Storie di Ordinaria Follia, Materia Oscura e tutto il Resto

di Subutai Khan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Annegare fra rifiuti, fiatelle sataniche e ricordi distorti (Kyōko Sakura) ***
Capitolo 2: *** Mamma ha detto... ehi aspetta, mamma è morta (Kyōko Sakura) ***
Capitolo 3: *** Essere soli in due: non è difficile (Mami Tomoe) ***
Capitolo 4: *** Parlare a vanvera può essere tanto sexy (Madoka Kaname, Homura Akemi) ***
Capitolo 5: *** Ciao, sono Psicopatia e sono la tua nuova migliore amica (Homura Akemi) ***
Capitolo 6: *** Rosso Fantasma? Proviamo Rosso Sangue (Mami Tomoe, Kyōko Sakura) ***
Capitolo 7: *** Su, non fare quella faccia solo perché ti ho detto che ti amo (Kyōko Sakura, Sayaka Miki) ***
Capitolo 8: *** Alleluja, alleluja, l'amore è morto (Homura Akemi) ***
Capitolo 9: *** Garbey, l'Incubatore de Trastevere (Kyubey) ***



Capitolo 1
*** Annegare fra rifiuti, fiatelle sataniche e ricordi distorti (Kyōko Sakura) ***


Titolo: Annegare fra rifiuti, fiatelle sataniche e ricordi distorti.
Personaggi: Kyōko Sakura.
Generi: angst, introspettivo.
Traccia: Ricordi della Madre, orfana. Scritta per la prima sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!”.
Mi sveglio. Erano anni che non mi svegliavo urlando.
Ho appena avuto un incubo su mia madre.
Koichi mi guarda stortissimo, la bocca mezza aperta, gli occhi mezzi chiusi e un simpatico filo di muco che gli cola dal naso. Cazzo, almeno passati sopra la manica, così non ti si può proprio vedere.
“Ragazzina maledetta, cos'hai da far tutto 'sto casino?”.
“Torna a dormire, ubriacone. E scusa se ti ho svegliato, non volevo”.
Grugnisce mentre riappoggia la testa sul muro. Toh, il suo ratto prediletto gli è di nuovo saltato in grembo. Sarà contento quando, domattina, si troverà sulla canottiera una cagata da rinoceronte.
Mi alzo cercando di non far rumore, gli altri non sono così comprensivi come lui.
Ora chi si riaddormenta più? Quelle immagini non mi abbandoneranno per le successive ore.
È sempre stato così e così sempre sarà, temo.
Vaffanculo, incubo di merda. Hai finito le vacanze alle Hawaii e hai deciso di tornare a casa, eh? Io pensavo di averti notificato lo sfratto ma, a quanto pare, hai pensato bene di fottertene alla grande.
Vabbè, per tanto così mi conviene fare una passeggiata. Tanto di dormire, per un po', non se ne parla neanche con le fucilate.
Mi avvio quatta quatta, evitando piedi e scatolame e bottiglie di vodka mezze vuote. Questo gruppo di lercioni non ha proprio nessun senso dell'ordine. E a me tocca vivere in mezzo a loro.
La sfiga di essere sola al mondo.
Il vicolo che per stasera ci fa da camera da letto è illuminato malissimo e c'è un lampione rotto ogni due. Faccio una fatica boia a non far rumore e a non inciampare in qualche oggetto. Ma, da brava acrobata qual sono, riesco nella non indifferente impresa.
Faccio un paio di giri casuali e mi ritrovo per una via principale di questa città a me estranea.
Mitakihara.
Dove, fino a pochi giorni fa, abitava quella che un tempo ho chiamato senpai.
Poi è morta. Raggiungendo così la mia famiglia.
Ecco perché ho gli incubi su mia madre.
E, stranamente, non ho sognato il momento in cui scoprivo i corpi di lei e Momo squarciati per terra, con tanto di quel sangue che si sarebbe potuto riempire due autocisterne. Che incubo banale. Io sono Kyōko Sakura e in tutto, anche nelle cose più tremende, mi piace distinguermi.
No. Quello che ho visto è per me mille volte peggio.
Ho visto me e mia sorella correre felici in un prato mentre i miei ci osservavano, tutti sorridenti, da sotto un albero. Piccolo particolare: tutti i coinvolti, inclusa me, erano orribilmente mutilati. A mia sorella mancava un occhio; mio padre aveva tre tagli obliqui lungo tutto il viso; mia madre aveva un buco in testa, come se l'avessero percossa a ripetizione con un oggetto molto pesante; io, tanto per non smentirmi, apparivo come deve apparire una persona su cui è caduto un intero schiacciasassi. Non vi sto a dire il sangue in quantità industriale che colava ovunque macchiando l'erba. La cosa peggiore, fra l'altro, era che ci comportavamo in modo normale, come se tutto fosse gaio e allegro.
Sembravamo la classica famiglia da pubblicità, di quelle che abitano nella casetta bianca col tetto rosso in mezzo a un campo di grano.
Succede questo quando si ha un'infanzia come la mia, cazzo. Odio la mia non-vita. La odio.
Vago come un'anima in pena, affogando in questi spaventosi ricordi. E dire che di solito non sono una tipa impressionabile.

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Capitolo 2
*** Mamma ha detto... ehi aspetta, mamma è morta (Kyōko Sakura) ***


Titolo: Mamma ha detto... ehi aspetta, mamma è morta.
Personaggi: Kyōko Sakura.
Generi: angst, introspettivo.
Traccia: Puella Magi Madoka Magica, Kyōko, Mama now I'm coming home/I'm not all you wished of me/but a mother's love for her son (daughter)/unspoken, help me be/I took your love for granted/and all the things you said to me/I need your arms to welcome me/but a cold stone is all I see (Mama Said - Metallica). Scritta per la prima sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


Perché diavolo sono qui?
Sto per partire alla volta di Mitakihara, a prendermi il territorio che è stato di Mami. Un po' mi spiace che sia morta, se devo dire la verità. Ma sono i rischi del mestiere, niente di nuovo e niente che non succederà ancora in futuro.
E allora perché i miei piedi mi hanno portata contro la volontà cosciente qui, al cimitero? Di fronte alle tombe della mia famiglia?
La zona dedicata ai tre Sakura è piccola e trascurata. In quanto unico parente ancora vivo spetterebbe a me venire a far pulizia, a togliere le erbacce e tutto il resto. Ma manco per il cazzo.
Questa è la prima volta che vengo a trovarli da quando è successo.
Non ricordo neanche quanti anni avevo esattamente. Per dire quanto scavare col cucchiaino nei cunicoli della memoria mi faccia piacere.
No, sul serio. Per quale motivo non me ne sono ancora andata?
Mi volto e faccio per avviarmi. Poi un dolore acuto al petto mi costringe a fermarmi, facendomi piegare sulle ginocchia.
Kyōko. Perché scappi?
Ehi, ma stiamo dando i numeri.
Questa... questa è la voce...
Lo sai chi sono, su. Non avere paura di dirlo.
Mamma...
Sai ancora riconoscermi allora, piccola Kyōko.
Di nuovo. Di nuovo il mio corpo si muove da sé e ritorna sui suoi passi, facendomi piantare di fronte alla sua lapide.
Sto impazzendo, non trovo altra spiegazione.
Ma no cara, non stai impazzendo. E poi scusa, sei disposta a credere all'esistenza delle streghe e non allo spirito di tua madre morta che ti parla? Mi sento offesa, sai.
Che qualcuno mi strappi un pezzo di pelle esagerando col pizzicotto, vi supplico. Non voglio subire questa tortura onirica un momento di più.
E non stai nemmeno sognando. È tutto vero. Oh, e per la cronaca è stato sei anni fa. Non ti ricordavo così smemorata.
Mamma, ti sei manifestata per sfottermi? Potevi evitare allora.
Hai ragione, scusa. Però puoi almeno ringraziarmi perché mi sto evitando di parlare ad alta voce. La gente ti prenderebbe per una visionaria.
Ora capisco da chi ho ereditato il mio essere sbruffona.
Già. Al tempo non potevi apprezzare.
Bene mamma. Esaurite le formalità posso chiederti perché ti sei fatta viva, e scusami per il gioco di parole squallido, proprio adesso? E per caso, ma proprio per puro caso, sei tu a impedirmi di alzare i tacchi e mi tieni inchiodata in questo preciso punto?
Per rispondere alla tua seconda domanda: ci puoi giurare. Conosco i miei polli e so che non avresti resistito alla tentazione di farti uccel di bosco. La tua vecchia non ne sarebbe stata contenta.
Tsk. Farmi cazziare da un cadavere. Seimila punti sul mio Stranometro.
Poco sarcasmo, signorinella. La questione è seria.
Che è successo? C'è stato un attacco kamikaze in paradiso?
Kami, hai proprio tutto il senso dell'umorismo di quel cialtrone di tuo zio. Non sprecherò neanche un soffio di etereo fiato per risponderti.
E allora non tirarla per le lunghe. Io avrei da fare.
Hai un omicidio in agenda, dunque? Cosa credi, che non ti abbia spiata in tutto questo tempo? Che non mi sia accorta di cosa sei diventata?
La ramanzina? Sei qui per farmi la ramanzina? Sul serio?
Figliola, sono solo preoccupata per te. Quale madre non lo sarebbe per la figlia adolescente? Stai prendendo una brutta strada. E non parlo della faccenda Puella Magi. Per quanto sia stata una cosa disgraziata so che il tuo cuore era sincero quando hai espresso quel desiderio. Mi riferisco all'andazzo di ammazzare le colleghe.
Dai, non puoi apparire in una nuvoletta di illogicità e rinfacciarmi il mio stile di vita. Non ne sono particolarmente orgogliosa, ma si fa quel che si deve per sopravvivere.
Sì, capisco quel che dici. Ho seguito molto da vicino alcune delle tue disavventure e mi rendo conto che devi lottare tutti i giorni per mettere qualcosa sotto i denti. Nonostante questo, però, non puoi neanche aspettarti che la cosa mi riempia di gioia.
Lo so mamma, lo so. Mi spiace deludere le tue manie di grandezza. Per la Todai ne riparliamo nella prossima vita, ok?
Il problema è più grande. Il fatto che ti sia abituata a uccidere tue coetanee è terribile, ma nemmeno il peggio. Parlo della tua anima, Kyōko. Perché la usi come straccio per pulire le finestre? Stai precipitando in una voragine nera e il vederti cadere sempre più in basso mi distrugge.
Prego? Cosa stai farfugliando?
Hai dimenticato.
Cosa ho dimenticato adesso? Non parlare per enigmi, se mi hai pedinata avrai capito che nei rebus faccio cagare.
E modera il linguaggio, maleducata che non sei altro. Hai dimenticato la mia prima lezione: non calpestare mai il mondo e chi vi abita. Non diventare un automa che tira avanti sulla pelle altrui. Visto che sei in ristrettezze economiche e il tuo è un lavoro spietato posso quasi giustificare, in certe situazioni estreme, il ricorso alle maniere forti. Ma deve essere l'eccezione, non l'abitudine. Non permetterti di morire dentro. Sarebbe la fine definitiva, quella da cui non si torna.
Stai delirando. Ci tieni così tanto a vedermi di nuovo per terra, in lacrime, come è successo quando tu, papà e Momo mi avete abbandonata a me stessa? Io ti ricordavo come una madre amorevole, non come una stronza senza cuore.
Ti ho detto di moderare il linguaggio, ragazzina!
… oh. Scusami. Ho esagerato.
Sarà meglio.
Mamma, ti prego di capirmi. Ho dovuto crescere in fretta da quando voi siete venuti a mancare. Mi sono ritrovata sola, maledetta, senza una guida che sapesse indirizzarmi per il meglio. E ho scoperto che questo sistema, per quanto imperfetto, ha i suoi vantaggi. Mi consente di mangiare, tanto per dirne uno. Sai quanto sono sensibile sull'argomento.
Sì. E di questo mi scuso, da parte mia e da parte di tuo padre. È stato irresponsabile, anche se del tutto involontario, costringere te e tua sorella a fare la fame.
Acqua passata, non preoccupartene ora. Vedi, ho deciso che non avrei più fatto nulla per gli altri. Mai più. L'unica volta che mi sono concessa una variazione è stata la tragedia. Non sopravviverei a una replica.
Capisco cosa intendi. Però lasciami dire che stai sbagliando.
Noto che, quando si ha prole, diventa facile sputare sentenze. Chissà se potrò provare lo stesso piacere fra qualche anno.
Il tuo muro è troppo spesso e duro per permettermi di forarlo. Pregherò affinché arrivi qualcuno che possa, con l'azione a me preclusa, farti capire l'errore.
Sì, certo. La figura messianica. E poi c'era la marmotta che confezionava i pocky.
Piantala di incanalare tuo zio, diavolo. Sei persino più irritante di quanto sia mai riuscito ad esserlo lui.
È che sono fatta così. Inoltre non è gentile da parte tua prendertela così tanto con la buonanima di zio Masami. Cattiva sorella.
Sei abile a svicolare, figlia mia. E va bene, questo round è tuo.
Vivi contro Morti, uno a zero e palla al centro. Ora ti dispiacerebbe lasciarmi andare? Hai detto quello che volevi dire, immagino.
Sì, l'ho fatto. Sei libera di fuggire, Kyōko. Cerca di non dimenticarti quel che ti ho consigliato, per favore. Fallo in mia memoria.
Essere strappalacrime non porta acqua al tuo mulino, sappilo.
Uff. Riesci a non prendere sul serio nulla.
Una delle mie qualità migliori, cara madre. Addio. Non è stato brutto risentirti.
Ti voglio bene, piccola.

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Capitolo 3
*** Essere soli in due: non è difficile (Mami Tomoe) ***


Titolo: Esseri soli in due: non è difficile.
Personaggi: Mami Tomoe.
Generi: angst, introspettivo.
Traccia: Puella Magi Madoka Magica, Mami, Abitudine alla Solitudine. Scritta per la prima sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


Mami sorseggia il suo tè.
È nel soggiorno di casa sua.
Sola. Come sempre.
Alza le spalle. Ormai ha fatto il callo a non aver nessuno a farle compagnia.
Sorseggia con grazia. La bevanda è calda, ma beve comunque.
Poi alza lo sguardo e sorride.
Madama Solitudine ricambia il sorriso.
La sua mano si allunga piano sul tavolo, cercando quella della sua unica partner.
Che rifiuta scuotendo la testa.
Un sospiro. Una risata scheletrica.
I suoi occhi si inumidiscono leggermente ma soffoca il dolore.
Lei è più forte di tutto questo. Lo sa. Ne è convinta.
Finisce di bere. Si alza. Si batte un pugno sul petto.
È abituata. Ce la farà.

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Capitolo 4
*** Parlare a vanvera può essere tanto sexy (Madoka Kaname, Homura Akemi) ***


Titolo: Parlare a vanvera può essere tanto sexy.
Personaggi: Madoka Kaname, Homura Akemi.
Generi: fluff, shōjo-ai.
Traccia: Puella Magi Madoka Magica, Madoka/Homura, "Pensavo fosse amore, invece era un calesse". Scritta per la prima sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


“Pensavo fosse amore, invece era un calesse”.
“... uh? Homura-chan, perché dici cose senza senso?”.
“Nulla. Sai che mi piace sproloquiare un po’ dopo...”.
“Dopo?”
“Cavolo, sai di cosa sto parlando. C’eri anche tu”.
“Davvero? Non me n’ero mica accorta”.
“Non prendermi in giro, Madoka! Non sei divertente!”.
“Tu invece sei deliziosa quando arrossisci”.
“Stringimi più forte invece di dire cose a casaccio, su”.
“E sei ancora più deliziosa quando pretendi attenzioni come una bimba”.
“Sono passati quindici anni. Possibile che certe cose non cambino mai?”.
“Quindici anni di meraviglia. Ne voglio altri mille così”.
“Se non mi dai un po’ di coperta non succederà, che sarò morta di freddo”.

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Capitolo 5
*** Ciao, sono Psicopatia e sono la tua nuova migliore amica (Homura Akemi) ***


Titolo: Ciao, sono Psicopatia e sono la tua nuova migliore amica.
Personaggi: Homura Akemi.
Generi: angst, introspettivo.
Traccia: Puella Magi Madoka Magica, Homura, "Giuro che trasformerò quella caccola bianca in un paio di ciabatte". Scritta per la prima sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


Lo ammazzo. Lo ammazzo. Lo ammazzo.
Troverò il modo di ammazzarlo. Crepassi adesso, ce la farò in qualche maniera.
Una, due, tre, quattro, cinque, dieci, venti, cento, mille volte.
Non ho più fretta. Non ho più altro obiettivo.
Volevo salvare Madoka ma le cicatrici dei fallimenti continui bruciano come fiamma viva sulla mia pelle, ormai logorata dal tempo.
So di star scivolando nella follia, e neppure troppo lentamente. Lo so benissimo.
Non mi interessa.
Ho perso il mio faro. A questo punto, se proprio devo navigare al buio, preferisco farlo divertendomi.
Giuro che trasformerò quella caccola bianca in un paio di ciabatte.

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Capitolo 6
*** Rosso Fantasma? Proviamo Rosso Sangue (Mami Tomoe, Kyōko Sakura) ***


Titolo: Rosso Fantasma? Proviamo Rosso Sangue.
Personaggi: Mami Tomoe, Kyōko Sakura.
Generi: angst, introspettivo.
Traccia: Puella Magi Madoka Magica, Mami & Kyōko, Prima di Mitakihara. Scritta per la prima sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


È finita. La lancia di Kyōko è a pochi centimetri dalla mia gola, il mio fiocco è per terra, due gocce di sangue mi colano sulla camicetta.
A quanto pare, nonostante tutto, non vuole spingere le cose troppo in là. Mi guarda mezza dispiaciuta e mezza furibonda, le mani che le tremano leggermente mentre ritira l’arma.
Non dubitavo che non volesse farmi davvero del male, però per un attimo il timore l’ho avuto. Sembrava trasfigurata, completamente fuori di sé.
Che ci fosse qualcosa di anomalo l’avevo intuito subito. E non ci voleva l’astuzia di Dick Tracy per accorgersene, era così palese da dar fastidio.
Andato. Tutto nel cesso. Le ore passate assieme a studiare piani di battaglia, gli allenamenti, i pattugliamenti. Tutto kaputt.
Eppure, mentre la vedo allontanarsi con le mani in tasca, non riesco a odiarla come una parte di me vorrebbe. Mi ha lasciata di nuovo sola, abbandonata, con la zattera in preda alle onde burrascose del mare in tempesta... ma non la odio.
Come posso odiarla? Come posso non essere dispiaciuta per lei dopo che la sua famiglia si è autodistrutta, senza coinvolgerla per una semplice questione di tempismo? Come posso mettere la mia sciocca solitudine davanti a una tragedia di questa portata?
Inoltre, cosa non indifferente, si è scusata. Per non essere quello che mi aspettavo. Testona. Eri tutto quello che mi aspettavo, e anche di più.
E allora perché mi sento salire le lacrime? Perché non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione di una pugnalata dritta nel cuore? Perché? Perché? Perché?
Non raccontarti fandonie, Mami. Sai che da un colpo simile non ti rialzerai mai più. Ti eri adagiata sulle soffici poltrone di questo duetto e adesso hai di nuovo il sedere contro il freddo pavimento della strada.
Kyōko... torna indietro, per piacere...
Non siamo nemiche, l’hai detto tu stessa. O forse ero io, i miei pensieri si stanno facendo sempre più confusi ogni istante che passa.
Forse faccio ancora in tempo. Allungo un braccio verso la sua ormai sfocata forma, resa poco distinguibile dal buio della sera che sopraggiunge. Faccio per dire qualcosa... e dalla bocca mi esce solo aria, aria e un rauco lamento senza senso compiuto.
Andata.
Complimenti Mami, oltre che sola sei anche codarda. Hai appena vinto un viaggio di sola andata per l’inferno.

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Capitolo 7
*** Su, non fare quella faccia solo perché ti ho detto che ti amo (Kyōko Sakura, Sayaka Miki) ***


Titolo: Su, non fare quella faccia solo perché ti ho detto che ti amo.
Personaggi: Kyōko Sakura, Sayaka Miki.
Generi: fluff, shōjo-ai.
Traccia: Puella Magi Madoka Magica, Kyōko/Sayaka, "Posso cucinare io per te!" - "... davvero lo faresti?" - "Non essere sospettosa come un cane, diamine!". Scritta per la prima sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


“Hai fame?”.
“Beh, non lo posso negare. È qualche ora che non azzanno nulla”.
“Il che, per i tuoi standard, è l’equivalente di un mese di digiuno. E quel lamento del tuo stomaco non è fraintendibile. Ok ok, ho capito. Se ti va posso cucinare io qualcosa”.
“Ma... ma davvero lo faresti? Per me? E tua madre... non avrà da ridire?”.
“Diavolo Kyōko, non essere sospettosa come un cane! Cosa credi, che ti metta il curaro nella soba? Su, non esagerare con la paranoia adesso. Capisco che ti sia difficile abituarti all’idea di poter ogni tanto sfruttare casa Miki per un pasto ma davvero, dubitare così...”.
“Scusami! Scusami, per favore. È che... è una cosa nuova per me... nessuno, a parte mia madre, aveva mai cucinato per me...”.
“No, tranquilla. So che questo è un periodo di grandi aggiustamenti per te. Ti sei stabilita qui a Mitakihara, hai preso a frequentare scuola... purtroppo non nella stessa classe mia e di Madoka...”.
“Devo dedurre qualcosa dal tuo tono dispiaciuto, discola dai capelli azzurri?”.
“Che? Cosa? Ma no, certo che no! Figurati!”.
“Il tuo viso rosso la racconta diversamente, cara mia. Perché ti sei imbarazzata così tanto?”.
“Mpf. Lasciami lavorare, altrimenti il foro nel tuo stomaco rimarrà tale”.
“Ooooooh, il ricatto psicologico. E va bene, va bene. Ma questa questione non è per niente chiusa, sappilo”.
“Una volta avresti detto manco per il cazzo. Sakura la Staccateste si starà mica... ammorbidendo?”.
“Come ti permetti? Questo lo considero uno dei peggiori insulti che mi si possano rivolgere!”.
“Abbassa la lancia e mettiti il tovagliolo, che se non mi sgozzi fra non molto sarà pronto”.
“Non che... volessi farti davvero... del male...”.
“Lo so, lo so. Mi vuoi troppo bene per aggredirmi sul serio”.
“...”.
“Che c’è Kyōko, credi che non mi sia accorta di come a volte mi guardi di sottecchi e poi ti giri, rapida come un fulmine, non appena cerco di incrociare i tuoi occhi? I casi sono due: o ti piace particolarmente qualcosa che indosso, cosa che trovo difficile perché di solito vesto come un maschio maleducato, o ti piaccio particolarmente io. Dimmi tu quale”.
“...”.
“Ne riparliamo meglio di fronte a un piatto fumante di qualcosa di buono”.

“Sayaka... io...”.
“Piaciuti i manicaretti?”.
“Oh sì, squisiti. Ma volevo tornare... al discorso di prima”.
“Quale discorso? Quello che ti ha lasciata senza parole...”.
“...”.
“... e continua a farlo?”.
“Sì... quello”.
“Bene. Ti ascolterò se hai qualcosa da dirmi e ti risponderò se hai qualcosa da chiedermi”.
“Io... io...”.
“Non ti facevo così timida, Kyōko. Non sarà meglio che bevi un bicchiere d’acqua e cerchi di calmarti un attimo?”.
“Sì, hai ragione. *glup*”.
“Meglio?”.
“Un pochino. Sayaka, da quando...”.
“Non moltissimo, lo ammetto. Ma era abbastanza evidente, a conti fatti. E considerando questa variabile si spiegano tanti tuoi comportamenti passati: tutte le volte che ti sei fatta avanti per prima durante un combattimento, la volta che hai quasi rischiato di farti ammazzare da Homura difendendomi...”.
“Non... non farei niente di meno per te... tu mi... tu mi hai salvata...”.
“Eh? Ti ho salvata? E quando avrei compiuto quest’impresa?”.
“Non te ne rendi conto, Sayaka? Non ti rendi conto di come stavo perdendo me stessa prima di conoscerti? Ero una pecorella smarrita, con gli occhi cuciti e le zampe fragili che avrebbero ceduto da un momento all’altro. Poi... poi...”.
“...”.
“Mi fa piacere che non tocchi solo a me fare la muta, oggi. Lo dico sul serio, sei una persona importantissima per me. Forse la più importante in assoluto...”.
“...”.
“...”.
“...”.
“...”.
“...”.
“...”.
“... Kyōko?”.
“Sì?”.
“Ti si fredda il chawanmushi”.
“Porca puttana!”.
“Ora sì che ti riconosco”.

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Capitolo 8
*** Alleluja, alleluja, l'amore è morto (Homura Akemi) ***


Titolo: Alleluja, alleluja, l'amore è morto.
Personaggi: Homura Akemi.
Generi: angst, romantico.
Traccia: But love is not a victory march/it's a cold and it's a broken hallelujah (Hallelujah - Jeff Buckley), orfana. Scritta per la prima sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


Kyōko sta picchiandosi con Sayaka in occasione del loro primo incontro ufficiale. Questa scena è sempre accaduta, con poche variazioni. Una sola volta una Sayaka in berserk l’ha quasi ammazzata, ma è stato davvero un caso a parte.
Fra un po’ dovrò intervenire per evitare danni, visto che come il 95% delle volte abbiamo una lancia che sta prevaricando di prepotenza una spada. L’inesperienza ha un suo peso.
Ho maturato la convinzione che Sakura si sia presa, o si sta prendendo, o si prenderà -la manipolazione temporale crea dei grossi buchi logici nella tua grammatica- una sbandata per Miki. Certi atteggiamenti, certe parole che sembrano sferzanti ma in realtà sono quanto di più dolce un cuore spaccato come il suo possa esprimere, qualche sguardo furtivo... no, non credo di sbagliarmi.
E quindi Kyōko sta scendendo per il mio stesso precipizio. Il proverbio dice mal comune mezzo gaudio, ma per noi ragazzine tutte particolari non funziona così. O meglio, non funziona così per me che sono ancora più particolare della nostra già alta media.
Io ormai vedo l’amore come una Via Crucis. Tradizione cristiana, quella brutta religione piena di sangue e repressione. Dove per una quattordicenne sarebbe normale vedere un innamoramento come qualcosa di bello, di magari difficile ma non straziante come una scarica di scudisciate... ecco, per me è così. Frustate continue, a ripetizione, senza un istante di pausa e un goccio d’acqua per rifiatare. La mia Madoka si allontana sempre di più, camminando con passo tranquillo in direzione della cima del Golgota. Si lascia dietro petali di rosa rossa, maledetta droga che non mi consente di abbandonare la croce e fuggire dalla parte opposta. È un po’ come chi fuma: sa di farsi del male persistendo, ma non ha alcuna intenzione di correggersi. Poi ovviamente il paragone è improprio anche se rende bene l’idea.
Stupido cuore. Non potevi scegliere qualcun altro?
Un po’ mi spiace sapere di non essere da sola in questa marcia di sofferenza perpetua. Perché, se tanto mi dà tanto, neanche fra Kyōko e Sayaka le cose andranno tanto meglio. Almeno, giudicando dalla mia esperienza pregressa un amore in cui una delle due persone coinvolte muore quasi subito, nei casi peggiori anche entrambe, non ha molta strada di fronte a sé.
Solo un po’, sarò sincera. Sono troppo egoista per essere davvero in sintonia con i suoi problemi. Ne ho già abbastanza per i fatti miei senza dovermi preoccupare d’altro. Ma comunque non mi provoca neanche particolare piacere vederla struggersi per una cotta per nulla corrisposta. D’altronde questo succede quando vai a innamorarti di una ragazza che ha occhi solo per un musicista dai capelli grigi.
Mi fa pena. Quel tanto che basta per farmi rendere conto di non essere del tutto marcita. È già qualcosa.
Kyōko, se vuoi posso farti un corso accelerato su come si sopravvive col cuore infranto. Sono un’esperta di caratura mondiale nel campo, ormai.

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Capitolo 9
*** Garbey, l'Incubatore de Trastevere (Kyubey) ***


Titolo: Garbey, l'Incubatore de Trastevere.
Personaggi: Kyubey.
Generi: generale.
Traccia: Puella Magi Madoka Magica, Kyubey, "Se ne fossi in grado, troverei quelle ragazzine tremendamente divertenti". Scritta per la quinta sfida della Staffetta in Piscina della Piscina di Prompt.


“Ehi, stronzone”.
“Garbey? Perché il Pool Mentale ti ha dato facoltà di parlare?”.
“Cazzo ne so? So solo che posso comunicare con i miei orribili simili. Che culo infinito”.
“Sei malato. Mi spiace per la tua condizione, lo dico sul serio”.
“Vaffanculo, Kyubey. Tu non sai nemmeno cosa vuol dire «mi spiace». La nostra razza, così com’è adesso, è condannata a sparire se non riesce neanche a provare la più basilare delle emozioni”.
“La tua patologia ti porta ad affermare cose senza senso, Garbey”.
“Non usare quel nome del cazzo. Lo odio. Mi ricorda di quale specie faccio parte. Mi si accavallano tutti i peli”.
“Non hai peli, Garbey. Come tutti noi sei solo onde cerebrali”.
“Ti ho detto di andartene a ‘fanculo, bastardo! E di non usare quel nome! Chiamami... Subutai Khan”.
“Credo che ripiegherò sul tuo vero nome”.
“Sei proprio il re dei pezzi di merda, Kyubey. Scommetto che sei ancora sulla Terra a circuire ragazzine innocenti”.
“Certamente. Sai che noi Incubatori ci siamo posti come obiettivo il ritardo della morte termica dell’universo e che l’energia emozionale umana è una delle poche forze esistenti in natura non intrinsecamente legate alle leggi della termodinamica”.
“Palle! Siete un branco di macellai! Andate in giro a fottere, in senso lato, bambine ingenue che sanno a malapena non succhiarsi il dito e non pisciarsi addosso. Le condannate a una vita di orrore, subito e provocato. Mi fate schifo e, se sono davvero malato, sono solo contento di esserlo. Quando finalmente riuscirete a capirmi ti renderai conto di quanto viscido, infame e privo di morale sei”.
“Sei fallace. So di star agendo per il bene ultimo”.
“I bisogni dei molti contano più di quelli dell’uno, eh? Risparmia la tua saggezza vulcaniana di cartapesta per qualche imbecille disposto a crederci. Porca puttana, il solo sentire la tua voce mi manda fuori dai gangheri”.
“Sarà meglio interrompere il contatto, allora. Neanch’io ho particolare piacere a parlarti”.
“Per forza. Ti metto di fronte alle vostre carenze e ai vostri metodi da nazisti interstellari”.
“Oltre che fallace sei ingiusto e impreciso. Questa discussione è chiusa”.
“Sì sì, scappa nella tua fogna. Pantegana che non sei altro”.
“Addio, Garbey. Prima di congedarmi, però, ti dirò un’ultima cosa”.
“Sarebbe?”.
“Se davvero mi trovassi nella tua disgraziata condizione, prima o poi, ho certezza ferrea di una cosa: invece di scandalizzarmi come fa la tua mente debole, sarei divertito a vedere il frutto del mio lavoro. Sempre tenendo in considerazione il fine ultimo, non ci vedrei nulla di scandaloso”.
“Cristo, sei vomitevole. Perché non ti ficchi un palo in... CRRRRZ CRZ CRONCK”.

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