Flash Forward

di Spuffy93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima parte ***
Capitolo 2: *** Seconda Parte ***
Capitolo 3: *** Terza Parte ***
Capitolo 4: *** Quarta Parte ***
Capitolo 5: *** Quinta Parte ***
Capitolo 6: *** Sesta Parte ***
Capitolo 7: *** Settima Parte ***
Capitolo 8: *** Ottava PArte ***
Capitolo 9: *** Nona parte ***
Capitolo 10: *** Decima Parte ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Dodicesima parte + Avviso ***
Capitolo 13: *** Tredicesima parte ***
Capitolo 14: *** Quattordicesima Parte ***



Capitolo 1
*** Prima parte ***


Ecco che inizia la mia nuova storia.. beh, scusate il ritardo ma ho avuto problemi prima con internet e poi con il computer.. e tutt'ora non sono finiti.. Prima del 15 sarò quasi del tutto invisibile ç___ç
Spero che comunque questa mia nuova storia vi piaccia anche se è un po' fuori dalli schemi XD Ora vi lascio leggere.. ci si vede infondo!




Mi lasciai letteralmente cadere sulla sedia.
Avevo un mal di testa che mi stava uccidendo. Era dalla mattina che andava avanti e anche se il dottore mi aveva detto che era normale avere certe ripercussioni dopo lo stress che il mio corpo aveva subito, io non mi sentivo tranquilla.
Odio le medicine, ma per quella volta decisi di fare un'eccezione. Solo un'aspirina per far passare il dolore.
Aprii il cassetto e trovai il pacchettino del medicinale che mi ero comprata mesi fa dopo il casino con Royce, anche allora i mal di testa erano frequenti.
Presi la pillola e la bottiglietta d'acqua che avevo sulla scrivania. Chiusi un momento gli occhi per fare un respiro profondo e fu in quel momento che accadde per la prima volta.
I rumori intorno a me scomparvero. Sentivo solo un vociare confuso e il rumore di sirene. Davanti a me c'era un edificio messo piuttosto male e Castle davanti ad esso che abbracciava la sua famiglia con un sorriso molto felice sulle labbra.
L'immagine rimase per qualche secondo poi finalmente riuscii a riaprire gli occhi e di nuovo ero al distretto, aspirina e acqua in mano, circondata dai miei colleghi.
Avevo il fiatone, mi sembrava di essere appena uscita dalla palestra dopo un intenso allenamento. Ero stanca ma almeno il mal di testa era scomparso.
Pensai subito che dovevo essermi addormentata e aver sognato, ma quando andai a guardare l'orologio scoprì che erano passati appena dieci minuti da quando l'avevo guardato l'ultima volta prima di parlare con Castle. Non mi ero addormentata.
Non volli dare peso all'evento, tornai a casa e mi misi a letto tranquilla.
Era stata una giornata stressante, magari avevo solo immaginato tutto.
Decisi di lasciar stare, non ne parlai nemmeno con il mio psicologo, in fondo era solo un piccolo sogno ad occhi aperti.

Passavano velocemente i giorni e io finalmente riuscivo a stare di nuovo al passo con i ritmi del dodicesimo. Ero guarita.
Dopo quel primo caso dell'assassino sotto il letto non abbiamo avuto per giorni interi altri omicidi e la cosa mi è sembrata molto strana. Forse l'universo voleva prepararmi a quello che di lì a poco mi sarebbe capitato. Non saprei, fatto sta che gli assassini si presero una vacanza e io fui relegata al lavoro d'ufficio.
Erano passati esattamente due giorni quando accadde di nuovo. Ero sola a casa che mi rilassavo con un bagno caldo nella vasca, era tutto il giorno che questo fastidioso mal di testa mi perseguitava e quattro ore di scartoffie burocratiche non avevano certo migliorato la situazione. Mi stavo finalmente concedendo un minuto di relax. Il vino, la musica, un buon libro e tante bolle.
Stavo leggendo un punto piuttosto lento e il mio incessante mal di testa mi convinse a posare un attimo il libro, chiusi gli occhi, mi appoggia al bordo della vasca e improvvisamente non ero più nel mio bagno. Ero a casa di Lanie. Davanti a me c'erano i la mia migliore amica ed Esposito che si guardavano tristemente.
'Credo che sia finita...” sussurrò lui. Lei non rispose e vidi una lacrima scenderle lungo la guancia poco prima di tornare in contatto con la realtà.
Spalancai gli occhi e iniziai ad ansimare in cerca d'aria. Mi sembrava di essere stata in apnea per diversi minuti, ero stanca ma ancora una volta il mal di testa era scomparso.
Mentre mi avvolgevo l'accappatoio intorno al corpo non riuscivo a far a meno di pensare a cosa stesse succedendo. Stavo forse impazzendo? Uscire dalla vasca non fu una facile impresa, sopratutto perché per rimanere in piedi dovevo sforzarmi molto, ero talmente esausta che dovetti appoggiarmi al muro.
Faticosamente camminai fino in camera mia e mi gettai sul letto, non ebbi nemmeno la forza di asciugarmi i capelli, semplicemente gli avvolsi in un asciugamano e con solo delle mutandine e una canottiera mi misi sotto le coperte nella speranza di sentirmi meglio.
Quando la mattina seguente mi svegliai stavo bene. Nessun mal di testa, nessuna spossatezza, insomma niente di niente.
Decisi di archiviare l'episodio come un effetto collaterale del mio intervento. Magari l'anestesia mi aveva provocato qualche piccolo danno al cervello che mi faceva vedere cose non vere. Non aveva importanza, fintanto che potevo fare il mio lavoro che andasse a quel paese tutto il resto.
La giornata passò lenta, come ormai era consuetudine. Iniziavo a chiedermi cosa cambiasse dallo stare in casa di mio padre allo stare al distretto a lavorare sulle scartoffie ma quando Castle mi si avvicinò chiedendomi cosa volevo per cena capì: a casa non avevo lui, il mio partner, il mio amico, semplicemente Richard Castle.
Alle dieci mi ritrovai sempre al distretto bloccata da un turno in notturna che feci al posto di Velazquez, doveva uscire con il suo ragazzo che la settimana seguente sarebbe partito per andare in Afganistan per tre mesi, insomma, non potevo dirle assolutamente di no.
Mi toccò costringere Rick ad andarsene, non volevo che rimanesse bloccato al distretto per un turno che assolutamente non era di sua competenza. Dopotutto lui ha una famiglia.
Stavo per iniziare a sorseggiare il mio quarto caffè, avevo di nuovo uno di quei terribili mal di testa così decisi di sedermi e concedermi un attimo di riposo ma per la terza volta in pochi giorni ebbi un flash.
Ero nel distretto. Dalla poca luce che arrivava dalle finestre sembra sia sera... sul tardi. Al mio fianco c'era Castle che sorrideva guardando un punto fisso. Seguii il suo sguardo e vidi una coppia uscire dal dodicesimo
“Una Musa e il suo scrittore che combattono il crimine. Proprio come noi.” mi disse.
Spalancai gli occhi boccheggiando per l'aria. Anche quella volta mi risvegliai affaticata chiedendomi che significato avesse ciò che avevo visto. Ero sicura di aver già visto la donna, forse una recluta del dodicesimo, ma l'uomo al suo fianco non ero riuscita a vederlo bene e comunque non credevo di conoscerlo. Per non parlare poi della frase di Castle.
Era la terza volta che mi capitava e iniziai a preoccuparmi seriamente. Non è normale vedere immagini così vivide nella propria testa. Poteva passare quella di Castle con la famiglia e quella di Esposito e Lanie, ma questa dei due sconosciuti? Come potevo sognare di qualcuno che non conosco nemmeno così bene.
Passai il resto del turno in agitazione, spaventata da quello che mi stava accadendo. Quando finalmente vennero a darmi il cambio verso le quattro tornai felicemente a casa, mi mancava il mio letto e speravo che un buon riposo alleviasse le mie paure. Funzionò, almeno in parte.
Quando alle dieci mi chiamarono per andare sulla scena di un crimine ero più tranquilla ma la mia stanchezza era palese, sembravo più debilitata di quello che ero.

Arrivata sulla scena del crimine venni assalita dai giornalisti ma non vi prestai molta attenzione, dissi il solito 'No Comment' e tirai a dritto. Di lì a pochi istanti scoprii che il mio nuovo caso riguardava un uomo tagliato esattamente in due parti, una cosa veramente insolita, ma ciò non mi fece ribrezzo, bensì stimolò la mia curiosità fin da subito.
Portai avanti le indagini con più sicurezza e a fine giornata gioii del fatto che i miei mal di testa e le mie allucinazioni non si erano presentate almeno per quelle poche ore. Pensai di essere tornata normale, pensai che era solo la noia, lo stress e la stanchezza che messi insieme mi avevano fatto immaginare tutte quelle cose. Mi sbagliavo e il giorno dopo avrei capito quanto.



Angolino:
Okay, ci siamo, fine della prima parte.. Questa storia non dovrebbe (e sottolineo dovrebbe) essere troppo lunga. Almeno sotto i quindici capitoli se riuscirò a contenermi XD
Spero che l'inizio vi abbia stuzzicato... XD
Prima di andarmene volevo inoltre ringraziare la mia family che ha letto in anteprima, betatato e supportato U_U Siete fantastiche e sapete quanto vi voglio bene! <3
Ora vado che altrimenti perdo l'uscita e domani non ho mentalist!
Mi raccomando, non fate casini senza di me!!!!
Bacioni Sara!

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Capitolo 2
*** Seconda Parte ***


Seconda Parte

 

Io e Castle stavamo parlando con la mamma della vittima, ci disse di un ragazzo in giacca e cravatta, ce lo descrisse e noi ricordammo quel giornalista sulla scena del crimine. Era lui. Quando la sua foto venne appesa alla lavagna e potei vederlo bene mi accorsi di averlo già visto da qualche parte, non solo sulla scena del crimine.

Quando capimmo che stava cercando di scappare di città e che si trovava a Comicadia io e Castle decidemmo di intercettarlo. Quando lui si girò dopo che lo chiamai per nome finalmente capì dove l'avevo visto. Era l'uomo che usciva dal distretto. Abilmente nascosi la mia sorpresa e decisi che la priorità era il caso e che poi avrei pensato a quello che mi stava succedendo.

La giornata passo in un susseguirsi infinito di novità per il caso, Paul confessò ma io capì che stava mentendo per proteggere qualcuno e questo qualcuno scoprì poi essere la stessa donna che avevo visto uscire con lui dal distretto nella mia sottospecie di visione. Ann, una recluta che era sulla scena del crimine il primo giorno.

Stavo impazzendo.

Lei è molto simile a me, adesso lo posso ammettere tranquillamente ma allora, quando sospettavo che fosse un'assassina senza scrupoli non volevo nemmeno pensarci. Lei giurava di non aver ucciso nessuno e io alla fine le credetti. Non so se fosse per il fatto che mi sembrava una persona troppo nobile per commettere un azione del genere, fatto sta che le credetti e la nostra ricerca ricominciò.

Ann, nei panni di Lone Vengeance, aveva preso in giro Tony e a lui la cosa non era piaciuta e quale modo migliore di vendicarsi del supereroe e di Faris se non uccidendo quest'ultimo e facendo ricadere la colpa su Lone Vengeance?

Grazie al paranocche riuscimmo ad incastrarlo e finalmente il caso fu chiuso.

Parlai con Ann e le consigliai di non sprecare la sua vita dietro ai fantasmi del passato, che ipocrita che ero, io che davo un consiglio del genere quando ero la prima a non seguirlo.

Castle si avvicinò a me e in quel momento successe l'inspiegabile. La scena del mio 'sogno ad occhi aperti' si avverò. Era tutto uguale, Ann e Paul che uscivano, noi che li guardavamo e Castle con quella sua frase.

Per fortuna Rick se ne andò subito dopo così io potei rifugiarmi nel bagno del distretto e lasciarmi finalmente andare alla preoccupazione.

Stavo impazzendo. Non riuscivo a pensare ad un'altra soluzione, insomma, non potevo mica aver visto nel futuro! E' impossibile dopotutto!

Cercai di calmarmi ma fu tutto inutile. Tornai a casa e sperai di scordarmi tutta la faccenda, sperai che una buona dormita mi avrebbe aiutato ma niente. Quella notte dormì si e no due ore il resto del tempo lo passai a piangere silenziosamente spaventata dall'idea che stavo impazzendo.

Quando la mattina dopo arrivai al distretto cercai di sembrare normale, non volevo e non potevo raccontarlo a nessuno, mi avrebbero sicuramente fatta ricoverare e oltretutto era successo solo una volta e certe cose possono capitare. Magari avevo avuto solo uno strano deja-vu.

Un nuovo caso arrivò al distretto e tanto bastò a distrarmi per i seguenti giorni. Infondo quante volte capita di indagare su un caso senza corpo?

Fu un sollievo dovermi concentrare sulla ricerca del corpo prima e della testa poi, i giorni passarono uno dietro l'altro e con il loro passare diminuirono le mie paure visto che quegli strani mal di testa erano spariti.

In quel periodo successero altre mille cose, venne uccisa una persona con la pistola di Ryan che il 3xk gli aveva rubato l'anno prima, dovemmo indagare con quella sottospecie di ladra, la casa stregata ed infine la rapina in banca.

Mi ricordo di quella giornata, una delle peggiori, avevo di nuovo il mal di testa e come se non bastasse Castle quel giorno non era arrivato presto al distretto e quindi niente caffè per me. Presi il telefono e iniziai a comporre il suo numero, volevo solo sapere dove si trovava, sbattei le palpebre e vidi una scena molto strana.

Castle era in un casinò affiancato da Ryan ed Esposito, ma la cosa strana non era il luogo in cui si trovavano ma il modo in cui erano vestiti. Sembravano Elvis e i suoi boys.

Riaprì gli occhi e per un momento mi venne da ridere.

Questa era una cosa impossibile pensai e così scuotendo la testa posai il telefono e tornai a lavorare. Dopo nemmeno cinque secondi il mio cellulare iniziò a squillare, era Rick.

Cosa vuoi Castle?” risposi trattenendo a stento un sorriso al pensiero di lui vestito da Elvis.

Dimmi che hai bisogno di me.” il sorriso scomparve.

Scusami?” il mio battito accelerò.

Sono bloccato in banca, sto aiutando mia madre ad ottenere un prestito dal mio banchiere.” Tirai un sospiro di sollievo e mi dissi che ero felice di aver frainteso. “Per favore dimmi che c'è un omicidio da qualche parte da risolvere.”

Mi spiace, non ci sono omicidi da risolvere, solo un mucchio di scartoffie...” dissi sinceramente ma dentro di me sperai che Rick sarebbe venuto comunque. Dopo quel flash avevo bisogno di distrarmi o così mi raccontai. “Ma sei il benvenuto a venire a fare la tua parte per una volta...” aggiunsi ironica. Sapevo che non avrebbe mai accettato.

L'unica cosa peggiore di essere qui è essere li a fare le scartoffie.” rispose infatti lui. Scossi la testa.

Come è possibile che siamo partner quando inseguo i cattivi, e quando ho da fare con le scartoffie mi ritrovo sempre sola?”

Mmh..”

Cosa?” chiesi confusa. Non era da Castle rispondere con solo un versetto.

Penso che questa banca stia per essere rapinata.” se ne uscì lui. Non volevo credergli.

Davvero? Ti annoi così tanto?”

Ci sono un uomo e una donna qui, vestiti con un camice ed entrambi hanno dei rigonfiamenti sospetti sotto la giacca.” roteai gli occhi.

Castle, credo che tu ti stia facendo prendere troppo dalla tua immaginazione di scrittore.” risposi divertita. Ed allora successe il peggio.

SDRAIATEVI PER TERRA TUTTI!” urlò una voce dall'altra parte del telefono, il mio sorriso si gelò e il mio cuore riprese a battere all'impazzata ma stavolta non era per l'emozione ma per la paura. Una dannata paura per Rick e per Martha. Castle iniziò a darmi informazioni ma poi un rapitore si accorse di lui e distrusse il suo cellulare.

Mi recai subito sul posto, i rapinatori mi avevano preso in simpatia quindi fui io a condurre le negoziazioni. Credo di aver fatto un buon lavoro, ma il loro piano non era esattamente uscire con una refurtiva. Dovevano solo comunicare delle informazioni.

Quando sentì l'esplosione il mio cuore perse un battito. Uscì fuori dal pulmino e in quel momento notai una cosa.

Era la banca, l'edificio che vidi in quel mio primo flash, era la banca nelle condizioni in cui era in quel momento.

Entrai insieme alla squadra di recupero. Urlai Castle a pieni polmoni, doveva essere vivo, io l'avevo visto, in quel momento, per la prima volta credetti che quello che vedevo era la verità, volevo crederci perché non potevo nemmeno pensare che Castle fosse morto. Lui doveva essere vivo, doveva ancora abbracciare la sua famiglia e vestirsi da Elvis, non poteva morire, non così non ora.

Quando finalmente lui mi rispose e lo vidi, scosso ma salvo, il sollievo mi alzò di tre metri da terra. Andai a liberarlo e per un breve momento eravamo solo noi nel mondo, solo io e Castle. Martha ci interruppe, voleva essere liberata. Uscimmo tutti fuori e quando Alexis andò incontro al padre vidi avverarsi il mio primissimo flash. Così eravamo a quota due ed io ero sempre più spaventata.

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Capitolo 3
*** Terza Parte ***


Parte Terza

 

Stavo impazzendo, ne ero quasi sicura. Andai a casa di Rick quella sera, feci finta di nulla ma quando dopo tornai al mio appartamento ebbi il mio primo crollo, mi tolsi il giacchetto, il distintivo e la pistola prima ancora di avere la possibilità di entrare in casa, li gettai a terra e appoggiandomi al muro cercai di respirare profondamente. Continuavo a domandarmi come fosse possibile che io vedessi cose che non erano accadute, ormai eravamo a quota due su quattro.

Rimasi nel corridoio con le lacrime che supplicavano di scorrere libere per quasi un'ora poi riuscì a calmarmi e decisi di entrare, non dovevo essere un bello spettacolo.

Posai tutta la mia roba all'entrata e andai diretta in bagno per una doccia veloce per togliermi tutta la sporcizia di dosso. Volevo solo dormire e dimenticare che stavo impazzendo.

Ormai non potevo più negarlo, io vedevo cose che ancora non erano accadute. Quel pomeriggio ci avevo creduto, sperato talmente tanto che in quel momento mi era impossibile pensarla altrimenti.

Mi addormentai dopo ore e ore passate a rigirarmi irrequieta. A chi mai avrei potuto parlare di quel mio segreto? Non al mio psicologo, se lo avesse saputo avrebbe pensato che stavo impazzendo e forse, chissà, gli avrei pure dato ragione, ma poi lui avrebbe dovuto avvertire il distretto e mi avrebbero sospesa all'istante, messa in terapia per chissà quanto e io non volevo e non potevo smettere di lavorare. Fare il detective era ed è una parte troppo importante della mia vita. Amo il mio lavoro.

I miei sogni quella notte furono popolati di persone che cercavano di prendermi e portarmi via dalla mia seconda casa, il distretto. Quando finalmente mi svegliai era tardi e io dovevo andare a lavoro.

Feci tutto meccanicamente spaventata da tutto quello che mi stava capitando, avevo paura che un movimento, un gesto, un evento potessero portare quel terribile mal di testa e la visione che ne seguiva. Non volevo vedere il futuro, non volevo sapere in anticipo.

Arrivai al distretto e mi sedetti pronta a fare le solite scartoffie legali, ero tesa, molto tesa e quando Castle arrivò e mi portò il caffè se ne dovette accorgere perché mi domandò come stavo.

Sto bene.” risposi sorridendo lievemente nella speranza che credesse nella mia bugia.

Non è vero.” mi rispose lui e il mio sorriso scomparve. “E sai che non è così.” a questo non sapevo che rispondere, sorseggiai il caffè e cercai di tornare al mio lavoro.

Passarono altri giorni e ogni volta che Castle mi chiedeva come stavo rispondevo allo stesso modo ma lui mai mi credeva. Un'altra mia visione si avverò durante il seguente caso, io non potei vedere la scena esatta ma quando raggiunsi Castle lo vidi con indosso lo stesso costume da Elvis che avevo visto nella mia visione.

Tutti i miei segreti mi stavano opprimendo, la vita mi pareva noiosa, cercavo di non pensare di trascinarmi avanti. Mi accorsi che era lo stress a portarmi le visioni, ogni volta che ne avevo avuta una ero stressata o sotto pressione quindi cercai di rimanere il più calma possibile ma non bastò.

In quei giorni mi capitò il caso del cecchino e io crollai, troppi brutti ricordi. Ogni rumore mi sembrava uno sparo, la ferita sul mio petto bruciava, ma io sapevo che il dolore era solo nella mia mente, mi rinchiusi in casa e mi ubriacai ma ciò si concluse con un braccio ferito e una nuova visione di cui farmi carico.

Ero in una stanza buia e polverosa, mi guardai intorno e notai che vicino a me c'era Castle, aveva la testa infilata in un buco in un muro.

C'è qualcuno?” domandava. “Sei lì? Siamo qui per...” la sua voce si interrompe e sento uno strano suono. La visione finì e io scossi la testa annebbiata non solo dalla solita sensazione che mi lasciavano quelle esperienze, ma anche dall'alcool che avevo in corpo.

Esposito fu la mia salvezza in quel caso, lui mi fece capire che avrei dovuto affrontare i miei fantasmi e non scapparne e così superai anche quello scoglio, vinsi la mia paura e insieme catturammo il bastardo.

Ero fiera di me, decisi che me ne sarei fregata delle visioni, il caso mi aveva dimostrato che la vita può essere molto breve e io volevo viverla.

I seguenti giorni li passai più tranquillamente, forse impaurita sì, ma diversamente dalle precedenti settimane vivetti e non mi lasciai semplicemente trascinare.

Anche la mia ultima visione si avverò, io e Castle fummo rapiti e ammanettati in uno scantinato buio e polveroso e a coronare tutto al di la del buco in cui avevo visto Rick affacciarsi durante la visione non c'era una persona, come avevo ipotizzato, ma una tigre! Ci mancò un pelo che finissimo sbranati, per fortuna, per l'ennesima volta, Ryan ed Esposito arrivarono a salvare la situazione.

Tornammo al distretto, ero scossa e sapevo che avrei presto pagato tutto lo stress e il batticuore della giornata ma non mi importava, io e Castle eravamo vivi e già quello mi sembrava stupendo.

Ehi..” mi disse avvicinandosi con un caffè Rick.

Ehi..” risposi sorridendo.

Come stai?” mi chiese.

Bene.” ed in parte era vero, ma improvvisamente arrivò il mal di testa.

Pensai che non poteva succedermi in quel momento, non davanti a Castle. Mi alzai velocemente e mi allontanai ma sentii che Castle mi seguiva, scappai in bagno e mi chiusi la porta alle spalle, mi appoggia al lavandino e sbattei le palpebre. Tanto bastò.

Ero al distretto e stavo dicendo che non avrei avuto l'accompagnatore al matrimonio di Jenny e Ryan, Castle mi guardò e poi rispose che lui sarebbe venuto con una donna bellissima, simpatica, dolce e intelligente. Ero gelosa marcia, ma poi lui aggiunse che era Alexis la donna e io mi calmai. Improvvisamente la stanza scomparve e io ero sul pavimento del bagno delle donne Castle davanti a me che mi teneva per le spalle. Vedevo la sua bocca muoversi ma all'inizio non capivo le parole, non riuscivo a respirare e la mia vista era sfocata, qualcosa non andava, la mia visione non era stata completata e Rick mi aveva riportato indietro troppo presto, doveva avermi seguito. Credevo che sarei morta quando finalmente il mondo tornò ad avere i suoi rumori e io tornai a respirare.

Non... farlo mai più.” dissi appena riuscì di nuovo a parlare. Lo allontanai bruscamente, avevo bisogno di spazio per respirare.

Kate, cosa succede?” mi domandò lui preoccupato. “Sono entrato e tu eri a occhi chiusi assente quando ti ho toccato non mi rispondevi, ti ho scosso e tu ti sei accasciata a terra ed hai iniziato a respirare male...” vidi l'agitazione nei suoi occhi la paura.

Ti prego... ho bisogno, d'aria...” lui capì e si allontanò leggermente per andare ad aprire la piccola finestra che dava sulla strada. Una leggera brezza entrò e mi diede sollievo, chiusi gli occhi e mi rilassai per cinque minuti.

Kate, è... è la ferita?” mi domandò Rick riportandomi con i piedi per terra. “Per caso ti da dei problemi a respirare?” scossi la testa e gli sorrisi leggermente.

Ricordi...” provai a mentirgli.

Del giorno... insomma...”

No.” risposi cercando di rimanere impassibile, mi ero infilata dalla padella nella brace. Non potevo dirgli delle visioni, ma nemmeno che ricordavo quello che mi era successo. Avevo così tanti segreti, non ce la facevo più avrei voluto liberarmi ma lui avrebbe voluto sentirli? O magari avrebbe ignorato alcuni solo per sentire ciò che voleva. Senza dirmi altro si avvicinò e mi diede una mano ad alzarmi. Ero stanca morta, molto più delle volte precedenti.

Sorreggendomi senza dare troppo nell'occhio mi accompagnò nella sala relax e mi fece sedere sul divanetto prima di chiudere tutte le porte e sedersi davanti a me.

Kate, sono giorni che sei strana, all'incirca da dopo quel nostro primo caso e io non capisco cosa succeda.” iniziò lui. “Sei agitata, dormi poco, sei distratta e spaventata.” rimasi stupita da quanto il suo spirito di osservazione fosse acuto. “Kate, parlami, qualunque esso sia...” Castle sospirò e poi mi fisso negli occhi prima di continuare. “Il tuo segreto è al sicuro con me.” mi sussurrò sorridendomi lievemente.

Rimasi in silenzio per non so nemmeno quanto tempo, rimasi a fissarlo negli occhi mentre lui mi sorrideva dolcemente.

Castle...” iniziai titubante, volevo liberarmi, ero stanca delle falsità, volevo svelare tutti i miei segreti e lui voleva sentirli, lo vedevo nei suoi occhi. A lui non sarebbe importato che gli avevo mentito per mesi, a lui non sarebbe importato che io vedessi nel futuro, se gli avessi giurato che non ero pazza, che le cose che vedevo accadevano, lui mi avrebbe creduto e così decisi che era giunta l'ora di dire tutto. “... puoi... puoi venire a casa... con me?”

Lui semplicemente annui e con molta gentilezza mi aiutò ad uscire dal distretto senza che le mie gambe mi tradissero.

Guidò lui, nemmeno mi dette l'occasione di protestare e gli fui grata per ciò.

Nel mio nuovo appartamento non ci sono ascensori e lui mi portò su in braccio.

Castle, posso..” cercai di dirgli.

Mi fa bene.” mi interruppe lui senza darmi tempo di continuare. “Non preoccuparti, ultimamente ho messo su un po' di pancetta.” aggiunse scherzando. “E poi sei più leggera di una piuma.”

Lo guardai negli occhi e smisi di pensare, appoggia la testa sul suo petto e mi strinsi al suo collo lasciandomi trasportare, respirando il suo profumo così unico, così buono.





Spazietto per Sara:
Ho deciso che d'ora in poi posterò solo quando finirò almeno un capitolo :)
Sappiate che ne ho altri due già scritti quindi non preoccupatevi, se vedo che i meiei impegni mi tengono troppo lontana tra un post e l'altro interverrò XD 
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo!
Fatemi sapere!
Bacione 

#OFD

 

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Capitolo 4
*** Quarta Parte ***


Okay, doveva essere corta ma già sono a scrivere il settimo capitolo quindi si è allungata.. in compenso sappiate che non sarà come le mie storie precedenti.. in poche parole non vi farò penare molto ancora... Anche perchè Castle e Beckett avranno altri problemi da risolvere.....
Buona lettura! Ci vediamo in fondo!



Parte Quarta

 

Avrei voluto rimanere abbracciata a lui per sempre ma alla fine arrivammo al terzo piano, Rick mi mise a terra per darmi la possibilità di aprire la porta.

Stavo meglio, ora riuscivo a stare in piedi da sola e camminare, la mia mano tremava leggermente ma questo era normale dopo un flash. Cercai di respirare profondamente e calmarmi, ero nervosa per quello che stavo per fare e se non fossi stata attenta avrei rischiato di farmi venire un'altra visione, già mi sembrava di sentire un po' di mal di testa.

Entra pure...” dissi a Castle una volta aperta la porta e senza aspettarmi risposta mi tolsi il giacchetto e mi lascia cadere sul divano chiudendo gli occhi per fare profondi respiri.

Sentì il divano abbassarsi al mio fianco e capì che anche Rick si era seduto. Non mi fece pressioni, non chiese niente, semplicemente aspettò che io fossi pronta a parlare.

Castle, ho bisogno che tu mi ascolti fino in fondo, senza interrompermi.” dissi alla fine riaprendo gli occhi. “E ti prego, se succedesse una cosa come quella a cui hai appena assistito nel bagno, non toccarmi, lasciami stare altrimenti starò di nuovo male.” lui mi guardò confuso. “Ora cercherò di spiegarti, sono calma, ma non so se riuscirò a rimanerlo per tutto il tempo.”

Beckett, che stai dicendo, non capisco...”

Da quando sono tornata al distretto, da quando ho ripreso i contatti con te, ti ho nascosto alcune cose Rick e adesso sono arrivata al limite. Non ce la faccio più a tenermi tutto dentro, è troppo doloroso.” vedi la sua faccia incupirsi per un attimo ma poi tornò tranquilla.

Kate...” cercò di interrompermi.

No, fammi finire altrimenti non ce la farò.” lo zittì velocemente. “Io... ricordo Rick, fin dal primo giorno, ma era troppo difficile, troppo doloroso e complicato ammetterlo con te.” ammisi alla fine guardandolo negli occhi e cercando di comunicargli il mio rimorso.

Lo sapevo Kate...” mi rispose lui sorridendo.

Cosa?! Ma...” lui ridacchiò.

Solo perché sei una poliziotta non vuol dire che tu sia brava a dire le bugie...” mi disse sempre sorridendo. “In questo sono molto più bravo io.” aggiunse tornando cupo. Non capivo cosa voleva dirmi ma dovevo finire la mia confessione altrimenti avrei perso il coraggio. “Kate, ti devo...”

Ti prego Rick, dopo, fammi finire...” lo supplicai. Castle rimase in silenzio alcuni attimi ma alla fine annuì. “Non è che non voglia parlarne, solo che prima ho un'altra cosa da dirti.” aggiunsi sorridendo dolcemente e prendendogli la mano. “Ti prego, giurami che qualsiasi cosa ti dica tu rimarrai ad ascoltarmi fino in fondo e non mi prenderai per pazza.”

Ma che stai dicendo Beckett?” mi chiese lui divertito.

Giuramelo... ti prego...”

Okay, non scapperò...” mi accontentò lui alla fine comprendo le nostre mani con la sua.

Da... da dopo il mio intervento è cambiato qualcosa, ma non me ne sono accorta subito.” iniziai. “Tutto è iniziato dopo quel mio primo caso, ricordi?” lui annuì così andai avanti. “Stavo male da alcune ore, avevo un forte mal di testa...” stavo iniziando ad innervosirmi così mi interruppi un attimo per fare due respiri profondi. “Volevo prendere un aspirina per il dolore, ma all'improvviso ho avuto questo... flash. Non ero più al distretto, ero...” la sua faccia era molto confusa in quel momento ma io dovevo continuare. “Ero fuori dalla banca e tu, Martha e Alexis vi stavate abbracciando.” conclusi aspettando il suo giudizio.

Non credo di capire Kate... stai dicendo che hai avuto una... visione?” chiese lui sorridendo. “Mi stai prendendo in giro?” aggiunse.

Ascoltami Rick. Non ti sto prendendo in giro, lo giuro. E' da quando sono tornata al distretto che ogni volta che sono sotto pressione o troppo nervosa mi vengono questi flash. Prima ho il mal di testa, nulla riesce a mandarlo via e dopo che ho avuto il flash il mal di testa scompare e a me pare di aver corso la maratona. Oggi, nel bagno è successo di nuovo, ma tu mi hai interrotto... credo.... e quando sono tornata indietro credo di essere andata in shock...” aggiunsi insicura, era solo un ipotesi. “Rick, ti giuro che non ti sto mentendo.” dissi vedendo la sua faccia. “Non posso nemmeno provartelo perché l'unica visione che non si è ancora avverata ti riguarda e se te la dico molto probabilmente poi non si avvererà...” spiego dolcemente. “Ma posso assicurarti che ne ho avute tante... ho visto Lanie ed Esposito lasciarti, potrei dirti come è successo e ti assicuro che lei non me ne ha mai parlato, so che tu Espo e Javi siete rientrati nel club vestiti da Elvis e i suoi Boys, lo sapevo prima ancora che ci arrivasse notizia del caso, sapevo che tu avresti detto quella frase sullo scrittore e la sua musa quel giorno al distretto, sapevo che saremo finiti in una stanza buia e polverosa, anche se ammetto che non avevo notato che eravamo ammanettati e che quella al di là del buco era una tigre...” il mal di testa iniziava a essere più forte. “E credo che se non dici qualcosa, qualsiasi cosa, non potrò evitare di averne un'altra...” aggiunsi portandomi le mani alla testa.

Sto indagando senza di te all'omicidio di tua madre.” sparò lui e tutto il mio nervosismo scomparve sostituito da rabbia e preoccupazione.

Cosa?!” esclamai.

Poco dopo che tu tornasti al distretto mi chiamò un uomo, un amico del capitano...” iniziò lui abbassando lo sguardo. “Mi disse che Montgomery gli aveva mandato dei documenti sul caso di Johanna Beckett e su tutto quello che vi si nascondeva dietro per... per continuare il ricatto che il capitano aveva stretto per proteggerti.” aggiunse e io ero sempre più arrabbiata e confusa, perché non me lo aveva mai detto? “Mi chiese di tenerti lontana dal caso, di farti smettere di indagare perché se tu non l'avessi fatto lui non avrebbe potuto proteggerti, poi attaccò.” delle lacrime scorrevano sul suo viso. “Così l'ho fatto, ti ho convinto a smettere di indagare assiduamente sul caso e... e ho iniziato a lavorarci io.” lacrime iniziarono a scorrere sul mio viso, non riuscì a fermarle. “Io volevo solo proteggerti Kate, non potrei sopportare che ti succedesse qualcosa...” detto questo Rick si alzò e si diresse verso la porta. “Per quanto valga comunque ti credo... lo sai che io credo nella magia. Ti amo Kate e volevo solo proteggerti, se credi di potermi perdonare... sai dove trovarmi.” aggiunse con un sorriso triste prima di uscire e lasciarmi sola in casa mia a processare tutte le nuove notizie.

Qualcuno, la fuori, sapeva più di me sul caso di mia madre, qualcuno la fuori aveva le risposte che cercavo ma non sapevo chi. Rick aveva indagato alle mie spalle, mi aveva convinto a lasciar perdere, mi aveva mentito non raccontandomi da subito tutta la verità. Perché?

Mentre mi chiedevo tutte queste cose iniziai a piangere. Tutti mi mentivano, nessuno mi diceva mai la verità.

Perché anche Castle? Lui non mi aveva mai mentito, mi aveva sempre detto la verità in faccia. Ripensai a quei primi giorni quando tornai sul caso, ero una furia, niente mi poteva allontanare dal mio obiettivo, e anche dopo, quando dissi a Rick che mi sarei calmata e avrei aspettato una nuova apertura in realtà continuai ad indagare per alcuni giorni aggiornando la lavagna in casa mia.

Mi alzai e andai proprio a guardare quest'ultima. Era molto più piena di quanto lo fosse quando l'avevo fatta vedere a Rick la prima volta e in quel momento capì da cosa Castle volesse proteggermi.

Ero io il problema. Se lui mi avesse detto quel giorno che aveva ricevuto quella chiamata molto probabilmente mi sarei rigettata a capofitto nel caso di mia madre, avrei corso dietro a quella nuova pista che probabilmente mi avrebbe riportata al centro del mirino. Montgomery aveva sacrificato la sua vita per proteggermi e io avrei gettato il suo sacrificio alle ortiche per dar soddisfazione al mio bisogno di vendetta.

Perché, allora capì che era questo quello che cercavo, non una conclusione, ma vendetta. Pura e semplice vendetta. Volevo veder soffrire chi aveva dato l'ordine, avrei sacrificato la mia vita per quella causa, la mia intera esistenza dal giorno della morte di mia madre era ruotata intorno a ciò, avevo smesso di vivere e anche quando non indagavo, il ricordo mi tormentava.

Dare la propria vita per i morti è vendetta e io avrei dato la mia vita per trovare l'assassino di mia madre.

Castle stava rischiando la sua vita per indagare, se quelli dietro a tutto lo avessero saputo lui e anche la sua famiglia sarebbero diventati dei bersagli, eppure lui continuava ad indagare perché sapeva che io avevo bisogno di una conclusione. Le lacrime tornarono a scorrermi sulle guance con più intensità, ero sopraffatta dalla consapevolezza di quello che stavo facendo. Con il mio comportamento non solo mettevo in pericolo me stessa ma anche le persone che più amavo.

Mi asciugai velocemente le lacrime, presi la giacca e uscì dal mio appartamento. Dovevo parlare di nuovo con Castle.

Avevo sbagliato, avrei dovuto cambiare atteggiamento, non sarebbe stato facile, ma con il suo aiuto forse ci sarei riuscita.

Sorridendo mi accorsi che il mal di testa era passato.


Lo spazietto di Sara:
In questo e nel prossimo capitolo non ci sarannò visioni... 
Però sappiate che torneranno non ho intenzione di abbandonarle... Cercherò di trovare una qualche spiegazione reale o Sovrannaturale U_U 
Intanto voi godetevi quello che c'è...
Spero abbiate gradito il capitolo XD

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Capitolo 5
*** Quinta Parte ***


Quinta Parte

 

Sicura raggiunsi la macchina e mi misi alla guida, dovevo raggiungere Castle, la nostra chiacchierata non era finita. Dovevo dirgli che doveva smettere di indagare anche lui, non volevo che la sua famiglia finisse al centro del mirino per colpa mia. Non volevo che lui finisse al centro del mirino per colpa mia.

Credo che quella fu una delle pochissime volte in cui decisi che non mi interessavano veramente i limiti di velocità. La mia priorità assoluta era raggiungere Rick e parlargli.

Dieci infiniti minuti dopo ero sotto casa sua, salutai velocemente il portiere che ormai mi conosceva bene e salì al suo piano.

Bussai alla porta e sentì una voce dire arrivo da dentro, era Martha.

Oh cara! Vieni vieni!” esclamò la donna facendosi da parte. “Cosa ti porta qui? Nuovo omicidio di già? Speravo che Richard potesse riposarsi, è tornato dieci minuti fa e sembrava distrutto.”

Non si preoccupi, nessun caso... solo... devo parlargli urgentemente di una... cosa.”

Vai allora, è nel suo studio.” non me lo feci dire due volte. Una volta però davanti alla porta iniziai a sentirmi agitata perché sapevo che una volta detto quello che volevo dire a Rick saremo passati a parlare di quello. Ero pronta? Non lo sapevo con certezza ma non potevo nemmeno andarmene senza parlargli. Dovevo dirgli che non lo odiavo così mi feci forza e bussai.

Vieni pure mamma...” mi rispose Rick dall'altro lato. Entrai sorridendo. Lui nemmeno si era accorto che non ero sua madre, troppo occupato a scrivere un pezzo di Nikki Heat.”

Non sono abbastanza vecchia per essere tua madre Castle.” ribatto io sorridendo timidamente e chiudendo la porta dietro di me.

Beckett!” esclamò lui quasi lasciando cadere in terra il computer. “Non ti aspettavo, non così presto almeno...” disse lui sorridendo timido. “In realtà credevo che non ti avrei proprio più visto.” aggiunse triste. “Pensavo mi mandasti un messaggio con scritto di non farmi vedere più al distretto.”

Castle non dico che mi ha fatto piacere quello che hai fatto...” inizio io avvicinandomi finché non siamo che a mezzo metro di distanza. “Ma capisco le tue intenzioni e... e devo ammettere che avevi... ragione.” concludo tentando un timido sorriso. “Mi sarei buttata dentro il caso e mi sarei fatta uccidere ma ora ho capito. Non inizierò di nuovo ad indagare.” dissi scuotendo la testa per enfatizzare. “Aspetterò un apertura... darò una chance all'amico del capitano.”

D-davvero?” chiese Rick totalmente stupefatto.

Sì.” risposi sicura. “E voglio anche che tu smetta di indagare Rick. Se... se ti scoprissero allora saresti tu in pericolo, Alexis e Martha lo sarebbero e io non posso permettere che vi accada nulla. Siete come una sottospecie di famiglia ormai per me... esattamente come Ryan, Esposito e Lanie.” concludo con un altro sorriso timido.

Io... Kate non so...”

Promettimi che smetterai... non... non voglio che succeda niente a te o alla tua famiglia.” dissi sentendo una lacrima scorrere lungo la mia guancia.

Okay, Beckett... ma non piangere. Sai che odio vederti piangere.” mi sussurrò lui asciugando quell'unica lacrima. Provai a fare un sorriso timido e non so bene come sia risultato ma lui mi sorrise in risposta e subito dopo mi sentivo già meglio.

Grazie.” ero di nuovo agitata.

Allora...” iniziò lui e io subito spaventata da quelle che sarebbero state le sue prossime parole. Già lo sentivo chiedermi spiegazioni sul mio silenzio. “che mi sai dire di più su queste visioni?” domandò lui invece shoccandomi. “Non voglio costringerti a parlare di qualcosa di cui non sei pronta a parlare Beckett.” mi disse lui sorridente capendomi senza bisogno che io aprissi bocca.

Beh, cosa vuoi sapere?”

Cosa hai visto nella tua ultima visione?” i suoi occhi brillavano come quelli di un bambino che ha ricevuto il regalo desiderato a natale.

Te l'ho già detto, non posso dirtelo perché ti riguarda!” gli risposi roteando gli occhi.

Oh già vero...” era imbarazzato. “Ti piace vedere il futuro?” chiese allora.

A dire la verità non molto, l'unica volta che mi è stato di conforto sapere cosa sarebbe accaduto è stato dopo... dopo l'esplosione in banca.” sussurro. “Avevo visto tu davanti a quello che è rimasto della banca insieme ad Alexis e Martha che vi abbracciavate. Quando sono entrata ho sperato di vedere veramente il futuro perché altrimenti c'era la possibilità che tu fossi morto.” confessai. Lui non disse niente semplicemente si avvicinò e mi abbracciò tenendomi stretta a se sussurrandomi parole di conforto.

Grazie.” sussurrai dopo qualche minuto passato così. “che ne dici se ci spostiamo in salotto... sul divano si sta più comodi.” lui annuì e mi guidò.

Rick volle sapere tutto e così gli raccontai ogni visione per filo e per segno cercando di fargli capire come mi sento quando ne ho una.

Alla fine della nostra chiacchierata ero talmente stanca che mi addormentai sul divano e non mi risvegliai fino alle sette del mattino dopo. Risultato? Ero in ritardo.

Tu non capisci Castle!” sbraitai dopo che lui mi aveva detto che non mi aveva svegliato perché sembravo dormire così pacificamente. “La Gates mi ucciderà! Tu mi devi proprio odiare...”

Kate, devi essere a lavoro alle otto e mezzo. Abbiamo più di un ora.”

Mi devo fare la doccia, cambiare e casa mia è a dieci minuti da qui e ad altri quindici dal distretto.”

Puoi sempre farla qui così risparmi minuti e fai pure colazione.” mi propose lui.

E cosa penserebbe metà distretto vedendomi arrivare con gli abati di ieri?”

Prendi qualcosa di Al... Sono sicura che sarà felice di prestarti qualcosa.”

Non credo mi stiano le sue cose Castle...”

Sciocchezze detective! Adesso muoviti fai una doccia, io chiederò a mia figlia di portarti qualcosa di adatto ad una giornata lavorativa...” disse lui spingendomi verso le scale e io decisi di assecondarlo sperando nel buon gusto di Alexis.

Vado vado! Ma vedi di farmi trovare un ottima colazione!” dissi ridacchiando mentre salivo al piano di sopra. Dieci minuti e una doccia dopo uscì dal bagno avvolta in un asciugamano e trovai Alexis sorridente ad aspettarmi.

Niente da dirmi detective?” mi chiese con un sorriso malizioso da far invidia a suo padre.

Non è come sembra! Mi sono addormentata sul divano Al!” dissi arrossendo lievemente.

Mmm... certo.”

Davvero, ora credi che ti mentirei su di una cosa del genere?” domandai facendo gli occhioni a cucciolo che avevo imparato da Castle. Non le stavo propriamente mentendo semplicemente io e Rick eravamo in un momento di negazione in quanto non avevamo ancora discusso del gigantesco elefante che c'era nella stanza.

Siccome mi sembra tu sia sincera ti presto i miei vestiti Beckett.” disse la ragazzina sorridendo.

Grazie Al, ti devo un favore...” sussurrai mentre lei si allontanava.

Lo so! I vestiti sono in camera di mio padre. Vai pure lui è in cucina!” aggiunse lei prima di sparire nella sua camera tutta sorridente. Roteai gli occhi consapevole che non mi aveva creduto e che era inutile cercare di convincerla diversamente.

Entrai nella stanza di Rick e mi cambiai velocemente. Alexis mi aveva lasciato un semplice paio di jeans con una camicetta. Mi stavano alla perfezione devo dire. Completai il tutto rimettendomi li stivali del giorno prima e scesi al piano di sotto.

Allora?” chiesi comparendo in cucina.

Sei perfetta.” rispose Alexis. Castle era accanto a lei a bocca aperta. “Papà, stai sbavando.” lo prese in giro la giovane donna.

Su Castle, come se tu non mi avessi mai visto vestita.” mormorai roteando gli occhi. Ammetto che ripensandoci forse la camicia bianca era un poco trasparente e i jeans molto più attillati del solito.

Castle si riprese e mi servì una delle sue colazioni fantasiose che, stranamente, era buona.

Allora, quanto tempo ci è rimasto Detective?” mi domandò sorridente. Un veloce sguardo all'orologio mi disse che avevamo ancora mezz'ora.

Tutto il tempo del mondo writer boy.”

Beh, io vi lascio, la scuola non attende me.” disse Alexis bevendo l'ultimo sorso di succo. “Mi raccomando, fate i bravi e non indulgete in attività che vi farebbero ritardare...” aggiunse prima di sparire al di là della porta.

A quanto pare tua figlia ti somiglia più di quello che sembra. Quando crede in una teoria difficilmente la molla.” dissi ridacchiando mentre Castle arrossiva lievemente.

Potremo facilmente validare la teoria di mia figlia...” mi disse lui riprendendosi dopo alcuni istanti.

Nei tuoi sogni Castle...”

Oh.. Stanne certa.” roteai gli occhi, quella mattina lo feci molto spesso.

Su muoviamoci adesso...” uscimmo insieme da casa sua e Rick mi accompagnò fino alla mia macchina.

A dopo detective.” mi fece sorridente.

Non ho dimenticato!” gli urlai dietro io di istinto.

Cosa?” chiese lui confuso.

Dobbiamo finire di parlare... ieri era la mia serata stasera è la tua.” finì arrossendo terribilmente prima di salire in macchina.

 

Da qui in poi gli episodi di Castle non saranno più uguali.. cioè l'episodio è quello ma le interazioni tra Kate e Rick saranno diverse.

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Capitolo 6
*** Sesta Parte ***


Scusate ragazze.... ieri avevo promesso di postare ma la partita mi ha distratto quindi ecco il Post! SORRY!

Da qui in poi gli episodi di Castle non saranno più uguali.. cioè l'episodio è quello ma le interazioni tra Kate e Rick saranno diverse.

 

Sesta Parte

 

Oddio, ma cosa gli ho detto? Pensai appena entrai in macchina. E' giusto così: lui ha ascoltato te per ore e ore, devo fare lo stesso per lui.

Respirai profondamente per calmarmi, iniziavo a sentire 'quel' mal di testa. Misi in moto sperando che la guida riuscisse a sciogliermi ma non funzionò così quando iniziai a sentire che il flash era vicino accostai e chiusi gli occhi accogliendo la visione che sapevo sarebbe arrivata.

Ero in casa mia, seduta sul divano vicino a me un cane che mi stava leccando tutta la faccia ed io ero felice.

Per fortuna tu dovevi essere quella dura!” era la voce di Rick. Stava tornando dalla cucina con due bicchieri di vino.

La visione finì e io decisi che, visto che stavo facendo tardi, avrei pensato dopo a quello che avevo visto. Prima il lavoro.

Arrivai al distretto appena in tempo, Ryan si avvicinò e mi disse che avevamo un nuovo caso. Non ci voleva, mancava poco al suo matrimonio e un caso non era l'ideale. Dovevamo risolverlo al più presto.

Quella mattina si avverò anche la mia visione su Castle che ci annuncia di Alexis, per quanto sapessi cosa sarebbe venuto dopo non potei impedirmi di essere gelosa.

Ma cosa mi prende? Mi chiesi una volta essendomi allontanata.

La giornata andò avanti, il morto era un gigolò, non a pagamento ma per diletto, i suoi amici erano per così dire interessanti, uno ci provò anche con me ma dopo essermi divertita a guardare l'espressione gelosa di Rick lo rimisi al suo posto.

Il caso andò avanti e venne fuori un gran casino su Jenny. Era stata con la vittima all'inizio della sua storia con Ryan. Dirglielo o no era il dilemma. Il fatto che Ryan fosse agitato per la sua dieta depurante non aiutava. I giorni passavano, il matrimonio si avvicinava e il caso era sempre lì. Per tacito accordo io e Castle decidemmo che avremmo parlato del nostro caro elefante a caso chiuso.

Quando finalmente non ci speravo più trovammo l'assassino anzi, l'assassina e il caso fu chiuso. Alla fine dicemmo anche a Ryan la verità davanti a un ottimo pranzo ma lui ci sorprese dicendoci che lo sapeva e che all'epoca in cui Jenny era andata con la nostra vittima il loro era ancora un rapporto aperto. Insomma tutto bene quello che finisce bene.

Io e Castle decidemmo addirittura di farci da più uno al matrimonio. In fondo ne io ne lui avevamo un accompagnatore e sarebbe stato stupido essere soli ad un matrimonio.

La cerimonia fu semplicemente perfetta e il ricevimento veramente superbo, ci furono brindisi giochi e balli e la giornata passò in fretta.

Il signore e la signora Ryan partirono la sera stessa per la loro luna di miele, sarebbe durata una settimana.

Il giorno dopo decisi di arrivare al distretto in anticipo e iniziai a completare le scartoffie, dopotutto qualcuno avrebbe dovuto farle e se aspettavo che le facesse Esposito o Castle stavo fresca.

Verso metà mattinata la Gates mi venne a dire che avevo il resto della giornata libero e io non me lo feci certo ripetere due volte.

Feci per tornare a casa ma quando raggiunsi il primo bivio capì che era arrivato il momento di parlare con Rick. Avevamo aspettato anche troppo tempo era ora di chiarirsi così mi diressi a casa sua.

Alexis mi aprì prima ancora che potessi bussare.

Oh, ciao Kate! Nuovo caso?” chiese lei sorridendo.

No, sono venuta a parlare con tuo padre... è in casa?”

Certo, ora scusa ma devo andare, il ragazzo del concerto mi ha dato un terzo appuntamento!” mi disse tutta eccitata. Le sorrisi e le augurai buon divertimento.

Cosa fai qui Kate? Pensavo oggi fosse giornate di scartoffie.” disse sorridendo.

La Gates mi ha dato mezza giornata.” lui spalancò gli occhi. “Lo so, credo sia malata.”

Non mi hai ancora risposto detective... come mai sei qui nella tua prima giornata libera negli ultimi mesi.”

Credo sia arrivato il momento di parlare...” sussurrai abbassando gli occhi.

Non c'è molto da dire Kate...” mi rispose lui sorridendo. Con una mano sollevò il mio viso finché i nostri occhi si incontrarono. “Io so cosa provo... so che ti amo... il resto è tutto in mano tua.”

Rick io...”

Non voglio che dici nulla Kate... mi ricordo quel discorso sul caso di tua madre e sul muro, ma veramente vuoi che un caso che magari rimarrà aperto per tutta la tua vita ti condizioni?” mi chiese gentilmente. “Io sono qui Kate... sono disposto ad aspettare perché so che tu sei l'unica, nessun'altra è come te, nessun'altra mi ha fatto provare quello che mi fai provare tu con un semplice sguardo...”

Cosa devo fare Rick... Io non so come fare... sono spaventata.” ammisi finalmente dando sfogo ad alcune delle lacrime che premevano di uscire. Castle si avvicinò e mi abbracciò.

Shh... Va bene Kate, non importa... se ci darai una possibilità affronteremo i problemi mano mano che si presentano. Io non mi arrenderò di sicuro.” mi sussurrò all'orecchio e per la prima volta in anni capì che c'era speranza. Lui non mi aveva mai abbandonato e di certo non avrebbe iniziato adesso, così, per la prima volta, decisi di fare una cosa stupida, senza pensarci. Avvicinai il mio viso al suo e lo baciai. Non fu come il nostro primo bacio, niente di tutto ciò, fu un timido sfiorarsi di labbra, leggero come le ali di una farfalla ma mai nella mia vita ricordo di aver provato una sensazione del genere. Rimanemmo abbracciati per tutta la sera e per la seconda volta nel giro di pochi giorni mi addormentai così, stretta tra le sue braccia. Al sicuro finalmente.

Quando la mattina dopo mi sveglia mi ritrovai distesa in un letto che non era il mio. Per un attimo mi prese un infarto, dov'ero? Che avevo combinato? Sentivo un braccio intorno alla mia vita ma allo stesso tempo sapevo di essere completamente vestita. Poi arrivarono i ricordi della sera prima e sorridendo mi voltai trovando gli occhi azzurri di Rick che mi osservavano felici.

Buongiorno detective...” sussurrò stringendomi a se. “Ti ho portato su perché il mio divano non era così comodo per entrambi, ma giuro che ti ho tolto solo le scarpe e il giacchetto.” aggiunse malizioso. Sorridetti e alzai il viso per sfiorare le sue labbra.

Che ore sono?” chiesi assonnata.

Ora di alzarsi e di prepararsi per una noiosissima giornata di lavoro.” disse lui. “Ho ancora i vestiti dell'ultima volta.. non sei mai venuta a riprenderli così li ho lavati e messi da parte.”

Bene, allora vado a farmi una doccia. Tu fai in modo che trovi una bellissima colazione.”

Ai suoi ordini mia signora...” mi avvicinai a lui e sfiorai di nuovo le sue labbra sorridendo. Ero felice, per la prima volta in molti molti anni ero felice e tutto perché avevo dormito tra le braccia di Castle.

Scappai nel bagno prima che lui potesse riavvicinare le nostre labbra, mi divertiva stuzzicarlo in quel modo era un modo come un altro per portare avanti i nostri normali battibecchi.

Quando arrivai al piano di sotto vestita e pronta per andare al distretto trovai la colazione ad aspettarmi come richiesto e una rosa bianca.

E' di suo gradimento la colazione mia signora?” scherzò Castle abbracciandomi da dietro.

Perfetta...” risposi iniziando a mangiare. “Tu non vuoi?” lui scosse la testa.

Mi hanno velatamente suggerito che devo fare un po' più di attività fisica e perdere qualche chiletto così ho deciso di iniziare. Oggi colazione leggera e mentre tu andrai a smaltire le scartoffie io andrò a smaltire calorie in palestra... meglio sfruttare l'abbonamento vitalizio che mi ha regalato mia madre per il mio ultimo compleanno.”

Scherzi...”

No..” mi girai a guardarlo alzando un sopracciglio. “Veramente...”

Guarda che tu mi piaci morbido... anche se ammetto che qualche chiletto in meno sarebbe più salutare.” aggiunsi pizzicottandolo.

Ehi, questo è un colpo basso.”

Lo so, ma è molto divertente.” aggiunsi prima di dargli un piccolo bacio come ricompensa per il suo coraggio. Non è da tutti affrontare i pericoli della palestra per una donna.


Spazietto tutto mio:
Allora, che mi dite di bello?
Un ringraziamento speciale va Marta e Marilena che leggono, mi minacciano e mi correggono XD Grazie ragazze <3
P.s. per farmi perdonare vi lascio un anticipazione....

[...] 
 “Grazie...” sussurrai stringendomi ancora di più lui beandomi della sensazione delle sue braccia intorno alla mia vita.

Always...” mi rispose lui con quella che era la nostra parola. Sorrisi e mi alzai per baciarlo, non uno di quei bacetti che ci eravamo dati nelle due settimane precedenti, ma un bacio vero, famelico e pieno di una passione che sapevo essere da sempre dentro di me ma a cui mai avevo permesso venir fuori.

Sembravamo due adolescenti pieni di ormoni, assaggiamo uno il sapore dell'altro e divenne subito una droga. Eravamo solo io e lui, il fatto che fossimo nella saletta relax del distretto non importava. [...]

*Fififififififififi*

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Capitolo 7
*** Settima Parte ***


Rileggendo l'altro giorno questa parte mi sono accorta che ci sono alcune somiglianze con What if..? 2 di Francy091, ma, dopo aver chiesto il suo permesso pubblico senza modificare in quanto il chappy l'avevo scritto già prima di leggere il suo bellissimo capolavoro U_U GRAZIE ZIA!!!!
Quindi il capitolo è dedicato a lei... (anche se lo leggerà solo quando spunterò la casella completa della FF XD


Parte Settima

 

Col passare dei giorni tra me e Castle si andò insinuando un senso di routine. La mattina, se non ero rimasta a dormire a casa sua ci vedevamo ad un caffè non troppo lontano dal distretto per fare insieme colazione, poi andavamo a lavoro, risolvevamo casi e a sera andavo a casa sua per cenare con lui e, quando c'era, Alexis.

Prima di lui avevo sempre affrontato le relazioni con un metodo ben preciso. Non permettevo mai a nessuno dei miei ragazzi di avvicinarsi troppo a me, non mi permettevo mai di rimanere a dormire da loro, nemmeno per delle platoniche dormite come quelle che facevamo io e Rick, non permettevo mai loro di conoscere o frequentare mio padre, non permettevo mai loro di infiltrarsi nella mia vita al distretto e sopratutto non permettevo loro di conoscere di mia madre. Solo una volta prima di Castle infransi una delle mie regole e come ricompensa il mio ragazzo, Josh, si arrabbio con lui dandogli la colpa di quello che mi era successo in quanto era stato Rick a riaprire il caso.

Ma con Castle tutto questo mi fu impossibile perché lui mi era già vicino, perché lui conosceva mio padre, perché io mi fermavo da lui a dormire già molto prima che noi iniziassimo la nostra relazione, perché lui lavorava insieme a me, perché lui conosceva quasi meglio di me il caso di mia madre.

Quando raggiunsi questa realizzazione per un momento mi sentì prendere da un senso di soffocamento ma Rick se ne accorse e semplicemente si avvicinò a me per abbracciarmi e tutto passò in un istante.

Lui era diverso, con lui le mie regole non valevano e non ce ne sarebbero nemmeno volute di nuove perché con lui sapevo di poter essere me stessa, perché sapevo che lui mi avrebbe sempre capito, proprio come aveva fatto in quel momento. Mi aveva visto disorientata e spaventata e seguendo l'istinto aveva cercato di consolarmi in uno dei modi più dolci che conoscesse.

Grazie...” sussurrai stringendomi ancora di più lui beandomi della sensazione delle sue braccia intorno alla mia vita.

Always...” mi rispose lui con quella che era la nostra parola. Sorrisi e mi alzai per baciarlo, non uno di quei bacetti che ci eravamo dati nelle due settimane precedenti, ma un bacio vero, famelico e pieno di una passione che sapevo essere da sempre dentro di me ma a cui mai avevo permesso venir fuori.

Sembravamo due adolescenti pieni di ormoni, assaggiamo uno il sapore dell'altro e divenne subito una droga. Eravamo solo io e lui, il fatto che fossimo nella saletta relax del distretto non importava.

Ci staccammo alcuni minuti dopo totalmente senza respiro, le guance rosse, le labbra gonfie, i capelli spettinati e i vestiti stropicciati. Sembravamo usciti da una rissa al bar piuttosto che da una sessione di baci molto appassionati.

Ci risistemammo velocemente e dopo un ultimo piccolo bacio uscimmo dalla saletta, avremo continuato quel discorso più tardi, a casa. Durante il corso della mattinata arrivò un altra segnalazione, un addestratore di cani, nonché giudice di gare canine era appena stato ucciso.

Quel giorno conobbi Royal, il cane della mia ultima visione, era della vittima e quindi era destinato ad andare al canile dopo che i tecnici l'avessero controllato per cercare eventuali residui di DNA o fibre appartenenti all'assassino.

Castle suggerì che lo tenessimo come mascotte e alla fine cedetti. Come facevo a resistere non ad uno ma a ben due paia di occhioni tristi da cucciolo?

Così la sera lo portammo a casa mia, il cucciolone adocchiò subito il divano ma io lo rimisi al suo posto.

Su, non essere così cattiva...” mi prese in giro Rick. “E' un cane pulitissimo.”

Rick, tu sei troppo dolce, toccherà fare a me la dura, non permetterò in alcun modo a questo cucciolone di impelarmi il divano.” dissi con cipiglio deciso guardando Royal.

Castle ridacchio e andò in cucina per prendere del vino e capì, era il momento della mia visione.

No. mi dissi non farò come nella visione, Royal non salirà sul divano. Ero sicura di me ma quando guardai i suoi occhioni capi che non avrei resistito.

Oh, è va bene... dai vieni su...” dissi sorridendo. Royal non se lo fece ripetere e si avvicino per farmi le feste.

Per fortuna dovevi essere tu quella dura!” esclamò Rick tornando in quel momento con i bicchieri di vino. “Non hai resistito nemmeno cinque minuti Kate.” mi prese in giro lui passandomi un bicchiere.

Che ci posso fare, non posso resistere ai suoi occhioni da cucciolo smarrito.”

Come non hai resistito ai miei occhioni da cucciolo?” mi chiese lui sorridendomi malizioso.

Certo, come no Castle.” risposi roteando gli occhi ma dentro di me ammisi che quando lui mi faceva quello sguardo non riuscivo quasi mai a dirgli di no.

Puoi negarlo Detective, ma io vedo la verità.” mi prese in giro e io gli diedi un leggero schiaffetto sul petto. Lui sorrise divertito e mi strinse a se.

Cosa ceniamo stasera?”

Non ho voglia di cucinare... tu?” domandai.

Nemmeno è troppo tardi.”

Cinese, messicano o italiano?”

Che ne dici di una bella pizza?” propose lui.

Perfetto, vado subito ad ordinarla.” dico io già pronta ad alzarmi.

No, tu rimani qui, ci penso io. Tieni compagnia a Royal.” sorridendo ripresi ad accarezzare il cagnolone che rispose felice alle mie coccole.

Sai, è molto affettuoso... credo che con lui intorno potrei fare a meno di te.” dissi a voce abbastanza alta in modo che lui mi sentisse.

Divertente Kate...” borbottò lui dall'altra stanza poi lo sentì ordinare la pizza e decisi di non disturbarlo.

Consegna tra quindici minuti.” mi disse tutto sorridente tornando in salotto. “E' ora di cena anche per Royal, dove hai messo il suo cibo?”

Nell'armadietto vicino al frigo in basso. Credo che dovremo rieducarlo, il suo cibo costa più del nostro.” aggiunsi ridacchiando.

Non preoccuparti, troveremo il modo di cambiare i suoi gusti, ma per ora assecondiamolo, ha subito una brutta giornata.”

Quindici minuti dopo eravamo seduti al tavolo a gustarci la nostra pizza ridendo e scherzando come al solito mentre Royal era vicino a noi, la ciotola già spazzolata che giocava con una di quelle palline di gomma fatte appositamente per i suoi denti.

Dopo cena ci sedemmo sul divano a guardare abbracciati un film, non so bene quando dei piccoli innocenti bacetti divennero ben altro, fatto sta che non ricordo molto di quel film da dopo i primi venti minuti.

Non so come ci ritrovammo sdraiati sul divano, lui sopra di me che mi baciava seguendo una scia che andava dalla mia spalla alle mie labbra. Mi stava solo baciando e già mi sembrava di andare a fuoco, non avrei permesso al mio scrittore d fermarsi quella sera. Quando le nostre labbra si incontrarono di nuovo lo strinsi a me, mi sembrava troppo distante anche se sono sicura che la distanza tra i nostri corpi era inesistente.

Kate...” sussurrò lui ad un certo punto fermandosi.

Sì?” chiesi desiderando che continuasse a baciarmi e ad esplorare il mio corpo con le sue mani.

Royal, ci sta guardando.” mi rispose lui io mi girai e scoprì che era vero, il cagnolone ci stavo osservando con la testa lievemente piegata di lato,mi sembrava quasi di vedere Rick in quell'espressione confusa, curiosa e tanto dolce. “Che dici, meglio spostarsi?” mi domandò a corto di fiato.

Ottima idea, non vorrei che rimanesse traumatizzato, infondo ancora è un cucciolo.” risposi sgusciando via da sotto Rick e avviandomi con aria maliziosa verso la mia camera.

Rick mi guardò divertito.

Allora, non vieni?” gli chiesi dalla porta.

Certo...” mi rispose lui alzandosi di scatto e raggiungendomi. “Ero solo rimasto incantato dalla tua bellezza.” mi disse entrando in camera e chiudendosi la porta dietro. “Te l'ho mai detto che trovo bellissimi i tuoi capelli?” mi chiese poi giocando con alcune delle mie ciocche.

Mai...” sussurrai avvicinandomi per tornare a baciarlo e riprendere da dove ci eravamo interrotti. I vestiti scomparvero come per magia e noi ci ritrovammo sdraiati sul mio letto.

Solo quando mi ritrovai nuda tra le sue braccia capì da quant'era che desideravo che questo giorno arrivasse e tutte le mie paure che fino a pochi giorno prima mi sembravano solide e troppo vere in quel momento non mi sembrarono che sciocchezze. Ero innamorata di Rick e lui amava me, dove stava il problema?

Non esisteva e finalmente riuscì a lasciarmi completamente andare, finalmente riuscì a chiudermi quella porta alle spalle entrando completamente nella relazione.

Rick...”

Vuoi che mi fermi?” chiese subito lui preoccupato.

No.” risposi velocemente, certo che non volevo!

Meglio perché non so se ci sarei riuscito.” mi rispose lui scherzando. Possibile che ogni momento per lui fosse giusto per scherzare? Fatto sta che continuai a sorridere.

Vedi, questo è uno dei motivi per cui ti amo... scherzi anche nei momenti più seri.”

E' un dono mia ca...” sorrisi capendo che aveva ricevuto finalmente il messaggio. Mi divertì molto vedere quanto le facoltà intellettuali di Rick fossero notevolmente più basse in quel momento. “Ripeti un attimo.”

Cosa? Scherzi anche nei momenti più seri?” lo stuzzicai io approfittando del momento di distrazione ribaltai la situazione. Adesso ero a cavalcioni delle sue gambe e sorridevo maligna mentre Rick nemmeno aveva capito quello che stava succedendo.

Prima.” riuscì solo a dire.

Ohh, capisco...” dissi avvicinandomi al suo viso. “Ti amo.” sussurrai quando le nostre labbra non erano che a pochi millimetri di distanza.

Rick non disse altro, si avventò sulla mia bocca e stavolta fu lui a sorprendermi riuscendo di nuovo a sopraffarmi.

Ti amo.” ripetei quando lui spostò le sue labbra dalle mie per permettermi di riprendere fiato e per la prima volta in molti anni capì che era vero, ero innamorata ed ero felice.

Spaziettino tutto mio:
Allora, scusate il ritardo, ma spero che ne sia valza la pena...
Vi è piaciuto?
Fatemi sapere che ne pensate!!! 
Baci 
Sara

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Capitolo 8
*** Ottava PArte ***


Scusate il ritardo ma sto avendo problemi di sonno e quindi mi si è ridotta la giornata -.-'' Di solito la gente dorme meno mano mano che si avvicina la maturità, io dormo di più invece -.-'' So fatta all'incontrario U_U
Spero di farmi perdonare con questo capitolo <3

Per Mari che continua a fidarsi e leggere....


Parte ottava

 

La prima sensazione che provai la mattina seguente quando aprì gli occhi fu una gioia immensa. Sentivo le braccia di Rick stringermi dolcemente a lui, il suo petto contro la mia schiena e il suo respiro regolare sul collo.

Cercai di rigirarmi nell'abbraccio senza svegliarlo, non un impresa facile, ma alla fine ce la feci e rimasi per alcuni minuti a contemplare il suo volto rilassato e felice come mai lo avevo visto.

Mi accorsi subito quando iniziò a svegliarsi, per quanto lui tentò di nasconderlo.

Castle, lo so che sei sveglio.” sussurrai al suo orecchio.

Come mi hai scoperto?” mi domandò lui mettendo il broncio. “Credevo di essere un ottimo attore.”

Ho sentito il cambiamento nel tuo modo di respirare e il tuo cuore accelerato i battiti. Oltretutto ti è spuntato un sorriso imbecille sulla faccia che praticamente urlava 'Ehi guardatemi, ho fatto sesso con Beckett e lei è ancora qui.'” lo presi in giro dandogli un leggero pizzicotto.

Beh, più che altro volevo far intendere che ho fatto l'amore con Kate e che lei non solo è sempre nel mio letto, ma mi stava pure fissando mentre dormivo.” mi rispose malizioso come al solito facendomi arrossire lievemente. “E io che credevo che sarebbe stato il contrario.”

Sai che non mi piace seguire gli stereotipici, era banale che io mi svegliassi, ti beccassi a fissarmi e ti minacciassi di morte. Molto meglio così.” ribattei ridacchiando. Ero così felice.

Comunque buongiorno Kate...” sussurrò lui guardandomi con infinita dolcezza.

Buongiorno anche a te Rick...” risposi dandogli un leggero bacio. Lui cercò di riattrarmi a se ma io mi allontanai. “Rick...” mormorai mentre lui attaccava il collo. Non ricevetti risposta. “Castle...” provai di nuovo ma lui sembrava essere completamente andato e dovevo ammettere che pure io iniziavo a distrarmi quando la sua mano iniziò ad accarezzarmi l'interno della coscia mentre lui continuava a giocare con la pelle sensibile del mio collo.

La porta della mia stanza si aprì all'improvviso e Royal entrò saltando sul letto e aiutandomi a recuperare un minimo di concentrazione.

Castle, dobbiamo andare.” finalmente Rick parve sentirmi e grugnendo si alzò per iniziare a vestirsi mentre Royal gli saltava intorno tutto felice.

Fortunato sei amico mio che il tuo faccino le è simpatico.” borbottò sottovoce al povero cucciolo. “Altrimenti eri fuori da questa casa per sempre.” scuotendo la testa inizia a vestirmi per andare a lavoro.

 

Arrivammo in centrale qualche minuto prima di Espo ed iniziammo subito a lavorare al caso mentre Royal gironzolava indisturbato per tutta la centrale.

Risolvemmo anche quel caso, l'assassino era il così detto “ragazzo” Kay Cappuccio. Io e Rick decidemmo di mettere in scena una piccola recita per mantenere la nostra storia segreta così facemmo finta di voler far scegliere a Royal con chi vivere, cosa inutile visto che se non ero con lui al suo appartamento lui era con me al mio.

Purtroppo quella fu la nostra sfortuna perché proprio in quel momento entro Kay Cappuccio con la sua piccola cagnolina a seguito e Royal decise che sarebbe stata lei la sua nuova famiglia.

Rick ci rimase veramente male, tanto che quella sera propose l'idea di prendere un cane ad Alexis, quando la ragazza me lo raccontò mi venne da ridere, povero Castle, si doveva essere sentito rifiutato per la seconda volta nella sua vita.

Alla fine però la ebbe vinta ed esattamente due settimane dopo comparve un nuovo Castle, un cucciolo di labrador nero. Purtroppo per il povero cagnolino fu Rick a scegliere il nome. Prince. Non dico altro.

Per quanto il suo nome possa essere pomposo e ridico Prince è un cucciolo fantastico e tutti si sono subito affezionati al lui.

In quelle due settimane mai una volta ebbi una visione e iniziai ad essere speranzosa che fossero sparite ma poi una mattina, dopo aver passato un'altra bellissima nottata con Rick mi svegliai con uno dei miei terribili mal di testa e nel giro di un secondo mi ritrovai completamente da altra parte.

Ero in una casa che non riconoscevo, davanti a me c'è una tazza fumante, non so cosa significhi per me ma subito mi vedo correre pistola tra le mani verso l'ingresso e lì davanti a me trovo una figura incappucciata che riconosco subito.

Castle?” non faccio in tempo a pronunciare un altra parola che sento qualcuno puntarmi una pistola contro. Non ho scelta alzo le mani e consegno la mia prima di lasciarmi coprire da un cappuccio nero a mia volta.

Ritorno nel presente, vicino a me Rick mi osserva preoccupato così dopo alcuni respiri profondi mi avvicino a lui e lo abbraccio per tranquillizzarlo, non deve essere facile sapere di non poter far nulla.

Come stai?” mi chiede dopo alcuni istanti.

Meglio.” risposi accoccolandomi ancora di più contro di lui. “Sai credevo fosse finita.”

A quanto pare non è così.”

E stavolta non sono nemmeno stressata o nervosa o quant'altro! Anzi, sono totalmente felice, rilassata, appagata.” aggiunsi con un pizzico di malizia sul finale.

Spero bene tu lo fossi altrimenti ieri ho spretato un'ora della mia importantissima vita.” rispose giocoso lui prima di darmi un lieve bacio sulla guancia. “Forse non è solo lo stress, forse è qualsiasi emozione troppo estrema a darti le visioni.”

E' possibile.”

Cosa hai visto?”

Ci rapiranno.” risposi cercando di rimanere calma.

Di nuovo!?” esclamò lui. “Ma... non è passato che un mese dall'ultima volta!” esclamò lui indignato facendomi ridere.

Colpa nostra.”

Niente che ci possa aiutare a capire quando succederà e come evitarlo?” scuoto la testa.

Sembra quasi che le miei visioni mi vogliano avvertire ma poi non mi danno mai abbastanza indizi per cercare di modificare la situazione. Come con la tigre o Javi e Lanie o anche con l'esplosione della bomba in banca.”

Secondo te è possibile cambiare il futuro?”

Non saprei, forse sapendo il quando e come accadrà è possibile, ma poi noi vorremmo farlo? L'uomo che ci rapiva aveva una pistola, magari se sapessimo quando accadrà cercheremo di evitarlo e lui ci inseguirà e ci ucciderà... insomma, anche avessimo più informazioni sarebbe sicuro cambiare il nostro destino così drasticamente?”

No, forse hai ragione.”

Rimanemmo abbracciati in silenzio per alcuni minuti e poi Rick ruppe di nuovo il silenzio.

Kate, hai mai fatto un controllo?”

In che senso?” chiesi improvvisamente spaventata.

Ti credo sul fatto delle visioni.” mi chiarì subito lui e io mi rilassai di nuovo. “Ma mi chiedevo se magari potessero farti del male seriamente, insomma, non è una cosa normale.”

Ci ho già pensato e ho fatto dei controlli e a detta del neurologo che ho consultato il mio cervello sta benissimo, semplicemente ogni tanto registra una sovra stimolazione che mi provoca i mal di testa. Nessuno danno.” lo rassicurai tracciando con un dito alcuni piccoli cerchi sul suo petto.

All'improvviso il telefono sul mio comodino suonò e io risposi all'istante.

Beckett.” silenzio dall'altro lato. “Pronto...”

Kate?!” mi domandò Lanie dall'altro lato con voce confusa mentre dietro di me sentì Rick ridacchiare. Allontanai il cellulare dal mio orecchio e notai il motivo delle loro reazioni, quell'aggeggio non era mio, era l'Iphone di Rick.

Merda.” sussurrai facendo scoppiare Castle in risate. Rimisi il cellulare all'orecchio.

Ti giuro che ti spiegherò, ma adesso dimmi perché hai chiamato Castle.”

Il tuo cellulare non è raggiungibile e così visto che c'è un morto pensavo che writer boy sarebbe potuto venirti a prendere, ma a quanto pare non ce ne sarà bisogno.” aggiunse ridacchiando.

Dove?” chiesi ignorando i due cretini che sghignazzavano. Lanie mi diede l'indirizzo di un vecchio bar in rovina.

Mi raccomando, non gingillatevi troppo.” aggiunse la mia miglior amica.

Certo Lanie.” dissi roteando gli occhi. “Oh, e a proposito.” la fermai prima che riattaccasse. “E' sicuramente writer man.” e detto ciò chiusi la chiamata sorridendo maligna mentre Rick alle mie spalle mi guardava con uno sguardo che non prometteva niente di buono visto che dovevamo andare su una scena del crimine.

 

Mezz'ora e una doccia dopo eravamo al vecchio bar malandato. Lanie ci lanciò sguardi pieni di malizia per tutto il tempo, quasi mi sembrava di vederla saltellare dall'eccitazione per la novità.

Ad indagine finita non avrei potuto evitare un confronto per il suo divertimento e il mio più completo imbarazzo.

Credo che ricorderò quella come una delle indagini più intriganti che abbia mai seguito, non per il caso in se, ma bensì per la storia che c'era dietro la morte della vittima, la storia di Vera e Joe.

Rick aveva trovato il diario di questo investigatore privato e decise di leggerlo per vedere se conteneva indizi sul caso, io pensavo fosse inutile ma quella sera quando andai al suo appartamento per cenare con lui ed Alexis non resistetti alla tentazione e lascia che lui lo leggesse ad alta voce anche per me. Ci fu veramente utile alla fine, scoprimmo il motivo dell'omicidio anche se poi la storia di Vera e Joe si interruppe sul più bello. Insomma, loro stavano per scappare e poi più niente, Joe non aveva più aggiornato il diario.

Per fortuna andando avanti con le indagini scoprimmo nuovi pezzetti che ci aiutarono a capire quello che gli era successo anche se da principio non mi piacque il finale secondo cui i due innamorati erano morti in un incendio.

Nemmeno questo si rivelò vero e alla fine, dopo aver trovato il dettaglio finale capimmo cos'era veramente successo a Joe e Vera e grazie a ciò scoprimmo anche chi era l'assassino del nostro caso.

Vera e Joe erano vivi e stavano sempre a New York. Avevano inscenato la loro morte per poter vivere tranquilli ed avevano rinunciato alla Farfalla Blu perché avevano capito che il loro amore valeva molto di più di uno stupido gioiello, per quanto costoso.

Fu bellissimo ascoltare da loro la storia e non per la prima volta durante quel caso mi immaginai di vivere io un avventura simile con Rick al mio fianco.

Credo che anche voi possiate capire..” ci disse prima di lasciarci andar via Joe.

In che senso?” chiesi confusa.

Bambina mia, si vede dai vostri occhi che voi provate lo stesso sentimento l'uno per l'altra.” mi rispose Vera sorridendomi gentile e io arrossì lievemente.

E' così evidente?” scherzai afferrando la mano di Rick e stringendola.

Il vero amore non si può nascondere mia cara, soprattutto non da qualcuno che lo conosce bene.” Joe guardò la moglie l'abbraccio.

Dopo il caso tornammo a trovare la coppia alcune volte e gli aiutammo a trovare addirittura un aiuto per la casa, qualcuno di fidato, qualcuno che non fosse un assassino possibilmente.



 

#OFD

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Capitolo 9
*** Nona parte ***


Posto in anticipo perchè domani parto e vado in gita e non ci potremo rivedere fino a sabato prossimo :)
Buona lettura!


Parte nona

 

A caso concluso arrivò il momento di affrontare Lanie, ma come rispondere a quella domanda che sarebbe sicuramente arrivata durante il suo interrogatorio? La domanda su cosa mi aveva convinta a dare una possibilità a me e Rick? Come potevo dirle che tutto era iniziato in seguito alla mia confessione sulle mie visioni? Non potevo raccontarle la verità mentendole su quella parte, ma non potevo nemmeno raccontarle una bugia, odio mentirle. La mattina dopo l'arresto dell'assassino ne parlai con Rick.

Secondo me devi dirgli la verità, anzi, non capisco come abbia fatto a tenerti tutto dentro finora Kate...” mi disse lui perplesso. “Non che non sia felice che tu abbia deciso di venire da me, ma solitamente è a Lanie che racconti tutti i tuoi sporchi segretucci.” mi disse cercando di alleggerire un poco la conversazione. “E' la tua migliore amica, capirà.”

E così il pomeriggio, dopo ore e ore di scartoffie andai con la mia migliore amica al nostro bar preferito e davanti ad un paio di drink le raccontai tutto.

Wow...” fu l'unico commento che uscì dalla sua bocca per diversi minuti.

Rimasi in silenzio mentre attendevo che la mia amica processasse il tutto, non erano certo cose semplici da mandar già. Insomma il solo fatto che la tua miglior amica ha delle visioni in stile romanzo fantasy non è facile da accettare.

Lanie...” sussurrai dopo quella che mi parve un'ora.

Dici... dici sul serio?” mi chiese tornando sulla terra.

Ho mai scherzato su cose del genere in vita mia?” lei scosse la testa.

Allora è tutto vero...” mormorò in fine. Guardai l'orologio, avevamo passato più di due ore sedute a quel tavolino, dovevo andare da Rick, lui, Al e Prince mi aspettavano per la cena, ma non volevo lasciare Lanie in stato momentaneo di shock così presi il cellulare ed avvertì Castle che sarei arrivata più tardi.

Riaccompagnai Lanie a casa e mentre guidavo verso il suo appartamento sentì le prime avvisaglie di una visione in arrivo. Il mal di testa era sempre leggero, potevo resistere così guidai fino a casa della mia amica, la accompagnai dentro e promettendole che ne avremo riparlato dopo che lei ci avesse dormito su cercai di andarmene per poter aver la visione in solitudine e non sconvolgere Lanie. Peccato che non sempre le cose vanno come vorresti, mentre afferravo la maniglia il mal di testa raggiunse il suo apice e la visione arrivò.

Acqua, moltissima acqua tutto intorno a me. Qualcosa mi opprimeva il torace, le mie energie stavano venendo meno, avevo bisogno di ossigeno. All'improvviso un rumore attutito dall'acqua e un flash di luce, poi un altro e un altro. La mia visione si annebbio di nuovo ma non prima di sentire la mano di qualcuno stringere la mia.

Quando tornai nel presente Lanie era al mio fianco ma non mi toccava. Per fortuna le avevo spiegato cosa non doveva fare assolutamente quando avevo una delle mie visioni.

S-stai bene?” mi chiese ma io avevo dei problemi a riprendermi, mi sembrava di affogare, di avere l'acqua ancora intorno a me. La mia amica si avvicinò e mi abbraccio sussurrandomi che era tutto finito e finalmente riuscì ad allontanarmi dalla mia visione tornando a respirare.

Cosa è successo?” mi chiese minuti dopo davanti ad una tazza di caffè caldo.

C'era dell'acqua, moltissima, era tutto intorno a me, non vedevo nulla e qualcosa mi opprimeva. Credo che stavo affogando. Poi ci sono stati alcuni flash di luce, qualcosa o qualcuno mi ha sfiorato la mano e più niente. Sono tornata qui, solo che le immagine erano talmente vivide che non riuscivo a liberarmi della sensazione di affogare.” risposi cercando di mantenere sicuro il mio tono di voce.

Credi che...”

Non lo so.” risposi anticipando la sua domanda. Non sapevo se sarei morta, ma quel tocco poco prima di tornare alla realtà mi dava speranza, non ero sola.

Come possiamo evitarlo?”

Non possiamo. Non so ne come ne quando accadrà...”

Queste visioni fanno schifo.”

Lo so, lo penso anch'io.” risposi ridacchiando. “Però mi sono state utili, mi hanno avvicinato a Rick.” aggiunsi non sapendo che così siglavo la mia fine.

Lanie sembrò improvvisamente ricordarsi da dove era partita tutta la discussione e, forse anche per farmi dimenticare quello che era successo, mi tempestò di domande su me e Rick.

 

Arrivai da Rick molte ore dopo, la memoria della mia visione, momentaneamente scordata durante la chiacchierata con Lanie, tornò ben vivida durante il viaggio in macchina. Era l'una quando entrai e trovai Castle addormentato sul divano, avevo bisogno di sentirlo vicino a me così posata borsa e giacchetto mi accoccolai vicina a lui. Lo spazio non era tanto e stavo piuttosto scomoda ma la sua vicinanza allontanò i fantasmi della mia visione permettendomi finalmente di riposare.

La mattina seguente mi risvegliai nel letto con Rick, doveva essersi svegliato durante la notte.

Buongiorno...” mi sussurrò lui quando mi rigirai nel suo abbraccio. Non mi presi la briga di rispondere e semplicemente lo bacia.

Stavolta non sei stato altrettanto galantuomo...” dissi dopo qualche secondo maliziosa accorgendomi di avere solo il sopra del mio pigiama e le mutandine. Il pervertito mi aveva spogliato e tolto addirittura il reggiseno e io nemmeno me ne ero accorta!

L'ho fatto per ottimi motivi.” mi rispose lui. Alzai un sopracciglio scettica. “Per prima cosa fa caldo e con tutti quei vestiti saresti affogata.” vero, questo glielo concedo. “Secondo so che ti da noia dormire con il reggiseno.” anche stavolta aveva ragione. “Ed infine non potevo perdere l'occasione di studiare il tuo corpo perfetto senza dover sentire le tue proteste sul fatto che il guardare e non toccare non è la tua attività preferita in certi momenti.” aggiunse facendomi arrossire violentemente. In certi momenti tendo a dar aria alla bocca. Lui mi sorrise e mi baciò di nuovo.

Come è andata con Lanie?” chiese lui separando le nostre labbra. Il peso del mondo mi crollò di nuovo addosso e io gli raccontai tutto. Rick si spaventò molto per la mia visione ma raggiunse presto il mio stesso punto capendo di non poter far molto con così poche informazioni a disposizione.

Staremo attenti.” mi sussurrò semplicemente.

Nei giorni seguenti, visto lo scarseggiare di omicidi, decidemmo di iniziare a conoscerci più a fondo, di raccontarci tutto, di rispondere alle domande dell'altro senza mentire e fu liberatorio e divertente, lo devo ammettere. La faccia poi di Rick quando gli mostrai le miei foto a cavalcioni della mia piccolina completamente vestita in pelle fu senza prezzo, alla fine in cambio di alcuni racconti sul suo passato da liceale nerd lo portai addirittura a fare un giro.

Non tutti i nostri discorsi furono piacevoli, lo ammetto, parlare del periodo in cui mio padre aveva problemi con l'alcol o starlo ad ascoltare mentre mi raccontava che aveva avuto un altra musa prima di incontrarmi non fu piacevole, ma sapere che lui mi era vicino e che mi amava aveva aiutato.

In quei giorni passai anche molto tempo insieme ad Al e Martha, la giovane Castle mi confessò addirittura di voler iniziare uno stage insieme a Lanie per scoprire come mai a suo padre piaceva tanto il suo 'lavoro' e anche per capire se il campo medico poteva fare per lei così, a differenza di Rick, non rimasi sorpresa di ritrovarla sulla scena del crimine alcuni giorni dopo quando ricevemmo la chiamata da Javi.

Castle rimase lievemente sconvolto dall'idea che sua figlia invadesse il suo spazio 'lavorativo' ma presto questo non fu più il suo principale problema. Infatti, dopo aver seguito una pista piuttosto semplice ed evidente arrivammo a catturare un certo Gage, primo sospettato dell'omicidio, lui ci rifilò un sacco di storie a cui non credemmo durante il suo primo interrogatorio avvertendoci che sarebbe sparito tutto ma noi non volemmo crederci, almeno finché lui non sparì e con lui anche il corpo della nostra vittima.

Alexis si sentì in colpa della sparizione in quanto lei si era allontanata momentaneamente per rispondere ad una chiamata ma Rick riuscì a farle capire che in fondo era stato un bene che lei non ci fosse in obitorio quando sono venuti a prendere il corpo.

Le indagini continuarono e noi trovammo una nuova pista. Gage aveva scaricato informazioni su di una donna prima di andarsene dal distretto ma quando arrivammo da lei era già troppo tardi, chiamai Lanie e l'avvertì del corpo e poi mi divisi da Castle per ispezionare la casa.

Appena arrivai in cucina avvertì subito un senso di deja-vu, nemmeno mi avvicinai alla tazza, mi basta vedere la cucina per riconoscere il posto.

Rick! E' qui!” gridai tornando in soggiorno invece che andare nel corridoio come avevo fatto nella mia visione. Non importò molto, il nostro rapitore riuscì comunque a prendermi alle spalle e invece di incappucciarmi semplicemente mi stordì con l'impugnatura della pistola. L'ultimo mio pensiero prima di svenire fu che il futuro non doveva essere cambiato perché faceva dannatamente male se ci provavi.

Quando mi ripresi mi ritrovai davanti la faccia apprensiva di Rick e vicino a lui quella di una donna che non riconoscevo.

Kate, come stai?” mi chiese lui appena mi vide riprendere conoscenza.

Da schifo, ho un mal di testa che rivaleggia con le mie...”

Sì, sì, ho capito, l'emicrania.” mi interruppe lui prima che potessi dire delle visioni. Purtroppo ero ancora scombussolata e non mi ero accorta dove mi trovavo.

Ricordami di non provarci mai più a cambiare...” borbottai mettendomi seduta sul divanetto.

Mi scusi detective, ma i miei uomini a volte sono.. come dire.. un po' violenti. Solo non si aspettavano che lei tornasse per la via più lunga all'ingresso.”

Non preoccuparti Sophia, capita avvolte.” Rick non mi permise di parlare e fu un bene perché sicuramente avrei detto qualche volgarità nel mio stato di confusione furiosa.

Kate, permettimi di presentarti Sophia, ti ricordi di lei? Te ne ho parlato un paio di giorni fa, l'agente della CIA che ho seguito dodici anni e mezzo fa.” mi introdusse alla donna sottolineando la parola CIA. All'improvviso spalancai gli occhi e capì tutta la situazione.

Mi scusi agente Conrad per il mio comportamento, ma mi sento sempre confusa.” risposi iniziando a recuperare le mie funzioni cognitive.

Non si preoccupi detective, tanto ci limiteremo a parlare.” disse la bellissima donna voltandosi e guidandoci vero una sala piena di computer e vari persone che lavoravano freneticamente dietro di essi.

Sophia ci spiegò che quello a cui stavamo lavorando non era un semplice caso di omicidio, no, dietro a quelle due morti ci stava molto di più e così dopo averci fatto promettere di non dire niente a e di chiamarla se fosse uscita fuori qualche novità, ci lasciò tornare a lavorare sul caso.

Una volta arrivati al distretto seguimmo una nuova pista, la donna uccisa, a quanto pare aveva preso un permesso di due ore per andare da qualche parte e ci era tornata il giorno della sua morte così iniziammo ad indagare e scoprimmo che aveva una macchina d'epoca in un parcheggio a lunga sosta. La macchina era tutta ricoperta di polvere ma c'erano segni di dita sul bagagliaio così decidemmo di aprirlo e vi trovammo una valigetta con dentro un telefono. Stavamo per vedere qual'era l'ultimo numero chiamato quando Gage ci arrivò alle spalle disarmato. Gli puntai contro la mia pistola ma in meno di due secondi lui me la tolse e ci costrinse a dargli i cellulari ed entrare nel bagagliaio.

Iniziammo a discutere animatamente, io pensavo che saremmo morti asfissiati ma Rick era troppo calmo e poi ne capì il motivo, aveva premuto il bottone anti-panico che c'era sul suo IPhone prima che Gage glielo distruggesse e così la sua vecchia fiamma Sophia stava arrivando a salvarci. Non un pensiero che mi rendesse così felice.

Sei gelosa!” mi disse lui mentre cercavo di aprire da sola il bagagliaio.

No, semplicemente non voglio essere salvata dalla tua ragazza!” esclamai.

Non è la mia ragazza, quella se mai se tu...” mi sussurrò lui dolcemente all'orecchio facendomi arrossire. “Smettila di preoccuparti di una storia iniziata e finita dodici anni fa. Tu sei diversa, il nostro rapporto è diverso.” cercò di rassicurarmi lui. “Non c'è motivo di essere gelosa.” rimasi in silenzio alcuni istanti poi ritornai al mio precedente lavoro. Gelosa o no non volevo essere salvata da quella spocchiosa. Riuscimmo ad aprire il bagagliaio ma quando ne uscimmo trovammo ad aspettarci il nostro amico dell'ascensore che ci incappucciò di nuovo e ci riportò alla CIA.







#OFD

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Capitolo 10
*** Decima Parte ***


Dan dan daaaaaaaaan
Scusate l'assenza ma l'aria di Maturità si inizia a sentire anche qui quindi tra verifiche, interrogazioni, gite e restrutturazione di camerine il tempo è quello che è...
Non festeggiate troppo per il post (come se qualcuno lo facesse XD) perchè con il prossimo potrei provocare moooooooooolte line piatte U_U BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP....
Non so se mi spiego XD XD
Che crudele che sono.. mi diverto XD
Divertitevi!


Parte decima

 

Ammetto che rimasi sbalordita da quello che successe quando arrivammo nell'edificio della CIA. Sophia intercettò tutte le telefonate che erano partite dall'area circostante il parcheggio, erano moltissime ma alla fine restrinse il campo a circa quaranta chiamate che localizzò sulla mappa per poi scegliere la più vicina al parcheggio. La chiamata era diretta un telefono pubblico a cui rispose quello che sembrava un vecchio squattrinato ma che scoprimmo essere un uomo che in passato aveva aiutato la CIA e che poi aveva finto la sua morte. La comunicazione fu molto breve, l'uomo disse semplicemente tre mosse di scacchi e poi attaccò.

Sophia ci disse di tornare al nostro lavoro ma Castle non era felice, lo vidi nei suoi occhi che quel indovinello lo tormentava, quella sera non dormimmo insieme, anche se non l'avrei mai ammesso ero un po' arrabbiata con lui, la gelosia a volte fa brutti scherzi. Mi sembrava di essere tornata ai tempi della Shaw, soltanto che stavolta la mia gelosia non era solo professionale. Lo stress era forte e sapevo quello che sarebbe successo, non fu una sorpresa quindi quando sentì arrivare uno dei miei mal di testa.

Ero nella camera di Rick, a letto, stavo veramente male, ero pallida e sudata. All'improvviso mi alzai in piedi di scatto e corsi in bagno a vomitare. Castle era vicino a me che mi teneva la fronte mentre riversavo il contenuto del mio stomaco nel WC. Non un bello spettacolo.

Quando riaprì gli occhi però sentì un sorriso spontaneo spuntarmi sul viso, forse questa visione non era delle migliori, ma almeno non stavo morendo come nell'ultima.

Ero di pessimo umore la mattina dopo, ma Rick riuscì a farmi tornare il sorriso. Aveva scoperto una possibile decodifica per il codice e invece di andare da lei era venuto prima da me.

Peccato che come al solito non andò tutto come doveva. Sì, trovammo Blakely, lui accettò di parlare con noi, ma solo se l'avessimo portato al molo. Non mi piacque molto l'idea di avvicinarmi all'acqua, sopratutto per via della mia visione, ma decisi che le informazioni che potevamo ottenere da lui erano più importanti delle mie possibili paure infondate.

Finalmente sapemmo cosa stava succedendo. Gage voleva scatenare la fine del mondo come attualmente lo conoscevamo. Pandora era il nome in codice per l'obiettivo, la scintilla che avrebbe scatenato una catena di eventi che avrebbe portato alla terza guerra mondiale. Purtroppo prima che potessimo scoprire dell'altro l'uomo si spaventò, uscì di macchina e un cecchino l'uccise. Nello stesso istante in cui il suo corpo toccava terra una macchina ci tamponò spingendoci verso il molo, provai a frenare ma era tardi e capì che saremmo caduti in mare.

L'acqua saliva velocemente e per quanto io mi rassicurassi dicendomi che ci saremmo salvati non riuscivo a stare tranquilla. La mia cintura era bloccata, gli aiuti non sarebbero arrivati in tempo e la mia pistola era scivolata sul retro. Castle si tuffò per cercarla ma non era facile vedere sott'acqua.

Ormai a malapena riuscivo a tenere la testa fuori quando non lo vidi più tornare. Fu allora che iniziai ad agitarmi veramente, il mio unico pensiero era quello di liberarmi perché Rick non poteva morire. Strattonai la cintura ma riuscì soltanto ad ottenere di stringerla di più. L'acqua mi superò il naso e io iniziai a sentirmi sempre più debole, la mancanza di ossigeno annebbiava i miei sensi ma poi vidi quei flash e poco prima di svenire, quello che ormai sapevo essere Castle mi toccò la mano.

Mi risvegliai circondata da ambulanze sul molo. Ero salva e Rick era vicino a me preoccupato. In quel momento me ne fregai di tutto e tutti e semplicemente lo baciai. Avevo bisogno di sentire che era vivo e che lo sarebbe rimasto.

A nessuno importò veramente, Espo ci guardò e roteò gli occhi, probabilmente lo aveva già capito da settimane, Alexis e Lanie già lo sapevano, Ryan anche se lievemente stupito sorrise divertito e tutto il resto degli agenti iniziarono a tirar fuori i portafogli e a pagare vecchie scommesse ai miei due sottoposti.

Ridacchiai vedendo i soldi che avevamo fatto vincere ai due, molto probabilmente più di una paga mensile a testa, ma il nostro momento di serenità fu interrotto da una Sophia molto arrabbiata che venne a prenderci.

Arrivati alla CIA ci sgridò. Sembrava una mamma con i propri figli e in quel momento la odiai. Come si permetteva? Ci disse che eravamo fuori dal caso e che dovevamo andarcene, ma forse non aveva capito con chi aveva a che fare.

Tornati al distretto ricominciammo le nostre indagini seguendo gli omicidi, lasciandoci trasportare dagli indizi.

Quando quella sera tornammo all'appartamento di Rick però trovammo una sorpresa. Sophia era lì. Ci diede dei conti bancari e ci disse che sapeva non ci saremmo arresi. Io roteai gli occhi capendo benissimo che le sue principali intenzioni erano state altre, almeno finché non mi aveva visto entrare per mano a Rick.

Il giorno seguente le buone notizie furono portate da Esposito che aveva trovato un uomo, un economista, che giocava spesso con Blakely, lui non ricordava bene su cosa le loro discussioni vertevano ma ci spiegò che sapeva dove abitava, che l'aveva scoperto per caso un giorno dopo una camminata.

Andammo subito a controllare l'appartamento, naturalmente affittato a nome di qualcun altro e quello che vi trovammo ci lasciò totalmente basiti. C'era una rete di fili immensa che collegava degli eventi e che si concludeva su una foto di un esplosione con la scritta 'Terza Guerra Mondiale' sopra.

Castle mi chiamò e mi mostro che il filo più ampio portava alla foto di una bambina sulla quale era scritto 'Pandora'. Era lei, non sapevamo come ne perché, ma lei era la scintilla che avrebbe fatto scoppiare tutto, la prima casella di un effetto domino infinito che avrebbe distrutto l'America.

Rick prese la foto e stavamo per chiamare rinforzi quando alle nostre spalle arrivò Gage che ci disse di correre se volevamo vivere.

Una bomba entrò dalla finestra e per la prima volta decidemmo di seguire un suo consiglio. Ci mettemmo al riparo e lui ci chiese di dirgli qual'era la scintilla.

Ci rifiutammo e lui ci disse che se volevamo vivere dovevamo seguirlo.

Scappammo all'interno di un furgone che poi lui parcheggiò in un sotterraneo. Voleva parlare, ma io non mi fidavo, gli puntai la pistola addosso e iniziai con le mie domande. Sapevo benissimo che lui poteva disarmarci e ucciderci in venti modi diversi ma invece di fare ciò posò la sua arma e ci disse che era stato incastrato, che c'era una talpa nella CIA che stava orchestrando tutto, che lui era solo una distrazione per permettere alla talpa di portare avanti tutto, ma prima che potesse continuare gli agenti di Sophia ci scoprirono e lo presero in custodia.

Tornammo alla CIA e Sophia lo interrogò mentre degli esperti facevano un controllo con la foto della bambina su tutti i database.

Sophia non aveva concluso niente con le sue domande, Gage era altamente addestrato e avrebbe potuto mentire senza battere ciglio, così venne ad aiutare noi per quanto potesse essere inutile.

Quando tempo dopo decidemmo di tornare ad interrogare Gage trovammo una sorpresa. Era morto e finalmente capimmo che era tutto vero. Lui era un eroe e c'era una talpa che aveva orchestrato tutto.

Subito iniziarono le ricerche e venne fuori il nome di Mark, il braccio destro di Sophia. Purtroppo riuscì a scappare prima che noi potessimo fermarlo.

Scoraggiati riponemmo la nostra fiducia nel database della CIA.

Rick era seduto e guardava la foto cercando un aiuto che potesse dirci chi era la bambina e alla fine ci riuscì. Invece di cercare la piccola suggerì di scovare il posto in cui era stata scattata la foto. Sicuramente c'erano meno montagne che bambine nel mondo e così ripartimmo e la mattina seguente avevamo la nostra risposta.

La bambina era figlia di un personaggio di spicco cinese, a me personalmente non mi importava niente di Pandora e della teoria di Blakely, il mio unico interesse era la piccola. Non avrei permesso che morisse.

Scoprimmo che sia lei che suo padre e la madre erano in visita in America così ci dirigemmo velocemente verso il palazzo dove sarebbe avvenuto il loro incontro giornaliero.

Eravamo solo io, Rick, Sophia e un suo agente.

E vero, la odiavo, ma mai avrei sospettato quello che successe di lì a poco.

I due ci portarono in una stanza e mi disarmarono. Era lei, Sophia la traditrice. La donna spedì il suo agente ad uccidere la bambina, ci avrebbe ucciso e lo sapevo bene. Quando le chiedemmo perché faceva questo al suo paese lei ci disse questo non era mai stato il suo paese e poi iniziò a dire a Rick qualcosa su suo padre, su come sarebbe stato fiero di lui, del suo coraggio e della sua intelligenza. Sapeva qualcosa che noi non sapevamo su di lui ma purtroppo per Castle non fece in tempo ad aggiungere altro. Mark arrivò e sparò a quello che una volta era stato il suo capo. Ci disse di seguirlo e io non me lo feci ripetere, avevamo una bambina da salvare ma sapevo che Rick sarebbe rimasto indietro e forse era meglio così.

Riuscimmo ad arrivare in tempo. Placcai l'agente che stava per sparare e riuscimmo addirittura a far tacere tutto e far passare la storia come un semplice scontro.

Quando tornammo al distretto per la prima volta capì l'entità dei danni che aveva fatto questa storia su Rick. Lui si fidava di Sophia ed oltretutto quella storia finale gli aveva fatto sorgere dei dubbi. Suo padre faceva parte della CIA?

Io gli dissi quello che pensavo, cioè che lei ci aveva raccontato un sacco di balle e magari anche questa lo era poi mi avvicinai a lui e lo baciai.

Andiamo a casa che dici?” gli chiesi sorridendo.

La proposta più bella che mi è stata fatta durante la giornata.” rispose lui e insieme uscimmo dal distretto.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Prima di tutto mi vvolevo scusare con tutte coloro che mi seguono.. scusatemi veramente tanto ma tra impegni scolastici sempre più gravosi e i problemi che mi sta dando ultimamente la chiavetta non ho mai trovato la forza di venire a postare questo capitolo... anzi, IL capitolo XD
Sappiate che, sempre per via della scuola, ultimamente ho preso il vizziaccio di scrivere poco quindi vi dico già che è un mese che so bloccata al 14esimo chappy....
Spero di trovare un po' più di tempo da dedicargli visto che ormai ho tutta la trama pronta...


Questo capitolo ha solo 600 parole. Voi vi chiederete perché? E vi dico che quando l'ho scritto e sono arrivata alla seicentesima parola non ho potuto che pensare che continuarlo era ingiusto. Ci voleva uno stacco per permettere a tutti di riflettere su quello che vi accadrà.

Vi avverto, molto probabilmente mi odierete a fine capitolo ma spero comunque che riusciate a perdonarmi per quello che farò e continuiate a leggere. In fondo non si sa mai che sorprese ci riserva il futuro. (Beh, tecnicamente Kate sì, ma è tutta un'altra cosa XD)

 

Parte undicesima

 

Tutto andava alla perfezione, con la storia di Sophia, io e Rick ci eravamo avvicinati dell'altro e avevamo deciso anche di dirlo a Ryan ed Esposito, non ci sembrava giusto tenerli fuori, in fondo ormai stavamo insieme da un po' ed oltretutto sapevamo che sarebbe durato. Io lo amavo e lui amava me, era vero e non avremo permesso più a nulla di dividerci.

Svegliarsi praticamente ogni mattina e sentire le labbra di Rick che si posavano sul mio collo o sul mio viso per darmi un dolce bacio era bellissimo, lo adoravo.

La nostra vita seguiva una nuova routine. Ci svegliavamo insieme, facevamo colazione solitamente con Alexis ma alcune volte c'era anche Martha, andavamo al distretto, tornavamo a casa, passavamo la serata con Alexis e dopocena stavamo insieme. Anche il mio rapporto con la giovane Castle divenne più stretto, in fondo passavo gran parte del mio tempo libero con lei e Rick.

I giorni passavano e io iniziai a notare di essere sempre più stanca. La sera tornavo dal distretto e non riuscivo nemmeno ad arrivare all'ora di cena senza dover fare un pisolino sul divano. In un primo momento diedi la colpa alla stanchezza, in fondo facevo un lavoro stressante e ultimamente i casi di omicidio sembravano essersi duplicati, eravamo sempre in movimento, ma poi un giorno, mentre ero in obitorio a parlare con Lanie accadde.

Ero tranquilla, stavo parlando con la mia migliore amica, forse ero felice, fatto sta che iniziò a sentirmi la testa. Sbuffai.

Lanie, puoi darmi un attimo?” le dissi sedendomi per terra. Avevo imparato a non rischiare, ogni volta che sentivo arrivare una visione mi sedevo per non cascare.

Un'altra.” disse lei. Non era una domanda ma comunque io annuì prima di chiudere gli occhi e rilassarmi permettendo alla visione di arrivare.

Il mondo intorno a me era confuso, stavo piangendo e le lacrime rendevano tutto sfocato, mi faceva male da per tutto ma il dolore più forte era concentrato in basso tra le mie gambe, sentivo urlare ma non capivo chi era. Cercai di guardarmi intorno ma ero intrappolata nel corpo della mia visione, la mia mano salì e asciugò le lacrime di dolore che scendevano copiose e finalmente vidi dove mi trovavo. Ero in una stanza d'ospedale ed ero io che urlavo in maniera così disumana.

Andiamo Kate, puoi farcela... pensa a nostro figlio, lui non vede l'ora di vederci.” questa frase mi colpì con la potenza di un treno. Ecco cosa stava succedendo, la stanchezza e la visione in cui stavo male, adesso avevano più senso. “Un'ultima spinta.” mi disse Castle e io senti la me della visione spingere quando la nuova contrazione arrivò, poi sollievo e un piccolo pianto. Dopo pochi istanti il dottore mi mise tra le braccia un bellissimo bambino.

Roy...” sussurrai e poi improvvisamente la mia vista venne meno ma non la visione. Mi ritrova fuori dal mio corpo, un suono orribile nelle mie orecchie, quello della macchina che registrava i battiti del cuore che segnalava che il mio si stava spegnendo, i dottori mi circondarono, mi tolsero Roy dalle braccia e presero le piastre. Il bip del monitor da irregolare divenne lungo e unico, il mio cuore aveva smesso di battere. L'elettrocardiogramma era piatto.

No!” urlai mentre tornavo indietro. Lanie fu subito al mio fianco e io iniziai a piangere come mai avevo fatto in vita mia, nemmeno quando mia madre era morta. “Perchè?” continuavo a ripetere come un mantra mentre la mia amica cercava di calmarmi e continuava a chiedermi il motivo delle mie lacrime.


Tan tan taaaaaan

Qui vi lascio per ora belle mie :)
Mi raccomando prima di iniziare a tirarmi ciabatte, mouse e quant'altro aspettate che mi sia allontanata! XD
PRRRRRRR

#OFD

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Capitolo 12
*** Dodicesima parte + Avviso ***


Non so come la prenderete quindi non mi sbilancio dicendo che è una brutta notizia :)
Comunque causa esami, che mi rendono sempre più difficile la vita non riesco più a portare avanti nessun progetto, purtroppo so mesi che so ferma al solito 15esimo capitolo di Flash Forward.
Ho deciso di metterla in stop almeno fino al 15 di luglio perchè tra studi e vita di tutti i giorni non riesco a starle dietro come vorrei.
Con questo non voglio dire che smetterò di scriverla solo che metterò un stop di due mesi sicuro senza lasciarvi appese come ho fatto fin ora...
Scusate ancora per tutti i problemi causati :)
Spero che torniate a leggere la mia storia quando riprenderò a postarla.
Vi lascio con un ultimo capitoletto e la promessa che, alla fine, vi renderò felici :)


Parte dodicesima

 

Lanie mi rimase vicino e mi abbracciò sussurrandomi parole che in quel momento per me non avevano senso.

Kathy, cosa succede?” mi chiese aiutandomi a sedermi su di una sedia. Io cercai di rispondere, aprì la bocca ma non uscì nulla. Tentai più volte ma sembrava che non volesse uscire nemmeno una parola.

Sono incinta...” riuscì finalmente a dire con voce flebile dopo un altro paio di tentativi. Lanie mi guardò confusa, in fondo per quanto inaspettato un figlio non era di sicuro la fine del mondo.

Kate, ma è stupendo... non capisco perché però piangi...” mi disse lei infatti.

Nella visione stavo partorendo.” iniziai io notando che mi era più facile parlare.

Per il dolore?” chiese la mia amica ancora più confusa. Scossi la testa.

Morirò Lanie. Roy non farà in tempo nemmeno ad aprire gli occhi. Subirò un arresto dopo che il mio cuore è andato in fibrillazione.” altre lacrime iniziarono a scendere lungo il mio viso al ricordo del piccolo corpicino di mio figlio, di quella piccola creatura che già allora stava crescendo dentro il mio ventre. Lanie ci mise alcuni secondi ad elaborare la notizia.

Sei sicura che...” cercò di dire ma io la interruppi sapendo già dove voleva andare a parare.

Sì, si avverano sempre.”

E non puoi...”

No.” la interruppi di nuovo. “Non abortirò.” risposi decisa, ormai era troppo tardi, già amavo mio figlio, in fondo l'avevo tenuto tra le miei braccia, anche se dentro una visione e per pochi istanti.

Sei... sei sicura che insomma... morirai?” mi chiese Lanie. “Insomma, hai visto i medici che... dichiaravano il decesso?” si spiegò. Io ripensai un attimo e poi scossi la testa.

La visione si è interrotta quando i medici prendevano le piastre per rianimarmi.” il viso di Lanie si illuminò.

Allora forse c'è speranza. Dobbiamo scoprire cosa ti provocherà la fibrillazione e poi potremo agire di conseguenza.” disse lei andando alla sua scrivania e iniziando a cercare in un cassetto. “Ma dove diavolo l'ho messo?!” disse tra se e se. Dopo un paio di istanti tornò indietro con un biglietto da visita tra le mani. “Tieni.” mi disse passandomelo. “Mia cugina soffre di cuore, questo è il suo cardiologo, è il migliore di tutta New York. Domani va da lei, dille che ti mando io e chiedile una visita di routine per vedere se il problema è al cuore.” mi spiegò poi.

E se non lo fosse?”

Se non è il cuore il problema allora sarà una conseguenza del parto.” disse sicura lei. “In tal caso ho un piano d'emergenza.” mi disse sorridendo. “Ho un mio amico ginecologo, se gli dirò con discrezione di tenersi pronto al peggio per il tuo parto, lui lo farà. Prenderemo più precauzioni tesoro. Faremo nascere il piccolo Castle e tu starai bene.”

Grazie.” dissi abbracciandola stretta con le lacrime agli occhi. “Cosa ho mai fatto per avere un amica come te Lanie?”

Siamo state fortunate credo.” mi rispose lei ricambiando l'abbraccio e dandomi un bacio sulla guancia. “Adesso va a casa e dai la bella notizia allo scrittore.”

Devo anche dirgli...” Lanie annuì.

Sì, diglielo, è suo diritto sapere.” mi rispose seria lei. “Adesso vai su!”

Cos'è tutta questa fretta di mandarmi a casa? Non ti piace più stare in mia compagnia?” chiesi maliziosa. Sapevo già la risposta. Lei ed Espo erano tornati insieme da qualche giorno, gli avevo beccati che si baciavano proprio qui. Naturalmente ero stata discreta e me ne ero andata lasciando loro un po' di privacy, ma ormai era passata più di una settimana. Fine della privacy.

Certo Kate, solo che... che ho tante cose da fare.” notai subito l'esitazione.

E tra le taaaaaaante cose da fare non rientra anche per caso pomiciare come un adolescente sulla tua scrivania con un guapo molto caliente?” chiesi innocente. La bocca di Lanie si spalancò e rimase così per qualche secondo prima che lei si riprendesse dalla sorpresa.

Quando... come... una visione per caso?” mi domandò sospettosa.

No.” risposi io ridacchiando. “Semplicemente vi ho beccato che praticamente vi divoravate la faccia qui...” la mia amica sorrise divertita ma poi gettò un'occhiata all'orologio e vedendo l'ora prese a spingermi fuori dall'obitorio mentre io ridacchiavo divertita.

Ne riparleremo...” disse premendo per me il pulsante dell'ascensore. “Addio.” aggiunse premendo il piano terra.

Durante il viaggio verso l'appartamento di Rick il mio umore cambiò nuovamente e iniziai a preoccuparmi per il mio futuro. Oltretutto non riuscivo a trovare un modo delicato per dire all'uomo che amavo e da cui aspettavo un bambino che sarei potuta morire di parto. Insomma, non è che potevo entrare in casa e dire: 'Amore! Sono incinta... oh, sai, ho avuto una visione in cui stavo morendo di parto.' No, decisamente non potevo.

Provai mille più uno discorsi diversi ma nessuno mi sembrava buono così decisi che avrei improvvisato, avrei lasciato parlare il mio cuore per spiegare la situazione a Rick prima e poi, una volta discusso con lui, ad Alexis.

Usai le mie chiavi per aprire la porta e appena la chiusi alle mie spalle la giovane Castle mi venne incontro abbracciandomi.

Indovina?!” mi disse praticamente saltellando sul posto. Io sorrisi, quel pomeriggio aveva avuto la sua prima uscita con Mark, un suo compagno di scuola di cui, a quanto pare, era cotta da anni ma non credeva essere ricambiata.

Mark ti ha chiesto di uscire di nuovo?” chiesi speranzosa.

Sì!” esclamò lei abbracciandomi di nuovo. “Quando l'ho chiesto a papà lui mi ha risposto, e cito, 'Hai capito di non essere pronta per una relazione?'” scoppiai a ridere. Tipico di Rick, non vuole nessun uomo vicino alla sua bambina, anche se poi bambina tanto più non è.

Sono felice per te Al. Ora devo andare a parlare con tuo papà, ti dispiace?”

No no, fai pure. Io chiamo Jenny e le racconto tutto.” rispose lei prima di schizzare su per le scale. Rick era nel suo studio intento a scrivere. Bussai gentilmente sullo stipite e quando lui alzò gli occhi dal PC entrai sedendomi di fronte a lui.

Ehi, come mai tornata così tardi?”

E' successa una cosa Rick... non so se definirla bella o brutta, ciò, la notizia è bella, ma poi...” non era per nulla facile. Rick si accorse che qualcosa non andava così si alzò e venne ad abbracciarmi.

Che succede amore?” mi domandò. Solitamente non gli consentivo di chiamarmi così, non mi piacevano troppo certi nomignoli, ma quella volta lasciai correre.

Sono incinta.” dissi alla fine.

Ma è fantastico!” esclamò subito Rick stringendomi a lui e sorridendo come se fosse l'uomo più felice del mondo. Sapere che dovevo guastargli la notizia fece ricomparire le lacrime. “Cosa succede Kate? Non... non vuoi?” domandò lui. “Perché se non vuoi possiamo...” misi un dito sulle sue labbra mentre scuotevo la testa.

Non... non è quello Rick. Io voglio avere nostro figlio solo che...” respirai profondamente. “Ho avuto una visione del parto e... e pochi istanti dopo che i medici mi mettevano Roy tra le braccia il mio cuore andava in fibrillazione e poi... poi si fermava.” il silenzio calò nella stanza.

No!” esclamò Rick. Vedevo i suo occhi lucidi. “No non può succedere.” una singola lacrima scivolò lungo la sua guancia.

Rick, ne ho parlato con Lanie e lei mi ha detto che infondo non ho visto i medici dichiararmi morta. Forse abbiamo qualche possibilità.” aggiunsi asciugandogli la lacrima solitaria. “Mi ha dato il numero di un ottimo cardiologo, domani fissiamo un appuntamento e facciamo un controllo per cercare eventuali problemi e durante tutta la gravidanza ci affideremo ad un amico di Lanie a cui lei dirà di prendere maggiori precauzioni per il parto.” cercai di rassicurarlo.

Kate... non puoi morire. Non adesso.” disse lui poggiando la sua fronte contro la mia e chiudendo gli occhi.

Non morirò. Ho troppe ragioni per vivere.” rimanemmo alcuni istanti così, confortandoci l'uno con la vicinanza dell'altro.

Hai detto Roy?” chiese poi Rick mostrando un lieve sorriso.

Sì, sarà un maschietto.” risposi io sorridendo.

Nostro figlio.” disse lui come volendo provare le due parole insieme. “Avremo un bambino.” aggiunse ancora un po' incredulo.

Sei felice?”

Sì, ma lo sarò di più quando tu, io e Roy torneremo a casa insieme.” aggiunse.

Ti va bene il nome?” chiesi io improvvisamente preoccupata di essermi imposta con la scelta.

Certo che sì!” esclamò lui. “Sai, prima che ci mettessimo insieme fantasticavo spesso su come poteva essere la nostra vita e ogni volta che immaginavo di avere dei figli con te il nome di nostro figlio era Roy e quello di nostra figlia Johanna.” mi confessò lui arrossendo. “Spero che prenda tutto dalla mamma.” aggiunse poi baciandomi dolcemente sulle labbra. “Dovremo anche dirlo ad Alexis...”

Anche della... della possibilità che...”

No. Altrimenti le dovresti spiegare com'è possibile che tu sappia ciò in anticipo...” mi rispose dolcemente lui.

Insieme ci avviamo in salotto.

Ah, vuoi sapere una bella notizia?” domandai.

Quale? Il fatto che Lanie ed Espo si sono rimessi insieme?” mi domandò lui e io rimasi a bocca aperta.

Come... hai le visioni pure tu?” scherzai.

Nah... semplicemente ieri gli ho visti in sala interrogatori che si baciavano.” disse ridacchiando. “Credono anche stavolta che nessuno lo sappia, ma già mezzo distretto chiacchiera di loro.” disse ridendo. “Forse solo Ryan è all'oscuro di tutto.”

Bisogna dire sono molto discreti. Io li ho beccati in obitorio.”

Dovremo farci due chiacchiere. Intanto vado a recuperare mia figlia per darle la stupenda notizia.” mi disse lui salendo al piano di sotto.

Io mi sedetti sul divano attendendo il ritorno dei due Castle e per la prima volta da quando avevo avuto la mia visione iniziai a pensare che avrei potuto farcela. Non avrei abbandonato mai la mia famiglia, non dopo aver durato così tanta fatica per conquistarmela.

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Capitolo 13
*** Tredicesima parte ***


Eccomi tornata anche se con un mese di ritardo XD
Scusate scusate scusate!!!
Prometto che ora cercherò di rimanere meno discontinua e postare almeno un capitolo a settimana se mi riesce :)
Siamo vicini alla parte X della storia che tutti voi state di sicuro aspettando ma io voglio continuare a rivisitare alcuni casi che mi sono particolarmente piaciuti e che non voglio lasciare da parte XD Che sono:
- Once Upon a Crime
- A Dance with Death
- 47 Seconds
- Undead Again

Come potrete capire mi è impossibile rivisitare l'episodio con Adam Baldwin in quanto Castle lo segue perchè ha deciso che è tempo di chiudere con Beckett dopo gli eventi di 47 Secondi ma visto che qui i segreti già sono esplosi non credo che Rick sarà portato a farlo e inoltre anche the limey è stato tolto dalla lista. Undead again invece ci sarà ma sarà l'ultimo in quanto Always metterebbe troppo in pericolo Kate. Dopo il capitolo TAG dell'episodio Undead ci sarà un capitoletto e poi via con la scena X muahahahah


Okay ora vi lascio leggere!!


Parte tredicesima

 

Signorina Beckett, volevo darle di persona la notizia che lei non soffre di alcun problema cardiaco, anzi, il suo cuore è molto in forma avendo subito un così forte stress pochi mesi fa...” mi disse la dottoressa sorridente. Io non sapevo se provare sollievo o essere spaventata per la notizia. Se avessi scoperto di avere un qualche problema avrei potuto agire di conseguenza, prepararmi meglio, ma così ero impotente, barcollavo ancora nel buio.

Grazie.” dissi cercando di mostrarmi felice.

Scusi l'indiscrezione, ma come mai ha voluto fare tutte queste analisi?” mi domandò la dottoressa e io decisi di risponderle con parte della verità.

Sono incinta, come ben sa, volevo essere sicura che l'intervento subito non mi creasse problemi durante la gravidanza o il parto magari.”

Ah, capisco. Ha fatto benissimo, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.” confermò lei sorridendo.

Grazie.” dissi stringendole la mano prima di uscire.

Appena entrai nel distretto trovai Rick e Lanie ad attendermi con una faccia talmente agitata da farmi scappare un risolino.

Allora?”

Niente.”

Niente?”

Niente.” confermai. Sulla faccia dei due rividi quell'espressione di sollievo mista a paura che doveva esserci stata sulla mio viso una quarantina di minuti fa.

Cosa facciamo adesso?” domandò Rick preoccupato.

Aspettiamo. Faremo più controlli staremo attenti e quando partorirei parlerò con il ginecologo e gli dirò di tenere pronto tutto il necessario per un arresto cardiaco.” mormorò Lanie. “Non possiamo fare molto di più se non goderci questi mesi e sperare.”

L'abbracciai stretta e le dissi che non era colpa sua e poi mi lascia avvolgere dalle braccia di Rick.

Ti amo.” mi sussurrò nell'orecchio e tanto bastò a farmi tornare il sorriso. Non avrei rinunciato, non senza lottare, avevo Rick, avevo la mia migliore amica, avrei avuto Roy presto e in un certo senso avevo anche Alexis. No, arrendersi non era una possibilità.

Grazie...” sussurrai prima di allontanarmi. Eravamo al distretto dopotutto e la gente iniziava a guardarci.

La settimana seguente entravo nel secondo mese e con esso arrivarono anche le nausee. Le mie visioni non erano incoraggianti, mi vedevo sempre col pancione, quindi prima del parto.

Avevamo deciso di dirlo alla Gates all'inizio del terzo mese, non avremo potuto rimandare oltre perché avevamo deciso di smettere di fare lavoro sul campo il prima possibile.

Le settimane passavano una dietro l'altra, il tempo sembra volare quando sai di avere una scadenza e sei felice.

Nel giro di un battito di ciglia mi ritrovai all'inizio del terzo mese con un nuovo e strano caso tra le mani.

L'ultimo caso poi lo diremo alla Gates.” proposi a Rick.

Va bene, ma promettimi di stare attenta.”

Non lo sono sempre?” chiesi io baciandolo a fior di labbra prima di uscire di macchina e inoltrarci nel parco dove si trovava la nostra vittima.

Lanie era piegata sul cadavere di una giovane donna. L'odore di morte unito al mio costante senso di nausea mi fece venir voglia di vomitare, ma ormai riuscivo a controllarmi abbastanza da non dover scappare dalla scena del crimini.

La giovane donna era vestita come Cappuccetto Rosso, sembrava appena uscita da una festa in maschera, ma non era quello la cosa strana.

La giovane aveva artigliate sparse per tutto il corpo, esattamente come se un lupo l'avesse attaccata. Subito, vicino a me, Rick si lasciò prendere dalle sue strampalate teorie su il “Grande Lupo Cattivo” e alla fine, dopo un momento di riluttanza decisi di controllare comunque per la presenza di animali pericolosi nel parco. Venne fuori che la bestia più grossa che vi ci bazzicava era un beagle.

Passarono all'incirca sei ore prima che trovassimo il secondo cadavere, stavolta toccava a Biancaneve ed anche quella volta l'assassino aveva ricreato con maestria la scena in cui la dolce principessa si addormentava dopo aver morso la mela, solo che in quel caso il sonno era veramente eterno e nessun bacio, nemmeno quello del vero amore, avrebbe potuto risvegliarla.

Non riuscivamo a capire cosa avevano in comune queste due vittime a parte il fatto di essere morte entrambe in maschera.

C'era in giro un serial killer?

E perché vestire le donne da personaggi delle favole prima di ammazzarle?

Continuammo ad indagare sperando di non dover vedere il corpo di una terza donna apparire in un parco o in qualche altro posto.

Esposito e Ryan trovarono che i due costumi erano stati acquistati on line e che erano stati spediti ad un indirizzo in New York, ma non era finita, il peggio era che c'era un terzo costume, la Bella Addormentata.

Partimmo subito per andare ad arrestare il colpevole ma una volta buttata giù la porta per entrare in casa scoprimmo che la carta di credito a cui era stato addebitato l'acquisto era di una povera vecchietta fissata con le bambole.

Ci avevano fregato.

Tornammo al distretto e riprovammo a cercare collegamenti tra le due donne e così scoprimmo che entrambe avevano un appuntamento di venerdì alla stessa ora.

Riuscimmo a rintracciare i loro spostamenti e scoprimmo che si erano ritrovate in un bar. LA cameriera ci disse che erano in tre e riuscì a darci una descrizione approssimativa della terza persona ma non bastava.

Continuammo a cercare e finalmente saltò fuori qualcos'altro. Un prelievo di un gran quantitativo di soldi da entrambi i conti in contanti.

Ciò ci permise di trovare la terza ragazza cercando un prelevamento della stessa entità.

Quando arrivammo sotto casa sua pensavamo fosse troppo tardi, corremmo al piano ed entrammo in casa. La giovane era accasciata sul letto ma appena Rick si avvicinò scoprimmo che era viva.

Parlammo con la giovane dopo che si era ripresa e le chiedemmo chi fosse il ragazzo e lei ci spiegò con gli occhi lucidi che il giorno segnato sulla foto lei e gli altri ragazzi della foto erano andati a una festa, se ne stavano andando in macchina e il ragazzo era fatto e voleva continuare a farsi ma a loro non stava bene così lo scesero e solo il giorno dopo quando sentirono che era morto decisero di fare un patto di segretezza e di non rivedersi mai più. Avevano le loro vite da vivere ed essere coinvolte nelle indagini non avrebbe giovato.

Così, dopo aver saputo il nome iniziammo a fare nuove ricerche e saltò fuori che il marito della nostra Biancaneve era suo fratello. Quando lo interrogammo confessò subito il ricatto ma continuava ad insistere di non essere stato lui ad ucciderle e Rick gli credeva in un certo senso così non mi stupì quando la mattina dopo all'alba me lo ritrovai al distretto.

Cos'è, non puoi stare una notte senza di me?” chiesi maliziosa sottovoce. In fondo anche Wood era rimasto per il turno di notte.

No. So chi è l'assassino.” mi disse sorridente raccontandomi del fiocco. Facemmo nuove indagini e scoprimmo che l'auto con cui erano tornate a casa le ragazza quella sera di alcuni anni fa era stata portata a riparare il giorno dopo e che era stata proprio la nostra “quasi terza vittima” a pagare le spese e così capimmo. Era lei.

Aveva investito il povero ragazzo e poi aveva nascosto tutto e quando anni dopo le sue due amiche avevano minacciato di raccontare tutto per liberarsi dal peso della verità lei non era riuscita a sopportarlo e le aveva uccise in un modo che avrebbe potuto far ricadere la colpa sul marito di Biancaneve. Poi aveva iniettato la stessa droga, in dose non fatale nel suo corpo, poco prima che noi arrivassimo dentro casa sua. Aveva pensato a tutto ma il mio Rick si era accorto che del fiocco legato male. Un dettaglio che un killer così accurato non avrebbe tralasciato a meno che non credesse di averlo fatto bene stringendolo in fretta e furia senza vederlo.

Il caso era chiuso, ottenemmo la confessione e tornammo al distretto lasciando gli agenti ad occuparsi della giovane donna.

E' giunto il momento...” disse Rick. Io sbiancai, dopotutto non solo dovevo confessare che stavo con Castle, ma anche che ero incinta, insomma, non la cosa più semplice da dire a Iron Gates. Avevo terribilmente paura che potesse dividerci e cacciare Rick dal distretto, in fondo aveva sempre cercato un motivo per farlo e ora io glielo stavo servendo su un piano d'argento.

Facendo un profondo respiro bussai.

Avanti.” mi rispose la voce della donna. Io e Rick entrammo nella stanza e chiudemmo la porta alle nostre spalle.

Ho saputo che avete chiuso il caso. Ottimo lavoro.” si complimentò senza nemmeno alzare lo sguardo dalle scartoffie burocratiche a cui stava lavorando. “Cosa volete?” domandò infine dopo aver posato la penna ed aver alzato lo sguardo.

Le dobbiamo parlare capitano.” risposi ormai eravamo in gioco, non si tornava indietro.

Avanti.” disse lei facendo cenno di sederci. “Allora, qual è il problema?” aggiunse intrecciando le dita.

Ecco....” inizia insicura. “Vede...” come cavolo potevo dirle che ero incinta?!

E' incinta.” sparò Rick senza mezzi termini.

Rick!” “Cosa?!” esclamammo insieme io e la Gates.

Detective Beckett, è vero?” domandò poi la donna tornando a fissarsi su di me.

Si capitano.”

Quanto.”

Sono appena entrata nel terzo mese, volevo richiederle se, visto il mio stato potesse togliermi ufficialmente dal lavoro sul campo... so che è prematuro, che di solito si aspetta anche fino al quarto, ma viste le condizioni in cui mi sono trovata mesi fa non vorrei rischiare...” conclusi coraggiosamente.

Certo, non ne vedo il problema. Naturalmente anche il signor Castle è esentato di conseguenza.”

Perché?!” si lagnò lui.

Perché la detective è l'unica che ha un minimo di controllo su di lei, senza non mi fido a mandarla sul campo.”

Noooo...”

Inoltre credo che la detective apprezzerebbe l'aiuto del padre per superare i problemi della gravidanza.” disse con tranquillità lasciandoci letteralmente a bocca aperta per alcuni istanti.

Come... quando...” balbettai io terribilmente confusa.

Oh andiamo! Come se non l'avesse capito tutto il distretto che state insieme.” disse lei sorridendo divertita. “Ricordatevi che siamo poliziotti, è nostro compito scoprire la verità e io sono il capitano. So tutto quello che accade nel mio distretto. E ora andatevene prima che cambi idea!” esclamò tornando ad occuparsi dei documenti. Noi ringraziammo e poi scappammo fuori dall'ufficio ritrovandoci alla mia scrivania a ridere come scemi. Javi e Kevin ci videro e si avvicinarono incuriositi.

Cosa succede di così divertente?” ci chiese Ryan.

Io... io sono incinta.” dissi tra le risate. Le facce che fecero quei due furono fonte di altre risate.

C-cosa?!” esclamo infine Espo.

Mmh” annuì Rick cercando di darsi un contegno. “L'abbiamo detto alla Gates e lei non ci ha fatto niente...” continuò riuscendo finalmente a parlare normalmente. “Eravamo così impauriti prima di entrare che ci siamo messi a ridere una volta sciolta la tensione.” spiegò l'uomo.

Congratulazioni!” esclamò Ryan riprendendosi dallo shock e abbracciandomi felice subito raggiunto dal suo compagno.

Ehi!” Castle cercò di richiamare la nostra attenzione. “Io niente abbraccio?” domandò mettendo il broncio e facendomi scoppiare nuovamente a ridere.


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Capitolo 14
*** Quattordicesima Parte ***


Nuovo capitolo...
Più che le scuse non so che aggiungere *me capo chino*

Buona lettura!



 

Disclaimer: Alcuni dialoghi sono stati ripresi (e in alcuni casi leggermente variati) da “A Dance With Death” scritto da Moira Kirkland e diretto da Kevin Hooks

 

Parte quattordicesima

 

Da quando ero confinata al lavoro d'ufficio mi sembrava che i giorni non passassero mai abbastanza in fretta.

Era barboso non poter andare di prima persona sulle scene del delitto o a catturare i sospettati. Addirittura Rick a seguito di un episodio capitato due settimane dopo l'inizio del mio lavoro in ufficio ha preteso che quando interrogavo i sospetti o lui, o Espo o Ryan fossero presenti. Tutto questo solo perché un sospetto si era arrabbiato mentre lo interrogavo e aveva ribaltato il tavolo.

Non mi ero fatta nulla ma a Rick non interessava.

Comunque anche se lentamente i giorni e le settimane passavano, la mia squadra risolveva i casi e io passavo più tempo con Rick, Prince e la mia pancia sempre più prominente.

A volte durante i momenti di pausa a lavoro mi ritrovavo ad accarezzarla dolcemente ripensando al volto di Roy durante il parto e sperando di essermi sbagliata per questa volta perché ero felice finalmente e volevo rimanere accanto a coloro che mi avevano reso tale, ma sopratutto volevo crescere mio figlio.

Ce la faremo...” mi diceva Rick quando mi vedeva rattristirmi mentre fissavo la mia pancia. “Io, tu e Roy ce la caveremo. Vero figliolo?” diceva poi lui appoggiando a sua volta le mani sulla mia pancia. “Sai, so che non siamo ancora alla fine del terzo mese ma il tuo papà, la tua nonna, la tua sorellona, i tuoi zii ma sopratutto tua mamma non vedono l'ora di vederti Roy.” sussurrava poi inginocchiandosi e baciandomi poco sopra l'ombelico. “Mi raccomando, finché sei lì dentro tratta bene la mamma, poi quando sarai con noi ci divertiremo insieme e la faremo impazzire.”

Alla fine il quarto mese tutti al distretto sapevano che ero incinta e anche che il padre era Rick ma, da fedeli compagni quali erano, avevano mantenuto il segreto, così fu veramente una sorpresa quando una mattina ci svegliammo e trovammo sul Ledger una foto mia e di Rick che rientriamo nel suo appartamento. Eravamo stati attenti ma sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto. L'articolo parlava del fatto che lo scrittore, Rick Castle, era stato visto più volte rientrare nel suo appartamento accompagnato dalla detective Beckett e che supponevano ci fosse del tenero tra di noi, niente di più per fortuna. Da lontano la mia pancia ancora non si vedeva ma sapevamo che da quel momento in poi i paparazzi avrebbero iniziato a seguirci più spesso per avere un qualche scoop.

Ne parlai con Rick e decidemmo di rilasciare una dichiarazione in cui avremo confermato la nostra relazione e in cambio avremo richiesto di essere lasciati in pace sul lavoro e a casa. Paula organizzò tutto alla perfezione e così una settimana dopo ero di nuovo sui giornali come la nuova ragazza di Rick Castle e devo ammettere che non mi è dispiaciuto poi molto. Insomma, adesso tutte quelle pazze scatenate la fuori sanno che è mio e che se provano a flirtare con lui si ritroveranno l'intera squadra omicidi del dodicesimo sotto casa.

Visto che eravamo stati costretti ad uscire allo scoperto Rick decise di trarre il meglio dalla situazione e iniziò a portarmi fuori qualche sera, spesso solo noi due ma a volte venivano anche Alexis, Martha e mio padre. Stavamo diventando una grande famiglia e la cosa mi faceva molto piacere perché nel caso fossi veramente morta sapevo che Rick non sarebbe rimasto solo con il piccolo Roy, ma che avrebbe avuto vicino a lui molte persone pronte ad aiutarlo.

Cercavo sempre di non pensare al fatto che mancavano meno di cinque mesi al parto e, forse, al giorno in cui sarei dovuta andarmene definitivamente.

Per fortuna tra il lavoro, gli amici e Rick riuscivo a distrarmi e in quei giorni mi capitò un dei casi più contorti che potessero esistere.

Una famosa ballerina di uno show televisivo era stata uccida nel suo camerino nel quarto d'ora precedente alla diretta televisiva.

Stavolta, visto che la scena del crimine non mostrava pericoli, riuscì a convincere i ragazzi a farmi andare un po' sul campo.

Ehi, Lanie.” salutai la mia amica appena arrivata sulla scena del crimine. Ero molto dispiaciuta per la ragazza ma non potevo far a meno di sorridere all'idea di essere sul campo. “Allora, chi e' la nostra vittima?” chiesi mentre lei mi sorrideva in risposta.

Odette Morton. La causa della morte e' un unico colpo d'arma da fuoco al cuore. Probabilmente una 9 millimetri, è morta all'istante, il proiettile l'ha attraversata.” mi rispose lei mantenendosi professionale come al solito

La nostra vittima era morta nei diciannove minuti precedenti all'inizio dello show secondo la testimonianza della sua truccatrice che diceva d aver finito il suo trucco alle 2:45 esatte.

Mandai Ryan ed Esposito a fare una lista dei presenti. L'assassino o era stato molto fortunato a trovare la porta aperta che dava sul vicolo o doveva essere già dentro.

Io voto per quello.” ci interruppe Lanie. Le lancia uno sguardo interrogativo e lei continuò con la sua spiegazione. “Odette aveva la vittoria assicurata. Scommetto che e' stato uno di quei

traditori dei suoi rivali a farlo.” Eravamo piuttosto stupiti, lo ammetto, e Lanie dovette capirlo. “Che c'e'? Io guardo il programma. Odette era la mia concorrente preferita. Era un'ereditiera cresciuta dal suo ricco nonno, una ragazza festaiola che imbocca la strada sbagliata finche' sfiora la morte e si trasforma in una brava ragazza. E' una storia fantastica.” ci spiegò alla fine e devo ammetterlo, sarebbe stata una bella storia, se non fosse per il finale.

Lanie ci indirizzò quindi verso Santino, un concorrente che rischiava di essere eliminato dallo show ma che, grazie alla morte di Odette, si era salvato.

Santino ci spiegò che era vero, sia lui che Odette erano stati nervosi tutto il giorno e che avevano discusso ma che era normale perché alla fine della serata uno dei due doveva andarsene, ma ci disse anche che Odette ultimamente era strana e che in giornata, senza lasciare spiegazioni, era scomparsa per una mezz'ora verso le undici e che Chantal, un altra ballerina l'aveva coperta.

Parlammo anche con il fratello della vittima che ci spiego del passato turbolento di Odette che era finita in brutti circoli dopo la morte del nonno finché un giorno ebbe un incidente mentre era in treno e cambiò nuovamente vita. Si diede al ballo e ricominciò da capo. Paul ci indirizzò verso un certo Eddie Gordon, un altro concorrente eliminato dallo show che però, vista la morte di Odette, sarebbe stato reintegrato.

Stavolta convinsi Castle a lasciarmi condurre l'interrogazione e alla fine venne fuori che nemmeno lui era colpevole, aveva un alibi, ma ci disse che Odette era strana ultimamente e che l'aveva vista nel vicolo fuori dagli studios dare ad un uomo un ingente somma di denaro. Che fosse ricaduta nei vecchi circoli?

Chiedemmo a Samuel Lynchberg, il suo menager non che tutore delle propietà di suo nonno come si comportava ultimamente Odette e lui ci disse che le sembrava che avesse ripreso effettivamente a comportarsi come dopo la morte del nonno quando faceva grandi spese per vestiti, macchine, appartamenti e addirittura per pagare la plastica ad una sua amica. Nei giorni precedenti Odette aveva infatti comprato vestiti in un unico negozio che però non erano della sua taglia così Castle ci suggeri che forse usava anche lei un trucchetto che andava di moda al college quando i tuoi ti davano una paghetta bassa e una carta da poter usare solo per certe spese come mettere la benzina. Tu fai il pieno agli amici e loro ti danno in cambio soldi. In quel modo Odette aveva pagato l'uomo nel vicolo ma per cosa ancora non lo sapevamo.

Alla fine, grazie all'occhio per i dettagli di Castle scoprimmo che la beneficiaria degli acquisti di Odette era Jasmine, l'assistente dello show, che stava ricattando Odette perché l'aveva vista assieme a Brad Melville mentre discutevano animatamente. Jasmine aveva registrato parte della conversazione in cui Brad minacciava Odette di ucciderla se qualcuno avesse scoperto del loro accordo ma lui ci spiegò che era un malinteso che un giorno aveva visto odette con una siringa e che aveva pensato che fosse ricaduta nei circoli della droga ma le aveva detto che se avesse smesso non l'avrebbe detto a max, il direttore, ma pochi giorni prima l'aveva rivista bucarsi e allora era iniziata la litigata. Esposito trovò infatti le siringhe ma Lanie ci disse che la nostra vittima non risultava positiva a nessuna droga.

Tornammo a casa quella sera per trovare Oona Marconi e Martha che parlavano amabilmente. La donna, recensitrice di opere teatrali, aveva accettato la richiesta di Martha sul fare una buona recensione per la sua scuola ma durante la conversazione Oona punzecchio in maniera piuttosto evidente Martha sulle sue abilità come attrice e insegnante e allora successe un disastro.

Castle aveva provato ad avvertire la madre ma lei non lo aveva ascoltato.

Il giorno seguente finalmente scoprimmo dove era andata Odette in quella mezzora di assenza il giorno della morte. Aveva preso un caffè con Suzanne, un amica di vecchia data e avevano parlato dei vecchi tempi.

Lanie intanto ci aggiornò e ci disse che nelle siringhe c'era insulina.

Ci chiedemmo perché Odette avrebbe rischiato la sua carriera rischiando di essere accusata di far uso di droga per nascondere il fatto che era diabetica?

A portarci il pezzo finale di questo puzzle fu Esposito. Nell'appartamento di Odette c'era una sola serie di impronte e non era della ragazza ma di una certa Barbara Landau, stripper morta nello stesso incidente a cui Odette era miracolosamente sopravvissuta. Erano due copie. Uguali. Non credo che avendole davanti avrei potuto distinguere una dall'altra.

Castle così teorizzo che forse non era Odette la nostra vittima ma Barbara e allora provammo a cercare una nuova strada. Che fosse qualcosa nel passato di Barbara ad averla portata alla sua morte? Ma non era così.

Scoprimmo che il padre di Suzanne, che era il maggiordomo del nonno di Odette, era presente allo show quel giorno e che era stato invitato da “Odette” per poter parlare dei vecchi tempi.

Il Signor Carson ci disse che “Odette” voleva parlare del giorno della morte di suo nonno e così ripeté la conversazione anche a noi e finalmente capimmo cosa aveva porta la nostra vittima incontro alla sua morte.

Castle ipotizzò che Barbara avesse capito che Odette insieme a un complice aveva ucciso il nonno per poter usare il suo patrimonio.

E così capimmo tutto. Era stato Samuel, che come Paul ci confermò allora era il fidanzato di Odette. Insieme avevano organizzato tutto. Lo richiamammo per interrogarlo e quando gli mostrammo l'arma del delitto con le sue impronte sopra ritrovata vicino casa sua lui confesso.

Era andato a confrontare Odette sulle sue spese e le aveva detto che non aveva rischiato tutto perché lei perdesse i soldi. Lei era rimasta confusa dall'affermazione e così Samuel aveva capito che non era veramente la sua Odette e quando Barbara lo minaccio di rivelare il suo segreto se lui avesse parlato decise che non poteva sopportare che una sporca spogliarellista vivesse la vita di Odette e l'aveva uccisa.

Quando tornammo a casa anche la situazione di Martha si era risolta ma in cambio della recensione Oona aveva chiesto a Martha di far leggere a Rick un suo scritto e Rick, essendo l'ottimo figlio, padre e uomo che è, per la felicità della madre accettò.

In quell'esatto momento capii quanto Rick fosse straordinario. Anche se fossi morta tra qualche mese ero sicura di lasciare Roy in ottime man. Ma non sarei morta, non senza lottare.

Quando sua madre si ritirò per dormire mi avvicinai a lui e lo bacia mettendo in quel bacio tutti i miei sentimenti tutto quello che non riuscivo a dirgli a parole e poi prendendolo per mano lo guidai nella nostra camera da letto.



TBC - 2 al Capitolo X

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