La vita continua, inaspettatamente

di Mitsuki91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Salvati ***
Capitolo 2: *** Perché l'hai fatto? ***
Capitolo 3: *** Il vero volto di Severus Piton ***
Capitolo 4: *** Crisi ***
Capitolo 5: *** Mettere da parte l'orgoglio ***
Capitolo 6: *** L'incidente ***
Capitolo 7: *** Confidenze ***
Capitolo 8: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 9: *** Pazzia ***
Capitolo 10: *** Determinazione ***
Capitolo 11: *** Corrispondenza ***
Capitolo 12: *** Narcissa Malfoy ed esami ***
Capitolo 13: *** Coccole e tenerezze ***
Capitolo 14: *** Dopo la tesi s'inizia a lavorare ***
Capitolo 15: *** Imprevisto ***
Capitolo 16: *** Un aiuto inaspettato ***
Capitolo 17: *** Fuga ***
Capitolo 18: *** Incastrato ***
Capitolo 19: *** Ricerche ***
Capitolo 20: *** Successo e tentativo ***
Capitolo 21: *** Causa e piccola crisi ***
Capitolo 22: *** Soluzione ***
Capitolo 23: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Salvati ***


Bene, eccomi qui con una nuova storia XD ho appena iniziato a scriverla e sarò ufficialmente presa dagli esami ancora fino al 19, poi potrò dedicarmici u.u
Ovviamente parte da un sogno che ho fatto ò.ò e se all’inizio doveva essere la base per una Lily/Severus, poco dopo ho cambiato idea e le cose hanno preso una piega inaspettata, o meglio… Sono andate avanti da sole XD
Quindi, invitando tutti voi a recensire… Vi auguro buona lettura! =D


Salvati

Lily entrò in salotto, sorridendo.
“Jamie è tardi, Harry deve andare a letto. Capisco che sia Halloween però è ancora piccolo per festeggiare come si deve…”
“Uff, e va bene tesoro. Fra poco vengo anch’io comunque: stare sempre chiuso in casa mi fa sentire più stanco, non so come mai…”
James prese Harry e lo passò a Lily, che salì le scale con il figlio in braccio cercando nel contempo di cullarlo.
Un rumore di porta che si apriva fece allarmare James, che corse nell’ingresso: ma aveva dimenticato la bacchetta sul divano. Con orrore se ne accorse appena vide due occhi rossi fissarlo, occhi malvagi e perversi…
“Lily, prendi Harry e corri! E’ lui! Vai! Scappa! Io lo trattengo…”
Come avrebbe fatto non lo sapeva neppure lui, senza bacchetta, però doveva provarci…
Voldemort rise, sicuro di avere la vittoria in mano, mentre sollevava la bacchetta…
“AVADA KEDAVRA!”
Gli occhi rossi si sgranarono all’inverosimile mentre il corpo coperto dalla lunga tunica nera cadeva in avanti: l’espressione di Voldemort sembrava stupita, sorpresa, come se non si aspettasse che la morte lo prendesse alla spalle.
E neppure James capiva come era potuto succedere: non lo capì finché Albus Silente si tolse il mantello dell’invisibilità e si rivelò all’uomo.
“Albus… Io… Tu…” farfugliò James, colto alla sprovvista.
“James, caro. E’ tutto apposto. Lord Voldemort è morto, morto per sempre, e di lui non rimarrà che un brutto ricordo.”
James abbassò lo sguardo, osservando ancora per un istante il corpo.
“E’… E’ morto davvero? Ma come…?”
“Sì, è finita. Ma ora vieni, andiamo da Lily.”
Albus prese per mano il giovane, che era sconvolto, e lo condusse di sopra dalla moglie.
Lily si era barricata in camera di Harry, la bacchetta nella mano desta tremante e gli occhi lucidi di lacrime. Lacrime di paura per Harry e di dolore per James, che credeva morto dopo aver sentito il terribile urlo della maledizione. Ci vollero parecchi minuti per convincerla del fatto che era Voldemort ad essere morto e che i due uomini alla porta erano davvero Albus Silente e James Potter, e non dei trucchi per adescarla e uccidere Harry. James stesso faticava a crederci, non riusciva a capire come il più potente signore oscuro di tutti i secoli potesse essere morto nell’ingresso di casa sua.
Dopo i primi minuti di tensione e incredulità, comunque, le cose sembrarono ripartire: il ministero venne avvisato, gli Auror – ad esclusione di James che voleva stare con la famiglia – vennero mobilitati in cerca dei Mangiamorte, Albus spiegò loro che gli era arrivata una soffiata sul fatto che Voldemort sarebbe arrivato da loro quella sera e i Potter si trasferirono momentaneamente a casa dei genitori di James, mentre le autorità verificavano cosa era accaduto veramente a casa loro.
Nei giorni seguenti Lily e James vennero interrogati assieme ad Albus, ma nessuno dei due voleva più separarsi da Harry: parecchi Mangiamorte erano ancora in libertà e Silente era concorde con loro nel dire che il pericolo non era ancora passato. Le protezioni sulla casa dei Potter vennero ristabilite e una settimana dopo la morte del signore oscuro venne catturato Peter Minus, il loro custode segreto, processato per direttissima e condannato senza alcuna obbiezione a marcire ad Azkaban per il resto dei propri giorni. James ancora non riusciva a capire come uno dei suoi migliori amici potesse averlo tradito, ma non aveva dubbi: lui era il custode segreto, lui era il solo che potesse rivelare a Voldemort dove si nascondessero.
Con il passare delle settimane comunque tutto sembrò tornare alla normalità: i Mangiamorte vennero arrestati e giudicati dal Winzegamot, James, Sirius e gli altri appartenenti all’Ordine della Fenice che si erano dovuto nascondere per motivi di sicurezza ripresero a lavorare, le strade divennero sempre più sicure, il terrore si allentava pian piano per lasciare spazio alla gioia e al sollievo.
Era come essersi svegliati da un incubo, e da ogni dove i maghi e le streghe festeggiavano, fregandosene dello statuto di segretezza e brindando a più non posso: “Ad Albus Silente, che ci ha liberati dall’oscurità!”

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Capitolo 2
*** Perché l'hai fatto? ***


Ecco qui che già aggiorno u.u
Sono brava dai, no? XD
Questa storia mi sta prendendo moltissimo… Non lo nego… Non ho più la testa per studiare però, e questo è un male… Vabbé, mi arrendo all’idea che dovrò andare a settembre .-.
Intanto ringrazio un mondo chi mi ha messa fra le seguite e preferite e chi ha recensito *--*
Divertitevi, buona lettura!


Perché l’hai fatto?

Era ormai fine novembre, la maggior parte dei Mangiamorte erano stati catturati e la gente iniziava di nuovo a fidarsi. Lily entrò in cucina per farsi un caffè prima che si svegliasse Harry e trovò James seduto al tavolo che leggeva La Gazzetta del Profeta.
Stava per avvicinarsi al marito, sorridendo, quando questi si mise in piedi rovesciando la sedia e sbattendo le mani sul tavolo, esclamando: “Che cosa?!”
“Che succede amore?” chiese Lily, leggermente allarmata. Il suo pensiero corse immediatamente ad Harry, ma lo sapeva al sicuro nella sua cameretta: i loro incanti protettivi funzionavano alla perfezione dopo che Silente li aveva rinforzati.
“Semplicemente non ci posso credere! Silente deve essersi ammattito!”
“Ma che cosa è successo?!”
James le lanciò il giornale, la rabbia e il disgusto mescolati insieme mentre usciva dalla cucina.
Lily vide l’articolo in prima pagina, quello che aveva tanto indignato James: parlava di un processo ad altri Mangiamorte, tra cui Severus Piton. Leggendo, si accorse cosa aveva fatto fremere d’indignazione James: Albus Silente aveva garantito personalmente per l’uomo, svelando che era una spia molto importante per l’Ordine della Fenice, se non la principale. Insospettabile, e per questo efficace.
A Lily si rovesciò il mondo. Severus, il suo ex migliore amico, Severus, che l’aveva insultata, Severus, che aveva litigato con lei perché non ci vedeva nulla di male nel diventare un Mangiamorte… Era una spia? Lavorava per loro?
Perché?!
Perché faceva il doppio gioco? Perché aveva sacrificato la loro amicizia per i Mangiamorte, e dopo voltava loro le spalle? Come mai aveva deciso di stare dalla parte dei buoni?
James rientrò in cucina in quel momento e la prese sottobraccio, mettendole in mano un cappotto.
“Tieni, vestiti, andiamo da Silente. Voglio vederci chiaro, Mocciosus non può essere una spia. Lui… Lui…”
“E Harry?” chiese Lily, allarmata. Anche lei voleva vederci chiaro, ed era ancora paralizzata dalla sorpresa, ma il pensiero del suo bambino veniva davanti a tutto.
“Sono andato da Sirius, sta arrivando. Lo guarda lui, non ti preoccupare, poi Harry sta dormendo e…”
Non fece in tempo a finire la frase che Sirius si materializzò davanti a loro.
“Che succede?” chiese, un po’ spaesato “James non mi ha voluto dire niente, se non che devo stare con Harry.”
“Ti spieghiamo dopo Felpato. Ora devo correre da Silente.” rispose James, prendendo per mano Lily e smaterializzandosi fuori dai cancelli di Hogwarts.
Lily si mise il cappotto e lo seguì, ancora confusa, fin nello studio di Silente: ma di lui non c’era traccia.
“Avrà avuto un contrattempo…” mormorò al marito che stava camminando nervosamente per lo studio.
“Non posso aspettare, devo parlargli subito. Vado a cercarlo, vieni?”
“No, io… Vi aspetto qui…”
Lily si sedette su una sedia e appoggiò i gomiti sulla scrivania, osservando il pensatoio che Silente si era dimenticato di riporre. Si prese la testa fra le mani e cercò di mettere ordine fra i suoi pensieri.
James uscì senza una parola e andò alla ricerca di Silente.
Lily fece un profondo respiro e chiuse gli occhi. La domanda più importante era: si fidava di Silente? Sì, certo che sì. Lui li aveva salvati, aveva salvato Harry. Ma se lei si fidava di Silente allora doveva fidarsi anche delle sue parole riguardo a Severus. E le sue parole… Dicevano che Severus era una spia e lavorava con loro.
Perché? Che fine aveva fatto il Severus ragazzino? Cosa precisamente gli aveva fatto cambiare idea?
Lily aprì gli occhi e osservò il pensatoio, dove il volto di Severus prese a delinearsi come in risposta ai suoi interrogativi. No, un momento, quello non era il Severus che lei conosceva, il ragazzino sbeffeggiato che cercava di fare l’arrogante. Quello era un Severus sconvolto, addolorato. Come era possibile?
Quasi senza accorgersene si avvicinò al bacile di pietra. Doveva esserci un errore, lei non aveva mai visto Severus così… Neppure quando erano amici, neppure quando James lo prendeva in giro… Quello sembrava il volto di un uomo a cui avessero strappato il cuore, eppure…
Il naso di Lily sfiorò quello di Severus e con uno strappo allo stomaco lei si ritrovò catapultata nei ricordi del vecchio professore.

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Capitolo 3
*** Il vero volto di Severus Piton ***


Ecco qui il terzo capitolo u.u
Sto andando velocemente, me ne rendo conto ò.ò ma sarà il periodo di superstress, boh, mi ispira scrivere di Severus XD con le musichette tristi in sottofondo… Sigh sob sob ;_; il mio Severus ;_;
Comunque, ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno letto e messo nelle seguite/preferite/ricordate *--* mi fa un sacco piacere!
Buona lettura, fatemi sapere che ne pensate ;)


Il vero volto di Severus Piton

Lily si sentì un attimo spiazzata: era su una collina brulla e il soffio del vento era terribile. In un attimo si rese conto di essere finita fra i ricordi del preside, e stava appunto valutando se andarsene per rispetto alla privacy quando una voce interruppe le sue riflessioni.
“Non mi uccida!”
Lily si girò e vide Severus, il volto sfigurato dalla paura.
“Non era mia intenzione.”
Silente aveva parlato, avanzando verso l’uomo.
“Allora, Severus? Che messaggio ha Lord Voldemort per me?”
“Nessun… Nessun messaggio… Sono qui per conto mio!”
Silente guardava Severus con un’espressione disgustata, mentre Piton si tormentava le mani come un folle. Ma che stava succedendo?
Il professore agitò la bacchetta e fece calare il silenzio sulla collinetta, mentre foglie e rami continuarono a muoversi. Severus riprese a parlare.
“Io… Io vengo con un avvertimento… No, una richiesta… La prego…”
“Quale richiesta potrebbe farmi un Mangiamorte?”
“La… La profezia… La predizione… La Cooman…”
“Ah, sì. Quanto hai riferito a Lord Voldemort?”
“Tutto… Tutto quello che ho sentito!”
Lily si sentì mancare. Dunque era così che stavano le cose? Era stato Severus a condannarla? A condannarli tutti? A mettere in pericolo Harry?
“E’ per questo… E’ per questo motivo… Lui pensa che sia Lily Evans!”
Lily si sentì mancare un battito, mentre l’espressione di dolore che aveva visto prima ricompariva sul volto di Severus. Che cosa significava tutto ciò?
“La profezia non parla di una donna” obbiettò Silente “Ma di un bambino maschio nato alla fine di luglio…”
“Sa cosa voglio dire! Lui pensa che si tratti di suo figlio, le darà la caccia… Li ucciderà tutti…”
Severus sembrava disperato, quasi pazzo.
“Se lei è così importante per te Lord Voldemort la risparmierà no? Non puoi chiedere pietà per la madre in cambio del figlio?”
“Io ho… Io gliel’ho chiesto…”
Lily sentì un moto di rabbia in mezzo alla sorpresa: Severus credeva davvero che avrebbe lasciato Voldemort uccidere suo figlio? Solo per salvarsi la vita?
“Tu mi disgusti.”
Silente drizzò la schiena, un lampo di disprezzo negli occhi, mentre Severus parve rimpicciolire.
“Quindi non t’importa se suo marito e suo figlio muoiono? Possono morire, purché tu ottenga ciò che desideri?”
Ci fu un minuto di silenzio, minuto nel quale Lily poté leggere tutto lo sconforto e la decisione nello sguardo del suo ex migliore amico.
“Allora li nasconda tutti. Li metta… Li metta al sicuro. La prego.”
“E tu che cosa mi darai in cambio, Severus?”
“In… In cambio?”
Il ragazzo guardò il professore, lo sguardo perso per un momento.
“Qualunque cosa.”
E Lily in quel momento comprese, comprese come mai Severus si era esposto così tanto, comprese come mai aveva iniziato il doppio gioco, rischiato la vita, comprese ma non voleva credere… Per tutto questo tempo… Questi anni…
La scena si riformò subito: Silente si trovava nel suo studio e stava esaminando delle carte sulla sua scrivania. Un lampo di fiamme verdi si alzò nel cammino e Severus corse fuori, disperato, travolgendo alcune sedie nel suo passaggio e fermandosi a due centimetri dal volto di Silente, prendendogli la veste.
“Sta andando là! Sta andando là adesso!”
“Severus, calmati. Cosa succede?” chiese Silente, allontanando le mani del giovane da sé.
“Non c’è tempo! il signore oscuro si sarà appena smaterializzato davanti alla casa dei Potter!”
A quelle parole il preside si alzò in piedi di scatto.
“Ma l’incanto fidelus…”
“Peter Minus li ha traditi! L’ho appena saputo da una fonte certa! Si sbrighi! Potrebbe… Potrebbe essere già troppo tardi…”
Dicendo quelle parole il colorito dal viso già pallido di Severus sparì del tutto, e il giovane si sedette prendendosi la testa fra le mani. Silente non chiese ulteriori spiegazioni ma prese la bacchetta e il mantello dell’invisibilità, dirigendosi verso il camino.
Severus a quel punto si alzò e disse: “Vengo… Non posso… Lily… Devo… Devo proteggere…”
“No Severus.” lo interruppe Silente “Resta qua. Sono perfettamente in grado di tener testa a Voldemort, inoltre dimentichi che ho il vantaggio sorpresa e non ho certo intenzione di attaccarlo a viso aperto. Credimi, questa è la fine di Voldemort, veramente la fine. Ma se per caso qualcosa dovesse andare storto… Non puoi rivelarti come il traditore. Dobbiamo essere pronti ad ogni eventualità. E ora corro, ho perso fin troppo tempo.”
Lily fece appena in tempo a vedere Severus impallidire di nuovo prima che Silente sparisse tra le fiamme, e la scena si riformò ancora.
Era sempre nello studio, erano passate poche ore da quando Severus era corso per avvertire Silente. Il professore apparve nel camino e si spazzolò la cenere, con l’aria stanca.
Severus si alzò di scatto dalla sedia reggendo l’edizione straordinaria della Gazzetta del Profeta e un biglietto. Lily si sporse e vide scritto, nell’inconfondibile grafia di Silente: ‘Stanno tutti bene. Voldemort è morto.’
“E’ la verità?!” chiese, ansioso.
“Sì Severus. Perdonami, non son riuscito a liberarmi prima dal Ministro, ovviamente voleva sapere tutto…”
Il ragazzo si lasciò cadere sulla sedia, visibilmente sollevato. Si portò le mani al viso e sospirò.
“Lily… Sta bene…”
Silente si avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla.
“Severus, il tuo amore non ha salvato solo lei e la sua famiglia. Mi ha permesso di sconfiggere una volta per tutte Lord Voldemort, e porre fine a questo incubo. Tutti meritano di sapere quanto grande tu sia stato…”
“No.”
Severus alzò il volto verso il vecchio professore e gli lanciò uno sguardo penetrante.
“Nessuno dovrà mai saperlo.”
“Ma Severus…”
“Niente obbiezioni. Nessuno dovrà saperlo… Lily… Soprattutto Lily… Cosa penserebbe…”
“Penserebbe che sei un uomo coraggioso, ed indubbiamente diverso dal ragazzino che ha conosciuto. Penserebbe solo il meglio di te.”
Severus si prese di nuovo la testa fra le mani.
“Non posso Albus, non posso… Le rovinerei la vita, la famiglia… Io non ho mai avuto il coraggio di dirle quello che provavo, e ora lei… E’ troppo tardi, deve andare avanti per la sua strada… Lei… E’ viva… E’ viva, basta questo.”
Silente si sedette dall’altro lato della scrivania, osservando Severus.
“I tuoi sentimenti sono encomiabili. Dopo che hai fatto la spia, che hai rischiato la vita per lei, che l’hai salvata… Ora vuoi non rovinarle la famiglia?”
Severus annuì debolmente.
“Sei decisamente maturato. Non sei più il ragazzino di un tempo… E non sei più neppure l’uomo egoista che mi chiese aiuto su quella collina. Sai, a volte credo che lo smistamento avvenga troppo presto…”
Severus lo guardò, basito, ma poi sorrise.
“Non importa Albus. Ora importa solo che Lily sia viva, e felice.”
Detto questo si alzò e fece il giro della scrivania, abbassandosi per abbracciare il vecchio preside.
“Grazie… Tu me l’hai salvata… Grazie…”
Silente rimase un attimo sconcertato, poi gli diede qualche pacca sulla schiena prima di alzarsi di nuovo.
“Beh, ora devo andare, ci sono un mucchio di cose da fare, e scartoffie da compilare… Tornerò più tardi. Vuoi restare qui? Puoi dormire nelle mie stanze.”
“Non so quanto dormirò, comunque grazie Albus. Sì, penso che starò qui…”
Lily vide Silente sparire nuovamente tra le fiamme e decise che aveva visto abbastanza. Tornò indietro e uscì dal pensatoio, accertandosi che nessuno fosse entrato nello studio del preside nel frattempo, e riflettendo su ciò che aveva scoperto.

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Capitolo 4
*** Crisi ***


Mi sa che sto andando troppo veloce nella pubblicazione… o.O
So che questo capitolo ed il prossimo potranno far sembrare che la storia proceda verso una Severus/Lily… Ma non è così.
Io credo che sia normale non capire più niente e dare di matto dopo che hai visto la morte negli occhi, dopo che solo per fortuna sei riuscito a salvarti e a salvare la tua famiglia… E per Lily, dopo aver scoperto una verità così grande e importante. E’ naturale che i due si sentano sconvolti ed agiscano un po’ senza pensare, che siano confusi: ma sarà un momento che passerà, fidatevi.
Detto questo ringrazio infinitamente chi mi segue/preferisce/ricorda =) ed invito a recensire per farmi sapere le vostre opinioni in merito =)
Buona lettura! =)


Crisi

Dunque era così che era andara.
Severus l’aveva amata… Per tutti questi anni… E l’amava ancora. Ma non voleva rovinarle la vita e la famiglia, dicendoglielo…
Lily si sentì come spaccata a metà, come se quello che aveva appena visto le avesse gonfiato il cuore fino a spezzarlo. Senza che se ne rendesse conto una lacrima le scivolò dagli occhi. Dunque Severus non solo aveva salvato lei, ma tutti… L’intero mondo magico. E’ vero, inconsapevolmente li aveva anche condannati… Ma poi si era ricreduto, poi aveva capito che aveva fatto uno sbaglio. Aveva capito che la sua vita era in pericolo e aveva deciso di tradire i suoi amici per salvarla. Tradire le uniche persone che gli fossero rimaste al mondo.
Perché, dopotutto, lei era stata l’unica amica di Severus Piton fin da bambina. Nel quartiere degradato dove vivevano c’erano solo loro due, che si erano sostenuti a vicenda da quando avevano scoperto di avere un destino comune, e ad Hogwarts le cose per lui non erano migliorate. Solo un gruppo perverso aveva accettato Severus, un gruppo da cui lei l’aveva sempre messo in guardia… Un gruppo che era la sola cosa che gli fosse rimasta dopo che lei gli aveva negato la sua amicizia.
Chissà, forse le cose sarebbero andate diversamente se Severus non l’avesse insultata in quel giorno di giugno? Se fosse riuscita ad essere più convincente, se l’avesse distolto prima da quelle amicizie pericolose… Sarebbe riuscita a salvarlo dal suo lato oscuro se fosse rimasta con lui?
Ma ormai le cose non potevano più cambiare… Ormai si erano separati, erano andati ognuno per la sua strada… Però lui non l’aveva dimenticata. Lui l’aveva amata, lui aveva continuato ad amarla… Dopo tutti questi anni… E lei era stata crudele… Si era innamorata dell’unico uomo che Severus non potesse sopportare…
In quel momento James Potter entrò nello studio insieme a Silente. Sembrava furioso.
“E’ inammissibile quello che dici, Albus. Come puoi davvero credere che Severus stia dalla nostra? Dove sono queste prove inoppugnabili?!”
“James, calamti. Capisco che fra voi due non sia mai corso buon sangue… Ma credimi, Severus è stato fondamentale per noi, era una spia e mi ha passato un sacco d’informazioni utili.”
“Ah sì?! Non ci credo! Mostrami le prove!”
Lily in quel momento si sentì molto estranea a suo marito. Ma che stava dicendo? Possibile che si rendesse così ridicolo? Dove era l’uomo dolce e maturo che aveva sposato? Perché lo aveva sposato, poi?
“James.” Albus sospirò, passandosi una mano fra i capelli e sedendosi dietro la scrivania “Mi dispiace, ma davvero non posso dirti di più. Ho fatto una promessa capisci? E… Lily cara, ti senti bene?”
No, Lily non si sentiva affatto bene. Aveva scoperto la verità e questo l’aveva sconvolta. Si sentiva pallida, un’estranea nel suo stesso corpo. Si sentiva come se avesse sbagliato tutto, ogni singola cosa. Era pallida, ma si sforzò di sorridere.
“Sono solo preoccupata per Harry. L’abbiamo lasciato con Sirius, però…”
“Harry starà benissimo. Ora Albus mi devi dire…”
“James, tua moglie ha ragione. Tornate a casa. Non siete ancora al sicuro, e sicuramente non lo è Harry. Non farla preoccupare più di quanto già non lo sia.”
James guardò con astio il vecchio professore, poi strinse i pugni e si voltò verso Lily.
“Bene.” disse, furente “Bene. Lily, andiamo.”
James prese la moglie sottobraccio e la condusse fuori dall’ufficio, fuori dalla scuola. Nel frattempo continuava a mormorare a mezza voce improperi contro Mocciosus e Silente.
Lily si sentì rivoltare lo stomaco.
Appena arrivò a casa salì senza neppure salutare Sirius e prese Harry in braccio, cullandolo e giocando con lui. In quel momento solo suo figlio sembrava tenerla ancorata alla realtà. Dalla camera di Harry sentiva James e Sirius prendere in giro Severus e chiedersi come fosse possibile che in realtà fosse una spia. Lily chiuse la porta e si sedette per terra, sempre coccolando Harry, che nel frattempo cercava di strapparle la collana.
Come era possibile che fosse arrivata a quel punto? Come poteva James essere così immaturo? Come aveva fatto a non accorgersene? Come aveva fatto a non accorgersi dell’amore di Severus nei suoi confronti?
Così, seduta con le spalle alla porta, con Harry che giocava e rideva, lei si mise a piangere, con la profonda convinzione di aver sbagliato tutto nella vita.

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Capitolo 5
*** Mettere da parte l'orgoglio ***


Ecco un capitolo decisivo, in qualche modo. La nostra Lily è parecchio confusa, ma non riuscirà nemmeno a pensarci… A breve verrà sconvolta di nuovo.
Nel frattempo, che ne pensate? Ricordo ancora una volta che questa è una Lily/James, nonostante possa trasparire un’idea diversa da questi capitoli. Per chi vuole una Lily/Severus… Beh, ne ho già in mente una u.u non so quando mi metterò dietro a scriverla, dato che in teoria ho già altre tipo quattro storie da scrivere o.O ma prima o poi arriverà u.u Abbiate pazienza u.u
Bene, quindi ringrazio chi segue/preferisce/ricorda e chi recensisce =)
Buona lettura! =D


Mettere da parte l’orgoglio

Erano passati solo due giorni da quando Lily aveva scoperto la verità, e la donna era ancora assalita da dubbi. Era sconvolta, non riusciva a trovare un equilibrio, non riusciva più a trovare un senso alla sua vita. In apparenza tutto procedeva come prima, ma Lily si stava sforzando solo per Harry. Suo figlio le dava la forza di andare avanti, anche se dentro di sé c’era come un tarlo, un tarlo che la consumava.
James pareva non essersi accorto di nulla ed era ancora tremendamente irritabile, scattava alla prima occasione e si lamentava di tutto. Quando Sirius venne a comunicargli che Silente aveva assunto Severus come nuovo insegnante di pozioni, sembrò esplodere.
“Cosa?! Non può essere!”
“E invece sì. Li ho incontrati poco fa ad Hogwarts, dovevo dire a Silente che forse avevamo stanato un altro paio di Mangiamorte… E ho trovato Mocciosus che firmava il contratto. Mi sono trattenuto solo perché Albus mi ha guardato malissimo, ma ho pensato che volessi saperlo…”
Anche Sirius sembrava sconvolto, apriva e chiudeva i pugni e il volto era paonazzo. Quasi tutti i malandrini avevano preso male il fatto che Severus fosse una spia, e che Silente si fidasse così tanto di lui. L’unico che doveva ancora esprimersi in proposito era Remus, ma Lily sapeva che l’amico non ne avrebbe fatto una tragedia come quelle due teste calde: si fidava di Silente e tanto bastava.
“Bene… Bene. Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Credevo di potermi fidare, ma così… Se Silente si fida di un Mangiamorte… Non permetterò che in futuro insegni ad Harry…”
James blaterava cosa sempre più sconnesse, furioso. Alla fine si smaterializzò, senza nemmeno salutarle i due né dire dove fosse diretto.
Lily si alzò di scatto, smettendo si imboccare Harry. Se prima era mogia, persa in un mare di ricordi e pensieri più o meno tristi, ora si sentiva scattare e fremere di rabbia. Come osava James prendersela con Severus? Come osava non fidarsi di Silente? Come osava non capire? Vero, lei non gli aveva detto niente, però… Però non poteva dirglielo. Non poteva esporgli i sentimenti più puri del suo ex migliore amico, lui o ne avrebbe fatto una tragedia o l’avrebbe preso in giro a morte. Non poteva permetterlo. Non poteva continuare a sopportare in silenzio. Non poteva stare accanto ad un uomo che si comportava così.
“Sirius, resta con Harry.” disse, la voce appena appena tremante.
“Veramente dovrei tornare a…” rispose l’amico, sorpreso dallo scatto della donna. Ma non fece a tempo a finire la frase che lei era già sparita.
Lily si era materializzata direttamente ai cancelli di Hogwarts, e senza perdere tempo corse nel castello. Non sapeva neppure lei se poteva trovarlo lì, ma i suoi piedi la condussero automaticamente nell’ufficio del professor Lumacorno. Doveva vederlo. Doveva mettere le cose apposto. Doveva cercare di riprendere in mano la sua vita, e doveva strigliare James per bene.
Spalancò la porta con rabbia al pensiero di James, giusto in tempo per vedere l’uomo tenere Severus per le vesti. Lily quasi ringhiò.
“Togligli subito le mani di dosso!”
La rossa si avventò come una furia su suo marito. Allontanò i due litiganti e si mise in mezzo.
“Lily…” sussurrò Severus, sorpreso. Il cuore della donna si strinse per un attimo.
“Cosa stai facendo?! Non vedi come abbia accecato Silente?! Come puoi permetterlo?! Rispondimi, Lily!”
“Sei solo uno stupido arrogante, James! Come fai a non vedere più in là del tuo stesso naso?! Silente ci è stato vicino! Ci ha protetto! Ci ha salvato la vita ed ha salvato quella di Harry! Come puoi dubitare delle sue parole?!”
James rimase un attimo a bocca aperta, poi si affrettò a ribattere, arrossendo furiosamente.
“Insomma, e tu da che parte stai?! Ti dimentichi forse cosa ti ha fatto quando eravamo ad Hogwarts?! Gli insulti che ti ha rivolto? Come ha tradito la vostra amicizia preferendo la compagnia degli altri Mangiamorte?!”
Severus s’incupì, però non disse niente. Lily si erse in tutta la sua statura e la collera che sprizzava dagli occhi avrebbe fatto impallidire anche un Basilisco. A testa alta affrontò suo marito, ignorando per il momento l’ex migliore amico.
“E tu, James Potter, hai dimenticato forse come hai trattato lui? Hai dimenticato quanto sei stato meschino e arrogante? Hai dimenticato come ti sentissi superiore? Severus almeno ha avuto la decenza di chiedermi scusa. Ha avuto il tempo di capire e maturare e passare dalla parte dei giusti. Tu che hai fatto invece James, eh?! Che hai fatto?! Gli hai mai chiesto perdono?!”
James era di nuovo a bocca aperta, e Lily si girò verso Severus, addolcendo subito lo sguardo. Si avvicinò e gli prese le mani fra le sue.
“Perdonami Severus. Sono stata una stupida, accecata dall’orgoglio Grifondoro. Avrei dovuto perdonarti quel giorno, avrei dovuto insistere affinché capissi prima che la strada che stavi prendendo era sbagliata. Accetta le mie scuse, e torniamo amici come un tempo. Indubbiamente non dovevi dire quello che hai detto, né far quello che hai fatto… Ma se Silente dice che eri dei nostri significa che sei cambiato. Sono cambiata anch’io. Voglio mettere da parte l’orgoglio e provare a ricominciare. Vuoi essere di nuovo mio amico, Sev? Vuoi fare ancora parte della mia vita?”
James continuava a stare zitto, la bocca spalancata. Severus arrossì, non si aspettava quel contatto né tantomeno le scuse di Lily.
Lily. Era lui che si doveva scusare, lui che aveva sbagliato tutto… Lui che l’aveva quasi condannata…
“Io…” mormorò, abbassando lo sguardo “Sì…”
Severus non fece in tempo ad aggiungere altro che Lily lo lasciò andare, girandosi nuovamente verso James.
“Visto?! Basta davvero poco. Se non vuoi fidarti di Silente, almeno fidati di me e delle mie azioni. Sii superiore all’odio e all’orgoglio, come ho appena fatto io. E torna a casa solo quando l’avrai capita.”
Detto questo la donna uscì con la testa alta e tornò a casa, dal suo piccolo Harry.
James per tutta risposta lanciò uno sguardo di puro odio a Severus per poi lasciarlo solo, facendosi un giro per il castello e pensando. Era davvero stato così terribile? Cose c’era di sbagliato nelle sue azioni? Perché Lily tutt’ad un tratto non era più dalla sua parte?
Severus era letteralmente scioccato da ciò che aveva visto, ma dopo qualche secondo si riebbe ed andò a chiudere la porta. Sorridendo come ormai non gli capitava da anni, finì di sistemare le sue cose nel suo nuovo ufficio.

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Capitolo 6
*** L'incidente ***


Mi sono dimenticata di precisarlo nello scorso capitolo: so che siamo a fine novembre-inizio dicembre, e quindi non è tempo per assumere professori, però nella mia testa Horace Lumacorno si è ammalato, o è stato ferito durante la guerra, insomma qualsiasi cosa volete… Ha bisogno quindi di riposo e si mette in malattia fino a fine anno, per poi andarsene in pensione u.u io la penso così.
Detto questo, qui si vive ancora un momento confuso. Una nuova tragedia si abbatte su Lily, che entra sempre più in crisi.
Vi lascio al capitolo che è meglio, ringraziando come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda =)
Buona lettura, recensite! =)


L’incidente

Lily era tornata a casa da poche ore quando il patronus di Silente venne a farle visita.
“Frank e Alice Paciok sono stati torturati. Le condizioni sono critiche, ma li hanno presi.”
Harry aveva appena iniziato a piangere, e a Lily sembrava come se il mondo le fosse crollato addosso di nuovo.
Alice. La sua migliore amica.
Come era possibile?! Come potevano esserci altri Mangiamorte ancora in libertà dopo tutto quel tempo? Perché non li avevano presi prima?!
Lily andò da Harry e lo prese in braccio, stringendolo a sé e cercando di farlo calmare. Improvvisamente si sentì sola: James non era ancora tornato e Sirius se n’era andato subito dopo che lei era riapparsa, nervoso come non mai, blaterando qualcosa sul fatto che fosse in ritardo sul lavoro. Era stata colpa sua se i Paciok erano stati torturati? Sirius era un auror, possibile che il suo ritardo potesse aver avuto quegli effetti?
No, non poteva essere. Sirius era un auror, sì, e come tale lavorava in squadra. La sua presenza non era fondamentale. Se avessero saputo dove prenderli sarebbero andati prima. Probabilmente Frank aveva lanciato l’allarme, e loro erano arrivati appena in tempo. Però la tortura era già iniziata e non c’era stato modo di prevederla, ma solo di fermarla.
Lily era sempre più nervosa. Era in pericolo anche lei allora? Era in pericolo anche Harry?! Prese a camminare nervosamente stringendosi il figlio al petto, la bacchetta stretta in mano. Finalmente, dopo quelle che le parvero ore, James tornò a casa.
“Lily, che succede?! Perché hai la bacchetta? Stai piangendo?!”
Lily non si era neppure accorta dei goccioloni che avevano preso a scendere lungo le sue guancie.
“Lui… Albus… Ha detto… Ha detto… Alice e Frank…”
James si avvicinò alla moglie e la strinse a sé: era evidentemente sconvolta. In qualche modo riuscì a farsi dire l’accaduto.
“Oh Merlino… Vuoi che vada a vedere come stanno? Se posso far qualcosa?”
“N-no!” urlò Lily, trattenendo James per la manica e facendo scoppiare a piangere Harry. Non voleva stare da sola… Non di nuovo. Aveva troppa paura.
James sembrò capirlo perché prese Harry e lo cullò finché non si addormentò, standole sempre vicina.
“Vieni amore, mettiamolo a letto e poi andiamoci anche noi. Hai bisogno di riposarti.”
Lily annuì debolmente e lo seguì su per le scale. In quel momento non le importava che avessero litigato, anche tutti i dubbi che si era fatta venire sulla sua vita e su Severus erano svaniti: l’importante era non rimanere da sola, l’importante era sentirsi protetta. Si addormentò dopo poche ore con James che la cullava e le sussurrava parole dolci.
Sembrava passato solo un secondo quando Harry si mise a strillare prepotentemente. Lily guardò la sveglia: le quattro e mezza del mattino. Di malavoglia si alzò, mentre James ronfava alla grande, e andò a cullare il figlio.
Harry. La sua ragione di vita. Certo fare i genitori non era per niente facile… Ma avevi anche un sacco di soddisfazioni, e soprattutto tanto e tanto amore. Come avrebbe potuto crescere Neville adesso? Come stavano realmente Frank e Alice? Sarebbero guariti?
Ma la vera domanda era: perché qualcuno li aveva torturati? Perché la tortura, in generale? Come mai il loro mondo era diventato così malato? Come mai i Mangiamorte compivano atti così scellerati, anche dopo che il loro signore era morto?!
Con una strana stretta allo stomaco Lily si rese conto che anche Severus era stato un Mangiamorte. Anche lui aveva torturato? Ucciso? Era passato dalla loro parte, però… Prima? E dopo, quando aveva capito che combatteva per una causa sbagliata, come aveva fatto a fingere? A compiere magari atti malvagi per non tradirsi?
Lily si sentì di nuovo persa e triste. Non capiva. Come era possibile tutto questo? Guardò fuori dalla finestra e vide il sole ancora basso all’orizzonte. Rimise Harry, che si era riaddormentato, nel lettino e lanciò un’occhiata alla sveglia: la cinque e mezza.
Era troppo presto? Ma lei doveva sapere. Aveva bisogno di risposte. Aveva bisogno di sfogarsi.
C’era una sola persona con cui poteva parlare. C’era una sola persona che aveva le risposte.
Lily scese in cucina, appellando un paio di vestiti per non svegliare James. Si cambiò in fretta e furia mentre il the bolliva, poi ne prese mezza tazza di corsa, giusto per riscaldarsi, scrisse un breve biglietto a James e si smaterializzò per l’ennesima volta fuori dai cancelli di Hogwarts.
Fece lo stesso percorso del giorno prima e si ritrovò di nuovo di fronte all’ufficio del professor Lumacorno, che ora era di Severus. L’ufficio di Severus.
Prese a bussare disperatamente.
Doveva sapere.

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Capitolo 7
*** Confidenze ***


Ecco qui anche questo capitolo, per me necessario, che metterà fine – o almeno aiuterà a mettere fine – alle ansie di Lily.
Non ho molto altro d’aggiungere, quindi ringrazio come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda e chi recensisce =)
Buona lettura! =D


Confidenze

Severus aprì la porta sorpreso, ancora in pigiama e mezzo addormentato. Era deciso ad urlare contro chiunque l’avesse svegliato a quell’ora indecente, poi vide Lily sull’orlo delle lacrime e gli insulti gli morirono in gola.
“Lily, che ci fai qui? Cos’è successo?!” chiese preoccupato, invitando l’amica ad entrare.
“Ecco, io… Non so se lo sai, ma Frank e Alice… Sono stati… Sono stati…”
“Torturati, sì, Silente me l’ha detto.”
Lily si morse il labbro inferiore e fece strabordare solo due lacrime. Severus la strinse a sé, capendo quello che stava per succedere: così la donna scoppiò a piangere senza ritegno e si aggrappò a lui.
Severus chiuse la porta in qualche modo e poi si diresse verso il letto, nella stanza accanto al suo ufficio, maledicendosi di non aver incluso un divanetto nell’arredamento austero della sua camera.
“S-scusa, i-io…”
“Ssssh Lily, ssssh. Sfogati, va tutto bene.”
Severus si era seduto sul letto sfatto accanto a lei e adesso la cullava teneramente fra le braccia. Non le piaceva vedere Lily piangere, o essere sconvolta, ma il fatto che fosse viva ardeva ancora in lui come un talismano. Il fatto che lui l’avesse salvata, anche se indirettamente.
Dopo qualche minuto Lily riuscì a calmarsi e si asciugò le lacrime con la manica del maglione.
“Scusami, Sev.” disse, tirando su col naso. Severus appellò dei fazzoletti di carta e glieli porse.
“Dimmi tutto Lily. Perché sei qui?”
“Ecco… Io mi chiedevo… Tu eri uno di loro no? Anche… Anche se sei passato dalla nostra parte. Poi hai dovuto fingere di stare dalla loro no?”
“Se mi stai chiedendo perché non li ho fermati, beh è perché non sapevo  dove fossero. Credimi, ho aiutato Silente e gli Auror in tutti i modi. Molti sono finiti ad Azkaban grazie a me, ma altri purtroppo si son dati alla fuga. Non sono onnisciente Lils, non sono riuscito a trovarli tutti. Mi dispiace.”
Lily scosse la testa.
“No… Non hai capito. Non ti voglio dare delle colpe. Mi chiedo solo…” gli occhi le si riempirono di nuovo di lacrime, ma lei le trattenne “Perché? Perché Frank e Alice? Perché torturare? Tu c’eri. Tu sapevi. Tu… Forse lo hai anche fatto. Dimmi perché, Severus!”
Severus sospirò, passandosi una mano sul volto, stanco.
“Lily, io… Devi capire, ero un ragazzino stupido. Tutti mi trattavano come mi trattavano, l’unico gruppo disposto ad accogliermi era il loro e… E poi c’eri tu.” un altro sospiro “Se l’avessi capito prima, e avessi saputo in che cosa mi stavo cacciando…”
Severus si girò a guardare la sua migliore amica, l’amore della sua vita, con una strana luce negli occhi. Sembrava triste, addolorato, quasi supplicante.
“Lils, loro la facevano tanto facile. Onore, gloria, magie proibite e il loro fascino… Sembrava tutto grande, tutto bello, tutto a portata di mano… E cosa importava se ci battevamo per una causa sbagliata? Almeno, questo era quello che pensavo io. E poi è successo. Noi… Avevamo litigato, ero di nuovo solo e… Voglio dire, sono andato con loro. Mi avevano promesso un futuro facile. La realtà era che tutto faceva schifo.”
Severus si alzò, improvvisamente in collera. Stava ricordando come tutti i suoi sogni di gloria si fossero infranti contro la realtà, come avesse capito troppo tardi le implicazioni di una scelta sbagliata.
“Il signore oscuro ci usava come marionette. Per lui non eravamo altro che pezze per i piedi, peggio di elfi domestici. Le nostre gesta non significavano nulla, chi comandava era chi riusciva a baciargli meglio i piedi. E il peggio era ciò che ci faceva fare. Credimi, la maggior parte di noi ne era disgustato. Quando sei un ragazzino sciocco e ti alleni con la maledizione cruciatus su una mosca sembra tutto così bello, inebriante… Avere il potere ed usarlo su qualcun altro. Quando però quest’altro è un essere umano… Le sue grida non ti abbandonano mai. Mai, impari solo a convivere con gli incubi, se vuoi sopravvivere… Perché il signore oscuro non accetta dimissioni, perché l’unica cosa che ti fa andare avanti e torturare e uccidere è la paura per la tua stessa vita. Se il signore oscuro sospetta anche minimamente che tu lo tradisca, o ti voglia tirar indietro, sei già morto prima ancora di riuscire a schermare la mente.
Ovviamente c’erano le eccezioni. C’era chi considerava le urla di un babbano poco meno dei contorcimenti della mosca, chi era veramente convinto della supremazia del sangue puro e quindi li trattava come bestie. Ma già loro impallidivano quando si trattava di uccidere un altro mago: però gli ordini del signore oscuro non si discutevano. E il signore oscuro non uccideva quasi mai babbani. Quello era solo un divertimento personale e privato di qualche purosangue convinto, che doveva pure stare attento: se veniva beccato era la fine. No, il signore scuro preferiva tirare le file dall’interno, muovere l’organizzazione mirando a conquistare il ministero ed il potere, e se si sacrificava un po’ di sangue magico qual’era il problema? Erano oppositori, gente indegna di vivere.
E poi c’era un’altra categoria, la più pericolosa. Erano i pazzi, e da quelli dovevi ben guardarti, perché ti avrebbero fulminato se solo avevi un’idea diversa da loro. Loro godevano della tortura, amavano uccidere, li faceva sentire superiori persino in mezzo agli altri maghi. Inutile dire che per loro i babbani contavano meno di zero… Così come lo contavano i maghi traditori del proprio sangue, i sanguesporco, i mezzosangue. Erano sadici, bastardi… Pazzi.
Bellatrix Lestrange e gli altri che sono stati arrestati per l’aggressione rientravano in questa categoria. Credo che a loro fregasse poco del signore oscuro, sebbene Bella ne avesse una particolare ammirazione: avevano sposato in toto gli ideali, avevano trovato solo il giusto pretesto per sfogare la loro pazzia.
Ecco quindi il perché, e non c’è nessun altro motivo che tenga. La realtà è che non c’è nessun motivo e basta. La realtà è che è stata solo gente pazza, malata a distruggere delle vite innocenti.”
Severus aveva stretto sempre di più i pugni, mentre Lily lo ascoltava rapita. Il fatto però di essere venuta a conoscenza di una realtà così terribile, di un motivo così futile per mettere a repentaglio la vita dei suoi amici… Grosse lacrime presero ancora a cedere sulle sue guancie e Severus rilassò le spalle, tornando a sedersi sul letto per stringerla.
“Credimi, io per primo ero disgustato della vita che stavo conducendo. Per questo… Anche per questo, mi sono ribellato. Alla fine avevi ragione ancora tu no? Dovevo lasciare quel gruppo di ragazzi anni fa. Avrei dovuto darti ascolto. E invece sono stato sciocco, e tentato… Dalle cose sbagliate, dalle cose che non c’erano… Perdonami Lily. Perdonami, se puoi. Sono in ritardo, ma ho capito.”
“S-Severus…” singhiozzò Lily, stringendolo a sé “I-io lo sapevo c-che eri buono. N-non ti devo p-perdonare niente.”
Quelle parole furono come un balsamo per l’uomo, che non poté far latro che stringere di più la donna a sé.
Lily.
La sua Lily, in quel momento. Voleva dirglielo, voleva urlare il sentimento che da sempre la legava a lei… Ma non era giusto. Non sarebbe stato giusto. L’amava abbastanza per vivere in silenzio e vederla felice accanto ad un altro. L’amava abbastanza per tornare ad essere suo amico e sostenerla nel momento del bisogno, come ora.
Lily dal canto suo non pensò ai sentimenti di Severus, ma si aggrappò in modo egoistico a lui per sfogare la paura che si portava dietro ormai da troppo tempo. Era triste, confusa, spaventata: così pianse, pianse fino a sfogarsi del tutto.

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Capitolo 8
*** Ritrovarsi ***


Ecco che in questo capitolo inizia a risolversi un problema. Però restano in sospeso gli altri: che sarà successo a Frank e Alice? Si riprenderanno? Ovviamente la Rowling ci dà la sua versione dei fatti in proposito… Ma qui è già stata distorta parte della storia, quindi… Chissà?
Eheheh… Ringrazio sempre chi mi segue/preferisce/ricorda… Invito a recensire! =)
Buona lettura! =)


Ritrovarsi

Lily si smaterializzò nel salotto verso le otto del mattino. Era decisamente più calma, parlare con Severus le aveva fatto bene… Ma ora, come l’avrebbe presa James? Era sveglio? Dormiva? Poteva stracciare il biglietto che gli aveva lasciato e far finta di niente?
Entrò in cucina cercando di fare meno rumore possibile, ma era inutile: James era seduto al tavolo con una tazza di the davanti e la Gazzetta del Profeta aperta.
“Bentornata.” le disse, alzando appena gli occhi.
Lily si sentiva nervosa. Che cos’era tutta questa tranquillità? Calma prima della tempesta?
“Harry?” chiese, andandosi a versare il the.
“Dorme ancora. L’ho controllato prima di scendere.”
Lily prese la tazza e si sedette. Vide il biglietto che aveva lasciato ancora intatto. Nervosamente guardò verso suo marito: appariva perfettamente rilassato, del tutto concentrato nella lettura. Bevve un sorso di the.
“Ehm… James?”
Credeva di dover affrontare l’argomento subito: non poteva rischiare di rimandare ancora una possibile lite. E vivere nell’indifferenza la spaventava. Lei e James erano sempre stati una coppia passionale, che non si faceva problemi a litigare così come a fare pace. Erano bufere passeggere, di quelle che lasciano sempre spazio all’arcobaleno. Ma questa storia stava andando avanti da troppo tempo. Era andata oltre, e improvvisamente Lily si sentì spaventata.
“Sì Lils? Che c’è?”
“Ecco, io… Mi chiedevo… Non sei arrabbiato? Hai letto il biglietto, no?” in quel momento Lily si sentiva molto poco grifondoro.
James mise da parte il giornale e la fissò negli occhi, prendendole le mani.
“Lily, io ho riflettuto, proprio come mi hai chiesto. Ieri sera non c’è stato modo di parlare ma…” sospiro “Ho dato di matto, me ne rendo conto. Ero agitato, qualcuno aveva cercato di ucciderci, di uccidere te, e Harry! Non potevo sopportarlo. E non era una persona qualsiasi, era lord voldemort. Io l’ho visto. Il suo sguardo… Un pazzo, ecco che cos’era.” ci fu un altro secondo di pausa, nel quale James continuò a guardare Lily negli occhi “Quegli occhi mi hanno tormentato. Ogni giorno mi svegliavo cercandoti accanto a me, andavo a vedere come stava Harry, stavo diventando pazzo anch’io, pazzo di paura. E poi Silente se ne esce fuori con la bomba che Mocciosus è dei nostri.”
“Severus.” mormorò piano Lily, con un mezzo sguardo di rimprovero. L’altro era preoccupato: possibile che non si fosse resa conto di quello che stava provando suo marito? Il fatto è che anche lei si sentiva spaventata. Si sentivano soli, perduti, quando in realtà sarebbero dovuti stare insieme, e sostenersi a vicenda.
“Non ci ho visto più. Per me era impossibile che ci fosse qualcuno di ‘sano’ in mezzo a quella gente, per me era impossibile pensare che si meritasse una seconda possibilità, anche se se l’era guadagnata. Credevo che Silente fosse stato ingannato, imbrogliato… E il fatto che Severus” marcò la parola come a sottolineare che l’aveva sentita “Ti avesse insultata in passato, avesse scelto i  Mangiamorta rispetto alla tua amicizia… Beh, ha contribuito a farmi infuriare. Ero confuso, arrabbiato: non ci capivo più niente. Quando ci hai fatto pace mi sono sentito anche un po’ tradito, e poi mi hai detto di non tornare a casa finché non avessi compreso. Ci ho provato. Ho passeggiato per il castello e ho riflettuto, cercando di mettere da parte l’orgoglio, come hai fatto te, e di vedere le cose da un punto di vista obiettivo. E poi ho incontrato Silente e ho parlato anche con lui.”
Lily aspettava, mentre James cercava di trovare le parole.
“Io… Ho capito. Ho capito che anche tu eri confusa, arrabbiata, spaventata. Ho capito che ti affidavi a Silente, che dovevi credere a quello che diceva, perché se ti fosse crollato anche quel punto fisso, il nostro salvatore… Non ce l’avresti fatta. E così ho fatto anch’io. Ho capito che era ora di mettere da parte i vecchi rancori, e di starti accanto. Ho capito che non ero solo in questo percorso, che non dovevamo escluderci a vicenda, che avevamo bisogno l’uno dell’altro. Ho capito che dovevo avere fiducia in te, come sempre. Volevo dirtelo ieri sera, ma poi… E’ successo quello che è successo, ed io…”
“Mi dispiace.” intervenne Lily, liberando una mano per accarezzargli una guancia “Ho pensato solo a me stessa, e mi sono dimenticata che anche tu eri amico di Frank. E di Alice. Non ci ho visto più e…”
“No Lily, non scusarti. Quando non ti ho trovato stamattina mi sono spaventato un po’, ma poi ho visto Harry dormire beato e il tuo biglietto. Io sono un auror, sto a contatto con i criminali praticamente sempre, ho arrestato anche dei Mangiamorte dopo la caduta di quel pazzo. So come funziona, so cosa passa nelle loro menti malate. Tu no però, così ho capito subito perché sei andata da… Da lui. Spero solo che ti abbia fatto bene. Se ti serve di nuovo il tuo migliore amico, io lo capisco. Puoi andare da lui e sfogarti e confidarti, solo non escludermi di nuovo. Ci sono qua anch’io per te.”
Lily si sentì di nuovo salire la lacrime, e realizzò che per quella giornata aveva già dato sfogo a tutto. Però quelle erano lacrime di commozione.
Ecco dunque che James era tornato. Il suo James, il James con sui si era sposata, il James che amava tanto. Si alzò di scatto e lo abbracciò, e lui la fece sedere in braccio a lei per cullarla.
Finalmente tutto si era chiarito, ed erano di nuovo insieme… Una famiglia, come doveva essere.

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Capitolo 9
*** Pazzia ***


Buon pomeriggio a tutti! =D
Ieri non ho potuto aggiornare, ma mi rifaccio oggi! Abbiate pietà di me u.u non è mica facile aggiornare in tempi così brevi!
In ogni caso, ecco il prossimo capitolo =)
Ringrazio chi mi segue/preferisce/ricorda e chi recensisce! =D
Buona lettura =)


Pazzia

Quando Harry si svegliò, piangendo prepotentemente per la fame, Lily e James erano ancora abbracciati teneramente, e si stavano coccolando. Lily si alzò ed andò a prendere il figlio, mentre James si mise a scaldargli il latte.
“Amore, dopo ti va se… Andiamo da Alice?” chiese Lily, titubante.
“Sì, tesoro. Solo Sirius ha il turno adesso, non so se…”
“Posso chiedere a Remus.”
“Ok, perfetto.”
Dopo che Harry ebbe mangiato Lily cercò Remus a casa dei suoi, usando la polvere volante.
“Remus? Remus? Ci sei?”
Sentì un rumore strano, come una sedia che veniva spostata, e dopo due secondi l’ultimo malandrino le apparve davanti. Era magro e trasandato: accigliata Lily pensò che si stesse lasciando andare.
“Lily? Che succede? State tutti bene?”
“Sì, stiamo bene… Volevo chiederti un favore… Potresti venire a tenere Harry per un po’? Sai, io e James vorremmo… Andare a trovare Alice e Frank…”
“Ma certo, fammi finire la colazione e arrivo.”
“Ok, ti aspettiamo!”
Tornò indietro e si scrollò la cenere dalle spalle.
“Jamie viene Remus, vado a cambiarmi prima che arrivi!” urlò verso la cucina, per poi salire.
Guardandosi allo specchio Lily decise che non poteva far altro che una bella doccia: era in uno stato pietoso, con gli occhi gonfi di pianto e i capelli in disordine. Merlino, si era presentata così da Remus?! Ci credeva che era preoccupato.
Si mise dunque sotto il getto bollente che contribuì a sciogliere gli ultimi nodi di tensione rimasta. Quando uscì si sentì rianimata, un’altra persona. Si asciugò con un colpo di bacchetta e appellò biancheria e vestiti. Si mise un filo di trucco e si pettinò, pronta per andare. Scendendo le scale sentì i due amici ridere: una volta entrata in salotto li vide giocare con Harry, facendo muovere i suoi peluches. Harry sembrava felice.
“Ciao Remus, scusa per la chiamata improvvisa.”
“Oh tranquilla Lils… Tanto non avevo nulla da fare. Sai, qualche mese fa Dolores Umbridge ha fatto approvare una legge che… Adesso non riesco a trovare lavoro. Prima, con l’Ordine e tutto, non m’interessava, ma ora… Comunque non preoccuparti per me, me la caverò. Fatemi sapere come stanno Frank e Alice, poi passerò a trovarli anch’io.”
“Bene, allora lo affidiamo a te.” disse James, alzandosi.
“Non potrebbe essere in mani migliori.” asserì Remus, scattando sull’attenti in un’imitazione buffa di un soldato. Harry rise.
Lily e James si smaterializzarono nell’atrio del San Mungo. Aspettarono pazientemente di avere indicazioni, poi seguirono un’assistente guaritrice fino alla stanza dove riposavano Frank e Alice.
Dentro ci trovarono Augusta Paciock, madre di Frank, con il braccio il piccolo Neville, che piangeva.
“Oh Lily… James. Siete venuti.” gli disse, con un sorriso tirato e cordiale.
“Sì, io… Noi dovevamo arrivar prima, ci scusi.” mormorò Lily. Non conosceva bene la madre di Frank ma aveva paura che pensasse che non le importasse dei suoi amici.
“Non preoccuparti cara, so che avete i vostri problemi. Anzi, vi dovrei ringraziare: in fondo è solo merito vostro se è finita. Se lui non vi avesse voluto così tanto, a quest’ora…”
Lily si avvicinò ai due letti, dove Frank e Alice dormivano profondamente.
“Che cos’hanno?” chiese James.
“Ancora non si sa. Sono sedati, perché da svegli non fanno altro che urlare come matti. Gli stanno somministrando parecchie pozioni calmanti… Dicono che ci vorrà tempo. Però…”
Lily si girò a guardare la signora, che tentava invano di calmare Neville. Era in ansia, per la sua migliore amica e suo marito.
“Dicono che potrebbero essere diventati pazzi. Aver perso il senno. E non riprendersi più.”
Lily si sentì cadere, cadere verso un fondo e non riemergere. La sua amica. La sua migliore amica. La madre di Neville, che non smetteva di piangere. Poteva non riprendersi più. Poteva rimanere pazza, e tutto questo per nulla. Perché altre persone si erano ‘divertite’ a torturarla insieme al marito. E Neville sarebbe potuto crescere senza genitori.
Si sentì rivoltare lo stomaco.
No, non l’avrebbe permesso.

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Capitolo 10
*** Determinazione ***


Eccomi qui con il prossimo capitolo! u.u
Lily s’impegnerà per Frank e Alice… Ehehe u.u non è da lei mollare! =D
Ringrazio chi mi ha messo nelle seguite/preferite e ricordate *--* e chi recensisce, mi fa piacere! Non sapete neanche quanto! *--*
Buona lettura =)


Determinazione

Il giorno dopo James trovò Lily intenta a leggere una lunga pergamena e a scrivere una lista su un’altra.
“Che fai?” le chiese, mentre metteva Harry nel seggiolone.
“Ho scritto alla Magiuniversità, sai che ho dovuto interrompere gli studi con la guerra no? Voglio riprenderli. Diventerò Guaritrice.”
James si bloccò con le mani ancora tese verso Harry, guardandola sbalordito.
“Ma è magnifico! E ti hanno ri-accettato?”
“Certamente. Mi mancano solo pochi esami e poi potrò prendere la laurea… Però ho cambiato idea: voglio fare la ricercatrice. Aiutare la gente con le mie scoperte. Aiutare Frank e Alice.” la ultime parole si spezzarono sui nomi dei suoi amici, e James corse ad abbracciarla.
“Ce la farai amore, come sempre. Ho piena fiducia in te.”
Lily si asciugò rapida una lacrima con il dorso della mano e riprese a stilare l’elenco dei libri che le sarebbero serviti per dare gli esami, più qualche lettura facoltativa che le era stata consigliata per curare ferite e danni da Magia Oscura. Harry si mise a strillare per la fame e James si affrettò a preparargli la colazione.
“Amore, mi spiace dirlo ma questa cosa mi porterà via del tempo… Tu lavori e dovremo trovare qualcuno che stia con Harry.”
“Lils, non so se sia una buona idea…” iniziò James, nervoso “Sai che siamo ancora in pericolo, nonostante gli animi si stiano calmando… Ma mettere una sconosciuta con Harry…”
A quel punto Lily alzò lo sguardo su suo marito, l’aria indispettita.
“In realtà pensavo a Remus, sempre se vuole aiutarci. Sai che con questa legge non riesce a trovare lavoro, noi potremmo aiutarlo in quel senso… E poi adora Harry e Harry lo adora.”
“Non so… Sicuramente è una buona idea, ma Lunastorta non accetterebbe mai dei soldi da noi…”
In quel momento l’uomo si smaterializzò davanti a loro, assieme a Sirius.
“Salve gente.” disse, appoggiando il cappotto su una sedia, lo sguardo duro. Sirius era andato da Harry e lo stava imboccando al posto di James.
“Che è successo?”
“Niente, siamo stati a trovare i Paciock. Una brutta storia… Proprio brutta.”
Detto questo Remus si fece cadere su una sedia, arraffando un toast a mangiandoselo.
“A proposito di questo…” intervenne Lily “Ho ripreso gli studi.”
“Davvero?! Ma è magnifico!” disse Sirius, mangiando un cucchiaio di latte e cereali e scatenando le proteste di Harry, che lo voleva.
“Sì. Voglio cercare una cura per loro. E Remus, a questo proposito mi serve un favore…”
“Da me? Ma io non so niente di Medimagia…”
“Non in quel senso. Ci serve qualcuno che badi ad Harry mentre seguo le lezioni e studio. Mi mancano pochi esami, è un periodo di tempo limitato, e poi conto di iniziare a lavorare a casa per la maggior parte del tempo… Ma mi farebbe davvero bene avere un appoggio.”
“Quello che Lily vuol dire è che ti stiamo offrendo un impiego come babysitter a tempo pieno.” intervenne James.
Remus li guardò scettico.
“Non so, adoro Harry, ma farne un mestiere… Non potrei mai essere assunto da voi. Starò volentieri con lui, ma non parlatemi di soldi!”
“Visto? Te l’avevo detto.”
“Beh, ragazzi a questo proposito ho una buona notizia per voi.” intervenne Sirius.
“In che senso?” chiese Lily.
“Nel senso che ho appena comprato la casa accanto a questa.”
Tutti lo guardarono sbalorditi per un momento. Harry prese a giocare immergendo le mani nella tazza e impiastrandosi di latte e cereali.
“Cosa? Felpato, davvero? Perché?” chiese James, rompendo il silenzio.
“Beh, quello che è successo ad Halloween… Mi ha fatto riflettere. Se non fosse intervenuto Silente… Beh, voglio stare accanto a voi, che c’è di male? Se succede qualcosa potrò correre subito. E Remus verrà a vivere con me.”
Remus si soffocò col toast che aveva ripreso a mangiare. Dopo che ebbe tossito parecchie volte – e che James gli ebbe dato parecchie pacche sulla schiena – disse: “Che cosa?!”
“Oh andiamo Lunastorta, così potrai fare da balia ad Harry senza nemmeno scomodarti tanto.”
“Ma…” tentò di obbiettare lui.
“Niente ma, ho giusto tre stanze che mi avanzano… Vedrai, staremo bene insieme: ognuno avrà i suoi spazi.”
“E poi la domenica sarete tutti invitati qui a pranzo.” disse Lily, sorridendo. Avere vicino gli amici di James, quelli più cari, la confortava.
“Ma io non posso permettermi una casa!” cercò di obbiettare ancora Remus.
“Beh, considerando che mio zio Alphard mi ha lasciato tanto denaro da poter comperare casa e campare comunque tranquillamente di rendita, e che io in ogni caso lavoro… Non vedo dove stia il problema.” disse Sirius.
“E se accetti anche una paga minima da noi potrai toglierti tutti gli sfizi che ti pare, come comprarti i tuoi noiosissimi libri.” gli diede manforte James.
“Oh Remus, mi piacerebbe tanto saperti vicino in caso di bisogno.” finì Lily “E sapere vicino anche te, Sirius…” aggiunse poi.
Il lupo mannaro alzò le braccia, sconfitto.
“E va bene! Mi trasferirò con Sirius e farò da balia ad Harry. Vedo che, come al solito, siete più forti di me.”
“Vorrei ben vedere!” esclamarono in coro James e Sirius, andando verso di lui e seppellendolo in un mare di braccia mentre Remus tentava inutilmente di scrollarseli di dosso.
Lily sorrise, poi andò da Harry per prenderlo e lavarlo, dato che ormai si era impiastricciato tutta la faccia. Nel frattempo ripercorse mentalmente gli esami che avrebbe dovuto dare e cercò di calcolare quanto tempo ci avrebbe messo: era più determinata che mai a trovare una cura per salvare i suoi amici.

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Capitolo 11
*** Corrispondenza ***


Buonasera a tutti u.u
Dopo due giorni di assenza torno con un nuovo capitolo! =D
Ringrazio chi mi segue/preferisce/ricorda u.u è un onore! *--* e invito tutti a recensire! =D
Buona lettura! =D


Corrispondenza

Lily lasciò quella mattina stessa Harry a Remus per andare a comprare i libri e il materiale necessario per sostenere gli esami e approfondire quello che voleva. Prese anche qualche libro di pozioni in più, che non guastava mai. Poi fece un rapido giro in qualche cartoleria magica alla ricerca di pergamene, piume, inchiostro e quant’altro le sarebbe potuto servire per riprendere gli studi.
Tornò a casa che erano ormai le due passate.
“Fatto buone compere?” le chiese Remus, alzandosi dal divano ed andando ad aiutarla con i sacchetti.
“Sì, ho una fame ora… Harry?”
“Abbiam mangiato e poi si è addormentato. Sono salito due minuti fa a metterlo nella culla.”
“Bene… Sono esausta.”
Lily lasciò le varie borse sul tavolo della cucina e armeggiò con la bacchetta, appellando gli ingredienti per qualche tramezzino. Pazientemente si mise a farli e poi li mangiò, mentre Remus disfava le borse ed impilava i libri.
Dopo mangiato la rossa aiutò il suo amico a mettere via tutto, diede una rapida occhiata ad Harry – che stava dormendo contro le sbarre del lettino – e poi prese un foglio di pergamena, piuma e inchiostro, sedendosi infine con l’intento di scrivere una lettera a Severus. Era indecisa, non sapeva come porgli la questione: e se poi lui si fosse sentito obbligato? Ma con un sospiro si rese conto che non gli avrebbe detto di no comunque. Ora che aveva fatto pace con James si rendeva conto che i sentimenti di Severus nei suoi confronti erano un problema, ma non si sentiva neppure di condannarli: infondo le avevano salvato la vita, e salvato quella di Harry e James. Sarebbe riuscita a vivere senza confessare che sapeva? Beh, doveva farcela. Altrimenti Severus avrebbe pensato che fosse stato Silente a dirglielo, e si sarebbe arrabbiato moltissimo.
“Senti Lils, se non hai più bisogno io vado… Dovrei fare leggermente le valigie, dato che quel pazzo di Sirius vuole iniziare la convivenza al più presto.”
Lily alzò lo sguardo dalla pergamena che ormai stava fissando da parecchi minuti.
“Oh, sì… Scusami, non volevo trattenerti. Ci vediamo presto allora, e grazie mille.” disse con un sorriso, poi Remus le fece un cenno e con un pop sparì.
Lily tornò alla sua lettera, e alla fine si decise.

Sev,
ciao, come stai? Ti ringrazio molto per l’altra mattina, senza di te probabilmente avrei dato di matto… Più di quanto non abbia già fatto, intendo. La cosa capitata a Frank e Alice… Mi ha dato il coraggio per riprendere gli studi: non so se lo sai, ma studiavo Medimagia prima di dovermi nascondere perché quel pazzo ci dava la caccia.
Comunque la magiuniversità mi ha riammesso, e mi mancano pochi esami alla laurea, che conto di superare a breve. Quello che mi preoccupa è il dopo. Ho intenzione di diventare ricercatrice, e di trovare un modo per guarire Frank e Alice… E poi tutte le altre persone ferite da magia oscura.
Non so come chiedertelo, ma credo che la tua abilità in pozioni e in difesa contro le arti oscure possa tornarmi utile. Soprattutto perché tu eri dentro… Capisci no? So che sarai impegnato con il lavoro, e comunque non ti chiedo aiuto nell’immediato, però… Mi aiuterai Sev?
Scusami se ti gravo di questo peso,
Lily

Si stava alzando per spedire la lettera quando il loro gatto, Isisdoro, gli si strusciò fra le gambe.
“Oh cielo, non ti ho dato da mangiare!” esclamò, per poi andare a prendere i croccantini.
Finalmente libera dal micione bianco e rosso, Lily si diresse verso il gufo di casa Potter, un barbagianni di nome Owly. Non molto originale, però Owly faceva sempre il suo dovere. La rossa gli diede qualche biscotto gufico e poi gli legò la pergamena alla zampa.
Non dovette aspettare molto per la risposta: appena un paio d’ore. Lily chiuse il libro che aveva appena iniziato a studiare e srotolò in fretta la pergamena, un occhio sempre buttato su Harry che giocava con dei pupazzi sul tappeto.

Cara Lily,
sarei ben felice di aiutarti, anche se hai ragione: nell’immediato non posso. Silente mi ha assunto nel periodo peggiore dell’anno, ci sono un sacco di verifiche da fare e gli alunni sono tutti delle teste di legno.
Ma passiamo a noi: ho una persona a cui chiedere consiglio, se ti va, che ti potrebbe essere molto utile. Lei era la guaritrice non ufficiale dei Mangiamorte, esperta appunto in magia oscura, anche se aveva imparato come autodidatta e con l’esperienza sul campo. Sto parlando di Narcissa Malfoy.
Credimi, lei non è mai stata una Mangiamorte, e non era neppure convinta della loro causa, ma il marito Lucius era uno dei più fedeli del Signore Oscuro, e la loro casa era usata come quartier generale: come poteva opporsi? Ma sappi solo questo: è stata lei ad avvertirmi quando Peter Minus è andato a rivelare al Signore Oscuro il luogo dove vi nascondevate. Senza di lei probabilmente Silente non avrebbe mai fatto in tempo a salvarvi. Quindi credimi: ti puoi fidare di lei. E assolutamente non ti puoi fidare di suo marito.
Sono certo che sarà felice di aiutarti, fammi sapere.
Tuo Severus

Narcissa Malfoy eh? Di lei sapeva solo che era Serpeverde, nel loro stesso anno, purosangue altezzosa – almeno ai tempi della scuola – e promessa di Lucius. E che aveva un figlio che doveva avere l’età di Harry.
Però Severus si fidava di lei, e Lily si fidava di Severus.
E va bene, si disse, conosciamo questa Narcissa Malfoy.

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Capitolo 12
*** Narcissa Malfoy ed esami ***


Buon pomeriggio a tutti!
So che prima aggiornavo più velocemente… Ma cercate di capirmi: ho tre storie da portare avanti, sono in vacanza – e quindi mi dedico anche ad altro – e… Non posso certo scrivere tutto il giorno! >..<
Finché avevo capitoli “in più” postavo… Ora sono “in pari” quindi posto quando scrivo… E questo vale per tutte le mie storie. Ogni tanto (tipo questo pomeriggio) prometto di mettermi di buona lena e scrivere… Portarmi avanti… Ma finché non avrò finito almeno una storia posterò più lentamente… Spero di riuscire a postare almeno una volta a settimana (ogni storia), quindi abbiate pazienza!
Nel frattempo ringrazio tutti quelli che mi seguono/preferiscono/ricordano e chi ha lasciato una recensione! =D Vi ringrazio infinitamente per il vostro sostegno, questo capitolo è per voi! =D
Buona lettura =)


Narcissa Malfoy ed esami

Narcissa Malfoy era una donna intrappolata in un matrimonio combinato ed infelice, schierata a forza dalla parte sbagliata della guerra e con un figlio piccolo che era la sua unica gioia, anche in mezzo al buon nome di famiglia rovinato. Lucius era sempre nervoso da dopo che il Signore Oscuro era morto, e non faceva altro che dispensare oro ai ‘pezzi grossi’ e cercare un modo per riabilitare il prestigio della famiglia Malfoy.
Quando Narcissa ricevette la lettera di Lily ne rimase molto sorpresa. In verità doveva aspettarsela, dato che Severus gliel’aveva comunicato, però… Però non credeva che la donna che aveva permesso al mondo magico di salvarsi le avrebbe davvero scritto, da pari a pari, come… Un’amica.
Vero, anche lei aveva fatto la sua parte, e senza il suo intervento  il Signore Oscuro sarebbe ancora vivo, però… Nessuno lo sapeva. Era stata irremovibile su quel punto, perché aveva paura di suo marito. Un marito assente che non si curava né di lei né del figlio, e che sarebbe andato su tutte le furie se l’avesse scoperto.
Di buon grado rispose a Lily e ben presto iniziarono una fitta corrispondenza. Da lettere incentrate sugli studi della donna e sulla cura di Magie Oscure passarono via via a conversazioni più private e più intime. Ben presto poterono definirsi più che conoscenti, quasi amiche.
Lily era rimasta piacevolmente sorpresa dalla donna: non era affatto… Malvagia, ma anzi, dalle lettere sembrava buona, calma e paziente. Le dispiaceva molto per come andassero le cose con suo marito: dopotutto non aveva avuto scelta e si doveva adattare ad un matrimonio combinato. Più volte era stata sul punto di dirle di lasciarlo, ma non voleva rischiare di essere invadente.
Verso gennaio, dopo aver passato le feste studiando come una matta e il Natale – unico giorno di riposo – dai genitori di James con Sirius e Remus, si iscrisse agli esami. I primi e sperava anche ultimi che avrebbe dovuto sostenere, dopo una pausa di mezzo semestre.
Sirius e Remus si erano ormai trasferiti nella villetta accanto alla loro, e Lunastorta stava spesso con Harry mentre lei era impegnata. A volte Lily avvertiva fitte di rimorso per trascorrere così poco tempo con suo figlio, ma alla fine si ripeteva sempre che era per una buona causa e che comunque la situazione non si sarebbe protratta per sempre, ma solo fino alla laurea. Quando avrebbe iniziato a fare la ricercatrice avrebbe potuto tranquillamente darsi degli orari, anche se duri, e non studiare come una pazza da mattina a sera.
Fortunatamente il suo ottimo cervello non si era lasciato andare nel periodo di pausa forzato che si era presa, e lo studio protratto strava dando i suoi frutti: era così determinata a laurearsi il prima possibile che non era più andata a trovare Frank e Alice, scrivendo tuttavia una lettera di scuse ad Augusta Paciock, comunicandole anche il suo intento. La signora era stata molto comprensiva e si era sentita oltremodo fiera di quella determinazione che Lily aveva mostrato per cercare una cura per suo figlio e sua nuora. “Non è di certo andandoli a trovare tutti i giorni che li salverai, continua così mia cara.” le aveva scritto nella lettera di risposta, lettera che Lily conservava con cura e che rileggeva nei momenti di sconforto, ad esempio quando non riusciva ad imparare dei passaggi altamente difficili.
Il dodici ed il quindici gennaio Lily si presentò nell’aula d’esame e sostenne le ultime prove che, assieme alla tesi, la separavano dalla laurea. Dopo due settimane ebbe gli esiti: era passata con il massimo dei voti, e un professore – il suo docente di Pozioni applicate, il professor Gamble – le aveva scritto, entusiasta, per proporsi come relatore della tesi. Lily aveva accettato di buon grado e si era messa di gran lena a lavoraci, senza prendersi neanche una pausa: se tutto fosse andato bene avrebbe potuto laurearsi nella sessione di aprile.
La sua tesi riguardava l’uso del Dittamo e di altre erbe magiche elementari nella preparazione delle pozioni curative, con particolare riferimento alle pozioni per curare le lesioni da Magia Oscura. Avrebbe unito in quel modo l’utile al dilettevole: iniziando così la sua ricerca sulla cura dei danni da Magia Oscura e sulla preparazione di pozioni complicate, ramo in cui più avanti si sarebbe specializzata. Ma prima doveva salvare la vita – e la salute mentale – ad Alice e Frank.
S’incontrava così spesso con il professor Gamble che James un giorno per battuta le chiese se lo stava tradendo. Lily non era in alcun modo in vena di scherzi e rispose in malo modo, blaterando qualcosa sul fatto che stava leggendo un libro importante.
James glielo tolse dalle mani delicatamente prima che lei potesse dire qualcosa, e poi la strinse fra le braccia.
“Amore stai esagerando, prenditi un attimo di pausa.”
“Esagerando? Esagerando?! Più tempo perdo più ci sono possibilità di non riuscire a salvarli, James!”
“Sssh… Ssssh…” la cullò dolcemente lui.
“James…” Lily tentò debolmente di protestare.
“Niente scuse, tu ora mi coccoli e ti rilassi.”
“Oh Jamie.” sospirò la rossa, accoccolandosi sul petto di suo marito.

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Capitolo 13
*** Coccole e tenerezze ***


Questo capitolo è più corto degli altri, ma volevo per un attimo “spezzare” tutta la tensione accumulata… Risa credo che lo apprezzerà particolarmente XD e mannaggia a me che ho messo il rating giallo XD XD eheheheheh… Beh, buona lettura! =D
Ringrazio sempre chi mi segue/preferisce/ricorda e chi recensisce! =D


Coccole e tenerezze

James aveva ragione: se Lily continuava a tenere quel ritmo presto sarebbe impazzita. La donna si abbandonò quindi di buon grado fra le braccia forti e rassicuranti di suo marito, mentre lui continuava a cullarla.
“Tesoro, Harry dorme.” le disse tutt’ad un tratto.
“Sì, lo so, l’ho messo a letto io mezz’ora fa…”
“E non sembra intenzionato a svegliarsi, vero?”
“Beh ma questo che c’entr… Oh.” rispose Lily, cogliendo il velo di malizia negli occhi di suo marito.
Quanto tempo era che non facevano l’amore?
Troppo, troppo tempo.
Lily studiava sempre, faceva da mangiare e si prendeva cura di Harry quando Remus lo riportava a casa: alla fine la sera crollava esausta fra i cuscini, senza nemmeno dare il bacio della buonanotte a James.
Era giunto il momento di rimediare.
James la sollevò di slancio dal divano e la portò in camera, mentre Lily rideva come una bambina. Si sentiva così… Amata, coccolata, viziata… James era un ottimo marito: non le faceva mancare niente neanche dal punto di vista affettivo, sapeva rispettare i suoi spazi e farsi da parte, ma anche trascinarla nella passione più sfrenata. Dopo tutto quel tempo il loro ardore non si era ancora spento: si amavano come il primo giorno, come se tutto fosse nuovo e stupendo. Anche dal punto di vista fisico, James la faceva sempre impazzire.
Fecero l’amore e, una volta finito, Lily poggiò la testa sul petto di suo marito, mentre James la cingeva con le braccia.
“Mi sei mancata Lils.” le disse, nel modo più naturale possibile.
“Anche tu. Mi ci voleva questa… Questa pausa.”
“Maliziosa…” la prese in giro James.
“Intendevo staccare un po’, non di certo il sesso!”
“Eheh… Malandrina…” continuò il marito, guardandola divertito.
“Ma smettila!” disse Lily, sollevandosi sui gomiti e sorridendo, prima di dare un bacio a fior di labbra all’uomo.
“Ah, è così? Devo smetterla?” rispose James facendo il finto offeso, poi con un sorriso molto furbo ed uno scatto ribaltò le loro posizioni, prendendo a fare il solletico a Lily, che si dimenava e rideva più che mai.
“Non… Non vale! Ahahahah! Smettila! Ahahahah!” cercava di protestare invano, poi passò al contrattacco: in pochi secondi finirono per rotolarsi sul letto, ridendo, e poi James strabuzzò gli occhi in modo molto strambo e ruotò le braccia, nel disperato tentativo di non cadere, fallendo.
“Ouch!” disse, mentre toccava con il sedere il pavimento.
Lily guardò l’ora: le undici e mezza.
“Dai amore, torna a letto. E’ tardi.” gli disse, allungando una mano verso di lui.
James si rialzò senza alcuno aiuto e si infilò di nuovo sotto le lenzuola, attirando a sé la moglie.
“Buona notte, mio piccolo folletto rosso.” le sussurrò.
“Eh no, folletto un corno: sono alta uno e settanta, non si vede?”
James ridacchiò, ripensando all’origine di quel soprannome: i Malandrini gliel’avevano dato il primo anno ad Hogwarts, quando Lily era effettivamente più bassa della media. Poi col tempo si era alzata in modo impressionante.
“Notte amore.” le disse allora, baciandole i capelli.
“Notte anche a te, Jamie.” sospirò Lily, mettendosi più comoda fra le sue braccia.

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Capitolo 14
*** Dopo la tesi s'inizia a lavorare ***


Buonasera a tutti! u.u
Ecco qua il nuovo capitolo… Questa storia ormai è finita (nel mio pc XD), dovrei sbrigarmi più in fretta a postare >..<
Ringrazio la marea di persona che seguono/preferiscono/ricordano questa fan fiction *--*
Buona lettura! =D


Dopo la tesi s’inizia a lavorare

I mesi passarono in un lampo, Lily finì la sua tesi e fece un ultimo sforzo finale per conseguire la laurea. Quel giorno c’erano tutti: suo marito James con i suoi genitori, il piccolo Harry, Sirius, Remus, la sua vecchia amica Mary McDonalds, Albus Silente… Persino Severus e, anche se venne solo per congratularsi, Narcissa Malfoy.
“Complimenti per la laurea… Scusa se non posso restare, ma ho detto a Lucius che uscivo a far spese… Sai, vestiti nuovi, cose che gli Elfi non possono procurarmi: almeno avevo la scusa per passare. Ci sentiamo via gufo!”
Detto questo la bionda l’abbracciò di slancio, poi facendo l’occhiolino si smaterializzò.
Lily non amava lo sfarzo quindi niente ristorante o cosa strane: l’unica cosa che si era concessa erano i confetti, che aveva lasciato in diverse ciotole qua e là per casa. I Malandrini si erano offerti di cucinare al suo posto – per ‘non distrarla dallo studio’ – così festeggiarono con un’enorme pranzo a casa loro. Severus guardò scettico James che gli serviva degli spaghetti, poi vide Lily mangiare serenamente e si azzardò a metterli in bocca. Erano squisiti. Da quando i Malandrini ci sapevano fare con la cucina?
Lily era raggiante. Finalmente aveva raggiunto il suo obbiettivo, finalmente si era laureata… E ora, con il benestare del Rettore dell’università, poteva dedicarsi completamente alla ricerca. A trovare un modo per curare Frank e Alice. Per salvare i suoi migliori amici… Per poter dare un futuro felice al piccolo Neville, per fargli conoscere i suoi genitori.
Ogni tanto pensava a come sarebbe stata la vita di Harry, se lei e James non fossero stati salvati. Dove avrebbe vissuto? Con chi? Avrebbe avuto una vita felice… Da orfano? Quando in questi mesi era stata costretta a studiare fino allo sfinimento, trascurando Harry e lasciandolo a Remus, sapeva che comunque stava facendo qualcosa di utile, e che anche questa assenza temporanea sarebbe stata dieci, cento, mille volte meglio di non esserci più per suo figlio. Questo pensiero la rincuorava, e le dava la forza di andare avanti.
James pensò che la festa fosse durata anche troppo poco, mentre accompagnava gli ospiti alla porta. Dopotutto lui era un malandrino, l’anima dei festeggiamenti. E il suo senso d’insoddisfazione crebbe quando tornò in salotto e vide Lily immersa nella lettura di un noiosissimo libro – insomma, era grosso e scritto in caratteri minuscoli, ovvio che fosse noioso – mentre Harry correva di qua e di là inseguendo la scopa giocattolo.
“No no rossa, hai sbagliato tutto… Oggi è il giorno del relax totale, dei festeggiamenti!”
“Che vuoi dire?” chiese Lily, alzando appena la testa e sbadigliando.
“Che per oggi sono vietati i libri… Sono solo le quattro: che ne dici di fare un giro a Diagon Alley? E’ da un bel po’ che non ti concedi un po’ di shopping sfrenato… Prima perché quel pazzo ci dava la caccia, poi hai studiato come una matta… Ora è sicuro al cento per cento: nessuno ci attaccherà, sono ormai passati sei mesi. E poi io sono un Auror molto famoso. Usciamo?”
Lily si prese un attimo per valutare la proposta. C’era ancora tanto da fare, tanto da studiare, sperimentare, cercare una cura… Ma James aveva ragione: oggi era un giorno di festa.
“E va bene. Aiutami a preparare Harry: si esce.”
La passeggiata per Diagon Alley le fece bene, molto bene. James portava Harry sulle spalle e lei lo teneva a braccetto. Sembravano una coppia di fidanzatini, complice il fatto che suo marito faceva di tutto per far ridere lei e il piccolo. Girarono negozi, mangiarono un enorme gelato dal Florian Fortebraccio e tornarono a casa per l’ora di cena, esausti e con tanti pacchettini, ma felici.
Meno di una settimana dopo cadeva Pasqua: la trascorsero come il Natale a casa dei genitori di James con gli altri Malandrini, e due giorni dopo ri-iniziò la routine: James riprese a lavorare e lei si organizzò per poter trovare una cura alla pazzia di Frank e Alice. Adibì una piccola stanza vicino al salotto a studio, ci mise un piccolo armadio per gli ingredienti delle pozioni, una libreria, un calderone sul camino e un tavolo per poter lavorare. Applicò un incantesimo sulla porta cosicché Harry non potesse entrarci neanche per sbaglio, evitando quindi di pasticciare con pozioni pericolose o appunti fondamentali, e ricontattò Severus e Narcissa, oltre ad avvisare il Rettore.
Severus le disse che si era portato avanti con il lavoro anche se fino a fine giugno sarebbe stato disponibile solo verso pomeriggio-sera, e Narcissa invece sembrava preoccupata, ma si dichiarò immediatamente disponibile a procedere.
Il giorno prima di riunire gli amici Lily tornò a trovare Frank e Alice: i due la guardarono sorridendo, senza riconoscerla, e i Guaritori le dissero che le loro condizioni erano decisamente più stabili, anche se le loro ipotesi purtroppo si erano rivelate fondate: i due erano pazzi, nel senso che non riuscivano più a distinguere la realtà né a riconoscere le persone.
Lily trattenne a stento le lacrime e, una volta smaterializzata a casa, andò dritta fra le braccia di James: pianse tutta la sera, promettendosi di fare il meglio e di salvare gli amici. Pianse tutte le lacrime che e servirono per sfogarsi, ripromettendosi che le prossime che avrebbe versato sarebbero state di gioia, gioia per la guarigione della sua migliore amica e di suo marito.

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Capitolo 15
*** Imprevisto ***


Buongiorno a tutti! =)
Siccome domani parto per il mare… E questa storia ormai è finita… Ho deciso di pubblicare il capitolo u.u il prossimo arriverà settimana prossima per forza di cose XD
Volevo inoltre comunicarvi che ho creato un profilo facebook apposta per efp… eccovi il link: http://www.facebook.com/mitsuki.efp
Ho creato un profilo e non una pagina perché mi trovo più comoda XD non so neanche come si gestisce, una pagina… E temo di non avere abbastanza persone interessate comunque XD
Non ho assolutamente idea di cosa pubblicherò o.O se qualcuno me lo chiede magari potrei dare anticipazioni, o discutere di cose che non riguardano per nulla efp, conoscervi meglio se ne siete interessati, chattare, mettere immagini carine trovate sul web (io non sono in grado di disegnare così XD), mettere ‘mi piace’ alle storie che mi hanno colpito (ho visto che da efp si può fare u.u) e insomma… Di tutto e di più! XD
Aspetto le vostre richieste di amicizia u.u
E anche le vostre recensioni qui! XD vedo che la gente non commenta più, a parte quella santa-non-più-santa donna di Risa u.u è perché avete perso interesse per la storia (non credo, insomma, ho comunque 35 seguite, 13 preferite e 1 ricordata o.O) o per altri motivi arcani? (vale anche la non voglia, dopotutto siamo in vacanza u.u)
In ogni caso, vi ho rubato anche abbastanza tempo, perciò… Buona lettura! =D


Imprevisto

Remus era appena venuto a prendere Harry, portandolo a casa sua e di Sirius per evitare di disturbare Lily; Severus era arrivato poco prima e a momenti sarebbe dovuta venire anche Narcissa.
Lily e Severus erano in cucina, stavano organizzando il materiale, quando un pop annunciò una smaterializzazione. James e Srius entrarono poco dopo e li trovarono chini su libri ed appunti.
“Mocciosus, non infastidirmi la cognatina mi raccomando!” disse Sirius, ghignando. Lily gli lanciò un’occhiataccia e James decise d’intervenire.
“Ehm Felpato, prendi da mangiare e lasciamo lavorare Lily e Severus…”
“Severus? Da quando è Severus?” chiese sorpreso Sirius, andando verso l’armadietto delle merendine. Severus dal canto suo fece finta di non averlo neppure sentito, continuando a scorrere una lista di ingredienti.
“Da quando James vuole continuare a dormire nel letto, ecco da quando.” rispose acida Lily, continuando a fulminare con lo sguardo Sirius. Gli amici di suo marito erano simpatici e affettuosi, ma lei non sopportava questa loro arroganza di erigersi a giustizieri del mondo. O meglio, l’arroganza di Sirius… E quella di James, che per fortuna lui aveva perso. Remus era decisamente più mite.
“Oooooh Ramoso, ti sei fatto mettere sotto dalla Evans! Chi l’avrebbe mai detto?!”
“Come osi Black?” rispose James, ghignando e preparandosi all’assalto “Ti ricordo che ora è una Potter… E mi può mettere sotto quando vuole, se capisci cosa intendo…”
Le orecchie di Severus si arrossarono mentre lui continuava a far finta di leggere la lista. Lily inarcò un sopracciglio, pronta a strigliare i due uomini e a cacciarli dalla cucina, quando un’enorme fiammata verde esplose nel camino. Mezzo secondo dopo Narcissa Malfoy uscì, il volto teso e l’espressione spaventata… E un labbro rotto e gonfio.
“Mio Dio Cissy, che ti è successo?!” chiese Lily, allarmata. Severus rizzò il capo ed osservò la donna.
“Lily… Senti… Devo andare… Volevo avvertirti… E non scrivere finché non te lo dico… Potrebbe controllare i gufi…”
“Chi potrebbe controllare i gufi? Che ti è successo?!”
Gli occhi di Narcissa si riempirono di lacrime mentre lei già arretrava verso il camino.
“Lucius… A lui non piace questa storia, ed io… Oh mi dispiace, ma Draco è da lui… Io… Devo andare… Ti spiego appena posso!”
Detto questo la donna sparì di nuovo nel camino, lasciando Lily turbata e gli altri immobili.
“Senti Lils… Ma quella era Narcissa Malfoy? Mia cugina?” chiese Sirius spezzando l’immobilità e il silenzio, rialzandosi con un sacchetto di patatine in mano.
“Sì…” sussurrò Lily “Ma che vuol dire? Che è successo?”
“Credo che Lucius le voglia impedire di aiutarti.” rispose Severus, stringendo i pugni.
“Cosa?! Ma perché?!”
“Lucius Malfoy era un Mangiamorte Lils… Il braccio destro del Signore Oscuro, se così si può dire. Non dev’essere troppo felice, ora che ha scoperto che sua moglie fa comunella con la donna che ha messo fine al regime di terrore del suo padrone…” rispose Severus.
Lily si sedette, lo sguardo di nuovo assottigliato e furioso.
“Io non ho messo fine ad un bel niente.”
“Sai cosa intendo. La profezia e tutto il resto.”
“Però… Oh accidenti, se crede che me ne starò zitta mentre picchia sua moglie… Ma perché Cissy non se ne va? Perché non l’ha lasciato?!”
“I matrimoni Purosangue sono combinati… E’ un disonore ricorrere al divorzio. Probabilmente se fosse stata sola l’avrebbe fatto… Ma Lucius ha Draco, l’hai sentita.”
“Beh allora potrebbe prendersi suo figlio ed andarsene!” disse Lily, scattando di nuovo in piedi e sbattendo le mani sul tavolo.
“E dove andrebbe? Lei dipende in tutto e per tutto da suo marito, non può disporre nemmeno della sua dote: come farebbe a mantenere un figlio?”
Ci fu un attimo di silenzio.
“Tutto questo è profondamente ingiusto. Le leggi sono ingiuste, si dovrebbe fare qualcosa! Devo andare da lei e prendere a calci Lucius…”
“Non farlo Lils.”
“Come posso non farlo?! Quel farabutto le sta facendo…”
“Se entri in quella casa non ne esci viva. O almeno non con tutti i pezzi.”
“Che intendi dire Severus?” chiese James, intervenendo per la prima volta nella conversazione.
“Quello che ho detto. Mi hai sentito prima? Lucius Malfoy era considerato il braccio destro del Signore Oscuro.”
“E perché allora non sta marcendo ad Azkaban?!” chiese Sirius, livido di rabbia.
“Oro, immagino. Ne ha a palate e fa un sacco di donazioni a destra e a manca, Ministero compreso…”
“Ma non possiamo permetterlo. Io devo…” cercò di dire Lily.
“No Lily, non fare niente. L’hai sentita, se le scrivi la metterai nei guai, e non puoi andare là.”
“Ma…”
“Niente ma. Non preoccuparti… Ci andrò io.”
“Ci andrai tu?” chiese James, sorpreso.
“Certo. Lucius si fida ancora di me… Non sa che io e Narcissa eravamo due spie per conto di Silente.”
“Aspetta, mia cugina era una spia?!” intervenne Sirius, sbalordito.
“Non proprio. Ma è stata lei a dirm… Ad avvertire Silente, quando il Signore Oscuro stava venendo qua. James e Lily le devono la loro vita.”
“Bene, allora è rinsavita, e ha capito che gli ideali Purosangue fanno schifo. Se permettete, voglio fare qualcosa per lei.” disse Sirius, camminando intorno al tavolo.
“E che cosa?” chiese Lily.
“Moccio…” Lily gli lanciò un’occhiataccia e lui tossì “Ehm, Severus, tu puoi parlarle senza che Lucius sospetti niente no?”
“Esatto Black, l’ho appena detto.”
“Bene, allora aspetta qualche giorno prima di andare…”
“Certo, non sono mica così stupido.”
“Aspetta, perché deve aspettare?!” chiese Lily.
“Perché se mi presentassi da loro due secondi dopo averla vista in quello stato pure Lucius potrebbe pensare qualcosa Lils. Se vuoi proteggerla devi aver pazienza.”
“Non si può proprio fare altrimenti?”
“No, non si può.” rispose Sirius “Comunque ti chiedevo di aspettare per un altro motivo.”
“E cioè?” chiese Severus, inarcando un sopracciglio.
“Te lo dirò fra qualche giorno, ovviamente.” rispose Sirius, uscendo dalla cucina e trascinandosi dietro anche James. Poco dopo si udì il pop della smaterializzazione.

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Capitolo 16
*** Un aiuto inaspettato ***


Rieccomi!
Sono tornata, non sono morta!
Come avevo avvertito sono andata in vacanza u.u al mare tutto bene, però da ieri ho un mal di denti incredibile, un casino che non vi dico, stamattina sono andata dal dentista… Beh, devo fare una cura di antibiotici e poi non so cosa, ma il male resta ;_; fortunatamente avevo già scritto questo capitolo… Per le altre storie che devo aggiornare beh, vedrò di fare il possibile (come ho già fatto stamattina per ‘Sex in Time’).
Ringrazio come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda e chi recensisce, ricordo che ho un account facebook apposta per EFP (questo: http://www.facebook.com/mitsuki.efp) e vi pregherei, se mi inviate la richiesta, di specificare chi siete (anche se le ultime richieste le ho accettate tutte XD chi non ha il nome di EFP… Mi aggiorni!)
Aspetto i vostri commenti =)
Buona lettura =)


Un aiuto inaspettato

In quei tre giorni Lily aveva cercato di lavorare, senza ottenere alcun risultato. Era troppo preoccupata per Narcissa: e se Lucius avesse scoperto che era riuscita ad avvertirla via camino? Se l’ex Mangiamorte avesse rapito il piccolo Draco? Se non fossero riusciti ad aiutare Cissy?
Fortunatamente Sirius arrivò con una soluzione. Si smaterializzò nel salotto mentre Lily giocava con Harry, sia per recuperare un po’ di tempo con suo figlio sia per non pensare troppo alla situazione di Narcissa, che la rendeva nervosa. Se non ci fosse stato Severus a trattenerla si sarebbe già presentata a Malfoy Manor, con l’idea di dirne quattro al biondino che si era permesso di picchiare e minacciare l’amica.
“Lily, ho una notizia che ti piacerà.”
“Che notizia?”
“Chiama Mocciosus… Voglio dire Severus… Aaaah, le brutte abitudini sono dure a morire, non guardarmi così!”
Lily si alzò da divano passando Harry a Sirius e si precipitò a scrivere un gufo a Severus. Mezz’ora dopo lui si smaterializzò davanti alla porta d’entrata. Lily lo fece entrare e si accomodarono tutti in salotto, in modo da poter tener d’occhio anche Harry, che nel frattempo cercava di afferrare la coda di Isidoro.
“Allora gente, James lo sa già, mi ha aiutato a rintracciarla…”
“Chi?”lo interruppe Lily, spazientita.
“Un momento, ci stavo arrivando! Si tratta di Andromeda.” disse, facendo una pausa ad effetto prima di continuare, come a voler sottolineare l’importanza di quel nome.
“E chi è?” chiese Severus.
“Aspetta… Andromeda tua cugina? Quella che ha sposato un nato babbano?” intervenne Lily, speranzosa.
“Esatto! Vedo che hai centrato il punto.”
“Io non capisco, e allora?”
“Come sarebbe ‘e allora’?! Ha sposato un nato babbano, è una Black ripudiata, ed è la sorella di Narcissa!”
“Ancora non…”
“Questo vuol dire che la capisce! Anzi, lei aveva capito tutto fin dall’inizio, per questo se n’è andata. E’ disposta ad accogliere Cissy a casa sua, a braccia aperte… Mi ha detto di dirle che ovviamente può portare Draco, e che non deve preoccuparsi di nulla per il momento. Finché potranno le daranno una mano, e di certo non le faranno mancare vitto ed alloggio. Era una furba la mia cuginetta: prima di andarsene sollevando uno scandalo e mandando a monte il matrimonio combinato ha pensato bene di riscattare la dote e trasferirla in un luogo sicuro. Vive in una casa modesta, è vero, ma non si fa mancare nulla e non fa mancare nulla nemmeno a sua figlia. Ah già, riferisci anche questo a Cissy: ha una nipotina bella e sana, si chiama Ninfadora e ha otto anni. Non vede l’ora di giocare con il suo cuginetto… Meda ha detto che le stanno già preparando una camera, per lei e Draco. Avrà anche un bagno privato.”
“Oh, è meraviglioso Sirius!” esclamò Lily, correndo ad abbracciarlo.
“Non ringraziare me folletto. Ringrazia la mia bravissima cuginetta.”
“Ancora con sto folletto?!”
“Va bene Black, riferirò.” intervenne Severus, prima che Lily potesse dare in escandescenza.
In quel momento si sentì un “Meeeeeoww!” molto infastidito e i tre videro Harry che era riuscito a prendere e a tirare la coda del gatto. Isidoro si girò e lo graffiò sul braccio, facendolo scoppiare a piangere.
“Harry, quante volte t’ho detto di lasciare in pace Isi?!” lo rimproverò Lily, esasperata, poi però andò a prenderlo in braccio e si mise a cullarlo per calmarlo.
“Se non avete più nulla da dirmi, credo che sia ora di andare a trovare i Malfoy.” disse Severus, osservando per un momento Harry e Lily.
“Vai pure.” rispose Sirius.
“Severus…” aggiunse Lily. Lui si girò a guardarla, e lei si avvicinò, ancora con Harry in braccio “Grazie.” gli disse, alzandosi sulle punte e dandogli un piccolo bacio sulla guancia.
Severus fece un cenno del capo e poi uscì di casa. Quando fu certo di essere solo si toccò il punto dove le labbra di Lily l’avevano sfiorato, poi sorrise e si smaterializzò.

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Capitolo 17
*** Fuga ***


Buon pomeriggio a tutti =)
Sto ancora male, il mio dente mi fa impazzire e mi ucciderò lo stomaco a forza di antidolorifici, però… Il capitolo era già scritto, quindi lo posto u.u
Ringrazio chi mi segue/preferisce/ricorda e chi recensisce =) mi fa sempre piacere avere le vostre opinioni! =)
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Buona lettura! =)


Fuga

Narcissa Malfoy aspettò un’altra settimana prima di scappare di casa, per potersi organizzare al meglio. L’unica ‘cosa’ ancora di sua proprietà era Trixi, un’Elfa Domestica che le aveva donato suo padre per il matrimonio, a cui diede l’ordine di organizzare le sue cose senza far intendere nulla agli altri Elfi e a Lucius. Lucius in quel periodo non la faceva più uscire. Un po’ perché il labbro doveva ancora guarire, ed un po’ perché temeva che Cissy avrebbe avuto un colpo di testa e avesse potuto fare qualche pazzia. La visita di Severus di qualche giorno prima l’aveva rimesso di buon umore, così mentre discuteva con l’uomo non si era accorto del bigliettino che Severus stesso aveva dato a Trixi quando essa era venuta a portare il the. Narcissa naturalmente era confinata nelle sue stanze, rinchiusa con la magia che non le permetteva di smaterializzarsi, lontana da Draco e senza polvere volante. In realtà lei l’aveva, ma non era riuscita più ad usarla dopo che aveva avvertito Lily: aveva ordinato a Trixi di rimetterla al suo posto senza farsi vedere per non insospettire Lucius.
Nel biglietto che le aveva dato Severus c’era, oltre alla buona notizia, un modo per uscire di casa che non aveva preso in considerazione: l’utilizzo di Trixi stessa, che in quanto Elfo Domestico poteva smaterializzarsi in barba a tutte le leggi magiche, e portare con sé altre persone. Narcissa si era quindi preparata con tutta calma, decisa ad attuare una vendetta in grande stile: per prima cosa aveva impacchettato e fatto sparire tutti i gioielli – facendone fare un duplicato a Trixi con la magia, per non insospettire Lucius, il quale le aveva requisito la bacchetta per evitare che lei riuscisse a forzare le barriere magiche – poi aveva provveduto a fare lo stesso con gli abiti più costosi – non perché li amasse particolarmente, ma perché erano di valore, e Lucius odiava perdere cose di valore – e con alcuni affetti particolari, come il corredo di nozze che le aveva regalato sua madre. Poi, decisa come non mai a cogliere di sorpresa suo marito – che ormai si poteva considerare il suo carceriere – aveva finto una lenta resa, sicura che l’uomo si sarebbe insospettito di più se si fosse dimostrata da subito mansueta e calma, e aveva ripreso ad accoglierlo nel letto quando questi voleva soddisfare le sue voglie. Infine, aveva pensato a Draco. Erano circa due settimane che non lo poteva vedere, e stava impazzendo, ma si sforzò di mantenere la mente lucida. Come aveva già fatto con le sue cose fece in modo che Trixi duplicasse gli averi di Draco e nascondesse gli originali in attesa del trasferimento. Poi scrisse una lettera a Lily e gliela fece recapitare tramite l’Elfa, chiedendo temporaneo appoggio per le sue cose dato che non sapeva dove abitava sua sorella Andromeda. Lily rispose entusiasta – sempre utilizzando l’Elfa come messaggera – e Narcissa iniziò così a trasferire i suoi averi a casa Potter, poco alla volta, per non destare sospetti. Faceva uscire Trixi per delle commissioni di routine e l’Elfa allungava apposta il giro per consegnare a Lily le sue cose, di modo che una volta a casa Trixi arrivasse con cibo, bevande, vestiti, robe varie che insomma giustificassero le sue uscite. Narcissa pregò l’amica di conservare anche una lettera – oltre a quelle che aveva già fatto impacchettare perché erano dei ricordi – che altro non era che la sua richiesta di divorzio. I Purosangue non adottavano mai quel sistema perché i matrimoni venivano combinati ed era un disonore che una sposa o uno sposo fuggisse e si sottraesse ai suoi doveri, ma la legge li tutelava comunque, non facendo distinzione alcuna. Se Lucius avesse avuto anche solo un sospetto di quello che stava per fare probabilmente l’avrebbe uccisa.
Venne quindi il giorno della fuga vera a propria. Narcissa aspettò che tutti fossero a letto – fortunatamente non condivideva le stanze con Lucius –, poi mandò Trixi a recuperare la sua bacchetta e Draco. L’Elfa le fu accanto due secondi dopo, e Narcissa prese suo figlio dalle sue esili braccia.
“Andiamo Trixi, portami dai Potter.” disse, non volendo perdere tempo ad individuare e sciogliere i sortilegi che la tenevano prigioniera. Credeva che un incantesimo sbagliato avrebbe comunque fatto scattare gli allarmi della casa, e poi non poteva permettersi di scioglierli: aveva un piano.
Mormorò una formula con la bacchetta e non accadde niente, ma Narcissa sapeva che aveva funzionato. Si fece portare dai Potter, dove Lily l’aspettava sveglia, e poi rimandò indietro Trixi per l’ultima missione: portare la fede e l’anello di fidanzamento al Malfoy Manor, dove Lucius la mattina seguente li avrebbe trovati sul tavolo della colazione.
“Tutto apposto Cissy?” chiese Lily, preoccupata per la sua amica.
“Sto benissimo grazie.” rispose la donna, sorridendo. Lily si avvicinò e con un semplice incantesimo le guarì il labbro, ancora un po’ gonfio.
“Quindi questo è tuo figlio Draco?” chiese poi, osservando il piccolo dormire. Aveva i capelli biondissimi del padre, ma i lineamenti sembravano più della madre.
“Sì, è lui… Fortunatamente le materializzazioni non l’hanno svegliato.”
“Non è molto più grande di Harry.”
“Si passano appena un mese, è nato il cinque giugno.”
“Bene. Sarai stanca comunque, se vuoi puoi fermarti…”
“Oh no, aspetto Trixi poi andiamo da Meda. Sirius c’è? Ci deve indicare la strada.”
“Vado a chiamarlo, abita qui accanto.”
“Grazie. Sai, non vorrei che Lucius scoprisse prima del previsto la mia fuga… Se mi trovasse qua poi potrei crearvi problemi.”
“Figurati Cissy. A fra poco.”
Lily uscì di casa in vestaglia ed andò a suonare alla porta della villetta accanto. Sirius, vestito di tutto punto nonostante l’ora, le aprì subito.
“E’ arrivata?”
“Sì, è di là che ti aspetta. Fate presto e poi fammi sapere.”
“Certamente.”
Tornarono a casa Potter e videro che Trixi era arrivata, così si smaterializzarono subito da Andromeda. Per il resto della notte Sirius e l’Elfa fecero avanti e indietro per trasportare tutte le cose di Narcissa nella nuova casa, e Lily li aiutò per quanto poté. Alle quattro di mattina, finalmente, finirono: così la rossa andò di sopra per dormire. Era da sola in casa, a parte Harry, perché James faceva il turno di notte: sarebbe arrivato a momenti.
Il mattino dopo, alle sette, Lucius Malfoy scese in cucina, tranquillo e riposato come tutti i giorni. Vide gli anelli sul tavolo e stava per chiamare gli Elfi, quando un grosso barbagianni picchiò alla finestra. Aprì e prese la missiva: era una pergamena dall’aria ufficiale e arrivava dal Ministero, e gli annunciava la richiesta di divorzio avanzata dalla moglie più una serie di accuse, come la segregazione della stessa, per le quali gli ispettori sarebbero arrivati di lì a cinque minuti. Non riuscì neanche a rendersi conto della situazione che Dobby gli annunciò che c’erano tre persone del Ministero alla porta.

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Capitolo 18
*** Incastrato ***


Ho appena finito di scrivere “L’erede di Serpeverde”, sono troppo contenta! =D
Così adesso ho solo due storie da dover portare avanti (escluse collaborazioni e “Le avventure erotiche di L. e del rosso-arancio”, per cui devo prima tornare in università e farmi venire l’ispirazione u.u … Che rimarranno un attimo in pausa causa esami u.u)
Tornerò dopo il 12, ma non temete… Essendo questa storia già finita aggiornerò anche prima u.u
Ringrazio chi mi segue/preferisce/ricorda *--*
Invito a recensire, forza! =D che le vacanze sono quasi finite! Non avete più scuse u.u
Nel frattempo ricordo ancora il mio profilo facebook: http://www.facebook.com/mitsuki.efp
Buona lettura! =)


Incastrato

Lucius fece entrare gli ispettori del Ministero, non potendo fare altrimenti. Aveva un brutto presentimento, ma decise di fare il finto tonto.
“Dunque… A cosa devo la vostra visita?” chiese, con il solito tono mellifluo.
“Ha la pergamena in mano signor Malfoy, lo sa: siamo qui per le accuse che sua moglie le ha rivolto.”
“E allora che aspettiamo? Io non ho fatto niente a Narcissa, ci mancherebbe. Perché non venite a trovarla con me?”
Quella donna gliel’avrebbe pagata, pensò Lucius. Sicuramente non avrebbe più visto Draco per il resto dei suoi giorni… Comunque, non doveva far altro che sciogliere gli incantesimi che aveva posto nelle stanze di sua moglie: poteva farlo in modo non verbale, sarebbe bastato camminare dietro agli ispettori. Qualche secondo e nessuna accusa avrebbe retto.
“Oh, ma stiamo aspettando proprio lei prima di procedere. Dovrebbe arrivare a momenti.”
Come come? Narcissa non era in casa? Come aveva fatto?
“Beh… Se non è qui e deve arrivare, non capisco come io avrei potuto… Ehm…” riprese in mano la pergamena e l’accostò al viso “Segregarla, ecco.”
Il suo piano non era tanto diverso, forse ora non avrebbe neppure dovuto sciogliere gli incantesimi: ci aveva già pensato Cissy, la sua adorata mogliettina, facendo in quel modo cadere tutte le prove. Ma che furbizia! L’avrebbe punita a dovere comunque, dopo.
“Ovvio, non passiamo a lei tutte le informazioni di cui disponiamo, signor Malfoy.”
La frase turbò Lucius un poco. C’erano cose che non sapeva? O era un bluff? Forse era meglio che si desse la pena di tentare di rimuovere gli incantesimi… Se erano ancora attivi bene, se li aveva rimossi Cissy non sarebbe successo niente lo stesso: avrebbe vinto comunque.
Mezzo minuto dopo Dobby annunciò la visita di Narcissa Malfoy. Ovviamente la fece entrare.
“La mia cara mogliettina! Sul tavolo c’è qualcosa che ti appartiene. Inoltre mi devi spiegare un po’ questa, tesoro.” l’accolse Lucius, mascherando le minacce con un tono accogliente.
Narcissa Malfoy non lo degnò neppure di uno sguardo, cosa che lo fece infuriare.
“Bene, andiamo.” disse invece agli ispettori del Ministero, facendo strada con aria fiera ed altezzosa. I tre la seguirono e Lucius rimase in coda al gruppo: proprio la posizione che sperava di avere. Fin troppo facile, quelli erano dei novellini. Una volta giunto nelle stanza di Cissy, sciolse gli incantesimi senza farsi vedere. Narcissa si fermò.
“Ecco, è qui che mi teneva: come potete vedere una camera da letto, un bagno e un salottino. E ovviamente non potevo vedere Draco, mio figlio.”
“Già Draco, chissà se si è svegliato?” chiese Lucius, cercando di far capire alla moglie con lo sguardo che non l’avrebbe mai più rivisto.
“Se permette ora dovremmo verificare. Lei dice che era tenuta sotto un incantesimo anti-smaterializzazione vero?”
“Esattamente.”
“Bene, allora faccia quello che deve fare.”
Narcissa alzò la bacchetta è pronunciò una formula, una formula che Lucius non aveva mai sentito.
“Aspetta… Che stai facendo?! Che incantesimo è questo?!”
“Signor Malfoy, questo è il contro incantesimo di un incantesimo congelante… Ovvero sua moglie ha congelato gli incantesimi di protezione che lei aveva messo per impedirle di fuggire, di modo che non potesse scioglierli.” dicendo questo il dipendente del Ministero pronunciò un’altra formula, e il soffitto, il pavimento e le pareti delle stanze che aveva indicato Narcissa s’illuminarono di diversi colori.
“Qui abbiamo un incantesimo anti-smaterializzazione… Uno per chiudere le porte e le finestre verso l’esterno… Sì, direi che ha ragione lei signora: qualcuno ha sicuramente fatto in modo che non si potesse fuggire da queste stanze.”
“Aspettate… Non crederete davvero che sia stato io vero? E’ tutta una messa in scena di mia moglie!”
“Mi dia la bacchetta signor Malfoy.”
“Cosa?! Perché mai dovrei darvi la bacchetta?!”
“Se fa resistenza saremo costretti ad arrestarla.”
“E con quale autorità?!”
“Con la mia, signor Malfoy.” disse il terzo funzionario, che non aveva mai parlato “Sono un Auror specializzato in abusi, e sono il responsabile di questa indagine. Allora, ci consegna la bacchetta?”
Lucius osservò il lampo di vittoria negli occhi di sua moglie e si sentì pervadere da una furia cieca. Il fatto che ci fossero tre funzionari del Ministero come testimoni, di cui uno Auror, lo costrinsero però ad obbedire agli ordini, consegnando la bacchetta.
“Pior incantatio!” esclamò l’Auror.
Inorridito, Lucius vide l’ombra degli incantesimi che aveva appena scagliato uscire dalla sua bacchetta. Dunque avevano fatto apposta a farlo restare dietro, non era stato un errore da principianti… Volevano proprio che tentasse di eliminare gli incantesimi. L’Auror non si fermò a quello però, e proseguì finché non vide l’incanto con cui aveva disarmato Narcissa e gli incantesimi che l’avevano segregata in casa.
“Beh signor Malfoy… Direi che lei si è impiccato con le sue stesse mani, o meglio con la sua stessa bacchetta… La dichiaro in arresto.”
“Aspettate! E’ tutta una congiura! E come avrebbe fatto a fuggire eh?!”
Narcissa alzò il capo, lo sguardo fiero e arrabbiato, mentre l’Auror immobilizzava Lucius con un incantesimo.
“I dipendenti del Ministero ne sono già al corrente, ovviamente, ma se ci tieni tanto… E’ stata Trixi, l’Elfa. La magia dei maghi non significa niente per gli Elfi, che tu reputi creature indegne… E mi ha permesso di salvare me e Draco. Proprio così, mio caro, ho portato via anche Draco e ora divorzierò da te, e dato del crimine di cui ti sei macchiato scommetto che otterrò l’affidamento esclusivo… Per non parlare di tutte le belle cose che ho da dire sul tuo conto, come ad esempio il fatto che eri un Mangiamorte…”
Lucius urlò.
“Troia! Non lo farai mai! Dov’è finito il tuo onore Purosangue eh?! Che lavaggio del cervello ti ha fatto quella Sanguesporco?! Se solo lei non fosse nata, il nostro Signore Oscuro ora regnerebbe su tutto!”
“Ah! Il fatto che io sia una Purosangue probabilmente ti ha fatto dimenticare che anche io ho un cervello! Ma chi era colei che curava tutti voi quando tornavate malconci da qualche missione eh?! E vuoi proprio sapere una cosa?” Narcissa si avvicinò a Lucius, che continuava a guardarla con odio. I tre funzionari del Ministero continuarono a verificare che Lucius non potesse scappare, ma non intervennero nella conversazione. Quando fu a meno di un centimetro di distanza dalla sua faccia, Narcissa si preparò a dire la verità, quella verità che per tutti quei mesi aveva taciuto, per paura di suo marito.
Io ero una spia per conto dell’Ordine della Fenice. IO ho avvertito Silente quando Voldemort si è smaterializzato dai Potter! Non è merito della Sanguesporco se il suo regno del terrore è finito, è merito MIO! Di una Purosangue! Prima di considerarmi come una schiava sessuale in grado solo di generare un erede, avresti dovuto considerarmi per quello che sono: una madre! Come avrei potuto permettere che un mostro assassinasse un bambino?! Poteva essere Draco!”
Lucius urlò ancora, e Narcissa si fece da parte. Per un attimo i suoi occhi avvamparono ancora di collera, poi si ricompose.
“Signori, potete portarlo via. Se avete bisogno di contattarmi scrivete ai Potter, loro sapranno dove trovarmi. Sarò ben felice di testimoniare al processo contro quest’uomo. E fate in modo che io ottenga il divorzio il prima possibile.”
Con un cenno del capo i due dipendenti del Ministero e l’Auor si smaterializzarono, portando con sé Lucius, che continuava a gridare improperi contro di lei.
“Signora, non tocchi nulla, dovremo fare delle indagini più approfondite.” si raccomandò l’Auror prima di sparire, e Narcissa annuì.
No, non avrebbe toccato nulla: non voleva più avere niente a che fare con quel posto, quindi mezzo secondo dopo gli uomini si smaterializzò anche lei, tornado da sua sorella Meda e dal suo Draco.
Tornando a casa.

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Capitolo 19
*** Ricerche ***


Buongiorno EFP! =D
Ecco qua il mio nuovo capitolo u.u
Ci avviciniamo alla fine della storia… Eheheheh *--*
Mi sento contenta! =D (non ne avrei molto motivo… Esami alle porte… =..=)
Bene! Ringrazio come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda… E chi recensisce! =D Fatemi felice, dai! =D
Buona lettura! =D
PS= il mio profilo fb, lo ricordo come al solito u.u http://www.facebook.com/mitsuki.efp


Ricerche

Lucius Malfoy venne processato per direttissima, meno di una settimana dopo il suo arresto. Narcissa Malfoy testimoniò contro suo marito e contro i membri del Ministero corrotti che avevano fatto sparire le prove del suo coinvolgimento come Mangiamorte in cambio di oro. Per tutti fu richiesta ed ottenuta una condanna ad Azkaban di dieci anni, venti per Lucius che si era macchiato anche del reato di averla segregata e di altri commessi quando stava nei Mangiamorte.
Albus Silente, alla fine del processo, posò una mano sulla spalla di Narcissa e sorridendo le fece le congratulazioni per essersi esposta così, ringraziando ancora una volta l’aiuto che aveva dato a lui e a tutto l’Ordine della Fenice per sconfiggere Lord Voldemort. Ovviamente la donna, insieme alla condanna del marito, ottenne anche il divorzio, potendo rientrare così in possesso della sua dote e di una cospicua parte del patrimonio dei Malfoy come risarcimento danni. A Lucius sarebbe comunque rimasto di che vivere, una volta uscito di prigione, e Narcissa rifiutò il Malfoy Manor dove aveva vissuto consegnandolo invece al Ministero della Magia. Infatti la villa era stata la base di Lord Voldemort quando era ancora in vita, e necessitava di essere esaminata appieno dai funzionari del Ministero.
Il giorno dopo il processo uscirono file e file di articoli di giornali che trattavano sia del suo divorzio che delle sue accuse contro il marito, e soprattutto della novità appena emersa che la riguardava in prima persona: Narcissa Malfoy era una spia, lavorava per conto dell’Ordine della Fenice e aveva avuto un ruolo chiave nella scomparsa di Colui-che-non-deve-essere-nominato.
Narcissa Malfoy non ci fece neppure caso, presa com’era a lavorare con Lily per trovare una cura per Frank e Alice. Remus si era offerto di fare da balia anche a Draco e Ninfadora, togliendo Andromeda dall’impiccio di pagare una babysitter mentre lei era al lavoro. Draco e Dora si adoravano, e presto anche Harry entrò nelle loro grazie: Ninfadora cambiava il suo aspetto per farli ridere e i due bambini, sebbene ogni tanto litigassero per qualche gioco, andavano più che d’accordo, sfidandosi già con le scope giocattolo.
Nel frattempo Lily, Narcissa e Severus lavorarono sodo.
“Il problema.” disse Narcissa un tetro lunedì pomeriggio, leggendo i rapporti dei medici sul caso di Frank e Alice “E’ che la maledizione Cruciatus infiamma, ma non danneggia. Cioè, quello che intendo dire è che avrebbero dovuto solo avere la febbre, non capisco perché arrivare alla pazzia… I loro ricordi dovrebbero essere intatti.”
“Forse è stato il prolungamento della tortura…” azzardò Severus, scorrendo un’altra fila di appunti.
“Dovremo trovare il modo di riuscire a vedere dentro.” disse stancamente Lily, alzando lo sguardo dai libri.
“Vedere dentro?” chiese Narcissa, piuttosto stupita.
“Sai Lils, non è una cattiva idea.” intervenne Severus.
“Ma come?”
“Ci sono incantesimi che permettono agli oggetti di diventare trasparenti…” rifletté Lily, mordicchiando una piuma.
“Bisognerebbe trovare il modo per circoscriverlo agli strati esterni della pelle e alla scatola cranica… Ovviamente senza controindicazioni… Forse una pozione è più indicata di un incantesimo, permetterebbe di controllarne meglio gli effetti.”
“Già… Ma da dove partiamo?”
“Beh se prendiamo in considerazione che il fungo Mellifluos ha la caratteristica di avere la cappella trasparente, potremmo partire da lì e renderlo l’ingrediente chiave…”
Si persero in discussioni sulle proprietà dei vari ingredienti che sarebbero potuti servire per la pozione. Narcissa non fu molto utile in tal senso, però suggerì delle erbe calmanti per annullare eventuali effetti collaterali.
La ricerca procedeva inesorabile, ed i tre si erano convinti che il solo modo per poter sperare di curare Frank ed Alice fosse scoprire innanzitutto le cause del loro male, che rimanevano ancora ignote, e quindi avrebbero dovuto guardare all’origine: il cervello. Inventare la pozione si dimostrò oltremodo complicato, per non parlare della preparazione, e decisero di farne dieci varianti con vari dosaggi, per poi sperimentarle.
Ancora una volta Lily si rese conto di star trascurando Harry e James, ma il lavoro la prendeva come non mai. James capiva e le dava tutto l’appoggio possibile, ma lei sapeva che niente avrebbe potuto ridarle quei giorni con Harry. Vedeva suo figlio solo la sera tardi e la mattina presto, ed era troppo esausta per fare qualsiasi cosa. Narcissa stava nella stessa situazione, ma sembrava molto più serena: una sera, dopo che Severus se ne fu andato, decise così di parlagliene.
“Cissy, non ti senti mai… In colpa? Verso Draco voglio dire. Noi lavoriamo come pazze tutto il giorno e…”
“Oh Lily, io credo che Draco capirà. Forse ti stupirò, ma lo vedo più adesso di quando… Di prima. Prima c’erano gli Elfi, ed io non potevo quasi toccarlo: una madre Purosangue non si deve affezionare troppo al suo bambino, perché è soltanto un erede. Sciocchezze. Ho amato Draco fin dal primo istante in cui ho scoperto di averlo dentro di me… E’ stato il mio talismano, la mia ancora, colui che mi ha permesso di fare quello che ho fatto… Non ne abbiamo parlato molto, ma so che Severus te l’ha detto: l’ho avvertito io quando il Signore Oscuro si è smaterializzato per venire da te. Il fatto è che… Tu potevi vivere tuo figlio… Io t’invidiavo, ma non ti volevo male, anzi. Harry sarebbe potuto essere Draco… Colui-che-non-deve-essere-nominato era solo un pazzo, e non doveva permettersi di uccidere un bambino. Finora avevo temuto e non mi ero esposta troppo per paura che facessero male a mio figlio… Ma non avrei sopportato comunque l’idea che tu perdessi il tuo. E’ stato per quello che ho agito, ho giocato il tutto per tutto: se Silente fosse riuscito a fermarlo bene, se no… Ammetto di aver pensato di essere abbastanza al sicuro comunque. Voglio dire, lui stava a casa nostra, Lucius era uno dei suoi favoriti… Dovevo proteggere Draco dopotutto… In un modo o nell’altro.”
Lily poggiò una mano sul braccio dell’amica.
“Ti capisco Cissy. Anche io mi ripeto che per Harry è meglio una madre assente e impegnata che nessuna madre. E che questo è per un periodo limitato di tempo, solo per salvare Frank e Alice e per permettere a Neville di avere di nuovo una famiglia, come l’ho io. E’ solo che ogni tanto mi sento in colpa.”
“E’ normale Lils. Ma quello che fai è encomiabile, e Harry lo capirà. Anzi, è possibile che tutto questo finirà a breve, e che lui non si ricordi neppure di questo periodo, crescendo. Non farti venire dubbi, non esitare: sei nel giusto.”
“Ti ringrazio Cissy.”

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Capitolo 20
*** Successo e tentativo ***


Buona sera a tutti u.u
Ecco che pubblico anche questo capitolo =) oggi è il giorno delle pubblicazioni XD
Ringrazio come sempre chi segue/preferisce/ricorda =) e chi recensisce =D
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Buona lettura! =D


Successo e tentativo

Ci volle circa un mese perché le pozioni – estremamente complicate – fossero pronte. Le sperimentarono su apposite creature al cospetto di una commissione preposta, per poter fare eventualmente brevettare quella giusta. In genere occorrevano dei mesi perché si brevettassero nuove pozioni, ma il Rettore dell’università aveva intercesso a favore di Lily di modo che la sua ricerca avesse la priorità, dato che aveva lo scopo di guarire delle persone, che avevano bisogno d’aiuto nell’immediato.
Solo una pozione andava bene, le altre si scoprirono con diversi effetti collaterali dati dal dosaggio di certi ingredienti. In effetti anche nella pozione scelta vi erano delle pecche, ma erano facilmente rimediabili sia a livello teorico che pratico. Aggiustarono quindi la pozione direttamente mentre l’esaminavano, e la commissione diede subito l’appoggio per poterla usare. L’effetto era proprio quello desiderato: il cranio – opportunamente rasato – diventava invisibile, permettendo di esaminare l’interno del cervello con la vista. Qui Severus aveva avuto un lampo di genio, ed era riuscito a fare in modo che, con un semplice incantesimo, l’effetto dell’invisibilità si espandesse o si ritraesse per esaminare il cervello nella sua interezza, e non solo in superficie.
La sera James insistette per preparare una festa, così vennero tutti invitati a casa Potter: Severus e Narcissa con Draco, ma anche Sirius, Remus ed Andromeda e Ted Tonks, con la figlia Ninfadora.
Si divertirono tutti un sacco: furono incantati dal potere di Ninfadora che, nonostante fosse solo una bambina, sapeva controllare così bene – e accolse con gioia l’occasione di essere al centro dell’attenzione – e Lily e Narcissa furono stupite di vedere come andassero d’accordo Harry e Draco.
“Beh, e io che vi avevo detto?” disse Remus apparendo alle loro spalle, mentre le due donne osservavano allibite i bambini giocare con i peluches.
“Oh Remus, è fantastico!” esclamò Lily, abbracciando l’amico.
“Che stai facendo donna?! Mi tradisci?” chiese James, arrivando dalla cucina con un sorriso enorme e un bicchiere di vino elfico. Lily gli fece la linguaccia.
Severus se ne andò dopo cena, adducendo la scusa di avere ancora molti compiti da correggere. Nessuno gli fece notare che ormai era giungo, e di compiti ne avrebbe dovuti avere ben pochi… Lily si ritrovò ancora una volta a pensare cosa aveva scoperto su di lui, quell’ormai lontano giorno nello studio di Silente, e le si strinse il cuore. Purtroppo non poteva farci niente se si era innamorata di James, e forse non era giusto coinvolgerlo così nelle loro ricerche… Ma Severus era un membro validissimo del loro team, che non si sarebbe mai sognata di sostituire con nessun’altro. Gli sarebbe bastata la vicinanza che poteva dargli, come semplice amica? Lily decise però che non era il caso di farsi turbare da questi pensieri, soprattutto in quella sera di festa, e così propose di accendere un po’ la radio e di mettersi a ballare, come facevano da ragazzi nella torre di Grifondoro. Tutti accettarono entusiasti e la serata finì nell’allegria generale.
I bambini dormivano già da un po’ quando tutti decisero di andarsene. La famiglia Tonks e Narcissa usarono la polvere volante per tornare a casa, mentre Sirius e Remus se ne andarono allegramente a piedi dato che abitavano nella casa accanto. Lily prese Harry, che fino a poco prima dormiva sul divano, e lo portò nella sua cameretta. James la raggiunse poco dopo e le cinse la vita con le braccia.
“Continuiamo la festa per conto nostro rossa?” le chiese in un sussurro.
“Perché no, moretto?”
“Che fai prendi in giro?”
“Sei stato tu ad iniziare.”
James ridacchiò, piano per non svegliare Harry.
“Ma sentitela… Vediamo chi ha la testa più dura, uhm?”
“Con molto piacere. Prego, vada prima lei messere.”
Sempre ridendo e battibeccando i due finirono in camera da letto, dove si concessero di finire la festa fra le lenzuola. Dopo che ebbero fatto l’amore si addormentarono abbracciati, e Lily per la prima volta sentì che tutto stava andando per il verso giusto.
Una settimana più tardi venne deciso di provare ad utilizzare la pozione su Frank e Alice. Lily, Narcissa e Severus si ritrovarono così al San Mungo, dove vennero introdotti con alcuni guaritori in una stanzina piccola, separata da quella dove i due pazienti erano tenuti insieme ad altri.
Lily trovò che i suoi amici si fossero sciupati, ed immediatamente si sentì pizzicare gli occhi. Fece un sospiro e si preparò a scacciare le lacrime: dopotutto Frank e Alice non connettevano più, non distinguevano la realtà… Per quanta cura ci mettessero gli altri per prendersi cura di loro erano entrambi dimagriti e avevano lo sguardo spento.
“Signora Potter, un secondo e possiamo incominciare. Dobbiamo prima addormentarli, ma non si preoccupi: l’incantesimo non entrerà in contrasto con la pozione.” disse un guaritore.
Lily fece un cenno, come invitandolo a proseguire.
Frank e Alice si addormentarono, calmi, a Lily versò nelle loro gola due gocce di pozione.

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Capitolo 21
*** Causa e piccola crisi ***


Buonasera u.u
Mi metto ad aggiornare tutto, quindi anche questa storia XD
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Ora vi lascio alla lettura u.u
Piccola premessa: non sono un medico quindi non me ne intendo per niente… La cosa potrebbe non essere assolutamente possibile, e in quel caso mi scuso, ma questo mi era venuto in mente e questo ho scritto .-.


Causa e piccola crisi

Per diverse ore lavorarono con la pozione, cercando di vedere cos’era che non andava. Lo scoprirono quasi subito, ma avevano bisogno di conferme: il Cruciatus prolungato aveva infiammato le cellule fino a sciogliere i collegamenti neuronali. I neuroni in sé non erano danneggiati, Lily se ne rese conto con un sospiro di sollievo. I suoi amici non erano pazzi perché le loro memorie erano alterate, ma semplicemente perché non riuscivano a mettere in comunicazione i loro ricordi e a trovare una risposta agli stimoli esterni. Molto probabilmente, se fossero guariti, non avrebbero avuto più alcuna memoria di questo periodo: l’informazione che veniva loro dai cinque sensi non riusciva a viaggiare per poter essere memorizzata.
Nonostante il problema fosse grave, Lily si sentì sollevata. Certo, ricostruire i collegamenti neuronali non era per niente semplice, per non parlare del fatto che forse non era nemmeno fattibile, però di una cosa almeno era certa: se fossero riusciti a farlo, se fossero riusciti a guarirli… Non ci sarebbero stati altri danni. Nessuno stravolgimenti della personalità, nessun non riconoscere le persone… Erano ancora Frank e Alice, anche a desso, solo che non lo sapevano.
Da quel giorno si misero di buona lena a cercare una cura. Non era semplice, non sapevano neanche da dove partire: pozione? Incantesimo? Trasfigurazione di qualche materiale in materiale organico?
I tre studiarono giorno e notte – Narcissa si applicò anche se non conosceva l’argomento fino in fondo, Severus era ormai libero dato che erano iniziate le vacanze scolastiche – per cercare il modo di far ricrescere ciò che era andato perduto.
Lily riprese ad essere assente. Remus stava con Harry – e Draco – praticamente dalla mattina alla sera, e lei rimaneva chiusa nel suo studio altrettanto tempo. James era preoccupato e a dirla tutta anche un po’ seccato da questa cosa, però non lo diede mai a vedere. Capiva che sua moglie agiva così per il bene di Frank e Alice… Ma credeva lo stesso che stesse trascurando la sua famiglia.
Alla fine Severus ebbe un’altra idea geniale. Disse che secondo lui sarebbe stato meglio creare una pozione da iniettare direttamente nel cervello, che fosse liquida per poter ‘viaggiare’ fra i neuroni ma che si potesse solidificare in qualche modo, con qualche comando – magari un incantesimo – nei punti giusti. La difficoltà, oltre che a creare la pozione in sé con quelle caratteristiche, sarebbe stata quella di farla solidificare nel materiale giusto: materiale organico, neuronale. E un’ulteriore difficoltà sarebbe stata quella di operare con dimensioni molto piccole, invisibili ad occhio nudo se non con particolari incantesimi che già avevano usato per esaminare il cervello di Frank e Alice con la pozione dell’invisibilità circoscritta.
Una volta deciso come procedere, si misero sotto. La loro giornata lavorativa era assurda, andava dalle otto del mattino alle nove di sera, con solo due pause di un’ora per il pranzo e per la cena. James sopportava in silenzio, ma presto sarebbe scoppiato. Cosa che infatti avvenne circa un mese dopo.
“Lily, stai lavorando troppo! Rilassati!” esclamò l’uomo, un giorno che rientrò a casa e la vide, alle dieci e mezzo di sera, ancora chiusa nel suo laboratorio. Gli altri se n’erano già andati, ma lei aveva deciso di continuare comunque: tanto aveva già messo a letto Harry.
“Rilassarmi? Rilassarmi?! Jamie, qui ci sono in gioco delle vite!”
“Qui c’è in gioco anche la tua famiglia!”
Lily si bloccò, una fiala nella mano destra, e lo guardò come se lo vedesse davvero per la prima volta.
“Mi stai minacciando?” chiese in un soffio “O salvo la vita a Frank e Alice o ti perdo? Credevo che mi appoggiassi.”
La voce era così rotta a fine frase che James si sentì spezzare il cuore.
“No… Ma cosa stai dicendo… Non intendevo…”
James si passò una mano nei capelli, pensando di aver esagerato, poi si avvicinò a sua moglie e la strinse in una abbraccio. Lei rimaneva rigida, era scioccata: come aveva potuto Jamie dirle quelle cose?
“Andiamo Lils… Sono solo preoccupato per te, lavori troppo… La tua salute… Ed io ti sento così lontana…”
“Lasciamo andare.”
“Lils…”
“Ho detto di lasciarmi.”
“Non essere sciocca…”
James le tolse delicatamente la fiala dalle mani, poi la prese in braccio e la portò in salotto. Lily sembrava bloccata, non si opponeva né protestava, e la cosa spaventò ancora di più il marito, che non aveva mai visto la donna così.
“Lily… Amore, che hai?”
In quel momento Lily esplose, letteralmente: si mise a piangere e si strinse a James, che la cullò pazientemente.
“E’-è che… I-io lo so che… P-però… E’ per l-loro… M-ma la mia famiglia… H-Harry, e p-poi te…”
“Ssssh… Ssssh…”
In quel momento a Lily portò a galla tutti dubbi che l’assalivano ormai da mesi, e si ripromise di essere più presente sia con suo marito e con suo figlio. C’era in gioco la salute dei suoi amici, vero, ma anche la sua, e la sua famiglia. Doveva solo trovare un equilibrio, anche se sembrava difficile… Non poteva sdoppiarsi, non poteva fare tutto.
In quel momento Lily comprese ed accettò che servisse tempo, tempo sia per trovare una cura che per stare con le persone che l’amavano.

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Capitolo 22
*** Soluzione ***


Eccomi qui, non sono sparita! =D
La storia sta arrivando alla fine, il prossimo capitolo sarà l’epilogo… Se non ho aggiornato prima è perché… Beh, francamente il rientro in università mi ha scombussolato tutti i ritmi D=
Ma nel giro di pochi giorni questa storia sarà conclusa, lo prometto u.u
Ringrazio ovviamente chi segue/preferisce/ricorda/legge in silenzio e chi recensisce *--* grazie mille a tutti, davvero, senza di voi la storia non avrebbe senso! *--*
Ricordo il mio profilo facebook per chi volesse: https://www.facebook.com/mitsuki.efp
E auguro buona lettura! =D


Soluzione

Ci lavorarono tutto il resto dell’estate. Lily era riuscita a trovare un equilibrio, lavorando sodo ma senza esagerare: dalle nove di mattina a mezzogiorno, una pausa fino alle due e poi di nuovo al lavoro fino alle sette di sera. Era un buon compromesso: trascorreva più tempo con Harry e con James e, con somma gioia di quest’ultimo, loro due avevano ripreso a fare l’amore, dato che Lily non crollava più esausta la sera. Inoltre, Lily si rese conto che Harry stava crescendo. Ormai aveva compiuto due anni, così come Draco: decisero di fare due grandi feste per i bambini, lasciando da parte il lavoro per un po’. Con rammarico la rossa si rese conto che fin dall’adolescenza aveva sempre asserito di volere dei figli vicini di età, e di non esserci riuscita. Però si ripeteva che ora non poteva permettersi un altro figlio, dato che già lavorava tanto, e si ripromise di parlarne a James appena fosse riuscita a guarire Frank e Alice. Dopotutto la ricerca andava bene.
Per il compleanno di Draco festeggiarono a casa di Andromeda: Lily la trovò grande e accogliente. C’erano due salottini, di cui il più piccolo adibito a sala giochi per i bambini, ma per la festa si spostarono in quello grande, dato che erano in tanti. Regalarono al piccolo diversi giocatoli e vestitini, e Harry fece una scenata di gelosia: Ninfadora dovette distrarlo durante l’apertura dei regali trasformandosi in una vecchietta piena di rughe. Si gustarono la torta, chiacchierarono del più e del meno, e poi ognuno tornò a casa propria.
Harry, invece, lo festeggiarono a casa dei genitori di James: il posto era decisamente più spazioso, e poi i nonni non vedevano Harry da troppo tempo. Charles e Dorea* furono padroni di casa assolutamente splendidi, misero tutti a proprio agio e poi portarono la più grande torta mai vista. Fecero persino un regalo a Draco, anche se non erano stati invitati alla festa del bambino.
Quelle due giornate di pausa servirono a Lily per recuperare le energie, e le diedero nuovo vigore e determinazione nel concludere la ricerca il prima possibile. Come al solito Severus fu determinante: per settembre avevano trovato un metodo, una pozione da usare insieme a quella della trasparenza, che diventava solida attraverso un incantesimo – diventava un Materiale Elementare, una delle basi magiche per creare la materia – e poi doveva essere trasfigurato nel materiale organico scelto. La pozione avrebbe avuto infinite applicazioni, soprattutto in campo medico, e come per quella della trasparenza ne sperimentarono diverse prima di far riunire la commissione.
Alla fine, il dodici di settembre, la pozione venne parzialmente approvata: ora Lily e gli altri non dovevano far altro che aspettare che si effettuassero i vari test di sicurezza, soprattutto test a lungo termine, prima di poterla considerare approvata a tutti gli effetti e quindi prima di poterla usare su Frank e Alice. I tre non potevano intervenire nei test: non perché non si fidassero di loro, ma perché questi avvenivano al Ministero della Magia, precisamente nell’ufficio Misteri, e venivano fatti solamente da Indicibili preposti. Un funzionario spiegò loro per sommi capi che questo era l’unico modo per poter ‘accelerare i tempi’, ma non disse molto altro.
Lily quindi, dopo un primo tempo di proteste, accettò pazientemente che il Ministero finisse di fare quello che doveva fare. Decise di dedicarsi ad altro – sempre nel campo della ricerca – ma stavolta lavorando part time: né Severus né Narcissa l’aiutarono più, se non per lettera, e lei si teneva tutto il pomeriggio libero per stare con Harry, badare alla casa e rilassarsi un po’. James approvò a braccia aperte il cambiamento e il loro rapporto ne beneficiò.
La vigilia di Halloween arrivarono i risultati: la pozione era innocua e perfettamente utilizzabile. A Lily e alla sua squadra sarebbe stato dato un Ordine di Merlino, Prima Classe, per i servizi resi alla ricerca, dato che avevano dato un contributo fondamentale. Lily se ne sentì orgogliosa, ma non ebbe tempo di pensare ad altro: venne fissata subito l’operazione di Frank e Alice Paciock, per il giorno seguente, e venne chiesto a Lily di partecipare. Narcissa e Severus avrebbero solo potuto assistere, dato che non avevano una laurea – e quindi una preparazione necessaria per operare – in Medimagia.
Il trentun ottobre, quindi, Lily entrò con i tre medici e i dieci specializzandi nella sala preposta. Frank e Alice erano stati sedati, e su di loro venne usata di nuovo la pozione della trasparenza. Poi, usando degli aggeggi babbani, gli venne iniettata anche la nuova pozione, uno alla volta: prima Frank e poi Alice.
Ci misero esattamente quindici ora e trentadue minuti per finire. Il lavoro da fare era enorme, ricostruire i collegamenti mancanti non era uno scherzo. Lily uscì dalla sala con i piedi gonfi e la testa dolorante, stanchissima. Severus e Narcissa la portarono a casa, sorreggendola, ignorando le sue proteste di poter vedere gli amici.
“Ma io… Devo sapere se ha funzionato…”
“Lils non essere sciocca, sono ancora sedati: hai sentito il guaritore no? Ci vorrà ancora qualche ora prima che si risveglino, e tu non sei nella condizione di poter aspettare. Non sei nella condizione di poter far nulla, in effetti.”
“Severus ha ragione Lily. Devi dormire. Sono certa che è andato tutto bene: domani lo saprai. Non ti angustiare.”
James Potter l’aspettava a casa, preoccupato: quando la vide arrivare in quello stato la portò subito a letto, dove lei si addormentò immediatamente, esausta.
“E’ stata dura per lei: fa la ricercatrice, non la Guaritrice. I turni sono massacranti per loro… Quindici ore sono troppe per chiunque.” disse Severus, mentre James usciva dalla camera.
“Ho notato. Ora lasciamola dormire… Quando si saprà qualcosa?”
“Fra un paio d’ore circa.” rispose Narcissa “In ogni caso, ora vado anch’io: spero che non me ne vogliate. Ho bisogno di dormire.”
“Figurati Cissy, buonanotte e grazie.”
Narcissa si smaterializzò, e Severus rimase solo con James.
“Beh… Vado anch’io. Ciao.”
“Ciao e… Grazie per aver aiutato Lily, Severus. Anche se io non ti sono mai piaciuto.”
“Figurati. Era per una buona causa.”
Severus si smaterializzò.
“Una buona causa… Già.” mormorò James, prima di girarsi e rientrare in camera. Lily era ancora vestita, e stava ronfando alla grande.
James si spogliò il più silenziosamente possibile, poi s’infilò nel letto: niente party di Halloween quella sera. Però, se tutto fosse andato bene, avrebbero festeggiato ben altro l’indomani. Si avvicinò alla moglie e la cinse con le braccia. Lei, inconsciamente, gli si accoccolò vicino. James sorrise.
“Vedrai amore” sussurrò “E’ andato tutto bene.”


*Ho fatto una piccola ricerca, e pare che si chiamassero così i genitori di James (ho deliberatamente non tenuto conto del fatto che avrebbero dovuto essere morti… Dopotutto non lo sapevo prima di iniziare la ff, e li avevo già messi come personaggi, LOL XD).

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Capitolo 23
*** Epilogo ***


Buon salve a voi! =D
Come promesso, sono tornata… Con l’epilogo di questa storia!
Ringrazio infinitamente chi mi ha letto/seguito/preferito/ricordato e chi ha recensito, insomma tutti voi che mi avete supportato in questa bellissima avventura! =D
Ricordo sempre il mio profilo facebook: https://www.facebook.com/mitsuki.efp
E… Buona lettura! =D
Ditemi che ne pensate! =D


Epilogo

Lily si svegliò mezza intontita, dopo una dormita epica di ben dodici ore. James era già sveglio, insieme ad Harry, e l’aspettava con la colazione in caldo. Lily scese velocemente le scale, ancora in pigiama.
“James! Perché accidenti non mi hai svegliato prima?! Dobbiamo andare in ospedale, subito!”
“Devi prima mangiare, mia cara.”
“Cosa vuoi che me ne importi del cibo quando non so come stanno i miei due amici?!” esclamò lei, e come a volerla contraddire il suo stomaco brontolò rumorosamente.
“Io dico che t’importa del cibo.” rispose James, tutto tranquillo “Guarda: ho tenuto in caldo la colazione, lì ci sono le uova con il bacon.”
“James!”
“Che c’è?”
“Non è il momento per…! Aspetta… Sai già qualcosa?!”
James si aprì in un sorriso meraviglioso, avvicinandosi alla moglie.
“Ce l’hanno fatta. Li hai guariti Lils!”
Lily per poco svenne, e James dovette sorreggerla.
“Mangia qualcosa, poi andiamo.”
Lily non se lo fece ripetere due volte: era talmente impaziente di arrivare al San Mungo che s’ingozzò con le uova, per poi correre di sopra a cambiarsi in un lampo.
La famiglia Potter si smaterializzò al San Mungo, dove Lily venne accolta come un’eroina e condotta subito nella stanza dei suoi amici. Lì trovarono Augusta Paciock e il piccolo Neville… Che era in braccio ad Alice.
“Lily!” esclamò la donna, vedendo la sua amica.
Le due ragazze si abbracciarono, e poi fu il turno di Frank.
“Lily, non so davvero come ringraziarti” disse l’uomo, commosso “Senza di te io… E Alice… Probabilmente avremmo perso molto più del senno. Avremmo perso Neville.”
“Oh Frank… Non dirlo neanche per scherzo… L’importante ora è che siete sani e salvi no?”
“E’ tutto merito tuo cara.” le disse Augusta, poggiandole una mano sul braccio e sorridendo “Non sono mai stata così felice in vita mia… Mi hai restituito un figlio, una nuora… La felicità di mio nipote.”
Il piccolo Neville cercava di tirare i capelli alla madre, e lei gli scostava le mani sorridendo, felice.
“Sai, mi sono persa molto in questi… In questi mesi. Ma ora ringrazio… Ringrazio di essere viva, ringrazio per essere sana… Per poterlo vedere di nuovo, per potergli esser accanto come una madre. Prima è stata qui Narcissa Malfoy… Non l’avrei mai detto, ma quella donna è simpatica. Mi ha raccontato che cosa hai fatto, Lils, mi ha raccontato di come hai trascurato la tua stessa famiglia, ed Harry, per poter aiutare me e mio marito.”
“Alice io…”
“No, non dire niente. Io non ti posso restituire quel tempo, così come tu non puoi restituirlo a me. Ma, d’ora in avanti, andremo avanti… Insieme, giusto?”
“Oh Alice…” disse Lily, abbracciando di nuovo l’amica.
“Ho deciso di smettere di fare l’Auror… Voglio dedicarmi al cento per cento a mio figlio.”
“Ti capisco. Io continuerò a lavorare nel campo della ricerca, ma non più come prima. Faccio mezza giornata, per il resto mi godo Harry e la mia famiglia.”
“Fai benissimo.”
“E tu, Frank?” intervenne James “Che cosa farai?”
“Io e Alice ne abbiamo parlato. Continuerò a fare l’Auror, appena potrò, perché credo ancora nella causa. I pericoli che corriamo ora sono nettamente minori di quelli che correvamo quando Voi-sapete-chi era vivo… E poi, sapendo che Alice starà a casa con Neville, sono sicuro che, qualsiasi cosa mi succeda, il mio bambino non rimarrà mai solo.”
“Oh, Frank, non dire così… Non ti succederà niente.” disse Alice, con una nota di disappunto.
“Pronto per riaverti in squadra, amico!” esclamò James, sorridendo.
“E poi, in caso vi succeda qualcosa… Non temete, vi rimetterò in sesto.” intervenne Lily, annuendo solennemente.
Tutti quanti scoppiarono a ridere, mentre Harry cercava di afferrare i capelli di Neville.
Ora il pericolo era passato, i tempi erano tranquilli, tutte le persone che amava le erano di nuovo vicine e lei si era riscoperta amica di altra gente insospettabile, come Narcissa. Lily ne era certa: sarebbe andato tutto bene.

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