Together

di tsubaki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 : Guasto ***
Capitolo 2: *** 2 : Primo Incontro ***
Capitolo 3: *** 3 : Secondo incontro ***
Capitolo 4: *** 4 : Condizione ***
Capitolo 5: *** 5 : A pezzi ***
Capitolo 6: *** 6 : Soli ***
Capitolo 7: *** 7 : Cosa ho fatto ***
Capitolo 8: *** 8 : Aiuto ***
Capitolo 9: *** 09 : Il piano ***
Capitolo 10: *** 10 : Natale: Prima Parte ***
Capitolo 11: *** 11 : Natale: Seconda Parte ***
Capitolo 12: *** 12 : Rinchiusi ***
Capitolo 13: *** 13 : Passato... ***
Capitolo 14: *** 14 : ...presente... ***
Capitolo 15: *** 15 : ...futuro ***
Capitolo 16: *** 16 : Incomprensioni ***
Capitolo 17: *** 17 : Preparativi ***
Capitolo 18: *** 18 : Perchè? ***
Capitolo 19: *** 19 : Confusa e felice ***
Capitolo 20: *** 20 : Destino ***
Capitolo 21: *** 21 : Risvegli ***
Capitolo 22: *** 22 : Decisione ***
Capitolo 23: *** 23 : Verità ***
Capitolo 24: *** 24 : Sentimenti ***
Capitolo 25: *** 25 : Seduzione ***
Capitolo 26: *** 26 : Gelosia ***
Capitolo 27: *** 27 : Felicità ***
Capitolo 28: *** 28 : Together ***



Capitolo 1
*** 1 : Guasto ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 1:

 

“Guasto”

 

 

“Fra tre anni arriveranno sulla Terra due terribili cyborg costruiti dal dottor Gero. Nessuno è in grado di sconfiggerli. Nel mondo da cui provengo sono rimasto il solo guerriero in vita. Mio padre Vegeta, Yamcha, Crili, Tenshinhan, Riff e Piccolo sono deceduti nel tentativo di distruggerli. Gohan, il mio maestro, li ha raggiunti pochi anni fa lasciandomi completamente solo” Trunks si fermò un momento, puntando il suo sguardo azzurro verso Goku.

“Che cosa?!” gridò il saiyan. “Urca, allora sono davvero potentissimi se neanche Vegeta è riuscito a batterli!”Goku si grattò la testa, pensando. Poi chiese con curiosità: “Aspetta un momento! E io? Sono stato ucciso anch’io dai cyborg?”

Trunks abbassò gli occhi. “Tu Goku non hai nemmeno potuto combattere” Allo sguardo confuso del saiyan, il ragazzo del futuro rispose: “Mi dispiace dirtelo ma fra qualche tempo verrai colpito da una rara e gravissima malattia cardiaca a cui non sopravvivrai”

Coosaaa?!!” urlò Goku. “Ma questo significa che non potrò combattere! Urca che iella! E io che volevo tanto scontrarmi con questi famosi cyborg!”

Trunks sbatté le palpebre, confuso. “Ma come? Ti dispiace non poterli affrontare? Ma non avresti paura, scusa?”

“Certo che sarei spaventato. Ma mi piacerebbe comunque battermi con loro!” terminò Goku come se si trattasse di un fatto comune.

Trunks si trovò a sorridere. Sua madre e Gohan gli avevano detto che quel saiyan era strano, ma comunque fortissimo. E questo suo desiderio rientrava perfettamente nei canoni dei guerrieri saiyan.

Infilò una mano nella tasca del suo giubbotto in jeans della Capsule Corporation e allungò a Goku una boccetta di medicinale. “Prendi questo. Nel mio tempo sono riusciti a formulare nuove medicine. Con questa cura molto probabilmente sopravvivrai.

“Eh? E perché non me lo hai detto prima?!” chiese Goku rigirandosi la boccetta tra le mani.

“Volevo vedere la tua reazione alla mia rivelazione. E ora che so che vuoi combattere a tutti i costi sono convinto di aver fatto la scelta giusta. Cambiare il futuro non è una cosa che si dovrebbe fare, anche se quello che ci aspetta è terribile” abbassò lo sguardo tristemente. “Sono convinto che con il tuo aiuto riusciremo a farcela! Anche mia madre ha sempre avuto fiducia in te ed è per questo che ha costruito la macchina del tempo con cui sono arrivato”

Goku lo guardò in modo strano. Possibile che…?

“Un momento. Tua madre mi conosce?” Trunks annuì. “E…e ha costruito la macchina del tempo?...non dirmi che…no, è impossibile…non può trattarsi di…”

Il ragazzo del futuro, come se fosse una cosa naturale, rispose affermativamente puntando il dito contro la ragazza dai capelli azzurri poco distante.

Goku non resse il colpo e precipitò al suolo. “B-Bulma è tua madre?!!?!” chiese colto impreparato dalla sorpresa. Anche Piccolo, che stava ascoltando la conversazione da lontano, ebbe un sussulto di sorpresa.

“Tu sei il figlio di Vegeta e Bulma?!” chiese nuovamente Goku cominciando ad accettare il fatto e iniziò a ridere maliziosamente. Trunks rimase un attimo sorpreso dalla reazione. Del resto era il primo che mostrava sorpresa alla notizia. Poi sorrise.

“Eh, eh, eh!” ridacchiò Goku rialzandosi. “E io che pensavo che Bulma avrebbe messo su famiglia con Yamcha. E invece ha scelto Vegeta!! L’ho sempre detto che quella ragazza è strana!!” continuò il saiyan.

Trunks arrossì e affondò le mani in tasca, imbarazzato. “Ecco, lei mi ha detto che Yamcha era troppo immaturo e ha deciso di lasciarlo” iniziò il ragazzo. Goku asserì curioso. “Poi ha iniziato ad interessarsi a mio padre e in poco tempo si sono fidanzati. Strana la vita, eh? Accadono cose che non ti aspetteresti mai” concluse il ragazzo dai capelli glicine.

“Eccome!! Bulma è sempre stata imprevedibile ma ha superato sé stessa!!” concordò Goku girandosi verso la futura coppia di genitori. Vegeta ringhiò furioso, non apprezzando l’essere osservato, soprattutto dal suo acerrimo nemico.

“Mi raccomando non dire niente a quei due, o rischio di non nascere! Testardi come sono si eviterebbero e sarebbe un disastro!” pregò Trunks a Goku. Quest’ultimo annuì.

“Ora vado. Mia madre sarà preoccupata” disse il ragazzo preparandosi ad andarsene.

“D’accordo e ringraziala! E buona fortuna con i tuoi allenamenti! Quando ci vedremo ancora?” chiese Goku.

“Spero di riuscire a tornare fra tre anni. La macchina del tempo è un marchingegno terribilmente difficile da costruire. Mia mamma ha impiegato anni a costruirla! E spero di riuscire a tornare” disse Trunks incrociando le braccia al petto.

“Ci vediamo, fai attenzione!” si preoccupò Goku e guardò il ragazzo spiccare il volo e allontanarsi in velocità.

Gli altri guerrieri e Bulma con Pual si avvicinarono al saiyan, incuriositi. Con l’aiuto di Piccolo Goku riuscì a spiegare a cosa sarebbero andati incontro in futuro e il silenzio calò tra loro. Sembrava assurdo.

“Pensatela come volete! Io mi allenerò!” disse Piccolo con decisione. Bastò questo a convincere anche tutti gli altri.

“Ehi!! Che cos’è quello?” chiese Gohan puntando il dito al cielo. Una macchina gialla a forma di polipo fluttuava sopra la loro testa. “E’ una macchina del tempo” rispose Goku.

“Papà. Sei esattamente come ti ha descritto la mamma: forte, severo e con lo sguardo un po’ triste. Non mi lasciare, ho bisogno di te. E tu mamma, fatti coraggio. Ti voglio un sacco di bene” disse Trunks dall’alto guardando i suoi genitori. Salutò con la mano e pigiò il tasto di avvio della macchina del tempo. Ma non successe nulla. Ci riprovò, ma niente ancora. Una voce meccanica lo avvisò dell’esaurimento delle batterie. “Oh, merda!!” sbottò il mezzo saiyan controllando i vari comandi. In pochi secondi le luci dei comandi presero a illuminarsi fino al completo spegnimento della macchina. In fretta Trunks uscì dallo sportello e richiuse la macchina del tempo nella capsula.

“Che succede?” chiese Goku volando al suo fianco.

“Ha esaurito le batterie! Dannazione!” sbottò il ragazzo stringendo i pugni. Si trovò ben presto circondato da tutti i guerrieri.

“Ah, è tutta colpa mia! Non avrei dovuto partire così presto, me l’aveva detto mia mamma!!” si lamentò Trunks sbattendosi una mano sulla faccia.

Rimasero tutti in silenzio finché Bulma, con la sua voce squillante e irriverente, disse: “Puoi venire a casa mia! Saresti il benvenuto!” Tutti si girarono a guardarla.

Yamcha le chiese: “Ma Bulma cara sei sicura? Non lo conosci neanche e…” “Oh, stai zitto!” lo interruppe lei sorridendo a Trunks. “Mi sembra un ragazzo gentile ed educato e ha fatto questo pericoloso viaggio solo per aiutarci quindi non può essere cattivo! E poi saiyan in più, saiyan in meno, non fa molta differenza!” aggiunse puntando gli occhi su Vegeta che incrociò le braccia al petto e mosse il mento a sinistra.

“Allora? Che ne dici?” chiese ancora lei rivolta al ragazzo.

“Ecco…io…” iniziò Trunks non sapendo che fare. Stando con loro avrebbe potuto cambiare terribilmente il futuro. Non sapeva quanto ci avrebbe messo la macchina del tempo a ricaricarsi, chissà per quanto sarebbe rimasto bloccato in quella dimensione! Ma era anche vero che gli sarebbe piaciuto poter osservare diversi momenti della storia d’amore dei suoi genitori. E avrebbe potuto passare del tempo con suo padre.

“Dovresti accettare” gli propose Goku appoggiandogli una mano sulla spalla e facendogli l’occhiolino. “Ti prego!” gli disse Bulma speranzosa.

Trunks non poté far altro che accettare.

 

 

Continua…

 

 

Piccolo capitolo che sa molto di prologo. Mi serviva soprattutto per introdurre la fanfiction!

Come se la caverà Trunks alla Capsule Corporation con Bulma e Vegeta? Riuscirà a non cambiare troppo il futuro?

Ho modificato leggermente i dialoghi a causa del disclaimer.

Spero vi sia piaciuto questo capitolo! Recensite se volete! E se vi va ci vediamo al prossimo capitolo che sarà decisamente più lungo!

Baci!!

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Capitolo 2
*** 2 : Primo Incontro ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 2:

 

“Primo incontro”

 

 

Vegeta strinse forte le braccia al petto. Accidenti! Ecco un nuovo ostacolo allo scontro contro Kakaroth! Due dannati pezzi di latta!

Sicuramente il suo acerrimo nemico non avrebbe mai accettato di scontrarsi in un sano combattimento saiyan all’ultimo sangue ora che doveva impegnarsi a salvare quell’inutile sasso chiamato Terra e i suoi irritanti abitanti.

Niente da fare, quel tipo di saiyan aveva solo il sangue che gli scorreva nelle vene! Un vero guerriero della stirpe non si sarebbe mai preoccupato così tanto di salvare delle altre vite. E questo era causa di ulteriore disprezzo per Kakaroth. Come poteva un essere inferiore come lui essere riuscito a ricoprirsi dell’oro della leggenda?! Non aveva senso! Lui doveva essere il solo ad ammantarsi di quella gloria, era il suo destino! E Kakaroth gli aveva tolto anche quello.

Alzò lo sguardo per puntarlo contro il ragazzo del futuro: ecco un altro rivale! Come poteva un ragazzino essergli superiore?! Aveva distrutto Freezer e re Cold in pochi istanti! Che vergogna…persino un ragazzino, sicuramente mezzo saiyan, lo superava. E quella sciocca donna terrestre lo aveva anche invitato a casa sua! Se lo sarebbe trovato tra i piedi tutti i giorni. Non bastava quella nullità terrestre che la donna definiva ‘fidanzato’, adesso gli toccava sopportare anche un ragazzino dai capelli viola!

Con un ringhio Vegeta decise di tornare alla Capsule Corporation. Doveva iniziare gli allenamenti il prima possibile. Sorridendo maleficamente comprese come potesse sfruttare la situazione: la donna ora sarebbe stata costretta a costruirgli vari marchingegni per allenarsi, aveva la scusa di salvare il pianeta e la sua inutile vita. Dopo aver sfracellato quei due cyborg sarebbe stato il turno di Kakaroth.

Diede le spalle a tutti e, ignorandoli, spiccò il volo in direzione della città dell’Ovest.

Trunks lo guardò sorpreso, desideroso di seguirlo, ma Goku lo fermò. “Lui è fatto così. Ti abituerai” lo rassicurò. Il ragazzo annuì ma rimase a fissare la scia bianca nel cielo.

 

Uno ad uno i guerrieri iniziarono a dipartire.

“Torniamo anche noi a casa. Sicuramente Vegeta ha già iniziato ad allenarsi, meglio andare a controllare che la casa sia ancora tutta intera!” disse Bulma sorridendo. Trunks si chiese nuovamente se sarebbe davvero stato in grado di convivere con loro.

“Ci vediamo! Buon allenamento!” augurò Goku a Trunks e Yamcha. Fluttuò in aria e prima di volare via con Gohan e Piccolo urlò a Bulma: “Mi raccomando, partorisci un bel bambino!!” e prese il cielo.

Trunks spalancò gli occhi e scattò con la testa in direzione di sua madre, terrorizzato dall’idea che potesse in qualche modo comprendere qualcosa. Cosa era preso a Goku? Si era per caso bevuto il cervello?! Come poteva dirle una cosa simile?! E lui che pensava di essere stato chiaro e mantenere il segreto!

Fu la risata sguaiata di Yamcha a farlo riconcentrare sul mondo attorno. Guardò sua madre che sembrava scioccata quanto lui, ma forse il tutto era riferito alla frivolezza del suo ragazzo. Gli fece male al cuore ricordare che in quel momento i suoi genitori non stavano insieme.

“Piantala di ridere come un idiota e riportami a casa!” ordinò Bulma a Yamcha, poi si girò con un sorriso verso Trunks. “Tu seguici. In poco tempo arriveremo alla Capsule Corporation e ti assegnerò una stanza! Sarai stanco dopo quel combattimento! Potrai farti una bella doccia e mangiare qualcosa!”

Trunks annuì imbarazzato, senza avere il coraggio di dirle di no. Certe cose non cambiano mai. Anche nel futuro era Bulma a decidere per lui.

Rimase in silenzio quando vide Yamcha abbracciare sua madre e portarla in volo e, tristemente, li seguì.

 

Quando arrivarono nei pressi della città dell’Ovest Trunks non poté non meravigliarsi alla vista di tanta pace e serenità. In tutta la sua vita non aveva mai visto tanta gente tutta insieme. Nessuno temeva di uscire di casa, i bambini giocavano liberamente in strada, i vecchietti passavano tranquillamente il tempo fuori dai bar a giocare a carte con gli amici e le signore anziane giravano nelle piazze a fare spese.

Era insolito quel mondo. Era intriso di una gioia che Trunks non aveva mai conosciuto.

Nuovamente si rese conto di quante cose aveva perso a causa dei cyborg e lo assalì per l’ennesima volta il desiderio di distruggerli con le sue mani. Con l’aiuto di Goku sapeva che ci sarebbe riuscito.

Giunti alla Capsule Corporation Trunks si fermò fluttuando nella sua cima. Per la prima volta vide la sua casa intatta. Nel suo tempo i piani superiori della dimora erano stati distrutti e lui e sua madre vivevano in un bunker sotterraneo, nascosti. Doveva assolutamente salvare il futuro: il sé stesso di quella dimensione avrebbe avuto un’infanzia felice, non solitaria e desolata come la sua.

“Ehi! Siamo arrivati! Vieni giù!” gli indicò Bulma urlando da dove erano planati lei e Yamcha. Trunks si riscosse ed obbedì a sua madre. Si guardò intorno alla ricerca del padre e percepì la sua aurea nel laboratorio di suo nonno. Chissà cosa stava combinando.

Era tentato di andare da lui ma Bulma lo invitò ad entrare in casa e lui non riuscì a rifiutarsi.

 

“Costruiscimela ho detto!” sbraitò Vegeta aumentando la sua aurea e spaventando il piccolo Tama, il gattino nero di famiglia, che cadde dalla spalla del dottor Brief.

“Come vuoi Vegeta! Ma è pericoloso! Bulma non sarà d’accordo” lo informò il vecchio scienziato accarezzando il suo micio.

“Cosa vuoi che mi importi di quello che pensa quella donna!! E sbrigati!” ordinò nuovamente il saiyan uscendo poi dal laboratorio.

Aveva sentito l’aura di quel ragazzino del futuro poco prima. Era arrivato alla Capsule. Probabilmente, anzi sicuramente con lui c’erano anche la donna azzurra e il damerino terrestre. Bah, che razza di situazione.

Bloccato su un pianeta con della gente così inutile! L’unica cosa decente del fatto era che in quella casa non mancava mai il cibo e la tecnologia era abbastanza sviluppata. La maggior parte delle nuove invenzioni venivano prodotte proprio sotto quel tetto.

Con passo deciso il saiyan si diresse in cucina, desideroso di fare uno spuntino e poi riprendere ad allenarsi.

“Ciao caro! Hai fame, vero?” lo accolse la signora Brief non ricevendo un minimo segno di risposta. Per nulla scoraggiata lo seguì fino al frigorifero quasi appoggiandosi a lui quando aprì l’elettrodomestico in cerca di cibo.

Vegeta le intimò di allontanarsi da lui e la signora Brief, sempre con il sorriso sulle labbra, gli offrì una tazza di the. Il saiyan alzò gli occhi al cielo: stupida donna dai modi appiccicosi. Se solo avesse potuto l’avrebbe fatta fuori. Ma cucinava divinamente e questo rimaneva il solo motivo per farla restare in vita.

Tirò fuori dal frigo un’enorme quantità di cibo che appoggiò senza la minima delicatezza sul tavolo della cucina. Si piantò su una sedia e prese a strafogarsi, ignorando la signora Brief che si sedette di fronte a lui e iniziò a versare del the su due tazzine.

 

Bulma guidò il ragazzo del futuro in un rapido tour della casa al quale Trunks partecipò volentieri. Era bello girare per la Capsule Corporation in completa tranquillità. Ed ebbe anche modo di vedere l’arredamento della casa prima che i suoi genitori si sposassero.

“E qui si conclude il giro!” terminò Bulma uscendo dall’ennesima stanza. “Scegli pure la camera che preferisci, solo ti consiglio di stare alla larga da quella laggiù…” e indicò l’ultima porta del corridoio. “Sai, è quella di Vegeta. L’ha scelta apposta per stare il più lontano possibile dagli altri, quindi ti prego di non disturbarlo. Sa essere molto sgarbato quel saiyan!” finì stizzosa puntando le mani ai fianchi sinuosi.

Trunks sorrise leggermente. Quante volte sua madre gli aveva ripetuto quella frase…

Lo stomaco del mezzo saiyan brontolò rumorosamente e il ragazzo arrossì, imbarazzato. Bulma sorrise semplicemente.

“Che sbadata! E’ naturale che tu abbia fame! Andiamo in cucina, dai!” e lo guidò al piano inferiore.

Immediatamente Trunks si rese conto che in cucina si trovava suo padre, e non poté che rallegrarsi. Lo avrebbe rivisto presto. Non vedeva l’ora di conoscerlo meglio, di parlargli, di sapere più cose su di lui. E avrebbe ignorato il consiglio di sua madre di non stargli troppo addosso; se lei era riuscita ad entrare nel suo cuore, ce l’avrebbe fatta anche lui!

Il cuore iniziò a tamburellare furiosamente nel suo petto. Era eccitato all’idea di stare con lui.

La porta scorrevole si aprì con un suono sordo e Trunks seguì mestamente sua madre fino in cucina. Vegeta non li degnò neanche di uno sguardo.

Ciao Vegeta! Pensavo ti stessi allenando” gli si rivolse Bulma tranquillamente. Il principe non rispose. “Sempre il solito educato, eh?” disse lei con stizza.

Ciao cara! Vuoi del the?” chiese allora la signora Brief a sua figlia. “Oh, ma guarda che bel ragazzo abbiamo qui!” continuò puntando gli occhi su Trunks che non aveva smesso un secondo di fissare suo padre. Imbarazzato, il ragazzo si irrigidì raddrizzando le spalle e, posandosi una mano sulla testa e facendo un piccolo inchino, sorrise alla donna.

“Tu chi sei, giovanotto?” chiese la signora Brief arrivandogli accanto continuando a squadrarlo dalla testa ai piedi per poi girargli attorno. “E’ un amico di Goku” rispose Bulma per lui togliendolo dall’imbarazzo.

“Davvero? E ti fermerai qui da noi per caso? Ti prego, dimmi di sì!” gli chiese la donna sempre sorridendo. Alla risposta affermativa la signora Brief saltò dalla gioia e iniziò a battere le mani. “Oh, che bello!! Vivo con due ragazzi bellissimi!! Tu e il caro Vegeta siete entrambi talmente affascinanti!! Che ne dici di uscire con me, dolcezza? E poi potremmo fare delle uscite a quattro anche con Vegeta e Goku! Che ne dici?”

Trunks spalancò gli occhi e rimase perplesso. I suoi nonni erano morti quando lui aveva sette anni, percui non li ricordava molto. Rammentava vagamente che sua nonna era sempre allegra ma non la ricordava così sfacciata.

“Mamma! Lascialo stare!” arrivò Bulma in sua difesa. “Ma, tesoro…” provò a dire la signora ma fu nuovamente interrotta. “E va bene! Volete una tazza di the, cari?” chiese poi la signora Brief.

“Veramente il ragazzo avrebbe fame” iniziò a dire Bulma. “Ah! A proposito! Non possiamo continuare così, devi dirmi il tuo nome!” disse la ragazza appoggiando le mani ai fianchi. Quella posa stava a significare che non avrebbe accettato una risposta negativa.

Trunks si chiese che fare: conosceva sua mamma abbastanza per sapere che lo avrebbe tormentato fino a farlo cedere. Ma non sapeva se poteva rivelarle il suo nome. Forse poteva cambiare troppe cose…

“Avanti! Parla!” lo incitò la donna avvicinandosi pericolosamente al suo viso.

Trunks deglutì: sentiva tutti gli sguardi addosso, persino quello di suo padre che aveva alzato gli occhi dal suo pranzo senza però smettere di mangiare.

“Ecco…forse non dovrei…” iniziò titubante Trunks. Poi prese una decisione: al diavolo, quando i suoi genitori si sarebbero fidanzati e lui fosse stato concepito, avrebbe detto loro la verità. E rivelare solo un nome non avrebbe certo sconvolto nulla.

“Il mio nome è Trunks” disse poi lasciandosi andare. E si guadagnò un sorriso radioso di Bulma.

“Molto bene, Trunks! Non era così difficile, no?” disse lei invitandolo poi a sedersi. Il mezzo saiyan si trovò di fronte a Vegeta. Deglutì. Come poteva una persona mettere tanto in soggezione con un semplice sguardo? Trunks si sentiva un moscerino al suo confronto. E la situazione peggiorò quando si rese conto di essere il solo inquietato dalla presenza del principe.

La signora Brief continuava a sorseggiare the come se nulla fosse mentre sua madre setacciava il frigorifero in ricerca di qualcosa per lui.

*Papà…* pensò Trunks fissando il volto severo del saiyan di fronte a lui. All’apparenza sembrava un uomo veramente complesso. Sembrava forte, impenetrabile, sicuro. Arrogante nei modi di fare girava sempre a testa alta. E dava l’idea di essere un vero principe. Un guerriero invincibile e tormentato dai fantasmi del suo passato. Trunks ne era ammirato.

“Ehi, moccioso!” lo rimproverò Vegeta. “Mi sembrava di averti già detto che non mi piace essere fissato!”

Il ragazzo abbassò lo sguardo, intimorito. “Scusa…” disse mestamente intrecciando le mani.

Un violento tonfo gli fece rialzare la testa puntandosi sulla figura di sua madre che aveva serrato con stizza lo sportello del frigorifero. Con le mani ai fianchi la donna batté violentemente un piede a terra e si rivolse a Vegeta. Quante volte Trunks aveva visto quella posa…finalmente non rivolta a lui.

“Animale che non sei altro! Possibile che ti sia spazzolato tutto il commestibile?!” Trunks guardò prima l’uno, poi l’altro. Solo sua madre poteva avere il coraggio di parlare così al principe dei saiyan.

“Taci donna! Io faccio quello che voglio!” le rispose il saiyan con la bocca piena. Ok, ora non aveva l’aria molto principesca.

“E io adesso cosa do a questo povero ragazzo?!” chiese lei coinvolgendo anche Trunks che si pentì di essere stato messo in mezzo. Se Vegeta non avrebbe toccato Bulma neanche con un dito, non poteva essere certo lo stesso con lui! Ricordava le volte in cui Gohan gli aveva raccontato della totale mancanza di autocontrollo nei confronti degli altri guerrieri.

“Non importa…non sono molto affamato…” mise le mani avanti il ragazzo. “Non dire così, Trunks! E poi Vegeta deve imparare che non è il solo a vivere qui! Deve pensare anche agli altri!” lo fermò Bulma senza allontanare lo sguardo dal principe che strinse gli occhi.

Vegeta si alzò di scatto dalla sua sedia e, incrociate le braccia al petto, si diresse all’uscita. “Ehi!! Dove vai?!” gli urlò dietro Bulma. Fiato sprecato. Il saiyan se ne andò e spiccò il volo lontano dalla Capsule Corporation.

“Che screanzato!!” gridò Bulma corrucciata.

Trunks appoggiò i gomiti al tavolo e posò la testa sulle mani. Era la prima volta che assisteva ad una sfuriata di sua madre con una persona che non fosse lui. Solo che a differenza di quelle volte, contro suo padre Bulma sembrava non essere riuscita a spuntarla.

Sarebbe stato divertente restare con quei due…

 

 

Continua…

 

 

Mi sono messa subito a scrivere, non volendo lasciarvi con solo il prologo!

Beh, la convivenza è iniziata. Trunks ha già potuto assistere ad un litigio tra i suoi genitori, immediatamente al primo incontro fra i due :D!

Spero che la fanfiction sia di vostro gradimento, per ora non è successo nulla di importante, ma vedrete…

Grazie di cuore a tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo, ovvero: dianatabo (di nulla per la recensione! Spero tu abbia apprezzato anche il secondo capitolo!), Ely 91, eleonorina87, jame, Mela, Frozen_WhiteFox (grazie per tutti quei complimenti °///°) e bipponcelle420.

A presto!!

 

 

 

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Capitolo 3
*** 3 : Secondo incontro ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 3:

 

Secondo incontro”

 

Vegeta si allenò incessantemente per tutto il pomeriggio. Dopo aver ordinato la costruzione della camera gravitazionale, era partito con decisione in volo diretto ad un’isoletta sperduta nell’Oceano che aveva scovato già durante il primo soggiorno sulla Terra. Era piccola, con una folta e rigogliosa vegetazione che racchiudeva come uno scrigno il piccolo laghetto naturale di acqua gelida e limpida al suo interno. Gli piaceva quel posto. Forse era l’unica cosa che non disprezzava negli ultimi tempi.

Quando il sole cominciò a calare, il principe decretò conclusi i suoi allenamenti per quel giorno e prese il volo alla volta della Capsule Corporation. Era disgustato all’idea di tornare sotto quel rumoroso tetto; probabilmente la donna azzurra l’avrebbe nuovamente rimproverato per qualche futile motivo.

Velocemente si mosse in direzione della città dell’Ovest. Doveva diventare un super saiyan al più presto!

Gliel’avrebbe fatta vedere a Kakaroth…nessuno poteva permettersi di superare il principe dei saiyan! E anche quel ragazzino di nome Trunks…

Vegeta si bloccò immediatamente in aria quando percepì una potente aurea. L’aurea di un super saiyan. Strinse i pugni. Dannazione!!

Avrebbe dovuto essere lui a possedere tutta quella potenza, doveva essere lui il guerriero della leggenda!

Infuriato arrivò in pochi istanti alla Capsule Corporation e rimase a fluttuare in aria con le braccia conserte e lo sguardo fisso sul ragazzo del futuro. Una vena pulsava spasmodicamente sulla fronte del principe, le unghie affondavano nei palmi delle mani facendolo sanguinare.

Trunks, trasformato in super saiyan, capì immediatamente che suo padre lo stava fissando. Aveva seguito i movimenti della sua aurea per tutto il pomeriggio e si era a dir poco emozionato quando l’aveva sentito avvicinarsi a casa.

Si bloccò dall’allenamento e lanciò in aria la spada che stava usando. Tornò normale e, spostando leggermente il busto, rifoderò la sua lama che, con un piccolo click, precipitò esattamente al posto giusto.

Il ragazzo alzò poi lo sguardo al cielo e sorrise a suo padre.

Con una smorfia Vegeta atterrò velocemente al suolo e si recò con passo deciso verso l’ingresso. “Non darti troppe arie…presto anch’io sarò un super saiyan e allora ti farò provare esattamente la vera potenza del guerriero leggendario!” disse Vegeta prima di sparire dentro casa.

Trunks lo seguì con lo sguardo, incapace di controbattere ma pur sempre felice di aver udito la sua voce.

 

Bulma sfrecciò rapidamente lungo le vie del centro nella sua decappottabile. Le era toccato correre al supermercato a fare provviste dato che il principe aveva avuto la grandiosa idea di svuotare il frigorifero.

Era miracolosamente riuscita a rifocillare in qualche modo il povero Trunks e, dopo avergli raccomandato di atteggiarsi come se fosse a casa sua, era montata in macchina e si era precipitata in centro.

Dannato saiyan dai modi rozzi! Vegeta sarebbe dovuto cambiare, e molto! Non poteva certo sopportare un elemento simile per tre anni!

Con la macchina stracolma di cibo e la musica a tutto volume, Bulma arrivò a casa e inchiodò facendo spaventare due poveri vecchietti che passeggiavano tranquillamente mano nella mano. Come se nulla fosse spense la radio e scese dall’automobile per poi fissare la pila pericolante di sacchetti depositati disordinatamente nei sedili posteriori dell’auto.

Trunks, che più che averla vista l’aveva sentita arrivare, le corse incontro deciso a darle una mano. Forse per abitudine, prese a raccattare i pacchetti e se li caricò sulle braccia.

Bulma sbatté le palpebre e gli sorrise. “Ti ringrazio Trunks! Tu si che mi dai una mano! Non come gli altri!” disse lei riferendosi sia a Yamcha che a Vegeta. Soprattutto a Vegeta.

“Di nulla mam- hem! – Bulma!!” rispose lui per un attimo rischiando di chiamarla mamma. Fortuna che lei non se ne accorse.

Tornarono in casa e il ragazzo appoggiò i pacchi sul tavolo, iniziando immediatamente a riordinare. Gli sembrava di essere nel suo tempo. Forse anche troppo.

“Però! Ti ricordi già dove vanno tutte le cose! Caspita che bravo!” si congratulò Bulma facendo fermare improvvisamente il ragazzo che si bloccò con una scatola di pasta in mano. Si stava lasciando troppo andare. Doveva controllarsi.

“Non è niente! Ho solo una buona memoria!” si giustificò lui con una risatina forzata.

“Beh, davvero complimenti!” rispose Bulma iniziando a dargli una mano.

Rimasero in silenzio finché la ragazza non domandò: “Vegeta è già tornato per caso?”

Trunks si bloccò un momento, poi rispose affermativamente.

“Allora è meglio iniziare a preparare la cena…sembra incredibile ma riesce a diventare ancora più scorbutico quando è affamato!” disse Bulma ridendo. Trunks rispose al sorriso chiedendosi, con il batticuore, se per caso sua madre non fosse già attratta dal principe.

 

Vegeta salì nervosamente in camera sua. Se solo fosse stato in grado, avrebbe spaccato la faccia a quel ragazzino dai capelli viola. Come osava sfoggiare la sua potenza di fronte a lui?!

Rabbiosamente entrò in camera sua e si infilò direttamente sotto la doccia dopo essersi sfilato in fretta i pantaloncini e le scarpe da ginnastica.

Riuscì a calmarsi a contatto con l’acqua fresca. Questa, oltre che allo sporco e al sudore, sembrò portare via anche i suoi pensieri. Vegeta si lasciò andare in un lungo sospiro di sollievo. Non era il caso di arrabbiarsi così tanto. Lui era il principe dei saiyan e sarebbe diventato il guerriero più forte dello spazio!! Era solo questione di poco tempo.

Uscì dalla doccia e si asciugò completamente con il semplice incremento della sua aurea ed andò a sedersi sul letto ancora completamente nudo. Guardò poi la sveglia digitale accanto sul comodino, uno dei pochi oggetti che ornava la stanza, e, ricordati gli orari della sua prima permanenza terrestre, capì che era quasi ora di cena.

Si guardò attorno alla ricerca di vestiti. La donna aveva detto di aver lavato la sua tuta, avrebbe dovuto già essere pronta per lui. Aprì con stizza l’armadio ma lo trovò completamente vuoto così come i cassetti e il tavolo. Niente, assolutamente niente!

I pantaloncini che aveva indossato quel giorno non erano adatti per scendere a cenare, aveva già avuto molte discussioni con la donna azzurra riguardo ai modi da tenere a tavola.

Rientrò in bagno e raccattò da terra gli orribili vestiti che gli erano stati affibbiati quel giorno. Giallo e rosa! Solo una donna stupida poteva accostare certi colori! Che orrore!

Con una smorfia si infilò la camicia senza abbottonarla e, mani in tasca, uscì dalla stanza recandosi in cucina.

 

Trunks era affascinato dalle interazioni dei suoi genitori. Neanche il tempo di salutarsi – o meglio, che sua madre salutasse suo padre – che già stavano litigando. Alla domanda rabbiosa di suo padre sulla locazione della sua tuta da combattimento, era subito partita una risposta sgarbata di sua madre. E nessuno era più riuscito a fermarli.

Com’era possibile litigare per motivi così futili?

Trunks incrociò le braccia al petto e rimase in silenzio a fissarli. Erano estremamente strani. E sembrava impossibile che due personaggi simili potessero finire per innamorarsi. Sembravano totalmente incompatibili.

Ma doveva avere fiducia in loro.

Ripensò alle parole che una volta gli aveva detto sua madre. Lei, con in mano una chiave inglese e un taglio di capelli che la invecchiava pericolosamente, gli aveva detto queste frasi con una dolcezza tale che persino Trunks si era trovato a domandarsi se quella fosse stata davvero la stessa donna che lo aveva cresciuto e che lo sgridava in continuazione.

*L’amore è imprevedibile. Inizialmente io e tuo padre non facevamo altro che litigare e pensavo di odiarlo…ma non appena l’ho conosciuto un po’ meglio mi sono innamorata perdutamente di lui. Assurdo, eh? Mi ha rubato il cuore…era un uomo speciale e non lo dimenticherò mai. Quanto vorrei che tu lo avessi conosciuto, tesoro! Ti avrebbe fatto soffrire con i suoi atteggiamenti, proprio come ha fatto con me. Ma non mi sono pentita un solo istante dei momenti passati con lui. E’ l’unica persona che ho conosciuto che è capace di ferirti un momento per poi farti toccare il cielo con un dito dalla felicità. Io l’ho amato e lo amo ancora. E sarà così per sempre*

Trunks sorrise al ricordo. E rimase a fissarli ansioso di veder sbocciare quel sentimento talmente forte e unico tra quelle due persone tanto diverse quanto perfette l’una per l’altro.

 

“Vuoi sapere dove ho messo quella stupida tuta?! Prova a guardare nel cassonetto fuori dalla porta!” gli urlò Bulma puntandogli minacciosamente contro il mestolo con cui stava mescolando le polpette al sugo.

“Cosa?! Ma sei impazzita?!” tuonò il principe per nulla intimorito.

“Non lamentarti! Era uno straccio, era ora di gettarla via!” rispose Bulma muovendosi rapida verso il forno per controllare la cottura delle tre teglie di lasagne. Il saiyan la seguì restandole dietro.

Bulma richiuse lo sportello con forza e si girò a 180 gradi trovandosi così faccia a faccia con il principe. Ma non indietreggiò. “E non vedo quale sia il problema. Per allenarti hai il tuo paio di pantaloncini attillati come piacciono a te, e per girare hai questi!” disse indicando il suo abbigliamento.

Lui strinse i denti. “E secondo te dovrei girare per tre anni con questi orribili pezzi di stoffa?! Tu sei pazza! Costruiscimi un’altra tuta, donna! Te lo ordino!”

“Ma come ti permetti!!” gridò lei puntando i pugni sui fianchi. “Primo, io non sono la tua schiava! Secondo, non chiamarmi donna!!

Trunks, odorando un poco invitante aroma bruciato, si alzò dal suo posto e, preso il mestolo dalle mani di sua madre, prese a mescolare le polpette evitando di sprecare tutto quel cibo. I due litiganti lo notarono appena.

“Io ti chiamo come mi pare! Stai fresca se speri che io sia come i tuoi amichetti terrestri, non tremo al tuo cospetto come loro! Che imbecilli!” rispose il saiyan. Quando Bulma fece per ribattere il saiyan fece un passo avanti minacciosamente facendola zittire. “Tu devi fare ciò che ti dico, hai capito?! Se ci tieni alla tua pellaccia dovrai ubbidirmi!!” e agitò il pugno di fronte a lei.

Trunks si girò velocemente ad osservare la scena. La stava minacciando di morte?! Agì quindi di istinto.

Bulma rimase immobile, le sue labbra tremarono un momento. Nessuno le aveva mai parlato così. Beh, aveva ricevuto parecchie minacce in tutte le avventure vissute con Goku, ma era la prima volta che temeva davvero di non passarla liscia. Vegeta era un assassino e dal suo sguardo poté capire che sarebbe stato in grado di ucciderla senza pensarci un attimo.

Non si era mai sentita tanto intimorita da lui come in quel momento. Improvvisamente vide una macchia viola frapporsi fra i loro sguardi.

“Non parlarle così!” gridò Trunks facendole da scudo. Vegeta ringhiò. “Togliti ragazzino!” Ma Trunks non mosse un passo. Il principe dei saiyan sentì l’impulso di prenderlo a pugni. Alzò minacciosamente la sua aurea ma vide il ragazzo restare impassibile. Si concentrò ulteriormente sprigionando la sua potenza e si scagliò verso Trunks tirandogli un pugno in piena faccia e facendolo crollare a terra.

“Oh, no! Trunks!” lo soccorse Bulma accucciandosi al suo fianco. Il mezzo saiyan si pulì il rivolo di sangue uscito dalla bocca con il dorso della mano, e sorrise. E come era successo quel pomeriggio nel deserto mentre aspettavano Goku, Bulma si rese nuovamente conto di quanto Vegeta e il ragazzo del futuro si assomigliassero.

Trunks si tirò su in piedi e fronteggiò suo padre a schiena dritta. “Se hai voglia di prendertela con qualcuno fallo con me! Ma lascia stare Bulma!”

Vegeta abbassò il suo livello di energia e lo guardò sprezzante. “Tsk! Stupido ragazzo…non hai niente di saiyan!” e, furioso, uscì dalla stanza a braccia conserte.

Trunks e Bulma lo seguirono con lo sguardo e quando scomparve, il ragazzo abbassò tristemente gli occhi. *Non hai niente di saiyan!!* Accidenti se facevano male quelle parole…Il primo rimprovero da parte di suo padre. Cominciava a comprendere cosa intendeva sua madre quando gli aveva detto che Vegeta lo avrebbe fatto soffrire.

“Che tipo!” esclamò Bulma appoggiando le mani ai fianchi. Poi alzò il suo sguardo azzurro verso Trunks. “Comunque ti ringrazio. Anche se me la sarei potuta cavare da sola! Se tu avessi aspettato pochi istanti, in un attimo sarei tornata a sbraitare contro quello zuccone!” e gli fece l’occhiolino.

Trunks si trovò a sorridere.

Fuori dalla stanza, appoggiato al muro, Vegeta fece una smorfia infastidita e si allontanò velocemente in direzione della sua camera da letto.

La signora Brief arrivò pochi attimi dopo in cucina e con le sopracciglia corrugate ma sempre il solito sorriso sulle labbra, fece notare a Bulma come le pietanze si fossero tutte bruciate. Addio cena casalinga. Fortunatamente la pizzeria accanto a casa era ancora aperta.

 

 

Continua…

 

 

Altro capitolo terminato! Me la sto prendendo un po’ comoda riguardo alla relazione tra Bulma e Vegeta, fin’ora non hanno fatto altro che litigare! Ma presto tutto cambierà e ci saranno risvolti interessanti…

Spero che la fanfiction continui a piacervi!!

Ringrazio nuovamente per le recensioni! Grazie a: monyveggy (sono felice che ti piaccia l’idea base della ff!), Ely 91 (anch’io mi diverto un sacco a descrivere i litigi di Vegeta e Bulma!), migena (eh, già! Ne vedremo delle belle con quei due!), dianatabo (fiuuu!! È la mia paura più grande quella di sforare nell’OOC!! Grazie per la recensione, sono più sollevata!!) e jame (spero di continuare ad aggiornare con questo buon ritmo! E grazie per il complimento dell’originalità!)!!!

Università permettendo, mi impegno ad aggiornare la storia con velocità, ma non prometto niente!!

Se vi và, recensite!! A presto!!

 

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Capitolo 4
*** 4 : Condizione ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 4:

 

“Condizione”

 

 

Dopo cena, Bulma aveva augurato la buona notte al suo ospite dai capelli di glicine e dai modi gentili ed era andata a coricarsi.

Che giornata! Pessima fin dal mattino. Ovvero dal ritorno del principe dei saiyan.

Vegeta…

Ripensando ai mesi passati ricordò di essersi trovata in alcune occasioni a pensare a lui. Si era chiesta dove fosse, se avesse incontrato Goku, se avrebbe mai fatto ritorno alla Capsule Corporation…

Erano domande sorte all’improvviso a cui non aveva dato peso. Si disse che era naturale che avesse pensato a lui. Del resto avevano trascorso 130 giorni insieme sotto lo stesso tetto. Non che lui fosse stato di grande compagnia…lo vedeva ogni tanto all’ora di cena e raramente anche nel pomeriggio. E nei momenti in cui si incrociavano, litigavano.

Sorrise ricordando i loro battibecchi: sicuramente la cosa che le era mancata di più di lui, anzi, senza dubbio l’unica! I namecciani rimanevano ogni volta a bocca aperta e le facevano continue domande su come riuscisse ad affrontare il saiyan senza paura. E lei rispondeva sempre che Vegeta non era male come sembrava, non era un mostro sanguinario pronto ad uccidere. Basti il fatto che durante quei mesi non aveva mai fatto fuori la signora Brief.: se davvero fosse stato senza controllo, a quest’ora lei sarebbe orfana di madre.

Bulma si esaltava ad ogni battibecco e probabilmente anche Vegeta non disprezzava quei momenti. E lui era la prima persona che conosceva in grado di tenerle testa. Goku e i guerrieri terrestri non si erano mai permessi di contraddirla. Mai. Nemmeno Yamcha osava tanto. La bella scienziata si era guadagnata la fama di ‘donna imbattibile e in qualche modo spaventosa’. Bulma rise fra se: forse Vegeta non aveva tutti i torti a definire i suoi amici degli ‘imbecilli’.

Senza freni, la sua mente continuò a vagare. E ripensò al sogno fatto poche settimane prima.

 

Era notte fonda e si trovava seduta sul tetto della Capsule Corporation. Faceva freddo, il vento le scompigliava i capelli cotonati, ma non era importante.

Tirò su le ginocchia e le strinse al petto avvolgendovi le braccia. Chinò poi il mento e rimase fissa con lo sguardo in avanti, verso le luci della città.

Sospirò. Si sentiva sola. Nessuno era al suo fianco: né Yamcha, né i suoi genitori, neanche un suo amico…

I rumori assordanti della città la infastidivano e, stizzita, si tappò le orecchie e chiuse gli occhi in cerca di tranquillità.

Perché era sola? Perché non c’era nessuno a posarle amorevolmente una mano sulla spalla e stringerla un po’? Voleva qualcuno…aveva bisogno di qualcuno.

Improvvisamente tutti i suoni svanirono. Bulma riaprì gli occhi e si guardò attorno, senza notare nulla di diverso. Eccetto una presenza alle sue spalle. Che fosse Yamcha?

Si voltò e vide poco distante da lei la figura di un uomo. Strinse leggermente gli occhi, cercando di riconoscerlo. Piano piano l’immagine iniziò ad assumere caratteri più marcati e Bulma trattenne il fiato cominciando lentamente a riconoscere chi le stava di fronte. Quelle spalle dritte, i muscoli tesi, il fisico scolpito… Lui si avvicinò lentamente a braccia conserte.

La ragazza si ritrovò a trattenere il fiato inconsapevolmente e, in pochi minuti, era distante solo pochi centimetri dall’uomo.

“Vegeta…” bisbigliò stringendo gli occhi per inquadrarlo meglio. Si alzò insicura in piedi. “Cosa…cosa ci fai qui?” chiese lei.

Il saiyan alzò la mano e poso un dito sulle morbide labbra della donna. “Shhh…” la zittì dolcemente con un tono di voce che Bulma non gli aveva mai sentito usare. Era ammaliata. Del tutto.

La mano di Vegeta scivolò sulla sua guancia, accarezzandola teneramente. Quello di cui lei aveva bisogno. Bulma desiderò immediatamente baciarlo. E lui sembrava dello stesso avviso.

Si avvicinarono lentamente fino ad appoggiare le labbra l’uno contro l’altra. Fu un bacio dolce, quasi innocente. Ma meraviglioso.

Quando si staccarono Bulma si trovò persa nello sguardo oscuro del principe che iniziò ad indietreggiare. “Tornerò presto…” le sussurrò. E scomparve.

 

Bulma sospirò, come faceva ogni volta che ripensava al sogno. Sembrava così vivo, così reale…E quel bacio…

Si era risvegliata con i brividi.

Si era chiesta più volte cosa potesse significare: dopo tutto, lei stava con Yamcha, sognare di baciare un altro in teoria non sarebbe dovuto succedere. E proprio Vegeta!!

Dopo lunghi pensieri era giunta alla conclusione che, semplicemente, sentisse vagamente la sua mancanza. E il bacio…beh, forse colpa degli ormoni. Vegeta emanava fascino…anzi no, trasudava fascino…e Bulma era ben conosciuta per la sua passione per gli uomini belli. Tutto qui. Solo attrazione.

Si rigirò di fianco sul letto, decidendo di addormentarsi per non pensare più al principe. Allungò il braccio e spense la piccola luce dell’abatjour sul suo comodino. Chiuse gli occhi quasi rabbiosamente e cercò di assopirsi.

Si rigirò più volte tra le lenzuola finché, con stizza, le prese tra le mani e le gettò a terra. Meglio scendere in cucina a bere un latte caldo.

Vestita solo della sua enorme camicia da notte rosa e delle pantofole a forma di coniglietto, scese in cucina. Si avvicinò tranquillamente finché non sentì un tonfo provenire dalla stanza. Impaurita si avvicinò alla parete. Forse era un ladro…ma scosse la testa immediatamente, trovando l’idea stupida. Se fosse stato un rapinatore non sarebbe certo andato a svaligiare la cucina, bensì la cassaforte.

Si guardò intorno, in cerca di un’arma: meglio comunque essere pronti alle evenienze. Vide una delle mazze da baseball di Yamcha e la brandì eretta in avanti.

Deglutì e fece pochi passi. Si sporse poi lentamente e si affacciò in cucina, senza riuscire a vedere nulla. La luce era difatti spenta. Un nuovo rumore.

Prendendo tutto il coraggio che aveva in corpo, Bulma abbassò l’interruttore e si buttò in cucina sempre tenendo dritta la mazza da baseball.

“Chi sei?! Fatti vedere!” urlò poi con voce tremante. Lo sportello del frigorifero dietro cui si trovava l’intruso venne chiuso rapidamente e Bulma si ritrovò persa nello sguardo di Vegeta.

“Cosa sbraiti a fare a quest’ora, donna?” le chiese lui con in bocca un pezzo di carne cruda. Lei si sciolse in un sospiro sollevato, poi iniziò subito a rispondergli a tono. “Cosa fai tu qui?! Accidenti, pensavo potesse essere un ladro!”

Il saiyan la squadrò dalla testa ai piedi, poi scoppiò a ridere. “E volevi fermare un ladro conciata così?” disse indicando il pigiama, le pantofole e la mazza da baseball. Bulma arrossì e gettò l’ultimo oggetto in un angolo. Che vergogna!

“Beh, la colpa è tua! E dimmi, perché stavi al buio? Viviamo nell’era della tecnologia Vegeta, basta un dito per accendere la luce, lo sai?” chiese ironica riacquistando un po’ di contegno.

Il saiyan si rabbuiò leggermente anche se il sorriso rimase sul suo volto. “Volevo mangiare. Non mi interessa se la luce è accesa o spenta” rispose riaprendo il frigo.

Bulma si chiese come potesse qualcuno avere fame a quell’ora della notte, ma poi si ricordò che, dopo il loro litigio, Vegeta non era sceso più dalla sua camera e non aveva mangiato con loro.

La ragazza allora si sciolse al pensiero: poverino, stava sicuramente morendo di fame! Si avvicinò a lui con un sorriso e, senza chiedergli, afferrò diversi affettati dall’elettrodomestico e, dopo aver preso del pane, iniziò a preparargli un panino. Lui la guardò intensamente e decise di lasciarla fare. Del resto un principe doveva essere servito, non scendere furtivamente e arrangiarsi.

Si andò allora a sedere su una sedia, braccia incrociate e sguardo corrucciato fisso sulla schiena di lei.

Bulma, completata la preparazione di uno dei panini più grandi del mondo, glielo mise davanti e si sedette di fronte a lui. Vegeta non la degnò più di uno sguardo, troppo impegnato con il suo cibo.

Fu lei, come sempre, a spezzare il silenzio.

“Vegeta…cosa ne pensi dei cyborg?” chiese intrecciando le dita. Lui alzò appena lo sguardo, inghiottì l’enorme boccone che aveva in bocca, e, impassibile, rispose: “Non ti preoccupare inutilmente, donna. Li sconfiggerò e salverò anche la tua inutile vita” Si aspettò allora una risposta furente di lei, comprendente ilti ho detto di non chiamarmi donna’ e il ‘la mia vita non è affatto inutile’. Glielo ripeteva in continuazione.

Ma Bulma non reagì. Annuì semplicemente, forse troppo stanca per controbattere oppure sollevata di avere la sua protezione, se così la poteva chiamare.

Il saiyan rimase a fissarla altri pochi secondi, poi decise di riconcentrarsi sul suo panino. Strana femmina terrestre.

Calò il silenzio, interrotto solo dal masticare di Vegeta. La ragazza appoggiò i gomiti sul tavolo e chinò la testa sulle mani, sguardo fisso verso il saiyan. Ripensò al sogno, al bacio, al fatto che, in quel momento di solitudine, fosse stato proprio lui ad arrivare in suo soccorso. Che confusione.

“Ti ho detto mille volte che non voglio essere fissato! E’ così difficile per te capirlo?!” sbottò improvvisamente Vegeta, non apprezzando il suo sguardo. Ingurgitò in un colpo il panino e si alzò bruscamente, per poi imboccare l’uscita senza dire una parola.

Bulma si riscosse: già, sicuramente era solo attrazione fisica!

Sbuffando per i suoi modi sgarbati si levò in piedi, decisa anche lei ad andare a letto. Sicuramente lui non avrebbe cambiato i suoi modi, e Bulma si disse tristemente che avrebbe dovuto continuare a sopportarlo per altri tre anni.

 

 

La mattina seguente, a colazione, Bulma trovò ad aspettarla solo sua mamma e Trunks. Di Vegeta neanche l’ombra.

“Buongiorno tesoro” le augurò sua madre che passeggiava con un annaffiatoio con motivi floreali. “Hai visto che bella giornata di sole anche oggi? I miei fiorellini cresceranno proprio bene, meglio andare a dargli dell’acqua!” e uscì in giardino.

“Ciao Trunks” disse la donna azzurra al ragazzo che era rimasto a fissare sua nonna con la bocca aperta. Che strana. Rispose poi al saluto di sua madre e le sorrise. Era insolito vederla così giovane. Non che fosse cambiata così radicalmente negli anni, ma la Bulma che conosceva lui era diversa in qualche modo…forse solo più matura e provata dalla vita. La madre che l’aveva cresciuto era sopravvissuta in un mondo in guerra completamente sola, la donna che aveva di fronte non aveva passato nulla di tutto ciò.

“Hai visto Vegeta?” chiese allora la donna posizionandosi di fronte a lui e versandosi una tazza di caffè. Il ragazzo scosse la testa in segno di diniego e si impegnò a cercare la sua aurea. In pochi secondi lo localizzò nel retro della casa. Sicuramente si stava già allenando. Trunks sorrise istintivamente: Bulma era interessata a dove si trovasse suo padre…forse era già attratta da lui!

Fece il suo ingresso in cucina anche il padre di Bulma che, sbadigliando, si lamentò delle pretese del principe. La ragazza sbatté le palpebre, scioccata. Ma si era bevuto il cervello?

Si alzò in piedi di scatto e chiese immediatamente a Trunks di localizzare l’aurea di Vegeta. Il ragazzo ubbidì, consapevole di non potersi rifiutare a quel tono di voce. La vide incamminarsi con decisione sul retro e decise di seguirla. Non voleva certo che capitasse una scena come quella del giorno prima!

“Vegeta!!” gridò lei raggiungendolo con Trunks poco dietro di lei. Il principe non la degnò di uno sguardo e continuò la sua serie di pugni e calci. “Ma sei impazzito?! Una camera gravitazionale a 300?! Rischi di morire!!

Il saiyan digrignò i denti e si fermò con il braccio teso davanti a sé. “Sono affari miei! Kakaroth si è allenato a gravità 100, no? Ebbene voglio un allenamento tre volte più potente!” si girò verso di lei con lo sguardo torvo “Non impicciarti” la sgridò.

Bulma si morse il labbro, desiderosa di dargli uno schiaffo per cercare di farlo rinsavire. Ma si trattenne. Ci pensò un momento mentre il principe, convinto di aver vinto, riprese l’allenamento.

“E va bene” acconsentì poi la ragazza con un sorriso vagamente diabolico. “Ma a una condizione: io ti costruisco la camera gravitazionale, ma dovrai allenarti con Trunks!!” e lo indicò.

Il principe fermò nuovamente la sua serie mentre il giovane saiyan cercò di dissuadere la madre: per quanto bramasse stare in compagnia del genitore che non aveva mai conosciuto, troppe persone gli avevano detto di stargli alla larga. Si era già guadagnato un pugno da lui, chissà cosa avrebbe potuto fargli in sessione di allenamento!

“Non voglio un moccioso tra i piedi!” le gridò Vegeta. “Non mi interessa! Prendere o lasciare! Solo io posso costruirla in poco tempo e perfetta, mio padre è lentissimo, vuoi davvero aspettare tanto?” disse lei con la vittoria in pugno.

Vegeta le ringhiò qualcosa contro, poi acconsentì a condizione che la stanza fosse abbastanza grande e lui non lo intralciasse. “Accordato!” rispose Bulma ridendo per la vittoria per poi girarsi e trotterellare in casa.

Trunks rimase fermo da solo con suo padre: non lo avevano neppure interpellato. In trappola, sospirò a fondo tornando in casa, decisamente spaventato ma anche assolutamente felice.

 

 

Continua…

 

 

Altro capitolo terminato!! Spero vi sia piaciuto anche questo!

Grazie mille per le bellissime recensioni: mi riempiono di gioia!!

Grazie a: Simply91, _DarkAngel_, Bulmalicious, Ely91, monyveggy, migena, jame, Frozen_WhiteFox !!!!! =)

A presto (penso!)!!!

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** 5 : A pezzi ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 5:

 

“A pezzi”

 

 

Dopo una settimana circa di lavoro, Bulma riuscì a terminare la camera gravitazionale. Essendo l’astronave usata da Vegeta troppo piccola per i due guerrieri, la ragazza aveva deciso di costruire il tutto in un’ala poco frequentata della Capsule Corporation per dare ai due abbastanza privacy – soprattutto a Vegeta – e non disturbare gli altri abitanti della casa.

“Era ora che la terminassi, donna!” la rimproverò Vegeta quando lei andò ad informarlo della sua conclusione. “Taci zoticone! E ringraziami!” rispose lei con lo stesso tono mentre lo conduceva alla stanza. Anche Trunks li seguiva, osservandoli divertito.

La grande porta d’acciaio con l’incisione GR si aprì con un suono sordo e i tre fecero il loro ingresso. Trunks rimase a bocca aperta: sua madre non avrebbe mai finito di stupirlo. La stanza era gigantesca, con i muri molto rinforzati e la macchina per la gravità sicuramente in perfette condizioni. Avvicinandosi vide che i comandi non terminavano a 300, come aveva chiesto suo padre, ma potevano arrivare fino a 500.

Vegeta studiò l’ambiente in modo molto più sobrio e, invece del ringraziamento che si aspettava Bulma, le disse un freddo: “Augurati che funzioni bene, o sono guai”.

Lei gli fece una linguaccia, poi si rivolse dolcemente a Trunks. “Vi lascio soli. Buona fortuna per gli allenamenti! E non fate danni! Io adesso devo uscire con Yamcha percui sarete soli, mi raccomando!” disse prima di girarsi e uscire dalla stanza.

Trunks la fissò tristemente: lei e Yamcha non si erano ancora lasciati, purtroppo. Da tutti i racconti di sua madre e di Gohan, aveva dedotto che non fosse successo niente fra i suoi genitori mentre lei stava ancora con il suo ex. Il mezzo saiyan sperò che tra loro finisse presto: voleva vedere Bulma e Vegeta insieme, come non li aveva mai visti in tutta la sua vita.

Quando la porta scorrevole si richiuse e i due guerrieri rimasero soli, Trunks deglutì nervosamente. E adesso? Si girò a guardare suo padre che stava fissando interessato il pannello di controllo, forse in cerca del pulsante di accensione.

“Preparati ragazzino, si comincia!” lo informò Vegeta con la mano sulla tastiera. Trunks si tolse in fretta la giacca in jeans e la spada appoggiandoli in un angolo, poi ritornò al centro della stanza. Con un sorriso malefico, il principe impostò la gravità a 100. Ed entrambi crollarono sul pavimento.

*Dannazione! E pesantissimo!!* pensò il mezzo saiyan cercando di fare leva sulle braccia e tirarsi in piedi. Guardò suo padre che, a denti stretti e con volontà di ferro, si alzò in ginocchio e lentamente si alzò. Incoraggiato e desideroso di non mostrarsi debole, anche Trunks riuscì ad alzarsi.

E l’allenamento ebbe inizio.

 

Bulma uscì dalla sua camera da letto abbigliata per l’appuntamento con Yamcha. *Speriamo che quello stupido arrivi in orario!* pensò arrabbiata rammentando gli ultimi incontri che aveva avuto con il suo ragazzo a cui lui aveva sempre tardato. Possibile riuscisse sempre a farla aspettare? E quante scuse tirava su! Che fosse un allenamento speciale di baseball, un contrattempo con Pual, il traffico…riusciva sempre a trovare qualcosa!

*Perché, secondo lui non ho anch’io degli impegni? Lavoro più di mio padre per la Capsule Corporation però non dimentico mai gli appuntamenti!* pensò con stizza infilandosi le scarpe con il tacco.

Si fermò davanti al grande specchio in sala e, dopo essersi assicurata di essere perfetta, prese la borsetta in tinta e decise di avviarsi. Lanciò uno sguardo al lungo corridoio che portava alla camera gravitazionale, leggermente preoccupata per i due guerrieri. Ma decise di lasciarli soli e dare loro fiducia: Vegeta poteva essere un pazzo stacanovista, ma Trunks era di tutto altro avviso. Almeno così sembrava. Ci avrebbe pensato lui a tenere a freno il principe.

Uscì allora di casa e decapsulò la sua macchina. Salì e sfrecciò lungo le vie del centro. Rischiò di fare diversi incidenti – una spericolata come lei alla guida era meglio non incontrarla per strada – ma fortunatamente, grazie alla sua esperienza, riuscì ad evitare i vari pericoli, tra cui piccioni e anche qualche vecchietta.

Frenò rumorosamente quando fu arrivata di fronte al bar dell’appuntamento e, controllato di essere in anticipo di pochi minuti, scese dall’auto rimettendola nella sua capsula ed entrò ad aspettare Yamcha.

Non doveva pensare ai saiyan a casa sua. Erano grandi abbastanza per aver cura di loro stessi. Doveva solo passare un pomeriggio in compagnia del suo ragazzo, non perdersi a fantasticare sui due guerrieri.

 

Trunks ansimò profondamente cercando di riprendere fiato. Non aveva mai fatto un allenamento così pesante in vita sua. Gohan era stato un buon maestro di combattimento, ma non l’aveva mai sottoposto a tanta fatica.

Guardò suo padre che, poco distante, continuava la sua serie di addominali. Si vedeva chiaramente che era stanco, ma non sembrava in procinto di finire l’allenamento.

Trunks lo guardava ammirato: suo padre era un uomo forte, testardo ed ostinato. Un vero guerriero saiyan. *Anch’io lo sono, e glielo dimostrerò! Sarai orgoglioso di me, papà!* pensò. Riprese quindi ad allenarsi.

Vegeta sentì di essere distrutto. Quella gravità era debilitante. Ma non poteva arrendersi. Doveva continuare. Kakaroth si era allenato a quella gravità prima di raggiungere Namecc e poi era diventato un super saiyan. Era sicuramente quello l’allenamento giusto per raggiungere l’agognato stadio.

Guardò con la coda dell’occhio il ragazzo del futuro: aveva un fisico compatto e asciutto e sapeva muoversi con maestria. Chissà chi lo aveva allenato…E come era riuscito a diventare un super saiyan. Strinse i pugni con rabbia: persino un ragazzo di 17 anni ci era riuscito! Questo pensiero lo fece infuriare ancora di più e, dandogli completamente le spalle, continuò la sua serie.

Doveva diventare il più forte dello spazio. A tutti i costi.

 

Due ore. Bulma era seduta in bar da due lunghissime ore. E di Yamcha neanche l’ombra.

L’aveva chiamato ripetutamente al cellulare e al cercapersone ma lui non aveva risposto a nessuna. E questo la faceva infuriare. Con le gambe accavallate continuava a muovere il piede su e giù, sempre più irritata. Come si permetteva quello scemo di darle buca?!

Lo richiamò nuovamente lasciando l’ennesimo messaggio furente alla sua segreteria telefonica. Con rabbia e molta poca femminilità, si alzò in piedi sbattendo i soldi del conto sul tavolo per poi uscire dal bar.

Questa volta non avrebbe certo perdonato Yamcha!

Decapsulò l’auto e sfrecciò a casa. Al diavolo lui e tutto quello che lo riguardava! Gli lanciò tutte le maledizioni che conosceva mentre tornava a casa e continuò a borbottare anche quando arrivò alla Capsule Corporation e iniziò a sbattere tutto quello che aveva a tiro.

Bentornata tesoro! Come è andata con Yamcha?” chiese sua madre raggiungendola. Bulma la fulminò con lo sguardo e iniziò ad inveire. Si lamentò per un buon quarto d’ora e il commento finale della signora Brief fu: “Che peccato, allora non sei uscita con lui! Beh, sarà per il prossimo appuntamento!”

“Non ci sarà un prossimo appuntamento con lui mamma!! E’ finita!! Per sempre!!” le gridò Bulma fermamente convinta di mantenere questa volta il suo proposito. Tante volte aveva ripetuto quella frase, ma aveva sempre finito per cedere. Forse era perché era veramente innamorata di lui…forse perché lui era sempre talmente affascinante quando arrivava per chiedere perdono…forse perché era più facile continuare una relazione con lui piuttosto che trovarsi sola…

“Come vuoi, tesoro” rispose sua madre e le offrì un dolcetto.

Bulma scosse la testa e si girò in direzione della camera gravitazionale. Piantò sua madre e si incamminò lungo il corridoio. Chissà come stavano i due…

Si bloccò di fronte alla stanza e non sentì alcun rumore provenire dall’interno. Era preoccupata. E se fosse troppo duro l’allenamento? Era tentata di entrare a controllare ma conosceva Vegeta abbastanza bene per sapere che non voleva essere disturbato mentre si allenava. Ma era terribilmente curiosa.

Accidenti a lei! Doveva posizionare un oblò sulla porta, così avrebbe potuto sbirciare!

Camminò indecisa avanti e indietro di fronte alla GR e, quando sembrò decisa a spegnere la gravità ed entrare, disturbandoli con la scusa della cena, la porta si spalancò e si trovò faccia a faccia con Vegeta.

Deglutì. Dall’espressione sul suo volto poteva intuire che fosse furioso. Che avesse problemi con la stanza? Lo squadrò da testa a piedi e arrossì: maledetto lui e il suo fascino! Come faceva ad essere attraente anche stanco morto?!

Vegeta…tutto bene? Funziona bene la GR?” chiese lei con voce sottile. Sembrava non volerlo irritare più di quanto già non fosse.

Lui rimase immobile a fissarla. Sì, la stanza andava bene, ma per qualche motivo non volle darle soddisfazione e dire qualcosa che lei avrebbe potuto scambiare per un ringraziamento.

Camminò dritto per la sua strada facendola scansare e si diresse in camera sua a riposarsi un po’. Solo in privacy avrebbe dimostrato le sue debolezze.

Bulma lo guardò andarsene a spalle dritte. Che uomo orgoglioso. Poi entrò nella stanza alla ricerca di Trunks. Lui sicuramente le avrebbe risposto.

Lo vide seduto in un angolo, sudato dalla testa ai piedi. Povero ragazzo…aveva trascorso più di tre ore di allenamento con Vegeta. Di certo non una passeggiata. La ragazza si inginocchiò di fianco a lui e gli chiese dolcemente come stesse.

“Stanco. Distrutto” rispose lui cercando di riprendere fiato. Lei sorrise. “Coraggio! Vegeta è un maniaco della guerra ma credo proprio che questo allenamento sia perfetto! Vedrai che ti abituerai e ti sarà utile. Piuttosto, ti ha fatto male Vegeta?” chiese lei.

Trunks scosse la testa. “Mi ha del tutto ignorato” rispose tristemente.

Bulma abbassò la testa: sperava che tra i due potesse crearsi una specie di rapporto di amicizia, per questo aveva insistito a farli allenare insieme. Vegeta sembrava sempre così triste e solo…gli serviva parlare con qualcuno.

Il giovane guerriero si alzò a fatica e riprese la giacca e la spada. Bulma lo condusse fuori dalla stanza. “Adesso faresti meglio a farti una doccia” disse storcendo il naso. Trunks arrossì imbarazzato. “E poi ceneremo. Ma prenditela pure comoda, verrò io a chiamarti quando sarà pronto”disse lei mentre saliva le scale.

Il ragazzo alle sue spalle sorrise. Sua madre era sempre uguale nei modi di fare. Pignola riguardo alla presenza fisica ma dolcissima in fatto di salute. Gli piaceva quel lato del suo carattere…e forse, presto, sarebbe piaciuto anche al principe dei saiyan.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Altro capitolo terminato!

Spero l’abbiate apprezzato!! Grazie mille per tutti i vostri commenti, sono commossa!!

ainat: mi basta che tu l’abbia notata! Grazie 1000!!

Frozen_WhiteFox: scrivo aurea perché…non lo so!! Mi viene naturale!! Tutta colpa della prof di filosofia delle superiori che diceva così!! ^.^)

Ely91: la frase mi è arrivata in mente in modo meccanico…ormai penso come Vegeta!! Ma meglio così ;)

jame: sono felice che ti sia piaciuto il sogno…inizialmente doveva essere diverso, ma poi ho cambiato idea!! Felice anche di averti colta di sorpresa!

Sklerotiko: meno male!! Sono preoccupatissima di finire in OOC!!

migena: sono contenta che ti abbia divertito la scena finale! Eh, già! Povero Trunks!!

Simply91: chi di noi non sogna il principe la notte, del resto?

 

A presto!! E recensite se vi va!!!

 

P.S. : La sigla GR sulla camera gravitazionale sta per Gravity Room

 



 

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Capitolo 6
*** 6 : Soli ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 6:

 

“Soli”

 

 

Erano passate le ventitre quando il principe dei saiyan uscì nuovamente dalla sua stanza. Dopo l’allenamento non era riuscito a resistere ed era crollato addormentato sul letto. E si era svegliato terribilmente affamato.

Ma meglio così: avrebbe cenato da solo, senza nessun terrestre o mezzo saiyan a disturbarlo.

Scese le scale con le mani in tasca e si diresse spedito in cucina in cerca di qualsiasi cosa da mangiare. Ma trovò la luce accesa. Si concentrò sull’aurea nella stanza e riconobbe quella di Bulma.

Dannazione! Possibile se la trovasse sempre tra i piedi?!

Il suo stomacò brontolò rumorosamente e lui, sbuffando, decise di andare comunque in cucina. L’avrebbe ignorata come al solito e al diavolo il resto.

Raddrizzò le spalle e si avvicinò alla cucina ma si bloccò improvvisamente udendo strani suoni. Suoni che purtroppo lui aveva sentito tante volte nella sua vita, forse troppe. Dei singhiozzi.

Appoggiò una spalla al muro per ascoltare meglio: si, senza dubbio stava piangendo. Accidenti a lei: non solo gli sarebbe toccato incontrarla, ma molto probabilmente lei lo avrebbe anche assillato con i suoi stupidi problemi!

Entrò in cucina a braccia conserte e la vide seduta al tavolo con le braccia sul tavolo e la testa su di esse. Non lo aveva ancora visto. Fece pochi passi in avanti osservando le sue spalle sollevarsi a scatti e dei piccoli singhiozzi provenire da lei. Cosa aveva da piangere proprio non lo sapeva. Debole femmina terrestre…

Improvvisamente lei alzò la testa e lo fissò dritto negli occhi, quasi in panico. Il saiyan fece un passo indietro, spiazzato. Cos’era quello sguardo? Deglutì nervosamente. Che fare? Solitamente, quando qualcuno piangeva in sua presenza era per supplicare di salvargli la vita…non era abituato a vedere delle persone piangere per motivi non correlati a lui.

“V-Vegeta…” borbottò lei con voce rotta e passandosi una mano sugli occhi per asciugarli. “Come mai sei qui?” chiese ancora cercando di trovare un minimo contegno. Non le piaceva dimostrarsi debole di fronte agli altri.

Lui non le rispose e si affaccendò in cucina alla ricerca di cibo. Bulma lo guardò confusa e riprese a sorseggiare il suo the caldo. Capì da sola cosa stesse facendo, e rimase ferma a guardarlo.

Lo vide poi sedersi di fronte a sé con attorno una marea di cibo che, ben presto, iniziò a trangugiare. Bulma storse la bocca in disgusto: i saiyan non avevano un minimo di decenza! Se fosse stata dell’umore adatto gli avrebbe rinfacciato come fosse uguale a Goku e, sicuramente, avrebbero finito per litigare furiosamente. Ma anche giusto per divertirsi. Era emozionante litigare con lui. Ma quella sera proprio non se la sentiva.

Abbassò lo sguardo sulla tazza che aveva tra le mani e poi se la portò alla bocca, bevendo lentamente cercando di far scendere quel nodo che le era salito alla gola.

Vegeta seguiva tutte le sue mosse silenziosamente senza farsi notare. Era insolito vederla così triste. Lei, sempre allegra e anche irriverente, sembrava un’altra persona quella sera. Solo un’altra volta gli era capitato di vederla in quello stato. Risaliva al suo primo soggiorno alla Capsule Corporation.

 

Era una calda notte d’estate e mancavano solo poche settimane alla riattivazione delle sfere del drago di Namecc, grazie alle quali sarebbero tornati in vita i guerrieri difensori della Terra che avevano perso la vita a causa dell’attacco dei saiyan. E sarebbero resuscitati anche Crili e Goku, creduti morti entrambi su Namecc.

Vegeta atterrò delicatamente sul giardino della Capsule Corporation. Odiava quel posto e quel pianeta. Non sopportava i namecciani, così, quasi ogni mattina, partiva in volo verso un’isola sperduta nell’oceano dove meditava e si allenava.

Tornava a ‘casa’ solo per dormire e qualche volta mangiare.

Con le braccia incrociate si incamminò verso la finestra della sua camera per entrarvi volando e, come sempre, passò avanti alla navicella spaziale posta in giardino. Lo attirava ogni giorno di più. Doveva tenerla ben presente per quando avrebbe lasciato il pianeta.

La osservò a lungo, in silenzio, poi decise di andare a dormire. Spiccò il volo ma si fermò a metà strada quando sentì dei flebili rumori provenire dal giardino. Riscese e, aguzzando la vista, notò la ragazza dai capelli azzurri seduta accanto ad un albero. Capì dopo un po’ che stava piangendo.

Aggrottò le sopracciglia e il suo unico pensiero fu che diventasse più brutta quando piangeva. Alzò le spalle e tornò in camera.

 

Questa volta, però, non era riuscito ad evitarla. Con sgomento, si rese conto che anche se non avesse avuto fame si sarebbe comunque trattenuto in cucina con lei. Accidenti, che si stesse rammollendo?

Divorò tutto quello che riuscì a mettere in bocca, sempre fissandola.

Non sapeva che fare.

Quando fu sazio, fu tentato di alzarsi e tornare in camera sua come se niente fosse, ma stranamente si trovò impossibilitato a farlo. Voleva fare qualcosa per lei.

Si trovarono a fissarsi dopo qualche minuto. Bulma aveva alzato il suo sguardo azzurro sul viso del saiyan e le tornò alla mente il suo sogno. Sembrava una situazione così simile…

Lei si sentiva sola e tra tutte le persone che sarebbero potute arrivare, le si era avvicinato proprio Vegeta. E l’aveva baciata.

Arrossì al pensiero: se fosse realmente successo, lei cosa avrebbe fatto? Il saiyan la attraeva, questo era palese, ma si trattava sicuramente di un fatto meramente fisico. E lei sentiva di aver bisogno di qualcosa di più. Voleva un uomo che stesse al suo fianco, qualcuno che la amasse con tutto sé stesso, qualcuno di cui fidarsi e magari creare una famiglia.

Non era più una ragazzina, purtroppo: era ora di mettere la testa a posto. Si sentiva abbastanza matura per compiere il grande passo. Non poteva certo lasciarsi andare ai suoi ormoni!

Sospirò a lungo, chiedendosi dove fosse l’uomo giusto. Voleva qualcuno.

“Vegeta…” iniziò titubante lei, notando che lui restava seduto di fronte a lei. Credeva che se ne sarebbe andato non appena sazio. “Ti senti mai solo?” chiese tutto d’un fiato cercando in lui un po’ di conforto.

Il saiyan sbattè le palpebre. Che razza di domanda era?

“No” disse poi sicuro. Lei sembrò non credergli. “Non mi sento solo donna. Mettitelo in testa. Ho il mio obbiettivo da portare a termine, non mi serve nessuno” disse lui con decisione.

A Bulma si strinse il cuore. “E ti basta avere solo uno scopo?” chiese titubante. “Tutti hanno bisogno di qualcuno, Vegeta. Non si può vivere da soli, finirai per impazzire!” lo reguardì lei.

“Io sono un guerriero, donna. E il principe dei saiyan. Non un patetico terrestre sempre alla ricerca di compagnia” le rispose lui aggrottando le sopracciglia. Era sempre stato solo, non aveva bisogno di nessuno. Ne era convinto.

“Non si può vivere soli, Vegeta. C’è sempre bisogno degli altri, che sia un amico o la persona del cuore. Io ne sono sicura” disse lei. “L’amore è parte integrante della vita... Tu non ti sei mai innamorato, Vegeta? Hai mai avuto dei veri amici?” gli chiese con curiosità anche se in cuor suo sapeva già la risposta.

Lui la guardò un momento, poi scoppiò a ridere. “Sono un guerriero! Non ho bisogno dei sentimenti!”

“Non mi hai risposto” disse lei leggermente offesa dalla sua reazione. Lui la guardò intensamente facendole contorcere le budella. “No. E non succederà mai, stanne certa. Anzi, non voglio neanche che succeda!” le rispose lui, serio.

“Ma, Vegeta…” provò lei, ma il principe la interruppe. “E’ per questo che stavi piangendo? Perchè ti manca l’amore? Sei patetica” le disse lui.

Bulma batté i pugni sul tavolo. “Non sono patetica!! E comunque sì, piangevo perché sono sola, perché io mi rendo conto dell’importanza dell’amore!”

“Non hai quella sottospecie di compagno terrestre con te? O finalmente ti sei accorta di quanto smidollato sia?” chiese lui chinando la testa di lato.

Bulma abbassò lo sguardo. “Yamcha oggi mi ha fatta arrabbiare. Non si è presentato all’appuntamento e non mi ha neanche fatto le sue scuse” disse lei tristemente.

“Tutto qui?! Piangi per una stupidaggine simile? Sei una stupida! Preoccupati piuttosto per la tua misera vita che potrebbe finire tra tre anni!!” la rimproverò lui.

“Non è una stupidaggine! Io voglio amare, ho BISOGNO di amare!! E lo stupido sei tu che non capisci questo!!” sbottò lei alzandosi con forza dalla sua sedia buttandola a terra.

Si alzò anche lui e la fissò rabbiosamente. Restarono in silenzio semplicemente guardandosi. Poi lei si tranquillizzò un po’. Gli parlò dolcemente, come se lo stesse spiegando ad un bambino.

“Vegeta…l’amore è imprevedibile. Ti prende, ti cattura e non ti lascia più andare. E’ la sensazione più bella che si possa provare. E anche la più dolorosa allo stesso tempo. Si soffre quando si è alla ricerca dell’amore, si piange talmente tanto, a volte…ma quando riesci a raggiungerlo la felicità è incontenibile. Io sono alla ricerca dell’amore, così come tu sei alla ricerca della potenza. Il mio desiderio di amore è pari al tuo di diventare un super saiyan. Come puoi non capire la mia tristezza?” chiese Bulma fissandolo con gli occhi limpidi di speranza.

Vegeta rimase a pensarci. Lui bramava di diventare super saiyan, ma come poteva essere la stessa cosa per lei di trovare un uomo? Lui era il principe dei saiyan, era nato per diventare un super saiyan.

“Siamo entrambi soli Vegeta. Non dirmi che non hai mai pianto per questo perché non ti crederò” disse Bulma quando lui non rispose.

Vegeta storse la bocca. “Ti sbagli” mentì “Io non sono solo, e nemmeno triste. Se tu sei così stupida da non riuscire a vivere con le tue sole forze sono affari tuoi. Io sto bene come sono”

Con queste parole le diede le spalle per uscire dalla cucina.

“Stai mentendo!” gli si parò davanti Bulma. Lui grugnì qualcosa. “Non osare parlarmi così, piccola terrestre! E cresci un po’! L’amore serve agli stupidi e ai deboli! Preoccupati di sopravvivere, invece!!” le gridò lui superandola.

“Sei uno scemo!! Prima o poi ti accorgerai di quanto ho ragione!! Spera solo che no sia troppo tardi!!” gli urlò dietro lei mentre lo guardava salire le scale.

Se lo augurava sinceramente anche lei.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Capitolo un po’ triste per i due…proprio non riescono ad andare d’accordo!!

Ringrazio ancora tutti voi che leggete e chi recensisce!!

Simply91, jame, Ely 91, ecstasyandwine!!! Grazie, grazie!! ^_^

Al prossimo capitolo!!!

 

 

 

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Capitolo 7
*** 7 : Cosa ho fatto ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 7:

 

“Cosa ho fatto?”

 

 

Dopo quello scontro notturno, Bulma e Vegeta non si erano più parlati. Entrambi troppo orgogliosi per abbassare la cresta, le uniche parole che si rivolgevano erano saluti non proprio cortesi da parte di lei, ordini per la GR da parte di lui.

Trunks non sapeva che fare. Erano passati quasi due mesi dal suo arrivo, ma i suoi genitori sembravano ancora più distanti di quando li aveva incontrati.

Voleva fare qualcosa. Il punto era che non aveva idea di cosa.

Vedeva sua madre, con lui ogni volta gentilissima, che passava le giornate o in laboratorio – come l’aveva sempre vista lui in tutta la sua vita – o in giro con Yamcha. Già, era tornata con lui.

Quando aveva saputo che avevano litigato, pensava che sarebbe stato il momento in cui sua madre e suo padre si sarebbero messi insieme. Ed era rimasto terribilmente deluso allo svolgimento dei fatti.

Pochi giorni dopo il loro litigio, quando Yamcha non si era presentato all’appuntamento, il guerriero era giunto alla Capsule Corporation con tanto di mazzo di fiori e invito a cena. Era stato Trunks ad aprire. Il suo primo impulso era stato quello di sbattergli la porta in faccia. Forse era quello che avrebbe fatto suo padre.

Ma la sua buona educazione aveva prevalso. Con un sorriso tirato aveva chiesto a Yamcha cosa desiderasse e aveva chiamato sua madre di malavoglia. Aveva poi fatto finta di lasciarli soli, mentre invece si era fermato non appena girato l’angolo e li aveva spiati.

Aveva visto sua madre piuttosto triste in quei giorni ma non aveva osato chiedere spiegazioni. Forse era semplicemente abbattuta dalla fine di una relazione amorosa così lunga…perché allora non si rivolgeva a Vegeta in cerca di conforto? Trunks non sapeva che lei ci aveva già provato, e le era andata male.

Gli dolse il cuore quando vide Bulma saltare tra le braccia di Yamcha e baciarlo. Non aveva mai visto sua madre in atteggiamenti intimi con nessuno e pensava che l’avrebbe vista solo con suo padre.

A testa bassa se n’era poi tornato nella camera gravitazionale da suo padre.

Suo padre, già…Vegeta aveva continuato ad ignorarlo per tutto quel tempo. Aveva provato più volte a farsi notare, gli aveva proposto anche di combattere insieme, ma il principe aveva sempre declinato. E gli faceva male.

Da pochi giorni avevano alzato la gravità fino a 300 e Trunks aveva visto tutta la determinazione che Vegeta impegnava ogni giorno. Dalla mattina alla sera si rinchiudeva in quella maledetta stanza e ne usciva sempre martoriato. Più volte il giovane del futuro gli aveva chiesto di rallentare il ritmo, preoccupato com’era per la sua salute, ma si era sempre guadagnato una rispostaccia da parte del padre.

E in silenzio aveva continuato ad allenarsi.

Bramava con tutto sé stesso la considerazione del padre. Desiderava la sua attenzione, il suo rispetto, e anche un po’ del suo amore. Ma sapeva che avrebbe dovuto aspettare. Sua madre gli aveva più volte ripetuto come lei fosse stata la prima persona ad essere amata dal principe dei saiyan. E Trunks non poteva certo pensare – ne voleva – di prendere il posto di sua madre.

Sicuramente l’aver ottenuto la sua attenzione è stata una tappa molto importante per la loro relazione amorosa.

Trunks doveva avere molta pazienza. E se fosse stato abbastanza fortunato, avrebbe assistito anche a dei baci o degli abbracci tra i due. Non vedeva l’ora!

Non si era più trasformato in super saiyan da quando si allenava a stretto contatto con suo padre. Non se la sentiva di ferirlo così. Più volte sia Gohan che Bulma gli avevano detto quanto sia stato importante il raggiungimento del livello di super saiyan di Vegeta. E il non riuscire a compierlo doveva essere molto doloroso.

Già Vegeta non lo sopportava, se si fosse trasformato in super saiyan sotto il suo naso l’avrebbe massacrato di botte! E Trunks non sarebbe riuscito nemmeno a rispondergli indietro, dato il suo affetto verso di lui.

Entrò nella GR senza nemmeno abbassare la gravità; ormai era abituato al cambio e sapeva che, se avesse fatto qualcosa, suo padre lo avrebbe sgridato. Prima regola con il principe dei saiyan: mai disturbare l’allenamento.

Sorrise leggermente, fiero di conoscere un aspetto particolare di suo padre. Lo riempiva d’orgoglio sapere come comportarsi con lui.

Non aveva mai conosciuto nessuno simile a Vegeta; forse sua madre, a volte, nei modi di fare, si poteva avvicinare al suo carattere, ma certo non poteva eguagliarlo.

Era forte, coraggioso, tenace, arrogante e pieno di sé. Emanava regalità. E sembrava indistruttibile. Quanto avrebbe voluto crescere accanto ad una persona simile! Chissà come sarebbe diventato…

Beh, il Trunks che sarebbe nato in quella dimensione lo avrebbe saputo. Già invidiava quel bambino. Avrebbe avuto tutto quello che lui ha sempre desiderato: un mondo in pace e suo padre accanto.

L’unica cosa che poteva fare Trunks era passare il più tempo possibile con suo padre prima di tornare inevitabilmente nel suo tempo. E per quanto in realtà volesse restare in questa dimensione, non poteva lasciare sua madre da sola. Doveva stare al suo fianco. Quella donna straordinaria che lo aveva cresciuto in solitudine e facendo affidamento solo in sé stessa in un mondo infernale meritava tutto il suo amore e la sua compagnia.

“Che fai lì immobile ragazzino?!” gli chiese Vegeta senza fermare i pugni “O ti alleni, o te ne vai!” gli disse con rabbia. Trunks non ci pensò due volte e, mettendosi a terra, iniziò a fare diversi addominali.

Vegeta sorrise leggermente: gli piaceva quel ragazzo. Era un buon combattente, forse solo un po’ troppo buono per i suoi gusti, e obbediva a tutto ciò che gli diceva di fare. Forse, prima o poi, avrebbe accettato di combattere amichevolmente con lui come allenamento…

 

Bulma era in sala e stava sfogliando una rivista di moda che aveva sulle ginocchia. Sospirò. Le cose con Vegeta erano decisamente peggiorate. E non sapeva come rimediare.

Lui era terribilmente testardo: perché non voleva ammettere che lei aveva ragione?! Sapeva di essere nel giusto, perché non lo riconosceva anche lui?

Tutti necessitano di un po’ di amore. Tutti. Persino il principe dei saiyan. Ah, se solo Vegeta si innamorasse! Chissà come diventerebbe.

Bulma proprio non riusciva ad immaginarselo con una donna. Probabilmente non ne aveva mai avuta neanche una. Beh, eccetto forse le sgualdrine che sicuramente saranno state negli accampamenti di Freezer.

Storse il naso: che schifo di vita aveva passato Vegeta! Schiavo di un mostro, costretto a combattere per la sopravvivenza ogni giorno senza nemmeno un amico. Forse era logico che lui non credesse nell’amore.

E ora che quel brutto capitolo della sua vita era finito, si trovava nuovamente ad allenarsi per sopravvivere. Dannati cyborg.

Pensandoci, si meravigliò quando comprese che anche nella dimensione da cui proveniva il ragazzo del futuro Vegeta era rimasto sulla Terra. Era davvero strano. Più volte lo aveva sentito lamentarsi di come non gli piacesse il pianeta né la gente che lo popolava. Mah, forse era rimasto solo per Goku. Si, doveva essere così. Niente altro poteva interessare Vegeta!

Tornò a sfogliare la sua rivista e poi guardò l’orologio: Yamcha era nella palestra al piano inferiore e si stava allenando mentre Trunks e Vegeta erano nella camera gravitazionale. La ignoravano tutti!

Ora che aveva fatto pace con Yamcha pensava che avrebbero passato molto più tempo insieme, che sarebbero usciti a divertirsi e a godersi i probabili ultimi tre anni che restavano loro da vivere. Invece nulla! Bulma sapeva perfettamente che il suo ragazzo era il più debole dei guerrieri, sarebbe servito a poco o nulla il suo aiuto. Anche per questo non si era impegnata a costruirgli particolari marchingegni per gli allenamenti come invece aveva fatto per Vegeta e Trunks.

Ma non avrebbe dovuto costruire nemmeno quelli. Si ritrovava parecchie volte chiusa in laboratorio a riparare i suoi robottini da allenamento. Vegeta non aveva un minimo di tatto! Li sfracellava in continuazione!

“Tesoro, vuoi un dolcetto? Guarda che belli, li ho comprati in una nuova pasticceria in centro!” le chiese sua madre mostrandole un vassoio pieno di pasticcini di tutti i colori. Bulma sospirò.

“Non ora mamma…” disse tristemente. “Oh, cara! Sei triste perché né Vegeta, né Trunks e neppure Yamcha escono con te perché devono allenarsi!” le disse la signora Brief cogliendo nel segno.

Bulma si affrettò a negare. “Ma cosa dici?! Ti sei messa in testa solo sciocchezze!” rispose infatti. Entrò anche suo padre in sala. “Quei saiyan sono pazzi! Vegeta mi ha nuovamente chiesto nuovi marchingegni e quelli che gli costruisco li rompe sempre!” le disse lui sbadigliando e poi facendo un tiro dalla sua sigaretta.

“Vegeta è un maniaco della guerra! Lascialo stare, di lui mi occupo io!” disse Bulma. “Io lo trovo così affascinante!” disse la signora Brief appoggiandosi una mano davanti alla bocca con aria civettuola “E anche quel ragazzo dai capelli lilla lo è! Si assomigliano davvero molto, non trovi? Magari sono parenti…”buttò giù lì una frase che avrebbe fatto molto pensare la figlia in seguito.

“Potrei uscire con entrambi! E magari anche con Son-kun! Sarebbe bellissimo!!” esclamò la donna bionda ricevendo strane occhiate dai presenti.

 

Lanciò una sfera di energia contro il robottino che, fluttuante, seguiva i suoi movimenti. Questa rimbalzò indietro e il saiyan si spostò in fretta, evitandola.

Si sentiva distrutto, sia sul fisico che sull’anima. Ma sentiva di essere vicino al livello di super saiyan.

Evitò prontamente la sfera di energia che gli girava attorno, guidata dai robot costruiti da Bulma. Almeno per una cosa quella donna era utile. Continuò a scansarsi finchè, senza forze, non riuscì più a rimanere in aria e crollò in ginocchio sul pavimento.

Si cercò di rialzare soprattutto per non mostrarsi debole di fronte a Trunks che, vedendolo così, aveva interrotto il suo stesso allenamento.

Riuscì a spostarsi in un primo momento. Ma poi si rifermò. Era allo stremo.

La sfera di energia lo stava per colpire in pieno e Vegeta racimolò in una mano la poca energia che gli era rimasta per contrastare la prima sfera.

Stava quasi per lanciarla quando una figura dorata si frappose e facilmente bloccò il colpo.

“Stai bene?” chiese Trunks rigirandosi e tornando normale. Quando lo aveva visto in pericolo non aveva esitato a trasformarsi in super saiyan ed aiutarlo. Era orgoglioso di avergli salvato la vita.

Vegeta rimase un momento interdetto. Che potenza inaudita! Se non fosse stato per lui probabilmente avrebbe fatto esplodere la stanza e sarebbe uscito gravemente ferito.

Quando si accorse di essere stato aiutato da un misero mezzo sangue, Vegeta si rialzò in piedi e camminò lentamente ma con decisione fino all’uscita.

“Fatti gli affari tuoi ragazzino. Potevo cavarmela da solo” e detto questo lasciò la stanza. Trunks abbassò la testa, sconsolato. Aveva sperato in qualcosa di più da lui. Ma era comunque felice di averlo salvato.

 

“Trunks…ti va di sapere quando è stata la prima volta che ho capito di provare dei forti sentimenti per tuo padre?” chiese Bulma al ragazzino di 11 anni che le stava di fronte. Lui annuì, entusiasta.

“Il tuo papà si stava allenando duramente per diventare un super saiyan, proprio come fai tu adesso! Beh, non proprio. Tuo padre era un maniaco della guerra e adorava il combattimento. Per questo si allenava giorno e notte molto pesantemente, cosa che a te non darò mai il permesso di fare, capito ragazzino?” chiese lei ricavando un assenso molto convinto da parte del figlio.

Lei sorrise per poi continuare. “Bene. Ad ogni modo si stava allenando molto duramente finché, per non prendere in pieno una sfera di energia, ne ha lanciata un’altra contro di essa. E la navicella in cui si trovava è esplosa” Trunks trattenne il respiro.

“Io sono subito accorsa e gli ho prestato le cure. E sai…vederlo a letto, indifeso, mi ha fatto tanta, tanta tenerezza…non sono riuscita a lasciarlo da solo…ho vegliato su di lui per tutta la notte…e ho capito che mi piaceva” concluse lei. Trunks sorrise.

“E’ stato il primo momento in cui l’ho guardato con occhi diversi…e dopo poco tempo ho capito di amarlo e ci siamo messi insieme” concluse Bulma. “E’ stato un momento magico. Forse uno dei principali della nostra storia d’amore”

 

Trunks si svegliò di scatto e si mise a sedere sul letto. Era sudato ed agitato.

Oh, no…e se fosse stato il momento di cui parlava sua madre?

“Che cosa ho fatto…” sussurrò in panico prendendosi la testa fra le mani. Forse aveva cambiato il futuro in modo irreversibile.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Ah, Trunks!! Cosa mi combini mai!! Non dovevi salvare tuo padre!!!

(oddio, parlo da sola! E si che la sto scrivendo io questa ff!! *.*)

Spero vi sia piaciuto, comunque!! Le cose si fanno interessanti, no?

Grazie infinite a:

Giugiu94, emyc, Ely 91( sono felice di averti colta in fatto di emozioni…^.^), migena, dianatabo, Frozen_WhiteFox, Melisanna (forse hai ragione…ma ritengo che Bulma sia una donna senza peli sulla lingua che quando ha qualcosa da dire non si fa molti problemi! E anche per questo non si preoccupa di esprimere i suoi sentimenti liberamente!)

 

 

P.S. : Ho cambiato leggermente i discorsi per la questione del disclaimer…e il ricordo di Trunks è puramente inventato, non so se Bulma gliel’aveva mai raccontato!

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** 8 : Aiuto ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 8:

 

“Aiuto”

 

 

Era autunno inoltrato. Goku aprì la finestra della sua camera da letto lentamente e inspirò a lungo l’aria fresca del mattino.

Era tutto talmente pacifico…sembrava impossibile che sarebbe terminato in circa due anni e mezzo.

L’arrivo di Trunks era stato provvidenziale. Se così non fosse stato lui sarebbe morto di una malattia cardiaca. Fortunatamente non aveva ancora dovuto prendere la medicina del futuro ma era sempre all’erta.

Guardò Chichi, dolcemente addormentata sul loro letto. Era entrata in panico quando lui le aveva raccontato del messaggio del ragazzo del futuro. Aveva pianto quando aveva saputo della sua futura morte. Ma aveva anche gioito sapendo che sarebbe guarito.

Goku abbassò lo sguardo, tristemente. L’aveva fatta soffrire così tanto…L’aveva abbandonata molte volte, era stato lontano da casa per un anno e, al suo ritorno, le aveva subito detto che sarebbe morto. Con che coraggio lei restava ancora con lui? Lo doveva amare davvero profondamente.

*Chichi…io non ti merito…* pensò Goku abbassandosi su di lei per darle un bacio sulla fronte. Lui adorava combattere, era la sua vita. E adorava anche Chichi. Ma tra i due, il primo avrebbe sempre prevalso. Forse era una caratteristica saiyan…

Molte volte Vegeta gli aveva detto come fosse fondamentale combattere per un saiyan…probabilmente anche lui era così in affari di cuore. Sorrise: chissà se Bulma e Vegeta stavano già assieme…

Proprio non riusciva ad immaginarli come coppia: ovviamente insieme dovevano creare scintille. Però non credeva che Bulma sarebbe stata come Chichi: la sua migliore amica non avrebbe certo lasciato che il suo innamorato vagasse per lo spazio liberamente per un anno senza dare sue notizie.

*Oh, Chichi…sei eccezionale* pensò sorridendo.

Sua moglie si stiracchiò ed aprì lentamente gli occhi scuri puntandoli sui suoi. “Buongiorno…” bisbigliò lei sul dormiveglia. “E’ ancora così strano trovarti al mio fianco quando mi sveglio…” continuò lei alzandosi a sedere.

Goku abbassò gli occhi, sentendosi in colpa. Chichi uscì da sotto le lenzuola e si tirò in piedi. Aveva i capelli spettinati e gli occhi leggermente socchiusi. Ma era bellissima.

Il saiyan le si avvicinò e si lasciò trasportare dall’amore per lei come poche volte faceva. La strinse tra le braccia e le diede un dolce bacio. Lei arrossì, presa alla sprovvista e provò a lamentarsi leggermente dicendo di dover preparare la colazione. Ma Goku glielo impedì.

Avrebbero avuto davvero poche occasioni ancora prima dello scontro con i cyborg o l’avvento della malattia: e il saiyan voleva dimostrarle quanto lei fosse importante.

Per questo la fece distendere sul letto e prese ad amarla.

 

Al pomeriggio Goku e Piccolo si stavano allenando nei boschi del monte Paoz. Gohan, per sua sfortuna, era stato segregato in casa da Chichi con l’obbligo di studiare. Per quanto la ‘attività’ con Goku l’avesse resa felice, nulla poteva distrarla dai suoi obblighi di mamma. Suo figlio sarebbe diventato uno studioso, non un guerriero. Ed era suo compito non fargli perdere tempo. E poi era compito dei grandi salvare il pianeta, lui era solo un bambino!

I due nemici di un tempo, ad ogni modo, adoravano allenarsi anche da soli insieme. Gohan era un bambino in gamba, ma a volte i due si dovevano trattenere per paura di fargli del male. Quando erano solo loro due, invece, questo problema non si poneva.

Esausti, atterrarono accanto al fiume per rinfrescarsi e Goku si sedette sull’erba riprendendo fiato.

“Urca, che fatica!” disse infatti distendendosi. Piccolo, poco più distante, restava in piedi ma comunque stava apprezzando la breve pausa. “Direi che stiamo andando bene, eh Piccolo?” chiese il saiyan al namecciano. Lui annuì. “Stiamo facendo un buon allenamento…quei cyborg non avranno scampo con noi!” rispose Piccolo.

“Chissà se Bulma e Vegeta stanno già insieme?” chiese Goku con un piccolo sorriso malizioso. Non vedeva l’ora di vederli insieme magari già alle prese con un neonato. Piccolo arrossì leggermente, poi rispose duro “Non sono affari miei”

“Ma dai, come fai a non essere curioso?! Non dirmi che non ti ha fatto effetto scoprire chi erano i genitori di Trunks perché non ti credo!” disse Goku guardandolo. L’altro non rispose.

“Io mi chiedo piuttosto se Vegeta sia già un super saiyan…” continuò dopo una pausa il namecciano, ovviamente più interessato al ruolo di guerriero del principe e non certo di uomo innamorato. “Ci servirà il suo aiuto contro i cyborg. Per quanto mi disturba pensarlo, spero che diventi presto un super saiyan” concluse Piccolo. Non voleva che Vegeta raggiungesse un tale livello di potenza; un pazzo come lui non si sapeva cosa avrebbe potuto fare con una forza simile. Ma era anche vero che, se si fosse messo con una donna terrestre, non avrebbe più voluto distruggere il pianeta e sarebbero tutti stati in salvo. E forse non si sarebbe nemmeno più accanito contro Goku: Bulma era la sua migliore amica, lui non poteva certo uccidere il suo più caro amico di infanzia! O almeno era questo che Piccolo aveva capito delle relazioni sentimentali tra gli uomini. Era tutto più facile per i namecciani, non c’erano dubbi.

“Ci riuscirà. Vegeta diventerà un’altra persona, ne sono sicuro” disse Goku con lo sguardo serio che aveva le rare volte in cui era convinto di una cosa.

“E Trunks lo starà aiutando. Chissà lui come se la cava…” disse Goku. Rimasero in silenzio per un po’, poi il saiyan disse alzandosi: “Beh, continuiamo?”

E ripresero.

Si allenarono ancora a lungo finchè, dalla direzione dell’ovest, non sentirono arrivare a gran velocità una potente aurea. Entrambi si fermarono e in pochi secondi si materializzò di fronte a loro l’immagine del ragazzo del futuro.

“Trunks!” urlarono in coro i due combattenti.

“Salve a tutti. Scusate l’interruzione ma mi serve il vostro aiuto” disse il ragazzo dai capelli lilla. Goku si apprestò ad invitarlo a casa sua dove avrebbero potuto parlare in pace.

 

“Siamo a casa!” disse Goku varcando la soglia. Chichi andò loro incontro. “Già a casa tesoro? E non urlare, o disturberai Gohan!” disse lei asciugandosi le mani bagnate in un canovaccio.

“Oh? Chi è questo ragazzo?” chiese poi vedendo Trunks.

Il mezzo saiyan la fissò con interesse; la Chichi che conosceva lui sembrava decisamente più vecchia. Aver perso il marito per una malattia cardiaca invece che per cause esterne doveva averla provata maggiormente. E la perdita di Gohan era stato il colpo di grazia. La Chichi che conosceva lui, quella che lo incoraggiava e che lo trattava come se fosse suo nipote, aveva negli occhi una tristezza infinita. Lui l’aveva sempre ammirata profondamente. Ecco la donna che era stata amata dal guerriero più forte dello spazio; in pochi ricordavano di citare anche il fatto che lui avesse scelto parecchie volte il combattimento a lei. Una donna speciale, proprio come sua mamma.

“E’ il ragazzo del futuro!” rispose Goku indicandolo. Il ragazzo fece un piccolo inchino e si presentò: “Il mio nome è Trunks. Molto piacere”

Chichi sorrise invitandolo ad entrare. “Ma come sei educato! Prego accomodati, posso offrirti qualcosa?” Trunks declinò.

Sentendo un’aurea sconosciuta in casa, Gohan in poco tempo scese in sala per vedere chi fosse arrivato. “Il ragazzo del futuro!!” urlò infatti il bambino correndogli incontro. Trunks rise imbarazzato. Caspita com’era strano vedere il suo maestro e migliore amico se non quasi padre, più piccolo di lui!

“Che ci fai qui? Hai bisogno del mio papà? E come vanno gli allenamenti?” iniziò a tempestarlo di domande. Prima che Trunks potesse rispondere, Chichi si frappose. “Non essere invadente Gohan! E torna a studiare, gli parlerai un’altra volta” disse autoritaria. “Adesso lui deve parlare con il tuo papà, non disturbare!”

Gohan abbassò la testa, tristemente, ma obbedì all’ordine. Trunks lo guardò andare via ma capì che era la situazione migliore. Aveva bisogno dell’aiuto di Goku che già conosceva la sua identità, meglio non dire nulla ad altre persone. Aveva già combinato un guaio da solo…

Chichi si affaccendò in cucina mentre i tre guerrieri si accomodarono in sala.

“Allora, che succede?” chiese Goku al ragazzo. Trunks si morse il labbro: “Ho bisogno di voi…”

I due annuirono, interessati. “Ho paura…ho paura di aver cambiato il futuro! Dovete aiutarmi a far innamorare i miei genitori!!” disse lui leggermente in panico.

Goku sbatté più volte le palpebre e capì a pieno il problema.

“Cosa ti fa pensare di aver cambiato qualcosa?” chiese il saiyan. Trunks rispose, quasi freneticamente, e Goku cercò di tranquillizzarlo.

“Calmati Trunks, vedrai che andrà tutto bene! I tuoi genitori sono destinati a stare insieme, fidati! Troveremo il modo di farli mettere insieme!” disse il saiyan mettendogli una mano sulla spalla.

Il ragazzo annuì, appoggiando i gomiti al tavolo e la testa fra le mani. Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Chichi portò loro degli snack.

I due saiyan si servirono e poi Goku propose di andare alla Capsule Corporation.

Meglio controllare di persona la situazione ed elaborare un piano.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Capitolo dedicato più alla coppia Goku-Chichi che a quella principale!! Ma mi piace anche parlare degli altri. Spero solo di non essere finita nell’OOC…voi cosa ne pensate?

Ad ogni modo adesso Trunks avrà il sostegno di Goku e Piccolo…riuscirà a far mettere insieme i suoi genitori?

Grazie infinite per le recensioni a Simply91, ainat, Ely 91, migena!!!!

Al prossimo capitolo!!!

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Capitolo 9
*** 09 : Il piano ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 9:

 

“Il piano”

 

 

“Vuoi sapere qualche bel momento che ho passato con il tuo papà?” chiese Bulma al bambino dai capelli di glicine di cinque anni che le stava seduto in grembo.

Il piccolo annuì vigorosamente muovendo il suo caschetto lilla.

La donna ci pensò un momento. “Hmm…vediamo…qualche bel momento con Vegeta…ma certo!” esclamò infine trovando un buon racconto.

“Risale tutto al primo Natale che abbiamo passato insieme…non come coppia, ma diciamo come ‘amici’” cominciò. Trunks la guardava con una curiosità tale da illuminargli lo sguardo.

“All’epoca tuo padre non faceva altro che allenarsi dalla mattina alla sera, ed io ero molto preoccupata per lui. Senza saperlo ero già innamorata…” si guadagnò un dolce sorriso dal bambino. “Avevo organizzato una festa qui a casa e avevo invitato tutti i nostri amici: Goku – ancora in buona salute – con Chichi e Gohan, Crili e la sua ragazza, Muten, Oolong, persino Piccolo aveva accettato di presentarsi! L’unico che proprio non voleva saperne era il tuo papà”

“Non gli sono mai piaciute le feste, diceva che erano solo una perdita di tempo e niente più. Ma io volevo assolutamente che venisse anche lui. E ho iniziato a tartassarlo…” continuò sorridendo leggermente. Trunks annuì, aspettando il seguito.

“L’ho minacciato di bloccargli la camera di allenamento, di farlo restare senza cibo, insomma ho cercato di togliergli tutto quello che più gli piaceva fare nella vita e l’ho spuntata! Lui mi ha detto che sarebbe venuto solo per l’abbondante pranzo che gli avevo promesso, ma il fine giustifica i mezzi, no?”

“Quella sera avevo programmato tutto e mi aspettavo che fosse una serata magnifica…ma mi sbagliavo. Vegeta se ne restava in un angolo, e ignorava tutti. Goku ha provato a parlargli ma lui gli ha risposto male e se io, Crili e Chichi non fossimo intervenuti i due saiyan avrebbero iniziato a combattere!” Trunks spalancò la bocca: accidenti che testa calda suo padre!

“Furibondo, il tuo papà è uscito dalla stanza e non si è più fatto vedere per quella sera” concluse Bulma accarezzandogli la testa.

Il piccolo provò a lamentarsi, insoddisfatto dalla storia. Aveva chiesto un momento romantico fra i suoi genitori, non una quasi rissa tra due saiyan!

“Un momento, tesoro. Ci sto arrivando” lo calmò sua madre. “Dunque…Vegeta non si è più fatto vedere e la festa è terminata. Tutti erano tornati a casa, anche Yamcha che all’epoca era il mio fidanzato” Trunks mise un piccolo broncio.

“E sono andata in camera del tuo papà…” con queste parole Bulma ottenne la massima attenzione del bambino. “Pensavo che mi avrebbe cacciata…ma per fortuna non l’ha fatto. Ci siamo trovati nella sua camera a fissare le stelle in cielo e dei fuochi d’artificio in lontananza…in silenzio. Ma è stato bellissimo. Il cuore mi batteva all’impazzata e, anche se tuo padre non l’ha mai ammesso, credo che per lui sia stato lo stesso”

 

 

Trunks si riscosse, tornando alla realtà. Quel ricordo lo metteva ancora più in ansia. Ormai mancavano circa due settimane a Natale, sua mamma aveva già iniziato a progettare la famosa festa in cui lei e Vegeta avevano vissuto quel bel momento insieme.

E tra i due non c’era nient’altro che indifferenza. Non si parlavano mai, e cercavano di evitarsi il più possibile. Nemmeno litigavano più!

E Trunks era disperato. *E’ colpa mia…* pensò tristemente per l’ennesima volta. Se non si fosse intromesso nell’esplosione della camera gravitazionale…

Aveva cercato in qualsiasi modo di far riavvicinare i suoi genitori, ma niente era servito. Sembrava quasi che si odiassero.

Doveva fare qualcosa, e in fretta. Certo, mancava molto tempo al momento del suo concepimento, ma comunque non voleva far saltare altre tappe della storia d’amore ai suoi genitori.

Goku era il solo che poteva aiutarlo. Aveva anche subito acconsentito a tornare con lui alla Capsule Corporation per cercare qualche modo per migliorare la situazione.

In quel momento stavano infatti volando verso la Città dell’Ovest. Anche Piccolo li stava accompagnando…chissà, forse sotto sotto anche lui ci teneva alla storia d’amore tra Bulma e Vegeta. Oppure si sentiva in obbligo di aiutarlo, essendo Trunks una specie di ‘salvatore della dimensione’. Ma in fondo non importava molto il motivo.

Atterrarono velocemente in giardino e Goku notò subito la mancanza della navicella spaziale. “La mamma l’ha messa in una capsula e la tiene in laboratorio. Ha detto che altrimenti si sarebbe rovinata in giardino” spiegò Trunks accompagnandoli all’entrata.

Varcarono la soglia e si diressero in salotto dove Bulma era impegnata a decorare un enorme albero natalizio.

Uurcaaa!!” esclamò Goku venendo quasi accecato da tutti i colori degli addobbi nella stanza. La ragazza dai capelli azzurri si girò di scatto, riconoscendo la classica esclamazione del suo migliore amico.

“Goku! Non aspettavo una tua visita!” disse lei alzandosi in piedi e raggiungendo i tre. “Trunks, potevi anche dirmi che sarebbero arrivati ospiti!” sgridò poi il ragazzo che abbassò la testa domandando scusa molto educatamente.

“Ma sa il tuo nome?” chiese Goku sottovoce al ragazzo. “Non ho potuto non dirglielo…” si giustificò lui e ricevette uno sguardo di intesa dal saiyan. Nessuno poteva dire di no a Bulma, l’aveva imparato a sue spese negli anni.

La ragazza fece gli onori di casa e li invitò a sedersi. Subito accorse la signora Brief munita del solito vassoio colmo di the e biscotti. Goku non se lo fece ripetere due volte ed iniziò ad ingozzarsi.

“Cosa vi porta qui?” chiese Bulma quando si furono accomodati sul divano. “Ehm…niente di che! Volevamo solo farti visita!” mentì il saiyan con la bocca piena.

Passò qualche minuto riempito da continue frasi di Bulma prima che anche il principe dei saiyan facesse il suo ingresso.

Grondante di sudore e con un asciugamano sulle spalle, Vegeta si diresse subito verso il suo acerrimo nemico e chiese non proprio garbatamente il motivo della sua visita. Fu subito rimproverato da Bulma.

“Non essere scortese Vegeta! Goku è venuto a trovarmi, tu torna ad ammazzarti nella tua camera gravitazionale!” gli urlò in modo tutto fuorché femminile.

Vegeta ringhiò sotto i baffi. “Non rompere donna! Non parlavo con te!” le rispose infatti.

“E’ come dice lei, Vegeta. Sono venuto a farvi visita” si intromise Goku con il solito sorriso sulle labbra. “Vuoi un dolcetto?” gli chiese poi con la bocca piena e mostrandogli il vassoio.

Il principe non rispose. Si limitò a guardarlo con disprezzo, poi si voltò verso Trunks. “Che fai ragazzino?! Vieni ad allenarti o no?”

Il ragazzo del futuro declinò. Adorava passare il tempo con suo padre, anche se stavano in completo silenzio, e faceva di tutto per guadagnare le sue attenzioni. Ma in quel momento era in gioco il suo futuro, il futuro di tutti probabilmente.

“Più tardi…” disse lentamente, quasi sentendosi in colpa. “Tsk! Peggio per te! Non riuscirai a sconfiggere quei cyborg se resti qui a perdere tempo con queste mezze cartucce…” cominciò Vegeta “Ma non importa. Che ti alleni o no non fa alcuna differenza…Ci penserò io a sconfiggerli!” disse con un sorriso malvagio ed eccessivamente sicuro di . Poi si voltò verso Goku “E dopo toccherà a te e al tuo stupido pianeta!” E uscì dalla stanza.

Calò il silenzio, che fu interrotto solo da una frase di Bulma. “Stupido saiyan! Chissà che lo facciano fuori!”

I presenti si guardarono, interdetti. Trunks abbassò la testa, quasi in disperazione e Goku rimase a fissarlo sentendosi triste quanto lui.

 

“Ora capite perché mi serve il vostro aiuto?!” chiese Trunks a Goku quando Bulma lasciò un momento la stanza.

“Andrà tutto bene, figliolo…”gli rispose il saiyan mettendogli una mano sulla spalla in modo paterno. *Deja vu…* pensò il giovane. Quante volte Gohan aveva compiuto lo stesso gesto! Si sentiva che i due erano padre e figlio…quella mano confortante aveva lo stesso peso e trasmetteva lo stesso coraggio.

“I tuoi genitori litigano molto, ma l’hanno sempre fatto! Vedrai che tutto migliorerà! Forse ti stai preoccupando per niente…” continuò Goku.

“Non credo. Mia mamma ha detto che l’esplosione della camera gravitazionale è stato un momento chiave nella loro storia. E io l’ho rovinato, capisci?!” disse mettendosi le mani tra i capelli.

“E non voglio rovinarne altri! Questa festa di Natale sarà molto importante, aiutatemi, ve ne prego!!” disse ancora guardando i due in modo quasi disperato.

Piccolo, in piedi in un angolo, rifletteva. Non sapeva nulla di relazioni amorose tra le persone. Quindi non sapeva neanche che fare. *Ma guarda tu! Mi tocca persino aiutare Vegeta! Dovrei stare ad allenarmi, non perdere tempo qui!* pensò con rabbia. Ma l’espressione di Trunks gli fece togliere tutti i suoi pensieri. Quel coraggioso saiyan stava rischiando tutto per loro, li aveva avvertiti di un pericolo immenso. Era giusto aiutarlo. E poi, se non fosse stato per l’amore – se così poteva chiamarlo dato che dubitava fortemente che Vegeta potesse provare sentimenti di affetto per altre persone – tra il principe dei saiyan e la terrestre, sarebbero sicuramente morti tutti nel combattimento contro i cyborg.

“Ti aiuteremo” disse il namecciano dopo un momento. “Dicci come”

Trunks lo guardò speranzoso e Goku, con un sorriso, lo ringraziò calorosamente.

“Dobbiamo fare in modo che i miei genitori passino del tempo da soli durante la festa. Mia mamma mi ha raccontato che è stato un momento magico, e in quell’occasione lei ha preso in seria considerazione l’idea di lasciare Yamcha”

Goku annuì. “Molto bene” disse alzandosi. “Allora ci vediamo alla festa, cercheremo di inventarci qualcosa!”

Trunks li seguì all’uscita. “Vi ringrazio. Ho fiducia in voi” disse con sguardo deciso.

“Tu nascerai Trunks! E’ destino! Noi gli daremo solo una mano” disse Goku appoggiandogli nuovamente una mano sulla spalla.

Poi lui e Piccolo spiccarono il volo verso il monte Paoz.

Trunks rimase a fissarli alla finestra, guardando le loro scie luminose allontanarsi sempre più. *Ti ringrazio Goku. Sei davvero una persona speciale. La mamma e Gohan avevano ragione*

Bulma ritornò nella stanza con un altro vassoio di dolci, e non trovando i suoi ospiti si lamentò. “Ma tu guarda che modi! Non mi hanno neanche salutata!”

Trunks le sorrise dolcemente, poi la vide uscire e rientrare poco dopo munita di cappellino, sciarpa e cappotto.

“Ora devo uscire con Yamcha…tu serviti pure!” gli indicò il cibo. “E non ascoltare quello che dice quello zuccone di Vegeta…il tuo aiuto sarà prezioso contro i cyborg! Allenati con lui, se vuoi, e ignoralo se inizia a brontolare!”

Detto questo lo salutò velocemente e corse fuori.

Trunks sospirò, vedendola sfrecciare con la macchina fuori. *Vedrai mamma! Io salverò il tuo amore! Costi quel che costi!*

E si diresse verso la camera gravitazionale da suo padre.

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

Ecco finito un altro capitolo! Riusciranno Trunks, Goku e Piccolo a mettere in atto il loro piano? Riusciranno a far trascorrere a Vegeta e Bulma il loro piccolo ma importante momento di amore?

E’ stato un capitolo più di unione che altro, ma spero comunque che vi sia piaciuto!!

Grazie delle recensioni di: giugiu94, _DarkAngel_, migena, jame, Frozen_WhiteFox, Simply91, Ely91!!!!

Mi avete davvero sollevato il morale assicurandomi che il precedente capitolo non fosse OOC!!! E sono contenta di essere riuscita a rendere bene la coppia Goku-Chichi!!

Al prossimo capitolo!!

 

 

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Capitolo 10
*** 10 : Natale: Prima Parte ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 10:

 

“Natale : Prima Parte”

 

 

Bulma correva senza sosta lungo tutto il salotto: la festa che aveva organizzato per Natale sarebbe iniziata a breve e lei stava controllando che tutto fosse perfetto.

E Trunks pensava avesse fatto davvero un ottimo lavoro. La stanza era perfetta, piena di colori e luci, e ai piedi dell’albero di Natale si trovava un enorme pila di regali. Già…l’albero. La settimana prima l’aveva praticamente costretto ad accompagnarla a fare shopping e, dopo ore e ore di tortura in cui avevano visitato ogni singola boutique del centro, si erano recati da un venditore di alberi natalizi. E sua madre aveva ovviamente scelto il più grande e pesante. E l’arduo compito di trasportarlo a casa compresa anche la pila immensa di pacchi da lei comprati era stata, come da programma, sua. Non che per un mezzo saiyan fosse un problema…ma una giornata intera con Bulma era capace di debilitare chiunque!

Quando erano tornati, a sera inoltrata, il povero ragazzo si era guadagnato un’occhiataccia da parte di suo padre che gli aveva rinfacciato di essere una femminuccia. Sua madre si era frapposta a difenderlo e, ovviamente, i due avevano finito per litigare. Dopo pochi minuti di offese e urla, si erano rimasti a fissare per qualche secondo prima che Vegeta le desse le spalle dopo aver borbottato qualche offesa.

Trunks sospirò e guardò per l’ennesima volta l’orologio blu attaccato alla parete. Non vedeva l’ora che arrivassero anche Goku e Piccolo…chissà cosa si erano inventati per far avvicinare i suoi genitori. Era proprio curioso.

Vide sua madre correre verso la finestra per controllare in strada se fossero arrivate macchine, ma capì subito che non era così sentendola sbuffare.

“Calmati tesoro, arriveranno tutti a momenti!” la rassicurò Yamcha seduto sul divano. Già…non si erano ancora lasciati…

Lo feriva saperli insieme. E odiava tutti i nomignoli affettuosi che il ragazzo le rivolgeva. Gli facevano rivoltare lo stomaco. E anche suo padre non sembrava apprezzarli…Non che lo ammettesse chiaramente – questo mai! – ma lo vedeva rabbuiarsi leggermente ad ogni ‘tesoro’,dolcezza’ o ‘amore’ pronunciato da Yamcha. Era un cambiamento minimo della sua espressione, era quasi impercettibile e dubitava che sua madre se ne fosse accorta. Ma in quei pochi mesi Trunks aveva osservato tutti i particolari di Vegeta. Gli sembrava di cogliere ogni piccolo suo gesto. Ed era meraviglioso.

Che suo padre si stesse già innamorando di Bulma? Trunks ci sperava. Arrabbiarsi per dei soprannomi affettuosi poteva essere facilmente scambiato per un sentimento di gelosia…O forse suo padre, così serio e quasi sempre arrabbiato, non apprezzava sentire certe smancerie.

“’L’amore è per i deboli’…diceva sempre così tuo padre. E probabilmente mi odierà per averlo fatto innamorare di me…almeno credo di esserci riuscita! Ma se non fosse stato per quel briciolo di umanità, quel minimo sentimento verso di me, lui non si sarebbe mai trasformato in super saiyan. Un guerriero combatte anche con il cuore, Trunks…non dimenticartelo. Tuo padre l’ha capito troppo tardi purtroppo…non commettere il suo stesso errore” gli disse così sua madre una volta. E lui sapeva che aveva ragione.

Gli sarebbe piaciuto dirlo apertamente a suo padre…dirgli che solo se si fosse innamorato della donna dai capelli azzurri sarebbe riuscito a raggiungere il tanto agognato livello di super saiyan. Ma sapeva che non gli avrebbe creduto. Avrebbe solo peggiorato le cose. Probabilmente avrebbe decretato la scomparsa del loro amore.

“E Vegeta? Almeno lui, che è già alla Capsule Corporation potrebbe già unirsi a noi!” disse Bulma ricavando delle occhiate sospette da parte dei presenti.

“Beh, che avete da fissare?! Lui verrà, non ho dubbi!” disse lei con sicurezza.

Trunks si concentrò per trovare l’aurea di suo padre: era nella camera gravitazionale ad allenarsi. Beh, non avrebbe certo fatto il suo ingresso a breve…

 

Vegeta lanciò diversi pugni in aria, con rabbia. Spiccò un grande salto, fece diverse acrobazie, sparò sfere di energia e calci per poi atterrare al suolo e cadere in ginocchio. Ansimando cercò di riprendere fiato.

Era distrutto. E arrabbiato. Possibile fosse così difficile raggiungere il livello di super saiyan?! Kakaroth c’era riuscito, anche Trunks ce l’aveva fatta…poco mancava che persino Gohan lo diventasse! Sarebbe stata veramente la sua fine.

Che vergogna…il principe dei saiyan superato dalla terza classe!

Ci pensò un momento…che anche Trunks facesse parte della terza classe? Il ragazzo emanava potenza e una qualche regalità. Non sapeva nulla dei suoi genitori…forse faceva anche lui parte della nobiltà saiyan. Mah! Tanto non l’avrebbe mai saputo!

Sentì la voce stridula della donna bionda fuori dalla GR che gli domandava quando sarebbe andato alla festa. Sgarbatamente lui le rispose di farsi gli affari suoi.

Poi riprese ad allenarsi. Doveva restare concentrato. Al diavolo tutto il resto. Doveva diventare il guerriero più forte dello spazio. Non contava nulla a parte quello. Nulla.

 

Trunks guardò l’orologio con stizza: Goku e Piccolo erano in ritardo di più di un’ora. Chichi, seduta al fianco di Gohan che era stato costretto a leggere un libro, si lamentava continuamente chiedendosi che fine avesse fatto suo marito. E Trunks era sul punto di unirsi a lei.

Perché non arrivavano? Sapevano che aveva bisogno di loro!

Guardò sua madre in piedi accanto ai cocktail e la vide per l’ennesima sera quella volta sbirciare la porta del salotto. Che stesse aspettando suo padre? Lo sperava davvero. Gli avrebbe fatto crescere un po’ di speranza.

Ma crollò tutto quando la sentì esclamare: “Ma che fine ha fatto Goku?!”

Sua madre stava aspettando il suo migliore amico…altro che il principe dei saiyan di cui probabilmente non le importava nulla!

Fu la signora Brief ad avvicinarsi a lui con in mano un gigantesco vassoio contenente tanti dolci natalizi a forma di albero. Sua nonna si era anche agghindata con un completino rosso completo di cappellino e stivali da babbo natale. Che donna insolita e assolutamente fuori di testa.

“Caro…sai dov’è Vegeta? Aveva detto che sarebbe arrivato alla festa ma non lo vedo! Oh, speravo di sedurlo con il mio vestito rosso! Che peccato!” gli disse lei con un’espressione dispiaciuta.

Trunks spalancò gli occhi, non abituato ancora a certe uscite della donna bionda. Stava quasi per rispondere quando sua madre si frappose e quasi gli ordinò di andare a tirare Vegeta fuori dalla GR. Il ragazzo, consapevole che fosse un suicidio, cercò di tirarsi indietro ma sua madre era irremovibile.

Con la testa bassa acconsentì e si diresse nella camera gravitazionale.

*Goku!! Dove sei?!!* pensò con rabbia.

 

Ancora a casa nei monti Paoz, Goku e Piccolo si stavano preparando per arrivare alla festa alla Capsule Corporation.

“Goku! Non hai ancora finito?!” gli chiese il namecciano battendo nervosamente un piede a terra. Prima aiutavano Trunks, prima avrebbero potuto allenarsi in pace.

“Un momento! Sono quasi pronto!” gli rispose il saiyan guardandosi allo specchio un’ultima volta.

“Come sto?” chiese al suo amico facendo un piccolo giro su sé stesso. Il namecciano rispose con una smorfia scocciata che sembrava significare ‘non mi interessa nulla di te, basta che ci muoviamo’.

Goku afferrò la borsa e si appoggiò due dita sulla fronte pronto a teletrasportarsi alla Capsule Corporation. Piccolo gli mise una mano sulla spalla e i due scomparvero.

 

Preso un profondo sospiro, Trunks si posizionò fuori dalla GR e alzò il pugno, pronto a bussare. La porta si aprì di fronte a lui prima che potesse muoversi e si trovò faccia a faccia con il principe dei saiyan.

Il giovane deglutì: come poteva essere sempre così inquietante e maestoso?

Vide suo padre guardarlo un po’ male e in seguito superarlo per tornare nella sua stanza. Trunks cercò di bloccarlo. “Ehm…mi hanno chiesto di avvisarti che la festa è cominciata…avevi promesso di parteciparvi…”

“Chi te l’ha detto?” chiese duro il principe. “La signora Brief e Bulma” rispose il ragazzo sentendo come sempre una sensazione insolita a chiamare sua madre per nome.

Tsk! Pensava davvero che sarei venuto?! Che donna scema…” continuò il principe. Si incamminò verso le scale ma Trunks decise di frapporsi. “Sarebbe molto bello se partecipassi anche tu…c’è musica e si mangia molto!” disse cercando di convincerlo.

Vegeta rise sguaiatamente. “Come puoi anche solo pensare che il principe dei saiyan decida di unirsi ad un gruppo di patetici terrestri tutti agghindati ed eccitati da una stupida festa! Io non sono come voi, ho uno scopo! Mi sembra quasi di essere il solo a pensare alla minaccia dei cyborg!” rispose Vegeta cercando di superare il giovane.

Ma Trunks non lo lasciò andare. “Ti farebbe bene una pausa! Dai, che ti costa?” chiese con il suo sorriso migliore, quello che usava sempre quando era più piccolo per ottenere quello che voleva da sua madre.

“Scordatelo!” rispose il saiyan. Spintonò il ragazzo che cadde a terra e salì nella sua stanza.

Trunks si sentì demoralizzato. Non andava affatto bene.

 

Goku e Piccolo si materializzarono nel salotto di Bulma e il primo gridò: “Tanti auguri a tutti!” Il namecciano si limitò ad allontanarsi ed appoggiarsi al muro, venendo immediatamente raggiunto da Gohan che riuscì ad approfittare della confusione per gettare a terra il libro e scappare dalle grinfie di sua madre, troppo concentrata su Goku per dargli retta.

Fu Bulma la prima a rimproverarlo: con le mani ai fianchi e le gambe leggermente allargate iniziò a sproloquiare, inquietandolo con diverse minacce. Chichi le fece ben presto compagnia.

“Ti sembra questa l’ora di arrivare?!” chiesero le due in coro. Goku si grattò la testa, non sapendo che rispondere. Le lasciò sfogare per un po’ e improvvisamente chiese dove fossero Vegeta e Trunks.

“Non cambiare discorso!” lo ammonì Chichi. Goku non prestò più attenzione alle parole delle due donne e cercò le auree dei due guerrieri. Trunks stava per arrivare…Vegeta era invece in camera sua.

No…così non poteva andare…il saiyan doveva partecipare alla festa!

Risoluto, Goku si appoggiò due dita sulla fronte e si teletrasportò in camera da Vegeta lasciando le due donne senza preavviso e guadagnandosi altre urla e rimproveri.

Trunks fece il suo ingresso e vedendo Piccolo appoggiato al muro fu sollevato. Doveva essere arrivato anche Goku. Percepì immediatamente la sua aurea in camera di suo padre…chissà cosa aveva in mente…

 

 

Continua…

 

 

 

La festa di Natale è iniziata…chissà Goku cosa combinerà? E il momento tra Bulma e Vegeta avrà luogo?

Le vostre bellissime recensioni mi riempiono di gioia…GRAZIE!! Me molto contenta!!!

Grazie a: Ely 91, migena, Ishyna!!!

A presto con il prossimo capitolo!!!

 

 

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Capitolo 11
*** 11 : Natale: Seconda Parte ***


TOGETHER

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CAPITOLO 11:

 

“Natale : Seconda Parte”

 

 

“Che diavolo vuoi Kakaroth?!?!” urlò Vegeta non appena il saiyan comparve in camera sua. Aveva appena aperto la porta della sua stanza quando se l’era visto apparire davanti agli occhi.

Odiava venir disturbato quando si trovava da solo nella sua stanza. E Goku era senza dubbio l’ultima persona che poteva permettersi di farlo.

“Calmati Vegeta…” iniziò il saiyan mettendo le mani avanti “Sono qui per augurarti buon Natale!!” esclamò con un sorriso.

Vegeta digrignò i denti. “Non mi interessa! Ora sparisci!” gli disse infatti.

Ma Goku non demorse. “Dai, vieni a festeggiare con noi! Ti prego!!” provò a dire Goku cercando di convincerlo.

“No. E non ti voglio tra i piedi! Come diavolo ti sei conciato?!” chiese il principe squadrandolo dalla testa ai piedi. Goku indossava un lenzuolo bianco che gli faceva da vestito, e aveva scritto in rosso sul davanti la parola ‘SPIRTO’. In testa si era messo un cappello con delle corna da renna.

“Ma come? Non lo capisci?” chiese Goku guardando i suoi vestiti. “Sono lo spirito del Natale! Non vedi la scritta…ops!” disse notando che aveva scritto male la parola spirito. Vegeta non rispose.

“Non hai un pennarello per caso? Così aggiungo la i che manca…” chiese Goku guardandosi attorno. Aprì diversi cassetti della scrivania, l’armadio, e guardò sotto il letto. Non trovò nulla. Ma proprio niente.

“Caspita Vegeta! Ma non hai nessun effetto personale?” chiese il saiyan fissando il principe con una mano sulla nuca. Vegeta ringhiò. “Non rompere Kakaroth! E sparisci!!” tuonò prendendolo per il colletto del lenzuolo.

Goku si agitò e riuscì a fatica a liberarsi. Tossì leggermente e si accarezzò il collo indolenzito. “Non essere cattivo, Vegeta! E comunque non me ne andrò! Visto che non vuoi venire giù allora ti porterò in un posto!!” disse Goku. Mandò un immediato messaggio telepatico a Piccolo e poi prese Vegeta per un braccio e si teletrasportarono lontano.

 

Bulma era senza parole. Fissava sorpresa la faccia di Yamcha di fronte a lei. Il discorso che le aveva fatto l’aveva colta del tutto inaspettata.

“Allora? Cosa ne dici?” chiese lui accarezzandole una guancia.

Bulma non rispose. Che fare?

I-io…ecco…” iniziò titubante. “Pensaci se vuoi. Ma sappi che aspetto una tua risposta…” continuò Yamcha.

Rimasero in silenzio a fissarsi mentre l’aria fredda invernale li faceva rabbrividire. Erano in terrazzo. L’atmosfera era meravigliosa, le stelle brillavano in cielo. La situazione ideale da passare con la persona amata.

Bulma stava quasi per dare una risposta a Yamcha quando improvvisamente comparì Piccolo. Senza una parola andò diretto verso la donna dai capelli azzurri, se la caricò su una spalla e spiccò il volo.

Ahhh!!! Ma dove mi porti?!” chiese Bulma strillando. Yamcha stava quasi per prendere il volo per seguirli ma Piccolo gli intimò di non muoversi. Il terrestre acconsentì. Non voleva certo scontrarsi con il namecciano! Avrebbe fatto una brutta fine.

Bulma continuò ad agitarsi per parecchio tempo finchè Piccolo, spazientito, non le ordinò di chiudere la bocca. La ragazza sbuffò e rimuginò su quanto fossero sgarbati i guerrieri.

 

Kakaroth!! Dove diamine siamo?!!” chiese Vegeta strattonando il braccio e facendo lasciare la presa a Goku. Si guardò attorno, spaesato. Sicuramente si trovavano ancora sulla Terra ma non capiva dove.

Poteva capire dall’atmosfera che si trovavano ad un altitudine molto maggiore a quella cui si trovavano gli altri terrestri. Un enorme palazzo bianco si ergeva alla sua destra ed era attorniato da tanti alberi curati alla perfezione. Ma sembrava tutto così freddo…a pensarci bene, però, sembrava un posto in cui Vegeta si sarebbe potuto ambientare molto facilmente. Era silenzioso dato la mancanza di femmine petulanti e ragazzini impiccioni con cui invece gli toccava convivere. E questo bastava a farlo diventare un posto da sogno.

“Calmati Vegeta. E resta ad aspettare! Fra poco arriverà qualcun altro!” disse Goku sorridendo.

Vegeta sbuffò. Dannato Kakaroth.

In pochi minuti, infatti, anche Piccolo con Bulma sulle spalle atterrò accanto ai due saiyan. La terrestre venne appoggiata a terra e lei, subito, iniziò a gridare contro Piccolo. “Si può sapere chi ti ha dato la patente?! E’ stato un viaggio orribile, screanzato!” poi notò la presenza anche di Goku e Vegeta.

Il primo alzò amichevolmente la mano ma Bulma non si addolcì. “Scommetto che è tutta colpa tua Goku!! Che ci faccio qui?! E dove siamo?!” chiese con rabbia. “E perché c’è anche lui?!” disse indicando Vegeta che stava in disparte con le braccia incrociate al petto.

“Non rompere donna!! Non sono qui di mia volontà!” le rispose lui incenerendola con lo sguardo.

“Calmatevi…questo è un luogo sacro…” li reguardì una calda voce lontana. Una figura uscì dalle ombre del giardino e Goku gli sorrise, andandogli incontro.

Popo!!” disse il saiyan abbassandosi all’altezza del suo amico. “Ciao Goku. Ti aspettavamo” rispose il servitore del Supremo non cambiando espressione.

“Senti, dov’è il Supremo?” chiese il saiyan guardandosi attorno. Anche Piccolo lo imitò.

“Eh? Il Supremo? Vuoi dire che questo è il famoso palazzo del Supremo?” chiese Bulma incuriosita. Vegeta aprì leggermente la bocca e si guardò intorno studiando l’ambiente. Sapeva molto poco del famoso Supremo. Era stata Bulma durante uno dei suoi soliti sproloqui a parlargli di lui. Tutto quello che sapeva era che era un namecciano arrivato sulla Terra molto tempo prima e che aveva allenato Kakaroth quando era molto piccolo.

“Sono qui Goku…” pronunciò una voce molto roca sentirono il rumore di un bastone avvicinarsi. Si girarono tutti e avvistarono l’ombra del proprietario del palazzo.

Il namecciano fece il suo arrivo e salutò tutti con un grande sorriso. Era molto anziano e camminava lentamente e un po’ a fatica, ma emanava comunque un grande potere e presenza scenica.

“Ehilà Supremo!” esclamò Goku salutandolo con una mano. “Un po’ di rispetto, Goku!!” lo sgridò Bulma con le mani sui fianchi. “Non si preoccupi signorina…” la bloccò il namecciano sorridendo. Era abituato ai modi di Goku.

“Piuttosto, siete pronti?” chiese il Supremo osservando prima Bulma e poi Vegeta. I due si guardarono, non capendo.

“A cosa, scusi?” domandò Bulma in confusione. Goku si frappose fra lei e il Supremo e gli fece segno che i due non sapevano perché si trovavano lì. Il namecciano non sapeva che dire.

“Goku? Che significa?” chiese la ragazza sbattendo i suoi grandi occhi azzurri.

“Ecco…beh…” iniziò il saiyan. “Lascia perdere. Portali e basta” disse Piccolo a Goku che annuì.

Prese il polso di Bulma e anche quello di Vegeta e iniziò a trascinarli dentro al palazzo. Entrambi cercarono di staccarsi e ovviamente, solo il principe ci riuscì. “E dai Vegeta! E’ importante!” lo supplicò Goku.

“Non dire idiozie! Io me ne torno a casa!” disse il principe pronto a spiccare il volo. Goku fu più lesto, si trasformò in super saiyan e cercò di spingerlo all’interno del palazzo. Questa volta Vegeta non riuscì proprio ad opporre resistenza.

Piccolo intimò a Bulma di seguirli e lei non potè far altro che obbedire.

 

Trunks alla Capsule Corporation era concentrato sul percepire le auree di Goku, Piccolo e i suoi genitori. Erano al palazzo del Supremo.

Aveva piena fiducia in Goku ma si domandava comunque cosa avesse in mente di fare. Sua madre e Gohan gli avevano ripetuto più volte che fosse imprevedibile.

Sentì l’aurea di Goku alzarsi improvvisamente e raggiungere il livello di super saiyan e si preoccupò leggermente. Ma doveva aver fiducia in lui.

Era ancora concentrato sulle loro auree quando Yamcha lo affiancò. Trunks trattenne la smorfia che minacciava di inarcargli il viso.

“Ciao…” disse il terrestre molto cordialmente. “Ciao” rispose più apatico il giovane. Proprio non lo sopportava…sicuramente era perché era così intimo con sua madre.

Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Yamcha continuò.

“Senti…tu hai conosciuto abbastanza Bulma in questi mesi, no?” chiese il terrestre. Trunks annuì. “Ecco…prima le ho fatto una domanda e non so cosa mi risponderà…”

Trunks trattenne il respiro. Non gli piaceva affatto quel momento. Aveva una brutta sensazione.

“Volevo sapere se secondo te mi dirà di sì o di no…” continuò Yamcha intrecciando nervosamente le dita.

“Io…le ho chiesto di sposarmi…” finì Yamcha. E a Trunks crollò il pavimento sotto ai piedi.

 

“Prego. Da questa parte” indicò loro Popo. Arrivati davanti alla porta giusta il servitore del Supremo la aprì e aspettò che Bulma e Vegeta entrassero.

“Io non entro lì dentro!” sbuffò Bulma. “Almeno finchè non mi dite perché dovrei!” continuò battendo un piede a terra.

“Per una volta sono d’accordo con la donna!!” gridò Vegeta cercando ancora di liberarsi ma la stretta di Goku era peggio di una morsa d’acciaio.

“Niente domande! Fidatevi di me!” disse Goku e spinse il principe all’interno della stanza. Piccolo fece lo stesso con Bulma.

“A presto…” disse Popo richiudendo lentamente la porta. Bulma e Vegeta si trovarono quindi da soli.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Ecco l’inizio del piano di Goku! Bulma e Vegeta sono soli in una stanza del palazzo del Supremo…cosa succederà? Accadrà qualcosa tra loro? E Yamcha?

Non vi resta che aspettare il prossimo capitolo!!

Grazie ancora per le belle recensioni!!

Frozen_WhiteFox, Ely 91, migena, laurakovac : grazie mille!!!

Alla prossima!!

 

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Capitolo 12
*** 12 : Rinchiusi ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

“CAPITOLO 12”

 

“Rinchiusi”

 

 

Non appena la porta si chiuse alle loro spalle, Bulma e Vegeta si fissarono l’un l’altra non sapendo che fare. Erano entrambi confusi e arrabbiati con Goku.

La ragazza fece un giro su sé stessa guardandosi attorno: la stanza era completamente bianca, si trovavano solo pochissimi mobili tra cui due poltrone e un letto, e un frigo gigantesco in un angolo.

Bulma si posò le mani sui fianchi: “E adesso?! Cosa cavolo pretendono da noi? E quando ci apriranno?” chiese al saiyan che non la degnò di uno sguardo. Sbuffando la terrestre andò alla porta e iniziò a picchiarvi i pugni e urlare di farla uscire. Ma ovviamente non era udibile all’esterno.

Posandosi con stizza le mani sulle orecchie, Vegeta le gridò di chiudere il becco. Bulma mise il broncio e si avvicinò a lui che nel frattempo era nei pressi del frigorifero.

Vegeta infatti aprì lo sportello ed iniziò a rovistare.

Bulma si avvicinò a lui con le mani sui fianchi. “Ma come fai ad avere fame in un momento simile?!” gli chiese arrabbiata “Non capisci che siamo in trappola?! Chissà quando ci apriranno!”

Vegeta sbuffò e prese a mangiare. “Apriranno presto, non temere. Se Kakaroth ha chiuso anche te qui prima o poi aprirà la porta. A meno che non voglia ucciderci entrambi…effettivamente ti sopporta da un sacco di tempo, sarà stufo di te!” le rispose ironicamente.

Bulma diventò rossa di rabbia. Come si permetteva?!

Senza rispondergli a parole gli lanciò un’occhiataccia congelante cui il saiyan rispose alzando le spalle.

Si sedettero poi distanti uno dall’altra, il principe a mangiare, la ragazza dai capelli azzurri a fissare il vuoto bianco.

 

“Cosa?! Vuoi…sposarla?!” chiese Trunks terrorizzato al terrestre di fronte a lui che arrossì imbarazzato.

“Già! E spero proprio che accetti!!” disse felicissimo iniziando poi a ridere sguaiatamente e in modo molto irritante. Trunks rimase a fissarlo: no…non andava affatto bene…se Yamcha chiedeva a sua madre di sposarlo quando lei non era ancora innamorata di suo padre…avrebbe anche potuto accettare!

E lui non sarebbe mai nato! No…doveva fargli cambiare idea a tutti i costi!

“Non credo sia una buona idea…” iniziò il ragazzo facendo fatica a continuare. Un bravo ragazzo come lui non era abituato a mentire, ma in quel caso doveva farsi forza. C’era il futuro in gioco.

Yamcha lo guardò confuso. “Perché scusa? Io amo Bulma e lei ama me! Perché non sposarci?” chiese ingenuamente. Rimasero entrambi in silenzio per un po’, poi Yamcha allargò gli occhi sorpreso e spalancò la bocca. Trunks lo guardò in confusione.

“Ho capito!! Ho capito perché non vuoi!!” disse Yamcha indicandolo con un dito. Trunks deglutì: come poteva aver capito la sua vera identità? Eppure era stato ben attento a non rivelarla!

“In realtà tu sei innamorato di Bulma!!” strillò Yamcha. “Ma non ti illudere, lei sta con me! E’ la mia ragazza, capito?!” lo avvertì il terrestre ricordandosi solo in seguito della potenza del giovane di fronte a lui. In uno scontro diretto non avrebbe certo avuto speranza di vittoria.

Trunks sbattè più volte le palpebre, si fece tutto rosso in viso e negò prontamente la supposizione di Yamcha. Meno male che era completamente fuori strada!

“Ah, no? E allora perché non vuoi che ci sposiamo?” chiese il terrestre.

“Ecco…beh…” iniziò il giovane del futuro “Fra due anni e mezzo arriveranno i cyborg…potresti non sopravvivere…vorresti far diventare Bulma una vedova?” chiese.

Yamcha ci pensò un attimo, poi sorrise. “Vedrai che non succederà! Goku sconfiggerà i cyborg! E ad ogni modo voglio sposare Bulma e trascorrere con lei come moglie questi ultimi anni di pace!” rispose il terrestre.

Trunks non sapeva come controbattere. Accidenti! Come fare? Yamcha sembrava assolutamente deciso a sposarsi, come poteva dissuaderlo?

L’unico modo che gli venne in mente fu far innamorare i suoi genitori. Spiccò il volo e si diresse al palazzo del Supremo a tutta velocità lasciando Yamcha da solo.

Meglio andare ad aiutare in qualche modo Goku e Piccolo…

 

Bulma sbuffò rumorosamente. Il tempo sembrava non passare mai. Erano rinchiusi solo da mezzora ma sembrava che fossero trascorse ore.

E Vegeta non si degnava nemmeno di farle compagnia: no di certo! Il caro principe si era infatti posizionato lontano da lei e, a gambe incrociate e fluttuando in aria, aveva cominciato a meditare.

Che modi! Qualsiasi altra persona si sarebbe interessata a farle compagnia, a parlare! Invece il principe dei saiyan se ne stava lontano per i fatti suoi! Che antipatico!

Bulma appoggiò la testa sulle ginocchia e cominciò a pensare.

Yamcha le aveva chiesto di sposarlo…

Non sapeva cosa fare. Da una parte il suo spirito di ragazzina le urlava di accettare e di sposarlo. Era quella parte che fantasticava sul ricevimento, sul vestito, sui fiori…Sembrava quasi la sua anima sedicenne del primo incontro con Goku. Quella che voleva le sfere del drago per conoscere il suo futuro sposo.

Ma l’altra parte, quella del raziocinio, quella che aveva visto la morte in faccia su Namecc, era molto più indecisa. Yamcha era un bravo ragazzo…su quello non c’erano dubbi…ma sarebbe stato in grado di essere anche un bravo marito?

Lei ne dubitava fortemente. Giusto pochi mesi prima avevano litigato per una sciocchezza e lei aveva sentito la forte tentazione di chiudere tutto per sempre. Si sentiva stanca di lui. Ormai mancava la passione, l’avventura, l’amore…tutto quello che l’aveva attratta inizialmente.

Si sentiva chiusa nella routine. Lei che si faceva in quattro per lui e lui che dimenticava gli appuntamenti e flirtava con le altre ragazze; poi lei si arrabbiava, litigavano, e dopo qualche giorno ritornavano insieme.

Era stanca di tutto quello.

Ma sposarlo…era sempre stata convinta che fosse Yamcha l’uomo giusto per lei. Non credeva si sarebbe mai innamorata di un altro. Ma passare la vita con lui…proprio non si vedeva.

Scosse la testa. Bah, era troppo confusa!!

Forse quella permanenza al palazzo del Supremo l’avrebbe aiutata a capire i suoi veri sentimenti.

Sentì un lieve rumore provenire dalla sua sinistra e alzò velocemente lo sguardo. Dal bianco del muro vide spuntare la sagoma di una porta che si aprì.

La ragazza balzò in piedi e urlò a Vegeta di guardare. Il saiyan aprì solo un occhio e, avvistata l’uscita, si apprestò ad imboccarla senza nemmeno aspettare Bulma che gli corse dietro cercando di stargli appresso.

La stanza che si presentò a loro era sempre bianca ma presentava al suo interno diversi vasi chiusi. La porta alle loro spalle si richiuse e i due furono nuovamente in trappola.

“Accidenti! Dobbiamo continuare così?! Goku dannazione!! Apri!!” urlò Bulma. “Taci donna…mi fai scoppiare la testa con quella voce!!” le urlò Vegeta tappandosi le orecchie. Bulma sbuffò.

“E quindi? Che facciamo?” chiese Bulma. Vegeta sembrò pensarci un momento, poi alzò una mano e iniziò a formare una sfera di energia. “C-che vuoi fare?!” gli chiese Bulma spaventata.

“Faccio saltare una parete, cos’altro se no?” chiese lui puntando un muro. Bulma lo fermò. “Aspetta!! Rischi di far saltare in aria anche noi! Goku ha detto che questo posto è una specie di fortezza, le pareti potrebbero rispedirti indietro il colpo!!

Il saiyan alzò le spalle. “Se anche fosse non ci sarebbero problemi! Non sono un debole umano, non mi farò nulla!”

“E non pensi a me? Io non sono saiyan, potrei anche morire!!” gli fece presente la ragazza terrorizzata. Lo conosceva abbastanza da sapere che sarebbe stato in grado di far saltare tutto.

Il saiyan la guardò. La fissò intensamente e Bulma deglutì sotto il suo sguardo. Probabilmente stava decidendo il da farsi, ovvero se la sua vita fosse abbastanza importante da essere risparmiata. La ragazza si lasciò andare in un sospiro di sollievo quando lo vide abbassare il braccio.

“Allora trova una soluzione! Non voglio restare qui a marcire con te!” le disse il saiyan incrociando le braccia al petto. Bulma ci pensò un attimo ma non trovando nessuna idea gli rispose: “Aspettiamo. Come hai detto tu Goku non potrebbe mai lasciarmi chiusa qui, prima o poi aprirà!”

Vegeta sbuffò. “E va bene. Ma non rompere o ti faccio fuori!” le disse lui dandole le spalle. Bulma gli fece una linguaccia e lo osservò mentre tornava a meditare.

Si sedette poi per terra e continuò a pensare a Yamcha.

 

Trunks volò velocemente per raggiungere il palazzo del Supremo. Le parole di Yamcha e la sua proposta gli rimbombavano in testa.

Aveva chiesto a sua mamma di sposarlo. Poteva esserci prospettiva peggiore? Sicuramente no.

Strinse i pugni con rabbia e aggrottò le sopracciglia, imitando involontariamente suo padre. Se qualcuno lo avesse visto in quel momento probabilmente lo avrebbe scambiato per Vegeta.

Visualizzò l’obelisco di Balzar e salì di quota. Atterrò poi velocemente davanti al palazzo ed entrò alla ricerca di Goku. Era molto agitato.

“Goku!” gridò quando avvistò l’inconfondibile capigliatura del saiyan. Questo era intento a mangiare e alzò la testa fissando il giovane del futuro con la bocca sporca e diversi chicchi di riso sparsi nella faccia.

“Oh, ciao Trunks!” gli rispose Goku mandando giù un’intera coscia di pollo in un colpo solo. “Dove sono i miei genitori?” chiese il ragazzo dai capelli lilla guardandosi attorno.

“Là dentro” rispose l’altro saiyan indicandogli una porta chiusa.

“Resteranno lì tutta la notte…apriremo domattina. Poi si vedrà” disse Goku riprendendo a mangiare.

“Ma cosa c’è in quella stanza?” chiese incuriosito il giovane.

“Vedrai…” rispose enigmatico il saiyan. A Trunks non restò altro da fare che aver fiducia in Goku.

 

 

Continua…

 

 

 

Spero di continuare ad appassionarvi!! E spero continuiate ad apprezzare la mia fanfiction!!

Ringrazio come sempre di tutto cuore le persone che hanno recensito, ovvero: ainat, Simply91, laurakovac, Ely 91 e migena!!!! Grazie 1000, sono commossa!!

Al prossimo capitolo!!

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** 13 : Passato... ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 13:

 

“Passato…”

 

 

“Accidenti! Dove diavolo sono?!” si domandò Vegeta con rabbia mentre correva lungo un corridoio di cui però non riusciva a scorgere la fine. Ed era tremendamente frustrante.

Non era in grado di vedere nulla.

Era tutto buio. Aveva quasi paura.

In lontananza, improvvisamente, vide Kakaroth. Furioso, accelerò la corsa per raggiungerlo. Il guerriero di fronte a lui aveva uno stupido sorriso stampato in faccia. Vegeta aveva voglia di spaccargliela.

Aumentò la sua aurea e si buttò contro il suo nemico, cercando di colpirlo. Kakaroth scomparve e riapparve alle spalle del principe.

Il sorriso sul suo volto era di scherno.

“Dannato!!” gridò Vegeta concentrandosi ulteriormente e sprigionando la sua aurea alla massima potenza. In tutta risposta l’altro saiyan raggiunse il livello del guerriero della leggenda.

Al suo fianco apparve anche Trunks che lo imitò.

Vegeta si sentiva un microbo al loro confronto.

Noooo!!!” gridò odiando sentirsi inferiore. Vide i due saiyan allontanarsi piano piano da lui e urlò nuovamente, sconfitto.

Il buio lo avvolse nuovamente e due piccole lacrime caddero dai suoi occhi.

Davanti agli occhi gli comparvero delle immagini della sua infanzia, in particolar modo suo padre.

“Vegeta…” disse lui “Tu diventerai un super saiyan, ne sono sicuro. E dominerai l’universo! Ho fiducia in te, ragazzo!”

*Hai ragione padre…” pensò il principe con un piccolo sorriso.

Doveva diventare invincibile. Il migliore. Doveva onorare il suo sangue regale.

“Sarò io il guerriero saiyan più forte dello spazio!!!” gridò con orgoglio.

 

“Vegeta…VEGETA!!” gridò Bulma ai suoi piedi.

Il saiyan spalancò gli occhi, uscendo dalla meditazione. Abbassò lentamente il volto e si ritrovò a fissare lo sguardo azzurro della donna.

Prese un profondo sospiro e atterrò delicatamente a terra.

“Stavi facendo un brutto sogno?” chiese lei. “Ti ho sentito gridare e lamentarti…per questo ti ho svegliato”

Lui sbatté ripetutamente gli occhi, poi ritornò a fissarla trucemente. “No. E comunque fatti gli affari tuoi. Non ho bisogno di te!” E le diede le spalle.

“Uffa! Scusami tanto! Non mi preoccuperò più per te!” sbottò lei fissandogli la schiena dritta. “Se fosse vero! Ma so che continuerai a farlo!” le disse lui girando appena il volto e mostrandole il suo profilo.

Lei gli fece una linguaccia e lui si rivoltò.

Rimasero in silenzio. Fu Bulma a spezzarlo.

Vegeta…secondo te cosa contengono quelle urne?” chiese lei indicandole. “Non lo so e non mi interessa” le rispose lui, apatico.

“Dici…dici che posso aprirle?” chiese lei preoccupata per la sua incolumità. Ma estremamente curiosa. Aveva passato parecchio tempo a fissarle ma non aveva avuto il coraggio di avvicinarsi da sola.

“Fai come vuoi” disse lui alzando le spalle. “Non è che mi staresti vicino, mentre lo faccio?” chiese lei speranzosa. Lui la guardò come se fosse impazzita. “E dai Vegeta! Fammi questo piccolo favore!! Del resto dovremo restare chiusi qui ancora per non so quanto tempo, fammi compagnia!” disse lei.

“Se lo faccio starai zitta per il resto del tempo?” chiese lui cercando di guadagnarci qualcosa. Lei annuì freneticamente, lo prese per mano e si avvicinarono alla prima urna. Lui sbuffò ma si lasciò trascinare.

Con lentezza e un po’ di paura, Bulma spostò il coperchio della prima urna e guardò all’interno. Era pieno di un liquido che sembrava acqua. La ragazza sbattè più volte le palpebre, leggermente dispiaciuta. “Tutto qui?” chiese fissando il suo riflesso.

Stava quasi per richiuderlo ma Vegeta la fermò.

“Aspetta donna. Guarda” le indicò lui l’acqua. Si stavano formando delle immagini.

Vegeta e Bulma si sporsero e rimasero a fissare il liquido.

 

Un piccolo ragazzino dai capelli dalla forma insolita e una lunga coda fluente passeggiava tranquillamente in cima al monte Paoz, trascinando con sé un gigantesco pesce. Fischiettava allegro già pregustandosi il banchetto quando udì un forte rumore a lui sconosciuto. Si girò, leggermente spaventato, e vide arrivare quella che lui non sapeva ma si trattava di un’automobile a tutta velocità.

Gridò impaurito.

La ragazza alla guida non fece in tempo a frenare e lo investì. “Oddio! Ho ucciso un bambino!” gridò lei in panico. Ma il ragazzino si rialzò massaggiandosi il sedere.

“Ahia! Ma cosa sei?! Sei un mostro vero!! Adesso ti faccio vedere io!” gridò lui afferrando l’auto e rovesciandola. La ragazza gridò.

Si sporse poi dal finestrino aperto e gli puntò contro una pistola. Sparò due colpi mirando alla sua testa. Il bambino cadde a terra.

“L’ho ucciso adesso?” si chiese lei guardandolo. Il piccolo era immobile a terra. Ma pochi secondi dopo si rialzò massaggiandosi la testa.

“Oh Kami! Perché non muore?” si domandò la ragazza terrorizzata, soprattutto quando lo vide estrarre un bastone e puntandoglielo contro.

“Cosa sei?! Una strega?” domandò lui minacciandola. La ragazza alzò le braccia in segno di resa. “Ehi! Macchè strega, sono solo una ragazza!” disse lei saltando fuori dalla macchina.

Il piccolo le girò attorno, incuriosito. Portava abiti che lui non aveva mai visto prima, aveva un grande fiocco rosso tra i capelli azzurri raccolti in una treccia e gli occhi più grandi che avesse mai visto. Lui e suo nonno Gohan erano molto diversi da quella creatura. Sembrava quasi di un altro pianeta.

Con il suo bastone il piccolo andò ad alzare la gonna della ragazza che lo sgridò sonoramente. Il bambino si scusò affermando di essere alla ricerca della sua coda.

Solo allora la ragazza dai capelli azzurri sembrò notare l’appendice pelosa del ragazzino e rise tra sé considerandolo un costume da carnevale.

“Io sono Son Goku” si presentò lui invitandola a casa sua. Lei annuì e, titubante, acconsentì a dirgli il suo nome. “Io sono Bulma Brief…” Goku cominciò a ridere. “Eh, eh! Che nome buffo! Bulma!” La ragazza divenne rossa di rabbia e imbarazzo ma decise di lasciar perdere.

Si diressero quindi a casa Son. Non appena entrarono Bulma notò la piccola sfera arancione in bella mostra all’ingresso e la prese subito in mano. Goku cercò di fargliela lasciare ma lei tirò fuori dalla sua borsetta altre due sfere uguali.

Ci fu poi un lungo discorso su misto di draghi, desideri e avventura e Bulma riuscì a convincere Goku ad accompagnarla alla ricerca delle sfere del drago.

“Cosa vuoi domandare al drago?” le chiese curiosamente il bambino. Lei rise sognante: “Voglio che mi faccia incontrare il ragazzo della mia vita!! E’ questo il mio grande sogno!! E prima o poi lo troverò!”

 

Bulma sbattè ripetutamente le palpebre quando le immagini svanirono dal vaso. Era il suo primo incontro con Goku. Guardò incuriosita Vegeta che le stava accanto. Era immobile. Poi lo vide sorridere.

“E così hai cercato di uccidere Kakaroth? Per due volte? Non me l’aspettavo da te!!” la prese in giro. Bulma si incupì “E’ stato un incidente! Hai visto anche tu che è apparso all’improvviso davanti a me! Non potevo frenare!” Vegeta continuò a sorriderle. “Già, ti ho vista anche prendere la pistola e sparargli!”

“Uffa!! E comunque è successo tanto tempo fa! Ormai non ha più importanza!” disse lei chiudendo gli occhi e girando la testa altrove, arrabbiata.

Rimasero in silenzio qualche minuto.

“Era quello il tuo desiderio?” chiese lui a bassa voce. Lei divenne rossa dall’imbarazzo: quanto doveva sembrare patetica e superficiale ai suoi occhi! Non voleva rispondergli ma sapeva di non potere negare. “Ti ho fatto una domanda donna. Rispondi” disse lui nuovamente.

Bulma annuì lentamente ma non lo guardò negli occhi, non ne aveva il coraggio.

“Sei una stupida…” arrivò l’offesa meritata del principe dei saiyan. Bulma strinse i pugni e cercò di non controbattere. “Trovare un ragazzo…è il desiderio più stupido che abbia mai sentito in vita mia!” continuò lui consapevole di ferirla. Voleva farlo. Quel piccolo momento del passato di lei lo aveva riempito di rabbia…

Sapeva che all’epoca lei era una sedicenne, glielo avevano detto in molti. E vedendo l’episodio gli erano tornati alla mente i momenti della sua vita quando lui aveva la stessa età.

Rinchiuso in una misera stanza, costretto a servire un mostro che lo picchiava quasi ogni giorno…per rinforzargli il fisico, diceva lui. Ma il principe aveva sempre notato il luccichio di soddisfazione e gioia che brillava sempre negli occhi di Freezer mentre senza pietà gli squartava la pelle e lo frustava con la sua coda. E a lui toccava subire…non aveva alternative. Quante volte si era svegliato sanguinante e dolorante immerso in una vasca rigeneratrice? Quanto sangue sputava ogni giorno dopo che Freezer aveva terminato?

Mentre quella stupida femmina terrestre viaggiava con Kakaroth a divertirsi per trovare un ragazzo, lui viveva all’inferno. Perché a lei era andata così bene? Perché non aveva sofferto almeno la metà di lui? Perché?!

Ricordava le umiliazioni, i combattimenti per sopravvivere, la solitudine…lei non sapeva nulla di queste!

Rammentò il discorso che si erano fatti mesi prima. Lei diceva di essere sola, ma non sapeva il vero significato di quella parola. Le mancava solo uno stupido compagno a scaldarle il letto e a farle compagnia. Non capiva il dolore di non avere nessuno al mondo, nessuno accanto, nessuno che lo capisse

Vegeta sentì di odiarla.

Era un nuovo tipo di odio, diverso da quelli che aveva provato in precedenza e che ancora sentiva. Aveva odiato solo poche persone nella sua esistenza: suo padre, Freezer e Kakaroth. E adesso Bulma.

Odiava suo padre per non aver affrontato con coraggio la tirannia di Freezer e per aver venduto il suo stesso figlio in cambio di protezione. Buffo che proprio ilprotettore’ era stato l’artefice dello sterminio dei saiyan.

Odiava Freezer per averlo fatto vivere all’inferno per tutta la sua infanzia, adolescenza e parte di vita di uomo.

Odiava Kakaroth per avergli rubato il suo sogno più grande: diventare il super saiyan della leggenda e distruggere il suo ‘padrone’ con le sue stesse mani.

E odiava Bulma perché aveva tutto ciò che lui non avrebbe mai potuto ottenere: la perfezione.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Capitolo un po’ triste, lo ammetto. Il caro Vegeta ripensa al suo passato e soffre notando quanto quello di Bulma sia stato invece meraviglioso.

Mi auguro comunque che vi sia piaciuto!

Inizia con il sogno che Vegeta aveva fatto quando nella versione ufficiale si era ferito con l’esplosione della stanza gravitazionale…spero si sia capito!

E per quanto riguarda i ricordi di Vegeta…beh, ho inventato qualcosina! Non so se veramente suo padre l’abbia venduto a Freezer, ma accettate questa mia interpretazione!!

Grazie per le bellissime recensioni di: Frozen_WhiteFox (felice di appassionarti!! Così però mi fai arrossire… *///*), Bulma93, mela, ainat e Simply91 (come vedete non è la stanza dello spirito e del tempo…non potevo certo farli restare chiusi un anno! Altrimenti, per quel che mi riguarda, gli avrei fatto fare Trunks e Bulma sarebbe uscita incinta di Bra!!...a parte gli scherzi, sarebbe stato davvero difficile far coincidere la nascita di Trunks perché sarebbe nato un anno prima! Spero comunque che anche questa alternativa di stanza del Supremo vi piaccia!), migena (so che i capitoli sono piuttosto corti ma mi serve per creare i giusti tempi nella storia! Sorry! Però mi faccio perdonare aggiornando spesso, no?) e laurakovac!!!

A presto!!

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Capitolo 14
*** 14 : ...presente... ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 14:

 

“…presente…”

 

 

“Vegeta…ecco…io…” provò a dire Bulma notando l’espressione del saiyan. Non l’aveva mai guardata così prima. Pareva furioso.

Parecchie volte, se non sempre, sembrava arrabbiato, ma in un modo diverso. Bulma sentiva di avere la pelle d’oca. Il principe sembrava quasi sul punto di picchiarla. E lei non avrebbe avuto scampo.

Ma perché era così? Ok, chiedere alle sfere del drago di portarle il ragazzo perfetto poteva essere un desiderio stupido…ma da qui ad infuriarsi?!

“Che ti prende?” chiese dopo un po’ sentendosi a disagio e desiderando di calmarlo.

Vegeta teneva lo sguardo fisso su di lei: dannata ragazzina. Bella, intelligente e intrigante…e con una vita perfetta. Sentiva dolergli le mani dalla voglia di tirarle uno schiaffo. Ma si trattenne. Era pur sempre un principe, non poteva abbassarsi a colpire una debole donna terrestre. Anche se la odiava.

“Niente” mentì dopo un po’ distogliendo lo sguardo.

Restarono in silenzio. Bulma non era molto convinta della risposta di Vegeta ma non disse nulla. Meglio lasciarlo in pace.

“Dici che questi vasi mostrano solo il passato?” chiese lei cambiando discorso. Non era mai stata tanto a disagio con lui. Il saiyan non la degnò di uno sguardo.

Preso un profondo respiro, Bulma andò ad aprirne un altro. Era curiosa e, comunque, quello sembrava l’unico modo di passare il tempo. Sempre meglio rivivere il passato piuttosto che restare in silenzio con un Vegeta così terrorizzante.

 

Bulma si trovava in centro con Trunks. Mancavano ormai pochi giorni alla festa di Natale e i due erano andati a fare shopping alla ricerca degli ultimi ritocchi e dell’albero natalizio.

Scaltramente, la terrestre aveva richiesto la presenza del suo giovane ospite. Yamcha era riuscito a scamparla a causa di improvvisi, quanto sospetti, allenamenti con la squadra di baseball e la giovane dai capelli azzurri non sarebbe stata assolutamente in grado di portarsi un albero gigantesco fino a casa da sola.

Trunks non era riuscito a rifiutarsi. Era un ragazzo così dolce e disponibile…Bulma gli voleva già molto bene, come se lo conoscesse da una vita.

Si fermarono in un ristorante a mangiare qualcosa. Lo stomaco per metà saiyan del ragazzo aveva iniziato a reclamare cibo e, ridendo, Bulma aveva acconsentito ad una piccola pausa. Trunks era arrossito ma la fame era tale che non era riuscito a trattenersi.

“Come vanno gli allenamenti?” chiese lei dopo che ebbero ordinato. “Bene. La camera gravitazionale è un ottimo luogo di allenamento, grazie ancora per averla costruita!” rispose il ragazzo mentre, per quietare leggermente il suo appetito, stava mangiando tutti i grissini. Bulma sorrise. “E con Vegeta? Come va?” chiese lei.

Trunks la guardò incuriosito. Poi rispose “Come sempre. Non mi degna di uno sguardo, ma del resto non mi aspettavo molto di più”

“In che senso, scusa? L’hai conosciuto anche nel tuo futuro?” domandò Bulma. Il ragazzo si morse un labbro.

“Diciamo che lo conosco di fama. Le persone rimaste in vita nel mio tempo mi hanno parlato di un po’ tutti i guerrieri e quindi anche di Vegeta” disse Trunks.

Ahh…capisco. Comunque Vegeta non dovrebbe comportarsi così male con te. E’ ospite anche lui eppure non dimostra neanche un po’ di gratitudine. E solo uno screanzato” disse Bulma sorseggiando la sua acqua.

Trunks ci pensò un momento, poi le rispose. “Non importa. E ad ogni modo credo di capirlo…Sai, ho sentito molte cose su di lui…una persona me ne ha raccontate molte, percui lo conosco abbastanza”

“E chi è stato, scusa?” chiese ovviamente Bulma. Trunks abbassò lo sguardo “Non posso dirtelo, scusa. Rischierei di modificare il futuro più di quanto non abbia già fatto

La ragazza dai capelli azzurri restò un momento sconfortata, ma poi si riprese.

“Come vuoi. Però mi piacerebbe davvero sapere chi ti ha parlato di Vegeta…e vorrei anche sapere cosa ti ha detto! Vegeta è sempre così riservato…chissà se un giorno si confiderà con qualcuno!” disse lei.

Per sua sfortuna non vide lo sguardo che Trunks le rivolse, altrimenti avrebbe potuto intuire che sarebbe stata proprio lei l’unica ad entrare nel suo cuore.

 

“E’ successo solo pochi giorni fa! Pensavo che avremmo visto solo il passato ma questo è più il presente!” disse Bulma quando le immagini terminarono.

Vegeta era immobile. Pensava alle parole di Trunks.

Chi poteva avergli parlato di lui? Il saiyan non era mai stato molto loquace con nessuno, non esprimeva mai i suoi sentimenti né rivangava il passato. Era per lui troppo doloroso.

Come poteva quindi quel ragazzino sapere delle cose su di lui? A meno che non avesse mentito giusto per zittire la donna…si, forse era così. Vegeta non si era mai confidato con nessuno…e non lo avrebbe neanche mai fatto. Sicuramente.

“Vegeta, guarda!” gridò Bulma vedendo comparire altre immagini.

 

Bulma guardò nuovamente l’orologio. Goku era in terribile ritardo. Lei lo conosceva da una vita e sapeva che la puntualità non faceva parte delle sue innumerevoli buone qualità. Ma per qualche ragione sperava che in quell’occasione sarebbe stato diverso…

Chissà, forse perché poteva essere una delle ultime occasioni di riunire il gruppo prima della sfida contro i cyborg…forse perché sperava che dopo essere stato lontano un anno sarebbe accorso per passare del tempo con loro…o forse lo desiderava solamente. Anche perché sapeva che se ci fosse stato Goku, Vegeta avrebbe potuto fare un salto alla festa.

Accidenti, perché non faceva che pensare a lui?

Era sola in terrazzo ad attendere l’arrivo di Goku. O almeno quello di Vegeta.

Si sporse leggermente e guardò al piano inferiore, notando che le luci della camera gravitazionale erano ancora accese. Vegeta si stava sicuramente allenando. La ragazza si ritrovò a sperare che non si ferisse. “Uff…sono una stupida…” borbottò lei. Preoccuparsi per quel saiyan che la odiava! Era o no stupidità allo stato puro quella?!

“Eccoti qui piccola! Perché dici di essere una stupida? Eppure sei così intelligente…” la adulò Yamcha raggiungendola. Come sempre non aveva capito nulla.

“Era per altri motivi…lascia stare” decise di far cadere lì il discorso. Non poteva dire al suo ragazzo che stava pensando ad un altro, soprattutto se si trattava di Vegeta. Bulma aveva intuito da parecchio tempo come il suo ragazzo si sentisse minacciato dalla presenza di Vegeta…era particolarmente geloso di lui. E ne era contenta.

Rimasero in silenzio per qualche istante, poi Yamcha prese la parola.

“Bulma…ci ho pensato molto…” cominciò cercando l’attenzione di lei. Bulma lo guardò.

“Ecco…” continuò arrossendo a vista d’occhio lui “Io…credo che noi-“

“Goku!!” gridò lei interrompendo il discorso di Yamcha. “Eh?” chiese lui girandosi. Il saiyan era appena arrivato con il teletrasporto al centro del salotto. Bulma corse all’interno lasciando solo il suo ragazzo che, con un sospiro, la seguì.

La ragazza si impegnò con Chichi a sgridare Goku e restarono entrambe di stucco quando il saiyan ricomparve improvvisamente.

“Che modi!” sbottò Bulma. Yamcha le si avvicinò. La prese per mano e la riportò in terrazzo. Voleva finire il discorso.

“Che ti prende Yamcha?” chiese lei, confusa. Nella sua testa stava pensando se Goku magari si fosse teletrasportato da Vegeta. Era eccitata all’idea che il saiyan riuscisse a far partecipare il principe alla festa.

Non si accorse nemmeno che Yamcha aveva infilato una mano in tasca e aveva tirato fuori una scatoletta blu scuro.

“Mi vuoi sposare?” chiese Yamcha di punto in bianco e tutto d’un fiato. Bulma sbattè le palpebre più volte. Fissò gli occhi su quelli scuri del ragazzo, poi li abbassò sull’anello di diamanti che lui le stava mostrando.

“Allora? Cosa ne dici?” chiese lui accarezzandole una guancia.

Bulma non rispose. Che fare?

I-io…ecco…” iniziò titubante. “Pensaci se vuoi. Ma sappi che aspetto una tua risposta…” continuò Yamcha.

Rimasero in silenzio a fissarsi mentre l’aria fredda invernale li faceva rabbrividire.

Bulma stava quasi per dare una risposta a Yamcha quando improvvisamente comparì Piccolo. Senza una parola andò diretto verso la donna dai capelli azzurri, se la caricò su una spalla e spiccò il volo.

 

Bulma si attorcigliò nervosamente una ciocca di capelli tra le dita. Era nuovamente in imbarazzo. Accidenti a lei e alla sua curiosità!

L’ultimo episodio non era certo adatto per essere condiviso con Vegeta…che vergogna! Chissà cosa doveva pensare! …un momento: perché le importava tanto?

Vegeta non sembrò prestarle attenzione. Aveva seguito interessato l’ultimo ricordo e non riusciva a dare un nome alle sensazioni che stava provando: indifferenza, fastidio, incredulità, rabbia?

Lei non aveva avuto il tempo di rispondere al terrestre ma probabilmente avrebbe detto di sì. E i due si sarebbero sposati.

Per qualche strano motivo non riusciva a vederli assieme: c’era troppa incompatibilità di caratteri. Lei era arguta, impertinente e dominatrice. Lui era un mollusco. Non sarebbero durati.

Però stavano insieme da tanto tempo…cosa li teneva insieme? Forse era per motivi sessuali…anche se dubitava che il terrestre sapesse come comportarsi a letto con una donna. Probabilmente…anzi no, sicuramente era sempre lei a mantenere il controllo del rapporto. Che perdente…Vegeta si ritrovò a sorridere tra sé…quel terrestre di nome Yamcha non era nemmeno in grado di prendere le redini in camera da letto. Come poteva essere lei soddisfatta con un tipo simile?

Senza accorgersene il saiyan si trovò a fissarla intensamente e la vide deglutire. La metteva in soggezione. Ahh…che bella sensazione!

Lei era una vera belva, doveva ammetterlo. Yamcha non sarebbe mai stato in grado di ammansirla. Ma lei non doveva esserlo. Era nata per essere libera, proprio come lui.

Doveva essere infuocata a letto…esattamente come lui. Il terrestre voleva spegnere il suo fuoco.

Al contrario Vegeta si accorse di quanto invece gli sarebbe piaciuto alimentarlo.

 

 

 

Continua…

 

 

 

I sentimenti di Vegeta cambiano! Nel capitolo precedente la odiava, adesso vuole portarsela a letto! >.<

Forse come cambiamento è troppo repentino…ma in fondo nemmeno Vegeta vuole che Bulma sposi Yamcha. E la prima cosa che gli capita agli occhi è la loro incompatibilità sessuale.

Credo che siate d’accordo con me sul fatto che inizialmente la relazione di Bulma e Vegeta sia stata soprattutto sessuale, almeno dalla parte di lui. E il nostro Vegeta vuole portarsela già a letto e farle lasciare Yamcha! Questo non significhi che non la odi più, anzi, ma è pur sempre un passo avanti, no?

Grazie come sempre per le recensioni di: ainat, ecstasyandwine, AshleyRiddle (mi diverto anch’io a descrivere Vegeta e Bulma, lo ammetto!! ^^), Ely 91, Topy, migena e Stelly88!!!!

A presto!!

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Capitolo 15
*** 15 : ...futuro ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

 

CAPITOLO 15:

 

“…futuro”

 

 

“L’hai visto anche tu…sei il solo che lo sa” disse Bulma riferendosi alla proposta di matrimonio di Yamcha. Sorrise leggermente intristita: tra tutte le persone a cui farlo sapere, proprio Vegeta doveva essere il primo?

Si sentiva a disagio. E non sapeva neppure perché. Lei e Vegeta vivevano insieme, ma tra loro c’era solo odio. Nulla più.

E dunque perché sentirsi imbarazzati di fargli sapere che forse si sarebbe sposata con il suo ragazzo? Perché la intimidiva dirglielo? Perché si sentiva quasi in colpa?

Non avrebbe dovuto. Scosse forte la testa: no, non doveva vergognarsi.

Lo guardò a testa alta, aspettando un suo commento. E si trovò a fissare i suoi occhi scuri.

Lei non se n’era accorta ma da qualche minuto ormai il saiyan la stava osservando dalla testa ai piedi. Sembrava come se la stesse studiando in ogni suo particolare. Bulma non era abituata ad una pressione tale.

Deglutì nervosamente e gli domandò con voce alterata perché la stesse guardando. Lui non le rispose.

Accidenti quanto lo odiava quando non le prestava attenzione!

“Vegeta! Smettila di fissarmi così, capito?!” disse lei incrociando le braccia al petto e girandosi con il volto. Era tesissima!

I saiyan sorrise leggermente ma non smise di guardarla. Quella donna sapeva essere irritante ma era bella da togliere il fiato. Tra le lenzuola doveva essere incontenibile. Era a secco davvero da molto tempo…non ricordava nemmeno più l’ultima volta che era stato con una donna. E averla così vicina aveva risvegliato i suoi più bassi istinti. La voleva. Era un sentimento improvviso e inaspettato per lui. Chissà, forse la desiderava solo giusto per fare un dispetto al terrestre che la voleva in moglie…

Questo pensiero lo disgustò. Non era caduto così in basso da fare una cosa solo per il gusto di ferire una mezza calzetta terrestre. Non era da lui. Distolse quindi lo sguardo da lei.

Avrebbe potuto averla in qualsiasi momento, di quello era consapevole. La donna era decisamente debole, non si sarebbe mai potuta opporre. E quella stanza sembrava il posto adatto per farla sua, senza nessuno attorno che potesse interromperli. Anche se non ne era così sicuro; per quello che sapeva lui Kakaroth poteva essere rimasto tutto il tempo ad osservarli…e se avesse fatto una mossa sulla donna dai capelli azzurri lui sarebbe intervenuto in sua difesa e per Vegeta non ci sarebbe stato scampo. Meglio trattenersi.

Aveva ancora due anni e mezzo da vivere alla Capsule Corporation, ci sarebbero state occasioni. Per il momento era ancora troppo presto.

“Donna, apri anche il prossimo vaso” le ordinò Vegeta. Doveva distogliere i suoi pensieri da lei. Meglio guardare altre immagini.

Bulma lo guardò leggermente delusa: sperava di parlare un po’ con lui riguardo alla proposta di Yamcha. Non che fossero amici o altro, anzi, fosse stato per lei probabilmente non gli avrebbe detto nulla…ma le sarebbe stato utile parlare con qualcuno.

Alzò le spalle e decise di fare come diceva Vegeta. Chissà, probabilmente il saiyan non aveva nemmeno mai avuto una relazione seria con una donna. Lui non le sarebbe stato comunque di aiuto. Poco male.

 

Era il mese di ottobre. Le foglie gialle cadevano leggiadre dagli alberi accumulandosi nel giardino della Capsule Corporation. Nonostante il freddo la signora Brief, avvolta in un giaccone rosa confetto all’ultima moda, armeggiava tra le sue piante nella piccola serra fuori casa.

“Bulma! Tesoro!” urlò la donna bionda salutando la figura alla finestra del salotto. La ragazza dai capelli azzurri agitò piano la mano e rispose al sorriso. Poi si girò e andò a riaccomodarsi sul divano.

Appoggiò una mano al bracciolo e, con l’altra appoggiata al ventre gonfio, si sedette a fatica. Poi sospirò. Quella gravidanza la stava uccidendo.

Prese svogliatamente il telecomando e iniziò a fare zapping alla ricerca di qualsiasi cosa che la distraesse. Senza successo. Lanciò poi il piccolo aggeggio contro la TV e buttò la testa indietro.

“Mancano tre mesi compreso questo al parto…e poi ce ne sono solo sei prima dell’arrivo dei cyborg…” disse ad alta voce accarezzandosi il ventre. Era triste. Il suo bambino rischiava di nascere e morire poco dopo. Ma non aveva rimpianti in quello che aveva fatto. Nonostante tutto quello che potesse affermare il padre del piccolo, lei era contenta di averlo concepito. Si era innamorata follemente e quella vita dentro di lei era prova del loro amor. Il bambino era speciale…nelle sue vene scorreva per metà il sangue dell’uomo che avrebbe amato per tutta la sua esistenza, e anche per questo motivo la donna aveva deciso di tenerlo.

Ahhh…chissà cosa fa adesso il tuo papà, piccolo!” disse Bulma rivolta alla sua pancia. “Probabilmente si sta allenando…manca meno di un anno all’arrivo dei cyborg!” continuò.

Le piaceva parlare con il bambino. Sentiva quasi di avere già un legame con lui. Già…un lui. Era stato proprio il suo uomo ad assicurarle che fosse un maschietto. Il ginecologo aveva solo confermato il tutto.

Presto Bulma Brief sarebbe diventata mamma.

Era terrorizzata quanto eccitata all’idea. Da anni ormai, da quando aveva conosciuto Gohan, desiderava avere un bambino. Si sentiva quasi indietro a Goku e Chichi. Loro erano più giovani di lei, eppure erano già genitori. E Gohan era così squisitamente dolce ed educato che chiunque avrebbe desiderato diventare la sua mamma. Bulma sperava solo che il suo piccolo sarebbe stato perfetto quanto il piccolo Son.

“Che fame!” sbottò all’improvviso Bulma. “Accidenti a te però, mi fai mangiare come un bue!” disse rivolta al suo bambino.

Si recò in cucina e iniziò a rovistare in frigorifero. “Sto diventando come Vegeta!” gridò maledicendo silenziosamente il suo compagno.

Impegnata a rimpinzarsi, sentì solo al secondo colpo la voce di sua mamma che la chiamava. Bulma prese un pacchetto di patatine e scese all’entrata dalla signora Brief.

“Eccoti tesoro! E’ arrivato Yamcha!” le disse la donna bionda. Bulma si infilò il cappotto ed andò ad accogliere il suo amico.

“Sei sempre più bella lo sai?” le disse lui galantemente. Bulma sorrise, non sentendosi affatto attraente. Yamcha era già carico di pacchi e pezzi di legno e la ragazza incinta gli indicò di entrare e portare il tutto al secondo piano nella stanza del piccolo.

Yamcha appoggiò il carico e i due si abbracciarono. Bulma notò che il ragazzo indugiava parecchio nell’avvicinarsi al suo pancione e gli disse: “Non avere paura! Non ti mangia mica!”

Lui arrossì e si grattò nervosamente la testa. “Scusa. E’ insolito vederti così!” si scusò. “Ma non ti sei ancora abituato?! Sono mesi che sono in questo stato, forza!” gli rispose lei dandogli una pacca sulla spalla.

I due iniziarono poi a scartare i pacchi e ad assemblare i mobili della stanza del bambino.

 

Bulma era senza parole. Ecco una visione del futuro…dell’imminente futuro!

“Oh Kami…” disse dopo un po’ quando riuscì nuovamente a pensare. Sarebbe rimasta incinta…avrebbe avuto un figlio…era impossibile!

Fece un rapido calcolo mentale: sarebbe rimasta incinta il prossimo anno.

Quindi era destino…lei e Yamcha si sarebbero veramente sposati! E non solo!

Sarebbe diventata sua moglie…

Non sapeva se gioire o meno. Quella visione era stata provvidenziale, ora conosceva a grandi linee il suo futuro…allora perché non era soddisfatta? Perché le sembrava strano che avrebbe acconsentito a sposare il suo ragazzo?

Guardò in panico Vegeta che non aveva mosso un muscolo per tutta la durata delle immagini. Lui, sentendosi osservato, la guardò e notando la sua espressione le chiese malamente che cosa avesse.

“Ma…non sei sconvolto anche tu?!” gli chiese lei indicando l’acqua con un dito. Il saiyan la guardò come se fosse impazzita. “Cosa diamine vuoi che mi interessi se avrai un figlio?! Non sono affari miei!”

“Però…” continuò Bulma. “Però un cavolo! Non mi importa se avrai un figlio o altro!” disse lui alzando il tono di voce, poi lo abbassò e le disse con una smorfia “Non sei felice? A quanto pare il mollusco con cui stai è il tuo ‘ragazzo ideale’” disse ironicamente. “Dovresti essere contenta, non hai nemmeno dovuto esprimere il desiderio con le sfere del drago!”

Bulma si morsicò il labbro inferiore. Che insensibile.
A lui non importava nulla di lei. Aveva appena scoperto una novità incredibile e a lui non era assolutamente interessato. Come poteva non importargli? Dopotutto sperava fossero amici, o qualcosa di simile! Possibile che in quei mesi non fosse riuscita a conquistarsi un piccolo posticino nel suo cuore? Forse aveva ragione Yamcha nel dire che Vegeta non ce l’aveva.

Altre immagini iniziarono a comparire nell’urna e Bulma abbassò lo sguardo, curiosa di scoprire nuovi fatti del futuro.

 

Cinque minuti. Il bambino era rimasto tranquillo per soli cinque minuti. Piccolo lasso di tempo non riempito da strepiti e pianti. Troppo poco tempo! Bulma buttò la testa contro il tavolo e, svogliatamente, tornò in sala dove si trovava il box del suo piccolo.

“Mi farai diventare matta!” gli urlò prendendolo in braccio. Il bambino non accennò a calmarsi. “Dannazione! Piantala di piangere!” gridò lei. Ma non ottenne nulla.

Iniziò a camminare avanti e indietro, a cullarlo, se lo posò su una spalla e gli accarezzò lievemente la schiena. Nulla.

“Tesoro” arrivò in suo soccorso la madre. “Forse ha fame!” le disse con il solito sorriso. “Mamma ha mangiato solo mezzora fa!” rispose Bulma al limite della sopportazione. “I bambini della sua età mangiano molto…” continuò la signora Brief andando ad accarezzare la testa del suo nipotino. “E lui in particolar modo!” concluse Bulma sbuffando.

“E va bene…lo allatterò ancora…accidenti, ha solo un mese e già non lo sopporto più!” disse la ragazza dai capelli azzurri e si incamminò nella sua stanza.

Si accomodò quindi sulla sedia a dondolo che aveva comprato ancora durante la gravidanza e, aperta la camicetta, offrì un seno al piccolo che iniziò a banchettare allegramente.

Bulma sorrise. Il suo bambino sapeva essere odioso e scocciatore, ma quando era in silenzio era meraviglioso. “Oh tesoro..cominciò la ragazza “Sei proprio bello lo sai? Proprio come il tuo papà! E diventerai forte come lui, vero?”

Il suo piccolo assomigliava tantissimo al padre. Se non fosse stato per il colore di capelli e di occhi, sarebbero stati praticamente uguali.

Bulma continuò a cullare li bambino e ad allattarlo finchè non sentì la porta della camera scricchiolare leggermente. Alzò lo sguardo e si trovò davanti Vegeta. Chissà da quanto era lì…

“Vegeta!” urlò lei cercando di coprirsi il seno. Avevano litigato furiosamente solo il giorno prima, non poteva mostrargli le sue grazie. “Che diavolo ci fai qui?!” continuò alzandosi e dandogli le spalle.

“Domani parto” disse lui dopo un attimo. Lo disse velocemente e a voce bassa, e a Bulma fece lo stesso effetto di uno schiaffo. Ma doveva essere forte. “Dove…dove andrai?” chiese lei con il cuore sanguinante.

“Nello spazio. Tornerò quando arriveranno i cyborg” rispose lui incrociando le braccia al petto. Bulma annuì lentamente. Si chiese automaticamente se se ne stesse andando per colpa sua, per colpa del bambino, o altro.

“Devo diventare un super saiyan” disse ancora Vegeta stringendo gli occhi. Non era ancora riuscito a raggiungere l’agognato livello. Sulla Terra doveva sempre trattenersi…con la sua potenza rischiava di far esplodere il pianeta e più volte aveva quasi distrutto la Capsule Corporation. Doveva andare nello spazio, e tornare ad allenarsi come faceva un tempo, liberando tutta la sua energia.

“Capisco…” disse Bulma non guardandolo in faccia. “Vuoi…vuoi che ricontrolli la navicella?” chiese ancora. “L’ha già fatto tuo padre” rispose Vegeta.

Non c’era nient’altro da dire. Il saiyan la lasciò sola nella stanza e tornò nella GR. Bulma si andò a sedere sul letto. Una piccola e calda lacrima scivolò sulle sue guance ed andò a cadere sul volto addormentato del bambino che teneva in braccio.

 

 

 

Continua…

 

 

 

Ecco terminato anche il capitolo sul futuro, mi auguro vi sia piaciuto!!

Grazie come ogni volta per aver letto il capitolo e in particolar modo a chi ha recensito!! Ely 91, Mela, migena, laurakovac, ainat, chibi chu : GRAZIE!!!

Alla prossima!!

 

 

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Capitolo 16
*** 16 : Incomprensioni ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 16:

 

“Incomprensioni”

 

 

 

Restarono entrambi in silenzio. L’ultima scena era stata piuttosto toccante. Lei, con in braccio un minuscolo bambino pestifero ma bellissimo colta nell’atto più dolce che una donna possa compiere; lui, imperturbabile e freddo come sempre, ma desideroso di darle una spiegazione per la sua improvvisa ed inevitabile partenza.

I Bulma e Vegeta della visione sembravano decisamente più maturi degli attuali…sul volto di entrambi si era intravista un’ombra nuova, fatta di sofferenza e di esperienze nuove e sicuramente importanti.

“Wow…” disse dopo un po’ la ragazza ritrovando la forza per parlare. Un moto di tristezza la pervase. La Bulma del futuro le era parsa così sofferente…la lacrima che le aveva percorso il viso era carica di tristezza.

Lei stessa aveva sentito la solitudine attanagliarle il cuore. Ma perché la donna che aveva visto aveva reagito in quella maniera alla partenza di Vegeta? Lui era solo un ospite…logicamente se ne sarebbe andato prima o poi. E quella lacrima versata…possibile che nutrisse dei particolari sentimenti nei confronti del saiyan?

Ci pensò un momento, poi giunse ad una conclusione. I due avevano convissuto sotto lo stesso tetto per due anni e mezzo…era logico che si fosse creato una specie di legame. Lei era tipo da affezionarsi alle persone, era questa la causa della lacrima versata. Sicuramente.

Le sembrava anche strano che Vegeta sarebbe rimasto da lei per tutto quel tempo. Da quel che aveva capito molto presto sarebbe diventata la moglie di Yamcha…possibile che avrebbe fatto restare il principe con loro?

Ma effettivamente la Capsule Corporation era molto spaziosa e Vegeta si faceva vedere solo in rare occasioni. Quindi non avrebbe certo disturbato gli sposini. Anche perché lui sembrava quasi allergico alle smancerie da innamorati…sarebbe rimasto decisamente alla larga da loro!

Dal canto suo Vegeta pensava a ben altro. Non sarebbe diventato super saiyan nemmeno dopo due anni e mezzo di allenamento?! Era impossibile! Dannazione! Quindi il suo desiderio di potenza non sarebbe stato esaudito per ancora molto, molto tempo.

Strinse forte i pugni dalla rabbia. Forse l’allenamento nella GR non era il metodo giusto…forse sarebbe stato meglio per lui partire subito per lo spazio ed allenarsi a modo suo.

Si…non c’erano alternative. Guardò Bulma che nel frattempo aveva iniziato a mangiarsi le unghie: vedersi con un bambino tra le braccia probabilmente l’aveva sconvolta. Debole donna terrestre…

Un figlio. Un piccolo moccioso con gli occhi azzurri come i suoi. E tremendamente rompiscatole come lei. Quasi, quasi si dispiacque leggermente per Yamcha…sarebbe andato incontro ad un futuro terribile! Se quel bambino era uguale alla madre, meglio non farlo nascere affatto!

Ma doveva ammettere che la scena dell’allattamento era stata piuttosto bella…

“Ne…ne apriamo un altro?” chiese Bulma cercando di spezzare in qualche modo l’imbarazzante silenzio in cui erano caduti. Vegeta annuì.

La donna allora cercò di svitare il tappo del seguente vaso ma senza successo. Il saiyan inarcò le sopracciglia e le rinfacciò sgarbatamente di essere una mammoletta. Bulma gli sbraitò allora di provare con le sue stesse mani e il saiyan acconsentì: non rinunciava mai ad una sfida.

Provò e riprovò ma il vaso sembrava sigillato con un materiale a prova di saiyan. Bulma rise di gusto ma smise subito non appena il principe minacciò di ucciderla.

Le rimase ad ogni modo sul volto l’ombra di un evanescente sorriso.

“Visto che non possiamo più aprire i vasi, che facciamo?” chiese lei abbracciandosi le ginocchia.

“Non mi interessa cosa fai tu. Io torno a meditare” annunciò il saiyan alzandosi. “Ma…” provò a bloccarlo lei ma fu zittita da un suo gesto. “Ricorda la tua promessa donna: io ho aperto quei vasi con te, in cambio tu starai zitta e buona per il resto del tempo”

Bulma sbuffò mentre lo vedeva allontanarsi con il sorriso sulle labbra Dannato! Quanto era odioso! Non poteva nemmeno lamentarsi con lui!

Poco male. Tanto non le avrebbe dato retta. Abbassò il volto sulle ginocchia e riprese a pensare al suo futuro…quando sarebbe uscita da quella dannata stanza avrebbe dovuto parlare a Yamcha ed acconsentire alle nozze. C’era molto a cui pensare…a tutto il suo futuro.

 

“Goku? Quanto manca?” chiese Trunks al saiyan al suo fianco. Piccolo si trovava poco distante appoggiato al muro con gli occhi chiusi. I tre guerrieri erano in piedi di fronte alla stanza in cui avevano rinchiuso Vegeta e Bulma e aspettavano per aprire ai due.

Il saiyan guardò la clessidra a fianco della serratura: mancavano pochi minuti. Chissà come era andata fra i due…vedere passato, presente e futuro poteva aver contribuito ad avvicinarli? Goku lo sperava. Trunks meritava di vivere. Era un ragazzo straordinario.

Arrivò anche Popo che si affiancò ai guerrieri: come custode del palazzo era suo compito aprire le stanze.

“E’ ora” disse il servitore dalla pelle scura afferrando la maniglia. Trunks deglutì, Goku sorrise e Piccolo aprì gli occhi senza muoversi dalla sua posizione.

Popo aprì lentamente la porta ed una forte luce colpì i guerrieri in volto. Era il momento della verità.

 

Bulma si accorse immediatamente che la porta era stata aperta. Scattò in piedi ed urlò il nome di Vegeta. Il saiyan borbottò qualche parolaccia ma perdonò la donna per averlo disturbato poiché comprese che fosse per un motivo più che lecito. Planò velocemente da dove stava fluttuando in aria e prese con decisione la direzione della porta senza nemmeno aspettare Bulma che gli corse immediatamente dietro.

Con le braccia conserte e lo sguardo gelido Vegeta uscì dalla stanza e si scagliò immediatamente contro Goku tirandogli un pugno e buttandolo a terra. Il saiyan, sorpreso, non riuscì ad evitare il colpo.

“Goku!” strillò Bulma affiancandosi al principe. Se Vegeta preferiva agire con la forza, Bulma si sfogava urlando. Al povero Goku non restò che subire la loro ira.

“Cosa cavolo ti è saltato in mente?! Rinchiudermi per un sacco di tempo in una stanza con questo bruto!” gridò Bulma sovrastando il suo amico. “E tu…” si rivolse a Piccolo “trattare così una signora! Screanzato!”

Avrebbe urlato per molto, molto tempo ancora se non fosse stata distratta da Vegeta che, senza una parola, si incamminò lontano deciso a tornarsene a casa.

Era l’alba ormai. Il sole era una pallina rossa in cielo e gli uccellini avevano appena cominciato a cantare. Era l’ora in cui il saiyan solitamente iniziava l’allenamento.

“Vegeta!” gridò lei chiedendogli poi dove stesse andando. Lui non le rispose e spiccò rapidamente in volo.

Bulma si posò minacciosamente le mani sui fianchi e lo guardò andarsene. Che razza di persona…non le aveva fatto un minimo di compagnia quella notte!

Trunks si avvicinò a sua madre cautamente. Da come si comportavano probabilmente non era cambiato nulla tra i due. Sospirò tristemente.

“Come è andata questa notte?” chiese Goku improvvisamente avvicinandosi alla sua amica con una mano posata sulla guancia gonfia a causa del pugno di Vegeta. “Che stanza insolita! C’erano delle strane urne e abbiamo visto il passato, il presente e il futuro!” disse lei.

Poi si bloccò un momento, pensando. “Ora che ci penso…” cominciò poi rivolta a Goku “Tu come facevi a sapere che avrei avuto un bambino? Hai guardato anche tu in quei vasi?”

Goku fece il finto tonto. “Non fare quella faccia! Ho visto chiaramente che avrò un bambino! E tempo fa tu mi dicesti la stessa cosa!” gridò Bulma puntando il suo amico con un dito.

“Beh…ecco…me l’ha detto Trunks!” gridò il saiyan indicando il giovane che fece un passo indietro, impaurito dall’essere stato messo in mezzo.

Bulma sbattè le palpebre: era logico che il ragazzo lo sapesse, dopo tutto proveniva dal futuro! “E dimmi, come lo chiamerò? E Yamcha come si comporterà con lui?” chiese lei.

Trunks sgranò gli occhi. Cosa centrava Yamcha?

“Non posso dirti il nome…” rispose così alla prima domanda. Che sua madre pensasse che il padre del bambino fosse il suo attuale ragazzo? Oh, no…

Goku si grattò nervosamente la testa e chiese sottovoce a Popo esattamente cosa facessero vedere i vasi.

“Il vaso del futuro non rivela mai completamente tutto…” rispose il servitore “Non possiamo rischiare di svelare troppo del futuro. A Bulma è stato mostrato che avrà un figlio ma non l’identità del padre…”

“Urca!!” gridò Goku sbattendosi una mano sulla faccia. Che pasticcio! Bulma ora credeva che si sarebbe sposata con Yamcha! Che guaio!

“Che ti prende Goku?” chiese lei notando la strana reazione del saiyan. “Nulla nulla!” rispose lui agitando le mani.

Bulma alzò le spalle e si rivolse a Trunks. “Beh, andiamo a casa anche noi?” chiese “Devo farmi una bella dormita! Non ho chiuso occhio stanotte!”

Il ragazzo annuì e la prese in braccio, tristemente. Il futuro era sempre più a rischio.

“Ci si vede!!” gridò lei agitando una mano mentre il mezzo saiyan si alzò in volo in direzione della Città dell’Ovest.

 

Alla Capsule Corporation, Vegeta stava rovistando tra i cassetti del laboratorio di Bulma alla ricerca di una determinata capsula. Quella della sua navicella spaziale. Doveva partire immediatamente ed andare ad allenarsi nello spazio.

Ma accidenti non riusciva a trovarla!

Sapeva che era la soluzione ideale. La visione del futuro l’aveva convinto ulteriormente. Doveva andare altrove, in un posto in cui poteva sfogarsi liberamente. Si sentiva quasi in trappola in quel pianeta. E anche nella sua stanza gravitazionale. Troppe volte Trunks si era intromesso, salvandolo. Come nell’occasione con le sfere di energia. Se non fosse stato per il super saiyan sicuramente la stanza sarebbe esplosa e lui si sarebbe salvato a fatica. Ma sarebbe stato pur sempre utile!

Un saiyan si rinforza ogni volta che recupera le energie dopo essere stato in fin di vita…chissà, probabilmente sarebbe diventato molto più forte ferendosi nell’esplosione!

Nell’ennesimo cassetto che aprì trovò finalmente la capsula che cercava. Stava quasi per andare in giardino e partire quando Bulma e Trunks arrivarono in laboratorio.

“Vegeta!! Cosa stai facendo?!” urlò Bulma correndogli incontro. Il suo laboratorio era disastrato per colpa di quel saiyan. I cassetti erano rovesciati a terra, i progetti sparsi, la sua cassetta degli attrezzi era aperta e rivoltata. Sembrava fosse passato un tornado! Accidenti a quel saiyan…se non fosse stato così dannatamente forte lo avrebbe sicuramente preso a calci!

“Cercavo questa” disse lui tranquillamente mostrandole la capsula. Bulma la riconobbe immediatamente. “E’ la navicella spaziale…” disse infatti mettendosi una mano davanti alla bocca.

“Cosa vuoi farci?” chiese lei. “Mi sembra ovvio. Vado nello spazio. Quella visione è stata provvidenziale…invece di partire fra due anni partirò adesso” disse lui con un sorriso perfido.

Doveva andarsene. Sentiva di starsi rammollendo.

U-un momento…” li interruppe Trunks. Una prospettiva terribile si affacciava a lui. Se suo padre partiva in quel momento non sarebbe certo più tornato prima dell’arrivo dei cyborg, sua mamma si sarebbe sposata sicuramente con Yamcha e lui non sarebbe mai esistito!

“Che vuoi ragazzino?” gli chiese Vegeta sgarbatamente. “Non puoi andartene!” gridò il mezzo saiyan.

Vegeta inarcò un sopracciglio. “E perché, di grazia?” chiese per nulla gentilmente. “Il tuo destino è in questo pianeta! Almeno per qualche tempo!” cercò di dire Trunks senza rivelare troppo.

“E sentiamo, cosa dovrebbe succedere?” chiese Vegeta incrociando le braccia al petto. “Non posso dirtelo…” rispose il ragazzo a bassa voce. Avrebbe tanto desiderato urlare ad entrambi che era lui quel bambino che avevano visto nel futuro, che loro erano i suoi genitori e che sarebbero dovuti stare insieme! Che Bulma aveva mal interpretato tutto, che non doveva sposare Yamcha ma anzi doveva mollarlo perché non l’avrebbe resa felice! Che Vegeta doveva restare sulla Terra ad allenarsi e stare accanto a sua madre e che si sarebbero innamorati! Che era quella la chiave per diventare super saiyan, ovvero aprire il suo cuore ad un’altra persona!

Ma non poteva.

“In questo caso non mi interessa!” disse Vegeta, poi puntò gli occhi su Bulma. Le lanciò la capsula e le ordinò di controllare che tutto fosse a posto.

Ma la ragazza non si mosse. “Beh, che aspetti donna?” le chiese lui aggrottando le sopracciglia. “Non lo farò” disse lei decisa. “Cosa?!” domandò Vegeta odiando quando veniva contraddetto, soprattutto quando era lei a farlo.

“Mi hai sentita. Trunks ha detto che il tuo destino è qui almeno per un po’, e io mi fido di lui. E hai visto anche tu nel vaso…te ne andrai tra due anni. Ma per ora resterai qui” concluse lei.

Trunks la guardò con gratitudine ma ebbe paura che suo padre non avrebbe acconsentito. Vegeta infatti sembrava furioso: le sopracciglia aggrottate, i pugni serrati, la mascella rigida e i denti stretti. Faceva decisamente paura.

“Tu patetica terrestre…” cominciò il saiyan avvicinandosi. “Minacciami quanto vuoi! Ma non cambierò idea! Sono la sola che può ripararti la navicella, e sappi che manca totalmente il carburante! E non pensare nemmeno di chiederlo a mio padre…lui se la prenderebbe così comoda che il tutto sarebbe pronto lo stesso fra due anni!” disse Bulma con decisione.

E Vegeta non potè far altro che arrendersi a lei. Con un profondo ringhio il saiyan le diede le spalle ma prima che potesse andarsene Bulma gli disse: “Per farmi perdonare ti potenzierò la GR, ok?” Vegeta uscì dal laboratorio con una mera consolazione.

“Grazie” disse Trunks con il cuore guardando sua madre ammirato. Bulma scosse la testa con un radioso sorriso. “Di niente! Spero solo che il motivo per cui Vegeta deve restare qui per altri due anni sia così importante…” il ragazzo annuì.

Bulma poi sbadigliò e annunciò che sarebbe andata a riposare. Trunks la guardò, sorridendo, e sussurrò: “Non immagini neanche quanto…”

 

 

 

Continua…

 

 

 

Ehhh...il nostro Veggy è troppo impegnato con i suoi allenamenti per notare Bulma! Ma non sarà sempre così…prima o poi…

Ma per ora è troppo presto. L’unico suo pensiero è diventare un super saiyan ed è quasi sul punto di andarsene nello spazio! W Bulma!! [oddio recensisco persino la mia ff!! Sono malata! Ma ci tengo ad esprimere il mio punto di vista…ulteriormente!]

Mi auguro che continui a piacervi!!

GRAZIE come sempre per aver letto e un GRAZIE 1000 a chi ha recensito!! Adoro trovare i vostri commenti, sempre così belli!! Mi commuovo sempre!! *.*

ainat, Bulma93, Ely 91, GIUGIU94, Mela, chibi chu, Mikysimpa, migena …VI ADORO!!!

Al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 17
*** 17 : Preparativi ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 17:

 

“Preparativi”

 

 

Era arrivato il mese di aprile. Bulma, dopo aver acconsentito a sposarsi con Yamcha, aveva passato le settimane ad organizzare il matrimonio del secolo.

Trascorreva i giorni a sfogliare riviste, faceva ricerche in internet, richiedeva il consulto dei migliori esperti del mondo. Voleva che tutto fosse perfetto.

Trunks la guardava tristemente entusiasmarsi per una cosa che non sarebbe mai dovuta succedere. Da una parte adorava vedere sua madre così felice. Durante tutta la sua vita non gli era mai capitato di ammirarla così sorridente…era sempre stata troppo occupata a crescerlo in un mondo fatto di guerre e dolore.

Ma non poteva sposare Yamcha…non poteva e basta.

Più volte le aveva chiesto se fosse davvero convinta della sua scelta. Usava tutti gli aggettivi che la Bulma che lo aveva cresciuto aveva sempre usato nei confronti di Yamcha: immaturo, donnaiolo, inconcludente e inaffidabile. Ma nulla la scuoteva.

“Grazie per preoccuparti così per me, Trunks! Ma non ci sono problemi! Vedrai, saremo felici insieme! Lui metterà la testa a posto dopo il matrimonio, ne sono sicura!” rispondeva sempre Bulma.

E a suo padre sembrava non importare nulla di quello che stava succedendo. Come se nulla fosse trascorreva le giornate ad allenarsi nella camera gravitazionale. E ogni qual volta Bulma cercava di includerlo in qualche discorso fatto di fiori, fedi nuziali e vestiti da sposa lui le gridava di fare silenzio e finivano per litigare.

Non si erano avvicinati di un millimetro in quei mesi.

Goku non aveva altre idee. E dopotutto quella della stanza del Supremo si era rivelata un fallimento.

“Mi dispiace tanto figliolo” era stato il suo commento fatto a testa bassa. “Ma non ti preoccupare, i tuoi genitori si innamoreranno presto e tu nascerai” lo aveva rassicurato. Peccato che Trunks ci credesse sempre meno.

Svogliatamente passeggiò lungo i corridoi della Capsule Corporation e, senza neanche accorgersene, finì nella sua futura stanza da letto. Quando mesi prima era stato accolto in casa aveva volutamente evitato di sistemarsi nella sua camera; quando sarebbe nato il bambino la sua stanza non poteva certo essere occupata. Meglio non rischiare di rovinare nulla, aveva pensato.

Con passo lento si recò al centro della camera e si sedette guardandosi attorno. Era ancora adibita a stanza degli ospiti. Le pareti erano colorate di rosa pallido e il letto era posizionato all’angolo opposto di come era abituato lui. I mobili erano in parte diversi, i tappeti anche. Con un sospiro Trunks si alzò ed andò a spostare un piccolo comodino, l’unico che aveva mantenuto la posizione come la ricordava. Il colore del muro era leggermente sbiadito e il ragazzo andò a posare una mano alla parete, sospirando.

 

Questa volta l’aveva fatta davvero grossa. Sua mamma non lo avrebbe perdonato. Lei era molto affezionata alla casa e desiderava che nulla fosse rovinato di proposito. Ma come poteva un bambino di quattro anni starsene con le mani in mano?

Soprattutto uno che aveva appena imparato a scrivere.

Munito dei suoi pastelli preferiti aveva preferito allenare la sua scrittura sul muro invece che sulla carta. Aveva spostato il comodino, sicuro che la mamma non lo avrebbe mai scoperto, e si era lasciato andare.

Era anche molto soddisfatto della sua opera. Aveva scritto e riscritto il suo nome, il nome dei suoi genitori, dei suoi nonni, e di tutti i suoi amici. Aveva fatto anche dei disegni. Era contentissimo.

Ma quando per pulire un po’ la mamma aveva spostato il comodino…Lo aveva sgridato. Lo aveva rimproverato per non aver utilizzato il suo bel quaderno nuovo a quadretti con i dinosauri in copertina e lui era scoppiato a piangere. Allora la mamma lo aveva stretto forte forte al petto. A lui dispiaceva.

Era rimasta comunque un po’ arrabbiata ma, poco dopo, gli aveva fatto anche i complimenti per la sua opera. E Trunks era stato felicissimo.

 

Con il senno del poi Trunks si era pentito del suo gesto, ma sua mamma lo aveva perdonato. Era comunque un bel ricordo di bambino.

Forse, in quell’epoca, nessuno avrebbe imbrattato il muro dietro il comodino della stanza…

 

“98…99…100!!” contò Vegeta all’ennesima flessione su un solo dito. Ansimante e sudato dalla testa ai piedi aveva deciso di terminare l’allenamento della giornata. Spense la gravità e afferrò un asciugamano dal piccolo armadietto annesso al marchingegno della camera gravitazionale. Quella Bulma aveva pensato davvero a tutto.

Decise quindi di andare in cucina a bere qualcosa e sperò mentalmente che non ci fosse nessuno. Speranza vana. Sembrava che in quella casa ci fosse sempre qualcuno in giro.

Sbuffando leggermente entrò comunque in cucina. Ormai aveva fatto l’abitudine di avere delle persone attorno. Vide distrattamente una macchia azzurra ai pressi del tavolo e decise di ignorarla. Ma Bulma non era del suo stesso avviso.

“Vegeta!” disse infatti con voce molto acuta. Il saiyan fece una smorfia e tirò fuori dal frigo la bottiglia di acqua che scolò in pochi secondi.

La ragazza gli si avvicinò e, con tranquillità, gli mostrò la rivista che stava sfogliando. “Secondo te questo vestito mi starebbe bene?” gli chiese come se stesse parlando ad una sua amica e indicandogli la figura rappresentata. Il saiyan la guardò trucemente. Odiava quei suoi discorsi.

“Ti ho detto e ti ripeto che non mi importa!” le urlò lui accartocciando la bottiglia vuota che aveva ancora in mano. “Uffa! Io ho bisogno di un consiglio maschile e mi sembra che tu sia un maschio! O sbaglio?” chiese infine maliziosa.

Il saiyan la incenerì con uno sguardo. “Sono un guerriero, non un consulente di moda! E se vuoi un consiglio maschile chiedilo al moccioso mezzo sangue, non a me!” le disse ancora lui dandole le spalle e prendendo a salire le scale.

Lei lo seguì. “Andiamo Vegeta…fammi questo favore! Che ti costa?” provò lei a convincerlo. Il saiyan accelerò il passo. “Devi solo dirmi sì o no! Niente altro!” continuò lei. Vegeta entrò nella sua stanza e lei tentò di andare con lui ma fu bloccata da un suo braccio che la spintonò fuori. Poi le chiuse la porta in faccia.

Bulma battè forte i pugni contro la porta urlandogli contro, ma il saiyan, in tutta risposta, chiuse la serratura a chiave.

Sbuffando scocciata Bulma camminò con passo di elefante verso la sua camera da letto e passò di fronte a dove si trovava Trunks. Aveva lo sguardo così triste…proprio come quello che aveva Vegeta a volte, soprattutto quando osservava le stelle.

“Che ti succede?” chiese lei sedendosi al suo fianco. Il giovane si accorse solo in quel momento della presenza di sua madre. “Niente” le mentì girando la testa altrove. Quanto assomigliava a Vegeta…

Bulma non gli credeva ma decise di non insistere. Il ragazzo sembrava così abbattuto…Bulma si trovò a desiderare di stringerlo al petto, proprio come avrebbe fatto una mamma con il suo bambino.

“Allora…manca poco al grande giorno…” iniziò lui. Gli faceva male parlare di quel matrimonio che non sarebbe dovuto avvenire, ma non riusciva a stare da solo con lei senza parlarle. Gli faceva ancora più male.

Bulma annuì lentamente. “Già…sembra ancora impossibile” rispose lei. *Non sai a me quanto…* pensò il giovane stringendosi le mani.

“Ma non vedo l’ora! Ho sempre desiderato sposarmi, lo sai? E ora finalmente il sogno si avvera!” disse lei sognante.

A Trunks tornò in mente un ricordo.

 

Man mano che cresceva diventava sempre più curioso riguardo a suo padre e alla storia d’amore tra i suoi genitori. Esitava parecchio a chiedere poiché ogni qual volta nominava il nome paterno, un’ombra di tristezza e malinconia macchiava lo sguardo azzurro di sua mamma. Ma lei rispondeva sempre.

“Tu e papà vi siete sposati?” le aveva chiesto un giorno mentre la osservava lavorare. Lei lo aveva guardato un momento, poi con un triste sorriso gli aveva risposto.

“No. Il tuo papà non è mai stato molto sentimentale...anche se fosse rimasto in vita dubito che ci saremmo sposati. Odiava le cerimonie terrestri…pensa che non voleva nemmeno che ti battezzassi!” aveva cominciato sua mamma.

“Ma a me non sarebbe importato. Amavo con tutto il cuore il tuo papà, Trunks. Davvero. Non era importante che fosse ufficiale al mondo” disse con un dolce sorriso. “Il tuo papà era un uomo particolare…testardo, irritante e contrario a tutto ciò che non era saiyan. Tutti i miei amici mi dicevano spesso che non avrei dovuto mettermi con lui e che mi avrebbe fatta soffrire e mi avrebbe abbandonata. Ma so che non lo avrebbe mai fatto. Non mi serviva un matrimonio…mi bastava solo che restasse con me. Niente di più…” aveva concluso lei mentre una dolce lacrima le solcava il volto.

 

La sua mamma non aveva bisogno di un matrimonio. A lei bastava restare con Vegeta. Ecco in cosa era diversa la Bulma di quella dimensione. Lei aveva visto nel futuro che avrebbe avuto un figlio e automaticamente aveva pensato di accettare la proposta di matrimonio di Yamcha. Era più importante sposarsi che altro.

Probabilmente questa Bulma non avrebbe mai concepito l’idea di fare un figlio fuori dal matrimonio. Per questo si sposava.

Accidenti…se solo i suoi genitori riuscissero ad avvicinarsi un po’…se magari si creasse qualche momento favorevole…qualche attimo romantico…chissà!

Ormai restava davvero poco tempo. Il mese prossimo Bulma e Yamcha si sarebbero sposati. Doveva accadere qualcosa, e in fretta.

Trunks si sentiva in dovere di fare qualcosa e di aiutarli. Non sapeva che spesso, per sistemare una situazione, basta semplicemente non fare nulla.

 

Era giunta l’ora di cena, uno dei momenti favoriti della giornata per Trunks. E il motivo era semplice: era l’unica occasione che aveva di vedere i suoi genitori insieme. Suo padre prestava la massima attenzione al suo piatto e sua mamma parlava in continuazione dell’imminente matrimonio. Ma almeno non litigavano.

Gli unici scontri verbali avvenivano, puntualmente, quando Vegeta, quasi al termine della cena e quindi con lo stomaco abbastanza pieno, diceva a Bulma di chiudere la bocca. Lei rispondeva a tono, ma il tutto terminava lì.

Erano davvero belli da vedere insieme i suoi genitori. A degli sconosciuti potevano sembrare incompatibili e totalmente diversi, ma ai suoi occhi erano perfetti. Trunks iniziava a credere che davvero esistessero le anime gemelle.

Lui e suo padre terminavano di mangiare sempre dopo gli altri membri della ‘famiglia’. Il dottor Brief mangiava molto poco e tornava sempre a rinchiudersi in laboratorio; la signora Brief, invece, correva a nutrire gli animali al piano inferiore e restava lì ore a giocare con i suoi ‘piccolini’. Quindi si ritrovavano sempre loro tre.

Almeno una piccola cosa era cambiata nel tempo.

Mesi prima, all’inizio della convivenza, il saiyan si dileguava non appena sazio. Adesso restava seduto al suo posto con le braccia incrociate e lo sguardo fisso avanti a sé a pensare a chissà cosa. Forse Trunks si sbagliava, ma parecchie volte gli era sembrato che gli occhi di suo padre restassero puntati sull’unica figura femminile presente nella stanza. Soprattutto quando questa si chinava a raccogliere posate cadute a terra o si alzava in punta di piedi per riporre le pentole pulite nei mobili.

Arrossiva solo al pensiero, ma probabilmente il saiyan aveva cominciato a nutrire interessi sessuali nei confronti di sua mamma. Ma almeno provava qualcosa.

Bulma terminò di programmare i robot delle pulizie in cucina e chiese ai due guerrieri cosa avessero intenzione di fare. Vegeta le rispose sgarbatamente “Affari miei” ricevendosi un’occhiataccia dalla ragazza, mentre Trunks non disse nulla.

Il campanello suonò. Fu il giovane mezzo saiyan ad alzarsi ed aprire.

Si trovò davanti Yamcha con un mazzo di fiori in mano. Il ragazzo del futuro trattenne una smorfia. Quanto desiderava sbattergli la porta in faccia!

Invece lo invitò ad entrare e lo accompagnò in cucina. Non appena vide il suo ragazzo, Bulma gli saltò in braccio e gli stampò un grosso bacio sulla guancia. Poi si staccò e notò il mazzo di fiori che lui le stava porgendo.

“A cosa devo l’onore?” chiese accettandoli. Ma ci ripensò subito “O cosa devi farti perdonare?!” domandò sulla difensiva. Tante volte lui si presentava a casa sua nelle stesse condizioni per chiederle scusa di qualcosa.

“Nulla piccola!” disse subito lui con un sorriso riguadagnandosi la sua fiducia. “Volevo solo portare qualcosa alla mia futura sposa!”

Dopo quella frase Vegeta scattò in piedi trascinando indietro la sedia che a contatto con il pavimento emise uno sgradevole suono. “Patetici” fu il suo unico commento prima di lasciare la stanza con le mani in tasca.

Bulma lo osservò andarsene e Yamcha fu ben attento a non fare commenti finchè non fu sicuro che il saiyan non potesse sentirlo. “Ma come si permette!” disse infatti certo di avere l’appoggio della sua fidanzata.

“Lascia perdere…lui non apprezza le smancerie, è fatto così!” e il suo fu un semplice commento fatto con il sorriso di una persona che ormai conosce a fondo i modi di essere dell’altro.

“Ma non ti fa infuriare?” chiese Yamcha guardandola mentre lei andava a riporre i fiori in un vaso d’acqua. “No” rispose semplicemente, inconsciamente adorando il carattere del suo ospite.

 

 

Continua…

 

 

 

Altro giro, altro capitolo!!

Come sempre mi auguro che vi sia piaciuto! ^.^

GRAZIE x le recensioni a: Mela, ELVISINA, ladyvegeta, emyc, chibi chu, laurakovac, ainat e migena!!! Grazie a voi è stato superato il 100…ci sono più di 100 recensioni!! Aaaahhhhhhhhhhhhhh!!! Me al settimo cielo!!!!!

Al prossimo!!

 

 

 

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Capitolo 18
*** 18 : Perchè? ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 18:

 

“Perché?”

 

 

Per la prima volta da quando era finita la tirannia di Freezer su di lui, Vegeta si trovò a rimpiangerla. Non gli era mai capitato in tutta la sua vita di passare tanto tempo con il sesso opposto; negli alloggi di Freezer erano tutti perennemente maschi maniaci del combattimento e degli allenamenti. Non c’era nessuna donna con sbalzi ormonali dovuti al cosiddetto ‘ciclo’, nessuna che gli domandasse se fosse ferito da qualche parte al termine degli allenamenti giornalieri, nessuna che gli domandava strillando di accompagnarla a fare shopping, nessuna che a pranzo gli rinfacciava di non avere un minimo di decenza e che si lamentava in continuazione di essere grassa e di doversi mettere a dieta.

Gli toccava subire tutto ciò da quasi un anno.

E negli ultimi mesi si era aggiunta una nuova arma di tortura.

Bulma era presissima dai preparativi del suo matrimonio con il mollusco terrestre. E si metteva a scocciare lui con un sacco di cose da donnicciole! A niente serviva dirle che non gli importava nulla. Non serviva neanche più offenderla! Ogni giorno le sputava addosso tutte le offese che gli venivano in mente, ma niente! Lei non demordeva!

Vegetaaa? Cosa ne pensi di questo per il matrimonio?” era la frase tipica.

Non poteva neanche più nascondersi nella camera gravitazionale dato che lei aveva posizionato un proiettore da qualche parte nel marchingegno della gravità e prendeva a parlargli anche mentre si allenava. Se solo avesse scoperto dove fosse quel maledetto arnese! Ma rischiava di distruggere anche il congegno della gravità.

Dannata donna…

Vegeta non vedeva l’ora che quel periodo terminasse. Ancora non aveva capito bene il significato di questo loro matrimonio, aveva solo intuito che ci sarebbe stata una grande cerimonia piena di invitati e tanto cibo. E che il terrestre si sarebbe trasferito permanentemente alla Capsule Corporation.

Quella prospettiva lo disgustava.

Odiava vederli amoreggiare, odiava quando si baciavano in sua presenza, odiava sentirli recarsi nella stanza di lei.

E non sapeva neanche perché.

Aveva notato che anche Trunks non apprezzava che i due stessero assieme. Il giovane era sempre più triste e scacciava i pensieri come qualsiasi guerriero saiyan avrebbe fatto: con l’allenamento. Passava quasi più tempo del principe nella camera gravitazionale ma riusciva a non ferirsi profondamente come a lui invece succedeva. Probabilmente era merito dello stadio di super saiyan.

Per Vegeta era tremendamente frustrante essere bloccato sulla Terra. Ma per tenerselo buono, almeno, la donna gli preparava sempre volentieri da mangiare e riparava in fretta la GR.

Si recò in cucina per mangiare qualcosa e sentì la porta di ingresso sbattere violentemente. Un profumo conosciuto riempì l’aria e, senza nemmeno girarsi, Vegeta comprese che fosse tornata Bulma. Una Bulma molto arrabbiata.

“Quello scemo!!” gridò lei buttando la borsetta a terra e calpestandola con forza. Il saiyan tornò sui suoi passi giusto per gustarsi lo spettacolo della donna arrabbiata. Gli piaceva vederla così carica di vita.

La signora Brief accorse dalla figlia avendo sentito il suo grido. “Tesoro, che ti succede?” le chiese infatti. “Vuoi un biscotto?” continuò porgendole un vassoio.

“Mamma!” gridò al figlia. “Non voglio i tuoi biscotti! Voglio distruggere Yamcha!!

“Perché cara? Che cosa ha fatto?” domandò la bionda che aggiunse “Sei sicura di non volere un biscotto? Guarda che sono al cioccolato, quelli che ti piacciono tanto”

Bulma ne afferrò uno giusto per farla smettere con quella offerta. “Ho deciso! Il matrimonio è annullato!” disse la ragazza dai capelli azzurri sedendosi pesantemente sul divano.

Vegeta, appena fuori dalla cucina, si appoggiò al muro con le braccia incrociate ed un lieve sorriso sulle labbra. Nessuno si era accorto della sua presenza, quindi poteva gustarsi il tutto in pace.

“Perché dici così?” chiese la signora Brief appoggiando il vassoio sul tavolo e fissando sorridendo i suoi cari biscottini. “Io mi sto facendo in quattro per organizzare il matrimonio perfetto e lui non mi è assolutamente di aiuto! Non ha fatto nulla, mamma! Nulla!” rispose Bulma.

Dimenticando completamente la femminilità, la ragazza iniziò a strafogarsi di biscotti e sua mamma la guardò preoccupata. Non si sapeva se per la situazione della figlia o per il modo in cui stava aggredendo i biscotti.

“Ma tesoro…lo sai che i maschi non sanno fare shopping da matrimonio” provò a dire la signora Brief con una lacrimuccia. Si, era triste per i biscotti.

“Mamma, l’ho anche portato con me ma lui non si è assolutamente interessato ad aiutarmi!” gridò Bulma ingoiando l’ultimo dolcetto “E non è tutto! Quello scemo si è anche messo a flirtare con la commessa!! Lo odio!!” gridò buttandosi distesa sul divano.

“Ti passerà…” disse sua mamma alzandosi “L’hai sempre perdonato. Succederà anche questa volta”. E se ne andò.

Bulma restò distesa sul divano e si appoggiò un braccio sulla fronte. Sentì le lacrime salirle agli occhi. Sarebbe stata così la sua vita? Con un uomo irresponsabile e farfallone? Meritava questo?

Sapeva che Yamcha poteva essere un tesoro alle volte. Ma ripensando agli anni passati con lui le venne il dubbio che fossero troppo poche rispetto ai momenti in cui l’aveva ferita.

“Non so che fare…” mormorò affranta.

“Sei una stupida” arrivò il freddo commento di Vegeta. Bulma si alzò di scatto e si trovò incatenata dallo sguardo oscuro del saiyan. Chissà da quanto era lì.

“Vegeta…” disse asciugandosi gli occhi con il dorso della mano. Lui le si avvicinò lentamente e Bulma si trovò a trattenere il respiro.

Quando le fu abbastanza appresso le chiese “Come fai a stare con uno che ti fa soffrire?”

Lei abbassò lo sguardo e tirò su con il naso. “Sei una sciocca” disse ancora e fece per andarsene.

“Non voglio stare sola” disse lei bloccandolo. Di nuovo il discorso sulla solitudine. Stupida donna…non aveva ancora capito che in quell’ambito era lui il più disperato tra i due?

“E poi quella visione…” continuò lei. “Quel bambino che ho visto…è per forza di Yamcha. Devo sposarlo”

“Chi ti dice che sia suo?” chiese Vegeta senza girarsi a guardarla. Bulma pensò a quell’eventualità solo in quel momento. “E di chi se no?” gli domandò.

“Non ne ho idea. Ma non lasciare che delle stupide visioni ti condizionino. Scegli tu la tua vita, non diventare la schiava di niente e di nessuno…non te lo consiglio” terminò lui e si recò nella camera gravitazionale.

 

Il discorso che le aveva fatto Vegeta aveva lasciato il segno. Possibile che potesse avere ragione? Che non fosse Yamcha il padre del piccolo che aveva visto?

Bulma non lo sapeva. Ma le sembrava comunque strano che fosse di qualcun altro. Lei non era tipo da mollare il suo decennale ragazzo e concepire un bambino con un altro poco dopo.

Per quanto adorasse i bei ragazzi, non era una poco di buono. Anche lo stesso Yamcha, prima di portarla a letto, aveva dovuto attendere molto. Bulma non credeva che sarebbe andata con un altro così rapidamente.

Nessuno poteva avere un simile ascendente su di lei. Ne era convinta.

E quindi aveva perdonato Yamcha ed erano ricominciati i preparativi del matrimonio. Voleva disperatamente quel bambino, si era già affezionata a lui.

Quindi si sarebbe sposata con Yamcha.

E al diavolo tutti i discorsi sulla schiavitù di Vegeta. Era quello il suo destino…anche se non era dei più rosei.

 

Meno una settimana. Solo sette giorni al grande evento. Bulma era tesissima. E Trunks era a pezzi. Non poteva far altro che sperare in un miracolo.

Dopo un allenamento decisamente massacrante il giovane era crollato nel suo letto a dormire. E per sua sfortuna si perse un momento magico.

 

Bulma era in piedi di fronte allo specchio intenta ad osservarsi da tutte le angolature. Ma da sola non era in grado di decidere. Sul suo letto erano riposti cinque diversi vestiti da sposa: le erano piaciuti tutti e quindi, potendoselo permettere, li aveva comprati.

Voleva essere sicura che l’abito fosse perfetto. Tutto doveva essere perfetto.

A chi poteva chiedere consiglio? Trunks era a letto e comunque non dava l’idea di essere particolarmente entusiasta del matrimonio, suo padre non capiva nulla di moda e sua mamma non era riuscita a consigliarle nulla.

Restava solo lui.

Aveva indosso il vestito che credeva fosse il migliore e si diresse quindi nella stanza del suo ospite saiyan più irritante. Preso un profondo respiro bussò. Nessuno rispose. Bussò nuovamente ma ancora nulla dall’interno.

Abbassò la maniglia e fece il suo ingresso: probabilmente il saiyan si sarebbe arrabbiato, ma del resto quella era casa sua e poteva entrare in tutte le stanze che voleva.

Di Vegeta, però, nessuna traccia.

Bulma si avvicinò alla finestra e la spalancò guardando al piano inferiore verso le finestre della camera gravitazionale. Le luci erano spente quindi il saiyan non si stava allenando. Dove poteva essere?

“Che ci fai qui, donna?” chiese bruscamente una voce, ben nota, alle sue spalle. Lei si voltò e per la prima volta in vita sua Vegeta rimase a bocca aperta colpito dalla bellezza femminile. Fu accecato dalla visione di una dea azzurra velata di bianco. La cosa più meravigliosa che avesse mai visto.

“Vegeta…” sussurrò lei, a disagio. Forse non avrebbe dovuto andare da lui vestita da sposa. Ma l’espressione sul suo volto era impagabile.

Rimasero in silenzio: lui a contemplarla, lei imbarazzata con la testa chinata e un lieve sorriso ad adornarle le labbra piene.

“Volevo…volevo un tuo parere sul vestito…” disse lei dopo un po’. “Ti piaccio?” gli domandò allargando le braccia e facendo un lento giro su sé stessa. Il saiyan deglutì. Non sapeva cosa risponderle.

La testa gli diceva di insultarla e cacciarla dalla stanza…il suo cuore gli diceva di ammettere anche a lei la verità. Ovvero che era la creatura più bella che avesse mai visto.

Non disse nulla. Bulma, demoralizzata, fece per lasciare la stanza ma lui richiuse la porta e la fermò, avvicinandosi.

“Perché fai tutto questo per quel tipo? Cos’ha di così speciale?” le chiese lui arrabbiato. Quel terrestre non meritava tutto quello splendore.

Fu Bulma, questa volta, a non sapere cosa rispondere. “Ecco…io lo amo…” disse dopo un po’ con voce non proprio convinta. Lei amava sul serio Yamcha?

“Balle! Ma se fino alla settimana scorsa volevi annullare le nozze?! Dimmi la verità!” le chiese poi lui posizionandosi ad un soffio da lei. Non erano mai stati così vicini, a parte le volte in cui lui l’aveva afferrata per un polso e minacciata un po’.

“Io…” provò a dire lei, ma si bloccò. Non riusciva a pensare avendolo così vicino. Il suo carisma la assuefaceva.

Senza accorgersene, socchiuse leggermente gli occhi facendo fremere le ciglia. Vegeta aprì piano la bocca mentre il respiro si faceva più pesante. Si sentiva ammaliato dalla sua bellezza.

Non riuscì a resistere. Le posò una mano sui capelli azzurri e la fece scivolare lentamente sulla morbida guancia rosea di lei; un dito andò ad accarezzarle le labbra mentre l’altra mano si posava sul sinuoso fianco destro della donna.

E la baciò. Era calda, morbida e dolce…esattamente come l’aveva inconsciamente sempre immaginata. Voleva assaporarla lentamente. Sentì le morbide labbra di lei schiudersi al tocco delicato come non lo era mai stato della sua lingua e si insinuò nella sua bocca. La mano sul suo volto andò, carezzevole, a tormentarle i capelli; l’altra viaggiò sulla sua schiena per stringerla di più al suo petto.

La gustò pian piano, appassionatamente. Le piccole mani di lei andarono a stringergli la vita. Vegeta non voleva lasciarla più andare via.

Ma il suo dannato orgoglio saiyan gli urlò di staccarsi da quelle labbra che lo avrebbero potuto portare alla dannazione. Si allontanò quindi, quasi dolorosamente, e rimase a fissarla. I raggi della luna colpivano il suo candido vestito e rendevano il suo volto ancora più etereo. I suoi occhi socchiusi rilucevano più delle stelle.

“Ora dimmi che lo ami ancora…” le chiese Vegeta cercando di riacquistare il controllo di sé.

Bulma non rispose. Ma poi gli domandò “Perché l’hai fatto?” Poi continuò “Perché? Solo per mettermi in crisi?”

Vegeta sorrise malignamente, tornando in controllo. “Ne avevo voglia” disse ferendola terribilmente. “E se un bacio con un altro ti coinvolge così tanto, dovresti cambiare idea riguardo al matrimonio”

“Sei uno stronzo!” gli rinfacciò lei correndo fuori dalla stanza. Vegeta rimase immobile a fissare di fronte a sé con un lieve sorriso di soddisfazione. Sì…decisamente un ottimo bacio.

Bulma si richiuse la porta della sua camera alle spalle e ci si appoggiò contro, guardando il soffitto. Istintivamente le sue dita si posarono sulle labbra…aveva appena ricevuto il bacio più bello di tutta la sua vita…

 

 

 

Continua…

 

 

 

Immagino già le vostre sensazioni: SIIIII!!! FINALMENTEEEE!!! Del resto sono come le mie!!! >///<

Vi è piaciuto? Spero proprio di sì!! Le cose girano bene!!

Vi stavo facendo penare troppo, così ho deciso di aggiornare in fretta!!

Grazie ovviamente per le recensioni di: ainat, ecstasyandwine (l’odio per Yamcha viene anche da parte mia, ma forse è un po’ troppo augurargli di morire! Accontentiamoci al massimo di farlo picchiare a sangue da Vegeta!! ^.^), Mela, Kino (non voglio far cadere in depressione nessuno! Coraggio, la situazione sta migliorando!!) e migena!!!

Al prossimo capitolo!!!

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Capitolo 19
*** 19 : Confusa e felice ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 19:

 

“Confusa e felice”

 

 

Perché? Perché l’aveva fatto? Perché Vegeta l’aveva baciata? Perché era tutta rossa in volto? Perché il suo cuore batteva all’impazzata? Perché le tremavano ancora le ginocchia? Perché le sembrava ancora di sentire la pressione delle sue labbra sulle sue, la sua mano giocare tra i suoi capelli, l’altra percorrerle la schiena? Perché era scappata via quando in realtà aveva desiderato restare in quella camera con il principe e magari continuare quello che avevano iniziato?

Mancavano pochi giorni al matrimonio con Yamcha. Non avrebbe dovuto baciare un altro uomo e inoltre…desiderarlo. Ormai era palese: voleva fare l’amore con Vegeta. E l’aveva capito con un solo bacio.

Lui era enigmatico, arrogante, sexy e maledettamente attraente. Aveva tutto ciò che una donna poteva desiderare nel piano fisico.

Ma forse non era solo quello. Nonostante tutto il fascino da lui emanato e a cui Bulma scopriva giorno per giorno quanto fosse succube, il suo cervello avrebbe dovuto urlarle di scostarsi. Avrebbe almeno dovuto essere lei la prima ad allontanarsi. Invece no. Se Vegeta non si fosse staccato dalle sue labbra, molto probabilmente il tutto sarebbe terminato tra le lenzuola del letto.

Si sentiva accaldata. E sapeva che era sbagliato.

Non doveva pensare ad altri uomini se non Yamcha. Ma non ci riusciva!

Fino a pochi minuti prima Bulma era assolutamente sicura di non provare nulla per il saiyan se non rispetto e un lieve sentimento di amicizia. Ora non ne era più così convinta.

Era tutta colpa di Vegeta! Perché l’aveva baciata?

Ripensò alle parole che le aveva detto in quei mesi, i discorsi sulla solitudine, sulla schiavitù e sul non lasciarsi condizionare da alcune visioni. E se avesse ragione? Se non fosse di Yamcha quel bambino? Stava davvero per fare l’errore più grande della sua vita?

Era confusa. Le sarebbe piaciuto sposarsi e realizzare il suo sogno di bambina…ma era davvero Yamcha l’uomo giusto? Forse no.

Ripensò anche al comportamento di Trunks da quando aveva annunciato le sue nozze. Era ancora più triste e si allenava come un disperato. Vegeta le aveva detto orgogliosamente che era in quel modo che i veri guerrieri saiyan scaricavano la tensione sottintendendo quindi che il giovane, anche se non lo sembrava fisicamente, si comportava esattamente come un vero saiyan.

Trunks sicuramente sapeva cosa sarebbe successo, e se era così triste e contrario al matrimonio – tante volte aveva provato a farle cambiare idea – probabilmente significava che quella situazione non sarebbe dovuta accadere.

Accidenti al suo obbligo di non rivelare il futuro a nessuno! Le sarebbe tanto piaciuto farsi dire tutto…sarebbe stato molto più facile prendere una decisione.

Bulma si specchiò nuovamente osservandosi con il vestito da sposa: era quello che voleva? Sposare Yamcha?

Scosse la testa. Non capiva più nulla. Decise quindi di andare a dormire: dopo una notte di riposo forse avrebbe trovato una risposta.

Indossò il pigiama e si infilò a letto. Spense la piccola luce dell’abatjour ma rimase a fissare il soffitto buio. Istintivamente si toccò le labbra socchiuse: il ricordo del bacio di Vegeta restava impresso nella sua mente e nel suo corpo.

Sarebbe stato difficile addormentarsi, quella notte.

 

Vegeta rimase immobile nella stessa posizione anche dopo che Bulma era corsa via. Si era lasciato guidare dall’istinto.

Lei non gli era mai parsa più bella. Vestita di bianco illuminata solo dalla luce lunare e dalle stelle. Non era riuscito a resisterle.

Si leccò lentamente le labbra: sentiva ancora il suo sapore. Gli diede fastidio pensare che il mollusco terrestre suo compagno aveva assaggiato la sua dolcezza già molte volte. Che spreco…

Lei meritava di più. Aveva un sacco di difetti, quello era palese, ma era troppo meravigliosa per legarsi ad un misero terrestre che non la sapeva apprezzare. Anche solo l’aspetto fisico li rendeva assurdi insieme. Lei era troppo bella al suo confronto. Basti pensare alle cicatrici che lui aveva sul volto: non lo rendevano unduro’ come credeva…dimostravano invece la sua debolezza ad essere stato sfregiato in volto dagli avversari, o peggio, dai suoi stessi allenamenti.

Anche il principe aveva parecchie cicatrici, questo era vero. Ma erano i segni della tirannia di Freezer e non ne aveva nemmeno uno sul volto.

Il terrestre di nome Yamcha era troppo comune per la donna dai capelli azzurri. Lei era speciale.

La loro unione sarebbe stata una vera ingiustizia, il saiyan ne era sicuro. Chissà che lei lo capisse anche per mezzo del bacio che si erano scambiati.

Ma il principe l’aveva baciata solo per farle cambiare idea riguardo al matrimonio con il mollusco? No…l’aveva fatto perché lo desiderava…perché la desiderava…erano parecchi mesi che ci pensava. Doveva farla sua o sarebbe esploso.

Avrebbe aspettato il momento giusto e poi…

 

Il mattino dopo Bulma si alzò decisamente tardi dal letto. Aveva passato una notte difficile. Troppi pensieri contrastanti l’avevano tenuta sveglia. E tutti riguardavano Vegeta.

Accidenti a quel saiyan!

Non voleva assolutamente incontrarlo quel giorno, anche per quello aveva deciso di scendere tardi dalla sua camera.

Ma la fortuna non era dalla sua parte. Stava giusto per entrare in cucina quando lui fece il suo ingresso in sala, dove si trovava anche lei. Nessuno fiatò.

Bulma tremò leggermente al solo rivederlo. Il ricordo del bacio le tornò subito alla mente. Chissà se anche lui ci stava pensando?

“Ciao…” disse lei dopo un po’. Lui non disse nulla e continuò il tragitto verso la cucina. Dopo aver preso un grande sospiro, lei lo seguì. Non erano mai stati così a disagio l’uno con l’altra…almeno per lei era così. Vegeta sembrava sempre lo stesso.

Lo vide aprire lo sportello del frigorifero e iniziare a rovistare. Lei sorrise leggermente e rimase a fissargli la schiena.

“Che hai da guardare? Devi dirmi qualcosa?” chiese lui senza nemmeno girarsi. Il tono usato era meno duro del solito. Lei non rispose. Iniziò ad attorcigliarsi nervosamente le dita.

“Se hai qualcosa da dirmi fallo e basta. Non sopporto essere fissato” le disse lui sedendosi a tavola. Bulma abbassò gli occhi “Lo so…” mormorò fiera di conoscere i suoi modi di essere.

Si accomodò anche lei di fronte a lui. “Perché mi hai baciata?” gli chiese con voce sottilissima. “Perché ne avevo voglia” rispose lui addentando un panino. “E’ la stessa cosa che mi hai detto ieri. Voglio qualcosa di più” disse lei. Voleva una risposta precisa.

“Eravamo soli in camera mia. Cos’altro ti aspettavi?” le domandò lui sicuro di ferirla. Non poteva ammettere di averlo fatto perché l’aveva trovata bellissima. Aveva ancora il suo orgoglio da difendere.

“Solo questo?” chiese lei non convinta “E allora perché ti sei fermato ad un bacio? Dato che eravamo in camera avresti dovuto andare ben oltre” disse lei mettendolo con le spalle al muro.

*Uno a zero per lei* pensò il saiyan continuando a mangiare.

“Vegeta…” disse lei dopo una piccola pausa “Cosa…cosa hai provato con quel bacio?” gli domandò. Lui non rispose. “Per me è stato molto bello…” ammise lei con un dolce sorriso “E per te?”

Il saiyan continuò a non rispondere. Ma lei non smise di parlare. “Mi è piaciuto e sappi che mi ha messa in crisi. Voglio dire, non dovrei apprezzare un bacio con un uomo che non è il mio futuro marito, no? Mi hai confusa…”

Quando Vegeta continuò a tacere, Bulma sospirò sconfitta. “Non hai proprio nulla da dirmi? Vorrei sapere cosa ne pensi tu…” disse lei guardandolo in faccia. Gli occhi azzurri brillavano di speranza. “Ti è piaciuto?” chiese nuovamente.

Il saiyan mandò giù il boccone che aveva in bocca e con tutta la freddezza di cui era capace le rispose: “No”

Bulma spalancò gli occhi, sorpresa, poi sorrise leggermente. “Avanti Vegeta…non vergognarti…ti è piaciuto, giusto?” gli chiese sperando che lui stesse solo scherzando. Ma lo conosceva abbastanza per sapere che non era sua abitudine fare certi scherzi. “Sei sorda donna? No, non mi è piaciuto. Mi sono solo tolto un capriccio, niente di più. Volevo metterti in crisi e ci sono riuscito” disse lui freddamente.

La ragazza si alzò di scatto. “Stronzo!!” gli gridò. E scappò via.

Il saiyan continuò il suo spuntino come se nulla fosse. Possibile che lei non avesse ancora capito che lui non era tipo da ammettere le sue sensazioni?

 

Bulma corse in camera sua mentre delle calde lacrime le percorrevano il volto. Dannato Vegeta! Perché la trattava così?

Si sentiva usata. E confusa. Un solo bacio l’aveva turbata profondamente. Aveva distrutto tutte le sue convinzioni.

Voleva bene a Yamcha ma voleva Vegeta. Anche solo per una notte. Anche solo per un altro bacio. Nonostante lui la odiasse…

Si, non poteva essere altrimenti. Vegeta la odiava. Sentì il cuore stringersi a quel pensiero.

Aprì le ante del suo armadio e osservò il vestito da sposa. Doveva prendere una decisione prima che fosse troppo tardi.

 

Yamcha arrivò quel pomeriggio. Aveva appuntamento con Bulma per decidere gli ultimi particolari per la cerimonia. Come ogni uomo, Yamcha non sopportava lo shopping prematrimoniale e aveva passato dei mesi infernali pieni di preparativi e giri per negozi. Presto però sarebbe tutto finito. Lui e Bulma si sarebbero sposati e sarebbero stati felici. Ne era sicuro.

La signora Brief andò ad aprirgli e lo accolse in casa calorosamente come faceva con ogni ospite. Gli disse che Bulma non era uscita dalla sua camera per tutto il giorno e che l’avrebbe trovata lì.

Il terrestre gongolò felice immaginando che forse la sua fidanzata gli stesse preparando una piccante sorpresina in camera da letto e, quasi sulle punte, salì le scale diretto nella stanza. Si bloccò non appena vide Vegeta passeggiare per il corridoio e avvicinarsi a lui. Il saiyan gli passò accanto con un sorrisino di scherno e gli disse “Mollusco” prima di scendere le scale.

Yamcha strinse i pugni, imbarazzato, ma non rispose alla provocazione: non ne sarebbe uscito vivo. Solo Bulma sapeva tener testa al saiyan.

Giunto di fronte alla porta della sua ragazza, Yamcha assunse un’espressione più seria e bussò. “Avanti…” disse lei con voce piatta.

Ciao piccola! Hai visto che sono puntuale?” disse lui entrando. Bulma era in piedi con il vestito da sposa in mano. “Ma che fai Bulma?!” gridò lui girandosi. “Lo sai che porta male se lo sposo vede il vestito prima delle nozze!” Cominciò poi a ridere “Dobbiamo stare più attenti, ma mancano solo pochi giorni al matrimonio!”

La ragazza non si mosse. “Allora? Lo hai messo via?” chiese lui aspettando di girarsi. Bulma sospirò e lo ripose nell’armadio. “Puoi girarti” disse lei.

Yamcha allora le si avvicinò e si piegò per darle un bacio: lei lo lasciò fare ma si staccò non appena sentì la lingua di lui cercare di farsi spazio nella sua bocca. “C-che significa?” domandò lui, confuso.

Bulma mosse la testa da un lato mentre delle lacrime iniziarono a sfuocarle la vista. Yamcha non capiva. “Bulma? E’ successo qualcosa? Sai che a me puoi dire tutto, vero?” le disse lui preoccupato.

“Dobbiamo parlare” annunciò lei dopo un attimo. “Ho fatto qualcosa di male?” chiese lui. Lei scosse la testa.

Contò fino a dieci prima di dirgli “Credo che dovremmo annullare le nozze”. Yamcha sbattè le palpebre. “Ma cosa dici Bulma? E’ uno scherzo, vero?” chiese lui con un sorriso. Ma lei rimase imperturbabile. L’uomo capì allora che era seria.

“Mi dispiace tanto, ma ho capito che sarebbe un grosso errore” continuò lei. L’uomo le si avvicinò e la prese per le braccia, strattonandola leggermente ma senza ferirla. “Perché? Cos’è cambiato? Dimmelo, ho il diritto di saperlo!” le chiese. “Non lo so nemmeno io…so solo che non posso sposarti” gli rispose alzando finalmente gli occhi e puntandoli sui suoi. Yamcha li vide risplendere di sicurezza.

“Ma Bulma…andiamo, ci sarà qualcosa per farti cambiare idea! Sono mesi che organizziamo, non puoi lasciar perdere tutto quanto!” provò lui a dire. Lei scosse la testa. “Mi dispiace” mormorò ancora.

“Chiamerò io tutti gli invitati per dire che le nozze sono annullate…tu non dovrai fare nulla” continuò la ragazza. Yamcha abbassò la testa.

“E tra di noi?” domandò l’uomo tristemente. Mancava solo il colpo di grazia. “Mi dispiace…” disse lei mordendosi il labbro inferiore.

Rimasero in silenzio. Yamcha fece per andarsene ma Bulma lo fermò, dicendogli “Resteremo amici, vero?” Lui sorrise tristemente e le rispose “Sempre”

Uscì poi dalla sua camera da letto e dalla sua vita sentimentale.

Bulma si sedette pesantemente sul letto. Si era tolta un peso dalla coscienza. Sperava solo di non pentirsene.

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

Mi sembra quasi di sentire le vostre urla di gioia!! Finalmente il mollusco (adoro chiamarlo così, se non si era capito!! ^.^) si è tolto dai piedi!!

Ho cercato di cacciarlo nel modo più gentile possibile, nonostante come personaggio non mi piaccia neanche un po’…sono troppo buona a volte! (e vanitosa…)

Temo appunto di averlo fatto reagire troppo quieto alla decisione di Bulma di annullare le nozze…voi che ne dite? Ditemi cosa ne pensate, se vi va!

Il titolo del capitolo è di una canzone di Carmen Consoli…giusto per i diritti d’autore…trovo esprimi esattamente lo stato d’animo di Bulma che è confusa a causa di Vegeta e felice per l’annullamento del matrimonio (e noi lo siamo con lei!!). Non che sia una grandissima fan della cantante, ma le parole mi sono venute subito in mente come titolo.

Grazie per le recensioni a:

Topy : forse è meglio che Trunks si sia perso la scena del bacio…avrebbe potuto interromperla! Non credo che Vegeta avrebbe baciato Bulma di fronte al ragazzo…è un timidone! ^.^

ELVISINA : ti ringrazio!! Io ce la metto tutta ad aggiornare ogni giorno!! Più di così non posso!!

francy : sono onorata che la mia fanfiction su Bulma e Vegeta sia la prima che ti colpisce positivamente!! Grazie! Non sai quanto mi fa piacere!! *//*

selegeta : un po’ troppo esplicito come commento, ma ha reso l’idea!

chibi chu : grazieeeee!!! ^////^ che dire, adoro la coppia!! E ho letto molte fanfiction…credo sia anche per quello che riesco a cavarmela nello scrivere! LadyVegeta73 : grazie infinite! Manca poco alla fine…non so ancora di preciso quanto, ma…

ecstasyandwine : ne sono felice!! Ero abbastanza preoccupata di non riuscire a descrivere bene il primo bacio, così mi risollevi!! Allora nella prossima fanfiction farò in modo che Vegeta picchi Yamcha, ok? Renderò felici un sacco di persone, me compresa!! ^.^

crazybulma : grazie di tutto cuore!!! Mi sento sempre a disagio quando ricevo simili complimenti, anche perché non mi considero una scrittrice così brava!! Credimi, significa molto per me!! Per essere del tutto sincera devo ammettere che anch’io non sono una patita delle what if, per il semplice motivo che spesso scadono in OOC, mio acerrimo nemico! Ma avevo questa ideuzza in testa da tanto, e mi sono decisa a provarci! Spero di continuare a mantenere i personaggi IC, e forse, per ora, riesco nel mio intento soprattutto perché li adoro (in particolare Vegeta!! *////*). Grazie ancora.

Kino : non credi sia un po’ eccessivo far investire Yamcha da un treno? Credo che basti anche solo il confronto con Vegeta…al suo confronto quel mollusco di Yamcha è proprio un mollusco!!

Al prossimo capitolo!!!

 

 

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Capitolo 20
*** 20 : Destino ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 20:

 

“Destino”

 

 

 

Dopo l’annullamento del matrimonio, Trunks era tornato ad essere il giovane pimpante e dolce di sempre. Il suo incubo non si era avverato. Non poteva che esultare.

Bulma non se l’aspettava, ma anche sua mamma era contenta della sua decisione. Non l’aveva mai ammesso, ma in cuor suo aveva sempre sperato che il matrimonio non venisse celebrato. “Perché non mi hai detto nulla?” le aveva chiesto giustamente Bulma. “Oh, tesoro. Sapevo che te ne saresti accorta! Yamcha è un caro ragazzo, ma non è l’uomo giusto per te!”

E Vegeta non aveva detto nulla. Quando Bulma l’aveva informato dell’accaduto il saiyan aveva semplicemente sorriso leggermente ed era tornato ai suoi allenamenti.

*Stupido saiyan!* aveva pensato lei. Era per colpa sua e del suo bacio se aveva annullato le nozze. Il suo dolce, sensuale bacio.

Ci aveva pensato parecchio. E purtroppo non era mai accaduto nuovamente. Più volte aveva desiderato prendere l’iniziativa, ma le era sempre mancato il coraggio decisivo.

Da parte di Vegeta, inoltre, non c’erano segnali. Non aveva idea di come avrebbe potuto reagire il saiyan se lei gli si fosse buttata tra le braccia.

Aveva pensato parecchie volte a quale approccio usare, in che luogo, a che ora…ma temeva seriamente per la sua incolumità sia fisica che mentale.

Vegeta sapeva essere violento e menefreghista: se non l’avesse voluta gli sarebbe bastato sfiorarla abbastanza forte tanto da sbatterla contro il muro e ferirla gravemente, se non addirittura ucciderla. Oppure le avrebbe potuto rinfacciare di essere una sgualdrina. In entrambi i casi usciva sconfitta ed umiliata.

E se invece l’avesse accettata? Ahhh…sarebbe stato meraviglioso.

Ma in cosa poteva cacciarsi? Vegeta era un assassino, era violento, egoista ed egocentrico. A che destino sarebbe andata incontro?

Accidenti, che situazione!

Aveva scaricato all’ultimo momento il suo ragazzo decennale a causa di un bacio con l’uomo più imprevedibile del mondo con cui probabilmente non sarebbe successo nulla. Doveva essere impazzita. Ma quel bacio era stato così…così…perfetto. Non c’erano altri aggettivi per definirlo. Nessun bacio dato a Yamcha era anche lontanamente paragonabile. E nessun bacio dato a qualsiasi altro uomo avrebbe fatto lo stesso effetto. Era in trappola.

*Che sia innamorata?* si domandò Bulma considerando l’idea. Conosceva Vegeta da un anno, vivevano sotto lo stesso tetto…ma non sapeva nulla di lui, della sua intimità. Il principe non era tipo da confidarsi, soprattutto con una donna. Il suo cuore – sempre se ce l’aveva – sembrava racchiuso da un muro impenetrabile. Niente lo colpiva. Bulma si domandò se avesse mai versato delle lacrime.

Vegeta dava l’idea di non saper provare emozioni. Neanche dopo il loro unico, indimenticabile bacio l’aveva visto mutare espressione. Solo prima, quando l’aveva vista con il vestito da sposa. Era rimasto per un po’ a bocca aperta. A Bulma venne il dubbio che il tutto fosse dovuto dalla sorpresa di trovarla nella sua stanza.

*Non so nulla di lui, del suo passato, dei suoi pensieri. Come posso amarlo?* si domandò ancora. *Forse è solo attrazione fisica…sì, non ci sono dubbi. Voglio solo andarci a letto. Niente più* decise Bulma.

Lei era alla ricerca dell’amore, e Vegeta non sembrava in grado di darne. Sarebbe stata una perdita di tempo interessarsi a lui. Una sciocca eppure meravigliosa perdita di tempo…

 

Vegeta si sentiva sollevato. Da quando era stato annullato il matrimonio, non aveva più avuto occasione di vedere il mollusco terrestre e la donna si era rivelata meno rompiscatole. Ora gli parlava a mala pena. Per lui era come essere in paradiso.

E non gli dava più neanche tanto fastidio avere Trunks tra i piedi.

Il ragazzo si era irrobustito molto e, durante gli allenamenti, gli parlava il meno possibile. E avevano cominciato anche a combattere tra loro.

Vegeta sapeva benissimo che Trunks si stava trattenendo…il giovane non diventava mai super saiyan durante le loro lotte di allenamento. Ma andava comunque bene. Erano allo stesso livello. A Vegeta sembrava quasi di combattere contro stesso.

Trunks era agile, forte e irriducibile. Esattamente come lui. Il principe si ritrovò a pensare che gli sarebbe piaciuto avere un figlio come lui, un giorno.

E riguardo a Bulma…

Aveva cercato di non pensare più a lei. Poteva essere una distrazione troppo forte dai suoi allenamenti. Avrebbe desiderato possederla almeno per una notte, lasciarsi andare con lei e magari farle provare delle vere emozioni a letto con un uomo. Era impossibile che quel terrestre con cui stava la soddisfacesse completamente. Vegeta ne era sicuro.

Ma Bulma sembrava quel tipo di donna che, dopo una sola notte, ritiene di averti in pugno e non ti lascia più andare via. Basti pensare anche solo all’episodio del bacio. Lei era convinta che avesse significato molto per lui. Che sciocca…

Nessun uomo sarebbe stato in grado di trattenersi dal baciarla. Era troppo bella quella sera, velata di bianco. Si era solo tolto un capriccio.

Non era il momento di pensare ad una donna. Lui doveva diventare un super saiyan, sconfiggere i cyborg e poi distruggere Kakaroth.

Solo dopo aver realizzato questi propositi…chissà, avrebbe potuto portarla con sé nello spazio in seguito al raggiungimento dei suoi obiettivi. Ma non era ancora il momento di pensarci.

 

Trunks era decisamente più tranquillo. Sua mamma aveva annullato le nozze con Yamcha. Un ostacolo in meno.

Il grosso adesso era riuscire a fare mettere insieme i suoi genitori. Secondo i suoi calcoli aveva ancora circa dieci mesi di tempo prima della data del concepimento. Doveva riuscirci.

Era imbarazzante per lui la situazione: nei seguenti mesi i suoi genitori sarebbero andati a letto insieme. Che vergogna!

Avrebbe tanto desiderato scappare. Ma come poteva andarsene quando aveva l’occasione di vedere i suoi genitori insieme, magari innamorati? Quanti figli potevano vantare di aver visto il primo bacio dei genitori, i primi sguardi languidi, i primi sorrisi emozionati?

Trunks non poteva lasciarsi scappare l’occasione.

L’unico problema era cercare di farli avvicinare. Suo padre era sempre rinchiuso nella GR, sua madre in laboratorio. Si vedevano solo a cena, a volte neanche quello.

Aveva notato che tra i due c’era un nuovo sentimento: l’imbarazzo. Solo da parte di sua mamma, però. Nelle rare occasioni in cui era nella stessa stanza con suo padre, teneva spesso la testa bassa e rispondeva poco alle frecciatine di suo padre. Era molto strano.

Che fosse innamorata di lui? Sarebbe stato bellissimo.

Ma allora perché non si faceva avanti?

 

“Eh, tesoro. Il tuo papà era un uomo molto freddo. Non si lasciava mai troppo andare alle emozioni. E io avevo un po’ di paura, lo riconosco” disse Bulma mentre lavava i piatti. Trunks, di sette anni, era seduto al tavolo a fissarla, incantato.

“Ma con te era buono, vero?” chiese lui con voce sottile ed innocente. Sua mamma sorrise lievemente. “Certo! Ma ci ha messo molto tempo a lasciarsi andare…e io l’ho aspettato, pazientemente. Se fosse stato un altro l’avrei mandato al diavolo! Ma ero davvero innamorata…”

Dopo un po’ di pausa, ricominciò “Ad ogni modo è stato lui a fare il primo, decisivo passo. Lui mi ha dato il primo bacio. Io non ne avevo il coraggio!” disse ridendo. “Che sciocca, eh? Pensavo avrebbe potuto farmi del male! Anche tuo papà, quando gliel’ho detto, mi ha preso in giro!”

 

Trunks ricordava bene quell’episodio della sua infanzia. Ricordava tutte le cose che sua mamma gli aveva raccontato di suo padre.

*Sì, la mamma dev’essere già innamorata! Potrei aiutarla a farsi avanti, sperando di non rovinare nuovamente la situazione!* pensò Trunks indeciso.

Dopo il mancato incidente della GR aveva paura a fare qualunque cosa. E a buon ragione.

Decise di dare loro altro tempo. Sarebbe intervenuto solo in caso di estrema necessità. Non voleva correre il rischio di rovinare nuovamente tutto.

 

Bulma era in salotto seduta in poltrona e sfogliava svogliatamente una rivista di moda. Sospirò. I cyborg probabilmente erano già stati costruiti.

Accidenti ai saiyan e alla loro voglia di combattere! Avrebbero potuto rintracciare il dottor Gelo e coglierlo di sorpresa per distruggere i mostri. Invece no! I guerrieri preferivano rischiare la pelle e il pianeta pur di divertirsi! Che irresponsabili!

Poteva aspettarsi una cosa simile da Vegeta – era risaputo che lui fosse un maniaco della guerra – ma anche Goku preferiva affrontare i cyborg!

Saiyan! Tutti uguali, non c’era dubbio.

Possibile che solo lei avesse sale in zucca?!

Ma del resto non poteva cambiare il loro modo di essere: aveva inoltre fiducia in Goku. Lui avrebbe sconfitto i cyborg, ne era sicura. Sperava poi che anche Vegeta si rendesse utile…aveva una gran brutta fama tra i suoi amici. Se avesse contribuito a salvare il pianeta forse l’avrebbero accettato e rispettato in qualche modo…Bulma si trovò a sperare che prima o poi l’ostilità con il saiyan sarebbe terminata. Sapeva che da parte di Goku non c’era più, forse non c’era mai veramente stata.

Goku aveva l’insolita capacità di scovare del buono in chiunque. E se aveva accettato Vegeta così in fretta, probabilmente in lui vedeva un animo gentile. Forse sotto sotto era davvero dolce.

Bulma rise da sola: definire Vegeta dolce era quasi un controsenso!

*Le sue labbra sono dolci….* pensò improvvisamente la ragazza. Scosse la testa. Ma cosa le veniva in mente?! Doveva smetterla di pensare al bacio. Doveva rassegnarsi. Era stato solo un errore. Vegeta voleva solo prenderla in giro e lei non si sarebbe più umiliata. Punto.

Riprese a leggere la sua rivista quando, improvvisamente, una scossa di terremoto fece rivoltare la poltrona dove era seduta facendola andare a gambe all’aria.

“Ahia!!” gridò lei massaggiandosi il sedere. “Ma che diavolo è successo?!” gridò cercando di rimettersi in piedi.

Si girò automaticamente verso la direzione della camera gravitazionale e, istintivamente, iniziò a correre verso di essa. In testa un solo pensiero: Vegeta.

 

Trunks corse fuori dalla sua stanza e si precipitò nella camera gravitazionale: come sempre aveva tenuto d’occhio l’aurea di suo padre ma non era riuscito a capire che non sarebbe riuscito a mantenere il controllo.

La stanza era esplosa dall’interno.

Fortunatamente Bulma aveva rinforzato parecchio le pareti e la casa non era crollata, ma la stanza era sicuramente fuori uso. E suo padre rischiava di morire.

Sentì la sua aurea abbassarsi sempre più fino a stabilizzarsi.

Doveva aiutarlo, e in fretta.

Arrivato davanti alla porta vide sua madre già lì che tentava di aprire la serratura bruciata.

 

“Trunks!” gridò lei accorgendosi del giovane alle sue spalle. “Vegeta è chiuso qui dentro, aiutami!” disse in panico. Il ragazzo non aveva mai visto la Bulma di quella dimensione tanto terrorizzata.

Le si affiancò e prese ad aprire la porta con la forza. Riuscì dopo un po’ a sfasciarla e una nube di fumo colpì entrambi.

Tossendo e con una mano di fronte alla bocca, la donna tentò di farsi spazio all’interno. “Vegeta?” gridò lei cercando il saiyan. Non riusciva a vedere nulla.

A fatica fece qualche passo rischiando di inciampare nei pezzi di ferro distrutto della camera gravitazionale. “Vegeta dove sei?” chiese ancora stringendo gli occhi.

Accanto ai suoi piedi si trovava la maggior parte dei resti della GR e la donna vide il cumulo muoversi. Forse era lì sotto!

Cadde in ginocchio e prese a scavare con le unghie, ferendosi. Ma poco importava. Tossì più volte continuando a togliere pezzi di lamiera quando vide una mano uscire dalle macerie. Fece un salto indietro finendo addosso a Trunks. Il fumo si diradò leggermente.

Vegeta si alzò dalla posizione in cui si trovava e fissò arrabbiato i due di fronte a sé. Ansimò pesantemente. “Vegeta ce l’hai fatta…” disse Bulma desiderosa di abbracciarlo. “Certo che ce l’ho fatta!” disse lui arrogante.

La donna sospirò. Poi si infuriò. “Cosa ti è saltato in testa! Per poco non mi distruggevi la casa! Stai più attento la prossima volta!”

Vegeta rise leggermente, alzandosi in posizione eretta. Poi crollò all’indietro, abbandonato dalle energie.

“Ah! Vegeta!” gridò Bulma andandogli incontro. Tossì leggermente ancora attorniata da un po’ di fumo e tirò su non senza fatica il corpo senza forze di Vegeta.

“Ti prego non metterti in mezzo…devo portare a termine l’allenamento da solo…” disse Vegeta con un filo di voce. “Ma di quale allenamento stai parlando?! Sei tutto ferito, non puoi continuare in questo stato!” lo sgridò lei con decisione. “Sono solo dei graffi superficiali, non è niente di grave. Io sono il principe dei saiyan, il più forte della galassia. E devo diventare più forte anche di Kakaroth…” rispose lui a fatica.

Bulma si sciolse in un sorriso. “Va bene, come vuoi. Continua pure ad inseguire i tuoi sogni, se ti fa piacere. Ma devi darmi retta…” disse lei come se stesse parlando ad un bambino capriccioso.

“Tu non puoi darmi ordini. Io non li accetto” affermò lui muovendosi dalle sue braccia per rialzarsi in piedi. Privo di forze, però, cadde immediatamente. “Vegeta…” sussurrò Bulma accarezzandogli la testa.

Trunks aveva osservato tutta la scena a bocca aperta. L’esplosione della camera gravitazionale! Ecco il loro momento!

Sorrise leggermente con il cuore palpitante, e accorse immediatamente dalla coppia quando sentì sua madre ordinargli di darle una mano e riportare Vegeta in camera.

La ruota del destino aveva cominciato a girare…

 

 

 

Continua…

 

 

 

E’ stato un capitolo un po’ difficile da scrivere…avevo già bene in mente cosa sarebbe accaduto, ma le parole non si decidevano ad uscire!!

Il caro Trunks è felice, l’esplosione della GR è avvenuta!! Chissà che il futuro sia ancora salvabile!!

Grazie per aver letto!! Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo!!

Ho cambiato leggermente i discorsi dell’esplosione della camera, ma la maggior parte è rimasta uguale! Non potevo cambiare delle parole storiche!!!

E grazie per le recensioni a: mycca, ecstasyandwine, ainat (grazie per i complimenti!! E mi dispiace tu abbia trovato la sorpresa dei due capitoli in un colpo solo…ma mi sentivo in colpa a lasciarvi con il fiato sospeso troppo a lungo!!), ELVISINA, Simply91 (hai perfettamente ragione!! Grazie per avermi esposto la tua opinione…significa molto. Lo ammetto, la reazione di Yamcha non è stata giustamente rabbiosa…non so, probabilmente è a causa dell’antipatia che provo nei suoi riguardi…e me ne scuso. Come autrice dovrei descrivere bene ogni personaggio tralasciando simpatie personali…spero comunque che a parte questa pecca la fanfiction ti risulti gradevole! La prossima volta cercherò di fare meglio! Grazie della tua sincera opinione!!), chibi chu (sono pienamente d’accordo!! Anch’io odio Pual!!), migena (don’t worry!! Grazie dei complimenti!) e Kino!!! GRAZIE!!!

Alla prossima!!

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Capitolo 21
*** 21 : Risvegli ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 21:

 

“Risvegli”

 

 

 

*Vegeta…non puoi lasciarmi…* pensò Bulma accanto al letto in cui era disteso il saiyan ferito. Erano riusciti a salvarlo. Il principe aveva seriamente rischiato di morire nell’esplosione, ma fortunatamente era molto resistente. Con qualche giorno di riposo sarebbe tornato come nuovo.

Bulma però era comunque terrorizzata. Aveva rischiato di perderlo per sempre. E il cuore le doleva tremendamente.

Aveva passato ore accanto a lui, a pregare nei momenti di crisi. Anche Trunks, al suo fianco, sembrava spaventato. Caro ragazzo…sicuramente era affezionato al saiyan più anziano. Strano a dirsi dato il comportamento che assumeva Vegeta nei suoi riguardi: da quanto sapeva lei, nella camera gravitazionale non parlavano mai. Solo negli ultimi mesi avevano cominciato a lottare, e si era quindi creato uno strano rapporto di amicizia. Vegeta diceva che un guerriero non ha amici, ma solo compagni di allenamento.

Ma Trunks le era sempre parso molto preso da Vegeta. L’aveva visto più volte osservarlo in silenzio. E le aveva anche detto che aveva sentito molte cose riguardo a lui nel futuro…aveva accennato ad una persona che lo conosceva bene. Chi poteva essere? Bulma si trovò ad invidiare questa persona.

Quanto avrebbe voluto sapere qualcosa di più sul saiyan…qualcosa che lui avrebbe detto solo ed esclusivamente a lei. Ma era impossibile.

L’unico modo che aveva per instaurare qualche tipo di rapporto con lui era quello di diventare lei stessa una combattente. Cosa assolutamente impossibile. Lei odiava la lotta e aveva la pelle troppo delicata. Non voleva certo riempirsi di cicatrici come Yamcha o anche lo stesso Vegeta!

Sentì il saiyan sul letto gemere leggermente e si avvicinò ulteriormente a lui, accarezzandogli la fronte spaziosa. Chissà quanto soffriva…

Bulma desiderava baciarlo, almeno per quietare il suo dolore. E se non ci fosse stato Trunks nella stanza con lei, probabilmente l’avrebbe fatto.

 

In piedi in un angolo, il giovane del futuro osservava i suoi genitori. Era una scena bellissima per i suoi occhi.

Sua mamma, dolce e premurosa come la conosceva lui, inginocchiata di fianco al letto con gli occhi lucidi e la preoccupazione in volto mentre accarezzava la fronte dell’uomo incosciente; suo papà, che si riusciva a rilassare leggermente ad ogni contatto proveniente dalla donna.

Erano meravigliosi.

Chissà se suo padre fosse stato sveglio…chissà se sarebbe successo qualcosa…

Vide sua mamma sbadigliare profondamente, e sorrise. Sicuramente era distrutta. Non aveva perso di vista il saiyan nemmeno un attimo. Le si avvicinò cautamente e le appoggiò una mano sulla spalla. Lei si riscosse.

“Faresti meglio ad andare a riposare…ormai è tardi” disse Trunks guardando l’orologio che segnava le ventitre passate. “Resterò io qui, se vuoi. Vai a dormire”

Ma Bulma scosse la testa. “No. Voglio essere qui quando si risveglierà in modo da poterlo sgridare!” mentì lei. In realtà voleva solo essere sicura che stesse bene, voleva sentire la sua voce, vedere i suoi occhi e il suo sorriso.

Trunks lo intuì ma non disse nulla. “Come vuoi” acconsentì dopo un po’ esultando internamente. Sì…sua mamma era proprio cotta…

“Ma non strafare” si raccomandò prima di incamminarsi all’uscita. Lei annuì distrattamente senza nemmeno girarsi a guardarlo. Il ragazzo sorrise e, dopo averle augurato la buonanotte, uscì.

Ma non andò lontano. Si richiuse la porta alle spalle ma vi rimase appoggiato. Per quanto maleducato fosse, doveva origliare.

 

Non appena Trunks uscì dalla stanza, Bulma sospirò profondamente.

Vegeta…

Quel dannato saiyan la stava facendo preoccupare tantissimo. Come si poteva essere tanto incoscienti da far esplodere la propria stanza di allenamento? Era fortunato ad esserne uscito vivo. Ed era fortunata anche Bulma. Se per caso lui fosse morto nell’esplosione…rabbrividì dal terrore. Non poteva lasciarla in quel modo. Non poteva lasciarla sola dopo quel bacio. Era stato troppo incredibile. Le aveva fatto provare sensazioni troppo intense per poi abbandonala senza nemmeno darle l’occasione di assaporarle nuovamente.

Con un piccolo sorriso e la mano tremante, Bulma andò per l’ennesima volta ad accarezzare l’ampia fronte del ferito. Quasi senza accorgersene, il suo sguardo percorse l’intera porzione del suo volto addormentato.

La fronte corrucciata come sempre – Vegeta non si rilassava nemmeno da addormentato! – la pelle liscia ed abbronzata delle sue guance, la forma del suo naso…fino a cadere sulla bocca sottile.

In un flash le tornò alla mente il bacio che si erano scambiati. Possibile che non riuscisse a toglierselo dalla testa?!

Con lentezza, Bulma andò a sfilargli la mascherina dell’ossigeno che gli copriva la bocca e, mordendosi il labbro inferiore, rimase a contemplarlo. Era veramente bellissimo. Il saiyan incarnava il mito del bello e dannato. Ma dalle labbra dolcissime.

Incapace di trattenersi, la ragazza si avvicinò al suo volto e appoggiò delicatamente la bocca sulla sua.

Fu un bacio timido e quasi impacciato. Tanta era la paura che si destasse e la sgridasse per il gesto compiuto. Ma Bulma sentiva di averne bisogno.

Tremante, poi, si allontanò delicatamente. Gli rimise poi la mascherina dell’ossigeno.

Ah…quanto avrebbe voluto che lui fosse stato sveglio per ricambiare il suo gesto!

 

“Dove sono?” si chiese il saiyan guardandosi attorno. Si trovava in una stanza completamente azzurra, talmente chiara da accecarlo.

Fece indeciso qualche passo in avanti, cercando qualsiasi cosa. Nulla era attorno a lui. Con molta attenzione camminò lentamente finchè non sentì alle sue spalle una lieve risata.

Si girò di scatto, alzando la guardia, ma non vide nessuno. “Chi sei?!” gridò non amando l’essere preso in giro. Di nuovo quella risata. Vegeta non riusciva a capire da dove provenisse.

Sentì un profumo conosciuto nell’aria e chiuse gli occhi. Era paradisiaco.

“Bulma…” sussurrò riconoscendo il suo profumo. In quei mesi di convivenza aveva imparato inconsciamente tante piccole cose di lei…il suo profumo…il colore dei suoi occhi appena sveglia la mattina…il fatto che adorasse le fragole…la sua canzone preferita…e per ultimo il sapore delle sue labbra.

Si sentiva un po’ sciocco a pensare a quelle cose. Ma gli erano ormai entrate nel sangue senza che nemmeno se ne accorgesse.

Si vide comparire davanti agli occhi l’immagine di lei con indosso il vestito da sposa. Quel ricordo sembrava non voler scomparire dalla sua testa.

“Vegeta…” bisbigliò lei allungando le braccia verso di lui. Istintivamente il saiyan fece come lei ma prima che riuscisse a raggiungerla una forte scossa di terremoto ruppe il pavimento ai loro piedi e lei iniziò a precipitare.

Vegetaaa!!!” gridò lei cercando un appiglio. Il saiyan cercò di afferrarla ma una forza invisibile lo bloccò al suo posto. “Aiutami!!” gridò lei aggrappandosi al precipizio.

Vegeta sentì delle voce sussurrargli: *Non aiutarla…lasciala stare…lei ti distrarrà e basta…tu devi diventare un super saiyan…non hai bisogno di lei…*

Aahhhhh!!!!” urlò Bulma mollando la presa e precipitando.

Noooo!!!!!” gridò lui divincolandosi. Ma era troppo tardi.

 

“Ah!!” gemette Vegeta aprendo gli occhi. Tremò leggermente per poi buttare la testa contro il cuscino. Che razza di sogno.

Abbassò lo sguardo sul suo corpo e notò che si trovava a letto. Aveva un gran dolore alla testa e al braccio destro. Ah, già…la camera gravitazionale gli era esplosa attorno. Forse aveva davvero esagerato con quell’allenamento.

Sentì un lieve rumore alla sua destra e girò il capo. Una figura azzurra era a pochi metri da lui.

Mise lentamente a fuoco l’immagine e riconobbe Bulma che sonnecchiava con la testa appoggiata sulla scrivania.

Perché era lì? Era lei che l’aveva salvato?

Gli tornarono vagamente alla mente i ricordi di poche ore prima, quando era saltato in aria. Già…lei era subito corsa a salvarlo. Se n’era fregata di tutto il fumo e i detriti…era semplicemente entrata ed era corsa da lui.

Ricordava nitidamente la paura riflessa nei suoi occhi, il lieve sorriso che gli aveva rivolto prima che lui svenisse. Che strana donna: un momento è furiosa, l’attimo dopo è dolcissima.

Come in quel momento. Come faceva una donna terribile come lei essere tanto bella? Anche così, appoggiata alla scrivania, con la bocca semi aperta…era splendida. A Vegeta venne nuovamente voglia di baciarla.

Ripensò al suo sogno: cosa poteva significare? Altre volte gli era capitato di immaginarla la notte, ma in ben altri contesti. Sorrise leggermente: già, decisamente un altro genere. In quelle occasioni non indossava mai i vestiti per più di tre minuti.

Ma quello che aveva appena sognato…l’aveva terrorizzato. Solo l’idea di perderla era stata spaventosa. Per quale motivo? E perché era rimasto tanto male vedendola precipitare nel vuoto?

E la voce che aveva sentito…era il suo orgoglio a parlare? Probabilmente sì. Non poteva salvarla, si sarebbe avvicinato troppo ad un’altra persona ed avrebbe perso di vista i suoi obiettivi primari.

Ma perché aveva l’insolito desiderio di mandare tutto a quel paese e semplicemente prenderla? La voleva salvare…e la voleva fare sua.

“Donna…cosa mi hai fatto…?” le domandò con un filo di voce. Ma lei ovviamente non rispose.

 

Bulma aprì gli occhi a fatica. La testa le doleva terribilmente ma una strana sensazione la fece destare. Sentiva che qualcosa era cambiato.

Non riuscì subito a comprendere dove si trovasse, ma quando lo fece scattò immediatamente con lo sguardo in direzione di Vegeta, preoccupata che potesse essere peggiorato.

Vide che lui la stava fissando. Chissà da quanto tempo…

“Vegeta…” sussurrò lei sorridendo lievemente. Aveva aperto gli occhi…era già un ottimo segno. Si alzò a fatica dalla sedia, era tutta indolenzita. Si accucciò poi accanto al letto.

“Come ti senti?” gli chiese sempre a bassa voce. Non voleva urlare. Inoltre desiderava ascoltare ogni suo piccolo fiato. “Male” rispose lui dopo un po’ girando la testa di lato. Lo imbarazzava trovarsi di fronte quegli enormi occhi azzurri. Si sentiva quasi come se lei gli stesse leggendo l’anima.

Bulma desiderava nuovamente baciarlo. Si leccò leggermente le labbra rievocando il suo sapore.

“Hai fame?” domandò ancora lei. Lui scosse la testa in segno di diniego. Lo stomaco sembrava gli si fosse bloccato.

Rimasero in silenzio. Dopo un po’, lui le chiese “Perché sei qui?”

Lei sbattè le palpebre, poi sorrise. “Perché ero preoccupata…” ammise con voce dolce. “Temevo ti fossi ferito gravemente…volevo essere sicura che stessi bene…”

Lui non disse nulla.

“Perché?” le domandò. Bulma si morsicò il labbro inferiore. “Perché sei mio amico…” mentì. *Perché mi piaci…* pensò tra sé. Non poteva dirglielo a voce. Per la prima volta in tutta la sua vita, Bulma aveva paura di dire ciò che pensava. Non aveva mai avuto peli sulla lingua, aveva sempre detto ad alta voce cose assolutamente sconsigliate. Abbassava la testa solo di fronte al vero amore.

“Non devi” le disse lui con voce dura. “Eh?” chiese lei, confusa. “Non devi preoccuparti troppo per me” disse lui a fatica. Le ferite bruciavano e anche il suo cuore. “Non ho bisogno di nessuno, tanto meno di una donna”

Lei sentì il cuore stringersi. “Ma Vegeta…” provò a dire. Quelle parole le facevano male. “Niente ma, donna” disse lui duramente.

“Abbiamo passato tante cose insieme…da un anno vivi qui…perché non vuoi lasciare che mi prenda cura di te?” chiese lei, delusa. Voleva solo stargli vicino, aiutarlo…perché la trattava così?!

“Non mi servi!” disse lui guardando da un’altra parte. Voleva farla allontanare. Lei era pericolosa, gli stava facendo provare sentimenti mai sperimentati prima. Al primo posto la gratitudine.

“Ma…ci siamo anche baciati!” gridò lei con le lacrime agli occhi. Lui la odiava…

Vegeta rise malignamente. “Lo sapevo…un solo bacio ti fa girare la testa! Sei una sciocca! Io non ho bisogno di nessuno!” le disse con tutto il disprezzo che aveva in corpo.

Lei si alzò di scatto. “Vai al diavolo” bisbigliò rabbiosamente nel tono di voce più risentito che potesse fare. E scappò via.

Vegeta sospirò. Doveva staccarsela di dosso. Lei avrebbe solo sofferto con uno come lui…e non lo meritava.

 

Trunks riuscì a nascondersi in tempo per non essere scovato da sua mamma quando uscì di corsa e con le lacrime agli occhi dalla stanza dove si trovava suo padre.

Il ragazzo aveva ascoltato tutto.

“Mamma…” sussurrò lui guardandola correre via. Possibile che Vegeta fosse un tale idiota? L’aveva ferita gratuitamente…per quale motivo? Lei era solo stata gentile!

Trunks era furioso con lui. Per uno stupido orgoglio stava distruggendo l’unica cosa bella della sua vita, e stava distruggendo anche sua mamma.

Però…si erano già baciati.

Il giovane del futuro aveva sentito chiaramente la frase di Bulma. I suoi genitori si erano già scambiati il primo bacio. Allora perché non si mettevano finalmente insieme?!

Quanto desiderava correre nella stanza di suo padre e urlargli di mettere da parte il suo stupido orgoglio ed amare Bulma! Ma non poteva. Dannazione!

Strinse forte i pugni e serrò i denti. Si sentiva impotente.

Sconfitto decise di tornare nella sua camera da letto. Doveva continuare a pregare. Aveva altri dieci mesi di tempo…doveva aver fiducia nell’amore ancora acerbo dei suoi genitori.

L’unica cosa che poteva fare era stare vicino a sua mamma. E chissà che dandole un po’ di coraggio, lei non si sarebbe decisa a fare il passo più importante. Ovvero rivelargli il suo amore.

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

Le cose procedono piano piano, ma pur sempre vanno avanti!!

Comunque non disperate…il momento tanto atteso non è lontano…

Grazie mille per tutte le recensioni! Mi emoziono ogni volta!!

Grzie a: ecstasyandwine, Mela, jena92, chibi chu, ainat, Kino, migena, ladyvegeta!!!

Alla prossima!!

 

 

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Capitolo 22
*** 22 : Decisione ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 22:

 

“Decisione”

 

 

Il giorno dopo Trunks, cautamente, bussò alla porta di sua mamma. Era quasi mezzogiorno e non era ancora scesa, percui la signora Brief aveva chiesto gentilmente al ragazzo di andare a chiamarla.

Trunks deglutì, temendo la reazione di Bulma. Non gli piaceva vederla a terra e, sicuramente, dopo il litigio con Vegeta, non doveva essere di ottimo umore.

“Avanti” disse la donna invitandolo ad entrare. E Trunks non si aspettava una reazione tale quando aprì la porta.

Bulma, sorridente come sempre, era impegnata nella pulizia della sua camera da letto. Anche nel suo tempo Trunks l’aveva vista raramente con la scopa in mano – pigra com’era preferiva costruire robot per la pulizia piuttosto che diventare una donna di casa – perciò fu molto sorpreso.

“Che fai?” chiese infatti. “Non si vede? Pulisco la mia stanza! Era un disastro!” rispose lei con un sorriso. Trunks non disse nulla.

“Cosa volevi?” domandò lei. “Ecco…la signora Brief era preoccupata e mi ha chiesto di venire a chiamarti…” rispose il giovane ancora poco convinto. Se l’aspettava al massimo rannicchiata sotto le coperte, non pimpante e impegnata in attività a lei poco consone.

“Ho capito. Adesso arrivo” rispose lei finendo di rifare il letto.

Quando terminò prese ad uscire dalla camera con Trunks giusto dietro di lei. Nessuno dei due parlò.

*Non capisco…* pensò il giovane *Che non le importi nulla del litigio con papà? Perché non è furiosa?* Conosceva bene sua mamma: quando era confusa o triste nascondeva i suoi sentimenti infuriandosi. Ma quel giorno era felice.

*Forse non vuole farlo vedere…* pensò come soluzione. Era anche molto orgogliosa.

“Buongiorno tesoro!” la accolse la signora Brief quando i sue entrarono in sala. “Come mai così tardi? Ho dovuto chiedere al caro Trunks di venirti a svegliare…non ci si comporta così con gli ospiti!”

“Potevi venire tu allora! E comunque non stavo dormendo” rispose la ragazza con i capelli azzurri.

“Tesoro, come sta Vegeta?” chiese ancora la signora Brief. Bulma alzò la testa di scatto. “Non lo so” disse dopo un po’, sbuffando. “Che c’è, avete litigato?” le chiese la madre. “Non sono affari tuoi” rispose Bulma.

Trunks osservò attentamente le reazioni di sua madre. Le era parsa agitata al suono del nome di Vegeta. Ecco la reazione che si aspettava da lei. Forse non voleva mostrarsi debole davanti a lui.

“Perché non vai a controllare come sta?” chiese allora la signora bionda con il solito sorriso. “Vai tu se ci tieni tanto!” rispose Bulma.

“Ma tesoro…lo sai che Vegeta mi caccia sempre! Solo tu puoi avvicinarti abbastanza…” disse la signora appoggiandosi una mano sul volto con aria affranta. Poi, con un sorrisino, aggiunse “Sai, penso che tu gli piaccia…”

Bulma arrossì e le gridò “Non dire sciocchezze! A quello non piace nessuno! E’ solo uno screanzato irriconoscente!” Trunks si lasciò scappare un sospiro di sollievo: ecco la rabbia. Procedeva tutto nel modo giusto.

Dai tesoro! Vai a controllare! Solo una sbirciatina!” le chiese la madre. La ragazza sbuffò e si alzò. “E va bene” e si diresse nella stanza di Vegeta.

In cuor suo aveva sperato che sua madre glielo chiedesse.

 

*Bene! Ripassiamo il piano! Entro, lo guardo freddamente, non e ripeto non mi lascio andare in sentimentalismi, e me ne vado!* si ripetè Bulma mentalmente. Aveva pensato tutta la notte a come atteggiarsi con Vegeta.

L’aveva trattata male, eccome, e non meritava alcun riguardo. Nonostante lui continuasse a piacerle. *Accidenti a me e al mio debole per i bei ragazzi!* si maledisse Bulma.

*Se solo lui non fosse così bello…e non incarnasse il suo uomo ideale! Sarebbe più facile ricambiare il suo odio.*

Giunta davanti alla porta prese un profondo respiro. Le tremavano le ginocchia all’idea di rivederlo. Aprì poi la porta senza nemmeno bussare, desiderando coglierlo di sorpresa o magari senza qualche vestito…

Niente. Non era nella stanza.

Bulma si guardò attorno, cercandolo. *Forse è in bagno…* si disse e si girò immediatamente verso la porta del bagno annesso alla camera. Questa era spalancata e la luce era spenta. No, non era lì.

Dove diavolo poteva essere? Un dubbio la assalì e, immediatamente, corse al piano inferiore. Passò velocemente davanti a sua madre e Trunks e si precipitò nel corridoio dove era situata la camera gravitazionale, ora distrutta.

Lo vide lì, in piedi, fasciato.

“Vegeta!” gridò puntando le mani ai fianchi e avvicinandosi a lui. Lui non la degnò di uno sguardo.

“Ehi! Parlo con te!” disse lei piantandosi al suo fianco. “Cosa vorresti fare qui? Allenarti?! Ma sei impazzito?! Per fortuna la stanza è distrutta!! Non dovresti nemmeno essere in piedi, zuccone!!

Lui si girò lentamente, congelandola con lo sguardo. “Non sono affari tuoi” le disse freddamente e si incamminò deciso lungo il corridoio. Bulma gli corse dietro.

“Sei uno scemo! Non devi camminare, potresti peggiorare!”

Il saiyan la ignorò. Lei continuò a seguirlo e sgridarlo finchè Vegeta, indebolito, si appoggiò al muro con un braccio. “Ah! Hai visto?” esclamò esultante lei. “Ho ragione io, sei troppo debole per girare da solo! Dai, ti aiuto a tornare in camera!” disse quindi indicandogli di appoggiarsi a lei. Per quanto fosse arrabbiata, le stava davvero a cuore la sua salute.

“Non ho bisogno di te, donna! Me la cavo da solo!” rispose lui arrogante. Continuò poi il suo tragitto, lentamente.

Bulma rimase immobile a guardarlo.

“Sei uno scemo!!” gli gridò. Ma lui non le rispose.

 

Non si parlarono più fino al giorno dopo, quando, costretta da sua madre, Bulma portò a Vegeta qualcosa da mangiare.

Lei lo ignorò con decisione e fece per andarsene, ma lui la bloccò orinandole di ricostruire la camera gravitazionale.

Litigarono, urlarono, si minacciarono di morte…ma alla fine l’ebbe vinta il saiyan. Gli bastò menzionare che altrimenti sarebbe partito per lo spazio. Bulma ricordava ancora le parole di Trunks: Vegeta aveva un destino da compiere nell’anno seguente e doveva rimanere sulla Terra. La ragazza non poteva certo deludere quel caro ragazzo.

Se ne andò allora, sconfitta, ferita soprattutto dallo sguardo di vittoria che le rivolse Vegeta.

Era odioso!

Riusciva sempre ad averla vinta! Anche con i sentimenti…

Nonostante i suoi modi bruschi, le sue frecciatine velenose, e anche le sue minacce di morte, Bulma continuava ad essere attratta da lui. Pensava e ripensava ai due baci che si erano dati…Beh, più al primo. Soprattutto perché era partito da lui.

Era stato lui quella sera ad avvicinarsi, lui aveva preso l’iniziativa. Bulma era solo stata ben felice di non scostarsi.

Mentre il secondo bacio…forse non poteva neanche definirsi tale. Era stato un lieve congiungimento delle loro bocche, era giusto riuscita a sentire la morbidezza delle sue labbra e un po’ del suo sapore. Niente di più. Era troppo spaventata per approfondire il contatto.

Bulma si chiedeva in continuazione se ci sarebbe stato un terzo bacio. Sapeva di per certo che non sarebbe riuscita a trovare da sola il coraggio di farlo con lui cosciente…era tutto nelle mani del saiyan. E questa situazione non le piaceva per niente. Durante tutta la relazione con Yamcha era stata sempre lei a mantenere il controllo di tutto. Lei gli aveva dato il primo bacio, lei gli aveva chiesto per prima di uscire insieme, e lei aveva deciso di concedersi a lui dopo molto tempo. E Yamcha non faceva altro che obbedire.

Ma con Vegeta…era lui in vantaggio. Lei non aveva nessuna arma a disposizione. Si sentiva in trappola. E non era una bella sensazione.

*Devo farmi passare questa stupida cotta!* decise lei. Ma in cuor suo sapeva come questo fosse impossibile…

 

Quella sera Bulma uscì molto tardi dalla camera gravitazionale. Conoscendo l’impazienza di Vegeta si era messa subito al lavoro per ripararla, inconsciamente anche desiderosa di fargli piacere e magari ricevere un qualche ringraziamento.

Era piena estate e in casa, complice un condizionatore che faceva le bizze, faceva terribilmente caldo, e per questo motivo, anche se era distrutta, Bulma decise di fermarsi un po’ in terrazza a prendere una boccata di aria fresca.

Si appoggiò stancamente alla ringhiera e osservò il cielo. Non vi era nemmeno una nuvola e la luna piena illuminava tutto il giardino.

Bulma chiuse gli occhi per assaporare meglio il momento e inspirò l’aria fresca della notte. Che bella sensazione! E quanto avrebbe voluto che ci fosse qualcuno accanto a lei con cui condividere il momento…Magari l’uomo dei suoi sogni…bello e impossibile, con le labbra più dolci che ci fossero…

“Vegeta…” sussurrò.

Ah! Eccola di nuovo a pensare a lui!

Con rabbia Bulma agitò forte la testa come se desiderasse cacciare fuori l’immagine del saiyan dalla sua mente.

Ripensò a tutti i momenti passati con lui e anche a tutte le cose passate in quei mesi. L’arrivo di Trunks, la convivenza con Vegeta, quell’assurda notte di Natale passata rinchiusa con lui nella stanza del Supremo…un momento!

Ricordò rapidamente quella notte e l’apertura dei vasi. Quello del passato dopo il quale Vegeta aveva iniziato a fissarla in modo rabbioso; quello del presente in cui gli aveva involontariamente rivelato la proposta di matrimonio di Yamcha; e infine quello del futuro. Sicuramente il più inaspettato.

Vedeva ancora di fronte a sé l’immagine di lei con in braccio quel minuscolo bambino dagli occhi azzurri. Era a causa di quella visione che aveva deciso di sposare il suo ex ragazzo, anche se poi non era andata fino in fondo.

A causa del bacio di Vegeta erano cadute tutte le sue sicurezze. Ma se non si sposava con Yamcha, con chi avrebbe concepito quel bellissimo bambino?

Forse aveva fatto un grosso errore ad annullare le nozze…forse aveva cambiato il futuro…che doveva fare?

“Beh, sicuramente quel bambino non nascerà da solo! Devo scoprire chi è il padre! E ho un solo modo per farlo!” disse lei con decisione.

 

Trunks si svegliò con una brutta sensazione in corpo. Sentiva che stava per succedere qualcosa di imprevisto e forse in qualche modo spaventoso.

Eppure sembrava una così bella mattina: gli uccellini cinguettavano sull’albero accanto alla sua finestra, il sole era alto in cielo, e l’aurea di suo padre stava rapidamente prendendo vigore.

Sembrava tutto perfetto. Inoltre, l’idea che i suoi genitori fossero ad un passo dal mettersi insieme era più che tangibile. Si erano già scambiati il primo bacio…le cose procedevano bene.

Se solo suo padre si fosse deciso a farsi avanti!

Stiracchiandosi, il giovane si alzò dal letto e si vestì in fretta. Quella brutta sensazione sembrava non decidere ad andarsene. Scese quindi a fare colazione dove, inaspettatamente, trovò sua mamma ad accoglierlo.

Sapeva che il giorno prima era stata impegnata a riparare la camera gravitazionale, percui era sicuro che non si sarebbe alzata dal letto almeno fino a mezzogiorno.

“Buongiorno…” disse lui sorpreso. “Ciao” rispose la donna senza il solito sorriso che caratterizzava ogni dialogo con il giovane del futuro.

“E’…è successo qualcosa?” chiese lui leggermente terrorizzato. Non gli piaceva quella espressione sul volto di sua mamma. Non presagiva nulla di buono.

“Trunks…” cominciò lei. Il ragazzo deglutì. “Ho bisogno che tu faccia qualcosa per me. E voglio che tu sia sincero. Non ho intenzione di giocare” iniziò lei seriamente.

Il giovane annuì.

“Trunks…devi dirmi chi è il padre di mio figlio” annunciò Bulma.

Il povero ragazzo del futuro spalancò gli occhi e pensò automaticamente che sarebbe stato molto meglio ascoltare il suo istinto e non uscire dalla sua stanza per quel giorno.

 

 

Continua…

 

 

 

Capitolo di passaggio incentrato sui pensieri di Bulma…la nostra cara amica dai capelli azzurri non fa altro che pensare al bacio del principe dei saiyan, e come non capirla!!

Grazie come sempre di aver letto il capitolo!

E grazie a: ladyvegeta, Bulmalicious, ainat, Simply91, Melany85, lelly87, jame, ELVISINA, Mela (ma povero Veggy!! Non puoi augurargli di avere la diarrea!!! …anche se a volte se lo meriterebbe…ma gli voglio troppo bene per desiderare una cosa simile!! >.<), chibi chu, Liz, Mikysimpa, migena, Kino, ecstasyandwine, lucy per le recensioni!!!!!!

Sono troppo commossa!!! Addirittura 16 recensioni…non ho parole per ringraziarvi!!!!

Alla prossima!!!!

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** 23 : Verità ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 23:

 

“Verità”

 

 

Quella giorno Vegeta si era svegliato all’alba come ogni mattina. Ma se fino a qualche tempo prima lo faceva esclusivamente per sfruttare ogni secondo prezioso per allenarsi, ultimamente era per altri motivi.

“Dannato sogno…” mormorò stringendo i pugni. Ogni notte sempre il solito sogno: Bulma che precipitava nel vuoto, gridando il suo nome. E lui, immobilizzato, non riusciva mai a salvarla.

Perché lo sognava sempre? Che ascendente aveva su di lui quella donna?

Con rabbia si disfò delle lenzuola e si alzò in piedi, un po’ a fatica. Non si era ancora ripreso completamente dalle ferite causate dall’esplosione della camera gravitazionale.

Secondo il suo istinto saiyan aveva già perso molto tempo. Era indietro con gli allenamenti di qualche giorno, ormai. Era inaccettabile. E quella dannata donna non gli faceva muovere un muscolo.

Fece qualche esercizio di riscaldamento e, toccandosi il petto, constatò che la grande ferita che lo squarciava era ormai guarita. Disfece le, secondo lui, inutili e ingombranti fasce che Bulma gli aveva applicato e andò in bagno per lavarsi il viso.

Si specchiò, poi, e di nuovo gli tornò alla mente l’immagine di lei che precipitava e il suo urlo agghiacciante. Scosse poi la testa. “Basta, devo smettere di pensarci!” disse deciso stringendo un pugno.

E il modo migliore era sicuramente un allenamento massacrante.

Decise quindi di uscire di casa: la donna non lo avrebbe lasciato allenare in pace, meglio trovare un posto tranquillo.

Si legò i lacci delle scarpe e, aperta la finestra, spiccò il volo verso un posto remoto della Terra.

 

C-cosa?” domandò il giovane del futuro augurandosi di aver capito male. “Voglio sapere chi è il padre del mio bambino. Tu vieni dal futuro, ovviamente lo sai” disse Bulma mettendosi le mani sui fianchi nella sua solita posa minacciosa. “Avanti, dimmelo!”

Trunks indietreggiò di un passo. “Non puoi chiedermi questo…sai che non posso dirtelo…” provò lui. Ma conosceva bene lo sguardo che gli stava rivolgendo sua mamma: non ammetteva repliche.

“Non mi interessa nulla se non puoi! E non mi interessa l’ordine cosmico degli eventi e tutto il resto!” disse lei battendo un piede a terra. “Voglio saperlo!”

A-aspetta!” provò lo stesso Trunks. “Se ti dico il nome del padre del bambino potrei cambiare troppe cose e il piccolo non nascerebbe affatto! Vuoi questo?”

“Non dire sciocchezze!” lo rimproverò subito la donna. “Non appena saprò la sua identità, mi farò subito avanti e sarà tutto ok!”

*Se fosse così facile te l’avrei già detto…* pensò il ragazzo cercando una soluzione.

“Dimmelo!” ripeté lei puntandogli un dito contro. Trunks si sentì con le spalle al muro. Senza alternative, la superò velocemente e scappò via volando verso la casa di Goku. Aveva bisogno di aiuto.

“Trunks?! Torna qui!” urlò Bulma. Ma il giovane non si fermò.

 

“Accidenti!” gridò Trunks mentre a tutta velocità si dirigeva verso il monte Paoz. Temeva che prima o poi sua mamma gli avrebbe fatto una domanda simile. Ma cosa poteva risponderle?

Gli sarebbe piaciuto tanto rivelarle che lei e Vegeta si sarebbero innamorati, che in una notte di marzo avrebbero concepito un bambino e che l’avrebbero chiamato Trunks. Già l’immaginava, messa di fronte a questa notizia: sarebbe andata ad abbracciarlo, felice, probabilmente si sarebbe vantata di quanto fosse bello suo figlio, e si sarebbe completamente scordata di Vegeta.

O perlomeno così sarebbe stato per qualche tempo.

Sua mamma era una donna strana: era il genio indiscusso dell’intero pianeta, eppure spesso si soffermava solo alle apparenze.

Ed era imprevedibile. Se per caso Trunks le avesse rivelato la verità…non sapeva come avrebbe potuto reagire.

Ormai era palese che almeno dalla parte di lei ci fosse attrazione nei confronti di Vegeta, e forse anche qualcosa di più. Ma il ragazzo voleva che fosse una cosa spontanea tra i due. Se avesse detto loro la verità gli sarebbe sembrato quasi di costringerli a stare insieme. E non poteva togliere loro quest’esperienza.

Sperava con tutto il cuore che nel combattimento contro i cyborg, ormai imminente, Goku si sarebbe fatto valere e li avrebbe sconfitti. Ma se per caso fosse andata male? E suo padre fosse morto ugualmente?

Trunks sapeva che Bulma era riuscita ad andare avanti anche grazie al ricordo del suo amore con Vegeta…non poteva toglierglielo.

Nei momenti più bui, più difficili – come ad esempio la morte di Gohan – il volto di Bulma si illuminava solo grazie ai ricordi della sua storia d’amore. Anche se la faceva soffrire il sapere che non sarebbero più potuti tornare.

Avvistò in lontananza la casa di Goku e cercò subito la sua aurea. La localizzò a pochi chilometri di distanza, tra i boschi. E sentì anche quelle di Piccolo e di Gohan.

“Solo tu puoi aiutarmi Goku!” affermò il giovane avvicinandosi.

 

Vegeta si buttò a terra, respirando affannosamente. Sì, decisamente quello di cui aveva bisogno.

Era stanco, sudato e le ferite avevano ripreso a sanguinare. Ma si sentiva rinato.

Lentamente si avvicinò al fiumiciattolo che scorreva a pochi metri di distanza e prese a bere, rinfrescandosi.

Passò qualche minuto steso a riflettere quando sentì l’aurea di Trunks volare a gran velocità in direzione dei monti Paoz.

“Che succede?” disse chiedendosi inconsciamente se non fosse successo qualcosa a Bulma, ma la debole aurea di lei era la solita, forse addirittura più forte. Sorrise leggermente, capendo al volo che fosse arrabbiata: succedeva sempre così. Quella donna diventava più potente se furiosa.

Scosse la testa e si riconcentrò su Trunks. Non gli ci volle molto per capire che fosse diretto da Kakaroth.

Si alzò quindi e prese a correre nella stessa direzione. Non voleva che percepissero la sua presenza anche perché non voleva mostrarsi debole e insanguinato di fronte al suo acerrimo nemico.

 

“Dai Gohan! Attacca!” gridò il saiyan difensore della Terra al figlio. Il piccolo si concentrò e, desideroso di mostrarsi forte agli occhi del padre e del suo maestro namecciano nonché migliore amico, aumentò la sua energia e si scagliò contro l’avversario.

Goku schivò facilmente i primi tre pugni ma fu colto alla sprovvista dalla sfera di energia che lanciò Gohan, improvvisamente. Non si aspettava una tale reazione. Con un sorriso soddisfatto si massaggiò il ventre, dove l’aveva colpito. “Urca Gohan! Stai facendo progressi! Penso che fra poco ti trasformerai anche in super saiyan se continui così” lo elogiò Goku arruffandogli i capelli.

“Dici sul serio papà?” chiese Gohan con un grande sorriso e gli occhi luccicanti. Adorava suo padre. Il saiyan annuì e il figlio iniziò ad esultare a braccia alzate in cielo.

Piccolo, in disparte, non riuscì a trattenere un sorriso ma si riscosse subito avvertendo l’aurea di Trunks avvicinarsi a gran velocità.

“Goku” disse il namecciano voltandosi verso la direzione verso cui sentiva arrivare il saiyan. “Lo sento” rispose l’altro. Sperò inconsciamente che non ci fossero problemi.

Gohan guardò gli adulti, confusi, ma non ci mise molto anche lui a percepire l’aurea del giovane. “E’ il ragazzo del futuro!” esclamò infatti, pronto ad accoglierlo.

Trunks comparve rapidamente di fronte ai loro occhi e atterrò velocemente.

“Salve a tutti, scusate il disturbo” affermò lui, serio.

“Ragazzo mio! Cosa ti porta sui monti Paoz? Non dirmi che si tratta ancora di…” iniziò Goku. Non riuscì a terminare la frase che Trunks annuì in risposta.

“Urca!” esclamò il saiyan mettendosi una mano tra i capelli “”E io che speravo fossero insieme ormai!”

Gohan guardò i tre guerrieri attorno a lui, confuso. Non sapeva ovviamente di chi stessero parlando. Si avvicinò allora al padre ed andò a tirargli leggermente i calzoni, in cerca di attenzione. “Papà? Di cosa parli?” chiese infatti.

Goku abbassò lo sguardo e decise poi di mandare il figlio a casa: per quella mattina l’allenamento era ovviamente concluso. Motivi urgenti richiedevano la sua attenzione. Si abbassò in ginocchio in modo da essere alla stessa altezza di Gohan e gli disse dolcemente: “Ora noi dobbiamo parlare di cose importanti riguardanti il futuro. Ti va di lasciarci soli?” Gohan mise un piccolo broncio e Goku continuò “Non devi per forza tornare a casa! Perché non fai un giro con il tuo draghetto?”

Il piccolo esultò dalla gioia e, dopo aver salutato tutti, corse via.

“Bene. Ora spiegaci la situazione” disse Goku incrociando le braccia al petto e osservando il giovane del futuro.

 

Bulma ringhiò arrabbiata quando vide Trunks sparirle così davanti agli occhi. Perché tutta quella segretezza? Chi mai poteva essere il padre del bambino?

Era tutta colpa di Goku! Era stato lui a rinchiuderla al palazzo del Supremo con Vegeta! Se non fosse stato per quella stupida visione, lei non si sarebbe fatta tutte quelle paranoie inutili!

Si versò un’ulteriore tazza di caffè e si sedette al tavolo, furiosa. Voleva solo una risposta, niente di più.

Iniziò a sorseggiare lentamente la bevanda, continuando a riflettere su cosa fare. Se fosse rimasta chiusa in casa non avrebbe mai conosciuto nessuno. Magari il padre di suo figlio era giusto fuori dalla porta. *Dovrei andare a rimorchiare…* pensò.

Ma, automaticamente, le venne in mente il volto di Vegeta. Finchè era così attratta da lui non poteva certo aprirsi a qualcun altro!

Accidenti a lui e al suo fascino!

Appoggiò con rabbia la tazza, ma poi si calmò, tracciandone con un dito il bordo restando con lo sguardo fisso sulla bevanda scura. Nessuno mai aveva avuto un tale ascendente su di lei. Nuovamente, si chiese se per caso fosse innamorata di lui. I sintomi erano quelli: pensava a lui in continuazione, desiderava sempre averlo accanto, lo sognava anche la notte.

*Sono cotta…* ammise dopo un po’.

Chinò poi la testa contro il tavolo, sconfitta. Si era innamorata dell’uomo più sbagliato che potesse scegliere.

 

“Goku! Devi aiutarmi!” gridò Trunks afferrando con forza le spalle del saiyan e scuotendolo. “Calma! Calma! Dimmi che succede!” disse Goku scrollandosi a fatica dalla presa. Il ragazzo era decisamente diventato più forte.

“Si tratta di Bulma! Non so come uscirne!” disse ancora il giovane, agitato.

“Che c’è? Non si è ancora innamorata? Mancano ancora dei mesi se non sbaglio…dalle tempo” disse Goku cercando di calmarlo.

“Non è questo! Anzi, penso che ormai sia cotta…” ammise arrossendo leggermente.

Goku fece un gran sorriso “Urca! Sono felice per lei! Ma il problema qual è? Lui non è dello stesso avviso?” chiese quindi, pensieroso.

“Non lo so, non riesco mai a capire a cosa pensa. Ma non si tratta di questo” disse Trunks abbassando la testa. Goku e Piccolo lo guardarono.

“Stamattina mi ha chiesto chi è il padre del bambino che ha visto nella visione del futuro al palazzo del Supremo” ammise dopo un po’.

Goku spalancò gli occhi. “E tu? Che hai fatto?” chiese. “Niente, sono fuggito qui! Tu la conosci, sai che non si arrende mai! Devi aiutarmi!”

Il saiyan dai capelli neri si sbattè una mano sulla faccia: accidenti se aveva sbagliato a rinchiudere Vegeta e Bulma nella stanza del Supremo!

“Perché non glielo dici e basta?” domandò Piccolo dalla sua posizione un po’ appartata. Essendo un namecciano capiva veramente poco delle relazioni di cuore tra gli umani, quindi non sapeva la reazione che una tale scoperta avrebbe scaturito nei due interessati.

“Non posso!” disse infatti Trunks. “Conosco i comportamenti di entrambi, non reagirebbero bene!”

Goku rimase silenzioso per un po’. Poi ammise “Forse Piccolo ha ragione. Se lei è già cotta, non penso si farà molti problemi a farsi avanti conoscendo la verità”

Trunks lo guardò, non ancora convinto. I suoi genitori erano entrambi troppo orgogliosi per accettare quella situazione, inoltre non voleva turbare il loro innamoramento.

“Non saprei neppure cosa dire…” disse Trunks, riflettendoci. “Non posso dirle semplicemente: il padre di tuo figlio è Vegeta e sai una cosa: in realtà sono io!!” concluse ironicamente.

“Se vuoi vengo con te da Bulma e ti aiuto a toglierti dalla situazione se proprio non vuoi dirle nulla” disse Goku notando quanto fosse turbato il giovane dal dirle una cosa simile. “Vediamo come procede” continuò.

Trunks annuì. “Grazie Goku…e speriamo in bene”

I due decisero così e presero quindi il volo verso la Capsule Corporation. Piccolo invece andò a cercare Gohan per continuare gli allenamenti.

“Umani e le loro relazioni sentimentali…” fu il suo unico commento. Sicuramente era più facile per i namecciani.

 

Vegeta, poco distante e nascosto dietro un albero, aveva sentito tutto. E per poco non aveva gridato alla notizia della sua futura paternità.

Avrebbe messo incinta la donna?! E Trunks era loro figlio?!

Quando aveva accettato il suo invito a restare alla Capsule Corporation non aveva minimamente pensato che potesse portare a certi risultati. Lui era un guerriero, non aveva tempo di crearsi una famiglia e nemmeno lo voleva! Tra l’altro con una donna terrestre!

Ma effettivamente quello spiegava tutto: ecco perché Trunks era un mezzo saiyan e aveva gli occhi azzurri; ecco perché Kakaroth aveva rinchiuso lui e Bulma nella stanza del Supremo; ecco perché nella visione del futuro della sua partenza per lo spazio l’aveva vista piangere; ecco perché Trunks aveva insistito che si fermasse sulla Terra per un altro anno.

Tutto tornava.

Ora che conosceva il grande segreto avrebbe anche potuto cambiare il corso delle cose e non concepire affatto quel figlio che aveva incontrato già grande e di cui, inconsciamente, era fiero. Sorrise leggermente riconoscendo che, nonostante tutto, Trunks fosse un erede in gamba. Era forte, veloce e un super saiyan. Ma lui non era fatto per essere padre! Se si fosse davvero messo con la donna, probabilmente lei lo avrebbe rammollito.

Rimase a pensare ancora a lungo, finchè non decise di tornare a casa. Voleva anche sapere se Trunks e Kakaroth avrebbero detto la verità a Bulma.

Spiccò quindi il volo e si diresse alla Capsule Corporation.

Chissà perché, pensandoci, dopotutto non gli dispiacesse l’idea di fare di Bulma la sua compagna e la madre di suo figlio.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

Scusate il leggero ritardo con cui ho aggiornato oggi, ma sono stata via tutto il giorno e purtroppo senza la mia presenza le parole non si scrivono da sole al computer!! E quando sono fuori casa mi fioccano in mente miliardi di idee!!

Spero che gli sviluppi siano ancora di vostro gradimento…

Grazie per le recensioni a: ladyvegeta, ainat, Okkiblu88, lucy, emyc, Mikysimpa, chibi chu, migena, Kino, bulma0209, Mela e Simply91!!!!! GRAZIEEEEE!!!!!

Al prossimo capitolo!!!

 

 

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Capitolo 24
*** 24 : Sentimenti ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 24:

 

“Sentimenti”

 

 

Goku e Trunks arrivarono alla Capsule Corporation in pochi minuti. Il più giovane dei due era tesissimo.

Rimasero a fluttuare in aria proprio sopra la cupola gialla dell’edificio e Goku gli mise una mano sulla spalla in modo paterno. “Coraggio ragazzo mio!” gli disse con un sorriso. Trunks rispose timidamente allo stesso modo e i due atterrarono.

Furono accolti dalla signora Brief che, con indosso un vestitino a motivi floreali e il tubo dell’acqua in mano, dava da bere ai suoi mille fiorellini colorati.

“Ciao cari!” li accolse correndogli incontro. “Goku! Quanto tempo!” continuò avvicinandosi sensualmente al saiyan “Oh, ma diventi sempre più un bel ragazzo!” gli disse con un sorriso. Goku si grattò la testa, come sempre trovandola molto strana, e le chiese dove fosse Bulma.

“Penso sia nella camera gravitazionale…ti cercava prima, Trunks” disse poi rivolta al giovane dai capelli lilla, che deglutì. Non gli era mai piaciuto affrontare sua mamma.

“Coraggio” gli disse Goku spingendolo all’interno.

La trovarono appunto nella GR con indosso la sua tuta da lavoro e circondata dai suoi attrezzi.

“Ciao Bulma!” gridò Goku facendole prendere uno spavento. “Ma tu non bussi mai?!” gli chiese arrabbiata. Non era mai stato molto gentile in quel frangente, le faceva sempre paura, e da quando aveva imparato la tecnica del teletrasporto era addirittura peggiorato.

La donna gli si avvicinò e vide subito il ragazzo del futuro. “Trunks!!” urlò. “Non sparire mai più in quel modo, capito?! Non si tratta così una signora!!” lo rimproverò nella classica posa con le mani sui fianchi.

“Mi dispiace…” disse lui abbassando la testa. Non era ancora convinto di affrontarla.

“E aspetto ancora una risposta!! Perché sei andato da Goku?” gli chiese. Il saiyan in questione si grattò la testa e rispose: “Volevo vederti!” mentì. “Trunks era di passaggio e così…”

Bulma rimase perplessa ma dimenticò tutto, felice comunque di vedere il suo migliore amico.

“Che stai facendo?” chiese Goku guardandosi attorno. “Non si vede? Riparo la camera gravitazionale che quello zuccone di Vegeta ha fatto saltare in aria mentre si allenava! Saiyan!” esclamò “Senza offesa” disse subito riscattandosi.

“A proposito, sapete dov’è?” chiese la donna. “Non è in camera sua e da nessuna parte in casa…”

I due saiyan si guardarono e cercarono immediatamente la sua aurea.

“Sono qui” affermò il principe facendo il suo arrivo alle loro spalle. Con sguardo serio e braccia incrociate fissava intensamente prima Trunks poi Bulma. La sua ‘in teoria’ futura famiglia.

“Vegeta!” gridò lei avvicinandosi minacciosamente. “Ma dove sei stato?!” gli domandò arrabbiata. Quando fu abbastanza vicina si accorse di come le sue condizioni fisiche si fossero aggravate.

“Ma ti sei allenato?! Sei uno scemo!” gli gridò e gli ordinò di tornare a letto dove lo avrebbe curato. “Non rompere donna!” disse lui senza risultare troppo arrabbiato. Non si mosse di un passo.

Ci furono pochi istanti di imbarazzante silenzio finchè Bulma non offrì a tutti qualcosa da mangiare. I tre saiyan, ovviamente, accettarono.

Accomodatisi sul divano – eccetto Vegeta che preferì appostarsi contro la grande finestra che dava sul terrazzo – solo Bulma sembrava in vena di conversare. E quando sparì in cucina per andare a prendere il cibo, tra i tre guerrieri calò il silenzio.

Nemmeno Goku, spirito libero da ragazzino, riusciva a spiccicare parola. Vegeta gli sembrava ancora più tenebroso del solito.

“Che musi lunghi!” li sgridò Bulma ritornando con due vassoi stracolmi di dolci. Goku si avventò su di essi mentre Trunks e Vegeta non si mossero.

“Trunks, prendi qualcosa” gli offrì lei. Il ragazzo accettò, giusto per non farla troppo arrabbiare. Lei gli sorrise caldamente e poi si voltò verso Vegeta. Fece qualche passo verso di lui e gli porse il piatto.

Per tutto il tempo i loro occhi restarono incollati, lei perché sempre più consapevole di essere innamorata, lui perché continuava a studiarla. Sarebbe stata davvero lei la donna che avrebbe scelto come compagna e madre di suo figlio?

“Hai visto come si fissano! Forse si amano già!” bisbigliò Goku all’orecchio del ragazzo del futuro. Questo annuì lentamente.

Passarono quasi un’ora a parlare di un po’ di tutto, e con grande sorpresa Vegeta non lasciò la stanza. Era in realtà troppo curioso del discorso che avrebbero fatto Goku e Trunks a Bulma. Ma si rese conto che i due non avrebbero parlato di fronte a lui…peccato non sapessero che in realtà lui era già a conoscenza di tutto.

Sbuffando, decise di andarsene e appoggiarsi fuori ad ascoltare. Aveva già perso la pazienza. Senza una parola, quindi, uscì e Bulma lo seguì silenziosamente con lo sguardo.

Sicura che non fosse più nei paraggi chiese prontamente ai due chi fosse il padre di suo figlio. Non aveva avuto il coraggio di domandarlo in presenza di Vegeta, e, inconsciamente, sperava che fosse davvero lui l’uomo in questione.

Trunks inorridì e Goku si grattò la testa. Ecco il momento della verità.

Il saiyan più anziano guardò il giovane e decise di non rivelarle nulla. Trunks sembrava tenerci davvero tanto.

“Non posso dirtelo Bulma” ammise dopo un po’ guadagnandosi un’occhiataccia da parte di lei. “E’ contro le regole, mi dispiace”

La donna si alzò in piedi, battendo i piedi. “Non mi importa! Ditemelo!” gridò testardamente. Ma Goku si rifiutò ancora.

Bulma provò e riprovò a convincerli, ma inutilmente.

“Ascolta…” cominciò Goku posandole una mano sulla spalla “Anch’io voglio che quel bambino nasca, con tutto me stesso, credimi!” sorrise “Ma non è giusto dirti chi sarà il padre. Deve succedere tutto secondo il destino. Aspetta un po’, arriverà!” le diede coraggio.

Sia Bulma che Trunks sorrisero. “E non assillare questo povero ragazzo! Te lo prometto, se entro qualche mese ancora non ti sarai messa con il padre, ti dirò chi è. Ok?” chiese poi cercando di darle una rete di salvataggio.

Lei annuì. Goku poi annunciò che sarebbe tornato a casa o Chichi lo avrebbe ucciso, e si teletrasportò sui monti Paoz.

Bulma e Trunks, rimasti soli, non accennarono più alla paternità del bambino, con grande gioia del giovane.

 

Vegeta sbuffò rumorosamente e si diresse al piano superiore per medicarsi in qualche modo le ferite che si era causato.

Non sapeva nemmeno lui se essere felice o meno del fatto che a Bulma non era stato detto nulla.

Ma forse era meglio così. Gli serviva tempo per ponderare la situazione.

E in seguito…avrebbe deciso.

Il destino del ragazzo del futuro era nelle mani di Vegeta.

 

La giornata passò velocemente, ognuno troppo impegnato nelle rispettive mansioni. La povera Bulma era rinchiusa nella camera gravitazionale intenta a ripararla, Trunks era in giardino ad allenarsi e Vegeta in camera a meditare proprio come faceva Piccolo a volte.

Solo a cena si rividero tutti, e nessuno aveva molta voglia di parlare.

Trunks si sentiva in colpa. Sapeva che sua mamma moriva dalla curiosità e gli sarebbe tanto piaciuto rivelarle tutto. Ma non poteva.

Andò quindi a letto presto, sentendosi a disagio nella stessa stanza con lei.

La donna tornò controvoglia nella GR in seguito alle solite minacce di morte di Vegeta e continuò il suo lavoro. Mancavano giusto gli ultimi ritocchi, e poi avrebbe terminato.

Aprì il pannello di controllo e, munita di tutte le sue chiavi inglesi, avvitò tutti i bulloni rimasti.

“Finito!” annunciò a voce alta asciugandosi la fronte sudata.

“Era ora!” rispose una profonda voce alle sue spalle. Bulma si girò di scatto e vide Vegeta appoggiato a braccia conserte sul muro. Chissà da quanto era lì…fortunatamente non si era lasciata scappare commenti su quanto le piacesse!

“Vegeta…” iniziò a voce bassa lei “Ma sei impazzito?! Perché non avverti mai quando sei in stanza con me?!” gli urlò quindi con le mani sui fianchi.

Il saiyan scattò con il mento dalla parte opposta per non guardarla. “Se tu sapessi avvertire le auree non ci sarebbero questi problemi…” rispose duro “Sono sicuro che anche Kakaroth dalla sua insulsa casetta sui monti sa che sono qui con te!”

L’unico commento di Bulma fu un grande broncio.

Rimasero in silenzio. Poi lei domandò: “Volevi qualcosa da me? Perché sei qui?” Il saiyan la guardò attentamente, scrutandola dalla testa ai piedi. Bulma deglutì pesantemente. Cosa stava a significare quello sguardo?

Vegeta poi distolse lo sguardo. “Vedere se avevi terminato. Sei lenta come una lumaca” la offese gratuitamente. Ma Bulma non si lasciò ovviamente calpestare. “Brutto screanzato! Qualsiasi altro scienziato ci avrebbe messo settimane a terminare mentre io ho impiegato solo qualche giorno! Ringraziami invece!” disse acida e molto, molto arrabbiata. Come poteva un uomo essere tanto irritante quanto perfetto?

Il saiyan rimase in silenzio, ammettendo mentalmente che la donna fosse in gamba. Ma non glielo avrebbe mai detto. *E’ molto intelligente…quante donne sarebbero in grado di fare una cosa simile?* pensò. Bulma era fuori dal comune. Forse poteva davvero essere la degna compagna del principe dei saiyan.

La vide cominciare a riordinare i suoi strumenti di lavoro e intuì che volesse andarsene. Decise però di stuzzicarla un po’.

“Hai trovato il padre di tuo figlio?” le domandò sicuro della sua risposta negativa. Voleva vedere la sua reazione. Bulma arrossì e, a testa bassa, gli rispose “Non ancora…”

Vegeta si trovò a riflettere: perché quella donna ci teneva tanto ad avere un marmocchio? Conoscendola, sapeva che le sarebbe stato difficile diventare una brava madre dato il suo egocentrismo. Perché lo voleva comunque?

“Sai…” continuò lei, confidenzialmente “Oggi ho chiesto a Trunks di rivelarmi chi fosse il padre del bambino ma lui è scappato da Goku e non me l’hanno detto”. Vegeta non disse nulla. “Che sia davvero così importante mantenere il segreto?” domandò lei più a sé stessa che a lui.

“Io mi conosco” continuò lei “Se sapessi l’identità del padre mi farei subito avanti”

Vegeta la fissò: se le avesse detto la verità avrebbe potuto togliersi lo sfizio di portarsela a letto fino a metterla incinta. Ai suoi occhi di uomo in astinenza da più di un anno era un’ottima prospettiva. Ma forse lei non gli avrebbe creduto.

“Andresti con chiunque? Anche uno che non conosci?” le chiese volendo capire quanto desiderasse quel figlio.

Bulma ci pensò un attimo. “Prima vorrei conoscerlo, è ovvio!” disse con un sorriso. “Ma se è l’uomo con cui avrò un bambino, sicuramente sarà quello giusto per me!”

Eccolo. Ecco il suo lato superficiale. La vita non le aveva insegnato nulla? Era rimasta convinta di amare il suo ex per molti anni ed era quasi stata sul punto di convolare a nozze con lui. Ma era finita dopo un solo bacio dato al principe dei saiyan.

Come poteva lei mantenere un animo così romantico?

Per quello che Vegeta poteva sapere, nella dimensione di Trunks forse tra i suoi genitori era stata solo una storia di sesso terminata con il concepimento involontario di un bambino. Niente più.

“Sei un’illusa” le disse Vegeta, ferendola. “L’amore non esiste, è fatto per gli allocchi come te”. Le si avvicinò pericolosamente fino a fermarsi a pochi passi da lei. “Non esiste nemmeno il tuo ‘ragazzo ideale’…se lo avessi chiesto al drago delle sfere non ti avrebbe portato nessuno, smettila di sognare!”

Lo infastidiva alquanto la sua immaturità. Era la donna più intelligente del pianeta, eppure sapeva essere una vera stupida in quanto a situazioni pratiche. Lei non aveva vissuto neanche la metà delle esperienze di vita che lui aveva sopportato. E soffriva per questo.

Restarono a fissarsi, finchè Bulma sbottò: “Io credo nell’amore! Ci crederò sempre! E non mi farai cambiare idea!” gli urlò “Sai cosa? Io sono già innamorata di qualcuno!”

Vegeta aprì leggermente la bocca: parlava di lui?

“E mi farò avanti!” continuò lei decidendo di buttarsi. Gli avrebbe rivelato i suoi sentimenti e lo avrebbe fatto innamorare di lei. Voleva dimostrargli quanto potente potesse dimostrarsi l’amore, voleva renderlo felice. Vegeta era sempre così triste e arrabbiato con il mondo…non aveva mai ricevuto dei gesti carini da parte di altre persone, di questo era sicura. Per questo non credeva nell’amore. Lei gli avrebbe fatto cambiare idea.

Mordendosi leggermente le labbra gli prese il volto tra le mani e, munita di tutto il suo coraggio, andò a baciarlo. Fu un bacio carico di passione e desiderio da parte sua. Gli stava aprendo il suo cuore.

Vegeta, con gli occhi aperti e sguardo corrucciato, guardava le sue guance rosse e le lunghe ciglia. Cosa stava cercando di fare quella donna? Sedurlo? Farlo innamorare? Non capiva.

Le lasciò approfondire il bacio andando ad accarezzarle quasi senza accorgersene un fianco. La donna aveva delle ottime armi da sfruttare, quello era sicuro.

La vide fremere e allacciargli le braccia attorno al collo. Erano talmente vicini che l’odore di lei gli pervase le narici facendolo eccitare leggermente. Che donna fascinosa…

Ma quando la sentì iniziare ad aprirgli la camicia, si staccò rapidamente. Non poteva cedere a lei. La desiderava – oh, se la desiderava! – ma non poteva lasciarle il controllo della situazione.

Bulma lo guardò, confusa: aveva risposto al bacio, perché non voleva portare il tutto a termine in camera da letto?

“Perché?” gli chiese infatti.

Senza darle una risposta, Vegeta lasciò rapidamente la stanza.

Bulma cadde in ginocchio, spossata. L’aveva rifiutata. Possibile che fosse fatto di ferro? Qualsiasi altro uomo sarebbe caduto ai suoi piedi, perché lui no?

Le faceva male essere stata rifiutata, eccome. Ma non poteva arrendersi. Gli aveva rivelato il suo amore, sperando che lui lo avesse capito.

Doveva farlo capitolare, lo doveva almeno al suo orgoglio. E se fosse stato davvero lui il padre di suo figlio…sarebbe stato meraviglioso.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Ufff!! Sta diventando sempre più difficile scrivere i capitoli, anche perché sono impegnata con l’università e Vegeta e Bulma sono in una situazione molto particolare! Che casinista che sono!!

Mi auguro comunque che continui a piacervi…

GRAZIE A: Mela, emyc, Kino (direi tale padre tale figlio! Anche Trunks, se ricordi, qualche capitolo fa si è fermato ad origliare i suoi genitori!), ladyvegeta, migena, ainat, Simply91 (come vedi Bulma non ha saputo nulla…e per quanto riguarda Vegeta si vedrà in seguito cosa succederà!), Bulma93, ELVISINA, chibi chu, Melany85, lillax, lucy e mara!!!! Siete in tantissimi!!! …vi adoro!!!

Alla prossima!!

 

 

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Capitolo 25
*** 25 : Seduzione ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 25:

 

“Seduzione”

 

 

 

Vegeta si chiuse pesantemente la porta della sua camera da letto alle spalle. Era scappato come un codardo. Quella donna era pericolosa. Nessuna prima di lei era riuscita ad eccitarlo tanto con un solo bacio.

Le donne con cui era stato in precedenza, ovvero tutte le sgualdrine presenti alla base di Freezer in cui viveva, non erano mai riuscite in tale proposito. E si che quello doveva essere il loro lavoro!

Strinse forte il pugno desideroso di picchiarlo contro qualcosa, ma non lo fece consapevole che con la sua forza avrebbe distrutto tutto. Meglio non dare ulteriori scuse alla donna di entrare nella sua camera.

Si andò a sedere sul letto facendo cigolare pesantemente il materasso. Se avesse lasciato fare la donna, probabilmente a quell’ora si troverebbero entrambi su quello stesso letto ben impegnati a fare l’amore.

Tsk…amore…

La donna aveva detto di essere innamorata di lui. Che sciocca. Non sapeva nulla di lui, eppure diceva di amarlo. Che infantile. Aveva scambiato l’evidente attrazione sessuale tra loro per il sentimento che lei considerava più importante.

Lui non credeva nell’amore, e mai ci avrebbe creduto. Era stato cresciuto per essere un guerriero spietato e invincibile: l’unica cosa che aveva imparato da Freezer era che i sentimenti erano per i deboli. E lui non voleva essere debole.

Da quando si trovava sulla Terra erano però cadute tutte le sue convinzioni. Kakaroth era invincibile perché provava sentimenti; Trunks, il suo stesso figlio, era forte perché spinto dall’amore. Ed erano entrambi super saiyan. Che fosse quella la chiave per trasformarsi nel guerriero leggendario dai capelli dorati?

Vegeta scosse la testa, disgustato. No, era impossibile. Nessun vero saiyan provava sentimenti, tanto meno l’amore. Kakaroth era riuscito a trasformarsi grazie all’allenamento con la gravità; Trunks perché era figlio del principe dei saiyan. Tutto qui.

E quella donna…

Come aveva fatto a risultare tanto eccitante dopo un bacio? E perché il suo cuore aveva preso a battere più forte quando gli aveva rivelato di essere innamorata di lui? Perché stava per crollare ai suoi piedi?

Si posò una mano sulla faccia, stancamente. Quel periodo sulla Terra lo stava facendo impazzire. Era tutto molto più facile quando era al servizio di Freezer.

Con un lieve sorriso, Vegeta ammise “Quella donna è più pericolosa di quel mostro di Freezer…”

 

Bulma tornò lentamente in camera sua dopo aver riordinato i suoi attrezzi da lavoro.

Vegeta l’aveva rifiutata…

Era la prima volta in vita sua che non riusciva a sedurre un uomo. Si sentiva sconfitta. Ma quel rifiuto l’aveva resa ancora più desiderosa di conquistare il principe.

Solitamente le bastava uno sguardo per farsi desiderare. Un rifiuto era una cosa nuova, insolita, quasi eccitante. Vegeta sapeva essere sexy anche quando faceva il prezioso, anche se come definizione del saiyan era un po’ tirata.

Bulma non era mai stata una ninfomane desiderosa di sesso: anche con Yamcha prima di concedersi aveva fatto passare parecchio tempo, e anche dopo preferiva uscire fuori a cena piuttosto che rinchiudersi in camera da letto a fare l’amore. E spesso a Yamcha toccava buttarsi sotto una doccia decisamente gelida.

Alla ragazza dai capelli azzurri non era mai piaciuto molto fare l’amore con il suo ex. Le sembrava quasi di rovinare il loro rapporto facendolo. Avrebbe dovuto capire molto prima che non erano fatti per stare insieme, ma solo per restare amici. Che sciocca era stata!

C’era voluto Vegeta per farglielo capire.

Sentiva già a pelle che quella nuova relazione – se così poteva chiamarla – era sicuramente diversa dalla storia d’amore che aveva vissuto con Yamcha. C’erano nuovi sentimenti in gioco.

In primo luogo era lui al comando di tutto, e Bulma aveva tutta l’intenzione di cambiare questa situazione. Non le piaceva restare in disparte ad attendere un suo gesto, voleva essere lei al centro del gioco. Voleva farlo emozionare, tremare, desiderarla…voleva farlo innamorare.

Ecco un’altra cosa che le piaceva di lui: la sfida continua. Lui era il solo ad affrontarla a testa alta, e il solo ad essere irraggiungibile. E questo lo rendeva ancora più desiderabile.

Dal giorno dopo Bulma avrebbe iniziato il suo piano di seduzione: e presto lo avrebbe fatto capitolare ai suoi piedi. Era diventata quasi una questione d’orgoglio.

 

Di buonora, il mattino dopo, Trunks si diresse nella camera gravitazionale appena riparata. Gli era decisamente mancato quel tipo di allenamento. Suo padre aveva fatto bene ad insistere per avere quella stanza.

Con un triste sorriso, però, Trunks ammise a sé stesso che oltre all’allenamento gli mancava passare il tempo con suo padre. Nella GR avevano quasi cominciato un rapporto padre-figlio, e lui era al settimo cielo. Gohan era stata una figura paterna molto importante per lui, ma nessuno era come il suo vero papà. Per quanto irritante ed odioso sapesse essere.

Sicuro che nella GR non ci fosse nessuno, Trunks digitò il tasto accanto alla porta per aprirla ma questa non si mosse. Riprovò e si chiese se per caso stesse facendo le bizze. Eppure sua mamma aveva appena finito di ripararla.

“Cosa diavolo…?” si chiese nuovamente.

All’improvviso la porta si aprì e Vegeta, dall’interno, fulminò il ragazzo del futuro con lo sguardo. Era stato lui, infine, ad aprirla. “Sbrigati ad entrare, non ho tempo da perdere. La donna ha fatto in modo che la stanza non si possa aprire se la gravità non è al minimo” disse spiccio il principe con la mano posata sul pulsante di accensione pronto a ricominciare l’allenamento.

Trunks corse rapidamente al centro della stanza, non volendo irritare suo padre ulteriormente. In fretta gli disse, preoccupato, che non avrebbe dovuto allenarsi dato che le ferite non erano guarite del tutto ma Vegeta, ovviamente con la solita delicatezza, gli ordinò brutalmente di farsi gli affari suoi.

E l’allenamento cominciò.

 

Bulma, con addosso dei mini pantaloncini e una canottiera piuttosto attillata, uscì pimpante dalla sua stanza decisa ad andare a trovare Vegeta. La seduzione aveva inizio. Era certa che lui non avrebbe resistito a vederla così., era molto sicura del suo fascino.

Di fronte alla porta della camera di lui, prese un lungo sospiro di incoraggiamento e bussò lievemente. Ogni volta le ripeteva di bussare, quindi meglio non farlo arrabbiare. Avrebbe avuto altre occasioni di vederlo con pochi vestiti addosso se il suo piano avesse avuto successo.

Non sentì alcuna risposta e riprovò a bussare. Niente. Abbassò allora la maniglia facendo il suo ingresso. Come temeva non c’era nessuno.

In panico si guardò intorno, cercando qualche indizio su dove si fosse recato. La finestra era chiusa dall’interno quindi non era uscito volando da quella e alcune fasce che gli aveva stretto attorno al polpaccio sinistro erano a terra.

Bulma conosceva troppo bene i saiyan, ormai: sicuramente era nella camera gravitazionale. Con passo pesante e l’aurea leggermente incrementata dalla rabbia, Bulma si diresse in laboratorio per parlare con il principe tramite il monitor che aveva installato.

 

Al centro della stanza Vegeta stava fluttuando in aria a muscoli tesi per cercare di capire quanto avrebbe retto. Prese a girare con l’intero corpo tenendo la concentrazione quando, improvvisamente, il monitor di fronte a lui si illuminò e comparve la figura di Bulma.

“Vegeta!!” urlò lei. Trunks, poco distante e impegnato ad eseguire flessioni, si fermò ad osservare la scena.

“Cosa stai combinando?! Le tue ferite non sono ancora guarite!” disse lei con voce leggermente stridula dalla preoccupazione e dalla rabbia.

Vegeta si fermò in aria e si rabbuiò. Proprio quando l’aveva tolta dai suoi pensieri, eccola comparire. Dannata!

Rispose allora sgarbatamente. “Smettila! Non ti sopporto più! Sei arrogante e presuntuosa” le gridò. Perse la concentrazione e, merito anche di un dolore lancinante alla testa, il saiyan sbattè pesantemente al suolo. Bulma assunse l’espressione da ‘te l’avevo detto, stupido scimmione’ e gli disse: “Hai visto che avevo ragione io? Vuoi rimetterci la pelle, per caso?!” gli domandò.

Vegeta ringhiò leggermente. “Ehi donna! Tu invece ci tieni alla tua pellaccia?!” le chiese furioso di aver fatto la figura del debole di fronte ai suoi occhi. Lei sbattè gli occhi più volte e si appoggiò una mano in volto, facendo volutamente notare anche a lui quanto fosse morbida e candida la sua guancia.

“Ma che domande fai? E’ naturale che ci tenga!” disse con orgoglio. “Una ragazza giovane e carina come me ha il dovere di essere attaccata alla vita!” si adulò da sola ricordandogli nuovamente quanto lei fosse bella.

Ma il saiyan, troppo arrabbiato per preoccuparsi di altro, le gridò quando si mise in ginocchio a fatica: “Allora chiudi quella bocca!!”

Bulma rimase a bocca aperta, colpita da tanta cattiveria. Lei si stava solo preoccupando per l’uomo che amava…

Sentiva le lacrime salirle agli occhi e, orgogliosa com’era, spense rapidamente il monitor. Non voleva fargli vedere quanto l’aveva ferita. Ma non poteva arrendersi.

Trunks, avendo notato lo sguardo triste della madre, chiese cautamente a Vegeta: “Non hai esagerato? Lei si stava solo preoccupando per te, non merita questo trattamento…” disse lentamente desiderando in qualche modo vendicare sua mamma.

“Fatti gli affari tuoi ragazzino! Come mi comporto con lei non ti deve riguardare!” disse il principe consapevole invece di quanto fosse sbagliato quello che aveva appena detto. Trunks era l’unico che c’entrava qualcosa con il rapporto tra lui e Bulma.

Dopo essersi rimesso in piedi, Vegeta si girò verso il ragazzo. In posizione di difesa, gli disse: “Adesso attaccami! E non aver paura di farmi male!”

Trunks non potè rifiutarsi.

 

Passarono poche settimane e si creò un’orribile routine da cui Bulma sperava di uscire al più presto. Vegeta e Trunks si allenavano in continuazione e lei, nonostante si comportasse nei modi più sensuali che conosceva indossando mini vestitini e agitando il sedere di fronte agli occhi del principe, non era ancora riuscita a fare suo Vegeta.

Lui non sembrava per nulla attirato dalle sue movenze femminili, il che era molto frustrante.

Più volte era stata sul punto di urlargli di andare a letto con lei, ma non voleva risultare così sfrontata. Lui avrebbe potuto prenderla per una sgualdrina, cosa assolutamente fuori discussione.

Una mattina, Bulma uscì di casa per andare a fare la spesa in modo da riempire nuovamente la dispensa dopo che i suoi due ospiti saiyan l’avevano immancabilmente ripulita. A volte si chiedeva come faceva Chichi a sopportare tutto quello.

Piena di pacchi, poi, uscì dal supermercato e inciampò rovinosamente a terra facendo cadere il sacchetto delle arance. Queste si sparsero sul pavimento e Bulma si affrettò a raccoglierle, contemporaneamente maledicendo sé stessa, gli operai della strada che non avevano fatto un buon lavoro, e la cattiva sorte.

Cercò rapidamente di rimetterle tutte nel sacchetto e un uomo si inginocchiò accanto a lei, desiderando aiutarla. “La ringrazio” mormorò Bulma senza nemmeno alzare gli occhi. Quando riuscirono a rimettere tutto a posto si alzarono entrambi e Bulma si trovò faccia a faccia con un uomo molto affascinante.

Biondo, occhi verdi e un sorriso gentile…decisamente un rubacuori. “G-grazie!” disse la ragazza come sempre succube al fascino maschile.

L’uomo si offrì di accompagnarla alla macchina e lei, imbarazzata, accettò. Dopo aver depositato i sacchetti, l’uomo chiese a Bulma di andare a bere qualcosa e lei accettò.

Forse doveva smettere di pensare a Vegeta, lui non la desiderava. Aveva passato giorni a cercare di sedurlo senza successo. Doveva andare avanti.

Chissà…magari era quel bell’uomo il padre di suo figlio.

Doveva lasciar agire il destino. E Vegeta…doveva lasciarlo perdere. Anche se quel pensiero le faceva male al cuore.

 

Al termine dell’ennesimo allenamento giornaliero con Trunks, Vegeta si recò in camera sua per buttarsi sotto una lunga e rinfrescante doccia. Quel ragazzo era davvero in gamba.

Solo poche ore prima Vegeta si era scagliato contro di lui con tutta la sua forza e lo aveva colpito talmente forte allo stomaco che il povero giovane si era ritrovato piegato in due a sputare sangue. Ma nonostante tutto aveva continuato a combattere.

Il principe si era anche lasciato scappare un complimento nascosto, dicendogli che non era del tutto inutile. A Trunks si era illuminato il volto.

Sì, quel ragazzo era il perfetto erede al trono. Con un piccolo sorriso, Vegeta si convinse ulteriormente che meritasse di vivere. Quindi l’unica cosa da fare per lui era recarsi dalla donna e farla finalmente gridare di piacere tra le lenzuola.

Bulma smaniava per il suo tocco, ne era sicuro. Gli sarebbe bastato avvicinarsi e baciarla e si sarebbero ritrovati a letto insieme. Anche troppo facile.

Uscì dalla doccia e alzò la sua aurea per asciugarsi. Si infilò i pantaloni e andò alla finestra, sentendo come sempre la debole forza di lei avvicinarsi alla Capsule Corporation. Inconsciamente era sempre consapevole di dove si trovasse lei. Ma era sicuro che fosse perché lei era la futura madre di suo figlio e doveva accertarsi che stesse bene; non era assolutamente perché ci teneva seriamente a lei…no, affatto! Doveva essere convinto di quello.

La vide in lontananza passeggiare con la borsetta a tracolla e aggrottò le sopracciglia, domandandosi perché non fosse in auto. Era sicuro di averla vista partire a bordo del suo mezzo rosso fuoco.

Immediatamente, accanto a lei, avvistò una persona. Un uomo per la precisione. Li vide ridere, sfiorarsi. Il sangue iniziò a bollirgli nelle vene. Come si permetteva lei di flirtare con un altro?!

Gliel’avrebbe fatta pagare, eccome. “Nessuno tocca la mia donna senza permesso!” decretò uscendo rapidamente dalla stanza per recarsi in soggiorno.

Senza rendersene conto, il principe dei saiyan stava provando per la prima volta in vita sua un sentimento chiamato gelosia, che lo avrebbe accompagnato per tutto il resto della sua vita.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

Anche questo terminato!

Come spero abbiate intuito, ho preso la scena della camera gravitazionale quando Bulma sgrida Vegeta dalla serie TV! Ho solo aggiunto Trunks, ma non ha neanche fatto nulla!

Bulma ha rimorchiato al supermercato…la cosa delle arance viene da un’esperienza vissuta!! Che figura!! é_è

Non credo che domani riuscirò ad aggiornare purtroppo…mi aspetta una giornata a Gardaland, ultimo divertimento prima degli imminenti esami universitari! Ma mi impegnerò al massimo per mettere il nuovo capitolo il prima possibile!!

Grazie per le recensioni a: ladyvegeta, ainat, chibi chu, VANESSA, Mela, lucy, Kino (oddio…hai detto che sono un genio…io-io-io…sono commossa!!!), Topy, ELVISINA, bulma0209, migena, ecstasyandwine, lillax, crazybulma (non esagerare, ti prego, che mi sento in imbarazzo!! La tua ff è strepitosa, come tutte quelle che hai scritto! E riesco a tenere con il fiato sospeso solo perché sono una casinista ed esagero con le situazioni! Nemmeno io a volte so dove mi porterà un’idea! …sono scema…) !!!!!!

Grazie a tutti!! Al prossimo capitolo!!!

 

 

 

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Capitolo 26
*** 26 : Gelosia ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 26:

 

“Gelosia”

 

 

Bulma passeggiava sorridendo al fianco di Mitch, l’uomo che l’aveva aiutata a raccogliere le arance all’uscita del supermercato. Con lei era stato gentile, premuroso e molto simpatico. Era stato per lei un piacere accettare di passare il pomeriggio in sua compagnia.

Dopo aver chiacchierato parecchio al bar, Bulma aveva deciso di tornare a casa e Mitch si era subito offerto di accompagnarla. Quindi i due si erano incamminati verso la Capsule Corporation dopo aver incapsulato la macchina e tutti i pacchetti della spesa.

Per tutto il pomeriggio Bulma aveva cercato di non pensare neanche un momento a Vegeta: doveva dimenticarlo. Doveva concentrarsi su qualcun altro, su qualcuno che davvero potesse essere il padre del piccolo che aveva visto nella visione al palazzo del Supremo. Vegeta era si attraente, ma non sembrava fatto per la paternità.

Ma ad ogni modo non sembrava riuscire a toglierselo dalla testa.

Continuava ininterrottamente a paragonare il povero e sconosciuto Mitch, con il principe dei saiyan. Neanche a dire chi risultava il migliore.

Mitch sembrava dolce e un ottimo partito, ma Vegeta…era troppo innamorata di lui. Solo questo. E la feriva sapere di non essere ricambiata.

Troppo immersa nei suoi pensieri, non si accorse nemmeno di essere arrivata di fronte a casa. Se ne rese conto solo perché Trunks, in giardino, le corse incontro.

“Ciao Trunks! Che hai da correre?” chiese lei al suo ospite. Il giovane, affannato, le disse: “Si tratta di tua mamma. E’ impazzita, ha deciso di partire in giro per il mondo ad assaggiare tutti i biscotti in tutte le pasticcerie del mondo per decretare il migliore! E sembra convinta di quello che dice! Devi aiutarmi!”

Solo allora il giovane del futuro si accorse che sua mamma era in compagnia. “Chi sei?” gli chiese Mitch squadrandolo dalla testa ai piedi. Fu Bulma a rispondere in fretta, inventando: “Ehm…è un mio lontano cugino, vero Trunks?”

Il ragazzo annuì, continuando a fissare l’uomo di fronte a lui. Chi diamine era? Sembrava attratto da sua mamma…come si permetteva?!

“E tu chi sei?” chiese Trunks un po’ sgarbatamente. Quel tipo poteva essere un ostacolo all’amore tra i suoi genitori. Aveva visto il comportamento di sua mamma nelle ultime settimane, era diversa dal solito. Certo, aveva sempre indossato completini attillati e corti, ma aveva un modo di fare diverso…più civettuolo. E solo nei confronti di Vegeta.

Trunks sapeva ben poco di relazioni amorose tra persone. Nel suo futuro non aveva visto nessuno atteggiarsi da innamorato. Sua mamma non guardava nessun uomo, ancora troppo innamorata del principe dei saiyan per cercare qualcun altro, e lui stesso non aveva mai avuto una ragazza. Era difficile amare qualcuno durante una guerra. Quindi aveva dedotto che quel suo nuovo modo di fare, cui lui non era abituato, fosse fatto apposta per sedurre il principe dei saiyan.

Bulma osservò attentamente Trunks: le sembrava arrabbiato. Beh, con lo sguardo che si ritrovava, così simile a quello di Vegeta, dava l’aria di essere sempre arrabbiato.

“Il mio nome è Mitch, molto piacere!” si presentò l’uomo allungando la mano verso il mezzo saiyan con un sorriso a trentadue denti. Trunks la strinse di malavoglia e leggermente forte, facendo gemere dal dolore il damerino.

Dopo quello, e trattenendo un piccolo sorriso malefico tanto simile a quello del padre e a volte anche della madre, Trunks si girò verso sua mamma e le ricordò il pazzo piano della signora Brief.

Bulma intuì immediatamente che il giovane del futuro non apprezzava il suo nuovo amico. Sembrava volesse scappare e portare via anche lei. Sicuramente non era il padre di suo figlio.

Salutò allora in fretta Mitch, dicendo che sarebbe rientrata. L’uomo chiese cortesemente il numero di telefono a Bulma ma questa glissò l’argomento e riuscì a sfuggirgli abbastanza in fretta.

Il povero terrestre, quindi, non potè far altro che andarsene a testa bassa dopo aver ricevuto un pesante due di picche.

 

Vegeta aveva osservato tutta la scena. Ringraziò inconsciamente il cielo per l’intervento di Trunks. Lui non poteva certo abbassarsi a lottare per una stupida donna umana che spesso lo irritava a morte.

Ma sapeva che, se non fosse intervenuto il giovane del futuro, probabilmente lei avrebbe acconsentito a dargli il numero di telefono e il principe dei saiyan non sarebbe riuscito a trattenersi e avrebbe sicuramente minacciato di morte sia il damerino che la donna. Forse sarebbe addirittura arrivato a malmenarlo un po’.

Era stato fortunato ad essere stato preceduto da Trunks e si aspettava esattamente questa sua reazione di fronte a quell’umano: irritazione e gelosia. Trunks era stato anche troppo buono. Sua mamma l’aveva reso un vero buonista, era questo il suo difetto maggiore. Ma meritava sicuramente di vivere.

Presto…molto presto…sarebbe stato concepito.

 

Dopo essere riusciti in qualche modo a far desistere la signora Brief dal suo assurdo piano, Bulma e Trunks svuotarono la macchina di tutti i pacchi della spesa e presero a riporli al loro posto nella dispensa.

“Dimmi la verità, Trunks…” cominciò la donna “Non è Mitch il padre del bambino, vero? Ho visto come lo guardavi” Il ragazzo deglutì e fece un sorriso tirato. Cosa poteva dirle?

Rimase in silenzio, indeciso. Fu Bulma a continuare “Non importa anche se non puoi dirmelo. Il tuo silenzio dice tutto”

Ripresero a riordinare, silenziosamente. Trunks era tremendamente a disagio. Gli faceva male al cuore non poter dire la verità a sua mamma. Sperava solo che presto sarebbe terminato tutto.

Improvvisamente entrò Vegeta. Madre e figlio si girarono verso di lui domandandosi automaticamente cosa facesse fuori dalla GR. Era un caso rarissimo trovarlo fuori dalla camera degli allenamenti, solitamente restava fino a sera tarda.

Con sguardo corrucciato e braccia incrociate al petto Vegeta ordinò a Bulma di seguirlo nella GR. I due si incamminarono e, prima di uscire, il principe disse al mezzo saiyan: “E tu non provare ad origliare. Non te lo consiglio” cominciò Vegeta con un sorrisino “Se ci provi ti distruggerò durante il prossimo allenamento” concluse con la solita minaccia. Ma questa volta aveva tutte le ragioni per farlo stare alla larga da loro due: in fondo in fondo si preoccupava anche di lui e delle reazioni che avrebbe potuto avere.

Trunks, quindi, restò in cucina e pregò con tutto il cuore che succedesse qualcosa tra i suoi genitori.

 

Bulma e Vegeta entrarono nella GR. La donna era convinta che il saiyan la volesse per risolvere qualche problema nel marchingegno quindi, senza nemmeno chiedergli nulla, andò al pannello di controllo per maneggiare tra i circuiti.

Guardando i risultati notò come tutto fosse in ordine. Si girò allora verso Vegeta con le mani sui fianchi e gli chiese irritata per quale motivo l’avesse portata lì se non c’erano problemi con i robot.

Senza una parola Vegeta le andò accanto e, dopo averla presa per le spalle, la strinse verso di sé e la baciò. Un bacio rude, possessivo, travolgente. Bulma si staccò a fatica dopo qualche minuto con il fiato corto. L’aveva presa alla sprovvista.

“Ma cosa fai così all’improvviso?!” gli chiese quasi urlando e appoggiandosi una mano sulle labbra. Era tutta rossa in volto. Vegeta sorrise malignamente.

“Non era questo che volevi?” le chiese avvicinandosi ulteriormente a lei per fissarla negli occhi e la vide tremare leggermente. Gli piaceva il potere che aveva su di lei. “I-io…” disse Bulma incerta.

Il saiyan riappoggiò le mani sulle sue spalle pronto a ricominciare e, senza lasciarle un momento per pensare, si unì alle sue labbra. Adorava il suo sapore.

Bulma lo lasciò fare e pensò. Sì, lei voleva Vegeta. Voleva che lui la baciasse. Voleva tutto di lui. Ma in quel modo sembrava quasi che lui fosse interessato solo al suo corpo. E a lei non bastava. Si sentiva quasi usata.

Lei conosceva Vegeta, sapeva quanto poteva essere malvagio. Avrebbe potuto portarla a letto e poi scaricarla come se nulla fosse stato. Era in grado di comportarsi così. Bulma sapeva che il suo cuore non avrebbe retto allo shock. Lei amava profondamente il saiyan, ormai era palese. E come spesso accade, il suo amore era accompagnato dalla paura.

Lui l’aveva già rifiutata una volta. Cosa le faceva pensare che non l’avrebbe rifatto?

Facendo leva su tutta la sua forza e la sua determinazione, Bulma riuscì a staccarsi da lui. Il saiyan la guardò, confuso. Era certo che lei l’avrebbe accettato con gioia e che, dalla felicità, si sarebbe tolta i vestiti in fretta e si sarebbero ritrovati a fare l’amore proprio sul pavimento della GR.

“Che ti succede?” le chiese. “Io non sono un oggetto!” gli urlò lei quasi in lacrime. Ma le trattenne con decisione dentro. Non voleva dargli la soddisfazione di vederla piangere.

“Che dici donna? Spiegati!” le domandò Vegeta leggermente irritato. La voleva, niente di più. Perché ora faceva la preziosa?

“Tu mi vuoi solo per il corpo, vero? Non ti è mai importato di me! Forse l’altra volta quando ti ho baciato non avevi voglia di farlo con me, ma ora sei in astinenza da troppo e io ti faccio comodo! E’ così?!” domandò lei quasi urlando.

Vegeta sbattè più volte le palpebre, confuso. Cosa stava dicendo? “Ti sei messa in testa un sacco di sciocchezze, donna. Hai tratto queste conclusioni tutta da sola” le rispose lui decisamente più calmo. Che sciocca.

“Non provare a farmi sentire una scema! Tu mi vuoi solo portare a letto! E io che sono così stupida da essermi innamorata di te!!” gli gridò in faccia. Solo dopo si accorse di averglielo detto apertamente, ma era troppo tardi per pentirsi.

Vegeta rimase in silenzio, scosso interiormente da quella sua confessione così aperta. L’altra volta era stata più celata. Il cuore gli iniziò a battere furiosamente nel petto. Desiderava nuovamente baciarla, ma questa volta più dolcemente. Non sapeva nemmeno lui il perché.

Bulma riprese fiato e dignità, poi gli disse: “Non ho intenzione di farmi trattare come un oggetto. Torna quando avrai delle serie intenzioni con me. Non voglio che tu mi spezzi il cuore”

Lei si incamminò all’uscita e prima di uscire gli disse: “Ad ogni modo io non ti aspetterò per sempre. Ho un figlio da concepire con un uomo che devo ancora incontrare”

Vegeta strinse forte i pugni. Dove voleva andare? A rimorchiare qualche terrestre petulante? Neanche per sogno! La afferrò con forza per un braccio prima che lei potesse uscire e la strinse al suo petto.

“Tu non andrai da nessuna parte, capito? Tu sei mia, non troverai nessun altro mettitelo bene in testa!” le urlò fissandola negli occhi. Il solo fatto che lei prendesse in considerazione l’idea di mettersi con un altro uomo gli faceva ribollire il sangue nelle vene.

Bulma sbattè più volte le palpebre. Cos’era tutta quella rabbia? Era forse…gelosia?!

“Perché ti interessa tanto?” Il cuore le batteva forte, emozionata com’era. “Se vuoi saperlo, sappi che anche oggi ho conosciuto un uomo ed è molto carino!” gli disse beffarda, speranzosa di averci visto giusto.

Tsk!” esclamò lui staccandosi e incrociando le braccia al petto “Quel damerino da quattro soldi non è nemmeno riuscito ad avere il tuo numero, e tu mi dici di averlo conquistato? Ma fammi il piacere!” sbottò girando la testa altrove.

Bulma sorrise leggermente. Allora l’aveva spiata? E non gli piaceva averla vista con un altro uomo? …era geloso!!

“Posso sempre incontrare un altro uomo…sapessi quanti ce ne sono al mondo! Perché dovrei aspettare solo te?” gli chiese giusto per ferirlo. Finalmente un discorso in cui era lei a comandare!

Vegeta la guardò incenerendola con lo sguardo. Sapeva a che gioco stava giocando. Voleva vedere fin dove si sarebbe spinto. Come minimo si aspettava una sua dichiarazione d’amore o altro. Ma lui non sarebbe caduto così in basso.

La risposta sarebbe potuta essere molto semplice: gli sarebbe bastato dirle che in realtà era lui il padre del bambino. Ma non voleva dirglielo ancora. Voleva tenerselo per quando lei gli avrebbe rivelato di essere incinta.

“Non dovrai aspettare nulla. Io sono qui e ti voglio” disse lui con decisione facendola rabbrividire. Come poteva essere così sexy e desiderabile anche mentre diceva una frase così arrogantemente maschilista?

“Te l’ho detto Vegeta. Io non sono un oggetto, non voglio un rapporto solo di sesso. Voglio molto di più” gli rispose a voce bassa ma decisa. “Sei in grado di darmi questo?” gli domandò, speranzosa.

“Mi stai chiedendo se ti amo?” le domandò lui, capendo dove voleva andare a parare. Lei annuì. Vegeta si trattenne dal scoppiarle a ridere in faccia, sapeva che così lo avrebbe odiato a vita. E non era quello il momento di farsi odiare.

“Io non amo, dovresti saperlo” le disse, ferendola ugualmente “Ma non ti odio” concluse dandole una breve consolazione.

Vegeta odiava tutti. Non essere tra loro era già un grande traguardo.

Bulma sorrise di gioia. Desiderava tanto gettarsi tra le sue braccia, ma non voleva sembrare troppo disperata. Gli si avvicinò, dunque, e gli diede un piccolo bacio sulla guancia. Poi si allontanò, andando verso l’uscita. “Ci vediamo” disse lei, uscendo dalla GR.

Vegeta rimase interdetto. Era sicuro che sarebbero finiti a letto. Accidenti alla donna e ai suoi strani discorsi sull’amore! Però non sembrava tanto arrabbiata quando se n’era andata, gli aveva anche dato un bacio sulla guancia…

Donne! Non le avrebbe mai capite!

“Bah, visto che ci sono ne approfitto!” decise lui guardandosi attorno. Prese quindi ad allenarsi.

 

Quella sera, molto dopo cena, Bulma si diresse in punta di piedi nella camera da letto di Vegeta. Sarebbe stata la prima di molte, molte volte.

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

Eccomi tornata!! Uff, sono distrutta!!

Ho cercato di scrivere il capitolo più in fretta possibile e avete visto? I nostri finalmente hanno iniziato a…ehm…avete capito, no?!

Il nome del tipo che ha conosciuto Bulma è ovviamente di fantasia…ci ha messo un po’ a venirmi in mente! che scema che sono!

Mi auguro che vi sia piaciuto il capitolo!!

E grazie per le recensioni a: ladyvegeta, Shari_Aruna, ainat, ELVISINA, chibi chu, Mikysimpa, lucy, Kino, migena, Okkiblu88, emyc, Simply91, jame, mara, Mela!!!! Siamo a quota 202 recensioni…ancora non ci credo…GRAZIEEEEE!!!!!!!!

Al prossimo!!

 

 

 

 

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Capitolo 27
*** 27 : Felicità ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 27:

 

“Felicità”

 

 

Trunks non poteva essere più felice: i suoi genitori, finalmente, erano insieme.

Lo imbarazzava terribilmente pensare che, quando non erano nei paraggi, i suoi genitori probabilmente erano intenti a fare l’amore. Per questo era ben attento a percepire le auree prima di entrare in ogni stanza: meglio non rischiare danni psicologici.

Aveva capito che tra loro fosse cambiato qualcosa già il mattino dopo la loro prima volta insieme. Era stato palese.

Per primo era sceso, come sempre, suo padre affamato e si era seduto in cucina come se nulla fosse, con lo sguardo corrucciato dritto di fronte a sé. Lui sembrava essere sempre lo stesso. Ma quando era entrata Bulma…

Fu come se la stanza stessa avesse preso luce. Era solare, splendente, energica. Trunks non l’aveva mai vista così prima. Con un enorme sorriso aveva augurato a tutti – ovvero a lui e a Vegeta - il buongiorno e avevano fatto colazione tutti insieme. E per la prima volta in vita sua, Trunks aveva visto due persone scambiarsi sguardi colmi di amore. Beh, almeno da parte di sua mamma.

E prima di dirigersi nella camera gravitazionale, suo padre aveva fatto un piccolissimo e quasi impercettibile sorriso verso Bulma, cosa mai capitata nei quasi due anni vissuti insieme. Solitamente, quando finiva di mangiare, il principe si alzava di scatto e scompariva lungo il corridoio. Era stato un grandissimo evento.

Da quando Bulma e Vegeta stavano insieme, inoltre, l’intera Capsule Corporation sembrava completamente rinnovata. Tutta la tensione, la paura, l’ansia, erano spariti per lasciare spazio al tanto agognato amore.

Fino a poco tempo prima, Trunks malediceva il guasto della macchina del tempo che, ormai, era in procinto di ricaricarsi del tutto; aveva seriamente temuto che i suoi genitori avrebbero potuto non innamorarsi per colpa sua. Ma si era dovuto ricredere, fortunatamente.

E aveva anche realizzato uno dei suoi sogni inconsci, aveva visto cioè quello che aveva immaginato per anni: un bacio tra i suoi genitori.

Era stato per puro e fortunato caso che li aveva visti. La signora Brief gli aveva gentilmente chiesto di andare a chiedere a Bulma se poteva andare a fare la spesa al posto suo e il giovane aveva accettato di buon grado. Non gli c’era voluto molto per accorgersi che in laboratorio ci fossero entrambi i suoi genitori. Era stato tentato di girarsi e lasciarli soli, ma aveva visto la porta aprirsi e si era rapidamente nascosto dietro ad una colonna della casa.

Suo padre era uscito dalla stanza a braccia incrociate con Bulma subito dietro di lui. Trunks si era accorto che lei si stava riabbottonando la camicetta. Era arrossito fino alla radice dei capelli quando ebbe capito cosa avessero appena fatto, ma non si era mosso. Aveva compreso vagamente qualche parola che i due si erano scambiati e aveva intuito che suo padre fosse in procinto di tornare ad allenarsi nella GR.

Vegeta stava giusto per andarsene quando Bulma, con un dolce sorriso, lo aveva bloccato per un braccio e lo aveva rigirato verso di sé. Le mani erano scivolate sinuose lungo il petto e il collo del principe e, con le ciglia frementi e un grande sorriso, la donna aveva posato le labbra su quelle del suo saiyan. Si baciarono lentamente, con passione, quasi divorandosi a vicenda. Pure le mani di Vegeta andarono a stringerla e si posarono fermamente sul suo sedere. Trunks era arrossito ma finì per sorridere. Erano innamorati.

Gli era quasi sembrato che si fossero staccati a fatica. Erano bellissimi.

“Va tutto come previsto…” decretò con un sorriso. E presto sarebbe nato anche in quella dimensione.

 

A Bulma sembrava di toccare il cielo con un dito. Quando aveva iniziato a provare sentimenti per Vegeta aveva temuto che il tutto potesse risolversi in un enorme sbaglio.

Il principe dei saiyan non incarnava esattamente l’uomo dei suoi sogni. L’aveva sempre immaginato dolce, premuroso, gentile…proprio com’era stato Yamcha all’inizio della loro relazione. Anche per quello aveva cercato di mantenere il più a lungo possibile il rapporto con il terrestre, credeva di aver trovato esattamente il suo ragazzo ideale.

Nei suoi sogni di adolescente, quando a 16 anni era partita alla ricerca delle sfere del drago per chiedere di incontrare l’uomo giusto, non era mai sorta l’immagine del guerriero assetato di sangue, tanto arrogante quanto solo. Vegeta era violento, egocentrico, a volte sembrava un pazzo. Ma era appunto lei ad essere pazza di lui.

Aveva fantasticato parecchio sulle sue prestazioni sessuali prima di riuscire finalmente a farlo capitolare, o quasi, ai suoi piedi. E neanche nei suoi sogni più sfrenati lo aveva immaginato tanto appassionato.

Con Yamcha era stato bello la maggior parte delle volte; con Vegeta era sempre strepitoso. Con un piccolo sorriso Bulma si ritrovò a ringraziare gli allenamenti massacranti cui lui si sottoponeva: era talmente potente che sembrava poter continuare per tutta la notte.

Nell’atto più intimo di coppia, il suo saiyan era selvaggio, incalzante, sensuale da morire. E non la lasciava mai insoddisfatta.

In apparenza poteva sembrare che Vegeta si comportasse egoisticamente anche tra le lenzuola. Era stata una grossa sorpresa per Bulma trovarlo così…disponibile. Era sempre attento a regalarle il massimo del piacere. In un certo modo le dimostrava anche lui il suo amore.

Forse era troppo presto per parlare del sentimento più importante, almeno da parte di Vegeta. Le aveva spesso rinfacciato il suo sangue saiyan, le aveva detto che nel suo cuore non c’era posto per alcun sentimento se non l’odio. Ma per ora a Bulma bastava.

Da quando stavano insieme – lui non apprezzava molto questa definizione, la trovava troppo terrestre, ma Bulma era riuscita a farglielo accettare vagamente – Vegeta sembrava essersi leggermente addolcito, almeno nei rapporti con lei.

La minacciava molto meno di morte e, se era particolarmente fortunata da trovarlo di umore non proprio nero, Bulma riusciva anche a ricevere qualche piccolo bacio anche fuori dalla camera da letto.

Certo, le loro belle litigate continuavano a farle, ma erano quasi diventati un nuovo metodo di preliminari per loro. Era sempre eccitante litigare. E se in precedenza finivano con chiudersi ognuno in sé stesso a maledire l’altro, ora che erano insieme lasciavano sprigionare il violento fuoco della passione che spesso li ardeva vivi.

Erano passati ormai un po’ di mesi dalla loro prima volta. Era arrivato gennaio. Mancavano solo due mesi alla fatidica data del concepimento del bambino. Che fosse davvero Vegeta il padre?

Bulma non lo sapeva. Sembrava che stessero bene insieme, erano in qualche modo molto compatibili, e lei era seriamente innamorata. Con Yamcha non era mai stata neanche lontanamente più presa nella relazione.

Aveva finalmente trovato un vero amore, fatto di palpitazioni, gioia, armonia. Apparentemente Vegeta dava l’aria di non essere in grado di essere un buon compagno per una donna, e anche per questo motivo era terrorizzata dall’idea che lui potesse lasciarla da un momento all’altro. Spesso la notte non riusciva a dormire a causa di quella paura.

Ma aveva una fiducia incondizionata in Vegeta.

Lo amava. Punto e basta.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui.

E l’idea che quel batuffolino dagli occhi azzurri che aveva visto nella visione del futuro potesse essere l’erede della Capsule Corporation e del trono saiyan la riempiva di felicità e speranza.

 

Dopo un estenuante allenamento a gravità 500, Vegeta si diresse rapidamente in camera sua e si gettò sotto una doccia gelida per rinfrescarsi dopo tanta fatica. Nonostante fosse gennaio il saiyan continuava a soffrire terribilmente il caldo, anche perché Bulma si ostinava a mantenere il riscaldamento alzato decisamente troppo per il suo sangue saiyan.

Bulma…

Ultimamente aveva iniziato a chiamarla per nome. Lo faceva raramente, certo, spesso solo nei loro momenti di intimità. A volte lo faceva giusto per farla tacere: la donna restava ogni volta a bocca aperta sentendolo pronunciare il suo nome di battesimo, e lui ne approfittava.

La relazione che c’era tra loro – non gli piaceva molto definirla così, sembrava troppo terrestre – procedeva bene, quasi perfettamente.

Per tutta la sua vita il saiyan non aveva mai sentito il bisogno di avere qualcuno accanto, giusto ogni tanto qualche sgualdrina dell’accampamento di Freezer. Mai aveva avuto rapporti di qualsiasi altro spessore con il genere femminile.

Bulma era una nuova, insolita avventura in cui si era tuffato. Lei sapeva essere calda, sensuale, dolce come una caramella. Era la cosa più bella che gli fosse capitata in tutta la vita. Anche se come traguardo non era molto irraggiungibile…aveva sofferto terribilmente quasi ogni giorno. Era naturale che il suo ‘amore’, come lo chiamava lei, fosse tanto bello.

Passava da lei quasi tutte le notti. E non gli dispiaceva.

Come donna sapeva essere irritante come poche, parlava in continuazione quando non erano impegnati in altre attività. Ma i momenti in cui restavano distesi sul letto abbracciati erano quasi magici. Gli facevano battere talmente forte il cuore che credeva fosse sul punto di scoppiargli in petto.

E i loro litigi…adorava anche quelli. Soprattutto perché erano sempre seguiti da una bella riappacificazione in camera da letto o qualsiasi altra stanza libera al momento. Sentiva quasi di non riuscire a fare a meno del suo corpo.

Con lei aveva sicuramente vissuto il sesso migliore della sua vita.

Era incredibile. E lui quasi non si riconosceva.

Quella irritante donna dagli occhi azzurri lo aveva stregato, non c’era alcun dubbio. Probabilmente si trattava del suo profumo. Essendo saiyan i sensi di Vegeta erano molto acuti, percepiva sensazioni che gli umani normali non avvertivano. E in particolare il profumo di donna di lei gli faceva girare la testa. Lo avviluppava, lo incantava. Quando si trovavano a letto insieme la trattava come mai aveva trattato nessun altro in vita sua.

Era gentile.

La baciava, la accarezzava, era concentrato a darle il più piacere possibile, a volte quasi ignorando il suo. Gli piaceva troppo sentire i suoi gemiti di piacere. Erano quasi una droga per lui.

“Quella donna mi ha fatto uscire di senno…” borbottò Vegeta accorgendosi che per l’ennesima volta si era ritrovato a pensare a lei.

Bulma doveva essere solo una persona qualsiasi con cui si sarebbe divertito un po’ fino a concepire un ottimo erede. Solo quello. Doveva prendere le distanze da lei.

Ma a volte sembrava quasi impossibile. Anche quella volta quando era andato nel suo laboratorio a pretendere altri robot da allenamento…

Non era riuscito a trattenersi dal saltarle addosso. E in quel momento la donna non era nemmeno al massimo della sua sensualità: una camicetta sgualcita e dei jeans sporchi di olio come alcuni punti della sua faccia non davano l’immagine della femme fatale.

Ad ogni modo, però, si era buttato a baciarla. L’aveva sentita lamentarsi leggermente, allontanarlo delicatamente con un sorriso, promettergli di concedersi quella notte…nulla. Non era riuscito a fermarsi.

E il pavimento del laboratorio aveva fatto da letto al loro atto più intimo e bello.

Dopo aver soddisfatto la sua voglia insaziabile di lei era uscito dal laboratorio e lei lo aveva seguito. Lei sembrava essere in procinto di toccare il cielo con un dito.

Lo aveva poi baciato. Nel mentre Vegeta aveva sentito l’aurea di Trunks poco distante e aveva deciso di mostrare al futuro figlio una scena che non aveva mai visto prima in vita sua e a cui probabilmente non avrebbe più potuto assistere.

“Mi sono rammollito!” sbuffò Vegeta uscendo dalla doccia. Non avrebbe dovuto importargli di baciare la donna e, anzi, avrebbe dovuto staccarsi in fretta sentendo l’aurea di Trunks. Non poteva lasciarsi dominare dalla sua ‘famiglia’.

Doveva tornare concentrato sui suoi allenamenti, doveva diventare un super saiyan e annientare Kakaroth. Bulma e Trunks erano una distrazione per lui.

Fece rapidamente i calcoli e ricordò che in due mesi lui e Bulma avrebbero concepito il bambino.

Decise che dopo quella data avrebbe ripreso il suo ritmo naturale di allenamenti. Doveva essere concentrato.

Anche se quella distrazione era la più bella che avesse mai avuto in vita sua.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

Aaahhhhhhhh!!!! Chiedo immensamente perdono per non aver aggiornato ieri!!!! Ma sono tornata a casa dall’università alle 8 di sera e proprio non ce l’ho fatta a scrivere il capitolo!!! Anche stasera stessa storia, ma mi sono messa sotto alla grande!! Solo per voi!!!

Spero che questo piccolo capitolo di felicità vi sia piaciuto…ormai siamo agli sgoccioli…

Grazie 1000 per le 20 RECENSIONI (sono commossaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!)

GRAZIE a: chibi chu, Melany85, Shari_Aruna, Mela, ELVISINA, ainat, nikesj, Kino, bulma_92, emyc, Bulma93, fantasyk87 (WOW!! Ti ringrazio di tutto cuore!!), barbie0783, migena, LadyVegeta, jame, mara, Mikysimpa e lucy!!!!

Al prossimo capitolo!!!

(spero di aggiornare in fretta…mi impegnerò!!)

 

 

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Capitolo 28
*** 28 : Together ***


TOGETHER

TOGETHER

 

 

CAPITOLO 28:

 

Together

 

 

Era appena iniziato il mese di marzo. Il cielo era limpido e negli alberi erano spuntati da poco parecchi boccioli di fiore pronti a sbocciare a primavera. Quel periodo di pace, destinato a terminare poco più di un anno dopo, riempiva il cuore di felicità.

Ma Trunks era triste. La macchina del tempo, quel magnifico marchingegno giallo a forma ovale che solo una persona geniale come Bulma poteva essere riuscita a costruire, si era ormai completamente ricaricata. Era giunta per lui l’ora di tornare al suo futuro pieno di sangue e distruzione.

Ma non poteva lasciare sua mamma da sola: non sapeva quale sarebbe stato l’esito del combattimento contro i cyborg, avrebbe anche potuto non farcela. Non poteva non dire addio alla persona più importante della sua vita.

Il tempo che aveva trascorso nel passato era stato per lui magnifico: aveva avuto l’occasione di incontrare un padre mai conosciuto, di vedere sua mamma felice e innamorata. Era stata un esperienza meravigliosa.

Era incredibilmente felice per il guasto del suo mezzo di trasporto, non aveva dubbi.

Con un profondo sospiro di sconforto andò accanto alla macchina del tempo e toccò con il palmo della mano la scritta che lui stesso aveva apportato prima di intraprendere il viaggio: Hope, speranza.

Non voleva partire. Sapeva che al suo ritorno anche quella dimensione sarebbe stata in guerra, che i suoi genitori non sarebbero più stati insieme e avrebbero tutti rischiato di morire. Desiderava seriamente restare in quel periodo di pace.

Era stata una novità per lui ammirare una Terra così bella. Aveva fatto parecchi giri in lungo e in largo il pianeta. Aveva per la prima volta potuto uscire di casa senza il terrore di imbattersi in due macchine assassine. Gli si spezzava il cuore all’idea di fare ritorno nell’inferno in cui era cresciuto.

Ma doveva. *Devo trovare il modo di portare questa pace anche nel mio tempo. La gente deve smettere di soffrire, e solo io ho il potere di cambiare il mondo* pensò il giovane riempiendosi il cuore di speranza.

Il compito dell’eroe gli era stato affibbiato senza che potesse rifiutare, ma dopotutto non gli dispiaceva. Si sentiva quasi il Goku della sua dimensione. Tutti avevano fiducia in lui, e il ragazzo non aveva intenzione di deluderli.

Con un piccolo salto Trunks entrò nell’abitacolo della macchina del tempo e ricontrollò per l’ennesima volta le coordinate. Presto sarebbe tornato a casa.

Gli dispiaceva non avere l’occasione di vedere sua mamma incinta, ma la conosceva abbastanza per affermare con sicurezza che in gravidanza fosse ancora più terribile. Non invidiava suo papà e i suoi nonni.

Dopo lo scontro con i cyborg, ad ogni modo, si sarebbe visto ancora con il pannolino. Rabbrividì al pensiero: sarebbe stato stranissimo! Trunks inoltre non vedeva l’ora di poter dire a sua mamma che era suo figlio: non ci sarebbero stati più segreti, più bugie, più piani assurdi per farla innamorare del principe dei saiyan.

Quando sarebbe tornato lei avrebbe avuto modo di avere due figli in un colpo solo, entrambi con lo stesso nome.

*Un momento!* pensò allarmato il ragazzo *E se non gli dessero il nome Trunks?!* si chiese in panico. I suoi genitori lo avevano conosciuto prima della sua stessa nascita, forse non avrebbero chiamato Trunks il piccolo. Che guaio!

*Che posso fare?! Non posso dire la verità…* si disse il ragazzo del futuro. I problemi non sembravano finire mai.

 

Bulma guardò attentamente l’orologio: mancava poco all’ora di pranzo e presto Vegeta avrebbe terminato gli allenamenti mattutini.

Da giorni la donna dai capelli azzurri tormentava il suo tenebroso saiyan e desiderava averla vinta. Nel pomeriggio Trunks sarebbe partito e lei desiderava che ci fosse anche il suo Vegeta a salutarlo.

Il suo principe, invece, si ostinava a dirle di lasciarlo perdere, che il ragazzo sarebbe tornato presto e che andare a salutarlo era una stupidata prettamente terrestre. A volte era proprio freddo.

Bulma era certa che anche il principe si fosse affezionato al giovane dai capelli color glicine. Non si lamentava più di doversi allenare con lui, anzi, a volte era lo stesso Vegeta che gli ordinava di seguirlo nella camera gravitazionale.

La donna sorrise leggermente: erano davvero carini insieme quei due. Avevano lo stesso sguardo corrucciato, lo stesso portamento, la stessa postura. Se Trunks fosse stato più basso e con capelli e occhi scuri, Bulma era certa che sarebbero stati indistinguibili. Almeno solo quando fossero stati in silenzio.

Trunks era decisamente un bravo ragazzo, gentile, educato e disponibile. Mentre Vegeta…beh, non aveva nessuna di quelle qualità. Ma lei lo amava lo stesso.

Vagamente si girò con lo sguardo in direzione del calendario: era giunto marzo. Ormai era quasi completamente sicura che quel bambino che aveva visto avesse per padre il principe dei saiyan. Era una gioia per lei.

Amava profondamente Vegeta: desiderava concepire un figlio solo con lui. Il problema era che non sapeva se il suo saiyan avrebbe accettato di diventare padre. Non avevano mai affrontato il discorso, lei aveva troppa paura di un suo rifiuto e una probabile rottura. Voleva andare con calma con lui.

Non sapeva neppure se lui avesse considerato l’idea. Nei mesi in cui erano stati insieme, Bulma aveva continuato a prendere la pillola, timorosa di concepire un bambino prima dei tempi e terrorizzata dalla reazione di Vegeta.

*Devo parlargliene…* si ripromise lei. Doveva solo trovare il coraggio.

Una serie di piccoli bip provenienti dal suo orologio da polso la distolse dai pensieri. Vegeta aveva spento la GR. Bulma aveva posizionato un piccolo microchip sia nella camera gravitazionale che nel suo orologio in modo da sapere sempre quanto tempo spendeva il suo saiyan in quella camera di tortura.

Rapidamente gli corse incontro, sia perché desiderava vederlo ma anche per cercare nuovamente di convincerlo ad andare a salutare Trunks.

“Vegeta!” lo chiamò infatti scorgendolo da lontano. Il saiyan ansimava leggermente ed era di pessimo umore: desiderava solamente fare una doccia rinfrescante. L’ultima cosa che voleva era sentire la voce tartassante della donna.

La ignorò prontamente e, con passo svelto, si diresse al piano superiore. Bulma non demorse. Gli corse dietro iniziando a sproloquiare, seguendolo anche dentro la sua stanza da letto. Il saiyan non le disse una parola e prese a denudarsi.

“Ma che fai?!” gli domandò Bulma chiedendosi se per caso lui avesse voglia di lei anche a ora di pranzo. Vegeta non disse nulla, sorrise solo leggermente intuendo i suoi pensieri. Si diresse allora completamente nudo verso il bagno ma Bulma gli si parò davanti.

“Ti prego, dimmi che verrai a salutare Trunks!” gli disse speranzosa. Vegeta inarcò un sopracciglio e rispose “Spostati”. Bulma non si mosse.

“Donna, se non ti levi allora ti porterò sotto la doccia con me” le disse facendo minacciosamente un passo in avanti e sorridendo. Bulma arrossì. “Non cambiare discorso! Voglio solo che tu mi assicuri che saluterai Trunks!”

Vegeta non arrestò il suo cammino e Bulma intuì che non la stava nemmeno ascoltando. Si spostò allora rapidamente e il saiyan le richiuse la porta in faccia.

“Promettimelo!” gli urlò lei da fuori. Non ricevette risposta.

 

Vegeta sospirò soddisfatto al termine della sua doccia. Stava già meglio. Gli ci sarebbe dovuto un bel massaggio ristoratore, ma Bulma sicuramente glielo avrebbe fatto solo in cambio della promessa di andare a salutare il giovane del futuro.

Il principe dei saiyan non era fatto per quelle smancerie terrestri. E ad ogni modo l’avrebbe presto rivisto.

Già, era arrivato marzo. Il mese del concepimento. In tutta verità il principe era meravigliato di non aver ancora messo incinta la donna dai capelli azzurri. Dormivano assieme da mesi, possibile non fosse ancora fruttato nulla?

Vegeta non conosceva minimamente i metodi anticoncezionali dei terrestri, e quando aveva visto Bulma prendere quella piccola pillola non si era fatto domande. Ma sapeva che la nascita del loro figlio era destinata ad avvenire.

Prima dell’inizio della loro relazione, Bulma aveva parlato molto spesso di quel bambino visto nella visione del futuro e molte volte si era domandata ad alta voce, quindi coinvolgendo anche lui, chi fosse il padre.

Possibile che non avesse ancora capito che si trattava di lui? La donna era sì un genio ma a volte era talmente lenta a capire cose ovvie!

Sbuffando, Vegeta si rivestì e guardò fuori dalla finestra della sua camera. Era una bella giornata. Il pianeta Terra poteva anche essere popolato da deboli abitanti, ma era uno dei più belli che avesse mai visto. Cominciava a piacergli, anche se solo vagamente.

La sola cosa che gli mancava della sua vita precedente al servizio di Freezer erano i combattimenti continui. Il suo sangue saiyan reclamava sempre uno scontro all’ultimo respiro, necessitava quella sensazione di gioia allo stato puro che riempie il cuore al termine di una lotta serrata che ti trova infine come vincitore. Solo quello.

Ma Vegeta sapeva che quei giorni non sarebbero più tornati: Freezer era finalmente morto – ora che sapeva l’identità di Trunks era orgoglioso che fosse stato lui ad eliminare il mostro…quanto avrebbe voluto rinfacciarlo a Freezer! – e lui ormai si stava creando una famiglia.

L’ultimo spiraglio di speranza che gli restava per un buon combattimento erano i cyborg e Kakaroth: nulla più. E questo lo irritava.

*Bah! Come mi sono ridotto!* pensò infatti abbassando gli occhi. E vide Trunks.

Il suo giovane futuro figlio era seduto in giardino con le braccia appoggiate sulle ginocchia. Sembrava pensieroso. *Sarà triste perché deve partire* si disse il principe osservando il ragazzo e alzando le spalle.

Senza quasi pensarci si alzò leggermente in volo ed andò dal giovane del futuro. Poteva essere la sua ultima occasione di avere un combattimento decente prima dello scontro con i cyborg.

 

Trunks sospirò leggermente. Mancava poco alla partenza e nuovi dubbi erano sorti. Il bambino che sarebbe nato avrebbe anche potuto avere un nome diverso. Cosa poteva fare?

Abbassò la testa sulle ginocchia, cercando una soluzione.

“Combatti con me, ragazzo!” arrivò alle sue spalle la voce di Vegeta. Trunks si girò di scatto e si trovò di fronte il padre con le braccia incrociate al petto e il cipiglio in volto.

Il ragazzo sorrise leggermente: suo padre era fissato con la lotta, aveva ragione sua mamma tutte le volte che gli aveva detto che il principe dei saiyan era un maniaco della guerra!

Con un’impercettibile sospiro, Trunks si alzò in piedi e si mise in posizione di difesa. Vegeta sorrise malignamente e i due cominciarono a combattere.

Ma il giovane del futuro non riusciva a concentrarsi abbastanza. Vegeta se ne accorse subito, e sbottò: “Piantala di pensare e combatti!” gli urlò tirandogli un pugno allo stomaco, non troppo forte da fargli sputare sangue, ma sufficiente per scuoterlo.

Trunks si appoggiò una mano sul punto appena colpito e fece una smorfia: proprio non riusciva a scacciare i suoi pensieri. “M-mi dispiace” disse vergognandosi e temendo del giudizio di suo padre.

Vegeta si bloccò e tornò in posizione normale con le braccia incrociate. Rimasero in silenzio.

“Un vero saiyan lascia perdere i pensieri quando combatte. Si concentra solo nella lotta. Ricordatelo quando affronteremo i cyborg, e anche quando dovrai combattere nella tua epoca per sconfiggerli” disse Vegeta dandogli le spalle. “Non pensare a perché lo fai, solo goditi il momento. In te scorre sangue regale, non comportarti da infimo guerriero di terzo livello come Kakaroth. Rendi gloria alla stirpe saiyan e non scordare mai da dove provieni”

Trunks sbattè confuso le palpebre, fissando la schiena di suo padre. Lo vide cominciare ad allontanarsi, e quindi lo bloccò, richiamandolo. “Aspetta! Come fai a dire che scorre sangue regale in me?” chiese intuendo che forse suo padre sapesse qualcosa sulla sua vera identità.

Vegeta rise leggermente, e rispose: “Non sono ottuso come tua madre” gli disse indicando Bulma, che si stava avvicinando ai due, con la testa. E si allontanò.

Trunks rimase interdetto.

Sua mamma accorse vedendolo dolorante mentre si reggeva lo stomaco con una mano. Lei osservò la schiena di Vegeta mentre il principe si allontanava, poi si voltò verso Trunks chiedendogli cosa fosse successo.

Il giovane del futuro scosse la testa, con un sorriso sul volto: ora aveva la certezza che anche in quell’epoca si sarebbe chiamato Trunks.

 

Nel tardo pomeriggio, dunque, il giovane del futuro si apprestò a tornare nel suo tempo. Nel giardino della Capsule Corporation si trovavano Bulma, i coniugi Brief e Goku e Piccolo.

“Fai buon viaggio” gli raccomandò Bulma stringendogli la mano. Trunks annuì con la testa, tranquillizzandola. La prossima volta che avrebbe rivisto quella splendida donna con i capelli azzurri, questa sarebbe stata accompagnata da un piccolo bambino di pochi mesi.

“Mi dispiace solo non essere riuscita a convincere Vegeta a salutarti…” disse ancora lei mettendo un piccolo broncio. “Non ci sono problemi” rispose Trunks, sempre sorridendo. Suo padre aveva fatto già molto per lui con il discorso di prima. E gli bastava.

Goku andò a posargli una mano sulla spalla. “Ci vedremo presto, figliolo. Abbi cura di te” gli disse, fiducioso. Poi gli si avvicinò lentamente e sussurrò: “Ma allora stanno insieme i tuoi?” Trunks sorrise eloquentemente e Goku tirò un sospiro di sollievo. Aveva rischiato di non farli innamorare. In questioni amorose non era affatto ferrato.

Piccolo, poco più lontano e appoggiato con la schiena ad un albero, gli fece solo un segno di saluto a cui Trunks rispose educatamente.

Poi salì sulla macchina del tempo.

“Ci vedremo tra un anno!” urlò il giovane premendo il pulsante di accensione e salendo di quota. Bulma lo salutò agitando il braccio e la signora Brief, al suo fianco, piangeva mille lacrime sul suo fazzolettino rosa. Si era già affezionata al ragazzo del futuro, le dispiaceva vederlo partire. Ma presto lo avrebbe riavuto in versione miniaturizzata.

Trunks salutò tutti, e poi, alzando lo sguardo verso il secondo piano della Capsule Corporation, vide suo padre. Vegeta era appoggiato al muro del salotto e gli dava le spalle. Poco prima che la macchina del tempo scomparisse, il principe ruotò il volto e guardò intensamente suo figlio.

Era quasi il suo modo di salutarlo, e Trunks non potè che apprezzarlo.

 

*Papà…sei un vero saiyan. Forte, severo e con lo sguardo un po’ triste. Ho bisogno di te, non sai quanto. Non mi lasciare, e sii fiero di me.

E tu mamma…fatti coraggio. Soffrirai ancora molto con papà, io lo so. Ti spezzerà il cuore partendo per lo spazio. Goditi gli ultimi momenti di pace.

Vi voglio tanto, tanto bene.*

 

Alla sera, Bulma andò in camera sua e si sedette stancamente sul letto. La casa sembrava improvvisamente più vuota senza Trunks.

Il giovane del futuro le era entrato nell’anima.

Tristemente si distese, continuando a pensare a lui. Si riscosse solo quando sentì la porta della camera aprirsi.

Era Vegeta. Senza una parola il principe si avvicinò alla donna e, chinandosi, prese a baciarla posizionandosi sopra di lei sul letto.

Bulma rispose con gioia a quello slancio di affetto, se così poteva chiamarlo, ma si scostò dopo un attimo domandandogli perché non fosse andato a salutare Trunks.

“Lo rivedremo presto” rispose lui riprendendo a baciarla.

La disfece dei vestiti nonostante le continue lamentele di lei riguardo al suo modo di fare e quando furono entrambi nudi la fissò intensamente negli occhi, fermandosi.

Con un piccolo sorrisino sexy e voce profonda le chiese: “Lo vuoi ancora il figlio che hai visto nella visione del futuro?” Bulma sbattè le palpebre, incerta di aver sentito bene.

Notando che non stava scherzando, lei arrossì e annuì dolcemente.

“Si chiamerà Trunks” le sussurrò Vegeta prima di riprendere ad amarla e finalmente concepire quel meraviglioso ragazzo, salvatore della Terra.

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

E’ finitaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!

Lo so, sono in ritardo mostruoso, ma proprio non sono riuscita ad aggiornare in questi giorni!! Troppo impegnata tra università e il mio quasi ragazzo!! Sorry!!

Ad ogni modo, la ff è conclusa. E’ durata molto, ma mi è piaciuto scriverla! E, dati i vostri commenti strepitosi, credo proprio che l’abbiate apprezzata anche voi!

Probabilmente vi aspettavate qualche scena in più tra Bulma e Vegeta…Hanno passato tanto tempo tra alti e bassi, ma mi auguro comunque che vi siano piaciuti anche quando non stavano insieme!

Ho preferito non scrivere riguardo la nascita di Trunks o anche la partenza di Vegeta o il racconto di Trunks a sua madre nel futuro…non vogliatemi male, ma credo sia la soluzione migliore!

Ringrazio, ora per l’ultima volta, tutti voi per aver letto.

E in particolar modo chi ha recensito:

Kino : grazie per tutti gli incoraggiamenti! Mi dispiace averti fatto ricordare cose, da quel che ho capito, dolorose, ma sono comunque felice di averti fatto sorridere, infine! Grazie!!

Bulma0209 : grazie mille!! Mi commuovo sempre a questi commenti! Grazie!!

Topy : eh, già! Il principe si gode eccome tutta la situazione…ma del resto è pur sempre un uomo! Grazie!!

chibi chu : grazie a te per aver letto e recensito!! Mi hai letto fino in fondo…non ho parole per ringraziarti! Grazie!!

ELVISINA : grazie, grazie, grazie! Non mi stancherò mai di dirlo! Grazie!!

Bulma93 : con tutti questi complimenti mi fai arrossire…*///*…grazie!!

fantasyk87 : e invece io mi commuovo!! Sei troppo gentile!! Grazie!!

bulma_92 : ho provato fino alla fine a mantenere Vegeta sempre in personaggio, anche se è cotto chiaramente di Bulma…sono felice di esserci riuscita secondo il tuo parere! Grazie!!

Shari_Aruna : Grazie di cuore!! Io ci provo a scrivere abbastanza bene, mi fa piacere che tu pensi sia così!! Grazie ancora!!

ladyvegeta : mi unisco anch’io al coro: vai vegetaaaaaaaaa!!! Scusa, piccolo sfogo del mio amore per lui!! Grazie per avermi seguita fino alla fine!!

ainat : già, è un periodo un po’ duro…tutta colpa dell’università! Comunque ora la ff è finita (ç_______ç) e credo che ci vorrà un po’ per scrivere qualcosa di nuovo…ma tornerò! (ok, così sembra una minaccia…ma con tutti i complimenti che mi hai fatto credo proprio che vorresti leggere nuove mie ff…o no?) Grazie di cuore!!

lucy : Trunks è un curiosone! ma possiamo capirlo, no? Anch’io vorrei vedere il principe dei saiyan in effusioni! E poi Trunks è un così bel ragazzo…lo perdoniamo, vero? Grazie!!

Mela : Già, già, già! Bulma e Vegeta proprio si divertono a farlo…ma come dargli torto? Anch’io vorrei avere Vegeta tra le lenzuola!! (Sì, sono malata!) Grazie!!

jame : mi adori?! ç________ç grazieee!!! Io…io…io…sono commossa!! Grazie per aver retto fino alla fine! Ti adoro anch’io!! Grazie!!

sweetlove : il piccolo non è arrivato…però conta che questa ff era incentrata sull’alloggio di Trunks del futuro alla Capsule Corporation, e ora che lui se n’è andato è di conseguenza anche finita la storia! Non prometto nulla, ma forse potrei, prima o poi, scrivere una mia versione sulla nascita del piccolo…chissà! Grazie!!

Mikysimpa : credo che Vegeta un po’ romantico lo sia…temevo di aver esagerato! Sono una romanticona anch’io a volte…e poi, essendo innamorata, il mio cuoricino scrive per me!! Grazie!!

emyc : prima o poi doveva finire! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! Grazie!!

Okkiblu88 : ecco l’ultimo capitolo! E non preoccuparti anche se sei ripetitiva: io apprezzo molto le tue recensioni! Grazie!!

Liz : grazie intanto dei complimenti! E sì, ho ingarbugliato gli eventi! Ma sono fatta così, sono una casinista nata!! Ma hai visto comunque che il fatto che Vegeta abbia ascoltato la discussione tra Kakaroth e Trunks è servito? Non potevano certo dargli un altro nome!! Grazie!!

migena : temevo di aver esagerato nel precedente capitolo con discorsi un po’ hot…oltre casinista sono anche una porca! Ma per Vegeta questo ed altro! Grazie per avermi seguita fino alla fine, mia fedelissima lettrice!! Sono contenta di averti appassionata fino alla fine! Grazie!!

federica93 : grazie! Io ce l’ho messa tutta! Grazie!!

bev : ripeto, io mi sono impegnata! E sono felice di aver appassionato tanta gente! Grazie!!

Uff!! Ho ringraziato tutti quelli che hanno recensito l’ultimo capitolo!

Spero di tornare presto con nuove storie!!

GRAZIE X AVERMI SEGUITA E SUPPORTATA!! VI ADORO TUTTI!!!

BACI tsubaki !!!

 

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