La vita continua, inaspettatamente di Mitsuki91 (/viewuser.php?uid=158486)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Salvati ***
Capitolo 2: *** Perché l'hai fatto? ***
Capitolo 3: *** Il vero volto di Severus Piton ***
Capitolo 4: *** Crisi ***
Capitolo 5: *** Mettere da parte l'orgoglio ***
Capitolo 6: *** L'incidente ***
Capitolo 7: *** Confidenze ***
Capitolo 8: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 9: *** Pazzia ***
Capitolo 10: *** Determinazione ***
Capitolo 11: *** Corrispondenza ***
Capitolo 12: *** Narcissa Malfoy ed esami ***
Capitolo 13: *** Coccole e tenerezze ***
Capitolo 14: *** Dopo la tesi s'inizia a lavorare ***
Capitolo 15: *** Imprevisto ***
Capitolo 16: *** Un aiuto inaspettato ***
Capitolo 17: *** Fuga ***
Capitolo 18: *** Incastrato ***
Capitolo 19: *** Ricerche ***
Capitolo 20: *** Successo e tentativo ***
Capitolo 21: *** Causa e piccola crisi ***
Capitolo 22: *** Soluzione ***
Capitolo 23: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Salvati ***
Bene, eccomi qui con una
nuova storia XD ho appena iniziato a scriverla e sarò ufficialmente presa dagli
esami ancora fino al 19, poi potrò dedicarmici u.u
Ovviamente parte da un
sogno che ho fatto ò.ò e se all’inizio doveva essere la base per una
Lily/Severus, poco dopo ho cambiato idea e le cose hanno preso una piega
inaspettata, o meglio… Sono andate avanti da sole XD
Quindi, invitando tutti
voi a recensire… Vi auguro buona lettura! =D
Salvati
Lily
entrò in salotto, sorridendo.
“Jamie
è tardi, Harry deve andare a letto. Capisco che sia Halloween però è ancora
piccolo per festeggiare come si deve…”
“Uff,
e va bene tesoro. Fra poco vengo anch’io comunque: stare sempre chiuso in casa
mi fa sentire più stanco, non so come mai…”
James
prese Harry e lo passò a Lily, che salì le scale con il figlio in braccio
cercando nel contempo di cullarlo.
Un
rumore di porta che si apriva fece allarmare James, che corse nell’ingresso: ma
aveva dimenticato la bacchetta sul divano. Con orrore se ne accorse appena vide
due occhi rossi fissarlo, occhi malvagi e perversi…
“Lily,
prendi Harry e corri! E’ lui! Vai! Scappa! Io lo trattengo…”
Come
avrebbe fatto non lo sapeva neppure lui, senza bacchetta, però doveva provarci…
Voldemort
rise, sicuro di avere la vittoria in mano, mentre sollevava la bacchetta…
“AVADA
KEDAVRA!”
Gli
occhi rossi si sgranarono all’inverosimile mentre il corpo coperto dalla lunga
tunica nera cadeva in avanti: l’espressione di Voldemort sembrava stupita,
sorpresa, come se non si aspettasse che la morte lo prendesse alla spalle.
E
neppure James capiva come era potuto succedere: non lo capì finché Albus Silente
si tolse il mantello dell’invisibilità e si rivelò all’uomo.
“Albus…
Io… Tu…” farfugliò James, colto alla sprovvista.
“James,
caro. E’ tutto apposto. Lord Voldemort è morto, morto per sempre, e di lui non
rimarrà che un brutto ricordo.”
James
abbassò lo sguardo, osservando ancora per un istante il corpo.
“E’…
E’ morto davvero? Ma come…?”
“Sì,
è finita. Ma ora vieni, andiamo da Lily.”
Albus
prese per mano il giovane, che era sconvolto, e lo condusse di sopra dalla
moglie.
Lily
si era barricata in camera di Harry, la bacchetta nella mano desta tremante e
gli occhi lucidi di lacrime. Lacrime di paura per Harry e di dolore per James,
che credeva morto dopo aver sentito il terribile urlo della maledizione. Ci
vollero parecchi minuti per convincerla del fatto che era Voldemort ad essere
morto e che i due uomini alla porta erano davvero Albus Silente e James Potter,
e non dei trucchi per adescarla e uccidere Harry. James stesso faticava a
crederci, non riusciva a capire come il più potente signore oscuro di tutti i
secoli potesse essere morto nell’ingresso di casa sua.
Dopo
i primi minuti di tensione e incredulità, comunque, le cose sembrarono
ripartire: il ministero venne avvisato, gli Auror – ad esclusione di James che
voleva stare con la famiglia – vennero mobilitati in cerca dei Mangiamorte,
Albus spiegò loro che gli era arrivata una soffiata sul fatto che Voldemort
sarebbe arrivato da loro quella sera e i Potter si trasferirono momentaneamente
a casa dei genitori di James, mentre le autorità verificavano cosa era accaduto
veramente a casa loro.
Nei
giorni seguenti Lily e James vennero interrogati assieme ad Albus, ma nessuno
dei due voleva più separarsi da Harry: parecchi Mangiamorte erano ancora in
libertà e Silente era concorde con loro nel dire che il pericolo non era ancora
passato. Le protezioni sulla casa dei Potter vennero ristabilite e una
settimana dopo la morte del signore oscuro venne catturato Peter Minus, il loro
custode segreto, processato per direttissima e condannato senza alcuna
obbiezione a marcire ad Azkaban per il resto dei propri giorni. James ancora
non riusciva a capire come uno dei suoi migliori amici potesse averlo tradito,
ma non aveva dubbi: lui era il custode segreto, lui era il solo che potesse
rivelare a Voldemort dove si nascondessero.
Con
il passare delle settimane comunque tutto sembrò tornare alla normalità: i
Mangiamorte vennero arrestati e giudicati dal Winzegamot, James, Sirius e gli
altri appartenenti all’Ordine della Fenice che si erano dovuto nascondere per
motivi di sicurezza ripresero a lavorare, le strade divennero sempre più
sicure, il terrore si allentava pian piano per lasciare spazio alla gioia e al
sollievo.
Era
come essersi svegliati da un incubo, e da ogni dove i maghi e le streghe
festeggiavano, fregandosene dello statuto di segretezza e brindando a più non
posso: “Ad Albus Silente, che ci ha liberati dall’oscurità!”
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Capitolo 2 *** Perché l'hai fatto? ***
Ecco qui che già aggiorno
u.u
Sono brava dai, no? XD
Questa storia mi sta
prendendo moltissimo… Non lo nego… Non ho più la testa per studiare però, e
questo è un male… Vabbé, mi arrendo all’idea che dovrò andare a settembre .-.
Intanto ringrazio un mondo
chi mi ha messa fra le seguite e preferite e chi ha recensito *--*
Divertitevi, buona
lettura!
Perché l’hai fatto?
Era
ormai fine novembre, la maggior parte dei Mangiamorte erano stati catturati e
la gente iniziava di nuovo a fidarsi. Lily entrò in cucina per farsi un caffè
prima che si svegliasse Harry e trovò James seduto al tavolo che leggeva La
Gazzetta del Profeta.
Stava
per avvicinarsi al marito, sorridendo, quando questi si mise in piedi
rovesciando la sedia e sbattendo le mani sul tavolo, esclamando: “Che cosa?!”
“Che
succede amore?” chiese Lily, leggermente allarmata. Il suo pensiero corse
immediatamente ad Harry, ma lo sapeva al sicuro nella sua cameretta: i loro
incanti protettivi funzionavano alla perfezione dopo che Silente li aveva
rinforzati.
“Semplicemente
non ci posso credere! Silente deve essersi ammattito!”
“Ma
che cosa è successo?!”
James
le lanciò il giornale, la rabbia e il disgusto mescolati insieme mentre usciva
dalla cucina.
Lily
vide l’articolo in prima pagina, quello che aveva tanto indignato James:
parlava di un processo ad altri Mangiamorte, tra cui Severus Piton. Leggendo,
si accorse cosa aveva fatto fremere d’indignazione James: Albus Silente aveva
garantito personalmente per l’uomo, svelando che era una spia molto importante
per l’Ordine della Fenice, se non la principale. Insospettabile, e per questo
efficace.
A
Lily si rovesciò il mondo. Severus, il suo ex migliore amico, Severus, che
l’aveva insultata, Severus, che aveva litigato con lei perché non ci vedeva
nulla di male nel diventare un Mangiamorte… Era una spia? Lavorava per loro?
Perché?!
Perché
faceva il doppio gioco? Perché aveva sacrificato la loro amicizia per i
Mangiamorte, e dopo voltava loro le spalle? Come mai aveva deciso di stare
dalla parte dei buoni?
James
rientrò in cucina in quel momento e la prese sottobraccio, mettendole in mano
un cappotto.
“Tieni,
vestiti, andiamo da Silente. Voglio vederci chiaro, Mocciosus non può essere
una spia. Lui… Lui…”
“E
Harry?” chiese Lily, allarmata. Anche lei voleva vederci chiaro, ed era ancora
paralizzata dalla sorpresa, ma il pensiero del suo bambino veniva davanti a
tutto.
“Sono
andato da Sirius, sta arrivando. Lo guarda lui, non ti preoccupare, poi Harry
sta dormendo e…”
Non
fece in tempo a finire la frase che Sirius si materializzò davanti a loro.
“Che
succede?” chiese, un po’ spaesato “James non mi ha voluto dire niente, se non
che devo stare con Harry.”
“Ti
spieghiamo dopo Felpato. Ora devo correre da Silente.” rispose James, prendendo
per mano Lily e smaterializzandosi fuori dai cancelli di Hogwarts.
Lily
si mise il cappotto e lo seguì, ancora confusa, fin nello studio di Silente: ma
di lui non c’era traccia.
“Avrà
avuto un contrattempo…” mormorò al marito che stava camminando nervosamente per
lo studio.
“Non
posso aspettare, devo parlargli subito. Vado a cercarlo, vieni?”
“No,
io… Vi aspetto qui…”
Lily
si sedette su una sedia e appoggiò i gomiti sulla scrivania, osservando il
pensatoio che Silente si era dimenticato di riporre. Si prese la testa fra le
mani e cercò di mettere ordine fra i suoi pensieri.
James
uscì senza una parola e andò alla ricerca di Silente.
Lily
fece un profondo respiro e chiuse gli occhi. La domanda più importante era: si
fidava di Silente? Sì, certo che sì. Lui li aveva salvati, aveva salvato Harry.
Ma se lei si fidava di Silente allora doveva fidarsi anche delle sue parole
riguardo a Severus. E le sue parole… Dicevano che Severus era una spia e
lavorava con loro.
Perché?
Che fine aveva fatto il Severus ragazzino? Cosa precisamente gli aveva fatto cambiare
idea?
Lily
aprì gli occhi e osservò il pensatoio, dove il volto di Severus prese a
delinearsi come in risposta ai suoi interrogativi. No, un momento, quello non
era il Severus che lei conosceva, il ragazzino sbeffeggiato che cercava di fare
l’arrogante. Quello era un Severus sconvolto, addolorato. Come era possibile?
Quasi
senza accorgersene si avvicinò al bacile di pietra. Doveva esserci un errore,
lei non aveva mai visto Severus così… Neppure quando erano amici, neppure
quando James lo prendeva in giro… Quello sembrava il volto di un uomo a cui
avessero strappato il cuore, eppure…
Il
naso di Lily sfiorò quello di Severus e con uno strappo allo stomaco lei si
ritrovò catapultata nei ricordi del vecchio professore.
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Capitolo 3 *** Il vero volto di Severus Piton ***
Ecco qui il terzo capitolo
u.u
Sto andando velocemente,
me ne rendo conto ò.ò ma sarà il periodo di superstress, boh, mi ispira
scrivere di Severus XD con le musichette tristi in sottofondo… Sigh sob sob ;_;
il mio Severus ;_;
Comunque, ringrazio
infinitamente tutti coloro che hanno letto e messo nelle
seguite/preferite/ricordate *--* mi fa un sacco piacere!
Buona lettura, fatemi
sapere che ne pensate ;)
Il vero volto di Severus Piton
Lily
si sentì un attimo spiazzata: era su una collina brulla e il soffio del vento
era terribile. In un attimo si rese conto di essere finita fra i ricordi del
preside, e stava appunto valutando se andarsene per rispetto alla privacy
quando una voce interruppe le sue riflessioni.
“Non
mi uccida!”
Lily
si girò e vide Severus, il volto sfigurato dalla paura.
“Non
era mia intenzione.”
Silente
aveva parlato, avanzando verso l’uomo.
“Allora,
Severus? Che messaggio ha Lord Voldemort per me?”
“Nessun…
Nessun messaggio… Sono qui per conto mio!”
Silente
guardava Severus con un’espressione disgustata, mentre Piton si tormentava le
mani come un folle. Ma che stava succedendo?
Il
professore agitò la bacchetta e fece calare il silenzio sulla collinetta,
mentre foglie e rami continuarono a muoversi. Severus riprese a parlare.
“Io…
Io vengo con un avvertimento… No, una richiesta… La prego…”
“Quale
richiesta potrebbe farmi un Mangiamorte?”
“La…
La profezia… La predizione… La Cooman…”
“Ah,
sì. Quanto hai riferito a Lord Voldemort?”
“Tutto…
Tutto quello che ho sentito!”
Lily
si sentì mancare. Dunque era così che stavano le cose? Era stato Severus a
condannarla? A condannarli tutti? A mettere in pericolo Harry?
“E’
per questo… E’ per questo motivo… Lui pensa che sia Lily Evans!”
Lily
si sentì mancare un battito, mentre l’espressione di dolore che aveva visto prima
ricompariva sul volto di Severus. Che cosa significava tutto ciò?
“La
profezia non parla di una donna” obbiettò Silente “Ma di un bambino maschio
nato alla fine di luglio…”
“Sa
cosa voglio dire! Lui pensa che si tratti di suo figlio, le darà la caccia… Li
ucciderà tutti…”
Severus
sembrava disperato, quasi pazzo.
“Se
lei è così importante per te Lord Voldemort la risparmierà no? Non puoi
chiedere pietà per la madre in cambio del figlio?”
“Io
ho… Io gliel’ho chiesto…”
Lily
sentì un moto di rabbia in mezzo alla sorpresa: Severus credeva davvero che
avrebbe lasciato Voldemort uccidere suo figlio? Solo per salvarsi la vita?
“Tu
mi disgusti.”
Silente
drizzò la schiena, un lampo di disprezzo negli occhi, mentre Severus parve
rimpicciolire.
“Quindi
non t’importa se suo marito e suo figlio muoiono? Possono morire, purché tu
ottenga ciò che desideri?”
Ci
fu un minuto di silenzio, minuto nel quale Lily poté leggere tutto lo sconforto
e la decisione nello sguardo del suo ex migliore amico.
“Allora
li nasconda tutti. Li metta… Li metta al sicuro. La prego.”
“E
tu che cosa mi darai in cambio, Severus?”
“In…
In cambio?”
Il
ragazzo guardò il professore, lo sguardo perso per un momento.
“Qualunque
cosa.”
E
Lily in quel momento comprese, comprese come mai Severus si era esposto così
tanto, comprese come mai aveva iniziato il doppio gioco, rischiato la vita,
comprese ma non voleva credere… Per tutto questo tempo… Questi anni…
La
scena si riformò subito: Silente si trovava nel suo studio e stava esaminando
delle carte sulla sua scrivania. Un lampo di fiamme verdi si alzò nel cammino e
Severus corse fuori, disperato, travolgendo alcune sedie nel suo passaggio e
fermandosi a due centimetri dal volto di Silente, prendendogli la veste.
“Sta
andando là! Sta andando là adesso!”
“Severus,
calmati. Cosa succede?” chiese Silente, allontanando le mani del giovane da sé.
“Non
c’è tempo! il signore oscuro si sarà appena smaterializzato davanti alla casa
dei Potter!”
A
quelle parole il preside si alzò in piedi di scatto.
“Ma
l’incanto fidelus…”
“Peter
Minus li ha traditi! L’ho appena saputo da una fonte certa! Si sbrighi!
Potrebbe… Potrebbe essere già troppo tardi…”
Dicendo
quelle parole il colorito dal viso già pallido di Severus sparì del tutto, e il
giovane si sedette prendendosi la testa fra le mani. Silente non chiese
ulteriori spiegazioni ma prese la bacchetta e il mantello dell’invisibilità,
dirigendosi verso il camino.
Severus
a quel punto si alzò e disse: “Vengo… Non posso… Lily… Devo… Devo proteggere…”
“No
Severus.” lo interruppe Silente “Resta qua. Sono perfettamente in grado di
tener testa a Voldemort, inoltre dimentichi che ho il vantaggio sorpresa e non
ho certo intenzione di attaccarlo a viso aperto. Credimi, questa è la fine di
Voldemort, veramente la fine. Ma se per caso qualcosa dovesse andare storto…
Non puoi rivelarti come il traditore. Dobbiamo essere pronti ad ogni
eventualità. E ora corro, ho perso fin troppo tempo.”
Lily
fece appena in tempo a vedere Severus impallidire di nuovo prima che Silente
sparisse tra le fiamme, e la scena si riformò ancora.
Era
sempre nello studio, erano passate poche ore da quando Severus era corso per
avvertire Silente. Il professore apparve nel camino e si spazzolò la cenere,
con l’aria stanca.
Severus
si alzò di scatto dalla sedia reggendo l’edizione straordinaria della Gazzetta
del Profeta e un biglietto. Lily si sporse e vide scritto, nell’inconfondibile
grafia di Silente: ‘Stanno tutti bene. Voldemort è morto.’
“E’
la verità?!” chiese, ansioso.
“Sì
Severus. Perdonami, non son riuscito a liberarmi prima dal Ministro, ovviamente
voleva sapere tutto…”
Il
ragazzo si lasciò cadere sulla sedia, visibilmente sollevato. Si portò le mani
al viso e sospirò.
“Lily…
Sta bene…”
Silente
si avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla.
“Severus,
il tuo amore non ha salvato solo lei e la sua famiglia. Mi ha permesso di
sconfiggere una volta per tutte Lord Voldemort, e porre fine a questo incubo.
Tutti meritano di sapere quanto grande tu sia stato…”
“No.”
Severus
alzò il volto verso il vecchio professore e gli lanciò uno sguardo penetrante.
“Nessuno
dovrà mai saperlo.”
“Ma
Severus…”
“Niente
obbiezioni. Nessuno dovrà saperlo… Lily… Soprattutto Lily… Cosa penserebbe…”
“Penserebbe
che sei un uomo coraggioso, ed indubbiamente diverso dal ragazzino che ha conosciuto.
Penserebbe solo il meglio di te.”
Severus
si prese di nuovo la testa fra le mani.
“Non
posso Albus, non posso… Le rovinerei la vita, la famiglia… Io non ho mai avuto
il coraggio di dirle quello che provavo, e ora lei… E’ troppo tardi, deve andare
avanti per la sua strada… Lei… E’ viva… E’ viva, basta questo.”
Silente
si sedette dall’altro lato della scrivania, osservando Severus.
“I
tuoi sentimenti sono encomiabili. Dopo che hai fatto la spia, che hai rischiato
la vita per lei, che l’hai salvata… Ora vuoi non rovinarle la famiglia?”
Severus
annuì debolmente.
“Sei
decisamente maturato. Non sei più il ragazzino di un tempo… E non sei più
neppure l’uomo egoista che mi chiese aiuto su quella collina. Sai, a volte
credo che lo smistamento avvenga troppo presto…”
Severus
lo guardò, basito, ma poi sorrise.
“Non
importa Albus. Ora importa solo che Lily sia viva, e felice.”
Detto
questo si alzò e fece il giro della scrivania, abbassandosi per abbracciare il
vecchio preside.
“Grazie…
Tu me l’hai salvata… Grazie…”
Silente
rimase un attimo sconcertato, poi gli diede qualche pacca sulla schiena prima
di alzarsi di nuovo.
“Beh,
ora devo andare, ci sono un mucchio di cose da fare, e scartoffie da compilare…
Tornerò più tardi. Vuoi restare qui? Puoi dormire nelle mie stanze.”
“Non
so quanto dormirò, comunque grazie Albus. Sì, penso che starò qui…”
Lily
vide Silente sparire nuovamente tra le fiamme e decise che aveva visto
abbastanza. Tornò indietro e uscì dal pensatoio, accertandosi che nessuno fosse
entrato nello studio del preside nel frattempo, e riflettendo su ciò che aveva
scoperto.
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Capitolo 4 *** Crisi ***
Mi sa che sto andando
troppo veloce nella pubblicazione… o.O
So che questo capitolo ed
il prossimo potranno far sembrare che la storia proceda verso una Severus/Lily…
Ma non è così.
Io credo che sia normale
non capire più niente e dare di matto dopo che hai visto la morte negli occhi,
dopo che solo per fortuna sei riuscito a salvarti e a salvare la tua famiglia…
E per Lily, dopo aver scoperto una verità così grande e importante. E’ naturale
che i due si sentano sconvolti ed agiscano un po’ senza pensare, che siano
confusi: ma sarà un momento che passerà, fidatevi.
Detto questo ringrazio
infinitamente chi mi segue/preferisce/ricorda =) ed invito a recensire per
farmi sapere le vostre opinioni in merito =)
Buona lettura! =)
Crisi
Dunque
era così che era andara.
Severus
l’aveva amata… Per tutti questi anni… E l’amava ancora. Ma non voleva rovinarle
la vita e la famiglia, dicendoglielo…
Lily
si sentì come spaccata a metà, come se quello che aveva appena visto le avesse
gonfiato il cuore fino a spezzarlo. Senza che se ne rendesse conto una lacrima
le scivolò dagli occhi. Dunque Severus non solo aveva salvato lei, ma tutti…
L’intero mondo magico. E’ vero, inconsapevolmente li aveva anche condannati… Ma
poi si era ricreduto, poi aveva capito che aveva fatto uno sbaglio. Aveva
capito che la sua vita era in pericolo e aveva deciso di tradire i suoi amici
per salvarla. Tradire le uniche persone che gli fossero rimaste al mondo.
Perché,
dopotutto, lei era stata l’unica amica di Severus Piton fin da bambina. Nel
quartiere degradato dove vivevano c’erano solo loro due, che si erano sostenuti
a vicenda da quando avevano scoperto di avere un destino comune, e ad Hogwarts
le cose per lui non erano migliorate. Solo un gruppo perverso aveva accettato
Severus, un gruppo da cui lei l’aveva sempre messo in guardia… Un gruppo che
era la sola cosa che gli fosse rimasta dopo che lei gli aveva negato la sua
amicizia.
Chissà,
forse le cose sarebbero andate diversamente se Severus non l’avesse insultata
in quel giorno di giugno? Se fosse riuscita ad essere più convincente, se
l’avesse distolto prima da quelle amicizie pericolose… Sarebbe riuscita a
salvarlo dal suo lato oscuro se fosse rimasta con lui?
Ma
ormai le cose non potevano più cambiare… Ormai si erano separati, erano andati
ognuno per la sua strada… Però lui non l’aveva dimenticata. Lui l’aveva amata,
lui aveva continuato ad amarla… Dopo tutti questi anni… E lei era stata
crudele… Si era innamorata dell’unico uomo che Severus non potesse sopportare…
In
quel momento James Potter entrò nello studio insieme a Silente. Sembrava
furioso.
“E’
inammissibile quello che dici, Albus. Come puoi davvero credere che Severus
stia dalla nostra? Dove sono queste prove inoppugnabili?!”
“James,
calamti. Capisco che fra voi due non sia mai corso buon sangue… Ma credimi,
Severus è stato fondamentale per noi, era una spia e mi ha passato un sacco
d’informazioni utili.”
“Ah
sì?! Non ci credo! Mostrami le prove!”
Lily
in quel momento si sentì molto estranea a suo marito. Ma che stava dicendo?
Possibile che si rendesse così ridicolo? Dove era l’uomo dolce e maturo che
aveva sposato? Perché lo aveva sposato, poi?
“James.”
Albus sospirò, passandosi una mano fra i capelli e sedendosi dietro la
scrivania “Mi dispiace, ma davvero non posso dirti di più. Ho fatto una
promessa capisci? E… Lily cara, ti senti bene?”
No,
Lily non si sentiva affatto bene. Aveva scoperto la verità e questo l’aveva
sconvolta. Si sentiva pallida, un’estranea nel suo stesso corpo. Si sentiva
come se avesse sbagliato tutto, ogni singola cosa. Era pallida, ma si sforzò di
sorridere.
“Sono
solo preoccupata per Harry. L’abbiamo lasciato con Sirius, però…”
“Harry
starà benissimo. Ora Albus mi devi dire…”
“James,
tua moglie ha ragione. Tornate a casa. Non siete ancora al sicuro, e
sicuramente non lo è Harry. Non farla preoccupare più di quanto già non lo
sia.”
James
guardò con astio il vecchio professore, poi strinse i pugni e si voltò verso
Lily.
“Bene.”
disse, furente “Bene. Lily, andiamo.”
James
prese la moglie sottobraccio e la condusse fuori dall’ufficio, fuori dalla
scuola. Nel frattempo continuava a mormorare a mezza voce improperi contro Mocciosus e Silente.
Lily
si sentì rivoltare lo stomaco.
Appena
arrivò a casa salì senza neppure salutare Sirius e prese Harry in braccio,
cullandolo e giocando con lui. In quel momento solo suo figlio sembrava tenerla
ancorata alla realtà. Dalla camera di Harry sentiva James e Sirius prendere in
giro Severus e chiedersi come fosse possibile che in realtà fosse una spia.
Lily chiuse la porta e si sedette per terra, sempre coccolando Harry, che nel
frattempo cercava di strapparle la collana.
Come
era possibile che fosse arrivata a quel punto? Come poteva James essere così
immaturo? Come aveva fatto a non accorgersene? Come aveva fatto a non
accorgersi dell’amore di Severus nei suoi confronti?
Così,
seduta con le spalle alla porta, con Harry che giocava e rideva, lei si mise a
piangere, con la profonda convinzione di aver sbagliato tutto nella vita.
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Capitolo 5 *** Mettere da parte l'orgoglio ***
Ecco un capitolo decisivo,
in qualche modo. La nostra Lily è parecchio confusa, ma non riuscirà nemmeno a
pensarci… A breve verrà sconvolta di nuovo.
Nel frattempo, che ne
pensate? Ricordo ancora una volta che questa è una Lily/James, nonostante possa
trasparire un’idea diversa da questi capitoli. Per chi vuole una Lily/Severus…
Beh, ne ho già in mente una u.u non so quando mi metterò dietro a scriverla,
dato che in teoria ho già altre tipo quattro storie da scrivere o.O ma prima o
poi arriverà u.u Abbiate pazienza u.u
Bene, quindi ringrazio chi
segue/preferisce/ricorda e chi recensisce =)
Buona lettura! =D
Mettere da parte l’orgoglio
Erano
passati solo due giorni da quando Lily aveva scoperto la verità, e la donna era
ancora assalita da dubbi. Era sconvolta, non riusciva a trovare un equilibrio,
non riusciva più a trovare un senso alla sua vita. In apparenza tutto procedeva
come prima, ma Lily si stava sforzando solo per Harry. Suo figlio le dava la
forza di andare avanti, anche se dentro di sé c’era come un tarlo, un tarlo che
la consumava.
James
pareva non essersi accorto di nulla ed era ancora tremendamente irritabile,
scattava alla prima occasione e si lamentava di tutto. Quando Sirius venne a
comunicargli che Silente aveva assunto Severus come nuovo insegnante di
pozioni, sembrò esplodere.
“Cosa?!
Non può essere!”
“E
invece sì. Li ho incontrati poco fa ad Hogwarts, dovevo dire a Silente che
forse avevamo stanato un altro paio di Mangiamorte… E ho trovato Mocciosus che
firmava il contratto. Mi sono trattenuto solo perché Albus mi ha guardato
malissimo, ma ho pensato che volessi saperlo…”
Anche
Sirius sembrava sconvolto, apriva e chiudeva i pugni e il volto era paonazzo.
Quasi tutti i malandrini avevano preso male il fatto che Severus fosse una
spia, e che Silente si fidasse così tanto di lui. L’unico che doveva ancora
esprimersi in proposito era Remus, ma Lily sapeva che l’amico non ne avrebbe
fatto una tragedia come quelle due teste calde: si fidava di Silente e tanto
bastava.
“Bene…
Bene. Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Credevo di potermi
fidare, ma così… Se Silente si fida di un Mangiamorte… Non permetterò che in
futuro insegni ad Harry…”
James
blaterava cosa sempre più sconnesse, furioso. Alla fine si smaterializzò, senza
nemmeno salutarle i due né dire dove fosse diretto.
Lily
si alzò di scatto, smettendo si imboccare Harry. Se prima era mogia, persa in
un mare di ricordi e pensieri più o meno tristi, ora si sentiva scattare e
fremere di rabbia. Come osava James prendersela con Severus? Come osava non
fidarsi di Silente? Come osava non capire? Vero, lei non gli aveva detto
niente, però… Però non poteva dirglielo. Non poteva esporgli i sentimenti più
puri del suo ex migliore amico, lui o ne avrebbe fatto una tragedia o l’avrebbe
preso in giro a morte. Non poteva permetterlo. Non poteva continuare a
sopportare in silenzio. Non poteva stare accanto ad un uomo che si comportava
così.
“Sirius,
resta con Harry.” disse, la voce appena appena tremante.
“Veramente
dovrei tornare a…” rispose l’amico, sorpreso dallo scatto della donna. Ma non
fece a tempo a finire la frase che lei era già sparita.
Lily
si era materializzata direttamente ai cancelli di Hogwarts, e senza perdere
tempo corse nel castello. Non sapeva neppure lei se poteva trovarlo lì, ma i
suoi piedi la condussero automaticamente nell’ufficio del professor Lumacorno.
Doveva vederlo. Doveva mettere le cose apposto. Doveva cercare di riprendere in
mano la sua vita, e doveva strigliare James per bene.
Spalancò
la porta con rabbia al pensiero di James, giusto in tempo per vedere l’uomo
tenere Severus per le vesti. Lily quasi ringhiò.
“Togligli
subito le mani di dosso!”
La
rossa si avventò come una furia su suo marito. Allontanò i due litiganti e si
mise in mezzo.
“Lily…”
sussurrò Severus, sorpreso. Il cuore della donna si strinse per un attimo.
“Cosa
stai facendo?! Non vedi come abbia accecato Silente?! Come puoi permetterlo?!
Rispondimi, Lily!”
“Sei
solo uno stupido arrogante, James! Come fai a non vedere più in là del tuo
stesso naso?! Silente ci è stato vicino! Ci ha protetto! Ci ha salvato la vita
ed ha salvato quella di Harry! Come puoi dubitare delle sue parole?!”
James
rimase un attimo a bocca aperta, poi si affrettò a ribattere, arrossendo
furiosamente.
“Insomma,
e tu da che parte stai?! Ti dimentichi forse cosa ti ha fatto quando eravamo ad
Hogwarts?! Gli insulti che ti ha rivolto? Come ha tradito la vostra amicizia
preferendo la compagnia degli altri Mangiamorte?!”
Severus
s’incupì, però non disse niente. Lily si erse in tutta la sua statura e la
collera che sprizzava dagli occhi avrebbe fatto impallidire anche un Basilisco.
A testa alta affrontò suo marito, ignorando per il momento l’ex migliore amico.
“E
tu, James Potter, hai dimenticato forse come hai trattato lui? Hai dimenticato
quanto sei stato meschino e arrogante? Hai dimenticato come ti sentissi
superiore? Severus almeno ha avuto la decenza di chiedermi scusa. Ha avuto il
tempo di capire e maturare e passare dalla parte dei giusti. Tu che hai fatto
invece James, eh?! Che hai fatto?! Gli hai mai chiesto perdono?!”
James
era di nuovo a bocca aperta, e Lily si girò verso Severus, addolcendo subito lo
sguardo. Si avvicinò e gli prese le mani fra le sue.
“Perdonami
Severus. Sono stata una stupida, accecata dall’orgoglio Grifondoro. Avrei
dovuto perdonarti quel giorno, avrei dovuto insistere affinché capissi prima
che la strada che stavi prendendo era sbagliata. Accetta le mie scuse, e
torniamo amici come un tempo. Indubbiamente non dovevi dire quello che hai
detto, né far quello che hai fatto… Ma se Silente dice che eri dei nostri
significa che sei cambiato. Sono cambiata anch’io. Voglio mettere da parte
l’orgoglio e provare a ricominciare. Vuoi essere di nuovo mio amico, Sev? Vuoi
fare ancora parte della mia vita?”
James
continuava a stare zitto, la bocca spalancata. Severus arrossì, non si
aspettava quel contatto né tantomeno le scuse di Lily.
Lily.
Era lui che si doveva scusare, lui che aveva sbagliato tutto… Lui che l’aveva
quasi condannata…
“Io…”
mormorò, abbassando lo sguardo “Sì…”
Severus
non fece in tempo ad aggiungere altro che Lily lo lasciò andare, girandosi
nuovamente verso James.
“Visto?!
Basta davvero poco. Se non vuoi fidarti di Silente, almeno fidati di me e delle
mie azioni. Sii superiore all’odio e all’orgoglio, come ho appena fatto io. E
torna a casa solo quando l’avrai capita.”
Detto
questo la donna uscì con la testa alta e tornò a casa, dal suo piccolo Harry.
James
per tutta risposta lanciò uno sguardo di puro odio a Severus per poi lasciarlo
solo, facendosi un giro per il castello e pensando. Era davvero stato così
terribile? Cose c’era di sbagliato nelle sue azioni? Perché Lily tutt’ad un
tratto non era più dalla sua parte?
Severus
era letteralmente scioccato da ciò che aveva visto, ma dopo qualche secondo si
riebbe ed andò a chiudere la porta. Sorridendo come ormai non gli capitava da
anni, finì di sistemare le sue cose nel suo nuovo ufficio.
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Capitolo 6 *** L'incidente ***
Mi sono dimenticata di
precisarlo nello scorso capitolo: so che siamo a fine novembre-inizio dicembre,
e quindi non è tempo per assumere professori, però nella mia testa Horace Lumacorno
si è ammalato, o è stato ferito durante la guerra, insomma qualsiasi cosa
volete… Ha bisogno quindi di riposo e si mette in malattia fino a fine anno,
per poi andarsene in pensione u.u io la penso così.
Detto questo, qui si vive
ancora un momento confuso. Una nuova tragedia si abbatte su Lily, che entra
sempre più in crisi.
Vi lascio al capitolo che
è meglio, ringraziando come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda =)
Buona lettura, recensite!
=)
L’incidente
Lily
era tornata a casa da poche ore quando il patronus di Silente venne a farle
visita.
“Frank
e Alice Paciok sono stati torturati. Le condizioni sono critiche, ma li hanno
presi.”
Harry
aveva appena iniziato a piangere, e a Lily sembrava come se il mondo le fosse
crollato addosso di nuovo.
Alice.
La sua migliore amica.
Come
era possibile?! Come potevano esserci altri Mangiamorte ancora in libertà dopo
tutto quel tempo? Perché non li avevano presi prima?!
Lily
andò da Harry e lo prese in braccio, stringendolo a sé e cercando di farlo
calmare. Improvvisamente si sentì sola: James non era ancora tornato e Sirius
se n’era andato subito dopo che lei era riapparsa, nervoso come non mai,
blaterando qualcosa sul fatto che fosse in ritardo sul lavoro. Era stata colpa
sua se i Paciok erano stati torturati? Sirius era un auror, possibile che il
suo ritardo potesse aver avuto quegli effetti?
No,
non poteva essere. Sirius era un auror, sì, e come tale lavorava in squadra. La
sua presenza non era fondamentale. Se avessero saputo dove prenderli sarebbero
andati prima. Probabilmente Frank aveva lanciato l’allarme, e loro erano
arrivati appena in tempo. Però la tortura era già iniziata e non c’era stato
modo di prevederla, ma solo di fermarla.
Lily
era sempre più nervosa. Era in pericolo anche lei allora? Era in pericolo anche
Harry?! Prese a camminare nervosamente stringendosi il figlio al petto, la
bacchetta stretta in mano. Finalmente, dopo quelle che le parvero ore, James
tornò a casa.
“Lily,
che succede?! Perché hai la bacchetta? Stai piangendo?!”
Lily
non si era neppure accorta dei goccioloni che avevano preso a scendere lungo le
sue guancie.
“Lui…
Albus… Ha detto… Ha detto… Alice e Frank…”
James
si avvicinò alla moglie e la strinse a sé: era evidentemente sconvolta. In
qualche modo riuscì a farsi dire l’accaduto.
“Oh
Merlino… Vuoi che vada a vedere come stanno? Se posso far qualcosa?”
“N-no!”
urlò Lily, trattenendo James per la manica e facendo scoppiare a piangere
Harry. Non voleva stare da sola… Non di nuovo. Aveva troppa paura.
James
sembrò capirlo perché prese Harry e lo cullò finché non si addormentò, standole
sempre vicina.
“Vieni
amore, mettiamolo a letto e poi andiamoci anche noi. Hai bisogno di riposarti.”
Lily
annuì debolmente e lo seguì su per le scale. In quel momento non le importava
che avessero litigato, anche tutti i dubbi che si era fatta venire sulla sua
vita e su Severus erano svaniti: l’importante era non rimanere da sola,
l’importante era sentirsi protetta. Si addormentò dopo poche ore con James che
la cullava e le sussurrava parole dolci.
Sembrava
passato solo un secondo quando Harry si mise a strillare prepotentemente. Lily
guardò la sveglia: le quattro e mezza del mattino. Di malavoglia si alzò,
mentre James ronfava alla grande, e andò a cullare il figlio.
Harry.
La sua ragione di vita. Certo fare i genitori non era per niente facile… Ma
avevi anche un sacco di soddisfazioni, e soprattutto tanto e tanto amore. Come
avrebbe potuto crescere Neville adesso? Come stavano realmente Frank e Alice?
Sarebbero guariti?
Ma
la vera domanda era: perché qualcuno
li aveva torturati? Perché la tortura, in generale? Come mai il loro mondo era
diventato così malato? Come mai i Mangiamorte compivano atti così scellerati,
anche dopo che il loro signore era morto?!
Con
una strana stretta allo stomaco Lily si rese conto che anche Severus era stato
un Mangiamorte. Anche lui aveva torturato? Ucciso? Era passato dalla loro
parte, però… Prima? E dopo, quando aveva capito che combatteva per una causa
sbagliata, come aveva fatto a fingere? A compiere magari atti malvagi per non
tradirsi?
Lily
si sentì di nuovo persa e triste. Non capiva. Come era possibile tutto questo?
Guardò fuori dalla finestra e vide il sole ancora basso all’orizzonte. Rimise
Harry, che si era riaddormentato, nel lettino e lanciò un’occhiata alla
sveglia: la cinque e mezza.
Era
troppo presto? Ma lei doveva sapere.
Aveva bisogno di risposte. Aveva bisogno di sfogarsi.
C’era
una sola persona con cui poteva parlare. C’era una sola persona che aveva le
risposte.
Lily
scese in cucina, appellando un paio di vestiti per non svegliare James. Si
cambiò in fretta e furia mentre il the bolliva, poi ne prese mezza tazza di
corsa, giusto per riscaldarsi, scrisse un breve biglietto a James e si smaterializzò
per l’ennesima volta fuori dai cancelli di Hogwarts.
Fece
lo stesso percorso del giorno prima e si ritrovò di nuovo di fronte all’ufficio
del professor Lumacorno, che ora era di Severus. L’ufficio di Severus.
Prese
a bussare disperatamente.
Doveva
sapere.
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Capitolo 7 *** Confidenze ***
Ecco qui anche questo
capitolo, per me necessario, che metterà fine – o almeno aiuterà a mettere fine
– alle ansie di Lily.
Non ho molto altro
d’aggiungere, quindi ringrazio come sempre chi mi segue/preferisce/ricorda e
chi recensisce =)
Buona lettura! =D
Confidenze
Severus
aprì la porta sorpreso, ancora in pigiama e mezzo addormentato. Era deciso ad
urlare contro chiunque l’avesse svegliato a quell’ora indecente, poi vide Lily
sull’orlo delle lacrime e gli insulti gli morirono in gola.
“Lily,
che ci fai qui? Cos’è successo?!” chiese preoccupato, invitando l’amica ad
entrare.
“Ecco,
io… Non so se lo sai, ma Frank e Alice… Sono stati… Sono stati…”
“Torturati,
sì, Silente me l’ha detto.”
Lily
si morse il labbro inferiore e fece strabordare solo due lacrime. Severus la
strinse a sé, capendo quello che stava per succedere: così la donna scoppiò a
piangere senza ritegno e si aggrappò a lui.
Severus
chiuse la porta in qualche modo e poi si diresse verso il letto, nella stanza
accanto al suo ufficio, maledicendosi di non aver incluso un divanetto
nell’arredamento austero della sua camera.
“S-scusa,
i-io…”
“Ssssh
Lily, ssssh. Sfogati, va tutto bene.”
Severus
si era seduto sul letto sfatto accanto a lei e adesso la cullava teneramente
fra le braccia. Non le piaceva vedere Lily piangere, o essere sconvolta, ma il
fatto che fosse viva ardeva ancora in lui come un talismano. Il fatto che lui
l’avesse salvata, anche se indirettamente.
Dopo
qualche minuto Lily riuscì a calmarsi e si asciugò le lacrime con la manica del
maglione.
“Scusami,
Sev.” disse, tirando su col naso. Severus appellò dei fazzoletti di carta e
glieli porse.
“Dimmi
tutto Lily. Perché sei qui?”
“Ecco…
Io mi chiedevo… Tu eri uno di loro no? Anche… Anche se sei passato dalla nostra
parte. Poi hai dovuto fingere di stare dalla loro no?”
“Se
mi stai chiedendo perché non li ho fermati, beh è perché non sapevo dove fossero. Credimi, ho aiutato Silente e
gli Auror in tutti i modi. Molti sono finiti ad Azkaban grazie a me, ma altri
purtroppo si son dati alla fuga. Non sono onnisciente Lils, non sono riuscito a
trovarli tutti. Mi dispiace.”
Lily
scosse la testa.
“No…
Non hai capito. Non ti voglio dare delle colpe. Mi chiedo solo…” gli occhi le
si riempirono di nuovo di lacrime, ma lei le trattenne “Perché? Perché Frank e
Alice? Perché torturare? Tu c’eri. Tu sapevi. Tu… Forse lo hai anche fatto.
Dimmi perché, Severus!”
Severus
sospirò, passandosi una mano sul volto, stanco.
“Lily,
io… Devi capire, ero un ragazzino stupido. Tutti mi trattavano come mi
trattavano, l’unico gruppo disposto ad accogliermi era il loro e… E poi c’eri
tu.” un altro sospiro “Se l’avessi capito prima, e avessi saputo in che cosa mi
stavo cacciando…”
Severus
si girò a guardare la sua migliore amica, l’amore della sua vita, con una
strana luce negli occhi. Sembrava triste, addolorato, quasi supplicante.
“Lils,
loro la facevano tanto facile. Onore, gloria, magie proibite e il loro fascino…
Sembrava tutto grande, tutto bello, tutto a portata di mano… E cosa importava
se ci battevamo per una causa sbagliata? Almeno, questo era quello che pensavo
io. E poi è successo. Noi… Avevamo litigato, ero di nuovo solo e… Voglio dire,
sono andato con loro. Mi avevano promesso un futuro facile. La realtà era che
tutto faceva schifo.”
Severus
si alzò, improvvisamente in collera. Stava ricordando come tutti i suoi sogni
di gloria si fossero infranti contro la realtà, come avesse capito troppo tardi
le implicazioni di una scelta sbagliata.
“Il
signore oscuro ci usava come marionette. Per lui non eravamo altro che pezze
per i piedi, peggio di elfi domestici. Le nostre gesta non significavano nulla,
chi comandava era chi riusciva a baciargli meglio i piedi. E il peggio era ciò
che ci faceva fare. Credimi, la maggior parte di noi ne era disgustato. Quando
sei un ragazzino sciocco e ti alleni con la maledizione cruciatus su una mosca
sembra tutto così bello, inebriante… Avere il potere ed usarlo su qualcun
altro. Quando però quest’altro è un essere umano… Le sue grida non ti
abbandonano mai. Mai, impari solo a convivere con gli incubi, se vuoi
sopravvivere… Perché il signore oscuro non accetta dimissioni, perché l’unica
cosa che ti fa andare avanti e torturare e uccidere è la paura per la tua
stessa vita. Se il signore oscuro sospetta anche minimamente che tu lo
tradisca, o ti voglia tirar indietro, sei già morto prima ancora di riuscire a
schermare la mente.
Ovviamente
c’erano le eccezioni. C’era chi considerava le urla di un babbano poco meno dei
contorcimenti della mosca, chi era veramente convinto della supremazia del sangue
puro e quindi li trattava come bestie. Ma già loro impallidivano quando si
trattava di uccidere un altro mago: però gli ordini del signore oscuro non si
discutevano. E il signore oscuro non uccideva quasi mai babbani. Quello era
solo un divertimento personale e privato di qualche purosangue convinto, che
doveva pure stare attento: se veniva beccato era la fine. No, il signore scuro
preferiva tirare le file dall’interno, muovere l’organizzazione mirando a
conquistare il ministero ed il potere, e se si sacrificava un po’ di sangue
magico qual’era il problema? Erano oppositori, gente indegna di vivere.
E
poi c’era un’altra categoria, la più pericolosa. Erano i pazzi, e da quelli
dovevi ben guardarti, perché ti avrebbero fulminato se solo avevi un’idea diversa
da loro. Loro godevano della tortura, amavano uccidere, li faceva sentire
superiori persino in mezzo agli altri maghi. Inutile dire che per loro i
babbani contavano meno di zero… Così come lo contavano i maghi traditori del
proprio sangue, i sanguesporco, i mezzosangue. Erano sadici, bastardi… Pazzi.
Bellatrix
Lestrange e gli altri che sono stati arrestati per l’aggressione rientravano in
questa categoria. Credo che a loro fregasse poco del signore oscuro, sebbene
Bella ne avesse una particolare ammirazione: avevano sposato in toto gli
ideali, avevano trovato solo il giusto pretesto per sfogare la loro pazzia.
Ecco
quindi il perché, e non c’è nessun altro motivo che tenga. La realtà è che non
c’è nessun motivo e basta. La realtà è che è stata solo gente pazza, malata a
distruggere delle vite innocenti.”
Severus
aveva stretto sempre di più i pugni, mentre Lily lo ascoltava rapita. Il fatto
però di essere venuta a conoscenza di una realtà così terribile, di un motivo
così futile per mettere a repentaglio la vita dei suoi amici… Grosse lacrime
presero ancora a cedere sulle sue guancie e Severus rilassò le spalle, tornando
a sedersi sul letto per stringerla.
“Credimi,
io per primo ero disgustato della vita che stavo conducendo. Per questo… Anche
per questo, mi sono ribellato. Alla fine avevi ragione ancora tu no? Dovevo
lasciare quel gruppo di ragazzi anni fa. Avrei dovuto darti ascolto. E invece
sono stato sciocco, e tentato… Dalle cose sbagliate, dalle cose che non
c’erano… Perdonami Lily. Perdonami, se puoi. Sono in ritardo, ma ho capito.”
“S-Severus…”
singhiozzò Lily, stringendolo a sé “I-io lo sapevo c-che eri buono. N-non ti
devo p-perdonare niente.”
Quelle
parole furono come un balsamo per l’uomo, che non poté far latro che stringere
di più la donna a sé.
Lily.
La
sua Lily, in quel momento. Voleva dirglielo, voleva urlare il sentimento che da
sempre la legava a lei… Ma non era giusto. Non sarebbe stato giusto. L’amava
abbastanza per vivere in silenzio e vederla felice accanto ad un altro. L’amava
abbastanza per tornare ad essere suo amico e sostenerla nel momento del
bisogno, come ora.
Lily
dal canto suo non pensò ai sentimenti di Severus, ma si aggrappò in modo
egoistico a lui per sfogare la paura che si portava dietro ormai da troppo
tempo. Era triste, confusa, spaventata: così pianse, pianse fino a sfogarsi del
tutto.
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Capitolo 8 *** Ritrovarsi ***
Ecco che in questo
capitolo inizia a risolversi un problema. Però restano in sospeso gli altri:
che sarà successo a Frank e Alice? Si riprenderanno? Ovviamente la Rowling ci
dà la sua versione dei fatti in proposito… Ma qui è già stata distorta parte
della storia, quindi… Chissà?
Eheheh… Ringrazio sempre
chi mi segue/preferisce/ricorda… Invito a recensire! =)
Buona lettura! =)
Ritrovarsi
Lily
si smaterializzò nel salotto verso le otto del mattino. Era decisamente più
calma, parlare con Severus le aveva fatto bene… Ma ora, come l’avrebbe presa
James? Era sveglio? Dormiva? Poteva stracciare il biglietto che gli aveva
lasciato e far finta di niente?
Entrò
in cucina cercando di fare meno rumore possibile, ma era inutile: James era
seduto al tavolo con una tazza di the davanti e la Gazzetta del Profeta aperta.
“Bentornata.”
le disse, alzando appena gli occhi.
Lily
si sentiva nervosa. Che cos’era tutta questa tranquillità? Calma prima della
tempesta?
“Harry?”
chiese, andandosi a versare il the.
“Dorme
ancora. L’ho controllato prima di scendere.”
Lily
prese la tazza e si sedette. Vide il biglietto che aveva lasciato ancora
intatto. Nervosamente guardò verso suo marito: appariva perfettamente rilassato,
del tutto concentrato nella lettura. Bevve un sorso di the.
“Ehm…
James?”
Credeva
di dover affrontare l’argomento subito: non poteva rischiare di rimandare
ancora una possibile lite. E vivere nell’indifferenza la spaventava. Lei e
James erano sempre stati una coppia passionale, che non si faceva problemi a
litigare così come a fare pace. Erano bufere passeggere, di quelle che lasciano
sempre spazio all’arcobaleno. Ma questa storia stava andando avanti da troppo
tempo. Era andata oltre, e improvvisamente Lily si sentì spaventata.
“Sì
Lils? Che c’è?”
“Ecco,
io… Mi chiedevo… Non sei arrabbiato? Hai letto il biglietto, no?” in quel
momento Lily si sentiva molto poco grifondoro.
James
mise da parte il giornale e la fissò negli occhi, prendendole le mani.
“Lily,
io ho riflettuto, proprio come mi hai chiesto. Ieri sera non c’è stato modo di
parlare ma…” sospiro “Ho dato di matto, me ne rendo conto. Ero agitato,
qualcuno aveva cercato di ucciderci, di uccidere te, e Harry! Non potevo
sopportarlo. E non era una persona qualsiasi, era lord voldemort. Io l’ho
visto. Il suo sguardo… Un pazzo, ecco che cos’era.” ci fu un altro secondo di
pausa, nel quale James continuò a guardare Lily negli occhi “Quegli occhi mi
hanno tormentato. Ogni giorno mi svegliavo cercandoti accanto a me, andavo a
vedere come stava Harry, stavo diventando pazzo anch’io, pazzo di paura. E poi
Silente se ne esce fuori con la bomba che Mocciosus è dei nostri.”
“Severus.”
mormorò piano Lily, con un mezzo sguardo di rimprovero. L’altro era
preoccupato: possibile che non si fosse resa conto di quello che stava provando
suo marito? Il fatto è che anche lei si sentiva spaventata. Si sentivano soli,
perduti, quando in realtà sarebbero dovuti stare insieme, e sostenersi a
vicenda.
“Non
ci ho visto più. Per me era impossibile che ci fosse qualcuno di ‘sano’ in
mezzo a quella gente, per me era impossibile pensare che si meritasse una
seconda possibilità, anche se se l’era guadagnata. Credevo che Silente fosse
stato ingannato, imbrogliato… E il fatto che Severus” marcò la parola come a sottolineare che l’aveva sentita
“Ti avesse insultata in passato, avesse scelto i Mangiamorta rispetto alla tua amicizia… Beh,
ha contribuito a farmi infuriare. Ero confuso, arrabbiato: non ci capivo più
niente. Quando ci hai fatto pace mi sono sentito anche un po’ tradito, e poi mi
hai detto di non tornare a casa finché non avessi compreso. Ci ho provato. Ho
passeggiato per il castello e ho riflettuto, cercando di mettere da parte
l’orgoglio, come hai fatto te, e di vedere le cose da un punto di vista obiettivo.
E poi ho incontrato Silente e ho parlato anche con lui.”
Lily
aspettava, mentre James cercava di trovare le parole.
“Io…
Ho capito. Ho capito che anche tu eri confusa, arrabbiata, spaventata. Ho
capito che ti affidavi a Silente, che dovevi
credere a quello che diceva, perché
se ti fosse crollato anche quel punto fisso, il nostro salvatore… Non ce
l’avresti fatta. E così ho fatto anch’io. Ho capito che era ora di mettere da
parte i vecchi rancori, e di starti accanto. Ho capito che non ero solo in
questo percorso, che non dovevamo escluderci a vicenda, che avevamo bisogno
l’uno dell’altro. Ho capito che dovevo avere fiducia in te, come sempre. Volevo
dirtelo ieri sera, ma poi… E’ successo quello che è successo, ed io…”
“Mi
dispiace.” intervenne Lily, liberando una mano per accarezzargli una guancia
“Ho pensato solo a me stessa, e mi sono dimenticata che anche tu eri amico di
Frank. E di Alice. Non ci ho visto più e…”
“No
Lily, non scusarti. Quando non ti ho trovato stamattina mi sono spaventato un
po’, ma poi ho visto Harry dormire beato e il tuo biglietto. Io sono un auror,
sto a contatto con i criminali praticamente sempre, ho arrestato anche dei
Mangiamorte dopo la caduta di quel pazzo. So come funziona, so cosa passa nelle
loro menti malate. Tu no però, così ho capito subito perché sei andata da… Da
lui. Spero solo che ti abbia fatto bene. Se ti serve di nuovo il tuo migliore
amico, io lo capisco. Puoi andare da lui e sfogarti e confidarti, solo non
escludermi di nuovo. Ci sono qua anch’io per te.”
Lily
si sentì di nuovo salire la lacrime, e realizzò che per quella giornata aveva
già dato sfogo a tutto. Però quelle erano lacrime di commozione.
Ecco
dunque che James era tornato. Il suo James, il James con sui si era sposata, il
James che amava tanto. Si alzò di scatto e lo abbracciò, e lui la fece sedere
in braccio a lei per cullarla.
Finalmente
tutto si era chiarito, ed erano di nuovo insieme… Una famiglia, come doveva
essere.
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Capitolo 9 *** Pazzia ***
Buon pomeriggio a tutti!
=D
Ieri non ho potuto
aggiornare, ma mi rifaccio oggi! Abbiate pietà di me u.u non è mica facile
aggiornare in tempi così brevi!
In ogni caso, ecco il
prossimo capitolo =)
Ringrazio chi mi
segue/preferisce/ricorda e chi recensisce! =D
Buona lettura =)
Pazzia
Quando
Harry si svegliò, piangendo prepotentemente per la fame, Lily e James erano
ancora abbracciati teneramente, e si stavano coccolando. Lily si alzò ed andò a
prendere il figlio, mentre James si mise a scaldargli il latte.
“Amore,
dopo ti va se… Andiamo da Alice?” chiese Lily, titubante.
“Sì,
tesoro. Solo Sirius ha il turno adesso, non so se…”
“Posso
chiedere a Remus.”
“Ok,
perfetto.”
Dopo
che Harry ebbe mangiato Lily cercò Remus a casa dei suoi, usando la polvere
volante.
“Remus?
Remus? Ci sei?”
Sentì
un rumore strano, come una sedia che veniva spostata, e dopo due secondi
l’ultimo malandrino le apparve davanti. Era magro e trasandato: accigliata Lily
pensò che si stesse lasciando andare.
“Lily?
Che succede? State tutti bene?”
“Sì,
stiamo bene… Volevo chiederti un favore… Potresti venire a tenere Harry per un
po’? Sai, io e James vorremmo… Andare a trovare Alice e Frank…”
“Ma
certo, fammi finire la colazione e arrivo.”
“Ok,
ti aspettiamo!”
Tornò
indietro e si scrollò la cenere dalle spalle.
“Jamie
viene Remus, vado a cambiarmi prima che arrivi!” urlò verso la cucina, per poi
salire.
Guardandosi
allo specchio Lily decise che non poteva far altro che una bella doccia: era in
uno stato pietoso, con gli occhi gonfi di pianto e i capelli in disordine.
Merlino, si era presentata così da Remus?! Ci credeva che era preoccupato.
Si
mise dunque sotto il getto bollente che contribuì a sciogliere gli ultimi nodi di
tensione rimasta. Quando uscì si sentì rianimata, un’altra persona. Si asciugò
con un colpo di bacchetta e appellò biancheria e vestiti. Si mise un filo di
trucco e si pettinò, pronta per andare. Scendendo le scale sentì i due amici
ridere: una volta entrata in salotto li vide giocare con Harry, facendo muovere
i suoi peluches. Harry sembrava felice.
“Ciao
Remus, scusa per la chiamata improvvisa.”
“Oh
tranquilla Lils… Tanto non avevo nulla da fare. Sai, qualche mese fa Dolores
Umbridge ha fatto approvare una legge che… Adesso non riesco a trovare lavoro.
Prima, con l’Ordine e tutto, non m’interessava, ma ora… Comunque non
preoccuparti per me, me la caverò. Fatemi sapere come stanno Frank e Alice, poi
passerò a trovarli anch’io.”
“Bene,
allora lo affidiamo a te.” disse James, alzandosi.
“Non
potrebbe essere in mani migliori.” asserì Remus, scattando sull’attenti in
un’imitazione buffa di un soldato. Harry rise.
Lily
e James si smaterializzarono nell’atrio del San Mungo. Aspettarono
pazientemente di avere indicazioni, poi seguirono un’assistente guaritrice fino
alla stanza dove riposavano Frank e Alice.
Dentro
ci trovarono Augusta Paciock, madre di Frank, con il braccio il piccolo
Neville, che piangeva.
“Oh
Lily… James. Siete venuti.” gli disse, con un sorriso tirato e cordiale.
“Sì,
io… Noi dovevamo arrivar prima, ci scusi.” mormorò Lily. Non conosceva bene la
madre di Frank ma aveva paura che pensasse che non le importasse dei suoi
amici.
“Non
preoccuparti cara, so che avete i vostri problemi. Anzi, vi dovrei ringraziare:
in fondo è solo merito vostro se è finita. Se lui non vi avesse voluto così
tanto, a quest’ora…”
Lily
si avvicinò ai due letti, dove Frank e Alice dormivano profondamente.
“Che
cos’hanno?” chiese James.
“Ancora
non si sa. Sono sedati, perché da svegli non fanno altro che urlare come matti.
Gli stanno somministrando parecchie pozioni calmanti… Dicono che ci vorrà
tempo. Però…”
Lily
si girò a guardare la signora, che tentava invano di calmare Neville. Era in
ansia, per la sua migliore amica e suo marito.
“Dicono
che potrebbero essere diventati pazzi. Aver perso il senno. E non riprendersi
più.”
Lily
si sentì cadere, cadere verso un fondo e non riemergere. La sua amica. La sua
migliore amica. La madre di Neville, che non smetteva di piangere. Poteva non
riprendersi più. Poteva rimanere pazza, e tutto questo per nulla. Perché altre
persone si erano ‘divertite’ a torturarla insieme al marito. E Neville sarebbe
potuto crescere senza genitori.
Si
sentì rivoltare lo stomaco.
No,
non l’avrebbe permesso.
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Capitolo 10 *** Determinazione ***
Eccomi qui con il prossimo
capitolo! u.u
Lily s’impegnerà per Frank
e Alice… Ehehe u.u non è da lei mollare! =D
Ringrazio chi mi ha messo
nelle seguite/preferite e ricordate *--* e chi recensisce, mi fa piacere! Non
sapete neanche quanto! *--*
Buona lettura =)
Determinazione
Il
giorno dopo James trovò Lily intenta a leggere una lunga pergamena e a scrivere
una lista su un’altra.
“Che
fai?” le chiese, mentre metteva Harry nel seggiolone.
“Ho
scritto alla Magiuniversità, sai che ho dovuto interrompere gli studi con la
guerra no? Voglio riprenderli. Diventerò Guaritrice.”
James
si bloccò con le mani ancora tese verso Harry, guardandola sbalordito.
“Ma
è magnifico! E ti hanno ri-accettato?”
“Certamente.
Mi mancano solo pochi esami e poi potrò prendere la laurea… Però ho cambiato
idea: voglio fare la ricercatrice. Aiutare la gente con le mie scoperte.
Aiutare Frank e Alice.” la ultime parole si spezzarono sui nomi dei suoi amici,
e James corse ad abbracciarla.
“Ce
la farai amore, come sempre. Ho piena fiducia in te.”
Lily
si asciugò rapida una lacrima con il dorso della mano e riprese a stilare
l’elenco dei libri che le sarebbero serviti per dare gli esami, più qualche
lettura facoltativa che le era stata consigliata per curare ferite e danni da
Magia Oscura. Harry si mise a strillare per la fame e James si affrettò a
preparargli la colazione.
“Amore,
mi spiace dirlo ma questa cosa mi porterà via del tempo… Tu lavori e dovremo
trovare qualcuno che stia con Harry.”
“Lils,
non so se sia una buona idea…” iniziò James, nervoso “Sai che siamo ancora in
pericolo, nonostante gli animi si stiano calmando… Ma mettere una sconosciuta
con Harry…”
A
quel punto Lily alzò lo sguardo su suo marito, l’aria indispettita.
“In
realtà pensavo a Remus, sempre se vuole aiutarci. Sai che con questa legge non
riesce a trovare lavoro, noi potremmo aiutarlo in quel senso… E poi adora Harry
e Harry lo adora.”
“Non
so… Sicuramente è una buona idea, ma Lunastorta non accetterebbe mai dei soldi
da noi…”
In
quel momento l’uomo si smaterializzò davanti a loro, assieme a Sirius.
“Salve
gente.” disse, appoggiando il cappotto su una sedia, lo sguardo duro. Sirius
era andato da Harry e lo stava imboccando al posto di James.
“Che
è successo?”
“Niente,
siamo stati a trovare i Paciock. Una brutta storia… Proprio brutta.”
Detto
questo Remus si fece cadere su una sedia, arraffando un toast a mangiandoselo.
“A
proposito di questo…” intervenne Lily “Ho ripreso gli studi.”
“Davvero?!
Ma è magnifico!” disse Sirius, mangiando un cucchiaio di latte e cereali e
scatenando le proteste di Harry, che lo voleva.
“Sì.
Voglio cercare una cura per loro. E Remus, a questo proposito mi serve un
favore…”
“Da
me? Ma io non so niente di Medimagia…”
“Non
in quel senso. Ci serve qualcuno che badi ad Harry mentre seguo le lezioni e
studio. Mi mancano pochi esami, è un periodo di tempo limitato, e poi conto di
iniziare a lavorare a casa per la maggior parte del tempo… Ma mi farebbe
davvero bene avere un appoggio.”
“Quello
che Lily vuol dire è che ti stiamo offrendo un impiego come babysitter a tempo
pieno.” intervenne James.
Remus
li guardò scettico.
“Non
so, adoro Harry, ma farne un mestiere… Non potrei mai essere assunto da voi. Starò
volentieri con lui, ma non parlatemi di soldi!”
“Visto?
Te l’avevo detto.”
“Beh,
ragazzi a questo proposito ho una buona notizia per voi.” intervenne Sirius.
“In
che senso?” chiese Lily.
“Nel
senso che ho appena comprato la casa accanto a questa.”
Tutti
lo guardarono sbalorditi per un momento. Harry prese a giocare immergendo le
mani nella tazza e impiastrandosi di latte e cereali.
“Cosa?
Felpato, davvero? Perché?” chiese James, rompendo il silenzio.
“Beh,
quello che è successo ad Halloween… Mi ha fatto riflettere. Se non fosse
intervenuto Silente… Beh, voglio stare accanto a voi, che c’è di male? Se
succede qualcosa potrò correre subito. E Remus verrà a vivere con me.”
Remus
si soffocò col toast che aveva ripreso a mangiare. Dopo che ebbe tossito
parecchie volte – e che James gli ebbe dato parecchie pacche sulla schiena –
disse: “Che cosa?!”
“Oh
andiamo Lunastorta, così potrai fare da balia ad Harry senza nemmeno scomodarti
tanto.”
“Ma…”
tentò di obbiettare lui.
“Niente
ma, ho giusto tre stanze che mi avanzano… Vedrai, staremo bene insieme: ognuno
avrà i suoi spazi.”
“E
poi la domenica sarete tutti invitati qui a pranzo.” disse Lily, sorridendo.
Avere vicino gli amici di James, quelli più cari, la confortava.
“Ma
io non posso permettermi una casa!” cercò di obbiettare ancora Remus.
“Beh,
considerando che mio zio Alphard mi ha lasciato tanto denaro da poter comperare
casa e campare comunque tranquillamente di rendita, e che io in ogni caso
lavoro… Non vedo dove stia il problema.” disse Sirius.
“E
se accetti anche una paga minima da noi potrai toglierti tutti gli sfizi che ti
pare, come comprarti i tuoi noiosissimi libri.” gli diede manforte James.
“Oh
Remus, mi piacerebbe tanto saperti vicino in caso di bisogno.” finì Lily “E
sapere vicino anche te, Sirius…” aggiunse poi.
Il
lupo mannaro alzò le braccia, sconfitto.
“E
va bene! Mi trasferirò con Sirius e farò da balia ad Harry. Vedo che, come al
solito, siete più forti di me.”
“Vorrei
ben vedere!” esclamarono in coro James e Sirius, andando verso di lui e
seppellendolo in un mare di braccia mentre Remus tentava inutilmente di
scrollarseli di dosso.
Lily
sorrise, poi andò da Harry per prenderlo e lavarlo, dato che ormai si era
impiastricciato tutta la faccia. Nel frattempo ripercorse mentalmente gli esami
che avrebbe dovuto dare e cercò di calcolare quanto tempo ci avrebbe messo: era
più determinata che mai a trovare una cura per salvare i suoi amici.
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Capitolo 11 *** Corrispondenza ***
Buonasera a tutti u.u
Dopo due giorni di assenza
torno con un nuovo capitolo! =D
Ringrazio chi mi
segue/preferisce/ricorda u.u è un onore! *--* e invito tutti a recensire! =D
Buona lettura! =D
Corrispondenza
Lily
lasciò quella mattina stessa Harry a Remus per andare a comprare i libri e il
materiale necessario per sostenere gli esami e approfondire quello che voleva.
Prese anche qualche libro di pozioni in più, che non guastava mai. Poi fece un
rapido giro in qualche cartoleria magica alla ricerca di pergamene, piume,
inchiostro e quant’altro le sarebbe potuto servire per riprendere gli studi.
Tornò
a casa che erano ormai le due passate.
“Fatto
buone compere?” le chiese Remus, alzandosi dal divano ed andando ad aiutarla
con i sacchetti.
“Sì,
ho una fame ora… Harry?”
“Abbiam
mangiato e poi si è addormentato. Sono salito due minuti fa a metterlo nella
culla.”
“Bene…
Sono esausta.”
Lily
lasciò le varie borse sul tavolo della cucina e armeggiò con la bacchetta,
appellando gli ingredienti per qualche tramezzino. Pazientemente si mise a
farli e poi li mangiò, mentre Remus disfava le borse ed impilava i libri.
Dopo
mangiato la rossa aiutò il suo amico a mettere via tutto, diede una rapida
occhiata ad Harry – che stava dormendo contro le sbarre del lettino – e poi
prese un foglio di pergamena, piuma e inchiostro, sedendosi infine con
l’intento di scrivere una lettera a Severus. Era indecisa, non sapeva come
porgli la questione: e se poi lui si fosse sentito obbligato? Ma con un sospiro
si rese conto che non gli avrebbe detto di no comunque. Ora che aveva fatto
pace con James si rendeva conto che i sentimenti di Severus nei suoi confronti
erano un problema, ma non si sentiva neppure di condannarli: infondo le avevano
salvato la vita, e salvato quella di Harry e James. Sarebbe riuscita a vivere
senza confessare che sapeva? Beh, doveva farcela. Altrimenti Severus avrebbe
pensato che fosse stato Silente a dirglielo, e si sarebbe arrabbiato
moltissimo.
“Senti
Lils, se non hai più bisogno io vado… Dovrei fare leggermente le valigie, dato
che quel pazzo di Sirius vuole iniziare la convivenza al più presto.”
Lily
alzò lo sguardo dalla pergamena che ormai stava fissando da parecchi minuti.
“Oh,
sì… Scusami, non volevo trattenerti. Ci vediamo presto allora, e grazie mille.”
disse con un sorriso, poi Remus le fece un cenno e con un pop sparì.
Lily
tornò alla sua lettera, e alla fine si decise.
Sev,
ciao, come stai? Ti ringrazio molto per
l’altra mattina, senza di te probabilmente avrei dato di matto… Più di quanto
non abbia già fatto, intendo. La cosa capitata a Frank e Alice… Mi ha dato il
coraggio per riprendere gli studi: non so se lo sai, ma studiavo Medimagia
prima di dovermi nascondere perché quel pazzo ci dava la caccia.
Comunque la magiuniversità mi ha
riammesso, e mi mancano pochi esami alla laurea, che conto di superare a breve.
Quello che mi preoccupa è il dopo. Ho intenzione di diventare ricercatrice, e
di trovare un modo per guarire Frank e Alice… E poi tutte le altre persone
ferite da magia oscura.
Non so come chiedertelo, ma credo che la
tua abilità in pozioni e in difesa contro le arti oscure possa tornarmi utile.
Soprattutto perché tu eri dentro… Capisci no? So che sarai impegnato con il
lavoro, e comunque non ti chiedo aiuto nell’immediato, però… Mi aiuterai Sev?
Scusami se ti gravo di questo peso,
Lily
Si
stava alzando per spedire la lettera quando il loro gatto, Isisdoro, gli si
strusciò fra le gambe.
“Oh
cielo, non ti ho dato da mangiare!” esclamò, per poi andare a prendere i
croccantini.
Finalmente
libera dal micione bianco e rosso, Lily si diresse verso il gufo di casa
Potter, un barbagianni di nome Owly. Non molto originale, però Owly faceva
sempre il suo dovere. La rossa gli diede qualche biscotto gufico e poi gli legò
la pergamena alla zampa.
Non
dovette aspettare molto per la risposta: appena un paio d’ore. Lily chiuse il
libro che aveva appena iniziato a studiare e srotolò in fretta la pergamena, un
occhio sempre buttato su Harry che giocava con dei pupazzi sul tappeto.
Cara Lily,
sarei ben felice di aiutarti, anche se
hai ragione: nell’immediato non posso. Silente mi ha assunto nel periodo
peggiore dell’anno, ci sono un sacco di verifiche da fare e gli alunni sono
tutti delle teste di legno.
Ma passiamo a noi: ho una persona a cui
chiedere consiglio, se ti va, che ti potrebbe essere molto utile. Lei era la
guaritrice non ufficiale dei Mangiamorte, esperta appunto in magia oscura,
anche se aveva imparato come autodidatta e con l’esperienza sul campo. Sto
parlando di Narcissa Malfoy.
Credimi, lei non è mai stata una
Mangiamorte, e non era neppure convinta della loro causa, ma il marito Lucius
era uno dei più fedeli del Signore Oscuro, e la loro casa era usata come
quartier generale: come poteva opporsi? Ma sappi solo questo: è stata lei ad
avvertirmi quando Peter Minus è andato a rivelare al Signore Oscuro il luogo
dove vi nascondevate. Senza di lei probabilmente Silente non avrebbe mai fatto
in tempo a salvarvi. Quindi credimi: ti puoi fidare di lei. E assolutamente non
ti puoi fidare di suo marito.
Sono certo che sarà felice di aiutarti,
fammi sapere.
Tuo Severus
Narcissa
Malfoy eh? Di lei sapeva solo che era Serpeverde, nel loro stesso anno,
purosangue altezzosa – almeno ai tempi della scuola – e promessa di Lucius. E
che aveva un figlio che doveva avere l’età di Harry.
Però
Severus si fidava di lei, e Lily si fidava di Severus.
E
va bene, si disse, conosciamo questa Narcissa Malfoy.
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Capitolo 12 *** Narcissa Malfoy ed esami ***
Buon pomeriggio a tutti!
So che prima aggiornavo
più velocemente… Ma cercate di capirmi: ho tre storie da portare avanti, sono
in vacanza – e quindi mi dedico anche ad altro – e… Non posso certo scrivere
tutto il giorno! >..<
Finché avevo capitoli “in
più” postavo… Ora sono “in pari” quindi posto quando scrivo… E questo vale per
tutte le mie storie. Ogni tanto (tipo questo pomeriggio) prometto di mettermi
di buona lena e scrivere… Portarmi avanti… Ma finché non avrò finito almeno una
storia posterò più lentamente… Spero di riuscire a postare almeno una volta a
settimana (ogni storia), quindi abbiate pazienza!
Nel frattempo ringrazio
tutti quelli che mi seguono/preferiscono/ricordano e chi ha lasciato una
recensione! =D Vi ringrazio infinitamente per il vostro sostegno, questo
capitolo è per voi! =D
Buona lettura =)
Narcissa Malfoy ed esami
Narcissa
Malfoy era una donna intrappolata in un matrimonio combinato ed infelice,
schierata a forza dalla parte sbagliata della guerra e con un figlio piccolo
che era la sua unica gioia, anche in mezzo al buon nome di famiglia rovinato.
Lucius era sempre nervoso da dopo che il Signore Oscuro era morto, e non faceva
altro che dispensare oro ai ‘pezzi grossi’ e cercare un modo per riabilitare il
prestigio della famiglia Malfoy.
Quando
Narcissa ricevette la lettera di Lily ne rimase molto sorpresa. In verità
doveva aspettarsela, dato che Severus gliel’aveva comunicato, però… Però non
credeva che la donna che aveva permesso al mondo magico di salvarsi le avrebbe
davvero scritto, da pari a pari, come… Un’amica.
Vero,
anche lei aveva fatto la sua parte, e senza il suo intervento il Signore Oscuro sarebbe ancora vivo, però…
Nessuno lo sapeva. Era stata irremovibile su quel punto, perché aveva paura di
suo marito. Un marito assente che non si curava né di lei né del figlio, e che
sarebbe andato su tutte le furie se l’avesse scoperto.
Di
buon grado rispose a Lily e ben presto iniziarono una fitta corrispondenza. Da
lettere incentrate sugli studi della donna e sulla cura di Magie Oscure passarono
via via a conversazioni più private e più intime. Ben presto poterono definirsi
più che conoscenti, quasi amiche.
Lily
era rimasta piacevolmente sorpresa dalla donna: non era affatto… Malvagia, ma
anzi, dalle lettere sembrava buona, calma e paziente. Le dispiaceva molto per
come andassero le cose con suo marito: dopotutto non aveva avuto scelta e si
doveva adattare ad un matrimonio combinato. Più volte era stata sul punto di
dirle di lasciarlo, ma non voleva rischiare di essere invadente.
Verso
gennaio, dopo aver passato le feste studiando come una matta e il Natale –
unico giorno di riposo – dai genitori di James con Sirius e Remus, si iscrisse
agli esami. I primi e sperava anche ultimi che avrebbe dovuto sostenere, dopo
una pausa di mezzo semestre.
Sirius
e Remus si erano ormai trasferiti nella villetta accanto alla loro, e
Lunastorta stava spesso con Harry mentre lei era impegnata. A volte Lily
avvertiva fitte di rimorso per trascorrere così poco tempo con suo figlio, ma
alla fine si ripeteva sempre che era per una buona causa e che comunque la
situazione non si sarebbe protratta per sempre, ma solo fino alla laurea. Quando
avrebbe iniziato a fare la ricercatrice avrebbe potuto tranquillamente darsi
degli orari, anche se duri, e non studiare come una pazza da mattina a sera.
Fortunatamente
il suo ottimo cervello non si era lasciato andare nel periodo di pausa forzato
che si era presa, e lo studio protratto strava dando i suoi frutti: era così
determinata a laurearsi il prima possibile che non era più andata a trovare
Frank e Alice, scrivendo tuttavia una lettera di scuse ad Augusta Paciock,
comunicandole anche il suo intento. La signora era stata molto comprensiva e si
era sentita oltremodo fiera di quella determinazione che Lily aveva mostrato
per cercare una cura per suo figlio e sua nuora. “Non è di certo andandoli a
trovare tutti i giorni che li salverai, continua così mia cara.” le aveva
scritto nella lettera di risposta, lettera che Lily conservava con cura e che
rileggeva nei momenti di sconforto, ad esempio quando non riusciva ad imparare
dei passaggi altamente difficili.
Il
dodici ed il quindici gennaio Lily si presentò nell’aula d’esame e sostenne le
ultime prove che, assieme alla tesi, la separavano dalla laurea. Dopo due
settimane ebbe gli esiti: era passata con il massimo dei voti, e un professore
– il suo docente di Pozioni applicate, il professor Gamble – le aveva scritto,
entusiasta, per proporsi come relatore della tesi. Lily aveva accettato di buon
grado e si era messa di gran lena a lavoraci, senza prendersi neanche una
pausa: se tutto fosse andato bene avrebbe potuto laurearsi nella sessione di
aprile.
La
sua tesi riguardava l’uso del Dittamo e di altre erbe magiche elementari nella
preparazione delle pozioni curative, con particolare riferimento alle pozioni
per curare le lesioni da Magia Oscura. Avrebbe unito in quel modo l’utile al
dilettevole: iniziando così la sua ricerca sulla cura dei danni da Magia Oscura
e sulla preparazione di pozioni complicate, ramo in cui più avanti si sarebbe
specializzata. Ma prima doveva salvare la vita – e la salute mentale – ad Alice
e Frank.
S’incontrava
così spesso con il professor Gamble che James un giorno per battuta le chiese
se lo stava tradendo. Lily non era in alcun modo in vena di scherzi e rispose
in malo modo, blaterando qualcosa sul fatto che stava leggendo un libro
importante.
James
glielo tolse dalle mani delicatamente prima che lei potesse dire qualcosa, e
poi la strinse fra le braccia.
“Amore
stai esagerando, prenditi un attimo di pausa.”
“Esagerando?
Esagerando?! Più tempo perdo più ci sono possibilità di non riuscire a
salvarli, James!”
“Sssh…
Ssssh…” la cullò dolcemente lui.
“James…”
Lily tentò debolmente di protestare.
“Niente
scuse, tu ora mi coccoli e ti rilassi.”
“Oh
Jamie.” sospirò la rossa, accoccolandosi sul petto di suo marito.
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Capitolo 13 *** Coccole e tenerezze ***
Questo capitolo è più
corto degli altri, ma volevo per un attimo “spezzare” tutta la tensione
accumulata… Risa credo che lo apprezzerà particolarmente XD e mannaggia a me
che ho messo il rating giallo XD XD eheheheheh… Beh, buona lettura! =D
Ringrazio sempre chi mi
segue/preferisce/ricorda e chi recensisce! =D
Coccole e tenerezze
James
aveva ragione: se Lily continuava a tenere quel ritmo presto sarebbe impazzita.
La donna si abbandonò quindi di buon grado fra le braccia forti e rassicuranti
di suo marito, mentre lui continuava a cullarla.
“Tesoro,
Harry dorme.” le disse tutt’ad un tratto.
“Sì,
lo so, l’ho messo a letto io mezz’ora fa…”
“E
non sembra intenzionato a svegliarsi, vero?”
“Beh
ma questo che c’entr… Oh.” rispose Lily, cogliendo il velo di malizia negli
occhi di suo marito.
Quanto
tempo era che non facevano l’amore?
Troppo,
troppo tempo.
Lily
studiava sempre, faceva da mangiare e si prendeva cura di Harry quando Remus lo
riportava a casa: alla fine la sera crollava esausta fra i cuscini, senza nemmeno
dare il bacio della buonanotte a James.
Era
giunto il momento di rimediare.
James
la sollevò di slancio dal divano e la portò in camera, mentre Lily rideva come
una bambina. Si sentiva così… Amata, coccolata, viziata… James era un ottimo
marito: non le faceva mancare niente neanche dal punto di vista affettivo,
sapeva rispettare i suoi spazi e farsi da parte, ma anche trascinarla nella
passione più sfrenata. Dopo tutto quel tempo il loro ardore non si era ancora
spento: si amavano come il primo giorno, come se tutto fosse nuovo e stupendo.
Anche dal punto di vista fisico, James la faceva sempre impazzire.
Fecero
l’amore e, una volta finito, Lily poggiò la testa sul petto di suo marito,
mentre James la cingeva con le braccia.
“Mi
sei mancata Lils.” le disse, nel modo più naturale possibile.
“Anche
tu. Mi ci voleva questa… Questa pausa.”
“Maliziosa…”
la prese in giro James.
“Intendevo
staccare un po’, non di certo il sesso!”
“Eheh…
Malandrina…” continuò il marito, guardandola divertito.
“Ma
smettila!” disse Lily, sollevandosi sui gomiti e sorridendo, prima di dare un
bacio a fior di labbra all’uomo.
“Ah,
è così? Devo smetterla?” rispose James facendo il finto offeso, poi con un
sorriso molto furbo ed uno scatto ribaltò le loro posizioni, prendendo a fare il
solletico a Lily, che si dimenava e rideva più che mai.
“Non…
Non vale! Ahahahah! Smettila! Ahahahah!” cercava di protestare invano, poi
passò al contrattacco: in pochi secondi finirono per rotolarsi sul letto,
ridendo, e poi James strabuzzò gli occhi in modo molto strambo e ruotò le
braccia, nel disperato tentativo di non cadere, fallendo.
“Ouch!”
disse, mentre toccava con il sedere il pavimento.
Lily
guardò l’ora: le undici e mezza.
“Dai
amore, torna a letto. E’ tardi.” gli disse, allungando una mano verso di lui.
James
si rialzò senza alcuno aiuto e si infilò di nuovo sotto le lenzuola, attirando
a sé la moglie.
“Buona
notte, mio piccolo folletto rosso.” le sussurrò.
“Eh
no, folletto un corno: sono alta uno e settanta, non si vede?”
James
ridacchiò, ripensando all’origine di quel soprannome: i Malandrini
gliel’avevano dato il primo anno ad Hogwarts, quando Lily era effettivamente
più bassa della media. Poi col tempo si era alzata in modo impressionante.
“Notte
amore.” le disse allora, baciandole i capelli.
“Notte
anche a te, Jamie.” sospirò Lily, mettendosi più comoda fra le sue braccia.
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Capitolo 14 *** Dopo la tesi s'inizia a lavorare ***
Buonasera a tutti! u.u
Ecco qua il nuovo capitolo…
Questa storia ormai è finita (nel mio pc XD), dovrei sbrigarmi più in fretta a
postare >..<
Ringrazio la marea di
persona che seguono/preferiscono/ricordano questa fan fiction *--*
Buona lettura! =D
Dopo la tesi s’inizia a lavorare
I
mesi passarono in un lampo, Lily finì la sua tesi e fece un ultimo sforzo
finale per conseguire la laurea. Quel giorno c’erano tutti: suo marito James
con i suoi genitori, il piccolo Harry, Sirius, Remus, la sua vecchia amica Mary
McDonalds, Albus Silente… Persino Severus e, anche se venne solo per
congratularsi, Narcissa Malfoy.
“Complimenti
per la laurea… Scusa se non posso restare, ma ho detto a Lucius che uscivo a
far spese… Sai, vestiti nuovi, cose che gli Elfi non possono procurarmi: almeno
avevo la scusa per passare. Ci sentiamo via gufo!”
Detto
questo la bionda l’abbracciò di slancio, poi facendo l’occhiolino si
smaterializzò.
Lily
non amava lo sfarzo quindi niente ristorante o cosa strane: l’unica cosa che si
era concessa erano i confetti, che aveva lasciato in diverse ciotole qua e là
per casa. I Malandrini si erano offerti di cucinare al suo posto – per ‘non
distrarla dallo studio’ – così festeggiarono con un’enorme pranzo a casa loro.
Severus guardò scettico James che gli serviva degli spaghetti, poi vide Lily
mangiare serenamente e si azzardò a metterli in bocca. Erano squisiti. Da
quando i Malandrini ci sapevano fare con la cucina?
Lily
era raggiante. Finalmente aveva raggiunto il suo obbiettivo, finalmente si era
laureata… E ora, con il benestare del Rettore dell’università, poteva dedicarsi
completamente alla ricerca. A trovare un modo per curare Frank e Alice. Per
salvare i suoi migliori amici… Per poter dare un futuro felice al piccolo
Neville, per fargli conoscere i suoi genitori.
Ogni
tanto pensava a come sarebbe stata la vita di Harry, se lei e James non fossero
stati salvati. Dove avrebbe vissuto? Con chi? Avrebbe avuto una vita felice… Da
orfano? Quando in questi mesi era stata costretta a studiare fino allo
sfinimento, trascurando Harry e lasciandolo a Remus, sapeva che comunque stava
facendo qualcosa di utile, e che anche questa assenza temporanea sarebbe stata
dieci, cento, mille volte meglio di non esserci più per suo figlio. Questo
pensiero la rincuorava, e le dava la forza di andare avanti.
James
pensò che la festa fosse durata anche troppo poco, mentre accompagnava gli ospiti
alla porta. Dopotutto lui era un malandrino, l’anima dei festeggiamenti. E il
suo senso d’insoddisfazione crebbe quando tornò in salotto e vide Lily immersa
nella lettura di un noiosissimo libro – insomma, era grosso e scritto in
caratteri minuscoli, ovvio che fosse noioso – mentre Harry correva di qua e di
là inseguendo la scopa giocattolo.
“No
no rossa, hai sbagliato tutto… Oggi è il giorno del relax totale, dei festeggiamenti!”
“Che
vuoi dire?” chiese Lily, alzando appena la testa e sbadigliando.
“Che
per oggi sono vietati i libri… Sono solo le quattro: che ne dici di fare un
giro a Diagon Alley? E’ da un bel po’ che non ti concedi un po’ di shopping
sfrenato… Prima perché quel pazzo ci dava la caccia, poi hai studiato come una
matta… Ora è sicuro al cento per cento: nessuno ci attaccherà, sono ormai
passati sei mesi. E poi io sono un Auror molto famoso. Usciamo?”
Lily
si prese un attimo per valutare la proposta. C’era ancora tanto da fare, tanto
da studiare, sperimentare, cercare una cura… Ma James aveva ragione: oggi era
un giorno di festa.
“E
va bene. Aiutami a preparare Harry: si esce.”
La
passeggiata per Diagon Alley le fece bene, molto bene. James portava Harry
sulle spalle e lei lo teneva a braccetto. Sembravano una coppia di fidanzatini,
complice il fatto che suo marito faceva di tutto per far ridere lei e il
piccolo. Girarono negozi, mangiarono un enorme gelato dal Florian Fortebraccio
e tornarono a casa per l’ora di cena, esausti e con tanti pacchettini, ma
felici.
Meno
di una settimana dopo cadeva Pasqua: la trascorsero come il Natale a casa dei
genitori di James con gli altri Malandrini, e due giorni dopo ri-iniziò la routine:
James riprese a lavorare e lei si organizzò per poter trovare una cura alla
pazzia di Frank e Alice. Adibì una piccola stanza vicino al salotto a studio, ci
mise un piccolo armadio per gli ingredienti delle pozioni, una libreria, un
calderone sul camino e un tavolo per poter lavorare. Applicò un incantesimo
sulla porta cosicché Harry non potesse entrarci neanche per sbaglio, evitando
quindi di pasticciare con pozioni pericolose o appunti fondamentali, e
ricontattò Severus e Narcissa, oltre ad avvisare il Rettore.
Severus
le disse che si era portato avanti con il lavoro anche se fino a fine giugno
sarebbe stato disponibile solo verso pomeriggio-sera, e Narcissa invece
sembrava preoccupata, ma si dichiarò immediatamente disponibile a procedere.
Il
giorno prima di riunire gli amici Lily tornò a trovare Frank e Alice: i due la
guardarono sorridendo, senza riconoscerla, e i Guaritori le dissero che le loro
condizioni erano decisamente più stabili, anche se le loro ipotesi purtroppo si
erano rivelate fondate: i due erano pazzi, nel senso che non riuscivano più a
distinguere la realtà né a riconoscere le persone.
Lily
trattenne a stento le lacrime e, una volta smaterializzata a casa, andò dritta
fra le braccia di James: pianse tutta la sera, promettendosi di fare il meglio
e di salvare gli amici. Pianse tutte le lacrime che e servirono per sfogarsi,
ripromettendosi che le prossime che avrebbe versato sarebbero state di gioia,
gioia per la guarigione della sua migliore amica e di suo marito.
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Capitolo 15 *** Imprevisto ***
Buongiorno a tutti! =)
Siccome domani parto per
il mare… E questa storia ormai è finita… Ho deciso di pubblicare il capitolo
u.u il prossimo arriverà settimana prossima per forza di cose XD
Ho creato un profilo e non
una pagina perché mi trovo più comoda XD non so neanche come si gestisce, una
pagina… E temo di non avere abbastanza persone interessate comunque XD
Non ho assolutamente idea
di cosa pubblicherò o.O se qualcuno me lo chiede magari potrei dare
anticipazioni, o discutere di cose che non riguardano per nulla efp, conoscervi
meglio se ne siete interessati, chattare, mettere immagini carine trovate sul
web (io non sono in grado di disegnare così XD), mettere ‘mi piace’ alle storie
che mi hanno colpito (ho visto che da efp si può fare u.u) e insomma… Di tutto
e di più! XD
Aspetto le vostre
richieste di amicizia u.u
E anche le vostre
recensioni qui! XD vedo che la gente non commenta più, a parte quella
santa-non-più-santa donna di Risa u.u è perché avete perso interesse per la
storia (non credo, insomma, ho comunque 35 seguite, 13 preferite e 1 ricordata
o.O) o per altri motivi arcani? (vale anche la non voglia, dopotutto siamo in
vacanza u.u)
In ogni caso, vi ho rubato
anche abbastanza tempo, perciò… Buona lettura! =D
Imprevisto
Remus
era appena venuto a prendere Harry, portandolo a casa sua e di Sirius per
evitare di disturbare Lily; Severus era arrivato poco prima e a momenti sarebbe
dovuta venire anche Narcissa.
Lily
e Severus erano in cucina, stavano organizzando il materiale, quando un pop annunciò una smaterializzazione.
James e Srius entrarono poco dopo e li trovarono chini su libri ed appunti.
“Mocciosus,
non infastidirmi la cognatina mi raccomando!” disse Sirius, ghignando. Lily gli
lanciò un’occhiataccia e James decise d’intervenire.
“Ehm
Felpato, prendi da mangiare e lasciamo lavorare Lily e Severus…”
“Severus?
Da quando è Severus?” chiese sorpreso Sirius, andando verso l’armadietto delle
merendine. Severus dal canto suo fece finta di non averlo neppure sentito,
continuando a scorrere una lista di ingredienti.
“Da
quando James vuole continuare a dormire nel letto, ecco da quando.” rispose
acida Lily, continuando a fulminare con lo sguardo Sirius. Gli amici di suo
marito erano simpatici e affettuosi, ma lei non sopportava questa loro
arroganza di erigersi a giustizieri del mondo. O meglio, l’arroganza di Sirius…
E quella di James, che per fortuna lui aveva perso. Remus era decisamente più
mite.
“Oooooh
Ramoso, ti sei fatto mettere sotto dalla Evans! Chi l’avrebbe mai detto?!”
“Come
osi Black?” rispose James, ghignando e preparandosi all’assalto “Ti ricordo che
ora è una Potter… E mi può mettere sotto
quando vuole, se capisci cosa intendo…”
Le
orecchie di Severus si arrossarono mentre lui continuava a far finta di leggere
la lista. Lily inarcò un sopracciglio, pronta a strigliare i due uomini e a
cacciarli dalla cucina, quando un’enorme fiammata verde esplose nel camino.
Mezzo secondo dopo Narcissa Malfoy uscì, il volto teso e l’espressione
spaventata… E un labbro rotto e gonfio.
“Mio
Dio Cissy, che ti è successo?!” chiese Lily, allarmata. Severus rizzò il capo
ed osservò la donna.
“Lily…
Senti… Devo andare… Volevo avvertirti… E non scrivere finché non te lo dico…
Potrebbe controllare i gufi…”
“Chi
potrebbe controllare i gufi? Che ti è successo?!”
Gli
occhi di Narcissa si riempirono di lacrime mentre lei già arretrava verso il
camino.
“Lucius…
A lui non piace questa storia, ed io… Oh mi dispiace, ma Draco è da lui… Io…
Devo andare… Ti spiego appena posso!”
Detto
questo la donna sparì di nuovo nel camino, lasciando Lily turbata e gli altri
immobili.
“Senti
Lils… Ma quella era Narcissa Malfoy? Mia cugina?” chiese Sirius spezzando
l’immobilità e il silenzio, rialzandosi con un sacchetto di patatine in mano.
“Sì…”
sussurrò Lily “Ma che vuol dire? Che è successo?”
“Credo
che Lucius le voglia impedire di aiutarti.” rispose Severus, stringendo i
pugni.
“Cosa?!
Ma perché?!”
“Lucius
Malfoy era un Mangiamorte Lils… Il braccio destro del Signore Oscuro, se così
si può dire. Non dev’essere troppo felice, ora che ha scoperto che sua moglie
fa comunella con la donna che ha messo fine al regime di terrore del suo
padrone…” rispose Severus.
Lily
si sedette, lo sguardo di nuovo assottigliato e furioso.
“Io
non ho messo fine ad un bel niente.”
“Sai
cosa intendo. La profezia e tutto il resto.”
“Però…
Oh accidenti, se crede che me ne starò zitta mentre picchia sua moglie… Ma
perché Cissy non se ne va? Perché non l’ha lasciato?!”
“I
matrimoni Purosangue sono combinati… E’ un disonore ricorrere al divorzio.
Probabilmente se fosse stata sola l’avrebbe fatto… Ma Lucius ha Draco, l’hai
sentita.”
“Beh
allora potrebbe prendersi suo figlio ed andarsene!” disse Lily, scattando di
nuovo in piedi e sbattendo le mani sul tavolo.
“E
dove andrebbe? Lei dipende in tutto e per tutto da suo marito, non può disporre
nemmeno della sua dote: come farebbe a mantenere un figlio?”
Ci
fu un attimo di silenzio.
“Tutto
questo è profondamente ingiusto. Le leggi sono ingiuste, si dovrebbe fare
qualcosa! Devo andare da lei e prendere a calci Lucius…”
“Non
farlo Lils.”
“Come
posso non farlo?! Quel farabutto le sta facendo…”
“Se
entri in quella casa non ne esci viva. O almeno non con tutti i pezzi.”
“Che
intendi dire Severus?” chiese James, intervenendo per la prima volta nella
conversazione.
“Quello
che ho detto. Mi hai sentito prima? Lucius Malfoy era considerato il braccio
destro del Signore Oscuro.”
“E
perché allora non sta marcendo ad Azkaban?!” chiese Sirius, livido di rabbia.
“Oro,
immagino. Ne ha a palate e fa un sacco di donazioni a destra e a manca,
Ministero compreso…”
“Ma
non possiamo permetterlo. Io devo…” cercò di dire Lily.
“No
Lily, non fare niente. L’hai sentita, se le scrivi la metterai nei guai, e non
puoi andare là.”
“Ma…”
“Niente
ma. Non preoccuparti… Ci andrò io.”
“Ci
andrai tu?” chiese James, sorpreso.
“Certo.
Lucius si fida ancora di me… Non sa che io e Narcissa eravamo due spie per
conto di Silente.”
“Aspetta,
mia cugina era una spia?!” intervenne Sirius, sbalordito.
“Non
proprio. Ma è stata lei a dirm… Ad avvertire Silente, quando il Signore Oscuro
stava venendo qua. James e Lily le devono la loro vita.”
“Bene,
allora è rinsavita, e ha capito che gli ideali Purosangue fanno schifo. Se
permettete, voglio fare qualcosa per lei.” disse Sirius, camminando intorno al
tavolo.
“E
che cosa?” chiese Lily.
“Moccio…”
Lily gli lanciò un’occhiataccia e lui tossì “Ehm, Severus, tu puoi parlarle
senza che Lucius sospetti niente no?”
“Esatto
Black, l’ho appena detto.”
“Bene,
allora aspetta qualche giorno prima di andare…”
“Certo,
non sono mica così stupido.”
“Aspetta,
perché deve aspettare?!” chiese Lily.
“Perché
se mi presentassi da loro due secondi dopo averla vista in quello stato pure
Lucius potrebbe pensare qualcosa Lils. Se vuoi proteggerla devi aver pazienza.”
“Non
si può proprio fare altrimenti?”
“No,
non si può.” rispose Sirius “Comunque ti chiedevo di aspettare per un altro
motivo.”
“E
cioè?” chiese Severus, inarcando un sopracciglio.
“Te
lo dirò fra qualche giorno, ovviamente.” rispose Sirius, uscendo dalla cucina e
trascinandosi dietro anche James. Poco dopo si udì il pop della smaterializzazione.
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Capitolo 16 *** Un aiuto inaspettato ***
Rieccomi!
Sono tornata, non sono
morta!
Come avevo avvertito sono
andata in vacanza u.u al mare tutto bene, però da ieri ho un mal di denti
incredibile, un casino che non vi dico, stamattina sono andata dal dentista…
Beh, devo fare una cura di antibiotici e poi non so cosa, ma il male resta ;_; fortunatamente
avevo già scritto questo capitolo… Per le altre storie che devo aggiornare beh,
vedrò di fare il possibile (come ho già fatto stamattina per ‘Sex in Time’).
Ringrazio come sempre chi
mi segue/preferisce/ricorda e chi recensisce, ricordo che ho un account facebook
apposta per EFP (questo: http://www.facebook.com/mitsuki.efp) e vi
pregherei, se mi inviate la richiesta, di specificare chi siete (anche se le
ultime richieste le ho accettate tutte XD chi non ha il nome di EFP… Mi
aggiorni!)
Aspetto i vostri commenti
=)
Buona lettura =)
Un aiuto inaspettato
In
quei tre giorni Lily aveva cercato di lavorare, senza ottenere alcun risultato.
Era troppo preoccupata per Narcissa: e se Lucius avesse scoperto che era
riuscita ad avvertirla via camino? Se l’ex Mangiamorte avesse rapito il piccolo
Draco? Se non fossero riusciti ad aiutare Cissy?
Fortunatamente
Sirius arrivò con una soluzione. Si smaterializzò nel salotto mentre Lily
giocava con Harry, sia per recuperare un po’ di tempo con suo figlio sia per
non pensare troppo alla situazione di Narcissa, che la rendeva nervosa. Se non
ci fosse stato Severus a trattenerla si sarebbe già presentata a Malfoy Manor,
con l’idea di dirne quattro al biondino che si era permesso di picchiare e
minacciare l’amica.
“Lily,
ho una notizia che ti piacerà.”
“Che
notizia?”
“Chiama
Mocciosus… Voglio dire Severus… Aaaah, le brutte abitudini sono dure a morire,
non guardarmi così!”
Lily
si alzò da divano passando Harry a Sirius e si precipitò a scrivere un gufo a
Severus. Mezz’ora dopo lui si smaterializzò davanti alla porta d’entrata. Lily
lo fece entrare e si accomodarono tutti in salotto, in modo da poter tener
d’occhio anche Harry, che nel frattempo cercava di afferrare la coda di
Isidoro.
“Allora
gente, James lo sa già, mi ha aiutato a rintracciarla…”
“Chi?”lo
interruppe Lily, spazientita.
“Un
momento, ci stavo arrivando! Si tratta di Andromeda.” disse, facendo una pausa
ad effetto prima di continuare, come a voler sottolineare l’importanza di quel
nome.
“E
chi è?” chiese Severus.
“Aspetta…
Andromeda tua cugina? Quella che ha sposato un nato babbano?” intervenne Lily,
speranzosa.
“Esatto!
Vedo che hai centrato il punto.”
“Io
non capisco, e allora?”
“Come
sarebbe ‘e allora’?! Ha sposato un nato babbano, è una Black ripudiata, ed è la
sorella di Narcissa!”
“Ancora
non…”
“Questo
vuol dire che la capisce! Anzi, lei aveva capito tutto fin dall’inizio, per
questo se n’è andata. E’ disposta ad accogliere Cissy a casa sua, a braccia
aperte… Mi ha detto di dirle che ovviamente può portare Draco, e che non deve
preoccuparsi di nulla per il momento. Finché potranno le daranno una mano, e di
certo non le faranno mancare vitto ed alloggio. Era una furba la mia cuginetta:
prima di andarsene sollevando uno scandalo e mandando a monte il matrimonio
combinato ha pensato bene di riscattare la dote e trasferirla in un luogo
sicuro. Vive in una casa modesta, è vero, ma non si fa mancare nulla e non fa
mancare nulla nemmeno a sua figlia. Ah già, riferisci anche questo a Cissy: ha
una nipotina bella e sana, si chiama Ninfadora e ha otto anni. Non vede l’ora
di giocare con il suo cuginetto… Meda ha detto che le stanno già preparando una
camera, per lei e Draco. Avrà anche un bagno privato.”
“Oh,
è meraviglioso Sirius!” esclamò Lily, correndo ad abbracciarlo.
“Non
ringraziare me folletto. Ringrazia la mia bravissima cuginetta.”
“Ancora
con sto folletto?!”
“Va
bene Black, riferirò.” intervenne Severus, prima che Lily potesse dare in
escandescenza.
In
quel momento si sentì un “Meeeeeoww!” molto infastidito e i tre videro Harry
che era riuscito a prendere e a tirare la coda del gatto. Isidoro si girò e lo
graffiò sul braccio, facendolo scoppiare a piangere.
“Harry,
quante volte t’ho detto di lasciare in pace Isi?!” lo rimproverò Lily,
esasperata, poi però andò a prenderlo in braccio e si mise a cullarlo per
calmarlo.
“Se
non avete più nulla da dirmi, credo che sia ora di andare a trovare i Malfoy.”
disse Severus, osservando per un momento Harry e Lily.
“Vai
pure.” rispose Sirius.
“Severus…”
aggiunse Lily. Lui si girò a guardarla, e lei si avvicinò, ancora con Harry in
braccio “Grazie.” gli disse, alzandosi sulle punte e dandogli un piccolo bacio
sulla guancia.
Severus
fece un cenno del capo e poi uscì di casa. Quando fu certo di essere solo si
toccò il punto dove le labbra di Lily l’avevano sfiorato, poi sorrise e si
smaterializzò.
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Capitolo 17 *** Fuga ***
Buon pomeriggio a tutti =)
Sto ancora male, il mio
dente mi fa impazzire e mi ucciderò lo stomaco a forza di antidolorifici, però…
Il capitolo era già scritto, quindi lo posto u.u
Ringrazio chi mi
segue/preferisce/ricorda e chi recensisce =) mi fa sempre piacere avere le
vostre opinioni! =)
Buona lettura! =)
Fuga
Narcissa
Malfoy aspettò un’altra settimana prima di scappare di casa, per potersi
organizzare al meglio. L’unica ‘cosa’ ancora di sua proprietà era Trixi,
un’Elfa Domestica che le aveva donato suo padre per il matrimonio, a cui diede
l’ordine di organizzare le sue cose senza far intendere nulla agli altri Elfi e
a Lucius. Lucius in quel periodo non la faceva più uscire. Un po’ perché il
labbro doveva ancora guarire, ed un po’ perché temeva che Cissy avrebbe avuto
un colpo di testa e avesse potuto fare qualche pazzia. La visita di Severus di
qualche giorno prima l’aveva rimesso di buon umore, così mentre discuteva con
l’uomo non si era accorto del bigliettino che Severus stesso aveva dato a Trixi
quando essa era venuta a portare il the. Narcissa naturalmente era confinata
nelle sue stanze, rinchiusa con la magia che non le permetteva di
smaterializzarsi, lontana da Draco e senza polvere volante. In realtà lei
l’aveva, ma non era riuscita più ad usarla dopo che aveva avvertito Lily: aveva
ordinato a Trixi di rimetterla al suo posto senza farsi vedere per non
insospettire Lucius.
Nel
biglietto che le aveva dato Severus c’era, oltre alla buona notizia, un modo
per uscire di casa che non aveva preso in considerazione: l’utilizzo di Trixi
stessa, che in quanto Elfo Domestico poteva smaterializzarsi in barba a tutte
le leggi magiche, e portare con sé altre persone. Narcissa si era quindi
preparata con tutta calma, decisa ad attuare una vendetta in grande stile: per
prima cosa aveva impacchettato e fatto sparire tutti i gioielli – facendone
fare un duplicato a Trixi con la magia, per non insospettire Lucius, il quale
le aveva requisito la bacchetta per evitare che lei riuscisse a forzare le
barriere magiche – poi aveva provveduto a fare lo stesso con gli abiti più
costosi – non perché li amasse particolarmente, ma perché erano di valore, e
Lucius odiava perdere cose di valore – e con alcuni affetti particolari, come
il corredo di nozze che le aveva regalato sua madre. Poi, decisa come non mai a
cogliere di sorpresa suo marito – che ormai si poteva considerare il suo carceriere
– aveva finto una lenta resa, sicura che l’uomo si sarebbe insospettito di più
se si fosse dimostrata da subito mansueta e calma, e aveva ripreso ad
accoglierlo nel letto quando questi voleva soddisfare le sue voglie. Infine,
aveva pensato a Draco. Erano circa due settimane che non lo poteva vedere, e
stava impazzendo, ma si sforzò di mantenere la mente lucida. Come aveva già
fatto con le sue cose fece in modo che Trixi duplicasse gli averi di Draco e
nascondesse gli originali in attesa del trasferimento. Poi scrisse una lettera
a Lily e gliela fece recapitare tramite l’Elfa, chiedendo temporaneo appoggio
per le sue cose dato che non sapeva dove abitava sua sorella Andromeda. Lily
rispose entusiasta – sempre utilizzando l’Elfa come messaggera – e Narcissa iniziò
così a trasferire i suoi averi a casa Potter, poco alla volta, per non destare
sospetti. Faceva uscire Trixi per delle commissioni di routine e l’Elfa
allungava apposta il giro per consegnare a Lily le sue cose, di modo che una
volta a casa Trixi arrivasse con cibo, bevande, vestiti, robe varie che insomma
giustificassero le sue uscite. Narcissa pregò l’amica di conservare anche una
lettera – oltre a quelle che aveva già fatto impacchettare perché erano dei
ricordi – che altro non era che la sua richiesta di divorzio. I Purosangue non
adottavano mai quel sistema perché i matrimoni venivano combinati ed era un
disonore che una sposa o uno sposo fuggisse e si sottraesse ai suoi doveri, ma
la legge li tutelava comunque, non facendo distinzione alcuna. Se Lucius avesse
avuto anche solo un sospetto di quello che stava per fare probabilmente
l’avrebbe uccisa.
Venne
quindi il giorno della fuga vera a propria. Narcissa aspettò che tutti fossero
a letto – fortunatamente non condivideva le stanze con Lucius –, poi mandò Trixi
a recuperare la sua bacchetta e Draco. L’Elfa le fu accanto due secondi dopo, e
Narcissa prese suo figlio dalle sue esili braccia.
“Andiamo
Trixi, portami dai Potter.” disse, non volendo perdere tempo ad individuare e
sciogliere i sortilegi che la tenevano prigioniera. Credeva che un incantesimo sbagliato
avrebbe comunque fatto scattare gli allarmi della casa, e poi non poteva
permettersi di scioglierli: aveva un piano.
Mormorò
una formula con la bacchetta e non accadde niente, ma Narcissa sapeva che aveva
funzionato. Si fece portare dai Potter, dove Lily l’aspettava sveglia, e poi
rimandò indietro Trixi per l’ultima missione: portare la fede e l’anello di
fidanzamento al Malfoy Manor, dove Lucius la mattina seguente li avrebbe
trovati sul tavolo della colazione.
“Tutto
apposto Cissy?” chiese Lily, preoccupata per la sua amica.
“Sto
benissimo grazie.” rispose la donna, sorridendo. Lily si avvicinò e con un
semplice incantesimo le guarì il labbro, ancora un po’ gonfio.
“Quindi
questo è tuo figlio Draco?” chiese poi, osservando il piccolo dormire. Aveva i
capelli biondissimi del padre, ma i lineamenti sembravano più della madre.
“Sì,
è lui… Fortunatamente le materializzazioni non l’hanno svegliato.”
“Non
è molto più grande di Harry.”
“Si
passano appena un mese, è nato il cinque giugno.”
“Bene.
Sarai stanca comunque, se vuoi puoi fermarti…”
“Oh
no, aspetto Trixi poi andiamo da Meda. Sirius c’è? Ci deve indicare la strada.”
“Vado
a chiamarlo, abita qui accanto.”
“Grazie.
Sai, non vorrei che Lucius scoprisse prima del previsto la mia fuga… Se mi
trovasse qua poi potrei crearvi problemi.”
“Figurati
Cissy. A fra poco.”
Lily
uscì di casa in vestaglia ed andò a suonare alla porta della villetta accanto.
Sirius, vestito di tutto punto nonostante l’ora, le aprì subito.
“E’
arrivata?”
“Sì,
è di là che ti aspetta. Fate presto e poi fammi sapere.”
“Certamente.”
Tornarono
a casa Potter e videro che Trixi era arrivata, così si smaterializzarono subito
da Andromeda. Per il resto della notte Sirius e l’Elfa fecero avanti e indietro
per trasportare tutte le cose di Narcissa nella nuova casa, e Lily li aiutò per
quanto poté. Alle quattro di mattina, finalmente, finirono: così la rossa andò
di sopra per dormire. Era da sola in casa, a parte Harry, perché James faceva
il turno di notte: sarebbe arrivato a momenti.
Il
mattino dopo, alle sette, Lucius Malfoy scese in cucina, tranquillo e riposato
come tutti i giorni. Vide gli anelli sul tavolo e stava per chiamare gli Elfi,
quando un grosso barbagianni picchiò alla finestra. Aprì e prese la missiva:
era una pergamena dall’aria ufficiale e arrivava dal Ministero, e gli
annunciava la richiesta di divorzio avanzata dalla moglie più una serie di
accuse, come la segregazione della stessa, per le quali gli ispettori sarebbero
arrivati di lì a cinque minuti. Non riuscì neanche a rendersi conto della
situazione che Dobby gli annunciò che c’erano tre persone del Ministero alla
porta.
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Capitolo 18 *** Incastrato ***
Ho appena finito di
scrivere “L’erede di Serpeverde”, sono troppo contenta! =D
Così adesso ho solo due
storie da dover portare avanti (escluse collaborazioni e “Le avventure erotiche
di L. e del rosso-arancio”, per cui devo prima tornare in università e farmi
venire l’ispirazione u.u … Che rimarranno un attimo in pausa causa esami u.u)
Tornerò dopo il 12, ma non
temete… Essendo questa storia già finita aggiornerò anche prima u.u
Ringrazio chi mi
segue/preferisce/ricorda *--*
Invito a recensire, forza!
=D che le vacanze sono quasi finite! Non avete più scuse u.u
Buona lettura! =)
Incastrato
Lucius
fece entrare gli ispettori del Ministero, non potendo fare altrimenti. Aveva un
brutto presentimento, ma decise di fare il finto tonto.
“Dunque…
A cosa devo la vostra visita?” chiese, con il solito tono mellifluo.
“Ha
la pergamena in mano signor Malfoy, lo sa: siamo qui per le accuse che sua
moglie le ha rivolto.”
“E
allora che aspettiamo? Io non ho fatto niente a Narcissa, ci mancherebbe.
Perché non venite a trovarla con me?”
Quella
donna gliel’avrebbe pagata, pensò Lucius. Sicuramente non avrebbe più visto
Draco per il resto dei suoi giorni… Comunque, non doveva far altro che
sciogliere gli incantesimi che aveva posto nelle stanze di sua moglie: poteva
farlo in modo non verbale, sarebbe bastato camminare dietro agli ispettori.
Qualche secondo e nessuna accusa avrebbe retto.
“Oh,
ma stiamo aspettando proprio lei prima di procedere. Dovrebbe arrivare a
momenti.”
Come
come? Narcissa non era in casa? Come aveva fatto?
“Beh…
Se non è qui e deve arrivare, non capisco come io avrei potuto… Ehm…” riprese
in mano la pergamena e l’accostò al viso “Segregarla, ecco.”
Il
suo piano non era tanto diverso, forse ora non avrebbe neppure dovuto
sciogliere gli incantesimi: ci aveva già pensato Cissy, la sua adorata mogliettina,
facendo in quel modo cadere tutte le prove. Ma che furbizia! L’avrebbe punita a
dovere comunque, dopo.
“Ovvio,
non passiamo a lei tutte le informazioni di cui disponiamo, signor Malfoy.”
La
frase turbò Lucius un poco. C’erano cose che non sapeva? O era un bluff? Forse
era meglio che si desse la pena di tentare di rimuovere gli incantesimi… Se
erano ancora attivi bene, se li aveva rimossi Cissy non sarebbe successo niente
lo stesso: avrebbe vinto comunque.
Mezzo
minuto dopo Dobby annunciò la visita di Narcissa Malfoy. Ovviamente la fece
entrare.
“La
mia cara mogliettina! Sul tavolo c’è qualcosa che ti appartiene. Inoltre mi
devi spiegare un po’ questa, tesoro.” l’accolse Lucius, mascherando le minacce
con un tono accogliente.
Narcissa
Malfoy non lo degnò neppure di uno sguardo, cosa che lo fece infuriare.
“Bene,
andiamo.” disse invece agli ispettori del Ministero, facendo strada con aria
fiera ed altezzosa. I tre la seguirono e Lucius rimase in coda al gruppo:
proprio la posizione che sperava di avere. Fin troppo facile, quelli erano dei
novellini. Una volta giunto nelle stanza di Cissy, sciolse gli incantesimi
senza farsi vedere. Narcissa si fermò.
“Ecco,
è qui che mi teneva: come potete vedere una camera da letto, un bagno e un
salottino. E ovviamente non potevo vedere Draco, mio figlio.”
“Già
Draco, chissà se si è svegliato?” chiese Lucius, cercando di far capire alla
moglie con lo sguardo che non l’avrebbe mai più rivisto.
“Se
permette ora dovremmo verificare. Lei dice che era tenuta sotto un incantesimo
anti-smaterializzazione vero?”
“Esattamente.”
“Bene,
allora faccia quello che deve fare.”
Narcissa
alzò la bacchetta è pronunciò una formula, una formula che Lucius non aveva mai
sentito.
“Aspetta…
Che stai facendo?! Che incantesimo è questo?!”
“Signor
Malfoy, questo è il contro incantesimo di un incantesimo congelante… Ovvero sua
moglie ha congelato gli incantesimi di protezione che lei aveva messo per
impedirle di fuggire, di modo che non potesse scioglierli.” dicendo questo il
dipendente del Ministero pronunciò un’altra formula, e il soffitto, il
pavimento e le pareti delle stanze che aveva indicato Narcissa s’illuminarono
di diversi colori.
“Qui
abbiamo un incantesimo anti-smaterializzazione… Uno per chiudere le porte e le
finestre verso l’esterno… Sì, direi che ha ragione lei signora: qualcuno ha
sicuramente fatto in modo che non si potesse fuggire da queste stanze.”
“Aspettate…
Non crederete davvero che sia stato io vero? E’ tutta una messa in scena di mia
moglie!”
“Mi
dia la bacchetta signor Malfoy.”
“Cosa?!
Perché mai dovrei darvi la bacchetta?!”
“Se
fa resistenza saremo costretti ad arrestarla.”
“E
con quale autorità?!”
“Con
la mia, signor Malfoy.” disse il terzo funzionario, che non aveva mai parlato
“Sono un Auror specializzato in abusi, e sono il responsabile di questa
indagine. Allora, ci consegna la bacchetta?”
Lucius
osservò il lampo di vittoria negli occhi di sua moglie e si sentì pervadere da
una furia cieca. Il fatto che ci fossero tre funzionari del Ministero come
testimoni, di cui uno Auror, lo costrinsero però ad obbedire agli ordini,
consegnando la bacchetta.
“Pior
incantatio!” esclamò l’Auror.
Inorridito,
Lucius vide l’ombra degli incantesimi che aveva appena scagliato uscire dalla
sua bacchetta. Dunque avevano fatto apposta a farlo restare dietro, non era
stato un errore da principianti… Volevano proprio che tentasse di eliminare gli
incantesimi. L’Auror non si fermò a quello però, e proseguì finché non vide
l’incanto con cui aveva disarmato Narcissa e gli incantesimi che l’avevano
segregata in casa.
“Beh
signor Malfoy… Direi che lei si è impiccato con le sue stesse mani, o meglio
con la sua stessa bacchetta… La dichiaro in arresto.”
“Aspettate!
E’ tutta una congiura! E come avrebbe fatto a fuggire eh?!”
Narcissa
alzò il capo, lo sguardo fiero e arrabbiato, mentre l’Auror immobilizzava
Lucius con un incantesimo.
“I
dipendenti del Ministero ne sono già al corrente, ovviamente, ma se ci tieni
tanto… E’ stata Trixi, l’Elfa. La magia dei maghi non significa niente per gli
Elfi, che tu reputi creature indegne… E mi ha permesso di salvare me e Draco.
Proprio così, mio caro, ho portato via anche Draco e ora divorzierò da te, e
dato del crimine di cui ti sei macchiato scommetto che otterrò l’affidamento
esclusivo… Per non parlare di tutte le belle cose che ho da dire sul tuo conto,
come ad esempio il fatto che eri un Mangiamorte…”
Lucius
urlò.
“Troia!
Non lo farai mai! Dov’è finito il tuo onore Purosangue eh?! Che lavaggio del
cervello ti ha fatto quella Sanguesporco?! Se solo lei non fosse nata, il
nostro Signore Oscuro ora regnerebbe su tutto!”
“Ah!
Il fatto che io sia una Purosangue probabilmente ti ha fatto dimenticare che
anche io ho un cervello! Ma chi era colei che curava tutti voi quando tornavate
malconci da qualche missione eh?! E vuoi proprio sapere una cosa?” Narcissa si
avvicinò a Lucius, che continuava a guardarla con odio. I tre funzionari del
Ministero continuarono a verificare che Lucius non potesse scappare, ma non
intervennero nella conversazione. Quando fu a meno di un centimetro di distanza
dalla sua faccia, Narcissa si preparò a dire la verità, quella verità che per
tutti quei mesi aveva taciuto, per paura di suo marito.
“Io ero una spia per conto dell’Ordine
della Fenice. IO ho avvertito Silente quando Voldemort si è smaterializzato dai
Potter! Non è merito della Sanguesporco se il suo regno del terrore è finito, è
merito MIO! Di una Purosangue! Prima di considerarmi come una schiava sessuale
in grado solo di generare un erede, avresti dovuto considerarmi per quello che
sono: una madre! Come avrei potuto permettere che un mostro assassinasse un bambino?!
Poteva essere Draco!”
Lucius
urlò ancora, e Narcissa si fece da parte. Per un attimo i suoi occhi
avvamparono ancora di collera, poi si ricompose.
“Signori,
potete portarlo via. Se avete bisogno di contattarmi scrivete ai Potter, loro
sapranno dove trovarmi. Sarò ben felice di testimoniare al processo contro
quest’uomo. E fate in modo che io ottenga il divorzio il prima possibile.”
Con
un cenno del capo i due dipendenti del Ministero e l’Auor si smaterializzarono,
portando con sé Lucius, che continuava a gridare improperi contro di lei.
“Signora,
non tocchi nulla, dovremo fare delle indagini più approfondite.” si raccomandò
l’Auror prima di sparire, e Narcissa annuì.
No,
non avrebbe toccato nulla: non voleva più avere niente a che fare con quel
posto, quindi mezzo secondo dopo gli uomini si smaterializzò anche lei, tornado
da sua sorella Meda e dal suo Draco.
Tornando
a casa.
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Capitolo 19 *** Ricerche ***
Buongiorno EFP! =D
Ecco qua il mio nuovo
capitolo u.u
Ci avviciniamo alla fine
della storia… Eheheheh *--*
Mi sento contenta! =D (non
ne avrei molto motivo… Esami alle porte… =..=)
Bene! Ringrazio come
sempre chi mi segue/preferisce/ricorda… E chi recensisce! =D Fatemi felice,
dai! =D
Buona lettura! =D
Ricerche
Lucius
Malfoy venne processato per direttissima, meno di una settimana dopo il suo
arresto. Narcissa Malfoy testimoniò contro suo marito e contro i membri del
Ministero corrotti che avevano fatto sparire le prove del suo coinvolgimento
come Mangiamorte in cambio di oro. Per tutti fu richiesta ed ottenuta una
condanna ad Azkaban di dieci anni, venti per Lucius che si era macchiato anche
del reato di averla segregata e di altri commessi quando stava nei Mangiamorte.
Albus
Silente, alla fine del processo, posò una mano sulla spalla di Narcissa e
sorridendo le fece le congratulazioni per essersi esposta così, ringraziando
ancora una volta l’aiuto che aveva dato a lui e a tutto l’Ordine della Fenice
per sconfiggere Lord Voldemort. Ovviamente la donna, insieme alla condanna del
marito, ottenne anche il divorzio, potendo rientrare così in possesso della sua
dote e di una cospicua parte del patrimonio dei Malfoy come risarcimento danni.
A Lucius sarebbe comunque rimasto di che vivere, una volta uscito di prigione,
e Narcissa rifiutò il Malfoy Manor dove aveva vissuto consegnandolo invece al
Ministero della Magia. Infatti la villa era stata la base di Lord Voldemort
quando era ancora in vita, e necessitava di essere esaminata appieno dai
funzionari del Ministero.
Il
giorno dopo il processo uscirono file e file di articoli di giornali che trattavano
sia del suo divorzio che delle sue accuse contro il marito, e soprattutto della
novità appena emersa che la riguardava in prima persona: Narcissa Malfoy era
una spia, lavorava per conto dell’Ordine della Fenice e aveva avuto un ruolo
chiave nella scomparsa di Colui-che-non-deve-essere-nominato.
Narcissa
Malfoy non ci fece neppure caso, presa com’era a lavorare con Lily per trovare
una cura per Frank e Alice. Remus si era offerto di fare da balia anche a Draco
e Ninfadora, togliendo Andromeda dall’impiccio di pagare una babysitter mentre
lei era al lavoro. Draco e Dora si adoravano, e presto anche Harry entrò nelle
loro grazie: Ninfadora cambiava il suo aspetto per farli ridere e i due
bambini, sebbene ogni tanto litigassero per qualche gioco, andavano più che
d’accordo, sfidandosi già con le scope giocattolo.
Nel
frattempo Lily, Narcissa e Severus lavorarono sodo.
“Il
problema.” disse Narcissa un tetro lunedì pomeriggio, leggendo i rapporti dei
medici sul caso di Frank e Alice “E’ che la maledizione Cruciatus infiamma, ma
non danneggia. Cioè, quello che intendo dire è che avrebbero dovuto solo avere
la febbre, non capisco perché arrivare alla pazzia… I loro ricordi dovrebbero
essere intatti.”
“Forse
è stato il prolungamento della tortura…” azzardò Severus, scorrendo un’altra
fila di appunti.
“Dovremo
trovare il modo di riuscire a vedere dentro.” disse stancamente Lily, alzando
lo sguardo dai libri.
“Vedere
dentro?” chiese Narcissa, piuttosto stupita.
“Sai
Lils, non è una cattiva idea.” intervenne Severus.
“Ma
come?”
“Ci
sono incantesimi che permettono agli oggetti di diventare trasparenti…”
rifletté Lily, mordicchiando una piuma.
“Bisognerebbe
trovare il modo per circoscriverlo agli strati esterni della pelle e alla
scatola cranica… Ovviamente senza controindicazioni… Forse una pozione è più
indicata di un incantesimo, permetterebbe di controllarne meglio gli effetti.”
“Già…
Ma da dove partiamo?”
“Beh
se prendiamo in considerazione che il fungo Mellifluos ha la caratteristica di
avere la cappella trasparente, potremmo partire da lì e renderlo l’ingrediente
chiave…”
Si
persero in discussioni sulle proprietà dei vari ingredienti che sarebbero
potuti servire per la pozione. Narcissa non fu molto utile in tal senso, però
suggerì delle erbe calmanti per annullare eventuali effetti collaterali.
La
ricerca procedeva inesorabile, ed i tre si erano convinti che il solo modo per
poter sperare di curare Frank ed Alice fosse scoprire innanzitutto le cause del
loro male, che rimanevano ancora ignote, e quindi avrebbero dovuto guardare
all’origine: il cervello. Inventare la pozione si dimostrò oltremodo
complicato, per non parlare della preparazione, e decisero di farne dieci
varianti con vari dosaggi, per poi sperimentarle.
Ancora
una volta Lily si rese conto di star trascurando Harry e James, ma il lavoro la
prendeva come non mai. James capiva e le dava tutto l’appoggio possibile, ma
lei sapeva che niente avrebbe potuto ridarle quei giorni con Harry. Vedeva suo
figlio solo la sera tardi e la mattina presto, ed era troppo esausta per fare
qualsiasi cosa. Narcissa stava nella stessa situazione, ma sembrava molto più
serena: una sera, dopo che Severus se ne fu andato, decise così di parlagliene.
“Cissy,
non ti senti mai… In colpa? Verso Draco voglio dire. Noi lavoriamo come pazze
tutto il giorno e…”
“Oh
Lily, io credo che Draco capirà. Forse ti stupirò, ma lo vedo più adesso di
quando… Di prima. Prima c’erano gli Elfi, ed io non potevo quasi toccarlo: una
madre Purosangue non si deve affezionare troppo al suo bambino, perché è
soltanto un erede. Sciocchezze. Ho amato Draco fin dal primo istante in cui ho
scoperto di averlo dentro di me… E’ stato il mio talismano, la mia ancora,
colui che mi ha permesso di fare quello che ho fatto… Non ne abbiamo parlato
molto, ma so che Severus te l’ha detto: l’ho avvertito io quando il Signore
Oscuro si è smaterializzato per venire da te. Il fatto è che… Tu potevi vivere
tuo figlio… Io t’invidiavo, ma non ti volevo male, anzi. Harry sarebbe potuto
essere Draco… Colui-che-non-deve-essere-nominato era solo un pazzo, e non
doveva permettersi di uccidere un bambino. Finora avevo temuto e non mi ero
esposta troppo per paura che facessero male a mio figlio… Ma non avrei
sopportato comunque l’idea che tu perdessi il tuo. E’ stato per quello che ho
agito, ho giocato il tutto per tutto: se Silente fosse riuscito a fermarlo
bene, se no… Ammetto di aver pensato di essere abbastanza al sicuro comunque.
Voglio dire, lui stava a casa nostra, Lucius era uno dei suoi favoriti… Dovevo
proteggere Draco dopotutto… In un modo o nell’altro.”
Lily
poggiò una mano sul braccio dell’amica.
“Ti
capisco Cissy. Anche io mi ripeto che per Harry è meglio una madre assente e
impegnata che nessuna madre. E che questo è per un periodo limitato di tempo,
solo per salvare Frank e Alice e per permettere a Neville di avere di nuovo una
famiglia, come l’ho io. E’ solo che ogni tanto mi sento in colpa.”
“E’
normale Lils. Ma quello che fai è encomiabile, e Harry lo capirà. Anzi, è
possibile che tutto questo finirà a breve, e che lui non si ricordi neppure di
questo periodo, crescendo. Non farti venire dubbi, non esitare: sei nel
giusto.”
“Ti
ringrazio Cissy.”
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Capitolo 20 *** Successo e tentativo ***
Buona sera a tutti u.u
Ecco che pubblico anche
questo capitolo =) oggi è il giorno delle pubblicazioni XD
Ringrazio come sempre chi
segue/preferisce/ricorda =) e chi recensisce =D
Buona lettura! =D
Successo e tentativo
Ci
volle circa un mese perché le pozioni – estremamente complicate – fossero
pronte. Le sperimentarono su apposite creature al cospetto di una commissione
preposta, per poter fare eventualmente brevettare quella giusta. In genere
occorrevano dei mesi perché si brevettassero nuove pozioni, ma il Rettore
dell’università aveva intercesso a favore di Lily di modo che la sua ricerca
avesse la priorità, dato che aveva lo scopo di guarire delle persone, che
avevano bisogno d’aiuto nell’immediato.
Solo
una pozione andava bene, le altre si scoprirono con diversi effetti collaterali
dati dal dosaggio di certi ingredienti. In effetti anche nella pozione scelta
vi erano delle pecche, ma erano facilmente rimediabili sia a livello teorico
che pratico. Aggiustarono quindi la pozione direttamente mentre l’esaminavano,
e la commissione diede subito l’appoggio per poterla usare. L’effetto era
proprio quello desiderato: il cranio – opportunamente rasato – diventava
invisibile, permettendo di esaminare l’interno del cervello con la vista. Qui
Severus aveva avuto un lampo di genio, ed era riuscito a fare in modo che, con
un semplice incantesimo, l’effetto dell’invisibilità si espandesse o si ritraesse
per esaminare il cervello nella sua interezza, e non solo in superficie.
La
sera James insistette per preparare una festa, così vennero tutti invitati a
casa Potter: Severus e Narcissa con Draco, ma anche Sirius, Remus ed Andromeda
e Ted Tonks, con la figlia Ninfadora.
Si
divertirono tutti un sacco: furono incantati dal potere di Ninfadora che,
nonostante fosse solo una bambina, sapeva controllare così bene – e accolse con
gioia l’occasione di essere al centro dell’attenzione – e Lily e Narcissa furono
stupite di vedere come andassero d’accordo Harry e Draco.
“Beh,
e io che vi avevo detto?” disse Remus apparendo alle loro spalle, mentre le due
donne osservavano allibite i bambini giocare con i peluches.
“Oh
Remus, è fantastico!” esclamò Lily, abbracciando l’amico.
“Che
stai facendo donna?! Mi tradisci?” chiese James, arrivando dalla cucina con un
sorriso enorme e un bicchiere di vino elfico. Lily gli fece la linguaccia.
Severus
se ne andò dopo cena, adducendo la scusa di avere ancora molti compiti da correggere.
Nessuno gli fece notare che ormai era giungo, e di compiti ne avrebbe dovuti
avere ben pochi… Lily si ritrovò ancora una volta a pensare cosa aveva scoperto
su di lui, quell’ormai lontano giorno nello studio di Silente, e le si strinse
il cuore. Purtroppo non poteva farci niente se si era innamorata di James, e
forse non era giusto coinvolgerlo così nelle loro ricerche… Ma Severus era un
membro validissimo del loro team, che non si sarebbe mai sognata di sostituire
con nessun’altro. Gli sarebbe bastata la vicinanza che poteva dargli, come
semplice amica? Lily decise però che non era il caso di farsi turbare da questi
pensieri, soprattutto in quella sera di festa, e così propose di accendere un
po’ la radio e di mettersi a ballare, come facevano da ragazzi nella torre di
Grifondoro. Tutti accettarono entusiasti e la serata finì nell’allegria
generale.
I
bambini dormivano già da un po’ quando tutti decisero di andarsene. La famiglia
Tonks e Narcissa usarono la polvere volante per tornare a casa, mentre Sirius e
Remus se ne andarono allegramente a piedi dato che abitavano nella casa
accanto. Lily prese Harry, che fino a poco prima dormiva sul divano, e lo portò
nella sua cameretta. James la raggiunse poco dopo e le cinse la vita con le
braccia.
“Continuiamo
la festa per conto nostro rossa?” le chiese in un sussurro.
“Perché
no, moretto?”
“Che
fai prendi in giro?”
“Sei
stato tu ad iniziare.”
James
ridacchiò, piano per non svegliare Harry.
“Ma
sentitela… Vediamo chi ha la testa più dura, uhm?”
“Con
molto piacere. Prego, vada prima lei messere.”
Sempre
ridendo e battibeccando i due finirono in camera da letto, dove si concessero
di finire la festa fra le lenzuola. Dopo che ebbero fatto l’amore si
addormentarono abbracciati, e Lily per la prima volta sentì che tutto stava
andando per il verso giusto.
Una
settimana più tardi venne deciso di provare ad utilizzare la pozione su Frank e
Alice. Lily, Narcissa e Severus si ritrovarono così al San Mungo, dove vennero
introdotti con alcuni guaritori in una stanzina piccola, separata da quella
dove i due pazienti erano tenuti insieme ad altri.
Lily
trovò che i suoi amici si fossero sciupati, ed immediatamente si sentì
pizzicare gli occhi. Fece un sospiro e si preparò a scacciare le lacrime: dopotutto
Frank e Alice non connettevano più, non distinguevano la realtà… Per quanta
cura ci mettessero gli altri per prendersi cura di loro erano entrambi
dimagriti e avevano lo sguardo spento.
“Signora
Potter, un secondo e possiamo incominciare. Dobbiamo prima addormentarli, ma non
si preoccupi: l’incantesimo non entrerà in contrasto con la pozione.” disse un
guaritore.
Lily
fece un cenno, come invitandolo a proseguire.
Frank
e Alice si addormentarono, calmi, a Lily versò nelle loro gola due gocce di
pozione.
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Capitolo 21 *** Causa e piccola crisi ***
Buonasera u.u
Mi metto ad aggiornare
tutto, quindi anche questa storia XD
Ringrazio come sempre chi
segue/preferisce/ricorda e chi recensisce =)
Ora vi lascio alla lettura
u.u
Piccola premessa: non sono
un medico quindi non me ne intendo per niente… La cosa potrebbe non essere
assolutamente possibile, e in quel caso mi scuso, ma questo mi era venuto in
mente e questo ho scritto .-.
Causa e piccola crisi
Per
diverse ore lavorarono con la pozione, cercando di vedere cos’era che non
andava. Lo scoprirono quasi subito, ma avevano bisogno di conferme: il Cruciatus
prolungato aveva infiammato le cellule fino a sciogliere i collegamenti neuronali.
I neuroni in sé non erano danneggiati, Lily se ne rese conto con un sospiro di
sollievo. I suoi amici non erano pazzi perché le loro memorie erano alterate,
ma semplicemente perché non riuscivano a mettere in comunicazione i loro
ricordi e a trovare una risposta agli stimoli esterni. Molto probabilmente, se
fossero guariti, non avrebbero avuto più alcuna memoria di questo periodo:
l’informazione che veniva loro dai cinque sensi non riusciva a viaggiare per
poter essere memorizzata.
Nonostante
il problema fosse grave, Lily si sentì sollevata. Certo, ricostruire i
collegamenti neuronali non era per niente semplice, per non parlare del fatto
che forse non era nemmeno fattibile, però di una cosa almeno era certa: se
fossero riusciti a farlo, se fossero riusciti a guarirli… Non ci sarebbero
stati altri danni. Nessuno stravolgimenti della personalità, nessun non
riconoscere le persone… Erano ancora Frank e Alice, anche a desso, solo che non
lo sapevano.
Da
quel giorno si misero di buona lena a cercare una cura. Non era semplice, non
sapevano neanche da dove partire: pozione? Incantesimo? Trasfigurazione di
qualche materiale in materiale organico?
I
tre studiarono giorno e notte – Narcissa si applicò anche se non conosceva
l’argomento fino in fondo, Severus era ormai libero dato che erano iniziate le
vacanze scolastiche – per cercare il modo di far ricrescere ciò che era andato
perduto.
Lily
riprese ad essere assente. Remus stava con Harry – e Draco – praticamente dalla
mattina alla sera, e lei rimaneva chiusa nel suo studio altrettanto tempo.
James era preoccupato e a dirla tutta anche un po’ seccato da questa cosa, però
non lo diede mai a vedere. Capiva che sua moglie agiva così per il bene di
Frank e Alice… Ma credeva lo stesso che stesse trascurando la sua famiglia.
Alla
fine Severus ebbe un’altra idea geniale. Disse che secondo lui sarebbe stato
meglio creare una pozione da iniettare direttamente nel cervello, che fosse
liquida per poter ‘viaggiare’ fra i neuroni ma che si potesse solidificare in
qualche modo, con qualche comando – magari un incantesimo – nei punti giusti.
La difficoltà, oltre che a creare la pozione in sé con quelle caratteristiche,
sarebbe stata quella di farla solidificare nel materiale giusto: materiale
organico, neuronale. E un’ulteriore difficoltà sarebbe stata quella di operare
con dimensioni molto piccole, invisibili ad occhio nudo se non con particolari
incantesimi che già avevano usato per esaminare il cervello di Frank e Alice
con la pozione dell’invisibilità circoscritta.
Una
volta deciso come procedere, si misero sotto. La loro giornata lavorativa era
assurda, andava dalle otto del mattino alle nove di sera, con solo due pause di
un’ora per il pranzo e per la cena. James sopportava in silenzio, ma presto
sarebbe scoppiato. Cosa che infatti avvenne circa un mese dopo.
“Lily,
stai lavorando troppo! Rilassati!” esclamò l’uomo, un giorno che rientrò a casa
e la vide, alle dieci e mezzo di sera, ancora chiusa nel suo laboratorio. Gli
altri se n’erano già andati, ma lei aveva deciso di continuare comunque: tanto
aveva già messo a letto Harry.
“Rilassarmi?
Rilassarmi?! Jamie, qui ci sono in gioco delle vite!”
“Qui
c’è in gioco anche la tua famiglia!”
Lily
si bloccò, una fiala nella mano destra, e lo guardò come se lo vedesse davvero
per la prima volta.
“Mi
stai minacciando?” chiese in un soffio “O salvo la vita a Frank e Alice o ti
perdo? Credevo che mi appoggiassi.”
La
voce era così rotta a fine frase che James si sentì spezzare il cuore.
“No…
Ma cosa stai dicendo… Non intendevo…”
James
si passò una mano nei capelli, pensando di aver esagerato, poi si avvicinò a
sua moglie e la strinse in una abbraccio. Lei rimaneva rigida, era scioccata:
come aveva potuto Jamie dirle quelle cose?
“Andiamo
Lils… Sono solo preoccupato per te, lavori troppo… La tua salute… Ed io ti
sento così lontana…”
“Lasciamo
andare.”
“Lils…”
“Ho
detto di lasciarmi.”
“Non
essere sciocca…”
James
le tolse delicatamente la fiala dalle mani, poi la prese in braccio e la portò
in salotto. Lily sembrava bloccata, non si opponeva né protestava, e la cosa
spaventò ancora di più il marito, che non aveva mai visto la donna così.
“Lily…
Amore, che hai?”
In
quel momento Lily esplose, letteralmente: si mise a piangere e si strinse a
James, che la cullò pazientemente.
“E’-è
che… I-io lo so che… P-però… E’ per l-loro… M-ma la mia famiglia… H-Harry, e
p-poi te…”
“Ssssh…
Ssssh…”
In
quel momento a Lily portò a galla tutti dubbi che l’assalivano ormai da mesi, e
si ripromise di essere più presente sia con suo marito e con suo figlio. C’era
in gioco la salute dei suoi amici, vero, ma anche la sua, e la sua famiglia.
Doveva solo trovare un equilibrio, anche se sembrava difficile… Non poteva
sdoppiarsi, non poteva fare tutto.
In
quel momento Lily comprese ed accettò che servisse tempo, tempo sia per trovare
una cura che per stare con le persone che l’amavano.
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Capitolo 22 *** Soluzione ***
Eccomi qui, non sono
sparita! =D
La storia sta arrivando
alla fine, il prossimo capitolo sarà l’epilogo… Se non ho aggiornato prima è
perché… Beh, francamente il rientro in università mi ha scombussolato tutti i
ritmi D=
Ma nel giro di pochi
giorni questa storia sarà conclusa, lo prometto u.u
Ringrazio ovviamente chi
segue/preferisce/ricorda/legge in silenzio e chi recensisce *--* grazie mille a
tutti, davvero, senza di voi la storia non avrebbe senso! *--*
E auguro buona lettura! =D
Soluzione
Ci
lavorarono tutto il resto dell’estate. Lily era riuscita a trovare un equilibrio,
lavorando sodo ma senza esagerare: dalle nove di mattina a mezzogiorno, una
pausa fino alle due e poi di nuovo al lavoro fino alle sette di sera. Era un
buon compromesso: trascorreva più tempo con Harry e con James e, con somma
gioia di quest’ultimo, loro due avevano ripreso a fare l’amore, dato che Lily
non crollava più esausta la sera. Inoltre, Lily si rese conto che Harry stava
crescendo. Ormai aveva compiuto due anni, così come Draco: decisero di fare due
grandi feste per i bambini, lasciando da parte il lavoro per un po’. Con
rammarico la rossa si rese conto che fin dall’adolescenza aveva sempre asserito
di volere dei figli vicini di età, e di non esserci riuscita. Però si ripeteva
che ora non poteva permettersi un altro figlio, dato che già lavorava tanto, e
si ripromise di parlarne a James appena fosse riuscita a guarire Frank e Alice.
Dopotutto la ricerca andava bene.
Per
il compleanno di Draco festeggiarono a casa di Andromeda: Lily la trovò grande
e accogliente. C’erano due salottini, di cui il più piccolo adibito a sala
giochi per i bambini, ma per la festa si spostarono in quello grande, dato che
erano in tanti. Regalarono al piccolo diversi giocatoli e vestitini, e Harry
fece una scenata di gelosia: Ninfadora dovette distrarlo durante l’apertura dei
regali trasformandosi in una vecchietta piena di rughe. Si gustarono la torta,
chiacchierarono del più e del meno, e poi ognuno tornò a casa propria.
Harry,
invece, lo festeggiarono a casa dei genitori di James: il posto era decisamente
più spazioso, e poi i nonni non vedevano Harry da troppo tempo. Charles e
Dorea* furono padroni di casa assolutamente splendidi, misero tutti a proprio
agio e poi portarono la più grande torta mai vista. Fecero persino un regalo a
Draco, anche se non erano stati invitati alla festa del bambino.
Quelle
due giornate di pausa servirono a Lily per recuperare le energie, e le diedero
nuovo vigore e determinazione nel concludere la ricerca il prima possibile.
Come al solito Severus fu determinante: per settembre avevano trovato un
metodo, una pozione da usare insieme a quella della trasparenza, che diventava
solida attraverso un incantesimo – diventava un Materiale Elementare, una delle
basi magiche per creare la materia – e poi doveva essere trasfigurato nel
materiale organico scelto. La pozione avrebbe avuto infinite applicazioni,
soprattutto in campo medico, e come per quella della trasparenza ne
sperimentarono diverse prima di far riunire la commissione.
Alla
fine, il dodici di settembre, la pozione venne parzialmente approvata: ora Lily
e gli altri non dovevano far altro che aspettare che si effettuassero i vari
test di sicurezza, soprattutto test a lungo termine, prima di poterla
considerare approvata a tutti gli effetti e quindi prima di poterla usare su
Frank e Alice. I tre non potevano intervenire nei test: non perché non si fidassero
di loro, ma perché questi avvenivano al Ministero della Magia, precisamente
nell’ufficio Misteri, e venivano fatti solamente da Indicibili preposti. Un
funzionario spiegò loro per sommi capi che questo era l’unico modo per poter
‘accelerare i tempi’, ma non disse molto altro.
Lily
quindi, dopo un primo tempo di proteste, accettò pazientemente che il Ministero
finisse di fare quello che doveva fare. Decise di dedicarsi ad altro – sempre
nel campo della ricerca – ma stavolta lavorando part time: né Severus né
Narcissa l’aiutarono più, se non per lettera, e lei si teneva tutto il
pomeriggio libero per stare con Harry, badare alla casa e rilassarsi un po’.
James approvò a braccia aperte il cambiamento e il loro rapporto ne beneficiò.
La
vigilia di Halloween arrivarono i risultati: la pozione era innocua e perfettamente
utilizzabile. A Lily e alla sua squadra sarebbe stato dato un Ordine di
Merlino, Prima Classe, per i servizi resi alla ricerca, dato che avevano dato
un contributo fondamentale. Lily se ne sentì orgogliosa, ma non ebbe tempo di
pensare ad altro: venne fissata subito l’operazione di Frank e Alice Paciock,
per il giorno seguente, e venne chiesto a Lily di partecipare. Narcissa e
Severus avrebbero solo potuto assistere, dato che non avevano una laurea – e
quindi una preparazione necessaria per operare – in Medimagia.
Il
trentun ottobre, quindi, Lily entrò con i tre medici e i dieci specializzandi
nella sala preposta. Frank e Alice erano stati sedati, e su di loro venne usata
di nuovo la pozione della trasparenza. Poi, usando degli aggeggi babbani, gli
venne iniettata anche la nuova pozione, uno alla volta: prima Frank e poi
Alice.
Ci
misero esattamente quindici ora e trentadue minuti per finire. Il lavoro da
fare era enorme, ricostruire i collegamenti mancanti non era uno scherzo. Lily
uscì dalla sala con i piedi gonfi e la testa dolorante, stanchissima. Severus e
Narcissa la portarono a casa, sorreggendola, ignorando le sue proteste di poter
vedere gli amici.
“Ma
io… Devo sapere se ha funzionato…”
“Lils
non essere sciocca, sono ancora sedati: hai sentito il guaritore no? Ci vorrà
ancora qualche ora prima che si risveglino, e tu non sei nella condizione di
poter aspettare. Non sei nella condizione di poter far nulla, in effetti.”
“Severus
ha ragione Lily. Devi dormire. Sono certa che è andato tutto bene: domani lo
saprai. Non ti angustiare.”
James
Potter l’aspettava a casa, preoccupato: quando la vide arrivare in quello stato
la portò subito a letto, dove lei si addormentò immediatamente, esausta.
“E’
stata dura per lei: fa la ricercatrice, non la Guaritrice. I turni sono massacranti
per loro… Quindici ore sono troppe per chiunque.” disse Severus, mentre James
usciva dalla camera.
“Ho
notato. Ora lasciamola dormire… Quando si saprà qualcosa?”
“Fra
un paio d’ore circa.” rispose Narcissa “In ogni caso, ora vado anch’io: spero
che non me ne vogliate. Ho bisogno di dormire.”
“Figurati
Cissy, buonanotte e grazie.”
Narcissa
si smaterializzò, e Severus rimase solo con James.
“Beh…
Vado anch’io. Ciao.”
“Ciao
e… Grazie per aver aiutato Lily, Severus. Anche se io non ti sono mai
piaciuto.”
“Figurati.
Era per una buona causa.”
Severus
si smaterializzò.
“Una
buona causa… Già.” mormorò James, prima di girarsi e rientrare in camera. Lily
era ancora vestita, e stava ronfando alla grande.
James
si spogliò il più silenziosamente possibile, poi s’infilò nel letto: niente
party di Halloween quella sera. Però, se tutto fosse andato bene, avrebbero
festeggiato ben altro l’indomani. Si avvicinò alla moglie e la cinse con le
braccia. Lei, inconsciamente, gli si accoccolò vicino. James sorrise.
“Vedrai
amore” sussurrò “E’ andato tutto bene.”
*Ho fatto una piccola ricerca, e pare
che si chiamassero così i genitori di James (ho deliberatamente non tenuto
conto del fatto che avrebbero dovuto essere morti… Dopotutto non lo sapevo
prima di iniziare la ff, e li avevo già messi come personaggi, LOL XD).
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Capitolo 23 *** Epilogo ***
Buon salve a voi! =D
Come promesso, sono
tornata… Con l’epilogo di questa storia!
Ringrazio infinitamente
chi mi ha letto/seguito/preferito/ricordato e chi ha recensito, insomma tutti
voi che mi avete supportato in questa bellissima avventura! =D
E… Buona lettura! =D
Ditemi che ne pensate! =D
Epilogo
Lily
si svegliò mezza intontita, dopo una dormita epica di ben dodici ore. James era
già sveglio, insieme ad Harry, e l’aspettava con la colazione in caldo. Lily
scese velocemente le scale, ancora in pigiama.
“James!
Perché accidenti non mi hai svegliato prima?! Dobbiamo andare in ospedale,
subito!”
“Devi
prima mangiare, mia cara.”
“Cosa
vuoi che me ne importi del cibo quando non so come stanno i miei due amici?!”
esclamò lei, e come a volerla contraddire il suo stomaco brontolò
rumorosamente.
“Io
dico che t’importa del cibo.” rispose James, tutto tranquillo “Guarda: ho
tenuto in caldo la colazione, lì ci sono le uova con il bacon.”
“James!”
“Che
c’è?”
“Non
è il momento per…! Aspetta… Sai già qualcosa?!”
James
si aprì in un sorriso meraviglioso, avvicinandosi alla moglie.
“Ce
l’hanno fatta. Li hai guariti Lils!”
Lily
per poco svenne, e James dovette sorreggerla.
“Mangia
qualcosa, poi andiamo.”
Lily
non se lo fece ripetere due volte: era talmente impaziente di arrivare al San
Mungo che s’ingozzò con le uova, per poi correre di sopra a cambiarsi in un
lampo.
La
famiglia Potter si smaterializzò al San Mungo, dove Lily venne accolta come
un’eroina e condotta subito nella stanza dei suoi amici. Lì trovarono Augusta
Paciock e il piccolo Neville… Che era in braccio ad Alice.
“Lily!”
esclamò la donna, vedendo la sua amica.
Le
due ragazze si abbracciarono, e poi fu il turno di Frank.
“Lily,
non so davvero come ringraziarti” disse l’uomo, commosso “Senza di te io… E
Alice… Probabilmente avremmo perso molto più del senno. Avremmo perso Neville.”
“Oh
Frank… Non dirlo neanche per scherzo… L’importante ora è che siete sani e salvi
no?”
“E’
tutto merito tuo cara.” le disse Augusta, poggiandole una mano sul braccio e
sorridendo “Non sono mai stata così felice in vita mia… Mi hai restituito un
figlio, una nuora… La felicità di mio nipote.”
Il
piccolo Neville cercava di tirare i capelli alla madre, e lei gli scostava le
mani sorridendo, felice.
“Sai,
mi sono persa molto in questi… In questi mesi. Ma ora ringrazio… Ringrazio di
essere viva, ringrazio per essere sana… Per poterlo vedere di nuovo, per
potergli esser accanto come una madre. Prima è stata qui Narcissa Malfoy… Non
l’avrei mai detto, ma quella donna è simpatica. Mi ha raccontato che cosa hai
fatto, Lils, mi ha raccontato di come hai trascurato la tua stessa famiglia, ed
Harry, per poter aiutare me e mio marito.”
“Alice
io…”
“No,
non dire niente. Io non ti posso restituire quel tempo, così come tu non puoi
restituirlo a me. Ma, d’ora in avanti, andremo avanti… Insieme, giusto?”
“Oh
Alice…” disse Lily, abbracciando di nuovo l’amica.
“Ho
deciso di smettere di fare l’Auror… Voglio dedicarmi al cento per cento a mio
figlio.”
“Ti
capisco. Io continuerò a lavorare nel campo della ricerca, ma non più come
prima. Faccio mezza giornata, per il resto mi godo Harry e la mia famiglia.”
“Fai
benissimo.”
“E
tu, Frank?” intervenne James “Che cosa farai?”
“Io
e Alice ne abbiamo parlato. Continuerò a fare l’Auror, appena potrò, perché
credo ancora nella causa. I pericoli che corriamo ora sono nettamente minori di
quelli che correvamo quando Voi-sapete-chi era vivo… E poi, sapendo che Alice
starà a casa con Neville, sono sicuro che, qualsiasi cosa mi succeda, il mio
bambino non rimarrà mai solo.”
“Oh,
Frank, non dire così… Non ti succederà niente.” disse Alice, con una nota di disappunto.
“Pronto
per riaverti in squadra, amico!” esclamò James, sorridendo.
“E
poi, in caso vi succeda qualcosa… Non temete, vi rimetterò in sesto.”
intervenne Lily, annuendo solennemente.
Tutti
quanti scoppiarono a ridere, mentre Harry cercava di afferrare i capelli di
Neville.
Ora
il pericolo era passato, i tempi erano tranquilli, tutte le persone che amava
le erano di nuovo vicine e lei si era riscoperta amica di altra gente
insospettabile, come Narcissa. Lily ne era certa: sarebbe andato tutto bene.
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