La strega misteriosa

di arty98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1 
  
Era una serata buia e abbastanza fredda, Artemis e Leale stavano tornando alla limousine dopo una visita a un laboratorio che Artemis aveva definito obsoleto per chi ha dalla sua parte la tecnologia del Popolo, ma comunque un buon laboratorio. Erano sul viale quando apparentemente dal nulla apparì un dardo dalla punta coperta di scintille azzurrine che si conficcò nel collo di Artemis.
Leale, per quanto veloce potesse essere, non fece in tempo a deviare la freccia e Artemis crollò inerte sull’asfalto.
- È sicuramente opera del Popolo - commentò Leale mentre si affrettava a far ritorno a casa Fowl col giovane irlandese in spalla.
 
CASA FOWL
Era mattina presto quando Artemis si trovò sdraiato sul suo letto, con solo alcuni ricordi confusi della sera prima. Si mise a sedere e si alzò, non aveva mai fatto caso all’altezza sproporzionata del suo letto; dentro il suo cervello da ragazzo con il QI più alto di tutta Europa, un orripilante pensiero si fece strada e si propagò in fretta nella sua mente. Pur sapendo che quell’ipotesi fosse assurda, si portò le mani alle orecchie e non poté non stupirsi del fatto che fossero a punta, proprio come quelle di Spinella.
Andò verso lo specchio, salì sulla poltrona per poterlo raggiungere e guardò la sua immagine riflessa: i suoi capelli erano del loro abituale color corvino, ma con una più che evidente sfumatura rossa al centro; la sua pelle non era più del solito color cadavere, era diventata invece ocra.
Ora Artemis Fowl non aveva più dubbi: era diventato un elfo.
Prese dalla cassaforte il suo telefono e chiamò Spinella, appena l’elfa rispose davanti a lui apparve l’ologramma dell’amica;
- Ciao Artemis, come va? -
- Non benissimo, guardami.- rispose Artemis aspettandosi una valanga di domande da parte dell’elfa, cosa che non successe: Spinella si voltò e per un attimo impallidì di fronte al nuovo aspetto del giovane Fangoso, ma subito si riscosse;
- Prendo una navetta e arrivo, andiamo da Polledro.- disse senza un attimo di esitazione. 
 
Artemis scese al pian terreno, dove si aspettava di vedere un Leale notevolmente fuori di sé, lo trovò invece piuttosto calmo, mentre in cucina stava preparando la colazione; la guardia del corpo si accorse subito della sua presenza e del fatto che avesse il fiatone.
- Come ti senti? – chiese Leale avvicinandosi al suo datore di lavoro, Artemis da parte sua si rese conto di come si sentisse Spinella di fronte all’euroasiatico.
- Abbastanza bene, a parte il fatto che i gradini di casa non sono proprio a misura d’elfo. -, disse Artemis sedendosi al tavolo già apparecchiato.
- Ah, dimenticavo, Spinella viene qua con la navetta per portarmi da Polledro, probabilmente lui avrà una cura per quello che mi è capitato. Sarà qui a breve. -
 
CANTUCCIO, STRATI INFERIORI
Spinella si diresse verso il magazzino della LEP, per andare prendere una navetta; era a dir poco turbata a causa del nuovo aspetto di Artemis, ormai si era abituata al fatto che il suo amico fosse un Fangoso e vederlo con quelle sembianze l’aveva confusa. Appena Artemis era apparso davanti a lei, avrebbe voluto rivolgergli una marea di domande, ma sapeva che lui le avrebbe spiegato tutta la faccenda più tardi.
Prese l’uscita per E1 a Tara, non le ci volle molto per ritrovarsi in superficie, schermare la navetta e volare a bassa quota sulle colline irlandesi. In una ventina di minuti fu a casa Fowl, accolta a braccia aperte da Leale, che la condusse in cucina, dove Artemis la aspettava per fare colazione con pane, marmellata e frutta fresca, una cosa che sapeva, alla quale Spinella non avrebbe potuto resistere; durante il pasto Artemis spiegò al capitano Tappo che cosa era successo la sera prima:
- Io e Leale avevamo terminato una visita a un laboratorio scientifico e ci stavamo dirigendo verso l’automobile, quando un dardo spuntò da dietro un cespuglio cui ero vicino e mi centrò il collo. - mostrò il segno, ancora visibile, in cui l’ago l’aveva colpito.
- Hai per caso notato qualcosa di diverso nell’aspetto di quel dardo?-
- Adesso che mi ci fai pensare, sì, aveva la punta coperta di scintille azzurrine…-
- D’Arvit! Lo sapevo, è opera della magia, dubito che Polledro se ne intenda molto, ma chiederemo comunque il suo parere a riguardo. - . Detto questo controllò l’orologio digitale da polso.
- Andiamo. -
 
A BORDO DELLA NAVETTA
Artemis era stato su una navetta della LEP solo poche volte, ma gli era sembrata troppo piccola, invece adesso che era alto poco più di Spinella si accorse di quanto era comoda; prese posto sul sedile del secondo pilota, accanto a Spinella, e si preparò al decollo.
Una volta decollati l’elfa inserì il pilota automatico e si voltò verso Artemis:
- Se è stata una strega a lanciarti l’incantesimo, temo che solo lei sarà in grado di scioglierlo e farti tornare come prima.-
- Lo so - rispose Artemis, sperando che l’amica si sbagliasse.
Passarono alcuni minuti durante i quali né l’uno né l’altra riuscirono a dire niente; all’improvviso il viso di Artemis s’illuminò:
- Poiché sono un elfo, sono magico? -
Spinella rise, Artemis non sarebbe mai cambiato;
- Non lo so, ora controllo. – detto questo prese la testa del suo amico fra le mani, si avvicinò fino a far toccare le loro fronti e lo sondò: pur essendo un essere fatato Artemis non era magico.
- Che peccato – commentò quest’ultimo.
A quel punto un quadrante del pannello di controllo della navetta s’illuminò, erano arrivati a Cantuccio. Scesero dal velivolo e si diressero verso il laboratorio di Polledro.
  

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


 
CAPITOLO 2
 
 
NEL LABORATORIO DI POLLEDRO
Polledro una volta era il tecnico della LEP, ma ora aveva un laboratorio tutto suo e ne era più che contento; si stava giusto rallegrando di questa cosa mentre collaudava un nuovo tipo di computer, quando qualcuno suonò alla porta dell’edificio, Polledro guardò nello schermo del suo PC: era Spinella con un altro elfo che non riuscì a identificare, così decise di chiedere.
- Chi è? -
- Sono io, Polledro, non mi vedi o adesso hai anche paura ad aprire la porta a un’amica? – rispose Spinella con la solita punta di sarcasmo che le tingeva la voce e che sapeva avrebbe permesso al centauro di riconoscerla.
- Ciao, Polledro, come va? – chiese poi Artemis un po’ dispiaciuto dal fatto che il tecnico non l’avesse riconosciuto.
- Artemis? Mi sembri cambiato… - commentò Polledro mentre faceva accomodare i suoi amici nel laboratorio; Spinella, che adesso voleva delle spiegazioni, intervenne:
- Artemis è stato colpito da un dardo contenente un incantesimo molto potente che l’ha reso una creatura magica, ma senza magia; siamo venuti qua per sapere se avevi qualche idea di come farlo tornare normale. -
- Bè, io di magia non me ne intendo, ma potrei vedere con delle analisi di che incantesimo si tratta, ma ora non ho qui niente a portata di mano, per fare delle indagini. Mi procurerò qualcosa per domani, intanto Artemis potrebbe stare in un hotel… -
- No, starà da me, per evitare che qualcuno lo scopra; sempre che a lui stia bene, s’intende - disse rivolta in parte ad Artemis che annuì perplesso, senza riuscire a dir nulla.
 
 
A CASA DI SPINELLA
Entrarono in casa circa alle cinque e un quarto, era una casa normalissima, tranne per il fatto che si trovasse sotto terra; anche se si conoscevano da più di cinque anni, Artemis non aveva mai visto la casa di Spinella: una bella abitazione di due piani con un salotto ampio con mobili di legno e alcuni dettagli verdi, il colore preferito dell’elfa. La cucina s’intravedeva grazie ad una finestra che dava sulla sala da pranzo, era anche quella di varie tonalità di verde.
- Che cosa vorresti mangiare per cena, Arty? - gli chiese Spinella interrompendo i suoi pensieri, cosa che questa volta non gli diede troppo fastidio
- Non lo so, fai tu - rispose cercando di apparire il più cortese possibile;
- Vado a fare la spesa, ti dispiace rimanere in qua? Non ci metterò molto e non voglio rischiare che qualcuno sappia cosa ti è successo. -
- Ok - rispose Artemis, allibito dal fatto che avesse risposto con un monosillabo;
- Fai quello che vuoi, sarò di ritorno a breve. – disse Spinella uscendo.
Artemis non sapeva cosa significasse quel “fai quello che vuoi”, allora decise di darsi un’occhiata in giro. In un portaoggetti sul tavolino accanto alla porta d’ingresso si trovava il Fa-tutto di Spinella, quello che aveva recuperato cinque mesi prima, quando erano tornati indietro nel tempo per cercare il lemure(1) le era stato regalato da sua madre, prima che morisse a causa dei Fangosi. Lì a fianco si trovavano alcune fotografie di sua madre, Coral Tappo, e di Spinella quando era ancora piccola (circa trenta anni, calcolando che adesso ne ha ottanta più o meno), e una sua foto, che Spinella gli aveva fatto un po’ di tempo prima.
Si chiese se aveva fatto bene ad accettare l’invito dell’amica.
 
Spinella si stava dirigendo verso il supermercato, dove aveva deciso di comprare della simil-verdura per fare una ratatouille; ma in questo momento non era concentrata su cosa preparare per cena, ma si chiedeva se avesse fatto bene a chiedere ad Artemis di passare la notte a casa sua, alla fine decise di ignorare il problema, tanto Artemis aveva detto di sì, no?
 
Entrò dalla porta d’ingresso e vide il suo amico ancora in piedi, con la giacca e con un’espressione che pareva dire “vi prego, chiedetemi di sedermi da qualche parte”; Spinella lo guardò con fare interrogativo e disse:
- Sei rimasto lì in piedi per tutto il tempo? Ti avevo detto di fare ciò che volevi. -
Artemis arrossì e annuì con un flebile cenno del capo, poi si riprese e si offrì di aiutarla, l’elfa accettò il suo aiuto e dopo aver cenato, si prepararono per andare a letto, ma rimasero svegli sul divano del soggiorno fino all’una di notte.
 
 
IL MATTINO DOPO
L’indomani mattina il primo a svegliarsi fu Artemis, ma decise di rimanere sdraiato nel “suo letto” fino a che non si fosse accorto che Spinella era sveglia…
 
Spinella si svegliò presto, ma per non disturbare artemis rimase a letto aspettando la sveglia; appena suonò bussò alla porta della camera in cui aveva dormito Artemis per vedere come stava; lo trovò seduto sul letto, ma senza l’espressione di chi si è svegliato da poco; allora le venne un dubbio e chiese:
- Per caso eri già sveglio? - Artemis non seppe cosa rispondere e nella confusione dei suoi pensieri annuì ma si accorse che non sarebbe stato carino dirlo e pensò che all’amica avrebbe dato fastidio, ma poi si accorse che rideva;
- Anche io ero già sveglia da un po’ – anche Artemis si mise a ridere.
Mangiarono velocemente e  si diressero verso il laboratorio di Polledro, che  per loro sfortuna si trovava proprio dalla parte opposta della città; arrivarono lì in tre quarti d’ora.
Ancora prima che tutti e due fossero entrati nel laboratorio il centauro cominciò a spiegare che cosa aveva preparato per la analisi di Artemis, senza ovviamente tralasciare nessuna noiosa spiegazione a riguardo.
- Ti preleverò un campione di sangue per saperne di più sull’incantesimo, non ci vorrà molto… - detto questo gli infilò un siringa nel collo e Artemis quasi svenne dal dolore; subito dopo Spinella gli mise una mano sul collo e sussurrò “guarisci” per risanare il collo dell’amico, rimase ferma lì finché Polledro non le si avvicinò per continuare le analisi.
La conclusione fu che solo la strega che aveva fatto diventare Artemis un elfo, avrebbe potuto farlo tornare umano, ma l’incantesimo non permise a Polledro di individuare la strega.
- Scusate, ma io non so ancora che cosa sia successo ad Artemis quella notte. – Spinella e Artemis si guardarono per un momento e sorrisero, si erano scordati del fatto che Polledro non ne sapesse niente.
- Artemis mi ha detto che stavano tornando a casa la sera, quando da un cespuglio nel parco qualcuno sparò un dardo. -
Il cervello di Polledro superò quello di Artemis:
- Ma è ovvio, pensateci un momento. – i due elfi si voltarono verso il centauro, il quale vedendo che entrambi avevano l’espressione di chi sta guardando un problema algebrico troppo difficile (il che è strano, visto che uno dei due è Artemis Fowl), continuò:
- Da dietro un cespuglio qualcuno spara una freccia, un cespuglio cresce dove c’è terra e… -
A poco a poco i loro visi si illuminarono e la soluzione fu raggiunta da Artemis che continuò la frase:
- … e dato che non c’era la luce del sole l’agguato può essere stato teso solo da un nano e… -
Spinella si inserì nella conversazione:
- … e dove c’entra un nano, Bombarda Sterro può fare al caso nostro! – Polledro e Artemis annuirono all’unisono.
 
(1) = Artemis e Spinella nel 7° libro erano tornati indietro nel tempo per salvare un lemure il   cui liquido cerebrale avrebbe salvato la madre di Artemis da una malattia grave…
 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


 
CAPITOLO 3
 
UFFICIO DI BOMBARDA STERRO
Bombarda e il suo socio, Bibbidi Buh(1), ex contrabbandiere di pesce, erano nel loro ufficio: un grazioso appartamento situato vicino ai quartieri malfamati della città, proprio per ricordare a Sterro e Buh la loro vita precedente. In questo momento la loro agenda era libera, a dire il vero non era mai  particolarmente piena, e quindi si godevano la mattinata a mangiare pollo al curry extra piccante, mentre guardavano una registrazione di un film comico.
Il telefono squillò e rispose proprio Bombarda:
- Ufficio Sterro-Buh, mi dica…-
- Volevo proprio te, Bombarda, ci serve il tuo aiuto, vieni al laboratorio di Polledro. -
La voce apparteneva a Spinella, Bombarda ne era certo, ma non aveva lo stesso tono… posò gli occhi sul suo piatto al curry e dimenticò le riflessioni, non erano proprio cose da lui; pensò che sarebbe stato meglio uscire subito, poi guardò la sua colazione(2) e cambiò idea: Spinella non  aveva precisato quando sarebbe dovuto andare, così si concesse un po’ di tempo per finire di mangiare e di fare un bella dormitina. Si svegliò una quindicina di minuti dopo e, presala giacca, uscì  dall’ufficio da solo e si avviò verso il laboratorio di quel centauro con cui litigava spesso.
 
 
NEL LABORATORIO DI POLLEDRO
Bombarda arrivò in pochi minuti e, appena entrato, salutò il suo caro centauro con una bella presa in giro:
- Haaaa! Adesso hai anche un nuovo laboratorio per vantarti meglio, è? – bofonchiò mentre si avvicinava a Spinella e, notando l’elfo che le stava accanto disse:
- Hai un nuovo ammiratore Spinella? Grana potrebbe ingelosirsi se qualcuno glielo dicesse – l’elfa arrossì di colpo e sferrò un pugno sulla spalla del nano aggiungendo:
- Grana e io non stiamo assieme e poi, non lo riconosci, Sterro? Ti sei forse dimenticato di Artemis Fowl? –
La mascella del nano toccò letteralmente il pavimento, ma dopo l’attimo di confusione cominciò a ridere dell’aspetto dell’ex Fangosetto.
Polledro si schiarì la voce e, rivolgendosi a Spinella chiese se poteva esporre la situazione (perché lui se l’era presa per la battuta sul laboratorio) e nei seguenti venti minuti misero dunque a punto un piano per controllare la zona in cui Artemis era stato colpito.
Durante la spiegazione delle tattiche che avrebbe ro sfruttato e delle armi di cui si sarebbero equipaggiati, Artemis non faceva che pensare al suo stato attuale: e se non fosse più tornato come prima? Come avrebbe spiegato ai suoi genitori e ai gemelli (adesso occupati in un viaggio all’estero) il suo cambiamento? Si sarebbe dovuto nascondere per sempre in casa? Non che a lui piacesse uscire, ma essere obbligati a restare in casa era come essere in una prigione. Il suo pensiero ricadde su Spinella, come avrebbe reagito, se non sarebbe “guarito”?
Mentre divagava col pensiero, i suoi occhi incontrarono l’amica, dal suo sguardo si capiva che lei era preoccupata almeno quanto lui, se non di più.
Artemis aveva intuito bene, Spinella era molto allarmata per quello che sarebbe potuto accadere al suo amico e i suoi pensieri rispecchiavano quelli di lui; ma che cosa avrebbe fatto se Artemis non fosse più tornato il solito Fangosetto, o meglio, che cosa avrebbe fatto se Artemis non fosse più diventato un Fangosetto? Aveva pensato di invitarlo a stare da lei finché non si fosse trovata un soluzione, ma, pur essendo un capitano della LEPricog, non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederglielo.
Dopo aver valutato se era il caso di andare in superficie per il controllo della zona dell’attacco (ovviamente la risposta è positiva), andarono nell’ala del laboratorio di Polledro per prendere le tute, le armi, le ali e una delle nuove navette costruite dal centauro.
 
Spinella indossava già, come sua abitudine, una delle tute della LEP, ma quelle che Polledro  teneva nel suo laboratorio erano molto più equipaggiate e resistenti, inoltre sono ricoperte di metallocculto(3), quindi, se anche a qualche umano venisse voglia di filmare la zona e rivedere la registrazione per fotogrammi, non potrebbe, perché il metallocculto risulta invisibile a occhi artificiali (a occhi nudo è impossibile vederli perché schermati); il casco era provvisto inoltre di un multi sensore che rivela i raggi x, il calore e permette di vedere anche attraverso il terreno.
Spinella fu dotata di un localizzatore, per permettere a Polledro di seguire gli spostamenti del gruppo durante la missione, di un paio d’ali modello Libellula e di una Neutrino 3000. Ad Artemis fu data una tuta in grado di utilizzare la magia di Spinella per potersi schermare, per lui niente armi perché Spinella gli ricordò che cosa diceva sempre Leale: “Sarai anche un genio, Artemis, ma lascia sparare me, perché tu non riusciresti a colpire il didietro di un elefante pietrificato”(4). Bombarda si vestì con la sua maglia di simil-cotone e la salopette con la patta posteriore sbottonabile: lui avrebbe raggiunto Spinella e l’ex Fangosetto da sotto terra, come erano abituati a fare i nani, a loro non piaceva rischiare di scottarsi il fondo schiena con la luce del Sole.
Presero una delle nuovissime navette super corazzate comandate dal centauro, che sarebbe rimasto al laboratorio, e schizzarono in superficie “inseguiti” da un’ondata di magma.
 
 
NAVETTIPORTO E18
Uscirono dalla navetta e percorsero velocemente il tragitto che li avrebbe portati in superficie, Bombarda disse loro di proseguire e che poi li avrebbe raggiunti, dopo aver messo la sua crema centro le bruciature, scottature e ustioni di vario grado.
In questo momento Artemis e Spinella stavano percorrendo quello che una volta era un famoso tunnel d’uscita; nessuno diceva niente, perché erano assorti nei loro pensieri. D’un tratto Artemis inciampò in una sporgenza rocciosa che lo avrebbe fatto cadere non fosse stato per l’elfa che si accorse del rischio e lo afferrò in tempo, prima che cadesse a terra;
- Grazie – bisbigliò Artemis
- Ma ti pare? – disse di rimando spinella
Passarono diversi secondi prima che Artemis riprendesse il discorso:
- Sai, se non ci fossi tu, probabilmente io sarei già morto da un pezzo. – disse lui no avendo ancora rimosso il senso di colpa per averla rapita qualche anno fa e sperando in una qualche risposta da parte dell’amica, cosa che successe,
- In fin dei conti hai ragione, ma anche tu mi hai salvata varie volte, come quando mi hai riattaccato il dito durante la missione a Murmansk, e inoltre da quando ci conosci, hai sempre cercato di aiutare il Popolo. –
- Sì, ma se io non avessi mai fatto l’immensa stupidaggine di rapirti, molti dei guai cui è andato incontro il Popolo non sarebbero mai avvenuti! -
Spinella si fermò di colpo, impressionata da quello che aveva detto l’amico; Artemis se ne accorse e si bloccò anche lui con l’amica.
- Artemis - urlò infuriata - smettila di rammaricarti per questo, se tu non mi avessi mai rapita io non ti avrei mai conosciuto, non avrei mai vissuto tutte queste bellissime avventure e non avrei mai potuto fare questo… - detto questo si avvicinò a lui e lo baciò lievemente, poi si allontanò in fretta e, rendendosi conto di che cosa rischiava non proferì più parola per il resto dal tragitto. Nemmeno Artemis parlò: era troppo sorpreso per dire qualsiasi cosa; ma era sicuro che prima o poi avrebbe di sicuro avuto una chiacchierata con Spinella, abitando momentaneamente con lei.
 
 
LONDRA, FORENSIC SCIENCE SERVICE
Si trovarono in superficie e andarono, sotto la guida di Artemis, dietro all’edificio antistante il parco dal quale era provenuto il dardo; Bombarda li raggiunse subito, sfruttando la capacità dei suoi peli della barba di individuare le varie vibrazioni provenienti dal terreno, saltò fuori dal terreno con una piccola emissione di gas; appena notò l’imbarazzo misto a felicità e stupore da parte di Artemis e Spinella, non perse l’occasione per prenderli in giro;
- Ragazzi, è forse successo qualcosa che non mi avete detto? – tossì e tossendo aggiunse: - O che non mi volete dire? – Spinella si voltò verso di lui e, arrossendo involontariamente, lo minacciò dicendo l’unica parola che poteva fare paura a Bombarda Sterro: Picco dell’Ululo; il nano non disse niente, ma sia Spinella che Artemis sapevano che lui, per quanto sciocco potesse sembrare, aveva capito cosa era successo.
 
Decisero di andare a ispezionare la zona: fecero due capriole, arrivando nel bel mezzo del giardinetto da cui era provenuto il dardo incantato. Mentre Spinella controllava la zona alla debole luce della luna, Artemis si stupiva (cosa alquanto singolare per lui) di quanto fosse migliorato nell’attività fisica dopo la sua “trasformazione”; Bombarda spuntò fuori da dietro l’edificio, era rimasto lì nascosto per mettersi ancora un altro strato di crema contro il sole, sebbene fosse notte lui non si fidava della luce dei Fangosi.
Dopo varie spiritosaggini il nano perlustrò il terreno dietro i cespugli: di certo c’era già passato qualcuno, perché il terreno era già stato riciclato e quel tipo di terra era fatto di pura argilla, il terreno migliore in cui un nano avrebbe potuto scavare.
- D’Arvit - imprecò sotto voce Spinella, non ci mancava altro che un nano killer. Avrebbe preferito cominciare subito a dare la caccia al nano-sicario, ma Artemis, appoggiato da Bombarda (che aveva una gran fame), optò per tornare a Cantuccio a dare le informazioni a Polledro; tornarono velocemente alla navetta e ripartirono subito per Cantuccio.
 
 
 
 
 
(1) = nella “Colonia perduta” durante il viaggio di Spinella, Artemis e N°1 nel Limbo, Bombarda e Bibbidi Buh diventano detective (non si sa bene su cosa indaghino).
(2) = lo so che è pollo al curry sia la coazione, ma dato l’orario,…
(3) = metallo invisibile a occhi artificiali, usato per la costruzione di veicoli spaziali… (Artemis Fowl e l’inganno di Opal, pag.83, righe 4-14)
(4) = Artemis Fowl e la trappola del tempo, pag.343, righe 12-14
 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4
 
 
LABORATORIO DI POLLEDRO
- Oh no, non va per niente bene: i nani non sono così furbi da pensare una cosa del genere, no! Chiaramente questo nano è stato ingaggiato da qualcuno, qualcuno di molto furbo, ma non abbastanza furbo da superarci… – Polledro stava tenendo una conferenza riassumendo i fatti, come era suo solito fare per pensare.
Né Spinella né Artemis erano attenti a ciò che stava accadendo nel laboratorio, erano sovrappensiero per ciò che era successo nella grotta; Spinella decise che avrebbe affrontato l’argomento alla fine di tutta la questione, ma Artemis non era dello stesso parere, lui voleva un chiarimento immediato dall’amica, e lo avrebbe preteso la sera stessa. Sapeva che avrebbe rischiato di mettere in serio pericolo la loro amicizia, ma voleva comunque spiegazioni sul loro rapporto: lui avrebbe voluto dire all’elfa quello che provava, ma sapeva di essere un Fangoso, per questo non avrebbe avuto molte possibilità.
- …in sintesi, secondo me, dovremmo andare a chiedere un aiuto a N°1, pur essendo giovane è molto esperto e con la sua magia potrebbe risalire all’ideatore del piano. Cosa ne pensate? -
Non ricevendo risposta da nessuno dei presenti (escluso Bombarda che si stava abbuffando con le scorte nel frigo del centauro) nitrì richiamando l’attenzione, il che non migliorò la situazione: Spinella balbettò un - Ehi, ma che ti salta in mente? -.
La parte del cervello di Artemis, che aveva distrattamente ascoltato il piano, acconsentì ad andare dal diavoletto per sottoporre a lui il problema.
 
SEZIONE OTTO
Da quando N°1 era arrivato a Cantuccio con Qwan non aveva fatto altro che lezioni di magia teorica e alcune lezioni pratiche, quindi come tutti potevano facilmente immaginare, si stava annoiando da morire! Non faceva altro che test per valutare la magia che possedeva e non poteva mai uscire… Quindi, quando arrivarono i suoi amici alla Sezione otto, fu più che felice di accoglierli e parlare con loro.
- Quindi, se ho ben capito voi avete a che fare con qualcuno, un nano probabilmente, che ha agito per conto di qualcuno, quasi sicuramente una creatura magica, che vuole in qualche modo “fare del male” ad Artemis… - N°1 stava riassumendo tutto ciò che gli avevano velocemente spiegato il centauro, Artemis e Spinella - …e io dovrei cercare di scoprire chi è quel “qualcuno”. Allora, per saperlo non dovrei fare altro che avere sotto mano quel nano ed estrare le informazioni dalla sua mente e poi fargli dimenticare di averlo fatto… Sì, posso farlo, ma mi serve quel nano -.
Il cervello di Polledro registrò ciò che aveva detto lo stregone e rispose di getto - Abbiamo un pelo della barba di quel nano, puoi ottenere la sua identità? Lo farei io ma non ho qua niente per analizzarlo e sarebbe impossibile farlo -.
- Sicuro - N°1 allungò un braccio e strappò di mano il pelo da Polledro, non vedeva l’ora di mettersi al lavoro per aiutare Artemis. Si concentrò su ciò che aveva in mano e ne colse l’essenza, studiandone la composizione e reperendo informazioni da essa… ecco, il pelo era di…”No, non può essere suo, non farebbe mai nulla del genere…”. Sulla faccia del diavoletto comparve un’espressione allibita che gli altri (escluso Bombarda che aveva individuato un frigorifero) non mancarono di notare.
Fu Spinella a parlare, lei era la persona a cui stava più a cuore il diavoletto e poi voleva sapere chi aveva fatto del male ad Artemis…
- N°1, chi è il colpevole? –
- … - la bocca di N°1 non sembrava voler rispondere ai suoi comandi
- Che facciamo Polledro? Mi sembra stia per perdere i sensi e… -
L’elfa non fece in tempo a finire la frase che il diavoletto cadde a terra senza vita, non lo fece per la sorpresa, lo fece perché in quel pelo vi era un virus che uccideva chiunque avesse tentato di scoprirne il possessore.
 
 
 
 
Angolo\spazio autrice
Bhè, cosa ne pensate?
Lo so, il capitolo è corto, ma prima di continuare volevo sapere se ne valeva la pena…
È un bel po’ che non aggiorno questa storia, ma nel frattempo mi sono venute un sacco di idee nuove…
Dedico il capitolo a tutti quelli che recensiscono o leggono le mie storie… spero di non deludervi
ciao
 
 

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