diretto al cuore del nemico. Ma Vegeta era troppo veloce e lei troppo prevedibile. Con un rapido gesto le prese il polso, la strattonò e invertì le loro posizioni. Adesso era lei con la schiena premuta al tronco. Cercò di liberarsi, ma lui la teneva troppo stretta.

-A quanto pare ho vinto io.- sussurrò trionfante.

La ragazza girò di scatto la testa per poterlo guardare negli occhi, ma quel movimento fece scivolare il cappuccio del mantello dalla sua testa.

Vegeta sbarrò gli occhi. Era incantevole, ma visto niente di più bello in vita sua.I capelli azzurri e legati in una lunga coda, scendevano sulla sua schiena. Ma ciò che più lo colpirono furono i suoi occhi. Il loro colore, blu come quello del mare, profondi, immensi e pieni di odio. Nemmeno la ragazza che avevano catturato esprimeva quel sentimento in modo tanto intenso.

E lui ne era rimasto affascinato.

Bulma, notando quel suo tentennamento, ne approfittò. Sapeva di avere un polso bloccato dalla presa del sayan, mentre il braccio era tenuto fermo dall’altra mano del nemico. Ma la sua era libera. Con un veloce movimento, estrasse dalla manica un pugnale e si preparò a colpire il fianco del principe. Era quasi riuscita nel suo intento, quando si sentì afferrare con forza. Guardò in basso, cercando di capire cosa la trattenesse. Spalancò gli occhi, per poi riportarli su di lui.

Ghignava, con il trionfo nello sguardo.

-Pensavo ricordassi che noi sayan abbiamo la coda. Adesso sei mia.-

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


Capitolo  4

 

Erano arrivati. Vegeta, per tutto il tempo, aveva volutamente ignorato i richiami del fratello, preso com’era dal non farsi sfuggire la sua preda, non che potesse andare da alcuna parte.

Entrò nella sua tenda e scagliò la ragazza a terra, senza curarsi minimamente che si potesse far del male.

Andò verso la grande poltrona rossa che era posta di lato e con gesti lenti e misurati, tolse il mantello che lo ricopriva, seguito dal gilè in pelle, restando solo con la camicia bianca aperta sul petto e i pantaloni neri. In seguito si voltò in direzione della sua prigioniera e, appoggiandosi al tavolo, incrociò le braccia, in attesa che lei parlasse. Era sicuro che non sarebbe stata in silenzio.

Bulma, dal canto suo, faticò a mettersi seduta. Il braccio che il sayan le aveva stretto le doleva terribilmente, senza contare il modo poco dignitoso che aveva avuto nel gettarla a terra. Si sollevò e dopo aver appurato di riuscire a muoversi senza provare troppo male, puntò i suoi occhi sul sayan. Lo scrutò a fondo. No, lui non aveva niente del fratello. I suoi occhi, scuri come la notte, erano gelidi, privi di ogni sentimento. La sua espressione dura faceva capire che niente lo intimidiva o spaventava. Il suo corpo, anche a quella distanza, le trasmetteva forza e imponenza. Comprese all’istante che lui, tra tutti i nemici, era l’unico che non poteva essere sottovalutato. Quello che voleva se lo prendeva, anche con la forza. Capì che il principe dei sayan era degno della sua fama.

Ma una cosa lui non sapeva. Lei, Bulma, non si sarebbe mai fatta sottomettere. Ne andava del suo onore e del giuramento che aveva pronunciato quando le era stato affidato il compito di proteggere la sua gente.

Alzò la testa, fissando gli occhi di Vegeta senza alcun timore.

Il principe, per un momento, si sentì spaesato da quello sguardo carico di odio e risentimento e dalla mancanza di paura verso di lui. Ammise che quella ragazza era molto coraggiosa. O imprudente. Sapeva o no con chi aveva a che fare? Si che lo sapeva, ma non si sarebbe fatta sottomettere.

Bene.

Quella missione, che lui aveva giudicato unitile fin dal principio, si stava rivelando molto interessante grazie a quella preda. Non voleva farsi comandare? Le avrebbe presto fatto cambiare idea.

Sorrise malignamente e mosse un passo verso di lei, ma non fece in tempo a raggiungerla, che una visita imprevista si presentò a lui.

-Devo parlarti.- disse serio.

-Vattene Kaharot, ora ho da fare.-

-No, Vegeta. Adesso.- gli ordinò.

Raramente il fratello minore si rivolgeva a lui con questo tono imperioso e non lo sopportava. Doveva farlo rientrare nei ranghi e subito, prima che si facesse prendere la mano. A volte quello stupido dimenticava chi comandava.

Si avvicinò fino a giungere al suo viso.

-Non osare più rivolgerti a me con questo tono.- sibilò piano.

Goku capì di aver esagerato, ma non poteva farne a meno. Era colpa sua se adesso si trovavano in quella situazione e doveva cercare almeno di evitare che fossero giustiziati. Anche se era certo che la ragazza non corresse questo rischio, ma il suo amico si.

-Perdonami, non accadrà un’altra volta.- si scusò, era necessario.

Vegeta lo osservò attentamente, cercando di capire quanto fossero veritiere le sue parole, ma non trovando traccia di menzogna nel suo tono, acconsentì.

-Che non si ripeta più. La prossima volta potrei non accettare le tue scuse.- disse facendogli segno di seguirlo all’esterno.

Anche lui era consapevole di dover discutere con il fratello, almeno così se lo sarebbe tolto dai piedi. Ma era anche consapevole che la “chiacchierata” non gli sarebbe piaciuta.

Prima di uscire, Goku guardò Bulma. Era incolume, almeno per il momento.

Raggiunse Vegeta che era poco distante.

-Cosa hai intenzione di fare con loro?- domandò apprensivo.

-E che credi dovrei fare? Si oppongono a noi, non accettano la nostra superiorità e, inoltre, abbiamo un ordine da rispettare.- rispose con semplicità.

-Non puoi ucciderli!- esclamò Goku.

Vegeta ghignò, come al suo solito.

-E invece è quello che farò.-

A quel punto Goku lo prese per un braccio facendolo voltare e trovandosi faccia a faccia con lui.

-Ascolta. Prima del tuo intervento ero riuscito a farmi ascoltare da loro. Erano pronti ad accettare una tregua, ad un compromesso. Non credi anche tu che questo sia un vantaggio per noi, invece di sterminarli?- doveva farlo ragionare.

-Nostro padre ci ha, mi ha dato un ordine e intendo rispettarlo.- disse con voce dura.

Ormai Goku era spazientito. Gli sembrava di sbattere contro un muro, ogni volta che parlava col padre e col fratello. Ma forse, ricordando lo strano sguardo che Vegeta aveva avuto nel fronteggiare la ragazza che adesso stava nella sua tenda, una possibilità con lui c’era.

Doveva tentare.

-Nostro padre è da troppo tempo succube di una smania di dominio che mai aveva avuto in passato. E questo lo sai anche tu. Tutte le battaglie che ha sostenuto sono state, diciamo, catalogate e mai ha avuto un comportamento come quello di adesso. Il suo accanimento è strano, in particolar modo con questa regione. Ti sei mai chiesto il motivo? Io si, anche se non sono venuto a capo di niente. Può essere che loro lo sappiano e ucciderli non gioverebbe a nessuno. Portiamoli a fidarci di noi e cerchiamo di capire di quale follia è afflitto il nostro re. Potresti trarne dei benefici anche tu, visto che sei l’erede al trono.-

Vegeta lo fissava stupito. Loro padre, il loro grande re, un folle? Inaudito!

Eppure…anche lui aveva avuto qualche dubbio in passato. Non comprendeva certi atteggiamenti. Si, i sayan erano sempre stati noti per la loro ferocia in battaglia, ma negli ultimi tempi le cose erano effettivamente peggiorate. Niente e nessuno veniva lasciato in vita e non venivano più fatti prigionieri, come accadeva in passato.

No, loro padre non era così…non poteva…però…

Abbassò lievemente il capo e in quel momento Goku seppe di averlo convinto.

-Lascia l’uomo e la donna insieme.- gli ordinò, senza guardarlo in volto.

Un sorriso apparve sul viso del fratello.

-Vado a prenderla e la porto…- venne interrotto.

-Come ho detto, lei è mia.- e dicendo ciò, s’incamminò alla sua tenda.

 

Appena si ritrovò sola, Bulma si mise in piedi, faticando non poco. Accidenti a quel bruto, ma non conosceva la gentilezza?

Comunque non doveva aspettarsi molto da un sayan…

Guardò l’ambiente circostante, era meglio studiarlo in caso di necessità.

La tenda era abbastanza grande. Oltre alla poltrona dove il principe aveva posato i suoi indumenti e alla scrivania, vi era un grande letto dalla parte opposta, con una leggera coperta di colore rosso posata sopra. Storse il naso nel vedere l’ampiezza di quel giaciglio. Fin troppo enorme per una persona sola.

Ah, si, era sempre un principe!

Voltò la testa dall’altra parte. La tenda era divisa da un paravento, sempre rosso, ma con qualche spruzzo oro. Si diresse verso quella direzione, lo aggirò e a quel punto spalancò gli occhi. In bella mostra, vi era una vasca da bagno e, a giudicare dal metallo, completamente dorata.

Però, si trattava bene il principe e con tutti gli agi, anche in viaggio!

Passò in rassegna tutti gli oggetti posati sul piano li vicino, ma niente di quello che vedeva poteva tornargli utile, anche per una minima difesa.

Sbuffò leggermente.

Comprese che con quell’uomo poteva solo difendersi con le parole, anche perché, a livello di forza, non sarebbe mai riuscita a batterlo.

Per un attimo l’immagine di Vegeta le apparve nella mente. Se doveva essere sincera, il sayan non era davvero come se lo immaginava. Dai racconti che erano giunti alle sue orecchie, appariva come un essere terrificante e spietato. Da li la sua convinzione che avesse l’aspetto di un mostro terribile. Invece…

No, così non se lo aspettava di certo!

Non era molto alto, comunque restava qualche spanna sopra di lei. Il suo corpo appariva solido e muscoloso, il viso, con quell’aria sicuramente sempre corrucciata e  misteriosa, era affascinante. I capelli, ritti verso l’alto, erano neri, come i suoi occhi.

I suoi occhi.

Così intensi e penetranti quando la guardavano, così profondi quasi da perdersi al loro interno, così avvolgenti…

Ma che diavolo stava pensando adesso?

O si, era davvero un bell’esemplare d’uomo, da perderci anche la testa, se solo non fosse stato uno di quei sayan.

Eppure, quando l’aveva bloccata contro quell’albero e i loro occhi si erano incrociati, aveva letto dentro di essi un mondo intero, pronto ad essere scoperto.

Scosse la testa violentemente. Non poteva fare certi pensieri su un nemico, non doveva. Invece escogitare un piano per tirarsi fuori da li, quello si che era da fare. E non solo lei, anche Chichi e Yamcha.

La sua mente stava già cominciando ad elaborare una strategia, quando una voce la fece sobbalzare.

-Vedo che ti sei già ambientata. Meglio così.-

Bulma si girò di scatto, incontrando la possente figura del suo “avversario”.

Ma, nonostante la sorpresa, colse subito le sue parole.

-Che vuoi dire?- domandò senza lasciarsi intimidire dalla sua presenza.

Vegeta la scrutò con interesse. Aveva fatto bene a tenerla per se.

Quella ragazza era davvero bella, forse la più bella che avesse mai visto. Aveva i capelli azzurri e lisci, che gli ricadevano sulla schiena quasi a coprirla per intero, un corpo snello, ma armonioso e con le curve al posto giusto, oltre che ad essere prosperose. La carnagione chiara, quasi da far invidia alla luna, un viso perfetto, le labbra color corallo, che davano la sensazione di essere morbide e lisce come la seta di miglior pregio. Ma ciò che lo aveva attratto maggiormente in lei, erano stati i suoi occhi.

Così azzurri, limpidi, sinceri nelle sue emozioni. Fino a quel momento erano stati capaci solo di lanciare odio nei suoi confronti, sfidarlo. E questo lo esaltava. Nella sua vita, mai qualcuno lo aveva contrastato così apertamente come lei, nessuno.

Voleva piegarla al suo volere e ci sarebbe riuscito.

Con quel pensiero si avvicinò a lei, che agli occhi di Bulma sembrava un predatore che studiava la preda, pronto ad aggredirla. Senza accorgersene, indietreggiò di un passo. Vegeta continuava a sogghignare.

Si fermò di fronte alla fanciulla, solo pochi centimetri separavano i loro corpi.

La fissò dritta negli occhi, decidendo alla fine di rispondere ala sua domanda.

-Intendo dire che non uscirai da qui, a meno che non decida io di darti il permesso. Sarai la mia schiava  per tutto il tempo che mi farà comodo. Mi appartieni, ricordalo.- disse tutto sussurrando e compiacendosi nel vederla sgranare i suoi occhi blu dalla sorpresa e dal disgusto.

-Tu…tu…non puoi…farlo…- balbettò, cercando di non farsi prendere troppo dal panico.

Vegeta scoppiò a ridere.

-Non posso?-

Gli diede le spalle, sfiorando con la punta delle dita la vasca e percorrendone la linea.

-Se ci tieni alla vita dei tuoi amici, ti conviene comportarti come ti ho ordinato. Altrimenti…- lasciò in sospeso la frase.

Ma Bulma comprese immediatamente che significava. La sua schiavitù, in cambio della vita di Chichi e Yamcha. Abbassò la testa, non aveva scelta. Quel dannato era stato subdolo, doveva ammetterlo, ma…

Un leggero sorriso le increspò le labbra. La voleva come schiava? E va bene, si sarebbe sacrificata, ma il caro principino non sapeva ancora con chi aveva a che fare.

Lo avrebbe scoperto a sue spese. Si, il gioco era pericoloso, ma ne valeva la pena.

Rialzò la testa, guardandolo negli occhi senza farsi intimidire.

-Va bene, da questo momento sono ai tuoi ordini, ma devi promettermi che ai miei amici non capiterà nulla.-

-Hai la mia parola. Resteranno qui, per precauzione, ma li lascerò vivere.- le rispose con una luce di trionfo negli occhi.

Poi fece qualcosa che lasciò Vegeta di stucco. Bulma si andò a mettere davanti a lui, alzando il viso, fino ad incrociare il suo sguardo.

-Ma non credere di aver fatto un buon affare con me. Sarò tua, ma non mi sottometterò mai al tuo volere.-

La serietà di quelle parole e la sfida che era nascosta in esse, infiammarono ancora di più l’animo guerriero del sayan.

-Staremo a vedere chi vincerà alla fine, donna.-

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


Allora...premetto che questo non è uno dei capitoli migliori che abbia mai scritto, ma mi è uscito così.
Comunque...
Volevo ringraziare tantissimo tutti quelli che stanno leggendo questa storia, chi la commenta, chi la inserita tra le preferite o le seguite.
Grazie  davvero!!!!
 
 
 

Capitolo  5

 

Ormai erano diversi minuti che la stava osservando. Si era svegliato all’alba, rilassato e appagato come non succedeva da tempo. Quella ragazza, la sfida e il temperamento che aveva, erano riusciti a compiacerlo a tal punto che si sentiva appagato. Da molto non capitava.

Lei era li, raggomitolata per terra, avvolta dal suo mantello per proteggersi dal freddo della notte, ancora dormiente.

Decise che era giunto il momento di destarla e affidargli i compiti che avrebbe dovuto svolgere per compiacerlo.

Sferrò un leggero calcio al suo fianco, scuotendola, senza troppa grazia.

-Alzati donna.- le ordinò.

Bulma aprì gli occhi di scatto, tenendosi la parte colpita.

-Mi hai fatto male!- protestò indignata, lanciandogli uno sguardo carico d’odio.

Vegeta ghignò, come era solito fare.

-Vedi ti tenere a freno la lingua, pensavo di essere stato chiaro ieri sera.- la provocò.

La ragazza abbassò repentinamente il capo, conscia di aver appena commesso un errore. Non era il modo giusto di affrontarlo, non con i suoi amici in pericolo, se il suo comportamento non fosse piaciuto al sayan.

Ci aveva pensato molto durante la notte, prima di sprofondare nel sonno. Attaccarlo direttamente, equivaleva ad una condanna a morte, doveva aggirarlo e fargli credere di avere la situazione in pugno e poi, colpirlo fino a farlo sanguinare. Ma, come le aveva già fatto notare, doveva tenere a freno la sua impulsività.

-Si, mio signore. Non capiterà più.- le sembrava di essere stata convincente.

Ma la risata del principe la colse di sorpresa, costringendola ad alzare la testa di scatto.

-O si che ricapiterà, invece.- poi si inginocchiò, prendendole il mento con la mano.

-E io non aspetto che quel momento.- sussurrò roco.

Quella voce calda e vellutata, ebbe il potere di farle scorrere i brividi lungo la schiena. Si chiese nuovamente come potesse, un uomo del genere, essere così affascinante.

-E adesso muoviti. Va a prepararmi la colazione, che sono piuttosto affamato.- le ordinò.

Bulma sgranò nuovamente gli occhi. Doveva fargli anche da cuoca? Poi rammentò che era la sua schiava, certo che doveva farlo.

Se lo stava dimenticando troppo spesso quel particolare.

Si mise in piedi e Vegeta l’accompagnò all’esterno della tenda, dove due soldati, anch’essi sayan, l’attendevano.

-Portatela alla cucina e tenetela d’occhio.- disse loro, che annuirono col capo.

Solo in quel momento, Bulma pensò di avvelenarlo col cibo, ma ci ripensò. Sarebbe stato capace di farlo mangiare prima a lei.

Come se le avesse letto nel pensiero, Vegeta si avvicinò al suo orecchio.

-Non fare scherzi, potresti pentirtene.- disse a bassa voce nel suo orecchio, provocandole di nuovo quei brividi, che lei odiava.

Non rispose e seguì in silenzio i soldati. Avrebbe trovato un altro modo per liberarsi di lui.

 

-Sei stata un’incosciente e lo sai!-

Chichi stava subendo l’ennesima sfuriata di Yamcha. Sapeva quello che aveva fatto e l’errore commesso nel fidarsi di quel Goku. Se solo se lo fosse immaginato un finale simile…

-Non so come scusarmi e come rimediare.- disse abbassando sempre di più il tono della voce.

Yamcha non riusciva a stare fermo, ora si che la situazione non era delle migliori. Lui e Chichi imprigionati e Bulma in mano a quell’…non riusciva nemmeno a dargli un nome.

-Se penso solo a quello che le potrebbe aver fatto.- mormorò.

La giovane si alzò dal letto sul quale era seduta e si avvicinò a lui. Posò un mano sul suo braccio, almeno per cercare di confortarlo.

-Sa difendersi.- più che altro tentava lei stessa di credere a quelle parole.

-Ma lui è il principe dei sayan! Non può fare niente. Ti rendi conto che potrebbe averla violentata o uccisa per quel che ne sappiamo!-

-E chi ti dice che non l’abbia fatto?- una voce gelida risuonò nella tenda.

Si voltarono piano, raggelati. Ed eccoli lì, il loro nemico, che li fissava con superiorità.

Chichi tremò, in quel preciso istante la impauriva ancora di più della prima volta che l’aveva visto.

Yamcha, al contrario, strinse i pugni. Gli dava sui nervi la calma che traspariva da lui e, soprattutto, sapere quello che poteva aver fatto a Bulma. Senza rendersi conto del pericolo che stava correndo, si lanciò contro l’avversario, con tutti l’intento di prenderlo a pugni.

Vegeta ghignò a quell’intenzione. Era davvero un’idiota e ingenuo, forse ancora più di suo fratello.

Senza alcuna fretta, si scansò e, con una mossa fulminea, gli immobilizzò il braccio.

-Si può sapere che cosa credevi di fare?- sibilò al suo orecchio.

Yamcha, nonostante la sua palese inferiorità, non si arrese e gli rispose.

-Non ti perdonerò mai di averla toccata.-

Il principe rise a quella minaccia.

-Mi appartiene, ricordalo bene. Farò di lei quello che più mi fa comodo.- e poi lo lanciò dall’altra parte della tenda, vicino ai piedi della compagna.

-Yamcha! Stai bene?- domandò ansiosa Chichi, chinandosi velocemente verso di lui.

-Si, non preoccuparti.- rispose, massaggiandosi il braccio.

In realtà era stupito. Non tanto dal fatto che fosse ancora vivo, ma dalle parole del sayan. Allora era viva, non sapeva in quali condizioni, ma l’aveva risparmiata. Anche se non credeva che fosse meglio così. Chissà a quali torture la stava sottoponendo.

Vegeta si sentiva alquanto strano. Quel ragazzo lo irritava oltre ogni limite. Non sapeva che legame avesse con la sua “schiava”, ma dato il suo comportamento, doveva essere forte. Era per caso il suo uomo?

Se così fosse stato, non ci avrebbe pensato due volte a liberarsi di lui.

Stava per attuare il suo pensiero,  quando una presenza alle sue spalle lo fermò.

-Buongiorno.- Goku entrò, salutando con la sua solita allegria gli occupanti della tenda.

Chichi, riconoscendolo, non ci vide più dalla rabbia. Si era fidata di lui, aveva creduto che lui fosse diverso, ma si era sbagliata. La colpa era anche sua!

Senza pensare alle conseguenze del suo folle gesto, si scagliò contro Goku, cominciando a prenderlo a pugni e calci. Poco importava se davanti a lei aveva due dei guerrieri più forti dell’intero pianeta.

Goku evitava i suoi attacchi, ma non sapeva come comportarsi. La sua rabbia era giustificata…Gli aveva dato completa fiducia e adesso si sentiva tradita.

Nel frattempo, Vegeta si godeva lo spettacolo senza intervenire. Era divertente vedere il fratello in quella situazione. Anche se…si era ritrovato ad ammirare il coraggio di quella femmina. Era combattiva e non si faceva intimidire facilmente, come la sua “schiava”. Avevano in comune lo stesso spirito guerriero indomabile. Se solo avessero avuto la coda, sarebbero state uguali alle donne sayan. Se non migliori.

Poi un pensiero si insinuò nella sua mente, ricordando anche il discorso fatto solo poche ore prima col fratello. Non era per quel motivo che loro padre ci teneva tanto a sterminarli? In particolare le donne? Aveva paura di loro? Si perché quello era stato l’ordine che solo a lui era stato detto. Le donne di quel popolo dovevano morire, senza nessuna eccezione.

Scosse la testa. Il re dei sayan non temeva nessuno, eppure…eppure qualcosa continuava a non tornargli. Perché le donne e non gli uomini?

Un grido interruppe le sue riflessioni. Voltò la testa e vide che Goku era riuscito ad immobilizzarla, stringendole i polsi, un po’ troppo forte, forse. Ecco il motivo di quell’urlo.

-Calmati! Vuoi farmi parlare?- le disse col fiatone il ragazzo.

Lei gli volse uno sguardo carico di rancore.

-No! Non sei tanto diverso da lui, in fondo!- rispose con astio.

Vedendo che il giovane non lasciava andare la sua amica, Yamcha decise di lanciarsi per liberarla, ma la voce di Vegeta lo fece desistere.

-Se vuoi vivere, resta dove sei.-

Yamcha si voltò verso di lui e quello che vide lo gelò. Dai lampi che lanciavano i suoi occhi, capì che non aspettava altro. E lui non voleva certo dargliela vinta, aveva altre priorità e una di queste si chiamava Bulma.

Tornò a sedere sul pavimento, mentre Goku continuava a fissare Chichi negli occhi, quegli splendidi occhi neri che lo aveva conquistato fin dall’inizio.

Abbassò il tono di voce, non voleva certo farsi sentire dal fratello.

-Non sapevo mi stesse seguendo, sono stato ingenuo. Ma ti giuro che troverò il modo per liberarvi.-

Era sincero e sperava con tutto il cuore che lei gli credesse. Tutto dipendeva da questo.

Inconsciamente, senza sapere il perché, per l’ennesima volta si ritrovò ad annuire alle parole di quel ragazzo.

-Abbiamo finito con questa pagliacciata?- s’intromise il principe con aria annoiata.

Nessuno doveva scorgere il dubbio in lui, men che meno Kaharot.

-Si, tutto a posto.- rispose il fratello serio.

Poi lasciò andare Chichi, che tornò dall’amico, per volgere lo sguardo al fratello.

-Posso sapere da quando ti interessi hai prigionieri?- era realmente stupito dalla sua presenza.

Questa volta fu Vegeta ad alzare le spalle.

-Volevo solo metterli al corrente che, per il momento, non saranno giustiziati.- disse semplicemente.

I due ragazzi spalancarono gli occhi, mentre sul volto di Goku apparve un leggerissimo sorriso.

Vegeta colse appieno le varie espressioni e si affrettò ad aggiungere un piccolo particolare.

-Non finché qualcuno di nostra conoscenza si comporterà bene.-

Tutti capirono all’stante che la vita di Yamcha e Chichi era legata solo e unicamente al comportamento e ai favori di Bulma.

-Bastardo.- sussurrò il prigioniero.

Avendolo sentito perfettamente, Vegeta si volse verso di lui, con un ghigno malefico sulle labbra.

-E non sai ancora quanto.- così dicendo se ne andò, lasciandoli con l’angoscia per la loro amica.

 

Bulma, nel contempo, si stava dando da fare per preparare la colazione al suo “padrone”. Ma effettivamente non sapeva da che parte cominciare!

Non le aveva dato nessuna indicazione sui suoi gusti, quindi si vide costretta ad improvvisare.

Si muoveva avanti e indietro per quella cucina, con pentole e alimenti, alcuni mai visti prima di allora, ma dall’aspetto davvero gustoso.

Si ricordò che appena entrata in quella tenda, adibita a cucina, era rimasta davvero sorpresa. Non credeva che i sayan fossero così organizzati.

Tanto per cominciare dal fuoco. Non era lasciato libero, come accadeva nei soliti accampamenti, ma era racchiuso da una specie di stufa, dove le pentole potevano essere appoggiate senza il pericolo che cadessero ad ogni urto. E le pentole?

Ce ne erano a centinaia! Aveva solo l’imbarazzo della scelta.

Mentre lei si impegnava nel svolgere al meglio il compito, i due soldati non la perdevano d’occhio. In particolare uno di loro.

-Smettila di fissarla così, Radish. Ti ricordo che è proprietà del principe.- Napa appariva infastidito e preoccupato dalle attenzioni che il compagno sembrava dare alla ragazza.

L’altro si limitò a ghignare.

-E io ricordo a te che quando il nostro principe si stancherà di lei, la passerà a noi, come ha sempre fatto.- rispose guardandolo con la coda dell’occhio.

Napa non appariva molto convinto. Quella mattina aveva osservato bene Vegeta e le occhiate che aveva lanciato alla prigioniera. Non si sarebbe stancato facilmente come le altre volte.

Si alzò dal suo posto per guardare cosa stesse facendo la ragazza. Non se la stava cavando male, anzi. Il profumo che emanavano le pietanze che stava cucinando faceva venire l’acquolina in bocca.

Sentendosi osservata, Bulma si voltò e incrociò la figura del guerriero. Lo squadrò. Era davvero alto, con la testa completamente rasata e un paio di baffi folti sotto il naso. Incuteva paura solo a vederlo e capì che non era salutare inimicarsi nemmeno lui. Studiarlo, ecco cosa doveva fare e forse poteva anche tornargli utile. E dal modo in cui osservava il cibo, forse aveva anche trovato il modo.

L’altro, invece, le dava i brividi. La sua statura era inferiore a quella del primo e aveva una massa di capelli lunghi e neri, come tutta la popolazione sayan, che scendevano lungo la schiena. Ma il suo sguardo era quello di un viscido serpente. Era da quando l’aveva incrociato che lui non le toglieva gli occhi di dosso e sicuramente mirava a qualcosa di più che farle da scorta. Doveva stare attenta a lui e mai restare da sola se si trovava nei paraggi. Forse quella faccenda della “schiava” del principe poteva avere dei risvolti positivi, ma già temeva il prossimo incontro col suo padrone.

-Ho finito.- annunciò a Napa.

-Bene, allora prendi tutto e andiamo. Sua maestà ti starà già attendendo.-

Si mosse, ma poi notò che non lo seguiva. Si voltò, quasi infastidito.

-Che aspetti?- le domandò.

Bulma si sorprese che non avesse compreso che mai e poi mai da sola sarebbe riuscita a portare quella mole di cibo. Portò le mani sui fianchi e con voce autoritaria gli fece notare l’ovvio.

-Dovete aiutarmi.-

-Cosa?!- esclamarono entrambi gli uomini.

A quel punto, la ragazza sfoderò un sorrisetto ironico.

-Oppure devo dedurre che farete aspettare ancora il vostro principe. Mi ci vorranno cinque viaggi se faccio da sola.-

Prese due vassoi e li porse a Napa.

-Allora?-

Il gigante la fissò incredulo, ma dovette riconoscere che aveva pienamente ragione.  Il principe si alterava parecchio se costretto ad attendere, in particolare, una cosa così essenziale come il cibo. Accidenti a quella strega, in due parole li aveva incastrati.

-Prendi tutto quello che riesci a portare.- disse a Radish.

L’altro, non celando minimamente il suo disappunto, ubbidì all’ordine del suo superiore.

Ben presto giunsero alla tenda di Vegeta, che li aspettava comodamente seduto sulla sua poltrona.

-Ti avevo detto di prepararmi la colazione, non di sfamare l’intero accampamento.- era irritato.

Bulma si mise di fronte a lui, abbassando il capo. Per lei era meglio assecondarlo. Per ora.

-Perdonami, ma ho faticato un po’ prima di capire il funzionamento della cucina.-

Vegeta si alzò, pronto ad aggredirla nuovamente, anche perché le sue scuse non lo convincevano ed era certo l’avesse fatto apposta, ma le parole gli morirono in gola.

Non poteva crederci!

I suoi due uomini migliori erano carichi di cibo, mentre lei non portava assolutamente niente!

-Scusate?- domandò esterrefatto.

Fu Napa a spiegare.

-Mio principe, non volevamo farti attendere troppo e così ci siamo offerti di darle una mano.-

-Una mano un corno!- esplose Radish.- Ci ha costretto!-

Si riprese dallo stupore e sogghignò piano. E così quella donna non tirava fuori le unghie solo con lui e doveva essere anche abituata a comandare. Bene, un altro tassello si stava aggiungendo al mosaico nella sua mente. Sempre più interessante.

-Lasciate tutto sul tavolo e ritornate alle vostre mansioni.- gli ordinò.

Entrambi gli uomini posarono il pasto sulla scrivania e uscirono, ma Radish, nonostante trovasse la prigioniera irritante, non poté non lanciare un’occhiata lasciva   verso di lei, cosa che fece infuriare e non poco Vegeta.

Seguì il suo soldato e appena fuori dalla tenda lo fermò.

-Tieni gli occhi a posto.- sibilò piano, ma in modo così glaciale che a Radish si rizzarono leggermente i capelli.

Appena il principe si allontanò, Napa si avvicinò a lui.

-Ti avevo detto di stare attento.-

Rimasto solo, digrignò i denti. Non lo sopportava e presto avrebbe avuto la sua vendetta. Quella donna era capitata a proposito.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


Capitolo  6

 

Ormai erano due giorni che era praticamente rinchiusa in quella tenda. Le era permesso uscire soltanto per preparare i pasti a Vegeta e per espletare i suoi bisogni fisici, ma sempre e rigorosamente sorvegliata a vista da quell’energumeno di Napa.

Radish era stato inspiegabilmente sollevato dal compito e, a dire la verità, ne era sollevata.

Il principe lo vedeva di rado, praticamente solo quando mangiava e andava a dormire. Inoltre quasi mai le rivolgeva la parola. Però non si spiegava il suo comportamento.

Inizialmente, quando l’aveva costretta a sottostare al suo volere, aveva lasciato intendere ben altre “mansioni” da parte sua, ma che non erano mai state eseguite.

Non che la cosa le dispiacesse, al contrario, solo che non credeva che questo fosse un bene. Avrebbe dovuto stare all’erta ancora di più col passare del tempo.

Si alzò dalla stuoia che usava come materasso e cominciò a girovagare per la tenda. Tanto per cambiare era sola, ma poteva sfruttare al meglio quella situazione. Con l’assenza di sua maestà, aveva l’opportunità di frugare tra le sue cose e scoprire qualcosa che potesse tornarle utile.

Cominciò dalla scrivania. I due soli cassetti presenti, come immaginava, erano chiusi a chiave, ma studiandoli, non era difficile forzarli e esaminare il contenuto. Prese il piccolo tagliacarte che era stato lasciato incautamente sul piano scuro e inserì la punta tra il cassetto e la serratura. Fece un po’ di forza, ma il crepitio che sentì la bloccò all’istante.

No, non andava niente bene.

Se il legno si fosse rovinato durante l’operazione, sarebbe stata scoperta subito e avrebbe rischiato di subire l’ira del principe. Non voleva certo che mostrasse la sua potenza con lei, anche perché su quel piano…partiva svantaggiata.

Depose sbuffando l’arnese appuntito e vagò con lo sguardo alla ricerca di qualche indizio che la portasse sulla strada giusta per giungere al suo obbiettivo. Frugò tra gli abiti di Vegeta per qualche minuto, ma non trovò niente.

Sconsolata si appoggiò al palo centrale della tenda, sicuramente doveva avere la chiave con se. Che stupida non averci pensato prima. Ma non poteva certo togliergliela!

Però…in cucina aveva visto qualcosa che poteva esserle utile per prendere un’impronta, per ricrearla ci avrebbe pensato in seguito.

Si, ce l’avrebbe fatta.

Rinfrancata da quel nuovo obbiettivo, si diresse dietro al paravento e si bloccò quando i suoi occhi incontrarono il profilo di quell’enorme vasca.

La vasca…

Oddio, quanto aveva bisogno di un bagno!

In quei due giorni che aveva passato in cucina, il sudore le si era asciugato addosso, formando una seconda pelle su di se. Inoltre anche il suo odore ne aveva risentito…

Senza contare che non si era nemmeno mai cambiata i vestiti, non che ne avesse di puliti a portata di mano, ma di certo non le sarebbe dispiaciuto dargli almeno una lavata.

Persa i quei pensieri, non si accorse dell’ingresso di Vegeta.

Il principe si fermò a fissare la sua espressione assorta e volse lo sguardo nella stessa direzione della ragazza. Non si stupì più di tanto. Per una donna, anche se guerriera, l’igiene personale e la pulizia erano tutto. O almeno era quello che aveva sempre detto sua madre, in uno dei pochissimi ricordi che aveva di lei.

A quel punto, un ghigno si formò sul suo viso.

Era da un po’ che non la stuzzicava e lei gli aveva appena fornito l’occasione ideale.

Incrociando le braccia sul petto, avanzò silenziosamente, fino a giungere ad un soffio da lei.

-Vedo che adesso hai cominciato a leggermi nel pensiero.- sussurrò.

Bulma sobbalzò al suono della sua voce, voltandosi di scatto. Si ritrovò con quegli occhi neri più del carbone fissi nei suoi. Rimase immobile, ancora intenta a fermare i battiti del suo cuore, ma non ci mise molto a riprendersi.

-Mi hai spaventata.- lo accusò rabbiosa.

L’espressione di Vegeta, s’indurì di colpo. La prese per un braccio, stringendola fino a farle male, ma facendo sempre attenzione a non spezzarglielo.

-Ti ho già detto di non rivolgerti a me con questo tono.- ringhiò.

Bulma non rinunciò a rispondergli, benché la testa le dicesse un’altra cosa.

-E io non intendo ancora subire in silenzio questi tuoi modi assurdi, stupido di un sayan!-

Quella era stata la classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Preso da un impeto di rabbia, la scagliò violentemente a terra. La ragazza gemette dal dolore, ma si rimise in piedi. Non voleva, non poteva dargliela vinta. Anche se, in fondo in fondo, lui non le aveva ancora fatto niente di male. La reazione di lei era dovuta solo ed esclusivamente da addebitare alla stress di quei giorni.

-Ma sei impazzito?-

Con tutta calma, Vegeta si diresse verso di lei. Senza accorgersene, Bulma indietreggiò di qualche passo, colpita dalla ferocia che riusciva a scorgere nei suoi occhi. E si, questa volta aveva proprio esagerato, era andata a cercarsela da sola.

Dal canto suo, Vegeta cercava di controllarsi. Quella donna riusciva a farlo infuriare solo con una parola., ma non doveva cedere all’ira o avrebbe fatto il suo gioco.

Posò  una mano sul suo collo, facendo una leggera pressione, ma che bastò a farla tacere. Poi portò il viso di lei di fronte al suo.

-Adesso ascoltami bene, perché lo dirò solo una volta. Non osare mai più avere un simile atteggiamento con me, altrimenti non mi divertirò solo a farti passare le pene dell’inferno, ma mi divertirò anche a torturare i tuoi amici fino ad ucciderli. E tutto davanti ai tuoi occhi.-

La minaccia non era campata in aria e lo sapeva bene.

La lasciò andare, dandole le spalle e allontanandosi da lei. Se le fosse restato vicino un altro secondo, era certo che sarebbe stato capace di ucciderla.

Scostò bruscamente il lembo della tenda che lo separava dall’esterno e chiamò Napa, che era li vicino. Poi rientrò e la fissò.

-Ho voglia di fare il bagno. Vedi di riempire la vasca con acqua non troppo calda e fa in fretta. Adesso muoviti donna.- le ordinò  prima di uscire.

 

Era ancora su quel crinale che lo aiutava a pensare.

Quella donna!

Come niente riusciva sempre a fargli perdere il controllo. E lui, ogni volta, cadeva nel suo gioco. Si chiedeva ancora come potesse, un essere inferiore come lei, avere questo potere su di lui.

Emise un sospiro. Forse era solo perché non aveva una donna da quando aveva lascito il palazzo, quasi un mese prima. Di certo non gli era sfuggita la sua bellezza, ne le forme del suo corpo, ma, pensandoci bene, era anche il suo carattere ad attirarlo.

Lei non aveva alcuna paura a rispondere alle sue provocazioni, a sfidarlo apertamente come mai nessuno aveva osato. E questo lo intrigava, oltre che ad eccitarlo.

In quei due giorni si era tenuto volutamente lontano da lei, ma adesso era troppo. Il suo corpo la reclamava, come mai prima di allora.

Era giunto il momento di farle vedere chi realmente comandava.

 

Finì di rovesciare il contenuto dell’ultimo secchio, non aveva mai faticato tanto come con quel compito.

Per sua sfortuna, il fiume dove si era rifornita, distava una decina di minuti dall’accampamento, senza contare che aveva dovuto scaldare l’acqua al punto giusto e poi versarla nella vasca. Inoltre Napa aveva ricevuto l’ordine di non aiutarla in alcun modo.

Quella bestia! Almeno quello poteva concederglielo!

Ma poi ripensò a quello avvenuto solo poco prima. Si, era la sua punizione per la sfacciataggine di lei. Per fortuna, comunque, aveva terminato il suo compito e ora doveva solo aspettare il ritorno di Vegeta. Che puntuale le si presentò dinnanzi.

Senza degnarla di uno sguardo, si diresse dietro al paravento. Bulma pensava che le chiedesse di uscire e stava già prendendo la direzione giusta, quando la sua voce la fermò.

-Vieni qui.- ordinò brusco.

Non potendo sottrarsi, s’incamminò con passo malfermo, le gambe le tremavano e aggirò l’ostacolo che la separava da lui. In quel momento si bloccò.

Il sayan si era già levato la camicia e lei aveva una perfetta visione della sua schiena muscolosa, solcata da piccole cicatrici. Ma uno in particolare attirò la sua attenzione. Era lunga e tagliava di netto a metà, in maniera obliqua, la schiena. Capì in quell’istante che quel colpo doveva essere stato molto profondo e doloroso.

Il cuore le mancò un battito a quel pensiero. Quanto aveva sofferto?

Poi scosse la testa, ma che andava a pensare. Lui era un nemico e non doveva interessargli minimamente la sua sorte.

“Non è vero. Lui ti attira. L’ha fatto dal primo sguardo e vorresti conoscere tutto di lui, alleviare anche le sue pene.”

Quella vocina dentro di lei che la perseguitava da giorni, cercava di farle comprendere la verità, ma continuava ad ignorarla. Doveva, altrimenti sarebbe caduta nella trappola che lui le aveva teso.

In quell’istante, Vegeta si voltò verso Bulma, che di nuovo rimase senza fiato.

Cavolo, doveva ammettere, però, che era davvero bello!

No, no! Lui non mi piace!

Affermò nei suoi pensieri, ma mentre lo vedeva avvicinarsi, sentiva la sua volontà venire meno.

Fu così persa, che non si accorse di averlo vicino. Alzò gli occhi, specchiandosi nuovamente nei suoi, ma quel luccichio strano che vedeva, la confondeva ancora di più.

-Spogliati.- le sussurrò.

Bulma sbarrò gli occhi. Aveva capito bene?

Vedendo la sua sorpresa, Vegeta sogghignò. Questa volta avrebbe vinto lui e giocando alle sue regole.

La ragazza, ancora incredula, non accennava a muoversi e allora prese in mano la situazione. Afferrò la chiusura del suo mantello, aprendola e facendolo scivolare a terra. Poi cominciò ad armeggiare con i lacci del suo corpetto, sciogliendoli lentamente, senza mai abbandonarla con lo sguardo. Lei appariva confusa, ma anche…Si, le stava piacendo ciò che lui faceva.

Bulma non riusciva a muovere un muscolo. Opporsi? No, non ci riusciva.

Lui era così sensuale in ogni movimento, che ne era ammaliata.

Quasi senza accorgersene, era rimasta nuda. Non sapeva che fare, come muoversi e lui la teneva inchiodata li, con quel suo sguardo così penetrante.

Vegeta non riusciva più a resisterle. Quelle forme morbide, i suoi sensi abbondanti, che mai aveva immaginato nascondesse, l’avevano lentamente mandato in visibilio.

Ma doveva tenere almeno un certo autocontrollo, se voleva ottenere ciò che desiderava.

Questo pensiero, per un attimo lo disorientò. Lui non si era mai fatto scrupoli per avere una donna, consenziente o meno. Perché adesso, con lei, se ne faceva?

Forse la spiegazione era molto semplice. Voleva che lei lo desiderasse, che si perdesse in lui e quella sarebbe stata la punizione più umiliante per la ragazza.

Desiderarlo, fino ad impazzire, fino a non poter fare a meno di lui.

Con una mano, tracciò il profilo del fianco di Bulma, che sentì trasalire. Era arrivato a quello che voleva.

Dal canto suo, Bulma non capiva più niente. Troppo attirata dal corpo del principe, troppo ammaliata dal suo sguardo. E per la prima volta in vita sua, sentì di desiderare un uomo. Poco importava che fosse un nemico.

Vegeta, capendo di aver raggiunto il risultato sperato, si tolse velocemente i calzoni di pelle, in seguito la prese per mano, giungendo con lei al bordo della vasca. Senza alcuno sforzo, la sollevò, facendole immergere le gambe in quel dolce tepore ed entrando lui stesso. La fece sedere, posandole la schiena contro il suo petto.

Prese la salvietta che usava per lavarsi e il sapone. Immerse entrambi nell’acqua, sfregandoli e cominciò a passare il piccolo lembo di stoffa sulla pelle della giovane. Bulma non si opponeva, ma, in un piccolo barlume di lucidità, si chiese il perché di quelle attenzioni.

Fu Vegeta ad illuminarla.

-Non posso mica fare sesso con te, se puzzi peggio di un maiale.-

La risate che uscì spontanea da lei, lo fece sogghignare. Forse, nemmeno la ragazza si era resa conto in che guaio si stava cacciando.

La leggera stoffa vagava sulla sua pelle, facendo scoprire a Vegeta tutti i punti che solo fino a quel momento si era potuto immaginare.

Era bella, forse fin troppo. Sentiva anche l’eccitazione il lui crescere sempre di più, ma voleva procedere, solo per quella volta, con calma.

Una volta giunto alle sue gambe, notò come erano lunghe e perfette e si chiese come fosse averle intorno a lui. Come se gli avesse letto nel pensiero, la ragazza si voltò, prendendo dalla mano dell’uomo la salvietta.

-Ora tocca a me.- disse soltanto.

Vegeta si alzò sorridendo, per poi risedersi di fronte a lei, dandole la schiena. In quel preciso istante, Bulma portò le sue gambe sui fianchi del sayan, stringendole leggermente. Quel contatto scatenò nel principe una passione violenta, ma che tenne ancora a bada. Al momento…

Sentiva le sue mani, così delicate, sfiorargli la pelle in piccoli movimenti circolari. Poi la avvertì scendere sempre più in basso, fino a sfiorare l’attaccatura della sua coda. Era troppo.

Di certo lei non poteva saperlo, ma quel gesto aveva scatenato e liberato tutta la sua potenza.

Si sollevò di scatto, imprigionandola tra il suo corpo e lo schienale dalla vasca. La guardò per un attimo, solo un secondo, prima che le sue labbra si posassero possessive su quelle di lei.

Come immaginava, erano morbide, succose e non riusciva a fare a meno di divorarle.

Buma si lasciò trasportare da lui, socchiudendo la bocca e permettendogli l’ingresso. Il contatto tra le loro lingue li lasciò senza fiato. Nessuno dei due aveva mai provato un’emozione, un’ intensità simile. Ne un tale trasporto.

Il sayan portò una mano sulla schiena della ragazza per fare un modo di aderire ancora di più a lei, mentre con l’altra le teneva la testa, per impedirle di muoversi o divincolarsi.

Ma Bulma non ne aveva alcuna intenzione. Troppo intenso quello che le stava facendo provare e, almeno per questa volta, era lei stessa a voler andare fino in fondo.

Lo sentì insinuarsi tra le sue gambe, senza chiederle alcun che.

Avvertì la sua erezione cominciare a penetrarla nella sua intimità, priva di ogni barriera. Solo a quel punto l’uomo si fermò, fissando intensamente i suoi occhi blu.

Scorgendo nelle sue iridi nere la domanda che era rimasta sulle labbra del principe, fu lei a fugargli ogni dubbio.

-Non avrai pensato di essere il primo.- sussurrò.

Vegeta strinse per un secondo gli occhi, per poi riaprirli completamente, inglobando i suoi.

-Non sarò il primo, ma sarò l’unico.-

 

Si stava aggirando tra le stanze del suo palazzo. La maggior parte  dei suoi uomini era impegnata a svolgere i compiti da lui impartiti. Ma, nonostante la quiete sembrava regnare su quel luogo, il suo cuore era in tumulto.

Molti giorni, forse troppi, erano passati dalla partenza dei suoi figli e non era arrivata ancora nessuna notizia sull’esito della missione.

La pazienza non era mai stata una sua virtù, ma aveva sempre cercato di esercitarla quando non era in battaglia, ma ora era al limite.

Spalancò con impeto la porta della sua stanza, per poi dirigersi verso la grande vetrata.

No, non doveva preoccuparsi. Vegeta era infallibile e presto avrebbe avuto sue notizie.

Ma come un fulmine a ciel sereno, le parole della vecchia veggente gli tornarono alla mente.

Il pericolo sulla sua sovranità non era ancora stato estirpato, senza contare l’interesse da lei avuto verso i suoi figli. Che c’entrassero qualcosa?

Che nelle sue parole ci fosse nascosto un oscuro segreto?

Andò spedito verso la carta appesa alla parete, uguale a quella nella sala del trono.

Le terre dell’Ovest.

Forse era proprio li che si nascondeva l’arcano. Oppure la sua rovina.

Un  rumore improvviso distolse la sua attenzione.

-Ti vedo pensieroso, re Vegeta.- sibilò una voce a lui nota.

-Cosa fai qui.- rispose senza degnare il nuovo arrivato di uno sguardo, ben sapendo di chi si trattasse.

La figura balzò dal cornicione, fino a giungere a lui, inchinandosi con rigoroso rispetto.

-Ho delle nuove informazioni per te.-

Solo a quel punto il sovrano si voltò, attendendo.

-Ho scoperto quello di cui avevi bisogno e adesso sei al sicuro. Dammi carta bianca e io ti offrirò la potenza e supremazia in eterno.-

Il re ghignò soddisfatto di quello che aveva appena udito.

-Bene Freezer. Fai quello che devi.- ordinò, non sapendo realmente a cosa stava andando incontro.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 7 ***


Chiedo umilmente scusa! Ho postato senza rileggere e ho visto dopo una serie di errori allucinanti!
Ho rimediato però....spero su tutti....
 
 
 

 

Capitolo   7

 

 

Da alcuni minuti era li ferma, a mescolare l’intruglio davanti a se, senza prestare molta attenzione. La sua mente era ancora persa nei ricordi di quello accaduto solo pochissimo tempo prima.

Il suo corpo, le sue mani...i suoi baci.

Mai avrebbe immaginato che fosse così.

Oddio, non che avesse usato una particolare dolcezza con lei, ma la sua irruenza, la passione dimostrata erano uniche. Il suo stesso corpo ricordava quelle spinte vigorose, quel senso di possesso di lui. E l’abbandono e trasporto totale che lei stessa aveva avuto. No, il principe non aveva mentito.

Era unico.

Negli anni passati lei stessa aveva avuto incontri carnali, sia per dovere che per piacere, ma nessuna esperienza era minimamente paragonabile a quella vissuta con Vegeta. Se chiudeva gli occhi, ancora poteva sentire il suo tocco irruento, sentirlo dentro di se.

Sospirò.

Si era lasciata troppo prendere da quell’esperienza, se ne rendeva conto, ma non riusciva a farne a meno.

Però…il suo scopo iniziale lo aveva raggiunto. Era riuscita a trovare quella famosa chiave. Come sospettava, il principe la portava addosso, infilata in una piccola catenina che portata al collo. Doveva solo attendere il momento adatto e la sua completa vulnerabilità.

Ma da quando in qua era vulnerabile?

Un pensiero le solcò la mente. Ora che avevano raggiunto quell’intimità, forse, forse…

Ecco che tornava a quei momenti. Il corpo nudo di lui su di se.

Arrossì senza volerlo e si ritrovò a pensare di volerlo di nuovo.

-Bulma, sei completamente fuori di testa!- urlò a se stessa.

Napa, che la stava osservando come al solito, inarcò un sopracciglio. Che era pazza e incosciente lo sapeva, ma ora parlava da sola?

-Che ti prende?- le domandò, più curioso che altro.

La ragazza si voltò di scatto. Si era completamente dimenticata di lui.

-No, no niente. Mi sono accorta che stavo mettendo l’ingrediente sbagliato.- sorrise, cercando di mascherare l’imbarazzo.

Lo sguardo del guerriero si assottigliò ancora di più.

-Vedi di stare più attenta.- disse soltanto.

Bulma ritornò con gli occhi sulla minestra con verdure che stava preparando, cercando almeno di recuperare un po’ di lucidità.

Un fruscio alle sue spalle, fece voltare Napa. Scattò in piedi, accennando un inchino al nuovo arrivato.

-Ehilà Napa! È un po’ che non ci si vede.- salutò allegramente Goku.

Il soldato non si scompose, dato che era abituato ai modi alquanto bizzarri del ragazzo, solo non si spiegava come Vegeta riuscisse ancora a sopportarlo.

Goku gli passò accanto, per fermarsi un passo davanti a lui.

-Va tutto bene?- chiese senza guardarlo.

-Si, principe. Al momento nessuna novità.-

Napa aveva sempre faticato a rispondere a quel giovane troppo incline ai sentimentalismi. A volte si era pure domandato se fosse realmente un sayan e figlio del loro sovrano. In molti, tra le guardie, avevano anche scommesso più volte su quello che sarebbe stato il suo futuro e quanto tempo ci avrebbe impiegato il re a toglierselo dai piedi una volta per tutte. Solo che tutti erano stati costretti a ricredersi, dopo quella volta e a riconoscerlo come degno erede della casata reale.

-E con lei?- domandò, mentre il suo sguardo indugiava sulla ragazza che ancora non l’aveva sentito.

Sul volto dell’uomo comparve un leggero sorriso.

-Diciamo che è petulante, aggressiva e le piace comandare, ma basta adattarsi alle sue stramberie.- rispose ricordando l’avvenimento di poco prima.- Comunque non da problemi, almeno non a me.-

Goku capì subito a cosa si stava riferendo. Aveva visto lui stesso Vegeta ordinare a Radish di partire per un giro, a suo parere molto lungo, di perlustrazione, adducendo la scusa di stanare il resto dei ribelli. Solo che qualcosa non lo convinceva.

-Dimmi la verità, è stato mio fratello che ha allontanato Radish?- domandò di nuovo.

Il gigante si grattò la testa, non sapendo quanto poteva realmente dire, senza correre il rischio di lasciarci la pelle.

Goku si voltò a guardarlo.

-Non lo dirò a nessuno.- sussurrò strizzandogli un occhio.

Napa sentiva chiaramente le guance imporporarsi per via del suo comportamento. Si ricompose con un leggero colpetto di tosse.

-Si.- rispose sillabico.

-E per quale motivo?- insistette il giovane appoggiandosi con i gomiti al tavolo.

L’uomo girò la testa dall’altra parte. Non voleva assolutamente vedere l’espressione di Goku.

-Non gli…è…piaciuto come l’ha…guardata.- termino la frase talmente piano che l’altro credette di aver udito male.

Ma dall’espressione imbarazzata di Napa, dedusse che era la verità.

-Cosa, cosa?- non si accorse di aver alzato la voce per la sorpresa.

Quel suono, che aveva un che di famigliare, fece voltare Bulma.

-Tu!- esclamò.

Goku si girò nella sua direzione, assumendo la solita espressione tranquilla.

-Ciao.- le disse.

Ma Bulma non era dell’umore. Era colpa sua se adesso si trova in quella situazione, era sempre colpa sua se i suoi amici rischiavano di essere uccisi ed era sempre colpa sua se adesso era in quell’assurdo e confusionario stato.

Prese la prima cosa che le capitò in mano, un coltello molto affilato e marciò, brandendolo, verso di lui.

-Bastardo! Lurido verme! Come osi solo farti vedere da me!-

Napa, diligentemente, si allontanò, ma non prima di aver sussurrato due parole a Goku.

-Buona fortuna.-

Il ragazzo aveva sgranato gli occhi di fronte a quella furia, indietreggiando e mettendo le mani avanti per proteggersi. Poteva anche essere un guerriero potente, ma davanti a lei svaniva!

-Aspetta per favore! Lasciami spiegare!- cercava di calmarla, ma senza risultato.

-Io ti ammazzo, altro che ascoltarti!- continuava lei imperterrita.

Si lanciò all’attacco, sfiorando ripetutamente sia il viso che il corpo di Goku, che abilmente schivava.

Napa, nel frattempo, seguiva attentamente quello “scontro” ed era sempre più allibito dalla donna. Caspita, altro che carattere!

Ripensò all’altra prigioniera e senza saperlo, fece lo stesso ragionamento del suo principe. Se non fosse stato per la coda, sarebbero state delle sayan perfette.

Goku non sapeva più come farsi ascoltare, ma doveva. Accidenti!

All’ultimo affondo di Bulma, le prese la mano che teneva il coltello, disarmandola. In seguito le portò le braccia dietro la schiena, tenendola ferma. Stava pensando che quella era diventata una pratica usuale per lui, visto che solo due giorni prima era stato costretto a fare lo stesso.

-Ora basta, calmati.- disse.

Bulma alzò il viso su di lui, con gli occhi che lanciavano lampi di odio. Goku capì che in quella situazione doveva spiegarsi e in fretta anche, altrimenti non sapeva in che condizioni sarebbe uscito da quella cucina.

-I tuoi amici stanno bene, sono venuto qui solo per dirtelo. Sapevo che saresti stata in pensiero per loro.-

Quelle parole quietarono l’animo della ragazza. Poi sgranò gli occhi.

Allora lui aveva mantenuto la parola!

Ecco che ci ricadeva. Un’altra volta, per l’ennesima, pensava a Vegeta. Stava diventando un’ossessione.

-Perché non sei venuto a dirmelo prima?- domandò, ormai più tranquilla.

Goku la lasciò andare, portandosi una mano sulla testa e grattandosi la folta chioma scura.

-Be, sai, non è che sia facile avvicinarti, non con il controllo di mio fratello.- spiegò con un sorriso.

-Come!?- era incredula.

-Non lo sai?- poi si rivolse a Napa.- Non lo sa?-

Il soldato scosse la testa.

-Che cosa non so. Parla!- non ci capiva più niente.

-Vedi…Vegeta ha dato ordine che…nessuno entrasse nella sua…tenda. Nemmeno io.- la delucidò, ma temeva la sua reazione.

Bulma era completamente incredula, ma poi la rabbia prese il sopravvento.

-Quel verme! Arrogante e presuntuoso! Come ha potuto! Capisco che sono sua prigioniera, ma addirittura tenermi lontana da tutto e tutti di proposito! Ma questa gliela faccio pagare!-

Questa volta, Goku sgranò gli occhi. Caspita, se affrontava così anche suo fratello, ora capiva il perché del suo interessamento.

-Su, dai, avrà avuto i suoi motivi.- cercava nuovamente di calmarla, anche se stavolta non ce l’aveva con lui.

-Si, come no. Poteva almeno dirmi come stavano i miei amici.- ribatté.

-Lui è fatto così. Comunque non stare in pena. Ho ottenuto la loro custodia e farò in modo che vengano trattati bene.- le disse con un sorriso.

-Di bene in meglio! La colpa è solo tua.- gli rinfacciò.

-Lo so e me ne dispiace, ma ti prometto che farò di tutto per aiutarli e proteggerli.-

La sua espressione era sincera, i suoi occhi limpidi. Riuscì a convincerla.

-Va bene, ma se gli succederà qualcosa…- lo avvisò.

-Lo so, lo so. Mi ucciderai con le tue mani.- rispose ridendo, ma anche preoccupato.

Non voleva avere a che fare ancora con una Bulma infuriata, era davvero pericolosa.

Napa aveva seguito tutto con interesse sempre più crescente. Un’idea gli si stava formando nella testa, ma verso il suo principe.

Prima allontanava Radish per averla guardata in quel modo, poi la segregava nella propria tenda, infine nemmeno a suo fratello era possibile incontrarla.

Non è che Vegeta fosse stato colpito da quella cosa che spesso aveva sentito e che corrispondeva al “colpo di fulmine”?

Sapeva che lui non era il tipo che cedeva ai sentimenti, ma forse…

Scosse la testa, non era possibile. Ma poteva darsi…

Abbandonò quei pensieri, tanto se fosse stato così, l’avrebbe scoperto solo col tempo.

 

La foresta si stava facendo sempre più fitta e impediva loro di avanzare con facilità. Senza contare l’acqua che continuava a scrociare sulle loro teste. Era una situazione davvero difficile da sostenere, inoltre non erano riusciti a trovare nessun indizio che potesse portarli a scoprire il covo di quei ribelli.

Radish si fermò sotto una grossa pianta, cercando di recuperare un po’ delle forze che aveva speso quel giorno. Si passò una mano sugli occhi, asciugando le gocce di pioggia che erano rimaste impigliate nelle sue ciglia. Si appoggiò al tronco, lasciando liberi, per qualche minuto, i suoi pensieri.

Un dubbio l’aveva sfiorato già dal giorno prima. Che li non ci fosse nessuno?

Era molto probabile a questo punto. E tutto per colpa di quella donna!

Vegeta non aveva digerito quell’occhiata e questa era la sua punizione. Si, perché di questo si trattava e l’aveva capito fin troppo bene. Voleva tenerlo lontano da lei, ma l’avrebbe pagata, il caro principe.

Si sollevò di nuovo, pronto a ricominciare la marcia con i quattro soldati messi a sua disposizione, quando un rumore lo arrestò. Si nascose dietro al tronco, cercando di celare la sua presenza il più possibile. I passi si stavano avvicinando sempre di più, ormai erano quasi di fronte al suo nascondiglio. Afferrò la spada, pronto a colpire.

-Non fare sciocchezze, Radish.-

Quella voce, così fredda da raggelare anche le fiamme, lo raggiunse, bloccandolo.

Cosa ci faceva lui in quel luogo?

Girò intorno all’albero, guardingo, fino a trovarsi di fronte al suo interlocutore.

-Come mai vi trovate qui, lord Freezer?- chiese con voce leggermente tremante.

Freezer scoppiò a ridere, nel notare la paura che quel sayan aveva di lui, ma non poteva dargli torto. All’interno del regno del Nord, la sua fama di assassino spietato e crudele, quasi più dei sayan stessi, era conosciuta a tutti e in molti lo temevano. Compresi i soldati del re. Fece un sorriso diabolico pregustando l’odore del terrore. Questo lo eccitava più di uno scontro vero e proprio.

-A quanto vedo hai fatto arrabbiare il nostro principino.- gli disse.

La paura di Radish, a quelle parole, svanì all’istante e la rabbia ne prese il posto.

Freezer notò tutto e sorrise ancora di più. Non avrebbe potuto trovare alleato migliore, ora restava solo convincerlo, ma non sarebbe stato difficile.

-Radish, Radish. So che lo detesti nel profondo e sono anche a conoscenza del motivo della tua punizione. Quel moccioso è stato un’imbecille, non doveva trattarti così. Non per una donna, per giunta nemica.- le sue parole, stavano trovando terreno fertile nell’animo dell’altro e lo comprese dal suo sguardo.

-Lui non è degno di comandarci, non è come il nostro re. È bastata una gonnella a fargli perdere la testa.- era infuriato.

-E tu vuoi fargliela pagare.- disse Freezer, posandogli una mano sulla spalla.

Annuì di riflesso col capo. O, si che lo voleva!

Freezer portò la mani dietro la schiena e mosse dei passi fuori dal riparo delle fronde.

-E io ti aiuterò. Vegeta è troppo arrogante e presuntuoso. Crede di essere intoccabile solo perché è l’erede al trono, ma non sa quanto si sbaglia.- poi si volse a guardarlo, con uno strano luccichio negli occhi.- Alleati con me e verrà sconfitto.-

Si fissarono per un lungo minuto, fino a che non prese la sua decisione. Gli porse la mano, che l’altro strinse.

-Va bene. Accetto.-

Non si avvide dello scintillio di malignità e trionfo negli occhi di Freezer, ma ben presto avrebbe compreso la gravità di quella scelta.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** capitolo 8 ***


Ciao!!!! Eccomi di nuovo!!! In questo capitolo non succede niente di eccezionale, ma spero vi piaccia!!!
 
 
 
 
 

Capitolo  8

 

Vegeta era seduto sulla sua poltrona, con gli occhi chiusi, in rigoroso silenzio.

Pensava.

Pensava a quella donna, ostinata e caparbia, che era entrata nella sua vita. Una prigioniera, che lui aveva fatto sua schiava.

Bella, fin troppo per i canoni ai quali era abituato, presuntuosa e arrogante, senza contare che era persino orgogliosa, forse quasi, ammise, quanto lui stesso.

Mai una volta si era piegata docilmente ai suoi ordini, al contrario, lo sfidava, senza temere le conseguenze, che ancora lei non aveva compreso che potessero essere disastrose per la sua persona.

Solo che…

Sospirò profondamente, dovendo accettare la verità.

Mai avrebbe potuto farle del male.

Quella rivelazione lo aveva sconvolto. Se ne era reso conto nel preciso istante in cui i loro corpi si erano incontrati, intimamente. Quel contatto aveva scatenato in lui emozioni e sensazioni mai provate, che lo avevano costretto a guardarsi dentro per scoprirne il motivo. Ed era stato davvero sconvolgente capirne la vera natura.

Lui, l’orgoglioso e temibile principe dei sayan, unico erede al trono, si era…infatuato.

Non osava pensare ad altro, perché quell’altro sentimento, che tanto era caro a sua madre e a suo fratello, per lui era inaccettabile.

Si alzò di scatto, maledicendo mentalmente se stesso per l’idea che aveva avuto di tenerla per se, era stato un errore che adesso stava pagando, ma non poteva farne a meno. Lei lo aveva ammaiato dal primo sguardo, senza contare che era riuscita a provocare in lui anche un senso di sfida, che da molto non provava.

Le donne, i combattimenti che vinceva, tutto lo otteneva con troppa facilità e questo cominciava a stancarlo. Ma lei aveva acceso in lui nuovamente la fiamma della battaglia, che gli mancava da tempo.

Un rumore lo distolse dai quei pensieri e, voltandosi, incontrò nuovamente quell’azzurro che tanto lo conturbava. La vide avvicinarsi al tavolo e ordinare a Napa di deporre il pentolone che aveva tra le mani.

Sogghignò, ancora chiedendosi come ella poteva far  si che ogni cosa che chiedesse al suo guerriero migliore, conosciuto soprattutto per la sua indole aggressiva, si esaudisse e senza discussione alcuna.

Appena Napa uscì dalla tenda e atteso che la donna preparasse il piatto per lui, si sedette nuovamente.

Bulma guardò attentamente l’espressione del suo “padrone”, pregustandosi già la sua reazione. Se l’era meritato, in fondo. Sapeva che per i sayan il cibo era tutto e quella sua piccola ripicca serviva a fargli capire che con lei i suoi giochetti non funzionavano.

Vegeta immerse il cucchiaio nel liquido dentro al piatto, composto solo, si accorse, di verdure. Sgranò gli occhi. Il resto, dove era?

Era stato chiaro fin dal principio con quella donna, la carne era basilare per lui, come per il resto del suo popolo. E ora lei gli presentava quella…schifezza?

Con molta lentezza, posò nuovamente il cucchiaio al fianco del piatto. In seguito portò le mani dinnanzi al volto, incrociando le dita e ci appoggiò sopra il mento. La guardò fissa negli occhi, cercando di celare la rabbia per quell’ulteriore sfida.

-Spiegami.- disse soltanto.

Bulma non si fece intimidire da lui.

-La carne sta cominciando a scarseggiare, per cui ho creduto più opportuno farne a meno.-

Vegeta socchiuse gli occhi, sorprendentemente non più infuriato, ma divertito da quella scusa. Sapeva che stava mentendo, lui stesso, infatti, aveva fatto un sopraluogo nelle cucine proprio quella mattina e era a conoscenza di quante scorte disponessero. Ma decise di stare al suo gioco. Era troppo esilarante vedere l’impegno che stava mettendo, sia con l’atteggiamento del corpo che quello degli occhi, per mascherare la bugia che la sua bocca  emetteva.

-Quindi…- iniziò mettendosi più comodo – hai creduto opportuno agire per conto tuo, senza consultare il sottoscritto, per il bene di noi sayan. Dico bene?-

-Si, mio principe.- rispose sicura.

Vegeta la studiò attentamente. Per quanto fosse sveglia, ancora non aveva compreso di essere stata smascherata.

-E non hai pensato che a me non me ne importasse nulla dei miei sottoposti?-

Bulma sgranò gli occhi. No, a quello davvero non aveva pensato, ma avrebbe dovuto. Accidenti, il suo piano rischiava di rivoltarglisi contro se non trovava un valido appiglio alla sua tesi.

-Credevo che senza i tuoi soldati, il tuo potere si potesse dimezzare.- si stava arrampicando sugli specchi ed entrambi lo sapevano.

Vegeta si alzò in piedi, aggirando il tavolo e mettendosi di fronte a lei, ma non troppo vicino.

-Devo metterti al corrente che io da solo valgo più di tutto l’esercito, per cui non devi preoccuparti per loro, ma unicamente di me.- le disse serio.

A quelle parole una lucina si accese nella sua testa e il dubbio l’assalì.

-Lo sapevi!- esclamò.- Sapevi che l’avevo fatto apposta e ti sei divertito!-

Vegeta, inaspettatamente, scoppiò a ridere.

-Ma per con chi credi di avere a che fare. E per metterti a conoscenza di un piccolo particolare, quando siamo in missione sono io che mi occupo di tenere sotto controllo le nostre riserve di cibo. Però…- aggiunse tornando serio e avvicinandosi ulteriormente a lei.- questo non toglie che volevi farti beffa di me. E non lo sopporto.-

All’improvviso gli occhi neri del principe erano diventati ancora più scuri, penetranti e carichi nuovamente di rabbia.

Bulma indietreggiò, intimorita da quel repentino cambio d’umore, ma si costrinse a non abbassare lo sguardo, per non dargli la soddisfazione di averla in pugno.

-Non volevo prenderti in giro.-

-Patetica difesa.- le rispose lui.

Messa alle strette, non poté far altro che ricorrere anche lei alla rabbia.

-Tu mi hai volutamente nascosto la sorte dei miei amici! Sapevi che ero in pena per loro, che sono le persone a cui tengo di più. Per quello mi sono sottomessa al tuo volere, accettando di diventare la tua schiava. E tu? Nemmeno mi hai detto che stavano bene!-

Il volto di Vegeta si oscurò ancora di più.

-Non mi sembra che tu abbia di che lamentarti. Si, sei la mia schiava, ma godi di privilegi che mai nessuno ha avuto prima di te. Ma se per questa sciocchezza, le tue condizioni non ti vanno più bene, posso sempre rimediare.-

Quella minaccia le fece venire i brividi. Brividi intensi, di terrore, per il modo gelido in cui era stata detta.

-Vuoi che ti metta al corrente di cosa ti aspetta?- le chiese con una nota di cattiveria mista a divertimento sadico nella voce.

La giovane non osava parlare e per la prima volta, da quando lo conosceva, aveva paura di lui.

Vegeta, soddisfatto per il risultato raggiunto, le si mise a fianco, sfiorandole una guancia con la punta delle dita. A quel contatto, Bulma si irrigidì.

-A quanto vedo ti sei resa conto che non ti conviene continuare a persistere nello sfidarmi, sarebbe controproducente per te.- le sussurrò vicino all’orecchio.

-Non…non…accadrà…più…- rispose sempre più spaventata.

-Bene. Adesso vai a riprepararmi la cena. E stavolta mettici tutto.- le ordinò.

Bulma accennò un inchino prima di uscire, con le gambe che ancora le tremavano.

Una volta fuori, attese l’arrivo di Napa. Mentre percorrevano il tragitto verso la cucina, ebbe modo di pensare all’accaduto. Non avrebbe più dovuto sfidarlo così apertamente. Era vero che non aveva mai usato una particolare violenza con lei, ma con quello che aveva celato nelle sue parole, poteva fare molto di peggio.

 

-Ciao Vegeta!-

Goku entrò, con la sua solita allegria, nella tenda del fratello. Si guardò un attimo attorno, sorpreso di non trovarlo a cenare come al solito, ma invece sdraiato nel letto, con le braccia dietro la testa, gli occhi fissi al soffitto e l’espressione del viso tesa. Un dubbio gli sorse, in ricordo del suo scontro con Bulma. Che la ragazza, viste le sue minacce, ne avesse combinata un’altra delle sue?

-Sparisci Kaharot.- gli intimò.

-E dai, è un po’ che non ci vediamo fratello.- gli rispose avvicinandosi a una delle colonne del letto e appoggiandosi con la spalla.

-Ci siamo visti ieri e, per quel che mi riguarda, è anche troppo.-

Goku alzò gli occhi al cielo. Vegeta non sarebbe davvero mai cambiato.

-Si, hai ragione, ma vedi, sono qui perché dovevo informarti di una cosa.- iniziò, cercando di catturare la sua attenzione.

A quel punto, invece, Vegeta balzò in piedi, afferrando Goku per la camicia, strattonandolo.

-Come hai fatto con lei? Sappi che la tua loquacità ti sta mettendo nei guai, fratello.- disse tenendo la voce bassa, ma molto simile ad un ringhio e dando all’ultima parola una sorta di disgusto.

Goku impallidì leggermente. Sapeva che suo fratello non voleva che gli uomini dicessero niente a Bulma su quello che poteva o non poteva essere successo agli amici, ma non credeva che anche lui rientrasse in quella categoria. Era stato un ingenuo e adesso ne stava subendo le conseguenze.

Ma, in ogni caso, non poteva mostrarsi debole proprio davanti a Vegeta.

-Aveva il diritto di sapere.- rispose deciso.

-Spettava solo a me. E alle mie condizioni.-

-Non è un oggetto.- tentò di ricordargli Goku.

A quel punto, Vegeta mollò la presa, dandogli le spalle. Si versò una coppa di vino e cominciò a sorseggiarlo.

-Lo so meglio di te. Sei tu che dimentichi un po’ troppo spesso chi comanda.-

-Non lo dimentico, mai potrei.- rispose il più giovane, rammentando bene le parole del padre.- Comunque, a mia discolpa, l’ho fatto solo perché oggi, a parte l’avermi aggredito e non ci è andata nemmeno per il sottile, mi è sembrata strana. Quasi…pensierosa.-

Vegeta lo scrutò con la coda dell’occhio, per poi scoppiare a ridere.

-Tu! Aggredito, da lei?!-

Goku fece una smorfia.

-Non prendermi in giro. È davvero una furia quando ci si mette.- rispose, mettendo il broncio.

Vegeta si sedette nuovamente sul letto, cercando di calmare le risa. Doveva ammettere che l’immagine di lei che malmenava il fratello era esilarante.

-Sei un idiota. Farti mettere sotto da una donna.-

-Ridi pure, ma prima o poi capiterà anche a te.- disse Goku seriamente.

-Vedremo.- Vegeta lasciò cadere il discorso.- Che cosa dovevi dirmi?-

A quel punto, Goku si fece molto scuro in volto, cosa che preoccupò e non poco il principe.

-Freezer.-

Solo quel nome fece gelare l’atmosfera. Entrambi i fratelli non si fidavano di lui e lo consideravano il principale fautore del cambiamento del padre. Inoltre Goku sospettava che dietro la morte della madre, ci fosse la sua mano.

-Cosa è venuto a fare.- domandò Vegeta, con voce fredda.

-Non lo so. Mi hanno riferito che l’hanno visto aggirarsi nella foresta, ma a fare cosa, non è noto. Può anche darsi che nostro padre non si fidi di noi, o di te.- insinuò.

-Impossibile!- gridò Vegeta, alzandosi di scatto.- Il re, mai a avuto di che lamentarsi, si può fidare ciecamente di me. E questo tu lo sai.-

-Ma sono anche diversi mesi che manchiamo dal castello. Chissà cosa Freezer avrà potuto dirgli o fargli.- ribadì Goku.

-Niente di niente.- rispose stizzito Vegeta.- Sarebbe pericoloso e questo anche Freezer lo sa.-

-Allora il suo obbiettivo sono  io o, con più probabilità, tu.-

Vegeta ghignò, quasi si sentiva divertito da quell’ipotesi.

-Se è così, lo aspetto a braccia aperte. Ma venderò cara la pelle. Vegeta non si sottomette, ne si fa sconfiggere da nessuno.-

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** capitolo 9 ***


Capitolo  9

 

-Allora?- chiese una voce nel buio.

La figura innanzi a lui si inginocchio a terra, prima di cominciare a parlare.

-Sono appostati sul crinale, come al solito. Anche la posizione delle tende è sempre la stessa. Sarà un gioco da ragazzi infiltrarsi senza essere notati.-

-E dimmi, sei stato visto da qualcuno, Zarbon?-

-No, lord Freezer. Ma ho sentito uno dei soldati agli ordini di Goku, avvertirlo di avervi visto nei dintorni.- gli rispose, con tono preoccupato.

-Non temere, era nei miei piani. Se sanno che sono qui, sicuramente abbasseranno la guardia ai prigionieri, per concentrarsi su loro stessi.- disse Freezer senza scomporsi minimamente.

-Parlate di Vegeta e Goku, non è vero?- chiese Zarbon.

-Certo, idiota. Quei due pivelli non hanno idea della bella sorpresa che ho in serbo per loro, ma lo scopriranno presto.-

Un rumore fece alzare velocemente Zarbon, ma il suo padrone non accennò a muovere nemmeno un muscolo. Sapeva di chi si trattava.

-Vedo che sei arrivato. Sei riuscito a procurarmi le informazioni che volevo?- gli domandò con pacatezza.

-Si, mio signore.- disse Radish, chinando il capo.- Il loro nascondiglio è al centro della foresta. Un albero molto grande copre l’entrata del tunnel e non ci sono guardie a sorvegliarlo.-

Zarbon lo guardò, sgranando gli occhi.

-Ma come hai fatto a trovare da solo il covo dei ribelli?-

-Mio caro sciocco, sappi che tutti possono compiere imprese impossibili, se ben motivati.- rispose Freezer, compiacendosi per le nuove notizie.- Adesso possiamo agire.-

 

Il sole era appena sorto, ma nella tenda regnava ancora il silenzio più totale. O almeno così sembrava.

Yamcha camminava da parecchio tempo avanti e indietro, sempre più teso e nervoso. Voleva vedere Bulma, sapere come stava e controllare cosa effettivamente quella “bestia” le aveva fatto. Ma non poteva far nulla. Per Chichi, per non metterla ulteriormente in pericolo. E poi, non si fidava ancora di quel Goku…

Era pur sempre un nemico, un principe, il figlio di colui che li aveva privati di tutto. Come faceva, la ragazza che ancora placidamente dormiva, a riporre tanta fiducia in lui?

O si, appariva molto diverso dal fratello, ma chi gli dava la certezza che non li stesse prendendo in giro?

Senza contare che aveva anche notato che Chichi cominciava a provare una certa simpatia per quel ragazzo. E questo non era un bene.

In quel momento decise. Avrebbe ricondotto alla ragione l’amica, prima che fosse troppo tardi, se non lo era già.

-A quanto vedo sei già sveglio.-

Yamcha si voltò di scatto, credendo per un momento di ritrovarsi davanti quel Goku, ma si sbagliava.

-Buongiorno Crilin.- disse con voce bassa.

Tra tutti i soldati, lui era l’unico per cui provasse un po’ di simpatia, ma forse questo dipendeva dal fatto che non fosse un sayan.

Crilin entrò completamente nella tenda, sistemandosi in un angolo. Tirò fuori dalla sua tunica un fagotto e lo aprì.

-Vieni a mangiare. Purtroppo non sono riuscito a prendere molto, ma pane e formaggio sono meglio di niente.- lo invitò con un sorriso sincero.

Yamcha accettò e prese posto al suo fianco. Cominciò a mangiare in silenzio, tenendo da parte la razione per Chichi, ma poi, spinto dalla curiosità, cominciò a parlare.

-Tu non sei un sayan, perché combatti per loro?- domandò diretto.

Il giovane si passò una mano sulla testa completamente calva ed emise una leggera risata.

-Non sei il tipo che fa giri inutili di parole, vero?-

-No.- ripose il moro.

-Beh, vedi, anch’io come te avrei tutti i motivi per odiarli. Hanno distrutto il mio regno, resi schiavi molti del mio popolo e ucciso degli amici.- iniziò con voce malinconica.

-Per questo non capisco.- insistette Yamcha.

Crilin chiuse gli occhi, ricordando ancora quel giorno.

-Quando fummo battuti, io ho rischiato di fare la stessa fine dei miei compagni, solo che…ho avuto fortuna. Una persona si è interessata a me, mi ha salvato la vita e, condannando se stesso ad un’esistenza che non gli appartiene, è riuscito anche a risparmiare le vite di quelli che erano stati ridotti in schiavitù, dandogli una seconda possibilità.-

-E chi sarebbe questo “dio”?- chiese perplesso.

Sul volto del soldato apparve un sorriso luminoso.

-Il principe Goku. È a lui che devo tutto, per prima cosa la mia lealtà.-

-Ma così sei stato costretto a combattere per loro!- era indignato, nonostante fosse rimasto colpito dal gesto del suo nemico.

-Non me ne rammarico. In questo modo anche la mia famiglia, mia moglie e mia figlia, sono state graziate e possono vivere libere.- disse con dolcezza.- Goku non lo vedi ancora per quello che è, non ti fidi e posso capirlo, ma quando lo conoscerai meglio, capirai che non potevi incontrare persona migliore. Farà tutto quello che è in suo potere per proteggervi.-

-Ma riuscirà a fermare anche suo fratello? Ha la mia amica in mano sua e non so nemmeno come sta.- la sua voce era colma di ansia e rabbia.

-Vegeta è spietato, è crudele, è un sayan puro, solo che non è malvagio come vuol far credere. Altrimenti sareste già morti, non trovi?- chiese sempre col sorriso sul volto.

Yamcha non rispose, sapeva perfettamente il motivo per il quale erano ancora in vita.

-Ora devo andare, ma cercherò di tornare più tardi.-

Crilin si alzò dal suo posto, fece per uscire, ma poi voltò indietro il capo.

-Lei sta bene e non le è stato fatto alcun male.-

Yamcha rimase con la mano a mezz’aria e il boccone ancora intatto nella bocca spalancata. Tutto quello che aveva pensato, si era sgretolato come un castello di carta. Adesso non sapeva davvero più che pensare, si sentiva spiazzato.

-Te lo avevo detto che sapeva come difendersi, anche se il suo nemico è così forte.- la voce di Chichi riecheggiò soave nell’aria.

Quella notizia, per quanto inattesa, aveva dato loro un po’ di pace.

 

Altri quattro giorni erano trascorsi senza che nulla di strano accadesse, ma proprio quella mattina le cose erano cambiate.

Il campo era in fermento e i soldati correvano da una parte all’altra senza fermarsi. Vegeta era scomparso sicuramente ancora prima che sorgesse il sole e nemmeno si era dovuta occupare, per l’intera giornata, dei suoi pasti. Anzi.

Napa si era presentato a lei molto presto, avvertendola che non sarebbe potuta uscire. Alle sue lamentele, almeno per gli elementari bisogni fisici, il soldato le aveva risposto che poteva utilizzare i sevizi nella tenda. La cosa l’aveva lasciata basita, dato che nessuno, a parte il principe ovviamente, poteva toccare qualcosa. Addirittura aveva avuto l’onore di pranzare con Goku, ma così ne approfittò per chiedergli dei suoi amici, con la speranza di poterli rivedere presto. Il giovane l’aveva per l’ennesima volta rassicurata, ma di più non poteva fare. In seguito era rimasta nuovamente sola.

Ma quella sua solitudine le fece venire in mente la chiave al collo del sayan. Si era già procurata  tutto il necessario il famoso giorno della zuppa di verdure e la notte precedente, cogliendo l’unico momento di sonno profondo del principe, era riuscita a fare un calco perfetto. Ora doveva solo ricrearla, ma non sarebbe stato difficile.

Il fuoco che crepitava fuori dalla tenda  non era, per sua fortuna, sorvegliato. Prese velocemente un recipiente e vi mise dentro qualche pezzo di ferro. Si, se qualcuno l’avesse vista fuori sarebbe stata la sua fine, ma doveva almeno tentare. Indossò un mantello molto ampio appartenente a Vegeta, coprì i suoi capelli e, dopo aver preso un respiro, uscì all’esterno.

Si mise all’opera pregando che il ferro si sciogliesse velocemente. Cosa che, inaspettatamente per lei, accadde presto. Rientrò all’interno e colò il liquido bollente nello stampo composto di farina, acqua e sale, lo richiuse e lo raffreddò con la poca acqua del catino che aveva usato per lavarsi quella mattina. In pochi minuti la chiave era pronta. Con attenzione ruppe l’involucro, estrasse il piccolo oggetto e corse alla scrivania, non prima di aver controllato che non arrivasse nessuno.

La serratura scattò, con sua immensa gioia. Nel primo cassetto non trovò nulla di interessante, solo qualche foglio bianco e il sigillo reale, ma nel secondo…rimase senza parole.

Vi era costudito un ritratto. Con mani tremanti lo estrasse e fissò l’immagine che aveva davanti.

Una donna, molto bella, dai lunghi capelli scuri e occhi verdi. Il viso sembrava di porcellana, tanto appariva delicato e in braccio teneva un piccolo fagottino.

Bulma si chiese chi fosse, ma il suo dubbio fu fugato dall’incisione sul retro. Portava il nome della donna e il suo rango. Leyana, la regina dei sayan. E in braccio teneva suo figlio, il primogenito, Vegeta.

La ragazza rigirò nuovamente il ritratto, ammirando ancora la bellezza di quella donna e domandandosi perché il principe lo tenesse sotto chiave, celato allo sguardo di tutti.

Un rumore la riscosse da quei pensieri e rimise il ritratto a posto, chiudendo accuratamente il cassetto e nascondendo la chiave tra i suoi pochi effetti.

Appena in tempo.

Napa entrò con passo deciso e si diresse verso di lei.

-Prendi.- disse, consegnandole un piccolo fagotto.

Bulma lo guardò con aria interrogativa.

-E che ci dovrei fare?-

Il gigante sbuffò. Possibile che, arguta com’era, non avesse capito che cosa avesse tra le mani?

-Mettilo. È un ordine del principe Vegeta.-

A quel punto, la ragazza aprì l’involucro e spalancò gli occhi. Mai visto niente di più bello, ne di più pregiato. Quell’abito era davvero stupendo.

Però i suoi sensi la misero in allerta. Che cosa c’era sotto?

-Se rifiutassi?- indagò.

Sul volto di Napa apparve un ghigno, quasi come si aspettasse quella mossa.

-Se preferisci che sia io a spogliarti, libera di compiere questa scelta.-

Quel pensiero la fece inorridire. Meglio acconsentire senza ribattere.

-D’accordo, ma esci.- gli disse.

-No. Devo restare con te da questo momento, senza mai lasciarti sola. Se proprio non vuoi che io veda il tuo corpo, va dietro al paravento.- rispose con decisione.

Sbuffando, Bulma ubbidì. Non voleva assolutamente dare un altro motivo a Vegeta per cercare di intimidirla, visto che l’ultima volta ci era riuscito anche fin troppo bene.

Lentamente fece scivolare a terra gli indumenti che indossava, di seguito prese in mano il vestito. Lo indossò e poi, per pura vanità femminile, si rimirò allo specchio. Le stava alla perfezione.

Quell’abito le lasciava le spalle scoperte. Le maniche erano lunghe e ampie e la scollatura non lasciava intravedere più del dovuto. La sua figura era esaltata dalla morbidezza della stoffa, che le accarezzava le curve, scendendo lungo fino ai piedi. Il colore, infine, le donava molto. Un rosso accesso, ma non eccessivo, con le bordature rifinite in oro. Prese la piccola fascia, che in origine doveva servire per la vita e la mise tra i capelli, che aveva lasciato sciolti sulla schiena.

-Posso farti una domanda?- la curiosità per quell’indumento e per il fermento di quel giorno, fece nascere in lei una forte voglia di sapere.

-Dipende.- le rispose Napa.

Bulma uscì dal suo nascondiglio, lasciando il soldato esterrefatto. Mai aveva visto creatura più bella.

Vedendo il suo interlocutore completamente rapito, lo riscosse.

-Ehi, ci sei?- chiese sventolandogli una mano davanti agli occhi.

Napa si ricompose, cercando di non arrossire per il suo comportamento.

-Si, si. Dimmi che vuoi.- disse brusco.

La ragazza si diresse verso l’apertura della tenda, scostandola di poco.

-Che sta succedendo?-

Napa si adombrò, che poteva rispondere?

Vedendolo in difficoltà, Bulma decise di non procedere oltre. In fondo se lei doveva essere tenuta allo scuro, niente avrebbe potuto convincerlo a parlare.

-Non preoccuparti, era solo curiosità.-

-No, posso rispondere. Meglio che tu sia preparata per l’incontro che dovrai sostenere, ma devi promettermi che terrai quella tua boccaccia chiusa.- il tono della sua voce era terribilmente serio, tanto che Bulma si preoccupò.

Era la prima volta che Napa le parlava in questo modo.

Annuì con il capo.

-Vedi, sta arrivando una persona molto importante del nostro regno. Per molto tempo ha affiancato il nostro sovrano in battaglia, ma non è un sayan. Appartiene ad una razza che si credeva estinta, ma a quanto pare ci sbagliavamo. Viene dalla terra dei ghiacci perenni, ne avrai sentito parlare, immagino.-

Bulma si sorprese. Si, conosceva molto bene quel popolo. Negli anni passati, aveva studiato tutti i popoli del pianeta e la fredda razza di quello dei ghiacci era quello che più le era rimasto impresso.

Freddi, calcolatori, intelligenti, ma sopra ogni cosa, malvagi e crudeli. Ancora più dei sayan.

-Come fate ad essere alleati con un essere simile!- esclamò.

-Lui aveva bisogno di una casa e il nostro re di un valido aiuto.- fu la risposta del soldato.- Lui è sempre stato agli ordini diretti del nostro sovrano, anche se nessuno sa con certezza con quale mansione.-

Napa la raggiunse e chiuse il lembo di stoffa da lei spostato. Poi la fissò negli occhi, così intensamente che Bulma si sentiva quasi inchiodata da quegli occhi.

-Sarai al fianco dei principi, verrai presentata come la concubina di Vegeta, in tal modo sarai protetta.- la informò.

-Ma come, io…non sono la sua…schiava?- non capiva.

-Per il tuo bene e per quello dei tuoi amici, è meglio così. Nessuno, per ordine di Vegeta, si farà sfuggire una sola sillaba. Se ciò avvenisse, non immagino cosa Freezer potrebbe fare.- Napa manteneva la voce bassa, perché sapeva che se lord Freezer era li, i suoi uomini l’avevano già preceduto.

-Che intendi…- adesso era entrata quasi nel panico.

-Una schiava non ha libertà, ma questo lo sai. A te è capita la fortuna di essere stata voluta da Vegeta, lui non è come gli altri, anche se non sembra. Se Freezer sapesse chi sei, ti vorrebbe per se, solo per fare un torto al lui e tu passeresti le pene dell’inferno.- la mise al corrente.

Bulma impallidì, ma non fece tempo a replicare, che la tenda si spalancò, ed entrò proprio Vegeta.

-Esci.- ordinò a Napa.

Quando rimasero soli, lui non poté che rimanere incantato ad osservarla. Non si era sbagliato, appena lo aveva visto era sicuro che quel vestito fosse stato creato appositamente per lei. A passi lenti si avvicinò alla sua figura, scostandole con la mano i capelli che le ricadevano sul collo.

-Devo ammettere che sei incantevole.- disse con voce vellutata.

-Grazie, mio principe.- rispose abbassando lo sguardo.

Non voleva che lui vedesse l’agitazione che albergava in lei. Ma lui se ne era accorto e aveva intuito che Napa le avesse raccontato quello che da li a poco sarebbe accaduto.

Prese un profondo respiro, sfiorando con la bocca il suo orecchio. Quel contatto scatenò in Bulma una miriade di sensazioni piacevoli. Infatti era da quella volta, da quell’unica volta che avevano passato insieme che Vegeta non si era più avvicinato in quel modo a lei. E le era mancato, doveva ammetterlo.

Ma era mancata anche a lui.

Si era costretto a starle lontano, dopo la scoperta di quanto lei gli fosse entrata dentro, solo che adesso…non poteva farne a meno.

Soltanto quell’arrivo inatteso, gli aveva messo fretta e costretto a prendere una decisione che avrebbe solo ponderato col tempo, ma non voleva correre il rischio di perderla. Cosa che sarebbe accaduta se non avesse fatto quella cosa.

-Perdonami, ma devo farlo.- le sussurrò.

-Cosa…- ma la voce le morì in gola, quando sentì le sue labbra scendere verso la base del collo, sensuali e morbide.

Poi…un dolore, lancinante, che le spezzò il fiato. Si aggrappò alle sue braccia, con forza, impedendosi di gridare.

Dopo qualche attimo, Vegeta si staccò da lei e passò un dito sul segno che le aveva fatto. Un calore si diffuse subito sulla sua pelle, cicatrizzando la ferita.

-Che mi hai fatto!- urlò, staccandosi da lui e correndo verso lo specchio.

Un segno, non più sanguinante. Un morso profondo faceva bella mostra sulla base del collo.

-Che significa.- chiese irata, con il fuoco negli occhi.

Vegeta le diede le spalle, pronto per uscire.

-Che adesso mi appartieni completamente e che nessuno ti potrà portare via da me. Altrimenti verrà ucciso.- e se ne andò, lasciandola sola.

Bulma rimase impietrita da quella spiegazione, ma poi le tornarono a mente le parole di Napa. Con quel marchio, in qualche modo, la stava proteggendo.

Sentì un calore inondare il suo petto. E si rese conto, per la prima volta, che quel selvaggio, quel principe, aveva conquistato il suo cuore. E il suo amore.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** capitolo 10 ***


va bene, stavolta non so nemmeno io che ho scritto. Che confusione ho fatto...ma è venuto così...
grazie ancora a tutte!!!
 
 
 
 

Capitolo  10

 

Il sole stava tramontando, tingendo di un rosso fuoco il cielo.

Vegeta era in piedi, con le braccia incrociate sul petto, in attesa del suo ospite. I soldati erano già schierati alle sue spalle, mancava solo una persona all’appello.

“Quell’idiota! Si può sapere che sta combinando?” pensò.

Goku era in ritardo, fin troppo per i suoi gusti e lui si stava innervosendo. Non che temesse qualcosa, ma visti i loro sospetti, non era il caso di affrontare Freezer separati.

Sospirò profondamente, nel tentativo di calmarsi.

L’incarico che gli aveva affidato non era complicato e non capiva come mai ci impiegasse tutto quel tempo. In effetti, pensandoci bene, qualche difficoltà poteva averla incontrata, ma grazie al suo carattere e al suo modo di fare, avrebbe sicuramente trovato il modo di convincerli. Doveva. La loro vita dipendeva da questo.

 

-Datemi retta. È l’unica soluzione.- la voce di Goku conteneva una nota di supplica.

-Non ci penso nemmeno. Si, è vero che non sei malvagio come credevamo, ma non ti sembra di pretendere un po’ troppo? Rimani pur sempre un nostro nemico.- Chichi, seppur ancora sbalordita dalla richiesta che il principe aveva fatto loro, non intendeva cedere.

Tutto, ma non quello.

-Chichi cerca di ragionare. Tu non sai chi sia quell’essere e devo fare tutto quello che è in mio potere per proteggervi.- il moro non voleva arrendersi.

-Però siete suoi alleati.- gli fece notare Yamcha.

Goku, ormai scoraggiato, si sedette su un sedia li vicino.

-Mio padre ha commesso un errore enorme, ma accecato dal potere e dall’ambizione, non se ne è mai reso conto. Ne io, ne tantomeno Vegeta, ci fidiamo di lui, ma non abbiamo potere per opporci alla sua presenza, la sua influenza è troppo forte sull’intero regno.- spiegò loro.- Non abbiamo idea del motivo della sua presenza qui, ma di solito, non è mai niente di piacevole. Sarà di certo al corrente che abbiamo dei prigionieri e vorrà vedervi, per poi avervi sotto la sua custodia. Se ciò avvenisse, io non riuscirei a mantenere la promessa che ho fatto a voi e a Bulma.-

Yamcha si piazzò di fronte a lui.

-Avrai anche i tuoi motivi, ma non puoi chiederci di giurare fedeltà al tuo popolo.-

 Voi ci avete annientato, quasi sterminati.- il tono della sua voce era carico di rabbia, ricordando quello che erano stati costretti a subire dai sayan.

-Lo so e avete ragione.- rispose con rammarico.- Ma dovete anche comprendere che se Freezer riuscisse a mettere le mani su di voi, non ci penserebbe due volte ad uccidervi se non soddisferete le sue richieste e con le torture più atroci.- li stava spaventando, ma per ottenere quello che voleva, non doveva nascondergli nulla.

-Ma ci chiedi troppo.- ribatté Chichi,  pur scossa per le parole udite da lui.

A quel punto, visto che non aveva altre possibilità, Goku si alzò deciso.

-Non ve lo sto chiedendo, ve lo sto imponendo.- odiava dover usare la sua autorità, ma non gli lasciavano scelta.

Chichi lo guardò intensamente negli occhi. Lesse in essi la sofferenza che gli procuravano quelle parole. Abbassò la testa, indecisa e ripensò a quello che Goku aveva fatto per loro in quei giorni. Non aveva mai fatto pressioni, pur sapendo l’esatta ubicazione del loro rifugio, non l’aveva mai attaccato, anzi mirava solo a trovare il modo per farli fuggire.

Prese un respiro, maledicendosi per quello che stava per fare.

-Accetto.- disse, provocando una reazione rabbiosa da parte di Yamcha.

-Sei impazzita?- gridò.

Con un cenno della mano lo zittì.

Goku scattò in piedi, felice della decisione, ma lo sguardò di Chichi frenò la sua gioia.

-Non ho finito. Faremmo quello che ci ordini, ma a una condizione.-

-Ti ascolto.- rispose il principe.

-Il giuramento sarà vincolato solo a te.-

Goku l’osservò. Quella richiesta era molto rischiosa per lui, lo legava in modo completo a quei due prigionieri. Qualunque loro mossa, qualunque sbaglio, o punizione, si sarebbe ripercossa sulla sua persona. Ma non aveva alternative.

-Va bene.- le porse la mano per stringere quel patto.

 

Un rumore di passi affrettati, lo fece voltare.

-Era ora!- esclamò Vegeta.

-Si, hai ragione. Scusa.- rispose Goku, portandosi una mano dietro alla nuca.

Vegeta distolse lo sguardo.

-Spero sia andato tutto bene.-

-Beh…non come volevamo noi, ma si. Possiamo ritenerci soddisfatti.- disse il ragazzo, abbassando la voce per farsi sentire solo dal fratello.

-Che vuoi dire?- domandò, mantenendo anche lui il tono basso.

Goku stava per rispondere, quando in lontananza apparve il loro ospite.

-Te lo spiego dopo.- e troncò l’argomento.

Freezer avanzava con passo sicuro nell’accampamento, a testa alta e con un ghigno sul volto. Alla sua destra, leggermente più arretrato, si vedeva la figura bella ed elegante di Zarbon, mentre alla sinistra di Freezer, si stagliava la mole ingombrante e rosa di Dodoria.

Goku si piegò leggermente verso suo fratello.

-Si è portato dietro i cani.- sussurrò.

Vegeta fece una smorfia di disgusto, ma non ribatté.

L’essere dalla pelle chiara, praticamente bianca e con la coda lunga, simile a quella di una lucertola, si fermò di fronte a loro.

Portò una mano sul petto e chinò il capo.

-Vi porgo i miei omaggi, principi.- disse.

-Ben venuto, Freezer.- rispose Vegeta, nascondendo l’irritazione dovuta alla sua presenza.- Cosa ti porta qui?-

Freezer alzò il capo, non stupito da quella domanda.

-Vedo che vai subito al sodo, Vegeta.- rispose accentuando il suo sorriso.- Ma preferisco parlarne con voi in privato, se non vi spiace.-

Vegeta annuì.

-Come preferisci. Ti mostro la tua sistemazione e li nessuno ci disturberà.-

Con un gesto del braccio, lo invitò a seguirlo. Freezer ordinò a Zarbon e Dodoria di andare a riposare.

-Dovete essere in piena forma.- gli disse.

Crilin, che era il più vicino a loro, si incupì nel sentire quella frase. Goku ci aveva visto giusto, quei tre avevano qualcosa di poco chiaro in mente. Decise di tenere sotto controllo quei due, per evitare di essere colti di sorpresa.

Nel frattempo, Vegeta, Goku e Freezer giunsero alla tenda appositamente preparata per il nuovo arrivato. Entrarono e, dopo essersi versati una coppa di vino a testa, si sedettero, pronti a dare e ricevere le spiegazioni necessarie.

-Ti rifaccio la mia domanda.- iniziò Vegeta.- Cosa ti porta qui? Se non sbaglio, non ti sei mai interessato alle nostre missioni.-

Freezer bevve un sorso di vino prima di rispondere.

-Mio caro Vegeta, la mia presenza non dovrebbe stupirti.-

I due principi si guardarono, leggermente sorpresi.

-Che intendi.- s’intromise Goku.

-Semplice. Secondo il nostro sovrano, ci state impiegando troppo tempo per sedare questa rivolta. È quasi un mese che siete qui e ancora non avete risolto nulla.- disse con una punta di ironia.

-Dunque…-cominciò Vegeta, cercando di celare la rabbia che si stava impadronendo di lui- tu dici che mio padre è insoddisfatto.-

-Proprio così. Per questo mi ha mandato a darvi una mano.- rispose con calma.

Il principe scattò in piedi.

-Inaudito! Mai una volta mio padre ha dubitato del mio operato!-

-Non devi alterarti. Sai anche tu quanto il re tenga a tenere tutto sotto controllo e sapere che proprio i suoi figli non stanno eseguendo a dovere i suoi ordini, fa perdere credibilità a lui e al suo potere. Chiunque potrebbe alzare la testa e organizzare una rivolta se la notizia si divulgasse.-

Entrambi i giovani lo guardarono torvi. Quanto era implicato in quella decisione del padre? Farlo addirittura dubitare di loro. Sapevano che era astuto, ma fin dove era capace di spingersi, ancora non lo ignoravano.

Freezer, vedendo i loro sguardi, scoppiò a ridere.

-Avanti, non reagite in questa maniera! Capita a tutti di aver bisogno di aiuto.-

-Non al principe dei sayan!- ribatté Vegeta.

Freezer posò la sua coppa e si alzò, andando a mettersi davanti al principe.

-Vegeta, Vegeta. Come al solito non vedi il grande disegno di tuo padre.- disse tranquillo, posandogli una mano sulla spalla.

Vegeta si scostò, irritato da quel contatto.

-Che diamine stai blaterando.-

-Semplice. Il nostro sovrano mira ad assoggettare il pianeta sotto il suo dominio. Pensate. Un regno, solo ed unico. E chi, se non il grande re Vegeta, può fare questo?-

Goku non proferiva parola, troppo sorpreso dalle parole di Freezer. Se veramente suo padre voleva questo, era davvero uscito di senno. Dello stesso pensiero era anche Vegeta. Ma, al contrario del fratello, non poté impedire a se stesso di porgli una domanda.

-E tu, in tutto questo, cosa ci guadagni?-

Freezer si voltò. Se era sorpreso, non lo diede a vedere.

-Io? Niente. Sapere che il grande progetto di conquista e dominio del pianeta è quasi completato, è più che sufficiente.-

I due fratelli si guardarono, per niente convinti da quelle parole. Stavano per  porgli un’altra domanda per scoprire qualcos’altro, quando Freezer li prese di nuovo in contropiede.

-Ma tornando alla vostra missione. Sono venuto a conoscenza che avete dei prigionieri ed è mio desiderio incontrarli.-

Entrambi capirono che quella non era una richiesta, bensì un ordine.

Ordine, che al momento, non potevano rifiutare. Ma il loro “avversario”, avrebbe avuto una bella sorpresa.

-Come vuoi.- ripose Vegeta, nascondendo il ghigno apparso sul suo viso.

Chiamò uno dei soldati che era appostato fuori dalla tenda,  dicendogli di andare a prendere i prigionieri, ma non prima di essere passato da Napa. Infatti, il capitano delle sue guardie, sapeva già esattamente cosa fare.

Rientrò e si mise a sedere al fianco del fratello.

-Vegeta.- lo chiamò a bassa voce.

-Che cosa vuoi Kaharot?- rispose, mantenendo lo stesso tono.

-Cosa ne pensi?-

Vegeta non lasciva mai il suo ospite, che adesso gli dava le spalle, con lo sguardo.

-Non mi piace. Ma credo che ben presto scoprirà le sue carte. Se i suoi piani sono quelli che sospettiamo, non tarderà ad agire.-

-Lo sai che i nostri uomini non sono all’altezza dei suoi tirapiedi, per quanto strano sia.-

-Stai sottovalutando il tuo stesso popolo.- gli disse sorridendo.

Goku decise di non proseguire con le sue argomentazioni. Lui non era molto convinto che sarebbero riusciti a battere il bellimbusto e il grassone che accompagnavano Freezer. Sapeva di che cosa erano capaci e lui stesso aveva privato la loro forza, durante uno scontro, uscendone miracolosamente vivo.

-Sarà, ma forse dovrei metterti al corrente di una cosa, una volta che saremmo soli.-

Il tono serio e preoccupato del fratello, gli fece inarcare un sopracciglio, ma non ebbe il tempo di domandargli il perché di quella affermazione.

La tenda si aprì, permettendo a Crilin, che scortava Chichi e Yamcha, di entrare.

Appena li vide, un ampio sorriso illuminò il volto di Freezer.

-Bene, bene. Una donna! Allora non siete stati così inutili!- esclamò raggiante.

I due giovani si accigliarono ancora di più. Quella nuova uscita alimentava ancora di più la loro teoria che le donne di quel regno erano il nemico più temuto dal padre.

Freezer, ignaro dei reali pensieri dei suoi principi, si avvicinò a Chichi, senza degnare di uno sguardo il compagno.

-E così sei in mano nostra. Qual è il tuo ruolo tra i ribelli?- domandò con falsa gentilezza.

La ragazza, in un primo momento, era rimasta impressionata da quel personaggio. Le incuteva paura, timore e soggezione. I suoi occhi erano freddi, glaciali, inespressivi. O meglio. L’unica luce che vedeva in essi era solo quella della malvagità, allo stato puro. Nemmeno i sayan erano così.

Ora comprendeva il perché Goku aveva così tanto insistito nel fargli pronunciare quel giuramento.

-Avanti, parla!-

Quella voce metallica la riscosse da quei pensieri, ma non pronunciò una parola.

Freezer stava perdendo la pazienza. Alzò un braccio pronto a colpirla per costringerla a parlare, quando Goku lo bloccò.

-Mi dispiace, ma non ti risponderà mai. Come il ragazzo di fianco a lei.-

-Che stai dicendo…- era stupito.

Goku si alzò con molta calma, mettendosi tra lui e i loro prigionieri.

-Hanno prestato giuramento nell’antica lingua dei sayan. E tu sai che significa.- lo informò con un sorriso.

Freezer strinse i pugni, fino a conficcarsi le unghie nei palmi.

O si, certo che lo sapeva. Il giuramento nell’antica lingua, poteva significare che solo un sayan aveva il potere di interrogarli. Se tale giuramento veniva infranto, colui che aveva provocato tale misfatto, prigioniero o carnefice, veniva condannato alle pene infernali. Poco importava la potenza che si possedeva.

-Bello scherzo, davvero.- sibilò, livido di rabbia.

-Appena avremmo delle notizie rilevanti, ti informeremo.- continuò Goku tranquillamente.

Freezer gli diede le spalle, promettendo a se stesso di trovare il modo più atroce per fargliela pagare.

Goku si voltò verso Crilin, non prima di aver strizzato l’occhio in direzione di Chichi e Yamcha.

-Riportali nella loro tenda. Io arriverò appena possibile.-

Crilin  chinò la testa e scortò fuori i suoi prigionieri.

-Avete preso delle precauzioni inutili. Visto che hanno giurato ai sayan, vostro padre potrà agire come crede.- la voce di Freezer risuonò nella tenda come una sferzata di gelo.

-No, nemmeno lui potrà.- lo corresse nuovamente Goku.

A quel punto, anche Vegeta era curioso di sapere che diamine aveva combinato suo fratello. Gli aveva detto che le cose non erano andate come speravano, ma cosa non fosse riuscito nel loro piano, ancora lo ignorava.

-Sai, non mi sembrava corretto lasciare a chiunque la possibilità di parlagli e farsi dare informazioni vitali per noi, non credi? Per questo motivo, il giuramento pronunciato, li vincola solo e unicamente a me.-

Freezer assunse un’aria furente, mentre Vegeta, dentro di se, rideva.

E bravo il fratellino! Aveva trovato il modo migliore per mettere in scacco quel serpente!

Nessuno parlò più, un silenzio carico di tensione, aleggiò nella tenda. Almeno fino a quando Napa fece il suo ingresso.

-Mie principi, lord Freezer.- li salutò con un inchino.

Freezer, ancora contrariato da quello appena accaduto, lo fissò, pronto ad incenerirlo. Che diavolo voleva quel colosso adesso?

-Vattene! Non mi sembra che tu sia stato chiamato!- sbraitò.

-Napa è qui per mio ordine. Tu stesso hai espresso il desiderio di vedere i prigionieri, se ben ricordo.- disse Vegeta.

L’essere dalla pelle chiara sbuffò, ma ricordò…si in effetti mancava ancora qualcuno. Quella prigioniera che aveva portato all’allontanamento di Radish. Un sorriso impercettibile comparve sul suo volto. Forse non era tutto perduto.

Vide Vegeta girare intorno a Napa a allungare un braccio.

Un figura, che sembrava eterea, apparve, seccandogli la gola.

Mai vista creatura più bella. Era incantato. E aveva preso, in quell’stante, una decisione. A qualunque costo, lei doveva essere sua, la sua schiava. E nessun giuramento l’avrebbe fermato.

-Spero che non abbia pronunciato nessun verso nella vostra antica lingua.- indagò.

Vegeta, avvertì chiaramente la nota di speranza nella sua voce.

-No, nessun giuramento.-

Freezer si avvicinò a lei, come precedentemente aveva fatto con l’altra prigioniera.

Bulma strinse, inconsapevolmente, la mano di Vegeta. Brividi di freddo le avevano percorso il corpo non appena l’aveva visto. Ne era certa. Mai nella sua vita aveva incontrato un essere così. L’aria malefica che lo circondava era palpabile e più le andava vicino, più doveva reprimere la voglia di scappare. Solo la presenza di Vegeta riusciva ad impedirglielo.

-Allora con lei posso fare quello che voglio.- sentenziò.

-Io ho detto che non ha pronunciato nulla, non che la lascerò nelle tue mani.- quelle parole fermarono Freezer.

-Che altro scherzo è questo, Vegeta?!- ormai stava perdendo la pazienza.

-Lei appartiene a me, come gli altri due a Goku.- lo informò con tranquillità.

Ormai era livido e il colore era ancora più bianco del normale. Ma a che gioco stavano giocando quei due?

-Menti!- gridò fuori di se.

Vegeta non ribatté, ma anzi, spostò i capelli dal collo di Bulma, rivelando il segno, quel segno vitale per loro che, come un giuramento, la legava solo ed esclusivamente a lui.

-Puoi vedere tu stesso quale è la verità. Non è più una prigioniera, ma la mia concubina. E sai che loro non si toccano.-

L’aura di Freezer aumentò così violentemente, che produsse un forte spostamento d’aria nella tenda.

-Portala via.- sussurrò a Napa, ma poi vide lo sguardo confuso di Bulma.

Si, il suo capitano le aveva detto qualcosa, ma non tutto.

-Vegeta, mi vuoi…- la interruppe.

-Dopo. Ora va.-

Uscirono in tempo, prima che l’intera tenda saltasse in aria, producendo un boato.

-Questa volta avete esagerato.- Freezer era circondato da una luminosa luce viola.

I due fratelli erano affiancati, pronti, per una volta, a combattere insieme.

-Non ti conviene. Se nostro padre venisse a conoscenza che hai ucciso uno, o addirittura due dei suoi figli, non credo che godresti ancora dei suoi favori.- la voce di Vegeta era calma e pacata.

Freezer soppesò le sue parole, riconoscendo un fondo di verità. Non doveva farsi prendere dall’ira.  Rilassò i muscoli, facendo tornare il suo potere entro i limiti.

-Avete ragione. Vi chiedo perdono.-

I due si guardarono, non pensava davvero di convincerli con così poco! Ma meglio stare al suo gioco, al momento.

-Che non si ripeta.- lo rimbeccò Vegeta, prima di voltargli le spalle e andarsene insieme a Goku.

Freezer li fissò mentre si allontanavano.

-Non mi conviene adesso, ma appena il mio piano avrà inizio, mi divertirò con voi. O si che lo farò.- concluse livido il volto.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** capitolo 11 ***


Eccomi tornata!!! Finalmente!!!
Sono stata quasi un mese senza connessione...ma meno male è tornata!
Adesso...questo capitolo avrà poca azione e un sacco di spiegazioni contorte...come ho già detto, se non mi incasino le cose non sono contenta...
Adesso vi lascio alla lettura e grazie a tutte!!!!
 
 
 
 
 
 

Capitolo 11

 

Zarbon e Dodoria avanzavano spavaldi per il campo, lanciando occhiate di palese disgusto ad ogni sayan che incontravano. Infatti, come il loro capo, li ritenevano esseri inferiori. Era vero che non appartenevano alla stessa razza di Freezer, ma erano pur sempre una specie superiore a quegli scimmioni con la coda.

Senza chiedere alcun permesso, entrarono nella tenda del loro signore.

-Era ora che arrivaste!- li rimproverò.

-Perdonateci, lord Freezer.- disse Zarbon, inchinandosi insieme al compagno.

Freezer li guardò e decise di dar loro le spalle. Ancora non era scemata la rabbia per l’affronto di quei pivelli che molti chiamavano principi e basava poco per scatenare la sua furia. Poco importava chi si trovasse sulla sua strada, ma far fuori i suoi stessi servitori, non gli sarebbe servito a nulla.

-Dove siete stati per tutto questo tempo?- indagò.

-Praticamente non siamo mai usciti da nostro alloggio.- gli disse Dodoria.

-I soliti imbecilli. E così, mentre io venivo deriso da quei due bambocci, voi vi rilassavate!-

Il suo sguardo di fuoco, fece indietreggiare i due uomini, impauriti. Non era raro che venissero insultati da lui, ma mai una volta li aveva fissati con tale rabbia. Questa volta, se non stavano attenti, ci avrebbero rimesso la pelle.

-Mio signore, perdonateci.- Zarbon si prostrò ai suoi piedi, seguito da Dodoria, sperando di evitare ad entrambi una fine prematura.

Freezer strinse i pugni, tanto forte che le unghie gli si conficcarono nei palmi. Ma in effetti, cosa avrebbe guadagnato a far fuori quei due? Niente! Anzi, poteva perfino rimetterci.

-Solo perché mi servite, ma che non si ripeta.-

Entrambi chinarono il capo fino a terra, promettendo.

-Ora veniamo a noi.- incominciò, sedendosi.

Gli narrò quello che era accaduto quel pomeriggio. I suoi seguaci erano sorpresi, infuriati, per quello che il loro signore era stato costretto a subire.

-Devono pagarla!- s’infuriò Zarbon.

-Parla piano, idiota. Vuoi che ti senta tutto il campo?- la voce di Freezer lo raggelò.- Comunque so già come fare. Devo solo attendere notizie da Radish.-

-Ma lord Freezer, che intendete fare con le donne?- chiese Dodoria.

Freezer sorrise lievemente, prima di rispondere.

-Sapete anche voi che il re vuole le donne di questo popolo morte. Ed è quello che avverrà, al momento opportuno.-

Dodoria e Zarbon si guardarono e il primo decise di porgli la domanda che da qualche tempo albergava nelle loro menti.

-Scusatemi, mio signore. Ma per quale motivo il sovrano dei sayan vuole sterminare tutte le donne dell'Ovest?-

L'essere dalla lunga coda si sedette, dando loro le spalle.

-Siete anche voi a conoscenza della profezia che era stata fatta anni addietro al vecchio re, vero?- domandò e attese che entrambi annuissero.- Bene. Quando questo regno venne attaccato, la regina in persona affrontò Vegeta, mettendolo anche in difficoltà. Alla fine venne, però, sconfitta, ma proprio in quel momento, il re scoprì un marchio sulla sua spalla.-

-Immagino fosse un drago.- disse Zarbon.

-Infatti. Mai aveva trovato una prova così chiara. Fino a quel giorno, i suoi attacchi erano stati portati solo sulla base di dipinti o stemmi con quel simbolo, ma mai niente di decisivo che lo legasse alle parole di quella veggente. Decise di farla prigioniera, per scoprire che cosa avesse, lei e il suo popolo, di così potente da minare e annientare il suo impero. Nulla, però, uscì dalle labbra di quella donna. Allora, per risolvere la situazione, intervenni io stesso. Convinsi il re che non poteva lasciarla in vita, doveva schiacciarla, lei e la sua gente per la salvezza dei sayan. Infine, gli spiegai che se era una donna a portare quel marchio, tutte le altre femmine potevano rappresentare un pericolo. Ecco il motivo che lo ha spinto a dare l'ordine di eliminare ogni donna.- spiegò con calma.

-Subdolo da parte vostra.- commentò con ammirazione Dodoria.

-Già. Ammetto che questa faccenda della profezia ha giocato a mio favore per avere quello scimmione nelle mie mani, come questo piccolo conflitto. È il suo punto debole e devo sfruttarlo fino a che non troverò il modo per toglierlo di mezzo e prendere il suo posto, ma prima devo eliminare Vegeta e Goku.- disse Freezer.

-Ma come intendete fare?- chiese Zarbon.- Sono entrambi due validi guerrieri.-

-Tutto dipende da Radish. Se andrà come ho stabilito, eliminare l'esercito e i due bambocci sarà uno scherzo.- diede loro le spalle, facendogli capire di essere stati bruscamente congedati.

Rimasto solo, Freezer ripensò alle due prigioniere. Una poteva tranquillamente morire, ma l'altra...Troppo bella per essere data a Radish, anche perché non avrebbe fatto in tempo a godersela. No, lei doveva essere sua, per averla ai suoi ordini, per soddisfare le sue voglie e, infine, ucciderla nel modo più violento. E tutto questo davanti agli occhi di Vegeta, che aveva avuto l'ardire di umiliarlo.

 

-Mi spieghi, adesso, per quale motivo mi hai portato qui?- domandò Vegeta, visibilmente infastidito.

Goku, che era dietro di lui, lo aveva condotto al piccolo laghetto non distante dal campo.

-Ora calmati. Ti devo parlare di una cosa importante e senta avere orecchie indiscrete nei paraggi.- rispose serio.

Vegeta sbuffò, appoggiando la schiena ad un albero e incrociando le braccia sul petto.

-Sbrigati.- gli intimò.

Aveva fretta di tornare all'accampamento, non si fidava a lasciare troppo a lungo da sola Bulma, non dopo il palese interessamento di Freezer.

Goku lo guardò e, infine, si sedette su un masso non distante dal fratello. Puntò gli occhi sulla distesa cristallina davanti a se, cercando un modo per affrontare il discorso. Già, sarebbe stato difficile farsi ascoltare fino alla fine, dato l'argomento non amato da Vegeta.

Prese un profondo respiro e iniziò.

-Prima, quando eravamo con Freezer, ti avevo detto di non sottovalutare i suoi tirapiedi per un motivo. Non per sminuire la forza del nostro esercito, ma perché, in passato, mi sono trovato costretto ad affrontare Dodoria e ne conosco la forza.- disse.

Vegeta voltò di scatto la testa per quella rivelazione.

-Come!?- era incredulo.

Goku annuì col capo.

-Avevo all'incirca quindici anni.-

Quindici anni...Vegeta sgranò gli occhi. Suo fratello aveva quell'età quando loro madre morì, cadendo in un'imboscata e Dodoria era a capo della loro scorta.

-Spiegati meglio.- ordinò, ma con voce leggermente incrinata.

-Come sai, stavo accompagnando nostra madre alla residenza estiva, qunado fummo attaccati. Non seppi mai bene come andarono le cose, dato che persi i sensi, ma quando mi risvegliai, la mamma era stata uccisa. E non era la sola.- si interruppe, cercando di rammentare il più possibile e non facendosi travolgere dal dolore che ancora provava per la genitrice.

Vegeta attese senza muovere un muscolo, ma impaziente di sapere che altro aveva da dire suo fratello.

Le uniche cose che conosceva di quel quel giorno, era che l'attacco era stato portato da alcuni ribelli che pensavano di trovare anche il re insieme alla regina. Stupidi!

Non immaginavano di certo che i rapporti tra loro erano solo di apparenza.

In ogni caso, a lui non faceva alcuna differenza che fosse morta. Non l'aveva mai conosciuta, ne provato affetto per lei. Anche dopo il suo allontanamento da parte del padre, lei non l'aveva mai cercato, nemmeno tentato. In un primo momento ne aveva sofferto, poi, dimenticato quel sentimento, aveva invidiato il fratello per avere la possibilità di starle accanto e, alla fine, odiato entrambi. Ora provava solo indifferenza, anche se Goku era riuscito ad avere, almeno, una piccola parte di rispetto da lui, nonostante lo continuasse a considerare palesemente inferiore.

-Queste cose le so già. E poi sai benissimo che non mi importa niente della fine che ha fatto quella donna.-

Goku sorrise amaramente. Più di chiunque altro, sapeva leggere nell'animo di Vegeta, forse era l'unico e sapeva che aveva sofferto molto l'assenza della madre. Anche se non era stata una sua scelta.

-Dovrebbe, invece. Quando mi sono svegliato, ho trovato Dodoria chino su di lei. All'inizio pensavo stesse cercando di capire se era ancora viva, ma mi sbagliavo. Le sue mani...le sue mani era sporche di sangue. Sangue sayan.-la voce di Goku si riempì di collera.

Vegeta, stordito da quella rivelazione, si staccò dall'albero, camminando, con passo incerto, fino al fratello.

-Che...che stai farneticando Kaharot...-

Goku si alzò, stringendo i pugni.

-Dodoria era a capo dell'imboscata, non so se sotto ordine di nostro padre o di Freezer. Sta di fatto che lui ha ucciso nostra madre. Appena lo capì, la rabbia prese il sopravvento in me e, senza pensarci, lo attaccai. All'inizio sembrava che riuscissi a contrastarlo senza nessun problema, la mia forza continuava a crescere. Infatti, dopo aver evitato uno dei miei colpi, Dodoria mi disse che ero riuscito a raggiungere la tua stessa potenza. Ma a me non importavano le sue parole, volevo solo batterlo. Ma non avevo fatto i conti con la mia inesperienza e la sua potenza. Iniziò a contrattaccare. Era talmente veloce che nemmeno lo vedevo e ben presto, mi sconfisse e molto facilmente. Mi ripresi solo nella stanza delle cure, a palazzo. Vedevo solo ombre, ma le voci riuscì a riconoscerle. Erano Freezer e dodoria. Il lucertolone lo stava rimproverando per avermi conciato in quel modo e per aver fallito, anche in parte gli ordini. Da chi, ripeto, non so. Ma dovevano fare qualcosa per impedirmi di parlare, di raccontare a qualcuno del suo coinvolgimento nell'attacco. Venni tenuto in isolamento per i giorni successivi, fino a che non giunse un essere dalla pelle verde, che mi si presentò come All Satan. Aveva un'aura molto forte e molto malvagia. Impose le mani su di me e pronunciò delle strane parole. La mia testa venne attraversata da fitte violentissime, il dolore era stato talmente lancinante che rimasi un mese privo di conoscenza. Quando mi svegliai, non ricordavo più niente dell'attacco. Fu allora che nostro padre mi prese con se. Ma da quel giorno, sentivo di aver perso una parte di me e più mi sforzavo di capire cos'era, più il dolore tornava. Alla fine, successe qualcosa che fece rimuovere quel maledetto blocco. L'attacco al villaggio di Crilin. Vedere Dodoria massacrare quella gente, riportò alla mia mente quello che accadde quel giorno.- concluse, ormai stremato.

Vegeta lo osservava, incapace di muoversi, di parlare. Quella rivelazione, per quanto poteva sembrare strano per lui, lo aveva scioccato. Suo padre forse implicato nella morte della madre, suo fratello aveva dovuto sopportare dolori atroci per nascondere un inganno. E lui? Lui, tenuto allo scuro di tutto. Così superiore da non capire cosa accadesse proprio sotto il suo naso. Era stato uno stupido. Lui era l'ingenuo e l'idiota, non Goku.

-Perché...non me lo hai detto prima?- chiese con una nota rabbiosa nella voce, più rivolta verso se stesso che al fratello.

Goku gli si mise di fronte.

-Perché non volevi assolutamente sentir parlare di lei. Ma adesso, dopo i nostri dubbi, mi sono deciso. Ora in pericolo ci sono le nostre vite e non voglio darla vinta a nessuno, tanto meno a Freezer. Se anche la forza di Dodoria è cresciuta come la sua mole, non oso immaginare come sia quella di Zarbon, ne quella di Freezer. Potrebbero annientarci come niente.-

Il silenzio calò tra loro, entrambi persi nei loro pensieri.

Un rumore improvviso li risvegliò. Si voltarono di scatto, pronti alla battaglia.

-Fermi! Fermi! Non voglio farvi del male!- una voce squillante giunse alle loro orecchie.

Poi, una figura avanzò nella boscaglia, fermandosi a pochi passi da loro.

-Maestro!- esclamò Goku.

Vegeta guardò prima l'uno, poi l'altro. Intenti ad abbracciarsi.

Maestro? E chi lo aveva mai visto!

-A quanto pare, stai benissimo figliolo!- disse l'uomo.

-Anche voi! Vi trovo in ottima forma.- rispose il giovane, sorridendo.

-Scusate?- li interruppe Vegeta, che ancora non capiva.

-O si, scusa.- si ricompose Goku.- Permettetemi di presentarvi...- venne interrotto.

-Tu devi essere Vegeta. Molto piacere. Il mio nome è Muten, maestro e genio delle tartarughe.-

-Mai sentito.- rispose con noncuranza il principe.

L'uomo sorrise con tranquillità. Si aspettava quella risposta.

-Tu non mi conoscerai, ma io so tutto di te. E di tuo padre.-

Quella frase, attirò l'attenzione di Vegeta, che, sono a quel punto, lo osservò bene.

Era un uomo abbastanza anziano, anche se non avrebbe potuto indovinare la sua età. Vestiva in maniera alquanto bizzarra, una camicia larga dai colori sgargianti e un paio di pantaloni verdi che non arrivavano nemmeno alla caviglia. La testa era pelata, al contrario il viso era ricoperto da una barba bianca a punta e un paio di baffi. Degli occhi non poteva dire nulla, visto che erano celati dietro ad uno strano paio di occhiali scuri. Ma la cosa più strana, era che portava legato sulla schiena un'enorme guscio di tartaruga. Forse dipendeva da quello il suo appellativo...

-E sentiamo...che cosa sapresti su di noi, che non ti abbia raccontato Kaharot? Perché è palese che vi conosciate.- era davvero curioso.

Muten si sedette di fronte a loro.

-Goku l'ho conosciuto qualche anno fa, per caso. Era stato mandato sulla mia isola proprio dal re dei sayan, per ampliare le sue conoscenze, che non erano all'altezza delle tue. Tuo fratello non mi ha mai parlato molto di voi.- poi si schiarì la voce, pronto a rispondere alla domanda posta.- So che sei il futuro sovrano del tuo popolo. So che sei molto orgoglioso, inflessibile, testardo, un combattente eccezionale. Non ti fai sottomettere da nessuno e non accetti ordini, se non da tuo padre. Ma so anche che hai sofferto in passato e a volte il tuo atteggiamento è più per difenderti dalle sofferenze che non vuoi più provare.-

Vegeta era esterrefatto. Quell'uomo aveva descritto pensieri personali che nessuno conosceva.

-E non solo. Conosco i tuoi dubbi, che sono gi stessi di Goku. Sapere cosa sta combinando Freezer e sapere il perché dell'accanimento di vostro padre.-

-Ma...ma...come...- balbettò Goku.

Il Maestro batté le mani sulle ginocchia, scoppiando a ridere nel vedere l'incredulità nei due giovani.

-Non leggo nel pensiero, state tranquilli, ma osservo. E l'ho fatto molto attentamente in questo ultimo periodo. Allora, volete conoscere il motivo della, diciamo, insana pazzia del re?-

Senza rendersene conto, entrambi i principi annuirono.

-Dovete ringraziare la mia cara sorella.-

-Cosa!?- esclamarono.

-Si, si. Quella scellerata...mai che tenesse a freno la lingua una volta tanto, anche se capisco abbia voluto salvare il suo villaggio. Beh, comunque...vediamo di giungere al punto...-

-Noi stiamo ancora aspettando.- disse Vegeta, spazientito da quel temporeggiare.

-Si, si, adesso ci arrivo. Quando eravate piccoli, mia sorella, che è una veggente, profetizzò la fine del vostro regno, da parte di un drago. Non l'animale in se, ma un popolo che portava quel simbolo. Da allora, il vostro sovrano, ha distrutto tutto quello che riguardasse il suo pericolo.-

-Tu ne sapevi qualcosa?- chiese Goku al fratello.

-Mai una parola. Ma forse...- un'idea si insinuò in Vegeta.- Vecchio, cosa c'entra la popolazione dell'Ovest che questa profezia?-

-Allora sei anche sveglio!- esclamò, procurandosi una raggelata da parte del principe.

Fece un colpo di tosse, schiarendosi la gola. Meglio non irritarlo troppo, col caratteraccio che si trovava.

-Vedete, la regina di questa gente portava il drago tatuato sulla schiena, per quello vuole sterminare ogni possibile pericolo per lui. In particolare le donne, visto che il re non aveva nessun marchio.-

-Adesso è tutto chiaro.- disse Goku.- Freezer sarà a conoscenza di questo fatto e di conseguenza Chichi e Bulma sono in serio pericolo.-

-Già, dobbiamo tornare subito all'accampamento.- Vegeta fu d'accordo.

Si voltarono lasciando il Maestro da solo.

-Ma guarda questa gioventù! Per fortuna che sono due principi! Nemmeno un grazie, un saluto! Valli a capire...-

 

Vegeta si precipitò nella sua tenda, con il cuore, stranamente, in tumulto. Non se lo spiegava, ma solo l'idea che le capitasse qualcosa lo atterriva.

Scostò bruscamente il telo, ma ciò che vide lo rilassò.

Napa era seduto vicino all'entrata e scattò in piedi non appena scorse il suo principe.

-Tutto tranquillo?- domandò al guerriero.

-Si, principe.-

-Bene. Puoi andare, ma resta nei paraggi. Ho una missione da affidarti, ma prima devo mettere a punto ancora una cosa.- ordinò.

Napa, non sorpreso, si inchinò e uscì.

Vegeta non aveva visto Bulma, ma sapeva che era li. Avvertiva non solo la sua aura, ma anche la sua presenza. Girò intorno al paravento e la sorprese mentre avvolgeva un telo intorno al corpo. Aveva appena fatto il bagno e il suo profumo lo aveva avvolto completamente, inebriandolo.

Bulma, che lo aveva udito entrare, si volse, ma la sua espressione era seria. Troppo per lui.

-Che cosa succede. Mi hai mandata via in quella maniera, dopo c'è stata un'esplosione e per poco non ci rimettevo la pelle, se non era per Napa. Se avete dei problemi interni, non voglio esserne coinvolta, ne ho già abbastanza per i fatti miei.-

-Sei già coinvolta e solo per appartenere a questa terra ed essere donna. Sia mio padre che Freezer ti vogliono morta, come la tua amica. Questi sono gli ordini impartiti e, se io posso evitare di farlo, loro non si fermeranno.- le spiegò.

-Che...che vuoi dire?-

Vegeta si avvicinò a lei, con cautela. Posò una mano sulla sua guancia, percorrendo il profilo del suo viso con un dito.

-Il tuo popolo mette in pericolo il mio regno. Per impedire la caduta dei sayan, voi donne dovete morire, come la vostra regina.-

-E tu...glielo lasceresti fare?- chiese, temendo la sua risposta.

Vegeta respirò a fondo, allontanandosi e dandole le spalle.

-No. Non se riesco a giocarli d'anticipo. Ma ho bisogno di sapere che cosa avete di così pericoloso.-

-Voi ci avete già sconfitto, siete più forti, più numerosi. Come possiamo anche sperare di annientarvi? Il tuo è un abbaglio.- disse decisa.

Vegeta soppesò le sue parole. In effetti aveva ragione, come poteva, suo padre, credere di essere annientati da loro? Eppure, Muten era apparso molto serio mentre parlava. No, non potevano averli presi in giro così, ma forse lei effettivamente era allo scuro di tutto.

Però...

Kaharot doveva parlare con l'altra e lei sicuramente era a conoscenza di qualcosa. Si, doveva essere così.

-Vedrò di capire qualcosa una volta tornati a palazzo. Mi sarà sfuggito qualcosa.-

Il problema era che doveva capire prima di tornare...

Si volse nuovamente verso di lei, vide il segno che solo qualche ora prima aveva impresso sulla sua pelle. L'aveva reclamata come sua, gli apparteneva.

No! L'avrebbe protetta fino alla fine.

Con passo lento, tornò da lei. Le sfiorò nuovamente il volto, ma questa volta con le labbra, giungendo alle sue. Le lambì con la lingua, costringendola con dolcezza a dischiuderle e invadendo la sua bocca, giocando con la sua lingua, approfondendo sempre di più quel contatto. Bulma cedette immediatamente a quell'assalto, lo stava aspettando da giorni. Come le era mancato!

Le sue mani che la scoprivano, i proprio corpo premuto su quello possente di lui, il suo sapore. E il proprio cuore che accelerava ogni secondo di più. Ormai non aveva dubbi. Quell'uomo, quel nemico tanto odiato, ora tanto amato. Non sarebbe riuscita a fare a meno di lui.

Senza che se ne accorgesse, Vegeta le aveva tolto il telo, scoprendo la sua nudità. Per un momento aprì gli occhi e vide, riflessa sullo specchio, la schiena della ragazza, libera dai capelli raccolti sulla nuca. La sua pelle candida, perfetta, la linea della sua spina dorsale, i suoi glutei sodi...Sgranò gli occhi.

Di scatto l'allontanò da se, fissandola negli occhi. Bulma non capiva quel brusco distacco e lo guardava smarrita.

-Da dove salta fuori quello? Prima non l'avevi.- chiese stordito.

Lei non capiva e allora Vegeta le indicò lo specchio. Bulma girò la testa in quella direzione e comprese a cosa Vegeta si riferisse.

-Intendi questo? Ce l'ho fin dalla nascita. Ma strano che si veda...se non ricordo male era protetto da un incantesimo che lo celava.-

Vegeta puntò nuovamente gli occhi sul basso schiena di lei. Maledizione! Se qualcuno lo avesse visto...

-Perché era nascosto?-

-Non lo so, l'unica cosa che mi hanno detto, era che nessuno aveva il potere di rompere il sigillo che mi era stato messo.-

-Allora deve essere accaduto qualcosa a chi lo ha effettuato. Cerca di tenerlo nascosto, nessuno deve vederlo.- le ordinò.

-Guarda che nessuno mi vede nuda.- disse risentita.

-A parte me.- rispose malizioso

Bulma gli sorrise, avanzando fino a giungere alle sue labbra.

-A parte te.- sussurrò, prima di cedere nuovamente al suo assalto.

Ma Vegeta non aveva del tutto perso il controllo, pensava ancora a quello che aveva visto e alla sua pericolosità.

Quel drago, attorcigliato su se stesso, tatuato sulla schiena di lei.

Si, se fosse stato visto, lei sarebbe stata condannata a morte e anche lui per averla voluta. Doveva scoprire cosa nascondeva realmente questa profezia, prima che fosse tardi.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** capitolo 12 ***


Eccomi tra voi. Ammetto che questo è un capitolo piuttosto breve, ma mi serve per elaborare meglio il prossimo.
Un bacio a tutti!!!
 
 
 
 
 

Capitolo 12

 

 

Era steso e guardava la donna addormentata al suo fianco. Con molta delicatezza, le scostò il lenzuolo che la copriva, insieme ai capelli. Liberò così la schiena e il suo sguardo si concentrò su quello strano tatuaggio. Con la punta del dito, percorse per intero il disegno, affascinato, ma al contempo confuso da tutto quello che stava succedendo. Cosa poteva avere di così tanto pericoloso un disegno?

Sospirò. Sperava solo che suo fratello avesse scoperto qualcosa di importante dagli altri due, altrimenti erano nuovamente in un vicolo cieco.

Un leggero bussare interruppe quei pensieri, costringendolo ad abbandonare il letto. Indossò un paio di pantaloni, rimanendo a petto nudo, ma prima di dirigersi all'esterno, chiuse con cura le tende del suo letto. Non poteva rischiare, non ora.

Uscì fuori e incontrò Napa.

-Cosa posso fare per voi, mio principe?- domandò il soldato.

Vegeta gli fece segno di seguirlo in un luogo non distante, ma appartato. Dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno, parlò.

-Ho un compito da affidarti. Devi seguire Zarbon e comunicarmi ogni suo minimo spostamento.-

Napa si accigliò. Sapeva che con l'arrivo di Freezer le cose si sarebbero complicate, ma un ordine così diretto non se lo aspettava. Ma c'era un altro problema, di non meno importanza.

-Lo farò, mio signore, ma come facciamo con Dodoria? Non credo di essere in grado di controllare entrambi.-

-Di questo non devi preoccuparti. A lui penserà Kaharot.- e così dicendo si allontanò, per rientrare nella sua tenda.

 

Bulma aveva aperto gli occhi non appena Vegeta era uscito. Era sveglia già da qualche minuto. Aveva sentito il principe scostarle i capelli e “accarezzare” il tatuaggio. Per un momento si chiese se era stato giusto nascondergli il reale significato di quel simbolo, vista la sua serietà e preoccupazione, ma aveva giurato e solo una persona poteva darle il permesso di parlare. Si alzò dal letto e, visto che non aveva indumenti disponibili nelle vicinanze, indossò la camicia di Vegeta. Mentre allacciava i legacci sul davanti, lo sentì rientrare e allora alzò la testa, incrociando i suoi occhi.

-Non volevo svegliarti.- le disse, andandosi a sedere sulla poltrona.

-Tu non c'entri, mi sono destata pochi attimi fa.- rispose continuando il suo lavoro, ma si accorse che le tremavano inspiegabilmente le mani.

Vegeta se ne accorse, ma non volle approfondirne il motivo, non era il momento. La osservò per qualche istante, rimanendo nuovamente affascinato dalla sua persona. I capelli le ricadevano sciolti sulla schiena e un leggero rossore le imporporava le guance, facendo risplendere ancora di più i suoi occhi. Improvvisamente avvertì una fitta al centro del petto, mai provata prima ed allora comprese. E si maledisse. Un conto era desiderarla, un altro era...amarla. Lui, che era stato addestrato solo a combattere e a rinnegare qualsiasi sentimento, vittima di quell'amore che aveva rinnegato da sempre a che adesso si era radicato completamente in lui. E per lei, solo per lei.

Si portò le mani alla testa, poggiando i gomiti sulle ginocchia e rammentando all'improvviso una frase che molti anni prima sua madre gli aveva detto, in una delle pochissime volte in cui erano entrati in contatto.

Ricorda Vegeta. Per quando tu ti ostini a pensare, a credere di poter vivere senza amore, non gli si sfugge. Esso ti colpisce quando meno te lo aspetti e tu devi piegarti al suo volere.”

Beh, per quanto odiasse ammetterlo, quella donna aveva perfettamente ragione. Si detestò, per quello che sentiva, per quel calore che si espandeva in lui, ma che fosse dannato se glielo avrebbe mai detto. Piuttosto sarebbe morto!

Bulma, nel frattempo, lo osservava, leggermente confusa. Che gli stava accadendo? Mai l'aveva visto così...abbattuto.

Si alzò e gli si mise di fronte.

-Tutto bene, mio principe?- domandò titubante.

Vegeta sollevò la testa, incrociando quelle iridi azzurre che, stranamente, gli infondevano una calma mai posseduta. Studiò il suo viso, come mai prima di allora, poi il suo sguardo si soffermò sul morso che le aveva dato. Già, il morso. Ammise a se stesso che non l'aveva fatto solo per proteggerla da Freezer, ma al contrario, perché il suo cuore aveva accettato prima della sua mente quel nuovo sentimento.

Bulma ancora non capiva quello strano atteggiamento, men che meno il suo sguardo. Così intenso, così penetrante.

Si sentì inerme sotto a quell'esame, completamente nuda, come mai prima di allora. Lui le stava penetrando dentro, sempre più in profondità.

Vegeta non rispose alla sua domanda, la attirò a se. Voleva, aveva bisogno di sentirla, di assaporare nuovamente la sua pelle, ma con una nuova consapevolezza. Tutto quello che avrebbe fatto, da quel momento in poi, sarebbe stato solo per lei.

Percorse con le labbra il profilo del suo viso, fino a giungere alle labbra. Percepì un nuovo sapore appena le saggiò. Più dolce, più succoso. Mai se ne sarebbe saziato.

Con gesti lenti, slegò i legacci della camicia, che lei faticosamente aveva chiuso. Lasciò le sue labbra, per giungere a quei rosati bottoncini che emergevano dalle rotondità del suo seno. Le assaporò, succhiandole, fino ad ergerne le sommità. Invitanti. Bulma era caduta nella rete della passione che Vegeta sprigionava, quasi senza rendersene conto. Quell'uomo, quel principe che aveva scoperto solo quel giorno di amare, aveva in mano non solo il suo piacere, ma la sua vita. Si, perché questo lei gli aveva dato in mano. Ricambiò le sue carezze, posando prima le mani sulle sue spalle, poi facendole scivolare più in basso, verso la chiusura dei pantaloni. Voleva togliergli quell'indumento che ostacolava la loro unione, ma lui non le stava rendendo facile l'operazione. D'un tratto, Vegeta la sollevò, facendo in modo che lei riuscisse a circondargli la vita con le gambe. La condusse verso il letto, stendendola e gettandosi sopra di lei. Con un solo movimento fluido, fece scivolare in basso i calzoni, restando nudo, mentre la sua virilità si ergeva verso l'intimità la donna.

Senza parlare e senza denudarla del tutto, entrò in lei. Troppo il bisogno che aveva di unirsi al corpo dell'amata. Spingeva, senza tregua, fondendosi con lei. Bulma rispondeva con ogni fibra del suo essere, voleva tutto e anche di più.

Dopo istanti che a loro sembrarono eterni, giunsero all'apice, scossi, esausti, ma appagati.

Non dissero nulla. Lui si limitò a stringerla, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. Lei ricambiò quella stretta, ma aveva chiaramente avvertito qualcosa di diverso in quel loro amplesso. Non sapeva se l'amava e forse mai l'avrebbe saputo, ma era diventata importante per lui, forse nemmeno il principe sapeva quanto.

 

Goku era nella tenda nella quale Chichi e Yamcha era tenuti. Da qualche minuto osservava la ragazza, che si ostinava a non voler rispondere alla sua domanda.

Ma non capiva che era di vitale importanza, non solo per i sayan, ma anche per la sua gente?

-Perché! Dimmelo Chichi!- ormai era esausto.

La fanciulla si voltò, non aveva la forza di guardarlo in faccia. Parlare significava tradire la sua gente e il giuramento fatto.

-Non posso e basta. Non insistere, Goku.- gli disse con voce grave.

Yamcha stava assistendo alla scena in silenzio. Non aveva voce in capitolo su quell'argomento, ma non poteva esimersi da esporre una sua teoria, anche se mentale. Lui non si fidava dei sayan, non dopo quello che avevano fatto passare loro, ma quel principe, nonostante l'iniziale odio, adesso gli ispirava fiducia ed era certo che mai gli avrebbe fatto del male. Adesso, comprendendo che nemmeno i nemici se la passavano poi bene, perché continuare a mantenere il segreto?

Volse lo sguardo verso Chichi, che si ostinava a restare zitta e verso Goku, speranzoso di un suo ripensamento.

Decise, a costo di prendersi una lavata di testa dalla ragazza, di intervenire.

-Senti Chichi.- iniziò, catturando l'attenzione dell'amica.- Non so se è il caso di fare le ostinate. Questo nuovo essere che è giunto, è un pericolo per tutti, anche per loro.- fece con la testa un accenno a Goku.

La giovane sbuffò. Come si permetteva di parlarle così?

-Questa cosa non ti riguarda.- sbottò.

Yamcha, a quel punto, scattò in piedi.

-Ti sbagli! Vuoi salvare il nostro popolo?Se ci alleiamo con i sayan, anche se hanno tentato di ucciderci, avremmo certo qualche possibilità in più!-

-Qui non si parla di questo!- rispose con tono deciso.

Yamcha sapeva a che si riferiva, ma ormai riteneva il principe degno di fiducia. Opinione che non aveva di suo fratello, ma visto che in qualche modo proteggeva Bulma, forse poteva anche cambiare idea.

-Si avvicinò all'amica, stringendo la mani delicate di Chichi tra le sue.

-Lo sai anche tu che è necessario.- le disse con dolcezza.

Chichi chinò la testa. Aveva ragione, ma doveva cautelarsi, in ogni caso.

-D'accordo Yamcha.- poi punto gli occhi su Goku, che ancora restava in attesa.- Voglio prima una promessa, che equivale al giuramento che hai richiesto a noi.-

Il giovane ci pensò sopra per un attimo, ma poi acconsentì. Era giusto così.

-Dammi il tuo coltello.- ordinò.

Goku la fissò stranito, ma aveva accettato. Gli porse il pugnale. Chichi fece un profondo taglio sul suo polso, dal quale uscì subito il sangue. Pretese il braccio del principe, dove praticò la stessa ferita. Poi unì le braccia, facendo combaciare i tagli, in modo che il sangue venisse a contatto.

-Da adesso in poi, i nostri segreti saranno i tuoi. I miei segreti saranno i tuoi. Prova a disubbidire e morirai, nel modo più atroce.- disse la giovane fissandolo negli occhi.

Per qualche strano motivo, Goku, a quelle parole, tremò. Quello non era un giuramento, era un ordine. Comunque, senza accorgersene, rispose.

-Lo giuro.-

Chichi si staccò da lui, dandogli le spalle.

-Bene. Ora ti svelerò quel segreto che tanto fa paura al tuo re.-

Con lentezza, sciolse i legacci del corpetto. Subito dopo tolse la camicia dai pantaloni, che getto a terra, liberando la schiena.

Goku sussultò. Era...era impossibile, ma tutto combaciava.

L'intera schiena della ragazza era coperta da un drago.

-Che...che...- voleva spiegazioni, adesso.

La giovane si ricoprì prima di voltarsi nuovamente. Lo fissò dritto negli occhi, pronta a parlare.

-Immagino tu sappia della fine che ha fatto la mia regina.-

Il principe annuì.

Chichi prese un respiro profondo prima di continuare.

-Beh...sappi che lei era...era mia madre.-

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** capitolo 13 ***


Capitolo 13

 

-Come...tua madre?- era scosso, tanto che le gambe gli cedettero per un istante.

Chichi, con tutta calma, si sedette sul bordo del suo letto, sospirando. Yamcha le stava a fianco, in piedi. Guardava la sua principessa e soffriva nel vederla così affranta, mentre era pronta a ricordare gli avvenimenti dolorosi che erano accaduti.

-Si, Goku.- rispose e poi cominciò il suo racconto.- Ma devo cominciare dall'inizio, per farti capire interamente questa storia. Molti secoli fa, la nostra terra non era come la vedi adesso. Un grande deserto dimorava e pochissime forme di vita riuscivano a sopravvivere, compresa una piccola tribù pacifica. Loro non conoscevano la guerra, ma solo gentilezza e ospitalità. Un giorno, si presentarono a loro, due esseri che non potevano definirsi comuni. Uno aveva la pelle del corpo completamente verde e si reggeva su un lungo bastone di legno, con una lunga veste bianca e logora a coprirlo. L'altro individuo che lo accompagnava, era più basso, con la pelle nera e un buffo turbante sulla testa. Nonostante il loro aspetto non proprio comune, senza chiedere spiegazioni, li accolsero con gioia. Li sfamarono e sostituirono le loro vesti logore. Solo il giorno dopo, i due nuovi arrivati scoprirono che il cibo mangiato faceva parte dell'ultima scorta in possesso della tribù e la lana usata per le vesti, era l'unica cosa che possedevano per avere il sostentamento per i periodi di crisi. Chiesero spiegazioni al capo, ma egli, con un grande sorriso, gli rispose che era più importante aiutare qualcuno bisognoso, piuttosto che loro stessi. I due stranieri furono talmente colpiti da quella spiegazione, che l'anziano decise di ricompensarli. Rivelò la sua vera identità. Era il grande Maestro, conosciuto con il nome di Supremo. Veniva da un pianeta molto lontano e la sua missione era scovare mondi e persone da aiutare. Ma dovevano dimostrare di esserne degne e loro, quella piccola tribù, meritava tutto il suo aiuto e sostegno. Ordinò al suo servitore di porgergli una sacca, nella quale erano contenute sette sfere arancioni, ognuna segnata da una piccola stella. Gli spiegò che con quelle sfere, poteva essere evocato un potente drago, in grado di esaudire qualsiasi desiderio, ma ad una condizione. Dovevano servire la causa della pace e sostenere i popoli bisognosi. La piccola popolazione accettò sia il dono, che la condizione imposta, felici e riconoscenti verso quegli strano individui che avevano portato loro gioia e benessere. Infatti, una volta espresso il desiderio, questa terra si trasformò come la vedi ora. I discendenti del capo della tribù, furono eletti sovrani e governarono sempre con giustizia e armonia, fino a che...- a quel punto la ragazza si interruppe un attimo, riprendendo fiato.

-Chichi, tutto bene?- le domandò apprensivo Yamcha.

-Si, non temere.- lo tranquillizzò.

Poi tornò con gli occhi su Goku e riprese il suo racconto.

-Circa un secolo fa, il sovrano in carica, molto ambizioso, decise di sfruttare i poteri del drago per i suoi scopi personali. Si recò al palazzo del Supremo, chiedendo, anzi, reclamando le sfere. Ma il Supremo non era stupido e comprese immediatamente quello che il Re voleva fare. Cercò di dissuaderlo, prima con le buone, poi, andando contro anche alla sua stessa indole, con le cattive, senza ottenere nulla. Non trovò altra soluzione che imprigionarlo nelle segrete del palazzo, almeno fino a che non fosse passato il tempo necessario per l'invocazione.-

Vedendo Goku leggermente confuso, spiegò meglio quella parte.

-Già, non te l'ho detto. Il drago può essere evocato solo una volta ogni cento anni e dal sovrano del mio regno. Inoltre il periodo per chiamarlo, non supera la lunghezza di due giorni. Comunque...il secondo giorno disponibile, dal Supremo si presentò il fratello minore del Re. Implorò di perdonare il suo signore, che ci avrebbe pensato lui stesso a impedirgli di commettere altre pazzie, sia a lui che ai suoi discendenti. Ma il Supremo gli rispose che non poteva permettere che egli continuasse a governare, ne che poteri così potenti fossero nelle mani degli eredi di tale persona. Ognuno di loro poteva benissimo, nel secolo successivo, far credere quello che volevano e distorcere la verità. Allora il principe prese una decisione estrema. Disse che se loro non erano più degni di avere la grazia di una così potente creatura, potevano farne a meno, ma che pagasse fosse solo la famiglia reale, non il popolo che doveva proteggere. Solo loro, anche gli innocenti, dovevano portarne il peso. Il discorso, detto con tale sincerità e decisione, commossero il Supremo. Ordinò al suo servitore di condurre da lui il Re traditore e li diede loro i suoi ordini. Lui aveva salva la vita, ma con la sua famiglia, avrebbe dovuto abbandonare la sua terra, essere esiliato, almeno fino a che il Supremo non avesse scorto in lui un serio pentimento e che i suoi discendenti non seguissero le sue orme. Sul trono sarebbe salito il fratello minore, governando con saggezza. Quando i cento anni sarebbero trascorsi, non uno, ma due loro eredi uniti dagli stessi valori e dalla stessa causa, avrebbero potuto evocare il possente drago. Si sarebbero riconosciuti solo grazie ad un marchio, uguale per entrambi. A questo punto, però, entrò in gioco tuo padre e la profezia che mi hai narrato. Mia madre, essendo diretta discendente del nuovo re, portava il marchio sulla spalla. Un giorno, ero praticamente in fasce, una vecchia veggente si presentò al nostro castello, narrando alla regina la stessa profezia. Da quel momento gli sforzi per proteggere il palazzo si fecero sempre più pesanti, come quelli per rintracciare la seconda persona che possedeva il simbolo del drago. Evocarlo, se si riusciva, equivaleva la nostra sopravvivenza. Ma sfortunatamente, tutto fu inutile. Re Vegeta attaccò, uccise mia madre e noi fummo costretti a nasconderci.-

Goku era sconcertato. Con voce tremante, porse alla giovane ancora una domanda.

-Ma tu...tu eri piccola...come fai...-

-La mia balia, lei mi ha narrato gli avvenimenti passati. Infatti, dopo la morte di mia madre, il drago comparve magicamente sulla mia schiena. Solo che, per proteggermi, fu celato da un incantesimo. Ma adesso è visibile nuovamente e questo significa che il mago che lo ha formulato, è...è morto. Abbiamo anche cercato, in questi anni, di trovare l'altro ramo dei discendenti, per cercare di avere una possibilità, ma è stato, come in passato, inutile.-

-Allora...allora è tutto vero.- mormorò il principe.

-Purtroppo si e, come mi hai detto tu stesso, questo è il motivo per cui tuo padre vuole le donne del mio popolo morte. Non sa chi fa ancora parte della famiglia reale e in questo modo vuole impedire che prosegua la linea dei “purosangue”, facendo perdere per sempre questa possibilità di salvezza per noi e distruzione per voi.-

 

Napa si stava aggirando con circospezione per l'accampamento. La missione affidatagli non era delle più semplici. Pedinare un essere potente e accorto come Zarbon poteva definirsi...impossibile. Eppure doveva riuscirci, altrimenti...Non osava pensare a quello che Vegeta avrebbe potuto fargli!

Facendo finta di niente e con la scusa di controllare le posizioni dei soldati, si avvicinò alla tenda del suo obbiettivo. Lo vide uscire, per fortuna, da solo. Almeno non aveva Dodoria tra i piedi, per il momento.

Senza considerarlo nemmeno, gli passò a fianco, superandolo. Quando ci furono circa una ventina di metri a dividerli, si mise al suo inseguimento, mantenendo il passo lento. Notò che non parlava con nessuno, al contrario guardava tutti dall'alto in basso, quasi a voler far notare quanto i sayan fossero inferiori a lui. E tutto questo lo irritava oltre ogni dire. Chi si credeva di essere? Cerco di mantenere il sangue freddo, in caso contrario sarebbe stato colto di sorpresa anche da un bambino.

Continuò il suo pedinamento per un'altra ora, senza che nulla accadesse, ma, all'improvviso, qualcosa, o meglio, qualcuno, attirò la sua attenzione. Erano fuori dal campo, al limitare del bosco. Zarbon si fermò, per poi scomparire in un attimo. Napa corse fuori dal suo nascondiglio, non pensando minimamente che potesse essere una finta e di essere stato scoperto. Per fortuna non era così. Iniziò ad annusare l'aria, cercando di percepire l'odore di Zarbon. Sapeva che non poteva intercettarne l'aura, dato che erano capaci di azzerarla come i sayan, ma l'olfatto che la natura li aveva forniti, risultava altrettanto utile. Lo percepì appena, si era allontanato molto. Seguì la pista indicata e raggiunse una radura al centro del bosco. Senza far rumore, si nascose tra i cespugli. Zarbon era in mezzo alla radura con la schiena dritta e sembrava in attesa di qualcuno. Non dovette attendere molto, ma ciò che vide, meglio, chi vide lo lasciò senza parole, oltre che a renderlo furioso.

Radish era comparso, inchinandosi di fronte all'essere e baciandogli gli stivali.

-Spero che mi darai buone notizie.- disse Zarbon.

Dalla sua posizione, Napa poteva udirlo molto bene.

-Certo, mio signore. La missione affidatami è stata portata a termine. Nessuno si è salvato.- rispose il sayan.

Zarbon ghignò soddisfatto. Ora il piano del suo padrone poteva compiersi senza problemi.

-Bene. Freezer saprà ricompensarti. Ora va e torna all'accampamento. Presentati da Vegeta e informalo che la tua esplorazione non ha portato ad alcun risultato.-

-Ma se non dovesse credermi?- chiese Radish, notevolmente preoccupato.

Non aveva prove che potessero dare valore alle sue parole.

-Non preoccuparti, ti crederà. Al momento ha altri pensieri per la testa.- lo rassicurò.

Senza aggiungere altro, Zarbon se ne andò, lasciando Radish da solo. Napa non capiva che stava succedendo. Di quale missione parlavano?

In un primo momento, aveva pensato di fermare il suo subalterno, ma ci ripensò. Quel gesto istintivo poteva mandare all'aria il suo pedinamento, rendendolo ancora più complicato. Facendo attenzione a non far rumore, tornò all'accampamento. Doveva mettere al corrente il suo principe, anche perché aveva la sensazione che le cose sarebbero peggiorate di li a poco.

 

Goku era seduto sul bordo della rupe che sovrastava l'intera pianura. Aveva lasciato la tenda di Chichi da un po' di tempo, ma era ancora confuso e sconvolto da quello che aveva appreso. Ora conosceva la verità. Ma ciò che più lo angosciava, era il non poter informare il fratello. La ragazza era stata irremovibile alla sua richiesta. Dunque, adesso, doveva trovare il modo per far si che il fratello conoscesse l'intera storia, senza esserne implicato. Già...ma come? Inoltre aveva la spiacevole sensazione che Freezer conoscesse l'itera storia che gli era stata narrata e che, in segreto, mirasse ad avere l'intero potere del drago.

Non riusciva a venirne a capo, ma forse la soluzione era solamente quella più complicata. O trovare la seconda persona che aveva il tatuaggio, oppure recarsi, con una scusa, quale non sapeva, direttamente al palazzo del Supremo. Sempre che fosse ancora vivo e che tale dimora esistesse.

-Accidenti a me e a tutti questi giuramenti!- esclamò, ormai al limite della disperazione.

-Parli da solo adesso?- la voce alle sue spalle lo fece sobbalzare.

-Vegeta!-

Il fratello lo fissò, con aria accigliata. Che diamine gli era successo? Sembrava turbato, era pallido in viso ed appariva stremato.

Con lentezza, si mise al suo fianco. Continuò a guardarlo con la coda dell'occhio. Se era ridotto in quello stato, significava che aveva scoperto qualcosa, ma quel qualcosa doveva averlo sconvolto. Doveva sapere.

-Hai parlato con quella donna?- chiese tranquillamente.

-S...si...- senza accorgersene, Goku balbettò.

-E allora?- domandò nuovamente.

-Non sa nulla.-

Vegeta incrociò le braccia sul petto, battendo ritmicamente la punta dell'indice sul uso bicipite.

-Se è così, perché balbetti?- lo aveva preso in contropiede.

Il giovane impallidì ancora di più. Accidenti a lui e al fatto che non riusciva a mascherare le sue emozioni.

-Ti sbagli, sono solo stanco.- rispose, cerando di mantenere ferma la voce.

-Piantala Kaharot! Mi prendi per uno stupido?- urlò indispettito il principe.

Goku chinò il capo, sapeva che rischiava con lui, ma non poteva. Aveva giurato col sangue.

-Sto aspettando!-

-Mi spiace, ma...non posso.- disse infine con un filo di voce.

Vegeta sgranò gli occhi, incredulo.

-Mi ha fatto girare di non parlarne con nessuno, nemmeno con te.- ammise il più giovane.

-Spero sia uno scherzo.- ribatté duro.

-Magari lo fosse.- Goku si mise le mani tra i capelli.- Non ti posso svelare di cosa mi ha parlato, ma ti prego, fidati di me. Riuscirò a trovare il modo di tirarci fuori da questa storia.-

-Di che stai blaterando...- anche Vegeta era scosso, mai aveva visto il fratello in quelle condizioni e le sue parole non rendevano per nulla chiara la situazione.

Goku si alzò, fissando il fratello negli occhi.

-Posso solo dirti che questa profezia e l'arrivo di Freezer sono legati. Se ciò che penso corrisponde a verità, siamo in pericolo. Non solo noi, ma il nostro regno, nostro padre rischiamo di essere distrutti per sempre.-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** capitolo 14 ***


Capitolo 14

 

Vegeta entrò come una furia nella sua tenda. Tutto quello che gli capitava a tiro, veniva scagliato violentemente a terra. Bulma, scioccata da tale comportamento, non riusciva a muoversi. Mai l'aveva visto così e, ammetteva, le stava facendo paura, come mai prima di allora.

Il principe, una volta privo di qualsiasi utensile utilizzabile per sfogarsi, posò le mani sulla scrivania, ansimando. Accidenti a quello stupido di suo fratello!

Adesso anche i giuramenti con i nemici si metteva a fare!

Sperava solo che si sbagliasse, ma ne dubitava. Il suo sguardo era troppo sincero, le sue parole contenevano una sicurezza che di rado notava in lui.

Erano veramente nei guai.

-Ve...Vegeta...- un sussurro, che lo fece voltare.

Guardò la donna davanti a se, chiedendosi nuovamente se era stata sincera. Ne dubitava. Preso da quei pensieri, agì di conseguenza.

Si avvicinò a lei e la strattonò per un braccio, violentemente. I loro visi erano vicinissimi, solo lo spazio di un capello li divideva.

-Ora tu mi dici quello che sai su quel drago.- le ordinò minaccioso.

-Io...io...non so...nulla...- balbettò la ragazza.

-Ah, no?- rise, una risata che aveva un che di oscuro.-La tua amica ha spifferato tutto a mio fratello, ma per qualche ragione, io devo rimanere allo scuro. Per chi mi avete preso? Non sono uno stupido e adesso tu parli!-

Bulma cominciò a tremare. Cosa poteva fare? Se avesse trasgredito il giuramento, tutta la sua gente sarebbe stata condannata.

-Non chiedermelo.- disse tra le lacrime.- Non posso.-

Vegeta ridusse gli occhi a due fessure, facendoli diventare ancora più scuri di quello che fossero.

-Non puoi? Allora nemmeno io sono tenuto a mantenere la mia parola.-

La lasciò andare di colpo e si affacciò.

-Tu! Al mio cospetto.- ordinò al primo soldato che vide.

Questi si precipitò dal suo principe, inchinandosi.

-Tieni d'occhio la donna, ma fai attenzione. È furba e può raggirarti come vuole.-

-Agli ordini, mio principe.- rispose.

Bulma, colta da un fremito, corse da lui.

-Vegeta, che vuoi fare!- era sempre più spaventata.

-Semplice. Di addio ai tuoi cari amici.- con quelle parole la lasciò.

Stava attraversando il campo con passo deciso, quando Napa lo raggiunse.

-Mio principe, ho notizie importanti.- gli disse.

-Non ora.-

Il capitano aveva notato immediatamente che Vegeta era infuriato e aveva rischiato molto ad avvicinarlo, ma doveva assolutamente farsi ascoltare.

-Vi prego.- insistette.

Vegeta si fermò di colpo, afferrando Napa per il collo.

-Quando do un ordine, deve essere rispettato.- ringhiò piano.

Napa, in una normale situazione, avrebbe chiesto scusa per il suo comportamento, ma quella non era più una situazione normale. Si fece forza per far entrare almeno un poco d'aria nei polmoni, quel tanto che gli consentiva di parlare.

-Abbiamo...abbiamo...un...traditore...- balbettò.

Quelle parole gli fecero allentare la presa. Attirò il volto di Napa alla sua altezza, dato che l'uomo lo superava di diversi centimetri.

-Che vuoi dire.- chiese in un sussurro.

-Radish.-

Vegeta chiuse un attimo gli occhi. No, non poteva. Non uno della sua stessa razza. A questo punto, la sua missione passava in secondo piano, ma entro la fine della giornata l'avrebbe portata a termine.

-Vieni con me.-

 

Bulma si sentiva come un'animale in gabbia. Non poteva far nulla e l'ansia, la paura trovavano terreno fertile in lei. Ma non doveva cedere a questi sentimenti, altrimenti tutto sarebbe andato perduto. Ripensò allo sguardo di Vegeta, poco prima che la lasciasse, così caldo, avvolgente. Poi rivide gli stessi occhi colmi di rabbia, scaricata su di lei. La sua minaccia, che stava per trasformarsi in realtà. Non poteva permetterlo, altrimenti tutto sarebbe stato perduto. Anche lui, l'uomo che amava.

Si alzò da terra con una nuova forza in se. Con la coda dell'occhio guardò il suo sorvegliante. La fortuna aveva fatto si che non fosse come Napa. Si, con lui sarebbe stato più semplice, ma nemmeno con quel sayan sarebbe stato poi complicato.

Con movenze sensuali, si avvicinò a lui, senza smettere di guardarlo. Un sorriso aleggiava sulle sue labbra, tentatore, ammaliatore. Appena gli fu di fronte, posò una mano sul suo petto, facendo scorrere le dita sui contorni della sua armatura, fino a risalire per le braccia scoperte.

-Tornate al vostro posto.- disse duro.

Bulma lo guardò, celando il disappunto per non essere riuscita a farlo cadere nella sua rete. Ma non indietreggiò.

-E se non volessi? Sai, mi piacerebbe sapere se i sayan sono proprio come dicono.- continuò con voce mielosa.

Il soldato sorrise, ma poi le prese il polso.

-Il mio principe mi ha avvisato che potevate usare questi trucchetti, ma per vostra sfortuna, non funzionano.-

Bulma sgranò gli occhi, poi sbuffò contrariata. Com'erano diligenti e ferrei!

Bene, doveva usare altri metodi.

-Molto astuto da parte sua. Ma ha dimenticato di metterti al corrente di un'altra cosa.-

L'uomo la fissò non afferrando il senso delle sue parole e solo a quel punto la ragazza ne approfittò. Velocemente sfoderò la spada del sayan, disarmandolo e lasciandolo di sasso. Mai nessuno era riuscito a togliergli l'arma così velocemente e senza che se ne rendesse conto. Sentì la lama fredda sul collo, ma tentò di reagire. La ragazza comprese le sue intenzioni e lo prevenne. Con una gamba dietro la sua, gli fece perdere l'equilibrio, trovandosi infine sopra di lui.

-Ora fa il bravo e dammi i bracciali con le catene.- sussurrò.

Mica voleva farsi sentire!

Il soldato, sentendosi inerme, glieli passò. Quella donna, con la sua furia, sembrava quasi il suo principe. Ci teneva ancora alla vita e lei sembrava non aver problemi a togliergliela.

Bulma ne agganciò uno al suo polso, tirando la corta catena con l'aiuto di uno dei pali della tenda.

-Alza l'altro braccio.-

L'uomo obbedì e lei poté finire di ammanettarlo. Poi si sollevo e prese una cinta di cuoio dal cassettone del principe. Gliela passò intorno alla bocca, stringendola forte.

-Così non urlerai.- stava uscendo, ma si voltò a guardarlo.- Farò in modo di non farti punire. Te lo prometto.-

 

-E così ci sei riuscito. Mi complimento Radish, davvero bravo.- disse Freezer compiaciuto.

-Ogni vostro desiderio è un'ordine, mio signore.- rispose il sayan.

La lucertola albina si alzò, dandogli le spalle.

-Bene, adesso possiamo entrare nel vivo dell'operazione.-

-Quando, se posso permettermi?- domandò l'uomo genuflesso.

-Appena farà buio. Nel frattempo rimani nascosto nella tenda con Dodoria.- lo informò.

-Ma come...-

Freezer tornò da lui, mettendogli una mano sulla spalla.

-Sei la mia arma segreta.- lo lusingò.

Radish chinò il capo, accettando quella disposizione, anche se non gli aggradava, comunque non osò contraddirlo.

-Come volete.-

Quando lui e Dodoria uscirono, Zarbon si avvicinò al suo signore.

-Quando l'attacco comincerà, uccidilo.- ordinò.

-Sarà un piacere.-

 

-Chichi!- esclamò entrando.

-Bulma!-

Le due ragazze si abbracciarono forte, felici di rivedersi di nuovo.

-Come stai? Cosa ti ha fatto?- domandò apprensiva la principessa.

-Nulla, sta tranquilla. Ma adesso sono preoccupata per te.- rispose concitata.

Non si accorse, per un primo momento, dell'altro prigioniero.

-Bulma.- la chiamò.

La ragazza si voltò, incontrando il viso del giovane uomo davanti a se.

-Yamcha.- mormorò, prima di gettarsi tra le sue braccia.

Il ragazzo le accarezzò dolcemente i capelli, stringendola con l'altro braccio.

-Come mi sei mancata. Non sai com'ero in pensiero.- le disse.

-Anch'io lo ero per voi, ma sapevo che Vegeta non avrebbe infranto la sua parola.- parlò tra le lacrime.

Poi si allontanò per guardarlo in viso, ma vide la confusione in lui.

-Me l'ha promesso, ma non credo che la manterrà più. Devo...- venne interrotta.

E il terreno le si aprì sotto i piedi.

-Devi cosa.-

Quella voce, ancora più fredda di quando l'aveva lasciata, ancora più terribile, ancora più pericolosa.

-Vegeta.- sussurrò.

Chichi si spostò al fianco dell'amica e Yamcha andò di fronte a loro, per proteggerle.

Vegeta, vedendo il comportamento del prigioniero, scoppiò a ridere.

-E dimmi, insulso essere, cosa pensi di fare?-

-Impedirti di far loro del male.- rispose duro Yamcha.

Vegeta prese a camminare davanti a loro, ma senza avvicinarsi.

-Se la cosa può consolarti, non voglio uccidervi tutti e tre. Solo tu.-

In verità, la rabbia provata precedentemente, era scomparsa dopo le notizie di Napa. La sua visita serviva solo a far chiarezza sul comportamento del fratello, senza però informare Bulma. Ma quello che aveva visto entrando...

Lei abbracciata a lui, lui che l'accarezzava dolcemente i capelli...Era troppo. L'avrebbe pagata e con la vita. Nessuno prende ciò che appartiene al principe dei sayan!

-Vegeta...- la voce di Buma risuonò nella tenda.- Non farlo, ti prego.-

-Adesso preghi? Troppo tardi, mia cara. Avresti dovuto pensarci a tempo debito. Ma non temere. Dopo aver sistemato lui e voi, la pagherà anche il soldato che doveva sorvegliarti. Meno male che l'avevo avvisato che eri subdola.-

Bulma non riusciva a parlare, troppa la paura che provava, ma non poteva lasciargli compiere un massacro. Con decisione si spostò davanti all'amico, fronteggiandolo con lo sguardo.

-La colpa è mia, lo ammetto. Non ti ho raccontato la verità, solo io devo essere punita. Lasciali fuori dalla questione.-

Vegeta per un momento l'ammirò. Solo lei aveva l'ardire di sfidarlo in quella maniera, contrastarlo. Per quello lui...No! Non doveva farsi conquistare di nuovo, non ora che tutti loro erano in pericolo.

-Dunque sei disposta a morire pur di salvarli.- indagò.

-Si, se è necessario.- rispose risoluta.

Il sayan valutò le sue parole, le soppesò, anche se già sapeva come avrebbe agito.

-Come preferisci.- disse dopo un'attesa che a loro parve interminabile.

Sfoderò la spada, impugnandola saldamente e sollevandola fino al viso della ragazza.

-No Bulma!- gridò Yamcha, ma non riuscì a muoversi.

Chichi lo stava trattenendo per un braccio, scuotendo la testa. Yamcha era scioccato da quel comportamento. Come poteva impedirgli di salvarla?

Ma la principessa non era una stupida. Mentre i due parlavano, aveva chiaramente visto qualcosa, che era sfuggito al ragazzo. Bulma provava chiaramente un sentimento per lui, come fosse possibile lo ignorava, ma se lei era arrivata fino a quel punto, significava che non era malvagio come voleva far credere. Ma anche il principe l'aveva stupita. Il suo atteggiamento non era di una persona che si preparava a godere del male che stava per compiere, sembrava ferito da qualcosa, quasi geloso. Poi ripensò a come si stavano abbracciando Yamcha e Bulma al suo arrivo. No, era decisamente geloso.

-Non le farà niente.- gli sussurrò.

Ma Yamcha non le credeva. Quella bestia non si sarebbe fermata.

-Non dire idiozie.- ribatté, liberando il braccio dalla sua presa.

Contemporaneamente, Vegeta alzò la spada, pronto a calarla sulla giovane, che rimaneva immobile. Si guardarono negli occhi e li Bulma comprese che...

-Bastardo!-

Yamcha si era gettato su Vegeta, brandendo una sedia. I due cominciarono a lottare, ma era una lotta impari. Vegeta schivava con facilità gli assalti, mentre Yamcha era stremato. Entrambi ignoravano le grida delle ragazze, che li supplicavano di fermarsi. Quando si stancò di quel gioco, il principe riuscì a gettare in terra l'avversario, immobilizzandolo con un piede sul petto. Gli puntò la spada alla gola.

-Questo è per aver osato toccarla.- sibilò.

Stava per affondare il colpo, quando una figura si gettò tra il prigioniero e la spada.

-Non farlo! È mio fratello!-

Vegeta riuscì a deviare il colpo all'ultimo istante. Alzò gli occhi su di lei, ancora sorpreso.

-Tuo...-

Bulma si alzò, infuriata.

-E chi credevi che fosse? Il mio amante?- domandò con furia.

Non sapeva che rispondere, anche se...

-E che cosa avrei dovuto pensare. Tu stessa mi hai detto che non ero il primo.- si difese.

-Ah! Ora finalmente ho capito come mi vedi. Solo una sgualdrina con cui ti sei trastullato.- lo accusò risentita.

I due prigionieri, ora li fissavano con sentimenti contrastanti. Da una parte Chichi se la rideva sotto i baffi, aveva visto giusto allora. Dall'altra, Yamcha non credeva alle sue orecchie. Bulma, la sua sorellina, si era concessa ad un nemico?

-Ma dico, sei uscita di senno?- sbottò.- Sei andata a letto con lui!-

Bulma si voltò indispettita da quell'intrusione non richiesta.

-Non intrometterti.- gli ordinò.

-Mi intrometto eccome! È un sayan, per dio!- insistette.

A quel punto la ragazza sbuffò. Doveva dargli una spiegazione, ma dopo. La cosa che le premeva di più, era far capire a Vegeta il motivo del silenzio sul suo tatuaggio. Anche lei conosceva bene la storia del drago, del Supremo e delle sfere. Già, lo sapeva perché era l'altra metà che serviva per evocarlo. Solo che...non era più possibile. La regina era morta e il potente drago non poteva più essere chiamato.

Portò la sua attenzione su Vegeta, ignorando il fratello.

-Senti, mettiamo da parte, per un momento i nostri dissapori. In questo momento è più importante che ti spighi come stanno le cose e ti riveli la verità.- prese un respiro prima di proseguire.- Molti anni fa...- ma venne interrotta.

Goku era entrato come una furia, cercando disperatamente il fratello.

-Finalmente!- esclamò.

Vegeta si girò, alzando gli occhi al cielo. Proprio adesso doveva arrivare quello scellerato?

-Che diavolo vuoi, Kaharot! Penso che per oggi tu abbia combinato già abbastanza guai.-

-Siamo attaccati. Ed è Freezer che comanda.- gli disse serio, gelandolo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** capitolo 15 ***


Capitolo 15

 

 

Ignaro di quello che stava e che sarebbe accaduto, Napa stava girando per il campo, cercando il suo obbiettivo. Vegeta era stato molto chiaro.

Trovare Radish.

Un ghigno affiorò sul viso dell'uomo. Si, era sua intenzione e prima di consegnarlo al suo principe, ma prima, voleva togliersi una piccola soddisfazione. Nessuno tradiva!

Perso in quel pensiero, non si accorse di aver urtato qualcosa. O qualcuno.

Abbassò la testa.

-Ehi! Sta attento a dove vai!- esclamò il piccoletto ai suoi piedi, mentre si massaggiava la fronte.

-Tu dovresti guardare dove metti i piedi.- ribatté duro.

Napa lo aveva riconosciuto e non lo sopportava. Quel nano, del quale non ricordava il nome, gli aveva sempre dato l'orticaria. Troppo debole, troppo insulso per far parte del loro grande esercito. Ma doveva far buon viso a cattivo gioco. Anche se non proveniva dal suo principe, l'ordine di arruolarlo era sempre giunto da suo fratello, detentore dello stesso fregio di Vegeta e lui non poteva dire nulla.

Crilin alzò la testa, scontrandosi con lo sguardo serio, ma allo stesso tempo derisorio del suo superiore.

-Vi...vi chiedo perdono.- si affrettò a dire.

-Sarà meglio per te, se ci tieni a vivere.-

L'omone gli diede le spalle, pronto a proseguire per la sua strada, quando un pensiero, per quanto assurdo fosse, lo fermò. Girò di lato la testa, squadrandolo. Vegeta gli aveva riferito che non doveva occuparsi di Dodoria, ci avrebbe pensato il fratello e quel piccoletto stava sempre attaccato ai pantaloni di Goku. Che forse...

-Senti un po'.- attirò la sua attenzione.- Stai facendo qualcosa di particolare?-

Crilin non abbassò la testa, come in precedenza. Sapeva che doveva guadagnarsi il rispetto dei sayan, se voleva sopravvivere, e partire dal suo capitano era un punto a suo favore. Solo...Quanto poteva fidarsi? Ma forse si sbagliava. Goku gli aveva riferito, quando era stato chiamato in disparte da lui per svolgere la sua missione, che a Zarbon ci avrebbe pensato suo fratello. Inoltre sapeva che Napa era l'uomo di fiducia di Vegeta. E che... Rischiò.

-Sto svolgendo un incarico molto delicato per il principe.- rispose.

Napa valutò la sua risposta. Decise di fidarsi. In due, anche se lui non era il prototipo perfetto del soldato, forse avevano qualche possibilità.

Lo prese per un braccio, strattonandolo.

-Vieni con me.-

Condusse Crilin in un punto piuttosto appartato del campo, a riparo da occhi indiscreti.

Si studiarono per alcuni minuti in silenzio, poi, sempre Napa, parlò.

-Stai seguendo Dodoria?- arrivò subito al punto.

Crilin annuì.

-E voi, capitano, immagino Zarbon.-

L'uomo sorrise. Era perspicace il piccoletto. Forse l'aveva sottovalutato.

-Già, anche se non ho scoperto quello che speravo. Tutt'altro.-

Il giovane vide il viso di Napa adombrarsi.

-Che intendete?- domandò, ma con una certa apprensione.

Conosceva l'imprevidibilità dei sayan e poteva rivelarsi contro producente per lui quella domanda.

-Prima di risponderti, voglio sapere che hai scoperto.- gli disse.

Crilin valutò quella richiesta. Goku era stato molto chiaro in proposito, solo lui doveva essere messo al corrente degli spostamenti o incontri di Dodoria, ma...entrambi aveva lo stesso incarico e tenere nascoste certe informazioni, poteva essere deleterio.

-Niente di che, in verità. Quel grassone rosa ha girovagato per il campo per tutto il giorno, tranne per quando è stato convocato da Freezer.-

-Non ha parlato o incontrato nessuno?- chiese sospettoso.

-In realtà...- si portò una mano sotto il mento.- Mentre era a bere dell'acqua, mi è sembrato che con qualcuno parlasse, ma era solo.-

Napa si mise seduto a pensare. Dodoria era molto particolare. In effetti, più di una volta, sia lui che Radish, l'avevano scoperto a comportarsi nello stesso modo, ma senza capirne il motivo.

Parlava da solo...da solo...

L'illuminazione!

-Dannazione, perché non ci ho pensato prima!- esclamò.

-Pe...pensato a cosa?- indagò Crilin.

-Senti nanetto...- lo interruppe.

-Capitano, capisco che non spicco per altezza, ma volete smetterla di chiamarmi così?- era infastidito.

-Va bene, va bene, Crilin.- rimarcò il suo nome.

-Così va meglio.- borbottò.

Napa alzò gli occhi al cielo. Caspita, come erano permalosi gli uomini di Goku!

-Ok, torniamo al nostro discorso. Da alcuni rapporti che sono stati raccolti su Freezer, sembra che abbia ai suoi ordini un gruppo, capeggiato da un certo Ginew.-

-Mai sentiti.- commentò il giovane.

-Come pensavo, ma non sei il solo, fidati. Comunque, si dice che abbiano strani poteri. Per primo, proprio Ginew. Pare che abbia la capacità che entrare nel corpo di qualsiasi essere, se riesce a coglierlo di sorpresa.- gli spiegò.

-Allora...Dodoria sarà sicuramente al corrente di questo e userebbe la sua tecnica per comunicare indisturbato.-

-Vedo che sei sveglio picc...ehm, Crilin.-

Il giovane soldato balzò in piedi.

-Siamo nei guai e seri. Potrebbero già aver scoperto che li pediniamo.-

-Non lo escludo, visto che ho perso Zarbon di vista e, come vedo, tu il grassone.- disse Napa.

Crilin non poté far altro che annuire, costernato. La prima missione importante affidatagli, e lui non era stato in grado di portarla a termine.

-Però, voi che avete scoperto?- chiese, ricordando l'inizio del loro discorso.

Napa sospirò.

-Che non dobbiamo preoccuparci solo di loro. Radish ci ha traditi e si è alleato con Freezer.-

-Cosa?!- gridò.

-Sshh! Ma vuoi farti sentire da tutti, razza di idiota?- lo bloccò tappandogli la bocca.

-Scusa, ma perché.- gli chiese, passando automaticamente al tu.

Allora il gigante fu costretto a raccontargli della “punizione” che Vegeta gli aveva dato.

-E poi l'idiota sono io.- sbuffò al termine.- Credevo sapesse che con il principe Vegeta non si scherza.-

-Per una volta sono d'accordo con te. Però adesso andiamo, abbiamo parecchie cose da dire ai nostri...-

Un esplosione, una fiammata avvolse il campo alle loro spalle.

-Che diavolo succede!-

Napa, che come tutti i sayan poteva percepire le auree, si allarmò, accorgendosi che i loro timori erano divenuti una certezza.

-Siamo sotto attacco. Solo un consiglio.- si voltò verso Crilin.- Cerca di rimanere vivo.-

 

Stavano guardando quello che succedeva da uno spiraglio della tenda. Tutto era nel caos più completo. I soldati combattevano senza una logica, serviva un capo. E lui era pronto.

Si voltò verso il fratello.

-Da quel poco che ho capito, non solo vuole distruggerci, ma vuole sopratutto loro.- e indicò i prigionieri.- Resta con loro, di Freezer me ne occupo io.-

-Vegeta non fare scemenze. Sai anche tu che in queste condizioni non puoi farcela. È troppo forte.- gli disse Goku, prendendolo per un braccio.

-Sarà, ma almeno avrai il tempo per portarli via da qui.-

Il ragazzo rimase basito da quelle parole. Da quando, il grande e scontroso principe Vegeta, si preoccupava di qualcuno?

Intanto, Vegeta si apprestava ad uscire, ma appena fece un passo fuori, sentì una stretta al braccio. Si voltò, incontrando quello sguardo cristallino che, ormai, inutile negarlo, amava. Come la donna che possedeva quegli occhi.

-Vegeta io...- tremava dalla paura.

Non per la battaglia, ma per quello che gli poteva capitare. Vegeta le posò una mano sulla guancia, accarezzandola con il pollice.

-Tornerò. Non ci si libera tanto facilmente di me.- le sussurrò.

Poi volse nuovamente gli occhi al fratello.

-Se le succede qualcosa, giuro che ti ammazzo, dovessi uscire anche dagli inferi.- lo minacciò.

-D'accordo, fratello.-

Gli volse le spalle, ma prima di sparire aggiunse un'ultima frase, che spiazzò il giovane principe.

-Buona fortuna, Goku.-

 

La battaglia infuriava, ma ancora non aveva trovato chi cercava. Dove diavolo si era cacciato? Eppure era stato visto dal fratello, una volta iniziato quell'attacco. Maledizione!

Combatteva con ferocia, abbatteva ogni nemico che gli si parava di fronte. Dove li aveva trovati tutti quei seguaci Freezer? Avrebbero dovuto tenerlo d'occhio molto più attentamente.

Schivò un altro fendente, affondando a sua volta la spada. Appena la estrasse, un fiotto caldo lo colpì in viso. Asciugandosi la guancia, scorse, con la coda dell'cchio, Radish. Brutto, viscido traditore.

Avanzò, non curandosi di chi aveva di fronte, giungendo, finalmente, faccia a faccia con la sua preda.

-E così, ti sei rivelato per quello che in realtà sei.- gli disse, con il ghiaccio negli occhi.

-Pri...principe.- balbettò.

-Già, Radish. E sarò l'ultima cosa che vedrai.-

Alzò la spada, calandola con forza, ma il sayan riuscì a schivarla. Vegeta non si preoccupò più di tanto.

-Sembra che tu voglia allungare la tua agonia. Bene.-

Continuò ad incalzarlo con forza, senza però giungere a dargli il colpo di grazia. Voleva divertirsi.

Radish, però, era allo stremo. Pensava di farcela, di batterlo, non perché lo odiasse realmente, ma per via dell'umiliazione subita per colpa di quella donna. Solo che aveva sbagliato i suoi conti. O meglio, i suoi alleati.

Appena l'attacco era cominciato e lui era pronto a scendere in battaglia, si era trovato Zarbon davanti.

-Mi spiace, ma sono gli ordini.- gli aveva detto, sfoderando un ghigno.

Aveva cominciato ad attaccarlo, con il preciso intento di eliminarlo. Non capiva, ma perché!

-Mio signore, io...

-Non capisci, razza di scimmia? Ci servivi.- decise di metterlo al corrente di tutto, tanto stava per morire.- Il tuo attacco ai ribelli e la loro uccisione ci servivano, per questo.- allargò le braccia, aprendo la tenda e mostrandogli il disastro all'esterno.

-Perché!- esclamò incredulo.

Non immaginava che Freezer mirasse davvero a quello. Era convinto che il suo intento fosse solo imprigionare i principi, non distruggere, annientare i suoi compagni.

-Sei un ingenuo, Radish. Il mio signore ha sempre voluto tutto ciò. Lui non verrà accusato di niente e la colpa cadrà sui ribelli da te eliminati. Loro hanno ucciso i sayan e Freezer, arrivato troppo tardi, li ha vendicati. E il regno sarà suo.-

Non poteva crederci, che aveva fatto! In un impeto di rabbia, prese una manciata di terra dal recipiente vicino a se, quello che Dodoria usava per la sua strana coltivazione di vermi. A che gli servivano poi, manco li mangiasse!

Appena Zarbon si avvicinò, gliela tiro in faccia e, sopratutto negli occhi.

-Bastardo!- gli urlò, cercando di togliere la terra dagli occhi.

Radish ne approfittò per scappare. Doveva parlare con Vegeta ed informarlo, ma sopratutto chiedergli perdono. O meglio, sperare nel suo perdono, cosa improbabile. Ma almeno sarebbe morto per mano del suo principe, non di quel rifiuto che era Zarbon.

-Vi prego, fatemi parlare.- lo implorò.

-Non ti sembra un po' tardi?- domandò ironico.

-Conosco...conosco il piano di Freezer. Vuole morto anche vostro padre.-

-Ci era arrivato anche da solo, traditore.- rispose.

-Ma posso portarvi al drago!- esclamò nel tentativo di salvarsi.

Vegeta si fermò di colpo. Che sapeva?

Si inginocchiò e lo prese per il collo.

-Parla!-

-I ribelli. Tra loro c'era un mago che mi ha detto tutto.- snocciolò.-Ero...ero stato mandati li per ucciderli da Freezer, ma non ce l'ho fatta. Quell'uomo mi aveva bloccato come niente fosse e mi ha letto nella mente. Non so che cosa abbia scoperto, sta di fatto che mi ha raccontato la leggenda del drago e di certe sfere. Poi mi ha costretto a tornare, facendo il doppio gioco con Freezer, con l'ordine di portargli i prigionieri, insieme a voi e a vostro fratello.-

-E così tu avresti giocato la lucertola? Ma fammi il piacere.- e gli scoppiò a ridere in faccia. Una risata priva di allegria.

-Ve lo giuro. Le donne sanno di che parlo.- affermò sempre più deciso.

Vegeta riflette un attimo. Anche prima di essere interrotti, Bulma stava iniziando a parlargli di un drago, senza contare la profezia, quel tatuaggio e il comportamento di Goku. Sospirò.

Se ne sarebbe pentito fino alla fine dei suoi giorni, lo sapeva.

-D'accordo, ma se mi hai mentito, rimpiangerai di non essere più nelle mani di quel pazzo.- lo tirò in piedi.- Adesso andiamo...-

Un'esplosione, che coinvolse tutto i campo, lo accecò. Si ritrovò a terra, ferito in più punti. Faticosamente si alzò a sedere, guardandosi attorno. Non poteva crederci. Non c'era più nulla, tutto era stato spazzato via, lui e Radish si erano salvati solo grazie ad alcuni soldati che avevano fatto loro da scudo.

-Bene, bene, guarda un po' . Sei ancora vivo, mio principe.-

Alzò gli occhi, trovandosi di fronte Zarbon e Dodoria.

-Sapete com'è.- disse faticosamente.- Non sono facile da eliminare.-

-A quanto pare, no.- rispose Dodoria, guardando Zarbon. -Però Freezer sarà contento di saperlo.-

-Freezer.- mormorò.

-Ehi Zarbon, ma questo non lo dovevi uccidere?- chiese ad un certo punto il mostro rosa.

Fissò per qualche istante Radish e sorrise.

-Portiamo via anche lui. Sarà un'ottima distrazione, per quando il capo si occuperà del nostro principino.-

Mentre Vegeta veniva issato sulla spalla di Dodoria, solo un pensiero occupava la sua mente.

Bulma.

Goku doveva essere riuscito a salvarla, ne era certo. Un sayan manteneva sempre la parola data.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** capitolo 16 ***


 

 

 

 

 

 

Scusatemi!! Lo so, ho un ritardo spaventoso, ma non riuscivo a scrivere questo capitolo...Spero vi piaccia come gli altri!

 

 

Capitolo 16

 

Correva a perdifiato, nel fitto del bosco. Ansimava, ma non accennava a fermarsi.

Ripensava ancora a quello che era successo, non molto tempo prima.

La fuga, il tremolio del terreno, lo scoppio tremendo, il silenzio assordante.

Goku, dopo l'allontanamento di Vegeta, li aveva trascinati fuori dalla tenda, aprendo un varco nella pesante e spessa stoffa. Uno ad uno erano usciti, dirigendosi con velocità nel bosco. Ma appena raggiunsero gli alberi, la deflagrazione li buttò a terra.

Non sapeva da quanto stessero li, ma quando aprì gli occhi, qualcosa, e precisamente il silenzio privo di vita, la mise in allarme.

A fatica si alzò, inorridendo di fronte allo spettacolo che le si presentava.

Tutto era stato distrutto. Tutti erano stati sterminati.

I suoi amici, le persone più care a lei, erano ancora stesi a terra, incoscienti.

Prese a camminare, con angoscia nel cuore.

Vegeta...dove era Vegeta!

Il suo primo istinto, fu quello di andare a cercarlo, lasciando indietro coloro con cui era vissuta. Solo lui era importante, in quel momento.

Dopo pochi passi lo vide.

A terra, vicino all'altro sayan, Radish.

Stava per correre da lui, quando i due tirapiedi di Freezer le apparvero.

Non riusciva a sentire cosa dicevano, ma era certa, niente di buono. Infine, guardò mentre il mostro rosa lo issava sulle sue spalle e l'altro faceva lo stesso con Radish, per poi inoltrarsi, con i prigionieri, nella fitta boscaglia.

Non ci pensò due volte. Li seguì.

Faticava a mantenere il passo, a causa delle ferite che si era procurata nello scoppio, ma non voleva, non poteva arrendersi.

Dopo un paio d'ore di corsa affannata, li vide accamparsi. I cespugli alti, celavano la sua presenza, ma sapeva che più di così non poteva avvicinarsi, altrimenti sarebbe stata scoperta. Vegeta, insieme a Radish, era stato legato ad un palo, conficcato dall'essere rosa, di cui non ricordava il nome. Dava le spalle al suo “compagno” di prigionia, ma non riusciva a capire come stava. Almeno fino a che uno dei due non gli si avvicinò.

Tese l'orecchio, per riuscire a percepire qualcosa. Un suono ovattato, ma che udì.

-Che vuoi fare, Dodoria?- gli chiese l'altro.

Il grassone alzò le spalle.

-Niente di che. Solo far capire, a questo sbruffone, chi comanda.- rispose tranquillamente.

Zarbon lo guardò, non tanto contrariato, ma sapendo, fin troppo bene, che se a Vegeta fosse capitato qualcosa di serio, Freezer se la sarebbe presa con lui. Dodoria, infatti, era al suo comando. Ma anche lui sentiva che le mani gli prudevano. Voleva dare una lezione a quel principe, che tanto aveva fatto per contrastare, anche se in modo velato, il suo signore.

-Va bene, ma mi raccomando. Deve restare vivo.- gli disse.

Dodoria ghignò. Aveva ricevuto via libera, anche se con delle limitazioni, ma poteva ritenersi soddisfatto.

-Non lo ucciderò.- confermò.

Bulma era esterrefatta, inorridita, da ciò che aveva sentito. Non un muscolo si muoveva, non riusciva. Eppure era necessario. La vita di Vegeta, del “suo” Vegeta, dipendeva da lei.

Dodoria assestò il primo pugno, sul viso del principe, facendo sgorgare il sangue dalle labbra. Quelle labbra che erano state sue.

Il secondo arrivò allo stomaco. Lo stesso che a lei si contorceva al minimo sguardo dell'uomo.

Il terzo colpo, arrivò all'inguine. Quel punto che le procurava un piacere estremo, quando era dentro di lei.

L'ultimo...l'ultimo al petto. Dove batteva il cuore. Dove lei racchiudeva l'amore per lui.

Chiuse gli occhi, sofferente, mentre le lacrime iniziavano a scendere sul suo viso.

No, non poteva restare li, inerme, a vedere, assistere a quello che gli stavano facendo.

Aprì di scatto le palpebre e una luce determinata solcò quell'azzurro.

Strinse il bastone che trovò ai suoi piedi, con forza, pronta ad agire.

Ma proprio quando stava per scattare, una presa forte, intorno al suo polso, la bloccò. Si girò, leggermente spaventata dal pensiero di essere stata scoperta, ma pronta ad affrontare il suo avversario. Rimase spiazzata.

-Che diavolo credi di fare?- gli domandò sottovoce, con furia, Goku.

-Lasciami. Lo devo salvare!- manteneva il suo stesso tono, ma non nascose il fastidio provato dalla sua intrusione.

-Si, brava. L'unica cosa che farai, sarà quella di farti ammazzare.- ribatté sarcastico.

-Non posso restare qui, mentre loro...loro...- ma lui la interruppe.

-Adesso vieni via. Non sai con chi hai a che fare e affrontarli così apertamente, può portare ad un solo risultato. Al momento non intendono ucciderlo, devono portarlo da Freezer.- capì che doveva rassicurarla.

Bulma abbassò la testa, sconfitta. Aveva ragione lui, non poteva farcela. Non da sola.

-Va bene.- mormorò affranta.

Senza far rumore, indietreggiarono e quando furono abbastanza lontani, si alzarono, allontanandosi velocemente.

Camminavano in silenzio e più di una volta, Goku l'aveva osservata. Appariva stanca, provata, ma ancor di più, sapeva che era annientata nell'anima. Era palpabile quello che provava per Vegeta e il non averlo potuto salvare, le pesava come un macigno.

Sospirò pesantemente.

Da una parte, era felice di averla ritrovata sana e salva. Nemmeno immaginava che cosa aveva passato quando, al suo risveglio, non era più riuscito a trovarla.

L'esplosione aveva distrutto tutto, uccidendo i suoi compagni, la sua gente, senza che lui potesse far qualcosa. Fortunatamente era riuscito a portare i tre “prigionieri”, fuori dalla tenda prima che quel putiferio si scatenasse, ma l'onda d'urto li aveva raggiunti comunque, gettandoli a terra e facendogli perdere i sensi.

Quando si risvegliò, lo spettacolo che gli si presentò davanti agli occhi lo fece rabbrividire. All'improvviso, però, si ricordò di coloro che doveva proteggere Vide subito Chichi e, poco distante, Yamcha. Li soccorse e, con enorme sollievo, comprese che erano vivi. Scossi da lui, si svegliarono, intontiti, ma salvi.

Li avvisò che dovevano andarsene, velocemente, prima che gli uomini di Freezer li scoprissero. Stavano per partire, quando Chichi si fermò.

-Dov'è Bulma?- chiese con ansia.

Goku si girò per cercarla con lo sguardo, ma non la vide. L'ansia, la paura, si propagarono in lui. Non poteva esserle successo qualcosa. No.

-Quell'imprudente si è messa all'inseguimento di Zarbon e Dodoria.-

La voce che gli giunse, lo fermò.

-Napa!- esclamò, felice di vedere che almeno lui era in vita.

-Mio principe.- si inchinò, per quel che poteva.- Ma qui ho anche il piccoletto.-

Crilin fece capolino da dietro la schiena di Napa, sorridendo al suo principe.

Erano feriti seriamente e faticavano a tenersi in piedi.

-Come avete fatto a salvarvi?- gli domandò.

-Eravamo vicini al precipizio, quando l'esplosione ci ha raggiunti. Lo spostamento d'aria ci ha fatti cadere, ma per fortuna, sono riuscito ad aggrapparmi ad una sporgenza. Crilin, invece, si è attaccato a me. Nonostante le ferite, siamo risaliti.- spiegò il gigante.

Goku stava per chiedere altro, quando Yamcha si mise in mezzo.

-Cosa volevi prima? Perché mia sorella avrebbe voluto inseguire quei due?- domandò alquanto infurioato.

-Hanno preso Radish e...Vegeta.- rispose Crilin.

Rimasero senza parole.

-Ma le ha dato di volta il cervello?- Yamcha era fuori di se.

Perché, perché Bulma aveva fatto una sciocchezza simile!

-Maledizione.- mormorò Goku.- Dobbiamo raggiungerla e fermarla. Non sa ancora contro chi si è messa.-

Chichi osservava la scena in silenzio. Aveva compreso perfettamente il motivo di quel comportamento.

-Già e poi ci penserò io a metterle un po' di sale in testa.- continuò il ragazzo.

-Non ci riuscirai.- intervenne Chichi.

-Scusa?- domandò Yamcha, confuso.

-Ma non lo capisci? Bulma lo ama e farebbe di tutto per lui, anche rischiare la proprio vita per salvarlo.-

-Starai scherzando, vero? Lei non può amarlo. Si, mancava solo quest'ultima trovata.- ribatté l'amico.

-No, Chichi ha ragione.- si intromise Goku.

-Lei non prova niente per lui!- esclamò contrariato.- Se vi ricordate bene, stava per ucciderla!-

-Non l'avrebbe mai fatto. La loro era solo una prova di forza.- continuò la ragazza.- Se non fossi stato così preso dalla tua frenesia, avresti capito anche tu. Si, stava per calare la spada su di lei, ma mai e poi mai le avrebbe fatto male. La sua era solo gelosia, per averla trovata tra le tue braccia. Lui l'ama, anche se non credo lo ammetterebbe mai.-

-Infatti è così. Ma ora mi preoccupa di più raggiungerla e fermarla. Non può liberarlo.-

Il corpo di Goku era rigido. Bulma non aveva la minima idea di chi stava per sfidare.

-Allontanatevi, cercate un posto sicuro. Io vi raggiungerò appena l'avrò trovata.- disse a Napa.- E curatevi quelle ferite.

 

Adesso era più tranquillo, anche se sapeva che doveva fare qualcosa. Elaborare un piano per liberare suo fratello. Nemmeno lui voleva lasciarlo nelle loro mani, ma serviva agire con astuzia per portarlo a compimento. Un attacco frontale era da escludere, contando poi che Vegeta e Radish erano feriti e avrebbero dovuto trasportarli. Nemmeno loro erano nelle migliori condizioni, però.

Impresa difficile, ma non impossibile. Gli serviva solo un diversivo.

Pensò a fondo, cercando nei meandri della sua mente, ricordando le parole del suo Maestro. All'improvviso, l'illuminazione!

Si, poteva funzionare, ma c'era bisogno dell'aiuto di tutti. Si fermò e Bulma, assorta, gli andò a sbattere contro.

-Ma perché...- lui la bloccò.

-So come liberarlo.- vide gli occhi di lei illuminarsi.- Non temere, presto lo avrai di uovo con te.- le promise.

Raggiunsero la grotta che avevano scelto come nascondiglio. Appena varcata la soglia, Bulma venne investita dall'abbraccio di Chichi.

-Non sai come ero in pensiero!- le disse stringendola, con le lacrime agli occhi.

La giovane ricambio quella stretta, piangendo anche lei.

-Sono felice di vedere che stai bene.- mormorò.

Yamcha se ne stava in disparte, ancora scioccato da quello che aveva appreso. Bulma notò che qualcosa non andava in lui e si avvicinò.

-Che c'è?- domandò con voce dolce.

Il ragazzo sollevò gli occhi e lei vi lesse sconcerto, incredulità, rabbia e delusione.

-Sei una stupida! Innamorarti di lui? Perché!- sbraitò.

Bulma sospirò. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato.

-Non lo so Yamcha, non so come sia successo. Ma sta di fatto che adesso è così. È vero, lui è freddo, scontroso, insopportabile, taciturno, testardo e orgoglioso, ma so anche che ha un cuore enorme. Non lo dimostra, per via del suo carattere, ma io l'ho visto, l'ho letto nei suoi occhi, nei suoi gesti, in tutto quello che fa. Mi completa, è parte di me.- rispose, con una luce radiosa negli occhi.

-Ma Bulma, loro...- insistette, ma abbandonando il suo risentimento.

-Non è stato lui e non credo nemmeno che lo volessero.-

-Infatti è così. Freezer ha raggirato, circuito mio padre, facendo leva sulla sua paura di perdere tutto quello che aveva. Non escludo, anche, che sia stata manipolata la sua mente.- s'intromise Goku, ripensando anche a quello che avevano fatto a lui.

-Ma perché?- chiese Chichi.

-Per via della profezia e di quel drago. Freezer deve aver trovato il modo di evocarlo, anche per quello vuole voi. Le donne, voi, siete pericolose e potete tramandare la discendenza, me lo hai detto anche tu, Chichi.- rispose Goku.

-Non è possibile!- esclamò Bulma.- Non più almeno.- aggiunse sottovoce.

-Che intendi dire?- domandò il principe, confuso da quella reazione.

La ragazza, ormai stanca di tutti quei segreti, decise di vuotare il sacco.

-Il drago non può più essere evocato, dato che...che la regina è morta.- rivelò.

I presenti rimasero basiti, o meglio, tre di loro. Ma che stava dicendo?

-Bulma, ti sbagli.- le disse Chichi.

-No che non mi sbaglio. Con la perdita della regina, che portava il drago su di se, le due metà non possono ricongiungersi.- insistette.

-E invece si.- una voce s'intromise nella loro discussione.

Tutti si voltarono e videro una strana vecchietta, vestita di nero e che volava su una sfera trasparente.

-Tu chi sei.- chiese Goku, sorprese.

-Colei che ha dato inizio a tutto.- rispose con un sorriso.

-Baba, la veggente!- esclamò Napa, che la conosceva di fama.

-Bravo pelatone, hai indovinato.- disse facendogli l'occhiolino.

Caspita non era niente male quel sayan!

Napa arrossì, sia per l'appellativo, che per l'occhiata da maniaca che gli aveva rivolto.

-Che intendevi con le tue parole.-

-Mio bel Goku, ma quanto sei cresciuto! E il tuo simpatico fratello?- domandò la vecchietta.

Lo sguardo del principe si oscurò.

-Sei una veggente, dovresti sapere che è successo.- disse duro.

-Si, si lo so. Ma non sono qui per questo. Stavate parlando del drago, giusto?- indagò con lo sguardo sui presenti, certa che avrebbe fatto la rivelazione del secolo.

-Si, ma che sai tu?- anche Chichi era molto curiosa.

-Oh, molto, mia principessa.-

Bulma sgranò gli occhi. Come? Principessa?

-Ma Yamcha, non lo avevi detto alla tua sorellina? Mi deludi. Con il tuo tacere hai messo in pericolo non solo la tua gente, ma anche l'intero pianeta.- lo rimbeccò seria.

La ragazza spostò lo sguardo su di lui.

-Tu sapevi che lei...che lei...- adesso si stava alterando.

-Si, ma avevo promesso di tacere, per l'incolumità del nostro popolo.-

-Perché dai la colpa a lui?- domandò sempre più confuso Goku, ma non era il solo.

-Perché, mio caro principe, se lui avesse parlato, adesso non vi troverete in questa situazione disperata. Anche se...Se Vegeta non l'avesse conosciuta, non avrebbe mai capito di avere un cuore.-

-Adesso basta! Ditemi che succede!- Bulma stava perdendo la pazienza.

Davanti a quella furia, Baba indietreggiò. Ora capiva come aveva fatto a far perdere la testa a Vegeta. Niente la fermava. E che caratterino!

-Si, va bene. Sapete entrambe, che il drago può essere evocato da due persone, una appartenente alla famiglia reale, l'altra discendente della famiglia decaduta.- iniziò.- Ma la cosa che tu, Bulma, non sai, è che il drago, una volta che la reggenza passa di mano, appare su colei, o colui, che ne prende il posto.-

-Quindi...- adesso cominciava a capire.

-Si. Quando la regina morì, il drago e le responsabilità, passarono a sua figlia.- concluse.

-Può essere evocato di nuovo!- esultò, felice.

-No. Non sappiamo chi possiede l'altra metà e se hanno meritato questa possibilità.- disse Chichi, cupa.

-A quanto pare si. Di fronte a te, hai la tua metà.- rispose raggiante Baba.

Le due ragazze si guardarono, sbigottite. Loro...erano loro.

-Hai il drago?- domandò cautamente Chichi.

Bulma annuì.

-Anche tu?-

L'altra ripeté il suo gesto.

Poi si voltarono verso il ragazzo.

-Stupido scellerato! Lo sapevi e sei rimasto zitto!- esclamarono insieme, furenti.

Yamcha abbassò il capo, inveendo contro di sé mentalmente. Era colpa sua, solo colpa sua se erano arrivati a questo punto. Non averbbe potuto salvare il regno, ma almeno salvare loro.

-Perdonatemi.- sussurrò.

-Ora non prendetevela con lui. Quel che è fatto, è fatto.- lo difese Baba.

Gli occhi di Bulma, però, si illuminarono.

-Adesso possiamo, abbiamo il potere di farlo!-

-Fare cosa?- chiese Chichi.

-Salvare Vegeta!-

-No, Vegeta lo salveremmo prima.- s'intromise Goku.- Ma la fine di Freezer è vicina. Fermare lui, significa portare finalmente la pace sul nostro pianeta.-

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1031172