-Ecco, il momento è
giunto.-
È questo che pensava Loki
mentre attivava l’energia del
cubo.
“Sarà una
preparazione veloce, Thanaos, quindi tieni pronte
le truppe.”
Il mostro rise alle sue spalle:
“Certo, finto asgardiano,
ma tu mantieni le tue promesse,
oppure finirai.”
Quel finirai, pronunciato in quella
caverna dava i brividi a
Loki, non certamente brividi di freddo, ma di paura, non per lui, ma
per coloro
che avrebbe dovuto uccidere.
Ad un tratto si domandò se
non dovesse mollare tutto: il
piano di Odino, il suo patto con quell’essere disgustoso,
Thor... e
ricominciare tutto da capo, una volta
liberati: Fenrir, Sleipnir,
Jörmungandr
e Hell scomparire nell’infinità dei nove regni e
far svanire il proprio nome.
Ma
non poteva, questa volta
un peso eccessivo gli gravava sulle spalle, non poteva mancare l suo
dovere.
Il cubo era pronto, la battaglia
sarebbe iniziata a momenti.
-No,- si corresse- è
già iniziata.-
Thor vagava per le sue stanze, come
oramai faceva da quasi un
anno.
Non riusciva che a pensare a lui, a
rendersi conto di quanto
gli mancavano i loro piccoli momenti di quotidianità.
Inoltre lo tormentava il fatto di
aver scoperto che non
avevano legami di sangue, non che gli dispiacesse la cosa, anzi, loro
sin da
quell’età in cui si cominciano a comprendere altri
legami oltre a quelli
familiari e di amicizia si erano dedicati quelle piccole attenzioni che
molti
prendevano per legame fraterno, ma che loro sapevano andava ben oltre.
Poi erano cresciuti, e avevano
scoperto che il loro legame
era illecito.
Incesto.
Era questa la parola evidenziata sul
dizionario che suo
fratello gli lasciò un giorno aperto sul letto.
Non servirono per loro altre
spiegazioni, Thor
capì che non doveva prestare certe
attenzioni a Loki e, dolorosamente, entrambi misero a tacere il loro
cuore.
Ma c’era ancora qualche
attenzione superstite, qualche
dolcezza, che i due riservavano solo all’altro: rimboccare le
coperte a Loki
quando si addormentava in biblioteca, rendere l’armatura da
guerra di Thor più
resistente grazie a qualche incantesimo, stringersi le mani in modo
molto
intimo quando nessuno guardava...
-Le mani di Loki...- si
trovò a pensare il principe
asgardiano.
“Ehi
Thor...”
“Si
fratello?”
“Smettila
di toccarmi
le mani, è strano.”
I due
principi stavano
facendo una passeggiata nei giardini reali e si erano momentaneamente
seduti su
un muretto che delimitava uno dei tanti balconi che si affacciavano su
Asgard.
“Loki,
io tocco le tue
mani perché ho caldo! Di solito io sono bollente* ma tu
invece sei l’unico ad
Asgard con una pelle così bianca, liscia e fredda!
–Strano, pensò per un attimo
Thor. – Quando ti tocco riesco a rinfrescarmi!”
Loki lo
guardò in silenzio
per qualche secondo e poi disse:
“Eh
già, io sono
unico...”
“Esatto
fratello! Sei proprio
l’unico di tutta Asgard, sei anche l’unico con quei
bei capelli nerissimi, e
uno dei pochi a saper usare la magia, anche se non conosci bene le arti
guerriere.”
Thor disse
tutto
questo con un grosso sorriso stampato sulla faccia, privo di malizia,
ma il
volto di Loki si adombrò.
Cacciata la
mano dalla
stretta del fratello si girò voltandogli le spalle e disse:
“Pensi
che a me
piaccia?”
“Non
capisco cosa
intendi fratello...”
“Pensi
che a me
piaccia essere così diverso? Ti invidio tanto, fratello, tu
sei normale. Ora perché
non torni dai tuoi normali amici?”
Domandò
mentre se ne
andava, ma il maggiore fu più veloce e tirandolo verso di
lui disse:
“Loki,
io... beh...
tu... a me... a me piace il tuo corpo!”
Loki lo
fissò allibito
per qualche secondo, poi cominciò a ridere, ma non una di
quelle sue risate di
scherno, un sorriso sincero, autentico, non creato per ingannare.
“Ma
allora ti posso
toccare le mani?”
Chiese Thor
più
stupito che altro dalla reazione del minore.
Loki lo
guardò per
qualche istante e poi, arrossendo lievemente, distogliendo lo sguardo
ma nel
frattempo offrendo le mani disse imbarazzato:
“Se
proprio devi.”
A Thor quei momenti mancavano
terribilmente, ma Loki era
morto, si era suicidato, e non sarebbe più tornato indietro.
Doveva accorgersi prima di quello che
stava accadendo al fratello,
minuto, dalla pelle candida e gli occhi magnetici.
“Qualcosa la turba, mio
principe?”
Sygin gli era comparsa accanto senza
che lui se ne
accorgesse minimamente, e lo guardava negli occhi con lo sguardo di chi
vorrebbe
aiutare ma non può.
“Mia cara Lady Sygin! Non
ti preoccupare, sto bene,
piuttosto, tu come stai?”
Chiese Thor in risposta per evitare
dettagli, ma la ragazza
era furba e disse:
“Se
fossi in te Thor, butterei
un occhio su midgard, li succedono sempre cose divertenti!”
“Come
hai potuto
chiedergli una cosa del genere!”
La madre degli dei era furiosa, il
marito le aveva, infine,
raccontato tutto, e lei si era infuriata come non mai.
“Mia cara, tenta di capire,
dovevamo, se tutto questo va a
buon fine avremo coronato più obbiettivi, la
maturità di Thor, l’esercito dei
chitauri e Thanaos! È un’ottima
occasione!”
La donna lo guardò negli
occhi e si sfogò:
“E
per un’ottima
occasione tu sfrutti tuo figlio, che non vuole altro che la tua
approvazione? Il
tuo figlio più fragile, quello da proteggere!”
“Tu Frigg parli come madre
e basta.”
La donna si ricompose.
“Io sono madre di Thor e
Loki, ma è solo un legame d’anima,
Loki è figlio di Lafey e Thor tuo e di Gea. Quindi capirai
quanto li amo e
perché non voglio che vadano l’uno contro
l’altro! Tu sarai pure ceco da un
occhio Odino, ma non ci vuole un’ottima vista per capire
quale è il legame che
li unisce!”
E con queste parole la regina
uscì, lasciando il marito con i
suoi pensieri.
Comparve all’improvviso
nella base dello S.H.I.E.L.D.
e, sudato sulla fronte per la difficile magia effettuata,
si guardò
intorno per capire meglio la situazione.
“Chi sei?”
Qualcuno pronunciò, e lui
disse:
“Sono Loki, da Asgard, e
vengo con gloriosi propositi.”
“Loki? Il fratello di
Thor?”
Restò per qualche secondo
in silenzio, poi all’ordine di
gettare l’arma iniziò a colpire e lottare.
Quando “l’occhio
di falco” come veniva chiamato si avvicinò a
lui lo colpì con lo scettro sul petto, ma delicatamente, e
disse:
“Tu hai cuore.”
Ormai nella base era il caos.
“La libertà e la
più grande menzogna della vita, quando
l’accetterai–
toccò quello che aveva menzionato Thor con la fonte del
potere dei chitauri–
nel tuo cuore conoscerai la pace.”
Assoggettò altre persone e
poi ferì il capo di quel luogo;
preso il tesseract se ne andò lasciando il luogo alla rovina.
-Resisti Loki,
questa
recita non durerà a lungo, poi potrai tornare a casa, da tuo
padre, tua
madre... e Thor.-
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*ho immaginato
che la temperatura media degli asgardiani sia sui
40°/42° e quella di Loki sui
28°/30°quando è in forma
“asgardianizzata” mentre
da jotun ha la stessa temperatura degli altri jotun che, dobbiamo
ricordarci,
da quanto e fredda brucia la pelle degli asgardiani , quindi immagino
sui -15°/-13°
A.D.A
Ma ciaooooo.... *scappa via per il
tremendo ritardo*
Scusate, non sono proprio riuscita ad
aggiornare prima
perché ho avuto un sacco di compiti in classe e
interrogazioni a scuola!
Ringrazio tutti quelli che seguono l
mia storia, sia
aggiungendola alle seguite che in silenzio!
E ancore grazie alla mia
recenzitrice*lelol* che ha fatto la
mia felicità! Bene, ora vado!
ps: il flashback è
ispirato a delle fanart.
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