Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
“Fra tre anni
arriveranno sulla Terra due terribili cyborg costruiti dal dottor Gero. Nessuno
è in grado di sconfiggerli. Nel mondo da cui provengo sono rimasto il solo
guerriero in vita. Mio padre Vegeta, Yamcha, Crili, Tenshinhan, Riff e Piccolo
sono deceduti nel tentativo di distruggerli. Gohan, il mio maestro, li ha
raggiunti pochi anni fa lasciandomi completamente solo” Trunks si fermò un
momento, puntando il suo sguardo azzurro verso Goku.
“Che cosa?!” gridò il saiyan. “Urca, allora sono davvero potentissimi
se neanche Vegeta è riuscito a batterli!”Goku si grattò la testa, pensando. Poi
chiese con curiosità: “Aspetta un momento! E io? Sono stato ucciso anch’io dai
cyborg?”
Trunks
abbassò gli occhi. “Tu Goku non hai nemmeno potuto combattere” Allo sguardo
confuso del saiyan, il ragazzo del futuro rispose: “Mi dispiace dirtelo ma fra qualche tempo verrai colpito da una rara e
gravissima malattia cardiaca a cui non sopravvivrai”
“Coosaaa?!!” urlò Goku. “Ma questo
significa che non potrò combattere! Urca che iella! E io che volevo tanto
scontrarmi con questi famosi cyborg!”
Trunks sbatté
le palpebre, confuso. “Ma come? Ti dispiace non poterli affrontare? Ma non
avresti paura, scusa?”
“Certo che
sarei spaventato. Ma mi piacerebbe comunque battermi con loro!” terminò Goku come se si trattasse di un fatto comune.
Trunks si
trovò a sorridere. Sua madre e Gohan gli avevano detto che quel saiyan era
strano, ma comunque fortissimo. E questo suo desiderio rientrava perfettamente
nei canoni dei guerrieri saiyan.
Infilò una
mano nella tasca del suo giubbotto in jeans della Capsule
Corporation e allungò a Goku una boccetta di medicinale. “Prendi questo. Nel
mio tempo sono riusciti a formulare nuove medicine. Con questa cura molto probabilmente
sopravvivrai.”
“Eh? E perché
non me lo hai detto prima?!” chiese Goku rigirandosi
la boccetta tra le mani.
“Volevo
vedere la tua reazione alla mia rivelazione. E ora che so che vuoi combattere a
tutti i costi sono convinto di aver fatto la scelta giusta. Cambiare il futuro
non è una cosa che si dovrebbe fare, anche se quello che ci aspetta è
terribile” abbassò lo sguardo tristemente. “Sono convinto che con il tuo aiuto
riusciremo a farcela! Anche mia madre ha sempre avuto fiducia in te ed è per
questo che ha costruito la macchina del tempo con cui sono arrivato”
Goku lo
guardò in modo strano. Possibile che…?
“Un momento.
Tua madre mi conosce?” Trunks annuì. “E…e ha costruito la macchina del tempo?...non dirmi che…no, è impossibile…non può trattarsi di…”
Il ragazzo
del futuro, come se fosse una cosa naturale, rispose affermativamente puntando
il dito contro la ragazza dai capelli azzurri poco distante.
Goku non
resse il colpo e precipitò al suolo. “B-Bulma è tua madre?!!?!”
chiese colto impreparato dalla sorpresa. Anche Piccolo, che stava ascoltando la
conversazione da lontano, ebbe un sussulto di sorpresa.
“Tu sei il
figlio di Vegeta e Bulma?!” chiese nuovamente Goku
cominciando ad accettare il fatto e iniziò a ridere maliziosamente. Trunks
rimase un attimo sorpreso dalla reazione. Del resto era il primo che mostrava
sorpresa alla notizia. Poi sorrise.
“Eh, eh, eh!”
ridacchiò Goku rialzandosi. “E io che pensavo che Bulma avrebbe messo su
famiglia con Yamcha. E invece ha scelto Vegeta!! L’ho
sempre detto che quella ragazza è strana!!” continuò
il saiyan.
Trunks
arrossì e affondò le mani in tasca, imbarazzato. “Ecco, lei mi ha detto che
Yamcha era troppo immaturo e ha deciso di lasciarlo” iniziò il ragazzo. Goku
asserì curioso. “Poi ha iniziato ad interessarsi a mio padre e in poco tempo si
sono fidanzati. Strana la vita, eh? Accadono cose che non ti aspetteresti mai”
concluse il ragazzo dai capelli glicine.
“Eccome!!
Bulma è sempre stata imprevedibile ma ha superato sé
stessa!!” concordò Goku girandosi verso la futura coppia di genitori. Vegeta
ringhiò furioso, non apprezzando l’essere osservato, soprattutto dal suo
acerrimo nemico.
“Mi
raccomando non dire niente a quei due, o rischio di non nascere! Testardi come
sono si eviterebbero e sarebbe un disastro!” pregò Trunks a Goku. Quest’ultimo
annuì.
“Ora vado.
Mia madre sarà preoccupata” disse il ragazzo preparandosi ad andarsene.
“D’accordo e
ringraziala! E buona fortuna con i tuoi allenamenti! Quando ci vedremo ancora?”
chiese Goku.
“Spero di
riuscire a tornare fra tre anni. La macchina del tempo è un marchingegno
terribilmente difficile da costruire. Mia mamma ha impiegato anni a costruirla!
E spero di riuscire a tornare” disse Trunks incrociando le braccia al petto.
“Ci vediamo,
fai attenzione!” si preoccupò Goku e guardò il ragazzo spiccare il volo e
allontanarsi in velocità.
Gli altri
guerrieri e Bulma con Pual si avvicinarono al saiyan, incuriositi. Con l’aiuto
di Piccolo Goku riuscì a spiegare a cosa sarebbero andati incontro in futuro e il
silenzio calò tra loro. Sembrava assurdo.
“Pensatela
come volete! Io mi allenerò!” disse Piccolo con decisione. Bastò questo a
convincere anche tutti gli altri.
“Ehi!! Che
cos’è quello?” chiese Gohan puntando il dito al cielo. Una macchina gialla a
forma di polipo fluttuava sopra la loro testa. “E’ una macchina del tempo”
rispose Goku.
“Papà. Sei
esattamente come ti ha descritto la mamma: forte, severo e con lo sguardo un
po’ triste. Non mi lasciare, ho bisogno di te. E tu mamma, fatti coraggio. Ti
voglio un sacco di bene” disse Trunks dall’alto guardando i suoi genitori.
Salutò con la mano e pigiò il tasto di avvio della macchina del tempo. Ma non
successe nulla. Ci riprovò, ma niente ancora. Una voce meccanica lo avvisò
dell’esaurimento delle batterie. “Oh, merda!!” sbottò
il mezzo saiyan controllando i vari comandi. In pochi secondi le luci dei
comandi presero a illuminarsi fino al completo spegnimento della macchina. In
fretta Trunks uscì dallo sportello e richiuse la macchina del tempo nella
capsula.
“Che succede?”
chiese Goku volando al suo fianco.
“Ha esaurito
le batterie! Dannazione!” sbottò il ragazzo stringendo i pugni. Si trovò ben
presto circondato da tutti i guerrieri.
“Ah, è tutta
colpa mia! Non avrei dovuto partire così presto, me
l’aveva detto mia mamma!!” si lamentò Trunks sbattendosi una mano sulla faccia.
Rimasero
tutti in silenzio finché Bulma, con la sua voce squillante e irriverente,
disse: “Puoi venire a casa mia! Saresti il benvenuto!” Tutti si girarono a
guardarla.
Yamcha le
chiese: “Ma Bulma cara sei sicura? Non lo conosci neanche e…” “Oh, stai zitto!”
lo interruppe lei sorridendo a Trunks. “Mi sembra un ragazzo gentile ed educato e ha fatto questo pericoloso viaggio solo per
aiutarci quindi non può essere cattivo! E poi saiyan in più, saiyan in meno,
non fa molta differenza!” aggiunse puntando gli occhi su Vegeta che incrociò le
braccia al petto e mosse il mento a sinistra.
“Allora? Che
ne dici?” chiese ancora lei rivolta al ragazzo.
“Ecco…io…”
iniziò Trunks non sapendo che fare. Stando con loro avrebbe potuto cambiare
terribilmente il futuro. Non sapeva quanto ci avrebbe messo la macchina del
tempo a ricaricarsi, chissà per quanto sarebbe rimasto bloccato in quella
dimensione! Ma era anche vero che gli sarebbe piaciuto poter osservare diversi
momenti della storia d’amore dei suoi genitori. E avrebbe potuto passare del
tempo con suo padre.
“Dovresti
accettare” gli propose Goku appoggiandogli una mano sulla spalla e facendogli
l’occhiolino. “Ti prego!” gli disse Bulma speranzosa.
Trunks non poté
far altro che accettare.
Continua…
Piccolo
capitolo che sa molto di prologo. Mi serviva soprattutto per introdurre la
fanfiction!
Come se la
caverà Trunks alla Capsule Corporation con Bulma e
Vegeta? Riuscirà a non cambiare troppo il futuro?
Ho modificato
leggermente i dialoghi a causa del disclaimer.
Spero vi sia
piaciuto questo capitolo! Recensite se volete! E se vi va ci vediamo al
prossimo capitolo che sarà decisamente più lungo!
Vegeta
strinse forte le braccia al petto. Accidenti! Ecco un nuovo ostacolo allo
scontro contro Kakaroth! Due dannati pezzi di latta!
Sicuramente
il suo acerrimo nemico non avrebbe mai accettato di scontrarsi in un sano
combattimento saiyan all’ultimo sangue ora che doveva impegnarsi a salvare quell’inutile sasso chiamato Terra e i suoi irritanti
abitanti.
Niente da
fare, quel tipo di saiyan aveva solo il sangue che gli scorreva nelle vene! Un
vero guerriero della stirpe non si sarebbe mai preoccupato così tanto di
salvare delle altre vite. E questo era causa di ulteriore disprezzo per Kakaroth. Come poteva un essere inferiore come lui essere
riuscito a ricoprirsi dell’oro della leggenda?! Non
aveva senso! Lui doveva essere il solo ad ammantarsi di quella gloria, era il
suo destino! E Kakaroth gli aveva tolto anche quello.
Alzò lo
sguardo per puntarlo contro il ragazzo del futuro: ecco un altro rivale! Come
poteva un ragazzino essergli superiore?! Aveva
distrutto Freezer e re Cold in pochi istanti! Che
vergogna…persino un ragazzino, sicuramente mezzo saiyan, lo superava. E quella
sciocca donna terrestre lo aveva anche invitato a casa sua! Se lo sarebbe
trovato tra i piedi tutti i giorni. Non bastava quella nullità terrestre che la
donna definiva ‘fidanzato’, adesso gli toccava sopportare anche un ragazzino
dai capelli viola!
Con un
ringhio Vegeta decise di tornare alla Capsule
Corporation. Doveva iniziare gli allenamenti il prima possibile. Sorridendo
maleficamente comprese come potesse sfruttare la situazione: la donna ora
sarebbe stata costretta a costruirgli vari marchingegni per allenarsi, aveva la
scusa di salvare il pianeta e la sua inutile vita.Dopo aver sfracellato quei due cyborg sarebbe
stato il turno di Kakaroth.
Diede le
spalle a tutti e, ignorandoli, spiccò il volo in direzione della città
dell’Ovest.
Trunks lo
guardò sorpreso, desideroso di seguirlo, ma Goku lo fermò. “Lui è fatto così.
Ti abituerai” lo rassicurò. Il ragazzo annuì ma rimase
a fissare la scia bianca nel cielo.
Uno ad uno i guerrieri iniziarono a dipartire.
“Torniamo
anche noi a casa. Sicuramente Vegeta ha già iniziato ad allenarsi, meglio
andare a controllare che la casa sia ancora tutta intera!” disse Bulma
sorridendo. Trunks si chiese nuovamente se sarebbe davvero stato in grado di
convivere con loro.
“Ci vediamo!
Buon allenamento!” augurò Goku a Trunks e Yamcha. Fluttuò in aria e prima di
volare via con Gohan e Piccolo urlò a Bulma: “Mi raccomando, partorisci un bel
bambino!!” e prese il cielo.
Trunks
spalancò gli occhi e scattò con la testa in direzione di sua madre,
terrorizzato dall’idea che potesse in qualche modo
comprendere qualcosa. Cosa era preso a Goku? Si era per caso bevuto il cervello?! Come poteva dirle una cosa simile?!
E lui che pensava di essere stato chiaro e mantenere il segreto!
Fu la risata
sguaiata di Yamcha a farlo riconcentrare sul mondo attorno. Guardò sua madre
che sembrava scioccata quanto lui, ma forse il tutto era riferito alla
frivolezza del suo ragazzo. Gli fece male al cuore ricordare che in quel
momento i suoi genitori non stavano insieme.
“Piantala di
ridere come un idiota e riportami a casa!” ordinò Bulma a Yamcha, poi si girò
con un sorriso verso Trunks. “Tu seguici. In poco
tempo arriveremo alla Capsule Corporation e ti
assegnerò una stanza! Sarai stanco dopo quel combattimento! Potrai farti una
bella doccia e mangiare qualcosa!”
Trunks annuì
imbarazzato, senza avere il coraggio di dirle di no.
Certe cose non cambiano mai. Anche nel futuro era Bulma a decidere per lui.
Rimase in silenzio quando vide Yamcha abbracciare sua madre e portarla
in volo e, tristemente, li seguì.
Quando
arrivarono nei pressi della città dell’Ovest Trunks non poté non meravigliarsi
alla vista di tanta pace e serenità. In tutta la sua vita non aveva mai visto
tanta gente tutta insieme. Nessuno temeva di uscire di casa, i bambini
giocavano liberamente in strada, i vecchietti passavano tranquillamente il
tempo fuori dai bar a giocare a carte con gli amici e
le signore anziane giravano nelle piazze a fare spese.
Era insolito
quel mondo. Era intriso di una gioia che Trunks non aveva mai conosciuto.
Nuovamente si
rese conto di quante cose aveva perso a causa dei cyborg e lo assalì per
l’ennesima volta il desiderio di distruggerli con le sue mani. Con l’aiuto di
Goku sapeva che ci sarebbe riuscito.
Giunti alla Capsule Corporation Trunks si fermò fluttuando nella
sua cima. Per la prima volta vide la sua casa intatta. Nel suo tempo i piani
superiori della dimora erano stati distrutti e lui e sua madre vivevano in un
bunker sotterraneo, nascosti. Doveva assolutamente salvare il futuro: il sé
stesso di quella dimensione avrebbe avuto un’infanzia felice, non solitaria e
desolata come la sua.
“Ehi! Siamo
arrivati! Vieni giù!” gli indicò Bulma urlando da dove erano planati lei e
Yamcha. Trunks si riscosse ed obbedì a sua madre. Si guardò intorno alla
ricerca del padre e percepì la sua aurea nel laboratorio di suo nonno. Chissà
cosa stava combinando.
Era tentato
di andare da lui ma Bulma lo invitò ad entrare in casa
e lui non riuscì a rifiutarsi.
“Costruiscimela
ho detto!” sbraitò Vegeta aumentando la sua aurea e spaventando il piccolo Tama, il gattino nero di famiglia, che cadde dalla spalla
del dottor Brief.
“Come vuoi
Vegeta! Ma è pericoloso! Bulma non sarà d’accordo” lo informò il vecchio scienziato
accarezzando il suo micio.
“Cosa vuoi
che mi importi di quello che pensa quella donna!! E
sbrigati!” ordinò nuovamente il saiyan uscendo poi dal laboratorio.
Aveva sentito
l’aura di quel ragazzino del futuro poco prima. Era arrivato alla
Capsule. Probabilmente, anzi sicuramente con lui c’erano anche la donna
azzurra e il damerino terrestre. Bah, che razza di situazione.
Bloccato su
un pianeta con della gente così inutile! L’unica cosa decente del fatto era che
in quella casa non mancava mai il cibo e la tecnologia era abbastanza
sviluppata. La maggior parte delle nuove invenzioni venivano
prodotte proprio sotto quel tetto.
Con passo
deciso il saiyan si diresse in cucina, desideroso di
fare uno spuntino e poi riprendere ad allenarsi.
“Ciao caro!
Hai fame, vero?” lo accolse la signora Brief non ricevendo un minimo segno di risposta. Per nulla scoraggiata lo seguì fino al frigorifero quasi
appoggiandosi a lui quando aprì l’elettrodomestico in cerca di cibo.
Vegeta le
intimò di allontanarsi da lui e la signora Brief,
sempre con il sorriso sulle labbra, gli offrì una tazza di the. Il saiyan alzò
gli occhi al cielo: stupida donna dai modi appiccicosi. Se solo avesse potuto
l’avrebbe fatta fuori. Ma cucinava divinamente e questo rimaneva il solo motivo
per farla restare in vita.
Tirò fuori dal frigo un’enorme quantità di cibo che appoggiò
senza la minima delicatezza sul tavolo della cucina. Si piantò su una sedia e
prese a strafogarsi, ignorando la signora Brief che si sedette di fronte a lui e iniziò a versare del
the su due tazzine.
Bulma guidò
il ragazzo del futuro in un rapido tour della casa al quale Trunks partecipò
volentieri. Era bello girare per la Capsule
Corporation in completa tranquillità. Ed ebbe anche modo di
vedere l’arredamento della casa prima che i suoi genitori si sposassero.
“E qui si
conclude il giro!” terminò Bulma uscendo dall’ennesima stanza. “Scegli pure la
camera che preferisci, solo ti consiglio di stare alla larga da quella laggiù…”
e indicò l’ultima porta del corridoio. “Sai, è quella di Vegeta. L’ha scelta
apposta per stare il più lontano possibile dagli altri, quindi ti prego di non
disturbarlo. Sa essere molto sgarbato quel saiyan!” finì stizzosa puntando le
mani ai fianchi sinuosi.
Trunks
sorrise leggermente. Quante volte sua madre gli aveva ripetuto quella frase…
Lo stomaco
del mezzo saiyan brontolò rumorosamente e il ragazzo arrossì, imbarazzato.
Bulma sorrise semplicemente.
“Che sbadata!
E’ naturale che tu abbia fame! Andiamo in cucina, dai!” e lo guidò al piano
inferiore.
Immediatamente
Trunks si rese conto che in cucina si trovava suo padre, e non poté che
rallegrarsi. Lo avrebbe rivisto presto. Non vedeva l’ora di conoscerlo meglio,
di parlargli, di sapere più cose su di lui. E avrebbe ignorato il consiglio di
sua madre di non stargli troppo addosso; se lei era riuscita ad entrare nel suo
cuore, ce l’avrebbe fatta anche lui!
Il cuore
iniziò a tamburellare furiosamente nel suo petto. Era eccitato all’idea di
stare con lui.
La porta
scorrevole si aprì con un suono sordo e Trunks seguì mestamente sua madre fino
in cucina. Vegeta non li degnò neanche di uno sguardo.
“Ciao Vegeta! Pensavo ti stessi allenando” gli si rivolse
Bulma tranquillamente. Il principe non rispose. “Sempre il solito educato, eh?”
disse lei con stizza.
“Ciao cara! Vuoi del the?” chiese allora la signora Brief a sua figlia. “Oh, ma guarda che bel ragazzo abbiamo
qui!” continuò puntando gli occhi su Trunks che non aveva smesso un secondo di
fissare suo padre. Imbarazzato, il ragazzo si irrigidì raddrizzando le spalle
e, posandosi una mano sulla testa e facendo un piccolo inchino, sorrise alla
donna.
“Tu chi sei,
giovanotto?” chiese la signora Brief arrivandogli
accanto continuando a squadrarlo dalla testa ai piedi per poi girargli attorno.
“E’ un amico di Goku” rispose Bulma per lui togliendolo dall’imbarazzo.
“Davvero? E
ti fermerai qui da noi per caso? Ti prego, dimmi di sì!” gli chiese la donna
sempre sorridendo. Alla risposta affermativa la signora Brief
saltò dalla gioia e iniziò a battere le mani. “Oh, che bello!!
Vivo con due ragazzi bellissimi!! Tu e il caro Vegeta siete entrambi talmente affascinanti!! Che ne
dici di uscire con me, dolcezza? E poi potremmo fare delle uscite a quattro
anche con Vegeta e Goku! Che ne dici?”
Trunks
spalancò gli occhi e rimase perplesso. I suoi nonni erano morti
quando lui aveva sette anni, percui non li
ricordava molto. Rammentava vagamente che sua nonna era sempre allegra ma non la ricordava così sfacciata.
“Mamma!
Lascialo stare!” arrivò Bulma in sua difesa. “Ma, tesoro…” provò a dire la signora ma fu nuovamente interrotta. “E va bene! Volete una
tazza di the, cari?” chiese poi la signora Brief.
“Veramente il
ragazzo avrebbe fame” iniziò a dire Bulma. “Ah! A proposito! Non possiamo
continuare così, devi dirmi il tuo nome!” disse la ragazza appoggiando le mani
ai fianchi. Quella posa stava a significare che non avrebbe accettato una
risposta negativa.
Trunks si
chiese che fare: conosceva sua mamma abbastanza per
sapere che lo avrebbe tormentato fino a farlo cedere. Ma non sapeva se poteva
rivelarle il suo nome. Forse poteva cambiare troppe cose…
“Avanti!
Parla!” lo incitò la donna avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
Trunks
deglutì: sentiva tutti gli sguardi addosso, persino quello di suo padre che
aveva alzato gli occhi dal suo pranzo senza però smettere di mangiare.
“Ecco…forse
non dovrei…” iniziò titubante Trunks. Poi prese una decisione: al diavolo,
quando i suoi genitori si sarebbero fidanzati e lui fosse stato concepito,
avrebbe detto loro la verità. E rivelare solo un nome non avrebbe certo
sconvolto nulla.
“Il mio nome
è Trunks” disse poi lasciandosi andare. E si guadagnò un sorriso radioso di
Bulma.
“Molto bene,
Trunks! Non era così difficile, no?” disse lei invitandolo poi a sedersi. Il
mezzo saiyan si trovò di fronte a Vegeta. Deglutì. Come poteva una persona mettere
tanto in soggezione con un semplice sguardo? Trunks si sentiva un moscerino al
suo confronto. E la situazione peggiorò quando si rese
conto di essere il solo inquietato dalla presenza del principe.
La signora Brief continuava a sorseggiare the come se nulla fosse mentre sua madre setacciava il frigorifero in ricerca
di qualcosa per lui.
*Papà…* pensò Trunks fissando il volto
severo del saiyan di fronte a lui. All’apparenza sembrava un uomo veramente
complesso. Sembrava forte, impenetrabile, sicuro. Arrogante nei modi di fare
girava sempre a testa alta. E dava l’idea di essere un vero principe. Un
guerriero invincibile e tormentato dai fantasmi del suo passato. Trunks ne era
ammirato.
“Ehi,
moccioso!” lo rimproverò Vegeta. “Mi sembrava di averti già detto che non mi piace essere fissato!”
Il ragazzo
abbassò lo sguardo, intimorito. “Scusa…” disse mestamente intrecciando le mani.
Un violento
tonfo gli fece rialzare la testa puntandosi sulla figura di sua madre che aveva
serrato con stizza lo sportello del frigorifero. Con le mani ai fianchi la
donna batté violentemente un piede a terra e si rivolse a Vegeta. Quante volte
Trunks aveva visto quella posa…finalmente non rivolta
a lui.
“Animale che
non sei altro! Possibile che ti sia spazzolato tutto
il commestibile?!” Trunks guardò prima l’uno, poi l’altro. Solo sua madre
poteva avere il coraggio di parlare così al principe dei saiyan.
“Taci donna!
Io faccio quello che voglio!” le rispose il saiyan con la bocca piena. Ok, ora non aveva l’aria molto principesca.
“E io adesso
cosa do a questo povero ragazzo?!” chiese lei
coinvolgendo anche Trunks che si pentì di essere stato messo in mezzo. Se
Vegeta non avrebbe toccato Bulma neanche con un dito, non poteva essere certo
lo stesso con lui! Ricordava le volte in cui Gohan gli aveva raccontato della
totale mancanza di autocontrollo nei confronti degli altri guerrieri.
“Non
importa…non sono molto affamato…” mise le mani avanti il ragazzo. “Non dire
così, Trunks! E poi Vegeta deve imparare che non è il solo a vivere qui! Deve
pensare anche agli altri!” lo fermò Bulma senza allontanare lo sguardo dal
principe che strinse gli occhi.
Vegeta si
alzò di scatto dalla sua sedia e, incrociate le
braccia al petto, si diresse all’uscita. “Ehi!! Dove vai?!”
gli urlò dietro Bulma. Fiato sprecato. Il saiyan se ne andò e spiccò il volo
lontano dalla Capsule Corporation.
“Che
screanzato!!” gridò Bulma corrucciata.
Trunks
appoggiò i gomiti al tavolo e posò la testa sulle mani. Era la prima volta che
assisteva ad una sfuriata di sua madre con una persona che non fosse lui. Solo
che a differenza di quelle volte, contro suo padre Bulma sembrava non essere
riuscita a spuntarla.
Sarebbe stato
divertente restare con quei due…
Continua…
Mi sono messa
subito a scrivere, non volendo lasciarvi con solo il prologo!
Beh, la
convivenza è iniziata. Trunks ha già potuto assistere ad un litigio tra i suoi
genitori, immediatamente al primo incontro fra i due :D!
Spero che la
fanfiction sia di vostro gradimento, per ora non è successo nulla di
importante, ma vedrete…
Grazie di
cuore a tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo, ovvero: dianatabo (di nulla per la recensione! Spero tu abbia apprezzato
anche il secondo capitolo!), Ely 91, eleonorina87, jame, Mela, Frozen_WhiteFox
(grazie per tutti quei complimenti °///°) e bipponcelle420.
Vegeta si
allenò incessantemente per tutto il pomeriggio. Dopo aver ordinato la
costruzione della camera gravitazionale, era partito con decisione in volo
diretto ad un’isoletta sperduta nell’Oceano che aveva scovato già durante il
primo soggiorno sulla Terra. Era piccola, con una folta e rigogliosa
vegetazione che racchiudeva come uno scrigno il piccolo laghetto naturale di
acqua gelida e limpida al suo interno. Gli piaceva quel posto. Forse era
l’unica cosa che non disprezzava negli ultimi tempi.
Quando il
sole cominciò a calare, il principe decretò conclusi i suoi allenamenti per
quel giorno e prese il volo alla volta della Capsule
Corporation. Era disgustato all’idea di tornare sotto quel rumoroso tetto;
probabilmente la donna azzurra l’avrebbe nuovamente rimproverato per qualche
futile motivo.
Velocemente
si mosse in direzione della città dell’Ovest. Doveva diventare un super saiyan
al più presto!
Gliel’avrebbe
fatta vedere a Kakaroth…nessuno poteva permettersi di
superare il principe dei saiyan! E anche quel ragazzino di nome Trunks…
Vegeta si
bloccò immediatamente in aria quando percepì una
potente aurea. L’aurea di un super saiyan. Strinse i pugni. Dannazione!!
Avrebbe
dovuto essere lui a possedere tutta quella potenza, doveva essere lui il
guerriero della leggenda!
Infuriato
arrivò in pochi istanti alla Capsule Corporation e
rimase a fluttuare in aria con le braccia conserte e lo sguardo fisso sul
ragazzo del futuro. Una vena pulsava spasmodicamente sulla fronte del principe,
le unghie affondavano nei palmi delle mani facendolo sanguinare.
Trunks,
trasformato in super saiyan, capì immediatamente che suo padre lo stava
fissando. Aveva seguito i movimenti della sua aurea per tutto il pomeriggio e
si era a dir poco emozionato quando l’aveva sentito
avvicinarsi a casa.
Si bloccò
dall’allenamento e lanciò in aria la spada che stava usando. Tornò normale e,
spostando leggermente il busto, rifoderò la sua lama che, con un piccolo click,
precipitò esattamente al posto giusto.
Il ragazzo
alzò poi lo sguardo al cielo e sorrise a suo padre.
Con una
smorfia Vegeta atterrò velocemente al suolo e si recò con passo deciso verso
l’ingresso. “Non darti troppe arie…presto anch’io sarò un super saiyan e allora
ti farò provare esattamente la vera potenza del guerriero leggendario!” disse
Vegeta prima di sparire dentro casa.
Trunks lo
seguì con lo sguardo, incapace di controbattere ma pur sempre felice di aver
udito la sua voce.
Bulma
sfrecciò rapidamente lungo le vie del centro nella sua decappottabile. Le era
toccato correre al supermercato a fare provviste dato
che il principe aveva avuto la grandiosa idea di svuotare il frigorifero.
Era
miracolosamente riuscita a rifocillare in qualche modo il povero Trunks e, dopo
avergli raccomandato di atteggiarsi come se fosse a casa sua, era montata in
macchina e si era precipitata in centro.
Dannato
saiyan dai modi rozzi! Vegeta sarebbe dovuto cambiare,
e molto! Non poteva certo sopportare un elemento simile per tre anni!
Con la
macchina stracolma di cibo e la musica a tutto volume, Bulma arrivò a casa e
inchiodò facendo spaventare due poveri vecchietti che passeggiavano
tranquillamente mano nella mano. Come se nulla fosse spense la radio e scese
dall’automobile per poi fissare la pila pericolante di sacchetti depositati
disordinatamente nei sedili posteriori dell’auto.
Trunks, che
più che averla vista l’aveva sentita arrivare, le corse incontro deciso a darle
una mano. Forse per abitudine, prese a raccattare i pacchetti e se li caricò
sulle braccia.
Bulma sbatté
le palpebre e gli sorrise. “Ti ringrazio Trunks! Tu si che mi dai una mano! Non come gli altri!” disse lei
riferendosi sia a Yamcha che a Vegeta. Soprattutto a Vegeta.
“Di nulla mam-hem! – Bulma!!” rispose lui per un attimo rischiando di chiamarla mamma.
Fortuna che lei non se ne accorse.
Tornarono in
casa e il ragazzo appoggiò i pacchi sul tavolo, iniziando immediatamente a
riordinare. Gli sembrava di essere nel suo tempo. Forse anche troppo.
“Però! Ti
ricordi già dove vanno tutte le cose! Caspita che bravo!” si congratulò Bulma
facendo fermare improvvisamente il ragazzo che si bloccò con una scatola di
pasta in mano. Si stava lasciando troppo andare. Doveva controllarsi.
“Non è
niente! Ho solo una buona memoria!” si giustificò lui con una risatina forzata.
“Beh, davvero
complimenti!” rispose Bulma iniziando a dargli una mano.
Rimasero in
silenzio finché la ragazza non domandò: “Vegeta è già tornato per caso?”
Trunks si
bloccò un momento, poi rispose affermativamente.
“Allora è
meglio iniziare a preparare la cena…sembra incredibile ma
riesce a diventare ancora più scorbutico quando è affamato!” disse Bulma
ridendo. Trunks rispose al sorriso chiedendosi, con il batticuore, se per caso
sua madre non fosse già attratta dal principe.
Vegeta salì
nervosamente in camera sua. Se solo fosse stato in grado, avrebbe spaccato la
faccia a quel ragazzino dai capelli viola. Come osava sfoggiare la sua potenza
di fronte a lui?!
Rabbiosamente
entrò in camera sua e si infilò direttamente sotto la doccia dopo essersi
sfilato in fretta i pantaloncini e le scarpe da ginnastica.
Riuscì a
calmarsi a contatto con l’acqua fresca. Questa, oltre che allo sporco e al
sudore, sembrò portare via anche i suoi pensieri. Vegeta si lasciò andare in un
lungo sospiro di sollievo. Non era il caso di arrabbiarsi così tanto. Lui era
il principe dei saiyan e sarebbe diventato il guerriero più forte dello spazio!! Era solo questione di poco tempo.
Uscì dalla
doccia e si asciugò completamente con il semplice incremento della sua aurea ed
andò a sedersi sul letto ancora completamente nudo. Guardò poi la sveglia
digitale accanto sul comodino, uno dei pochi oggetti che ornava la stanza, e,
ricordati gli orari della sua prima permanenza terrestre, capì che era quasi
ora di cena.
Si guardò
attorno alla ricerca di vestiti. La donna aveva detto di aver lavato la sua
tuta, avrebbe dovuto già essere pronta per lui. Aprì con stizza l’armadio ma lo trovò completamente vuoto così come i cassetti
e il tavolo. Niente, assolutamente niente!
I
pantaloncini che aveva indossato quel giorno non erano adatti per scendere a
cenare, aveva già avuto molte discussioni con la donna azzurra riguardo ai modi
da tenere a tavola.
Rientrò in
bagno e raccattò da terra gli orribili vestiti che gli erano stati affibbiati
quel giorno. Giallo e rosa! Solo una donna stupida poteva accostare certi
colori! Che orrore!
Con una
smorfia si infilò la camicia senza abbottonarla e, mani in tasca, uscì dalla
stanza recandosi in cucina.
Trunks era
affascinato dalle interazioni dei suoi genitori. Neanche il tempo di salutarsi
– o meglio, che sua madre salutasse suo padre – che già stavano litigando. Alla
domanda rabbiosa di suo padre sulla locazione della sua tuta da combattimento,
era subito partita una risposta sgarbata di sua madre. E nessuno era più
riuscito a fermarli.
Com’era
possibile litigare per motivi così futili?
Trunks
incrociò le braccia al petto e rimase in silenzio a fissarli. Erano
estremamente strani. E sembrava impossibile che due personaggi simili potessero
finire per innamorarsi. Sembravano totalmente incompatibili.
Ma doveva
avere fiducia in loro.
Ripensò alle
parole che una volta gli aveva detto sua madre. Lei, con in
mano una chiave inglese e un taglio di capelli che la invecchiava
pericolosamente, gli aveva detto queste frasi con una dolcezza tale che persino
Trunks si era trovato a domandarsi se quella fosse stata davvero la stessa
donna che lo aveva cresciuto e che lo sgridava in continuazione.
*L’amore
è imprevedibile. Inizialmente io e tuo padre non facevamo altro che litigare e
pensavo di odiarlo…ma non appena l’ho conosciuto un
po’ meglio mi sono innamorata perdutamente di lui. Assurdo, eh? Mi ha rubato il
cuore…era un uomo speciale e non lo dimenticherò mai. Quanto vorrei che tu lo
avessi conosciuto, tesoro! Ti avrebbe fatto soffrire con i suoi atteggiamenti,
proprio come ha fatto con me. Ma non mi sono pentita
un solo istante dei momenti passati con lui. E’ l’unica persona che ho
conosciuto che è capace di ferirti un momento per poi farti toccare il cielo
con un dito dalla felicità. Io l’ho amato e lo amo ancora. E sarà così per
sempre*
Trunks
sorrise al ricordo. E rimase a fissarli ansioso di veder sbocciare quel
sentimento talmente forte e unico tra quelle due persone tanto diverse quanto
perfette l’una per l’altro.
“Vuoi sapere
dove ho messo quella stupida tuta?! Prova a guardare
nel cassonetto fuori dalla porta!” gli urlò Bulma
puntandogli minacciosamente contro il mestolo con cui stava mescolando le
polpette al sugo.
“Cosa?! Ma
sei impazzita?!” tuonò il principe per nulla
intimorito.
“Non
lamentarti! Era uno straccio, era ora di gettarla via!” rispose Bulma
muovendosi rapida verso il forno per controllare la cottura delle tre teglie di
lasagne. Il saiyan la seguì restandole dietro.
Bulma richiuse
lo sportello con forza e si girò a 180 gradi trovandosi così faccia a faccia
con il principe. Ma non indietreggiò. “E non vedo quale sia
il problema. Per allenarti hai il tuo paio di pantaloncini attillati come piacciono
a te, e per girare hai questi!” disse indicando il suo abbigliamento.
Lui strinse i
denti. “E secondo te dovrei girare per tre anni con
questi orribili pezzi di stoffa?! Tu sei pazza! Costruiscimi un’altra tuta,
donna! Te lo ordino!”
“Ma come ti
permetti!!” gridò lei puntando i pugni sui fianchi.
“Primo, io non sono la tua schiava! Secondo, non chiamarmi donna!!”
Trunks,
odorando un poco invitante aroma bruciato, si alzò dal suo posto e, preso il
mestolo dalle mani di sua madre, prese a mescolare le polpette evitando di
sprecare tutto quel cibo. I due litiganti lo notarono appena.
“Io ti chiamo
come mi pare! Stai fresca se speri che io sia come i tuoi amichetti terrestri,
non tremo al tuo cospetto come loro! Che imbecilli!” rispose il saiyan. Quando
Bulma fece per ribattere il saiyan fece un passo avanti minacciosamente
facendola zittire. “Tu devi fare ciò che ti dico, hai capito?!
Se ci tieni alla tua pellaccia dovrai ubbidirmi!!” e
agitò il pugno di fronte a lei.
Trunks si
girò velocemente ad osservare la scena. La stava minacciando di morte?! Agì quindi di istinto.
Bulma rimase
immobile, le sue labbra tremarono un momento. Nessuno le aveva mai parlato così.
Beh, aveva ricevuto parecchie minacce in tutte le avventure vissute con Goku,
ma era la prima volta che temeva davvero di non passarla liscia. Vegeta era un
assassino e dal suo sguardo poté capire che sarebbe stato in grado di ucciderla
senza pensarci un attimo.
Non si era
mai sentita tanto intimorita da lui come in quel momento. Improvvisamente vide
una macchia viola frapporsi fra i loro sguardi.
“Non parlarle
così!” gridò Trunks facendole da scudo. Vegeta ringhiò. “Togliti ragazzino!” Ma
Trunks non mosse un passo. Il principe dei saiyan sentì l’impulso di prenderlo
a pugni. Alzò minacciosamente la sua aurea ma vide il
ragazzo restare impassibile. Si concentrò ulteriormente sprigionando la sua
potenza e si scagliò verso Trunks tirandogli un pugno in piena faccia e
facendolo crollare a terra.
“Oh, no!
Trunks!” lo soccorse Bulma accucciandosi al suo
fianco. Il mezzo saiyan si pulì il rivolo di sangue uscito dalla bocca con il
dorso della mano, e sorrise. E come era successo quel pomeriggio nel deserto mentre aspettavano Goku, Bulma si rese nuovamente
conto di quanto Vegeta e il ragazzo del futuro si assomigliassero.
Trunks si
tirò su in piedi e fronteggiò suo padre a schiena dritta. “Se hai voglia di
prendertela con qualcuno fallo con me! Ma lascia stare Bulma!”
Vegeta
abbassò il suo livello di energia e lo guardò sprezzante. “Tsk!
Stupido ragazzo…non hai niente di saiyan!” e, furioso, uscì dalla stanza a
braccia conserte.
Trunks e
Bulma lo seguirono con lo sguardo e quando scomparve, il ragazzo abbassò
tristemente gli occhi. *Non hai niente di
saiyan!!* Accidenti se facevano male quelle
parole…Il primo rimprovero da parte di suo padre. Cominciava a comprendere cosa
intendeva sua madre quando gli aveva detto che Vegeta
lo avrebbe fatto soffrire.
“Che tipo!”
esclamò Bulma appoggiando le mani ai fianchi. Poi alzò il suo sguardo azzurro
verso Trunks. “Comunque ti ringrazio. Anche se me la sarei
potuta cavare da sola! Se tu avessi aspettato pochi istanti, in un
attimo sarei tornata a sbraitare contro quello zuccone!” e gli fece
l’occhiolino.
Trunks si
trovò a sorridere.
Fuori
dalla stanza,
appoggiato al muro, Vegeta fece una smorfia infastidita e si allontanò
velocemente in direzione della sua camera da letto.
La signora Brief arrivò pochi attimi dopo in cucina e con le
sopracciglia corrugate ma sempre il solito sorriso sulle labbra, fece notare a
Bulma come le pietanze si fossero tutte bruciate. Addio cena casalinga.
Fortunatamente la pizzeria accanto a casa era ancora aperta.
Continua…
Altro
capitolo terminato! Me la sto prendendo un po’ comoda
riguardo alla relazione tra Bulma e Vegeta, fin’ora
non hanno fatto altro che litigare! Ma presto tutto cambierà e ci saranno
risvolti interessanti…
Spero che la
fanfiction continui a piacervi!!
Ringrazio
nuovamente per le recensioni! Grazie a: monyveggy(sono
felice che ti piaccia l’idea base della ff!), Ely 91 (anch’io mi diverto un sacco a
descrivere i litigi di Vegeta e Bulma!), migena(eh, già! Ne vedremo delle belle con quei due!), dianatabo(fiuuu!! È la mia paura più grande quella di
sforare nell’OOC!! Grazie per la recensione, sono più sollevata!!) e jame(spero di
continuare ad aggiornare con questo buon ritmo! E grazie per il complimento
dell’originalità!)!!!
Università
permettendo, mi impegno ad aggiornare la storia con velocità, ma non prometto
niente!!
Dopo cena,
Bulma aveva augurato la buona notte al suo ospite dai capelli di glicine e dai
modi gentili ed era andata a coricarsi.
Che giornata!
Pessima fin dal mattino. Ovvero dal ritorno del principe dei saiyan.
Vegeta…
Ripensando ai
mesi passati ricordò di essersi trovata in alcune occasioni a pensare a lui. Si
era chiesta dove fosse, se avesse incontrato Goku, se avrebbe mai fatto ritorno
alla Capsule Corporation…
Erano domande
sorte all’improvviso a cui non aveva dato peso. Si
disse che era naturale che avesse pensato a lui. Del resto avevano trascorso
130 giorni insieme sotto lo stesso tetto. Non che lui fosse stato di grande
compagnia…lo vedeva ogni tanto all’ora di cena e
raramente anche nel pomeriggio. E nei momenti in cui si incrociavano,
litigavano.
Sorrise
ricordando i loro battibecchi: sicuramente la cosa che le era mancata di più di
lui, anzi, senza dubbio l’unica! I namecciani
rimanevano ogni volta a bocca aperta e le facevano continue domande su come riuscisse ad affrontare il saiyan senza paura. E lei
rispondeva sempre che Vegeta non era male come sembrava, non era un mostro
sanguinario pronto ad uccidere. Basti il fatto che durante quei mesi non aveva mai fatto fuori la signora Brief.:
se davvero fosse stato senza controllo, a quest’ora lei sarebbe orfana di
madre.
Bulma si
esaltava ad ogni battibecco e probabilmente anche Vegeta non disprezzava quei
momenti. E lui era la prima persona che conosceva in grado di tenerle testa.
Goku e i guerrieri terrestri non si erano mai permessi di contraddirla. Mai.
Nemmeno Yamcha osava tanto. La bella scienziata si era guadagnata la fama di
‘donna imbattibile e in qualche modo spaventosa’. Bulma
rise fra se: forse Vegeta non aveva tutti i torti a definire i suoi amici degli
‘imbecilli’.
Senza freni,
la sua mente continuò a vagare. E ripensò al sogno fatto poche settimane prima.
Era notte fonda e si trovava seduta
sul tetto della Capsule Corporation. Faceva freddo, il
vento le scompigliava i capelli cotonati, ma non era importante.
Tirò su le ginocchia e le strinse al
petto avvolgendovi le braccia. Chinò poi il mento e rimase fissa con lo sguardo
in avanti, verso le luci della città.
Sospirò. Si sentiva sola. Nessuno era
al suo fianco: né Yamcha, né i suoi genitori, neanche un suo amico…
I rumori assordanti della città la
infastidivano e, stizzita, si tappò le orecchie e chiuse gli occhi in cerca di
tranquillità.
Perché era sola? Perché non c’era
nessuno a posarle amorevolmente una mano sulla spalla e stringerla un po’? Voleva
qualcuno…aveva bisogno di qualcuno.
Improvvisamente tutti i suoni
svanirono. Bulma riaprì gli occhi e si guardò attorno, senza notare nulla di
diverso. Eccetto una presenza alle sue spalle. Che fosse Yamcha?
Si voltò e vide poco distante da lei
la figura di un uomo. Strinse leggermente gli occhi, cercando di riconoscerlo.
Piano piano l’immagine iniziò ad assumere caratteri
più marcati e Bulma trattenne il fiato cominciando lentamente a riconoscere chi
le stava di fronte. Quelle spalle dritte, i muscoli tesi, il fisico scolpito… Lui
si avvicinò lentamente a braccia conserte.
La ragazza si ritrovò a trattenere il
fiato inconsapevolmente e, in pochi minuti, era distante solo pochi centimetri
dall’uomo.
“Vegeta…” bisbigliò stringendo gli
occhi per inquadrarlo meglio. Si alzò insicura in piedi. “Cosa…cosa ci fai
qui?” chiese lei.
Il saiyan alzò la mano e poso un dito
sulle morbide labbra della donna. “Shhh…” la zittì
dolcemente con un tono di voce che Bulma non gli aveva mai sentito usare. Era
ammaliata. Del tutto.
La mano di Vegeta scivolò sulla sua
guancia, accarezzandola teneramente. Quello di cui lei aveva bisogno. Bulma
desiderò immediatamente baciarlo. E lui sembrava dello stesso avviso.
Si avvicinarono lentamente fino ad
appoggiare le labbra l’uno contro l’altra. Fu un bacio dolce, quasi innocente.
Ma meraviglioso.
Quando si staccarono Bulma si trovò
persa nello sguardo oscuro del principe che iniziò ad indietreggiare. “Tornerò
presto…” le sussurrò. E scomparve.
Bulma
sospirò, come faceva ogni volta che ripensava al sogno. Sembrava così vivo,
così reale…E quel bacio…
Si era
risvegliata con i brividi.
Si era
chiesta più volte cosa potesse significare: dopo
tutto, lei stava con Yamcha, sognare di baciare un altro in teoria non sarebbe
dovuto succedere. E proprio Vegeta!!
Dopo lunghi
pensieri era giunta alla conclusione che, semplicemente, sentisse
vagamente la sua mancanza. E il bacio…beh, forse colpa degli ormoni. Vegeta
emanava fascino…anzi no, trasudava fascino…e Bulma era
ben conosciuta per la sua passione per gli uomini belli. Tutto qui. Solo attrazione.
Si rigirò di
fianco sul letto, decidendo di addormentarsi per non pensare più al principe.
Allungò il braccio e spense la piccola luce dell’abatjour sul suo comodino.
Chiuse gli occhi quasi rabbiosamente e cercò di assopirsi.
Si rigirò più
volte tra le lenzuola finché, con stizza, le prese tra le mani e le gettò a
terra. Meglio scendere in cucina a bere un latte caldo.
Vestita solo
della sua enorme camicia da notte rosa e delle pantofole a forma di
coniglietto, scese in cucina. Si avvicinò tranquillamente finché non sentì un
tonfo provenire dalla stanza. Impaurita si avvicinò alla parete. Forse era un ladro…ma scosse la testa immediatamente, trovando l’idea
stupida. Se fosse stato un rapinatore non sarebbe certo andato a svaligiare la
cucina, bensì la cassaforte.
Si guardò
intorno, in cerca di un’arma: meglio comunque essere pronti alle evenienze.
Vide una delle mazze da baseball di Yamcha e la brandì eretta in avanti.
Deglutì e
fece pochi passi. Si sporse poi lentamente e si affacciò in cucina, senza
riuscire a vedere nulla. La luce era difatti spenta. Un nuovo rumore.
Prendendo
tutto il coraggio che aveva in corpo, Bulma abbassò l’interruttore e si buttò
in cucina sempre tenendo dritta la mazza da baseball.
“Chi sei?! Fatti vedere!” urlò poi con voce tremante. Lo sportello
del frigorifero dietro cui si trovava l’intruso venne
chiuso rapidamente e Bulma si ritrovò persa nello sguardo di Vegeta.
“Cosa sbraiti
a fare a quest’ora, donna?” le chiese lui con in bocca
un pezzo di carne cruda. Lei si sciolse in un sospiro sollevato, poi iniziò
subito a rispondergli a tono. “Cosa fai tu qui?! Accidenti,
pensavo potesse essere un ladro!”
Il saiyan la
squadrò dalla testa ai piedi, poi scoppiò a ridere. “E volevi fermare un ladro conciata così?” disse indicando il pigiama, le
pantofole e la mazza da baseball. Bulma arrossì e gettò l’ultimo oggetto in un
angolo. Che vergogna!
“Beh, la
colpa è tua! E dimmi, perché stavi al buio? Viviamo nell’era della tecnologia
Vegeta, basta un dito per accendere la luce, lo sai?”
chiese ironica riacquistando un po’ di contegno.
Il saiyan si
rabbuiò leggermente anche se il sorriso rimase sul suo
volto. “Volevo mangiare. Non mi interessa se la luce è accesa o spenta” rispose
riaprendo il frigo.
Bulma si
chiese come potesse qualcuno avere fame a quell’ora
della notte, ma poi si ricordò che, dopo il loro litigio, Vegeta non era sceso
più dalla sua camera e non aveva mangiato con loro.
La ragazza
allora si sciolse al pensiero: poverino, stava sicuramente morendo di fame! Si
avvicinò a lui con un sorriso e, senza chiedergli, afferrò diversi affettati
dall’elettrodomestico e, dopo aver preso del pane, iniziò a preparargli un
panino. Lui la guardò intensamente e decise di lasciarla fare. Del resto un
principe doveva essere servito, non scendere furtivamente e arrangiarsi.
Si andò
allora a sedere su una sedia, braccia incrociate e sguardo corrucciato fisso
sulla schiena di lei.
Bulma,
completata la preparazione di uno dei panini più grandi del mondo, glielo mise
davanti e si sedette di fronte a lui. Vegeta non la degnò più di uno sguardo,
troppo impegnato con il suo cibo.
Fu lei, come
sempre, a spezzare il silenzio.
“Vegeta…cosa
ne pensi dei cyborg?” chiese intrecciando le dita. Lui alzò appena lo sguardo,
inghiottì l’enorme boccone che aveva in bocca, e, impassibile, rispose: “Non ti
preoccupare inutilmente, donna. Li sconfiggerò e salverò anche la tua inutile
vita” Si aspettò allora una risposta furente di lei, comprendente il ‘ti ho detto di non chiamarmi donna’
e il ‘la mia vita non è affatto inutile’. Glielo
ripeteva in continuazione.
Ma Bulma non
reagì. Annuì semplicemente, forse troppo stanca per controbattere oppure
sollevata di avere la sua protezione, se così la poteva chiamare.
Il saiyan
rimase a fissarla altri pochi secondi, poi decise di riconcentrarsi sul suo
panino. Strana femmina terrestre.
Calò il
silenzio, interrotto solo dal masticare di Vegeta. La ragazza appoggiò i gomiti
sul tavolo e chinò la testa sulle mani, sguardo fisso verso il saiyan. Ripensò
al sogno, al bacio, al fatto che, in quel momento di solitudine, fosse stato
proprio lui ad arrivare in suo soccorso. Che confusione.
“Ti ho detto
mille volte che non voglio essere fissato! E’ così difficile per te capirlo?!” sbottò improvvisamente Vegeta, non apprezzando il suo
sguardo. Ingurgitò in un colpo il panino e si alzò bruscamente, per poi
imboccare l’uscita senza dire una parola.
Bulma si
riscosse: già, sicuramente era solo attrazione fisica!
Sbuffando per
i suoi modi sgarbati si levò in piedi, decisa anche
lei ad andare a letto. Sicuramente lui non avrebbe cambiato i suoi modi, e
Bulma si disse tristemente che avrebbe dovuto continuare a sopportarlo per
altri tre anni.
La mattina
seguente, a colazione, Bulma trovò ad aspettarla solo sua
mamma e Trunks. Di Vegeta neanche l’ombra.
“Buongiorno
tesoro” le augurò sua madre che passeggiava con un annaffiatoio con motivi
floreali. “Hai visto che bella giornata di sole anche oggi? I miei fiorellini
cresceranno proprio bene, meglio andare a dargli dell’acqua!” e uscì in
giardino.
“Ciao Trunks”
disse la donna azzurra al ragazzo che era rimasto a fissare sua nonna con la
bocca aperta. Che strana. Rispose poi al saluto di sua madre e le sorrise. Era
insolito vederla così giovane. Non che fosse cambiata
così radicalmente negli anni, ma la
Bulma che conosceva lui era diversa in qualche modo…forse
solo più matura e provata dalla vita. La madre che l’aveva cresciuto era
sopravvissuta in un mondo in guerra completamente sola, la donna che aveva di
fronte non aveva passato nulla di tutto ciò.
“Hai visto
Vegeta?” chiese allora la donna posizionandosi di fronte a lui e versandosi una
tazza di caffè. Il ragazzo scosse la testa in segno di diniego e si impegnò a
cercare la sua aurea. In pochi secondi lo localizzò nel retro della casa.
Sicuramente si stava già allenando. Trunks sorrise istintivamente: Bulma era
interessata a dove si trovasse suo padre…forse era già
attratta da lui!
Fece il suo
ingresso in cucina anche il padre di Bulma che, sbadigliando, si lamentò delle
pretese del principe. La ragazza sbatté le palpebre, scioccata. Ma si era
bevuto il cervello?
Si alzò in
piedi di scatto e chiese immediatamente a Trunks di localizzare l’aurea di
Vegeta. Il ragazzo ubbidì, consapevole di non potersi rifiutare a quel tono di
voce. La vide incamminarsi con decisione sul retro e decise di seguirla. Non
voleva certo che capitasse una scena come quella del giorno prima!
“Vegeta!!” gridò lei raggiungendolo con Trunks poco dietro di lei.
Il principe non la degnò di uno sguardo e continuò la sua serie di pugni e
calci. “Ma sei impazzito?! Una camera gravitazionale a
300?! Rischi di morire!!”
Il saiyan
digrignò i denti e si fermò con il braccio teso davanti a sé. “Sono affari
miei! Kakaroth si è allenato a gravità 100, no?
Ebbene voglio un allenamento tre volte più potente!”
si girò verso di lei con lo sguardo torvo “Non impicciarti” la sgridò.
Bulma si
morse il labbro, desiderosa di dargli uno schiaffo per cercare di farlo
rinsavire. Ma si trattenne. Ci pensò un momento mentre
il principe, convinto di aver vinto, riprese l’allenamento.
“E va bene” acconsentì poi la ragazza con un sorriso vagamente
diabolico. “Ma a una condizione: io ti costruisco la camera gravitazionale, ma
dovrai allenarti con Trunks!!” e lo indicò.
Il principe
fermò nuovamente la sua serie mentre il giovane saiyan
cercò di dissuadere la madre: per quanto bramasse stare in compagnia del
genitore che non aveva mai conosciuto, troppe persone gli avevano detto di
stargli alla larga. Si era già guadagnato un pugno da lui, chissà cosa avrebbe
potuto fargli in sessione di allenamento!
“Non voglio
un moccioso tra i piedi!” le gridò Vegeta. “Non mi interessa! Prendere o
lasciare! Solo io posso costruirla in poco tempo e perfetta,
mio padre è lentissimo, vuoi davvero aspettare tanto?” disse lei con la
vittoria in pugno.
Vegeta le
ringhiò qualcosa contro, poi acconsentì a condizione che la stanza fosse abbastanza grande e lui non lo intralciasse.
“Accordato!” rispose Bulma ridendo per la vittoria per poi girarsi e
trotterellare in casa.
Trunks rimase
fermo da solo con suo padre: non lo avevano neppure interpellato. In trappola,
sospirò a fondo tornando in casa, decisamente spaventato ma anche assolutamente
felice.
Continua…
Altro
capitolo terminato!! Spero vi sia piaciuto anche
questo!
Grazie mille
per le bellissime recensioni: mi riempiono di gioia!!
Dopo una
settimana circa di lavoro, Bulma riuscì a terminare la camera gravitazionale.
Essendo l’astronave usata da Vegeta troppo piccola per i due guerrieri, la
ragazza aveva deciso di costruire il tutto in un’ala poco frequentata della Capsule Corporation per dare ai due abbastanza privacy
– soprattutto a Vegeta – e non disturbare gli altri abitanti della casa.
“Era ora che
la terminassi, donna!” la rimproverò Vegeta quando lei
andò ad informarlo della sua conclusione. “Taci zoticone! E ringraziami!”
rispose lei con lo stesso tono mentre lo conduceva
alla stanza. Anche Trunks li seguiva, osservandoli divertito.
La grande
porta d’acciaio con l’incisione GR si aprì con un suono sordo e i tre fecero il
loro ingresso. Trunks rimase a bocca aperta: sua madre non avrebbe mai finito
di stupirlo. La stanza era gigantesca, con i muri molto rinforzati e la
macchina per la gravità sicuramente in perfette condizioni. Avvicinandosi vide che
i comandi non terminavano a 300, come aveva chiesto suo padre, ma potevano
arrivare fino a 500.
Vegeta studiò
l’ambiente in modo molto più sobrio e, invece del
ringraziamento che si aspettava Bulma, le disse un freddo: “Augurati che
funzioni bene, o sono guai”.
Lei gli fece
una linguaccia, poi si rivolse dolcemente a Trunks. “Vi lascio soli. Buona
fortuna per gli allenamenti! E non fate danni! Io adesso devo uscire con Yamcha
percui sarete soli, mi raccomando!” disse prima di
girarsi e uscire dalla stanza.
Trunks la
fissò tristemente: lei e Yamcha non si erano ancora lasciati, purtroppo. Da
tutti i racconti di sua madre e di Gohan, aveva dedotto che non fosse successo niente fra i suoi genitori mentre lei stava
ancora con il suo ex. Il mezzo saiyan sperò che tra loro finisse presto: voleva
vedere Bulma e Vegeta insieme, come non li aveva mai visti in tutta la sua
vita.
Quando la
porta scorrevole si richiuse e i due guerrieri rimasero soli, Trunks deglutì
nervosamente. E adesso? Si girò a guardare suo padre che stava fissando
interessato il pannello di controllo, forse in cerca del pulsante di
accensione.
“Preparati
ragazzino, si comincia!” lo informò Vegeta con la mano sulla tastiera. Trunks
si tolse in fretta la giacca in jeans e la spada appoggiandoli in un angolo,
poi ritornò al centro della stanza. Con un sorriso malefico, il principe
impostò la gravità a 100. Ed entrambi crollarono sul pavimento.
*Dannazione! E pesantissimo!!*
pensò il mezzo saiyan cercando di fare leva sulle braccia e tirarsi in
piedi. Guardò suo padre che, a denti stretti e con volontà di ferro, si alzò in
ginocchio e lentamente si alzò. Incoraggiato e desideroso di non mostrarsi
debole, anche Trunks riuscì ad alzarsi.
E
l’allenamento ebbe inizio.
Bulma uscì
dalla sua camera da letto abbigliata per l’appuntamento con Yamcha. *Speriamo che quello stupido arrivi in
orario!* pensò arrabbiata rammentando gli ultimi incontri che aveva avuto
con il suo ragazzo a cui lui aveva sempre tardato.
Possibile riuscisse sempre a farla aspettare? E quante
scuse tirava su! Che fosse un allenamento speciale di
baseball, un contrattempo con Pual, il traffico…riusciva sempre a trovare
qualcosa!
*Perché, secondo lui non ho anch’io degli
impegni? Lavoro più di mio padre per la Capsule
Corporation però non dimentico mai gli appuntamenti!* pensò
con stizza infilandosi le scarpe con il tacco.
Si fermò
davanti al grande specchio in sala e, dopo essersi assicurata di essere perfetta, prese la borsetta in tinta e decise di
avviarsi. Lanciò uno sguardo al lungo corridoio che portava alla camera
gravitazionale, leggermente preoccupata per i due guerrieri. Ma decise di
lasciarli soli e dare loro fiducia: Vegeta poteva essere un pazzo stacanovista, ma Trunks era di tutto altro avviso. Almeno
così sembrava. Ci avrebbe pensato lui a tenere a freno il principe.
Uscì allora di
casa e decapsulò la sua macchina. Salì e sfrecciò
lungo le vie del centro. Rischiò di fare diversi incidenti – una spericolata
come lei alla guida era meglio non incontrarla per strada –
ma fortunatamente, grazie alla sua esperienza, riuscì ad evitare i vari
pericoli, tra cui piccioni e anche qualche vecchietta.
Frenò rumorosamente quando fu arrivata di fronte al bar
dell’appuntamento e, controllato di essere in anticipo di pochi minuti, scese
dall’auto rimettendola nella sua capsula ed entrò ad aspettare Yamcha.
Non doveva
pensare ai saiyan a casa sua. Erano grandi abbastanza per
aver cura di loro stessi. Doveva solo passare un pomeriggio in compagnia del
suo ragazzo, non perdersi a fantasticare sui due guerrieri.
Trunks ansimò
profondamente cercando di riprendere fiato. Non aveva mai fatto un allenamento
così pesante in vita sua. Gohan era stato un buon maestro di combattimento, ma
non l’aveva mai sottoposto a tanta fatica.
Guardò suo
padre che, poco distante, continuava la sua serie di addominali. Si vedeva
chiaramente che era stanco, ma non sembrava in procinto di finire
l’allenamento.
Trunks lo
guardava ammirato: suo padre era un uomo forte, testardo ed ostinato. Un vero
guerriero saiyan. *Anch’io lo sono, e
glielo dimostrerò! Sarai orgoglioso di me, papà!* pensò. Riprese quindi ad
allenarsi.
Vegeta sentì
di essere distrutto. Quella gravità era debilitante. Ma non poteva arrendersi.
Doveva continuare. Kakaroth si era allenato a quella
gravità prima di raggiungere Namecc e poi era
diventato un super saiyan. Era sicuramente quello l’allenamento giusto per
raggiungere l’agognato stadio.
Guardò con la
coda dell’occhio il ragazzo del futuro: aveva un fisico compatto e asciutto e
sapeva muoversi con maestria. Chissà chi lo aveva allenato…E come era riuscito
a diventare un super saiyan. Strinse i pugni con rabbia: persino un ragazzo di
17 anni ci era riuscito! Questo pensiero lo fece infuriare ancora di più e,
dandogli completamente le spalle, continuò la sua serie.
Doveva
diventare il più forte dello spazio. A tutti i costi.
Due ore.
Bulma era seduta in bar da due lunghissime ore. E di Yamcha neanche l’ombra.
L’aveva
chiamato ripetutamente al cellulare e al cercapersone ma lui non aveva risposto
a nessuna. E questo la faceva infuriare. Con le gambe accavallate continuava a
muovere il piede su e giù, sempre più irritata. Come si permetteva quello scemo
di darle buca?!
Lo richiamò
nuovamente lasciando l’ennesimo messaggio furente alla sua segreteria
telefonica. Con rabbia e molta poca femminilità, si alzò in piedi sbattendo i
soldi del conto sul tavolo per poi uscire dal bar.
Questa volta
non avrebbe certo perdonato Yamcha!
Decapsulò l’auto e sfrecciò a casa. Al diavolo
lui e tutto quello che lo riguardava! Gli lanciò tutte le maledizioni che conosceva mentre tornava a casa e continuò a borbottare
anche quando arrivò alla Capsule Corporation e iniziò a sbattere tutto quello
che aveva a tiro.
“Bentornata tesoro! Come è andata con Yamcha?” chiese sua
madre raggiungendola. Bulma la fulminò con lo sguardo e iniziò ad inveire. Si
lamentò per un buon quarto d’ora e il commento finale della signora Brief fu: “Che peccato, allora non sei uscita con lui! Beh,
sarà per il prossimo appuntamento!”
“Non ci sarà
un prossimo appuntamento con lui mamma!! E’ finita!! Per sempre!!” le gridò Bulma
fermamente convinta di mantenere questa volta il suo proposito. Tante volte
aveva ripetuto quella frase, ma aveva sempre finito per cedere. Forse era
perché era veramente innamorata di lui…forse perché lui era sempre talmente affascinante quando arrivava per chiedere perdono…forse
perché era più facile continuare una relazione con lui piuttosto che trovarsi
sola…
“Come vuoi,
tesoro” rispose sua madre e le offrì un dolcetto.
Bulma scosse
la testa e si girò in direzione della camera gravitazionale. Piantò sua madre e
si incamminò lungo il corridoio. Chissà come stavano i due…
Si bloccò di
fronte alla stanza e non sentì alcun rumore provenire dall’interno. Era
preoccupata. E se fosse troppo duro l’allenamento? Era tentata di entrare a controllare ma conosceva Vegeta abbastanza bene per sapere
che non voleva essere disturbato mentre si allenava. Ma era terribilmente
curiosa.
Accidenti a
lei! Doveva posizionare un oblò sulla porta, così avrebbe potuto sbirciare!
Camminò
indecisa avanti e indietro di fronte alla GR e, quando sembrò decisa a spegnere
la gravità ed entrare, disturbandoli con la scusa della cena, la porta si
spalancò e si trovò faccia a faccia con Vegeta.
Deglutì.
Dall’espressione sul suo volto poteva intuire che fosse
furioso. Che avesse problemi con la stanza? Lo squadrò da testa a piedi e
arrossì: maledetto lui e il suo fascino! Come faceva ad essere attraente anche
stanco morto?!
“Vegeta…tutto bene? Funziona bene la GR?” chiese lei con voce
sottile. Sembrava non volerlo irritare più di quanto già non fosse.
Lui rimase
immobile a fissarla. Sì, la stanza andava bene, ma per qualche motivo non volle
darle soddisfazione e dire qualcosa che lei avrebbe potuto scambiare per un
ringraziamento.
Camminò
dritto per la sua strada facendola scansare e si diresse in camera sua a
riposarsi un po’. Solo in privacy avrebbe dimostrato le sue debolezze.
Bulma lo
guardò andarsene a spalle dritte. Che uomo orgoglioso. Poi entrò nella stanza
alla ricerca di Trunks. Lui sicuramente le avrebbe risposto.
Lo vide
seduto in un angolo, sudato dalla testa ai piedi. Povero ragazzo…aveva
trascorso più di tre ore di allenamento con Vegeta. Di certo non una
passeggiata. La ragazza si inginocchiò di fianco a lui e gli
chiese dolcemente come stesse.
“Stanco.
Distrutto” rispose lui cercando di riprendere fiato. Lei sorrise. “Coraggio!
Vegeta è un maniaco della guerra ma credo proprio che
questo allenamento sia perfetto! Vedrai che ti abituerai e ti sarà utile.
Piuttosto, ti ha fatto male Vegeta?” chiese lei.
Trunks scosse
la testa. “Mi ha del tutto ignorato” rispose tristemente.
Bulma abbassò
la testa: sperava che tra i due potesse crearsi una specie di rapporto di
amicizia, per questo aveva insistito a farli allenare insieme. Vegeta sembrava
sempre così triste e solo…gli serviva parlare con qualcuno.
Il giovane
guerriero si alzò a fatica e riprese la giacca e la spada. Bulma lo condusse fuori dalla stanza. “Adesso faresti meglio a farti una
doccia” disse storcendo il naso. Trunks arrossì imbarazzato. “E poi ceneremo. Ma
prenditela pure comoda, verrò io a chiamarti quando
sarà pronto”disse lei mentre saliva le scale.
Il ragazzo
alle sue spalle sorrise. Sua madre era sempre uguale nei modi di fare. Pignola
riguardo alla presenza fisica ma dolcissima in fatto di salute. Gli piaceva
quel lato del suo carattere…e forse, presto, sarebbe piaciuto anche al principe
dei saiyan.
Continua…
Altro
capitolo terminato!
Spero
l’abbiate apprezzato!! Grazie mille per tutti i vostri
commenti, sono commossa!!
ainat:
mi basta che tu l’abbia
notata! Grazie 1000!!
Frozen_WhiteFox:
scrivo aurea
perché…non lo so!! Mi viene naturale!!
Tutta colpa della prof di filosofia delle superiori che diceva così!! ^.^)
Ely91: la frase mi è arrivata in mente in
modo meccanico…ormai penso come Vegeta!! Ma meglio
così ;)
jame:
sono felice che ti
sia piaciuto il sogno…inizialmente doveva essere diverso, ma poi ho cambiato
idea!! Felice anche di averti colta di sorpresa!
Sklerotiko:
meno male!! Sono preoccupatissima di finire
in OOC!!
migena:
sono contenta che ti
abbia divertito la scena finale! Eh, già! Povero Trunks!!
Simply91: chi di noi non sogna il principe la
notte, del resto?
A presto!! E recensite se vi va!!!
P.S. : La sigla GR sulla camera gravitazionale sta per Gravity Room
Erano passate
le ventitre quando il principe dei saiyan uscì
nuovamente dalla sua stanza. Dopo l’allenamento non era riuscito a resistere ed
era crollato addormentato sul letto. E si era svegliato terribilmente affamato.
Ma meglio
così: avrebbe cenato da solo, senza nessun terrestre o mezzo saiyan a
disturbarlo.
Scese le
scale con le mani in tasca e si diresse spedito in cucina in cerca di qualsiasi
cosa da mangiare. Ma trovò la luce accesa. Si concentrò sull’aurea nella stanza
e riconobbe quella di Bulma.
Dannazione!
Possibile se la trovasse sempre tra i piedi?!
Il suo
stomacò brontolò rumorosamente e lui, sbuffando, decise di andare comunque in
cucina. L’avrebbe ignorata come al solito e al diavolo
il resto.
Raddrizzò le spalle
e si avvicinò alla cucina ma si bloccò improvvisamente
udendo strani suoni. Suoni che purtroppo lui aveva sentito
tante volte nella sua vita, forse troppe. Dei singhiozzi.
Appoggiò una
spalla al muro per ascoltare meglio: si, senza dubbio stava piangendo.
Accidenti a lei: non solo gli sarebbe toccato incontrarla, ma molto
probabilmente lei lo avrebbe anche assillato con i suoi stupidi problemi!
Entrò in
cucina a braccia conserte e la vide seduta al tavolo con le braccia sul tavolo
e la testa su di esse. Non lo aveva ancora visto. Fece
pochi passi in avanti osservando le sue spalle sollevarsi a scatti e dei
piccoli singhiozzi provenire da lei. Cosa aveva da piangere proprio non lo
sapeva. Debole femmina terrestre…
Improvvisamente
lei alzò la testa e lo fissò dritto negli occhi, quasi in panico. Il saiyan
fece un passo indietro, spiazzato. Cos’era quello sguardo? Deglutì
nervosamente. Che fare? Solitamente, quando qualcuno piangeva in sua presenza
era per supplicare di salvargli la vita…non era abituato a vedere delle persone
piangere per motivi non correlati a lui.
“V-Vegeta…”
borbottò lei con voce rotta e passandosi una mano sugli occhi per asciugarli. “Come
mai sei qui?” chiese ancora cercando di trovare un minimo contegno. Non le
piaceva dimostrarsi debole di fronte agli altri.
Lui non le
rispose e si affaccendò in cucina alla ricerca di cibo. Bulma lo guardò confusa e riprese a sorseggiare il suo the caldo. Capì da sola cosa stesse facendo, e rimase ferma a guardarlo.
Lo vide poi
sedersi di fronte a sé con attorno una marea di cibo
che, ben presto, iniziò a trangugiare. Bulma storse la bocca in disgusto: i
saiyan non avevano un minimo di decenza! Se fosse stata dell’umore adatto gli
avrebbe rinfacciato come fosse uguale a Goku e, sicuramente, avrebbero finito
per litigare furiosamente. Ma anche giusto per divertirsi. Era emozionante
litigare con lui. Ma quella sera proprio non se la sentiva.
Abbassò lo
sguardo sulla tazza che aveva tra le mani e poi se la portò alla bocca, bevendo
lentamente cercando di far scendere quel nodo che le era salito alla gola.
Vegeta
seguiva tutte le sue mosse silenziosamente senza farsi notare. Era insolito
vederla così triste. Lei, sempre allegra e anche irriverente, sembrava un’altra
persona quella sera. Solo un’altra volta gli era capitato di vederla in quello
stato. Risaliva al suo primo soggiorno alla Capsule
Corporation.
Era una calda notte d’estate e
mancavano solo poche settimane alla riattivazione delle sfere del drago di Namecc, grazie alle quali sarebbero tornati in vita i
guerrieri difensori della Terra che avevano perso la vita a causa dell’attacco
dei saiyan. E sarebbero resuscitati anche Crili e Goku, creduti morti entrambi
su Namecc.
Vegeta atterrò delicatamente sul
giardino della Capsule Corporation. Odiava quel posto
e quel pianeta. Non sopportava i namecciani, così,
quasi ogni mattina, partiva in volo verso un’isola sperduta nell’oceano dove
meditava e si allenava.
Tornava a ‘casa’ solo per dormire e
qualche volta mangiare.
Con le braccia incrociate si incamminò
verso la finestra della sua camera per entrarvi volando e, come sempre, passò
avanti alla navicella spaziale posta in giardino. Lo attirava ogni giorno di
più. Doveva tenerla ben presente per quando avrebbe
lasciato il pianeta.
La osservò a lungo, in silenzio, poi
decise di andare a dormire. Spiccò il volo ma si fermò
a metà strada quando sentì dei flebili rumori provenire dal giardino. Riscese
e, aguzzando la vista, notò la ragazza dai capelli azzurri seduta accanto ad un
albero. Capì dopo un po’ che stava piangendo.
Aggrottò le sopracciglia e il suo
unico pensiero fu che diventasse più brutta quando
piangeva. Alzò le spalle e tornò in camera.
Questa volta,
però, non era riuscito ad evitarla. Con sgomento, si rese conto che anche se
non avesse avuto fame si sarebbe comunque trattenuto in cucina con lei.
Accidenti, che si stesse rammollendo?
Divorò tutto
quello che riuscì a mettere in bocca, sempre fissandola.
Non sapeva
che fare.
Quando fu
sazio, fu tentato di alzarsi e tornare in camera sua come se niente fosse, ma
stranamente si trovò impossibilitato a farlo. Voleva fare qualcosa per lei.
Si trovarono
a fissarsi dopo qualche minuto. Bulma aveva alzato il suo sguardo azzurro sul
viso del saiyan e le tornò alla mente il suo sogno. Sembrava una situazione
così simile…
Lei si
sentiva sola e tra tutte le persone che sarebbero potute arrivare, le si era avvicinato proprio Vegeta. E l’aveva baciata.
Arrossì al
pensiero: se fosse realmente successo, lei cosa avrebbe fatto? Il saiyan la
attraeva, questo era palese, ma si trattava sicuramente di un fatto meramente
fisico. E lei sentiva di aver bisogno di qualcosa di più. Voleva un uomo che stesse al suo fianco, qualcuno che la amasse con tutto sé
stesso, qualcuno di cui fidarsi e magari creare una famiglia.
Non era più
una ragazzina, purtroppo: era ora di mettere la testa a posto. Si sentiva
abbastanza matura per compiere il grande passo. Non
poteva certo lasciarsi andare ai suoi ormoni!
Sospirò a
lungo, chiedendosi dove fosse l’uomo giusto. Voleva qualcuno.
“Vegeta…”
iniziò titubante lei, notando che lui restava seduto di fronte a lei. Credeva
che se ne sarebbe andato non appena sazio. “Ti senti mai solo?” chiese tutto
d’un fiato cercando in lui un po’ di conforto.
Il saiyan sbattè le palpebre. Che razza di domanda era?
“No” disse
poi sicuro. Lei sembrò non credergli. “Non mi sento solo donna. Mettitelo in
testa. Ho il mio obbiettivo da portare a termine, non mi serve nessuno” disse
lui con decisione.
A Bulma si
strinse il cuore. “E ti basta avere solo uno scopo?” chiese titubante. “Tutti
hanno bisogno di qualcuno, Vegeta. Non si può vivere
da soli, finirai per impazzire!” loreguardì lei.
“Io sono un
guerriero, donna. E il principe dei saiyan. Non un patetico terrestre sempre
alla ricerca di compagnia” le rispose lui aggrottando le sopracciglia. Era
sempre stato solo, non aveva bisogno di nessuno. Ne era convinto.
“Non si può
vivere soli, Vegeta. C’è sempre bisogno degli altri, che sia un amico o la
persona del cuore. Io ne sono sicura” disse lei. “L’amore è parte integrante
della vita... Tu non ti sei mai innamorato, Vegeta?
Hai mai avuto dei veri amici?” gli chiese con curiosità anche
se in cuor suo sapeva già la risposta.
Lui la guardò
un momento, poi scoppiò a ridere. “Sono un guerriero! Non ho bisogno dei sentimenti!”
“Non mi hai
risposto” disse lei leggermente offesa dalla sua reazione. Lui la guardò
intensamente facendole contorcere le budella. “No. E non succederà mai, stanne
certa. Anzi, non voglio neanche che succeda!” le rispose lui, serio.
“Ma, Vegeta…”
provò lei, ma il principe la interruppe. “E’ per questo che stavi piangendo?
Perchè ti manca l’amore? Sei patetica” le disse lui.
Bulma batté i
pugni sul tavolo. “Non sono patetica!! E comunque sì,
piangevo perché sono sola, perché io mi rendo conto
dell’importanza dell’amore!”
“Non hai
quella sottospecie di compagno terrestre con te? O finalmente ti sei accorta di
quanto smidollato sia?” chiese lui chinando la testa
di lato.
Bulma abbassò
lo sguardo. “Yamcha oggi mi ha fatta arrabbiare. Non si è presentato all’appuntamento
e non mi ha neanche fatto le sue scuse” disse lei tristemente.
“Tutto qui?! Piangi per una stupidaggine simile? Sei una stupida!
Preoccupati piuttosto per la tua misera vita che potrebbe
finire tra tre anni!!” la rimproverò lui.
“Non è una
stupidaggine! Io voglio amare, ho BISOGNO di amare!! E
lo stupido sei tu che non capisci questo!!” sbottò lei
alzandosi con forza dalla sua sedia buttandola a terra.
Si alzò anche
lui e la fissò rabbiosamente. Restarono in silenzio semplicemente guardandosi.
Poi lei si tranquillizzò un po’. Gli parlò dolcemente, come se lo stesse
spiegando ad un bambino.
“Vegeta…l’amore
è imprevedibile. Ti prende, ti cattura e non ti lascia più andare. E’ la
sensazione più bella che si possa provare. E anche la più dolorosa allo stesso
tempo. Si soffre quando si è alla ricerca dell’amore,
si piange talmente tanto, a volte…ma quando riesci a raggiungerlo la felicità è
incontenibile. Io sono alla ricerca dell’amore, così come tu sei alla ricerca
della potenza. Il mio desiderio di amore è pari al tuo di diventare un super
saiyan. Come puoi non capire la mia tristezza?” chiese Bulma fissandolo con gli
occhi limpidi di speranza.
Vegeta rimase
a pensarci. Lui bramava di diventare super saiyan, ma come poteva essere la
stessa cosa per lei di trovare un uomo? Lui era il principe dei saiyan, era
nato per diventare un super saiyan.
“Siamo
entrambi soli Vegeta. Non dirmi che non hai mai pianto
per questo perché non ti crederò” disse Bulma quando lui non rispose.
Vegeta storse
la bocca. “Ti sbagli” mentì “Io non sono solo, e nemmeno triste. Se tu sei così
stupida da non riuscire a vivere con le tue sole forze sono affari tuoi. Io sto
bene come sono”
Con queste
parole le diede le spalle per uscire dalla cucina.
“Stai
mentendo!” gli si parò davanti Bulma. Lui grugnì qualcosa. “Non osare parlarmi
così, piccola terrestre! E cresci un po’! L’amore serve agli stupidi e ai
deboli! Preoccupati di sopravvivere, invece!!” le
gridò lui superandola.
“Sei uno
scemo!! Prima o poi ti accorgerai di quanto ho ragione!! Spera solo che no sia troppo
tardi!!” gli urlò dietro lei mentre lo guardava salire le scale.
Se lo
augurava sinceramente anche lei.
Continua…
Capitolo un
po’ triste per i due…proprio non riescono ad andare d’accordo!!
Ringrazio
ancora tutti voi che leggete e chi recensisce!!
Dopo quello
scontro notturno, Bulma e Vegeta non si erano più parlati. Entrambi troppo
orgogliosi per abbassare la cresta, le uniche parole che si rivolgevano erano
saluti non proprio cortesi da parte di lei, ordini per la GR da parte di lui.
Trunks non
sapeva che fare. Erano passati quasi due mesi dal suo arrivo, ma i suoi
genitori sembravano ancora più distanti di quando li
aveva incontrati.
Voleva fare
qualcosa. Il punto era che non aveva idea di cosa.
Vedeva sua
madre, con lui ogni volta gentilissima, che passava le giornate o in
laboratorio – come l’aveva sempre vista lui in tutta la sua vita – o in giro
con Yamcha. Già, era tornata con lui.
Quando aveva
saputo che avevano litigato, pensava che sarebbe stato il momento in cui sua
madre e suo padre si sarebbero messi insieme. Ed era rimasto terribilmente
deluso allo svolgimento dei fatti.
Pochi giorni
dopo il loro litigio, quando Yamcha non si era presentato all’appuntamento, il
guerriero era giunto alla Capsule Corporation con
tanto di mazzo di fiori e invito a cena. Era stato Trunks ad aprire. Il suo
primo impulso era stato quello di sbattergli la porta in faccia. Forse era
quello che avrebbe fatto suo padre.
Ma la sua
buona educazione aveva prevalso. Con un sorriso tirato aveva chiesto a Yamcha
cosa desiderasse e aveva chiamato sua madre di malavoglia. Aveva poi fatto
finta di lasciarli soli, mentre invece si era fermato non appena girato
l’angolo e li aveva spiati.
Aveva visto
sua madre piuttosto triste in quei giorni ma non aveva
osato chiedere spiegazioni. Forse era semplicemente abbattuta dalla fine di una
relazione amorosa così lunga…perché allora non si rivolgeva a Vegeta in cerca
di conforto? Trunks non sapeva che lei ci aveva già provato, e le era andata
male.
Gli dolse il cuore quando vide Bulma saltare tra le braccia di Yamcha e
baciarlo. Non aveva mai visto sua madre in atteggiamenti intimi con nessuno e
pensava che l’avrebbe vista solo con suo padre.
A testa bassa
se n’era poi tornato nella camera gravitazionale da suo padre.
Suo padre,
già…Vegeta aveva continuato ad ignorarlo per tutto quel tempo. Aveva provato
più volte a farsi notare, gli aveva proposto anche di combattere insieme, ma il
principe aveva sempre declinato. E gli faceva male.
Da pochi giorni
avevano alzato la gravità fino a 300 e Trunks aveva visto tutta la
determinazione che Vegeta impegnava ogni giorno. Dalla mattina alla sera si
rinchiudeva in quella maledetta stanza e ne usciva sempre martoriato. Più volte
il giovane del futuro gli aveva chiesto di rallentare il ritmo, preoccupato
com’era per la sua salute, ma si era sempre guadagnato una rispostaccia da
parte del padre.
E in silenzio
aveva continuato ad allenarsi.
Bramava con
tutto sé stesso la considerazione del padre. Desiderava la sua attenzione, il
suo rispetto, e anche un po’ del suo amore. Ma sapeva che avrebbe dovuto
aspettare. Sua madre gli aveva più volte ripetuto come lei fosse stata la prima
persona ad essere amata dal principe dei saiyan. E Trunks non poteva certo
pensare – ne voleva – di prendere il posto di sua madre.
Sicuramente
l’aver ottenuto la sua attenzione è stata una tappa molto importante per la
loro relazione amorosa.
Trunks doveva
avere molta pazienza. E se fosse stato abbastanza fortunato, avrebbe assistito
anche a dei baci o degli abbracci tra i due. Non vedeva l’ora!
Non si era
più trasformato in super saiyan da quando si allenava
a stretto contatto con suo padre. Non se la sentiva di ferirlo così. Più volte
sia Gohan che Bulma gli avevano detto quanto sia stato importante il
raggiungimento del livello di super saiyan di Vegeta. E il non riuscire a
compierlo doveva essere molto doloroso.
Già Vegeta
non lo sopportava, se si fosse trasformato in super saiyan sotto il suo naso
l’avrebbe massacrato di botte! E Trunks non sarebbe riuscito nemmeno a
rispondergli indietro, dato il suo affetto verso di lui.
Entrò nella
GR senza nemmeno abbassare la gravità; ormai era abituato al cambio e sapeva
che, se avesse fatto qualcosa, suo padre lo avrebbe sgridato. Prima regola con
il principe dei saiyan: mai disturbare l’allenamento.
Sorrise
leggermente, fiero di conoscere un aspetto particolare di suo padre. Lo
riempiva d’orgoglio sapere come comportarsi con lui.
Non aveva mai
conosciuto nessuno simile a Vegeta; forse sua madre, a volte, nei modi di fare,
si poteva avvicinare al suo carattere, ma certo non poteva eguagliarlo.
Era forte,
coraggioso, tenace, arrogante e pieno di sé. Emanava regalità. E sembrava
indistruttibile. Quanto avrebbe voluto crescere accanto ad una persona simile!
Chissà come sarebbe diventato…
Beh, il
Trunks che sarebbe nato in quella dimensione lo avrebbe saputo. Già invidiava
quel bambino. Avrebbe avuto tutto quello che lui ha sempre desiderato: un mondo
in pace e suo padre accanto.
L’unica cosa
che poteva fare Trunks era passare il più tempo possibile con suo padre prima
di tornare inevitabilmente nel suo tempo. E per quanto in realtà volesse restare in questa dimensione, non poteva lasciare
sua madre da sola. Doveva stare al suo fianco. Quella donna straordinaria che
lo aveva cresciuto in solitudine e facendo affidamento solo in sé stessa in un
mondo infernale meritava tutto il suo amore e la sua compagnia.
“Che fai lì
immobile ragazzino?!” gli chiese Vegeta senza fermare
i pugni “O ti alleni, o te ne vai!” gli disse con rabbia. Trunks non ci pensò
due volte e, mettendosi a terra, iniziò a fare diversi addominali.
Vegeta
sorrise leggermente: gli piaceva quel ragazzo. Era un buon combattente, forse solo
un po’ troppo buono per i suoi gusti, e obbediva a tutto ciò che gli diceva di
fare. Forse, prima o poi, avrebbe accettato di combattere amichevolmente con
lui come allenamento…
Bulma era in
sala e stava sfogliando una rivista di moda che aveva sulle ginocchia. Sospirò.
Le cose con Vegeta erano decisamente peggiorate. E non sapeva come rimediare.
Lui era
terribilmente testardo: perché non voleva ammettere che lei aveva ragione?! Sapeva di essere nel giusto, perché non lo riconosceva
anche lui?
Tutti
necessitano di un po’ di amore. Tutti. Persino il principe dei saiyan. Ah, se
solo Vegeta si innamorasse! Chissà come diventerebbe.
Bulma proprio
non riusciva ad immaginarselo con una donna. Probabilmente non ne aveva mai
avuta neanche una. Beh, eccetto forse le sgualdrine che sicuramente saranno
state negli accampamenti di Freezer.
Storse il
naso: che schifo di vita aveva passato Vegeta! Schiavo di un mostro, costretto
a combattere per la sopravvivenza ogni giorno senza nemmeno un amico. Forse era
logico che lui non credesse nell’amore.
E ora che
quel brutto capitolo della sua vita era finito, si trovava nuovamente ad
allenarsi per sopravvivere. Dannati cyborg.
Pensandoci,
si meravigliò quando comprese che anche nella
dimensione da cui proveniva il ragazzo del futuro Vegeta era rimasto sulla
Terra. Era davvero strano. Più volte lo aveva sentito lamentarsi di come non
gli piacesse il pianeta né la gente che lo popolava.
Mah, forse era rimasto solo per Goku. Si, doveva essere così. Niente altro
poteva interessare Vegeta!
Tornò a
sfogliare la sua rivista e poi guardò l’orologio: Yamcha era nella palestra al
piano inferiore e si stava allenando mentre Trunks e Vegeta erano nella camera
gravitazionale. La ignoravano tutti!
Ora che aveva fatto pace con Yamcha pensava che avrebbero passato
molto più tempo insieme, che sarebbero usciti a divertirsi e a godersi i
probabili ultimi tre anni che restavano loro da vivere. Invece nulla! Bulma
sapeva perfettamente che il suo ragazzo era il più debole dei guerrieri,
sarebbe servito a poco o nulla il suo aiuto. Anche per questo non si era
impegnata a costruirgli particolari marchingegni per gli allenamenti come
invece aveva fatto per Vegeta e Trunks.
Ma non
avrebbe dovuto costruire nemmeno quelli. Si ritrovava parecchie volte chiusa in
laboratorio a riparare i suoi robottini da allenamento.
Vegeta non aveva un minimo di tatto! Li sfracellava in continuazione!
“Tesoro, vuoi
un dolcetto? Guarda che belli, li ho comprati in una
nuova pasticceria in centro!” le chiese sua madre mostrandole un vassoio pieno
di pasticcini di tutti i colori. Bulma sospirò.
“Non ora
mamma…” disse tristemente. “Oh, cara! Sei triste perché né Vegeta, né Trunks e
neppure Yamcha escono con te perché devono allenarsi!” le disse la signora Brief cogliendo nel segno.
Bulma si
affrettò a negare. “Ma cosa dici?! Ti sei messa in
testa solo sciocchezze!” rispose infatti. Entrò anche
suo padre in sala. “Quei saiyan sono pazzi! Vegeta mi ha nuovamente chiesto
nuovi marchingegni e quelli che gli costruisco li rompe sempre!” le disse lui
sbadigliando e poi facendo un tiro dalla sua sigaretta.
“Vegeta è un
maniaco della guerra! Lascialo stare, di lui mi occupo io!” disse Bulma. “Io lo
trovo così affascinante!” disse la signora Brief
appoggiandosi una mano davanti alla bocca con aria civettuola “E anche quel
ragazzo dai capelli lilla lo è! Si assomigliano davvero molto, non trovi?
Magari sono parenti…”buttò giù lì una frase che avrebbe fatto molto pensare la
figlia in seguito.
“Potrei
uscire con entrambi! E magari anche con Son-kun!
Sarebbe bellissimo!!” esclamò la donna bionda ricevendo
strane occhiate dai presenti.
Lanciò una
sfera di energia contro il robottino che, fluttuante,
seguiva i suoi movimenti. Questa rimbalzò indietro e il saiyan si spostò in
fretta, evitandola.
Si sentiva
distrutto, sia sul fisico che sull’anima. Ma sentiva di essere vicino al
livello di super saiyan.
Evitò
prontamente la sfera di energia che gli girava attorno, guidata dai robot
costruiti da Bulma. Almeno per una cosa quella donna era utile. Continuò a
scansarsi finchè, senza forze, non riuscì più a
rimanere in aria e crollò in ginocchio sul pavimento.
Si cercò di
rialzare soprattutto per non mostrarsi debole di fronte a Trunks che, vedendolo
così, aveva interrotto il suo stesso allenamento.
Riuscì a
spostarsi in un primo momento. Ma poi si rifermò. Era allo stremo.
La sfera di
energia lo stava per colpire in pieno e Vegeta
racimolò in una mano la poca energia che gli era rimasta per contrastare la
prima sfera.
Stava quasi
per lanciarla quando una figura dorata si frappose e
facilmente bloccò il colpo.
“Stai bene?”
chiese Trunks rigirandosi e tornando normale. Quando lo aveva visto in pericolo
non aveva esitato a trasformarsi in super saiyan ed aiutarlo. Era orgoglioso di
avergli salvato la vita.
Vegeta rimase
un momento interdetto. Che potenza inaudita! Se non fosse stato per lui
probabilmente avrebbe fatto esplodere la stanza e sarebbe uscito gravemente
ferito.
Quando si
accorse di essere stato aiutato da un misero mezzo sangue,
Vegeta si rialzò in piedi e camminò lentamente ma con decisione fino all’uscita.
“Fatti gli
affari tuoi ragazzino. Potevo cavarmela da solo” e detto questo lasciò la
stanza. Trunks abbassò la testa, sconsolato. Aveva sperato in qualcosa di più
da lui. Ma era comunque felice di averlo salvato.
“Trunks…ti va di sapere
quando è stata la prima volta che ho capito di provare dei forti
sentimenti per tuo padre?” chiese Bulma al ragazzino di 11 anni che le stava di
fronte. Lui annuì, entusiasta.
“Il tuo papà si stava allenando
duramente per diventare un super saiyan, proprio come fai
tu adesso! Beh, non proprio. Tuo padre era un maniaco della guerra e adorava il
combattimento. Per questo si allenava giorno e notte molto pesantemente, cosa
che a te non darò mai il permesso di fare, capito
ragazzino?” chiese lei ricavando un assenso molto convinto da parte del figlio.
Lei sorrise per poi continuare. “Bene.
Ad ogni modo si stava allenando molto duramente finché, per non prendere in
pieno una sfera di energia, ne ha lanciata un’altra
contro di essa. E la navicella in cui si trovava è esplosa” Trunks trattenne il
respiro.
“Io sono subito accorsa e gli ho
prestato le cure. E sai…vederlo a letto, indifeso, mi ha fatto tanta, tanta
tenerezza…non sono riuscita a lasciarlo da solo…ho vegliato su di lui per tutta
la notte…e ho capito che mi piaceva” concluse lei. Trunks sorrise.
“E’ stato il primo momento in cui l’ho
guardato con occhi diversi…e dopo poco tempo ho capito di amarlo e ci siamo
messi insieme” concluse Bulma. “E’ stato un momento magico. Forse uno dei
principali della nostra storia d’amore”
Trunks si
svegliò di scatto e si mise a sedere sul letto. Era sudato ed agitato.
Oh, no…e se
fosse stato il momento di cui parlava sua madre?
“Che cosa ho
fatto…” sussurrò in panico prendendosi la testa fra le mani. Forse aveva
cambiato il futuro in modo irreversibile.
Continua…
Ah, Trunks!! Cosa mi combini mai!! Non dovevi
salvare tuo padre!!!
(oddio, parlo da sola! E si
che la sto scrivendo io questa ff!! *.*)
Spero vi sia
piaciuto, comunque!! Le cose si fanno interessanti,
no?
Grazie
infinite a:
Giugiu94, emyc,
Ely 91(
sono felice di averti colta in fatto di emozioni…^.^), migena, dianatabo,
Frozen_WhiteFox, Melisanna(forse
hai ragione…ma ritengo che Bulma sia una donna senza peli sulla lingua che
quando ha qualcosa da dire non si fa molti problemi! E anche per questo non si
preoccupa di esprimere i suoi sentimenti liberamente!)
P.S. : Ho cambiato leggermente i discorsi per la questione del
disclaimer…e il ricordo di Trunks è puramente inventato, non so se Bulma
gliel’aveva mai raccontato!
Era autunno
inoltrato. Goku aprì la finestra della sua camera da letto lentamente e inspirò
a lungo l’aria fresca del mattino.
Era tutto
talmente pacifico…sembrava impossibile che sarebbe terminato in circa due anni
e mezzo.
L’arrivo di
Trunks era stato provvidenziale. Se così non fosse stato lui sarebbe morto di
una malattia cardiaca. Fortunatamente non aveva ancora dovuto prendere la
medicina del futuro ma era sempre all’erta.
Guardò Chichi, dolcemente addormentata sul loro letto. Era entrata
in panico quando lui le aveva raccontato del messaggio
del ragazzo del futuro. Aveva pianto quando aveva
saputo della sua futura morte. Ma aveva anche gioito sapendo che sarebbe
guarito.
Goku abbassò
lo sguardo, tristemente. L’aveva fatta soffrire così tanto…L’aveva abbandonata
molte volte, era stato lontano da casa per un anno e,
al suo ritorno, le aveva subito detto che sarebbe morto. Con che coraggio lei
restava ancora con lui? Lo doveva amare davvero profondamente.
*Chichi…io non ti merito…* pensò Goku
abbassandosi su di lei per darle un bacio sulla fronte. Lui adorava combattere,
era la sua vita. E adorava anche Chichi. Ma tra i
due, il primo avrebbe sempre prevalso. Forse era una caratteristica saiyan…
Molte
volte Vegeta gli
aveva detto come fosse fondamentale combattere per un saiyan…probabilmente
anche lui era così in affari di cuore. Sorrise: chissà se Bulma e Vegeta
stavano già assieme…
Proprio non
riusciva ad immaginarli come coppia: ovviamente insieme dovevano creare scintille.
Però non credeva che Bulma sarebbe stata come Chichi:
la sua migliore amica non avrebbe certo lasciato che il suo innamorato vagasse
per lo spazio liberamente per un anno senza dare sue notizie.
*Oh, Chichi…sei
eccezionale* pensò sorridendo.
Sua moglie si
stiracchiò ed aprì lentamente gli occhi scuri puntandoli sui suoi.
“Buongiorno…” bisbigliò lei sul dormiveglia. “E’ ancora così strano trovarti al
mio fianco quando mi sveglio…” continuò lei alzandosi
a sedere.
Goku abbassò
gli occhi, sentendosi in colpa. Chichi uscì da sotto
le lenzuola e si tirò in piedi. Aveva i capelli spettinati e gli occhi
leggermente socchiusi. Ma era bellissima.
Il saiyan le si avvicinò e si lasciò trasportare dall’amore per lei
come poche volte faceva. La strinse tra le braccia e le diede un dolce bacio.
Lei arrossì, presa alla sprovvista e provò a lamentarsi leggermente dicendo di
dover preparare la colazione. Ma Goku glielo impedì.
Avrebbero
avuto davvero poche occasioni ancora prima dello scontro con i cyborg o
l’avvento della malattia: e il saiyan voleva dimostrarle quanto lei fosse
importante.
Per questo la
fece distendere sul letto e prese ad amarla.
Al pomeriggio
Goku e Piccolo si stavano allenando nei boschi del monte Paoz.
Gohan, per sua sfortuna, era stato segregato in casa da Chichi
con l’obbligo di studiare. Per quanto la ‘attività’ con Goku l’avesse resa felice, nulla poteva distrarla dai suoi obblighi
di mamma. Suo figlio sarebbe diventato uno studioso, non un guerriero. Ed era
suo compito non fargli perdere tempo. E poi era compito dei grandi salvare il
pianeta, lui era solo un bambino!
I due nemici
di un tempo, ad ogni modo, adoravano allenarsi anche da soli insieme. Gohan era
un bambino in gamba, ma a volte i due si dovevano trattenere per paura di
fargli del male. Quando erano solo loro due, invece, questo
problema non si poneva.
Esausti,
atterrarono accanto al fiume per rinfrescarsi e Goku si sedette sull’erba
riprendendo fiato.
“Urca, che
fatica!” disse infatti distendendosi. Piccolo, poco
più distante, restava in piedi ma comunque stava
apprezzando la breve pausa. “Direi che stiamo andando bene, eh Piccolo?” chiese
il saiyan al namecciano. Lui annuì. “Stiamo facendo
un buon allenamento…quei cyborg non avranno scampo con noi!” rispose Piccolo.
“Chissà se
Bulma e Vegeta stanno già insieme?” chiese Goku con un piccolo sorriso
malizioso. Non vedeva l’ora di vederli insieme magari già alle prese con un
neonato. Piccolo arrossì leggermente, poi rispose duro “Non sono affari miei”
“Ma dai, come
fai a non essere curioso?! Non dirmi che non ti ha fatto effetto scoprire chi erano i genitori di Trunks
perché non ti credo!” disse Goku guardandolo. L’altro non rispose.
“Io mi chiedo
piuttosto se Vegeta sia già un super saiyan…” continuò dopo una pausa il namecciano, ovviamente più interessato al ruolo di
guerriero del principe e non certo di uomo innamorato. “Ci servirà il suo aiuto
contro i cyborg. Per quanto mi disturba pensarlo, spero che diventi presto un
super saiyan” concluse Piccolo. Non voleva che Vegeta
raggiungesse un tale livello di potenza; un pazzo come lui non si sapeva cosa
avrebbe potuto fare con una forza simile. Ma era anche vero che, se si fosse
messo con una donna terrestre, non avrebbe più voluto distruggere il pianeta e
sarebbero tutti stati in salvo. E forse non si sarebbe nemmeno più accanito
contro Goku: Bulma era la sua migliore amica, lui non poteva certo uccidere il
suo più caro amico di infanzia! O almeno era questo che Piccolo aveva capito
delle relazioni sentimentali tra gli uomini. Era tutto più facile per i namecciani, non c’erano dubbi.
“Ci riuscirà.
Vegeta diventerà un’altra persona, ne sono sicuro” disse Goku con lo sguardo
serio che aveva le rare volte in cui era convinto di una cosa.
“E Trunks lo
starà aiutando. Chissà lui come se la cava…” disse Goku. Rimasero in silenzio
per un po’, poi il saiyan disse alzandosi: “Beh, continuiamo?”
E ripresero.
Si allenarono
ancora a lungo finchè, dalla direzione dell’ovest,
non sentirono arrivare a gran velocità una potente aurea. Entrambi si fermarono
e in pochi secondi si materializzò di fronte a loro l’immagine del ragazzo del
futuro.
“Trunks!”
urlarono in coro i due combattenti.
“Salve a
tutti. Scusate l’interruzione ma mi serve il vostro
aiuto” disse il ragazzo dai capelli lilla. Goku si apprestò ad invitarlo a casa
sua dove avrebbero potuto parlare in pace.
“Siamo a
casa!” disse Goku varcando la soglia. Chichi andò
loro incontro. “Già a casa tesoro? E non urlare, o disturberai Gohan!” disse
lei asciugandosi le mani bagnate in un canovaccio.
“Oh? Chi è
questo ragazzo?” chiese poi vedendo Trunks.
Il mezzo
saiyan la fissò con interesse; la
Chichi che conosceva lui sembrava
decisamente più vecchia. Aver perso il marito per una malattia cardiaca invece
che per cause esterne doveva averla provata maggiormente. E la perdita di Gohan
era stato il colpo di grazia. La
Chichi che conosceva lui, quella
che lo incoraggiava e che lo trattava come se fosse suo nipote, aveva negli
occhi una tristezza infinita. Lui l’aveva sempre ammirata profondamente. Ecco
la donna che era stata amata dal guerriero più forte dello spazio; in pochi
ricordavano di citare anche il fatto che lui avesse scelto parecchie volte il
combattimento a lei. Una donna speciale, proprio come sua
mamma.
“E’ il
ragazzo del futuro!” rispose Goku indicandolo. Il ragazzo fece un piccolo
inchino e si presentò: “Il mio nome è Trunks. Molto piacere”
Chichi sorrise invitandolo ad entrare. “Ma
come sei educato! Prego accomodati, posso offrirti qualcosa?” Trunks declinò.
Sentendo
un’aurea sconosciuta in casa, Gohan in poco tempo scese in sala per vedere chi fosse arrivato. “Il ragazzo del futuro!!”
urlò infatti il bambino correndogli incontro. Trunks rise imbarazzato. Caspita
com’era strano vedere il suo maestro e migliore amico se non quasi padre, più
piccolo di lui!
“Che ci fai
qui? Hai bisogno del mio papà? E come vanno gli
allenamenti?” iniziò a tempestarlo di domande. Prima che Trunks potesse rispondere, Chichi si
frappose. “Non essere invadente Gohan! E torna a studiare, gli parlerai
un’altra volta” disse autoritaria. “Adesso lui deve parlare con il tuo papà,
non disturbare!”
Gohan abbassò
la testa, tristemente, ma obbedì all’ordine. Trunks lo guardò andare via ma capì che era la situazione migliore. Aveva bisogno
dell’aiuto di Goku che già conosceva la sua identità, meglio non dire nulla ad
altre persone. Aveva già combinato un guaio da solo…
Chichi si affaccendò in cucina
mentre i tre guerrieri si accomodarono in sala.
“Allora, che
succede?” chiese Goku al ragazzo. Trunks si morse il labbro: “Ho bisogno di
voi…”
I due
annuirono, interessati. “Ho paura…ho paura di aver cambiato il futuro! Dovete
aiutarmi a far innamorare i miei genitori!!” disse lui
leggermente in panico.
Goku sbatté
più volte le palpebre e capì a pieno il problema.
“Cosa ti fa
pensare di aver cambiato qualcosa?” chiese il saiyan. Trunks rispose, quasi
freneticamente, e Goku cercò di tranquillizzarlo.
“Calmati
Trunks, vedrai che andrà tutto bene! I tuoi genitori sono destinati a stare
insieme, fidati! Troveremo il modo di farli mettere insieme!” disse il saiyan
mettendogli una mano sulla spalla.
Il ragazzo
annuì, appoggiando i gomiti al tavolo e la testa fra le mani. Rimasero in
silenzio per qualche minuto, poi Chichi portò loro
degli snack.
I due saiyan
si servirono e poi Goku propose di andare alla Capsule
Corporation.
Meglio
controllare di persona la situazione ed elaborare un piano.
Continua…
Capitolo
dedicato più alla coppia Goku-Chichi che a quella
principale!! Ma mi piace anche parlare degli altri.
Spero solo di non essere finita nell’OOC…voi cosa ne pensate?
Ad ogni modo
adesso Trunks avrà il sostegno di Goku e Piccolo…riuscirà a far mettere insieme
i suoi genitori?
Grazie
infinite per le recensioni a Simply91, ainat, Ely 91, migena!!!!
“Vuoi sapere qualche bel momento che
ho passato con il tuo papà?” chiese Bulma al bambino dai capelli di glicine di
cinque anni che le stava seduto in grembo.
Il piccolo annuì vigorosamente
muovendo il suo caschetto lilla.
La donna ci pensò un momento. “Hmm…vediamo…qualche bel momento con Vegeta…ma
certo!” esclamò infine trovando un buon racconto.
“Risale tutto al primo Natale che
abbiamo passato insieme…non come coppia, ma diciamo come ‘amici’” cominciò.
Trunks la guardava con una curiosità tale da illuminargli lo sguardo.
“All’epoca tuo padre non faceva altro
che allenarsi dalla mattina alla sera, ed io ero molto preoccupata per lui.
Senza saperlo ero già innamorata…” si guadagnò un dolce sorriso dal bambino.
“Avevo organizzato una festa qui a casa e avevo invitato tutti i nostri amici:
Goku – ancora in buona salute – con Chichi e Gohan,
Crili e la sua ragazza, Muten, Oolong,
persino Piccolo aveva accettato di presentarsi! L’unico che proprio non voleva
saperne era il tuo papà”
“Non gli sono mai piaciute le feste,
diceva che erano solo una perdita di tempo e niente più. Ma io volevo
assolutamente che venisse anche lui. E ho iniziato a tartassarlo…” continuò
sorridendo leggermente. Trunks annuì, aspettando il seguito.
“L’ho minacciato di bloccargli la
camera di allenamento, di farlo restare senza cibo, insomma ho cercato di
togliergli tutto quello che più gli piaceva fare nella vita e l’ho spuntata! Lui
mi ha detto che sarebbe venuto solo per l’abbondante pranzo che gli avevo
promesso, ma il fine giustifica i mezzi, no?”
“Quella sera avevo programmato tutto e
mi aspettavo che fosse una serata magnifica…ma mi
sbagliavo. Vegeta se ne restava in un angolo, e ignorava tutti. Goku ha provato
a parlargli ma lui gli ha risposto male e se io, Crili
e Chichi non fossimo intervenuti i due saiyan
avrebbero iniziato a combattere!” Trunks spalancò la bocca: accidenti che testa
calda suo padre!
“Furibondo, il tuo papà è uscito dalla
stanza e non si è più fatto vedere per quella sera” concluse Bulma
accarezzandogli la testa.
Il piccolo provò a lamentarsi,
insoddisfatto dalla storia. Aveva chiesto un momento romantico fra i suoi
genitori, non una quasi rissa tra due saiyan!
“Un momento, tesoro. Ci sto arrivando”
lo calmò sua madre. “Dunque…Vegeta non si è più fatto vedere e la festa è
terminata. Tutti erano tornati a casa, anche Yamcha che all’epoca era il mio
fidanzato” Trunks mise un piccolo broncio.
“E sono andata in camera del tuo
papà…” con queste parole Bulma ottenne la massima attenzione del bambino.
“Pensavo che mi avrebbe cacciata…ma per fortuna non
l’ha fatto. Ci siamo trovati nella sua camera a fissare le stelle in cielo e
dei fuochi d’artificio in lontananza…in silenzio. Ma è stato bellissimo. Il
cuore mi batteva all’impazzata e, anche se tuo padre non l’ha mai ammesso,
credo che per lui sia stato lo stesso”
Trunks si
riscosse, tornando alla realtà. Quel ricordo lo metteva ancora più in ansia.
Ormai mancavano circa due settimane a Natale, sua mamma
aveva già iniziato a progettare la famosa festa in cui lei e Vegeta avevano
vissuto quel bel momento insieme.
E tra i due
non c’era nient’altro che indifferenza. Non si parlavano mai, e cercavano di
evitarsi il più possibile. Nemmeno litigavano più!
E Trunks era
disperato. *E’ colpa mia…* pensò
tristemente per l’ennesima volta. Se non si fosse intromesso nell’esplosione
della camera gravitazionale…
Aveva cercato
in qualsiasi modo di far riavvicinare i suoi genitori, ma niente era servito.
Sembrava quasi che si odiassero.
Doveva fare
qualcosa, e in fretta. Certo, mancava molto tempo al momento del suo
concepimento, ma comunque non voleva far saltare altre tappe della storia
d’amore ai suoi genitori.
Goku era il
solo che poteva aiutarlo. Aveva anche subito acconsentito a tornare con lui alla Capsule Corporation per cercare qualche modo per
migliorare la situazione.
In quel
momento stavano infatti volando verso la Città dell’Ovest.
Anche Piccolo li stava accompagnando…chissà, forse sotto sotto
anche lui ci teneva alla storia d’amore tra Bulma e Vegeta. Oppure si sentiva
in obbligo di aiutarlo, essendo Trunks una specie di ‘salvatore della dimensione’. Ma in fondo non importava molto il motivo.
Atterrarono
velocemente in giardino e Goku notò subito la mancanza della navicella
spaziale. “La mamma l’ha messa in una capsula e la tiene in laboratorio. Ha
detto che altrimenti si sarebbe rovinata in giardino” spiegò Trunks
accompagnandoli all’entrata.
Varcarono la
soglia e si diressero in salotto dove Bulma era impegnata a decorare un enorme
albero natalizio.
“Uurcaaa!!” esclamò Goku venendo
quasi accecato da tutti i colori degli addobbi nella stanza. La ragazza dai
capelli azzurri si girò di scatto, riconoscendo la classica esclamazione del
suo migliore amico.
“Goku! Non
aspettavo una tua visita!” disse lei alzandosi in piedi e raggiungendo i tre.
“Trunks, potevi anche dirmi che sarebbero arrivati ospiti!” sgridò poi il
ragazzo che abbassò la testa domandando scusa molto educatamente.
“Ma sa il tuo
nome?” chiese Goku sottovoce al ragazzo. “Non ho potuto non dirglielo…” si
giustificò lui e ricevette uno sguardo di intesa dal saiyan. Nessuno poteva
dire di no a Bulma, l’aveva imparato a sue spese negli anni.
La ragazza
fece gli onori di casa e li invitò a sedersi. Subito accorse
la signora Brief munita del solito vassoio colmo di
the e biscotti. Goku non se lo fece ripetere due volte ed iniziò ad ingozzarsi.
“Cosa vi
porta qui?” chiese Bulma quando si furono accomodati
sul divano. “Ehm…niente di che! Volevamo solo farti visita!” mentì il saiyan
con la bocca piena.
Passò qualche
minuto riempito da continue frasi di Bulma prima che anche il principe dei
saiyan facesse il suo ingresso.
Grondante di
sudore e con un asciugamano sulle spalle, Vegeta si diresse subito verso il suo acerrimo nemico e chiese non proprio garbatamente il
motivo della sua visita. Fu subito rimproverato da Bulma.
“Non essere
scortese Vegeta! Goku è venuto a trovarmi, tu torna ad ammazzarti nella tua
camera gravitazionale!” gli urlò in modo tutto fuorché femminile.
Vegeta
ringhiò sotto i baffi. “Non rompere donna! Non parlavo con te!” le rispose infatti.
“E’ come dice
lei, Vegeta. Sono venuto a farvi visita” si intromise Goku con il solito
sorriso sulle labbra. “Vuoi un dolcetto?” gli chiese poi con la bocca piena e
mostrandogli il vassoio.
Il principe
non rispose. Si limitò a guardarlo con disprezzo, poi si voltò verso Trunks.
“Che fai ragazzino?! Vieni ad allenarti o no?”
Il ragazzo
del futuro declinò. Adorava passare il tempo con suo padre, anche se stavano in
completo silenzio, e faceva di tutto per guadagnare le sue attenzioni. Ma in
quel momento era in gioco il suo futuro, il futuro di tutti probabilmente.
“Più tardi…”
disse lentamente, quasi sentendosi in colpa. “Tsk!
Peggio per te! Non riuscirai a sconfiggere quei cyborg se resti qui a perdere
tempo con queste mezze cartucce…” cominciò Vegeta “Ma
non importa. Che ti alleni o no non fa alcuna
differenza…Ci penserò io a sconfiggerli!” disse con un sorriso malvagio ed
eccessivamente sicuro di sè. Poi si voltò verso Goku
“E dopo toccherà a te e al tuo stupido pianeta!” E uscì dalla stanza.
Calò il
silenzio, che fu interrotto solo da una frase di Bulma. “Stupido saiyan! Chissà
che lo facciano fuori!”
I presenti si
guardarono, interdetti. Trunks abbassò la testa, quasi in disperazione e Goku rimase
a fissarlo sentendosi triste quanto lui.
“Ora capite
perché mi serve il vostro aiuto?!” chiese Trunks a
Goku quando Bulma lasciò un momento la stanza.
“Andrà tutto
bene, figliolo…”gli rispose il saiyan mettendogli una mano sulla spalla in modo
paterno. *Deja
vu…* pensò il giovane. Quante volte Gohan aveva compiuto lo stesso gesto! Si
sentiva che i due erano padre e figlio…quella mano confortante aveva lo stesso
peso e trasmetteva lo stesso coraggio.
“I tuoi
genitori litigano molto, ma l’hanno sempre fatto! Vedrai che tutto migliorerà!
Forse ti stai preoccupando per niente…” continuò Goku.
“Non credo.
Mia mamma ha detto che l’esplosione della camera gravitazionale è stato un
momento chiave nella loro storia. E io l’ho rovinato, capisci?!”
disse mettendosi le mani tra i capelli.
“E non voglio
rovinarne altri! Questa festa di Natale sarà molto importante, aiutatemi, ve ne
prego!!” disse ancora guardando i due in modo quasi
disperato.
Piccolo, in
piedi in un angolo, rifletteva. Non sapeva nulla di relazioni amorose tra le
persone. Quindi non sapeva neanche che fare. *Ma guarda tu! Mi tocca persino aiutare Vegeta! Dovrei stare ad
allenarmi, non perdere tempo qui!* pensò con rabbia. Ma l’espressione di
Trunks gli fece togliere tutti i suoi pensieri. Quel coraggioso saiyan stava
rischiando tutto per loro, li aveva avvertiti di un pericolo immenso. Era
giusto aiutarlo. E poi, se non fosse stato per l’amore – se così poteva
chiamarlo dato che dubitava fortemente che Vegeta potesse provare sentimenti di
affetto per altre persone – tra il principe dei saiyan e la terrestre,
sarebbero sicuramente morti tutti nel combattimento contro i cyborg.
“Ti
aiuteremo” disse il namecciano dopo un momento.
“Dicci come”
Trunks lo
guardò speranzoso e Goku, con un sorriso, lo ringraziò calorosamente.
“Dobbiamo
fare in modo che i miei genitori passino del tempo da soli durante la festa.
Mia mamma mi ha raccontato che è stato un momento magico, e in quell’occasione lei ha preso in seria considerazione l’idea
di lasciare Yamcha”
Goku annuì.
“Molto bene” disse alzandosi. “Allora ci vediamo alla festa, cercheremo di
inventarci qualcosa!”
Trunks li
seguì all’uscita. “Vi ringrazio. Ho fiducia in voi” disse con sguardo deciso.
“Tu nascerai
Trunks! E’ destino! Noi gli daremo solo una mano” disse Goku appoggiandogli
nuovamente una mano sulla spalla.
Poi lui e
Piccolo spiccarono il volo verso il monte Paoz.
Trunks rimase
a fissarli alla finestra, guardando le loro scie luminose allontanarsi sempre
più. *Ti ringrazio Goku. Sei davvero una
persona speciale. La mamma e Gohan avevano ragione*
Bulma ritornò
nella stanza con un altro vassoio di dolci, e non trovando i suoi ospiti si
lamentò. “Ma tu guarda che modi! Non mi hanno neanche salutata!”
Trunks le
sorrise dolcemente, poi la vide uscire e rientrare poco dopo munita di
cappellino, sciarpa e cappotto.
“Ora devo
uscire con Yamcha…tu serviti pure!” gli indicò il cibo. “E non ascoltare quello
che dice quello zuccone di Vegeta…il tuo aiuto sarà prezioso contro i cyborg!
Allenati con lui, se vuoi, e ignoralo se inizia a brontolare!”
Detto questo
lo salutò velocemente e corse fuori.
Trunks
sospirò, vedendola sfrecciare con la macchina fuori. *Vedrai mamma! Io salverò il tuo amore! Costi quel che costi!*
E si diresse
verso la camera gravitazionale da suo padre.
Continua…
Ecco finito
un altro capitolo! Riusciranno Trunks, Goku e Piccolo a mettere in atto il loro
piano? Riusciranno a far trascorrere a Vegeta e Bulma il loro piccolo ma
importante momento di amore?
E’ stato un
capitolo più di unione che altro, ma spero comunque che vi sia piaciuto!!
Grazie delle
recensioni di: giugiu94, _DarkAngel_, migena, jame, Frozen_WhiteFox, Simply91,
Ely91!!!!
Mi avete
davvero sollevato il morale assicurandomi che il precedente capitolo non fosse
OOC!!! E sono contenta di essere riuscita a rendere
bene la coppia Goku-Chichi!!
Bulma correva
senza sosta lungo tutto il salotto: la festa che aveva
organizzato per Natale sarebbe iniziata a breve e lei stava controllando che
tutto fosse perfetto.
E Trunks
pensava avesse fatto davvero un ottimo lavoro. La stanza era perfetta, piena di
colori e luci, e ai piedi dell’albero di Natale si trovava un
enorme pila di regali. Già…l’albero. La settimana prima l’aveva
praticamente costretto ad accompagnarla a fare shopping e, dopo ore e ore di
tortura in cui avevano visitato ogni singola boutique del centro, si erano
recati da un venditore di alberi natalizi. E sua madre aveva ovviamente scelto
il più grande e pesante. E l’arduo compito di trasportarlo a casa compresa
anche la pila immensa di pacchi da lei comprati era stata, come da programma, sua. Non che per un mezzo saiyan fosse un problema…ma una giornata intera con Bulma era capace di
debilitare chiunque!
Quando erano
tornati, a sera inoltrata, il povero ragazzo si era guadagnato un’occhiataccia
da parte di suo padre che gli aveva rinfacciato di essere una femminuccia. Sua
madre si era frapposta a difenderlo e, ovviamente, i due avevano finito per
litigare. Dopo pochi minuti di offese e urla, si erano rimasti a fissare per qualche secondo prima che Vegeta le desse le spalle dopo
aver borbottato qualche offesa.
Trunks
sospirò e guardò per l’ennesima volta l’orologio blu attaccato alla parete. Non
vedeva l’ora che arrivassero anche Goku e
Piccolo…chissà cosa si erano inventati per far avvicinare i suoi genitori. Era
proprio curioso.
Vide sua
madre correre verso la finestra per controllare in strada se fossero
arrivate macchine, ma capì subito che non era così sentendola sbuffare.
“Calmati
tesoro, arriveranno tutti a momenti!” la rassicurò Yamcha seduto sul divano.
Già…non si erano ancora lasciati…
Lo feriva
saperli insieme. E odiava tutti i nomignoli affettuosi che il ragazzo le
rivolgeva. Gli facevano rivoltare lo stomaco. E anche suo padre non sembrava
apprezzarli…Non che lo ammettesse chiaramente – questo mai! – ma lo vedeva
rabbuiarsi leggermente ad ogni ‘tesoro’, ‘dolcezza’ o
‘amore’ pronunciato da Yamcha. Era un cambiamento minimo della sua espressione,
era quasi impercettibile e dubitava che sua madre se ne fosse accorta. Ma in
quei pochi mesi Trunks aveva osservato tutti i particolari di Vegeta. Gli
sembrava di cogliere ogni piccolo suo gesto. Ed era meraviglioso.
Che suo padre
si stesse già innamorando di Bulma? Trunks ci sperava. Arrabbiarsi per dei
soprannomi affettuosi poteva essere facilmente scambiato per un sentimento di
gelosia…O forse suo padre, così serio e quasi sempre arrabbiato, non apprezzava
sentire certe smancerie.
“’L’amoreè
peri deboli’…diceva sempre così tuo padre. E probabilmente mi
odierà per averlo fatto innamorare di me…almeno credo di esserci riuscita! Ma
se non fosse stato per quel briciolo di umanità, quel minimo sentimento verso
di me, lui non si sarebbe mai trasformato in super saiyan. Un guerriero
combatte anche con il cuore, Trunks…non dimenticartelo. Tuo padre l’ha capito troppo
tardi purtroppo…non commettere il suo stesso errore”gli
disse così sua madre una volta. E lui sapeva che aveva ragione.
Gli sarebbe
piaciuto dirlo apertamente a suo padre…dirgli che solo se si fosse innamorato
della donna dai capelli azzurri sarebbe riuscito a raggiungere il tanto
agognato livello di super saiyan. Ma sapeva che non gli avrebbe creduto.
Avrebbe solo peggiorato le cose. Probabilmente avrebbe decretato la scomparsa
del loro amore.
“E Vegeta?
Almeno lui, che è già alla Capsule Corporation
potrebbe già unirsi a noi!” disse Bulma ricavando delle occhiate sospette da
parte dei presenti.
“Beh, che
avete da fissare?! Lui verrà, non ho dubbi!” disse lei
con sicurezza.
Trunks si
concentrò per trovare l’aurea di suo padre: era nella camera gravitazionale ad
allenarsi. Beh, non avrebbe certo fatto il suo ingresso a breve…
Vegeta lanciò
diversi pugni in aria, con rabbia. Spiccò un grande salto, fece diverse
acrobazie, sparò sfere di energia e calci per poi atterrare al suolo e cadere
in ginocchio. Ansimando cercò di riprendere fiato.
Era
distrutto. E arrabbiato. Possibile fosse così difficile raggiungere il livello
di super saiyan?!Kakaroth
c’era riuscito, anche Trunks ce l’aveva fatta…poco
mancava che persino Gohan lo diventasse! Sarebbe stata veramente la sua fine.
Che
vergogna…il principe dei saiyan superato dalla terza
classe!
Ci pensò un
momento…che anche Trunks facesse parte della terza
classe? Il ragazzo emanava potenza e una qualche regalità. Non sapeva nulla dei
suoi genitori…forse faceva anche lui parte della nobiltà saiyan. Mah! Tanto non
l’avrebbe mai saputo!
Sentì la voce
stridula della donna bionda fuori dalla GR che gli
domandava quando sarebbe andato alla festa. Sgarbatamente lui le rispose di
farsi gli affari suoi.
Poi riprese
ad allenarsi. Doveva restare concentrato. Al diavolo tutto il resto. Doveva
diventare il guerriero più forte dello spazio. Non contava nulla a parte
quello. Nulla.
Trunks guardò
l’orologio con stizza: Goku e Piccolo erano in ritardo di più di un’ora. Chichi, seduta al fianco di Gohan che era stato costretto a
leggere un libro, si lamentava continuamente chiedendosi che fine avesse fatto
suo marito. E Trunks era sul punto di unirsi a lei.
Perché non
arrivavano? Sapevano che aveva bisogno di loro!
Guardò sua madre
in piedi accanto ai cocktail e la vide per l’ennesima sera quella volta
sbirciare la porta del salotto. Che stesse aspettando suo padre? Lo sperava
davvero. Gli avrebbe fatto crescere un po’ di speranza.
Ma crollò tutto quando la sentì esclamare: “Ma che fine ha fatto
Goku?!”
Sua madre
stava aspettando il suo migliore amico…altro che il principe dei saiyan di cui
probabilmente non le importava nulla!
Fu la signora
Brief ad avvicinarsi a lui con in
mano un gigantesco vassoio contenente tanti dolci natalizi a forma di albero.
Sua nonna si era anche agghindata con un completino rosso completo di
cappellino e stivali da babbo natale. Che donna insolita e assolutamente fuori
di testa.
“Caro…sai
dov’è Vegeta? Aveva detto che sarebbe arrivato alla festa ma
non lo vedo! Oh, speravo di sedurlo con il mio vestito rosso! Che peccato!” gli
disse lei con un’espressione dispiaciuta.
Trunks
spalancò gli occhi, non abituato ancora a certe uscite della donna bionda.
Stava quasi per rispondere quando sua madre si
frappose e quasi gli ordinò di andare a tirare Vegeta fuori dalla GR. Il
ragazzo, consapevole che fosse un suicidio, cercò di tirarsi indietro
ma sua madre era irremovibile.
Con la testa
bassa acconsentì e si diresse nella camera gravitazionale.
*Goku!! Dove sei?!!*
pensò con rabbia.
Ancora a casa
nei monti Paoz, Goku e Piccolo si stavano preparando
per arrivare alla festa alla Capsule Corporation.
“Goku! Non
hai ancora finito?!” gli chiese il namecciano
battendo nervosamente un piede a terra. Prima aiutavano Trunks, prima avrebbero
potuto allenarsi in pace.
“Un momento!
Sono quasi pronto!” gli rispose il saiyan guardandosi allo specchio un’ultima
volta.
“Come sto?”
chiese al suo amico facendo un piccolo giro su sé stesso. Il namecciano rispose con una smorfia scocciata che sembrava
significare ‘non mi interessa nulla di te, basta che ci muoviamo’.
Goku afferrò
la borsa e si appoggiò due dita sulla fronte pronto a teletrasportarsi alla Capsule Corporation. Piccolo gli mise
una mano sulla spalla e i due scomparvero.
Preso un
profondo sospiro, Trunks si posizionò fuori dalla GR e
alzò il pugno, pronto a bussare. La porta si aprì di fronte a lui prima che
potesse muoversi e si trovò faccia a faccia con il principe dei saiyan.
Il giovane
deglutì: come poteva essere sempre così inquietante e maestoso?
Vide suo
padre guardarlo un po’ male e in seguito superarlo per tornare nella sua
stanza. Trunks cercò di bloccarlo. “Ehm…mi hanno chiesto di avvisarti che la
festa è cominciata…avevi promesso di parteciparvi…”
“Chi te l’ha detto?”
chiese duro il principe. “La signora Brief e Bulma” rispose il ragazzo sentendo come sempre una
sensazione insolita a chiamare sua madre per nome.
“Tsk! Pensava davvero che sarei venuto?!
Che donna scema…” continuò il principe. Si incamminò verso le scale ma Trunks
decise di frapporsi. “Sarebbe molto bello se partecipassi anche tu…c’è musica e
si mangia molto!” disse cercando di convincerlo.
Vegeta rise
sguaiatamente. “Come puoi anche solo pensare che il principe dei saiyan decida
di unirsi ad un gruppo di patetici terrestri tutti agghindati ed eccitati da
una stupida festa! Io non sono come voi, ho uno scopo! Mi sembra quasi di
essere il solo a pensare alla minaccia dei cyborg!” rispose Vegeta cercando di
superare il giovane.
Ma Trunks non
lo lasciò andare. “Ti farebbe bene una pausa! Dai, che ti costa?” chiese con il
suo sorriso migliore, quello che usava sempre quando
era più piccolo per ottenere quello che voleva da sua madre.
“Scordatelo!”
rispose il saiyan. Spintonò il ragazzo che cadde a terra e salì nella sua
stanza.
Trunks si
sentì demoralizzato. Non andava affatto bene.
Goku e
Piccolo si materializzarono nel salotto di Bulma e il primo gridò: “Tanti
auguri a tutti!” Il namecciano si limitò ad
allontanarsi ed appoggiarsi al muro, venendo immediatamente
raggiunto da Gohan che riuscì ad approfittare della confusione per gettare a
terra il libro e scappare dalle grinfie di sua madre, troppo concentrata su
Goku per dargli retta.
Fu Bulma la
prima a rimproverarlo: con le mani ai fianchi e le gambe leggermente allargate
iniziò a sproloquiare, inquietandolo con diverse minacce. Chichi
le fece ben presto compagnia.
“Ti sembra
questa l’ora di arrivare?!” chiesero le due in coro.
Goku si grattò la testa, non sapendo che rispondere. Le lasciò sfogare per un
po’ e improvvisamente chiese dove fossero Vegeta e Trunks.
“Non cambiare
discorso!” lo ammonì Chichi. Goku non prestò più
attenzione alle parole delle due donne e cercò le auree dei due guerrieri.
Trunks stava per arrivare…Vegeta era invece in camera sua.
No…così non
poteva andare…il saiyan doveva partecipare alla festa!
Risoluto,
Goku si appoggiò due dita sulla fronte e si teletrasportò
in camera da Vegeta lasciando le due donne senza preavviso e guadagnandosi
altre urla e rimproveri.
Trunks fece
il suo ingresso e vedendo Piccolo appoggiato al muro fu sollevato. Doveva
essere arrivato anche Goku. Percepì immediatamente la sua aurea in camera di
suo padre…chissà cosa aveva in mente…
Continua…
La festa di
Natale è iniziata…chissà Goku cosa combinerà? E il momento tra Bulma e Vegeta
avrà luogo?
Le vostre
bellissime recensioni mi riempiono di gioia…GRAZIE!!Me molto contenta!!!
“Che diavolo
vuoi Kakaroth?!?!” urlò
Vegeta non appena il saiyan comparve in camera sua. Aveva appena aperto la
porta della sua stanza quando se l’era visto apparire
davanti agli occhi.
Odiava venir disturbato quando si trovava da solo nella sua stanza.
E Goku era senza dubbio l’ultima persona che poteva permettersi di farlo.
“Calmati
Vegeta…” iniziò il saiyan mettendo le mani avanti “Sono qui per augurarti buon
Natale!!” esclamò con un sorriso.
Vegeta digrignò
i denti. “Non mi interessa! Ora sparisci!” gli disse infatti.
Ma Goku non
demorse. “Dai, vieni a festeggiare con noi! Ti prego!!”
provò a dire Goku cercando di convincerlo.
“No. E non ti
voglio tra i piedi! Come diavolo ti sei conciato?!”
chiese il principe squadrandolo dalla testa ai piedi. Goku indossava un
lenzuolo bianco che gli faceva da vestito, e aveva scritto in rosso sul davanti
la parola ‘SPIRTO’. In testa si era messo un cappello con delle corna da renna.
“Ma come? Non
lo capisci?” chiese Goku guardando i suoi vestiti. “Sono lo spirito del Natale!
Non vedi la scritta…ops!” disse notando che aveva
scritto male la parola spirito. Vegeta non rispose.
“Non hai un
pennarello per caso? Così aggiungo la i che manca…”
chiese Goku guardandosi attorno. Aprì diversi cassetti della scrivania,
l’armadio, e guardò sotto il letto. Non trovò nulla. Ma proprio niente.
“Caspita
Vegeta! Ma non hai nessun effetto personale?” chiese il saiyan fissando il
principe con una mano sulla nuca. Vegeta ringhiò. “Non rompere Kakaroth! E sparisci!!” tuonò
prendendolo per il colletto del lenzuolo.
Goku si agitò
e riuscì a fatica a liberarsi. Tossì leggermente e si accarezzò il collo
indolenzito. “Non essere cattivo, Vegeta! E comunque non me ne andrò! Visto che
non vuoi venire giù allora ti porterò in un posto!!”
disse Goku. Mandò un immediato messaggio telepatico a Piccolo
e poi prese Vegeta per un braccio e si teletrasportarono
lontano.
Bulma era
senza parole. Fissava sorpresa la faccia di Yamcha di fronte a lei. Il discorso
che le aveva fatto l’aveva colta del tutto inaspettata.
“Allora? Cosa
ne dici?” chiese lui accarezzandole una guancia.
Bulma non
rispose. Che fare?
“I-io…ecco…” iniziò titubante. “Pensaci se vuoi. Ma sappi
che aspetto una tua risposta…” continuò Yamcha.
Rimasero in
silenzio a fissarsi mentre l’aria fredda invernale li
faceva rabbrividire. Erano in terrazzo. L’atmosfera era meravigliosa, le stelle
brillavano in cielo. La situazione ideale da passare con la persona amata.
Bulma stava
quasi per dare una risposta a Yamcha quando
improvvisamente comparì Piccolo. Senza una parola andò diretto verso la donna
dai capelli azzurri, se la caricò su una spalla e spiccò il volo.
“Ahhh!!! Ma dove mi porti?!” chiese
Bulma strillando. Yamcha stava quasi per prendere il volo per seguirli ma Piccolo gli intimò di non muoversi. Il terrestre
acconsentì. Non voleva certo scontrarsi con il namecciano!
Avrebbe fatto una brutta fine.
Bulma
continuò ad agitarsi per parecchio tempo finchè
Piccolo, spazientito, non le ordinò di chiudere la bocca. La ragazza sbuffò e
rimuginò su quanto fossero sgarbati i guerrieri.
“Kakaroth!! Dove diamine siamo?!!”
chiese Vegeta strattonando il braccio e facendo lasciare la presa a Goku. Si
guardò attorno, spaesato. Sicuramente si trovavano ancora sulla Terra ma non capiva dove.
Poteva capire
dall’atmosfera che si trovavano ad un altitudine molto
maggiore a quella cui si trovavano gli altri terrestri. Un enorme
palazzo bianco si ergeva alla sua destra ed era attorniato da tanti alberi
curati alla perfezione. Ma sembrava tutto così freddo…a pensarci bene, però,
sembrava un posto in cui Vegeta si sarebbe potuto ambientare molto facilmente. Era
silenzioso dato la mancanza di femmine petulanti e ragazzini impiccioni con cui
invece gli toccava convivere. E questo bastava a farlo diventare un posto da
sogno.
“Calmati
Vegeta. E resta ad aspettare! Fra poco arriverà qualcun altro!” disse Goku
sorridendo.
Vegeta
sbuffò. Dannato Kakaroth.
In
pochi minuti, infatti, anche Piccolo con Bulma sulle spalle atterrò accanto ai due saiyan. La
terrestre venne appoggiata a terra e lei, subito,
iniziò a gridare contro Piccolo. “Si può sapere chi ti ha dato la patente?! E’ stato un viaggio orribile, screanzato!” poi notò la
presenza anche di Goku e Vegeta.
Il primo alzò
amichevolmente la mano ma Bulma non si addolcì.
“Scommetto che è tutta colpa tua Goku!! Che ci faccio
qui?! E dove siamo?!” chiese
con rabbia. “E perché c’è anche lui?!” disse indicando
Vegeta che stava in disparte con le braccia incrociate al petto.
“Non rompere
donna!! Non sono qui di mia volontà!” le rispose lui
incenerendola con lo sguardo.
“Calmatevi…questo
è un luogo sacro…” li reguardì una calda voce
lontana. Una figura uscì dalle ombre del giardino e Goku gli
sorrise, andandogli incontro.
“Popo!!” disse il saiyan
abbassandosi all’altezza del suo amico. “Ciao Goku. Ti aspettavamo” rispose il
servitore del Supremo non cambiando espressione.
“Senti, dov’è
il Supremo?” chiese il saiyan guardandosi attorno. Anche Piccolo lo imitò.
“Eh? Il
Supremo? Vuoi dire che questo è il famoso palazzo del Supremo?” chiese Bulma
incuriosita. Vegeta aprì leggermente la bocca e si guardò intorno studiando
l’ambiente. Sapeva molto poco del famoso Supremo. Era
stata Bulma durante uno dei suoi soliti sproloqui a parlargli di lui. Tutto
quello che sapeva era che era un namecciano arrivato
sulla Terra molto tempo prima e che aveva allenato Kakaroth quando era molto
piccolo.
“Sono qui
Goku…” pronunciò una voce molto roca sentirono il rumore di un bastone
avvicinarsi. Si girarono tutti e avvistarono l’ombra del proprietario del
palazzo.
Il namecciano fece il suo arrivo e salutò tutti con un grande
sorriso. Era molto anziano e camminava lentamente e un po’ a fatica, ma emanava
comunque un grande potere e presenza scenica.
“Ehilà Supremo!”
esclamò Goku salutandolo con una mano. “Un po’ di rispetto, Goku!!” lo sgridò Bulma con le mani sui fianchi. “Non si
preoccupi signorina…” la bloccò il namecciano
sorridendo. Era abituato ai modi di Goku.
“Piuttosto,
siete pronti?” chiese il Supremo osservando prima Bulma e poi Vegeta. I due si
guardarono, non capendo.
“A cosa,
scusi?” domandò Bulma in confusione. Goku si frappose fra lei e il Supremo e
gli fece segno che i due non sapevano perché si trovavano lì. Il namecciano non sapeva che dire.
“Goku? Che significa?” chiese la ragazza sbattendo i suoi grandi occhi
azzurri.
“Ecco…beh…”
iniziò il saiyan. “Lascia perdere. Portali e basta” disse Piccolo a Goku che
annuì.
Prese il
polso di Bulma e anche quello di Vegeta e iniziò a trascinarli dentro al palazzo.
Entrambi cercarono di staccarsi e ovviamente, solo il principe ci riuscì. “E dai Vegeta! E’ importante!” lo supplicò Goku.
“Non dire
idiozie! Io me ne torno a casa!” disse il principe pronto a spiccare il volo.
Goku fu più lesto, si trasformò in super saiyan e cercò di spingerlo
all’interno del palazzo. Questa volta Vegeta non riuscì proprio ad opporre
resistenza.
Piccolo
intimò a Bulma di seguirli e lei non potè far altro
che obbedire.
Trunks alla Capsule Corporation era concentrato sul percepire le
auree di Goku, Piccolo e i suoi genitori. Erano al palazzo del Supremo.
Aveva piena
fiducia in Goku ma si domandava comunque cosa avesse
in mente di fare. Sua madre e Gohan gli avevano ripetuto più volte che fosse
imprevedibile.
Sentì l’aurea
di Goku alzarsi improvvisamente e raggiungere il livello di super saiyan e si
preoccupò leggermente. Ma doveva aver fiducia in lui.
Era ancora
concentrato sulle loro auree quando Yamcha lo
affiancò. Trunks trattenne la smorfia che minacciava di inarcargli il viso.
“Ciao…” disse
il terrestre molto cordialmente. “Ciao” rispose più apatico il giovane. Proprio
non lo sopportava…sicuramente era perché era così intimo con sua madre.
Rimasero in
silenzio per qualche secondo, poi Yamcha continuò.
“Senti…tu hai
conosciuto abbastanza Bulma in questi mesi, no?” chiese il terrestre. Trunks
annuì. “Ecco…prima le ho fatto una domanda e non so cosa mi risponderà…”
Trunks
trattenne il respiro. Non gli piaceva affatto quel momento. Aveva una brutta
sensazione.
“Volevo
sapere se secondo te mi dirà di sì o di no…” continuò Yamcha intrecciando
nervosamente le dita.
“Io…le ho
chiesto di sposarmi…” finì Yamcha. E a Trunks crollò il pavimento sotto ai
piedi.
“Prego. Da
questa parte” indicò loro Popo. Arrivati davanti alla
porta giusta il servitore del Supremo la aprì e aspettò che Bulma e Vegeta
entrassero.
“Io non entro
lì dentro!” sbuffò Bulma. “Almeno finchè non mi dite
perché dovrei!” continuò battendo un piede a terra.
“Per una
volta sono d’accordo con la donna!!” gridò Vegeta
cercando ancora di liberarsi ma la stretta di Goku era peggio di una morsa
d’acciaio.
“Niente
domande! Fidatevi di me!” disse Goku e spinse il principe all’interno della
stanza. Piccolo fece lo stesso con Bulma.
“A presto…”
disse Popo richiudendo lentamente la porta. Bulma e
Vegeta si trovarono quindi da soli.
Continua…
Ecco l’inizio
del piano di Goku! Bulma e Vegeta sono soli in una stanza del palazzo del Supremo…cosa succederà? Accadrà qualcosa tra loro? E
Yamcha?
Non vi resta
che aspettare il prossimo capitolo!!
Grazie ancora
per le belle recensioni!!
Frozen_WhiteFox,
Ely 91, migena, laurakovac: grazie mille!!!
Non appena la
porta si chiuse alle loro spalle, Bulma e Vegeta si
fissarono l’un l’altra non sapendo che fare. Erano entrambi confusi e
arrabbiati con Goku.
La ragazza
fece un giro su sé stessa guardandosi attorno: la stanza era completamente
bianca, si trovavano solo pochissimi mobili tra cui due poltrone e un letto, e
un frigo gigantesco in un angolo.
Bulma si posò
le mani sui fianchi: “E adesso?! Cosa cavolo
pretendono da noi? E quando ci apriranno?” chiese al saiyan che non la degnò di
uno sguardo. Sbuffando la terrestre andò alla porta e iniziò a picchiarvi i
pugni e urlare di farla uscire. Ma ovviamente non era udibile all’esterno.
Posandosi con
stizza le mani sulle orecchie, Vegeta le gridò di chiudere il becco. Bulma mise
il broncio e si avvicinò a lui che nel frattempo era nei pressi del
frigorifero.
Vegeta infatti aprì lo sportello ed iniziò a rovistare.
Bulma si
avvicinò a lui con le mani sui fianchi. “Ma come fai ad avere fame in un
momento simile?!” gli chiese arrabbiata “Non capisci
che siamo in trappola?! Chissà quando ci apriranno!”
Vegeta sbuffò
e prese a mangiare. “Apriranno presto, non temere. Se Kakaroth
ha chiuso anche te qui prima o poi aprirà la porta. A meno che non voglia ucciderci entrambi…effettivamente ti sopporta da un
sacco di tempo, sarà stufo di te!” le rispose ironicamente.
Bulma diventò
rossa di rabbia. Come si permetteva?!
Senza
rispondergli a parole gli lanciò un’occhiataccia congelante cui il saiyan
rispose alzando le spalle.
Si sedettero
poi distanti uno dall’altra, il principe a mangiare, la ragazza dai capelli
azzurri a fissare il vuoto bianco.
“Cosa?!
Vuoi…sposarla?!” chiese Trunks terrorizzato al
terrestre di fronte a lui che arrossì imbarazzato.
“Già! E spero
proprio che accetti!!” disse felicissimo iniziando poi
a ridere sguaiatamente e in modo molto irritante. Trunks rimase a fissarlo:
no…non andava affatto bene…se Yamcha chiedeva a sua madre di sposarlo
quando lei non era ancora innamorata di suo padre…avrebbe anche potuto
accettare!
E lui non
sarebbe mai nato! No…doveva fargli cambiare idea a tutti i costi!
“Non credo
sia una buona idea…” iniziò il ragazzo facendo fatica a continuare. Un bravo
ragazzo come lui non era abituato a mentire, ma in quel caso doveva farsi
forza. C’era il futuro in gioco.
Yamcha lo
guardò confuso. “Perché scusa? Io amo Bulma e lei ama me! Perché non sposarci?”
chiese ingenuamente. Rimasero entrambi in silenzio per un po’, poi Yamcha
allargò gli occhi sorpreso e spalancò la bocca. Trunks
lo guardò in confusione.
“Ho capito!! Ho capito perché non vuoi!!”
disse Yamcha indicandolo con un dito. Trunks deglutì: come poteva aver capito
la sua vera identità? Eppure era stato ben attento a non rivelarla!
“In realtà tu
sei innamorato di Bulma!!” strillò Yamcha. “Ma non ti
illudere, lei sta con me! E’ la mia ragazza, capito?!”
lo avvertì il terrestre ricordandosi solo in seguito della potenza del giovane
di fronte a lui. In uno scontro diretto non avrebbe certo avuto speranza di
vittoria.
Trunks sbattè più volte le palpebre, si fece tutto rosso in viso e
negò prontamente la supposizione di Yamcha. Meno male che era completamente
fuori strada!
“Ah, no? E
allora perché non vuoi che ci sposiamo?” chiese il
terrestre.
“Ecco…beh…”
iniziò il giovane del futuro “Fra due anni e mezzo arriveranno i
cyborg…potresti non sopravvivere…vorresti far diventare Bulma una vedova?”
chiese.
Yamcha ci
pensò un attimo, poi sorrise. “Vedrai che non succederà! Goku sconfiggerà i
cyborg! E ad ogni modo voglio sposare Bulma e trascorrere con lei come moglie questi ultimi anni di pace!” rispose il terrestre.
Trunks non
sapeva come controbattere. Accidenti! Come fare? Yamcha sembrava assolutamente
deciso a sposarsi, come poteva dissuaderlo?
L’unico modo
che gli venne in mente fu far innamorare i suoi genitori. Spiccò il volo e si
diresse al palazzo del Supremo a tutta velocità lasciando Yamcha da solo.
Meglio andare
ad aiutare in qualche modo Goku e Piccolo…
Bulma sbuffò
rumorosamente. Il tempo sembrava non passare mai. Erano rinchiusi solo da mezzora ma sembrava che fossero trascorse ore.
E Vegeta non
si degnava nemmeno di farle compagnia: no di certo! Il caro principe si era infatti posizionato lontano da lei e, a gambe incrociate e
fluttuando in aria, aveva cominciato a meditare.
Che modi! Qualsiasi
altra persona si sarebbe interessata a farle compagnia, a parlare! Invece il
principe dei saiyan se ne stava lontano per i fatti suoi! Che antipatico!
Bulma
appoggiò la testa sulle ginocchia e cominciò a pensare.
Yamcha le
aveva chiesto di sposarlo…
Non sapeva
cosa fare. Da una parte il suo spirito di ragazzina le urlava di accettare e di
sposarlo. Era quella parte che fantasticava sul ricevimento, sul vestito, sui
fiori…Sembrava quasi la sua anima sedicenne del primo incontro con Goku. Quella
che voleva le sfere del drago per conoscere il suo futuro sposo.
Ma l’altra
parte, quella del raziocinio, quella che aveva visto la morte in faccia su Namecc, era molto più indecisa. Yamcha era un bravo
ragazzo…su quello non c’erano dubbi…ma sarebbe stato
in grado di essere anche un bravo marito?
Lei ne
dubitava fortemente. Giusto pochi mesi prima avevano litigato per una
sciocchezza e lei aveva sentito la forte tentazione di chiudere tutto per
sempre. Si sentiva stanca di lui. Ormai mancava la passione, l’avventura,
l’amore…tutto quello che l’aveva attratta inizialmente.
Si sentiva
chiusa nella routine. Lei che si faceva in quattro per lui e lui che
dimenticava gli appuntamenti e flirtava con le altre ragazze; poi lei si
arrabbiava, litigavano, e dopo qualche giorno ritornavano insieme.
Era stanca di
tutto quello.
Ma
sposarlo…era sempre stata convinta che fosse Yamcha l’uomo giusto per lei. Non
credeva si sarebbe mai innamorata di un altro. Ma passare la vita con
lui…proprio non si vedeva.
Scosse la
testa. Bah, era troppo confusa!!
Forse quella
permanenza al palazzo del Supremo l’avrebbe aiutata a capire i suoi veri
sentimenti.
Sentì un
lieve rumore provenire dalla sua sinistra e alzò velocemente lo sguardo. Dal
bianco del muro vide spuntare la sagoma di una porta che si aprì.
La ragazza
balzò in piedi e urlò a Vegeta di guardare. Il saiyan aprì solo un occhio e,
avvistata l’uscita, si apprestò ad imboccarla senza nemmeno aspettare Bulma che
gli corse dietro cercando di stargli appresso.
La stanza che
si presentò a loro era sempre bianca ma presentava al
suo interno diversi vasi chiusi. La porta alle loro spalle si richiuse e i due
furono nuovamente in trappola.
“Accidenti!
Dobbiamo continuare così?! Goku dannazione!! Apri!!” urlò Bulma. “Taci
donna…mi fai scoppiare la testa con quella voce!!” le
urlò Vegeta tappandosi le orecchie. Bulma sbuffò.
“E quindi?
Che facciamo?” chiese Bulma. Vegeta sembrò pensarci un momento, poi alzò una
mano e iniziò a formare una sfera di energia. “C-che
vuoi fare?!” gli chiese Bulma spaventata.
“Faccio
saltare una parete, cos’altro se no?” chiese lui puntando un muro. Bulma lo
fermò. “Aspetta!! Rischi di far saltare in aria anche noi! Goku ha detto che
questo posto è una specie di fortezza, le pareti potrebbero rispedirti indietro
il colpo!!”
Il saiyan
alzò le spalle. “Se anche fosse non ci sarebbero problemi! Non sono un debole
umano, non mi farò nulla!”
“E non pensi
a me? Io non sono saiyan, potrei anche morire!!” gli
fece presente la ragazza terrorizzata. Lo conosceva abbastanza da sapere che
sarebbe stato in grado di far saltare tutto.
Il saiyan la
guardò. La fissò intensamente e Bulma deglutì sotto il suo sguardo.
Probabilmente stava decidendo il da farsi, ovvero se la sua vita fosse
abbastanza importante da essere risparmiata. La ragazza si lasciò andare in un
sospiro di sollievo quando lo vide abbassare il
braccio.
“Allora trova
una soluzione! Non voglio restare qui a marcire con te!” le disse il saiyan
incrociando le braccia al petto. Bulma ci pensò un attimo ma
non trovando nessuna idea gli rispose: “Aspettiamo. Come hai detto tu Goku non
potrebbe mai lasciarmi chiusa qui, prima o poi aprirà!”
Vegeta
sbuffò. “E va bene. Ma non rompere o ti faccio fuori!” le disse lui dandole le
spalle. Bulma gli fece una linguaccia e lo osservò mentre
tornava a meditare.
Si sedette
poi per terra e continuò a pensare a Yamcha.
Trunks volò
velocemente per raggiungere il palazzo del Supremo. Le parole di Yamcha e la
sua proposta gli rimbombavano in testa.
Aveva chiesto
a sua mamma di sposarlo. Poteva esserci prospettiva
peggiore? Sicuramente no.
Strinse i
pugni con rabbia e aggrottò le sopracciglia, imitando involontariamente suo
padre. Se qualcuno lo avesse visto in quel momento probabilmente lo avrebbe
scambiato per Vegeta.
Visualizzò
l’obelisco di Balzar e salì di quota. Atterrò poi velocemente davanti al
palazzo ed entrò alla ricerca di Goku. Era molto agitato.
“Goku!” gridò quando avvistò l’inconfondibile capigliatura del
saiyan. Questo era intento a mangiare e alzò la testa fissando il giovane del
futuro con la bocca sporca e diversi chicchi di riso sparsi nella faccia.
“Oh, ciao
Trunks!” gli rispose Goku mandando giù un’intera coscia di pollo in un colpo
solo. “Dove sono i miei genitori?” chiese il ragazzo dai capelli lilla
guardandosi attorno.
“Là dentro”
rispose l’altro saiyan indicandogli una porta chiusa.
“Resteranno
lì tutta la notte…apriremo domattina. Poi si vedrà” disse Goku riprendendo a
mangiare.
“Ma cosa c’è
in quella stanza?” chiese incuriosito il giovane.
“Vedrai…”
rispose enigmatico il saiyan. A Trunks non restò altro da fare che aver fiducia
in Goku.
Continua…
Spero di
continuare ad appassionarvi!! E spero continuiate ad
apprezzare la mia fanfiction!!
Ringrazio
come sempre di tutto cuore le persone che hanno recensito, ovvero: ainat, Simply91, laurakovac,
Ely 91 e migena!!!! Grazie 1000, sono commossa!!
“Accidenti! Dove diavolo sono?!” si domandò Vegeta con rabbia mentre correva lungo un
corridoio di cui però non riusciva a scorgere la fine. Ed era tremendamente
frustrante.
Non era in grado di vedere nulla.
Era tutto buio. Aveva quasi paura.
In lontananza, improvvisamente, vide
Kakaroth. Furioso, accelerò la corsa per raggiungerlo. Il guerriero di fronte a
lui aveva uno stupido sorriso stampato in faccia. Vegeta aveva voglia di
spaccargliela.
Aumentò la sua aurea e si buttò contro
il suo nemico, cercando di colpirlo. Kakaroth scomparve e riapparve alle spalle
del principe.
Il sorriso sul suo volto era di
scherno.
“Dannato!!”
gridò Vegeta concentrandosi ulteriormente e sprigionando la sua aurea alla
massima potenza. In tutta risposta l’altro saiyan raggiunse il livello del
guerriero della leggenda.
Al suo fianco apparve anche Trunks che
lo imitò.
Vegeta si sentiva un microbo al loro
confronto.
“Noooo!!!” gridò odiando sentirsi inferiore. Vide i due saiyan
allontanarsi piano piano da lui e urlò nuovamente,
sconfitto.
Il buio lo avvolse nuovamente e due
piccole lacrime caddero dai suoi occhi.
Davanti agli occhi gli comparvero
delle immagini della sua infanzia, in particolar modo suo padre.
“Vegeta…” disse lui “Tu diventerai un
super saiyan, ne sono sicuro. E dominerai l’universo! Ho fiducia in te,
ragazzo!”
*Hai ragione padre…” pensò il principe
con un piccolo sorriso.
Doveva diventare invincibile. Il
migliore. Doveva onorare il suo sangue regale.
“Sarò io il guerriero saiyan più forte
dello spazio!!!” gridò con orgoglio.
“Vegeta…VEGETA!!” gridò Bulma ai suoi piedi.
Il saiyan
spalancò gli occhi, uscendo dalla meditazione. Abbassò lentamente il volto e si
ritrovò a fissare lo sguardo azzurro della donna.
Prese un
profondo sospiro e atterrò delicatamente a terra.
“Stavi
facendo un brutto sogno?” chiese lei. “Ti ho sentito gridare e lamentarti…per
questo ti ho svegliato”
Lui sbatté
ripetutamente gli occhi, poi ritornò a fissarla trucemente. “No. E comunque
fatti gli affari tuoi. Non ho bisogno di te!” E le diede le spalle.
“Uffa!
Scusami tanto! Non mi preoccuperò più per te!” sbottò lei fissandogli la
schiena dritta. “Se fosse vero! Ma so che continuerai a farlo!” le disse lui
girando appena il volto e mostrandole il suo profilo.
Lei gli fece
una linguaccia e lui si rivoltò.
Rimasero in
silenzio. Fu Bulma a spezzarlo.
“Vegeta…secondo te cosa contengono quelle urne?” chiese lei
indicandole. “Non lo so e non mi interessa” le rispose lui, apatico.
“Dici…dici
che posso aprirle?” chiese lei preoccupata per la sua incolumità. Ma
estremamente curiosa. Aveva passato parecchio tempo a fissarle
ma non aveva avuto il coraggio di avvicinarsi da sola.
“Fai come
vuoi” disse lui alzando le spalle. “Non è che mi staresti vicino, mentre lo
faccio?” chiese lei speranzosa. Lui la guardò come se fosse impazzita. “E dai Vegeta! Fammi questo piccolo favore!!
Del resto dovremo restare chiusi qui ancora per non so quanto tempo, fammi
compagnia!” disse lei.
“Se lo faccio
starai zitta per il resto del tempo?” chiese lui
cercando di guadagnarci qualcosa. Lei annuì freneticamente, lo prese per mano e
si avvicinarono alla prima urna. Lui sbuffò ma si
lasciò trascinare.
Con lentezza
e un po’ di paura, Bulma spostò il coperchio della prima urna e guardò
all’interno. Era pieno di un liquido che sembrava acqua. La ragazza sbattè più volte le palpebre, leggermente dispiaciuta.
“Tutto qui?” chiese fissando il suo riflesso.
Stava quasi
per richiuderlo ma Vegeta la fermò.
“Aspetta
donna. Guarda” le indicò lui l’acqua. Si stavano formando delle immagini.
Vegeta e
Bulma si sporsero e rimasero a fissare il liquido.
Un piccolo ragazzino dai capelli dalla
forma insolita e una lunga coda fluente passeggiava tranquillamente in cima al
monte Paoz, trascinando con sé un gigantesco pesce. Fischiettava allegro già
pregustandosi il banchetto quando udì un forte rumore
a lui sconosciuto. Si girò, leggermente spaventato, e vide arrivare quella che
lui non sapeva ma si trattava di un’automobile a tutta
velocità.
Gridò impaurito.
La ragazza alla guida non fece in
tempo a frenare e lo investì. “Oddio! Ho ucciso un bambino!” gridò lei in
panico. Ma il ragazzino si rialzò massaggiandosi il sedere.
“Ahia! Ma cosa sei?!
Sei un mostro vero!! Adesso ti faccio vedere io!”
gridò lui afferrando l’auto e rovesciandola. La ragazza gridò.
Si sporse poi dal finestrino aperto e
gli puntò contro una pistola. Sparò due colpi mirando alla sua testa. Il
bambino cadde a terra.
“L’ho ucciso adesso?” si chiese lei guardandolo.
Il piccolo era immobile a terra. Ma pochi secondi dopo si rialzò massaggiandosi
la testa.
“Oh Kami!
Perché non muore?” si domandò la ragazza terrorizzata,
soprattutto quando lo vide estrarre un bastone e puntandoglielo contro.
“Cosa sei?!
Una strega?” domandò lui minacciandola. La ragazza alzò le braccia in segno di
resa. “Ehi! Macchè strega, sono solo una ragazza!”
disse lei saltando fuori dalla macchina.
Il piccolo le girò attorno,
incuriosito. Portava abiti che lui non aveva mai visto prima, aveva un grande
fiocco rosso tra i capelli azzurriraccolti in una treccia e gli occhi
più grandi che avesse mai visto. Lui e suo nonno Gohan erano molto diversi da
quella creatura. Sembrava quasi di un altro pianeta.
Con il suo bastone il piccolo andò ad
alzare la gonna della ragazza che lo sgridò sonoramente. Il bambino si scusò
affermando di essere alla ricerca della sua coda.
Solo allora la ragazza dai capelli
azzurri sembrò notare l’appendice pelosa del ragazzino e rise tra sé
considerandolo un costume da carnevale.
“Io sono Son Goku” si presentò lui
invitandola a casa sua. Lei annuì e, titubante, acconsentì a dirgli il suo
nome. “Io sono Bulma Brief…” Goku cominciò a ridere.
“Eh, eh! Che nome buffo! Bulma!” La ragazza divenne rossa di rabbia e imbarazzo
ma decise di lasciar perdere.
Si diressero quindi a casa Son. Non
appena entrarono Bulma notò la piccola sfera arancione in bella mostra
all’ingresso e la prese subito in mano. Goku cercò di fargliela lasciare ma lei tirò fuori dalla sua borsetta altre due
sfere uguali.
Ci fu poi un lungo discorso su misto
di draghi, desideri e avventura e Bulma riuscì a convincere Goku ad
accompagnarla alla ricerca delle sfere del drago.
“Cosa vuoi domandare al drago?” le
chiese curiosamente il bambino. Lei rise sognante: “Voglio che mi faccia
incontrare il ragazzo della mia vita!! E’ questo il
mio grande sogno!! E prima o poi lo troverò!”
Bulma sbattè ripetutamente le palpebre quando le immagini
svanirono dal vaso. Era il suo primo incontro con Goku. Guardò incuriosita
Vegeta che le stava accanto. Era immobile. Poi lo vide sorridere.
“E così hai
cercato di uccidere Kakaroth? Per due volte? Non me l’aspettavo da te!!” la prese in giro. Bulma si incupì “E’ stato un
incidente! Hai visto anche tu che è apparso all’improvviso davanti a me! Non
potevo frenare!” Vegeta continuò a sorriderle. “Già, ti ho vista anche prendere
la pistola e sparargli!”
“Uffa!! E
comunque è successo tanto tempo fa! Ormai non ha più importanza!” disse lei
chiudendo gli occhi e girando la testa altrove, arrabbiata.
Rimasero in
silenzio qualche minuto.
“Era quello
il tuo desiderio?” chiese lui a bassa voce. Lei divenne rossa dall’imbarazzo:
quanto doveva sembrare patetica e superficiale ai suoi occhi! Non voleva rispondergli ma sapeva di non potere negare. “Ti ho fatto
una domanda donna. Rispondi” disse lui nuovamente.
Bulma annuì lentamente ma non lo guardò negli occhi, non ne aveva il
coraggio.
“Sei una
stupida…” arrivò l’offesa meritata del principe dei saiyan. Bulma strinse i
pugni e cercò di non controbattere. “Trovare un ragazzo…è il desiderio più
stupido che abbia mai sentito in vita mia!” continuò lui consapevole di
ferirla. Voleva farlo. Quel piccolo momento del passato di lei lo aveva
riempito di rabbia…
Sapeva che
all’epoca lei era una sedicenne, glielo avevano detto in molti. E vedendo
l’episodio gli erano tornati alla mente i momenti della sua vita
quando lui aveva la stessa età.
Rinchiuso in
una misera stanza, costretto a servire un mostro che lo picchiava quasi ogni
giorno…per rinforzargli il fisico, diceva lui. Ma il principe aveva sempre
notato il luccichio di soddisfazione e gioia che brillava sempre negli occhi di
Freezer mentre senza pietà gli squartava la pelle e lo
frustava con la sua coda. E a lui toccava subire…non aveva alternative. Quante
volte si era svegliato sanguinante e dolorante immerso in una vasca
rigeneratrice? Quanto sangue sputava ogni giorno dopo che Freezer aveva
terminato?
Mentre quella
stupida femmina terrestre viaggiava con Kakaroth a divertirsi per trovare un
ragazzo, lui viveva all’inferno. Perché a lei era andata così bene? Perché non
aveva sofferto almeno la metà di lui? Perché?!
Ricordava le
umiliazioni, i combattimenti per sopravvivere, la solitudine…lei non sapeva
nulla di queste!
Rammentò il
discorso che si erano fatti mesi prima. Lei diceva di essere
sola, ma non sapeva il vero significato di quella parola. Le mancava
solo uno stupido compagno a scaldarle il letto e a farle compagnia. Non capiva
il dolore di non avere nessuno al mondo, nessuno accanto, nessuno che lo capisse…
Vegeta sentì
di odiarla.
Era un nuovo
tipo di odio, diverso da quelli che aveva provato in precedenza e che ancora
sentiva. Aveva odiato solo poche persone nella sua esistenza: suo padre,
Freezer e Kakaroth. E adesso Bulma.
Odiava suo
padre per non aver affrontato con coraggio la tirannia di Freezer e per aver
venduto il suo stesso figlio in cambio di protezione. Buffo che proprio il ‘protettore’ era stato l’artefice dello sterminio dei
saiyan.
Odiava
Freezer per averlo fatto vivere all’inferno per tutta la sua infanzia, adolescenza
e parte di vita di uomo.
Odiava
Kakaroth per avergli rubato il suo sogno più grande: diventare il super saiyan
della leggenda e distruggere il suo ‘padrone’ con le sue stesse mani.
E odiava
Bulma perché aveva tutto ciò che lui non avrebbe mai potuto ottenere: la
perfezione.
Continua…
Capitolo un
po’ triste, lo ammetto. Il caro Vegeta ripensa al suo
passato e soffre notando quanto quello di Bulma sia stato invece meraviglioso.
Mi auguro
comunque che vi sia piaciuto!
Inizia con il
sogno che Vegeta aveva fatto quando nella versione
ufficiale si era ferito con l’esplosione della stanza gravitazionale…spero si
sia capito!
E per quanto
riguarda i ricordi di Vegeta…beh, ho inventato qualcosina!
Non so se veramente suo padre l’abbia venduto a Freezer, ma accettate questa
mia interpretazione!!
Grazie per le
bellissime recensioni di: Frozen_WhiteFox(felice
di appassionarti!! Così però mi fai arrossire… *///*),
Bulma93, mela, ainat
e Simply91 (come vedete non è la stanza dello spirito e del tempo…non potevo
certo farli restare chiusi un anno! Altrimenti, per quel che mi riguarda, gli
avrei fatto fare Trunks e Bulma sarebbe uscita incinta di Bra!!...a parte gli scherzi, sarebbe stato davvero difficile
far coincidere la nascita di Trunks perché sarebbe nato un anno prima! Spero
comunque che anche questa alternativa di stanza del Supremo vi piaccia!), migena(so che i capitoli sono piuttosto corti ma mi serve per creare i giusti tempi nella storia! Sorry! Però mi faccio perdonare aggiornando spesso, no?)elaurakovac!!!
“Vegeta…ecco…io…”
provò a dire Bulma notando l’espressione del saiyan. Non l’aveva mai guardata
così prima. Pareva furioso.
Parecchie
volte, se non sempre, sembrava arrabbiato, ma in un modo diverso. Bulma sentiva
di avere la pelle d’oca. Il principe sembrava quasi sul punto di picchiarla. E
lei non avrebbe avuto scampo.
Ma perché era
così? Ok, chiedere alle sfere del drago di portarle
il ragazzo perfetto poteva essere un desiderio stupido…ma da qui ad infuriarsi?!
“Che ti
prende?” chiese dopo un po’ sentendosi a disagio e desiderando di calmarlo.
Vegeta teneva
lo sguardo fisso su di lei: dannata ragazzina. Bella, intelligente e
intrigante…e con una vita perfetta. Sentiva dolergli le mani dalla voglia di
tirarle uno schiaffo. Ma si trattenne. Era pur sempre un principe, non poteva
abbassarsi a colpire una debole donna terrestre. Anche se la odiava.
“Niente”
mentì dopo un po’ distogliendo lo sguardo.
Restarono in
silenzio. Bulma non era molto convinta della risposta di Vegeta
ma non disse nulla. Meglio lasciarlo in pace.
“Dici che
questi vasi mostrano solo il passato?” chiese lei cambiando discorso. Non era
mai stata tanto a disagio con lui. Il saiyan non la degnò di uno sguardo.
Preso un
profondo respiro, Bulma andò ad aprirne un altro. Era curiosa e, comunque,
quello sembrava l’unico modo di passare il tempo. Sempre meglio rivivere il
passato piuttosto che restare in silenzio con un Vegeta
così terrorizzante.
Bulma si trovava in centro con Trunks.
Mancavano ormai pochi giorni alla festa di Natale e i due erano andati a fare
shopping alla ricerca degli ultimi ritocchi e dell’albero natalizio.
Scaltramente, la terrestre aveva
richiesto la presenza del suo giovane ospite. Yamcha era riuscito a scamparla a
causa di improvvisi, quanto sospetti, allenamenti con
la squadra di baseball e la giovane dai capelli azzurri non sarebbe stata
assolutamente in grado di portarsi un albero gigantesco fino a casa da sola.
Trunks non era riuscito a rifiutarsi.
Era un ragazzo così dolce e disponibile…Bulma gli voleva già molto bene, come
se lo conoscesse da una vita.
Si fermarono in un ristorante a
mangiare qualcosa. Lo stomaco per metà saiyan del ragazzo aveva iniziato a
reclamare cibo e, ridendo, Bulma aveva acconsentito ad una piccola pausa.
Trunks era arrossito ma la fame era tale che non era
riuscito a trattenersi.
“Come vanno gli allenamenti?” chiese
lei dopo che ebbero ordinato. “Bene. La camera gravitazionale è un ottimo luogo
di allenamento, grazie ancora per averla costruita!” rispose il ragazzo mentre, per quietare leggermente il suo appetito,
stava mangiando tutti i grissini. Bulma sorrise. “E con Vegeta? Come va?”
chiese lei.
Trunks la guardò incuriosito. Poi
rispose “Come sempre. Non mi degna di uno sguardo, ma del resto non mi aspettavo
molto di più”
“In che senso, scusa? L’hai conosciuto
anche nel tuo futuro?” domandò Bulma. Il ragazzo si morse un labbro.
“Diciamo che lo conosco di fama. Le
persone rimaste in vita nel mio tempo mi hanno parlato di un po’ tutti i
guerrieri e quindi anche di Vegeta” disse Trunks.
“Ahh…capisco.
Comunque Vegeta non dovrebbe comportarsi così male con te. E’ ospite anche lui
eppure non dimostra neanche un po’ di gratitudine. E solo uno screanzato” disse
Bulma sorseggiando la sua acqua.
Trunks ci pensò un momento, poi le
rispose. “Non importa. E ad ogni modo credo di capirlo…Sai, ho sentito molte
cose su di lui…una persona me ne ha raccontate molte, percui
lo conosco abbastanza”
“E chi è stato, scusa?” chiese
ovviamente Bulma. Trunks abbassò lo sguardo “Non posso dirtelo, scusa.
Rischierei di modificare il futuro più di quanto non abbia
già fatto”
La ragazza dai capelli azzurri restò un momento sconfortata, ma poi si riprese.
“Come vuoi. Però mi piacerebbe davvero
sapere chi ti ha parlato di Vegeta…e vorrei anche sapere cosa ti ha detto!
Vegeta è sempre così riservato…chissà se un giorno si confiderà con qualcuno!”
disse lei.
Per sua sfortuna non vide lo sguardo
che Trunks le rivolse, altrimenti avrebbe potuto intuire che sarebbe stata
proprio lei l’unica ad entrare nel suo cuore.
“E’ successo
solo pochi giorni fa! Pensavo che avremmo visto solo il passato
ma questo è più il presente!” disse Bulma quando le immagini
terminarono.
Vegeta era
immobile. Pensava alle parole di Trunks.
Chi poteva
avergli parlato di lui? Il saiyan non era mai stato molto loquace con nessuno,
non esprimeva mai i suoi sentimenti né rivangava il passato. Era per lui troppo
doloroso.
Come poteva
quindi quel ragazzino sapere delle cose su di lui? A meno che non avesse mentito giusto per zittire la donna…si, forse era
così. Vegeta non si era mai confidato con nessuno…e non lo avrebbe neanche mai
fatto. Sicuramente.
“Vegeta,
guarda!” gridò Bulma vedendo comparire altre immagini.
Bulma guardò nuovamente l’orologio.
Goku era in terribile ritardo. Lei lo conosceva da una vita e sapeva che la
puntualità non faceva parte delle sue innumerevoli buone qualità. Ma per
qualche ragione sperava che in quell’occasione
sarebbe stato diverso…
Chissà, forse perché poteva essere una
delle ultime occasioni di riunire il gruppo prima
della sfida contro i cyborg…forse perché sperava che dopo essere stato lontano
un anno sarebbe accorso per passare del tempo con loro…o forse lo desiderava
solamente. Anche perché sapeva che se ci fosse stato
Goku, Vegeta avrebbe potuto fare un salto alla festa.
Accidenti, perché non faceva che
pensare a lui?
Era sola in terrazzo ad attendere
l’arrivo di Goku. O almeno quello di Vegeta.
Si sporse leggermente e guardò al
piano inferiore, notando che le luci della camera gravitazionale erano ancora
accese. Vegeta si stava sicuramente allenando. La ragazza si ritrovò a sperare
che non si ferisse. “Uff…sono una stupida…” borbottò
lei. Preoccuparsi per quel saiyan che la odiava! Era o no stupidità allo stato
puro quella?!
“Eccoti qui piccola! Perché dici di
essere una stupida? Eppure sei così intelligente…” la adulò Yamcha
raggiungendola. Come sempre non aveva capito nulla.
“Era per altri motivi…lascia stare”
decise di far cadere lì il discorso. Non poteva dire al suo ragazzo che stava
pensando ad un altro, soprattutto se si trattava di Vegeta. Bulma aveva intuito
da parecchio tempo come il suo ragazzo si sentisse minacciato dalla presenza di
Vegeta…era particolarmente geloso di lui. E ne era contenta.
Rimasero in silenzio per qualche
istante, poi Yamcha prese la parola.
“Bulma…ci ho pensato molto…” cominciò
cercando l’attenzione di lei. Bulma lo guardò.
“Ecco…” continuò arrossendo a vista
d’occhio lui “Io…credo che noi-“
“Goku!!”
gridò lei interrompendo il discorso di Yamcha. “Eh?” chiese lui girandosi. Il
saiyan era appena arrivato con il teletrasporto al centro del salotto. Bulma
corse all’interno lasciando solo il suo ragazzo che, con un sospiro, la seguì.
La ragazza si impegnò con Chichi a
sgridare Goku e restarono entrambe di stucco quando il
saiyan ricomparve improvvisamente.
“Che modi!” sbottò Bulma. Yamcha le si avvicinò. La prese per mano e la riportò in terrazzo.
Voleva finire il discorso.
“Che ti prende Yamcha?” chiese lei,
confusa. Nella sua testa stava pensando se Goku magari si fosse teletrasportato
da Vegeta. Era eccitata all’idea che il saiyan riuscisse
a far partecipare il principe alla festa.
Non si accorse nemmeno che Yamcha
aveva infilato una mano in tasca e aveva tirato fuori una scatoletta blu scuro.
“Mi vuoi sposare?” chiese Yamcha di
punto in bianco e tutto d’un fiato. Bulma sbattè le palpebre più volte. Fissò
gli occhi su quelli scuri del ragazzo, poi li abbassò sull’anello di diamanti
che lui le stava mostrando.
“Allora? Cosa ne dici?” chiese lui
accarezzandole una guancia.
Bulma non rispose. Che fare?
“I-io…ecco…”
iniziò titubante. “Pensaci se vuoi. Ma sappi che aspetto una
tua risposta…” continuò Yamcha.
Rimasero in silenzio a fissarsi mentre l’aria fredda invernale li faceva
rabbrividire.
Bulma stava quasi per dare una
risposta a Yamcha quando improvvisamente comparì
Piccolo. Senza una parola andò diretto verso la donna dai capelli azzurri, se
la caricò su una spalla e spiccò il volo.
Bulma si
attorcigliò nervosamente una ciocca di capelli tra le dita. Era nuovamente in
imbarazzo. Accidenti a lei e alla sua curiosità!
L’ultimo
episodio non era certo adatto per essere condiviso con Vegeta…che vergogna! Chissà cosa doveva pensare! …un momento: perché le
importava tanto?
Vegeta non
sembrò prestarle attenzione. Aveva seguito interessato l’ultimo ricordo e non
riusciva a dare un nome alle sensazioni che stava provando: indifferenza,
fastidio, incredulità, rabbia?
Lei non aveva
avuto il tempo di rispondere al terrestre ma
probabilmente avrebbe detto di sì. E i due si sarebbero sposati.
Per qualche
strano motivo non riusciva a vederli assieme: c’era troppa incompatibilità di
caratteri. Lei era arguta, impertinente e dominatrice. Lui era un mollusco. Non
sarebbero durati.
Però stavano
insieme da tanto tempo…cosa li teneva insieme? Forse era per motivi sessuali…anche se dubitava che il terrestre sapesse come
comportarsi a letto con una donna. Probabilmente…anzi no, sicuramente era
sempre lei a mantenere il controllo del rapporto. Che perdente…Vegeta si ritrovò a sorridere tra sé…quel terrestre di nome Yamcha non
era nemmeno in grado di prendere le redini in camera da letto. Come poteva
essere lei soddisfatta con un tipo simile?
Senza
accorgersene il saiyan si trovò a fissarla intensamente e la vide deglutire. La
metteva in soggezione. Ahh…che bella sensazione!
Lei era una
vera belva, doveva ammetterlo. Yamcha non sarebbe mai stato in grado di
ammansirla. Ma lei non doveva esserlo. Era nata per essere libera, proprio come
lui.
Doveva essere
infuocata a letto…esattamente come lui. Il terrestre voleva spegnere il suo
fuoco.
Al contrario
Vegeta si accorse di quanto invece gli sarebbe piaciuto alimentarlo.
Continua…
I sentimenti
di Vegeta cambiano! Nel capitolo precedente la odiava, adesso vuole portarsela
a letto! >.<
Forse come
cambiamento è troppo repentino…ma in fondo nemmeno Vegeta vuole che Bulma sposi
Yamcha. E la prima cosa che gli capita agli occhi è la loro incompatibilità
sessuale.
Credo che
siate d’accordo con me sul fatto che inizialmente la relazione di Bulma e
Vegeta sia stata soprattutto sessuale, almeno dalla parte di lui. E il nostro
Vegeta vuole portarsela già a letto e farle lasciare Yamcha! Questo non
significhi che non la odi più, anzi, ma è pur sempre un passo avanti, no?
Grazie come
sempre per le recensioni di: ainat, ecstasyandwine, AshleyRiddle(mi
diverto anch’io a descrivere Vegeta e Bulma, lo ammetto!!
^^), Ely 91, Topy, migena e Stelly88!!!!
“L’hai visto
anche tu…sei il solo che lo sa” disse Bulma riferendosi alla proposta di
matrimonio di Yamcha. Sorrise leggermente intristita: tra tutte le persone a cui farlo sapere, proprio Vegeta doveva essere il primo?
Si sentiva a
disagio. E non sapeva neppure perché. Lei e Vegeta vivevano insieme, ma tra
loro c’era solo odio. Nulla più.
E dunque
perché sentirsi imbarazzati di fargli sapere che forse si sarebbe sposata con
il suo ragazzo? Perché la intimidiva dirglielo? Perché si sentiva quasi in
colpa?
Non avrebbe
dovuto. Scosse forte la testa: no, non doveva vergognarsi.
Lo guardò a
testa alta, aspettando un suo commento. E si trovò a fissare i suoi occhi
scuri.
Lei non se
n’era accorta ma da qualche minuto ormai il saiyan la
stava osservando dalla testa ai piedi. Sembrava come se la
stesse studiando in ogni suo particolare. Bulma non era abituata ad una
pressione tale.
Deglutì
nervosamente e gli domandò con voce alterata perché la stesse guardando. Lui
non le rispose.
Accidenti
quanto lo odiava quando non le prestava attenzione!
“Vegeta!
Smettila di fissarmi così, capito?!” disse lei
incrociando le braccia al petto e girandosi con il volto. Era tesissima!
I saiyan
sorrise leggermente ma non smise di guardarla. Quella donna sapeva essere irritante ma era bella da togliere il fiato. Tra le lenzuola
doveva essere incontenibile. Era a secco davvero da molto tempo…non ricordava
nemmeno più l’ultima volta che era stato con una donna. E averla così vicina
aveva risvegliato i suoi più bassi istinti. La voleva. Era un sentimento
improvviso e inaspettato per lui. Chissà, forse la desiderava solo giusto per
fare un dispetto al terrestre che la voleva in moglie…
Questo
pensiero lo disgustò. Non era caduto così in basso da fare una cosa solo per il
gusto di ferire una mezza calzetta terrestre. Non era da lui. Distolse quindi
lo sguardo da lei.
Avrebbe
potuto averla in qualsiasi momento, di quello era consapevole. La donna era
decisamente debole, non si sarebbe mai potuta opporre.
E quella stanza sembrava il posto adatto per farla sua, senza nessuno attorno che potesse interromperli. Anche se non ne
era così sicuro; per quello che sapeva lui Kakaroth poteva essere rimasto tutto
il tempo ad osservarli…e se avesse fatto una mossa sulla donna dai capelli
azzurri lui sarebbe intervenuto in sua difesa e per Vegeta non ci sarebbe stato
scampo. Meglio trattenersi.
Aveva ancora
due anni e mezzo da vivere alla Capsule Corporation,
ci sarebbero state occasioni. Per il momento era ancora troppo presto.
“Donna, apri
anche il prossimo vaso” le ordinò Vegeta. Doveva distogliere i suoi pensieri da
lei. Meglio guardare altre immagini.
Bulma lo
guardò leggermente delusa: sperava di parlare un po’ con lui riguardo alla
proposta di Yamcha. Non che fossero amici o altro, anzi, fosse stato per lei
probabilmente non gli avrebbe detto nulla…ma le
sarebbe stato utile parlare con qualcuno.
Alzò le
spalle e decise di fare come diceva Vegeta. Chissà, probabilmente il saiyan non
aveva nemmeno mai avuto una relazione seria con una donna. Lui non le sarebbe
stato comunque di aiuto. Poco male.
Era il mese di ottobre. Le foglie
gialle cadevano leggiadre dagli alberi accumulandosi nel giardino della Capsule Corporation. Nonostante il freddo la signora
Brief, avvolta inun
giaccone rosa confetto all’ultima moda, armeggiava tra le sue piante nella
piccola serra fuori casa.
“Bulma! Tesoro!” urlò la donna bionda
salutando la figura alla finestra del salotto. La ragazza dai capelli azzurri
agitò piano la mano e rispose al sorriso. Poi si girò e andò a riaccomodarsi
sul divano.
Appoggiò una mano al bracciolo e, con
l’altra appoggiata al ventre gonfio, si sedette a fatica. Poi sospirò. Quella
gravidanza la stava uccidendo.
Prese svogliatamente il telecomando e
iniziò a fare zapping alla ricerca di qualsiasi cosa che la distraesse.
Senza successo. Lanciò poi il piccolo aggeggio contro la TV e buttò la testa indietro.
“Mancano tre mesi
compreso questo al parto…e poi ce ne sono solo sei prima dell’arrivo dei
cyborg…” disse ad alta voce accarezzandosi il ventre. Era triste. Il suo
bambino rischiava di nascere e morire poco dopo. Ma non aveva rimpianti in
quello che aveva fatto. Nonostante tutto quello che potesse
affermare il padre del piccolo, lei era contenta di averlo concepito. Si era
innamorata follemente e quella vita dentro di lei era prova del loro amor. Il
bambino era speciale…nelle sue vene scorreva per metà il sangue dell’uomo che
avrebbe amato per tutta la sua esistenza, e anche per questo motivo la donna
aveva deciso di tenerlo.
“Ahhh…chissà
cosa fa adesso il tuo papà, piccolo!” disse Bulma rivolta alla sua pancia.
“Probabilmente si sta allenando…manca meno di un anno all’arrivo dei cyborg!”
continuò.
Le piaceva parlare con il bambino.
Sentiva quasi di avere già un legame con lui. Già…un lui. Era stato proprio il
suo uomo ad assicurarle che fosse un maschietto. Il ginecologo aveva solo
confermato il tutto.
Presto Bulma Brief sarebbe diventata
mamma.
Era terrorizzata quanto eccitata
all’idea. Da anni ormai, da quando aveva conosciuto Gohan, desiderava avere un
bambino. Si sentiva quasi indietro a Goku e Chichi. Loro erano più giovani di
lei, eppure erano già genitori. E Gohan era così squisitamente dolce ed educato che chiunque avrebbe desiderato diventare la sua
mamma. Bulma sperava solo che il suo piccolo sarebbe stato perfetto quanto il
piccolo Son.
“Che fame!” sbottò all’improvviso
Bulma. “Accidenti a te però, mi fai mangiare come un bue!” disse rivolta al suo
bambino.
Si recò in cucina e iniziò a rovistare
in frigorifero. “Sto diventando come Vegeta!” gridò maledicendo silenziosamente
il suo compagno.
Impegnata a rimpinzarsi, sentì solo al
secondo colpo la voce di sua mamma che la chiamava.
Bulma prese un pacchetto di patatine e scese all’entrata dalla signora Brief.
“Eccoti tesoro! E’ arrivato Yamcha!”
le disse la donna bionda. Bulma si infilò il cappotto ed andò ad accogliere il
suo amico.
“Sei sempre più bella lo sai?” le disse lui galantemente. Bulma sorrise, non
sentendosi affatto attraente. Yamcha era già carico di pacchi e pezzi di legno
e la ragazza incinta gli indicò di entrare e portare il tutto al secondo piano nella stanza del piccolo.
Yamcha appoggiò il carico e i due si
abbracciarono. Bulma notò che il ragazzo indugiava parecchio nell’avvicinarsi
al suo pancione e gli disse: “Non avere paura! Non ti mangia mica!”
Lui arrossì e si grattò nervosamente
la testa. “Scusa. E’ insolito vederti così!” si scusò. “Ma non ti sei ancora
abituato?! Sono mesi che sono in questo stato, forza!”
gli rispose lei dandogli una pacca sulla spalla.
I due iniziarono poi a scartare i
pacchi e ad assemblare i mobili della stanza del bambino.
Bulma era
senza parole. Ecco una visione del futuro…dell’imminente futuro!
“Oh Kami…” disse dopo un po’ quando
riuscì nuovamente a pensare. Sarebbe rimasta incinta…avrebbe avuto un figlio…era
impossibile!
Fece un
rapido calcolo mentale: sarebbe rimasta incinta il prossimo anno.
Quindi era
destino…lei e Yamcha si sarebbero veramente sposati! E non solo!
Sarebbe
diventata sua moglie…
Non sapeva se
gioire o meno. Quella visione era stata
provvidenziale, ora conosceva a grandi linee il suo futuro…allora perché non
era soddisfatta? Perché le sembrava strano che avrebbe acconsentito a sposare
il suo ragazzo?
Guardò in
panico Vegeta che non aveva mosso un muscolo per tutta la durata delle
immagini. Lui, sentendosi osservato, la guardò e notando la sua espressione le
chiese malamente che cosa avesse.
“Ma…non sei
sconvolto anche tu?!” gli chiese lei indicando l’acqua
con un dito. Il saiyan la guardò come se fosse impazzita. “Cosa diamine vuoi
che mi interessi se avrai un figlio?! Non sono affari
miei!”
“Però…”
continuò Bulma. “Però un cavolo! Non mi importa se avrai un figlio o altro!”
disse lui alzando il tono di voce, poi lo abbassò e le disse con una smorfia
“Non sei felice? A quanto pare il mollusco con cui stai è il tuo ‘ragazzo ideale’” disse ironicamente. “Dovresti essere contenta, non
hai nemmeno dovuto esprimere il desiderio con le sfere del drago!”
Bulma si
morsicò il labbro inferiore. Che insensibile.
A lui non importava nulla di lei. Aveva appena scoperto una novità incredibile
e a lui non era assolutamente interessato. Come poteva non importargli?
Dopotutto sperava fossero amici, o qualcosa di simile! Possibile che in quei
mesi non fosse riuscita a conquistarsi un piccolo posticino nel suo cuore?
Forse aveva ragione Yamcha nel dire che Vegeta non ce l’aveva.
Altre
immagini iniziarono a comparire nell’urna e Bulma abbassò lo sguardo, curiosa
di scoprire nuovi fatti del futuro.
Cinque minuti. Il bambino era rimasto
tranquillo per soli cinque minuti. Piccolo lasso di tempo non riempito da
strepiti e pianti. Troppo poco tempo! Bulma buttò la testa contro il tavolo e,
svogliatamente, tornò in sala dove si trovava il box del suo piccolo.
“Mi farai diventare matta!” gli urlò
prendendolo in braccio. Il bambino non accennò a calmarsi. “Dannazione!
Piantala di piangere!” gridò lei. Ma non ottenne nulla.
Iniziò a camminare avanti e indietro,
a cullarlo, se lo posò su una spalla e gli accarezzò lievemente la schiena.
Nulla.
“Tesoro” arrivò in suo soccorso la
madre. “Forse ha fame!” le disse con il solito sorriso. “Mamma ha mangiato solo
mezzora fa!” rispose Bulma al limite della sopportazione. “I bambini della sua
età mangiano molto…” continuò la signora Brief andando ad accarezzare la testa
del suo nipotino. “E lui in particolar modo!” concluse Bulma sbuffando.
“E va bene…lo allatterò ancora…accidenti,
ha solo un mese e già non lo sopporto più!” disse la ragazza dai capelli
azzurri e si incamminò nella sua stanza.
Si accomodò quindi sulla sedia a
dondolo che aveva comprato ancora durante la gravidanza e, aperta la camicetta,
offrì un seno al piccolo che iniziò a banchettare allegramente.
Bulma sorrise. Il suo bambino sapeva
essere odioso e scocciatore, ma quando era in silenzio era meraviglioso. “Oh
tesoro..” cominciò la ragazza
“Sei proprio bello lo sai? Proprio come il tuo papà! E diventerai forte come
lui, vero?”
Il suo piccolo assomigliava tantissimo
al padre. Se non fosse stato per il colore di capelli e di occhi, sarebbero
stati praticamente uguali.
Bulma continuò a cullare li bambino e ad allattarlo finchè
non sentì la porta della camera scricchiolare leggermente. Alzò lo sguardo e si
trovò davanti Vegeta. Chissà da quanto era lì…
“Vegeta!” urlò lei cercando di
coprirsi il seno. Avevano litigato furiosamente solo il
giorno prima, non poteva mostrargli le sue grazie. “Che diavolo ci fai
qui?!” continuò alzandosi e dandogli le spalle.
“Domani parto” disse lui dopo un
attimo. Lo disse velocemente e a voce bassa, e a Bulma fece lo stesso effetto
di uno schiaffo. Ma doveva essere forte. “Dove…dove andrai?” chiese lei con il
cuore sanguinante.
“Nello spazio. Tornerò
quando arriveranno i cyborg” rispose lui incrociando le braccia al
petto. Bulma annuì lentamente. Si chiese automaticamente se
se ne stesse andando per colpa sua, per colpa del bambino, o altro.
“Devo diventare un super saiyan” disse
ancora Vegeta stringendo gli occhi. Non era ancora riuscito a raggiungere
l’agognato livello. Sulla Terra doveva sempre trattenersi…con la sua potenza
rischiava di far esplodere il pianeta e più volte aveva quasi distrutto la Capsule
Corporation. Doveva andare nello spazio, e tornare ad
allenarsi come faceva un tempo, liberando tutta la sua energia.
“Capisco…” disse Bulma non guardandolo
in faccia. “Vuoi…vuoi che ricontrolli la navicella?” chiese ancora. “L’ha già
fatto tuo padre” rispose Vegeta.
Non c’era nient’altro da dire. Il
saiyan la lasciò sola nella stanza e tornò nella GR. Bulma si andò a sedere sul
letto. Una piccola e calda lacrima scivolò sulle sue guance ed andò a cadere
sul volto addormentato del bambino che teneva in braccio.
Continua…
Ecco
terminato anche il capitolo sul futuro, mi auguro vi sia piaciuto!!
Grazie come
ogni volta per aver letto il capitolo e in particolar modo a chi ha recensito!!Ely 91, Mela, migena,
laurakovac, ainat, chibichu: GRAZIE!!!
Restarono
entrambi in silenzio. L’ultima scena era stata piuttosto toccante. Lei, con in braccio un minuscolo bambino pestifero ma bellissimo
colta nell’atto più dolce che una donna possa compiere; lui, imperturbabile e
freddo come sempre, ma desideroso di darle una spiegazione per la sua
improvvisa ed inevitabile partenza.
I Bulma e
Vegeta della visione sembravano decisamente più maturi degli attuali…sul volto
di entrambi si era intravista un’ombra nuova, fatta di sofferenza e di
esperienze nuove e sicuramente importanti.
“Wow…” disse
dopo un po’ la ragazza ritrovando la forza per parlare. Un moto di tristezza la
pervase. La Bulma
del futuro le era parsa così sofferente…la lacrima che le aveva percorso il
viso era carica di tristezza.
Lei stessa
aveva sentito la solitudine attanagliarle il cuore. Ma perché la donna che
aveva visto aveva reagito in quella maniera alla partenza di Vegeta? Lui era
solo un ospite…logicamente se ne sarebbe andato prima o poi. E quella lacrima
versata…possibile che nutrisse dei particolari sentimenti nei confronti del
saiyan?
Ci pensò un
momento, poi giunse ad una conclusione. I due avevano convissuto sotto lo
stesso tetto per due anni e mezzo…era logico che si fosse creato una specie di
legame. Lei era tipo da affezionarsi alle persone, era questa la causa della
lacrima versata. Sicuramente.
Le sembrava
anche strano che Vegeta sarebbe rimasto da lei per tutto quel tempo. Da quel
che aveva capito molto presto sarebbe diventata la moglie di Yamcha…possibile
che avrebbe fatto restare il principe con loro?
Ma
effettivamente la Capsule
Corporation era molto spaziosa e Vegeta si faceva vedere solo
in rare occasioni. Quindi non avrebbe certo disturbato gli sposini. Anche
perché lui sembrava quasi allergico alle smancerie da innamorati…sarebbe
rimasto decisamente alla larga da loro!
Dal canto suo
Vegeta pensava a ben altro. Non sarebbe diventato super saiyan nemmeno dopo due
anni e mezzo di allenamento?! Era impossibile!
Dannazione! Quindi il suo desiderio di potenza non sarebbe stato esaudito per
ancora molto, molto tempo.
Strinse forte
i pugni dalla rabbia. Forse l’allenamento nella GR non era il metodo
giusto…forse sarebbe stato meglio per lui partire subito per lo spazio ed
allenarsi a modo suo.
Si…non
c’erano alternative. Guardò Bulma che nel frattempo aveva iniziato a mangiarsi
le unghie: vedersi con un bambino tra le braccia probabilmente l’aveva
sconvolta. Debole donna terrestre…
Un figlio. Un
piccolo moccioso con gli occhi azzurri come i suoi. E tremendamente
rompiscatole come lei. Quasi, quasi si dispiacque leggermente per
Yamcha…sarebbe andato incontro ad un futuro terribile! Se quel bambino era
uguale alla madre, meglio non farlo nascere affatto!
Ma doveva
ammettere che la scena dell’allattamento era stata
piuttosto bella…
“Ne…ne
apriamo un altro?” chiese Bulma cercando di spezzare in qualche modo
l’imbarazzante silenzio in cui erano caduti. Vegeta annuì.
La donna
allora cercò di svitare il tappo del seguente vaso ma senza successo. Il saiyan
inarcò le sopracciglia e le rinfacciò sgarbatamente di essere una mammoletta. Bulma gli sbraitò allora di provare con le sue
stesse mani e il saiyan acconsentì: non rinunciava mai ad una sfida.
Provò e riprovò ma il vaso sembrava sigillato con un materiale a
prova di saiyan. Bulma rise di gusto ma smise subito
non appena il principe minacciò di ucciderla.
Le rimase ad
ogni modo sul volto l’ombra di un evanescente sorriso.
“Visto che
non possiamo più aprire i vasi, che facciamo?” chiese lei abbracciandosi le
ginocchia.
“Non mi
interessa cosa fai tu. Io torno a meditare” annunciò il saiyan alzandosi. “Ma…”
provò a bloccarlo lei ma fu zittita da un suo gesto.
“Ricorda la tua promessa donna: io ho aperto quei vasi con te, in cambio tu starai zitta e buona per il resto del tempo”
Bulma sbuffò mentre lo vedeva allontanarsi con il sorriso sulle
labbra Dannato! Quanto era odioso! Non poteva nemmeno lamentarsi con lui!
Poco male.
Tanto non le avrebbe dato retta. Abbassò il volto sulle ginocchia e riprese a
pensare al suo futuro…quando sarebbe uscita da quella dannata stanza avrebbe
dovuto parlare a Yamcha ed acconsentire alle nozze. C’era molto a cui pensare…a tutto il suo futuro.
“Goku? Quanto
manca?” chiese Trunks al saiyan al suo fianco. Piccolo si trovava poco distante
appoggiato al muro con gli occhi chiusi. I tre guerrieri erano in piedi di
fronte alla stanza in cui avevano rinchiuso Vegeta e Bulma e aspettavano per
aprire ai due.
Il saiyan
guardò la clessidra a fianco della serratura: mancavano pochi minuti. Chissà
come era andata fra i due…vedere passato, presente e
futuro poteva aver contribuito ad avvicinarli? Goku lo sperava. Trunks meritava
di vivere. Era un ragazzo straordinario.
Arrivò anche Popo che si affiancò ai guerrieri: come custode del palazzo
era suo compito aprire le stanze.
“E’ ora”
disse il servitore dalla pelle scura afferrando la maniglia. Trunks deglutì, Goku sorrise e Piccolo aprì gli occhi senza muoversi dalla
sua posizione.
Popo aprì lentamente la porta ed una forte luce colpì i guerrieri in volto. Era il momento
della verità.
Bulma si
accorse immediatamente che la porta era stata aperta. Scattò in piedi ed urlò
il nome di Vegeta. Il saiyan borbottò qualche parolaccia ma
perdonò la donna per averlo disturbato poiché comprese che fosse per un motivo
più che lecito. Planò velocemente da dove stava fluttuando in aria e prese con
decisione la direzione della porta senza nemmeno aspettare Bulma che gli corse
immediatamente dietro.
Con le
braccia conserte e lo sguardo gelido Vegeta uscì dalla stanza e si scagliò
immediatamente contro Goku tirandogli un pugno e buttandolo a terra. Il saiyan,
sorpreso, non riuscì ad evitare il colpo.
“Goku!”
strillò Bulma affiancandosi al principe. Se Vegeta preferiva agire con la
forza, Bulma si sfogava urlando. Al povero Goku non restò che subire la loro
ira.
“Cosa cavolo
ti è saltato in mente?! Rinchiudermi per un sacco di
tempo in una stanza con questo bruto!” gridò Bulma sovrastando il suo amico. “E
tu…” si rivolse a Piccolo “trattare così una signora! Screanzato!”
Avrebbe
urlato per molto, molto tempo ancora se non fosse stata distratta da Vegeta
che, senza una parola, si incamminò lontano deciso a tornarsene a casa.
Era l’alba
ormai. Il sole era una pallina rossa in cielo e gli uccellini avevano appena cominciato
a cantare. Era l’ora in cui il saiyan solitamente iniziava l’allenamento.
“Vegeta!”
gridò lei chiedendogli poi dove stesse andando. Lui non le rispose e spiccò
rapidamente in volo.
Bulma si posò
minacciosamente le mani sui fianchi e lo guardò andarsene. Che razza di
persona…non le aveva fatto un minimo di compagnia quella notte!
Trunks si
avvicinò a sua madre cautamente. Da come si comportavano probabilmente non era
cambiato nulla tra i due. Sospirò tristemente.
“Come è
andata questa notte?” chiese Goku improvvisamente avvicinandosi alla sua amica
con una mano posata sulla guancia gonfia a causa del pugno di Vegeta. “Che
stanza insolita! C’erano delle strane urne e abbiamo visto il passato, il
presente e il futuro!” disse lei.
Poi si bloccò
un momento, pensando. “Ora che ci penso…” cominciò poi rivolta a Goku “Tu come
facevi a sapere che avrei avuto un bambino? Hai guardato anche tu in quei
vasi?”
Goku fece il
finto tonto. “Non fare quella faccia! Ho visto chiaramente che avrò un bambino!
E tempo fa tu mi dicesti la stessa cosa!” gridò Bulma puntando il suo amico con
un dito.
“Beh…ecco…me
l’ha detto Trunks!” gridò il saiyan indicando il giovane che fece un passo
indietro, impaurito dall’essere stato messo in mezzo.
Bulma sbattè
le palpebre: era logico che il ragazzo lo sapesse, dopo tutto
proveniva dal futuro! “E dimmi, come lo chiamerò? E Yamcha come si comporterà
con lui?” chiese lei.
Trunks sgranò
gli occhi. Cosa centrava Yamcha?
“Non posso
dirti il nome…” rispose così alla prima domanda. Che sua madre pensasse che il
padre del bambino fosse il suo attuale ragazzo? Oh, no…
Goku si
grattò nervosamente la testa e chiese sottovoce a Popo
esattamente cosa facessero vedere i vasi.
“Il vaso del
futuro non rivela mai completamente tutto…” rispose il servitore “Non possiamo
rischiare di svelare troppo del futuro. A Bulma è stato mostrato che avrà un
figlio ma non l’identità del padre…”
“Urca!!” gridò Goku sbattendosi una mano sulla faccia. Che
pasticcio! Bulma ora credeva che si sarebbe sposata con Yamcha! Che guaio!
“Che ti
prende Goku?” chiese lei notando la strana reazione del saiyan. “Nulla nulla!” rispose lui agitando le mani.
Bulma alzò le
spalle e si rivolse a Trunks. “Beh, andiamo a casa anche noi?” chiese “Devo
farmi una bella dormita! Non ho chiuso occhio stanotte!”
Il ragazzo
annuì e la prese in braccio, tristemente. Il futuro era sempre più a rischio.
“Ci si vede!!” gridò lei agitando una mano mentre il mezzo saiyan si
alzò in volo in direzione della Città dell’Ovest.
Alla
Capsule
Corporation, Vegeta stava rovistando tra i cassetti del laboratorio di Bulma
alla ricerca di una determinata capsula. Quella della sua navicella spaziale.
Doveva partire immediatamente ed andare ad allenarsi nello spazio.
Ma accidenti
non riusciva a trovarla!
Sapeva che
era la soluzione ideale. La visione del futuro l’aveva convinto ulteriormente.
Doveva andare altrove, in un posto in cui poteva sfogarsi liberamente. Si
sentiva quasi in trappola in quel pianeta. E anche nella sua stanza
gravitazionale. Troppe volte Trunks si era intromesso, salvandolo. Come nell’occasione
con le sfere di energia. Se non fosse stato per il super saiyan sicuramente la
stanza sarebbe esplosa e lui si sarebbe salvato a fatica. Ma sarebbe stato pur
sempre utile!
Un saiyan si
rinforza ogni volta che recupera le energie dopo essere stato in fin di
vita…chissà, probabilmente sarebbe diventato molto più forte ferendosi
nell’esplosione!
Nell’ennesimo
cassetto che aprì trovò finalmente la capsula che cercava. Stava quasi per
andare in giardino e partire quando Bulma e Trunks arrivarono in laboratorio.
“Vegeta!!
Cosa stai facendo?!” urlò Bulma correndogli incontro.
Il suo laboratorio era disastrato per colpa di quel saiyan. I cassetti erano
rovesciati a terra, i progetti sparsi, la sua cassetta degli attrezzi era
aperta e rivoltata. Sembrava fosse passato un tornado! Accidenti a quel
saiyan…se non fosse stato così dannatamente forte lo avrebbe sicuramente preso
a calci!
“Cercavo
questa” disse lui tranquillamente mostrandole la capsula. Bulma la riconobbe
immediatamente. “E’ la navicella spaziale…” disse infatti
mettendosi una mano davanti alla bocca.
“Cosa vuoi
farci?” chiese lei. “Mi sembra ovvio. Vado nello spazio. Quella visione è stata
provvidenziale…invece di partire fra due anni partirò adesso” disse lui con un
sorriso perfido.
Doveva
andarsene. Sentiva di starsi rammollendo.
“U-un momento…” li interruppe Trunks. Una prospettiva
terribile si affacciava a lui. Se suo padre partiva in
quel momento non sarebbe certo più tornato prima dell’arrivo dei cyborg, sua
mamma si sarebbe sposata sicuramente con Yamcha e lui non sarebbe mai esistito!
“Che vuoi
ragazzino?” gli chiese Vegeta sgarbatamente. “Non puoi andartene!” gridò il
mezzo saiyan.
Vegeta inarcò
un sopracciglio. “E perché, di grazia?” chiese per nulla gentilmente. “Il tuo
destino è in questo pianeta! Almeno per qualche tempo!” cercò di dire Trunks
senza rivelare troppo.
“E sentiamo,
cosa dovrebbe succedere?” chiese Vegeta incrociando le
braccia al petto. “Non posso dirtelo…” rispose il ragazzo a bassa voce. Avrebbe
tanto desiderato urlare ad entrambi che era lui quel bambino che avevano visto
nel futuro, che loro erano i suoi genitori e che sarebbero dovuti stare
insieme! Che Bulma aveva mal interpretato tutto, che non doveva sposare Yamcha ma anzi doveva mollarlo perché non l’avrebbe resa
felice! Che Vegeta doveva restare sulla Terra ad allenarsi e stare accanto a
sua madre e che si sarebbero innamorati! Che era quella la chiave per diventare
super saiyan, ovvero aprire il suo cuore ad un’altra persona!
Ma non
poteva.
“In questo
caso non mi interessa!” disse Vegeta, poi puntò gli occhi su Bulma. Le lanciò
la capsula e le ordinò di controllare che tutto fosse a posto.
Ma la ragazza
non si mosse. “Beh, che aspetti donna?” le chiese lui aggrottando le
sopracciglia. “Non lo farò” disse lei decisa. “Cosa?!”
domandò Vegeta odiando quando veniva contraddetto, soprattutto quando era lei a
farlo.
“Mi hai
sentita. Trunks ha detto che il tuo destino è qui almeno per un po’, e io mi
fido di lui. E hai visto anche tu nel vaso…te ne andrai tra due anni. Ma per
ora resterai qui” concluse lei.
Trunks la
guardò con gratitudine ma ebbe paura che suo padre non
avrebbe acconsentito. Vegeta infatti sembrava furioso:
le sopracciglia aggrottate, i pugni serrati, la mascella rigida e i denti
stretti. Faceva decisamente paura.
“Tu patetica
terrestre…” cominciò il saiyan avvicinandosi. “Minacciami quanto vuoi! Ma non
cambierò idea! Sono la sola che può ripararti la navicella, e sappi che manca
totalmente il carburante! E non pensare nemmeno di chiederlo a mio padre…lui se
la prenderebbe così comoda che il tutto sarebbe pronto lo stesso fra due anni!”
disse Bulma con decisione.
E Vegeta non potè far altro che arrendersi a lei. Con un profondo
ringhio il saiyan le diede le spalle ma prima che potesse andarsene Bulma gli
disse: “Per farmi perdonare ti potenzierò la GR, ok?” Vegeta uscì
dal laboratorio con una mera consolazione.
“Grazie”
disse Trunks con il cuore guardando sua madre ammirato.
Bulma scosse la testa con un radioso sorriso. “Di niente! Spero solo che il
motivo per cui Vegeta deve restare qui per altri due
anni sia così importante…” il ragazzo annuì.
Bulma poi
sbadigliò e annunciò che sarebbe andata a riposare. Trunks la guardò,
sorridendo, e sussurrò: “Non immagini neanche quanto…”
Continua…
Ehhh...il nostro Veggy
è troppo impegnato con i suoi allenamenti per notare Bulma! Ma non sarà sempre
così…prima o poi…
Ma per ora è
troppo presto. L’unico suo pensiero è diventare un super saiyan ed è quasi sul
punto di andarsene nello spazio! W Bulma!![oddio recensisco persino la mia ff!!
Sono malata! Ma ci tengo ad esprimere il mio punto di vista…ulteriormente!]
Mi auguro che
continui a piacervi!!
GRAZIE come
sempre per aver letto e un GRAZIE 1000 a chi ha recensito!!
Adoro trovare i vostri commenti, sempre così belli!!
Mi commuovo sempre!! *.*
Era arrivato
il mese di aprile. Bulma, dopo aver acconsentito a sposarsi con Yamcha, aveva
passato le settimane ad organizzare il matrimonio del secolo.
Trascorreva i
giorni a sfogliare riviste, faceva ricerche in internet, richiedeva il consulto
dei migliori esperti del mondo. Voleva che tutto fosse perfetto.
Trunks la
guardava tristemente entusiasmarsi per una cosa che non sarebbe mai dovuta
succedere. Da una parte adorava vedere sua madre così felice. Durante tutta la
sua vita non gli era mai capitato di ammirarla così sorridente…era sempre stata
troppo occupata a crescerlo in un mondo fatto di guerre e dolore.
Ma non poteva
sposare Yamcha…non poteva e basta.
Più volte le
aveva chiesto se fosse davvero convinta della sua scelta. Usava tutti gli
aggettivi che la Bulma
che lo aveva cresciuto aveva sempre usato nei confronti di Yamcha: immaturo,
donnaiolo, inconcludente e inaffidabile. Ma nulla la scuoteva.
“Grazie per
preoccuparti così per me, Trunks! Ma non ci sono problemi! Vedrai, saremo
felici insieme! Lui metterà la testa a posto dopo il matrimonio, ne sono
sicura!” rispondeva sempre Bulma.
E a suo padre
sembrava non importare nulla di quello che stava succedendo. Come se nulla
fosse trascorreva le giornate ad allenarsi nella camera gravitazionale. E ogni
qual volta Bulma cercava di includerlo in qualche discorso fatto di fiori, fedi
nuziali e vestiti da sposa lui le gridava di fare silenzio e finivano per
litigare.
Non si erano
avvicinati di un millimetro in quei mesi.
Goku non
aveva altre idee. E dopotutto quella della stanza del Supremo si era rivelata
un fallimento.
“Mi dispiace
tanto figliolo” era stato il suo commento fatto a testa bassa. “Ma non ti
preoccupare, i tuoi genitori si innamoreranno presto e tu nascerai” lo aveva
rassicurato. Peccato che Trunks ci credesse sempre meno.
Svogliatamente
passeggiò lungo i corridoi della Capsule Corporation
e, senza neanche accorgersene, finì nella sua futura stanza da letto. Quando
mesi prima era stato accolto in casa aveva volutamente evitato di sistemarsi
nella sua camera; quando sarebbe nato il bambino la sua stanza non poteva certo
essere occupata. Meglio non rischiare di rovinare nulla, aveva pensato.
Con passo
lento si recò al centro della camera e si sedette guardandosi attorno. Era
ancora adibita a stanza degli ospiti. Le pareti erano colorate di rosa pallido
e il letto era posizionato all’angolo opposto di come era abituato lui. I
mobili erano in parte diversi, i tappeti anche. Con un
sospiro Trunks si alzò ed andò a spostare un piccolo comodino, l’unico che
aveva mantenuto la posizione come la ricordava. Il colore del muro era
leggermente sbiadito e il ragazzo andò a posare una mano alla parete,
sospirando.
Questa volta l’aveva fatta davvero
grossa. Sua mamma non lo avrebbe perdonato. Lei era molto affezionata alla casa
e desiderava che nulla fosse rovinato di proposito. Ma come poteva un bambino
di quattro anni starsene con le mani in mano?
Soprattutto uno che aveva appena
imparato a scrivere.
Munito dei suoi pastelli preferiti
aveva preferito allenare la sua scrittura sul muro invece che sulla carta.
Aveva spostato il comodino, sicuro che la mamma non lo avrebbe mai scoperto, e
si era lasciato andare.
Era anche molto soddisfatto della sua
opera. Aveva scritto e riscritto il suo nome, il nome dei suoi genitori, dei
suoi nonni, e di tutti i suoi amici. Aveva fatto anche dei disegni. Era
contentissimo.
Ma quando per pulire un po’ la mamma
aveva spostato il comodino…Lo aveva sgridato. Lo aveva rimproverato per non aver
utilizzato il suo bel quaderno nuovo a quadretti con i dinosauri in copertina e
lui era scoppiato a piangere. Allora la mamma lo aveva stretto forte forte al petto. A lui
dispiaceva.
Era rimasta comunque un po’ arrabbiata ma, poco dopo, gli aveva fatto anche i
complimenti per la sua opera. E Trunks era stato felicissimo.
Con il senno
del poi Trunks si era pentito del suo gesto, ma sua
mamma lo aveva perdonato. Era comunque un bel ricordo di bambino.
Forse, in quell’epoca, nessuno avrebbe imbrattato il muro dietro il
comodino della stanza…
“98…99…100!!” contò Vegeta all’ennesima flessione su un solo dito.
Ansimante e sudato dalla testa ai piedi aveva deciso di terminare l’allenamento
della giornata. Spense la gravità e afferrò un asciugamano dal piccolo
armadietto annesso al marchingegno della camera gravitazionale. Quella Bulma
aveva pensato davvero a tutto.
Decise quindi
di andare in cucina a bere qualcosa e sperò mentalmente che non ci fosse
nessuno. Speranza vana. Sembrava che in quella casa ci fosse sempre qualcuno in
giro.
Sbuffando
leggermente entrò comunque in cucina. Ormai aveva fatto l’abitudine di avere
delle persone attorno. Vide distrattamente una macchia azzurra ai pressi del
tavolo e decise di ignorarla. Ma Bulma non era del suo stesso avviso.
“Vegeta!”
disse infatti con voce molto acuta. Il saiyan fece una
smorfia e tirò fuori dal frigo la bottiglia di acqua
che scolò in pochi secondi.
La ragazza
gli si avvicinò e, con tranquillità, gli mostrò la rivista che stava
sfogliando. “Secondo te questo vestito mi starebbe bene?” gli chiese come se
stesse parlando ad una sua amica e indicandogli la figura rappresentata. Il
saiyan la guardò trucemente. Odiava quei suoi discorsi.
“Ti ho detto
e ti ripeto che non mi importa!” le urlò lui accartocciando la bottiglia vuota
che aveva ancora in mano. “Uffa! Io ho bisogno di un consiglio maschile e mi
sembra che tu sia un maschio! O sbaglio?” chiese infine maliziosa.
Il saiyan la
incenerì con uno sguardo. “Sono un guerriero, non un consulente di moda! E se vuoi
un consiglio maschile chiedilo al moccioso mezzo sangue, non a me!” le disse
ancora lui dandole le spalle e prendendo a salire le scale.
Lei lo seguì.
“Andiamo Vegeta…fammi questo favore! Che ti costa?”
provò lei a convincerlo. Il saiyan accelerò il passo. “Devi solo dirmi sì o no!
Niente altro!” continuò lei. Vegeta entrò nella sua stanza e lei tentò di
andare con lui ma fu bloccata da un suo braccio che la
spintonò fuori. Poi le chiuse la porta in faccia.
Bulma battè forte i pugni contro la porta urlandogli contro, ma
il saiyan, in tutta risposta, chiuse la serratura a chiave.
Sbuffando
scocciata Bulma camminò con passo di elefante verso la sua camera da letto e
passò di fronte a dove si trovava Trunks. Aveva lo sguardo così triste…proprio
come quello che aveva Vegeta a volte, soprattutto quando
osservava le stelle.
“Che ti
succede?” chiese lei sedendosi al suo fianco. Il giovane si accorse solo in
quel momento della presenza di sua madre. “Niente” le mentì girando la testa
altrove. Quanto assomigliava a Vegeta…
Bulma non gli
credeva ma decise di non insistere. Il ragazzo
sembrava così abbattuto…Bulma si trovò a desiderare di stringerlo al petto,
proprio come avrebbe fatto una mamma con il suo bambino.
“Allora…manca
poco al grande giorno…” iniziò lui. Gli faceva male parlare di quel matrimonio
che non sarebbe dovuto avvenire, ma non riusciva a stare da solo con lei senza
parlarle. Gli faceva ancora più male.
Bulma annuì
lentamente. “Già…sembra ancora impossibile” rispose lei. *Non sai a me quanto…* pensò il giovane stringendosi le mani.
“Ma non vedo
l’ora! Ho sempre desiderato sposarmi, lo sai? E ora finalmente il sogno si
avvera!” disse lei sognante.
A Trunks
tornò in mente un ricordo.
Man mano che cresceva diventava sempre
più curioso riguardo a suo padre e alla storia d’amore tra i suoi genitori.
Esitava parecchio a chiedere poiché ogni qual volta
nominava il nome paterno, un’ombra di tristezza e malinconia macchiava lo
sguardo azzurro di sua mamma. Ma lei rispondeva sempre.
“Tu e papà vi siete sposati?” le aveva
chiesto un giorno mentre la osservava lavorare. Lei lo
aveva guardato un momento, poi con un triste sorriso gli aveva risposto.
“No. Il tuo papà non è mai stato molto
sentimentale...anche se fosse rimasto in vita dubito
che ci saremmo sposati. Odiava le cerimonie terrestri…pensa che non voleva nemmeno che ti battezzassi!” aveva cominciato sua
mamma.
“Ma a me non sarebbe importato. Amavo
con tutto il cuore il tuo papà, Trunks. Davvero. Non era importante che fosse
ufficiale al mondo” disse con un dolce sorriso. “Il tuo papà era un uomo
particolare…testardo, irritante e contrario a tutto ciò che non era saiyan.
Tutti i miei amici mi dicevano spesso che non avrei dovuto mettermi con lui e
che mi avrebbe fatta soffrire e mi avrebbe abbandonata. Ma so che non lo avrebbe mai fatto. Non mi serviva un matrimonio…mi bastava
solo che restasse con me. Niente di più…” aveva concluso lei
mentre una dolce lacrima le solcava il volto.
La sua mamma
non aveva bisogno di un matrimonio. A lei bastava restare con Vegeta. Ecco in
cosa era diversa la Bulma
di quella dimensione. Lei aveva visto nel futuro che avrebbe avuto un figlio e
automaticamente aveva pensato di accettare la proposta di matrimonio di Yamcha.
Era più importante sposarsi che altro.
Probabilmente
questa Bulma non avrebbe mai concepito l’idea di fare un figlio fuori dal matrimonio. Per questo si sposava.
Accidenti…se
solo i suoi genitori riuscissero ad avvicinarsi un po’…se magari si creasse
qualche momento favorevole…qualche attimo romantico…chissà!
Ormai restava
davvero poco tempo. Il mese prossimo Bulma e Yamcha si sarebbero sposati.
Doveva accadere qualcosa, e in fretta.
Trunks si
sentiva in dovere di fare qualcosa e di aiutarli. Non sapeva che spesso, per
sistemare una situazione, basta semplicemente non fare nulla.
Era giunta
l’ora di cena, uno dei momenti favoriti della giornata per Trunks. E il motivo
era semplice: era l’unica occasione che aveva di vedere i suoi genitori
insieme. Suo padre prestava la massima attenzione al suo piatto e sua mamma parlava in continuazione dell’imminente
matrimonio. Ma almeno non litigavano.
Gli unici
scontri verbali avvenivano, puntualmente, quando Vegeta, quasi al termine della
cena e quindi con lo stomaco abbastanza pieno, diceva a Bulma di chiudere la
bocca. Lei rispondeva a tono, ma il tutto terminava lì.
Erano davvero
belli da vedere insieme i suoi genitori. A degli sconosciuti potevano sembrare
incompatibili e totalmente diversi, ma ai suoi occhi erano perfetti. Trunks
iniziava a credere che davvero esistessero le anime gemelle.
Lui e suo
padre terminavano di mangiare sempre dopo gli altri membri della ‘famiglia’. Il
dottor Brief mangiava molto poco e tornava sempre a
rinchiudersi in laboratorio; la signora Brief, invece, correva a nutrire gli
animali al piano inferiore e restava lì ore a giocare con i suoi ‘piccolini’.
Quindi si ritrovavano sempre loro tre.
Almeno una
piccola cosa era cambiata nel tempo.
Mesi prima,
all’inizio della convivenza, il saiyan si dileguava non appena sazio. Adesso restava seduto al suo posto con le braccia
incrociate e lo sguardo fisso avanti a sé a pensare a chissà cosa. Forse Trunks
si sbagliava, ma parecchie volte gli era sembrato che gli occhi di suo padre
restassero puntati sull’unica figura femminile presente nella stanza. Soprattutto
quando questa si chinava a raccogliere posate cadute a terra o si alzava in
punta di piedi per riporre le pentole pulite nei mobili.
Arrossiva
solo al pensiero, ma probabilmente il saiyan aveva cominciato a nutrire
interessi sessuali nei confronti di sua mamma. Ma
almeno provava qualcosa.
Bulma terminò
di programmare i robot delle pulizie in cucina e chiese ai
due guerrieri cosa avessero intenzione di fare. Vegeta le rispose
sgarbatamente “Affari miei” ricevendosi un’occhiataccia dalla ragazza, mentre
Trunks non disse nulla.
Il campanello
suonò. Fu il giovane mezzo saiyan ad alzarsi ed aprire.
Si trovò
davanti Yamcha con un mazzo di fiori in mano. Il ragazzo del futuro trattenne
una smorfia. Quanto desiderava sbattergli la porta in faccia!
Invece lo invitò
ad entrare e lo accompagnò in cucina. Non appena vide il suo ragazzo, Bulma gli
saltò in braccio e gli stampò un grosso bacio sulla guancia. Poi si staccò e
notò il mazzo di fiori che lui le stava porgendo.
“A cosa devo
l’onore?” chiese accettandoli. Ma ci ripensò subito “O cosa devi farti
perdonare?!” domandò sulla difensiva. Tante volte lui
si presentava a casa sua nelle stesse condizioni per chiederle scusa di
qualcosa.
“Nulla
piccola!” disse subito lui con un sorriso riguadagnandosi la sua fiducia.
“Volevo solo portare qualcosa alla mia futura sposa!”
Dopo quella
frase Vegeta scattò in piedi trascinando indietro la sedia che a contatto con
il pavimento emise uno sgradevole suono. “Patetici” fu il suo
unico commento prima di lasciare la stanza con le mani in tasca.
Bulma lo
osservò andarsene e Yamcha fu ben attento a non fare commenti finchè non fu sicuro che il saiyan non potesse sentirlo.
“Ma come si permette!” disse infatti certo di avere
l’appoggio della sua fidanzata.
“Lascia
perdere…lui non apprezza le smancerie, è fatto così!” e il suo fu un semplice
commento fatto con il sorriso di una persona che ormai conosce
a fondo i modi di essere dell’altro.
“Ma non ti fa
infuriare?” chiese Yamcha guardandola mentre lei andava a riporre i fiori in un
vaso d’acqua. “No” rispose semplicemente, inconsciamente adorando il carattere
del suo ospite.
Continua…
Altro giro,
altro capitolo!!
Come sempre
mi auguro che vi sia piaciuto! ^.^
GRAZIE x le recensioni a: Mela, ELVISINA, ladyvegeta,
emyc, chibichu, laurakovac, ainat e migena!!! Grazie a voi è stato superato il 100…ci sono più di 100 recensioni!! Aaaahhhhhhhhhhhhhh!!! Me al settimo cielo!!!!!
Per la prima
volta da quando era finita la tirannia di Freezer su di lui, Vegeta si trovò a
rimpiangerla. Non gli era mai capitato in tutta la sua vita di passare tanto
tempo con il sesso opposto; negli alloggi di Freezer erano tutti perennemente
maschi maniaci del combattimento e degli allenamenti. Non c’era nessuna donna
con sbalzi ormonali dovuti al cosiddetto ‘ciclo’, nessuna che gli domandasse se fosse ferito da qualche parte al termine degli
allenamenti giornalieri, nessuna che gli domandava strillando di accompagnarla
a fare shopping, nessuna che a pranzo gli rinfacciava di non avere un minimo di
decenza e che si lamentava in continuazione di essere grassa e di doversi
mettere a dieta.
Gli toccava
subire tutto ciò da quasi un anno.
E negli
ultimi mesi si era aggiunta una nuova arma di tortura.
Bulma era
presissima dai preparativi del suo matrimonio con il mollusco terrestre. E si
metteva a scocciare lui con un sacco di cose da donnicciole!
A niente serviva dirle che non gli importava nulla. Non serviva neanche più
offenderla! Ogni giorno le sputava addosso tutte le
offese che gli venivano in mente, ma niente! Lei non demordeva!
“Vegetaaa? Cosa ne pensi di questo
per il matrimonio?” era la frase tipica.
Non poteva neanche
più nascondersi nella camera gravitazionale dato che lei aveva posizionato un
proiettore da qualche parte nel marchingegno della gravità e prendeva a
parlargli anche mentre si allenava. Se solo avesse scoperto dove fosse quel
maledetto arnese! Ma rischiava di distruggere anche il congegno della gravità.
Dannata
donna…
Vegeta non
vedeva l’ora che quel periodo terminasse. Ancora non
aveva capito bene il significato di questo loro matrimonio, aveva solo intuito
che ci sarebbe stata una grande cerimonia piena di invitati e tanto cibo. E che
il terrestre si sarebbe trasferito permanentemente alla
Capsule Corporation.
Quella
prospettiva lo disgustava.
Odiava
vederli amoreggiare, odiava quando si baciavano in sua
presenza, odiava sentirli recarsi nella stanza di lei.
E non sapeva
neanche perché.
Aveva notato
che anche Trunks non apprezzava che i due stessero assieme. Il giovane era
sempre più triste e scacciava i pensieri come qualsiasi guerriero saiyan
avrebbe fatto: con l’allenamento. Passava quasi più tempo del principe nella
camera gravitazionale ma riusciva a non ferirsi
profondamente come a lui invece succedeva. Probabilmente era merito dello
stadio di super saiyan.
Per Vegeta
era tremendamente frustrante essere bloccato sulla Terra. Ma per tenerselo buono,
almeno, la donna gli preparava sempre volentieri da mangiare e riparava in
fretta la GR.
Si recò in
cucina per mangiare qualcosa e sentì la porta di ingresso sbattere
violentemente. Un profumo conosciuto riempì l’aria e, senza nemmeno girarsi,
Vegeta comprese che fosse tornata Bulma. Una Bulma molto arrabbiata.
“Quello scemo!!” gridò lei buttando la borsetta a terra e calpestandola
con forza. Il saiyan tornò sui suoi passi giusto per gustarsi lo spettacolo
della donna arrabbiata. Gli piaceva vederla così carica di vita.
La signora
Brief accorse dalla figlia avendo sentito il suo
grido. “Tesoro, che ti succede?” le chiese infatti.
“Vuoi un biscotto?” continuò porgendole un vassoio.
“Mamma!”
gridò al figlia. “Non voglio i tuoi biscotti! Voglio
distruggere Yamcha!!”
“Perché cara?
Che cosa ha fatto?” domandò la bionda che aggiunse “Sei
sicura di non volere un biscotto? Guarda che sono al cioccolato, quelli
che ti piacciono tanto”
Bulma ne
afferrò uno giusto per farla smettere con quella offerta. “Ho deciso! Il
matrimonio è annullato!” disse la ragazza dai capelli azzurri sedendosi
pesantemente sul divano.
Vegeta,
appena fuori dalla cucina, si appoggiò al muro con le
braccia incrociate ed un lieve sorriso sulle labbra. Nessuno si era accorto
della sua presenza, quindi poteva gustarsi il tutto in pace.
“Perché dici
così?” chiese la signora Brief appoggiando il vassoio sul tavolo e fissando
sorridendo i suoi cari biscottini. “Io mi sto facendo in quattro per
organizzare il matrimonio perfetto e lui non mi è assolutamente di aiuto! Non
ha fatto nulla, mamma! Nulla!” rispose Bulma.
Dimenticando
completamente la femminilità, la ragazza iniziò a strafogarsi
di biscotti e sua mamma la guardò preoccupata. Non si
sapeva se per la situazione della figlia o per il modo in cui stava aggredendo
i biscotti.
“Ma tesoro…lo
sai che i maschi non sanno fare shopping da matrimonio” provò a dire la signora
Brief con una lacrimuccia. Si, era triste per i
biscotti.
“Mamma, l’ho
anche portato con me ma lui non si è assolutamente interessato ad aiutarmi!”
gridò Bulma ingoiando l’ultimo dolcetto “E non è tutto! Quello scemo si è anche
messo a flirtare con la commessa!! Lo odio!!” gridò buttandosi distesa sul divano.
“Ti passerà…”
disse sua mamma alzandosi “L’hai sempre perdonato.
Succederà anche questa volta”. E se ne andò.
Bulma restò
distesa sul divano e si appoggiò un braccio sulla fronte. Sentì le lacrime
salirle agli occhi. Sarebbe stata così la sua vita? Con un uomo irresponsabile
e farfallone? Meritava questo?
Sapeva che
Yamcha poteva essere un tesoro alle volte. Ma ripensando agli anni passati con
lui le venne il dubbio che fossero troppo poche rispetto ai momenti in cui
l’aveva ferita.
“Non so che
fare…” mormorò affranta.
“Sei una
stupida” arrivò il freddo commento di Vegeta. Bulma si alzò di scatto e si
trovò incatenata dallo sguardo oscuro del saiyan. Chissà da quanto era lì.
“Vegeta…”
disse asciugandosi gli occhi con il dorso della mano. Lui le
si avvicinò lentamente e Bulma si trovò a trattenere il respiro.
Quando le fu
abbastanza appresso le chiese “Come fai a stare con uno che ti fa soffrire?”
Lei abbassò
lo sguardo e tirò su con il naso. “Sei una sciocca” disse ancora e fece per
andarsene.
“Non voglio
stare sola” disse lei bloccandolo. Di nuovo il discorso sulla solitudine. Stupida
donna…non aveva ancora capito che in quell’ambito era
lui il più disperato tra i due?
“E poi quella
visione…” continuò lei. “Quel bambino che ho visto…è per forza di Yamcha. Devo
sposarlo”
“Chi ti dice
che sia suo?” chiese Vegeta senza girarsi a guardarla.
Bulma pensò a quell’eventualità solo in quel momento.
“E di chi se no?” gli domandò.
“Non ne ho
idea. Ma non lasciare che delle stupide visioni ti condizionino. Scegli tu la
tua vita, non diventare la schiava di niente e di nessuno…non te lo consiglio”
terminò lui e si recò nella camera gravitazionale.
Il discorso
che le aveva fatto Vegeta aveva lasciato il segno. Possibile che potesse avere
ragione? Che non fosse Yamcha il padre del piccolo che aveva visto?
Bulma non lo
sapeva. Ma le sembrava comunque strano che fosse di qualcun altro. Lei non era
tipo da mollare il suo decennale ragazzo e concepire un bambino con un altro
poco dopo.
Per quanto adorasse i bei ragazzi, non era una poco di buono. Anche lo
stesso Yamcha, prima di portarla a letto, aveva dovuto attendere molto. Bulma
non credeva che sarebbe andata con un altro così rapidamente.
Nessuno
poteva avere un simile ascendente su di lei. Ne era convinta.
E quindi
aveva perdonato Yamcha ed erano ricominciati i preparativi del matrimonio.
Voleva disperatamente quel bambino, si era già affezionata a lui.
Quindi si
sarebbe sposata con Yamcha.
E al diavolo tutti i discorsi sulla schiavitù di Vegeta. Era
quello il suo destino…anche se non era dei più rosei.
Meno una
settimana. Solo sette giorni al grande evento. Bulma era tesissima. E Trunks
era a pezzi. Non poteva far altro che sperare in un miracolo.
Dopo un
allenamento decisamente massacrante il giovane era crollato nel suo letto a
dormire. E per sua sfortuna si perse un momento magico.
Bulma era in
piedi di fronte allo specchio intenta ad osservarsi da tutte le angolature. Ma
da sola non era in grado di decidere. Sul suo letto erano riposti cinque
diversi vestiti da sposa: le erano piaciuti tutti e quindi, potendoselo
permettere, li aveva comprati.
Voleva essere
sicura che l’abito fosse perfetto. Tutto doveva essere perfetto.
A chi poteva
chiedere consiglio? Trunks era a letto e comunque non dava l’idea di essere
particolarmente entusiasta del matrimonio, suo padre non capiva nulla di moda e
sua mamma non era riuscita a consigliarle nulla.
Restava solo
lui.
Aveva indosso
il vestito che credeva fosse il migliore e si diresse quindi nella stanza del
suo ospite saiyan più irritante. Preso un profondo respiro bussò. Nessuno
rispose. Bussò nuovamente ma ancora nulla dall’interno.
Abbassò la
maniglia e fece il suo ingresso: probabilmente il saiyan si sarebbe arrabbiato,
ma del resto quella era casa sua e poteva entrare in tutte le stanze che
voleva.
Di Vegeta,
però, nessuna traccia.
Bulma si
avvicinò alla finestra e la spalancò guardando al piano inferiore verso le
finestre della camera gravitazionale. Le luci erano spente quindi il saiyan non
si stava allenando. Dove poteva essere?
“Che ci fai
qui, donna?” chiese bruscamente una voce, ben nota, alle sue spalle. Lei si
voltò e per la prima volta in vita sua Vegeta rimase a bocca aperta colpito
dalla bellezza femminile. Fu accecato dalla visione di una dea azzurra velata
di bianco. La cosa più meravigliosa che avesse mai visto.
“Vegeta…”
sussurrò lei, a disagio. Forse non avrebbe dovuto
andare da lui vestita da sposa. Ma l’espressione sul suo volto era impagabile.
Rimasero in
silenzio: lui a contemplarla, lei imbarazzata con la testa chinata e un lieve
sorriso ad adornarle le labbra piene.
“Volevo…volevo
un tuo parere sul vestito…” disse lei dopo un po’. “Ti piaccio?” gli domandò
allargando le braccia e facendo un lento giro su sé stessa. Il saiyan deglutì.
Non sapeva cosa risponderle.
La testa gli
diceva di insultarla e cacciarla dalla stanza…il suo cuore gli diceva di
ammettere anche a lei la verità. Ovvero che era la creatura più bella che
avesse mai visto.
Non disse
nulla. Bulma, demoralizzata, fece per lasciare la stanza ma lui richiuse la
porta e la fermò, avvicinandosi.
“Perché fai
tutto questo per quel tipo? Cos’ha di così speciale?” le chiese lui arrabbiato.
Quel terrestre non meritava tutto quello splendore.
Fu Bulma,
questa volta, a non sapere cosa rispondere. “Ecco…io lo amo…” disse dopo un po’
con voce non proprio convinta. Lei amava sul serio Yamcha?
“Balle! Ma se
fino alla settimana scorsa volevi annullare le nozze?!
Dimmi la verità!” le chiese poi lui posizionandosi ad un soffio da lei. Non
erano mai stati così vicini, a parte le volte in cui lui l’aveva afferrata per
un polso e minacciata un po’.
“Io…” provò a
dire lei, ma si bloccò. Non riusciva a pensare avendolo così vicino. Il suo
carisma la assuefaceva.
Senza
accorgersene, socchiuse leggermente gli occhi facendo fremere le ciglia. Vegeta
aprì piano la bocca mentre il respiro si faceva più pesante.
Si sentiva ammaliato dalla sua bellezza.
Non riuscì a
resistere. Le posò una mano sui capelli azzurri e la fece scivolare lentamente
sulla morbida guancia rosea di lei; un dito andò ad accarezzarle le labbra mentre l’altra mano si posava sul sinuoso fianco
destro della donna.
E la baciò.
Era calda, morbida e dolce…esattamente come l’aveva inconsciamente sempre
immaginata. Voleva assaporarla lentamente. Sentì le morbide labbra di lei
schiudersi al tocco delicato come non lo era mai stato della sua lingua e si
insinuò nella sua bocca. La mano sul suo volto andò, carezzevole, a tormentarle
i capelli; l’altra viaggiò sulla sua schiena per stringerla di più al suo
petto.
La gustò pian
piano, appassionatamente. Le piccole mani di lei andarono a stringergli la
vita. Vegeta non voleva lasciarla più andare via.
Ma il suo
dannato orgoglio saiyan gli urlò di staccarsi da quelle labbra che lo avrebbero
potuto portare alla dannazione. Si allontanò quindi, quasi dolorosamente, e
rimase a fissarla. I raggi della luna colpivano il suo candido vestito e
rendevano il suo volto ancora più etereo. I suoi occhi socchiusi rilucevano più
delle stelle.
“Ora dimmi
che lo ami ancora…” le chiese Vegeta cercando di
riacquistare il controllo di sé.
Bulma non
rispose. Ma poi gli domandò “Perché l’hai fatto?” Poi continuò “Perché? Solo
per mettermi in crisi?”
Vegeta
sorrise malignamente, tornando in controllo. “Ne avevo voglia” disse ferendola
terribilmente. “E se un bacio con un altro ti coinvolge così tanto, dovresti
cambiare idea riguardo al matrimonio”
“Sei uno stronzo!” gli rinfacciò lei correndo fuori
dalla stanza. Vegeta rimase immobile a fissare di fronte a sé con un
lieve sorriso di soddisfazione. Sì…decisamente un ottimo bacio.
Bulma si
richiuse la porta della sua camera alle spalle e ci si appoggiò contro,
guardando il soffitto. Istintivamente le sue dita si posarono sulle
labbra…aveva appena ricevuto il bacio più bello di tutta la sua vita…
Continua…
Immagino già
le vostre sensazioni: SIIIII!!! FINALMENTEEEE!!! Del
resto sono come le mie!!! >///<
Vi è
piaciuto? Spero proprio di sì!! Le cose girano bene!!
Vi stavo
facendo penare troppo, così ho deciso di aggiornare in fretta!!
Grazie
ovviamente per le recensioni di: ainat, ecstasyandwine(l’odio per Yamcha viene anche da parte
mia, ma forse è un po’ troppo augurargli di morire! Accontentiamoci al massimo
di farlo picchiare a sangue da Vegeta!! ^.^), Mela, Kino(non
voglio far cadere in depressione nessuno! Coraggio, la situazione sta
migliorando!!) e migena!!!
Perché?
Perché l’aveva fatto? Perché Vegeta l’aveva baciata? Perché era tutta rossa in
volto? Perché il suo cuore batteva all’impazzata? Perché le tremavano ancora le
ginocchia? Perché le sembrava ancora di sentire la pressione delle sue labbra
sulle sue, la sua mano giocare tra i suoi capelli, l’altra percorrerle la
schiena? Perché era scappata via quando in realtà
aveva desiderato restare in quella camera con il principe e magari continuare
quello che avevano iniziato?
Mancavano
pochi giorni al matrimonio con Yamcha. Non avrebbe dovuto baciare un altro uomo
e inoltre…desiderarlo. Ormai era palese: voleva fare l’amore con Vegeta. E
l’aveva capito con un solo bacio.
Lui era
enigmatico, arrogante, sexy e maledettamente attraente. Aveva tutto ciò che una
donna poteva desiderare nel piano fisico.
Ma forse non
era solo quello. Nonostante tutto il fascino da lui emanato e a cui Bulma scopriva giorno per giorno quanto fosse succube,
il suo cervello avrebbe dovuto urlarle di scostarsi. Avrebbe almeno dovuto
essere lei la prima ad allontanarsi. Invece no. Se
Vegeta non si fosse staccato dalle sue labbra, molto probabilmente il tutto
sarebbe terminato tra le lenzuola del letto.
Si sentiva
accaldata. E sapeva che era sbagliato.
Non doveva
pensare ad altri uomini se non Yamcha. Ma non ci riusciva!
Fino a pochi
minuti prima Bulma era assolutamente sicura di non provare nulla per il saiyan
se non rispetto e un lieve sentimento di amicizia. Ora non ne era più così
convinta.
Era tutta
colpa di Vegeta! Perché l’aveva baciata?
Ripensò alle
parole che le aveva detto in quei mesi, i discorsi sulla solitudine, sulla
schiavitù e sul non lasciarsi condizionare da alcune visioni. E se avesse
ragione? Se non fosse di Yamcha quel bambino? Stava davvero per fare l’errore
più grande della sua vita?
Era confusa.
Le sarebbe piaciuto sposarsi e realizzare il suo sogno di bambina…ma era
davvero Yamcha l’uomo giusto? Forse no.
Ripensò anche
al comportamento di Trunks da quando aveva annunciato le sue nozze. Era ancora
più triste e si allenava come un disperato. Vegeta le aveva detto
orgogliosamente che era in quel modo che i veri guerrieri saiyan scaricavano la
tensione sottintendendo quindi che il giovane, anche se non lo sembrava
fisicamente, si comportava esattamente come un vero saiyan.
Trunks
sicuramente sapeva cosa sarebbe successo, e se era così triste e contrario al
matrimonio – tante volte aveva provato a farle cambiare idea – probabilmente
significava che quella situazione non sarebbe dovuta accadere.
Accidenti al
suo obbligo di non rivelare il futuro a nessuno! Le sarebbe tanto piaciuto
farsi dire tutto…sarebbe stato molto più facile prendere una decisione.
Bulma si
specchiò nuovamente osservandosi con il vestito da sposa: era quello che voleva?
Sposare Yamcha?
Scosse la
testa. Non capiva più nulla. Decise quindi di andare a dormire: dopo una notte
di riposo forse avrebbe trovato una risposta.
Indossò il
pigiama e si infilò a letto. Spense la piccola luce dell’abatjour
ma rimase a fissare il soffitto buio. Istintivamente si toccò le labbra
socchiuse: il ricordo del bacio di Vegeta restava impresso nella sua mente e
nel suo corpo.
Sarebbe stato
difficile addormentarsi, quella notte.
Vegeta rimase
immobile nella stessa posizione anche dopo che Bulma era corsa via. Si era
lasciato guidare dall’istinto.
Lei non gli
era mai parsa più bella. Vestita di bianco illuminata
solo dalla luce lunare e dalle stelle. Non era riuscito a resisterle.
Si leccò
lentamente le labbra: sentiva ancora il suo sapore. Gli diede fastidio pensare
che il mollusco terrestre suo compagno aveva assaggiato
la sua dolcezza già molte volte. Che spreco…
Lei meritava
di più. Aveva un sacco di difetti, quello era palese, ma era troppo
meravigliosa per legarsi ad un misero terrestre che non la sapeva apprezzare.
Anche solo l’aspetto fisico li rendeva assurdi insieme.
Lei era troppo bella al suo confronto. Basti pensare alle cicatrici che lui
aveva sul volto: non lo rendevano un ‘duro’ come credeva…dimostravano
invece la sua debolezza ad essere stato sfregiato in volto dagli avversari, o
peggio, dai suoi stessi allenamenti.
Anche il
principe aveva parecchie cicatrici, questo era vero. Ma erano i segni della
tirannia di Freezer e non ne aveva nemmeno uno sul volto.
Il terrestre
di nome Yamcha era troppo comune per la donna dai capelli azzurri. Lei era
speciale.
La loro
unione sarebbe stata una vera ingiustizia, il saiyan ne era sicuro. Chissà che
lei lo capisse anche per mezzo del bacio che si erano scambiati.
Ma il
principe l’aveva baciata solo per farle cambiare idea riguardo al matrimonio
con il mollusco? No…l’aveva fatto perché lo desiderava…perché la
desiderava…erano parecchi mesi che ci pensava. Doveva farla sua o sarebbe
esploso.
Avrebbe
aspettato il momento giusto e poi…
Il mattino
dopo Bulma si alzò decisamente tardi dal letto. Aveva passato una notte
difficile. Troppi pensieri contrastanti l’avevano tenuta sveglia. E tutti
riguardavano Vegeta.
Accidenti a
quel saiyan!
Non voleva
assolutamente incontrarlo quel giorno, anche per quello aveva deciso di
scendere tardi dalla sua camera.
Ma la fortuna
non era dalla sua parte. Stava giusto per entrare in cucina
quando lui fece il suo ingresso in sala, dove si trovava anche lei.
Nessuno fiatò.
Bulma tremò
leggermente al solo rivederlo. Il ricordo del bacio le tornò subito alla mente.
Chissà se anche lui ci stava pensando?
“Ciao…” disse
lei dopo un po’. Lui non disse nulla e continuò il tragitto verso la cucina.
Dopo aver preso un grande sospiro, lei lo seguì. Non erano mai stati così a
disagio l’uno con l’altra…almeno per lei era così. Vegeta sembrava sempre lo
stesso.
Lo vide
aprire lo sportello del frigorifero e iniziare a rovistare. Lei sorrise
leggermente e rimase a fissargli la schiena.
“Che hai da
guardare? Devi dirmi qualcosa?” chiese lui senza nemmeno girarsi. Il tono usato
era meno duro del solito. Lei non rispose. Iniziò ad attorcigliarsi
nervosamente le dita.
“Se hai
qualcosa da dirmi fallo e basta. Non sopporto essere fissato” le disse lui
sedendosi a tavola. Bulma abbassò gli occhi “Lo so…” mormorò fiera di conoscere
i suoi modi di essere.
Si accomodò
anche lei di fronte a lui. “Perché mi hai baciata?” gli chiese con voce
sottilissima. “Perché ne avevo voglia” rispose lui addentando un panino. “E’ la
stessa cosa che mi hai detto ieri. Voglio qualcosa di più” disse lei. Voleva
una risposta precisa.
“Eravamo soli
in camera mia. Cos’altro ti aspettavi?” le domandò lui
sicuro di ferirla. Non poteva ammettere di averlo fatto perché l’aveva trovata
bellissima. Aveva ancora il suo orgoglio da difendere.
“Solo
questo?” chiese lei non convinta “E allora perché ti sei fermato ad un bacio?
Dato che eravamo in camera avresti dovuto andare ben
oltre” disse lei mettendolo con le spalle al muro.
*Uno a zero per lei* pensò il saiyan
continuando a mangiare.
“Vegeta…”
disse lei dopo una piccola pausa “Cosa…cosa hai provato con quel bacio?” gli
domandò. Lui non rispose. “Per me è stato molto bello…” ammise lei con un dolce
sorriso “E per te?”
Il saiyan
continuò a non rispondere. Ma lei non smise di parlare. “Mi è piaciuto e sappi
che mi ha messa in crisi. Voglio dire, non dovrei apprezzare un bacio con un
uomo che non è il mio futuro marito, no? Mi hai confusa…”
Quando Vegeta continuò a tacere, Bulma sospirò sconfitta. “Non hai
proprio nulla da dirmi? Vorrei sapere cosa ne pensi tu…” disse lei guardandolo
in faccia. Gli occhi azzurri brillavano di speranza. “Ti è piaciuto?” chiese
nuovamente.
Il saiyan
mandò giù il boccone che aveva in bocca e con tutta la freddezza di cui era
capace le rispose: “No”
Bulma
spalancò gli occhi, sorpresa, poi sorrise leggermente. “Avanti Vegeta…non
vergognarti…ti è piaciuto, giusto?” gli chiese sperando che lui stesse solo
scherzando. Ma lo conosceva abbastanza per sapere che non era sua abitudine
fare certi scherzi. “Sei sorda donna? No, non mi è
piaciuto. Mi sono solo tolto un capriccio, niente di più. Volevo metterti in
crisi e ci sono riuscito” disse lui freddamente.
La ragazza si
alzò di scatto. “Stronzo!!”
gli gridò. E scappò via.
Il saiyan
continuò il suo spuntino come se nulla fosse. Possibile che lei non avesse
ancora capito che lui non era tipo da ammettere le sue sensazioni?
Bulma corse
in camera sua mentre delle calde lacrime le
percorrevano il volto. Dannato Vegeta! Perché la trattava così?
Si sentiva usata.
E confusa. Un solo bacio l’aveva turbata profondamente. Aveva distrutto tutte
le sue convinzioni.
Voleva bene a
Yamcha ma voleva Vegeta. Anche solo per una notte.
Anche solo per un altro bacio. Nonostante lui la odiasse…
Si, non
poteva essere altrimenti. Vegeta la odiava. Sentì il cuore stringersi a quel
pensiero.
Aprì le ante
del suo armadio e osservò il vestito da sposa. Doveva prendere una decisione
prima che fosse troppo tardi.
Yamcha arrivò
quel pomeriggio. Aveva appuntamento con Bulma per decidere gli ultimi
particolari per la cerimonia. Come ogni uomo, Yamcha non sopportava lo shopping
prematrimoniale e aveva passato dei mesi infernali pieni di preparativi e giri
per negozi. Presto però sarebbe tutto finito. Lui e Bulma si sarebbero sposati
e sarebbero stati felici. Ne era sicuro.
La signora
Brief andò ad aprirgli e lo accolse in casa calorosamente come faceva con ogni
ospite. Gli disse che Bulma non era uscita dalla sua camera per tutto il giorno
e che l’avrebbe trovata lì.
Il terrestre
gongolò felice immaginando che forse la sua fidanzata gli stesse preparando una
piccante sorpresina in camera da letto e, quasi sulle punte, salì le scale diretto nella stanza. Si bloccò non appena vide
Vegeta passeggiare per il corridoio e avvicinarsi a lui. Il saiyan gli passò
accanto con un sorrisino di scherno e gli disse “Mollusco” prima di scendere le
scale.
Yamcha
strinse i pugni, imbarazzato, ma non rispose alla provocazione: non ne sarebbe
uscito vivo. Solo Bulma sapeva tener testa al saiyan.
Giunto di fronte
alla porta della sua ragazza, Yamcha assunse un’espressione più seria e bussò.
“Avanti…” disse lei con voce piatta.
“Ciao piccola! Hai visto che sono puntuale?” disse lui
entrando. Bulma era in piedi con il vestito da sposa in mano. “Ma che fai Bulma?!” gridò lui girandosi. “Lo sai che porta male se lo sposo
vede il vestito prima delle nozze!” Cominciò poi a
ridere “Dobbiamo stare più attenti, ma mancano solo pochi giorni al
matrimonio!”
La ragazza
non si mosse. “Allora? Lo hai messo via?” chiese lui aspettando di girarsi.
Bulma sospirò e lo ripose nell’armadio. “Puoi girarti” disse lei.
Yamcha allora
le si avvicinò e si piegò per darle un bacio: lei lo
lasciò fare ma si staccò non appena sentì la lingua di lui cercare di farsi
spazio nella sua bocca. “C-che significa?” domandò
lui, confuso.
Bulma mosse
la testa da un lato mentre delle lacrime iniziarono a
sfuocarle la vista. Yamcha non capiva. “Bulma? E’ successo qualcosa? Sai che a
me puoi dire tutto, vero?” le disse lui preoccupato.
“Dobbiamo
parlare” annunciò lei dopo un attimo. “Ho fatto qualcosa di male?” chiese lui.
Lei scosse la testa.
Contò fino a
dieci prima di dirgli “Credo che dovremmo annullare le nozze”. Yamcha sbattè le
palpebre. “Ma cosa dici Bulma? E’ uno scherzo, vero?” chiese lui con un
sorriso. Ma lei rimase imperturbabile. L’uomo capì allora che era seria.
“Mi dispiace
tanto, ma ho capito che sarebbe un grosso errore” continuò lei. L’uomo le si avvicinò e la prese per le braccia, strattonandola
leggermente ma senza ferirla. “Perché? Cos’è cambiato? Dimmelo, ho il diritto
di saperlo!” le chiese. “Non lo so nemmeno io…so solo che non posso sposarti”
gli rispose alzando finalmente gli occhi e puntandoli sui suoi. Yamcha li vide
risplendere di sicurezza.
“Ma
Bulma…andiamo, ci sarà qualcosa per farti cambiare idea! Sono mesi che
organizziamo, non puoi lasciar perdere tutto quanto!” provò lui a dire. Lei
scosse la testa. “Mi dispiace” mormorò ancora.
“Chiamerò io
tutti gli invitati per dire che le nozze sono annullate…tu non dovrai fare nulla”
continuò la ragazza. Yamcha abbassò la testa.
“E tra di noi?” domandò l’uomo tristemente. Mancava solo il
colpo di grazia. “Mi dispiace…” disse lei mordendosi il labbro inferiore.
Rimasero in
silenzio. Yamcha fece per andarsene ma Bulma lo fermò,
dicendogli “Resteremo amici, vero?” Lui sorrise tristemente e le rispose
“Sempre”
Uscì poi
dalla sua camera da letto e dalla sua vita sentimentale.
Bulma si
sedette pesantemente sul letto. Si era tolta un peso dalla coscienza. Sperava
solo di non pentirsene.
Continua…
Mi sembra
quasi di sentire le vostre urla di gioia!! Finalmente
il mollusco (adoro chiamarlo così, se non si era capito!!
^.^) si è tolto dai piedi!!
Ho cercato di
cacciarlo nel modo più gentile possibile, nonostante come personaggio non mi
piaccia neanche un po’…sono troppo buona a volte! (e
vanitosa…)
Temo appunto
di averlo fatto reagire troppo quieto alla decisione di Bulma di annullare le
nozze…voi che ne dite? Ditemi cosa ne pensate, se vi va!
Il titolo del
capitolo è di una canzone di Carmen Consoli…giusto per i diritti d’autore…trovo
esprimi esattamente lo stato d’animo di Bulma che è confusa a causa di Vegeta e
felice per l’annullamento del matrimonio (e noi lo siamo con lei!!). Non che sia una grandissima
fan della cantante, ma le parole mi sono venute subito in mente come titolo.
Grazie per le
recensioni a:
Topy :forse è meglio che Trunks si sia perso la scena del
bacio…avrebbe potuto interromperla! Non credo che Vegeta avrebbe
baciato Bulma di fronte al ragazzo…è un timidone!
^.^
ELVISINA :ti ringrazio!! Io ce la metto tutta ad
aggiornare ogni giorno!! Più di così non posso!!
francy
: sono onorata che la
mia fanfiction su Bulma e Vegeta sia la prima che ti colpisce positivamente!!
Grazie! Non sai quanto mi fa piacere!! *//*
selegeta
: un po’ troppo
esplicito come commento, ma ha reso l’idea!
chibichu : grazieeeee!!! ^////^ che dire, adoro la coppia!!
E ho letto molte fanfiction…credo sia anche per quello che riesco a cavarmela
nello scrivere! LadyVegeta73 :grazie infinite! Manca poco alla fine…non so ancora
di preciso quanto, ma…
ecstasyandwine
: ne sono felice!!
Ero abbastanza preoccupata di non riuscire a descrivere bene il primo bacio,
così mi risollevi!! Allora nella prossima fanfiction
farò in modo che Vegeta picchi Yamcha, ok? Renderò felici un sacco di persone, me compresa!! ^.^
crazybulma
: grazie di tutto
cuore!!! Mi sento sempre a disagio quando ricevo simili complimenti, anche
perché non mi considero una scrittrice così brava!! Credimi, significa molto
per me!! Per essere del tutto sincera devo ammettere
che anch’io non sono una patita delle whatif, per il semplice motivo che spesso scadono in OOC, mio
acerrimo nemico! Ma avevo questa ideuzza in testa da
tanto, e mi sono decisa a provarci! Spero di continuare a mantenere i
personaggi IC, e forse, per ora, riesco nel mio intento soprattutto perché li
adoro (in particolare Vegeta!! *////*). Grazie ancora.
Kino :non credi sia un po’ eccessivo far investire Yamcha da un
treno? Credo che basti anche solo il confronto con Vegeta…al suo confronto quel
mollusco di Yamcha è proprio un mollusco!!
Dopo
l’annullamento del matrimonio, Trunks era tornato ad essere il giovane pimpante
e dolce di sempre. Il suo incubo non si era avverato. Non poteva che esultare.
Bulma non se
l’aspettava, ma anche sua mamma era contenta della sua
decisione. Non l’aveva mai ammesso, ma in cuor suo aveva sempre sperato che il
matrimonio non venisse celebrato. “Perché non mi hai
detto nulla?” le aveva chiesto giustamente Bulma. “Oh, tesoro. Sapevo che te ne
saresti accorta! Yamcha è un caro ragazzo, ma non è
l’uomo giusto per te!”
E Vegeta non
aveva detto nulla. Quando Bulma l’aveva informato dell’accaduto il saiyan aveva
semplicemente sorriso leggermente ed era tornato ai suoi allenamenti.
*Stupido saiyan!* aveva pensato lei. Era
per colpa sua e del suo bacio se aveva annullato le nozze. Il suo dolce,
sensuale bacio.
Ci aveva
pensato parecchio. E purtroppo non era mai accaduto nuovamente. Più volte aveva
desiderato prendere l’iniziativa, ma le era sempre mancato il coraggio
decisivo.
Da parte di
Vegeta, inoltre, non c’erano segnali. Non aveva idea di come avrebbe potuto
reagire il saiyan se lei gli si fosse buttata tra le braccia.
Aveva pensato
parecchie volte a quale approccio usare, in che luogo, a che ora…ma temeva
seriamente per la sua incolumità sia fisica che mentale.
Vegeta sapeva
essere violento e menefreghista: se non l’avesse voluta gli sarebbe bastato
sfiorarla abbastanza forte tanto da sbatterla contro il muro e ferirla
gravemente, se non addirittura ucciderla. Oppure le avrebbe potuto rinfacciare
di essere una sgualdrina. In entrambi i casi usciva sconfitta ed umiliata.
E se invece
l’avesse accettata? Ahhh…sarebbe stato meraviglioso.
Ma in cosa
poteva cacciarsi? Vegeta era un assassino, era violento, egoista ed
egocentrico. A che destino sarebbe andata incontro?
Accidenti,
che situazione!
Aveva
scaricato all’ultimo momento il suo ragazzo decennale a causa di un bacio con
l’uomo più imprevedibile del mondo con cui probabilmente non sarebbe successo
nulla. Doveva essere impazzita. Ma quel bacio era stato così…così…perfetto. Non
c’erano altri aggettivi per definirlo. Nessun bacio dato a Yamcha era anche
lontanamente paragonabile. E nessun bacio dato a qualsiasi altro uomo avrebbe
fatto lo stesso effetto. Era in trappola.
*Che sia innamorata?*
si domandò Bulma considerando l’idea. Conosceva Vegeta da un anno, vivevano
sotto lo stesso tetto…ma non sapeva nulla di lui,
della sua intimità. Il principe non era tipo da confidarsi, soprattutto con una
donna. Il suo cuore – sempre se ce l’aveva – sembrava
racchiuso da un muro impenetrabile. Niente lo colpiva. Bulma si domandò se
avesse mai versato delle lacrime.
Vegeta dava
l’idea dinon
saper provare emozioni. Neanche dopo il loro unico, indimenticabile bacio
l’aveva visto mutare espressione. Solo prima, quando
l’aveva vista con il vestito da sposa. Era rimasto per un po’ a bocca aperta. A
Bulma venne il dubbio che il tutto fosse dovuto dalla
sorpresa di trovarla nella sua stanza.
*Non so nulla di lui, del suo passato, dei
suoi pensieri. Come posso amarlo?* si domandò ancora. *Forse è solo attrazione fisica…sì, non ci sono dubbi. Voglio solo
andarci a letto. Niente più* decise Bulma.
Lei era alla
ricerca dell’amore, e Vegeta non sembrava in grado di darne. Sarebbe stata una
perdita di tempo interessarsi a lui. Una sciocca eppure meravigliosa perdita di
tempo…
Vegeta si
sentiva sollevato. Da quando era stato annullato il matrimonio, non aveva più
avuto occasione di vedere il mollusco terrestre e la donna si era rivelata meno
rompiscatole. Ora gli parlava a mala pena. Per lui era come essere in paradiso.
E non gli
dava più neanche tanto fastidio avere Trunks tra i piedi.
Il ragazzo si
era irrobustito molto e, durante gli allenamenti, gli parlava il meno
possibile. E avevano cominciato anche a combattere tra loro.
Vegeta sapeva
benissimo che Trunks si stava trattenendo…il giovane non diventava mai super
saiyan durante le loro lotte di allenamento. Ma andava comunque bene. Erano
allo stesso livello. A Vegeta sembrava quasi di combattere contro sé stesso.
Trunks era
agile, forte e irriducibile. Esattamente come lui. Il principe si ritrovò a
pensare che gli sarebbe piaciuto avere un figlio come lui, un giorno.
E riguardo a
Bulma…
Aveva cercato
di non pensare più a lei. Poteva essere una distrazione troppo forte dai suoi
allenamenti. Avrebbe desiderato possederla almeno per una notte, lasciarsi
andare con lei e magari farle provare delle vere emozioni a letto con un uomo.
Era impossibile che quel terrestre con cui stava la soddisfacesse completamente.
Vegeta ne era sicuro.
Ma Bulma
sembrava quel tipo di donna che, dopo una sola notte, ritiene
di averti in pugno e non ti lascia più andare via. Basti pensare anche solo
all’episodio del bacio. Lei era convinta che avesse significato molto per lui.
Che sciocca…
Nessun uomo
sarebbe stato in grado di trattenersi dal baciarla. Era troppo bella quella
sera, velata di bianco. Si era solo tolto un capriccio.
Non era il
momento di pensare ad una donna. Lui doveva diventare un super saiyan,
sconfiggere i cyborg e poi distruggere Kakaroth.
Solo dopo
aver realizzato questi propositi…chissà, avrebbe potuto portarla con sé nello
spazio in seguito al raggiungimento dei suoi obiettivi. Ma non era ancora il
momento di pensarci.
Trunks era
decisamente più tranquillo. Sua mamma aveva annullato le nozze con Yamcha. Un
ostacolo in meno.
Il grosso
adesso era riuscire a fare mettere insieme i suoi genitori. Secondo i suoi
calcoli aveva ancora circa dieci mesi di tempo prima
della data del concepimento. Doveva riuscirci.
Era imbarazzante
per lui la situazione: nei seguenti mesi i suoi genitori sarebbero andati a
letto insieme. Che vergogna!
Avrebbe tanto
desiderato scappare. Ma come poteva andarsene quando
aveva l’occasione di vedere i suoi genitori insieme, magari innamorati? Quanti
figli potevano vantare di aver visto il primo bacio dei genitori, i primi
sguardi languidi, i primi sorrisi emozionati?
Trunks non
poteva lasciarsi scappare l’occasione.
L’unico
problema era cercare di farli avvicinare. Suo padre era sempre rinchiuso nella
GR, sua madre in laboratorio. Si vedevano solo a cena, a volte neanche quello.
Aveva notato
che tra i due c’era un nuovo sentimento: l’imbarazzo. Solo da parte di sua mamma, però. Nelle rare occasioni in cui era nella
stessa stanza con suo padre, teneva spesso la testa bassa e rispondeva poco
alle frecciatine di suo padre. Era molto strano.
Che fosse
innamorata di lui? Sarebbe stato bellissimo.
Ma allora
perché non si faceva avanti?
“Eh, tesoro. Il tuo papà era un uomo
molto freddo. Non si lasciava mai troppo andare alle emozioni. E io avevo un
po’ di paura, lo riconosco” disse Bulma mentre lavava
i piatti. Trunks, di sette anni, era seduto al tavolo a fissarla, incantato.
“Ma con te era buono, vero?” chiese
lui con voce sottile ed innocente. Sua mamma sorrise lievemente. “Certo! Ma ci
ha messo molto tempo a lasciarsi andare…e io l’ho aspettato, pazientemente. Se
fosse stato un altro l’avrei mandato al diavolo! Ma ero davvero innamorata…”
Dopo un po’ di pausa, ricominciò “Ad
ogni modo è stato lui a fare il primo, decisivo passo. Lui mi ha dato il primo
bacio. Io non ne avevo il coraggio!” disse ridendo. “Che sciocca, eh? Pensavo
avrebbe potuto farmi del male! Anche tuo papà, quando gliel’ho detto, mi ha
preso in giro!”
Trunks
ricordava bene quell’episodio della sua infanzia.
Ricordava tutte le cose che sua mamma gli aveva
raccontato di suo padre.
*Sì, la mamma dev’essere
già innamorata! Potrei aiutarla a farsi avanti, sperando di non rovinare
nuovamente la situazione!* pensò Trunks indeciso.
Dopo il mancato
incidente della GR aveva paura a fare qualunque cosa. E a
buon ragione.
Decise di
dare loro altro tempo. Sarebbe intervenuto solo in caso di estrema necessità.
Non voleva correre il rischio di rovinare nuovamente tutto.
Bulma era in salotto seduta in poltrona e sfogliava svogliatamente una
rivista di moda. Sospirò. I cyborg probabilmente erano già stati costruiti.
Accidenti ai
saiyan e alla loro voglia di combattere! Avrebbero potuto rintracciare il
dottor Gelo e coglierlo di sorpresa per distruggere i mostri. Invece no! I
guerrieri preferivano rischiare la pelle e il pianeta pur di divertirsi! Che
irresponsabili!
Poteva
aspettarsi una cosa simile da Vegeta – era risaputo che lui fosse un maniaco
della guerra – ma anche Goku preferiva affrontare i cyborg!
Saiyan! Tutti
uguali, non c’era dubbio.
Possibile che
solo lei avesse sale in zucca?!
Ma del resto
non poteva cambiare il loro modo di essere: aveva inoltre fiducia in Goku. Lui
avrebbe sconfitto i cyborg, ne era sicura. Sperava poi che anche Vegeta si rendesse utile…aveva una gran brutta fama tra i
suoi amici. Se avesse contribuito a salvare il pianeta
forse l’avrebbero accettato e rispettato in qualche modo…Bulma si trovò a
sperare che prima o poi l’ostilità con il saiyan sarebbe terminata. Sapeva che
da parte di Goku non c’era più, forse non c’era mai veramente stata.
Goku aveva
l’insolita capacità di scovare del buono in chiunque. E se aveva accettato
Vegeta così in fretta, probabilmente in lui vedeva un animo gentile. Forse
sotto sotto era davvero dolce.
Bulma rise da
sola: definire Vegeta dolce era quasi un controsenso!
*Le sue labbra sono dolci….* pensò improvvisamente la ragazza.
Scosse la testa. Ma cosa le veniva in mente?! Doveva
smetterla di pensare al bacio. Doveva rassegnarsi. Era stato solo un errore.
Vegeta voleva solo prenderla in giro e lei non si sarebbe più umiliata. Punto.
Riprese a
leggere la sua rivista quando, improvvisamente, una scossa di terremoto fece
rivoltare la poltrona dove era seduta facendola andare a gambe all’aria.
“Ahia!!” gridò lei massaggiandosi il sedere. “Ma che diavolo è
successo?!” gridò cercando di rimettersi in piedi.
Si girò
automaticamente verso la direzione della camera gravitazionale e,
istintivamente, iniziò a correre verso di essa. In
testa un solo pensiero: Vegeta.
Trunks corse fuori dalla sua stanza e si precipitò nella camera
gravitazionale: come sempre aveva tenuto d’occhio l’aurea di suo padre ma non
era riuscito a capire che non sarebbe riuscito a mantenere il controllo.
La stanza era
esplosa dall’interno.
Fortunatamente
Bulma aveva rinforzato parecchio le pareti e la casa non era crollata, ma la
stanza era sicuramente fuori uso. E suo padre rischiava di morire.
Sentì la sua
aurea abbassarsi sempre più fino a stabilizzarsi.
Doveva
aiutarlo, e in fretta.
Arrivato
davanti alla porta vide sua madre già lì che tentava di aprire la serratura
bruciata.
“Trunks!”
gridò lei accorgendosi del giovane alle sue spalle. “Vegeta è chiuso qui
dentro, aiutami!” disse in panico. Il ragazzo non aveva mai visto la Bulma di quella dimensione
tanto terrorizzata.
Le
si affiancò e
prese ad aprire la porta con la forza. Riuscì dopo un po’ a sfasciarla e una
nube di fumo colpì entrambi.
Tossendo e
con una mano di fronte alla bocca, la donna tentò di farsi spazio all’interno.
“Vegeta?” gridò lei cercando il saiyan. Non riusciva a vedere nulla.
A fatica fece
qualche passo rischiando di inciampare nei pezzi di ferro distrutto della
camera gravitazionale. “Vegeta dove sei?” chiese ancora stringendo gli occhi.
Accanto ai
suoi piedi si trovava la maggior parte dei resti della GR e la donna vide il
cumulo muoversi. Forse era lì sotto!
Cadde in
ginocchio e prese a scavare con le unghie, ferendosi. Ma poco importava. Tossì
più volte continuando a togliere pezzi di lamiera quando
vide una mano uscire dalle macerie. Fece un salto indietro finendo addosso a
Trunks. Il fumo si diradò leggermente.
Vegeta si
alzò dalla posizione in cui si trovava e fissò arrabbiato i due di fronte a sé.
Ansimò pesantemente. “Vegeta ce l’hai fatta…” disse
Bulma desiderosa di abbracciarlo. “Certo che ce l’ho
fatta!” disse lui arrogante.
La donna
sospirò. Poi si infuriò. “Cosa ti è saltato in testa! Per poco non mi
distruggevi la casa! Stai più attento la prossima volta!”
Vegeta rise
leggermente, alzandosi in posizione eretta. Poi crollò all’indietro,
abbandonato dalle energie.
“Ah! Vegeta!”
gridò Bulma andandogli incontro. Tossì leggermente ancora attorniata da un po’
di fumo e tirò su non senza fatica il corpo senza forze di Vegeta.
“Ti prego non
metterti in mezzo…devo portare a termine l’allenamento da solo…” disse Vegeta
con un filo di voce. “Ma di quale allenamento stai parlando?!
Sei tutto ferito, non puoi continuare in questo stato!” lo sgridò lei con
decisione. “Sono solo dei graffi superficiali, non è niente di grave. Io sono
il principe dei saiyan, il più forte della galassia. E devo diventare più forte
anche di Kakaroth…” rispose lui a fatica.
Bulma si
sciolse in un sorriso. “Va bene, come vuoi. Continua pure ad inseguire i tuoi
sogni, se ti fa piacere. Ma devi darmi retta…” disse lei come se stesse
parlando ad un bambino capriccioso.
“Tu non puoi
darmi ordini. Io non li accetto” affermò lui muovendosi dalle sue braccia per
rialzarsi in piedi. Privo di forze, però, cadde immediatamente. “Vegeta…” sussurrò
Bulma accarezzandogli la testa.
Trunks aveva
osservato tutta la scena a bocca aperta. L’esplosione della camera
gravitazionale! Ecco il loro momento!
Sorrise
leggermente con il cuore palpitante, e accorse
immediatamente dalla coppia quando sentì sua madre ordinargli di darle una mano
e riportare Vegeta in camera.
La ruota del
destino aveva cominciato a girare…
Continua…
E’ stato un
capitolo un po’ difficile da scrivere…avevo già bene in mente cosa sarebbe
accaduto, ma le parole non si decidevano ad uscire!!
Il caro
Trunks è felice, l’esplosione della GR è avvenuta!!
Chissà che il futuro sia ancora salvabile!!
Grazie per
aver letto!! Spero vi sia piaciuto anche questo
capitolo!!
Ho cambiato
leggermente i discorsi dell’esplosione della camera, ma la maggior parte è
rimasta uguale! Non potevo cambiare delle parole storiche!!!
E grazie per
le recensioni a: mycca, ecstasyandwine,
ainat(grazie per i complimenti!!
E mi dispiace tu abbia trovato la sorpresa dei due capitoli in un colpo solo…ma mi sentivo in colpa a lasciarvi con il fiato sospeso
troppo a lungo!!), ELVISINA, Simply91 (hai
perfettamente ragione!! Grazie per avermi esposto la tua opinione…significa
molto. Lo ammetto, la reazione di Yamcha non è stata giustamente rabbiosa…non
so,probabilmente
è a causa dell’antipatia che provo nei suoi riguardi…e me ne scuso. Come
autrice dovrei descrivere bene ogni personaggio tralasciando simpatie
personali…spero comunque che a parte questa pecca la fanfiction ti risulti
gradevole! La prossima volta cercherò di fare meglio! Grazie della tua sincera
opinione!!), chibichu(sono pienamente
d’accordo!! Anch’io odio Pual!!), migena(don’t
worry!! Grazie dei complimenti!) eKino!!! GRAZIE!!!
*Vegeta…non puoi lasciarmi…* pensò Bulma
accanto al letto in cui era disteso il saiyan ferito. Erano riusciti a
salvarlo. Il principe aveva seriamente rischiato di morire nell’esplosione, ma fortunatamente
era molto resistente. Con qualche giorno di riposo sarebbe tornato come nuovo.
Bulma però
era comunque terrorizzata. Aveva rischiato di perderlo per sempre. E il cuore
le doleva tremendamente.
Aveva passato
ore accanto a lui, a pregare nei momenti di crisi. Anche Trunks, al suo fianco,
sembrava spaventato. Caro ragazzo…sicuramente era affezionato al saiyan più
anziano. Strano a dirsi dato il comportamento che assumeva Vegeta nei suoi
riguardi: da quanto sapeva lei, nella camera gravitazionale non parlavano mai.
Solo negli ultimi mesi avevano cominciato a lottare, e si era quindi creato uno
strano rapporto di amicizia. Vegeta diceva che un guerriero non ha amici, ma solo compagni di allenamento.
Ma Trunks le
era sempre parso molto preso da Vegeta. L’aveva visto più volte osservarlo in
silenzio. E le aveva anche detto che aveva sentito molte cose riguardo a lui
nel futuro…aveva accennato ad una persona che lo conosceva bene. Chi poteva
essere? Bulma si trovò ad invidiare questa persona.
Quanto
avrebbe voluto sapere qualcosa di più sul saiyan…qualcosa che lui avrebbe detto
solo ed esclusivamente a lei. Ma era impossibile.
L’unico modo
che aveva per instaurare qualche tipo di rapporto con lui era quello di
diventare lei stessa una combattente. Cosa assolutamente impossibile. Lei
odiava la lotta e aveva la pelle troppo delicata. Non voleva certo riempirsi di
cicatrici come Yamcha o anche lo stesso Vegeta!
Sentì il
saiyan sul letto gemere leggermente e si avvicinò ulteriormente a lui,
accarezzandogli la fronte spaziosa. Chissà quanto soffriva…
Bulma
desiderava baciarlo, almeno per quietare il suo dolore. E se non ci fosse stato
Trunks nella stanza con lei, probabilmente l’avrebbe fatto.
In piedi in
un angolo, il giovane del futuro osservava i suoi genitori. Era una scena bellissima
per i suoi occhi.
Sua mamma,
dolce e premurosa come la conosceva lui, inginocchiata di fianco al letto con
gli occhi lucidi e la preoccupazione in volto mentre accarezzava la fronte
dell’uomo incosciente; suo papà, che si riusciva a rilassare leggermente ad
ogni contatto proveniente dalla donna.
Erano
meravigliosi.
Chissà se suo
padre fosse stato sveglio…chissà se sarebbe successo qualcosa…
Vide sua
mamma sbadigliare profondamente, e sorrise. Sicuramente era distrutta. Non
aveva perso di vista il saiyan nemmeno un attimo. Le si
avvicinò cautamente e le appoggiò una mano sulla spalla. Lei si
riscosse.
“Faresti
meglio ad andare a riposare…ormai è tardi” disse Trunks guardando l’orologio
che segnava le ventitre passate. “Resterò io qui, se vuoi. Vai a dormire”
Ma Bulma
scosse la testa. “No. Voglio essere qui quando si
risveglierà in modo da poterlo sgridare!” mentì lei. In realtà voleva solo
essere sicura che stesse bene, voleva sentire la sua
voce, vedere i suoi occhi e il suo sorriso.
Trunks lo intuì ma non disse nulla. “Come vuoi” acconsentì
dopo un po’ esultando internamente. Sì…sua mamma era proprio cotta…
“Ma non
strafare” si raccomandò prima di incamminarsi all’uscita. Lei annuì
distrattamente senza nemmeno girarsi a guardarlo. Il ragazzo sorrise e, dopo averle augurato la buonanotte, uscì.
Ma non andò
lontano. Si richiuse la porta alle spalle ma vi rimase appoggiato. Per quanto
maleducato fosse, doveva origliare.
Non appena
Trunks uscì dalla stanza, Bulma sospirò profondamente.
Vegeta…
Quel dannato
saiyan la stava facendo preoccupare tantissimo. Come si poteva essere tanto
incoscienti da far esplodere la propria stanza di allenamento? Era fortunato ad
esserne uscito vivo. Ed era fortunata anche Bulma. Se per caso lui fosse morto nell’esplosione…rabbrividì dal terrore. Non
poteva lasciarla in quel modo. Non poteva lasciarla sola dopo quel bacio. Era
stato troppo incredibile. Le aveva fatto provare sensazioni troppo intense per
poi abbandonala senza nemmeno darle l’occasione di assaporarle nuovamente.
Con un
piccolo sorriso e la mano tremante, Bulma andò per l’ennesima volta ad
accarezzare l’ampia fronte del ferito. Quasi senza accorgersene, il suo sguardo
percorse l’intera porzione del suo volto addormentato.
La fronte
corrucciata come sempre – Vegeta non si rilassava
nemmeno da addormentato! – la pelle liscia ed abbronzata delle sue guance, la
forma del suo naso…fino a cadere sulla bocca sottile.
In un flash
le tornò alla mente il bacio che si erano scambiati. Possibile che non
riuscisse a toglierselo dalla testa?!
Con lentezza,
Bulma andò a sfilargli la mascherina dell’ossigeno che gli copriva la bocca e,
mordendosi il labbro inferiore, rimase a contemplarlo. Era veramente
bellissimo. Il saiyan incarnava il mito del bello e dannato. Ma dalle labbra
dolcissime.
Incapace di
trattenersi, la ragazza si avvicinò al suo volto e appoggiò delicatamente la
bocca sulla sua.
Fu un bacio
timido e quasi impacciato. Tanta era la paura che si destasse e la sgridasse per il gesto compiuto. Ma Bulma sentiva di averne
bisogno.
Tremante,
poi, si allontanò delicatamente. Gli rimise poi la mascherina dell’ossigeno.
Ah…quanto
avrebbe voluto che lui fosse stato sveglio per ricambiare il suo gesto!
“Dove sono?” si chiese il saiyan
guardandosi attorno. Si trovava in una stanza completamente azzurra, talmente
chiara da accecarlo.
Fece indeciso qualche passo in avanti,
cercando qualsiasi cosa. Nulla era attorno a lui. Con molta attenzione camminò
lentamente finchè non sentì alle sue spalle una lieve
risata.
Si girò di scatto, alzando la guardia,
ma non vide nessuno. “Chi sei?!” gridò non amando
l’essere preso in giro. Di nuovo quella risata. Vegeta
non riusciva a capire da dove provenisse.
Sentì un profumo conosciuto nell’aria
e chiuse gli occhi. Era paradisiaco.
“Bulma…” sussurrò riconoscendo il suo
profumo. In quei mesi di convivenza aveva imparato inconsciamente tante piccole
cose di lei…il suo profumo…il colore dei suoi occhi appena sveglia la
mattina…il fatto che adorasse le fragole…la sua canzone preferita…e per ultimo
il sapore delle sue labbra.
Si sentiva un po’ sciocco a pensare a
quelle cose. Ma gli erano ormai entrate nel sangue senza che nemmeno se ne accorgesse.
Si vide comparire davanti agli occhi
l’immagine di lei con indosso il vestito da sposa. Quel ricordo sembrava non
voler scomparire dalla sua testa.
“Vegeta…” bisbigliò lei allungando le
braccia verso di lui. Istintivamente il saiyan fece come lei ma prima che
riuscisse a raggiungerla una forte scossa di terremoto
ruppe il pavimento ai loro piedi e lei iniziò a precipitare.
“Vegetaaa!!!” gridò lei cercando un appiglio. Il saiyan cercò di afferrarla ma una forza invisibile lo bloccò al suo posto.
“Aiutami!!” gridò lei aggrappandosi al precipizio.
Vegeta sentì delle
voce sussurrargli: *Non aiutarla…lasciala stare…lei ti distrarrà e
basta…tu devi diventare un super saiyan…non hai bisogno di lei…*
“Aahhhhh!!!!” urlò Bulma mollando la presa e precipitando.
“Noooo!!!!!” gridò lui divincolandosi. Ma era troppo tardi.
“Ah!!” gemette Vegeta aprendo gli occhi. Tremò leggermente per
poi buttare la testa contro il cuscino. Che razza di sogno.
Abbassò lo
sguardo sul suo corpo e notò che si trovava a letto. Aveva un gran dolore alla
testa e al braccio destro. Ah, già…la camera gravitazionale gli era esplosa
attorno. Forse aveva davvero esagerato con quell’allenamento.
Sentì un
lieve rumore alla sua destra e girò il capo. Una figura azzurra era a pochi
metri da lui.
Mise
lentamente a fuoco l’immagine e riconobbe Bulma che sonnecchiava con la testa
appoggiata sulla scrivania.
Perché era
lì? Era lei che l’aveva salvato?
Gli tornarono
vagamente alla mente i ricordi di poche ore prima, quando era saltato in aria.
Già…lei era subito corsa a salvarlo. Se n’era fregata di tutto il fumo e i
detriti…era semplicemente entrata ed era corsa da lui.
Ricordava
nitidamente la paura riflessa nei suoi occhi, il lieve sorriso che gli aveva
rivolto prima che lui svenisse. Che strana donna: un momento è furiosa,
l’attimo dopo è dolcissima.
Come in quel
momento. Come faceva una donna terribile come lei essere tanto bella? Anche
così, appoggiata alla scrivania, con la bocca semi aperta…era splendida. A
Vegeta venne nuovamente voglia di baciarla.
Ripensò al
suo sogno: cosa poteva significare? Altre volte gli era capitato di immaginarla
la notte, ma in ben altri contesti. Sorrise leggermente: già, decisamente un
altro genere. In quelle occasioni non indossava mai i vestiti per più di tre
minuti.
Ma quello che
aveva appena sognato…l’aveva terrorizzato. Solo l’idea di perderla era stata
spaventosa. Per quale motivo? E perché era rimasto tanto male vedendola
precipitare nel vuoto?
E la voce che
aveva sentito…era il suo orgoglio a parlare? Probabilmente sì. Non poteva
salvarla, si sarebbe avvicinato troppo ad un’altra persona ed avrebbe perso di
vista i suoi obiettivi primari.
Ma perché
aveva l’insolito desiderio di mandare tutto a quel paese e semplicemente
prenderla? La voleva salvare…e la voleva fare sua.
“Donna…cosa
mi hai fatto…?” le domandò con un filo di voce. Ma lei ovviamente non rispose.
Bulma aprì
gli occhi a fatica. La testa le doleva terribilmente ma
una strana sensazione la fece destare. Sentiva che qualcosa era cambiato.
Non riuscì
subito a comprendere dove si trovasse, ma quando lo
fece scattò immediatamente con lo sguardo in direzione di Vegeta, preoccupata
che potesse essere peggiorato.
Vide che lui
la stava fissando. Chissà da quanto tempo…
“Vegeta…”
sussurrò lei sorridendo lievemente. Aveva aperto gli occhi…era già un ottimo
segno. Si alzò a fatica dalla sedia, era tutta indolenzita. Si accucciò poi
accanto al letto.
“Come ti
senti?” gli chiese sempre a bassa voce. Non voleva urlare. Inoltre desiderava
ascoltare ogni suo piccolo fiato. “Male” rispose lui dopo un po’ girando la
testa di lato. Lo imbarazzava trovarsi di fronte quegli enormi occhi azzurri.
Si sentiva quasi come se lei gli stesse leggendo
l’anima.
Bulma
desiderava nuovamente baciarlo. Si leccò leggermente le labbra rievocando il
suo sapore.
“Hai fame?”
domandò ancora lei. Lui scosse la testa in segno di diniego. Lo stomaco
sembrava gli si fosse bloccato.
Rimasero in
silenzio. Dopo un po’, lui le chiese “Perché sei qui?”
Lei sbattè le
palpebre, poi sorrise. “Perché ero preoccupata…” ammise con voce dolce. “Temevo
ti fossi ferito gravemente…volevo essere sicura che stessi bene…”
Lui non disse
nulla.
“Perché?” le
domandò. Bulma si morsicò il labbro inferiore. “Perché sei mio amico…” mentì. *Perché mi piaci…* pensò
tra sé. Non poteva dirglielo a voce. Per la prima volta in tutta la sua vita,
Bulma aveva paura di dire ciò che pensava. Non aveva mai avuto peli sulla
lingua, aveva sempre detto ad alta voce cose assolutamente
sconsigliate. Abbassava la testa solo di fronte al vero amore.
“Non devi” le
disse lui con voce dura. “Eh?” chiese lei, confusa. “Non devi preoccuparti
troppo per me” disse lui a fatica. Le ferite bruciavano e anche il suo cuore.
“Non ho bisogno di nessuno, tanto meno di una donna”
Lei sentì il
cuore stringersi. “Ma Vegeta…” provò a dire. Quelle parole le facevano male.
“Niente ma, donna” disse lui duramente.
“Abbiamo
passato tante cose insieme…da un anno vivi qui…perché non vuoi lasciare che mi
prenda cura di te?” chiese lei, delusa. Voleva solo stargli vicino,
aiutarlo…perché la trattava così?!
“Non mi
servi!” disse lui guardando da un’altra parte. Voleva farla allontanare. Lei
era pericolosa, gli stava facendo provare sentimenti mai sperimentati prima. Al
primo posto la gratitudine.
“Ma…ci siamo
anche baciati!” gridò lei con le lacrime agli occhi. Lui la odiava…
Vegeta rise
malignamente. “Lo sapevo…un solo bacio ti fa girare la testa! Sei una sciocca!
Io non ho bisogno di nessuno!” le disse con tutto il disprezzo che aveva in
corpo.
Lei si alzò
di scatto. “Vai al diavolo” bisbigliò rabbiosamente nel tono di voce più
risentito che potesse fare. E scappò via.
Vegeta
sospirò. Doveva staccarsela di dosso. Lei avrebbe solo sofferto con uno come lui…e non lo meritava.
Trunks riuscì
a nascondersi in tempo per non essere scovato da sua mamma
quando uscì di corsa e con le lacrime agli occhi dalla stanza dove si trovava
suo padre.
Il ragazzo
aveva ascoltato tutto.
“Mamma…”
sussurrò lui guardandola correre via. Possibile che Vegeta fosse un tale
idiota? L’aveva ferita gratuitamente…per quale motivo? Lei era solo stata
gentile!
Trunks era
furioso con lui. Per uno stupido orgoglio stava distruggendo l’unica cosa bella
della sua vita, e stava distruggendo anche sua mamma.
Però…si erano
già baciati.
Il giovane
del futuro aveva sentito chiaramente la frase di Bulma. I suoi genitori si
erano già scambiati il primo bacio. Allora perché non si mettevano finalmente
insieme?!
Quanto
desiderava correre nella stanza di suo padre e urlargli di mettere da parte il
suo stupido orgoglio ed amare Bulma! Ma non poteva. Dannazione!
Strinse forte
i pugni e serrò i denti. Si sentiva impotente.
Sconfitto
decise di tornare nella sua camera da letto. Doveva continuare a pregare. Aveva
altri dieci mesi di tempo…doveva aver fiducia nell’amore ancora acerbo dei suoi
genitori.
L’unica cosa
che poteva fare era stare vicino a sua mamma. E chissà
che dandole un po’ di coraggio, lei non si sarebbe decisa a fare il passo più
importante. Ovvero rivelargli il suo amore.
Continua…
Le cose
procedono piano piano, ma pur sempre vanno avanti!!
Comunque non
disperate…il momento tanto atteso non è lontano…
Grazie mille
per tutte le recensioni! Mi emoziono ogni volta!!
Il giorno
dopo Trunks, cautamente, bussò alla porta di sua mamma.
Era quasi mezzogiorno e non era ancora scesa, percui
la signora Brief aveva chiesto gentilmente al ragazzo di andare a chiamarla.
Trunks
deglutì, temendo la reazione di Bulma. Non gli piaceva vederla a terra e,
sicuramente, dopo il litigio con Vegeta, non doveva essere di ottimo umore.
“Avanti”
disse la donna invitandolo ad entrare. E Trunks non si aspettava una reazione tale quando aprì la porta.
Bulma,
sorridente come sempre, era impegnata nella pulizia della sua camera da letto.
Anche nel suo tempo Trunks l’aveva vista raramente con la scopa in mano – pigra
com’era preferiva costruire robot per la pulizia piuttosto che diventare una
donna di casa – perciò fu molto sorpreso.
“Che fai?”
chiese infatti. “Non si vede? Pulisco la mia stanza!
Era un disastro!” rispose lei con un sorriso. Trunks non disse nulla.
“Cosa
volevi?” domandò lei. “Ecco…la signora Brief era preoccupata e mi ha chiesto di
venire a chiamarti…” rispose il giovane ancora poco convinto. Se l’aspettava al massimo rannicchiata sotto le coperte, non pimpante e
impegnata in attività a lei poco consone.
“Ho capito.
Adesso arrivo” rispose lei finendo di rifare il letto.
Quando
terminò prese ad uscire dalla camera con Trunks giusto dietro di lei. Nessuno
dei due parlò.
*Non capisco…* pensò il giovane *Che non le importi nulla del litigio con
papà? Perché non èfuriosa?* Conosceva bene sua mamma: quando era confusa o triste
nascondeva i suoi sentimenti infuriandosi. Ma quel giorno era felice.
*Forse non vuole farlo vedere…* pensò come soluzione. Era anche molto
orgogliosa.
“Buongiorno
tesoro!” la accolse la signora Brief quando i sue
entrarono in sala. “Come mai così tardi? Ho dovuto chiedere al caro Trunks di
venirti a svegliare…non ci si comporta così con gli ospiti!”
“Potevi
venire tu allora! E comunque non stavo dormendo” rispose la ragazza con i
capelli azzurri.
“Tesoro, come
sta Vegeta?” chiese ancora la signora Brief. Bulma alzò la testa di scatto.
“Non lo so” disse dopo un po’, sbuffando. “Che c’è, avete litigato?” le chiese
la madre. “Non sono affari tuoi” rispose Bulma.
Trunks
osservò attentamente le reazioni di sua madre. Le era parsa agitata al suono
del nome di Vegeta. Ecco la reazione che si aspettava da lei. Forse non voleva
mostrarsi debole davanti a lui.
“Perché non
vai a controllare come sta?” chiese allora la signora bionda con il solito
sorriso. “Vai tu se ci tieni tanto!” rispose Bulma.
“Ma tesoro…lo
sai che Vegeta mi caccia sempre! Solo tu puoi
avvicinarti abbastanza…” disse la signora appoggiandosi una mano sul volto con
aria affranta. Poi, con un sorrisino, aggiunse “Sai, penso che tu gli piaccia…”
Bulma arrossì
e le gridò “Non dire sciocchezze! A quello non piace nessuno! E’ solo uno
screanzato irriconoscente!” Trunks si lasciò scappare un sospiro di sollievo:
ecco la rabbia. Procedeva tutto nel modo giusto.
“Dai tesoro! Vai a controllare! Solo una sbirciatina!” le
chiese la madre. La ragazza sbuffò e si alzò. “E va bene” e si diresse nella
stanza di Vegeta.
In cuor suo
aveva sperato che sua madre glielo chiedesse.
*Bene! Ripassiamo il piano! Entro, lo guardo
freddamente, non e ripeto non mi lascio andare in sentimentalismi, e me ne
vado!* si ripetè Bulma mentalmente. Aveva pensato
tutta la notte a come atteggiarsi con Vegeta.
L’aveva
trattata male, eccome, e non meritava alcun riguardo. Nonostante lui continuasse
a piacerle. *Accidenti a me e al mio
debole per i bei ragazzi!* si maledisse Bulma.
*Se solo lui non fosse così bello…e
non incarnasse il suo uomo ideale! Sarebbe più facile ricambiare il suo odio.*
Giunta
davanti alla porta prese un profondo respiro. Le tremavano le ginocchia
all’idea di rivederlo. Aprì poi la porta senza nemmeno bussare, desiderando
coglierlo di sorpresa o magari senza qualche vestito…
Niente. Non
era nella stanza.
Bulma si
guardò attorno, cercandolo. *Forse è in
bagno…* si disse e si girò immediatamente verso la
porta del bagno annesso alla camera. Questa era spalancata e la luce era
spenta. No, non era lì.
Dove diavolo
poteva essere? Un dubbio la assalì e, immediatamente, corse al piano inferiore.
Passò velocemente davanti a sua madre e Trunks e si precipitò nel corridoio
dove era situata la camera gravitazionale, ora distrutta.
Lo vide lì,
in piedi, fasciato.
“Vegeta!”
gridò puntando le mani ai fianchi e avvicinandosi a lui. Lui non la degnò di
uno sguardo.
“Ehi! Parlo
con te!” disse lei piantandosi al suo fianco. “Cosa vorresti fare qui?
Allenarti?! Ma sei impazzito?! Per fortuna la stanza è
distrutta!! Non dovresti nemmeno essere in piedi,
zuccone!!”
Lui si girò
lentamente, congelandola con lo sguardo. “Non sono affari tuoi” le disse
freddamente e si incamminò deciso lungo il corridoio. Bulma gli corse dietro.
“Sei uno
scemo! Non devi camminare, potresti peggiorare!”
Il saiyan la
ignorò. Lei continuò a seguirlo e sgridarlo finchè
Vegeta, indebolito, si appoggiò al muro con un braccio. “Ah! Hai visto?”
esclamò esultante lei. “Ho ragione io, sei troppo debole per girare da solo!
Dai, ti aiuto a tornare in camera!” disse quindi indicandogli di appoggiarsi a
lei. Per quanto fosse arrabbiata, le stava davvero a
cuore la sua salute.
“Non ho
bisogno di te, donna! Me la cavo da solo!” rispose lui arrogante. Continuò poi
il suo tragitto, lentamente.
Bulma rimase
immobile a guardarlo.
“Sei uno
scemo!!” gli gridò. Ma lui non le rispose.
Non si
parlarono più fino al giorno dopo, quando, costretta
da sua madre, Bulma portò a Vegeta qualcosa da mangiare.
Lei lo ignorò
con decisione e fece per andarsene, ma lui la bloccò orinandole di ricostruire
la camera gravitazionale.
Litigarono,
urlarono, si minacciarono di morte…ma alla fine l’ebbe
vinta il saiyan. Gli bastò menzionare che altrimenti sarebbe partito per lo
spazio. Bulma ricordava ancora le parole di Trunks: Vegeta aveva un destino da
compiere nell’anno seguente e doveva rimanere sulla Terra. La ragazza non
poteva certo deludere quel caro ragazzo.
Se ne andò
allora, sconfitta, ferita soprattutto dallo sguardo di vittoria che le rivolse
Vegeta.
Era odioso!
Riusciva
sempre ad averla vinta! Anche con i sentimenti…
Nonostante i
suoi modi bruschi, le sue frecciatine velenose, e
anche le sue minacce di morte, Bulma continuava ad essere attratta da lui.
Pensava e ripensava ai due baci che si erano dati…Beh, più al primo.
Soprattutto perché era partito da lui.
Era stato lui
quella sera ad avvicinarsi, lui aveva preso l’iniziativa. Bulma era solo stata
ben felice di non scostarsi.
Mentre il
secondo bacio…forse non poteva neanche definirsi tale.
Era stato un lieve congiungimento delle loro bocche, era giusto riuscita a
sentire la morbidezza delle sue labbra e un po’ del suo sapore. Niente di più.
Era troppo spaventata per approfondire il contatto.
Bulma si
chiedeva in continuazione se ci sarebbe stato un terzo bacio. Sapeva di per certo che non sarebbe riuscita a trovare da sola il
coraggio di farlo con lui cosciente…era tutto nelle mani del saiyan. E questa
situazione non le piaceva per niente. Durante tutta la relazione con Yamcha era
stata sempre lei a mantenere il controllo di tutto. Lei gli aveva dato il primo
bacio, lei gli aveva chiesto per prima di uscire insieme, e lei aveva deciso di
concedersi a lui dopo molto tempo. E Yamcha non faceva altro che obbedire.
Ma con
Vegeta…era lui in vantaggio. Lei non aveva nessuna arma a disposizione. Si
sentiva in trappola. E non era una bella sensazione.
*Devo farmi passare questa stupida cotta!* decise
lei. Ma in cuor suo sapeva come questo fosse impossibile…
Quella sera
Bulma uscì molto tardi dalla camera gravitazionale. Conoscendo l’impazienza di
Vegeta si era messa subito al lavoro per ripararla, inconsciamente anche
desiderosa di fargli piacere e magari ricevere un qualche ringraziamento.
Era piena
estate e in casa, complice un condizionatore che faceva le bizze, faceva terribilmente
caldo, e per questo motivo, anche se era distrutta, Bulma decise di fermarsi un
po’ in terrazza a prendere una boccata di aria fresca.
Si appoggiò
stancamente alla ringhiera e osservò il cielo. Non vi era nemmeno una nuvola e
la luna piena illuminava tutto il giardino.
Bulma chiuse
gli occhi per assaporare meglio il momento e inspirò l’aria fresca della notte.
Che bella sensazione! E quanto avrebbe voluto che ci fosse qualcuno accanto a
lei con cui condividere il momento…Magari l’uomo dei suoi sogni…bello e
impossibile, con le labbra più dolci che ci fossero…
“Vegeta…”
sussurrò.
Ah! Eccola di
nuovo a pensare a lui!
Con rabbia
Bulma agitò forte la testa come se desiderasse cacciare fuori l’immagine del
saiyan dalla sua mente.
Ripensòa tutti i momenti
passati con lui e anche a tutte le cose passate in quei mesi. L’arrivo di
Trunks, la convivenza con Vegeta, quell’assurda notte
di Natale passata rinchiusa con lui nella stanza del Supremo…un momento!
Ricordò
rapidamente quella notte e l’apertura dei vasi. Quello del
passato dopo il quale Vegeta aveva iniziato a fissarla in modo rabbioso; quello
del presente in cui gli aveva involontariamente rivelato la proposta di
matrimonio di Yamcha; e infine quello del futuro. Sicuramente il più
inaspettato.
Vedeva ancora
di fronte a sé l’immagine di lei con in braccio quel
minuscolo bambino dagli occhi azzurri. Era a causa di quella visione che aveva
deciso di sposare il suo ex ragazzo, anche se poi non era andata fino in fondo.
A causa del
bacio di Vegeta erano cadute tutte le sue sicurezze. Ma se non si sposava con
Yamcha, con chi avrebbe concepito quel bellissimo bambino?
Forse aveva
fatto un grosso errore ad annullare le nozze…forse aveva cambiato il futuro…che
doveva fare?
“Beh,
sicuramente quel bambino non nascerà da solo! Devo scoprire chi è il padre! E
ho un solo modo per farlo!” disse lei con decisione.
Trunks si
svegliò con una brutta sensazione in corpo. Sentiva che stava per succedere
qualcosa di imprevisto e forse in qualche modo spaventoso.
Eppure
sembrava una così bella mattina: gli uccellini cinguettavano sull’albero
accanto alla sua finestra, il sole era alto in cielo, e l’aurea di suo padre
stava rapidamente prendendo vigore.
Sembrava
tutto perfetto. Inoltre, l’idea che i suoi genitori fossero ad un passo dal
mettersi insieme era più che tangibile. Si erano già scambiati il primo
bacio…le cose procedevano bene.
Se solo suo
padre si fosse deciso a farsi avanti!
Stiracchiandosi,
il giovane si alzò dal letto e si vestì in fretta. Quella brutta sensazione
sembrava non decidere ad andarsene. Scese quindi a fare colazione dove,
inaspettatamente, trovò sua mamma ad accoglierlo.
Sapeva che il giorno prima era stata impegnata a riparare la camera
gravitazionale, percui era sicuro che non si sarebbe
alzata dal letto almeno fino a mezzogiorno.
“Buongiorno…”
disse lui sorpreso. “Ciao” rispose la donna senza il solito sorriso che
caratterizzava ogni dialogo con il giovane del futuro.
“E’…è
successo qualcosa?” chiese lui leggermente terrorizzato. Non gli piaceva quella
espressione sul volto di sua mamma. Non presagiva
nulla di buono.
“Trunks…”
cominciò lei. Il ragazzo deglutì. “Ho bisogno che tu faccia
qualcosa per me. E voglio che tu sia sincero. Non ho intenzione di giocare”
iniziò lei seriamente.
Il giovane
annuì.
“Trunks…devi
dirmi chi è il padre di mio figlio” annunciò Bulma.
Il povero
ragazzo del futuro spalancò gli occhi e pensò automaticamente che sarebbe stato
molto meglio ascoltare il suo istinto e non uscire dalla sua stanza per quel
giorno.
Continua…
Capitolo di
passaggio incentrato sui pensieri di Bulma…la nostra cara amica dai capelli
azzurri non fa altro che pensare al bacio del principe dei saiyan, e come non
capirla!!
Grazie come
sempre di aver letto il capitolo!
E grazie a: ladyvegeta, Bulmalicious, ainat, Simply91, Melany85, lelly87, jame,
ELVISINA, Mela (ma povero Veggy!!
Non puoi augurargli di avere la diarrea!!! …anche se a
volte se lo meriterebbe…ma gli voglio troppo bene per desiderare una cosa
simile!! >.<), chibichu, Liz, Mikysimpa, migena, Kino, ecstasyandwine,
lucyper le recensioni!!!!!!
Sono troppo
commossa!!! Addirittura 16 recensioni…non ho parole
per ringraziarvi!!!!
Quella
giorno Vegeta si
era svegliato all’alba come ogni mattina. Ma se fino a qualche tempo prima lo
faceva esclusivamente per sfruttare ogni secondo prezioso per allenarsi,
ultimamente era per altri motivi.
“Dannato sogno…”
mormorò stringendo i pugni. Ogni notte sempre il solito sogno: Bulma che
precipitava nel vuoto, gridando il suo nome. E lui, immobilizzato, non riusciva
mai a salvarla.
Perché lo
sognava sempre? Che ascendente aveva su di lui quella donna?
Con rabbia si
disfò delle lenzuola e si alzò in piedi, un po’ a fatica. Non si era ancora
ripreso completamente dalle ferite causate dall’esplosione della camera
gravitazionale.
Secondo il
suo istinto saiyan aveva già perso molto tempo. Era indietro con gli allenamenti
di qualche giorno, ormai. Era inaccettabile. E quella dannata donna non gli
faceva muovere un muscolo.
Fece qualche
esercizio di riscaldamento e, toccandosi il petto, constatò che la grande
ferita che lo squarciava era ormai guarita. Disfece le, secondo
lui, inutili e ingombranti fasce che Bulma gli aveva applicato e andò in bagno
per lavarsi il viso.
Si specchiò,
poi, e di nuovo gli tornò alla mente l’immagine di lei che precipitava e il suo
urlo agghiacciante. Scosse poi la testa. “Basta, devo smettere di pensarci!”
disse deciso stringendo un pugno.
E il modo
migliore era sicuramente un allenamento massacrante.
Decise quindi
di uscire di casa: la donna non lo avrebbe lasciato allenare in pace, meglio
trovare un posto tranquillo.
Si legò i
lacci delle scarpe e, aperta la finestra, spiccò il volo verso un posto remoto
della Terra.
“C-cosa?” domandò il giovane del futuro augurandosi di aver
capito male. “Voglio sapere chi è il padre del mio bambino. Tu vieni dal
futuro, ovviamente lo sai” disse Bulma mettendosi le mani sui fianchi nella sua
solita posa minacciosa. “Avanti, dimmelo!”
Trunks
indietreggiò di un passo. “Non puoi chiedermi questo…sai che non posso
dirtelo…” provò lui. Ma conosceva bene lo sguardo che gli stava rivolgendo sua mamma: non ammetteva repliche.
“Non mi
interessa nulla se non puoi! E non mi interessa l’ordine cosmico degli eventi e
tutto il resto!” disse lei battendo un piede a terra. “Voglio saperlo!”
“A-aspetta!” provò lo stesso Trunks. “Se ti dico il nome del
padre del bambino potrei cambiare troppe cose e il piccolo non nascerebbe
affatto! Vuoi questo?”
“Non dire
sciocchezze!” lo rimproverò subito la donna. “Non appena saprò la sua identità,
mi farò subito avanti e sarà tutto ok!”
*Se fosse così
facile te l’avrei già detto…* pensò il ragazzo cercando una soluzione.
“Dimmelo!”
ripeté lei puntandogli un dito contro. Trunks si sentì con le spalle al muro.
Senza alternative, la superò velocemente e scappò via volando verso la casa di
Goku. Aveva bisogno di aiuto.
“Trunks?!
Torna qui!” urlò Bulma. Ma il giovane non si fermò.
“Accidenti!”
gridò Trunks mentre a tutta velocità si dirigeva verso
il monte Paoz. Temeva che prima o poi sua mamma gli
avrebbe fatto una domanda simile. Ma cosa poteva risponderle?
Gli sarebbe
piaciuto tanto rivelarle che lei e Vegeta si sarebbero innamorati, che in una
notte di marzo avrebbero concepito un bambino e che l’avrebbero chiamato
Trunks. Già l’immaginava, messa di fronte a questa notizia: sarebbe andata ad
abbracciarlo, felice, probabilmente si sarebbe vantata di quanto fosse bello
suo figlio, e si sarebbe completamente scordata di Vegeta.
O perlomeno
così sarebbe stato per qualche tempo.
Sua mamma era
una donna strana: era il genio indiscusso dell’intero pianeta, eppure spesso si
soffermava solo alle apparenze.
Ed era
imprevedibile. Se per caso Trunks le avesse rivelato la verità…non sapeva come
avrebbe potuto reagire.
Ormai era
palese che almeno dalla parte di lei ci fosse attrazione nei confronti di
Vegeta, e forse anche qualcosa di più. Ma il ragazzo voleva che fosse una cosa
spontanea tra i due. Se avesse detto loro la verità gli sarebbe sembrato quasi
di costringerli a stare insieme. E non poteva togliere loro quest’esperienza.
Sperava con
tutto il cuore che nel combattimento contro i cyborg, ormai imminente, Goku si
sarebbe fatto valere e li avrebbe sconfitti. Ma se per caso fosse andata male?
E suo padre fosse morto ugualmente?
Trunks sapeva
che Bulma era riuscita ad andare avanti anche grazie al ricordo del suo amore
con Vegeta…non poteva toglierglielo.
Nei momenti
più bui, più difficili – come ad esempio la morte di Gohan – il volto di Bulma
si illuminava solo grazie ai ricordi della sua storia d’amore. Anche se la
faceva soffrire il sapere che non sarebbero più potuti tornare.
Avvistò in
lontananza la casa di Goku e cercò subito la sua aurea. La localizzò a pochi
chilometri di distanza, tra i boschi. E sentì anche quelle di Piccolo e di
Gohan.
“Solo tu puoi
aiutarmi Goku!” affermò il giovane avvicinandosi.
Vegeta si
buttò a terra, respirando affannosamente. Sì, decisamente quello di cui aveva
bisogno.
Era stanco,
sudato e le ferite avevano ripreso a sanguinare. Ma si sentiva rinato.
Lentamente si
avvicinò al fiumiciattolo che scorreva a pochi metri di distanza e prese a
bere, rinfrescandosi.
Passò qualche
minuto steso a riflettere quando sentì l’aurea di
Trunks volare a gran velocità in direzione dei monti Paoz.
“Che
succede?” disse chiedendosi inconsciamente se non fosse successo qualcosa a
Bulma, ma la debole aurea di lei era la solita, forse addirittura più forte.
Sorrise leggermente, capendo al volo che fosse arrabbiata: succedeva sempre
così. Quella donna diventava più potente se furiosa.
Scosse la
testa e si riconcentrò su Trunks. Non gli ci volle molto per capire che fosse
diretto da Kakaroth.
Si alzò
quindi e prese a correre nella stessa direzione. Non voleva che percepissero la
sua presenza anche perché non voleva mostrarsi debole e insanguinato di fronte
al suo acerrimo nemico.
“Dai Gohan!
Attacca!” gridò il saiyan difensore della Terra al figlio. Il piccolo si
concentrò e, desideroso di mostrarsi forte agli occhi del padre e del suo
maestro namecciano nonché migliore amico, aumentò la
sua energia e si scagliò contro l’avversario.
Goku schivò
facilmente i primi tre pugni ma fu colto alla
sprovvista dalla sfera di energia che lanciò Gohan, improvvisamente. Non si
aspettava una tale reazione. Con un sorriso soddisfatto si massaggiò il ventre,
dove l’aveva colpito. “Urca Gohan! Stai facendo progressi! Penso che fra poco
ti trasformerai anche in super saiyan se continui così” lo elogiò Goku
arruffandogli i capelli.
“Dici sul
serio papà?” chiese Gohan con un grande sorriso e gli occhi luccicanti. Adorava
suo padre. Il saiyan annuì e il figlio iniziò ad esultare a braccia alzate in
cielo.
Piccolo, in
disparte, non riuscì a trattenere un sorriso ma si
riscosse subito avvertendo l’aurea di Trunks avvicinarsi a gran velocità.
“Goku” disse
il namecciano voltandosi verso la direzione verso cui
sentiva arrivare il saiyan. “Lo sento” rispose l’altro. Sperò inconsciamente
che non ci fossero problemi.
Gohan guardò
gli adulti, confusi, ma non ci mise molto anche lui a percepire l’aurea del
giovane. “E’ il ragazzo del futuro!” esclamò infatti,
pronto ad accoglierlo.
Trunks
comparve rapidamente di fronte ai loro occhi e atterrò velocemente.
“Salve a
tutti, scusate il disturbo” affermò lui, serio.
“Ragazzo mio!
Cosa ti porta sui monti Paoz? Non dirmi che si tratta
ancora di…” iniziò Goku. Non riuscì a terminare la frase che Trunks annuì in risposta.
“Urca!”
esclamò il saiyan mettendosi una mano tra i capelli “”E
io che speravo fossero insieme ormai!”
Gohan guardò
i tre guerrieri attorno a lui, confuso. Non sapeva ovviamente di chi stessero parlando. Si avvicinò allora al padre ed andò a
tirargli leggermente i calzoni, in cerca di attenzione. “Papà? Di cosa parli?”
chiese infatti.
Goku abbassò
lo sguardo e decise poi di mandare il figlio a casa: per quella mattina
l’allenamento era ovviamente concluso. Motivi urgenti richiedevano la sua
attenzione. Si abbassò in ginocchio in modo da essere alla stessa altezza di
Gohan e gli disse dolcemente: “Ora noi dobbiamo parlare di cose importanti
riguardanti il futuro. Ti va di lasciarci soli?” Gohan mise un piccolo broncio
e Goku continuò “Non devi per forza tornare a casa! Perché non fai un giro con
il tuo draghetto?”
Il piccolo
esultò dalla gioia e, dopo aver salutato tutti, corse via.
“Bene. Ora
spiegaci la situazione” disse Goku incrociando le braccia al petto e osservando
il giovane del futuro.
Bulma ringhiò
arrabbiata quando vide Trunks sparirle così davanti
agli occhi. Perché tutta quella segretezza? Chi mai poteva essere il padre del
bambino?
Era tutta
colpa di Goku! Era stato lui a rinchiuderla al palazzo del Supremo con Vegeta!
Se non fosse stato per quella stupida visione, lei non si sarebbe fatta tutte
quelle paranoie inutili!
Si versò
un’ulteriore tazza di caffè e si sedette al tavolo, furiosa. Voleva solo una
risposta, niente di più.
Iniziò a
sorseggiare lentamente la bevanda, continuando a riflettere su cosa fare. Se
fosse rimasta chiusa in casa non avrebbe mai conosciuto nessuno. Magari il
padre di suo figlio era giusto fuori dalla porta. *Dovrei andare a rimorchiare…* pensò.
Ma,
automaticamente, le venne in mente il volto di Vegeta. Finchè
era così attratta da lui non poteva certo aprirsi a qualcun altro!
Accidenti a
lui e al suo fascino!
Appoggiò con
rabbia la tazza, ma poi si calmò, tracciandone con un dito il bordo restando
con lo sguardo fisso sulla bevanda scura. Nessuno mai aveva avuto un tale ascendente
su di lei. Nuovamente, si chiese se per caso fosse innamorata di lui. I sintomi
erano quelli: pensava a lui in continuazione, desiderava sempre averlo accanto,
lo sognava anche la notte.
*Sono cotta…* ammise dopo un po’.
Chinò poi la
testa contro il tavolo, sconfitta. Si era innamorata dell’uomo più sbagliato
che potesse scegliere.
“Goku! Devi
aiutarmi!” gridò Trunks afferrando con forza le spalle del saiyan e
scuotendolo. “Calma! Calma! Dimmi che succede!” disse Goku scrollandosi a
fatica dalla presa. Il ragazzo era decisamente diventato più forte.
“Si tratta di
Bulma! Non so come uscirne!” disse ancora il giovane, agitato.
“Che c’è? Non
si è ancora innamorata? Mancano ancora dei mesi se non sbaglio…dalle tempo” disse Goku cercando di calmarlo.
“Non è
questo! Anzi, penso che ormai sia cotta…” ammise arrossendo leggermente.
Goku fece un
gran sorriso “Urca! Sono felice per lei! Ma il problema qual è? Lui non è dello
stesso avviso?” chiese quindi, pensieroso.
“Non lo so,
non riesco mai a capire a cosa pensa. Ma non si tratta di questo” disse Trunks
abbassando la testa. Goku e Piccolo lo guardarono.
“Stamattina
mi ha chiesto chi è il padre del bambino che ha visto nella visione del futuro
al palazzo del Supremo” ammise dopo un po’.
Goku spalancò
gli occhi. “E tu? Che hai fatto?” chiese. “Niente, sono fuggito qui! Tu la
conosci, sai che non si arrende mai! Devi aiutarmi!”
Il saiyan dai
capelli neri si sbattè una mano sulla faccia: accidenti se aveva sbagliato a
rinchiudere Vegeta e Bulma nella stanza del Supremo!
“Perché non
glielo dici e basta?” domandò Piccolo dalla sua posizione un po’ appartata.
Essendo un namecciano capiva veramente poco delle
relazioni di cuore tra gli umani, quindi non sapeva la reazione che una tale
scoperta avrebbe scaturito nei due interessati.
“Non posso!”
disse infatti Trunks. “Conosco i comportamenti di
entrambi, non reagirebbero bene!”
Goku rimase
silenzioso per un po’. Poi ammise “Forse Piccolo ha ragione. Se lei è già
cotta, non penso si farà molti problemi a farsi avanti conoscendo la verità”
Trunks lo
guardò, non ancora convinto. I suoi genitori erano entrambi troppo orgogliosi
per accettare quella situazione, inoltre non voleva turbare il loro
innamoramento.
“Non saprei
neppure cosa dire…” disse Trunks, riflettendoci. “Non posso dirle
semplicemente: il padre di tuo figlio è Vegeta e sai una cosa: in realtà sono
io!!” concluse ironicamente.
“Se vuoi
vengo con te da Bulma e ti aiuto a toglierti dalla situazione se proprio non
vuoi dirle nulla” disse Goku notando quanto fosse
turbato il giovane dal dirle una cosa simile. “Vediamo come procede” continuò.
Trunks annuì.
“Grazie Goku…e speriamo in bene”
I due
decisero così e presero quindi il volo verso la Capsule
Corporation. Piccolo invece andò a cercare Gohan per
continuare gli allenamenti.
“Umani e le
loro relazioni sentimentali…” fu il suo unico commento. Sicuramente era più
facile per i namecciani.
Vegeta, poco
distante e nascosto dietro un albero, aveva sentito tutto. E per poco non aveva
gridato alla notizia della sua futura paternità.
Avrebbe messo
incinta la donna?! E Trunks era loro
figlio?!
Quando aveva accettato il suo invito a restare alla Capsule
Corporation non aveva minimamente pensato che potesse portare a certi
risultati. Lui era un guerriero, non aveva tempo di crearsi una famiglia e
nemmeno lo voleva! Tra l’altro con una donna terrestre!
Ma
effettivamente quello spiegava tutto: ecco perché Trunks era un mezzo saiyan e
aveva gli occhi azzurri; ecco perché Kakaroth aveva rinchiuso lui e Bulma nella
stanza del Supremo; ecco perché nella visione del futuro della sua partenza per
lo spazio l’aveva vista piangere; ecco perché Trunks aveva insistito che si
fermasse sulla Terra per un altro anno.
Tutto
tornava.
Ora che
conosceva il grande segreto avrebbe anche potuto cambiare il corso delle cose e
non concepire affatto quel figlio che aveva incontrato già grande e di cui,
inconsciamente, era fiero. Sorrise leggermente riconoscendo che, nonostante
tutto, Trunks fosse un erede in gamba. Era forte, veloce e un super saiyan. Ma
lui non era fatto per essere padre! Se si fosse davvero messo con la donna,
probabilmente lei lo avrebbe rammollito.
Rimase a
pensare ancora a lungo, finchè non decise di tornare
a casa. Voleva anche sapere se Trunks e Kakaroth avrebbero detto la verità a
Bulma.
Spiccò quindi
il volo e si diresse alla Capsule Corporation.
Chissà
perché, pensandoci, dopotutto non gli dispiacesse l’idea di fare di Bulma la
sua compagna e la madre di suo figlio.
Continua…
Scusate il
leggero ritardo con cui ho aggiornato oggi, ma sono stata via tutto il giorno e
purtroppo senza la mia presenza le parole non si scrivono da sole al computer!! E quando sono fuori casa mi fioccano in mente miliardi di
idee!!
Spero che gli
sviluppi siano ancora di vostro gradimento…
Grazie per le
recensioni a: ladyvegeta, ainat,
Okkiblu88, lucy, emyc, Mikysimpa, chibichu, migena, Kino,
bulma0209, Mela e Simply91!!!!! GRAZIEEEEE!!!!!
Goku e Trunks
arrivarono alla Capsule Corporation in pochi minuti.
Il più giovane dei due era tesissimo.
Rimasero a
fluttuare in aria proprio sopra la cupola gialla dell’edificio e Goku gli mise
una mano sulla spalla in modo paterno. “Coraggio ragazzo mio!” gli disse con un
sorriso. Trunks rispose timidamente allo stesso modo e i due atterrarono.
Furono
accolti dalla signora Brief che, con indosso un vestitino a motivi floreali e
il tubo dell’acqua in mano, dava da bere ai suoi mille fiorellini colorati.
“Ciao cari!”
li accolse correndogli incontro. “Goku! Quanto tempo!” continuò avvicinandosi
sensualmente al saiyan “Oh, ma diventi sempre più un bel ragazzo!” gli disse
con un sorriso. Goku si grattò la testa, come sempre trovandola molto strana, e
le chiese dove fosse Bulma.
“Penso sia
nella camera gravitazionale…ti cercava prima, Trunks” disse poi rivolta al
giovane dai capelli lilla, che deglutì. Non gli era mai piaciuto affrontare sua mamma.
“Coraggio”
gli disse Goku spingendolo all’interno.
La trovarono
appunto nella GR con indosso la sua tuta da lavoro e circondata dai suoi
attrezzi.
“Ciao Bulma!”
gridò Goku facendole prendere uno spavento. “Ma tu non bussi mai?!” gli chiese arrabbiata. Non era mai stato molto gentile
in quel frangente, le faceva sempre paura, e da quando aveva imparato la
tecnica del teletrasporto era addirittura peggiorato.
La donna gli
si avvicinò e vide subito il ragazzo del futuro. “Trunks!!”
urlò. “Non sparire mai più in quel modo, capito?! Non
si tratta così una signora!!” lo rimproverò nella
classica posa con le mani sui fianchi.
“Mi
dispiace…” disse lui abbassando la testa. Non era ancora convinto di
affrontarla.
“E aspetto
ancora una risposta!! Perché sei
andato da Goku?” gli chiese. Il saiyan in questione si grattò la testa e
rispose: “Volevo vederti!” mentì. “Trunks era di passaggio e così…”
Bulma rimase perplessa ma dimenticò tutto, felice comunque di vedere il
suo migliore amico.
“Che stai
facendo?” chiese Goku guardandosi attorno. “Non si vede? Riparo la camera
gravitazionale che quello zuccone di Vegeta ha fatto saltare in aria mentre si allenava! Saiyan!” esclamò “Senza offesa”
disse subito riscattandosi.
“A proposito,
sapete dov’è?” chiese la donna. “Non è in camera sua e da nessuna parte in
casa…”
I due saiyan
si guardarono e cercarono immediatamente la sua aurea.
“Sono qui”
affermò il principe facendo il suo arrivo alle loro spalle. Con sguardo serio e
braccia incrociate fissava intensamente prima Trunks poi Bulma. La sua ‘in teoria’ futura famiglia.
“Vegeta!”
gridò lei avvicinandosi minacciosamente. “Ma dove sei stato?!”
gli domandò arrabbiata. Quando fu abbastanza vicina si accorse di come le sue
condizioni fisiche si fossero aggravate.
“Ma ti sei
allenato?! Sei uno scemo!” gli gridò e gli ordinò di
tornare a letto dove lo avrebbe curato. “Non rompere donna!” disse lui senza
risultare troppo arrabbiato. Non si mosse di un passo.
Ci furono
pochi istanti di imbarazzante silenzio finchè Bulma
non offrì a tutti qualcosa da mangiare. I tre saiyan, ovviamente, accettarono.
Accomodatisi
sul divano – eccetto Vegeta che preferì appostarsi contro la grande finestra
che dava sul terrazzo – solo Bulma sembrava in vena di conversare. E quando
sparì in cucina per andare a prendere il cibo, tra i tre guerrieri calò il
silenzio.
Nemmeno Goku,
spirito libero da ragazzino, riusciva a spiccicare parola. Vegeta gli sembrava
ancora più tenebroso del solito.
“Che musi
lunghi!” li sgridò Bulma ritornando con due vassoi stracolmi di dolci. Goku si
avventò su di essi mentre Trunks e Vegeta non si
mossero.
“Trunks,
prendi qualcosa” gli offrì lei. Il ragazzo accettò, giusto per non farla troppo
arrabbiare. Lei gli sorrise caldamente e poi si voltò
verso Vegeta. Fece qualche passo verso di lui e gli porse il piatto.
Per tutto il
tempo i loro occhi restarono incollati, lei perché sempre più consapevole di essere innamorata, lui perché continuava a studiarla. Sarebbe
stata davvero lei la donna che avrebbe scelto come compagna e madre di suo
figlio?
“Hai visto come
si fissano! Forse si amano già!” bisbigliò Goku all’orecchio del ragazzo del
futuro. Questo annuì lentamente.
Passarono
quasi un’ora a parlare di un po’ di tutto, e con grande sorpresa Vegeta non
lasciò la stanza. Era in realtà troppo curioso del
discorso che avrebbero fatto Goku e Trunks a Bulma. Ma si rese conto che i due
non avrebbero parlato di fronte a lui…peccato non sapessero che in realtà lui
era già a conoscenza di tutto.
Sbuffando,
decise di andarsene e appoggiarsi fuori ad ascoltare. Aveva già perso la
pazienza. Senza una parola, quindi, uscì e Bulma lo seguì silenziosamente con
lo sguardo.
Sicura che
non fosse più nei paraggi chiese prontamente ai due chi fosse il padre di suo
figlio. Non aveva avuto il coraggio di domandarlo in presenza
di Vegeta, e, inconsciamente, sperava che fosse davvero lui l’uomo in
questione.
Trunks
inorridì e Goku si grattò la testa. Ecco il momento della verità.
Il saiyan più
anziano guardò il giovane e decise di non rivelarle nulla. Trunks sembrava
tenerci davvero tanto.
“Non posso
dirtelo Bulma” ammise dopo un po’ guadagnandosi un’occhiataccia da parte di
lei. “E’ contro le regole, mi dispiace”
La donna si
alzò in piedi, battendo i piedi. “Non mi importa! Ditemelo!” gridò
testardamente. Ma Goku si rifiutò ancora.
Bulma provò e
riprovò a convincerli, ma inutilmente.
“Ascolta…”
cominciò Goku posandole una mano sulla spalla “Anch’io voglio che quel bambino
nasca, con tutto me stesso, credimi!” sorrise “Ma non
è giusto dirti chi sarà il padre. Deve succedere tutto secondo il destino.
Aspetta un po’, arriverà!” le diede coraggio.
Sia Bulma che
Trunks sorrisero. “E non assillare questo povero
ragazzo! Te lo prometto, se entro qualche mese ancora non ti sarai messa con il
padre, ti dirò chi è. Ok?” chiese poi cercando di darle
una rete di salvataggio.
Lei annuì.
Goku poi annunciò che sarebbe tornato a casa o Chichi lo avrebbe ucciso, e si teletrasportò sui monti Paoz.
Bulma e
Trunks, rimasti soli, non accennarono più alla paternità del bambino, con
grande gioia del giovane.
Vegeta sbuffò
rumorosamente e si diresse al piano superiore per medicarsi in qualche modo le
ferite che si era causato.
Non sapeva
nemmeno lui se essere felice o meno del fatto che a Bulma non era stato detto
nulla.
Ma forse era
meglio così. Gli serviva tempo per ponderare la situazione.
E in seguito…avrebbe
deciso.
Il destino
del ragazzo del futuro era nelle mani di Vegeta.
La giornata
passò velocemente, ognuno troppo impegnato nelle rispettive mansioni. La povera
Bulma era rinchiusa nella camera gravitazionale intenta a ripararla, Trunks era
in giardino ad allenarsi e Vegeta in camera a meditare proprio come faceva
Piccolo a volte.
Solo a cena
si rividero tutti, e nessuno aveva molta voglia di parlare.
Trunks si
sentiva in colpa. Sapeva che sua mamma moriva dalla
curiosità e gli sarebbe tanto piaciuto rivelarle tutto. Ma non poteva.
Andò quindi a
letto presto, sentendosi a disagio nella stessa stanza con lei.
La donna
tornò controvoglia nella GR in seguito alle solite minacce di morte di Vegeta e
continuò il suo lavoro. Mancavano giusto gli ultimi ritocchi, e poi avrebbe
terminato.
Aprì il
pannello di controllo e, munita di tutte le sue chiavi inglesi, avvitò tutti i
bulloni rimasti.
“Finito!”
annunciò a voce alta asciugandosi la fronte sudata.
“Era ora!”
rispose una profonda voce alle sue spalle. Bulma si girò di scatto e vide
Vegeta appoggiato a braccia conserte sul muro. Chissà da quanto era
lì…fortunatamente non si era lasciata scappare commenti su quanto le piacesse!
“Vegeta…”
iniziò a voce bassa lei “Ma sei impazzito?! Perché non
avverti mai quando sei in stanza con me?!” gli urlò
quindi con le mani sui fianchi.
Il saiyan
scattò con il mento dalla parte opposta per non guardarla. “Se tu sapessi
avvertire le auree non ci sarebbero questi problemi…” rispose duro “Sono sicuro
che anche Kakaroth dalla sua insulsa casetta sui monti sa che sono qui con te!”
L’unico
commento di Bulma fu un grande broncio.
Rimasero in
silenzio. Poi lei domandò: “Volevi qualcosa da me? Perché sei
qui?” Il saiyan la guardò attentamente, scrutandola dalla testa ai piedi. Bulma
deglutì pesantemente. Cosa stava a significare quello sguardo?
Vegeta poi
distolse lo sguardo. “Vedere se avevi terminato. Sei lenta come una lumaca” la
offese gratuitamente. Ma Bulma non si lasciò ovviamente calpestare. “Brutto
screanzato! Qualsiasi altro scienziato ci avrebbe messo settimane a terminare mentre io ho impiegato solo qualche giorno!
Ringraziami invece!” disse acida e molto, molto arrabbiata. Come poteva un uomo
essere tanto irritante quanto perfetto?
Il saiyan
rimase in silenzio, ammettendo mentalmente che la donna fosse in gamba. Ma non
glielo avrebbe mai detto. *E’ molto intelligente…quante donne sarebbero in grado di fare una
cosa simile?* pensò. Bulma era fuori dal comune.
Forse poteva davvero essere la degna compagna del principe dei saiyan.
La vide
cominciare a riordinare i suoi strumenti di lavoro e intuì che volesse andarsene. Decise però di stuzzicarla un po’.
“Hai trovato
il padre di tuo figlio?” le domandò sicuro della sua risposta negativa. Voleva
vedere la sua reazione. Bulma arrossì e, a testa bassa, gli rispose “Non
ancora…”
Vegeta si
trovò a riflettere: perché quella donna ci teneva tanto ad avere un marmocchio?
Conoscendola, sapeva che le sarebbe stato difficile diventare una brava madre dato il suo egocentrismo. Perché lo voleva
comunque?
“Sai…”
continuò lei, confidenzialmente “Oggi ho chiesto a Trunks di rivelarmi chi
fosse il padre del bambino ma lui è scappato da Goku e
non me l’hanno detto”. Vegeta non disse nulla. “Che sia davvero così importante
mantenere il segreto?” domandò lei più a sé stessa che a lui.
“Io mi
conosco” continuò lei “Se sapessi l’identità del padre mi farei subito avanti”
Vegeta la
fissò: se le avesse detto la verità avrebbe potuto togliersi lo sfizio di
portarsela a letto fino a metterla incinta. Ai suoi occhi di uomo in astinenza
da più di un anno era un’ottima prospettiva. Ma forse lei non gli avrebbe
creduto.
“Andresti con
chiunque? Anche uno che non conosci?” le chiese volendo capire quanto desiderasse
quel figlio.
Bulma ci
pensò un attimo. “Prima vorrei conoscerlo, è ovvio!” disse con un sorriso. “Ma
se è l’uomo con cui avrò un bambino, sicuramente sarà quello giusto per me!”
Eccolo. Ecco
il suo lato superficiale. La vita non le aveva insegnato nulla? Era rimasta
convinta di amare il suo ex per molti anni ed era quasi stata sul punto di
convolare a nozze con lui. Ma era finita dopo un solo bacio dato al principe
dei saiyan.
Come poteva
lei mantenere un animo così romantico?
Per quello
che Vegeta poteva sapere, nella dimensione di Trunks forse tra i suoi genitori
era stata solo una storia di sesso terminata con il concepimento involontario
di un bambino. Niente più.
“Sei
un’illusa” le disse Vegeta, ferendola. “L’amore non esiste, è fatto per gli
allocchi come te”. Le si avvicinò pericolosamente fino
a fermarsi a pochi passi da lei. “Non esiste nemmeno il tuo ‘ragazzo ideale’…se lo avessi chiesto al drago delle sfere non ti
avrebbe portato nessuno, smettila di sognare!”
Lo
infastidiva alquanto la sua immaturità. Era la donna più intelligente del
pianeta, eppure sapeva essere una vera stupida in quanto a situazioni pratiche.
Lei non aveva vissuto neanche la metà delle esperienze di vita che lui aveva
sopportato. E soffriva per questo.
Restarono a
fissarsi, finchè Bulma sbottò: “Io credo nell’amore!
Ci crederò sempre! E non mi farai cambiare idea!” gli urlò “Sai cosa? Io sono
già innamorata di qualcuno!”
Vegeta aprì
leggermente la bocca: parlava di lui?
“E mi farò
avanti!” continuò lei decidendo di buttarsi. Gli avrebbe rivelato i suoi
sentimenti e lo avrebbe fatto innamorare di lei. Voleva dimostrargli quanto
potente potesse dimostrarsi l’amore, voleva renderlo
felice. Vegeta era sempre così triste e arrabbiato con il mondo…non aveva mai
ricevuto dei gesti carini da parte di altre persone, di questo era sicura. Per
questo non credeva nell’amore. Lei gli avrebbe fatto cambiare idea.
Mordendosi
leggermente le labbra gli prese il volto tra le mani e, munita di tutto il suo
coraggio, andò a baciarlo. Fu un bacio carico di passione e desiderio da parte
sua. Gli stava aprendo il suo cuore.
Vegeta, con
gli occhi aperti e sguardo corrucciato, guardava le sue guance rosse e le
lunghe ciglia. Cosa stava cercando di fare quella donna? Sedurlo? Farlo
innamorare? Non capiva.
Le lasciò
approfondire il bacio andando ad accarezzarle quasi senza accorgersene un
fianco. La donna aveva delle ottime armi da sfruttare, quello era sicuro.
La vide
fremere e allacciargli le braccia attorno al collo. Erano talmente vicini che
l’odore di lei gli pervase le narici facendolo eccitare leggermente. Che donna
fascinosa…
Ma quando la
sentì iniziare ad aprirgli la camicia, si staccò rapidamente. Non poteva cedere
a lei. La desiderava – oh, se la desiderava! – ma non poteva lasciarle il controllo
della situazione.
Bulma lo
guardò, confusa: aveva risposto al bacio, perché non voleva portare il tutto a
termine in camera da letto?
“Perché?” gli
chiese infatti.
Senza darle
una risposta, Vegeta lasciò rapidamente la stanza.
Bulma cadde
in ginocchio, spossata. L’aveva rifiutata. Possibile che fosse fatto di ferro? Qualsiasi
altro uomo sarebbe caduto ai suoi piedi, perché lui no?
Le faceva
male essere stata rifiutata, eccome. Ma non poteva arrendersi. Gli aveva
rivelato il suo amore, sperando che lui lo avesse capito.
Doveva farlo
capitolare, lo doveva almeno al suo orgoglio. E se fosse stato davvero lui il
padre di suo figlio…sarebbe stato meraviglioso.
Continua…
Ufff!! Sta diventando sempre più difficile
scrivere i capitoli, anche perché sono impegnata con l’università e Vegeta e
Bulma sono in una situazione molto particolare! Che casinista che sono!!
Mi auguro
comunque che continui a piacervi…
GRAZIE A: Mela, emyc, Kino(direi tale padre tale figlio! Anche Trunks, se
ricordi, qualche capitolo fa si è fermato ad origliare i suoi genitori!), ladyvegeta, migena, ainat, Simply91 (come
vedi Bulma non ha saputo nulla…e per quanto riguarda Vegeta si vedrà in seguito cosa succederà!), Bulma93, ELVISINA, chibichu, Melany85, lillax, lucy e mara!!!! Siete in
tantissimi!!! …vi adoro!!!
Vegeta
si chiuse
pesantemente la porta della sua camera da letto alle spalle. Era scappato come
un codardo. Quella donna era pericolosa. Nessuna prima di lei era riuscita ad
eccitarlo tanto con un solo bacio.
Le donne con
cui era stato in precedenza, ovvero tutte le sgualdrine presenti alla base di
Freezer in cui viveva, non erano mai riuscite in tale proposito. E si che quello doveva essere il loro lavoro!
Strinse forte
il pugno desideroso di picchiarlo contro qualcosa, ma
non lo fece consapevole che con la sua forza avrebbe distrutto tutto. Meglio
non dare ulteriori scuse alla donna di entrare nella sua camera.
Si andò a
sedere sul letto facendo cigolare pesantemente il materasso. Se avesse lasciato
fare la donna, probabilmente a quell’ora si
troverebbero entrambi su quello stesso letto ben impegnati
a fare l’amore.
Tsk…amore…
La donna
aveva detto di essere innamorata di lui. Che sciocca. Non sapeva nulla di lui,
eppure diceva di amarlo. Che infantile. Aveva scambiato l’evidente attrazione
sessuale tra loro per il sentimento che lei considerava più importante.
Lui non
credeva nell’amore, e mai ci avrebbe creduto. Era stato cresciuto per essere un
guerriero spietato e invincibile: l’unica cosa che aveva imparato da Freezer
era che i sentimenti erano per i deboli. E lui non voleva essere debole.
Da quando si
trovava sulla Terra erano però cadute tutte le sue convinzioni. Kakaroth era
invincibile perché provava sentimenti; Trunks, il suo stesso figlio, era forte
perché spinto dall’amore. Ed erano entrambi super saiyan. Che fosse quella la
chiave per trasformarsi nel guerriero leggendario dai capelli dorati?
Vegeta scosse
la testa, disgustato. No, era impossibile. Nessun vero saiyan provava
sentimenti, tanto meno l’amore. Kakaroth era riuscito a trasformarsi grazie
all’allenamento con la gravità; Trunks perché era figlio del principe dei
saiyan. Tutto qui.
E quella
donna…
Come aveva
fatto a risultare tanto eccitante dopo un bacio? E perché il suo cuore aveva
preso a battere più forte quando gli aveva rivelato di
essere innamorata di lui? Perché stava per crollare ai suoi piedi?
Si posò una
mano sulla faccia, stancamente. Quel periodo sulla Terra lo stava facendo
impazzire. Era tutto molto più facile quando era al
servizio di Freezer.
Con un lieve
sorriso, Vegeta ammise “Quella donna è più pericolosa di
quel mostro di Freezer…”
Bulma tornò
lentamente in camera sua dopo aver riordinato i suoi attrezzi da lavoro.
Vegeta
l’aveva rifiutata…
Era la prima
volta in vita sua che non riusciva a sedurre un uomo. Si sentiva sconfitta. Ma
quel rifiuto l’aveva resa ancora più desiderosa di
conquistare il principe.
Solitamente
le bastava uno sguardo per farsi desiderare. Un rifiuto era una cosa nuova,
insolita, quasi eccitante. Vegeta sapeva essere sexy anche quando faceva il
prezioso, anche se come definizione del saiyan era un po’ tirata.
Bulma non era
mai stata una ninfomane desiderosa di sesso: anche con Yamcha prima di
concedersi aveva fatto passare parecchio tempo, e anche dopo preferiva uscire
fuori a cena piuttosto che rinchiudersi in camera da letto a fare l’amore. E
spesso a Yamcha toccava buttarsi sotto una doccia decisamente gelida.
Alla ragazza
dai capelli azzurri non era mai piaciuto molto fare l’amore con il suo ex. Le
sembrava quasi di rovinare il loro rapporto facendolo. Avrebbe dovuto capire
molto prima che non erano fatti per stare insieme, ma
solo per restare amici. Che sciocca era stata!
C’era voluto
Vegeta per farglielo capire.
Sentiva già a
pelle che quella nuova relazione – se così poteva chiamarla – era sicuramente
diversa dalla storia d’amore che aveva vissuto con Yamcha. C’erano nuovi
sentimenti in gioco.
In primo
luogo era lui al comando di tutto, e Bulma aveva tutta l’intenzione di cambiare
questa situazione. Non le piaceva restare in disparte ad attendere un suo
gesto, voleva essere lei al centro del gioco. Voleva farlo emozionare, tremare,
desiderarla…voleva farlo innamorare.
Ecco un’altra
cosa che le piaceva di lui: la sfida continua. Lui era il solo ad affrontarla a
testa alta, e il solo ad essere irraggiungibile. E questo lo rendeva ancora più
desiderabile.
Dal giorno
dopo Bulma avrebbe iniziato il suo piano di seduzione: e presto lo avrebbe
fatto capitolare ai suoi piedi. Era diventata quasi una questione d’orgoglio.
Di buonora,
il mattino dopo, Trunks si diresse nella camera gravitazionale appena riparata.
Gli era decisamente mancato quel tipo di allenamento. Suo padre aveva fatto
bene ad insistere per avere quella stanza.
Con un triste
sorriso, però, Trunks ammise a sé stesso che oltre all’allenamento gli mancava
passare il tempo con suo padre. Nella GR avevano quasi cominciato un rapporto
padre-figlio, e lui era al settimo cielo. Gohan era stata una figura paterna
molto importante per lui, ma nessuno era come il suo vero papà. Per quanto
irritante ed odioso sapesse essere.
Sicuro che
nella GR non ci fosse nessuno, Trunks digitò il tasto
accanto alla porta per aprirla ma questa non si mosse. Riprovò e si chiese se per caso stesse facendo le bizze. Eppure sua mamma aveva
appena finito di ripararla.
“Cosa diavolo…?”
si chiese nuovamente.
All’improvviso
la porta si aprì e Vegeta, dall’interno, fulminò il ragazzo del futuro con lo
sguardo. Era stato lui, infine, ad aprirla. “Sbrigati ad entrare, non ho tempo da
perdere. La donna ha fatto in modo che la stanza non si possa
aprire se la gravità non è al minimo” disse spiccio il principe con la mano
posata sul pulsante di accensione pronto a ricominciare l’allenamento.
Trunks corse
rapidamente al centro della stanza, non volendo irritare suo padre
ulteriormente. In fretta gli disse, preoccupato, che non avrebbe dovuto
allenarsi dato che le ferite non erano guarite del tutto ma
Vegeta, ovviamente con la solita delicatezza, gli ordinò brutalmente di farsi
gli affari suoi.
E
l’allenamento cominciò.
Bulma, con
addosso dei mini pantaloncini e una canottiera
piuttosto attillata, uscì pimpante dalla sua stanza decisa ad andare a trovare
Vegeta. La seduzione aveva inizio. Era certa che lui non avrebbe resistito a
vederla così., era molto sicura del suo fascino.
Di fronte
alla porta della camera di lui, prese un lungo sospiro di incoraggiamento e
bussò lievemente. Ogni volta le ripeteva di bussare, quindi meglio non farlo
arrabbiare. Avrebbe avuto altre occasioni di vederlo con pochi vestiti addosso
se il suo piano avesse avuto successo.
Non sentì
alcuna risposta e riprovò a bussare. Niente. Abbassò allora la maniglia facendo
il suo ingresso. Come temeva non c’era nessuno.
In panico si
guardò intorno, cercando qualche indizio su dove si fosse
recato. La finestra era chiusa dall’interno quindi non era uscito
volando da quella e alcune fasce che gli aveva stretto attorno al polpaccio
sinistro erano a terra.
Bulma
conosceva troppo bene i saiyan, ormai: sicuramente era nella camera
gravitazionale. Con passo pesante e l’aurea leggermente incrementata dalla
rabbia, Bulma si diresse in laboratorio per parlare con il principe tramite il
monitor che aveva installato.
Al centro
della stanza Vegeta stava fluttuando in aria a muscoli tesi per cercare di
capire quanto avrebbe retto. Prese a girare con l’intero corpo tenendo la
concentrazione quando, improvvisamente, il monitor di fronte a lui si illuminò
e comparve la figura di Bulma.
“Vegeta!!” urlò lei. Trunks, poco distante e impegnato ad eseguire
flessioni, si fermò ad osservare la scena.
“Cosa stai
combinando?! Le tue ferite non sono ancora guarite!”
disse lei con voce leggermente stridula dalla preoccupazione e dalla rabbia.
Vegeta si
fermò in aria e si rabbuiò. Proprio quando l’aveva tolta dai suoi pensieri,
eccola comparire. Dannata!
Rispose
allora sgarbatamente. “Smettila! Non ti sopporto più! Sei arrogante e
presuntuosa” le gridò. Perse la concentrazione e, merito anche di un dolore
lancinante alla testa, il saiyan sbattè pesantemente al suolo. Bulma assunse
l’espressione da ‘te l’avevo detto, stupido scimmione’e gli disse: “Hai
visto che avevo ragione io? Vuoi rimetterci la pelle, per caso?!” gli domandò.
Vegeta
ringhiò leggermente. “Ehi donna! Tu invece ci tieni alla tua pellaccia?!” le chiese furioso di aver fatto la figura del debole di
fronte ai suoi occhi. Lei sbattè gli occhi più volte e si appoggiò una mano in
volto, facendo volutamente notare anche a lui quanto fosse morbida e candida la sua guancia.
“Ma che
domande fai? E’ naturale che ci tenga!” disse con orgoglio. “Una ragazza
giovane e carina come me ha il dovere di essere
attaccata alla vita!” si adulò da sola ricordandogli nuovamente quanto lei
fosse bella.
Ma il saiyan,
troppo arrabbiato per preoccuparsi di altro, le gridò quando
si mise in ginocchio a fatica: “Allora chiudi quella bocca!!”
Bulma rimase
a bocca aperta, colpita da tanta cattiveria. Lei si stava solo preoccupando per
l’uomo che amava…
Sentiva le
lacrime salirle agli occhi e, orgogliosa com’era, spense
rapidamente il monitor. Non voleva fargli vedere quanto l’aveva ferita. Ma non
poteva arrendersi.
Trunks,
avendo notato lo sguardo triste della madre, chiese cautamente a Vegeta: “Non
hai esagerato? Lei si stava solo preoccupando per te, non merita questo
trattamento…” disse lentamente desiderando in qualche modo vendicare sua mamma.
“Fatti gli
affari tuoi ragazzino! Come mi comporto con lei non ti deve riguardare!” disse
il principe consapevole invece di quanto fosse
sbagliato quello che aveva appena detto. Trunks era l’unico che c’entrava
qualcosa con il rapporto tra lui e Bulma.
Dopo essersi
rimesso in piedi, Vegeta si girò verso il ragazzo. In
posizione di difesa, gli disse: “Adesso attaccami! E non aver paura di farmi
male!”
Trunks non potè rifiutarsi.
Passarono
poche settimane e si creò un’orribile routine da cui Bulma sperava di uscire al
più presto. Vegeta e Trunks si allenavano in continuazione e lei, nonostante si
comportasse nei modi più sensuali che conosceva indossando mini
vestitini e agitando il sedere di fronte agli occhi del principe, non
era ancora riuscita a fare suo Vegeta.
Lui non
sembrava per nulla attirato dalle sue movenze femminili, il che era molto
frustrante.
Più volte era
stata sul punto di urlargli di andare a letto con lei, ma non voleva risultare
così sfrontata. Lui avrebbe potuto prenderla per una sgualdrina, cosa
assolutamente fuori discussione.
Una mattina,
Bulma uscì di casa per andare a fare la spesa in modo da riempire nuovamente la
dispensa dopo che i suoi due ospiti saiyan l’avevano immancabilmente ripulita.
A volte si chiedeva come faceva Chichi a sopportare tutto quello.
Piena di
pacchi, poi, uscì dal supermercato e inciampò rovinosamente a terra facendo
cadere il sacchetto delle arance. Queste si sparsero sul pavimento e Bulma si
affrettò a raccoglierle, contemporaneamente maledicendo sé stessa, gli operai
della strada che non avevano fatto un buon lavoro, e la cattiva sorte.
Cercò
rapidamente di rimetterle tutte nel sacchetto e un uomo si inginocchiò accanto
a lei, desiderando aiutarla. “La ringrazio” mormorò Bulma senza nemmeno alzare
gli occhi. Quando riuscirono a rimettere tutto a posto si alzarono entrambi e
Bulma si trovò faccia a faccia con un uomo molto affascinante.
Biondo, occhi
verdi e un sorriso gentile…decisamente un rubacuori. “G-grazie!”
disse la ragazza come sempre succube al fascino maschile.
L’uomo si
offrì di accompagnarla alla macchina e lei, imbarazzata, accettò. Dopo aver
depositato i sacchetti, l’uomo chiese a Bulma di andare a bere qualcosa e lei
accettò.
Forse doveva
smettere di pensare a Vegeta, lui non la desiderava. Aveva passato giorni a
cercare di sedurlo senza successo. Doveva andare avanti.
Chissà…magari
era quel bell’uomo il padre di suo figlio.
Doveva
lasciar agire il destino. E Vegeta…doveva lasciarlo perdere. Anche se quel
pensiero le faceva male al cuore.
Al termine
dell’ennesimo allenamento giornaliero con Trunks, Vegeta si recò in camera sua
per buttarsi sotto una lunga e rinfrescante doccia. Quel ragazzo era davvero in
gamba.
Solo poche
ore prima Vegeta si era scagliato contro di lui con tutta la sua forza e lo
aveva colpito talmente forte allo stomaco che il povero giovane si era
ritrovato piegato in due a sputare sangue. Ma nonostante tutto aveva continuato
a combattere.
Il principe
si era anche lasciato scappare un complimento nascosto, dicendogli che non era
del tutto inutile. A Trunks si era illuminato il volto.
Sì, quel
ragazzo era il perfetto erede al trono. Con un piccolo sorriso, Vegeta si
convinse ulteriormente che meritasse di vivere. Quindi l’unica cosa da fare per
lui era recarsi dalla donna e farla finalmente gridare di piacere tra le
lenzuola.
Bulma
smaniava per il suo tocco, ne era sicuro. Gli sarebbe bastato avvicinarsi e
baciarla e si sarebbero ritrovati a letto insieme. Anche troppo facile.
Uscì dalla
doccia e alzò la sua aurea per asciugarsi. Si infilò i pantaloni e andò alla
finestra, sentendo come sempre la debole forza di lei avvicinarsi alla Capsule Corporation. Inconsciamente era sempre
consapevole di dove si trovasse lei. Ma era sicuro che
fosse perché lei era la futura madre di suo figlio e doveva accertarsi che
stesse bene; non era assolutamente perché ci teneva seriamente a lei…no,
affatto! Doveva essere convinto di quello.
La vide in
lontananza passeggiare con la borsetta a tracolla e aggrottò le sopracciglia,
domandandosi perché non fosse in auto. Era sicuro di averla vista partire a
bordo del suo mezzo rosso fuoco.
Immediatamente,
accanto a lei, avvistò una persona. Un uomo per la precisione. Li vide ridere,
sfiorarsi. Il sangue iniziò a bollirgli nelle vene. Come si permetteva lei di
flirtare con un altro?!
Gliel’avrebbe
fatta pagare, eccome. “Nessuno tocca la mia donna
senza permesso!” decretò uscendo rapidamente dalla stanza per recarsi in soggiorno.
Senza
rendersene conto, il principe dei saiyan stava provando per la prima volta in
vita sua un sentimento chiamato gelosia, che lo avrebbe accompagnato per tutto
il resto della sua vita.
Continua…
Anche questo
terminato!
Come spero
abbiate intuito, ho preso la scena della camera gravitazionale
quando Bulma sgrida Vegeta dalla serie TV! Ho solo aggiunto Trunks, ma
non ha neanche fatto nulla!
Bulma ha
rimorchiato al supermercato…la cosa delle arance viene da un’esperienza vissuta!! Che figura!!é_è
Non credo che
domani riuscirò ad aggiornare purtroppo…mi aspetta una
giornata a Gardaland, ultimo divertimento prima
degli imminenti esami universitari! Ma mi impegnerò al massimo per mettere il
nuovo capitolo il prima possibile!!
Grazie per le
recensioni a: ladyvegeta, ainat, chibichu, VANESSA, Mela, lucy, Kino(oddio…hai detto
che sono un genio…io-io-io…sono commossa!!!), Topy, ELVISINA,
bulma0209, migena, ecstasyandwine,
lillax, crazybulma(non
esagerare, ti prego, che mi sento in imbarazzo!! La tua ff
è strepitosa, come tutte quelle che hai scritto! E riesco a tenere con il fiato
sospeso solo perché sono una casinista ed esagero con le situazioni! Nemmeno io
a volte so dove mi porterà un’idea! …sono scema…) !!!!!!
Bulma
passeggiava sorridendo al fianco di Mitch, l’uomo che
l’aveva aiutata a raccogliere le arance all’uscita del supermercato. Con lei
era stato gentile, premuroso e molto simpatico. Era stato per lei un piacere
accettare di passare il pomeriggio in sua compagnia.
Dopo aver
chiacchierato parecchio al bar, Bulma aveva deciso di tornare a casa e Mitch si era subito offerto di accompagnarla. Quindi i due
si erano incamminati verso la
Capsule Corporation dopo aver
incapsulato la macchina e tutti i pacchetti della spesa.
Per tutto il
pomeriggio Bulma aveva cercato di non pensare neanche un momento a Vegeta:
doveva dimenticarlo. Doveva concentrarsi su qualcun altro, su qualcuno che
davvero potesse essere il padre del piccolo che aveva
visto nella visione al palazzo del Supremo. Vegeta era si
attraente, ma non sembrava fatto per la paternità.
Ma ad ogni
modo non sembrava riuscire a toglierselo dalla testa.
Continuava
ininterrottamente a paragonare il povero e sconosciuto Mitch,
con il principe dei saiyan. Neanche a dire chi risultava il migliore.
Mitch sembrava dolce e un ottimo partito,
ma Vegeta…era troppo innamorata di lui. Solo questo. E la feriva sapere di non
essere ricambiata.
Troppo
immersa nei suoi pensieri, non si accorse nemmeno di essere arrivata di fronte
a casa. Se ne rese conto solo perché Trunks, in giardino, le corse incontro.
“Ciao Trunks!
Che hai da correre?” chiese lei al suo ospite. Il giovane, affannato, le disse:
“Si tratta di tua mamma. E’ impazzita, ha deciso di
partire in giro per il mondo ad assaggiare tutti i biscotti in tutte le
pasticcerie del mondo per decretare il migliore! E sembra convinta di quello
che dice! Devi aiutarmi!”
Solo allora
il giovane del futuro si accorse che sua mamma era in
compagnia. “Chi sei?” gli chiese Mitch squadrandolo
dalla testa ai piedi. Fu Bulma a rispondere in fretta, inventando: “Ehm…è un
mio lontano cugino, vero Trunks?”
Il ragazzo
annuì, continuando a fissare l’uomo di fronte a lui. Chi diamine era? Sembrava
attratto da sua mamma…come si permetteva?!
“E tu chi
sei?” chiese Trunks un po’ sgarbatamente. Quel tipo poteva essere un ostacolo
all’amore tra i suoi genitori. Aveva visto il comportamento di sua mamma nelle ultime settimane, era diversa dal solito.
Certo, aveva sempre indossato completini attillati e
corti, ma aveva un modo di fare diverso…più civettuolo. E solo nei confronti di
Vegeta.
Trunks sapeva
ben poco di relazioni amorose tra persone. Nel suo futuro non aveva visto
nessuno atteggiarsi da innamorato. Sua mamma non guardava nessun uomo, ancora
troppo innamorata del principe dei saiyan per cercare qualcun altro, e lui
stesso non aveva mai avuto una ragazza. Era difficile amare qualcuno durante
una guerra. Quindi aveva dedotto che quel suo nuovo modo di fare, cui lui non
era abituato, fosse fatto apposta per sedurre il principe dei saiyan.
Bulma osservò
attentamente Trunks: le sembrava arrabbiato. Beh, con lo sguardo che si
ritrovava, così simile a quello di Vegeta, dava l’aria di essere sempre
arrabbiato.
“Il mio nome
è Mitch, molto piacere!” si presentò l’uomo
allungando la mano verso il mezzo saiyan con un sorriso a trentadue denti.
Trunks la strinse di malavoglia e leggermente forte, facendo gemere dal dolore
il damerino.
Dopo quello, e trattenendo un piccolo sorriso malefico tanto
simile a quello del padre e a volte anche della madre, Trunks si girò verso sua
mamma e le ricordò il pazzo piano della signora Brief.
Bulma intuì
immediatamente che il giovane del futuro non apprezzava il suo nuovo amico. Sembrava
volesse scappare e portare via anche lei. Sicuramente non era il padre di suo
figlio.
Salutò allora
in fretta Mitch, dicendo che sarebbe rientrata.
L’uomo chiese cortesemente il numero di telefono a Bulma ma
questa glissò l’argomento e riuscì a sfuggirgli abbastanza in fretta.
Il povero
terrestre, quindi, non potè far altro che andarsene a
testa bassa dopo aver ricevuto un pesante due di picche.
Vegeta aveva
osservato tutta la scena. Ringraziò inconsciamente il cielo per l’intervento di
Trunks. Lui non poteva certo abbassarsi a lottare per una stupida donna umana
che spesso lo irritava a morte.
Ma sapeva
che, se non fosse intervenuto il giovane del futuro, probabilmente lei avrebbe
acconsentito a dargli il numero di telefono e il principe dei saiyan non sarebbe
riuscito a trattenersi e avrebbe sicuramente minacciato di morte sia il
damerino che la donna. Forse sarebbe addirittura arrivato a malmenarlo un po’.
Era stato
fortunato ad essere stato preceduto da Trunks e si aspettava esattamente questa
sua reazione di fronte a quell’umano: irritazione e
gelosia. Trunks era stato anche troppo buono. Sua mamma l’aveva reso un vero buonista, era questo il suo difetto maggiore. Ma meritava
sicuramente di vivere.
Presto…molto
presto…sarebbe stato concepito.
Dopo essere
riusciti in qualche modo a far desistere la signora Brief dal suo assurdo
piano, Bulma e Trunks svuotarono la macchina di tutti i pacchi della spesa e
presero a riporli al loro posto nella dispensa.
“Dimmi la
verità, Trunks…” cominciò la donna “Non è Mitch il
padre del bambino, vero? Ho visto come lo guardavi” Il ragazzo deglutì e fece
un sorriso tirato. Cosa poteva dirle?
Rimase in
silenzio, indeciso. Fu Bulma a continuare “Non importa anche
se non puoi dirmelo. Il tuo silenzio dice tutto”
Ripresero a
riordinare, silenziosamente. Trunks era tremendamente a disagio. Gli faceva
male al cuore non poter dire la verità a sua mamma.
Sperava solo che presto sarebbe terminato tutto.
Improvvisamente
entrò Vegeta. Madre e figlio si girarono verso di lui
domandandosi automaticamente cosa facesse fuori dalla GR. Era un caso rarissimo
trovarlo fuori dalla camera degli allenamenti,
solitamente restava fino a sera tarda.
Con sguardo
corrucciato e braccia incrociate al petto Vegeta
ordinò a Bulma di seguirlo nella GR. I due si incamminarono e, prima di uscire,
il principe disse al mezzo saiyan: “E tu non provare ad origliare. Non te lo
consiglio” cominciò Vegeta con un sorrisino “Se ci provi ti distruggerò durante
il prossimo allenamento” concluse con la solita minaccia. Ma questa volta aveva
tutte le ragioni per farlo stare alla larga da loro due: in fondo in fondo si
preoccupava anche di lui e delle reazioni che avrebbe potuto avere.
Trunks,
quindi, restò in cucina e pregò con tutto il cuore che succedesse
qualcosa tra i suoi genitori.
Bulma e
Vegeta entrarono nella GR. La donna era convinta che il saiyan la volesse per
risolvere qualche problema nel marchingegno quindi, senza nemmeno chiedergli
nulla, andò al pannello di controllo per maneggiare tra i circuiti.
Guardando i
risultati notò come tutto fosse in ordine. Si girò allora verso Vegeta con le
mani sui fianchi e gli chiese irritata per quale motivo l’avesse
portata lì se non c’erano problemi con i robot.
Senza una
parola Vegeta le andò accanto e, dopo averla presa per le spalle, la strinse
verso di sé e la baciò. Un bacio rude, possessivo, travolgente. Bulma si staccò
a fatica dopo qualche minuto con il fiato corto. L’aveva presa alla sprovvista.
“Ma cosa fai
così all’improvviso?!” gli chiese quasi urlando e
appoggiandosi una mano sulle labbra. Era tutta rossa in volto. Vegeta sorrise
malignamente.
“Non era
questo che volevi?” le chiese avvicinandosi ulteriormente a lei per fissarla
negli occhi e la vide tremare leggermente. Gli piaceva il potere che aveva su
di lei. “I-io…” disse Bulma incerta.
Il saiyan
riappoggiò le mani sulle sue spalle pronto a
ricominciare e, senza lasciarle un momento per pensare, si unì alle sue labbra.
Adorava il suo sapore.
Bulma lo
lasciò fare e pensò. Sì, lei voleva Vegeta. Voleva che lui la baciasse. Voleva
tutto di lui. Ma in quel modo sembrava quasi che lui fosse interessato solo al
suo corpo. E a lei non bastava. Si sentiva quasi usata.
Lei conosceva
Vegeta, sapeva quanto poteva essere malvagio. Avrebbe potuto portarla a letto e
poi scaricarla come se nulla fosse stato. Era in grado di comportarsi così.
Bulma sapeva che il suo cuore non avrebbe retto allo shock. Lei amava
profondamente il saiyan, ormai era palese. E come spesso accade,
il suo amore era accompagnato dalla paura.
Lui l’aveva
già rifiutata una volta. Cosa le faceva pensare che non l’avrebbe rifatto?
Facendo leva
su tutta la sua forza e la sua determinazione, Bulma riuscì a staccarsi da lui.
Il saiyan la guardò, confuso. Era certo che lei l’avrebbe accettato con gioia e
che, dalla felicità, si sarebbe tolta i vestiti in fretta e si sarebbero
ritrovati a fare l’amore proprio sul pavimento della GR.
“Che ti
succede?” le chiese. “Io non sono un oggetto!” gli urlò lei quasi in lacrime.
Ma le trattenne con decisione dentro. Non voleva dargli la soddisfazione di
vederla piangere.
“Che dici
donna? Spiegati!” le domandò Vegeta leggermente irritato. La voleva, niente di
più. Perché ora faceva la preziosa?
“Tu mi vuoi
solo per il corpo, vero? Non ti è mai importato di me! Forse l’altra volta
quando ti ho baciato non avevi voglia di farlo con me, ma ora sei in astinenza
da troppo e io ti faccio comodo! E’ così?!” domandò
lei quasi urlando.
Vegeta sbattè
più volte le palpebre, confuso. Cosa stava dicendo? “Ti sei messa in testa un
sacco di sciocchezze, donna. Hai tratto queste conclusioni tutta da sola” le
rispose lui decisamente più calmo. Che sciocca.
“Non provare
a farmi sentire una scema! Tu mi vuoi solo portare a letto! E io che sono così stupida da essermi innamorata di te!!” gli gridò
in faccia. Solo dopo si accorse di averglielo detto apertamente, ma era troppo
tardi per pentirsi.
Vegeta rimase
in silenzio, scosso interiormente da quella sua confessione così aperta.
L’altra volta era stata più celata. Il cuore gli iniziò a battere furiosamente
nel petto. Desiderava nuovamente baciarla, ma questa volta più dolcemente. Non
sapeva nemmeno lui il perché.
Bulma riprese
fiato e dignità, poi gli disse: “Non ho intenzione di farmi trattare come un
oggetto. Torna quando avrai delle serie intenzioni con
me. Non voglio che tu mi spezzi il cuore”
Lei si
incamminò all’uscita e prima di uscire gli disse: “Ad ogni modo io non ti
aspetterò per sempre. Ho un figlio da concepire con un uomo che devo ancora
incontrare”
Vegeta
strinse forte i pugni. Dove voleva andare? A rimorchiare qualche terrestre
petulante? Neanche per sogno! La afferrò con forza per un braccio prima che lei
potesse uscire e la strinse al suo petto.
“Tu non
andrai da nessuna parte, capito? Tu sei mia, non troverai nessun altro
mettitelo bene in testa!” le urlò fissandola negli occhi. Il solo fatto che lei
prendesse in considerazione l’idea di mettersi con un altro uomo gli faceva
ribollire il sangue nelle vene.
Bulma sbattè
più volte le palpebre. Cos’era tutta quella rabbia? Era forse…gelosia?!
“Perché ti
interessa tanto?” Il cuore le batteva forte, emozionata com’era. “Se vuoi
saperlo, sappi che anche oggi ho conosciuto un uomo ed è molto carino!” gli
disse beffarda, speranzosa di averci visto giusto.
“Tsk!” esclamò lui staccandosi e incrociando le braccia al
petto “Quel damerino da quattro soldi non è nemmeno riuscito ad avere il tuo
numero, e tu mi dici di averlo conquistato? Ma fammi il piacere!” sbottò
girando la testa altrove.
Bulma sorrise
leggermente. Allora l’aveva spiata? E non gli piaceva averla vista con un altro
uomo? …era geloso!!
“Posso sempre
incontrare un altro uomo…sapessi quanti ce ne sono al mondo! Perché dovrei aspettare solo te?” gli chiese giusto per ferirlo.
Finalmente un discorso in cui era lei a comandare!
Vegeta la
guardò incenerendola con lo sguardo. Sapeva a che gioco stava giocando. Voleva
vedere fin dove si sarebbe spinto. Come minimo si aspettava una sua
dichiarazione d’amore o altro. Ma lui non sarebbe caduto così in basso.
La risposta
sarebbe potuta essere molto semplice: gli sarebbe bastato dirle che in realtà
era lui il padre del bambino. Ma non voleva dirglielo ancora. Voleva tenerselo per quando lei gli avrebbe rivelato di essere incinta.
“Non dovrai
aspettare nulla. Io sono qui e ti voglio” disse lui con decisione facendola
rabbrividire. Come poteva essere così sexy e desiderabile anche mentre diceva
una frase così arrogantemente maschilista?
“Te l’ho
detto Vegeta. Io non sono un oggetto, non voglio un rapporto solo di sesso.
Voglio molto di più” gli rispose a voce bassa ma decisa. “Sei in grado di darmi
questo?” gli domandò, speranzosa.
“Mi stai
chiedendo se ti amo?” le domandò lui, capendo dove voleva andare a parare. Lei
annuì. Vegeta si trattenne dal scoppiarle a ridere in faccia, sapeva che così
lo avrebbe odiato a vita. E non era quello il momento di farsi odiare.
“Io non amo,
dovresti saperlo” le disse, ferendola ugualmente “Ma
non ti odio” concluse dandole una breve consolazione.
Vegeta odiava
tutti. Non essere tra loro era già un grande traguardo.
Bulma sorrise
di gioia. Desiderava tanto gettarsi tra le sue braccia, ma non voleva sembrare
troppo disperata. Gli si avvicinò, dunque, e gli diede un piccolo bacio sulla
guancia. Poi si allontanò, andando verso l’uscita. “Ci vediamo” disse lei,
uscendo dalla GR.
Vegeta rimase
interdetto. Era sicuro che sarebbero finiti a letto. Accidenti alla donna e ai
suoi strani discorsi sull’amore! Però non sembrava tanto arrabbiata quando se
n’era andata, gli aveva anche dato un bacio sulla guancia…
Donne! Non le
avrebbe mai capite!
“Bah, visto
che ci sono ne approfitto!” decise lui guardandosi attorno. Prese quindi ad
allenarsi.
Quella sera,
molto dopo cena, Bulma si diresse in punta di piedi nella camera da letto di
Vegeta. Sarebbe stata la prima di molte, molte volte.
Continua…
Eccomi
tornata!!Uff, sono
distrutta!!
Ho cercato di
scrivere il capitolo più in fretta possibile e avete visto? I nostri finalmente
hanno iniziato a…ehm…avete capito, no?!
Il nome del
tipo che ha conosciuto Bulma è ovviamente di fantasia…ci ha messo un po’ a
venirmi in mente! che scema che sono!
Mi auguro che
vi sia piaciuto il capitolo!!
E grazie per
le recensioni a: ladyvegeta, Shari_Aruna, ainat, ELVISINA, chibichu, Mikysimpa, lucy, Kino, migena,
Okkiblu88, emyc, Simply91, jame,
mara, Mela!!!! Siamo a
quota 202 recensioni…ancora non ci credo…GRAZIEEEEE!!!!!!!!
Trunks non
poteva essere più felice: i suoi genitori, finalmente, erano insieme.
Lo
imbarazzava terribilmente pensare che, quando non erano nei paraggi, i suoi
genitori probabilmente erano intenti a fare l’amore.
Per questo era ben attento a percepire le auree prima di entrare in ogni
stanza: meglio non rischiare danni psicologici.
Aveva capito
che tra loro fosse cambiato qualcosa già il mattino dopo la loro prima volta
insieme. Era stato palese.
Per primo era
sceso, come sempre, suo padre affamato e si era seduto in cucina come se nulla
fosse, con lo sguardo corrucciato dritto di fronte a sé. Lui sembrava essere
sempre lo stesso. Ma quando era entrata Bulma…
Fu come se la
stanza stessa avesse preso luce. Era solare, splendente, energica. Trunks non
l’aveva mai vista così prima. Con un enorme sorriso aveva augurato a tutti –
ovvero a lui e a Vegeta -il buongiorno e avevano fatto colazione tutti insieme. E per la
prima volta in vita sua, Trunks aveva visto due persone scambiarsi sguardi
colmi di amore. Beh, almeno da parte di sua mamma.
E prima di
dirigersi nella camera gravitazionale, suo padre aveva fatto un piccolissimo e
quasi impercettibile sorriso verso Bulma, cosa mai capitata nei quasi due anni
vissuti insieme. Solitamente, quando finiva di mangiare, il principe si alzava
di scatto e scompariva lungo il corridoio. Era stato un grandissimo evento.
Da quando
Bulma e Vegeta stavano insieme, inoltre, l’intera Capsule
Corporation sembrava completamente rinnovata. Tutta la tensione, la paura,
l’ansia, erano spariti per lasciare spazio al tanto agognato amore.
Fino a poco
tempo prima, Trunks malediceva il guasto della macchina del tempo che, ormai,
era in procinto di ricaricarsi del tutto; aveva seriamente temuto che i suoi
genitori avrebbero potuto non innamorarsi per colpa sua. Ma si era dovuto
ricredere, fortunatamente.
E aveva anche
realizzato uno dei suoi sogni inconsci, aveva visto cioè quello che aveva
immaginato per anni: un bacio tra i suoi genitori.
Era stato per
puro e fortunato caso che li aveva visti. La signora Brief gli aveva
gentilmente chiesto di andare a chiedere a Bulma se poteva andare a fare la
spesa al posto suo e il giovane aveva accettato di buon grado. Non gli c’era
voluto molto per accorgersi che in laboratorio ci fossero
entrambi i suoi genitori. Era stato tentato di girarsi e lasciarli soli, ma
aveva visto la porta aprirsi e si era rapidamente nascosto dietro ad una
colonna della casa.
Suo padre era
uscito dalla stanza a braccia incrociate con Bulma subito dietro di lui. Trunks
si era accorto che lei si stava riabbottonando la camicetta. Era arrossito fino
alla radice dei capelli quando ebbe capito cosa
avessero appena fatto, ma non si era mosso. Aveva compreso vagamente qualche
parola che i due si erano scambiati e aveva intuito che suo padre fosse in
procinto di tornare ad allenarsi nella GR.
Vegeta stava
giusto per andarsene quando Bulma, con un dolce
sorriso, lo aveva bloccato per un braccio e lo aveva rigirato verso di sé. Le
mani erano scivolate sinuose lungo il petto e il collo del principe e, con le
ciglia frementi e un grande sorriso, la donna aveva posato le labbra su quelle
del suo saiyan. Si baciarono lentamente, con passione, quasi divorandosi a
vicenda. Pure le mani di Vegeta andarono a stringerla e si posarono fermamente
sul suo sedere. Trunks era arrossito ma finì per sorridere.
Erano innamorati.
Gli era quasi
sembrato che si fossero staccati a fatica. Erano bellissimi.
“Va tutto
come previsto…” decretò con un sorriso. E presto sarebbe nato anche in quella
dimensione.
A Bulma
sembrava di toccare il cielo con un dito. Quando aveva
iniziato a provare sentimenti per Vegeta aveva temuto che il tutto potesse
risolversi in un enorme sbaglio.
Il principe
dei saiyan non incarnava esattamente l’uomo dei suoi sogni. L’aveva sempre
immaginato dolce, premuroso, gentile…proprio com’era stato Yamcha all’inizio
della loro relazione. Anche per quello aveva cercato di mantenere il più a
lungo possibile il rapporto con il terrestre, credeva di aver trovato
esattamente il suo ragazzo ideale.
Nei suoi
sogni di adolescente, quando a 16 anni era partita alla ricerca delle sfere del
drago per chiedere di incontrare l’uomo giusto, non era mai sorta l’immagine
del guerriero assetato di sangue, tanto arrogante quanto solo. Vegeta era violento,
egocentrico, a volte sembrava un pazzo. Ma era appunto lei ad
essere pazza di lui.
Aveva
fantasticato parecchio sulle sue prestazioni sessuali prima di riuscire
finalmente a farlo capitolare, o quasi, ai suoi piedi. E neanche nei suoi sogni
più sfrenati lo aveva immaginato tanto appassionato.
Con Yamcha
era stato bello la maggior parte delle volte; con Vegeta era sempre strepitoso.
Con un piccolo sorriso Bulma si ritrovò a ringraziare gli allenamenti
massacranti cui lui si sottoponeva: era talmente potente che sembrava poter
continuare per tutta la notte.
Nell’atto più
intimo di coppia, il suo saiyan era selvaggio, incalzante, sensuale da morire. E
non la lasciava mai insoddisfatta.
In apparenza
poteva sembrare che Vegeta si comportasse egoisticamente anche tra le lenzuola.
Era stata una grossa sorpresa per Bulma trovarlo così…disponibile. Era sempre
attento a regalarle il massimo del piacere. In un certo modo le dimostrava
anche lui il suo amore.
Forse era
troppo presto per parlare del sentimento più importante, almeno da parte di
Vegeta. Le aveva spesso rinfacciato il suo sangue saiyan, le aveva detto che
nel suo cuore non c’era posto per alcun sentimento se non l’odio. Ma per ora a
Bulma bastava.
Da quando
stavano insieme – lui non apprezzava molto questa definizione, la trovava
troppo terrestre, ma Bulma era riuscita a farglielo
accettare vagamente – Vegeta sembrava essersi leggermente addolcito, almeno nei
rapporti con lei.
La minacciava
molto meno di morte e, se era particolarmente fortunata da trovarlo di umore
non proprio nero, Bulma riusciva anche a ricevere qualche piccolo bacio anche fuori dalla camera da letto.
Certo,
le loro belle litigate
continuavano a farle, ma erano quasi diventati un nuovo metodo di preliminari
per loro. Era sempre eccitante litigare. E se in precedenza finivano con
chiudersi ognuno in sé stesso a maledire l’altro, ora che erano insieme
lasciavano sprigionare il violento fuoco della passione che spesso li ardeva
vivi.
Erano passati
ormai un po’ di mesi dalla loro prima volta. Era arrivato gennaio. Mancavano
solo due mesi alla fatidica data del concepimento del bambino. Che fosse
davvero Vegeta il padre?
Bulma non lo
sapeva. Sembrava che stessero bene insieme, erano in qualche
modo molto compatibili, e lei era seriamente innamorata. Con Yamcha non
era mai stata neanche lontanamente più presa nella relazione.
Aveva
finalmente trovato un vero amore, fatto di palpitazioni, gioia, armonia.
Apparentemente Vegeta dava l’aria di non essere in grado di essere un buon
compagno per una donna, e anche per questo motivo era terrorizzata dall’idea
che lui potesse lasciarla da un momento all’altro.
Spesso la notte non riusciva a dormire a causa di quella paura.
Ma aveva una
fiducia incondizionata in Vegeta.
Lo amava.
Punto e basta.
Avrebbe fatto
qualsiasi cosa per lui.
E l’idea che
quel batuffolino dagli occhi azzurri che aveva visto
nella visione del futuro potesse essere l’erede della
Capsule Corporation e del trono saiyan la riempiva di felicità e speranza.
Dopo un
estenuante allenamento a gravità 500, Vegeta si
diresse rapidamente in camera sua e si gettò sotto una doccia gelida per
rinfrescarsi dopo tanta fatica. Nonostante fosse gennaio il saiyan continuava a
soffrire terribilmente il caldo, anche perché Bulma si ostinava a mantenere il
riscaldamento alzato decisamente troppo per il suo sangue saiyan.
Bulma…
Ultimamente
aveva iniziato a chiamarla per nome. Lo faceva raramente, certo, spesso solo
nei loro momenti di intimità. A volte lo faceva giusto per farla tacere: la
donna restava ogni volta a bocca aperta sentendolo pronunciare il suo nome di
battesimo, e lui ne approfittava.
La relazione
che c’era tra loro – non gli piaceva molto definirla così, sembrava troppo
terrestre – procedeva bene, quasi perfettamente.
Per tutta la
sua vita il saiyan non aveva mai sentito il bisogno di avere qualcuno accanto,
giusto ogni tanto qualche sgualdrina dell’accampamento di Freezer. Mai aveva
avuto rapporti di qualsiasi altro spessore con il genere femminile.
Bulma era una
nuova, insolita avventura in cui si era tuffato. Lei sapeva essere calda,
sensuale, dolce come una caramella. Era la cosa più bella che
gli fosse capitata in tutta la vita. Anche se come traguardo non era molto
irraggiungibile…aveva sofferto terribilmente quasi ogni giorno. Era naturale
che il suo ‘amore’, come lo chiamava lei, fosse tanto bello.
Passava da
lei quasi tutte le notti. E non gli dispiaceva.
Come donna
sapeva essere irritante come poche, parlava in continuazione
quando non erano impegnati in altre attività. Ma i momenti in cui
restavano distesi sul letto abbracciati erano quasi
magici. Gli facevano battere talmente forte il cuore che credeva fosse sul
punto di scoppiargli in petto.
E i loro
litigi…adorava anche quelli. Soprattutto perché erano sempre seguiti da una
bella riappacificazione in camera da letto o qualsiasi altra stanza libera al
momento. Sentiva quasi di non riuscire a fare a meno del suo corpo.
Con lei aveva
sicuramente vissuto il sesso migliore della sua vita.
Era incredibile.
E lui quasi non si riconosceva.
Quella
irritante donna dagli occhi azzurri lo aveva stregato, non c’era alcun dubbio.
Probabilmente si trattava del suo profumo. Essendo saiyan i sensi di Vegeta
erano molto acuti, percepiva sensazioni che gli umani normali non avvertivano.
E in particolare il profumo di donna di lei gli faceva girare la testa. Lo
avviluppava, lo incantava. Quando si trovavano a letto insieme la trattava come
mai aveva trattato nessun altro in vita sua.
Era gentile.
La baciava,
la accarezzava, era concentrato a darle il più piacere possibile, a volte quasi
ignorando il suo. Gli piaceva troppo sentire i suoi gemiti di piacere. Erano
quasi una droga per lui.
“Quella donna
mi ha fatto uscire di senno…” borbottò Vegeta accorgendosi che per l’ennesima
volta si era ritrovato a pensare a lei.
Bulma doveva
essere solo una persona qualsiasi con cui si sarebbe divertito un po’ fino a
concepire un ottimo erede. Solo quello. Doveva prendere le distanze da lei.
Ma a volte
sembrava quasi impossibile. Anche quella volta quando era andato nel suo
laboratorio a pretendere altri robot da allenamento…
Non era
riuscito a trattenersi dal saltarle addosso. E in quel momento la donna non era
nemmeno al massimo della sua sensualità: una camicetta sgualcita e dei jeans
sporchi di olio come alcuni punti della sua faccia non davano l’immagine della
femme fatale.
Ad ogni modo,
però, si era buttato a baciarla. L’aveva sentita lamentarsi leggermente,
allontanarlo delicatamente con un sorriso, promettergli di concedersi quella
notte…nulla. Non era riuscito a fermarsi.
E il
pavimento del laboratorio aveva fatto da letto al loro atto più intimo e bello.
Dopo aver
soddisfatto la sua voglia insaziabile di lei era uscito dal laboratorio e lei
lo aveva seguito. Lei sembrava essere in procinto di toccare il cielo con un
dito.
Lo aveva poi
baciato. Nel mentre Vegeta aveva sentito l’aurea di Trunks poco distante e
aveva deciso di mostrare al futuro figlio una scena che non aveva mai visto
prima in vita sua e a cui probabilmente non avrebbe
più potuto assistere.
“Mi sono
rammollito!” sbuffò Vegeta uscendo dalla doccia. Non avrebbe dovuto importargli
di baciare la donna e, anzi, avrebbe dovuto staccarsi in fretta sentendo
l’aurea di Trunks. Non poteva lasciarsi dominare dalla sua ‘famiglia’.
Doveva
tornare concentrato sui suoi allenamenti, doveva diventare un super saiyan e
annientare Kakaroth. Bulma e Trunks erano una distrazione per lui.
Fece
rapidamente i calcoli e ricordò che in due mesi lui e Bulma avrebbero concepito
il bambino.
Decise che
dopo quella data avrebbe ripreso il suo ritmo naturale di allenamenti. Doveva
essere concentrato.
Anche se
quella distrazione era la più bella che avesse mai avuto in vita sua.
Continua…
Aaahhhhhhhh!!!! Chiedo immensamente perdono per
non aver aggiornato ieri!!!! Ma sono tornata a casa
dall’università alle 8 di sera e proprio non ce l’ho
fatta a scrivere il capitolo!!! Anche stasera stessa storia, ma mi sono messa
sotto alla grande!! Solo per voi!!!
Spero che
questo piccolo capitolo di felicità vi sia piaciuto…ormai siamo agli sgoccioli…
Grazie 1000
per le 20 RECENSIONI (sono commossaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!)
GRAZIE a: chibichu, Melany85, Shari_Aruna, Mela, ELVISINA, ainat,
nikesj, Kino, bulma_92, emyc, Bulma93, fantasyk87 (WOW!!
Ti ringrazio di tutto cuore!!), barbie0783, migena, LadyVegeta,
jame, mara, Mikysimpa e lucy!!!!
Era appena
iniziato il mese di marzo. Il cielo era limpido e negli alberi erano spuntati
da poco parecchi boccioli di fiore pronti a sbocciare a primavera. Quel periodo
di pace, destinato a terminare poco più di un anno dopo, riempiva il cuore di
felicità.
Ma Trunks era
triste. La macchina del tempo, quel magnifico marchingegno giallo a forma ovale
che solo una persona geniale come Bulma poteva essere riuscita a costruire, si
era ormai completamente ricaricata. Era giunta per lui l’ora di tornare al suo
futuro pieno di sangue e distruzione.
Ma non poteva
lasciare sua mamma da sola: non sapeva quale sarebbe
stato l’esito del combattimento contro i cyborg, avrebbe anche potuto non
farcela. Non poteva non dire addio alla persona più importante della sua vita.
Il tempo che
aveva trascorso nel passato era stato per lui magnifico: aveva avuto
l’occasione di incontrare un padre mai conosciuto, di vedere sua
mamma felice e innamorata. Era stata un esperienza meravigliosa.
Era incredibilmente
felice per il guasto del suo mezzo di trasporto, non aveva dubbi.
Con un
profondo sospiro di sconforto andò accanto alla macchina del tempo e toccò con
il palmo della mano la scritta che lui stesso aveva apportato prima di
intraprendere il viaggio: Hope, speranza.
Non voleva
partire. Sapeva che al suo ritorno anche quella dimensione sarebbe stata in
guerra, che i suoi genitori non sarebbero più stati insieme e avrebbero tutti
rischiato di morire. Desiderava seriamente restare in quel periodo di pace.
Era stata una
novità per lui ammirare una Terra così bella. Aveva fatto parecchi giri in
lungo e in largo il pianeta. Aveva per la prima volta potuto
uscire di casa senza il terrore di imbattersi in due macchine assassine. Gli si
spezzava il cuore all’idea di fare ritorno nell’inferno in cui era cresciuto.
Ma doveva. *Devo trovare il modo di portare questa pace
anche nel mio tempo. La gente deve smettere di soffrire, e solo io ho il potere
di cambiare il mondo* pensò il giovane riempiendosi il cuore di speranza.
Il compito
dell’eroe gli era stato affibbiato senza che potesse rifiutare, ma dopotutto
non gli dispiaceva. Si sentiva quasi il Goku della sua dimensione. Tutti
avevano fiducia in lui, e il ragazzo non aveva intenzione di deluderli.
Con un piccolo
salto Trunks entrò nell’abitacolo della macchina del tempo e ricontrollò per
l’ennesima volta le coordinate. Presto sarebbe tornato a casa.
Gli
dispiaceva non avere l’occasione di vedere sua mamma
incinta, ma la conosceva abbastanza per affermare con sicurezza che in
gravidanza fosse ancora più terribile. Non invidiava suo papà e i suoi nonni.
Dopo lo
scontro con i cyborg, ad ogni modo, si sarebbe visto ancora con il pannolino.
Rabbrividì al pensiero: sarebbe stato stranissimo! Trunks inoltre non vedeva
l’ora di poter dire a sua mamma che era suo figlio:
non ci sarebbero stati più segreti, più bugie, più piani assurdi per farla
innamorare del principe dei saiyan.
Quando
sarebbe tornato lei avrebbe avuto modo di avere due figli in un colpo solo,
entrambi con lo stesso nome.
*Un momento!* pensò allarmato il ragazzo *E se non gli dessero
il nome Trunks?!* si chiese in panico. I suoi genitori lo avevano
conosciuto prima della sua stessa nascita, forse non avrebbero chiamato Trunks
il piccolo. Che guaio!
*Che posso fare?!
Non posso dire la verità…* si
disse il ragazzo del futuro. I problemi non sembravano finire mai.
Bulma guardò
attentamente l’orologio: mancava poco all’ora di
pranzo e presto Vegeta avrebbe terminato gli allenamenti mattutini.
Da giorni la
donna dai capelli azzurri tormentava il suo tenebroso saiyan e desiderava
averla vinta. Nel pomeriggio Trunks sarebbe partito e lei desiderava che ci
fosse anche il suo Vegeta a salutarlo.
Il suo
principe, invece, si ostinava a dirle di lasciarlo perdere, che il ragazzo
sarebbe tornato presto e che andare a salutarlo era una stupidata prettamente
terrestre. A volte era proprio freddo.
Bulma era
certa che anche il principe si fosse affezionato al giovane dai capelli color
glicine. Non si lamentava più di doversi allenare con lui, anzi, a volte era lo
stesso Vegeta che gli ordinava di seguirlo nella camera gravitazionale.
La donna
sorrise leggermente: erano davvero carini insieme quei
due. Avevano lo stesso sguardo corrucciato, lo stesso portamento, la stessa
postura. Se Trunks fosse stato più basso e con capelli e occhi scuri, Bulma era
certa che sarebbero stati indistinguibili. Almeno solo quando fossero stati in
silenzio.
Trunks era
decisamente un bravo ragazzo, gentile, educato e disponibile. Mentre Vegeta…beh,
non aveva nessuna di quelle qualità. Ma lei lo amava lo stesso.
Vagamente si
girò con lo sguardo in direzione del calendario: era giunto marzo. Ormai era
quasi completamente sicura che quel bambino che aveva visto avesse
per padre il principe dei saiyan. Era una gioia per lei.
Amava
profondamente Vegeta: desiderava concepire un figlio solo con lui. Il problema
era che non sapeva se il suo saiyan avrebbe accettato di diventare padre. Non
avevano mai affrontato il discorso, lei aveva troppa paura di un suo rifiuto e una
probabile rottura. Voleva andare con calma con lui.
Non sapeva
neppure se lui avesse considerato l’idea. Nei mesi in cui erano stati insieme,
Bulma aveva continuato a prendere la pillola, timorosa di concepire un bambino prima dei tempi e terrorizzata dalla reazione di
Vegeta.
*Devo parlargliene…* si ripromise lei. Doveva solo trovare
il coraggio.
Una serie di
piccoli bip provenienti dal suo orologio da polso la distolse dai pensieri.
Vegeta aveva spento la GR. Bulma
aveva posizionato un piccolo microchip sia nella camera gravitazionale che nel
suo orologio in modo da sapere sempre quanto tempo spendeva il suo saiyan in
quella camera di tortura.
Rapidamente gli corse incontro, sia perché desiderava vederlo ma anche
per cercare nuovamente di convincerlo ad andare a salutare Trunks.
“Vegeta!” lo
chiamò infatti scorgendolo da lontano. Il saiyan
ansimava leggermente ed era di pessimo umore: desiderava solamente fare una doccia
rinfrescante. L’ultima cosa che voleva era sentire la voce tartassante della
donna.
La ignorò
prontamente e, con passo svelto, si diresse al piano superiore. Bulma non
demorse. Gli corse dietro iniziando a sproloquiare, seguendolo anche dentro la
sua stanza da letto. Il saiyan non le disse una parola e prese a denudarsi.
“Ma che fai?!” gli domandò Bulma chiedendosi se per caso lui avesse
voglia di lei anche a ora di pranzo. Vegeta non disse nulla, sorrise solo
leggermente intuendo i suoi pensieri. Si diresse allora completamente nudo
verso il bagno ma Bulma gli si parò davanti.
“Ti prego,
dimmi che verrai a salutare Trunks!” gli disse speranzosa. Vegeta inarcò un
sopracciglio e rispose “Spostati”. Bulma non si mosse.
“Donna, se
non ti levi allora ti porterò sotto la doccia con me” le disse facendo
minacciosamente un passo in avanti e sorridendo. Bulma arrossì. “Non cambiare
discorso! Voglio solo che tu mi assicuri che saluterai Trunks!”
Vegeta non
arrestò il suo cammino e Bulma intuì che non la stava nemmeno ascoltando. Si
spostò allora rapidamente e il saiyan le richiuse la porta in faccia.
“Promettimelo!”
gli urlò lei da fuori. Non ricevette risposta.
Vegeta
sospirò soddisfatto al termine della sua doccia. Stava già meglio. Gli ci sarebbe dovuto un bel massaggio ristoratore, ma Bulma
sicuramente glielo avrebbe fatto solo in cambio della promessa di andare a
salutare il giovane del futuro.
Il principe
dei saiyan non era fatto per quelle smancerie terrestri. E ad ogni modo
l’avrebbe presto rivisto.
Già, era
arrivato marzo. Il mese del concepimento. In tutta verità il principe era
meravigliato di non aver ancora messo incinta la donna dai capelli azzurri.
Dormivano assieme da mesi, possibile non fosse ancora
fruttato nulla?
Vegeta non
conosceva minimamente i metodi anticoncezionali dei terrestri, e quando aveva
visto Bulma prendere quella piccola pillola non si era fatto domande. Ma sapeva
che la nascita del loro figlio era destinata ad avvenire.
Prima
dell’inizio della loro relazione, Bulma aveva parlato molto spesso di quel
bambino visto nella visione del futuro e molte volte si era domandata ad alta
voce, quindi coinvolgendo anche lui, chi fosse il padre.
Possibile che
non avesse ancora capito che si trattava di lui? La donna era sì un genio ma a volte era talmente lenta a capire cose ovvie!
Sbuffando,
Vegeta si rivestì e guardò fuori dalla finestra della
sua camera. Era una bella giornata. Il pianeta Terra poteva anche essere
popolato da deboli abitanti, ma era uno dei più belli che avesse mai visto.
Cominciava a piacergli, anche se solo vagamente.
La sola cosa
che gli mancava della sua vita precedente al servizio di Freezer erano i
combattimenti continui. Il suo sangue saiyan reclamava sempre uno scontro
all’ultimo respiro, necessitava quella sensazione di gioia allo stato puro che riempie il cuore al termine di una lotta serrata che ti
trova infine come vincitore. Solo quello.
Ma Vegeta
sapeva che quei giorni non sarebbero più tornati: Freezer era finalmente morto
– ora che sapeva l’identità di Trunks era orgoglioso che fosse stato lui ad
eliminare il mostro…quanto avrebbe voluto rinfacciarlo a Freezer! – e lui ormai
si stava creando una famiglia.
L’ultimo
spiraglio di speranza che gli restava per un buon combattimento erano i cyborg
e Kakaroth: nulla più. E questo lo irritava.
*Bah! Come mi sono ridotto!* pensò infatti
abbassando gli occhi. E vide Trunks.
Il suo
giovane futuro figlio era seduto in giardino con le braccia appoggiate sulle
ginocchia. Sembrava pensieroso. *Sarà
triste perché deve partire* si disse il principe osservando il ragazzo e
alzando le spalle.
Senza quasi
pensarci si alzò leggermente in volo ed andò dal giovane del futuro. Poteva
essere la sua ultima occasione di avere un combattimento decente prima dello
scontro con i cyborg.
Trunks
sospirò leggermente. Mancava poco alla partenza e nuovi dubbi erano sorti. Il
bambino che sarebbe nato avrebbe anche potuto avere un nome diverso. Cosa
poteva fare?
Abbassò la
testa sulle ginocchia, cercando una soluzione.
“Combatti con
me, ragazzo!” arrivò alle sue spalle la voce di Vegeta. Trunks si girò di
scatto e si trovò di fronte il padre con le braccia incrociate al petto e il
cipiglio in volto.
Il ragazzo
sorrise leggermente: suo padre era fissato con la lotta, aveva ragione sua mamma tutte le volte che gli aveva detto che il principe
dei saiyan era un maniaco della guerra!
Con un’impercettibile sospiro, Trunks si alzò in piedi e si mise
in posizione di difesa. Vegeta sorrise malignamente e i due cominciarono a
combattere.
Ma il giovane
del futuro non riusciva a concentrarsi abbastanza. Vegeta se ne accorse subito,
e sbottò: “Piantala di pensare e combatti!” gli urlò tirandogli un pugno allo
stomaco, non troppo forte da fargli sputare sangue, ma
sufficiente per scuoterlo.
Trunks si
appoggiò una mano sul punto appena colpito e fece una smorfia: proprio non
riusciva a scacciare i suoi pensieri. “M-mi dispiace”
disse vergognandosi e temendo del giudizio di suo padre.
Vegeta si
bloccò e tornò in posizione normale con le braccia incrociate. Rimasero in
silenzio.
“Un vero
saiyan lascia perdere i pensieri quando combatte. Si concentra
solo nella lotta. Ricordatelo quando affronteremo i cyborg, e anche quando
dovrai combattere nella tua epoca per sconfiggerli” disse Vegeta dandogli le
spalle. “Non pensare a perché lo fai, solo goditi il momento. In te scorre
sangue regale, non comportarti da infimo guerriero di terzo livello come
Kakaroth. Rendi gloria alla stirpe saiyan e non scordare mai da dove provieni”
Trunks sbattè
confuso le palpebre, fissando la schiena di suo padre. Lo vide cominciare ad
allontanarsi, e quindi lo bloccò, richiamandolo. “Aspetta! Come fai a dire che
scorre sangue regale in me?” chiese intuendo che forse suo padre sapesse
qualcosa sulla sua vera identità.
Vegeta rise
leggermente, e rispose: “Non sono ottuso come tua madre” gli disse indicando
Bulma, che si stava avvicinando ai due, con la testa. E si allontanò.
Trunks rimase
interdetto.
Sua
mamma accorse
vedendolo dolorante mentre si reggeva lo stomaco con una mano. Lei osservò la
schiena di Vegeta mentre il principe si allontanava,
poi si voltò verso Trunks chiedendogli cosa fosse successo.
Il giovane
del futuro scosse la testa, con un sorriso sul volto: ora aveva la certezza che
anche in quell’epoca si sarebbe chiamato Trunks.
Nel tardo
pomeriggio, dunque, il giovane del futuro si apprestò a tornare nel suo tempo.
Nel giardino della Capsule Corporation si trovavano
Bulma, i coniugi Brief e Goku e Piccolo.
“Fai buon
viaggio” gli raccomandò Bulma stringendogli la mano. Trunks annuì con la testa,
tranquillizzandola. La prossima volta che avrebbe rivisto quella splendida
donna con i capelli azzurri, questa sarebbe stata accompagnata da un piccolo
bambino di pochi mesi.
“Mi dispiace
solo non essere riuscita a convincere Vegeta a salutarti…” disse ancora lei
mettendo un piccolo broncio. “Non ci sono problemi” rispose Trunks, sempre
sorridendo. Suo padre aveva fatto già molto per lui con il discorso di prima. E
gli bastava.
Goku andò a
posargli una mano sulla spalla. “Ci vedremo presto, figliolo. Abbi cura di te”
gli disse, fiducioso. Poi gli si avvicinò lentamente e sussurrò: “Ma allora
stanno insieme i tuoi?” Trunks sorrise eloquentemente e Goku tirò un sospiro di
sollievo. Aveva rischiato di non farli innamorare. In questioni amorose non era
affatto ferrato.
Piccolo, poco
più lontano e appoggiato con la schiena ad un albero, gli fece solo un segno di
saluto a cui Trunks rispose educatamente.
Poi salì
sulla macchina del tempo.
“Ci vedremo
tra un anno!” urlò il giovane premendo il pulsante di accensione e salendo di
quota. Bulma lo salutò agitando il braccio e la signora Brief, al suo fianco,
piangeva mille lacrime sul suo fazzolettino rosa. Si era già affezionata al
ragazzo del futuro, le dispiaceva vederlo partire. Ma presto lo avrebbe riavuto
in versione miniaturizzata.
Trunks salutò
tutti, e poi, alzando lo sguardo verso il secondo piano della
Capsule Corporation, vide suo padre. Vegeta era appoggiato al muro del
salotto e gli dava le spalle. Poco prima che la
macchina del tempo scomparisse, il principe ruotò il volto e guardò
intensamente suo figlio.
Era quasi il
suo modo di salutarlo, e Trunks non potè che
apprezzarlo.
*Papà…sei un vero saiyan. Forte,
severo e con lo sguardo un po’ triste. Ho bisogno di te, non sai quanto. Non mi
lasciare, e sii fiero di me.
E tu mamma…fatti coraggio. Soffrirai
ancora molto con papà, io lo so. Ti spezzerà il cuore partendo per lo spazio.
Goditi gli ultimi momenti di pace.
Vi voglio tanto, tanto bene.*
Alla sera,
Bulma andò in camera sua e si sedette stancamente sul letto. La casa sembrava
improvvisamente più vuota senza Trunks.
Il giovane
del futuro le era entrato nell’anima.
Tristemente
si distese, continuando a pensare a lui. Si riscosse solo
quando sentì la porta della camera aprirsi.
Era Vegeta.
Senza una parola il principe si avvicinò alla donna e, chinandosi, prese a baciarla
posizionandosi sopra di lei sul letto.
Bulma rispose
con gioia a quello slancio di affetto, se così poteva chiamarlo, ma si scostò
dopo un attimo domandandogli perché non fosse andato a salutare Trunks.
“Lo rivedremo
presto” rispose lui riprendendo a baciarla.
La disfece
dei vestiti nonostante le continue lamentele di lei riguardo al suo modo di
fare e quando furono entrambi nudi la fissò intensamente negli occhi,
fermandosi.
Con un
piccolo sorrisino sexy e voce profonda le chiese: “Lo vuoi ancora il figlio che
hai visto nella visione del futuro?” Bulma sbattè le palpebre, incerta di aver
sentito bene.
Notando che
non stava scherzando, lei arrossì e annuì dolcemente.
“Si chiamerà
Trunks” le sussurrò Vegeta prima di riprendere ad amarla e finalmente concepire
quel meraviglioso ragazzo, salvatore della Terra.
Fine
E’ finitaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!
Lo so, sono
in ritardo mostruoso, ma proprio non sono riuscita ad aggiornare in questi
giorni!! Troppo impegnata tra università e il mio
quasi ragazzo!!Sorry!!
Ad ogni modo,
la ff è conclusa. E’ durata molto, ma mi è piaciuto
scriverla! E, dati i vostri commenti strepitosi, credo proprio che l’abbiate
apprezzata anche voi!
Probabilmente
vi aspettavate qualche scena in più tra Bulma e Vegeta…Hanno passato tanto
tempo tra alti e bassi, ma mi auguro comunque che vi siano piaciuti anche
quando non stavano insieme!
Ho preferito
non scrivere riguardo la nascita di Trunks o anche la
partenza di Vegeta o il racconto di Trunks a sua madre nel futuro…non vogliatemi
male, ma credo sia la soluzione migliore!
Ringrazio,
ora per l’ultima volta, tutti voi per aver letto.
E in
particolar modo chi ha recensito:
Kino: grazie per tutti gli incoraggiamenti!
Mi dispiace averti fatto ricordare cose, da quel che ho capito, dolorose, ma
sono comunque felice di averti fatto sorridere, infine! Grazie!!
Bulma0209: grazie mille!! Mi commuovo sempre a questi commenti!
Grazie!!
Topy: eh, già! Il principe si gode eccome
tutta la situazione…ma del resto è pur sempre un uomo!
Grazie!!
chibichu:
grazie a te per aver letto e recensito!! Mi hai letto fino in fondo…non ho
parole per ringraziarti! Grazie!!
ELVISINA: grazie, grazie, grazie! Non mi stancherò mai di dirlo!
Grazie!!
Bulma93: con tutti questi complimenti mi fai arrossire…*///*…grazie!!
fantasyk87 : e invece io mi commuovo!! Sei
troppo gentile!! Grazie!!
bulma_92: ho provato fino
alla fine a mantenere Vegeta sempre in personaggio, anche se è cotto
chiaramente di Bulma…sono felice di esserci riuscita secondo il tuo parere! Grazie!!
Shari_Aruna: Grazie di cuore!! Io ci provo a
scrivere abbastanza bene, mi fa piacere che tu pensi sia così!!
Grazie ancora!!
ladyvegeta: mi unisco anch’io
al coro: vai vegetaaaaaaaaa!!! Scusa, piccolo sfogo
del mio amore per lui!! Grazie per avermi seguita fino alla fine!!
ainat: già, è un periodo
un po’ duro…tutta colpa dell’università! Comunque ora la ff
è finita (ç_______ç) e credo che ci vorrà un po’ per scrivere qualcosa di nuovo…ma tornerò! (ok,
così sembra una minaccia…ma con tutti i complimenti che mi hai fatto credo
proprio che vorresti leggere nuove mie ff…o no?)
Grazie di cuore!!
lucy: Trunks è un curiosone! ma possiamo capirlo,
no? Anch’io vorrei vedere il principe dei saiyan in effusioni! E poi Trunks è
un così bel ragazzo…lo perdoniamo, vero? Grazie!!
Mela: Già, già, già! Bulma e Vegeta proprio si divertono a
farlo…ma come dargli torto? Anch’io vorrei avere Vegeta tra le lenzuola!!(Sì, sono malata!) Grazie!!
jame: mi adori?!
ç________ç grazieee!!!
Io…io…io…sono commossa!! Grazie per aver retto fino alla fine! Ti adoro anch’io!! Grazie!!
sweetlove: il piccolo non è
arrivato…però conta che questa ff era incentrata
sull’alloggio di Trunks del futuro alla Capsule Corporation, e ora che lui se
n’è andato è di conseguenza anche finita la storia! Non prometto nulla, ma
forse potrei, prima o poi, scrivere una mia versione sulla nascita del
piccolo…chissà! Grazie!!
Mikysimpa: credo che Vegeta un po’ romantico lo
sia…temevo di aver esagerato! Sono una romanticona
anch’io a volte…e poi, essendo innamorata, il mio cuoricino scrive per me!! Grazie!!
emyc
: prima o poi doveva
finire! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! Grazie!!
Okkiblu88: ecco l’ultimo capitolo! E non preoccuparti anche se sei
ripetitiva: io apprezzo molto le tue recensioni! Grazie!!
Liz: grazie intanto dei complimenti! E sì,
ho ingarbugliato gli eventi! Ma sono fatta così, sono una casinista nata!! Ma hai visto comunque che il fatto che Vegeta abbia
ascoltato la discussione tra Kakaroth e Trunks è servito? Non potevano certo
dargli un altro nome!! Grazie!!
migena: temevo di aver
esagerato nel precedente capitolo con discorsi un po’ hot…oltre casinista sono
anche una porca! Ma per Vegeta questo ed altro! Grazie per avermi seguita fino
alla fine, mia fedelissima lettrice!! Sono contenta di
averti appassionata fino alla fine! Grazie!!
federica93: grazie! Io ce l’ho messa tutta! Grazie!!
bev: ripeto, io mi sono
impegnata! E sono felice di aver appassionato tanta gente! Grazie!!
Uff!! Ho ringraziato tutti quelli che
hanno recensito l’ultimo capitolo!
Spero di
tornare presto con nuove storie!!
GRAZIE X
AVERMI SEGUITA E SUPPORTATA!! VI ADORO TUTTI!!!