I can't believe it's true

di Tribute
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1° ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2° ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3° ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4° ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5° ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6° ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7° ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8° ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9° ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10° ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11° ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12° ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13° ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14° ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1° ***


Ero al mio 1° singing, non avevo neppure un’amica con cui condividere quella fantastica esperienza, ero sola. Ma mi andava bene così, ero piuttosto abituata a cavarmela da sola. Ero preoccupata però, lo ammetto. Sarei passata davanti a quel tavolo avrei incrociato i loro sguardi e me ne sarei andata via, senza vederli mai più. Non riuscivo ad accettarlo, non credevo che sarei stata capace di lasciarli andare una volta che li avrei visti dal vivo e non più dallo schermo di un computer. Eppure era questo il mio sogno: vederli dal vivo. Forse anche se non me ne rendevo conto, il mio sogno andava oltre questo, forse non volevo solo vederli, forse volevo parlarci, farci amicizia, diventare parte della loro vita. Ma non mi potevo fare troppe illusioni, le illusioni portano solo delusioni, mi ripetevo. Eccoci qua, mancavano poche più di 3 persone e dopo, dopo di loro sarebbe stato il mio turno. Chiusi gli occhi, e strinsi forte il CD fra le mani. Il cuore batteva forte, sembrava voler uscire dal petto. Ecco, il mio turno. “Da qui non si torna indietro, sorridi e cerca di fare bella figura.” Ripetevo dentro di me. Seduto dietro il lungo tavolo, per primo c’era Lui, il mio angelo dagli occhi blu. Mi guardò, lo guardai. Mi sorrise, gli sorrisi. Un sorriso un po’ “tirato”, non riuscivo proprio a sorridere in modo più naturale. Gli porsi il CD, lui lo autografò sotto il mio sguardo e lo passò a Liam che era lì, vicino a lui. Lui mi sorrise e fece lo stesso. Ecco il turno di Louis, che dopo avermi battuto il cinque fece lo stesso e lo passò a Zayn. Zayn, com’era bello. Non credevo di aver mai visto niente di simile. Spiccicai un “ciao” che probabilmente neanche sentì, con tutto il caos che avevamo attorno. Sentito o non sentito, mi fece l’occhiolino e passò il CD a Harry, l’ultimo dei miei cinque sogni. Lui, indifferente lo firmò e me lo passò. Non feci neanche a tempo a rendermi conto dei suoi occhi sui miei che, spintonata dalle fans e tirata da un bodyguard, mi ritrovai fuori dalla fila. Non mi restava che tornare a casa e abbandonare lì il mio sogno. Tornai a casa, la mia piccola e fredda casa, vuota e silenziosa. Mamma e papà non ci sono mai stati, ho sempre vissuto con mia nonna, morta ormai da quando avevo compiuto i miei 18 anni. Eh già io vivo da sola. Non credo sia una sfortuna. Credo che tanti ragazzi vogliano vivere da soli. Dopo essermi messa la tuta da casa mi sdraiai sul divano e accesi lo stereo. More than this, traccia 4. Mi stiracchiai, e pigramente allungai la mano verso il CD che stava sopra il tavolino. Lo strinsi forte al petto e una lacrima scorse sul mio viso caldo. Sentivo quasi il loro profumo, quello era il profumo del mio sogno. Aprii la custodia per rimettere a posto il CD che avevo messo nello stereo e nel momento in cui lo aprii mi cadde qulcosa, mi chinai e raccolsi un foglietto piegato in quattro. Lo spiegai. In stampatello c’era scritto il suo nome: NIALL, con sotto un numero, evidentemente di cellulare. Probabilmente c’era qualcuno che amava scherzare, non poteva essere stato lui, non avrebbe avuto senso. Decisi di non rischiare, quindi presi il cellulare, digitai il numero e scrissi “ Ehi, ciao. Probabilmente non ti ricordi di me, chissà a quante fans avrai dato il tuo numero. (Sempre che tu sia davvero Niall). Comunque ci tenevo a sapere se eri davvero tu.”. Prima di premere sul pulsante INVIA esitai. Pensai,” Jamie, lo sai che probabilmente non è lui. Non essere troppo delusa se non risponde”. Sul cellulare apparve la fatidica scritta: ore: 18.27 MESSAGGIO INVIATO.” Ecco fatto. Non ci voleva tanto. Ora aspettiamo, questa sarà l’attesa più lunga della tua vita, Jamie.”.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2° ***


Fui svegliata dalla vibrazione del mio cellulare. Ore: 20.42. “Ehi, speravo tanto che mi contattassi. So chi sei, sei l’unica a cui ho dato il mio numero. Ti va se domani pomeriggio facciamo un giro al parco insieme? Niall xx”. Perché? Perché proprio io? Dev’essere Dio, forse ha ascoltato tutte le mie preghiere. O forse Niall mi ha vista male e ha pensato che fossi carina. Non vedo altre possibilità. Persi 4 minuti a pensare cosa rispondergli. Alla fine decisi di esordire con un intelligentissimo: “Ok, a che ora?”. MESSAGGIO INVIATO. Crederà che sono una stupida. Sono una stupida. Il tuo idolo di chiede di uscire con lui e tu che fai? Rispondi “Ok, a che ora?”???? Ok ok… calmati. Pensai piuttosto a cosa avrei indossato e mi ricordai che nel mio armadio non c’era niente di meglio di un paio di jeans sgualciti dal tempo e una felpona colorata. Bisognava fare shopping. Subito. Erano quasi le nove di sera, dove sarei andata a quell’ora? Nel negozio sotto casa mia. Era aperto fino alle 21.15. Avevo solo un quarto d’ora scarso. Corsi così com’ero giù dalle scale rischiando di ammazzarmi. Riuscii a bloccare la ragazza che si stava già preparando a chiudere. “Ciao Arianna, ci metto un secondo, è importante!”. “Ok, ok ma sbrigati che devo chiudere!” rispose lei rassegnata. Dopo circa 10 minuti avevo già preso quello che mi serviva. Optai per un look semplice, che mi poteva far stare a mio agio(foto). “Grazie Arianna, era davvero un’emergenza” dissi mentre pagavo. “Certo, tranquilla”. Tornai a casa. Ero incredibilmente felice. Stava capitando a me! Mi accorsi appena entrata che il cellulare stava vibrando. Corsi a prenderlo. Era lui: “Ti passo a prendere alle 15.30 a casa tua”. Confusa risposi: “ scusa e tu come faresti a sapere dove abito?”. Mi rispose quasi subito. “Ho i miei informatori ;) A domani. A proposito… piacere mi chiamo Niall, tu?”. “Chiamami Jamie, a domani.”.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3° ***


“It’s not me, It’s not you, there’s a reason I’m just trying read the signals I’m receiving it’s like stone on fire, can you feel it I don’t know about you girl but I believe it…” Presi il cellulare che continuava a squillare. 7.30. Era ora di alzarsi. Non avevo dormito bene quella notte, non facevo che pensare a Niall, se gli sarei piaciuta, ero fatta così, mi facevo un sacco di paranoie. Sbadigliando mi stiracchiai pigramente mentre mettevo i piedi giù dal letto. Mi alzai, il mio piede destro si appoggiò sullo skateboard che stava per terra e caddi col sedere sul pavimento freddo. “Bel modo per cominciare la giornata Jamie!” pensai scocciata. Andai in cucina, preparai il caffè e accesi la televisione. Niente di meglio che un stupidissimo telefilm romantico, dove in ogni puntata succedeva qualcosa di catastrofico ma poi tutto si risolveva, così, da un giorno all’altro. Sul tavolino, il CD Up all Night, troneggiava in mezzo a migliaia di altri libri, scartoffie e oggetti vari. Lo presi in mano e lo guardai perplessa. Non era stato solo un sogno. Sulla custodia di plastica erano tracciate varie linee. I loro autografi c’erano davvero. Non lo avevo sognato. Quindi… quel pomeriggio dovevo uscire davvero con Niall! Quella giornata assunse subito un’ altra piega. Ero felice. Era da tanto tempo che non ero felice. Era molto presto, ma decisi di prepararmi, tanto non avevo nient’altro da fare. Andai a farmi la doccia. Sotto la doccia pensavo a lui e le mie lacrime scorrevano e si confondevano con l’acqua che usciva dal tubo grigio. Erano lacrime di gioia. Uscita dalla doccia, mi asciugai velocemente i capelli e li pettinai. Infilai il mio vestito a fiori e indossai le ballerine bianche. 11.30. Era ora di mangiare. Preparai una pasta veloce. Le 15.30 arrivarono più in fretta di quanto pensassi. Ero tremendamente nervosa. Diiinn doonn. Il campanello stava suonando, era lui. Ero immobilizzata. Paralizzata. Feci un respiro profondo. Espirai lentamente. A passi piccolissimi raggiunsi la porta. Chiusi gli occhi, un ultimo respiro. Aprii la porta. Eh sì, era lui. Proprio lui. Il ragazzo di cui avevo migliaia e migliaia di poster. I suoi occhi erano così blu e profondi. Il suo sorriso così… sincero. “Ehi! Perché non parli?”. Quella frase mi risvegliò dal mondo dei sogni. “Eh? Ehm…Ciao, sono Jamie” risposi con la faccia da ebete peggiore che avessi mai fatto. Si mise a ridere. Mi sentivo il viso avvampare. Cosa ci trovava di divertente? “E io sono Niall. E’ un piacere conoscerti. Sei molto bella”. Io ero rimasta lì, con gli occhi sgranati a fissarlo come un cretina. “Ehm… grazie. Anche tu sei molto bello, lo ho sempre pensato.”. Che stupida. Perché glielo avevo detto? Che figura. Se un momento prima ero rossa adesso ero come minimo fosforescente. “controllati Jamie, ce la puoi fare.” Pensai. Ok ero concentrata. “Grazie Ti va se… andiamo?”. Mi ero dimenticata che dovevamo andare al parco. Che stupida! Chiusi la porta dietro di me a chiave e gli dissi “Certo scusa ”. Quando uscimmo sul vialetto in pietra mi bloccai. “Non ti piace passare inosservato eh?” dissi indicando la Porsche parcheggiata a qualche metro da me. Lui stava già aprendo la portiera. “Se ti da fastidio possiamo andare a piedi.” Sembrava davvero dispiaciuto. Non mi piaceva farmi notare molto, ma per Lui lo potevo fare. “No, tranquillo. Va bene la macchina ”. “ok, Sali” disse mentre lui lo faceva. Salii. Accese la Radio. What makes you beautiful. Si mise a cantare, dire che aveva una voce stupenda è riduttivo. Io cantavo nella mia mente e muovevo il piede a tempo di musica. Arrivati al parco, dopo circa 10 minuti, Cominciammo a camminare. Eravamo molto vicini. Forse per lui non era così, forse avevo io qualcosa di strano, ma la sua presenza, lì vicino a me, mi faceva battere forte il cuore. Sentivo quasi il calore della sua pelle. Arrivò presto la sera, o meglio, il buio. Erano le 17.26 eppure il buio aveva già coperto con il suo manto tutta Londra. Mi riportò a casa. Quando fummo davanti a casa mia, lui scese dalla macchina con me e mi accompagnò fino alla porta. “Allora… Ecco qua.” Sussurrai. “E’ stato divertente . Dimmi che ci rivedremo presto.” Rispose lui, con quel sorriso che faceva invidia agli angeli. “Certamente ”. Dovevo fare un’ultima cosa. “ Niall, potrei… potresti… Sai… non ci credo ancora che sia successo a me.” Farfugliai. Lui senza dire una parola, mise la sue braccia attorno a me e mi strinse a se. Aveva capito. “Era proprio quello che volevo. Grazie ”. “Figurati dolcezza Non vedi cosa c’è scritto sulla mia maglietta?”. Free hugs. Mi scappò una risatina. “Fatti sentire Ciao.”. Dissi entrando in casa. “Ciao”. Chiusi la porta. Appoggiai la schiena contro la porta e mi lasciai scivolare giù con un grande sorriso stampato sulla faccia.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4° ***


Beh, da quel giorno passarono giorni, settimane, mesi. Ogni giorno ci vedevamo e se non potevamo vederci ci sentivamo per telefono, con le chiamate o i messaggi. Ogni sera ci scambiavamo la buona notte e ogni mattina il buon giorno. Ormai era una cosa normale abbracciarci o darci baci sulla guancia. Driiiin. Nuovo messaggio: oggi ti porto a colazione fuori Tieniti pronta per le 9.30. Io con un sorriso a 34873847 denti sospirai allegramente e gli riposi. Ogni suo messaggio scatenava in me una gioia talmente grande da farmi sorridere come una scema per mezz’ora. Lui restava nella mia mente per tutto il giorno, ogni giorno. E più lo conoscevo più mi innamoravo e più lo desideravo. Speravo davvero che anche Lui provasse almeno un terzo di quello che provavo io per lui. Erano le 9. Ero ancora in pigiama. Corsi a vestirmi e truccarmi e giusto quando ebbi finito… Dliiin Dlooon. Era Lui. Afferrai velocemente la borsa e uscii. La sua immancabile Porsche era sul vialetto. Ormai ci ero abbastanza abituata. “Ciao Splendore!”. Urlò lui dalla macchina. Entrai in macchina e dissi “Com’è questa storia che adesso non mi aspetti neanche alla porta?”. “Sei troppo lenta cara…” disse lui con un sorrisetto. “si si certo. Che razza di gentiluomo sei?”. “Sono il gentiluomo più gentiluomo del mondo.”. “Ehm… si come no.”. Ridemmo. Arrivati al bar ci sedemmo e ordinammo. Intanto che aspettavamo l’ordine ci mettemmo a parlare. Cominciò lui:“Ehi sei Splendente oggi!”. “haha non fai ridere.” Risposi. “Non volevo far ridere, sei davvero carina oggi. Non so perché, ma sei più bella del solito.”. “Grazie come sei dolce”. Dalla prima nostra uscita una cosa non era cambiata: la mia timidezza. Eh già, lei era sempre lì, pronta a farmi arrossire in qualsiasi momento. Ci guardammo negli occhi intensamente. Il silenzio fu spezzato dall’arrivo della cameriera che portava i Capuccini e le brioches. Lui velocemente divorò la sua brioche e poi cominciò a sorseggiare il suo capuccino. Vedendo che avevo lasciato metà brioche sul piattino mi chiese: “quella non la mangi?”. “No no, prendi pure ”. Cominciai anche io a sorseggiare il capuccino sempre fissandolo negli occhi. Non riuscivamo a smettere, ci fissavamo, senza dire una parola. Quando abbassai la tazza il suo sguardo si spostò sulle mie labbra. “Cos’ho?” chiesi perplessa. Lui sussurrò “Sei sporca di capuccino.. Lascia che ti pulisca”. Io rimasi immobile, il mio sguardò già si era perso nel vuoto. Che vergogna. Pensavo mi volesse pulire la bocca con un tovagliolo. Si sporse sul tavolo…. Le sue labbra si posarono lentamente sulle mie. In quel momento mi percorse una scossa quasi, un brivido. Mentre le nostre lingue si intrecciavano io lo fissavo. Quant’era bello quel ragazzo? Non ci potevo credere. Poco tempo prima pensavo che sarebbe stato impossibile intrattenere con lui UNA conversazione e adesso… mi stava baciando. Persi il controllo. Non m’importava più niente di quello che mi accadeva attorno. Ora c’eravamo soltanto io e Lui, tutto il resto non mi riguardava. Nella mia mente non c’erano pensieri, solo Lui. Non so esattamente quanto durò quel bacio, a me però sembrò un’eternità… L’eternità più bella della mia esistenza.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5° ***


Quel bacio mi aveva scombussolata. Ero sul divano, con una coperta sulla gambe, lo guardavo. Aveva gli occhi chiusi, stava dormendo. Sembrava un angelo, forse lo era davvero. La sua testa era poggiata sulle mie ginocchia e io, amorevolmente, gli accarezzavo i capelli, quei biondissimi capelli che tanto amavo. Lo guardavo, e pensavo che Lui era il ragazzo con cui volevo passare la mia vita. Chissà se era lo stesso per lui. In quel momento aprì gli occhi piano e li stropicciò con le mani. Com’era tenero! Sembrava un bimbo appena svegliato. Sorrisi. “Ben svegliato cucciolo”. Rispose con un dolcissimo bacio a stampo. Ancora un po’ assonnato mi chiese: “che ore sono?”. “Ehm… le 11.30, perché?”, Il ragazzo biondo sorrise, si stiracchiò e mi abbracciò. Rimasi perplessa, non capivo il perché di quel momento improvviso di tenerezza. Non che mi dispiacesse, chiaro. “Voglio stare con te.”. “Haha, che ti va di fare?” risposi sorridendo. “No, non hai capito, io voglio stare con te per sempre.”. Quelle parole mi spiazzarono, Provava quello che provavo io. Era meraviglioso. Non ero mai stata invasa da una gioia così grande. “Oh Niall, anche io”. Sul volto di Niall si aprì un enorme sorriso e le due paroline che renderebbero felice qualsiasi ragazza uscirono dalle sue labbra: “Ti Amo Jamie.”. Ci fu un lungo silenzio, riempito solo dai nostri respiri vicini. Ad interromperci, proprio nel momento clou, partì la canzone “stereo hearts” dal mio cellulare (ultimamente ero fissata con quella canzone) che continuava a squillare insistentemente. Mi allontanai da lui controvoglia (grazie Teresa Marika Lucia) e risposi. “Pronto?” dall’altra parte una voce femminile rispose “Ciao Jamie, sono Arianna, sta sera mi hanno invitata ad una festa in maschera e mi hanno detto di invitare gente… Ti va di venire? Sennò sarei da sola…”. “Ehm… aspetta un secondo in linea”. Mi girai verso Niall che, seduto sul divano mi guardava sorridente. “Sta sera hai qualcosa da fare?” “No, perché amore?”. Non risposi e continuai a parlare al telefono. “Ok, ci sto. Posso portare una persona?” “Portane pure quante vuoi” “Grazie Arianna, di aver pensato a me.” “Figurati Jamie a sta sera”. Riattaccai e mi diressi al divano, mi sedetti sulle gambe di Niall, gli misi le braccia attorno al collo e gli dissi “Sta sera si va ad una festa in maschera.”. Lo sguardo di Niall si illuminò “E se portassi anche i ragazzi? Così finalmente li conoscerai!”. Ero terrorizzata. E se non gli sarei piaciuta? Sarebbe stata la delusione più grande della mia vita! “Ma… E se non gli piacciono? E se poi mi odiano?”. ”Haha ti adoreranno, ne sono sicuro.”. Mi baciò dolcemente sulle labbra. Mi sentii subito meglio. “Ok, ok puoi invitarli…”. Niall mi scoccò un bacio sulla guancia, prese il cellulare e telefonò ai ragazzi. Dopo un po’ che parlavano ritornò da me, mi baciò e mi prese in braccio. “hahaha che fai scemo!!”. Lui non disse una parola e mi porto in camera da letto. Mi stese sul lettone matrimoniale e mi si distese affianco. Cominciò ad accarezzarmi i capelli piano, fissandomi negli occhi. Rimasi in silenzio per un po’, a guardarlo e poi dissi “Dai è ora di mangiare! Andiamo a preparare la pappa!!”. Niall balzò subito giù dal letto e urlò: “Cibo sto arrivandoooo!!” e si mise a correre verso la cucina. Io ridendo come una pazza lo seguii. Preparammo assieme una carbonara che divorammo in pochi minuti. Dopo pranzo mi distesi sul divano. “Niall, ho freddo.” Niall prese una coperta e mi coprì, mi sorrise e mi baciò la fronte. Mi addormentai con in testa la splendida immagine del suo meraviglioso sorriso. Lui si sedette accanto a me e mi tenne compagnia tutto il pomeriggio.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6° ***


Ero seduta di fronte al mio caro pianoforte, suonavo, ogni tanto, cancellavo e riscrivevo le note su un quaderno bianco. Ero concentrata su quei tasti bianchi e neri, che però potevano dare vita a suoni di mille colori, quando sentii un caldo abbraccio da dietro. “Ehi, che fai?” disse sfiorandomi le labbra con le sue. “Oh, niente… scarabocchio” dissi chiudendo velocemente il quaderno. “E’ ora di prepararsi piccola, io vado a casa, ti vengo a prendere alle 8 ok?”. Ah giusto, il ballo in maschera. “Ah tranquillo vado con Arianna, ci vediamo lì” dissi accompagnandolo alla porta. Prima di andare mi prese per i fianchi e mi baciò piano. Quando se ne fu andato, corsi a prepararmi. Indossai un lungo vestito nero, con la schiena coperta solo da un delicato pizzo anch’esso nero. Suonò il campanello non appena ebbi finito di truccarmi e sistemarmi i capelli. Corsi ad aprire. “Oddio, Ari! Sei meravigliosa!”. Era davvero splendida. Indossava un vestito rosso impreziosito da una lunga fila di cristalli sul fianco destro. I capelli mossi le ricadevano ordinati sulle spalle minute. “Oh, senti chi parla. Sei davvero carina anche tu” rispose abbracciandomi. Non era da moltissimo tempo che ci conoscevamo ma le volevo già un gran bene. “Andiamo?” dissi sciogliendomi dall’abbraccio. “Certo” mi sorrise lei. Salimmo nella sua piccola auto grigia e fummo alla festa in un baleno. Entrammo assieme ma dopo poco lei andò a parlare con alcuni ragazzi e io cominciai a scrutare la grande sala in cerca di Niall. Lo scorsi in lontananza in un gruppetto formato da altre 4 persone. Per un attimo mi si fermò il cuore. Erano loro, certo. Mi avvicinai lentamente. Toccai fievolmente la spalla di Niall e lo tirai velocemente in disparte, più lontano possibile da loro. “Jamie, sei arrivata” disse lasciandomi un bacio a stampo. “Vieni che ti presento gli altri”. Mi prese per mano e fece per andare verso di loro, ma io puntai i piedi a terra e non mi mossi. “Non ci riesco Niall, non gli piacerò, me lo sento!”. “Gli piacerai, te lo prometto, sei fantastica”. Mi baciò lievemente la fronte. Mi fidai di lui e lo seguii. “Ragazzi, lei è Jamie, la mia ragazza”. Io, che stavo dietro a Niall come una bambina spaventata avvampai. Timidamente uscii dal mio ‘nascondiglio’ e sorrisi meglio che potei. Tutti ricambiarono il sorriso, ma non Zayn, che mi squadrò da cima a fondo e se ne andò. Ecco fatto. Non gli piacevo. Mi sforzai di non sembrare troppo delusa, ma lo ero. “Scusalo, non gli piacciono molto questo genere di feste” affermò Louis con un enorme sorriso. “Oh non fa niente” sorrisi. Dopo poco mi mancò un po’ l’aria, quindi, avvisai Niall e uscii a riprendere fiato. Chiusi la porta alle mie spalle. Un ragazzo bruno stava fumando. Zayn, perfetto. Maledissi il mio piccolo ‘malessere’ che3 mi aveva portata lì. Mi squadrò ancora una volta, proprio come aveva fatto poco tempo prima e si rigirò dall’altra parte con una faccia quasi ‘schifata’. Avevo gli occhi lucidi. Non è una bella cosa essere odiati da uno dei propri idoli. Credo che lui si fosse accorto che stavo per piangere e quindi mi chiese freddamente “Lo ami davvero?”. Senza volerlo cominciai a buttare fuori tutto quello che mi passava per la mente in quel momento. “Stare senza di lui… è come respirare dell’acqua… Non voglio respirare… farebbe troppo male.”. Portò la sigaretta alla bocca, guardando lontano. Ad un certo punto buttò la sigaretta a terra e mi porse la mano. Per la prima volta in quella serata riuscii a vedere il suo sorriso. Niente di più bello. “Ciao sono Zayn”. Quella serata fu fantastica. Ero piuttosto timida quindi parlai poco con i ragazzi. Nonostante il piccolo malinteso, Zayn mi aveva colpita molto. Lo avevo preso in simpatia. Non so, aveva qualcosa di speciale… Mi piaceva. Era davvero molto tardi, ero avvinghiata a Niall che, guidandomi sulla musica lenta, mi cullava. Gli occhi si facevano sempre più pesanti, la testa appoggiata sulla sua spalla, mi addormentai.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7° ***



Un raggio di luce si infiltrava nella stanza attraverso lo spiraglio fra i balconi della finestra. Aprii gli occhi e portai la mano alla fronte. Che mal di testa. Mi accorsi subito di non essere nella mia stanza, nella mia casa. Mi voltai e vidi Niall, addormentato come un bambino. Era casa sua evidentemente. Guardai l’ora sul mio cellulare, erano le 10:46. Non mi ero mai svegliata così tardi. Baciai Niall sulla fronte che si svegliò. “Buongiorno amore” dissi stiracchiandomi. Rispose con un tenero bacio sulle labbra. Mi accorsi che il mio vestito da sera era appoggiato alla sedia ai piedi del letto. Se non avevo il mio vestito addosso, cosa avevo? Abbassai lo sguardo e mi accorsi che stavo indossando un pigiama abnorme. Ma era profumato… sapeva di Niall. “E’ tuo?” chiesi indicando il pigiama. Lui annuì sorridendo, preferii non chiedere altro. Niall era disteso su un lato, mi fissava. Era un po’ inquietante perché mi stava guardando in un modo strano. Boh, mi ricordava un vecchio perverso. Accarezzò il mio profilo con le dita. Un secondo dopo era addosso a me e mi baciava intensamente, con passione...
 

 
 
 
Ero sudata e il trucco della sera prima era colato tutto sulle guance. Mi alzai dal letto lasciando un piccolo bacio sulla guancia di Niall, che mi guardava. Presi una cosa a caso dal suo armadio, non potevo rimettermi il vestito da sera. Una tuta con la bandiera americana stampata. Mi sarebbe stata un po’ grande forse, ma andava bene. Mi diressi verso il bagno della camera di Niall per farmi una doccia. Finita la doccia mi infilai la tuta. Era meravigliosa. La adoravo. Uscii dal bagno, Niall nel frattempo si era già rivestito. Scendemmo in cucina mano nella mano e quando arrivammo al salotto, che bisognava attraversare per andare in cucina, trovammo Harry, Louis e Liam che ci guardavano male. Louis ad un certo punto spezzò quel silenzio a dir poco imbarazzante: “Avete fatto un casino tremen…” Liam gli tappò la bocca con la mano e mi sorrise un po’ imbarazzato. Troppo tardi. Le mie guance si erano accese di un rosso fuoco. Strinsi ancora di più la mano di Niall, che mi trascinò in cucina. Feci colazione sulle sue gambe. Quando finimmo circondai il suo bacino con le mie gambe e lo baciai. Lui scese dalla sedia tenendomi in braccio e mi mise giù. “Jamie, vuoi trasferirti qui?”. Disse serio. Io lo guardai un po’ ‘scombussolata’ ma gli risposi quasi subito. “Certo, sarei la ragazza più felice del mondo.” Gli sorrisi e lo abbracciai. Gli chiesi di accompagnarmi a casa a prendere le mie cose, così, assieme a Louis, Liam ed Harry andammo a casa mia per ‘traslocare’. Non avevo tante cose a casa mia… solo i vestiti, i miei CD e… Il mio Pianoforte. Ovviamente Louis e Harry non facevano altro che correre di qua e di là scherzando e ridendo. Io e Niall eravamo in camera mia cercando di far stare tutti i miei vistiti in una valigia quando sentimmo un tonfo assordante. “Che diavolo hanno combinato ora?” dissi sbuffando. Corsi in salotto e rimasi agghiacciata. Harry era affianco al mio Pianoforte rovesciato e stava… ridendo. Cercai di mantenere la calma facendo dei respiri profondi, ma nonostante i miei sforzi, corsi da Harry e gli tirai un forte schiaffo in pieno viso. Tatuate sulla sua guancia aveva lo stampo delle mie cinque dita. “Ma sei coglione? Quel piano è la mia vita, cazzo. Era ciò che mi rimaneva dei miei genitori e tu ora lo hai distrutto. Tanto per informarti io, a differenza tua, non ho i milioni. Adesso come lo compro un altro piano? Puoi smetterla di fare il cretino una volta tanto e aiutare SERIAMENTE a fare qualcosa?” gli urlai contro tutto d’un fiato. Le lacrime avevano cominciato a scorrere sulle mie guance. Tutti mi guardavano sbigottiti. Presi una sigaretta e corsi fuori. Inspirai profondamente il fumo della sigaretta. Piangevo e… fumavo. Niall corse fuori e mi prese fra le braccia baciandomi la testa. “Non voglio vederlo mai più.” Sussurrai affondando la testa sul suo petto.
 
 
 
  

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Capitolo 8
*** Capitolo 8° ***


° –
*toc toc*. “Chi è?” dissi con la voce strozzata dal cuscino in cui affondavo il viso. “Posso entrare?”. “Vattene via.”. Neanche a dirlo il riccio entrò in camera mia e si sedette sul letto, affianco alle mie gambe. “Ti ho detto di andartene. Sei sordo forse? Vattene, sul serio.” Dissi alzando leggermente la testa e fissandolo nei suoi occhi smeraldo. “Sono venuto solo per chiederti scusa, sono stato uno sciocco. Mi sento davvero in colpa”. “E’ il minimo che tu possa fare sentirti in colpa.” Risposi fredda. In un attimo mi afferrò il braccio e mi costrinse a sedermi accanto a lui. “Mi hai fatto male idiota. Bel modo per scusarsi.” Le lacrime avevano ripreso a scorrere. Senza aggiungere altro si alzò e, sbuffando, se ne andò. In quel momento entrò Niall. In silenzio si sedette accanto a me e posò le sue labbra sulle mie. Sempre senza dire nulla mi prese per mano e mi portò in salotto. Non volevo andarci per rivedere Harry, ma era come se mi lasciassi trasportare da Niall. Quindi giungemmo in salotto…   Sbarrai gli occhi. In mezzo alla sala troneggiava imponente un bellissimo Pianoforte a coda bianco. Ero sbalordita. Sopra il legno bianco, sulla fiancata del piano, C’era scritta una parola, in rilievo in legno color cioccolato: Dream. Harry era al suo fianco, mezzo sorridente e mezzo preoccupato per la mia reazione. Corsi da lui e lo guardai curiosa. “Vedi quella scritta?” mi chiese indicando la parola Dream. “E’ fatta con il legno del pianoforte che ti ho rotto. Così avrai sempre un ricordo dei tuoi genitori.”. Lo abbracciai istintivamente, mi aveva sorpreso. Ricambiò l’abbraccio. Niall mi guardò sorridente per poi rifugiarsi in camera nostra, io lo seguii.

Due settimane dopo…

“Niall, Niall, Niall, Niall comprami il gelato, daiii” dissi con un sorriso da orecchio ad orecchio. Scoppiò a ridere e fece quello che gli avevo chiesto. Passeggiavamo mano nella mano, mangiando il gelato. “Se rendessimo ufficiale il nostro fidanzamento? Le fans stanno impazzendo”. Ero stata anche io una fan, quindi sapevo esattamente cosa stava succedendo fra le fans: conferme, smentite, rumors e così via. “Forse dovremmo…” risposi pensandoci. “Va bene, ok, andiamo a casa così lo potrai comunicare su twitter” sorrisi. Arrivammo a casa subito, ma non appena varcai la soglia di casa… dovetti correre in bagno a vomitare. Ero accasciata a terra, davanti al wc. Niall cercava di rimettermi in piedi inutilmente… Avevo la nausea. Riuscii a raggiungere il letto quasi strascinandomi. Ma che diavolo era successo? Niall mi guardava preoccupato. In effetti ultimamente non mi sentivo benissimo…  Sbalzi d’umore, fame improvvisa, capogiri, piccoli momenti di nausea… Mi venne un dubbio. Portai le mani al ventre e mi alzai leggermente la canottiera. Appoggai le mani sopra l’ombelico e guardai la mia pancia perplessa. Niall, avendo intuito il mio pensiero, si sedette con me e mise le sue mani sopra le mie. Ci guardammo con gli occhi umidi. Allungai le braccia verso di lui e mi lasciai travolgere da quelle spalle profumate, Il padre di mio figlio.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9° ***


“Una sagoma nera in lontananza stava venendo verso di me. Quando fu più vicina vidi il suo volto. Era tutto offuscato e vedevo solo una bocca aperta in un tremendo ghigno. Poco più sopra due occhi neri come la pece mi scrutavano maligni. Cercavo di urlare ma dalla mia gola non usciva alcun suono. Ad un certo punto vidi passare Niall, lo chiamai con tutte le forze che avevo in corpo, ma lui, senza fare una piega, continuò a camminare, lasciandomi lì, sola con quell’uomo.”.

Mi svegliai di soprassalto, avevo la fronte imperlata di sudore e stavo urlando. Niall, che dormiva affianco a me,  era smarrito, non capiva che stava succedendo. Mi guardò impaurito, quasi a controllare che stessi bene. Io ero immobile, con gli occhi sbarrati. Le lacrime solcavano la mia pelle calda e la mia mente era quasi totalmente offuscata. “Ehi, ehi è stato solo un brutto sogno, ci sono qua io. Calmati” disse Niall accogliendomi fra le sue braccia.

Erano passati circa 4 mesi da quando avevo scoperto di aspettare un bambino e la pancia si vedeva abbastanza. Da allora incubi come questo erano frequenti. Frequentavo anche uno strizza cervelli, lui diceva che tutta questa ansia faceva male al piccolo, ma io non sapevo che farci. Era come se avessi un brutto presentimento, che mi portava poi ad avere questi incubi. Mi sentivo una cattiva madre, stavo facendo male a mio figlio anche se Niall mi ripeteva che non era colpa mia.
Quel giorno, dopo aver fatto colazione, decisi di farmi una doccia. Quando arrivai alla porta del bagno prima di aprirla appoggiai l’orecchio sul legno scuro della porta e sentii qualcuno che singhiozzava e ripeteva: “non sono pronto, non posso, non posso.”. Era Niall. Capivo la sua paura, eravamo giovani, neanche io mi sentivo pronta di diventare madre. Ma pensavo che l’avremmo affrontato assieme. Perché non me ne aveva parlato? L’avrei capito. Asciugai con una mano le lacrime che avevano ripreso a scorrere e corsi in camera. Dopo essermi chiusa dentro a chiave mi fiondai sull’armadio, raccolsi tutti i miei vestiti e li buttai dentro una enorme valigia.  Non avrei voluto andarmene dalla mia casa, ma evidentemente avevo portato solo del male a Niall, non potevo continuare a rovinargli la vita così. Presi il cellulare e, mentre lasciavo la casa in taxi chiamai l’aeroporto. Fortunatamente sarei riuscita a prendere il primo volo per New York. Mentre ero seduta sul taxi, i palazzi sfilavano veloci al fianco della strada. Io li guardavo nostalgica, sapevo che non avrei più rivisto la mia cara Inghilterra. Chissà se Niall si era già accorto che ero scappata. No. Non dovevo, non potevo pensare a lui. Alla fine lo stavo facendo solo per il suo bene, perché lo amavo. Mi venne in mente la mia amica Arianna e decisi di telefonarle per un ultimo saluto. Lei si, mi sarebbe mancata davvero molto. ”Ari, ciao sono Jam…”. “Sei pazza??? Ritorna subito indietro. Niall sta impazzendo e non hai avvisato nessuno della tua partenza.” Strillò di tutta risposta. “Non posso, davvero, non posso. Ti spiegherò tutto quando arriverò a New York…”. “NEW YORK????!?!!?!?!!? Ma sei pazza????”. “Mi dispiace devo andare, ti chiamo quando atterro, ciao.” risposi riattaccandole il telefono in faccia. Mi dispiaceva riattaccarle in faccia, ma non avevo proprio voglia di discutere, non con lei. Sicuramente se le avessi parlato prima della partenza non mi avrebbe lasciata andare. Mi voleva bene, ed era lo stesso per me. Ma io ero convinta di star facendo la cosa giusta.  Arrivai a New York verso le 7 di sera. La città era meravigliosa, tutta illuminata, con moltissima gente in giro per le strade… Amavo New York. Credevo che fosse il posto migliore per ricominciare. Arrivata in hotel mi sistemai un po’ e accesi il cellulare. 13 messaggi nella segreteria telefonica. Uno per uno li ascoltai tutti, ma non risposi a nessuno. Erano tutti o di Niall o di Arianna, tutti dicevano: “Torna subito” o “Richiama immediatamente” o “Che diavolo ti è saltato in mente?”. No. Non avevo proprio voglia di rispondere. Avrei dovuto chiamare Arianna ma decisi che era meglio di no se magari si trovava con Niall e lui le avesse chiesto di passargli il telefono… Dovevo interrompere i contatti. Non volevo fargli altro male. Mi buttai sul letto di peso e mi addormentai con le lacrime agli occhi. “Buona notte Niall” sussurrai nel buio.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10° ***


Mi svegliai senza nessuno al mio fianco e presi paura. Poi mi resi conto di quello che avevo fatto e mi
calmai. Passarono molti minuti prima di alzarmi dal letto. Accesi il cellulare, 24 messaggi e 16 chiamate
perse. Così non poteva andare avanti. Decisi di cambiare la scheda Sim del cellulare, dovevo interrompere i contatti. Andai a comprarla al negozio sotto l’albergo 
dove alloggiavo. Uscita dal piccolo negozio per sbaglio mi scontrai con una ragazza, con un bambino in braccio. ‘Oh, scusa, mi dispiace non ti avevo vista’ dissi porgendole la mano. ‘Fa niente, tranquilla, sbaglio o non sei di qui?’. ‘No, sono Inglese’ abbozzai un sorriso imbarazzato. Era una bellissima ragazza, con i capelli rossi e gli occhi verde smeraldo, era anche molto giovane, credo qualche anno in più di me. ‘Piacere, sono Kaylee’ mi sorrise. Io subito ricambiai e dissi: ‘Piacere mio, mi chiamo Jamie, ma chiamami pure Jay’. Fui subito conquistata dalla sua simpatia, quelle fossette sulle guance, incorniciate da uno sciame di piccole lentiggini chiare, facevano subito simpatia. Il bambino che teneva fra le braccia mi sorrideva e, dopo aver allungato una mano, mi prese una piccola ciocca di capelli e cominciò a giocarci. ‘Oh, scusa, lui è Manuel. Ha due anni.’ Disse Kaylee guardando il bimbo. ‘E’ davvero bellissimo, ti assomiglia molto, è tuo figlio?’ sorrisi. ‘Si, vedo che anche tu sei in dolce attesa. Sai già se sarà maschio o femmina?’. Pensai che questa ragazza era davvero bellissima quando sorrideva. ‘No, preferisco tenermi la sorpresa, comunque sono al quarto mese, si vede così tanto la pancia?’. ‘Beh si abbastanza, comunque non avere paura, una donna con il pancione è la donna più bella del mondo, comunque ora dovrei andare, ci si sente… magari domani ci troviamo al parco’ sorrise ancora una volta. ‘Certamente, mi ha fatto davvero piacere conoscerti, a domani’. Mi porse un foglietto con il suo numero di cellulare e mi disse: ‘ecco qua, a domani’ e se ne andò. Manuel mi fece ‘ciao ciao’ con la manina ed io ricambiai. Tornai in albergo, cambiai la Sim e salvai il contatto di Kaylee. Erano le 11.15, decisi di mangiare anche se era prestissimo, quindi scesi al ristorantino cinese dall’altra parte della strada e mangiai un ottimo piatto di sushi. Decisi di scrivere a Kaylee, quindi le inviai un messaggio: Ciao, Sono Jamie, ti ho scritto perché tu possa salvare il mio numero, Baci. Mi rispose quasi subito: Ciao Jay, senti, io domani sono impegnata con il lavoro, non è che possiamo anticipare l’uscita al parco ad oggi? Scusa dell’imprevisto, se non puoi non fa niente, sarà per un’altra volta Fammi sapere. Baci. Le risposi che dato che non avevo niente da fare e non conoscevo nessuno, sarebbe stato anche meglio, così uscimmo il giorno stesso. Arrivata al parco, mi guardai intorno e la vidi che mi veniva in contro sorridente con il piccolo Manuel in braccio. ‘Ciao Jay, Scusa se ho portato anche Manu, ma non sapevo a chi lasciarlo…’. ‘Figurati Kaylee, anche meglio se l’hai portato’ sorrisi a Manuel e lui ricambiò, scoprendo due dolci fossette alle guancie che sicuramente aveva ereditato dalla madre. Cominciammo a camminare per il parco ed a parlare e parlare, gli raccontai quello che mi era successo, e lei mi raccontò che un anno dopo il parto di Manuel, il suo ragazzo, nonché il padre del bimbo, l’aveva abbandonata, lasciandola sola a crescere loro figlio. Raccontando la sua storia, un velo di amarezza apparve sul suo sorriso, mi dispiaceva per lei, ma mi faceva piacere sapere che non ero sola, e che l’unica persona che conoscevo lì aveva più o meno la mia stessa storia alle spalle. Ad un certo punto il piccolo cominciò ad allungarsi verso di me, allora chiesi a Kaylee: ‘Posso prenderlo? Se non ti dispiace, sennò fa lo stesso’ sorrisi, quel bambino era un amore. ‘Ma certo Jay, non chiederlo neanche, almeno mi riposo un po’’. Rise e la sua risata coinvolgente fece ridere anche me. Presi Manuel in braccio che cominciò a giocare con i miei capelli biondi. Risi, evidentemente gli piacevano. Arrivò la sera. Avevamo passato la giornata a parlare di noi ed a giocare con Manu. Erano davvero simpatici tutti due. Mi ero affezionata a Manuel, così dolce e carino. ‘Mi sono divertita moltissimo, e credo anche lui’ disse Kaylee prendendo in braccio suo figlio. ‘E’ lo stesso per me, magari possiamo rifarlo’ dissi sorridente. ‘Certamente… chiamami per qualsiasi cosa’. ‘certo’. Mi diressi vero l’albergo e mi fermai davanti ad una parrucchiera ancora aperta… Entrai timidamente e dissi alla parrucchiera che volevo tingere i capelli. ‘Ma sono di un biondo così bello, come mai li vuoi tingere?’ mi chiese perplessa. ‘Solo per cambiare’ mentii. In realtà non volevo avere più nulla che mi ricordasse Lui. Io soffrivo, ma ero convita di fare del bene a Lui. Tornai a casa. Il giorno dopo, appena svegliata, mi affacciai alla finestra, e scoprii una bellissima sorpresa…

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Capitolo 11
*** Capitolo 11° ***



Improvvisamente mi trovai catapultata in un altro mondo, un mondo magico, fatato. New York era tutta bianca. Un fitto strato di neve copriva delicatamente i tetti dei palazzi ed io ebbi la sensazione di essere esattamente dove dovevo essere, che quello era il mio posto. Accarezzai la pancia che ormai era diventata piuttosto evidente e sorrisi. Decisi di vestirmi e andare al parco e così feci. Mi venne in mente di chiamare Kaylee perché portasse suo figlio a giocare con la neve ma poi mi ricordai che era impegnata con il lavoro. Stavo camminando per il parco immersa nei miei pensieri, ammirando quello splendido paesaggio quando, improvvisamente mi sentii toccare la spalla. D’istinto mi voltai e vidi lui, il mio migliore amico. ‘Zayn! Oddio che ci fai qui?’ gridai saltandogli addosso. Certo, volevo interrompere i contatti con tutti, ma non avevo davvero saputo resistere… una volta che me l’ero trovato davanti… beh, era pur sempre il mio migliore amico! ‘Sono venuto a trovarti, non posso? Ti sei tinta i capelli. Perché?’ rispose sorridendomi. Mi venne in mente che io non avevo lasciato nessuna traccia di me stessa, come aveva fatto allora a trovarmi? ‘lascia perdere. Zayn, come hai fatto a trovarmi?’ chiesi mentre riprendevamo a camminare. ‘Lascia perdere… ‘,’Zayn?!’. ‘Ok, ok. Ho un’amica che si chiama Kaylee… Mi ha detto che aveva conosciuto una certa Jamie e mi sono incuriosito, gli ho chiesto di descriverti e ho capito che eri tu e quindi…eccomi qui’. ‘Oh, Kaylee. E’ davvero molto simpatica. Ma… che stai facendo?’ lo guardai incuriosita mentre mi scattava una foto. ‘Sto cercando di vedere se questa macchina fotografica funziona anche come cannocchiale. Eddai, cosa vuoi che stia facendo? Ti scatto una foto scema!’. ‘Ahah, molto spiritoso. E… perché mi fai una foto?’ domandai insistente. ‘Perché Niall mi ha detto di scattarti qualche foto perché vuole vederti, anche se mi ha chiesto di non dirtelo, dopo le darò a lui. Ops, vabbè io non ti ho detto nulla’ disse facendo l’occhiolino. ‘No, non lo farai.’ Mi si rabbuiò il viso e mi fermai davanti a lui per assicurarmi che non l’avesse fatto. ‘Ma che dici? Sono solo delle foto’ disse con tono un po’ sorpreso. Presi la macchina fotografica dalle sue mani e dissi seria: ‘Voglio…. Interrompere i contatti. Voglio che si dimentichi di me, gli fa solo male tenermi nella sua mente, non voglio fargli del male.’ Improvvisamente scoppiai in lacrime, e lui mi prese fra le sue braccia e mi strinse in un caldo abbraccio. ‘Shh, shh è tutto a posto, non gli fai del male… Hai bisogno di me, resterò qui con te ok?’. ‘Sono al quarto mese, non manca poi così tanto. Mi starai accanto quando verrà il momento, vero?’ dissi ancora fra le lacrime. ‘Ci sarò. Sarò lì con te. E’ una promessa.’. ‘Grazie Malik’. ‘Prego, piccola Jay.’.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12° ***


"Guardavo quello splendido bambino fra le mie braccia, gli assomigliava davvero tanto, soprattutto gli occhi color cielo. Mi guardava e sorrideva, proprio come faceva Niall, seduto davanti a me. Ad un tratto, il bimbo mi scivolò dalle mani, e proprio quando Niall stava per afferrarlo prima che cadesse al suolo… Niall svanì. E poi, più nulla."
Sentivo delle mani str
ingere le mie braccia. Zayn stava cercando di tenermi ferma mentre io urlavo e mi dimenavo. Aprii gli occhi di scatto e mi aggrappai a Zayn tremante. ‘Jay, sono qui, è tutto finito, sono qui.’. ‘Ho tanto bisogno di lui’ esclamai fra le lacrime. ’Zayn?’ ‘si?’ ‘Ti va… t-ti va se… se torniamo a L-Londra?’ ero ancora scossa per l’incubo, ma avevo capito, avevo capito che avevo bisogno di Lui. Zayn, con il volto illuminato da un enorme sorriso, mi strinse forte e rispose: ‘Vedrai, Niall ne sarà felicissimo. Stai facendo la cosa giusta Jay, il bambino ha bisogno di tutti e due e sei già al sesto mese, manca davvero poco’. Però ero stata io a lasciarlo, se nel frattempo si fosse messo con un'altra? Che avrei fatto? Sarei fuggita di nuovo? ‘E se si è trovato un’altra?’ gli chiesi con un velo di innocenza negli occhi umidi. ‘Non dirlo neanche per scherzo Jay. Lui ti ama, ti ha sempre amata e ti amerà per sempre. Fidati, ti sta aspettando’. Sorrisi e mi asciugai le lacrime. Zayn pensieroso guardò l’orologio che aveva al polso e disse, il prossimo aereo per Londra parte a mezzogiorno, sono le nove… dopo aver fatto le valigie ci resta un po’ di tempo… Che vorresti fare?’. ‘Ti va se facciamo un salto a salutare Kaylee?’ chiesi emozionata. ‘Certo, quello che vuoi, piccola Jay’ sorrise. Quindi facemmo le valigie e dopodiché Zayn mi accompagnò da Kaylee. Ad aprirmi la porta fu il piccolo Manuel che guardò stupito i miei capelli nuovamente biondi, li aveva sempre amati, ed era strano per lui vederli di un'altro colore. Sembrava avesse pianto da poco, ma pensai che tutti i bambini piangono spesso e quindi non ci feci molto caso e gli chiesi sorridente: ‘Ciao Manuel, c’è la mamma?’. Lui mi prese la mano e mi portò davanti alla porta chiusa della camera da letto di Kaylee. Appoggiai la mano sulla maniglia dorata, ma Manuel mi tirò leggermente la maglietta e, mettendosi un ditino davanti alla bocca, mi sussurrò ‘shh’. Aprii lentamente la porta un po’ perplessa. Rimasi sconvolta da quello che vidi. ‘Kay, chi ti ha ridotta così?’ corsi da lei preoccupata e con le dita le accarezzai il grosso livido viola che le copriva l’occhio. ‘E’-è stato i-il mio e-ex’ rispose fra i singhiozzi. ‘Oddio Kay, sporgo subito denuncia. Come si chiama?’ dissi decisa prendendo il telefono. Lei però mi tolse subito il telefono dalle mani e disse tutto d’un fiato: ‘No, ti prego non farlo. Farà del male a Manuel se chiamo la polizia!’. Non potevo lasciarla lì, così. Dopo averci pensato un attimo decisi. ‘Kaylee, prepara le valigie. Vieni con me a Londra.’. ‘Ma, ma io…’ farfugliò sbigottita. Le feci un grande sorriso per rassicurarla, e le presi le mani. ‘Kaylee, io torno a Londra, e tu vieni con me. Lì potrai ricominciare daccapo. Ti assicuro che non te ne pentirai’ Lei ricambiò il sorriso e mi abbracciò forte. La aiutai a preparare le valigie per lei e per Manu, e a mezzogiorno, partimmo. Io ritornavo alla mia vita, Kaylee ne iniziava una nuova. Non mi ero mai sentita così felice in quei sei mesi. In aereo strinsi forte lamano di Zayn, che dormiva, e sussurrai ‘grazie amico mio, grazie di tutto. Sei speciale, ti voglio bene’.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13° ***


Dall’atterraggio a Londra erano passati quasi tre mesi, dunque il mio bambino poteva nascere da un momento all’altro.
Prima di rivedere Niall mi era venuto un attacco di panico, credevo che volesse uccidermi dopo quello che aveva sofferto per me, ma mi rassicurò il fatto che il suo primo pensiero appena mi vide, fu quello di venire ad abbracciarmi e baciarmi e non quello di strozzarmi. In quel momento mi sembrò così debole e vulnerabile che mi ritrovai a chiedermi che cosa speravo di ottenere quando lo avevo abbandonato lì, come se a lui non importasse di me e del bambino, come se io fossi l’unica mia priorità. Ricordo che mi sentii un’ egoista insensibile, un mostro assolutamente non all’altezza del pezzo d’angelo che mi ritrovavo difronte, credevo che meritasse di meglio e forse avevo anche ragione, ma poi mi ricordai che ero incinta e che gli ormoni probabilmente si stavano divertendo un sacco a giocherellare con le mie emozioni, e mi sentii un pochino meglio.
Al mio ritorno le cose non erano cambiate affatto, in casa dei ragazzi regnava sempre il solito caos dovuto all’iperattività di Louis, o alla strana abitudine di Harry di girare per casa nudo. Anche se potrebbe sembrare strano, provai un certo sollievo a non vedere cambiamenti, era da tanto che non stavo lì e non so se avrei sopportato un nuovo cambiamento nel mio stile di vita.
Avevo un po’ di paura del parto, ero giovane e non sapevo se ero pronta ad essere mamma, ma Niall si prospettava un ottimo padre, a giudicare dal comportamento super protettivo che teneva nei miei confronti.
Ogni sera, dopo aver poggiato un orecchio sulla mia pancia ormai enorme, chiudeva gli occhi, mi stringeva forte a se e si addormentava così, impedendomi quasi di muovermi.
Un giorno gli chiesi per quale motivo mi tenesse così stretta a se, e lui rispose: ‘Ho solo paura che se non ti tengo stretta a me, tu te ne andrai di nuovo’, ma lo disse così spontaneamente e sinceramente, senza neanche un accenno d’ironia che mi ritrovai a ripetergli non più di un migliaio di volte quanto lo amassi, che non lo avrei lasciato mai più e quanto mi dispiaceva averlo fatto soffrire. Andai avanti a singhiozzare e a scusarmi così tanto da sembrare ridondante. Per quanto lui mi rassicurasse, io mi sentivo uno schifo per qualsiasi cosa io facessi sbagliata, ed era tutta colpa degli ormoni da gestante.
Ormai non ne potevo più della gravidanza, desideravo con tutto il cuore di liberarmi dei sintomi della gravidanza e stringere fra le mani il mio piccolo capolavoro, e fu proprio mentre rimuginavo su questo che successe.

‘Occristo.’. ‘Piccola, che succede?’ Niall mi guardava come se mi fossero spuntate due antenne da alieno tutto d’un tratto. ‘Credo… Mi si sono rotte le acque!’ gridai tutto d’un fiato. Niall, ci mise qualche secondo a prendere atto di ciò che stava succedendo e poi si mise a correre dappertutto gridando ordini a tutti tipo: ‘Tu prendi la borsa per il parto!’, ’Tu chiama l’ambulanza!’, ’Tu porta un bicchiere d’acqua!’. Se non fossi stata terrorizzata dal parto imminente, probabilmente sarei scoppiata a ridere. Era più nel panico di me… L’ambulanza non ci mise molto ad arrivare, Niall mi strinse la mano per tutto il tempo, alternando le lacrime al sudore e ai sorrisini eccitati. Consentii di entrare in sala parto solo a Niall, anche se mi sarebbe piaciuto avere al mio fianco anche Zayn, che però era facilmente impressionabile, quindi dovetti rinunciare, ameno che non volessi uno Zayn svenuto, proprio mentre partorivo.
Il parto non fu piacevole, certo, ma ammetto che quando lo vidi, di colpo scordai tutto il dolore e decisi che quegli occhi azzurri come il cielo striati di varie sfumature di verde, così luminosi ed innocenti erano valsi la pena di tutto quello che avevo sopportato negli ultimi nove mesi.
Quando entrarono Zayn, Harry, Louis, Liam, Arianna e Kaylee, io avevo il piccolo il braccio, e Niall, con un sorriso che non gli avevo mai visto in volto, mi abbracciava forte, gli occhi lucidi puntati sul fagottino che avevo fra le braccia. Tutti erano così felici e io non la smettevo di ridere, piangere, ridere e piangere ancora. Ora, finalmente eravamo una famiglia.
Harry, con il piccolo in braccio (sembrava nato un nuovo amore) chiese rivolto a me e Niall: ‘E’ un amore il piccolo Harry Junior, avete fatto un ottimo lavoro.’. Zayn, tornando un attimo alla realtà chiese: ‘A parte gli scherzi, come chiamerete il piccolo senza-nome?’. Dopo esserci scambiati uno sguardo carico di complicità, io e Niall sorridemmo e lo dissi.
‘Il suo nome è Chace Jawaad Horan’.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14° ***


Sono passati dieci mesi. Dieci mesi da quando sono tornata in Inghilterra. Dieci mesi da quando, per la prima volta, ho tenuto in braccio il mio piccolo Chace. Dieci mesi da quando l’uomo della mia vita, colui che ho aspettato per tutti questi anni, mi ha chiesto di sposarlo. Eh già, mi sposo.
Oggi è il grande giorno. Ho aspettato questo momento con ansia, per quasi un anno, ma ora ci siamo. Sta per succedere. 
Il vestito è stupendo, le decorazioni impeccabili, la location deliziosa. Eppure… manca qualcosa. Non saprei dire cosa, ma so che è fondamentale. 
Mancano soltanto dieci minuti alla mia entrata. ‘Non posso farlo. Non sono pronta’.
‘Certo che sei pronta. Non vorrai abbandonare Niall per la seconda volta!’. 
Ecco cosa mi mancava. Il mio migliore amico.
‘Zayn! Credevo che fossi dalla tua famiglia! Oddio mi sei mancato.’. 
‘E secondo te ti avrei lasciato attraversare la navata da sola?’

No, certo che no’ dissi ridendo. Il mio testimone, il mio accompagnatore, il mio migliore amico. Lui c’è. Ora non mi manca più nulla. Sono pronta.
‘Sei pronta?’. 
‘Sono pronta!’ esclamo prendendolo a braccetto. Sento la musica. Le porte si aprono. Lo vedo. 
Per un momento smetto di pensare alla mia acconciatura, al vaporoso vestito bianco e alle scarpe bianche esageratamente alte, e lo guardo. 
E’ perfetto. Gli occhi blu, i capelli biondi, il sorriso contagioso, un principe azzurro, il mio principe azzurro. Lui è ciò che ho sempre desiderato. Non ci posso credere. Lo sto per sposare. D’un tratto mi viene in mente il tempo in cui ero stata una Directioner, e anche prima di conoscerlo avevo pianto per lui, ero stata male per lui. Allora tutto quello che sto vivendo adesso non esisteva. Chi avrebbe mai immaginato che un giorno, per quanto lontano, avrei sposato il mio idolo? Mi vengono in mente tutte le volte che lasciandomi trasportare dalle parole di una canzone, avevo fantasticato sul mio futuro. Ora sono cambiata, ma le mie fantasie sono in parte divenute realtà. Certo, non avrei mai immaginato che avrei avuto un figlio a soli 19 anni, ma adesso non so cosa sarei senza il mio piccolo Chace. 
Sono con te, Jay’. Tutti voltano lo sguardo verso di me. Mi stanno fissando tutti. Zayn mi tiene stretta e ho l’impressione che se non lo facesse cadrei. 
Finalmente mi decido, e faccio un passo. Passo dopo passo mi avvicino all’altare dove Lui mi aspetta. Alla fine dell’interminabile tappeto rosso, Zayn mi bacia sulla guancia e va a prendere il posto del testimone. Niall mi sorride e, emozionato, mi prende la mano. Dopo lo scambio degli anelli e tutto il resto, arriva il momento.
‘Vuoi tu, Jamie Annie Stewart, prendere il qui presente Niall James Horan, come tuo legittimo sposo?’
E’ fatta. Dillo. E’ una frase, non è difficile. Dillo. 
‘Sì, lo voglio.’.
‘E vuoi tu ,Niall James Horan, prendere la qui presente Jamie Annie Stewart, come tua legittima sposa?’.
Silenzio.
Una lacrima scorre sul suo volto infrangendosi sul suo sorriso.
‘Lo voglio’. 
‘Vi dichiaro marito e moglie, può baciare la sposa’. 
Niall si avvicina e mi cinge i fianchi. Sento il battito del mio cuore sperduto in ogni singolo millimetro del mio corpo, c’è solo il suo sorriso e la sua anima accanto alla mia. La testa continua imperterrita a girare mentre quel sorriso davanti a me illumina l’atmosfera che mi circonda. Lui mi sorride e poi avvicina le sue labbra alle mie accompagnandole con una carezza. Le nostre labbra si uniscono, questa volta mi sento più sicura di me stessa… risento di nuovo quel brivido, prima freddo poi caldo attraversare ogni cellula del mio corpo. Non era mai stato così. Non mi ero mai sentita così sicura, così… al mio posto. Una volta staccati, ci giriamo verso gli invitato e sorridiamo. Vedo Chace venirci incontro per mano con Zayn. Lo prendo in braccio e lo sfioro con un leggero bacio sulle labbra minute. Niall ci stringe e finalmente lo dico. 
‘Chace, avrai una sorellina’.


THE END.






_Spazio Autrice_

Allora, inanzitutto ci tengo a ringraziare tutti per i complimenti e il supporto che mmi avete dato (sopratutto su facebook). So di non essre stata molto costante nel pubblicare i capitoli, ma non sempre l'ispirazione c'è. Comunque mi sono divertita veramente tanto a scrivere questa FF, tra l'altro è l'unica che io abbia mai finito, quindi sono davvero emozionata nel poter dire che, per quanto piccolo che sia, ho raggiunto un buon traguardo. Spero di non avervi delusi e spero che l'ultimo capitolo piaccia quanto gli altri (magari anche di più ;)).
Ancora grazie a tutti, un bacio grande.
   

Tribute.   

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