HUNGER GAMES:faervsbsjgdvnekdudhbeki (attenzione:hvvfxdsr)

di torak
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** MIETITURA. ***
Capitolo 2: *** STRATEGHI! ***
Capitolo 3: *** NELL' ARENA- primo giorno. ***
Capitolo 4: *** INTERVISTA! ***
Capitolo 5: *** SECONDO GIORNO- prima parte ***
Capitolo 6: *** SECONDO GIORNO- seconda parte ***
Capitolo 7: *** TERZO GIORNO- 9 SOPRAVVISSUTI. ***
Capitolo 8: *** QUARTO GIORNO: LA FINE DI UN' ALLEANZA. ***
Capitolo 9: *** QUINTO GIORNO: ASSASSINI ALL' ATTACCO. ***
Capitolo 10: *** LA FINALE- SCONTRO NELLA GROTTA ***
Capitolo 11: *** LA VINCITRICE! ***



Capitolo 1
*** MIETITURA. ***


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Capitolo 2
*** STRATEGHI! ***


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Capitolo 3
*** NELL' ARENA- primo giorno. ***


I tributi si guardarono intorno. Erano in pianura. Intorno a loro, il bosco. Davanti a loro, la cornucopia.
Il loro obiettivo.

CHARLOTTE HAMM.

 
La ragazza guardò la cornucopia.
Aspettò che il presentatore annunciasse  l’ inizio dei giochi.
Poi, prese a correre. Gli oggetti erano disseminati per terra.
Afferrò la prima cosa che le capitò sotto tiro: un coltello.
Quasi subito vide un ragazzo che guardava verso di lei.
In mano aveva una sciabola. La stava per lanciare.
Con un movimento fluido, Charlotte anticipò i movimenti dell’ avversario.
Il coltello uccise il tributo, poi venne subito recuperato dalla guerriera.
Con un nuovo umore, la ragazza decise di continuare l’ opera.
 

OSKAR SHKADIR.

 
Il ragazzino rimase fermo, con un’ aria dura.
Pian piano, prese a camminare.
Una spada lo sfiorò, provocandogli un taglio sulla gamba.
Con una strana calma, attraversò corpi morti.
Non uccideva, non raccoglieva gli oggetti che trovava ai suoi piedi.
Gli altri tributi non lo guardavano.
Lo consideravano troppo facile da uccidere.
Oskar  prese ad un certo punto un pacchetto con venti gallette.
Dopodiché, si addentrò nel bosco.
 

MIARABELLA COFFIN

 
Il tributo prese a correre.
Prima che potesse recuperare qualsiasi oggetto, un’ avversaria si scagliò su di lei.
In mano brandiva una spada.
Con un scatto, scagliò un calcio nello stomaco del nemico, poi la stese con un pugno sulla testa.
Scontenta dell’ arma guadagnata, si scagliò contro un altro avversario, lo stese con una testata e lo
immobilizzò toccandogli un nervo.
Lo derubò poi del coltello.
Dopodiché, si fermò un attimo per guardarsi intorno.  
Orientatasi, si slanciò verso altri sventurati.
 

HANNA MALLOY

 
Il tributo corse velocissima, con tutto il fiato che aveva.
Senza fermarsi, riuscì ad afferrare una spada.
All’ improvviso, un uomo si piazzò di fronte alla ragazza.
Quella girò la spada e, con un grido, uccise brutalmente l’ avversario. Lo derubò della sciabola e si scagliò
contro qualcun altro.
Mancò ilo primo obiettivo, ma la sua seconda vittima non ebbe scampo: la lama gli trapassò le carni e  lo
lasciò inerme.
Il corpo fu poi derubato dell’ arma,e Hanna si slanciò verso la terza preda sorridente.
 

LASER SCOTT

 
Il ragazzo si slanciò verso la cornucopia.
Di getto, afferrò una spada.
Corse per un paio di metri, poi un calcio lo fece inciampare.
Davanti  a lui, un nemico.
Laser pensò a suo fratello.
L’ avversario lo colpì con un pugno e il ragazzo, d’ istinto, rispose trapassandolo con la spada.
Con aria stupefatta, guardò la lama insanguinata.
E capì.
Questo era quello che doveva fare per sopravvivere.
Nient’ altro.
 

NAIRA DRAACIAV

 
Con poca volontà, la ragazza corse fino ad afferrare una lancia.
Continuò poi a correre, ma, ad un certo punto, fu bloccata da un nemico.
La ragazza cadde a terra gemendo,  mentre  l’ avversario  alzava la spada.
Con uno scatto felino, però, la vittima colpì l’ assassino con la lancia.
Quello cadde a terra sanguinante.
Con poca attenzione, Naira lo finì e lo derubò della spada.
Subito, poi, la ragazza continuò a scagliarsi su altre vittime.
Ci stava prendendo gusto.
 

KIARA CHRAS

 
La ragazza corse fino a che non si procurò un arco e una faretra colma di dodici frecce.
Con un solo movimento, la ragazza ne incoccò una e la scagliò.
Uccise uno, poi due, poi tre tributi.
Continuò finché non le rimasero solo sette saette, poi raccolse le altre cinque togliendole dai corpi.
Sorrise guardandosi attorno.
Gli altri tributi non erano interessati a lei.
Meglio.
La ragazza si girò e si addentrò nei boschi.
 

SOPHIE KEENE.

 
Con dei balzi, la ragazza riuscì a raccogliere un’ ascia.
Dopodiché, si lanciò verso i boschi.
Purtroppo, poco prima che ci arrivasse un altro tributo la fece cadere e la immobilizzò.
Grazie alle tecniche del nuoto si liberò dalla presa dell’ uomo.
Con un altro movimento, poi, uccise in due mosse l’ aggressore.
Pulì poi la lama nell’ erba.
Altri tributi che l’ avevano sottovalutata si allontanarono in fretta.
Sophie sorrise e raggiunse i boschi.
 

FANNY MICE.

 
Cauta, la ragazza si mise a correre.
Afferrò una spada e si mise a correre verso la foresta.
Una donna la fermò e la disarmò.
Con un gesto, però, Fanny riuscì a riportare lo scontro alla pari.
Stordì poi il nemico con un calcio alla testa e lo uccise con uno schiaffo sul nervo del collo.
Recuperò poi l’ arma e si guardò intorno .
Si avviò poi verso il bosco.
Ora gli avversaria sapevano di cosa era capace.
 

MICHEAL BLACKWAR.

 
Il ragazzo si scagliò addosso al primo avversario che gli capitò sotto tiro.
Gli storse il collo e lo lasciò cadere a terra, dopodiché  accorse verso un altro avversario.
Gli saltò addosso, lo immobilizzò e uccise anche lui.
Fece lo stesso con altre persone, senza mai rubare armi.
Metteva fine alla vita non per vantaggio, ma per sport.
Rise mentre lasciava cadere a terra un'altra vittima.
Il sangue colorava l’ erba,  i tributi sfuggivano davanti all’ ombra di Micheal.
Il tributo non prese armi.
Si fidava delle sue letali mani.
 

KATHERIN  SMITH.

 
La ragazza corse a perdifiato.
Prese la prima arma che le capitò a tiro.
un coltello.
Il tributo aveva una buona mira, per sua fortuna.
Si diresse verso i boschi, schivando nemici su nemici.
Non uccise nessuno,  evitò armi  e sangue.
Si procurò parecchie ferite, ma non ci fece caso.
Era troppo determinata.
Finalmente, riuscì a entrare nei boschi.
 

NATASHA PEDROSA.

 
La ragazza prese una spada e si fermò subito.
Due avversari le si scagliarono contro.
Lei tagliò la testa a uno e trapassò l’ altro.
Passò poi ad altre prede, e la sua lama cambiò del tutto di colore, fino a diventare del tutto rossa.
I tributi cominciarono a scappare, ma fu inutile.
La spada di Natasha  colpiva chiunque capitasse sotto tiro.
Sul terreno, i corpi disseminavano l’ erba.
Il sangue scorreva rapido sull’ erba.
La ragazza continuò a uccidere in modo cruento, fino a che la sua sete di sangue non fu  terminata.
 

RICHARD BROWN.

 
Il ragazzo afferrò un arco e una faretra.
Incoccò una freccia e uccise tre tributi.
Corse poi verso un’ altra folla e, anche lì, mise fine alla vita di cinque persone.
Da una delle sue vittime rubò tre frecce che teneva in una povera faretra.
Corse poi verso qualcun altro che volesse sfidarlo.
Un nemico lo colse di sorpresa, ma il tributo non si scoraggiò  e, con un solo gesto, lo uccise brutalmente.
Dopo quell’ evento, nessuno sfidò più Richard.
L’ assassino sorrise.
 

I FAVORITI.

 
In poco tempo, si formò il gruppo dei favoriti.
Comprendeva:  Naira Draaciav,  Hanna Malloy, Richard Brown, Mirabella Coffin, Charlotte Hamm, Micheal  
Blackwar, Laser Scott,
 
ANGOLO AUTORE.
ED ECCO I TRIBUTI NELL’ ARENA!
ecco qua i regolamenti per le sponsorizzazioni:
1 recensione: 1.000$
un litro d’ acqua: 2.000$
pane: 3.000$
un coltello\ una spada\ vernice per mimetizzazione\ un arco: 4.000$
una medicina: 5.000$
per eventuali alleanze, ditemelo via messaggio personale! 
 
  

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Capitolo 4
*** INTERVISTA! ***


 I tributi erano tutti radunati dietro il sipario.
Davanti a loro, Cesar in persona.
Il presentatore non perse tempo, e corse subito ad annunciare i tributi.

CHARLOTTE  HAMM.

 
“ed ecco qui la nostra Charlotte, distretto 1! Quanti anni hai?”
“ho 15 anni.”
La ragazza non sembrava timida, ma lo era.
Era vestita con un abito verde come i suoi occhi ricoperto di perline trasparenti che riflettevano la luce.
“bene. La tua mietitura è stata esemplare, lo sai?”
“be’, non ho fatto nulla di particolare. Semplicemente, ho dato prova dell’ affetto che nutro per mia sorella
Elisabetta. Non potevo sopportare l’ idea di vederla partecipare agli Hunger Games.”
“immagino. Un bel rapporto, il vostro complimenti. Ti sei mai allenata?”
“no, mai.”
Silenzio.
“ma ho scoperto di avere delle doti nascoste che userò nell’ arena.”
Proprio allora suonò la campana e Charlotte se ne andò.
 

OSKAR  SHKADIR

 
Il ragazzino si sedette davanti a Cesar.
“bene, bene. Ecco uno dei tributi mancanti. La tua mietitura non è stata trasmessa. Come ti chiami?”
“Oskar Shkadir, vengo dal distretto 1 e ho 12 anni. Come molti altri, sono una vittima di Capitol City.”
“ehm… la tua famiglia sta bene?”
“Mio padre è morto durante lo scoppio di un’ auto e mia madre ha fatto la stessa fine mettendo al mondo
Cassie, la mia sorellina.”
“uh…. Ti sei mai allenato?”
“mai. Eppure, ora la capitale vorrà vedermi morto lo stesso.”
La campanella trillò.
Cesar tirò un sospiro di sollievo.
 

MIRABELLA  COFFIN

 
“ed ecco Mirabella, soprannominata Bella!”
La ragazza entrò con un sorriso smagliante.
Indossava un abito rosso che pareva di fuoco. Le lasciava libere le braccia e tre quarti di gambe.
“sei la ragazza del distretto 2! Quanti anni hai?”
“13. Mi sono allenata molto prima di venire qui. Ogni giorno passavo sei ore al centro addestramento.”
Mentre parlava, il tributo non staccava gli occhi dal pubblico.
Era evidente che voleva mettere in mostra il suo bell’ aspetto.
“complimenti, niente male! Ho sentito anche un’ altra curiosità su di te. Sei nata…”
“il giorno dei morti. Forse per una coincidenza, forse no.”
Campana.
La ragazza abbandonò il palco.
 

HANNA  MALLOY

 
La ragazza si sedette.
Indossava un abito viola scuro.
“salve, Hanna!”
“Salve.”
“quanti anni hai?”
“16.”
“ti sei mai allenata?”
“certo. Potrei ucciderti e tu nemmeno te ne accorgeresti.
“be’, complimenti. Come pensi che te la caverai nell’ arena?”
“vincerò e non mi farò nemmeno un graffio. Vi ho avvertiti.”
Ci fu un minuto di silenzio.
“parlare con voi è un’ inutile spreco di fiato. Avanti, sapete che vincerò. Ucciderò tutti!”
La campana trillò.
Venne accolta nel silenzio totale.
 

NAIRA DRAACIAV

 
“bene, ecco la ragazza del distretto 4! Quanti anni hai, Naira? Ti sei mai allenata?”
“ho 15 anni. Mi sono allenata molte volte, sì.”
Il tributo non sorrise.
“bene… possiamo sapere il motivo del tuo umore cupo?”
“be’, sì. Accadde alcuni anni fa. Mi innamorai di un ragazzo di nome Kir. Lo incontrai in palestra, e in poco
tempo divenimmo inseparabili. Poi, però, venne estratto per l’ undicesima edizione degli Hunger Games e
morì nell’ arena. In un cert0o senso, il trovarmi qui è una liberazione.”
“mi dispiace. È una storia molto commovente.”
“già. Io non ho  intenzione di vincere, voglio solamente liberarmi.”
“di cosa?”
“di tutto…”
Proprio allora suonò la campana.
 

LASER  SCOTT.

 
“ed ecco Laser! Quanti anni hai?”
“17.”
“fai parte di una famiglia famosa, a quanto pare.”
“sì, mio fratello ha vinto la decima edizione degli Hunger Games.”
“già. Pensa che era seduto dove sei tu ora!”
“be’, io e mio fratello non abbiamo buoni rapporti. Da quando ha trionfato, mia madre mi ha sempre
obbligato a partecipare a questi giochi contro la mia volontà.”
“ti sei mai allenato?”
“sì, ovviamente.”
“e tuo padre, che tipo è?”
“non l’ ho mai conosciuto. Non ne parliamo mai.”
Suono della campana.
 

KIARA CHRAS.

 
“ed ecco la ragazza del distretto 5! Come ti chiami?”
“Kiara Chras.”
“quanti anni hai? Ti sei mai allenata?”
“ho 16 anni e mio padre mi ha sempre fatto allenare. Lui non avrebbe mai voluto che io venissi estratta, ma
è successo.”
“e tua madre?”
“è molto malata. La vedo poco, pur essendo nella sua stessa casa.”
“com’ è stata la tua mietitura?”
“a dir poco straziante. È stato un giorno terribile.”
Silenzio.
“spero di poter vincere, lo spero proprio.”
Campana.
 

SOPHIE KEENE.

 
“salve, Sophie! Quanti anni hai? Ti sei mai allenata?”
“ho 13 anni. Sì, mi sono sempre allenata.”
La ragazza indossava un abito splendente come il sole a mezzogiorno.
Era quasi accecante.
“complimenti. Ci puoi dire qualcosa su di te?”
“be’, sono testarda, ho pochi amici e… non mi si deve sottovalutare.”
“immagino che tu sia determinata a vincere.”
“mi impegnerò con tutte le mie forze, poi chissà.”
Il suono della campana invitò il tributo ad alzarsi.
 

FANNY  MICE.

 
“ehilà, Fanny! Quanti anni hai?”
“ho 14 anni e vengo dal distretto 8”
“ti sei mai allenata?”
“sì, mi sono sempre allenata molto.”
“hai qualche portafortuna?”
“un bracciale di cuoi nero. Ti anticipo la domanda: sono molto cauta e riflessiva.”
“un’ altra tua caratteristica?”
“be’, non saprei… ho un ottimo vocabolario. Potrei zittire chiunque.”
“non voglio sperimentare questa tua dote.”
Il trillo della campana fece alzare il tributo.
 

KATHERIN SMITH.

 
La ragazza si sedette di fianco a Cesar.
Aveva un vestito a pois bianco a pallini neri.
“salve, Katherin! Quanti anni hai?”
“17”
“la tua famiglia? Il tuo carattere?”
“i miei familiari sono tutti morti. Sono sola. E poi… be’, sono superstiziosa, timida e detesto uccidere. Lo
farò poco, molto poco, credetemi!”
“hai qualche portafortuna?”
“questo semplice anello… apparteneva a mia madre. È l’ unica cosa che ho di lei.”
“mi dispiace… nell’ arena cosa farai, se te lo posso chiedere?”
“non ne ho idea… deciderò una volta lì.”
La campana fece alzare la ragazza.
 

MICHEAL BLACKWAR.

 
“salve, Micheal! Quanti anni hai?”
“ho 14 anni.”
“ti sei mai allenato? Hai dei portafortuna?”
“mi sono sempre allenato. Il mio portafortuna è una statuetta di lupo.”
“cosa farai nell’ arena?”
“ucciderò tutti e vincerò. Non credo che farò preferenze.”
“be’, allora… com’ è il tuo carattere?”
“sono scontroso e solitario. Potrei uccidere qualcuno semplicemente con un temperino. E non ho altro da
aggiungere.”
Ci fu molto silenzio, poi la campana mise fine all’ intervista di Micheal.
 

NATASHA  PEDROSA.

 
“salve, Natasha!”
“salve, Cesar.”
“quanti anni hai?”
“16 anni.”
“ti sei mai allenata? Hai dei portafortuna?”
“sì, mi sono allenata molto. Il mio portafortuna è un ciondolo ritraente mia sorella.”
“spiegaci la tua mietitura. È stata interessante.”
“mi sono offerta volontaria. È strano del distretto 11, lo so, ma l’ ho fatto per la mia sorellina minore. È
gravemente malata e ha bisogno dei soldi premio per sopravvivere. Per questo non mi farò problemi ad
uccidere.”
“be’, sei molto determinata.”
“più di quanto credi.”
La campana accolse l’ ultimo tributo.
 

RICHARD BROWN.

 
“salve Richard! Quanti anni hai?”
“18”
“ti sei mai allenato?”
“sì, mi sono allenato sempre molto.”
“com’ è il tuo carattere?”
“Be’, sono dolce, ma anche un po’ permaloso. Non ho paura ora e non l’ avrò nell’ arena. Sono molto
orgoglioso e determinato a vincere.”
“buon per te. Chissà cosa farai nell’ arena.”
“vi sorprenderò”
La campana fece finire l’ intervista.
 
 
ANGOLO AUTORE.
ed eccomi qui. finalmente, nel prossimo capitolo cominceranno i veri Hunger Games!
volevo solo dire una cosa: se volete proporre alleanze, ditemelo via messaggio personale.
i prezzi per le sponsorizzazioni li ribadirò nel prossimo capitolo.
saluti, torak.

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Capitolo 5
*** SECONDO GIORNO- prima parte ***


 Charlotte Hamm camminò tranquilla nel campo dei favoriti.
Era costituito da una piccola zona pianeggiante divisa in due da un piccolo ruscello.
L’ acqua (fortunatamente) era potabile.
Micheal Blackwar  stava appunto bevendo con avidità.
La ragazza osservò il bosco.
Lì, probabilmente, si trovavano le sue prossime prede.
 
Natasha osservò il fiume che scorreva nell’ arena.
L’ odore era a dir poco pestilenziale, e si capiva subito che le acque erano avvelenate.
Con coraggio, proseguì il suo cammino verso… verso cosa?
Non lo sapeva bene, ma avrebbe proseguito.
Scagliò una freccia contro un tasso.
Ora aveva il pranzo.
Si caricò sulle spalle la preda, dopodiché ricominciò la sua camminata apparentemente senza fine.
Dopo dieci metri si fermò e si sedette.
Cominciò a mangiare l’ animale e, una volta sfamata, si rialzò.
E fu allora che vide un’ ombra dirigersi verso di lei.
 
Sophie Keene stava correndo.
Si sentiva seguita.
Quando guardò alle sue spalle, infatti, vide un’ ombra.
Alzò la sua ascia e si preparò a fronteggiare il nemico.
“chi sei?”
La figura si fece più nitida man mano che si avvicinava.
“mi chiamo Mirabella Coffin.”
“fermati. Ora!”
“calma, calma. Non essere ostile.”
“eri tra i favoriti. O sbaglio?”
“non sbagli. Ma sono scappata praticamente subito.”
“chi mi dice che non mi ucciderai?”
“non lo so. Però ti conviene. In due si è più forti.”
“mi stai proponendo un’ alleanza?”
“combatti molto bene. Perché no?”
“non mi fido del tutto di te.”
Il tributo del distretto due lanciò le sue molteplici armi a terra.
“quest’ acqua è avvelenata. In due potremmo trovare qualcosa di potabile.”
“e va bene… ma sta attenta… al primo tradimento, non esiterò a tagliarti la gola!”
“è un inizio.”
Le due si strinsero la mano.
 
Richard era attento ad ogni rumore.
Era andato a caccia per conto dei favoriti.
In mano teneva un arco, con la freccia già incoccata.
Insieme a lui c’ era Hanna Malloy.
“tu stai qui. Io vado a vedere se c’ è qualcosa a nord.”
“va bene.”
La ragazza si sedette.
Intorno a lei, silenzio.
Solo lo scrosciare dell’ acqua avvelenata.
Un volatile le passò sopra. Lei non ci badò e continuò a guardare davanti a sé.
Avrebbe potuto ucciderlo. Ma non l’ aveva fatto.
A breve, avrebbe abbandonato i favoriti.
Giusto il tempo per rubare un po’ d’ acqua.
 
Richard Brown si appiattì contro un albero.
C’ era qualcuno, lo sentiva.
Guardò attentamente il bosco.
Un’ agile figura si incamminava nel bosco, attenta.
Il suo nome Richard se lo ricordava appena…
Katherin Smith.
Fortunatamente, la ragazza non vide il favorita.
Aveva in mano un coltello.
Il ragazzo alzò l’ arco, la freccia incoccata. guardò la preda con occhi determinati.
Un attimo prima di scoccare il fulmine… abbassò l’ arma.
Qualcosa nella sua testa, un istinto, gli aveva suggerito di non uccidere il tributo.
Con una smorfia si allontanò, alla ricerca di altre prede.
 
Katherin Smith camminò velocemente fino a che non le fecero male le gambe.
Con il suo coltello nella tasca, osservò attentamente il bosco in cerca di prede.
Non vide nulla.
Annoiata, scagliò la sua arma contro un albero, centrandolo in pieno.
Non sapeva dove andare.
Si rialzò con aria circospetta e continuò la sua vana ricerca.
Tutto, intorno a lei, taceva.
Non si sentiva nemmeno un battito d’ ali.
Come avrebbe fatto a procurarsi del cibo?
Tutto andava male, quel giorno.
Non aveva la più pallida idea di dove andare.
Con noncuranza, si accorse di aver pestato qualcosa di morbido con entrambi i piedi.
Già prima di guardare dov’ era finita, si ritrovò immobilizzata.
Stava sprofondando nelle sabbie mobili.
 
Charlotte Hamm si alzò.
“dove vai?”
“a cercare prede. Qua è troppo noioso.”
La ragazza si incamminò e in meno di due minuti fu nel bosco.
In mano aveva tre coltelli.
Un uccello alle sue spalle prese il volo.
Con incredibile precisione, la ragazza lo colpi, uccidendolo.
Di persone, però, nessuna traccia.
La foresta era grande, ma possibile che in quell’ area non ci fosse nessuno?
Charlotte sbadigliò e scagliò un coltello nella direzione di un cervo.
Quello barcollò, si lamentò, cercò di scapare e… venne colpito da un’ altra pugnalata.
A quel punto si accasciò e morì.
 
Naira guardò i favoriti.
Aveva commesso un errore nell’ unirsi a loro?
Di certo le avrebbero fornito protezione…
E poi? L’ avrebbero pugnalata alle spalle?
Guardò la conchiglia che le aveva donato Kir.
Dopo dieci minuti, la strinse nel pugno e si avviò verso il ruscello.
“che fai?” le chiese Michael.
“bevo.”
“siamo cupi, oggi? Comunque, io vado a caccia. Sorveglia le armi.”
“tre quarti di noi sono andati a caccia. Non c’ è bisogno che ci vada anche tu.”
“voglio sentire l’ odore del sangue. E poi, qui è tutto troppo noioso.”
“fa’ come vuoi. Io resto qua.”
 
Michael fu nel bosco in un baleno.
In mano aveva una spada, arma scelta a caso tra le decine del campo.
Di fianco a lui vide un ombra saettare.
In silenzio, corse verso di lei.
A poco a poco, cominciò a vederla meglio.
Sorrise.
Stava per uccidere un tributo.
Scagliò la sua arma, ma mancò il bersaglio.
Imprecò e si scaglio verso un altro obiettivo.
Nonostante tutto, il malcontento lo seguì per tutto il resto del giorno.
 
Laser Scott bevve a sorsate l’ acqua del campo dei favoriti.
Sapeva che quella era un vero e proprio privilegio, e non andava sprecato.
Prese una spada dal mucchio di armi e fece per addentrarsi nel bosco, quando vide tornare Charlotte.
Con sé aveva un  volatile e un cervo.
“caccia fruttuosa, oggi.”
“già. L’ arena sta diventando noiosa. Non ho incontrato nessun tributo.”
“secondo me è solo questione di tempo prima che qualche sventurato venga qui a cercare acqua.”
“speriamo. Dai, aiutami a scuoiare le prede.”
Il ragazzo si rivelò un talento nel compiere quel lavoro.
“uao, complimenti.”
“mia madre mi ha sempre fatto allenare molto.”
“immagino anche tuo fratello. Com’ è vivere nel villaggio dei vincitori?”
A quella domanda, Laser tacque.
 
Kiara uccise un rapace che la scrutava da molto tempo.
Non esitò a mangiarlo, anche perché era davvero affamata.
Stava cercando acqua potabile, ma non ne vedeva traccia.
L’ unica che riusciva a trovare era avvelenata.
Solo i favoriti potevano bere senza problemi.
Ma lei non faceva parte dei favoriti. E doveva arrangiarsi.
All’ improvviso, sentì muoversi qualcosa.
Di scatto, balzò di lato, evitando una spada.
Se qualcuno sperava di poterla uccidere in quel modo, si sbagliava di grosso.
 
Fanny era preoccupata. Molto.
Sapeva che chiunque avrebbe potuto coglierla di sorpresa, se si fosse distratta un attimo.
All’ improvviso, sentì qualcosa muoversi.
Di scatto, cominciò a correre, ma si fermò dopo un metro.
Aveva visto qualcosa di nero di fianco a lei.
Con aria circospetta, si avvicinò.
E man mano che camminava, notava che in verità l’ essere non era uno solo, ma un’ intera colonia.
Spostò le foglie di un cespuglio.
E li vide.
Scorpioni.
 
Oskar  si sedette.
Probabilmente, i favoriti lo avevano già preso di mira.
Ma questo non gli importava.
Lui non avrebbe ucciso.
Mai e poi mai.
Guardò Il cielo, certo che Capitol City lo stava guardando.
E sorrise, con aria di sfida.
Proprio allora un’ ombra lo sorprese alle spalle.
 
ANGOLO AUTORE.
Ok, da ora in poi, ad ogni recensione che farete, indicate se volete sponsorizzare il vostro tributo.
per le alleanze, via messaggio personale.
volevo solo dire questo.
a presto, torak.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** SECONDO GIORNO- seconda parte ***



 Oskar Shkadir si voltò di scatto. In un attimo, si alzò in piedi e si preparò a combattere.
“calmati, non ti agitare.”
“chi sei?”
“mi chiamo Natasha Pedrosa. Mi avrai vista, sono il tributo del distretto undici.”
“mi vuoi uccidere?”
“macché! Ti voglio proporre un’ alleanza.”
“perché una come te dovrebbe allearsi con un dodicenne?”
“ per proteggerti. Durerai poco senza di me.”
Il ragazzo ci pensò un attimo.
“e va bene. Vada per l’ alleanza.”
“ottimo!”
I due si strinsero la mano e si misero in cammino.
 
Katherin  gridò. Affondava sempre di più, non riusciva a muoversi. Chiuse gli occhi.
Non ce l’ avrebbe fatta. Non sarebbe sopravvissuta.
Alzò le mani….
…e subito qualcuno le afferrò, tirandola in superficie.
Lei spalancò gli occhi per la sorpresa, mentre la sabbia le abbandonava i piedi.
Era viva.
Guardò il suo salvatore. Era un certo Richard Brown.
“sei un favorita.” disse la ragazza appena lo vide.
“non più.”
“mi vuoi uccidere?”
“no, oppure saresti già morta.”
“cosa vuoi da me?”
“niente. Non ho la stoffa per essere un favorita. Sono tutti eccessivamente crudeli.”
“perché mi hai salvata?”
“ho bisogno di un’ alleato. Non posso andarmene da solo.”
“non mi fido di te. Mi pugnalerai alle spalle.”
“no. Lo giuro.”
“non mi basta. Vattene. Grazie per avermi salvata, ma questa storia termina qua.”
Katherin si rialzò e mosse i primi passi.
“aspetta.”
“cosa?”
“non avrebbe senso  tradirti da alleata. Avrei potuto semplicemente non salvarti. Non posso continuare da
solo in quest’ arena.”
“non so combattere.”
“ti sbagli.”
“perché non scegli qualcun altro?”
“perché ho incontrato te. Sarebbe stupido andare a cercare qualcun altro ora.”
“e va bene.”
“alleati?”
“alleati.”
 
Sophie colpì un falco in pieno.
“bella mira.”
“grazie.”
I tributi del sette e del due parlavano poco tra loro, un po’ per cacciare, un po’ perché non si fidavano
ancora molto.
Ad un certo punto, le due sentirono un gemito. Camminarono seguendo la voce e, in lontananza, videro
una ragazza che scappava.
Era Fanny Mice.
Le due la seguirono in silenzio con circospezione.
Dopodiché accadde l’ inevitabile.
La fuggitiva vide la due alleate e, ovviamente, si spaventò.
Subito scagliò la sua spada contro Sophie. In seguito a quel gesto, accadde tutto al rallentatore.
Fanny gridò.
Sophie spalancò la bocca con un gridolino di sorpresa.
Mirabella Coffin, invece, riuscì a spintonare la compagna e afferrò l’ alma per l’ elsa.
Il tributo del distretto otto cadde a terra, stupita dal salvataggio imprevisto.
In un attimo, Bella scagliò la spada nel petto dell’ avversaria, uccidendola.
La quattordicenne ebbe appena il tempo di gridare, poi chiuse gli occhi e un colpo di cannone rimbombò
ovunque.
Sophie si appoggiò all’ amica e l’ abbracciò.
“grazie. Grazie mille.”
“figurati. Siamo alleate, no?”
 
Kiara afferrò la spada e squadrò il suo nemico.
Era Michael Blackwar. La ragazza lo aveva visto combattere, e si era accorta della sua forza.
Ovviamente, era un favorita.
“bene, bene…. La signorina Chras….”
“pensi di uccidermi?”
“sì, è mia intenzione.”
“be’, non ci riuscirai!”
Il tributo del distretto cinque alzò la spada, schivando un calcio dell’ avversario, dopodiché si lanciò su di lui,
sbilanciandolo.
“sei un’ illusa se credi di potermi uccidere!”
“ma lo farò!”
Kiara fu lanciata a terra, ma lei si rialzò subito e scagliò la sua arma. Mancò il bersaglio.
Il favorita colse l’ occasione e, prendendola per le gambe, la immobilizzò. Con pochi gesti, le puntò una
lancia alla gola.
La respirazione della ragazza era ostacolata dal ginocchio che il tributo del dieci le aveva posizionato sul
petto.
Credette di star per morire, ma…. Proprio allora Michael si concesse una sana risata.
Cogliendo l’ occasione, la guerriera si liberò il petto dal peso della gamba dell’ avversario e scattò in piedi.
In meno di tre secondi, scagliò un coltello nel petto del favorita.
Quello smise di ridere e, con un doloroso gemito, cadde in ginocchio.
“come… hai… fatto?”
“non sei imbattibile. Mai sottovalutare me!”
“io tornerò a casa… tornerò… vincerò…”
Il quattordicenne si accasciò, e in tutta l’ arena si udì un altro colpo di cannone.
 
Naira Draaciav si alzò dall’ erba del campo dei favoriti.
“vado a caccia.”
“buona fortuna.”
Appena fu nel bosco, la ragazza iniziò a correre. Aveva portato con sé dal campo una lancia. Sapeva che con
i favoriti aveva chiuso.
Li aveva abbandonati. Per sempre.
Da quel momento in poi, agiva da sola.
Avrebbe vinto da sola.
Guardò la sua conchiglia. E seppe di aver fatto la cosa giusta.
 
Hanna si insospettì non vedendo tornare il compagno di caccia.
Era forse fuggito?
Se lo aveva fatto, era un gran codardo.
Con l’ arco in spalla, la ragazza decise di tornare all’ accampamento.
Non sopportava le persone che fuggivano.
E lei, se non sopportava qualcuno, lo uccideva.
Richard, con lei, avrebbe avuto vita breve.
Nessuno può sfuggire ai favoriti.
 
Laser bevve un po’ di quell’ acqua che scorreva solo dai favoriti. Per gli altri, sarebbe stato faticoso
prenderla.
Avrebbero dovuto contare solo sugli sponsor.
Guardò il cielo. Si stava facendo sera.
Charlotte Hamm era seduta comodamente su una roccia.
Al campo erano rimasti in tre.
Gli altri erano scappati.
“siamo pochi. Meglio. Vuol dire che rimangono solo i migliori.” disse la ragazza dell’ 1
“già. Vinceremo. Non ci sono dubbi.”
Proprio allora nel cielo comparve il simbolo di Capitol City, con tanto di inno.
Dopodiché, si scoprì chi era morto quel giorno.
FANNY MICE. La sua foto coprì le stelle. La ragazza del distretto 8. Castana con occhi di color caramello. La
prima vittima del secondo giorno.
MICHAEL BLACKWAR. Uno dei favoriti più agguerriti. Distretto 10. Capelli neri e occhi verdi. Letale come
una bomba. Chi poteva essere riuscito ad ucciderlo?
Nell’ arena rimanevano undici persone pronte a tutto.
Per la seconda volta risuonò l’ inno, poi tornò a oscurarsi tutto.
La giornata era terminata.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** TERZO GIORNO- 9 SOPRAVVISSUTI. ***


Laser , per la prima volta dopo giorni, decise di andare a caccia. Centrò in pieno un falco che volava sopra di
lui, dopodiché si mise contro un albero a riposare.
Si addormentò in breve, ma fu subito svegliato da un grido di sorpresa.
Veniva dal campo dei favoriti.
Corse a vedere e rimase sorpreso: Charlotte Hamm aveva immobilizzato Hanna Malloy e brandiva un
coltello.
“ci si ribella?”
“vincerò io! Non voi due! Io sono l’ unica meritevole.”
“lo vedremo.”
La ragazza dell’ 1 si scagliò contro l’ avversario, ma il ragazzo non esitò a sfoderare la sua spada.
Le lame si scontrarono, lanciando scintille per  tutto il campo.
“ti ucciderò!” gridò Charlotte.
“mai!”
Con un calcio, l’ aggressore fece cadere il nemico, ma quello le lacerò la divisa all’ altezza  dell’ ombelico,
provocandole una ferita.
Lei, però, reagì colpendo il ragazzo nella gamba col coltello.
“argh!”
“è la tua fine, Laser!”
“no!”
Con uno scatto d’ ira, il giovane Scott scagliò l’ avversaria nel ruscelletto e le tenne la testa sott’ acqua.
Dopo un intero minuto, il tributo dell’ 1 riuscì a liberarsi e ribaltò la situazione.
Laser si trovò immobilizzato nell’ erba bagnata. Il coltello era a pochi centimetri dalla sua faccia.
Con un enorme sforzo, il ragazzo tirò un pugnò all’ aggressore. Subito dopo  si impossessò della sua arma e
la brandì in aria.
Gliela conficcò nel petto.
Charlotte gemette e cadde all’ indietro.
“ti sei rivelata per come eri veramente.”
“non puoi avermi ucciso ….”
“l’ ho appena fatto. Ti ho sconfitta.”
Ci fu un potente colpo di cannone.
“già un morto di prima mattina …”
“grazie, Laser. Mi hai salvato la vita.”
“figurati Hanna. Siamo i favoriti. Alleati.  Charlotte ha osato troppo.”
“e siamo già in dieci.”
“i più forti.”
 
Sophie  e Mirabella abbatterono un cervo con un solo colpo, dopodiché si sedettero.
La giovane Keene aveva acquistato molta fiducia verso la sua alleata. Non si guardava più continuamente le
spalle senza  timore.
Il salvataggio di Bella era caduto a fagiolo.
“cervo a pranzo. Che delizia!”
“sbaglio o prima ho sentito il colpo di cannone?”
“l’ ho sentito anch’ io. Chi può essere morto?”
“non ne ho idea.”
Le due mangiarono in silenzio.
Quando ebbero finito, si sentì uno strano rumore.
Un piccolo paracadute era appena caduto dal cielo.
 
Kiara  cadde a terra, stremata.
La gola le bruciava. Era assetata.
Si era svegliata così, e il dolore era aumentato.
Non poteva proseguire.
Aveva ucciso il più forte trai favoriti, ma stava comunque per  morire.
Cercò aiuto.
Non c’ era nessuno.
Annaspò.
Stava per morire.
Mancava poco.
Respirava a fatica.
All’ improvviso un paracadute cadde vicino a lei. Era azzurro a strisce bianche, con il marchio di Capitol City.
Il  tributo lo aprì.
Conteneva una bottiglia di un litro d’ acqua. Gli sponsor si erano impegnati. Kiara ne bevve metà,
dopodiché conservò il resto per le settimane seguenti.
 
Katherin  sbadigliò assonnata.
Quel giorno Richard si era dato da fare e aveva cacciato un bel po’ di selvaggina.
“bella giornata, oggi, vero?”
“falso. Ogni giorno passato qui è pessimo.”
Appena a ragazza finì la frase un freccia la sfiorò.
“argh!”
Naira Draaciav aveva raggiunto i due.
“ferma!”
“fermi voi! Fermi, o vi uccido.”
Richard corse davanti all’ avversaria e la attaccò.
La ragazza resistette, e schivò un pugno.
Il tributo del dodici, però, non le lasciò scampo.
La stese in ginocchio e la colpì con un calcio in faccia.
Lei non reagì subito, anzi, sembrò volesse morire.  Si stese a terra.
Le capitò in mano la conchiglia di Kir.
Lui non l’ avrebbe voluto.
Naira si rialzò e, con la sua lancia, affrontò Richard.
Schivò un paio dei  suoi attacchi e lo ferì al braccio.
Gli tirò poi un pugno, ma fu inutile.
Il ragazzo non voleva abbandonare lo scontro.
La ragazza tirò un paio di fendenti, tutti a vuoto.
Lo scontro sembrò prolungarsi all’ infinito, quando all’ improvviso un rumore distrasse Richard.
La sua alleata era caduta.
L’ aggressore lo colpì  nelle costole.
Quello gridò, e subito ribaltò la situazione.
Naira cadde, ma non prima di aver lanciato la sua lanciato la sua arma verso il nemico.
Katherin gridò e parò la lancia col suo corpo.
Si accasciò senza vita ai piedi dell’ amico.
Il cannone sparò e l’ assassina scomparve.
Richard rimase solo, e con una ferita alle costole.
 
Natasha  guidò Oskar fino ad una grotta.
Ormai stava diventando buio.
I due entrarono in cerca d’ acqua.
Era tutto silenzioso.
All’ improvviso, un ruggito scosse le stalattiti.
I due cercarono di scappare, ma subito l’ orso gli impedì la fuga.
La ragazza lo affrontò con la spada in mano.
Lo colpì con due affondi, ma non servì.
Con un artiglio, il tributo venne scagliato contro una parete, ma subito quella si rialzò e corse a difendere il
dodicenne.
Un altro ruggito.
Natasha  ferì l’ animale alla zampa, ma  subito quello si alzò in tutta la sua statura, sovrastando l’ avversaria.
Quello fu il suo ultimo errore, perché la ragazza lo trapassò partendo dalla pancia.
La bestia tornò su tutte e quattro le zampe e con un gesto fulmineo artigliò la cacciatrice, che cadde
addosso ad un grosso masso.
L’ orso si accasciò e morì.
Oskar  corse dalla sua alleata.
“grazie. Grazie di cuore.”
“figurati. Ma ho una grossa ferita sul petto.”
“sono un’ esperto di medicinali. Ci penserò io. Scuoierò io l’ animale. Tu riposati, ora.”
“grazie, Oskar.”
“sono io che ti devo ringraziare.”
 
La sera, quando tutti si furono accampati, nel cielo comparve il marchio di Capitol City con l’ inno in
sottofondo.
Dopodiché, apparvero le foto dei morti.
CHARLOTTE HAMM:  la favorita del primo distretto, che si era offerta volontaria per la sorella gemella. Alla
vista della foto, i due favoriti si scambiarono uno sguardo d’ intesa.
KATHERIN SMITH: la ragazza che si era sacrificata per il suo compagno di distretto. Sembrava capace di
vincere, e invece …
altri due morti. Rimanevano in nove: Richard, Laser, Hanna, Naira, Oskar, Natasha, Sophie, Mirabella e
Kiara.
 
 
 
  

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Capitolo 8
*** QUARTO GIORNO: LA FINE DI UN' ALLEANZA. ***


Sophie Keene   aprì il paracadute.
Conteneva un litro d’ acqua fresca e potabile.
“sì! Finalmente non saremo più assetate!” gioì Mirabella.
Le due divisero in due l’ acqua. Bevvero un po’ e tennero il resto per il giorno seguente.
Avevano degli ottimi sponsor.
All’ improvviso, qualcosa attirò la loro attenzione.
Hanna le aveva raggiunte. Senza dubbio, le voleva uccidere.
“tu stai qua.”
“no Bella. Quando Fanny mi stava per uccidere, tu mi hai salvata. È ora che io ricambi il favore.”
“ma …”
Con la sua spada la ragazza del sette  corse  davanti alla favorita e si preparò ad affrontarla.
“sento che oggi qualcuno morirà.”
“sì, ma non sarà una di noi!”
Le due spada  si incrociarono lanciando scintille in ogni dove.
“tornatene al campo, se ci tieni alla tua vita!”
“non scherzare con me!”
Hanna riuscì a sbilanciare l’ avversaria e la fece cadere a terra.
“muori!” gridò mentre abbassava la sua lama.
La vittima la schivò e tirò un calcio nell’ addome della nemica.
Ciò non servì, purtroppo, perché l’ aggressore non si piegò nemmeno, anzi!
Senza aspettare, tirò un pugno in faccia a Sophie.
Con un crudele sorriso, la scagliò contro un albero e la immobilizzò.
“addio!”
La preda riuscì a schivare il primo colpo, ma un altro le colpì un braccio.
“argh!”
“aspetta!”
“Mirabella! Scappa!”
“no!”
La favorita fu attaccata da Bella, e questo permise a Sophie di liberarsi.
Riprese la sua spada e spinse nell’ erba Hanna.
Quella, però, ribaltò subito la situazione tirando un potente schiaffo all’ avversaria, che dovette appoggiarsi
per non cadere.
Subito dopo, la sua alleata già lottava furiosamente.
“hai sbagliato ad attaccarci, Hanna!”
“no, non l’ ho fatto!”
Altre scintille caddero sul suolo.
“di’ le tue ultime parole!”
“mai!”
Sophie vide Mirabella in difficoltà.
Il nemico anticipava le sue mosse. Tra poco l’ avrebbe disarmata.
Con uno scatto, la ragazza del sette balzò dietro il favorita e la colpì sulla nuca con un calcio.
Quella non si sbilanciò e le tirò una potente gomitata, che la fece piegare in due.
Bella  colpì la testa dell’ avversaria con l’ elsa della spada e con un pugno.
Fu un attimo.
Hanna si girò di scatto.
La sua lama trafisse il petto dell’ ex favorita.
La giovane Keene gridò.
La sua alleata cadde.
L’ assassina scappò .
“Sophie …”
“Mirabella …  rialzati … ti  prego …”
Lei sorrise.
“ho sempre saputo che tra noi due, saresti stata tu la sopravvissuta.”
“è tutta colpa mia …”
“no … tu vincerai … hai capito? Vincerai …”
“ti vendicherò Bella … ti vendicherò …”
“non fare stupidaggini …”
La ragazza chiuse gli occhi e il cannone rimbombò.
 
Hanna  tornò nel campo dei favoriti.
Laser stava tranquillamente bevendo.
“hai ucciso qualcuno?”
“certo. Mirabella Coffin.”
“ah, la favorita scappata.”
“non sopporto i codardi. Li ucciderò tutti.”
“è chiaro che a vincere sarà uno di noi due.”
“già. Ma aspettiamo prima di ucciderci a vicenda.”
“non ho mai detto di volerlo fare. Ma dovrà accadere.”
“e a quel punto vincerò io.”
Il ragazzo sorrise.
“vedremo …”
 
Kiara bevve un altro po’ della sua acqua.
Mezzogiorno era passato da tre ore buone, ed era morta una sola persona.
una giornata abbastanza tranquilla.
Sentì un fruscio.
Richard le comparve davanti.
La immobilizzò con un calcio e le sorrise.
“vuoi la mia acqua!”
“indovinato!”
In due minuti, la giovane Chras si ritrovò immobilizzata.
“non mi ucciderai così.”
“vedremo!”
La ragazza vide una cicatrice sul petto dell’ avversario.
Con il suo coltello mirò proprio lì.
Il ragazzo gridò di dolore e liberò Kiara.
Subito, però, si riprese e la colpì con un pugno.
Lei si sbilanciò e dovette cadere quando ricevette un altro calcio, proprio sulla gamba.
“non avresti dovuto farlo!”
“perché?”
Richard la scagliò contro un albero con forza, dopodiché le prese l’ acqua.
“hai idea di chi abbia ucciso Michael Blackwar?”
“no.”
“sono stata io.”
Il tributo scagliò un coltello contro l’ aggressore, che cadde a terra e corse via.
Quello scontro era stato inutile.
Non era morto nessuno, e Kiara era ancora in possesso della sua acqua.
 
Natasha divorò l’ orso che Oskar le aveva scuoiato.
Grazie al dodicenne, pian piano stava  guarendo.
“grazie, Oskar. Ti devo la vita.”
“anche io. Buono l’ orso vero?”
“sì, ottimo.”
“dev’ essere  una soddisfazione poter mangiare colui che ti ha quasi ammazzato.”
La ragazza rise.
 
Naira  accese un fuoco.
Stava diventando sera.
Sbadigliò.
Quel giorno lei non si era mossa molto.
voleva riposarsi dopo il suo scontro contro Richard.
Chissà dov’ era adesso … forse era morto …
All’ improvviso, nel cielo comparve il marchio di Capitol City con l’ inno di sottofondo.
Subito comparve la foto del morto.
MIRABELLA COFFIN: una ragazza carina che aveva conquistato gli sponsor. Sophie non fu per niente
contenta di vedere la sua foto.
Anche il quarto giorno era finito.
Erano rimasti in otto.
Probabilmente, ora la questione stava cominciando a farsi pericolosa.
 
 
 
 
 
 
 
 



 
  

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Capitolo 9
*** QUINTO GIORNO: ASSASSINI ALL' ATTACCO. ***


 Laser era nei boschi.
Si era svegliato all’ alba per cogliere gli avversari di sorpresa. Ora che ne restavano otto, doveva darsi da
fare.
All’ improvviso, vide una figura muoversi furtiva. La riconosceva.
Kiara Chras.
La sorprese alle spalle con un ghigno in volto.
“chi abbiamo qui….”
“oh no!”
Il ragazzo prese la sua spada e attaccò.
L’ avversaria si difese con un coltello, ma in breve finì nell’ erba.
“spiacente..”
“mostro!”
Il tributo del cinque si liberò e attaccò l’ aggressore.
Gli fece un taglio sul braccio, ma subito l’ altro la stese di nuovo.
Con un solo movimento, la ferì alla gamba e la immobilizzò.
Lei non perse la forza e, una volta liberatasi, scagliò uno dei suoi coltelli.
Laser lo prese al volo, dopodiché scagliò il nemico contro un albero.
“fa’ le tue ultime preghiere.”
Con un calcio, Kiara fece inginocchiare l’ aggressore.
Poi, con un calcio, lo stordì. Tirò in seguito una decina di schiaffi.
Il favorita la colpì allo stomaco con una testata e le punto la spada a pochi centimetro dalla faccia.
“hai resistito parecchio. Ma non è servito.”
“non vincerai tu!”
Con uno sforzo, la vittima prese un coltello  e  trafisse il nemico.
“addio, Laser Scott.”
“no…”
Il colpo di cannone rimbombò ovunque.
Kiara sospirò. Non sarebbe sopravvissuta ad un altro combattimento.
 
Natasha Pedrosa cadde.
Lei e il suo alleato si erano messi in viaggio da poco, e già qualcuno li attaccava.
Naira spuntò dal nulla.
“datemi il vostro cibo!”
“mai!” gridò Oskar.
“peggio per voi!”
Con un balzo, la ragazza del quattro sbilanciò il dodicenne, facendolo cadere.
Dopodiché gli puntò la sua lancia sul collo.
Subito Natasha l’ attaccò da dietro, stendendola.
“illusa!”
Con un pugno Naira ribaltò la situazione, facendo barcollare l’ avversaria.
Le scagliò la lancia sul braccio. La vittima gridò e cadde.
“fine.”
Il tributo dell’ undici si rialzò di scatto e tirò un calcio al  nemico.
Quello non si scompose e riprese la sua arma.
Mentre faceva questo, il ragazzo prese il suo coltello e colpì il nemico.
“argh!”
Natasha stese per l’ ennesima volta il  nemico e abbassò la spada.
Purtroppo, l’ aggressore si scostò.
Con un calcio allontanò il giovane, dopodiché tirò un calcio in faccia all’ avversaria.
Stremata, la vittima chiuse gli occhi e si lasciò andare.
“Oskar… scappa!”
“no…”
“SCAPPA!”
Con un colpo, Naira uccise il nemico e attese il colpo di cannone.
Appena avvenne, corse via, lasciando il dodicenne da solo.
“non ti dimenticherò, Natasha.”
 
Hanna Malloy trovò Richard che dormiva.
Era stanco.
Probabilmente era reduce da uno scontro finito male.
All’ improvviso si svegliò e la vide.
“argh!”
Subito corse ad armarsi, ,ma non lo fece abbastanza in fretta.
La favorita lo immobilizzò e lo stese.
Con la sua spada, gli trafisse la gamba.
“no! Vattene!”
“troppo tardi!”
Richard la colpì con un pugno e si liberò.
Stremato, arrancò fino a che non vide più l’ aggressore, ma quella fu più veloce di lui.
Di nuovo, lo fece cadere.
Il ragazzo non ebbe più la forza per alzarsi.
Tirò un paio di calci che allontanarono Hanna, poi rotolò fino ad un albero.
“sei lento!”
La favorita colpì la preda ad un braccio, poi sorrise.
“smettila di difenderti.”
“voglio tornare a casa…”
“mi dispiace, ma non puoi.”
Richard venne attraversato dalla lama avversaria.
Un colpo di cannone scosse l’ arena.
“ Niente male.”
 
Sophie Keene camminò silenziosa nella foresta.
All’ improvviso, la sua attenzione fu attratta da un rumore.
Si guardò intorno.
Davanti a lei, Naira Draaciav.
“oggi morirai!”
Con un colpo, l’ aggressore bloccò il tributo del sette.
Lancia e spada si incontrarono.
Scintille si diffusero ovunque.
Sophie colpì il nemico con un pugno, subito ricambiato da un potente calcio.
“ora sei sola. È stata eliminata Mirabella, morirai anche tu!”
Al colmo dell’ ira, la vittima alzò la lama.
Un attimo prima che l’ arma avversaria la trafiggesse, lei la abbassò.
Il legno della lancia andò in frantumi.
“maledetta!”
Naira scagliò il nemico contro un albero e si preparò ad ucciderla.
“ora pagherai per il tuo affronto!”
La ragazza del sette si liberò con una testata e corse fino ad un'altra pianta.
L’ avversaria la raggiunse presto e la colpì con tre pugni.
Dopodiché la fece inginocchiare e provò a rubarle la spada.
Tra un pugno e un calcio, alla fine Sophie decise di reagire.
Colpì Naira alla mano con la sua arma e si liberò.
“i tuoi giochi finiscono qui!”
La giovane Keene trafisse l’ avversaria.
“Kir… sto arrivando…”
Un colpo di cannone annunciò la morte di Naira Draaciav.
 
La sera l’ ultima favorita rimasta si godette le immagini dei morti.
Le sembrava incredibile che era rimasta solo lei in quel campo.
All’ improvviso, il cielo fu squarciato da uno stemma e da un inno.
Subito dopo comparvero le tanto attese foto.
Tutta l’ arena si fermò.
LASER SCOTT: un favorita. Era andato a caccia e non era più tornato. Il merito dell’ uccisione di favoriti
ribelli come Charlotte Hamm era suo.
NATASHA PEDROSA: una persona generosa che aveva salvato un dodicenne per due volte. La seconda volta
ci aveva lasciato la vita.
RICHARD BROWN: dopo tre scontri, non poteva più resistere. Aveva visto morire un’ alleata, aveva cercato
di vendicarla, ma aveva fallito.
NAIRA DRAACIAV: aveva cercato di lottare per la sua vita, ma aveva preteso troppo. L’ ultimo morto di
giornata. Ora avrà raggiunto Kir.
Quattro morti. Quattro rimanenti.
La finale era iniziata.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** LA FINALE- SCONTRO NELLA GROTTA ***


 Oskar era accucciato dietro un masso.
Era arrivato fino alla finale.
Ma ora la cosa si faceva dura, se non terribile.
In ogni caso, lui non avrebbe ceduto.
Natasha era morta per lui, per difenderlo da Naira Draaciav.
Voleva che lui arrivasse fino a lì.
E forse desiderava anche che lui vincesse.
Ma senza cibo né acqua, insieme a persone davvero meritevoli di essere in finale, era difficile sopravvivere.
Inoltre, il ragazzino continuava a non voler uccidere nessuno.
Si prese la testa tra le mani.
Non sapeva cosa fare.
Ora era solo.
Nessuno l’ avrebbe aiutato.
Cosa avrebbe fatto?
Probabilmente sarebbe morto di fame.
All’ improvviso, un piccolo paracadute cadde alla sua destra.
Oskar lo aprì.
Conteneva un’ armatura.
Sorrise.
Gli sponsor lo sostenevano.
Probabilmente anche quelli della sua alleata avevano contribuito.
Erano consapevoli che la giovane Pedrosa desiderava che il tributo dell’ uno vincesse.
E aiutavano la loro preferita a realizzare quello per cui era morta.
 
Nello stesso istante, dall’ altra parte dell’ arena, Sophie Keene stava lanciando dei sassolini.
Era arrivata in finale, e stentava a crederci.
E tutto per merito di Mirabella.
Non aveva mai perso il desiderio di vendicarla, ma la prudenza aveva sempre il sopravvento.
Hanna Malloy era una favorita, dopotutto.
Ma aveva atteso troppo.
Con la sua spada sfoderata, decise di incamminarsi verso il campo dove avrebbe trovato l’ assassina.
Se era in finale era per merito di una sua vittima.
 
Hanna Malloy stava bevendo.
Possedeva tantissime armi, acqua all’ infinito e un sacco di terreno.
Essere l’ ultimo favorita era fantastico.
Nonostante tutto, era contenta di non aver dovuto combattere contro Laser Scott.
All’ improvviso, sentì un  rumore.
Vide, dietro un albero poco distante da lei, un braccio.
Subito prese una spada.
Qualche stolto la sfidava.
Camminò per un paio di metri, poi Sophie la attaccò.
Le due lame si incrociarono.
“a cosa devo questo attacco?”
“al fatto che tu hai ucciso la mia alleata!”
Lei rise.
“dovevi morire tu. Senza di lei non sopravviverai. Hai mai ucciso qualcuno?”
“certo. Naira Draaciav.”
“be’, basta chiacchiere.”
Con un calcio la favorita stese l’ avversaria e le provocò un profondo taglio nella gamba.
Dopodiché la sollevò e le immerse la testa del fiumiciattolo per un minuto e mezzo.
Con uno sforzo, Sophie si liberò e attaccò Hanna. La ferì alla mano e, con un ghigno in volto, le tirò un calcio
in pieno volto.
Subito lei ricambiò  colpendo l’ avversaria nello stesso punto di prima.
Questa cadde e non riuscì più a rialzarsi.
Rotolò fino ai boschi. La favorita la lasciò andare con un ghigno in volto.
 
Quando Sophie provò ad alzarsi, sentì un dolore lancinante.
Dovette inginocchiarsi.
All’ improvviso, un paracadute scese dal cielo.
Lei lo aprì.
Conteneva una medicina.
 
Oskar corse, nella sua armatura, fino al campo dei favoriti.
Era leggere, la corazza, e ben resistente.
Il ragazzino vide Hanna intenta a curarsi delle ferite.
Decise che, se volveva tornare a casa, doveva uccidere.
Solo una persona.
Una sola, poi basta.
Con il suo coltello in mano, Oskar si scagliò contro la favorita.
Gridò e la colpì al braccio.
“illuso! Credi che io non sappia uccidere un dodicenne?”
Hanna prese una spada e attaccò.
Colpì l’ armatura, che parò il colpo.
Il tributo dell’ 1 colpì un nervo della gamba, e subito la favorita si accasciò a terra.
Non riuscì più ad alzarsi. Per la prima volta, ebbe paura.
“ti ucciderò e tornerò nella mia casa!”
“no… non lo fare…”
All’ improvviso, il dolore al nervo scomparve.
Hanna compì un incredibile balzo e, colto di sorpresa il ragazzino, lo colpì alla gola.
Quello cadde e un colpo di cannone scosse l’ arena.
 
Sophie attese tre ore, dopodiché la gamba tornò come nuova.
Aveva utilizzato l’ intero barattolo, ma ne era valsa la pena.
Si rialzò e tornò al campo dei favoriti.
Voleva, doveva uccidere Hanna.
Non si era arresa.
La trovò mentre si massaggiava la gamba.
Di fianco a lei, il corpo inerme di Oskar Shkadir.
La ragazza aspettò che la preda appoggiasse a terra la sua arma per bere, poi la sorprese alle spalle.
“ancora tu!?”
“salve!”
La favorita recuperò la spada e attaccò.
Di nuovo, le due lame si incrociarono.
All’ improvviso, però, la spada di Sophie volò via. Era stata disarmata.
Colpita da un pugno, cadde a terra.
A quel punto perse ogni speranza.
Si rialzò e cominciò a correre, quando vide la catasta di armi.
Senza pensarci troppo, prese un pugnale.
“Che vuoi fare, perdente? Non l’ hai ancora capito? Io posso ucciderti! Smettila di sfidarmi!”
Presa dall’ ira, la fuggitiva scagliò la lama.
La favorita cadde al suolo con un lamento.
“non è possibile… no…”
“hai perso, Hanna. Il tuo errore fatale è stato uccidere Mirabella.”
“no… credevo… io…”
Un colpo di cannone fece sobbalzare Sophie.
La sua avversaria era morta. Rimanevano in due. Lei e Kiara.
 
Senza preavviso, la faccia del famoso presentatore comparve nel cielo.
“salve, tributi! Siete rimaste in due: Sophie Keene, distretto sette, contro Kiara Chras, distretto cinque.
Invito entrambe a ritrovarsi nella grotta a ovest, dove troverete armi , acqua e medicine. La prima che
arriverà, potrà prendere tutto ciò di cui sentirà bisogno. Buona fortuna!”
detto questo, il presentatore scomparve.
Kiara  si mise subito in marcia. Voleva un po’ del tesoro nascosto nella cavità, e magari avrebbe anche vinto.
 
Quando il tributo del cinque giunse a destinazione erano le nove di sera.
Con passo felpato, raggiunse il luogo.
Frugò tra gli innumerevoli oggetti, finchè una lama per poco non la trafisse.
La sua avversaria era davanti a lei, con una spada in mano.
L’ aveva presa dal campo dei favoriti, ma questo lei non lo sapeva.
Subito estrasse dalla tasca uno dei suoi pugnali e cominciò lo scontro.
Kiara subì un taglio alla gamba, ma ricambiò con una ferita al braccio.
“non mi impedirai di vincere, Chras!”
La sedicenne cadde a terra e venne immobilizzata.
La spada del nemico era a pochi centimetri dal suo viso.
Si liberò e ribaltò la situazione: scagliò Sophie contro la parete della grotta e le tirò un pugno.
In risposta ricevette un calcio sugli stinchi.
Gridò e colpì l’ avversaria sul petto, provocandole un taglio poco più sotto del cuore.
Quella non si arrese e, soffocato il dolore, colpì violentemente la gamba della ragazza.
Kiara cadde e tirò un calcio in faccia all’ aggressore, lasciando l’ impronta delle scarpe.
Sophie invece la stordì colpendola alla testa, dopodiché la scagliò tra le montagne di oggetti della caverna.
Rialzandosi, la sedicenne prese un altro coltello e lo scagliò.
Mancò di poco il bersaglio.
“sei agguerrita. Ma io ho davvero bisogno di tornare a casa.”
“guarda caso, anche io!”
Le due continuarono a combattere furiosamente per ore, una provocando tagli alle braccia, l’ altra alle
gambe.
Ad un  certo punto, il tributo del cinque colpì l’ aggressore ad una spalla, e in risposta fu attaccata al piede.
Le avversarie caddero simultaneamente, e presero a colpirsi ovunque.
All’ improvviso, Sophie cercò di uccidere l’ avversaria gettandola nella grotta e seppellendola coi vari
oggetti.
Quella si dibatté e la scacciò.
Poi, fu tutto molto lento.
Appena il sole alzò la testa tra le spalle della notte, una delle due colpì violentemente l’ altra.
E un colpo di cannone scosse l’ arena.
Per l’ ultima volta.
 
ANGOLO AUTORE.
spiacente, ma oggi sono crudele.
il nome della vincitrice sarà comunicato solo e soltanto nel prossimo capitolo XP
saluti, torak.
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** LA VINCITRICE! ***


 Un ultimo colpo di cannone risuonò in tutta l’ arena.
All’ orizzonte, un hovercraft stava giungendo per prelevare la vincitrice e il defunto.
Appena atterrò, Kiara Chras avanzò verso il conducente e salì a bordo.
Trovò suo padre.
“sei viva, Kiara! Hai vinto!”
“così dicono.”
Entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.
“ora vivremo nel villaggio dei vincitori!”
“sì. Ma prima, dovrai farti curare le ferite. Vai, forza!”
La ragazza, ancora frastornata, andò verso uno staff di medici.
Erano in sette, e tutti usarono delle medicine conosciute solo a Capitol City.
In mezz’ ora, la vincitrice fu guarita.
Proprio in tempo perché il mezzo di trasporto atterrasse nella capitale.
Lì, lo stilista di Kiara era commosso talmente tanto che dovette girarsi per non mostrare le sue migliaia di
lacrime.
“avanti, signorina, ha un’ intervista che l’ aspetta!”
 
Dopo dieci minuti, la giovane Chras era seduta davanti a milioni di telecamere, con una corona in testa.
Al suo fianco, Cesar.
“allora, come ci si sente ad aver vinto?”
“non ci speravo più. Pensavo che Sophie mi avrebbe sconfitta… pensavo di non tornare mai qua. Ma quanto
lei mi ha spinto… non ci ho visto più. L’ ho accoltellata e lei, stremata dopo lo scontro, è caduta ed è morta.
Anch’ io mi sono dovuta accasciare, tanto ero debole. Meritavamo entrambe alla stessa maniera di
vincere.”
“un discorso molto nobile… qual è stato il momento che ti ha fatto più paura?”
“sono stati due: lo scontro contro Micheal e quello contro Laser. In quest’ ultimo, ho davvero creduto di
morire. Sicuramente, se fosse successo avrebbe vinto lui. a parer mio, era il più agguerrito trai favoriti.”
”però hai vinto tu.”
“già, ma è stato soprattutto merito dei miei sponsor. Li ringrazio dal primo all’ ultimo. Senza di loro non
sarei qui!”
“come ti sei sentita il primo giorno, durante il bagno di sangue?”
“non posso negare di aver ucciso molte persone, ma in questo modo i favoriti non mi hanno attaccato.”
“e durante lo scontro con Richard?”
“mi aveva colto di sorpresa. Fortunatamente, mi sono difesa e sono sopravvissuta. Anche lui è stato
fortunato, ma è morto subito dopo.”
“già… c’ è qualcuno, tra quelli che non hai ucciso, di cui avevi davvero molta paura?”
“sì: Hanna Malloy. Morta anche lei prima della finale, fortunatamente. Invece, se avessi dovuto combattere
contro Oskar… non c’ è l’ avrei fatta ad ucciderlo. È una fortuna che nessuno dei due sia arrivato in finale…”
“ti saresti mai unita ai favoriti?”
“no. Non mi piace il fatto che debbano per forza uccidere. Io sono sempre stata solitaria, eppure ho vinto lo
stesso.”
“però non pensi che unirti a loro ti avrebbe dato più sicurezza?”
“no. Uccidere non rende al sicuro.”
“hai le idee chiare. Cosa farai ora nel tuo distretto?”
“farò la vita che mi merito. Nel villaggio dei vincitori, senza nessun peso sulle spalle.”
“come ti sei sentita alla tua prima intervista?”
“impaurita. Sotto pressione. E chi più ne ha più ne metta….”
“durante la mietitura, avresti mai pensato di venire estratta e vincere?”
“di venire estratta sì, purtroppo, ma di vincere mai.”
“vorresti cambiare qualcosa, in questa edizione degli  Hunger Games?”
“no. Nulla. Le cose che ho fatto, le mie gesta, mi hanno portato alla vittoria. E, dovessi rifare tutto, non
cambierei una virgola.”
All’ improvviso, Cesar si alzò sorridente.
Kiara  fece lo stesso.
“signori e signore…. Kiara Chras, la vincitrice della tredicesima edizione degli Hunger Games!”
 
ANGOLO AUTORE.
ok, questo capitolo è un po’ corto, ma dovevo solo rivelare l’ identità della vincitrice e scrivere l’
intervista.
comunque, questo è l’ ultimo capitolo della storia. grazie a tutti quelli che l’ hanno seguito e che mi
hanno recensito.
saluti, torak.
 

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