The story behind each one of them di NoahOfTheAshes (/viewuser.php?uid=37274)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di gigli e di rose ***
Capitolo 2: *** Di palinsesti e condizionatori ***
Capitolo 3: *** Di scommesse e lavatrici ***
Capitolo 4: *** Jag älskar dig ***
Capitolo 1 *** Di gigli e di rose ***
Questa
one-shot intende far parte di una piccola serie, la quale vede come
protagonisti i Gold Saints. I prompt per queste storie, siano esse
lunghe o
corte, flashfics o drabble, provengono dal seguente generatore random
di trame.
Nel caso foste interessati: http://www.panthermoon.com/generator.php. Per
la prima entry della serie ho scelto la versione
due: “The story behind each one of them”, con il
prompt: write for 10 minutes;
miscommunication; bouquet of flowers. Ok,
a parte la richiesta di
rispettare i dieci minuti (ovviamente ho sforato alla grande. Non ho
proprio la
cognizione del tempo), credo di essere riuscita nel mio intento. Ah, e
perdonate la lunghezza, vi prego.
Per
concludere, vorrei ringraziare Cloe87 e Willow per aver inserito “De
gustibus”
fra le preferite (è una grandissima soddisfazione, mi fate
felice così) e Suiren
per averla inserita fra le seguite. Grazie,
grazie ancora.
Spero
sia di vostro gradimento, fatemi sapere! Ora vi lascio alla storia.
[Di
gigli e di rose]
Pairing:
Aquarius Camus, Scorpio Milo;
Rating:
Verde
Con un gesto
rapido e deciso Camus afferrò l’enorme bouquet
di gigli bianchi prima che esplodesse in una miriade di petali candidi
a
contatto con il pavimento di marmo. Un’aria interrogativa
prese possesso dei
suoi lineamenti. “ Che cosa vuoi, Milo?” Direttini,
stamani.
Milo
sogghignò per nulla turbato esibendosi un
teatrale inchino, il mantello a seguire diligentemente ogni suo
movimento
scivolando carezzevole su tutta la sua figura, sino quasi a coprirla
totalmente.
“Buongiorno
anche a te, raggio di sole!” Si rialzò,
scostando la cappa e portandosi una mano sul fianco, il petto ampio ed
orgoglioso. “ Cos’è quella faccia, non
ti piacciono i gigli? Forse in Siberia
fa troppo freddo per … ”
“
… Esistono numerose varietà di questo fiore,
varietà proporzionali alle zone in cui crescono. E fra
queste c’è anche la
Siberia, Milo.” Lo interruppe il cavaliere
dell’Acquario, indicando con un
leggero assenso del capo la composizione che aveva di fronte.
“Te lo chiedo
un’altra volta. Che cosa vuoi?”
Il compagno
roteò gli occhi, sbuffando leggermente. Questo
qui è un’enciclopedia con le gambe.
Doveva fare il bibliotecario, non il cavaliere. Pure permaloso, poi. “
Che
c’è, non posso nemmeno passare a trovare il mio
carissimo commilitone?”
Aggiunse poi, assumendo un aria da finto offeso. Incrociò le
braccia, fissando
un alquanto incerto Camus avvicinare il nasino alla francese verso gli
ampi
petali. Sorrise. “Sono belli, vero? Che ne pensi?”
Ancora con il
volto sporto in avanti, Acquario
incrociò per alcuni flebili istanti gli occhi di Milo,
dirigendoli
immediatamente verso la parete più vicina, in quel momento
molto più
interessante. Arrossì lievemente. “Si …
Si, lo sono.” Sussurrò poi, mascherando
il lieve sorriso . “Ti ringra …”
“Perfetto,
grazie!” Interruppe il discorso, lo
Scorpione, strappandogli di mano i gigli e abbandonandoli con poca
grazia fra
le mani di una giovane ancella, la quale venne poi incaricata di
affrontare una
durissima scarpinata fino alle stanze del Grande Sacerdote. Si
voltò, infine, pieno
d’orgoglio per il compito svolto con successo. “ Ho
incontrato un giovane,
oggi, giù a Rodorio. Voleva rendere omaggio al Santuario,
così ha pensato di
donare un mazzo di fiori – enorme, a quanto pare, visto che
roba? – alla sua protettrice.
Non sapeva quali scegliere, così mi ha chiesto di aiutarlo.
Tuttavia non sapevo
se i gigli le piacessero, quin…” Le parole gli
morirono in gola nel momento
esatto in cui incontrò lo sguardo glaciale di Camus.
“ … Cam?”
Era ancora nella
medesima posizione. Le braccia
leggermente piegate, le mani giunte per sorreggere i fiori, ora vuote.
Nel
volto, nulla. “Vattene. Ora.” Articolò,
in un sibilo limpido e tagliente come i
ghiacci che lo avevano cresciuto.
“Che
ti prende tutto d’un tratto, Cam? Che hai?” Si
avvicinò con lentezza, i palmi rivolti verso di lui in segno
di resa. Negli
occhi, invece, portava il più completo smarrimento.
Camus lo
bloccò con lo sguardo, inchiodandolo sul
posto. Lo sentì deglutire perfino. Idiota,
sono solo un idiota. “Nulla. Vattene ora. Ho da
fare” . Si risollevò, il
signore dei ghiacci, fiero, ricostruendo
la corazza che tipicamente lo rappresentava. Superò Milo,
non degnandolo
nemmeno di uno sguardo e lasciandolo completamente basito. Si
fermò solo dopo
pochi passi, lo sguardo che saettava velocemente oltre la spalla.
“Ancora qui?”
Concluse infine, dirigendosi verso gli alloggi privati, lo scorpione
ancora
immobile, perso. Idiota, idiota, ancora idiota. Almeno fossi una
donzella, Camus. Per
gli Dei, torna in te. Stupido Milo. Stupido, stupido … Me.
A Milo non
rimase che fissare la porta attraverso la
quale Acquario se n’era andato. Ancora non capiva, non
afferrava. Cosa gli era
sfuggito? I suoi occhi vagarono per la stanza, irrequieti, alla ricerca
di un
segno, qualcosa. Si fermarono quando incontrarono un orfanello
dell’enorme
bouquet. Talmente bianco da confondersi con le lastre che ricoprivano
il
pavimento. Lo raccolse, fissandolo.
Poi,
l’epifania. “… Oh.”
Scoppiò in una fragorosa risata, mentre si voltava ed
iniziava una veloce corsa a perdifiato, giù, verso
l’origine del Santuario. Camus, sei
veramente tonto a volte, sai?
Camus non
incrociò Milo per il resto della giornata.
Non lo vide comparire davanti all’entrata del suo tempio, la
sera, i capelli
dello stesso colore del sole al tramonto, il volto sereno, come quello
di un
bambino. Non sentì il suo profumo di mare e sabbia mentre
gli si accoccolava
contro, la notte, sotto le lenzuola fresche. E neppure si
risvegliò, la mattina
seguente, con il capo affondato in una cascata di seta dorata e il
rumore di un
respiro ancora intrappolato fra le reti di Morfeo.
Ma la presenza
di Milo non si fece attendere. Ad aspettare
Camus infatti, una volta abbandonate le sue stanze, furono centinaia e
centinaia di rose rosse, sparse ovunque. Le colonne portanti, che
delineavano
la navata centrale, erano avvolte da bellissimi rampicanti scarlatti
intrecciati fra loro, mentre quelle depositate a terra formavano un
soffice
tappeto cremisi. Su di un ripiano, accanto all’entrata, una
macchia di bianco.
Ed un biglietto. “Lo ammetto,
Aphrodite
mi ha dato una mano. Ora gli devo tre sedute dall’estetista.
Il giglio l’ho
messo io, però. E tu sei un emerito idiota. Milo.”
Quella mattina,
per la prima volta, Camus dovette
ammettere che si, Milo aveva ragione. Sorrise, mentre portava una mano
al volto
ancora impastato dal sonno, e si avviava ad iniziare la giornata
accompagnato
dal profumo di rose.
*
Fate felice questa povera ed
incompetente autrice: aderite alla causa Recensioni!!! *
|
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Capitolo 2 *** Di palinsesti e condizionatori ***
TSBEOOT- Di palinsesti e condizionatori
Siccome mi
piacciono le sfide ( e a quanto pare
adoro anche perderle. Sono masochista, lo so) ho deciso di dedicare
questo
secondo capitolo ad una coppia che mai e poi mai avrei pensato di
rendere
protagonista delle mie “storie”. Death Mask ed
Aphrodite secondo me sono
personaggi molto particolari, non facili da tradurre a parole. Beh,
spero di
aver fatto un lavoro quantomeno passabile. Vorrei sapere cosa ne
pensate.
Il rating della
serie cambierà, credo. Parto
solitamente con il verde, ma conoscendo la mia mente malata
chissà cosa salterà
fuori. Eventuali capitoli scabrosi verranno comunque segnalati nel
corso dei
miei aggiornamenti.
Infine, vorrei
ringraziare Ecate Shito e Bedhness
per aver inserito questa storia fra le loro preferite. Sono
soddisfazioni,
queste. Sono felice! ^^
[Di palinsesti e
condizionatori]
Prompt: 10 minutes,
dialogue, nothing on tv;
Pairing:
Cancer
Death Mask, Pisces
Aphrodite;
Rating: Giallo;
Warning: Flash-fic (366
parole); Linguaggio non propriamente
signorile. Chiedo scusa se può risultare fastidioso, ma nel
mio immaginario un
dialogo fra questi due personaggi non può che prendere
questa piega.
“Passami
una birra” “É già
la terza, questa” “Fatti i cazzi tuoi”.
Silenzio. “Fottiti”
La birra la
ottenne
comunque, Death Mask. Stravaccato sul paffuto divano aprì la
lattina
svogliatamente, portandosela poi alle labbra e trangugiando qualche
sorsata.
“Si crepa dal caldo qui. E in tv non danno un cavolo. Che
palle.” Aggiunse
sbuffando, mentre con la mano libera puntava per l’ennesima
volta il
telecomando verso il televisore.
“Sei
qui da dieci minuti e
già provo il desiderio irrefrenabile di sbatterti fuori a
calci in culo. Cosa
pretendi? É ferragosto.”
Rispose piccato Aphrodite. Imitando il vicino, si appropriò
di una lattina.
“Sarà
anche ferragosto, ma resta il fatto che mi sto
rompendo a morte, non tira un filo d’aria e il tuo divano mi
sta distruggendo
le chiappe.” Lo additò Death Mask. “E in
tv..:” “Non danno nulla. Ho afferrato
il concetto. “ Lo interrupe l’altro. “E,
per la cronaca, il mio divano è
comodissimo. Se non è di tuo gradimento sei pregato di
levare le tende. Ora.”
Bevve un altro sorso di birra.
Death Mask lo
fissò per qualche
momento. Poi scoppiò in una fragorosa risata: “Oh,
suvvia, non fare la checca
isterica, Dite”
“Checca
isterica a chi? Parla per te..
- Iniziò Aphrodite, gli occhi ridotti a due minuscole
fessure - … Angelo”. Si
preoccupò di sottolinearlo,
per bene, il suo nome. Sapeva fin troppo bene quanto odiasse essere
chiamato
con il nome di battesimo.
“Vaffanculo,
Dite” E la reazione non
tardò a mancare. “Crepa”
“Succhiamelo”. Silenzio. Con fare felino Aphrodite
allargò le labbra in un sorriso malizioso. Si sporse verso
il suo avversario, i
loro nasi quasi a sfiorarsi. “ A proposito”
iniziò in un sussurro “ Ti ho mai
detto che in camera ce l’ho, il condizionatore?”
“Ah,
si?” Dimentico del caldo torrido
e del palinsesto scadente, Death gettò alle sue spalle la
lattina di birra
ancora piena, agguantando poi il compagno quasi fosse un sacco di
patate. Una
pacca di apprezzamento al suo didietro fu d’obbligo,
così come la sberla che
gli arrivò sulla nuca a mo’ di risposta
“Fammi vedere come funziona.” Rise,
attraversando in quattro falcate la stanza e dirigendosi, con un
recalcitrante
Aphrodite sulle spalle, verso la suddetta camera.
* Fate
felice questa povera ed
incompetente autrice: aderite alla causa Recensioni!!! *
|
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Capitolo 3 *** Di scommesse e lavatrici ***
Di scommesse e lavatrici
Innanzitutto
chiedo scusa per l’immenso ritardo. Avrei voluto aggiornare
molto prima, ma
come alcuni di voi sapranno ho avuto un sacco di problemi. Primo fra
tutti, la
pigrizia e la mia perdita totale di ispirazione. A questo punto mi
chiedo se
non sarebbe più pratico accettare richieste. (Proposte
aperte, signore e
signori, fatevi avanti!)Secondo, il mio vecchio pc ha deciso di
abbandonarmi
premendo il tasto dell’autodistruzione e portando con se la
scheda video. Ergo,
niente pc per un bel po’ di giorni. Bella storia. Terzo,
the last but not the least, la connessione internet. Mi
sono presa delle ferie, giusto
per staccare un pò. Ovviamente avevo portato con me una
chiavetta internet ma…
No. Non ha voluto funzionare e, quando ha deciso di farlo, dovevo
già rinnovare
l’abbonamento. Insomma, ho deciso di rinunciare ed aspettare
il momento più
opportuno per aggiornare la mia storia. Vi prego sinceramente di
perdonarmi.
Cercherò di impegnarmi molto di più, lo prometto.
Vi adoro.
Concludo
ringraziando Moncherie
per
avermi inserita fra i suoi autori preferiti (sono rimasta a bocca
aperta,
ancora grazie!), Petitecherire
che continua a
seguire questa orribile raccolta (e per sopportare le mie continue
recensioni
:P ), _Sherry_
per aver inserito “Saraba”
fra le preferite, e tutti coloro che semplicemente leggono
le mie storie. Grazie.
[Di
scommesse e lavatrici ]
Prompt: Crash, lust,
cards;
Pairing: Leo Aiolia,
Gemini Kanon, Sagittarius Aiolos, Gemini
Saga;
Rating:
Giallo;
Warning:
One-shot
(828 parole); Ipotetico
post Hades. Mi servivano
questi
personaggi, altrimenti determinate battute non avrebbero avuto lo
stesso
effetto. Inoltre la mia mente malata purtroppo concepisce i finali
tristi solo
di rado. E come potrete sicuramente notare, qui vivono tutti felici e
contenti.
(Solo per questo sarei obbligata a mettere “AU” fra
i warning. Bah! ) Insomma,
situazione paradossale che non mi convince affatto, ma con personaggi
che si prestavano
bene al gioco. Per sicurezza, inserisco anche un OOC. I giudici sarete
voi,
però.
-Credi ne
avranno ancora
per molto, quei due?- bofonchiò
un
titubante Aiolia, carte alla mano e sguardo insondabile.
“Los…Los, rallenta, non così
veloce…”
-Non so e non
voglio
sapere nulla. Per favore, vogliamo continuare a giocare? Se ci penso un
solo
minuto di più mi si blocca la crescita…-
-Kanon, a
trent’anni la
crescita è già
bloccata-
-Non era di
altezza che
parlavo- Ghignò
all’espressione fra il
disgustato e il divertito dell’altro.
–Rilancio-
Concluse, posizionandosi
più comodamente sulla sedia.
“Si!…Continua…”
-Che schifo!-
sbottò
Aiolia, portandosi una mano a coprire il volto. -Ci sto, vedo- Aggiunse poi, lanciando in
malo modo le
fiches sul tavolo. –Dai le carte-
Kanon
eseguì, ordinando
una accanto all’altra le prime tre del mazzo. Entrambi gli
sfidanti si chiusero
in un silenzio di tomba analizzando la propria mano.
“Saga…Saga,
se fai così… Non so quanto…”
-Allora, ti
decidi o no?
Io di rimanere qui tutta la notte non ne ho proprio
l’intenzione, sia chiaro!-
Sbottò l’ex generale di Poseidone, mentre si
massaggiava nervoso le tempie.
“Lascia
fare a me, fidati…”
Cercando in
qualche modo
di sovrastare gli ambigui cigolii e tonfi secchi provenienti dalla
stanza
accanto, il Leone tuonò: -Rilancio!-
-Vedo- Rispose
con tono
altrettanto alto l’altro, unendo la puntata al piatto.
– Che poi mi chiedo. Una
camera come tutte le persone normali, no? Cos’ha la
lavanderia di così
affascinante?- Scoprì infine la quarta carta.
-Vallo a
chiedere a loro,
se vuoi. Io ti aspetto qui- Propose
candidamente.
-Ah, ah.
Simpatico, Simba-
Sorrise poco convinto Kanon. -Check-
“Saga,
credo che stia per…”
“Anch’io…”
-Check!- Guardò
l’avversario scartare prima una carta
dal mazzo, poi, lentamente voltare il river.
“Aiolos!”
Sbuffò
innervosito, Aiolia,
posando silenziosamente alcuni dischetti laccati di rosso accanto
all’enorme
mucchio che imponente riposava in mezzo ai contendenti. - Rilancio di
due. A
te- Impallidì notevolmente quando incontrò il
ghigno sornione di Kanon, fiches
tintinnanti alla mano.
-All. In.
– Scandì
quest’ultimo, leccandosi le labbra.
“Saga!
Per gli Déi!”
-Fammi vedere
che sai
fare, lumaca di mare- Rispose a tono il custode della quinta casa, un
sorriso
appena accennato. –Conosco il tuo gioco-
Simultaneamente
voltarono
le loro carte.
“LOS!
Io…Io…!”
-MERDA!- I pugni
di Kanon
si scontrarono violentemente con il piano di legno, compromettendo del
tutto il
già precario equilibrio del tavolino. - Una coppia di dieci?
Una coppia di dieci?! Maledetto
bastardo!-
-Kanon, questo
è il tuo
quarto bluff. Anche un bambino saprebbe leggere la tua pessima faccia
da poker,
dopo tre partite. Certe volte mi domando come tu abbia fatto a fregare
così
bene Poseidone.- Concluse
Aiolia
gongolante chiudendo in un affettuoso abbraccio l’immenso
piatto in palio.
-Crepa, micio-
Ribattè
offeso l’altro – Quanto ti devo?- Aggiunse
sistemando le carte sparpagliate in
giro.
-Beh,
ecco… Diciamo…-
Iniziò Lia, contando la vincita grossolanamente sulle dita
–Direi una
pizza- Sorrise poi,
amichevole. –Visto
che animo magnanimo?-
-Sono commosso-
Rispose
Kanon. –Ma non voglio favori da te, chiaro? Ho un…-
Un rumore di
ferraglia,
forse molle, in frantumi accompagnata da urla e grugniti di ogni sorta
interruppero il suo sproloquio.
“Saga,
Saga, non resisto, devo…Devo!”
“NO!
Ti prego!”
-Ok, e pizza
sia- Tagliò corto Kanon, il volto
impallidito dallo shock, mentre si fiondava fuori dalla terza casa il
più in
fretta possibile.
-Ottima scelta-
Concordò l’altro, mentre lo seguiva
a ruota, i palmi premuti sulle orecchie. –Non
riuscirò mai più a guardare in
faccia mio fratello, lo so-
-Non dirlo a me-
-Ti avevo detto
di non allentarlo così tanto, quel
bullone!- Sbraitò un infuriato Saga tamponandosi i capelli
con un asciugamano.
Aiolos, altrettanto fradicio, uscì dalla lavanderia, chiave
inglese e
cacciavite saldi in mano.
-Hai una vaga
idea di cosa sarebbe accaduto se non
mi fossi comportato così? C’era troppa pressione,
dovevo! Ma tu no,
figuriamoci, avresti preferito mille volte esplodere insieme a
quell’affare che
vedere un po’ d’acqua sul pavimento-
Ribatté.
-Un
po’ d’acqua? Un po’
d’acqua?! Lì sotto è completamente
allagato, ti rendi conto?
Ora chi lo sente, il Grande Sacerdote? Mi dispiace, io non ci tengo!-
-Saga..-
-E la muffa?
Come la vogliamo mettere con la muffa?
Ci vorranno giorni, non voglio nemmeno pensare a quanto verranno a
costare le
riparazioni e poi..-
-Saga-
-…E
poi è per principio, diamine! Che vergogna. Non
saper riparare un guasto simile? Che idiota, che…-
-Saga!-
Silenzio.
-Che cosa c’è?!-
-Lo stai
facendo. Di nuovo. Non sbroccare-
-..Scusa.-
Sbuffò, voltando lo sguardo altrove, un
broncio fanciullesco sul volto.
-La rimetteremo
apposto, la lavatrice, dai.- Lo
consolò con fare paterno Aiolos, mentre gentilmente gli
posava una mano sulla
spalla.
-D’accordo.
Però potevano darci una mano-
Si lamentò Gemini strizzandosi per
l’ennesima
volta i capelli. – A proposito- Continuò poi,
spostando lo sguardo verso la
sala centrale – Dove sono finiti?-
-Chi?- chiese
l’altro distrattamente, alla ricerca
di un altro asciugamano.
-Mio fratello ed
Aiolia-
Estrasse la
testa da uno stipite accanto a loro,
Aiolos, puntando lo sguardo nella stessa direzione del compagno.
-Boh- Rispose-
Valli a capire, quei due- Concluse
con un’alzata di spalle.
-Già-
-Già-
*
Fate felice questa povera ed
incompetente autrice: aderite alla causa Recensioni!!! *
[Note
dell’ “autrice”]
Non sono un asso
del
poker, ma ogni tanto mi diverto a perdere ( e per questo capisco
Kanon). Per
chi non fosse pratico di Texas Hold’em, consiglio questo sito
per eventuali
informazioni: http://www.pokerfiches.com/regole-holdem.html
In
più, mi scuso per la
pessima fic e per avervi fatto perdere tempo con un’idiozia
simile. Diciamo che
dovevo rimettermi in moto. Un bacio a tutti!
|
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Capitolo 4 *** Jag älskar dig ***
Lo so, lo so,
sono schifosamente in ritardo. Mi
vergogno come una ladra, ma spero mi perdonerete. Avevo promesso di
aggiornare
al più presto ma sono piena di impegni e
l’università mi sta lentamente ed
inesorabilmente uccidendo; amo il giapponese, ma a volte…
Tornando al capitolo che vi appresterete a leggere. Si, sostanzialmente
non è
altro che il continuo del secondo, una cosa che è nata
all’improvviso ma che mi
ha dato parecchio filo da torcere. Mi sono sempre chiesta come sarebbe
stato
per Aphrodite confessare il suo amore a Death e viceversa. Grazie ad
una
sbronza? Una scommessa? Nessuna mi convinceva abbastanza, quindi questo
è
quello che è saltato fuori. Ho perso così tanto
tempo per decidere come
terminare il capitolo che non so nemmeno com’è
venuto.
Dunque, per finire. Un grazie particolare a te, Petitecherie.
Grazie per
il tuo entusiasmo. Lo prometto, tornerò in pari con le tue
storie, perdonami se
puoi.
Grazie anche a angelynn per aver inserito questa
raccolta fra le
preferite e a simbeatl per ricordarla. Infine,
grazie anche ad Amaerise,
Lady Aquaria, sagitta72 e giagiotta
per seguirla. Lo
ripeterò all’infinito, ma davvero, mi rendete
felicissima! ^^
Ovviamente, un abbraccio anche a coloro che semplicemente leggono e
recensiscono!
[Jag
älskar dig]
Pairing: Pisces
Aphrodite, Cancer DeathMask;
Rating: Giallo;
Warning: One-shot (997
parole). OOC in qualche punto
probabilmente, linguaggio scurrile e che Dio ci aiuti.
-Dillo ancora.
Suona bene-
-Cosa?
“Dumhuvud”?
Effettivamente è un aggettivo
che ti calza a pennello-
-Fottiti-
-Ma è
vero che sei un
cretino-
-Non la pensavi
così fino
a poco fa-
-Ma fammi il
favore,
Death-
Questi
rotolò pigramente
su di un fianco squadrando l’amante riposare scomposto fra le
lenzuola sfatte
ed umide, ancora intrise di un debole tepore. Lo intrappolò
poi sotto di lui,
di nuovo, il mento appoggiato allo sterno candido. Ghignò
alla vista delle sue
guance ancora arrossate e delle palpebre farsi sempre più
pesanti.
Era uno
spettacolo
osservare Aphrodite scivolare lentamente nell’oblio,
specialmente dopo i loro
intensi amplessi.
Ma era molto
più
divertente scassargli l’anima e vietargli alcun tipo di
riposo.
-Dai, avanti,
Dite. Dillo
di nuovo- Incalzò
ancora, punzecchiandogli
il fianco.
Sbuffò
sonoramente,
Aphrodite, scansò in malo modo la mano dell’altro
e tentò al contempo di
liberarsi dalla prigione di braccia e gambe in cui era finito, ma senza
nessun
risultato.
-Che palle!-
-Oh, avanti. Mi
piaceva
quando me lo sussurravi all’orecchio. Fra un urlo e
l’altro, si intende-
-Non capisco di
cosa tu
stia parlando-
-No?-
-No-
Death Mask
risalì
lentamente verso il collo dell’altro, una scia di delicati
baci a tracciarne il
percorso. Si fermò solamente all’altezza
dell’orecchio per mordicchiarne il
lobo, poi proseguì lascivo verso il volto fino ad incontrare
un paio di labbra cocciute.
-..Dite- Cantilenò roco ad
un soffio da esse. –Dite…-
Approfittò
del sospiro
soddisfatto scappato dalla gola traditrice per impossessarsi della sua
bocca.
Un bacio profondo seguì,
bacio al quale
Aphrodite si arrese senza lottare. Strinse a sé con urgenza
il compagno, mugolando
impaziente.
-Eh, no. No, fiorellino.- Terminò
bruscamente
sollevandosi sui gomiti. - Non finché non avrò
ottenuto ciò che voglio da te.
Ora avanti, da bravo. Ripetilo-
Concluse, sul volto un sorriso mefistofelico.
Si accorse
però del pugno
in avvicinamento troppo tardi. Un sinistro perfetto lo colpì
sulle costole
togliendoli il fiato.
No, Pisces non
aveva
voglia di giocare.
-Minchia
che male! Cazzo ti prende, razza di idiota?-
Soffiò fra i
denti Death Mask, reggendosi il fianco dolorante.
-Crepa- Rispose semplicemente
l’altro.
-Lo dico sempre,
io, che
sei una checca isterica-
-Dici sempre un
sacco di
cose, spesso cazzate- Aphrodite gli diede le spalle e si
rifugiò sotto il
lenzuolo con uno sbuffo.
Il dialogo non
proseguì
oltre. Solo il rumore dell’accendino e di Death Mask che
aspirava la prima
boccata della sigaretta interruppero la pausa.
-Va’
di là a fumare, mi
impesti la camera con quella roba. E sai benissimo
quanto io non sopporti la cosa.- Borbottò Pisces ad un certo
punto
nascondendosi maggiormente sotto il telo bianco.
Proprio
perché lo so benissimo ci trovo più gusto a
rimanermene qui tranquillo. Avrebbe voluto
rispondere così Mask, ma tacque. Si avvicinò alla
tana del
compagno, solo la zazzera bionda sfuggiva alla prigione di cotone in
cui si era
rifugiato.
-Se me ne vado,
quando
torno che mi dai in cambio?- Chiese sornione giocando con una ciocca
bionda
mentre l’altra mano era occupata ad allungarsi verso il
posacenere posato sul
comodino accanto a Dite. – Io proporrei…-
-Tu non fai mai
niente per
niente, vero?- Lo
interruppe atono
l’altro.
-Eh?-
Aphrodite
scattò seduto,
prese la sigaretta dalle labbra di Death Mask e la spense nervosamente
sul
posacenere. Posacenere che poi venne abbandonato all’interno
del tavolino da
notte. Almeno non sento quel tanfo
schifoso, ora.
Death Mask lo
fissò
incredulo e forse un po’ intimorito.
-No, tu non fai
mai niente
per niente. Dubito tu conosca anche solo la parola altruismo.-
Continuò il
biondo, fissandolo truce.
-Ohi, ma che
cazzo..?-
-Dimmi,
perché vuoi
sentirtelo ripetere? Mh? – Aphrodite non gli
lasciò il tempo di terminare la
domanda. – Da quanto ci conosciamo Death? Da quanto? Trovi
così inconcepibile
che dopo così tante scopate
–e qui
Cancer strabuzzò gli occhi sconvolto- io possa
essermi… Trovi così strano che
la gente possa provare sentimenti? O forse credi che sia da pazzi
provarne
verso persone come te?-
Death Mask
continuò a
fissarlo sbigottito, lo sguardo stralunato e la bocca spalancata.
-Levati dalla
faccia
quell’espressione beota e non guardarmi così-
Obbedì
mentre un piccolo
sorriso, questa volta
sincero, gli solcò le labbra.
-Non vedi
l’ora di
prenderti gioco di me, vero? La checca isterica che fa il sentimentale
poverino,
mentre io, il macho di turno, lo
prendo per il culo e mi fghssmphf!-
Aphrodite
tacque, le sue
labbra riempite da quelle del compagno che iniziarono a divorarlo
famelico. Si
sollevò sulle ginocchia cercando migliore
stabilità per potersi liberare dalla
presa, ma le dita dell’altro intrecciate saldamente ai
capelli della sua nuca
non rendevano facile la cosa.
-Mpfhgh!!!-
-Zitto, porca
vacca- Lo
ammonì l’albino staccatosi per un momento.
Il bacio
riprese, questa
volta più lentamente. Le sue mani, stranamente pazienti e
gentili, vagarono
lungo i fianchi di Aphrodite, per poi risalire verso il petto e
continuare
sensualmente verso le spalle ampie e i lati del viso, che venne
carezzato
dolcemente. Lo strinse forte a sé, approfondendo ancor di
più se possibile il
contatto fra i loro corpi. Si
staccò
solo dopo qualche tempo, lasciando il compagno rosso in viso e in preda
ad una
carenza d’ossigeno piuttosto notevole. Death Mask non era
bravo con le parole,
ma sapeva come lasciare senza gli altri.
Aphrodite poggiò la fronte su quella del compagno, la testa
in subbuglio e le
farfalle nello stomaco. Sospirò, sconfitto per
l’ennesima volta; non c’era verso,
quell’uomo era allo stesso tempo la sua forza e la sua
debolezza più grande.
- Jag
älskar dig…-
Sussurrò impercettibilmente nascondendosi
nell’incavo del suo collo, un po’ tra
l’imbarazzato e l’infastidito. Tese il suo corpo in
attesa della reazione dell’altro,
che però tardò ad arrivare.
Death Mask
respirava
regolarmente, le braccia abbandonate lungo i fianchi e lo sguardo perso
nel
vuoto. –Dite…- Biascicò lentamente dopo
un tempo indefinito. Prese a giocare
con una ciocca ribelle vicino alla tempia dello Svedese, appoggiando la
guancia
a quella dell’altro.
-Dite…-
Disse nuovamente,
più roco. Il compagno si irrigidì.
-In Svedese..-
Si schiarì
la voce- Come si dice…
“Anch’io”?
*
Fate felice questa povera ed
incompetente autrice: aderite alla causa Recensioni!!! *
[Note
dell’ “autrice”]
Ovviamente
avrete capito che Jag
älskar dig
significa “Ti amo” nella lingua natale del nostro
carissimo Phro.
Dumhuvud,
invece, vuol dire “stupido, scemo” (Ho notato che
ci sono molti modi diversi
per insultare qualcuno in svedese. Mi piace)
Il titolo è diverso dagli altri, lo so. Penso varieranno
molto in base al proseguire
della storia. Per quanto riguarda questo capitolo, il motivo
è semplice. Dovevo
sottolineare l’evento speciale che fa da trama. Chi riesce ad immaginare
facilmente un po’ di
sano fluff fra questi due?
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