L'amore arriva quando meno te lo aspetti

di Ranpyon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'amore arriva quando meno te lo aspetti ***
Capitolo 3: *** Conoscenze ***
Capitolo 4: *** Inizio di un incubo ***
Capitolo 5: *** Caos alla festa ***
Capitolo 6: *** Insistenza ***
Capitolo 7: *** Trasferimento...? ***
Capitolo 8: *** Sostegno ***
Capitolo 9: *** Qualcosa che non va ***
Capitolo 10: *** La ragazza del mio migliore amico ***
Capitolo 11: *** Attrazione ***
Capitolo 12: *** Gita al mare -- Prima Parte ***
Capitolo 13: *** Gita al mare -- Seconda Parte ***
Capitolo 14: *** Impossibile resistere ***
Capitolo 15: *** Fingere non è affatto semplice ***
Capitolo 16: *** Partenza ***
Capitolo 17: *** Sospetti ***
Capitolo 18: *** Indiscrezioni ***
Capitolo 19: *** Scandalo ***
Capitolo 20: *** La verità a volte può ferire ***
Capitolo 21: *** Difficile andare avanti... ***
Capitolo 22: *** Allontanarsi ***
Capitolo 23: *** Tutto come prima... o quasi… ***
Capitolo 24: *** Sentimenti... contrastanti ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nuova pagina 1

TITOLO: L'amore arriva quando meno te lo aspetti...

 

INTRODUZIONE:

E se, stavolta, Ichigo, Masaya e Ryo fossero dei semplici studenti liceali? La loro vita scorrerebbe come quella di tutti i ragazzi… Spensierata, tra scuola, amici e divertimenti… Ma l’amore arriva quando meno te l’aspetti… E questo vale per tutti, a prescindere dalla ragione.

 

Salve a tutti, sono Ranpyon!

Eccomi qui, la presenza costante che vi tormenta perfino nei sogni!!

Sono qui per propinarvi un’altra delle mie creazioni!

Si tratta, stavolta, di un’ AU.

Non ho ancora definito bene il carattere dei personaggi, quindi non so se sia giusto o no definire questa fanfiction una OOC... Comunque ce lo metto lo stesso, anche se non è cosa sicura.

Insomma, in questa storia Ichigo, Ryo e Masaya frequentano le superiori.

Ci saranno tutti i personaggi di Tokyo MewMew, tranne gli alieni (Scusa, Kisshu, ma stavolta devi farti da parte! U.U NdRanpyon) (Brutta razzista che non sei altro! Mi escludi solo perché sono un alieno?! >__< NdKisshu) (Kisshu, non arrabbiarti...! Lo sai che in fondo per me sei importante, no?! NdRanpyon) (E chi se ne frega?! Io voglio solo comparire nella storia! >___< NdKisshu) (Telo scordi, bello! Stavolta il campo libero con Ichigo ce l’ho io! NdRyo) (Esatto... Alla prossima fanfiction, Kisshuccio! NdRanpyon) (ç____ç NdKisshu).

Dicevo...? Ah, sì!

Stavolta ho deciso che sarà Ryo a lavorare in un locale, e non Ichigo. E... rullo di tamburi...

Masaya sarà il miglior amico di Ryo!!!!!

Notizia sensazionale, gente! Finalmente, dopo centinaia di fanfiction in cui i due sono rivali, arriva questa pazza che li fa essere amici! Ma sapete, l’ho fatto per cambiare un po’ la trama... Altrimenti stanno sempre a litigare, ‘sti due...!

Ok, basta, non vi dico altro altrimenti va a finire che anticipo tutta la storia, e dopo vi privo dell’effetto sorpresa...!

Premetto che m’impegnerò ad aggiornare almeno una volta a settimana...

Va bene, ora vi lascio alla storia. Ci rivediamo a fine capitolo, chicos!! ^_________^

-Ranpyon-

 

 

Ichigo: 16 anni

Minto: 16 anni

Retasu: 16 anni

Purin: 16 anni

Zakuro: 25 anni

Ryo: 18 anni

Masaya­: 18 anni

Kei: 28 anni

 

Ps-... Mi sono resa conto che Ichigo frequenta il primo superiore... Ma è un po’ troppo grande, infatti ha sedici anni! Ok, vi chiedo di chiudere un occhio su questo particolare, please... ^____^

 

 

 

 

 

Capitolo 1: Prologo

 

“Non posso crederci...”

“Forza, fammi vedere...!”

Mi strappò dalle mani la lettera che avevo appena letto.

Fissò quel foglietto per un paio di minuti, leggendolo e rileggendolo varie volte per assicurarsi di aver capito bene. Gli occhi si muovevano freneticamente da destra verso sinistra, senza mai staccarsi dal foglio.

All’improvviso, cogliendomi totalmente di sorpresa, lanciò il foglio in aria e si avventò su di me, abbracciandomi.

“Ce l’hai fatta!! Sei grande, Ichigo!!”

Io sorrisi a quell’affermazione.

Era vero.

Ce l’avevo fatta.

“Che colpo! Aspetta che lo vengano a sapere i tuoi genitori...!”

“Purin, non agitarti così tanto...”

Andai a riacciuffare il foglietto e lo piegai in quattro parti, riponendolo nella tasca dei jeans.

Non riuscivo ancora a crederci...

Ero stata ammessa in uno dei licei più prestigiosi di Tokyo, il Daikan.

Quella che io e Purin avevamo appena letto era la lettera che mi informava che, a partire da aprile, avrei cominciato la mia vita da studentessa liceale in uno dei licei migliori della zona.

La notizia mi rese felice, all’inizio... ma alla fine mi rabbuiai.

E Purin se ne accorse.

“Ehi, che hai?” mi chiese con apprensione, avvicinandosi.

“Non mi dirai che è ancora per quella storia!” esclamò sorridendo.

Alzai di scatto la testa, irritata dal suo sorrisetto persistente.

“Certo che è per quello! Non voglio che ci separiamo, Purin! Vieni anche tu al Daikan, per favore!” la supplicai con le lacrime agli occhi, ma il suo sguardo mi fece capire che la sua era una decisione irrevocabile.

“Ichigo, te l’ho detto... Ho deciso di interrompere gli studi e di mettermi a lavorare”

proferì con tono calmo e lento, in modo che io potessi capire bene.

“Lo so... ma come farò senza di te...?” le domandai sull’orlo delle lacrime, al che lei mi afferrò la mano e me la strinse.

“Ichigo, io sarò sempre la tua migliore amica...! Avanti, devi essere forte! Tra qualche mese diventerai una studentessa del Daikan, no?”.

Il suo sorriso mi rincuorò un po’...

Forse non sarebbe stato negativo cambiare ambiente e fare amicizia con altre persone...

Tutti i miei amici avevano scelto di frequentare altri licei meno impegnativi. Per questo, una volta al Daikan, mi sarei ritrovata sola.

“Forza, su, un bel sorriso!”

Purin mi afferrò gli angoli della bocca e me li sollevò appena, provocando in me un certo senso di benessere.

Lei non era affatto triste...

Quindi anche io dovevo essere forte e andare avanti per la mia strada, senza ripensamenti o rimpianti.

Oh, scusate, non mi sono ancora presentata...

Piacere di conoscervi, il mio nome è Ichigo Momomiya.

Lo so, può sembrare un nome strano, dato che il suo significato è “fragola”... Comunque, come nome, a me piace davvero tanto!

Sono una ragazza estroversa, socievole e allegra, ma, devo ammetterlo, anche un po’ pigra e abbastanza testarda.

Non sono un genio a scuola e non penso di esserlo neanche in tutto il resto... Non ho meriti e non credo di volerne.

Sono una semplice ragazza, paragonabile a tutte quelle esistenti sulla faccia della terra.
La ragazza con cui sto parlando è la mia migliore amica.

Si chiama Purin Wong ed ha 16 anni, proprio come me. Fino ad un mese fa frequentavamo la stessa scuola media, ma ora dovremo separarci.

Mentre io andrò al Daikan, Purin lavorerà in pianta stabile in un locale nel centro di Shibuya.

Ha deciso di non proseguire gli studi per un semplice motivo: orfana di madre, vuole aiutare suo padre a mantenere la numerosa famiglia, composta dal genitore, lei stessa, quattro fratellini e una sorellina più piccoli.

Purin è veramente una brava ragazza: non li lascia mai scoraggiare dalle difficoltà e cerca di dare il meglio di se stessa in tutto.

La ammiro molto, per questo.

E’ una persona fantastica: ne esistono poche come lei.

Mi chiedo infatti come possa sopportare una ragazza pasticciona ed infantile come me.

 

* * * *

 

 

“Non credo sia necessario...”

“Ma ti ho detto che invece è indispensabile! Forza, che ti accompagno!”

“No, Kei! Intendevo che non è necessario che tu mi accompagni. Posso benissimo andare da solo”

“Ma...”

Il mio tutore serrò immediatamente la bocca; forse aveva finalmente intuito che insistere sarebbe stato pressoché inutile.

“D’accordo” sospirò mestamente, voltandosi verso il calendario.

“Ma se non puoi andare, ci penso io... Tu hai il lavoro, no?”

Il mio sguardo si soffermò di nuovo su di lui, che ora mi dava le spalle.

Un padre sarebbe stato di certo meno apprensivo...!

Potei affermarlo con certezza, nonostante non avessi molti termini di paragone.

Non ricordavo affatto i miei genitori.

Li avevo persi quando ero solo un bambino di appena dieci anni e, da lì, i ricordi erano andati via via scemando.

Bah... forse era meglio così, in fondo.

“Tranquillo, Kei... Domani lavoro solo di mattina, quindi il pomeriggio sono libero”

“Va bene, come vuoi...”

“Oh, andiamo!” Gli diedi una leggera pacca sulla spalla, sorridendo.

“Posso farli entrare io gli operai nel nuovo appartamento! E poi ci tengo a ricordarti che stiamo parlando della mia nuova abitazione. Niente di personale, ma vorrei controllare di persona” proferii continuando a sorridere e sfoggiando uno dei miei soliti sguardi sicuri.

“Sì, tranquillo, ho capito” sorrise Kei di rimando, gettando un’occhiata al suo orologio da polso.

“Oh, scusami, Ryo... ma Zakuro mi sta aspettando! Ci vediamo più tardi, d’accordo?”

“Sì, vai pure” risposi mentre lui si precipitava verso la porta e usciva, richiudendosela alle spalle.

Ero rimasto di nuovo solo.

Beh, non era una differenza sostanziale, dato che avevo passato da solo gli ultimi otto anni della mia vita.

...No, ad essere sinceri... gli ultimi due anni, quelli di liceo, erano stati piacevoli.

Potevo forse affermare di essere finalmente rilassato.

Non felice e spensierato, ma rilassato.

Almeno questo mi era stato concesso.

Io, Ryo Shirogane, 18 anni. Terzo anno, liceo Daikan.

Non sono un tipo molto aperto con chi non conosco e non amo molto parlare di me.

Sono comunque un ragazzo intelligente.

Frequento la scuola e allo stesso tempo lavoro in un locale nel centro di Shibuya per potermi mantenere.

Certo, Kei è il mio tutore... ma non voglio gravare su di lui più di quanto non abbia già fatto in passato.

La scuola è lui a pagarmela, essendo troppo costosa per le mie possibilità economiche.

Ma gli oggetti di uso quotidiano e l’appartamento appena comprato sono frutto del mio lavoro.

Non mi piace dipendere dagli altri e dover, alla fine, sentirmi in qualche modo debitore.

Preferisco fare tutto da me.

Forse, però, è un atteggiamento sbagliato.

 

“Cavarsela da soli va bene, ma non chiedere aiuto nel momento del bisogno è da stupidi!”

 

Questa è la frase che mi sono sentito ripetere in continuazione negli ultimi due anni da una persona.

Masaya Aoyama, che credo di poter definire il mio miglior amico.

Ci siamo capiti subito, io e Masaya.

Ci incontrammo il primo giorno di scuola al liceo Daikan.

Casualmente ci ritrovammo nella stessa classe, a due banchi vicini.

Probabilmente... dopo Kei... Masaya è colui che mi capisce di più a questo mondo.

E’ grazie a lui che sono riuscito ad aprirmi con gli altri...

Non potrebbe mai voltarmi le spalle.

Mai.

E neanche io ne sarei capace.

Di questo ne sono estremamente sicuro.

 

* * * *

 

 

“Che cosa?! Dici sul serio?!”

Ecco... lo sapevo...

Forse avrei dovuto tenere la bocca chiusa...

“Non ci posso credere! Ma perché ha deciso di andare a vivere da solo?!”

Mia zia si agitò in modo un po’ troppo esagerato alla notizia che le avevo comunicato.

In fondo, da quando lo aveva conosciuto, si era subito affezionata a Ryo. E sapere che, come me, aveva perso i genitori aveva solo aumentato il suo attaccamento verso di lui.

“Ha deciso di andare a vivere da solo per non disturbare ulteriormente il suo tutore...
E poi Ryo è abbastanza grande da fare le sue scelte” le spiegai con calma apparente, quando invece neanche io ero d’accordo sulla decisione del mio amico.

“Ma ha solo 18 anni, Masaya! Non è ancora maggiorenne!”

“Anche io ho 18 anni, zia! E comunque l’età non c’entra... E’ tutta una questione di maturità! Tu ti preoccupi troppo!”

Contestai animatamente, cercando però di non alterarmi.

Sì, ho 18 anni. Appena compiuti, per la precisione.

Il mio nome è Masaya Aoyama.

Fra poco più di un mese comincerò il terzo anno al liceo Daikan, che frequento da ormai un paio d’anni.

Sono un ragazzo tranquillo e abbastanza riservato e non amo mettermi in mostra.

La donna con cui sto parlando è mia zia.

Vivo con lei e mio zio ormai da 15 anni, avendo perso i genitori in un incidente d’auto.

“D’accordo... Comunque digli che se ha bisogno di una mano non deve fare complimenti...” si raccomandò sospirando mestamente.

“S’, zia, tranquilla. Ryo è in gamba”

“Quel ragazzo mi è sempre stato simpatico... Sono contenta che tu sia diventato suo amico, Masaya... Lui può capirti benissimo...”

Eccola che ricominciava...

“Io sto bene, zia. Ormai ho superato il trauma della morte dei miei genitori. In fondo... sono passati quasi 15 anni...”

“Lo so, caro... Ma sono preoccupata lo stesso...”

“Non devi. Davvero”

Mi sorrise affettuosamente e mi accarezzò la testa.

Nonostante fosse un gesto amorevole, mi diede fastidio: cavolo, non ero più un bambino!

Eppure lei continuava a considerarmi tale!

“Zia... Ora esco a fare un giro...”
”Va bene, ma torna per cena, d’accordo...? E se incontri Ryo, salutamelo”.

*Non è che magari è innamorata di lui? Non fa altro che parlarne!* pensai divertito in quel momento...

L’argomento della discussione appena avvenuta era Ryo, il mio migliore amico.

Non saprei spiegarvi bene come facciamo ad andare d’accordo, noi due.

Abbiamo caratteri totalmente differenti!

Io, timido, soprattutto con le ragazze, ma amichevole, amo la tranquillità.

Lui, freddo e a volte oserei dire quasi cinico... Ama divertirsi con le ragazze e non è per niente timido. In questo ultimo periodo, però, si è aperto molto di più, sia con me che con gli altri.

Devo dire che mi fa piacere.

E’ comunque un bravo ragazzo, anche se la descrizione che ho appena fatto può trarre in inganno.

Nei momenti di bisogno è sempre il primo a darti un sostegno e sa essere un valido supporto.

Non so dire, sinceramente, perché siamo migliori amici.

Forse dipende dal fatto che abbiamo avuto due infanzie simili: per questo ci sentiamo molto vicini e ci capiamo benissimo l’un l’altro.

Sono comunque contento di aver trovato in lui un amico...

E, a quanto pare, non sono l’unico ad essere contento.

Mia zia e mio zio sono entusiasti della nostra amicizia...

Sarebbero perfino disposti ad adottarlo, se solo glielo chiedessi...

Non vedo l’ora che cominci il nuovo anno scolastico...

Chissà quali sorprese ci attenderanno...

 

 

... To be continued...

 

................................................................................................................................................Lo so io quali sorprese ti attendono, brutto merluzzo impanato che non sei altro!!!

Ah, eh... scusate... ma Masaya proprio non lo reggo e ho sentito il bisogno di sfogarmi...

Ogni tanto fa bene, no?

Allora, che ne pensate del primo capitolo di questa storia?
Ero indecisa se mettere il narratore in prima o in terza persona...

E alla fine ho scelto tre narratori in prima persona. ^____^

Del resto chi può raccontarvi i sentimenti dei personaggi meglio di loro stessi?

(Vedi, siamo indispensabili! U.U NdIchigo_Ryo_Masaya) (Concordo per Ryo e Ichigo... Ma Masaya proprio no! NdRanpyon) (E perché???? ç__ç NdMasaya) (No, scusa... ho sbagliato... se tu non ci sei, dopo chi le prende le botte da Ryo??? Scusami, anche tu sei indispensabile! NdRanpyon) (Possibile che devi sempre fare le anticipazioni, tu?! NdRyo) (Perché? Che ho detto? O__O NdRanpyon) (Che Masaya prenderà le botte da me! NdRyo) (Ah... l’ho detto veramente...? O_o NdRanpyon) (Sì che l’hai detto!! NdIchigo) (Ok... fate finta che io non abbia parlato, ok? ^_____^ NdRanpyon).

Ok... comunque solo questo capitolo sarà in prima persona... e forse qualcun altro, ma prevalentemente ci sarà il narratore esterno... Alias io!!

Comunque ho deciso di pubblicare questo capitolo prima della conclusione di “Un anno dopo” (E manca davvero poco alla fine di quella luuuuuunghissima fanfiction), in modo da darvi la possibilità di farmi sapere se la storia piace o meno… Perché se non piace la cancello e evito di continuare a scrivere… (Sperando che non sia così…)

Beh, non so più che dirvi...

Un bel “Commentate!!” sarebbe più che sufficiente, credo.

Allora commentate numerosi, eh!!!

Vi aspetto!

Al prossimo chap, chicos!!

-Ranpyon-

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Capitolo 2
*** L'amore arriva quando meno te lo aspetti ***


Nuova pagina 1

Eccomi qui cn il secondo capitolo di questa nuova storia...

Avrei voluto aspettare la fine di "Un anno dopo" per pubblicare altri capitoli di questa storia, ma dato che ne avevo pronto uno... beh, ho deciso di pubblicarlo... (dopo varie indecisioni......... vero, White Angel...? ^_^'')

Spero ke vi piaccia!!

Buona lettura...!

 

Capitolo 2: Primo giorno di scuola

 

“Direi che così può andare...!”

Ichigo, paratasi davanti lo specchio, fissò sospettosa l’immagine riflessa.

Aveva appena acconciato i capelli, raccogliendoli in due codini ai lati della testa.

“Forse è un po’... infantile?” si chiese leggermente preoccupata toccandone uno.

Fin da quando era bambina aveva sempre portato i codini e ormai ci aveva fatto l’abitudine... Ma forse ora sarebbero stati esagerati?

I suoi compagni di scuola l’avrebbero presa in giro?

Nonostante avesse sedici anni, Ichigo si sentiva ancora una bambina...

E anche nel fisico lo era veramente...

“Ichigo! E’ pronta la colazione!”

La ragazza si sentì chiamare dal piano di sotto e decise di non sciogliere i codini.

“Chissenefrega se poi mi prendono in giro” si disse scendendo di corsa le scale per poi entrare in cucina.

“Buongiorno mamma” esclamò entusiasta alla donna, che rispose accennando un sorriso.

“Buongiorno, Ichigo. Emozionata per il tuo primo giorno di scuola?”

“Parecchio” rispose lei imburrando una fetta di pane tostato e addentandone un pezzo.

In pochi minuti, Ichigo finì la colazione e ritornò al piano di sopra a prendere la cartella e il giacchetto.

Li afferrò entrambi, fissandosi davanti allo specchio.

Esaminò la divisa: perfetta.

I capelli: perfetti.

Il trucco velato che aveva sugli occhi: perfetto.

“Ok, posso andare”.

Gettò una veloce occhiata alla sveglia sul comodino.

“Sono le otto... Fra venti minuti comincia la cerimonia di ammissione! Devo sbrigarmi!”

Uscì di corsa dalla camera, scese al piano di sotto e, salutando sua madre, si precipitò fuori casa.

Prese a camminare per le strade di Tokyo, deserte a quell’ora.

La scuola era a soli dieci minuti da casa sua... fortunatamente.

Le scuole medie che aveva frequentato erano molto lontane, infatti non riusciva mai ad arrivare in tempo per l’inizio delle lezioni.

Ma stavolta sarebbe cambiato tutto. Stava per cominciare la sua nuova vita da studentessa liceale...

Peccato che Purin non fosse con lei. Probabilmente a quest’ora la biondina stava già lavorando in quel locale...

“Un giorno di questi faccio un salto a trovarla...” si disse sorridendo al pensiero.

 

“Ehi!! Masaya! Di qua!!”

Un ragazzo alto, moro e dai profondi occhi castani (Non so perché... ma descritto così sembra che Masaya sia bello... ToT NdRanpyon) (Ma io sono bello. Non sembro. NdMasaya) (Alla faccia della modestia... mo vedi come ti descrivo Ryo... Gh gh... ^_^ NdRanpyon) si voltò verso il suo amico che lo stava chiamando a qualche metro di distanza.

“Ryo!” lo salutò con un gesto della mano.

Ryo, un ragazzo dai capelli biondi e stupendi occhi azzurri, rispose sorridendo. Era molto alto... sul metro e ottanta... Aveva un fisico snello ma allo stesso tempo muscoloso... era veramente un bel ragazzo (*ç* A differenza di quell’altro merluzzo lì... <.< NdRanpyon).

Il moro gli si avvicinò.
”Buongiorno”

“Buongiorno un corno, Masaya! Avremmo dovuto vederci un quarto d’ora fa!”

Si lamentò Ryo assumendo un tono alterato. Falso, naturalmente.

“Lo so, scusa... è che mi sono svegliato tardi” si scusò l’altro.

“Tu... tardi? Ecco, oggi nevica!” scoppiò a ridere il biondino dando una pacca sulla spalla al suo amico.

“Comunque non siamo in ritardo, vero?” domandò Masaya leggermente preoccupato.

“No...” Il biondo si voltò verso il grande orologio posto al centro dell’edificio della scuola.

“Ma fra cinque minuti comincia la cerimonia di ammissione... Mi sa che ci tocca andare...”

“Non ti va?” chiese il moro fissando l’amico.

Lui si girò a fissarlo.
”...Ma certo che mi va! Si trova sempre qualche matricola carina, no? Vedi, per esempio quella tipa laggiù!” esclamò puntando con il dito una ragazza dai capelli rossi raccolti in due codini che correva a perdifiato verso l’entrata.

Masaya la fissò con attenzione.

“Aveva i codini...” mormorò rivolto all’amico.

“E allora?”

“Beh... sembra una bambina”

“D’accordo, allora andiamo a cercare altre ragazze!”
Ryo afferrò il braccio di Masaya e lo trascinò all’interno del cortile della scuola.

 

“...E con questo dichiaro chiusa la cerimonia di benvenuto ai nuovi studenti! E a quelli vecchi... bentornati!!”

Tutti gli studenti scoppiarono in un caloroso applauso.

Il preside, Shinji Nagashima, era un uomo rispettato e benvoluto da tutti, allievi e professori.

Non era una persona troppo severa né troppo permissiva.

Ma era comunque un tipo veramente simpatico.

“E’ simpatico il preside, eh?”

Ichigo, sentendo una voce accanto a lei, si guardò intorno, cercando di capire chi avesse parlato.

Alla sua destra c’era una ragazza dai lunghi capelli verdi raccolti in due trecce. Gli occhi erano di un azzurro molto profondo... erano molto magnetici. Inoltre, era anche una gran bella ragazza.

“Parli... parli con me?” chiese la rossa indicandosi con il dito.

“Certo” sorrise l’altra.

“Ah... ok...” Ichigo non sapeva proprio cosa dire.

“Piacere di conoscerti, sono Retasu. Retasu Midorikawa”

La giovane si presentò subito, cogliendo Ichigo di sorpresa.

“Piacere! Sono Ichigo!”

“Ce l’hai un cognome, Ichigo?” le domandò di nuovo la ragazza.

“Momomiya”

“Allora piacere, Momomiya”

“Oh no!” Ichigo le afferrò la mano.

“Chiamami pure per nome! Posso chiamarti Retasu, vero?”

Retasu sorrise leggermente.

“Certo, non c’è problema. In che classe sei, Ichigo?”

“Nella terza sezione. Primo anno” rispose lei entusiasta di aver fatto già amicizia con qualcuno.

“Ma dai, che coincidenza! Anche io!”

La rossina sgranò gli occhi: meglio di così non poteva andare! Aveva conosciuto una ragazza e per di più facevano parte della stessa classe!

Ichigo e la sua nuova amica si alzarono dalle sedie, dirigendosi verso l’interno dell’edificio.

La rossa si guardò intorno, spaesata: decine di corridoi si paravano di fronte a lei, con altrettante porte chiuse e professori dall’aria austera vagavano per l’edificio, incitando gli studenti più “anziani” ad andare in classe.

“Dove dobbiamo andare?” chiese a Retasu, guardandosi intorno.

“Laggiù c’è la disposizione delle classi” la verdina indicò un punto indefinito contro il muro, circondato da decine di studenti.

“Ok, vado a vedere e torno” proferì Ichigo avviandosi verso la folla di gente.

“Accidenti...”

Purtroppo per lei, Ichigo era un po’ bassa... infatti gli altri studenti le coprivano la visuale.

“Uffa!!” si lamentò pestando un piede a terra.

“Beh... a mali estremi, estremi rimedi...”

Si chinò quasi in ginocchio cercando di intrufolarsi per arrivare vicino alla parete.

Ce l’aveva quasi fatta, quando qualcuno, voltandosi, le finì addosso facendola cadere a terra.

“Ahio...” si lamentò lei massaggiandosi il fondoschiena.

Il ragazzo che l’aveva intruppata si chinò e le porse la mano.

“Scusa... ti sei fatta male?” le chiese aiutandola ad alzarsi.

“...No... grazie....” rispose tentennando lei.

“....Wow...” pensò meccanicamente, lasciando con uno scatto la mano del bel ragazzo.

“Ehi, Ryo!!”

Un altro ragazzo, anche lui molto bello, si avvicinò al biondo che stava di fronte a Ichigo.

“Ah, Masaya...”

“Hai visto in che classe ci hanno sistemato?”

“Sì. Ultimo piano. Quarta sezione”

“Quarta sezione... come l’anno scorso” commentò Masaya fissando l’amico.

“Ma che stavi facendo?” gli chiese poi, incuriosito.

“Io? Beh, ho aiutato questa ragazza a...”

Si voltò in direzione di Ichigo, indicandola con il dito, ma...

“Ma...dov’è finita?!” chiese grattandosi con un dito la testa, stupito.

“Chi?”

“La ragazza che ho aiutato... Vabbè, lasciamo perdere... andiamo in classe”

Masaya e Ryo, ridendo, si diressero verso le scale, intenzionati ad andare in classe ad accaparrarsi i posti migliori.

 

“Allora, in che classe ci hanno messo?” domandò Retasu all’amica, vedendola arrivare di corsa verso di lei.

“Ehi, ma che hai? Sei rossissima in volto...” l’ammonì l’amica, incuriosita.

“Due... due...” balbettò Ichigo cercando di riprendere un colorito normale.

“Due cosa?” la incitò l’altra, sempre più curiosa.

“Due ragazzi bellissimi... e uno di loro mi ha parlato...”

Retasu ridacchiò divertita, poi poggiò una mano sulla spalla dell’amica.

“Ho capito, Ichigo... ma almeno hai visto in che classe ci hanno messo?”

Le chiese cordialmente temendo la ovvia risposta.

La rossa, se possibile, divenne ancora più rossa. Si portò una mano dietro la nuca, sorridendo nervosa e imbarazzata.

“Eh eh... no... l’ho dimenticato...” ammise alla fine.

Retasu scoppiò a ridere di gusto.

“D’accordo, tu aspetta qui, vado io...”

La ragazza si allontanò ridendo, mentre Ichigo sospirava.

Quel primo giorno di scuola si stava rivelando più interessante di quanto credeva...

 

“Mamma, sono a casa!”

“Sono in cucina, tesoro!”

Ichigo si tolse le scarpe e, mentre si infilava le pantofole, lanciò a borsa al lato dell’ingresso.

Corse in cucina dalla madre, che stava sistemando le posate in un cassetto.

“Com’è andato il primo giorno?”

“Benissimo!” esclamò entusiasta la rossa facendo una piroetta e atterrando vicino alla donna.

“Mi sono divertita! Ho fatto amicizia con una ragazza, si chiama Retasu e siamo in classe insieme...! E’ simpaticissima!” esclamò ancora più contenta.

“Sono felice per te” proferì Sakura ridacchiando.

“Perché ridi?” le chiese sospettosa la rossa.

“Non ho mai visto una studentessa contenta di andare a scuola...” dichiarò la donna continuando a ridacchiare.

Ichigo sorrise e si precipitò nel corridoio (Non sembra anche a voi che questa ragazza sia un po’ esagitata...? NdRanpyon) (Non farmi la predica...! Guarda che ogni tanto fai pure tu così! NdIchigo) (...In effetti... O_O’’ NdRanpyon). Recuperò la cartella e andò in camera sua.

Quel primo giorno era stato veramente bello!

“Non capisco perché tutti si lamentino del liceo... In fondo è divertente...” sussurrò sedendosi sul letto e afferrando il cellulare.

“Voglio parlare con Purin... Voglio raccontarle di oggi” affermò decisa.

Compose il numero dell’amica e, dopo qualche squillo, rispose.

“Pronto?”

“Purin, sono Ichigo!”

“Oh, ciao! Allora, com’è andato il primo giorno di scuola?” domandò subito la ragazza, intuendo che era lì dove Ichigo voleva andare a parare.

“Benissimo! Ma non posso raccontarti tutto per telefono! Possiamo vederci?”

Purin si ammutolì un attimo, poi sospirò.

“Ora sono al lavoro, Ichigo... Però venerdì pomeriggio sono libera, potremmo uscire insieme. Che ne dici?”

Ichigo rifletté un attimo e acconsentì, felice di aver raggiunto un accordo.

“Va bene, allora ti lascio lavorare... Scusami se ti ho disturbato”

“Non dirlo neanche per scherzo!” esclamò Purin con voce falsamente alterata.

“Anzi, mi sarei arrabbiate se tu, al contrario, non mi avessi chiamata affatto”

Detto questo, Purin ridacchiò e salutò l’amica, attaccando il telefono.

Ichigo ripose il cellulare sul comodino.

SI guardò intorno e posò lo sguardo sulla borsa.

“D’accordo. Controlliamo i libri di testo... Tanto non ho niente da fare!”

Aprì la borsa e tirò fuori il libro di inglese che aveva portato a scuola.

Naturalmente non le era servito, essendo stato il primo giorno.

Lo aprì alla prima pagina e lesse il nome del suo ex proprietario: Ryo Shirogane.

Ryo Shirogane... Ryo... Ryo...

Perché quel nome le suonava familiare?

“Un momento...”

Ichigo si rigirò il libro tra le mani, constatando che era in ottime condizioni.

Quel volume, nonostante fosse usato, sembrava nuovo di zecca.

“Beh... sarà stato un secchione, questo Shirogane… O magari non l’ha mai neanche aperto…” pensò sorridendo.

“Probabilmente apparteneva a qualche studente della mia scuola... E mamma l’ha comprato... E’ fissata con i libri usati perché costano meno...”

Richiuse il volume e lo fissò.

“Ryo... perché questo nome mi ricorda qualcosa?”

 

 

Fine capitolo!

Ammazza, Ichigo, che sei scema! Hai sentito Masaya che chiamava Ryo quando vi siete scontrati! Come hai fatto a dimenticare subito il nome di un pezzo di gnocco come quello?

...Ahhhhh... si vede proprio che hai gli occhi foderati di prosciutto... infatti preferisci quell’ameba di Masaya...

O_________O

OOOOOPSSSSSS!!!!!!!!!! Niente spoiler!! SCUSATE!!

Ok, me ne vado altrimenti vi racconto tutta la storia!

Al prossimo capitolo e.... RECENSITEEEEEE!!!!

Ranpyon

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Capitolo 3
*** Conoscenze ***


Nuova pagina 1

Capitolo 3: Conoscenze

 

“Ciao, Retasu!!”

“Buongiorno, Ichigo”

La rossa corse verso la sua amica che la stava aspettando davanti al cancello della scuola.

“Scusa il ritardo...” mormorò affannata Ichigo, fermandosi a riprendere fiato.

“Tranquilla, la campanella non è ancora suonata” la rassicurò l’altra sorridendole.

“Beh, meglio così... Allora, entriamo?”

Retasu annuì e insieme si avviarono verso l’interno dell’istituto.

 

Erano passati quattro giorni da quanto Ichigo aveva cominciato a frequentare il liceo...

Erano stati giorni divertenti, quelli: aveva fatto amicizia con gli altri compagni di classe e aveva anche constatato che in giro per la scuola c’erano un sacco di ragazzi carini...

Purtroppo non aveva più rivisto i due ragazzi che aveva incontrato il primo giorno di scuola.

Non sapendo i loro nomi, continuava a chiamarli “il moro” e “il biondo”.

Le sarebbe piaciuto incontrarli di nuovo... magari per fare amicizia.

Purtroppo Ichigo non conosceva altri studenti all’infuori di quelli della sua classe, quindi sperare di conoscerli attraverso un amico comune era pressoché inutile.

“Pazienza... se è veramente destino li incontrerò di nuovo...”.

 

La campanella che segnava la fine delle lezioni suonò e Ichigo si alzò di scatto dalla sedia, infilando i libri nella borsa.

Retasu si avvicinò al suo banco, squadrandola.

“Hai fretta, Ichigo?” le domandò.

“Sì, Retasu, scusami... Oggi devo scappare perché ho un appuntamento con un’amica. Quindi non possiamo tornare a casa insieme” proferì frettolosamente la rossa afferrando la cartella.

“Ok, tranquilla. Allora ci vediamo domani”

“Sì, ciao”

Ichigo schizzò fuori dalla classe e si diresse di corsa verso casa.

Entrò e corse al piano di sopra senza neanche salutare i suoi genitori.

Dopo essersi cambiata e sistemata a dovere, si parò di fronte allo specchio, sorridendo: erano giorni che non vedeva Purin ed era veramente contenta di poter finalmente parlare con lei.

Si avviò verso la porta della camera per uscire, ma lo squillo del suo cellulare la bloccò.

Infilò una mano nella borsa ed estrasse il telefono, portandoselo all’orecchio.

“Pronto?”

“Ciao, Ichigo!”

“Oh, Purin! Ciao! Stavo giusto uscendo!” esclamò felice la ragazza, ma Purin tossicchiò, facendo in un qualche modo scomparire l’entusiasmo dell’amica.

“A proposito di questo…”

Ichigo deglutì.

“S… Sì…?”

“C’è un problema… Ora sono al locale”

“Al locale? Ma dovevamo vederci all’entrata del parco Inohara”

Purin sospirò dall’altro capo del telefono.

“Lo so, ma sono stata costretta a coprire un turno scoperto… Ti va bene se mi raggiungi qui? Tanto non è lontano…”

Gli occhi di Ichigo si illuminarono: era la prima volta che andava a trovare Purin nel suo locale.

“Certo!! Arrivo subito!” esclamò entusiasta mentre si precipitava al piano di sotto e salutava con un gesto della mano i suoi genitori.

“Conosci la strada?”

“Sì, non preoccuparti…! A fra poco!”

Ichigo uscì di casa chiudendo la porta e cominciando a passeggiare tranquillamente per le strade di Tokyo.

Finalmente era arrivato venerdì… Il giorno dopo sarebbe potuta restare a casa a riposarsi, ma l’imminente prospettiva di dover svolgere la montagna di compiti che le avevano affibbiato era tutt’altro che piacevole…

 “Beh, oggi pensiamo a divertirci…” mormorò a se stessa.

Fece un bel respiro profondo e cominciò a correre per arrivare il più presto possibile a Shibuya, cercando di evitare i passanti incontrati sul suo cammino.

 

“Purin!!”

La rossa irruppe nel locale, raggiante come non mai.

La sua amica, sentendosi chiamare, si voltò verso di lei.

Indossava una divisa formata da una minigonna a pieghe arancione e un bustino stretto che lasciava scoperte le spalle…

Era molto semplice, senza nastri o merletti…

“Wow!! Purin, stai veramente bene!!” esclamò Ichigo avvicinandosi all’amica e dandole una pacca sulla spalla.

“Grazie… Vieni, accomodati”

Le due ragazze si diressero all’unico tavolo libero del locale, quello in fondo vicino alla finestra.

La rossina si accomodò subito, afferrando il menù.

Purin si voltò verso la cucina, urlando un “faccio una pausa!!” e si sedette accanto all’amica.

“Allora… Da quant’è che non ci vediamo… Tutto a posto?”

Ichigo poggiò sul tavolo il menù e lo chiuse velocemente.

“Benissimo! A te come va?”

“Anche a me, tutto a posto… Certo, lavorare tutti i giorni è faticoso… Ma piano piano mi sto abituando. Del resto non c’è altra soluzione”.

La rossa sorrise e si ritrovò a pensare che al mondo ce ne erano davvero poche di persone come Purin…

Lei riusciva sempre a trovare il lato positivo in tutto e non si faceva mai abbattere…!

Era questo il suo maggior pregio.

“Beh, vuoi ordinare qualcosa?”

“Ovviamente!!”

Ichigo aprì di nuovo il menù.

“Uhm… vediamo…”

Fece scorrere il dito sull’intera sezione “dolci” ed esultò.

“Coppa di gelato alla fragola!!” esclamò mentre gli occhi le brillavano.

Purin sorrise (Io invece penso che si sia fatta di crack… NdRanpyon).

Ichigo riusciva ad emozionarsi per ogni singola cosa, anche piccolissima.

Per certi versi si poteva considerare una ragazza strana… Ma d’altra parte era anche molto dolce, gentile, altruista e socievole…

Nessuno si sarebbe mai trovato male in sua compagnia…

“D’accordo…”

Purin si voltò e si rivolse ad un ragazzo che, poco lontano, stava prendendo le ordinazioni al tavolo 9.

“Ehi, Shirogane!!”

Ichigo sussultò.

“Shirogane…?” ripeté incredula.

Un ragazzo biondo si voltò, mostrando un paio di occhi azzurrissimi e profondi… di quelli che riescono a leggere anche l’anima.

Ryo asserì con la testa e tornò ad occuparsi delle clienti che, intanto, strepitavano a causa della bellezza di quel cameriere.

Il biondo si diresse verso il tavolo occupato da Purin e da Ichigo e si avvicinò alla sua collega con aria spazientita.

“Wong… che ci fai qui seduta? Mi sembra che tu qui ci lavori…” disse in tono aspro fissando la ragazza.

“Lo so” rispose l’altra con aria saccente.

“Ma una mia amica è venuta a farmi visita e non ho intenzione di lasciarla sola”

Alla parola “amica” l’attenzione di Ryo si concentrò su Ichigo, che divenne rossa appena il suo sguardo si posò su di lei.

Aveva già visto quel ragazzo! Era lo stesso con cui si era scontrata il primo giorno di scuola…!

“C… Ciao…” mormorò timidamente.

Lui la fissò un attimo con aria perplessa.

*Che mi abbia riconosciuta…?* si ritrovò a pensare lei.

“Su, Shirogane, una coppa di gelato alla fragola!”

Lo sguardo di Ryo tornò a posarsi su Purin, con grande delusione di Ichigo che sperava lui l’avesse riconosciuta.

Il ragazzo si allontanò ed entrò in cucina.

Ne uscì dopo qualche minuto con una gigantesca coppa di gelato e la posò davanti ad Ichigo, la quale non poté fare a meno di sgranare gli occhi e di spalancare la bocca.

“Ma… Ma è enorme…” mormorò gettando un’occhiata a Purin, che sorrise.

Ryo anche per un attimo si ritrovò a sorridere all’affermazione della rossa, ma subito si ridiede un contegno.
Doveva concentrarsi.

Doveva ricordare dove aveva già visto il viso di quella ragazza che gli era così familiare…

Continuò così a fissarla mentre Ichigo conficcava il cucchiaino in quella montagna di gelato.

“Uhm…” mormorò il ragazzo portandosi una mano sotto il mento.

Ichigo alzò la testa andandolo a fissare.

“Perché la fissi così?” intervenne Purin notando lo strano sguardo di Ryo.

“Perché la sua faccia non mi è nuova” rispose semplicemente lui afferrando una sedia e sedendosi accanto alla rossa.

“Ci siamo visti a scuola” proferì lei poggiando il cucchiaino nella coppa.

“Ci siamo scontrati il primo giorno… Ricordi?”

Ryo rifletté un attimo, aggrottando le sopracciglia.

“…Ma certo!!” esclamò poi schioccando le dita.

“La ragazzina! Ecco perché i codini mi erano familiari!!”

Ichigo divenne subito rossa in volto.

“Ragazzina?!” esclamò portandosi le mani al viso.

“Io non sono una ragazzina!”

“Con quei codini direi di sì, invece”

Il biondo incrociò le braccia con aria di sufficienza, suscitando le ire di Ichigo.

Ma la ragazza cercò comunque di mantenere la calma e si limitò a pensare un “come ho fatto a considerare affascinante un tipo del genere? E’ talmente arrogante e presuntuoso…!”

“Beh, piuttosto… qual è il tuo nome?”

“Ichigo” rispose prontamente lei.

“Ichigo Momomiya”

“Pffff…” Ryo assunse una faccia buffissima mentre si tratteneva dal ridere.

“Che c’è?!” esclamò indignata Ichigo sbuffando.

“Fragola… Ti chiami fragola… Pffff”

Se possibile, il volto della rossa si congestionò ancora di più, mentre anche Purin accanto a lei cercava di non ridere.

“Cos’ha che non va il mio nome? Significa fragola, e allora?”

Ryo sorrise e si alzò dalla sedia, rimettendola al suo posto.

“Niente, niente… Scusami, ma devo tornare al lavoro”

Purin smise di ridere e si sistemò meglio sulla sedia, mentre Ichigo fissava Ryo che si allontanava.

“Beh, che ne pensi di Shirogane?”

La rossa si voltò verso l’amica.

“E’ arrogante” dichiarò con aria stizzita.

“E carino…” ammise in fine.

“Oh, beh, è uno che ama divertirsi… Con le ragazze, soprattutto”

“E tu come fai a saperlo?”

“Perché lo conosco da una vita! Non dirmi che non lo sapevi?”

Ichigo afferrò il cucchiaino e ricominciò a mangiare il suo gelato, cercando di non mostrare interesse verso il soggetto del discorso.

“Mia sorella Zakuro è la moglie del tutore di Ryo, Keiichiro… Non te l’avevo detto?”

La ragazza scosse la testa, incredula.

“No che non me l’avevi detto! Sapevo che avevi una sorella e che era sposata, tutto qui”

Purin si grattò la nuca, tossicchiando.

“Beh… ora lo sai… E hai anche conosciuto Shirogane”

“Perché lo chiami per cognome se lo conosci da una vita?”

“Oh, beh… diciamo che è una specie di gioco… Infatti anche lui mi chiama Wong e mai Purin”

La rossa annuì con la testa, ricordando che, in effetti, il biondo non aveva mai chiamato per nome Purin…

 

Passarono un paio d’ore, durante le quali Ichigo e Purin avevano chiacchierato e spettegolato più o meno su tutto e tutti…

Sulla nuova scuola, i nuovi compagni, i professori…

Ogni tanto Ryo si era avvicinato al tavolo delle due intimando a Purin di tornare a lavorare, ma ovviamente lei lo snobbava, suscitando le risate di Ichigo e le ire del collega…

“Beh… Ora sarà meglio che vada…”

Ichigo si sollevò dalla sedia aprendo la borsetta per prendere i soldi, ma Purin glielo impedì.

“Offre la casa”

Sorrise cordialmente all’amica e la accompagnò verso l’uscita, facendosi strada fra i numerosi tavoli.

Quando si trovarono all’esterno del locale, ormai il sole stava tramontando.

“Non hai problemi a tornare da sola, vero?”

“No, tranquilla” esclamò Ichigo accennando un sorriso.

“Beh… mi ha fatto piacere vederti, Purin! La prossima volta verrò qui con Retasu, così te la farò conoscere! E’ una ragazza davvero in gamba”

Purin annuì e sorrise.

“D’accordo…!”

Ichigo si voltò per andarsene, quando una voce la richiamò.

Si girò di nuovo, trovandosi di fronte Ryo.

“...”

Sia Purin che la rossa lo fissarono con aria incuriosita: che ci faceva là fuori?

“Non mi sono presentato, anche se credo che Wong ti abbia già parlato di me…” disse lui come per rispondere alla loro domanda.

Allungò la mano verso Ichigo, la quale, titubante, la strinse con la sua.

“Ryo Shirogane” si limitò a dire il biondo, stringendo la mano della ragazza.

Ichigo sorrise e dopo qualche secondo scostò la mano.

“Beh… scusate ma ora devo andare… Arrivederci”

“Ci vediamo a scuola” rispose Ryo mettendosi le mani in tasca e tornando all’interno del locale.

Ichigo si sentì avvampare…

Sollevò la mano con la quale aveva stretto quella del ragazzo e la fissò, un po’ stordita.

*Gli piace divertirsi con le ragazze…* si ritrovò a pensare…

Proprio nel momento meno opportuno, forse.

Quel ragazzo già l’attraeva.
Ma per il suo bene avrebbe fatto meglio a considerarlo come un semplice amico.

E si sarebbe impegnata al massimo per raggiungere il suo scopo.

 

fine capitolo!! vi lascio subito per non annoiarvi cn kiakkiere noiose, ma sappiate ke ho fatto un errorino nel capitolo 2... il titolo nn è: "l'amore arriva quando meno te lo aspetti", ma "primo giorno di scuola"...

Perdonate l'errore, ma evidentemente non ci stavo cn la testa (come sempre del resto ndRyo)

A presto...!! E tu zitto!!!!!!!

Ciau!!!

Ranpyon

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Capitolo 4
*** Inizio di un incubo ***


Nuova pagina 1

Capitolo 4: Inizio di un incubo

 

“Hai conosciuto la ragazzina dai capelli rossi?”

Ryo annuì convinto, sfogliando svogliatamente il libro di letteratura giapponese…

Lui adorava ogni singola materia, specialmente la matematica e la fisica… Ma la storia e la letteratura giapponese proprio non riusciva a sopportarle.

Per questo, ora si trovava a casa di Masaya che lo avrebbe aiutato a studiare.

Era sempre stato così tra loro.

Si aiutavano a vicenda, chiacchieravano di tutto e di tutti…

Masaya gli tolse il libro dalle mani gettandolo sulla scrivania e andandolo a fissare.

“Insomma, racconta!”

Ryo andò a fissarlo, perplesso.

“Che ti devo raccontare?”

“Come l’hai conosciuta?” domandò curioso il ragazzo.

“Al locale dove lavoro. E’ amica di Wong” rispose semplicemente alzandosi a riprendere il libro.

“Purin?” ripeté stupito Masaya seguendolo con lo sguardo.

“A quanto pare!”

Masaya sorrise.

“Chi se lo sarebbe mai aspettato…! Il mondo è davvero piccolo!!” esclamò sorpreso incrociando le braccia.

“L’hai conosciuta al locale…”

“Esatto” puntualizzò Ryo.

“Ma non voglio passare il resto della mia vita a lavorare in un posto come quello, quindi ti pregherei di aiutarmi con letteratura, invece di pensare alle ragazze”

Ryo enunciò frettolosamente ciò che stava pensando in quel momento e aprì il libro alla settima pagina.

Masaya lo fissò sconcertato.

Ryo, Ryo Shirogane, preferiva studiare piuttosto che parlare di ragazze?

C’era qualcosa che non quadrava…

Che si fossero invertiti i ruoli?

“Ma che ti prende?” gli domandò quasi preoccupato.

“Non è da te non voler parlare di una ragazza… Di solito quello sono io!” esclamò, non molto entusiasta.

“Non voglio parlarne perché quella ragazzina non mi interessa” disse semplicemente lui.

Puntò gli occhi sul volume e iniziò a leggere a voce bassa, mentre Masaya ancora lo fissava.

Ryo si sentiva osservato.

Alzò si scatto lo sguardo e notò che l’amico lo stava ancora fissando, nonostante la conversazione fosse finita.

“Su, prendi il libro! Se ti interessa tanto te la presento…!” esclamò divertito aspettando una reazione che non tardò ad arrivare.

Masaya arrossì e si alzò di scatto dalla sedia, chinandosi a prendere la borsa.

Tirò fuori un volume piuttosto grande, mentre borbottava frasi del tipo “Non mi interessa quella ragazza…” e “Neanche la conosco!”.

 

“Pronto, Ichigo?”

Ichigo sbadigliò portandosi davanti alla bocca.

“Sì…? Chi parla…?” chiese con voce assonnata…

Beh, in effetti si era appena svegliata.

La settimana si era conclusa ed era sabato, giorno nel quale Ichigo adorava dormire…

Ai compiti avrebbe pensato il giorno successivo, ma lei considerava il sabato un giorno di assoluto riposo…

Svegliarsi tardi, mangiare e farsi una bella doccia. Uscire con qualche amica e rincasare tardi la sera.

E infatti era proprio quello il suo programma.

La sera prima aveva parlato al telefono con Retasu e si erano messe d’accordo per uscire il pomeriggio.

“Ciao!! Sono Purin!”

La rossa sgranò gli occhi e lanciò le coperte all’aria, e mettendosi a sedere.

“Ciao!!” rispose entusiasta mentre il sonno pian piano scompariva.

“Scusami, ti disturbo?” chiese la biondina con voce alquanto preoccupata.

“No, tranquilla… mi sono appena svegliata…” mormorò la rossa alzandosi dal letto e infilandosi le ciabatte.

“Hai dormito fino ad ora? Ichigo, è mezzogiorno!” Esclamò divertita l’altra ridendo, pensando che la sua migliore amica non sarebbe mai cambiata.

“Ehm… lo so, ma mi conosci, Purin!” ribatté l’altra sorridendo.

“Beh, comunque… ti ho chiamata per un motivo preciso!”

“Dimmi tutto!”

“Dato che ieri sono stata costretta a restare al locale per il turno scoperto, mi hanno concesso oggi un giorno di riposo… Infatti ora sono a casa”

Gli occhi della rossa si illuminavano, mentre apriva l’armadio e teneva il telefono tra l’orecchio e la spalla.

“Usciamo insieme!!” esclamò tutta contenta tirando fuori dall’armadio una minigonna di jeans e un top rosa.

“E’ appunto per questo che ti ho chiamata! Non hai altri impegni, vero?” le chiese sperando in una sua risposta negativa.

Ichigo aprì la bocca per rispondere, ma si bloccò.

Lei aveva già un appuntamento con Retasu!

“Ehm… veramente dovrei uscire con Retasu” mormorò affranta. Ma poi le venne un’idea.

“Usciamo tutte insieme, così te la faccio conoscere!”

Purin sorrise all’idea: le andava proprio di conoscere la nuova amica di Strawberry.

“Accetto con piacere!”

“Bene! Non credo che per Retasu ci siano problemi!”

 

Parco Inohara.

Ichigo e Retasu erano sedute su una panchina a chiacchierare.

Ogni tanto Ichigo si guardava intorno sperando di scorgere Purin che, ahimè, era in netto ritardo.

“Ma la tua amica non arriva?” domandò Retasu notando l’agitazione della rossa.

“Non so perché sia così in ritardo… Di solito è sempre puntuale!” esclamò chinando il capo in segno di scusa.

Retasu sorrise.

“Non preoccuparti, non ci sono problemi!”

Ichigo aprì la borsetta e afferrò il cellulare, componendo il numero di telefono dell’amica.

“Ora la chiamo” disse decisa, ma Retasu la interruppe.

“Non è quella laggiù, forse?”

Ichigo si voltò verso il punto indicato dall’amica e sorrise, alzando il braccio.

“Purin!!” esclamò sorridendo e saltando in piedi.

“Ma…” le parole le morirono in bocca.

Chi erano quei ragazzi con lei?

Ichigo aguzzò lo sguardo e il suo cuore sussultò.

No, non potevano essere loro…

Purin si avvicinò alle due ragazze, mentre Masaya e Ryo la seguivano chiacchierando.

“Ciao!” esclamò la biondina.
Si avvicinò a Retasu e le strinse la mano con fare amichevole.

“Piacere, io sono Purin Wong. E loro sono due miei amici” disse voltandosi verso i ragazzi e indicandoli con la mano.

Ryo e Masaya si avvicinarono alle ragazze.

“Piacere, io sono Ryo Shirogane” esclamò il biondo afferrando la mano di Retasu e stringendola.

Lei ricambiò sorridendo.

“Piacere mio, sono Retasu Midorikawa”

Ichigo rimase a bocca aperta a fissare i ragazzi.

“Io e te invece già ci conosciamo, vero?” proferì Ryo voltandosi verso di lei.

Ichigo annuì lentamente, spostando lo sguardo verso l’altro ragazzo.

“Piacere, io sono Masaya Aoyama” disse lui facendo un piccolo inchino.

“Vi dispiace se ho portato pure loro? Li ho incontrati per strada e gli ho chiesto di unirsi a noi…” disse Purin fissando le ragazze.

Retasu sorrise alzandosi dalla panchina.

“Certo, non ci sono problemi” sorrise.

Ichigo la fissò: come faceva a sorridere in quella situazione? Lei già era tesissima, di sicuro non sarebbe riuscita a spiccicare parola!

“Beh, che dite, andiamo a farci un giro?” propose Ryo.

Tutti annuirono, tranne Ichigo ovviamente, e si incamminarono.

Le ragazze davanti e Ryo e Masaya dietro.

“Purin… ma che ti è saltato in mente…” mormorò Ichigo all’orecchio dell’amica.

“Perché? Te l’avevo detto che Shirogane era mio amico, no?”

Ichigo annuì vigorosamente.

“Sì, ma non mi avevi detto dell’altro…Masaya... sono entrambi bellissimi! Non so come comportarmi!!”

Retasu ridacchiò sotto i baffi e guardò di sottecchi l’amica.

“Comportati normalmente, Ichigo! Stai tranquilla!”

La rossa, alla fine, riuscì a calmarsi grazie al sostegno delle amiche…

Certo che, però, agitarsi così non era da lei.

Erano quei ragazzi che le facevano uno strano effetto…

Il gruppetto si recò in un bar.

Si sedettero intorno ad un tavolo e ordinarono di tutto e di più.

L’unica che, apparentemente, non aveva fame e continuava a giocare con il cucchiaino era Ichigo.

“Lo sai che non si gioca con il cibo?” l’ammonì Ryo poggiando i gomiti sul tavolo e avvicinandosi a lei.

Ichigo allontanò la testa.

“E lo sai che non si poggiano i gomiti sulla tavola?” domandò a sua volta, stizzita.

Retasu, Purin e Masaya risero sotto i baffi, mentre Ryo arrossiva leggermente per essere stato preso in giro da una ragazzina.

Incrociò le braccia e sfoggiò uno di quei sorrisetti ironici più irritanti del mondo e si voltò a fissare Masaya.

“Non ridere!” esclamò, mentre l’altro ormai non riusciva più a trattenersi.

*Certo che é proprio un bel ragazzo…* si ritrovò a pensare Ichigo andandolo a fissare.

Carnagione abbronzata, occhi castani ma molto profondi, capelli neri come l’ebano…

Non era il tipico giapponese.

Che fosse straniero?

Il suo sguardo si spostò su Ryo.

Anche lui, biondo con gli occhi azzurri… Di sicuro non poteva essere giapponese.

Non puro, perlomeno.

“Che hai da fissarmi?”

La rossa sussultò, mentre Ryo la fissava con aria di sfida.

“Non ti stavo fissando” rispose immediatamente lei voltando la testa dall’altra parte.

Un viso d’angelo per un carattere da diavolo…

Certo che il mondo era veramente strano…

“Beh, da quanto vi conoscete?” domandò Retasu intromettendosi nella conversazione.

Ichigo la ringraziò per aver glissato il discorso.

“Beh…” Purin rifletté un attimo.

“Sinceramente non saprei… Però il marito di mia sorella è il tutore di Shirogane… e dopo aver conosciuto lui ho conosciuto anche Masaya…”

Masaya annuì con la testa.

“Che classe frequenti, Midorikawa?” domandò Ryo concentrandosi sulla verdina dato che, ormai, Ichigo non lo degnava più di uno sguardo.

“Nella quarta sezione, primo anno. Io e Ichigo siamo in classe insieme”

“Veramente? Anche noi siamo della quarta sezione, ma siamo all’ultimo anno” esclamò Masaya cercando di attirare l’attenzione della rossa che, ormai, era completamente presa a mangiare il suo gelato.

“Ehm… scusa… ti chiami Ichigo, vero?” le chiese, al che la ragazza alzò di scatto la testa sentendo pronunciare il suo nome.

Annuì mentre pian piano il suo viso diventava rosso.

*Ichigo…?*

L’aveva chiamata subito per nome…

Perché le faceva uno strano effetto?

Rimase a fissare quel ragazzo che aveva cominciato a parlare.

Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.

“Tu hai il vizio di fissare la gente” esordì Ryo improvvisamente, passandole una mano davanti al viso.

Ichigo sussultò e sgranò gli occhi, diventando paonazza.

“Ti ho detto che non ti stavo fissando!!” esclamò al colmo della rabbia.

“Infatti non parlavo di me, ma di Masaya”

Il ragazzo si sentì chiamato in causa e si girò a guardarla, mentre lei si copriva il viso con le mani.

Purin e Retasu si lanciarono un’occhiata d’intesa.

“A me sembra che sia tu quello che non fa altro che fissarla, Shirogane” intervenne la biondina sorridendo.

Ryo alzò il sopracciglio, sbuffando e tornando ad incrociare le braccia.

“Tsk… Fissare una ragazzina fragola con i codini… ma figuriamoci…!”

 

Mai Ichigo aveva provato tanta vergogna…

Quel ragazzo l’aveva umiliata davanti a tutti e non si era ancora scusato…

Non faceva altro che punzecchiarla…

E anche ora, che stavano passeggiando per il centro di Shibuya, non faceva altro che prenderla in giro.

Masaya gli ripeteva spesso di piantarla, ma il ragazzo non gli dava retta.

In fondo Ryo si comportava sempre così con le ragazze… gli piaceva prenderle in giro per poi divertirsi con loro, ma Ichigo gli avrebbe dato di sicuro del filo da torcere…

 

Arrivò il momento di tornare a casa.

Ichigo era veramente contenta, mentre Purin un po’ meno perché il giorno dopo sarebbe dovuta andare a lavorare…

“A proposito… domani c’è una festa a casa di un nostro amico… e ci ha chiesto di portare un po’ di gente” proferì Ryo voltandosi verso le ragazze.

“Vi va di venire?”

“Io passo” affermò Purin scuotendo la testa.

“Ho il lavoro”
”E voi?” Masaya si rivolse a Ichigo e Retasu che si guardarono.

“Beh… per me si può fare” mormorò Retasu all’orecchio dell’amica.

La rossa rimase un po’ perplessa…

Andare ad una festa piena di sconosciuti, e per di più passare un’altra giornata in compagnia di quell’odioso ragazzo…?

“Ecco… veramente…”

“Accettate, ragazze! Vi assicuro, a queste feste c’è da divertirsi…!”

Ichigo sorrise debolmente e poi annuì.
*In fondo non è detto che lo incontrerò… Magari con tutta la gente che c’è neanche ci vedremo!”* pensò soddisfatta.

“D’accordo, per me va bene!” esclamò sorridendo.

“Siamo d’accordo, allora” proferì Ryo.

“Passiamo a prendervi davanti alla Tower Records. Appuntamento alle sette.

Vestite casual”

Mentre Retasu annuiva, Ichigo sbiancava.

Cosa?

Appuntamento?

Passiamo a prendervi?

“Bene, a domani!”

I ragazzi salutarono e si voltarono, diretti verso le proprie case.

Ichigo rimase pietrificata.

… E lei che sperava di non doverlo rincontrare!!!

Si portò le mani sul viso, quasi disperata.

“Che hai, Ichigo?” le domandarono all’unisono Retasu e Purin. La rossa si voltò di scatto e sbuffò.

“LO ODIO!!” esclamò marciando verso casa.

 

Era l’inizio di un incubo.

 

 

 Ciau a tutti!! Ah, finalmente il quarto capitolo… beh, devo dire che sono contenta che questa fanfiction stia avendo successo… Mi fa molto molto molto molto molto piacere…!!

Comunque, immagino che voi che ora state leggendo questa storia abbiate letto anche “Un anno dopo” che si è conclusa, finalmente.

Beh, alcuni di voi mi hanno chiesto di fare un seguito…
Tipo una seconda serie…

Beh, devo dire che un’idea del genere mi era già venuta, però poi ho lasciato perdere per dare la precedenza alle altre fanfiction.

Ma ora che mi avete detto che vi farebbe piacere mi sono ricreduta.

Mi impegnerò a scrivere il seguito di “Un Anno Dopo” cercando di non trascurare le altre storie.

E poi… beh… ora comincia l’estate, quindi salvo debiti e stanchezza provocata dal mio lavoretto part-time, riuscirò a scrivere più capitoli e ad aggiornare ancora più spesso…

Quindi vi prego di portare pazienza e magari, chissà, un giorno potrete leggere il seguito di “Un anno dopo” qui, su Efp…

Sappiate che i vostri consigli mi sono stati utili per fare chiarezza!!

Grazie mille a tutti, anche per i commenti! Al prossimo capitolo!!

BESOS

Ranpyon

 

 

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Capitolo 5
*** Caos alla festa ***


Nuova pagina 1

Capitolo 5: Caos alla festa

 

“Ehi, Ichigo, vuoi stare calma…?”

La rossa continuava a torcersi le mani e a guardarsi intorno in preda all’ansia.

“Non ci riesco” rispose velocemente agitando una mano.

“Odio quel ragazzo, non voglio vederlo!” esclamò sbuffando.

Retasu sorrise con aria di chi la sa lunga.

“Secondo me invece ti piace…” asserì annuendo.

Ichigo si fece paonazza e sgranò gli occhi.

“Ma stai scherzando, spero…” proferì incrociando le braccia e roteando gli occhi.

“Come potrebbe piacermi un diavolo del genere? Il suo amico è di gran lunga migliore! “ esclamò.

Retasu fece una smorfia.

“No” disse. “Troppo perfettino. Si vede che è un tipo con la testa troppo a posto!”

“E che c’è di male? Sempre meglio che un teppista!” si infervorò lei non riuscendo a capire il ragionamento dell’amica.

 “Ehi, ragazze!!”

Le due si voltarono e videro Ryo e Masaya a bordo di una moto. Il biondo era seduto su una Yamaha blu scura con il casco in mano, mentre Masaya guidava una Honda grigio metallizzata e indossava il casco.

Ichigo non poté fare a meno di pensare a ciò che le aveva detto l’amica poco prima…

“Ciao!” salutò la ragazza dagli occhi blu. Si avvicinò alle moto con sguardo meravigliato ma allo stesso tempo ammirato e sfiorò il manubrio di quella di Ryo.

“Bellissime…” esclamò sorridendo.

“Sei la prima ragazza che conosco a cui piacciono le moto” sorrise beffardo Ryo.

Retasu sorrise di nuovo e si voltò verso Ichigo, che era rimasta imperterrita a guardare la scena.

“Io… dovrei salire su uno di quei cosi?” chiese quasi in un sussurro, spostando lo sguardo da un ragazzo all’altro.

“Beh, se vuoi puoi sempre andare a piedi” propose Ryo incrociando le braccia.

“Non ti facevo così paurosa, fragola” esclamò sorridendo ironico.

Ichigo si fece rossa in volto, mentre Masaya lanciava un’occhiataccia a Ryo.
A volte detestava quel suo carattere…
Ma era una “consuetudine”: Ryo insultava e prendeva in giro le ragazze e, puntualmente, loro cadevano ai suoi piedi poco dopo.

Masaya si era sempre chiesto come fosse possibile una cosa del genere.

Possibile che tutte le ragazze presto o tardi cadessero tra le braccia del suo amico?

Si voltò a fissare Retasu: anche lei sembrava parecchio interessata al biondino…

Ichigo, invece… Lei sembrava quasi odiarlo…

*Tsk… tanto anche lei finirà come le altre…* si ritrovò a pensare il moro scuotendo la testa senza però farsi vedere dai presenti.

Sì, anche lei avrebbe ceduto e sarebbe stata irretita dal biondo, finendo sicuramente nella sua trappola…

L’avrebbe fatta soffrire.

Lo faceva sempre.

Strinse i denti cercando di non pensarci, e la voce della rossa lo riportò alla realtà.

“Non ho paura!” esclamò rivolta a Ryo stringendo i pugni.

“Allora sali”

Le porse il casco e lei deglutì, titubante.

“Avanti, visto che non hai paura…” la stuzzicò lui avvicinando di più il casco.

La rossa tentennò ma alla fine si decise.

Allungò di scatto il braccio e afferrò il casco, mettendoselo in testa. Ryo accese la moto.

“Midorikawa, ti dispiace andare con Masaya?” chiese all’altra ragazza, che sorrise cordialmente.

“Certo che no” rispose avvicinandosi al ragazzo.

“Bene, Sali”

Ichigo si avvicinò alla moto e montò in sella, cercando di coprire il più possibile le gambe.

Forse mettere la minigonna non era stata una buona idea…

Ma come poteva sapere che sarebbero venuti a prenderle in moto?

Poggiò le mani sulle gambe e aspettò che Ryo partisse, ma lui non si mosse.

“Che… Che stiamo aspettando?” chiese sporgendosi in avanti e fissandolo attraverso lo specchietto.

“Solo che tu ti attacchi a me. Non vorrei perderti durante il tragitto” rispose freddamente lui.

Ichigo subito avvolse la vita di Ryo con le mani e gli afferrò la maglietta stringendola forte, timorosa di cadere davvero dalla moto.

“…Senza rompermi la maglietta, possibilmente”.

La rossa mollò subito la presa e Ryo si voltò di scatto, arrabbiato.

“Ma sei scema o cosa?”

Le afferrò le mani e se le portò poco più giù del petto.

“E non muoverti” le ordinò accendendo la moto.

Partirono.

“…MA CHI ME L’HA FATTO FAREEEE!?!?!?!?!?” (Io U.U NdRanpyon)

Questa fu l’unica cosa che Ichigo fu in grado di pensare in quei minuti, mentre sfrecciavano per le strade di Tokyo a tutta velocità.

 

Arrivarono.

Ryo e Masaya parcheggiarono le moto e Ichigo e Retasu scesero.

La verdina era molto esaltata per il giro in moto, nonostante l’estrema lentezza che aveva avuto Masaya nel guidarla…

Ichigo, invece, quasi non si reggeva in piedi.

Era la prima volta che saliva su una moto ed era la prima volta che sfiorava la soglia dei 150 con una qualsiasi veicolo…

Si portò le mani sulle tempie, massaggiandosele.

“Tsk…” sorrise beffardo Ryo sorpassandola e dirigendosi all’interno della villa.

La rossa lo fissò con astio, ma subito l’attenzione fu attirata dalla meta del ragazzo: un’immensa ed enorme villa.

Sembrava un castello tanto era grande, e il giardino era veramente gigantesco.

“Ma cosa…”

Masaya si avvicinò alle ragazze che fissavano lo spettacolo a bocca aperta.

“E’ casa Aizawa” disse attirando la loro attenzione.

“La festa è stata organizzata da Seiji Aizawa e da sua sorella Minto. Vi assicuro, queste feste sono grandiose”

Da lontano, Ryo, che aveva sentito il discorso, lo interruppe: “Esatto. Quindi, se magari volete entrare…”

Masaya annuì e poggiò le mani sulle spalle delle ragazze, spingendole verso la villa.

Entrarono.

Subito ad accoglierli arrivò un ragazzo sui diciotto anni: capelli neri e occhi del medesimo colore, indossava un paio di jeans strappati sulle ginocchia e una camicia aperta davanti che lasciava intravedere il petto. I capelli erano tirati su con il gel e sotto l’occhio sinistro si poteva scorgere un taglio poco profondo.

“Sempre in ritardo, Shirogane!” esclamò sorridendo e dando una pacca sulla spalla dell’amico.

“Ehi, Aoyama!”

Masaya sorrise cordialmente e si voltò verso le ragazze, indicandole.

“Loro sono Ichigo Momomiya e Retasu Midorikawa. Ti avevamo detto che avremmo portato due ragazze, no?”

Seiji annuì vigorosamente, sorridendo.

“Ben fatto!! Piacere, io sono Seiji Aizawa!” strinse la mano a entrambe le ragazze e si voltò a guardare Ryo.

“Che hai fatto all’occhio?” gli chiese il biondo precedendo una sua qualunque frase.

“Beh… Diciamo che la festa si è scaldata un po’ prima del previsto” sorrise ironico il moro.

Ryo parve capire che c’era stata una rissa.

“C’è stata una rissa, allora” disse seriamente.

“Come sempre”

Seiji alzò le spalle e sorrise di nuovo, per poi scomparire in mezzo alla folla di gente.

“E’ già andato…” proferì Ryo voltandosi verso Masaya e le ragazze.

“Beh, ragazze, noi ci salutiamo qui. Andiamo, Masaya” disse per poi girarsi e scomparire come aveva fatto poco prima il suo amico.

Il moro deglutì, scusandosi con le ragazze e seguì l’amico attraverso la moltitudine di ragazzi e ragazze che affollavano la sala.

Retasu e Ichigo si fissarono spiazzate, incapaci di dire anche una sola parola.

Infatti fu qualcun altro a parlare.

“Ehi!”

Era la voce di una ragazza.

Le due si voltarono, trovandosi davanti una bella ragazza sui quindici anni con gli occhi castani e i capelli neri raccolti in due chignon ai lati della testa.

“Ci conosciamo?” chiese alle ragazze fissandole sospettosa.

“Non credo” rispose Retasu allungando la mano.

“Piacere, il mio nome è Retasu Midorikawa. E lei è Ichigo Momomiya”

La mora strinse la mano della ragazza sorridendo.

“Io sono Minto, la sorella di Seiji” nel dire l’ultima frase, la ragazza sbuffò.

“Ho visto che parlavate con mio fratello. Lasciatelo perdere quello lì… E’ un piantagrane, proprio come i suoi amici” esclamò voltandosi verso Ichigo.

“Con chi siete venute?”

“Con Shirogane e Aoyama… ma ora sono spariti” rispose la rossa guardandosi intorno.

“Shirogane?” chiese la moretta.

“Bene, conoscete anche Shirogane” sorrise incrociando le braccia e scuotendo la testa.

“Sono tre anni che lo conosco, perché lui e mio fratello sono amici… E sono entrambi dei poco di buono. Vi conviene stare attente. E non intendo solo con loro, ma anche qui alla festa; potrebbe succedervi di tutto” ribatté seriamente.

“Quindi non fatevi notare troppo. Lo dico per voi”

Dopo aver detto questo, si voltò e si diresse verso un gruppo di ragazzi che a quanto pare si stavano divertendo a lanciarsi un costosissimo vado di cristallo.

Minto tolse loro di mano l’oggetto intimandogli, urlando ovviamente, di non farlo più e lo portò in una stanza adiacente, borbottando.

“…Qui sono tutti matti…” esclamò Ichigo quasi impaurita.

Retasu sorrise.

“Ma dai… è una festa!” esclamò afferrando il braccio della ragazza.

“Forza, andiamo a prendere qualcosa da bere!”.

Arrivarono vicino al minibar e si sedettero sugli sgabelli.

“Due birre!” esclamò allegramente Retasu.

Ichigo si agitò, scuotendo le mani.

“Niente alcolici, Retasu!” si infervorò gettandole un’occhiataccia.

Troppo tardi.

La ragazza già le aveva messo in mano una bottiglia di birra e ormai Ichigo non poteva più tirarsi indietro.

“D’accordo… solo una però”

La verdina annuì e sorseggiò la bevanda.

“Chissà dove sono Aoyama e Shirogane” chiese.

“Laggiù” rispose Ichigo indicando con il dito verso un punto indefinito della sala.

Retasu aguzzò lo sguardo e li scorse, annuendo.

“Ah, sì… Ma che stanno facendo?”

I due ragazzi parlavano con un gruppetto di coetanei e…

“Ma… stanno fumando??” chiese Ichigo quasi scandalizzata.

L’altra annuì.

“Spinelli, a quanto pare”

Si voltò verso la rossa che era diventata livida in volto.

“Ma… sono pazzi!” esclamò con gli occhi sgranati.

Ma notò che Masaya non stava fumando.
Chiacchierava semplicemente con gli altri ragazzi, per niente infastidito dal fumo di ciò che gli amici stavano fumando.

“Aoyama non fuma” sussurrò alla ragazza al suo fianco, che fece una smorfia.

“Che ti avevo detto? Troppo perfettino. Scommetto che non beve neanche” sorrise ironica mentre mandava giù un altro sorso di birra.

Passarono così le due ore successive.

Sedute al bar a parlare di tutto e a bere birra.

Anche Ichigo, invogliata da Retasu, aveva preso il via e aveva bevuto veramente tanto… e ora le girava la testa…

“Retasu…” proferì scendendo dallo sgabello e rischiando di cadere a terra.

“Vado a sciacquarmi un po’ il viso… torno subito”

La ragazza, per niente ubriaca, annuì con la testa e Ichigo non poté fare a meno di invidiarla: ma come faceva ad essere ancora sobria??

Si avviò verso una meta sconosciuta… infatti neanche lei sapeva dove andare.

Si guardò intorno, spaesata, mentre la testa le girava terribilmente.

Si portò una mano sul capo e si voltò verso un ragazzo accanto a lei, poggiandogli una mano sul braccio.

“Scusa… sapresti indicarmi il bagno…?” chiese gentilmente cercando di mostrarsi sobria, ma il ragazzo la fissò in silenzio.

*Cazzo…* si ritrovò a pensare lei. *Vuoi vedere che è ubriaco?*

Azzeccato in pieno.
Barcollando, il ragazzo le afferrò la mano e l’attirò a sé.

“Ehi, ti va di venire con me?”

Più che una richiesta sembrava un ordine…

Ichigo scosse la testa, spaventata.

“N-no… grazie… Io stavo cercando solo il bagno…!” esclamò impaurita mentre quel tizio che puzzava di alcool colmava la poca distanza rimasta tra loro.

Tentò di baciare Ichigo con una violenza che la spaventò e cercò di allontanarsi, ma la presa del ragazzo era troppo forte.

Serrò gli occhi disperatamente e voltò la testa di lato.

Lui le afferrò il mento e la costrinse a tenere la testa dritta, in modo che non avesse via di scampo.

La rossa cominciò a sudare freddo e sentiva le lacrime premerle agli occhi.

Deglutì, aspettando quel contatto indesiderato, ma non avvenne niente.

Sentì solo che il ragazzo aveva mollato la presa e allora aprì gli occhi, trovando Ryo accanto a lei.

“Ehi, lei è con me” disse mentre stringeva il braccio del ragazzo mettendoci un po’ troppa forza.

Lui gemette dal dolore e cercò di scostarsi, ma il biondo glielo impedì.

“Afferrato il concetto?” chiese fissandolo duramente.

Il ragazzo annuì e Ryo lo lasciò andare, sbuffando.

“Stupida!!” esclamò voltandosi verso Ichigo che si era un po’ calmata.

Ma, nonostante ciò, le lacrime avevano cominciato a scendere lo stesso.

Lo sguardo di Ryo cambiò improvvisamente.

Le afferrò la mano e la portò via da quella folla di gente che li circondava.

Con passo sicuro, mentre lei non riusciva a far altro che seguirlo, la portò al piano superiore, in una delle stanze.

Ichigo non riusciva a capire… la testa le girava ancora per via della birra e le lacrime appena versate le offuscavano la vista…

Si portò le mani agli occhi per stropicciarseli…
Ma in un secondo si trovò con la schiena al muro.

Portò le mani in basso, accorgendosi che Ryo era di fronte a lei e la fissava.

“Shi… Shirogane…” mormorò mentre lui, imperterrito, teneva gli occhi fissi in quelli di lei.

Ichigo si sentì avvampare.

Improvvisamente, la mano di Ryo scattò in avanti, posandosi sulla spalla della ragazza.

“Ehi…” si agitò lei.

“Aspetta! Che fai?!”

Lui le posò un dito sulle labbra, facendole segno di tacere, ma lei scansò la sua mano.

“No!! Stammi a sentire!!” gli urlò poggiando le mani sul petto di lui e cercando di allontanarlo.

“No” rispose lui velocemente.

Le afferrò i polsi e la spinse di più contro il muro, intrappolandola con il proprio corpo.

“Se apri bocca riuscirai solo a complicare le cose… E non sono le complicazioni, quello che voglio”
Si avvicinò con il viso al collo di lei.

Lo sfiorò con le labbra, facendola sussultare.

Prese a baciarle il collo con foga, ma allo stesso tempo con infinita dolcezza, mentre i brividi cominciavano a percorrerle l’intero corpo…

Ichigo non riusciva né a muoversi né a parlare, e di sicuro non era l’effetto dell’alcool…

Rimase lì, inerme, mentre i baci di quel ragazzo la mandavano in paradiso.

Socchiuse gli occhi e Ryo alzò il viso, andando a sfiorarle le labbra.

Ichigo trattenne il respiro.

“Perché… Perché non gli dico di smetterla…?”

Non riusciva a pensare a niente di concreto, niente d’intelligente.
Non ricordava neanche cosa avesse detto lui poco prima.

Ricordava solamente le sue labbra avvicinarsi a lei e sfiorarle il corpo fino a farle provare infiniti brividi di piacere…

Sospirò, schiudendo le labbra.

Ryo sorrise soddisfatto.

Premette le sue labbra contro quelle della ragazza mentre la sua lingua esplorava la bocca di lei…

Ichigo non riusciva a muoversi e non sapeva cosa fare…

Del resto, quello era il suo primo bacio.

All’improvviso, però, le venne in mente ciò che Ryo le aveva detto poco prima.

“Se apri bocca riuscirai solo a complicare le cose… E non sono le complicazioni quello che voglio…”

Aprì di scatto gli occhi e lo allontanò, mollandogli uno schiaffo in pieno viso.

Ryo la fissò sorpreso e si portò una mano sulla guancia.

“…E l'avventura di una notte non è quello che voglio io!” esclamò lei sorpassandolo e uscendo di corsa dalla stanza.

Il biondo si voltò a guardare la porta che la rossa aveva lasciato aperta.

“Tsk…” sbuffò e lasciò anche lui la stanza, pensando a quanto fosse ostinata quella ragazzina…

 

…To be continued!!!

Beh, direi che non ho niente da dire,anche perché è mezzanotte e cinquanta e sono un po’ stanca… Beh, grazie mille per i commenti!!!! E mi raccomando, commentate anke questo cap!!
A presto!!

-Ranpyon-

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Capitolo 6
*** Insistenza ***


Nuova pagina 1

Avvertenza: nella prima parte del cap la narratrice sarà Ichigo (Che fai, mi freghi il lavoro? O__o  NdRanpyon) (La mia intenzione era quella. U.U NdIchigo) (… >.< E lo ammette pure!! NdRanpyon)

 

Capitolo 6: Insistenza

 

Non ci posso credere!!

Non ci posso davvero credere!!

Ma che diavolo gli è saltato in mente, dico io?!

Mi rigiro tra le mani il libro di matematica, torturandone le ignare pagine con un nervosismo che ha dell’incredibile.

Ryo Shirogane mi ha baciata.

Mi porto un dito sulle labbra e le sfioro, socchiudendo gli occhi.

Perché l’ha fatto? Sono assolutamente sicura di non essergli per niente simpatica!

E lui cosa fa? Di punto in bianco, come se non avesse niente di meglio da fare, bacia me.

Me, la ragazza che, durante i suoi sedici anni di vita non ha mai avuto un ragazzo e non ne ha mai sentito l’estremo bisogno.

La cosa più seccante?

Quello a cui mirava lui non era un semplice e stupido bacio: e io l’avevo capito.

Ma non mi ero tirata indietro, semplicemente “grazie” all’ausilio dell’alcool alla foga del momento… Non saprei fornire una spiegazione chiara e precisa… So solo che non mi sono tirata subito indietro.

Ha un certo fascino quel ragazzo… E’ intelligente, spiritoso, un po’ arrogante a volte, ma dannatamente bello. Purtroppo, tra gli innumerevoli difetti che si ritrova, il più pungente è che lo sa: sa di essere un ragazzo a dir poco irresistibile, e non esita a giocare questa carta in suo favore ogni volta che ne ha l’occasione.

E’ convinto di poter avere tutto e tutti.

Ma si sbaglia davvero.

Ryo Shirogane si sbaglia, se crede di poter prendere in giro anche me.

 

(E qui torno io! ^_^ NdRanpyon) (<__< Grrr…. NdIchigo)

 

Lunedì.

Seconda settimana di scuola.

Ichigo salutò con un gesto della mano Retasu, mostrandole un sorrisetto tirato.

“Buongiorno Ichigo” sorrise allegramente l’altra stringendo la cartella tra le mani.

Retasu non sapeva.

Non era a conoscenza di ciò che era successo alla festa.

Dopo aver mollato quello schiaffo a Ryo, e dopo essere uscita di volata da quella camera ormai diventata troppo piccola per i suoi gusti, Ichigo si era diretta a passo spedito verso l’amica, togliendole di mano l’ennesima bottiglia di birra e trascinandola all’esterno di quella enorme villa.

Come unica spiegazione aveva accennato ad un mal di testa dovuto alla birra e Retasu le aveva creduto, accompagnandola a casa.

Ed ora eccola lì, a scuola, che le sorrideva felice, ignara che, entro qualche minuto, Ichigo si sarebbe presentata da Ryo e gli avrebbe fatto una ramanzina come poche.

Più che altro, la si potrebbe definire una sfuriata.

Si avvicinò all’amica, poggiandole una mano sulla spalla.

“Hai visto Shirogane?” chiese in fretta, guardandosi intorno.

Retasu annuì.

“E’ appena arrivato insieme a Aoyama”

Indicò con il dito l’entrata della scuola.

Vicino al cancello, Ryo, Masaya e un gruppetto di ragazzi che Ichigo riconobbe essere gli stessi della festa, stavano chiacchierando.

Deglutì: forse non era saggio avvicinarsi a loro…

Ma non poteva tirarsi indietro.

Così, a passo spedito e sotto lo sguardo incredulo di Retasu, si avvicinò al gruppo di ragazzi, afferrando la manica della divisa di Ryo che gli dava le spalle.

Sentendosi chiamare, e vedendo che gli sguardi dei suoi amici erano concentrati dietro di lui, si voltò, trovandosi Ichigo davanti.

La rossa abbassò la mano, soddisfatta di aver attirato la sua attenzione.

“Devo parlarti” disse seriamente, senza distogliere lo sguardo da quello di lui.

Ryo sorrise, mentre dietro di lui si levava un coretto di “Oooohhh” provocato dai suoi amici, escluso ovviamente Masaya che invece aveva uno sguardo serissimo.

“D’accordo” rispose tranquillamente e si infilò le mani in tasca, seguendo la ragazza.

Il ragazzo sorrise a se stesso.

Sapeva che quella ragazzina non avrebbe resistito per molto…

Sapeva che si era pentita di averlo rifiutato, alla festa...

Ma come faceva a sapere queste cose?!

O, per lo meno, come poteva essere tanto presuntuoso da pensare che tutte le ragazze prima o poi sarebbero cadute ai suoi piedi?

Ichigo lo condusse nel cortile posteriore della scuola, quasi sempre deserto, e si voltò verso di lui, fronteggiandolo.

“Devo parlarti della festa”

Ryo sorrise compiaciuto e poggiò una mano sulla spalla della ragazza.

“Ti ascolto…”

Ichigo deglutì e fissò con lo sguardo la mano, per poi afferrarla e toglierla dalla sua spalla.

Ryo rimase a dir poco sorpreso.

“Volevo semplicemente dirti di non farti illusioni” proferì con tono sicuro e sguardo fiammeggiante, mentre lo stupore diventava sempre più visibile sul volto di Ryo.

“Alla festa ho fatto bene a darti uno schiaffo, e se riproverai a baciarmi non mi farò problemi a fare la stessa cosa”

Ryo pian piano, riacquistò la sua solita espressione fredda e distaccata, ma stavolta un po’ scocciata: si era sbagliato alla grande su Ichigo.

“Tsk” incrociò le braccia con fare indisponente, come se la cosa non lo toccasse minimamente.

“E allora?” chiese.

“Allora…? Allora cosa?” domandò perplessa Ichigo.

“Perché mi vieni a dire questo?”

“Beh… Perché volevo semplicemente farti sapere che non sarò una delle tante” disse decisa per poi voltarsi.

“Ti saluto”

Ryo accolse quella frase come una provocazione e, in un secondo, afferrò il braccio di Ichigo costringendola a voltarsi.

“Ehi, ma…!”

Non le diede neanche il tempo di finire la frase…

Avvicinò il viso al suo, portando le labbra a pochi centimetri da quelle di lei...

La distanza era praticamente quasi inesistente.

“Mi stai provocando…?” le chiese con tono estremamente sensuale.

Ichigo, ormai, aveva il cuore che batteva all’impazzata.

Nonostante tutte le belle parole dette prima, quel ragazzo aveva ancora potere su di lei… E no, purtroppo di rese conto che alla festa il fatto di aver bevuto non aveva inciso sulla sua accondiscendenza con il ragazzo…

“No… ti sto avvertendo” rispose lei tentennando, poiché ogni tanto il suo sguardo cadeva sulle labbra del ragazzo.

Lui se ne accorse, purtroppo per Ichigo.

“Mh… vediamo…” disse eliminando la poca distanza tra loro e unendo le sue labbra a quelle di Ichigo.

Lei rimase un attimo interdetta, poiché quello non si poteva definire un vero bacio…

Solo le loro labbra erano a contatto, e Ryo aspettava una qualsiasi reazione da parte di lei…

Ma Ichigo non si mosse. Rimase ferma, impietrita, indecisa su cosa fare.

Fu lui a staccarsi, con uno sguardo piuttosto compiaciuto.

“Tsk… Non mi sembra di aver ricevuto un altro schiaffo” proferì lentamente, mentre il viso della ragazza diventava rosso come i suoi capelli.

Ichigo cercò di riacquistare una calma che non aveva e fece un paio di respiri profondi, frugando nella sua testa alla ricerca di una risposta adeguata.

“…E tu quello lo chiami bacio?” gli chiese in tono provocatorio, che fece sussultare Ryo.

“Tsk…” si voltò di nuovo, stavolta con la precisa intenzione di andarsene.

Ma, com’era successo poco prima, si sentì afferrare e girare con forza.

Stavolta le labbra di Ryo premevano violente contro le sue, cercando un’accondiscendenza che, secondo il parere di Ichigo, non ci sarebbe mai stata.

Con forza, il ragazzo le afferrò il mento e le schiuse la bocca, cercando di approfondire il bacio.

La rossa, sopraffatta dal ricordo della festa, si allontanò di scatto mordendogli il labbro.

“Ma…” Ryo si portò una mano sul labbro inferiore, toccandolo con la punta delle dita e notando il sangue che, anche se in minima quantità, fuoriusciva.

“Non è uno schiaffo, ma spero tu abbia capito l’antifona” asserì paonazza in volto, cercando di riprendersi.

Si voltò di scatto e stavolta iniziò a correre, per evitare di essere di nuovo riacciuffata da quel ragazzo che era rimasto pietrificato a fissarla.

 

La giornata di scuola passò molto velocemente.

O meglio, passò molto velocemente per Ichigo che non aveva prestato attenzione a nessuna delle materie proposte dagli insegnanti.

Letteratura giapponese, matematica, inglese, giapponese antico e biologia.

Una materia più noiosa dell’altra, a suo avviso. Ma non era quello per cui la sua attenzione era rimasta concentrata su altro.

Aveva pensato ininterrottamente a Ryo e al suo comportamento.

Odiava i tipi come lui, che credevano di poter dominare tutto e tutti e che il mondo giri intorno a loro…

E poi Ryo la stava solo prendendo in giro…

Gliel’aveva detto anche Purin che a lui piaceva divertirsi con le ragazze e prenderle semplicemente in giro.

L’unica cura, per tipi del genere, era di trovare l’amore.
Trovare la ragazza che gli avrebbe fatto perdere la ragione e che l’avrebbe fatti innamorare…

Ma forse, da quello che aveva visto, Ryo Shirogane era una battaglia persa in partenza.

Ichigo però non sapeva che si stava sbagliando… E che la ragazza che avrebbe cambiato Shirogane era proprio lei.

La ragazzina dai capelli rossi.

 

All’uscita da scuola, Ichigo salutò Retasu che sarebbe dovuta andare a pranzo da sua nonna e quindi non avrebbero potuto fare la strada di casa insieme.

Prese a camminare per le strade di Tokyo, diretta verso casa sua, facendo oscillare la cartella a destra e a sinistra.

Si fermò sul marciapiede, alzando lo sguardo e fissando il cielo.

Non le andava proprio di tornare a casa… Le sarebbe piaciuto andare a trovare Purin al locale per raccontarle ciò che era successo alla festa, ma di sicuro avrebbe incontrato Ryo.

Proposta bocciata.

Si portò una mano sulla fronte, indecisa su cosa fare…

“Momomiya…!” si sentì chiamare e abbassò la testa di scatto, non avendo riconosciuto la voce di chi aveva appena pronunciato il suo nome.

Il sole le accecava ancora gli occhi, così li chiuse e li riaprì più volte, notando di fronte a lei la sagoma di un ragazzo.

Sperò con tutto il cuore che non si trattasse di Shirogane e le sue preghiere furono ascoltate.

“A… Aoyama?” domandò mentre la vista tornava normale.

Il moro annuì, sorridendo.
”Proprio io” annuì.

Ichigo sorrise.

“Dimmi” gli disse subito.

“Ecco… vorrei parlarti” Masaya si mostrò un po’ titubante e si portò una mano dietro la nuca.

“Vorrei fare due chiacchiere con te”

La ragazza annuì felice… Almeno aveva trovato qualcosa da fare (Bene, qui si è apertamente ammesso che Aoyama è un semplice passatempo! NdRanpyon).

Cominciarono a camminare l’uno di fianco all’altro, chiacchierando del più e del meno…

Dell’impatto con la nuova scuola per Ichigo, dello stress della scelta per l’università di Aoyama…

E, conversando e passeggiando, ormai due ore erano scivolate via come niente.

Ichigo tirò fuori il cellulare dalla tasca della divisa e notò che erano le cinque passate.

“Oddio… E’ tardi e per domani devo studiare… Scusa, Aoyama, ma dovrei andare”

“Cosa provi per Ryo?”

Ichigo rimase pietrificata a quella domanda.
Durante le ultime due ore aveva appositamente evitato il nome “Ryo” e ora lui lo tirava fuori così, di punto in bianco?

“Perché me lo chiedi?” chiese perplessa aggrottando le sopracciglia.

“Perché… ho visto che stamattina l’hai preso in disparte e gli hai parlato… E quando è tornato era di pessimo umore”

Ichigo sorrise compiaciuta.

“Beh, ha tentato di baciarmi di nuovo e gli ho morso il labbro” rispose semplicemente poggiando la cartella a terra e incrociando le braccia.

Ma forse si era lasciata sfuggire una parola di troppo.

“Di nuovo?” Chiese Masaya sgranando gli occhi.

Ichigo deglutì, portandosi una mano sul viso e dandosi una stupida mentalmente.

“Alla festa”

Ormai tanto valeva raccontargli tutto. In fondo lui era il migliore amico di Ryo.

“Mi ha baciata alla festa io gli ho dato uno schiaffo”

Masaya si sentì sollevato.

“Beh, mi fa piacere” ammise infine dopo un attimo di silenzio.

Ichigo, incuriosita da quell’affermazione, sgranò gli occhi.

“Come, scusa?”

“Oh, non fraintendermi… E’ solo che conosco Ryo da anni e non ho mai parlato male di lui… Ma nonostante questo ho cercato fargli capire che il suo comportamento è sbagliato”

Ichigo non riusciva a capire… Ma che c’entrava adesso quel discorso?

“Scusa ma non capisco” proferì.

“Non voglio che Ryo prenda in giro anche te!!!” Esclamò lui con convinzione, stringendo i pugni.

Ichigo rimase sorpresa da quel comportamento.

Perché non voleva che la prendesse in giro?

“Ma… Aoyama…”

Il ragazzo abbassò la testa di scatto.

“Scusa, ma devo andare. Pensa a quello che ti ho detto”

Si voltò e andò via, lasciando Ichigo sola in mezzo alla strada con un’enorme confusione in testa.

Cos’avrà voluto dire?

 

Fine capitolo!!

Oddio, porca zozza, certo ke ryo è insistente forte, eh…

E ichigo, stacci, nooooo!!!!!!! Questa è pazza!

 Vabbè, io vi lascio… grazie per i commenti precedenti e per quelli ke farete per questo capitolo!! (Ma noi non faremo commenti per questo capitolo NdLettori) (ç__ç NdRanpyon)

Baci!!

Ranpyon

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Capitolo 7
*** Trasferimento...? ***


Capitolo 7

Capitolo 7: Trasferimento…?

 

“Dici sul serio?!”

 “Ho la faccia di una che sta scherzando?” domandò Ichigo contrariata sbuffando e incrociando le braccia.

“D’accordo, scusa… Continua” Purin serrò immediatamente la bocca.

“E basta, non c’è altro da dire. Gli ho morso il labbro” concluse compiaciuta ma allo stesso tempo un po’ turbata.

“Wow…” Sussurrò Purin battendo le mani.

“Ne hai di fegato, Ichigo. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere, prima d’ora”

La ragazza sorrise di nuovo.

“Beh, allora sono la prima ragazza intelligente che ha incontrato” rispose soddisfatta di sé. Si sedette sulla sedia della sua camera, mentre Purin incrociava le gambe sul letto dell’amica.

Era passata quasi una settimana, e già era arrivato venerdì.

Purin era ospite a casa di Ichigo che l’aveva invitata a dormire da lei, e la biondina aveva accettato.

Ed ora erano lì a chiacchierare. Ichigo le aveva appena raccontato ciò che era successo alla festa e poi a scuola, e Purin era rimasta letteralmente scioccata.

Non credeva che Ryo sarebbe stato capace di provarci anche con Ichigo!

Erano giorni che la rossa non parlava più con Ryo e Masaya… E aveva raccontato tutto a Retasu che era rimasta esterrefatta da ciò che era successo.

Purin abbassò la testa…

Ichigo capì che forse aveva detto qualcosa di sbagliato e la fissò perplessa.

“Che c’è?” le chiese fissandola.

La biondina scosse la testa e sorrise amaramente.

“Allora, anche se per poco, anche io non sono stata intelligente” sottolineò l’ultima parola e si schiarì la voce.

Ichigo sgranò gli occhi e capì immediatamente.

“…Purin… Sei stata con Shirogane?” le chiese con l’ansia nella voce.

“C’è stato solo un bacio. Niente di più” rispose semplicemente incrociando le braccia.

“Purin, scusa, non sapevo…” la rossa cercò di scusarsi, ma Purin le sorrise.

“Certo, non potevi saperlo, non ti avevo detto niente” proferì distendendosi sul letto.

“E comunque è acqua passata. Ora Shirogane per me rappresenta solo un grande amico. Niente di più”

Ichigo deglutì e fissò l’amica che, stesa sul letto, aveva cominciato a canticchiare una canzoncina che andava di moda a quel tempo… Una canzone di un gruppo punk molto conosciuto ma che lei non aveva mai avuto occasione di ascoltare.

Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Purin scattò in piedi, fissando l’amica.

“Comunque tranquilla, ci parlo io con Shirogane”

“Per dirgli cosa, scusa?”

“Di non metterti più le mani addosso, altrimenti dovrà vedersela anche con me” sorrise e si avvicinò all’amica.

“E il fatto che io abbia baciato Shirogane, tempo fa, non cambia niente, no? Tanto lui non ti piace”
Ichigo, spiazzata dall’ultima frase, asserì con la testa e sorrise, diventando leggermente rossa in volto.

“Scherzi? Odio quel tipo” esclamò lanciandosi in una serie di insulti verso il ragazzo che in quei giorni aveva occupato interamente la sua mente.

 

“…Etchù!” (Come diavolo si scrive lo starnuto?! >__

“Ryo, ti è venuto il raffreddore?” domandò Masaya chiudendo il libro di matematica.

“Ma che ne so” rispose l’altro soffiandosi il naso.

“Magari qualcuno sta parlando di me” esclamò divertito all’idea e cercando di immaginare chi mai potesse essere.

“Magari è Momomiya che ti sta maledicendo da chilometri di distanza” proferì Masaya voltandosi verso di lui.

“Come, scusa?” chiese Ryo scocciato. Durante gli ultimi giorni aveva evitato di incontrare quella ragazzina per i corridoi della scuola. E anche fuori al cancello. Insomma, faceva di tutto per non vederla.

Per lui essere stato rifiutato aveva rappresentato un duro colpo da incassare. Nessuna ragazza mai si era permessa di dargli uno schiaffo, né tantomeno di mordergli il labbro per un semplice bacio.

Anzi, di solito lui si spingeva oltre.

“Ho detto che Momomiya ti odia, Ryo. Faresti meglio a lasciarla perdere” proferì Masaya con sguardo sicuro.

“TI pare che sto appresso a una come quella?” chiese incrociando le braccia, innervosendosi.

“E poi è una ragazzina. E io non salto addosso alle ragazzine”

“E’ inutile che fingi con me. So già che l’hai baciata”

Ryo si voltò di scatto verso l’amico, sgranando gli occhi.

“Chi te l’ha detto?” chiese agitato ma cercando di non darlo a vedere.

“Lei” ammise Masaya semplicemente.

“Hai parlato con Momomiya?”

“Sì, e mi ha detto che l’hai baciata due volte”

Ryo sbuffò, piegando la testa di lato e aggrottando le sopracciglia.

“Possibile che le femmine non tengano mai la bocca chiusa?” chiese arrabbiato, chiudendo di scatto il libro di fronte a sé.

“Sono andato io da lei per parlarle. Ryo, non voglio che tu ti prenda gioco di lei” esclamò Aoyama arrabbiandosi e mostrando uno sguardo serissimo.

Ryo lo fissò con sgomento: non aveva mai visto il suo amico arrabbiarsi con lui…

“Perché, Masaya? Non mi dire che ti piace quella ragazzina…!” esclamò ridendo il biondo.

Masaya incrociò le braccia e si alzò in piedi, sempre serissimo in volto.

“E anche se fosse?” chiese con tono di sfida.

Ryo si alzò dalla sedia, passando accanto all’amico.

“Siete simili voi due. Non fumate, non bevete, non fate niente di niente. Prenditela, io non la voglio” proferì chinandosi a raccogliere la borsa da terra. Vi ripose dentro i libri in silenzio e si avvicinò alla porta della camera, aprendola.

“Dove vai?” chiese Masaya.

“Torno a casa. Ciao” uscì dalla stanza richiudendo la porta sbattendola un po’ più forte del dovuto.

Il moro si sedette sul letto prendendosi la testa tra le mani.

Non aveva mai litigato con Ryo, anche se quello non si poteva proprio chiamare litigio… Ma non avevano neanche mai discusso… Ed ora che stava succedendo?

Cosa provava lui, per quella ragazza dai capelli rossi?

Indeciso su una risposta precisa da darsi, decise di schiarirsi le idee e quindi uscì di casa per fare quattro passi.

 

Ichigo salutò Purin con la mano e richiuse la porta di casa, sospirando.

Avevano passato la serata benissimo insieme, ma da quando Purin le aveva confessato di essersi baciata con Ryo, la sua testa era andata in confusione. Immaginava continuamente la scena, nonostante non vi avesse assistito, e ogni volta aveva un tuffo al cuore che la faceva sobbalzare… Ma in fondo a lei che importava se la sua migliore amica aveva baciato il ragazzo che ora ci stava provando con lei…?

*Niente, non mi importa assolutamente niente* pensò, poggiando la schiena alla porta.

E invece si sbagliava: le importava eccome.

 

Passarono velocemente due mesi…

Due mesi tra compiti in classe e interrogazioni, e Ichigo finalmente si convinse che la scuola non era poi così bella e divertente come aveva immaginato…

Certo, divertente lo era, in classe ci si divertiva sempre con i compagni, ma la parte migliore della giornata era la ricreazione. Lì poteva davvero svagarsi.

Da un po’ di tempo, comunque, la ragazza aveva “riallacciato i rapporti” con Ryo, anche se non si erano mai parlati un granché… Ogni tanto spiccicavano qualche parola e si salutavano, oppure si insultavano indirettamente con qualche parolina ironica o con qualche battuta. Lei e Retasu passavano l’intervallo in compagnia di Masaya e Ryo, nella loro classe, chiacchierando del più e del meno, delle verifiche e delle gite proposte dalla scuola, che quell’anno avrebbe coinvolto le prime e le terze.

“Dove hanno programmato la vostra gita?” domandò Masaya sorseggiando la lattina di the.

Ichigo fece mente locale.

“A Hokkaido” esclamò vivacemente.

“Sono felice, non ci sono mai andata” continuò Retasu rivolgendosi ai ragazzi.

Ryo giocherellava con una matita e ogni tanto scarabocchiando il banco o qualche pezzo di carta.

“Ma dai! Anche noi!” Esclamò entusiasta Masaya. Si voltò verso Ryo.

“Vero, Ryo?”
Il biondo voltò appena la testa e annuì lentamente, tornando immediatamente al suo passatempo.

Lui e Aoyama avevano fatto pace.

Anzi, più semplicemente, avevano fatto finta che quella discussione non fosse mai avvenuta.

Quindi si comportavano normalmente, almeno di fronte a Ichigo, per non far capire che tra loro era successo qualcosa.

Ichigo rimase esterrefatta.

“Davvero? Wow!” Sorrise piacevolmente sorpresa… Ma quel sorriso si trasformò presto in una smorfia.

*Questo significa che verrà anche Shirogane…” pensò mestamente.

Come se le avesse letto nella mente, il biondo sollevò il capo e la fissò.

“Io non credo che verrò” proferì poggiando la matita sul banco.

“Non mi interessa”

Si alzò dalla sedia e uscì dalla classe, ignorando i richiami di Retasu che continuava a chiedergli il motivo.

“Beh… Ma tu e Shirogane non avete ancora fatto pace?” chiese scocciata rivolgendosi all’amica.

“Non c’è niente da fare, Retasu. Non lo sopporto”

*Allora perché vengo qui ogni giorno?* si ritrovò a pensare quasi spaventata.

Già, perché ogni giorno andava nella loro classe se non sopportava neanche la sua presenza?

Pregò dentro di sé che né Retasu né Masaya avessero avuto il suo stesso pensiero, altrimenti non avrebbe saputo che spiegazione dare.

 

“Ciao, mamma!! Sono tornata!”
Ichigo si sfilò le scarpe e indossò le pantofole, poggiando la cartella nel corridoio.

Si affacciò in cucina, che era stranamente vuota.

“Mamma?!” chiamò di nuovo.

“Ichigo, sei tu?” una voce dal piano superiore attirò la sua attenzione e, velocemente, si diresse al secondo piano.

La porta della stanza dei suoi genitori era aperta, e si affacciò.

“Mamma” disse entrando nella camera.

La donna si voltò verso sua figlia e chiuse una valigia poggiata sul letto.

“Che… Che fai?” le chiese titubante la ragazza avvicinandosi.

La signora Momomiya sospirò e si sedette sul letto, facendo cenno alla figlia di sedersi accanto a lei.

La rossa obbedì, con il cuore che martellava nel petto.

Già aver visto la valigia l’aveva allarmata… Perché ora sua madre aveva assunto un’espressione così triste?

“Cos’è successo?”

La signora sospirò mestamente e si voltò verso la ragazza.

“Ichigo, stammi a sentire senza interrompermi”

La rossa annuì deglutendo e si concentrò su sua madre, fissandola seriamente e con le labbra serrate.

“Tuo padre ha avuto una promozione e questo comporterà il suo trasferimento in un’altra sede”.

Ichigo parve non capire.

“Ah… E allora?” chiese.

“Dobbiamo andare con lui”

La rossa sgranò gli occhi, sobbalzando.

“COSA?!” esclamò scattando in piedi.

“No, non voglio trasferirmi!!!” urlò rivolta alla madre.

La donna si alzò e le poggiò le mani sulle spalle, cercando di calmarla.

“Ichigo, stammi a sentire…”

“NO! IO NON VOGLIO TRASFERIRMI!!” gridò di nuovo liberandosi dalla stretta della donna e correndo al piano di sotto.

La signora la seguì, chiamando il suo nome, ma Ichigo si infilò in fretta e furia le scarpe e uscì di casa sbattendo la porta.

Cominciò a correre per le strade di Tokyo piangendo, senza vedere dove stesse andando.

Si scontrò con qualche passante e, in pochi minuti, si ritrovò di fronte alla scuola.

Alzò lo sguardo, pensando che molto probabilmente avrebbe dovuto lasciare quel posto…

Perché? Non voleva trasferirsi! Non ora che si era ambientata così bene!

Non voleva lasciare gli amici appena incontrati… Retasu, Aoyama e sì, anche Ryo le sarebbe mancato… Ma soprattutto Purin!

Come avrebbe fatto in una città sconosciuta?

Si avvicinò al cancello, poggiandosi contro le fredde sbarre verdi e si portò le mani sul viso, asciugandosi le lacrime.

Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi.

“E tu che ci fai qui?”

Sentì una voce di fronte a lei e alzò di scatto la testa.

Il ragazzo che l’aveva chiamata le si avvicinò, notando che stava piangendo.

“Che ti è successo?” le chiese fissandola.

La rossa non resistette.

Gli occhi le si riempirono di nuovo di lacrime.

“Io… Io non voglio trasferirmi!” esclamò ricominciando a piangere.

Il ragazzo di fronte a lei sgranò gli occhi.

“Trasferirti? Che vuoi dire?” le chiese quasi preoccupato.

Ichigo singhiozzò di nuovo e non rispose, mentre il ragazzo continuava a fissarla indeciso sul da farsi.

Beh… c’era solo una cosa da fare, in fondo…

 

 

Fine capitolo!!

Chi sarà il ragazzo?? Cosa vorrà fare??

Sono tutte risposte che avrete nel prossimo capitolo!!

Beh, vi lascio immediatamente! Grazie per i commenti!

…. Ciauuuu!!!!!

Un kiss!!

-Ranpyon-

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Capitolo 8
*** Sostegno ***


Nuova pagina 1

Capitolo 8: Sostegno

 

“Io… Io non voglio trasferirmi!” esclamò Ichigo ricominciando a piangere.

Il ragazzo di fronte a lei sgranò gli occhi.

“Trasferirti? Che vuoi dire?” le chiese quasi preoccupato.

Ichigo singhiozzò di nuovo e non rispose, mentre il ragazzo continuava a fissarla indeciso sul da farsi.

Beh… c’era solo una cosa da fare, in fondo…

Si infilò di fretta una mano nella tasca ed estrasse il cellulare, componendo un numero che ormai conosceva a memoria.

“Masaya…? Sono io, Ryo” proferì rivolgendosi all’amico all’altro capo del telefono.

“Dovresti venire qui un secondo…” continuò voltandosi a guardare Ichigo che lo fissava senza dire niente.

“Qui? Qui dove?” domandò il moro non capendo cosa l’amico stesse dicendo.

Riusciva comunque a percepire il suo tono preoccupato.

“Davanti alla scuola. Muoviti!” esclamò chiudendo le conversazione.

Ripose il telefono nella tasca e si avvicinò ad Ichigo, poggiandosi addosso alla ringhiera del cancello.

Rimasero in silenzio per qualche minuto.

Ichigo stava aspettando che lui le chiedesse di nuovo cosa le fosse successo… Perché doveva trasferirsi...

Il ragazzo, invece, si limitava a guardare il cielo senza dire niente.

Aveva lo sguardo perso nel vuoto.

“Non… non mi chiedi niente…?” domandò Ichigo rompendo quel silenzio sovrannaturale.

Il biondo si voltò verso di lei.

“Non sono la persona più adatta. Parlerai con Masaya” le disse facendole sgranare gli occhi.

Che significava che non era la persona più adatta?

“Il fatto che tu abbia avuto questa premura nei miei confronti significa che sei adatto ad ascoltare i problemi della gente”

Ryo sospirò, tornando a guardare il cielo.

“Invece ti dico di no”

Si staccò dalla ringhiera e mosse qualche passo in avanti, dandole le spalle.

“Masaya è la persona più adatta. Lui sa aiutare la gente”

“Io non sono ‘la gente’!” esclamò lei.

“E se volessi il tuo, di aiuto?!” gli gridò da dietro.

Ryo si voltò senza rispondere, fissandola con le sopracciglia corrucciate, perplesso.

Rimasero a fissarsi per degli istanti…

Ma, ad un tratto, un rumore di passi li distolse ed entrambi si voltarono verso il nuovo arrivato.

“Ryo… Momomiya…” proferì ansimando Masaya.

“Che… Che è successo…?” domandò spostando lo sguardo da una persona all’altra.

Ryo si voltò.

“E’ tutta tua” disse incamminandosi.

Masaya non riuscì a capire e cercò di richiamarlo, ma il biondo non gli rispose.

Allora si voltò verso l’unica persona che avrebbe potuto dargli una spiegazione.

“Momomiya…” mormorò avvicinandosi e notando gli occhi gonfi a causa del troppo pianto.

Gli venne in mente un’idea terribile.

“…Ryo ti ha fatto qualcosa?” le chiese visibilmente preoccupato.

La rossa sollevò di scatto la testa e la scosse violentemente.

“No, lui non mi ha fatto niente!”

In quel momento si ricordò il motivo per cui si trovava lì.

Gli occhi si riempirono nuovamente di lacrime e ricominciò a piangere.

“Ehi…!” la chiamò lui.

“Perché piangi…?”

La rossa non rispose.

Aoyama sospirò, indeciso sul da farsi.

Con uno scatto, in un secondo le afferrò le spalle e l’attirò a sé, abbracciandola dolcemente.
Ichigo si lasciò cullare da quell’abbraccio tanto dolce e protettivo.
Chiuse gli occhi.

Masaya, dal canto suo, aveva il cuore che batteva all’impazzata e aveva paura che lei potesse sentirlo…

Perché?

“Non… Non voglio tornare a casa…” sussurrò lei ricambiando l’abbraccio.

In quel momento quello di cui aveva bisogno era di una persona che le stesse vicino e la consolasse.

Che la trattasse con dolcezza.

Ed era proprio ciò che Masaya stava facendo.

Lui deglutì.

“Vuoi venire da me…?” le chiese lui allontanandola leggermente.

Lei arrossì un po’ e annuì lentamente con la testa, abbozzando un sorrisetto.

“D’accordo… grazie…”

 

“Vieni, entra”

La ragazza fece il suo ingresso in casa Aoyama e si tolse le scarpe, indossando le pantofole.

“E’… è permesso…?” chiese timidamente, ma il ragazzo le sorrise e la rassicurò.

“Tranquilla, non c’è nessuno a quest’ora. I miei genitori sono a lavoro”

La rossa sospirò tranquillizzandosi e fece il suo ingresso nel corridoio.

“Beh…” Masaya si portò una mano dietro la nuca.

“Non è una casa molto grande, per cui non c‘è molto da dire… Di fronte c’è il bagno, qui a destra c’è il salotto… Qui la cucina…. A sinistra la camera dei miei genitori e là in fondo c’è la mia stanza” elencò il ragazzo camminando per la casa e indicando le varie stanze, seguito da Ichigo che, curiosa, si guardava intorno.

Ormai aveva smesso di piangere già da un bel po’.

Durante tutto il tragitto Masaya non le aveva chiesto niente.

Le aveva semplicemente camminato accanto in silenzio, gettandole un’occhiata ogni tanto per vedere se stesse piangendo.

Ed ora erano lì, in camera del ragazzo.

Ichigo si guardava intorno spiazzata.

Più che una camera era una libreria…!

C’erano volumi ovunque e la maggior parte erano giganteschi e trattavano il problema dell’inquinamento ambientale.

Ma c’erano anche libri sul kendo, lo sport praticato da Masaya e altri tomi riguardanti le materie scolastiche.

Ichigo rimase impressionata e si avvicinò ad una piccola mensola sulla quale erano riposte delle foto e, ovviamente, dei libri (Che monotonia… >___> NdRanpyon).

“Wow…” mormorò.

“Quanti libri…!”

Masaya sorrise un po’ imbarazzato e si sedette sul letto, incrociando le braccia.

“Mi piace studiare” disse semplicemente attirando l’attenzione della rossa.

“Sei la prima persona che lo dice dopo Retasu” esclamò divertita prendendo in mano un portafoto.

All’interno, un ragazzo alto e moro che sorrideva, teneva le braccia in alto con fare euforico. Accanto, una ragazza, anch’essa dai capelli neri e gli occhi castani, sorrideva all’obiettivo e teneva un braccio intorno alla vita di un altro ragazzo accanto a lei.

Aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi. Ichigo non faticò per niente a riconoscerlo, nonostante quella foto sembrasse un po’ vecchiotta.

Poi, a destra, c’era Masaya che sorrideva, composto come sempre.

“Che bella questa foto!” esclamò convinta mostrandola al ragazzo.

Lui si alzò e si avvicinò, fissandola.

“Sì… Fu scattata alla fine del primo superiore. Ci siamo io, Ryo, Minto e Seiji”

Ichigo lo fissò perplessa… Ricordava di aver sentito i nomi ma non aveva la minima idea di chi fossero.

“I proprietari della casa dove c’è stata la festa. Ricordi? Li hai anche conosciuti”

Ichigo sorrise e schioccò le dita, felice.

“Sì, ora ricordo!!” esclamò poggiando la foto sul ripiano e gettandole un ultimo sguardo.

Si diresse verso il letto e vi si sedette, incrociando le braccia e accavallando le gambe.

Masaya la seguì e le si sedette accanto.

“Allora… Mi dici perché stavi piangendo…?”

La rossa si voltò a fissarlo.

Dannazione, fino a quel momento aveva fatto di tutto per pensare ad altro e ora lui glielo ricordava?
Certo, aveva smesso di piangere ma non significava che aveva esaurito le lacrime!

Deglutì, abbassando lo sguardo.

Del resto erano più di due mesi che conosceva Masaya.
Aveva imparato a volergli bene e ad apprezzarlo, perché aveva scoperto che, a differenza di Ryo, era veramente un bravo ragazzo. Oltretutto era veramente bravo nello sport e intelligente. Era praticamente impossibile odiarlo perché, al primo richiamo, si faceva in quattro per aiutare qualcuno… E forse lo avrebbe fatto anche con lei.

“Mio padre deve trasferirsi per lavoro… E io e mia madre dobbiamo andare con lui”

Masaya sbatté le palpebre.

“E tu che vuoi fare?”

“Voglio stare qui. Non me ne voglio andare” sussurrò lei trattenendo i singhiozzi.

“Ne hai parlato con loro?”
Lei scosse la testa.

“Appena tornata a casa mia madre mi ha dato la notizia… E stava preparando la valigia… Quindi credo che la partenza sia imminente”

“E non ti hanno detto niente?!” si alterò Masaya stringendo un pugno.

“No…” rispose lei tentennando.

“Li odio quando prendono decisioni senza dirmi niente” proferì mentre una lacrima le scivolava lungo la guancia.

Masaya se ne accorse e, velocemente, le passò una mano intorno alle spalle e l’attirò a sé.

“Momomiya… So che non vuoi partire e che i tuoi genitori hanno sbagliato non dicendotelo prima… Ma sono pur sempre i tuoi genitori. Non puoi mica scappare di casa”

La rossa si staccò di scatto.

“Invece sì!” esclamò.

“Io non voglio andarmene da qui! Non voglio perdere gli amici che ho! Non voglio perdere Retasu, Purin, Ryo, te…!” gridò mentre ormai le lacrime scivolavano veloci.

Lui l’attirò di nuovo a sé, stringendola dolcemente.

“Piangi... Sfogati” le sussurrò all’orecchio.

Ichigo si lasciò andare e scoppiò in un pianto liberatorio tra le braccia di quel ragazzo che si stava comportando in maniera dolcissima con lei.

Masaya socchiuse gli occhi e le accarezzò la testa.

Quella ragazza lo faceva sentire bene. Era dolcissima, testarda e allegra, e un altro centinaio di aggettivi che in quel momento non era riuscito a trovare…

Ma gli piaceva…

Gli piaceva da morire…

Sospirò, staccandola dal suo corpo e fissandola.

Le asciugò le lacrime con il pollice e sorrise, mentre lei lo fissava imbarazzata.

“G… Grazie…” mormorò lei con il volto arrossato.

Lui sorrise di nuovo e abbassò la testa per potersi trovare alla sua altezza.

Ichigo capì immediatamente ciò che il ragazzo stava per fare e chiuse gli occhi, consapevole che quello di cui aveva bisogno era un ragazzo che l’amasse e che le stesse accanto…

Ma aveva decisamente sbagliato persona.

Anche Masaya chiuse gli occhi e coprì la poca distanza che c’era tra loro con un bacio.

Un bacio casto, come ci si sarebbe potuto aspettare da un ragazzo del genere, ma che piano piano andava ad approfondirsi…

E Ichigo si sentì leggera…

Felice, come non lo era mai stata…

Ma non sapeva che di lì a poco le cose sarebbero cambiate.

E, di certo, non in meglio.

 

Fine capitolo!!

Ecco, forza, sotto con le minacce di morte. Sono pronta!! #___#

Beh, direi che fra un po’ la ficcy entrerà nel vivo…
Ne vedremo delle belle!!!! (povero il nostro aoyama-kun cornuto…! NdRanpyon) (Zitta con queste anticipazioni del cavolo!!!! >___< NdRyo e Ichigo)

Al prossimo capitolo!!!!!!!

E grazie per i commenti!!!!

 

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Capitolo 9
*** Qualcosa che non va ***


Capitolo 9

Capitolo 9: Qualcosa che non va

 

“Ichigo…? Ichigo, mi stai a sentire?!”

Retasu passò una mano davanti al viso dell’amica, cercando di attirare la sua attenzione.

“…Eh?” chiese la rossa voltando lo sguardo verso di lei e fissandola con aria assente.

“Ichigo, è suonata la ricreazione. Andiamo…?”
”Andiamo? Andiamo dove…?” le chiese Ichigo fissandola perplessa.

“Come dove? Da Shirogane e Aoyama, no?”

All’ultimo nome, Ichigo sussultò. Divenne paonazza in volto e abbassò la testa di scatto.

“Che ti succede…?” le domandò curiosa Retasu intuendo qualcosa.

Lei scosse la testa violentemente, mormorando un “Non mi va di andare, oggi…”

La verdina, allora, si sedette di nuovo sulla sedia, poggiando i gomiti sul banco e fissando l’amica con un sorriso sornione.

“Mh… è successo qualcosa tra te e uno di loro…?”

Ichigo sollevò la testa di scatto, sempre più rossa in volto, e sorrise.

 

“Si può sapere che hai da sorridere?” domandò Ryo abbastanza scocciato. Stava cercando di fare una conversazione normale con il suo amico, ma Masaya non faceva altro che sorridere (Beh, Ryo, di che ti sorprendi… E’ la routine… U_U NdRanpyon).

“Ecco…” proferì dondolandosi con la sedia e fissando la porta.

“E’ tutta la mattina che hai questo sorriso idiota stampato sulla faccia! Non voglio farmi gli affari tuoi, ma almeno dimmi cosa ti è successo…”

Masaya rimase qualche altro secondo a fissare la porta, speranzoso che, entro qualche secondo, avrebbe visto Ichigo comparirgli davanti insieme all’inseparabile Retasu. Ma ciò non avvenne. Tornò a sedersi compostamente, andando a fissare Ryo che ancora lo guardava abbastanza scocciato.

“Oh, senti, io me ne vado…!” proferì alzandosi dalla sedia, ma Masaya lo bloccò.

“Io e Momomiya ci siamo baciati!” esclamò velocemente il moro. Ryo sgranò gli occhi, credendo di non aver capito bene.

“Co… Come…?” chiese di nuovo fermandosi del tutto.

“Io e Momomiya ci siamo baciati” ripeté il moro, stavolta con più calma.

Il volto di Ryo divenne improvvisamente serio. Masaya se ne accorse e si sollevò dalla sedia.

“Per questo ti prego di lasciarla stare”

Il biondo sgranò gli occhi e si liberò dalla presa dell’amico, voltandosi.

“…Sono contento per voi…” ammise infine, uscendo fuori dalla classe. Proprio in quel momento, la campanella che segnava il termine dell’intervallo suonò, e il professore entrò in classe.

“Shirogane, dove vai?” domandò al ragazzo che l’aveva superato come se niente fosse.

“In bagno” si limitò a rispondere lui. Il professore lo fissò uscire dalla classe e si diresse alla cattedra, sperando che Shirogane stesse dicendo la verità.

Ryo, a passo svelto, si diresse verso l’ultimo piano. Aprì l’unica porta presente e si ritrovò in terrazza. Mise un piede, fuori, guardandosi intorno per vedere se ci fosse qualche intruso indesiderato, poi uscì del tutto e si avvicinò alla ringhiera.

Si infilò una mano nella tasca posteriore della divisa e ne estrasse una sigaretta e un accendino, rubati poco prima a un compagno di classe ignaro dell’accaduto.

Si portò la sigaretta alla bocca, poggiandola tra le sue labbra, e con l’accendino l’accese.

Aspirò profondamente e soffiò il fumo fuori dalla bocca, sospirando.

Masaya si era baciato con Momomiya. Questo significava che stavano insieme…?

Un altro sospiro. Un altro tiro.

Portò le braccia sulla ringhiera, incrociando le dita delle mani e scrocchiandosele.

“Si sono baciati…” mormorò abbassando la testa mentre un po’ di cenere cadeva ai suoi piedi.

Perché gli aveva fatto quell’effetto saperlo…?

Appena Masaya gli aveva detto che si erano baciati aveva sentito lo stomaco contorcersi.. Inizialmente aveva stupidamente pensato ad un improvviso attacco di gastrite, così, per sdrammatizzare, ma sapeva benissimo che non si trattava affatto di quello.

Fece un altro tiro e gettò la cenere verso il vuoto, con la mente che ormai era nella confusione più totale.

Chiuse gli occhi, accarezzato da una leggera brezza che gli scompigliava appena i capelli. Si rilassò.

Improvvisamente, dietro di lui, sentì dei passi.

Scocciato e pronto a cacciare quell’inaspettato e per niente benvoluto visitatore, si voltò ancora con la sigaretta in mano.

Ma…

E lei che ci faceva qui…?
”Shirogane…?” Ichigo emise un sospiro di sollievo e si portò la mano sul petto, calmandosi.

“Credevo ci fosse un professore…” mormorò sorridendo appena. Poi, notando la sigaretta, il sorriso si spense lasciando il posto ad una smorfia di disgusto.

Le venne in mente la festa.

“Che ci fai qui? Non lo sai che è vietato…?” le domandò canzonatorio Ryo voltandosi.

Lei sbuffò avvicinandosi, ma rimanendo sempre lontana di un paio di metri.

“Almeno quanto te” proferì fissando la sua schiena.

Lo sentì ridere appena e fare un altro tiro alla sigaretta.

Ichigo rimase così, a debita distanza: non sopportava l’odore del fumo e vedere un ragazzo che fumava la faceva solo arrabbiare… Ma Shirogane aveva la sua vita e lei non aveva alcun diritto di dirgli cosa doveva fare e cosa invece era sbagliato.

“Che fai, non ti avvicini…?”

Ryo voltò la testa, fissandola. Ichigo non rispose, spostando lo sguardo sulla sigaretta. Il biondo capì al volo. Velocemente, fece un ultimo tiro e la lasciò cadere dal terrazzo, facendola precipitare sull’asfalto dieci metri più sotto.

La rossa, spiazzata, si avvicinò titubante.

“Allora l’hai capito che non sopporto le sigarette”

“Sì” rispose semplicemente lui mentre il suo sguardo si perdeva oltre l’orizzonte.

Ichigo si mise accanto a lui, poggiando i gomiti sulla ringhiera e sospirando.

Non sapeva che dire. Che Masaya gli avesse detto di loro due…?

Come se avesse letto nella sua mente quella domanda, Ryo parlò.

“Masaya mi ha detto che vi siete baciati” proferì voltandosi a fissarla.

Ichigo divenne improvvisamente paonazza e si prese il viso fra le mani.

“A…Allora te l’ha… detto…” balbettò, in preda alla vergogna.

“…” Ryo non disse niente. Non sapeva cosa dire.

Se non avesse chiamato Masaya, la sera prima, forse le cose sarebbero andate diversamente. Forse non si sarebbero baciati e, di conseguenza, non si sarebbero messi insieme…

Sorrise ironico, mentre la voglia di fumarsi un’altra sigaretta cresceva lentamente.

Ichigo si morse il labbro inferiore, non sapendo cosa dire. Deglutì, spostando lo sguardo da Ryo al paesaggio circostante.

“Beh, io vado” proferì il biondo voltandosi.

La rossa lo fissò senza dire niente, e lui non la costrinse di certo a parlare.

Si incamminò verso l’interno della scuola, ma ad un tratto si bloccò.

“Momomiya…?” la chiamò attirando la sua attenzione. Ichigo si voltò completamente.

“Sì…?”
”E’ un vero peccato” ammise infine lui ritornando all’interno dell’edificio.

Ichigo cercò di inseguirlo, ma Ryo fu più veloce e, in meno di un minuto, era già sceso al piano inferiore.

“Ehi!! Che significa?!” gli urlò dietro Ichigo, ma Ryo non le rispose.

La rossa, sconsolata, si portò una mano sulla fronte, mentre il cuore aveva accelerato i battiti.

Tornò in terrazza, vicino alla ringhiera, e vi si poggiò dandole la schiena.

Ripensò con affetto alla sera prima…

Masaya, dopo il loro bacio, si era comportato in maniera davvero dolcissima.

Le aveva parlato e l’aveva consolata, stringendola tra le sue braccia… Ma di loro non avevano parlato. Di quel sentimento che stava nascendo nei loro cuori e che presto sarebbe sbocciato. Ma, e lo sapevano, prima o poi avrebbero dovuto affrontare il discorso.

Sospirò di nuovo.

Poi lui l’aveva accompagnata a casa. E lì si erano salutati imbarazzati, regalandosi un bacio a stampo che però a Ichigo non era affatto dispiaciuto (Tsè… a stampo… >_> vedrai che ti combino fra un po’, razza di perversa che non sei altro…. NdRanpyon) (Io… Perversa?! O__O NdIchigo) (Gli insegnamenti di un certo biondino portano a questo, sai… U.U NdRanpyon) (ToT Io questa l’ammazzo, con tutti questi spoiler… NdRyo).

Una volta tornata a casa, la ragazza aveva parlato con i suoi genitori e si era scusata per essere scappata via così. E loro avevano capito.

Avevano parlato tutta la sera, giungendo finalmente ad un accordo: il padre di Ichigo si sarebbe trasferito per tempo indeterminato, per un periodo di prova, e Sakura sarebbe andata con lui. Ichigo, invece, sarebbe rimasta a casa e, eventualmente, in seguito li avrebbe raggiunti.

La rossa non poteva crederci…! Non avrebbe mai creduto possibile che i genitori le avrebbero permesso di vivere da sola, ma come lei gli aveva detto, aveva appena cominciato la scuola, e lasciare ambiente e amici sarebbe stato troppo doloroso e difficile.

Sorrise, pensando che il giorno prima era cominciato come tutti gli altri, era proseguito nel peggiore dei modi e si era concluso magnificamente.

Si portò una mano sulle labbra, sfiorandole lievemente.

Quando si era baciata con Masaya non aveva potuto fare a meno di confrontare il suo bacio con quelli che le aveva dato Ryo. Non c’era paragone, davvero.

Si vedeva lontano un miglio che quello più adatto a trattare con le ragazze era Ryo, e questo la fece rattristare e pensare alla frase che le aveva detto prima.

“E’ un vero peccato”.

Cosa aveva voluto dire?

Scosse la testa, cercando di non pensarci, e decise di tornare in classe.

Si staccò dalla ringhiera, mentre nella sua mente quella frase risuonava più fastidiosa che mai.

 

“Questi sono i moduli della gita”.

Il professore girò per la classe consegnando dei fogli agli studenti, che li afferravano con sguardo sognante.

La prima gita del liceo.

Dopo aver consegnato tutti i fogli, il professore tornò alla cattedra, prendendo la sua copia.

“Come sapete, quest’anno la gita si svolgerà con quelli del terzo anno della vostra stessa sezione” proferì attirando l’attenzione di qualche studente, mentre gli altri, noncuranti, leggevano i moduli.

“La gita durerà quattro giorni e si svolgerà tra due mesi esatti. Intanto fate vedere i moduli ai vostri genitori. Entro dopodomani voglio la lista dei partecipanti, così potremo accordarci con il coordinatore del terzo anno.

Ci furono dei mormorii di assenso abbastanza sconnessi, ma il professore si ritenne soddisfatto e tornò ad occupare il suo posto, aprendo il registro.

“Bene, interroghiamo…” proferì, attirando in un secondo l’attenzione di ogni singolo studente.

Un sorriso si dipinse sul volto dell’uomo.

“Scherzavo” proferì chiudendo il registro.

“Mancano dieci minuti alla fine della giornata, ragazzi. Fate quello che volete, ma non parlate a voce troppo alta”

Ichigo sospirò e si stese sul banco, pensando a quanto potessero essere bastardi i professori… In particolare, quel professore si divertiva a spaventarli, ma alla fine si dimostrava sempre scherzoso e divertente.

 

La campanella che segnava la fine di quella lunga giornata di lezioni suonò.

Gli studenti, chi allegro per un bel voto, chi triste per un’interrogazione andata male, uscirono dalla scuola accalcandosi al cancello, impazienti di fuggire da quella che, per molti di loro, era una trappola infernale.

E, in mezzo a quella calca, s’incontrarono.

Ichigo e Retasu si trovarono di fianco a Ryo e Masaya che, in silenzio, aspettavano pazientemente di poter uscire da quella ressa.

“Ehi, ragazzi…!” esclamò Retasu afferrando la manica della maglietta di Ryo.

Lui si voltò a fissarla, e lo stesso fece Masaya che, in un secondo, sentì il volto diventare caldo. Il suo sguardo si era spostato su Ichigo.

La rossa abbassò la testa di scatto, diventando paonazza.

Retasu, intuendo qualcosa, spostò lo sguardo da un ragazzo all’altro, mentre Ryo, con aria indifferente, procedeva in mezzo a quella folla di gente che lo stava infastidendo non poco.

Quando, finalmente, si trovarono all’esterno della scuola, i quattro si fermarono.

“Ci hanno dato i moduli per la gita!” esclamò allegramente Retasu rivolgendosi ai ragazzi.

“Anche a noi” asserì Masaya sorridendo. Andò di nuovo a fissare Ichigo che, imbarazzata, abbassò la testa di scatto e si fissò con vago interesse le punte dei piedi.

“Ehi ehi” disse Retasu attirando l’attenzione: aveva capito che tra quei due era successo qualcosa.

“Che avete combinato voi due…?” chiese con un sorriso sornione rivolgendosi alla rossa e al moro.

Loro, allo stesso tempo, si voltarono verso di lei, esclamando un sonoro “niente!”, ma Ryo smentì tutto.

“Si sono baciati” annunciò mentre la vergogna si dipingeva sul volto dei suoi amici.

Retasu spalancò la bocca sorridendo contenta.

“Davvero…????” chiese al colmo della felicità.

Ichigo, cercando di combattere l’imbarazzo, annuì, seguita da Masaya.

“Ma allora dobbiamo festeggiare!!” esclamò sorridendo.

Ryo annuì.

“Ha ragione”

Ichigo si voltò a guardarlo.

Perché quella frase le era apparsa come una presa in giro…?

“A proposito… Venite voi in gita, vero?” cambiò discorso la verdina, fissando i due ragazzi.

Masaya annuì.

Ryo non rispose.

“Ah già. Avevi detto che non saresti venuto” mormorò sconsolata Retasu.

Senza farsi vedere, Ryo spostò lo sguardo sulla nuova coppia e sorrise sornione.

“Certo che vengo” proferì fissando la rossa.

Ichigo sentì i battiti cardiaci accelerare all’inverosimile.

E, in quel momento, se avesse saputo ciò che stava per accadere, si sarebbe molto volentieri strappata il cuore dal petto.

 

Fine capitolo!!

Beh, a quanto pare il blocco dello scrittore è sparito.. anche se ci ho messo un po’ a scrivere questo capitolo…! Ma che ci volete fare… insomma… E comunque, finalmente questa cavolo di scuola è finita!!! E andiamo!!! Tre mesi di pacchia totaleeee!!

Beh, ringrazio tutti per i commenti e ci vediamo al prossimo capitolo!

Un kiss

Ranpyon

 

Ps-  La mia amica Lady Vivien ha scritto una ff su Fruits Basket… A chi è amante di questo manga consiglio di leggerla, nonostante la coppia (o il triangolo?!) protagonista non sia dei principali… Ma è veramente ben scritta e non mancheranno i colpi di scena! La storia si chiama: Dio li fa e poi ci si accoppia.

Può sembrare il titolo di una ficcy comica ma, fidatevi, non lo è!

Un bacio

Mamiru’ tvttttttttttttb

 

 

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Capitolo 10
*** La ragazza del mio migliore amico ***


Nuova pagina 1

Capitolo 10: La ragazza del mio migliore amico

 

La storia tra Masaya e Ichigo era ormai sulla bocca di tutti.
Inizialmente la notizia si era diffusa solo nelle loro classi, ma poi le voci avevano cominciato a circolare… ed ora, ogni volta che passeggiavano insieme, oppure si incontravano all’entrata e all’uscita da scuola, tutti li fissavano, parlottando tra loro di come quella coppia fosse perfetta.

Lei, una bella ragazza anche se un po’ infantile, ma infinitamente dolce e gentile.

Lui, un bel ragazzo con un passato da dimenticare ma che, nonostante questo, sorride alla vita. Intelligente, spiritoso e gentile con tutti.

Solo Retasu e Ryo non facevano commenti sulla nuova coppia, anche perché ormai erano abituati a vederli insieme.

La rossina era tesa, per non dire tesissima: sapeva che prima o poi avrebbero dovuto spingersi oltre il semplice bacio.

Ma lei, timida e impacciata com’era, aveva paura di sbagliare, di deluderlo, di non essere all’altezza.

Aveva vissuto per sedici anni senza un ragazzo e quindi era totalmente inesperta, nel campo sentimentale… Ma non sapeva che Masaya era nella sua stessa condizione.

Anche lui, timido con le ragazze, non era mai stato con nessuno… E forse aveva paura di farsi avanti con Ichigo perché a lei teneva davvero. Quel mese trascorso insieme era stato il più bello della sua vita… E forse, grazie alla gita, finalmente l’imbarazzo sarebbe sparito.

“Ma ancora non sei andato a letto con Momomiya?” chiedeva sempre Ryo, curioso di sapere i risvolti della relazione del suo amico. Masaya si rifiutava sempre di rispondere, ma il biondo sapeva già che la risposta era negativa: ne sarebbe passato di tempo, prima che uno dei due avrebbe preso l’iniziativa.

Per quanto riguardava lui…

Beh, Ryo aveva messo a tacere quel sentimento che credeva fosse nato per quella ragazzina.

Era stato incredibilmente geloso nel sapere che lei e Masaya si erano baciati, ma gli era passato tutto e subito.

Si era convinto di aver avuto un momento di debolezza, quello che tutti hanno prima o poi.

Perché lui non era innamorato di nessuno e non si sarebbe mai innamorato di nessuno.

E, di certo, non della ragazza del suo migliore amico.

E quindi aveva ripreso ad uscire la sera, a non tornare a casa la notte e andare direttamente a scuola la mattina dopo, dopo notti di fuoco passate in dolce compagnia.

Ma forse, non era quello il modo più giusto di affrontare la questione.

 

“Oggi usciamo!!” esclamò Ichigo battendo le mani sul banco, mentre una Retasu spaventata la fissava con gli occhi spalancati.

“Ichigo, mi hai fatto prendere un colpo!!” la rimproverò alzandosi dalla sedia.

“Oggi usciamo!” ripeté imperterrita l’altra sorridendo.

“Ho capito…” mormorò sconsolata portandosi una mano sulla fronte.

“Da quando ti sei messa con Aoyama sei sempre euforica… Datti una calmata…” cercò di dire, ma Ichigo la azzittì subito.

“E’ vero, sono contenta!” esclamò sorridendo di nuovo, mentre anche Retasu veniva contagiata da quell’allegria forse un po’ esagerata.

“Che dicevi prima?” le chiese chinandosi a prendere la borsa dei libri.

“Che oggi usciamo! Noi quattro!”

“Senti, Ichigo… non credi che sia ora che tu e Aoyama usciate da soli? Non possiamo esserci sempre io e Shirogane!!” esclamò Retasu fissando l’amica, mentre riponeva i libri nella borsa.

Ichigo divenne improvvisamente rossa in volto.

“Ma perché, cosa faremmo io e Masaya da soli??” chiese, mentre la risposta già si materializzava nella sua mente.

“…Vuoi davvero che te lo dica…?” le domandò Retasu sorridendo, capendo che l’amica, forse, non era poi così stupida.

“No, Retasu, è troppo presto…!” si agitò la rossa, ormai completamente congestionata in volto.

“E’ solo un mese che stiamo insieme!” esclamò.

“Lo so. Ma prima o poi succederà, no?”

Ichigo abbassò la testa, annuendo debolmente.

“Ma non ora…” proferì a voce bassa, vergognandosi da morire. Fare quei discorsi la imbarazzava sempre, ma in pochi minuti riusciva a ritrovare la sua allegria. Era questo il suo maggior pregio.

“Allora, esci?!” chiese imperterrita alla verdina. Lei sorrise.

“D’accordo”

“Evvivaaaaaaaaaa!!!!” Ichigo saltellò per la classe felicissima della risposta affermativa dell’amica.

“Vado ad avvisare i ragazzi…!” esclamò uscendo di corsa fuori dalla stanza, mentre la campanella suonava e segnava la fine della giornata scolastica.

Ichigo corse verso l’ultimo piano e si precipitò nella terza classe della quarta sezione, dove tutti gli studenti stavano uscendo. Fece un po’ di fatica ad entrare per via della calca di gente che stava uscendo dall’aula e, quando fu dentro, si diresse verso gli ultimi banchi, dove c’era seduto Masaya ad aspettarla.

“Dov’è Shirogane…?” domandò Ichigo guardandosi intorno.

Masaya sospirò e si alzò dalla sedia, afferrando la cartella.

“E’ uscito insieme agli altri. Ha detto che ha cambiato idea”

“COSA?!” domandò infuriata Ichigo.

“Aveva detto che sarebbe uscito con noi!” esclamò con veemenza.

Masaya cercò di calmarla. Le poggiò una mano sulla spalla, mentre il cuore di Ichigo perdeva un battito.

“Calmati, Ichigo… ha detto che si era dimenticato che doveva lavorare…”

“Mh…” la rossa parve calmarsi. Si voltò verso il ragazzo, prendendogli la mano.

“D’accordo… Allora andiamo…!”

“Dove?”
”Al suo locale! Andiamo a trovarlo!!”

La ragazza trascinò Masaya fuori dalla classe e scesero al piano di sotto, dove una scocciata Retasu li aspettava picchiettando per terra con il piede.

“Sono secoli che aspetto” proferì annoiata, mentre Ichigo si parava di fronte a lei.

“Shirogane deve lavorare” disse con voce squillante.

“…D’accordo, ciao” la verdina si voltò per andarsene, ma Ichigo le afferrò la cartella e la fece girare di nuovo.

“Dove vaiii???” le domandò agitata.

“A casa. Non voglio fare il terzo incomodo”

A quelle ultime parole, sia Masaya che Ichigo arrossirono.

“…Macchè terzo incomodo…!!! Andiamo al locale dove lavorano Shirogane e Purin…! Tutti insieme!!” la rossa sottolineò quel “tutti insieme” e l’amica capì che non voleva restare sola con Masaya.

“D’accordo” sospirò.

“Andiamo”

Ichigo esultò e li precedette, sorridendo. Retasu e Masaya si lanciarono un’occhiata.

Retasu aveva ormai imparato a conoscere Ichigo, e questo suo comportamento era del tutto normale… Del resto, l’allegria era parte integrante del suo essere.

Aoyama, invece era perplesso: guardando la sua ragazza così allegra, non poteva fare a meno di pensare che la causa fosse un certo ragazzo…

Il suo migliore amico...

E una punta di gelosia lo colse all’istante per poi abbandonarlo immediatamente.

Che motivo aveva di essere geloso?

Ryo gli aveva promesso che avrebbe lasciato in pace Ichigo e che non l’avrebbe in alcun modo importunata…

Ma allora perché aveva quel brutto, bruttissimo presentimento?

 

“Ehilà!!!!!!! Purin!!”
Ichigo fece irruzione nel locale, seguita da Masaya e Retasu che sorridevano imbarazzati: con la sua euforica entrata, la rossa aveva attirato l’attenzione di tutto il locale, personale e clienti.

Purin, sentendosi chiamare, si voltò verso la porta.

“Ichigo…!” esclamò felice, allontanandosi dal tavolo dove stava prendendo le ordinazioni.

A quel nome, un ragazzo si voltò di scatto.

Ryo afferrò il blocnotes che era caduto per terra e si rialzò, osservando la scena.

“Ma che ci fanno qui…?” chiese a se stesso. Di certo non avrebbe ottenuto risposta, quindi decise di chiedere ai diretti interessati.

Quasi scocciato, si avvicinò al gruppetto.

“Oh, ciao, Shirogane!” lo salutò Retasu, ma lui la ignorò.

“Che ci fate qui?” domandò seccato.

“Visto che non potevi venire con noi, siamo venuti noi da te…!” sorrise Ichigo muovendo un passo in avanti.

Ryo spalancò la bocca per ribattere, ma Purin lo fece tacere pestandogli il piede.

“Non date ascolto a Shirogane…! Prego, entrate!”

Masaya, Retasu e Ichigo sorrisero ed entrarono, mentre quest’ultima faceva una linguaccia al biondo.

“Il cliente ha sempre ragione”

Purin accompagnò gli amici ad uno dei tavoli liberi e li fece accomodare.

Prese le ordinazioni e si diresse in cucina, mentre Ryo era tornato a lavorare.

“Allora, fra un mese si parte…!” esclamò entusiasta Retasu, contenta all’idea di staccare la spina per un po’.

“Già… non vedo l’ora!” sorrise felice l’altra, voltandosi verso la cucina.

“Ma quando arriva Purin?” chiese a Masaya. Lui poggiò una mano su quella di lei, sorridendo.

“Abbi pazienza, Ichigo… E’ appena andata in cucina…”

La ragazza annuì imbarazzata e strinse la mano del suo ragazzo, mentre Retasu voltava la testa dall’altra parte: certe scene sdolcinate non le piacevano affatto…

Ma…

Ryo voltò di scatto la testa verso le ragazze che aveva di fronte, che, insistenti gli chiedevano di poter ordinare.

Si concentrò completamente su di loro ed ignorò volutamente Retasu, che si era accorta che Ryo stava fissando la coppietta.

*Ma… stava guardando Ichigo…?* si domandò Retasu perplessa, mentre Purin usciva dalla cucina e si avvicinava al tavolo.

“Ecco a voi!” esclamò poggiando sul tavolo ciò che i ragazzi avevano ordinato.

“Finisco di servire e poi sono subito da voi…!” proferì voltandosi e dirigendosi verso un altro tavolo.

Passarono un paio d’ore così, a chiacchierare allegramente di tutto.

Ichigo e Masaya ogni tanto si scambiavano qualche bacio innocente, a fior di labbra, e Ryo non poteva fare a meno di notarlo.

E, anche questa volta, mentre Aoyama e Ichigo si scambiavano l’ennesimo bacio, si voltò a guardarli.

Purin, accanto a lui, gli diede una gomitata sul fianco.

“Ehi!!” esclamò arrabbiato alla ragazza.

“Cameriere, torna a lavorare…!” lo rimproverò lei con tono scherzoso.

“Io sto lavorando” ringhiò lui piuttosto scocciato.

“A me sembra invece che tu sia un po’ troppo concentrato su Ichigo e Aoyama… E’ tutto il giorno che li fissi!”

Ryo sbuffò seccato e si voltò per andarsene.

“Prendo una pausa” disse alla ragazza, che lo fissava abbastanza preoccupata.

Il biondo fece per andarsene e, nel farlo, gettò un’ultima occhiata alla coppia.

Ichigo, forse perché si sentiva osservata, o forse semplicemente a causa di ciò che viene definito destino, si voltò verso di lui e gli sorrise.

Ryo sentì il cuore che accelerava i battiti. Di conseguenza, accelerò il passo e si diresse verso gli spogliatoi, sbattendo la porta.

Entrò nel bagno, irritato, e aprì il rubinetto dell’acqua per bagnarsi il viso.

Portò le mani sotto il getto di acqua gelata e le portò sul viso, rabbrividendo.

Che diavolo gli prendeva?

Perché ogni qual volta vedeva quella ragazzina aveva il cuore in tumulto?

Perché ogni qual volta la vedeva con Aoyama, il cuore gli faceva male?

La risposta era semplicissima.

Ormai si conoscevano da tre mesi.
Aveva imparato ad apprezzarla e a conoscerla e, anche se non lo dava a vedere, vi era molto affezionato…

Ichigo aveva sempre un sorriso per tutti, una parola dolce… Anche se un po’ pasticciona, era davvero una persona speciale…

Talmente speciale che era riuscita a far battere persino il suo cuore.

Ma lui non poteva farlo.

Non poteva innamorarsi di lei.

Arrabbiato, sferrò un pugno contro il muro, facendosi male alla mano. Gemette, portandola sotto l'acqua fredda.

“…Non posso innamorarmi della ragazza del mio migliore amico…!!!”

 

 

Fine capitolo!!!!

Finalmente Ryo l’ha capito… ihih… ha capito che le piace Ichigo… Ma la ragazza come si comporterà?

Lo scoprirete nei prossimi capitoli!!

Questo capitolo, comunque, lo dedico a Fujiko92…. Buon viaggio, carissima!!!!!! Ti voglio tanto bene!!!!!!!!! ^_^

Aspetto recensioni!!! E grazie a chi commenta!! Ora scappo!

Un kiss

Ranpyon

 

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Capitolo 11
*** Attrazione ***


Nuova pagina 1

Capitolo 11: Attrazione

 

“Cosa?? Shirogane è malato…?!” domandò Ichigo voltandosi di scatto verso Masaya e bloccandosi in mezzo alla strada.

“Sì, infatti oggi non verrà a scuola” rispose Masaya con tono di voce abbastanza distaccato: cos’era tutto quell’interesse verso Ryo?

“E cos’ha?” domandò preoccupata Retasu, mentre poggiava le mani dietro la schiena di Ichigo e cercava in qualche modo di farla camminare verso la scuola.

Ichigo, Masaya e Retasu si erano dati appuntamento poco prima di entrare a scuola: ormai era consuetudine che il gruppetto si incontrasse, ma quel giorno all’appello mancava qualcuno. Ryo, che forse non era poi così malato come diceva.

“Non ne ho idea. Mi ha chiamato ieri sera e mi ha semplicemente detto che non poteva venire perché non si sentiva bene” rispose Masaya continuando a camminare.

“Beh, allora andiamo a trovarlo…!” sorrise Ichigo spensierata, non capendo che forse quel comportamento poteva infastidire il suo ragazzo.

Dal canto suo, Masaya si voltò a fissarla, cercando di sorridere. In effetti Ichigo era una ragazza altruista… Che bisogno c’era di pensare male?

Che motivo aveva di credere che la ragazza provasse qualcosa per il biondino?

“Io ho gli allenamenti di Kendo” rispose scuotendo la testa e sollevando le spalle.

Ichigo gonfiò le guance come un criceto e si voltò verso Retasu.

“Spiacente” la ragazza giunse le mani di fronte al viso.

“Oggi ho un impegno con i miei…!” si scusò con un piccolo inchino.

Ichigo sbuffò tristemente… allora quel pomeriggio sarebbe rimasta chiusa in casa a studiare…

“Uffa…!” esclamò borbottando e riprese a camminare per strada, mentre Masaya e Retasu ridacchiavano sotto i baffi.

 

“Ciao, ci vediamo domani!!”

Ichigo salutò Retasu con la mano.

La ragazza salì nella macchina dove i suoi genitori la stavano aspettando e chiuse la portiera, ricambiando il saluto. Ichigo si voltò verso Masaya.

“Hai gli allenamenti, vero?” gli chiese sorridendo a malapena.

Non voleva tornare a casa da sola…!

“Sì, mi dispiace Ichigo…” rispose lui chinandosi su di lei e regalandole un dolce bacio. Ichigo ricambiò, arrossendo leggermente, e sorrise.

“Ok… a domani…” gli accarezzò la guancia e si allontanò mentre sospirava.

Si trovava proprio bene con Aoyama… Certo, non aveva molti termini di paragone, essendo stato lui il suo primo ragazzo, ma sapeva che trovarne di così gentili e in gamba era difficile… E oltretutto era anche bello…

“Di solito sono o l’uno o l’altro…! Come Shirogane” affermò saltellando mentre la cartella ondeggiava avanti e indietro.

Improvvisamente si bloccò.

Perché le era venuto in mente Ryo proprio in quel momento…?

Turbata, cercò di scacciare il pensiero di quel ragazzo, ma il suo viso non ne voleva sapere di sparire.

Ora che ci pensava… Ryo era malato…

“Ok, ho deciso, lo vado a trovare…!”

Ricominciò a camminare, diretta chissà dove, ripensando a quanto fosse fortunata ad avere la casa tutta per sé. I suoi genitori erano partiti e lei era rimasta sola, il che significava niente coprifuoco e niente giustificazioni…

Si bloccò di colpo.

“Ma dove vado se non conosco il suo indirizzo…?” si chiese dandosi un piccolo pugno sulla testa per la sua sbadataggine.

Decise di chiamare Purin per chiederle l’indirizzo. Di certo lei lo conosceva.

Tirò fuori il telefono dalla tasca della cartella e compose il numero dell’amica. Un numero che, ormai, conosceva a memoria.

“Pronto?”

“Purin, sono Ichigo!” esclamò la rossa.

“Ciao, Ichigo!”

“Senti, Purin, mi servirebbe un favore…!” azzardò la ragazza sperando in una risposta affermativa.

“Certo, dimmi pure” acconsentì l’altra.

“Ecco… mi servirebbe l’indirizzo di Shirogane” disse lentamente Ichigo.

Perché quelle parole le suonavano strane?

Purin stette in silenzio per qualche secondo, poi sospirò.

“Purtroppo non lo conosco… So solo l’indirizzo del posto dove abitava prima, insieme al suo tutore… Cioè, insieme mia sorella e suo marito. Posso darti quell’indirizzo, poi chiedi a loro” proferì la biondina velocemente.

Ichigo annuì un po’ perplessa.

“Sì, va bene… ma non voglio disturbare tua sorella e suo marito…!” esclamò convinta, mentre continuava a camminare.

“Non preoccuparti! Digli che ti ho dato io il loro indirizzo, d’accordo…? Allora… Via Kuroki n°14”

La rossa asserì e prese nota, scrivendo l’indirizzo sulla mano con una penna.

“Ma a che ti serve l’indirizzo di Shirogane?” domandò curiosa Purin tornando all’attacco.

Ichigo deglutì appena.

“Ho saputo che è malato e volevo andare a trovarlo” rispose sinceramente.

“Da sola?”

Ichigo rispose affermativamente e Purin rimase in silenzio.

“Ehi, Purin? Ci sei?” la chiamò Ichigo, e la ragazza parve svegliarsi.

“Sì, sì, ci sono. Stai attenta, ciao!” esclamò mettendo fine a quella conversazione. Ichigo fissò l’apparecchio con gli occhi sgranati.

Ma che le era preso?

Attenta? Attenta a cosa?

Non trovando una risposta a quella domanda, fece spallucce e si incamminò, fissandosi la mano aperta, sulla quale c’era scritto l’indirizzo di quella che presto avrebbe scoperto essere casa Akasaka.

Arrivò a destinazione con non poca fatica. Aveva chiesto a dei passanti dove si trovasse la strada in questione, dato che non l’aveva mai sentita nominare, e trovarla non era stato uno scherzo. Ma ora eccola lì, in quella via piuttosto grande, circondata da decine di villette bianche. Notò che alcune avevano anche la piscina. Con occhi sognanti, mosse un passo in avanti, alla ricerca del numero 14. Si voltò verso destra.

“Due… quattro…” attraversò la strada e percorse un tratto di circa 200 metri, e si ritrovò di fronte al n°14. Alzò gli occhi verso la costruzione.

Beh, non aveva niente da invidiare alle altre case… Non aveva la piscina, ma sembrava lo stesso molto confortevole. Bianca, con delle finestre rettangolari con le persiane verdi, un tetto color terriccio e, in giardino, un piccolo gattino grigio che dormiva poggiato sul sedile di una Yamaha blu scuro…

“Ma…” si avvicinò al cancello.

“Quella moto è di Shirogane…”

Le tornò in mente il giorno della festa, quando Masaya e Ryo erano andati a prendere lei e Retasu per portarle a casa Aizawa. Ricordò della sua reazione alla vista delle moto e di come lui l’aveva schernita, accusandola di essere una bambina paurosa… E poi la corsa in moto verso la villa. La festa. La birra. Il ragazzo che l’aveva importunata. Lui che l’aveva salvata. La sua mano. La camera. Le sue labbra. E poi… il suo schiaffo.

Scosse la testa vigorosamente, cercando di scacciare quel pensiero.

Poggiò il dito sul campanello e suonò un paio di volte. La porta di casa si aprì e si affacciò una ragazza sui 25 anni. Aveva gli occhi di un azzurro più scuro rispetto a quelli di Ryo, ma comunque bellissimi, e i capelli scuri striati di viola. Aveva dei lineamenti delicati e la pelle bianca come il latte: una bellissima ragazza, niente da ridire.

“Ehm… scusi…” esordì la rossa.

“Sto cercando Shirog… Ryo…! Sto cercando Ryo!” esclamò alla fine. La ragazza uscì nel cortile e si avvicinò al cancello, aprendolo con la chiave.

“Lo so, mi ha appena chiamata Purin” esordì con una voce profonda ma dolce allo stesso tempo.

“Piacere, io sono Zakuro, sua sorella” sorrise porgendo la mano a Ichigo che l’afferrò imbarazzata.

“Scusi il disturbo…” proferì chinando la testa per scusarsi, ma Zakuro ridacchiò divertita.

“Nessun disturbo…! Prego, entra!”

La ragazza condusse Ichigo all’interno della casa e chiuse la porta.

“Accomodati, prego”

Ichigo rimase incantata da quello spettacolo: di fronte a lei, un salone di proporzioni gigantesche le dava il benvenuto… Era quasi più grande di casa sua…!

Sorrise imbarazzata, mentre avanzava in quel mondo per lei sconosciuto: non era mai entrata in una casa così grande…!

Si accomodò sul divano su esortazione di Zakuro, che scomparve in cucina per poi tornare poco dopo con due tazzine di the.

Una la porse alla ragazza, che ringraziò educatamente. Zakuro andò a sedersi di fronte a Ichigo, sorseggiando elegantemente il the.

“Ti chiami Ichigo, vero?”

Ichigo annuì vigorosamente, rischiando di far schizzare la bevanda fuori dalla tazzina. Era agitatissima…!

“Mi fa piacere che finalmente ci siamo incontrate… Purin mi parla sempre di te!” proferì la mora poggiando la tazzina sul tavolino di fronte a lei.

“Ma dimmi…. Ti serviva l’indirizzo di Ryo?” domandò andando subito al sodo.

Ichigo finì di sorseggiare il the e ripose la tazzina sul tavolino.

“Sì, grazie…” asserì sorridendo cordialmente.

In quel momento, la porta d’entrata si aprì. Le due ragazze si voltarono a vedere chi fosse il nuovo arrivato, e nella casa fece il suo ingresso un ragazzo alto, dai lunghi capelli castani trattenuti in una coda bassa.

Il ragazzo si soffermò sulla porta a fissare Zakuro e poi spostò lo sguardo su Ichigo.

“Keiichiro”
La mora si alzò dalla poltrona avvicinandosi a suo marito e salutandolo con un bacio a fior di labbra.

“Lei è Ichigo, l’amica di Purin. Ti ricordi, ci ha parlato di lei!” esclamò spingendo il marito verso la ragazza.

“Oh, ma certo…!!” sorrise lui porgendo la mano a Ichigo.

“Piacere, Ichigo! Io sono Keiichiro Akasaka!” esclamò convinto stringendo la mano della giovane.

“Le serve l’indirizzo di Ryo” proferì Zakuro bloccando l’attacco di entusiasmo del marito, che ancora stava stringendo la mano della rossa.

“Ah, ok, non c’è problema!” esclamò.
Si diresse in una stanza adiacente e tornò dopo qualche minuto con un foglietto in mano, sul quale c’era scritto l’indirizzo dell’appartamento del ragazzo.

“Tieni” le porse il foglietto e Ichigo lo afferrò ringraziando.

“Ma… credevo che Ryo fosse qui… Ho visto la sua moto qui fuori” proferì timidamente alzandosi in piedi.

“Ah, la modo” ripeté Kei grattandosi la testa.

“Beh, Ryo ci chiede sempre di poterla tenere qui… il suo appartamento non ha il giardino, e tenerla per strada sarebbe troppo pericoloso”

La rossa asserì.

“E poi può prenderla quando vuole. Come puoi vedere sul foglietto, il suo appartamento è abbastanza vicino a questa casa” continuò incrociando le braccia.

Ichigo annuì di nuovo con la testa, andando a fissare il foglio.

Ora aveva l’indirizzo di Shirogane tra le mani.

E perché il cuore batteva all’impazzata?

 

DLIN DLON!!

“…Che palle…”

Ryo poggiò a terra la lattina di birra ormai mezza vuota e spense la televisione. Si alzò controvoglia dal divano e si avvicinò alla porta, guardando attraverso lo spioncino.

Vide solo una chioma rossa che spiccava in quel piccolo cerchio che non permetteva di vedere un granché. Ma riuscì a capire lo stesso di chi si trattava.

Sgranò gli occhi.
Voleva una certezza.

“Chi è?” domandò con voce scocciata.

“Sono Momomiya…!” sentì rispondere da fuori.

Sbuffò. Non si era sbagliato.

Afferrò la maniglia e aprì la porta, quel poco per mostrare solo la propria testa.

“Ciao!” esclamò Ichigo sorridendo.

“Come hai fatto a trovarmi?” domandò freddamente lui, mentre Ichigo gonfiava le guance come un criceto.

“Ho saputo che stavi male e sono semplicemente venuta a trovarti. Potresti anche ringraziare”.

Ryo la fissò perplessa.

Male? Lui? Quando mai?

Ma poi gli venne in mente la sera precedente, quando aveva chiamato Masaya per avvertirlo che non sarebbe andato a scuola perchè non si sentiva tanto bene. Sospirò.

“Grazie”

Cercò di chiudere la porta, ma Ichigo prontamente mise il piede in mezzo per bloccarla.

“Tu…” disse rivolta a Ryo, mentre cercava di non gemere per il dolore al piede, dato che il ragazzo continuava a spingere contro la porta.

“Non sai quello che ho dovuto fare per arrivare fin qui, e non mi lascerò di certo sbattere la porta in faccia…!”

Vedendo il suo viso determinato, Ryo si arrese e la lasciò entrare.

“Non te l’ho mica chiesto io di venirmi a trovare” proferì seccato richiudendosi la porta alle spalle.

“Non mi sembra che tu stia poi così male” disse convinta la ragazza, andando a fissare la lattina di birra poggiata a terra.

“E se fossi malato non dovresti bere”

“Che vuoi, Momomiya?” le domandò lui avvicinandosi.

“Non hai paura a restare da sola con me, visti i precedenti?” le chiese a pochi centimetri di distanza.

La rossa deglutì, padroneggiando una tranquillità che forse non aveva.

“Visti i precedenti dovrei averne… Ma sono la ragazza di Masaya, e so che non mi toccheresti neanche con un dito…” sussurrò sicura di ciò che aveva detto.

Lo sguardo di Ryo, però, le fece cambiare idea immediatamente.

Freddo. Distaccato. Pungente.

“…Ne sei sicura…?” le domandò con voce roca, bassa, estremamente sensuale.

Ichigo sentì i battiti del cuore accelerare e le sue guance, in pochi secondi, si tinsero di rosso.

Ryo, accorgendosene, sorrise ironico a si allontanò verso la piccola cucina adiacente.

“Tu non sai quello che dici, Momomiya…”

Tornò nel salotto con una lattina in mano e la porse alla ragazza.

“Non la voglio” rifiutò decisamente lei.

“Lo sai che non bevo”

“E’ succo” l’ammonì lui porgendole di nuovo la lattina, stavolta spazientito. Lei l’afferrò fissando bene l’etichetta per controllare che lui non la stesse prendendo in giro.

“Insomma… che hai combinato per trovare casa mia?” domandò curioso sedendosi sul divano e riprendendo la lattina di birra in mano.

Ichigo rimase in piedi, timorosa ormai di fare qualsiasi cosa. Forse andare a trovarlo da sola non era stata una buona idea.

“Ho chiesto a Purin il tuo indirizzo… Ma non lo sapeva, quindi mi ha dato l’indirizzo di Keiichiro e Zakuro… E poi loro mi hanno dato il tuo” raccontò la ragazza sorseggiando il succo.

Ryo poggiò la bevanda sul pavimento, fissando la rossa con sguardo perplesso.

“Se chiedevi a Masaya magari facevi prima” proferì fissandola.

Ichigo alzò gli occhi al cielo e si diede un leggero colpo con la mano sulla fronte.

“Cavolo, è vero…!” esclamò ridendo.

“Va bene, però alla fine ti ho trovato!” sorrise soddisfatta del suo operato. Purtroppo, però, si rese anche conto di essere molto stanca. Aveva camminato molto quel giorno.

“Posso… sedermi?” domandò al ragazzo, un po’ titubante.

Ryo annuì incerto: da quando in qua una persona aveva bisogno del permesso per sedersi?

Ma decise di tenersi quel commento per se e indicò con la mano il divano. Precisamente, il posto accanto al suo.

Ichigo mosse un passo in avanti.
Accadde tutto in un secondo.

Aveva poggiato il piede sulla lattina di birra che si era rovesciata a terra e poi era scivolata sul liquido giallastro, rischiando di cadere a terra. Ma qualcuno aveva attutito la sua caduta: Ryo, alzandosi di scatto, l’aveva afferrata per la vita evitando di farle toccare il pavimento.

La rossa sentì le mani del biondo poggiate sui suoi fianchi e cercò di liberarsi, ormai paonazza in volto.

“Ferma, stupida, altrimenti cadiamo entrambi…!” la rimproverò lui.

Presto detto.
Si trovarono stesi sul divano. Ryo sotto, Ichigo sopra di lui, imbarazzatissima.

Nessuno dei due sapeva cosa dire…

Il cuore della ragazza batteva all’impazzata, e Ryo riusciva a sentirlo. Sentì le guance diventare improvvisamente calde e sollevò appena il capo, verso quello di Ichigo, che invece non si muoveva.

Rimasero immobili per dei minuti. Il cervello della rossa era completamente partito. Riusciva a sentire il profumo inebriante di Ryo… il suo dopobarba, il profumo, non sapeva bene cosa fosse… E sinceramente non le interessava.

E poi le sue labbra.

Erano a così poca distanza dalle sue che sarebbe bastato poco per unirle in un bacio….

Ryo, dal canto suo, sentiva il cuore della ragazza che batteva velocemente.

Perché?

Eppure lei era la ragazza di Masaya…

Cercò di mantenere la calma, di frenare i bollenti spiriti, come si suol dire, ma quella ragazzina stesa sopra di lui lo stava facendo diventare matto. Non aveva mai desiderato tanto di possedere una ragazza come in quel momento…!

Irrigidì i muscoli del viso, notando che la rossa si era soffermata a fissare le sue labbra.

*No… Shirogane, che cazzo fai… non ti muovere* si rimproverò mentalmente il biondo.

*Ichigo, alzati, andiamo…!* si sgridò la rossa nella sua mente.

Entrambi, però, nonostante ciò che avevano appena pensato, scattarono in avanti e unirono le loro labbra in un bacio a stampo, casto. Labbra contro labbra.

Ichigo chiuse gli occhi e Ryo fece lo stesso, pronto ad approfondire il bacio, ma…

Nella sua mente si formò un’immagine…

Un ragazzo.

Masaya.

E lo stesso fu per Ichigo, evidentemente, perché si staccò di scatto dal ragazzo alzandosi dal divano. Ryo poggiò la testa sullo schienale fissando la ragazza che, rossa in volto, non sapeva cosa dire.

“Io…” balbettò.

“Io… Devo… devo andare…!” esclamò correndo verso la porta. L’aprì di scatto e uscì dall’appartamento, mentre Ryo si rimetteva seduto compostamente e si prendeva la testa tra le mani, temendo di aver esagerato.

 

Ichigo si fermò per strada a riprendere fiato. Aveva corso per un chilometro senza mai fermasi per andare il più lontano possibile da Ryo.

Da ciò che era successo.

Da ciò che lei aveva fatto.

Si portò una mano tremante sulle labbra.

“…Che diavolo ho fatto…?”

 

 

Fine capitolo!

Ichigo, se vuoi ti rispondo io… hai fatto quello ke tutte le ragazze avrebbero fatto!!!!!! Ma dico, ma ke ti frega di Masaya!! … T__T Vabbè, va, lasciamo perdere!!

Allora, ke mi dite del capitoluzzo??

Spero vi sia piaciuto!!

Ora sono le 00:44… è tardino, ma ho finito ora di scrivere il capitolo perché, come Ryan92 sa, mi era preso il famoso blocco dello scrittore… eheh…

Ok, ora mi dileguo… al prossimo capitolo!!!!

Un bacione

Ranpyon

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Capitolo 12
*** Gita al mare -- Prima Parte ***


Nuova pagina 1

Capitolo 12: Gita al mare – Prima Parte

 

Ryo aprì lentamente gli occhi. La sveglia suonava incessantemente da un quarto d’ora, ma lui non aveva neanche la forza di alzare il braccio e di spegnerla. Si sentiva male. Tremendamente male.
Ma non fisicamente: stava male dentro… Aveva baciato la ragazza del suo migliore amico! E, per di più, stava cominciando a provare per lei un sentimento molto simile all’amore.

Non aveva mai provato amore verso nessuno… Per lui le ragazze erano tutte uguali, ma allora perché solo *lei* era diversa?  Perché solo la ragazza che il suo migliore amico doveva piacergli?

Eppure aveva fatto di tutto per combattere contro quel sentimento, ma alla fine aveva ceduto.

Il giorno prima, in quella stessa casa, loro si erano baciati… Ma non era stata una cosa partita unicamente da lui, ma anche Ichigo era sembrata accondiscendente. Ed era questa la cosa che lo turbava maggiormente: che stesse prendendo in giro Masaya? Eppure sembrava che gli piacesse veramente…

Stancamente, afferrò la sveglia e premette il pulsante superiore per farla smettere di suonare e la ripose di nuovo sul comodino.

Sbadigliò, tornando sotto le coperte.

Non aveva voglia di andare a scuola.

Non aveva voglia di vedere lei.

Non aveva voglia di vedere lui.

Ma purtroppo era inevitabile.

DLIN DLON!!!

Sobbalzò, stropicciandosi gli occhi.

Chi diavolo poteva essere a quell’ora?

Si alzò spazientito, sbadigliando. Indossava solo un paio di boxer, ma non gli importava poi tanto: l’unica cosa importante era mandare al diavolo quello scocciatore mattutino.

Aprì la porta senza vedere chi fosse il visitatore.

“Che diavolo…” si bloccò a metà frase, sbattendo più volte le palpebre.

“Ancora a letto, Shirogane?” domandò la persona davanti a lui fissando il ragazzo. Il fatto che indossasse solo un paio di boxer non la intimorì.

“E tu che ci fai qui?” domandò incuriosito il ragazzo, mentre la ragazza si faceva strada all’interno dell’appartamento.

Scocciato per non aver ottenuto risposta, Ryo richiuse la porta e si avvicinò alla ragazza.

“Insomma, che vuoi?!” domandò alterato.
”Mi ha mandata Seiji, anche se ne avrei fatto volentieri a meno” rispose velocemente Minto.

“Seiji? E che vuole?”

“Mi ha detto di dirti di andare a scuola e di non assentarti come ieri” proferì la mora.

“E a lui che importa se vengo a scuola o meno?”

“Non chiederlo a me. Ambasciator non porta pena” rispose lei alzando la spalle. Si avvicinò alla porta.

“Comunque credo che voglia dirti che domani si va al mare”

“E perché non mi chiama per dirmelo?” domandò scocciato l’altro.

Minto sbottò a ridere sotto lo sguardo esterrefatto di Ryo.

“Quell’idiota è sempre al verde, dovresti saperlo! Non ha un solo yen nel telefonino…!” esclamò continuando a ridere.

“Beh, se vieni al mare ci vediamo domani!” concluse uscendo dall’appartamento.

Ryo richiuse la porta senza salutare: ormai era sveglio, tanto valeva andare a scuola.

Quella piccola improvvisata di Minto era riuscito a distrarlo…
Sorrise, pensando a quanto fosse in gamba quella ragazza: aveva solo quindici anni, frequentava la terza media, eppure era una ragazza che sapeva molto della vita.

La conosceva ormai da tre anni e l’aveva trovata subito simpatica: sempre con la risposta pronta e determinata di fronte alle difficoltà.

Peccato che quella simpatia non fosse ricambiata… Minto non sopportava Ryo, e lui lo sapeva bene…

Sotto questo aspetto era molto simile ad Ichigo.

Ryo si ritrovò a pensare a lei di nuovo. Perché diavolo non riusciva a togliersela dalla testa?

“Un momento…” si soffermò a pensare a ciò che le aveva detto Minto.

Al mare? Tutti insieme?

Ciò significava che sarebbe andato anche Masaya… e immancabilmente anche Ichigo.

Deglutì.

No, non poteva assolutamente andare.

 

“Ryo, finalmente!!”

Masaya si alzò dalla propria sedia e si diresse verso la porta, dalla quale il suo amico aveva appena fatto ingresso.

“Credevo non saresti venuto!” sorrise dandogli una pacca sulla spalla. Ryo sorrise debolmente.

“Eccomi qui, invece”

Andò a sedersi al suo posto, accanto al suo amico e posò la borsa a terra, abbandonandosi stancamente sulla sedia.

“Seiji mi ha detto che domani si va al mare” proferì Masaya sorridendo.

“Ci vieni, vero?”

Ryo rifletté un attimo.

“…Non lo so, forse ho da fare”

Masaya tornò a sedersi, intristito.

“Allora neanche tu verrai…” proferì sbuffando, attirando l’attenzione del biondo.

“Neanche?” domandò perplesso.
”Sì, credo che neanche Ichigo possa venire. Ha detto che è malata, infatti oggi non è venuta”

Ryo tirò un sospiro di sollievo: almeno non avrebbe dovuto incontrarla.

“Vabbè, pazienza…” si rassegnò il moro incrociando le braccia, proprio mentre il prof entrava in classe, pronto ad una lunga e stressante giornata scolastica.

 

La mattina passò molto lentamente per alcuni, tra compiti e interrogazioni, e molto velocemente per altri, come Ryo, che in classe era rimasto con la testa altrove.

All’uscita, il ragazzo con Masaya al suo fianco, si diresse verso il cancello, ma fu subito bloccato da un Seiji forse un po’ troppo agitato.

“Ehi, Ryo!!” esclamò lui dandogli una pacca sulla spalla.

“Minto è venuta da te stamattina ad avvisarti?” domandò sperando in una risposta positiva.

Ryo annuì e Seiji alzò in aria un pugno in segno di vittoria.

“Allora domani tutti al mare…!” esclamò al settimo cielo, mentre Masaya si guardava intorno.

“Ehm… scusate, ragazzi, io avrei fretta… Ci vediamo domani mattina davanti alla stazione?” domandò il ragazzo frettolosamente.

Seiji annuì e Masaya salutò i due ragazzi, allontanandosi.

“Allora, Ryo, domani verrai vero?”

“Non posso, forse ho da fare”

Il moro spalancò gli occhi.

“Cos’hai da fare? E’ domenica, non lavori neanche!” esclamò cercando di convincerlo.

“Ti prego, Ryo…! Anche la ragazza di Aoyama ci ha dato buca, se manchi anche tu non ci divertiremo!”

Ryo rifletté: in fondo il motivo per cui non voleva andare al mare era Ichigo, ma se neanche lei sarebbe venuta…

“…D’accordo. Domani mattina alla stazione”

“Alle otto” sorrise Seiji allontanandosi.

“Mi raccomando, non darci buca!”

Ryo annuì con la testa e si voltò verso l’uscita, diretto verso casa.

 

“Pronto?”

“Ciao, Ichigo, sono Masaya”

Ichigo strinse il telefono nella mano, deglutendo.

“C… Ciao Masaya…” rispose titubante con il cuore che martellava nel petto.

Quel giorno non se l’era proprio sentita di andare a scuola e vedere Ryo. Per non parlare di Masaya, verso il quale si sentiva tremendamente in colpa.

“Come ti senti?” domandò preoccupato il moro.

“Bene, ora… sono guarita” rispose frettolosamente lei.

“Mi fa piacere! Sai, Seiji ha organizzato una gita al mare domani. Mi chiedevo se potessi venire…”

Ichigo aspettò qualche secondo prima di rispondere.

“Ehm… chi viene?” domandò incuriosita cercando di moderarsi.

“Beh, saremo io, te, Seiji, Retasu e Minto. Ryo purtroppo non potrà venire”

Ichigo sentì il cuore liberarsi da un peso enorme e sorrise.

“…Credo che verrò!” esclamò sorridente.

“Mi fa piacere! Allora ci vediamo domani mattina alle otto alla stazione, d’accordo?”

Ichigo asserì e chiuse la conversazione, felice.

Avrebbe potuto passare una giornata insieme a Masaya senza che Ryo fosse presente…

Chiuse gli occhi, tornando a stendersi sul letto con le braccia dietro la nuca.

Quella notte non era riuscita a chiudere occhio.

Aveva nella testa la scena di lei e Ryo che si baciavano su quel divano…

In quella casa…

Maledetto l’istante in cui aveva deciso di andare a trovarlo per vedere come stesse!

Si voltò verso la parete, chiudendo gli occhi: di certo dormire le avrebbe fatto bene.

E l’unica soluzione, con Masaya, era fare finta di niente.

 

“Buongiorno!!” esclamò allegramente Ichigo avvicinandosi al gruppo di ragazzi.

Gli altri ricambiarono e la ragazza si diresse da Masaya e gli regalò un dolce bacio a fior di labbra. Mentre lo baciava, aveva serrato gli occhi poiché il ricordo di Ryo stava per ripresentarsi.

Sorrise, mentre si avvicinava a Retasu.

“Allora, andiamo?” domandò sorridente al gruppo, ma Seiji scosse la testa.

“Manca Ryo”

Ichigo sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene.

“Ma… ma avevate detto che Ryo non sarebbe venuto…!” esclamò cercando di mantenere la calma.

Anche Masaya rimase incredulo.

“Sono riuscito a convincerlo” si vantò Seiji soddisfatto di se stesso.

Ichigo cercò di resistere all’impulso di saltargli addosso e di strozzarlo con le sue stesse mani, e fece un paio di respiri profondi.

“Ehi, eccolo!” esclamò Minto indicando l’entrata della stazione.

Ryo era di fronte a loro con un asciugamano da mare in spalla.

Si avvicinò al gruppo di amici e sorrise, salutandoli con la mano.

Ma, come era successo poco prima ad Ichigo, il sangue gli si ghiacciò delle vene alla vista della ragazza.

*Che diavolo ci fa lei qui?!*

Ichigo credette che il cuore le scoppiasse nel petto.

Deglutì, mentre sentiva le guance tingersi di rosso.

Ryo se ne accorse.

Come diavolo avrebbe fatto?!

 

“Waaaaa!!! Che bello!!” esclamò Retasu fissando il mare di fronte a loro.

Una lunga, piatta distesa d’acqua si presentava ai loro occhi. La spiaggia era quasi completamente deserta, eccezion fatta per alcuni ragazzi che si erano voltati al passaggio di Minto, Retasu e Ichigo.

Masaya e Ryo fulminarono il gruppo di ragazzi con lo sguardo, mentre Seiji correva verso il mare. Piantò l’ombrellone poco lontano dalla riva e stese il suo asciugamano.

Retasu e Ichigo sorrisero: certo che quel ragazzo aveva proprio un’energia incredibile! Minto sbuffò alla vista del fratello che già si era steso sull’asciugamano a prendere il sole e si portò una mano sulla fronte con fare rassegnato.

“Che idiota…” sussurrò rivolta a se stessa, mentre Ichigo e Retasu imitavano il ragazzo e stendevano i loro asciugamani.

“Ehi, noi andiamo a fare il bagno!” esclamò Retasu rivolta ai ragazzi.

Masaya annuì, così come Ryo, mentre Seiji non rispose: evidentemente si era già addormentato.

Le ragazze si avvicinarono alla riva, immergendo lentamente i piedi nell’acqua.

“E’ fredda…!” si lamentò Ichigo rabbrividendo.

Masaya le fu subito accanto e le afferrò la mano, sorridendo.

“Vengo con te” disse dolcemente.

La ragazza sorrise di rimando, ma il cuore continuava a martellarle nel petto: sentiva gli occhi di Ryo puntati su di lei, e in effetti non aveva torto.

Il ragazzo si era seduto accanto a Seiji e fissava le ragazze e Masaya che, piano piano, entravano in acqua. Precisamente, fissava Ichigo che scherzava sorridente con il suo ragazzo.

Ma come poteva comportarsi così? Come poteva far finta di niente…?

Eppure lo sapeva che non avrebbe resistito a lungo… prima o poi sarebbe scoppiata. Ichigo era il tipo di persona che non è capace di mentire alle persone, né tantomeno al suo ragazzo, quindi la questione sarebbe stata affrontata molto presto.

La ragazza si immerse completamente nell’acqua e si bagnò i capelli, che le ricaddero dolcemente sulle spalle.

Anche Masaya, Minto e Retasu si immersero, trovandosi così bagnati da capo a piedi.

“Ehi, Shirogane, vieni pure tu!!” esclamò Retasu chiamandolo da lontano, con la mano sollevata.

“Magari più tardi!” rispose lui di rimando, spostando lo sguardo verso Ichigo che stava chiacchierando con Masaya.

Passò velocemente un’ora, tra schizzi, nuotate, scherzi a Seiji e divertimenti vari.

Le ragazze decisero di restare ancora un po’ in mare, invece Masaya decise di uscire a prendere un po’ di sole.

Si avvicinò a Ryo e si stese a pancia in giù accanto a lui, chiudendo gli occhi.

“Non vai a farti il bagno? L’acqua è bellissima!” esclamò sorridendo, ma Ryo rimase zitto.

Non avendo ottenuto risposta, il moro si sollevò poggiandosi sui gomiti e andò a fissare il ragazzo.

“Ryo…?” lo chiamò, notando che lo sguardo dell’amico era concentrato altrove.

Il biondo si alzò di scatto, cosa che fece preoccupare Masaya che si voltò a vedere cosa avesse attirato l’attenzione dell’amico.

Capì.

Il gruppo di ragazzi che aveva adocchiato Ichigo, Minto e Retasu ora si era avvicinato alle ragazze, e a quanto pare le stavano importunando.

“Lasciateci in pace” ringhiò Minto crocchiandosi le dita.

I ragazzi scoppiarono a ridere, gettandosi occhiate divertite.

“Una ragazzina come te non dovrebbe alzare troppo la voce!” esclamò uno di loro. Fece un passo in avanti, in acqua, e si avvicinò a Minto, che lo fissava con sguardo truce.

Ichigo, istintivamente, si parò davanti alla mora.

“Ehi, lasciala stare!” esclamò notevolmente arrabbiata.

Il ragazzo, in tutta risposta, le afferrò il braccio e la strattonò verso di lui.

Eccola, la fatidica goccia che fa traboccare il vaso.

Ryo sentì una rabbia incredibile crescere nel suo corpo.

Scattò in avanti, raggiungendo in un baleno i ragazzi. Afferrò per la spalla il ragazzo che aveva strattonato Ichigo…

 

 

 

 

 

 

 

…Fine capitolo…

ihih che sono bastarda, vi lascio così, con il fiato sospeso…eheh.. ^^’’

Beh, ma non è una novità, no?

E non è una novità nemmeno cosa farà Ryo a quel tizio!! Ma come reagirà Masaya? E Ichigo??

Lo scoprirete nel prossimo chap!!

Un kiss

Ranpyon

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Capitolo 13
*** Gita al mare -- Seconda Parte ***


Capitolo 13

Capitolo 13: Gita al mare – Seconda parte

 

Ryo sentì una rabbia incredibile crescere nel suo corpo.

Scattò in avanti, raggiungendo in un baleno i ragazzi. Afferrò per la spalla il ragazzo che aveva strattonato Ichigo…

“Ehi!!” esclamò attirando la sua attenzione.

Lui si voltò, e ricevette un pugno in pieno viso.

“Lasciala stare” proferì duramente il biondo.

Ichigo, spaventata, indietreggiò andando vicino a Minto e Retasu, che fissavano la scena spaventate e impotenti. Ryo si voltò minaccioso verso gli altri tre componenti del gruppo che, stupiti, fissavano il loro amico caduto rovinosamente in acqua.

Masaya, sulla spiaggia, era rimasto pietrificato a terra a fissare la scena. Non era stato capace di muovere un solo dito contro l’aggressore di Ichigo… O meglio, non aveva potuto, dato che Ryo l’aveva preceduto in maniera plateale.

Certo, Masaya non sarebbe mai andato lì a regalare un pugno in faccia a quel ragazzo; avrebbe cercato di risolvere la questione con tranquillità, cercando di parlare, cosa che Ryo non era stato capace di fare.

Rimase immobile a fissare il gruppo di ragazzi in acqua. Rimase immobile anche quando uno di loro si avvicinò minaccioso a Ryo con il pugno levato in aria.

Ichigo si voltò spaventata verso il suo ragazzo, implorandolo con lo sguardo perché intervenisse. Solo in quel momento Masaya parve risvegliarsi. Si alzò di scatto da terra e poggiò una mano sulla schiena di Seiji, agitandolo non proprio gentilmente.

“Seiji… Seiji, svegliati!!” lo chiamò più volte ricevendo in risposta solo un semplice mugolio.

“Andiamo, Seiji, alzati!!!” lo strattonò di nuovo e il moro, scocciato, si svegliò di soprassalto.

“Che succede?” domandò voltandosi verso l’amico. Si preoccupò vedendolo agitato.

Masaya indicò con la testa il mare, dove i ragazzi ormai si erano messi in cerchio intorno a Ryo e le ragazze che, preoccupate e impaurite, non sapevano che fare.

“Merda…” imprecò Seiji accorgendosi di ciò che stava accadendo. Scattò in piedi e si diresse verso il mare, seguito da Masaya.

“Ehi!!” urlò il fratello di Minto.

“Seiji! Fa’ qualcosa!!” lo supplicò Minto cercando di mantenere il sangue freddo.

Due ragazzi, appostati dietro Ryo, non si erano accorti dei nuovi arrivati e afferrarono Ryo per le braccia, che cercò di divincolarsi ma non ottenne alcun risultato.

Il ragazzo di fronte a lui levò un pugno in aria che, seguito dall’urlo di Ichigo, andò a schiantarsi sulla mascella del biondo.

La testa di Ryo si piegò di lato, mentre dalla sua bocca usciva quel liquido rossastro con il sapore del ferro. Seiji si avvicinò ai due ragazzi e, arrabbiato come non mai, li afferrò per le braccia e li fece voltare.

“Sparite” disse minaccioso. Loro sorrisero e cercarono di colpire anche lui, ma, con maestria, riuscì ad evitarli. Ryo, ormai libero, si pulì il sangue che gli colava dalla bocca e si avvicinò al suo aggressore, che poi era stato l’aggressore di Ichigo. Con tutta la potenza che aveva, gli sferrò un pugno in pieno volto, di nuovo.

“Questo è per prima” disse affaticato, mentre si voltava verso l’amico.

Ovviamente non si stava riferendo a quando aveva colpito lui, ma a quando aveva osato mettere le sue mani su Ichigo…

Seiji riuscì ad atterrare uno dei ragazzi, il più grosso, mentre Masaya fissava impietrito la scena: litigare non faceva per lui, né tantomeno venire alle mani…!

Ichigo si voltò verso di lui quasi scandalizzata: perché non interveniva??

Masaya si guardò intorno, incapace di muoversi. Ryo e Seiji, invece, fissarono i ragazzi con sguardi a dir poco glaciali: li avevano conciati per le feste e il gruppetto fu costretto alla ritirata.

Sorridendo, Seiji e Ryo si diedero il cinque con la mano, poi si voltarono verso Masaya.

“Potresti almeno intervenire per difendere la tua ragazza” mormorò freddamente Ryo, mentre il sapore del sangue ricominciava a farsi sentire.

Uscì dall’acqua avviandosi verso l’ombrellone. Si sedette sulla sabbia e si massaggiò la mascella che gli faceva male da morire.

Uno per uno, Ichigo, Masaya, Retasu, Minto e Seiji, andarono da lui e lo imitarono, sedendosi sugli asciugamani.

Ichigo non sapeva che dire: Ryo era intervenuto in suo aiuto, cosa che invece non aveva fatto Masaya.

Ryo si voltò a fissare il suo migliore amico, che teneva la testa bassa rivolta verso la sabbia. Ichigo aveva la stessa identica posizione.

Spazientito, si alzò.

“Io torno a casa”

“Devi farti vedere da un dottore!” esclamò improvvisamente Retasu.

“E’ quello che ho intenzione di fare. Sento uno scricchiolio per niente piacevole” ammise lui sorridendo appena.

“Ci vediamo” si voltò per andarsene, quando un fruscio alle sue spalle lo fece fermare.

“A… Aspetta…! Vengo con te!” la voce di Ichigo, ancora tremante, lo raggiunse.

La ragazza si alzò di scatto e si avvicinò al biondo, sotto lo sguardo esterrefatto degli amici e soprattutto di Masaya.

“Allora vengo…” iniziò a dire il moro, desideroso di rendersi utile più di quanto non avesse fatto prima, ma Ichigo lo interruppe.

“Perché diavolo non sei intervenuto mentre quei ragazzi stavano picchiando Shirogane?!” domandò ormai al limite della sopportazione. Masaya aprì la bocca per rispondere, ma non ne uscì alcun suono.

Ichigo, delusa, si voltò verso Ryo.

“Andiamo via”

Senza obiettare, il biondo la seguì ed entrambi si diressero verso la stazione.

 

Sul treno avevano occupato due posti piuttosto vicini, precisamente l’uno accanto all’altro.

“Perché sei venuta via con me?” domandò all’improvviso il biondo piegando la testa verso di lei e andandola a fissare. Ichigo strinse di più la borsetta che aveva tra le mani.

“Mi sento in colpa… E’ colpa mia se quei ragazzi se la sono presa con te” ammise, spaventata al solo ricordo di ciò che era successo prima e di ciò che sarebbe potuto succedere se solo Seiji non fosse intervenuto.

“…e hai lasciato Masaya lì da solo” continuò imperterrito il biondo, ansioso di una risposta. Ichigo continuò a torturarsi le mani, cercando una risposta convincente, ma non le venne in mente niente. Volse lo sguardo verso di lui.

Solo allora si rese conto di essere seduta accanto a Shirogane, il ragazzo che aveva cercato di evitare a causa di ciò che era successo in quell’appartamento. Si diede della stupida, era con la persona meno affidabile del pianeta, uno a cui piaceva divertirsi e non si faceva scrupoli a baciare la ragazza del proprio migliore amico.

Ma, d’altronde, cosa doveva fare? Era per colpa sua se lo avevano picchiato…

Era stato lui ad intervenire quando quel ragazzo l’aveva afferrata per un braccio.

Non Masaya. Masaya era rimasto impietrito sull’asciugamano a fissare la scena. E quando la situazione era degenerata si era limitato a chiamare Seiji.

“Perché Masaya si è comportato così?” domandò con voce tremante, socchiudendo gli occhi.

“Io… Io non lo capisco… La sua ragazza era in pericolo... e anche il suo migliore amico… E lui si è limitato a chiamare Seiji…” la voce era rotta dai singhiozzi. Ryo rimase immobile, incapace di dire una qualsiasi frase per consolarla. Con uno scatto, portò il braccio dietro le spalle di lei e la strinse, attirandola a sé. Il cuore di Ichigo perse un battito e un evidente rossore le dipinse il volto.

“Masaya è un ragazzo tranquillo che preferisce restare fuori dai guai… E poi ha fatto bene a chiamare Seiji perché, anche se sembra un cretino, in realtà è un ragazzo molto affidabile e più forte di me, per giunta”

Ichigo trattenne il respiro, sentendo ancora il contatto con il suo corpo.

Perché diamine le faceva quell’effetto?!

“Ca… Capisco… Ma il suo comportamento non mi è piaciuto affatto” concluse sbuffando leggermente.

Ryo, all’improvviso, mollò la presa e poggiò la schiena sullo schienale del sedile, portandosi una mano alla mascella. Ichigo si avvicinò preoccupata.

“Ti fa male?” domandò a pochi centimetri dal suo viso.

Il biondo, che aveva chiuso gli occhi, li riaprì e andò a fissarla, ma non rispose. Quella vicinanza era estremamente pericolosa.

Rimasero a fissarsi per degli interi minuti, incapaci di fare altro…

Ma poi una voce li avvisò che erano arrivati.

Con disinvoltura, per non far capire che era in evidente difficoltà, Ryo si alzò dal sedile.

“E’ la nostra fermata. Andiamo” le disse facendola alzare.

Uscirono dal treno e si trovarono per strada, diretti verso l’ospedale.

“Ti fa ancora male?” domandava Ichigo ogni due minuti per rompere il silenzio quasi innaturale che si era creato tra i due.

Ryo rispondeva sempre con un mugolio di diniego, ma stavolta si voltò verso di lei.

“Sì, un po’” ammise stringendo i denti a causa del dolore.

Ichigo arrossì di scatto e abbassò la testa.

Possibile che la minima azione di quel ragazzo fosse tanto speciale per lei…?

 

“Beh, signor Shirogane… la mascella non è rotta, quindi può stare tranquillo”

Ichigo tirò un sospiro di sollievo e fissò il dottore, ormai rasserenata.

“Ma lei” il medico spostò lo sguardo sulla ragazza.

“Lei che è la sua ragazza dovrebbe tenerlo d’occhio… Se prendesse un altro colpo potrebbe rompersela sul serio” proferì sicuro, mentre il volto di Ichigo si tingeva di mille colori. Portò le mani in avanti, agitandole.

“Oh no no dottore, si sbaglia! Io non sono la sua ragazza!” esclamò.

Il medico si scusò sorridendo e uscì dalla stanza, lasciando soli i due ragazzi.

Ichigo aveva paura di guardare Ryo. Sapeva che la stava fissando: sentiva i suoi occhi puntati su di lei. Ma non poteva evitarlo.

Si voltò, ma non lo vide.

“…Shirogane??” lo chiamò più volte senza ottenere risposta. Notò, nella stanza, una piccola porta che prima era chiusa, e vi si avvicinò. Sbirciò dentro e vide Ryo che teneva in mano un aggeggio curioso, non distinguibile al buio. Incerta, la ragazza entrò.

“Che fai?” domandò incuriosita.

“Sto solo dando un’occhiata in giro…”

“…Vorresti fare il dottore?”

Ryo si voltò all’improvviso verso di lei, riponendo lo stetoscopio sul suo ripiano.

“Come hai fatto a capirlo?”

“Beh… me l’aveva detto Masaya… e ora sei qui…” ammise lei sorridendo.

Anche Ryo sorrise leggermente, ma il dolore alla mascella tornò a farsi sentire. Si portò una mano alla bocca e Ichigo, preoccupata, si avvicinò di più a lui.

“Ti fa male…?” gli domandò.

Ryo non rispose. La vicinanza tra i due era troppa. Abbassò lo sguardo, spostandolo sulle labbra di lei che arrossì visibilmente.

Voleva allontanarsi.

Doveva allontanarsi.

Allora perché non lo faceva?

Lentamente, Ryo sporse la testa in avanti, diretto verso le labbra di Ichigo che rimase immobile.

Solo quando Ryo poggiò delicatamente le labbra sulle sue, capì l’intera situazione e allungò le mani, poggiandole sul petto del ragazzo e lo allontanò.

“Shirogane…” mormorò a testa bassa, ancora con le mani premute contro il suo corpo.

“Che hai intenzione di fare…?” gli domandò sollevando la testa di scatto.

La stanza in cui si trovavano era completamente buia, eccezione fatta per la luce che filtrava dalla porta aperta.

Ryo non rispose.

L’aveva fatto di nuovo… L’aveva baciata di nuovo… Si era ripromesso che non l’avrebbe più fatto ed ora eccolo lì, a spiegare il motivo del suo gesto.

“Io…” cominciò a dire, ma fu interrotto.

“Ehi, voi due!” Il medico di prima si presentò nella stanza accendendo la luce.

“Che fate qui?” domandò con voce contrariata.

“Ci… ci siamo persi” sussurrò Ichigo cercando di scamparla.

Il dottore scosse la testa scettico.
”Beh, andate, qui non potete stare”

Ryo e Ichigo uscirono dalla stanza e si diressero verso l’esterno dell’ospedale. Si trovarono nel parco.
La ragazza era congestionata in volto dalla vergogna, mentre Ryo sembrava piuttosto tranquillo.

Camminava con le mani in tasca, voltando di tanto in tanto lo sguardo verso Ichigo che, timidamente, teneva le mani giunte in avanti e fissava il terreno sotto i suoi piedi.

“Non dovevo farlo” proferì lui all’improvviso.

“Al mare. Doveva essere Masaya a salvarti, non io”

Ichigo si bloccò di colpo, sgranando gli occhi.

“Che diavolo stai dicendo?” gli domandò adirata. Ryo si fermò e si voltò a fissarla, qualche metro più avanti.

“L’hai detto anche tu, Masaya non sarebbe intervenuto!”

“Lo so. Ma è lui il tuo ragazzo…” lasciò in sospeso la frase, come a voler continuare. Ma poi chiuse la bocca, incapace a dire altro.

“…A me ha fatto piacere che tu sia intervenuto per difendermi…” mormorò timidamente abbassando la testa.

Ryo trattenne il respiro. Il cuore batteva all’impazzata.

Perché diavolo una semplice frase di quella ragazza lo mandava in confusione? Perché un suo semplice sguardo lo faceva impazzire?

C’era solo una risposta a quelle domande, ma non era ancora in grado di accettarla.

Con uno scatto si avvicinò a lei, prendendole il viso tra le mani.

“Non puoi pretendere…” iniziò a dire, con la voce leggermente tremula.

“…che dopo una frase del genere io me ne resti fermo…” sussurrò sporgendosi in avanti.

Un altro bacio. Puro, casto, a stampo. Si staccò, fissando il suo volto arrossato.

Un altro bacio all’angolo della bocca che la fece rabbrividire.

Si allontanò di nuovo, aspettando una sua reazione.

Ichigo, istintivamente, dischiuse le labbra.

Un altro bacio. Un bacio che, di puro e casto, aveva ben poco.

Ryo circondò con le braccia il corpo di Ichigo e lei fece lo stesso, mentre le loro lingue danzavano instancabili in una lotta di predominio.

Le loro menti erano completamente vuote.

Nessun Masaya stavolta.

Con foga, Ryo la spinse contro un albero lì accanto, facendo sussultare Ichigo che non si aspettava una mossa del genere. Ma non ribatté. Continuò a baciare quelle labbra così invitanti e morbide…

Ryo spostò le labbra sul collo di lei e lo mordicchiò, facendola gemere dal piacere…

Ormai era fatta.

Ichigo, con un senso di colpa crescente nel cuore, continuò a baciarlo e a farsi baciare.

L’aveva fatto.

Aveva tradito il suo ragazzo…

 

 

 

…To be continued…

 

 

 

 

 

Fine capitoloooo!!!

Cribbio Ichigo, se questo lo consideri tradimento… beh… come considererai ciò che accadrà nel prossimo capitoloooo??? >__<

Comunque salve a tutti, sono tornata dalla mia breve vacanza…

Però porca miseria mi sono bruciata al sole, ho le gambe violaaaaaaaa!!

Vabbè… sigh… soffro in silenzio… eheh ^^’’

Ora vado a pranzo, vi lascio!!!!

Spero che il chap vi sia piaciuto, aspetto commenti!!

Kiss kiss!!

Ranpyon

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Capitolo 14
*** Impossibile resistere ***


Capitolo 14

Capitolo 14: Impossibile resistere

 

Masaya uscì dall’ufficio del preside sorridendo al ragazzo accanto a lui.

“Grazie mille, senpai… Sono contento che mi sia stata offerta questa possibilità” ringraziò il moro chinando il capo in segno di riconoscenza.

Il ragazzo accanto a lui, di qualche anno più grande, sorrise.

“Come tuo allenatore non potevo fare a meno di sceglierti. Sei un asso nel Kendo”

Masaya sorrise leggermente imbarazzato al complimento che il suo senpai gli aveva fatto.

“Ti ringrazio, comunque…” proferì di nuovo.

“Tranquillo, tranquillo… Piuttosto, ricordati che è per domani sera”

Aoyama annuì e salutò il suo allenatore con un altro inchino. Quando il ragazzo fu scomparso, Masaya alzò il capo e con un sorriso che si estendeva piano piano sul volto, si diresse in classe. Proprio mentre apriva la porta, la campanella della ricreazione suonò.

Il ragazzo venne accolto in classe dagli applausi dei compagni, che lo fissavano realmente felici per lui e alquanto eccitati.

“Andrai in tv!” esclamò un ragazzo avvicinandosi all’amico e dandogli una pacca sulla spalla.

Masaya sorrise debolmente.

“A quanto pare sì… scusa…” si divincolò dalla presa del ragazzo e si avvicinò al proprio banco, dove Ryo era rimasto seduto senza dire niente. Il moro gli si sedette accanto.

“Che hai?” domandò attirando la sua attenzione. Ryo sembrò risvegliarsi da una specie di trance.

“…Eh?”

“Ti ho chiesto cos’hai” ripeté Masaya leggermente scocciato.

“E’ tutta la mattina che sei in questo stato. Ti fa ancora male la mascella…?” domandò tentennando. Il giorno prima erano andati al mare… e lui si era comportato da emerito vigliacco. Aveva litigato con Ichigo a causa di quella che poteva essere benissimo definita codardia.

Sospirò, mentre Ryo rifletteva sulla domanda che l’amico gli aveva appena posto.

Ripensò con rammarico misto a contentezza a ciò che era successo il giorno prima.

Il mare. La rissa. Lui che se ne andava accompagnato da Ichigo. L’ospedale. Il parco. E poi… il bacio…

Si sentiva tremendamente in colpa verso il suo amico… Aveva baciato la ragazza del suo migliore amico…
Ma cosa ci poteva fare lui se se ne era innamorato?

Nessuno era mai riuscito a fargli battere il cuore… solo lei.

Ma perché proprio lei?!
Perché proprio la fidanzata di Masaya?!

“Si…” rispose mestamente.

“E’ la mascella…”

Masaya non colse il tono ironico e triste allo stesso tempo della frase detta da Ryo.

“Comunque complimenti”

Il moro alzò il sopracciglio, non capendo a cosa l’amico si stesse riferendo.

Ryo se ne accorse.

“Per il programma. Ho saputo che andrai in tv” disse accennando un piccolo sorriso. Masaya annuì vigorosamente.

“Sono stato convocato in presidenza insieme al senpai…” spiegò il moro guardandosi intorno.

“…e mi hanno detto che domani sera in tv ci sarà un programma sul kendo e vorrebbero che partecipassi. E così ho accettato” concluse alzandosi in piedi e fissando insistentemente la porta.

“Che fai?” chiese curioso Ryo, timoroso di conoscere già la risposta.

“Ichigo… non credo che verrà” mormoro tristemente il moro tornando a sedersi sulla sedia. Poggiò la fronte contro la superficie liscia e fredda del banco.

*Sicuramente è per quello che è successo ieri…* pensò sospirando rumorosamente. Se solo fosse intervenuto in aiuto di Ichigo ora lei non sarebbe arrabbiata. Non lo eviterebbe, come aveva fatto quella mattina.

Eh già… si era comportato proprio da codardo.

Ma non poteva sapere che non era quello il motivo per cui Ichigo lo evitava…

Ma si trattava di un segreto…

Un segreto che sia lei che Ryo custodivano gelosamente e che speravano non sarebbe mai venuto a galla.

 

“Ancora non hai parlato con Aoyama?” domandò Retasu all’amica, mentre attraversavano il cortile della scuola dirette verso l’uscita.

Ichigo scosse la testa mestamente.

“Non ancora…”

“Te l’avevo detto io” proferì Retasu affiancandosi all’amica.

“Cosa?”

“Che è un ragazzo troppo con la testa a posto. Non si è neanche sprecato a salvare la sua ragazza e il suo migliore amico”

La rossa accennò un leggero sorriso. Retasu si sbagliava. Si sbagliava alla grande…

Ichigo non evitava Masaya solo perché lui non l’aveva difesa… Certo, era arrabbiata, ma quello che aveva fatto lei non era neanche paragonabile.

Aveva baciato Ryo di sua spontanea volontà…

Aveva sentito di volerlo…

Sospirò tristemente, ripensando con rammarico al giorno precedente.

Perché, nonostante tutto, continuava a desiderare le sue labbra…?

Arrossì violentemente, mentre Retasu le dava una pacca sulla spalla.

“Ma non preoccuparti, vedrai che si scuserà quanto prima” la rassicurò sorridendo.

Ichigo annuì leggermente con la testa, quando si sentì chiamare.

“Ichigo!!”

Conosceva troppo bene quella voce. Lentamente, si voltò verso chi l’aveva chiamata. In pochi secondi, il suo ragazzo e Ryo si avvicinarono alle due.

“Ciao” disse timidamente Masaya alle ragazze. Retasu accennò un saluto con la testa e Ichigo arrossì, non tanto per la vicinanza con Masaya… Ryo, infatti, era proprio dietro di lui che si guardava intorno indifferente, come se stesse cercando di ignorare le persone davanti a lui.

“Ciao…” sussurrò la rossa rivolta al moro.

Lui sorrise.

“Ti posso parlare?”

Ichigo rimase imbambolata, mentre Ryo si voltava dalla sua parte a guardarla. Le lanciò un’occhiata di intesa: se non avesse accettato, Masaya avrebbe sospettato qualcosa.

“Ok…” annuì con il capo e i due si allontanarono, mentre Retasu si avvicinava a Ryo.

“Stai bene? La mascella, intendo”

Ryo si voltò verso la ragazza.

“Sì, grazie” rispose freddamente. Evidentemente, pensò Retasu, non voleva pensare alla giornata precedente.

Intanto, Ichigo e Masaya avevano raggiunto il piccolo bar adiacente alla scuola.

“Prendiamo qualcosa?” chiese Masaya indicando il barista che stava servendo del caffè ad un cliente.

“Scusa, Masaya, ma ho fretta. Dimmi cosa vuoi” rispose velocemente lei. Il moro sgranò gli occhi.
”D… d’accordo, scusa…” sussurrò mestamente, mentre Ichigo stringeva i denti. Perché si comportava così con lui? L’unica che aveva sbagliato era lei!

“Volevo dirti che oggi sono stato convocato dal preside”

La rossa sgranò gli occhi.

“Che hai combinato???” chiese, agitandosi. Masaya non potè fare a meno di sorridere.

“Niente, tranquilla… E’ che mi hanno proposto di partecipare ad un programma televisivo sul kendo, domani sera…”

Ichigo spalancò la bocca, eccitata.

“Wow!! Davvero??” esclamò sorridendo. Il ragazzo annuì felicemente e Ichigo lo abbracciò, contenta per lui.

“Bravo, Masaya!!” esclamò mentre lui, velocemente, le regalava un innocente bacio a stampo. Ichigo arrossì all’istante ripensando al giorno precedente, e Masaya non potè fare a meno di pensare che la ragazza fosse arrossita per la vergogna.

“Scusami per ieri, Ichigo… Sono stato un idiota…”

La rossa cercò di ridarsi un contegno e tossicchiò pensando che, in fondo, non era Masaya a doversi scusare.

“Non preoccuparti… Non fa niente…” sussurrò sorridendo. Il moro la fissò dolcemente e le prese la mano, contento che la situazione fosse tornata a posto.

I due tornarono da Ryo e Retasu che, impazienti, li stavano guardando. Ryo sentì una fitta al petto quando li vide insieme, mano nella mano. Eppure lo sapeva. Sapeva che stavano insieme. Perché prendersela?

Beh, la risposta a quella domanda era molto facile: come poteva Ichigo far finta di niente, nonostante quello che era successo…? Aveva tradito il suo ragazzo… E l’aveva fatto con consapevolezza…

Scosse la testa. Non sarebbe mai riuscito a capire le donne…

“Bene, ragazzi, io e Ichigo andiamo” proferì Retasu avvicinandosi all’amica.

“Oh, è vero… Oggi Retasu viene a pranzo da me” spiegò Ichigo al suo ragazzo. Lui annuì convinto e la baciò sulla guancia per salutarla. Lei ricambiò, poi si voltò verso Ryo, indecisa se salutarlo o meno.

“C… Ciao…” esclamò cercando di apparire il più normale possibile.

Ryo sussultò senza farsi però vedere: non credeva che lo avrebbe salutato. Rispose così al saluto con un cenno del capo e la ragazza, leggermente arrossita, si voltò con Retasu.

 

Ichigo sorrise esaltata: fra pochi minuti sarebbe stato trasmesso in tv il programma dove sarebbe comparso il suo ragazzo. Si sistemò meglio sul divano, con gli occhi puntati contro lo schermo della tv, impaziente.

Fissò il mezzobusto di fronte a lei che annunciava la cronaca sportiva e augurava una buona serata a tutti i telespettatori.

E poi, la pubblicità.

Sospirò, gettandosi di peso con il viso contro il divano, sospirando.

Chissà se anche Shirogane stava guardando quel programma…?

Si diede della stupida mentalmente: possibile che non facesse altro che pensare a lui?!

Si rimise a sedere, afferrando il cuscino e stringendolo al petto.

Solo due giorni prima erano andati al mare… Ricordava tutto come se fosse successo solo qualche attimo prima. Riusciva ancora a sentire la percezione delle labbra di Ryo sulle sue… La sua stretta possessiva e le sue mani che le avevano percorso l’interno corpo… Avvampò affondando la testa nel cuscino.

*Basta, Ichigo, non devi pensare a lui… Tu sei la ragazza di Masaya…* si disse dandosi dei piccoli colpetti sul capo.

“Ed ora passiamo al programma sportivo…”

Una voce proveniente dalla tv la fece sobbalzare. Lanciò il cuscino in aria e si precipitò ad alzare il volume.

“Eccolo, comincia!!”

Tornò verso il divano, ma, proprio mentre stava per sedersi sopra di esso, il campanello suonò. Abbastanza scocciata, si diresse verso l’entrata.

Chissà chi era? Sorrise, pensando che forse era Retasu che aveva deciso di vedere il programma con lei (U__U Lo so io chi è, altro che Retasu…!! XD NdRanpyon).

Aprì di scatto la porta e il sorriso che aveva sulle labbra le morì all’istante. L’impulso di chiudere la porta fu molto forte, ma si trattenne.

“Che… che ci fai qui…?” domandò con voce tremante, mentre il visitatore rimaneva incantato a fissare la figura di fronte a lui.

“…Posso entrare?” domandò semplicemente Ryo. Nessun tono freddo. Nessun tono di scherno.

Ichigo sospirò, mentre la sua mente le urlava di rispondere di no, di farlo andare via… Ma il cuore le diceva di lasciarlo entrare… E, come tutti ben sappiamo, al cuor non si comanda.. Chinando il capo, gli fece spazio e lo fece entrare in casa.

Lui la ringraziò mettendo piede nell’abitazione e, non appena fu entrato, Ichigo parlò.

“Sta… sta per cominciare il programma in cui c’è Masaya…” disse tutto d’un fiato, mentre il ragazzo si voltava a fissarla.

“Lo so…” proferì lui.

E poi più niente. Entrambi rimasero in silenzio. Ichigo si torturava le mani e si spremeva le meningi, alla ricerca di qualcosa da dire. Ma aveva la lingua paralizzata… e, proprio in quel momento, le venne in mente un solo modo per usarla. Poco ortodosso, forse, ma la sua mente ormai non pensava ad altro.

“…Andiamo di là?” fu Ryo a interrompere quel suo fiume di pensieri. Ichigo sobbalzò annuendo vigorosamente ed entrambi si diressero in salotto. Ryo si accomodò sul divano e Ichigo lo seguì, un po’ titubante.

Il programma era ormai cominciato, ma di Masaya neanche l’ombra. Ichigo, abbastanza irrequieta per la vicinanza del biondo, sbuffò leggermente torturandosi le mani.

“Masaya non comparirà subito” le disse Ryo attirando la sua attenzione.

“Ha detto che la sua presenza nella trasmissione è limitata… Comparirà fra una decina di minuti” spiegò facendole alzare le sopracciglia.

“Dieci minuti? Ma se il programma ne dura venti…!” esclamò ridacchiando. Ryo sorrise a sua volta, ma in un secondo riassunse il suo temperamento freddo.

“Piuttosto…” proferì poggiando la schiena contro lo schienale del divano.

“Dimmi…” Ichigo rispose, timorosa di scoprire cosa il ragazzo volesse dirle.

“Sono venuto qui per un motivo ben preciso…”

Ichigo deglutì.

“Cioè…?”

“Volevo scusarmi” rispose il biondo senza mezzi termini.

 La rossa sgranò gli occhi.

“Come?”

“Per quello che è successo l’altro ieri… E anche per l’altra volta, quando sei venuta a casa mia, il giorno in cui sono stato assente da scuola…”

Ichigo sentì il cuore perdere un battito. Perché? Perché si scusava?

Non era con lei che doveva scusarsi…!

“So benissimo che sei la ragazza di Masaya e…” il ragazzo fu interrotto dalla rossa, che, con un salto, era scattata in piedi.

“Non è a me che lo devi dire!” Esclamò visibilmente arrabbiata.

“E’ con Masaya che dovresti scusarti…!! Perché… io sono la sua ragazza… e nonostante questo io… noi ci siamo baciati…”

Ryo, spiazzato, si mise in piedi, di fronte a lei.

“E’ per questo che ti sto chiedendo scusa!” esclamò, cercando di far valere le sue ragioni… Ma, in verità, neppure lui era tanto convinto…

“Non devi scusarti con me, te l’ho detto!!” gridò la ragazza mentre le lacrime premevano per uscirle dagli occhi.

“Non devi chiedermi scusa…! Dannazione, Shirogane, se non avessi voluto mi sarei sottratta, non credi?!” esclamò piangendo.

Ecco, ormai era esplosa.

Ryo sgranò gli occhi.

“Ma… tu… stai con Masaya…” mormorò realmente dispiaciuto.

Ichigo annuì singhiozzando.

“Questo lo so… ma purtroppo non posso fare a meno di pensare a te ogni maledetto istante…” confessò mentre il cuore le martella va nel petto.

Ryo strinse i pugni.

Con uno scatto le si avvicinò e poggiandole una mano sulla spalla, l’attirò a sé baciandola. Ichigo, continuando a piangere, rispose al bacio, mentre Ryo le afferrava la testa e la premeva contro la sua. Aveva un disperato bisogno di sentirla. Di sentirla sua.

La stese sul divano, portandosi sopra di lei.

Le baciò il collo strappandole con violenza la catenina che le aveva comprato Masaya qualche tempo prima… Ichigo sussultò ma lo lasciò fare, trasportata in un altro mondo da quei baci che la stavano facendo impazzire.

 

Intanto, di fronte a loro, la tv trasmetteva le immagini di un ragazzo dai capelli neri e occhi castani.

Eccolo, l’ospite speciale della puntata. Masaya Aoyama.

 

Ichigo sfilò velocemente la maglietta a Ryo, che fu seguita poco dopo dal minuscolo top che indossava lei.

Ryo le baciò l’incavo del collo, facendola gemere, mentre con le mani trafficava con la cintura dei jeans.

 

“Ecco l’ospite, Masaya Aoyama!”

Il giovane rispose cordialmente con un saluto. Sorrise.

“Masaya Aoyama è l’asso della squadra di Kendo del liceo Daikan, una delle scuole più prestigiose della città!” esclamò l’uomo accanto al moro.

Masaya sorrise leggermente imbarazzato.

 

Ichigo fece scivolare lentamente a terra i pantaloni di Ryo e lui fece altrettanto con il reggiseno della ragazza, che cadde a terra con un leggero fruscio. Un po’ imbarazzata, Ichigo chiuse gli occhi, mentre il biondo si concentrava sui suoi capezzoli. Ne baciò uno con avidità e lo stuzzicò con la lingua, sentendola gemere sotto di lui.

Portò le mani sulla gonna e l’alzò lentamente, trovandosi davanti un paio di minuscoli slip.

 

“Prima di cominciare l’intervista vuoi dire qualcosa ai nostri telespettatori?”

 Masaya parve pensarci qualche secondo. C’era qualcosa che voleva dire, in effetti…

 

Ryo spostò con un dito l’elastico delle mutandine di Ichigo e la baciò dolcemente, facendola sussultare. Con un veloce gesto della mano, la liberò da quel fastidioso indumento. Ichigo, affannata, alzò la testa e notò che lui indossava ancora i boxer. Vergognandosi da morire, li afferrò con entrambe le mani e glieli sfilò. Ciò che vide la spaventò un po': l’eccitazione di Ryo era visibilissima…

Lui si accorse dell’imbarazzo della ragazza e si chinò su di lei, baciandole dolcemente le labbra.

Ormai non ce la faceva più.

Doveva farla sua.

 

“Vorrei salutare la mia ragazza… e anche il mio migliore amico. Senza di loro non sarei mai arrivato fin qui” proferì Masaya fissando le telecamere di fronte a lui.

 

Proprio in quel momento, Ryo entrò in Ichigo.

Ormai erano divenuti una cosa sola…

 

 

 

 

 

…To be continued…

 

 

 

*O* Finalmenteeeeeeeeeeeeeeeee!!!! >____<

Evviva, l’hanno fatto…!!!!! Ke bello!!! >__> Beh, veramente i commenti toccherebbe a voi farli… eheh quindi taccio!

Cmq… era dall’inizio della ficcy che volevo fare un capitolo del genere… e ora il mio sogno si è avverato!

U__U …Cara Ichigo, QUESTO si chiama tradimento, non quello del capitolo precedente!!

Ora vi lascio, un grande bacione a tutti quelli ke mi seguono!

Visto, come sono brava?? Sto aggiornando moooooooolto frequentemente!!!

Un kiss!!!

Ranpyon

 

Ps- Per chi ancora non avesse letto “Avventura nello spazio”: beh… che dire… leggetela, si tratta del seguito di UN ANNO DOPO!!!

 

Ciau

Baci!!

 

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Capitolo 15
*** Fingere non è affatto semplice ***


Capitolo 15

Capitolo 15: Fingere non è affatto semplice

 

“Maledizione!!!”

Ryo afferrò di peso il piccolo vaso, dono di Zakuro, che si trovava sul tavolino e lo scagliò contro la parete, inveendo contro se stesso.

“Che diavolo ho fatto!!” si lamentò cadendo pesantemente sul divano. Erano le cinque del mattino. Era appena rientrato a casa, e solo da poco si era reso veramente conto di ciò che aveva fatto. Era andato a letto con la ragazza del suo migliore amico…

Si prese la testa tra le mani, pensando che, solo mezz’ora prima, era ancora steso su quel divano, con lei tra le braccia.

Si diede del cretino mentalmente.

E, come se non bastasse, appena si era svegliato e si era reso conto di ciò che aveva fatto era scappato con la coda tra le gambe. Ma non l’aveva fatto per paura… L’aveva fatto semplicemente per senso di colpa. Un senso di colpa che, purtroppo per lui, cresceva senza fermarsi.

Pensò a Ichigo, sola in quella casa. Quella mattina per lei non sarebbe stata come tutte le altre… Aveva perso la verginità con uno che non era il suo ragazzo… Con uno che neanche sopportava…

E quando se ne sarebbe resa conto sarebbe crollata.

Sgranando gli occhi, ryo scattò in piedi. Non poteva lasciarla sola dopo quello che era successo…! Dovevano parlare… Dovevano chiarire la faccenda.

Uscì di casa sbattendo la porta, montando sulla sua Yamaha blu scura. Percorse in qualche minuto lo stesso sentiero che aveva percorso poco prima. Con il cuore in gola, sperava solo che Ichigo non si fosse svegliata.

 

La ragazza aprì lentamente gli occhi. Sentiva le palpebre pesanti… estremamente pesanti. Sollevò appena il busto, accorgendosi di essere stesa sul divano. Si guardò intorno con circospezione.

Perché si era addormentata sul divano?

E… Perché era nuda?

Si lasciò ricadere pesantemente sul divano e chiuse gli occhi, sospirando. Ora ricordava. Aveva passato la notte con Ryo Shirogane, il migliore amico del suo ragazzo. Shirogane, il ragazzo che fino a qualche tempo prima odiava e disprezzava con tutto il suo cuore. Andò a fissare la tv, ormai spenta: che fosse stato lui?

Si portò le mani sul viso, cercando di trattenere le lacrime. Aveva fatto l’amore con uno che non era il suo ragazzo… Una lacrima le scivolò lungo la guancia a cadde sul tessuto del divano, bagnandolo. La rossa si strofinò gli occhi cercando di farsi coraggio. Si sollevò lentamente e afferrò i suoi vestiti a terra. Si rivestì con estrema lentezza, chiedendosi dove mai potesse essersi cacciato Ryo. Forse se ne davvero era andato…

“…S… Shirogane…” Lo chiamò un paio di volte senza ottenere risposta.
Ecco, lo sapeva.

Se n’era andato.

Tristemente, si infilò la maglia e si guardò intorno: sul divano c’era una chiazza ben visibile di sangue. Arrossì fino alla punta delle orecchie e, in preda all’ angoscia, afferrò il telo del divano e lo tirò verso di lei, cercando di toglierlo. Alla fine vi riuscì, strappandone un piccolo pezzetto. “Chi se ne frega” si ritrovò a pensare: tanto avrebbe dovuto buttare quel copridivano che piaceva tanto a sua madre.

Sospirò guardando l’orologio della cucina: erano le cinque e mezza del mattino… e lei sarebbe dovuta andare a scuola, affrontare Masaya e raccontargli ogni cosa. Dirgli che aveva passato la notte con il suo migliore amico, che non aveva visto il programma in tv – anche se quello era il problema minore – e che Ryo era scappato con la coda tra le gambe. Si portò una mano al petto dolorante e si lasciò scivolare contro il muro. Si sedette a terra con le ginocchia piegate e la testa poggiata su di esse. Stava disperatamente cercando di trattenere le lacrime. Non doveva essere debole proprio in quel momento.

All’improvviso, la porta all’ingresso si spalancò con un tonfo. Spaventata, la ragazza alzò la testa di scatto e si trovò davanti un Ryo piuttosto affannato e agitato. Ichigo aprì la bocca per parlare, ma la richiuse subito dopo. Il biondo, con uno scatto, si avvicinò a lei e le afferrò le mani tirandola verso di sé. La fece alzare.

Ichigo voltò la testa di lato.

“Vattene…” mormorò con voce tremante. Ryo ridusse gli occhi a due fessure e increspò le labbra.
”Vattene, per favore…” ripeté lei con la voce spezzata dai singhiozzi. Ryo l’abbracciò istintivamente, affondando il viso nei morbidi capelli della ragazza. Ichigo scoppiò a piangere e ricambiò l’abbraccio, stringendolo affettuosamente.

“Scusami se sono andato via…” mormorò lui baciandole il collo. La rossa sentì un brivido e, anche se controvoglia, poggiò le mani sul petto del biondo allontanandolo leggermente.

“…Io…”

“Momomiya… io… Non sono affatto pentito… E’ vero, per me le ragazze sono sempre state solo un passatempo…”

La ragazza sgranò gli occhi.

“Però… tu sei diversa. E, nonostante tu sia la ragazza del mio migliore amico non posso farci niente. Ti desidero” proferì in tono sicuro quelle parole, mentre Ichigo spalancava ancora di più gli occhi.

“…Non… Non possiamo… io sto con Masaya”

“Ieri non ti sei fatta poi tanti problemi!” Esclamò lui poggiando violentemente una mano contro una parete per evitarle una possibile fuga.

“Credimi, Masaya è il mio migliore amico. L’unico che mi sia stato accanto veramente e non ho alcuna intenzione di farlo soffrire…” fece una piccola pausa, poi continuò.

“Ma non posso fare a meno di desiderarti”

Con quelle ultime parole, poggiò una mano dietro la testa della ragazza e la attirò a sé, baciandola. Timidamente, Ichigo rispose al bacio e serrò gli occhi.

Ryo le aveva confessato di desiderarla… Di non considerarla come aveva considerato fino ad allora le altre ragazze, ossia come un passatempo. Forse ci teneva davvero a lei… E, nonostante Masaya, anche lei lo desiderava tantissimo…

Si staccò da lui, abbracciandolo.

“…Non voglio far soffrire Masaya…” mormorò a denti stretti, piagnucolando. Ryo le accarezzò la testa.

“Allora lascialo…”

La rossa sgranò gli occhi.

“Ma così soffrirebbe!!” esclamò sconvolta.

“Pensaci, Momomiya…! Se scoprisse che siamo stati insieme mentre stavi con lui ne rimarrebbe distrutto…!” Rispose lui agitandosi. Possibile che fosse così testarda?

Ichigo fece una piccola pausa. Forse Shirogane aveva ragione…

“Dammi… dammi un po’ di tempo per pensarci…” sussurrò lei fissandolo mestamente.

“Non so cosa fare…”

Ryo sospirò.

“D’accordo…”

Non era da lui essere tanto accondiscendente e gentile con una ragazza. Ma Ichigo era speciale. Davvero speciale.

“Oggi vieni a scuola…?”

La rossa scosse la testa.

“…Non me la sento…”

“Se non sbaglio avete il compito di inglese. Me l’ha detto Midorikawa”
Ichigo sbiancò letteralmente. Il compito, cavolo, se ne era completamente dimenticata!

“…Allora devo andare. Tanto avevo già studiato qualche giorno fa…”

Ryo sorrise.

“Brava bambina” le accarezzò la testa con fare affettuoso.

“Io torno a casa… vado a prepararmi. Tu… stai bene…?” le chiese cercando di non mostrare la preoccupazione che lo stava attanagliando.

Ichigo sorrise.

“Ora sì…” mormorò annuendo lentamente con la testa.

Ryo sorrise di rimando e uscì dalla casa.

“Allora a dopo… Ichigo…”

La rossa rimase a bocca aperta, mentre il ragazzo usciva fuori casa. L’aveva chiamata Ichigo… fino ad allora l’aveva sempre chiamata Momomiya…

Al solo pensiero, non potè fare a meno di arrossire.

 

“Buongiorno, Ichigo!!” Masaya corse verso la sua ragazza che stava parlando con Retasu di fronte al cancello della scuola. La rossa si voltò di scatto, trovandosi di fronte un Aoyama entusiasta.

“Ciao…!” esclamò lei sorridente.

Lui si sporse verso Ichigo e le sfiorò le labbra. La rossa chiuse gli occhi: il ricordo di Ryo si fece più vivido che mai.

“Hai visto il programma, ieri?” chiese eccitato come un bambino di tre anni (=.=).

Ichigo annuì lentamente, mentre Retasu interveniva nella conversazione.

“Anche io l’ho visto. Sei telegenico” ammise la verdina sorridendo.

Masaya la ringraziò e poi tornò ad occuparsi della sua ragazza.

“Allora, ti è piaciuto?”

“Certo…” soffiò lei guardandosi intorno. Masaya, notando che c’era qualcosa che non andava, le afferrò il mento con una mano, voltandola verso di lui.

“Che c’è?” le chiese preoccupato. Ichigo aprì appena la bocca.
*C’è che non riesco a guardarti in faccia…* pensò sconsolata, mentre un’altra voce, distante, richiamava l’attenzione del moro.

Lui si voltò lasciando andare la ragazza.

“Seiji!!”

“Ehi, Aoyama, secchione che non sei altro! Ti ho visto in Tv ieri!”
Il ragazzo sorrise imbarazzato.

“Hai visto Ryo?” domandò poi Seiji guardandosi intorno.

“No, perché?”

“Perché ieri sera sono andato a casa sua, dopo il tuo programma, ma lui non c’era… e stamattina sono ripassato verso le sei, ma non era in casa…”

Ichigo deglutì sgranando gli occhi. Dannato Seiji… Perché non stava zitto?

“Oh, eccolo, Shirogane!” Retasu indicò un ragazzo che stava camminando verso di loro. Ichigo ebbe un tuffo al cuore. La camicia della divisa fuori dai pantaloni… i capelli scompigliati… l’aria assonnata… la solita camminata spavalda… Per un istante desiderò trovarsi ancora su quel divano…

“Ciao” disse Shirogane avvicinandosi al gruppo. Senza perdere tempo, Seiji gli regalò una pacca sulla spalla.

“Dove sei stato ieri sera, play boy?” esclamò sorridendo.

“Se non sbaglio non hai dormito a casa, vero?”

Ryo sorrise leggermente.

“Ho avuto da fare” rispose fissando di sottecchi Ichigo che arrossì all’inverosimile.

“Con una ragazza?” domandò Masaya fissandolo perplesso.

Ryo si limitò a rispondere vagamente, mentre Ichigo cercava di comportarsi con disinvoltura.

“E bravo il nostro Shirogane…!” esclamò Seiji dandogli un’altra pacca sulla spalla.

“Oh…” Masaya si voltò verso la scuola. Il suono della campanella stava richiamando tutti gli studenti che, volenti o nolenti, sarebbero dovuti entrare in quell’edificio per svolgere le tanto odiate lezioni.

“Io corro in classe” esclamò Seiji correndo verso l’entrata.

“Sennò il prof mi manda di nuovo dal preside…!”

Retasu, Ichigo, Masaya e Ryo sorrisero, avviandosi verso l’interno della scuola.

“Cos’hai fatto ieri sera, Ichigo? Hai gli occhi gonfi, come se non avessi dormito…” proferì Masaya fissando la sua ragazza. Lei deglutì, poggiando una mano sull’occhio destro.

“In effetti… Non ho dormito molto…”

“E perchè?” chiese insistente lui. Ichigo iniziò a preoccuparsi: che sospettasse qualcosa?

“Perché oggi hanno il compito di inglese ed era preoccupata. Vero, Ichigo?” Ryo salvò la situazione intervenendo nella conversazione.

Lei annuì ringraziando mentalmente Shirogane… Ma un secondo dopo dovette ricredersi.

“Ichigo? Da quando la chiami Ichigo?” domandò sorridendo il moro.

Ryo deglutì, dandosi mentalmente dell’idiota.

“E’ che… a forza di sentire te che la chiami Ichigo mi sono abituato a chiamarla così” ammise fissandolo con tranquillità. Masaya sorrise annuendo.
”Eh già… Ichigo, la mia ragazza…” proferì abbracciandola. Lei ricambiò e andò a fissare il biondo, che a sua volta assisteva alla scena senza poter fare niente. Ichigo gli lanciò un’occhiata di intesa e lui si voltò.

“Masaya, è tardi, andiamo”

Il moro annuì staccandosi dalla ragazza.

“Ci vediamo dopo…”

Le sfiorò le labbra con le sue e si avviò verso l’ultimo piano con Ryo. Le ragazze li salutarono e si diressero verso la loro classe.

“…Sei strana oggi, sai?” disse Retasu incrociando le braccia.

“Che ti è successo?”

La rossa deglutì.

“Ho solo sonno. Tutto qui”

 

In classe Ryo e Masaya stavano parlando tranquillamente.

“Sai, Ryo… credo che Ichigo non abbia visto il programma di ieri sera…” disse fissandolo perplesso.

“Perché pensi questo?”

“Perché… durante la trasmissione, il conduttore mi ha chiesto se volevo dire qualcosa al pubblico… E io ho citato te e lei… Ora, d’accordo che tu non hai potuto vedere il programma perché mi avevi detto che avevi da fare… Ma lei non ne ha fatto parola… Temo che non l’abbia visto…”

Ryo deglutì. Evidentemente Masaya era apparso in tv proprio quando loro stavano facendo l’amore.

“…Ma no, vedrai che si è solo dimenticata di dirtelo… Hai visto anche tu che era stanca, no?”

Masaya annuì lentamente, perplesso.

Quella mattina c’era qualcosa di strano…

Eppure c’era una spiegazione per lo strano comportamento di Ichigo: non aveva dormito a causa del compito in classe.

…Allora perché non riusciva a crederci?”

 

 

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Capitolo 16
*** Partenza ***


Nuova pagina 1

Capitolo 16: Partenza

 

“Shirogane… aspetta…”

Ichigo sollevò appena la testa cercando di scansare il ragazzo steso sopra di lei.

“Si sta facendo tardi…”esclamò poggiando le mani sul petto di lui cercando di sollevarlo, ma Ryo andò a baciare le sue labbra e le fece poggiare di nuovo la testa sul letto.

“Zitta, Ichigo…” le ordinò lui aprendole uno a uno i bottoni della camicetta della divisa scolastica.

Ichigo arrossì di colpo e riafferrò l’indumento stringendoselo intorno al corpo.

“Ma…” si lamentò indignato lui, mentre la rossa sorrideva imbarazzata.

“E’ tardi, devi andare” lo ammonì lei spingendolo leggermente verso l’alto per farlo allontanare.

Ryo sbuffò e si voltò verso la radiosveglia poggiata sul comodino.

“…Cavolo, sono le due di notte…”

“Lo so, appunto ti ho detto che devi andare” rise divertita lei.

“E se restassi qui…?” chiese Ryo facendole l’occhiolino.

“Non se ne parla” rispose sostenuta scuotendo la testa. Ryo sbuffò di nuovo.

“Perché non vuoi che resti qui?!” le chiese mettendosi a sedere sul letto.

Lei lo imitò, sedendosi accanto a lui.

“E’ che… Lo sai che io sto con Masaya”

“Sì che lo so” rispose lui leggermente irritato. Possibile che in ogni loro discorso dovesse esserci il nome del suo migliore amico? Era già doloroso comportarsi così a sua insaputa, ma che Ichigo gli ricordasse continuamente che stavano sbagliando era davvero troppo.

“Quindi... preferirei non precipitare troppo le cose…” (…Precipitare le cose… Ma se già avete sco**to!! NdRanpyon) (Sì, è vero, ma non bisogna esagerare! NdIchigo) (…>__> Esagerare… e con uno come Ryo chi si ferma piùùùùùù!! *ççç* NdRanpyon).

“Ichigo, tu lo ami?” domandò lui all’improvviso, fissandola seriamente.

Ichigo sorrise debolmente a quella domanda improvvisa: non sapeva cosa rispondere.

Per un certo periodo aveva provato un affetto indescrivibile per Masaya… forse si era trattato proprio di amore, ma ora quello che provava per Ryo la mandava in confusione…

Forse, dopotutto… che si fosse sentita attratta da Masaya solo perchè lui le era stato accanto in un momento difficile della sua vita?

Ichigo sospirò e scosse leggermente la testa, spostando lo sguardo verso di lui.

“Non lo so… Non so più niente da quando…”

Ryo decise che era il momento di mettere fine a quella conversazione… Si sporse verso la ragazza e le baciò dolcemente le labbra, mordicchiandole il labbro inferiore. La rossa arrossì quando il ragazzo si staccò.

“E’ tardi, devo andare…” le sussurrò baciandole il collo. Ichigo sorrise annuendo e i due si alzarono dal letto.

Si diressero al piano di sotto e la rossa gli aprì la porta, anche se un po’ titubante… In fondo non voleva che andasse via…

Ryo si avvicinò alla porta e mise un piede fuori, poi si voltò.

“…Vuoi davvero che vada via…?” le domandò sperando in una risposta negativa.

Ichigo deglutì, abbassando lo sguardo. Poi rialzò la testa e incurvò leggermente l’angolo destro della bocca. Senza dire niente, afferrò il ragazzo per la maglietta e lo fece rientrare in casa, richiudendo la porta.

Niente da fare.

Alla fine, nonostante tutto, non riusciva a dirgli di no…

 

Erano le sette del mattino. Ichigo aprì lentamente gli occhi e sollevò appena il busto, guardandosi intorno. Lentamente, mise a fuoco la stanza e ricordò ciò che era accaduto la notte scorsa… Ryo era rimasto a dormire da lei… Si voltò e cercò con la mano il corpo del ragazzo che, durante quella notte, era stato accanto a lei, ma non lo trovò.

Che se ne fosse andato?

Si alzò controvoglia dal letto e si chinò a terra a raccogliere i suoi vestiti… Ma non erano gli unici ad essere sparsi per il pavimento. La camicia del ragazzo risaltava tra i suoi indumenti femminili. Sorrise.

“Allora non se n’è andato…” mormorò a se stessa infilandosi la camicia di Ryo. Era piuttosto grande, anche se arrivava a malapena a metà coscia. Decise di scendere al piano di sotto per controllare se fosse lì e lo trovò in cucina che sorseggiava tranquillamente una tazza di caffè. Indossava solo i jeans della sera precedente ed era a petto nudo… Ichigo, arrossendo, voltò di scatto la testa cercando di concentrare la sua attenzione su altro, ma non fu affatto facile. Una volta entrata in cucina, infatti, il ragazzo si era alzato avendola notata e Ichigo aveva potuto notare che i jeans erano sbottonati e lasciavano intravedere i boxer.

Ryo sorrise, accorgendosi dell’imbarazzo della rossa. Le si avvicinò, abbracciandola dolcemente.

“Buongiorno…” le sussurrò teneramente soffiandole in un orecchio. Lei rispose a voce tremendamente bassa e sospirò. Riusciva a percepire il suo profumo e questo la mandava in visibilio…

“Da quant’è che… che sei sveglio…?” chiese lei staccandosi leggermente.

Ryo si voltò a guardare l’orologio appeso al muro.

“…Da una mezz’oretta… Non volevo svegliarti”

Ichigo sorrise.

“Grazie…” gli stampò un bacio dolcissimo sulle labbra e, sbadigliando, si avvicinò alla credenza per prendere una tazza.

Ryo non potè fare a meno di notare quanto fosse bella Ichigo quella mattina. I capelli arruffati, l’aria piuttosto assonnata… la sua camicia che, larga, le copriva a malapena le curve perfette. L’aveva capito, ormai. Adorava tutto di quella ragazza…

Ichigo prese dal frigorifero il cartone del latte e ne versò un po’ all’interno della tazza, aggiungendo poi i suoi cereali preferiti. Mentre mescolava con il cucchiaio, Ryo le si avvicinò cingendole la vita. Ichigo arrossì di botto e lasciò cadere a terra il cucchiaino.

“Ma… Shiro…” tentò di chiamarlo, ma lui, velocemente, la fece voltare e le tappò la bocca con un bacio non proprio innocente. Con tutto il suo corpo premeva contro quello esile della ragazza… La desiderava ancora (Oddio, ma questi ci hanno preso gusto!! NdRanpyon) (…^\\\\\\\\\^ NdRyo_e_Ichigo) (=.= NdRanpyon).

Senza troppi complimenti, portò le mani sotto la camicia e la sollevò appena, lasciando del tutto scoperte le gambe di Ichigo. La rossa afferrò l’indumento di scatto, arrossendo.

“Ma che fai?!” gli chiese mentre lui sorrideva.

“Beh… devo vestirmi e mi serve la camicia” ammise ammiccando.
La rossa non potè fare a meno di sorridere…

Con quel ragazzo si sentiva davvero in pace con se stessa… E pensare che qualche mese prima l’aveva schiaffeggiato, gli aveva morso il labbro e non gli aveva rivolto la parola…

*I sentimenti delle persone sono troppo volubili…*

Si ritrovò a pensare ad Aoyama… e un senso di colpa l’assalì all’improvviso. Doveva dirglielo… Non poteva continuare a tenerglielo nascosto…

“Shirogane…” lo chiamò, facendolo staccare.

“Ecco… vorrei parlare con Masaya…”

Ryo sospirò, spostando lo sguardo di lato.

“Per dirgli cosa?”

“Che… Che non posso più stare con lui…” ammise infine mordendosi il labbro inferiore. Ryo la fissò perplesso, cercando di capire.

“Non capisco… ieri sera eri indecisa…”

“Lo so, ma non mi va di continuare a prenderlo in giro” rispose lei voltandosi di nuovo e raccogliendo il cucchiaio.

“… Per me va bene…” asserì Ryo un po’ titubante.

Era d’accordo sul fatto che Ichigo dovesse lasciare Masaya…

Ma se il ragazzo avesse scoperto che loro due erano stati a letto insieme sarebbe scoppiata una bomba…

E, purtroppo, a sua insaputa, quella bomba stava per scoppiare più presto di quanto avrebbe potuto immaginare.

 

“Finalmente si parte!!” esclamò Retasu felicemente, prendendo posto sul pullman.

Ichigo sorrise sedendosi accanto all’amica, mentre Ryo e Masaya prendevano posto dietro le due ragazze.

“Sono giorni che aspetto questo momento… Quattro notti e tre giorni lontani da casa… Hokkaido, aspettaci!!” esultò la verdina battendo il cinque con Ichigo che si era lasciata trasportare dall’entusiasmo dell’amica.

Finalmente era arrivato il giorno della gita. Tutti, chi più chi meno, erano agitati e emozionati… Tranne quelli della terza, ovviamente, che avevano già fatto delle gite e ormai per loro era diventato un evento ordinario.

“Ichigo, i tuoi genitori come stanno?” entrò in discorso Retasu mettendosi a gambe incrociate sul sedile (So che sembra difficile, ma io mi ci metto sempre ^^’’ NdRanpyon).

“Stanno bene, grazie…”

“Ma la sera non hai paura a stare da sola a casa?” domandò curiosa la verdina.

Ichigo, senza pensare, rispose.

“Ma non sono sola, di sera…”

Subito dopo aver detto quella frase si portò una mano alla bocca, mentre Retasu sorrideva sorniona.

“Aaaah… capito… Aoyamuccio tuo viene a trovarti, vero…? Chissà che combinate voi due soli soletti…” proferì con l’aria di chi la sapeva lunga.

Ichigo arrossì di scatto, agitando le mani.

“No no no no no, Retasu, ma che dici?!” esclamò scuotendo la testa.

Retasu la fissò perplessa.

“Ma dai… vuoi dirmi che non l’avete ancora fatto…?” domandò abbassando la voce. Non voleva che qualcuno sentisse ciò che si stavano dicendo.

“Certo che no” mormorò Ichigo per tutta risposta.

Beh, in fondo non aveva detto una bugia. Con Masaya non l’aveva mai fatto…

“E di Shirogane che mi dici?”

Ichigo, stavolta, sgranò gli occhi spaventata, sbiancando.

“Shiro… Shirogane cosa…?” domandò assumendo un tono disinvolto.

“Beh, Ichigo, se devo essere sincera… credevo che alla fine ti saresti messa con lui…” proferì sconsolata l’altra.

“Te l’ho detto, Aoyama non mi piace… E credo che anche tu abbia cambiato un po’ opinione su di lui dopo quella giornata al mare…” sussurrò fissando di sottecchi i due ragazzi che, tranquilli, ascoltavano i loro MP3.

“Abbassa la voce…” mormorò Ichigo preoccupata che i due ragazzi potessero sentirle, ma Retasu la tranquillizzò dicendole che era impossibile… Entrambi stavano ascoltando la musica…

Masaya era immobile, con gli occhi chiuse e la testa poggiata allo schienale del sedile. Ryo, invece, aveva lo sguardo perso nel vuoto. Fissava il finestrino e teneva in mano il suo MP3. Ichigo e Retasu, però, non potevano sapere che quel piccolo aggeggio era spento e che il biondo stava ascoltando la loro conversazione.

“Retasu, Shirogane non mi piace per niente… E’ un amico, niente di più, credimi… E poi io sono innamorata di Masaya…”

Retasu le gettò un’occhiata di disapprovazione.

“Sei innamorata… cioè, lo ami?”

Ichigo sbuffò.

“Retasu, non ho voglia di parlarne, per favore… cambiamo discorso…” supplicò la ragazza alzando la voce.

La verdina annuì e si sistemò compostamente sul sedile, poiché il professore era appena entrato nel pullman e stava per fare l’appello.

 

Partirono.

Il viaggio fu piuttosto tranquillo. Ryo, Ichigo, Masaya e Retasu avevano chiacchierato per quasi tutto il tempo… Ogni tanto, però, Masaya scambiava posto con Retasu per poter stare vicino a Ichigo, e il biondino non poteva far altro che tacere… Ma, dentro di sé, la cosa lo infastidiva molto.

Ichigo cercava di calmare la situazione lanciandogli delle occhiatine d’intesa che, in apparenza, servivano a tenerlo calmo… Ma, più il tempo passava, più Ryo desiderava trovarsi da solo con lei… E per Ichigo era lo stesso.

I due giorni precedenti alla partenza aveva provato a parlare con Masaya, ma alla fine si era sempre tirata indietro. Forse per paura, forse per riguardo nei confronti del ragazzo… Non lo sapeva nemmeno lei…

Eppure l’unica cosa che sapeva era che doveva dirglielo…

Ma ferire proprio lui, l’unico che le era rimasto accanto quando aveva scoperto di doversi trasferire, la faceva sentire una vigliacca… Era stata capace solo di approfittarsi della sua gentilezza…

Con quei pensieri che le ronzavano in testa, Ichigo scese dal pullman e afferrò la sua valigia, entrando nell’hotel che li avrebbe ospitati per quattro giorni.

L’uomo alla reception consegnò agli studenti le chiavi delle stanze e ognuno si diresse nella propria.

Quelli del primo anno sarebbero stati al secondo piano, mentre quelli del terzo erano stati sistemati al terzo piano.

Ichigo e Retasu, in stanza insieme, decisero di andare a controllare la stanza dei ragazzi. Si avviarono così per le scale, quando ad un tratto Retasu si bloccò.

“Ho lasciato il cellulare in camera… Ichigo, intanto vai, io ti raggiungo”

La rossa annuì poco convinta, mentre Retasu si precipitava in camera a prendere il telefonino.

Ichigo arrivò al terzo piano e si avvicinò alla porta della stanza 302, assegnata a Ryo e Masaya. Bussò leggermente e la porta si aprì dopo qualche secondo.

Ryo era sulla porta e Ichigo non potè fare a meno di arrossire.

Indossava un paio di pantaloni alla pescatora bianchi, con delle scarpe da ginnastica del medesimo colore e non indossava alcuna maglietta. Evidentemente si era appena cambiato…

“Desidera qualcosa, signorina?” domandò ammiccando, notando che lo sguardo di Ichigo era concentrato sul suo corpo.

“Volevo… volevo vedere la stanza…” mormorò imbarazzata entrando nella camera. Ryo la fece accomodare e chiuse la porta.

“Masaya dov’è?” domandò Ichigo guardandosi intorno.

“E’ andato dal professore a chiedergli una cosa…” proferì Ryo sedendosi sul letto. Ichigo, imbarazzata, sorrise.

“Ok, allora io vado, ciao”

Si voltò di scatto verso la porta ma, prontamente, Ryo la afferrò per il polso e la bloccò, facendola voltare verso di lui e facendo aderire i loro corpi.

“Scappi…?” le domandò sfiorandole le labbra con le dita.

Ichigo scosse leggermente la testa…

“Se dovesse entrare Masaya…” mormorò un po’ spaventata, ma Ryo la fece tacere e la baciò con quanta più passione era possibile. Voleva cancellare dalla mente della ragazza, anche se solo per pochi secondi, l’immagine del suo migliore amico.

Presa dalla foga, Ichigo rispose al bacio.

Non si accorsero, purtroppo, che qualcuno fuori si era avvicinato alla porta, troppo presi da quel bacio così intenso e passionale che stava per trasformarsi in qualcosa di più.

Non si accorsero nemmeno che qualcuno aveva aperto la porta della stanza usando la propria chiave…

E Ichigo e Ryo rimasero lì, immobili, mentre la porta si apriva.

Si staccarono di scatto, allontanandosi di qualche centimetro, mentre Masaya faceva il suo ingresso nella stanza.

Il moro si bloccò sulla porta, con la bocca spalancata.

“…Che sta succedendo…?” domandò.

C’era qualcosa che non andava.

E, se prima era solo un dubbio, ora era diventato una certezza.

 

 

 

 

…To be continued…

 

 

 

Fine chap!!

Eheh, questi a forza di scappatelle rischiano grosso… Sn proprio insaziabili!!

Bene bene, Masaya li ha visti……… che accadrà?? Come la prenderà??

Io spero che si suicidi… ma dopo la ficcy finirebbe troppo presto, quindi è da scartare come ipotesi…

Spero che il chappy vi sia piaciuto e mi scuso per il ritardo, ma il blocco dello scrittore mi aveva colta all’improvviso!!!

Recensite, mi raccomando!!!

E grazie per le recensioni che mi fate!! Mi piacciono tantissimo!!! XDDDDDDDDDDDDD

Un bacio

Ranpyon

 

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Capitolo 17
*** Sospetti ***


Capitolo 17

Capitolo 17: Sospetti

 

“…Che sta succedendo qui…?” domandò Masaya immobile sulla soglia della porta.

Perché Ryo e Ichigo erano così vicini l’uno all’altro…?

I due, imbarazzati più che mai, si lanciarono uno sguardo preoccupato, poi Ichigo, cercando di comportarsi il più normalmente possibile, si avvicinò al suo ragazzo sorridendo.

“…Mi era entrata una cosa nell’occhio e Shirogane stava aiutandomi a toglierla…” rispose dandogli un bacio fuggevole sulla guancia. Lo sguardo di Masaya si spostò su Ryo che era ancora immobile, indeciso se continuare o meno quella farsa. Ma se si fosse limitato a dire la verità di sicuro Ichigo si sarebbe arrabbiata… e Masaya ci sarebbe rimasto malissimo.

Niente da fare, doveva continuare a fingere.

“Certo, cosa credevi?” rispose sorridendo leggermente.

Il moro si morse il labbro inferiore.

“Non so se…” cominciò a dire, ma la rossa lo interruppe sul momento.

“Ero venuta qui per chiederti se volevi fare un giro… il professore ha detto che possiamo uscire dall’albergo ma che non dobbiamo allontanarci troppo” proferì sveltamente, mentre Masaya la fissava storto.

Aveva sempre sospettato che quei due gli nascondessero qualcosa… se ne era accorto solo negli ultimi tempi, che andavano molto più d’accordo e si lanciavano occhiatine fugaci… E poi, il giorno del mare, Ichigo l’aveva lasciato solo andandosene con Ryo. Certo, lì era stata più che giustificata, data la situazione… Eppure la cosa lo insospettiva lo stesso.

Sospirò, voltando le spalle all’amico e afferrando Ichigo per la mano.
”D’accordo” disse freddamente trascinandola fuori dalla camera. “Andiamo”.

Non appena i due furono usciti, Ryo si abbandonò sul letto e sospirò, chiudendo gli occhi.

Diavolo… Per poco non li scopriva…
Ma possibile che Masaya fosse tanto ingenuo da credere a una scusa del genere…? O forse era talmente innamorato di Ichigo che non voleva vedere la realtà, nonostante questa fosse proprio davanti ai suoi occhi?

 

Un senso di inquietudine si era impadronito del povero Masaya (Povero… >___> tsè… ti senti così solo perché li hai visti vicini… e se ti dico che hanno fatto nel capitolo 14 che fai, muori? NdRanpyon) (Perché, che hanno fatto? O__O NdMasaya) (… Sarei molto tentata di dirtelo… Così davvero per una volta ti levi dalle balle… Ma dopo che divertimento c’è se te ne vai subito??? ^_^ NdRanpyon) (….ç__ç NdMasaya).

Entrare di scatto nella sua camera e vedere il proprio migliore amico così vicino alla propria ragazza non era proprio il suo ideale di “bello spettacolo”.

Purtroppo non sapeva cosa dire. Voleva arrabbiarsi, urlarle di dirgli la verità…

Ma mentre passeggiavano mano nella mano, si rese conto che Ichigo non era un persona così meschina (>__> NdRanpyon). Non avrebbe mai potuto tradirlo, e per di più con il suo migliore amico.

Sospirò, bloccandosi all’improvviso sul marciapiede. Ichigo, trattenuta dalla mano del ragazzo, si arrestò e voltò appena la testa.

“Masaya, che hai?” domandò conoscendo purtroppo la risposta.

“…Prima, con Ryo…” mormorò alla ragazza, che dovette tendere meglio le orecchie per capire ciò che il ragazzo aveva detto.

“Non so… Sembrava che stesse facendo qualcos’altro” disse sicuro, sollevando il viso e alzando il tono di voce. Ichigo sobbalzò, deglutendo.

Sorrise debolmente, scuotendo appena la testa.

“No, Masaya… che dici?” domandò con la voce tremante. Non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscita a fingere.

“E’ che ho avuto quest’impressione… Ma forse mi sbaglio…”

Ichigo annuì vigorosamente, sorridendo.

“Certo che ti sbagli. Se non l’hai dimenticato, io fino a poco fa odiavo Shirogane… sono diventata sua amica solo perché è il tuo migliore amico… E se mi fosse piaciuto mi sarei messa con lui, giusto?” spiegò pazientemente e Masaya, dopo qualche secondo, annuì lentamente chinando il capo.

“Forse… Però… preferirei che non passassi più tanto tempo con lui…”

Ichigo sgranò gli occhi, mollando all’istante la mano del ragazzo.

“Non puoi impedirmi di passare il tempo con lui solo perché pensi che io sia in grado di tradirti…!” esclamò, adirata. “Questo significa che non ti fidi di me!”

Il ragazzo cercò di afferrarle di nuovo la mano per farla calmare, ma lei senza esitazione lo schiaffeggiò.

“…Non credevo che fossi capace di… di… parlare così… Non ti fidi di me, e questo mi fa male…”

Detto questo, Ichigo corse via verso l’albergo, intenzionata ad entrare in camera e non uscirne per un bel po’ di tempo.

Nella sua corsa verso l’hotel, si rese conto di piangere come una fontana.

Aveva appena schiaffeggiato Masaya senza un motivo ed era fuggita via, gettando delle frasi alla rinfusa.

Perché si era comportata in quel modo? Perchè lo aveva aggredito, dicendogli che non si fidava di lei? Si asciugò in fretta le lacrime prima di entrare nell’edificio e si addentrò nell’ascensore, poggiandosi alla parete mentre quello saliva verso il secondo piano.

Si portò le mani sul viso, arrossato dalla corsa e dal pianto.

Aveva voluto scappare da quella situazione tanto assurda che la stava mettendo con le spalle al muro. Perché sapeva, sapeva che Masaya aveva ragione… Ma era tanto testarda da non volerlo ammettere. Gli aveva anche detto di fidarsi di lei… Ma come poteva?

L’ascensore si bloccò e la porta si aprì lentamente. Ichigo mosse un passo verso l’esterno ma si bloccò di colpo.

“Che è successo?” la voce del biondo le arrivò chiaramente nelle orecchie e riprese a singhiozzare, portandosi le mani sul viso.

Ryo sgranò gli occhi. Le afferrò un braccio e le scoprì il volto arrossato, preoccupato.

“Vuoi dirmi che è successo?!” domandò ad alta voce, ma Ichigo si liberò dalla sua presa e lo spinse di lato, cercando di uscire dall’ascensore.

Ma Ryo fu più veloce: si parò davanti a lei afferrandola per le spalle e la spinse all’interno dell’ascensore, sbattendola contro la parete. Entrò anche lui e chiuse la porta, premendo il tasto quattro.

La cabina cominciò a salire, mentre Ichigo, spaventata, si chiedeva dove la stesse portando. Dopo aver superato il terzo piano, Ryo si voltò verso la pulsantiera e schiacciò il tasto giallo, con sopra scritto stop.

L’ascensore si bloccò di colpo, a metà tra i piani tre e quattro.

“Ora non ci muoviamo da qui finché non mi dici cos’è successo”

Ichigo singhiozzò di nuovo, continuando a coprirsi il viso. Ora, a quel miscuglio di sentimenti che provava, si era aggiunta anche la paura.

“Io… Io…” riuscì solo a dire, mentre il ragazzo le liberava di nuovo il volto dalle mani tremanti.

“Cosa ti ha fatto?” domandò apprensivo, sentendo che, in un qualche modo, si stava calmando.

“N… niente…” sussurrò lei per tutta risposta, divincolandosi dalla sua presa.

“E allora perché piangi?!” chiese lui alzando la voce.

Non sapere cosa le era successo lo stava uccidendo.

“…Non ce la faccio più…”

Ryo sgranò gli occhi, mollando subito la presa.

“Che vuoi dire?”

“Che… non posso continuare a fingere… Prima ci ha visti, Ryo… ci ha visti insieme eppure non so perché ha creduto alla mia scusa… Ma prima, in strada, mi ha detto che non devo più parlare con te e lì mi ha fatto perdere la testa… Gli ho rinfacciato il fatto che non si fida di me… ma ha ragione, non deve fidarsi…!!!” esclamò inginocchiandosi a terra e ricominciando a piangere più forte di prima. Ryo si chinò, abbracciandola.

“Ichigo… se ti fa stare così male, allora lascialo… Non continuiamo a mentirgli…” le sussurrò all’orecchio facendola sollevare di nuovo. Lei lo abbracciò, mentre le lacrime scendevano copiose sul suo viso.

“Ichigo…” le baciò dolcemente la fronte, stringendola teneramente.

La rossa, con uno scatto improvviso, gli passò una mano dietro la testa e lo attirò a sé, baciandolo con passione. Ryo rimase leggermente spiazzato da quel comportamento… E lo fu ancora di più quando le mani della ragazza scesero verso il basso, andando a insinuarsi all’interno dei suoi jeans.

“Ichi…. Ichigo… aspetta…” cercò di fermarla. Non voleva farlo lì. Non avrebbero dovuto. Non ora.

Ma le dita affusolate della ragazza che si stavano intrufolando oltre i suoi boxer lo fecero rabbrividire.

*…Al diavolo il posto… E al diavolo la situazione…* fu l’ultima cosa che pensò prima di assecondare Ichigo.

Rimasero in quell’ascensore per un bel po’ di tempo, premendo il tasto stop ogni qual volta la cabina cominciava a muoversi, chiamata da uno dei tanti clienti dell’albergo.

 

Quella stessa sera, a cena, Ichigo e Retasu sedevano a tavola con le loro compagne di classe.

Ryoko, Natsuko e Nae erano le ragazze con cui Retasu e Ichigo andavano più d’accordo. Non che con gli altri non si trovassero bene, ma tra loro cinque c’era un particolare feeling. Erano d’accordo su tutto e potevano parlare di tutto, proprio come delle vere amiche.

“Avete visto le stanze di quelli del terzo?” domandò all’improvviso Ryoko poggiando il bicchiere d’acqua sul tavolo. Ichigo, senza che le altre se ne accorgessero, sobbalzò e gettò un’occhiata furtiva al tavolo dove sedevano Ryo e Masaya che, a quanto pare, non si parlavano poi molto.

“Ichigo è andata prima in camera di Aoyama e Shirogane… Vero?” rispose Retasu voltandosi verso l’amica. La rossa sorrise debolmente e annuì con la testa.

“Ma è come la nostre, non c’è alcuna differenza” mormorò in tutta risposta, tuffandosi sul proprio piatto e riprendendo a mangiare. Meno avrebbe parlato, quella sera, e meglio sarebbe stato.

Aveva fatto l’amore con Ryo dentro un ascensore, poco dopo aver “litigato” con Masaya… Se quello si poteva chiamare litigio. Del resto, come si era già resa conto, aveva fatto tutto da sola e poi era fuggita piangendo.

Ogni tanto Aoyama lanciava uno sguardo preoccupato al tavolo della sua ragazza e sospirava, attirando l’attenzione dei ragazzi che si trovavano al tavolo con lui.

“Che hai, Masaya? Problemi con la tua ragazza?” domandò un ragazzo dai lunghi capelli castani e il piercing al naso.

Il moro si riscosse dai suoi pensieri, sobbalzando appena. Scosse la testa leggermente, tornando a fissare il proprio piatto, ormai vuoto.

“No, tranquillo… E’ tutto a posto… E’ solo che mi sento un po’ stanco”

“Stanco?? Ma se siamo appena arrivati!” esclamò di nuovo quello dando una pacca sulla spalla all’amico.

“Dai, che stasera ci si diverte…!” gli sorrise e Masaya lo imitò, anche se più che un sorriso, aveva mostrato una smorfia.

“Allora, ragazzi!!”

Una voce improvvisa interruppe il chiacchiericcio che si era impadronito della sala ristorante dell’albergo.
Il professore si era alzato dalla propria sedia e aveva attirato l’attenzione degli studenti che, a orecchie tese, speravano in qualche buona notizia.

“Domani mattina andremo a visitare Sapporo e poi faremo una piccola sosta al Parco Odori (Spero di non aver sbagliato i nomi… ^__^‘’ NdRanpyon). Poi avrete due ore libere per il pranzo e di pomeriggio continueremo le escursioni” proferì a voce alta, facendo poi una pausa. “E questa sera…” si bloccò di nuovo, mentre gli studenti tendevano più l’orecchio, speranzosi nella tanto attesa notizia.

“…Stasera potremo uscire, a patto che ritorniamo qui entro la mezzanotte!”

Quasi tutti gli alunni esplosero un in coro di “Sìììì”, felici di non dover restare chiusi in albergo tutta la sera. Di solito i professori erano severi, ma l’uomo che aveva appena parlato aveva ben poco a che vedere con tutti gli altri insegnanti del Daikan.

Quando il professor Kunijima tornò a sedersi al suo posto, il suo collega, il professor Ando, un uomo abbastanza robusto con un paio di baffi neri e i capelli brizzolati, lo fissò di traverso.

“Professor Kunijima, è sicuro di ciò che sta facendo? Non credo che sia una buona idea portare i ragazzi in giro di sera” replicò vivamente gettando occhiate agli alunni che ancora stavano esultando e che già facevano programmi per la serata.

“Professor Ando…” rispose tranquillamente, sorridendo. “Lei si preoccupa troppo. I ragazzi sono responsabili, e non è la prima volta che li facciamo uscire di sera”

“Non è la prima volta che LEI li fa uscire di sera” rimbeccò l’altro fissandolo con astio.

Ando era il tipico professore che considerava la scuola l’impegno principale degli studenti. Non doveva esserci altro oltre allo studio, alle interrogazioni e ai compiti. Il divertimento era totalmente off-limits.

Il professor Kunijima, invece, la pensava diversamente e forse era per questo che era l’insegnante più stimato di tutto il liceo Daikan.

“Non sarà un problema, stia tranquillo” concluse concludendo la sua cena. Si alzò e si diresse verso la porta che conduceva al corridoio ma, prima di andarsene, richiamò di nuovo l’attenzione degli studenti.

“Ci vediamo alle nove alla hall. Siate puntuali”

Si congedò sorridendo mentre i ragazzi annuivano vigorosamente e trangugiavano velocemente quel che restava della cena. In pochi minuti tutti i tavoli si svuotarono e i ragazzi erano nelle proprie camere a prepararsi.

Forse quella gita non sarebbe stata tanto brutta, con un professore come Kunijima dalla loro parte.

Nel tragitto dal ristorante alla sua stanza, Ichigo, in compagnia di Retasu, era stata stranamente silenziosa.

“Non vuoi uscire stasera?” domandò Retasu all’amica, quando furono entrate nella propria camera. Ichigo si gettò sul letto e chiuse gli occhi, portandosi un braccio sulla fronte.

“Non mi sento molto bene…” si limitò a dire voltandosi di lato e sospirando rumorosamente.

La verdina aprì la bocca per rispondere, ma qualcuno bussò alla porta. Si avvicinò e la aprì, sorridendo.

Spalancò la bocca per dare il benvenuto al visitatore, ma Masaya si poggiò un dito sulle labbra e fece cenno a Retasu di seguirlo. Lei lo fissò perplessa e si voltò verso Ichigo.

“Ichigo…” la chiamò. “Esco un secondo, torno subito”

La ragazza uscì dalla stanza chiudendo la porta e si avvicinò a Masaya.

“Credevo volessi parlare con Ichigo” lo ammonì guardandolo storto.

“No, volevo parlare con te” rispose frettoloso lui.

“Di cosa?”

Masaya deglutì guardandosi intorno; non voleva che altre persone sapessero che lui e Ichigo avevano dei problemi.

Le raccontò in parole povere ciò che era successo nelle ore precedenti, esponendo la sua idea: forse Ichigo lo tradiva con Ryo.

A quell’affermazione, però, Retasu scoppiò a ridere, divertita.

“Ichigo con Shirogane… ma dai!!” rise di cuore e cercò di ridarsi un contegno, tossicchiando con la mano davanti la bocca.

“Beh, Aoyama… Capisco che tu sia geloso, ma il fatto che Ichigo e Shirogane si siano trovati da soli in quella stanza è stato un puro caso” spiegò facendo riflettere il ragazzo.

“Che vuoi dire?”

“Che io e Ichigo stavamo venendo da voi, ma poi mi sono resa conto di aver lasciato il cellulare in camera e sono tornata a prenderlo. E ho detto a Ichigo di precedermi perché poi l’avrei raggiunta. Tutto qui”

Masaya si portò una mano sul viso.

Finalmente aveva capito… E lui che aveva creduto che Ichigo fosse andata da Ryo proprio nel momento in cui lui era uscito per poter restare da soli.

Aveva sbagliato tutto… Aveva frainteso e la sua ragazza si era arrabbiata e l’aveva lasciato lì, in mezzo alla strada, senza possibilità di rispondere.

“Oddio… che idiota…” si lamentò di se stesso poggiando una mano sulla maniglia della stanza di Ichigo e Retasu, ma la ragazza lo bloccò.

“Che stai facendo?” domandò lei spazientita.

“Voglio parlarle”

“Non ora, non si sente bene. Meglio che per oggi lasci stare, hai fatto fin troppi danni” lo ammonì freddamente tirando fuori la chiave dalla tasca.

“Con Ichigo ci parlo io. Tu puoi anche andare”

Masaya si voltò, seguendo il consiglio della ragazza.

Si avviò per le scale e salì al terzo piano, entrando nella propria stanza e gettandosi sul letto. Ryo era in bagno e si stava sparando i capelli in aria con il gel. Uscì dalla piccola stanza e tornò nella camera: indossava un paio di jeans strappati e scoloriti sulle ginocchia. Una camicia bianca a mezze maniche gli copriva a malapena la parte superiore del corpo, avendo quasi la metà dei bottoni sbottonati.

Masaya rimase un attimo a fissarlo. Non era da negare che Ryo fosse un bel ragazzo… Ma non per questo doveva classificare Ichigo come le altre ragazze che andavano appresso a Shirogane.

No, lei era diversa… (…^__^ Le ultime parole famose! >.< NdRanpyon)

“Ryo…” lo chiamò, mentre lui si fissava allo specchio alla ricerca di qualche imperfezione, che, ovviamente, non c’era.

“Scusa per prima… So che tu e Ichigo non fareste mai niente del genere alle mie spalle”

Il biondo, che aveva appena preso il portafoglio per metterlo in tasca, lo fece cadere a terra, sobbalzando appena.

“…Figurati…” rispose chinandosi a raccoglierlo.

Tornò a guardarsi allo specchio.

Eccola. Aveva trovato quell’imperfezione.

Era un bugiardo.

 

 

 

 

 

…To be continued…

 

 

 

 

 
Fine capitolo!!! >.<

Lo so, vi aspettavate che Masaya e Ichigo si sarebbero lasciati…. Ma, ahimè, l’ameba ha gli occhi foderati di prosciutto per poter vedere bene la realtà, nonostante sia proprio davanti ai suoi occhi… Spero cmq che il chap vi sia piaciuto (Soprattutto la scena nell’ascensore… >\\\\\<)!!

Grazie mille per i commenti!!! XD

Ne aspetto di nuovi, mi raccomando!!

Un grande Bacio

Ranpyon!!!!

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Capitolo 18
*** Indiscrezioni ***


Capitolo 18

Capitolo 18: Indiscrezioni

 

Erano le tre di notte. Ichigo si svegliò tutta sudata e di soprassalto. Aveva avuto un incubo. Si asciugò la fronte con il dorso della mano e inspirò, cercando di regolare il battito cardiaco. Si guardò intorno: Retasu dormiva profondamente nel letto accanto al suo.

Ichigo si alzò e si diresse in bagno per darsi una rinfrescata. Aprì il rubinetto e l’acqua prese a scorrere, più fredda che mai.

La rossa sollevò lo sguardo che andò a posarsi sulla sua figura, riflessa nel piccolo specchio sopra il lavandino. Non aveva davvero una bella cera…

Portò le mani sotto il getto dell’acqua e si bagnò il volto, rabbrividendo. Chiuse il rubinetto e si asciugò con un asciugamano appeso lì a fianco. Si tamponò il viso per qualche secondo, giusto per asciugare le goccioline d’acqua rimaste e tornò nella stanza, spostando lo sguardo verso Retasu.

Di soppiatto, senza cercare di svegliarla, aprì la valigia non ancora disfatta e tirò fuori un paio di jeans blu scuro. Si sfilò il pigiama e li indossò alla svelta. Indossò le scarpe da ginnastica e, nonostante avesse ancora la maglietta del pigiama uscì dalla stanza richiudendo la porta alle sue spalle. Si sentiva soffocare in quella camera. Retasu le aveva detto di aver parlato con Masaya e che lui aveva capito di aver sbagliato…

Aveva bisogno di schiarirsi le idee.

Cercando di fare meno rumore possibile, Ichigo si avviò per il corridoio deserto e raggiunse le scale. Gettò un’occhiata all’ascensore, ricordando che solo poche ore prima lei e Ryo avevano fatto l’amore lì dentro. Serrò gli occhi e strinse i pugni, lottando contro il desiderio di andare al piano di sopra per raggiungerlo.

Scese così le scale fino al pian terreno e si ritrovò nella reception, ormai deserta. All’angolo della hall c’erano dei piccoli divanetti a disposizione dei clienti, con delle riviste poggiate su un tavolino al centro delle poltrone. Ichigo non aveva la minima intenzione di tornare in camera sua, così si accomodò su un divanetto e prese una rivista a caso e la sfogliò distrattamente. Aveva fatto un incubo che neanche ricordava ed era quello che le aveva messo addosso un’agitazione tremenda.

Quella sera stessa il Professor Kunijima e il Professor Ando li avevano portati in un piccolo Pub vicino l’albergo. Era riuscita a divertirsi con le sue amiche che, avendo notato che c’era qualcosa che non andava, avevano cercato di tirarla su di morale. Ogni tanto, come a cena del resto, aveva lanciato qualche occhiata al tavolo di Ryo e Masaya che avevano ricominciato a parlare normalmente.

Sospirò, lanciando la rivista sul tavolino e sprofondando sul divano. Chiuse gli occhi e si rilassò, tenendo comunque ben a mente che non avrebbe dovuto addormentarsi lì altrimenti avrebbe passato dei guai. Nell’albergo c’era la pace più assoluta… Non si sentiva volare una mosca… Fatta eccezione per il ticchettio dell’orologio sulla parete di fronte a lei che segnava le tre e trenta. Deglutì, reclinando la testa di lato e perdendosi nel mondo dei suoi sogni dove, per una notte, non sarebbe stata disturbata.

Ma si sbagliava.

Dei passi improvvisi la fecero sussultare e sprofondare sempre di più nel divano. Se fosse stato un professore o un addetto dell’hotel sarebbe stata veramente nei guai. Cercò di assumere un’aria più innocente possibile mentre una figura scendeva l’ultimo gradino e faceva il suo ingresso nella hall.

Ichigo, dato che la stanza era poco illuminata, cercò di mettere a fuoco la persona davanti a lei per capire chi fosse. E non tardò a scoprirlo.

“Ichigo?!”

La rossa sussultò al suono della voce incredula del ragazzo.

“Che ci fai qui?”

“Non… non avevo sonno…” rispose lei tornando a sedersi compostamente, contenta che non fosse un professore o un responsabile dell’albergo.

“Capisco… Nemmeno io…” rispose lui avvicinandosi e sedendosi accanto a lei. Ichigo si ritrasse un po’ di lato, cercando di evitare il contatto con il corpo di Ryo. Lui se ne accorse.

“Perché ti allontani?” domandò indispettito.

“Perché… lo sai il perché…” balbettò lei imbarazzata, arrossendo. Nonostante la poca illuminazione, Ryo notò benissimo che le gote della ragazza si erano tinte di un rosso porpora davvero molto… invitante.

Con uno scatto, si avvicinò e le baciò la guancia, facendola allontanare di più.

“Ma che fai…?!” chiese lei sussurrando e frapponendo sempre più distanza tra loro.

“Ti bacio” rispose lui avvicinandosi di nuovo. Portò un braccio intorno alle spalle di Ichigo e cercò di attirarla a sé, ma lei si alzò di scatto dal divano e si allontanò.

“Non qui” disse duramente sperando di convincerlo. Ryo, nel vederla così determinata, decise di non mollare… Di certo non l’avrebbe forzata, ma voleva almeno tentare.

“Ichigo…” la chiamò alzandosi dal divano, ma lei si portò un dito sulle labbra e portò una mano sulla bocca di lui.

“Shhh…” sussurrò facendolo tacere.

Un rumore di passi li fece sobbalzare entrambi, al che Ryo afferrò la mano di Ichigo e la trascinò verso una porta lì accanto. L’aprì e spinse dentro la ragazza, entrando dopo di lei e richiudendo delicatamente la porta.

“Se ci trovano qui dentro ci ammazzano…” sussurrò Ichigo mordendosi il labbro inferiore. Ryo le poggiò una mano sulla bocca per farla tacere e tese le orecchie. Nella hall era entrato qualcuno, evidentemente, perché si sentivano dei passi.

Entrambi trattennero il respiro sperando che, chiunque ci fosse là fuori, non aprisse quella porta. I passi, dopo qualche decina di secondi, si allontanarono e sentirono l’ascensore in movimento, come se qualcuno l’avesse chiamato.

Ichigo sospirò, fissando Ryo un po’ spaventata.

“Dove siamo…?” domandò sempre a bassa voce. Meglio non rischiare, dopotutto.

“Sembra una specie di sgabuzzino…” rispose lui cercando di guardarsi intorno, ma era impossibile. Quel piccolo stanzino era buio e stretto e sembrava non ci fosse neanche un interruttore per la luce.

“Bene, allora usciamo…” proferì Ichigo cercando di avvicinarsi alla porta, ma Ryo rimase in mezzo, impedendole di passare.

“E se fosse ancora qui fuori…?”

Ichigo deglutì. Forse era meglio aspettare. Poggiò la schiena contro la parete alle sue spalle e chiuse gli occhi, tanto non avrebbe fatto molta differenza essendo la stanza completamente buia.

Quello stanzino era davvero minuscolo. Allungando la mano poteva benissimo toccare la porta e, inoltre, sentiva il corpo di Ryo a contatto con il suo. Era vicino. Estremamente vicino. Forse anche troppo.

Sussultò, sentendo che il ragazzo si stava muovendo.

“Che fai…?” domandò.

“Cerco l’accendino…” rispose lui frugando nelle tasche.
”Ah… Eccolo…!” esultò tirandolo fuori dalla tasca dei jeans e, proprio mentre stava per accenderlo, Ichigo lo urtò per sbaglio. L’accendino cadde a terra e la rossa, scusandosi rammaricata, si chinò per raccoglierlo.

“E’ stupido restare ancora qui dentro…” mormorò piegandosi verso il basso, per quanto il piccolo spazio a disposizione lo permettesse.

“Con tutto il rumore che abbiamo fatto ci avrebbero già sentiti…”

Cercò a tastoni l’accendino e perlustrò il pavimento sotto i suoi piedi. Alla fine lo trovò all’angolo dello sgabuzzino e si rialzò, porgendolo al ragazzo.

“E’ inutile che lo accendi ora… Usciamo…” detto questo, allungò una mano verso la maniglia ma fu bloccata di nuovo dal corpo di Ryo.

“Si può sapere perché continui a…” cercò di protestare, ma lui le tappò la bocca con la sua. Ichigo si sentì soffocare da quel bacio prepotente e passionale allo stesso tempo e si schiacciò contro la parete alle sue spalle, constatando successivamente che, forse, non era stata una buona idea.

“Ryo… non qui… aspetta…”tentò di chiamarlo ma la bocca del ragazzo non accennava a smettere di baciare quelle labbra rosee.

Con audacia, la mano del ragazzo si insinuò sotto la maglia del pigiama di Ichigo, che sussultò al tocco di quelle mani tanto grandi quanto calde.

Mentre anche l’ultimo briciolo di lucidità spariva, Ryo le afferrò i jeans e li sfilò lentamente, facendoli scivolare a terra cercando di fare il più piano possibile.

Ichigo trasalì ma non cercò di recuperare l’indumento. Anzi, fece lo stesso con i pantaloni di Ryo che si ritrovarono a terra dopo pochi secondi. Quello stanzino così piccolo ora non sembrava poi così stretto…

“Ichigo…” la chiamò lui ansimando per il tocco della ragazza che stava, lentamente, avvicinandosi ai suoi boxer.

“Sta’ zitto” gli ordinò lei afferrandolo per la testa e attirandolo verso di sé. Lo baciò con una tale passione che Ryo fece fatica a riconoscere l’Ichigo timida e pudica… Ma, probabilmente, anche lei stava cambiando e doveva ammettere che questo cambiamento non gli dispiaceva affatto.

Con estrema lentezza, Ryo le sfilò gli slip e li fece scivolare a terra, com’era successo poco prima per i pantaloni. E anche Ichigo fece lo stesso, anche se con un po’ più di difficoltà.

Il biondo, continuando a baciarla, la penetrò gemendo, mentre Ichigo chiudeva gli occhi assaporando tutto quel piacere che il ragazzo le stava procurando. Poggiò la nuca contro la parete fredda dello stanzino, ansimando.

Sperava davvero che fuori, nella hall, non ci fosse nessuno.

Fermarsi ora sarebbe stato proprio un peccato… (Confermo…*ççç* NdRanpyon).

 

“Ichigo, muoviti, dobbiamo andare a fare colazione!!!”

La rossa sollevò appena il capo in direzione ancora dell’amica, vedendo una figura sfocata che saltellava per la stanza alla ricerca della scarpa mancante (Pare il titolo di un cartone… -_- NdRanpyon).

“Retasu… che succede…?” domandò Ichigo stropicciandosi gli occhi, mentre Retasu si tuffava sotto il suo letto alla ricerca della scarpa (-_- Ora non vorrei dire niente ma… non è che questa è in un qualche modo parente di Aoyama…? =o= NdRanpyon).

“Succede che se non ci sbrighiamo a fare colazione ci lasciano qui!” esclamò lei allarmata, guardandosi freneticamente intorno. Corse in bagno e ne uscì trionfante, con la scarpa infilata al piede ma comunque slacciata.

Ichigo rimase perplessa a fissare la scena. Perché Retasu si agitava tanto…?

“Ichigo muoviti!!!” le urlò lei facendola sobbalzare.

“Ma…” la ragazza si voltò verso il comodino e prese il cellulare. Segnava le otto.

“….LE OTTOOOOOOOO???” il suo grido rimbombò per tutta la stanza (Mi sa che pure questa è parente di Aoyama… -_- NdRanpyon).

Il più in fretta possibile, lanciò in aria le coperte e corse in bagno.

“Perché non mi hai svegliata prima?!” esclamò arrabbiata mentre si infilava sotto la doccia.

“Sono due ore che ti chiamo! Il pullman ci aspetta qui fuori alle otto e trenta! Sbrigati!”

I quattro giorni e le tre notti erano passati velocemente, e la gita era giunta al termine.

La sera prima Ichigo aveva fatto le ore piccole insieme alle sue compagne di classe e ora, come da previsione, non era riuscita a svegliarsi presto.

Retasu si precipitò ad aprire la valigia per controllare che avesse preso tutto. Si avvicinò al comodino e aprì il cassetto, frugandovi all’interno alla ricerca di qualcosa, ma non trovò niente. Rassicurata, si avvicinò al bagno e bussò alla porta attirando l’attenzione dell’amica.

“Ichigo, vado a fare colazione…! Ti porto qualcosa qui in camera, ma sbrigati!!” le urlò ricevendo in risposta un “Ok, grazie!” e poi un “Mamma mia com’è fredda l’acqua!! Uooo!!!”  (Non ci sono dubbi. E parente di Aoyama -_- NdRanpyon).

La verdina uscì dalla camera richiudendo la porta. Ichigo, a sua volta, tornò nella stanza e si avvicinò alla valigia, preparata la sera prima. I capelli li aveva lasciati asciutti e ricadevano sulle spalle, leggermente mossi e scompigliati. Afferrò dalla valigia una gonna e una maglietta rosa e, dopo la biancheria, li indossò in tutta fretta.

Infilandosi le scarpe da ginnastica, si avvicinò al comodino e prese il telefono. Erano le otto e un quarto. Perché Retasu non tornava??

In preda al panico, rovistò nella stanza sperando di non aver dimenticato nulla.

“Ichigo…!” la porta si aprì di scatto e Retasu fece il suo ingresso con un involto in mano.

“Ti ho preso un pezzo di crostata. Forza, la mangerai sul pullman…!” esclamò porgendola all’amica. Ichigo ringraziò sorridendo e afferrò la valigia con la mano libera, diretta verso l’esterno dell’hotel.

 

Dopo aver fatto l’appello, i professori dissero all’autista di chiudere le porte del pullman e si sedettero ai loro posti, parlando di come quella gita era stata emozionante e divertente.

Il viaggio di ritorno si prospettava molto piacevole, anche se la prospettiva di ricominciare la scuola faceva piacere a pochi.

Ichigo e Retasu stavano chiacchierando e ridevano su ciò che era successo quella mattina.

“Certo che neanche le cannonate riescono a svegliarti…!” esclamò divertita Retasu.

“Lo so…” rispose Ichigo mandando giù l’ultimo pezzo della sua crostata.

“Ma ieri abbiamo fatto le ore piccole” si giustificò sorridendo.

Retasu sorrise a sua volta e si voltò verso il fondo del pullman, mettendosi in ginocchio sul suo sedile. Dietro di loro, Natsuko e Nae scherzavano e ridevano, facendo delle battute rivolte ai ragazzi delle classi più grandi.

“Certo che Shirogane è proprio figo…” sussurrò Nae rivolta a Retasu. Sentendo quel nome, anche Ichigo imitò la sua amica e si voltò verso le altre ragazze, curiosa di saperne di più.

“Ti piace Shirogane…?” domandò cercando di non ostentare una faccia compiaciuta.

“Tantissimo… e poi… devo dire che a letto non è niente male…”

Ichigo sussultò e sgranò gli occhi. Che significava quella frase…?

“Che vuoi dire?” le chiese con la voce che tremava appena. Nae, che non si era accorta della reazione dell’amica, sorrise, portandosi i capelli dietro l’orecchio.

“Voglio dire che ho sentito delle voci… su Shirogane…”  sussurrò all’orecchio delle amiche, cercando di non far ascoltare a qualcuno quella conversazione.

Ichigo si rilassò e sospirò, gettando di sfuggita un’occhiata a Ryo e Masaya che, seduti uno accanto all’altro, stavano parlando con altri ragazzi accanto a loro.

“E poi ho sentito che ha la ragazza…” continuò a raccontare Nae sempre più presa da quell’argomento che, per Ichigo, era davvero molto interessante.

“Davvero…?” domandò emozionata Natsuko sorridendo.

Nae annuì vigorosamente.

“Dovete sapere che alcuni ragazzi che conosco e che conoscono Shirogane, l’hanno visto in atteggiamenti… confidenziali con una ragazza…” mormorò abbassando di più la voce, mentre le tre amiche tendevano ancora di più le orecchie.

Ichigo aggrottò le sopracciglia. Aveva voglia di urlare di piantarla di dire queste cose su Ryo, perché non erano affatto vere…

Ma non ne aveva il coraggio.

“Comunque una volta, pochi giorni prima della gita, hanno visto una ragazza uscire da casa sua… Una bionda… Alle sei di mattina…”

Ichigo sussultò e spalancò la bocca per lo stupore… O meglio, così avevano creduto le sue amiche. Il sentimento che si era impadronito di Ichigo poteva benissimo essere definito paura.

“E, oltretutto, sono voci confermate… Perché hanno visto questa ragazza anche il giorno prima della partenza”

La rossa, con il cuore che martellava nel petto, lanciò uno sguardo spaventato a Ryo e tornò a sedersi compostamente, frugando nella borsa alla ricerca dell’ MP3.

“Ichigo, che hai?” domandò Retasu fissandola perplessa. Aveva notato che la sua amica, alla notizia, aveva cambiato subito espressione.

“Niente… voglio sentire un po’ di musica” si limitò a dire lei infilandosi le cuffie e premendo il tasto play.

*Non è vero… Non è vero…*

L’unica frase che Ichigo aveva costantemente ripetuto nella sua testa era quella. Incapace di pensare ad altro, fissava attraverso il finestrino la strada che sfrecciava via velocemente.

*Non può essere vero…* continuava a ripetersi, mentre le sue amiche continuavano a scambiarsi indiscrezioni riguardanti gli altri ragazzi della terza classe.

Ryo non poteva avere davvero una storia con un’altra. Non dopo averle detto che era speciale…

E lì si rese conto di tutto.

Anche lei con Masaya stava facendo la stessa, identica cosa.

Era giusto, dopotutto, continuare a mentire…?

 

 

 

 

 

 

 

…To be continued…

 

 

 

Fine capitolo!!!!!!!!!!!! Beh, devo dire che la prima parte del chappy è EsTrEmAmEnTe interessante, no?? ^_* Ke bello Ryo… *ç*

Beh, che ne pensate del capitoluzzo?? Saranno veri i pettegolezzi circolati su Ryo??

Se volete saperlo continuate a seguirmi!!!!

Grazie per le recensioni e grazie anche a chi legge solamente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Commentate numerosi, mi raccomando!!!

Un kiss

Ranpyon

 

 Ps- Purtroppo mi hanno staccato internet a tempo indeterminato, quindi non potrò aggiornare per un po’….. e nno potrò nemmeno usare msn… spero di tornare il più presto possibile, anche se non dipende da me! Cmq ogni tanto aggiornerò usando altri computer che non siano quello di casa mia…. Grazie per l’attenzione, a presto!!!! (Spero) ^^

 

 

  

 

 

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Capitolo 19
*** Scandalo ***


Capitolo 19

Capitolo 19: Scandalo

 

“Ho sentito delle voci su di te…”

“Che voci?”

“Beh…” Ichigo deglutì, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Le mie compagne di classe… hanno detto che alcune persone ti hanno visto in compagnia di una bionda, qualche giorno fa… Hanno visto che stava uscendo da casa tua…” spiegò con la voce che tremava appena. Ryo la fissò perplesso.

“E anche se fosse?” domandò con tono indifferente, come se la cosa non lo riguardasse minimamente.

Ichigo sentì il cuore perdere un battito.

“Co… come…?”

“Anche se fosse tu non potresti di certo farmi la predica. Del resto, anche tu stai facendo lo stesso con Masaya, no? Stai con lui però vieni a letto con me” rispose freddamente lui voltandole le spalle. Ichigo prese a tremare, balbettando.

“Ma… che dici…?” domandò con la voce rotta dal pianto.

Ryo, spazientito, si girò di scatto e la fissò intensamente negli occhi, facendola rabbrividire.

“La verità, Ichigo… solo la verità…!”

Ichigo si alzò di scatto spalancando gli occhi.

Il respiro affannoso, la fronte sudata…

Si voltò di lato, rendendosi conto di essere sdraiata nel suo letto…

“Era un sogno…” mormorò asciugandosi con il dorso della mano la fronte imperlata di sudore.

Andò a fissare la sveglia posta sul comodino e vide che erano le tre di notte. Troppo presto per alzarsi. Si sdraiò di nuovo, fissando il corpo disteso accanto al suo. Ryo dormiva beatamente. Sorrise, accarezzandogli con una mano il viso coperto dai capelli.

Tranquillizzandosi, si sdraiò e lo abbracciò, cercando di riprendere sonno.

 

“Buongiorno, Ichigo!!” Retasu salutò raggiante l’amica, dandole una sonora pacca sulla spalla.

Ichigo rispose mugolando.

“Che hai?”

“…ç__ç Non voglio tornare a scuolaaaa…” piagnucolò aggrappandosi all’amica che scoppiò a ridere.

“Dopo una gita è sempre così… Nessuno vorrebbe tornare a scuola” sorrise dandole una pacca sulla spalla per consolarla, ma Ichigo scosse la testa.

“E’ inutile, non riuscirò più a concentrarmi sulle lezioni”

“Non credi di esagerare?” le domandò Retasu aprendo l’armadietto e riponendo le scarpe dentro di esso.

“In che senso?”

“Nel senso che… mi sembra esagerato che tu non riuscirai a concentrarti… Non è che c’è qualcosa che ti turba?”

Ichigo deglutì e aprì a sua volta l’armadietto, riponendo le scarpe al suo interno.

“Ma… che dici, Retasu…? Cosa dovrebbe turbarmi?” domandò ridacchiando nervosamente.

Retasu si infilò le altre scarpe, quelle usate per la scuola, e chiuse l’armadietto con un tonfo.

“Quando eravamo sul pullman, di ritorno dalla gita… Ti sei comportata in maniera strana. E tutto da quando hai scoperto che, forse, Shirogane ha una ragazza. E ribadisco il forse. Ma tu stai con Masaya, o sbaglio?”

Ichigo si morse il labbro inferiore e chiuse lo sportello dell’armadietto, chinando il capo.

“Non è questo… Shirogane non c’entra niente…” proferì a voce bassa.

“E allora perché sei così strana? Ichigo, lo sai che con me puoi parlare di tutto, no? Se hai qualche problema, possiamo provare a risolverlo insieme…!”

Ichigo alzò di scatto la testa e afferrò la mano di Retasu, sorridendo.

“Sì… grazie…”

Forse era davvero la cosa giusta parlarne con qualcuno… E Retasu era forse la persona più adatta… In fondo era sua amica e non le avrebbe voltato le spalle, anche dopo aver scoperto la verità… o, almeno, così sperava…

“Vieni” Retasu le afferrò la mano e la trascinò via dal corridoio. La portò nel bagno delle ragazze.

“Che ci facciamo qua?” domandò Ichigo perplessa.

“Saltiamo la prima ora. Forza, dimmi tutto”

La rossa sbatté le palpebre un paio di volte e si poggiò al muro, decisa finalmente a raccontare tutto all’amica. Non poteva continuare a nasconderle un segreto tanto grande… Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno…

“Ecco… non so da dove cominciare…” ammise arrossendo appena.

“Provaci”

“Beh… ecco…”

Ichigo si lanciò in quel discorso che aveva tanto paura di affrontare e raccontò tutto a Retasu che, accigliata, ascoltava in silenzio.

Quando la rossa ebbe finito di raccontare, la sua interlocutrice le si avvicinò e la fissò duramente. Senza dire niente, le mollò uno schiaffo in pieno volto, facendole voltare la testa di lato.

“Questo è da parte di Aoyama, che non merita di essere preso in giro” disse severamente.

“Lascialo e non farlo soffrire ancora. E’ la cosa giusta da fare, fidati”

Ichigo si portò una mano sulla guancia e gli occhi le si riempirono di lacrime.

“Dì la verità… mi disprezzi…?” domandò balbettando.

Retasu le poggiò una mano sulla spalla.

“Non ti disprezzo affatto… capisco come ti senti, ma non puoi continuare a prendere in giro Aoyama. E’ palese che sei innamorata di Shirogane, Ichigo, quindi non capisco perché continui a tentennare così”

Ichigo annuì lentamente con la testa e si avvicinò al lavandino. Aprì il rubinetto e bagnò il viso con l’acqua, rinfrescandosi.

“E comunque… me n’ero accorta che ti piaceva Shirogane. Probabilmente Aoyama non se n’è accorto perchè non voleva accorgersene” disse Retasu avvicinandosi alla porta.

“Sono contenta che finalmente tu mi abbia raccontato tutto quanto… il tuo segreto è al sicuro, tranquilla…”

Ichigo sorrise debolmente ed entrambe uscirono dal bagno.

Qualche metro più in là, una ragazza, chiusa in uno dei bagni, aveva ascoltato l’intera conversazione.

Uscì di corsa dal bagno e, dopo aver controllato che il corridoio fosse deserto, salì le scale per andare nella sua classe.

Si avvicinò alla porta e la aprì, entrando nell’aula.

Nella terza classe, quarta sezione.

 

Ichigo uscì con Retasu e si diressero in giardino per la ricreazione. Si erano date appuntamento lì con Ryo e Masaya.

Le ragazze si guardarono intorno alla ricerca dei due, ma di loro nessuna traccia.

Un gruppetto di ragazze passò davanti a loro e additarono Ichigo, parlottando.

La rossa alzò il sopracciglio, credendo di aver visto male.

Ma quando sentì che le avevano rivolto un epiteto non molto positivo, capì che stavano parlando di lei.

“Retasu…” si voltò verso l’amica, che aveva sentito la medesima cosa.

“Sei sicura che in quel bagno non ci fosse nessuno, quando ti ho raccontato di Shirogane…?” domandò a bassa voce, mentre un paio di ragazzi passavano davanti a loro e ridacchiavano.

Retasu si portò una mano sulla bocca, sgranando gli occhi. Non aveva minimamente pensato alla possibilità che ci fosse qualcun altro nel bagno, di solito sempre deserto all’entrata.

“Perché quella faccia?” domandò Ichigo con voce tremante.

“Retasu, dimmi che stamattina non c’era nessuno nel bagno…”

La verdina abbassò la sguardo e scosse lentamente la testa. Ichigo sgranò gli occhi e si guardò intorno freneticamente.

“Vado da Masaya” disse iniziando a correre verso l’interno dell’edificio.

Retasu la seguì ma, all’improvviso, alcuni ragazzi le sorpassarono correndo più velocemente.

“Shirogane e Aoyama della terza stanno facendo a botte!!” esclamò uno di loro correndo all’interno della scuola. Ichigo si bloccò di colpo, spalancando la bocca.

“Ichigo, che fai, muoviti! Andiamo a fermarli!” esclamò Retasu afferrandola per la manica della divisa e trascinandola verso l’edificio.

Fecero di corsa due rampe di scale e si trovarono nel corridoio, dove una folla di gente accerchiava due ragazzi che, a quanto sembrava, se le stavano dando di santa ragione. Ichigo si avvicinò tremante al gruppetto di persone e si fece spazio tra la folla, trovandosi davanti a Ryo e Masaya che si stavano picchiando.

“Smettetela…!!” esclamò la ragazza ponendosi in mezzo ai due, ma Masaya la scansò con un gesto della mano, fulminandola con lo sguardo.

“Non ti riguarda!!” le urlò spingendola via. Ryo, con uno scatto, afferrò il braccio del moro e lo piegò in modo innaturale.

“Non… toccarla…” sussurrò a denti stressi torcendo di più il braccio del moro.

Masaya gridò dal dolore e si divincolò dalla presa dell’ormai ex amico e gli assestò un pugno in pieno viso, che fece andare Ryo a sbattere contro la parete. Asciugandosi con rabbia il sangue che gli colava sul mento, il biondo ripartì all’attacco, afferrando Masaya per la vita e scaraventandolo a terra. Ichigo si alzò da terra e si avventò di nuovo sui due, afferrando Ryo per un braccio e allontanandolo dal moro.

“Ryo, basta… BASTA!!” esclamò strattonandolo. Ryo si voltò a fissarla furente, liberandosi dalla sua presa.
Si pulì di nuovo il mento sporco di sangue e fece un paio di respiri profondi. Masaya si alzò da terra e tossì, sputacchiando anche lui un po’ di sangue.

Evidentemente, però, non ne aveva ancora abbastanza.

Si gettò di nuovo contro Ryo con il pugno levato, ma Ichigo si mise tra i due, ricevendo il colpo in pieno stomaco.

“ICHIGO!!”

La rossa si piegò in due e cadde a terra, mentre Retasu scattava in avanti per soccorrere l’amica, così come Ryo. Masaya fissava incredulo la scena; non voleva colpirla…

“E’… è colpa sua che si è messa in mezzo…” balbettò facendo un passo indietro. Dopo aver sentito quella frase, Ryo si alzò di scatto, in preda alla rabbia e si avvicinò al ragazzo, afferrandolo per il bavero della divisa.

“Che cazzo credevi di far…” iniziò a dire, ma l’arrivo di un professore lo costrinse a mollare la presa.

“Ehi, Shirogane, Aoyama! Che state combinando?!” domandò il docente avvicinandosi a loro e gettando un’occhiata a Ichigo.

“Professore, dobbiamo portare Ichigo in infermeria…!” esclamò Retasu rivolta all’uomo.

“Ci penso io”

Ryo si chinò a terra e prese Ichigo in braccio.

“Portala in infermeria e poi vieni in presidenza. Vieni, Aoyama!!” esclamò il professore afferrando li moro per la maglietta.

Lui non ribatté e seguì l’uomo in silenzio, gettando un’occhiata a tutti i ragazzi che erano accorsi a vedere la loro rissa.

Ryo andò in infermeria seguito da Retasu. Adagiò Ichigo su un lettino e le baciò la fronte, macchiandola leggermente di sangue.

“L’infermiera non c’è…” constatò la verdina guardandosi intorno.

“…Vado dal prof…” disse uscendo dalla stanza, ma Retasu lo bloccò.

“……” aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì alcun suono.

“…Niente… vai…” gli disse lasciandolo andare. Ryo annuì e uscì dall’infermeria richiudendosi la porta alle spalle.

 

“Ichigo… Ichigo, svegliati...”

La rossa aprì lentamente gli occhi, sollevando il busto dal lettino bianco dell’infermeria.

“Dove sono?” chiese leggermente intontita. L’infermiera e Retasu erano chine su di lei, preoccupate.

“In infermeria” rispose la donna poggiandole una mano sulla spalla.

“Sei stata colpita durante una rissa e sei svenuta. Come stai ora?” chiese apprensiva. Alla parola “rissa” Ichigo scattò in piedi e spostò lo sguardo su Retasu.

“Retasu…! Ryo e Masaya…!” esclamò in preda al panico, ma la ragazza scosse la testa.

“Hanno avuto dieci giorni di sospensione per uno… Quando sei svenuta è arrivato un professore che li ha portati in presidenza”

Ichigo si portò una mano sulla bocca, sgranando gli occhi. Ryo e Masaya erano stati sospesi, ed era tutta colpa sua…

“Il colpo che hai ricevuto è stato piuttosto forte… Forse dovresti riposare ancora…” intervenne l’infermiera cercando di farla stendere di nuovo sul lettino.

“Ha ragione, Ichigo… io torno alla fine delle lezioni, tu resta qui” la rassicurò l’amica sorridendo. Ichigo annuì mestamente e tornò a sdraiarsi. Si coprì con il lenzuolo bianco e si voltò dall’altra parte, mentre una lacrima le rigava il viso.

“Torno più tardi, arrivederci…” Retasu salutò cordialmente l’infermiera e uscì dalla stanza richiudendo delicatamente la porta. Si avviò verso la sua classe e, durante il tragitto, sentì delle voci non proprio gradevoli riguardanti la sua amica.

“Spero solo che ora non la prendano di mira…” sospirò preoccupata.

 

 

 

 

 

…To be continued…

 

 

 

 

Salve a tutti!! Scusate se il capitolo è corto…^^ ma è cmq interessante, no??

Grazie per i precedenti commenti e grazie anche a chi commenterà questo capitolo!!!

Un bacio
Ranpyon

 

Ps- Ho appena scoperto fino a quando dovrò fare a meno di internet: fino a inizio settembre (si spera non più tardi), quindi non ci risentiremo fino a settembre (mi riferisco a chi ha il mio contatto di MSN)… ma cercherò cmq di aggiornare una volta a settimana tutte e 4 le storie, scroccando internet a casa di amiche ^^

Grazie per l’attenzione, a risentirci presto!!!!! E scusate l’inconveniente!

 

 

 

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Capitolo 20
*** La verità a volte può ferire ***


Capitolo 20

 

 

Capitolo 20: La verità a volte può ferire

 

 

“Ehi, guardate…! Quella che stava con Aoyama e Shirogane…!”

“Sì, è proprio lei…!”

“Ma con che coraggio se ne va in giro?”

Ichigo, esasperata, si portò una mano sul viso sospirando, mentre Retasu si voltava a fulminare con lo sguardo le ragazze che avevano appena fatto quei commenti e che non si erano curate nemmeno di abbassare la voce.

“Retasu, lascia perdere… Prima o poi si stancheranno” le disse Ichigo afferrandola per un braccio e accelerando li passo. Una volta arrivata in classe sarebbe stata salva… O meglio, questo era quello che credeva. Purtroppo, dopo che il suo “piccolo segreto” era venuto a galla, le ragazze dell’intera scuola, anche quelle che non conosceva, avevano cominciato a trattarla con totale distacco. Solo Retasu sembrava esserle rimasta amica e Ichigo era grata al cielo per questo. Ryo e Masaya erano stati sospesi per dieci giorni e quindi nessuno, tranne lei, li aveva più visti e non avevano potuto chiedere niente riguardo la situazione. Aveva provato ad andare a casa di Masaya per poter chiarire la situazione e cercare di spiegargli, ma lui le aveva ovviamente sbattuto la porta in faccia e l’aveva mollata lì, sotto la pioggia, che bussava insistentemente chiedendo di entrare. Era andata a trovare anche Ryo che, al contrario di Aoyama, l’aveva accolta gentilmente, nonostante fosse proprio lei la causa della sua sospensione e del litigio con il proprio migliore amico.

“Ce la siamo cercata” aveva proferito mestamente, sedendosi accanto a lei sul divano.

“Dovevamo dirglielo e non l’abbiamo fatto. Ormai lo sa e non possiamo far niente per cambiare la situazione”

Ichigo aveva annuito tristemente e poi aveva pianto per ore, sentendosi un essere ignobile che non merita nemmeno l’aria che respira… Perché aveva ferito una persona che non meritava affatto il trattamento che aveva ricevuto… Si sentiva davvero male e tutto questo era alimentato dalle compagne di scuola che le parlavano continuamente alle spalle.

Sospirando, Retasu e Ichigo entrarono in classe e richiusero la porta scorrevole. Il professore non era ancora arrivato, così andarono a sedersi tranquillamente al loro banco. Non appena furono entrate, le compagne di classe fulminarono la rossina con lo sguardo, ma lei non se ne accorse.

Ad un tratto, Natsuko, Nae e Ryoko si avvicinarono e Retasu e Ichigo che, malinconicamente, parlavano.

“I nostri bei discorsi su Shirogane devono averti messo la pulce nell’orecchio” commentò acida Nae, battendo le mani sul banco di Ichigo e facendola sobbalzare. La rossa, leggermente intimorita, alzò lo sguardo e la fissò.

“Co… Cosa…?” chiese con voce tremante, mentre Natsuko incrociava le braccia e la fulminava con lo sguardo.

“Non credevamo fossi così, Ichigo… eri fidanzata con Aoyama e intanto te la facevi con Shirogane… fai schifo!” esclamò l’altra con una smorfia disgustata sul volto.

Retasu scattò in piedi e afferrò il bavero della divisa di Nae e la tirò verso di sé, portando il suo viso a pochi centimetri da quello della ragazza.

“Nessuno ha chiesto il tuo parere” sibilò arrabbiata, fissandola duramente.

“Fareste meglio a stare zitte se non conoscete la situazione!” esclamò mollando la presa e rivolgendosi a tutte e tre.

“Tsk…” Nae e Ryoko si voltarono, ma Natsuko rimase lì, in piedi, a fissare con aria di sfida Ichigo e Retasu.

“Volevo semplicemente avvertire la tua amica…” sottolineò con molta enfasi la parola tua e puntò un dito contro la rossa. “…Che le voci su Shirogane sono vere… Quindi anche lui sta facendo il tuo stesso gioco…!”

Se ne andò sorridendo alle amiche e tornarono dalle altre ragazze della classe.

Ichigo si alzò di scatto e corse fuori dall’aula, con Retasu alle calcagna che le urlava di fermarsi. Entrò nel bagno e sbatté la porta, iniziando a piangere.

“Retasu, smettila! Così ti caccerai nei guai!” Esclamò piangendo, mentre l’amica le porgeva un fazzoletto.

“Non importa… Preferisco non avere nulla a che fare con quelle galline… Non sanno quello che dicono… Da quello che mi hai raccontato, Shirogane è veramente innamorato di te, quindi non starle a sentire, ok?” la rassicurò abbracciandola e Ichigo annuì debolmente, tirando su con il naso.

“Credo sia meglio che torni a casa…” le disse Retasu staccandosi. Ichigo annuì di nuovo e si stropicciò gli occhi con il dorso delle mani, singhiozzando leggermente.

“Dai, vai a riposarti”
”Ma tu…”

“Non preoccuparti per me” le sorrise dandole una pacca sulla spalla.

“Se mi diranno qualcosa non esiterò a rispondergli a tono!” esclamò sorridendo sorniona. La rossina sbuffò divertita e l’abbracciò di nuovo, ringraziandola.

“Oh, non ringraziarmi… forza, vai a casa. Dopo passo da te a portarti la cartella”

Ichigo uscì dal bagno e, controllando che i corridoi fossero completamente deserti, si precipitò in una corsa verso il piano terra, sperando di non incontrare nessuno. Uscì dall’edificio e iniziò a correre verso casa, mentre le sue compagne di classe, affacciate alla finestra, la fissavano ostili.

Gliel’avrebbero fatta pagare…

 

“Sì, c’è una festa a casa di Seiji stasera…” disse Ryo sdraiato sul letto. Indossava solo i boxer ed era steso lì ormai da un’ora. Non aveva voglia di fare niente, quel giorno…

Stava parlando al telefono con Ichigo, che l’aveva chiamato per sapere come andasse… Ma Ryo si accorse che c’era qualcosa di strano nel tono di voce della ragazza e quindi non tardò ad indagare.

“Che ti è successo?” chiese sospettoso, sistemando meglio la testa sul cuscino.

“Niente…” rispose lei con un sussurro all’altro capo del telefono.

“Ichigo, non prendermi in giro. Si sente che c’è qualcosa che non va” la rimproverò lui preoccupato.

La ragazza deglutì e tirò su con il naso. Niente da fare, alla fine doveva raccontargli tutto…

Gli spiegò la situazione e ciò che era successo quel giorno in classe… ma non le raccontò del fatto che Natsuko le aveva detto che le voci su di lui erano vere… Non voleva dirglielo.

“Perché non resti a casa per un po’ di giorni…?” propose lui apprensivo.

“Finché non torno a scuola… Poi se solo si azzardano a dirti qualcosa ci penso io”

Ichigo sgranò gli occhi e iniziò a piangere, felice come non mai. Aveva sempre desiderato che un ragazzo le dicesse una cosa del genere… Sapeva che di certo Masaya non l’avrebbe mai fatto, codardo com’era.

“Ehi, ehi, piccola! Perché piangi?” le chiese lui credendo di aver detto qualcosa di sbagliato.

“Ti amo…” gli sussurrò facendolo sobbalzare, ma lei non poteva saperlo. All’improvviso, Ryo attaccò il telefono e mise fine alla conversazione. Ichigo rimase interdetta con il cordless in mano, ancora con le lacrime che scendevano copiose. Pensando che fosse caduta la linea, compose di nuovo il numero di casa Shirogane ma non rispose nessuno. Uno stato d’ansia improvviso si impadronì di lei. Si gettò sul letto con un braccio sopra gli occhi, cercando di non piangere. Avrebbe tanto voluto Ryo accanto a lei in quel momento… ma le parole che le aveva detto Natsuko quella mattina le avevano davvero messo la pulce nell’orecchio. Possibile che Ryo stesse con un’altra ragazza…?

Non poteva assolutamente essere vero… Ma allora perché quelle strane voci erano circolate con tanto vigore? Sapeva che Ryo non aveva sorelle, né cugine, quindi non poteva trattarsi di una parente… Sapeva che i suoi genitori erano morti quando lui era piccolo e che era stato accolto da Keiichiro e Zakuro. Ricordò il suo primo incontro con loro… No, non poteva trattarsi nemmeno di Zakuro. Lei era mora, per non parlare di Minto… Fece mente locale cercando di capire chi potesse essere la fantomatica bionda e, come un fulmine a ciel sereno, il volto di Purin le attraversò la mente. Certo, poteva essere solo lei…! Del resto conosceva Shirogane da moltissimo tempo - da sempre, praticamente - e non c’era niente di strano se ogni tanto andava a trovarlo… Ma allora perché Ryo non gliene aveva mai parlato? Eppure sapeva che Purin era stata la migliore amica di Ichigo ai tempi delle medie… Perché non le aveva detto niente…?

Un orribile pensiero le attraversò la testa ma lo scacciò immediatamente.

Ryo e Purin insieme… impossibile. Assolutamente impossibile.

Ad un tratto, sentì il campanello di casa suonare insistentemente. Si alzò dal letto controvoglia e si diresse verso la porta trascinando i piedi. Chi poteva essere? Retasu non di certo, perché era già passata un paio d’ore prima a portarle la borsa con i libri che aveva lasciato a scuola.

Aprì la porta e non fece in tempo a meravigliarsi che sentì due morbidi labbra posarsi sulle sue e dei capelli biondi che le solleticavano il viso dolcemente. Si staccò a fatica, mentre le mani di Ryo già le alzavano la maglietta.

“Ma… Ryo… che ci fai qui…? Non dovevi andare alla festa di Seiji…?” domandò imbarazzata cercando di fermarlo, ma lui si limitò a chiudere la porta di casa e a metterle una mano sotto la gonna della divisa.

“La festa può aspettare…” sussurrò prendendola in braccio.

La portò al piano di sopra, dove il letto non attendeva altri che loro.

 

“Ryo, sono le nove… non devi andare da Seiji…?” domandò Ichigo facendo dei ghirigori sul petto del ragazzo. Lui le baciò la fronte e si scostò, scendendo dal letto.

“Perché non vieni anche tu…?” chiese lui chinandosi a terra per riprendere i boxer. Ichigo rifletté qualche secondo poi scosse lentamente la testa, ricadendo pesantemente sul letto e fissando il soffitto.

“Preferisco restare qui a riposarmi… Sono stanca” rispose chiudendo gli occhi e rilassandosi. Ryo sorrise malizioso e salì sul letto, portandosi a cavalcioni sopra di lei.

“Vorresti forse dire che sono io la causa della tua stanchezza…?” chiese in tono estremamente provocatorio. Ichigo aprì gli occhi e sorrise a sua volta, cercando però di coprirsi con il lenzuolo.

“L’hai detto tu, non io”

Il biondo accennò un mezzo sorriso e si chinò su di lei sfiorandole le labbra.

“Non voglio andare alla festa…”

“A tuo rischio e pericolo… dopo lo sai che Seiji se la prende” disse Ichigo afferrandogli una ciocca di capelli biondi e attorcinandosela intorno al dito.

“Giusto” asserì lui baciandola di nuovo e alzandosi.

Raccolse i vestiti da terra e li indossò. Si sedette sul letto per allacciare le scarpe e Ichigo si alzò, sistemandosi dietro di lui. Lo abbracciò da dietro e gli baciò il collo, mentre Ryo si infilava l’altra scarpa.

“Così non mi aiuti…” le disse malizioso, voltando la testa verso di lei. Ichigo arrossì e lo lasciò subito andare, tornando sotto le coperte.

“Allora ci sentiamo domani… Faresti meglio a restare a casa, comunque…” consigliò lui prendendo il portafoglio e il cellulare dal comodino. Ichigo annuì lentamente e lo afferrò per la maglietta, attirandolo verso di sé.

“Divertiti alla festa”

“Cercherò” sussurrò baciandola.

Il biondo si staccò e salutandola con un gesto della mano uscì dalla camera. Dopo qualche secondo, Ichigo sentì la porta d’ingresso sbattere.

Si lasciò andare sul letto, esausta…

Per fortuna c’era Ryo accanto a lei…

 

“Shirogane, dannazione, sei in ritardo!!” lo rimproverò Seiji non appena Ryo mise piede nell’enorme villa.

“Non credo che tu abbia carenza di compagnia” lo apostrofò lui guardandosi intorno. La casa, nonostante la festa fosse iniziata da mezz’ora, era già stracolma di persone. Minto, come al solito, se ne andava in giro guardinga a controllare che nessuno rompesse niente. Era davvero intransigente per quanto riguardava l’ordine. Purtroppo, con un fratello del genere, era un’impresa disperata cercare di mantenere il controllo.

“Sì, ma io devo parlare con te!” rispose Seiji guardandosi intorno abbastanza preoccupato.

Ryo se ne accorse e si avvicinò, cercando di capire cosa lo turbasse.

“E’ successo qualcosa…?” chiese. Se Seiji era preoccupato di sicuro c’era un motivo serio… Di solito era un ragazzo senza problemi, la cui preoccupazione maggiore era far colpo sulle ragazze… ma stavolta sembrava ci fosse qualcosa che non andava.

Seiji afferrò il braccio di Ryo e lo trascinò al bar, dove si sedettero sugli sgabelli.

“Ecco…” iniziò il moro guardandosi febbrilmente intorno.

“So che hai già avuto dei problemi per la storia di Momomiya e mi dispiace darti anche un’altra preoccupazione…” ammise continuando a voltare la testa da un lato all’altro della sala.

Ryo annuì e gli disse di continuare, così, Seiji, ordinando una bottiglia di vodka, confessò ciò che gli premeva.

“Sono… sono innamorato di Minto” disse tutto d’un fiato, mentre Ryo sgranava gli occhi.

“Ma… è tua sorella…” disse perplesso, cercando di capire se Seiji stesse in un qualche modo scherzando.

“Lo so…!” esclamò piagnucolando, mentre si versava nel bicchiere un po’ di vodka.

“Ma che ci posso fare…? Me ne sono accorto così, all’improvviso…” bevve tutto d’un sorso e riempì di nuovo il bicchiere.

“Aspetta” Ryo lo bloccò proprio mentre stava per mandare giù anche quello.

“A lei l’hai detto?”

“Ma scherzi?! Lo sai com’è fatta Minto, no? Rimarrebbe… rimarrebbe sconvolta…”

“La stai sottovalutando, sai Seiji? Minto non è come la dipingi tu” lo rimproverò Ryo prendendo un altro bicchiere e versandosi la vodka.

 “Dici…?”

“Certo. Non puoi continuare a tenerti dentro questo segreto… Non fare l’errore che abbiamo fatto e io Ichigo… Guarda dove siamo andati a finire”

“Ma è una cosa diversa”
”No, invece. Devi dirglielo”

Seiji si morse il labbro inferiore e si voltò verso sua sorella, che in quel momento stava inveendo contro due ragazzi che avevano fatto cadere a terra una birra e avevano macchiato il pavimento.

Forse la stava davvero sottovalutando… al massimo avrebbe potuto rifiutarlo…

Scosse la testa e afferrò la bottiglia di vodka, iniziando a bere senza riprendere fiato. Ryo gliela staccò di mano e la posò lontano dalla sua portata.

“Bere non ti aiuterà!” lo rimproverò accigliato.

“Per stasera sì” rispose lui sporgendosi verso l’interno del bancone. Afferrò qualche bottiglia di birra e le poggiò davanti a Ryo.

“Alla salute!” esclamò aprendone una e iniziando a bere.

Ryo lo fissò perplesso. Seiji innamorato di sua sorella Minto… questo sì che era un grande problema… In effetti quello suo e di Ichigo era ben diverso, ma si trattava comunque di dire la verità…

Pensando che, per una sera, avrebbe potuto dimenticare i suoi guai, afferrò anche lui una birra e, dopo averla aperta, iniziò a bere.

Dopo un paio d’ore erano entrambi ubriachi fradici… Avevano bevuto davvero tanto e faticavano addirittura a reggersi in piedi.

Ryo si alzò dallo sgabello barcollando e si avvicinò a Minto che era a qualche metro di distanza.

“Tuo fratello non si regge in piedi… Ti do una mano a portarlo in camera, poi torno a casa”
”Ma se nemmeno tu ti reggi in piedi” lo apostrofò lei stizzita, alzando un sopracciglio.

Ryo sorrise.

“Lo ammetto… ma da sola non riuscirai a portarlo in camera… ti do una mano”

Minto, rassegnata, annuì.

Riuscirono a trasportare Seiji in camera con qualche difficoltà, ma alla fine arrivarono incolumi alla stanza del ragazzo.

“Beh, Minto, io ti saluto…!” esclamò avvicinandosi alla porta, ma la mora lo bloccò.

“Ce la fai a camminare?”

“Ma certo!!” rispose lui ridendo forse un po’ troppo. Aveva un paio di occhiaie incredibili… quella sera aveva davvero esagerato, ma avrebbe scontato la pena la mattina successiva… Il mal di testa che avrebbe avuto sarebbe stato una punizione più che sufficiente.

Minto annuì e lo lasciò andare. Lui sparì per il corridoio, e Minto sistemò meglio Seiji sul letto.

“…Scemo di un fratello…” disse voltandosi per andarsene, ma la voce del moro la bloccò.

“Minto…” la chiamò lui. Lei si voltò e vide che aveva ancora gli occhi chiusi. Forse stava sognando…

“…Ti amo…” sussurrò lui prima di ricominciare a russare e sprofondare pesantemente nel letto.

Minto sgranò gli occhi, incredula per quello che aveva appena sentito.

 

Era arrivato il mattino.

Ichigo si svegliò di buonumore. Forse per il fatto che Ryo era andato a trovarla il giorno prima, o semplicemente perché aveva dormito benissimo quella notte... Non lo sapeva con precisione.

Si preparò per andare a scuola ad affrontare tutte quelle ragazze che ce l’avevano con lei… Ma in fondo a loro cosa importava? La vita era sua e poteva gestirla come meglio credeva, senza dover rendere conto a nessuno!

Uscì di casa mezz’ora prima… Voleva andare a trovare Ryo per salutarlo e dirgli che sarebbe andata a scuola a testa alta. Sorrise, mentre chiudeva la porta di casa.

Gli avrebbe fatto proprio una bella sorpresa.

Dopo un quarto d’ora arrivò davanti la porta del suo appartamento. Sapeva che Ryo teneva sempre una doppia chiave sotto il tappeto davanti l’uscio. Si chinò e alzò lo zerbino, afferrando la chiave. La infilò nella toppa e aprì la porta lentamente, convinta che il ragazzo stesse ancora dormendo. Si ritrovò nella piccola sala completamente buia e poggiò la cartella sul tavolo. Si diresse in camera e si avvicinò al letto, sedendosi sopra di esso. Sentiva l’inconfondibile respiro di Ryo. Piatto e regolare. Ma qualcos’altro attirò la sua attenzione. Si sporse verso il comodino e accese l’abatjour.

Una luce leggera si propagò per la stanza e illuminò il corpo di Ryo coperto da un leggero strato di lenzuolo…

Accanto a lui, una figura femminile dai capelli biondi dormiva beata con la testa poggiata sul petto del biondo.

Ichigo sbiancò. Era stato lui ad averle fatto una sorpresa.

 

 

 

 

 

…To be continued…

 

 

 

 

Fine capitolo!!

Beh, credo di non avere niente da dire… l’ultima parte parla da sola…^^’’

Mi rammarica però informarmi che tra pochi giorni partirò per la vacanza e che quindi non potrò proprio aggiornare per circa due settimane…

Quindi ci rivedremo a settembre con il prossimo capitolo!!! Grazie mille per i commenti precedenti e, mi raccomando, commentate anche questo chap!!! (E non prendetevela troppo con Ryo… >__> E neanche con me ^^’’) a presto!!

Un bacio

Ranpyon

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** Difficile andare avanti... ***


Nuova pagina 1

Capitolo 21: Difficile andare avanti…

 

“Ichigo…”

Ryo si rigirò nel letto, spostando delicatamente il dolce peso che aveva sul petto. Aprì leggermente gli occhi e gettò una veloce occhiata alla sveglia che segnava le otto passate. Avrebbe dovuto svegliare Ichigo, altrimenti avrebbe fatto tardi a scuola. Si girò lentamente verso la ragazza e chiuse gli occhi, accusando un forte mal di testa dovuto alla sbornia della sera prima. Si massaggiò la nuca e poggiò una mano sulla fronte della ragazza, accarezzandola. Lei mugolò e aprì gli occhi. Lo stesso fece Ryo.

“Ma che diavolo…?!”

Scattò in piedi e si coprì con una parte di lenzuolo essendo nudo.

“Ehi…” la bionda sollevò il busto e lo fissò perplessa.

“Chi diavolo sei tu?!” gridò Ryo in preda alla collera, mentre la testa cominciava a girare e le mani a sudare.

“Ma come” rispose lei scocciata “Non ricordi?”
”Che dovrei ricordare?!”

Ryo la fissò con astio, stringendo i denti. Come un flash, il ricordo della sera precedente si fece spazio nella sua mente.

 

FlashBack

 

“Beh, Minto, io ti saluto…!” esclamò avvicinandosi alla porta, ma la mora lo bloccò.

“Ce la fai a camminare?”

“Ma certo!!” rispose lui ridendo forse un po’ troppo. Aveva un paio di occhiaie incredibili… quella sera aveva davvero esagerato, ma avrebbe scontato la pena la mattina successiva… Il mal di testa che avrebbe avuto sarebbe stato una punizione più che sufficiente.

Minto annuì e lo lasciò andare. Lui sparì per il corridoio, e Minto sistemò meglio Seiji sul letto.

Ryo si avviò per il corridoio e scese le scale barcollando, appoggiandosi ogni tanto a qualcuno cercando di non cadere.

Quando arrivò al piano inferiore, si guardò intorno, perdendo lo sguardo nella confusione della sala. Aveva bevuto talmente tanto che non ricordava neanche più dove fosse l’uscita. Gettò un’occhiata alla sua destra e notò un grande portone in mogano… Ecco, aveva trovato l’uscita… Sempre con passo incerto, si diresse verso il portone e lo aprì con non poca fatica, richiudendoselo pesantemente alle spalle. L’aria della notte gli scompigliò i capelli e si sentì come rinascere… Un po’ di aria non gli avrebbe fatto altro che bene. Prese a camminare, le mani in tasca e lo sguardo vacuo. Barcollava comunque troppo, e se non fosse stato per una ragazza che stava passando di lì in quel momento, sarebbe caduto rovinosamente a terra.

“Stai attento!” lo ammonì lei sorreggendolo, mentre Ryo sorrideva alla vista della ragazza. Nonostante le strade fossero completamente buie, riusciva  a notare i capelli della ragazza legati in due codini. Solo una persona poteva portare quei buffi codini… anche se era strano pensare che Ichigo si trovasse lì a quell’ora. Ma chissà, forse le era venuta voglia di partecipare, anche se per poco, alla festa.

“Ichigo…” sorrise portandole un braccio intorno alla vita e cercando di tenersi dritto. La ragazza lo fissò perplessa e aggrottò le sopracciglia: forse l’aveva scambiata per qualcun’altra…

“Ichigo…?” ripeté lei attirando l’attenzione del ragazzo. L’impulso di dire che il suo nome non era Ichigo, ma Berii, fu molto forte, ma decise di tacere. In fondo quello era proprio un bel ragazzo! Gli occhi di Ryo si stavano facendo pesanti e sentiva un bisogno tremendo di sedersi.

“Andiamo a casa mia… devo stendermi…” disse lui afferrandole la mano. “E non per dormire” puntualizzò subito mentre la bionda al suo fianco sorrideva. Forse quella serata si sarebbe rivelata più interessante del previsto…

 

Fine FlashBack

 

“Merda…”

Ryo, disperato, si portò una mano sul viso e si diresse di corsa in cucina portandosi appresso il lenzuolo e lasciando la ragazza completamente nuda.

Nel tragitto dalla camera alla cucina, si bloccò nel piccolo salotto, gettando un’occhiata sopra il tavolino. Uno zainetto rosso spiccava tra i suoi libri di scuola ancora aperti.

“Ma…” un dubbio gli attraversò la mente e si precipitò fuori di casa. Aprì la porta di scatto e alzò lo zerbino, constatando che la chiave non era più al suo posto.

Ichigo era stata lì. E lo aveva visto in compagnia di quella ragazza.

Sbiancò letteralmente e richiuse la porta, tornando all’interno dell’appartamento. Come un automa, si diresse in camera e raccolse da terra i vestiti della ragazza, lanciandoli sul letto.

“Vestiti e vattene” le intimò furibondo con se stesso più che con altri. Lei lo fissò scocciata.

“Non sei molto gentile”

“Non voglio essere gentile, voglio solo che te ne vada immediatamente!!! E NON FARTI PIU’ VEDERE!!”

La bionda strinse gli occhi e allungò il braccio per prendere i vestiti.

“Comunque non sei stato molto carino stanotte… Non mi chiamo Ichigo, ma non hai fatto altro che pronunciare quel nome, mentre…”

“VATTENE!!” urlò di nuovo lui agitandosi sempre di più. Non voleva ascoltare oltre… non voleva che gli fosse rammentato di aver tradito la sua ragazza…

La bionda, sbuffando, raccolse i vestiti e se li infilò in tutta fretta. Poi uscì dall’appartamento sbattendo la porta.

Ryo si sedette sul letto con la testa tra le mani, dandosi mentalmente del cretino. Se la sera prima non si fosse ubriacato, non avrebbe di certo scambiato quella ragazza  per Ichigo… e il peggio era che la rossa l’aveva visto in “dolce” compagnia… Si alzò di scatto, raccogliendo i vestiti sparsi a terra e si rivestì, con un senso di colpa sempre crescente. Doveva chiarire subito la situazione con Ichigo. Doveva spiegarle che ciò che aveva fatto non era assolutamente intenzionale… Uscì di casa prendendo lo zaino di Ichigo per restituirglielo… Probabilmente non era andata a scuola, quindi decise di andare a casa sua, nonostante fosse sicuro che l’accoglienza non sarebbe stata delle migliori. Arrivò in pochi minuti, avendo fatto la strada di corsa. Suonò con insistenza al campanello e, dopo qualche secondo, un’Ichigo con il volto rossissimo aprì la porta, sgranando di colpo gli occhi.

“Ichigo…”

“Che cazzo ci fai qui, Shirogane??? VATTENE IMMEDIATAMENTE!!!” gridò lei richiudendo la porta, ma Ryo, prontamente, mise un piede in mezzo e impedì la chiusura della porta.

“VATTENE!!” urlò di nuovo lei iniziando a piangere, mentre Ryo cercava di farla ragionare.

“Ichigo, per favore, fammi spiegare…” disse lui cercando di non sentire il dolore lancinante al piede che, ancora schiacciato nella porta, cominciava a fargli male.

“TI HO DETTO DI ANDARTENE!!” urlò Ichigo di nuovo, ma stavolta Ryo perse la pazienza. Con violenza, spinse la porta e l’aprì, facendo cadere Ichigo a terra. La rossa, seduta sul pavimento, lo fissava piangendo, mentre lui regolava il battito cardiaco respirando ampiamente.

“Stammi a sentire…”

“No che non ti sto a sentire” rispose sprezzante lei alzandosi da terra. Si avvicinò al ragazzo e afferrò la cartella dalle sue mani, lanciandola al lato del corridoio.

“NON VOGLIO PIU’ VEDERTI!!” esclamò mollandogli uno schiaffo in pieno volto. Ryo piegò la testa di lato ma non ribatté: in fondo se l’era meritato pienamente…

“E ora vattene…” sibilò lei spingendolo all’esterno della casa. Ryo, stavolta, cercò di ribattere, ma un rinnovato urlo di Ichigo lo costrinse a tacere.

“SPARISCI!!!”

Gli sbatté letteralmente la porta in faccia, mentre piangeva disperata e scivolava con la schiena contro il muro, letteralmente distrutta. Ora finalmente capiva cosa aveva provato Masaya quando aveva saputo della sua storia con Ryo…

Si strinse ancora di più in se stessa, mentre sentiva i passi di Ryo allontanarsi da fuori.

 

“Pronto, Ichigo…?”

Retasu sussultò e si alzò dal letto della propria camera.

“Ma si può sapere dov’eri finita?? E’ una settimana che non ti vedo!!!! Perché non vieni più a scuola?? Ho provato spesso a chiamarti ma non rispondevi mai!! E sono anche passata da te ma non rispondevi al campanello!!”

La verdina si fermò per riprendere fiato e si portò una mano sul petto, decisamente sollevata per il fatto che all’amica, apparentemente, non fosse successo niente.

“…Ichigo…?” la chiamò non avendo ottenuto risposta. Sentì poi un singhiozzo e Ichigo che, piangendo, pronunciava il suo nome.

“Retasu…………” la ragazza attaccò immediatamente il telefono e si precipitò verso l’uscita, decisa ad andare da Ichigo per capire cosa fosse successo. Evidentemente qualcosa era successo.

“Ichigo, sono io, Retasu, apri!!”
La ragazza bussò insistentemente alla porta per qualche secondo, poi questa si aprì e sulla soglia comparve un Ichigo completamente stravolta. I capelli arruffati, il volto rosso e più magro rispetto al solito.

“Ma…” Retasu si precipitò dentro, chiudendo la porta.

“Che è successo?” domandò preoccupata. Forse, non voleva dirlo, conosceva la risposta.

“Avanti, Ichigo… hai una pessima cera, cos’è successo…?”

La rossa singhiozzò e si gettò tra le braccia dell’amica, pronunciando quell’unico nome che l’aveva fatta soffrire come non mai durante quella settimana.

“Ryo………”

“Ryo cosa?? Cos’ha combinato?” Retasu continuava  a fare domande, ma Ichigo non se la sentiva affatto di rispondere. La verdina sospirò, cercando di tranquillizzarsi. Perdere il controllo non sarebbe servito a molto in quella situazione. Condusse Ichigo al piano di sopra, nella propria camera e la fece sedere sul letto, dandole piccole pacche sulle spalle.

“Se ti va puoi parlarmene…”

“Non… non c’è molto da dire… Ryo mi ha tradita… con una sciacquetta da quattro soldi…”

A quelle parole, Retasu sgranò gli occhi e strinse i denti, mentre Ichigo ricominciava  a piangere.

“…Aspetta qui…” si avvicinò al cellulare di Ichigo e lo afferrò, scorrendo la rubrica.

“Che… che fai…?” domandò lei tirando su con il naso.

“Hai passato fin troppo tempo da sola. Immagino che tu non abbia neanche mangiato…”

“Ecco… sì, è vero…”

Retasu scosse la testa e schiacciò il tasto verde che fece partire la chiamata.

“Pronto… Si, ciao, sono Retasu, l’amica di Ichigo. Sì… Senti, qui ci sarebbe un problemino. Potresti venire a casa di Ichigo, per favore? …Sì, non ci sono problemi, porta pure lei. Grazie”

La ragazza chiuse la conversazione e ripose il cellulare sulla scrivania, tornando vicino a Ichigo.

“Chi hai chiamato?”

“Purin. Con lei c’era Minto, stanno venendo qui” rispose fissandola.

“Oh…” annuì lei cercando di sorridere un po’, ma in men che non si dica le lacrime cominciarono a scendere di nuovo.

Retasu si sporse verso l’amica e l’abbracciò, dicendole di sfogarsi. Ma Ichigo deglutì, scuotendo la testa.

“Vorrei riposarmi un po’….”

“Ok, allora ti preparo qualcosa da mangiare”

“Ma non ho fame…” si lamentò lei stendendosi sul letto, proprio come un’ammalata… Ma in fondo lei si sentiva veramente molto male… non le era mai capitato di stare così male per una persona.

“Invece devi mangiare, non accetto rifiuti”

La rossa si rassegnò e chiuse gli occhi, mentre il viso di Ryo tornava a fare capolino, dispettoso, nei suoi pensieri.

 

“Entrate, è di sopra…” Retasu aprì la porta a Minto  e Purin che, agitate, si precipitarono all’interno della casa.

“Che è successo?”

“Ryo l’ha tradita” disse tranquillamente Retasu. Dentro di sé, però, provava una rabbia incredibile… Vedere Ichigo in quello stato le aveva fatto provare l’impulso di andare da Ryo e ucciderlo con le proprie mani.

“COSA?!” esclamarono all’unisono le nuove arrivate, spalancando la bocca. Retasu raccontò loro ciò che le aveva detto Ichigo e Minto sgranò gli occhi.

“Ma… la sera della festa…?” chiese balbettando. Retasu annuì e Minto spiccò una piccola corsa verso il piano superiore, alla ricerca della camera di Ichigo. La trovò subito e fece irruzione, facendola sobbalzare.

“Ichigo!! Shirogane quella sera era ubriaco!!” esclamò agitando le mani, mentre Ichigo la fissava incredula. Nella stanza arrivarono anche Retasu e Purin che, interdette, assistevano alla spiegazione di Minto.

“Quella sera lui e Seiji hanno alzato un po’ troppo il gomito… e Shirogane è tornato a casa da solo e ubriaco com’era non avrebbe potuto pensare di fare qualcosa intenzionalmente!” esclamò respirando affannosamente. Non avrebbe mai dovuto permettere a Ryo di andarsene in quello stato…

“…Questo non cambia la situazione… Ryo mi ha tradita e io questo non potrò mai perdonarglielo. Non sono così adulta da poter accettare un tradimento” disse voltandosi verso Retasu che, era sicura, le avrebbe dato manforte.

“Ichigo, forse dovresti rifletterci un po’ su e ascoltare cos’ha da dire Ryo…” disse lei mordendosi il labbro inferiore.

“Ma non è di certo la prima volta che si incontra con quella bionda!!” esclamò Ichigo, mentre Retasu rammentava le parole delle compagne di classe.

“Già varie volte Ryo era stato visto in compagnia di una bionda, nel suo appartamento… Quindi non è stata una cosa occasionale!!”

La verdina rifletté su ciò che aveva detto la rossa e annuì con la testa, pensando che forse avesse ragione.

“Ehm… Ichigo…” Purin fece un passo avanti e si sedette sul letto, fissando intensamente l’amica.

“La bionda che hanno visto a casa di Shirogane… sono io” ammise deglutendo, sperando di non suscitare malintesi.

“…..Co… come…?” chiese incredula la rossina mentre sentiva la testa scoppiarle.

“Sì, è così… ci incontravamo di nascosto…. Perché…” si interruppe e roteò gli occhi, mentre Ichigo, Retasu e Minto trattenevano il respiro.

“Perché mi aveva chiesto di dargli lezioni di ballo… Gli sarebbe piaciuto portarti al ballo della scuola, ma voleva farti una sorpresa” ammise infine sospirando. Ryo le aveva fatto promettere che non avrebbe detto niente a Ichigo e ora aveva infranto quella promessa. Ma la situazione aveva preso una piega troppo imprevedibile per continuare a tacere.

Gli occhi di Ichigo si riempirono di lacrime e si portò una mano alla bocca, singhiozzando.

 

FlashBack

 

“Ryo, ci andiamo al ballo di fine anno, vero??” esclamò Ichigo baciandolo teneramente, mentre con le dita disegnava dei ghirigori con le dita.

“Se vuoi che ci scoprano, ok” rispose lui freddamente, reputandola un’idea ridicola.

“…Hai ragione…” si rattristò Ichigo abbassando la testa sconsolata.

“Lo so, quindi non se ne fa niente” concluse il discorso lui.

 

Fine FlashBack

 

“Allora… voleva farmi una sorpresa…” singhiozzò di nuovo e sprofondò la testa nel cuscino, mentre Retasu afferrava Purin per una spalla e le indicava la porta con un cenno del capo. Le tre ragazze uscirono dalla stanza e lasciarono Ichigo sola a piangere, sperando che avrebbe riflettuto bene sulla situazione prima di prendere qualsiasi decisione importante.

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo!!!!

Salve a tutti, sn tornata più carica che mai!! Pc nuovo, vita nuova, come si suol dire!! Cioè, nn è proprio così ma facciamo che lo sia! ^^

Scusate comunque il clamoroso ritardo, ma ho anche cominciato la bastarda scuola che mi tiene impegnatissima, essendo l’ultimo anno… Già non li sopporto più i prof che non fanno altro che parlare degli esami… mi fanno venire l’ansia prima del tempo….

Beh, spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di tornare ad aggiornare frequentemente ogni fanfiction!!! Quindi mi raccomando, continuate a sentirmi, e ricordate, W I TOKIO HOTEL!!! (Più precisamente Bill Kaulitz…*ç*) Giusto, Fujichan?? Eheh….

Un kiss e alla prossima!!!

Ranpyon

 

Ps- Per caso qualcuno di voi sa consigliarmi un buon programma per tradurre dei testi…? Dovrei tradurre un testo dall’italiano al tedesco ma, ahimé, non ne sono proprio capace… non è che qualcuno di voi potrebbe aiutarmi?? ç__ç

CIAU!! E fatemi sapere qualcosa!! Bacioni!

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Capitolo 22
*** Allontanarsi ***


Nuova pagina 1

Capitolo 22: Allontanarsi

 

“COSA? Ci stai prendendo in giro??” Retasu sgranò gli occhi, accompagnata da Ichigo che continuava a stringere il cuscino, e Purin, che spalancò la bocca meravigliata.

“…Purtroppo sì… Ragazze, cosa devo fare…?” piagnucolò Minto arrossendo. Aveva appena raccontato alle amiche della dichiarazione di Seiji… Ormai erano giorni che le ragazze si incontravano a casa di Ichigo per chiacchierare e per passare un po’ di tempo insieme. O meglio, lo scopo principale era proprio quello di far distrarre la rossina e convincerla a tornare a scuola, dato che era da un po’ che non frequentava…

Ma Ichigo non voleva assolutamente saperne, perché avrebbe significato rivedere Ryo e Masaya…

Non aveva voglia di incontrare nessuno dei due, anche perché non avrebbe saputo come comportarsi. Retasu le aveva detto che anche Ryo non veniva spesso a scuola… E se veniva passava intere ore fuori dalla classe, sulla terrazza a fumare e ad ammirare il panorama. Masaya invece non rivolgeva la parola a Retasu perché aveva saputo che anche lei era a conoscenza della relazione tra Ichigo e Ryo… ma aveva comunque chiesto come mai la ragazza fosse assente da un po’ di tempo.

Retasu ovviamente non gli aveva detto la verità, adducendo come scusa una febbre leggera. Ed ora eccole lì, nella camera di Ichigo a raccontarsi il pettegolezzo del giorno.

Minto, rossa in volto, stava raccontando della sua situazione e sul dubbio se parlare o meno con suo fratello… Ma l’ipotesti che lui stesse semplicemente scherzando a causa della sbornia, azzardata da Purin, si fece spazio nella mente della moretta.

“Sì… sì, deve essere senz’altro così… Seiji non può essere innamorato di me” si ripeté per l’ennesima volta, cercando di pensare a qualcos’altro.

“Forse mi sbaglio, Minto… ma la cosa non ti ha scioccata, vero? Ti ha solo sorpresa..” disse Ichigo poggiando la schiena contro il muro e raggomitolandosi di più sul suo letto, troppo piccolo per ospitare quattro persone sedute.

“Perché, essere scioccati e sorpresi non è forse la stessa cosa?” domandò stizzita, come se la domanda appena porta fosse una delle più sciocche.

“Certo che no!” rispose Ichigo scuotendo la testa. “Io credo che scioccata sia più una cosa negativa… mentre sorpresa potrebbe essere interpretata come una cosa positiva…”

“…Non lo so” si limitò a dire Minto chinando il capo.

“Non lo so proprio”

 

“CHE CAZZO HAI FATTO, SHIROGANE?!” Seiji si staccò di scatto dal muro e saltò giù dal letto, avvicinandosi a Ryo che, incurante, sedeva sulla sedia di fronte a lui.

“Ho tradito Ichigo. Sono andato con un’altra”

“…Bello scherzo, Shirogane, ma non mi freghi. Sei troppo innamorato di quella ragazza”

Innamorato…?

Ryo rifletté su quella parola per qualche secondo, poi scosse la testa. Aveva cercato più volte, invano, di parlare con Ichigo… Ma lei si ostinava a non volerlo ascoltare e nemmeno si presentava più a scuola, quindi ormai poteva dirsi rassegnato… Quella ragazza, Berii, era tornata alcune volte da lui con l’intenzione di replicare quella sera, la sera in cui aveva tradito lei. Ovviamente lui l’aveva cacciata in malo modo e se l’era presa con se stesso…

Scosse di nuovo la testa. Aveva tentato di farsi perdonare raccontandole la verità, ma Ichigo non gli aveva creduto… Che altro poteva fare?

“Innamorato io? Ma scherzi?” chiese aggrottando le sopracciglia.

Seiji sgranò gli occhi.

“Shirogane… hai litigato con il tuo migliore amico per quella ragazza e ora vieni a raccontarmi che non sei innamorato di lei?!”

“SEIJI!!” gridò ad un tratto Ryo schizzando in piedi, i pugni serrati.
”Io ci ho provato, ho cercato di spiegarle la situazione ma lei non vuole saperne! Cos’altro dovrei fare?”

Seiji deglutì: non aveva mai visto il suo amico arrabbiarsi tanto, soprattutto con lui…

“…Se vuole odiarmi, almeno le darò un motivo valido per farlo…” dicendo questo, afferrò la giacca e uscì dalla camera dell’amico sbattendo la porta. Seiji rimase immobile a fissare il pavimento… Ryo non si era mai comportato così quando si trattava di una ragazza, e questo era la riprova che fosse veramente innamorato di Ichigo. Che si stesse trattenendo per falso orgoglio?

Non lo sapeva, ma sperava solo che non avrebbe commesso sciocchezze.

 

“Ichigo, perché non torni a scuola…?”

“Non ne ho voglia”

“Ma sono tantissimi giorni che non vieni..” Retasu sospirò scuotendo la testa.

“Non credo che qualcuno senta la mia mancanza” enfatizzò la parola qualcuno e voltò la testa di lato, imperterrita.

“Io sento la tua mancanza, Ichigo. E poi non puoi continuare a nasconderti, prima o poi dovrai affrontare Shirogane. E anche Aoyama” spiegò tranquillamente lei… Ma mantenere la calma stava diventando difficile con una persona ostinata come Ichigo.

“Non potrai evitarlo per sempre”

“…Lo so…”

“Allora domani vieni a scuola, niente discussioni”

Con questa discussione, avvenuta la sera prima per telefono, Ichigo fu quasi costretta da Retasu a tornare a scuola.

E infatti, alle 7:45, Ichigo era già pronta per uscire di casa, zaino in spalla. Non aveva chiuso occhio tutta la notte, immaginando di continuo il possibile e molto probabile incontro tra lei e Ryo… Doveva ignorarlo, doveva fare finta che non esistesse. Ne sarebbe stata capace?

Sapeva che non aveva abbastanza fegato e forza di volontà per farlo, ma doveva almeno provarci. Così, svogliatamente, si diresse al piano inferiore e uscì di casa chiudendo la porta a chiave. Camminava a passo lento per ritardare il più possibile quella tortura, ma comportarsi così non sarebbe servito a niente…

Accelerò così il passo, mentre le gambe cominciavano a tremare e il cuore ad accelerare i battiti.

Ecco, riusciva a vedere il cancello… Quello stesso cancello dove lei, Ryo, Retasu e Masaya si incontravano tutte le mattine e si salutavano affettuosamente… tutto quello era diventato solo ricordo, purtroppo.

“ICHIGO!!” Retasu corse incontro all’amica, agitando il braccio destra nella sua direzione.

“…Retasu…” mormorò l’altra muovendo un passo in avanti, ma la verdina la evitò.

“Vieni dentro! Sbrigati!”

Ichigo, preoccupata, impuntò i piedi. Retasu aveva una faccia sconvolta e non faceva altro che fissare un punto alle spalle di Ichigo. Incuriosita, la ragazza voltò la testa, ma Retasu si parò davanti a lei allargando le braccia.

“Vieni dentro, ho detto!!” la spinse verso il cortile scolastico, ma Ichigo si divincolò di nuovo dalla presa dell’amica e si voltò.

E, in quel momento, si rese conto che i consigli di un’amica sono le cose più preziose al mondo.

Sarebbe davvero dovuta entrare dentro… senza voltarsi indietro.

Ryo era lì, a pochi metri da lei, seduto sulla sua moto… Ma non era solo. La ragazza che era con lui, e che Ichigo riconobbe essere la bionda di quella sera, gli stava letteralmente appiccicata e sembrava gli stesse mangiando il viso… Erano abbracciati e si stavano baciando di fronte a tutti, senza il minimo ritegno.

Ichigo sentì un tuffo al cuore… Mai lei e Ryo si erano scambiati un bacio così intenso…

Disgustata, Ichigo si voltò di scatto e iniziò a correre dalla parte opposta, lontano dalla scuola e lontano da Ryo.

Retasu la chiamò a gran voce e cercò di rincorrerla, ma qualcuno le afferrò il braccio, bloccandola.

“…Vado io…” mormorò il ragazzo mollando la presa e lanciandosi all’inseguimento di Ichigo.

Retasu si voltò verso Ryo, scocciata, e con passo sicuro gli si avvicinò. Lui si staccò da Berii e fissò la verdina con totale distacco, quasi come se non la conoscesse.

“…Si può sapere che cazzo combini?!” gridò attirando l’attenzione di tutti i presenti.

“…Quello per cui sono stato accusato ingiustamente” rispose lui afferrando la vita di Berii e trascinandola di nuovo di fronte a sé. A quel punto, Retasu perse totalmente le staffe. Nonostante fosse ben più piccola di Ryo, lo afferrò per il bavero della divisa, spostando di lato Berii, e lo fece scendere dalla moto.

“…Ichigo non merita questo” sibilò riudendo gli occhi a due fessure.

“Se l’è cercata. E lasciami!” si liberò dalla presa della ragazza e si allontanò con Berii. Retasu li fissò andare via e, in preda alla rabbia, si voltò verso la moto di Ryo sferrandole un calcio sulla fiancata. Quella cadde rovinosamente a terra con un tonfo e la ragazza se ne andò soddisfatta.

Almeno qualcosa di utile l’aveva fatto…

 

Ichigo era, nel frattempo, arrivata al parco Inohara.

Dopo quella lunga e sfiancante corsa aveva bisogno di riprendersi, così andò a sedersi su una panchina un po’ isolata, fuori mano… Non voleva che qualcuno, passando, potesse vederla piangere.

La scena di poco prima continuava, imperterrita, a fare capolino nella sua mente e non le lasciava un attimo di tregua.

Ryo si stava baciando con quella ragazza… Davanti a tutti, davanti a scuola, di certo consapevole che lei avrebbe potuto vederli…

Si prese la testa tra le mani e gli occhi si appannarono di nuovo, mentre calde lacrime cadevano sulla gonna della divisa e venivano assorbite dal tessuto.

Sentì dei passi improvvisi vicino a lei, ma non alzò la testa, pensando che fosse solo un passante… Ma appena un ombra le oscurò l’erba sotto i piedi, fu costretta ad alzare lo sguardo, ancora appannato dalle lacrime. Davanti a lei c’era un ragazzo… Un ragazzo che non vedeva da molto tempo e che, dopotutto, ancora non si sentiva di voler vedere.

“Ichigo…” lui si chinò e la fissò serio, mentre lei si stropicciava gli occhi e tirava su con il naso.

“…Ma… Masaya…” singhiozzò fissandolo mestamente.

“Non piangere, Ichigo…” mormorò lui abbracciandola. Ichigo si lasciò andare e scivolò dalla panchina, cadendo dritta tra le braccia del ragazzo. Masaya le accarezzò la testa.

Certo, doveva odiarla per averlo tradito… Ma non ci riusciva. Vederla stare male lo faceva stare ancora peggio.

“Masaya… perché…” singhiozzò lei stringendosi di più al corpo del moro. Lo sapeva, sapeva che stava approfittando della sua gentilezza, ma in quel momento aveva solo bisogno di due braccia che la proteggessero…

“Vieni, andiamo a casa mia…”

 

Ichigo, con forte imbarazzo, entrò in casa di Masaya. L’abitazione era completamente vuota e silenziosa… Lui chiuse la porta e poggiò le chiavi sul tavolino all’ingresso, togliendosi le scarpe.

“…Accomodati…” le disse indicando il salone. Ichigo, un po’ titubante, entrò nella stanza e si sedette sul divano incrociando le dita delle mani. Si guardò intorno: era davvero molto tempo che non entrava in quella casa…

Masaya la raggiunse portando una semplice bottiglia d’acqua e due bicchieri.

“Mi dispiace, non abbiamo altro” si scusò poggiando tutto accanto al divano. 

“…Non c’è problema, figurati”

E, dopo l’ultima frase di Ichigo, cadde un silenzio imbarazzante tra i due… Nessuno sapeva cosa dire, ma Ichigo ne aveva fin troppe, di cose di cui parlare. Innanzitutto doveva scusarsi per come si era comportata con lui tempo prima, dato che non le era stato possibile farlo in precedenza…

“Masaya, io…”

“Ichigo, io…”

Si fissarono, per poi scoppiare a ridere subito dopo.

“Ok, ok… parla tu” disse Masaya agitando una mano rassegnato. Si sedette accanto a lei e la fissò con un leggero sorriso sulle labbra.

“…Ma come… Perché lo fai?” domandò lei all’improvviso.

“Cosa?” chiese perplesso lui.

“Come cosa? Masaya, io ti ho tradito con il tuo migliore amico e ancora mi rivolgi la parola?” chiese sull’orlo del pianto.

“…E’ vero, Ichigo... mi hai tradito con Ryo, ma da quello che ho visto credo che tu abbia imparato la lezione” rispose secco lui continuando a fissarla. Ichigo divenne rossa in volto.

“…Come lo sai?”

“A scuola le voci circolano, dovresti saperlo… E poi ho visto Ryo appiccicato a quella bionda, prima, fuori da scuola…”

Ichigo tirò su con il naso e sospirò, poggiandosi una mano sul petto.

“…Non dovrei essere qui…”

“Te l’avevo detto. Ryo non potrà mai amare nessuno, Ichigo. Ti sei lasciata fregare proprio come tutte le altre” continuò lui imperterrito, mentre la rossa sgranava gli occhi.

“Ryo mi ama!!” esclamò alzandosi di scatto e stringendo i pugni.

“…Lo conosco meglio di quanto lo conosca tu. Fidati, Ichigo… Ryo è incapace di amare”

“…Nessuno ti autorizza a dire queste cose su di lui… Tu non sai… Non sai quello che…” balbettò lei scuotendo lentamente la testa, ma Masaya la bloccò di nuovo.

“Mi è bastato quello che ho visto”

Ichigo spalancò la bocca e lo sorpassò, indignata. Si infilò in fretta e furia le scarpe e corse fuori da quella casa.

Non era possibile, Ryo era davvero innamorato di lei. Lo aveva sentito, quando si baciavano… quando facevano l’amore… anche solo quando parlavano… Sentiva che il sentimento che lei provava per Ryo era più che corrisposto, ma ora tutto quello che le aveva detto Masaya la stava facendo confondere.

Ryo era innamorato di lei… Ne era convinta…

Oppure aveva sbagliato per tutto questo tempo?

 

 

 

 

…To be continued…

 

 


Fine capitolo!!! Scusate il ritardo, ma finalmente ho aggiornato…

Beh, le cose stanno prendendo una strana piega…

Ma FORSE tutto si risolverà, anche perché la ficcy è quasi finita… U__U

Beh, aspetto tanti commenti, mi raccomando!!!

Al prossimo capitolo e grazie per le recensioni!!

Un grandissimo bacio

Ranpyon

 

 

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Capitolo 23
*** Tutto come prima... o quasi… ***


Nuova pagina 1

Capitolo 23: Tutto come prima... o quasi…

 

Parlare con Masaya era forse la cosa più stupida che Ichigo avesse fatto negli ultimi tempi.

Le parole del ragazzo l’avevano messa in crisi, non sapeva più cosa pensare…

La certezza che Ryo fosse innamorato di lei stava svanendo poco a poco, lasciando spazio a un senso di solitudine che nemmeno Purin, Retasu e Minto sembravano riuscire a colmare.

Dopo aver assistito a quella scena, Ichigo si era categoricamente rifiutata di andare a scuola la settimana successiva e Retasu, parlando con i professori responsabili della classe, si rese conto che l’amica rischiava grosso…

“Quindi rischia di essere bocciata?” domandò Purin incredula, quando Retasu aveva dato la notizia a lei e Minto.

“Già. Purtroppo la capisco, ma così si sta giocando l’anno… E inoltre, ogni mattina Ryo viene a scuola accompagnato da quella stronza”

“Hai provato a parlargli?” chiese Minto preoccupata. La situazione stava prendendo una piega del tutto inaspettata.

“Mi sono limitata a prendere a calci la sua moto” confessò la verdina orgogliosa, sorridendo.

“Davvero?” Purin sgranò gli occhi, immaginando la scena.

“Sì, ma non ho risolto nulla…”

“Allora ci penso io…”

Purin si alzò dal letto e si avvicinò alla porta, uscendo di corsa.

“Ci vediamo domani!” esclamò uscendo di casa e sbattendo la porta.

Minto e Retasu si fissarono perplesse.

Cos’aveva in mente di fare Purin?

In fondo lei conosceva Ryo benissimo, quasi come le sue tasche, quindi l’unica cosa da fare era fidarsi… ma la situazione non si prospettava delle migliori.

 

Purin continuò a bussare incessantemente alla porta dell’appartamento di Ryo. Sembrava non ci fosse nessuno. Si fermò un attimo a riflettere, ricordando che quello era il giorno libero di Shirogane, quindi, a meno che non fosse uscito, di sicuro l’avrebbe trovato in casa.

“SHIROGANE, APRI QUESTA CAZZO DI PORTA!!” gridò battendo il pugno più forte. Dopo qualche minuto, sentì il chiavistello girare e la serratura scattare.

La faccia assonnata di Ryo comparve sulla soglia, sbadigliando.

“…Wong… che vuoi…?” domandò con la voce impastata dal sonno.

“…Che voglio…?” chiese Purin con voce tremante. Ma non per la paura o altro… era arrabbiata, troppo arrabbiata con quel biondino!

Con uno scatto, aprì completamente la porta ed entrò in casa, richiudendola alle sue spalle. Ryo rimase abbastanza scioccato da quel comportamento… inoltre si era appena svegliato, dato che quella mattina non era andato a scuola.

“Shirogane, brutto bastardo!” si parò davanti a lui con le mani sui fianchi e un’espressione terribilmente irritata sul volto.

“Ichigo non merita di soffrire così!”

Ryo, a sentire il nome di Ichigo, voltò la testa dall’altra parte, scocciato. Avrebbe dovuto immaginare che Purin fosse venuta lì per quello…

“Non mi interessa” proferì con tono sicuro, aggrottando le sopracciglia.

“Come sarebbe a dire che non ti interessa?? Shirogane, cazzo, tu sei innamorato di Ichigo!”

Il biondo sussultò per un secondo, senza però che la ragazza se ne accorgesse. Era già la seconda persona che gli rinfacciava di essere innamorato… Ma perché nessuno lo capiva??

“A… A volte l’amore non è sufficiente…” mormorò sconsolato, mordendosi il labbro inferiore.

Purin sgranò gli occhi e sollevò una mano che, con violenza, andò a scontrarsi con la guancia del biondo.

“Non venire a fare la vittima, Shirogane, perché con me non attacca! L’hai tradita, d’accordo, eri ubriaco, d’accordo, lei non vuole perdonarti, d’accordo… Ma tu vuoi arrenderti così senza nemmeno provare a fare pace con lei?!”

“CI HO PROVATO!” esclamò Ryo ad un tratto facendo sobbalzare la ragazza.

“Io ci ho provato, ma lei non vuole saperne! Perché dovrei continuare ad andarle dietro?!” chiese arrabbiato, mentre continuava a urlare e il sangue gli pulsava nelle vene.

“Perché il Ryo che conosco io non si arrende al primo tentativo… ma evidentemente ti avevo giudicato male…” commentò Purin schioccando la lingua. Si voltò e uscì dall’appartamento sbattendo la porta.

Sperava solamente che Ryo avrebbe riflettuto bene su ciò che gli aveva detto…

Ryo si lasciò andare sul divano del piccolo salotto e chiuse gli occhi, sospirando. Prima Seiji, ora anche Purin… possibile che tutti si fossero resi conto che era innamorato di Ichigo…?

Portò la testa all’indietro e poggiò una mano sulla fronte, riflettendo. Forse avrebbe dovuto davvero provare a parlare di nuovo con Ichigo… Infatti lui non era davvero innamorato di Berii, ma la stava semplicemente usando per sfogarsi. Certo, detto così era veramente brutto, d’altra parte si trattava della verità. Si alzò di scatto dal divano e afferrò le chiavi di casa. Uscì fuori dall’appartamento e si ritrovò in strada.

Doveva aveva parcheggiato la moto…? Si guardò intorno e la vide a qualche metro di lontananza. Mosse un passo in avanti ma si bloccò subito, sentendo una voce che lo chiamava. Si voltò di scatto: l’aveva riconosciuta.

Una ragazza dai capelli biondi gli stava camminando incontro… Aveva i capelli legati in due codini, come quella sera, e gli sorrideva compiaciuta.

“Ryo!!” lo salutò avvicinandosi e mettendosi in punta di piedi. Lo baciò sulle labbra e lo abbracciò, sorridendo di nuovo. Ryo rimase immobile qualche secondo, poi staccò Berii da sé, allontanandola.

“Ma…” proferì lei leggermente scioccata.

“Non abbiamo più niente da dirci” disse freddo lui voltandosi per raggiungere la moto.

“Che significa?!” strepitò lei afferrandogli la manica della maglietta.

“Non toccarmi!” le urlò Ryo scansandola di nuovo.

“…Mi sono stancato di questa situazione…” con quest’ultima frase, Ryo salì sulla moto e partì a tutta velocità.

La meta?

Casa Momomiya.

 

“Ichigo, noi andiamo a casa…” Minto poggiò una mano sulla spalla dell’amica che, in pigiama, fissava il cuscino senza dire una parola.

“…Ichigo…?” Retasu la chiamò più volte, e alla fine la rossa sollevò appena il capo, fissandole.

“…Vuoi che restiamo qui un altro po’?” domandò Minto tornando a sedersi sul letto. Ichigo scosse lentamente il capo e tornò a fissare il cuscino stretto tra le sue braccia.

Retasu afferrò Minto per la manica della divisa scolastica e la portò via, chiudendo la porta.

“Lasciamola sola… non possiamo fare altro…” proferì mestamente mentre uscivano fuori di casa. Proprio mentre chiudevano la porta, sentirono il rombo di una moto nelle vicinanze.

“Aspetta…!” Minto trattenne la porta prima che potesse chiudersi e tese l’orecchio.

“…Sembrerebbe… Shirogane…” mormorò aspettando di vedere una moto spuntare da un momento all’altro.

E non dovettero attendere molto. Dopo qualche secondo, infatti, una Yamaha blu scuro entrò nel vialetto dove si trovava casa Momomiya. A bordo c’era Ryo.

Il biondo parcheggiò la moto e scese. Si avvicinò di corsa alle due ragazze e si fermò a riprendere fiato. Era teso da morire.

“…E’ dentro…?” chiese titubante, sperando che almeno loro non avrebbero cominciato a dargli addosso.

Retasu e Minto annuirono e aprirono la porta, permettendogli di passare. Ryo annuì con il capo e entrò in casa, richiudendo la porta.

In quella abitazione c’era un silenzio sovrannaturale… Eppure Ichigo era sempre stata una ragazza chiassosa e piena di vita… Salì le scale e si ritrovò di fronte alla porta della stanza ragazza, che era chiusa. Senza bussare e senza aspettare un invito che non sarebbe mai arrivato, poggiò una mano sulla maniglia e l’abbassò lentamente.

Ichigo sentì la porta della sua camera cigolare, ma non ci diede troppo peso. Di sicuro erano Retasu o Minto che avevano dimenticato qualcosa.

Ryo entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle, poggiandosi contro di essa con la schiena.

Ichigo aspettò qualche secondo, poi alzò leggermente la testa.

Sgranò gli occhi.

In un istante, il cuscino volò verso Ryo e lo colpì in pieno viso, per poi cadere a terra.

“VATTENE!” urlò Ichigo sconvolta, saltando giù dal letto. Chi cavolo l’aveva fatto entrare?

“Aspetta…” cercò di dire Ryo, ma il cellulare, così come il portafoto posto sul comodino, volarono verso di lui.

“VATTENE, NON VOGLIO VEDERTI!!” gridò disperata, crollando seduta sul letto. Ryo, con un abile salto, la raggiunse, afferrandola per i polsi. Ichigo scalpitava cercando di liberarsi dalla sua presa, ma il biondo era troppo forte per lei.

“E STAI FERMA UN ATTIMO!” gridò lui adirato, al che lei si bloccò, spaventata.

“Ichigo, io ti amo, dannazione… Come devo fartelo capire?!”

Ichigo rimase immobile con Ryo che, di fronte a lei, la fissava con le sopracciglia aggrottate e la speranza negli occhi. Non si mosse, non fece nulla.

E non ribattè nemmeno quando le labbra di lui si poggiarono sulle sue, schiudendole per dare vita ad un bacio passionale…

 

Seiji stava camminando tranquillamente nel parco Inohara. Da quando aveva avuto quella discussione con Ryo non l’aveva più visto ed era molto preoccupato per lui…

Ma non era quella la sua unica preoccupazione.

Da qualche tempo, ormai, Minto lo evitava come la peste. Ogni volta che si incrociavano in casa, lei accelerava il passo e andava a chiudersi in camera sua. E Seiji questo non sapeva davvero spiegarselo…

Calciò un sassolino incontrato sul suo cammino a sospirò, mettendosi le mani in tasca. Come doveva comportarsi? Raccontare tutto a Minto, e quindi confessare di essere innamorato di lei, oppure continuare a tacere e mentire sia a lei che a se stesso? Scosse la testa, pensando che, anche se gliel’avesse detto, la situazione non sarebbe comunque cambiata. Minto era sempre stata una ragazza con i piedi per terra e la testa sulle spalle e di certo lo avrebbe rifiutato…

No, era meglio tenersi questo sentimento per sé così com’era…

Andò a sedersi su una panchina per riposarsi, ma, proprio mentre chiudeva gli occhi per rilassarsi, sentì dei passi vicino a lui. Una ragazza bionda camminava a passo spedito, diretta chissà dove. Seiji aguzzò la vista e la riconobbe subito…

“…Berii?” la chiamò e la ragazza si bloccò all’istante, voltandosi a fissarlo.

*…L’amico di Shirogane…* pensò schiudendo la bocca. Si avvicinò a lui e lo salutò, sedendosi sulla panchina.

“Dov’è Ryo?” chiese Seiji alla ragazza, che non aveva proferito parola.

“…Credo… credo sia tornato dalla sua ex…” mormorò lei assumendo un’espressione piuttosto dispiaciuta.

“Cosa?!” Seiji scattò in piedi meravigliato. Sorrise alla ragazza, chiedendole di ripetere ciò che aveva appena detto. Berii si alzò insieme a lui e ripeté la frase, rabbuiandosi.

“Ma non può lasciarmi così” si lamentò aggrottando le sopracciglia. Il moro scosse la testa, dispiaciuto per lei, ma contento per Ryo e Ichigo.

“Scusa la franchezza, Berii, ma Ryo non è mai stato innamorato di te” proferì con tono sicuro, incrociando le braccia.

“Lo so, cosa credi” ribattè lei fissandolo con astio.

“Però… mi da fastidio il fatto di essere stata usata solo per far ingelosire una povera sciacquetta” commentò acida.

Seiji sgranò gli occhi e le afferrò il braccio, adirato.

“Momomiya è una persona mille volte migliore di te” sussurrò sprezzante, mentre Berii si liberava dalla sua presa.

“E lasciami!” esclamò lei facendo un passo indietro.

“Non ronzare più intorno a Ryo… non ti conviene”

“Lo so” rispose Berii avvicinandosi di più a Seiji. Senza dargli il tempo di fare qualunque cosa, si alzò sulla punta dei piedi e gli sfiorò le labbra con le proprie.

“Ciao, Aizawa…” commentò allontanandosi a passo lento.

Seiji rimase immobile, incapace di reagire.

E lo stesso valeva per una persona che aveva assistito alla scena.

Minto aveva visto tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mamma miaaaa che ritardo clamoroso e gigantescoooooooooo!!!! Scusatemi ragazzi, ma sono stata parecchio impegnata (forse troppo) e non ho potuto aggiornare, anche perché la mia fantasia sta lentamente cadendo a pezzi… nel senso che ho poca ispirazione in questo periodo, ma a quanto pare la suddetta sta tornando… in teoria…

Beh, che dire… spero che il chap vi sia piaciuto….

La ficcy si concluderà fra qualche capitolo, tipo 3 o 4….  ^^ spero non vi dispiaccia troppo….!

Vediamo… che altro dire… grazie delle recensioni e mi raccomando, ditemi che ne pensate di questo chap!!

Ah, un’ultima cosa…

Nella sezione Fanfic su Celebrità, precisamente sui Cantanti, ho pubblicato una fanfiction sui Tokio Hotel… molto probabilmente a molti di voi non piace questo gruppo, ma a chi piace consiglio di andare a leggerla!

La storia si chiama “Der Rest Geht Von Allein” e attualmente siamo al secondo capitolo…

Ora ho davvero finito, scusatemi di nuovo per il ritardo!

Alla prossima

Baci

Ranpyon

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Capitolo 24
*** Sentimenti... contrastanti ***


Nuova pagina 1

Capitolo 24: Sentimenti… contrastanti

 

“E insomma sì, li ho visti! Ho visto che stava baciando mio fratello! Stava baciando SEIJI!!”

“Non urlare” rispose pacata Purin coprendosi le orecchie con le mani. Sospirò, cercando di calmare Minto che invece continuava a strepitare girando in tondo per la stanza. Se il pavimento non fosse stato di solido marmo sarebbe sprofondata al piano di sotto.

“Calmarmi? Quella puttana prima si attacca a Ryo, poi a Seiji! E lui non ha fatto nulla per respingerla!” sbraitò agitando le mani convulsamente.

Era stato davvero scioccante, per lei, vedere qualche giorno prima Seiji e Berii che si baciavano. Ma aveva provato a fare finta di niente, aveva provato a continuare ad ignorare suo fratello. Ma non ci era riuscita. Si sentiva terribilmente ferita senza neanche capirne il motivo. L’unica cosa che aveva deciso di fare era parlarne con Purin. Retasu non era la persona più adatta - senza offesa, ovviamente - e Ichigo aveva appena fatto pace con Ryo, e caricarla di un altro peso non le sembrava per niente giusto.

“Quindi, che hai intenzione di fare?” domandò la biondina sistemandosi meglio sul letto. Minto continuava ad agitare le mani e a muoversi circolarmente per la stanza.

“Non lo so, non lo so!”

“Ma, Minto, si sono solo baciati, non è successo altro… Cioè, voglio dire… Non si sono più visti dopo quel giorno, o sbaglio?”

“Non lo so… No, credo di no. Seiji non ha ricevuto visite negli ultimi giorni”

Purin aggrottò le sopracciglia, poi spalancò la bocca.

“L’hai controllato?! Hai addirittura controllato che non ricevesse visite?” domandò sorpresa, puntando un dito verso la mora. Minto arrossì all’improvviso e voltò la testa di lato, cercando di non far notare all’amica il carminio appena comparso sulle sue guance.

“No, Purin! Abitiamo nella stessa casa, so quando qualcuno entra o esce!” rispose stizzita, mentre Purin ridacchiava divertita.

Minto non voleva ammetterlo, ma c’era molto di più, oltre alle apparenze.

 

“Se mi capita tra le mani non credo riuscirò a rispondere di me stessa” mormorò Ichigo stringendosi di più al petto di Ryo e baciandogli lievemente la mano, stretta tra le sue.

Ryo sorrise e la strinse di più a sé, schioccandole un dolce bacio sulla fronte dopo averle scostato i capelli rossi appiccicati sulla fronte.

“Lasciala perdere…” mormorò con voce roca, sistemandosi meglio sul letto.

“No, è meglio che sia lei a lasciarmi perdere…” sibilò a denti stretti, aumentando la presa sulla mano di Ryo.

“E anche tu… Ti ho perdonato, ma se dovesse accadere un’altra volta non la passerai liscia”

Ryo rise lievemente, incurvando gli angoli della bocca verso l’alto, e si sollevò appena, facendo scostare Ichigo dal suo petto.

“Da dove viene tutta questa aggressività?” chiese andandola a fissare. Ichigo aggrottò le sopracciglia e scosse la testa.

“Non sono aggressiva, sono vendicativa…”

“Ah bene!” sorrise lui baciandola e facendola trasalire. Ichigo sorrise sulle sue labbra e gli sussurrò un “ti amo” a mezza bocca, scendendo con la mano a sfiorare la sua eccitazione.

Ryo mugugnò dal piacere e trasportò Ichigo sotto di lui, costringendola contro il materasso con il proprio peso. La rossa sorrise. Le era mancato davvero tutto quello… Le era mancato poter stare con Ryo, le era mancato fare l’amore con lui… E non voleva perdere tutto quello per niente al mondo. Non di nuovo.

All’improvviso, come da copione, il cellulare sul comodino accanto al letto prese a squillare insistentemente.

“Non rispondere…” sussurrò Ryo continuando a baciarla, ma già Ichigo aveva steso una mano verso il telefono e lo aveva afferrato.

“Potrebbe essere importante…” rispose a voce bassa, scostandosi leggermente per poter rispondere.

“Pronto?” premette il tasto verde del cellulare e si portò l’apparecchio accanto all’orecchio, allontanandolo qualche secondo dopo.

“Chi è?” chiese Ryo. Ichigo sbiancò e si precipitò a tappargli la bocca con una mano, mentre gli lanciava segnali con lo sguardo.

“Ciao, mamma!” esclamò sbiancando. Il biondo sgranò gli occhi e deglutì, maledicendosi e appuntandosi mentalmente di non aprire bocca la prossima volta che Ichigo avesse risposto al telefono.

“Sì… Cosa?! … Ah… si… hai ragione… certo, sono felice… Sì… ok… ora vado… a stasera…”

Ryo sobbalzò e, quando Ichigo spense il cellulare per poi riporlo sul comodino, la fissò incredulo.

“…A stasera?”

“I miei stanno per tornare!” esclamò lanciando le coperte all’aria. Si alzò di scatto alla ricerca dei vestiti sparsi a terra, mentre Ryo la imitava.

“Senza dire niente?!”

“E’ già tanto che mi abbiano avvertita ora… Forza, vestiti e torna a casa, ci vediamo domani a scuola!” proferì velocemente, raccogliendo in fretta e furia i vestiti del ragazzo. Glieli consegnò alla svelta e lo spinse verso l’esterno della camera, mentre Ryo sbraitava.

“Aspetta!”

“No, sbrigati, devo sistemare la camera e mettere a posto casa prima che tornino! Forza!”

Ryo sbuffò, infilandosi i boxer mentre Ichigo continuava a spingerlo fuori dalla stanza.

 

“Ichigo!”

“Ciao mamma” sorrise la rossa in risposta, abbracciando sua madre. La donna le scompigliò affettuosamente i capelli, poggiando la valigia che aveva in mano nel corridoio. Dopo qualche secondo, Shintaro Momomiya fece il suo ingresso nella casa, allargando le braccia per accogliere sua figlia.

“Ichigo…!”

“Ciao, papà!” la ragazza sorrise di nuovo, andando ad abbracciare il padre. Lui le schioccò un bacio sulla fronte e Ichigo si sentì arrossire, pensando che solo poco prima era stato Ryo a regalarle un bacio così dolce proprio nello stesso punto.

“Noto con piacere che la casa è in ordine” commentò Sakura scrutando il salotto e la cucina.

Ichigo annuì convinta e incrociò le braccia.

“Certo, sono una brava ragazza, io” ridacchiò divertita.

“Mh… e i ragazzi?”

Ichigo sobbalzò, voltandosi a fissare suo padre. Perché sentiva all’improvviso il volto andare in fiamme?

“I… i ragazzi cosa, papà?”

“Hai fatto entrare qualche mascalzone in casa?”

“Ma cosa vai pensando?!” esclamò, dandogli una pacca sulla spalla. Un po’ troppo forte, forse.

Nella mente di Ichigo si susseguirono immagini di lei e Ryo in atteggiamenti piuttosto intimi. Lì, nell’ingresso. Poi per le scale. Poi in camera…

Eh no, davvero non aveva fatto nulla di male, in quei giorni…

Ridacchiò nervosa, grattandosi la nuca.

“Sono contenta che siate tornati!” esclamò felice, andando ad abbracciare i propri genitori.

Mentre li stringeva, un solo pensiero le attraversò la mente.

Da quel giorno in poi avrebbe passato moooolto tempo a casa di Ryo…

 

“Minto, io esco”

“Ok”

“…” Seiji si fermò sulla soglia della porta della camera di Minto e deglutì, continuando a fissarla.

“…Posso sapere che ti ho fatto?” chiese in un sussurro. La moretta distolse lo sguardo dal libro che stava leggendo - o meglio, che faceva finta di leggere - e lo fissò perplessa.

“Di che parli, scusa?”

Seiji entrò nella camera e richiuse la porta, muovendo qualche passo verso il letto. Minto, sdraiata, si tirò immediatamente a sedere e lo vide avvicinarsi.

“E’ vero che non siamo mai andati molto d’accordo… Ma ultimamente mi eviti… vorrei sapere… perché?”

“Perché ti evito, dici?” chiese lei con voce stridula, pensando di mettersi sulla difensiva. Poi però cambiò idea: era sempre stata una persona diretta… non poteva pensare di cambiare solo perchè forse suo fratello era innamorato di lei e perché forse si era riscoperta gelosa di una ragazza che prima ci aveva provato con il ragazzo di una sua amica e ora, come se non bastasse, si attaccava anche a suo fratello.

“…Perché quella… non devi uscire con quella là” sussurrò puntando ostinatamente lo sguardo su quello del moro. Seiji sobbalzò, fissandola perplesso.

“…Quella? Quella chi?”

“Ma sì, quella, quella che si era accollata a Ryo!”

“Ah, Berii!” esclamò Seiji schioccando le dita. Minto annuì, mordendosi il labbro a sentir pronunciare quel nome.

“Guarda che io non sto uscendo con Berii. E’ lei che mi segue, ma io continuo ad ignorarla” commentò sedendosi sul letto. Incrociò le braccia in attesa di una risposta.

“…Però vi siete baciati” sussurrò Minto stringendo i pugni. Seiji sgranò gli occhi.

“Ci hai visti…?”

“Sì, vi ho visti! Ho visto che ti ha baciato al parco e tu non hai fatto nulla per opporre resistenza! E tutto questo dopo quella maledetta festa! Era ubriaco Seiji, e forse non te lo ricordi, ma mi hai confessato di essere innamorato di me!!”

Sputò fuori tutto quello che pensava in meno di dieci secondi e poi si bloccò, portandosi una mano tremante sulla bocca. Seiji aveva ancora gli occhi sbarrati e aveva spalancato la bocca, incredulo.

“Io… Io… davvero… ho… ho…” cercò di parlare, ma la voce gli tremava troppo. Allora era per questo che Minto lo aveva ignorato durante quei giorni?

“…Io me ne vado” proferì la ragazza all’improvviso, alzandosi dal letto. Si avvicinò alla porta ma il fratello la bloccò per un braccio, costringendola a guardarlo.

“Scusami, non volevo…” disse mestamente, notando il rossore sulle guance della sorella.

“…Non importa… per favore, lasciami andare…”

La moretta si liberò dalla sua presa e uscì nel corridoio, scendendo di corsa le scale. Voleva andarsene. Non poteva restare ancora nello stesso luogo dove c’era Seiji…

Arrivò al piano inferiore e spalancò il grande portone marrone per uscire di casa, ma si bloccò non appena una figura le bloccò il passaggio.

Una ragazza.

Bionda.

Con i capelli legati in due codini e un sorriso beffardo sul volto.

“C’è Aizawa?” chiese quasi con spavalderia, gettando occhiatacce a Minto che, in quel momento, non potè fare a meno di fulminarla con lo sguardo.

“…Vaffanculo!!” rispose alzando il braccio all’altezza del suo viso. Senza pensarci su, la colpì in pieno volto con la mano serrata a pugno, facendola indietreggiare e urlare di dolore.

Al diavolo tutti.

Al diavolo tutto.

Non poteva continuare a sopportare tutto quello.

 

 

 

 

 

 

Fine capitolo!

 

…>_>

E qui direi che partono le scuse. Penso che davvero, stavolta non ho giustificazioni. Molti di voi mi hanno contattata chiedendomi che fine avessi fatto, e a tutti ho risposto la solita identica cosa: purtroppo in questo periodo (che dura da quando ho aggiornato l’ultima volta, il che risale a qualche mese fa) sono stata poco bene e mi sn dovuta impegnare per cose esterne, non riguardanti le fanfiction. Poi ora, con l’inizio della scuola - questo è il mio ultimo anno di liceo - ho davvero toppato alla grande, mollando qualsiasi altra cosa e concentrandomi unicamente sullo studio. Chissà perché vado male lo stesso, ma questo è un dettaglio. >_>

Cmq credo sia d’obbligo che io mi scusi con voi per tutto il tempo che ci ho messo per aggiornare. Ultimamente non sto più frequentando EFP, né per leggere, né per recensire, nemmeno per controllare l’andamento delle mie storie ormai apparentemente abbandonate, ma forse con l’arrivo delle vacanze di natale non mi scollerò dal pc. Non prometto nulla…

Mi dispiace moltissimo di aver lasciato le storie a metà e di avervi bloccato così, con mucchio di aria tra le mani, e non so davvero come scusarmiiiiiiiiii!

L’unica cosa che posso dire è che cercherò di giostrarmi tra interrogazioni, compiti, tesine e pc, anche se non risulterà facile.

Ma guardate, parola di Ranpyon, giuro che concluderò tutte le ficcy su TMM!

E quando giuro una cosa - che ci metta 5, 10 o 20 - la faccio!

Bene, spero di essere stata esauriente e vi chiedo ancora scusa… anche per il capitolo corto e “scrauso” ma davvero, l’ho scritto di fretta proprio per poter aggiornare.

Vogliate perdonarmi e per favore, riponete la armi ç___ç

Grazie a tutti, ci vediamo al prossimo capitolo…. presto…. Si spera… Se non muoio di stress prima…

Baci Baci

Ranpyon

 

 

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