W.T.F. ?!

di Ann Flood
(/viewuser.php?uid=213309)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'importante è crederci. ***
Capitolo 2: *** Chopin e la Polocchia ***
Capitolo 3: *** Quel dannato Apple Martini! ***



Capitolo 1
*** L'importante è crederci. ***


 
Cap 1: L'importante è crederci  

Molti definiscono l'università come l'anticipazione al mondo adulto. Una volta entrato, pian piano abbandonerai la vita da teenager ed inizierai a fare i conti con le prime vere responsabilità, l'ansia post-esame, la soddisfazione di potersi avvicinare sempre di più al realizzare i propri sogni e magari chissà, a viverli già da ora.
Lovino Vargas lo sapeva bene. Avere il coraggio di trasferirsi in un'altra nazione, imparare una nuova lingua, essere ammessi alla Stanford University e studiare alla facoltà di economia e finanze dimostrando alla propria famiglia di valere qualcosa, non era un cosa da tutti. E sebbene lo definissero un ragazzino permaloso e immaturo, per una volta aveva riscattato se stesso. "Chi è il bambinone adesso?" pensava fra se e se.

Finalmente! Basta paragoni con suo fratello, basta pregiudizi sui suoi modi di fare, adesso era libero da quelle catene, avrebbe conosciuto persone nuove, che lo avrebbero migliorato, maturato e chissà, magari anche fatto innamorare.

L'importante è crederci Lovino...

****

-"Stanza 203, dovrebbe essere questa..." Il ragazzo era di fronte alla porta di quella che sarebbe stata la sua "casa" per i prossimi 3 anni. Fece un grande respiro, e bussò.

Ad aprire fu un ragazzo dall'aspetto vagamente inquietante. I suoi capelli erano bianchi, "probabilmente tinti" pensò Lovino guardandolo. Non era possibile avere dei capelli così bianchi a quell'età... forse si trattava di albinismo? Ma la cosa che fece quasi sobbalzare il ragazzo furono i suoi occhi rossi. Si trattava di lenti a contatto? O quel ragazzo aveva bisogno di usare in quantità industriali del buon collirio?

"Mai giudicare un libro dalla copertina" pensò, magari non era così spaventoso parlarci.

-"Uhm? E tu chi saresti?" Chiese l'inquietante albino. Perfetto, quel ragazzo oltre ad essere inquietante fisicamente, aveva anche una voce tremendamente rauca e con un fortissimo accento tedesco.
-"S-sono il nuovo coinquilino, Lovino Vargas"
-"Ah si entra, non far caso al disordine... è colpa dell'altro coinquilino."

La stanza era in un caos totale, fili elettrici, cartacce, pezzi di metallo e plastica, residui di cibo da fast food e strani disegni su alieni/robot. Sembrava quasi che l'altro coinquilino fosse uno scienziato pazzo appassionato di cibo spazzatura e MIB -Man In Black-.
L'attenzione del ragazzo si focalizzò su uno strano "peluche" sopra quella che doveva essere una scrivania. Era tutto grigio, senza bocca, con gli occhi rossi e il corpo "plastico". Davvero inquietante.
-"Oh quella è una riproduzione di Mr. Tony, l'alieno trovato a Roswell nel 1947..." Disse perplesso l'albino, poi si accorse di aver spaventato ancora di più il nuovo coinquilino e pensò bene di presentarsi. -"Comunque io sono Gilbert Beilschmidt, ma tu chiamami Gil, o il magnifico! Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure al sottoscritto!"
Lovino lo guardò pensando a come avrebbe imparato quel cognome. Odiava i tedeschi per brutte esperienze passate, ed ora convivere con uno di loro gli sembrava il peggiore degli incubi. -"...Dove dormo?" esclamò irritato.
Gilbert indicò un sospetto ammasso di rifiuti accanto alla finestra -"...Beh, sotto quel mucchio di cartacce c'è un letto, puoi dormire lì!"
Il giovane ragazzo passò una mano tra i suoi lisci capelli castani, trattenendosi a stento dal dire parolacce al suo nuovo coinquilino, ma si era ripromesso di non fare più la figura dello sboccato. Anche se controvoglia, iniziò a sgomberare quello che sarebbe stato il suo letto. Improvvisamente un tonfo lo fece sobbalzare.

Di colpo si aprì la porta della loro stanza. Un ragazzone biondo con l'aria del classico americano esclamò: -"Gil, Gil! Devi venire assolutamente! Il professor Roderich è impazzito! Hanno scritto sulla sua nuova cabrio <
Chopin tornatene in Australia> ed ora sta incolpando i tuoi amici!"

-"Australia?!! Dannazione avrò ripetuto mille volte ad Antonio che l'Australia e l'Austria non sono la stessa nazione!"


Gilbert si affrettò ad uscire dalla stanza senza neanche dar il tempo a Lovino di fare mente locale su cosa stesse succedendo.

-"Tu chi sei?" Disse con una certa nonchalance il biondo.
-"S-Sono il nuovo coinquilino, Lovino Vargas... avevano avvisato del mio arrivo no?"
-"Aah quindi sei tu l'italiano?!"
Senza dargli neanche il tempo di rispondere, il ragazzone con un braccio afferrò il collo di Lovino, e con l'altro gli strofinò un pugno sul capo -"Piacere!! Io sono Alfred Jones, tutti mi chiamano Fred o Freddy, da oggi vivremo insieme!!"

Più irritato che mai Lovino si liberò da quella presa, rischiando quasi di spezzarsi l'osso del collo. -"Grazie... ma non amo molto il contatto fisico, potresti evitare di... strozzarmi?"
-"Oh scusa hai ragione, mi faccio prendere molto dall'entusiasmo! Allora dimmi... è vero che voi italiani mangiate solo pasta e che ballate notte e giorno la tarantella?" Lovino lo guardò sconcertato... si quello doveva essere un italofobo o qualcosa del genere. -"No... quelli sono solo pregiudizi razziali... è come se io ti chiedessi se è vero che voi americani vi nutrite solo di cibo da fast food... no?"

-"Beh hai ragione... anche se io mangio davvero solo cibo da fast food" Affermò sinceramente Alfred, o meglio, Fred. Da quell'affermazione Lovino si rese conto che probabilmente non avrebbe tratto nulla di buono ne da quel ragazzone miope che gli stava di fronte, ne da quello spaventoso albino di prima. Sospirò e posò i suoi bagagli sopra al letto, finalmente poteva riposarsi, alla facoltà ci sarebbe passato il giorno successivo.

****

Senza neanche rendersene conto si era addormentato profondamente, ma venne successivamente svegliato da strani rumori che provenivano dalla stanza.
D'impulso aprì gli occhi e si ritrovò davanti il viso di un ragazzo con dei grandi - quasi spaventosi in quel momento - occhi verdi. Sobbalzò e urlò : -"AAhh!! Chi cazzo sei?!!" infrangendo così i suoi buoni propositi di non dire parolacce.
-"Hola Chico ~ " Rispose quel ragazzo fin troppo sospetto sfoggiando un sorrisone a 32 denti.
Con una manata degna di Bud Spencer, Lovino spintonò quello pseudo-stalker che lo stava fissando da una distanza molto ravvicinata e affermò con fare minaccioso: -"Mai! Mai un ragazzo deve avvicinare così tanto il suo viso al mio!" Poi con una mano si toccò il cuore che batteva alla velocità della luce.
-"Dai... neanche ci conosciamo è già ti provoco questi sentimenti?" Ammiccò l'altro ragazzo.
-"Eh? Ma cosa stai dicendo?! Controllavo se non mi fosse venuto un attacco cardiaco! Mi hai spaventato a morte accidenti!"
Probabilmente Lovino lo avrebbe preso a pugni per poi gettare la sua carcassa giù dalla finestra, ma per questioni di coscienza, e soprattutto legali, dovette trattenersi.
-"Mon Cher, ti avevo avvertito, devi sempre ascoltare il tuo fratellone." Affermò un ragazzo con i capelli fin troppo lunghi e la faccia da stupratore seriale - o almeno Lovino così lo vedeva -
Il povero ragazzo guardò perplesso entrambi, ma chi erano? E i suoi coinquilini che fine avevano fatto?
-"Oh che scortese non mi sono nemmeno presentato! Io sono Antonio" Disse porgendo una mano che Lovino non si azzardò nemmeno a toccare. Antonio capendo di pretendere troppo dal ragazzo a cui aveva causato un mini-infarto, ritirò la mano, mentre lo stuprat... l'altro ragazzo si sedette di fianco a Lovino e poggiò senza alcun ritegno la mano sulla gamba di quest'ultimo.
Poi con uno svenevole accento francese si presentò -"Mon petit amie, io sono François Bonnefoy, ma qui mi chiamano Francis" Lovino si rese conto che quei due tipi non erano per niente apposto, ed era meglio starne alla larga.
-"Tu..." disse indicando Antonio "smettila di fissarmi in quel modo!" poi in modo molto scortese scostò la mano di Francis "e tu non mi toccare! Mi irrita!" poi continuò dicendo "io comunque... mi chiamo Lovino e sono nuovo" purtroppo per questioni di cortesia - che diciamocela tutta, Lovino non sapeva neanche dove stesse di casa - dovette anche lui presentarsi.

-"Uhhh Che nome particolare!! Posso chiamarti Lovi? O Lovinito?" Interruppe sovraeccitato Antonio.
-"Ma certo... che no." Rispose in tono sarcastico... Lovinito? Cosa diavolo sarebbe? La versione spagnola del suo nome già a dir poco imbarazzante?
D'un tratto Alfred spuntò da dietro la scrivania, causando così l'infarto collettivo dei 3 ragazzi. -"Dio mio da quanto tempo eri lì???!" Urlò senza alcun ritegno l'italiano, troppi infarti gli facevano male.
-"Stavo finendo il mio progetto su mr. Tony! Adesso parla!!!" e con orgoglio mostrò la sua creatura che giorno dopo giorno diventava sempre più viva.
-"Fuck*n, F*ck You, B*tch, Motherfu**er" furono queste le parole che aveva imparato mr. Tony.
-"...Che finezza" replicò il francese, avendo conquistato il tacito appoggio di Antonio e Lovino - sebbene quest'ultimo non potesse permettersi di giudicare quel "bambolotto" - All'americano brillavano gli occhi, la sua creatura parlava!
Lovino al contrario era sempre più spaventato dalla situazione. Un coinquilino albino e tedesco, l'altro scienziato pazzo, due emeriti sconosciuti che lo avevano braccato, il peluche più brutto e sboccato che avesse mai visto... cosa poteva esserci di peggio?

Beh Lovino preparati... perché questo è soltanto l'inizio.


Note
1) Questa è la mia prima fanfic pubblicata su EFP, perdonatemi se ho sbagliato in qualcosa, sono stati errori involontari D:
2) Come avrete senz'altro intuito, il protagonista è Lovino Vargas (mi amor <3 ) quindi non mancheranno parole volgari, cercherò di trattenermi, ma purtroppo lo sapete... Lovino una parolaccia ogni tanto deve dirla.
3) Se vi piace commentate :D sennò... pazienza me ne torno nel mio angolo buio ad aloneggiare <3

Grazie mille a chi leggerà questo scempio <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chopin e la Polocchia ***



Cap 2: Chopin e la Polocchia


Ore 17:30 - e tutto va male - I tre dell'ave maria, Gilberto, Francesco e Antonio disturbano la quiete fisica e mentale di Lovino.

-"Dannazione, ma si riuniscono sempre qui?" chiese disperato l'italiano rivolgendosi aquell'americano che nel frattempo maneggiava con cura arnesi vagamente somiglianti a dei bisturi.
-"Ooogni giorno, non farci caso. Basta ignorarli, vedrai ci farai l'abitudine"
Ma cosa avranno mai da ridere così tanto? Perché non studiano? Perché sono degli idioti?! Ma di solito gli universitari non sono ragazzi intelligenti?!
-"Scusate, non vorrei essere scortese ma vorrei studiare qualcosa se non vi dispiace. Potreste abbassare il tono della vostra voce?" - disse Lovino, cercando di far zittire quei tre ragazzi fin troppo rumorosi-
-"Lovino sei arrivato da un paio d'ore e già vuoi studiare?" rispose l'albino ridacchiando. -"Rilassati, vieni a divertirti con noi!" aggiunse quello spagnolo che diventava minuto per minuto sempre più irritante.
-"Ho capito, me ne vado io. C'è una biblioteca da queste parti?"
Alfred gli indicò la strada, finalmente poteva allontanarsi da quella banda di pazzi. Assurdo, lui stesso ODIAVA studiare, ma qualsiasi cosa sarebbe stata meglio che conversare con quei tipi loschi. Anche se il vero motivo che lo spingeva ad essere così diligente nello studio era un altro. Non poteva assolutamente perdere contro suo fratello.
Già il nostro -eroe- aveva un fratello con cui spesso e volentieri faceva competizione uscendone quasi sempre perdente.
Questa volta non poteva perdere. Doveva dimostrare di valere almeno la metà di Feliciano - così si chiamava suo fratello -

****


Stranamente la bibliotecaria era una ragazza abbastanza giovane.
 Aveva dei lunghi capelli biondo cenere raccolti da una treccia, inoltre portava degli eleganti occhiali da vista ed aveva un portamento di 'nobil donna', cosa a dir poco bizzara per una ragazza della sua età. Lovino amava molto le donne,  tutti conoscevano la fama degli italiani donnaioli e lui di certo non faceva eccezione. Ma in questo caso il ragazzo si trattenne, nonostante trovasse quella ragazza molto carina, vedeva in lei qualcosa di strano, sembrava la classica ragazza con la puzza sotto al naso. - Meglio evitare - pensò.

-"Posso esserti d'aiuto?" Disse la ragazza accortasi di essere fissata dal giovane italiano.

-"Ah... ecco si volevo sapere dove posso trovare il reparto libri di economia finanze"

-"Lo trovi giù in fondo accanto al reparto dei libri di medicina"

-"Uhm certo che sbadato che sono, grazie"

-"Aspetta, frequenterai anche tu il corso di economia del professor Roderich?" Chiese la ragazza prima che il giovane potesse allontanarsi.

-"Si, credo di si, ho la prima lezione domani"

-"Ci vediamo a lezione allora!"

Cosa? Quella ragazza frequentava il suo stesso corso? Lovino si stupì, ma poi come se nulla fosse tornò a studiare, non era ora di pensare alle ragazze!

****

Il tempo passò velocemente ed era già calato il manto blu della sera. Era - purtroppo - ora di tornare al dormitorio. Lovino era talmente stanco da non notare alcune ragazze che lo indicavano ridacchiando. Già, l'italiano era davvero un bel ragazzo, i suoi tipici tratti latini attiravano spesso l'attenzione, soprattutto all'estero, probabilmente per questo era così popolare tra il gentil sesso.

Finalmente rincasò e , neanche il tempo di cambiarsi che si buttò a capofitto sul letto. L'economia era troppo stressante, decise di non mangiare niente - anche perché non voleva iniziare da subito a nutrirsi di calorico cibo americano - e si addormentò profondamente.

Alfred premurosamente gli rimboccò le coperte, quell'italiano isterico gli ricordava molto un suo amico di vecchia data e non poteva fare a meno di ricoprirlo di attenzioni.
-"Arthur, quando riprenderai gli studi?.." disse malinconico, poi riprese a giocherellare con la sua creatura - Tony -.

La notte passò lasciando spazio ad una mattina radiosa e splendente, forse troppo luminosa per i gusti del nostro italiano preferito.
Quando non mangiava diventava irritabile, inoltre Gilbert aveva occupato il bagno per circa due ore provocando l'ira dei suoi coinquilini.

-"Benissimo, il primo giorno e sono pure in ritardo! Bastardo di un crucco è tutta colpa tua!"

-"Hey Lovi~  anche tu in ritardo?"

Lovino rabbrividì sentendo quella voce. Ancora quello spagnolo!!

-"No aspetta, non mi dirai che frequenti anche tu il corso di economia e finanze...?"

-"No no, io sto studiando infermieristica e vorrei specializzarmi in pediatria."

Un ragazzo che non distingue l'Austria dall'Australia vuole diventare un pediatra? "Col cavolo che ti affiderei i miei figli" pensò Lovino.

-"Oh bene fantastico, ora se non ti dispiace vado più avanti, ciao" Senza neanche dar il tempo ad Antonio di ricambiare il saluto, Lovino sparì in un batter d'occhio. Si vedeva distante un miglio che al giovane italiano non andava per niente a genio il caliente spagnolo.

****

-"1, 2, 3 adesso o mai più." Il ragazzo si decise ad entrare, sapendo di beccarsi una ramanzina dal professore.

-"Le pare questa l'ora di arrivare? La lezione è già iniziata da un quarto d'ora"

-"Mi scusi professore"

-"Va a sedersi e non interrompa più la lezione!"


Lovino chinò il capo, consapevole di aver fatto la prima brutta figura dell'anno. Il professore era un giovane uomo con i capelli neri e ben curati, portava degli occhiali da vista molto fini e il sui vestiti erano di fattura pregiata... ah naturalmente anche lui aveva quell'irritante accento tedesco.

-"Dannazione tedeschi ovunque, sono venuto a studiare in California non in Germania!" Pensò Lovino irritato.
Quel professore non era per niente una persona socievole e alla mano, tutt'altro. Squadrava tutti i suoi nuovi studenti come se fossero degli pseudo-delinquenti.

-"Lei, ritardatario. Sa dirmi chi era Chopin?"

-"Fryderyk Franciszek Chopin, era un compositore e pianista polacco, ricordato come il poeta del pianoforte fu uno dei più grandi maestri della musica romantica della prima metà dell'800" Rispose il ragazzo aspettandosi chiaramente quella domanda. Sapeva benissimo che la cabrio rovinata da quei cretini degli amici di Gilbert apparteneva proprio al suo professore di corso. Grazie a cielo il giorno precedente insieme ai libri di economia Lovino aveva avuto la brillante idea di dare un'occhiata alla vita di Chopin.

-"Benissimo può sedersi. Quindi ragazzi, Chopin non era austriaco, ne tanto meno australiano" rispose irritato il professore.

Dopo quell'interruzione per nulla pertinente alla sua materia di corso, il professore riprese normalmente la lezione, tra numeri, contabilità e bilanci. Un vero incubo per quell'uomo che avrebbe volentieri dedicato la sua vita alla musica.

****

Finalmente terminò la lezione che si era fatta vagamente pesante. La disperazione del professore assorbiva l'aria,- ma che diavolo insegnava a fare se odiava farlo?! -

Lovino si recò alla mensa dell'università senza nemmeno far caso alla bibliotecaria del giorno precedente che voleva salutarlo, se ne andò prima che lei potesse avvicinarsi.

L'italiano dovette fare i conti con del cibo davvero scadente, quel giorno c'era la pasta. Agli italiani piace la pasta, peccato che la pasta cucinata dagli americani avesse un aspetto davvero orribile. Un grande e grumoso blocco giallo con vistose scaglie di formaggio ovunque. Una visione davvero rivoltante per il ragazzo, ma sempre meglio che rimpizzarsi di hamburger come il suo coinquilino Fred.

Lovino inghiottì quello schifo trattenendo il fiato, non voleva rischiare di sentire l'odore di quella robaccia.

-"Ehy Lovi sei Viola! Che ti succede?"

-No, ancora lo spagnolo? Ma che diavolo vuole? !-

-"Antonio, sei per caso uno stalker o cosa?"

-"Ahah spiritoso, ho terminato adesso la lezione" rispose con il solito sorrisone per poi sedersi di fianco all'italiano senza chiedergli neanche il permesso.

A differenza di Lovino, Antonio ingeriva quella poltiglia tranquillamente, dopotutto bisogna sempre apprezzare ciò che si ha, così la vedeva lui.

-"E comunque tanto per la cronaca, Chopin era polacco" rispose Lovino per evitare di continuare a mangiare quell'impasto giallognolo.

-"Polacco? Quindi viene dalla Polocchia?"

Lovino lo guardò con gli occhi sgranati -"Polocchia?!! Ma stai scherzando vero?"

Antonio sorrise e poi ribattè: -"Ovviamente, sono stupido ma non fino a questo punto."

Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, non era umanamente possibile essere così imbecilli.

-"Allora Lovi, com'è andata la lezione? Simpatico Rod vero?!"

-"Benissimo, per colpa della tua bravata di ieri ho subito un pesante interrogatorio! E comunque, smettila di chiamarmi Lovi."

Ignorando completamente l'ordine di Lovino rispose: -"Ah Lovi~ sei davvero simpatico" poi poggiò la mano sulla spalla di quest'ultimo causandone così ancora di più l'irritazione, ed aggiunse -"qualche volta dovresti uscire con me e i ragazzi".

Lovino rispose sarcastico: -"Antonio ma ti prude l'orecchio?" volendo così sottolineare l'ambiguità dei suoi gesti.

Antonio perplesso non capì cosa intendesse l'italiano e continuò -"Questa sera andiamo al pub qui di fronte, vuoi venire con noi?"

Lovino per l'ennesima voltà scostò la mano dello spagnolo e rispose -"mi spiace devo studiare e le uscite me le riservo per le ragazze" facendo così intendere a quel fastidioso ragazzo che preferiva senza dubbio le donne agli uomini.

D'un tratto si avvicinò una ragazza al tavolo di Lovino. Una visione angelica per gli occhi di quest'ultimo. Capelli dorati che arrivavano al collo, evidenziandone così la forma sottile e raffinata,  labbra carnose e sorriso sincero, per non parlare dei suoi occhi verdi -smeraldini oserei dire- che lo ipnotizzavano solo guardandoli. Probabilmente era una delle creature più belle che l'italiano avesse mai visto, ne rimase letteralmente folgorato!

La ragazza d'un tratto si rivolse allo spagnolo -" Antonio!! Come stai? È da un sacco di tempo che non ci vediamo!"

Antonio si alzò ed abbracciò la ragazza -"Bella! Finalmente ci rivediamo, io sto benissimo grazie, tu invece come te la passi?"

I due continuavano a discutere allegramente, ignorando l'italiano che li guardava esterrefatti. Dannazione quello spagnolo era capace di metterlo in ombra così facilmente. Decise di alzarsi per buttare quello che restava del suo pranzo, gli era passata la fame ed era anche un'ottima scusa per andarsene.

Prima che potesse farlo però intervenne Antonio -"Ti presento un mio nuovo amico, si chiama Lovino e si è appena trasferito qui!"

Lovino avrebbe voluto morire, la biondina non era per niente interessato a conoscerlo, c'era tanto bisogno di presentarlo?

-"Piacere Lovino, io sono Bella!" Disse la ragazza sfoggiando un dolcissimo sorriso.

Lovino per un attimo restò in silenzio, era rimasto incantato da quel sorriso, ma poi si accorse di quello che stava facendo e si riprese -"P-piacere..."

-"Che carino, sei così timido! Tu e Antonio sembrate due persone completamente differenti, come fate ad essere amici?"

L'italiano avrebbe voluto risponderle: "Lui? Amico mio? Ma se lo conosco da meno di 24 ore!! In più è strambo, figurati se questo tizio è mio amico! Tsk!" Ma non lo fece, probabilmente aveva capito che non era il caso di polemizzare in quel momento.

-"Beh Lovino è davvero simpatico, poi è anche dolcissimo! Ci conosciamo da poco e mi sembra quasi di conoscerlo da una vita!"

-"Eh? Parli di me?" Rispose sconvolto l'italiano. in genere mai nessuno lo aveva definito simpatico e dolce, e di certo non lo era stato per niente con Antonio.

Il ragazzo gli sorrise poi gli carezzò la testa e sfoggiò uno dei suoi sorrisi dicendo: -"Certo, e di chi sennò?"

Lovino irritatò gli scostò la mano -"Scusa, ma odio che mi si tocchino i capelli".

Già, Lovino aveva uno strano rapporto con i suoi capelli e nessuno doveva azzardarsi a toccarglieli.

Poi aggiunse: -"Beh ora puoi anche finirla di prendermi in giro" ed abbassò lo sguardo. Vedeva le parole di Antonio come sarcastiche, una presa per i fondelli.

Antonio rimase rattristato, voleva solo essere gentile ma evidentemente stava affrettando troppo i tempi, avrebbe dovuto essere molto paziente perché conquistare la fiducia di Lovino era un'impresa più unica che rara.

Bella poggiò la sua mano sulla spalla di Lovino e poi esclamò -"Devi scusarlo, non ha cattive intenzioni e in genere non mente mai. Se ha detto quelle cose evidentemente le pensa."

Lovino rimase perplesso, davvero qualcuno lo trovava simpatico nonostante i suoi modi bruschi?

Umilmente, quasi come dispiaciuto delle accuse che aveva mosso contro Antonio chiese: -"H-Hey... l'invito per questa sera è ancora valido?"
Non si fidava di lui, non ancora, ma provare ad uscire per una volta di certo non gli sarebbe stato troppo dannoso, no?

-"Ma certo Lovinito! E vieni anche tu Bella, è il solito locale dove andiamo"
Lovinito. Dio solo sa cosa abbia impedito a quest'ultimo di picchiare a sangue lo spagnolo. Forse lo fermò il fatto che Antonio avesse invitato anche "la sua Bella" chi lo sa.

Fatto sta che Lovino abbagliato dalla bellezza della ragazza che gli stava di fronte, si era fatto circuire, ed aveva contribuito - senza volerlo- non solo alla rovina della sua serata, ma probabilmente anche a quella del resto dell'anno scolastico, perché Antonio era un osso duro e di certo si sarebbe imposto bruscamente nella vita del giovane italiano.



Note:
Beh che dire... non mi aspettavo davvero così tante recensioni! Grazie, grazie davvero! Spero di non deludervi e cercherò di fare del mio meglio.
Se vi piace anche questo capitolo recensite, recensite, recensite! Se non vi piace ovviamente recensite lo stesso e_e. Sennò pace all'anima mia e_e me ne farò una ragione... poi non si sa mai... 12 recensioni per un capitolo non me le aspettavo proprio.
Grazie ancora!!!

Ann

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Quel dannato Apple Martini! ***



Cap 3: Quel dannato Apple Martini!


Un locale, una serata tranquilla con dei nuovi compagni d'università, una cosa normale no?
No, non lo era se eri in compagnia dei tre idioti.


Lovino non ebbe scelta, dovette seguirli, anche perché Gilbert Beils-coso - Così lui lo chiamava - lo aveva letteralmente trascinato, non sia mai si fosse tirato indietro, ormai aveva accettato l'invito e doveva stare insieme a loro.

Peccato che quei tre bastardi non avessero fatto altro che: Schiamazzare, Bere, Importunare Ragazze e naturalmente fatto perdere per l'ennesima volta la pazienza al povero italiano.

Dannazione, perché dovevano essere così stupidi? Lovino approfittando della confusione del locale, si allontanò per conto suo. Una seduta tranquilla vicino al bancone del bar? Perfetto.

D'un tratto si accorse che anche Fred era venuto, e la cosa lo rendeva felice. Quel ragazzo anche se 'strambo' e con degli strani hobby, sembrava il più normale - O forse era l'influenza dei tre dell'ave maria a far sembrare Fred un tipo quasi accettabile -.

Avrebbe voluto avvicinarsi all'americano, peccato che quest'ultimo stesse in compagnia di individui vagamente sospetti. Uno dei ragazzi era estremamente alto, con delle spalle enormi e i capelli beige, quasi sul bianco sporco. Un momento -I CAPELLI BEIGE??!-
Inoltre il suo abbigliamento era vagamente inquietante.
Portava un cappotto anch'esso beige, degli stivali neri e una sciarpa bianca che si confondeva quasi con la tinta dei capelli.
-"Ma siamo in California! Ci saranno almeno 25 °C!!" Pensò Lovino. Probabilmente quel ragazzo doveva avere qualche serio problema, meglio non averci niente a che fare.

Vicino al - mostro delle nevi - c'era un individuo dalla dubbia sessualità. Sembrava una donna ma era un uomo!! Aveva i tipici tratti orientali - "probabilmente era cinese"- e portava i suoi capelli raccolti da una lunga coda di cavallo. -"Ma è una donna o un uomo?" fu questo pensava l'italiano, fino a quando non fu fulminato dallo sguardo agghiacciante del -Gigante Beige-.

Lovino si voltò immediatamente, no no, se ne sarebbe stato da solo al bancone bar, non si sarebbe unito nè ai tre idioti, nè all'altro agghiacciante trio.

Rimase per un quarto d'ora a fissare il suo bicchiere, aveva bevuto un semplice cocktail di frutta analcolico, sapeva di avere il brutto vizio di alzare il gomito quando era agitato per qualcosa e quindi decise di non toccare alcool per quella sera.

La sua Bella non arrivava. Che fine aveva fatto il suo meraviglioso angelo biondo dagli occhi color smeraldo?
Decise di andarsene, era inutile restare lì e sicuramente i tre idioti non si sarebbero di certo accorti della sua assenza. Così con aria delusa si alzò dalla seduta e si avviò verso l'uscita.

Improvvisamente venne fermato da una voce, era la sua voce! Finalmente Bella era arrivata!
Il giovane provò ad avvicinarsi per salutarla ma lei si diresse dritta dritta verso Antonio e i suoi amici non accorgendosi minimamente dell'italiano.
Lovino rimase pietrificato da quello che vide. La giovane abbracciò calorosamente lo spagnolo, proprio lo stesso abbraccio che avrebbe voluto ricevere lui stesso dalla sua "bella".
Ridevano, scherzavano, stavano fottutamente bene insieme, era troppo per i suoi occhi, ma rimase lì impassibile a guardare, era quasi immobilizzato.

Il colpo di grazia non fu tanto il bacio che Bella in seguito diede ad Antonio, fu la sua spontaneità, il modo in cui le labbra del suo angelo toccavano quelle dello spagnolo. Come se fosse una cosa normale, ripetitiva, ed era voluto da entrambi.

Descrivere i sentimenti dell'italiano era quasi impossibile. Arrabbiato? Straziato? Deluso? Probabilmente nessuna di queste parole poteva descrivere appieno le emozioni che stava provando in quel momento Lovino.
Però quest'ultimo decise di non andarsene, no. Quei bastardi dovevano sapere cosa gli avevano fatto. Invitarlo ad uscire insistentemente per poi umiliarlo in questo modo? No, era inaccettabile.

Non si sa come quel bicchiere di apple martini finì nelle sue mani e come questi siano aumentati fino a fargli perdere la lucidità.
E pensare che quella sera si era ripromesso di non bere niente, eppure era lì, solo ed ubriaco.
La sua vista era annebbiata, barcollava e sproloquiava cose insensate, probabilmente si era fatto notare da mezzo locale - Chi non l'avrebbe notato? -
Alfred lasciò per un attimo i suoi strani amici e si diresse verso l'italiano.
-"Lovino, che diavolo hai fatto?"
-"Fred, perché non torni dai tuoi amici inquietanti? Sto bene davvero."
Alfred sospirò, no Lovino non stava per niente bene e gli disse preoccupato: -"Vieni con me, ti porto al dormitorio", poi lo prese per un braccio cercando di trascinarlo fuori dal locale, ma l'italiano si liberò dalla sua presa.

Alterato Lovino rispose: -"Che cazzo vuoi? Ho 22 anni faccio quello che mi pare!!" e poi spintonò l'americano, allontanandolo il più possibile da lui.
Alfred rimase quasi scioccato, si Lovino era scorbutico, ma mai era stato così violento. Alfred lo guardò in silenzio, era come se avesse già rivissuto quella medesima scena in passato, con un'altra persona.

Gilbert si accorse di quello che stava succedendo, dopotutto... come poteva non accorgersene?
Antonio e Francis seguirono l'amico che aiutava Lovino a calmarsi.
-"Lovi, smettila ti cacceranno! Andiamo a casa"
L'italiano fissò con rabbia lo spagnolo che cercava di calmarlo: -"Non mi toccare fottuto bastardo!"
Forse quella fu l'ultima cosa che ricordò Lovino prima di svegliarsi come se nulla fosse nel suo letto.

****

La sbronza della sera precendente aveva procurato un mal di testa lancinante al povero Lovino, che a stento riusciva a reggersi in piedi.
-"C-che diavolo è successo? Perché mi scoppia la testa?"
L'albino quasi divertito rispose -"Succede che sei un coglione, e non sai reggere due bicchierini di apple martini".

-"Martini?" La mente annebbiata di Lovino cercava di far spazio ai ricordi della sera precedente, ma poi si accorse dell'assenza del coinquilino biondo. Strano di solito Alfred era l'ultimo a svegliarsi.
-"Dov'è Alfred? Perché non è qui?" Chiese l'italiano.

Gilbert lo guardò come se volesse colpevolizzarlo dell'assenza del suo amico.
-"Sai Lovino, i tuoi comportamenti possono turbare le persone, te ne rendi conto vero?"

-"Cosa intendi Gil? Ho forse messo le mani addosso ad Alfred? L'ho offeso in qualche modo?"  Replicò sbigottito il moro.
Il tedesco capì che la sua affermazione forse era stata troppo pesante, cosa poteva saperne Lovino di quello che era accaduto ad Alfred?

-"No, non gli hai fatto niente... almeno non direttamente".

-"Senti Beils-coso mi stai facendo perdere la pazienza! Cosa è successo ad Alfred e cosa c'entro io con questo?!"


-"Non posso dirti niente mi dispiace, è la vita privata di Fred.. un giorno te ne parlerà. Ti chiederei solo di cambiare atteggiamento con lui... il tuo caratteraccio con Alfred risparmiatelo."

Oh bene! Adesso pure le offese? Colpevole di qualcosa che non sapeva, inoltre con un mal di testa lancinante e la voglia di vomitare pure l'anima, cosa poteva esserci di peggio?!
D'un tratto si aprì la porta della loro stanza. -"Hola Chicos ~ , come va oggi?"

-"Bene, come non detto. Al peggio non c'è mai fine"

Lovino irritato dalla presenza di quello sgradito ospite si chiuse in bagno, una doccia fredda lo avrebbe certamente calmato. Purtroppo ricordava quel fottuto bacio tra Antonio e Bella, come avrebbe potuto dimenticarlo?

****

-"C-Che sta facendo in bagno?"

-"Antonio cosa ne posso sapere io?! Si sente il rumore della doccia, si starà lavando forse?"
rispose perplesso l'albino.

-"Ricorda niente di ieri sera?..." Chiese con occhi speranzosi lo spagnolo.

-"Non credo, sembrava normale quando ti ha visto."

-"O forse... fa finta di non ricordare!!" rispose maliziosamente Antonio.

Gilbert esaperatò si sedette vicino al suo amico. -"Lo dico per il tuo bene, smettila. Era ubriaco, UBRIACO, non puoi dar credito ad un gesto fatto senza lucidità! Insomma mio fratello da brillo ha baciato il cane dei vicini!"

-"Ma io non sono un cane! Io sono una persona, e gli ubriachi fanno sempre quello che non hanno il coraggio di fare da lucidi!"

Già il nostro italiano preferito quella notte aveva fatto la peggiore delle cose, qualcosa che - senza volerlo - lo aveva legato indissolubilmente ad Antonio.


****

-"Cazzo quanto vomita, ma non ha ancora finito?"

-"Gilbert smettila di essere così rude! Vai ad aiutarlo piuttosto!"


-"Francis sei buono buono con le critiche, ma intanto non hai mosso un dito per Lovino"

Il francese guardò l'albino trucemente - "... mhp tanto lo sta aiutando Antonio no? Piuttosto, che fine ha fatto Alfred?"

-"Quell'idiota di Lovino gli ricorda troppo Artie, questa notte non dormirà qui... lo ospitano i suoi amici"

-"Dovevo immaginarlo... non ha ancora accettato la decisione di Arthur..."


La loro discussione venne interrotta dall'italiano che si accasciò nel suo letto senza forze.
Antonio lo guardò impietosito -"Poverino, si è sentito davvero male..."

-"Beh è colpa sua! Non doveva esagerare" Aggiunse Gilbert.
-"Senti chi parla! Ogni sera esageri col bere, questa sera però non l'hai potuto fare perché Lovino si è sentito male prima di te!" Ribattè il francese.

Antonio alterato rispose: -"Insomma la smettete di litigare? Dobbiamo pensare a lui adesso! Mi chiedo come mai mi abbia insultato per tutto il tempo... cosa gli ho fatto?"

-"Antonio, ti preoccupi troppo per Lovino. Insomma non lo conosci nemmeno! Perché non lo lasci perdere? Su andate a dormire ragazzi... ci penso io al nostro 'amico' " Disse l'albino fin troppo assonnato per stare ad ascoltare i suoi amici.

-"Aspetta! Forse è meglio che rimanga! Posso aiutarlo io per questa notte!" aggiunse lo spagnolo, speranzoso di una risposta affermativa da parte di Gilbert.

-"Ho sonno, vattene Antonio!" rispose irritato quest'ultimo.

Il loro battibecco fu interrotto dall'italiano che parlava nel sonno. -"Ba-Bastardo ridammelo!"

Antonio si avvicinò a Lovino -"Hey calmati Lovi, di cosa stai parlando? Perché non dormi tranquillamen-.."

Senza neanche dargli il tempo di terminare la frase l'italiano tirò a se lo spagnolo e lo baciò e poi come se nulla fosse tornò a dormire borbottando -"Me lo sono ripreso!"

Antonio rimase pietrificato, che diavolo era successo? Perché Lovino lo aveva baciato?

Francis e Gilbert guardarono tutta la scena esterrefatti, fino a quando non si avvicinarono al loro amico ormai in trans.
-"M-m-mi ha baciato!"

-"Antonio... non prendertela, è ubriaco"
rispose Francis.

-"Non me la sto prendendo! Ma...  c-c-cioè non pensavo che a Lovino piacessero gli uomini!"

-"Frena. Lovino è U.B.R.I.A.C.O. , non puoi dargli del gay per una cosa che ha fatto senza l'uso delle sue facoltà mentali!"
aggiunse Gilbert.

-"Aspetta, stai dicendo che io non potrei piacergli??!" ribattè quasi offeso lo spagnolo.

Francis guardò perplessamente l'amico e gli rispose: -"No, Gilbert sta cercando di dirti che non conosciamo così a fondo Lovino da poter sapere i suoi 'gusti'. Insomma io sono il primo che vede maliziosamente qualsiasi cosa, ma ora non possiamo dare giudizi affrettati su Lovino! E poi che t'importa se Lovino è gay scusa?"

-"Già che t'importa? Non è che il gay in realtà sei tu Antonio?" Disse sarcastico l'albino.

-"C-c-che state dicendo? Finitela di scherzare, lo sapete che a me piacciono le donne!"

-"Su su scherzavamo Tonio, lo sappiamo che tu sei un macho-latino!" ribattè sempre in modo sarcastico Gilbert.


****


Già insomma, a lui piacevano le donne giusto? Che problema c'era se un ragazzo lo aveva baciato? Non era lucido, non era nulla d'importante! Probabilmente sarebbe stato così se quel ragazzo non fosse stato la sua nuova - ossessione -.

 Lovino si era cacciato in un bel guaio, come avrebbe potuto spiegare allo spagnolo che lo aveva baciato solo per riprendersi il bacio della sua Bella, se non ricordava nulla? Come sarebbe potuto uscire da questo grande equivoco? E soprattutto, cosa aveva in mente Antonio?!










Note:
Beh che dire, per prima cosa mi scuso per l'imperdonabile ritardo, purtroppo ho avuto un po' di casini in questi giorni e non avevo assolutamente voglia di scrivere - tanto per -. Rinnovo i miei ringraziamenti a tutti voi che mi sostenete, siete in tantissimi a seguire la mia storia e non me lo aspettavo assolutamente ò_ò
Vi mando un bacione <3 continuate a recensire se vi va :D cercherò di aggiornare il prima possibile!

Ann



Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1237844