burning souls

di RoriStark
(/viewuser.php?uid=117950)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Save Me ***
Capitolo 2: *** guess ***
Capitolo 3: *** stranger than me ***
Capitolo 4: *** Mortal.. ***
Capitolo 5: *** Phobia ***
Capitolo 6: *** happly ever after? ***
Capitolo 7: *** sacrifice ***
Capitolo 8: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** Save Me ***


Era un giorno come tanti nella città di Frank, nella periferia dei reni. Come al solito  Anies  era in giro per la circolazione dopo essersi depurata da quelle maledette scorie che si appiccicavano al vestito  senza ritegno. In quel periodo Frank non era proprio all’apice dello splendore e purtroppo le vene e le arterie erano quello che erano. Per fortuna i netturbini avevano ammazzato e portato via quegli accumuli di colesterolo in eccesso, altrimenti non sarebbero riusciti a passare e quelle sciocche delle piastrine avrebbero creato un trombo che avrebbe stroncato Frank o nel migliore dei casi avrebbero ostruito un articolazione provocando un dolore atroce. Per fortuna ancora non c’era quel rischio. Il sindaco sembrava non importarsi della situazione critica che stavano affrontando, a lui bastava quella dannatissima sagra del pollo fritto a Buffalo e tutto andava bene. Certo, poi Frank chi lo portava a casa? Quei poveri muli degli eritrociti come Anies che  dovevano andare in giro a portare ossigeno ovunque scavalcando interi blocchi di colesterolo e zuccheri di varia natura. Stufa di pensare, la giovane eritrocita si sedette su un pezzo di cartilagine per prendere un po’ di fiato, non aveva ancora la patente e doveva spostarsi con la sua bicicletta scassata per le strade. Così ogni tanto si prendeva una pausa, stavolta  aveva deciso di accorciare il giro e in poco era già a pochi isolati da casa sua. I suoi genitori erano andati a fare una vacanza a tempo indeterminato vicino al cervelletto, dicevano che là c’era un bellissimo cinema dove proiettavano vari spezzoni del subconscio di Frank. Ma Anies non era affatto interessata ed aveva deciso di starsene a casa. Sospirò alzandosi di nuovo e raccogliendo la sua borsa. Stava per montare in bici quando qualcosa la urtò, qualcosa di nero, qualcosa di terribilmente forzuto, tanto da far cadere la giovane a terra come se nulla fosse

“e…eih!”

Disse lei cercando di imitare un tono provocatorio, ma quello che ottenne fu uno squittio anomalo. La giovane si tirò indietro i capelli e si avvicinò a quella massa nera rannicchiata a pochi nanometri da lei, la misteriosa figura ansimava, si contorceva. Era grande, molto più grande e possente di lei, ma in quel momento sembrava che quella creatura stesse soffrendo come non mai

“mi..mi scusi…sta..sta male?..”

I respiri di quella cosa si fecero ancora più affannati, forse stava cercando di dire qualcosa. Anies si fece coraggio e si avvicinò ancora di più fino a sfiorare l’essere  con le piccole dita. Questa scattò appena, ma lei facendosi coraggio riuscì a districare quella massa informe, era caldo come la lava poi a terra vide qualcosa ,era ferito, quell’ essere era ferito. Forse era meglio andare via, quella cosa, non sapeva nemmeno cosa fosse, sicuramente per essere stato attaccato in quel modo di certo non era uno dei buoni. Forse era un batterio o peggio un virus. Ma come al solito il suo istinto le fece fare l’esatto contrario del volere della sua coscienza. Così deglutendo cercò di dare un volto a quell’essere, scostò le pieghe del mantello finchè non apparve finalmente un volto. La sua pelle era rosso scarlatto mentre i sui capelli erano di color color Malva, non erano come i suoi, non aveva mai visto nulla di simile. Aveva gli occhi socchiusi, due grandi occhi gialli ridotti a fessure per lo sforzo,  a malapena riusciva a tenerli aperti.

“ti…prego…”

Sussurrò con enorme sforzo l’essere

“a…aiutami…”

Il corpo di Anies prese a tremare come se ogni sua molecola le stesse dicendo di andare via, di scappare da qualche parte o avvertire qualche globulo bianco o fagocita nei paraggi. Eppure eccola lì, che senza dire nulla stava cercando di prendere sotto spalla quella cosa che comunque cercava di reggersi in piedi. Il cappotto nero copriva entrambi, ma la giovane doveva sbrigarsi a raggiungere casa. Forse nemmeno ci sarebbe arrivato vivo lì.

“t…tieni duro ok?”

Disse con un filo di voce mentre finalmente raggiunsero la soglia di casa sua. La giovane aprì in fretta la porta e per fortuna il divano era vicino, così fece stendere quell’essere sul divano e chiuse la porta inchiavando in tutti i modi possibili. La giovane si voltò raggiungendo di nuovo il suo nuovo ospite. Per fortuna che era sola in casa, i suoi genitori si lamentavano sempre quando portava qualche piccolo batterio ferito in casa, beh, ora aveva portato un batterio/virus alto 12 μm, mezzo morto.  Anies sospirò mentre si inginocchiò accanto a lui per controllare danni e ferite

“accidenti….sei…sei messo male..”

Sussurrò sicura che quell’essere fosse svenuto o cosa, era abituata a fare monologhi ed era l’unica volta in cui riusciva ad esprimersi senza aver paura di parlare. Ma purtroppo, non stava facendo affatto un monologo. Quell’essere la fissava, senza dir nulla, i suoi occhi erano fissi su di lei e la giovane scattò indietro imbarazzata

“ehm..pre..prendo qualcosa…stai calmo ok?”

Disse mentre prese la cassetta del pronto soccorso, delle fibrine d’emergenza avrebbero chiuso le ferite più gravi. Pensava mentre con le mani tremanti passava sopra alle ferite

“non…sono..io..quello che…dovrebbe calmarsi..”

Sussurrò con un filo di voce. Almeno era civile, da come parlava sembrava ben educato, non come i soiti batteri che parlavano lingue incomprensibili. Anies sospirò mentre finiva di passare della fibrina sulle ferite

“hai un…un nome?”


“…Thrax..”

Anies alzò lo sguardo verso di lui, si era messa in un guaio, in un grosso, enorme guaio, ma non poteva evitarlo. Non poteva di certo lasciarlo morire così, anche lui era un essere vivente e come tale meritava di vivere

“allora..Thrax..stai calmo per favore..”

Sussurrò mentre le ferite si curavano lentamente, non era sicura del fatto che fosse salvo, doveva aspettare il giorno successivo, se Thrax superava la notte allora ce l’avrebbe fatta.

“che co..che cosa sei?”

“sono quella cosa…che non vorresti…mai..incontrare…”

Per un attimo la mente di Anies si offusco facendo spazio al panico. Ecco, aveva salvato una creatura pericolosa. Ora sì che era nei guai. Cercò di restare calma senza distogliere lo sguardo da lui. Anche Thrax non distoglieva lo sguardo stanco da lei

“perché..mi hai..aiutato?”

Chiese dopo un paio di secondi interminabili per Anies. La giovane sobbalzò portando la mano al petto

“non…parlare, devi riposare…domani ti risponderò ok?”

Sussurrò cercando di sorridere. Non sapeva nemmeno se per lui ci sarebbe stato un domani e questo fece stringere lo stomaco alla giovane. Era un essere pericoloso, ma era comunque una creatura vivente. Pensò impietosita mentre posava sulla fronte di lui un panno bagnato. Thrax non smetteva di fissarla ma sembrava darle retta per il fatto di non consumare energie. Poi chiuse piano gli occhi, Anies posò una mano sul petto per controllare se respirava. Sospirò appena sentendo il petto alzarsi ed abbassarsi in modo irregolare e affaticato. Anies sorrise appena mentre istintivamente gli sfiorò i capelli, era istintivo per lei prendersi cura di chi stava male non poteva farne a meno.

“mi prenderò cura di te..non morire..”

Sussurrò poi andando in cucina, doveva mangiare qualcosa , era da quando era uscita in mattinata che non mangiava qualcosa, così prese un paio di proteine e le mise su un piattino, si sedette sulla poltrona accanto a Thrax e prese a mangiare, accese la TV e subito apparve il volto di  Thrax in primo piano, tanto che la giovane sobbalzò mentre sentiva la voce della telecronaca

*questo strano  individuo è fuggito dopo uno scontro a suo sfavore con degli agenti della difesa immunitaria del dipartimento di Frank! Non sappiamo ancora la natura di questo essere, ma nel suo tragitto in Frank ha lasciato molte vittime dietro di sé. Chiunque lo avesse avvistato è pregato di contattare la centrale di dei leucociti o il linfonodo più vicino! Questo essere è altamente contagioso e altrettanto mortale! Fate attenzioni cittadini di Frank *

Anies si alzò di scatto dalla poltrona andando poi a fissare l’essere agonizzante sul suo divano, portò le mani al volt. Sapeva che era un agente patogeno pericoloso, ma non così pericoloso. Lo aveva altamente sottovalutato.  Si sbrigò a cambiare subito canale sperando che non avesse sentito nulla, di solito nei film che aveva visto Frank le vittime che occorrevano l’assassino venivano uccise dopo che avevano scoperto in tv la sua identità.

“chiamerai…la centrale immagino..”

Sibilò Thrax senza muoversi , Anies si rannicchiò sulla poltrona mentre l’intruso tossiva per lo sforzo

“no..”

Sussurrò semplicemente facendo zapping tra i ricordi di Frank e le pubblicità senza senso del sindaco

“po..potrei ucciderti…”

Anies voltò lo sguardo verso di lui sospirando

“potresti?”

“sarebbe un…gioco..per me…uccidere..una creturina…come te..”

“non stancarti…”

Sussurrò appoggiandosi con la testa al bracciolo della sedia, non poteva lasciarlo solo in quelle condizioni, almeno sarebbe stata pronta se ci fossero tati problemi. Gli occhi di Aniel si facevano sempre più pesanti, e la giovane in un attimo si ritrovò tra le braccia di morfeo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** guess ***


Gli occhi di Anies si aprirono lentamente e con malavoglia appena i primi raggi diurni attraversarono la finestra ed irradiarono la stanza. La giovane si mise a sedere stiracchiandosi, per un attimo sembrava tutto normale, come se fosse un giorno qualunque, ma pochi istanti dopo realizzò che non era così. Un forte magone le attanagliò lo stomaco ricordando che sul suo divano c’era un evaso moribondo e mortalmente pericoloso. La giovane però era più terrorizzata dal fatto di trovarlo morto. Ogni volta che salvava una vita temeva sempre di trovare morta la creatura soccorsa il giorno dopo. Ma non poteva evitarlo. Con la coda dell’occhio posò lo sguardo sul divano dove era steso Thrax.

“T..Thrax?”

Era ancora lì, ma non si muoveva. La giovane allora scese dal divano e subito si inginocchiò davanti a lui. Con la mano tremante andò a sfiorargli il viso, sentiva i lacrimoni farsi largo fino a bagnarle gli occhi. Era così ogni volta, ma forse, forse stavolta era anche peggio. Per un attimo avrebbe voluto conoscere quell’essere misterioso.

“no...accidenti..”

Stava per alzarsi quando la mano artigliata di lui afferrò il polso della ragazza

“diamine..mi..mi hai svegliato ragazzina..stavo facendo un bel sogno”

Sentendo la sua voce il viso di Anies si illuminò e tornò ad inginocchiarsi davanti a lui sorridendo  contenta, Thrax la osservò inarcando un sopracciglio.

“sei un eritrocita strano”

“ per fortuna stai bene...come ti senti?”

Thrax la fissò ancora più stupito, sembrava incuriosito da quella giovane. Aniel guardò il suo polso, sembrava tutto normale, contagioso? Forse i globuli bianchi stavano esagerando come al solito, o magari lui poteva scegliere chi contagiare o meno

“mi sento meglio”

Rispose secco lui mettendosi a sedere,ma facendo così si piegò in avanti preso da una fitta al petto. Non fece in tempo ad imprecare che la giovane era davanti a lui per farlo appoggiare al divano. Ma cos’era una crocerossina? Pensò Thrax sorpreso mentre il dolore diminuiva

“devi riposare, sei ancora ferito”

“non sei mia madre, non..non puoi dirmi cosa devo fare”

“ma se ti alzi tornerai nello stato di prima..e poi ti stanno cercando! Pensi che in quelle condizioni ti possa salvare? “

“sono un agente patogeno..ragazzina, dovresti essere felice”

“nessuno merita la morte.. e in alcun modo sarei felice della morte di qualcuno”

Cos’era? All’improvviso aveva ripreso grinta? Quella ragazzina era strana, era determinata anche se si vedeva che si stava impegnando per sembrare severa. 

“ascolta ragazzina..”

“Anies”

“come?”

“è il mio nome!”

Disse tranquilla con un sorrisetto sulle labbra inclinando la testa e sedendosi davanti a lui incrociando le gambe, quella posizione e quegli occhioni le davano un aspetto innocente ed infantile, quella ragazzina sembrava non avere idea di chi aveva davanti, o forse non le importava. Thrax portò una mano sulla fronte massaggiandosi le tempie sbuffando

“...ok...Anies...io devo andarmene da qui, ho altro da fare”

“ma ti stanno cercando!”

“lo so! Me lo hai già detto!”

“è pericoloso!”

“sono più pericoloso io.. di tutto questo “Frank” 

“ma è stato attivato il sistema immunitario, stanno mandando in giro i macrofagi e di sicuro avranno attivato anche  il sistema complemento!”

“ne sai di cose ragazzina..”

Disse Thrax facendo per alzarsi, ma una nuova fitta lo costrinse a sedersi di nuovo imprecando

“eih!”

In un attimo si ritrovò sulle gambe quel piccolo globulo rosso, in confronto a lui sembrava minuscola, così fragile eppure così testarda

“eih baby,potevi ...dirlo allo zio Thrax che....volevi una cavalcata”

Normalmente il colorito dei globuli rossi era di un rosso abbastanza intenso, ma in quel momento a Thrax parve che il volto di Anies stesse prendendo fuoco tanto era imbarazzata

“ti di…ti...ti dico...che...che è pericoloso Thrax!!”

“e io ti dico di non rompere!”

“e io ti dico che sei ferito!!”

“diamine ma sei una poppante?’”

“guarda che sono una cellula adulta!!”

“a me non sembra, puoi scendere??non sono babbo natale!”

“no!! Perché poi ti alzi e ti fai male di nuovo!”

Thrax portò una mano al viso. Un facepalm era l’unica cosa che poteva descrivere quella situazione. Anies continuava a fissarlo, i suoi occhi riflettevano paura e imbarazzo, eppure da quel che diceva sembrava tutt’altro che timida

“perché?”

“perché cosa?”

“perché mi hai salvato? Potevi lasciarmi morire...”

“non ho il cuore di fare una cosa simile”

“sono un vostro nemico”

“io...io non sono gli altri”

Anies guardò in basso mentre Thrax non smetteva di fissarla. La giovane si sentiva in imbarazzo, era una situazione strana, non le era mai capitato di vivere una cosa simile, ma non poteva cedere, sarebbe morto altrimenti, non poteva lasciarlo andare

“resta qui, mi prenderò cura di te”

“non sono una spora da compagnia ragazzina...non mi tratterrai qui un minuto di più!”

Raccogliendo le poche forze rimaste, Thrax si alzò di scatto facendo cadere indietro Aniel che emise un pigolio simile ad un pulcino. Ma cos’era quella ragazzina un peluche? Pensava mentre si avviava alla porta barcollando, quando qualcosa lo afferrò da dietro, abbassò lo sguardo e vide delle piccole mani rosse che si aggrappavano al suo cappotto nero,  sentiva la pressione del viso di lei sulla sua schiena mentre sembrava aver dietro un massaggiatore tanto tremava

“Thrax per favore...ti ammazzeranno, non voglio...resta”

“perché ti preoccupi così tanto?...non hai paura di me ragazzina?”

La giovane di risposta strinse ancora di più la presa. Se fosse uscito così  l’avrebbe portata dietro come uno zaino,inoltre quella ragazza aveva ragione, era debole, troppo debole. La mano di lui lasciò la maniglia lentamente e si voltò verso Anies prendendola  per le braccia e sollevandola come un neonato, la posò senza sforzo sul divano mentre anche lui si sedette. Si voltò verso Anies che intanto lo fissava con un sorriso vispo

“allora?..”

“giochiamo!”

“...giochiamo??”

“ad indovinare cosa sei!”

“oh cielo..”

“un fungo!”

“ti sembro un fungo io??mi prendi per i fondelli??”

Anies rise divertita, si rannicchiò sul divano dondolandosi mentre Thrax si sistemò davanti a lei  rannicchiandosi per come poteva anche lui sul divano mentre la osservava sembrava accennare ad un sorriso. Anies  ricambiò il sorriso mentre riprese a concentrarsi

“allora...sei...un batterio!mmh..uno stafilococco? “

“acqua”

“almeno sei gram positivo?”

Chiese mimando un espressione mista tra curiosità e disperazione

“alto mare baby”

“mmh...gram negativo!”

Thrax scosse la testa ridacchiando. Il suo tono di voce ora era più profondo, appena rauca, sensuale e rassicurante allo stesso tempo, quella voce che vorresti sentire quando hai paura insomma.  Anies voleva sentirlo ancora parlare. Non sembrava aver più fatica a respirare, le cure sembravano funzionare alla grande. Pensava contenta nel vederlo di nuovo in forze.

“allora sei un virus!”

“mmh...continua..”

“beh...ehm...sei un virus...quindi...sei...HIV!”

“no”

“ebola!”

“no..”

Anies non si rendeva conto che ad ogni risposta sbagliata si stava avvicinando sempre di più a lui, nominò diversi virus ma lui negava sempre mentre le sorrideva enigmatico.

“uff...mi arrendo...”

Sussurrò mentre si tirò indietro con la schiena, ma qualcosa la fermò, la mano di Thrax ora le reggeva la schiena

“ti dico solo...che mi basta sfiorarti per ucciderti..”

Sussurrò tirandola piano a sé

“mi ucciderai?”

Chiese lei senza opporre resistenza. Thrax la guardò sorpreso, di solito tutti entravano nel panico appena lo vedevano, e lui l’aveva perfino minacciata di morte, ma lei, sorrideva. E diamine, era anche carina quando lo faceva. La tirò a sé e sorrise appena

“...no...”

Anies vide l’espressione di lui farsi più dolce

“forse...è meglio che tu non sappia chi sono...forse è meglio che..me ne vada una volta ristabilito”

“e poi che farai?..”

“farò del male a Frank..”

Sussurrò stringendola a sé mentre Anies sospirava nel sentire la sua ultima affermazione. La giovane si aggrappò a lui alzando lo sguardo

“ora ti penti di avermi salvato?”

“no..”

“sei una stupida..”

“e tu..quando avrai “fatto del male” a Frank…sarai soddisfatto?..sarai..felice?”

Thrax rimase immobile, la fissava con gli occhi socchiusi come se avesse un cucciolo tra le braccia, quella Anies...era di una dolcezza innaturale, non aveva mai visto un essere simile. La strinse piano a sé posando il mento sulla sua fronte

“non lo so....”

Sussurrò lui mentre la copriva con la sua giacca. Con l’altra mano giocherellava con una strana corda nera dentro la quale brillavano piccole luci viola. Anies la osservò un po’ ma decise di non chiedere oltre

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** stranger than me ***


Erano passate diverse ore e Anies era di nuovo in piedi mentre Thrax dormiva ancor stanco per lo sforzo subito. La giovane stava preparando una crostata al saccarosio mentre in frigo per fortuna aveva ancora lo stufato di carboidrati.

“oh cielo ho scordato il lattosio fuori dalla porta! Mio padre mi ammazza se lo lascio fuori..”

Disse mentre si avviava alla porta. Ma prima che potesse passare oltre, qualcuno suonò il campanello. La giovane si bloccò e indietreggiò

“chi…chi è?"

“polizia di Frank!”

Anies sobbalzò mentre si voltò verso Thrax , o almeno, quell’ammasso nero sul divano, non l’avrebbe svegliato nemmeno una cannonata. Anies sospirò ed aprì la porta solamente per lasciar uscire il capo

“s..sì?”

Un globulo bianco alto e con un paio di occhiali da sole era poggiato alla porta, era un amico di suo padre, spesso si era trovata con lui e suo padre che facevano  merenda in salotto davanti alle partite

“buonasera piccola,c’è tuo padre in casa?”

“no, è fuori casa per almeno una settimana”

“capisco, devi stare attenta, gira un tipo strambo, è alto con un cappotto nero e tutto rosso con un artiglio affilato. Lo abbiamo ferito gravemente ma è riuscito comunque a scappare, i macrofagi stanno cercando il suo cadavere ma se è ancora vivo, dobbiamo subito sopprimerlo”

“certamente agente, le farò sapere di certo se ci sono novità”

“mmmh….è odore di saccarosio quello che sento? Oggi c’è la partita, posso vederla da te? La mia TV è rotta”

“ehm..purtroppo  non funziona nemmeno la mia”

“oh..allora posso assaggiare la tua specialità?”

“ehm…”

Non poteva dire di certo no a quell’agente, sarebbe stato troppo sospetto, doveva riuscire ad allontanare Thrax o almeno nasconderlo da qualche parte

“sai che c’è? La crostata al saccarosio è ottima con del colesterolo! Peccato che non ne abbia in casa…”

“vado a prenderlo io! Torno tra pochissimo!”

Disse lui entrando in auto. Non c’era tempo da perdere, la giovane si voltò correndo in casa e si inginocchiò in scivolata accanto a Thrax, si scorticò le ginocchia per farlo ma non c’era tempo nemmeno per il minimo lamento

“Thrax! Eih! Thrax!”

La giovane si mise a scuoterlo e di scatto il virus si voltò verso di lei puntandole l’artiglio infiammato alla gola. La giovane sobbalzò intimorita ma poi cercò di calmarsi

“s..sono io Thrax..”

Sussurrò posando la mano sull’artiglio che sembrava spegnersi  appena Thrax la riconobbe. Il virus si sedette tirando indietro i capelli e sospirando, si voltò verso di lei

“ancora un po’ e ti ammazzavo Anies…che succede baby?..”

“sta arrivando un globulo bianco! È un amico di papà e come al solito vuole la crostata, devi nasconderti!”

“fallo entrare, sono abbastanza in forze per eliminarne uno solo”

Anies lo guardò curiosa, quanti ce ne erano voluti per metterlo in difficoltà? Ma non c’era tempo per le domande, così lo  prese per mano cercando di farlo alzare

“su ti prego!!”

Thrax la tirò a sé facendola cadere sulle proprie gambe, di scatto la strinse a sé nascondendo il volto tra i capelli di lei

“oh come sono ossigenati, non sei stata a consegnare oggi?”

“sai, un virus gigante mi ha investita!”

“per investire qualcuno occorreva un mezzo, tu avevi una bici al potassio”

“e tu sei un mezzo già di tuo, hai investito me e la mia bici”

“ora non sei più timida eh?”

Anies lo guardò sorpresa, era vero, non era più timida, almeno con lui di solito balbettava continuamente in presenza di estranei, ma lei lo abbracciava e si lasciava abbracciare perfino.

“ascolta…ti prego..devi nasconderti Thrax..”

Lo supplicò allontanandosi appena da lui mentre cercava di alzarsi

“ti scongiuro…”

Thrax la osservò per un po’, la sua espressione era calma, sembrava intenerito dalla giovane. Senza dire nulla, si alzò tenendola in braccio e si diresse alle scale che portavano al piano superiore

“hai un armadio abbastanza grande?”

“sì..è nella mia camera”

Disse mentre lui la posava a terra gentilmente. La giovane aprì un grande armadio bianco

“presto entra!”

Disse tirandolo per la manica. Thrax entrò nell’armadio, ci stava praticamente preciso, quasi stretto. La giovane chiuse di scatto le ante

“fai il bravo!”

“sì mamma…”

La giovane stava per scendere le scale quando Thrax la chiamò di nuovo

“che c’è??”

“ma davvero hai il coraggio di mettere questa roba?...PIZZO???”

“ti ricrederai quando me li vedrai addosso!”

“ci conto baby!”

Anies sospirò, quello rischiava la vita e lui voleva vederla vestita di pizzo. Era davvero un tipo strambo. Si avviò in cucina quando il campanello suonò di nuovo

“sono tornato!”

“oh..prego la porta è aperta!”

Il globulo bianco entrò togliendo gli occhiali scuri, sorrise alla giovane e si sedette sul divano

“wow Anies! Questo divano è bollente!”

“ehm…sì! Ci ho dormito tutta la notte!”

“wow, sei tutta un fuoco allora”

Disse ridendo mentre Anies gli porgeva una fetta di crostata

“sei sempre stata un ottima cuoca…sai?”

“ehm grazie agente”

“Jones, chiamami Jones piccola!”

“ehm..Jones”

Anies si sedette sospirando

“ehm..quindi Frank è nei guai?”

“non lo so… il sindaco ha quasi abbandonato le indagini, ha detto che tanto ormai quel mostro è morto e non occorre allarmarsi, ma io e un mio collega stiamo comunque ispezionando la zona in cui è stato visto l’utima volta”

“è..tanto pericoloso?”

“non lo so, non sono riuscito a capire cosa fosse, però l’ho visto ed è spaventoso ... appena lo trovo lo ucciderò”

Anies stava per farsi andare il lattosio di traverso quando sentì la parola “uccidere” beh certo non gli avrebbero fatto un party di ben ritrovato, ma l’idea di sapere la fine che avrebbe fatto le aveva chiuso  le vescicole digestive.

“c…capisco..”

“Anies, so che sei una brava ragazza,ma quegli esseri…quei mostri, non meritano la tua compassione”

Sorrise amichevole dandole un buffetto
“grazie per il dolce, ora devo tornare a lavoro, fammi sapere se ci sono novità”
Disse alzandosi ed uscendo dalla porta mentre rindossava gli occhiali. Appena il rumore dell’auto si fece distante, Anies corse di nuovo in camera aprendo l’armadio preoccupata

“Thrax?”

Rimase diversi secondi a fissare il virus davanti a lei , poi si inginocchiò a terra tenendosi la pancia dalle risate. Davanti a lei Thrax aveva in testa una cuffia rosa da notte mentre addosso gli era caduta una mantellina invernale rosa. Ma la cosa migliore era la faccia seccata di Thrax che non poteva muoversi per togliersele di dosso. La giovane si alzò ridendo mentre gli tolse tutto quel rosa di dosso mentre lui uscì dall’armadio senza dire nulla

“eih stavi bene così sai?”

“ah sì?”

Thrax la prese di peso e la gettò sul letto facendola rimbalzare. Ma Anies continuava a ridere a crepapelle. Thrax si voltò verso l’armadio e le mise in testa un fiocco. Voleva renderla ridicola ma l’unico risultato era stato renderla ancora più bella

“oh accidenti! Sembri la personificazione del saccarosio”

“lo prendo come un complimento”

Rispose lei ridendo appena, Thrax sbuffò mentre la aiutava a sedersi di nuovo. La osservò, quel fiocco senza volerlo era perfettamente abbinato al suo completino color turchese pallido, ed il fiocco era dello stesso colore. Si lasciò sfuggire un sorriso mentre Anies rivolse lo sguardo verso di lui

“eih..”

Sussurrò tirandola a sé  e stringendola piano mentre l’avvolgeva nella giacca nera, la giovane arrossì aggrappandosi a lui, dapprima il suo istinto  prevalse e la giovane si strinse a lui più forte che poteva, pensando a rischio che lui stava correndo, ma poi si staccò imbarazzata

“ehm..ho..fatto la crostata..de..devi mangiare per metterti in forze”

Disse correndo in cucina. La giovane prese a macchinare con pentolame e piattini e sistemò la tavola mettendo un piatto pieno di carboidrati, sfortunatamente aveva fatto male i conti dato che suo padre prima di andarsene aveva spolverato due porzioni che erano rimaste, così la giovane dovette prendere il poco che restava. Thrax  la raggiunse poco dopo, si sedette su una sedia mentre osservava le porzioni

“sei a dieta?”

“ehm..sì certo!”

“bugiarda..”

Disse mentre  prendeva un boccone, sorrise appena

“io sono un virus, un agente patogeno, e tu non dovresti essere cordiale con me”

“non dovrei?”

Ripeté lei sorridendo. Non era una risposta logica, ma Thrax sembrò aver afferrato il messaggio. Lei voleva aiutarlo, quella ragazza sembrava  quasi un miraggio. Mai aveva visto tanta bontà, mai qualcuno er stato gentile con lui, diamine era un assassino, non c’era nemmeno da biasimarli. La giovane aveva preso solo due cucchiaiate e già il suo piatto era vuoto

“Anies..”

“sì?”

“apri la bocca”

Disse prendendo una cucchiaiata dal suo piatto e avvicinandolo a lei.  La giovane stava per controbattere ma Thrax si schiarì la gola  con fare di rimprovero e la giovane fece come gli era stato detto.  Prese altre due cucchiaiate in modo da mettere in pari le porzioni

“ma Thrax! Devi mangiare più tu, hai bisogno di forze”

“ma non farò morire te di fame”

Già, per la prima volta lo aveva detto, per la prima volta nella sua vita aveva desiderato la salvezza di una persona piuttosto che la morte. Sì, quella ragazzina era davvero, davvero strana.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Mortal.. ***


Erano passati tre giorni da quando Thrax era stato portato in casa sua in fin di vita. Ormai si era ristabilito del tutto ma comunque la giovane lo aveva supplicato di restare perché c’erano ancora i controlli. Thrax sembrava avere una gran fretta, ma comunque acconsentì dato che sembrava comunque apprezzare la presenza della giovane. Passavano le giornate davanti alla TV per controllare se c’erano ancora linfociti attivi nelle vicinanze, oppure se ne stavano sul letto di lei a giocare a giochi da tavolo che Thrax definiva “stupidi” ma poi sembrava un bambino davanti ad un videogame. Ora la giovane doveva uscita a fare spesa. Purtroppo le loro scorte erano finite e la giovane doveva andare in bici, ci volle un ora prima di convincere Thrax a starsene a casa. La giovane uscì di casa prendendo il suo “mezzo” partì di corsa, doveva prendere del lattosio fresco, glucosio, carboidrati vari e un po’ di colesterolo. Di colesterolo ce n’era in abbondanza da Frank, tanto che la maggior parte era esiliata nelle parti addominali e ormai avevano fatto sparire i muscoli dell’addome. La giovane entrò nel negozio e prese tutto il necessario, cercava di evitare il più possibile i gruppi di eritrociti che parlavano del misterioso virus rosso. Almeno non avrebbe dovuto inventare scuse. La giovane uscì dal negozio e posò nella cesta la borsa piena quando un gridolino soffocato la fece sobbalzare. La giovane alzò la borsa e vide un piccolo batterio, color verde acqua che si era rifugiato nel suo cestino, sembrava terrorizzato,sembrava parlasse un'altra lingua

“eih piccolino, stai calmo”

Disse lei con gentilezza prendendolo in braccio, l’esserino comunque era sempre agitato

“adesso calmati, sei al sicuro.. dimmi cosa ti spaventa ok?”

“ma muerte roja!! La muerte roja senorita!!l’ho vista con i miei occhi!”

“i globuli bianchi ti hanno fatto vedere la morte in faccia eh? Ma non capiscono che ci sono cose ben peggiori in Frank?”

Commentò posando il batterio nel cestino e dandogli un pezzetto di saccarosio

“tu piccolino non puoi far del male a una mosca”

Sorrise dolcemente mentre l’esserino sembrava essersi calmato mentre come un bambino mangiava il suo dolcetto. La giovane si fermò davanti alla casa. Diamine, quel sindaco fa uccidere solamente i batteri indifesi, ci mancava poco che sterminasse la flora batterica. Eppure il signor Coli era un tipo simpatico e utilissimo quando Frank mangiava troppo piccante.  Per Frank occorreva una dieta equilibrata e una vita meno sedentaria. Pensava mentre entrava in casa con il sacchetto in mano e il batterio avvinghiato al collo

“Thrax! Sono a casa!”

Disse mettendo a posto le borse

“ha chiamato mio padre?”

“sì! Gli ho risposto e ho detto che mi sto prendendo cura di te!”

Anies sobbalzò

“cosa??!”

“stavo scherzando, cielo non capisci un po’ di sarcasmo ragazza?”

Nel sentire quella voce, il batterio aveva ripreso a tremare

“eih, non preoccuparti, è solo un mio amico”

Disse posandolo sul tavolo

“adesso te lo presento”

Disse tranquilla cullando l’esserino

“Anies! Hai portato un altro coso appiccicoso in casa?”

“guarda che anche tu sei uno di quei cosi!”

“ma io sono più bello”

Disse mentre scendeva le scale tirando indietro i capelli come se stesse facendo una sfilata di moda. Alla vista di Tbhrax, l’esserino andò completamente in panico gridando di nuovo

“la muerte!! La muerte roja!!”

Anies dovette stringerlo ancora più forte per tenerlo fermo

“stai buono! Guarda che è un amico! E poi cosa sarebbe muerte Roja?? Suvvia!”

Thrax si avvicinò con il suo solito ghigno, era soddisfatto nel vedere il terrore in quel batterio, tanto che si avvicinò ad Anies, avvicinò il viso a quello del batterio che lo fissava immobilizzato dalla paura

“bu!”

Con uno scatto l’esserino finì sulla testa di Anies che faticò per staccarselo dai capelli e riprenderlo in braccio

“Thrax!!l’hai fatto apposta vero??”

“certo..”

Disse mentre prendeva una confezione di lattosio e la mandava giù tutta d’un sorso

“eih!!!ci dovevo fare la crostata!!”

“ops”

Disse fingendo palesemente dispiacere. Anies sbuffando posò su un seggiolino il batterio e gli diede un altro pezzo di saccarosio

“tieni piccolo, lo zio Thax non ti farà nulla te lo prometto”

“gli darai un nome?”

“mmh..sì! lo chiamerò..Poty!”

Thrax la fissò per un po’ con fare seccato

“Poty.”

Ripetè  con tono quasi disgustato

“sì!”

“è il meglio che sai fare? Se non avessi avuto un briciolo di intelligenza come mi avresti chiamato? Toty?”

Aniel sbuffò incrociando le braccia

“è un nome bellissimo! Vero Poty?”

Disse rivolgendosi al batterio che sorrise contento

“visto?”

“oh cielo...io me ne vado”

Disse voltandosi seccato. Era certo una battuta, ma Anies scattò prendendogli subito la manica, mentre lo fissava quasi spaventata. Thrax si voltò e non potè fare a meno di darle un buffetto sulla testa

“stavo scherzando, ma comunque devo fare una commissione..ho aspettato troppo tempo e devo fare il mio lavoro..”

“...il..tuo lavoro?..”

Per un attimo la giovane si era scordata di cosa fosse. Magari il suo lavoro era creare unpò di febbre, o magari un forte raffreddore, e poi una volta soddisfatto avrebbe immunizzato Frank e sarebbe rimasto con lei. Pensò speranzosa.

“..posso venire con te?”

“è pericoloso”

“non fa nulla, non voglio stare qui da sola”

Thrax roteò gli occhi sbuffando, ma poi annuì mentre si massaggiava le tempie con il palmo della mano

“ok, andiamo bimba”

Disse uscendo fuori di casa, i due passarono dal retro dell’edificio, per fortuna i vicini erano usciti e nel quartiere sembrava non esserci anima viva. La giovane non poteva di certo fare da scudo a Thrax, anzi, sembrava che lui volesse far copertura a lei

“la tua auto?”

“non ce l’ho”

Thrax sospirò mentre in un angolo vide un auto logorata dal tempo e piena di ammazza ture. Perfetta. Il virus la prese per il polso tirandola con sé verso quel rottame, Anies osservò l’auto stupita

“ma...ma quella non partirà mai”

“sì che partirà”

“è la vecchia auto di mio padre, dobbiamo portarla a rottamare, ci abbiamo provato ma non cammina nemmeno”

“tu fidati ok?”

“ok..”

Sussurrò entrando in auto con cautela, anche Thrax entrò al posto di guida e sorrise alla giovane con fare furbo, alzò l’artiglio che si illuminò di arancio e lo infilzò come se fosse una chiave. La macchina sembrò prendere fuoco all’improvviso, ma le fiamme non bruciavano. La macchina cambiò lentamente forma prendendo le sembianze di un auto da corsa rossa fiammante

“w..wow!”

Disse emozionata la ragazza

“mio padre mi amerà quando vedrà questa bellezza!”

Disse contenta lei mentre osservava le fattezze della sua nuova auto. Thrax sorrise soddisfatto mentre guidava a velocità pazzesca, la giovane se ne accorse solo pochi metri prima dell’arrivo quando Thax frenò bruscamente. Se non fosse stato per la mano di lui che la trattenne,la giovane si sarebbe ritrovata  sul cofano dell’auto.

“eih! Non andare così veloce”

Thax sospirò dandole un colpetto sulla nuca

“eih!”

“è da quando sono partito che vado così veloce, o forse anche di più, certo che hai la testa tra le nuvole bimba”

Anies rise appena imbarazzata mentre Thrax scese dall’auto, la giovane fece lo stesso quando notò che aggrappato al sedile c’era una pallina verde acqua piuttosto familiare

“Poty...ti avevo detto di stare in casa”

“Poty segue senorita! Poty protegge senorita!”

Anies rise prendendolo in braccio

“ah sì?beh allora mi sento davvero tranquillo”

Thrax sbuffò avviandosi mentre Anies lo seguì di corsa. I tre raggiunsero un edificio dalla quale usciva un sacco di fumo. Dovevano essere le famose saune delle ascelle di Frank, in quel luogo vivevano i batteri più pericolosi di Frank

“T..Thrax aspetta!”

La giovane si aggrappò alla sua giacca tirandolo appena per fermarlo, il virus si voltò un attimo per fissarla e senza dire nulla la prese per la spalla e la nascose sotto alla sua giacca

“resta qui  e nessuno ti toccherà una vescicola ok piccola?”

Era un caldo assurdo sotto al quel cappotto, in fondo era con quella temperatura che molti batteri vivevano. Anies si strinse a lui,non poteva fare altro che seguirlo sperando per il meglio. Quei batteri alle saune erano i peggiori ed i più pericolosi dopo che la figlia di Frank aveva tolto al padre i deodoranti per paura del cancro. I due raggiunsero la sala centrale dove il fumo era sempre più denso ed asfissiante. L’odore era nauseabondo tanto che Anies dovette coprire il  viso con una mano. Anche Thrax sembrava disgustato da quel posto,si guardava attorno con espressione calma,canticchiava perfino. Anies cercò di restare calma, e la voce di Thrax riusciva a non farle perdere il controllo. Mentre il fumo si diradava,un gruppo di batteri intenti a discutere di pizzo e spedizioni punitive a delle micosi.

“allora è qui che si nascondono le parti più sgradevoli di Frank”

Disse disgustato Thrax avanzando mentre tutti si voltarono verso di loro. Quello più anziano si alzò in piani seccato e si avvicinò a Thrax

“senti  amico, hai sbagliato indirizzo, questa è una ghiandola sudorifera privata”

“sto cercando alcuni volontari per un buon colpo”

“eih amico, siamo noi qui che comandiamo, alza i tacchi prima che mi scoccio”

Disse l’anziano facendogli cenno di andare. Aniel si guardava attorno spaventata, ad un tratto uno dei germi si avvicinò

“eih amico cos’hai lì sotto?”

Disse notando la giovane. Thrax di risposta la strinse a sé più forte, senza perdere la calma, sicuro.

“questa non si tocca..”

“cos’è? Una bella crocerossina?”

“non sono qui per discuterne, allora,ho fatto una richiesta precisa..sto facendo un colpo grosso,voglio dei volontari”

“senti amico mi hai stufato, Bob portalo sulle gote e ficcalo in un punto nero, la visagista di Frank ti farà schizzare via”

Disse con tono minaccioso. Anies sentendo quelle parole prese a tremare spaventata,alzò lo sguardo verso thrax che tirò fuori un sorriso soddisfatto mentre lasciò la presa su aniel. La giovane indietreggiò uscendo allo scoperto. I batteri si avvicinarono interessati

“oh che bella pupa!”

“bene appena abbiamo sistemato questo tipo sarà nostra”

Thrax la prese piano avvicinandola di nuovo a sé, si chinò avvicinandosi al viso di lei

“sta traquilla...resta ferma dove sei...fidati di me..”

Anies annuì appena senza smettere di tremare mentre uno scagnozzo si avvicinò a Thrax tirandogli un pugno. Thrax rise fermandolo con una mano sola mentre gli spezzò il polso con il minimo sforzo. Poi si voltò verso gli altri batteri che indietreggiarono. Il suo artiglio si illuminò di nuovo e lo posò su una delle vasche facendo evaporare tutti i liquidi. Nella nebbia la giovane riusciva a mala’ena a vedere cosa stava succedendo. Sentiva grida e tonfi, la giovane rimase immobile

“Thrax..”

Dopo pochi secondi, la giovane si sentì di nuovo avvolgere , dapprima sobbalzò spaventata, ma poi sentì di nuovo la voce di Thrax. Sospirò sollevata stringendosi forte a lui mentre i batteri rimasti tremavano di paura

“allora....che..che malattia progettava...capo?”

“Mortale..”

La sua risposta fu immediata, disse quelle parole con un enfasi  tale da far gelare tutta l’emoglobina di Anies. Lo sapeva,avrebbe dovuto saperlo.  Stupida lei, stupida che aveva pensato ad aiutarlo, stupida che  credeva fosse un virus non nocivo. Stupida lei che anche in quel momento non riusciva a non aggrapparsi a lui. Thrax indietreggiò appena mentre i batteri annuivano sottomessi.

“a breve farò una riunione, restate attivi nelle prossime 12 ore”

Disse serio mentre si voltava allontanandosi. I due salirono di nuovo in auto mentre Thrax metteva in moto

“che c’è bimba?”

Disse notando l’espressione di Anies. Lo fissava spaventata, sì, in quel momento era lui a farle paura.

“vuoi...davvero...”

“uccidere Frank? Sono qui per questo..”

La giovane si voltò verso il finestrino rannicchiandosi sul sedile ormai senza far caso alla velocità folle . Sospirò portando le mani al viso trattenendo le lacrime come meglio poteva

“sai...”

Sussurrò con voce tremante

“sai cosa accadrà se Frank morirà...”

“lo so benissimo, non sono un novellino”

“sai allora cosa...mi accadrà”

A questa affermazione, Thrax rimase  in silenzio per diversi secondi. Poi si voltò verso di lei, stavolta più serio che mai. E’ vero, quella giovane sarebbe morta. Morta insieme al suo possessore. Per un attimo la convinzione che fino a pochi minuti prima aveva illuminato il suo viso, ora era sparita facendo posto ad un espressione che mai aveva visto in Thrax. Dubbio, forse..paura.

“non accadrà”

Disse poi con una voce che però diceva il contrario.

“...non dovevi salvarmi piccola..”

Sussurò dopo un po’

“non dovevo già..”

Rispose lei ridendo appena malinconica

“ma l’ho fatto..e lo rifarei altre mille volte..”

“perché?”

“’in fondo..entrambi cerchiamo di sopravvivere. Frank ha ucciso miliardi di germi, specialmente in questi ultimi anni..e..tu...uccidi la gente come Frank..”

“tu però non  mi hai ucciso..”

“e neanche tu hai ucciso me..”

“touche..”

Disse ridendo appena

“ora cercherai di fermarmi?”

“no...voglio solo....”

Guardò in basso mentre gli sfiorò una mano

“starti vicino..”

Ribattè lei mentre Thrax riprese a fissare la strada. Era una sciocca, una sciocca ingenua. Mai in vita sua gli era capitato di vedere una ragazzina tanto ingenua e generosa. Parcheggiò sul retro mentre senza dare nell’occhio rientrarono in casa passando dalla porta della cucina. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Phobia ***


Thrax si andò a buttare sul divano, ormai si comportava come se fosse casa propria, con una mano prese il telecomando e lo accese mentre alla TV il sindaco presentava il progetto del fine settimana.
“ma questo Frank come fa ad essere ancora vivo con tutte le schifezze che mangia?”
Aniel si avvicinò a lui che si mise su un fianco per farle posto sul divano. Aniel si sedette poggiandosi con la schiena al petto di lui. Sospirò guardando la TV che continuava a trasmettere le follie del sindaco.  Ma riflettendoci sopra, il troppo colesterolo ora era una bazzecola in contronto a quello che aveva staso sul divano. Un virus mortale con tutte le intenzioni di ammazzare Frank . Sentì la mano di Thrax passarle dietro la schiena, afferrare il telecomando e cambiare al volo canale. Mostrano poi delle repliche di ricordi di Frank. In onda c’era il ricordo preferito di Anies. La moglie di Frank, morta per malattia.

“guarda com’era bella..”

“chi?”

“la moglie di Frank..ora...c’è solo lui con la bambina”

Già, e lei stava aiutando Thrax a rendere orfana quella creatura

“Thrax..”

“dimmi bimba..”

“Non ti piacerebbe restare?..”

Chiese a bassa voce rannicchiandosi

“non ti piacerebbe...trovare finalmente un posto dove vivere?”

Lui rise divertito nel sentire quelle parole, come se lei avesse appena fatto una battuta. Anies si voltò mentre Thrax riprese a fissarla

“io non me ne faccio nulla di una casa in cui stare, non è roba per me, io voglio stare sui libri di medicina bimba..”

“mi chiamo Anies...”

Sussurrò lei  voltandosi di nuovo verso la televisione. Thrax sospirò tirando indietro i capelli

“cosa vuoi Anies?”

Chiese schietto tornando a sdraiarsi mentre con la mano giocava con i capelli di lei

“...non voglio che Frank muoia..se tu..”

Thrax scattò a sedere facendo quasi cadere a terra la giovane. Anies si trovò l’artiglio infiammato di lui puntato al collo mentre lui la fissava serio come non mai

“vuoi ostacolarmi anche tu eh?prima dicevi cose e ora rimangi tutto eh?...sei come gli altri,smidollata..e non c’è posto per gli smidollati nei libri di medicina..Anies...io ucciderò Frank...e chiunque si trovi in questo corpo...tutti moriranno...e tu non potrai farci nulla..”

Ad un tratto Thrax sentì qualcosa, qualcosa di umido scendergli lungo la mano. Gli occhi di lei erano gonfi di lacrime,tremava come una foglia mentre gli occhi di lei erano puntati su di lui

“io....volevo solo....io...”

La giovane scansò la mano di lui e si alzò di corsa dal divano. Uscì di corsa dalla porta mentre sentiva Thrax che cercava di chiamarla indietro. Ma lei non lo ascoltò, cominciò a correre,correre senza meta. La giovane imboccò un vicolo e si rannicchiò su una gradinata accanto ad un edificio abbandonato. Alzò lo sguardo notando di essere arrivata fino alla milza di Frank. Piangeva singhiozzando. Mentre la voce di Thrax le rimbombava in testa e già le mancava. Già..le mancava eccome. Ma non poteva tornare indietro, non voleva farlo arrabbiare, voleva solamente trovare una soluzione per stare insieme ed essere felice.
 
“eih guardate..c’è l’amichetta di quel virus”

Una voce troppo familiare fece sobbalzare Anies che dovette asciugare le lacrime per distinguere quelle tre figure verdi. Erano quei tre batteri che Thrax aveva reclutato, cosa volevano? Non erano stati convocati,non dovevano essere lì.

“sai, il tuo amico è forte..ma..non ci piace affatto..ci ha trattati come zerbini,come nullità..e questo non va bene..”

“sai Bob,credo che dovremmo colpire anche lui nel suo punto debole”

“Thrax non ha punti deboli!”

“oh..ne ha eccome..ce lo abbiamo davanti..”

Anies rise appena scuotendo il capo

“non otterrete nulla..non sono nulla io per Thrax”

Il gruppo rise divertito. Non le credevano, certo, un paio di ore prima aveva distrutto un intero covo di batteri per proteggerla, era ovvio che non le avrebbero creduto. L’avrebbero picchiata,forse uccisa. E Thrax avrebbe continuato la sua opera di distruzione. Eppure, ci aveva sperato, aveva sperato che in lui ci fosse del buono. Almeno Poty era in casa al sicuro. I batteri si avvicinarono a lei sghignazzando

“ma prima giochiamo un po’ con te...”

Dissero prendendola di peso

“lasciatemi!!no!!per favore!!lasciatemi!!”

“stai zitta ragazzina!non ti sente nessuno tanto”

Dissero mentre la spinsero al muro cercando di strapparle i vestiti, ma prima che riuscissero a farlo,il batterio che la teneva ferma si ritrovò dilaniato a metà da un artiglio in fiamme. La giovane cadde a terra, per fortuna le avevano strappato solo una spallina del vestito e la giovane riusciva a reggerlo con le mani tremando come una foglia. Alzò lo sguardo respirando affannata e fissando il suo salvatore

“Thrax...”

Sussurrò mentre il virus aveva sistemato anche gli altri due. Lui si avvicinò a lei, si inginocchiò accanti ad Anies e le sfiorò la spalla

“ti hanno toccata?”

Lei  scosse il capo continuando a tremare

“no...no...”

Sussurrò sconvolta mentre stringeva la presa sui suoi vestiti. Thrax sospirò togliendosi la lunga giacca, avvolse la giovane più volte e la prese in braccio stringendola forte a sé

“non volevo farti spaventare...”

Sussurrò baciandole piano la fronte

“shh..è passato....non ti faccio scappare più ok?...”

Anies si aggrappò a lui piangendo per lo spavento mentre lui le massaggiava la schiena nel tentativo di calmarla. La sua voce, era la cosa più bella che avesse mai sentito. Calda, sicura e un po’ rauca. Un balsamo per le sue ferite, una ninna nanna per i suoi incubi. Arrivarono in poco a casa e lui la posò sul letto. Si sdraiò accanto a lei mentre Anies si rannicchiò accanto a lui

“io..volevo solo...trovare un modo per...”

“lo so...lo so bimba..non dovevo...dirti quelle cose...non devi aver paura di me...sei l’unica in questo mondo che possa dirlo”

“Thrax....”

La giovane tornò a fissarlo, lui la tirò piano su,avvicinandola al suo viso mentre Anies respirava sempre più affannata. Le labbra di lui sfiorarono quelle morbide di lei. Lei era speciale,era unica. No, non voleva perderla, per nulla al mondo.

“ho avuto tanta paura...”

“...anche io..”

Ammise lui carezzandole i capelli mentre le sorrideva dolcemente.

“il piccolo Poty?”

“dorme di là..”

“oh...”

“bimba...”

Anies alzò lo sguardo  verso Thrax

“non sei una smidollata..hai il coraggio di stare qui..con me...non sei affatto una smidollata..”

Anies sorrise appena aggrappandosi forte a lui. In risposta lui la strinse a sé cominciando a cullarla piano.

“devi riposare ora piccola..”

“non voglio dormire...”

“devi riposare invece....”

Sussurrò lui passandole una mano tra i capelli. Poi cominciò a canticchiare un ritornello calmo, piacevole. Senza parole,solamente un suono dolce come una ninna nanna. La giovane eritrocita sentì i brividi su tutto il corpo mentre si rese conto che sotto a quell’enorme cappotto, Thrax nascondeva un fisico forte,possente. La giovane si rannicchiò ancora di più chiudendo gli occhi. Quella melodia la cullava, era come un sonnifero,amava la sua voce,amava il suo calore..amava...
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** happly ever after? ***


 
Quando Anies aprì gli occhi, Thrax non era più accanto a lei. Scese dal letto infilando un paio di ciabatte,si voltò verso il piccolo Poty che dormiva beato sul cuscino come se fosse un gatto, lei gli diede una carezza mentre si allontanò dalla stanza  e scese piano le scale.
 
“sei tu bimba?”
 
Anies sospirò sollevata sentendo la voce di Thrax, per un attimo aveva temuto fosse andato via, o gli fosse accaduto qualcosa mentre lei dormiva ancora. La giovane si avvicinò al divano. Thrax era come al solito disteso per tutta la lunghezza del divano con i piedi che uscivano fuori. Sembrava avere degli zoccoli, la giovane li osservò per un attimo interessata ma poi si sedette appoggiandosi al petto di lui. In mano aveva una ciotola di colesterolo presa dal frigo, la giovane ne prese un po’ e osservò la Tv
 
“cosa guardi?”
 
“nulla di interessante..questo Frank è monotono”
 
“oh! Aspetta!che ore sono??”
 
La giovane alzò la manica di Thrax per guardare l’ora,gli aveva dato un vecchio orologio del padre dato che lui non ne aveva
 
“oh cielo! Fanno la replica!”
 
“replica?”
 
“sì!quella volta che la figlia di Frank lo aveva convinto a vedere un film con lei!”
 
“che film?”
 
“la bella e la bestia!”
 
Disse afferrando il telecomando dalla mano di Thrax come se nulla fosse
 
“eih!ho ucciso per molto meno!”
 
Anies si voltò e gli rispose a tono con una linguaccia. Di scatto Thrax la prese per la vita costringendola a stendersi accanto a lui mentre Anies rideva. Le carezzò i capelli baciandole la fronte
 
“come osi eh ragazzina?”
 
Sussurrò  fingendo un tono severo
 
“oh!ecco comincia!”
 
La giovane prese al volo la ciotola con gli snack e ne diede uno a Thrax. Lui sbuffò prendendo il suo snack e portando lo sguardo alla Tv mentre con la mano avvolgeva la vita di Anies. Posò il mento sulla testa di lei che tutta emozionata si muoveva saltellando sul divano
 
“eih stai buona almeno”
 
“oh scusa..”
 
Disse lei mentre riprese a fissare lo schermo. La bella e la bestia. Una storia di un amore impossibile. Un uomo talmente malvagio, che la sua punizione fu esser tramutato in una bestia. Poi una fanciulla, bella e gentile, che accettò di vivere con quella bestia scoprendo in lui un lato gentile. Anies osservava ogni singola scena mentre Thrax sembrava alquanto interessato alla colonna sonora, tanto che la canticchiava ogni volta che c’era una sequenza cantata. Già, quella bestia, somigliava molto ad una persona. Pensò Anies stringendosi a Thrax. Tutti hanno qualcosa di buono, bastava solo riuscire a tirare fuori quel loro lato.  Poi il fraintendimento, le spaventata che fuggiva. Ma lui tornava a riprenderla rischiando quasi la vita. Anies rise appena mentre vedeva la bestia curata da quella piccola fanciulla
 
“che c’è da ridere?”
 
“mi ricorda qualcuno..”
 
“eih, non sono così peloso!”
 
Disse facendole il solletico. Anies rise
 
“sì ma avete lo stesso carattere”
 
Disse mentre il film continuava a scorrere. Poi, la scena finale. Lui l’aveva lasciata andare, ma gli uomini del villaggio lo avevano ferito a morte,e lei era di nuovo tornata da lui. In punto di morte, la bestia sussurrava a lei *è meglio così* come se la sua morte fosse stata la salvezza di lei, come se volesse farla tornare indietro, ad una vita normale. E loro? Che fine avrebbero fatto loro? Per un attimo la giovane si proiettò al posto di quella ragazza,senza volerlo, le gote si tinsero di rosso e le prime lacrime presero a scendere, tanto che Thrax se ne rese conto sentendola tremare
 
“eih...non dirmi che ti sei commossa..”
 
Sussurrò girandola verso di sé. Anies non aveva il coraggio di alzare lo sguardo, così si appoggiò al petto di lui singhiozzando mentre Thrax le massaggiava la schiena per calmarla. Cosa ne sarebbe stato di lui? Cosa gli sarebbe accaduto? Cosa ne sarebbe stato..di loro?
 
“bimba...”
 
Sussurrò massaggiandole la schiena e tirandole su il viso prendendola piano per il mento. A cosa pensava? Non erano le solite lacrime da film romantico. Anies lo fissò asciugandosi poi le lacrime imbarazzata
 
“s..scusami..”
 
“cosa c’è?...”
 
“io...ecco...non voglio...che ti somigli così tanto..”
 
Sussurrò poi tornando a nascondersi . Thrax sospirò stringendola a sé mentre la cullava
 
“stai calma..era solo un film...solo..una favola..”
 
Sussurrò mentre le baciava i capelli. Già, non sarebbe mai accaduto nulla del genere. Lui non lo avrebbe mai permesso. Nessuno glie l’avrebbe portata via. Lui non era mai stato un principe...lui era da sempre stato la bestia, eppure,in qualche modo, anche lui desiderò tornare indietro per un attimo. Per un attimo, anche lui desiderò il suo lieto fine.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** sacrifice ***


La cosa che più odiava Thrax dei sogni, era il fatto che prima o poi sarebbero finiti. Per l’ennesima volta il virus si svegliò dal suo sogno ritrovandosi di nuovo nella città di Frank e realizzando che doveva svegliarsi da quel sogno e darsi seriamente da fare.  Alla fine del film la giovane Anies si era addormentata e portandola in camera sua aveva finito con l’addormentarsi anche lui accanto alla giovane. Thrax tirò indietro i capelli e guardò la giovane che dormiva raggomitolata al suo fianco. Sorrise carezzandole la schiena e si chinò appena baciandole il viso. Lei sorrise appena aprendo piano gli occhi, Thrax le fece spazio per lasciarla stiracchiare.

“buongiorno principessa..”

disse ridendo appena mentre la giovane si alzò con tutti i capelli gonfi e lo sguardo quasi assente tanto era assonnata, ma nonostante questo regalò a Trax uno dei suoi sorrisi più dolci. Il virus la tirò a sé baciandola piano sulle labbra, poi si alzò senza dir nulla e rimise la giacca che aveva lasciato su una sedia nell’angolo della stanza. Appena si voltò si trovò dietro Anies ancora assonnata che si strofinava gli occhi cercando di mettere a fuoco la situazione. Sorrise carezzandole il viso.

“ti..ti preparo la colazione?”

“non oggi bimba..”

“non hai fame? Che c’è stai male?”

Chiese poi guardandolo preoccupata. Thrax sospirò mentre aprì piano la porta senza smettere di fissarla pensieroso. Stava per far cadere il mondo addosso a quella ragazza, e lui non sarebbe riuscito a proteggerla, dato che ne sarebbe stato lui il responsabile. Pregava soltanto di trovare almeno un modo per salvare entrambi dal suo egoismo e dalla sua brama di potere.

“ascolta bimba…io devo andare…non posso per…non posso stare qui ancora a lungo”

Anies rimase immobile, come se fosse caduta all’improvviso dalle nuvole, dall’illusione che quella situazione durasse per sempre, come se Thrax fosse parte di quel mondo, sapeva bene quanti faceva male, anche lui era caduto nella realtà appena sveglio. Anche lui per un attimo aveva sognato, ma dai sogni ci si sveglia. Con una mano sfiorò il viso di lei che gli fermò la mano afferrandola con le piccole mani tenendola  ferma sul suo viso. Thrax sorrise appena avvicinandosi a lei e baciandola di nuovo. Ogni bacio era come una pugnalata per lui, ma non poteva farne a meno.

“vengo con te…portami con te..”

“bimba…io…vorrei ma..”

“se Frank muore, morirò anche io..”

Forse era quella la peggiore delle pugnalate al petto che aveva ricevuto in vita sua. Realizzò all’improvviso di non avere piani per salvare lei. Solamente stupide convinzioni che in qualche modo
l’avrebbe salvata. Ma di certo lasciarla lì era una delle peggiori idee

“va bene…..ma devi stare attenta….se succede qualcosa, tu non mi conosci, grida o prova a cacciarmi via ok?”

Anies lo guardò negli occhi con un espressione indescrivibile. Dolore, stupore e paura in un solo momento dipinti sul viso di lei. Thrax scacciò via ogni distrazione, doveva concentrarsi se voleva far bene il suo lavoro, le carezzo il capo e le fece segno di seguirlo.  I due partirono verso l’ipotalamo. I suoi scagnozzi si sarebbero trovati là e avrebbero distratto per bene la sorveglianza lasciando a Thrax il via libera per prendere il suo agognato trofeo. Sarebbero scappati insieme e di certo avrebbero trovato qualcuno compatibile per Anies. Maledetti gruppi sanguigni.  Pensava tra sé e sé mentre guidava la sua auto rossa fiammeggiante nel vero senso della parola. Per fortuna non doveva pagare multe per incendio nel traffico. I due si infiltrarono dal cervelletto, sembrava fila re tutto liscio, Anies era davvero silenziosa e non era affatto un peso come temeva.  La loro corsa ebbe un intoppo però, quando un sorvegliante si trovò faccia a faccia con Thrax. Quell’idiota evidentemente stava dormendo e non si è nemmeno accorto del diversivo, così con uno scatto Thrax prese in braccio Anies nascondendola nel suo cappotto nero, nascondendosi poi dietro alla prima porta che gli si parò davanti. Posò a terra Anies imprecando e maledicendo Frank e la sua inutile sicurezza che solamente per un caso di fortuna s era dimostrata accorta. Poi si guardò attorno, non vi erano muri in quella stanza e al posto delle pareti vi erano pellicole di immagini e ricordi di Frank. Anies si nascose spaventata dai ricordi dei momenti privati di Frank mentre Thrax la copriva come meglio poteva, almeno finché non arrivarono alla parte dei ricordi meno intimi. Anies si mise ad osservare i sogni riguardanti la moglie e la figlia di Frank e Thrax non poteva evitare di  notare la tristezza nei suoi occhi Eppure lei era lì, pronta a scappare con lui. Un assassino che aveva trovato per strada moribondo. I due uscirono di corsa quando un incubo imbarazzante prese il sopravvento. Thrax e Anies uscirono con la faccia sconvolta da quella porta e Thrax non poté fare a meno di commentare

“ma questo stava male anche prima..”

“diciamo…che non è nel suo periodo migliore…hehe..”

Thrax rise appena, ma poi dovette ricomporsi quando sentì dei passi in corridoio. Fece un cenno ad Anies che annuì seguendolo di corsa.  Per fortuna quella strana porta li aveva portati proprio nei pressi dell’ipotalamo. Ormai conosceva benissimo la strada. Ogni uomo è diverso dall’altro, ma quando si trattava di anatomia, erano tutti uguali.  Thrax mise KO i due controllori nel cervelletto senza problemi mentre Anies aspettava fuori. Davanti a lui apparve finalmente il suo trofeo, quella minuscola sequenza di DNA che avrebbe distrutto Frank in poche ore. Il suo record. Con l’artiglio Thrax aprì la sequenza di DNA e con precisione chirurgica afferrò il suo premio esultando come un bambino . Appena uscì Anies era lì ad aspettarlo, l’avrebbe presa e l’avrebbe portata via da quel posto orrendo, sarebbe rimasta con lui.  Sarebbe stata lei la sua casa.

“Anies…dobbiamo muoverci o…”

“Thrax!!”

Il virus rimase immobile quando vide uno dei poliziotti di Frank afferrare la giovane e puntarle un arma alla tempia. Non poteva credere alla scena che gli si parava davanti agli occhi. Non era possibile, come potevano minacciare una cittadina di Frank, ma soprattutto, chi aveva spifferato la loro affinità? Non ci volle molto prima che Thrax arrivò a capire che quei bastardi sapevano il fatto loro, molto probabilmente uno di quegli stupidi batteri aveva spifferato tutto. Thrax non riuscì a mantenere la sua solita calma, guardò il globulo bianco come se volesse squartarlo  con lo sguardo

“che cosa credi di fare? Stai minacciando una cittadina di Frank!”

“mi spiace amico, ma è meglio perdere un globulo rosso che perdere Frank..”

Disse serio. Non stava scherzando. Anies stava piangendo e tremava per la paura

“lasciate subito la ragazza!”

“prima inginocchiati e con l’artiglio bene in vista!”

“no Thrax!scappa ti prego!”

“non parlare Anies!”

Disse mentre il globulo bianco premette la pisola per farla tacere. Thrax ringhiò di nuovo verso il globulo bianco, come osava fare una cosa del genere a quella povera ragazza. Era stata troppo gentile, doveva lasciarlo per strada. A causa della sua gentilezza ora rischiava la vita per un capriccio di lui. Aveva ragione lei, potevano restare, eppure il suo orgoglio aveva rovinato tutto. Era finita.
Anies era terrorizzata, il poliziotto sembrava far sul serio e la giovane non riusciva a muoversi, con le lacrime agli occhi fissava Thrax sperando di vederlo scappare via. Ma non lo fece. Sospirò e sorrise alla giovane e si inginocchiò. Anies cercò di nuovo di liberarsi

“Thrax scappa!!ti prego!! Ti prego sarei morta comunque!! Ti prego scappa!!”

“lo so bimba….per questo forse…”

“no…non dirlo…ti prego..”

Thrax sospirò abbassando lo sguardo, rise appena amaramente ricordando la sera prima cosa aveva detto quello strano tipo, ed era propri quello che stava per dire in quel momento la vera bestia.

“forse è meglio così..Anies…”

“no!!Thrax!!ti prego….ti prego!!scappa!! troverai una casa...e..e sarai felice”

"allora non capisci...se me ne vado da qui, non troverei mai un altra casa..e ora...stanno puntando una pistola in testa alla cosa più preziosa che ho..alla mia bimba...alla mia casa.."

Due globuli bianchi si avvicinarono con una strana sostanza in mano. Mentre Anies sentì il petto trafitto da una lancia, la sua casa.Lui voleva scappare con lei,ma aveva fallito. Non era giusto, non era per niente giusto.

“consegna quello che hai rubato”

Thrax ringhiò verso un globulo bianco che voleva prendere di persona la sua catena, questo terrorizzato scattò indietro mentre Thrax rise

“fate quasi pena…”

Disse mentre consegnava il frammento vitale di Frank al globulo bianco che corse subito a rimetterlo a posto. E Frank era salvo al momento. Gli altri due agenti ridevano soddisfatti, come cacciatori
davanti ad una preda in trappola.

“sai cos’è?”

“è alcool puro…ecco uno dei lati positivi dei vizietti di Frank”

Anies sbarrò gli occhi mentre Thrax serrò i denti conoscendo bene la sostanza mortale per qualsiasi batterio o virus. La giovane tentò di nuovo di divincolarsi ma inutilmente, con gli occhi pieni di lacrime supplicò di nuovo a Thrax di scappare, ma nulla, era più testardo che mai.

“Thrax…Thrax….non…non è..giusto….ti prego…ti prego…”

Sembrava lo supplicasse di svegliarla, voleva essere svegliata da quell’incubo  terriibile e svegliarsi di nuovo sul divano tra le sue braccia con il loro piccolo Poty che saltellava per casa. Ma purtroppo era quella la realtà. Le gambe di Anies tremavano e avrebbero ceduto se non fosse per quel poliziotto che la tratteneva.  Poi il globulo bianco dietro Thrax, prese la siringa ed iniettò la sostanza nel collo di Thrax che ringhiò dal dolore rannicchiandosi

“abbiamo scelto una dose lenta ad agire..un po’ per il gusto di vederti contorcere, un po’ per dar tempo alla ragazzina di dirti addio, hai fatto la cosa giusta”

“non…fatele…del male..”

“siamo uomini di parola, tornerà alla sua vita di sempre…anche se la terremo d’occhio, ecco cosa si guadagna ad accogliere gente come te in casa..”

“ecco cosa si guadagna…ngh…ad essere troppo gentili…argh…”

“lasciala andare…tra un po’ passeranno i macrofagi e se ne andrà con un po’ di pus..”

Anies sentì le gambe cedere, ma non poteva cadere ora. Con le poche forze che aveva, raggiunse il corpo agonizzante di Thrax, il virus era rannicchiato mentre ringhiava dal dolore inumano.  Poi la giovane lo lasciò distendere sulle sue gambe mentre lei rimase in ginocchio. Thrax cercava in ogni modo di restare lucido, sorrise appena allungando la mano tremante verso il viso della giovane

“s..stai bene per fortuna…”

“sì…sì sto bene Thrax…ma..ma tu..”

“non dovevo stare qui…ti..ho rovinata Anies….”

“no..non è vero…io…voglio stare con te….resisti…non..non puoi morire….non puoi lasciarmi qui…io…io ti amo…”

Thrax guardò Anies con uno sguardo che mai aveva usato prima, dolce, un espressione serena. Respirava a fatica e ormai sembrava non avere più forze, tanto che la giovane doveva reggergli la mano per tenerla vicino al viso.

“mi dispiace..che ora…non mi trasformi in principe…..io…non lo sono mai stato…e mai lo sarò…però…anche io…ti amo…Anies..”

Sussurrò mentre chiuse gli occhi e il suo corpo sembrava scomparire pian piano in molecole rosse. La giovane si ritrovò a stringere solamente la catena di lui tra le braccia, rimase diversi attimi a fissare il vuoto sconvolta, le lacrime cadevano copiose a terra mentre stringeva l’unica cosa che era rimasta di lui

“Thrax….no…no…”

Si rannicchiò su se stessa serrando i denti fino a farsi male, poi un grido di dolore riempì la stanza , la giovane pianse come non mai, ogni singola molecola del suo corpo faceva male, il mondo le stava crollando addosso mentre  il calore che c’era prima ormai era solo un doloroso ricordo. Non era giusto, non doveva finire così non poteva finire così. Pensava ripetendo il nome di lui con voce temante

“Thrax…torna da me…torna qui…..”

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Epilogue ***


All’improvviso il mondo intorno ad Anies sembrava ancora più grande. E lei ancora più piccola. Erano passati diversi giorni da quando lo aveva perso. La polizia l’aveva accompagnata a casa giusto il giorno prima dell’arrivo dei suoi genitori, aveva passato la notte sotto sorveglianza anche se non aveva chiuso occhio, si era rannicchiata in una cella a piangere pregando e ripetendo il nome di Thrax come un disco rotto. I poliziotti impietositi l’avevano tirata fuori e messa con loro con una coperta e una cioccolata calda. Il poliziotto che l’aveva usata come ostaggio era stato sospeso. Quella giovane era solamente stata troppo ingenua, non meritava ulteriori sofferenze, aveva detto lo sceriffo. Per fortuna l’avevano trattata bene poi. Le avevano promesso di mantenere il segreto, ma comunque per un po’ l’avrebbero sorvegliata. La giovane aveva tenuto Poty in camera e non poteva più uscire con lui in bici dato che lo avrebbero scoperto, la giovane aveva messo al collo l’unica cosa che le restava di Thrax, quella strana collana nera e viola. La giovane non usciva quasi più di casa se non per fare la spesa. I suoi genitori erano preoccupata dato che erano giorni che non mangiava o andava a fare scorte di ossigeno. Lei si giustificò dicendo di essersi mollata con un giovane eritrocita. Ma ogni volta che diceva quella bugia sentiva una fitta al petto indescrivibile. Se solo avesse fatto qualcosa, se solo fosse riuscita a farlo restare. La giovane non ne poteva più di star lì,poi un giorno, arrivò un illuminazione. Mentre era sul divano a fare zapping tra i canali con o sguardo spento, la giovane vide un annuncio del sindaco. La figlia di Frank aveva convinto il padre a donare il sangue  e lui aveva accettato insieme ad una lista di terapie salutari per rimettersi in carreggiata. Anies scattò in piedi fissando il monitor. Ecco cosa doveva fare, doveva andarsene da quel luogo troppo pieno di ricordi. In così poco tempo quel posto si era riempito di ricordi di lui, ricordi di lei, ricordi del loro amore proibito. Doveva andarsene, doveva dimenticare tutto e provare a farsi una nuova vita. La scusa era perfetta, voleva studiare all’estero, e per farlo una trasfusione sarebbe stata perfetta, Il  giorno in cui Frank andò a donare il sangue, la giovane era già in fila per entrare appena l’ago entrava nella vena. La giovane stringeva la collana mentre le lacrime le rigavano il viso. La giovane salì insieme agli altri verso la sacca, non pensava fosse tanto somoda una trasfusione, sembravano ammucchiati come clandestini. La giovane faticò a trovarsi uno spazietto per sé. Era terrorizzata, stringeva a sé la collana e la borsa al suo fianco. Ci vollero nove ore prima che quella sacca venne utilizzata per una trasfusione d’urgenza. La giovane finalmente si trovò in una nuova città. All’inizio era entusiasta di vedere quel luogo completamente nuovo. Lorelai si chiamava, la città di Lorelai. Era davvero un bel nome, l’entusiasmo della giovane durò però poco. Anche quel luogo diventò all’improvviso enorme, la giovane andò nel luogo indicato per trovare un alloggio, la cosa positiva era che le regalarono anche una bici per migliorare il consumo di ossigeno. Wow, era davvero bella la città di Lorelai. Pensò lei guardandosi attorno. La giovane entrò nella sua nuova casa, era parecchio spaziosa, non era per nulla male. La giovane si guardò attorno mentre girava con la bici a consegnare ossigeno alle varie aziende dello sternocleidomastoideo. Certo che come primo incarico era parecchio importante dato che amava stare nei quartieri alti. La giovane prese uno sbocco mentre dal cestino spuntò un musetto familiare

“fai il bravo Poty ok?ti prendo un po’ di saccarosio tornando a casa ok?”

“sì!!”

La giovane fece un'altra svolta,stava esplorando i nuovi quartieri quando all’ennesima svolta si trovò qualcosa di nero e grosso davanti. Ma era troppo tardi, Anies non riuscì a frenare e si schiantò contro quella cosa.

“oh mamma!!”

La giovane riuscì ad afferrare al colo Poty che le stava volando addosso. La giovane si alzò scossa. Quella cosa era enorme, come facevano ad andare in giro globuli rossi tanto grandi? O magari era un grosso leucocita

“la prego mi scusi! Non l’ho vista e non sono riuscita a frenare! Si sente bene? Sanguina da qualche parte? È ferito??”

“eih bimba ce la fai a respirare??”

La giovane si bloccò di scatto paralizzandosi completamente mentre quella figura si alzava imponente. Quella voce le aveva scosso dentro un brivido e una nostalgia assurda. Ma Thraxx era morto, evidentemente era una coincidenza, anche il fatto che la chiamasse “bimba” evidentemente stava vaneggiando. Poi la figura si voltò, e per un attimo il mondo intorno a lei si bloccò

“Thrax…”

Sussurrò lei tremando come una foglia. Stava sognando, era un sogno e presto si sarebbe svegliata di nuovo in lacrime in camera sua. La giovane rimase immobile scuotendo il capo ed aspettando il doloroso risveglio. Ma non accadde nulla. Lui  era ancora davanti a lei, le sorrideva dolcemente guardandola  dall’alto

“che c’è? Non vieni ad abbracciare il vecchio Thrax?”

“non…non è possibile….io…è un sogno??tu…tu…”

“già…dovevo essere morto…ma poi mi sono risvegliato in un vaccino, avranno trovato dei miei residui e devono avermi rimesso a posto…adesso qui ci lavoro diciamo…e tu? Tu…non sei un allucinazione..?”

Anies scosse la testa, sentiva le lacrime rigarle il viso. La giovane posò a terra Poty e corse tra le braccia di Thrax nascondendo il viso al suo petto e stringendolo forte più che mai, anche lui la strinse a sé massaggiandole la schiena come per assicurarsi che fosse vera e non uno scherzo della mente.

“non so cosa ci abbia fatto rincontrare bimba…so solo…che non ti mollo più ora che ti ho trovata…”

“Thrax…”

Sussurrò lei in lacrime mentre un sorriso le illuminava i volto

“dimmi bimba…”

“te l’avevo detto che esisteva un lieto fine..”

Thrax sorrise asciugandole le lacrime con la mano mentre le baciò le labbra assaporando quel contatto tanto agognato fino in fondo. Allora anche lui poteva essere felice, anche lui poteva avere una casa.

“ah, sai la novità?”

“cosa?”

“mentre mi analizzavano si sono accorti di me e ora ho il mio nome nei libri di medicina, ora mi chiamano, la morte rossa…”

Disse impettendosi orgoglioso di sé.

“e per l’ennesima volta l’hai investita con la bicicletta, dovrebbero toglierti la patente “

“ma non esiste la patente per una bici!”

“la dovrebbero creare e te la dovrebbero togliere”

Anies rise appena dandogli una spintarella che comunque non lo mosse di un nanometro, lui rise appena carezzandole i capelli

“andiamo a casa…”

Disse lei poi prendendolo per mano e tirando su la bici per portarla a mano. Sarebbero usciti in strada, nessuno li avrebbe fermati, erano entrambi cittadini di Lorelai, avevano entrambi una casa e una professione, potevano finalmente stare insieme alla luce del sole. Thrax sorrise stringendo la piccola mano di lei

“sì..casa…”

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1267155