Hidden Moments

di Cla90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Destiny ***
Capitolo 2: *** Resurrection ***



Capitolo 1
*** Destiny ***


2.01 Destiny.

 

«Stai lontano dai guai, mentre sono via.»
Nolan alzò improvvisamente gli occhi per posarli sulla giovane donna che stava nervosamente afferrando la borsa, pronta per fare un altro passo avanti nella sua vendetta.
La guardava affascinato, e nello stesso momento, la consapevolezza che ella avesse veramente a cuore la sua vita, gli fece allargare il sorriso, che già aveva accennato sulle labbra.
«Intendi che…» cominciò Nolan, cautamente «…posso rimanere?»
Emily incrociò il suo sguardo e lo fissò scocciata.
«Non metterti troppo a tuo agio.»
Nolan sorrise, mentre la osservava attraversare la stanza in un attimo, ed Emily aveva già un piede fuori dalla porta, quando lui si alzò di scatto dal divano e con una piccola corsetta la raggiunse.
«Aspetta, Ems, aspetta un attimo!»
Rise di gusto, quando la vide alzare gli occhi al cielo ed incrociare le braccia sotto al seno, tamburellando un piede a terra.
«Che c’è ancora?»
Nolan si appoggiò allo stipite della porta e ghignò, pregustando la sua espressione per quello che stava per dirle.
«Rilassati, Ems…voglio solo festeggiare l’evento!»
Emily assunse un’espressione torva, ed era sul punto di ribattere qualcosa, quando Nolan la afferrò con decisione per il polso, trascinandola in cucina.
«Non dire che non hai tempo!» proseguì il biondo, cominciando ad aprire alcuni sportelli del mobile davanti a lui. «E adesso vediamo dove tieni lo champagne.»
Emily si sedette su uno sgabello e poggiò i gomiti sul tavolo, passandosi una mano sulla faccia, sbuffando.
«Non fare casino, Nolan, non…» si fermò, non appena sentì un flûte rovinare a terra, in pezzi.
«Ops!» esclamò il giovane, senza battere ciglio.
Oltrepassò i cocci e si sedette accanto ad Emily, mentre versava lo champagne nei calici.
«Nolan, posso ancora ripensarci.» esclamò freddamente Emily, alzando le sopracciglia con espressione eloquente, prima di bere tutto d’un sorso il contenuto del bicchiere.
«Ehi! Non abbiamo nemmeno brindato!» ribatté Nolan, accigliato.
Nel frattempo Emily si era già alzata e stava andando verso la porta.
«Ems…Ems…cosa devo fare con te?» sospirò Nolan, uscendo insieme a lei, sul portico.
Lei si voltò, mettendosi le mani sui fianchi.
«Ricordami ancora perché ho accettato che tu venissi a stare qui.» sospirò pesantemente.
Nolan mostrò una faccetta da cane bastonato prima di rispondere.
«Perché sono un senzatetto che va in giro con tutte le sue cose in auto, in attesa di trovare una sistemazione.» ridacchiò scherzosamente, prima di rendersi conto di cosa gli era sfuggito dalla bocca.
Emily assottigliò gli occhi e fece un passo avanti verso di lui, minacciosamente, facendo sì che Nolan arretrasse spaventato.
«Stai dicendo che avevi portato qui le tue cose, ancor prima che ti avessi detto di sì?»
Un altro passo avanti.
«Confidavo…nel tuo affetto nei miei confronti, Ems!» Nolan deglutì sonoramente. «Non essere arrabbiata, dai.»
Emily lo fissò per qualche altro secondo, poi si voltò e se ne andò.
Nolan si grattò  la nuca, nervosamente.
«Posso ancora restare?» le gridò dal portico, improvvisamente incerto.
La risposta di Emily si fece attendere giusto qualche secondo.
«Pulisci quel disastro in cucina.» ribatté la giovane Thorne, senza neanche voltarsi.
Nolan ghignò.
“Sarà divertente.” pensò subito dopo.

 
***
Eccomi qui, sono tornata con una raccolta!
Una raccolta che aggiornerò settimana per settimana, ogni volta che uscirà un nuovo episodio, in quanto ogni flash/OS tratterà di un ipotetico momento Nemily cancellato dall'episodio.
Fatemi sapere se questo primo capitolo vi è piaciuto. =)
Cla.

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Capitolo 2
*** Resurrection ***


2.02 Resurrection.

 
Nolan Ross riteneva che quella fosse stata una giornata proficua e, nello stesso momento, molto movimentata. Del resto, come poteva essere altrimenti! Da quando Emily Thorne era tornata stabilmente negli Hamptons con la sua lista di nemici da eliminare, non aveva più avuto un attimo di tregua. Cellulari da tenere sotto controllo, ricerche da fare,  controllare i movimenti della rediviva Victoria davanti ad una ciotola di pop-corn.
Tuttavia non gli dispiaceva per niente avere quel ruolo nella vita della donna, nel tentativo di tenerla al sicuro, se non dall’uomo dai capelli bianchi, almeno da lei stessa, evitando che facesse qualcosa di stupido.
Era stata una piacevole giornata, si era interessato all’ispezione cui era sottoposta la sua amata società e aveva trovato un nuovo direttore finanziario. Tutto era filato liscio finché non era tornato a casa e aveva visto quello sguardo sul viso della bionda.
S’incupì, dal momento in cui conosceva molto bene quella luce negli occhi di Emily.
La vedeva mentre teneva lo sguardo fisso nel vuoto e arricciava le labbra in quell’espressione da sociopatica.
A volte dimenticava quanto la giovane fosse tormentata, quanto fosse attaccata al pensiero della vendetta.
«Ho detto ad Amanda che ho contraffatto i risultati.» dichiarò Emily, mantenendo un tono di voce indifferente «Che Jack non è il padre.».
Nolan la osservò e cercò di trattenersi dal fare qualsiasi commento che avrebbe potuto farla arrabbiare.
Rifletté, ma non riuscì a trovare una spiegazione a quel comportamento irrazionale dell’amica. O meglio, non un motivo che volesse accettare come reale.
Non credeva che Emily avesse ancora dei sentimenti per Jack. Adesso era tornata Amanda, incinta di suo figlio, e nonostante Jack non sembrasse completamente entusiasta del lieto evento, la bionda non poteva farci niente.
«Ems... questo è subdolo!» Nolan non riuscì a nascondere la propria sorpresa, mista al disappunto. «Persino per te.»
Avrebbe voluto indagare a fondo nei sentimenti che tormentavano la giovane Thorne, avrebbe voluto fare quello che fanno di solito gli amici: una spalla su cui piangere e sfogarsi. Anche da prendere a pugni, se necessario.
«Non m’interessa dove andrai stanotte, ma non puoi stare qui.».
La freddezza con cui Emily pronunciò quelle parole colpì il giovane dritto in faccia, lasciandolo interdetto.
«Mi serve la casa.» continuò la vendicatrice, mentre saliva le scale, seguita da Nolan.
L’uomo si fermò dopo pochi gradini, mantenendo la propria espressione preoccupata.
«Non penso che dovresti restare sola.»
Inspirò profondamente, impensierito dalla giovane che non accennava a venirgli incontro in qualche modo, nel dimostrargli che capiva il suo desiderio di saperla al sicuro.
«Non ti preoccupare. Non lo sarò.» proseguì Emily con voce atona.
Nolan rimase immobile sul posto, mentre la figura della donna scompariva al piano superiore.
L’uomo sospirò pesantemente, prima di passarsi le mani sul volto, con fare stanco.
Salì le scale a due a due, raggiungendo ben presto la sua camera.
Senza neanche chiudere la porta, si spostò verso il cassettone e lo aprì di scatto, estraendo tutto ciò che ritenne necessario per una notte fuori, o chissà per quanto altro tempo.
Dopo aver sentito quelle parole uscire dalla bocca di Emily, non era più sicuro di nulla.
Non sarebbe stata da sola. Che diamine voleva dire? Chi sarebbe arrivato?
Era escluso che si trattasse di Daniel, visto il modo in cui aveva troncato i rapporti.
Il giovane Grayson era ancora preso da lei, era fin troppo evidente. Per la vendicatrice era stato solo un gioco, un mezzo per arrivare al proprio scopo.
Si trattava di Jack, allora? O di qualcun altro?
«Mi sembrava di essere stata chiara.»
La voce tesa di Emily lo distolse da tutte quelle elucubrazioni su chi avrebbe fatto compagnia alla giovane durante quella serata.
Nolan contrasse la mascella e sbatté forte il cassetto del comò, come per sfogare quel nervosismo che lo stava facendo uscire da testa.
Chiuse in fretta il borsone e se lo mise in spalla.
«Non ti preoccupare, tolgo subito il disturbo.».
Il giovane si fece strada tra la porta e la stessa Emily, facendo sì che lei si spostasse velocemente, per non essere travolta.
Nolan percorse il corridoio con ampie falcate e altrettanto rapidamente discese le scale, avviandosi verso l’uscita.
Non gli sarebbe bastata la notte per tranquillizzarsi, per rimuovere dalla mente le parole e gli sguardi che Emily gli aveva rivolto.
Gli eventi di quella sera confermato per l’ennesima volta le sue teorie.
Emily non si sarebbe mai fidata completamente di lui, nonostante quanto l’avesse aiutata e le avesse dimostrato in ogni occasione di mettere la sua sicurezza e la sua felicità al di sopra della propria.
Nulla bastava a Emily Thorne ed era ora che anche Nolan si mettesse l’anima in pace.
«Nolan, aspetta.»
Il biondo si fermò, con la mano sulla maniglia della porta. Chinò la testa e fece uno dei suoi sorrisi sghembi.
«Che c’è? Non vorrai che il tuo ospite mi trovi qui?» rispose, senza riuscire a trattenere il sarcasmo.
«Dove andrai stanotte?»
Una punta d’incertezza velava la voce della donna.
Il giovane non rispose, aprì la porta e ne oltrepassò la soglia.
«Buonanotte, Ems.»
Era tutto inutile. Bastavano un suo sorriso, o un minimo interessamento che mostrava verso di lui, e le avrebbe perdonato qualsiasi cosa.
«Buonanotte, Nolan.»

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